Blood Abyss

di CatwolfandKiwi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Breaking (the) Bad ***
Capitolo 2: *** (New) F.r.i.e.n.d.s. ***
Capitolo 3: *** The secret life of an American Werewolf ***
Capitolo 4: *** Shattered Memories ***
Capitolo 5: *** Crouching Tiger Hidden Dragon ***
Capitolo 6: *** Super Nightingale Bros. ***
Capitolo 7: *** A good day.... ***
Capitolo 8: *** Movie night at the inventory ***
Capitolo 9: *** Hollywood Undead ***
Capitolo 10: *** The Evil Within ***
Capitolo 11: *** Amnesia ***
Capitolo 12: *** Into the woods ***
Capitolo 13: *** How i met my brother ***
Capitolo 14: *** Awkward ***
Capitolo 15: *** In friends we trust ***
Capitolo 16: *** What could possibly go wrong? ***
Capitolo 17: *** Betrayal ***
Capitolo 18: *** The Killing Joke ***
Capitolo 19: *** Beyond Good and Evil ***
Capitolo 20: *** Free Bird ***
Capitolo 21: *** Blood Omen ***
Capitolo 22: *** Happily ever after (?) ***
Capitolo 23: *** Epic Meal Time ***
Capitolo 24: *** Big Trouble Little China ***
Capitolo 25: *** City Hunter ***
Capitolo 26: *** The Masterplan ***
Capitolo 27: *** Evicted ***
Capitolo 28: *** The Big Brawl ***
Capitolo 29: *** Dexter's lab ***
Capitolo 30: *** Wild Hunt ***
Capitolo 31: *** Hungry like the wolf ***
Capitolo 32: *** Rise of the Lycans ***
Capitolo 33: *** Blue's Clues ***
Capitolo 34: *** Guilty Crown ***
Capitolo 35: *** Evil Dead ***
Capitolo 36: *** Fear ***
Capitolo 37: *** Being Human ***
Capitolo 38: *** Law & Order ***
Capitolo 39: *** The Brood ***



Capitolo 1
*** Breaking (the) Bad ***


Rispose al telefono sapendo di sentire la solita meccanica voce femminile "Vincent" disse appoggiando il cellulare all'orecchio "Avete un lavoro" rispose la voce "alla fine di Roosevelt Road, 42, è un edificio industriale. Carta bianca. 4 a 4 zeri" "Capito ci dirigiamo lì". Mise il telefono in tasca ed uscì sul porticato del motel e andò verso la stanza accanto. "Chi sei?!" disse una voce all'interno ancor prima che Vincent potesse bussare, "Chi diavolo vuoi che sia a quest'ora Lucian, comunque abbiamo un lavoro al 42 di Roosevelt Street." rispose sospirando "OK vado!" "Aspet..." non finì la frase un enorme ombra saltò fuori dalla porta e sparì nell'oscurità notturna "...ta." un altro sospiro. Rientrò in camera e prese il trench buttato sulla sedia facendo tintinnare leggermente, il suo sguardo ricadde sul fodero appoggiato al muro "Stasera direi di no." ed uscì chiudendo la porta a chiave. Era una notte piuttosto tranquilla per essere a Corwin Hills, anche se la cosa non dispiaceva a Vincent. Appena scese le scale la vide, una ragazza appoggiata al parapetto con il volto illuminato dalla luce della sigaretta accesa. Il suo viso contornato da capelli rosso scuro non poteva avere più di venti anni, ma i suoi occhi... "Tutto ok?" disse lei risvegliando Vincent dai suoi pensieri "Sembri sovrappensiero." "Scusa il fatto è che... niente." rispose scacciando con il gesto della mano, la superò e si diresse verso l'uscita. Fece scattare la serratura usando il telecomando, ci entrò e accese il motore. Finalmente giunse nei pressi dell'edificio indicato. Poco lontano in un vicolo riconobbe l'ombra di Lucian. Quando lo raggiunse era già pronto per l'incursione. "Allora qual è il piano?" chiese Lucian "Entriamo," spiegò Vincent "distruggiamo il laboratorio, non l'edificio, ed eliminiamo i testimoni." "Perfetto!" esclamò Lucian in procinto di partire di nuovo "Fermo!" intervenne Vincent tagliandogli la strada "Cosa?" chiese Lucian "Sarò breve visto il tuo deficit di attenzione. Questo dovrà essere un lavoro pulito e senza danni strutturali visto che la paga è cospicua." Lucian annuì "Quindi per favore non fare danni. "Ok?" Lucian annuì di nuovo. "Tu dirigiti verso l’entrata principale, quando sentirai l’allarme anti-incendio entra in azione e distruggi il laboratorio all’interno, e ricorda niente testimoni." per la terza volta Lucian annuì prima di scattare ad una velocità incredibile. Vincent si diresse verso il bagagliaio e aprendolo fece scintillare la miriade di pistole sparse. Ne prese alcune e iniziò a infilarle nel trench in punti precisi poi richiuse l’auto e si diresse verso lo stabilimento.
 
La porta era chiusa da un grosso lucchetto "Fortuna che ho la chiave." disse mentre con uno strattone spezzò la catena, entrando si chiuse la porta alle spalle con la medesima catena. Dentro vi era un forte odore di bruciato misto ad ammoniaca e ferro. "Non oso immaginare che cosa senta Lucian.". Nel corridoio dove si trovava ora Vincent poteva vedere la sala principale sovrastata da un enorme serbatoio idrico a torre. Tre lunghe file di tavoli e stracolme di attrezzature da laboratorio erano assediate da persone che vi armeggiavano irrefrenabilmente. Cosa staranno preparando per attirare così l’attenzione di Abyss? Non ci stette a pensare molto e si diresse verso l’allarme sul muro opposto mentre estraeva delle pistole dal trench, fece un respiro profondo e tirò la leva.
Dopo appena un secondo che l’allarme fu attivato Vincent iniziò a sparare ai chimici nel momento esatto in Lucian sfondava la porta principale usando due malcapitati che dovevano fare da guardia. Il rumore della sirena riempiva le orecchie di Vincent ma non lo distraeva dai colpi, sparava alle persone come alle attrezzature. 
All'improvviso fu sorpreso da un forte impatto all’altezza della spalla sinistra che lo sbilanciò indietro. Il colpo fu forte ma vide chiaramente colui che brandiva il fucile e gli sparò in testa. Riprese a sparare mentre Lucian dilaniava a mani nude i sopravvissuti spargendo organi e sangue. Dietro di Lucian uno dei chimici aveva quasi raggiunto la porta ma, con uno movimento improvviso, Vincent afferrò una delle pistole scariche per la canna e la lanciò verso il fuggitivo colpendolo alla testa. In quel momento si udì solo la sirena dell’allarme e anche quella cessò dopo che Lucian, ora ad una stazza più umana, la spense. Lucian indicò la spalla di Vincent " Una nuova cicatrice di guerra?" "Sai bene che queste non rimangono." rispose Vincent " Lo sai che era una battuta vero? Ridi che ti vedo smorto." disse attutendo la “s”, Vincent sorrise in maniera forzata; a dirla tutta il vampirismo è una pena nel culo, tra morte alla luce del sole e brama di sangue, situazione che Lucian non comprendeva del tutto essendo un licantropo, era un'esistenza tutt'altro che piacevole. "Fidati che noi due in guerra non ci andiamo visto il nostro rifiuto di tagliare i capelli. Ho ragione palla di neve?" rispose Vincent mirando all’albinismo di Lucian che rispose con uno sbuffo" sono già abbastanza corti...".
"Il nostro obbiettivo" disse Vincent puntando verso il serbatoio "è distruggere ciò che contiene" "D’accordo" disse annuendo "Ma cosa contiene?" "Ho un brutto presentimento." rispose Vincent avvicinandosi al bocchettone collegato al serbatoio. Non appena girò la manopola un rapido getto color cremisi sgorgò fuori dal bocchettone "Sangue." "Non è un bene" disse Lucian annusando l’aria "è di vampiro." Vincent sospirò "Merda.". Vincent iniziò a rovistare tra le attrezzature del laboratorio seguito dallo sguardo di Lucian "Cosa cerchi?" "Azoto liquido." disse Vincent "Se aspettiamo che coaguli ci vorrà troppo tempo, d’altro canto se lo scarichiamo nelle fogne chissà quale abominio ne esce." "E l’azoto?" chiese Lucian "dovrebbe distruggerlo più in fretta?" "In teoria." rispose Vincent spingendo una grossa tanica. "Ora vai lassù" disse Vincent porgendo a Lucian la tanica "e versa tutto il contenuto." con un cennò Lucian afferrò la tanica e con un balzo si aggrappò a uno dei sostegni e con grande velocità raggiunse la cima, sistemò la tanica e con gli artigli tranciò il coperchio del serbatoio poi aprì la tanica che rilasciò un gelida nebbia e iniziò a versare tutto l’azoto. Mentre Lucian scendeva grattandosi la schiena e gettando la tanica da parte notò Vincent con un rotolo di carta e un accendino in mano "Che fai con quello?" "L’azoto è una buona idea" disse Vincent accendendo la torcia di carta "Ma è meglio prevenire con il fattore infiammabile." e con un leggero movimento lanciò la torcia nel serbatoio.
Uscirono dall’edificio respirando finalmente aria fresca. "Beh" disse Vincent "è andata bene." poco prima che un boato alle proprie spalle scosse il silenzio notturno mentre colonne di fumo si alzavano dalle finestre dell’edificio. "Perché io?" disse Vincent esasperato "Forse eri un satanista nella vita precedente." annuì Lucian "Stai mischiando due religioni diverse sai?" disse Vincent togliendosi il trench prima di entrare in auto "La reincarnazione è principalmente buddista e… non mi stai più ascoltando." disse notando lo sguardo perso di Lucian "Sai cosa? ci vediamo a casa!" disse Vincent "Ok" rispose Lucian trasformandosi e iniziando a correre a quattro zampe. Vincent salì in macchina e accese il motore "Se Gabriel non ci uccide…" disse inserendo la marcia e ripartendo verso casa.

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Capitolo 2
*** (New) F.r.i.e.n.d.s. ***


Un gran casino ecco cosa era. Vincent ci sperava nella riuscita del lavoro ma niente da fare, con quell’esplosione e l’edificio in fiamme c’erano ben poche speranze che avrebbero avuto la paga per il lavoro. Gabriel sembrava un uomo paziente, ma di fronte a questa serie di eventi forse neanche lui avrebbe la voglia di lasciar correre. "Siamo fregati." disse tra se e se Vincent. Finalmente arrivò al motel e mentre parcheggiava l’auto notò Lucian che parlava con qualcuno. Vincent fece per scendere dall’auto ma, notando il trench bucato dal proiettile, decise di ripiegarlo per evitare domande.
"Ehi Vince!" disse Lucian vedendolo arrivare "Ti presento Lacey, è la nostra nuova vicina." Vincent la riconobbe "Ci siamo già incontrati prima" disse porgendole la mano "Già andavi un po’ di fretta prima." disse ignorando il gesto "Già" rispose Vincent ritraendo la mano in imbarazzo "Eravamo in ritardo per una consegna e son dovuto correre a lavoro." Lacey annuì silenziosamente.
"Ok" disse Lucian all’improvviso "Io vado a letto. Ci sentiamo domani Vince. A presto Lacey." "Veramente dovremmo discutere di una cosa." rispose Vincent avvicinandosi alla propria camera aprendo la porta "Ok." rispose Lucian entrando "Scusaci un minuto Lacey… comunque è un piacere conoscerti." disse Vincent abbozzando un sorriso. 
"Siamo morti." disse Vincent "Correzione. Tu sei morto." rispose Lucian "Io scappo." "Scherzi?!" esclamò Vincent "Se voglio immaginare cosa può fare Gabriel, ma stai sicuro cha non la scampi!" "Rilassati." disse Lucian mettendo in avanti le mani "Mal che vada non ci pagherà." "Mi auguro che tu stia scherzando dopo il casino che abbiamo fatto Gabriel ci farà ammazzare." "Non penso che ucciderà l’unico licantropo che ha a disposizione." rispose Lucian con uno sguardo birbante "Credo tu ti stia dimenticando di me, perché tra i due sono il più facile da uccidere." farfugliò Vincent stizzito "E io torno a ripeterti: stai calmo. Per quanto Gabriel possa far piangere i gattini..." "E i suoi impiegati" lo interruppe Vincent indicando se stesso e Lucian "...non penso ci ammazzerà per così poco." e con questa frase Il vampiro sembrò calmarsi.
Vincent guardò Lucian in silenzio "Credo ci vorrà un po’ perché ci chiami. Ne approfitto per prendere una boccata d’aria." disse mentre si avvicinava alla porta, ma Lucian Lo fermò con la mano e disse "Stai attento alla ragazza. Immagino avrai sentito il suo odore di sangue." "Cercavo di non pensarci" disse Vincent "ma lo terrò a mente." e dicendo questo uscì.           
Ogni tanto Vincent fumava. Era un’abitudine che aveva sempre avuto secondo lui, ma non ne era certo, dopotutto non aveva memorie dei suoi giorni da umano. Ciononostante, per quanto il fuoco potesse ferirlo, l’atto di fumare sembrava dargli solo un leggero fastidio compensato dal fatto che si sentiva più rilassato dopo. Nel distributore del motel c’era ancora un pacchetto di sigarette, e forse per grazia divina, era la marca preferita di Vincent. Dopo aver inserito qualche dollaro e aver digitato il numero, il pacchetto scese e con un tonfo indicò il suo arrivo. Lucian, per via del suo olfatto avanzato, non sopportava l’odore del fumo e più di una volta aveva buttato via i pacchetti appena cominciati di Vincent, per via di questo il vampiro tendeva a finirli velocemente. Portò la sigaretta alle labbra e preso l’accendino scoprì con frustrazione che era scarico. Improvvisamente, Vincent vide una fiamma si accendersi con la coda dell'occhio, Lacey gli stava porgendo il suo accendino acceso. "Grazie." disse Vincent avvicinando la sigaretta "Problemi al lavoro?" chiese Lacey "Più di quanti immagini." rispose Vincent facendo il primo tiro. "Allora" disse Vincent "cosa ti porta a Corwin Hills?" "Ci vivevo da piccola" rispose Lacey "Poi mi sono trasferita e mi è venuta nostalgia." "Quindi immagino non ti tratterrai per molto." disse Vincent "Non esattamente" disse Lacey "Avevo intenzione di trasferirmi qua di nuovo, ho già un lavoro tutto ciò che manca è una casa. Una vera casa." "Non si sta troppo male" rispose Vincent "è vero, le sirene della polizia sono fastidiose e le gang che ti minacciano ti fanno venir voglia di andare via ma..." disse Vincent facendo un’altra tirata "...alla fine trovi qualcuno che ti sta simpatico e che magari diventa un tuo amico." "Stai parlando di Lucian?" chiese Lacey "No." rispose Vincent "Lo trovo insopportabile a volte, ma ahimè è pur sempre mio fratello." "Tuo fratello?" chiese Lacey sorpresa "Ma non vi assomigliate per nulla." "Fratellastri. Mio padre e sua madre si sono messi assieme e quindi ho dovuto sopportarlo. Sua madre era come lui, capelli bianchi e occhi rossi, intendo." le spiegò Vincent cercando di sviare da eventuali sospetti. "Chi è il fratello maggiore? sembrate avere la stessa età." annuì Lacey "io ho 24 anni mentre Lucian ne ha 20." rispose Vincent ripensando al fatto che neanche lui sapeva quanti anni aveva in realtà Lucian. Dopo quel breve discorso erano rimasti in silenzio, Lacey guardava il cielo mentre Vincent aveva ormai finito di fumare, in quel momento Lucian si avvicinò a Vincent con il telefono in mano "Hanno chiamato dal lavoro" disse "il capo vuole vederci domani." e detto questo ridiede il telefono a Vincent e si allontanò congedandosi con un sorriso verso Lacey. "Guai in vista." commentò Lacey "Non sai quanti" rispose Vincent "con il casino di oggi è un miracolo se non ci ammazzano." "Mi dispiacerebbe perdere due nuovi amici." disse Lacey, sorridendo per la prima volta. Vincent salutò la sua nuova amica e si avviò verso la sua stanza. Finalmente dentro, Vincent si sdraiò e chiuse gli occhi -E’ carina- pensò tra se e se -Ma in effetti il sangue è difficile non sentirlo- e con questo si addormentò.

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Capitolo 3
*** The secret life of an American Werewolf ***


Era l’alba ormai e i fasci di luce passavano attraverso le persiane. Lucian era abituato a dormire poco ma il suo corpo non ne risentiva, anche se Vincent lo riteneva ogni giorno più stupido. Buona parte della notte e anche del mattino, il licantropo lo aveva passato a tenere sotto controllo i movimenti della nuova coinquilina con i suoi sensi iper sviluppati, non sapeva se fidarsi della rossa. Per quanto avesse teso le orecchie e captato ogni possibile odore, nulla risultava fuori dall'ordinario, eccezion fatta per l’odore di sangue emanato dalla ragazza. La cosa che disturbava più Lucian, di cui Vincent era all’oscuro, era che l’odore del sangue non era umano ma non pareva nemmeno di vampiro – probabilmente avrà incontrato un ghoul moribondo- si tranquillizzò il ragazzo, e con questo si alzò e uscì dalla stanza. Vincent e Lucian non era d’accordo su molte cose, ma sui ghoul la pensavano allo stesso modo. I ghoul non erano altro che persone che si “drogavano” di sangue vampiro il quale scatena una forte dipendenza che se non soddisfatta portava a violenza e cannibalismo. La cosa peggiore è che le persone assumevano il sangue vampirico di propria volontà e questo gli guadagnava il disprezzo di molti, inclusi i due amici.
Lucian bussò alla porta di Vincent e la aprì. Per tutta risposta dalla stanza buia venne un urlo soffocato seguito da qualcosa che cadeva. "Chiudi quella cazzo di porta!" disse Vincent rialzandosi tenendosi l’avambraccio, che ora emanava fumo"Buongiorno anche a te." rispose Lucian chiudendosi la porta alle spalle. "Ho teso l’orecchio tutta notte" disse Lucian andando verso il frigo " ma non è risultato nulla di strano." disse facendo una smorfia di fronte al frigo vuoto "Beh" disse Vincent "al momento abbiamo altro a cui pensare. Come la mia colazione e al fatto che ci sono due tombe con il nostro nome inciso." disse Vincent in modo sarcastico "Quando hai finito di fare l’emo, dimmelo che ti vado a prendere il sangue." rispose Lucian portandosi una ciocca di capelli davanti all'occhio destro con fare scherzoso "D’accordo" disse Vincent sorridendo "in effetti inizio ad avere sete." "Allora vado." disse Lucian uscendo.
In un certo senso Vincent era un vampiro strano e fortunato allo stesso tempo. Per anni Lucian aveva vissuto con lui, e non lo aveva mai visto nutrirsi direttamente da un umano. All’inizio Lucian pensava che si vergognasse a nutrirsi in quel modo, ma poi capì che quello di Vincent era uno strano modo di preservare ciò che egli percepiva come la sua umanità. D’altro canto era stato fortunato a conoscere Jeff, un guardiano notturno dell’ospedale St. George che aveva avuto la sfortuna di nascere dhampir, mezzo vampiro; il quale, dopo essere stato salvato da Vincent, lo aiutava con i rifornimenti di sangue. Personalmente Lucian non era convinto di piacere al giovane.
Jeff aveva appena finito il suo turno quando Lucian si presentò . "Ehi Jeff!" salutò Lucian "C-ciao Lucian." rispose chiaramente nervoso Jeff "Allora hai qualcosa per me o meglio per Vincent?" chiese Lucian "S-si proprio qui nella borsa." disse porgendola a Lucian evitando il suo sguardo. Lucian prese la borsa e la aprì esponendo al sole le sacche di sangue "Perfetto grazie." disse Lucian porgendogli un rotolo di banconote "Porterò i tuoi saluti a Vince." "C-certo ci vediamo." rispose Jeff quasi sollevato mentre vedeva ripartire Lucian. 
Appena rientrato Lucian incontrò Lacey con un cestone in mano. "Ciao Lucian." disse vedendolo "Oh ciao Lacey" rispose Lucian sorridendo "vedo che devi fare il bucato." "Già." rispose lei "Quella a che serve?" chiese accennando alla borsa di Lucian "Questa? È il set di pesca di Vince sono andato a ritirarlo per lui." inventò al momento "Vincent pesca?" chiese Lacey "Vince ha un sacco di hobby, il punto è che non gli piace vantarsi. Ma è meglio che io non perda tempo, ci vediamo."disse Il ragazzo mentre si dirigeva nella stanza del vampiro e Lacey lo salutò con un gesto. "Hey Vince, ti ho portato la dose!" disse Lucian mostrando la borsa a Vincent "Finalmente." disse sollevato quest'ultimo aprendo la borsa e prendendo una delle sacche per poi procedere a morderla succhiandone tutto il contenuto in pochissimo tempo. Mentre si staccava dalla sacca accartocciata i denti ancora ricoperti di sangue si ritrassero tornando al loro stato originale. "Hai altre commissioni da farmi fare?" chiese Lucian "Nah!" rispose Vincent assaporando il sangue appena bevuto " prenditi la giornata libera. Io credo che dormirò." "Posso proporti una partita a Contra?" chiese Lucian accendendo il pc "D’accordo" disse Vincent dopo alcuni secondi "ma poi dormo, chiaro?" "Perfetto." disse Lucian facendo partire il gioco.  Ore dopo, i due si stavano dirigendo a lavoro "Maledizione." disse Vincent "Lo sapevo che non mi avresti lasciato riposare." "Due cose: Uno ho speso la bellezza di zero dollari per quel emulatore e Due lo sai bene che mi annoio da solo." rispose Lucian. Il grattacielo dell’Abyss li sovrastava, e come il suo proprietario, emanava un'aura di mistero. "Prima le signore." disse Vincent ghignando verso l'amico "Col cazzo!" rispose Lucian mentre con un balzo si posizionava dietro a Vincent e iniziava a spingerlo verso l’entrata tra le sue proteste e i commenti dei passanti. 
"Abbiamo un colloquio con Il signor Gabriel." disse Vincent alla segretaria "Ancora problemi, vedo!" chiese lei controllando l’agenda "Piano 34, sala conferenze 2-b." disse poi porgendogli un foglio "Grazie." rispose Vincent prendendo il foglio e indicando a Lucian l’ascensore.
"Non sopporto la musica degli ascensori." disse Lucian poi guardò il foglio che la segretaria aveva dato a Vincent "Cosa c’è scritto?" chiese indicando il foglio "Un piccolo resoconto degli ultimi avvenimenti… E il numero di Alex." chiese Lucian "La segretaria? Bel colpo mandrillo." disse dandogli un colpetto sulla spalla "Stai solo attento ai suoi “giocattoli”." disse "Sadomaso?" chiese Vincent "Già" rispose Lucian "Come lo sai?" "Avventure primaverili." rispose Lucian "Oddio. Sembra la tua ragazza ideale. Adora farsi torturare e sembra avere fetish per creature sovrannaturali." commentò Vincent "E’ stato un incidente." si difese Lucian 
Le porte si aprirono mettendo fine alla conversazione. 
La sala conferenze non era molto lontana e dopo esservi entrati si sistemarono su due poltrone. "Buona sera ragazzi." disse una voce poco prima che una delle quattro pareti si illuminasse e mostrando il volto di un uomo severo sulla trentina circa con barba e baffi curati "Sera Gabriel." risposero all’unisono i due ragazzi. "Arriviamo al dunque." disse schietto Gabriel "L'incarico è stato un completo disastro. Certo non ci sono stati testimoni e il laboratorio è stato distrutto ma vi avevo detto specificatamente di risparmiare l’edificio." disse freddo Gabriel "Si può sapere cosa è andato storto?" "Non saprei, abbiamo solo versato l’azoto liquido nel sangue e gli abbiamo dato fuoco." rispose Vincent. Gabriel aggrottò la fronte perplesso "L’azoto non è infiammabile" esordì poi "ma quello che avete versato dentro lo era, ed è esploso." concluse. Vincent e Lucian si scambiarono un’occhiata altrettanto perplessa. Gabriel sbuffò "Nonostante la vostra inettitudine in chimica verrete pagati." a queste parole nessuno dei due sapeva come rispondere o a cosa pensare. In quel momento una donna in abito bianco entrò nella sala e mise sul tavolo due buste "Potete andare." disse Gabriel e con un po’ di incertezza i due si alzarono e presero una busta ciascuno avviandosi verso l’uscita "Vincent" disse poco prima che egli uscisse "tenetevi pronti per eventuali incarichi. E buona serata." disse Gabriel , e lo schermo si spense.
Fuori si respirava un’aria pesante per via della leggera nebbia che aleggiava "Non è andata così male." disse Lucian "Eh già" disse Vincent prendendo in mano la mazzetta di banconote "Ma ci hanno pagato solo un quarto del promesso.".
A loro insaputa tutto ciò era osservato da qualcuno sulla strada opposta che si mescolava tra le persone senza farsi distinguere.

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Capitolo 4
*** Shattered Memories ***


Nel magazzino aleggiava un’aria stantia e con un sentore di polvere. Tale polvere cadeva dalle impalcature al passaggio dei due combattenti mentre le loro spade saettavano l’una contro l’altra. Vincent faceva oscillare la spada da una parte all’altra attaccando il vampiro, difendendosi nel contempo dall' arma del suo avversario. Per l’ennesima volta l’unico pensiero di Vincent era –Com’è che finisco sempre io in queste situazioni? – 
 
Era andata bene con Gabriel, avevano avuto la loro paga per quanto ridotta e avevano portato la pelle a casa. "Domani per festeggiare offro pancake al vicinato." esclamò Lucian "tu come li vuoi i pancake Vincent." Vincent sospirò nonostante fosse abituato alle continue idiozie di Lucian "All’uvetta se ti piace vedermi vomitare subito dopo." rispose Vincent "Avanti" disse Lucian "solo un assaggio." "Piantala botolo." disse Vincent. Finalmente erano arrivati al motel ed entrambi pregustavano una notte tranquilla. L’attenzione di Vincent venne attratta da una voce femminile dietro la porta numero 011. Accostando l’orecchio scoprì che si trattava di Lacey e stava parlando con qualcuno al telefono dato che non sentiva altre voci. "Si. La piazza è sgombra cosa devi dirmi?" chiese Lacey al suo interlocutore, ci fu un momento di silenzio "Dove?" ancora silenzio "D’accordo" disse poi "andrò il prima possibile." e chiuse la chiamata. Vincent fu preso dal panico nel sentire i passi della ragazza dirigersi verso la porta. Ma uando La rossa uscì constatò che non c'era nessuno e si avviò verso l'uscita. Vincent cadde dal soffitto non appena Lacey fu abbastanza lontana, ancora una volta la sua condizione di vampiro lo aveva salvato. Ora aveva qualcosa su cui fondare i sospetti. "Lucian." chiamò Vincent "Che succede?" rispose l'interessato uscendo dalla sua camera con un pancake morsicato in mano "Lacey ha appena ricevuto una chiamata sospetta. Puoi seguirla e scoprire dove va?" "Avevo appena iniziato a mangiare!" si lamentò Lucian "Deduco che quello" disse Vincent "non sia il primo. E ora forza, seguila!".
Lucian sbuffò, ma con un balzo uscì dal motel mentre si trasformava. "Ci mancava anche questa" disse Vincent sottovoce mentre guardava verso la città. Fu allora che lo notò. Una figura si stagliava su uno degli edifici con addosso un lungo abito. La figura si mosse, Vincent fece appena in tempo a schivare il giavellotto che si piantò nel muro sul quale era appoggiato poco prima. Con grande sorpresa Vincent constatò che il suo aggressore era un vampiro e che il giavellotto era di osso –Merda- pensò Vincent –un vurdalak!-. Schivò i successivi colpi mentre con rapidità si dirigeva verso la sua stanza, afferrava il fodero appoggiato al muro e balzava sui piani del motel fino al tetto. Scorto il pericolo il vurdalak, si voltò ed iniziò a correre. Vincent non lo perdeva di vista mentre si sistemava il fodero. Riusciva a stargli dietro nonostante il vurdalak facesse salti più lunghi "Fottuti vurdalak e le vostre fottutissime ossa." inveì Vincent mentre trovava percorsi alternativi a quelli usati dall’altro vampiro. Al mondo esistevano sette clan vampirici delineati da arti precise per ogni clan, quella del vurdalak era la manipolazione delle proprie ossa. Il vampiro ostile aveva iniziato a rallentare la sua fuga frenetica nei pressi della periferia e con un balzo entrò dal tetto in un magazzino in disuso. Vincent si fermò davanti al solario da cui era entrato l’altro vampiro "Questa mi puzza più di licantropo bagnato." e con un balzo si immerse nell’oscurità. Un tonfo annunciò la fine della caduta. Alzandosi in piedi Vincent scrutò il magazzino, e dove per un umano ci sarebbe stato il buio completo, per il vampiro tutto era chiaro e ben delineato. Anche la sagoma dell’assalitore. "Capisco che tu non abbia buone intenzioni" disse Vincent in direzione dell’altro vampiro "ma gradirei una spiegazione." ci fu un lungo silenzio "Diciamo solo" esordì con voce solenne l’altro vampiro "che non è una questione personale. Ma molti ti vogliono morto Nightingale, e questi molti sono disposti a pagare bene." "Come sai il mio cognome?" chiese Vincent. Il magazzino quasi tremò alla risata roca del vurdalak "Cognome?Allora è vero quello che dicono riguardo alla vostra memoria." disse, un brivido percorse Vincent "Nulla di personale" disse Vincent portando la mano all’elsa della sua arma, un lungo machete kukri "ma tu sai troppo." e con uno slancio in avanti, attaccò il vampiro.
 
Le lame stridevano ancora una contro l’altra dato che nessuno dei duellanti sembrava cedere ai colpi dell’altro. Le ossa del vurdalak spuntavano come lame dalla schiena e dal braccio permettendogli di difendersi dai colpi di Vincent e di attaccarlo con la sua lunga spada ricurva, anch’essa di osso. Il combattimento sembrava in stallo ma l’infrangersi di una delle lame di osso sorprese entrambi concedendo un minimo vantaggio a Vincent il quale aveva iniziato ad attaccare con più ferocia. L' arma di Vincent si spezzò dopo il secondo impatto con le ossa, pochi metalli potevano eguagliare la resistenza delle ossa di un vurdalak. Per un attimo Vincent provò una sensazione di panico, con una caduta in avanti schivò l’imminente colpo recuperando nel contempo il resto della lama spezzata. Con un rapido aggiustamento Vincent lanciò la lama che si conficcò nella spalla dell’aggressore concedendogli il tempo di avvicinarsi rapidamente e, con un fendente, decapitare il vurdalak. Con un tonfo la testa rotolò verso la parete mentre il corpo cadeva inerme. Pochi secondi dopo, il corpo si trasformò in cenere seguito dalla testa che si sbriciolò mantenendo il sogghigno del vampiro. In breve tempo non ne rimase nulla "Tutto sommato è stata una pessima giornata!".
 
-Si può sapere dove cazzo deve andare questa?- si chiese Lucian dall’alto di un tetto mentre seguiva la strada percorsa da Lacey. Più volte gli era sembrato di perderla fra le masse di passanti ma, il suo fiuto lo aveva sempre riportato sulla pista giusta. Quando ormai si era dato per vinto finalmente scoprì dove Lacey era diretta. Un "Oh" sfuggì al licantropo mentre era appeso ad un cornicione. -Mi sa' che l’abbiamo giudicata male un po' troppo in fretta.-  pensò Lucian mentre osservava la ragazza parlare con una suora di fronte al vecchio orfanotrofio.

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Capitolo 5
*** Crouching Tiger Hidden Dragon ***


"Forza rigenerati!" disse Vincent ma la profonda ferita nel braccio non voleva saperne di richiudersi. Il combattimento per quanto non fosse stato tirato per le lunghe lo aveva sfinito, sentiva ancora il sangue pulsare nelle orecchie mentre le braccia formicolavano. Il vurdalak era ormai cenere che si confondeva con la polvere circostante, eppure le ossa che prima aveva scagliato contro Vincent erano rimaste intatte. L’attenzione di Vincent venne riportata al braccio che solo allora aveva iniziato la rigenerazione e che stringeva ancora il moncherino dell' arma rotta "Almeno questa contavo di tenerla." disse mentre rialzandosi ne raccolse i pezzi e uscì dal magazzino.
 
Shiro Yamazuki era nella sua officina quando il telefono del piano di sopra squillò. Quando lo appoggiò all’orecchio senti gracchiare "Vincent sta scendendo." e la chiamata si interruppe. Lo sferragliare del vecchio ascensore annunciava l’arrivo dello strano ospite.
 
"'Sera Shiro." "Salve Vincent." rispose l’uomo stringendogli la mano "Cosa ti porta qui?" chiese "Un piccolo problema e mi serve una diagnosi." rispose Vincent tirando fuori dalle tasche i due pezzi del kukri. Shiro le esaminò da vicino "E’ irreparabile!" disse poi "Rifoggiarlo peggiorerebbe soltanto le cose." negli occhi di Vincent furono attraversati da un barlume di tristezza per il machete. "Non hai qualche altra arma del genere per me?" chiese speranzoso "Al momento ho soltanto una spada da guerra cinese ma non penso che faccia al caso tuo." rispose l'armaiolo.
-troppo flessibile- pensò il vampiro "Che ne dici di questa?" disse Vincent porgendogli un fagotto di tessuto lacero che tolto rivelò la spada d’osso del vurdalak. Shiro studiò con cura la lama, saggiandone il peso e controllando il filo "E’ una spada di ottima fattura" disse "molto resistente e affilata nonostante il materiale insolito… da chi l’hai presa?" chiese a Vincent "Da un cacciatore di taglie che aveva inquadrato un bersaglio difficile." Shiro gli porse nuovamente la spada ed iniziò a testarla facendola oscillare. "Immagino dovrò arrangiarmi." disse Vincent riformando ancora il fagotto, "Quasi dimenticavo." disse improvvisamente Shiro, e si diresse verso un grande armadio di ferro da cui estrasse una coppia di quelle che parevano grosse pistole. "Mi ci è voluto un po’ per adattare la pressione ma ci sono riuscito." disse ponendole sul tavolo difronte a Vincent. L’aspetto delle due armi pareva quello di piccole fiocine ma sul cane c’era una montatura strana e a metà dell’arma una montatura a tamburo "Le chiamo stake-gun!" disse Shiro presentandole "e personalmente ho odiato costruirle!". Vincent prese le nuove armi e mirò verso un punto lontano adeguandosi al mirino "Sono fantastiche, Shiro!" commentò "Per le munizioni?" L'uomo gli pose un piccolo paletto di legno lungo appena una decina di centimetri e spesso almeno due centimetri "Ne ho una cinquantina così… l’unica cosa è che devi caricare il tamburo con tre paletti, il meccanismo farà da se. Cerca solo di non inceppare il meccanismo con paletti troppo spessi." disse porgendogliene una scatola piena "Grazie Shiro. Ti farò sapere se ci saranno problemi." e con questo Vincent si congedò dall’armaiolo e risalì sull’ascensore facendolo ripartire.
 
- Come sapeva dei Nightingale, Gabriel mi ha assicurato che solo pochi sapevano della loro esistenza, e quel vurdalak non era tra quegli eletti di certo! - si chiese Vincent mentre ripercorreva la strada per casa - Cosa intendeva con “la vostra memoria”? -quelle parole lo riportarono in dietro negli anni, in bosco candido per la neve di ottobre. Erano ricordi freddi e privi di emozioni. La caverna la notte il sangue e… il braccio. Vincent osservò con rammarico il braccio sinistro. 
Arrivò in contemporanea con Lucian che pareva al quanto sovrappensiero "Perché arrivi da Main street?" chiese il licantropo vedendolo arrivare "Una visita inaspettata che non ho potuto rifiutare." rispose Vincent "Ah, Ok!" disse semplicemente Lucian "E per Lacey?" chiese il vampiro, Lucian gli raccontò tutto il tragitto e la conversazione, per un momento Vincent si sentì a disagio "Oh!" disse terminato il racconto "Forse abbiamo proprio esagerato. Penso dovremmo esserle più amichevoli.". Mentre si dirigevano al loro piano Lucian chiese a proposito dei giavellotti in castrati in alcuni punti della parete "Ti spiego dopo, ora aiutami a far sparire questa roba prima che qualcuno la veda.". Poco più tardi arrivò Lacey che li saluto vedendoli "Ciao ragazzi." "Ciao Lacey." dissero quasi all’unisono i due "Passato una bella serata?" chiese lei "Oh sì." rispose Lucian " Non proprio," disse Vincent "qualche teppista ha deciso di giocare al tiro al bersaglio con il motel." indicando i buchi nelle pareti "Oh merda! State bene voi due?" chiese preoccupata "Si, si non preoccuparti! Lucian era fuori a bere qualcosa mentre io sistemavo la macchina. L’ho solo visto di sfuggita il teppista, ma non credo darà più problemi." rispose Vincent "Lo spero tanto." disse la ragazza "Senti" continuò Il ragazzo grattandosi la nuca "forse ti siamo sembrati un po’ freddi con il comportamento di questi giorni, sono successe un sacco di cose, il lavoro pesava e così…" "Non vi preoccupate" lo interruppe la rossa "sono cose che succedono e sentirsi in colpa per così poco non è necessario!" in un certo senso i due amici si sentirono sollevati. "Beh, se hai bisogno di qualcosa o di una mano" disse Vincent "facci sapere!" "Ok, allora!" disse allegramente Lacey " E grazie!" "Di nulla!" rispose prontamente il vampiro.

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Capitolo 6
*** Super Nightingale Bros. ***


"Vincent." rispose il vampiro al telefono "Nulla di buono stavolta." disse la voce dall’altro capo "Quando mai lo è?" scherzò Vincent "Comunque,.." proseguì la voce "..nella fogna della zona ovest si è formato un nido di revenant. Fateli sparire in fretta." "Ricevuto." rispose Vincent e chiuse la chiamata. Un momento dopo stava già bussando alla porta di Lucian "Ehi, palla di neve." disse il vampiro "nuovo lavoro. Sbrigati!" in quel momento la testa dell'amico apparve nell’apertura della porta "Di che si tratta?" chiese "Revenant." rispose Vincent; Lucian fece una smorfia "Ok andiamo!"disse riluttante. 
"Io li non ci entro." disse Lucian "Come? Andiamo." lo incoraggiò Vincent "Hai idea del tanfo che c’è li sotto? Oltretutto per un naso sensibile come il mio?" si difese Il licantropo "Ehm… no." rispose sarcasticamente il vampiro "Ora entra e chiudiamo questa storia o mi prendo la tua parte per ripagarmi i buchi nel muro." Lucian incrociò le braccia stizzito "Ok. Ma io non respiro." "Perché? Secondo te io devo?" rispose Vincent mentre sollevava il tombino e vi si calava dentro.
"Che ho fatto di male!" esclamò il licantropo tappandosi il naso "Ma perché si stabiliscono sempre in luoghi simili i revenant.". I revenant erano la cosa peggiore che potesse capitare a qualcuno che viene vampirizzato. C’è una minima percentuale che una persona vampirizzata diventi un revenant invece di un comune vampiro. I revenant erano orribili creature pallide e prive di qualsiasi forma di pelo; non avevano arti vampiriche, ma compensavano con una forza e una feralità incredibile. L’unica caratteristica che i revenant avevano in comune tra di loro oltre all’aspetto ripugnante era il fatto che vivessero in “nidi” e che agissero in modo quasi unisono. Molti non osavano definirli vampiri veri e propri ma pochi altri si riferivano a loro come “il settimo clan”. Vincent e Lucian avevano avuto già a che fare con i revenant e oramai avevano capito il loro modo di fare. 
"Su con la vita!" disse Vincent al licantropo "Potrebbe andare peggio." "Come?!" chiese Lucian inacidito "No aspetta! Non voglio saperlo." disse mentre cercava di evitare le pozze maleodoranti sparse qua e là. "Sento qualcosa." esclamò improvvisamente Lucian "Davvero?" "Sento il desiderio di picchiarti" disse Lucian "oltre a un fetore inconfondibile." dettò questo Lucian assunse la sua forma di licantropo. Mentre la sua stazza aumentava, le ossa scricchiolavano adattandosi al corpo mentre i vesti squarciati mostravano la pelliccia albina. Lucian venne preso da un forte senso di disgusto per la puzza "D’accordo." disse Vincent portando la mano verso l’elsa e si avviarono verso il bacino principale. Esitarono poco prima dell’entrata e con un balzo vi fecero irruzione. Era completamente vuoto. L’unico suono che si udiva era l’acqua gorgogliava dal basso che copriva buona parte dei suoni. Vincent avvertì una sensazione non nuova, un sibilo nelle orecchie lo avvertiva. Estrasse la spada e con un rapido gesto fendette l’aria mentre il corpo deforme e senza testa si inceneriva mescolandosi con l’acqua, fu in quel momento che alzarono lo sguardo. Erano sopra di loro. A centinaia grondavano dalle pareti soprastanti mentre con i loro occhi gialli li scrutavano. Fu un attimo ed iniziarono a piovere sui due intrusi. La spada di Vincent saettava da una parte all’altra decapitando ad ogni colpo uno degli sgradevoli vampiri. Lucian d’altro canto se la cavava con più semplicità devastando le file di nemici che gli si paravano di fronte con grosse artigliate che laceravano di colpo i malcapitati.
Erano tanti, forse troppi. Vincent iniziava a dare segni di fatica, i colpi non sempre andavano a segno e più di una volta si era ritrovato nella posizione di difendersi più che in quella di attaccare, mentre Lucian era letteralmente sotto assedio dai revenant che gli si aggrappavano al corpo mordendolo e graffiandolo. "Come te la cavi Lucian?" disse Vincent decapitando due revenant, per tutta risposta il licantropo lanciò via i revenant che aveva addosso uno dei quali venne scagliato verso Vincent che lo tagliò di netto "Bene suppongo." notando che i revenant iniziavano a diminuire "Credo sia giunta l’ora di chiudere il sipario." e con un balzo saltò su un ammasso di tubi tirò fuori dal trench un piccolo cilindro che lanciò facendo saltare la spoletta, poi si coprì gli occhi gridando "Lucian!". Il licantropo distolse lo sguardo mentre la flash bang esplodeva in un impatto luminoso, abbastanza forte da accecare le creature. Con un secondo balzo Vincent atterrò in mezzo ai revenant e con un giro completo della lama decapitò quelli circostanti. Le sorti della battaglia si erano capovolte e ora i revenant venivano decimati dalla spada del vampiro e gli artigli del licantropo. Si fermarono. Intorno a loro non vi era altro che cenere sparsa costellata di macchie cremisi dei due combattenti, l’unico suono che persisteva era il gorgogliare dell’acqua sul fondo che ripuliva le ceneri cadute. 
"Perché non l’hai usata prima?" chiese Lucian tornando in forma umana "Erano troppi perché funzionasse al meglio." disse Vincent rimettendo le sue cose nel bagagliaio "Già!" annuì Lucian "Ciò non toglie il fatto che ora puzziamo di merda!" per tutta risposta Vincent lanciò a Lucian una bottiglia rossa che prese al volo "Spero ti piaccia il pomodoro." disse Vincent "Perché ti ci dovrai lavare." disse togliendo un catino dal sedile posteriore "Siamo previdenti eh?" commentò sarcastico Lucian. Dopo una mezzora buona di lavaggio entrambi si erano tolti il tanfo delle fogne "La prossima volta" disse Vincent salendo in auto "Faccio io il bagno per primo, sono stanco di togliermi di dosso i peli che perdi." Lucian stizzito disse "Ehi! non perdo pelo e in più mi sono lavato in forma umana!" ma era troppo tardi. Vincent si stava già compiacendo dell'insulto riuscito.

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Capitolo 7
*** A good day.... ***


"Fantastico." commentò Lucian " Adesso odoro di ketchup." mentre si annusava le braccia, Vincent stava ancora sogghignando per la scena mentre chiedeva di Gabriel ad Alex la segretaria. Ancora una volta, presero l’ascensore per i piani alti, "Dai" esordì Vincent "stavolta è andata bene, niente disastri o esplosioni, con questa potrò pagare le ultime spese." "Spese? Quali spese?" chiese Lucian perplesso; nella mente del vampiro si formarono innumerevoli immagini di Lucian che distruggeva le sue proprietà, dalla Cadilac fino al muro adiacente della sua camera"Lascia perdere." sviò Vincent scoraggiato.
Arrivarono al piano ed entrarono nella sala riunioni in cui presero posto, un minuto più tardi entrò l’assistente di Gabriel, Minerva, o come i due erano soliti chiamarla Immacolata per via del suo completo bianco e dei suoi modi di fare ermetici. Ella pose sul tavolo due buste mentre lo schermo della stanza si illuminava mostrando il volto di Gabriel " Buona sera signori. Ci sono state complicazioni nell’impiego di oggi?" chiese l’impassibile presidente della Abyss, Vincent fermò Lucian prima che commentasse sul suo odore e rispose "Non ci sono stati problemi! Abbiamo eliminato tutto il nido e rimosso ogni prova."
"Eccellente." si congratulò con i due "Ho riscontrato un certo aumento dei successi nei vostri lavori. A cosa è dovuto questo miglioramento?" chiese poi "Ecco" esordì il vampiro grattandosi la testa "diciamo che abbiamo fatto amicizie." "Davvero? Dovreste fare amicizie più spesso allora. Potete andare." e li congedò dal breve colloquio. "Segnati questo giorno sul calendario Vincent." disse Lucian alzando le mani come per indicare un titolo "'Gabriel dimostra di avere altre emozioni'." Vincent rise "Sei un’idiota." la sua attenzione fu attratta da Minerva che lo guardava sulla soglia della sala da cui erano appena usciti "Tu va pure a casa" disse Vincent "io ti raggiungo dopo." "Ok, ci vediamo dopo!" rispose il licantropo mentre entrava in ascensore. Minerva si avvicinò a Vincent e gli porse un fascicolo con dei fogli all’interno, Il ragazzo la prese e iniziò a sfogliarne i contenuti, numeri, date, luoghi e nomi gli passavano difronte agli occhi, richiuse il fascicolo "Tutto qui?" "Tutto ciò che era in nostro potere scoprire." rispose Minerva "Impossibile" disse Vincent "quel vurdalak sapeva di me perché qualcuno lo aveva informato, se era un così grande cacciatore di taglie perché i suoi movimenti non stati monitorati da nessuno?" "Perché l’Abyss ha cose più importanti a cui pensare che ad uno singolo mercenario assoldato per uccidere un altro vampiro." rispose fredda Minerva "Non possiamo seguire tutti i vampiri di questa città, ci basta capire quali siano quelli malintenzionati il resto ...." "Il resto non conta! Conosco la storia!" concluse secco la frase Vincent e si fissarono per un lungo secondo poi il vampiro prese con se il fascicolo e si avviò all’ascensore. 
Erano passate alcune settimane dopo la visita del sicario, in quel lasso di tempo Vincent aveva cercato in lungo e in largo informazioni su chi lo avesse informato, ma non era saltato fuori nulla e ora con la conferma che nemmeno la grandissima Abyss, con le sue molteplici fonti di informazione non aveva scoperto nulla, non gli diede un gran bella sensazione. Finalmente all’aria aperta notò Lucian accovacciato sul cofano sua auto "Che pensiero gentile." commentò il vampiro inacidito vedendolo "Hai aspettato il tuo amico." "Tutto a posto?" chiese Lucian mentre Vincent apriva la portiera dell’auto "Proprio per un cazzo." disse mentre entrambi salivano in auto.
"Ehi ragazzi!" disse Lacey vedendo arrivare i due Nightingale "Cos’è questo odore?" chiese quando le furono vicino "Ecco" esordì il licantropo prima che Vincent potesse inventare una scusa sensata "un camioncino di ortaggi si è rovesciato sull’auto e in parte su di noi inzozzandoci e costringendoci a lavare l’auto e noi stessi." per un attimo Vincent temette il peggio "Oh, che sfiga!" rispose Lacey lasciando sbalorditi internamente i due "Comunque, oggi avevo in programma di andare al cinema con degli amici ma mi hanno tutti dato buca all’ultimo momento. Quindi… che dite di venire a vedere un film?" chiese la rossa. Vincent e Lucian si guardarono scambiandosi uno sguardo interrogativo; che fare?, "Ehm…" risposero all’unisono "Ok." "Beh almeno avrò qualcuno con cui parlare." "Ma" continuò Lucian "Lasciaci cambiare, non sopporto l’odore di pomodori.".
Così cambiati i due uscirono dalle proprie stanze "Ora va meglio." disse Lucian sistemandosi la maglietta "Già almeno per ora ce la prendiamo un po’ comoda." rispose Vincent "Allora" disse rivolgendosi a Lacey "Che film c’è in programma?" " “L’ultimo cacciatore” dicono sia molto bello." rispose lei " Non so" disse Lucian "ho sentito che non è un grande film, ma forse mi sbaglio." "Oh beh c’è solo un modo per scoprirlo." disse Vincent "Due." lo corresse Lucian ghignando "Piratare non conta." rispose secco il vampiro "E ora in macchina, si parte!" disse indicando l’auto.
La scena successiva vista da occhi esterni sarebbe parsa estremamente esilarante. Vincent guidava tenendo un braccio fuori, Lucian sembrava perso nei suoi pensieri continuando a guardare altrove spostando lo sguardo costantemente mentre Lacey seduta dietro cercava di darsi un’aria rilassata. Questa scena rimase invariata fino all’arrivo nel centro commerciale dove si trovava il cinema mentre i tre si avviavano per la biglietteria.

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Capitolo 8
*** Movie night at the inventory ***


"Posti in alto o vicino allo schermo?" domandò la cassiera di nuovo a i due Nightingale che avevano iniziato a litigare per quale posto prendere "Davanti!" "Dietro!" "No davanti, non ho voglia di fare la solita scena di quello seduto dietro lo spilungone come le altre volte!" disse Vincent "No, davanti è troppo vicino ,mi spieghi come fai a vedere lo schermo?!" e riprendevano a dirsi “davanti” o “dietro”. Lacey facendo un lungo passo in mezzo ai due si mise davanti alla cassiera "Tre biglietti per la fila centrale." e le diede un paio di banconote ritirando i biglietti. I due litiganti caddero in un imbarazzante silenzio vedendo la soluzione di Lacey. "Beh" disse la ragazza rivolta ai due litiganti "che ne dite di prendere qualcosa da mangiare?" "Nessun problema" disse Lucian mostrando il portafoglio "offro io!" Vincent fu sorpreso dall’iniziativa dell' amico ma poi si rese conto di cosa stava succedendo "Ehi! Quello è il MIO portafoglio!" disse riprendendosi l’oggetto "Tieni lontano quelle zampacce dalla mia roba!" "Oh beh allora offri tu." disse il licantropo con un sorriso da stregatto e, con un sospiro, il vampiro acconsentì "Io non ho molta fame voi prendete quello che volete." e mentre Lacey e Lucian si avvicinavano al bar Vincent si avvicinò a Lucian "Contieniti, non mandarli in bancarotta." il licantropo annuì distrattamente. Seduti nella sala Vincent non poteva essere più imbarazzato, il licantropo aveva acquistato 1 kg di pop-corn e tre bottiglie di bevande, tutte diverse fra loro oltretutto. "Ma riesce a mangiare tutta quella roba?" chiese Lacey a Vincent "E’ ipertiroideo… di solito mangia anche di più." "Un gran bel problema eh?" disse la rossa "Non ha idea del disagio!" "Beh tra fratelli ci si aiuta no?" continuò la rossa "Si" ammise Vincent "ma a volte non sembra che mi aiuti molto." disse mostrando il portafoglio vuoto facendo ridere Lacey. Le luci si spensero, e iniziò il film. Dopo una mezzora buona Lucian aveva finito i pop-corn, Lacey si rallegrò di averne presi anche per se. Lucian si alzò "Dove vai?" gli disse sottovoce il vampiro "In bagno." rispose il licantropo saltellando per arrivare al corridoio. Il bagno era completamente vuoto ad eccezione dell’inserviente che stava pulendo, Lucian si diresse verso uno dei bagni e si chiuse la porta alle spalle. Finalmente poteva soddisfare il suo bisogno "Mai più Uncle Raisin’s da bere dopo le otto." commentò il licantropo. Qualcuno entrò nel bagno di fianco facendo sbattere la porta, "Urgente, eh?" commentò Lucian sottovoce. Finalmente tirato lo sciacquone Lucian uscì e si lavò le mani nel lavello più vicino. "Accidenti come puzza questo bagno" commentò "odora quasi di…" non terminò la frase, la sua attenzione venne attratta dalla lunga scia di sangue che dal carrello delle pulizie andava fino ad uno dei bagni. Con estrema cautela Lucian si avvicinò alla porta e poggiandovi l’orecchio sentì il familiare suono di ossa che si rompevano. Balzò via appena in tempo per vedere la porta sfondata dai due revenant. Con uno scattò Lucian si avventò sul primo trapassandolo da parte a parte con le braccia prima di strapparlo in due, il secondo lo aveva assalito al braccio e aveva iniziato a lacerargli la carne. Il secondo revenant era più ostico del primo, oltre ad avere una presa che dava filo da torcere al licantropo, che non si era ancora trasformato, era anche più veloce. Iniziava a dargli sui nervi. Oramai scocciato dell’inatteso ospite Lucian iniziò ad agitare il braccio facendo sbattere il vampiro a destra e a sinistra finché con un colpo bene assestato decapitò il revenant sbattendolo contro un lavandino che si frantumò. Lucian si fermò, ed iniziò a respirare profondamente per evitare un’eventuale trasformazione involontaria,  non era il caso in un posto così affollato. Poi notò il cadavere maciullato dell’inserviente vicino ad un enorme buco dove doveva esserci il water "Ma che cazzo." commentò Lucian comprendendo la situazione, poi osservò il proprio braccio e contornato dal graffi e pezzi di stoffa della camicia e rivolgendosi all’ormai cumulo di cenere esclamò "MA CHE CAZZO!". Si chiese come nascondere il braccio che,  anche se si era già quasi del tutto rigenerato, aveva la manica strappata. Lucian si strappò entrambe le maniche ai gomiti, sperando che una certa rossa non se ne accorgesse, e uscì dal bagno di fretta e furia. La sala buia gli forniva un’ottima copertura e con rapidità e l’aiuto dell’olfatto ritrovò la testa castana di Vincent. Avvicinandosi a lui gli sussurrò "Vincent abbiamo un problema." "Oddio, che hai fatto?" disse il vampiro sentendolo senza farsi notare da Lacey "Non sono io" rispose "Abbiamo visite.". -Revenant- pensò Vincent mentre attraversava spedito il corridoio del cinema -ci mancavano solo revenant- . La notizia lo aveva messo a disagio perché oltre ad essere disarmato aveva lasciato Lucian nella sala con Lacey per non destare sospetti alla ragazza. Il bagno era esattamente come lo aveva descritto Lucian distrutto e imbrattato di sangue, dal buco nel terreno proveniva ancora il fetore di fogna. Prese il telefono e compose il numero dell’Abyss poi aspettò che qualcuno rispondesse "Minerva!" disse Vincent "Abbiamo un problema. Ci sono dei revenant." "Cosa?!" disse la voce dall’atra parte della linea "Pensavamo li aveste uccisi tutti." "Lo pensavamo anche noi…" disse il vampiro esaminando il cadavere "Ci deve essere stato un secondo nido o qualcosa di simile, ma non mi spiego come ci abbiano trovati." "Io penso di saperlo, ma ora l’importante è valutare la situazione. Puoi affrontarli?" chiese Minerva "Sono disarmato, Lucian ne ha uccisi un paio, ma non siamo soli quindi non posso contare su di lui al momento! Di questo passo qualcun altro potrebbe rimanerci secco." poi osservando meglio la stanza notò qualcosa che per quanto strano gli diede sollievo, una scopa. "Farò del mio meglio nel frattempo cercate più informazioni che potete su questo nido… e anche qualche supporto." e il vampiro chiuse la chiamata. Prese la scopa, la spezzò a metà e disse "Mi sento ridicolo, ma almeno dovrebbe funzionare." e si infilò nel buco del pavimento "Scopa, è il momento di vendicare il tuo precedente padrone!".

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Capitolo 9
*** Hollywood Undead ***


Il buio non era un problema per gli occhi di un vampiro, ma il cunicolo scavato in cui si trovava Vincent era tortuoso e costipato di viuzze secondarie che portavano chissà dove. Il vampiro era ancora incerto sulla scelta delle proprie armi, ma in casi estremi sarebbero ritornati utili i due paletti rudimentali. Vincent mentre proseguiva aveva una sensazione, come una sorta di pensiero fisso ma che non capiva cosa significasse, lo aveva provato altre prima d’ora ma non era mai riuscito a spiegarlo. Un rumore da lontano lo mise sulla difensiva alzando i due paletti, ma vedendo il topo passargli di fianco si tranquillizzò. Poi accadde qualcosa di strano, iniziò a percepire una presenza davanti a lui. Non riusciva a vederla fisicamente eppure continuava a sentirla. Poi la sua percezione divenne chiara e inquietante. Con un mezzo giro Vincent affondò il paletto nella carne del revenant trapassandolo da parte a parte. Il ragazzo provò ribrezzo quando il revenant lo fissò con i suoi occhi gialli mentre questi si spegnevano e il corpo diventava cenere. Dei gridi giunsero dalla profondità del tunnel annunciando l’arrivo di altri revenant. Le possibilità di Vincent si ridussero a due: scappare nel tunnel o affrontare i revenant. La fuga non sarebbe servita contro delle creature più forti che sveglie, eppure il combattimento non sembrava un’idea tanto migliore. Il tunnel era abbastanza alto a poter stare in piedi e questo era tutto ciò di cui Vincent aveva bisogno. I revenant si avvicinavano e oramai erano facilmente visibili, il vampiro tenendo saldi i due paletti di fortuna si preparò all’assalto. I primi due caddero all’indietro sui propri compagni spinti dallo scatto di Vincent, che proseguendo con un balzo impalò un altro revenant che stava nella retrovia del piccolo branco. Voltandosi parò le artigliate dei revenant che ripresi dallo scontro frontale ora procedevano ad attaccarlo. I paletti reggevano bene i colpi ma non sarebbero durati molto. Allontanandosi con un balzo Vincent si staccò dal suo attaccante e girando su se stesso gli sferrò un poderoso calcio alla mandibola che con un suono secco annunciava la completa frattura dell'osso mentre il revenant cadeva a terra per l’urto. Un altro revenant attaccò in seguito costringendo Vincent a prepararsi all’urto che lo fece indietreggiare. Con un altro scatto Vincent attaccò il revenant conficcandogli il paletto nel collo e sfruttando questo appiglio del nemico gli passò dietro e lo lanciò contro i due revenant rimasti in piedi. Con uno sforzo incredibile Vincent li raggiunse e strappando il pezzo di legno rimasto incastrato nel collo del revenant che aveva lanciato e li infilzò usando entrambi i paletti, il terzo che iniziava a dimenarsi sotto il peso di Vincent iniziava a graffiargli la gamba e il vampiro per tutta risposta gli fratturò il cranio dandogli un calcio con la gamba libera. Con un ultimo sforzo Vincent riprese a camminare verso il punto da dove era entrato. Il revenant con la mandibola distrutta fece in tempo ad alzarsi per vedere i due paletti lanciati da Vincent conficcarsi nella propria gola e nel cuore garantendone la morte. 
Finalmente Vincent era uscito da quel buco infernale. Il telefono prese a vibrare, era Minerva, " Allora?" chiese in tono pacato "Credo di averli sistemati" rispose il vampiro scrollandosi la polvere di dosso "ma ce ne devono essere altri." "D’accordo" disse Minerva dopo un breve silenzio "Fate rapporto il prima possibile." "Credo che tra un’ora o più saremmo li." rispose Vincent "Fate presto." rispose la donna prima di chiudere la chiamata.
"Ti sei perso la parte migliore." annunciò Lacey vedendo tornare Vincent "Devi scusarmi!" inventò il vampiro "devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto star male.".
"Il film non era male dopotutto." ammise Lucian mentre il piccolo gruppo si dirigeva verso l’auto nel parcheggio "Visto che avevo ragione io?" confermò Lacey "Ho storto un po’ il naso verso la fine però!" "Ehi Lucian" disse Vincent "che ne dici di guidare tu?".
"Cosa ti avevo detto sulla frizione?" commentò il vampiro dopo la curva presa a stento "Non le ho fatte io queste maledette auto!" rispose a tono il licantropo concentrandosi sulla guida spericolata che fece rimpiangere la scelta del vampiro "Se volete posso guidare io." si intromise Lacey, leggermente spaventata dallo sprezzo della legge dell'albino  "Nah!" rispose Vincent voltandosi verso di lei "in fondo sarai stanca dopo una lunga giornata.", Lacey sorrise leggermente poi cadde di lato sul sedile addormentata. "E’ andata?" chiese Lucian "E’ andata." rispose Vincent "Ci è andata bene solo per il fatto che non ha notato gli squarci che ho sui pantaloni e sulla tua maglietta. Quante volte l’abbiamo rischiata così?" "Tante! Non sei un granché con l'ipnotismo." ammise il lupo "Vorrei vedere te." rispose il vampiro scocciato "Comunque" riprese "ora la riportiamo a casa e poi via di filati all’Abyss, Minerva mi starà con il fiato sul collo tutto il tempo già me lo sento.".
"Tieni il motore acceso, faccio subito." disse Vincent tenendo Lacey tra le braccia mentre si dirigeva verso le camere. Aprì la porta della stanza di Lacey con sue chiavi e vi entrò lasciando aperta la porta. La camera era arredata come le altre ma dava un senso femminile con le varie cose della ragazza in giro per la stanza odorosa di pesche. Vincent attraversò la stanza e posizionandosi vicino al letto vi adagiò Lacey. Mentre se ne andava sentì lo strano impulso di guardare di nuovo la ragazza, incapace di comprendere quel mistero di nome Lacey, ragazza dai capelli rossi che odora di sangue e pesche. Il vampiro venne risvegliato dal secco colpo di un clacson, che gli ricordava il lavoro che lo aspettava in centro. Quasi per istinto diede alla ragazza un bacio sulla fronte prima di uscire veloce come un’ombra dalla stanza chiudendo la porta silenziosamente.

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Capitolo 10
*** The Evil Within ***


"Muoviti!" esclamò Lucian vedendo l’amico arrivare "Spostati guido io!" rispose Vincent aprendo lo sportello mentre il licantropo gli faceva posto e la macchina partiva a gran velocità. Vincent era concentrato sulla guida e cercava di ignorare il licantropo che si ostinava ad annusarlo "Bisogno?!" chiese stizzito il vampiro "Shhh!" lo zittì Lucian continuando ad annusarlo "Quanto tempo passi con Lacey? Inizi ad odorare di pesca anche tu." "Di sangue no?" chiese il vampiro sarcastico "Di quello puzzavi già prima." rispose il licantropo "Ogni tanto passiamo la serata a parlare" rispose Vincent "e l’ho appena portata in braccio nella sua camera. Di cosa vuoi che odori?" "Non saprei, lavanda forse!" disse Lucian ridendo.
"Ho buone notizie e cattive notizie." annunciò Gabriel nella stanza delle riunioni "Quella buona è che effettivamente avete eliminato il nido indicato. Quella cattiva è che era parte di un secondo a noi sconosciuto." "Fino a qua" spiegò Vincent "avevamo chiarito la situazione, il problema è che in qualche modo ci hanno trovati nonostante fossimo molto distanti dal precedente nido." "Questo è vero" concesse Gabriel "è anche vero che ora dovete sistemare questo problema." "Un attimo." si intromise Minerva che iniziò a sussurrare nel microfono "Cosa le sta dicendo?" chiese sottovoce Lucian a Vincent "Sei tu quello con l’udito fine." rispose il vampiro "E’ vero" ammise il licantropo "ma in qualche modo non la sento." "Cosa!?" disse incredulo Vincent. "Molto bene." disse Gabriel destando il due "Adesso vi dirò cosa faremo. Lucian tu ritornerai nelle fogne in cui siete stati, mentre Vincent rimarrà qui con Minerva." "Cosa!?" esclamarono all’unisono i due "Non accetto obbiezioni" rispose Gabriel "e ora andate.".
In un certo senso a Lucian non dispiaceva fare dei lavori da solo ma la situazione non gli piaceva. Il solo fatto che non fosse riuscito a sentire ciò che Minerva diceva a Gabriel lo preoccupava; anche se aveva teso le orecchie tutto ciò che aveva sentito era solo un susseguirsi di suoni quasi ovattati. Vincent gli aveva lasciato le chiavi con un ultimo avvertimento, non rigargli l’auto. Come già osservato in precedenza Lucian faceva fatica ad avere una guida decente sia per via del suo deficit di attenzione, che per il fatto che lui non aveva la patente. Il viaggio di ritorno alla fogna fu rocambolesco ma privo di incidenti; mentre si accingeva a rimuovere il tombino pensò “Ci risiamo con la puzza” e si calò di nuovo nell’oscurità. 
Vincent gli aveva spiegato cosa fare, e ora stava mettendo in atto i suoi insegnamenti. Dato che l’olfatto di Lucian non poteva aiutarlo dato che l’intero posto odorava di revenant per via del precedente nido, nella fogna l’unico modo che aveva per scovare i vampiri era attirarli su di se con rumori. Preso un tubo da terra Lucian aveva iniziato a percuoterlo contro le pareti e su altri tubi alternando i colpi a brevi urli. Dopo un paio di minuti ottenne l’effetto desiderato, da alcuni dei tunnel ai livelli superiori iniziarono a sentirsi i versi gracchianti che annunciavano l’arrivo del nido. Con un ghigno quasi malvagio Lucian iniziò a seguire quei versi fino a quando da lontano non vide un altro bacino. Con un balzo entrò nella grande stanza trasformandosi appena in tempo per tranciare i primi revenant che gli saltarono addosso. Mentre i corpi si tramutavano in cenere, Lucian stava già iniziando a decimare quelli che arrivavano subito dopo; grazie alla sua velocità aveva guadagnato una posizione favorevole trovandosi davanti all’imboccatura dei tunnel dandogli il vantaggio di avere un solo un piccolo spazio da cui arrivavano i revenant piuttosto che da tutte le altre vie. La tecnica stava funzionando e nonostante la maggioranza numerica, le file delle oscure creature si sfoltivano velocemente. Poi uno stridio prolungato portò l’attenzione dei combattenti alla cima del bacino dal quale dopo un secondo di silenzio si riversò un’enorme quantità d’acqua che li investì. Lucian, colto alla sprovvista, venne trascinato dall’impeto dell’acqua che lo fece affondare assieme ai revenant. Nonostante la situazione la battaglia fu tutt’altro che interrotta, poiché grazie alla loro forza i revenant avevano ripreso ad assaltare il licantropo che, a discapito dell’acqua, riusciva a difendersi. I licantropi possiedono una forza immensa, e questo era il motivo per cui gli artigli di Lucian riuscivano comunque a colpire gli assalitori, ma d’altro canto a differenza dei vampiri i licantropi hanno bisogno di respirare altrimenti perdono i sensi Rino a quando non vengono tirati fuori dall'acqua, e un combattimento sommerso con innumerevoli revenant non era esattamente la migliore delle situazioni. Mentre Lucian continuava a combattere alcuni dei revenant arrivati dopo l’inondazione lo avevano sorpreso alle spalle tirandolo verso il fondo. Preso alla sprovvista il licantropo si distrasse e gli altri revenant ne approfittarono per attaccarlo. I revenant continuava ad assalire il licantropo mentre quelli che lo trascinavano non mollavano la presa nonostante tentativi di Lucian, il quale con un attacco più preciso tranciò le braccia dei vampiri liberandosi dalla loro presa. Poi ci fu il panico, nonostante i polmoni capienti Lucian aveva finito l’aria e iniziava ad annebbiarsi la vista; in quel momento tutto ciò che riusciva a pensare era a maledire Gabriel per aver trattenuto Vincent e lo stesso Vincent per non essere lì a dargli man forte. Forse fu proprio quello a far scattare la scintilla o forse era solo l’istinto di sopravvivenza che prendeva il sopravvento. Nella mente di Lucian un piccolo orologio venne azzerato. Il dolore lancinante sparì in fretta mentre gli arti rinvigoriti aumentavano di volume e la vista divenne offuscata di rosso. Con rapidi movimenti si fece strada nell’acqua colpendo revenant dopo revenant, tranciandoli, eviscerandoli e strappandogli gli arti mentre con una nota di quasi piacere ascoltava i loro cuori che si fermavano. Uno dei revenant fece in tempo a fuggire dalla vasca ma un enorme artiglio si chiuse sulla sua gamba spezzandogliela a trascinandolo di nuovo in acqua soffocando quello che poteva definirsi un urlo di paura.

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Capitolo 11
*** Amnesia ***


Nella stanza il silenzio era quasi palpabile. Seduta davanti a Vincent Minerva continuava a compilare dei registri senza degnarlo di uno sguardo. Vincent stava perdendo la pazienza, trattenuto per ragioni ignote ora non gli veniva fornita nessuna spiegazione. La donna posò la penna "Cosa hai visto nelle fogne sotto il cinema?" chiese al vampiro "Gliel’ho già ripetuto" rispose Vincent "vedevo una figura davanti a me e sentivo l’istinto di doverla attaccare, ma poi ho avvertito qualcosa dietro di me e ho attaccato il primo revenant." seguì un breve silenzio "Hai avuto incontri strani con i revenant prima d’ora?" chiese poi la donna "Si" rispose Vincent "è una lunga storia però." "Abbiamo tutto il tempo." rispose Minerva incrociando le gambe.

Il pavimento era gelato. Gocce d’acqua colavano dai capelli bianchi sul viso e risvegliarono Lucian dal suo torpore. Sentiva ancora gli arti intorpiditi e faticava a mettersi seduto. Era da prima che conoscesse Vincent che Lucian non si trasformava nella sua forma completa, e per buoni motivi. La memoria iniziava a tornargli lentamente: il dolore, l’assenza di ossigeno, la rabbia, il senso di tradimento e poi il sangue. Nulla, vivo o non-morto, sarebbe uscito quella fogna. 
Stava lentamente riprendendo contatto con la realtà, la vista si schiariva e sentiva ancora lo scrosciare dell’acqua. Per un licantropo non abituato alla forma completa non era facile tornare allo status quo. Lucian fu sorpreso quando osservandosi i vestiti si erano rigenerati mentre era incosciente, un piccolo dono di magia druida che non tutti i licantropi avevano. Finalmente riprese le forze e alzatosi a fatica cercò l’uscita.
Vincent rimase in silenzio a lungo. Non gli piaceva parlare del suo passato, dato che era così annebbiato.
"La prima volta che ebbi a che fare con un revenant, cinque anni fa, avevo appena fatto la “conoscenza” di Lucian...."

Fu una voce distante a richiamarlo alla realtà. Aveva dormito molto o almeno era quello che credeva. Sentiva il sangue pulsare forte nelle tempie, ma nonostante il fastidio si alzò a fatica dal divano su cui era sdraiato. Poi si accorse di un rumore ridondante, no non era un rumore era una voce che parlava. Stava dicendo qualcosa ma lui non capiva cosa fosse. C’era una scrivania poco lontano dal divano, sforzandosi si diresse verso di essa solo per ricadere sulle ginocchia, ma era abbastanza vicino, prese un foglio da una pila di giornali e una penna. Iniziò a scrivere quello che sentiva, parole su parole iniziavano a ricoprire il foglio ma nessuna sembrava corretta. Frustrato prese il foglio e lo accartocciò gettandolo nel camino acceso. L’istinto gli fece portare la mano verso le tasche e sentendo la forma del portafoglio l’afferrò, ma aprendolo non vi trovo nulla se non una manciata di banconote e una foto di alcuni amici che sorridevano, niente documenti. L’uomo ebbe la conferma ai suoi timori, non solo non ricordava chi fosse ma non aveva modo, al momento, di scoprirlo.
Si diresse verso la porta ma si bloccò appena toccò il pomello ritraendo la mano, qualcosa gli diceva di aspettare. Si mise a esplorare il cottage in cui si trovava. Su entrambi i piani notò la completa ostruzione delle finestre che impedivano di guardare fuori, oltre a questo la casa sembrava completamente normale. Frustrato e rinchiuso dentro la casa l’uomo si lasciò andare sul divano ancora una volta. 
Si era addormentato di nuovo ma stavolta venne svegliato dal brontolio dello stomaco 
"Ho fame." parlò per la prima volta. Quando si avvicinò alla porta non provava più il senso di timore e girando la maniglia aprì la porta e uscì.
Era in mezzo a una radura, gli alberi spogli e la neve riempivano lo spazio circostante. La cosa che lo stupiva di più era che non aveva freddo nonostante fosse solo in camicia, ma le sue domande vennero zittite dallo stomaco che protestava e vedendo delle luci poco lontano, si diresse verso di esse.
La cittadina probabilmente non contava una grande popolazione ma c’era un minimarket ed era tutto ciò che gli serviva. Appena entrato venne squadrato dal commesso che semplicemente disse "’Sera." "Ah..Sera!" rispose incerto l’uomo appena entrato. Sera? Ma vedeva tutto chiaramente. Guardò l’ora sul display della cassa, segnava le 22. Sentendo ancora il brontolio allo stomaco si diresse verso lo scaffale più vicino e prese un paio di confezioni di tramezzini. Appena uscito dal market l’uomo aprì una delle due confezioni e prendendo uno dei tramezzini lo divorò in poche boccate senza accorgersi che fosse insapore. Non appena ebbe ingoiato l’ultimo boccone, l’uomo ebbe una fitta allo stomaco e senza poter resistere vomitò contro il muro. Intorpidito e ancora scosso l’uomo diede la colpa alla troppa voracità, e con cautela diede un morso ad un altro tramezzino, ma l’effetto fu il medesimo. "Ehi tu!" disse una voce in fondo al vicolo "Tutto a posto?" "No…" disse l’uomo in preda agli spasmi "Avvicinati." disse l’altro. Tenendo un braccio contro il muro riuscì a portarsi dove si trovava l’altro uomo per poi vedere l’auto della polizia parcheggiata poco distante. "Abbiamo alzato troppo il gomito eh?" disse beffardo l’agente "No" rispose l’uomo "credo che quei tramezzini fossero avariati o qualcosa del genere." "Uh-uh" continuò l’agente scettico "Soffia qui!" disse porgendogli un altimetro, l’uomo lo prese e soffiò. Il poliziotto fece una smorfia "Negativo. Dovevano proprio essere i tramezzini. Mi fai vedere i documenti?" l’uomo, restituito l’altimetro mostrò il portafoglio vuoto "Nome e cognome?" disse il poliziotto digitando su una piccola tastiera nel mezzo di trasporto "Ecco…" l’uomo ebbe un momento di esitazione "Nightingale" pronunciò incredulo "Vincent" si inventò subito dopo. Il poliziotto digitò il nome dell’uomo ma quando fece invio uscì una scritta rossa Nessuna corrispondenza. Non capiva perché avesse detto quel nome, sembrava così… corretto. Il poliziotto lo squadrò da capo a piedi e disse "Mi prendi in giro eh? Beh sai una cosa" disse tirando fuori le manette "ora tu vieni con me alla centrale e ne discutiamo!" e lo ammanettò "Aspetti!" disse l’uomo "Ci deve essere un errore." quando il poliziotto chiuse anche l’altra manetta l’uomo, adesso chiamato Vincent, diede uno strattone che spezzo la catena mentre con una spinta faceva urtare il poliziotto contro l’auto. Preso dal panico Vincent ritornò nel vicolo e sparì nella vegetazione.

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Capitolo 12
*** Into the woods ***


Vincent aveva corso nella foresta a lungo, ma nonostante lo sforzo non sembrava affaticato. Si fermò solo quando fu sicuro di non essere seguito, sostando in una piccola radura. Si osservò i polsi ancora cinti dalle manette chiedendosi come avesse fatto non solo a spezzare la catena che le univa, ma anche a spingere con così tanta forza il poliziotto. Afferrando una delle manette iniziò a tirare finché il meccanismo interno non sferragliò e si ruppe liberando il polso. Non appena si accinse a rompere l’altra avvertì uno strano odore; non riusciva a capire cosa fosse ma era stranamente invitante. Attirato da quello strano odore iniziò a vagare per la foresta, dapprima riusciva a percepirlo leggermente poi divenne più intenso fino a che girato attorno ad un albero non capì che l’odore era quello del sangue. 
La carcassa del cervo era stata parzialmente mangiata, ma qualunque cosa avesse attaccato quell’animale non aveva completamente divorato la carne sanguinolenta. Vincent provò una sensazione guardando l’animale divorato, una sensazione… di fame.
Cadde a terra in ginocchio e raggiunse ansimando la carcassa, l’odore di sangue lo assuefaceva aumentando la fame. Passando una mano sul fianco dell’animale sentiva ancora il calore che emanava in vita, senti i canini allungarsi e farsi più affilati e poi non ragionò più; affondò i denti nella carne sentendo il sangue che riversava in bocca. Era una sensazione così estatica che dimenticò tutto, la casa, il poliziotto, la sua identità fittizia tutto svanì lavato via in quel sangue che ora lo nutriva. Nell’intensità del momento Vincent ebbe un lampo di lucidità e si staccò dalla carcassa di colpo, allontanandosi all'indietro cercando di alzarsi "Oh mio dio!" disse guardando la scia di sangue che dall’animale portava a lui "cosa sono?".
D’un tratto sentì qualcosa che si muoveva alle sue spalle, ma voltandosi non vide altro che una sagoma vi muoveva tra la vegetazione troppo veloce per essere seguita dall’occhio umano (o vampiro). Ancor prima che potesse capire cosa fosse sentì una fitta allo stomaco, l’impattò lo scagliò contro un albero che rimase intatto per puro miracolo. Il dolore era lancinante a tal punto che la vista iniziò ad annebbiarsi "Chi sei?" disse una voce davanti a Vincent, rimettendosi in piedi appoggiandosi all’albero riuscì a mettere a fuoco la vista abbastanza da vedere la figura che aveva davanti. Era un ragazzo, probabilmente sulla ventina, aveva i capelli bianchi e uno sguardo acceso di rosso, non aveva nulla addosso se non un paio di pantaloni che avevano visto giorni migliori. "Chi sei?" ripeté ancora il ragazzo "Mi chiamo Vincent" rispose l'apparente vampiro "non so cosa mi sia successo ma…" "Ho visto ciò che hai fatto." disse l’altro "Oddio, senti ho bisogno di capire cosa c’è che non va in me." l’altro rimase in silenzio "Tu sei come me! Puoi aiutarmi giusto?" a questa frase l’altro gli balzò contro schiacciandolo contro l’albero. Vincent cercò di liberarsi dalla presa e provò a liberarsi dalla presa ma, nonostante la sua nuova forza, non poté nulla contro l'assalitore. Vincent decise di tentare un approccio più aggressivo e provò a colpirlo ma l'albino blocco il colpo senza difficoltà afferrandogli l'avambraccio e facendo pressione ne spezzò le ossa producendo un macabro suono. Il dolore lo irradiò completamente facendo cadere Vincent a terra lasciato dal suo assalitore "Non osare paragonarmi a te." disse l’altro sovrastando i gemiti di Vincent "Tu e quelli della tua razza pensate di fare come vi pare e piace, ma qui nel mio territorio non avete voceranno capitolo. Ho già sterminato il tuo intero gruppo di succhiasangue, ora manchi solo tu!" disse l'uomo scrocchiandosi l'anulare "Gruppo?!" disse Vincent stringendo i denti dal dolore "Non faccio parte di nessun gruppo! Cazzo!" rispose stringendosi il braccio inerte "Non cercare di confondermi!" disse l’altro sollevato lo per la gola "Non ho idea di cosa tu stia parlando." disse Vincent con ansimando, l’altro parve confuso e iniziò ad annusare l’aria in direzione di Vincent "L’odore è sbagliato!" disse lasciando cadere il vampiro "molto simile ma decisamente privo di marcio!" disse "Se le cose stanno così hai un’ora per uscire dal mio territorio poi..." disse strappando un grosso pezzo di albero a mani nude "...finirò il lavoro.".
Vincent stava correndo di nuovo e ora con la promessa di morte, un braccio fratturato in più punti e una senso di fame dissipato era intento ad andarsene il prima possibile da quello strano posto. 
Nella sua mente era ancora in subbuglio per tutte le domande che continuavano a sorgere. Perché il sangue lo aveva attirato? Quel ragazzo se non era come lui che cosa era? Se ha detto che ci sono altri simili a lui dove sono? Troppe domande e nessuna risposta. Nemmeno Vincent sapeva quale distanza avesse percorso finora, era così concentrato nel correre che incespicò in alcune radici scoperte che gli fecero perdere l’equilibrio facendolo cadere in una buca sbattendo la testa. Poco prima che la vista si oscurasse vide una figura arcuata che avvicinatasi abbastanza si chinò su di lui.  
Si risveglio in quella che poteva definirsi una piccola cella, era umida e dalle pareti cementate pendevano catene attaccate a degli anelli a cui Vincent era ammanettato per il braccio sano. La stanza era priva di finestre ma una grossa porta di ferro lasciava indicare che probabilmente c’era un corridoio che portava da qualche parte. Nonostante la completa assenza di luce, Vincent distingueva nitidamente ogni cosa compreso lo scheletro con addosso ancora brandelli di stoffa che gli era sdraiato accanto. Ritraendosi a quella vista Vincent venne scosso dal dolore proveniente dal braccio rotto che inerme giaceva al suo fianco, in quel momento non si accorse di aver strattonato la catena facendola tintinnare in uno strano eco al di fuori della porta. Ci fu il silenzio più assoluto, poi nell’ipotetico corridoio una porta si aprì e si richiuse subito dopo, Vincent udì un suono di passi leggeri che da lontano continuavano ad avvicinarsi finché non si fermarono davanti alla sua porta. Un piccolo spioncino si aprì mostrando, facendo rabbrividire Vincent, un paio di occhi gialli che lo fissavano nell’oscurità.

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Capitolo 13
*** How i met my brother ***


Il cardine cigolò inquietantemente mentre l’oscura figura dagli occhi ardenti entrava. Vincent ebbe un fremito di orrore mentre osservava la strana creatura che gli si parava davanti; aveva un colorito pallido e malsano, tendente al grigio, le mani e i piedi scalzi erano forniti di lunghi artigli neri, gli occhi gialli continuavano imperterriti a fissarlo, senza mai sbattere le palpebre. "Bene bene bene" disse lo strano essere con voce gracchiante "il neofita si è svegliato allora. Molto bene." e proruppe in una risata raggelante "Oh, è un peccato che gli altri non siano qui. Tutta colpa di quel fottuto lupo bianco." disse ringhiando a denti stretti, nonostante lo stesse fissando mentre parlava, Vincent non era sicuro che fosse rivolto a lui. "Ci ha seguito e ucciso uno ad uno, ma io, eh, eh, sono fuggito e ha perso le mie tracce. Ma mi chiedo come ha fatto un vampiro così giovane a non finire nelle fauci di quella stupida bestia?".
Vampiro. Quella parola iniziò a riempire di immagini la mente di Vincent, creature oscure, fameliche bestie che si cibano del sangue altrui. E ora quella parola era associata al suo nome, per un momento tutto ciò che aveva attorno cessò di esistere. Fu un colpo inferto dall’aguzzino a riportarlo alla realtà "Ah! Ti faccio ridere neofita?!" disse mentre Vincent riprese fiato dopo l’urto, non si era accorto di essersi messo a ridere l’altro lo scrutò da vicino, studiandolo un secondo "Devi essere uno che non ha le rotelle a posto. Spero che quando mi ciberò di te non mi attaccherai qualcosa!" quelle parole ridestarono Vincent dallo stato catatonico in cui era "Oh beh poco importa." disse aprendo poi le fauci mostrando le terribili file di denti affilati. Vincent cercò di dimenarsi ma con un braccio rotto, l’altro appeso al muro, e le gambe bloccate dalla spaventosa creatura non poteva fare nulla. Vincent riuscì a sentire il fiato dell’aguzzino sulla sua faccia prima che questi urlando di terrore si ritraeva "Aaargh!" gridò saltando indietro "Idiota! ora il licantropo conosce il tuo odore, probabilmente è già sulle tue tracce diretto qui." poi si bloccò osservando Vincent "Se è una preda che vuole" disse con un sorriso avvicinandosi al suo prigioniero "una preda avrà." e prendendogli il braccio inerme iniziò a tirarlo. Vincent gridava di dolore mentre sentiva le unghie affondare nella spalla del braccio rotto. Le unghie continuavano a scendere nella carne facendo strada alla mano ossuta, poi un altro lampo di dolore confermò che la mano era uscita dalla schiena, l’aguzzino con uno strattone secco separò il braccio dal corpo di Vincent facendo uscire fiotti di sangue da ciò che prima era la spalla, e urla strazianti dalla sua bocca. Con una risata la creatura iniziò dapprima a giocare con l’arto inerme poi uscito dalla cella lo lanciò nel corridoio. "Beh dovrò saltare il pasto oggi." disse beffardo guardando Vincent "Ma meglio a te che a me." e si voltò per uscire, ma qualcosa lo respinse in dietro facendolo schiantare contro il muro adiacente. Prima che la creatura potesse rialzarsi, una mano artigliata affondò nel suo stomaco e ritraendosi strappò via alcuni organi, Vincent ancora scosso dal dolore spostò la sua attenzione sulla creatura albina che gli si parava davanti. Questa si rimpiccioli di qualche centimetro ad un’altezza e un aspetto più umano, il pelo bianco sparì da braccia e schiena e lasciò spazio a della pelle pallida e il volto lupesco si compresse in un viso giovanile. Vincent riconobbe quel ragazzo, era lo stesso che gli aveva spezzato il braccio; e temette per il peggio. La creatura aveva ricominciato a muoversi dopo il violento urto e cercava disperatamente di trascinarsi fuori, ma l’altro sovrastandolo gli sferrò un potente pestone sulla spina dorsale che produsse un suono raccapricciante "Schifosi revenant." commentò mentre si spostava dal corpo esanime che da alcuni punti della cassa toracica iniziava a perdere sangue. Fu l’odore di quello strano liquido scuro che ammaliò Vincent, era come con il cervo ma questa volta provava un desiderio più forte, un misto di rabbia e brama per quel sangue ancora fresco. Con un scattò che si rivelò di una potenza incredibile Vincent scattò verso il revenant, strappando l’anello della catena dal muro, e affondando i denti nel collo della sventurata creatura. Il sangue iniziò a sgorgare a fiotti mentre Vincent beveva avidamente dal collo dell’agonizzante revenant che si dimenava nel tentativo di sfuggire allo stesso destino a cui aveva condannato altri. La furia di Vincent continuò finché il sangue non smise di riversarsi e il corpo dell’oscura creatura non smise di muoversi in maniera convulsa, staccatosi dal collo del ormai cadavere che divenne cenere dopo una breve vampata, Vincent si sentì meglio ma era in stato confusionale. Alzando lo sguardo dal mucchio di polvere notò l’altro che lo osservava, cercò di dire qualcosa ma le parole sembravano morirgli in gola "Cosa hai fatto?" chiese l’altro "Io…" disse finalmente Vincent "non…so…" "Vedo che avevi fame." disse il licantropo "E solitamente un vampiro affamato si nutre di sangue. Non stupirti."Vincent sembrò avere un momento di lucidità "Mi ucciderai ora?", l’altro lo fissò per un momento poi alzando le spalle disse "Hai mantenuto la parola uscendo dal mio territorio, non vedo perché dovrei. E poi vedendo come sei conciato direi che hai più bisogno di aiuto ,che di botte." e gli tese la mano, Vincent incerto la afferrò e l’altro lo aiutò a rialzarsi togliendogli anche la catena. "Come devo chiamarti?" chiese il ragazzo "Vincent credo. Tu?" "Io non ho un nome, chiamami come vuoi." "Che ne dici di Bianco?" disse Vincent in un tono più spaventato che scherzoso "Qualcosa di meno razzista, possibilmente." disse il ragazzo ridacchiando "Che ne dici di… Lucian?" l’altro ci pensò su "Suona bene." e aiutando Vincent uscirono fuori all’aperto.

"Avvincente." commentò Minerva "E il braccio?" "Lo aveva mangiato Lucian." rispose Vincent "Questo mi è ricresciuto un paio di giorni dopo." mostrando il braccio sinistro. Ci fu un attimo di silenzio interrotto solo

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Capitolo 14
*** Awkward ***


Lucian stava guidando ormai da quasi un’ora ma la tensione non sembrava dissiparsi. Si sentiva ancora pronto a scattare in ogni direzione con un balzo, ma la sua mente lo teneva saldo al volante della Ford di Vincent. I suoi pensieri unicamente concentrati sulla guida, tornarono sul suo amico e all’Abyss. Se ci fosse stato anche il vampiro non avrebbe perso il controllo, cosa potevano volere da lui? E l’Abyss? Quando quasi tre anni e mezzo prima vennero contattati da Minerva non si aspettava di correre a destra e sinistra per sistemare casini sovrannaturali che altri pensavano di poter gestire. Frenò improvvisamente, alle sue spalle si alzò in intenso rumore di clacson "Cosa inchiodi coglione! È verde!" disse uno dei furiosi guidatori. E come se la sorte volesse burlarsi ancora un po’ il semaforo dapprima verde scattò in rosso esattamente quando Lucian tentò di ripartire. 

La pioggia aveva iniziato a battere ritmicamente contro i verti dell’edificio. "Almeno potrò uscire prima da qua." commentò Vincent osservando la città mentre fremeva per il tempo avverso "Così sembra" disse Minerva "stai solo attento alle schiarite." "Peccato" scherzò Vincent "un po’ di colorito mi avrebbe giovato." notò la propria auto fermarsi poco lontano dall’entrata posteriore "E’ arrivato il mio taxi." disse Vincent allontanandosi dal vetro "Alla prossima Minerva." salutò mentre usciva dalla sala. Minerva si voltò vedendo comparire il volto impassibile di Gabriel sulla parete "Allora?" chiese l’uomo "E’ stato interessante ascoltare la loro storia." "E?" chiese ancora Gabriel "Avevi ragione," rispose Minerva "ha usurpato un vampiro e non si rende ancora conto di ciò che è capace.".

"Com’è andata?" chiese Vincent mentre entrava nell’auto "Bene." rispose Lucian secco e fece ripartire la macchina. Durante il tragitto Lucian era piuttosto silenzioso, e questo diede a Vincent dei sospetti "E’ successo qualcosa?" chiese incerto il vampiro, ma non ottenne nessuna risposta, e capì che quello era uno di quei momenti dove era meglio non disturbare il licantropo, chiaramente innervosito. Il viaggio non fu breve, ma nella macchina carica di tensione sembrò durare più del dovuto. Dopo quella che sembrava un’eternità finalmente fu Lucian a parlare "Quindi? Cosa volevano?" "Ecco…" esordì il vampiro "Minerva cercava di capire cosa vedevo nella fogna, ed è saltato fuori che usurpare quel revenant mi ha concesso un piccolo spiraglio sulla loro mente comune." "Usurpare?" chiese Lucian "Usurpare, da quel che ho capito consiste nell’ottenere i poteri di un altro vampiro prosciugandolo del suo sangue." "Non sembra una cosa brutta." commentò Lucian "Non direi, gli altri vampiri lo considerano un atto ignobile e barbarico." Lucian ridacchiò "E’ divertente che le nostre razze per quanto diverse tendano sempre a disprezzare i propri simili." -Almeno sembra che gli sia tornato il buon’umore- pensò Vincent riflettendo sulle sue parole "Ah" continò il licantropo "credo di averti rotto i freni.".

"Vado a riposare." disse Lucian salendo le scale del motel "Ok." rispose Vincent mentre spingeva l’auto nel garage. Nonostante tutto sapeva che c’era qualcosa che non andava con Lucian ma ora doveva pensare a riparare i danni. Negli anni Vincent aveva imparato ad arrangiarsi con molte cose, dal tagliare i capelli di Lucian a sistemare la propria auto costantemente logorata dai viaggi e dal licantropo, ormai aveva capito che aveva bisogno di mantenerla in ordine il più possibile. La vecchia Beatrice era l’ultima di una stirpe di auto che hanno sopportato l’assalto de “Il Lucian” prima di finire dallo sfascia carrozze, sempre se ci arrivavano. Finalmente la macchina era nel garage, ora non rimaneva altro che ripararla. Dopo aver sollevato la macchina con il cric, Vincent iniziò a valutare i danni; il pistone del freno penzolava dal vano motore perdendo liquido "Beh" commentò Vincent "questo è un bel problema. Un bel cazzo di problema." disse uscendo da sotto l’auto. Prese una scatola di attrezzi da un tavolo vicino mentre attaccava il telefono a delle piccole casse facendo partire la musica. 
A occhio e croce era passate almeno un paio d’ore da quando Vincent aveva iniziato a sistemare il freno ma non era ancora riuscito a riparlo perché era saltato fuori che il motore aveva altri problemi che doveva riparare o avrebbe dovuto spingere di nuovo la macchina. "Ehi." lo chiamò una voce all’entrata del garage, Vincent si voltò e vide Lacey "Ehi" rispose Vincent spegnendo la musica "che ci fai qui?" chiese "Beh stamattina non vi ho visto e quando siete arrivati Lucian si è chiuso in camera. Per trovarti mi è bastato seguire i Lacuna Coil." "I chi?" chiese confuso Vincent "La musica che stavi ascoltando è un brano dei Lacuna Coil. Non li conosci ma hai la loro musica sul telefono?" "Quello è Lucian." rispose il vampiro "A volte si annoia e scarica musica sul mio cellulare, spesso cercando di farmela piacere." "Beh" continuò Lacey "ha dei gusti piuttosto buoni. Cosa stai facendo?" "Cerco di riparare il rottame qui dietro." disse indicando l’auto col motore scoperto "Ma quando penso di aver finito spunta un altro problema. Come si ripara un freno?" disse esasperato Vincent "Posso dare un’occhiata?" chiese la ragazza avvicinandosi al banco da lavoro "Fa pure. Io ci rinuncio.". Lacey si mise a lavorare sul quel che rimaneva intatto del freno, mentre Vincent iniziava a rimontare i pezzi sistemati, "Come si fa a rompere così un freno?" chiese la rossa "Non dubitare delle capacità distruttive di mio fratello!" rispose Vincent mentre accendeva una sigaretta "Vado un minuto a vedere come se la passa, ok?" "Certo fa pure. Sembrava un po’ turbato, vedi di tirarlo su di morale.".
Vincent bussò alla porta di Lucian un paio di volte "Ehi." disse "Dai apri sono io." ma nessun rispose "Lo so sai" mentì Vincent "quello che è successo nelle fogne, l’ho capito.", ancora silenzio ma stavolta la serratura scattò aprendo la porta "Balle." rispose Lucian da dentro la stanza "Già" rispose rassegnato il vampiro "Quindi?" "Entra." disse semplicemente il licantropo aprendo completamente la porta.

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Capitolo 15
*** In friends we trust ***


​"Quindi?" disse Vincent mentre Lucian si sedeva su quello che probabilmente era il suo letto "Nelle fogne…" esordì il licantropo "… le cose mi sono sfuggite di mano." "In che senso?" chiese Vincent perplesso e sorpreso della serietà di Lucian " Come forse sai ci sono vari stadi di trasformazione per un licantropo." disse "Dal uomo alla bestia ci sono varie gradazioni che per semplicità esprimerò in percentuale. Dal giorno del nostro primo incontro non ho mai superato la soglia del 70%." si fermò "Nelle fogne mi sono trasformato completamente per la prima volta dopo moltissimo tempo." "Fammi indovinare." disse Vincent appoggiandosi al tavolino adiacente "Non sei riuscito a controllarti." "Sfortunatamente." rispose Lucian "Non credo di comprendere il problema ma immagino che non sia una buona cosa." "Già." "Vedila così, non hai provocato danni a nessuno, a parte i revenant immagino, per cui non sentirti troppo abbattuto." disse il vampiro cercando di tirare su di morale l'amico "Il problema non è quello. È come quando a un certo punto della tua vita di fumatore smetti di fumare per varie ragioni, poi un giorno ne fumi una e l’abitudine ritorna al volo." Vincent annuì "Quindi per un periodo non sarai un fumatore." disse facendo il segno delle virgolette con le dita "Credo proprio di sì." "In pratica mi dovrò arrangiare," continuò il vampiro "non è un problema ma tu cerca di riprenderti." Lucian annuì "Ora vado a vedere quel maledetto freno devastato." disse Vincent riaprendo la porta e uscendo. 

"Oh sei tornato!" disse Lacey vedendo rientrare Vincent "Prima di tutto: seriamente come ha fatto a distruggersi il freno?" "Te l’ho detto mio fratello è capace di tutto, purché sia dannoso." "Mmmh ok, in secondo luogo l’ho riparato o meglio sostituito." disse allegramente la ragazza "Sostituito?" "Beh era irreparabile, e mi devi 60 dollari." "Aspetta sei andata a prendere un nuovo pezzo? Perché non me lo hai detto subito?" "Beh non avevo ancora valutato la distruzione di Lucian per cui… si hai un freno nuovo e si, sono la migliore!" "E ti devo 60 dollari." rispose Vincent "Anche." disse Lacey sorridendo. "Toglimi una curiosità." disse Vincent spingendo l’auto fuori dal garage "Com’è che te la cavi con le auto?" "Sono cresciuta principalmente tra maschi, e verso i sedici anni tutti avevano la passione per i motori e una cosa tira l’altra mi ritrovo a saperne più di motori che di altro." "Cresciuta tra i maschi?" chiese Vincent "Tanti fratelli?" "Magari." disse tristemente Lacey "All’orfanotrofio non avevo molta scelta familiare.", Vincent era venuto a conoscenza del passato di Lacey un mese prima quando Lucian l’aveva seguita ma ora sentirglielo dire da lei gli metteva un po’ di malinconia "Scusa se ho toccato un tasto dolente. Non era mia intenzione!" disse "Non importa il passato è passato." "Sai" disse Vincent "credo che inizierò a saldare il debito." "E come?" "Ti va un gelato?" disse "Certo." rispose la ragazza.

"Cioccolato, arancia e mirtillo, il mio preferito!" disse allegra la ragazza tenendo sospeso l’enorme cono gelato "Ugh, è una combinazione molto… interessante." disse Vincent rimescolando la sua granita all’ananas mentre usciva dalla gelateria "Io lo trovo buono." disse iniziando a mangiarlo "Assaggialo ti ricrederai." disse poi offrendo il cono a Vincent "No grazie." "Dai." insistette la ragazza mettendo il broncio "No te l’ho offerto è tuo!" disse cercando di evitare di essere scoperto "Si in effetti hai ragione, e poi quando il gelato è offerto è molto più buono." rispose Lacey, facendo tirare a Vincent un sospiro di sollievo "Beh qualsiasi cosa offerta è più buona." "Riguardo a Lucian?" chiese la rossa "Oh beh non sta molto bene, ma è forte e si riprenderà presto ma si dovrà riposare." "SI è preso qualche malattia?" "Si è preso una polmonite, ma non è grave." "Spero si riprenda presto come dici.".

"Grazie per il gelato." disse Lacey mentre risaliva le scale "Grazie per il freno." rispose Vincent "Ora vado a riposare, ci sentiamo poi." "Ok, a dopo." rispose la ragazza rientrando nella sua camera. Si fermò sulla porta per sentire i passi di Vincent che si allontanavano poi lentamente di diresse verso il comodino della stanza e prese il cellulare, digitò alcuni numeri e aspettò poggiando il telefono all’orecchio, una voce roca rispose "Qualche novità?" "Ho ottenuto tutte le conferme che mi servivano. Quello con i capelli scuri è sicuramente un vampiro, l’altro l'ho visto di giorno quindi potrebbe essere un ghoul come un dhampyr o  persino un simpatizzante umano, non lo ritengo una minaccia." disse Lacey "Molto bene allora, possiamo procedere?" chiese l’uomo "Certo a breve vi indicherò dove agire." "Ottimo, aspetteremo la tua conferma. Brasilov chiudo." e con questo Lacey chiuse la chiamata.   

Lucian sembrava distratto mentre giocava, neanche i videogiochi sembravano aiutarlo un po’ e Vincent cominciava a rendersene conto "Credo che sia il caso di fare una pausa." disse mettendo in pausa Tekken "D’altronde è quasi buio e sono sicuro che Gabriel avrà qualcosa in serbo da farci fare." ma Lucian non sembrava interessato "Non preoccuparti" disse "me la so cavare da solo.", il telefono iniziò a squillare "Che ti dicevo?" disse Vincent indicando il telefono prima di prenderlo per rispondere "Vincent." rispose, dopo alcuni secondi parlò di nuovo "Ok vado subito." e riattaccò. "Dovrei essere di ritorno presto è solo un caso isolato. Vedi di riprenderti." disse e raccogliendo il trench e il fodero del machete uscì.

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Capitolo 16
*** What could possibly go wrong? ***


"Ancora qui!" disse Vincent scendendo dall’auto davanti al grattacielo dell’Abyss. Lo avevano chiamato con urgenza, e Vincent sapeva che se Minerva chiamava lui e Lucian probabilmente era per qualcosa di molto importante e che solitamente li riguardava. Entrò nell’edificio e prese l’ascensore fino al solito piano ed entrando nella stanza delle conferenze vide Minerva e sullo schermo Gabriel "Dov’è Lucian?" chiese la donna vedendo Vincent chiudersi la porta alle spalle "Non è dell’umore giusto per ... beh, per qualsiasi cosa." "Capisco." annuì Minerva prendendo una cartella da una piccola pila di documenti "Procediamo dunque." disse Gabriel "Negli ultimi giorni sono stati avvistati dei soggetti. Queste persone sembrano aver conoscenza del sovrannaturale, non abbiamo informazioni sul perché siano a Corwin Hills ma si sospetta che si trovi qui per il narcotraffico di sangue trattato. Stiamo cercando di scoprirne di più ma onde evitare problemi sul fronte politico chiediamo a te e Lucian di stare attenti a queste persone e di non agire d’impulso." "Queste persone hanno un nome?" chiese Vincent "Non è ancora chiaro se appartengono a qualche gruppo, per cui non siamo riusciti ad identificarli, per il momento li soprannomineremo “outsiders”." rispose Minerva riponendo il fascicolo sul tavolo "In pratica" disse Gabriel "Non dovete entrare in contatto con queste persone, soprattutto dopo il lavoro del laboratorio del mese scorso." "In pratica dobbiamo stare all’erta ma senza immischiarci." disse il vampiro "Qualcosa del genere." concesse Gabriel "Perché Lucian non è venuto?" riprese l’uomo "Ecco ha avuto complicazioni da licantropo e deve riprendersi." "Sembra alquanto strano." disse Gabriel "A proposito: Minerva prendi il compenso per il lavoro extra di ieri. Ora vi devo lasciare. Vincent, Minerva." disse prima che lo schermo divenne nero. "Ok" disse Minerva "vado e torno." Vincent scrollò le spalle in risposta prima che anche Minerva lasciasse la stanza. Rimase in silenzio ascoltando i passi della donna mentre si allontanava mentre il suo sguardo cadeva sulla cartella, se c’erano informazioni su persone del narcotraffico del sangue c’erano sempre informazioni su un potente vampiro e forse… Con un rapido movimento si mosse verso il lato opposto del tavolo aprendo la cartella osservando le informazioni sui fogli, ma non aveva tempo, prese una cartella dalla pila e vi inserì i fogli con le informazioni e metteva dei fogli bianchi al posto di quelli. Mentre ritornava al suo posto infilò la cartella nel trench poco prima che Minerva entrasse nella stanza, "Ecco i soldi." "Grazie li farò avere a Lucian al più presto." disse afferrando il pacchetto di carta sforzando un sorriso "Se non c’è altro io tornerei a casa." "No, va pure." disse Minerva guardandolo incuriosita "Va dalla tua amica." disse mentre Vincent usciva con la peggiore faccia da poker che avesse mai fatto. 

Lucian era seduto sul corrimano quando Vincent tornò al motel, "Cosa boia stai facendo?" chiese il vampiro guardando il licantropo "Credo…" disse Lucian "credo che tornerò un po’ nei boschi." "Cosa?!" disse sbalordito Vincent "Ma… ma…" l'altro alzò la mano interrompendolo "Ci ho riflettuto e credo che mi convenga andarmene per un po’." "Ma perché?" cercò di capire il vampiro " Se venissi con te in qualche missione, il rischio maggiore è che ti attaccherei e sinceramente mi scoccerebbe." e detto questo scese dal corrimano e si diresse verso l’uscita. Vincent avrebbe potuto fermarlo, ma sapeva che forse era la cosa migliore per Lucian, oltre al fatto che non avrebbe rischiato di irritarlo così vide andare il suo amico sperando di rivederlo presto. "Dove va Lucian?" disse Lacey risalendo le scale con uno sguardo perplesso "Vorrei tanto saperlo" disse Vincent "ma credo che dovunque vada starà meglio." "Avete litigato?" chiese la ragazza "No, a volte si prende un po’ di tempo per pensare, gli farà bene." "Se lo dici tu.".

I file che aveva preso contenevano più informazioni di quelle che Minerva gli aveva riferito. Gli spostamenti di quel gruppo erano stati monitorati da molto tempo, poco più di un mese e si avevano anche registrazioni di individui registrati come vampiri, ma oltre a quello non veniva specificato nulla sul narcotraffico. Quelle informazioni gli erano state nascoste di proposito, ma Vincent non aveva ancora idea del perché e fissando i vari fogli sparsi sul tavolo l’unica domanda che gli sorgeva era –Perché?- . Che Gabriel volesse tenere nascosta la faccenda per non far intromettere lui e Lucian. Questo Vincent non riusciva a capirlo per quanto si sforzasse nonostante avesse davanti a se tutto ciò che poteva dargli una risposta. Poi improvvisamente notò una piccola serie di foto nascosta da uno dei fogli, alcune immagini ritraevano quello che sembrava un forte in disuso, mentre altre raffiguravano alcuni edifici dell’area industriale, una di queste foto ritraeva il laboratorio distrutto. Ad eccezione del forte Vincent aveva riconosciuto ogni luogo delle foto, perché almeno una volta era successo qualcosa che lo comprendeva, dai revenant nel cinema al magazzino con il vurdalak. I suoi pensieri si concentrarono sul forte nella foto, così accesso il computer cercò informazioni sui ruderi di Corwin Hills e trovò quasi subito un’immagine del forte con una brave descrizione che lo ritraeva come un forte “infestato” ai confini est della città poco prima della catena dei monti Lawson, Vincent segnò il luogo esatto sulla foto dello stesso forte. Stava per andare in missione da solo, senza nessun compenso e senza sapere a cosa andava incontro. Si rimise Il trench carico di qualche pistola, riprese la spada d’osso e uscì con l’intento di capire cosa stesse succedendo a Corwin Hills.

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Capitolo 17
*** Betrayal ***


La macchina arrancava nella salita, per quanto il motore fosse in buone condizioni non riusciva ad andare più veloce, quantomeno Vincent fu contento dei sessanta dollari di freno, che si erano rivelati un ottimo acquisto. Il forte non era troppo distante dal confine cittadino ma, la sua posizione lo rendeva quasi introvabile a meno che non si sapesse dove cercare. Vincent diede un altro sguardo alla mappa prima di risalire la curva successiva, ormai era vicino ma qualcosa gli diceva di non abbassare la guardia, forse era l’istinto o solo un presentimento, in ogni caso non sarebbe stato facile coglierlo impreparato.

Il forte vantava mura alte e solide che erano resistite al tempo e alle guerre, dopo aver nascosto l’auto dietro una radura isolata Vincent ora si preparava alla scalata; con un balzo raggiunse una sporgenza sulla torre nord ad alcuni metri da terra, salì aggrappandosi ad alcuni mattoni prima di saltare verso un’asta nel muro sulla quale, dopo una breve oscillazione, si sedette e finalmente scese nel cortile interno. Il luogo sembrava deserto, ma alcuni scatoloni da imballaggio tradivano quest’apparenza, muovendosi furtivamente Vincent si avvicinò a quelle scatole osservandone l’interno di quelle aperte, sistemate una di fianco all’atra c’erano una serie di piccole boccette, il vampiro ne prese una e aprendola questa scaturì uno strano odore che gli fece venire i brividi e, per precauzione, lo rimise al suo posto. Non appena si chinò dietro la cassa udì delle voci "Manca ancora quella." disse un uomo "Ok, spero che sia l’ultima." rispose l’altro "Vale la pena faticare, per queste." il vampiro si spostò in tempo prima che i due uomini sollevassero la cassa, fortunatamente quei due adesso gli avevano dato una valida pista ed iniziò a seguirli. Non appena Vincent si ritrovò nel cortile dell’entrata rimase stupito; almeno una cinquantina di uomini stavano lavorando, trasportando casse di legno, custodie per armi e grossi borsoni. "Cazzo" disse Vincent ritirandosi dietro l’angolo "cacciatori di vampiri." ormai ne era certo, un paio di volte aveva avuto a che fare con gente simile, perlopiù psicopatici armati di paletto che tentavano di pugnalarlo recitando chissà quali esorcismi, erano una minaccia così infima che Lucian non si era mai disturbato ad aiutarlo a liberarsene, non ritenedoli un pericolo; ma questi erano diversi, sembravano molto ben organizzati e se avevano come base quel forte di sicuro non c’era da scherzare con loro. Il rumore di passi lo mise in allerta, alcuni cacciatori si stavano avvicinando, Vincent si guardò intorno alla ricerca di un luogo in cui nascondersi ma il corridoio dove si stava nascondendo era completamente spoglio di qualsiasi nascondiglio, poi guardò in alto e vide una delle grandi finestre del forte aperta, era troppo in alto per raggiungerla con un salto. Mentre i passi si facevano più vicini Vincent ebbe un’idea ed estratta la spada d’osso si preparò a saltare con tutta la forza che poteva, con una spinta arrivò ad almeno due metri prima di conficcare la spada nei mattoni usandola come appiglio mentre sotto di lui i cacciatori passavano ignari della sua presenza. Tirato un sospiro di sollievo dopo che ebbero svoltato l’angolo Vincent raggiunse la finestra e strattonò via la spada dal muro rinfoderandola. Se prima si era stupito dell’organizzazione nel cortile, l’interno del forte faceva sbiadire la prima impressione, lunghe file di rastrelliere sfoggiavano un assortimento di armi incredibile tutte rigorosamente munite di baionette di legno, poco lontano nel salone poligoni di tiro e bersagli da addestramento decoravano la parete più lontana, e questa era solo una piccola parte del forte. Da dove era adesso Vincent era in grado di scendere nel atrio e procedere verso i piani inferiori tramite una scala a chiocciola, cercando di fare meno rumore possibile sulla passerella iniziò ad avvicinarsi alla scala, non appena mise il piede sul primo scalino questo cigolò rumorosamente allarmandolo ma, fortunatamente, non sembrò aver attirato l’attenzione di qualcuno.
Con un sospiro di sollievo Vincent scese sul secondo gradino prima che la scala arrugginita collassasse su se stessa portando il vampiro, ancora incredulo, in una situazione abbastanza spiacevole. Non ci volle molto prima che i cacciatori attirati dal frastuono convergessero nel atrio e che cominciassero a sparare nella direzione di Vincent che ripresosi subito dalla caduta ora correva in direzione delle stanze adiacenti schivando le pallottole. Vincent continuava a correre, dietro di lui le voci dei cacciatori allarmati che ora gli sparavano, apriva porte e cambiava direzione per depistare gli inseguitori, ma quelli non demordevano anzi altri cacciatori entravano dalle stanze adiacenti sparandogli a bruciapelo prima di essere atterrate da un colpo diretto di Vincent. Aperta un’altra porta si ritrovò nel cortile in subbuglio, cercando una via d’uscita notò l’entrata di una delle torri, corse verso di essa e vi entrò chiudendo la porta dietro di se; Vincent faceva in gradini a due a due per raggiungere la sommità della torre. Poi vide qualcosa che lo sconvolse e che probabilmente sarebbe stato meglio non vedesse mai. Lacey. Vincent era confuso, la ragazza lo guardava con aria sorpresa ma controllata "Vincent?" "Lacey?" la ragazza lo fissava silenziosamente "Cosa stai…" "Allontanati Keaton" disse una voce prima che qualcosa colpisse il vampiro facendolo cadere in avanti, non ebbe il tempo di rialzarsi che qualcuno lo afferrò scaraventandolo verso la porta che dava sulle mura scardinandola. Vincent sentiva uno strano senso di debolezza propagarsi dalla schiena in tutto il corpo, ebbe un momento per rialzarsi prima che un secondo colpo lo colpisse alle costole, era come se un ariete da sfondamento lo avesse preso in pieno. Alzando lo sguardo vide finalmente il suo avversario e si chiese se effettivamente fosse umano, era spaventosamente aitante, forse sui due metri, e rappresentava letteralmente il detto “armadio a due ante”, non dimostrava di avere più di cinquant’anni ma la cosa che colpì Vincent fu il suo occhio sinistro, privo di pupilla e iride e con la sclera di un solido colore rosso. "Alzati." disse semplicemente, ma non appena Vincent accennò al rimettersi in piedi un calcio al volto lo fece ricadere a terra con il sangue che dal labbro spaccato disegnava un arco cremisi. Ma effetto sorpresa era terminato, appena toccò terra si diede una spinta ritornando in piedi e attaccò l’energumeno il quale, con grande sorpresa di Vincent schivò facilmente il pugno che si incastrò nel cemento. Un pugno raggiunse la faccia del vampiro facendolo sanguinare ancora poi la stessa mano gli prese la testa e la sbatté contro il muro facendogli annebbiare la vista, poi un grosso braccio lo cinse alla base del collo stringendolo fino a ridurgli il respiro a piccoli spasmi. Vincent non aveva realizzato che quella mossa non era per strangolarlo, e solo dopo iniziò a capire che stava accadendo qualcosa di strano, le forze lo stavano abbandonando e i suoi sensi iniziavano a indebolirsi e dopo un lungo minuto la presa cessò lasciandolo cadere inerme sul freddo cemento. E mentre la vista si oscurava vide per quegli ultimi istanti la figura di Lacey che lo guardava immobile e impassibile, poi ci fu il buio.

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Capitolo 18
*** The Killing Joke ***


Fu un formicolio a ridestarlo seguito da una sensazione di calore che dal braccio ora si spandeva per tutto il corpo rianimandolo. Con uno spasmo improvviso Vincent iniziò a respirare affannosamente, anche se non serviva a molto, mentre sentiva gli arti riacquistare sensibilità. "Staccalo." disse una voce che il vampiro riconobbe, l’uomo di fianco a lui tolse l’ago dal suo polso interrompendo il flusso di sangue della flebo "Allora vampiro." disse l’energumeno "Chi ti ha mandato?", Vincent non rispose e si limitò a fissare il suo aguzzino, d’un tratto un colpo lo raggiunse in pieno volto, fu così forte da annebbiargli la vista "Che fai?" disse ancora l’energumeno "E’ inutile che lo colpisci, non può provare quel genere di dolore." disse poi voltandosi e prendendo un’oggetto da un tavolo contro il muro. Vincent riconobbe la forma di un cannello ossidrico. "Vedi" disse il gigante "lui ha già capito. Poche cose oltre alla luce del sole sono in grado di far provare vero dolore ad un vampiro." e dal cannello scaturì prima una grossa fiamma rossa che si ridusse ad un sottile lama incandescente. L’energumeno avvicino pericolosamente la fiamma al volto di Vincent il quale si ritrasse per quanto le catene pendenti dal soffitto gli permettessero "Adesso te lo ripeterò un’altra volta." disse con tono calmo " Chi ti ha mandato." con un filo di voce Vincent rispose guardandolo negli occhi "Batman." e accennò un sorriso sentendo che anche l’altro scagnozzo stava ridendo "Divertente...." commentò l’energumeno "...ma sbagliato." e afferrandogli la testa indirizzo la fiamma del cannello sulla guancia che iniziò a sfrigolare e produrre fumo, Vincent fu scosso da fremiti di dolore accompagnati dal tintinnio delle catene, ma non emise alcun gemito e forse fu questo a fermare l’uomo dal torturarlo. "Sei un vampiro coriaceo, te lo concedo!" disse allontanandosi leggermente da Vincent "Ma so bene come spezzare quelli come te." e voltatosi di nuovo prese un attizzatoio e iniziò a scaldarne la punta finché non fu di un rosso brillante "Tienilo fermo." disse, Vincent si sentì bloccare di nuovo, stavolta provo a liberarsi dalla presa ma non ci fu verso era troppo debole per combattere. L’energumeno gli si avvicinò lentamente giocherellando con l’attizzatoio "Ultima possibilità." disse guardando negli occhi il vampiro tenendo tra di loro il pericoloso ferro incandescente, Vincent aprì bocca ma non emise nessun suono scandendo ogni parola con il labiale, l’energumeno capì subito cosa diceva "”Va all’inferno”" disse "Ci sei dentro." e affondò l’attizzatoio nell’occhio del vampiro.

Lacey sentì il grido provenire dalle segrete. Solo una volta da quando era nel gruppo dei cacciatori aveva sentito un urlo simile, e il vampiro non aveva superato la notte, i metodi di Brasilov erano decisamente poco ortodossi ma riusciva sempre ad avere le informazioni che desiderava. "Ehi, Keaton!" disse un uomo che stava sistemando alcune scatole "Da quand’è che ti interessano le torture di Brasilov? Vieni a darci una mano piuttosto." Lacey si voltò prendendo una sacca ai suoi piedi "Si… arrivo." disse mentre si allontanava dalle scalinate delle segrete.
Vincent stringeva i denti dal dolore mentre le palpebre dell’occhio destro si chiudevano convulsamente coprendo l’orbita vuota, Brasilov lo sovrastava tenendo ancora in mano l’attizzatoio incandescente " Ribadisco il fatto che sei tenace, e mi congratulo con te di ciò, ma non servirà a nulla a lungo andare." disse "Andiamo, lasciamolo riflettere." disse poi riferendosi all’altro scagnozzo "Aspetta!" disse questo incredulo "Non lo prosciughi prima?" "Quell’occhio richiederà abbastanza sangue da mummificarlo di nuovo, non c’è da preoccuparsi." e uscì dalla cella seguito dall’altro. Ora Vincent restava da solo nel silenzio. Era una situazione disperata, con Lucian sparito da qualche parte e l’Abyss che probabilmente non era a conoscenza della sua scomparsa aveva bisogno di escogitare un piano per uscire. Sfortunatamente per lui Brasilov aveva ragione, iniziava a sentire il sangue rigenerare l’occhio seppur lentamente e nel contempo iniziava a perdere sensibilità alle estremità degli arti, da lì a qualche minuto sarebbe ritornato ad essere un corpo rinsecchito. Era strano, ora che entrava nell’idea di trovare un modo per scappare, pensava solo al tradimento di Lacey e mentre la vista si oscurava di nuovo nella sua mente, per qualche motivo, risuonavano le note di Sweet home alabama.

Il giorno successivo, o almeno Vincent pensava che lo fosse, venne svegliato ancora e come l’ultima gli posero delle domande “Chi ti manda?” o “Perché eri qui?”, la cosa curiosa è che non gli chiedevano mai chi fosse, forse perché quello lo sapevano già o forse non gli importava. Stavolta toccò all’atro occhio. Quello strano occhio di Brasilov dall’insolito colore rosso, ogni volta che lo guardava si sentiva a disagio facendogli pensare che non poteva essere una semplice protesi. Poi lo lasciavano al suo dolore e alla rigenerazione che lentamente lo spingeva verso l’oscurità.

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Capitolo 19
*** Beyond Good and Evil ***


"Keaton!" disse una voce alle spalle di Lacey, Brasilov la stava chiamando e probabilmente non era un buon segno; con un cenno della testa l’altro cacciatore assieme a lei le diede il permesso di andare a vedere di cosa avesse bisogno il suo capo. "Eccomi." disse "Ho un compito per te e richiederà il massimo impegno." disse il cacciatore "Certo." rispose la ragazza "Voglio che tu conduca un interrogatorio con il tuo 'amico' vampiro. Oggi stesso." "H-ho capito." " Rex" disse Brasilov rivolgendosi al cacciatore che aveva a fianco "Accompagnala e risveglia il vampiro, poi lascia fare a lei." l’altro annuì e si diresse verso le segrete seguito dallo sguardo di Lacey "Avete trovato l’altro che era con lui?" chiese "No. Sembra sia sparito dalla circolazione in compenso abbiamo trovato quell’armeria ambulante su cui viaggiava. Ora vai." econ un cennò la congedò. 

Sentiva il torpore estendersi nel corpo, e ancora una volta gli arti incominciavano a risvegliarsi scrocchiando ai più semplici movimenti. Vincent era deciso a non dire nulla a Brasilov, per quanto le torture fossero incentrate sul suo dolore fisico sapeva che l’obbiettivo era danneggiarlo dal punto di vista mentale costringendolo alla sofferenza e all’immobilità della mummificazione. Ma quando finalmente anche il volto iniziò a prendere vigore percepì qualcosa che lo fece sussultare; al posto dello strano odore del suo aguzzino adesso ce ne era un altro completamente diverso… pesche. "Ben …svegliato." disse Lacey in un tono che non convinse Vincent, tossì un paio di volte prima che riuscisse a parlare "Cosa vuoi?" "Parlare ad esempio." disse incrociando le braccia " Sai è buona educazione guardare in faccia la persona con cui si parla." disse notando la testa china del vampiro "Mi piacerebbe." disse alzando la testa tenendo gli occhi chiusi "Ma non sono nelle condizioni di vedere grazie al tuo amico Brasilov." "Come sai …" "Ci sento ancora molto bene" disse interrompendo la ragazza "e per quanto avessi poco tempo tra una tortura e la mummificazione ho ascoltato il più possibile. Comunque volevi parlare no?" disse sforzando il sorriso più finto che riusciva "D’accordo. Dov’è Lucian?" iniziò la ragazza "Cosa ne so… per quanto mi riguarda quel pulcioso è da qualche parte a riscoprire se stesso." "Non te ne importa poi molto di tuo fratello eh? O dovrei dire del tuo servo vampirico." Vincent iniziò a ridere in maniera gutturale facendo rabbrividire Lacey "Se ti sentisse ora… credo che riderei per un mese. Servo? Vampiro? AH!" disse prima di ricominciare a ridere "Cosa ci trovi di tanto divertente?" chiese la ragazza innervosita "Lui è un licantropo e la cosa divertente e che non lo avete capito." "Stronzate." disse Lacey "Tu dici?" le chiese Vincent "Un vampiro e un licantropo che convivono salvando l’intera città da chissà quale piaga nascosta nell’ombra ti diverte?" "L’unica piaga siete voi! Dannate creature succhia-sangue!" gridò la rossa, Vincent notò un accenno di rabbia nella sua voce "Tutto ciò che fate è uccidere persone innocenti nutrendovi di esse e spadroneggiando su coloro che definite inferiori a voi." "Quanti vampiri hai ucciso?" chiese Vincent sottovoce "Cosa?" "Dieci? Venti? Magari trenta?" "Dove vuoi arrivare?" chiese Lacey confusa "Quante volte ti sei fermata e ti sei chiesta come il vampiro che hai davanti sia diventato ciò che è. Quante volte hai ucciso un vampiro che ti è stato indicato come pericoloso, mentre ciò che cercava era la tranquillità nella sua vita fatta a pezzi dalla sua natura? Mmh?" Lacey rimase in silenzio fissando la figura di Vincent che ora la guardava senza aprire gli occhi. "Credi veramente che ogni vampiro su questa terra abbia scelto di diventarlo? Credi che nessuno di loro sia stato costretto o ingannato? Io non ho alcun modo per ricordare chi ero prima di diventare un vampiro, e ogni giorno mi pongo la stessa domanda “Perché sono diventato un vampiro?” e ogni volta qualcosa dentro di me, qualcosa dell’uomo che ero mi dice che non ho scelto di diventare un vampiro, lo grida a tal punto da farmi credere che qualcuno mi ascolti e che sappia la verità." Vincent chinò la testa cercando di tranquillizzarsi "Non posso tornare umano, ma farò tutto il possibile affinché le altre persone non subiscano il mio stesso destino. A costo di essere incenerito all’alba del mio ultimo giorno di vita, combatterò difendendo le vite delle persone ignare dei pericoli dell’oscurità." e con questo lasciò ricadere la testa sul petto. "Probabilmente sarà l’ultima volta che ci parleremo. Volevo ringraziarti per la tua amicizia, che per quanto fosse costipata di segreti è stata piacevole." Lacey era senza parole "V-Vincent?" disse con un filo di voce mentre il sangue nel vampiro smetteva di circolare e ritornava nel suo stato di mummificazione. 

Da qualche parte un coniglio era appena uscito dalla propria tana probabilmente in cerca di cibo. Ma anche il licantropo aveva avuto la stessa idea. Una figura albina aveva incominciato a saettare tra gli alberi, e poco distante da lui un piccolo roditore correva per salvarsi. La corsa si interruppe bruscamente, ma non perché il cacciatore avesse afferrato la sua preda ma perché adesso si era accorto di non essere il solo a cacciare. Sfruttando un albero il licantropo schivò appena in tempo un suo simile dal pelo bruno che affondò gli artigli nel terreno per frenare l’assalto. Il licantropo albino aveva ripreso la forma umana e così anche l’altro ed iniziarono a fissarsi, fu Lucian a parlare per primo "Che cosa vuoi?" "La tua testa Rougaru!" e con un balzo trasformandosi cerco di artigliarlo, ma Lucian era troppo veloce con un solo unico movimento schivò l’attacco e trasformandosi trapassò da parte a parte il suo attaccante con il braccio e lo sbatté a terra facendo tremare l’area circostante. Il licantropo infilzato adesso aveva iniziato a ritrasformarsi mentre dalla bocca aveva iniziato a scendere un rivolo di sangue "Il mio clan sta arrivando… Non hai speranze contro… i… Berserkr…" ma Lucian lo colpì al volto facendo rotolare in un buco del terreno la testa. Lucian estrasse l’artiglio dal corpo immobile –Berserkr? Nulla di buono- pensò poi un’idea gli balenò nella mente e incominciò a correre –Se mi ha trovato seguendo l’odore vuole dire che…Devo avvertire Vince!- e scomparve nella boscaglia.

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Capitolo 20
*** Free Bird ***


Era da più di un’ora che fissava il cortile assorta nei suoi  pensieri e nonostante si sforzasse non riusciva a dimenticare le parole di Vincent e ogni volta la sua mente ritornava in quella casa. Il ricordo era ancora vivido in lei come le fiamme che divorarono la sua casa. Con decisione scacciò via quel pensiero. -Non può essere!- pensava- Vincent si sbaglia! I vampiri... sono…- E ogni volta le parole di Vincent si facevano sentire sempre più convincenti –Se fosse come dice lui allora…- Lacey cercava di capire in quale strana situazione si era cacciata quando il suo sguardo ricadde sull’auto di Vincent trasportata nel forte, e in quel momento si maledisse per aver conosciuto il vampiro. 
 
Vincent si stava risvegliando, con la solita routine, gli arti si sgranchivano i muscoli venivano rinvigoriti, ma quel giorno il suo risveglio aveva una nota amara forse per il discorso del giorno prima, qualunque fosse la ragione quel giorno era particolarmente scazzato. Non aveva ancora aperto gli occhi ma non appena poté disse "Ti avverto Brasilov io…" ma ciò che sentì fu un colpo seguito da un tonfo sul pavimento "Cosa?" "Ascoltami." disse Lacey con voce ferma "Non dire un parola. Ti porto fuori di qui." e Vincent sentì una scossa di vigore pervadere il suo corpo al ritmo con cui il sangue gli entrava in corpo. Poi le catene si aprirono una dopo l’altra facendo ricadere le braccia sui fianchi, Vincent aprì lentamente gli occhi riabituandosi alla luce per quanto fievole della stanza, gli occhi erano guariti grazie alla rigenerazione e notò il cacciatore che solitamente accompagnava Brasilov nei suoi interrogatori a terra svenuto. "Alzati non abbiamo molto tempo." disse la ragazza controllando il corridoio, ma una mano la afferrò tirandola dentro seguita da un’altra che iniziò a stringerle la gola togliendole il respiro, "Piccola stronza." disse il cacciatore rialzatosi da terra, ma improvvisamente venne tirato in dietro lasciando la presa sulla ragazza che alzando lo sguardo vide il vampiro combattere contro l’uomo e dopo averlo colpito al volto lo morse sul collo. Vincent lasciò andare il cacciatore ancora vivo a terra agonizzante, si sentiva strano, avvertiva una sorta di puntura all’altezza dei canini poi cadde sulle ginocchia rigurgitando il sangue appena bevuto, il cacciatore agonizzante ridacchiò mentre rivoli rossi uscivano dalla sua bocca prima di smettere completamente di muoversi. "Muoviti dobbiamo andare!" disse Lacey cercando di tirarlo su di peso "Cosa è successo?" chiese Vincent ancora stordito assecondandola "E’ il kresnik, una pozione che bevono. Nessun vampiri può nutrirsi del loro sangue. Ora andiamocene prima che arrivi qualcun altro.".
Lacey lo stava tirando per i cunicoli delle segrete, continuavano a svoltare evitando le stanze e procedendo a passo sostenuto nonostante Vincent non fosse in piena forma, improvvisamente si fermò e per poco non le andò contro "Ora ascolta." disse guardandolo negli occhi "Non so perché lo sto facendo ma… voglio darti il beneficio del dubbio su ciò che mi hai detto. Ti farò uscire da qui. Ma dovrai…" "No." disse Vincent "Come sarebbe no!?" "Queste… persone… non si fermeranno nel loro intento. Prima che altri finiscano come me o peggio, devo fermarli." "Non essere folle, non sei nelle condizioni di combattere." " In forma o no non li lascerò continuare.", per un lungo istante rimasero in silenzio "D’accordo" disse Lacey "ti aiuterò. Ma prima dobbiamo prendere qualche cosa, non puoi combattere disarmato.".
Nella piccola stanza non c’era altro che casse militari risalenti a chissà quale guerra e un tavolo in ferro, da una di esse Lacey tirò fuori una piccola sacca che pose sul tavolo, "La spada non so dove sia e le pistole sono ormai parte dell’armeria. Solo queste sono finite qui sotto." Vincent osservò la sacca e aprendola lentamente abbozzò un sorriso, le due stake-gun erano ancora intatte "Sai come si usano?" "Tecnicamente sono da usare contro i vampiri ma… si… le so usare." disse prendendole in mano caricando in ognuna un cilindro di stecche "Allora andiamo." disse Lacey. Improvvisamente udirono il suono di una sirena, i cacciatori avevano scoperto il corpo "Adesso" disse Vincent stringendo salde le armi "è guerra."

Non si accorsero di essere stati colpiti finché le stecche non li trapassarono da parte a parte. I cacciatori cadevano inermi sotto i colpi di Vincent, mentre Lacey lo guidava attraverso il complesso. Le stake-gun erano micidiali, tra il rinculo praticamente nullo, la velocità di ricarica e il completo silenzio dei colpi, erano armi devastanti durante la fuga. "Il salone principale conduce direttamente all’uscita," disse Lacey voltandosi verso Vincent "da lì non sarà difficile perdere le tracce.", improvvisamente si fermò poco prima di un varco e per poco Vincent non le andò contro "Merda." "Cosa?" chiese il vampiro approfittandone per ricaricare "Cacciatori ovunque." disse osservando la sala da dietro l’angolo "E il portone è chiuso." "Puoi aprirlo?" "Si." rispose la ragazza "Io sgombero il posto. Tu pensa alla porta." disse Vincent "Pensi di farcela?" chiese la rossa "Pensi di aprirla?" rispose il vampiro e con un mezzo sorriso entrò nella sala. 

Lacey correva tra i corridoi. Il comando principale del portone era situato nella torre nord del bastione, poco lontano da dove Vincent era stato scoperto. Adesso saliva i gradini più in fretta che poteva, e ancora la sua mente continuava a chiedersi perché volesse salvare il vampiro dopotutto quello che Brasilov e i cacciatori le avevano insegnato. Quando la rampa di scale finì uscì su una passerella d’acciaio più moderna rispetto all’edificio che portava direttamente nella torre. E fu lì che vide quanto poteva essere micidiale quel vampiro che aveva salvato. Per un momento pensò che stesse danzando tanto i movimenti rapidi lo facevano saettare nel gruppo di cacciatori, ma i corpi che cadevano uno dopo l’altro con i paletti conficcati nel corpo smentivano la sua credenza. Evitava colpi e fendenti in simultanea, alternandosi a colpire i nemici a mani nude e usando le armi che cadevano ai cacciatori colpiti. E in un breve arco di tempo il numero dei cacciatori fu drasticamente dimezzato. Vincent gridò riportando Lacey alla realtà, era stato ferito al petto con una baionetta la cui punta era ancora conficcata all’altezza del cuore ma il vampiro non sembrava debilitato dal colpo; la ragazza continuò la sua corsa.

Vincent sparò l’ultima stecca nell’occhio del cacciatore che stava tenendo fermo a terra. Aveva esaurito i colpi, ma anche gli avversari. Si rialzò barcollando, notando la baionetta di legno fuoriuscire dal petto che estrasse lasciandola cadere. "Vampiro!" disse una voce dall’alto che Vincent riconobbe subito e alzando lo sguardo vide Brasilov tenere sotto il braccio svenuta Lacey "E’ la resa dei conti!".

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Capitolo 21
*** Blood Omen ***


La situazione era critica. Brasilov era estremamente avvantaggiato e Vincent non poteva fare a meno di notarlo. "Lasciala andare!" gridò il vampiro "Lei ha tradito la mia fiducia e quella dei miei cacciatori! Verrà punita!" rispose il cacciatore, Vincent doveva distogliere l’attenzione di Brasilov da Lacey "Sono io il vampiro, sono io quello che ha ucciso i tuoi uomini! Se sei un cacciatore come dici allora dimostramelo!" disse in tono di sfida, sperando vivamente nel suo piano anche se oramai senza più colpi o armi da mischia non sapeva fino a che punto avrebbe resistito. Per sua fortuna Brasilov si rivelò un uomo orgoglioso, con uno sguardo pieno di rabbia lasciò andare Lacey inerme sulla passerella mentre si dirigeva verso la scala "Ti ho già sconfitto una volta e credi di potermi battere ora?" disse mentre scendeva lentamente i gradini, quando Brasilov scese dalla scala Vincent notò che il suo occhio aveva iniziato a brillare emanando una fievole luce rossa, non prometteva nulla di buono "Sai" disse il cacciatore avvicinandosi sempre di più "sarò onesto con te, vedi questo" disse indicandosi l’occhio rosso "è una pietra creata da abili alchimisti, con l’unico scopo di indebolire ogni vampiro con cui vengo a contatto assorbendone il sangue.", Vincent stava riconsiderando il suo piano; se Brasilov fosse entrato in contatto con lui e gli avesse tolto il sangue sarebbe stato spacciato. Pensando ad un modo per combatterlo Vincent ricordò che durate il suo primo scontro quando Brasilov lo aveva colpito con un calcio, in quel momento non aveva sentito mancare le forze ma quando poi lo aveva colpito con la mano si era indebolito. L’occhio funzionava solo tramite il contatto fisico con la pelle. Con un rapido movimento Vincent si chinò sul corpo di un cacciatore da cui prese un paio di guanti che indossò rapidamente, Brasilov rise "Credi di essere il primo ad avere avuto quell’idea?" e in un attimo lo assalì.  Lacey aprì a fatica gli occhi. Il colpo che aveva ricevuto l’aveva messa ko prima che potesse aprire il cancello. Mentre alzava la testa per capire dove fosse sentì grida e altri rumori provenire dal basso. Vincent e Brasilov stavano combattendo come tigri; entrambi schivavano i colpi dell’avversario con movimenti rapidi, mentre entrambi cercavano di colpirsi anche se i colpi spesso e volentieri mancavano l’avversario o questo si difendeva egregiamente. Ad un certo punto Brasilov colpì Vincent dall’alto con entrambe le mani costringendolo a difendersi alzando le braccia, e bloccandosi in quello scontro iniziarono a spingere cercando di guadagnare la posizione per il prossimo attacco. Nonostante la forza naturale dei vampiri, per via del suo lungo digiuno, Vincent non riusciva ad avere la meglio su Brasilov e questi lo stava letteralmente schiacciando a terra. Lacey non riusciva più a stare ferma, doveva fare qualcosa. Dopo essersi rialzata scese dalle scale rapidamente, e cercò qualcosa per aiutare Vincent; il suo sguardo cadde su di un lungo tubo d’acciaio delle impalcature. Vincent cercava di non finire in ginocchio ma la forza di Brasilov non gli permetteva di muoversi "Hai qualche difficoltà?" gli disse schernendolo, poi emise un gemito quando quello che sembrava un tubo lo colpì alla testa facendogli mollare la presa, Brasilov si voltò "Tu! Insulsa…" ma venne interrotto perché Vincent gli era saltato al collo stringendolo "Lasciala stare!" urlò prima di conficcare le zanne nel collo del cacciatore veterano. Nel momento stesso in cui le zanne entravano nella carne del collo sentiva le forze mancargli per via dell’occhio del cacciatore, ma allo stesso tempo il sangue che beveva bilanciava non perfettamente questo suo potere, Il cacciatore però se ne accorse e dimenandosi riuscì ad afferrare la gamba di Vincent e strappandoselo di dosso letteralmente lo scaraventò contro un muro. Il vampiro era ancora stordito dallo strano scambio di sangue che per quanto avesse funzionato, ora si sentiva più debole di prima –Pessima idea.- pensò tra sé ma almeno adesso Brasilov sanguinava, e come aveva constatato non aveva bevuto il kresnik visto che non sentiva conati. "Alzati!" disse Lacey tirandolo su per un braccio mentre stringeva ancora il tubo. Si erano allontanati nei corridoi che avevano percorso prima cercando di distanziarsi da Brasilov e ora riprendevano fiato, almeno Lacey, dalla corsa. "E’ tosto." commentò Vincent "Non credo che riuscirò a batterlo." "E’ comunque umano." rispose Lacey "Si" disse Vincent"ma io non ho le forze per combatterlo alla pari." "Se le avessi" disse la ragazza cambiando tono di voce "ce la potresti fare?" "Sì… potrei.". Lacey alzandosi da terra si avvicinò a lui e aprendo la giacca scoprì la spalla sinistra, Vincent era confuso "Fallo." disse la ragazza distogliendo lo sguardo "Ma…" "Hai tre secondi per trovare una soluzione migliore." continuò la ragazza. Vincent si sentiva strano, avvicinandosi a Lacey il suo profumo lo inebriava, forse per la fame, e gli fece provare una scossa di piacere quando con delicatezza affondò i denti nella tenera carne. Sentiva il sangue, lo desiderava, lo aveva sempre desiderato anche quando si illudeva di non avere fame. Sangue, tutto ruota intorno a quel sangue che lo rinvigoriva e che, dal giorno della sua transizione in vampiro, aveva cercato inconsciamente. Solo ora capiva.  Vincent stringeva il tubo d’acciaio con vigore e ogni tanto lo sbatteva contro qualcosa di rumoroso causando un gran frastuono "Brasilov!" urlava dopo ogni colpo. Nel salone principale non c’era nessuno, il cacciatore era sparito, ma dietro di sé aveva lasciato una scia di sangue tradendo la sua ritirata. Era uscito nel cortile e le tracce puntavano dritto alla torre del muro esterno. Quando arrivò in cima al muro, Brasilov lo stava aspettando. "Sei un avversario ostico!" disse il cacciatore massaggiandosi il collo fasciato alla bell’e meglio "Ma adesso sono stanco di giocare." ed estrasse la spada d'osso di Vincent dal fodero. Scattarono entrambi scontrandosi a metà strada facendo risuonare le armi ad ogni colpo. Si bloccarono di nuovo in uno scontro, ma stavolta le entrambe le parti erano alla pari, Brasilov se ne accorse "Ti sei nutrito del suo sangue alla fine eh?" disse stringendo i denti mentre con la mano libera prendeva qualcosa dalla schiena "Ma è tutto inutile!" disse estraendo un paletto. Quello che sembrò una frustata colpì in pieno volto Brasilov stordendolo, ma questa frustata era liquida. Dalla mano di Vincent era sgorgata un lungo getto di sangue. Brasilov sentì l’equilibrio mancargli mentre vedeva Vincent stringendo il tubo coperto di sangue con entrambe le mani avvicinarglisi. Lo colpì in pieno volto facendolo barcollare pericolosamente sul bordo del muro da cui cadde inerme. Vincent stanco e provato cadde sulle ginocchia prima di svenire dopo aver scoperto finalmente la sua arte vampirica. Manipolare il sangue. .... Tutto ruota intorno al sangue.

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Capitolo 22
*** Happily ever after (?) ***


Vincent era sdraiato. Dopo giorni di risvegli forzati, questa volta si sentiva… comodo. "Ecco." disse una voce "Si sta svegliando." seguito dal suono di una porta che si chiude, Vincent aprì lentamente gli occhi scorgendo il soffitto della propria camera, poi qualcosa di relativamente grosso e pesante gli cadde addosso facendolo sobbalzare "Brutto schifoso! Pensavi di lasciarmi solo al mondo!?" disse Lucian "Levati." disse Il vampiro sforzandosi di tirarsi in piedi, si sentiva ancora debole ma il sangue della flebo lo rinvigoriva e stavolta aveva sangue in abbondanza. "Cos’è successo?" "E’ stato tutto un gran macello!" esordì il licantropo " Ero tornato qua per avvertirti di una cosa ma, non trovando nessuno, sono corso all’Abyss dove Minerva mi dice che manchi da ben quattro giorni e…" "Quattro giorni? Sono sparito per così tanto e nessuno è venuto a cercarmi?" chiese Vincent "Si… Minerva a accennato alla sparizione di alcuni documenti." rispose l'albino, il vampiro ammise che la sua non era stata un mossa molto furba "Comunque: a quel punto iniziò a cercare ovunque seguendo il tuo odore e mi ritrovo davanti a questa fortezza dove vedo Lacey che ti trascina fuori mezzo morto... o qualcosa di simile. Dopo aver superato il cancello spuntano un sacco di tizi armati pronti a spararvi e allora mi avvento su di loro, causo danni irreparabili e ne esco vincitore.". Vincent rimase in silenzio "Ho bisogno di un po’ d’aria." disse alzandosi, "Vacci piano." disse qualcuno appena entrato, e alzando lo sguardo vide Jeff "Cosa ci fai qui Jeff?"chiese il vampiro "Beh, il tuo amico aveva bisogno di un medico visto come eravate messi tu e la ragazza." "Lacey? Dov’è?" chiese Vincent "In camera sua dice che deve prepararsi a partire." "Cosa!?" disse alzandosi a fatica dal letto.  "Lacey!" la chiamò Vincent aggrappato al parapetto "Aspetta!" "No." rispose fredda mentre il vampiro arrancava per raggiungerla "Perché vai via?" chiese "Perché? Nulla ha più senso… Ho tradito i cacciatori." "Lo hai fatto per salvare me." "Lo so, ma facendolo adesso sarò considerata una traditrice." "E allora?" disse Vincent "Guarda me e guarda Lucian. Siamo un vampiro di una razza sconosciuta e un licantropo ripudiato dai suoi simili e conviviamo per giunta. Ciò che ci permette di sopravvivere siamo noi stessi, ci sproniamo a continuare nonostante tutto.", per un momento ci fu il silenzio più completo "Hai… ragione, credo." ammise Lacey "Ma quello che ti hanno fatto." "Tranquilla," disse Vincent "mi hanno fatto di peggio. Spero solo Lucian la prenda bene." "Ehi, Vince!" disse il licantropo uscendo dalla camera con il cellulare di Vincent in mano "Parli del diavolo." disse sottovoce il vampiro "Cosa c’è?" "Ho appena parlato con Minerva" -Merda- pensò Vincent "e le ho raccontato di tutta questa faccenda." -Santa merda- "dice che Gabriel vuole parlarci domani sera." -Porca putt…- "Dimmi qualcosa che non so o che vorrei sapere." "Ha invitato anche Lacey." nel corridoio calò un silenzio quasi tastabile –Dalla padella alla brace- pensò Vincent.     Osservandosi nella vetrina del ristorante Vincent ammise che gli piaceva il look in giacca e cravatta, "Eh-ehm." attirò la sua attenzione Lacey, con un lungo passo si avvicinò alla portiera dell’auto e la aprì aiutandola a scendere; indossava un magnifico vestito azzurro che Lucian aveva avuto la brillante idea di scegliere a discapito del portafoglio di Vincent, anche se l’abito le donava incredibilmente "Allora" disse Lucian scendendo dall’auto "ho la va o la spacca." "Stiamo a vedere." rispose Vincent. Il Royaume argent era il ristorante più rinomato dell’intera città, vantava clienti di importanza elevatissima e Vincent non era sorpreso del fatto che fossero stati invitati proprio lì d’altronde un uomo come Gabriel per quanto misterioso era comunque una figura molto influente dentro e fuori la città. "I signori hanno una prenotazione?" chiese il receptionist dal bancone "Ehm sì." rispose Vincent "Nome?" "Nightingale… Siamo qui per una cena con il signor Gabriel." il receptionist si curvò sul libro delle prenotazioni, "Ehi, amico!" lo chiamò sottovoce Lucian "Spero che mangeremo qualcosa! La lista d’attesa di questo ristorante è di almeno quattro mesi! Dicono facciano le migliori bistecche del…" "Ah sì." disse il receptionist annuendo "I signori Nightingale e la signorina Keaton presumo. Seguitemi, vi accompagno al vostro tavolo.". La stanza in cui entrarono era isolata dalle altre ed era arredata in modo piuttosto moderno. Dinnanzi a uno dei quadri appesi che rappresentava una carpa koi che si trasformava in un drago vi era la figura di Gabriel. Dal vivo Gabriel appariva molto alto, più di Vincent o Lucian, e il suo fisico si dimostrava aitante e ben scolpito, questi tratti venivano accentuati dal suo vestito rigorosamente nero "Buona sera miei cari ospiti." disse girandosi per accoglierli, dal vivo la sua voce aveva un tono quasi imperioso, si avvicinò a loro e strinse le mani ai due Nightingale poi prese la mano di Lacey e le fece il bacia mano "Prego accomodatevi." disse poi indicando loro il tavolo "Abbiamo un po’ di tempo per discutere prima che arrivino le portate. Gabriel si sedette comodamente "Allora" disse "ho ricevuto informazioni riguardo all’argomento dei cacciatori. Qualche cosa da dire Vincent?" disse guardandolo dritto negli occhi, "Ecco… credo di essermi fatto trasportare da…" sospirò "Ero stufo di incertezze, soprattutto dopo l’attacco del vurdalak." "Non è andata come speravi vero?" chiese Gabriel, Vincent scosse il capo "Sai perché non sono arrivati gli aiuti? Perché i file dell’operazione li avevi tutti tu. Sei coraggioso ma da soli non si combatte una guerra. Comunque sei salvo ed è questo che conta.". "Signorina Keaton… Posso chiamarla Lacey?" "Preferirei il cognome." rispose Lacey intimidita "Signorina Keaton, mi è giunta la notizia della sua ex affiliazione con il gruppo di cacciatori implicato con Vincent." Lacey annuì "Immagino abbia avuto un ottimo addestramento nel combattimento contro i vampiri." la ragazza annuì di nuovo "Vista la sua conoscenza dei miei due agenti qui presenti e nella consapevolezza del mondo soprannaturale volevo offrirle un lavoro a tempo indeterminato assieme ai suoi amici qui presenti." nessuno riuscì a proferire parola, Lucian e Vincent erano più che stupiti e Lacey pareva stordita, "Io…" riuscì a malapena a dire la ragazza "Credo che accetterò." "Molto bene allora." disse Gabriel "Benvenuta nell’Abyss."  
Brasilov arrancava trascinandosi nel bosco. La caduta lo aveva quasi ucciso ma era riuscito ad andarsene nonostante le ferite. Qualcosa dietro di lui si mosse mettendolo in guardia ma voltandosi non vide nulla. Poi qualcosa lo colpì alla schiena con una tale forza da sbatterlo a terra e poco prima che una seconda artigliata lo colpisse alla gola, vide un gruppo di licantropi andare in direzione della valle muovendosi in branco.

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Capitolo 23
*** Epic Meal Time ***


"Ah, arrivano i vostri piatti." disse Gabriel vedendo entrare un cameriere che spingeva un carrello da cucina con tre vassoi coperti da cloche d’argento "Mi sono preso la libertà di ordinare per voi." e dopo che il cameriere ebbe posizionato i piatti davanti agli invitati e lasciato la stanza, Gabriel iniziò ad elencare le pietanze "Tacchino intero alla Wellington con ripieno speciale per Lucian." disse mentre Lucian toglieva il coperchio e rivelava l’incredibile piatto, il licantropo iniziò ad annusare il profumo del tacchino con crescente assuefazione "Lucian!" disse Vincent  irritato "Per la signorina Keaton, trionfo vegetale con salsa alle erbe," disse mentre Lacey rimaneva stupita davanti al piatto "E Vincent" disse nel momento in cui Vincent scoprì la bottiglia di vetro scuro "una bottiglia della mia personale riserva.", con calma Vincent prese la bottiglia e la stappò liberando il familiare odore. Sangue. La rivelazione lo colpì subito mentre alzando lo sguardo vide negli occhi di Gabriel l’affermazione di ciò che pensava "Ti dispiace versarmene un po’?" chiese Gabriel alzando leggermente il proprio calice, Vincent acconsentì e inclinando la bottiglia osservò il liquido cremisi riempire il bicchiere, Lucian distolse l’attenzione dal suo piatto sentendo lo strano odore provenire dal calice di Gabriel "Ma quello è…" e anche il licantropo finalmente capì "Cosa?" chiese Lacey non capendo cosa stesse accadendo "Ecco svelato il mistero" disse Vincent "Gabriel, il presidente dell’Abyss, è un vampiro…" Lacey spalancò gli occhi stupita "Era ormai tempo per me di rivelarmi." rispose Gabriel sorseggiando dal calice "Mmmh immaginavamo non fossi umano… Toglimi una curiosità di quale…" "Mendoza!" lo interruppe l’altro vampiro chiarendo il suo clan "se è questo che ti stavi chiedendo." "Metamorfosi." annuì Vincent "Già anche se questa capacità a volte non è così… redditizia." disse Gabriel posando il bicchiere. 

Quella notte al limitare del bosco un uomo seduto su un masso osservava taciturno la città splendente di luci "Dov’è finita la sentinella?" chiese a una figura dietro di lui "Ucciso." rispose quasi sussurrando "Da chi?" chiese di nuovo l’uomo, per tutta risposta l’altro gli porse quello che doveva essere una maglietta strappata e coperta di sangue, l’uomo la prese e la annusò leggermente "Rougaru… sono qui allora." disse alzandosi in piedi "Questo rende tutto più interessante." disse prima di trasformarsi in licantropo ululando mentre altri rispondevano in lontananza.  
 
La cena fu abbastanza tranquilla e si concluse molto in fretta così come il viaggio di ritorno a casa. "Non so voi ma credo che dormirò un bel po’." disse Vincent stiracchiandosi con la giacca sotto braccio "Notte." dissero Lacey e Lucian "Notte." rispose prima di chiudersi la porta alle spalle, anche Lacey stava per entrare in camera sua quando Lucian la fermò "Lacey." "Cosa c’è?" chiese "Volevo chiederti scusa per…" "Per avermi quasi strangolata quando mi hai visto trascinare via Vincent prima che riuscissi a spiegarmi?" "Detto così sembra abbastanza ragionevole." "Non preoccuparti è acqua passata." disse la ragazza "Oh bene… e benvenuta nella piccola famiglia Nightingale." disse il licantropo dandole una piccola pacca sulla testa prima di entrare nella propria stanza "Speriamo sia meglio di quella di prima." disse Lacey a bassa voce entrando nella sua camera chiedendosi cosa il futuro avesse in serbo per lei.

"Bel posticino." disse Lucian osservando il forte dove Vincent era stato rinchiuso "Dici che ci sono altri cacciatori?" disse nella direzione in cui si trovava Lacey "No." disse la ragazza "Tra tu e Vincent avete fatto piazza pulita, qui non c’è nessuno. Chissà che fine ha fatto…" "Lacey!" la chiamò Lucian da fuori le mura, quando Lacey raggiunse il licantropo si mise una mano davanti alla bocca per la puzza, un cadavere mezzo mangiato e con orribili ferite era disteso nella boscaglia "Brutta situazione." disse Lucian "Berserkr." "Berserkr?" chiese la ragazza "I peggiori figli di puttana tra tutte le tribù mannare. Odiano tutti, vampiri, altri licantropi, zingari, circensi eccetera.". Qualcosa attirò l’attenzione di Lacey, un raggio di sole aveva illuminato debolmente il cadavere facendogli emettere all’altezza della testa un piccolo bagliore rosso "Non dirmi che…" disse mentre cercando di non badare al fetore si avvicinava al cadavere cercando di vedere meglio "Brasilov." disse scorgendo la gemma color sangue che aveva preso il posto dell’occhio del cacciatore, "Ti dispiace prendere quella gemma?" chiese Lacey al licantropo "Certo." disse prima di chinarsi sul cadavere afferrando il teschio e schiacciandolo tra le mani facendo letteralmente saltare via la gemma che Lacey prese al volo "Questa" disse ripulendola dal sangue "potrà esserci utile."

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Capitolo 24
*** Big Trouble Little China ***


"Berserkr?" disse Vincent con stupore mentre sistemava le stake gun che Lacey gli aveva riportato "Dimmi che è uno scherzo." "Mi piacerebbe." disse Lucian "L’altro giorno ne ho ucciso uno." "Uno scout immagino." "Non ho idea di quanto sia grande il branco." ci fu un momento di silenzio nella stanza "Contatterò l’Abyss." continuò il vampiro "Vedrò cosa riesco a tirare fuori. Avete trovato altro?" "Oh si." disse Lacey finendo di bere una lattina (di Uncle Raisin's) e tirò fuori dalla tasca la gemma di Brasilov "Ok" disse Vincent prendendo le distanze dalla gemma "quella potrebbe tornarci utile a patto non la usiate su di me." "Perché?" disse Lucian avvicinando la gemma a Vincent che accorgendosi in tempo si scansò "Ehi!" il licantropo iniziò a ridere "Non è divertente! Quell’affare ti stende!" "ammesso e concesso che tu sia un vampiro." terminò la ragazza.

Lacey era seduta sui gradini del motel osservando quella strana gemma dal potere di indebolire i vampiri "Spiegami una cosa." disse a Lucian che nel frattempo stava mangiando una pizza intera "Più o meno conosco tutti i clan dei vampiri, per quanto riguarda i licantropi invece…" "Allora." incominciò Lucian pulendosi la bocca dalla salsa "I licantropi come i vampiri si dividono in gruppi chiamati tribù. Le tribù in totale sono tre: i Wendigo sono gli eremiti, se ne stanno in luoghi isolati senza dare fastidio a nessuno sono anche pacifici nei confronti degli umani; i Cerberus, sono i “buoni” nel senso che aiutano sia i licantropi sia gli umani e proteggono il segreto della nostra esistenza; e i Berserkr o come li chiamo io “i wolfurher”." "Wolfurher?" chiese perplessa la ragazza "Si il loro ideale è mantenere una discendenza puro sangue e credimi fanno di tutto per mantenerla sono estremisti in tutto e per tutto!" "Tu a che tribù appartieni?" chiese Lacey "A nessuna, o meglio io sono parte dei Rougaru." "Cosa significa?" "I Rougaru sono la quarta tribù, senza branco, i lupi più potenti, non appartieniamo a nessuno e tutto ci appartiene!" poi Lucian si incupì prima di dire "ma siamo anche soli!" "Come sei diventato un Rougaru?" chiese Lacey incuriosita "Rougarou si nasce" "e la tua famiglia?", lo sguardo di Lucian si fece cupo disse "... non ricordo..""Non ricordi?" "No" disse "I miei primi ricordi sono in quel bosco quattro anni prima di incontrare Vince." disse prima di addentare nuovamente la pizza. "Lucian! Lacey!" li chiamò Vincent dalla stanza cercando di sporgersi il meno possibile dall’uscio "Venite devo parlarvi."; entrati nella stanza si sedettero "Allora" esordì il vampiro "Gabriel ha dato l’ok a un controllo su vasta scala della città a patto di essere equipaggiati a dovere." "Non c’è problema!" disse Lucian scrocchiando le nocche "Non tu." disse il vampiro "Io?" disse la ragazza "Sì… non ti preoccupare conosco un ottimo fornitore." disse Vincent "Ottimo." rispose Lacey "E adesso? Intendo credo tu non esca con il sole, quindi cosa facciamo?" "Castle Crashers?" disse Lucian "Cosa?" "E’ un videogioco." spiegò Vincent "Voi… giocate ai videogame?" disse incredula Lacey "se ti sembra così strano mettiti nei nostri panni!" disse l'albino "Abbiamo uno span di vita illimitato, lunghe attese tra i vari lavori è normale che ci annoiamo in fretta." "Soprattutto lui." aggiunse Vincent "Allora? Giochiamo?" chiese Lucian tenendo in mano un paio di controller, di tutta risposta, ormai rassegnata, Lacey fece spallucce.

L’ascensore scendeva piano "Quindi il negozio cinese ha un’armeria nascosta?" "Eh già." rispose Vincent "Il gelataio cos’è? Un mercato di organi?" "No." "Quello è Jeff." rispose Lucian "Davvero?" chiese stupito Vincent "Oh sì, non tratta solo sangue." "Dio Santo!". "Buona sera Shiro." "Oh, il mio cliente preferito e in compagnia per giunta. Di cosa hai bisogno?" disse il venditore posando un grosso mitragliatore "Sto cercando qualcosa di molto speciale, armi in argento di buona fattura." "Da collezione?" "Temo di no." "Vedrò cosa posso fare," disse allontanandosi dal bancone "nel frattempo dai pure un occhio al nuovo carico di spade, potrebbe piacerti." "Ok." rispose il vampiro "Piccole regole di base." disse rivolto a Lucian e Lacey "Non si spara con le armi qui dentro, non lanciate le armi qui dentro ma soprattutto… niente combattimenti qui dentro. Chiaro?" i due fecero di sì con la testa "Hai capito Lucian?" il licantropo sembrava leggermente perso "Sì. Non si… uhm… spara… qui dentro?" "Sssì più o meno.". Vincent rovistava nel mucchio di spade come un ragazzino alla ricerca di un nuovo giocattolo e ogni tanto lo si sentiva armeggiare prima di rimettere la spada al suo posto "Trovato niente?" chiese la ragazza osservandolo mentre maneggiava un grosso machete "Niente finora, non riesco a trovare l’arma giusta." disse rimettendo dentro il machete "Mmmh. Fammi fare una prova." e gli prese il braccio sollevandolo "Cosa stai facendo?" "Vedo le caratteristiche del tuo braccio." e iniziò a piegarlo facendo pressione sui muscoli poi lo lasciò "Mmmh." disse voltandosi verso le spade "Prova queste." disse prendendo una coppia di lame, Vincent le estrasse, erano più lunghe di un normale machete ma meno spesse e la lama ondulata dalla parte del filo dava loro un tocco esotico. Vincent iniziò a menare fendenti facendo balenare le due lame in contemporanea mimando affondi, parate e colpi poi si fermò "Sono… ottime come hai…?" "Intuito femminile." rispose la ragazza autocompiacendosi.

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Capitolo 25
*** City Hunter ***


"Allora ho…" disse Shiro rientrando nell’armeria "Una notizia buona e una cattiva." lo interruppe Vincent "E un’altra buona." continuò il venditore di armi "La buona è che ho trovato questo paio lame in argento." disse mostrandole facendo scintillare la lama lucente. Lucian ebbe un brivido. "Qual è la cattiva notizia?" chiese Lacey osservando le lame "Che ho trovato solo questo paio di armi in argento. Ma la seconda buona notizia e che ho delle attrezzature per ricoprire le spade con argento." "Mmmh." disse Vincent "Che dici di usare quegli attrezzi su queste?" disse mostrando le spade consigliate da Lacey "E su questa." disse la ragazza mostrando un tomahawk militare "Beh ok." disse Shiro "Pagamento in contanti?" "Si." rispose Vincent "Puoi ricoprire anche…" disse Lucian sollevando leggermente un mitra a canne rotanti "Lucian! Metti giù quell’affare!" gli gridò dietro il vampiro. 

"Ho una domanda." disse Lacey salendo nella macchina "Quanto… beh guadagnate?" "Dipende." disse Vincent "Ci sono vari fattori come la pericolosità, se sono in zone popolate o no e soprattutto…" si girò verso Lucian "i danni pubblici." "In sintesi poco" disse Lucian "anche per non conoscenza della chimica." disse il licantropo restituendo lo sguardo a Vincent "Già. Palla da demolizione." "E’ successo solo una…" disse rivolto a Lacey "Di più." lo corresse il vampiro accedendo il motore "Sette volte…Negli ultimi tre mesi." continuò il licantropo "Direi che la voglio sentire questa storia." "No." disse Vincent serissimo "Tu non la vuoi sentire." "Lascialo perdere." ridacchiò l'altro "Allora eravamo in un deposito quando…".

"Aspetta ma come hai fatto a uscire da quel…" chiese Lacey incuriosita "La risposta è semplice… Ci ho lanciato contro Vince!" disse in modo in troppo fiero Lucian, Vincent sospirò "Questo ti fa capire quanto sia… divertente essere immortale con un licantropo per amico." "Che ti usa come arma multiuso." disse di nuovo con troppa fierezza il licantropo, "Comunque, siamo arrivati." disse il vampiro spegnendo l’auto "Adesso, la situazione è questa: ci divideremo per cercare eventuali tracce, se troviamo qualcosa lanciate un avvertimento con questo." disse mostrando delle torce da segnalazione "Ok prepariamoci.".
"Allora" disse Vincent "tutti pronti?" "Sì." risposero entrambi "D’accordo." e presero direzioni diverse, mentre si allontanavano Lucian si voltò per guardare Lacey poi parlò verso Vincent "Sei sicuro che possa farcela?" "Oh si, è in gamba!" rispose il vampiro " Stiamo parlando di licantropi. Quanto pensi che possa farcela se ne incontra uno?" Vincent si bloccò improvvisamente "Fooorse..." disse "...è il caso che vada con lei." "Muoviti!".
Lacey continuava a camminare. Le piccole strade tra gli edifici erano piuttosto buie ma grazie alla torcia vedeva almeno dove camminava incespicando in bottiglie e cartoni distrutti. Qualcosa alle sue spalle si mosse e con un rapido movimento si voltò estraendo la pistola "Ehi! Sono io." disse Vincent alzando le mani "Che di fai qui?" "Beh io e Lucian abbiamo ripensato al fatto della divisione e abbiamo constatato che forse era il caso di ... Equilibrare le squadre." disse mimando con le mani due livelli che salivano e scendevano "Effettivamente." ammise la ragazza "Prego" disse Il vampiro "prima le signore.".
Lacey si chinò osservando il terreno "Direi che almeno un licantropo è passato di qui." disse "Non molte creature lasciano solchi così profondi." continuò Vincent indicando le profonde artigliate "Non nel cemento." concluse la ragazza "Siamo vicini." disse il vampiro "Non so se sia un bene o un male però!" "Accendo il bengala." disse Lacey "Sì certo." rispose il vampiro. Fu un attimo. Gli bastò percepire quel leggero movimento per scattare verso la ragazza, spostandola di peso prima che il licantropo riuscisse ad azzannarla. Il licantropo non riuscì a frenare il proprio assalto e con un tonfo sfondò il muro dell’edificio adiacente. "Tutto bene?" chiese Vincent guardando la ragazza scioccata, il vampiro era intervenuto con velocità inumana togliendo letteralmente il fiato alla ragazza che per tutta risposta iniziò a respirare affannosamente "Lo prendo per un sì." disse il vampiro rialzandosi. Tra le macerie del muro iniziò a muoversi la figura del licantropo che si alzava "Ok" disse il vampiro estraendo dal trench un paio di pistole "si comincia." poi guardò meglio le pistole e dopo averle rimesse via ne estrasse un paio di calibro notevolmente maggiore "Meglio.".
Vincent volava. Non era un potere vampirico, era il licantropo che lo aveva lanciato. Si era fatto inseguire per un paio di secondi prima che il licantropo riuscisse ad afferrarlo, e adesso stando a mezz’aria aveva iniziato a sparare al licantropo. I proiettili facevano grossi buchi nella carne della creatura ma,sfortunatamente per Vincent, non erano profondi e si richiudevano quasi subito espellendo i proiettili, ormai, deformati. Con un tonfo finalmente atterrò sul pavimento strisciando per un paio di metri sempre sparando al licantropo che ora si avvicinava. Le pistole erano scariche, annunciandolo con dei ripetuti click, Vincent lanciò le pistole verso il licantropo che schivata la prima afferrò con i denti la seconda spaccandola in due. Portando le mani dietro la schiena Vincent estrasse le stake gun, ma il licantropo che ormai lo aveva raggiunto lo colpì di nuovo facendogli cadere le armi e lo afferrò alla gola stringendolo con forza e sollevandolo. Vincent vide il licantropo preparare gli artigli prima che Lacey balzandogli da dietro conficcasse il suo coltello nella gola della creatura che iniziò a dimenarsi facendo cadere la ragazza a terra, il vampiro vide la lama iniziare a scivolare fuori dalla ferita e non appena il coltello si staccò completamente Vincent gli diede un calcio conficcandolo nella testa del licantropo facendo uscire la punta dalla parte superiore della testa. Dapprima immobile il licantropo cadde in avanti lasciando la presa su Vincent, che massaggiandosi il collo osservò la creatura defunta riprendere il suo aspetto umano.

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Capitolo 26
*** The Masterplan ***


Vincent camminò fino a Lacey, che seduta per terra si teneva il braccio destro. Quando provò a toccarlo la ragazza lo ritrasse "E’ slogata." disse Lacey "Ferma." disse il vampiro prendendole il polso e allontanando le mani di lei e "La rimetterò a posto al tre. Pronta?" disse aspettando un cenno della ragazza, che stringendo le labbra annuiva "Ok. Uno." e con un movimento deciso riporto l’osso nella sua sede, Lacey emise un gemito di dolore "Dove sono andati il due e il tre?" chiese a denti stretti "Sei fortunata che fosse solo una slogatura." disse Vincent alzandosi in piedi "Non ho avuto così fortuna io la prima volta." poi qualcosa alle sue spalle si mosse mettendolo in guardia ma non appena vide il manto bianco del licantropo si tranquillizzò "Avevo sentito dei rumori strani..." disse Lucian dopo aver ripreso la sua forma umana "...e sono corso qui subito. Trovato niente?" per tutta risposta il vampiro si mosse di lato per indicare il cadavere trafitto dal coltello "Oh beh… lo prendo per un sì.".
Lucian si avvicinò al corpo e estraendo il coltello, ormai piegato, lo lanciò dietro di se, Vincent lo prese al volo prima che colpisse Lacey impegnata a medicare una ferita alla gamba, poi il licantropo iniziò ad annusare il corpo smuovendolo leggermente "Trovato niente?" disse il vampiro ridando il coltello alla ragazza "Uno strano odore…" annusò ancora " come di… avocado." "Eh?" fece la ragazza, spezzando il coltello nel tentativo di raddrizzarlo "Limitati a seguire la traccia." disse il vampiro, il licantropo balzò aggrappandosi hai muri e sparendo sopra gli edifici "Figlio di..." imprecò sottovoce Vincent che iniziò a seguire Lucian, Lacey aveva iniziato a seguirlo quando disse "Che ne facciamo del corpo?", il vampiro si fermò e tornando verso il cadavere lo sollevò e lo scaraventò in un cassonetto, Lacey lo guardava sbalordita "Che ti aspettavi? Un rito vichingo?" e riprese a correre.
Lacey stava riprendendo fiato appoggiata al muro mentre Vincent cercava di capire dove diavolo era sparito Lucian "Giuro che gli metto un collare se non la smette!" disse guardandosi attorno "Ci siamo persi vero?" chiese la ragazza ripresasi nel frattempo "No, so dove siamo ma non ho idea di dove boia ci stia portando Lucian." disse il vampiro guardando la ragazza "Dovevamo girare a destra all’incrocio di Albuquerque." disse la ragazza "Cosa?" chiese confuso Vincent, Lacey fece un gesto con la mano come per scacciare qualcosa "Mi sono accorto di avervi lasciato in dietro e sono tornato." disse Lucian aggrappato ad un cornicione "Oh beh grazie del pensiero!" disse Vincent vedendolo "Ora facci strada… con più calma." disse accennando alla ragazza. 
Finalmente giunsero davanti a quel che sembrava una vecchia rimessa per barche al limitare del Lago Kinoa "Sicuro che siano qui?" chiese Vincent osservando la struttura "La puzza che sento è inconfondibile." "Molto bene." "Giù!" disse Lacey notando qualcosa, quattro figure uscirono dalla cabina e trasformandosi in licantropi sparirono nella boscaglia balzando sui trochi degli alberi poi ci fu uno strano silenzio, "Non credo ci convenga un assalto diretto" disse Vincent tenendosi basso "non sappiamo neanche quanti sono." "Torniamo domani?" chiese la ragazza "Direi di sì." rispose il vampiro "Vince, tra poche ore farà giorno, ci conviene tornare a casa!" disse Lucian "Non ho voglia di raccogliere le tue ceneri.". 
"Ehi, chi vuole fare una partita a…" chiese il licantropo "Passo." disse la ragazza barcollando verso la sua stanza visibilmente stanca "Ma…" "Lucian." lo chiamò il vampiro "Cosa c’è?" "Forse te lo sei dimenticato ma fino a prova contraria quella ragazza è un essere umano, che ha bisogno di bere e mangiare…" "Come me!" disse Lucian "Tu vuoi, bere e mangiare, ma lei ne ha bisogno e deve anche dormire!" "Uhhh." "Senti, lei deve riposare, non è fisicamente possibile che mantenga il nostro ritmo giornaliero ergo non sarà sempre con noi in missione." "Oh." disse il licantropo "Ti va di giocare?" "No." e chiuse la porta in faccia al licantropo quest'ultimo borbottò "è un pò troppo fragile per questo lavoro, dovrò trovare una soluzione!".
Vincent era accovacciato a terra cercando di formulare un piano "Ok quindi cosa facciamo?" chiese la ragazza stingendo la tazza del caffè "Ho studiato un po’ la zona e devo dire che… chiunque l’abbia scelta sa cosa sta facendo. Difficilmente attaccabile per via dell’acqua e l’intera rimessa non offre nessuna opportunità di infiltrazione." "In pratica ci costringe ad un attacco diretto." riassunse Lucian "Sì. Non li facevo così furbi." "In che senso?" chiese la ragazza, Vincent alzò un braccio in direzione di Lucian che infilava la testa nel secchio di patatine "Ah." "Cosa?" chiese bofonchiando il licantropo mentre masticava le patatine al formaggio "Cosa proponi?" continuò la ragazza "Ecco la mia idea è piuttosto diretta e anche rischiosa ma se giocata bene può farci portare la pelle a casa."
"Allora. Innanzitutto ci divideremo in tre punti diversi, sulla sponda opposta del lago, nella boscaglia e sui pontili. Lucian tu sarai sui pontili e farai da esca, è MOLTO importante che tu attiri la loro attenzione perché se non lo farai saranno grossi problemi per me e Lacey. Io mi posizionerò sulla sponda opposta del lago per fare in modo che non sentano il mio odore, poi attraverserò il lago fino alla cabina e piazzerò dei piccoli aggeggi che tra poche ore Shiro dovrebbe aver completato. Lacey sarà nella boscaglia precisamente su questo altopiano dove con un piccolo giocattolo di mia concessione e dei proiettili d’argento dovrai pararci il culo sparando da molto lontano. Una volta che il piano sarà entrato in azione è importante che non lasciate le vostre posizioni e se tutto andrà liscio ci saranno dei licantropi in meno a minacciare Corwin Hills… o almeno a lasciarne solo uno." Lacey sembrava convinta ma Lucian buttò via il pacchetto di patatine accartocciato e disse "C'è un problema" "Cosa c'è ora?" disse esasperato Vincent "Non sento il loro odore!".

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Capitolo 27
*** Evicted ***


Lacey era sdraiata sul crinale e attraverso il mirino del barret riusciva a vedere la rimessa e anche parte del lago. Aveva sistemato il fucile come le aveva spiegato Vincent e dopo averlo caricato tenendo a portata di mano gli altri colpi le bastava solo aspettare che gli altri facessero la loro mossa. 
Vide Lucian avviarsi verso la rimessa, non appena fu a circa un centinaio di metri dalla rimessa vide uscire un uomo, li vide parlare ma era troppo lontana per poter sentire cosa dicevano. Qualcosa attrasse la sua attenzione. Nel lago una sottile scia di bolle procedeva in direzione della rimessa –Vincent?- pensò la ragazza.
"Cosa cerchi in questo luogo, licantropo?" disse l’uomo vedendo Lucian "Ci sono dei Berserkr in questo posto." disse il licantropo "Se ne devono andare. Oppure sarò costretto a farli andare via con la forza." "Non hai bisogno delle minacce." disse l’uomo indicando la rimessa "Non sono qua per nuocere a nessuno." "Due miei amici sono quasi morti attaccati da quei berserkr e io stesso sono stato aggredito. Spostati druido." "Non lascerò che tu…" ma non riuscì a finire la frase qualcosa di molto grosso gli sfrecciò di fianco andandosi a schiantare poco lontano dal licantropo. Mentre dalla rimessa fuoriuscivano tre licantropi, Vincent cercava di rialzarsi dopo lo schianto "Penso di aver perso una costola nell’impatto. Oh eccola." disse abbassandosi a raccogliere l’osso mancante e riattaccandolo nella sua sede "Avete attaccato per primi. Siete passati al torto." "Beh tecnicamente loro…" disse Vincent poco prima che i licantropi li assalirono. Lucian si trasformò in tempo prima che l’altro licantropo lo assalisse, respingendolo nel casolare; gli altri due licantropi si stavano sforzando di colpire Vincent che nonostante il danno subito schivava egregiamente gli artigli delle due creature, non erano forti come il licantropo che aveva affrontato con Lacey, evidentemente erano molto giovani. Lucian si lanciò nella mischia.
Il licantropo si era rialzato e stava per tornare a combattere, ma quando fece il primo passo sentì qualcosa scattare sotto di lui mentre migliaia di frammenti esplodevano dal pavimento verso il soffitto accecandolo temporaneamente e colpendolo in ogni parte del corpo bruciandolo intensamente. Mentre barcollava verso l’uscita cercando di tornare a combattere non sentì il colpo di fucile che lo passò da parte a parte prima al petto e poi alla fronte.
Lacey tirava il carrello del fucile facendo saltare via il bossolo fumante. 
Vincent vide il licantropo cadere a terra, nello stesso momento degli artigli gli lacerarono il petto, anche se solo di striscio quei tagli facevano molto male, effettivamente non era molto abituato al dolore, ma il vampiro aveva sviluppato una tolleranza durante la sua cattura da parte di Brasilov. Per fortuna uno dei licantropi smise di attaccarlo perché Lucian lo aveva preso da dietro e sbattuto a terra con un R.K.O., adesso era uno scontro uno contro uno. Con rapidità estrasse le lame in argento ed iniziò ad attaccare.
Il licantropo era ancora stordito dal colpo e non riuscì a difendersi dagli attacchi del suo simile albino che iniziò a colpirlo ad un ritmo serrato lacerando le braccia e il busto dell’avversario che non riusciva a rispondere.
Qualcosa sibilò vicino a Vincent, il foro del proiettile era ancora fumante quando lo vide –Prendi la mira con calma.- pensò il vampiro rivolto verso il crinale dove era appostata Lacey, e come se lo avesse sentito un secondo colpò colpì il licantropo nel collo poco sotto l’orecchio, quando la creatura iniziò a barcollare Vincent fece uno scatto in avanti ed evitando il maldestro attacco del licantropo incrociò le braccia e colpì con entrambe le spade recidendogli di netto la testa.
L'ultimo licantropo cadde a terra non riuscendo a sostenere la furia di Lucian, che con un colpo diretto lo trafisse al cuore strappandoglielo con gli artigli.
Il combattimento era concluso finalmente, Lacey si allontanò dal mirino e tirandosi in piedi si sedette sul crinale osservando la situazione da lontano. Non si accorse neanche della figura dietro di lei.
"Adesso parleremo da persone pacifiche." disse Vincent rinfoderando le lame mentre si avvicinava al druido che impassibile aveva osservato tutta la scena "Io non ti riconosco." disse " Questo perché non sono come lui." rispose il vampiro indicando Lucian che ne frattempo si ripuliva dal sangue riprendendo la sua forma umana "Abbiamo cominciato molto male ma per una ragione, questi" disse indicando i vari corpi sparsi lì attorno "i lupi se ne sarebbero dovuti andare." "Ogni creatura della terra hai il diritto di vivere dove preferisce." rispose il druido con fermezza "Solo se ogni creatura viene rispettata dalle altre." concluse la frase Lucian "E’ una vecchia legge dei druidi, una delle tante che mi hanno inculcato durante la mia permanenza." "I licantropi che erano qui hanno attaccato per primi reclamando ciò che non era loro: la vita di alcune persone… Compresi noi due." disse Vincent "Tu non hai niente a che fare con loro e sei libero di andare." "Non così in fretta vampiro." disse una voce dietro di lui. Un uomo era comparso alle loro spalle "Avete ucciso i miei compagni." disse "Adesso farò lo stesso con voi." e alle sue spalle comparve un uomo che trascinava qualcosa "Lacey!" gridò Lucian prima di trasformarsi di nuovo seguito da Vincent che estraeva le spade. Il licantropo scattò verso il lago. Per un secondo il tempo si fermò Lucian e Vincent si guardarono negli occhi e con un cenno impercettibile si spartirono i doveri. Il vampiro con un rapido scatto si voltò ed iniziò l’inseguimento con il nuovo arrivato. 
Lucian era rimasto immobile di fronte all’altro uomo "Vedo che avrò da combattere stanotte." disse l’uomo facendo scrocchiare le dita "Io, Caesar, porrò fine alla tua miserabile esistenza Rougaru!" e detto questo si trasformò nella sua forma ferale. Vincent che ancora non era abbastanza lontano sentì le parole del licantropo –Chi diavolo parla così ai giorni nostri?-.

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Capitolo 28
*** The Big Brawl ***


Il berserkr sovrastava Lucian. La sua forma di licantropo era grande quasi il doppio di quella del suo avversario, ma questo solo perché era nella sua forma ferale. 
Caesar attaccò per primo con una velocità impressionante, Lucian schivò l’attacco solo di pochi istanti prima che lo colpisse e capì che non sarebbe stato un combattimento lungo se non fosse stato molto attento.
Vincent inseguiva il licantropo, che nonostante il vantaggio della velocità non riusciva a seminare il vampiro che spingendosi al limite continuava a stargli dietro. Ormai erano sulla sponda del lago. Il licantropo si arrestò a pochi metri dall’acqua poi cambiò direzione verso un casolare adiacente dove vi entrò; il vampiro non lo perse di vista per un soffio e continuò il suo inseguimento. Quando Vincent entrò nel casolare non vide nessuno. Avanzò cautamente scrutando l’oscurità in cerca di qualsiasi segno del passaggio del licantropo ma nulla sembrava fuori posto, d’altro canto il disordine nel casolare non faceva pensare alla presenza di un licantropo che, su esperienza di Vincent, quando era in fuga badava poco a dare nell’occhio. Poi la vide, distesa sotto una finestra e illuminata dalla debole luce della luna, Lacey era svenuta a terra. Quando la vide il vampiro ebbe un momento di gioia, ma non appena fece alcuni passi verso di lei capì il suo madornale errore. Non fece in tempo ad estrarre la spada che il licantropo gli balzò addosso schiacciandolo a terra. Vincent provò a muoversi ma il peso del aggressore lo immobilizzava mentre con gli artigli si preparava a attaccare. Il lupo ringhiò, si preparava ad azzannarlo. Qualcosa attrasse l’attenzione del vampiro, appoggiato su un barile poco lontano da lui c’era un arpione carico. Il licantropo ringhiò. Il vampiro agì in un lampo. Schivando il primo artiglio con una torsione del busto al limite dell’umano, Vincent si sporse in avanti abbastanza da raggiungere il licantropo e con un pugno lo colpì all’orecchio con tutta la forza che aveva. Il licantropo guaì coprendosi l’orecchio ancora fischiante, questo diede la possibilità al vampiro di spostarsi abbastanza da raggiungere l’arpione e afferrandolo con entrambe le mani lo punto verso il licantropo e sparò. Con uno schicco la punta dell’arpione fuoriuscì dal retro della testa del licantropo passando per l’occhio sinistro: il licantropo scattò in piedi liberando Vincent dalla sua presa ed iniziò a delirare cercando di togliersi l’arpione dal cranio, la cui estrazione era resa difficile dal sangue che fuoriusciva dall’orbita semivuota. Vincent si alzò in piedi ed estraendo le spade iniziò ad attaccare, ma il licantropo ancora furente rispose agli attacchi con violenza incontrollata costringendo il vampiro a schivare i suoi colpi che finivano contro le colonne di legno sbriciolandole. Poi uno strano rumore attrasse l’attenzione di entrambi, prima fu uno scricchiolio, poi qualcosa si spezzò facendo traballare tutta la baracca che in un attimo crollò su se stessa finendo in acqua. Vincent provò a nuotare ma il licantropo lo tirava verso il fondo, inizialmente cercò di combatterlo ma poi notò qualcosa che finiva sul fondo assieme alla baracca… o meglio qualcuno. Il vampiro cercò di liberarsi dalla presa ma il licantropo non demordeva cercando di attaccarlo, questo gli fece venire in mente Lucian. Con un rapido gesto Vincent afferrò una delle lame che stavano affondando e la conficcò nel petto del licantropo facendola rigirare leggermente; piccole bolle fuoriuscivano dalla ferita seguendo la forma della lama, poi afferrò la seconda e fece lo stesso cercando di evitare di essere linciato dagli spasmi del licantropo che capito cosa stava facendo cercava di fermarlo. Poi le bolle cessarono e il licantropo con forza allontanò Vincent che si mise a nuotare verso il corpo i Lacey che andava verso il fondale.
Il vampiro uscì dall’acqua trascinandosi dietro il corpo della ragazza, che dopo averla distesa le mise la testa sul petto "Merda!" disse avvicinando subito le mani sul petto premendolo ritmicamente "Forza… Respira!" disse poco prima di farle la respirazione bocca a bocca, poi le fece ancora il massaggio cardiaco e provò di nuovo la respirazione. "Non… morire… non… morire!" disse a tempo con le pressioni, un’ultima respirazione, poi uno spasmo e la ragazza tossì fuori dell’acqua. 
Lucian non se la passava bene. Dopo il primo attacco Caesar aveva iniziato ad attaccare con una ferocia inaudita costringendo Lucian a schivare ogni colpo. Il suo avversario, a differenza di lui, stava usando la forma completa del licantropo che gli consentiva abilità fisiche che andavano ben oltre le sue. Ogni colpo era come una prova per Lucian, tutti i suoi sensi erano concentrati per captare ogni movimento dell’avversario al puro scopo di non farsi colpire dagli artigli che il più delle volte andavano a vuoto ma quando colpivano producevano un dolore atroce. Poi ci fu un forte boato e una rimessa crollò nel lago. Fu l’unico momento di distrazione del berserkr e Lucian ne approfittò istantaneamente; con un paio di rapidi colpi al petto facendo indietreggiare leggermente il licantropo avversario e prevedendo la contromossa del nemico ripresosi dall’improvviso attacco schivò un colpo prima ruotargli attorno per poi colpirlo alle gambe con un calcio tranciandogli entrambi i tendini con gli artigli del piede. Il berserkr cadde in ginocchio ringhiando di rabbia, ma non appena si voltò per cercare il suo avversario non vide nessuno.
Vincent vide arrivare Lucian con le braccia e il petto sanguinante, Lacey nel sedile posteriore era distesa su di esso avvolta da una coperta pesante. Il licantropo entrò nell’auto che partì sgommando sull’asfalto "Chiama Jeff…" gli disse il vampiro porgendogli il telefono "Abbiamo immediato bisogno di pronto soccorso.".

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Capitolo 29
*** Dexter's lab ***


Jeff si stava sistemando lo stetoscopio attorno al collo dopo essere uscito dalla camera da letto di Vincent "Lacey sta bene." disse "Se l’è cavata solo con un leggero trauma alla testa ma per il resto non ci sono problemi." "Grazie al cielo." risposero Vincent e Lucian assieme "Voi due come ve la cavate?" "Ci penserà il mio fattore rigenerante alla mia salute." disse il licantropo alzando leggermente il braccio con il segno degli artigli ancora ben visibile "A me, invece, non dispiacerebbe una mano." disse il vampiro "Ho delle schegge grosse come proiettili incastrate nella schiena." "Fammi vedere." disse Jeff mentre Vincent si sedeva togliendosi la maglietta "Raccapricciante." disse il dhampir, Vincent indicò Lucian "E’ lui quello con la rigenerazione figa." disse "Piuttosto, vedo che non è andata bene." "Per niente." disse il licantropo "Quello…" "Caesar…" "E’ in grado di usare la forma completa senza perdere il controllo." "Dopo quanto un licantropo è in grado di controllare una forma del genere?" chiese Jeff che nel frattempo aveva estratto delle schegge dalla schiena di Vincent "Dipende… per un Wendigo è abbastanza naturale, per gli altri ci vogliono anni di pratica o… si lasciano andare." "Quello è meglio evitarlo." rispose il vampiro "Un licantropo imbizzarrito non è il massimo da gestire… soprattutto per un vampiro." "Vero." disse Lucian ricordando l’accaduto nelle fogne "Ma siamo comunque al punto di non sapere come affrontare un licantropo del genere senza mandargliene uno contro di uguale calibro." "Beh." disse Jeff dopo aver estratto una grossa scheggia "Non so se può aiutare ma ci sarebbe un altro modo." Vincent si voltò verso il dhampir "Conosci cose sui licantropi?" "Beh… mi informo… tutto qui. Comunque c’è una pianta, chiamata aconito, che è estremamente velenosa e che porta un sacco di sintomi strani che possono portare alla morte e…" "Arriva al dunque." disse Lucian facendo un gesto con la mano "Sì, ho scoperto che questa pianta e nociva anche per i licantropi non a caso viene chiamata anche “strozzalupo”." "Ne sai parecchio." si complimentò Vincent "Dove si trova questa pianta?" "Europa." "Cosa? Non abbiamo tempo per un viaggio intercontinentale." rispose il licantropo "Già ma… si dia il caso che nell’ospedale dove lavoro stanno conducendo degli esperimenti con varie piante medicinali e tra queste c’è la pianta che vi serve." "E’ magnifico ma, come si prepara il veleno in questione?" chiese il vampiro "Non ne ho idea. Tutte le informazioni che ho trovato non rivelavano altro." "Che si fa?" chiese Lucian in procinto di bere una bibita "Ci serve un alchimista." rispose Vincent "Ci sarebbe…" disse Lacey entrando nella stanza "Un uomo che potrebbe aiutarvi." "Dovresti tornare a letto." disse il vampiro "E tu dovresti ascoltarmi." rispose secca la ragazza "Come stavo dicendo, c’è un uomo che produce pozioni e cose del genere; quello che ha preparato il kresnik." "Ma non starà con i cacciatori?" chiese Lucian "Diciamo che sta dalla parte del miglior offerente, ad ogni modo se riuscissimo a trovarlo possiamo fargli preparare il veleno… sotto compenso ovviamente." "Sai dove si trova?" chiese Vincent, Lacey fece un cenno con la testa "Quando puoi rifornirci con lo strozzalupo?" chiese rivolto a Jeff "Anche subito." rispose il dhampir.

Il vicolo era male illuminato e l’immondizia era sparsa per quasi tutta la lunghezza della stradina, se la pioggia non avesse fatto risalire il fetore dell’asfalto non sarebbe stato poi tanto tragico trovarsi lì. Tre figure sostavano davanti ad una porta in acciaio con una piccola grata che serviva per osservare da dentro il locale. "Un’ultima cosa" disse Lacey "Questo tipo è un po’ …strano, state attenti a come si comporta e a che accordi cerca di prendere." Vincent e Lucian annuirono all’unisono, la ragazza si voltò verso lo porta e bussò tre volte. Dopo alcuni secondi la grata si aprì sferragliando e un paio di occhi iniziarono a scrutarli nel buio "Chi cercate?" disse una voce roca da dietro la porta "Vregast." rispose Lacey "Aspettate." disse la voce e la grata si richiuse, poi ci fu uno sferragliare di serratura e la porta si aprì verso l’interno "Entrate." disse ancora la voce adesso più chiare. Entrarono in una piccola saletta illuminata quanto basta per poter vedere dove si stava andando, nel muro opposto si apriva un’entrata che dava su un corridoio illuminato con dei tubi al neon; un energumeno, molto probabilmente quello che gli aveva aperto, gli aveva fatto cenno di seguirlo attraverso il corridoio. Mentre proseguivano per questo corridoio le stanze adiacenti mostravano le cose più strane; in alcune stanze delle persone stavano armeggiando con apparecchiature all’avanguardia utilizzando sostanze ignote e probabilmente incredibilmente pericolose, altre stanze invece adibite a celle alcuni individui si comportavano in maniera assurda e selvaggia urlando e gesticolando in maniera incomprensibile. Arrivarono alla fine del corridoio davanti ad una porta completamente diversa dalle altre fatta completamente in legno con una piccola targhetta in ottone con scritto “Vregast”, l’energumeno bussò un paio di volte "Signore ha delle visite." disse "Falli entrare!" rispose una voce dall’interno "Adoro le visite." "Entrate." disse l’energumeno aprendo la porta. Entrarono uno ad uno nella stanza osservandone lo strano arredamento. Le pareti erano ricoperte di scaffali contenenti innumerevoli boccette di colorazioni diverse tutte etichettate, gli unici tavoli presenti erano due banconi da laboratorio funzionanti che rimescolavano e distillavano chissà quale sostanze. Seduto su di una sedia appoggiata ad uno scaffale c’era un uomo con uno strano cappello appoggiato sul viso, mentre con la mano destra giocherellava con un lungo bastone da passeggio "Benvenuti da Vregast l’alchimista!" disse "Cosa posso fare per voi?" Vincent ebbe uno strano presentimento.

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Capitolo 30
*** Wild Hunt ***


"Abbiamo bisogno dei suoi servigi per…" esordì Lacey ma Vregast la interruppe alzando la mano con il palmo aperto "Non sareste qui altrimenti." disse "Quindi veniamo subito al dunque. Grazie." "Ci serve un veleno per licantropi." disse schietto Vincent, Vregast sorrise "Dritto al punto! Mi piace!" disse "Avete la base per il distillato?" Lacey mise sul tavolo un piccolo sacchetto di plastica con all’interno dei piccoli fiori viola "Ah! Aconito Napellus! Quando la leggenda incontra la realtà!" "Quindi accetta?" chiese Lucian osservando ancora quegli strani fiori "Possiamo pagarla bene." continuò la ragazza "Non ho dubbi." disse l’alchimista "Ma tuttavia l’offerta mi pare poco appetibile per un genio del mio calibro." "Stai scherzando spero?!" disse Vincent avvicinandosi al tavolo "Ehi! Decido io a chi offrire i miei servigi e se la cosa non vi va a genio potete anche uscire. Roy buttali fuori!" disse all’energumeno che non appena toccò la spalla di Lucian questi si voltò e lo sollevò di peso mettendolo contro il muro. L’alchimista rimase sbalordito vedendo il ragazzo dai capelli bianchi sollevare la sua guardia "Lascialo Lucian." disse Vincent, il licantropo guardò l’uomo e poi lo lasciò andare "Adesso ascolta." disse il vampiro guardando l’alchimista dritto negli occhi mentre si appoggiava con le mani al tavolo, in un attimo un coltello si conficcò nella mano di Vincent; Vregast era stato incredibilmente veloce nel colpire ma non si accorse che era del tutto inutile, il vampiro notando il coltello lo estrasse semplicemente prima di conficcarlo nel tavolo quasi fino all’elsa. "Ora accetterai di preparare quel veleno" disse il vampiro "e noi ti pagheremo il dovuto per il tuo servizio. Chiaro?" ma lo sguardo dell’alchimista era rivolto ad altrove, a quello squarcio nella mano dove prima c’era il coltello adesso non c’era altro che una sottile striscia cremisi che andava pian piano svanendo, Vregast sorrise "Ho cambiato idea, vi aiuterò" "Ottimo." disse Lacey "ma come pagamento non voglio denaro." "Cosa vuoi allora?" chiese Vincent "Molto semplicemente una fiala con il tuo sangue, vampiro." disse l’alchimista "Mi ci è voluto un po’ per capire chi foste, ma alla fine la vostra natura si è rivelata abbastanza in fretta." continuò "Il tuo amico albino è sicuramente un licantropo a giudicare dalla velocità dei movimenti e dalla forza, mentre su di te avevo dei dubbi ma la rigenerazione ha chiarito ogni cosa, mentre tu…" disse rivolto a Lacey "Io sono umana." "Beh non c’è bisogno che continui." "Molto bravo." disse il vampiro "Grazie ma ora…" continuò Vregast "Riguardo al mio compenso? Adesso sta a te decidere.". Vincent si girò verso Lucian e poi verso Lacey, nei loro sguardi capiva che a nessuno dei due piaceva quell’idea ma contro qualcuno come Caesar ogni risorsa era fondamentale; estrasse il coltello dal tavolo e mise il braccio sopra a delle fiale da laboratorio, fece un taglio all’altezza del polso facendo fuoriuscire un rivolo di sangue che iniziò a riempire la piccola fiala, dopo alcuni secondi il piccolo contenitore fu pieno a metà e Vincent tolse il coltello dalla ferita, poi si voltò verso Vregast "Andata?" "Andata." disse l’alchimista mostrando un sorriso sfavillante.

"Ho pessime notizie." disse Minerva dall’atro capo della chiamata "Sembra che un licantropo si aggiri nel parco naturale." "Merda!" disse Vincent, Lucian lo guardò con aria interrogativa "E’ Caesar." rispose il vampiro prima di riappoggiare l’orecchio al telefono "Le autorità locali hanno dichiarato che si tratta di un orso alla stampa, per cui il danno può essere ancora contenuto. Sta a voi essere il più discreti possibile." e concluse la chiamata "E’ nel parco naturale" disse Vincent guardando Lucian e Lacey "possiamo affrontarlo ma bisogna stare attenti, una mossa falsa e dovremmo spiegare un sacco di cose alla gente che ci vedrà." "D’accordo." rispose il licantropo "Tra quanto sarà pronto il veleno?" chiese la ragazza a Vregast che nel frattempo stava armeggiando con ampolle e provette "Il periodo di fermentazione va da trenta a quaranta minuti, se comprendiamo anche il processo di stabilizzazione… circa un’ora e mezza." "Da qui quanto ci vuole per il parco?" chiese Lucian "Quindici minuti con l’auto… Cinque se prendiamo i tetti." "I tetti?" chiese Lacey "Non tu." disse Vincent "Resta qui e porta il veleno quando è pronto. Noi terremo occupato Caesar." "Niente alternative eh?" disse il licantropo "O la va o la spacca." disse il vampiro "O Vi spacca." commentò la ragazza. "Ti lasciamo Beatrice nel vicolo, ecco le chiavi." disse Vincent lanciandole il mazzo di chiavi prima di sistemarsi i foderi "Un’ultima cosa" disse poi avvicinandosi a lei "non rischiare la vita, non ne vale la pena." "Non per noi!" disse Lucian passandogli dietro "Siete voi a non dover crepare troppo in fretta." "Clinicamente parlando sono morto… ma va bene." "Andiamo! Ho dei conti da saldare con quel bastardo." "Forza!" disse Vincent aggrappandosi con un balzo ad un lampione prima di issarsi e lanciarsi verso un cornicione, mentre Lucian trasformatosi si aggrappava al muro scalandolo rapidamente.
Vincent e Lucian correvano sui tetti balzando da un edificio all’altro, "Sai" disse il vampiro tenendosi al pari del licantropo "questo mi ricorda molto la festa “del giorno dei morti” due anni fa, ricordi?" il licantropo parve confuso "Dai! Gli zombi? Il necromante impazzito?" Lucian fece una faccia pensierosa poi gli si illuminarono gli occhi e annuì felicemente "Solo che stavolta rischiamo la pelle anche noi! Lacey ha ragione cerchiamo di non crepare troppo in fretta." disse prima di schivare all’ultimo un camino in mattoni.   

Un tombino si alzò leggermente "Via libera." disse Vincent alzandolo completamente uscendo dalla fogna seguito da Lucian che rimise a posto. Il parco era incredibilmente silenzioso nonostante fosse nel centro città "Comincia la caccia." disse il licantropo "Speriamo di non essere la preda." disse il vampiro.

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Capitolo 31
*** Hungry like the wolf ***


Pioveva. Vincent aveva iniziato a sentire le gocce d’acqua che gli bagnavano la testa, inizialmente non era che una pioggerella leggera ma in poco tempo aveva cominciato a diluviare. Al vampiro piaceva la pioggia, riempiva l’aria di uno strano odore quasi piacevole che lo metteva sempre di buon umore anche quando Lucian cominciava a fare idiozie o simili. Alzò la testa per sentire meglio quel profumo ma qualcosa gli impediva di muoversi, abbassando la testa vide il troco d’albero fuoriuscirgli dal petto "Ah già." disse ma tutto ciò che uscì fu un rantolo. Cercò di smuovere il tronco afferrandolo con le braccia ma quello non dava segno di cedimento –Che situazione del cazzo…- pensò lasciando ricadere le braccia sui fianchi.

Erano entrambi in allerta, da quando erano usciti dalla fogna non avevano smesso di guardarsi attorno in cerca di tracce del passaggio di Caesar, ma nulla lasciava trapelare indizi sul suo passaggio. Vincent aveva sguainato le spade e Lucian si era trasformato parzialmente, ora non restava che iniziare la caccia. 

Avevano dovuto correre per un quarto d’ora buono prima di trovare finalmente il loro avversario, che una volta avvistati aveva voluto giocare un po’ con loro prima di combatterli facendoli correre ancora una manciata di minuti; più volte il Berserkr aveva fatto perdere le proprie tracce ma per fortuna l’olfatto di Lucian non li aveva ancora traditi. Finalmente lo avevano raggiunto dopo un lungo inseguimento. "Siete determinati stavolta a quanto vedo…" disse Caesar ritrasformandosi difronte ai due "Stavolta non ti lasceremo scampo!" disse Vincent preparandosi a combattere "Che questo sia ricordato come un combattimento leggendario, allora!" disse il Berserkr prima di scagliarsi contro di loro. 

Chiunque fosse stato lì in quel momento non avrebbe potuto capire cosa stesse accadendo. I tre combattenti si muovevano ad una velocità incredibile, lame e artigli disegnavano solchi nell’aria nel tentativo di colpire l’avversario e ogni qual volta che accadeva una linea di sangue veniva trascinata dalle spade del vampiro o dagli artigli dei due licantropi. Poi improvvisamente si bloccarono e il tempo intorno a loro sembrò scorrere di nuovo normalmente; Caesar incrociando le braccia era stato in grado di bloccare la serie di attacchi di Lucian e Vincent che adesso cercavano di resistere alla difesa del berserkr che ora sembrava impenetrabile spingendo con tutte le loro forze. I loro sforzi risultarono inutili quando con un potente colpo seguito da un ruggito altrettanto potente li sbalzò via di un paio di metri. Il berserkr si lanciò su Lucian azzannandolo alla spalla, ma il licantropo iniziò a colpirlo con gli artigli lasciandogli profondi solchi sul petto ma dopo alcuni colpi la sua furia iniziò a cedere surclassata dal dolore. Vincent trafisse Caesar con le spade conficcandole entrambe all’altezza del cuore, il berserkr per tutta risposta si rialzò e cominciò ad andargli in contro facendo indietreggiare il vampiro che si preparava ad evitare l’attacco imminente ma fu del tutto inutile. Vincent non credeva ai suoi sensi, la velocità e la forza del suo avversario gli si riversarono contro sotto forma di un calcio che lo spinse indietro di svariati metri; era riuscito a resistere al colpo ma le ossa della sua cassa toracica erano completamente fratturate. Non ebbe il tempo di rialzarsi. Qualcosa lo trafisse da parte a parte, poi si sentì alzare facendo in tempo a vedere la furia negli occhi di Caesar prima che questi tenendo il tronco di un albero sradicato lo lanciasse contro una parete conficcando l’albero nel cemento. Il colpo stordì Vincent annebbiandogli la vista, ma riuscì comunque a percepire la presenza del suo avversario poco distante da lui. Poi avvertì qualcosa che gli fece accapponare la pelle perché aveva capito che i guai sembravano solo all’inizio.

Il morso aveva riaperto una ferita nella mente di Lucian che lo riportava a quel giorno nelle fogne, mentre affogava tirato verso il fondo dai revenant e la rabbia che sentiva trovava una valvola di sfogo. Gli eventi si ripetevano la sua vista si offuscava. 

Il licantropo aveva impiegato poco a completare la sua trasformazione diventando quella gigantesca creatura che ora ringhiava ferocemente a Caesar. Bastò uno sguardo tra i due licantropi, in una frazione di secondo si scagliarono uno verso l’altro formarono un groviglio ringhiante che azzannava e artigliava, poi il licantropo albino lanciò il suo avversario oltre ad una boscaglia e con un balzò lo seguì lasciando solo il silenzio.

"Ci sono quasi!" annunciò Vregast a Lacey mentre giocherellava con un coltello, dopo essersi sistemato degli occhiali oscuranti sugli occhi prese una provetta ed iniziò a versare del liquido arancione dentro un’ampolla contenente un liquido azzurro, dopo alcune gocce il liquido azzurro iniziò a ribollire leggermente prima di raffreddarsi assumendo un colore verdognolo "E’ pronta!" disse "Finalmente!" disse Lacey avvicinandosi "Ora" cominciò Vregast tenendo in mano l’ampolla "quest’affare funziona basta solo che entri nell’organismo del licantropo, versarglielo addosso non servirà a nulla. Gli effetti saranno immediati, sarà debole in una manciata di secondi." e detto questo consegnò l’ampolla a Lacey "Spera solo che funzioni." gli disse la ragazza puntandogli contro il dito, poi si voltò e corse alla macchina.   

Aveva seguito le tracce del combattimento fino ad un ponte rialzato cercando altri segni del passaggio dei suoi amici. "Lacey." disse qualcuno dietro di lei con un rantolo, quando si voltò ebbe un sussulto vedendo Vincent penzolare dalla parete con un tronco nel petto "Lacey." ripeté ma la parola gli morì in bocca "Vincent!" disse la ragazza poi notò il vampiro indicare il tronco e capì subito, prese il tomahawk e iniziò a colpirlo con energia

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Capitolo 32
*** Rise of the Lycans ***


I due licantropi si fissavano a distanza di pochi metri, attendendo la mossa dell’altro. Sui loro corpi le profonde ferite inferte dall’avversario si rimarginavano rapidamente lasciando come traccia una striscia di sangue dove prima la carne era stata squarciata. Entrambi ansimavano producendo una piccola nuvola di condensa, la temperatura era scesa per via della pioggia che adesso dopo una forte raffica era diminuita fino a diventare un pioggerella leggera. Respiravano ritmicamente. Poi entrambi trattennero il respiro. 
Si lanciarono dandosi la spinta con tutte e quattro le zampe e l’impatto fra i due fu abbastanza potente da scuotere gli alberi più vicini, che riversarono le gocce d’acqua accumulate sulle foglie sulla strada. Iniziarono di nuovo a combattere colpendosi ripetutamente al petto e alle braccia cercando di debilitare l’avversario ma nessuno dei due aveva la minima intenzione di cedere. 

Nonostante i suoi sforzi Lacey non era riuscita a tagliare il tronco, ma lo aveva colpito con abbastanza energia da danneggiarlo abbastanza e adesso cercava di spezzarlo, tirando e spingendo più che poteva con l’aiuto di Vincent che per quanto limitato faceva del suo meglio ma il legno non sembrava cedere.
"Andiamo! Spezzati! Cazzo!" gridò Lacey sforzandosi ancora, prima di colpire il tronco frustrata dall’insuccesso. Si appoggiò contro il legno bagnato cercando di riprendere fiato ancora affaticata, una mano le si appoggiò sulla spalla; alzando il viso vide Vincent che la guardava ancora incapace di parlare per via del polmone a brandelli "Non… riesco… non so come." gli disse la ragazza stringendogli la mano gelida, poi notò che dal trench del vampiro spuntava fuori qualcosa, si alzò ed estrasse il fodero di una delle spade osservandolo per qualche secondo. Capì cosa doveva fare.
Lacey afferrò la mano di Vincent stringendola più che poteva senza mollare la presa "D’accordo!" disse "Punta i piedi e spingi!" ordinò al vampiro e incominciò a tirarlo per il braccio mentre l’altro libero cercava di aggrapparsi al tronco. Il corpo di Vincent strisciò sul tronco di alcuni centimetri lasciando una macchia di sangue. 
Ormai erano a più di tre quarti del tronco. Lacey aveva le mani doloranti a furia di tirare, anche Vincent dal canto suo non se la cavava bene dopo aver coperto col proprio sangue quasi due metri di tronco d’albero. Ormai erano quasi alla fine "Un ultimo sforzo Vincent! Dai!" e si mise a tirare seguita dal vampiro che affondava le unghie nel legno pur di avere una presa salda. La ragazza chiuse gli occhi sforzandosi più che poteva. Ebbe un mancamento e sentì che cadeva, il terreno era ancora freddo e la accolse con una gelida durezza. Poi qualcosa cadde sulle sue gambe fino a poco sopra il bacino; alzò la testa e vide una massa di capelli fradici respirare affannosamente.

Caesar colpì Lucian al volto una, due, tre volte poi lo caricò e con una spallata lo mandò contro un grosso albero che scricchiolò rumorosamente all’impatto con il licantropo, che si rialzò subito e voltandosi afferrò il tronco spezzandolo definitivamente prima di lanciarlo contro il suo avversario, che con un balzò schivò il colpo atterrando perfettamente a terra senza accorgersi della carica del lupo bianco che lo travolse improvvisamente. Il berserkr iniziò a colpire Lucian con gli artigli lacerandogli la schiena e le spalle, ma si bloccò quando il rougaru raggiunto un muro lo sbatté contro di esso incrinandolo mentre crepe si formavano stendendosi da dietro Caesar, che a quel punto iniziò a colpire più forte. Reagendo all’attacco Lucian comincio a sbattere il licantropo contro il muro più e più volte stringendo la presa attorno al suo avversario sempre di più. Oramai i colpi del berserkr si facevano più deboli e perdevano il loro ritmo, tra l’essere sbattuto contro il muro che ormai aveva perduto quasi completamente la sua integrità e la presa incessante del suo avversario Caesar stava sperimentando una delle poche debolezze fisiche dei licantropi: la mancanza d’aria. Lucian avvertì quasi subito l’indebolimento dell’avversario e passò all’azione. 
Con un rapido movimento Lucian si allontanò dal muro e schiantò Caesar a terra formando un piccolo cratere, poi si mise sopra di esso ringhiando.

Lacey e Vincent stavano correndo attraverso le strade del parco alla ricerca dei due licantropi. Il vampiro cercava di rimanere vicino alla ragazza pur cercando di coprire il buco nel petto che mentre si rigenerava mostrava il polmone che incominciava a riformarsi. Alcuni alberi con segni di artigli, seguiti da alcuni anche sradicati, indicavano il passaggio dei due combattenti.
Le tracce li portarono in prossimità di un ponte rialzato e mentre passavano sotto di esso videro Lucian sovrastare Caesar con aria feroce. Il licantropo alzo la zampa sopra la testa di Ceasar e Vincent capì cosa stava per succedere e strattonò a sé Lacey prima che potesse vedere la scena sanguinolenta che stava per consumarsi davanti a loro.

Lucian si rialzò vittorioso stringendo tra le fauci un lembo di carne con ancora attaccato quel che rimaneva della testa maciullata del berserkr.

Per loro fortuna il loro ferale amico non li aveva ancora notati e questo gli diede la possibilità di capire come fermarlo. "Lucian…" disse Vincent sforzandosi di parlare "Ferale… bisogna… in-in…" "Indebolirlo?" chiese Lacey, Vincent annuì "Tu tienilo occupato." disse "Al resto ci penso io." disse mostrandogli una fiala piena di uno strano liquido.
A Vincent non piaceva la situazione ma non aveva alternative. Continuava a ripeterselo uscendo da sotto il ponte tenendo lo sguardo fisso sul licantropo. Batté le mani un paio volte per attirare la sua attenzione quando Lucian lo vide cercò di fargli capire di stare calmo. Neanche Vincent stesso riuscì a spiegarsi come le sue braccia non si fossero spezzate all’impatto. Il licantropo si era scagliato contro di lui e lo aveva bloccato afferrandogli le braccia bloccandogliele mentre Lucian cercava di azzannarlo –Torna in te!- pensò Vincent quasi sforzandosi di farsi sentire dall’amico. Le ossa braccia iniziavano a frantumarsi e le fauci del licantropo si facevano più vicine, non sarebbe durato al lungo. Poi ci fu un rumore di vetri infranti e sul muso di Lucian iniziò a colare un liquido verdastro.
Dopo alcuni secondi la spinta del licantropo diminuì drasticamente ed iniziò a indietreggiare in cerca di un appiglio barcollando. 
Era il momento. Vincent balzò in avanti verso il licantropo e posizionatosi davanti ad esso ruotò su se stesso allungando la gamba destra –Scusa.- pensò il vampiro prima di colpire il licantropo con un calcio all’altezza del collo.

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Capitolo 33
*** Blue's Clues ***


Vincent stava giocherellando con una piccola stalattite di sangue che usciva dal suo dito facendola strisciare contro il tavolo osservando come questa pur rimanendo liquida non si disperdeva al contatto con la superficie in legno.
"Attento o diventerai cieco." disse Lacey entrando nella stanza con un cesto di vestiti sotto braccio "Lo diventerò se non chiudi la porta." disse il vampiro cercando di evitare la luce del giorno, chiusa la porta la ragazza appoggiò il cesto sul tavolo "Brutte notizie." disse estraendo il trench di Vincent "E’ da buttare." disse in filando una mano nel buco dove il giorno prima vi era un tronco "Merda," rispose il vampiro guardando amareggiato la giacca "vera pelle con colorazione naturale e fatta su misura da un abilissimo sarto italiano." la ragazza osservò stupita la giacca "Davvero?" "Nah," disse "comprata a metà prezzo durante un black friday." la ragazza gli diede una spinta all’altezza della spalla facendo ridacchiare Vincent "Mah.".

Lucian dormiva ancora. Dopo che Lacey lo aveva indebolito e Vincent tramortito con un calcio aveva ripreso la sua forma umana. Nonostante tutto però non aveva dato segni di ripresa e la cosa preoccupava Vincent.
"E’ ancora così." disse il vampiro al telefono "Se vuoi posso passare più tardi." rispose Minerva "Potrei anche capire com’è la situazione." "Sì, mi faresti un grande favore." "D’accordo allora" disse "Ah tra parentesi sembra che quel druido sia sparito dalla circolazione, ma non credo abbia in programma di tornare qui con o senza rinforzi." "Buono a sapersi. Beh buona giornata." rispose il vampiro "Buona giornata." rispose la donna prima di chiudere la chiamata. 
"Vedrai che si riprenderà." disse Lacey stringendo una tazza di caffè caldo, mentre si avvicinava a Vincent seduto sul divano mentre giocava ad Hotline Miami "Non fa sempre così?" "Beh ogni tanto lo faceva, ma non c’era di mezzo un veleno o una trasformazione completa. Non ci resta che aspettare.", ci fu un lungo silenzio in cui il vampiro si limitò a giocare mentre la ragazza beveva il caffè osservando il videogame "Non hai qualche gioco per due giocatori?" chiese la ragazza. 

Vincent stava passeggiando per il centro. Ogni tanto non gli dispiaceva andarsene in giro per i fatti suoi quando Lucian era via o faceva le sue solite boiate. Aveva lasciato dormire Lacey che per quanto si sforzasse di stare al loro passo, crollava dal sonno nonostante le dosi di caffè che ingurgitava. –E’ una ragazza in gamba- pensò tra sé –Ha le qualità necessarie per il lavoro.- anche se Vincent pensava si sentisse un po’ come l’ultima ruota del carro messa a confronto con lui e Lucian e la cosa gli dispiacque un po’. Minerva era passata durante il pomeriggio e con uno strano rituale druido aveva decretato che Lucian si sarebbe ripreso presto, e dopo aver saputo del piano del veleno, li rimproverò per la sconsideratezza ma si complimentò anche per la trovata effettivamente efficace.
Vincent alzò lo sguardo verso un’insegna luminosa “The Drunken Scotsman” "Facciamoci una birra." si disse il vampiro entrando. L’ambiente era piuttosto affollato ma per essere un bar era piuttosto pulito anche senza troppe pretese; alcune persone stavano guardando una partita di football, altri bevevano seduti al bancone mentre altri si divertivano a giocare a freccette o con il biliardo. 
"Cosa posso servirti?" chiese il barista rivolto verso Vincent mentre ripuliva un boccale "Ehm… una birra?" rispose senza pensarci, infondo qualsiasi cosa avrebbe bevuto non avrebbe avuto nessun effetto o sapore, almeno non l’avrebbe vomitata. Il barista si voltò e prese un bottiglia di birra stappandola e versandola in un boccale preso da sotto il bancone "Ecco a te." disse "Ehm grazie. Ha proprio un bel bar qui." disse il vampiro "Grazie! L’ho messo in piedi qualche anno fa con la mia signora e da allora non ho avuto una sola giornata senza clienti." "Buon per te." disse Vincent bevendo qualche sorsata di birra "Passa una buona serata mi raccomando." disse dandogli una pacca sulla spalla "Devo badare ai miei clienti adesso." disse poi allontanandosi verso un gruppo appena arrivato. 
L’ambiente non era affatto male ora che Vincent lo osservava camminando nel locale con il boccale di birra alla mano, sui muri c’erano targhe di auto, stemmi sportivi, foto in bianco e nero e articoli di giornale di varie vittorie sportive. Uno degli articoli aveva scritto a caratteri cubitali “I Green Bay Packers schiacciano i Pittsburgh 31 a 25!” e a quanto pare era anche firmato da un giocatore forse visto che era incorniciato, poi notò qualcosa seguendo la firma di quest’ultimo alcune lettere del nome coprivano un piccolo trafiletto con la scritta “Scomparso”, Vincent si avvicinò per guardare meglio la foto in bianco e nero.
Vincent non sentì il bicchiere cadere o i commenti delle persone che lo guardavano stupite, perché in quel momento non aveva attenzioni che per la foto del trafiletto di giornale. Non aveva che attenzioni per quella foto che lo ritraeva.

Stava correndo in mezzo alla gente che scostandosi lo lasciava passare. Sentiva il bisogno di respirare ma ogni volta che inalava non riusciva quasi a sentire i polmoni riempirsi, mentre il cuore d’altro canto batteva a più non posso. Aveva visto se stesso nell’immagine. In tutti gli anni in cui era stato un vampiro non era mai riuscito a trovare nulla sul suo passato o su ciò che era fino a quel momento, e ora il suo corpo quasi si rifiutava di ammettere la verità. Entrò in un vicolo cercando di distaccarsi da tutta la gente. Si tenne la testa avvertendo le pulsazioni frenetiche delle vene. Si sedette per terra cercando di respirare con più calma e fu allora che la sentì. Stava piangendo, sentiva tra i suoi singhiozzi le parole che continuava a ripetergli "Perdonami.".

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Capitolo 34
*** Guilty Crown ***


La voce c’era ancora e Vincent la sentiva chiaramente. Una voce di donna. Il vampiro inspirò profondamente e si concentrò "Chi sei?" disse parlando come se l’avesse davanti, i singhiozzi si alleviarono e finalmente la voce iniziò ad essere più comprensibile "Mi chiamo Kaitlyn." "Perché mi parli telepaticamente?" chiese Vincent "Io non..." sospirò "Non ho il coraggio di vederti." "Non hai… il coraggio? Allora perché hai detto che ti dispiace?!" "Io…" "COSA TI DISPIACE!? Pretendi che io accetti le tue scuse ma non ho idea di cosa ti stai scusando!" ci fu un breve silenzio " Cinque anni fa… ricordi lo chalet?", inizialmente il vampiro non capì poi la risposta gli apparì chiara "Tu… tu mi hai… perché?" "Non… posso dirtelo." "Non puoi dirmi perché sono diventato quello che sono adesso?" un rivolo di sangue gli scese dal naso "Il tuo passato dovrà rimanere un segreto per te. Non puoi rischiare di ricordare! La tua mente non resisterebbe." "La mia mente? Sto già impazzendo per capire tutta questa faccenda!" Vincent si massaggiò le meningi sentendo uno strano dolore alla testa "Ti prego… fatti vedere… devo sapere…" ma fu del tutto inutile, perché sentendo il freddo asfalto contro la guancia capì l’estremo sforzo da lui compiuto.

Lacey si risvegliò. Si era addormentata dopo alcune ore di gioco, non era abituata a tener testa a tutte quelle partite di seguito. Alzandosi dal divano notò subito l’assenza di Vincent, cercò le proprie scarpe che nel frattempo era finite sotto il mobile se le mise e andò a controllare Lucian.
Il licantropo stava letteralmente dormendo come un ghiro, sdraiato a faccia in giù nel cuscino che attutiva il suono del suo russare mentre il suo corpo stava in una posizione possibilmente disumana; insomma tutto sembrava normale. 
Non aveva mai incontrato Minerva prima d’ora, dai racconti dei suoi amici sembrava una strana donna: fredda, raffinata e alquanto ermetica. L’impressione della ragazza fu completamente diversa; era benvestita certo ma erano abiti semplici, come i capelli corvini tenuti insieme dall’elastico in modo tale da non darle fastidio mentre lavorava. Dopo aver finito di “visitare” Lucian e essersi concessa almeno un caffè, Minerva si sedette ed iniziò a parlare amichevolmente con Lacey passando da argomenti riguardanti il lavoro fino a discutere dei due disadattati con cui lavoravano da due angolazioni diverse. Si potrebbe dire che le due erano diventate amiche in breve tempo.
Il rumoroso russare di Lucian riportò Lacey al presente, il licantropo avrebbe dormito almeno fino a domani secondo Minerva.
Per poco non le venne un infarto.
Lucian improvvisamente era balzato fuori dal letto urlando come un dannato poco prima di lanciarsi e sfondare la parete adiacente al bagno. 
Lacey istintivamente controllò che non avesse perso arti e sentendo tutto a posto si rallegrò "Ma che cazzo!" la testa di Lucian sbucò fuori dalle macerie "Lacey?" "Dovresti essere convalescente!" "Con tutto quel veleno sicuramente! E tra parentesi grazie!" "Non c’è di che." disse la ragazza in tono più calmo mentre si guardava in torno sperando di non aver attirato l’attenzione di qualcuno "Oooh mi divertiva la cosa del discorso urlato… oh beh, che c’è da mangiare?" disse Lucian scrollandosi i calcinacci di dosso mentre si avviava verso il frigorifero "Pizza!" disse aprendo lo sportello. 
"Come hai capito che sono stata io a versare il veleno?" chiese la ragazza aprendo un’altra lattina "Beh Vincent lo vedevo chiaramente visto che lo stavo smontando come Mr. Potato." rispose il licantropo addentando un’altra fetta di pizza "Piuttosto dov’è?" chiese "Ottima domanda, non ho idea di quando sia andato via." "Tranquilla tornerà prima dell’alba, come al solito." continuò il licantropo alternando le parole con morsi alla fetta di pizza "Ora che ci penso," disse ingollando un boccone "mi sono ricordato di una cosa." "Cosa?" chiese la ragazza, Lucian si alzò in piedi e allargò le braccia "Lezioni di combattimento contro i licantropi!" annunciò, Lacey pareva più confusa di prima, "Abbiamo capito che te la sai cavare contro i vampiri, ma adesso devi imparare a combattere contro creature molto più pericolose. Pronta?" la ragazza fece spallucce guardandolo con aria incerta.

Vincent riaprì gli occhi. Cercò di rialzarsi da terra sentendo i muscoli indolenziti che riprendevano a muoversi, una volta seduto si accorse del sangue rappreso sul labbro e lo pulì. Si mise ad ascoltare in cerca della voce di Kaitlyn ma non ebbe nessuna risposta… in un certo senso si sentì sicuro; rialzandosi finalmente riuscì a sgranchirsi le gambe indolenzite. Non aveva scoperto quasi nulla sul suo passato ma ora sapeva qualcosa sul suo sire, come ad esempio il fatto che lo seguisse in molte delle sue missioni scrutando la situazione da punti invisibili. La sua idea aveva funzionato, Kaitlyn poteva stabilire un contatto con lui con la mente perché non avrebbe dovuto fare lo stesso? Sfortunatamente senza le dovute preparazioni e l’addestramento necessario lo sforzo lo aveva indebolito mentalmente facendogli perdere conoscenza. Mentre usciva dal vicolo Vincent non sapeva se rallegrarsi o preoccuparsi: perché aveva trovato finalmente un altro Nightingale o perché forse c’era un motivo per la sua assenza.

La situazione sembrava tutto fuorché normale, anche per qualcuno come Vincent. Seduto sul divano Lucian giocava concentratissimo ad un gioco online mentre Lacey dall’altra parte della stanza reggeva dei coltelli che man mano lanciava contro la schiena del licantropo. "Ne ho sentito uno cadere! Sgancia il verdone!" disse Lucian completamente assorto dalla partita "Maledizione!" imprecò la ragazza mettendo un dollaro in un vasetto di vetro. Vincent entrò nella stanza e prese un coltello dalla mano di Lacey che si stupì di vederlo, lui le fece segno di non parlare poi tirando indietro il braccio scagliò il coltello. Lucian girò di scatto la testa e lo prese al volo con i denti "Ciao Vincent!" mugugnò "Preso al volo sono dieci verdoni!" "Game over." disse il vampiro, il licantropo parve confuso poi voltandosi vide la scritta in rosso sullo schermo "Cazzo!".

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Capitolo 35
*** Evil Dead ***


Vincent stava componendo un numero al cellulare, alzò la pistola con l’altra mano e sparò. Mise il telefono all’orecchio e aspettò la risposta dall’altra parte "Pronto?" disse la ragazza dall’altra parte "Ehi! Come sta andando lì da te?" "Oh una meraviglia…" udì un colpò di fucile "…ma temo di finire i colpi a questo ritmo." disse la ragazza "Non c’è problema arrivo." disse e sparò un altro colpo sempre nella direzione precedente. C’erano momenti nel lavoro di Vincent che non sopportava, come il dover scendere nelle fogne per combattere dei revenant o fermare un licantropo ferale. Poi c’erano i momenti in cui tutte queste angherie svanivano al ritmo dei proiettili che esplodevano trapassando da parte a parte le teste di zombie. Quello era il momento preferito di Vincent perché si sfogava per tutte quelle stronzate che gli capitavano. Era anche lo sport preferito di Lucian, che più che altro si divertiva lanciando i suddetti zombi contro quasi ogni cosa gli capitasse a tiro: muri, lapidi e occasionalmente anche Vincent. Purtroppo il licantropo in quel momento non era lì, Gabriel gli aveva affidato il compito di cercare eventuali licantropi rimasti nei dintorni della città e di occuparsi di loro.
Vincent e Lacey d’altro canto erano stati mandati nel cimitero cittadino per una segnalazione di non-morti, tra l’altro rivelatasi corretta e che adesso si manifestava davanti a loro sotto-forma di un’orda di zombie incespicanti che cercavano di uscire dal suddetto luogo di sepoltura. I due si erano separati per fare da guardia alle uscite del cimitero per impedire ai “residenti” di scorrazzare liberi. 
Vincent mise via il cellulare e si avvicinò ad una lapide parecchio alta e spessa afferrandola con entrambe le mani "Scusami!" e sradicandola di netto poi movendosi cautamente tornò al cancello e vi appoggiò la lapide bloccandolo "Voi fate i bravi." disse riferendosi agli zombi che incespicavano verso la sua direzione.

"Non!" agitò il fucile a destra colpendo un non-morto "Abbiate!" lo agitò di nuovo in direzione opposta "Fretta!" ne respinse un altro con un colpo del calcio prima di puntargli l’arma contro "Di morire!". Per Lacey uno zombie non era un così grande problema, in fondo era abituata a cacciare vampiri ma a differenza di questi ultimi i cadaveri che ora la attaccavano si dimostravano resistenti e poco inclini ad accettare il loro “riposo”. Da dietro un corridoio comparve il vampiro, che constatando la situazione in cui si trovava la ragazza accelerò il passo estraendo le lame; appena fu abbastanza vicino cominciò a decapitare i malcapitati non morti facendo volare le teste da una parte all’altra della stanza. Finalmente raggiunse la ragazza calciando via con poca grazia uno zombie alle sue spalle "Nope!" disse "Ehilà." si rivolse a Lacey intenta a ricaricare il fucile "Queste sono per te." disse poi dandole una scatola di cartucce "Temevo di finirle. Grazie." "Vedo che te la stai cavando bene." "Oh sì… basta seguire le due regole principali in fondo." "Sarebbero?" chiese il vampiro afferrando un non morto prima di lanciarlo contro ai suoi simili "Mira alla testa e non farti mordere." prese la mira e sparò alcuni colpi, il vampiro annuì "Sulla prima ti do ragione… riguardo alla seconda in teoria non funziona così." "Ah no?" sparò di nuovo "Diciamo che questi sono zombi sono creati tramite magia, non infezione, per cui un morso non ti farà diventare come loro… ma ti sconsiglio di farti mordere comunque, a meno che tu non voglia fare una collezione di epatiti." estrasse una pistola e sparò "Alla fin della fiera non farsi mordere è comunque una regola, magia o no." sparò una seconda volta "Ma da dove diavolo arrivano?" chiese esasperata la ragazza aggiustandosi il fucile contro la spalla, come per risposta una mano sbucò dal terreno cercando un appiglio con cui fare emergere il resto del corpo ma Vincent schiacciò la mano producendo un lugubre suono di ossa rotte "Ecco dove." e afferrando un’altra lapide la sradicò da terra "E’ ora di cercare la fonte." e posizionò la lapide contro il cancello bloccandolo. 
"Se vengono dal sottosuolo" disse la ragazza seguendo il vampiro "ci deve essere una sorta di galleria che attraversa il cimitero." "Ottima intuizione." rispose Vincent "Bisogna solo trovare l’entrata." "Che ne dici di quelle?" disse Lacey indicando dei mausolei collocati al centro del cimitero "E’ un inizio.".
Avevano cercato in quasi tutti i mausolei, cercando possibili accessi o botole ma sembrava non ve ne fossero "Se fossero dentro le bare?" chiese il vampiro appoggiandosi ad una di esse "Non mi piace profanare delle tombe…" disse Lacey "Ucciderne gli abitanti è un conto ma questo… non è qualcosa che vorrei sul mio curriculum." "D’accordo" disse il vampiro "io cerco, tu pensa a tenere lontano quegli affari." e posizionandosi davanti ad un sarcofago in marmo cominciò a smuovere il coperchio, quando riuscì a spostarlo abbastanza iniziò a scrutare cosa ci fosse all’interno ma vista la bara che lo riempiva richiuse il sarcofago. Andò avanti per un po’ spostando vari coperchi solo per trovare altre bare che riempivano quegli spazzi "Vincent non vorrei fare la guasta feste, ma sto finendo i proiettili e questi zombi non sembrano intenzionati a demordere anzi credo stiano aumentando!" disse la ragazza cercando di ricaricare il fucile "Sto facendo più in fretta che posso!" disse il vampiro rimettendo a posto l’ennesimo coperchio poi d’un tratto voltandosi verso il sarcofago successivo notò dei graffi sul pavimento vicino ad un mausoleo che proseguivano fin dentro esso, vi entrò e si ritrovò davanti ad un sarcofago in marmo rosso dall’aria parecchio vecchia "Bingo." disse notando che i graffi proseguivano fino alla costruzione "L’ho trovato!" disse rivolgendosi a Lacey che da fuori continuava a sparare, iniziò a spostare il coperchio constatando una certa facilità nello smuoverlo. Finalmente riuscì ad aprirlo e venne investito da una folata di vento gelido accompagnato dalla visione di una scala "Forza vieni!" disse alla ragazza, arrivò quasi subito "Entra!" e le indicò il sarcofago, Lacey si sedette sul bordo e aggrappandosi alla scala iniziò a scendere, Vincent la seguì richiudendo il coperchio mentre scendeva.

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Capitolo 36
*** Fear ***


Il buio più completo li avvolse. La vista di Vincent si abituò istantaneamente alla fitta oscurità riconoscendo subito la forma di uno stretto corridoio scavato nella terra con travi portanti posizionate con regolarità per mantenere lo scavo sicuro. "Vincent?" chiese Lacey tastando nel buio "Aspetta… faccio luce." rispose il vampiro tastando nelle tasche alla ricerca dell’accendino. Una piccola fiamma apparì a poca distanza dalla ragazza, una fiammella tremolante tenuta tra le mani di Vincent.

L’aria nel cunicolo era incredibilmente fredda, Lacey aveva i brividi ad ogni folata di vento "Adesso?" chiese la ragazza stringendosi le spalle "A giudicare dal vento" disse Vincent guardandosi a destra e a sinistra "direi di seguire la direzione in cui soffia." "Spero tu sia sicuro." disse scossa da un altro brivido "Un po’ di fiducia signorina! In caso di problemi hai sempre un vampiro su cui contare.".
Il cunicolo dopo quello che sembrava un centinaio di metri iniziò a discendere verso il basso sempre più in profondità. Oramai l’accendino di Vincent era quasi del tutto scarico e non sarebbe durato molto a lungo "Aspetta." disse Lacey fermandosi vicino ad una parete e afferrando qualcosa con entrambe le mani "Cosa?" e con uno strattone estrasse dal terreno un grosso pezzo di radice di qualche albero che si mise a tagliare con il tomahawk "Una torcia eh?" disse il vampiro "Aspetta di aiuto." e afferrò la radice tendendola il più possibile rendendo il taglio più facile, una volta staccata Vincent la sbatté un paio di volte contro una parete per togliere la terra e si apprestò ad accenderla. 

Un’enorme voragine si estendeva davanti a loro dove il cunicolo si fermava bruscamente in un baratro oscuro "Sembra profondo." disse Vincent sporgendosi leggermente cercando di vedere qualcosa mentre Lacey con un leggero movimento spostò un sasso e lo fece cadere dal bordo assieme ad una piccola manciata di terra e poi si mise ad ascoltare mentre con le dita teneva il conto. Uno, due, tre, quattro thuck!
Il suono del sasso si propagò velocemente nell’ambiente chiuso rimbombando "Profondo… e tanto direi." rispose la ragazza osservando l’oscurità della voragine "Oh beh, prima le signore." disse il vampiro invitandola con un gesto della mano, Lacey lo guardò con uno sguardo scettico "Oh capito! Uffa!" disse il vampiro con tono sconfitto.

"Ahi! Tieni alta quella cosa!" disse il vampiro reggendosi alla parete "Scusa." rispose la ragazza tenendo più in alto la torcia cercando di reggersi meglio alla schiena del vampiro "Ci vorrebbe Lucian… le scalate sono la sua specialità." "Faremmo anche più in fretta." commentò la rossa "Se vuoi facciamo a cambio. Io reggo la torcia e tu cerchi di scendere cercando di non cadere in un baratro." rispose Vincent cercando di afferrare un masso poco sporgente "Quanto sei permaloso!" disse la ragazza "Da che pulpito." "Scusa?" disse la ragazza con tono sfacciato "Oh certo! Non sono io che pretendo una conoscenza dei videogame per poter giocare con qualcuno del mio livello!" "Andiamo ti sei anche divertita alla fine!" continuò il vampiro "Non sono…" interruppe cercando di abbassare la voce calmandosi "Ne riparliamo a casa ok? Ora cerca di portarci…" il vampiro si diede una spinta e balzò giù dalla parete a quasi un metro dal fondo atterrando emettendo un suono sordo "Giù?" disse vendendo compiaciuto la faccia spaventata di Lacey che era improvvisamente sbiancata dallo spavento "Grazie per aver scelto la Nightingale incorporated. Ci auguriamo che il vostro viaggio sia stato piacevole." Lacey ripresasi dallo shock lo colpì alla testa con uno schiaffo.

Il fetore era insopportabile anche peggio delle fogne coi revenant. Lacey cercava di respirare il meno possibile con il naso "Dio… mio …. che puzza!" commentò alzando a malapena lo sguardo dalla manica con cui si riparava la bocca "Cadaveri in putrefazione… di solito è questo l’odore nella “tana” di un necromante." commentò Vincent tenendo la torcia avanti a se "Ne hai incontrati altri?" chiese la ragazza "Solo uno… Sembrava avere un maledetto fetish per i vampiri…" Vincent venne scosso da un brivido di disgusto al ricordo di quel giorno. Poi sentirono qualcosa, sembrava come il suono di un’animale che scava grattando via la terra seguito da una voce lieve "Non qui…" disse la voce in lontananza "Non mi troverà…" Vincent estrasse una spada mentre Lacey lo imitava afferrando il tomahawk. 
In un corridoio adiacente al loro una piccola luce ondeggiava alla fine di esso interrotta ogni tanto da un’ombra che passava ritmicamente davanti ad essa. Non appena raggiunsero l’origine della luce si presentò loro uno strano scenario: un uomo (o almeno credevano lo fosse) si aggirava nervoso nella stanza arredata da piccoli scaffali ripieni di libri, una scrivania ricoperta dal oggetti vari e poco distinguibili e un cerchio sul terreno disegnato con qualche sostanza. Non appena si avvicinarono ulteriormente l’uomo si accorse di loro e saltò via spaventato "NO!" gridò alla vista dei due "Ti prego risparmiami!", Vincent e Lacey si guardarono con aria confusa "Ehm… Ci conosciamo?" chiese il vampiro, l’uomo sentendo quella voce alzò lo sguardo e strabuzzando gli occhi disse "Non… non sei lui… OH! Siano ringraziati Anubis e Thanatos!" "Stavi… aspettando qualcuno?" "Oh no! Mi sto nascondendo!" disse l’uomo giocando nervosamente con le dita "Da chi?" "Dal lupo demoniaco! Sono anni oramai che mi nascondo! I miei morti mi hanno difeso bene!" Vincent non ricordò di essersi mai sentito più confuso di così "Non c’è nessuno con quel nome… da dove vengo io." "No?... Davvero?!" chiese l’uomo avvicinandosi chino al vampiro, che per un momento distolse lo sguardo "È un licantropo quello da cui stai fuggendo?" disse improvvisamente la ragazza "Un cosa? Nonono… il lupo demoniaco è… il lupo demoniaco. E’ diverso." "Ok… " il vampiro si voltò verso Lacey mimando il gesto della rotella con il dito "Senti…" continuò poi "Questo lupo non c’è più. Puoi “vivere” in pace adesso… Basta che ritiri i tuoi non-morti." l’uomo parve confuso ma poi una luce si accese nei suoi occhi "Si… non avrebbe potuto vivere così a lungo! DEVE essere morto ormai!" e si alzò in piedi agitando le braccia dicendo strane parole "Tornate da me miei cari amici! Non c’è bisogno di difendermi più!" disse. 
Mentre Vincent e Lacey risalivano il baratro per tornare in superfice, il vampiro ricordò ancora il volto decomposto e scavato del necromante che aveva posticipato la sua morte mentale.

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Capitolo 37
*** Being Human ***


"Pensi si stesse riferendo a…" disse la ragazza uscendo dalla tomba mentre Vincent l’aiutava "Lucian? Non credo." disse "Non credi? Non pensi a molte persone quando qualcuno ti dice “lupo demoniaco”." "In effetti… Ma ne so tanto quanto te su Lucian… forse qualcosa di più." disse spostando il coperchio di nuovo sul sarcofago per chiuderlo definitivamente. 
Il cimitero era deserto di nuovo e i segni del ritorno dei morti erano spariti: Lacey stava cercando di raccogliere i bossoli rimasti, mancavano poche ore all’alba e forse non era il caso che la gente vedesse i segni di una sparatoria, mentre Vincent rimetteva a posto le lapidi che aveva sradicato "Appena torno a casa mi bevo un bel bicchierone ghiacciato di…" "Preferire evitare i dettagli." disse la ragazza da dietro un angolo "Ok… d’accordAAAAH!" disse il vampiro che non appena rimise a posto la lapide una gigantesca vampata di fuoco lo colpì in pieno "Vincent!" gridò Lacey appena lo vide "Resta lì!" disse il vampiro dietro le fiamme. Aveva fatto in tempo ad alzare le mani quando la fiammata lo aveva colpito, per alcuni secondi la pelle bruciò dolorosamente ma poi cessò all’improvviso, alzando lo sguardo vide che dalle sue mani si erano aperti degli squarci e da essi fuoriuscivano due flussi di sangue che si univano formando una placca di sangue liquido simile ad uno scudo che deviava le fiamme intorno a sé. 
Lo scudo però aveva iniziato a erodersi, con un ultimo sforzo lo spinse in avanti tra le fiamme chiudendo il collegamento con esso mentre Vincent saltava di lato evitando il resto della fiammata. Estrasse la pistola puntandola dove proveniva il fuoco facendo una smorfia di dolore per via delle mani bruciate, davanti a lui un uomo vestito in giacca e cravatta reggeva un globo che emetteva un luce incandescente e dietro di esso altre due figure osservavano la scena "Chi siete?" chiese il vampiro sforzandosi di mirare dritto, parlò l’uomo con il globo in mano "Noi facciamo parte della congrega dei Magus, siamo i custodi degli incantamenti e siamo noi a fare le domande. Ora diteci che siete." "Siamo dei sottoposti dell’Abyss, per ordine diretto di Gabriel siamo giunti in questo luogo per indagare sulle attività dei non morti." disse il vampiro tenendo alzata ancora l’arma "Avete trovato un necromante?" chiese un altro dei magus "Sì" rispose Lacey da dietro la parete "è ancora nelle profondità nel cimitero." "Come lo raggiungiamo?" parlò il terzo magus "Cosa volete da lui?" chiese Vincent "Ha commesso dei crimini contro la congrega e contro la giurisdizione umana… e deve essere processato.", nel frattempo Lacey si era avvicinata al suo amico "Cosa ne pensi?" disse sottovoce la ragazza "Non sono nelle condizioni di sopportare uno scontro." rispose il vampiro, abbassò la pistola "C’è un sarcofago che permette di accedere a delle catacombe." disse "In uno dei mausolei ci sono dei segni sul pavimento.".
 I magus iniziarono a discutere tra di loro senza lasciar trapelare parola ai due che avevano davanti, poi l'individuo con il globo parlò rivolto a Lacey e Vincent "Vi ringraziamo per il vostro aiuto e ci scusiamo per l’inconveniente delle fiamme." disse "Noi proseguiremo per la nostra strada. Siete liberi di andare." disse un altro e muovendosi all’unisono si diressero verso il punto indicato.
Vedendo gli stregoni sparire dietro l’angolo Vincent sospirò lasciandosi cadere a terra seduto "C’è mancato poco." commentò, Lacey notò qualcosa sul pavimento davanti a loro, quel che rimaneva di un’oggetto circolare bruciato si stava sgretolando per via del calore che ancora emanava, la ragazza si avvicinò e subito avvertì l’odore metallico che scaturiva "Sangue? Hai… creato uno scudo con il sangue?" disse la ragazza voltandosi "E’ stato… istintivo." ripose Vincent osservandosi le mani ustionate "Ce la stai facendo!" esultò la ragazza "Anche se è stato un caso è comunque un passo avanti.", il vampiro fece spallucce pentendosene subito per via delle bruciature "Adesso possiamo andare? Se non bevo subito un po’ di sangue faccio un macello.".
"Non stai un po’ esagerando?" disse il vampiro mentre Lacey gli fasciava le mani ancora ustionate e bruciacchiate "Da che pulpito" commento lei "Non sono io quello che si è scolato due flebo di sangue in neanche mezz’ora." "E’ vero, ma tra un mezz’ora non sarà più un problema." "Fino a quel momento però tanto vale evitare i danni." continuò la ragazza "Sembri mia madre!" esclamò Vincent "Scusa se mi preoccupo per te… per voi. Anche se siete un vampiro e un licantropo un po’ di amor proprio non vi farebbe così male." disse strappando l’ultimo pezzo della benda prima di sbatterlo con furia contro il tavolino e uscendo subito dopo "Lacey… no dai non…" ma venne interrotto dal suono della porta della ragazza che si chiudeva con violenza, Vincent sospirò "Bel… cazzo… di colpo Vincent." si disse a bassa voce.
Aveva affrontato orde di non morti e revenant, era sopravvissuto a innumerevoli incontri con altri vampiri e licantropi e si era beccato sfuriate da Gabriel più di una volta; eppure davanti a quella porta chiusa provava un timore indescrivibile. Alzo la mano per bussare ma si fermò, si appoggiò al muro e sospirò "Senti… mi dispiace ok?" parlò "Il fatto è che… dimentichi come essere umano… dopo anni passati ad essere un succhia-sangue che convive con una palla da demolizione con il pelo." osservò la porta in attesa di una risposta ma dalla stanza non proveniva nessun rumore, Vincent sospirò ancora e si diresse verso la propria camera quando con uno scatto della serratura la porta dietro di lui si aprì "Pensi che basti per farti perdonare?" chiese Lacey appoggiata con le braccia incrociate sullo stipite della porta, il vampiro si avvicinò a lei e le porse una grossa coppa di gelato multigusto "Così invece?" chiese, la ragazza prese la coppa e la soppesò "Diciamo che è un inizio." disse sorridendo "Torneo a Mortal Kombat?" chiese il vampiro "Dopo di te… succhia-sangue." rispose la ragazza.

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Capitolo 38
*** Law & Order ***


"Fa-fa-fa-fatality!" gongolò Lacey mentre sullo schermo Goro strappava le braccia a Scorpion "Ah! E vince di nuovo!" "Uff… meno male che non eri brava!" commentò Vincent appoggiando il controller sul divano "Devo ammettere che ho un po’… barato. Mortal Kombat era l’unico gioco della sala giochi che ho mai finito." "Che storia triste." commentò il vampiro, un cuscino lo colpì in faccia.
Il telefono aveva squillato un paio di volte prima che Vincent lo trovasse, l’Abyss lo stava chiamando; il vampiro ripensò al fatto che avrebbe dovuto chiamare per confermare la riuscita del compito, era strano che stavolta avessero chiamato loro.
"Vincent." disse rispondendo "Hai ancora la tua giacca buona?" chiese la donna dall'altra parte della cornetta "Si? Ma per cosa…?" chiese il vampiro confuso "Siete mai stati in tribunale?", in quel momento Lucian aprì la porta con un grosso secchio di pollo fritto "Chi ha ordinato il pollo?" disse ad alta voce.
"Non capisco perché devo venire anche io." disse Lucian sistemandosi ancora una volta la cravatta "Motivo numero uno" disse Vincent "Minerva sarà presente e ha specificatamente richiesto che fossimo tutti presenti." "Due" disse Lacey sistemandosi i capelli nello specchietto "Così almeno stai lontano dalla mia roba… è difficile togliere il pelo di cane dalle magliette." "Io non perdo pelo…" disse il licantropo indignato "e poi io..." "Non dire altro…" lo interruppe il vampiro "SO in che periodo siamo.".
Minerva era seduta su una delle panchine di legno del corridoio mentre leggeva dei documenti quando li vide entrare nell’edificio "Siete arrivati." disse "Il processo inizierà a breve." "Non mi aspettavo che fosse in un… tribunale vero e proprio." disse Vincent "Ti aspettavi un ritrovo in una caverna all’oscuro dal mondo civilizzato?" "Sì." risposero all’unisono i tre. "Quindi voglio processare il necromante?" chiese Lucian dopo aver sentito la storia del cimitero e dei Magus "Esattamente." rispose Minerva richiudendo il fascicolo di documenti "E Vincent e Lacey sono stati gli ultimi ad interagire con lui prima che fosse arrestato." il licantropo voltandosi verso i due "Non potevate spiegarmi prima questa faccenda?" i due fecero spallucce.
L’aula era affollata di persone apparentemente normali, vestiti con abiti formali; nella prima fila: Vincent, Lucian, Lacey e Minerva erano seduti proprio dietro lo stesso Magus con cui avevano parlato al cimitero e subito dopo prima di entrare nell’aula. L’uomo dopo aver chiesto di nuovo scusa per l’incidente delle fiamme si era presentato come Caeden McLean, un arcano a capo di una delle congreghe di Magus presenti a Corwin Hills, "In pratica sono l’accusa di questo tribunale.". 
"In piedi." disse un uomo vicino alla sbarra mentre un altro, con un aspetto un po’trasandato e con una lunga barba, usciva da una stanza adiacente all’aula reggendo un grosso grimorio scolorito "L’alto Consigliere Jordrek presidierà l’udienza.", Minerva ebbe un sussulto al suono del nome, cosa che a Lacey non sfuggì "Lo conosce?" chiese a bassa voce "Era il mio mentore anni fa… sono contenta che adesso si dedichi ad altro.", Jordrek prese un foglio ed iniziò a leggerlo ad alta voce "L’imputato Edmund Lloyd, necromante, è accusato di: sperimentazione in arti proibite, dissacrazione di terreni non conformi al regolamento dei negromanti e noncuranza nei confronti della segretezza del mondo soprannaturale." nel frattempo in quella che sembrava una grossa bolla che levitava a mezz’aria, l’imputato veniva portato al banco dei sospetti mentre dalla folla nell’aula si alzava un brusio al suo passaggio "Silenzio!" esclamò Jordrek battendo dei colpi con il martelletto.
"Mio dio… è una pustola." commentò Lucian in direzione di Vincent "Lo so bene." "Oddio…" disse Lacey vedendo il necromante "Davvero era così quando…" "Sì." rispose secco Vincent, il licantropo si voltò verso la ragazza di scatto "Lacey no… respira profondamente…" disse "Cosa?" chiese il vampiro "Il pranzo di Lacey sta per traslocare.", in quel momento la ragazza si alzò in piedi e corse fuori dall’aula, "Te lo avevo detto." disse il licantropo prima di annusare di nuovo l’aria "Fragola e stracciatella?!" chiese Lucian guardando Vincent che alzò le spalle per risposta "Bastardi… Neanche offrire." disse ghignando.
McLean si alzò in piedi assieme a quello che doveva essere il “legale d’ufficio” del necromante visto che dai racconti del mago nessuno sembra essersi offerto per ricoprire quel ruolo "Cominci l’accusa." decretò il giudice "Chiamo al banco dei testimoni Vincent Nightingale." disse il mago facendo sollevare un brusio nell’aula.
"Signor Nightingale" cominciò McLean "Cosa stava facendo alle 22 di questa notte nel cimitero di Saint Rebecca?" "Io e la mia collega, la signorina Keaton, eravamo stati inviati per controllare il posto in merito alla presenza di non-morti all’interno del cimitero, cosa rivelatasi poi veritiera." rispose Vincent parlando cautamente "Come avete proceduto riguardo alla situazione?" chiese ancora lo stregone "Inizialmente abbiamo cercato di eliminare gli zombie, poi abbiamo deciso di risalire alla fonte." "E avete scoperto le catacombe in cui ha incontrato Lloyd, corretto?" ma prima che Vincent potesse rispondere, il necromante da dentro la bolla iniziò ad agitarsi "Voi non capite!" gridò battendo i pugni contro la bolla di magia "Dovevo organizzarmi… difendermi!" "Silenzio!" sentenziò il giudice cercando anche di far cessare il brusio che si era alzato e che faticava a cessare "Era un segno! Io so cosa ho visto loro sono ancora là fuori e vogliono me!" "Ho detto silenzio!" parlò ancora Jordrek senza sortire alcun effetto "Anche dopo tutti questi secoli non hanno smesso di cercarmi!" poi gli occhi del necromante divennero come vitrei "Il Lupo demoniaco! L’ho visto!" disse "Silenzio!" disse ancora una volta il giudice "E lei… riesco ancora a vedere le sue zanne… le zanne della Regina del Sangue." a quelle parole Lucian e Vincent si guardarono con uno sguardo di intesa e preoccupazione… che stesse parlando di Kaitlyn?

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Capitolo 39
*** The Brood ***


"… e questo è tutto." disse Vincent sedendosi sulla panchina di attesa fuori dall’aula, ci fu un breve momento di silenzio "Quindi questa… 'Regina del sangue' secondo te potrebbe essere Kaitlyn ergo colei che ti ha trasformato?" disse Lacey cercando di mettere in ordine le idee "Si." "Uff… ho mal di testa solo a pensarci!" disse Lucian portando un paio di lattine di soda "Eppure… quel nome…" disse "Quale?" chiese il vampiro "La regina del sangue… non mi è nuovo." rispose l'altro aprendo una lattina dando l’altra a Lacey "Anche la parte sul lupo demoniaco è interessante." disse lei "Parla di un licantropo non c’è dubbio. Ma chi?" "Come se negli ultimi tempi ci sia stato solo un licantropo in città, eh?" disse Lucian, Vincent scrollò le spalle "Non ha tutti i torti, nell’ultimo periodo ne abbiamo viste di cotte e di crude in fatto di cose strane…anche più del solito." "Ugh. Sa di…" disse Lacey allontanando la lattina dalla bocca "Sentite" la interruppe il vampiro "Quel tizio sa qualcosa su Kaitlyn e io devo scoprire il più possibile." "Qualche idea di come fare?" chiese il licantropo "Se continuano così con le accuse non so quanto durerà il processo." disse la ragazza mandando giù un altro sorso. Caeden parve confuso "Questo dovrebbe aiutare per il processo?" "Non… esattamente." disse il vampiro a bassa voce "Ti prego di capire in che situazione mi trovo.", il magus sospirò "Mmmh… in fondo credo di doverti qualcosa per le ustioni. Ma non aspettarti collaborazione di alcun genere. Come sta la tua amica?" "Meglio, non è abituata a spettacoli del genere.". "Signor Lloyd," disse McLean attirando l’attenzione dell’imputato che si stava tenendo la testa tra le braccia "in precedenza ha parlato di due individui, dicendo anche di averli visti di recente… Cosa può dirci di loro?" il necromante si guardò attorno preoccupato come se stesse cercando un volto familiare poi improvvisamente parlò "La regina!" disse "Ogni qualvolta che compariva, dietro di lei si stendeva una scia di sangue interminabile e lei ne rideva fiera del chaos che si era trascinata dietro!" "Si attenga alle domande!" si impose Jordrek "E il lupo! Ah! La seguiva ovunque andava contribuendo alla distruzione!" "Ora basta!" sentenziò il giudice facendo calare un silenzio tombale nell’aula "Se l’accusa non ha altre domande possiamo continuare.", Caeden si voltò verso Vincent che abbassò leggermente lo sguardo "Non ho altre domande." disse e lentamente si sedette alla propria postazione "La giuria può ora ritirarsi per vagliare le testimonianze." disse il giudice dando un colpo con il martelletto.  "Non crederai a quello che ha detto spero." disse Lacey guardando il vampiro ancora con lo sguardo basso "Sta delirando!" disse Lucian "Il suo cervello è in putrefazione come il resto!", in quel momento la giuria rientrò lentamente nell’aula facendo calare di nuovo il silenzio, "Signori della giuria." disse Jordrek "Esponete il verdetto.", un uomo sulla cinquantina con i capelli brizzolati si alzò in piedi "Vagliate tutte le prove, le testimonianze e le dichiarazioni rinvenute, la giuria dei Magus dichiara l’imputato Edmund Lloyd: colpevole. Con aggravante della noncuranza sulla segretezza del mondo soprannaturale." disse "In conformazione alle leggi del Consiglio dei Magus" decretò il giudice "condanno l’imputato alla pena capitale." ma non riuscì a finire la frase perché un urlo scaturì dalla bolla attirando l’attenzione di tutti.  Quello che prima era un cadavere in fase di decomposizione era mutato in qualcosa di strisciante e in continua crescita e che stava lentamente riempiendo la bolla.  "Non mi piace…" commentò Lacey, si aprì una crepa la bolla esplose con un gran fragore rilasciando un’onda d’urto così forte da spostare le panche nelle prime file facendo sbalzare indietro le persone più vicine. Vincent e Lucian avevano fatto in tempo a far abbassare Lacey e Minerva prima che fossero investiti dal tavolo davanti a loro, "Ugh…" disse il licantropo "Queste cose non c’erano in Law and Order." "Neanche quello." disse il vampiro facendo cenno in direzione di dove prima c’era la bolla.  La creatura torreggiava nella stanza ed incominciava a mutare, dapprima indistinto e deforme prendeva forma delineando le varie parti del corpo: braccia lunghe fino al pavimento, gambe più simili a zampe e una testa che rassomigliava quella di un orso.  Mentre la creatura mutava i Nightingale fecero rialzare le due donne "Uscite di qua!" disse Vincent "A lui pensiamo noi!" continuò Lucian, sollecitando le due "Jordrek!" disse Minerva indicando l’uomo svenuto a terra sotto un cumulo di macerie mentre la creatura ciondolava camminando nella sua direzione. Con un balzo gli furono addosso, il licantropo per primo iniziò ad azzannarlo a quella che molto probabilmente era la testa cercando di depistare i suoi movimenti; il vampiro lo aveva superato atterrando vicino all’anziano uomo e sollevando con un leggero sforzo le macerie lo aveva liberato.  "Si regga a me." disse Vincent mettendogli il braccio attorno alle spalle, per fortuna Lucian aveva trovato un punto sensibile nella creatura che agonizzante cercava di levarsi il licantropo dalle spalle dando così possibilità al vampiro di portare in salvo l’uomo. Minerva gli venne incontro cercando di sorreggere Jordrek "Grazie." disse con una voce fievole, il vampiro gli rispose con un cenno; Lacey entrò tenendo in mano una borsa "Ho fatto un salto a rifornirci." disse porgendogliela "Porta fuori gli altri." disse Vincent "Qua ci pensiamo noi." "Ma…" protestò la ragazza "Portali. Al. Sicuro." scandì il vampiro afferrando la borsa. Qualcosa cadde con un tonfo dietro di lui e voltandosi vide il licantropo rialzarsi prima di constatare che la creatura dapprima enorme sembrava… ingrandirsi. "Sfonderà il tetto di questo passo!" disse la ragazza, "Non può restare qui!" disse la voce dietro di lei; Caeden era appena entrato constatando la situazione "Non possiamo certo portarlo fuori!" commentò il vampiro "No di certo… ma potrei…" disse pensieroso "Stategli il più vicino possibile." disse poi convinto "Cos’hai in mente McLean?" chiese Minerva; la creatura ruggì sfasciando il pavimento con un pestone "Non c’è tempo! Andate!" disse ai due Nightingale. Ancora una volta lo caricarono, Lucian vi si avvinghiò con le unghie e Vincent con le spade appena estratte cercando di resistere al dimenarsi del mostro, dall’altra parte della camera Caeden recitava un incantesimo generando cerchi di luce davanti a sé. Poi tutto cessò: per una frazione di secondo i colori si spensero, le forme svanirono e suoni divennero echi. Per un secondo ci fu il nulla. Il secondo dopo il freddo pungente colpì il viso del vampiro assieme alla dura roccia.

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