Schegge di mondo

di hiromi_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Continuerò a esistere ***
Capitolo 2: *** You are no longer just you ***
Capitolo 3: *** Fill per gli event Drabble Day 16 - 17 Ottobre e Halloweek 30 Ottobre - 1 Novembre ***



Capitolo 1
*** Continuerò a esistere ***


Event: Drabble MidWeek 22-24 Luglio 2015

prompt: GerIta: ispirata a quest'immagine. (x) "Non importa se sono ferito lievemente o in punto di morte: finchè avrò te al mio fianco, continuerò ad esistere."

rating: verde

genere: introspettivo, malinconico, sentimentale

avvertimenti: -

coppie: GerIta, accenni Italia/Sacro Romano Impero









 

Quand'è che una nazione muore? Dimmelo tu, perché io non l'ho ancora capito. Forse, semplicemente, sparisce; forse succede quando accumula troppe ferite inguaribili, troppe cicatrici pronte a riaprirsi a ogni scossone, a ogni soffio di piuma. Forse non esistiamo più quando ci svuotiamo di tutto il nostro sangue, di tutte le nostre lacrime.

A volte ho paura che possa succedere a me.

Ho perso qualcuno, sai? Te l'ho già raccontato? Qualcuno che amavo. E a volte, a volte ho paura che possa succedere a te – ma poi, no, penso che non è possibile, perché tu sei così grande, così forte che anche quando cadi trovi sempre il modo di rimetterti in piedi, di reinventarti.

La guerra è appena finita e siamo caduti entrambi, insieme. Ed ecco che tu ci reinventi. Mi tieni tra le tue gambe, tra le tue braccia, e mi lecchi le ferite. La tua lingua salvifica sul mio collo... La tua mano che accarezza le bende che tengono insieme il brandelli del mio ventre...

Borbotti qualcosa con quel tuo tono spazientito, quello che mi fa sempre ridere, e infatti rido. Dio, che farei senza di te... Che farei senza la tua presa salda e sicura, senza le tue braccia che mi sostengono anche ora che barcollo...

L'ho rischiata grossa, quest'ultima volta, sai? Eppure, quand'ero sul campo di battaglia, più forte della paura di sparire era il timore sordo di non vederti più tornare da me...

Come ha fatto lui.

No, posso esistere, finché sei con me. Posso esistere finché non ti perdo. E non mi importa se sono ferito lievemente, se è solo un graffio o se sono in punto di morte... finché avrò te al mio fianco, so che continuerò a esistere.

 

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Capitolo 2
*** You are no longer just you ***


Event: Drabble MidWeek 22-24 Luglio 2015

prompt: GerIta, SpaMano, PruHun, FrUk in Sense8!AU

rating: arancione-rossino

genere: sentimentale, introspettivo

avvertimenti: AU, lime

coppie:  GerIta, SpaMano, PruHun, FrUk, tutti/tutti

note: visto che non so scrivere riassunti efficaci, Wikiepdia mi aiuta a spiegarvi cosa del telefilm Sense8 dovete sapere per contestualizzare questa ficlet:
"Otto sconosciuti da diverse parti del mondo sviluppano improvvisamente una reciproca connessione telepatica. Appartenenti a diverse culture, religioni e orientamenti sessuali, scoprono quindi di essere dei sensate, persone con un avanzato livello di empatia che hanno sviluppato una profonda connessione psichica con un ristretto gruppo di loro simili."
Nella scena finale c'è un accenno alla famosa scena dell'orgia mentale, ma niente di scandaloso.









 

 

C'è Feliciano, che frequenta il seminario per diventare sacerdote perché suo nonno lo ha destinato a questo ancor prima che venisse alla luce. È un ragazzo dolce e ingenuo, ma incastrata nella fede che nutre per l'amore universale c'è tanta forza.

C'è Ludwig, invischiato in affari sporchi da nord a sud di Berlino; forse è un mostro che uccide a sangue freddo, forse è solo un tipo determinato, ma non è quello l'importante, no? L'importante è spazzare via una vita sbagliata. Rivoluzione.

Poi c'è Arthur, oh, Arthur, che diavolo ti è successo per ridurti così, per farti arrivare dove sei arrivato? La luce nei suoi occhi è spenta, eppure sono così chiari, quegli occhi, così pieni di promesse...

Francis. Un'esplosione di vita dietro la divisa da poliziotto; protegge, ripara, corre, cerca, trova e ama.

Lovino è un famoso attore di fiction che ha molto più talento di tutta quella merda nella quale è infognato, grazie tante. E se si sapesse in giro che è gay, beh, sarebbero cazzi. Ma lui non è mica gay. No-o.

E Antonio, l'idiota senza pensieri che guida un pulmann e si ritrova per sbaglio nel giro del narcotraffico solo perché voleva procurarsi le medicine per la madre malata. Uh. Brutta storia.

Poi c'è Gilbert, che all'anagrafe è già Gilbert ma per la sua famiglia è ancora, ostinatamente, Maria. Hacker informatico, battuta sempre pronta e, a suo dire, fascino irresistibile.

Infine Elizabeta, tutta vestita di trine e merletti, sì, ma tu prova anche solo a toccarla e lei ti spezzerà la schiena senza che tu te ne accorga.

Il cluster.

Tutti diversi, tutti in parti diverse del mondo, vivono e pensano e piangono e odiano e sputano sangue separatamente, soli, fino a che...

Fino a che non è più così, e il sangue che cola dalla bocca di Gilbert quando suo zio lo picchia perché è uno schifoso abominio è il sangue che esce dalla bocca di Eliza (e che uscirà poi dal naso e da altre parti dello zio Beilschmidt, perché chi diavolo hai chiamato abominio? Uh? Vuoi una padellata? No? Troppo tardi); fino a che l'odio di Lovino contro se stesso si riversa come un fiume in Antonio, che d'improvviso, in strada, ferma il pulmann e non riesce a frenare il tremolio delle braccia e vorrebbe solo... solo... vorrebbe... abbracciare... abbracciarlo; fino a che Ludwig punta la canna del fucile contro la tempia dell'odiato parente e appare come una visione la mano di Feliciano, pallida e splendente, e la mano di Feliciano diventa la mano di Ludwig; fino a che la voglia di vita di Francis si trasforma nella voglia di vita di Arthur, che rimane spiazzato di fronte alla musica in sala come non era più successo da anni, e le lacrime di Arthur scorgano dagli occhi di Francis, e le dita di Francis sono nei capelli di Arthur, e la carezza di Feliciano si unisce a quella di Francis che tocca Ludwig.

Succede che iniziano a 'sentirsi' sempre più spesso. Prima di coppia in coppia, quelli misteriosamente più legati tra loro – Ludwig e il dolce Feli, Eliza e Gilbert, Lovino e Antonio, Arthur e Francis. A volte è confortante, altre imbarazzante – Gil avrebbe fatto volentieri a meno dei dolori del ciclo e Feli ha rimesso in discussione un paio di cosette a proposito del sacerdozio quando ha sentito tutto quel caldo per colpa di Ludwig, anche se non ha capito esattamente cosa Ludwig stesse facendo per farlo sudare e gemere tanto.

A poco a poco, però, iniziano a 'sentirsi' di più, tutti insieme. Gli umori si confondono, qualcuno inizia a piangere così, senza motivo, solo perché qualcun altro dall'altra parte del mondo lo sta facendo, e sarebbe davvero uno schifo, se solo insieme al dolore non arrivassero anche ondate di piacere.

E Feliciano di cose in discussione ne rimette tante, ma proprio tante, quando sente scendere su di lui le mani forti di Ludwig, le dita carezzevoli di Eliza, quelle curiose di Francis; le nocche di Lovino strusciano contro il suo corpo, facendolo inarcare, e Arthur gli alza delicatamente una coscia, mentre Gilbert sigilla le labbra sul suo collo e succhia piano, con mollezza.

Feliciano geme, geme, la voce riverbera nello sterno di uno, nelle ossa di tutti, e quello che gli alza il mento e lo bacia è Ludwig, e allo stesso tempo è la lingua di Francis che scivola nella bocca di Arthur, è Eliza che morde il labbro inferiore di Gilbert, è Antonio che stringe forte Lovino a sé e lo bacia profondamente, senza volerlo più lasciare.

Così, insieme, un unico corpo, un unico cuore. Senza sentirsi mai più soli.

 

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Capitolo 3
*** Fill per gli event Drabble Day 16 - 17 Ottobre e Halloweek 30 Ottobre - 1 Novembre ***



#01
prompt
: Bad Trio, sfida all'ultimo bicchiere

rating: verde

genere: commedia, romantico (più o meno?)

avvertimenti: AU

coppie:  SpaMano, PruHun, FrUk

 

 

«Ehi, Lovino.» Elizabeta salutò con un cenno della testa il ragazzo, ma senza guardarlo. Poi affondò il naso nel drink che lui le porse, grugnendo un saluto.

«Dove siamo arrivati?» chiese lei.

«Alla parte in cui uno dei tre dice: 'Ah, sì? Non credi che possa scolarmi l'intera bottiglia in cinque minuti?'» commentò atono Lovino, pulendo un bicchiere con uno strofinaccio.

«Già lì?»

«Mh-mh.»

Elizabeta buttò un'occhiata al tavolo alle sue spalle, dove tre figure sbraitavano e si contorcevano come patetici serpenti. Uno di loro piagnucolava, ed era quello che indossava una kefiah rossa.

«Kirkland?» chiese Elizabeta al barista.

«Se n'è già andato. Ha detto che si rifiutava di reggere la testa della rana mentre quella vomitava l'anima al cesso. Ha detto che il cesso è troppo lurido, e non posso dargli torto, visto che l'idiota che dovrebbe pulirlo al momento si sta ubriacando con i suoi due degni compari.»

Elizabeta lanciò un laconico sguardo allo scemo che stava tracannando direttamente dalla bottiglia, un uomo al suo fianco che gli batteva la mano sulla spalla incoraggiandolo a suon di 'hon-hon-hon' (una risata particolarmente idiota).

Elizabeta guardò Lovino. «Non ha avuto tutti i torti, Arthur.»

«Tra tre minuti finisco il turno e ce la filiamo» annunziò Lovino.

«Al diavolo quei tre imbecilli» mormorò Elizabeta nel bicchiere. Ma sapeva già che di lì a poco Arthur avrebbe fatto una scenica entrata, tirando via Francis per un orecchio, e che Lovino avrebbe rovesciato un secchio d'acqua gelida in testa ad Antonio per dargli una svegliata. In quanto a lei, oh, la sua fedele padellina portatile avrebbe saputo cosa fare.

Era proprio impossibile, non occuparsi di quei tre spiantati, e le loro dolci metà sapevano proprio farlo nel modo giusto.

 





#02

prompt: fem!Bad Touch Trio.
Francia e Prussia sono coinquiline da anni ormai. L'appartamento di fianco a loro, rimasto vuoto per mesi, viene occupato da Spagna. Non si incrociano mai e non si parlano, finché una sera non sentono Spagna cantare sotto la doccia. E così parte un concerto a tre molto improvvisato e stonato più volte.

rating: verde

genere: commedia

avvertimenti: AU, genderswap

coppie:  -

 

 

«Ehi, Maria, guarda, guarda!» Françoise si stava spenzolando dalla finestra, il balcone appoggiato sul balcone e un paio di tanga addosso, orgogliosamente sfoggiati senza alcun pudore. «I ragazzi dei trasporti se ne stanno andando! Dobbiamo fare qualcosa... Ehi, bel maschione!» chiamò, sventolando una mano alla volta di un tipo muscoloso di sotto, «ti va di salire?»

«Piantala, Francia» bofonchiò Maria, seppellendo la faccia in un'enorme tazza di caffè. «Sono anni che ti vedo usare sempre la stessa tecnica, e negli ultimi tempi non ha mai funzionato. Quei tipi sono qui intorno da... quanto? Una settimana? E tra idraulici e operai vari, non sei riuscita a rimorchiare nessuno. Stai perdendo smalto.»

La ragazza si ravvivò i capelli in un gesto plateale. «E tu, ma chère, sei decisamente acida al mattino, te l'ha mai detto nessuno?»

«Tu. Tutti i giorni.»

Françoise fece finta di non averla sentita e saltellò in punta di piedi fino alla credenza, come una ballerina. «Ho io la soluzione giustaaaa~» cantilenò, tirando fuori una bottiglia e stringendosela al seno.

Maria allungò la tazza verso di lei. «Alla salute.»

«Che volgare... almeno prendi un bicchiere di vetro» arricciò il naso Françoise. Ma poi procedette a correggere il caffè di Maria e, con un'alzata di spalle, tracannò direttamente dalla bottiglia. «Che ne dici» disse dopo un po', «vogliamo sentire se la nuova vicina vuol condividere?»

«Quella o è una stupida o è una che se la tira» decretò Maria.

«Ma se l'hai vista solo una volta!»

«Sì, e alla Magnifica me è bastato per trarre le sue conclusioni. Ugh. Ora, se volessi, tipo, stare zitta per qualche minuto... La testa mi scoppia.»

«Aaaall byyy my-seeeeelf~»

«Insomma, ti ho chiesto di chiudere la bocca per un momento!» sbottò Maria.

«Ma non sono io che canto, stupidotta» disse Françoise, la voce ancora più nasale del solito. «E'...»

Le due amiche si voltarono lentamente, allo stesso tempo, verso il muro che separava il loro appartamento da quello della misteriosa nuova vicina di casa.

«Don't wanna be – all by myself... anymore!»

«Dio mio» sospirò Françoise, sconvolta, avvicinandosi fino ad appoggiare l'orecchio sul muro. «Stonatissima. Questa sì che è un'offesa per il mio udito raffinato.»

«E senti che pessimo accento spagnolo» si lamentò Maria.

«Come se tu non sembrassi perennemente incazzata col mondo, con quella tua cadenza tedesca» fece presente con molta classe Françoise. «Oh, zitta, zitta... Ascolta.»
«When I was young... I never needed anyone...»

«Ma per favore!» proruppe Maria. «And making love was just for fun» intonò, con una potenza vocale sorprendente (leggi, Françoise dovette tapparsi le orecchie). Poi afferrò la tazza, la rovesciò, il liquido bagnò il tavolo ma Maria lo ignorò e usò la tazza come un microfono. «THOSE DAYS ARE GOOOONE!»

Françoise a quel punto non avrebbe più potuto trattenersi; allargò il braccio sinistro, la mano destra se la portò sul cuore. «ALL-BY-MY-SEEELF...»

Silenzio.

Attesa.

La tensione si poteva tagliare col coltello.

«... Don't wanna be...» si levò timidamente dall'altro appartamento, e Maria e Françoise scoppiarono a ridere come due iene.

«ALL BY MYSELF, ANYMORE!»

 

 

Dopo che ebbero terminato la canzone, e dopo il bis, e dopo che l'intero condominio scese a turno a bussare alla loro porta per rimproverarle per il chiasso, il campanello suonò. Maria e Françoise aprirono la porta.

«E' stato fantastico, chicas! Quando lo rifacciamo? Mi chiamo Carmen, comunque. Dio, già vi adoro!»

E quello fu l'inizio dell'amicizia più devastante della storia.

 

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