I'm sorry...it's all my fault

di najaran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Daniel aspettò che tutti avessero preso posto nella stanza, poi spense la luce e fece partire il proiettore.
« Dunque » esordì « nella missione di ricognizione su P5X-768, l’SG-4 ha ritrovato degli interessanti reperti e le rovine di un antico tempio che
recano scritte sia in Antico che in Goa’uld -- ».
« Oddio, non altre pietre!! Ultimamente non facciamo altro che raccogliere sassi!!» esclamò esasperata una certa voce alle sue spalle.
Daniel ignorò l’interruzione, spingendo forse con un po’ troppa forza sul pulsante 'play' del proiettore, e continuò: « --
segno che qui si sono avvicendate entrambe le razze ma che per una volta i Goa’uld non si sono occupati di distruggere ogni testimonianza del passato. Oltretutto, l’SG-4 è entrata in contatto con la popolazione del pianeta. Questa gente presenta le caratteristiche delle popolazioni del Sud America, e in particolare di quella Inca » Daniel fece scorrere sia le diapositive del pianeta sia del suo archivio personale continuando « La popolazione però ha raccontato alla squadra di essersi ribellata al loro falso dio che aveva illuso i loro antenati portandoli su quel pianeta e che da generazioni schiavizza la loro gente… recentemente hanno provato a ribellarsi, ma il Goa’uld ha represso la rivolta con le armi e ha promesso di tornare e di distruggerli ».
« Chi sarebbe questo Goa’uld, dottor Jackson? Abbiamo già avuto a che fare con lui? » chiese il generale Hammond.
« No signore, ma anche lui è uno di quelli che ci da la caccia… si fa identificare con l’antico dio Inca della pioggia e del tuono, Apu Illapu ».
« Apoo che? ».
« Apu Illapu, Jack ».
« Ma Apoo non è un personaggio dei Simpson? ».
Sam camuffò una risata con un attacco di tosse, mentre Daniel alzò gli occhi al cielo disperato.
« Comunque mentre di solito Apu Illapu era rappresentato come un dio buono che si occupava di far piovere sulle colture e che durante le tempeste si prodigava per calmarle, qui il Goa’uld invece ha assunto le spoglie di un dio malvagio e vendicativo che non esita a punire i suoi fedeli se lo offendono in qualche modo ».
L’archeologo spense il proiettore e riaccese la luce, voltandosi verso i suoi ascoltatori.
« Il punto è » concluse « che ci hanno chiesto di aiutarli e io sono a favore. Sono solo dei pacifici contadini e vanno solo incontro ad un massacro ».
« Daniel, capisco che tu abbia la vocazione del buon samaritano, ma non possiamo trasferire continuamente gente da una parte all’altra della galassia… non siamo l’ufficio collocamento! », disse O’Neill allungandosi sullo schienale della poltrona e portando le mani dietro la nuca.
« Jack, aiutare questa popolazione - oltre a salvare delle vite umane - ci fornirà anche un’importantissima fonte di studio per scoprire altri aspetti della perduta civiltà Inca! » replicò Daniel con decisone sistemando i fogli sparsi sul tavolo.
« Io sono d’accordo con Daniel. Oltre a salvare quelle persone forse potremo trovare qualche congegno Goa’uld… molto probabilmente su quel pianeta è presente del naquadah » si aggiunse Carter.
« Anche io sono d’accordo con il dottor Jackson, O’Neill » disse Teal’c.
« Generale? » chiese Jack, che in realtà aveva già perso le speranze.
« Io vi suggerirei di andare sul pianeta con l’SG-4 e di verificare voi stessi se sia il caso o meno di aiutare questa gente » rispose Hammond alzandosi « Se siete d’accordo, partirete fra un’ora ».
« Grazie generale » sorrise Daniel tutto soddisfatto.
Mentre il generale Hammond entrava nel suo ufficio, Jack si alzò dalla sua poltrona sospirando.
« Forza gente, ci aspetta un’altra eccitante missione di salvataggio! ».
« Avanti signore, una volta eseguita questa missione avremo diritto a ben un’intera settimana di riposo… » cercò di rincuorarlo Sam con un sorriso incoraggiante.
« Grazie Carter, apprezzo questo tuo tentativo di sollevarmi il morale… ma io speravo di cominciare le vacanze a partire da oggi ».
« Jack, ti ho detto che quelle persone sono anche pescatori e che vicino al villaggio c’è un lago piuttosto grande? » chiese Daniel ostentando noncuranza.
« Quando si parte? ».
Mentre Teal’c alzava un sopracciglio stupito, Sam e Daniel si lanciarono un’occhiata sorridendo divertiti.
« Avanti ragazzi, tutti nello spogliatoio!! Si parte!! » disse Jack allegramente mentre usciva dalla sala briefing fischiettando con le mani in tasca.

Continua…



27 gennaio 2009
Angolo dell'autrice!
Dunque, di certo non farò dei prologhi esaltanti e coinvolgenti come quelli della Najara, ma questo passa il convento! Anche il titolo... lo ammetto: ho aperto il vocabolario a caso! [a dir la verità la prima parola che ho trovato è stata "funebre" O_o]
Ho deciso di cimentarmi nuovamente con una storia a capitoli, ma stavolta la faccenda è più rifinita e lavorata (ho già scritto fino al IV capitolo e il V è quasi finito °w°)... spero che continuiate a seguirmi e che la mia storia vi piacerà (son tre mesi minimo che ci lavoro ç__ç).
Recensioni e consigli ben accetti!!
Bacioni, Giulia
PS: un bacio e un abbraccio speciali alle Gelatine Blu *O*

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Capitolo I

Varcato lo Stargate, le squadre si trovarono di fronte uno spettacolo mozzafiato: fitti boschi verde smeraldo si alternavano a prati pieni di fiori di mille colori, in lontananza si scorgeva il luccichio del famoso lago, mentre all'improvviso si innalzavano praticamente dal nulla alte montagne rocciose con le cime che si perdevano tra le nuvole bianche e sfilacciate. Quando il passaggio si richiuse automaticamente dietro di loro, gli uomini dell'SGC stavano ancora ammirando il paesaggio da sogno estasiati.
« Che ne dite ragazzi, ci ritiriamo qui in pensione? » chiese O'Neill riscuotendosi.
« Non sarebbe male come idea se non stessero arrivando i Goa'uld, signore » rispose il tenente Hewitt scendendo dalla pedana.
« Eh già, rovinando sempre tutto quelle teste di serpente… ».
Avevano fatto pochi passi verso il bosco quando Daniel esclamò entusiasta: « Ragazzi guardate qua!! Queste sono le rovine del tempio!! Da una prima traduzione che ho fatto alla base direi che venne costruito per placare l'ira di Apu Illapu in un perido di siccità ».
« Dal Perù con furore ».
« MOLTO divertente Jack » borbottò l'archeologo mentre gli altri ridacchiavano per la battuta.
« Allora tenente, a che distanza è il villaggio? » chiese Jack rivolgendosi a Hewitt mentre si avviavano nuovamente in direzione del bosco.
« A circa quindici scatti, signore ».
« Aahh è lontano… ehi, Giovane Marmotta!! » gridò a Daniel che era rimasto indietro a studiare il suddetto tempio, « Andiamo!! ».
Mentre Jackson li raggiungeva lampeggiando occhiatacce, Teal’c si rivolse al colonnello: « Oggi si diverte a prendere in giro Daniel Jackson, colonnello O’Neill? ».
« Mi da parecchia soddisfazione, sì » ghignò.
« Ne devo dedurre che non gli darà tregua, signore? » s’intromise Carter.
« Esattamente ».
Dopo che Daniel li ebbe raggiunti, il gruppo si mise in marcia. Arrivati sulla cresta di una collinetta che dominava il villaggio, Jack li fece fermare e indicò il territorio circostante.
« Carter, Teal’c, date un’occhiata in giro e accertatevi che non ci sia nessun pacco sorpresa pronto per noi, poi raggiungeteci ».
« Natale è fra un mese, O’Neill ».
« Intendevo dire se c’erano Jaffa nascosti, Teal’c ».
Il Jaffa alzò un sopracciglio poco convinto e si allontanò con Carter che, scuotendo la testa divertita, gli diede una pacca sulla spalla, mentre l’SG-4, O’Neill e Daniel scesero al villaggio. Non appena la gente li vide comparire sul sentiero all’imboccatura delle case, gli corse incontro mandando esclamazioni di giubilo.
« Stranieri Tau’ri siete tornati, avete mantenuto la vostra parola!! » disse entusiasta un ragazzo alto e con i tratti tipici dei Peruviani.
Hewitt sorrise. « Naturalmente Huaca, noi terrestri manteniamo sempre la parola data. Abbiamo portato con noi degli amici che sapranno come aiutarvi ».
Daniel si fece immediatamente avanti presentandosi: « Salve, io sono Daniel Jackson, mentre lui » indicò Jack « è il colonnello Jack O’Neill ».
« Ehilà gente » fece lui sventolando pigramente una mano con un mezzo sorriso.
Gli abitanti però si avvicinarono a Daniel con un coro di « Oooohhh », studiandone gli occhi azzurri e gli occhiali, non avendone mai visti prima di allora. L’archeologo era circondato da persone, specie ragazze, e una di loro gli tolse gli occhiali per provarseli.
« Ehm, salve… no ferma! Quelli mi servono per vedere meglio!! » protestò lui.
« Uh? » rispose la ragazza « Ma io vedo peggio… Daniel Jackson ».
« Potete chiamarmi solo Daniel… » disse lui riprendendo con delicatezza il prezioso strumento dal volto della giovane « Vedi, io devo mettere questi perché i miei occhi, al contrario dei tuoi, non funzionano a dovere ».
« Diciamo che sei cieco come una talpa ».
« Ma ce l’hai con me oggi?! ».
Prima che O’Neill potesse rispondere, alcuni indigeni indicarono dietro di loro gridando spaventati: « Jaffa!! Jaffa!! ».
Si voltarono in fretta, le mani sul calcio dei P90, ma scoprirono che in realtà si trattava solamente dei due membri mandati in perlustrazione e che l’apparizione di Teal’c aveva provocato - come al solito - il panico generale.
Daniel si frappose immediatamente fra l’amico e la gente del villaggio dicendo ad alta voce: « Calma, calmatevi per favore!! Lui è Teal’c, è nostro amico, si è ribellato ai Goa’uld!! ».
« I Jaffa sono nemici degli umani, loro servono gli dèi malvagi!! » gridò una voce, scatenando un’altra ondata di schiamazzi da parte dei contadini.
Teal’c si erse in tutta la sua altezza lanciando sguardi minacciosi e disse con forza: « Io non servo falsi dèi! ».
Pronunciò quelle parole con tale convinzione e orgoglio che gli indigeni ammutolirono di colpo, in parte ancora spaventati e in parte sorpresi che una dichiarazione simile uscisse proprio dalle labbra dal rappresentante di una razza da sempre fedelissima ai Goa’uld.
Jackson approfittò del momento di silenzio per dire con voce calma e pacata: « Vi prego di crederci, Teal’c è alleato dei terrestri e ci aiuta a combattere contro i Goa’uld già da parecchi anni… ci ha salvato molte volte la vita ».
« Garantisco io per lui » disse Jack affiancandosi al Jaffa e battendogli una mano sulla spalla, « Vero Teal’c? »
Teal’c annuì lentamente.
« Bene, tutto risolto… Carter? » riprese O’Neill.
« Non c’è nessuna spia del nemico, signore… non ho rilevato neanche la presenza di alcun congegno alieno né di naquahdah, purtroppo ».
Dicendo questo si tolse il berretto a visiera, accaldata per la difficoltosa camminata nel fitto sottobosco. In meno di un secondo si ritrovò circondata dagli abitanti del piccolo villaggio proprio come era accaduto poco prima a Daniel… solo che stavolta, come c'era da aspettarselo, c’erano molti più uomini.
Le toccavano i capelli biondi, ammiravano gli occhi azzurri e sfioravano la pelle chiara curiosissimi da quell’aspetto davvero diverso dal loro, tutti avevano infatti capelli e occhi scuri con la pelle dal colorito leggermente brunito.
« Ehm… Daniel…? Signore…? » provò a chiamare lei con un sorriso preoccupato rivolto agli indigeni.
« Sono solo curiosi, Sam » la tranquillizzo Daniel pulendosi gli occhiali coperti di ditate. Jack dal canto suo era di tutt’altra opinione, dal momento che studiava con sguardo sospettoso un ragazzo che si stava avvicinando un po’ troppo per i suoi gusti. Il giovane in questione stinse una mano di Sam fra le sue e posandovi sopra le labbra disse in una lingua apparentemente incomprensibile: « Huna conami kora choki mona accla cuna, quechua mi mama Kilya ».
« Daniel? ». Sam, il viso un punto di domanda, si voltò verso il linguista, che esitò un momento prima di risponderle: « Ehm… credo che abbia detto "Sei bella come madre Luna, straniera dai capelli d’oro e dagli occhi di cielo" ».
Sam balbettò un « Grazie » sorridendo imbarazzata per il complimento, mentre Jack si fece avanti disperdendo i curiosi e affiancando il maggiore esclamando piuttosto contrariato: « Okay gente, lei è il maggiore Samantha Carter. Fine delle presentazioni ».
Le donne ridacchiarono, mentre il giovane che li aveva accolti per primo, Huaca, disse serissimo: « Ci dispiace colonnello O’Neill, non sapevamo che Samantha Carter fosse la tua compagna ».
Mentre Sam li guardava con tanto d’occhi con le guance di un bel rosso porpora, Jack esclamò: « Come?! Frena ragazzi, il maggiore è… fa parte della mia squadra… lei è… insomma… Carter non è la mia ragazza!!! ».
Mentre Jack si incartava, l’SG-4 si lanciava occhiate eloquenti e Daniel se ne stava a braccia incrociate sul petto, curioso di vedere come se la sarebbe cavata il suo "migliore amico", senza avere la minima intenzione di aiutarlo a trarsi d’impaccio dopo tutto quello che gli aveva combinato quel giorno… a partire dal fargli andare di traverso le frittelle a colazione. Fortunatamente un briciolo di coscienza era ancora presente in Teal’c che intervenne: « Il maggiore Carter è una guerriera come tutti noi, è un’amica e un’alleata preziosa ».
« Bravo Teal’c!! Era proprio quello che stavo cercando di dire!! » esclamò Jack, visibilmente sollevato, indicandolo.
La ragazza che aveva sfilato gli occhiali a Daniel si avvicinò ammirata al maggiore: « Ma allora tu sei una guerriera? ».
« Sì, possiamo dire di sì… però allo stesso tempo sono anche una scienziata ».
« Scien… ziata? » ripeté un uomo senza capire.
« Significa "studioso" » intervenne Daniel avvicinandosi « Ci sono vari tipi di scienziati, ad esempio lei si occupa dei movimenti delle stelle mentre io studio il passato ».
Gli abitanti cominciarono a fare mille domande ad entrambi accalcandosi, ma fortunatamente Huaca li fermò sollevando le mani. « Fermi amici, potrete rivolgere tutte le domande che vi premono questa sera alla festa ».
« Festa? ».
« Sì, abbiamo organizzato una festa in vostro onore, mancano solo gli ultimi preparativi ».
« Non per guastarvi i piani, ragazzi… » disse Jack facendosi schermo dal sole con una mano, « ma qui stanno arrivando i cattivi e l’unico modo per salvarvi la vita è venire con noi sulla Terra attraversando » indicò il sentiero dal quale erano venuti « lo Stargate ».
« Significa che dobbiamo abbandonare la nostra Terra? » chiese un uomo accigliandosi « Non potete sconfiggere gli dèi malvagi con le vostre armi? ».
« Le nostre armi sono potenti, ma loro sono troppi » disse Daniel « però possiamo trovare un nuovo mondo per voi ».
Gli indigeni si riunirono discutendo animatamente tra loro nella loro lingua d’origine per alcuni minuti, poi Huaca si fece avanti e disse serissimo: « Accettiamo la vostra proposta amici, ma vi preghiamo di concederci almeno la festa di questa sera per rendere l’ultimo saluto alla nostra amata terra ».
Le due unità SG si guardarono per qualche secondo in un muto consulto.
« Okay gente, ma domani mattina si parte e non voglio sentire storie! Non abbiamo tanto tempo da perdere » disse O’Neill mettendosi gli occhiali da sole.
« Grazie, colonnello O’Neill, ve ne siamo grati… sarà una bellissima festa » sorrise una ragazza riconoscente.

Continua…




4 febbraio 2009
Angolo dell'autrice!
Io bè non mi aspettavo che il Prologo vi piacesse, grazie!! Ma soprattutto grazie dei complimenti per la resa che ho fatto dell'SG-1... me commossa ç___ç!!!! Ringrazio coloro che mi hanno recensito:
ilaria8: e io che pensavo di aver fatto un inizio idiota ^^''! Grazie mille!!
Jolinar: Grazie, grazie, grazie!!! Per quanto riguarda il carattere, ho una domanda da porre a tutte: ma anche a voi fa il giochetto che o vi mette il carattere piccolino o gigante? Del tipo: io uso il carattere 8 per scrivere ma per pubblicare uso il 10: ecco, quando lo metto su EFP diventa di nuovo 8!!! Prima di segnalare il problema (che capita solo con Stargate, perchè pubblicando una ff su Twilight è andato tutto ok) volevo sapere se capitava anche a voi... [comunque alla fine ho dovuto cambiare font... questo lo odio ç.ç]
23jo: ioio grazie °///°!!! Cmnq non preoccuparti, a parte stavolta, contavo di aggiornare più o meno ogni martedì, contenta? ^__^
Najara: Bisogna sempre ripetere che Jackie è un mito XD!!! Grazie mille per i complimenti!!
kae: gVazie tessora *-*
Ringrazio anche chi mi ha inserito tra i preferiti, e cioè:
23jo e kae
Grazie a tutti... anzi, a tutte!! Vi adoro ragazze!!!
Bacioni, Giulia

"Dal Perù con furore"  riprende il titolo del film, "Dalla Cina con furore", ma credo che la maggior parte di voi conosca la pubblicità della Lavazza dove Bonolis dice:
«Dalla Cina col furgone»... che in realtà è ciò a cui mi sono ispirata XD

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Capitolo II

Quando calò la sera, gli abitanti del piccolo villaggio accesero centinaia di torce che appesero alle pareti esterne delle case che davano sulla piazza centrale, addobbata per l’occasione con festoni di fiori e foglie, in più c’erano stuoie stese per terra e - disposti a semicerchio intorno al grande falò al centro - lunghi tavoli pieni di frutta, verdure, carne, pesce, dolci di ogni tipo e caraffe di acqua e di succhi di frutti sconosciuti. Le due unità SG sedevano ad un lato di Huaca – che avevano dedotto dovesse essere una sorta di capo tribù malgrado la giovane età – e rispondevano divertiti alle mille domande che affollavano la mente dei loro ospiti. Ad un certo punto Daniel e gli altri membri dell’SG-4 erano stati catturati dai ballerini che danzavano attorno al grande fuoco al ritmo di flauti e tamburi e cercavano di seguire la musica guidati da alcune ragazze, che ridevano vorticando su loro stesse creando grandi ventagli colorati con le loro gonne ricamate. Gli altri tre membri dell’SG-1 erano rimasti seduti al tavolo e seguivano il ritmo battendo le mani insieme agli altri, finche non si videro consegnare una ciotola ciascuno di un liquido denso e scuro.
« È chicha » li informò Huaca prendendone una anche lui « È una bevanda tipica del mio popolo ».
Jack annusò diffidente, mentre Teal’c disse abbassando il capo in segno di scuse: « I Jaffa non possono bere alcolici ».
« Capisco, se ti è vietato non ho alcuna intenzione di costringerti » annuì lui sorridendo accondiscendente, poi si rivolse agli altri due, « Ma voi potete, vero? »
« Certo! » confermò Jack « Forza, proviamo un po’… ». Mandò giù un gran sorso e subito comincio a tossire scrollando la testa come un cane bagnato, « Ehi, non mi avevi detto che era forte!!! ». Sam invece fu più accorta e bevve un sorso più piccolo, ma anche lei tossì e le vennero le lacrime agli occhi per il forte sapore della chicha.
«Wow», mormorò asciugandosi gli occhi, «Mi sento bruciare la gola…» e starnutì.
Gli indigeni intorno a loro risero forte e un ragazzo li rassicurò: « Non preoccupatevi amici, la prima volta fa sempre questo effetto! » detto ciò afferrò anche lui una ciotola e la svuotò tutta d’un fiato senza batter ciglio seguito dai compagni.
Dalle le loro gambe sgusciò fuori un bimbo, che si era andato ad aggrappare alla divisa di Carter per attirarne l’attenzione.
« Dobbiamo andare per forza via da casa? » chiese con un faccino triste.
Sam lo guardò sorpresa, stimando che doveva avere cinque o sei anni al massimo, poi gli sorrisee dolcemente: « Mi dispiace, piccolo, ma non c’è altra soluzione ».
« E andremo in un mondo più bello? ».
« Non so se sarà più bello di questo… » rispose lei asciugandogli con delicatezza le lacrime che cominciavano a scendere sulle guance rotonde « però so che lì potrete vivere in pace senza avere più paura dei Goa’uld ».
Il bimbo abbassò tristemente gli occhi e disse: « Qui sono sepolti il mio papà e la mia mamma… non potrò più andare a trovarli ».
Sam si alzò sollevandolo e, sostenendo il suo peso con un braccio, gli asciugò per bene il visetto: « Come ti chiami? ».
« Mayta ».
« Allora, Mayta, ti va di portarmi a conoscere i tuoi genitori? ».
Il piccolo tirò su col naso e annuì, così i due si allontanarono in direzione del bosco, sotto lo sguardo vigile di O’Neill.
Quando Sam e Mayta tornarono, circa mezz’oretta dopo, il bambino aveva riacquistato almeno parzialmente il buonumore e scese dalle braccia della donna dirigendosi verso gli amici, lei invece rimase in disparte, lontana dalla luce del fuoco, seduta su un tronco che faceva da panchina. Jack la vide e la raggiunse sedendosi accanto a lei.
« Dove siete stati? ».
« Ho accompagnato quel bambino a salutare un’ultima volta i genitori… » rispose Sam portando le ginocchia al petto e poggiandovi sopra il mento « E' molto triste all’idea di non potergli più stare accanto ».
« Tu che gli hai detto? » chiese lui appoggiando la schiena alla parete della casa dietro di loro.
« Che non sarà mai solo perché loro veglieranno su di lui dalle stelle » fece una piccola pausa e aggiunse con un mezzo sorriso « Mi ha fatto promettere di attraversare lo Stargate insieme a lui ».
« Stai attenta, potrebbe attaccarsi troppo a te… probabilmente gli ricordi la madre ».
« Sì, ci avevo pensato anch’io… » ammise lei, poi si lasciò andare ad un sospiro stanco e appoggiò la testa al muro dietro di lei rilassando i muscoli delle spalle e della schiena.
« Che c’è? ».
« Niente, forse sono solo un po’ stanca… è stato un periodo piuttosto pesante » mormorò lei chiudendo gli occhi.
Approfittando del fatto che non poteva vederlo, Jack si perse ad ammirarne il profilo lambito dolcemente dalla calda luce del fuoco. Quando si accorse che, inconsciamente, stava per scostarle una ciocca di capelli dalla fronte si fermò con le dita a meno di un centimetro dal suo volto. Costrinse il braccio a tornare al suo posto e si mise a fissare insistentemente i ballerini intorno al fuoco, dandosi del cretino e auto-imponendosi di non fare stupidaggini: non potevano assolutamente permettersi nessuna debolezza, ne’ lui ne’ lei. Erano colleghi e buoni amici, punto e stop.
Improvvisamente sentì che Sam aveva posato la testa sulla sua spalla. Si voltò verso di lei ma scoprì che aveva ancora gli occhi chiusi e il respiro si era fatto pesante e regolare. Sorrise scuotendo la testa incredulo: si era addormentata.
Si sistemò per farla stare più comoda, continuando ad osservare il fuoco e i compagni che venivano sballottati tra una ragazza e l’altra, ascoltando il ritmo incalzante dei suonatori che battevano sui tamburi.
Girò appena la testa per guardarla e constatò con un moto di tristezza che questo era il massimo contatto che si potevano concedere senza fare il passo più lungo della gamba… oltretutto questo succedeva solamente nei momenti di debolezza o nelle situazioni più estreme che affrontavano, quando gli sembrava davvero di non potercela fare.
Dopo un po’, pensò finalmente di lasciare da parte i pensieri deprimenti e decise di portarla in un posto più comodo dove dormire tranquillamente. La prese in braccio stando bene attento a non svegliarla e, tenendosi lontano dalla luce del fuoco e delle torce, la portò fino alla piccola casa che gli indigeni gli avevano assegnato come alloggio temporaneo. Scostò la tenda ed entrò nell’anticamera dove erano state sistemate alcune brande, proseguì evitando un tavolo basso ed entrò nell’altra stanza, trovò lo zaino di Sam e la depositò sulla branda accanto, mettendole sulle spalle una coperta piuttosto pesante dal momento che di notte la temperatura si abbassava notevolmente da quelle parti, probabilmente a causa della vicinanza con le montagne.
Quando si girò per andarsene centrò in pieno lo zaino di Daniel, soffocando un’imprecazione mentre le carabattole dell’amico rovinavano sul pavimento con un gran fracasso. Mentre rimetteva tutto a posto pregò mentalmente di non averla svegliata, ma la voce di Sam giunse assonnata alle sue spalle.
« Signore? Che succede? » Jack si voltò e vide che si guardava intorno aggrottando le sottili sopracciglia bionde « Ma che ci faccio qui? ».
« Crollavi dal sonno » rispose lui alzandosi « Fatti una bella dormita ».
« Ma-- ».
« Ubbidisci per una volta! » esclamò Jack allargando le braccia « A nanna!! ».    
« Sissignore » sorrise Sam rimettendosi giù e coprendosi fino al mento chiudendo gli occhi. Pochi secondi dopo era già tornata nel pieno della fase R.E.M. per quanto era stanca… come al solito aveva fatto finta di niente pur di non dover rimanere a casa, e pensare che pochi giorni prima erano andati in missione senza che lei li avvertisse che aveva la febbre!!
Prima di andarsene, Jack si fermò sulla soglia della camera con la tenda mezza sollevata, e rimase ad osservala qualche momento mentre dormiva placidamente con la pallida luce della luna le faceva sembrare la pelle di porcellana bianca. «’Notte Sam», sorrise uscendo.

Continua…




10 febbraio 2009
Angolo dell'autrice!
Okay, credo di aver stabilito un nuovo record: già tre persone si sono date alla macchia e non hanno recensito lo scorso capitolo… sono un mito XD!!! Fortuna che ci sono delle new entry: bienveniu a borboletta, sam93 e Jolinar (che ha recensito al Prologo) *O*!!! Meno male che qui ci sono i giovani (NB: parla quella di 16 anni)!! Cmnq non preoccupatevi, le cose serie cominciano dal prossimo chap, pazientate ^^''

Recensioni:
sam93: io adoro tormentare Daniel… e far ingelosire Jack!! Sono due tipi assolutamente adorabili!! Benvenuta nella mia ficcy ^-^
borboletta: benvenuta e grazie mille!!! Ti posso chiamare borby? Adoro il tuo nick, ha un non so che di dolcioso e paffutello (e si scoprì che questo era il soprannome di un serial killer XD)!! Spero ti piaccia anche questo capitolo!!
23jo: grazieeee >///< *color fucsia* Mi fai sempre troppi complimenti… bravissima, continua così XD!!
Najara: Evvai!! Finalmente ho imparato a rendere i personaggi *-*y!!!
Jolinar: ho capito, è il mio campo magnetico che distrugge tutto (compresi i microfoni =.=) Grazie per i complimenti, spero che continuerai a seguirmi!!!

Preferiti (ben 4 *O*):
23jo
borboletta
Jolinar
kae

Allora vi aspetto al prossimo capitolo *balla di sterpi che rotola*!!!
Bacioni, Giulia

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Capitolo III

Quando Jack si svegliò il mattino dopo, percepì distintamente il proprio cervello rimbalzare nel cranio ad ogni minimo movimento. Chiuse gli occhi precludendo l’entrata alla luce del sole, che comunque continuava a filtrare prepotentemente attraverso le palpebre facendogli vedere tutto rosso. Mugugnò indispettito e si alzò a sedere sulla propria branda, ricordandosi che quello era anche il giorno dell’esodo e che quindi doveva darsi una mossa.
In quel momento Sam entrò nella stanza reggendo fra le braccia una bacinella d’acqua fresca.
« Buongiorno, colonnello » disse allegra posando la bacinella su tavolino all’angolo « Dormito bene? ».
« Il mio cervello ha deciso di darsi alla samba stamattina » rispose lui infilandosi gli anfibi e notando finalmente che gli altri si erano già alzati e che lui era l’ultimo.
« Mal di testa, signore? ».
« Post sbornia, Carter » sospirò alzandosi con cautela « Quei ragazzi mi hanno fatto bere come una spugna quella robaccia ».
Sam sorrise mentre gli porgeva delle foglie verde scuro dall’odore penetrante. « Huaca l’aveva previsto e mi ha consigliato di farle masticare queste ».
Jack prese una fogliolina e l’annusò un po’ preoccupato. « Carter, a me questa sembra proprio-- ».
« Sì, è una foglia di coca, signore. In piccole dosi aiuta a calmare il dolore » lo rassicurò lei interrompendolo.
« Droga e rock'n'roll! » esclamò lui addentando la "medicina" « Mancava giusto Hathor alla festa di ieri! ».
Sam ridacchiò divertita e lo avvisò mentre usciva « Noi finiamo di raggruppare la gente, colonnello, saremo pronti fra poco. Le lascio tutto qui ».
« Ricevuto, grazie Carter ».
Recuperò la propria roba in fretta, masticò qualche altra fogliolina costatando che il dolore stava effettivamente svanendo e uscì mettendosi a tracolla il mitra. Si guardò intorno calcandosi il berretto sulla testa e vide la gente uscire dalle case con le ultime cose e unirsi agli altri nel gruppo che si stava formando nella piazza centrale. Avvicinandosi ad Hewitt chiese: « Tenente, procede tutto come previsto? ».
« Sì, signore… anche se abbiamo un problema ».
« Che tipo di problema? ».
« Ho controllato personalmente, O’Neill » riferì Teal’c affiancando il colonnello « Una nave madre Goa’uld è da poco entrata in orbita ».
« Stai scherzando?! » esplose Jack visibilmente alterato « Secondo le informazioni che ci hanno dato quei maledetti Tok’ra, le teste di serpente dovevano arrivare domani!! ».
« Non so che dirle, signore… » si scusò Hewitt ritraendosi.
« Ce ne andasse mai una dritta! Quando rivedo Jacob gli chiarisco un paio di cose » borbottò nero O’Neill prima di rivolgersi agli indigeni. « Okay gente, cambio di programma! Prendete in fretta le ultime cose e cominciate a camminare, dobbiamo sbrigarci!…Daniel!! ».
« Jack? ».
« Vai avanti e chiama casa, avvisa del nostro arrivo… Teal’c, Johnson! In fondo alla fila, controllate le retrovie ».
« Agli ordini ».
« Hewitt, Dalton, O’Gredy, andate ai lati!… Carter, in testa con me! ».
« Sissignore » risposero quelli in coro.
Mentre avanzavano a passo sostenuto attraverso la foresta, Sam sbirciò verso il volto di Jack. Si era nascosto dietro gli occhiali da sole, ma comunque Sam riusciva a vedere perfettamente quanto fosse preoccupato, teso e arrabbiato. Era il comandante e la vita di ognuno dipendeva da lui, tutto questo esercitava ogni volta una pressione psicologica notevole e, anche se Jack dimostrava sempre di saperla sopportare perfettamente, Sam avrebbe voluto fargli capire che lei gli era sempre accanto, che era sempre pronta a sostenerlo. Anche stavolta, Carter si morse un angolo del labbro inferiore e continuò a camminare spedita.
Arrivati allo Stargate, trovarono Daniel che li aspettava impaziente presso il tunnel attivo. I nativi erano piuttosto spaventati, ma i membri delle due squadre si diedero un gran daffare per tranquillizzarli un pochino e aiutandoli a passare con l’aiuto di una leggera pressione sulle spalle.
Sam si ricordò della promessa fatta la bimbo la sera prima e si guardò intorno per trovarlo, ma con un tuffo al cuore si accorse che la sue testolina nera non c’era da nessuna parte. Cercò febbrilmente con lo sguardo nel gruppo dei bambini, poi fra i grandi nella coda di gente e, certa che non ci fosse, si rivolse ad O’Neill. « Colonnello, il bambino di ieri sera, Mayta, non è qui, e sono sicura che non è passato attraverso lo Stargate ».
« Come sarebbe a dire "non è qui"?! » rispose lui togliendosi gli occhiali incredulo.
« Signore, dobbiamo assolutamente trovarlo ».
« Carter, abbiamo pochi minuti prima che un’orda di Jaffa inferociti scenda da quella nave e un’intera foresta da perlustrare!! ».
« Non si preoccupi » gridò Sam cominciando a correre in direzione degli alberi « Credo di sapere dove si trovi! ».
Jack provò a richiamarla indietro « Carter! Torna qui!! CARTER!! ». Vedendo che lei continuava ad allontanarsi senza prestargli il minimo ascolto, le corse dietro borbottando varie imprecazioni.
Sam, intanto, correva a più non posso attraverso gli alberi dopo essersi liberata dello zaino ai piedi dello Stargate, diretta verso il cimitero del villaggio, nascosto nel folto della foresta. Dietro di se sentiva i passi veloci del colonnello che la seguivano e accelerò senza aspettarlo, saltò il tronco di un albero caduto che le ostruiva il passaggio ma un ramoscello le frustò il viso lasciandole un lungo taglio rosso su una guancia. Giunse nella radura qualche minuto dopo, ormai senza fiato, ma non poteva permettersi di riposarsi perché già sentiva il rumore sordo dei passi dei Jaffa sul suolo che stavano rastrellando il villaggio e la foresta e i colpi degli alkesh. Trovò il bambino rannicchiato dietro un lapide che si tappava le orecchie con le mani, terrorizzato.
« Mayta! Mayta, guardami! Sono io, Sam!! » gli alzò il viso per controllare che non fosse ferito, poi se lo caricò in braccio cercando di tranquillizzarlo « Va tutto bene piccolo, ora andiamo via di qui ».
Per tutta risposta, Mayta si abbrancò a lei come un piccolo koala e mormorò piangendo: « Scusa, Samantha, scusa! Pensavo di fare in tempo, scusa!! ».
Lei gli accarezzò dolcemente i capelli scuri e cominciò a tornare indietro, ma fatti pochi passi il colonnello O’Neill emerse dal fogliame tenendosi un fianco. « CARTER!!! ».
« Eccoci, signore » esclamò lei raggiungendolo.
« Sbrighiamoci, forza!! » la spinse avanti e ricominciarono a correre sentendo i passi dei Jaffa farsi pericolosamente vicini.
« Jaffa, kree!! ».
Li avevano visti. « Maledizione ». Sibilò Jack digrignando i denti. Superò il maggiore con una falcata più lunga e la prese per mano aiutandola ad andare più veloce con tutto il peso del bimbo. Corsero a perdifiato inciampando nelle radici scoperte e tentando di distanziare i nemici. Sentendo il sibilo di un colpo, Sam puntò improvvisamente i piedi costringendo anche O’Neill a fermarsi e ad arretrare di un poco se non voleva staccarle il braccio. Il colpo si abbatté precisamente nel punto in cui si trovava la testa del colonnello qualche secondo prima.
« Grazie Carter ».
« Si figuri ».
« Ora corri!! ».
Quando giunsero stremati allo Stargate, videro che Daniel e Teal’c li stavano ancora aspettando mentre i nativi erano passati tutti quanti. Jack gli urlò di entrare e loro obbedirono dopo qualche esitazione, ma non appena fecero due passi sulla rampa di pietra dello Stargate, i Jaffa spuntarono dalla foresta e cominciarono a sparargli addosso avvicinandosi con urla belluine. Il resto avvenne in meno di qualche secondo.
Sentendosi afferrare per il giubbotto antiproiettile ad un soffio dal passaggio, Sam consegnò Mayta nelle braccia di Jack e spinse quest’ultimo verso il tunnel aperto con tanta forza da fargli perdere l’equilibrio. O’Neill rimase per un attimo sospeso a metà guardandola incredulo, poi cadde nell’orizzonte liquido. Il colonnello riemerse all’SGC cadendo di schiena sotto l’effetto della potente spinta del maggiore e rotolò fino a metà della rampa di metallo tenendo stretto il bambino per proteggerlo. Il passaggio dietro di lui si richiuse automaticamente e si voltò di scatto.
Carter non c’era.

Continua…





17 febbraio 2009

Angolo dell'Autrice!
Ma come mai eravate convinte che sarebbe successo qualcosa di brutto? *volano ciabatte e biscotti*

Comunque sono seriamente shockata… ma davvero sono migliorata così tanto *-*? Vi voglio bene anche solo perchè continuate a leggere le mie farneticazioni sui nostri eroi… vi stimo sorelle XD!!!


Recensioni:

23jo: dimmi la verità: ti apposti e ricarichi continuamente la pagina!! Hai commentanto 5 minuti dopo che avevo postato!! A parte gli scherzi, grazie, mi fai sempre troppi complimenti!! Spero che continuerai a seguirmi anche adesso che *ehm* Sam è leggermente nei guai ^^''

ilaria8: ma no, cosa te lo fa pensare XD?

Jolinar: ok, uso cose che neanche so di pensare… sono una sottospecie di genio °-°? Comunque gurada che puoi usare il cù-cù (XD) come vuoi, non ti accuserò certo di plagio!! Anzi, tu dovresti accusarmi di telepatia XD!! Com'è finito quel film degli indiani *-*?

sam93: perchè la produzione è una manica di senza cuore!!! Fortuna che ci siamo noi fan ù.ù Risposta alle domande: 1) non l'ha detto perchè è una gran testona e perchè ovviamente non voleva far preoccupare Jackie *.*; 2) ancora non lo so XD!! Però forse in piccola parte… abbi fede!!

borboletta: oddio che bello: "farfalla" *-*!! Mi sa che dopo questo capitolo devo stare attenta, eh borby XD?

kloe2004: ciaoooo kloooo *__*!!! Sono contentissima che sia approdata anche tu in questi lidi… ma sono ancora più contenta che la mia storia ti sia piaciuta *.* Piaciuto questo chap? Spero di sì ^_^

Najara: ma tutte pensano ai futuri problemi? Ma come mai XD? *lancio di mouse sulla testa dell'autrice*

kae: non credo che tu abbia presente di quanto io sia felice dei tuoi complimenti *______________* Grazie, grazie e ancora grazie perchè ogni volta che mi apprezzi sono troppo felice… sorellona mia!!!! Spero che ti piaccia anche questo capitolo nonostante il finale bastardo!


Preferiti (omg sono saliti a 6… pazze!! *____*):

-
23jo
borboletta

-
Jolinar
- kae

- kloe2004

- sam93


Se dopo questo capitolo non mi linciate, ci vediamo martedì prossimo con il Capitolo IV
… vi adoro ragazze!!!
Bacioni, Giulia



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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV

Rimase immobile per qualche secondo ancora sbigottito, finché una mano non gli toccò gentilmente una spalla.
« Colonnello, è ferito? ». Il dottor Fraiser.
Riprendendo il possesso delle proprie facoltà, Jack saltò in piedi facendo sobbalzare Janet e gridò rivolto alla sala comando: « Aprite lo Stargate, subito!! ».
Hammond si chinò sul microfono. « Mi dispiace, colonnello O’Neill, non posso farlo. Se attivassimo lo Stargate in questo momento, lei e l’SG-1 vi ritrovereste nel bel mezzo di una sparatoria ».
« Ma-- ».
« Non discuta, colonnello! SG-1 a rapporto immediatamente ».
Jack consegnò con poca delicatezza il povero bambino ancora sconvolto nelle braccia di Janet e scese dalla rampa scuro in volto, tanto che quando Daniel tentò di fermarlo, gli ringhiò contro: « Non adesso » ammutolendolo. Passando davanti all’armeria ci scaraventò dentro le armi senza guardare dove andassero a finire e salì le scale di corsa seguito dai compagni, ignorando le occhiate preoccupate degli addetti alla sala comando. Arrivato in sala briefing, trovò il generale già seduto a capotavola e lo raggiunse lasciandosi andare pesantemente sulla poltroncina. Non appena Daniel e Teal’c li raggiunsero, O’Neill prese la parola senza aspettare che gli altri domandassero alcunché.
« Mentre quella gente stava attraversando lo Stargate, Carter si è accorta che mancava quel ragazzino… » indicò confusamente verso lo Stargate di fronte dove Janet stava tranquillizzando Mayta « siamo andati a cercarlo e, mentre tornavamo indietro, i Jaffa ci hanno visti e inseguiti. Io sono qui e lei no… Adesso andiamo a prenderla ».
Daniel si sistemò gli occhiali e si azzardò a domandare: « Perché Sam non è riuscita a passare? ».
Jack abbassò il capo e ammise a denti stretti: « Mi ha spinto via ».
Nella stanza cadde un pesante silenzio carico di tensione, rotto finalmente da Hammond che disse con un sospiro stanco: « Per ora non possiamo fare altro che contattare i Tok’ra, sia per avvisare Jacob sia per scoprire se hanno un agente infiltrato da quel Goa’uld… sempre se il maggiore Carter sia ancora viva ».
« Lei è viva » esclamò Jack « e ora dovremmo essere sul quel pianeta… sappiamo perfettamente che prima di darci qualsiasi informazioni quei rettili ci metteranno settimane!! ».
« I Tok’ra sono la nostra unica speranza, O’Neill, dal momento che non conosciamo quali siano le coordinate del pianeta base di Apu Illapu » disse Teal’c.
« Jack, Teal’c ha ragione… e poi vedrai che il fatto che Sam sia la figlia di Jacob aiuterà a velocizzare i tempi » cercò di rassicurarlo Daniel.
« Te lo dico io il motivo per cui forse – e sottolineo il forse – si degneranno di aiutarci » ringhiò lui picchiando un dito sul tavolo « Jolinar ».
Vedendo che la conversazione stava degenerando, Hammond decise di intervenire: « Colonnello O’Neill, qui siamo tutti preoccupati quanto lei, ma dobbiamo mantenere la calma. Contatterò i Tok’ra subito dopo aver avvertito il presidente. Potete andare ».
Detto ciò si alzò e si recò nel suo ufficio per telefonare al presidente per informarlo dell’incidente, mentre Daniel andò ad assistere i rifugiati e Teal’c a fare kelno’reem. Jack invece, rimasto solo, si alzò e si appoggiò ai bordi del tavolo stringendo i pugni talmente forte da conficcarsi le unghie nel palmo della mano, sentendosi piombare addosso un enorme senso d’impotenza e di rabbia, mentre gli artigli di un dolore sordo cominciavano a scavare nel suo petto. Fino al giorno prima ridevano e scherzavano insieme, lui con le sue battute idiote e lei col suo sorriso radioso… in meno di mezz'ora il mondo sembrava essersi rivoltato, e ora rischiava di non rivederla mai più.
« Maledizione… ».

♦♦♦

Sam riprese lentamente i sensi e, quando riuscì ad aprire gli occhi, vide uno sfocato soffitto dorato sopra di lei. Sbatté le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco l’ambiente e voltò appena la testa di lato per verificare esattamente dove di trovasse, anche se molto probabilmente si trattava di una cella. Dal momento che trovava il pavimento piuttosto scomodo e freddo provò a sollevarsi cautamente su un gomito, cercando di evitare che la testa le girasse come una trottola… già si sentiva abbastanza intontita a causa del colpo di zatt che l’aveva stesa.
Si alzò e si avvicinò alla porta senza sbarre. Allungò cautamente una mano e non appena le sue dita sfiorarono la barriera d’energia ricevette una scarica elettrica lungo il braccio che, oltre a provocarle un dolore intenso, servì anche a snebbiarle del tutto il cervello.
Massaggiandosi l’avambraccio si sedette in un angolo e fece mente locale: non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, le avevano tolto le armi e il giubbotto con la radio, era stata presa prigioniera da un tizio che Daniel e gli indigeni avevano definito come un sadico malvagio… perfetto! L’avrebbe torturata fino a farla impazzire per estorcerle informazioni, senza contare che avrebbe immediatamente percepito che era stata posseduta da un simbionte.
Si tastò cautamente la guancia con il taglio: pulsava dolorosamente e i bordi della ferita si erano leggermente gonfiati, mentre gocce di sangue erano colate lungo il collo fino al colletto della maglietta. Facendo attenzione, cercò di darsi una pulita con un lembo della maglia e trattenne una smorfia di dolore quando tocco accidentalmente il taglio. Era più profondo di quanto pensasse.
Finita l’operazione, si passò una mano fra i capelli andando a massaggiarsi la nuca, concentrandosi per trovare il modo di uscire da quella situazione. Niente, non le veniva in mente assolutamente niente… e d'altronde che poteva fare se non tentare di resistere? Sperò di cavarsela bene come Teal’c… una volta Jack l’aveva definito il "carica-batterie della squadra", con tutta l’elettricità accumulata avrebbe potuto alimentare lo Stargate.
"Jack!". L’unica cosa positiva di tutta quella faccenda era che era riuscita a metterlo in salvo… anche se quando fossero riusciti a riportarla a casa le avrebbe fatto una lavata di testa da ricordarsene per un bel po’.
Il breve momento di serenità venne interrotto dal rumore metallico che preannunciava l’arrivo dei guerrieri Jaffa. Sam alzò la testa e vide spuntare da dietro l’angolo un manipolo di quattro soldati e un uomo, sicuramente il Goa’uld. Uno dei Jaffa digitò una sequenza sul pannello di controllo e la barriera energetica si abbassò.
« Secondo le mie informazioni» esordì il Goa’uld con la sua voce metallica « tu devi essere il maggiore Samantha Carter dell’SG-1, i guerrieri dei Tau’ri ».
« Esatto » rispose lei senza muoversi di un millimetro « E tu devi essere Apu Illapu ».
« Esatto » ripeté a sua volta Illapu mentre i suoi occhi brillavano « Inchinati davanti al tuo dio e dimmi tutto ciò che sai, ti risparmierai molte sofferenze ».
« Scordatelo » sibilò Sam assottigliando gli occhi azzurri « Se hai davvero informazioni sui terrestri dovresti anche sapere che non tradiamo i nostri compagni ».
« Ma, a quanto pare, li lasciate indietro » sorrise divertito indicandola. Sam non rispose e lui continuò: « Ti do un’ultima possibilità, Samantha Carter: inchinati di fronte a me e giurami fedeltà. Sei molto bella, sono tentato dal farti diventare la mia compagna… dopotutto sei già stata posseduta, no? ».
« Piuttosto mi ammazzo » rabbrividì lei mentre il ricordo della breve convivenza con Jolinar si faceva strada nella sua mente.
L’espressione del Goa’uld cambiò radicalmente divenendo una maschera di gelida crudeltà. « Molto bene » si rivolse ai sottoposti « Jaffa, kree!! ».
Due Jaffa si fecero avanti e l’afferrarono per le braccia sollevandola di peso, la tennero ben stretta strattonandola per i corridoi, fermandosi poi di fronte ad una porta. Una volta entrata, Sam scorse al centro della stanza due catene che pendevano dal soffitto e un altro Jaffa che reggeva fra le mani un bastone elettrico per le torture.
Sam sbiancò trattenendo il fiato quando lo vide e, mentre le assicuravano i polsi, pregò con tutta se stessa che Teal’c le inviasse la propria forza. Sentendo la voce metallica del suo aguzzino ridere, sollevò lo sguardo inchiodandolo sul trono dove si era comodamente sistemato, mentre una schiava umana era seduta ai suoi piedi.
« Hai paura? Ci hai ripensato, maggiore? » la schernì con un ghigno.
« Non ho intenzione di cedere » rispose rialzando fieramente la testa.
« Lo vedremo ».
Il dolore arrivò, acuto e senza preavviso, esplodendo all’altezza dello stomaco diffondendosi come lava incandescente per tutto il corpo martoriandole il cervello, mentre le urla si perdevano tra i meandri del palazzo.

Continua…


24 febbraio 2009

Angolo dell'autrice!!!
Ehi, sono ancora viva!! Sono rimasta davvero shockata da tutti i complimenti che ho ricevuto…che altro dire se non grazie dal profondo del cuore?! Vi adoro, sul serio, senza di voi mi sentirei persa!!! Non vi tedio ulteriormente e passo alle risposte!!!

Recensioni:
sam93: mi dispiace per te, ma ho un valido motivo per aggiornare solo una volta alla settimana: mentre pubblico continuo a scrivere e, se vado troppo avanti con la pubblicazione poi rimango indietro…ti toccherebbe aspettare ancora di più!!! Grazie per la recensione!!!
Najara: io buona? Non scherziamo, nella mia mente non so quante volte l'avrò fatti morire/disperdere/ridurre in fin di vitaniente paura!!! nessun morto qui XD!!!

23jo: *me abbraccia jo* ti voglio beneee!!! Tieni fazzolettino e siediti perchè i guai sono appena cominciati!!!cosa vuoi fare con quella corda O_o?! *Giulia scappa*
Jolinar: evvai! L'effetto sorpresa è riuscito ma ti sembra che io potessi rendere le cose così semplici? Io AMO complicare la vita a loro e a me (pazza masochista, lo so ù_ù)
ilaria8: grazie >///< !!! Sei sempre troppo gentile!!!
kloe2004: ghhhhh *soffoca sotto la stretta*…coff coff… non muore! Carter non muore!! Come potrei farla morire ç_ç?! Io la venero!!! Eppoi considera questo: se mi fai secca non saprai mai come finirà la storia ù_ù *mwahahahah*
borboletta: borby!!! Hator è un mito…come scordare la puntata in cui Sam è gelosa perchè Jack è infatuato da Hator? E l'altra in cui la nostra Sammy torna nella base Goa'uld per riprendersi il suo innamorato (e L'ABBRACCIO *O*)?! Dovevo fare un piccolo tributo ad Hator, rimembrando la vecchia battuta di Jackie ù__ù

Chiaretta dove sei ç_ç? *me bimba sperduta*

Okay, dopo questo finale comincerò a guardarmi dietro le spalle XD!!! Ancora un grazie speciale a tutte voi che mi seguite e a coloro che mi hanno inserita tra i preferiti!!
Un bacio!!!
Giulia

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


Capitolo V

Da quando avevano inviato il messaggio ai Tok’ra, O’Neill stazionava in un angolo della sala comando, invisibile a parte i continui borbottii a proposito dei « maledetti serpenti ritardatari menefreghisti » e « incapaci di decodificare uno stupidissimo SOS ».
La presenza incombente dell’ombra alle loro spalle innervosiva parecchio i tecnici, che a loro volta pregavano mentalmente che i loro alleati si dessero una mossa.
Purtroppo per loro, l’attesa si protrasse per quasi quattro giorni finché, quando il colonnello stava per sbranare chiunque osasse parlargli, finalmente la sirena dell’allarme si attivò investendoli della consueta luce rossa mentre la voce registrata avvertiva nell’altoparlante:

ATTIVAZIONE EXTRA-TERRESTRE NON PROGRAMMATA!!!
ATTIVAZIONE EXTRA-TERRESTRE NON PROGRAMMATA!!!

Jack emerse dal proprio angolo buio e si affiancò a Walter in meno di un secondo: « I Tok’ra? ».
« Sì, signore » rispose il sergente visibilmente sollevato mentre codificava il segnale del GDO alleato.
« Molto bene » disse Hammond sopraggiungendo « Aprite l’iride ».
O’Neill esultò internamente, ma allo stesso tempo una gracile fiammella di speranza si spense: aveva pregato – anzi, supplicato – fino all’ultimo secondo che fosse Sam a varcare quella porta.
Dallo Stargate emersero due rappresentanti Tok’ra, fra cui una vecchia conoscenza, Anise.
Di Jacob però non ve n’era traccia e questo innervosì ancora di più membri dell’SGC… cosa significava l’assenza di Jacob? Daniel sperò per la loro incolumità che non si fossero inventati niente di strano per rifiutargli il loro aiuto… Jack li avrebbe fatti a pezzi e sparsi nella galassia, come Seth con Osiride.
L’SG-1 e Hammond scesero nella sala d’imbarco per dare il benvenuto agli ospiti.
« Salve amici Tau’ri » li salutò la voce metallica di Anise « È molto tempo che non ci vediamo… anche se avrei sperato di incontrarci nuovamente in circostanze più liete. Ci scusiamo per il ritardo, ma abbiamo avuto dei problemi ».
« Benvenuta Anise, anche noi siamo contenti di rivederla, spero non sia accaduto niente di grave… ma d’altro canto siamo sorpresi di non vedere Jacob, dov’è? » rispose pacatamente il generale facendo strada verso le scale.
« Niente che non si possa risolvere. Comunque, il generale Carter e Selmak sono partiti per una missione della massima importanza e non sono potuti venire con noi, ma comunque sono stati avvertiti dell’accaduto: me ne sono occupata io stessa ».
« Pensa che ci metteranno molto a tornare? » chiese Daniel stringendo gli occhi sospettoso mentre prendevano posto intorno al tavolo della sala briefing.
« È difficile da dire » rispose il Tok’ra sconosciuto « sono partiti da appena due settimane… perdonatemi se ancora non mi sono presentato: il mio nome è Kar’ym di Nöfol ».
« Piacere nostro » rispose Jack con la voce velata di sarcasmo che il Tok’ra sembrò non notare.
« Il vostro messaggio era breve e poco chiaro » intervenne nuovamente Anise « Potete dirci esattamente cos’è successo al maggiore Carter? ».
Daniel li ragguagliò velocemente ma con precisione sulla situazione. « In sostanza » concluse l’archeologo « vorremmo sapere se avete una spia infiltrata tra i seguaci di Apu Illapu, di modo che possa aiutarci a riportare il maggiore Carter a casa ».
I due Tok’ra si lanciarono uno sguardo eloquente, cosa che non piacque affatto al colonnello.
« Allora? » chiese spazientito dopo qualche secondo di silenzio.
« In effetti abbiamo un’agente infiltrato… ma temo che ciò che ci chiedete sia impossibile » rispose cautamente Kar’ym.
« E si può sapere perché, di grazia? » chiese ancora Jack, con un tono pericolosamente calmo.
Teal’c e Daniel si lanciarono delle occhiate allarmate.
« Riteniamo che il Goa’uld possa avere presto un contatto con Anubis » rispose Anise « Se il nostro agente venisse scoperto verrebbe ucciso e i nostri sforzi per conoscere parte della strategia di Anubis vanificati ».
« E secondo voi a me importa qualcosa? » ringhiò O’Neill.
« Jack, stai calmo… » cercò di rabbonirlo Daniel.
« Io sono calmissimo, Daniel ».
Il generale Hammond intervenne per fare da paciere e per evitare un incidente diplomatico intergalattico: « Comprendiamo la vostra posizione, ma cercate di capire anche noi: il maggiore Carter è un membro importantissimo-- ».
« Essenziale » lo corresse Jack borbottando.
Hammond lo ignorò: « -- per il nostro comando e per l’SG-1. Ci basterebbe avere le coordinate del pianeta e, se potete procurarvela, una pianta della base del Goa’uld per poter poi organizzare una missione di recupero ».
Anise abbassò il capo. Quando lo rialzò, il suo viso aveva assunto i dolci lineamenti di Freya. La donna guardò O’Neill con dolore e si rivolse direttamente a lui: « Ci dispiace, colonnello, ma ho paura che con i vostri soli mezzi non riuscirete a salvare il maggiore Carter ».
« Se non potete fornirci una pianta, a noi bastano le coordinate del pianeta base » ribadì Teal’c incrociando le mani sul tavolo.
« È proprio questo il problema » esclamò addolorata Freya.
« Ma vi è tanto difficile parlare chiaro?! » sbottò Jack pericolosamente vicino al limite di sopportazione.
« Il pianeta di quel Goa’uld… » precisò Kar’ym, freddo come il ghiaccio, « non ha alcuno Stargate. È possibile accedervi unicamente con una navicella che… ».
« …che noi non abbiamo » concluse Daniel in un filo di voce.

Continua…


3 marzo 2009
Angolo dell'autrice!!!
Oyeah gente XD!!! Allordunque, dopo questo finale ultra-bastardo vi lascio aspettare fino alla prossima settimana... come sono malvagia XD!!! Comunque io avevo avvertito di essere sadica nella mia raccolta, eravate avvisate ù_ù

Passhiamo alle recensioni *O*:

ilaria8
: io che risolvo qualcosa in tempi ragionevoli? Ma scherziamo XD? *muahahahah*
sam93: in astinenza? Omg, sto diventando una droga o_O!! Piaciuto questo chap mooolto maledetto? Spero di sì ^_^
borboletta: uhuh ancora non hai visto tutta la furia di Jack...attendi e sarai ricompensata!!!
23jo: lascia stare, io prego giorno e notte per essere come lei (mi andrebbe bene anche il suo cervello per i compiti di chimica =P)!!!
Najara: grazie dei complimenti, mi fa un sacco piacere sapere che riesco a rendere bene le immagini *fiut, meno male*... me tutta felice!!
-
kloe2004: "lo possiamo torturareeee?" (influenza negativa di mamma e di Carosello XD)... però non la faccio morire, non sono così tanto malvagia XD (Ah no? - NdTutti)
Jolinar: Jack un pochino alterato nei prossimi chap diventerà inca...volato nero XD!! Sul serio °-°
kae: aggiornato presto, come ordinato!! Spero ti piaccia anche questo chap ^___^

Benvenuta a keyra89 che ha inserito la storia fra i preferiti ^__^

Un ultimo grazie speciale alla mi' mamma che mi fa da Correttrice di Bozze / Prima lettrice... e che sbircia nei capitoli ancora non finiti =_= Ma tu guarda che razza di vita XD

Bacioni, Giulia

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI

Nella sala briefing era calato un silenzio di tomba. Nessuno osava spiccicare parola.
« Come sarebbe a dire… niente Stargate? » domandò Jack, che ancora non si rendeva pienamente conto delle parole di Kar’ym.
Niente Stargate significava…significava…non voleva neanche pensarci.
« Se riflettiamo un secondo, avremmo dovuto sospettarlo » intervenne Daniel riprendendosi.
« E perché mai, dottor Jackson? » chiese Hammond.
« Lì per lì non ci abbiamo fatto caso, ma non vi sembra strano che i Jaffa siano arrivati con una nave madre e non attraverso uno Stargate? ».
« Mi stai dicendo che avremmo potuto evitare che Carter potesse essere catturata?! » si rabbuiò O’Neill.
« Ehm » Daniel incespicò « quello è stato un… "danno collaterale", non potevamo prevedere che-- ».
« --che ci sarebbe andata di mezzo per colpa mia? » chiese Jack, ancora più fosco, visibilmente divorato dal senso di colpa.
« Lei non centra niente, O’Neill » disse Teal’c con convinzione, cercando di risollevargli il morale « I Jaffa vi hanno teso un’imboscata. Nessuno di noi poteva in alcun modo prevederlo ».
« Teal’c ha ragione, colonnello, lei non ha nessuna colpa di quanto accaduto » si aggiunse Hammond.
« Sì, signore » rispose meccanicamente lui, senza credere sul serio alle proprie parole.
« A questo punto » esordì Freya « non sappiamo come possiamo esservi utili ».
« Il nome della spia » ricordò Daniel « e un modo per poterci mettere in contatto con lei ».
La donna stava per aprire bocca ma Kar’ym la fermò posandole una mano sul braccio e rimproverandola: « No ferma, sai che il Consiglio non approva ».
« Ma…», provò a protestare lei, però poi cedette sotto lo sguardo severo del compagno. « Hai ragione, perdonami ».
« Spiacente d’interrompere l’idillio, ma fatemi capire » intervenne Jack calcando con forza ogni singola parola « Ci state negando il vostro aiuto? ».
I due non risposero ma le loro reazioni furono molto differenti: Kar’ym sostenne tranquillamente lo sguardo accusatore del colonnello, mente Freya abbassò gli occhi colpevole.
« Avete idea di quante volte vi abbiamo salvato la pelle? Di quante volte abbiamo rischiato la vita al posto vostro? » ringhiò Jack alzando mano a mano il tono di voce.
« Colonnello O’Neill, si calmi » lo riprese il generale, ma quello non diede segno di averlo sentito.
« Ci state negando la possibilità di andare a salvare Carter? Jacob lo sa tutto questo? ».
« Noi Tok’ra non siamo in molti e non possiamo permetterci di sacrificare i nostri fratelli inutilmente » replicò calmissimo Kar’ym.
Teal’c riuscì ad afferrare Jack un secondo prima che si scagliasse contro il Tok’ra, ma questo non impedì al colonnello di urlargli contro: « Inutilmente?! Inutilmente?! Chi è che mandate sempre in missioni suicide al vostro posto?! Chi è che ha ammazzato più Goa’uld in cinque anni che voi in trecento?! Chi è che ha stretto un’alleanza con gli Asgard?! Chi è che ha fatto fuori Apophis?! ».
« Colonnello!! » esclamò Hammond alzandosi a sua volta « Adesso basta, si calmi!! Sono certo che la nostra proposta è negoziabile! ».
« Affatto » lo corresse Kar’ym ignorando lo sguardo addolorato di Freya « Prevedendo una richiesta del genere, il Consiglio ha già deliberato: non possiamo rivelarvi alcunché ».
Jack, schiumante di rabbia e ancora stretto saldamente tra le possenti braccia di Teal’c, chiese di nuovo: « Jacob sa che non volete salvare sua figlia? ».
« No… » mormorò Freya.
« Capirà. Questa missione è molto importante » intervenne nuovamente il Tok’ra per evitare che la compagna parlasse a sproposito. Sapeva che Freya e Anise avevano sviluppato una sorta di debole per i Tau’ri e non voleva dargli modo di dimostrarlo.
« No che non capirà!! » abbaiò nuovamente O’Neill « Non credo che voglia mettere la vita di sua figlia dopo quella di un…un…Goa’uld!!! ».
« Noi non siamo Goa’uld!! » s’inalberò Kar’ym balzando in piedi furioso.
« ADESSO BASTA!!! » tuonò Hammond frapponendosi tra i due « Jack la smetta immediatamente, non voglio più doverlo ripetere!! ».
Jack digrignò i denti ma tenne chiusa la bocca, mentre Daniel e Freya passavano lo sguardo da lui a Kar’ym.
« Sarà meglio continuare questa conversazione più tardi» propose il generale tornando ad un tono di voce normale e conciliante « SG-1, potete andare ».
« Sì, signore. Grazie, signore » rispose precipitosamente Daniel prima che l’amico potesse aprire bocca.
Jack si divincolò dalla morsa di Teal’c e si precipitò giù per le scale, quasi travolgendo il dottor Fraiser per il corridoio.
« Colonnello, ma che--? » provò a protestare la dottoressa, ma lui non le rispose e proseguì imperterrito fino ad infilarsi in ascensore dando un pugno sul pulsante per la chiusura delle porte, lasciando una Janet a guardarlo preoccupatissima e con le cartelle mediche sparse sul pavimento.

♦♦♦

Il dolore era insostenibile, fortissimo, invadeva tutto il suo corpo e le catene di ferro fissate ai polsi contribuivano ad aiutare la scarica elettrica a diffondersi e ad avvolgere il suo cuore in una morsa.
Non riusciva a vedere, non riusciva a pensare… poteva unicamente sentire il dolore. E urlare.
Nei pochi sprazzi di lucidità tra un colpo e l’altro poteva vedere la schiava umana terrorizzata dalle sue grida e il Goa’uld sghignazzare beato.
Quella visione rafforzava ogni volta la sua volontà di resistere e di non dargliela vinta.
Doveva farcela, per suo padre, per Cassandra, per i suoi amici, per Jack.
Ma ad ogni scarica era sempre più difficile…

Continua…



10 marzo 2009
Angolo dell’autrice!!!
Ordunque bimbe belle, che ne dite? Mia madre ha detto che si è figurata Jack trattenuto da Teal’c e che la sua sfuriata è più che plausibile… ma ditemelo voi, mi fido di più XD!!! Mi scuso per il ritardo nel postare, ma today sono andata a far compere per il compleanno della mia migliore amica [Auguri FeFi!!! *O*]. Grazie mille per tutte le vostre recensioni, vi invito a segnalarmi qualsiasi errore di battitura e/o di trama (tipo incongruenze) e se vi sto annoiando (speriamo di no ç_ç).

RecenZioni *_____*:
-
ilaria8:ce la farà ce la farà… prima o poi XD!!! Il fatto che non ci fosse lo Stargate m’è venuta di botto mentre scrivevo: in pratica ho deciso di complicarmi la vita da sola o_O
23jo: sadica? Ma chi? Io?! XD Alla domanda se fosse corruttibile mia madre ha risposto un categorico, secco, chiarissimo… “NO!” Mi dispiace per te e le altre XP
- kloe2004: "ODIAMO A MORTE I TOK'RA e non ce ne vergognamo!! (Campagna pro-Jack)"… quanto ti posso adorare klouccia mia *-*?! Iscriviamoci al gruppo ragazze XD!!
Najara: Ma perché se per una volta volevo rendere utile Anise (che detesto anch’io, sia chiaro ù_ù) e sia tu che le altre la odiate ancora di più?! Ormai è condannata, quella bast** +__+
sam93: ok, nuovo morbo: la Giulite cronica XD!! Eppoi Jacob… e Jacob Jacob… vedrai °w°! *fufufu*
borboletta: O’Neill è lo Stromboli di turno XD! Piaciuto questo chap? Spero di sì!!
kae: io amo Martouf e Jacob (entrambi morti çOç) gli altri Tok’ra… bye bye belli!! No vabbè, alcuni sono anche simpatici… se vuoi ti do una pomata, perché Anise servirà XP!!
keyra89: “astargeizzati” che figata ‘sto termine *w*!!! Grazie per il “quasi divino” ma ti assicuro che c’è chi scrive molto meglio di me XD!! Sono contenta che ti sia piaciuta la storia fino a questo punto e mi auguro che ti piacerà anche il resto ^O^

Ancora grazie a coloro che mi hanno inserito tra i preferiti *O*!!! Ma soprattutto AUGURI (arretrati) PER L’8 MARZO DONNINE MIE!!!
Ripeto: la mamma non è corruttibile X’D

Bacioni, Giulia :*

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII

Entrò nella sua stanza sbattendo la porta con un boato tale che chi passava per il corridoio sobbalzò spaventato.
Pazzo di rabbia rivoltò una delle due sedie del tavolino con un calcio e lanciò via l’altra afferrandola per la spalliera, dopodiché mandò il tavolo stesso a gambe all’aria. Cominciò a colpire con tutta la forza che aveva ogni cosa che gli capitava a tiro, si voltò verso il mobile e lo prese a calci e pugni fino a romperne un’anta e ad ammaccarne seriamente un’altra, poi con un movimento del braccio gettò a terra ciò che c’era sopra di esso, compreso un vaso che cadde in mille pezzi sul pavimento. Una scheggia lo ferì al braccio ma neanche se ne accorse. Afferrò con tutta la sua forza il povero mobile e lo buttò a terra, nella caduta le ante già semidistrutte si spalancarono e rovesciarono fuori l’intero contenuto: libri, giochi da tavolo, carte da poker, fumetti, cassette… Si rialzò e allontano la sedia sdraiata su un fianco con un calcio, avvicinandosi al letto tirò via tutte le coperte stacciandole e si avventò sul cuscino come una furia prendendolo a pugni e sbattendolo contro la testiera del letto finché il tessuto non si ruppe e le piume non volarono da tutte le parti creando una bufera di neve in miniatura.
Finalmente si fermò sentendo che la rabbia era svanita di colpo e si guardò intorno, con il fiatone, contemplando il disastro che aveva provocato: sembrava che fosse passato un piccolo tornado. Notò che un’anta dell’armadio penzolava da un lato… ma quando l’aveva scardinata?!
Si aggirò per le macerie di quello che una volta era stato il suo alloggio, e passando davanti al letto sentì un rumore di vetri infranti sotto il suo piede destro. Si scansò e guardò in basso. Una cornice. Si accovacciò e la prese in mano. Sotto mille crepe e frammenti di vetro rotto vide che era una foto dell’SG-1, scattata sicuramente poco dopo le prime missioni. Si vedevano Daniel e Teal’c ai lati, riusciva a intravedere solamente la propria faccia mentre il centro era stato calpestato dalla suola chiodata del suo anfibio. Si sedette per terra appoggiando la schiena alla testiera tutta storta del letto. Cominciò a togliere i vetrini rotti ferendosi i polpastrelli, ma non ci fece caso.
Sotto le sue mani comparve il volto sorridente di Sam, con gli occhi blu che sfavillavano per l’orgoglio e la felicità di far parte di quel progetto e di vedere anni di duro lavoro finalmente realizzati.
Scansò gli ultimi rimasugli di vetro e ammirò la foto. Accarezzò con la punta delle dita la superficie liscia della cellulosa mentre un groppo gli saliva lentamente in gola.
Sentì bussare alla porta.
« Jack? Tutto bene? ».
Era Daniel. Non rispose e l’amico entrò lo stesso. Non appena varcò la soglia, l’archeologo rimase di sasso spalancando gli occhi così tanto che gli occhiali gli scivolarono giù verso la punta del naso.
« Che cosa vuoi, Daniel? » chiese Jack senza alzare lo sguardo.
« Beh, ho sentito degli strani rumori provenire da qui… i rumori di una rissa per essere precisi. Stai… bene? ».
Jack non rispose e Daniel avanzò tra i mobili divelti sollevando sbuffi di piume ad ogni passo. Si fermò di fronte all’amico.
« Il generale Hammond non è molto contento della sfuriata che hai fatto ».
« Amen ».
« Jack… » Daniel sospirò « Non possiamo certo costringerli a parlare ».
« Tu dici? » chiese ironicamente il militare.
« Ascolta » il ragazzo cominciava a spazientirsi « questa è una situazione delicata per entram-- ».
« NO, ascolta tu, Daniel! A me non frega un bel niente se la loro maledettissima spia ci lascia le penne! Gli abbiamo salvato il fondoschiena abbastanza volte perché almeno questo ci sia dovuto, non credi?! » esplose Jack saltando in piedi sovrastando il compagno.
I due si guardarono in cagnesco per un po’, poi Daniel sospirò abbassando lo sguardo e porse all’amico un libro rilegato in stoffa blu che aveva tutta l’aria di essere un album di fotografie.
« Pensavo ti facesse piacere averlo. Sono le foto che ho scattato durante questi anni… te ne ho fatta una copia. Doveva essere il mio regalo di Natale, ma credo che non verrò fulminato se te lo do in anticipo ».
Jack prese l’album e se lo rigirò tra le mani osservandolo senza dire niente.
« Se hai bisogno, io sono nel mio ufficio » disse l’archeologo uscendo.
« Daniel… ».
« Sì? ».
« Grazie ».
« Di niente ».
Una volta che Daniel fu uscito, Jack tornò alla posizione di prima, aprendo il prezioso oggetto: sulla prima pagina campeggiava una delle prime foto dell’SG-1, la stessa della sua cornice.
Rimase ad osservare l’album per ore, ad ogni foglio di carta velina sollevato veniva assalito da ricordi e sensazioni: Carter e Jacob dopo l’ ‘integrazione’ di quest’ultimo con Selmak… lui e Teal’c che si confrontavano in un incontro di box (o meglio, Teal’c che lo massacrava)… Carter concentratissima dietro un microscopio con coppe di gelatina vuote sparse per il laboratorio… Syler completamente coperto di fuliggine quando era esploso un MALP… Teal’c con un vassoio straripante di dolci… Lui che urlava da solo per il corridoio ("Urgo ", pensò divertito)… e poi ancora foto, tantissime foto scattate da Daniel, spesso e volentieri a tradimento.
E lei, lei sorridente, sorpresa, assorta.
Il suo maggiore, la sua scienziata, la sua compagna di squadra… la sua Sam.
Gli mancava, era inutile negarlo, non era passata neanche una settimana e già dava di matto. Non sapeva dov’era, non sapeva come stava, non sapeva… dannazione! Non sapeva niente! Poteva benissimo essere morta e lui se ne stava lì con le mani in mano!
"Piantala Jack! ", si rimproverò scuotendo la testa, "Pensa positivo! Sam è forte, ce la farà… resisterà… ma fino a quando? ".
Chiuse di scatto l’album infilandosi nel taschino una foto e buttandosi di schiena sul letto, sollevando un’esplosione di piume.
« Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo assolutamente scoprire qualcosa da quei serpenti schifosi… » pensò ad alta voce fissando il soffitto « Verrò a prenderti, Sam. Aspettami ».

Continua…



17 marzo 2009
Angolo dell’autrice!!!
Okay, dopo questo capitolo la pianto di scassare con Jack… ma questo dovevo inserirlo!! È stata l’immagine di O’Neill che distrugge la sua stanza a dar vita a questa storia!! Una sera, al posto di dormire, mi è spuntato in testa Jackie che se la prendeva con il suo povero comò e mi sono detta:

Neurone 1: Ma come mai sarà così incazzato? °-°
Neurone 2: Ovvio! È successo qualcosa a Sam!! ù_ù
Neurone 1: Sì, ma cosa? °-°
Neurone 2: Uhm… rapita?
Neurone 1: Shì dai!! Facciamoci una shot!! *O*
Neurone 2: Ma come facciamo a sviluppare l’argomento in una shot? O_o
Neurone 1: Allora facciamo una long!! *w*
*si danno la mano*

… e così nacque questa storia… verso la fine di settembre, più o meno XD

Okay, direi di finirla con queste boiate e di passare alle vostre recensioni “che è meglio” (intonazione alla Puffo Quattrocchi):
ilaria8: ti posso assicurare che ancora non hai visto quanto può essere sadico quel Goa’uld… lo scopriremo dal prossimo chap *_____* fufufu
Jolinar: non preoccuparti per il salto di recensione… considera che io oggi mi stavo scordando di aggiornare! Per quanto riguarda la spia Tok’ra devo confessarti che… lo scoprirai nei prossimi capitoli!!! X’D mwahahahah
sam93: omg che recensione chilometrica O_o Cmnq come hai visto O’Neill ha lanciato anche una bella colata di lava, ma dal prossimo chap facciamo un salto da Samantha per vedere come sta… povera!! ç_ç Sappi che sono contentissima del fatto che lo vedi come fosse un episodio: è proprio quello l’effetto che voglio *_*!!
Najara: se Jacob lo scopre ci faremo spiedini di serpente (dicono che siano molto buoni, sì sì ù_ù)!! Grazie dei complimenti, spero che ti piaccia anche questo chap (che ho inserito quasi a forza ò_ò)
borboletta: credo che Teal’c sia intervenuto solo per evitare un incidente intergalattico XD
kloe2004: lo sai che mi fai paura? XD Sono contenta che anche tu odi Kar’ym… io lo appenderei al soffitto per le *ehm* parti basse =_=
23jo: un’altra recensione chilometrica! XD Grazie mille per i complimenti sul mio sadismo, la mia parte sanguinaria ne è molto contenta *ç* E stai sicura che anch’io detesto Anise la cui tokr’aggine (meraviglioso questo termine!) è tra le più odiose!!


Ringrazio anche kae che mi ha comunque detto che il capitolo le piace e, ancora una volta, chi mi ha inserito tra i Preferiti… pazze XD!!!

Bacioni, Giulia

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII

Sognava.
Era un sogno scuro, appiccicoso, che l’avvolgeva e la stritolava facendole dolere ogni parte del corpo. Provava a gridare ma dalla gola non usciva alcun suono, era completamente afona. Provava a dimenarsi, ma più si dibatteva più quella scura massa l’avviluppava bloccandola e stringendola.
Improvvisamente, percepì gocce d’acqua scorrerle lungo il volto. Pioggia? Lacrime?
Una voce la chiamava, prima lontana e quasi indistinta, poi sempre più chiara e vicina.
« …maggiore Carter? Riesce a sentirmi? Si svegli… ».
Mentre gli stralci dell’incubo la abbandonavano, Sam riacquistò coscienza e sentì che anche nella realtà ogni fibra del suo corpo era pesta e dolorante, ogni minimo movimento le costava una fatica immensa.
Quando aprì gli occhi vide sopra di sé un volto conosciuto: carnagione scura, riccioli neri e una tonda cicatrice da ustione sulla fronte.
« Ra…Rak’nor? » mormorò incerta, raschiando la gola riarsa.
« Sì, maggiore » la rassicurò il Jaffa, «Sono venuto a vedere come sta».
« Non c’è…male » provò a scherzare lei increspando leggermente le labbra secche e screpolate.
« Non si affatichi… le ho portato dell’acqua e qualcosa da mangiare, non è molto ma è tutto quello che sono riuscito a prendere dalla dispensa » le disse passandole una spugna umida sulla fronte. Ecco cos’era quella sensazione di fresco…
Rak’nor l’aiutò a sedersi e le porse una brocca d’acqua che Sam, ignorando le proteste dei suoi muscoli, afferrò e svuotò per metà con un paio di sorsi. Senza dire una parola, lui le allungò un pezzo di pane che la donna addentò con ferocia mandando giù qualche boccone, sentendosi rinascere.
Mente mangiava, Sam lanciò un’occhiata interrogativa al Jaffa: « Ma tu… che ci fai qui? ».
Rak’nor rispose in un sussurro circospetto: « Mi sono infiltrato tra i Jaffa di Apu Illapu conquistandone la fiducia. Forse s’incontrerà con Anubis. Il maestro Bra’tac vuole saperne il più possibile per poi informare il fratello Teal’c e voi Tau’ri ».
Sam annuì mentre mandava giù un altro boccone: « Capisco… Sai da quanto tempo sono qui? ».
Ore, giorni, settimane, mesi? Aveva perso completamente la cognizione del tempo.
« Direi quattro o cinque giorni al massimo » rispose il Jaffa sporgendosi all’indietro per controllare che non arrivasse nessuno.
« Speravo fosse passato più tempo… » mormorò affranta.
Se era in questo stato dopo neanche una settimana, come diavolo avrebbe fatto a tirare avanti? Si lasciò sfuggire un sospiro stanco, strofinandosi gli occhi brucianti. Non si sentiva affatto bene: aveva un gran mal di testa, brividi e, oltre al fatto che ormai era tutta un livido, le facevano male le articolazioni.
« Sai darmi qualche informazione? » chiese alzando lo sguardo su Rak’nor « Per esempio su come si fa ad uscire da qui, quante guardie ci sono, dov’è lo Stargate… ».
« Mi dispiace deluderla, maggiore Carter » la informò il Jaffa scuotendo la testa « Ma su questo pianeta non esiste alcuno Stargate… lo stesso vale per quelli limitrofi ».
« Maledizione… » mormorò Sam passandosi una mano fra i capelli biondi e cercando d’ignorare il brontolio allo stomaco: prima di quel tozzo di pane, il suo ultimo pranzo era stato la veloce colazione su Tahua (ovvero P5X-768) prima di essere catturata. « Ma allora come… ma certo! La nave madre nell’orbita del pianeta » congetturò fra sé e sé mordicchiandosi l’unghia del pollice. « Ecco spiegato il motivo per cui i Jaffa non sono arrivati attraverso lo Stargate ».
Un punto per il Goa’uld.
« Non posso trattenermi oltre, sta arrivando qualcuno » disse in fretta Rak’nor in sussurro concitato « Tornerò presto con le informazioni che mi ha chiesto… nel frattempo cercherò un modo per avvisare l’SG-1 tramite il maestro Bra’tac ».
Sam non fece neanche in tempo a salutarlo che quello afferrò la brocca e, in un lampo, uscì dalla stanza riattivando lo scudo d’energia. Il tempo di sparire lungo il corridoio, che il maggiore udì dei passi avanzare nella direzione della sua cella. Velocemente, si sdraiò sulla sua panca di spalle all’entrata e fece finta di dormire, pregando che non venissero per sottoporla ad un’altra seduta di torture e che la lasciassero riposare in pace.
In un lampo fu attraversata da un dubbio atroce: aveva rivelato qualcosa? Era riuscita a tenere la bocca chiusa o no? Dopotutto non ricordava affatto di quando l’avevano riportata in cella né se avevano fatto pause durante la tortura…
Interrompendo le sue congetture, i passi si fermarono proprio dietro la sua schiena e la voce beffarda e metallica del Goa’uld le trafisse sgradevolmente le orecchie.
« Svegliati maggiore Carter, sono venuto a farti visita… non sei contenta? ».
Ma che spiritoso… da ucciderlo!
Controvoglia, ma ben sapendo che ignorarlo sarebbe stato controproducente, si voltò mettendosi a sedere, accorgendosi preoccupata che anche questi semplici movimenti le procuravano dei forti giramenti di testa.
« Non hai un bell’aspetto, sai? » disse Illapu fingendosi premuroso « Hai fame, forse? ».
Non rispose, afferrando immediatamente la strategia del Goa’uld: tenerla senza mangiare né bere per renderla meno resistente alle torture. Fatica sprecata, dal momento che quel poco che Rak’nor era riuscito a rubare per lei bastava e avanzava per recuperare almeno in piccola parte le forze.
Un punto per lei.
« Devo riconoscerlo: sei un osso duro » si complimentò Illapu passeggiando su e giù per la stanza « Non avevo mai trovato un umano che resistesse così a lungo senza lasciarsi sfuggire neanche mezza sillaba! ».
« Mi hanno addestrato bene » sorrise Sam sentendo un grosso macigno sollevarsi dalle sue spalle.
« Fossi in te aspetterei a gioire, Tau’ri » sorrise velenosamente avvicinando il volto a quello della prigioniera « Ho molti metodi per estorcere informazioni e la tua permanenza qui sarà molto lunga… direi eterna ».
« Allora avrai modo di scoprire quanto
posso essere resistente » rispose lei, nascondendo con un convincente bluff il fatto che lei stessa non sapeva quanto sarebbe durata con questo ritmo.
Il Goa’uld ridacchiò divertito. « Sarà un’esperienza interessante… ma alla fine sarò io ad avere la meglio ».
« Vedremo… » mormorò lei sentendosi ripiombare addosso il torpore del sonno.
Apu Illapu, sicuro di riuscire a domare lo spirito fiero di quella donna, se ne andò. Dal canto suo, Sam si sdraiò con cautela sulla panca e piombò, leggermente più serena, nel sonno.
Nessun incubo stavolta, solo la piacevole sensazione di essere al sicuro nel tepore di braccia protettive.

Continua…



24 marzo 2009
Angolo dell’autrice!!!
E adesso siamo passati (finalmente) alla nostra Sam!!
Sono contenta che il capitolo con Jack vi sia piaciuto… meno male!! Avviso da subito che la prossima settimana non potrò aggiornare come previsto perché vado in camposcuola dal 30 al 2… perdonatemiiii!!!

Passiamo subito alle recenZioni *__*:
sam93: ecco la nostra Sammy in azione… quanto posso essere bastarda?
Jolinar: addirittura gli applausi!! Esagerata! Grazie mille, ricevere tanti complimenti da una che scrive bene come te è sempre meraviglioso!! Ultimamente mi sono riletta tutte “Infinite combinazioni”… le mie storie in confronto fanno schifo XD!! PS: quando aggiorni? Risolto il problema “espressione”? *__*
ilaria8: io mi scuso perché posterò in ritardo… siamo pari XD!! A presto e buona gita!!!
Najara: sì, in effetti dopo che m’era venuto in mente ho pensato anch’io a Cam… in realtà ho rielaborato un’immagine da un video stupendo (link) con una canzone stupenda (propaganda: ascoltate “When You Were Young” dei The Killers!!) in cui c’era il clip di Jack che sfonda il finestrino di una macchina in preda all’ira durante il “funerale” di Daniel (Fire and Water)! Per quanto riguarda il nostro archeologo…Daniel è sempre utilissimo, ha un po’ la faccia da tonno ma quando vuole capire capisce XD!!
- 23jo: i miei neuroni si sono ridotti a due perché gli altri hanno fatto suicidio di massa XD [però ammetto che l’idea della conversazione tra neuroni (che è avvenuta davvero) me l’ha data la parodia di Monia85 : “Twilight - The Movie {Parodia}” … meravigliosa XD!!]. Grazie per i complimenti!!
borboletta: io adoro il rapporto che c’è tra Daniel e Jack: stanno sempre a bisticciare ma sono amici per la pelle… sono fantastici!!! Rivedi l’episodio, rivedilo!!! «Rema, rema, rema e la barca va ♪ …» XD

Mille ringraziamenti a tutti coloro che hanno letto, recensito e/o inserito la mia storia tra i preferiti… grazie anche ai miei prof che non scherano quando vedono che ad un certo punto mollo il quaderno della loro materia per scrivere cose non ben identificate su un blocco pieno di scarabocchi a forma di lambda maiuscola (Λ) XD!! Grazie anche perché involontariamente alcune idee me le forniscono loro ò_ò

Ci vediamo tra un po’ di tempo, gente… bacioniii!!!
Giulia

Tahua: ricavato da “Tauhantinsuyu”, che significa “i quattro quarti del mondo”, ovvero il nome che gli Inca davano al loro impero, mentre “Perù” è il nome dato al paese dagl’invasori Portoghesi.
[Guardate che io sono colta, eh! Che vi credete!… ma non penso che “Tahua” da solo significhi qualcosa]

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***


Capitolo IX

Nei giorni seguenti la strategia del Goa’uld divenne man mano più chiara: le sue intenzioni erano quelle di affamarla, dandole da bere appena una volta al giorno, quanto bastava per non farla disidratare ma in modo da indebolirla a sufficienza per farla cedere sotto le torture che le infliggeva in modo discontinuo durante il giorno e la notte (di questo non era sicura, dal momento che era un bel po’ che non rivedeva più il sole).
Un piano semplice, ma efficace per debilitare un fisico umano… ma Illapu non aveva fatto i conti con quel poco cibo che Rak’nor riusciva a sgraffignare dalla dispensa Jaffa; più che sufficiente per impedire al Goa’uld di dominare la volontà del maggiore.  
Carter, dal canto suo, era riuscita a nascondere una mappa della base nemica (procurata sempre dall’alleato Jaffa) tra le grate della presa d’aria del suo "alloggio", approfittando di ogni momento di solitudine per tirarla fuori insieme ad un tozzo di pane raffermo, studiando la struttura della base e sgranocchiando qualche briciola. Comunque, nonostante le povere quanto costanti cure di Rak’nor, la febbre peggiorava così come il taglio sulla guancia e le ustioni sul busto, ben visibili attraverso i buchi bruciacchiati della maglietta nera.
Quando le guardie venivano a piantonarla, Sam sedeva nell’angolo più lontano dalla porta con la testa fra le mani, fingendosi sconsolata. In realtà gli ingranaggi nella sua testa bionda lavoravano senza sosta, ignorando le emicranie ed i morsi della fame.
"Rak’nor ha detto che, anche se non è un importante Signore del Sistema, Illapu è ben organizzato: ogni possibile entrata del palazzo è sorvegliata " rifletteva ripassando mentalmente la mappa, “le ronde passano di continuo, mentre l’hangar è sempre presidiato da almeno due o tre Jaffa… dannazione! Uscire da questa cella non è un problema, il guaio è che non ho la più pallida idea di come fare a rubare una navicella (che, tra l’altro, non so neanche guidare), superare i controlli e tornarmene indisturbata sulla Terra… il tutto senza mandare a monte la copertura di Rak’nor, ovviamente! ".

Dopo altri due o tre giorni di quella che stava diventando una snervante routine, Apu Illapu tornò a prenderla personalmente con i suoi Jaffa, come aveva fatto il primo giorno.
"Brutto segno… spero che non abbia niente di strano in mente " si accigliò la donna.
« Prendetela! » ordinò imperiosamente il Goa’uld indicandola.
Con una scena altrettanto abituale, Sam sollevò appena le braccia per permettere ai due energumeni di afferrarla più agevolmente dove ormai aveva l’impronta violacea delle loro dita, e di strattonarla via fino alla sala dove l’attendevano, come due vecchie amiche, le catene da polso.
Dopo che l’ebbero legata Illapu, contrariamente alle sue abitudini, non si andò a sedere sul suo trono per godersi lo spettacolo. Cominciò invece a giocare con il bastone elettrico passandoselo da una mano all’altra.
« Sai maggiore » cominciò in un tono di voce tranquillo, quasi amichevole, sollevando appena gli occhi su di lei « Vedere le tue sofferenze è sempre un gran divertimento per me… ma sto cominciando a stancarmi di questa tua reticenza ».
Si avvicinò di qualche passo, degnandosi finalmente di guardarla negli occhi. « Voglio informazioni sui Tok’ra, sugli Asgard e, ovviamente, sui tuoi amici Tau’ri… nonché il codice di attivazione della vostra …come la chiamate… iride? ».
« Come devo ripetertelo? Io non so niente dei piani Tok’ra, né tanto meno di quelli Asgard. In quanto al codice d’attivazione, l’avranno già cambiato… e poi mi sembra d’avertelo già detto: noi non tradiamo i nostri compagni » ribatté Sam scuotendo stancamente la testa.
« Ti concedo il beneficio del dubbio per quanto riguarda gli Asgard… ma i Tok’ra! Non credo di dover essere io a ricordarti di essere stata ospite di Jolinar: le sue memorie sono sepolte nella tua mente » esclamò lui con un sorriso di scherno.
« Ed è proprio li che rimarranno. Sepolte » scandì Carter calcando con enfasi sull’ultima parola.
Apu Illapu si soffermò ad osservare la figura pallida ed emaciata di fronte a lui, quasi strabiliato dalla forza e dalla lealtà espresse da quei grandi occhi diventati di un azzurro freddo come il ghiaccio.
« Sei un soggetto interessante » le concesse, come se stesse parlando di una cavia da laboratorio, lanciando il bastone al Jaffa aguzzino « Ma, ti assicuro, oggi tu cadrai ».
« Prima dovrai passare sul mio cadavere » rispose lei, stillando gocce di odio puro ad ogni sillaba.
Senza ulteriori indugi e discussioni, Illapu diede il segnale stravaccandosi sul suo trono e il Jaffa piantò lo strumento di tortura nel fianco del maggiore. Il suo signore però, come aveva detto esso stesso poco prima, era stanco di aspettare e gli aveva ordinato di intensificare i colpi.
Il dolore ed il suo torturatore non davano tregua a Sam, che tuttavia riuscì a sopportare quasi due giorni di agonia praticamente ininterrotta fino a diventare quasi completamente afona. Il suo corpo era però troppo debilitato dalle privazioni, dalle ferite per la maggior parte ormai infette e dalla febbre.
L’ultima scarica era troppo forte, troppo violenta, troppo lunga… troppo tutto.
Il cuore affaticato non riusciva più a seguire i battiti frenetici che la corrente elettrica gl’imponeva e, improvvisamente, insieme alla vista che si annebbiava e agli arti che cedevano inerti, Sam percepì un grande senso di liberazione e leggerezza mentre si abbandonava dolcemente nello scuro oblio senza fine…

Continua…



5 aprile 2009
Angolo dell’autrice!!!
Ehi, ciao ragazze!!!! Sono tornata finalmente!! Contente? *vede gli sguardi omicidi* ehi, che volete fare con mazze e catene O.o?! Ghyaaaaaaa *Sbrat! Splazz!*

Okay, dopo questa sclerata totale, passiamo alle scuse per il ritardo, ci sono stati dei piccoli *ehm* disguidi oltre alla mia (super fantastica divertentissima) gita!! Sorry amiche!!!

Però fatemi una promessa: prima di uccidermi a causa di questo capitolo, aspettate il prossimo!!!

RecenZioni *^*:

sam93: brava, continua a non pensare alla fine di Sammy >_>’’
borboletta: guardiamo il lato positivo: tosta fino alla fine!!! Grazie per i complimenti!!
23jo:eccomi, non mi sono persa (anche se a Bologna ci sono andata vicino)!! Continua a dirmi che assomiglio al telefilm e mi mandi direttamente in Cielo dal Padreterno *_*!!! Certo che sono contenta se me lo dici: è quella la mia intenzione *w*!!! Piaciuto questo capitolo? Ammetto che non è uno dei miei preferiti…
kloe2004: “uno su mille ce la fa” XD!!! Più o meno è così XD!!! Non preoccuparti per il salto di recensione, spero cmnq che ti sia piaciuto Jack sbroccato! … non uccidermi per questo chap ç_ç
Najara: terza possibilità: dicono una qualche parola che fa scattare la molla (specie durante greco, latino, storia, filosofia e italiano)!! Adesso abbiamo la nostra Sam tosta (e un po’… ehm… non ho il coraggio di dirlo!!)… aspetta il prossimo chap che è più carino (credo)
kae: sì, in effetti ci sto ficcando un po’ tutti… ma non gli Asgard lasciamo in pace gli omini grigi, va’!! Grazie per i complimenti, sHorellona, sai quanto ci tengo alla tua opinione!!!
Jolinar: vai con l’armata brancaleone che sta ancora organizzando il pranzo al sacco, mentre quella poveraccia batte il piedino sbuffando: « vi sbrigate pelandroni?! », XD Omg che scena XD Grazie mille per i complimenti *me commossa*!!!
ilaria8: ehm… ecco la fine… ma Bra’tac aiuterà il gruppo!!! Confidiamo nel nonnino energico! Prenderà il Supradin secondo, voi?
mary_poppins: non ci credo… alla fine ti sei iscritto (ammetto che per un momento ho pensato che usassi "mary_pompins"… conoscendoti!)!!! Grazie per i complimenti tesoVo, ma ti avviso: se OSI romperci le scatole ti DISTRUGGO LE SCARPE DI GUCCI!!!!! Dato che sei iscritto perché non ne approfitti per leggere le storie su "Sex & The City"?

Allora, mi scuso ancora per il ritardo… ma non aspettatevi un capitolo per martedì!! Devo definire un passaggio che non so come scrivere, ma appena possibile posterò, promesso!!

Bacioni, Giulia

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Capitolo 11
*** Capitolo X ***


Capitolo X

A poco a poco, con suo immenso stupore, tornò a percepire il mondo attorno a se, sentì di nuovo la presenza fisica del suo corpo, chiedendosi se quello fosse davvero l’al di là, comparando sorpresa quella sensazione di leggerezza, l’ultima che riuscisse a ricordare, con ciò che stava provando in quel momento, una sorta di… rinascita?
Stanca di quelle riflessioni che forzavano la mente ancora intorpidita, calò in una sorta di sonno vigile che interruppe non appena sentì di aver recuperato a sufficienza le forze. Non appena prese la decisione di alzarsi, udì un rumore forte, come di pietra contro pietra, ed una calda luce tremolante entrò come pioggia attraverso le ciglia appena socchiuse.
Samantha aprì gli occhi, facendosi schermò con un braccio, in attesa che le pupille si abituassero al cambio dell’intensità luminosa, e si tirò a sedere e si guardò intorno sospettosa: era in una sala circolare di medie dimensioni illuminata da alcune torce, al centro c’era l’enorme sarcofago d’oro in cui l’avevano posta.
"Vuol dire che sono… morta?", si chiese ravviandosi i capelli, confusa. Scosse la testa e decise che in fondo non era poi così importante, anzi, si congratulò con se stessa per aver mantenuto la promessa fatta al Goa’uld – anche se ancora una volta si ritrovò a pensare che Jack l’avrebbe ammazzata con le sue mani una volta che gliel’avesse comunicato… dura la vita di un subordinato del colonnello O’Neill!
Una volta sicura di aver riacquistato in pieno le sue facoltà motorie, saltò fuori dal sarcofago e mosse qualche passo per sgranchirsi le gambe; girando la leva che aveva la forma di un tuono richiuse le ante del prezioso quanto pericoloso marchingegno Goa’uld, dirigendosi poi verso l’entrata sbirciando fuori per accertarsi di essere sola e quindi di svignarsela… almeno fino all’hangar. Non c’erano guardie in giro, ciò significava che molto probabilmente aveva interrotto il processo di guarigione prima che fosse completato del tutto.
Sgusciò fuori e si diresse silenziosa fino alla fine del corridoio, fermandosi e tendendo l’orecchio quando udì il rumore familiare di un’armatura metallica in avvicinamento: Jaffa nemico, ergo un’arma da poter rubare. Si schiacciò contro il muro dorato trattenendo il fiato e, non appena la punta dello stivale nemico spuntò da dietro l’angolo, sferrò un potente calcio che finì precisamente sul naso del guerriero, finito poi da una gomitata alla base del collo – data non appena la vittima di era piegata in avanti per il dolore – che lo spedì direttamente tra le braccia di Morfeo.
« Mi dispiace per te », borbottò Sam, sbuffando e trascinando il nemico inerte fin dentro la stanza del sarcofago e privandolo dello zatt’nel’kum, « Tendo ad arrabbiarmi parecchio quando mi torturano! ».

Contrariamente alle sue più rosee aspettative, non incontrò quasi nessuno ed ogni qualvolta un nemico spuntasse sulla sua strada riuscì a nascondersi in tempo, arrivando fino a meno di due corridoi di distanza dalla sua meta primaria, ma improvvisamente le si pararono davanti alcuni Jaffa con le lance in resta. Riuscì a colpirne un paio, però giunse alle sue spalle un altro manipolo di guerrieri.
« Tal’bet! Getta la tua arma! », intimò uno di loro puntandole minacciosamente contro la sua lancia.
Riconoscendo la propria sconfitta e constatando velocemente che non c’era via d’uscita, Sam lasciò cadere a terra lo zatt e alzò le mani, stringendo i denti per la rabbia e la frustrazione. "Maledizione!".
« I miei complimenti, maggiore Carter », la canzonò quell’odiosa voce metallica, accompagnata da un leggero applauso, « Ci hai messo meno tempo di quanto avevo previsto a riprenderti nel sarcofago ».
Apu Illapu arrivò a passo lento e misurato, facendosi largo tra i suoi Jaffa – che si spostarono inchinando rispettosamente la testa – e parandosi di fronte a lei. « Davvero brava », ripeté con un ultimo battito di mani. Inaspettatamente, le mollò un ceffone in pieno viso, tanto forte da farla barcollare. Ancora frastornata, Sam sentì un sapore metallico in bocca e si tastò appena il labbro inferiore, scoprendolo rotto e sanguinante.
Senza darle il tempo di reagire, il Goa’uld le afferrò violentemente i capelli dietro la nuca di modo che non sfuggisse alla sua ira, strattonandola con rabbia.
« Non osare mai più mancarmi di rispetto!! », urlò infuriato con gli occhi lampeggianti, torreggiando minaccioso su di lei, « Non ti permetterò di sfidarmi nuovamente, femmina!! ».
Sam fu attraversata da un brivido, spaventata dalla rabbia per lo smacco subito che esplodevano negli occhi di Illapu, ma fu solo per un attimo e sostenne il suo sguardo senza avere la benché minima intenzione di dargliela vinta. Ancora più frustrato alla vista di quegli occhi tanto limpidi da dimostrare chiaramente che non era nascosta alcuna paura sul fondo, il Goa’uld, stufo marcio di attendere oltre, decise di passare alle "maniere forti".
Lasciò andare Samantha con un violento strattone che la fece cadere sul pavimento, sibilando irritato con una strana luce negli occhi: « Orai vedrai, maggiore. Sono stanco di giocare ». Si rivolse nella loro misteriosa lingua ad uno dei Jaffa impartendo quelli che sembravano ordini precisi e dettagliati, dopodiché il guerriero partì di gran carriera precedendoli.
Due Jaffa costrinsero Carter ad alzarsi e scortarono poi lei ed Illapu lungo i corridoi. Sam si massaggiò il volto nel punto in cui il suo carceriere l’aveva colpita, notando al contempo che il sarcofago aveva eliminato il profondo taglio sulla guancia lasciando solo un leggero graffio… almeno aveva evitato di sfregiarsi. Proseguì a testa bassa, ignorando completamente tutto ciò che aveva intorno, rassegnata anche al fatto di non avere ormai neanche la più remota possibilità di fuggire contando unicamente sulle proprie forze: era palese che il Goa’uld l’avrebbe tenuta sotto sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro. Lasciò che propria mente vagasse lontano da quel palazzo, da quel pianeta e da quella parte di galassia, atterrando sulla Terra e più precisamente nell’ex-base missilistica del Monte Cheyenne. Chissà cosa stavano facendo i suoi compagni, se erano preoccupati per lei, se erano almeno riusciti a localizzare il pianeta… chissà cosa stava facendo Jack. Senza saperne il perché, le balenò in mente un’immagine di lui seduto al loro tavolo in mensa, intento a mangiare una fetta della sua torta preferita mentre leggeva distrattamente un rapporto… a giudicare dalla confusione nei suoi occhi e la fronte corrugata, probabilmente si trattava di uno dei suoi. Si chiese con un moto di tristezza quando e se avrebbe potuto rivederlo di nuovo.
Le sue riflessioni vennero bruscamente interrotte da uno strattone di Illapu che quasi la lanciò nella ormai familiare Sala delle Torture, dritta tra le grandi mani del Jaffa aguzzino che l’assicurò alle catene. I polsi piagati, che non erano riusciti a guarire bene, protestarono inviando fitte di dolore al cervello. Le ignorò completamente, concentrandosi sulla figura del suo carceriere che stava versando in una coppa un liquido denso e scuro come sangue. Sperò vivamente di sbagliarsi.
« Dimmi, maggiore, hai mai sentito parlare del Sangue di Sokar? », chiese il Goa’uld sollevando lo sguardo su di lei mentre le accennava un piccolo brindisi. « Certo che sì, sei stata ospite del suo creatore, no? Sappi che uno dei suoi ex-Jaffa milita tra le mie truppe e mi ha passato la "ricetta" del Sangue… sono molto curioso di provarlo ». Si avvicinò lentamente e ghignò: « Sentiti onorata: sarai la mia cavia ».
Quando il possente Jaffa accostò la coppa alle sue labbra, Sam le serrò con forza ed al contempo arricciò il naso per l’odore acre che si sprigionava dal Sangue. Alla fine dovettero costringerla facendole ingoiare a forza la bevanda amara. Sam tossì cercando di risputare più liquido possibile, ma ormai buona parte di quella roba era entrata nel suo organismo. E già cominciava a fare effetto.
Sentì le ginocchia cedere e la vista annebbiarsi. Chiuse un momento gli occhi e quando li riaprì si trovò nel bel mezzo della sala controllo dell’SGC. Era coperta di macerie, con i computer distrutti e fumanti mentre drappelli di Jaffa uscivano continuamente dal tunnel spaziale. Sulle prime era incapace di muoversi, poi finalmente si decise cambiare scenario e scese velocemente le scale che portavano al corridoio. Era tutto molto confuso e sfocato, la sua mente continuava a ripeterle che tutto questo non era reale e quindi la visione faticava a prendere il controllo su di lei… ma le sensazioni erano così terribilmente vere e forti. Tanto vere e forti che, anche sapendo che era tutta un’illusione, quando lo vide accasciato contro una parete con una tremenda ferita all’addome, non poté fare a meno di dimenticarsi di ogni altra cosa, anche della falsità di ciò che stava vedendo, correndo accanto a lui.
« Colonnello?! Colonnello O’Neill, mi sente?! », chiamò disperata. Non ottenendo risposta, si chinò sul suo petto, animata da una flebile quanto sciocca speranza. Niente, dal suo cuore non proveniva alcun suono.
« Jack… », mormorò sfiorandogli una guancia sporca di sangue e polvere. Tentò inutilmente di ricacciare indietro quelle stupide lacrime che le pungevano gli occhi, cercando di convincersi che tutto ciò non era reale. Non era facile ragionare compostamente quando c’era lui di mezzo, fosse in carne e ossa o solamente una proiezione mentale.
« Puoi evitare tutto questo », le disse la voce metallica di Apu Illapu riportandola bruscamente alla realtà. Le lacrime non erano solo una sua immaginazione. Stava piangendo davvero.
« Se non hai il codice dell’iride non puoi fare niente! », gridò Sam, infuriata per ciò che l’aveva costretta a vivere. « Non potrai far del male a nessuno di loro! ».
La testa riprese a girarle vorticosamente e di nuovo il ghigno beffardo del Gao’uld scomparve alla sua vista. Si ritrovò nella sua vecchia casa, intenta a sfornare una teglia di biscotti.
No, non voleva rivivere quel giorno ancora una volta. Basta, ne aveva abbastanza! Non voleva più rivedere gli occhi di suo padre, non voleva più ritrovarsi davanti alla bara di sua madre … agli incubi sulla sua morte si erano aggiunti quelli sul passato di Jolinar, basta!
Ma anche questa volta come le successive, non poté impedire alle visioni di spedirla da un mondo all’altro, da un dolore ad un altro senza sosta, senza riposo…

***

17 aprile 2009
Angolo dell’autrice!!!

Ok, questo capitolo è stato un parto! Porca vacca che fatica… e la cosa bella (o per meglio dire brutta) è che neanche mi convince più di tanto *yeee*! Cercherò di postare il prossimo il più presto possibile!
Ora vi spiego: praticamente mi sono fatta uno specchietto con i vari argomenti da trattare per capitolo, solo che arrivata a questo non sapevo se finirlo come avevo ideato all’inizio oppure attaccarci un pezzo del chap seguente… solo che poi mi saltava tutto!! Che disastro .-.
Alla fine l’ho fatto come l’avevo ideato XD Infatti è venuto leggermente più lungo dei precedenti, e credo che il prossimo lo sarà ancora di più… "contente"?

Perdonate l’imperdonabile ritardo! Sorrysorrysorrysorrysorry!!!

RecenZioni:

Jolinar: io mi aggrego al pranzo con la truppa, tu vieni? Così distraiamo Daniel e Teal’c lasciando Sam e Jack soli soletti XD!!! Cosa ne pensi di questo capitolo? Uh, don’t worry, il prossimo è un po’ più movimentato!
borboletta: la cavalleria parte nel prossimo capitolo, tranquilla, devono solo riparare la tromba x3!!
Najara: beh, Sam ci ha provato a scappare XD Ma tocca al principe azzurro partire a cavallo, no?
kloe2004: ciao kloo!!! Quanto tempo è che non ci sentiamo? Mi sa che sei un po’ impegnata con l’università, eh? Questo capitolo non mi entusiasma molto, ma la scena del Sangue la dovevo mettere! Perdonami!
ilaria8: ehm, la svolta definitiva arriva nel prossimo capitolo… non mi uccidi, vero? Almeno Sammy è viva ^O^
sam93: ma io adoro torturare la gente, ve l’avevo detto XD!!! Scusa il capitolo molto probabilmente noioso ç_ç
23jo: ed ecco un altro capitolo che non mi convince… ma dopotutto avevo dedicato quasi tre capitoli a Jack e volevo concentrami anche su Sam. L’ho fatta un po’ più "dolce" in questo chap, contenta?

Bacione a kae che leggerà in ritardo *smak smak* e a mary_poppins che si è operato di tonsille *lancia ghiaccioli*

Uuuhhh *w*, i Preferiti sono saliti a 8!! Grazie a iris81, l’ottava adepta: benvenuta nella mia modesta ficcy ^w^

Un’ultima cosa, poi vi lascio andare
Questa storia, la mia prima a capitoli sull’SG-1, per me molto importante, è dedicata alle mie Gelatine Blu / Sorelle Maggiori, ma anche ad una persona a cui tengo moltissimo e che ormai se ne sta andando.
Nonna, ti voglio un bene dell’anima e speravo davvero tanto che tu mi vedessi diplomata… ma da come stanno andando le cose, non credo che ce la faremo ad arrivare insieme a quel traguardo. Non sono certo perfetta, e so di averti fatto arrabbiare spesso, ma sappi che quando te ne andrai se ne andrà anche una parte di me. Ti voglio bene, sul serio.

Bacioni, GiuLs

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


Capitolo XI

« Fatemi capire bene… », ricapitolò Jack esasperato, in preda ad un feroce mal di testa. Le trattative andavano avanti da giorni ed erano ad un punto morto. Più esattamente a quello di partenza. « Ci state dicendo che: a) non potete rivelarci il nome della vostro maledettissima spia;
b) che uno stupido incontro tra serpenti è più importante della vita di Carter;
c) che non potete neanche darci una navicella scassata?! ».
« Precisamente », confermò Kar’ym distendendosi sulla poltroncina.
C’era una notevole differenza di postura tra i due uomini, cosa che denotava palesemente i loro rispettivi stati d’animo: Jack era seduto sul bordo della sedia, un fascio di nervi. Dal canto suo Kar’ym era sereno e pacifico e, se non fosse stato per l’espressione di cinica freddezza stampata sul suo volto, sarebbe potuto passare per l’uomo più spensierato della Terra… pardon, della Galassia.
Daniel decise d’intervenire a sua volta. Anche lui, proverbiale diplomatico, cominciava a spazientirsi seriamente. « Possiamo sapere con esattezza il motivo di quest’ultimo rifiuto? ».
« È molto semplice, direi ».
« Mi dispiace, dovrà spiegarcelo lo stesso. Sa, gli umani come me sono un po’ duri di comprendonio, mentre quelli come Carter sono i migliori », disse Jack sarcastico.
« Colonnello O’Neill! », lo avvisò Hammond burbero, si rivolse poi al Tok’ra. « Per favore, Kar’ym, ci spieghi le vostre ragioni ».
« Come vuole, generale », rispose quello. « Se noi vi concedessimo una navicella e vi dicessimo la posizione del pianeta, voi andreste immediatamente a salvare il maggiore Carter. Così facendo Apu Illapu intuirebbe che qualcuno vi ha passato mezzi e informazioni; si metterebbe a setacciare il suo seguito per individuare una qualsiasi spia e potrebbe trovare il nostro agente infiltrato ».
« Voi ritenete che andremmo sul pianeta senza alcuna strategia », interloquì Teal’c fissando negli occhi Kar’ym. « Noi non abbandoniamo la nostra gente, ma non siamo tanto sciocchi da compiere una missione suicida. Vaglieremmo tutte le ipotesi e appronteremmo un piano di battaglia adeguato ».
« L’Alto Consiglio Tok’ra ha deliberato », ribadì ancora una volta Kar’ym dopo aver lanciato una rapida occhiata al Jaffa. « Non possiamo aiutarvi in alcun modo ».
Detto questo si alzò facendo cenno ad Anise di fare lo stesso. « Dobbiamo partire, non possiamo tardare oltre. Generale Hammond, devo avvisare il nostro pianeta ».
Hammond si alzò, ma prima di raggiungere l’ospite, provò ancora: « Non c’è davvero nessun modo per venirci incontro? ».
« No, non c’è », replicò lapidario Kar’ym. Il generale scosse la testa sospirando rassegnato e lo seguì insieme ad Anise, che continuava a guardarsi indietro cercando Daniel con lo sguardo. L’archeologo evitò ogni sorta di contatto visivo con la donna.
« Generale!! », esclamò Jack, « Non può arrendersi così!! Carter è ancora la fuori! ».
« Colonnello O’Neill, noi abbiamo fatto tutto il possibile », rispose scoraggiato l’uomo. « Temo che il maggiore Carter dovrà cavarsela da sola ».
Lentamente, anche Daniel e Teal’c si alzarono uscendo dalla sala briefing. In sala controllo, l’archeologo venne raggiunto da Janet che chiedeva informazioni e si allontanò con lei.
Jack, invece, rimase seduto al tavolo con gli avambracci posati sulla superficie lucida del legno e le mani incrociate, la testa bassa. Restò in quella posizione per qualche tempo, poi si riscosse e cercando nel taschino della divisa verde ne estrasse la foto che aveva prelevato dall’album regalatogli da Daniel. La osservò a lungo in ogni suo particolare.
Era stata scattata nel ’69, durante il periodo che avevano passato con quei due ragazzi hippy e il loro pulmino dipinto con tutte le sfumature dell’arcobaleno. Dovevano essersi fermati in qualche stazione di servizio. Vide se stesso appoggiato ad una fiancata del pullman, abbigliato con jeans, t-shirt bianca, giubbotto di pelle nera, bandana e occhiali da sole, che tendeva con un sorriso sghembo un’innocente gerbera bianca – che ricordò di avere rubato ad un fioraio – a Sam, affacciata ad un finestrino, vestita con una chiara giacca indiana e una camicetta bianca su cui cadevano le lunghe e sottili collanine, che sorrideva lusingata prendendo dalle mani del colonnello il fiore.
Sorrise tristemente, assalito dai ricordi di quell’avventura davvero fuori dal comune durante la quale avevano attraversato mezza America e, cosa principale, avevano obbligato Teal’c a mettere la parrucca. Se ci ripensava ancora gli veniva da ridere.
Sollevando lo sguardo dalla fotografia e dandosi un’occhiata intorno, pensò che si erano conosciuti proprio in quella stanza e che lui era seduto esattamente in quello stesso punto. Come in un sogno, la rivide entrare da quella porta, emergendo dall’ombra dell’architrave con quel suo sorriso disarmante che, in meno di un attimo, aveva fatto crollare tutte le sue difese fino ad ammutolirlo per qualche secondo – cosa assolutamente incredibile per uno come lui… ed eccola lì, presentarsi facendo il saluto militare dritta come un fusto e rimanere a testa alta, guardandolo dritto negli occhi in un misto di rispetto e sfida.
Chiuse gli occhi e li riaprì. Così come era comparsa, la sua figura era svanita lasciando la cornice della porta vuota. Sospirando pesantemente si alzò e scese le scale passando per la sala controllo, raggiungendo Teal’c in rispettoso silenzio che l’aveva aspettato appena fuori della porta, ed ignorando lo sguardo preoccupato che gli lanciarono di nascosto gli addetti e ricambiando stancamente il saluto di Syler che stava andando dal generale a fare rapporto per il controllo dei MALP.

Alla fine, Janet aveva accompagnato Daniel fin nel suo laboratorio mentre continuavano a discutere sul da farsi. L’archeologo si era abbandonato stancamente sulla propria poltrona girevole, lasciando gli occhiali sulla tastiera del computer su cui scorreva lo screensaver  con gli omini egiziani, mentre la dottoressa si era appoggiata alla scrivania di fronte a lui.
« Cassie continua a chiedermi di Samantha », disse d’un tratto lei sistemandosi con un gesto nervoso lo stetoscopio. « Non la prenderà bene ».
« Ci credo bene », assentì Daniel. « Chi mi preoccupa è Jack… non riesce a darsi pace ed è convinto che sia tutta colpa sua ».
« Sciocchezze: è stata tutta una catena di eventi, le parti potevano benissimo essere invertite! », esclamò Janet scuotendo il capo. Poi, quasi ripensandoci, aggiunse: « Tuttavia, è anche vero che né il colonnello O’Neill né Sam sanno essere obiettivi quando si tratta dell’altro ». Sospirò.
« Credo… che neanch’io sarei obiettivo se ti capitasse una cosa del genere », mormorò Daniel, rivolto più a se stesso che a lei.
Quando alzò gli occhi, Daniel scoprì che sulle labbra della dottoressa c’era disegnato un sorriso incerto, a cui rispose un po’ impacciato. Entrambi abbassarono lo sguardo, lasciando vagare gli occhi per il laboratorio senza fermarsi su nulla in particolare. Proprio mentre Janet si stava per azzardare a dire qualcosa, venne interrotta da Anise che bussò educatamente alla porta aperta. « Dottor Jackson? Posso parlarle? È importante. Riguarda il maggiore Carter ».
Janet si voltò verso l’amico e gli lanciò un’occhiata interrogativa mentre lo salutava con un cenno: « Vi lascio soli… tienimi informata, okay? ».
« Senz’altro », annuì Daniel. Non appena la dolce dottoressa si fu chiusa la porta alle spalle, si rimise gli occhiali e si rivolse ad Anise incrociando le braccia sul petto. « Avanti, sotto tutt’orecchi ».
« Innanzitutto sia io che la mia ospite volevamo scusarci per il comportamento di questi giorni: davanti a Kar’ym non potevamo parlare liberamente, ed anche adesso stiamo andando deliberatamente contro il Consiglio ».
Le fece cenno di continuare. Anise si avvicinò circospetta alla sua scrivania prendendo il posto di Janet, non notando la leggera smorfia di disappunto dell’archeologo. « Noi due non approviamo le decisioni del Consiglio e desideriamo aiutare il maggiore Carter ».
Visibilmente sorpreso, Daniel domandò: « Uh? Pensavo che per voi Tok’ra valesse il motto "il fine giustifica i mezzi" ».
« Solitamente è così, ma… », Anise era a disagio e Freya decise di prendere le redini della discussione sostituendosi a lei. Prese posto sulla sedia di fronte all’archeologo e completò: « Non vogliamo che il colonnello O’Neill porti del rancore nei nostri confronti ».
« Prego? ».
« Deve sapere, dottor Jackson, che io – e di riflesso ormai anche il mio simbionte – provo un forte sentimento per O’Neill, anche se so che è molto legato al maggiore Carter. Com’è naturale, provo della gelosia nei confronti del maggiore, ma allo stesso tempo la stimo profondamente… senza contare il fatto che è la figlia del generale Carter e la depositaria delle memorie di Jolinar », spiegò pazientemente lei.
« In poche parole… ci sta offrendo il suo aiuto? », domandò Daniel ancora stupito per la confessione… e lui che era da tre mesi che tentava di invitare Janet a cena fuori!
« Esattamente, annuì la donna, « Kar’ym non vede di buon occhio i rapporti con Tau’ri ora che sono così stretti: è stato lui a convincere il Consiglio. Anise ed io ci siamo proposte per questa missione diplomatica proprio per intervenire in vostro favore ».
« Cosa contate di fare? », s’informò l’archeologo raddrizzandosi attento sulla sedia.
Anise riprese il controllo della situazione. « Dateci un giorno di tempo. Torneremo sul nostro pianeta per avvertire Selmak ed il generale Jacob Carter. Lei intanto informi il generale Hammond e l’SG-1 ».
Daniel annuì e la Tok’ra si alzò dirigendosi velocemente verso la porta. « Devo andare, altrimenti Kar’ym s’insospettirà. A preso, dottor Jackson ».
« Buona fortuna… e fate presto ».
Anche lui si alzò e, dopo qualche secondo di raccoglimento per ordinare le idee, gettò lontano la penna con cui si era messo a giocherellare e si avviò a passo veloce per i corridoi in cerca di Jack.

***

22 aprile 2009
Angolo dell’autrice!

Olé XD!
Beh, come avrete capito, vado pazza per le foto… ma soprattutto per "1969" e per il pulmino hippy (oltre che per la parrucca di Teal’c XD)!! Il mio sogno è quello di acquistare uno di quei vecchi furgoncini della Wolksvagen e di dipingerlo a manate *____*

Vabbè, a parte le mie boiate mentali, che ne dite di codesto capitolo? La cavalleria si sveglia e ripara la tromba XD!! Ho reso utile anche Anise, visto u.ù? Il capitolo l’ho finito oggi durante l’interrogazione di storia e d’italiano delle mie compagne… brave ragazze che mi avete lasciato campo libero XD!!
Vi faccio notare il piccolo accenno di DanJan. Io li voglio insieme!! Perché hanno fatto morire la mia Janet çOç?! Davanti a Daniel per giunta! Autori sadici ç__ç!! Vabbuò, qui ci si pensa noi, no? È per questo che esistono i fan (malati di mente) come me :Q__ *sbav*

Ordunque, paperelle, che vi posso dire se non: grazie mille per il vostro sostegno!!!! *commossa*
Ce la farò a superare questo periodo, l’importante è non distrarsi dallo studio (come sto facendo ora :3) dal momento che ci sono una valanga di interrogazioni +__+

Uargh! Rispondo alle recensioni e corro a vedermi il JAG che c’è Harm disperso in mare °O°!!

ilaria8: in effetti non è che Sam sia messa proprio bene, eh! Considera che è il mio personaggio preferito ù_ù
Jolinar: Baaabs ç__ç!!! È una delle più belle recensioni che abbia mai ricevuto!! Grazie, grazie e ancora grazie! E devo dire che sono pienamente d’accordo con te per quanto riguarda il fatto che le puntate più belle sono quelle in cui si sostengono: è proprio questo ciò che volevo trasmettere… a quanto pare ci sono riuscita, evvai \*_*/!! Grazie mille per l’abbraccio, lo accetto molto volentieri *.*
- sam93: wow, che recensione lunga XD!! Grazie mille per i complimenti, sono molto contenta che ti sia piaciuto l’espediente del Sangue di Sokar, è una cosa che mi ha molto affascinato e che purtroppo è stata molto limitata… oltretutto è stato usato in concomitanza col dispositivo della memoria Tok’ra e quindi non si neanche come funzioni di preciso da solo… mah °-°! Grazie anche per il sostegno ^__^
- kloe2004: ma brava, è così che studi, eh XD? (parla quella che durante le lezioni scrive fan-fiction :D) Vi siete messe d’accordo per farmi morire di felicità: confessatelo!! Non pensavo che quel chap ti sarebbe piaciuto così tanto *happy mode*!! Comunque, non potevo non metterci le doti di Sam in qualità di "cintura nera, terzo dan" *___* Volevi la cavalleria? Eccola che prepara i bagagli XD!! Grazie per il sostegno, lo apprezzo davvero tantissimo ç____ç
Najara: *fufufu* Jack che legge un rapporto di Sam… secondo me lo fa solo per immaginarsela seduta al computer, non credo che ci capirà mai qualcosa XD!! Spero ti piaccia anche codesto chap ^O^
borboletta: io sadica? Ma noooo :P!! La tortura psicologica ci stava bene *___* Uazuazuaz XD!! *evil mode* Grazie per i complimenti ^-^
23jo: Sammy ci ha provato, ma non ce l’ha fatta… e comunque non sa pilotare le navicelle, come avrebbe fatto ad andarsene lo sa solo lei xD *rotola*!! Sono contenta che ti sia piaciuta la "mia" Sam… evviva *__*!! Ihih, spero ti sia piaciuto anche questo chappy ^o^

Super bacio sbavocchioso alla mia kae *kiiiiiiss*

Voglio scusarmi per lo sbalzo con le recensioni di questi giorni, ma è un po’ un casino ò_ò Scusate!

Per la serie, "Diffondiamo il Verbo"
Un’ultima notizia per le mie accanite fans di SG! Se già non lo sapete, v’informo io: i produttori della MGM hanno cominciato le riprese per un nuovo film di Stargate e… *musichetta di suspance*… il film è un JACK-CENTRIC *_______*!! Ergo, avremo il mitico Richard Dean Anderson nel cast :Q___ *sbav*
Oltretutto – sì, siore e siori, non è finita qui! – i fan Jarter hanno espressamente richiesto che nel film ci sia un chiarimento della relazione tra i nostri eroi *O* Ergo, avremo anche Amanda Tapping nel cast *_______*
Il film dovrebbe uscire nel 2010, compatibilmente con le riprese della nuova serie "Stargate: Universe"
(Ringrazio Jolinar che mi ha passato le informazioni XD)


PS: alla fine ci ho messo tutta la puntata del JAG per rispondere alle recensioni XD

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