Do you want to be my wife?

di __surpriseme__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***












 
Ok. Lo ammetto, sono stata io. Ho lasciato che il cane entrasse nella sala da pranzo. Il fatto è che sono stanca di vedere quei ricconi che sguazzano nell'oro e mangiano caviale ogni santo giorno. 
E così adesso mi godo lo spettacolo e rido di tutti quegli uomini che si nascondono dietro le loro signore perché hanno paura di un cane inoffensivo. 
Che poi questo cane non è nemmeno mio, è di quella sconsiderata di Pam che adesso cerca di calmare le acque e allontanare il cane.

Forse dovrei aiutarla.

Ma no, se la sta cavando benissimo da sola.
Se per benissimo intendiamo essere trascinata dal cane per il guinzaglio.
Il suo vestito scintillante, ricoperto di lustrini sta pulendo il pavimento meglio di quanto potrei fare io in tutta la vita.
Non solo sono riuscita a rovinare la festa a questi ricconi, ma sono riuscita anche a rovinare il vestito a quella odiosa di Pam.

Due piccioni con una fava. Missione compiuta.

Torno in cucina per raccontare quello che ho fatto ai miei colleghi. Saranno molto orgogliosi di me e soprattutto, forse mi diranno:"Oh non preoccuparti per questa sera, ci pensiamo noi a portare i piatti in tavola, tu vai a dormire".

Magari.

"Olivia!" mi fermo di colpo pronta a sentire la mia matrigna uccidersi le corde vocali.
"Quel pulcioso cane è entrato in casa, corri immediatamente!" corro in sala scivolando sul pavimento lucido e facendomi spazio tra la gente spaventata.
Intravedo tra una coppia di due anziani ben vestiti Pamela che sta per essere trascinata sotto il tavolo del buffet.
"Lascia il guinzaglio!" urlo per far sentire la mia voce su quella degli invitati.

All'istante Pamela lascia il guinzaglio e le sue grida di disperazione cessano. 
Io intanto riprendo a correre dietro il cane. 
Ok, non é stata una buona idea.

Una pessima idea.

Il cucciolo, se così si può definire, esce dalla portafinestra  aperta sul giardino dell'hotel. Gli corro dietro e finiamo nell'aiuola. 
I fiori. 
"Brutto bastardo infame, mi toccherà fare giardinaggio per tutto il fine settimana" urlo per farmi sentire dal cane che sembra non darmi ascolto. 

Continuo a sbraitare parolacce a destra e a manca, ma a quel coso non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di fermarsi. 
Proprio in quel momento quegli aggeggi per  l'irrigazione automatica si accendono e...
"Ma tu sei un figlio di buona donna!" dico a perdifiato e velocizzo il passo vedendo che il cane si é fermato alla fine del giardino. 

È la mia occasione per prenderlo.

Mi affetto ad afferrare il guinzaglio.
"Eccoti bastardo" dico fiera di me e subito dopo mi accorgo di un uomo che mi guarda furioso, con la mascella contratta e con la camicia sporca di fango. 

E che uomo. 

Se ci trovassimo in una situazione del tutto diversa gli fischierei dietro e gli direi che é un bel bocconcino.
Ma no, dovevamo per forza incontrarci così, io tutta bagnata e lui sporco di fango e arrabbiato, per cosa poi...oh aspetta.
"Salve" dico con aria innocente.
"Provvederemo subito per il suo comportamento, sono il nuovo proprietario dell'hotel" dice con tono duro. 

E quindi é così che hai deciso i punirmi, facendomi licenziare? Grazie Dio. 

Fantastico.

E mentre il nuovo proprietario mi tira per il colletto della divisa io penso ad un piano per evitare di essere licenziata.








Salve! Questa é la mia storia, spero vi piaccia. 
Non so cosa scrivere. 
Leggete! 
Un bacio. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***












 
“Oh signorina, questa volta l’hai combinata grossa!” dice mia madre mentre cammina avanti e indietro per il suo ufficio.

“Non puoi permetterti errori se vuoi mantenerti il lavoro” continua, mentre io ripenso alla ramanzina fatta dal nuovo padrone per il mio linguaggio indecoroso.

Mi viene da ridere se ripenso a quel giovane uomo che usa parole del genere. Infondo, non è poi così vecchio ed è un bellissimo ragazzo.

Ma proprio bello eh.

“Smettila di sorridere!” mi ricompongo sulla sedia mentre ascolto la mia madre adottiva che parla senza sosta sul mio comportamento. Cosa avrò fatto poi? Ho solo espresso la mia opinione verso un cane pestifero.

“Guardami!Guardami!” dice mentre le trema la mano sinistra.

“Ti guardo” affermo guardandola dritta negli occhi. Lei li abbassa quasi in soggezione.

“Adesso vai a cambiarti e torna in sala a servire stuzzichini, saremo a tavola tra meno di un’ora.” Si siede dietro la sua scrivania poggiando i gomiti sui braccioli della sedia.

Annuisco e mi alzo, la guardo un’ultima volta e poi esco per andare in camera mia. Ѐ una stanza normale, con le pareti grigie e i mobili tutti bianchi, il letto, l’armadio e la scrivania con una sedia ovviamente.

Mi guardo allo specchio con la mia nuova divisa. Alla fine non sono una brutta ragazza. Sono abbastanza alta, abbastanza magra e abbastanza bella.
I miei capelli sono raccolti in una crocchia alta.

Dio solo sa quanto mi ci vuole la mattina per sistemare la mia chioma.

Ho gli occhi leggermente a mandorla, scuri, pieni di vita. La mia pelle è leggermente abbronzata, per il tempo passato a fare giardinaggio con Taylor.

“E che cazzo” ripenso al fatto che dovrò sistemare il giardino per colpa di quel coso a quattro zampe che Pam ha deciso di chiamare, intelligentemente, Briciola. Siccome è grosso quanto me ha deciso di chiamarlo Briciola, che è una cosa piccola, quasi invisibile.

Geniaccia.

Io e Pam ci siamo sempre odiate, sin dal primo giorno che sono arrivata qui. Una volta, mentre imparavo ad andare in bicicletta, lei cominciò a dirmi che non ci sarei mai riuscita, vista la mia scoordinazione nelle gambe, così  dopo aver lanciato accuratamente la bicicletta a terra le saltai addosso e cominciai a picchiarla, le tirai anche un’intera ciocca di capelli.

Ah, pagherei per poterlo rifare.

Mi avvio in cucina e trovo una mamma alquanto arrabbiata.

“Se trovo il colpevole giuro che gli taglio la testa, questo ricevimento doveva essere perfetto.” Dice mentre io mi metto in fila accanto a Mary, una donna sui quarant’anni, con due figli piccoli e un marito disoccupato a casa.

“Adesso, preparate i piatti!” e tutti ritornano alle loro postazioni  rigidi come marmi. Appena la padrona esce tutti cominciano a ridere e a darmi pacche sulle spalle.

“Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Hai visto gli invitati?” dice Mary mentre ride di gusto. Sorrido pensando che forse non è stata una cattiva idea lasciare che Briciola entrasse in sala.

“Già…è stato divertente” sorrido mentre comincio a preparare i piatti insieme agli aiutanti chef.  Uno di questi mi da anche il cinque.

Dio, ti ringrazio per aver creato persone così sexy.

Credo che ci proverò con questo qui, sempre se non è fidanzato. Una volta, ero al parco nel mio giorno libero e provai ad attaccare bottone con una ragazzo stupendo e credetemi quando dico stupendo, era davvero bellissimo. Allora dopo aver parlato per un po’ scopro che è già impegnato e  la sua ragazza, che pensavo fosse uno stalker visto che ci stava addosso come una piovra, mi viene vicino e comincia ad insultarmi nel peggiore dei modi e il suo ragazzo, poverino, cercava di calmare quella iena.

Alla fine però siamo diventate amiche e sono anche andata al suo matrimonio.

“Oliv, intanto porta questi, Mary tu questi altri e voi altri prendete i piatti, non restate lì impalati!” lo chef, italiano, si chiama Luigi ed è bravissimo a preparare la pizza. Sembra burbero, ma alla fine vuole bene a tutti, anche me che lo perseguito ancora sul fatto che si tinge i capelli.

Entro in sala da pranzo seguita dagli altri camerieri e ci dividiamo come ci è stato insegnato. Alla fine è più una coreografia quella che facciamo piuttosto che servire ai tavoli.

Ballerina provetta.

Servo ai tavoli che mi sono stati assegnati e guarda un po’ chi mi tocca servire? Il nuovo proprietario.

Certo che questa non è proprio giornata.

Cerco di nascondermi con i piatti che ho in mano, non si ricorderà di me, vero? Vero? Che qualcuno mi risponda!

Gli metto il piatto davanti e ascolto parte della conversazione mentre metto gli altri due piatti davanti ad una bambina e alla mia adorata madre.

“Dimmi Harry, chi è quest’adorabile bambina?” chiede mia madre mentre arriva un altro cameriere a serve le altre persone presenti a quel tavolo. 

“Mia figlia, signora Wilson” risponde garbatamente Harry. Questo nome gli si addice, si, gli si addice proprio.  Solo adesso mi rendo conto che lo sto fissando troppo e lui se ne è accorto e mi guarda glaciale.

“Ѐ proprio carina” sento dire mentre mi allontano

“Per non parlare della sua bellissima figlia” e queste sono le ultime parole che sento mentre entro in cucina.

“Perché ci hai messo tanto?” mi richiama Luigi.

“No dico, ma hai visto il nuovo proprietario? È bello da far paura” dico lasciandogli un tenero bacio sulla guancia sapendo che questo lo avrebbe fatto arrabbiare.

Per tutta la serata continuo a servire piatti ai miei tavoli, ricevendo dolci sguardi da giovani imprenditori e dalla figlia di Harry, ma da parte sue niente.

Bastardo. Perché non mi guardi?!

Ha continuato a ridere e scherzare con quei ricconi del suo tavolo e a mandare complimenti a quell’odiosa di Pamela. Ok che è bionda, ok che è alta e magra, ok che è bellissima, ma esisto anche io eh.

La serata è finita, andata in pace.

Entro in cucina, saluto un’ultima volta i miei compagni  di squadra e salgo le scale per andare a dormire.

Sono stanca, ho percorso centinaia di kilometri in una sola serata, sono sicura che questo Harry mi farà spezzare la schiena.

Sciolgo i capelli e li muovo con una mano per movimentare i miei ricci. Mi trovo nel corridoio all’ultimo piano, dove ci sono le stanze più grandi e dove sicuramente alloggia quel riccone di Harry. La mia stanza si trova più in alto, insieme a quelle di Mary, di Luigi e di Taylor, il giardiniere. Per la servitù ci sono solo cinque stanze, quattro delle quali sono occupate da noi.

“Ehi!” La mia stanchezza mi chiama

“Ehi!” Ok, sto andando a dormire.

“Ehi!” una mano piccola si incastra con la mia. Ai miei piedi c’è una piccola bambina che mi guarda con gli occhi stanchi e mi chiede gentilmente di essere accompagnata a dormire.

“Mi racconti anche una favola?” chiede con il labro tremolante a cui io non posso proprio resistere.

“Ma certo” le faccio l’occhiolino.

“La mia stanza è quella” indica una porta enorme. Entro con il passepartout che mi è stato assegnato per il mio impegno a lavoro e entro nella camera della bambina.

Devo ammettere che quest’hotel è stato arredato con gusto, le pareti sono bianche con una portafinestra che si apre sul giardino. Due divani color crema, uno di fronte all’altro, proprio all'ingresso. Ci sono altre due porte. Una di queste deve essere di…come si chiama?

“Posso sapere il tuo nome?”

“Emily e ho cinque anni” fa cinque con la manina e poi corre ad aprire la porta della sua camera. La seguo e l’aiuto a mettere il pigiama.

Alla fine non c’è nemmeno bisogno della favola, si addormenta di sasso e io vado via.

Sto per uscire dalla camera e quando apro la porta…

“E che cazzo!” 









Salve! Sono io __firstkiss__
Questo è il secondo capitolo, spero che vi piaccia. Al primo ho ricevuto solo una recensione, ma non fa niente.
Spero che vi rifacciate per questa capitolo. 
Allora...cosa mi dite di Olivia? Scrivetemi cosa ne pensate del suo personaggio.
Cercherò di aggiornare tutti i giorni.
Un bacio

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***












 
“E che cazzo!”

Che ho fatto?

Chiudo subito la porta e faccio due passi indietro.

“Chi c’è qui dentro?” sento Harry aprire la porta. Posso vederlo dall’angolo in cui mi sono nascosta, dietro alla tenda della portafinestra.

Si guarda attorno confuso, con una mano sulla fronte con lo sguardo tutto accigliato. Certo che è bellissimo vestito così elegante, ma sarebbe meglio senza vestiti.

Molto meglio.

Non lo nego, ho fatto pensieri poco casti sulla sua persona perché, ammettiamolo, è impossibile guardarlo e non poterci fare niente.

“Emily?” oh, chiama la sua bambina. Certo che è proprio bello come padre, sarà separato? Certo che lo è, non si sarebbe permesso di fare complimenti a Pamela davanti alla bambina se non fosse separato, ne sono sicura.

Lo vedo mentre allenta il nodo della cravatta per poi toglierla e lanciarla sul divano, sbottona la camicia e poi toglie la giacca,lanciando anch’essa sul divano.

Oddio, non è che si spoglia adesso?

Magari. Ti prego fallo!

“Papà?” fantastico, sua figlia si è svegliata. Adesso non si spoglia più.

“Amore! Chi ti ha portata qui?” chiede prendendola in braccio e lasciandole un bacio sul naso.

È pure un bravo padre. Non ci credo.

Fantastico, semplicemente fantastico. Sei da sposare Harry!

“La cameriera, dovresti vederla…è bellissima” brava bimba, metti una buona parola per me. Ho mai detto che questa bambina è un portento?

Ti stimo piccola. Batti il cinque.

E mentre nella mia mente batto il cinque ad Emily, il paparino riccioluto la porta in camera. Questo sarebbe il mio momento per fuggire, ma no. Altri cinque minuti.

Esco dal mio nascondiglio e c’è la porta della camera di Emily socchiusa. Solo un’occhiatina. Una sola, lo prometto. Voglio solo vedere se quel portento di bimba dice altre cose su di me.
Mi sporgo un po’ di più per sentire meglio e con la coda dell’occhio guardo Harry mentre le accarezza la fronte e le lascia un bacio su una guancia. Oh, non ha detto niente, peccato.

Harry si gira per uscire e…

Oh merda!

Chiudo la porta e con una velocità disumana mi affretto a cacciare il passepartout e apro la mia unica via d’uscita.

“Aspetta!” dovrei fermarmi? No. E poi se mi licenzia? Non corriamo questo rischio.

Salgo gli ultimi scalini per arrivare al corridoio dove si trova la mia camera e dopo aver messo i vestiti per la notte mi addormento come un cucciolo di panda. Amo i panda, infatti il mio pigiama ha una stampa con un panda che mangia una scodella di riso.

La mia sveglia suona alle sei e mezzo.

Adesso sono le sette meno un quarto e io sono qui a guardare il soffitto pensando alle conseguenze per essere entrata nella camera del nuovo proprietario e di essermi fatta vedere quando sono uscita.

Che vergogna.

Mi copro la faccia con il cuscino e comincio ad urlare. Sento bussare alla mia porta e mi alzo per andare ad aprire. Mi ritrovo una Mary sorridente e pimpante che entra in camera e mi avverte che questa sera ci sarà un’altra festa per la laurea di Pam.

E certo. A me la festa non l’hanno preparata quei ricconi e a quella figlia di buona donna si. Ovvio, io non sono degna di festeggiare una cosa così importante.
Io e Pam abbiamo preso la laurea assieme, lunedì, ma la mia adorata madre ha deciso di rinviare i festeggiamenti a sabato, che sarebbe oggi e che se non mi sbaglio, ma non mi sbaglio, è anche il mio giorno libero.

“Che palle!” dico sedendomi sul letto mentre Mary mi mette una mano sulla spalla.

“Non preoccuparti, dopo la sua festa ci sarà anche una sorpresa per te” la guardo curiosa.

“Che sorpresa?” sorrido sadicamente al solo pensiero di ricevere un regalo.

“Non posso dirtelo” mette l’indice sulle labbra ed esce dalla stanza.

Infame.

Mi preparo. Faccio una doccia veloce e metto la mia divisa, raccolgo i capelli in uno chignon basso e corro in cucina per prendere il mio croissant al cioccolato. Luigi li prepara sempre sia per noi che per i clienti dell’hotel.

Dopo essere corsa in bagno per lavarmi i denti, comincio a servire ai tavoli. Vedo una mano che si alza, segno che qualcuno vuole ordinare. E guarda caso, quel qualcuno è Harry insieme alla sua adorabile bimba.

“Buongiorno. Cosa desidera?” è più imbarazzante di quanto pensassi. Emily mi guarda con un sorriso e da quello che posso vedere tira calci al padre e sussurra a denti stretti:”Ѐ lei”

Piccola, dolce Emily non puoi chiudere quella tua piccola boccuccia?

Sorrido rassegnata. Adesso mi licenzia, ne sono sicura. Ecco sta per farlo.

“Io prendo una tipica colazione londinese e per lei qualcosa con il cioccolato, decida lei signorina” lo guardo perplessa e scrivo tutto sul taccuino che ho in mano e continuo a guardarlo come una sprovveduta.

Emily continua a sorridermi e io non so proprio cosa fare o dire. Poteva essere più imbarazzante di così?

Non credo.

Gli porto le sue ordinazioni e la giornata continua pulendo tutto l’hotel insieme a Mary e ad altri quindici dipendenti, quasi tutte femmine.

Socializzo con un ragazzo che sembra molto simpatico e si, mi ha anche chiesto di uscire. Questa giornata sta migliorando.

“Dai vieni, ci sono tante altre stanze da pulire” dice lui tirandomi per mano e con l’altra spinge il carrello con tutti i prodotti per le pulizie.

Oh si, vieni, ci sono tanti letti per fare…

I miei pensieri sono interrotti da una Pamela tutta sorrisi e occhi dolci e da un Harry che la guarda incantato. Camminano a braccetto e lei ha delle buste in mano. Non mi dire che l’ha portata a fare shopping? Vi prego non ditemelo.

“Oh, Harry sei stato così dolce a comprarmi il vestito per questa sera, vorrei ricambiare in qualche modo” mi blocco di colpo fermando anche quel bellissimo ragazzo che adesso mi guarda preoccupato.

“Non devi preoccuparti, meriti di essere bellissima, più di quanto non sei già questa sera” li guardo con la coda dell’occhio e lei sorride come una scema e lui le accarezza la guancia mentre si allontanano per il corridoio.

“Che hai?” mi chiede il ragazzo.

“Niente sto bene, andiamo?” gli prendo di nuovo la mano e ci avviamo a pulire altre stanze.

Quella falsa, stupida, ipocrita e ignorante.

Come ha potuto? Adesso se la fa anche con il proprietario? Non posso crederci. Ed il bello è che lui sta al suo gioco.

Troia.

Ecco, lo pensato. La odio. Quella brutta gallina bionda, che tra l’altro è anche tinta. Ogni santa volta che mi interesso a qualcuno lei deve fare la sua comparsa e rovinare tutto.

Una volta, quando avevo diciassette anni, incontrai il mio primo ragazzo. Ero veramente presa da lui tant’è che lo presentai anche alle persone a me più care ossia a Mary, Luigi e Taylor. Dovetti presentarlo per forza anche a mia madre e da lei anche a Pam. Non ci pensò due volte a portarmelo via e io piansi per una settimana intera.
Alla fine però mi sono vendicata per questo fatto. Per sbaglio le cadde un secchio d’acqua fredda in testa per più di un mese.

Così impari, stronza.

“Tutto chiaro?” la mia madre adottiva, vestita tutta in ghingheri per la festa, si sta assicurando che tutti gli invitati, gli amici di Pamela e parenti venuti da chissà quale parte del mondo, vengano serviti a dovere.

Quando mia madre va via, cominciamo a parlare.

“Tutto chiaro?” imito la sua voce, facendo ridere tutti.

“E non usare quel tono con me, signorina” continuo uscendo dalla cucina e preparandomi a servire stuzzichini agli invitati.

Mi verrà un crampo alla spalla se nessuno prende queste tartine dal vassoio. Chiedo alla gente se vuole favorire, ma l’unica persona che ne prende una è un ragazzo.

“Ѐ un peccato che tu faccia la cameriera” mi dice mettendomi le mani sulle spalle e avvicinandosi al mio orecchio.

“Potrei fare un pensierino sul tuo conto” dice mentre mi mette una mano dietro la nuca e ispira il mio profumo.

Un bagnoschiuma comprato al supermercato.

“Mmh” mi lascia un bacio proprio sotto l’orecchio e avvicina i fianchi al mio corpo, costringendo la mia pancia contro il suo petto.

“Lasciami” dico mentre sta per cadermi il vassoio a terra, ma con un’insolita fortuna riesco a reggerlo e tiro uno schiaffo al tizio che mi ha messo una mano sul fondoschiena.

All’improvviso tutti si girano.

Eh beh, certo. Quando sto per essere stuprata a nessuno interessa e quando prendo a schiaffi qualcuno di un alto borgo finisco sui giornali?

Bastardi.

“Olivia! Guarda cosa hai fatto!” Pamela arriva furiosa mentre il tizio si massaggia la guancia colpita.

“Vado via, non voglio avere nulla a che fare con questa gentaglia” afferma il ragazzo, mentre Pam minaccia di scoppiare a piangere.

“Vedi, hai rovinato tutto!” urla mia sorella mentre corre via seguita da Harry che mi lancia un’occhiata fulminante.

Tutti restano a guardarmi, mentre la mia faccia va a fuoco. Sto per aprire bocca e mandare tutti a quel paese quando arriva Mary e mi porta via.

“Io non volevo…è stato lui che ha cercato di violentarmi in sala” mi giustifico con Luigi e Mary che mi guardano dispiaciuti.

Non ne combino una buona.

Adesso non mi hanno permesso di entrare in sala per continuare il mio lavoro, combinerei altri guai. Però una donna, mia zia, mi ha fatto i complimenti per lo schiaffo e mi ha anche dato gli auguri per la laurea sotto gli occhi di tutti che ci fissavano increduli.

Ben vi sta. Anche io sono ricca.

Proprio mentre stanno per tirar fuori il mio regalo, che è un pacco enorme con un fiocco azzurro entra il nuovo padrone in cucina.

“Posso parlare due minuti con la signorina in privato?” chiede facendo uscire i miei due fidati compagni.

Ok, che mi licenzi, ormai non ho nulla da perdere.

“Cosa ti è saltato in mente?!” chiede furioso.

“Non ho mai visto una persona più maleducata di te e questo è solo il primo giorno che sto qui” continua andando avanti e indietro per la stanza e passandosi una mano tra i capelli.

Ora  che lo guardo meglio ha uno smoking nero, con una camicia bianca macchiata dal trucco, sicuramente di Pamela.

“Non va affatto bene in tuo comportamento, sai che presto dovrò prendere provvedimenti” mi guarda in faccia e io non posso fare a meno di abbassare la testa mortificata.

Non piangere, andrà tutto bene.

“Non fare così, ti prego.” dice avvicinandosi a me, che sono seduta su uno sgabello.

Mi accarezza la guancia e proprio in quel momento…









Ciao! Come promesso ecco il terzo capitolo.
Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni. 
Spero che vi piaccia. 
Cosa ne pensate della piccola Emily?
Rispondete.
Un bacio. 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***












 
“Olivia! Harry?” la mia madre adottiva entra in cucina e ci guarda sconvolta mentre Harry toglie la mano dalla mia guancia.
 
Ma io t’ammazzo, stronza.
 
“Olivia! Harry?” ripete guardandoci con gli occhi fuori dalle orbite.
 
“Stavo giusto parlando del suo comportamento, non c’è bisogno che lo faccia lei, signora Wilson” dice Harry aggiustandosi la giacca e avvicinandosi a me mettendomi le sue mani sulle spalle e lasciandomi due baci sulle guancie.
 
“Domani mattina nel mio ufficio” mi sussurra all’orecchio mentre io sto andando a fuoco.
 
Madonna Santissima, adesso posso morire felice.
 
“E auguri per la laurea” Harry mi sorride mentre va via, lasciandomi sola con quell’arpia di mia madre.
 
“Cosa voleva?” mia madre si avvicina a me prendendomi il braccio, stritolandolo.
 
Non solo ho dovuto sopportare il peso del vassoio sullo stesso braccio, ma adesso cercano pure di staccarmelo. Non si fa così! È maleducazione eh.
 
“Mi ha rimproverata per il mio comportamento e adesso lasciami, mi stai facendo male” cerco di divincolarmi dalla sua presa.
 
Per avere cinquant’anni è ben palestrata questa qui. Ha più muscoli di un lottatore di wrestling.
 
Vuoi fare a pugni eh, eh!
 
 
Nella mia mente immagino me e lei su un ring mentre ci battiamo in un’incontro e mentre le tiro i capelli nella mia mente, lei li sta tirando a me nella realtà.
 
“Ascoltami bene signorina, non sei tu quella che da gli ordini qui” dice a denti stretti mentre mi sta scompigliando l’acconciatura.
 
Ma tu lo sai quanto mi ci è voluto per preparare questo chignon del cazzo?!
 
No, ovvio che non lo sai, stronza.
 
“Ricordi quando eri piccola e ti tagliavo i capelli” continua a parlare al mio orecchio mentre mi viene in mente l’immagine di lei che ogni volta che combinavo qualcosa di brutto mi tagliava i capelli.
 
Una volta, eravamo in sala da pranzo e io servivo ai tavoli e ‘per sbaglio’ mi cadde un piatto pieno di pesce sulla testa di una riccona viziata. Ma la colpa non fu la mia, era stata lei che aveva osato criticare la buon anima del mio padre adottivo e allora io non ci ho visto più. Lui era la persona più buona di questo mondo e guai a chi prova a toccarlo.
 
Intesi?
 
Ricordo che dopo quella volta mia madre mi tagliò i capelli, facendoli cortissimi, andai in giro con un cappellino fino a quando non trovai un buon parrucchiere pronto ad aggiustarmeli.
 
Vi amo capelli miei, nessuno vi farà del male.
 
Dovrei scrivere un libro: La ragazza che sussurrava ai capelli.
 
Così potrei guadagnare abbastanza soldi e andare via da qui.
 
E mentre lei è andata via, lasciandomi la sua minaccia sulle spalle, io mi ritrovo a guardare il vuoto in cerca di qualche speranza per continuare a stare qui.
 
Devi cambiare atteggiamento signorina.
 
La mia coscienza parla. Non sapevo nemmeno di averne una. Ti chiamerò…Rudolf.
 
La mia coscienza si chiama Ruolf, fate spazio.
 
Intendevo che devi cambiare anche i tuoi pensieri.
 
Sto avendo un dibattito con la mia coscienza, sto impazzendo.
 
No…è solo che vuoi fare bella figura con il nuovo proprietario.
 
Forse è vero. Forse, se assomiglio un po’ di più a Pamela si interesserà a me.
 
È un ottimo piano, grazie Rudolf.
 
Di niente e smettila di chiamarmi Rudolf.
 
E dopo questa ultima battuta che io non ho minimamente ascoltato apro il mio regalo.
 
Oh santi panda.
 
Non posso crederci, c’è un pc solo per me. Tutto mio, capito? Solo mio!
 
Lo tiro fuori con estrema cautela e lo ammiro in tutta la sua carta da imballaggio. Capisco che è della Apple per la mela impressa sul mio computer.
 
Chissà quanto avranno speso.
 
Ma chi se ne frega, un regalo è sempre un regalo.
 
Dopo aver ringraziato Mary, Luigi e Taylor per il loro regalo decido di andare a dormire, tanto non ho nient’altro da fare.
 
Passo tutta la serata ad usare il mio nuovo pc. Il suo colore è nero ed è molto professionale. Ho presentato il mio curriculum ad un paio di aziende e di case editrici e quando riceverò risposta e avrò un ufficio tutto mio questo pc sarà posto sulla mia scrivania.
 
Dopo aver pensato per più di tre ore al mio futuro fuori di qui, mi metto a dormire.
 
Harry!
 
Mi ha lasciato due baci. Non uno, ma due. Sono felicissima che potrei urlare dalla gioia. Anzi lo faccio, tanto non riesco a prendere sonno.
 
Scendo in cucina e trovo la luce accesa.
 
Ci sono i ladri!
 
Prendo la prima cosa che trovo, che sarebbe una scopa lasciata lì per caso e un prodotto a spruzzo. Entro in cucina e colpisco la persona che mi si è presentata davanti, uso anche il prodotto che ho in mano per accecarlo.
 
“Aah, ma si può sapere che ti prende ogni tanto?!” solo adesso mi rendo conto dei ricci.
 
Oh, porco di un panda.
 
“Oddio Harry, pensavo fossi un ladro” lascio gli arnesi che ho in mano e mi avvicino a lui che strizza gli occhi per il bruciore.
 
“Un ladro? E secondo te i ladri entrano in un hotel e vanno in cucina?!” beh…in effetti.
 
Che figura. Proprio adesso che stavo cominciando a piacergli. Almeno un pochino dai. Ok, non gli piaccio proprio.
 
“Scusami, bagnati gli occhi” lo porto vicino al lavandino e con cautela cerco i bagnargli gli occhi per alleviare il bruciore.
 
“Che ci fai qui?” mi chiede ad un tratto.
 
“Non riuscivo a dormire…e tu?” mi guarda con una faccia strana.
 
“Sai che sono il tuo capo?” annuisco vivacemente con la testa.
 
“Dovresti darmi del lei”
 
Ma stai zitto, che hai quasi la mia età.
 
“Lo so che sono giovane, ma tu sei una cameriera” spiega mentre io abbasso la testa.
 
“E quindi? Sono una cameriera e allora?” trovo il coraggio di rispondergli.
 
“È evidente”
 
"Non per me” dico guardandolo dritta negli occhi. Mi guarda anche lui, con un ghigno sulla faccia, quasi sorpreso dalle mie risposte.
 
“Ehm, sono venuto a prendere qualcosa per mia figlia, non riesce a dormire” risponde alla domanda di prima senza dare importanza al discordo appena fatto.
 
E quindi è questo che pensi di me?
 
Una semplice cameriera.
 
Non dargli ascolto,lui è uno stupido.
 
La mia coscienza cerca di convincermi  che ho sbagliato tutto, ma è d’accordo con me sul fatto che lui abbia esagerato.
 
Brava Rudolf.
 
“Potresti aiutarmi con lei?” chiede mentre si asciuga la faccia dalle gocce di acqua.
 
A questo punto, ho fatto bene a spruzzargli del detersivo negli occhi.
 
Ben ti sta.
 
“Credo che del latte caldo andrà bene” propongo e lui si mette una mano sulla nuca facendomi capire che non sa usare nemmeno un bollilatte.
 
Sorrido involontariamente, immaginandolo ai fornelli.
 
Che sia ben chiaro, lo faccio per Emily, perché è una bambina intelligente.
 
Riscaldo il latte e ci metto un cucchiaino di miele, come faceva il mio papà. Sospiro perché non c’è più nessuno a prepararmi il latte quando non riesco a dormire, ma solo una strega che mi fa svegliare alle sei per pulire il suo cazzutissimo hotel.
 
Mi dispiace, ma ci voleva, odio questo posto.
 
Harry mi guarda mentre giro il latte con il cucchiaino per far sciogliere il miele.
 
“Sembra proprio  invitante il latte caldo”
 
Non ci credo. Vuole anche lui il latte.
 
Oh, ma sei dolcis…stupido, proprio stupido.
 
Comunque glielo preparo, così me lo tolgo dai piedi. Gli porgo il suo stupido vassoio con due tazze fumanti di latte e lo accompagno alla porta della cucina.
 
“Grazie e buona notte” dice mentre va via.
 
Mi chiudo la porta alle spalle e scivolo lungo la parete liscia.
 
È bellissimo.









Eccomi qui con il nuovo capitolo!
Spero vi piaccia. Vi ringrazio per le recensioni del capitolo 3.
Vogliamo fare una cosa? Se  arriviamo a cinque recensioni pubblicherò il nuovo capitolo questa sera, se no fa niente.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***












 
Adesso mi rendo conto di cosa vuol dire farsi bella per un uomo. Mi ritrovo a fissarmi allo specchio con indosso la cosa migliore che ho trovato. I pantaloni di jeans più attillati che possiedo, una semplice canotta nera e delle scarpe da ginnastica. Lo ammetto, ho pensato di mettere una gonna, ma gli sarei potuta sembrare troppo professionale e avrebbe scoperto il mio piano.
 
Gli chiederò di prendere la giornata libera, così potrò comprare vestiti più sobri ed eleganti. Mi sono anche truccata, quindi meglio che apprezzi il signorino.
 
Scendo le scale con grande sforzo cercando di essere audace per lui, spero che lo noti. Deve notarlo!
 
Apri quella porta, stupida!
 
Rudolf mi richiama siccome sto fissando la porta dell’ex ufficio di mia madre. Altri due minuti ed entro, promesso.
 
Come saluto? Con buon giorno o con un semplice ciao? Oddio, che problema! E adesso come faccio.
 
Entra!
 
Metto la mano sulla maniglia e lentamente la abbasso. Aperta la porta mi ritrovo un Harry seduto alla scrivania più bello che mani. La luce che proviene dalla grande vetrata alle sue spalle illumina la pelle del suo viso. È impegnato a leggere un documento o qualcosa del genere per questo non ha nemmeno notato la mia presenza nella stanza.
 
Esco, non posso reggere a tale bellezza.
 
Sto per richiudere la porta…
 
“La prossima volta potresti bussare prima di entrare” la sua voce è ancora impastata dal sonno, visto che sono solo le otto e mezzo del mattino.
 
“Ehm, scusa” dico entrando nella stanza e mentre mi dirigo verso una delle due poltrone davanti alla scrivania lui mi guarda con attenzione.
 
Dio, ti prego, fa che abbia notato la scollatura della mia canotta.
 
“Te lo ripeto un’ultima volta, devi darmi del lei” O si è svegliato dalla parte sbagliata del letto questa mattina oppure gli sto antipatica veramente. Optiamo per la prima.
 
“Mi scusi” dico a denti stetti mentre mi siedo sulla poltrona e appoggio le braccia sui braccioli.
 
“Di cosa voleva parlarmi?” dimmi che vuoi scappare da qui.
 
Preparo le valigie, vengo con te.
 
“Volevo parlarti di Emily” portiamo anche lei.
 
Per me va benissimo.
 
“Lei ti trova molto simpatica” continua alzandosi dalla sedia e guardando attraverso il vetro della vetrata dalla quale è possibile avere un’ottima vista di Londra.
 
“E questo è stano, perché lei non si affeziona quasi a nessuno.” si gira e mi guarda dritto negli occhi.
 
Non vuole scappare più.
 
“Potresti badare a lei quando io non ci sono? Ti aumenterò la paga se per te va bene e potrai avere un giorno libero in più e poi…”
 
“Si baderò a lei” lo fermo prima che metta altre condizioni. A me basta la paga che ricevo e non ho bisogno di un giorno in più.
 
“Grazie, non sai quanto mi fai sentire felice” sorride mostrando delle adorabili fossette. Sei bellissimo Harry, sei meraviglioso.
 
“Se ha finito, vorrei chiedere la giornata libera e se vuole posso portare Emily in giro oggi” mi alzo dalla poltrona e finalmente riesco a fare la seria davanti a lui. Sembra sorpreso di questo cambiamento, speriamo che il nostro rapporto migliori.
 
“Certo, puoi andarla a prendere in camera sua e questo è il mio numero” prende un foglietto e scrive il suo numero di cellulare. Gli lascio anche il mio perché vuole contattarmi per vedere come sta la sua bambina di tanto in tanto.
 
Dopo averlo salutato con un “A presto” esco dalla stanza.
 
Oh porco di un panda, ho in suo numero di cellulare.
 
Siamo sicuri che mi abbia dato il suo numero perché vuole vedere come sta sua figlia?
 
Si, ne siamo sicuri.
 
Rudolf, la mia coscienza, mi fa sentire uno schifo da quando so che esiste.
 
Io non sono la tua coscienza, ma la tua dea interiore e smettila di chiamarmi Rudolf!
 
“Oliv!” Emily si salta praticamente addosso appena entro nella sua camera da letto.
 
“Ehi piccola, come sai il mio nome?” le chiedo mentre la stringo a me per non farla cadere.
 
“Me lo ha detto il mio papà”
 
Fermi tutti! Hanno parlato di me! Adesso posso davvero morire felice.
 
“Sono stata io a convincerlo a farti diventare la mia nuova babysitter” sorride abbracciandomi più stretta a se.
 
Sei un piccolo genio tesoro, ti stimo troppo.
 
“Cosa ti andrebbe di fare oggi?” le chiedo mettendola a terra.
 
“Andiamo in giro e compriamo dei vestiti” dice. Ok per me va benissimo, era quello che avevo intenzione di fare.
 
“Ok, usciamo” la prendo per mano e usciamo fuori da quella gabbia.
 
Le faccio provare un sacco di vestiti e quello che lei preferisce di più è un vestitino viola a balze con un cinturino di brillantini. Decido di farle un regalo così lo compro e lei sembra esserne molto felice.
 
Pensaci bene Olivia, se riesci a guadagnare la sua simpatia ottieni anche quella del padre.
 
È un piano malefico, mi piace.
 
“Olivia!Olivia!” Emily mi trascina per la mano e mi porta davanti ad una vetrina. Guardo con occhi spalancati e a bocca aperta il bellissimo vestito che mi si presenta davanti.
 
“Ma è bellissimo” dico immaginandomi con quel meraviglioso abito indosso. Il problema è che non so quando metterlo e ora che guardo il cartello appeso in vetrina noto che costa più di quanto possa guadagnare in tutta la mia vita. Forse l’aumento mi avrebbe fatto bene, ma ormai ho rifiutato.
 
Intelligentona.
 
“Compralo” mi esorta la bambina al mio fianco.
 
“Non ho i soldi per comprarlo e se lo provo me ne innamoro e non lo tolgo più” spiego con gli occhi incollati sul vestito.
 
“Oh, beh fa niente” la bambina sorride complice, anche se non ne capisco il motivo.
 
Andiamo avanti, visitando altri negozi, dove compro qualcosa che rientra nel mio stila da semplice cameriera. Il commesso mi fa anche un piccolo sconto invitandomi ad uscire con lui a prendere un caffè al bar domani. Accetto senza fare troppi complimenti. Non si rifiuta mai l’invito di un bel ragazzo dagli occhi blu e dai capelli biondi.
 
Ora  che ci penso questa sera ho un altro appuntamento, con il ragazzo che lavora all’hotel e alcuni nostri amici in comune. Non vedo l’ora. Andremo in una piccola discoteca, come al solito.
 
“Cosa metterai questa sera?” mi chiede Emily dopo che le ho raccontato del mio appuntamento.
 
“Opterò per jeans e una maglietta scollata per attirare…”
 
Olivia contieniti! Stai parlando con una bambina.
 
“E domani? Cosa metti?” chiede ancora la piccola impicciona.
 
“Non lo so, ci penserò più tardi” la congedo e continuiamo a camminare sotto il sole cocente di giugno, in cerca di un buon posto dove mangiare.
 
Passiamo il resto della giornata a parlare di quello che ci passa per la testa e Emily ha un buon senso dell’umorismo, devo ammetterlo.
 
Adesso ci troviamo sedute su una panchina del parco e siamo spaparanzate come due barbone per il caldo. Mi si avvicinano un sacco di ragazzi che cercano di attaccare bottone con frasi come:”Ti sei fatta male quando sei caduta dal cielo? No, perché sembri un angelo”
 
“Quello era proprio antisimpy” confermo dopo che il quarto ragazzo se ne è andato via.
 
“Cosa significa?” mi chiede Emily.
 
“Che è antipatico…guarda che putty che è quella!” guardo una ragazza con la minigonna che salta addosso ad un quarantenne con la moglie. Sicuramente quella giovane è l’amante e adesso gli sta facendo una scenata.
 
“Che cosa significa putty?” chiede ancora la dolce bambina.
 
Oh santi panda, e adesso che dico?
 
“Hai presente quando qualcuna fa la zocc…ti infastidisce?”
 
“Si, una mia compagna mi infastidisce”
 
Annuisco vivacemente con la testa e la guardo sorridendo.
 
“Sei una putty Emma” afferma facendoci guardare da un paio di persone. Sorrido vedendo che lei continua a dire parolacce senza nemmeno saperlo.
 
Continua così per un po’ di tempo poi mi squilla in cellulare e io rispondo tutta bella tranquilla.
 
“Siamo al parco”
 
“Stiamo tornado, vero Emily?”
 
“Si papà è vero” avvicino il telefono alla bambina
“Solo cinque minuti” continuo io.
 
Sento Harry ridere ed è il suono più bello che abbia mai sentito.
 
Chiudo la chiamata e guardo Emily sorridendo come una scema. Lei mi guarda, non capendo per cosa sorrido.
 
“Sei pronta a correre?” le chiedo e lei è già in piedi capendo che ci troviamo in un mare di guai.
 
Corriamo lungo il marciapiede evitando persone e anziani che ci urlano contro dicendo che siamo delle scostumate, che la gioventù di oggi è fatta solo di folli drogati. Continuo a correre finché qualcosa attira la mia attenzione. Un Harry Styles in giacca e cravatta si trova un cartellone pubblicitario, con accanto la scritta ‘Più ricco della regina’. Penso subito che stiano scherzando sul fatto che lui è più ricco della regina, ma poi ricordo che lui ha comprato il nostro hotel.
 
Arriviamo all’hotel con un ritardo di venticinque minuti. Almeno ci ho provato.
 
Questo è l’importante.
 
“Dove siete state?” il proprietario mi si presenta davanti alla faccia con i capelli scompigliati e rosso in viso.
 
“Perché ci avete messo tanto?”
 
“E tu signorina, vai di sopra, questa sera vai a letto senza cena!” sbraita contro la sua bambina. È anche un padre severo.
 
“Che putty che sei, papà” dice il mio tesoro mentre sale le scale.
 
“Chi ti ha insegnato queste parole?” e si gira verso sua figlia che ormai è già scomparsa mentre io cerco di fuggire uscendo dalla porta.
 
“Ferma li tu!” mi giro lentamente sorridendo.
 
“Dove credi di andare?”
 
“Veramente, dovrei uscire con dei miei amici” e proprio in quel momento il mio amico si presenta all’ingresso.
 
“Sei pronta Olivia?” chiede sorridendo e salutando il nuovo proprietario.
 
“Oh, no Olivia, tu non vai da nessuna parte, vai nel mio ufficio!” indica alle sue spalle.
 
“Ma…”
 
“Niente ma, nel mio ufficio!” sbraita e io eseguo i suoi ordini e a testa bassa mi dirigo nel suo ufficio.
 
Tua figlia ha proprio ragione, che putty che sei!
 
Allora? Vuoi darti una mossa? Non dirmi che sei andato a mangiare con quella tua Pamela? Ora che ci penso non li ho visti per niente assieme oggi, ma ehi…sono uscita tutto il giorno, non potevo augurarle ogni male per stare con lui.
 
Sto aspettando!
 
Sbuffo mentre mi getto a peso morto sul divano presente nel suo ufficio.
 
Però sei comunque bellissimo.









Salve! Eccomi qui con il capitolo cinque!
Cosa ne pensate? 
Volevo chiedervi? Chi preferite per rappresentare la nostra Olivia? Barbara Palvin o Selena Gomez? 
Fatemi sapere. 
Un'ultima cosa. Vi ringrazio per le sei recensioni lasciate al capitolo precedente, per me è importantissimo che alla gente piaccia quello che scrivo.
Per ora e tutto.
Baci.





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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***












 
Sento la porta dell’ufficio sbattere e alzo subito la testa.
 
Oh, ti sei dato una sbrigata.
 
“Baciami” la voce affannata di Pamela viene bloccata forse da un bacio.
 
Oh, merda.
 
“Oh, Harry” la stanza è riempita da due sospiri pesanti e, con mia grande fortuna, anche dal mio stomaco che brontola.
 
Di colpo si ferma tutto, mi alzo dal divano imbarazzata e corro via. Cosa ho fatto?! Anzi, quei due che stavano facendo?!
 
Infondo, la colpa non è solo mia. Lui mi aveva detto di aspettarlo nel suo ufficio e io l’ho fatto. La colpa è di quell’odiosa di Pam che va a letto con tutti.
 
E si, lo ammetto, sono gelosa del fatto che Harry preferisca lei a me. Lo sapevo però, insomma, lo sapevo. Io sono solo la cameriera, non la ragazza ricca, bionda, alta e che piace a tutti.
 
Corro in camera mia, tanto ormai le lacrime cominciano a scendere. Adesso non lo so nemmeno perché piango. Lo faccio per quello che non c’è mai stato, per quello che avrei voluto ci fosse tra noi, ma alla fine lo sapevo che non poteva esserci niente.
 
Vorrei essere come Pamela. Bella, accattivante, con tutti gli uomini ai miei piedi. Certo, non posso lamentarmi anche io faccio furore quando esco. Ma questa volta…
 
Mi addormento vestita, con le lacrime secche sulle guance e il cuore che batte troppo forte per la figura appena fatta.
 
Non ho voglia di scendere e andare a lavorare. Sono le cinque, ho dormito solo per poche ore poi mi sono svegliata. Mi alzo pigramente dal letto e dopo aver compiuto i gesti di ogni mattina scendo giù.
 
In cucina non c’è ancora nessuno, solo Luigi che prepara i suoi cornetti. Lo saluto e lui mi sorride.
 
“Qualcosa non va Oliv?” chiede mentre guarda nel forno per controllare i suoi cornetti.
 
“Niente, va tutto bene”
 
“Ti conosco da anni ormai e sai che non puoi mentirmi”  mi dice. Questa mattina sembra di buon umore, chissà se ha trovato l’anima gemella. Credo che gli farò conoscere la panettiera, lei è una donna molto affascinante…sarebbero perfetti assieme. Me li immagino già mano nella mano, che corrono in un prato pieno di fiori.
 
Questo non è Beautiful! Ok? Ok.
 
“Cosa è successo con il nuovo proprietario?” mi chiede sedendosi su uno degli sgabelli, cosa che faccio anche io.
 
“Ieri sera era arrabbiato perché sono rientrata tardi insieme a sua figlia, mi ha chiesto di andare nel suo ufficio, ma credo che sia venuto prima a ingozzarsi con quell’odiosa di Pam e poi sai cos’è successo?”
 
“No, cosa è successo?” chiede in cerca di informazioni.
 
“Quando è entrato nel suo ufficio era insieme a Pamela e sai cosa stavano facendo?”
 
“Cosa? Cosa!”
 
“Stavano facendo…” Luigi annuisce quasi sconvolto.
 
“Non dirmi che tu eri lì dentro” 
 
“Mi dispiace, non posso dirtelo” ammetto colpevole. Mi sento strana se penso che quei due stavano facendo ‘certe cose’ in un ufficio.
 
“Oh, e questo ti fa sentire triste” abbasso la testa e lui capisce tutto.
 
“Sai, noi non apparteniamo a quel mondo, spesso ci umiliano, puoi confermarlo” annuisco
 
“La gente è cattiva Olivia, non sai mai quando ti ferirà, non ti conviene fidarti di qualcuno se ti tratta male sin dalla prima volta” mi accarezza la guancia e scende dallo sgabello.
 
“Su, oggi ti voglio puntuale come un orologio svizzero” fa il serio ma poi mi sorride dolcemente.
 
“Credo che oggi dovrò aiutare Taylor con il giardino, sono stata occupata in questi due giorni” dico lasciandogli un bacio sulla guancia mentre mi dirigo fuori e vado a mettere la mia salopette di jeans e degli stivali. Comincio a sistemare il recuperabile e poi pianto i fiori freschi che sono arrivati da qualche giorno.
 
Taylor mi raggiunge presto e cominciamo a parlare di mia sorella.
 
“Sapevi che la signorina Wilson esce ogni mattina con il nuovo proprietario?” dice Taylor mentre io affondo le mani nella terra per sistemare il fiore rosso che ho in mano.
 
“E dove vanno?” mi informo.
 
“Sinceramente non lo so, ma credo che lo porti a fare un giro di Londra, sai lui non è nato qui e da quello che ho sentito si trova qui solo per lavoro…in giro si dice che lui abbia comprato l’hotel per sua figlia, a proposito, com’è quella bambina?” parla senza sosta, mi chiedo come faccia. Io non ci riuscirei mai.
 
Oh, credimi Olivia, hai la parlantina più di lui quando ti ci metti.
 
Finiamo di sistemare il giardino e subito dopo mi rendo conto che anche il mio appuntamento con quel commesso di ieri è sfumato nel nulla.
 
E fu così che anche il mio secondo appuntamento andò a farsi benedire da Harry.
 
Lurido bastardo!
 
Continuo la giornata rispondendo a monosillabi e camminando con passo pensante per tutta la sala.
 
È ora di pranzo e io, devo servire ai soliti tavoli di ricconi. Questa volta, oltre a mia madre e a Pamela c’è anche un ragazzo. Servo quello che ho sul carrello e vado via. Harry e Pamela si sono guardati complici e poi hanno sorriso.
 
Ridi, ridi che il piatto in faccia te lo spacco comunque.  
 
Comunque, amo questo carrello, mi risparmia molte entrate in cucina e poi mi piace spingerlo. Metto un piede su uno dei ripiani e scivolo in cucina.
 
“Yuppy!”
 
Però, ammettiamolo, sono proprio simpy.
 
Certo, simpatica come la tosse di notte.
 
Non ti sento, non ti sento!
 
E mentre continuo a fare la sciocca con la mia Rudolf in cucina entra il giovane ragazzo del tavolo di Harry.
 
Le carte da gioco  volano in aria e Luigi e Mary corrono a raccoglierle. E io che stavo bevendo il mio bicchiere di vino sputo perché uno così bello non s’è mai visto.
 
Dopo Harry però.
 
“Oh, continuate pure, volevo solo congratularmi con lo chef” dice mentre avanza verso il bancone e Luigi si pulisce le mai per potergliela stringere.
 
“Sono io” dice rigido.
 
“Mai assaggiato un filetto al sangue così buono”  dice il ragazzo mentre io mi verso un altro bicchiere di vino.
 
“Posso giocare anche io?” indica le tre carte che Mary ha in mano.
 
Oh cazzo, un riccone che vuole giocare a carte.
 
“Ehm, certo” dice Luigi mentre sfila le carte e le posiziona davanti al ragazzo che ho a poca distanza. Circa tre sgabelli.
 
“Trova l’asso di cuori” e poi mi distraggo e continuo a bere il mio vino e a pensare a come fare per conquistare Harry. Non mi do per vinta, voglio provarci fino alla fine, fino a quando non sarà lui a dirmi che non sono fatta per lui.
 
“E voi andate a ritirare i piatti!” Mary urla al personale e poi mi viene vicino mettendomi una mano sulla schiena e accarezzandomi.
 
“Luigi, mi ha raccontato cos’è successo, sei sicura di voler restare qui?” chiede preoccupata.
 
Annuisco mentre bevo un altro bicchiere di vino e scendo dallo sgabello.
 
“Ho vinto un’altra volta!” afferma contento il ragazzo.
 
“Ma allora o chistu è culu o tu o’ juoco o’ canuscèv già!” Ho mai detto che Luigi è napoletano? Beh, lo dico adesso. Luigi è napoletano. Spesso non si capisce quello che dice.
 
Il ragazzo ride e la sua risata contagia anche me. Ora che lo guardo meglio indossa un vestito elegante però adatto alla sua giovane età. Ha i capelli scuri ricoperti di gel e degli occhi…oddio che occhi. Se potessi ci nuoterei dentro.
 
“Ehi, sta bene?” due braccia forti mi stringono la vita e io come una babbea continuo a guardare quegli occhi.
 
“Si, perché?” chiedo ricomponendomi.
 
“Stava letteralmente cadendo a terra signorina” dice ovvio.
 
Già, ora che mi guardo attorno tutto si muove. Mi appoggio al bancone. Ho esagerato con il vino, lo ammetto.
 
“Va a riposarti Olivia, ci pensiamo noi a servire ai tavoli” Mary mi rassicura e io frastornata come sono vado lentamente in camera mia.
 
Ho la nausea, le gambe molli e un bruciore forte allo stomaco. Mi appoggio con la mano al muro del corridoio principale, ho la vista offuscata e non so perché ho voglia di piangere.
 
Olivia! Resta in piedi!
 
“Non sta bene? Signorina?”  e poi sento il vuoto sotto i miei piedi.









Salve a tutte! 
Ecco, volevo scusarmi per il ritardo, ho avuto problemi con il computer, ma adesso è tutto risolto.
Credo che per domani sera ci sarà un nuovo capitolo, solo se ricevo tante recensioni. 
Cosa ne dite del capitolo? In questo non spicca l'umorismo che caratterizza gli altri, ma credetemi sto male io per Olivia. 
Ora vi lascio, baci.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***












 
“Mamma mia come sei sexy” dico con il mio bagnino che mi ha distesa sulla sabbia.
 
“Ahah, lo so bellezza” e io gli getto le braccia al collo per poterlo baciare. Devo pur sempre ringraziarlo per avermi salvata.
 
“Mmh” qualcuno mi muove la spalla.
 
“Vai via putty che non sei altro!” mi dimeno nel letto e mi rendo conto che il mio sogno è finito. Il mio bagnino, il suo corpo palestrato…tutto finito.
 
Ma si può sapere chi è sto bastardo che mi ha svegliata?!
 
Mi alzo di scatto pronta a tirare un ceffone al mio usurpatore.  Il palmo della mia mano si pianta dritto sulla guancia di un ragazzo seduto su una sedia accanto al mio letto.
 
“Ciao anche a te” dice mentre si massaggia la guancia.
 
“Tu devi essere la pugile dell’altra sera” dice ironico e mi guarda in faccia sorridendo.
 
“Io sono Louis e tu sei una forza della natura” mi porge la mano che stringo poco convinta.  Improvvisamente si alza dalla sedia e comincia a camminare per la camera con le mani dietro la schiena.
 
“Ho riconosciuto il tuo stile in quello schiaffo, potente e indelicato. Potresti diventare un mito della box, certo, ti servirebbe un buon avvocato e se per te va bene per questo ci sono io” si ferma e mi guarda in faccia.
 
Io sono ancora silenziosa. Questa è la seconda volta nella mia vita che rimango senza parole.
 
Una volta quando avevo dodici anni mi trovavo al parco e un barbone mi venne vicino chiedendomi qualcosa da mangiare. Io gli spiegai garbatamente che non avevo nulla con me e lui mi mise le mani sulle spalle e poi disse:”Quando sarai grande ti cadrà una persona in testa” e dopo avermi salutata io rimasi a fissare il vuoto pensando che sarebbe successo per davvero.
 
Quel barbone mi spaventò a morte. Non dovrebbero andare in giro e spaventare dei poveri ragazzini innocenti. Ecco, adesso lo ricorderò per tutta la settimana.
 
Barboni di merda! Mi avete traumatizzata a morte!
 
Non è colpa loro se tu hai paura anche delle vecchiette che vanno in giro con il bastone!
 
Ascolta Rudolf! Questo non è il momento per litigare, sono troppo scossa.
 
“Posso sapere cosa ci fai qui?” chiedo mentre lui si risiede sulla sedia e io mi posiziono comoda nel letto. Ho ancora la mia divisa addosso e noto le mie scarpe posizionate in un angolo della stanza.
 
“Volevo esserci quando ti saresti svegliata, prima sei svenuta in corridoio e così dopo aver convinto Mary a farmi restare adesso mi trovo qui” spiega lui e io lo guardo assonnata.
 
“Posso sapere come ti chiami?” chiede dopo.
 
“Olivia”
 
“Oh, posso chiamarti Oliv e darti del tu, tanto ormai lo sto facendo da mezz’ora” annuisco mentre sbadiglio.
 
“Adesso sarai ancora stanca, io vado, Harry mi starà aspettando” e va via chiudendosi la porta alle spalle.
 
Certo che questo qui sta più fuori di me.
 
Però è sexy.
 
O mio Dio! Anche Rudolf fa commenti sconci sui ragazzi! Se lei fosse una persona adesso me la immagino che guarda imbarazzata a terra con le guance rosse e con il suo nasino da pagliaccio all’insù.
 
Sei adorabile Rudolf!
 
Adesso mi ritrovo a guardare il soffitto, ho dormito un altro po’. Sono stanca, troppo stanca.
 
Accendo il mio computer e controllo l’ora, sono le sette. Adesso mi chiedo come farò a dormire questa notte…panico!
 
Non ho molta fame, così adesso mi sistemo bella e soprattutto, stravaccata nel mio letto e guardo un film.
 
Ok, questo sembra il film di quel barbone del parco. Chissà se è ancora vivo. Credo che affronterò la mia fobia e andrò a parlargli uno di questi giorni, sempre se è ancora in vita.
 
Che fobia sarebbe la tua?
 
OK, basta Rudolf, vado via!
 
Ancora infuriata con la mia coscienza vado in cucina e guarda un po’…c’è la luce accesa.
 
Questo è Harry, ne sono sicura. Ti prego, fa che sia lui, ti prego, ti prego.
 
Entro in cucina e trovo un Harry alle prese con i fornelli. No, questo non è per niente il suo mestiere, decisamente no.
 
Mi avvicino con passo felpato, anche se faccio ridere lo so…sono patetica quando cerco di assomigliare a Pamela.
 
E da dietro gli accendo almeno il gas.
 
Oh, porco di un panda! Sta riscaldando del latte!
 
Ma allora tu mi pensi! Anche io, scappiamo, sposiamoci e vivremo per sempre felici e contenti.
 
“Olivia!” si gira si scatto. Forse il mio piano non ha funzionato.
 
 Vedi Rudolf, faccio paura, la colpa è solo tua!
 
“Oh, signorina, noi due dobbiamo parlare” dice puntandomi il dito contro e facendomi indietreggiare. Salgo sul bancone e accavallo le gambe.
 
Senti bello, sto cercando di fare la sexy per te, apprezza quello che vedi o ti fucilo!
 
Anche se questo pigiama con i panda rovina tutto. La prossima volta, indosserò qualcosa di più accattivante, lo prometto.
 
“Perché sei scappata così ieri sera? Insomma voglio dire, ne hai fatto parola con qualcuno?” scuto la teta in senso di negazione, anche se lo sa tutto il personale, ma ehi…sono solo una trentina di persone, cosa può accadere di tanto scandaloso?
 
 
Mi sbagliavo, qualcosa può accadere. Sono le nove e trenta del mattino e Harry e Pamela stanno per uscire, se non fosse per la miriade di paparazzi che si sono accampati sotto all’hotel.
 
Qualcuno deve aver fatto la spia! Complotto! Tradimento!
 
E proprio mentre penso a chi può essere stato vedo il ragazzo dell’altro giorno dare dei sondi a un tizio con la macchina fotografica.
 
Brutto bastardo infame! Come hai potuto?!
 
Se potessi ti lancerei dell’ultimo piano! Ma adesso ho ben altro da fare, devo pensare a quello che mi ha detto Harry questa notte. In poche parole mi ha chiesto, nel più brutale dei modi, di cambiare atteggiamento poi ha fatto rovesciare il latte così ne ho preparato dell’altro. Mi ha ringraziata e mi ha ripetuto ancora una volta di non riferire l’accaduto a nessuno e poi mi ha scontato la sgridata per aver accompagnato tardi Emily.
 
Ma adesso! Oh, cosa sta succedendo adesso! Mia madre cerca di chiudere le porte per non far entrare i paparazzi e insieme a lei altri quattro dipendenti dell’hotel. Cerco di darmi una mossa a pulire le camere e quando arrivo in quella di Harry, sua figlia mi aspetta a braccia aperte.
 
Noi ci amiamo!
 
Le corro incontro, per dare alla stanza un’atmosfera da film, e dopo averla presa in braccio la faccio girare una decina di volte. Tutto questo, ovviamente a rallentatore e con una canzone triste che parte da chissà dove.
 
E io te lo ripeto ancora una volta, questo non è Beautiful!
 
Ah, dimenticavo, alla fine io e Rudolf abbiamo fatto pace. Adesso siamo migliori amiche anche se lei ha ancora qualche piccole porblemuccio nel capire cosa intendo per ‘migliori amiche’.
 
“Papà dice di essere arrabbiato con te” Emily mi porta in camera sua per prendere una giacca.
 
“Dice, anche che quando ti vedrà ti licenzierà senza perdere tempo” si mette la giacca.
 
“Perciò, va a cambiarti, dobbiamo uscire” annuncia e io sono fiera di lei. Solo un paio di giorni che sta con me e già ha la mia mentalità.
 
Scusate, mi viene da piangere.
 
Questo. Non. È. Beautiful.









Salve a tutte ragazze! Ecco a voi il settimo capitolo!
Stavo pensando...e se il prossimo capitolo lo raccontasse Harry? 
Cosa ne dite? Lasciate un recensione...baci C:

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***












 
“Olivia!” urlo il suo nome dalle scale. Dove diavolo è finita?!
 
Adesso mi sente quella lì!
 
Lo sapevo che non potevo fidarmi della cameriera, non poteva portare a nulla di buono. Sono stato troppo clemente nel fargliela passare liscia, quante volte? Trenta?
 
Appena la vedo giuro che le strappo quei capelli che si ritrova e ne faccio una cintura.
 
Sei troppo sadico Harry!
 
Il mio subconscio mi dice di fermarmi, ma io non lo faccio. E che cazzo, ero venuto qui per trovare un po’ di pace e invece, quella dannata cameriera ha dovuto rovinare tutto.
 
Chiedo a ogni singolo membro della servitù di trovarla e portarla nel mio studio, ma quell’impiastro di ragazza sembra essere sparita.
 
Forse è con Emily.
 
Corro per le scale, non c’è tempo per aspettare l’ascensore, e mi precipito in camera mia. Ti prego fa che sia qui.
 
Corro nella camera di Emily e…
 
Oh, porca puttana!
 
S’è presa pure la bambina!
 
Prendo a calci tutto quello che mi capita davanti. Sono troppo furioso per tornare a lavorare. 
 
La mia bambina è sparita. Ed è fuggita con una depravata mentale. Dove sono andate? Quando sono uscite? Perché sono uscite?
 
Oggi è martedì, sono le dieci e trenta e loro sono uscite dall’hotel senza essere viste da nessuno. Cosa impossibile dato che siamo circondati da paparazzi. Sembra strano, ma quella che mi ricorda una sprovveduta è piena di risorse.
 
Ah Olivia, Olivia, Olivia…
 
Dove sei? Chi ti ha insegnato ad essere così? Ah Olivia, sei così…donna! Il tuo aspetto, la tua mentalità da bambina ma allo stesso tempo da ragazza adulta mi ricordano quella di mia moglie.
 
Mi stendo sul divano cercando di calmarmi e di analizzare la situazione ancora.
 
Oggi è martedì, sono le dieci e quarantacinque, i fotografi bloccano l’hotel, loro sono uscite, non le ha viste nessuno, manca qualcosa?
 
Corro in camera di Emily e manca il suo cappottino rosso. Mi passo una mano tra i capelli e cerco di capire dove possono essere andate a finire.
 
Chiamo Louis e siamo nel mio ufficio a parlare.
 
“Non chiamare la polizia, sarebbe un invito per i paparazzi a restare e qualcuno di loro è già andato via, bisogna solo aspettare” dice Louis mentre io mi reggo a stento sulla sedia.
 
“Ma capisci che mia figlia è stata rapita?!” urlo alzandomi e camminando per tutta la stanza.
 
“Oh andiamo Harry, lei non è stata rapita, per quello che ne sappiamo potrebbe averla portata al parco” il suo tono di voce è alquanto alterato.
 
“Voglio la mia bambina, senza di lei sono perso” mi getto sul divano sedendomi e Louis mi raggiunge.
 
“Ehi Harry, calmati e pensa a cose positive”
 
“Voglio Emily, solo lei” sono disperato, sto per piangere e non voglio farlo perché sono sconvolto e devo restare forte.
 
“Olivia è la cameriera che sta simpatica ad Emily?” mi chiede Louis e in questo momento penso che la mia piccola mi parla sempre bene di lei.
 
“Si, l’ha voluta anche come babysitter e io non ho potuto dire di no” spiego e Louis che sorride.
 
“Se le hai assegnato l’incarico significa che ti fidi di lei?”
 
“No, non mi fido di lei…e solo che…”
 
“Ti fidi di lei” conclude per me “Bene adesso non ti resta che aspettare, potrebbero entrare da quella porta da un momento all’altro”
 
“E non stare così, hai il suo numero di cellulare?” annuisco
 
“Beh, allora chiamala e vedi di farmelo segnare un giorno di questi” va via dalla stanza.
 
Solo adesso mi rendo conto che quello non è solo il mio avvocato, ma anche il mio migliore amico. Forse ha ragione, sono solo uscite per fare un passeggiata, torneranno presto.
 
Adesso sono più rilassato, anche se quei paparazzi hanno letteralmente rotto le scatole. Non riesco comunque a prendere nessun documento, voglio aspettare che Emily torni e mi racconti cosa hanno fatto per tutto il tempo.
 
Guardo fisso l’orologio, adesso è ora di pranzo e non ho voglia di andare a sedermi con quella gente falsa che mostra il proprio denaro anche quando infilano la forchetta in bocca.
 
Ricchi si, ma spacconi no.
 
Passano due ore e bussano alla porta. Scalpito frenetico, forse sono loro.
 
“Avanti!” dico con tono calmo e penso che Olivia non busserebbe mai ad una porta. Pamela mi viene incontro con un carrello stracolmo di cibo e lo porta nel raggio della mia visuale. Mi fa stano vederla in vesti di cameriera, non me la immagino proprio. Le sue mani delicate sono state create per fare altro.
 
I ricordi della notte scorsa diventano vividi e lei mi sorride maliziosa.
 
“Ehi”
 
“Ehi” dico triste e le faccio segno di sedersi sulle mie gambe.
 
“Ho saputo di Emily” dice quando mi si è accoccolata sopra. Annuso il suo profumo ed è il più buono che abbia mai sentito.
 
“Sai Harry, di quella cameriera non ci si più fidare, dovresti prendere provvedimenti seri” mi consiglia lei lasciando baci su tutta la superficie del mio collo.
 
“Non preoccuparti” le dico continuando a bearmi del suo tocco.
 
“Sai…è una povera orfanella, ha una mente malata e subdola” dice e io mi irrigidisco di colpo.
 
“E allora per quale cazzo di motivo lavora qui?!” la allontano
 
“Mia madre ha avuto pena di lei e così le ha offerto il posto di lavoro” spiega riprendendo a baciarmi.
 
“Una volta, mentre serviva ai tavoli rovesciò un piatto di pesce se non mi sbaglio, sulla testa di una donna di alto borgo e credimi non è stato un incidente” diventa seria di colpo e mi guarda negli occhi.
 
“Non ricordi la mia festa di laurea? E poi l’hotel sta avendo dei piccoli furti proprio da quando è stata assunta lei, non credo che queste siano solo coincidenze” spiega.
 
“Perché si comporta così?”
 
“Credo che il motivo sia il fatto di essere povera, sai la sua famiglia era disastrata, la madre una donna di quartiere e il padre un drogato e alla fine sono morti entrambi”
 
Sto letteralmente morendo di paura, avevo una malata mentale nell’albergo e non me ne sono nemmeno accorto.
 
La paura di perdere la mia Emily è tornata e adesso  non posso fare niente perché non mi sono messo subito sulle loro tracce.
 
Ok, chiamare la polizia è stupido, non posso farlo.
 
Pensa Harry, pensa…
 
Emily ne ha parlato per due giorni interi.
 
Chiudo gli occhi e mi ritrovo in camere di mia figlia mentre lei mi racconta cosa ha fatto per tutto il giorno. Hanno comprato dei vestiti e mi ha mostrato quello che Olivia le ha regalato. Hanno mangiato fuori e mi ha detto che la torta al cioccolato le era piaciuta molto. Hanno comprato dei braccialetti ad una bancarella e hanno provato anche delle parrucche. Poi sono andate al parco e in quel momento le ho chiamate io.
 
Ripetono le stesse cose che hanno fatto l’altra volta.
 
“Grazie Pamela” le dico lasciandole un bacio sulla fronte.
 
“Per cosa?” chiede lei sorridendo, ma io l’ho già lasciata cadere a terra per correre alla mia auto e andare a cercare quelle due.
 
Guardo l’orologio e a quest’ora potrebbero essere già al parco, il problema è che io non so in quale parco si trovino.
 
Stupida Olivia, perché non mi hai fatto un itinerario?
 
Sono le sette di sera, ho chiamato Louis quindici volte per controllare che fossero tornate lì, ma no. Ho visitato tre parchi e questo è il quarto.
 
Però devo ammetterlo, l’aria e l’atmosfera dei parchi e molto rilassante.
 
Ho provato a chiamare Olivia e lei non mi ha risposto nemmeno una volta, anzi, si è scomodate soltanto per inviarmi un messaggio con scritto: “Scusa”.
 
Cammino per il parco e guardo da tutte le parti. Chiedo a un paio di persone se le hanno viste e finalmente un ragazzo non molto giovane mi indica una panchina.
 
“Olivia!” la chiamo e lei sembra visibilmente agitata.
 
“Olivia! Non ti faccio niente, lo prometto” mi giustifico correndole incontro e lei si alza cercando di scappare.
 
Può essere più ridicola di così? No, non può.
 
“Sta ferma!” le dico.
 
Vorrei ucciderti, piccolo mostro che mi molesta anche quando dormo. Che mi molesta in camera quando mi cambio e che viene molestata lei stessa quando c’è un ricevimento all’hotel.
 
Lei che è riuscita a farmi aggredire da un cane, lei che si trova nel posto giusto al momento sbagliato. Lei che è una malata mentale, ma credo che lo sia in senso buono. Lei che è riuscita a far aprire la bocca alla mia Emily è la stessa ragazza che adesso piange disperata tra le mie braccia.
 
“Ti chiedo infinitamente scusa, non sapevo che fare e poi ti sto pure antipatica.”
 
“Non si dice antipatica, si dice antisimpy” le dico scatenando la sua risata isterica mentre Emily mi corre incontro insieme a due bambini che battono le mani contenti. 









Salve ragazze! Non so che scrivere, solo...grazie per le recensioni dello scorso capitolo.
Che ne dite di arrivare a sei recensioni? Si, facciamo così.
Sei recensioni e io continuo.
Per ora è tutto, baci c:

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***












 
“Raccontami tutto, senza bugie o t’ammazzo” Harry è seduto dietro alla sua scrivania e io sono qui di fronte a lui con Emily in baraccio.
 
“Ѐ stata una mia idea” si affretta a dire Emily.
 
Oh, brava piccola, parami le chiappe.
 
“Davvero?” il padre è sbigottito e la guarda con una faccia da WTF.
 
“Si papi” e salta giù dalle mie braccia per correre dal padre e abbracciarlo forte.
 
Perfetta, qualche lacrimuccia da Beautiful e saresti impeccabile.
 
Si abbracciano per un periodo interminabile e io mi sento quasi di troppo. Sono a disagio. Fatemi uscire!
 
“Bene, ora possiamo andare…buona serata”  affermo io alzandomi dalla sedia e dirigendomi verso la porta.
 
“Non così in fretta Olivia, io e te non abbiamo ancora finito” e subito dopo dice qualcosa nell’orecchio della bambina e lei va via.
 
“Se è per il fatto dei paparazzi, la colpa non è mia…”
 
“E sentiamo di chi sarebbe?” incrocia le braccia al petto.
 
“Di quel cameriere o che diavolo di mestiere fa”  le incrocio anche io, giusto per darmi delle arie.
 
Pft…buffone.
 
Nella mia mente Rudolf, si sposta i capelli dietro alle spalle con fare da civettuola.
Vai così Rudolf, che sei sexy!
 
“Quello dell’altra sera?” e io annuisco convinta.
 
“Bene, perché mi stava pure antisimpy…ehm, volevo dire, antipatico” dice lui alzandosi dalla sedia e mostrandomi un mezzo sorriso.
 
E io lo guardo. Ha l’aria un po’ abbattuta, leggermente stanca e spiritosa. I capelli sono scompigliati e non sono ricoperti dal gel oggi. Gli occhi sprizzano una malinconia quasi felice e io mi chiedo come sia possibile una cosa del genere.
 
Scappiamo insieme e non te ne pentirai.
 
“Beh, cosa ci fai ancora qui?” chiede lui con un tono divertito.
 
“Non sono licenziata, vero?”
 
“Non ne vedo il motivo, sei tornata qui e Emily è tutta intera, sempre se non le hai mangiato qualche parte del corpo” rido perché mi sembra una cosa assurda. Con me non scherza mai o almeno non lo ha mai fatto fino a questo momento.
 
“No, non le toccato nemmeno un capello”
 
“Bene, allora puoi andare, Olivia” il mio nome, detto da lui sembra qualcosa di paradisiaco.
 
Anche quando parli sei super mega sexy, Harry.
 
Smettila di pensare porcate…oh, ma chi vogliamo prendere in giro,è vero.
 
Mi alzo felice e contenta e saltellando mi avvicino alla porta.
 
“E un ultima cosa” mi giro preoccupata.
 
Non avrà cambiato idea?! Ti prego! Ditemi che non lo ha fatto!
 
“La divisa che indossi, accorciala di una o due taglie, ti sta malissimo”
 
Bene, è tornato alla normalità anche lui.
 
Però ammettiamo, siamo state grandi!
 
Siamo…
 
Sei, ho detto sei…
 
Oh vieni qui!
 
E mentre mi abbraccio con Rudolf, Pamela fa la sua comparsa davanti alla porta di Harry.
 
“Ti ha licenziata vero? Bene, prepara le tue cose” dice con quel suo fare da gatta morta.
 
“Veramente…” provo a parlare, ma lei mi interrompe di nuovo.
 
“Ho detto, va a preparare le tue cose, entro domani mattina ti voglio fuori da questo hotel!” dice talmente forte che anche quelli al piano di sopra l’avranno sentita.
 
Mi immagino tutti quei ricconi che appoggiano l’orecchio al pavimento per sentire le conversazioni altrui.
 
“Senti Pamela miscopocanieporci Wilson, non mi ha licenziata e poi non vedo come questo come possa interessarti”
 
Stai calma Olivia, conta fino a dieci.
 
Calma un cazzo, Rudolf!
 
Conta!
 
Uno…
 
“Prenderò dei seri provvedimenti sul tuo linguaggio” dice e io stringo i pugni.
 
Due…
 
“Sai, l’altra sera ci siamo divertiti un sacco...”
 
Tre…
 
“Ma aspetta, tu non potrai mai saperlo, perché sei solo una serva”
 
E con uno slancio mi getto su di lei e comincio a tirarle quei suoi capelli platinati. In questo momento godo come una matta. La mia occasione di tirarle i capelli si è presentata!
 
Almeno è arrivata a tre questa volta.
 
Sento la mia Rudolf piangere sconsolata, ma so che una parte di lei gode almeno la metà di quanto lo sto facendo io.
 
Pamela urla come una disperata e mi prega di lasciarla stare, ma non posso. Sono troppo infuriata e mi sento come se il pubblico mi incitasse a continuare.
 
“Che succede?” una voce poco familiare mi sveglia dal mio stato aggressivo. Due mani mi sollevano e i miei piedi non toccano più il pavimento.
 
“Andiamo via” questa è la voce di Louis, adesso ho capito. Mi carica in spalla e io ho l’ultima occasione di ripetere alla mia dolce sorellina quanto le voglio bene.
 
Mi tocco il collo con la mano e faccio finta di morire.
 
Credo che più palese di così si muore. Lei mi guarda spaventata e la vedo correre nell’ufficio di Harry.
 
Intanto io mi dimeno sulla spalla di Louis e lui mi da uno schiaffo sulle natiche.
 
Anche io ti trovo sexy, ma ci troviamo in una hall e non mi sembra il caso.
 
Non è proprio il caso.
 
Comincio a schiaffeggiare il suo di sedere e lui ride giocosamente. Pagherei per poter vedere la sua faccia in questo momento.
 
“Dove vuoi andare?” mi chiede.
 
“Non lo so fai tu”
 
E dopo aver camminato per circa cinque minuti capisco che ci troviamo fuori. L’aria umida colpisce la pelle delle mie gambe scoperte e subito dopo Louis mi fa sedere su una sedia.
 
Mi guardo attorno e quello che vedo è un tavolo apparecchiato con due candele e un mazzo di rose sopra il mio piatto. Lo prendo e ne annuso il profumo.
 
Però, potevi avvertirmi, mi sarei vestita decentemente eh.
 
“Ti ringrazio” dico capendo le sue intenzioni per il resto della serata.
 
“Non c’è di che” si siede anche lui e subito dopo Mary viene a servire al nostro tavolo. Mi guarda complice e capisco che lei ne era a conoscenza.
 
Questo tipo che ho incontrato questa mattina mi sta offrendo una cena e come se non bastasse mi ha regalato anche un mazzo di rose.
 
Sposami.
 
Stai tradendo Harry.
 
Non mi sembra che lui ci abbia pensato due volte a spassarsela con Pam e poi il cibo è gratis.
 
Ma…
 
“Del vino?” annuisco e lui stappa la bottiglia facendo volare il tappo e riempie i bicchieri.
 
“Spero che la cena sia di tuo gradimento, Luigi mi ha detto che questo ti avrebbe conquistata” allude a quello che abbiamo nel piatto e poi cominciamo a mangiare.
 
Passiamo il tempo a parlare della sua vita per tutto il primo piatto e poi arriva il secondo.
 
“Parlami un po’ di te” dice e mi guarda in faccia mentre io prendo un altro sorso di vino.
 
Cosa dovrei dirgli?
 
“Come mai ti trovi a lavorare qui?” mi chiede notando che non trovo le parole per rispondere alla domanda di prima.
 
“Mi servivano i soldi per pagarmi gli studi all’università, appena compiuti i diciotto anni mi madre non ne ha voluto più sapere di me” spiego ricordando che ci fu una lunga discussione su questo.
 
“Oh, mi dispiace” dice e io infilo una forchettata di pollo in bocca.
 
“E non hai trovato un lavoro adesso che sei laureata?”
 
“Ho presentato domanda ad un paio di aziende e case editrici, ma non ho ancora ricevuto risposta” spiego cercando di alleggerire l’aria tesa che si è formata.
 
“Beh, spero che riceverai subito una risposta” sorride premuroso e io ricambio.
 
Passiamo il resto della serata a parlare di cose serie e a ridere come matti quando lui mi mostra l’imitazione di Spongebob.
 
Potrei farci un pensierino.









Signore e signori ecco a voi il nono capitolo!
Che ne pensate? 
Sei recensioni e vado avati.
Per il momento è tutto.
Baci C:

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***












 
Cosa ho fatto?
 
Già, cosa hai fatto?
 
Mi rigiro nel letto senza capire più nulla. Ho bisogno d’aria, non respiro. Il braccio di Louis mi stringe ancora la vita e…
 
Cosa diavolo ti è saltato in mente?!
 
Non lo so!
 
Devono essere le quattro o le cinque, dalla finestra la città è ancora buia e avvolta dalla sua tipica foschia. Apro la portafinestra e mi ci infilo senza fare il minimo rumore. L’aria è fresca e sono sicura che questa sarà una bella giornata o almeno lo spero.
 
Appoggio le mani alla ringhiera e respiro a pieni polmoni e ripenso a quello che ho fatto questa notte.
 
Mi è piaciuto, ma mi sento in colpa.
 
E sentiamo, centra Harry per caso?
 
Non lo so. Sono confusa!
 
Ma, adiamo, sono una donna adulta! Posso fare quello che mi pare.
 
Lo conosci da ieri mattina!
 
Un leggero venticello colpisce la mia pelle accaldata e io non posso fare a meno di contemplare il paesaggio che mi si presenta davanti. La città non è del tutto addormentata, ci sono ancora delle luci accese. Posso vedere  i lampioni che non si spengono mai, adornare le strade di quella che è casa mia.
 
Ora che ci penso non ho mai lasciato questo posto, ma mi piacerebbe viaggiare. Andare a Parigi, a New York, in Italia. 
 
E mentre mi immagino su un aereo in viaggio per il mondo, delle labbra morbide mi baciano il collo e io sospiro perché mi ha ossessionato per tutta sera.
 
“Cosa ci fai qui?” mi chiede tra un bacio e l’altro.
 
“Avevo caldo” mi giustifico girandomi e gettandogli le braccia al collo. Gli sorrido dolcemente e lui mi lascia un bacio sul naso.
 
“Vogliamo rientrare dentro, sono solo le cinque e qualcosa, sarai stanca” mi bacia sulle labbra e io ricambio.
 
“Fra qualche minuto devo preparami per andare a lavoro e poi, non riesco più a dormire” spiego e lui annuisce pensando a quello che ho appena detto.
 
Poi rientra dentro e io lo seguo.
 
Puttana. Sono solo una puttana.
 
Lo conosci solo da un giorno.
 
Rudolf si sbatte una mano in fronte non capacitandosi del fatto che sono andata a letto con Louis.
 
Beh, è quello che mi serviva da mesi e non possiamo farci nulla se gli piaccio. E poi potrebbe essere una buona scusa per dimenticare Harry e lasciarlo nelle grinfie di Pam.
 
“Allora io vado” dico dopo aver fatto una doccia e aver messo la mia divisa. Forse Harry ha ragione. Questo vestito è troppo grande.
 
“Un ultimo bacio, credo che oggi non ci vedremo molto, ho un processo” mi dice e si avvicina per baciami sulla guancia.
 
Vado via sorridendo. E meno male che oggi non c’è, devo pensare su quello che è successo e devo farmi un idea di cosa potremmo essere in futuro.
 
Tralasciando il fatto che sono già inciampata tre volte per scendere le scale, oggi devo pulire il pavimento perché qualcuno si è divertito a lasciare del fango a terra.
 
“Se scopro chi è stato…” non termino la frase perché vedo una mamma piuttosto irritabile. Cammina con passo pesante lasciando cadere la sua vestaglia a terra, il viso ricoperto da una sostanza bruna e i bigodini in testa.
 
Questo significa…altro ricevimento.
 
Bastardi! Ma sempre a magiare state?!
 
“Ho scusami, il fango non asciuga subito e mi è colato tutto dalla faccia, comunque ci pensi tu, sei la sguattera” e mi supera colpendomi con la spalla.
 
So che non dovrei mettermi nei guai, ma l’istinto di saltarle addosso e tirarle i capelli come a sua figlia, mi stringe lo stomaco in una morsa. Perché io sono impotente e loro no, perché hanno ereditato tutto e io no, perché non ho un soldo bucato e loro possono permettersi di comprare tutto quello che desiderano.
 
Arrivo nella hall e non c’è nessuno, sono quasi le sette adesso e io non ho combinato un bel niente.
 
Appena avrò risposta dai diversi colloqui che ho fatto giuro che sparisco senza dire nulla a nessuno!
 
Così sembri una disperata!
 
Perché lo sono Rudolf!
 
Caso perso, io non posso farci più niente con questa qui.
 
Non lamentarti e fai il tuo lavoro.
 
Ma se non mi ascolti minimamente.
 
Ha ragione, non lo faccio. E sapete quel’è il motivo? Lei continua a dirmi di fare cose stupide come…
 
Ecco, giusto l’altra mattina, mentre addentavo il mio cornetto lei mi richiama dicendomi che mangio come un cammello che deve fare la pipì e mi ha pregata di avere un po’ più di contegno quando mangio così io l’ho mandata gentilmente a quel paese nel modo più carino che conosco…
 
“Ma vaffanculo!” sbraito e una donna che è appena entrata nell’hotel mi guarda ridendo.
 
“Mi scusi”
 
“Non preoccuparti, cara” mi sorride gentilmente.
 
“Posso esservi d’aiuto signora?” le chiedo perché mi sta simpy e non voglio fare altre brutte figure.
 
“Si, vorrei prenotare una stanza, fra due settimane vorrei trovarne una libera”
 
“Certo” mi dirigo dietro il bancone della reception e dopo che mi ha consegnato i documenti le prenoto una camera. È una donna molto ricca, siccome ha chiesto una suite ai piani alti.
 
“Quello è il nuovo proprietario?” mi chiede indicando dietro le mie spalle. Mi volto e Harry ci sta guardando. Non ha ne giacca né cravatta, le mani sono stese nelle tasche del pantalone grigio e il suo sguardo e fisso su di noi. Mi sorride e mi saluta con la mano e poi lo vedo sparire nella porta del suo ufficio.
 
Mi rendo conto di essermi soffermata troppo a lungo sul punto in cui è sparito così mi scuso e rispondo alla domanda della signora.
 
“Alla prossima, signorina” sorride mostrando dei denti bianchissimi.
 
“Alla prossima, signora” dico a mi volta non capendo il motivo di tutta quella gioia.
 
Eh ma io ho capito di non essere bellissima, però se mi ridi in faccia mi offendo, oh.
 
Ma infatti, sta gente è proprio coi caz…
 
Cosa?! Rudolf che dice parolacce? Credo che sto avendo una cattiva influenza su di te. Insomma, dovresti essere tu a calmare me, ma… Ehi, un po’ di sfacciataggine non ha mai fatto male a nessuno quindi Rudolf, bestemmia quando vuoi.
 
Ma sei impazzita? Comunque chiedo scusa, non è nel mio stile dire parolacce.
 
Adesso Rudolf ha le guanciotte rosse per la vergogna, il vestitino da renna con il cappello a cui sono attaccate le corna che le va grande e le braccia dietro la schiena.
 
Sei stupenda Rudolf!
 
Saltello fino in cucina e trovo tutti i miei conoscenti che sono già pronti all’opera per portare la colazione in tavola.
 
Ci sono già quattro ordini e io e Mary ce li dividiamo, poi gli altri camerieri aiutano un po’ in cucina.
 
Mentre prendo i piatti rubo gli auricolari e l’mp3 a un mio collega, tra l’altro sexissimo. Fa una faccia indignata e poi mi lascia andare perché sa che non può raggiungermi.
 
Potere alle donne!
 
E mentre porto la colazione al signore scivolo su un fazzoletto buttato lì per caso.
 
Io lo sapevo che sarei caduta. Questa è la maledizione del barbone, ne sono sicura. Lancio un piccolo urletto, giusto per far capire a quelli che stanno arrivando che sto per cadere a terra e rompermi l’osso del collo.
 
“Attenta” due braccia forti mi reggono e io mi ritrovo due bellissimi occhi verdi che mi guardano giocosi.
 
Non posso fare a meno di sorridere a quella visuale e sapere che si sia preoccupato di venire a salvarmi mi fa sentire la persona più felice del mondo.
 
“Grazie” mi ricompongo e mi ritrovo a guardarlo in faccia.
 
“Vorrei ordinare” indica il tavolo dove andrà a sedersi e mi fa capire che devo essere io a portargli la colazione.
 
Sto per svenire. Rudolf, reggimi! Ho detto reggimi!
 
Scusa, ma io non sono fatta di carne ed ossa.
 
Ah, giusto.
 
Faccio preparare un nuovo piatto per quel povero signore che ha appena visto la sua colazione andare a farsi benedire sul pavimento.
 
Pulisco il guaio che ho combinato e ho deciso, devo prendere il carrello.
 
Con il mio bel carrellino mi dirigo al tavolo di Harry e con mio grande sdegno noto che è arrivata quell’arpia di Pam. Ma la buona notizia è che c’è anche Emily.
 
“Te l’ho già detto, per questa settimana non ci sarò” dice Harry quasi scocciato.
 
“Posso sapere il perché?!” Pamela sbraita.
 
“Starò via per lavoro”
 
Ecco, adesso non lo vedo per tutto il resto della settimana.
 
Spero che tua sia contenta,  Pamela!
 
“Prendete qualcos’altro?” chiedo mentre Emily continua a fare linguacce alla mia adorata sorella.
 
Brava bimba.
 
Le accarezzo di sfuggita i capelli prima di ricevere la risposta alterata di Pam.
 
“Pure la sguattera si ci mette, ma vai un po’ a fare in culo!” si alza e da quello che posso notare, in questo momento tutti gli occhi sono puntanti su di lei.
 
Per una volta non sono stata io a fare brutta figura.
 
Mi viene solo da sospirare. Questa situazione di sguattera non cambierà mai.
 
La bionda tinta va via e io resto con la mia Emily ed Harry che mi chiede gentilmente di perdonare la frase poco cortese.
 
“Senti, volevo chiederti di passare questa settimana con Emily, credo che avrai sentito la mia conversazione no?” annuisco perché tanto non posso fare l’innocente.
 
“Non ci sono problemi”
 
Ed è così che ho firmato la mia condanna morte.
 
Sapete perché? 









Eccomi qui! *spuntadalnulla*
Che ne dite del capitolo? Vi piace Louis insieme alla nostra Olivia? 
E di Pamela cosa mi dite? 
Non so più cosa chiedervi, perciò mi dileguo.
Baci C:

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***












 
Non azzardarti a dirmi cosa devo fare!
 
Sto solo dicendo che dovresti dormire un po’ di più.
 
Non dirmelo, non ti voglio sentire!
 
Ma io…
 
Basta, basta!
 
E sbatto furiosa la porta della mia camera. Sono due giorni che Harry se ne è andato e io non faccio altro che bestemmiare dalla mattina alla sera.
 
Sapete cosa significa sopportare le lamentele di tutti?! Eh lo sapete?! Certo che no.
 
“Sembra che lavoro solo io in questo hotel!” sbraito mentre scendo le scale, perché l’ascensore è per i clienti.
 
Va vaffanculo va!
 
“Olivia!” sbuffo continuando a scendere le scale.
 
“Olivia!” Louis mi ferma per il braccio.
 
“Che vuoi?!”
 
“Cos’hai?” chiede lui docile. Eh no caro, mi stai facendo pentire del fatto di averti risposto male.
 
“Niente” affievolisco la voce per farla sembrare più calma, ma è impossibile. Sono furibonda!
 
“Mi chiedevo, se per caso avessi del tempo da passare un po’ con me?” mi guarda facendo gli occhi dolci da cerbiatto e solo adesso mi rendo conto che in questi due giorni non l’ho degnato nemmeno di uno sguardo.
 
Mi dispiace, vorrei rimediare a tutte quelle volte in cui è venuto in cucina o mi ha trovata nei corridoi per parlare e io gli ho detto di essere impegnata. Che poi alla fine io sono impegnata, è lui che mi sta attaccato come una cozza.
 
“Oh Louis, oggi non posso, aspetta almeno fino a sabato, ci sono troppe cose da fare” mi giustifico e gli prendo la mano cominciando a scendere i gradini.
 
“Ѐ solo che…” si passa una mano dietro alla nuca e guarda con sguardo fisso a terra.
 
“Senti Olivia, siamo stati a letto senza nemmeno conoscerci e…ecco io vorrei una relazione seria” spiega e io mi irrigidisco.
 
Oh merda, vuole qualcosa di serio.
 
Già e tu non hai nulla di serio, come facciamo?
 
Senti Rudolf…dopo facciamo i conti.
 
“Cosa intendi per qualcosa di serio?” chiedo io, visibilmente sconvolta dalle sue parole.
 
“Insomma, una coppia come quelle che si vedono in giro, quelle che si prendono per mano e si baciano davanti a tutti”
 
“Ma noi ci teniamo per mano” alzo le nostre mani per fargliele vedere.
 
Fa una risatina nervosa guardandomi e mi rendo conto che è in estremo imbarazzo e poi si gira per guardare ancora sul pavimento.
 
“Ehi, vediamo come va” all’improvviso il pavimento sparisce da sotto i miei piedi e mi rendo conto di aver detto la più grande cazzata della mia vita e sto per dirne altre.
 
Davvero?
 
Si, davvero.
 
“Prendiamoci un po’ di tempo per conoscerci e poi vediamo come va” mando giù la notizia peggio di quanto pensassi e m’è rimasto pure l’amaro in bocca.
 
E senza che io ne sia cosciente né che me ne renda conto lui mi bacia con foga e io ricambio.
 
Come hai potuto?
 
Mi dispiaceva così tanto.
 
“Mi hai reso l’uomo più felice del mondo” sussurra sulle mie labbra e prende il mio viso con entrambe le mani e mi lascia un bacio a stampo.
 
Lo stai prendendo in giro.
 
“Anche io ne sono felice” dico mentre scappo via da lui che sorride come un ebete.
 
Io t’ammazzo, Olivia.
 
“Ci vediamo questa sera” dice e io sono già troppo lontana per potergli dare una risposta.
 
Farò finta di non aver sentito. In fondo ero lontana.
 
Ottimo piano il tuo.
 
Rudolf mi sfotte come solo lei sa fare e io preparo i tavoli per la cena. Pulisco per terra e ora che Harry non c’è posso anche pulire il suo ufficio.
 
A quando le nozze?
 
Se ci saranno e ripeto, se ci saranno, tu non sarai invitata.
 
Oh, non voglio proprio perdermi la tua faccia quel giorno e poi voglio i confetti.
 
Strangolo mentalmente la mia Rudolf che ottiene anche sguardi mortali da parte mia e diversi colpi in testa con una pala immaginaria. Ovviamente, però, Rudolf resuscita sempre.
 
Stronzetta.
 
 
La pesto un’ultima volta e spolvero la scrivania di Harry. Questa stanza ha il suo profumo. Non che io gli sia stata abbastanza vicino da poter annusare il suo profumo, ma io me lo immagino così. Sa di paradiso, ne sono sicura.
 
Ma dillo che quando eri con Emily hai annusato le sue camice.
 
Non ci credo!
 
Cosa?
 
Sei resuscitata un’altra volta?
 
Comunque non credete alle sue parole, non sono vere. Lei è una falsa e bugiarda.
 
Comincio a girare sulla sua sedia e spolvero spostandomi da una parte all’altra grazie alle rotelle che personalmente, io adoro.
 
Guardo quello che ha nel suo ufficio. È arredato con gusto, ha tolto tutto quello che mia madre aveva messo e ora sembra un ambiente moderno. Mobili neri e lucidi, la scrivania dietro alla grande vetrata, le poltrone in pelle nera, il divano dello stesso materiale posto ad un angolo della stanza e ai piedi di quest’ultimo c’è un tavolino nero con una ciotola argentea colma di bonbon.
 
Le pareti sono grigie e ci sono dei quadri sparsi sulle pareti. Mi avvicino a quello che sembra un dipinto e mi rendo conto che è una foto.
 
Harry è insieme ad Emily e ad una donna dai capelli lunghi e scuri. Sorridono felici e Harry e la donna si scambiano uno sguardo colmo d’amore.
 
Sua moglie.
 
Chissà se un giorno mi guarderà con quegli occhi. Sono imbambolata a fissare la sua espressione rilassata, sembra così giovane, invece quando lo guardo io sembra un quarantenne.
 
Ha solo ventisette anni ed è bellissimo. Ha un lavoro, una bambina, una moglie o ex moglie ed è ricco sfondato. Vorrei poter essere come lui, cioè…non un uomo. Vorrei poter avere il suo successo.
 
Mi risveglio dal mio sogno ad occhi aperti e riprendo a pulire e servo ai tavoli perché è ora di cena. Cammino sovrappensiero per tutta la sala e una donna mi guarda male quando rischio di farle cadere il piatto in tasta.
 
“Olivia, cara” qualcuno mi chiama e io mi volto per vedere mia madre sorridente.
 
“Sono arrivate queste per te, una settimana fa” ride gioiosa e io non capisco il motivo. Prendo le diverse lettere che ha in mano e la guardo confusa perché sono già aperte.
 
Ne prendo una e le altre le appoggio sul carrello.
 
 
Gentile Olivia Wilson,
 
la informiamo che la sua domanda per entrare a far parte dell’DTW è stata accettata.
 
La aspettiamo lunedì mattina per parlare del contratto.
 
Smetto di leggere e faccio mente locale. Oggi è giovedì, la lettera è arrivata una settimana fa. Per lunedì intendeva quello che io ho passato a fuggire dalla furia di Harry.
 
Olivia respira.
 
“Hanno accettato tutti, ma tu dovevi sceglierne uno perciò quando hanno chiamato…”
 
“Hanno chiamato? E cos’hanno detto?” non le lascio finire la frase perché sono troppo agitata siccome ho perso il lavoro prima di cominciare.
 
“Ho detto che avresti preferito continuare a lavorare in questo hotel” mi sorride sadica.
 
Respira.
 
“Oh…uno di quei posti di lavoro lo ha preso Pam, se non ti dispiace” prende una bottiglia dal secchiello pieno di ghiaccio che si trova sul carrello e la stappa facendo volare il tappo e rompendo una lampadina.
Respira.
“Buon lavoro, cara” si gira e comincia ad andare via.
 
“Non chiamarmi cara” la mia voce è così roca che non la riconosco nemmeno io. Il mio sguardo è basso e la frangetta laterale che ho copre il mio viso rabbuiato.
 
Mi sento male, non riesco nemmeno a respirare.
 
“Come scusa?” la sua voce esce stridula e io sento il battito cardiaco accelerare per l'agitazione.
 
“Ho detto che non devi chiamarmi cara” ripeto più convinta e continuo a guardare verso il basso con la lettera in mano e tremo perché vorrei urlare e non ci riesco.
 
“Cosa vorresti farmi? La calma non è mai stata una delle tue più grandi virtù” il suo tono di sfida mi costringe a farmi rimanere ferma e forse, per una volta nella vita non urlerò parolacce e non le salterò addosso.
 
“Hai ragione” mi rassegno alla realtà perché non posso fare niente per cambiarla.
 
Sono impotente.
 
“Prego?” strabuzza gli occhi per la sorpresa e solo adesso mi rendo conto che due lacrime sono scese dai miei occhi.
 
“Hai ragione, io sono fatta per restare qui”
 
Ho studiato tanto per andare via e non posso nemmeno farlo. Ho studiato tanto per poter avere una cultura e non posso mostrarla alla gente. Ho studiato tanto e non posso avere un futuro migliore.
 
Olivia…non piangere.
 
Rido perché la gente mi sta guardando immobile come sono al centro dalla stanza, lo faccio perché anche Rudolf si preoccupa per me e lo faccio perché, quella che per legge è mia madre, mi sta accarezzando il viso e Louis mi è di fianco e mi tiene stretta a se per la vita.
 
Rido, rido, rido…
 
Ed Emily, una bambina, che ha assistito a tutta la scena e forse, ha sentito qualche parola ha capito che sono ferita, che sto per scoppiare e voglio solo piangere.
 
La mia piccola si avvicina e mi prende per mano e così usciamo dalla stanza e io comincio a piangere.
 
Decidiamo di passare la notte insieme, senza neanche cenare e poi lei mi confida che ha paura del buio e non vuole restare sola.









Salve salvino vicino! Ho sempre desiderato scriverlo in un capitolo c:
Che ne dite del capitolo? Vi piace?
Fatemelo sapere lasciando una recensione.
Volevo solo dire, che pubblico questa ff su tre siti, su wattpad e anche su intagram. Sto notando, soprattutto su intagram che molte, da quando è arrivata la mia storia, hanno un personaggio simile a quello di Olivia, ossia spiritoso. 
Hanno una coscienza che con grande fantasia hanno chiamato Alfred e io mi sento uno schifo perché provo ad essere originale e imitano le mie idee come se nulla fosse. Vi chiedo gentilmente di avvisarmi se qualcuno copia la mia storia, sono molto pignola su queste cose e odio che qualcuno spacci per sua una idea che è venuta a me.
Scusate per questo piccolo sfogo, ora vi lascio.
Baci C:

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***










 
Oh merda, ci sono i fantasmi!
 
Cerco di mantenere la calma mentre Emily mi abbraccia forte perché si sente uno strano rumore e poi è buio pesto. Sarà l’una di notte.
 
“Ho paura Oliv!” la piccola mi si aggrappa addosso e io le accarezzo la schiena.
 
“Non devi preoccuparti, non esistono i fantasmi” la rassicuro e sentiamo qualcosa che cade e si frantuma in mille o forse più pezzi..
 
Oh porco di un panda.
 
Non eri tu quella che diceva che i fantasmi non esistono?
 
Ok spettro, prendi tutto quello che vuoi, ma lascia stare i miei capelli.
 
Ed Emily?
 
La offriamo come sacrificio se vuole qualcosa.
 
Olivia!
 
Rudolf mi richiama e Emily comincia a singhiozzare perché la finestra si è spalancata di botto e io urlo dalla sorpresa.
 
E se entra un fantasma appena la chiudo?
 
Cazzo, cazzo, cazzo!
 
“Su piccola, non piangere, è solo il vento” le accarezzo i capelli e porto lei come scudo per chiudere la finestra, nel caso in cui il fantasma decidesse di colpirmi con una lancia al petto.
 
Non ditemi niente, sono troppo giovane per morire.
 
“Visto? Fuori non c’è nessuno” dico chiudendo la finestra e tornando a letto.
 
“Olivia!” tralasciando il fatto che ho perso diversi battiti in un solo secondo, posso sapere perché il fantasma conosce il mio nome?
 
Madonna Santissima, sto per svenire!
 
“Ok fantasma, vuoi la guerra? E che guerra sia” prendo la prima cosa che mi capita in mano e sempre con Emily attaccata come una vongola, che tra l’altro sono buonissime con gli spaghetti, esco dalla camera e lancio l’oggetto che ho in mano all’ombra che si aggira per la stanza.
 
“Ahi!” l’ombra si muove e si dimena dal dolore.
 
Dove l’ho colpito? E se m’ammazza adesso?
 
“L’hai fatto fuori?” Emily si stacca leggermente per vedere se il fantasma è ancora qui.
 
“No, però mi ha quasi staccato un occhio e con cosa mi hai colpito? Con una bambola?” il fantasma parla e…
 
Harry!
 
“Papà!” Emily si scaglia addosso all’ombra e la luce della lampada sopra al tavolino accanto al divano viene accesa mostrando la figura di Harry.
 
Sorrido amabilmente e lui mi guarda mezzo sconvolto.
 
“Abbiamo avuto così tanta paura che ci fossero i fanta…”
 
“Ladri, che ci fossero i ladri” intervengo io prima che Harry scopra che ho pensato che fosse un fantasma.
 
“Non è la prima volta che Olivia mi scambia per un ladro” sorride mentre abbraccia la sua bambina guardandomi.
 
Che figura di merda.
 
Te lo avevo detto io che non erano i fantasmi.
 
Non fare la saputella che ti ho vista mentre ti nascondevi sotto le coperte!
 
Ovviamente, anche Rudolf, come qualsiasi coscienza normale indossa il suo pigiama con i panda e le ciabatte a paperella.
 
Devo dire che ha copiato il mio stile, ma che posso dire…ho gusto.
 
Anche se per questa notte ho trafugato il pigiama di Harry, lui ne ha così tanti che uno in meno non farà la differenza, sempre se non se ne accorge.
 
“Quindi perché hai urlato Olivia?” mi chiede sogghignando.
 
La luce è fioca e da quello che posso vedere indossa dei pantaloni bianchi e una camicia nera, completo che io, personalmente, non approvo. Sinceramente sembra un cameriere con quelle orrende giacche sgualcite che detesto.
 
“Sono caduta…una botta, che guarda c’ho pure mal di testa” mi tocco la fronte e mando un’occhiata ad Emily facendole capire che non deve dire niente, detto in parole povere:”Stai zitto brutto mostriciattolo o ti decapito tutte le bambole”
 
“Oh, hai messo del giaccio?”
 
“No, sto bene così, non c’è bisogno del ghiaccio e ora io e Emily dobbiamo dormire, abbiamo in programma una grande giornata per domani” sono in imbarazzo, lo ammetto.
 
Il problema è che lui è così dannatamente sexy e io sembro un bradipo che fa pipì. Ora che ci penso, ho la vescica piena e devo farla immediatamente.
 
Sto scoppiando Rudolf!
 
E che ci posso fare io?
 
Stronza.
 
Emily è tornata in camera e io sto fissando il pavimento mentre Harry si è gettato sul divano e mi guarda.
 
Beh…cos’hai da guardare? Nemmeno tu sei la fine del mondo in pigiama che vuoi?
 
Arrossisco visibilmente e vado in bagno.
 
Passo buona parte del tempo a guardarmi allo specchio cercando di essere accattivante con il suo pigiama, ma riesco solo a fare smorfie e tutto questo dopo aver fatto la mia benedetta pipì.
 
“Olivia? Stai bene?” la voce di Harry blocca i miei movimenti strambi e goffi allo specchio.
 
Ci vuole solo un miracolo con te.
 
“Si, va tutto bene” e senza che io gli abbia dato il permesso entra in bagno in tutto il suo splendore.
 
Come posso competere con una come Pamela? Come?
 
“Sei tutta rossa…e comunque me ne sono accorto” con la mano indica il mio abbigliamento alludendo al fatto che ho preso il pigiama dal suo cassettone.
 
“Sempre meglio di quei panda colorati” ride e io vado via indignata.
 
Come può prendere in giro i miei gusti in fatto di moda?
 
“Buona notte, Olivia” urla dal bagno e io non gli rispondo.
 
 
“Cosa fai?” mi chiede Emily che si è vestita e adesso si è seduta sul divano accanto a me che sono tutta rannicchiata con la testa tra le gambe e pensierosa.
 
“Faccio l’ortaggio, ti insegno” toglie i sandali e si rannicchia anche lei.
 
Prende le gambe tra le mani, io le abbasso la testa e lei ride.
 
Cosa ci trova di divertente questa qui non s’è capito!
 
L’ortaggio? Ma dai.
 
“Cosa siamo?” urlo dopo che mi sono riposizionata nella mia posizione da ortaggio.
 
“Ortaggi!” grida Emily.
 
“E cosa vogliamo?”
 
“Le patatine fritte!”
 
Oh, amore, vuoi le patatine fritte.
 
“Andiamo a prepararle!” mi alzo e la prendo in braccio trotterellando per la stanza e lei ride di gusto.
 
Sono felice! Questa mattina Harry ha ordinato la colazione in camera e dopo averci raccomandato di non distruggere nulla ci ha promesso che nel pomeriggio saremmo andati tutti al parco, l’unica pecca è che con noi dovranno venire anche Pamela e Louis.
 
Che bella idea quella di invitarli, Harry.
 
Gli do una pacca sulla spalla mentalmente e poi lo vedo uscire dalla sua camera da letto. Si è rinchiuso lì per tutta la mattinata a usare quel suo dannato computer, per il resto si è comportato come fa di solito.
 
Mi ha ignorata, ha fatto finta che non esistessi, in pratica mi ha trattata come la cameriera.
 
Bastardo!
 
“Ascoltatemi bene ortaggi” mi fermi di colpo perché ne sono sicura, ha ascoltato la nostra conversazione.
 
“Mangiate quelle stupide patatine e poi tornate qui immediatamente” mi dirigo verso l’uscita.
 
“E tu signorina” mi tira per la maglia del suo indumento che non ho ancora tolto.
 
“Mettiti qualcosa di decente, e anche un cappotto, fa freddo fuori” mi lascia e io fuggo dalla stanza per la troppa vicinanza accanto al suo corpo.
 
E mentre lascio Emily a mangiare io vado a prepararmi e ne approfitto per fare anche una doccia.
 
Il pantalone nero che ho indosso mi fascia perfettamente le gambe, la camicia e molto, ma molto graziosa anche se non è particolarmente scollata, ai piedi ho le mie solite scarpe da ginnastica e prendo la mia borsa e il giacchetto bianco.
 
In questi giorni fa leggermente freddo anche se c’è il sole. Dicono che il tempo migliorerà e spero proprio di si perché ho voglia di prendere il bus e andare al mare.
 
Forse porto pure Emily.
 
Sempre se Harry ti da il permesso.
 
 
“Hai fame, tesoro?” Louis mi tiene un braccio sulle spalle. C’è un leggero vento che scompiglia i capelli che sono riuscita a domare in una coda alta, che mi fa sembrare anche più alta di quanto sono.
 
“Uhm…conosco un posto che fa dei panini buonissimi, ci passiamo?” lo guardo e lui mi sorride e asseconda a quello che ho appena detto.
 
Il posto che ho proposto è una bettola, ma vi assicuro che il cibo è migliore di quanto si pensa. Harry e Pamela sembrano alquanto schifati del luogo e quando vedono che io e Louis mangiamo come delle scimmie decidono che non è posto per loro e ci lasciano soli con la bambina che (brava la mia piccola) mangia senza dare nessun fastidio.
 
“Questo è diventato il mio posto preferito” afferma Louis.
 
“Perché?” chiedo addentando il mio panino pieno di carne e di salsine varie.
 
“Perché ci sono venuto per la prima volta con te” mi sorride e io ricambio arrossendo leggermente.
 
Ma non vedi quanto è dolce?
 
Si che lo vedo! Solo che…
 
Cosa?
 
Nulla, lascia perdere.
 
“Senti, volevo chiederti, perché lei sta qui?” indica Emily.
 
“Beh, come sai sono la sua babysitter  e poi Harry me la lascia per tutto il giorno”
 
“Mentre lui va a svagarsela con Pamela”
 
“Non fa solo questo, lui lavora anche e…” mi fermo di colpo.
 
“Non parliamo di Harry, se voglio mantenermi il lavoro devo fare quello che mi dice” gli prendo la mano libera e accarezzo le nocche.
 
“Hai ragione, scusami”
 
 
Dopo essere usciti dal posticino ci rincontriamo con Harry e Pamela. Emily fa di tutto per ottenere un palloncino e Louis me ne regala uno a forma di cuore.
 
“Grazie” gli lascio un bacio sulle labbra e lui sorride spensierato. Pamela sbuffa e Harry le poggia un braccio sulle spalle e le sussurra qualcosa all’orecchio.
 
Stiamo per attraversare la strada per arrivare all’hotel. Louis mi ha lasciata finalmente un po’ libera, il suo braccio sulle spalle stava per diventare pesante e poi ho bisogno di sgranchirmi le gambe, quell’oca di Pam non ha fatto altro che muoversi a piccoli passi perché rischiava di rompersi l’osso del collo con quei tacchi.
 
La strada è libera e decido di attraversare quando un camion, che sembra sbucare dal nulla decide che è il momento di accelerare. I fari mi accecano la vista e non riesco quasi a muovermi per la troppa vicinanza tra il mio corpo e il veicolo che sta per travolgermi.
 
“Olivia!” un braccio mi trascina in dietro quando il metallo del camion sta per toccarmi. Il suono del clacson riecheggia nella mia mente e due grandi braccia mi stingono la vita.
 
“Ma sei completamente impazzita?!” Harry comincia ad urlare mentre io completamente sconvolta e bianca in viso lo guardo e la sua faccia è infuocata dalla rabbia.
 
“Ti rendi conto che poteva travolgerti e ucciderti?!” non riesco quasi a reggermi in piedi, ho la gola secca e gli occhi spalancati.
 
“Calmati amico, tesoro stai bene?” il tono calmo di Louis copre la rabbia di Harry.
 
“Certo che non sta bene, no vedi che faccia ha?!” Harry si passa una mano tra i capelli e Pamela lo tiene per un braccio. Emily mi prende la mano e Louis mi accompagna fino all’hotel. 









  Salve ragazze! Scusate per il ritardo, davvero.
Per farmi perdonare ho deciso di scrivere il capitolo più lungo e un piccolo sondaggio.
Vi piace il banner di Olivia e Harry?
Fatemi sapere, baci C:

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***











 
“Ecco, prendi un bicchiere d’acqua” Louis mi porge il bicchiere ghiacciato dal quale scorrono gocce cristalline.
 
“Grazie” sono ancora scossa per quello che è successo, per fortuna che c’era Harry.
 
Dovrei ringraziarlo, ma è troppo arrabbiato con me per potermi degnare almeno di uno sguardo.
 
“Come sta?” la voce preoccupata di Harry irrompe nella stanza e con mia grande sorpresa sputo l’acqua che ho in bocca.
 
Non solo ritorna senza preavviso e mi fa prendere un colpo in piena notte, ma mi vuole anche uccidere con della stupida acqua.
 
Bastardo.
 
Rudolf ha le braccia al petto, poggia il suo leggero peso su una gamba e scuote la testa in senso di negazione.
 
No piccoletta, questo non è il momento di una delle tue prediche.
 
“Bene” risponde Louis al posto mio. 
 
“Ha solo bisogno di calmarsi” spiega mettendomi ancora una volta un braccio sulle spalle.
 
Giuro che la prossima volta glielo stacco a morsi questo fottuto braccio.
 
Cannibale.
 
Non sono cannibale, voglio solo che la smetta di mettermi questo salame sulle spalle.
 
“Credo che sia meglio andare a dormire, ti accompagno” afferma Louis e io scendo dallo sgabello con il mio bicchiere d’acqua.
 
“No, l’accompagno io, dobbiamo parlare” Harry mi afferra per un braccio e mi trascina accanto a se.
 
“Ho detto che l’accompagno io, stiamo cercando di avere una relazione seria” Louis mi riporta sotto il suo braccio possente che sembra quello di un cadavere per quanto pesa.
 
Ok, che vuoi fare il duro e far capire a tutti che hai i muscoli, ma le mie spalle ne risentono, caro.
 
“Stai scherzando? Tu non sei il tipo per relazioni serie e poi lei viene con me” mi sento una trottola nel passare da un ragazzo all’altro, sono frustrata.
 
“Ok, ragazzi, che ne dite di ridere un po’?” propongo ma le mie parole non vengono ascoltate.
 
“Lei viene con me”  e proprio quando Louis pronuncia queste parole decido di tirarmi il bicchiere d’acqua in faccia per ottenere la loro attenzione.
 
Cosa cazzo hai in questa testa? Vermi?
 
Non è il momento per cominciare…hai detto cazzo.
 
Indico Rudolf con il dito e metto una mano sulla bocca facendo quei soliti versi di sorpresa.
 
I due ragazzi mi guardano seri, non capendo il motivo per il quale ho fatto quello che ho fatto.
 
“Beh, avevo caldo e poi lo sanno tutti che un bicchiere d’acqua in faccia al giorno…” non trovo le parole adatte per finire il mio proverbio che, modestamente, ho appena inventato.
 
“Ti fa prendere la polmonite”
 
Fantastico, Harry. Hai rovinato la rima.
 
“Andiamo a letto” interviene il ragazzo che dovrebbe essere la mia ‘relazione seria’.
 
Certo che mi fa strano. Io, in una relazione seria.
 
Già, tu sei più il tipo da ‘ci vediamo oggi e forse anche domani’.
 
E con questo cosa vorresti dire?
 
Che le tue relazioni durano all’incirca due o tre mesi.
 
Non è assolutamente…ma a chi voglio darla a bere: è vero.
 
“No, vado io con lei” Harry si oppone. Cosa cavolo gli prende? Insomma, lui ha Pam.
 
“Sentite, perché non andiamo tutti insieme?” poso il bicchiere sul bancone e li prendo entrambi sottobraccio.
 
Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu e non mi ricordo più.
 
“Cosa avete da dirmi?” chiedo cercando di avere quell’aria spensierata che ho di solito.
 
Sono bassa.
 
Non sei bassa.
 
No, insomma, guardami Rudolf, sembro un elfo in confronto a questi due.
 
Cosa dovrei dire io?
 
Nulla, perché tu sei veramente bassa.
 
La piccola coscienza caccia il muso e io continuo a chiacchierare con i miei due compagni.
 
“Mi sono divertita un sacco oggi, anche se il palloncino poi mi è volato via” dico triste perché quel palloncino mi piaceva davvero troppo.
 
“Che ho comprato io, e che ho deciso di regalarti” Louis si sofferma su molte parole e si irrigidisce guardando Harry.
 
“Ma che è volato quando io, ti ho salvato la vita, Olivia”
 
Oh merda, stanno avendo un dibattito per un palloncino.
 
Ci troviamo in un batter d’occhio nel corridoio per arrivare alla mia stanza dopo aver preso quel comodissimo e imbarazzatissimo ascensore.
 
“Bene ragazzi…siamo arrivati, potete anche andare adesso” dico e corro per il corridoio in cerca di una via di fuga.
 
“Aspetta!” i due parlano anche all’unisono e mi rincorrono mentre io cerco di tirare la chiave della mia stanza dalla tasca.
 
Saltello fino alla porta prima che mi raggiungano e dopo aver infilato la chiava nella serratura entro finalmente in camera mia.
 
Mi allontano velocemente dalla porta quando un piede si infiltra per fermarla.
 
Harry e Louis hanno il fiatone e si toccano il petto come per fermare un treno, che sarebbe il loro cuore, in corsa.
 
“Dobbiamo parlare” parlano ancora insieme.
 
Che siete? Gemelli? No, siete troppo diversi per esserlo.
 
Però sono bellissimi.
 
Hai ragione.
 
“E che ne dite di risolvere le vostre discussioni davanti ad una tazza di the?” propongo e Harry caccia il cellulare.
 
“Perfetto, chiamo il servizio in camere, restiamo qui” dice Harry e si volta per parlare a telefono.
 
In che guaio mi sono cacciata?
 
Insomma, quando lui non c’era mi sono comportata bene. Ho portato fuori sua figlia quando avevo del tempo libero, non ho colpito nessuno con le mie maniere sbadate e ho lavorato un sacco.
 
Meriteresti un aumento.
 
Louis mi guarda freddo e io abbasso lo sguardo per paura di aver fatto qualcosa di sbagliato anche con lui.
 
Ricapitolando, ammetto di non aver passato tanto di questo tempo con lui, ma sono stata impegnata con il lavoro e poi anche lui ha una professione, dovrebbe capirmi.
 
Però, ora che ci penso, qualcosa di buono con lui l’ho fatta. Gli ho detto che potevamo provare ad avere una relazione seria e lui ne è rimasto super contento. Oggi siamo usciti e anche se c’era Emily abbiamo potuto parlare di noi due.
 
Sei stata in gamba, devo ammetterlo, stai maturando Oliv.
 
Rudolf, tutta fiera di me, mi accarezza i capelli e mi sorride dolcemente anche se la mia figura è molto più alta di lei.
 
Bassa.
 
No, mi sbagliavo, sei sempre la solita.
 
“Adesso puoi andare Louis” lo esorta Harry.
 
“Io non vado da nessuna parte” interviene il mio boy.
 
“Non hai sentito, vuole parlare, dovresti lasciarci soli” e io intervengo tra i due prima che si passi alle mani.
 
“Possiamo parlare perfettamente tutti e tre” sorrido nervosa perché porco panda, sono nervosa.
 
“Accomodatevi dove volete io vado ad asciugarmi i capelli” dico per poter pensare lucidamente in bagno.
 
Mi infilo nella porta e prendo l’asciugacapelli. Il rumore mi aiuta a non ascoltare la lite che sta avvenendo nell’altra stanza.
 
Cosa ho fatto?
 
In pratica niente, a meno che tu non mi nasconda qualcosa.
 
No, stai sempre con me, potrei mai riuscire a nasconderti qualcosa?
 
Hai ragione. Allora vai a vedere cosa vogliono e se ti dicono che il problema sei tu, dai fuoco ad entrambi.
 
Piromane.
 
Esco dal bagno e guardo i due uomini che mi ritrovo davanti. Uno seduto sul divano e un altro sulla sedia della mia scrivania. Uno riccio e l’altro licio. Uno scorbutico e l’altro dolce.
 
Come faccio a scegliere chi mi piace di più?
 
Facile. Non scegli nessuno dei due.
 
Mi siedo accanato ad Harry e Louis si mette accanto a me. Sono seduta tra due figoni che mi guardano mentre io cerco di fare l’indifferente, anche se non ho capito cosa vogliono di preciso.
 
“Allora…” comincio io.
 
"Voglio parlarti di Pamela" afferma Harry.

Cosa?
 
"E io voglio passare del tempo con te, quindi Harry, smamma" lo esorta Louis avvicinandomi a se.

"Ho bisogno di un tuo consiglio" Harry non da nemmeno ascolto alle parole di Louis.

"Vorriei organizzarle una festa e voglio che te ne occupi tu" 

E ma che cazzo!

"Io? Non può farlo Mary o, ancora meglio, sua madre?" 

Non puoi farmi questo.

"Voglio che te ne occupi tu" 

"Harry non la scocciare, ha già troppo a cui pensare e dovrebbe preparare la festa a Pamela?" 

Bravo Louis, aiutami tu.

"Oh, ti prego" fa la faccia da cucciolo che ho insegnato ad Emily e che mi aveva ripromesso di non mostrare a nessuno.

Traditrice.

"Harry, ha detto no"

"Non ha ancora risposto" e fu così che cominciò un nuovo dibattito.

"Lo faro, ok? Adesso andate via!" sono arrabbiata, trassata e frustrata. Harry vuole preparare una festa in onore della strega dopo nemmeno due settimane e dovrei pensare a tutto io?

Ma sitamo scherzando?

Hai voluto la bicicletta? E ora pedala.
 
Di che bicicletta stai parlando? Io volevo solo un ragazzo.
 








Salve ragazze! Ho notato che allo scorso capitolo le recensioni sono diminuite e mi chiedevo se il capitolo avesse qualcosa di brutto.
Forse siete in vacanze e non potete lasciarmi il vostro pensiero, ma io ci tengo molto e poi adoro leggere le vostre recensioni.
Vorrei averne almeno sei per il prossimo capitolo.
Baci c:


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***










 
“Olivia!”
 
“Olivia!” immagino l’ugola di mia madre tintinnare attraverso la sua bocca.
 
Dalla cucina corro in sala scivolando sul pavimento per fare prima. Schivo persone e bambini che mi guardano dispiaciuti per le molteplici volte in cui mia madre mi ha richiamata.
 
Stiamo preparando una festa che non ha ne capo e ne coda che si terrà la settimana prossima in onore della mia amata sorella, Pam.
 
Alla fine, dopo aver discusso per due giorni con Harry sul fatto che quando ho accettato l’incarico non rispondevo alle mie azioni, mi sono lasciata convincere. E lo ammetto, non solo perché mi ha aumentato lo stipendio, ma anche perché mi ha anche promesso di ballare con me quella sera.
 
Ah Rudolf, non vedo l’ora.
 
Ti sei lasciata abbindolare dai suoi spregevoli occhi.
 
Già, ma chi se ne frega. Mi ha promesso un ballo!
 
“Dimmi Olivia, questo ti sembra color glicine?” mi chiede porgendomi un nastro colorato che, effettivamente, è color glicine.
 
Annuisco convinta e lei mi attorciglia il nastro attorno al collo facendo un fiocco. Mi tira uno schiaffo sulla fronte e io mi allontano per la sorpresa.
 
“Questo è un violetto sbiadito e Pamela non può di certo presentarsi in una sala piena di nastri color violetto sbiadito” parla talmente velocemente che fatico a starle dietro. Cammina avanti e indietro e mi chiede di prendere appunti e io, prontamente, caccio il mio taccuino per le ordinazioni.
 
“Fiori d’arancio e…ho mio Dio!” la guardo per capire cosa sta succedendo e lei si volta guardando un punto indefinito dietro alle mie spalle.
 
Mi giro per vedere cosa ha colpito la sua attenzione, ma non vedo nulla. Solo i soliti tavoli vuoti che stanno per essere apparecchiati dai camerieri.
 
“Cancella tutto, cambio di programma… il tema principale sarà il bianco e nero” agita le mani come per mostrare una scritta che non esiste.
 
Fantastico, dovrò annullare tutte le prenotazioni che ho fatto.
 
Anche il cavallo viola?
 
Si, anche quello e comunque, non è viola, ma glicine.
 
Fa lo stesso.
 
“Su ragazzina, tirati su di morale, un giorno anche tu avrai una festa in tuo onore” mi accarezza la guancia e io sorrido perché questo potrebbe definirsi quasi un complimento.
 
“Sempre se campi fino a quel momento” il sorriso dalla mia faccia sparisce dando spazio ad un’espressione seria e piena di astio.
 
Conta fino a dieci, Olivia!
 
Uno…
 
“Adesso smamma piccoletta, sta arrivando Harry” svolazza la mano per salutare e invitare Harry ad avvicinarsi.
 
“Caro! Vieni qui” e con grandi falcate il mio futuro ‘ballo lento’ si avvicina. Mi mette le mani sulle spalle quando nota che gli sto praticamente camminando addosso, cosa che io non mi sono nemmeno accorta di fare.
 
“Ehi, tutto apposto? Puoi prenderti una pausa, se vuoi” dice premuroso quasi in un sussurro. Faccio di no con la testa perché non sono stanca e poi non voglio perdermi in chiacchiere con lui. Da quando mi ha chiesto di preparare questa festa, ossia uno, due, tre…sei giorni fa, comincio a pensare che sia veramente interessato a Pamela.
 
Ma io non mi do per vinta. Posso ancora piacergli, devo solo darmi una ripulita da questa farina e dal mio viso macchiato dalle occhiaie e dalle sopracciglia ricresciute.
 
Devo chiamare l’estetista.
 
E visto che ci sei, compra anche qualcosa di decente, non vorrai mica ballare con Harry vestita da sguattera?
 
A questo ho già pensato. Ricordi quando Emily mi fece vedere quel fantastico vestito in quella vestina? Ho deciso di risparmiare.
 
Ohoh, la tua prima decisione importante da adulta.
 
Già, ne sono sorpresa anche io.
 
 
“Oliv, aiuta Mary a pulire il pesce, poi vedi se c’è già qualcuno in sala da pranzo” Luigi è molto impegnato a preparare il menù per la festa.
 
Dicono che ci saranno anche degli amici di Harry e altra gente aristocratica. Mary, ha sentito dire che questa festa è anche un momento adatto per concludere un paio d’affari per Harry. Invece, Taylor ha detto che Pam non ha firmato il documento di successione per far passare l’hotel nelle mani di Harry e quindi lui sta cercando di convincerla facendole sorprese su sorprese.
 
Magari preparasse una sorpresa così anche a me.
 
Non preoccuparti, a te ci penserà Louis.
 
Già…Louis. Quanto mi sta antipatico. Voglio dire, uno che vuole avere una relazione seria e portarti a letto più volte al giorno non è normale.
 
Ma ti ha comprato un bracciale.
 
Faccio tintinnare i ciondoli del mio braccialetto argenteo. Un cuore con la sua foto, una elle di Louis e una o di Olivia.
 
Odio questo coso, pesa troppo e mi ricorda il suo braccio sulle mie spalle.
 
Per colpa sua ho il torcicollo da tre giorni.
 
Si, la colpa è sua. Non perché hai dormito sul bancone della cucina.
 
L’ho fatto perché con quello nel letto non riesco a chiudere occhio e quindi è colpa sua.
 
Comincio a togliere le squame alle spigole che ho nel piatto e Mary mi racconta tutti i pettegolezzi che si sentono in giro.
 
“E la signora del terzo piano, quella che porta sempre cappelli vistosi, ha detto al il marito che la madre del proprietario verrà a stare qui per un po’”
 
Mi chiedo come sia sua madre. Deve essere una donna di gran classe.
 
E se te la fai amica, sarà il tuo passepartout per arrivare ad Harry.
 
Ci abbiamo provato già con Emily.
 
Si, ma questa volta sarà diverso.
 
Devo solo capire chi è questa donna, nell’ufficio di Harry non ho visto sue foto o almeno credo che non ce ne fossero.
 
 
“Mi fai conoscere qualcuno Olivia?” mi chiede Emily mentre giochiamo con le sue bambole. La sua preferita è una bambola con un vestito lungo rosso e i capelli raccolti in uno chignon, lo stesso che ho cercato di fare io questa mattina, ma tragicamente.
 
“Chi vorresti conoscere?” le chiedo io posando la bambola sulle mie ginocchia.
 
Stavamo giocando al principe Harry e alla principessa, che Emily ha deciso di chiamare Olivia.
 
Emily ha insistito a volerla chiamare così e io ne sono felice perché, secondo lei io e suo padre siamo una bella coppia.
 
Brava piccola genietta.
 
“Vorrei degli amici, della mia età” fa la faccia da orsacchiotto e io rido fragorosamente perché è adorabile.
 
“Vedrò cosa posso fare” mi stringe la mano e passiamo alla nostra storia, dove Harry e io ci sposiamo e facciamo tanti bei pargoli.
 
Mettiamo su famiglia.
 
“Emily, vorrei che tu passassi…” Harry entra nella camera e io butto l’arma del delitto.
 
La mia bambola e il principe Harry si stavano baciando.
 
“Ehm, Olivia” mi guarda e mi sorride.
 
“C’è Pamela che vorrebbe passare un po’ di tempo con te Emily, ti sta aspettando” La piccola sbuffa e a passo pesante va fuori.
 
Neanche i bambini le vogliono bene.
 
“Volevo dirti che stai facendo un ottimo lavoro, insomma…” si passa una mano dietro alla nuca e io mi alzo in piedi per guardarlo.
 
Indossa un completo grigio con la solita camicia bianca e una cravatta celeste. I capelli sono domati dal gel e mi chiedo come sarebbe accarezzarli.
 
“Spero di non stressarti troppo con questa storia della festa” annuisco.
 
Ma io sono stressata, non mi vedi?
 
“Adesso ne parlo con te, ma non devi dirlo a nessuno” sta per confidarmi un segreto.
 
Oh, sono tante le domande che vorrei fargli.
 
Prepara una lista.
 
Lo farò.
 
“Ѐ uscito fuori che Pam non abbia firmato il documento per far passare l’hotel a me e così io vorrei organizzarle una festa, non solo per convincerla, ma anche per chiederle di essere la mia fidanzata ufficiale”
 
Boooooooom!
 
E fu così che il mondo ha deciso di piombarmi addosso.
 
Sto male. Aprite le finestre.
 
Sono sconvolta. Voglio dire…sono sconvolta. Nonostante ho provato a fargli capire che mi piace in tutti i modi lui ha preferito Pamela.
 
È una sensazione strana, dolorosa e folle. Non credevo di essermi così tanto invaghita di lui. Il mio cervello non ha ancora assaporato la notizia del tutto. Mi pulsano le tempie e Rudolf si è inginocchiata a terra e guarda fisso il vuoto.
 
Lo farei anche io se Harry non fosse di fronte a me e mi guardasse preoccupato.
 
“Olivia, tutto bene?” sento due pesi sulle braccia e non riesco a capire cosa sta succedendo attorno a me.
 
In un attimo di orrenda lucidità capisco che presto assisteremo alle nozze di Harry e Pamela.









Hi everyone!
Vi piace il capitolo?
Bene, ora vorrei cominciare a fare i miei ringraziamenti.
Ringrazio voi tutte per appoggiarmi nello scrivere questa storia, per le visualizzazioni e per le recensioni.
Ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto la mia storia nelle preferite, seguite e da ricordare.
Ma un grazie in particolare va a Pretty_Liar che ha lasciato una bellissima recensione e mi ha fatto aprire gli occhi. Poprio per questo le ho dedicato uno spazio in questo capitolo. Quella è solo una parte delle bellissime parole che ha usato per incoraggiarmi a scrivere.
Un bacio grande a tutte voi.
Grazie c:

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***








 
“Cosa?”
 
Oh merda, si sposano!
 
“Pamela non ha firmato i documenti?”
 
“No, dopo”
 
“Voglio chiederle di essere la mia fidanzata ufficiale?”
 
Doppia merda
 
 “Per questo voglio organizzarle questa festa, voglio farla sentire una principessa”
 
Tripla merda.
 
“Però, se devo dirla tutta, lo faccio solo per affari, insomma lei possiede un patrimonio e poi l’amore verrà con il tempo”
 
Quadrupla merda.
 
“Beh, non dici niente?” mi chiede e io guardo il vuoto.
 
“Cosa dovrei dire?” chiedo sorridendo leggermente e continuando a fissare il punto che mi interessa di più: i suoi piedi.
 
“Lo so, anche io ne sono sorpreso, ma ho dovuto farlo” mette la mano destra nella tasca dei pantaloni e ne caccia fuori qualcosa.
 
“Ecco, guarda” nelle sue grandi mani c’è una scatolina nera che lui apre e mi sbatte in faccia quanto saranno felici insieme lui è Pamela.
 
“Ѐ bellissimo” guardo ad occhi spalancati il diamante che ho davanti agli occhi, non posso credere che Pam abbia tutta questa fortuna.
 
“Sono sicuro che le piacerà” afferma guardando il suo regalo.
 
Brutto bastardo, perché non lo fai a me un regalo così?!
 
“Vorrei chiederti un ultimo favore e non puoi dirmi di no” ripone la scatola nella tasca dei suoi pantaloni e io lo guardo in faccia.
 
Vuoi che le rasi i capelli a zero? Se è così dammi solo l’ok e io la faccio fuori, addirittura.
 
“Vieni con me”
 
Ci ha ripensato? Non vuole più sposare Pam?
 
 
Non posso crederci. Come ho potuto accettare di fare una cosa simile.
 
Ti sei lasciata abbindolare dai suoi occhi, quante volte devo dirtelo?
 
“Devi provare a convincerla, voglio che sia presente alla festa” mi incoraggia Harry al mio fianco.
 
Questo viaggio in macchina mi sta togliendo tutte le forze. I miei pensieri si sono congelati del tutto e non posso fare a ameno che ripetere il nome di quella donna nella mia mente.
 
Grace.
 
La madre di Emily. La donna della foto, quella che ha distrutto il cuore di Harry tradendolo, da quello che sono riuscita a capire dalle sue parole.
 
E tu vuoi che la sessa persona che ti ha tradito sia presente al tuo fidanzamento?
 
La macchina si è fermata sul ciglio della strada e dal finestrino posso vedere una piccola abitazione, molto graziosa, circondata da siepi. C’è un piccolo cancello e si può vedere una donna in vestaglia che guarda dal balcone e guarda fisso nella direzione della nostra auto.
 
“Su, vai a parlarle e poi torna qui” mi spinge fuori dalla macchina e io con passo lento, pigro e soprattutto spaventato mi dirigo verso il cancello che si sta aprendo con la mia stessa lentezza.
 
Andrà tutto bene.
 
Mi sento fuori posto, vorrei piangere e invece sono qui davanti al portone della casa di Grace. Con il mio atteggiamento goffo, la mia divisa da cameriera e lo sguardo confuso scavalco quella porta, aperta dalla domestica.
 
Mi sorride cordialmente e mi invita ad aspettare che la padrona scenda le scale. Ed eccola lì, in tutto il suo splendore. Vestaglia bianca come la sua pelle, i capelli castani raccolti in una treccia laterale, gli occhi vispi e allegri e un sorriso divertito rendono armonioso il suo viso di porcellana.
 
È bellissima.          
 
Già.
 
“Buon giorno” saluto, forse con voce troppo alta.
 
“Prego, seguimi” con un cenno della mano mi invita a raggiungerla nel grande salone. Si accomoda su una delle due poltrone bianche in pelle che alloggiano nella grande stanza.
 
Mi guardo attorno prima di sedermi. Le pareti sono completamente bianche e anche il resto dell’arredamento lo è. Dei quadri dalle cornici bianche sono appesi al muro e tutto sembra essere molto antico, ma allo stesso tempo molto moderno.
 
È confortevole quest’ambiente. Da quando sono entrata c’è un dolce profumo che mi accompagna ad ogni mio passo.
 
Mi siedo di fronte a lei che mi sorride ancora. Mi chiedo dove sia il suo amante. L’avrà chiuso nell’armadio?
 
“Harry ti ha mandata qui per…” comincia lei appoggiando le braccia sui braccioli della poltrona.
 
“Ha conosciuto una donna” dico tutto d’un fiato mentre comincio a torturarmi le dita.
 
“E posso sapere come si chiama?” mi chiede con un’espressione alquanto sorpresa.
 
“Pamela, ha ventuno anni e lavoro in un’azienda” le dico le informazioni base per evitare altre domane.
 
Annuisce come per acconsentire a quello che ho appena detto. La sua espressione adesso è rilassata. Ammiro la sua semplicità nella persona, pur abitando in una casa così sfarzosa.
 
“E posso sapere come mai non è venuto a dirmelo di persona?” mi chiede. La sua voce è qualcosa di soave, dolce.
 
“Non mi ha spiegato il motivo” dico la verità perché sarebbe inutile mentire e poi questa ragazza mi sta simpatica. Ha un atteggiamento del tutto diverso dalle persone di un ceto sociale alto. La vedo come una sorella maggiore, gentile e premurosa.
 
“Comunque…” comincio a parlare con il cuore in gola.
 
“Non devi avere paura, trattami come faresti con una tua amica” mi dice sorridendo.
 
Oh, per fortuna che mi capisce.
 
“Harry sta organizzando una festa per in suo fidanzamento con questa Pamela” la mia impacciatagine diventa solo un ricordo.
 
“Insomma, voglio dire, come può farmi una cosa del genere…sono la bambinaia di sua figlia, dovrebbe avere anche un minimo di rispetto nei miei confronti” mi alzo dalla poltrona e comincio a girovagare avanti e indietro per la stanza.
 
“Hai perfettamente ragione” mi esorta Grace.
 
“Mi ha promesso di ballare con me quella sera, solo per farmi accettare l’incarico di organizzare la festa” ammetto.
 
“No” guardo la sua espressione di sorpresa.
 
“Il fatto è che conosce l’effetto che mi fa e cerca di manipolarmi come un burattino”
 
E tu non sei il burattino di nessuno.
 
“Ha sempre fatto così” Grace scuote la testa sconsolata.
 
Mi piace questa donna. La stimo troppo. E io che pensavo che fosse una stronza della madonna, invece si sta rivelando un’ottima ascoltatrice.
 
“E dimmi, lui ti piace davvero tanto?” mi chiede sorridendo.
 
“Si” annuisco fermandomi e guardandola negli occhi.
 
Mi rendo conto solo adesso che sto parando con la sua ex moglie, non con una mia cara conoscente.
 
“Cioè, no…voglio dire…”
 
“Che ti piace da impazzire” trova le parole al posto mio.
 
“Si” mi rassegno e lei si alza in piedi mettendomi le mani sulle spalle.
 
Ma è una mania mettermi le mani sulle spalle?
 
Me le state staccando a forza di mettere questi massi sulle mie povere spalle delicate.
 
“Apprezzo il tuo carattere” mi dice e io la guardo imbambolata perché un atteggiamento come questo da lei non me lo aspettavo proprio.
 
Sta bluffando, non fidarti troppo.
 
“Verrò a questo cazzo di fidanzamento, ma tu devi promettermi di distruggere con le tue stesse mani questa stronza di nome Pamela”
 
Wow.Che cambiamento.
 
La guardo a bocca aperta perché non so che dire di fronte a tanta sincerità.
 
Batti il cinque sorella.
 
“Vado a preparare le mie cose, voglio vedere questa stronzetta in faccia, fra due giorni sarò all’hotel, quando sarà la festa?” mi chiede allontanandosi.
 
“Fra una settimana o forse di più, non c’è ancora una data precisa”
 
“Bene…voglio proprio vedere quel cornuto di Harry con quella sua puttanella” afferma a denti stretti.
 
“Posso spiegarle la strada se vuole” mi offro per indicarle la strada per arrivare all’hotel.
 
“Oh, no grazie…mia suocera mi ha già detto tutto”
 
Tua suocera?
 








Hi everyone! 
Prima di iniziare con uno dei miei monologhi vi chiedo scusa per il terribile ritardo.
Perdonatemi vi prego c:
Questo capitolo è solo di passaggio, ma abbiamo individuato un personaggio importante della storia: Grace, l'ex moglie di Harry.
Abbiamo iniziato con una Olivia alquanto sconvolta per il fidanzamento di Harry e Pam e con mia gande meraviglia non ha pianto o sbraitato qualcosa di poco carino.
Harry l'ha convinta a invitare Grace alla festa e dopo aver visto il lato calmo e tenero di questa donna di venticinque anni, abbiamo visto come può essere quando non le va a genio qualcosa. 
Credete che farà qualcosa per rovinare la festa? Scuvetemelo nelle recensioni. 
Credete che Louis comparirà nel prossimo capitolo? E secondo voi cosa farà?
*Musicadasuspence* 
Ci vediamo al prossimo capitolo c:
Baci.
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


“Cosa ti ha detto?”
 
Sono nell’ufficio di Harry ed è da più di due ore che cerca di estorcermi informazioni su quello che mi ha detto quel portento di sua moglie.
 
“Te l’ho già detto, verrà alla festa” ripeto per la millesima volta.
 
Ho fame.
 
“Non ci credo che ti ha detto solo questo!” si alza in piedi e mi punta il dito contro.
 
“Sei stata lì dentro per quindici minuti e trentasette secondi”
 
Oh cazzo, ha portato il conto.
 
“Beh, abbiamo parlato di come dovrà vestirsi quella sera”
 
Contento?  Ho dovuto mentire.
 
“Sei sicura? E cosa indosserà? Porterà con lei il suo nuovo marito?” si risiede e si versa un bicchiere d’acqua che porta alla bocca e svuota in tempo record.
 
Ok, ne sono sicura, c’è qualche infiltrato.
 
Sua suocera!
 
Già…
 
“Non ne ho la più pallida idea, ora se non ti dispiace…ho un lavoro da svolgere” mi alzo dalla sedia.
 
“No, resta ancora qui”
 
“Ti ho già raccontato quello che è successo e se vuoi sbattermi in faccia ancora una volta quanto sarete felici tu e Pamela allora…” comincio a parlare senza sosta perché questa situazione mi sta lacerando dentro e mi toglie il respiro.
 
Ed Harry non aiuta con quel nodo della cravatta slacciato e diversi bottoni aperti.
 
Bastardo. Sei felice nel vedermi penare per te?
 
“Emily mi ha detto che sei una buona confidente e non dirmi che sei gelosa di me e Pamela” mette la mani nelle tasche e io mi siedo nuovamente.
 
Sa come ricattarti, il bastardo.
 
“Non sono gelosa” incrocio le braccia al petto e metto il broncio guardando ovunque, ma mai nella sua direzione.
 
“Voglio sono parlare” fa il giro della scrivania e si appoggia al legno di quest’ultima quando è di fronte a me.
 
“Raccontarti di quello che mi turba e di quello che mi piace”
 
E quando mi ricapita una cosa del genere.
 
“Ma per questo non c’è Louis?” chiedo perché proprio Louis mi ha detto che lui ed Harry sono grandi amici e nulla li può separare, nemmeno una donna.
 
“Ѐ proprio di lui che voglio parlare”
 
Oh merda, sta per confidarmi qualcosa di scioccante e sconvolgente sul mio ragazzo.
 
Cosa sarà?
 
Insomma, quella che l’ha visto a letto sono io e diciamocelo, sentire che dice porcherie nel sonno è qualcosa di sconvolgente.
 
“Ho visto che passate un sacco di tempo insieme” dice piegandosi alla mia altezza.
 
“No! Cioè, voglio dire, non stiamo quasi mai assieme, tu mi stai riempiendo di lavoro ultimamente” opto per la strada della verità questa volta, anche perché se vuole richiamarmi avrò una scusa per stare più tempo con lui.
 
“E non ti sei chiesta il perché?” sciolgo le mani dal petto e le appoggio sulle ginocchia. Harry ne prende una e ne bacia il dorso.
 
Sto per svenire!
 
Rudolf? Rudolf?
 
Oh, è andata anche lei.
 
Questa è una delle sensazioni più belle della mia vita.
 
Mi assegna un sacco di incarichi perché non sopporta che io stia con Louis. Perché ci sono arrivata solo adesso? Non poteva dirmelo prima che non sopporta me e Louis assieme.
 
Per il bene che ti voglio, Harry, ho deciso di lasciarlo.
 
“Il problema è che tu sei così dannatamente sexy anche con questa divisa addosso” prende un pezzo di tessuto nero.
 
“E posso notare con grande piacere che hai seguito il mio consiglio di farla accorciare” gioca con le dita della mia mano e poi le intreccia alle sue.
 
Per la prima volta, in ventun’anni sono senza parole davanti ad un uomo.
 
Miracolo!
 
Oh, ti sei svegliata adesso!
 
Non potevo perdermi questo momento.
 
“Un altro problema è che ho deciso di fidanzarmi con Pamela” lascia la mia mano e si appoggia sui braccioli della poltrona su cui sono seduta.
 
Aria, vi prego aria!
 
Ha un profumo così buono, così fresco e dolce. Potrei fare un bagno nella sua colonia o nel suo profumo o in quello che usa per essere così profumato.
 
“Ho un disperato bisogno di chiudere affari, credo sia diventata una mania” si avvicina al mio viso di pochi centimetri.
 
“Quando il lavoro diventa la tua vita, meglio lasciar perdere” gli consiglio.
 
Per fortuna, riesco ancora a gestire la mia voce.
 
“Forse hai ragione”  si avvicina ancora di più alla mia guancia con la sua pelle accarezza la mia respirando il mio profumo al solito bagnoschiuma del supermercato.
 
“Ma voglio chiudere quest’affare e poi si vedrà cosa fare con Pam” appoggia la fronte sulla mia e io gli metto le mani sul petto perché a troppa vicinanza potrebbe perfino sentire il battito del mio povero cuore.
 
Sto per esplodere.
 
“Tu hai bisogno di confidarmi qualcosa?” mi chiede ad un soffio dalle mie labbra.
 
Baciami, ti prego.
 
Baciami,baciami, baciami.
 
Non ho mai desiderato così tanto un bacio, lo aspetto da quando mi ha beccata sbraitare parolacce dietro al cane, che poi che fine avrà fatto quel coso pulcioso?
 
Ma chi se ne frega, sta per baciarti.
 
Baciami!
 
“Non hai risposto alla mia domanda” sussurra e mi accarezza lievemente una guancia.
 
“No, non ho nulla da dire”
 
Questo bacio sta diventando un’agonia. Tanto atteso, tanto voluto e mai dato.
 
“E allora baciami” dice.
 
Ecco, ci siamo.
 
“Harry!”
 
E proprio adesso che stava per succedere l’impossibile questo stronzo viene a rompere i coglioni!
 
Harry si allontana di scatto e io seguo le sue labbra sporgendomi verso di lui.
 
Oh, ti prego, voglio essere baciata!
 
“Ho interrotto qualcosa?” chiede Louis entrando nella stanza e con la mia più grande scocciatura sento la sua mano sulla mia spalla.
 
Te la stacco a morsi la prossima volta.
 
Tieni a freno i denti, ti serviranno per il prossimo momento di quiete che ci sarà tra te ed Harry.
 
“No, non hai interrotto niente” dico a denti stretti mentre il mio astio verso di lui aumenta ad ogni secondo.
 
Stringo i pugni ed Harry se ne accorge perciò mi sorride dolcemente.
 
“Bene amore, volevo invitarti a cene questa sera” dice sorridendo.
 
“No!” interviene Harry.
 
“Questa sera ha da fare!” continua.
 
“Non mi avevi detto di essere impegnata, cosa devi fare?”
 
Certo che sei proprio una brutta peste arrogante.
 
“Deve uscire con me” annuisco velocemente e soprattutto, molto convinta.
 
Cosa?
 
Ha detto che devi uscire…cosa?
 
“Non lo sapevi? Olivia è diventata la mia nuova segretaria e questa sera dovremo parlare del suo nuovo lavoro a cena"
 
Sono a bocca aperta, mi sta invitando a cena con lui?
 
Si, lo sta facendo.
 
Sorrido impercettibilmente come un’ebete. Sento che le cose stanno migliorando. Sento che il matrimonio tra quei due andrà dritto, dritto nel cesso.
 
“Oh, e non potete farlo un’altra volta, infondo io sono il suo ragazzo” ecco che ricomincia con la storia del “Tu non passi mai del tempo con me”.
 
“No, dobbiamo parlarne per forza questa sera”
 
 
Non ho avuto voce in capitolo per tutta la durata di quella conversazione e adesso mi ritrovo a dover uscire con questi due babbei insieme all’altra faccia da…
 
Non dico di che cosa, ma ci siamo capiti.
 
Ho messo la prima cosa carina che ho trovato e dei tacchi che non sapevo nemmeno di avere, che però, si abbinano al vestito che ho indosso.
 
Se a qualcuno interessa è nero in macramè, si chiude sul dietro e lascia buona parte della schiena scoperta per poi chiudersi nuovamente per coprire fino a metà coscia. Le scarpe sono nere, piene di cinturini e come borsetta ho deciso di prendere quella che ha scelto Emily una di quelle tante volte che mi ha accompagnata a fare shopping.
 
Che Dio benedica quella bambina e il suo buon giusto.
 
Raccolgo i capelli nel mio solito chignon da quattro soldi e metto un goccio di profumo.
 
Mi fisso allo specchio per un tempo indeterminato e non posso fare a meno di notare che sono bianca come una mozzarella.
 
Devo andare al mare.
 
Siamo a luglio, un mese fa Harry ha comprato questo hotel e adesso sta per fidanzarsi con mia sorella.
 
E il bacio?
 
Vogliamo parlare del bacio? E allora parliamo del bacio.
 
Eravamo sul punto di far toccare le nostre labbra, se non fosse stato per quell’impiccione di Louis.
 
Quanto vorrei disintegrarlo.
 
Harry mi ha fatto capire palesemente che Pamela è solo un intralcio. Vorrei credergli, ma sono andati a letto insieme e non è facile.
 
Mi ha anche detto che la mia divisa così corta gli piace e io, sempre per il bene che gli voglio, ho chiesto a Mary di accorciarle tutte.
 
Sento bussare alla porta e mi affretto ad aprire anche se l’appuntamento è fra mezz’ora e non penso che Louis voglia vedere come sono arrabbiata quando viene a posare il suo braccio sulle mie spalle mezz’ora prima del previsto.
 
“Harry!” dico troppo forte e lui si guarda attorno e poi entra in camera mia.
 
“Ciao” mi saluta sorridendo e mostrandomi la rosa che prima non avevo visto. L’afferro e ne annuso il profumo.
 
“Grazie” sorrido timidamente.
 
“Sei bellissima”
 
Arrossisco e lui mi si avvicina accarezzandomi una guancia con il suo tocco delicato.
 
“Dove eravamo rimasti?” chiede e finalmente sta per baciarmi.
 
Oh Madonna Santissima!
 
“Olivia? Sei pronta?”
 
Eh ma che cazzo!
 
“Devi dirglielo”
 
Cosa vuoi? Tu stai per fidanzarti e io non posso svagarmela con Louis? Non lo trovo giusto.
 
Nemmeno io.
 
“Nasconditi sotto il letto” ordino e prima che possa controbattere lo spingo sotto il letto.
 
Prendo un bel respiro profondo e apro la porta con il mio miglior sorriso stampato sul volto.
 
“Ciao” lo saluto garbatamente.
 
“Amore” mi afferra per la vita e invece di baciarmi le labbra mi bacia la guancia.
 
“Cos’hai? Ti sento fredda” indietreggio e lui con il piede chiude la porta facendola sbattere.
 
“Sarà la temperatura” metto una mano sulla fronte e con l’altra provo ad allontanarmi da lui.
 
“Non in questo senso” comincia a baciarmi il collo con una foga disumana.
 
“Facciamolo adesso”
 
Merda! Con Harry sotto il letto?
 
“Ma fra un po’ dobbiamo uscire” provo a persuaderlo.
 
“Faremo in fretta” e mi avvicina al letto.
 
Io, con una forza insolita nelle gambe riesco a tenermi in piedi e a non cadere sul materasso. Sento qualcosa  afferrarmi la caviglia e capisco che quel qualcosa è un qualcuno.
 
Cerco di liberare la mia caviglia dalla presa di Harry e quando ci riesco tiro una ginocchiata proprio sul…ehm…di Louis.
 
Mi porto le mani alla bocca mentre Louis si piega in due per il dolore e sento Harry ridere.
 
“Oh, mi dispiace, non volevo” provo a scusarmi e schiaccio la mano di Harry con la scarpa perché si trova proprio sotto lo sguardo di Louis.
 
“Però potevi dirlo che non ti andava!” esce dalla stanza e sbatte la porta furioso.
 
La risata di Harry rimbomba nella stanza e io cerco di trattenere un sorriso.
 
La faccia di Louis era epica.









Salve ragazze!
Nuovo banner! Vi piace? Ovviamente i crediti vanno ad una ragazze di efp:"trubel"
Grazie tante.
Volevo anche scrivere che ho notato con grande piacere che le persone che seguono la mia ff sono aumentate. 
Grazie infinite a tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e da ricordare. 
Ultima cosa! Rullo di tamburi.
Presto uscirà il trailer di questa ff! Non siete contente? Io troppo, non riesco a contenermi.
Per il momento è tutto, baci c:
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Harry non mi ha baciata! Harry non mi ha baciata! Harry non mi ha baciata!
 
Che astio!
 
Poi con questo qui che ha tenuto la sua mano appoggiata sulla mia coscia per tutto il primo piatto…ah, che nervi.
 
Ci troviamo in un ristorante davvero molto grazioso. Tutto è in legno lucido, il pavimento, le sedie, i tavoli. Le pareti si alternano tra cemento e legno regalando un aspetto invitante al posto. I tavoli sono disposti in ordine in una grande sala e io mi trovo seduta di fronte ad Harry che ogni tanto, quando prende il bicchiere di vino mi sorride e io non ci posso fare niente.
 
Capisci Rudolf?
 
Non posso saltargli addosso, non posso toccarlo, non posso baciarlo.
 
Tutta colpa di Louis.
 
Pensa che tra un po’ lo lasci e non ti darà più fastidio.
 
Sento qualcosa di luminoso accecarmi la vista e mi volto per guardare in direzione del flash. Dopo aver messo a fuoco una pianta noto con grande dispiacere che non siamo soli a parlare di quello che faremo nei prossimi giorni, c’è un paparazzo che mi ha ripresa in piena faccia e adesso cerca di nascondersi nel modo migliore che può.
 
“Cosa guardi amore?” Louis appoggia per la decima volta in questa serata il suo braccio sulle mie spalle.
 
“Nulla caro, vado alla toilette” dico alzandomi dalla sedia.
 
“Vengo anche io, ti accompagno”
 
Momento di sconvolgimento.
 
Pamela che mi accompagna in bagno? Su andiamo, dove è la fregatura?
 
Scommetto che il paparazzo è qualcuno di un qualche show e scommetto che Harry ha solo scherzato quando mi ha detto che gli piaccio.
 
Il solo pensiero mi lacera il petto, non voglio che il suo interesse per me finisca in questo modo.
 
E non finirà, se tu non la smetti di farti film mentali su qualsiasi cosa.
 
 
Ci troviamo in bagno e io ho appena finito di lavarmi le mani.
 
“Olivia, devo parlarti” Pam ha la faccia di uno straccio masticato e poi sputato da un dugongo.
 
Oh, ecco che comincia la canzoncina.
 
Na na,nana na.
 
“Cos’hai?” chiedo mettendole una mano sul braccio.
 
“Ho un problema con Harry” afferma e per un attimo penso che l’abbia messa incinta.
 
Oh mamma.
 
“Non sei incinta vero?” sbatto le palpebre più volte perché una cosa del genere potrebbe distruggermi.
 
“No, ma cosa vai a pensare? Volevo solo sapere cos’ho che non va questa sera” mi chiede e fa una giravolta per farsi ammirare nel suo vestito bianco.
 
Tralasciando il fatto che sei una cornuta e che le corna te le ha fatte con me e tralasciando anche il fatto che io ti odio e che con quei tacchi sembri una prostituta dei ghetti mafiosi…
 
“Stai bene” dico poco convinta, ma con un gran sorriso in faccia.
 
“Non ci credo” e io che ho provato ad essere convincente.
 
Ho fallito miseramente.
 
“Puoi spiegarmi perché Harry, il mio ragazzo, ti sta guardando da quando siamo arrivati?” mi punta il dito contro e io indietreggio contro la parete.
 
“Forse perché ce l’ho di fronte?” chiedo ovvia.
 
“Oh, non me la racconti giusta orfanella di strada”
 
Orfanella di strada? Se non sbaglio sei stata tu a prendermi con te all’orfanotrofio e credetemi, non mi sbaglio.
 
“C’è qualcosa fra voi due” mi accusa.
 
Eh ascolta putty che non sei altro…se vuoi fare la prima donna o quel cazzo che ti gira per la testa, non puoi prendertela con me.
 
“Se pensi che un ricco imprenditore come lui possa interessarsi a te che sei una cameriera ti sbagli di grosso” e fu così che la mia schiena andò a combaciare con la parete.
 
“Lui merita il meglio e guardami…io sono il super meglio”
 
Stringo i pugni e trattengo la bocca per non sbatterle in faccia che Harry la considera solo un ostacolo.
 
Ti do il permesso per prenderla a calci in culo.
 
Ti ringrazio.
 
E con la mia forza bruta le tiro uno schiaffo e le schiaccio un piede facendola saltellare per il dolore. Mi avvicino al lavandino e prendo il portasapone in marmo e glielo tiro in testa.
 
“Stronza” affermo prima di vedere che la botta ha avuto i suoi frutti e l’ha stesa a terra.
 
La guardo inerme. Ha avuto quello che si meritava.
 
Cazzo. Forse è morta.
 
Provo a punzecchiarla con il piede. Non si muove. La prendo a schiaffi.
 
“Pam, su dai non fare la vittima adesso”
 
Voglio sapere chi è quel cazzuto che ha avuto l’idea di mettere un portasapone in marmo in un bagno!
 
Poteva prevedere che l’avrei uccisa.
 
Che faccio?
 
Mio Dio! Hai ucciso tu sorella…è una figata assurda.
 
Hai ragione… cosa?
 
Merda, Rudolf sta diventando sadica peggio di me.
 
Dove la metto? Non possiamo di certo portarla a casa.
 
Congelala.
 
La muovo ancora con il tacco. Come faccio a capire se è morta?
 
“Olivia?”
 
Cazzo.
 
“H-Harry” gli rispondo mentre prendo Pamela per le braccia e provo a trascinarla in bagno.
 
Merda.
 
Mi viene da bestemmiare in aramaico.
 
“Stai bene? Dov’è Pam?” chiede e io ho un piccolo spasmo.
 
Come quando metto lo smalto. Ho gli spasmi e rovino tutto.
 
Lascio le ascelle di Pam e la sua testa sbatte contro il legno provocando un rumore sordo.
 
“Si sto bene e la sua ragazze è qui” dico cercando di mantenere un tono di voce calmo.
 
“Ciao amore” imito la voce di mia sorella, ma il risultato è qualcosa di spaventoso.
 
“Cos’hai alla voce? Sembra che tu abbia mangiato un pinguino” con i piedi provo a spingere il corpo di Pamela in bagno. Sono riuscita a farle diventare la pelle leggermente rossa, quindi non è del tutto morta.
 
Per fortuna.
 
No, Rudolf, non voglio sentirti, tu mi hai detto di congelarla.
 
Era solo un consiglio.
 
Mi viene in mente quella volta che ho provato a fare dei ghiaccioli e poi, siccome non mie erano venuti bene di notte li misi sotto le coperte di Pam. La mattina seguente lei pensò di essersela fatta addosso e ancora oggi tiene un rettangolo di spugna sotto il copriletto.
 
“Si, si sto bene” assumo un tono di voce un po’ più normale.
 
E dopo questo sento Harry andare via.
 
Faccio sedere Pam sul water e poi con il laccetto della sua borsetta le lego le mani dietro la schiena, così non potrà aggredirmi al suo risveglio.
 
Bene, ho fatto.
 
Tiro un sospiro di sollievo e sistemo il vestito.
 
Adesso non ti resta che scappare.
 
 
Sono uscita dal bagno e sto cercando di nascondermi dietro a delle piante e a delle relle appendiabiti. Mi guardo ai lati e vedo che c’è un tavolo pieno di bambini e poi guardo di fronte a me. Noto con grande gioia che c’è un costume da panda appeso ad una gruccia.
 
Che Dio mi aiuti in questo nuovo guaio.
 
Almeno hai una copertura per uscire da qui senza essere vista.
 
 
A parte che il costume mi va largo e la testa è stretta e puzza di topo morto, sto passando inosservata davanti a quei due che mi aspettano al tavolo.
 
Saluto Harry e lui ricambia ridacchiando.
 
Questo è il momento più imbarazzante della mia vita. Vestita da panda puzzolente e Harry che mi saluta giocosamente.
 
Vaffanculo bastardo.
 
“Ehi panda, dove vai?” una voce femminile mi arriva all’orecchio e una mano mi cinge il braccio.
 
“I bambini ti aspettano”
 
Guardo il vuoto respirando a scatti.
 
È un inizio di ictus fortissimo.
 
Devo intrattenere dei pargoli vestita in questo modo?
 
“Solo pochi minuti, il momento di baci e abbracci e poi puoi andare, tieni i soldi” e mi porge una mazzetta di bei soldoni profumati che io nascondo nella tasca che ho sulla pancia.
 
Credo che diventerà la mia nuova professione, intrattenere i bambini piccoli.
 
Già, è un ottimo piano.
 
Accarezzo un paio di teste, faccio una smorfia coccolosa e dopo aver abbracciato tutti e aver fatto piangere quelli che avevano paura vado via.
 
Passo vicino al tavolo di Harry e Louis e do una pacca sulla spalla di Harry per farmi passare.
 
Il mio bel principe si alza e io ne approfitto per dargli una pacca sul culo.
 
Questa potevi risparmiartela.
 
Oh, no che non potevo.
 
La sua faccia è a dir poco sconvolta e Louis ride mostrando il suoi denti bianchi. Cammino muovendomi da panda esperto fin quando non sbatto contro qualcosa.
 
In effetti non è che si vede un gran che con questo costume.
 
Mi rendo conto che di fronte a me c’è un vetro e tutti quelli presenti nella sala ridono. Per fortuna che nessuno può vedere la mia faccia, sono rossissima.
 
Guardo nella direzione di Harry ed anche lui ride. Almeno ho scatenato un paio di risate.
 
Che figura!
 
Sei un panda adesso, puoi permetterti di fare tutto.
 
Hai ragione.
 
Altro momento di gioia assoluta.
 
Gonfio il petto e aggiusto la testa che si è leggermente spostata e dai piccoli buchi vedo che una Pamela saltellante, arrabbiata e rossa in viso sta indicando nella mia direzione e degli addetti alla sicurezza stanno venendo verso di me.
 
Mi do una mossa ad uscire anche se con questi tacchi è impossibile.
 
Come ho fatto a cacciarmi in questo casino? Io volevo solo che Harry mi baciasse e che Pamela la smettesse di infastidirmi.
 
Corro per strada come una forsennata con degli scagnozzi alle calcagna. Tolgo le scarpe quando sento un clacson alle mie spalle. Mi volto per vedere meravigliata la bellissima macchina rossa che ho affianco.
 
“Sali o no?”









Salve ragazze! Che ne dite del capitolo?
La nostra Olivia è stata costretta a vestirsi da panda coccolone per sfuggire all'ira di Pamela.
Vi ha fatto ridere? Scrivetemelo nelle recensioni.
Cominque, potreste rispondere anche a queste domande?
1)Chi è secondo voi ad aver pronunciato l'ultima frase?
2)Cosa accadrà nel prossimo capitolo?
3)Sto scivendo il prologo di una nuova ff, vi andrebbe di leggerla in futuro?
Per ora è tutto, baci c:

 
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


 
Oh mio Dio!
 
Già… Oh mio Dio!

Sono schiacciata contro il sedile della macchina in cui sono salita circa venti secondi fa. E dopo essere caduta ancora una volta prima di entrare in auto, ho capito che intrattenere bambini vestita da panda epilettico, non è un lavoro adatto a me.
 
“Si può sapere perché ti sei vestita in questo modo?” la voce matura della donna che ho accanto arriva ovattata alle mie orecchie.
 
Provo a togliere la testa e scopro che rimane piacevolmente incastrata al collo.
 
Siamo nella merda!
 
Qualcuno mi ha rapita e non riesco nemmeno a capire chi è!
 
Perché sei entrata in macchina allora?
 
Dovevo sfuggire alla minaccia di Pam.
 
“Posso sapere chi sei?” chiedo urlando perché sono troppo agitata siccome non riesco a togliere il casco da topo morto dalla testa.
 
“Aspetta, accosto” e sento la macchina rallentare e poi fermarsi mentre io mi tengo il capo con entrambe le mani.
 
Riprovo a tirare la testa emettendo un grido straziato e un lamento agonizzante. La pelle del collo si stende e fa male e tra l’altro mi fa pure caldo sotto questo costume.
 
“Ti aiuto” mi volto verso la mia eroina che mette le mani sulla testa.
 
“Ok, noi siamo una squadra” comincia
 
“Al mio tre” si posiziona meglio e io comincio ad avere paura per quello che potrebbe farmi.
 
“Uno” sento una leggera scossa alla schiena.
 
“Due”
 
“Tre” e con tutta la forza che ha in corpo tira il casco e io ritraggo la testa all’indietro sbattendo contro il vetro del finestrino.
 
“Ahi!” mi porto le mani sul punto colpito. Questa è la seconda volta che sbatto questa sera e credetemi se dico che quel casco non attutisce niente.
 
Mi risveglierò con il mal di testa domani mattina, ne cono certa.
 
Una risata contagiosa e molto buffa invade il piccolo abitacolo. Apro prima un occhio e poi l’altro mentre continuo a massaggiarmi il punto colpito.
 
“Come sei buffa” scopro che il realtà quella che mi sembrava la voce di una ragazza molto matura è la voce di una donna adulta.
 
Colpa del panda, scommetto che adesso non vorrò vederli per il resto della mia vita.
 
Ne sono sicura, tesoro.
 
“E quindi sei tu la famosa Olivia?”
 
Adesso ricordo dove l’ho già vista. È venuta ad ordinare una camera un po’ di tempo fa e mi aveva chiesto di non dire a nessuno del suo arrivo anche se io non avevo idea di chi fosse.
 
Ma neanche adesso so chi è, quindi non è cambiato niente.
 
Comunque, Rudolf ultimamente ti vedo distratta.
 
Sai com’è, ci sono tante cose a cui pensare.
 
Non ci credo.
 
Cosa?
 
Ti sei innamorata per caso?
 
Ma no, cosa dici… Io? No.
 
Certo,ma sappi che un giorno me ne parlerai.
 
“Qualcuno le ha parlato di me?” chiedo dopo aver lasciato finire la conversazione con Rudolf.
 
“Oh, non sai quante volte ho sentito il tuo nome” rimette in moto la macchina e con un movimento secco e brusco ci ritroviamo un’altra volta in strada.
 
“Sono Anne, puoi darmi del tu e sono la mamma di Harry”
 
È un attimo di pace assoluta, di paradiso. Vedo gli uccellini posarsi sulla mia testa con un nastrino colorato tra il becco con sopra scritto:”Ti amo Harry”.
 
Sento le campane suonare, gli angeli cantare e dopo aver sbavato per cinque minuti esatti, accetto il fatto che Harry non mi sta prendendo in giro ed è stato lui a parlare di me con sua madre.
 
“Sappi che se farai soffrire anche tu il mio bambino, ti spezzo gambe, braccia, collo e costole. Ti impacchetto con un fiocco e ti spedisco in Alaska dove morirai di freddo e penserai al perché hai fatto soffrire Harry” sputa la frase con odio e io immagino tutte le cose che mi ha detto.
 
Mi vedo già a morire di freddo ricoperta di neve.
 
“Ovviamente, sto scherzando, tesoro” e da qui in poi parte una risata alquanto malefica che prima mi fa rabbrividire e poi rido anche io, ma molto poco convinta.
 
“Adesso posso sapere perché sei vestita a panda?” chiede mostrando un dolce sorriso.
 
“È una lunga storia”
 
“Avrai tutto il tempo di raccontarla” mi guarda e sorride.
 
 
“Ed ecco spiegato perché sono vestita in questo modo” Anne ha riso per tutto il mio racconto tant’è che ha dovuto fermarsi perché non riusciva a guidare.
 
Adesso ci troviamo sedute ad un tavolino di un piccolo ristorante a mangiare il nostro panino.
 
“Anche se mi stai antipatica, devo ammettere che hai un buon senso dell’umorismo” sorride e io apprezzo la sua sincerità.
 
Sono antipatica a mia suocera.
 
Consolati, ti ha detto che hai buon senso dell’umorismo.
 
“Senti, tesoro, dobbiamo andare, ti riporto al’hotel” si alza, lascia dei soldi sul tavolo e io la seguo alla sua macchina, che è parcheggiata proprio davanti al ristorante.
 
Accendiamo la radio a tutto volume e cantiamo Save the last dance for me di Michael Bublé a tutta voce.
 
Anne nuove le spalle a tempo di musica e io faccio l’onda con le braccia.
 
Questa donna, ha ottimi gusti musicali.
 
“Tieni, questo è Harry da piccolo” mi porge il portafoglio già aperto e vedo una foto di un bimbo con gli occhioni verdi che sorride.
 
Ma sei adorabile, Harry.
 
“Era il suo quinto compleanno” dice e io comincio a sfogliare la sfilza di foto successive.
 
“Qui aveva undici anni, la prima volta che è uscito con una ragazza, Grace” spiega mentre guardo la foto di lui insieme ad una bambina.
 
E quindi si conoscevano da tanti anni.
 
“Si sono sposati a vent’anni e due anni dopo è arrivata Emily” dice e guardo una foto dove ci sono Grace Harry ed Emily appena nata.
 
“Credevo fosse una brava ragazza” guada la strada e io non posso fare a meno di notare come è cambiata la situazione in meno di due minuti.
 
“Ma alla fine si è rivelata una traditrice” ammiro il suo profilo che si confonde con il vetro della macchina.
 
“Penso che Emily non sia nemmeno figlia ad Harry” sento una nota di rammarico nella sua voce.
 
Non posso credere che Emily non sia sua figlia, si assomigliano così tanto.
 
“Si è sposata un paio d’anni fa con l’uomo con cui ha tradito Harry, ma non so chi è questo tizio” si ferma per un attimo a riflettere.
 
“E sinceramente non mi interessa saperlo” afferma per poi continuare a guidare la strada come una spericolata.
 
“Mi dispiace, insomma, Harry è così buono” dico quasi in un sussurro.
 
“Ho conosciuto Grace” dico non ricevendo risposta.
 
“Harry ha voluto invitarla alla festa di fidanzamento”
 
“Cosa?” Anne è sbigottita, la faccia va in fiamme, e gli occhi sono pieni di odio.
 
“Anche io ne sono sconvolta”
 
“Ma è impazzito?” Anne guarda la strada e mi accorgo che siamo quasi arrivate all’hotel.
 
“E lei ha accettato, vuole conoscere e rovinare Pamela” la madre di Harry sta per strozzarsi con la saliva.
 
“Ho visto questa Pamela e la trovo molto carina e adatta per stare con Harry, ma se lui ha bisogno di una donna con cui passare il resto della sua vita, allora quella donna non è lei” spiega agitando le braccia come un burattino.
 
“Perciò, mi ritrovo d’accordo non rovinare la serata a quella ragazza”
 
Batti il cinque donna.
 
Non cantare vittoria, non sai nemmeno se ti aiuterà per davvero.
 
Per una volta voglio fidarmi.
 
Oh, fai che cazzo vuoi e poi non venire a piangere da me quando… Sono innamorata Olivia.
 
Cosa?
 
Hai sentito bene.
 
Te lo avevo detto che mi avresti raccontato una cosa del genere.
 
Mi immagino Rudolf arrossire come un pomodoro, che guarda a terra e incrocia le braccia dietro la schiena.
 
Posso sapere chi il fortunato?
 
La coscienza di Harry.
 
Harry ha una coscienza? E cosa dice di me?
 
Quello che Harry non ha avuto il coraggio di dirti per tutto questo tempo.
 
Brutta bastarda infame! Tu sapevi che Harry provava qualcosa per me!
 
E mentre sgozzo mentalmente la mia coscienza, la macchina si è fermata davanti all’hotel e io a passo pesante mi dirigo verso l’ingresso dopo aver salutato Anne con un arrivederci e lei con un:”A domani”.
 
Decido di passare per il retro e con una calma assoluta apro la porta della cucina cercando di fare il minimo rumore.
 
È tutto buio e non si vede un cazzo.
 
“Bene, bene, bene” la luce si accende e qualcuno batte le mani al suono delle parole appena dette.
 
Mi volto di scatto e vedo Louis in piedi vicino alla porta con la camicia sbottonata e i capelli scompigliati.
 
“E così ti sei divertita a schiaffeggiare i culi delle persone questa sera” sulla sua faccia compare un ghigno malefico e io mi accorgo che ho ancora addosso il costume da panda.
 
“Senti Louis questo non è il momento di discutere” provo a camminare verso l’uscita che è bloccata da lui.
 
“Non sono io quello che ti ha tradito”
 
“Era solo per fare scena, non potevo farmi vedere” sono sicura che arriveremo a notte fonda per questa discussione.
 
“E cosa mi dici di quella poverina di Pam? Era in preda ad una crisi!” la sua voce è alterata e per un attimo perdo il contatto tra i nostri occhi.
 
“Lo vuoi capire che io ti amo? E tu mi fai soffrire in questo modo” guardo fisso a terra.
 
Ha ragione.
 
Mi ama.
 
Mi ama.
 
Mi ama.
 
Sembra quasi una barzelletta detta in questo modo.
 
Mi ama.
 
Continuo a guardare le sue scarpe incredula perché ha detto che mi ama, ma io non amo lui. Come fa a non accorgersene? Fingo davvero così bene? O è lui che è cieco?
 
Il pantalone blu scuro gli ricade sui fianchi e forse per questo potrei amarlo, il petto scoperto mostra la pelle che ho toccato più volte con le mie mani e forse per questo potrei amarlo.
 
La mia attenzione viene catturata dalle sue mani, così grandi e forti che mi hanno sfiorata e accarezzata nel modo più rude e forse per questo potrei amarlo.
 
Noto qualcosa di scintillante alla luce della lampadina, attorno al suo dito. Sembra una fede, che prima non avevo nemmeno notato. Non ho mai fatto caso alle sue mani prima di adesso.
 
“Quello cos’è?” chiedo avvicinandomi a lui e prendendo la sua mano sinistra tra le mie. Accarezzo l’anello con il pollice.
 
“Niente” e sfila l’oggetto dal dito e lo mette in tasca.
 
“Sei sposato Louis?” chiedo guardandolo negli occhi.
 








Hei, ehi, ehi! Salve ragazze!
Che ne dite del capitolo? Volevo solo dirvi una piccola cosa.
Ho pubblicato il primo capitolo di Funny Cinema e volevo sapere se vi è piacuito. Così, magari, se il primo capitolo riceve un latro paio di recensioni potrei continuare.
Oltre a questo, niente.
Baci c:

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


“È una situazione complicata”
 
Mi ritrovo di fronte all’uomo che mi ha toccata con quelle mani e io, come una stupida, non mi sono resa conto dell’anello.
 
Non è colpa tua, forse non lo portava nemmeno prima.
 
“Una situazione complicata? Hai reso tua moglie una cornuta!” urlo cominciando a camminare avanti e indietro per la cucina. Anche se con questo costume addosso, sto perdendo credibilità.
 
Da una parte sono contenta che sia sposato così potrò lasciarlo, ma dall’altra un senso di tristezza mi invade e mi fa sentire usata e umiliata.
 
Prendo una bottiglia di liquore da uno stipetto che fa intravedere tutte le bottiglie attraverso un vetro opaco. Afferro un bicchiere e in un battito di ciglia scolo in un solo sorso il liquido giallastro, quasi aranciato.
 
L’alcol manda in fiamme lo stomaco e risale per la gola, ma io lo rimando giù. L’unico modo per digerire una brutta notizia è bere un bel bicchiere di liquore. Anche se in questo caso non riesco proprio ad accertarla. Mi è rimasta in gola e se non sto attenta potrei anche strozzarmi.
 
“Fammi spiegare!” urla e mi strappa la bottiglia dalle mani. Intanto provo a sbottonare il costume, ma con uno scatto violento Louis riesce a strapparmelo di dosso.
 
Mi allontano da lui perché in questo momento non voglio essere toccata, ne tanto meno sfiorata da un essere così.
 
“Non voglio sentirti!” sbraito riprendendo la bottiglia che aveva appoggiato sul piano di lavoro. Ne bevo un grande sorso e sento già la vista annebbiarsi e la testa giare.
 
“Capisci cosa hai fatto?!” continuo a camminare barcollando. Scivolo sui tacchi, ma riesco a tenermi in piedi. Continuo a bere e Louis mi strappa ancora una volta la bottiglia dalle mani.
 
“Se lei è la cornuta io solo la puttana!” la mia voce sembra l’urlo di un animale in agonia.
 
Vorrei non essermi mai messa in questo pasticcio. Louis non è fatto per me. Mette le corna alla moglie e poi mi viene a parlare di tradimento.
 
“E sai una cosa? Sono felice di aver toccato il culo ad Harry, lui è molto meglio di te!”
 
“Quindi ti piace quello?!” mi prende per le spalle e mi scuote.
 
“Ho fatto bene a rubargli la moglie allora” mi dimeno a queste parole e posso vedere con la coda dell’occhio Mary ed altri dipendenti che spiano dalla porta.
 
Gli mollo uno schiaffo sulla guancia appena riesco a liberarmi. Lo faccio perché mi ha resa una poco di buono e anche perché ha tradito la sua amicizia con Harry.
 
“Come…come hai potuto?” gli chiedo mentre la sua faccia e rivolta dall’altro lato e con una mano massaggia la parte colpita e muove la mascella.
 
“Lui era sempre a lavoro e allora noi abbiamo trovato il modo di divertirci” sputa con cattiveria.
 
“E poi ho conosciuto te…non credevo che sarebbe stata una cameriera  farmi battere il cuore” prende una mia mano e la porta sul suo petto.
 
“Smettila, io non ti amo” strappo la mia mano dalla sua e indietreggio. Guardo i dipendenti in cerca di un appiglio per non piangere.
 
“Non mi ami?” chiede quasi sconvolto.
 
“Sparisci dalla mia vita, non voglio più vederti!” Non so dove trovo tutto questo coraggio di dirgli in faccia queste cose.
 
“No, no, no” prende il mio viso a coppa e con la debolezza che solo un’ubriaca può avere, provo a mandarlo via.
 
“Amore, non dire così” ha gli occhi lucidi e per un attimo penso di aver esagerato.
 
Hai solo detto la verità, sarebbe stato inutile continuare a fingere.
 
“So che sei arrabbiata, ma ti prego, io ho bisogno di te”
 
Vedere piangere un uomo è la cosa più brutta di sempre. Ho toccato un tasto dolente e non posso rimediare perché sono stata sincera, ho detto la verità.
 
Io non lo amo.
 
Insomma, credevo di poter trovare un futuro marito in lui, ma non è stato così. La scintilla non è scoppiata e non credo che scoppierà  mai.
 
“Louis, tu hai una moglie e io sono ancora inesperta in fatto di relazioni” asciugo una sua lacrima con il pollice mentre le sue mani scivolano sulle mie spalle. Per una volta posso dire che il suo tocco è stato delicato su di me.
 
“Non so come comportarmi, ho sempre avuto storie superficiali e non credevo che qualcuno potesse arrivare ad amarmi” spiego guardando in giro per la stanza.
 
“Ma è successo e sono disposto a lasciare tutto per te” scuoto la testa incredula alle sue parole.
 
“Mi dispiace” vedo la delusione nei suoi occhi e il mondo crollargli sulle spalle. Prende la bottiglia sul piano da lavoro e mi lascia un bacio sulla guancia.
 
“Sei sicura della tua scelta?” chiede appoggiando la fronte sulla mia spalla.
 
“Ti prego Louis, non fare così” gli accarezzo la nuca e infilo le mani nei capelli. Lui per tutta risposta mi stringe forte.
 
“Non dirlo ad Harry”
 
“Non lo farò, dovrai farlo tu… Grace verrà alla festa”
 
“Cazzo!” si allontana da me.
 
“Devi aiutarmi, probabilmente non vorrà più vedermi, siamo migliori amici” la sua voce è rotta. La situazione si sta complicando e io non so come  fare per sciogliere tutti i nodi.
 
“Ti aiuterò” confermo e poi lui va via sorridendo con sforzo.
 
 
 
Considerando il fatto che non ho dormito tutta la notte e sono ancora vestita come l’altra sera e che mi fa male la testa e che i conati di vomito non si sono ancora fermati… va tutti bene dai.
 
Mi ritrovo inginocchiata davanti al gabinetto a gettare l’anima nello scarico a pensare per quale fottuto motivo ho preso quella bottiglia di liquore.
 
Sono le cinque e un quarto del mattino e fra meno di un’ora dovrei essere in cucina oppure a seguire gli ordini di mia madre per la festa. Anche se dubito che lei si svegli così presto per organizzare una festa.
 
Mi infilo sotto la doccia e penso a come guarderò in faccia Louis adesso che non stiamo più insieme. Cosa gli dirò? Come mi comporterò?
 
Ma si può sapere a cosa cazzo pensavi quando lo hai lasciato?
 
A nulla, e poi tu eri d’accordo su questo fatto.
 
Si, prima che tu accettasi di aiutarlo a confessare tutto ad Harry.
 
Il getto dell’acqua manda via le preoccupazioni per un po’, ma poi sono costretta ad uscire, prima di tutto perché le mani mi si sono raggrinzite e poi Mary sta bussando alla porta da più di dieci minuti e non voglio farla aspettare.
 
Con il mio accappatoio pandoso mi dirigo alla porta. Il cappello mi ricade sugli occhi e le orecchie cucite sopra mi danno un’aria bambinesca. Mary sempre sorridente mi saluta con un caloroso abbraccio e appoggia quelle che dovrebbero essere le divise nuove sul letto.
 
“Su raccontami tutto e dall’inizio” si accomoda sulla mia sedia girevole mentre io guardo le divise, curiosa. Sono blu scuro, con le rifiniture grigie. Ci sono tre diverse divise, ma il colore e la stoffa sono gli stessi.
 
“Ieri sera, sono stata invitata a cena da Harry” Mary porta la mano alla bocca sorpresa.
 
“Si, lo so, wow” comincio a gesticolare.
 
 “Poi è arrivato Louis e per colpa sua siamo dovuti uscire tutti insieme e c’era anche Pamela”
 
“Cosa le hai fatto? Ieri sera aveva il ghiaccio in testa ed Harry era arrabbiatissimo”
 
Harry arrabbiato? Brutto segno.
 
“Diciamo che le ho solamente dato una lezione” 
 
Che spero ricorderà per tutta la vita.
 
Vai così Olivia! Che puoi fare box e vincere un sacco di soldi!
 
Rudolf è vestita da allenatrice e indossa dei guantoni neri e prende a pugni l’aria. Saltella finché non immagino che una buccia di banana si posizioni proprio sotto i suoi piedi e alla fine cade.
 
No, ok, non è stato divertente. Ma chi voglio prendere in giro… è stato uno spasso!       
 
Te la farò pagare!
 
Credo che essermi separata da Louis mi renda più libera. Ho voglia di ridere, saltare, cantare e non mi interessa se Harry è arrabbiato per aver colpito Pamela, voglio vivere la mia giovane età come si deve per questo ho deciso di prendermi una bella sbronza e andare a ballare questa sera.
 
Non so da dove è uscita fuori quest’idea, ma credo di essermi innamorata dell’alcol questa notte e voglio assolutamente riprovare. E poi mi aiuta a pensare, difficile da credere ma è vero.
 
Il braccio di Louis non incombe più sulle mie spalle e anche se mi dispiace averlo rifiutato in malo modo, sono contenta di essermi liberata di lui una volta per tutte.
 
Io però ti avevo avvisata che lo avresti fatto soffrire.
 
Mi farò perdonare aiutandolo a risolvere la faccenda con Harry.
 
Comunque, per la cronaca, oggi sarebbe sabato  che è il mio giorno libero, quindi…
 
 
“Oh, Harry ti prego” mi spalmo con le braccia sulla sua scrivania. Noto che alza di poco lo sguardo per andare a posarsi sulla mia scollatura. Indosso un vestito a maniche corte nero che copre fino a metà coscia, ma siccome non mi va di mettere in mostra la mia pelle ho messo delle calze abbastanza coprenti con delle semplici converse nere.
 
“Te l’ho detto, non insistere” continua a guardare i suoi documenti facendo finta di non vedermi.
 
“Ti prego”  giungo le mani e faccio una faccia da angioletto.
 
“Ho detto no, e quando vai via chiudi la porta” indica la via di uscita con una mano e per la prima volta da quando sono entrata mi guarda negli occhi.
 
“No Harry, ho bisogno di una giornata libera, mi sono appena lasciata con Louis e sei stato tu stesso in questi giorni a chiedermi se volevo un giorno di riposo” mi alzo dalla poltrona e sbatto i palmi delle mani sulla scrivania.
 
“Il sabato è il mio giorno libero, mi spetta di diritto fare quello che voglio!” con uno scatto si alza in piedi e fa cadere la poltrona su cui era seduto.
 
“Non mi interessa se hai chiuso con quel cazzuto di Louis, tu resti qui e basta!” sbatte un pugno sui suoi documenti e fa cadere anche il portapenne.
 
Non l’ho mai visto così. Come me ha sempre cercato di mantenere i nervi saldi e di farmi capire gli sbagli nel modo più calmo possibile.
 
Lo guardo sconcertata e noto l’ira nei suoi occhi. È arrabbiato per Pamela?
 
“Bene” dico con astio e con una smorfia sulla faccia.
 
“Bene un corno!” scaglia un fascicolo contro il vetro della finestra alla sue spalle.
 
“Hai preso a pugni quella poverina di Pam e adesso è costretta a camminare su una sedia a rotelle perché una certa Olivia, ha deciso di spingerla e slogarle la caviglia!” allenta il nodo alla cravatta e guardo inorridita le vene del suo collo gonfie e la faccia arrossata per il nervoso.
 
Sedia a rotelle? Ma io le ho tirato solo un portasapone in testa.
 
Sai cosa significa questo?
 
Cosa?
 
Stai lontana dai portasapone, non sono arme adatte a te.
 
Oh, ma andiamo!
 
“Cosa stai dicendo?” chiedo.
 
“Non fare la finta tonta, lo sai benissimo” provo a piegare quello che è successo realmente, ma prima che possa aprir bocca, Pamela entra nella stanza.
 
È seduta su una sedia a rotelle, il piede fasciato, la fronte ricoperta da garze insanguinate e il labbro spaccato.
 
E io sarei stata capace di fare questo?
 
Non sottovalutarti, sei più forzuta di quando pensi.
 
La mia bocca è spalancata e miei occhi sono fuori dalle orbite.
 
“Scusami se non ho bussato, non ci riesco con questa carrozzella” guardo Harry e poi Pamela, poi ancora Harry e ancora Pamela.
 
Questa qui è stata capace di mentire e far credere ad Harry che io le ho distrutto un piede e rovinato la faccia.
 
“Voglio che tu le chieda scusa” dice Harry.
 
Lo guardo con un ghigno in faccia. Non posso credere che sia furioso con me per una bugia che gli è stata raccontata.
 
“Va al diavolo” e con le mie scarpe nere esco dalla stanza correndo seguita dalle grida di Harry.
 
Sono veramente incredula. Preferisce ascoltare lei a me, dopo avermi detto che gli piaccio. Dopo avermi fatto fare troppi film mentali sulla nostra futura storia d’amore.
 
Giuro che la prossima volta il portasapone lo tiro in testa a lui. Quei suoi bei ricci li piastro o ancora meglio li taglio. Gli infilo una mela in bocca e gli lego mani e pieni in un unico fiocco. Poi, come mi ha suggerito sua madre lo spedisco in Alaska e qualche volta mi faccio mandare anche una bella cartolina.
 
Arrivo nella hall dove una donna dall’abbigliamento raffinato e un paio d’occhiali bianchi mi aspetta.
 
Anne.
 
“Buon giorno cara” mi saluta baciandomi le guance e io prendo la chiave della sua stanza e gliela porgo.
 
“Prendo le sue valige e le porto in camera” mi offro, prendendone poi due per ogni mano. Non ha portato molta roba se si considera che persone molto più povere di lei mi fanno sgobbare per tutte le stanze dell’hotel.
 
“Ho chiesto una camera con vista, sono stata accontentata?” chiede togliendo gli occhiali e seguendomi nell’ascensore.
 
“Certo, ho provveduto io stessa alla sua sistemazione”
 
“Bene e ti ripeto che devi darmi del tu…oh, adoro questa canzone” si riferisce alla canzone di sottofondo e riparte il concerto di Michael Bublé.
 
“Harry mi ha chiamata ieri sera” afferma dopo un attimo di silenzio.
 
“E ovviamente ti avrà detto che Pamela sta sulla sedia a rotelle per colpa mia” lei annuisce ridendo.
 
“Anche io ho usato diversi trucchetti per attirare l’attenzione degli uomini e credimi se ti dico che è solo una farsa”
 
“Ti credo, ti credo…io l’ho solo colpita sulla fronte” mi giustifico e siamo arrivate al suo piano.
 
Scompariamo nel corridoio e lei mi racconta dei suoi numerosi piani per rovinare questa stupida festa.









Salve! 
Scusate per il ritardo. Sono stata impegnata in questi giorni e per questo vi chiedo scusa.
Comunque, ci sono delle domande che volevo farvi.
1) Vi è piaciuto il capitolo?
2) Cosa pensate che accadrà con Louis?
3) Siete arrabbiate con lui?
4) Olivia ha fatto bene a lasciarlo?
5) Pamela finge per davvero?
6) Cosa ne pensate dell'atteggamento di Harry?
7) Secondo voi a cosa ha pensato Anne?

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***









 
“Cosa? Non azzardarti a dire che sono io la stupida!” Anne se la sta prendendo con il nuovo postino che ci sta consegnando delle tinte per capelli ordinare da Pamela che vuole essere più bionda che mai alla festa.
 
Ovviamente lei non sa che è in suo onore, ma si sta preparando alla grande anche se è costretta sulla sedia a rotelle. È stata anche capace di rimandare la festa a sabato prossimo perché lei non è pronta per poter presentarsi in una sala piena di gente. Harry, ovviamente, ha accettato e mi ha costretta ad organizzare tutto nei minimi particolari.
 
Ricordo la nostra conversazione di due giorni fa. L’ha data vinta a Pam un’altra volta e io sono stata zitta e non mi sono fatta valere perché tanto non mi avrebbe dato ascolto.
 
Sospiro rassegnata e continuo a guardare Anne da dietro il bancone della hall. Adesso è diventata la mia nuova postazione. Non solo devo occuparmi della pulizia dell’hotel  e devo servire ai tavoli mattina, mezzogiorno e sera e devo anche occuparmi di Emily perché Harry è troppo impegnato a credere alla farsa di Pamela, ma devo anche occuparmi di accontentare i clienti e le loro strane richieste sulle stanze che ogni mattina preparo.
 
E a tutte queste cose, si aggiunge anche l’organizzazione della festa, visto che ormai mi madre è praticamente andata. Si, andata.
 
Sono sicura che volete sapere cosa è successo, per cui…
 
Mia madre era in piedi vicino alla piscina e dirigeva alcuni uomini su come posizionare i vasi pieni di fiori e io stavo spingendo Pamela sulla carrozzella. Nostra madre, quando l’ha vista è praticamente svenuta ed è caduta in acqua provocandosi un bernoccolo in testa perché è sbattuta contro lo scalino.
 
Ammetto di aver goduto interiormente per la sua brutta fine, ma ho avuto compassione e l’ho tirata fuori anche se ho sperato con tutta me stessa che fosse affogata e che non si svegliasse più, ma non è successo.
 
Ed ecco cosa è accaduto in due giorni. Oh, aspettate…
 
Harry è ancora arrabbiato con me e la sua ira si è scagliata sulla mia faccia quando Emily ha scoperto che vuole fidanzarsi con quella putty di Pam e scommetto che ora è ancora di sopra a convincere la sua bimba ad accettare la nuova fidanzata.
 
Disegno su un foglio il bellissimo vestito che vorrei indossare quella sera. Non sono riuscita a risparmiare abbastanza per poterlo comprare perciò, non credo che potrò indossare qualcosa di decente quella sera.
 
E poi era rosso e il tema è il bianco e nero. Avrei solo attirato l’attenzione, per cosa poi? Harry non mi guarderà mai dopo quello che ho combinato.
 
Quello che non hai combinato. Te lo ha detto anche Anne!
 
Rudolf sta cercando di tirarmi su di morale. E pensare che il nostro rapporto è iniziato con mille offese. Adesso siamo grandi amiche e credo di essere riuscita a riappacificarmi con il cervello siccome la voce di Rudolf non mi assilla più così tanto.
 
Ti voglio bene Rudolf!
 
“Voglio che tu ritorni qui con cinque o sei toni più scuri!” la voce di Anne mi riporta alla realtà. Lei continua a sbraitare contro il fattorino che la guarda in silenzio e annuisce ad ogni sua parola.
 
Avresti dovuto fare anche tu così con Harry.
 
Scaccio via questo pensiero e torno a disegnare. Coloro il vestito con la penna che ho in mano e disegno uno strascico che non esiste però mi piace un sacco.
 
La schiena e leggermente scoperta, ma non troppo,  tanto quanto basta per lasciare galoppare l’immaginazione.
 
Sono sicura che quel vestito mi farebbe sembrare seducente, audace, bella.
 
A volte mi chiedo cosa pensano le persone di me. Insomma, oltre a dare l’impressione di essere una che si diverte con tutti, vorrei sapere se piaccio come persona, come me stessa.
 
“Missione compiuta” Anne si trova di fronte a me e mi guarda sorridendo. Credo di fare un brutta impressione con queste occhiaie sotto gli occhi e le labbra screpolate. Ultimamente è piovuto a Londra, ma poi è riapparso il sole.
 
Luglio sta finendo. Siamo quasi ad agosto e io non sono andata nemmeno una volta al mare.
 
“Urlerà quando vedrà i suoi capelli di un altro colore”
 
Ammetto che Anne ha delle idee davvero brillanti. Questa della tinta per capelli è solo un assaggio, ma in questi due giorni ne ha combinate delle belle.
 
Ad esempio, ha messo della colla in tutti i tacchi di Pam, ha sostituito il suo dentifricio con del colorante nero e ha combinato qualcosa con tutti i prodotti di mia sorella, anche se non so di preciso cosa ha fatto.
 
“Il prossimo passo e lasciare il cane nella sua cabina armadio” afferma emozionata. Credo che le piaccia combinare scherzi.
 
Alla fine, abbiamo ritrovato Briciola. Era finito nel capanno degli attrezzi e Taylor gli portava da mangiare ogni giorno perché si è affezionato a lui. Abbiamo deciso di regalarglielo, di sicuro è un padrone migliore di Pam.
 
Puoi farlo entrare in sala quella sera.
 
Ci penso per un attimo.
 
No, voglio essere più originale.
 
Penso ad un piano ben architettato mentre vedo Anne incupirsi. Cerco di capire il motivo del suo cambiamento quando vedo Grace entrare nell’hotel seguita da Louis.
 
Adesso capisco.
 
“Cosa vuoi sgualdrina?” certo che questa donna ci va pesante con le parole.
 
“Nulla che possa interessarti, e se non ti dispiace, dovrei prenotare” dice Grace togliendosi gli occhiali neri e provando a superare l’ex suocera dirigendosi verso il bancone. Louis mi sorride e io vorrei sprofondare.
 
“Tutto ciò che fai è affar mio e di mio figlio, quindi…” afferra il braccio di Grace in modo da portarla davanti a se e guardarla atrocemente negli occhi.
 
“Harry mi ha invitata alla festa e ora, Louis andiamo” afferra il marito per la cravatta e arrivano davanti al bancone.
 
Consegno la chiavi della stanza che ha prenotato ieri per telefono e mi avvicino alle valigie per aiutarla.
 
Afferro un borsone bianco e proprio in questo preciso istante Louis si piega per aiutarmi. Le nostre mani si sfiorano e sento il suo sguardo su ogni mio movimento. Cerco di evitare i suoi occhi, sono sicura che se ricambiassi le sue attenzioni mi sentirei talmente male che la colazione che ho in corpo verrebbe rigettata nel gabinetto.
 
“Ti accompagno” Grace mi segue insieme a Louis in ascensore e arriviamo al penultimo piano con una lentezza assurda.
 
Sono circondata da traditori. Prima Grace con Harry, poi Louis con Grace, adesso Pamela con il nuovo aiutante giardiniere.
 
Aspetta! Cosa?
 
Oh. Porco. Panda.
 
Ci troviamo nel corridoio ben arredato dell’hotel e il nipote di Taylor, Niall è piegato sulla carrozzella di Pam e se la slinguazza alla perfezione. La lingua li lei naviga su tutta la sua faccia e vedo la saliva scorrere a terra.
 
Può fare più schifo di così?
 
Sento Louis, al mio fianco tossicchiare falsamente per richiamare l’attenzioni dei due. Pamela si volta subito a guardarci e il povero ragazzo, non capendo la situazione si limita a fischiettare in imbarazzo.
 
Ammettilo, se non fossi innamorata di Harry, avresti fatto degli apprezzamenti su questo figo della Madonna.
 
Cosa? No, certo che no. E poi chi ti ha detto che sono innamorata di Harry?
 
Vuoi mentirmi? Faccio parte di te al cento per cento e conosco ogni tuo sentimento.
 
E va bene. Si, sono innamorata di Harry. Cioè, sono invaghita di lui.
 
 
 
Ho appena finito di aiutare Grace a sistemare le valige sotto la tutela di Louis che non ha mai smesso di sussurrarmi di perdonarlo.
 
L’ho fatto? No.
 
Mi ha ferita e non credo che lo dimenticherò facilmente. Non gli renderò la vita un inferno, ma non lo perdono. Sarò io a decidere cosa fare a tempo debito.
 
Passeggio per il corridoio in cerca di qualche conversazione da origliare, ma fino ad ora ho sentito solo che una donna ha intenzione di lasciare l’hotel perché non ha ricevuto la sua fottuta stanza con vista sul mare.
 
Ma voglio dire. Ci troviamo al centro di Londra. Dove la trovi una stanza con vista sul mare?
 
Ricconi incontentabili.
 
“Ti odio!” un urlo mi fa fermare. Guardo davanti a me e vedo la porta immacolata della suite di Harry. Sorrido sadicamente perché ho capito che sta litigando con Emily sul suo imminente fidanzamento.
 
Dobbiamo dedicare un monumento a quella bambina!
 
Ho deciso! Preparerò una petizione, chi vuole può firmare e lasciare una piccola somma per ricavare i fondi per costruire questo monumento.
 
“Vai via!” un altro grido della piccola risuona nel corridoio e io, con tutto il coraggio di questo mondo, decido di entrare.
 
Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle guardo il casino che c’è qui dentro. I cuscini sono sparsi in quattro diversi punti della stanza, le tende sono strappate e una lampada è frantumata sul pavimento.
 
La mia attenzione viene catturata da alcuni cartoncini bianchi sul tavolino posto tra i due divani. Mi inginocchio a terra e leggo, con stupore, ciò che c’è scritto.
 
Sono gli inviti per la festa, che quel piccolo genio di Emily ha rovinato con la scritta…
 
Rullo di tamburi prego…
 
“Puti”
 
Sul serio, io non averi potuto fare di meglio.
 
Sono commossa. Ha imparato così tanto da me che potrebbero scambiarci per madre e figlia.
 
Certo, ha una scrittura imprecisa da ultimo anno di asilo, ma almeno ha fatto capire il concetto. Altro che monumento, io le dedico una città intera.
 
“Lasciami spiegare!” questa volta è Harry a parlare. Mi avvicino alla porta della camera di Emily e con estrema lentezza la apro.
 
Sorrido ingenuamente verso Harry che mi guarda scioccato. Ha la bocca aperta, le guancie rosse e la fronte sudata. Guardo il suo abbigliamento. Ha una bellissima maglietta bianca con lo scollo a V che lascia intravedere anche dei tatuaggi, dei quali non sapevo nemmeno l’esistenza. Indossa un pantalone di jeans che ricade in un modo estremamente sexy sui fianchi.
 
Mi guarda da capo a piedi e forse, in questi due giorni di puro odio reciproco, gli sono mancata almeno un po’.
 
Sto per sorridergli quando una bambola di schianta sulla sua guancia e Emily prende a tirargli oggetti su oggetti e lui per difendersi si copre con le braccia.
 
“Le hai insegnato tu a colpire sempre il bersaglio?” mi chiede sorridendo appena.
 
Come osi? Infame!
 
Mi getto con le ginocchia a terra e gattonando, sotto gli occhi di Harry, mi avvicino ad Emily.
 
“Sparisci!” la piccola continua a discutere con il padre, mentre io mi sistemo sulle ginocchia e incrocio le braccia al petto seguita da Emily.
 
Mettiamo il broncio e alziamo la testa senza udire minimamente le spiegazioni di Harry.
 
Chiudo le palpebre leggermente, tanto quanto basta per guardare ogni movimento del fotomodello che ho davanti.
 
Certo che vestito così è la fine del mondo.
 
“Volete ascoltarmi?” Harry si ferma per un momento prima che io lo colpisca con un cuscino proprio sul naso.
 
“Adesso ti ci metti anche tu?” mi guarda arrabbiato.
 
Si passa una mano tra i capelli e poi si inginocchia davanti a noi. Cerca di far finta di niente, ma averlo a questa vicinanza ha i suoi effetti. Stringo ancora di più le braccia al petto e mi acciglio con tanto di verso bambinesco.
 
Certo che potrei fari invidia a tutti i bambini così.
 
È abbastanza imbarazzante comportarsi da bambina davanti ad un uomo, ma questa volta sono d’accordo con Emily e nulla mi farà cambiare idea.
 
Abbasso Pamela, abbasso Pamela, abbasso Pamela.
 
Rudolf canta la cantilena all’infinito.
 
Harry ci prende in giro e comincia ad imitare le nostre facce facendo ridere sua figlia.
 
“Smettila” dice tra un sorriso divertito e una smorfia di fastidio.
 
“Oh, lo so che ti faccio ridere” continua ad imitarla e a prendersi gioco di me e dei miei capelli che non sono riuscita a domare questa mattina. Afferra una ciocca a la porta tra il naso e la bocca.
 
“Sono bellissimo con questi baffi” con una mano sposta i capelli lunghi che non ha dalla spalla.
 
“Voi mi volete bene, ma siete troppo orgogliose per ammetterlo” infila una mano tra i miei ricci e si avvicina di più a me.
 
“Su, abbraccio di gruppo”
 
Ed è così che io e la mia squadra abbiamo ceduto alla sua dolcezza.
 
Emily ed io siamo rannicchiate contro il petto di Harry che da quello che posso vedere, sorride beatamente.
 
“Prometto che risolverò questa situazione al più presto” sussurra.
 
“Quindi non la sposi più?” chiede la bambina.
 
“Non  ho detto che la sposo. Voglio solo che sia la mia fidanzata, vedremo come andrà in futuro” spiega e mi accarezza la schiena in cerca di aiuto.
 
“Ehi” guardo Emily che si strofina l’occhio con un pugno. Le accarezzo la guancia e prendo un fazzolettino dal mio grembiule.
 
“Tesoro, devi capire che il papà ha bisogno di una donna al suo fianco” delicatamente passo il tessuto sulla riga delle sue lacrime.
 
“Io non voglio Pamela come mamma” afferma in preda dalla disperazione. Allontana la mia mano e scappa fuori dalla stanza sbattendo la porta con forza.
 
Sono tante le cose che non vogliamo. Nemmeno io lo voglio, ti renderebbe la vita difficile.
 
Mi affretto a seguirla prima di perderla di vista. Harry è ancora inginocchiato a terra e guarda un punto indefinito.
 
“Olivia?” mi richiama quando sto per uscire.
 
Volto di poco la testa per ascoltare le sue parole.
 
“Stalle vicino” annuisco impercettibilmente, ma lo faccio.
 
 E con un groppo in gola esco in cerca di sua figlia.










Ragazze! Lo so, sono in ritardo. 
Vi avevo promesso che avrei aggiornato più frequentemente e invece...
Fucilatemi, vi do il permesso.
Vi chiedo infinitamente scusa, spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Comunque, ho notato con grande piacere che siamo arrivate a quasi cento recenzioni e a più di mille visualizzazioni al primo capitolo.
Non so davvero come ringraziarvi. E io che pensavo che questa storia non avrebbe avuto successo.
Oltre a questo...c'è un nuovo banner. Vi piace? Ho provato a farlo io stessa.
Non sarà bellissimo, ma io ci ho provato.
Ora vi lascio. 
Baci c:
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***










 
Esco dalla stanza di Emily. Alla fine sono riuscita a calmarla e a metterla a letto.
 
Lo spettacolo che ho davanti agli occhi mi blocca. Porto una mano sulle palpebre che chiudo forte per sicurezza e non guardare niente.
 
Sento i gemiti di Pamela forti e chiari e penso che Harry le stia baciando il collo o qualcosa del genere.
 
Dio ti prego, dimmi che non sono nudi, dimmi che non sono nudi, dimmi che…
 
“Puoi aprire gli occhi Olivia” la voce di Harry mi da il permesso di farlo, anche se sono ancora mezza sconvolta.
 
Lei è seduta a cavalcioni sulle sue gambe e lui le regge la schiena per non farla cadere dalla poltrona.
 
Vergogna, rabbia e gelosia si fanno largo dentro di me.
 
Ho voglia di urlarle quanto è stronza, ma mi trattengo. Non solo ha messo le corna al suo futuro marito, ma ha anche trovato la forza di andarci a letto con quella finta gamba rotta.
 
Sono basita.
 
A chi lo dici! Ma sono le mutande quelle?
 
Oh, mio Dio! Smettila di guardare!
 
Anche se anche io mi sto chiedendo se quelle sono delle mutande o cosa, mi affretto ad arrivare alla porta.
 
Mi getto carponi a terra e gattonando provo ad andare via.
 
“Prendi anche la serata libera, cara” Pamela ridacchia come una scolaretta e io le faccio un ‘Ok’ con la mano.
 
“Avevo proprio intenzione di uscire” ammetto.
 
Ho proprio bisogno di una serata libera. Sono troppo stressata.
 
“Tu non vai da nessu…” e penso che Pam lo stia baciando visto che non ha finito di affermare il suo disappunto sulla mia uscita.
 
Stronza che non sei altro!
 
Quella grandissima troia!
 
Figlia di buona donna!
 
Eremita senza cervello!
 
Cosa cazzo hai in quella testa, vermi?
 
Prima mi giuri amore eterno e poi vai a letto con quella beduina?
 
Tecnicamente, non ti ha ancora giurato amore eterno, ma sono d’accordo, Pam è una beduina.
 
Io e Rudolf adiamo avanti ad insultarli per un bel po’, giusto venti minuti per prepararmi e ho già scritto una lista piena di nomignoli da affibbiare a quei due e alla loro ignoranza.
 
Sono vestita, profumata, truccata e pronta per uscire.
 
Si, caro Harry,sto uscendo e tu non puoi farci niente.
 
Chiamo i miei amici dell’università e dopo una decina di minuti sono sotto l’hotel ad aspettarmi.
 
Si può sapere per quale motivo non ho chiamato i miei più cari amici durante tutta l’estate e mi viene in mente solo adesso di farlo.
 
Mi sento egoista.
 
Devo chiedere loro scusa, oppure mi sentirei uno schifo per tutta la vita.
 
Dopo aver augurato ogni male al sesso sfrenato che stanno facendo quei due (credetemi quando dico sesso sfrenato, l’hotel sta cadendo a pezzi) a passo pesante entro in macchina e con una parlantina insolita racconto tutto quello che mi passa per la testa ai miei amici.
 
Liam, mi guarda sconvolto.
 
Non può credere nemmeno lui a quello che sto dicendo.
 
“Si, e sai cosa mi ha detto questa mattina?”
 
“Cosa?” Lexy, la rossa seduta dietro entra nella conversazione.
 
“Stalle vicino” imito la voce di Harry.
 
“Santo cielo!” Lexy ha una mano sulla bocca e Liam gli occhi spalancati.
 
“E adesso si sta divertendo con mia sorella”
 
Altro verso sconvolto da parte di Liam.
 
“Ciccia, lascialo perdere, non pensare più a lui” e intanto prendo il cellulare e le mostro una foto.
 
“Oh merda!”
 
“Già, merda” acconsento io.
 
“Ma proprio tanta eh” Liam guarda la foto e perde di vista la strada. Rientra subito in corsia quando si accorge di stare per uccidere un povero gatto indifeso.
 
“Non preoccuparti, sono una maga nel trovare la persona giusta, vero Liam?”
 
Ah, dimenticavo, Liam e Lexy sono fidanzati. Stanno insieme da due anni e sono felicemente innamorati l’uno dell’altra.
 
“Vero, amore” e per la milionesima volta in questa serata, o da quando stanno assieme, sento il bisogno di avere un ragazzo che mi ami come Liam ama Lexy, o come il mio papà amava la mamma, o come gli scoiattoli amano le noci, o come i cani amano…
 
Hai reso l’idea, tesoro.
 
Ho come l’impressione che Rudolf abbia un diavolo per capello.
 
E non ti sbagli, dolcezza.
 
Non preoccuparti, una bella sbronza farà al caso tuo.
 
E mentre continuo a consigliare a Rudolf dei metodi per gestire la rabbia, siamo arrivati al nostro locale preferito.
 
Qui si gioca a poker, si fuma di tutto e di più e soprattutto si fanno cose proibite di cui non posso fare nome, ma penso che abbiate capito.
 
Sesso, si fa sesso.         
 
Spingo via Rudolf dalla scena.
 
Ma soprattutto gente, si balla, quindi, se volete passare una notte da leoni, avete trovato il posto giusto.
 
Seguita dai miei fidati compagni, entro nel locale e appena metto piede lì dentro, io mio santissimo telefono comincia a squillare.
 
Senza guardare nemmeno con chi sto per parlare rispondo alla chiamata.
 
“Dove sei?”
 
No, vi giuro, mi viene da ridere.
 
“Hai sentito Olivia? Ti ho chiesto dove sei!” Harry sbraita per telefono.
 
“Che c’è? Hai finito di spassartela con Pam e adesso vieni da me?”
 
“Non fare la bambina e dimmi dove sei, vengo a prenderti” afferma e sento un urlo dall’altro lato del telefono.
 
“Cosa stai facendo a mia sorella?” mi preoccupo all’istante.
 
“Hai detto bene, tua sorella, perché non me lo hai detto prima?”
 
Cosa? Cosa non gli ho detto.
 
Un altro urlo mi perfora l’orecchio.
 
“Arrivo, tesoro!” Harry parla alla sua amata.
 
“Non dirmi che l’hai chiusa nell’armadio” sono allibita. Ho capito che io e Pamela ci odiamo, ma è sempre mia sorella e qualche volta, qualcosa di buono per me l’ha fatto.
 
Ad esempio, dopo la morte di nostro padre, mi ha tenuta con se nel suo letto ogni notte per mesi e io le sarà sempre grata per questo anche se si è sempre comportata da stronza.
 
“Se ti dicessi che non l’ho fatto, mentirei”
 
Gesù! Come ha potuto!
 
“Falla uscire immediatamente e ciao!” gli sbatto il telefono in faccia e entro nel locale.
 
Adesso sono più decisa che mai. Lo ignorerà così tanto da fargli avere seri dubbi sulla sua esistenza.
 
Raggiungo i miei amici e con piacere scopro che hanno già trovato un ragazzo tutto per me.
 
Gli stringo la mano e andiamo a bere, mente Liam e Lexy mi salutano sorridendo e vanno a ballare e a scommettere su chi vincerà la prossima partita a poker.
 
“Mi chiamo Zayn!” il ragazzo mi urla nell’orecchio.
 
“Io sono Olivia!” mando giù il bicchierino di vodka che ho ordinato.
 
“Lavori?” annuisco e gli faccio la stessa domanda.
 
“Si, lavoro come fotografo!” afferma sorridendo.
 
Prendo un altro bicchiere di vodka e gli offro un brindisi.
 
“All’amore!”
 
“All’amore!”
 
E mandiamo giù il liquido.
 
Parliamo di come sono belle le luci di questo posto, di come sono stronzi i ragazzi e le ragazze quando pensano di aver trovato l’amore della propria vita e poi incontrano un altro e ci vanno a letto.
 
“Senti, sto organizzando una festa e mi servirebbe proprio un fotografo” dico ad un tratto.
 
“Oh, sarebbe un piacere, è una festa a sorpresa?”
 
“Si e non sai quante sorprese ho in serbo per i festeggiati!” comincio a ridere maleficamente.
 
“Allora sono invitato ufficialmente?”
 
Sono ora che  un paio di luci sono puntate su di lui lo ammiro meglio.
 
Ha una bellissima carnagione bruna, i capelli e gli occhi scuri. Indossa un semplice jeans, una camicia colorata e delle scarpe da ginnastica.
 
Ha un viso pulito, non sembra una cattiva persona e non penso che lo sia. Il suo sguardo ha qualcosa di affascinante, misterioso oserei dire.
 
E sì, lo trovo carino, molto, molto carino.
 
Gli do il mio numero di cellulare e continuiamo a passare una bella serata insieme, come due persone che hanno appena cominciato a conoscersi.
 
 
 
Sono tornata all’hotel, mi è piovuto addosso durante il piccolo tratto di strada che ho percorso a piedi.
 
Con passo felpato entro dalla porta principale senza fare rumore. Il tempo di chiudere la porta che sento già una presenza possente dietro le mie spalle.
 
“Sei licenziata Olivia” 









Ragazze!
Si lo so, sono in terribile ritardo con questo capitolo, ma prometto che d'ora in poi aggiornerò più velocemente.
Sono riuscita a ricavare un piccolo spazio per me e questa storia, così ho organizzato la faccenda a giorni.
Bene, il sabato aggiornerò di sicuro e proverò a farlo anche in settimana. Non vi dico un giorno preciso perché dipende dai compiti che asegnano, ma penso che il martedì e il giovedì il capitolo dovrebbe essere pronto.
Non so più cos'altro scrivervi. Solo, scusate per il ritardo.
Alla prossima.
Baci c:

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***










 
“Vai a quel paese Louis!” dico sbattendo i piedi a terra per lo spavento.
 
“No, sul serio, è venuto a cercarti ed era furioso” spiega mentre io riprendo fiato. Non mi ero nemmeno accorta di trattenerlo. Se perdo il lavoro dove andrò ad abitare? È questa la mia casa.
 
“Dammi un secondo per parlarci, dov’è?” chiedo guarandolo in viso. Ha l’aria distrutta, gli occhi pieni di una malinconia dolce che mi fa sentire uno schifo. Forse sono stata troppo dura con lui, dovrei perdonarlo.
 
Rifletti bene prima di sbagliare un’altra volta.
 
“È uscito un’ora fa e non è ancora tornato” mi dice e mette le mani nelle tasche. Mi chiedo perché sia ancora vestito, non dovrebbe essere a dormire alle due di notte?
 
“Ti ha aspettata fino all’una, poi non ha resistito più ed ha preso la macchina”  lo guardo assonnata. Voglio dormire e non pensare più a niente.
 
“Sarei andato con lui, ma ho preferito aspettarti e avvisarlo nel caso fossi arrivata, perciò…” tira fuori il cellulare e capisco la gravità della situazione.
 
Se lo chiama tornerà all’hotel per licenziarmi, mentre se non lo fa, Harry continuerà a cercarmi facendo sbollire la rabbia.
 
Ok, è deciso, non lo chiamiamo.
 
Ottimo piano.
 
Grazie.
 
Louis sta facendo scorrere il dito tra i contatti della sua rubrica quando io gli schiaccio il piede con la punta della scarpa. Non ancora soddisfatta, con tanta violenza colpisco il suo ginocchio con un calcio.
 
Il povero ragazzo si piega in due, facendo cadere il cellulare a terra e accarezzandosi il punto dolorante. Afferro il telefono in questione e lo ripongo nella mia borsetta.
 
Chiudo la porta d’ingresso a chiave e dopo aver controllato le ventisette chiamate e i dodici messaggi di Harry decido che è arrivato il momento di andare a dormire, ma la notte è ancora troppo giovane anche se sono assonnata.
 
Sono seduta sul divano della hall, con i piedi nudi appoggiati sul tavolino di vetro e leggo i messaggi di minacce di morte dell’uomo che amo.
 
Uno di questi mi dice gentilmente che verrò licenziata all’istante appena mi avrà trovata.
 
E comunque, ho un piano geniale per la festa. Ho solo bisogno di uno spogliarellista e di un vestito decente, non posso presentarmi vestita da cameriera.
 
 
 
 
È mattina! Sono in giro per l’hotel dalle cinque, ho come l’impressione di aver dimenticato qualcosa, ma non so cosa.
 
Ho pulito un sacco di cose, ho aiutato a preparare la colazione e Harry sta entrando dalla porta della cucina.
 
Cosa?
 
Allarme rosso! Nasconditi prima che ti veda!
 
Salto giù dallo sgabello e mi rannicchio sotto al bancone. Sbatto di testa sullo spigolo ed emetto un verso di dolore.
 
“Dove sta?!” i pugni di Harry si schiantano sul marmo e io mi stringo di più su me stessa per la paura.
 
“Stia calmo, non è qui” la voce di uno dei dipendenti mi para le chiappe e io ne approfitto per sgattaiolare fuori di lì.
 
Origlio per un po’ la conversazione che sta avendo con i dipendenti.
 
“Trovatela e portatela con la forza nel mio ufficio!” un altro pugno di schianta sul piano da lavoro.
 
Merda!
 
 
Sto letteralmente tramando di paura. Sono seduta su una delle bellissime e scomodissime poltroncine nell’ufficio di Harry e sto già immaginando il momento in cui mi licenzierà.
 
Forse se lo faccio io sarà meno umiliante.
 
Ok, è deciso. Lo farò io, per il bene di tutti. Ho bisogno di un posto in cui stare però.
 
Chiederò a Lexy di aiutarmi per un po’, giusto il tempo di trovare un lavoro che mi permetta di comprare un appartamento, o ancora meglio una casa piccola per una persona sola.
 
Sul serio ti sei fatta licenziare perché non gli hai detto dove cazzo stavi ieri sera?!
 
Rudolf è arrabbiata con me e non posso biasimarla. Forse se avessi detto ad Harry dove mi trovavo adesso non saremmo a questo punto. Gli avrei detto che provo qualcosa per lui che va ben oltre l’affetto tra capo e dipendente e lui mi avrebbe baciata, cosa che aspetto da quando ci siamo conosciuti.
 
Forse, forse, forse. Ma ti senti? Chiedigli scusa!
 
Senti bella, anche lui ha commesso i suoi sbagli, non sono io quella che deve chiedere perdono!
 
Sto davvero avendo un dibattito con la mia coscienza? O come vuole essere chiamata lei dea interiore? Che poi non ha nemmeno le sembianze di una dea. È più cattiva di mia madre.
 
Non osare paragonarmi a lei!
 
La porta alle mie spalle si apre e io mi faccio piccola piccola sulla sedia. Ho tanta paura!
 
Ok, è il momento di farmi valere!
 
Faresti prima se rimani zitta e muta, senza neanche muoverti!
 
Mi alzo. Predo un respiro profondo e mi preparo a rovinarmi le corde vocali.
 
Il passo pesante di Harry si fa vicino. Lo vedo mentre si dirige al suo posto di combattimento, con una mano sul collo e la testa piegata di lato.
 
“Per colpa di un qualcuno qui presente, ho dormito in macchina” prova a raddrizzarsi ma proprio non ce la fa.
 
Uno a zero per me Mr. Styles.
 
“Ecco…” provo a prendere la parola.
 
“Non dire niente e ascolta!” mi ferma lui.
 
“No, ascolta tu. Se tu non avessi combinato tutto questo casino con Pam io non sarei uscita e non ti avrei chiuso fuori!” anche se non era mia intenzione farlo dormire all’aperto.
 
“Se vuoi licenziami, anzi no, lo faccio io!” prendo il grembiule bianco che ho legato alla vita e lo sbatto sulla scrivania per darmi delle arie.
 
Lo sto facendo sul serio?
 
Certo che è davvero liberatorio urlare. Adesso capisco perché la mamma lo fa sempre.
 
“Bene, ecco la tua lettere di dimissioni e per favore, lascia che io gestisca questo hotel da solo” prende da uno dei cassetti un foglio.
 
Bianco su nero leggo le due firme di mia madre e Pamela. C’è un terzo trattino vuoto, aspetta che io firmi su quel foglio e in un attimo diventa tutto chiaro.
 
Mio padre ha lasciato un parte di questo posto anche a me e non solo a sua moglie e a sua figlia naturale. Ma praticamente, adesso è tutto mio vero?
 
Vero.
 
“Sapevi tutto e non mi hai detto niente? Come ho potuto fidarmi di te!” è in preda dell’esasperazione. Si passa più volte la mano tra i suoi ricci. Per la prima volta vedo i suoi capelli naturali, senza un filo di gel e devo dire che mi piacerebbe poterli accarezzare.
 
“Non sapevo un emerito cazzo e poi…oh, merda, è mio!” gli punto il dito contro e comincio a saltellare.
 
“L’hotel è mio! Mio, solo mio!” butto a terra le due poltrone e strappo il documento e lo butto in faccia ad Harry che ha un espressione sconvolta.
 
“Perché lo hai fatto?” chiede guardando il foglio che ho distrutto.
 
“Non lo so e poi non dovresti averne una copia?” chiedo.
 
Gesù! Sono talmente emozionata.
 
Non dirlo a me, sto già festeggiando con lo champagne.
 
Immagino Rudolf con un bicchiere di cristallo in mano che balla a ritmo di musica. Ovviamente una musica da festa. Tutti i suoi amici immaginari fanno un trenino ed esultano dalla gioia.
 
Stai dicendo che sono un’ asociale?
 
Non mi permetterei mai.
 
E invece si. Ma adesso non è il momento di litigare con Rudolf. L’hotel è mio e io esigo gestirlo da me.
 
“Puoi scommettere sulla finta gamba rotta di Pam che io non firmo” gli punto ancora il dito contro.
 
“Dovrai passare sul mio cadavere!” si alza in piedi e sbatte le mani sulla scrivania.
 
“Ho pagato miliardi per avere questo hotel e tu, stupida ragazzina non mi impedirai di gestirlo!” dice a denti stretti.
 
“La ragazzina  ti farà passare i giorni peggiori della tua vita finché non cederai questo posto a me!” sbatto i palmi come ha fatto lui e ci guardiamo in cagnesco.
 
“Louis!” il ragazzo che ho di fronte urla come una femminuccia. In realtà non è vero, ma non mi vengono in mente insulti migliori adesso.
 
Bastardo, sei un vero bastardo.
 
“Eccomi!” il mio ex ragazzo entra nella stanza tutto affannato, ma penso che sappia di cosa stiamo parlando perché ha in mano un fascicolo di scartoffie.
 
Che professionalità Louis, che bravo.
 
“Tecnicamente, l’hotel in questione appartiene a tutti e due, a meno che Harry non rilasci una piccola firmetta e ritornerà nelle mani delle sue proprietarie, ossia alla famiglia Wilson” guardo attentamente Louis che mi sembra veramente un buon avvocato.
 
Ma si può sapere perché l’ho lasciato? Se stessimo ancora assieme avrebbe aiutato me.
 
“Viceversa, se tu Olivia, firmassi qui –mi porge un foglio- l’hotel sarebbe esclusivamente di Harry”
 
Ricapitolando. Io, Olivia Wilson, umile cameriera e figlia di un aristocratica che gestisce un hotel non sapevo di esserne proprietaria. Siccome mia madre e mia sorella hanno tenuto nascosta questa cosa sia a me che ad Harry questo posto è sia mio che suo. Io ed Harry stiamo litigando selvaggiamente per ottenere la legittima proprietà di questo posto e c’è qualcos’altro che dovrei sapere?
 
“Ho detto a Pamela che la festa è per lei e adesso pensa che voglio sposarla” dice Harry più a se stesso che a me.
 
Oh, beh… c’era da aspettarselo.
 
Sto per prendere il suo fermacarte e tirarglielo in testa quando Louis mi ferma.
 
“Non vogliamo che accada come quando hai aggredito Pamela in bagno”
 
Oh, no, credetemi, sarà molto molto peggio. 









Signori e signore, ecco a voi il tanto atteso capitolo!
Che ne pensate? Lasciatemi una piccola recensione c:
Non so cosa scrivere, quindi, vi lascio.
Baci c:

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***




 




 
Un giorno. Le è bastato un giorno per rivoluzionare tutto! E io, grande uomo d’affari, non riesco nemmeno a capire come sono finito in questa situazione.
 
Dio, Olivia, cosa stai combinando?
 
Perché non lasci che sia io a gestire questo dannato posto così la facciamo finita?
 
Perché lo fai? Per rovinarmi? O perché sei dannatamente gelosa? Di Pamela? Di Grace?
 
Non è stata una grande idea portarla a casa della mia ex moglie. Adesso lei sta bruciando dalla rabbia e sono sicuro che presto si sentirà male, ma così male che non vorrà più vedermi. Proprio come la mia Emily.
 
La mia bambina. Dove è finita?
 
Ho bisogno di vederla, di abbracciarla, coccolarla e chiarire che non sposerò Pam.
 
Salgo le scale con ampie falcate e corro in terrazzo. Una volta Emily mi ha detto che di mattina, quando non c’è nessuno a farle compagnia va lì a pensare.
 
Il mio cucciolo riflessivo.
 
Spalanco la grande finestra socchiusa e la vedo voltata di spalle che guarda il panorama di Londra. Le sue piccole mani stringono la ringhiera e si tiene sulle punte per guardare meglio la sua città. Accanto a lei c’è una persona indesiderata, la mia ex moglie. Quella che ha tradito me la fiducia di sua figlia, ma lei le vuole ancora bene ed io non sono nessuno per impedirle di vederla.
 
 “Tesoro” sussurro appena, ma so che lei mi ha sentito. Grace le mette una mano sulla spalla e annuisce.
 
“Papà” e si volta per guardarmi correndo tra le mie braccia. L’afferro prontamente e la stringo a me perché non voglio più lasciarla andare. Nemmeno quando sarà grande e dovrà sposarsi. Io la terrò con me.
 
“Mi dispiace tanto, non volevo comportarmi male!” e da qui cominciano a scendere le lacrime. Con la coda dell’occhio vedo la mia donna, o quella che è stata la mia donna, sorridere spensierata. Sembra quasi felice di vedermi e io non mi sento a disagio a condividere lo stesso posto con lei. Mi fa un cenno con la testa a mo’ di saluto e io rispondo.
 
“Non fa niente se vuoi sposare quella putty!” strilla il mio tesoro e affondo il naso nei suoi capelli morbidi e profumati.
 
“Ti voglio tanto bene” conclude singhiozzando.
 
“Anche io ti voglio bene” le lascio un rumoroso bacio sulla guancia e la faccio volteggiare. Le sue gambine sono aggrappate al mio busto e le sue mani al mio collo.
 
È così piccola. Così fragile ed è mia figlia. Non posso farle questo, non posso rovinarle l’infanzia per concludere un affare che non potrà portarmi nemmeno più guadagno.
 
Lascerò perdere tutto. L’hotel, il fidanzamento, i soldi. Continuerò a gestire la mia società e percorrerò questa vita con Emily e la donna che amo.
 
Mi ci voleva una bambina per farmi aprire gli occhi.
 
“Su, non piangere” strofino delicatamente la mia grande mano sulla schiena della mia piccola, ma lei continua a singhiozzare disperata sui miei vestiti.
 
Non credo di essere mai stato così contento del fatto che mi stano bagnando l’abito.
 
“Papà non sposerà quella putty, lo prometto” dico.
 
“Davvero?” con la sua vocina rotta dalle lacrime risponde.
 
“Davvero”
 
E l'uragano sembra calmarsi, ma si nasconde ancora nei miei vestiti vergognandosi. Grace mi guarda. Mi guarda e mi perfora la pelle. Mi perfora la pelle e mi sento a disagio. Ancora.
 
“È una scena molto toccante, ma Emily, non lasciarti ingannare dagli uomini, sono tutti uguali” la mia ''amata'' apre bocca e le sue parole mi pungono l’animo.
 
Bastarda, perché non stai zitta?
 
La guardo male e lei ridacchia.
 
“Tutti, tranne il tuo papà” così va meglio.
 
Emily mi bacia una guancia e mi dice che poi, dopo aver parlato con la mamma vuole passare del tempo con me ed io l’assecondo perché non sono un buon padre e me ne sono reso conto solo ora. Poi va via, lasciandomi solo con la traditrice.
 
“Ti ho amato veramente tanto” comincia Grace.
 
“Lo so, me lo hai sempre detto, anche dopo il divorzio” la mia voce è inespressiva.
 
“Cosa è cambiato?” mi chiede poi.
 
“Tu mi hai tradito e…le cose sono andate a farsi fottere” metto le mani nelle tasche e abbasso lo sguardo, non riesco a guardarla.
 
“Già, ti ho tradito” anche lei è in imbarazzo.
 
“Posso sapere con chi?” Non mi ha mai detto il nome. È arrivata quel giorno, mi ha detto che mi aveva messo le corna, abbiamo litigato per l’ennesima volta ed è andata via, lasciandomi solo con una bambina da crescere di appena due anni.
 
“Se fossi in te non vorrei saperlo” un leggero venticello le scompiglia i capelli e mi ritorna in mente la ragazza di cui mi sono innamorato. Eravamo giovani, certo, ma innamorati e nulla poteva spegnere il nostro amore. Nulla fin quando lei non mi ha tradito.
 
Se scopro chi è quel bastardo, giuro che…
 
“Non rovinare tutto, ancora una volta”
 
Io? Rovinare tutto?
 
“Ma se sei stata tu a tradirmi?!” nella mia voce alterata c’è un po’ di menzogna. So di non essere perfetto, ma che cazzo, anche io commetto i miei errori.
 
“Hai ragione-ride lievemente- ma adesso non sono più tua moglie e mi sento in dovere di dirti alcune cose”
 
La tensione è quasi del tutto sparita, mi sembra di parlare con una mia amica o semplicemente con mia sorella.
 
“Sei un gran pezzo d'...-fa una pausa- uomo”
 
Oh, mi aspettavo qualcos’altro, magari un insulto.
 
“Non puoi rovinarti ancora la vita sposando una donna che nemmeno ami” fa un passo in avanti e dopo tanto tempo mi accorgo che la ragazzina immatura che avevo sposato è diventata ormai una donna dalla personalità compiuta e affascinante.
 
“Olivia ti ama e Pamela è una zoccola”
 
No, mi sono sbagliato. È sempre la solita Grace, con il suo caratteraccio e la battuta sempre pronta. Ma adesso non è il momento di pensare a come è cambiata in questi anni.
 
Olivia mi ama e Pamela è una zoccola.
 
Le parole si ripetono nella mia testa.
 
Olivia mi ama.
 
Assaporo il gusto favoloso della notizia.
 
Olivia mi ama.
 
Non che io non sapessi che Olivia fosse attratta da me, ma addirittura amarmi?
 
Oh, Dio! Io non ho fatto altro che trattarla male da quando sta con Louis. Ammetto di essermi sentito al settimo cielo quando il mio avvocato mi ha detto che tra lui e lei c’erano delle piccole divergenze, ma ama me, dannazione. Non Louis, ma me!
 
“Non posso credere che tu sia stato tanto stupido da non accorgertene prima” Grace mi schiaffeggia una guancia, ma non ci faccio nemmeno caso perché sono troppo felice.
 
“Quella povera ragazza ha intenzione di rovinarti la festa pur di non vederti dare quell’anello a Pamela!” mi tira un altro schiaffo, sull’altra guancia.
 
“Questa notte è venuta a piangere da me e tua madre perché era disperata!” un altro schiaffo mi colpisce.
 
“L’hai accusata di averti mentito sulla questione dell’hotel, mentre lei non ne sapeva proprio nulla!” vedo che sta alzando ancora una volta la mano, ma io la fermo.
 
“E adesso basta” la mia mano sulla sua pelle mi ricorda un tocco famigliare.
 
Lei ride di gusto quando guarda la mia espressione.
 
“Vedi di sistemare tutto” e si incammina per andarsene, ma io la fermo.
 
“Aiutami, ti prego”
 
“Mi dispiace, hai voluto la bicicletta? E adesso pedala” e ondeggiando con il suo corpo va via, non prima però di avermi lasciato un ultimo consiglio.
 
“Per una volta, rovina i tuoi piani”
 
Ed è quello che ho intenzione di fare. Rovinare i miei piani.
 
 
Corro nella hall dove so che si trova Olivia. La vedo girata di spalle con i suoi capelli mossi che le scivolano sulle spalle. Il suo fantastico culo è fasciato da un abito bianco aderente che le da l’aria di una donna di affari.
 
Vuoi distruggermi, amore?
 
Parla con Louis e sembra prendere parte alla discussione in modo animato.
 
“Non torneremo assieme, scordatelo!”
 
“Olivia, sii ragionevole”  l’afferra per il collo, ma lei prova ad allontanarlo.
 
“Non toccarmi, mi infastidisce”
 
Alla faccia del:”La nostra relazione ha qualche problemino”  questi due si sono proprio lasciati.
 
Vai così Olivia! Veni da me e giuro che non te ne pentirai.
 
Li sto spiando da lontano, quel tanto che mi permette di non perdermi nessuna scena.
 
“Vai via, devo lavorare!” e Louis va via infuriato.
 
Mi avvicino cautamente e mentre lei guarda la lista che ha in mano le appoggio i palmi sui fianchi facendola saltellare sui tacchi.
 
“Perdonami” le sussurro all’orecchio riferendomi a quello che è successo ieri sera.
 
È passato un giorno e ha già fatto una propaganda assurda all’hotel, ha cambiato la disposizione dei mobili e si sta comportando da donna adulta.
 
“No, non darmi il contentino come hai fatto con Emily”
 
Sa che abbiamo fatto pace? Ma certo, Emily le racconta di tutto e di più.
 
“Non voglio darti il contentino, ho bisogno di te per gestire questo posto” continuo, portandola a piccoli passi fuori.
 
Oggi c’è un gran sole, lei sta mostrando un sacco di pelle e io non posso trattenermi dal toccarla.
 
La guardo meglio ed una riga scura percorre il contorno dei suoi occhi penetranti, le ciglia lunghe sono più scure oggi e le labbra sono tinte di rosso.
 
Riesco a vedere le leggere occhiaie coperte dal trucco. Non ha dormito per colpa mia.
 
“Dammi del tempo per chiarire con Pamela” Ancora mi fa strano sapere che sono sorelle.
 
Non si assomigliano per niente.
 
“Del tempo? Ti sto aspettando da un mese, da quando mi hai esplicitamente detto che sei attratto da me!”
 
Questo è vero. Colpito e affondato.
 
“Grace mi ha detto che provi un certo sentimento per me” dico riemergendo dall’abisso in cui mi aveva gettato.
 
Lei arrossisce e guarda dall’altro lato.
 
“Non è vero, sei uno stupido, io ti odio”
 
Mi viene voglia di licenziarla, ma ricordo che l’hotel è anche suo e mi blocco sul colpo.
 
“La festa è domani, prepara un discorso per quando vorrai spargere la voce che stai per sposare quella” fa una smorfia di disgusto e va via, incolpandomi ad ogni passo di essere un emerito figlio di buona donna.









Ok, eccomi. 
Lo so, non sono una brava ragazza. Non sono costante con il mio passatempo preferito, ma...
No, niente ma, non provo nemmeno a giustificarmi. Comunque, il capitolo è qui e presto, questa ff finirà.
Un po' mi dispiacie, credo sia il mio più grende capolavolo e poi è la prima che ho scitto.
Mi scuso per questi mesi di assenza, ho attraversato un periodo no.
Vorrei però ringraziare ora, tutte quelle che continuano a seguire questa storia nonostnte i miei ritardi, vi ringrazio per le innumerevoli visualizzazioni e per tutti i fantastici commenti che mi avete scitto  nelle recensioni precendeti.
Ho iniziato una nuova storia My mother's boyfrend, qualcuna di voi l'ha letta? Cosa ne pensate.
Credo che cancellerò Funny Cinema o la lascerò in sospeso e la riprenderò quest'estate, consigliatemi voi.
Baci c:

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Porca merda.
 
All’improvviso  mi rendo conto che non sono per niente pronta per questa serata.
 
Un giorno passa in fretta e adesso mi ritrovo a guardarmi allo specchi mentre mando giù un ultimo bicchiere di vodka .
 
Indosso un abito lungo rosso, abbastanza scollato sul davanti, con una cintura di diamanti in vita e che cade morbido lungo i fianchi fino a coprire le decolté nere che porto ai piedi.
 
Non posso farcela.
 
Anne e Grace mi hanno abbandonata all’ultimo minuto dicendo che non se la sentivano di rovinare la festa ad un loro caro.
 
Io, invece, non demordo. Anche se mi tremano le gambe e le mani e sto sudando come un maiale, voglio portare a termine questa cosa.
 
Ho annullato tutti i piani che Anne e Grace avevano preparato per mettere in atto il mio di piano.
 
Ho convinto Niall, l’aiutante giardiniere ad essere mio complice. Nemmeno lui sopporta Pamela, mi ha detto che stavano insieme da un bel po’, ma appena è arrivato Harry lei l’ha lasciato. Ovviamente a Niall non è mai andata bene questa cosa e l’altro giorno nel corridoio ha cercato di farle cambiare idea e tornare assieme.
 
Peccato che non ci sia riuscito.
 
Però chi l’avrebbe detto. Niall e Pamela.
 
Cosa avrà mai visto in lei, poi.
 
Guardo la punta lucida delle mie scarpe e penso a quello che abbiamo organizzato io e Niall per rovinare la festa a quei due.
 
 Harry vuole fidanzarsi con Pam, bene. Io però, voglio vendicarmi. Lui mi ha presa solamente in giro, forse voleva portarmi semplicemente a letto per sfogare lo stress del lavoro su di me, ma io sono stata più furba.
 
Non mi lascio prendere in giro dagl’uomini, specialmente da uno come Harry.
 
Dopo questa piccola analisi mi sento più coraggiosa e probabilmente sono pronta per affrontare questa dannata serata.
 
Così ti voglio:  agguerrita.
 
Per la prima volta parteciperò ad un festa di gala come invitata e non come cameriera, mi sento importante.
 
Prendo la pochette ricoperta di lustrini che è appoggiata sul letto ed esco fuori dalle mia camera. Cammino per il corridoio lentamente mentre indosso la mia maschera la quale proviene direttamente da Venezia e copre la metà del mio viso. Prima di lasciarmi Anne e Grace hanno avuto almeno il buon senso di aiutami con l’abbigliamento.
 
Non so cosa le abbia convinte a lasciar perdere questa faccenda, ma non riesco ad odiarle per questo. Sono comunque delle bravissime persone e anche se ci conosciamo solamente da pochi giorni, sento di essermi affezionata parecchio a loro.
 
Ma non ad Harry.
 
Non negare l’evidenza, però.
 
Quale?
 
Di essere innamorata di lui.
 
Non dò ascolto a Rudolf, certo, Harry mi è piaciuto fin da subito, ma posso dimenticarlo. Mettere una bella pietra sopra questa storia e forse tirarla anche in faccia a lui una bella pietra, ma queste sono sottigliezze.
 
Cammino per il corridoio e sento il rumore di piccoli piedi che saltellano nella mia direzione. Emily è vestita benissimo e sembra essere piuttosto felice del fatto che Harry  stia per mettere nero su bianco il suo fidanzamento con Pamela.
 
Stringo i denti per non urlare e sorrido alla piccola che si trova proprio difronte a me. Porta una mascherina bianca decorata con dei brillantini e i suoi capelli sono raccolti in una coda alta come la mia, con l’unica differenza che lei ha dei bellissimi ricci e io degli  spaghetti piastrati.
 
Il suo vestitino è molto carino. È di un rosa cipria e arriva fino a ginocchio.
 
“Ciao” mi saluta sorridendo.
 
“Ciao” sorrido a mia volta non capendo il motivo di tanta felicità. Ieri piangeva disperata e oggi emana gioia da tutti i pori.
 
Mi avrà tradita anche lei come Anne e sua madre?
 
Credo proprio di sì, dolcezza.
 
“Sono tanto felice” dice ridacchiando.
 
“Perché?”
 
Cioè, tuo padre sta per sposare un’emerita stronza e tu ridi?
 
“Questa sera il mio papà chiederà alla donna che ama di sposarlo” mette le mani dietro la schiena e comincia a dondolarsi sulle punte dei piedi sorridendomi innocentemente.
 
Per poco la mascella non tocca terra per la notizia sconvolgente.
 
Vuole addirittura chiederle di sposarlo?
 
Oh…
 
Rudolf, che si era preparata per la serata con il vestito più carino che avesse, ha preso una bottiglia di vodka e adesso beve per la disperazione.
 
“Ho detto qualcosa di brutto?” Emily mi prende per mano e riprendiamo il cammino insieme.
 
“N-no, sono solo stanca” sussurro trattenendo le lacrime.
 
Per fortuna che ho la maschera.
 
Stiamo quasi per scendere le scale quando vedo Niall con un mantello nero dall’altro l’atro del corridoio. Una fune divide il soffitto della sala del ricevimento a metà. Parte dalla parete opposta, dove si trova Niall, fino al piccolo palco dove Harry dovrebbe fare il suo discordo. Quando quest’ultimo comincerà a parlare Niall farà la sua entrata.
 
Stranamente io non ho organizzato niente di questo scherzo, ma Niall aveva in mente di fare questa cosa dai tempi del liceo e così gli ho dato il mio consenso.
 
E poi mi sembrava una buona idea.
 
Guardo per un attimo gli invitati che non si sono accorti del filo metallico che si trova sopra di loro.
 
Palloni gonfiati.
 
Quando sarò ricca non mi comporterò da smorfiosa come fanno le ragazze che ho conosciuto in questo posto. Restò me stessa.
 
Cioè goffa, schizzata e stupida?
 
Adesso non cominciare Rudolf, torna ad ubriacarti.
 
Guardo le spalle di un uomo che parla con gli invitati e quando la maggior parte delle persone si gira verso di me che sto scendendo le scale mano nella mano con Emily anche lui si volta.
 
Harry.
 
Indossa uno smoking nero e al collo ha un papillon. Dalla maschera, sempre nera, riesco a vedere i suoi occhi verti che brillano.
 
Deve essere felice.
 
Cornuto.
 
Sorride nella mia direzione e lo vedo avvicinarsi e il cuore comincia a battere. Lo guardo e anche lui mi guarda fino a quando una stronza non decide di rovinare tutto.
 
“Amore”  Pamela si trova proprio dietro di me e corre verso il suo amore come un toro. Rischia quasi di cadere dai tacchi e io mi auguro buona fortuna perché dovrò sopportarli tutta la serata. Lui la prende sottobraccio e si immergono tra la folla mentre io scendo ancora le scale.
 
Arrivata all’ultimo gradino un ragazzo mi porge la mano che io prontamente afferro  e solo dopo aver sentito con quale forza mi ha stritolato le dita mi accorgo che quel ragazzo è Louis.
 
“Sparisci!” dico in un tono molto alto.
 
Stringo a mia volta la sua mano per fagli capire chi comanda adesso. Ha reso sua moglie una cornuta e io sono l’amante con cui l’ha tradita.
 
“Come ti sei sentito quando hai tradito il tuo migliore amico?” gli chiedo mentre afferro un calice di champagne dal vassoio di un cameriere.
 
Mentre lui pensa ad una risposta io mando giù il liquido sentendo le bollicine pizzicare nella gola e poi finire nello stomaco.
 
Dovrei mangiare qualcosa prima di ubriacarmi, ma fa niente.
 
“Malissimo, ma io amavo Grace e…” si ferma di colpo e io lo guardo negli occhi. Appoggio la testa sulla sua spalla e sospiro.
 
“Adesso non l’ami più?” chiedo con una punta di malizia, ricordando le cose che abbiamo fatto quando ancora non sapevo che fosse sposato.
 
Cazzo. Che vergogna.
 
“Poi sei arrivata tu e non eri nei miei piani”
 
Certo, non ero nei suoi piani.
 
“E rubare la moglie del tuo migliore amico era nei tuoi piani?” chiedo retoricamente.
 
“Sei stato anche tu l’amante di qualcuno dovresti capire come mi sento e il fatto che tu non mi abbia detto di essere sposato rende il tutto più difficile” spiego cercando di mantenere la calma e lui resta in silenzio e guarda nel vuoto.
 
Siamo al centro della sala e un po’ di gente ci sta guardando. Non capisco cosa vogliano questi ricconi, fatevi gli affari vostri.
Stiamo solo parlando. Stiamo discutendo per la precisione, ma non mi sembra ci sia qualcosa di sbagliato.
 
“Dovresti dire ad Harry che sei spostato con Grace” dico e lui mi guarda sconvolto.
 
“Sei matta, mi odierà per tutta la vita!” Scrollo le spalle.
 
“Problemi tuoi, noi non stiamo più assieme” dico tutto questo mentre sono di spalle e sto per andarmene.
 
 
Bene. Sono passare due ore e Harry non ha ancora fatto il suo discorso per annunciare il suo fidanzamento con Pam. Non mi ha detto quando l’avrebbe fatto anche perché sono stai giorni di fuoco tra me e lui. Ho praticamente ristrutturato tutto l’hotel, ho cambiato la disposizione dei mobili e ho fatto assumere del personale in più. In fondo mi ha chiesto lui di essere la sua segretaria e ho portato avanti il lavoro che avrebbe dovuto finire da tempo.
 
Questa sera non ci siamo proprio visti, a parte quando stavo scendendo le scale, ma dubito fortemente che stesse guardando me e non la sua adorata ragazza.
 
Morirò quando le chiederà di fidanzarsi con lui.
 
Ha comprato anche l’anello quel bastardo e me lo ha anche sbattuto in faccia.
 
Avrei dovuto mettere i vermi nella torta e non ascoltare il consiglio di Anne.
 
Se solo quelle due non mi avessero abbandonata, adesso Pamela sarebbe già in ospedale, Harry avrebbe perso ogni sua proprietà in questo posto e io mi sarei goduta finalmente ciò che mi spetta da anni, ovvero questo hotel e un terzo dei risparmi messi da parte da mio padre.
 
Cosa mi sono persa.
 
Mi sono lasciata abbindolare da quella vipera di mia madre e non ho un soldo.
 
Molti dicono che i soldi non fanno la felicità, ma io dico che la fanno, la fanno eccome.
 
La gente ricca intorno a me sta ballando mentre io sono seduta ad un tavolo da sola e li guardo mentre sguazzano felici nei loro soldi, nel caviale e nel vino costoso. Questa vita non fa per me. Io sono abituata ai pigiami con i panda e le pantofole di qualche cartone animato. Voglio dire, vorrei essere ricca, ma sono sicura che non riuscirei mai a spendere un patrimonio, darei tutto in beneficenza.
 
E mentre penso a tutto ciò un Harry in giacca e cravatta sale sul palco e toglie la maschera.
 
È arrivato il momento.
 
Stingo i denti per la gioia.
 
Tocca un paio di volte un microfono per vedere se funziona e io mi alzo da dove sono seduta e mi dirigo al centro della sala per non perdermi la scena.
 
“Buona sera a tutti” dice con quella sua voce seducente.
 
Potrei svenire adesso, ma non voglio perdermi questo momento.
 
“Vorrei fare un piccolo discorso-si schiarisce la voce- ho organizzato questa festa, non solo per inaugurare quella che sarà la rinascita di questo posto…”
 
Da qui, parte il suo monologo su come è nato l’hotel e parla anche di mio padre ricordando tutto quello che ha fatto per rendere questo posto quello che è oggi.
 
“Vorrei ringraziare il sig. Wilson…” Parte un applauso che interrompe le sue parole e lui cerca subito di bloccare le mani della gente e riprendere il discorso.
 
“Vorrei ringraziarlo perché mi ha dato modo di conoscere una persona fantastica, umile e quasi sempre gentile” fa una piccola risata che mi fa tremare il cuore.
 
Parla di Pamela.
 
Oh, mio Dio mi viene da piangere.
 
Le lacrime minacciano di uscire ancora una volta da quando ci siamo conosciuti. Mi dispiace terribilmente di non essere alla sua altezza e pagherei con tutto l’oro del mondo per essere su quel palco a baciarlo e a stringerlo.
 
Sto per ritirarmi nella mia stanza per piangere quando Anne e Grace mi si affiancano e mi tengono ferma per le braccia.
 
“Ascolta” sussurra Grace.
 
“Perciò, ho organizzato questa festa in onore di questa persona.” Stringe il microfono e io guardo in basso verso i miei piedi. Questo non posso sopportarlo.
 
“Sto parlando di una ragazza, che è praticamente uno dei pilastri fondamentali dell’hotel e, da un po’ di mesi anche della mia vita. È un punto di riferimento anche per la mia bambina che non potrebbe vivere senza di lei” alzo lo sguardo e vedo già Pamela che sta per salire sul palco. Mi guardo attorno e la gente sorride, due anziani si tengono per mano e si fissano negli occhi innamorati.
 
Penso a come sarebbe invecchiare con Harry. Mi prenderei cura di lui sempre, anche dopo ogni litigata.
 
“Anche se –il pianista dietro di lui comincia a pigiare i tasti e una musica invade la stanza- anche se, ci conosciamo da poco, questa ragazza mi ha rubato il cuore e non vuole più restituirmelo, quindi questa sera sono qui per chiederti…” caccia una piccola scatola dalla tasca desta e Pamela è quasi al suo fianco.
 
“Olivia Wilson vuoi sposarmi?”
 
Le parole fanno eco nella mia testa e i cuore mi batte all’impazzata.
 
Cosa cazzo è successo?
 
Rudolf è svenuta e forse lo persa per sempre.
 
“Oh, mio Dio” sussurro e porto una mano alla bocca mentre la gente comincia ad applaudire e ad urlare: ”Bravo” da tutte le parti.
 
Anne e Grace mi lasciano e mentre sto per salire e andare ad abbracciare il mio amore sul palco, Niall in tutto il suo splendore, cala giù dalla fune completamente nudo e con le sue ali da cupido vola dritto in faccia ad Harry facendolo cadere per terra.
 
È un attimo terribilmente divertente, ma sono così preoccupata che Harry si sia fatto male che la ridarella si blocca nella mia mente.
 
“Oh mio Dio!” questa volta urlo più forte e corro accanato a lui.
 
Pamela e Niall sono sconvolti e guardano Harry steso sul pavimento. Il biondo è tutto nudo e possiamo vedere esattamente come mamma l’ha fatto. Il pianista gli porge la sua giacca per coprirsi.
 Attorno alla testa di Harry c’è del sangue, deve essere sbattuto su uno dei piedi del pianoforte. Vorrei piangere e urlare.
 
 Il pianista chiama della gente del personale che a loro volta chiamano un ambulanza visto che l’uomo della mia vita ha perso i sensi e non risponde ai miei richiami. Lo picchio fortemente ovunque per provare a svegliarlo.
 
“Harry, tesoro, era uno scherzo” gli schiaffeggio le guance e metto la sua testa sulle mie ginocchia. Che cazzo ho combinato? Dovevo solo impressionare la gente.
 
Pamela va via e comincia a sbraitare contro tutti. Mia madre prova a calmarla. Anne si trova accanto a me e controlla che il battito di Harry ci sia ancora e che io non l’abbia fatto fuori ancor prima di sposarci. Grace sta letteralmente calmando la gente e io, sto maledicendo me stessa per aver combinato tutto questo. 

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