Nata dalla notte

di CloveRavenclaw39
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte prima della scelta ***
Capitolo 2: *** La residenza degli Intrepidi ***
Capitolo 3: *** Il giorno della scelta ***
Capitolo 4: *** Christopher e James ***
Capitolo 5: *** Tori ***
Capitolo 6: *** E' una candida, ovvio! ***
Capitolo 7: *** Prima a saltare ***
Capitolo 8: *** Analgesici e recinsioni ***
Capitolo 9: *** Strappabandiera ***
Capitolo 10: *** Vernice ***
Capitolo 11: *** Paura di morire infilzato?!? Ovvio! ***
Capitolo 12: *** Agguati irritanti ***
Capitolo 13: *** Nathalie ***
Capitolo 14: *** Classifica ***
Capitolo 15: *** Edward ***
Capitolo 16: *** missioni suicide mascherate da gioco ***
Capitolo 17: *** seconda fase ***



Capitolo 1
*** Notte prima della scelta ***


Vi presento la famiglia Prior, Abneganti. Sono una delle famiglie più rispettate nella loro fazione. Oggi i loro figli stanno per affrontare un test – il test attitudinale. Un test che verificherà la loro vera natura: per quale fazione sono geneticamente programmati. Non lo sa più Tris, seduta al tavolo mangiando in silenzio. Non sta facendo caso a cosa stanno dicendo i genitori. Il risultato del test l’ha sconvolta: sapeva di non essere una buona abnegante, ma addirittura che fosse fatta per tre fazioni… La ragazza che le aveva fatto il test, Tori, non era stata molto chiara, e lei non aveva capito un granchè. Quando i genitori li avevano mandati a letto prima era stato per lei un miracolo inaspettato. Si era lavata, vestita e coricata. Poco dopo aveva sentito qualcuno entrare nel suo letto, e due mani gelate picchiettarla sulla schiena. Si girò, trovandosi davanti un viso identico al suo.
- Qual è stato il risultato del tuo test?- le sussurrò una voce uguale alla sua, solo più affilata.
- Credo che tu lo sappia- bisbigliò a sua volta. La ragazza annuì.
- Intendo nello specifico Tris-. Tris. Le aveva affibbiato lei quel soprannome che adorava.
- Eruditi, Abneganti e Intrepidi. Tu?-. sapeva che di lei si poteva fidare. Infatti annuì.
- Anche a me. Io non voglio rimanere negli Abneganti Tris- le confessò. La bionda annuì.
- E io non voglio essere un’erudita-. La ragazza dalle mani fredde sorrise, Beatrice poteva sentirlo.
- Allora resta una sola scelta-. Beatrice, detta Tris, strinse a se il corpo di Deliverance, detta Rid o semplicemente R, sua sorella gemella, e insieme, passarono la loro ultima notte da Abneganti.
 

Writer'scorner
Ciao ragazzi! mi sono lanciata su questa fanfiction dopo aver letto per la 23esima volta il primo libro della saga. so che il primo capitolo è corto, e infatti è una specie di prologo. spero che vi piaccia, fatemi sapere! bacioni
Jules

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Capitolo 2
*** La residenza degli Intrepidi ***


Quando tutti, dal primo all’ultimo, furono saltati, Eric comparve di fronte a loro.
- Bene. Tutti quelli che sono qui, da oggi in poi saranno iniziati. Loro sono Laurel e Quattro, i vostri istruttori. Gli interni seguano Laurel, non avete bisogno di un tour, i trasfazione vadano con Quattro. E mi raccomando: un solo errore e siete fuori- e con quella minaccia se ne andò. Loro si limitarono a seguire l’istruttore con il nome strano, che fece fare loro un giro del quartier generale degli i Intrepidi.
-…e questo è lo strapiombo, che ci ricorsa che c’è una sottile linea tra coraggio e idiozia saltare da qui per gioco è un modo sconsiderato di porre fine alla vostra vita. E’ già successo e succederà ancora. Se siete brilli vi sconsiglio di avvicinarvi troppo. E ora vi porto a vedere la vostra camera-. A quelle parole Christina alzò il sopracciglio, ma prima che potesse aprire bocca Quattro la anticipò.
- Si, Candida, ho detto camera al singolare. Vedi di fare poche scenate: se avessi voluto ascoltare le vostre discussioni avrei scelto i Candidi non credi?-. Alcuni dei ragazzi ridacchiarono, mentre Christina si lasciò andare ad un verso di frustrazione. Quindi l’istruttore li condusse su per una scalinata, che dava sul burrone del Pozzo, e quindi in un corridoio molto stretto. Poi aprì una porta, e li fece entrare. L’ambiente era abbastanza ampio, con due serie opposte di letti a castello. Subito Tris prese posto sul letto più vicino al bagno, seguita poi da Rid, che si accomodò su quello alto. Christina prese posto accanto a loro, per poi andare nel bagno. E uscirne con un’espressione allibita.
- Bagno unico? Sul serio?- chiese. Quattro le fece un’alzata di spalle, ignorandola, mentre i maschi ridacchiavano. Deliverance guardò preoccupata Tris, che le strinse la mano.
- Ora aspettatemi, poi dovrete spogliarvi e io e un’Intrepida vi porteremo degli abiti consoni alla vostra nuova fazione. Siete solo in dieci, ci vorrà poco- disse, e uscì. Era vero, dieci erano pochissimi. Christina fece una smorfia, e si avvicinò alle gemelle.
- Ma non hanno pensato che ci sono sia maschi che femmine quando hanno costruito questa camera?- sbuffò la candida, cominciando a togliersi la giacca nera.
- Lo fanno per la pressione psicologica: nessuno spazio personale e assenza di privacy dovrebbero farci crollare prima- disse Deliverance, e Tris fece una smorfia di consenso.
- Beh, io tutta questa tensione non la sento proprio! Piacere, io sono Will-. Un ragazzo erudito si era immesso nella loro conversazione, tendendo la mano a Christina, che la prese con un sorriso.
- Piacere Will. Io sono Christina-. Quindi l’erudito tese la mano a Tris.
- Noi siamo Tris e Rid- disse, presentando anche sua sorella, che perforava il ragazzo con i suoi occhi da lupo: infatti quando erano i tensione, o preoccupate, e comunque provassero forti emozioni, gli occhi delle due gemelle da azzurri con poche pagliuzze bianche , assumevano una tonalità un po’ più chiara di celeste, diventando praticamente grigi, gelidi, color ghiaccio. Le presentazioni furono interrotte da Quattro che entrava in quel momento seguito da una donna che le due gemelle ben conoscevano: Tori, che aveva fatto loro la siringa del test attitudinale. La donna aveva tra le braccia dei capi neri, che poggiò sul letto di Christina.
- Quattro ragazze trasfazione. Tutte qui per favore-. Le tre amiche si avvicinarono, e con loro anche un’altra ragazza, che più che una donna sembrava un montone. Tori tese loro fogli penne e metri.
- Ho bisogno di sapere altezza, vita, fianchi e seno, perché qui non abbiamo le taglie come i candidi-. Tris guardò la gemella, che le lanciò un’occhiataccia e alzò le braccia sbuffando: essendo omozigoti erano uguali, quindi bastava una sola misurazione. Con la coda dell’occhio Rid notò che anche i maschi erano alle prese con i metri.
- Altezza…1, 64 metri. Vita…62 centimetri, fianchi…84 centimetri e seno…89 centimetri- sussurrava Tris, per poi scrivere le misure sul foglio e darle a Tori.
- Una sola misura?-. Poi le guardò, e fece un leggero sorriso – ma certo, gemelle-. Quindi tese loro due pantaloni attillati con lei reggi coltelli ai lati della gamba sinistra o destra a seconda del paio, due canotte attillate e due giacche nere di pelle, oltre che l’intimo –tutto nero ovviamente. Le due sorelle andarono nel bagno, ancora provvidenzialmente vuoto, e in fretta si tolsero quel che restava del vestito grigio, i reggiseni e le mutande, infilandosi presto l’intimo. Al collo entrambe avevano le collanine che aveva regalato loro la loro madre cosa proibita per gli Abneganti. Allora Tris la tolse dal collo, e veloce la infilò nella tasca della giacca. Rid le sorrise, imitandola. Quindi cominciarono a vestirsi. Mentre Tris si infilava la canotta con non poca fatica visto quanto era stretta, la sorella si stava infilando i pantaloni, che non salivano oltre la coscia.
- Sono troppo attillati, non respiro!- scherzò Tris, mentre la sorella piegava leggermente la schiena indietro per appiattire ancora di più la pancia già piatta di suo. Quando riuscì finalmente ad abbottonare quel pantalone/trappola, qualcun altro entrò nel bagno.
- Ciao ragazze. Vi imbarazzate o posso vestirmi?- chiese Will tutto rosso, ma le due ormai avevano finito.
- Fai pure, noi siamo pronte- disse Rid, mettendosi la giacca e uscendo dal bagno seguita dalla sorella, con in mano i panni da abnegante, che poggiarono sul letto. Christina era appena entrata in bagno, mentre l’altra ragazza, Molly aspettava che Tori le desse dei vestiti. Tra i maschi erano quasi ancora tutti alle prese con i metri. Rid guardò la sorella che si era seduta sul letto alto con un’occhiata di scherno, appoggiandosi alla struttura del letto con le braccia conserte, e Tris le sorrise ridacchiando. Quando ( dopo parecchio tempo) furono tutti pronti, Quattro li accompagnò alla mensa. Appena entrarono, tutti gli occhi degli Intrepidi furono per loro e si alzarono per applaudire, e Tris arrossì un po’. Quella era una delle differenze tra le due gemelle: Rid era molto orgogliosa, decisa, aveva un portamento fiero e camminava sempre a testa alta. Era infatti una pessima abnegante, la mamma lo diceva sempre. Le due ragazze seguirono Christina, e si sedettero insieme ad uno dei tavoli ancora vuoti. Subito la trasfazione candida prese un hamburger, mentre le due gemelle si lanciarono un’occhiata confusa. Christina lo notò subito.
- Che c’è? Non vi piacciono gli hamburger?-
- Hamburger? Si chiamano così?- chiese Rid, scrutando quei panini diffidente. Per poco Christina non si strozzò.
- Come cosa sono gli hamburger? Sono questi!- esclamò mostrando il panino. Tris guardò la gemella, prendendone uno.
- Guadate che non mordono- disse una voce dietro di loro. Quattro si sedette accanto a Tris, prendendo un panino.
- Gli Abneganti non mangiano cibi elaborati- disse poi rivolto a Christina, che strabuzzò gli occhi. Poi tese della salsa rossa a Tris  - mettici questa sopra-.
- Perché scusa?- chiese Christina, riferendosi alla precedente affermazione di Quattro
- Tutto ciò che è superfluo viene considerato inutile ed egoistico- sussurrò Tris, addentando il panino. Rid la guardava con le sopracciglia alzate.
- Non mi meraviglia che ve ne siate andate- disse la candida.
- Già- mormorò Rid- è stato proprio per il cibo!-. Quattro sorrise, mentre Christina rideva.
- Com’è?- chiese allora, osservando la sorella masticare e deglutire.
- Non male!- esclamò Tris, mentre Christina rideva. Fu un pranzo parecchio divertente, finché Eric non si accostò al loro tavolo.
- Hey Quattro, siedi con i trasfazione?- disse, sbeffeggiandolo.
- Perché, cerchi posto?- rispose altrettanto con scherno Quattro. Così Eric si sedette accanto a Deliverance. Le due gemelle si guardarono: erano strette tra due fuochi. Christina stava per dire qualcosa, ma il capofazione, Eric prese parola.
- Beh? Non me le presenti?- chiese.
- Queste sono Tris, Rid e Christina-
- Oh-oh Rigide- esclamò sorridendo – vedremo quanto riuscirete a resistere-. Le due gemelle avevano la risposta sulla punta della lingua ma con un’occhiata capirono che era meglio stare zitte: tutto pur di non avere gli occhi puntati addosso. Eric tamburellava le dita sul tavolo, e stava per dire qualcosa quando Mx, l’altro capofazione, prese la parola
- Intrepidi! Diamo il benvenuto ai nuovi iniziati! Domani cominceranno il primo modulo di addestramento, e le classifiche saranno esposte qui in sala. E ora buona cena a tutti!-. Max si sedette, e i ragazzi per alleggerire l’atmosfera cominciarono a conversare normalmente.


Writer's corner
scusateeeeee! lo so che dovevo aggiornare ieri, ma sono stata in calabria ( in un giorno andata e ritorno non vi dico) per visite mediche....spero che il capitolo vi piccia, ci vediamo tra due settimane, bacioni e tanti saluti a tutti, in particolare a qwqwq, mommia0601, Shauna e MM_White ( spero sarai felice di aver letto di Eric cara) a presto
Jules

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Capitolo 3
*** Il giorno della scelta ***


La mattina dopo, di pomeriggio, la famiglia Prior, e tutte le famiglie dei ragazzi, erano sedute, in attesa delle decisioni dei loro figli. Marcus aveva appena finito il discorso, e presto sarebbe venuto il loro turno. Loro fratello le guardava. Erano sicure che sarebbe rimasto tra gli Abneganti. Quando lo chiamarono, facendo per scendere, fece loro una carezza sul capo. Caleb camminò fino alle cinque coppe, e si ferì il palmo della mano. Come al rallentatore, le due ragazze videro la mano di loro fratello vagare sulle coppe, e fermarsi su quella degli Abneganti. Per poi andare su quella degli eruditi, e far cadere il sangue nella limpida acqua. Tris e Rid si guardarono, entrambe a bocca aperta. Come potevano loro essere Abneganti se anche loro fratello, abnegante perfetto, aveva scelto un’altra fazione?
- Beatrice e Deliverance Prior-. Le due gemelle si alzarono, e la loro ultima occhiata fu rivolta alla loro madre, Nathalie. Le volevano bene, ma come aveva detto loro ‘dovevano convivere con la loro scelta’. La donna aveva detto loro che in quanto sorelle gemelle sarebbero state chiamate insieme. Le due scesero in silenzio, e si misero ai lati opposti del tavolo con le bocce, una nella fila interna una nella fila esterna. Entrambe si ferirono il palmo. Misero la mano ferita sulla boccia che avevano davanti, Pacifici per Deliverance e Candidi per Beatrice. Poi, con lentezza estenuante presero a muoversi, facendo vagare le due mani sulle bocce. La mano di Beatrice era ferma sulla boccia con le pietre grigie, simbolo degli Abneganti, mentre quella della sorella sembrava volesse raggiungerla, invece, con un veloce movimento, le due fecero incontrare le loro mani sulla boccia  degli Intrepidi, unendole nel simbolo degli Abneganti. La goccia del loro sangue, diverso per quanto uguale, crepitò sui carboni ardenti. Un boato di ovazione si levò dagli Intrepidi, e le due, sorridenti, raggiunsero quei ragazzi. Prima di andarsene, però, lanciarono un’occhiata ai loro genitori. Loro padre era arrabbiato, loro madre sembrava quasi sollevata. Dopodichè seguirono i ragazzi fuori. Alcuni di loro, interni quasi sicuramente, presero a correre, per raggiungere il treno appena passato e ancora in movimento.
- Dovete correre! Forza!- urlò uno di loro agli altri, e Tris prese a correre velocissimo.
- Forza Rid!- gridò alla sorella, poco più indietro. Con un balzo, la bionda riuscì a salire, per poi tendere la mano, prontamente presa dalla sorella, e issarla sul vagone. Le due gemelle si sedettero a terra, col fiatone. Purtroppo non tutti erano riusciti a salire, ma a loro bastava stare insieme. Un interno aveva detto loro che il viaggio sarebbe durato un po’.
- Perché vi siete sedute?- chiese una ragazza candida, e a rispondere fu Tris.
- Treno veloce uguale vento- disse.
- Vento uguale cadere fuori, vieni giù- concluse Rid, e la ragazza si sedette di fronte a loro, presentandosi.
- Io sono Christina- disse tendendo la mano. Era una cosa strana, perché gli Abneganti come segno di rispetto chinavano il capo. Tris prese coraggio per prima, e strinse la mano, né troppo forte ne troppo debole e la scrollò due volte. Rid la imitò, storcendo un po’ le labbra. Era strano.
- Noi siamo Beatrice e Deliverance- dissero contemporaneamente, facendo ridacchiare la candida. Poi stettero in silenzio, osservando gli altri Intrepidi. Dopo pochi minuti Beatrice, che teneva il capo sulle ginocchia, sentì un rumore di stoffa stracciata. Girò lo sguardo verso sua sorella, e vide che si era strappata la gonna con precisione chirurgica. Fece un’espressione interrogativa alla ragazza, e lei rispose.
- Così sarà più facile correre. Ricordi come bisogna scendere dal treno vero?-. giusto. Bisognava prendere la rincorsa e saltare fuori. Tris seguì l’esempio di sua sorella, strappando la gonna del vestito grigio.
- Ti rendi conto, Rid? Potremmo guardarci allo specchio quando vogliamo!- esclamò allora la bionda, mentre la sorella rideva.
- Già, e mangiare cose migliori della verdura, piene di grassi e zucchero!- continuò. Purtroppo il loro sogno ad occhi aperti fu interrotto da un fischio. Si scendeva. Tris si alzò, e prese per mano la sorella, e con l’altra Christina.
- Sempre insieme. Al tre. Uno. Due.-
- Treee!- gridarono insieme, e si diedero la rincorsa, lanciandosi fuori dal treno in corsa. Riuscirono a non cadere, e dopo un po’ di corsa riuscirono a  fermarsi. Erano ora di fronte ad un cornicione. Un certo Eric si presentò, per poi dire loro di saltare. Disse di essere uno dei capifazione, nonostante non avesse che qualche anno più di loro, massimo tre, pensò Beatrice. Ma nessuno si faceva sentire, così Beatrice intervenne.
- Salto io-. Tutti la guardarono, e i commenti cattivi si sprecarono. Odiavano sentirsi chiamare rigide, anche perché dopo un cruento episodio successo a scuola nessuno aveva più osato chiamare quelle due gemelle rigide. Deliverance seguì sua sorella fino ad essere in prima fila, mentre lei si toglieva la giacca e saliva sul cornicione. Beatrice guardò giu. Poi si girò, si tolse la giacca e la lanciò contro il petto di Peter, un candido che le aveva insultate, scatenando una serie di fischi e battutine. Improvvisamente sentì dei passi veloci.
- Sei troppo lenta sorella!- le gridò Deliverance, saltando, e portandola giù con se. Le due urlarono, una di paura l’altra di gioia, e atterrarono su una morbida rete nera.
- Togliti di dosso!- gridava Beatrice, mentre Deliverance cercava di districarsi, non molto bene. In loro aiuto venne un misterioso ragazzo, che tirò giù la rete facendole quasi cadere a terra. Lo ringraziarono contemporaneamente.
- Due rigide! Non ci posso credere Quattro, è inaudito- esclamò sorpresa una donna accanto a lui, che sorrise leggermente.
- C’è un motivo per cui se ne sono andate. Come vi chiamate?- chiese quindi il moro. Tris stava per rispondere, ma la sorella la interruppe.
- Siamo Beatrice e Deliverance, dette Tris e Rid-. L’intelligenza della sorella era spettacolare: in quel modo avrebbero conservato i loro nomi natali, avendo però dei diminutivi.
- Prime a saltare: Tris e Rid!- urlò il moro, mentre loro si spostavano. La terza a saltare fu Christina, una ragazza Candida simpatica che avevano conosciuto nel treno.
- Benvenute tra gli Intrepidi- sussurrò loro Quattro, e le due gemelle si presero per mano, sorridendosi stanche, ma felici.

Writer's corner
heylaaa! avevo detto che avrei aggiornato lunedì, ma per un virus (falso allarme per fortuna) onn ho potuto. ecco quindi il nuovo capitolo, che vi posto con un sentito ringraziamento a emmEmme, per la recensione e per aver aggiornato ieri! bacioni
Jules

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Capitolo 4
*** Christopher e James ***


-…ma voi due siete proprio uguali?- chiese Christina alle due Abneganti, addentando poi il suo secondo hamburger. Tris e Rid si guardarono allibite, per poi scoppiare a ridere di gusto, fino a che le guance e le pance non cominciarono a dolere.
- Noi due..-
-..uguali?-. Completarsi le frasi era una brutta abitudine, lo sapevano ma non potevano farne a meno. Rid prese un bel respiro, cercando di calmare la ridarella.
- Oh, no. Noi siamo le apoteosi- disse.
- Notte e Giorno, fuoco e acqua, cervello e cuore- continuò Tris, dando gomito alla sorella che le sorrise calorosa. Christina inarcò un sopracciglio, con un espressione tra il confuso e il sospettoso. Quelle due non gliela contavano giusta.
- In che senso?-.
- E’ difficile da spiegare. Lo capirai presto- le rispose Tris, con uno strano sorriso, copia di quello sulle labbra della gemella. Quattro ed Eric si lanciarono una strana occhiata, la prima della serata. Sembrava che tra i due non corresse buon sangue, ma d0altronde erano appena arrivate e non potevano esserne certe-
- Anche voi eravate trasfazione?- chiese quindi Rid ai due Intrepidi , con fare incurante, e a rispondere fu Eric.
- Sapevo di dovere affrontare l’invadenza dei Candidi- sospirò- ma ora ci si mettono anche i Rigidi?- rispose seccato. Rid e Tris si lanciarono lo stesso sguardo ironico e altrettanto seccato. Sembrava che i loro occhi grigi fossero stati improvvisamente percorsi da una saetta elettrica.
- Dev’essere perché siete così accomodanti…-cominciò Tris, fintamente mielosa.
-…più o meno quanto un letto di spine!- concluse la gemella. I due le guardarono allucinati, poi si alzarono e lasciarono sole le trasfazioni.
- Sto elaborando una teoria- annunciò Christina, sorridendo sotto i baffi.
- Cioè?- chiesero le due insieme.
- Che voi due avete un desiderio di morte!- e risero tutte e tre. Dopo poco se ne tornarono in camera e andarono a riposarsi, pensando a cosa li avrebbe attesi il giorno dopo. Ma quando entrarono trovarono Eric pronto ad aspettarle, mentre le guardava come un avvoltoio guarda un animale prossimo alla morte. Molto incoraggiante, pensò Rid, alzando gli occhi al cielo.
- Dovete essere nei locali di allenamento alle otto, e l’allenamento durerà fino alle sei, interrotto solo da una pausa pranzo. Poi potete fare quello che volete. Io sono un capofazione, e sorveglierò l’allenamento. Ora andate a dormire-. Era tardi, e le due gemelle a stento si reggevano in piedi. Era stata una giornata piena di emozioni, ma entrambe sapevano che la notte non sarebbe stata accomodante con loro. La tristezza per aver lasciato i loro genitori, che non avrebbero mai più rivisto, ora si faceva sentire forte e chiara, afferrando loro la gola e facendole provare la brutta sensazione di un soffocamento improvviso. Così Tris, come spesso facevano nella loro vecchia casa, si alzò, e salì nel letto della sorella, che la strinse a se, cercando di ignorare i singhiozzi di Al, che rimbombavano per tutta la camerata come una macabra ninna nanna.
 
 
Furono svegliati da un tremendo rumore di trombe, che le fece alzare subito dal letto. Rid, che odiava alzarsi male la mattina, si vestì svogliata, lanciando occhiatacce alla porta dalla quale era entrato Quattro; evidentemente incurante di cosa quel gesto le avrebbe potuto comportare. Si lavarono a turno, non senza qualche battutina da parte di due ragazzi, che sembravano più dei montoni che degli umani. Tris e Rid si vestirono uguali, facendosi la stessa identica coda: confondersi a volte si era dimostrato indispensabile, soprattutto a scuola, e quell’iniziazione non era tanto diversa da un qualche esame scolastico. Dopo dieci minuti Quattro entrò di nuovo nella camera, dicendo loro di seguirlo. Dopo vari minuti di cammino sbilenco a causa del sonno, dove solo metà del cervello si era impegnata per non farli totalmente crollare, arrivarono ad una specie di palestra: erano presenti manichini, sagome e banchi con sopra armi da lancio. Era presente anche una specie di ring, il cui tappeto da gioco era delineato da linee fosforescenti.
- L’iniziazione è divisa in tre moduli: il primo è fisico, il secondo emotivo, il terzo mentale. Qui svolgerete l’allenamento per il primo modulo, separati dagli interni, ma la classifica sarà unica a fine modulo, e quattro iniziati diventeranno esclusi- disse Eric, entrato alle loro spalle da chissà dove, facendoli sobbalzare- vi allenerete oggi e già da domani cominceranno i combattimenti. Quattro sarà il vostro istruttore, io invece sorveglierò il vostro allenamento. E ora cominciate- concluse, appoggiandosi al muro. Quattro li fece avvicinare tutti ad uno dei banconi, su cui erano posizionate delle armi.
- Dovete smontarle e rimontarle. Poi vi benderò, e dovrete fare lo stesso. Prego, cominciate pure- disse loro. Peter aveva cominciato frettolosamente a smontare la sua arma, lasciando i pezzi in giro per il tavolo, come anche gli altri. Rid invece chiuse gli occhi, e tastò con le mani l’arma, per avere un’idea di come avrebbe dovuto essere una volta integra. Cominciò quindi a smontarla, mettendo ogni pezzo in un posto preciso della sua parte di bancone. Anche Tris faceva una cosa simile, ma con un altro metodo: osservava bene i componenti cercando le differenze gli uni dagli altri. Quando ebbero finito, fu facile ri assemblare le armi, avendo disposto i pezzi in senso orario, in senso anti orario avrebbero messo ogni componente al suo posto. Quando tutti ebbero rimontato le proprie armi, chi con fatica, come Peter, Drew e Al, chi con meno fatica, come le gemelle ed Edward, un ragazzone che sembrava abbastanza gentile, nonostante fosse una montagna in confronto a loro. Quindi Quattro bendò uno ad uno i ragazzi e fece partire dei cronometri posti davanti al loro banco. Velocemente Tris smontò la pistola mettendo i pezzi in senso orario. Quando non ebbe più niente in mano, prese il primo pezzo a destra e lo ricongiunse con il precedente, fino ad avere in mano l’arma completa. Quindi battè la mano sul cronometro. Mentre si alzava la benda vide che la sorella faceva lo stesso. Le due si sorrisero, e attesero che tutti finissero. Edward aveva fatto un tempo migliore di loro, e anche Peter. Ma quando Quattro disse loro di provare le armi, mostrando loro la giusta posizione per sparare ecc, quella del candido sparò indietro, rischiando di colpire Will. Rid non ebbe problemi a sparare: avere un’arma in mano la faceva sentire potente. Sparò senza problemi, e così la sorella, che aveva una mira invidiabile, tanto da suscitare la gelosia di una candida grassa. Come primo giorno non era andato affatto male, e le due si diedero contemporaneamente un pugnetto sulla spalla. Stavano perdendo tempo aspettando che Eric, uscito per un problema, tornasse e vedesse i loro punteggi, che un ragazzo entrò, accostandosi a Quattro. Era alto, aveva i capelli ricci e neri, grandi occhi blu, e un sorriso ironico sulle labbra. I trasfazione non ci badarono molto, ma quando lo sguardo del ragazzo si posò sulle iniziate, un’espressione sbalordita gli si dipinse sul viso.
- Non ci credo! Liv Prior tra gli Intrepidi!-. Come richiamata da quel commento, fatto a voce fin troppo alta, la bionda si girò, sgranando gli occhi.
- Oh no! Sei una persecuzione!- esclamò, mentre il ragazzo le si avvicinava. Era molto alto, e per guardare la bionda negli occhi dovette curvare un po’ la schiena, seguito da Quattro, curioso.
- Al massimo la persecuzione sei tu, dato che io ho scelto gli Intrepidi due anni prima di te, Liv Prior-. Deliverance arcuò le sopracciglia, lanciandogli un’occhiata al vetriolo.
- Non chiamarmi Liv- sibilò, gelida. Lui alzò le mani e sorrise strafottente, proprio mentre entrava Eric.
-Carter, non infastidire le rigide: non sia mai che corrano dalla mamma- le sbeffeggiò il capofazione. Le mani di Rid si strinsero pericolosamente in due pugni, tanto da sbiancare le nocche, pugni che il ragazzo guardò spaventato. Ricordava bene cos’era successo la prima volta che un suo amico l’aveva chiamata Rigida, e non era finita bene.
- Trasfazione, i punteggi di oggi- disse per poi appendere un foglio e andare dai due Intrepidi.
- Non ti conviene chiamarle Rigide, Eric- sussurrò il moro. Il capofazione gli lanciò un’occhiata stranita.
- E perché scusa? Chris loro sono delle Rigide-. Christopher Carter rise.
- Ti ricordi che tre anni fa James rimase in ospedale per tre mesi?- chiese, e io due lo guardarono confusi.
- Si, e allora?-. Chris si girò verso le teste bionde tra gli iniziati.
- Disse di essere caduto, ma nessuno ci credette perché era quasi morto sgozzato. Io ero presente, e posso dirti con certezza che è stata Deliverance Prior a sgozzarlo quasi a morte con un archetto di violino, perché lui l’aveva chiamata Rigida a lezione-. Eric rise.
- Scherzi? Quello scricciolo abnegante!-
- Già…proprio perché era un abnegante non si è fatta scoprire. Credimi, Eric, quella ragazzina è spietata, ucciderebbe chiunque osasse dire qualcosa contro di lei o sua sorella. Il peggio è che è anche furba e aspetta il momento migliore per attaccare- ammise Chris, per poi andare via con Eric, mentre Quattro, turbato da quel racconto, accompagnava i trasfazione alla mensa, ricordandosi di tenere d’occhio quelle due gemelle. Il pranzo passò sereno, almeno finchè i trasfazione non videro la loro tabella punti: Edward era primo, seconda Rid, terza Tris, quarto Will, quinto Peter, sesta Christina, settimo Drew, nono Al e ottava Molly. La decima era Myria, la ragazza di Edward.
 - Come primo giorno non male!- Il ragazzo che era venuto in palestra si sedette accanto a Will, appoggiando il mento sulle mani intrecciate.
- Dimmi Liv, contenta di aver scelto gli Intrepidi?- disse, guardando sorridente la gemella accanto a Quattro, che ridacchiò.
- Io sono Tris!- Chris sorrise.
- Si, lo sapevo- per poi girarsi verso l’altra gemella, in attesa di una risposta, che arrivò forte e chiara.
- Ma farti gli affari tuoi no, Carter?- chiese fredda. Poi fece un’espressione pensierosa.
- James McChane è ancora un intrepido?-. James era il ragazzo che aveva quasi ucciso tre anni prima. Tris guardò la sorella con rimprovero.
- Rid…smettila-.
- Non sto facendo niente!- esclamò l’altra sgranando gli occhi con espressione sorpresa. Tris la guardò crucciata.
- Invece si, stai macchinando. Rid, se ti avvicini a lui giuro che…-
- Si, si, me la fai pagare. Lo dicevo solo a scopo didattico. Se raccontasse la sua testimonianza forse Peter e Drew, Molly, Eric e tutti gli altri la smetteranno di chiamarci Rigide- le disse, addentando il panino. Christina scosse la testa, attirando l’attenzione di tutti al tavolo.
- Oh, non smetteranno mai. Peter è il male fatto persona. Da piccoli faceva i dispetti agli altri bambini, e quando comparivano i genitori fingeva di piangere raccontando balle. E le persone gli credevano, perché eravamo candidi e non potevamo mentire-. Il suo racconto fece riflettere Tris su che razza di persona fosse Peter, quando sentì la sorella ridacchiare.
- Che ridi?- chiese. Lei alzò le spalle indicando Chris, con un baffo di senape. Allora anche Tris cominciò a ridacchiare, e Quattro e Will e tutti gli altri. Chris li guardò non capendo.
- Cosa c’è?- chiese confuso. Quindi Rid prese un fazzoletto, e sporgendosi sulla tavola, glielo appiccicò sulle labbra.
- Sembri un bambino Carter!- lo rimproverò, ma lui dopo essersi pulito le sorrise.
- E tu una mammina premurosa Prior-. Fece appena in tempo ad alzarsi per schivare un oggetto volante non ben identificato che la bionda gli lanciò incavolata., facendo ridere i ragazzi, e ridacchiare Quattro.
- Io quello proprio non lo sopporto!- ringhiò Rid, una volta che il ragazzo si fosse alzato, fulminandolo con un’occhiataccia e guardandolo intensamente, come a fargli scoppiare la testa con il pensiero.
- Ma perché? È così simpatico, e anche carino- esclamò Christina innocentemente all’inizio, ma con malizia verso la fine della frase. L’occhiata che le dedicò la bionda fu tutto un programma. Tris si sentì in obbligo di spiegare.
- Carter le da fastidio dal primo giorno di scuola-
- Ma è più grande- fece notare Will da bravo erudito, ricevendo diverse occhiate che dicevano ‘ma no?’ e ‘taci e fammi ascoltare’.
- Alcuni corsi facoltativi, come quello di arte e musica, erano senza età- spiegò Tris ridacchiando – all’inizio ci prendeva solo in giro, poi R gli ha risposto per le rime, e lui ha cominciato a punzecchiarla per divertimento, e da allora è guerra continua!-. La conversazione rimase leggere e divertente, fino al pomeriggio, dove, di nuovo nella sala, dovettero affrontare un altro allenamento.


Writer's corner
ciao a tuttiiii! sta volta sono stat puntualissima, eh? eh? EH? quindi mi lasciate qualche altra recensione? E a proposito di recenzìsioni, ringrazio calorosamente Alex_001, mommia0601 ( ho sempre paura di sbagliare a ascrivere il tuo nome <3) e anche alla mia adoratissima Lucy_susan, spero che questo capitolo ti piaccia, Lu! a presto e bacioni
Jules

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Capitolo 5
*** Tori ***


Si stavano esercitando a coppie sul corpo a corpo, con Eric che osservava torvo come suo solito e Quattro che li aiutava dopo aver spiegato poche facili mosse di attacco e difesa. Ovviamente, le due gemelle erano in coppia. Non avrebbero avuto problemi a combattere: erano sorelle, sapevano che un combattimento non avrebbe cambiato il loro rapporto. R era brava, veloce e letale, mentre Tris era molto goffa. Purtroppo avevano sempre avuto caratteri molto differenti, che le avevano portate ad avere passioni segt.rete differenti. In un attimo di pausa Deliverance si avvicinò alla gemella, per darle un consiglio, qualcosa che l’aveva sempre aiutata.
- Arrabbiati. Io penso alle cose cattive che ho dovuto subire in questi anni, fai lo stesso, e vedrai che riuscirai ad picchiare forte. Usa i gomiti, perché non abbiamo molti muscoli- le consigliò. Un’altra differenza tra le due gemelle: le esperienze negative. Deliverance era stata stuprata all’età di dieci anni da degli sconosciuti in un vicolo. Era in compagnia di Caleb, ma il ragazzo non aveva fermata gli aggressori, perché ‘gli Abneganti non fanno del male alle altre persone’. Da allora, dopo un periodo di depressione, Deliverance era diventata spietata, e non parlava più con il fratello, lo odiava, e la povera Tris non poteva certo biasimarla: per colpa sua era diventata cattiva. Anche il fratello dopo allora prese a non tollerare la sorellina, addossandole le colpe di ogni cosa. Appena dovettero ricominciare, seguì il consiglio della sorella. Immaginò gli eruditi della scuola, quando la chiamavano rigida, e cominciò ad attaccare con sempre più violenza, alla pari della sorella. Alla fine dell’allenamento entrambe avevano fatto parecchi complimenti ad Al, Will e Christina, che stranamente non era così debole come la sua corporatura alta e gracile avrebbe fatto pensare a primo impatto. Ma Tris sapeva che in un vero combattimento probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Deliverance si mostrava come una ragazzina innocua ma grintosa, ma lei sapeva bene che quando era davvero arrabbiata diventava molto violenta, al pari di uomo molto allenato, senza cuore e soprattutto incurante delle conseguenze. Era spietata, e non le importava un granchè della vita delle persone che le facevano del male. Sperò quindi di non dover combattere contro i lei, l’indomani, e pregò per il povero sfortunato che le sarebbe capitato, a meno che non fosse stato Peter ovviamente. Ma anche Drew w Molly: le avrebbe fatto piacere vedere sua sorella dargliele di santa ragione! Dopo l’allenamento Al decise di farsi un tatuaggio, e loro l’accompagnarono con piacere. Mentre il loro amico si faceva tatuare chissà cosa, le due gemelle di incantarono ammirando le opere d’arte , che facevano bella mostra di se, alle pareti.
- Oh, non credevo che vi avrei riviste, Beatrice e Deliverance, giusto?-. Le gemelle si girarono, trovando davanti agli occhi Tori, che aveva supervisionato il loro test attitudinale, oltre ad aver dato loro i vestiti il primo giorno.
- Sono Tris e Rid ora- la corresse con un sorriso Tris. Poi le due divennero serie.
- Senti Tori, dobbiamo parlarti di tu-sai-cosa- sussurrò Rid, gettando un’occhiata alle spalle. Tori, corrugò le sopracciglia.
- Non sono sicura che sia saggio. Ora non posso più aiutarvi. Avete scelto che tatuaggio farvi?- chiese, e le due indicarono lo stesso disegno, tre corvi in volo. Tori le fece accomodare su un lettino, chiudendo il separè. Cominciò a disegnare sulla clavicola sinistra di Tris quando cominciò a parlare.
- Come mai volete lo stesso tatuaggio?- chiese concentrata. A rispondere fu Rid.
- Rappresenta le cose che ci uniscono e ci dividono. I tre uccelli in volo…sono persone-
- I tre membri della famiglia che ho lasciato andare- spiegò Tris.
- Le tre persone che hanno visto oltre- continuò Rid. Tori corrugò la fronte.
- Oltre cosa?- chiese. Rid fece un sorriso senza allegria, e si tirò leggermente giù lo scollo della canotta nera dalla parte sinistra, scoprendo la parte superiore del seno.
- Oltre questo-. Tori la guardò, e ne rimase sia affascinata che turbata. Sul seno, precisamente sopra il cuore, si vedevano le vene, nere, sulla pelle bianca della ragazza, e ad ogni respiro si allungavano un po’ di più, per poi tornare alla loro posizione. Pulsavano, facendo intuire il tragitto del sangue che  pompava il cuore.
- Sono vene o è una specie di tatuaggio venuto male?- chiese Tori per esserne sicura.
- Sono vene, ma il nero è talmente nitido che sembrano finte a primo acchitto- rispose Tris, mentre sentiva la pelle bruciare, diventando rossa.
- Com’è successo?- chiese ancora Tori. Le due gemelle si guardarono.
- Mi hanno iniettato un mix di sieri per sbaglio, e il liquido si è depositato nel cuore, colorando le vene e i capillari più vicini, per questo si vede che pulsano e quando l’ossigeno entra nei polmoni pompano più velocemente- spiegò Rid, prendendo il posto della sorella sul lettino. Intanto la gemella osservava la fasciatura con un’espressione tra il curioso e il terrorizzato.
- Come sai cosa siamo?- chiese allora Tris. Tori sospirò, cominciando a lavorare d’inchiostro sulla pelle di Rid.
- Mio fratello era come voi. Non l’avete detto a nessuno spero, perché vi uccideranno-. Le due corrugarono la fronte.
- Uccideranno?- chiesero contemporaneamente.
- Shhhhhh!- sussurrò Tori, chiudendo meglio il paravento – mio fratello l’hanno buttato nello strapiombo, e non esiteranno a fare lo stesso con voi. A che posto siete nella classifica?-
- La classifica non è definitiva…- cominciò Rid, ma venne interrotta.
- Va bene, non fa niente. Ascoltatemi: nel primo modulo non importa più di tanto, ma se non riuscite ad arrivare tra gli ultimi, cercate di arrivare tra i primi, dovete sembrare coraggiosissime. Il secondo modulo è più pericoloso per quelle come voi, e dovete cercare a tutti i modi di non farvi notare- sussurrò. Poi fasciò anche la clavicola di Rid.
- Andate ora, e state attente- disse loro, facendo una carezza sulle loro teste. Il giorno dopo, prima di andare in palestra, trovarono la scritta rigida su lenzuola e federe, con la bomboletta rossa, e pensarono che quel giorno non sarebbe potuto cominciare peggio. Ma almeno non dovettero combattere.


Writer's corner
lo so, lo so: non solo sono in ritardo ma il capitolo è anche corto. però si scoprono nuove ( e poco carine) cose su Rid: ho notato che piace molto il suo personaggio e ne sono felice: volevo che fosse un po' l'opposto di Tris, ma che le due fossero simili in alcuni aspetti. a presto  ebacioni
Jules

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Capitolo 6
*** E' una candida, ovvio! ***


- Hey, che ne dite di andare a comprare dei vestiti con i punti che ci hanno dato?- chiese Christina, con ancora un bel livido che le aveva fatto Molly quel giorno, e le due gemelle fecero cenno di no, indietreggiando spaventate dalla sinistra luce negli occhi divertiti della candida. Non erano abituate a scegliersi i vestiti, o comunque ad indossare cose diverse dai larghi e lunghi vestiti grigi, a parte la loro tenuta d’allenamento. In più non erano particolarmente formose, e vantavano una bellezza rara e fuori dai canoni, che Christina aveva intravisto benissimo nei loro tratti e nei lunghi capelli biondi che acconciavano, forse per abitudine, sempre in uno chignon, seppur alto. Quella mattina Christina aveva combattuto con Molly, ed Eric l’aveva punita appendendola al cornicione del pozzo per aver cercato di porre fine al combattimento arrendendosi. Bastarono due moine che le due, pur di farla stare zitta, e dispiaciute per lei a causa della brutta punizione, la seguirono, facendo ridacchiare Will e Al. Ed ora Tris era di nuovo nel camerino, mentre Christina le aveva appena passato l’ultimo, deos  gratias!, cambio, tutto rigorosamente nero, e solo qualche accenno di rosso, o blu elettrico. Tris uscì dal camerino, tra gli urletti estasiati di Christina e uno sguardo esasperato di Deliverance. Le due infatti avevano deciso di comprare gli stessi vestiti, perché confondersi era sempre un ottimo vantaggio. Era un vantaggio, pensò Rid, anche lasciare che sua sorella facesse il lavoro della bambolina per Christina mentre lei si riposava.
- Non riuscirai a rendermi bella lo sai Christina- diceva Tris ad un commento della candida, che però in tutta risposta ridacchiò.
- E chi punta alla bellezza? Io punto a farti notare! Anzi, a farVi notare!- si corresse, ricordando che erano un due. Presero due vestiti a tubino nero con lo scollo dritto e abbastanza alto, che Christina aveva abbinato alla giacca di pelle corta che già avevano, dei pantaloni di pelle con delle maglie, perché Deliverance voleva a tutti i costi coprire la schiena e il petto, e degli stivaletti bassi. Quando uscirono, la candida le convinse a cambiarsi per fare un giro, mentre lei cercava Will e Al.
- Come diavolo ha fatto a convincerci?- chiese Rid mettendosi l’intimo, mentre Tris, ancora sotto la doccia, chiudeva l’acqua ridendo.
- E’ una candida R: sa usare bene le parole!- replicò la bionda, infilando mutande e reggiseno, per poi coprirsi con l’asciugamano non appena notato di aver lasciato i panni sul letto. Si avviò con calma. Nella stanza erano presenti Peter, Drew e Molly. Appena la vide scegliere cosa mettersi, Peter si avvicinò alla ragazza.
- Dimmi rigida, credi che ti vada quel vestito? Perché non credo che una dodicenne potrebbe mettersi quel vestito, con il copro da bambina che ti ritrovi!-. sghignazzò insieme ai suoi amici. Tris lo ignorò. Ma non la sorella, già vestita.
- E che mi dici di te Peter? Anche tu sei troppo grasso per entrare un quei pantaloni- ringhiò un po’ divertita la ragazza, che indossava gli stivaletti e il vestito incriminato, con la giacca di pelle a coprirle le spalle che le lasciava scoperti gli avambracci. Peter strinse gli occhi, e si avvicinò minaccioso alla ragazza, con le braccia incrociate ed un’espressione di sfida dipinta in viso, quando qualcuno aprì di scatto la porta.
- Peter! Allontanati da lei!- disse qualcuno, che le gemelle riconobbero come Chris Carter.
- Non ho affatto bisogno del tuo aiuto Carter- disse sprezzante la ragazza, e l’intrepido sorrise, altrettanto strafottente.
- Lo so benissimo Prior, ma se Quattro viene a sapere che potevo sventare una rissa e non l’ho fatto…- lasciò la frase a metà, completando il senso con un esplicito segno dell’indice sul collo. Tris intanto si era vestita, identica alla sorella, e le sorrise, prendendole la mano. Non avevano bisogno di parole per capirsi.
- E comunque che ci fai qui Carter?- chiese sospettosa Rid, avviandosi verso l’uscita per l’appuntamento con Christina.
- Will mi ha chiesto di venire a chiamarvi dato che passavo di qui. Vi saluto!- e si dileguò. La serata passò tranquilla, con l’aggiunta di un brillo Will che ci provava con Christina, cosa che fece parecchio ridere le due ragazze più Al a causa del volto tutto rosso della mora. Andarono a coricarsi felici, quella sera. Ma quella, ovviamente, non fu affatto una notte felice.


Writer's corner
lo so, lo so che sono in ritardo, e chiedo perdono! so anche che il capitolo è corto, ma in questo periodo, tra compiti ed interrogazioni, non ho quasi il tempo di scrivere. un bacione ad Alex_001, Qwqwq, Kar_08 e a tutti gli altri che hanno messo la storie tra le preferite, le seguite e tea quelle da ricordare. un saluto enorme anche alla mia cara Lucy_susan e a MM_White. a presto e bacioni
Jules

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Capitolo 7
*** Prima a saltare ***


La mattina dopo erano già tutti in palestra, in attesa che Quattro scrivesse i nomi dei partecipanti agli incontri. Tuttavia quel giorno stette zitto e fermo, lasciando la parola ad Eric, che parlò con la sua solita voce fredda e distaccata. Rid pensò, come la maggior parte degli iniziati, che il capofazione si sarebbe divertito a vederli picchiarsi a sangue tra di loro.
- Primo incontro- e scrisse- prima a saltare e sesto a saltare. Secondo incontro: Ed contro Molly; terzo incontro, Christina contro Will, quarto incontro, l’altra prima a saltare contro chi vince il primo incontro, quinto incontro Al contro Drew- disse, finendo di scrivere. Le due gemelle si guardarono negli occhi, poi si misero una di fronte all’altra con i pugni chiusi. Agitarono tre volte, poi li aprirono. Forbici per Rid e carta per Tris. La bionda fece una smorfia, e capendo, Rid propose.
- Due su tre?-. Quando Tris annuì, fecero di nuovo ondeggiare i pugni. Sta volta sasso per Tris e carta per Rid.
- Mi dispiace- sussurrò la bionda alla gemella, che le fece una smorfia come a dire ‘non ci puoi fare niente’ e poi ‘vendicami se mi uccide’. Stava per andare sul tappeto come una che andava incontro alla morte, Tris,  che un braccio la trattenne.
- Ha sempre lo stomaco e le ginocchia scoperte, portalo a tuo vantaggio- le sussurrò Rid, e lei annuì.
- Chi sei?- chiese Eric.
- Tris- rispose la bionda con una smorfia. Quattro divenne nervoso. Rid aveva notato il suo strano comportamento quando si trattava della sorella, che però non le aveva detto niente a proposito. Dovevano fare una bella chiacchierata da gemella a gemella, pensò, con un sorrisetto che non presagiva niente di buono. I due cominciarono. Tris  girava attorno a Peter, aspettando una sua mossa. Che non tardò a fare. Con agilità, Tris schivò il pugno e diede al ragazzo una poderosa gomitata allo stomaco, allontanandosi subito dopo.
- Vai Tris- sussurrò Rid, battendo il piede a terra con nervosismo. Peter attaccò di nuovo ma stavolta Tris non riuscì a schivare, e prese un calcio proprio nella pancia, cadendo a terra. Da lì pugni e calci si sprecarono. Rid si infilzò i palmi con le unghie per non poter fare niente. Quattro uscì dalla sala. Quando Peter diede il colpo di grazia, la gemella corse dalla sorella, mentre Eric sogghignava. Rid osservò bene il volto della sorella, pieno di sangue, con il labbro spaccato. Si abbassò a livello della bocca, e con sollievo appurò che respirava.
- Will, aiutami a portarla in infermeria- disse, e il ragazzo non si fece attendere, preoccupato quanto lei. Cheristina li osservava con il labbro tremante. I due uscirono, proprio mentre Ed saliva sul tappeto.
L’infermiera disse che Tris aveva due costole incrinate, ma nient’altro a parte i lividi e la spaccatura al labbro e al sopracciglio.
-…e deve stare per almeno 12 ore in osservazione- disse l’infermiera, una ragazza giovane piena di pircing e con i capelli colorati di viola, per poi andare via. Rid era seduta accanto a Tris, stesa nel lettino.
- Rid, devi aiutarmi, se perdo il prossimo incontro diventerò un’esclusa!- esclamò con gli occhi rossi. Rid sorrise, accarezzando i capelli alla sorella.
- Certo che ti aiuterò, ma ora sei troppo debole. Ora vado, straccio Peter, prendo qualcosa da mangiare in mensa e vengo. Ok? Tu stai tranquilla, e riposa almeno per un po’. Ci vediamo dopo- e le diede un bacio sulla fronte. Quando uscì dall’infermeria corse alla palestra. Quando entrò, Will e Christina stavano ancora combattendo. Will diede un forte pugno alla ragazza, che indietreggiò, cercando si sferrargli un calcio. Ma l’erudito, molto bravo al corpo a corpo, afferrò la gamba, torcendola leggermente, per poi tirarla verso di se. Christina cadde, e fu facile per Will darle il colpo del KO.
- Bene, Will vince. E ora prima a saltare e sesto, sul ring- disse Eric. Quattro entrava in quel momento. Al, le disse che andava con Christina da Tris, e le augurò buona fortuna. Con la ragazza rimase Will, che oltre un buffetto sulla guancia ammise di voler vedere Peter al tappeto. Rid salì sul tappeto, scalza. Indossava la canottiera nera e dei pantaloncini per muovere meglio le gambe.
- Cominciate!- gridò Eric, e come sua sorella prima, Rid cominciò a girare con Peter, che rise.
- Non è una buona mossa imitare la tua cara sorellina, se non vuoi finire come lei! Fammi una lacrima anche tu rigida: se piangi ci vado piano- la sbeffeggiò.
- Non ti ho chiesto di andarci piano infatti. Le lacrime te le scordi- rispose invece la ragazza velenosa come il cianuro, mentre scartava velocemente un  pugno di Peter. I due continuavano a girare in tondo, Peter che ogni tanto attaccava.
- Muovetevi! Fate sul serio!- gridò allora Eric, e Peter fece per dare un pugno alla ragazza. Rid lo schivò mettendosi di lato, per poi prendere il polso e ruotarlo al massimo, tanto che Peter gridò dal dolore. Quindi lei lo colpì alla gamba, ma lui, al contrario delle sue previsioni non si chinò, ma anzi la colpì con un pugno, che la fece cadere a terra, gli occhi chiusi. Peter, dando per scontato che non si sarebbe rialzata, subito si girò verso i suoi amici ridendo, e dando le spalle alla ragazza. Ragazza, che sotto gli occhi sbalorditi di tutti aprì gli occhi in un gesto secco, mostrando le iridi color ghiaccio. Mise le mani ai lati della testa, per poi fare leva su di esse e con una spinta alzarsi in piedi. Respirava velocemente, notò Eric con orrore, e ogni volta che inspirava, le vene sul seno sinistro, cioè sul cuore, diventavano nere, mostrandosi attraverso la sua pelle chiara fino ad arrivare sulle clavicole e sparire sotto la fasciatura del tatuaggio, cioè molto più in alto del solito, che erano quasi invisibili dallo scollo della canotta. Peter, ignaro dell’improvvisa trasformazione della bionda in una macchina da guerra, ancora rideva con i suoi amici. Lei gli andò dietro, e con calcio ben piazzato dietro al ginocchio, lo fece urlare dal dolore. Ancor prima di girarsi, Peter diede un pugno dietro di se, che la bionda scartò con una ruota all’indietro. Il ragazzo fece per darle un altro pugno, ma con un movimento veloce, Rid gli afferrò la mano a pochi centimetri dal suo viso, e la strinse, per poi ruotare il polso fino a romperlo, e dare un colpo sul gomito teso, seguito da uno sul mento. Il tutto senza che un solo capello di muovesse. Peter indietreggiò, osservandosi dolorante il polso, e tornare alla carica. Rid si piegò, evitando un calcio alto, e facendogli lo sgambetto facendo ruotare la gamba sinistra. Peter cadde a terra, e lei gli andò dietro velocissima. Mentre il ragazzo si metteva in piedi stordito, lei fece come una ruota in avanti, facendo atterrare però le gambe sulla schiena del candido. Veloce alzò il busto, sistemandosi meglio. Ora il collo di Peter era tra le suo cosce, e lei non cadeva, nonostante lui cercasse di disarcionarla. Rid cominciò a stringere le gambe contro il collo del ragazzo, impassibile, mentre lui cercava di togliersela di dosso portando le mani alle sue cosce, graffiandole. Ma era come se la bionda non sentisse dolore. Rid fece un arco, portando le mani a terra, sbilanciando così anche Peter, che cadde con un tonfo sordo al tappeto, le gambe della bionda ancora a stringere il suo collo. Inarcando la schiena per darsi più potenza, la bionda strinse ancora di più. Peter, con il viso pallido e cianotico, batteva aritmicamente la mano sul tappeto per chiedere aria. Rid rise.
- Ah ah Peter. Non ci si può arrendere. La prossima volta non mi chiami più Rigida- disse seria, e con una mossa veloce strinse allo stremo, e ruotò il collo del ragazzo, facendo sentire un sinistro crack, che rimbombò in tutta la sala. Con calma, Rid sciolse le gambe dal collo di Peter, e fece una capriola all’indietro per rimettersi in piedi. Quindi scese dal tappeto, prendendo un’asciuga mano che un impietrito Will le porgeva.
- L’ha ucciso!- esclamò sorpreso Drew, accanto al corpo di Peter. Eric si avvicinò.
- Non è morto- disse secca Rid.
- Ma non respira, brutta strega, questo vuol dire morto a casa mia! Sei un mostro!- gridò Molly.
- A casa mia invece vuol dire che sei una stupida oca un po’ troppo cresciuta e pronta per essere farcita, con tutta quella ciccia- obbiettò sprezzante la bionda, avvicinandosi al corpo di Peter. Con ben poca gentilezza, gli spostò la testa di lato con il piede, mettendo in bella mostra il grosso livido violaceo sul collo. Rid seguì con l’indice il percorso della giugulare, per poi premere il pollice su un punto preciso. Peter aprì gli occhi di scatto respirando, ma subito la bionda gli diede un pugno mettendolo al tappeto.
- Tu sei un mostro, brutta biondina!- gridò Drew- la prossima volta…-
- La prossima volta non picchia a  sangue mia sorella e non mi chiama Rigida. E ora taci, o ne vuoi anche tu? E ti prometto che a te non basterà alcuna magia per svegliarti- ringhiò gelida, e uscì dalla sala, mentre Eric segnava la sua vittoria con un sorriso strafottente sulle labbra. Quella ragazzina era piena di sorprese.


Writer's corner
Ehilà! sta volta sono stata puntuale come un orologio svizzero (si autocompiace)! questo capitolo è un po' più corposo del precedente, e spero tanto che vi piaccia! saluto con calore Qwqwq e Kar_08, che mi hanno lasciato una recensione lo scorso capitolo, e tutti quelli che hanno inserito la mia storia tre le preferite, le seguite e le ricordate! un bacione a tutti e ci vediamo presto
Jules

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Capitolo 8
*** Analgesici e recinsioni ***


La ragazza prese due hamburger e andò in infermeria, dove c’erano anche gli altri. Will stava raccontando a Tris, Christina e Al il combattimento.
- Hay Rid! Come va?- chiese Tris, mentre la sorella si sedeva sul letto della sorella.
- Sto benissimo non si vede?- rispose lei, mettendo in mostra un bel livido sul mento e due sulle braccia.
- Oddio! Una rigida che fa un battuta! E per di più divertente!- urlò Christina, ridendo.
- Che ti è successo alla faccia?- chiese allora Tris alla candida, che fece una smorfia. Lei scoppiò a ridere.
- Senti chi parla! La vuoi una bella benda da pirata?- chiese, e di nuovo tutti a ridere.
- Beh, già lo so cos’è successo alla mia faccia…c’ero anche io in un certo senso-
- Hai appena fatto una battuta Tris?-  scherzò Will- dovrebbero imbottirvi più spesso di antidolorifici se vi fanno quest’effetto. Oh, e riguardo a Christina, L’ho picchiata io-
- Non posso credere che ti sei fatta battere da Will- ammise Al scuotendo la testa. Christina allargò le orbite.
- E perché? E’ bravo!- esclamò, mentre il ragazzo si pavoneggiava.
- Come va Tris?- chiese Al, e la ragazza sospirò.
- Vorrei non dover rivedere Peter mai più…- sussurrò. La sorella intanto ridacchiò.
- Non è un buon momento per dire che è… otto letti più in là?- chiese Christina.
- Già, ti ho detto come le ha prese da tua sorella. Poi le prenderà anche da Ed, e smetterà di darvi fastidio- Poi Christina notò l’orario.
- Rid resti tu? O noi perdiamo la cena-. La bionda annuì, e loro le salutarono.
- Ah- disse Al- vi siete perse l’avviso di Eric: domani si fa un’uscita alla recinzione-. Esitò un poco, così Rid si allontanò con la scusa di chiedere all’infermiera qualcosa. Vide Tris e Al parlare, e sorrise leggermente. Al era proprio cotto. Quando se ne andò, si risedette accanto alla sorella, e parlarono un po’ di tutto: come al solito non c’erano segreti tra loro. Poi Tris chiese di tornarsene in camera. L’unica cosa peggiore di finire all’ospedale per colpa di Peter sarebbe restarci tutta la notte.
 
La mattina dopo vennero svegliate da Christina, che disse loro di fare in fretta mentre lei andava a prendere la colazione. Tris non riusciva quasi a muoversi, e dato che erano sole fu più facile per Rid aiutarla. Le fece una coda alta, e l’aiutò con le scarpe. Si erano vestite di nuovo uguali, ma quel giorno si capiva bene chi era Tris e chi era Rid. Christina arrivò poco dopo con tre muffin.
- Ce la fate spero a camminare e mangiare contemporaneamente- disse, e le buttò letteralmente fuori dalla camera. I muffin erano buonissimi, e riportavano le due gemelle alla loro infanzia, quando la mamma faceva i muffin per gli esclusi. Raggiunsero i binari proprio mentre stava passando il treno.
- Hey ci avete messo tanto- disse Will, e Christina rise.
- Gambecorte qui nella notte si sono trasformate in due vecchie signore-. È implicito dire che le due le diedero un sincronizzato schiaffo sulle braccia. Will sale per primo, mentre Al prende Tris da sotto le ascelle per non farla sforzare troppo. Christina tese la mano a Rid, che senza sforzo riuscì a salire sul vagone. Rid si siede accanto alla sorella, Peter è davanti a loro.
- Tutto bene?- chiese con scherno- non ti senti un po’ …rigida?-. scoppiò a ridere con Drew e Molly. Rid vide che Will è pronto a ribattere, e lo anticipò.
- Come sta il braccio Peter? Ieri quando l’ho spezzato mi sembrava tutt’altro che rigido- disse occhieggiando la bendatura pesante che non gli consentiva di muovere il braccio destro. Ora a ridere sono Al, Christina e Will, mentre Tris, a causa del dolore cerca di trattenersi. Quattro, sulla porta, sbuffò.
- Devo ascoltare voi che litigate per tutto il viaggio?-. Da quel momento nessuno dei due gruppi lanciò più sfrecciatine. Quando arrivarono, dopo che Will ebbe fatto prova della sua troppa erudicità nell’imparare la mappa della città, scesero, e seguirono Quattro.
- Se non finite nei primi cinque classificati, probabilmente verrete a lavorare qui. se vi può consolare, alcuni dicono che non è male come sembra-. Le gemelle sono un po’ distratte. Tris ricordò quando andavano lì ad aiutare i pacifici con la famiglia, e come alla gemella le si strinse il cuore.
- Tu come ti sei piazzato in classifica?- chiese Peter a Quattro.
- Primo- rispose lui, deciso.
- E hai deciso di fare questo? Perché non hai scelto un lavoro al governo?-. Peter era stralunato e sorpreso.
- Perché non volevo- rispose solo Quattro. Poi va a parlare con una guardia.
- Oddio spero di non finire qui!- sussurrò Tris alla sorella, e Rid sorrise.
- Non finirai affatto qui. al massimo farai la tatuatrice come Tori!-. Tris annuì, felice che almeno la sorella la supportasse.
- Beatrice? Deliverance?-. le due ragazze si girarono, vedendo un pacifico con il viso conosciuto. Non avevano prestato molta attenzione alla cerimonia, e non sapevano che dei loro amici aveva cambiato fazione.
- Robert!- esclamano stupite le gemelle. Il ragazzo scese dal camion, e le raggiunse. Dopo un secondo di esitazione le abbracciò. Le due ragazze rimasero parecchio tese, perché solo i pacifici si salutavano così.
- Cosa vi è successo?- chiese poi, notando con orrore i loro lividi vari e il labbro spaccato si Tris.


Writer's corner
cia ragazzi! lo so, che dovevo aggiornare ieri, ma non ho fatto in tempo... saluto tantissimo qwqwq, che ha recdensito lo scorso ecapitolo, e deline, che adoro assolutamente ( se vi capita, leggete la sua storia 'lo specchio vuoto', e dal punto di vista di eric 'lo specchio vuoto: Eric') a presto e bacioni
jules

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Capitolo 9
*** Strappabandiera ***


- Niente un semplice addestramento- risposero insieme.
- Beatrice e Deliverance? Sono questi i vostri veri nomi rigide?-. la voce sgradevole e nasale di Molly le raggiunse fin troppo. Tris si girò.
- E secondo te Tris era l’abbreviazione di cosa?- chiese sconvolta dall'ignoranza di quella candida-carrarmato.
- Che ne so…di rammollita? Ah no quello non comincia per Tris. Errore mio- disse schernendola la suddetta.
- Beh, dopo questa frase sappiamo chi non è un erudita- disse sarcastica Rid, con cipiglio scuro, per poi riprendere con tono aggrezzivo e carico di sottintesi- vuoi che ti ricordi cosa succede a chi ci chiama rigide?-. Probabilmente Molly ricordò il combattimento del giorno prima, e se ne andò, non prima di aver detto che non si poteva fare amicizia con gente di altre fazioni. Parlarono un po’ con Robert, anzi discussero con lui. Poi il ragazzo salì sul camion proprio mentre le guardie aprivano il cancello. Non l’avevano mai notato, ma la serratura era all’esterno. Quasi a voler rinchiudere loro, e non cosa c’era fuori. Quattr, proprio in quel momento, si allontanò dalla recinzione, e le raggiunse.
- Avete un talento particolare per prendere decisioni poco opportune- esordì. Rid e Tris incrociarono le braccia contemporaneamente.
- E’ stata una conversazione…- cominciò Tris.
- …di solo due minuti!- terminò Rid.
- Non credo che la brevità la renda meno opportuna-. Rid aumentò il passo, superandolo: non aveva voglia di discutere anche con il loro allenatore.
- Sai, se attaccassi per prima potresti fare di meglio- disse allora Quattro a Tris, che corrugò le sopracciglia, avvertendo una fitta di dolore.
- Attaccare prima? E come mi aiuterebbe?- chiese ancora la bionda scettica, e Quattro scosse le spalle.
- Tu e tua sorella siete molto veloci, se riuscissi ad assestare qualche buon colpo prima che capiscano cosa stia succedendo, potresti vincere-
- Mi sorprende che tu lo sappia- mormorò Tris- dal momento che te ne sei andato a metà del mio incontro-
- Non era una cosa a cui mi andava di assistere- disse solo, confondendo al massimo la ragazza, che si ripromise di parlarne con la sorella. Il ragazzo si schiarì la gola.
- Sembra che stia per arrivare un altro treno, è ora di andare Tris-
 
Tre giorni dopo
Erano tutti quanti a dormire, tranne Rid, che stava seduta sul suo letto. Aveva sempre avuto problemi a dormire, così passava il tempo a pensare. Sua sorella aveva vinto un incontro contro Myra, ma ovviamente non ne era rimasta soddisfatta. Non c’era niente di onorevole a picchiare qualcuno come Myra: debole e incapace di difendersi. Almeno il punteggio era salito, ed ora erano circa a metà classifica, ipoteticamente parlando. Fra pochi giorni ci sarebbe stato il giorno delle visite, e non avevano idea di chi avrebbero visto. O non visto, dipendeva. Improvvisamente la porta del dormitorio si aprì di botto, e tutti scattarono a sedere.
- Tutti in piedi!-. quello era sicuramente Eric, che infatti riprese Tris per non esserersi ancoraalzata. Le gemelle ringraziarono il cielo per dormire quasi del tutto vestite, alla vista di Christina solo con una maglia e Will in mutande, due immagini che avevano scatenato i fischi di ammirazione degli e delle intrepide. Avevano cinque minuti per vestirsi e andare al binario. Si vestirono di nuovo uguali, risultando perfettamente confondibili. Poi diedero loro dei fucili, e salirono sul treno, non senza un piccolo sforzo dovuto al fatto che i loro cervelli erano ancora nel mondo dei sogni.
- Ora ci dividiamo in due squadre per giocare a strappabandiera, sia interni, che trasfazione, che Intrepidi membri. Ogni squadra dovrà nascondere la bandiera e cercare quella dell’altra. È una tradizione degli Intrepidi, quindi prendetela sul serio. Quattro e io saremo i vostri caposquadra. Cominciamo dai trasfazione ok?-. chiese Eric. Rid prese la mano alla gemella. Era brava nel corpo a corpo, ma aveva l’impressione che sarebbero state scelte per ultime. D’altronde lei ci sapeva fare con i pugni, ma sua sorella aveva davvero una mira eccezionale con i coltelli. Con le pistole entrambe se la cavavano bene. Cominciò Eric, che scelse Edward. la bionda alzò gli occhi al cielo: era scontatissimo.
- Io voglio la Rigida- disse allora Quattro a sorpresa, e le due gemella strabuzzarono gli occhi, e nacque un coretto di risatine e sussurri, facendo arrossire le due, in difficoltà sul se sentirsi arrabbiate o lusingate.
- Scegli i più deboli così se perdi sai a chi dare la colpa?- chiese Eric beffardo, e Quattro fece uno strano sorrisetto.
- Più o meno-. Rid spinse la sorella in avanti. Era la sua occasione per farsi notare.
- Peter-
- Rigida 2-. Eric allora rise.
- Ti spiaceva separarle? Molly-
- Già. Christina- e lì andava in fumo il piano di Quattro. Christina certo non era una debole.
- Al- chiamò Eric.
- Will- disse Quattro.
- Drew. Resta solo Myra, che viene con me. Hai già abbastanza scamorze. Ora gli interni.- e lì nessuna delle due ragazza fece attenzione, perché non li conoscevano. Quindi scesero per primi, e cominciò un caloroso dibattito su come muoversi. Le due gemelle erano rimaste un po’ in disparte.
- A cosa pensi?- chiese Rid.
- Ci vuole l’altezza. Vedi niente di utile?- chiese Tris, il naso in aria. Vagarono un po' per la palude, finchè Rid non pizzhiò il dorso della mano sul fianco della sorella.
- Dici che quella è stabile?- chiese allora alla gemella, indicando la ruota panoramica. Tris sorrise. Ed entrambe si scostarono un po’ di più dal gruppo che attraversava la palude. Si buttarono il fucile dietro le spalle. Rid decise di salire per prima, perché la sorella già era conciata troppo male per cadere. Cominciò a salire senza problemi, testando i pioli. Non si curava della sua gemella, spendo che l’avrebbe seguita. Quando fu in cima, vide che Tris era più in basso, e che qualcuno era dietro di lei.
- Tris? Christina?- chiese.
- Siamo Tris e Quattro- rispose la sorella, mentre Rid l’aiutava a salire sulla piattaforma.
- Dobbiamo andare più in alto-dissero contemporaneamente le due gemelle, sorridendosi. Si rimisero a salire le scalette. Sentirono dei sospiri profondi, di chi sta cercando di non avere una crisi di panico.
- Va tutto bene Quattro?- chiesero contemporaneamente.
- Ragazze…siete umane?- sentirono chiedere a Quattro, e si voltarono lentamente e contemporaneamente- non vi spaventa neanche un po’?-. le due guardarono a terra, e subito si rigirarono a guardare la scala, con gli occhi fuori dalle orbite. Erano molto in alto. Una folata di vento li colpì, e le ragazze dondolarono. Tris si sbilanciò un po’ ma Quattro la prese la volo. Nell’impatto però una delle sue dita si era infilata sotto la maglietta della bionda, saggiando la pelle morbida.
- Stai bene Tris?- chiese Rid. Era arrivata ad una trave, e ci si era seduta.
- Si- le rispose la sorella, sedendosi accanto a lei e lasciando un po’ di spazio a Quattro.
- Hai paura dell’altezza? Come fai a vivere nel complesso degli Intrepidi?- chiese Tris, e il ragazzo, attento alla respirazione, rispose dopo pochi secondi.
- Ignoro la paura, faccio finta che non esista-, le due lo guardarono con entrambe le sopracciglia alzate. Poi si accorsero che lo avevano fissato troppo a lungo e distolsero lo sguardo. La città era nero pece.
- Non siamo abbastanza in alto- disse Tris, e la gemella annuì, cominciando ad arrampicarsi, perché la scala finiva là.
- Per l’amor di Dio Rigide!- esclamò Quattro.
- Non devi seguirci, siamo comunque in due- gli disse Rid, cortese. In fondo Quattro era simpatico, e le dispiaceva farlo soffrire.
- Si invece- rispose lui. Tris copiava gli spostamenti della sorella, quattro quelli di Tris. Un passo falso e sarebbero cadute giù. Quando Rid si sentì abbastanza stabile, si fermò. Cercò di guardare verso la sorella e Quattro, ma lo sguardo cadde a quanto erano in alto. Erano mooooolto in alto. Quattro aveva la mascella contratta e i muscoli delle braccia gonfi. Osservarono il panorama sottostante. Poi Rid indicò un punto nell’oscurità.
- E’ una luce quella vero?- chiese alla gemella, che annuì.
- Quattro la vedi? Segui il dito che indica- disse Rid, e il moro alzò lo sguardo, per poi sorridere leggermente.
- Si- disse allargando il sorriso- viene dal parco oltre il molo. Niente male: è circondato  da spazio aperto, ma gli alberi offrono un po’ di copertura-.
- Non abbastanza a quanto pare!- esclamarono contemporaneamente le due gemelle. Ora però dovevano scendere.
- Ehm…- farfugliò Tris- comincia ad andare, ti seguiamo-. Quattro annuì e cominciò a scendere. Aveva le gambe lunghissime ed era veloce, ma anche con l’oscurità Tris notò che erano rosse e tremanti. Poi però, nella discesa, un’asse sotto i suoi piedi scricchiolò e cedette.
- Quattro!- urlò Tris. Rid dietro di lei, fece appena in tempo ad aggrapparsi meglio che anche la trave sotto i suoi piedi cedette. Ma Tris era proprio sul punto di cadere così, veloce, Rid incrociò le gambe alla trave stabile, e a testa in giù, convinse Tris a prendere i suoi avambracci, dato che stava per cadere. La bionda non se lo fece ripetere e rimasero entrambe appese.
- Resistete! Ho un’idea!- gridò loro Quattro, continuando a scendere, e allontanandosi da loro. Le mani di entrambe erano sudate, e non sapevano se la trave sulla cui erano intrecciate le gambe di Rid resistesse ai loro pesi. Tris chiuse gli occhi. Sentivano le scarpe di Quattro scricchiolare sulla scaletta.
- Quattro fai in fretta!- gridarono le due, sempre insieme, ma terrorizzate.


Writer's corner
ciao ragazzi! come ti avevo promesso, mio caro Marco, un capitolo in anticipo. si lo so, tw lo avevo promesso lunedì, ma da savbato sono ben poco felicemente relegata in un letto con febbre talmente alta da non distinguere una lettera da un numero, quindi... tuttavia c'è l'inghippo! ho notato che ci sono molte visualizzazioni ma a parte Marco nessuna recensione, quindi non aggiornerò finchè non ne avrò ricevute almeno 3: scrivetemi che ne pensate della storia anche in generale, chi è il vostro personaggio preferito e quello che invece odiate! a presto e bacioni
Jules

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Capitolo 10
*** Vernice ***


- Non voglio morire così!- esalò Rid, chiudendo gli occhi. Sentiva il sangue che le andava al cervello.
- Ok Rid, non moriremo, Quattro ci aiuterà. Ora respira con me, ok? Inspira, espira. Inspira espira- disse Tris, facendo calmare la sorella. Poi sentirono un cigolio e uno stridio. La sbarra tra le gambe di Rid tremò, e così anche l’intreccio umano che erano le due sorelle. La ruota si stava muovendo. L’aria le avvolgeva, accarezzano i loro visi, e aprirono gli occhi. Stavano scendendo. Il sollievo le invase come un balsamo lenitivo, sciogliendo loro i nervi tesissimi. Risero, insieme, mentre il suolo si avvicinava; però ora il problema era scendere. Se non avessero avuto un tempismo perfetto la ruota e le cabine le avrebbero trascinate con loro, schiacciandole. Tris pensava ad un modo sicuro per scendere, quando, senza preavviso, Rid sciolse le gambe, e caddero entrambe sul marciapiede con un lamento, rotolando lontane dalla ruota.
- Siamo salve- esalò Tris, stringendo la mano alla sorella. Rid non aveva paura dell’altezza, ma certo morire schiacciata su un marciapiede non era proprio la sua ambizione nella vita. Tris sentì dei passi, poi le mani di Quattro stringere i suoi polsi per rimetterla in piedi.
- Tutto bene?- chiese aiutando anche Rid.
- Non siamo morte?- chiese lei, gli occhi sbarrati. Quattro rise, e poco dopo anche le due gemelle lo accompagnarono.
- Potevi dircelo che funzionava ancora…- cominciò Rid.
- …non saremmo stati costretti ad arrampicarci- terminò Tris.
- L’avrei fatto se l’avessi saputo, ma non potevo lasciarvi appese, così ho tentato. Su, è ora di andare a rubargli la bandiera-. Esitò un attimo, poi prese le due ragazze per i gomiti, e le trascinò dagli Intrepidi che facevano la guardia alla bandiera. Christina era appollaiata sul cavalluccio di un carosello.
- Dove sono gli altri?- chiese Quattro. Era eccitato quanto loro. Strano: i giochi da bambini piacevano molto agli Intrepidi.
- Siete stati voi a mettere in finzione la ruota? Tanto valeva gridare ‘Siamo qui! Venite a prenderci!’. Se perdo di nuovo quest’anno, la vergogna sarà insopportabile. Tre anni di fila?- disse scuotendo la testa una ragazza grande.
- Chi se ne frega della ruota? Noi sappiamo dove sono- sbottò Quattro.
- Noi?- chiese Christina, il suo sguardo sulle due gemelle.
- Mentre voi vi giravate i pollici, queste due squinternate sono salite sulla ruota per cercare l’altra squadra- disse orgoglioso il moro, lanciando loro delle brevi occhiate, forse cercando di capire chi era Tris e chi era Rid.
- Cosa facciamo allora?- chiese un interno dalla pelle scura sbadigliando. Quattro guardò le gemelle, e preso tutti lo imitarono. Tris e Rid si guardarono negli occhi, e si sorrisero.
- Si fa gioco di squadra- Esclamarono convinte. Il gioco di squadra era la loro specialità.
- Ci dividiamo a metà- disse Rid- Quattro di noi vanno sul lato destro del molo, quattro a sinistra…-
- …l’altra squadra è nel parco oltre il molo, per cui il gruppo che va a sinistra attacca…- spiegò Tris.
-… mentre gli altri la aggirano di nascosto per soffiarle la bandiera!- terminò Rid. Christina le guardò come se non le riconoscesse più e loro non poterono biasimarla.
- Buona idea- disse la ragazza grande- andiamo-. Christina e un intrepido con la pelle scura andarono con Tris e Rid. Le due gemelle correvano per stare al passo di Christina.
- Devi assolutamente prendere la bandiera Tris- le sussurrò Rid, e la bionda annuì. Non contava se erano state loro a fare la strategia, contava solo chi prendeva la bandiera. Rid vide la bandiera, e la indicò alla sorella, che prese a correre seguita da lei e dagli altri due. Un suono di scoppiettii e urla li interruppe. La loro squadra aveva dato guerra, e gli uomini di Eric erano molto agguerriti. Rid fece uno scatto per andare sotto l’albero, seguita da Tris, Christina è un po’ dietro. Rid unì le mani, e la sorella fece perno su di esse con un piede, per darsi lo slancio e prendere la bandiera al volo. Christina lanciò un grido di vittoria. La voce di Uriah, l’intrepido nero, si unisce alla sua, e con lui tutti i componenti dell’altra squadra, che si girano a vedere le due gemelle tenere in mano la bandiera avversaria. Uriah diede una pacca sulla spalla a Tris. I componenti della squadra la presero in braccio per tendere la bandiera ancora più in alto. Rid non riuscì a raggiungerla, e rimase indietro sorridendo. Poi sentì una mano sulla spalla.
- Ben fatto- le disse Quattro con un sorriso fraterno. La ragazza rispose al sorriso sorridendo. Si, Quattro e lei sarebbero diventati amici. Sul treno erano tutti stanchi, eppure Al pretese che Christina le raccontasse tutto, mentre Will continuava a ripetere perché si fosse perso tutto quello, e la candida gli ricordava che se ne era andato in pattuglia.
- Perché mi è toccata l’altra squadra? Tris e Rid sulla ruota panoramica non me le volevo perdere!- si lagnò Al, e Will rise.
- Perché la vita è ingiusta Albert. E il mondo cospira contro di te. Hey posso vedere di nuovo la bandiera?- chiese il ragazzo, e Christina, che l’aveva momentaneamente requisita, gliela diede. Peter, Molly e Drew si sedettero in un angolo, tutti sporchi di vernice, lanciando di soppiatto occhiate a Christina.
- E così siete salite sulla ruota panoramica- disse Uriah, sedendosi accanto alle due gemelle.
- Già-
- Non ricordarmelo- risposero rispettivamente Tris e Rid contemporaneamente, facendolo ridacchiare, mentre una ragazza della stessa età lo seguiva nella risatina.
- Che idea intelligente. Un’idea quasi da…Erudita- notò lei- io sono Marlene-.
- Noi siamo Tris e Rid- disse Tris, ma lei rise.
- Si, lo so. Non si dimentica facilmente il nome del primo che salta, soprattutto se sono due-. Sembravano passati anni da quel giorno, e invece non era passata neanche una settimana. Uriah estrasse un proiettile d vernice e lo strinse tra l’indice e il pollice. Ma il treno svoltò a sinistra, e il ragazzo cadde sopra a Tris, schiacciando il proiettile schizzandole della vernice rosa in faccia. Marlene e Rid scoppiarono a ridere, prima che la ragazza intrepida prendesse un proiettile schizzando della vernice blu sopra la bionda.
- Bleah!- esclamò Tris, togliendosi la pittura dal viso e pulendosi la mano sulla guancia di Uriah, sporcandolo tutto. Marlene gridava come una pazza, mentre Uriah , dopo aver preso un’altra pallina dalla parte sbagliata e il colore, invece che colpire Marlene, finì in bocca a lui, che tossì e si esibì in una serie di versi gutturali disgustati esagerati. Mentre Uriah si puliva la lingua, le gemelle sentirono la necessità di completare l’iniziazione, e poi quella sarebbe stata la loro vita.

Writer's corner
Heylaaa! ah...con le cattive maniere si ottiene di tutto! non l'avrei mai detto! finalmente capisco se la storia la leggete perchè vi piace o perchè non avete nient'altro da fare...ringrazio come sempre il mio fedelissimo Marco  <4, e la mia adorabile Deline ( che saluto e che amo tanto). poi un bacione a Flowrence, Lety2010 e tutti gli altri che comunque hanno letto la mia storia! un bacione e a presto
Jules Ps: Se non leggo almeno tre recensioni non vado avanti ❤

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Capitolo 11
*** Paura di morire infilzato?!? Ovvio! ***


Il mattino seguente gli iniziati furono felici di vedere dei coltelli sui tavoli, perché erano troppo assonnati per combattere. Eric era come sempre presente.
- Domani sarà l’ultimo giorno del primo modulo. Riprenderete i combattimenti più tardi. Stamattina imparerete a colpire un bersaglio. Prendete tre coltelli-. Aveva una voce molto cupa- e prestate attenzione a Quattro-. Probabilmente la sconfitta non gli era andata giù. Quattro mostrò loro la posizione, quanto dovevano essere distanti le gambe, quanto dritta la schiena,. E infine come dimostrazione lanciò un coltello, che centrò il bersaglio in pieno. Quindi tutti cominciarono ad esercitarsi. Le due gemelle, invece di lanciare, si concentrarono sulla posizione. Erano perfettamente sincronizzate, come sempre. La fretta è cattiva alleata, ripeteva sempre loro madre. Quello era un esercizio mentale, non fisico, pensarono contemporaneamente. Erano sulla stessa lunghezza d’onda sia fisicamente che intellettualmente, lo sapevano bene e ne andavano fiere.
- Mi sa che le Rigide abbiano preso troppe botte in testa-le sbeffeggiò Peter- hey rigide avete presente cos’è un coltello?- . Proprio mentre lo chiedeva Quattro si girò verso di loro e le due, sincronizzate, lanciarono le lame, che ruotarono perfettamente di centottanta gradi. E si infilzarono nel centro del bersaglio in profondità. Si girarono sorridenti verso Peter.
- E tu Peter, hai presente…- cominciò Tris.
-…cos’è un bersaglio?- continuò Rid. Christina accanto a loro ridacchiò, colpendo il bersaglio. Gli altri due colpi furono un po’ meno precisi, ma furono gli unici a conficcarsi nella sagoma: dei secondi lanci, Rid centrò la testa e Tris il ginocchio, invece il terso fu quasi perfetto, ma non come il primo, infatti le lame si conficcarono si nel bersaglio, ma più di lato. Invece il povero Al non era riuscito a colpire il bersaglio neanche per sbaglio, ed Eric se ne era accorto.
- Hey candido, quanto sei lento. Vai a riprendere i coltelli- gli ordinò Eric.
- Andare a raccoglierli? Ma stanno tutti lanciando!- esclamò Al con occhi sbarrati.
- Quindi?-
- Quindi non voglio essere colpito!- esclamò Al allibito. Pessima morra pensò Tris. La negazione sarebbe stata accettata, ma la verità no.
- penso tu possa contare sul fatto che i tuoi compagni hanno una mira migliore della tua- ringhiò divertito Eric, poi lo guardò serio.- vai a riprendere il coltello-
- No- rispose Al deciso.
- Perché no? Hai paura?- lo provocò il capofazione, e le gemelle incrociarono le dita. Non dire la verità Al, pensarono all’unisono.
- Di essere infilzato da un coltello volante?- scattò Al- certo che si!-. Tris e Rid sospirarono sconfitte. Il danno era fatto. E infatti..
- Fermi!- gridò Eric- allontanatevi tutti tranne te—disse rivolto verso Al. Tris lasciò cadere i pugnali, e si allontanò.
- Mettiti davanti al bersaglio. Ehi Quattro, vieni a darmi una mano qui- disse poi rivolto all’istruttore mentre Al, tremante, si metteva davanti ad un bersaglio.
- E’ proprio necessario?- chiese Quattro prendendo tre pugnali. Eric gli lanciò un’occhiataccia ma nessuno capì cosa gli aveva sussurrato. Certo, notò Tris, le mani di Quattro si strinsero contro i coltelli, e divenne rosso. Le due gemelle lo videro mettersi in posizione, che esplosero. La rabbia, dovevano controllarla meglio, ma il danno era fatto.
- Smettetela!- dissero insieme, facendo contemporaneamente un passo avanti. Quattro ed Eric mandarono due occhiate molto dure, pietrificanti.
- Qualunque idiota può stare davanti ad un bersaglio. Non dimostra niente…-cominciò Tris.
- …se non che state facendo i bulli con noi. Il che, se se non ricordo male, è un comportamento da vigliacchi- terminò Rid. Le sue iridi erano impiantate in quelle versi di Eric. Tutti avevano capito che ce l’aveva con lui e non con Quattro. Infatti sorrise ironico, avvicinandosi alla ragazza. Avvicinandosi a Rid.
- Allora non dovresti avere problemi a prendere il suo posto- la provocò. Rid sorrise senza allegria e con scherno, e con passo deciso e testa alta si mise davanti ad una sagoma.
- Dì addio alla tua bella faccia- bisbigliò Peter – ma già tu non ce l’hai!-. Le due gemelle lo ignorarono. Al le fece un cenno di ringraziamento. Quattro prese meglio i coltelli.
- Aspetta Quattro- lo interruppe a sorpresa Eric- la rigida 2 è brava, facciamoli tirare a lei i coltelli. Che ne dici biondina?- chiese rivolto a Rid. Evidentemente non le distingueva ancora. Rid sorrise strafottente.
- Come vuoi, capofazione- disse calcando molto il capofazione, facendolo uscire quasi come un insulto- mi fido delle capacità di Tris. Non mi colpirà-. Era sicura di sé Rid, sapeva che la gemella aveva un’ottima mira. Eric spinse Tris da Quattro, che le diede i coltelli in mano con un’espressione tutt’altro che buona. Tris si mise in posizione, respirando in fretta. Guardò negli occhi la gemella, che annuì lentamente. Poi lanciò. Il primo coltello si infilzò nel piccolo spazio tra il braccio sinistro e la vita. Rid sorrise.
- Se mi tagli i capelli ti uccido- disse ricolta alla sorella. Avevano entrambe i capelli legati in una coda, ma schiacciata contro la sagoma si era un po’ aperta.
- Ne terrò conto- rispose a stento Tris. Parlare l’aiutava a concentrarsi. Poi lanciò di nuovo. Il secondo coltello si infilzò tra le gambe. Rid sorrise, e mentre la gemella lanciava ancora guardava Eric negli occhi. Era stata coraggiosa e altruista. Intrepida e Abnegante. Divergente. Sentì distintamente la terza lama premere sul collo. Si era infatti infilzata alla parte destra del collo, sfiorandolo. Tris espirò, gettando indietro il capo con sollievo.
- Bene una ce l’ha fatta, vediamo ora anche l’altra: queste due fanno tutto insieme, mi dispiacerebbe dividerle- disse Eric sogghignando. Tris, leggermente tremante, andò a prendere il posto della gemella. Rid si avvicinò ai coltelli, ma Eric la fermò.
- Ah ah, biondina. A tua sorella li lancerà Quattro-. Rid fece un sospiro interiore: era brava, ma non aveva certo la mira di sua sorella! Se ne tornò al suo posto, vicino Christina.
- Se chiudi gli occhi- diceva Quattro a Tris- Al prende il tuo posto, chiaro?- Tris annuì. Quattro non le avrebbe fatto niente, vero? Primo lancio, si sentì la lama che fendeva l’aria. Il coltello si conficcò a dieci centimetri dalla sua guancia. Tris chiuse gli occhi, sospirando.
- Ne hai abbastanza rigida?- la provocò Quattro, e Tris scosse la testa.
- No- rispose seria e dura, rendendo felice sua sorella.
- Occhi aperti allora-. Secondo lancio. La lama penetrò nella sagoma sopra la testa di Tris. Mai come in quel momento le faceva piacere essere bassa.
- Su rigida- continuò Quattro- lascia che qualcuno prenda il tuo posto-. Tris lo fulminò con un’occhiataccia-
- Stai zitto Quattro!-. Rid la vide trattenere il fiato mentre Quattro le lanciava l’ultimo coltello. Che si infilzò al lato del capo, ferendole l’orecchio. Entrambe le gemelle sapevano che l’aveva fatto apposta.
- Mi piacerebbe fermarmi a vedere se voi altri siete coraggiosi come queste due- disse Eric con voce melliflua- ma per oggi penso sia abbastanza-

Writer's corner
BUON NATALE A TUTTI! salve gente, buona sera e buon Natale! questo è il mio regalo per voi ( sperando che mi lasciae qualche commento...). voglio però dedicare questo capitolo al mio amico Marco, che saluto, a cui mando un sacco di baci e a cui ordino di andare a vedere star wars perchè credimi, è magnifico! bacioni e a prestissimo
Jules

 

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Capitolo 12
*** Agguati irritanti ***


- Mi piacerebbe fermarmi a vedere se voi altri siete coraggiosi come queste due- disse Eric con voce melliflua- ma per oggi penso sia abbastanza-
- Dovrei tenerti d’occhio, hai lanciato bene-. Eric sussurrò queste parole nell’orecchio di Tris, che rabbrividì. Rid era stata trascinata via, e la ragazza era sola con lui e Quattro, cosa che certo non metteva a suo agio, anzi. Le sembrava di stare in un letto di spine. Fortunatamente Eric non si fece pregare , ed uscì subito, lasciandola sola con Quattro.
- Il tuo…- cominciò il moro, mentre metteva a posto i coltelli.
- L’hai fatto apposta!- gridò la bionda. IL ragazzo la guardò serio, appoggiandosi con il fianco al tavolo con le lame.
- Si- rispose lui secco- e dovresti ringraziarmi perché ti ho aiutata-. Ovviamente cominciarono a discutere, ma mentre loro due discutevano, Eric aveva raggiunto Rid, che era uscita con i gli altri trasfazione per andare a riempirsi lo stomaco. Non l’avrebbe mai ammesso, ma aveva avuto un minimo di preoccupazione di finire infilzata.
- Ehi Rigida!- la chiamò, e lei salutò Will e Christina, che seguivano Al a pranzo.
- Non mi piace essere chiamata Rigida, capofazione-. Eric odiava il modo in cui lei pronunciava il suo grado nella gerarchia, quasi con scherno, come se fosse un insulto, e non un nome da rispettare.
- Si ho notato. Come ho detto prima a tua sorella, dovrei tenervi d’occhio. Siete coraggiose per essere delle Abneganti-. Rid fece una strana occhiata, feroce quasi. Il capofazione la guardò, curioso di sentire la risposta.
- C’è un motivo per cui ce ne siamo andate, non credi?- e girò i tacchi, andando a pranzo, e lasciandolo interdetto, purtroppo non per la prima volta.
 
Era la vigilia del giorno delle visite, e Tris era più nervosa che mai attendendo di vedere con chi lei e sua sorella si sarebbero dovute battere. Quella mattina Molly, Peter e Drew l’avevano ridicolizzata come al solito, e lei era intenzionata a fargliela pagare. Fa che sia Peter pensava Tris. Sperava e pregava, a dire il vero, con un po’ troppo zelo, tanto che alcuni dei suoi amici se ne accorsero.
- Stai bene Tris? Sembri un po’…- cominciò Al.
- Un po’ cosa?- ringhiò la bionda. La gemella non si girò a guardarla. Sapeva benissimo cos’era successo, e non vedeva l’ora di fargliela pagare, a quei tre candidi da strapazzo.
- …nervosa- concluse cauto, ma spaventato, Al. Quattro, finalmente e con il plauso dei ragazzi, si tolse da davanti alla lavagna, scoprendo i nomi di chi avrebbe combattuto, e soprattutto, contro chi. Il nome di Tris era accanto a quello di Molly. Non proprio Peter ma bene comunque, pernsò la ragazzina. Avrebbe benissimo potuto vendicarsi su di lei. Il candido le avrebbe comunque prese da Ed. Infine, Rid era contro Drew. Tris si mangiava le unghie cercando di indovinare l’esito di ogni combattimento, mentre Will combatteva contro Myra. Quella povera ragazza non aveva vinto neanche un combattimento, persino contro Al, che l’aveva palesemente lasciata vincere. Arrivò finalmente il suo turno. Vedeva Molly, ma in realtà nella sua mente risentiva i commenti. E’ solo una bambina, diceva.
- Era una voglia quella che ho visto sulla tua chiappa destra?- la sbeffeggiò Molly, mentre giravano sul ring- accidenti se sei pallida Rigida!-. Per fortuna Tris sapeva che avrebbe attaccato per prima, e non si fece distrarre. Lo faceva sempre, ed era sicura che la concentrazione l’avrebbe aiutata a schivare il colpo. E infatti  Molly cercò di colpirla, ma la bionda schivò il colpo dandole un pugno poco sopra l’ombelico, facendola boccheggiare a causa della mancanza d’aria. Ora, per la felicità di Rid, Molly non rideva più. Il montone si scagliò contro Tris, che le girò di fianco velocissima. Teneva a mente i suggerimenti di Quattro, doveva trovare il modo di usarli. Bloccò il pugno successivo con l’avambraccio, e fece un male tremendo. Tuttavia Molly si fece scappare un verso di frustrazione, facendole capire di essere in vantaggio. Cercò di darle un calcio al fianco, ma Tris lo scartò e approfittando del suo sbilanciamento le diede una gomitata in faccia. Purtroppo Molly tirò indietro la testa, e il colpo le prese il mento. Poi diede un pugno al costato di Tris, e le due si fermarono un attimo, ansimanti e doloranti. Tris scrutava Molly: c’era un punto che non stava proteggendo. E in quel momento, notò che lasciava scoperto lo stomaco per proteggere il volto. Sorrise, avevano lo stesso difetto nel combattimento. Velocemente, le tirò a sorpresa un forte montante allo stomaco, e prima che potesse reagire le fece lo sgambetto, facendola sbattere a terra e facendo alzare nuvole di polvere. La bionda le diede uno, due, tre calci nel costato, sembrava che non riuscisse a fermarsi. Quattro le afferrò le braccia, allontanandola da Candida svenuta e inerme a terra. Tris osservò il sangue di Molly, pensando di non aver mai visto un colore più bello in vita sua.
- Hai vinto.- mormorò Quattro tenendola ferma- ora basta-. Tris si asciugò la fronte sudata. Dimenandosi un po’ per farsi lasciare da Quattro, mentre la sorella la raggiungeva sorridente con un’ asciugamano.
- Penso che dovresti uscire- le consigliò il moro guardandola dubbioso- fatti un giro-
- Sto bene- sospirò Tris, mentre la sorella le stringeva la spalla – sto bene ora- rettificò, pulendosi dal sangue. Non si sentiva per niente in colpa.
 
Giorno delle visite. Era il primo pensiero che si era formato nelle loro menti appena avevano aperto gli occhi. Rid sentiva l’eccitazione salire nelle vene, alimentata sadicamente dalla vista di Molly zoppicante. Sua sorella era salita in classifica. Entrambe non avevano più vergogna a cambiarsi davanti agli altri, così non persero tempo a lavarsi e vestirsi. Dovevano essere perfette, ed erano certe che qualcuno sarebbe venuto. Peter e Drew erano fortuitamente scomparsi, lasciandole visibilmente più tranquille. Tutti erano in silenzio, persino Christina, cosa più unica che rara per una Candida come lei. D’altronde, tutti avevano paura di scendere al Pozzo e non trovare le facce dei loro parenti. Le gemelle stavano rifacendo il letto piegando bene gli angoli, come aveva insegnato loro loro padre, proprio mentre entrò Eric.
- Ascoltate!- esordì il capofazione-  voglio darvi qualche consiglio per oggi. Se per miracolo i vostri parenti dovessero venire a farvi visita..- fece un sorrisetto malefico- cosa di cui dubito, è meglio che non vi mostriate troppo affezionati. Renderà tutto più facile per voi e per loro. Inoltre noi prendiamo molto sul serio il motto la fazione prima del sangue. Ci siamo intesi?-. le gemelle avevano inteso perfettamente. Avevano colto benissimo la minaccia nelle parole di Eric: erano Intrepidi, e come tali dovevano comportarsi. Mentre uscivano dal dormitorio, Eric prese da parte Tris e Rid. Quei sottospecie di agguati davano sui nervi ad entrambe.
- Forse vi ho sottovalutate biondine- disse. Tris notò benissimo che non chiamava più rigida sua sorella o lei in sua presenza. Probabilmente aveva paura della reazione di Rid, e faceva bene- ve la siete cavata bene ieri- disse alludendo a Molly e Drew. Le due si guardarono negli occhi. Se Eric si complimentava forse avevano fatto qualcosa di sbagliato. Ma poi, ripensando alla soddisfazione nel vedere quelle due sanguisughe al tappeto decisero che era meglio non pensarci.
- Grazie- dissero contemporaneamente, per poi andare via. Christina e Will stavano ridendo poco davanti, e le due decisero di non interromperli. Tra quei due c’era una strana armonia, aveva notato Tris, dicendolo poi alla sorella che di relazioni non capiva un tubo. Al invece si era volatilizzato. Strano, pensò Rid, di solito ronzava sempre vicino alla sorella. Entrambe, mentre camminavano, si raccolsero i capelli in uno chignon identico, controllando di essere abbastanza vestite. Erano nervose, ma ormai quella era la loro fazione, pensarono notando il tatuaggio, lasciato scoperto dallo scollo della canotta. Nel Pozzo erano radunate un sacco di famiglie, e agli occhi delle due erano ancora strane. Una madre con i pircing e i capelli verdi, un padre con un braccio pieni di tatuaggi, un iniziato con i capelli viola: ecco la perfetta famiglia intrepida. Rid indicò alla sorella Drew e Molly, seduti soli in un angolo, sorridendo sadica. Almeno per loro non era venuto nessuno, mentre per Peter purtroppo si: i suoi genitori erano accanto a lui, il padre era alto e grosso, la madre minuta e con l’espressione sottomessa. Rid vide Will che parlava dall’altra parte del pozzo con una ragazza giovane: aveva parlato di una sorella maggiore, era lei probabilmente, dato quanto fosse giovane. A pochi passi da lui, Christina abbracciava sua madre e la sua sorellina minore. Poi la videro, come una visione. Loro madre era una macchia grigia appoggiata alla ringhiera dello strapiombo, con lo sguardo malinconico perso nel vuoto, i capelli legati e il viso scarno. Le gemelle si guardarono con e lacrime agli occhi. Era venuta, era venuta per loro.


Writer's corner
salve salve ragazzi! terzo giorno con la tracheite, non credo di essere mai stat così tanto tempo senza aprire bocca! nuovo capitolo, revisionato, quindi (credo) senza errori. voglio ringraziare il mio adoratissimo Marco, e lunastortafelpatoramoso per le loro recensioni costruttive, come sempre. a presto e bacioni
Jules

 

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Capitolo 13
*** Nathalie ***


Le ragazze corsero verso di lei, a rotta di collo. Natalie all’inizio non le riconobbe, per poi aprire le braccia e abbracciarle sorridente, dopo una più attenta occhiata.
- Beatrice, Deliverance- disse, carezzando loro i capi. Sapevano di non dover piangere, ma c’erano vicine. Troppo vicine.
- Ditemi come state- chiese, continuando ad osservarle felice. Toccava i loro capelli, così morbidi e lunghi, in dolci carezze.
- Prima tu- dissero contemporaneamente. Le abitudini Abneganti erano dure a morire.
- Oggi è un’occasione speciale- disse lei sorridente- sono venuta a trovarvi, per cui parliamo soprattutto di voi. È il mio regalo per voi-. Rid sorrise, la loro mamma altruista. Non avrebbero meritato nessun regalo dopo aver abbandonato lei e papà. Parlarono un po’ di tutto, felici di stare di nuovo con loro madre.
- Solo una domanda…-cominciò Rid.
- …Papà è andato a trovare Caleb?- chiese Tris. Nathalie abbassò lo sguardo, e non seppero dire se per vergogna o tristezza.
- Vostro padre sta attraversando una fase egoista e sta sempre al lavoro. Ma questo non vuoi dire che non vi voglia bene- ammise, sorridendo spiacente.
- E Caleb?- chiese Tris, corrugando le sopracciglia.
- Andrai da lui dopo?- continuò Rid. La mamma fece un’espressione rassegnata, che poche volte le avevano visto sul viso. Era strano, ma con quell’espressione impressa sui suoi tratti, smebrava incredibilmente vecchia, cosa che non era assolutamente.
- Vorrei, ma gli Eruditi hanno proibito agli Abneganti di entrare nel loro quartier generale, se ci provassi mi caccerebbero via- spiegò loro, stringendo leggermente i pugni. Le due si guardarono allarmate: non era un gesto solito di loro madre.
- Cosa?- chiesero entrambe le ragazze- E’ terribile! Come hanno potuto?- continuarono all’unisono.
- La tensione tra le nostre fazioni è più alta che mai, vorrei fare qualcosa ma ho le mani legate-. Persino a Rid, che odiava Caleb, si strinse il cuore a pensare al fratello che cercava il volto della loro madre senza trovarlo. Le due distolsero lo sguardo, cercando di guardare tutto fuorché i propri volti. Vicino allo strapiombo c’era Quattro, che alzò la mano in segno di saluto. Loro risposero coordinate.
- Quello è il nostro istruttore- disse Rid, ammiccando a sua madre in modo esagerato, e facendola così ridacchiare compostamente.
- Mette un po’ di soggezione- continuò Tris, dandole una gomitata tra le costole per farla smettere.
- E’ carino- disse invece Nathalie, sorprendendole.
- Mamma!- esclamarono shokkate le due, vedendo la madre andare verso Quattro. Si scambiarono un’occhiata di intesa abbastanza preoccupata, e la raggiunsero, sperando vivamente che non le mettesse in imbarazzo.
- Ciao, io sono Nathalie, la madre di Beatrice e Deliverance- si presentò, allungando la mano. Le gemelle non avevano mai visto loro madre stringere la mano a qualcuno. Quello a quanto pareva era il giorno delle novità. Quattro, rigido, la afferrò e la scosse due volte.
- Quattro, piacere di conoscerla-
- Quattro- ripeté la mamma- è un soprannome?-. Le due erano al limite. Da quando la loro mamma era curiosa?
- Si- rispose solo lui. Chissà qual’era il suo vero nome si chiese Tris.- Le loro figlie stanno andando molto bene, sto seguendo il loro allenamento-. Da quando seguire un addestramento prevedeva lanciare coltelli addosso e rimproverare ad ogni occasione? Certo che gli Intrepidi avevano un modo tutto loro per riferirsi alle cose!

- Mi fa piacere. Le voci sull’iniziazione degli Intrepidi non sono proprio tranquille- disse Nathalie, sorridendo tranquilla.
- Non ha niente di cui preoccuparsi-. Tris avvampò. Stava rassicurando loro madre o ci credeva davvero a quello che aveva detto?
- Hai un aspetto familiare Quattro- disse Nathalie, strizzando leggermente gli occhi.
- Non saprei- rispose con voce fredda- non ho l’abitudine di frequentare Abneganti-. La mamma scoppiò a ridere, e le due si resero conto che la sua risata era bellissima. Sembravano secoli che non la sentivano: ultimamente il sorriso era quasi del tutto scomparso dai volti dei loro genitori.
- Ce l’hanno in pochi di questi tempi, non me la prendo!-. Quattro sembrò rilassarsi.
- Beh, vi lascio al vostro incontro- e se ne andò senza dire una parola.
- E’ sempre così?- chiese la mamma.
- Peggio- risposero all’unisono, lanciandosi un’occhiata rassicurante. Non tutto era improvvisamente cambiato, allora, se Quattro faceva ancora le sue uscite di scena brusche.
- Vi siete fatte qualche amico?- chiese ancora Nathalie, sorridente.
- Qualcuno- e le due si girarono subito verso Will e Christina, andando  verso di loro con le mani nelle mani di Nathalie. Ma a metà strada una signora le fermò.
- Scusa…conosci mio figlio Albert?- chiese. Era una donna piccola e tonda, con i classici colori candidi.
- Albert?- chiesero le due, guardandosi stranite, per poi avere l’illuminazione- ah, intende Al! Si, lo conosciamo- dissero contemporaneamente.
- Sapete dove posso trovarlo?-. Le due si guardarono, ma loro era dalla mattina che non lo vedevano.
- Mi spiace, non lo vediamo da stamattina. Può cercarlo lassù-. Dissero indicando il soffitto di vetro.
- Oddio mi è venuta una crisi di panico per scendere! Ma siete tutti pazzi qui?-. Le due sorrisero, pensando che si, lì erano tutti fuori come balconi. Sempre se sapessero cosa fosse, un balcone, dato che in quella fossa che chiamavano quartier generale non ne avevano mai visti.
- Pazzi no..- cominciò Tris.
- …Intrepidi si. Se lo vediamo gli diciamo che lo state cercando- concluse Rid. Presentarono la mamma a Will e Christina, e la loro amica fece lo stesso con lei e sua sorella. Ma quando Will presentò sua sorella Cara, lei rivolse loro un’occhiata che gelida era dir poco.
- Non ci posso credere che frequenti due di loro, Will-. Nathalie contrasse le labbra, ma stette zitta.
- Non c’è bisogno di essere scortesi Cara-
- Oh, certo che no! Ma lo sai chi è lei?- chiese indicando Nathalie- è la moglie di un membro del consiglio, ecco chi è. Gestisce l’azienda di volontari che asserisce di aiutare gli Esclusi. Pensa che non lo sappia che state accumulando scorte da distribuire alla vostra fazione, mentre noi non abbiamo cibo fresco da un mese eh?- accusò  Cara.
- Mi dispiace- disse Nathalie conciliante- credo ci sia un errore-
- Un errore già- scattò Cara- sono sicura che siete esattamente quello che sembrate, una fazione di sognatori filantropi senza un briciolo di interesse personale, come no!-
- Non parlare a nostra madre in questo modo…- cominciò Tris, stringendo i pugni.
-..o giuro che le spacco il naso!- concluse Rid.
- Smettila Tris, tu non spacchi il naso a mia sorella-
- Ah no? Io sono Rid, ricorda che ti ho battuto, come vorresti fermarmi?- ringhiò Rid.
- No, non lo farai- disse Nathalie- venite ragazze, non vogliamo infastidire la sorella del vostro amico-. La voce della mamma era gentile, ma stringeva con forza le spalle delle due. Si infilò in uno dei corridoi scuri.
- Mamma come fai..-
-..a sapere dove andare?- chiesero le due, con sgomento.
- Ho detto niente domande su di me, e intendevo sul serio- rispose loro- ditemi la verità, come state andando? Come siete in classifica?-. le due gemelle si guardarono.
- come sai  della classifica?- chiesero le due a bassa voce.
- Non sono top-secret le informazioni sull’iniziazione degli Intrepidi-. Le due ragazze si guardarono.
- Domani lo sapremo, ma siamo tra le prime sei- disse Rid sicura. Dopotutto non erano andate affatto male nell’ultimo periodo.
-Male- disse lei- anzi, non troppo, dovete far credere di essere coraggiosissime. Qual è stato il vostro risultato al test attitudinale? La verità, ho bisogno di saperlo-. Era loro madre, potevano fidarsi di lei.
- Test inconcludente con gli stessi risultati- sussurrò Tris.
- Come pensavo- disse Nathalie- sta succedendo a molti figli di Abneganti. Dovete stare molto attente nella prossima fase del modulo, capito? Restate nel gruppo e non attirate l’attenzione. Mi avete capito?-
- Mamma cosa sta succedendo?- chiese Rid preoccupata.
- Non importa quale fazione avete scelto, sono vostra madre e voglio proteggervi- disse decisa la donna.
- C’è una cosa che dovete fare appena potete: voglio che andiate da vostro fratello e gli chiediate del siero di simulazione-
- E’ perché siamo..- cominciò Tris, ma Nathalie le coprì la bocca.
- Non pronunciatelo. Mai-
- Perché?- chiese allora Rid. Nessuno dava loro spiegazioni.
- Non posso dirvelo ora, ma vi spiegherò tutto.- Diede loro un bacio sul capo, e le accarezzò i volti.
-Ora devo andare. Darete un’impressione migliore se non vi vedono troppo attaccate alla vostra mamma abnegante-
- Non ci importa dell’impressione che hanno loro- dissero insieme. Lei sorrise.
- Invece dovrebbe, ho l’impressione che vi stiano già tenendo d’occhio- si allontanò, e quando giunse in fondo al corridoio si girò.
- Mangiate un pezzo di torta per me,d’accordo? Quella al cioccolato. È deliziosa- e se ne andò. E allora capirono. Capirono che la mamma era già stata lì.
- Era un’intrepida- si dissero, gli occhi sbarrati. Ora dovevano fare cosa aveva detto loro.

Writer's corner
Eccomi qui, perfettament ein orario una volta tanto! spero che il capitolo vi piaccia, come a me è piaciuto scriverlo! mando tantissimi baci a Marco, mio fedele recensore, e a tutti voi che leggere! un bacio e a prestissimo
Jules

 

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Capitolo 14
*** Classifica ***


A cena si sedettero con Christina, Will e Al. La tensione era palpabile, ed erano per di più spiacevolmente vicini a Peter, Drew e Molly.
- Non potevate avere un animale domestico?-  chiese stralunata Christina- perché no?-
- Perché è illogico- rispose Will, ovvio come sempre- qual è lo scopo di offrire cibo e riparo ad un animale che in cambio rovina i mobili e sporca la casa?-. Tris e Al si guardarono. Lo facevano sempre quando Will e Christina cominciavano a discutere. Rid invece alzava lo sguardo al cielo.
- Lo scopo è…beh sono divertenti! Io avevo un bulldog, si chiamava Chunker. Una volta abbiamo lasciato l’intero pollo arrosto a raffreddare sul ripiano della cucina, e mentre mia madre era in bagno lui l’ha tirato giù e l’ha mangiato, ossa e tutto. Abbiamo riso un sacco!- raccontò la candida.
- Si questo mi convince di sicuro. Chi non vorrebbe un animale che mangia tutto il cibo e distrugge una cucina?- Will scosse la testa- perché non ne prendi uno dopo l’iniziazione, se hai tutta questa nostalgia?-
- Perchè…- il sorriso di Christina si spense- non potrei, non dopo...insomma il test attitudinale-. Le gemelle si guardarono negli occhi. Cavolo, terreno spinoso.
- Vuoi dire…il cane che abbiamo ucciso giusto?-. L’avevano dimenticato. Un intrepido avrebbe preso il coltello, mentre loro due, lo sapevano, si erano rifiutate di scegliere.
- Si..insomma anche voi avete dovuto farlo, no?-. guardò prima Al, poi Tris e infine Rid.
- Voi non l’avete fatto- disse dura verso le gemelle.
- Eh?- farfugliarono. Oh no ti prego!
- State nascondendo qualcosa, vi state agitando-
- Cosa?- chiesero insieme, le loro voci leggermente più stridule.
- Tra i Candidi- disse Al- impariamo il linguaggio del corpo per capire chi mente-
- Ah- disse Tris.
- Beh- disse Rid, ed entrambe portarono una mano sul collo.
- Vedi? Lo state rifacendo!- esclamò Christina. Le due avrebbero voluto ucciderla seduta stante, tanta la paura che avevano.
- Noi, ecco..- cominciò Rid.
- …non abbiamo ucciso il cane-.
- Come avete fatto a risultare intrepide se non avete ucciso il cane?- chiese Will sospettoso.
- Non siamo risultate Intrepide- disse Rid.
- Siamo risultate Abneganti- concluse Tris. Per metà era vero, perché Tori aveva riportato il risultato abnegante nella modalità manuale.
- E avete scelto gli Intrepidi lo stesso?- chiese Chrisitna allibita- Perché?-. le due sorrisero.
- Te l’ho detto: per il cibo!- rispose Tris. Lei scoppiò a ridere.
- Ragazzi lo sapevate che Tris e Rid non avevano mai visto un hamburger prima di venire qui?-. si lanciò nel racconto della loro prima sera da intrepide. Dopo cena tornarono al dormitorio, ansiose di vedere la classifica. Le gemelle vennero superate da tutti, ed essendo basse non riuscivano a vedere, ma Tris trovò uno spazio che le permetteva una buona visuale. Vide che la lavagna era a terra appoggiata alle gambe di Quattro, con il retro rivolto verso di loro. Lui aveva un gesso in mano.
- Per chi è appena entrato, stavo spiegando come vengono calcolati i punteggi- disse- dopo il primo turno di combattimenti vi abbiamo assegnato un livello di abilità. Il numero dei punti che guadagnate dipende dal vostro livello di abilità e di quello della persona contro cui vincete. Guadagnate più punti se migliorate e se battete una persona di livello inferiore. Non premiamo chi si accanisce sui più deboli. Quella è vigliaccheria-. Il suo sguardo indugiò su Peter, per poi spostarsi velocemente.- chi ha un punteggio alto perde punti se perde contro qualcuno con un punteggio inferiore-. Tutti sentirono il brontolio di Molly.
- la seconda parte dell’addestramento ha più valore della prima perché è strettamente legata al controllo della paura- proseguì Quattro- ciò permesso, è estremamente difficile raggiungere una posizione alta a fine iniziazione, se si è ottenuto un punteggio basso nella prima fase. Annunceremo chi non ce l’ha fatta domani. Il fatto che voi siate trasfazione e non interni non sarà tenuto in considerazione. I quattro esclusi potreste essere solo voi o solo loro, ma è possibile qualunque altra combinazione. Detto questo, ecco i vostri punteggi-. Appese la lavagna al gancio e si spostò per lasciarci vedere la classifica.
1 Edward
2 Peter
3 Deliverance
4 Will
5 Christina
6 Beatrice
7 Molly
8 Drew
9 Al
10 Myra
- Terza?-
- Sesta?-. quei due commenti si sentirono benissimo dato che tutti erano in silenzio. Le due si abbracciarono, ridendo ed esultando. La premonizione di Rid a loro madre era risultata esatta.
- Che cosa?- esclama Molly indicando Christina e Tris a ripetizione- io l’ho battuta e lei ha fatto un punteggio migliore del mio?-
- Già- disse Christina- non vedi che anche Rid, che ha battuto Peter, è terza?- fece notare.
- Se vuoi assicurarti una posizione alta, ti suggerisco di non prendere l’abitudine di perdere contro avversari che hanno punteggi bassi- disse Quattro riferendosi a Tris, ma anche a Rid che l’aveva battuta senza problemi. Lo capì anche Molly.
- Tu- sibilò furiosa a Tris- me la pagherai-
- Vacci piano con le minacce Molly- ringhiò Rid- non ti conviene, a costo di essere punita, se tocchi mia sorella ti uccido-. La ragazza se ne andò, e Tris poggiò il capo sulla spalla della gemella. Ci sarebbero sempre state l’una per l’altra. Peter non aveva aperto bocca da quando erano entrati. Possibile che non gli bastasse il secondo posto? Possibilissimo pensarono le gemelle. Will e Christina si congratularono a vicenda battendo il cinque, poi Will diede una pacca sulle spalle selle due, proprio in mezzo alle scapole.
- Guardatevi! Terza e sesta! Sono fiera delle mie piccole Abneganti!- esclamò Christina abbracciandole. Sembrava non importarle che Rid l’avesse superata.- Dobbiamo festeggiare! Su andiamo!- e, dopo che Al ebbe rifiutato, andarono via. Le due si guardarono negli occhi. Will e Christina erano loro amici, ma anche i primi che dovevano battere. E speravano di non doverli tradire per riuscirci.


Writer's corner
ciao ragazzi. prima di tutto mi scuso immensamente per questi mesi di assenza. mi dispiace tantissimo. ho avuto dei problemi di salute, e sinceramente, non offendetevi, scrivere è stot l'ultimo dei miei pensieri. spero che non abbiate dimenticato la mia storia. un bacione a tutti
giuls

 

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Capitolo 15
*** Edward ***


Verso le tre di notte un urlo agghiacciante svegliò tutti i trasfazione, che si stavano riposando dopo aver festeggiato la fine del primo modulo. Qualcuno accese la luce, e lo spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi fu terribile. Edward era steso sul pavimento, con un coltello in un occhio. Christina gridò dalla paura, mentre Al per poco non dava di stomaco. Accorsero degli  Intrepidi che avevano sentito l’urlo, Eric e Quattro. Subito Rid si legò i capelli, avvicinandosi e inginocchiandosi davanti al ragazzo agonizzante. Gli prese le mani, e le allontanò dal viso.
- Che stai facendo Rigida diamine?- sbraitò Eric, allontanandola. Lei non si fece intimorire.
- Non c’è tempo di portarlo in ospedale, non resisterà e morirà dissanguato. Perderà l’occhio, ma se mi permetti di aiutarlo non morirà- disse decisa, stupendo tutti per il suo coraggio. Eric la guardava in modo strano, ma dopo poco annuì.
- Tris, vai da Tori e prendi il kit di fasciature. Mi serve qualcosa che dia scariche elettriche, ago e filo, del sedativo, e la bevanda più alcolica che avete- disse pratica, inginocchiandosi al corpo del ragazzo, che ancora gridava.
- Non è il momento per farsi un goccetto, Rigida!- esclamò Laurel, ma la bionda la fulminò con gli occhi.
- Il liquore è per disinfettare , mica per berselo!- esclamò oltraggiata. Disse ad Edward di distendere i muscoli di gambe e braccia, e gli urlò contro quando vide che lui non collaborava. Pochi secondi dopo entrarono Tris e Quattro, che l’aveva accompagnata, con tutto il necessario. Parecchi Intrepidi erano accorsi, ed ora bisbigliavano su quella ragazzina rigida bionda in canotta e pantaloncini.
- Le fasciature sono qui, ho trovato della vodka, che è perfetta, ago e filo, e questo è per le scariche.- le spiegò Tris, mostrandole uno strano proiettile ( quelli della caccia alla bandiera del film per intenderci). Rid stappò la vodka, e ne versò un po’ sulle mani, e senza preavviso anche sul coltello e quindi sulla carne viva di Edward che gridò per il dolore.
- Lo so che brucia, ma passerà- disse pratica, per poi inginocchiarsi e mettere la testa del ragazzo sulle sue gambe. Silenziosa lanciò il proiettile a Tris, indicandogli la gamba e facendole segno di uno. Nessuno stava capendo cosa succedeva, e guardavano lei due come se fossero aliene.
- Ok Ed, al tre devo tirare fuori il coltello. Sei pronto?- chiese la ragazza, e dimostrando molto coraggio, Edward annuì febbrile, nonostante il dolore lancinante.
- Al tre. Uno!- e Tris infilò il proiettile nella gamba del ragazzo, che urlò di dolore proprio mentre Rid gli toglieva il coltello dall’occhio, facendo uscire un sacco di sangue che le macchiò tutte le mani. Veloce mise la vodka sull’ago e il filo, facendola versare tutta a terra, incurante. Il dolore delle scariche elettriche e il sedativo che aveva iniettato nella zona orbitale impedirono al ragazzo di sentire le abili mani di Deliverance che prima pulì la ferita e l’orbita ormai senza occhio, per poi con veloci movimenti ricucire ogni singola vena o capillare con molta maestria. Quindi disinfettò di nuovo con la vodka, e si applicò per fare una fasciatura. Quando finì, prese la siringa con ancora un bel po’ di sedativo e la infilzò nel petto del ragazzo premendo lo stantuffo direttamente nel cuore, per fare in modo che il liquido si espandesse velocemente. Ci furono secondi di silenzio assoluto, si sentivano solo i singhiozzi di Myra, mentre l’infermiera, che aveva portato un kit medico per misurare il battito cardiaco, posizionò le placche sul torace del ragazzo. Bip. Un sospiro generale, Edward era vivo. Myra gli prese la mano.
- Lo porti subito in ospedale, gli devono fare una tac al cervello per vedere se il coltello ha danneggiato le sinapsi- disse calma all’infermiera che annuì, e si fece aiutare da due Intrepidi a sollevare con cura il ragazzo. Poi, ancora inginocchiata, Rid si guardò le mani, lorde di sangue fino ai gomiti, e uno scintillio catturò la sua attenzione. Si alzò, prendendo da terra il coltello. C’era stranamente silenzio, cosa rara dato che gli Intrepidi gridavano continuamente. Lo scrutò, e tolse l‘occhio, beh, la poltiglia che ora era l’occhio destro di Edward, osservando bene la lama. Un moto di rabbia incontrollata la prese. Era un coltello da burro, di quelli che c’erano sui tavoli a colazione. Si avvicinò a Peter, che la guardava come un mostro. In effetti, i capelli erano molto in disordine, aveva le braccia sporche di sangue e qualche schizzo sulla faccia. Poi era scalza e in tenuta da notte. Gli porse il coltello, facendo attenzione che nessuno dei capi la vedesse. Sapeva che loro avrebbero difeso Peter: era crudele come loro volevano che fosse.
- Questo è tuo- poi fece per girarsi, ma con un movimento repentino si scagliò su di lui, dandogli un pugno talmente forte da spaccargli  il labbro e il sopracciglio, facendolo finire a terra. Lo guardò, ed Will giurò di non aver mai visto uno sguardo come quello. Era pieno d’odio, rancore e altro.
- Sei un vigliacco Peter. Nient’altro che un vigliacco-. Sentì le mani della sorella trattenerle poco delicatamente il braccio, e si voltò verso di lei, che le sorrise stanca e senza allegria. Quindi si guardò attorno. C’erano i cinque leader Intrepidi, Quattro, Laurel, Carter, e due amici del loro istruttore. Gli altri erano andati via sotto ordine di Max, dopo aver dato quasi tutti di stomaco. Ma Rid non si curò di loro, che parlottavano tra di loro. Accarezzò la guancia della sorella, sporcandola tutta di sangue, ma poco importava.
- Stai bene?- chiese premurosa.
- Non è la prima volta se ben ricordi- rispose Tris a mo’ di assenzo.
- Ed diventerà un escluso, e credo anche Myra- disse Will, che si era avvicinato alle ragazze e aveva cinto le spalle di Rid con un braccio.
- Era quello che volevano. Ed è…era il primo in classifica. Ora è Peter- disse Christina.
- Ma non abbiamo le prove che sia stato lui: chiunque potrebbe aver preso quel coltello- fece notare Al, e Rid ringhiò rabbiosa. Fece per andare di nuovo da Peter e stavolta fare peggio di un pugni, che Eric le prese la spalla.
- Rigida, devi venire con noi- le disse, stranamente gentile. Lei annuì e uscì con lui e gli altri, incurante dello stato in cui fosse. Quattro disse ai suoi amici di farsi un giro, e vide sua sorella che la guardava, mentre Al e Christina uscivano. Rid le annuì, e lei annuì a sua volta in risposta, per poi correre via. Intanto la ragazza, scalza, in tenuta da notte e sporca di sangue seguiva Eric silenziosa. Ma in realtà non era per niente tranquilla. Se era arrivato a tanto per raggiungere il primo posto in classifica, il secondo modulo sarebbe stato pericoloso. Lei e Tris erano Divergenti, in un certo senso immuni al siero, e questo le rendeva ottimali per superare quelle prove. Non si accorse che Eric si era fermato finchè non sbattè contro la sua schiena. Lui non sembrò farci caso, e la fece entrare nel suo ufficio, seguiti da altri due capofazioni: Max e una donna abbastanza anziana. Si sedette, e le fece cenno di fare lo stesso.
- Ti verso qualcosa?- chiese prendendo una bottiglia di liquore e due bicchieri.
- Solo se è forte- rispose la bionda, prendendo il bicchiere che il ragazzo le tendeva. Stettero in silenzio per un po’, finché la bionda non posò il bicchiere e lo guardò.
- Fai le tue domande, così mi vado a lavare perchè sembro una pazza omicida che ha appena strappato il cuore a qualcuno- disse senza giri di parole, facendo sorprendentemente ridacchiare il capofazione.
- Credi che sia qualcuno di voi?- chiese il Max, e la ragazza strinse i pugni, mescolando ancora di più il sangue che stava diventando appiccicoso e viscoso.
- Non ho le prove- ringhiò furiosa. Eric annuì, versando altro liquore.
- Ma cosa pensi?- continuò. La bionda soppesò bene le proprie parole prima di aprire bocca.
- Senza prove si cerca un movente, e ora che Ed è fuori gioco Peter è il primo in classifica, seguito da me, Will, Christina, Tris, Molly, Drew e Al. Potrebbe essere stato chiunque, anche io o Tris-. Lui annuì. Quella ragazzina sarebbe stata una perfetta erudita: era disciplinata e logica, ma aveva anche intuito. Subito si stranì per quei pensieri.
- Come sapevi come aiutare Edward?- chiese allora la signora anziana, osservandola attraverso il vetro del bicchiere. Lei schioccò la lingua prima di rispondere.
- Sono stata…per un po’ di tempo in ospedale quando avevo dieci anni, e le infermiere e i medici per tenermi occupata mi portavano con loro. Ho imparato molte cose- rispose, facendo vagare lo sguardo in giro.
- Come mai sei stata per molto tempo in ospedale?- chiese Eric, mascherando la curiosità con un tono professionale. Rid lo guardò negli occhi, perforandogli lo sguardo con le lame che erano le sue iridi. Senza paura, senza esitazione.
- Sono motivi personali, non sono tenuta a rispondere- rispose secca, e lui in parte si accigliò, in parte ne rimase colpito.
- Sono un tuo capofazione-
- Non sono tenuta comunque a parlarne. E ora vado, prima che il sangue si coaguli del tutto. Ti saluto, capofazione- e uscì, senza notare il sorrisetto di Eric, nato mentre calcava la parola capofazione. Il ragazzo rimase per qualche secondo in silenzio con un sorriso sulle labbra, poi prese il telefono in mano, e compose un numero.
- Si, salve? Sono Eric, capofazione Intrepido. Mi servirebbe urgentemente la cartella clinica di Deliverance Prior…era Abnegante, ma ora è passata agli Intrepidi…certo, due settimane vanno più che bene. Consegnatela ad uno dei capofazione- e mise giù, con uno sguardo compiaciuto, portando di nuovo il bicchiere alle labbra, imitato da Max. La signora invece era pensierosa.

Writer's corner
Hey gente! non sapete come sono felice di tornare ad aggiornare! mi dispiace avervi lasciato così nel bel mezzo della storia, ma credetemi, non l'ho fatto a cuor leggero: ho avuto numerosi problemi di salute, e mi sono dovuta rimettere in pari con la scuola. ma ho scritto tanto, credetemi! queta storia era già conclusa, quindi non troverete cambiamenti, come potreste invece nel sequel, in quanto il mio stile di scrittura è un po' cambiato. ma ora vi lascio, un bacio a tutti voi
Giuls

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Capitolo 16
*** missioni suicide mascherate da gioco ***


Intanto Rid si era lavata e aveva messo un pantalone e una maglia a mezze maniche nera, con la giacca. L’acqua calda aveva lavato via il sangue, ma era ben visibile l’alone rosso sulle sue braccia. Mentre era sotto la doccia pensieri pericolosi l’avevano sfiorata, accarezzata e ammaliata, e appena se ne era resa conto era uscita, sia dall’acqua che dai quei pensieri. Si era fatta una traccia, lunghissima: l’unico segno fisico che la distingueva dalla sorella erano i capelli più lunghi,  in quanto riusciva sempre a scampare il taglio dei capelli ogni tre mesi, con astuti giochetti psicologici. Uscì, e dopo poco si scontrò con la gemella.
- Ciao Rid. Vieni con me- le disse, e senza darle il tempo di replicare le afferrò il braccio e la trascinò per dei corridoi stretti fino a raggiungere un gruppo di Intrepidi. Si fermò davanti ad un ragazzo che aveva visto alla cerimonia della scelta, e picchiettò l’indice contro la sua spalla. Lui si girò e le sorrise.
- Allora ce l’hai fatta!- esclamò.
- Rid, lui è Uriah, ti ricordi di lui?-.
- Come dimenticare, ho dovuto fare due docce per togliere la vernice blu dai capelli-. Rispose divertita Rid. I due si strinsero la mano.
- Cosa ci facciamo qui Tris?- chiese con circospezione Rid, e la gemella fece un sorriso stanco.
- Prima ero un in corridoio da sola, pensando a cosa era successo, e Uriah mi ha visto. Ha detto che aveva saputo, e mi ha invitata ad andare con loro- spiegò semplicemente, scrollando le spalle.
- E’ una specie di iniziazione per gli Intrepidi interni con fratelli maggiori, ma per voi faremo un’eccezione- disse, facendo l’occhiolino. Presentò alle due le sue migliori amiche, Marlene e Lynn, e anche i loto fratelli maggiori, entrambi dell’età di Quattro, Lauren ed Eric.
- Che ci fanno le rigide qui?- chiese un Intrepido, e Rid era sul punto di cantargliene quattro.
- Hanno appena assistito all’accoltellamento di quel ragazzo Gabe- le difese Uriah, e loro gli sorrisero. Poi cominciarono a seguirli sulle scale di servizio, che li fece emergere all’aperto, a qualche metro dal palazzo di vetro, vicino al binario dove stava passando un treno. È implicito dire che ci saltarono sopra.
- Dove stiamo andando?- chiese Tris.
- Non lo so. Zeke non me l’ha detto-
- Zeke?- chiesero contemporaneamente le due gemelle.
- Mio fratello maggiore- disse Uriah indicando un ragazzo seduto con le gambe penzoloni fuori dal treno.
- Non si può saperlo. Rovinerebbe la sorpresa!- gridò una ragazza alla loro sinistra, che tese la mano.- io sono Shauna-. Tris le strinse debolmente la mano.
- Noi..-
- Lo so chi siete voi- la interruppe- Quattro mi ha parlato di voi. E poi siete state le prime a saltare quest’anno-
- Ah si?- chiese Tris
- E cosa ti ha detto?- continuò Rid. Shauna ridacchiò maliziosa.
- Ha detto che siete due rigide, ma che non vi fa piacere sentirvi chiamare così. Perché?-
- Se il nostro istruttore parla di noi..-cominciò Rid
- …Volgiamo sapere cosa dice. Non viene anche lui vero?- continuò Tris.. Shauna fece cenno di no.
- Lo conosci bene?- chiesero le due contemporaneamente.
- Tutti lo conoscono. Abbiamo fatto l’iniziazione insieme. Io ero una frana nei combattimenti, così ogni sera lui mi faceva lezione anche se ero interna, dopo che tutti andavano a dormire-. Si grattò la testa, seria- è stato gentile-. Rid prese la mano di Tris: aveva visto un lampo di gelosia nei suoi occhi, anche se forse neanche lei aveva capito il perché.
- Eccoci!- gridò Shauna, e tutti saltarono fuori dal treno. Le gemelle e Uriah corsero per raggiungere gli altri membri lungo tutto Michigan Avenue, del tutto deserta. Tris alzò lo sguardo, trovando davanti a se il maestoso profilo dell’Hancock, il grattacielo più alto a nord del ponte ma disabitato. Attraversarono una serie di porte e si trovarono all’interno, e si fermarono agli ascensori. Il vetro di uno era rotto, e si vedeva solo il telaio.
- Funzionano?- chiese Tris a Uriah, piano.
- Certo!- rispose Zeke, il fratello maggiore- pensi che sia così stupido da non essere venuto qui a controllare e attivare il generatore d’emergenza?-
- Si- disse Uriah- io lo penso!-. Zeke gli lanciò un’occhiataccia, per poi prendere la testa sotto il braccio e strofinargli le nocche sul cocuzzolo. Zeke era più basso del fratello, ma più forte. O più veloce. Uriah gli diede una sberla sul fianco, e lui lo mollò mentre le porta dell’ascensore si aprivano. Una ragazza dalla testa rasata pestò il piede a Tris, che la sorella vide indecisa su come procedere. Uriah invece si specchiava nel vetro aggiustandosi i capelli.
- Che piano?- chiese la ragazza con la testa rasata.
- Cento- risposero all’unisono Rid e Tris.
- E voi come lo sapete?- chiese lei sospettosa.
- Lynn dai, sii gentile-. La riprese esasperato Uriah.
- Siamo un gruppo di Intrepidi..- cominciò Tris.
-…in un grattacielo di cento piani- continuò Rid.
- Come fai tu a non saperlo?- terminarono all’unisono. Lei non rispose, limitandosi a premere il bottone giusto. Uriah le guardava.
- Voi...-disse indicandole- siete inquietanti. Pensate le stesse cose, vi muovete coordinate, dite le stesse cose e vi completate le frasi. Siete anche uguali esteriormente. Sembrate due cloni!- esclamò, facendo ridacchiare un po’ tutti mentre l’ascensore si ferma al cento.
- Mi domando come arriveremo al tetto da…- Uriah si interruppe vedendo il fratello appoggiare una scala d’alluminio contro un buco nel soffitto, invitandoli a salire e facendo strada fischiettando.
- Fate spesso queste missioni suicide..- cominciò Tris, bisbigliando a Uriah.
-…mascherandole da gioco?- terminò Rid. Uriah rise e annuì.
- Più spesso di quanto crediate!-. arrivarono sul terrazzo, e Zeke cominciò a montare una delle imbracature destinate a Shauna.
- Ma Eric non aveva detto che non si usciva dalla residenza senza un intrepido adulto?- chiese Tris nell’ascensore, e il fratello di Uriah, Zeke, ridacchiò.
- E noi secondo te perché siamo qui?-. Rid sorrise.
- Per l’adrenalina, ovvio-. Shauna rise, dando gomito all’amico.
- Touchè!- disse Zeke, mentre aiutava Shauna ad entrare nell’imbracatura. Poi la buttò giù, e le due sentirono un gemito di Lynn. Probabilmente era sua sorella. Quando capirono cosa ci facevano sul tetto, per poco non venne loro un infarto. Andarono al cornicione, e videro Shauna che volava sopra Lake Shore Drive. Gli Intrepidi si misero in fila. C’erano sette persone tra le gemelle e Zeke.
- Se non sopravvivo, di a mamma e papà che gli ho voluto bene- sussurrò Tris alla sorella, che ridacchiò. Finalmente arrivò il turno di Tris. Zeke le mise con cura l’imbracatura, assicurando il ventre, il petto e le gambe.
- Pronta Rigida?- Zeke fece un mezzo sorriso.- confesso che sono colpito dal fatto che tu non stia gridando e piangendo in questo momento-
- Te l’ho detto- si intromise Uriah- loro sono Intrepide fino al midollo. Ora muoviti-
- Attento fratellino, o potrei non stringere bene e cinghie e…splat!-
- Già,. E poi nostra madre ti scuoia vivo!- ribattè il ragazzo. Zeke sorrise di più.
- Solo se lo scopre!-
- Si, molto interessante, ora che ne dite di lanciarmiiiiiiii- sull’ultima parola il ragazzo l’aveva fatta partire, e aveva urlato. E Rid aveva riso, e tanto, e rideva anche dopo, mentre finalmente sorvolava velocissima le strade di Chicago. Si sentiva senza peso. Il vento tra i capelli li gonfiava, facendo sciogliere la treccia. Le sembrava di volare, e la sensazione era bellissima. Passò in un buco di un grattacielo ridendo, senza preoccupazioni. Ora ricordava il motivo per cui avevano scelto gli Intrepidi. Gli Intrepidi non erano affatto perfetti, nessuno lo era, ma erano vivi, e sapevano come fare per ricordarselo. Vide in lontananza la sua vecchia casa, la luce della cucina accesa, poi vide in lontananza il quartier generale degli eruditi, dove suo fratello molto probabilmente dormiva tranquillo. Vide anche un bel muro che poneva fine alla sua corsa.
- IL FRENO!- le urlarono degli Intrepidi sotto di lei, ma Rid non riusciva a prenderlo. Quando afferrò quella piccola cordicelle la tirò con tutta la forza che aveva, sperando di non spiaccicarsi e chiuse gli occhi. Sentì la velocità diminuire, e una leggera pressione sul naso. Aprì gli occhi, notando che le leggera pressione era quella del muro sul suo naso,. Per un pelo! Non fece in tempo a dire altro, che l’imbracatura si sganciò, e la bionda atterrò sul tappeto di mani degli Intrepidi.
- Queste Rigide ci faranno prendere un colpo!- sentì dire, e intuì che anche la sorella forse aveva avuto qualche problema con il freno, cosa appurata appena la vide.
- Allora, che ne pensate?- chiese Shauna. Tutti si girarono a guardarle. Tris e Rid si guardarono negli occhi, e si sorrisero.
- Quando possiamo farlo di nuovo?- e loro risero, e risero anche le due con loro. Quando tutti furono sul treno, Zeke si girò verso di loro.
- Mi sa che non possiamo davvero più chiamarvi rigide- disse loro sorridendo- Tris e Rid.


Writer's corner
lo so lo so : se la storia è già finita perchè il capitolo è così corto? perchè è di passaggio! tra qualche altro capitolo la storia si intreccerà un poco e i capitoli saranno più lunghi. a presto e bacioni

Giuls
ps. saylveon sono troppo curiosa, perchè volevi sapere se sono di Bergamo???? la curiosità mi uccide, se non rispondi poteri stare così male da ritardare il prossimo aggiornamento...uomo avvisato

 

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Capitolo 17
*** seconda fase ***


Quando entrarono nella mensa, l’una accanto all’altra, tutti si girarono verso di loro. Videro Uriah e Marlene fare loro cenno di sedersi accanto a loro, ma le due li salutarono, per poi sedersi al solito posto di fronte Will, Al e Christina. Si erano dimenticate di loro.
- Dove siete state?- domandò Chrstina- perché eravate con loro?-
- Uriah…hai presente l’interno che era in squadra con noi a strappabandiera?- disse Rid.
- Stava uscendo con alcuni membri e ha chiesto se ci lasciavano andare con loro- spiegò Tris.
- In realtà non ci volevano- continuò Rid.
- Una certa Lynn mi ha anche pestato il piede!- terminò Tris, me sapevano bene che non li avevano convinti.
- Forse prima non vi volevano- osservò Will- ma ora direi che gli state simpatiche-
- Si- annuirono entrambe- siamo contente di essere tornate però-. Era una bugia bella e buona, ma dovevano in qualche modo rimediare a cosa era successo.
- Beh, ti sei persa Christina che ha preso a pugni un Erudito!- esclamò Al. Rid si strozzò con l’hamburger, e la gemella le dovette battere la mano sulla schiena parecchie volte.
- E lo dite solo ora? Su raccontate!- esclamò, interessata.
- Si è presentato qui chiedendo la nostra opinione sul governo degli Abneganti, e Chris gli ha detto che ci sono cose più importanti di cui preoccuparsi- disse Al, compiaciuto.
- E aveva ragione- aggiunse Will- ma lui le ha risposto male. Grosso errore-
- Enorme!- ribadirono le due contemporaneamente. Tris non era molto interessata, ma Rid era parecchio divertita.
- Si- concordò la candida- mentre voi eravate fuori a divertirvi, io ho fatto lo sporco lavoro di difendere la vostra vecchia fazione, appianando il conflitto interfazionale…-
- Dai, ammettilo che ti sei divertita!- la punzecchiò Will- se non vuoi raccontare bene la storia tu lo farò io. Lui era in piedi…-. Passarono la cena a ridere e scherzare sulle vicende che avevano coinvolto la candida, ma intanto le gemelle pensavano anche ad un'altra cosa. Per la prima volta avevano provato il desiderio di essere delle intrepide fatte e finite, e mentre vedevano i membri che si tiravano pezzi di cibo con le forchette dietro Will, decisero che dovevano superare la seconda parte dell’iniziazione, e poi anche la terza.
 
Per quanto ne sapessero in quel momento, la seconda fase dell’iniziazione comprendeva stare seduti ad aspettare che Quattro li chiamasse in una saletta. Tris era seduta tra la sorella e Will, e di fronte a loro c’erano Uriah, Lynn e Marlene, che aveva diviso un muffin con Rid.
- E allora- ruppe il silenzio Lynn- chi di voi si è classificato primo?-. Peter si schiarì la voce.
- Io-
- Scommetto che potrei batterti-. Lynn lo disse con noncuranza mentre faceva ruotare il pircing nel sopracciglio- io mi sono piazzata seconda, ma scommetto che chiunque di noi potrebbe batterti, trasfazione-
- Non ne dubito Lynn- disse Rid. Le stava abbastanza simpatica quella interna- tra gli attuali interni io solo io l’ho battuto, ma è rimasto incosciente per più di mezza giornate- disse Rid, senza nessuna traccia di vanto nella voce. Stava solo riportando i fatti.
- Tu mi piaci biondina- affermò la ragazza, un attimo prima che Quattro aprisse la porta e la chiamasse.
- Chi è il primo tra voi?- chiese allora Will, e Uriah sorrise.
- Sono io-. Lui si che si stava vantando, ma con scherzo.
- Non trovi che sia un po’ ingiusto che voi abbiate passato tutta la vita a prepararvi e da noi si aspettano che impariamo tutto in un paio di settimane?- gli fece notare Will.
- Non del tutto. Il primo modulo si, siamo avvantaggiati, ma il secondo modulo…non c’è modo di prepararsi, mi dicono- ammise il ragazzo. Quattro aprì la porta.
- Peter-. Il candido si alzò e andò da lui. Man mano i gruppo si assottigliò, e rimasero le due gemelle e Urah.
- Vieni Tris- disse Quattro, e la bionda, stiracchiandosi per il dolore alla schiena, e scomparve nella sala. Ad aspettare rimasero solo Drew, Rid e Uriah, che per non aspettare separati si sedette accanto alla ragazza.
- Allore, come va?-chiese. Lei alzò le spalle.
- Bene tutto sommato-
- Ti manca la tua famiglia?- chiese il moro, sorprendendola. Lei corrugò le sopracciglia, poi sorrise.
- Tra me e mio fratello non correva buon sangue, ma mi manca molto la mia mamma. Sai, lei prima era un’intrepida- disse, fiera della sua mamma, e Uriah sgranò gli occhi.
- E’ passata dal coraggio all’altruismo?- chiese allucinato. Rid, ridacchiò.
- Credimi Uriah, coraggio e altruismo non sono così diversi-. Il ragazzo stava per dirle qualcosa, che Quattro aprì la porta.
- Rid-. La ragazza si alzò, e sorrise a Uriah. Drew allungò la gamba per metterle lo sgambetto, ma lei lo vide.
- Fallo ancora e te le spezzo, le gambe- minacciò, per poi sorpassarlo con classe e seguire Quattro.
-Siediti- la invitò lui, indicandole la poltroncina reclinata nella sala. Era una stanzetta sobria, senza specchi, e con un computer accanto alla poltrona. Rid si sedette.
- Che simulazione è?- chiese, e gli angoli della bocca di Quattro si alzarono.
- Mai sentita la frase ‘affronta le tue paure’? beh noi Intrepidi la prendiamo sul serio. Sai che tua sorella mi ha fatto la stessa domanda?-. Rid rise.
- Com’è andata lei?-. Lui non accennò a rispondere. Quindi le mostrò una siringa, e la ragazza sgranò gli occhi. Era un ago gigantesco. Le scostò delicatamente i capelli dal collo, e infilò l’ago. Rid sentì un dolore acuto alla gola che la fece boccheggiare.
- Allora, credo che Will per passare il tempo ti abbia spiegato come funziona. Per porre fine alla simulazione devi calmare il battito cardiaco e tenere sotto controllo la respirazione. Il siero farà effetto entro sessanta secondi.-. poi vide che la ragazza aveva lo sguardo assente e le pupille velate e opache. Il siero stava facendo effetto.


Writer's corner
Hola! come promesso, nuovo capitolo. Scusate se non mi dilungo, ma ho ben tre versioni di latino che mi aspettano (Yeeeee...). un bacione
Giuls

 

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