Camilla

di Soul Mancini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto i caldi raggi del sole ***
Capitolo 2: *** Ciao Camilla! ***
Capitolo 3: *** Mi dispiace! ***
Capitolo 4: *** Valentina ***
Capitolo 5: *** Il mito del basket ***
Capitolo 6: *** Timidezza esagerata ***
Capitolo 7: *** Gelosia e rabbia ***
Capitolo 8: *** Errori ***
Capitolo 9: *** Solitudine ***
Capitolo 10: *** Con gli occhi da cerbiatto ***
Capitolo 11: *** Sicurezza ***
Capitolo 12: *** Il lupo perde il pelo... ***
Capitolo 13: *** La mia vita è assurda! ***
Capitolo 14: *** Teens ***
Capitolo 15: *** Amici? ***
Capitolo 16: *** Gaia ***
Capitolo 17: *** All I need is your love - Pov Gaia ***
Capitolo 18: *** Incomprensioni ***
Capitolo 19: *** C'è sempre una prima volta ***
Capitolo 20: *** Svolta tra i banchi di scuola ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Sotto i caldi raggi del sole ***


Sotto i caldi raggi del sole



Ero tranquillamente sdraiata sul mio letto quel pomeriggio di fine maggio a osservare una pagina piena di parole insensate che la prof chiamava 'lezione di storia', quando il mio telefono prese a squillare. Sussultai sorpresa, poi lo afferrai e risposi.

Didi?!”

Un urlo stridulo arrivò dall'altro capo del telefono. Sbuffai, allontanando il cellulare dall'orecchio.

Scusa, ho appena scoperto che stasera devono trasmettere uno speciale sugli One Direction in tv! Non me lo posso perdere!!!” strillò ancora.

Come se a me importasse qualcosa.

Alzai gli occhi al cielo. “Quindi tu mi hai chiamato alle tre del pomeriggio per dirmi questa cosa?” ribattei in tono seccato.

Odiavo quando Nadia mi faceva perdere tempo così.

Scusa, ma come tu hai risposto, hanno dato la pubblicità! Comunque, il punto è: stasera usciamo?”

Ci accordammo per vederci alle cinque e io mi immersi di nuovo nelle pagine di storia.

Non ce la facevo più, la voglia di studiare era evaporata già da un pezzo, per fortuna eravamo quasi arrivati alla fine dell'anno scolastico e stavamo dando le ultime verifiche.


Quel giorno io e Nadia, come di consueto, ci dirigemmo al parchetto e ci sedemmo in una panchina situata ai margini del grande prato, sotto l'ombra di un albero, e la mia amica cominciò a sbavare per una foto di Zayn degli One Direction che aveva come sfondo del cellulare.

Era insopportabile quando si comportava così, anche perché sapeva che non avevamo gli stessi gusti musicali.

Ad un tratto una risata proveniente da una panchina poco distante dalla nostra attirò la mia attenzione. Mi voltai e vidi un gruppo di ragazzi e ragazze che scherzavano, nulla di strano.

Li osservai per qualche secondo per vedere se c'era qualcuno che conoscevo e rimasi a bocca aperta.

Tra di loro c'era un ragazzo bellissimo: capelli castani un po' lunghi, occhi grandi e nocciola, camicia bianca a maniche corte, jeans neri e scarpe Nike bianche.

Rimasi impietrita, mentre la mia amica continuava a raccontare vita, morte e miracoli di Zayn.

Le diedi una leggera gomitata per farla zittire e le indicai con un cenno quel ragazzo.

Guarda” sussurrai.

Stai bene?” mi chiese Nadia, perplessa. “Sei impallidita!”

Io, sapendo che la mia amica conosce mezzo mondo, esclamai: “Dimmi chi è quello splendore!”.

Diego.”

Mi stava facendo di nuovo perdere tempo.

Diego chi? Come? Cosa? Quanti anni ha? In che scuola studia? Come si...”

Aspetta, calmati!” mi interruppe. “Allora, è un amico di mio fratello, ha sedici anni, è molto simpatico e allegro. E vedo che ha attirato la tua attenzione!”

Beh, sì... e non ha mai attirato la tua?”

No, a me piace Zayn!” rispose euforica, indicando lo schermo del suo telefono.

Alzai gli occhi al cielo. “Sei un caso perso. Comunque Diego non è male, è molto attraente!”

Chiacchierammo del più e del meno, ma io ero palesemente distratta. Cercavo di ascoltare la conversazione del gruppo accanto per captare la voce di Diego e gli lanciavo occhiate sperando che ricambiasse, ma allo stesso tempo volevo che non si accorgesse di nulla per paura di fare la figura dell'idiota.

Non avevo mai notato un ragazzo in vita mia, nessuno mi aveva mai colpito particolarmente. Proprio quando cominciavo a pensare di essere immune alle cotte adolescenziali, saltava fuori lui e mi faceva cambiare idea!

All'improvviso Nadia sbuffò.

La scrutai e le chiesi: “Che c'è?”.

Dalla sua espressione, capii che ce l'aveva con me.

Siamo venute qui per guardare un ragazzo tutta la sera? Perché se me lo confermi, me ne vado seduta stante” sbottò.

Diventai rossa di rabbia. Come poteva trattarmi in quel modo? Le amiche, poi, si aiutano sempre quando c'è di mezzo un ragazzo!

Ma senti chi parla! Io mi devo sorbire tutte le tue lagne sugli One Direction e tu hai il coraggio di lamentarti?” ribattei acidamente.

A tutto c'è un limite! Io l'ho smessa da un bel pezzo, e poi pensi che sentirti parlare male di loro per me non sia pesante?”

Ah, ma che vadano a fanculo! Possibile che non ti rendi neanche conto quando un'amica ha bisogno di te?”

Scoppiò a piangere di rabbia, ma ero così infuriata che non me ne importava.

Possibile che non ti rendi nemmeno conto di quando esageri?” sibilò tra i singhiozzi, serrando i pugni.

Senti, se sei così innamorata di Zayn, vai in Inghilterra e accampati sotto casa sua, ma non rompermi le palle!”

Non avevo mai insultato così la mia migliore amica, ma ero accecata dalla rabbia e non sapevo quel che facevo.

Le venne una crisi isterica e cercò di sferrarmi un calcio. Io, a mia volta, la spinsi all'indietro e la feci cadere sull'erba bagnata.

Lei si alzò e corse via tra le lacrime, con la parte posteriore dei pantaloni completamente fradicia.

Solo in quel momento mi resi conto che il gruppo di Diego aveva assistito a tutta la scena e me ne vergognai immensamente.

Per non restare da sola, andai a scambiare due chiacchiere con un gruppo di vecchie compagne delle medie, che erano sedute su un muretto in cemento vicino all'ingresso. Ogni tanto davo un'occhiata a Diego.

Quando stavo andando via, gli lanciai un ultimo sguardo, solo che questa volta se ne accorse e ricambiò con un sorriso e l'occhiolino.

Arrossii e rimasi letteralmente di sasso. Quello era il sorriso più bello e dolce che avessi mai visto, ed era tutto per me!


Quando arrivai a casa, non avevo voglia di parlare con nessuno, nemmeno con mia sorella Chiara, con cui mi confidavo sempre.

Chiara aveva un anno in più di me ed era una delle persone più antipatiche che conoscessi. Polemica, cinica, intrattabile, vedeva sempre tutto bianco o tutto nero. Eppure io avevo imparato come prenderla e avevamo un bel rapporto.

Mi stesi sul letto, sfinita, e osservai le ragnatele sul soffitto. Sì, era arrivato il momento di dare una pulita a quella camera.

L'arrivo di un messaggio mi fece sobbalzare. Sapevo già che si trattava di Nadia, era una delle poche persone ad avere il mio numero.

E infatti era lei.


sarai soddisfatta ora di qll k hai fatto..


Fu in quel momento che mi accorsi dello sbaglio che avevo commesso. Non poteva andare al parco con lei e fissare un ragazzo tutta la sera rivolgendole a malapena la parola.

Le risposi:


Hai ragione, scusami Didi! Abbiamo litigato per una cazzata, come ho potuto trattarti così?


La sua risposta mi lasciò spiazzata.


......


Lo interpretai semplicemente come un “ci devo pensare” e mi rilassai.

Quella notte, nonostante fossi distrutta, faticai a prendere sonno. Le immagini di quel pomeriggio si susseguivano in continuazione nella mia mente, ma la più ricorrente era quella di Diego e del suo bellissimo sorriso.

Quando finalmente mi addormentai, tutti i miei problemi si dissolsero.



* * *


Ciao a tutti!

Ok, ammetto che come primo capitolo, questo è piuttosto penoso, ma era per far capire di che tipo di persona è Camilla! Non so voi, ma io già non la sopporto! :D

Se vi va, fatemi sapere che ne pensate, per me il vostro parere è molto importante! :3

Soul_Shine ♥

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Capitolo 2
*** Ciao Camilla! ***


Ciao Camilla!



Cosa? Ma tu sei pazza! Non ci penso nemmeno, scordatelo!”

Erano passati tre giorni dal litigio con Nadia e da allora non ci eravamo più sentite. Mi mancava.

E ora mia sorella annunciava che quella sera, per festeggiare i suoi sedici anni, avrebbe invitato le sue amiche e io sarei dovuta andare a studiare da qualche altra parte!

Lei mi guardò con aria riflessiva. “Perché non vai da Didi?”

Io e Didi abbiamo litigato, non siamo più amiche!” sbottai. Dire quelle parole mi faceva star male. “E poi non hai il diritto di buttarmi fuori di casa!”

Sì, posso eccome! Perché non vai al parco? C'è un posto delizioso in cui ti puoi sedere, sul tronco di un albero! Ecco, tu ora prendi il tuo bel libro di storia e te ne vai!”

I miei occhi si illuminarono. Diego! Magari era al parco!

Così usci con il libro sotto un braccio e mi diressi al parco.

Trovai un luogo tranquillo e riparato dal sole: il ramo di un albero era cresciuto molto in basso e poteva fungere da panchina, così mi sedetti con la schiena contro il robusto tronco e cominciai a studiare, concentrandomi intensamente sulla lettura.

Sottolineavo paragrafi e mi isolavo da tutto ciò che mi circondava, tanto che non feci caso alla presenza che si avvicinava a me.

Si sedette ai piedi dell'albero ed esclamò: “Ciao Camilla!”.

Io, senza distogliere lo sguardo dal libro, risposi distrattamente: “Ciao”.

Solo dopo qualche istante mi accorsi che si trattava di una voce maschile e familiare. Rimasi impietrita.

ERA DIEGO! STAVA PARLANDO PROPRIO CON ME!!!

Arrossii.

Camilla, cerca di stare calma! In fondo è una persona come tante e, siccome non sei mai stata timida, non c'è bisogno di lasciarsi prendere dal panico, mi dissi.

Che fai?” mi chiese.

Studio.”

Che cosa?”

Storia. La odio!”

Dici sul serio? Anche io la detesto!”

Sorrisi. “Wow!”

Rimanemmo un po' in silenzio a fissarci, nessuno dei due sapeva che dire. Fu Diego a spezzare il silenzio.

Hai molto da studiare?” domandò.

No, due pagine...” farfugliai senza nemmeno controllare.

Ti dispiace se rimango qua ad aspettarti?”

Cosa?” strillai d'istinto, pentendomene subito dopo.

Non credevo alle mie orecchie! Perché voleva aspettare che finissi?

Cioè, non dovresti disturbarti...” aggiunsi. In realtà non desideravo altro. “Ma...”

Ma?” ripeté lui.

Se ti va...”

Gli si illuminarono gli occhi.

Ma certo che mi va, sono qui per questo!” esclamò con un sorriso radioso.

Arrossii. Oddio, era venuto da me, apposta per me!

Okay” acconsentii. Aprii nuovamente il libro e ricominciai a studiare, senza riuscire a concentrarmi, troppi pensieri mi occupavano la mente.

Ad un tratto sentii una presenza alle mie spalle. Mi voltai di scatto e per poco non mi venne un colpo quando vidi Diego, con il suo solito sorriso affascinante, che sbirciava nel mio libro di storia.

Mamma, quanto era bello! Sarei rimasta tutta la sera a fissarlo!

Invece mi limitai a sobbalzare e lanciargli un'occhiata truce.

Scoppiò a ridere di gusto. Io sbottai, fintamente offesa: “Ehi, mi hai fatto prendere un colpo! Non ti devi avvicinare a me così di soppiatto”, poi comiciai a ridere anch'io.

Quando ci fummo ripresi, annunciai che avevo finito di studiare, scaraventai il libro sul prato e gli feci posto sul ramo dell'albero accanto a me. Eravamo così vicino che i nostri fianchi si sfioravano. Un brivido mi percorse la schiena.

W

Q

Allora”, attaccò lui, “non mi hai ancora detto quanti anni hai.”

Quattordici, a settembre ne devo compiere quindici. Tu?”

Sedici.”

Terza superiore?”

Annuii. “Ehi, ti va di andare al bar a prendere qualcosa da mangiare?” propose.

Volentieri!” accettai entusiasta.

Al bar trovammo la solita cinquantenne alta meno di me con i capelli castani raccolti in una coda di cavallo.

Ciao Dìe! Cosa prendete?” esordì con un sorriso stanco.

L'aveva chiamato Dìe?! Che diminutivo orrendo!

Una porzione di patatine e una Coca fredda” affermò Diego. “Tu, Cami?”

Diventai fuxia. MI AVEVA CHIAMATO CAMI??? Eppure ci conoscevamo appena! Oh, che dolce! In preda all'imbarazzo cercai appoggio nella barista, che intanto si era allontanata per prendere la Coca Cola. Notando il mio sguardo, lei ridacchiò e mi rivolse uno sguardo incoraggiante.

Un ghiacciolo all'arancia e un tè al limone, grazie” dissi con aria disinvolta.

Mentre la barista poggiava sul bancone le nostre ordinazioni, mi apprestai a prendere il portafoglio, ma Diego bloccò la mia mano e sussurrò: “Pago io”.

Era pericolosamente vicino a me. Cercai di ribattere. “Ma no, non...”

Pago io” ripeté, poi prese una banconota dalla tasca dei jeans.

Prendemmo posto in un tavolino di plastica rosso a consumare la nostra merenda e chiacchierare.

Sembrava volermi dire qualcosa, ma che non riuscisse a trovare le parole.

L'altro giorno ho visto che eri con la sorella di un mio amico, Fabio. E ho visto anche la lite” riuscì a dire dopo un po'.

Ah sì, Didi! È mia amica, penso...” Mi rabbuiai. “Quindi, avendo visto la lite, penserai che sono un'arrogante violenta e irascibile.”

Lui posò la sua mano sulla mia, che era abbandonata sul tavolo, facendomi leggermente sussultare.

Assolutamente no, è normale che succeda, tutti litigano almeno una volta nella vita! Pensa che mia sorella ha undici anni e tre risse alle spalle, tu in fondo non hai fatto nulla di grave!” mi rassicurò.

Sorrisi. “Come si chiama tua sorella?”

Aurora.”

Ah. Comunque non è tanto il parere degli altri che mi preoccupa, ho paura di perdere la mia migliore amica, ho paura che non torni più da me! Siamo amiche dalla terza elementare, siamo molto legate e non abbiamo mai litigato in questo modo! Ormai non la sento da tre giorni! Le ho mandato un messaggio di scuse e lei mi ha risposto con un sacco di puntini di sospensione, che significa? E dire che abbiamo litigato per un motivo così stupido...”

Wow, se siete amiche da così tanto tempo tornerà di sicuro! A nessuno piace distruggere amicizie così profonde!”

Sentii le lacrime pungermi gli occhi, ma le trattenni. Non mi andava di piangere in quel momento, davanti a lui. Mi sarei sentita stupida. Ma lui percepì la mia tristezza e si avvicinò di più a me. Per poco non mi abbracciò.

Fui io a cambiare discorso, raccontandogli che mia sorella mi aveva praticamente buttato fuori di casa perché doveva festeggiare i suoi sedici anni.

Mentre parlavamo, mi tornò in mente che il mio libro di storia era ancora scaraventato per terra vicino all'albero, così mi voltai in quella direzione per assicurarmi che fosse ancora lì. Allora vidi la figura di un ragazzo seduto sul prato che lo sfogliava. Eravamo lontani da lui, scorsi solo la sua enorme chioma di riccioli rossi e la sua carnagione chiara.

Mi chiesi come mai fosse solo e sfogliasse il mio libro di storia, tuttavia non lo considerai una minaccia e distolsi lo sguardo.

Verso le otto Diego annunciò che doveva andare via perché i suoi genitori pretendevano che fosse a casa a quell'ora.

Mi dai il tuo numero di telefono?” mi chiese all'improvviso.

Mi sentii terribilmente a disagio a quella domanda.

Okay...”

Ci scambiammo i numeri di telefono e io ero al settimo cielo.

Poi si alzò, ci salutammo con un semplice “ciao” e si allontanò.

Ero delusa, solo un semplice “ciao”, niente di più! No, non poteva andare a finire così! D'impulso corsi verso di lui e gli afferrai un polso per farlo fermare.

Allora? Dai!” lo incitai con un sorriso a trentadue denti.

Allora... dai... cosa?” farfugliò, palesemente preso alla sprovvista.

Gli gettai le braccia al collo, euforica. Lui, inizialmente spaesato, ricambiò l'abbraccio con entusiasmo.

Dopo qualche secondo, con mio grande dispiacere, mi staccai da lui e lo salutai.

Lo guardai allontanarsi, ma poi mi ricordai del ragazzo del libro e mi voltai verso il prato. Incredibile, era ancora lì!

Mi avviai cautamente verso di lui e cominciai a notare dei particolari che prima mi erano sfuggiti: era piuttosto esile, portava delle semplici scarpe da tennis bianche, un paio di pantaloni neri al ginocchio e una leggera camicia a maniche corte.

Appena mi vide arrivare, scattò subito in piedi e si allontanò.

Non lo persi un attimo d'occhio. Mentre raccoglievo il libro, lo vidi prendere per mano una bella bambina dalla pelle olivastra con i lunghi capelli neri raccolti in una treccia e dirigersi verso l'uscita.

Anche per me era arrivato il momento di andare via, così li imitai. In quel momento notai Nadia seduta su una panchina di pietra con una mia compagna di classe, Alice, e altre due ragazze. Chiacchieravano allegramente e si scambiavano foto con i cellulari.

Fantastico, mi ha già rimpiazzato, si vede come le manco, pensai amaramente.

Giunsi a casa verso le otto e mezza e, come previsto, le amiche di mia sorella stavano andando via.

Quando io e Chiara rimanemmo da sole, in attesa che i nostri genitori tornassero a casa, mi chiese, come al solito: “Com'è andata?”

E mi immersi in un fitto racconto, senza tralasciare nemmeno un particolare, rivivendo ogni singolo momento di quella splendida giornata.

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Capitolo 3
*** Mi dispiace! ***


Mi dispiace!



Ormai non parlavo con Didi da quasi una settimana e la vedevo sempre in giro con Alice, la mia compagna di classe, Natalina e Alessandra, le altre due ragazze, con cui condivideva la passione per gli One Direction.

Io non potevo sopportare di stare sola, senza Didi! Non la potevo rimpiazzare perché Nadia era unica, ma volevo trovare un'amica con cui parlare. Provai a scambiare due parole con Gloria, la più scontrosa della classe, ma mi arresi dopo un quarto d'ora. Era troppo indisponente.

Alla fine trovai un'amica: Valentina. Era alta, aveva i capelli lisci e lunghi e gli occhi scuri nascosti da un paio di occhiali dalla montatura blu notte. Era una ragazza un po' introversa e timida, ma riuscii a farci amicizia grazie alla mia allegria e socievolezza.

Ci scambiammo il numero di telefono e prendemmo l'abitudine di tornare assieme a casa dopo la scuola.

Incredibile, cercavo solo qualcuno con cui chiacchierare ed ero riuscita a fare una nuova amicizia!

Io e Diego ci sentivamo spesso.

Quel sabato pomeriggio, mentre navigavo su internet senza sapere che fare, il mio telefono squillò. Era un messaggio di Diego.


Ciao cami stasera se non hai impegni ti va di uscire


Con un sorriso sulle labbra, risposi:


Liberissima! Allora ci vediamo al parco alle cinque, ok? A dopo!


Dopodiché cercai nel mio armadio il mio vestito più bello per fare colpo su Diego.

Alle quattro e mezza ero perfetta: indossavo un vestitino azzurro con le spalline fini che arrivava poco sopra il ginocchio, un paio di ballerine azzurre e avevo aggiunto anche qualche boccolo ai miei capelli castano chiaro, già molto mossi di per sé.

Mia sorella mi si avvicinò scrutandomi attentamente, poi affermò: “Sì, questo vestito si abbina bene ai tuoi occhi”.

Ma i miei occhi sono verdi, il vestito è azzurro!” obiettai.

Però ci sta bene...”

Poco dopo uscii di casa e arrivai al parco alle cinque meno un quarto, almeno Diego non avrebbe dovuto aspettarmi. Incredibile, era già lì!

Mi si avvicinò, mi strinse forte a sé e disse: “Sono qui da cinque minuti, preferisco aspettare che far attendere gli altri. A quanto pare piace anche a te essere puntuale!”

Sì, sono molto professionale!” scherzai.

Diego scoppiò a ridere e ci dirigemmo verso il bar.

Ci sedemmo in un tavolino e cominciammo a chiacchierare. Verso le cinque ordinammo un gelato e, chissà come, arrivammo a parlare di Nadia.

Proprio in quel momento, ironia della sorte, arrivò lei con Alice, Natalina e Alessandra e si sedettero nel tavolino vicino al nostro. Notai che Nadia mi indicava e bisbigliava all'orecchio delle sue 'amiche'.

Non mi andava di guardarla e tanto meno di parlarci.

Ti va di parlare con lei e chiarire?” sussurrò Diego al mio orecchio mentre elaboravo quei pensieri.

No, scherzi? Non ci penso nemmeno! Adesso starà raccontando un mucchio di balle sul mio conto a quelle tre oche!sono stanca del suo atteggiamento infantile! E poi io non sono sola, adesso c'è Vale con me!”

Vale?” fece lui con curiosità.

Ah, non te l'ho raccontato! Ho conosciuto una ragazza, Valentina, e pian piano stiamo diventando amiche! Sono molto contenta!”

Sono felice per te, ma Valentina non è Nadia, tu ora devi chiarire le cose con lei! Non potete rovinare un'amicizia così profonda se avete litigato per una cazzata!”

Ci riflettei su per qualche secondo. “Mmh, hai ragione, ma mi devo preparare... prima di tutto voglio osservare come si comporta con il suo gruppetto.”

Saggia decisione!” esclamò soddisfatto. “E io ti aiuterò!”

Dopo circa mezz'ora, dopo mille osservazione e risate, affermai: “Mi pare che Didi sia un po' emarginata nel gruppo. Si nota lontano un miglio che si trova a disagio. Le altre la escludono dai discorsi e ridacchiano alle sue spalle”.

Quelle non sono vere amiche, secondo me le frequenta perché le manchi e non vuole stare sola.”

Hai ragione, la devo aiutare! Mi manca troppo!” sentenziai.

In quel momento Natalina strillò: “Lilli, Sissi, devo andare in bagno! Mi accompagnate?”

Okay! Nadia, aspettaci qua, altrimenti ci rubano i posti!” ordinò Alice mentre le tre ragazze si alzavano.

Così NadIa rimase da sola. Un momento perfetto per parlare.

Così mi alzai, mi avvicinai e mi sedetti in una sedia libera accanto a lei.

Ciao” esordii in tono piatto, giocando nervosamente con la tracolla della mia borsa.

Ciao!” rispose bruscamente, tenendo lo sguardo basso sul suo iPhone.

Io lanciai un'occhiata al mio LG che cadeva pian piano a pezzi. “Ce l'avessi io un cellulare così bello, al posto di questo fossile” ironizzai, con un sorrisetto imbarazzato.

Nadia mi ignorò, continuando a digitare un messaggio diretto a chissà chi.

Senti, so che sei ancora arrabbiata con me”, proseguii, “e hai ragione, non ci sono giustificazioni valide per quel che ho fatto...”. Raccolsi tutto il coraggio che avevo e la implorai: “Ti prego, perdonami! Sono stata una stronza, lo ammetto! È tutta colpa mia, per la mia stupidità tu hai sofferto! Abbiamo litigato per una cazzata, non ti ho dato ascolto, ti ho insultato e avevi ragione ad arrabbiarti! Mi manchi, senza di te c'è un vuoto nella mia vita. Non ho cercato di rimpiazzarti perché tu sei unica e inimitabile! Siamo cresciute assieme, siamo cambiate tanto, ma il mio affetto per te, beh, quello è impossibile cancellarlo! Ti chiedo solo di perdonarmi, perché mi sono davvero pentita!”

Nadia, intanto, aveva messo via il cellulare e mi osservava a bocca aperta.

Rimanemmo qualche secondo in silenzio, poi ci alzammo e Nadia mi saltò letteralmente addosso, abbracciandomi e facendomi quasi cadere a terra.

Avrei voluto farmi avanti io, ma non avevo il coraggio! Mi sei mancata, sorellina!” esclamò.

Mi sei mancata anche tu, Barbie!”

Nadia mi diede un pugno sul braccio.

Quando ero piccola, la chiamavo Barbie perché aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma lei lo aveva sempre detestato.

Alla fine avevamo tutte e due le lacrime agli occhi. Ci stringemmo di nuovo in un abbraccio.

Dopo sei giorni di buio, avevamo ritrovato la luce in fondo al tunnel.

Diego, che fino a quel momento era rimasto a guardare, si avvicinò a noi con un enorme sorriso sulle labbra, salutò Nadia e disse: “Sono davvero felice che abbiate chiarito... ehi, ma dove sono finite quelle tre? Com'è che si chiamavano?”

Lilli, Naty e Sissi!” lo informò la mia amica.

Iniziammo a chiacchierare del più e del meno, poi finalmente tornarono le tre oche, che cominciarono a fissare morbosamente Diego come se non avessero mai visto un ragazzo in vita loro.

Dopo le varie presentazioni, Diego disse: “Ragazze, vi dispiace se vi rubiamo Didi per stasera?”

Le tre si scambiarono un'occhiata complice. “Ma figurati, va benissimo! Ehm... vi dispiacerebbe togliervi dal nostro tavolino?” ci chiese Alessandra acidamente.

Così decidemmo di sederci sul prato.

Mentre ci accomodavamo, sul mio telefono arrivò un messaggio di Valentina.


Ciao Cami, che fai? Io ho appena accompagnato mia sorella alla lezione di danza, sono in giro, ma non so dove andare. Se sei libera ci possiamo incontrare al parco, ti va?


Ragazzi, vi dispiace se ci raggiunge anche Vale?” chiesi ai miei amici.

E chi è Vale?” domandò Nadia perplessa.

È una mia amica, l'ho conosciuta l'altro giorno!” spiegai.

Diego e Nadia acconsentirono, così scrissi:


Ehi!!!!! Sono già al parco con 2 miei amici, vieni pure, te li presento!


Arrivo :)


Viene!” annunciai con un sorriso.

Tutto si stava risolvendo: avrei vissuto una bellissima estate in compagnia dei miei amici. Non potevo desiderare di meglio!



* * *


Ciao cari lettori!

In questi primi capitoli Camilla non è poi così insopportabile, me ne rendo conto, ma non preoccupatevi, questi sono solo dei capitoli di presentazione, per così dire.

Ringrazio con tutto il cuore chi recensisce e segue la storia, ma anche chi legge senza esprimere un parere. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, i vostri giudizi sono molto importanti per me, mi aiutano a migliorare ed ad andare avanti con la storia!


Soul ♥

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Capitolo 4
*** Valentina ***


Valentina



Non appena scorsi Valentina all'ingresso del parco, mi alzai per andarle incontro.

Ciao Vale!” la salutai, stringendola in un abbraccio. Le ricambiò il saluto e insieme ci incamminammo sul prato verde, dove ci attendevano Nadia e Diego.

Ciao Vale...ria?” tentò Nadia, che non aveva idea di come si chiamasse la mia nuova amica.

Valentina...” la corresse timidamente lei con un sorriso.

Ops...” mormorò la ragazza bionda arrossendo leggermente.

Colpa mia, non le ho detto il tuo nome!” la giustificai.

Non fa nulla, un nome vale l'altro!” sdrammatizzò Valentina.

Ci scambiammo un'occhiata in silenzio, poi tutti e quattro scoppiammo a ridere senza motivo.

Io sono Diego” si presentò il mio amico.

Didi!”

Valentina le rivolse un'occhiata interrogativa, ma io sapevo che la mia amica non avrebbe mai rivelato il suo vero nome, lo detestava e preferiva non farlo sapere in giro. Non avevo mai capito questa sua stupida fissa, Nadia era un nome come tanti altri.

Cominciammo a chiacchierare e ridere, c'era una bellissima atmosfera, ma notai che Valentina non sembrava molto a suo agio. Mi dispiaceva vederla così, non capivo cosa avesse, quando era arrivata era di buonumore!

Vale, mi accompagni in bagno?” chiesi, almeno avrei avuto occasione di parlarci.

Perché sei così malinconica? C'è qualcosa che non va?” le domandai mentre ci recavamo verso il bar.

Lei sospirò. “Il fatto è che... tu e Diego avete un ottimo rapporto, a te piace e sono sicura che lui ti ricambia... mentre vi guardo, mi vengono in mente altre due persone...”

Altre due persone?”

Annuì. “Io e Charlie.”

Questo nome catturò completamente la mia attenzione. “Charlie?”

È il mio migliore amico e mi piace tantissimo. Io e lui abbiamo un bellissimo rapporto, un po' come quello tra te e Diego...” spiegò tutto d'un fiato, felice di poter condividere tutto con qualcun altro.

Fantastico!” mi lasciai sfuggire, interrompendola.

Fantastico? Neanche un po', lui è fidanzato!”

Rimasi a bocca aperta. “Mi dispiace...” mormorai.

Lei si chiama Laura, ma tutti la chiamano Lalla, è disgustosa e non si merita di stare con Charlie. È stata una mia amica e ogni tanto la sento ancora, ma è cambiata tanto da quando ci frequentavamo” proseguì.

Ormai ci eravamo fermate sul marciapiede che costeggiava il bar per poter finire il discorso.

Ti capisco, ho vissuto una storia simile alle medie. Ti do un consiglio: non vedere me e Diego come una coppia felice perché non lo siamo, cerca di vederci come due amici, come te e Charlie. E soprattutto rilassati, lasciati andare, io, Didi e Die siamo tre persone tranquillissime e non siamo qui per giudicarti, con noi puoi fare e dire ciò che vuoi.”

Mi ringraziò con gli occhi colmi di gratitudine.


Quando tornammo dagli altri, Valentina sembrava molto più tranquilla. Il resto della serata passò allegramente, tra mille risate. Valentina si aprì molto con i miei amici, sicuramente perché si sentiva a suo agio.

Mentre la osservavo, mi ritrovai a pensare che era abbastanza carina: aveva i capelli lisci e lunghi, castano scuro, gli occhi di un verde chiarissimo nascosti da un paio di occhiali dalla montatura nera... insomma, non era giusto che nessun ragazzo si interessasse a lei, che Charlie non l'avesse mai notata.

Poco prima di andarmene, mi guardai attorno e mi tornò in mente il ragazzo dai capelli rossi che avevo visto il giorno in cui ero andata al parco per studiare.

Il mio sguardo si soffermò nella zona degli scivoli, dove intercettai la bambina con cui era andato via quel giorno. Anche quella volta aveva i lunghi capelli neri raccolti in una treccia e un vestitino color panna.

Spostai lo sguardo alla mia destra e riconobbi subito la folta chioma rosso acceso del ragazzo misterioso. Era seduto su un muretto all'ombra di un grande pino, era solo e si guardava attorno con disinteresse, lanciando ogni tanto qualche occhiata alla bambina.

Quel ragazzo mi incuriosiva, volevo capire perché stava sempre solo ed era così interessato al mio libro di storia.

Giunse il momento di andar via e io decisi di tornare a casa con Diego, solo io e lui, dato che non abitavamo molto lontani.

Nadia e Valentina, invece, decisero di tornare a casa assieme, dato che abitavano più o meno nella stessa zona del paese. La cosa mi fece molto piacere, adoravo quando le mie amiche andavano d'accordo tra loro.

Così i due gruppi si divisero: io e Diego passammo di fronte al ragazzo misterioso, che come ci vide passare alzò lo sguardo e probabilmente mi riconobbe. Il colore dei suoi occhi mi catturò: azzurro, un azzurro così acceso e intenso da essere fluorescente, irreale. Non avevo mai visto due occhi così luminosi e... appariscenti!

Ma nel suo sguardo si poteva leggere solo tristezza, malinconia, solitudine. Per un attimo mi venne un nodo in gola e provai anche io quelle emozioni negative, poi mi ricordai che accanto a me camminava il ragazzo dei miei sogni e tutto il resto svanì. Diego mi era piaciuto dal primo momento, ma ora che lo conoscevo, sì, sentivo di amarlo e non ci potevo fare niente. Io non mi mettevo con il primo che capitava, quindi se provavo dei sentimenti così forti per lui, in cuor mio sapevo che potevo fidarmi, anche se lo conoscevo da poco.

Quando fummo in strada, gli chiesi un sacco di cose: che scuola media aveva frequentato, qual era la cosa più folle che aveva fatto con i suoi amici, quali erano le materie che gli piacevano di più... un sacco di dettagli che potrebbero apparire insignificanti, ma non per me: mi interessava tutto di lui.

Lui mi raccontò che alle medie era molto popolare, frequentava gente 'importante', per così dire.

Allora non mi avresti degnata di uno sguardo, io sono sempre rimasta nell'ombra...” mi rabbuiai.

Lui si fermò e mi costrinse a fare lo stesso, afferrò le mie mani e puntò il suo sguardo nel mio.

Camilla, pensi che me ne importasse molto di queste divisioni da bambinetti? Se ci fossimo incontrati prima sarebbe tutto esattamente come sarebbe adesso, se reputo una persona speciale, non mi fermo di certo alle apparenze. E poi adesso tu sei qui con me, è questo che conta” affermò in tono serio.

Il mio cuore martellava nel petto. Il ragazzo più bello del mondo era proprio di fronte a me, mi guardava negli occhi, mi stringeva le mani e mi diceva che non voleva più abbandonarmi. Doveva essere un sogno, e in tal caso non volevo che nessuno mi svegliasse.

Scene del genere si vedevano solo nei film, era assurdo che succedesse tutto a me... eppure ero sicura che Diego fosse reale, non era frutto della mia immaginazione e non stava nemmeno recitando in un film. Era il mio Diego!

Ma... perché non mi baciava?

Riprendemmo a camminare, ma lui continuò a stringere una delle mie mani. Come se... stessimo insieme! Ma cosa stava succedendo?

Tutto bene?” sussurrò, vedendomi in agitazione.

Ma certo!” risposi con finto entusiasmo.

Dopo circa un minuto di silenzio, arrivammo all'incrocio in cui le nostre strade si separavano.

Ciao Cami, ci sentiamo” sussurrò.

Mi raccomando, fatti sentire, eh!” lo salutai, stringendolo forte a me. Lui ricambiò l'abbraccio e mi regalò un tenero bacio sulla guancia.

Rimasi a fissarlo per una decina di secondi mentre si allontanava, mentre nel mio cuore vorticavano mille emozioni contrastanti.

Ero così euforica che percorsi il resto del tragitto con un enorme sorriso stampato in faccia e i piedi che quasi non toccavano terra.


Dopo cena Nadia mi chiamò al cellulare.

XA

Cami, Cami, come è successo? Come hai fatto a uscire con Diego? Te lo ha chiesto lui? State insieme? Vi siete baciati? Racconta, racconta!” strillò non appena risposi.

Lei era all'oscuro di tutto, non avevo avuto l'opportunità di raccontarle ciò che era accaduto in quella settimana e sicuramente stava morendo dalla curiosità.

Calmati, ora ti racconto tutto!”

Ti sei avvicinata tu a lui?” incalzò.

No, aspetta un attimo! Allora... un giorno di questi ero al parco...”

Ma la mia mente non era concentrata sul racconto, volava da tutt'altra parte: il ragazzo con i capelli rossi era rimasto il mio pensiero fisso da quando ero tornata a casa. Mi ponevo mille interrogativi ai quali non sapevo rispondere e non capivo perché mi fosse rimasto impresso quel suo sguardo triste.

Cami, ci sei?” domandò la mia amica in tono perplesso, dopo una pausa di qualche secondo.

Sì, tranquilla! Stavo dicendo...”

E le raccontai tutta la storia, cercando di concentrarmi il più possibile.

Oh, Camilla, ma ti sei gettata tra le sue braccia al primo appuntamento! Io non lo avrei fatto, hai corso troppo per i miei gusti!” esclamò subito dopo.

Perché? È un ragazzo che mi piace, non ci vedo niente di male!” protestai.

Da quel che mi hai raccontato, pare che gli sia letteralmente saltata al collo, in teoria solo due persone che stanno assieme si comportano così.”

Però tra i miei progetti c'è quello di mettermi con lui! E poi non vuol dire niente, anche due amici si possono abbracciare!”

Lei continuò a parlare, ma all'improvviso smisi di ascoltarla e la mia mente si perse in mille pensieri che nemmeno io riuscivo a decifrare. Ma che mi stava succedendo?

Camilla? Sei viva? Hai capito quello che ti ho detto?” mi richiamò Nadia, dato che non le rispondevo.

Eh? Sì!” fu tutto quello che riuscii a farfugliare.

Bella mia, tu non mi inganni! Ti conosco, c'è qualcosa che non va, vero?” indagò.

No, ti assicuro che va tutto bene, sono solo un po' stanca...” mentii.

Non ci credo, se devi raccontare balle, almeno cerca una scusa più originale!”

Non mi piaceva il tono indagatore con cui Nadia mi parlava quando voleva che le rivelassi qualcosa, non sapeva proprio farsi gli affari suoi! Lei sosteneva che tra non due non ci dovevano essere segreti, ma io non avevo voglia di raccontarle tutto.

Non sapevo più che scusa portar fuori, poi mi venne un'idea.

Il problema è che sono un po' confusa...” dissi.

In che senso?”

Non so che idea si è fatto Diego di me, magari ho fatto qualcosa di sbagliato, non so... magari mi vede solo come un'amica, non vorrei illudermi troppo...” mi lamentai. Tutto ciò non aveva nessuna attinenza con ciò che mi tormentava davvero, ma Nadia ci avrebbe creduto.

Capita a tutti, prima o poi, di essere rifiutati, ma ora tu non pensare così negativo, vivi questa storia con serenità e se va male – anche se ne dubito –, non fa nulla, si può superare! E comunque mi sembra interessato, quindi rilassati e sii più spontanea, d'accordo?” mi rassicurò.

Sì, grazie Didi!”

Ora vado a letto, lo sai che se non dormo almeno otto ore e mezzo divento irascibile!”

Ridacchiai. “D'accordo, allora ci sentiamo domani, buonanotte!” la salutai.

Stesa sul letto, continuai a riflettere.

Ormai quel ragazzo dai capelli rossi mi stava ossessionando e non capivo perché, dato che avevo Diego accanto.

Ma lui mi veniva in mente sotto un'altra luce, dovevo capire perché fosse così malinconico e solo, avevo bisogno di avvicinarmi a lui e conoscerlo meglio.

A volte mi ritrovavo a pensare che fosse tutto frutto della mia immaginazione, dato che solo io lo notavo, probabilmente mi stavo facendo una marea di film mentali su un normalissimo ragazzo come tanti. Ma soprattutto, lui sarebbe dovuta essere l'ultima delle mie preoccupazioni.

Basta, nella mia vita c'era posto soltanto per Diego!

Decisa a dimenticare quel ragazzo così assurdo da sembrare irreale, caddi in un sonno profondo.


* * *


Ciao lettori!

Mi rendo conto che anche questo capitolo è penoso, se trovassi una storia come questa probabilmente non la leggerei nemmeno io, ma dai prossimi aggiornamenti si farà tutto più interessante e Camilla comincerà a portare fuori il peggio di sé... siete pronti?

Grazie mille a tutti voi che recensite, leggete e seguite la storia, non mi stancherò mai di dirvi quanto siete importanti per me e per la storia! :3


Soul ♥

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Capitolo 5
*** Il mito del basket ***


Il mito del basket



Da quando avevo risolto tutto con Nadia, le cose erano andate alla perfezione. Io e Diego ci sentivamo spesso e ne ero felicissima, finalmente lo potevo conoscere meglio!

Uscivo spesso con Nadia e Valentina, a volte ci vedevamo tutte e tre assieme e anche tra loro si stava creando un bel rapporto.

Ormai era giugno e la scuola stava per terminare. Io ne ero entusiasta anche se sapevo che i miei compagni mi sarebbero mancati. Non potevo considerarli miei amici, ma mi divertivo con loro e avevamo un ottimo rapporto.

Quando iniziavano le belle giornate, amavo andare in palestra e, in particolare, giocare a basket. Avrei voluto iscrivermi nella squadra under 18 ma i miei genitori non me lo permettevano perché erano convinti che avrei trascurato lo studio, cosa assolutamente falsa, dal momento che sapevo gestire bene tutti gli impegni. Ma quando iniziava l'estate mi lasciavano più libertà di andare in palestra, munita di palle e canestri.

Così, in un afoso pomeriggio di inizio giugno, mi preparavo per uscire e andare a fare due tiri a canestro. Non sarebbero venute né Nadia né Valentina, entrambe negate per lo sport.

Quando entrai nella struttura, presi un pallone da basket e decisi di esercitarmi nella palestra più piccola, dato che quella in cui mi recavo di solito era occupata dalla squadra di pallavolo. Andai a salutare le ragazze che la componevano e notai che due di loro in particolare mi guardavano in modo strano: la più piccola della squadra, Teresa, mi rivolse un'occhiata di benvenuto mentre Viola, con cui non avevo mai avuto un bel rapporto, sembrava disgustata dalla mia presenza.

Mentre cominciavo a palleggiare per scaldarmi un po', lo schermo del mio telefono si illuminò. Era un messaggio di Diego:


Vieni al parco stasera


Non posso, sono in palestra!


Voglio vederti


Anch'io ♥


Dopo questo messaggio, non mi rispose più ma non ci feci tanto caso perché mi concentrai sugli allenamenti.

Ero molto brava nei canestri e circa otto su dieci venivano bene.

Dopo circa un quarto d'ora sentii dei passi nell'atrio e poi qualcuno avanzare verso la palestra in cui mi trovavo.

Qualche secondo più tardi il bellissimo viso di Diego comparve sulla soglia.

Era venuto qui in palestra solo per vedermi! Questo voleva dire solo una cosa: mi amava!

Diego, ma che accidenti fai qui?” chiesi sbigottita.

Ovvio, sono venuto a trovarti” rispose, facendo spallucce. “Allora,” aggiunse, “è vero che sei bravissima a basket?”

Bravissima no, ma me la cavo abbastanza bene.”

E allora fammi sapere ciò che sai fare!” mi incitò.

Io afferrai la palla e feci un canestro, poi un altro e un altro ancora.

Sei brava davvero!” si complimentò.

Grazie... se lo dici tu!” farfugliai, imbarazzata.

Dai, siediti” mi invitò, facendo un cenno con la mano verso il pavimento.

Io obbedii e lui mi imitò.

Ma come facevi a sapere il mio nome la prima volta che mi hai incontrato?” chiesi all'improvviso. In realtà me l'ero daaomandato dal primo giorno.

Beh, quando ti ho visto con la sorella di Fabio, mi sono voluto informare su di te perché in realtà mi sei piaciuta fin da subito. Strano che non ci eravamo mai incontrati prima!” rispose.

Arrossii. Gli piacevo? L'aveva detto lui! Aiuto, che confusione! Ma in fondo un po' me l'aspettavo.

Eh, sì... strano!” concordai.

Mi prese le mani tra le sue e le strinse forte.

Ora che ci siamo conosciuti meglio, io penso che ci sia qualcosa di più di una semplice amicizia, tra noi” affermò Diego con gli occhi fissi sui miei.

Eravamo uno di fronte all'altra e sapevo perfettamente cosa sarebbe accaduto; era proprio quello che volevo e che aspettavo dal primo momento in cui l'avevo visto.

Anch'io lo penso” sussurrai con il cuore che rischiava di scoppiarmi nel petto.

Devo ammettere che mi piaci, sono attratto da te, Camilla.”

Non ebbi il tempo di rispondere, Diego azzerò la distanza tra i nostri visi e posò le sue labbra sulle mie.

Tutto il mondo intorno a noi si fuse in un milione di insignificanti macchie colorate, esistevamo solo io e lui. Era un bacio leggero il nostro, tenero e dolce, ma che aveva un gran significato per entrambi e mi fece emozionare come mai nella vita. Non ero mai stata una rubacuori, lo confesso, era il mio primo bacio e fui felice che fosse stato Diego a rubarmelo. Sì, ero innamorata di lui, ormai ne ero certa.

Quando ci staccammo per riprendere fiato, gli rivolsi uno sguardo pieno di gioia. “Diego, io... sono così felice! io...” gli soffiai sulle labbra. Non sapevo davvero che dire, ero senza parole dalle mille sensazioni che stavo provando in quel momento.

Shh, non devi dire niente, va bene così. A volte le parole non servono.”

Detto questo, mi strinse forte a sé e io mi lasciai cullare dalle sue braccia forti e accoglienti, con il viso affondato nel suo petto. Non mi sembrava vero che stesse accadendo tutto a me.

Milla, andiamo da un'altra parte? Voglio offrirti un gelato.”

MILLA?! Solo Diego poteva darmi un soprannome così... sdolcinato! Che carino il mio Die, era veramente adorabile!

Non mi imporava minimamente dell'allenamento di basket, quello poteva decisamente aspettare!

Quando uscimmo dalla palestra, in corridoio incontrammo la squadra di pallavolo. Viola mi guardava come se fossi un'aliena, ma io sapevo interpretare qualsiasi sguardo e capivo che era soltanto gelosa di me. Non poteva credere che io uscissi con un ragazzo, ma che gliene importava? Lei non era il centro dell'universo, ma a quanto pare non se n'era ancora accorta, era abituata ad avere tutti i ragazzi ai suoi piedi.

Che strega!


Grazie per tutto, Camilla. Mi piace il tuo carattere deciso e il tuo modo di fare, non potrei desiderare di meglio” mi disse Diego mentre io ero intenta a divorare una coppa di gelato panna e cioccolato. Eravamo seduti in un tavolino del parco.

Ma perché mi ringrazi? Io non ho fatto niente, sono semplicemente me stessa!” ribattei, scuotendo il capo.

È proprio questo che mi piace di te: sei te stessa, non hai paura di metterti in gioco e difendi sempre le tue idee. Sei una persona sincera, semplice...”

Sarà, ma smettila di farmi tutti questi complimenti, mi metti in imbarazzo.”

Non sono complimenti, è la verità!”

Proprio in quel momento passò davanti a noi il ragazzo dai capelli rossi che teneva per mano la bambina abbronzata e graziosa che avevo notato al parco diverse volte.

...e voglio un gelato grande grande con cinque gusti! Me lo compri, vero?” stava dicendo la piccola, saltellando.

No, Mary...” le rispose lui con tono affranto.

Perché? Gli altri bambini ce l'hanno tutti!” protestò lei stizzita.

Perché no” tagliò corto il ragazzo, con lo sguardo perso nel vuoto.

Non riuscii a sentire altro perché si erano allontanati.

Cami, ci sei?” mi chiese Diego.

Cosa? Sì! Perché?” farfugliai, cadendo dalle nuvole.

Ti stavo dicendo che sono le sette e mezza e i tuoi genitori si staranno chiedendo dove sei finita.”

Ah, già, avevo promesso che sarei rientrata alle sette!” saltai su.

Mi precipitai a pagare con Diego alle calcagna.

Devo andare Die! Mi dispiace, devo scappare!”

Ehi, calmati! Che differenza fa se torni un po' più tardi? Tanto ormai sei in ritardo!” suggerì lui con un sorriso malizioso sulle labbra.

Hai ragione, i miei mi uccideranno, ultimamente sono sempre in ritardo” commentai.

Passeggiammo per le stradine deserte del paese ridendo come matti. Diego era un ragazzo davvero divertente e speciale!

Arrivammo all'incrocio dove in genere le nostre strade si separavano e Diego si guardò intorno: non c'era anima viva.

Devo salutare la mia principessa come si deve” sussurrò, poi mi baciò con passione.

Non volevo separarmi da lui, era tutto troppo bello per essere vero! Volevo stare con lui tutta la sera, tutto il giorno, per sempre. Magari fosse stato possibile!

Non so quanto tempo trascorse prima che riuscissimo a staccarci l'uno dall'altra, forse fu questione di secondi, forse minuti, forse ore, ma non mi importava minimamente. L'unica cosa che contava era Diego e i suoi baci colmi di passione e sentimento.

Die” sussurrai. “Devo andare.”

No, resta qui!” mi implorò.

Die, ci rivediamo domani, te lo prometto!”

Con gli occhi che brillavano mi regalò l'ultimo, bellissimo bacio a fior di labbra, prima di allontanarsi.

La sua assenza lasciò un vuoto incolmabile in me.

Mentre camminavo verso casa, ripensai a tutto quello che era successo e mi parve che lui fosse ancora accanto a me, stringendomi in un abbraccio senza fine.

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Capitolo 6
*** Timidezza esagerata ***


Timidezza esagerata



Quindi tu mi stai dicendo che ora stai con Diego?!” esclamò Valentina sgranando gli occhi.

La scuola era finita e finalmente ero riuscita a convincere la mia amica ad uscire con me. Durante il periodo scolastico era sempre impegnata con lo studio perché voleva dare sempre il massimo, ma ora anche lei era libera.

Esattamente, ma abbassa la voce! Non penso che ai vecchietti del tavolo accanto interessi!”

Ma è davvero bellissimo! Lo sapevo che ricambiava i tuoi sentimenti, si vedeva lontano un miglio!”

Sorrisi.

E dimmi, vi siete già...” indagò.

Baciati? Ma certo, è stato magnifico! Diego bacia bene, sai?” sussurrai ridacchiando con aria sognante.

Wow! E com'è baciare un ragazzo?”

Non lo so, è magico, un momento che nemmeno la fine del mondo potrebbe rovinare! Ti fa sentire speciale, compresa, amata...”

Oh, sono felice per te!”

Anche io lo sono, non pensavo di trovare un ragazzo così dolce e affettuoso. Ultimamente i tipi sono tutti dei cretini.”

Lo so!”

Chiacchierammo del più e del meno per un bel po'.

Verso le sette individuai il ragazzo dai capelli rossi.

Tu lo conosci?” bisbigliai facendo un cenno nella sua direzione.

Valentina seguì il mio sguardo e domandò: “Chi? Quello con i capelli rossi? No, non so chi sia, ma lo vedo spesso qui al parco”.

È vero! Pensa che un giorno avevo lasciato il mio libro di storia sotto un albero e lui era andato a sfogliarlo!”

La mia amica mi scrutò per qualche secondo. “Curioso, vero?”

Strano, molto strano. È sempre da solo o in compagnia di una bambina che penso sia sua sorella. Mi piacerebbe conoscerlo...”

Ehi, non cominciare con queste storie strane!” mi interruppe lei, allarmata.

Non è una storia strana, vorrei solo parlarci. È una persona come tutte le altre!” ribattei.

Camilla, ma perché per una volta non ti metti l'anima in pace e lasci stare? Non devi fare l'amica del cuore di tutti!”

Oh, grazie per il sostegno e la comprensione, vedo che oggi sei molto altruista” sbottai in tono sarcastico. “Cos'hai? In genere non ti comporti così!”

Okay, è che... io non ho il coraggio di parlare con quel ragazzo, però se non ti accompagnassi mi sentirei in colpa...”

Ti metti troppi problemi!”

Sei tu che non te ne metti!”

Sospirai. “Da quel che ho visto, lui è più timido di te. Non ti preoccupare, ci sono io con te!” la rassicurai.

Quindi è deciso? Andiamo a parlarci?”

Mi alzai. “Ovviamente!”

Valentina mi seguì. Il ragazzo non ci vide arrivare se non quando fummo a pochi metri di distanza da lui. Era seduto per terra, accanto ad un cespuglio.

Ciao!” esordii, sicura di me.

Senza alzare lo sguardo farfugliò un saluto con un tono di voce così basso che non riuscii a decifrare cosa avesse detto di preciso.

Io sono Camilla e lei è Valentina. Tu come ti chiami?” proseguii.

Io e la mia amica si sedemmo sul prato per poterlo guardare in viso, ma lui evitò accuratamente di incrociare il nostro sguardo.

Ismaele” mormorò.

Wow, bel nome!” esclamò Valentina con naturalezza.

Dai, vieni, se vuoi ti offriamo qualcosa!” proposi.

Non posso” si limitò a rispondere lui.

Perché?” mi informai con tono deluso.

Devo controllare mia sorella.”

La bambina con la treccia?” domandò Valentina.

Ismaele annuì.

Beh, non penso che te la ruberanno” lo rassicurai.

Va bene” si arrese con un sospiro.

Andò dalla sorellina ad avvisarla che si spostava un attimo e ci raggiunse, poi prendemmo posto in un tavolino all'esterno del bar.


Come mai vieni qui al parco sempre da solo?” domandai mentre Ismaele consumava un gelato.

Per portare mia sorella a giocare un po'” disse semplicemente.

Come si chiama?” chiese Valentina con naturale curiosità.

Rosemary.”

Non hai qualche amico che ti faccia compagnia?” proseguii.

Scosse la testa.

E i tuoi compagni di classe?”

Non li vedo mai.”

Perché?” insistetti.

Non lo so, non sono miei amici.”

Era difficile intavolare una conversazione con lui, parlava così poco! Ma la mia missione era quella di conoscerlo e farlo aprire con me. Mi incuriosiva, sembrava una brava persona e trovavo ingiusto che fosse così solo e introverso.

Ad un tratto Rosemary si avvicinò al nostro tavolino. Era carina, aveva la solita treccia corvina legata da un elastico rosa e indossava un grazioso vestitino verde acqua. Non assomigliava per niente al fratello, erano due opposti.

Mae! Vieni, ti devo far vedere una cosa! Abbiamo trovato un uccellino morto!” esclamò la bimba.

Non toccarlo, magari ha qualche malattia” le rispose con apprensione.

La bambina si voltò verso me e Valentina. “Chi siete voi? Le nuove amiche di Mae?”

Più o meno. Ciao Rosemary, io sono Camilla!” mi presentai.

Io sono Valentina.”

Rosemary si illuminò. “Che bello, siete gli angeli del paradiso! Siete venuti ad aiutare Mae, grazie! Lui non ha mai avuto amici! Che miracolo!”

Ismaele arrossì così tanto che il suo volte assunse quasi la stessa tonalità dei suoi capelli.

No, siamo solo due ragazze” spiegò Valentina con leggero imbarazzo.

Adesso, piccola, è meglio che torni a giocare con i tuoi amici” le consigliai.

Hai ragione Camilla! Grazie, vi voglio bene!” saltò su lei, poi corse via.

Intanto Ismaele era caduto in una fase di trance, che pensai fosse dovuta al grande imbarazzo provocato dalle parole della sua sorellina.

Ismaele, ci sei?” gli chiesi.

Sì” rispose in un sussurro, fissando il suo gelato mezzo squagliato.

È vero che non hai amici?”

Lui sollevò finalmente lo sguardo e puntò i suoi occhi azzurri sui miei. “È vero.”

Sei molto timido... ma ora che ci siamo noi due, forse dovresti parlare un po', no?” gli consigliai.

Forse...”

Avevo la vaga impressione che non lo stessimo aiutando per niente. Capii che eravamo uno contro due e a lui non piaceva queasta situazione.

Dovevo stare con lui. Ma come potevo fare?

Mi venne una brillante idea, così mi rivolsi alla mia amica, dicendo: “Per favore, Vale, puoi andare a pagare?”. Portai fuori il mio borsellino e glielo porsi, sorridendo con aria complice.

D'accordo” acconsentì lei, ignorando il mio gesto e afferrando invece la sua borsa.

Quando io e Ismaele ci ritrovammo da soli, mi avvicinai di più a lui. Non sapevo cosa dire di preciso, ma mi venne istintivo prendergli una mano. Non appena lo sfiorai, si voltò di scatto verso di me e mi fissò con curiosità mista a paura.

Ismaele, ti prego, voglio parlare con te. Mi incuriosisci, vorrei conoscerti e voglio che tu ti fidi di me. Io sono sicura che andremmo d'accordo, ma dammi una possibilità per dimostrartelo” buttai fuori tutto d'un fiato.

Era evidentemente sorpreso, quasi spaventato dal mio fiume di parole. “Non me lo aveva mai detto nessuno...”

Qualcosa scintillava nei suoi occhi azzurri, qualcosa di positivo. Era felicità quella che velava i suoi occhi, solitamente malinconici e spenti.

Sì, ci posso provare. Io non sono molto bravo a comunicare con gli altri, ma ti prometto che ci proverò. Dovrai avere pazienza però!”

Ebbi l'istinto di gettargli le braccia al collo, ma mi trattenni per paura di spaventarlo ancora una volta. “Ho tutta la pazienza di cui hai bisogno” riuscii solo a dire.

Intanto Valentina stava tornando e, quando si fu accomodata, Ismaele prese delle monete e le mise sul tavolo. “Ecco, voglio pagare almeno la mia parte” affermò.

Coooosa?! No, io non li prendo! Oggi ho offerto io, non voglio nulla in cambio” ribatté Valentina.

No, dai, prendili” tentò di convincerla lui debolmente. Non era abbastanza determinato per tener testa alla mia amica. Infatti una caratteristica di Valentina era che tutto doveva essere come diceva lei ed era difficile farle cambiare idea.

Io non li voglio. Se non te li riprendi, rimarranno sul tavolo.”

Sospirando, Ismaele afferrò nuovamente le monete e le infilò in tasca.

Devo andare” disse poi.

Anche noi dobbiamo andare” esclamai prontamente.

Vado a chiamare Rosemary.”

Quando ebbe recuperato sua sorella, scoprimmo che dovevamo percorrere strade diverse, quindi non potemmo rientrare insieme.

Mentre Valentina salutava la piccola Rosemary, mi avvicinai a Ismaele. “Allora alla prossima.”

Grazie di tutto.”

Non ringraziarmi. Sono felice, sai?”

Di nuovo tornò in me l'impulso di abbracciarlo, ma stavolta non riuscii a reprimerlo. “Posso abbracciarti?” gli chiesi, sperando in una risposta affermativa da parte sua.

Lui arrossì.

Avevo sbagliato a chiederglielo, era stata una mossa troppo avventata.

Okay, scusa, forse non è il caso...” farfugliai con leggero imbarazzo.

Ismaele mi lasciò a bocca aperta: non avrei mai immaginato quello che stava per dire.

Sì invece, tranquilla!”

Lo strinsi forte a me. Sapevo che era felice, che tutto ciò gli faceva bene e lo rendeva più forte.

Sì, lo volevo conoscere meglio, Ismaele mi piaceva.



***

Ciao lettori! :)

Se ancora pensavate che Camilla non fosse poi così male, penso che in questo capitolo vi siate ricreduti! Non ci sono parole per descriverla, è l'essere più pedante, infantile e fastidioso che io abbia mai conosciuto/creato!

Chiunque la reputi simpatica o cerchi di giustificarla in qualsiasi modo, fuori dalla mia storia! XD

E qui comincia a portar fuori la sua vera natura... siete pronti???

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscano, siete la mia forza e spero di non deludervi mai! :3


Soul ♥

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Capitolo 7
*** Gelosia e rabbia ***


Gelosia e rabbia



Era trascorsa circa una settimana da quando avevo incontrato Ismaele per la prima volta.

Quel pomeriggio Diego mi chiamò.

Pronto Die!” esclamai con tono estremamente dolce. Da quando stavo con lui mi comportavo in modo strano, non avrei mai pensato che per via di un ragazzo sarei cambiata così tanto.

Milla!” rispose lui teneramente.

Oh Die, mi sei mancato tanto!”

Da quanto tempo non ci vediamo?”

Mmh... vediamo... 71 ore?!”

Mi sembrano 71 secoli senza di te.”

Sospirai con aria sognante. “Allora tesoro, usciamo stasera?”

Certo piccola, sto andando in astinenza dei tuoi baci...”

Oh, quanto sei dolce! Allora a dopo, ti amo!” lo salutai.

Anch'io ti amo, ciao Milla!”

Era davvero bello avere un ragazzo. Non ne avevo mai capito l'importanza fino a quel momento.

Quel pomeriggio, al posto di andare al parco come al solito, Diego mi propose di andare in un piccolo bar apposta per le coppie e io accettai volentieri.

Prendemmo posto in un tavolino vicino alla grande vetrata e proprio in quel momento il telefono di Diego cominciò a trillare.

Oh, questa dev'essere Gaia, aspetta...”

Gaia? E chi è Gaia?” domandai.

Ma ormai Diego aveva risposto:

Sì?... ciao Gaia, come stai?... immagino... io bene... sono in un bar con Camilla... sì, sì, lei, infatti non posso stare tanto tempo al telefono...”

Diego, si può sapere con chi stai parlando?” ripetei. Ero piuttosto irritata dalla sua indifferenza.

Aspetta un secondo, Camilla! Allora stavo dicendo... no, tranquilla... è qui accanto a me... certo, poi te la mando...”

Diego, smettila di ignorarmi!” protestai. E poi chi era questa Gaia? Diego non me ne aveva mai parlato, ma a quanto pareva lei sapeva della mia esistenza e la cosa mi infastidiva parecchio.

Camilla, per favore... okay, devo chiudere... ahahah, no!... certo, ti dico io quando puoi... sì, sì!... okay, a dopo, ciao!”

Non appena riattaccò, lo aggredii: “Diego, tu non sei normale! Mi stavi ignorando per parlare con un'altra e non mi vuoi dire chi è! Non mi puoi trattare come se non ci fossi, sono la tua ragazza del resto! Te ne sei per caso dimenticato?! Insomma, non si parla al telefono durante un appuntamento romantico!”.

Diego non mi permise di dire altro e premette le sue labbra sulle mie.

Tranquilla piccola, se mi dai il tempo te lo spiego” sussurrò.

Mi rilassai immediatamente. “Okay, spiegamelo.”

Gaia è la mia migliore amica, l'ho conosciuta su internet qualche anno fa. Ti confesso che mi piaceva, ma quando ho incontrato te ho capito che non ne valeva la pena. Tu sei il mio unico angelo.”

Non vi siete mai incontrati?” indagai con le sopracciglia aggrottate.

No, mai. Ecco, questa è una sua foto” disse porgendomi il suo telefono.

Sullo schermo c'era una ragazzina che sembrava avere tredici anni, con un sorriso smagliante dipinto in faccia e la carnagione chiarissima. La sua pelle era perfetta, tanto da sembrare innaturale, i suoi capelli lisci e sottili biondo cenere erano raccolti in due code che le ricadevano leggere sulle spalle. I suoi occhi verdi erano incredibilmente luminosi. Era carina, niente di più.

Però non potevo sopportare che il mio ragazzo avesse la foto di un'altra sul cellulare, se qualcuno l'avesse vista, cos'avrebbe pensato? Diego doveva essere solo mio e tutti dovevano accorgersene!

Beh, in effetti è carina” borbottai.

In realtà questa Gaia non mi convinceva per niente, Diego ne parlava come se avesse occhi solo per lei. Avevo paura che Gaia mi volesse rubare il ragazzo, anche se mi fidavo di lui, ma non certo di lei!

Rimasi imbronciata per tutta la sera, nemmeno i dolci baci di Diego riuscirono a risollevarmi.

Ad un certo punto sbottai: “Devi cancellare la sua foto dal cellulare, hai la sua e la mia no!”.

Diego sospirò e scosse il capo, poi rispose: “Va bene, dopo la cancello. Intanto, che ne dici se io e te ci facciamo un bel selfie, così posso impostarlo come sfondo?”.

Quell'idea mi piacque talmente tanto che riuscì a migliorare il mio umore. Diego aveva capito cosa pensavo e rispettava il mio volere, perché del resto stavamo insieme e anche io avevo voce in capitolo sulla sua vita.


Quando tornai a casa, trovai Nadia che mi aspettava fuori dal portone. Non avevo idea di cosa ci facesse a casa mia alle otto e un quarto di sera.

Che c'è Didi?” chiesi preoccupata.

Lei si alzò tutta impettita. “Stasera ti ho chiamato almeno una quarantina di volte, ma tu non hai risposto. Mi sono preoccupata, sai? Non stiamo più uscendo, quando ti chiamo o ti mando un messaggio sei sempre impegnata con Diego, non vuoi più parlare di niente con me. Sei cambiata, sei sdolcinata, non ascolti più i problemi degli altri e pensi solo a te stessa e al tuo Diego! Non ti riconosco più, è come se l'amore ti avesse fuso i neuroni!”

Come poteva dirmi queste cose?! Lei era la mia migliore amica, doveva ascoltarmi, aiutarmi e accettarmi per quel che ero! Non poteva criticarmi per tutto ciò che facevo! E poi non era vero che la stavo trascurando, avevo risposto a qualche suo messaggio, ogni tanto. E lei che faceva? Mi accusava di essere diventata stupida!

Ero senza parole.

Tu sei completamente pazza! Pensavo che fossi mia amica, ma a quanto pare mi sbagliavo! Le amiche si sostengono sempre, no? Tu invece sei venuta qui ad insultarmi! Ti aspetti anche che ti faccia l'applauso per il bel discorso? E tutto perché sei egocentrica e non accetti che io possa passare il mio tempo anche con qualcun altro!” sbottai.

Tu non ti rendi conto di quel che stai dicendo! Hai dimenticato tutto per via di Diego, le poche volte che ti degni di rivolgermi la parola non fai altro che parlare di lui, tutto il tuo mondo gira intorno a lui! Tu vuoi che io sia tua amica per usarmi come ruota di scorta, ma la vita non funziona così!” sbraitò Nadia inviperita.

Era la seconda volta che litigavamo così violentemente. Ero delusa, per tanto tempo avevo pensato che Nadia mi volesse veramente bene, ma in realtà stava cercando una qualsiasi scusa patetica per scaricarmi. Di me non gliene era mai fregato nulla.

Sai che ti dico? Mi sono stancata di parlare con una falsa come te! Sei solo gelosa perché io ho un ragazzo e tu no! Vaffanculo!” gridai accecata dalla rabbia.

D'accordo, ma stavolta non scoppierò a piangere ai tuoi piedi. E ricorda che il tuo egoismo non ti porterà da nessuna parte. Ti consiglio di scendere dal piedistallo.”

Detto questo si allontanò con totale indifferenza.

Un po' speravo che mi implorasse tra le lacrime di cambiare idea, lo aveva sempre fatto. Almeno avrei avuto una soddisfazione in più, ero certa che lei non potesse fare a meno di me.

Ero stanca del suo comportamento da contessina capricciosa ed egocentrica. Io mi ero impegnata tanto per lei, avevo cercato di risolvere la nostra lite precedente, ma lei non aveva fatto altro che lamentarsi e sputarmi in faccia da vera falsa. Ma la principessa si sarebbe pentita di ciò che aveva fatto, e allora sarebbe stato troppo tardi.

Ora basta.

Entrai in casa sbattendo la porta.

Che è successo Cami? Le tue grida sono arrivate fino al piano di sopra!” gridò Chiara dalla sua stanza.

Ho litigato con Nadia, okay? Non ho voglia di parlarne!”

Salii le scale e mi buttai sul letto. Ero stata ferita da una delle persone più importanti della mia vita ed ero gelosa di quell'oca giuliva di Gaia. Era tutto così confuso, non sapevo più che fare.

Mentre versavo lacrime salate e dolorose, pensavo alla situazione terribile in cui mi trovavo. In quel momento desiderai che Diego fosse al mio fianco, come mai l'avevo desiderato in vita mia.

Non avrei permesso a nessuno di mancarmi di rispetto, a nessuno.

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Capitolo 8
*** Errori ***


Errori



Era passata una settimana dal litigio con Nadia e nessuna delle due aveva intenzione di chiedere scusa.

Cominciai a temere per la nostra amicizia: non avrei mai creduto che sarebbe andata a finire così, ma non avevo nessuna intenzione di scusarmi con lei, mi aveva trattato troppo male ed ero stanca di essere presa in giro da tutti!

Ovviamente la storia con Diego andava avanti, ma ogni tanto lui parlava di Gaia e questo non mi piaceva per niente. Possibile che facesse sempre riferimento a lei? Questa cosa mi irritava parecchio.

Un giorno glielo dissi, lui si offese terribilmente.

Non ti fidi di me” mi accusò.

Certo che mi fido cucciolo mio, ma non nominarla più, mi dà fastidio!” ribattei.

Perché sei così gelosa?”

Perché ti amo, Diego, e non voglio che nessuna ti porti via da me!”

Proprio per questo devi fidarti, anch'io ti amo, non devi dubitarne” mi rassicurò.

In quella settimana avevo anche rivisto Ismaele.

Un giorno volevo uscire e stare da sola per riflettere, così mi recai come al solito al parco.

Lì incontrai Ismaele; passammo tutta la sera insieme, lui si aprì molto con me. Era un ragazzo molto sensibile e comprensivo, ma parlava poco di sé e non perdeva mai la sua timidezza.

Per salutarci ci abbracciammo anche quella volta.

Quando lo raccontai a mia sorella, si scandalizzò.

Tu hai già il ragazzo, non puoi andare ad abbracciare il primo che passa!” sbottò.

Ehi, calmati! Non mi ci sto mica sposando! È solo un amico e l'ho abbracciato, che c'è di strano?” mi giustificai.

Ma quale amico, l'hai visto due volte in tutta la tua vita! Vedi di darti una calmata, Camilla.”

A volte mia sorella era esagerata. Che c'era di male se abbracciavo un amico? Del resto, anche lei abbracciava le sue amiche!

Quella sera decisi nuovamente di andare al parco da sola, dato che Diego era a casa di un suo amico e Valentina stava poco bene. Sarei arrivata lì e avrei sicuramente trovato Ismaele!

E infatti lo vidi: era seduto su un muretto di pietra e si guardava attorno.

Andai da lui e lo salutai: “Ciao Mae!”

Lui mi regalò un enorme sorriso radioso. Era una vera gioia per me sapere che era così felice, sorrideva di rado eppure era un peccato perché in quei momenti era molto più carino e sembrava risplendere di luce propria.

Trascorremmo un po' di tempo a parlare seduti sul muretto e anche la sua sorellina venne a salutarmi.

Oggi il gelato lo offro io” esclamò Ismaele.

Non me lo aveva detto apertamente, ma avevo intuito che la sua famiglia aveva gravi problemi economici. Rosemary sarebbe presto entrata alle elementari e questo era un grosso problema, perché significava spendere di più. Doveva essere complicato anche per lui andare a scuola, lo capii quando mi confidò che dopo quell'anno stava pensando di abbandonare gli studi.

No, non lo fare! La scuola ti servirà molto, soprattutto per il lavoro. Non fare cose di cui potresti pentirti” gli consigliai.

Lui si limitò a borbottare qualcosa di incomprensibile e cambiò discorso.

Prendemmo posto in un tavolino e mangiammo il gelato, chiacchierando e ridendo. Mae era capace di farmi sempre sorridere. Quando ci si metteva, era davvero divertente, anche se in genere ostentava grande serietà.

Dopo la merenda ci sedemmo sul prato, vicino all'albero in cui io e Diego avevamo parlato la prima volta. Nessuno veniva in quella parte del parco, eravamo praticamente soli e non davamo nell'occhio.

Parlammo a lungo, scherzando e giocando con i fili d'erba.

Gli raccontai di mia sorella, della mia classe, gli parlai di Valentina e lui ascoltò con interesse.

Poi fu il suo turno: mi disse che stava per entrare in terza superiore, che frequentava l'Istituto Agrario e che a scuola non era mai stato molto bravo perché non aveva tempo e voglia di studiare. Mi raccontò dei suoi compagni, che erano quasi tutti maschi, e sembravano tutti una massa di idioti. Mi disse che in estate gli piaceva andare a passeggiare da solo nel boschetto vicino a casa sua, amava stare in mezzo alla natura e respirare aria fresca e pulita.

Anch'io lo ascoltai attentamente, quello che diceva era molto interessante, mi aiutava a capire che tipo di persona fosse. Non parlava mai della sua famiglia, sospettavo che ci fossero più problemi di quelli che apparivano ai miei occhi.

Tu e Rosemary siete fratelli, ma siete così diversi...” osservai.

Infatti siamo nati da due padri diversi. Mio padre è morto quando ero piccolo e ora mia madre sta con un altro” spiegò.

Oh capisco. Mi dispiace...”

Io non mi ricordo quasi niente di mio padre. Avevo quattro anni quando è morto.”

Queste furono le uniche informazioni che mi diede sulla sua famiglia.

Il tempo passava ma a noi non importava, continuavamo a parlare e a stare insieme.

Guarda!” esclamai ad un certo punto, indicando una meravigliosa e bianchissima farfalla che svolazzava intorno a noi.

Se la catturi ti porta fortuna” disse Ismaele.

Mi alzai e cominciai ad inseguirla. Sembravo una bambina, ma con Ismaele non mi vergognavo di essere me stessa. Ero felice, tutto qui.

Anche lui partì all'inseguimento del grazioso insetto. Ci divertimmo un sacco e non smettemmo di ridere anche quando la perdemmo di vista.

Ci ritrovammo sdraiati sull'erba, uno accanto all'altra. Avevo tanta voglia di abbracciarlo, di fargli capire cosa provavo quando stavo in sua compagnia. Sentivo che anche lui era felice, era un momento magico, perfetto.

Così lo strinsi forte e rimanemmo lì, accoccolati ad ammirare il cielo azzurro e le pigre nuvole bianche che cambiavano lentamente forma.

Mentre l'aria si faceva più fresca e il sole proiettava ombre sempre più lunghe, mi misi a sedere. Ero stordita, ero rimasta tanto tempo sdraiata e mi girava la testa.

Che c'è?” mi domandò Ismaele.

Dai, alziamoci!”

Oddio, mi sento una tartaruga a pancia in su!” esclamò mentre tentavo di tirarlo su.

Ci guardammo e scoppiammo di nuovo a ridere. Noi due ridevamo sempre, insieme ci divertivamo un mondo, tra noi c'era una sintonia pazzesca.

Gli occhi di Ismaele, inzialmente malinconici e velati di tristezza, in quel momento brillavano della più pure e innocente gioia.

Ti voglio bene Mae!” gli dissi.

Lui abbassò lo sguardo. Come non detto, era troppo timido.

Ma stava per fare una cosa che non mi aspettavo: mi cinse i fianchi e mi attirò a sé. Inizialmente posai il mento sulla sua spalla, poi incrociai il suo sguardo. Una scintilla passò nei suoi occhi azzurri e in quel momento capii.

Lui azzerò la distanza tra i nostri volti e posò le sue labbra sulle mie. Era un bacio leggero, semplice, caldo come il sole di un mattino estivo, innocente come la risata di un bambino.

Non lo rifiutai, anche se avrei dovuto. In fondo era quello che volevo anch'io. Non esisteva niente oltre noi due.

Rimase un bacio superficiale, ma fu il più dolce che si potesse desiderare.

Camilla!”

Mi staccai di botto da Ismaele. Conoscevo fin troppo bene quella voce.

Mi voltai e vidi Nadia che mi fissava con uno sguardo pieno d'odio e di disprezzo, le mani sui fianchi e le sopracciglia aggrottate.

Merda, mi aveva visto mentre baciavo Ismaele, non poteva essere vero!

Si avvicinò a noi a passo di marcia, mentre Ismaele la squadrava con aria interrogativa.

Io sono senza parole, Camilla! Non avrei mai pensato che ti saresti ridotta così” disse disgustata.

Ti prego Didi, non dirlo a Diego, non dirglielo!” la implorai mentre avvertivo le lacrime pungermi gli occhi.

Chi è Diego?” ebbe il coraggio di chiedere Ismaele, perplesso.

Come, la principessina non te l'ha detto? Beh, Diego è il suo ragazzo. Ops, non lo sapevi?”

La reazione di Ismaele mi lasciò stupefatta: sbarrò occhi e bocca, poi arrossì e corse via.

Non tentai di fermarlo, avevo problemi più grandi da risolvere in quel momento.

Sono senza parole, davvero. Fossi in te, mi vergognerei. Fai quel che vuoi, non sarò io a farti la predica” concluse, poi si allontanò.

Ti prego, non dirlo a Diego, lo farò io, giuro... ma non dirglielo... Didi!”

Ma fu tutto inutile, lei ormai era andata via e non mi prestava più attenzione.

Ero triste e mi sentivo uno schifo. Ismaele era scomparso e presto Nadia avrebbe detto a Diego quel che avevo fatto. Non era possibile, mi ero cacciata in un bel guaio.

Perché capitavano tutte a me queste tragedie?

Non mi restava che tornare a casa.

Percorsi la strada assorta nei miei pensieri e con un grande vuoto nel petto.

Varcai la soglia di casa e mi diressi subito in camera mia, ma andai a sbattere contro mia sorella.

Camilla, che è successo? Hai una faccia spaventosa...” chiese.

Scoppiai a piangere, sfinita.

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Capitolo 9
*** Solitudine ***


Solitudine



L'indomani, alle dieci e mezza del mattino, Diego mi mandò un messaggio. Qualcosa mi diceva che non era affatto un messaggio affettuoso.


Stasera devo parlarti. Alle 5 e mezza ai giardini. A dopo.


Nadia gliel'aveva detto. Ma perché lui ci aveva creduto ciecamente? Si fidava più di lei che di me?

Ma ormai non potevo più scappare, dovevo affrontarlo.

Quel pomeriggio alle cinque e un quarto uscii di casa e mi diressi verso i giardini pubblici, che consistevano in un piccolo e inutile parchetto diroccato sempre deserto, ombreggiato da grandi pini e contornato da un basso muretto di cemento.

Arrivai prima del previsto, infatti Diego non c'era ancora. Dopo circa cinque minuti apparve in lontananza: era sempre bellissimo, ma qualcosa nei suoi occhi si era spento. Quello non era più il mio Diego, l'angelo che mi aveva rubato il cuore.

Ciao Diego...” farfugliai abbozzando un sorriso.

Lui scosse il capo. “Dimmi perché l'hai fatto!”

Die, io non ho...”

Tu eri gelosa, quasi ossessiva, ma io non ti ho mai tradito. Io mi fidavo di te, ti ho lasciato tutta la libertà che volevi. Sono stato uno stupido!” sbottò bruscamente.

Dai, Diego, non dire così...”

Non mi lascerò prendere in giro da te in questo modo!” mi interruppe stizzito.

Ero arrabbiata con lui. Non mi lasciava parlare, non mi dava il tempo di spiegarmi, questo mi infastidiva parecchio.

Adesso basta Diego! Io ti avevo avvertito, mi dava fastidio il fatto che tu ti sentissi con quella sgualdrina di Gaia, ma tu mi hai mai ascoltato? No, ovviamente, pensi che siano sempre gli altri a sbagliare, ma ti sei fatto un esame di coscienza? E poi cosa ti fa credere che io ti abbia tradito?” gridai con le lacrime agli occhi.

Questa!” disse, mostrandomi una foto sul suo cellulare.

Sì, quello scatto ritraeva proprio il bacio tra me e Ismaele. L'aveva fatto Nadia, ne ero certa! Che odiosa, perché non si faceva mai gli affari suoi, quella strega?

Io... lui è così solo, mi vuole bene e io...” tentai di giustificarmi, ma era tutto inutile.

Basta Camilla, è finita.”

Caddi in ginocchio con le mani sul viso. Non mi importava se gli aghi di pino mi ferivano la pelle nuda delle gambe, l'unico mio desiderio era che Diego non mi abbandonasse.

Ti prego, Die, non mi lasciare! Cercherò di rimediare, ma stai con me, ti supplico!” gemetti aggrappandomi alla stoffa dei suoi pantaloni.

Guardati, non hai nessuna dignità. Non ti serve a niente fare la bambina capricciosa, avresti dovuto pensare prima di agire” disse lui con freddezza.

Saresti capace di lasciarmi qui... da sola... dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?” strillai.

Tu sei stata capace di tradirmi davanti a tutti senza vergogna? A quanto pare sì, quindi addio!” concluse e si allontanò.

Non so per quanto tempo rimasi lì, seduta sul muretto con lo sguardo basso e le mani tra i capelli. Non potevo trascorrere tutta la sera là fuori, ma non avevo voglia di tornare a casa, quindi optai per il parco.

Non appena vi giunsi, notai subito la rossa chioma di Ismaele. Ero felice di vederlo, almeno lui non mi aveva abbandonato! Certo, dovevo chiarire qualcosa con lui, ma non vedevo l'ora di essere consolata da quel ragazzo dolce e timido.

Mi notò mentre mi dirigevo nella sua direzione, ma rimase impassibile, non si mosse.

Ciao Mae!” esclamai e feci per abbracciarlo, ma lui mi evitò. Le lacrime cominciarono a pungermi gli occhi. “Mae, che succede?” domandai sull'orlo della disperazione.

Hai tradito il tuo ragazzo con me e a mia insaputa, questo non posso accettarlo. Sono stanco di essere illuso e preso in giro da tutti” disse.

Ma io non ti sto prendendo in giro! Se ho fatto quel che ho fatto, rischiando di essere scoperta, è perché tengo a te, altrimenti non ci avrei mai pensato! Tu non te ne devi preoccupare, sul serio!” piagnucolai tra i singhiozzi.

Ciao Camilla” sospirò, poi si alzò e se ne andò senza degnarmi di uno sguardo.

No, da lui non me lo sarei mai aspettato! Era un ragazzo così sensibile, sempre pronto ad aiutare gli altri. Insomma, ci eravamo baciati, accidenti! Come poteva fingere che non fosse successo niente? Non sopportavo di essere ignorata così!

Non sapevo davvero che fare, dove andare. Tutti mi avevano lasciato sola, per la prima volta nella mia vita non avevo nessuno con cui parlare. Ero sempre stata ammirata e accettata da tutti, in quel momento invece mi sentivo persa.

Non mi restava che andare da Valentina. Lei non mi avrebbe mai rifiutato, lei era sempre dalla mia parte. Le mandai un messaggio per chiederle se potevo andare a farle visita, lei acconsentì.

Quando arrivai la trovai in camera sua che leggeva un romanzo sul letto.

Ciao Vale, come stai?” le chiesi.

Uhm... avevo un po' di febbre questo pomeriggio, ma ora sembra andare meglio. Sono un po' debole, ma nulla di che. Tu piuttosto? Sembri distrutta. Gli occhi rossi, il viso pallido... hai l'aspetto di una che non dorme da due giorni!”

Sì, in effetti sono distrutta, Vale! Tu sei l'unica che ancora mi vuole bene” spiegai, sprofondando nel suo letto.

Ma no, non dire così! Sei circondata da persone che ti vogliono bene!”

Le raccontai tutto nei minimi dettagli, non trascurai nulla. Durante il racconto scoppiai nuovamente a piangere, non riuscendo a trattenermi.

Da ieri non faccio altro che piangere, sono stanca, voglio la tranquillità di prima, vorrei che non si fosse creato tutto questo casino... cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?” conclusi prendendo a pugni il materasso.

No Cami, così non va. Non devi baciare il primo ragazzo che capita, tu avevi già un fidanzato! Ti sei comportata male, non si gioca con i sentimenti altrui. Ma non sono qui per farti la predica, sono tua amica e sono sincera con te. Comunque tu puoi sempre contare su di me, anche se a volte ti rimprovero” disse accarezzandomi i capelli.

Grazie Vale, tu mi capisci davvero. Almeno non sei scappata lasciandomi in lacrime come tutti gli altri” la ringraziai abbracciandola.

Cami, così ti contagio l'influenza!” protestò.

Non mi interessa, affronteremo anche quella insieme!”

Passammo il resto del tempo sdraiate sul suo letto a parlare del più e del meno senza preoccuparci dei nostri problemi.

Tuttavia, quello non mi bastava; non avevo bisogno di un'amica in quel momento, volevo solo che i ragazzi smettessero di evitarmi e scappare da me, che ascoltassero quello che avevo da dire senza accusarmi. Ma in questo mondo nessuno è abituato ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dire.

Tutti sbagliavano, io avrei continuato ad andare dritta per la mia strada a testa alta.

Quando andai via da casa di Valentina, ci mettemmo d'accordo per rivederci l'indomani.

Quella sera raccontai a mia sorella Chiara tutta la storia, sperando che anche lei potesse aiutarmi.

Beh, complimenti, vedo che stai crescendo proprio bene” commentò sarcasticamente lei.

E adesso ti ci metti anche tu?” sbottai irritata.

Voglio dire, cambi ragazzo e amici più spesso di quanto io mi cambio le calze. Hanno fatto bene Diego e Ismaele a reagire così. Ben ti sta, mi auguro che tu abbia imparato qualcosa, almeno.”

Non avevo voglia di discutere e farmi deridere da quell'insensibile di mia sorella, per quel giorno non avevo avuto abbastanza.

Andai a letto infuriata più che mai e non riuscii a prendere sonno fino a notte fonda.

L'unica parola per descrivere quella giornata: solitudine.



* * *


Lettori, che disperazione!

Camilla è una schifezza che deambula, così tanto che mi vergogno per lei ogni volta che pubblico un capitolo!

Una cosa importante che dovete sapere è che io non sono come lei! Adesso siete più tranquilli? :D

A parte questo, ringrazio chi continua imperterrito a leggere e/o recensire, siete davvero speciali! :3


Soul ♥

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Capitolo 10
*** Con gli occhi da cerbiatto ***


Con gli occhi da cerbiatto



Quella mattina uscii presto di casa, cercando di non portarmi appresso i miei problemi. Tutto intorno a me stava crollando e io non sapevo più dove aggrapparmi per non precipitare.

Ti devo chiedere un favore” saltò su Valentina non appena entrai in camera sua.

Okay, di che si tratta?”

Ero curiosa. Quando Valentina prendeva una decisione, ciò significava che ci aveva riflettuto a lungo e che si trattava di qualcosa d'importante.

Okay, ora ti racconto. Ieri sera Charlie mi ha mandato un messaggio: «Sono a pezzi». Io mi sono preoccupata e gli ho scritto: «Che succede?». E lui mi ha risposto: «Stasera Lalla mi ha lasciato». Ti giuro, Cami, sono rimasta a bocca aperta. Comunque gli ho scritto: «Cosa? Perché lo ha fatto?». Abbiamo continuato a parlare e ho cercato giustamente di consolarlo. Ora che è libero vorrei tanto quello che provo per lui ormai da tempo, ma non ho il coraggio di farlo!”

Oddio, Vale! E adesso potrai avere Charlie tutto per te!” esclamai al settimo cielo.

Cami, ho paura! Se mi rifiutasse potrei farmene una ragione, il problema è che sono bloccata e non so come affrontarlo!”

Ma come? È tuo amico, dovresti avere confidenza con lui! Vuoi che arrivi un'altra ragazza a rubartelo?”

Certo che no! Infatti volevo chiederti se saresti disposta a parlarci tu al posto mio. So che di te mi posso fidare, ti prego” mi supplicò.

Cosa?! Ma sei matta? Non puoi mandare una tua amica a parlarci! E poi che figura ci faccio se mi piazzo davanti a lui e gli dico: «Valentina ti ama!»? Insomma...”

Quindi il tuo è un no?” mi interruppe bruscamente.

Beh...”

Per questo puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. Prima conoscilo, digli chi sei e poi gli parli di me, no?”

Oh, e va bene! Ma promettimi che la prossima volta sarai tu a parlare con il diretto interessato. Per questioni così delicate non bisogna mai coinvolgere terze persone, è una cosa tra te e lui.”

Va bene Cami, promesso. Grazie!” esclamò entusiasta.

Allora appena sarai guarita lo faremo” le assicurai.

Sì! Grazie, sei un tesoro!”

Risi, contenta. Non vedevo l'ora di fare questo favore a Valentina e renderla felice.


Di sera mi recai di nuovo al parco. Non riuscivo a rimanere a casa col pensiero che magari là fuori ci potessero essere Diego e Ismaele, entrambi arrabbiati con me. Dovevo assolutamente farmi perdonare da loro, non potevo vivere senza averli vicino!

Arrivai alla mia meta convinta di trovare Ismaele, dato che non mancava mai. Invece proprio quel giorno non c'era.

Mi guardai attorno, anche se avevo perso la speranza di trovare qualcuno che mi interessasse... invece Diego era lì, con il suo solito gruppo di amici. Lui non li aveva mai trascurati, neanche quando stavamo insieme; usciva con loro almeno tre volte alla settimana.

Mi avviai al loro tavolo a passo di marcia, non avevo certo paura di affrontarli!

Ciao a tutti. Diego, dovrei parlarti un attimo” esordii.

Una ragazza dai capelli castani e mossi mi osservò, poi disse: “Ciao, tu devi essere la tizia che stava con Die, vero? Com'è che ti chiami? Carla? No, forse era Cleopatra...”.

Tutti i presenti scoppiarono a ridere sghignazzando come scimmie e facendo stupide ipotesi sul mio nome. Insopportabili.

Camilla” li corressi. “Diego, è urgente!”

Lui si alzò controvoglia. “Cosa vuoi, Camilla?” chiese spazientito.

Vieni.”

Lo afferrai per un polso e lo trascinai via. Arrivammo dietro il muro del bar, in modo che nessuno potesse sentire la nostra conversazione.

È inutile quello che stai facendo, non dovresti nemmeno essere qui” disse lui in tono piatto.

No Diego, ora ascoltami, dato che ieri non hai voluto farlo. Hai ragione, ho sbagliato, non ci sono scuse per ciò che ho fatto. Tu sei un tesoro, non te lo meritavi proprio e mi prendo tutte le colpe. Ma l'unico mio desiderio è che tu non mi abbandoni!” spiegai caricando il mio tono di voce di tutta la disperazione che provavo in quel momento.

Mi hai fatto soffrire molto, lo sai?” ribatté.

Lessi l'indecisione nei suoi occhi, forse stavo riuscendo a farmi perdonare! Doveva essere così!

Per favore, Die! Se oggi sono qui è perché ti voglio davvero bene, so che sei arrabbiato, ma ti chiedo solo di darmi un'altra opportunità! Ti assicuro che questa volta non butterò tutto all'aria! Perdonami!” implorai, sbattendo le ciglia come un povero e innocente cerbiatto. Quel metodo funzionava sempre, era capace di addolcire chiunque.

Sembri davvero pentita... va bene, ti do una seconda possibilità. Ma saremo solo amici” sentenziò.

Lanciai un grido di gioia. “Grazie Die, grazie davvero! Ti voglio bene!” esclamai gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte a me.

Lui non si ritrasse, anzi, ricambiò l'abbraccio e scoppiò a ridere.

Mi sei mancata, Cami!” esclamò con gioia.

Anche a me era mancato il suo modo allegro di vivere ogni situazione. Forse la nostra storia d'amore era finita per sempre, ma da quel giorno sarebbe nata un'amicizia capace di resistere a qualsiasi intemperia.

Quella sera andai via dal parco con il cuore colmo di gioia. Ma qualcosa ancora non andava per il verso giusto: dov'era Ismaele?


Chiary, ho bisogno del tuo aiuto!” esclamai facendo irruzione in camera di mia sorella.

Erano passati un paio di giorni da quando avevo fatto pace con Diego e tutto stava andando a gonfie vele tra noi. Io e lui eravamo usciti assieme e ci eravamo divertiti molto, proprio come ai vecchi tempi.

Ero anche andata a trovare Valentina. Doveva stare a casa ancora qualche giorno per via dell'influenza, ma non vedeva l'ora di guarire per rivedere Charlie e permettermi di attuare il nostro piano.

Che c'è?” chiese Chiara, senza distogliere lo sguardo dal suo pc.

Andai a sedermi vicino a lei, sul letto. “Tu hai degli amici di quindici anni, vero?” domandai.

Sì, perché?”

Per caso qualcuno di loro frequenta l'Agrario?”

Sì, Lorenzo e Andrea, perché?”

Perfetto! Puoi chiedere ad entrambi se conoscono Ismaele e se sanno dove abita?”

Ah, ecco dove volevi arrivare! Beh, l'hai baciato e non sai nemmeno il suo cognome! Sei messa male, bella mia!” pontificò mia sorella in tono acido.

Sì, so quello che stai pensando, ma ho bisogno di questo favore!”

Lei fece spallucce. “Va bene, glielo chiedo, ma me ne lavo le mani. Tanto se lo faccio o non lo faccio, non cambia niente: sei lo stesso una cretina.”

Ancora con questa storia?! Non puoi giudicarmi per ogni cosa che faccio, solo perché tu sei una santarellina e ti comporti sempre bene e bla, bla, bla...” protestai, dirigendomi verso la porta.

Entro quel pomeriggio ottenni le informazioni che mi servivano. Ismaele abitava in periferia, in una strada che conoscevo appena.

Verso le cinque e un quarto uscii di casa sotto il caldo sole estivo e attraversai quasi tutto il paese per arrivare a destinazione. Parte della strada in cui abitava Ismaele era sterrata, e dovetti evitare di inciampare sui numerosi sassi e rompermi l'osso del collo.

Arrivai davanti a una casa circondata da una fitta vegetazione, dall'aspetto piuttosto malinconico e austero. Controllai il numero civico: quattordici. Era l'abitazione giusta.

Bussai alla porta con mano tremante. Quel luogo non mi trasmetteva molta tranquillità, neanche il bosco che la sovrastava al lato opposto aveva un aspetto rassicurante.

Ad aprire la porta fu Rosemary.

Ciao Mary, ti ricordi di me?” esordii.

Certo che mi ricordo, tu sei Camilla, l'angelo di Mae!”

Risi. “Tuo fratello è in casa?”

Sì, adesso vado a chiamarlo!” Detto questo, scomparve e io rimasi ad attendere sulla soglia.

Dopo pochi secondi, Ismaele si materializzò di fronte a me. I raggi del sole facevano brillare la sua enorme massa di boccoli ramati.

Ciao, Ismaele” lo salutai con un sorrisetto imbarazzato.

Lui fece un cenno con il capo e uscì di casa, dirigendosi verso il boschetto.

Io lo seguii in silenzio.

Arrivammo presso una rudimentale panchina di pietra e legno situata in mezzo agli alberi e ci sedemmo.

Ora puoi parlare” disse.

È questo il bosco dove vieni di solito?”

Lui annuì distrattamente.

Mae, se sono venuta qui... è perché voglio chiederti scusa. Non è giusto quello che ho fatto a Diego, mi rendo conto di essere stata pessima. Ma con lui è tutto risolto, siamo tornati amici. Ma se ho fatto quel che ho fatto, l'altro giorno al parco, non era certo per ferirti, anzi, era ciò che volevo. La lontananza da te in questi giorni mi ha fatto davvero soffrire, mi sono accorta che tu... beh... mi piaci molto...”

Io non voglio far soffrire nessuno, mi dispiace davvero molto per Diego. Odio essere la causa di tanti problemi, semplicemente mi ha dato fastidio che tu non mi abbia parlato di lui e della vostra relazione.”

Ti prego Mae, non te ne devi più preoccupare, è tutto finito con Diego, noi due possiamo essere felici insieme. Quest'esperienza mi ha cambiato e ti assicuro che mi sono pentita.”

Utilizzai il metodo degli occhioni dolci anche con lui. Dovevo assolutamente riconquistarlo, mi piaceva troppo e la sola idea di non averlo accanto mi faceva impazzire. Lo avevo notato già da quando stavo con Diego, non potevo più lasciarmelo scappare! Sì, forse avevo tradito Diego, ma non ero certo andata a letto con un altro come facevano molte ragazze della mia età! Era stato un innocente bacio quello tra me e Ismaele, del resto non mi sembrava di aver fatto qualcosa di così grave. Ismaele mi piaceva davvero e prima o poi lo avrei detto a Diego, senza che quella strega di Nadia intervenisse e rovinasse tutto. Non la sopportavo proprio.

Pian piano qualcosa negli occhi di Ismaele si stava accendendo. Vedevo la mia seconda possibilità prendere forma davanti a me, sapevo che ce l'avrei fatta anche quella volta.

Prima che potessi anche solo accorgermene, mi attirò a sé e mi baciò con trasporto.

Il mondo non mi era mai sembrato così bello come in quel momento. Tutto quel che volevo era al mio fianco.

Questo sarebbe un sì?” gli chiesi con un enorme sorriso sulle labbra.

Non lo so, tu che dici? Si potrebbe scambiare per un no?” ribatté lui ricambiando il sorriso.

Lo strinsi forte a me e posai la testa sulla sua spalla.

Restammo tanto tempo insieme, nel bosco. Non avrei mai voluto separarmi da lui e da quel luogo così bello da sembrare incantato.

Ismaele mi spiegò che per arrivare nel bosco c'era anche un'altra strada: bisognava raggiungere un vicolo cieco poco distante da casa mia, scavalcare la staccionata che lo delimitava e camminare per un po'.

Mi portò ad esplorare i dintorni: la distesa di alberi non era molto grande, al centro si trovava una vecchia capanna di legno abbandonata e l'altro ingresso era dalla parte opposta rispetto alla casa di Ismaele.

Eppure, se attraverso il paese a piedi, devo fare il doppio della strada per arrivare a casa. Non avrei mai creduto che abitassimo così vicini!” esclamai stupita.

Alle otto dovevo tornare a casa, volevo passare dal bosco, ma Ismaele mi consigliò di non farlo perché non lo conoscevo abbastanza bene e mi sarei potuta perdere.

Gli chiesi il numero di telefono e gli diedi il mio.

Quel giorno andai a letto con il sorriso stampato sulle labbra. Tutto si stava pian piano risolvendo.

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Capitolo 11
*** Sicurezza ***


Sicurezza



Mi sorprendevo di quanto stesse trascorrendo in fretta il tempo. Luglio era iniziato ormai da due settimane e faceva un caldo infernale.

Tra me e Diego era tutto risolto. Sapeva che stavo con Ismaele, ma non gliene parlavo in continuazione perché ero certa che non si fosse ripreso del tutto. Era un ragazzo molto sensibile e sapevo che, quando frequentava una persona, teneva davvero a lei.

Con Ismaele andava tutto a meraviglia: ci vedevamo sempre nel boschetto dietro casa sua, ci avevamo passato così tanto tempo che ormai ero in grado di riconoscerne ogni singolo dettaglio e non mi perdevo più al suo interno. Quando lo esploravamo mi sentivo come quando, da piccola, andavo in vacanza e mi avventuravo nella pineta in riva al mare con mio cugino. Mi era sempre piaciuto particolarmente arrampicarmi sugli alberi, così mi divertivo a farlo anche durante i pomeriggi trascorsi con Ismaele.

Seduta su un ramo con le gambe penzoloni, i gomiti sulle cosce e il mento sui palmi delle mani, rimanevo incantata ad osservare il paesaggio e riflettere accanto al mio ragazzo. Era bellissimo stare con lui, anche se spesso rimanevamo in silenzio uno vicino all'altra.

Un pomeriggio, mentre mi riposavo appollaiata sul mio albero preferito, il mio cellulare cominciò a trillare nella tasca dei jeans. Lo afferrai e lessi il nome sul display: Die.

Mmh?” risposi.

Cami?”

Sì, chi pensavi di aver chiamato?” ribattei.

Rise. “È colpa tua che non dici «pronto» quando rispondi al telefono!”

E sono costretta?”

Lasciamo stare, non ti ho certo chiamato per questo!”

Dai, vediamo se entro le otto di stasera riesci a dirmi il motivo” lo punzecchiai ironica.

Sei tu che non mi lasci parlare! Comunque, ti ho chiamato perché sono felicissimo! Ho appena ricevuto una notizia grandiosa!” esclamò trapanandomi il timpano destro.

Davvero? Sentiamo!”

Ad agosto Gaia e la sua famiglia verranno qui per due settimane, così la potrò finalmente incontrare!” strillò in preda all'euforia.

Non seppi spiegarmi perché, ma quella non mi parve affatto una bella notizia, ma mi sforzai di sembrare felice.

Wow... davvero?”

Sì, ha detto che vuole conoscere anche te. Le ho parlato molto di te, non vede l'ora di essere qui!”

Questa cosa mi irritò ancora di più.

Oh, beh, sono felice.”

Non si direbbe...”

E invece lo sono, Diego!” dissi bruscamente.

Sospirò. “Dove sei?” domandò.

A casa” mentii, non capendo proprio cosa potesse importargli.

A Diego parlavo di tutto, ma il boschetto doveva rimanere un segreto tra me e Ismaele.

Esci stasera?”

Non posso, ho già un impegno con Vale.”

E non possiamo uscire in tre?” propose.

No, oggi no, dobbiamo fare una cosa importante solo io e lei” tagliai corto.

Infatti quel giorno dovevo parlare con Charlie per la mia amica e non volevo che Diego si intromettesse in questa faccenda, non erano affari suoi.

Peccato.”

Già. Ora devo andare a prepararmi, ciao.”

Ciao Cami.”

Scesi dall'albero e mi diressi verso casa.

Alle cinque e mezza passai a prendere Vale a casa sua e andammo dritte al parco.

Sei sicura che oggi Charlie ci sarà?” le chiesi.

Me l'ha detto lui. Deve andare con i suoi cugini.”

Ma se è con i suoi cugini, come faccio ad avvicinarmi a lui?” domandai con ton0 ovvio.

Beh, non sta tutto il tempo con loro, sono piccoli e vanno a giocare sugli scivoli. Più di una volta mi ha chiesto di fargli compagnia.”

Questo mi fece pensare al mio Ismaele che portava la sorellina a giocare al parco. Mi faceva tenerezza, passava tutte le sere da solo pur di far svagare la piccola Rosemary. Era un angelo.

Quando arrivammo, prendemmo posto su una panchina e Valentina si guardò attorno. “No, non ci sono ancora” sentenziò.

Chiacchierammo finché non notammo Charlie entrare al parco seguito da due bambini di circa otto anni.

Quindi... cosa devo fare quando vado a parlarci?” chiesi.

Niente di che: lo saluti, ti presenti, ci parli un po' del più e del meno e poi gli dici quello che gli devi dire. No?”

Ma io non so da dove cominciare per dirglielo. Io non ho confidenza con lui, non ci ho mai parlato!”

Eh dai, Cami, lo sappiamo tutte e due che non è vero. Tu riesci a fare amicizia con chiunque, entrerete sicuramente in confidenza fin da subito. Poi lui è un ragazzo molto simpatico!” mi incoraggiò Valentina con un sorriso.

Okay, ti credo.”

Guarda, i bambini sono andati a giocare, ora è da solo! È la tua occasione, Cami!” saltò su lei entusiasta.

Osservai il ragazzo che piaceva alla mia amica: aveva i capelli castano chiaro mossi e lunghi fino alle spalle, era abbastanza alto e aveva un viso simpatico.

Devo ammettere che non è male... sembra simpatico” commentai.

Cinque minuti dopo stavo camminando in direzione di Charlie, che si era accomodato su una panchina all'ombra di un albero.

Non appena mi vide, alzò lo sguardo e mi osservò sorpreso. Aveva due occhi stupendi, verde smeraldo, così profondi che ti ci potevi perdere. Ma non c'era paragono con quelli luminosi e puri di Ismaele, i più belli che avessi mai visto in vita mia.

Tuttavia, osservandolo meglio, dovetti ammettere a me stessa che era proprio un bel ragazzo e che lui e Valentina sarebbero stati una coppia perfetta.

Ciao! Come va?” esordii con disinvoltura.

Ciao. Ci conosciamo?”

No, io sono Camilla! Posso sedermi o aspetti qualcuno?” domandai.

Lui mi guardò disorientato. Sicuramente stava pensando che fossi pazza; del resto nessuno rivolgeva la parola ad un perfetto sconosciuto senza un motivo ben preciso. Io un motivo ce l'avevo eccome, ma ancora Charlie non lo sapeva.

Mi sedetti senza attendere la sua risposta. “Allora... tu sei Charlie, giusto?” indagai.

Annuì. “Come fai a conoscermi?”

Sono la migliore amica di Valentina” spiegai.

Oh, Vale. È una brava ragazza lei.”

Concordo, a volte anche troppo.”

E come mai sei venuta a parlare proprio con me?” si informò, osservandomi con circospezione. Era diffidente, questo mi faceva pensare che volesse accertarsi della mia sanità mentale, prima di darmi troppa confidenza. Mi piaceva il suo modo di fare, in un certo senso ci assomigliavamo.

Beh, mi incuriosisci.”

Wow, ero proprio brava a improvvisare!

Io? Dici sul serio?”

Gli sorrisi. “Certo!”

Cominciammo a conversare allegramente. Inizialmente rimase un po' sulle sue, ma grazie al mio carattere allegro ed espansivo, riuscii a farlo uscire dal suo guscio. Ci divertimmo un sacco, mi dimenticai che Valentina mi stava aspettando e ci osservava nascosta da qualche parte. Ma, in fondo, era stata lei a dirmi di prendermi tutto il tempo necessario, no? Quindi che male c'era se ci parlavo un po' più a lungo? Era un ragazzo semplice, divertente e con dei grandi valori. Era difficile trovare dei ragazzi del genere, al giorno d'oggi.

Mi confessò di avere una cerchia di amici molto ristretta, ma che gli andava bene così.

Però scommetto che piaci ad un sacco di ragazze!” esclamai sinceramente convinta. Era molto carino, nonostante non avesse il fisico di un modello, ma che importava? Avevo un viso angelico e uno sguardo innocente che gli conferiva un'aria da bravo ragazzo. Era molto sensibile, non mi sorprendeva che Valentina avesse perso la testa per lui.

Verso le sette mi accorsi di aver abbandonato la mia amica per troppo tempo.

Adesso devo andare, una mia amica mi sta aspettando” dissi.

Okay, ciao, ci vediamo presto!”

Ciao Charlie!” lo salutai, stampandogli due sonori baci sulle guance.

Uscii dal parco e mandai un messaggio a Valentina:


Sono fuori dal parco vieni


Lei mi raggiunse dopo circa cinque minuti. “Scusa, dovevo uscire senza farmi vedere da lui, ci ho messo un po'. Allora, com'è andata? Gliel'hai detto? E lui cos'ha risposto?” chiese Valentina impaziente.

Ops. Mi ero dimenticata del vero motivo per cui ero andata a parlare con Charlie.

No, non ce l'ho fatta, Vale! Non è una cosa semplice da dire, poi non lo conosco ancora bene...” mi giustificai, mentendo spudoratamente.

Certo tesoro, non fartene una colpa. È normale, non puoi fare tutto in una volta. Prima devi entrare maggiormente in confidenza con lui, magari qualche volta potremmo uscire in tre. Rilassati, le cose vengono da sé” mi rassicurò sorridendo.

La adoravo, era sempre così comprensiva e paziente, che a volte pensavo di non meritarmi la sua amicizia. Era una delle persone migliori che avessi mai conosciuto, lei non era impulsiva ed egoista come Nadia o scorbutica e acida come Chiara. Lei non sembrava avere difetti, il problema era che la gente non vedeva la bellezza del suo carattere.

Grazie Vale, tu mi capisci davvero.”

Camminammo per le soleggiate e strette vie della periferia, finché non arrivammo davanti ad un locale.

Mi fermai di botto in mezzo al marciapiede, osservando la grande vetrata ad angolo e l'insegna riportante la scritta Lovers.

Questo è il locale che frequentavamo io e Die” mormorai.

Davvero carino” commentò Valentina, osservando la colorata e allegra facciata.

Dai, entriamo!” proposi presa dall'entusiasmo del momento.

Cosa? No, ma sei pazza? È un bar per coppiette, ci prenderanno per lesbiche! E poi sinceramente non ho voglia di stare a guardare gente che si sbaciucchia come se non ci fosse un domani” ribatté Valentina.

Sbuffai. “Non è un bar solo per le coppie, ci sono anche altre persone. Dai!” la incitai.

Ho detto di no! Entra da sola, io me ne vado a casa!”

Certo che quando voleva ottenere qualcosa, Valentina faceva di tutto per raggiungere il suo obiettivo.

E va bene, andiamocene!” mi arresi, tanto era inutile discutere.

Avrei soltanto voluto fare un salto nel passato, rivivere i ricordi della relazione tra me e Diego, ma per il momento dovetti rinunciarci e accettare che Valentina non mi avrebbe accompagnato.

Continuammo a camminare senza una meta, finché il sole non tramontò. Accompagnai Valentina a casa e, prima di rientrare, feci un salto nel mio boschetto. Mi sedetti per dieci minuti sul mio albero preferito, il più alto, quello da cui potevo scorgere la sagoma della casa di Ismaele.

Chissà cosa stava facendo in quel momento, se mi stava pensando, se stava giocando con Rosemary...

Ismaele era molto simile a Charlie, entrambi sensibili e timidi, sarebbero andati sicuramente d'accordo.

Qualsiasi cosa accada, Mae, io non ti abbandonerò mai” promisi a me stessa posandomi una mano sul cuore. “Sei il migliore, questi alberi sono testimoni del nostro amore e lo custodiranno per sempre” recitai come fosse una preghiera.

Era quello che volevo. In quel momento fu come se gli alberi intorno a me avessero ascoltato le mie parole e mi avessero trasmesso la loro energia positiva.

Saltai giù dal ramo e mi lasciai alle spalle il crepuscolo mentre rincasavo.

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Capitolo 12
*** Il lupo perde il pelo... ***


Il lupo perde il pelo...



Era ormai giunto il 20 di luglio, mi ricorderò per sempre questa data.

Con Ismaele andava ancora tutto bene, avremmo presto festeggiato un mese di fidanzamento e io ero al settimo cielo!

Anche con Diego andava tutto bene: lui faceva il conto alla rovescia per l'arrivo di Gaia e io cercavo di non essere gelosa nei suoi confronti, ottenendo buoni risultati. Io avevo un ragazzo, che me ne importava? Eppure ero sicura che, vedendo Gaia, Diego si sarebbe nuovamente innamorato di lei.

Con Charlie non avevo ancora concluso niente; gli avevo parlato un'altra volta, eravamo anche andati a prendere qualcosa al bar, ma ancora non ero riuscita a parlargli di Valentina. Per fortuna la mia amica era paziente.

Quel pomeriggio la chiamai, chiedendole di andare al parco. Le promisi che quel giorno avrei detto a Charlie che lei lo amava. Ero davvero intenzionata a farlo, non volevo che aspettasse ancora.

Così quella sera ci ritrovammo di nuovo al parco. Charlie, come al solito, era lì. Fui contenta di notare la presenza di Ismaele insieme a Rosemary. Il mio ragazzo venne a salutarci, contento di aver trovato compagnia.

Ora scusatemi, ma devo fare una cosa importante” annunciai facendo l'occhiolino a Valentina.

Ma...” protestò debolmente Ismaele.

Tranquillo, ti faccio compagnia io e ti spiego tutto, d'accordo?” lo interruppe Valentina.

Così mi allontanai lasciandoli da soli.

Quando mi vide, Charlie mi sorrise come al solito. Anche quel giorno parlammo e ridemmo per un po'. Sapevo che Valentina e Ismaele ci stavano tenendo d'occhio da dietro un cespuglio, ogni tanto mi facevano dei gesti quando Charlie era distratto.

Ad un tratto Valentina tirò fuori la testa e mi fece cenno di avvicinarmi.

Non potendo raggiungerla senza che Charlie se ne accorgesse, estrassi il cellulare dalla tasca e lo indicai furtivamente, sperando che la mia amica capisse che forse era meglio che mi mandasse un messaggio.

Dopo qualche istante Valentina mi scrisse:


Ho spiegato tutto a Mae, ora lui se ne deve andare...


Ok salutalo e digli che ci sentiamo dopo ♥


Mollai il cellulare e mi concentrai nuovamente su Charlie.

Verso le sette e mezza capii che era arrivato il momento di dirglielo. Poco dopo sarei dovuta rientrare e non potevo più perdere tempo.

Charlie, io ti devo dire una cosa...” sospirai, ravviando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. “È inutile andare avanti così, non è giusto.”

Lui mi zittì con un cenno della mano, poi disse: “Non c'è bisogno che tu lo dica a parole, Cami, ho già capito tutto”. Sorrise. “Beh, ricambio.”

Come aveva fatto a capire ciò che dovevo dirgli? Beh, la cosa più importante era che lui ricambiasse i sentimenti di Valentina. Era una notizia bellissima, non vedevo l'ora di dirlo alla mia migliore amica!

Ne sono felice!” esclamai sorridendo.

Lui mi fissava senza dire niente. Non capivo, non riuscivo proprio a decifrare la sua espressione.

Prima che potessi rendermene conto, mi strinse a sé e mi baciò con passione.

No, non era questo quel che intendevo!, pensai in preda alla disperazione. I sensi di colpa mi assalirono e la mia mente si riempì di immagini di Ismaele e Valentina: non era giusto nei loro confronti.

Quello era un bacio sbagliato, ma per qualche strana ragione rimasi lì, senza respingerlo, mentre Charlie mi abbracciava. Mi resi conto troppo tardi che avevo cominciato a ricambiare il suo gesto, come se non aspettassi altro.

Dopo qualche minuto trovai la forza per respingerlo e lo guardai con gli occhi pieni di paura e tristezza. Era il terzo ragazzo che baciavo nel giro di un mese, stentavo a riconoscermi.

Distolsi lo sguardo da lui, ma ne incrociai un altro.

Valentina era uscita dal suo nascondiglio e ci fissava con gli occhi sbarrati.

Vale? Che ci fai qui?” chiese Charlie confuso.

Beh, se io sono qui... è perché dovevo dirti... che Vale prova qualcosa per te...” spiegai balbettando.

COSA?!” gridò il ragazzo sbattendo le palpebre.

Intanto Valentina ci fissava con disprezzo e disgusto, incapace di muoversi e di parlare, mentre il suo viso si rigava di lacrime.

Prima che potessimo avvicinarci a lei, scappò via, correndo come non le avevo mai visto fare prima d'allora. Nonostante ciò, io e Charlie la raggiungemmo in poco tempo.

Lui le afferrò un polso e la costrinse a voltarsi. “Vale, io non lo sapevo... non ci posso credere! Sono sconvolto quanto te.”

Erano entrambi senza parole, si guardavano negli occhi e non riuscivano a capacitarsi di quel che stava accadendo.

Vale, ti prego, perdonami! Ho fatto una cosa orribile, lo so, ma ti chiedo solo di perdonarmi!” la implorai, tendendole una mano.

Lei mi fulminò con un'occhiata colma d'odio.

Camilla, perché non me l'hai detto prima? Avrei evitato tutto questo” mi rimproverò Charlie.

Scusatemi, io...” farfugliai in imbarazzo.

Il ragazzo tentò di abbracciare la sua amica, ma lei si ritrasse.

Perché? Cosa ti ho fatto?” gemette lui cercando inutilmente di ricacciare indietro le lacrime.

Lasciatemi in pace. State lontani da me. Ismaele sarà molto contento quando verrà a saperlo” ringhiò Valentina, poi si dileguò prima che noi riuscissimo nuovamente a fermarla.

Chi è Ismaele?” chiese Charlie sorpreso.

Lui... è... il mio ragazzo...”

Tutto si ripeteva. Stavo rivivendo quel che era successo appena poche settimane prima, il dolore che provavo era immenso. Avevo giurato che non avrei mai tradito Ismaele, invece lo avevo fatto. Eppure io lo amavo così tanto!

COSA?! Ho perso la mia migliore amica, facendola soffrire, per una ragazza che non ricambia i miei sentimenti. E ora scopro che è anche fidanzata con un ragazzo che, quando verrà a sapere la verità, soffrirà. È assurdo, Camilla, è tutta colpa tua! Vattene, dovresti vergognarti! Sparisci, più ti vedo e più sto male!” sbraitò Charlie sull'orlo della disperazione.

Tornai a casa col cuore spezzato. Avevo fatto litigare due amici e adesso io stavo per perdere il mio ragazzo, o meglio, ex ragazzo. Di nuovo.

Andai a sedermi sul ramo del mio albero preferito, all'interno del boschetto, e scoppiai a piangere. Quanto avrei voluto che qualcuno mi consolasse, ormai Diego era l'unica persona che mi rimaneva, dato che Valentina ce l'aveva a morte con me e Ismaele mi avrebbe presto abbandonato. Non pensavo di meritare tanta sofferenza.

Sapevo che questa volta Ismaele non mi avrebbe perdonato, lo aveva già fatto una volta e ormai avevo sprecato la mia ultima opportunità.

I miei pensieri vennero interrotti da un movimento tra gli alberi. Mi rannicchiai contro il tronco e osservai meglio: scorsi una folta chioma di boccoli ramati, poi un paio di occhi azzurri iridescenti che mi fissavano.

Ismaele mi aveva trovato. Chissà se aveva già saputo del bacio tra me e Charlie.

Puntò i suoi occhi dritti nei miei e solo allora mi resi conto che sapeva tutto. Ma come era possibile? Come aveva fatto Valentina ad informarlo così in fretta? E soprattutto, che prove gli aveva presentato per smascherarmi?

Mae, io...” farfugliai.

Lui scosse il capo. “Basta così.”

Ma... non è vero! Valentina è gelosa del fatto che io abbia un ragazzo, ecco perché ti ha detto una bugia... quando te ne sei andato, abbiamo discusso...” mentii sperando che mi credesse. Non poteva essere tutto finito, lui doveva credere a me e non a Valentina!

Avevi un ragazzo, e comunque ne parla già tutto il paese. Smettila di mentire, Camilla.”

Mostrava un autocontrollo incredibile, l'unico segnale della sua ira era la tempesta che si nascondeva dietro i suoi occhi.

Mi dispiace, Mae! Io... sono mortificata. Ma è stato lui a baciarmi, io non c'entro niente” mi giustificai.

Non aggiungere altro, non ti credo più. Ti ho già perdonato una volta. Non ho più voglia di perdere tempo con queste cazzate e sono stanco di farmi prendere in giro da te.”

Ma... io...” riprovai. Mi tremava la voce, mi tremavano le mani. Tremavo dalla testa ai piedi.

Addio.”

Ismaele si voltò e se ne andò, senza un attimo di esitazione. Scomparve in mezzo agli alberi, gli stessi che erano stati testimoni della nostra felicità e del nostro amore.

Sprofondai nel vuoto. Non sapevo più che fare, cosa pensare, come sentirmi, dove andare...

Avevo perso la mia migliore amica e il mio ragazzo in un batter d'occhio.

Forse era colpa, forse avevo sbagliato qualcosa, ma anche gli altri dovevano mostrare un po' di comprensione per me!

Rimasi seduta su quel ramo con lo sguardo perso all'orizzonte per un tempo indefinito. Tornai a casa solo quando mi accorsi che faceva molto freddo.

Ero convinta che nulla, in quel momento, potesse tirarmi su. Stavo pian piano affogando in un mare di tristezza e disperazione.

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Capitolo 13
*** La mia vita è assurda! ***


La mia vita è assurda!



Il giorno dopo io e Diego uscimmo insieme. Gli raccontai tutto per filo e per segno e lui ascoltò con interesse.

Beh, li capisco, so cosa si prova. E comunque devi essere impazzita, sai cosa succede quando ti comporti così e ogni volta ripeti gli stessi errori. È proprio vero che il lupo perde il pelo, ma non il vizio” mi rimproverò.

Sapevo che stava ancora soffrendo a causa mia, sapevo che quel che aveva detto era vero, ,ma era stato troppo duro con me. Mi era sempre piaciuto il suo modo diretto di dire le cose, però in quel momento desiderai che stesse zitto. Anch'io ero una persona con dei sentimenti, che cavolo!

Dopo quel giorno, comunque, non misi più piede al parco per paura di incontrare Ismaele, ma passavo la maggior parte del tempo su un albero nel boschetto o a vagare in casa come un'anima in pena.

Oh, per favore! Come fai a essere triste per una cosa che hai scelto tu?” mi ripeteva Chiara in continuazione.

Non la sopportavo più, stava sempre lì a giudicarmi e a rinfacciarmi tutto ciò che era successo. Non era mai stata così pesante, con lei avevo sempre parlato di tutto ed era sempre riuscita a darmi degli ottimi consigli senza puntarmi il dito contro.

Glielo feci notare.

Prima non eri un'oca come ora! Prima ragionavi, mostravi il meglio di te e ti facevi voler bene. Ora sei famosa per i ragazzi che hai baciato. Dovrei essere felice di avere una sorella del genere?” rispose lei.

Ah, quindi io sarei diventata un mostro? Meglio essere così, almeno piaccio ai ragazzi. Tu invece sei così acida che non ti vuole nessuno!”

Meglio, almeno non vado col primo che passa. Preferisco stare da sola che cambiare ragazzo ogni settimana.”

Forse mia sorella aveva ragione, io non ero mai stata così, stavo cambiando molto da quando era arrivata l'estate. Ma i cambiamenti sono normali nella vita di una persona, no?

In quel periodo uscivo molto con Diego, ma ero stanca del suo sarcasmo. Non mi consolava mai, evidenziava solo il lato negativo di quel che facevo.

Così glielo dissi. Quel giorno litigammo furiosamente.

Preferisci avere un amico falso che ti dà sempre ragione o un amico sincero che ti dice semplicemente ciò che pensa?” mi chiese.

Ma io ho anche bisogno di una spalla su cui piangere e di qualcuno che mi dia conforto! Insomma, il mio ragazzo mi ha appena lasciato e ho litigato con la mia migliore amica!” protestai esasperata.

Chissà perché” ribatté lui sarcasticamente.

Senti, io mi sono stancata! Sono sempre io a sbagliare secondo te, gli altri mai. Vorrei che per una volta qualcuno ammettesse che io non ho fatto niente di male” strillai balzando in piedi all'improvviso.

Vorresti che qualcuno dicesse una bugia, quindi.”

Sì, se serve a farmi stare meglio!”

Allora sei un'egoista, Camilla.”

Io non sono egoista, cazzo! Egoista è chi non mi vuole mostrare un po' di comprensione” gridai, battendo con forza il palmo della mano sul tavolino di fronte a me.

Egoista è chi ti illude di aver fatto la cosa giusta!”

Basta Diego, non ho più voglia di discutere, tanto non capisci niente!” ringhiai e mi avviai verso l'uscita del bar senza neanche pagare il gelato che avevo ordinato. Se era così altruista come sosteneva, avrebbe pagato lui.

Mentre camminavo sul marciapiede quasi deserto, mi sentii chiamare. Pensavo fosse Diego, ma mi sbagliavo.

Ehi bella!” esclamò un tipo non molto attraente con i capelli a spazzola. “Hai appena litigato con il tuo ragazzo, eh?”

Lo guardai stupita mentre si avvicinava a me. Ma che voleva?

Non appena mi fu davanti, mi osservò per un secondo. “Beh, lascialo stare tesoro, non sa cosa si perde” sussurrò posandomi una mano sulla guancia.

Io mi ritrassi. “Scusa ma non ti conosco, non ti ho mai visto prima” dissi freddamente, mentre lui continuava ad esaminarmi con i suoi occhi famelici.

Mi presento, sono Matteo.”

Ah. Ora devo andare, addio.”

Mi stava infastidendo, che voleva da me? Perché non mi lasciava in pace? Magari era un malintenzionato, meglio evitare. Eppure era solo un ragazzino, aveva più o meno l'età di Diego.

Non scappare!” disse e mi afferrò il polso con decisione. “Posso sapere come ti chiami?”

Camilla. Adesso è tardi...”

Camilla, che bel nome. Molto poetico, d'altronde anche il tuo viso è una poesia!”

Certo, avevo sospettato che fosse scemo fin da subito, ma in quel momento ne ebbi la certezza.

Ehm... potresti per favore lasciarmi il polso?” chiesi infastidita cercando di divincolarmi.

Se ti lasciassi magari tu scapperesti. Ti prego, vieni con me...”

Sembrava davvero felice della mia presenza, vedevo la speranza nei suoi occhi.

Sentiamo, perché dovrei venire con te?” gli domandai ostentando indifferenza. “Come faccio a sapere che posso fidarmi di te?”

Lui si grattò la testa. “Sei furba tesoro, ma secondo te se fossi un malintenzionato, sarei venuto a chiederti gentilmente di venire con me, ti avrei riempito di complimenti e starei qui a perdere tempo? Ti ho visto tante volte in strada con la tua amica biondina, ma lei non è carina e determinata come te, nemmeno quella ragazza con gli occhiali è alla tua altezza. Mi piace il tuo sguardo deciso quando cammini, baby. Non voglio farti del male, ma solo darti conforto.”

Conforto. Questa parola innescò un incendio nel mio cuore. Ormai erano giorni che nessuno mi confortava, era quello di cui avevo più bisogno.

Lo guardai negli occhi: sì, era sincero, completamente.

Non sapevo ancora cosa volesse da me, ma sentivo di potermi fidare di lui.

D'accordo, ti seguo. Ma se fai qualche cazzata ti spezzo le gambe” sentenziai fermamente.

Lui sorrise. “Vedi, è questo che mi piace di te.”

Lo seguii lungo la strada deserta. Attraversammo una piccola piazza in cemento e svoltammo in una bella via soleggiata.

Sei da solo?” mi informai.

No, infatti ti sto portando dai miei amici. Vedrai, ti piaceranno.”

Raggiungemmo un piccolo vicolo sormontato da un grande edificio.

Per favore, puoi tenermi la mano?” mi chiese timidamente, arrossendo.

Voglio sapere dove mi stai portando.”

Lui non mi rispose, si limitò a tendermi una mano. Gliela afferrai sospirando.

Procedemmo in silenzio fino alla porta di un palazzo abbandonato. Era aperta: probabilmente qualcuno ci era già venuto prima di noi. Dentro era buio pesto.

Il panico cominciò a impossessarsi di me: perché Matteo mi stava portando in un edificio immerso nelle tenebre? Avevo paura.

Lui strinse più forte la mia mano e mi trascinò all'interno.

No, aspetta! Io non voglio entrare, questo posto mi mette i brividi” protestai cercando di divincolarmi.

Insomma, prima ti fidavi di me” ribatté facendomi avanzare.

Non riuscivo a vedere a un palmo dal mio naso, il buio mi inghiottiva e non ero in grado di posare lo sguardo su un punto fisso per via del panico. Vidi la cornice di una porta che poco dopo attraversammo. Ci ritrovammo in una stanza ancora più buia della precedente.

Lasciami immediatamente” ordinai.

Lui mi abbracciò forte per calmarmi. “Stai tranquilla, è tutto a posto, ci sono io con te. Ora ti presento i miei amici” sussurrò.

Sentivo qualcuno borbottare nella stanza. Stranamente mi rilassai tra le sue braccia. Pian piano misi a fuoco le pareti e delle casse su cui erano seduti altri tre ragazzi.

Okay Camilla, ti presento Fabio, Renzo ed Edoardo.”

Erano tutti abbastanza alti, ma non riuscivo a scorgere i loro lineamenti.

Ciao” li salutai con sicurezza.

Uno di loro – forse Edoardo – si alzò ed esclamò: “Beh, allora? Dai cominciamo.”

Bella preda comunque” aggiunse Renzo sghignazzando.

Povera ragazza innocente” fece Fabio.

Scusate, ma di che cosa state parlando?” domandai confusa.

Ora te lo spiego” rispose Matteo, afferrando il mio polso e stringendolo forte, tanto da farmi male. “Una cosa a cinque, 350 euro. Ci stai?”

Cosa?! Quei ragazzi volevano approfittarsi di me in cambio di soldi? Mi sembrava di vivere in un film, non era possibile che stesse capitando proprio a me. In quel momento desiderai che Diego, Ismaele o Charlie venissero a salvarmi, proprio come nei migliori film d'amore.

Cosa? Ma siete impazziti? Non esiste! Io me ne vado!” esclamai indignata, ma in realtà il panico mi stava divorando. Cercai di pensare razionalmente e rimanere calma, dovevo elaborare un piano per uscire di lì il più in fretta possibile.

Ma stai zitta, sei come tutte le altre ragazzine puttane che vanno con il primo che passa. Altrimenti perché avresti seguito Matteo?” mi schernì Renzo facendo un passo avanti.

Quelle parole mi travolsero con la forza di un ceffone in pieno viso: mi aveva dato della puttana e io ero stata davvero una cretina a seguire quel ragazzo. Ma nonostante ciò non pensavo di meritarmi quello che mi aveva appena detto.

Non è vero, qui gli stronzi siete voi e se pensate che io rimanga qui a farmi prendere in giro, avete sbagliato persona” ringhiai.

Sì, sì... molto convincente. Per favore Matte, bloccala” ordinò Edoardo con noncuranza.

Io mollai uno schiaffo a Matteo, che allentò istintivamente la presa sul mio polso. Con uno strattone mi liberai e corsi verso l'uscita. I ragazzi mi furono subito dietro e io corsi come non avevo mai fatto prima, spinta dall'adrenalina.

Quando uscii alla luce del sole, li distanziai abbastanza senza mai voltarmi indietro. Certo, loro erano più veloci di me, ma io in compenso ero più agile e questo era il frutto di tanti anni passati a fare sport.

Tra noi c'era sempre la stessa distanza; loro non riuscivano a raggiungermi, io non riuscivo a seminarli.

Dopo aver superato la piccola piazza in cemento, svoltai un angolo e andai a sbattere contro qualcuno. Caddi a terra e, come alzai lo sguardo, mi ritrovai faccia a faccia con Diego.

Camilla, mi hai fatto prendere un colpo, pensavo fossi scappata... cos'è successo?” mi chiese allarmato lui.

Diego era così: non riusciva a tenere il muso con qualcuno, anche se gli aveva fatto del male, soprattutto quando lo vedeva in difficoltà.

Ero a dir poco sconvolta. “Diego... ci sono dei tipi... mi stanno inseguendo, mi hanno detto che... mi pagano per fare...” balbettai mentre mi rialzavo.

Cosa? No, non può essere, ma per un giorno non puoi rimanere lontana dai guai?” esclamò esasperato.

Non esagerare, sono riuscita a scappare” mi giustificai.

Esagerare? Hai degli sconosciuti alle calcagna che vogliono fare sesso con te!”

Ed ecco il suo solito modo diretto di dire le cose.

Scusa, potresti evitare di gridarlo a mezzo paese? Sono già abbastanza scioccata” lo ripresi.

Una voce interruppe la nostra conversazione.

Sono sicuro che ha girato in quella strada!” Fu Renzo a parlare.

Anch'io! Dai seguiamola!” aggiunse Fabio.

Ma ci stiamo avvcinando al centro, daremo nell'occhio...” commentò Matteo.

No, la prendiamo prima” affermò Edoardo.

Io li conosco! Non si devono permettere” sibilò Diego.

Li conosci?” sussurrai incredula.

Due di loro sono miei compagni di classe, Matteo ed Edoardo.”

Che bei compagni...”

Non appena i quattro svoltarono l'angolo, Diego gli si parò davanti. Io lo seguii e rimasi dietro di lui.

Oh, ciao Diego. Come mai da queste parti?” lo salutò Edoardo fingendo di non avermi visto.

Smettetela di dire cazzate! Cosa pensavate di fare con Camilla?” ribatté lui tranquillamente.

Noi? Noi non abbiamo fatto niente, è lei che ci ha seguito” si giustificò Matteo con un sorriso beffardo.

Smettetela di importunare ragazze, potrei anche denunciarvi” li minacciò Diego.

Ma stai zitto, idiota. Le ragazze ci adorano, vengono da noi perché sono d'accordo con quello che facciamo e lo vogliono da morire. E, fidati, dopo che lo provano la prima volta, non ne possono più fare a meno. Che dici Camilla, vuoi provare? Sei ancora in tempo” se ne uscì Renzo ridacchiando soddisfatto.

Lo sapete che mi fate davvero schifo? A sedici anni pensate solo a queste cose” ribattei disgustata.

Tesoro, non sei molto diversa da noi, dato che nel giro di un mese hai già baciato tre tipi. Le notizie girano, sai? E chissà cos'altro hai fatto con loro...” insinuò Edoardo con malizia.

Mi aveva ferito tantissimo con quelle parole. Barcollai e per poco non caddi all'indietro.

Beh, avete maltrattato una mia amica, posso sempre andare a dirlo a...” tentò Diego.

Edoardo gli diede una leggera spinta e scoppiò a ridere. “Stanne fuori, non sai quello che dici. Capito?”

Non finisce qui” ringhiò Diego stringendo i pugni.

Sì, sì, ma lasciaci in pace. Sparite” tagliò corto Fabio, facendo spallucce.

Diego fulminò tutti con un'occhiata colma di disprezzo, mi prese sottobraccio e insieme ci allontanammo.

Dopo aver camminato per un centinaio di metri lo costrinsi a fermarsi.

Cami, tutto bene? Oddio è stata un'esperienza così spaventosa...”

Scoppiai a piangere e lui mi abbracciò.

Io... non volevo che succedesse tutto questo casino! Sono stata una stupida a fidarmi, sono mortificata. Se non ci fossi stato tu... chissà come sarebbe andata a finire!” gemetti tra i singhiozzi.

Lui taceva mentre mi accarezzava i capelli per rassicurarmi. Non mi criticò, non mi giudicò, cercò solo di consolarmi come tanto avevo desiderato. Ma sapevo che quando si chiudeva nel silenzio, rifletteva e si perdeva nei suoi pensieri.

Forse quei ragazzi avevano ragione, forse dovevo veramente mettere la testa a posto e smetterla di baciare e andar dietro a chiunque si mostrasse minimamente interessato a me. Ma era più forte di me, loro avevano quel fascino che non li abbandonava mai e sembravano sempre pronti ad accogliermi tra le loro braccia e ad accettarmi per quella che ero.

Non raccontai a nessuno quel che successe quella sera. Era una cosa tra me e Diego, che giurò di mantenere il segreto per sempre.

La mia famiglia però era preoccupata perché nei successivi giorni non uscii di casa. Avevo paura di rincontrare quei ragazzi da qualche parte.

Così passai il resto di luglio e la prima settimana di agosto chiusa in casa a guardare la TV, messaggiare con Diego e navigare su internet.

Mi sarei immaginata di tutto, ma a quello proprio non ero pronta.



* * *


Lettori!

Perdonatemi, mi rendo conto che questo capitolo è davvero lungo rispetto al mio solito, ma spero che vi sia piaciuto!

Lo so, Camilla è sempre più odiosa e patetica, con questo capitolo abbiamo davvero toccato il fondo... o forse no.

E comunque ricordate: per ogni minimo barlume di intelligenza, dietro l'angolo si nasconde un mare di stupidità!

Grazie mille per il supporto e per le recensioni, non so davvero come farei senza di voi! :3

Al prossimo capitolo ragazzi! ♥

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Capitolo 14
*** Teens ***


Teens




Mancava una settimana a Ferragosto, quindi all'arrivo di Gaia. Diego mi stava tormentando con questa storia, fortunatamente non lo vedevo mai. Ancora non ero uscita di casa e mia sorella non voleva che Diego venisse da noi.

Lei usciva raramente, a volte invitava qualche sua amica a casa e questa cosa mi dava molto fastidio; prima non me ne sarebbe importato più di tanto, ma da quando era diventata così acida, non mi andava di averla tra i piedi.

Mia madre era preoccupata per me, mi vedeva sempre sola e abbattuta, ma soprattutto rinchiusa in casa, così mi propose di entrare nei Teens. Si trattava di un gruppo di giovani tra i quattordici e i diciotto anni che si riuniva qualche sera a settimana per svolgere svariate attività. Questi incontri avvenivano solo d'estate e si tenevano nel campo sportivo comunale.

Non vi avevo mai preso parte perché generalmente passavo l'estate con i miei amici e non avevo tempo per queste cose; inoltre l'idea non mi allettava per niente, perché non pensavo di aver bisogno di frequentare una specie di centro di aggregazione per socializzare e trovarmi dei nuovi amici.

Ma c'era una cosa che mi convinse a fare un tentativo: mi sarei liberata di mia sorella.

Così quel lunedì, verso le sei del pomeriggio, varcai i cancelli del campo sportivo.

I ragazzi erano tutti seduti sull'erba del campo da calcio, alcuni si erano alzati e passeggiavano, altri giocavano e scherzavano tra loro. C'era una bella atmosfera e di armonia tra tutti i presenti.

C'erano tre animatori: una ragazza di piccola statura dai capelli biondi e lisci schiacciati in testa, una robusta con i capelli scuri legati in una coda di cavallo e l'espressione stanca e un ragazzo alto con i capelli corti.

Mi diressi verso la ragazza bionda, la salutai e mi presentai. Appresi che si chiamava Daniela.

Ragazzi, un po' di attenzione!” gridò battendo le mani per richiamare tutti all'ordine. “Oggi è arrivata una nuova ragazza, Camilla” annunciò.

I Teens erano circa una ventina, più che altro si trattava di ragazze e i ragazzi erano soltanto sei. Tra tutti riconobbi Giorgia, una ragazzina che avevo visto qualche volta quando frequentavo ancora le medie.

Sorrisi e mi sedetti tra un ragazzo e una ragazza. Notai subito che tra i due non c'era molta confidenza.

Lei e la sua amica, che sedeva al suo fianco, si voltarono subito verso di me.

Ciao” mi salutò la prima. Era carina, i lunghi capelli castani le incorniciavano il viso abbronzato dai lineamente marcati.

La seconda aveva i capelli neri raccolti in una crocchia ed era abbastanza robusta. Non era granché.

Ciao” le salutai calorosamente.

Piacere, io sono Lucia e lei è Roberta! Che scuola frequenti?” si informò la ragazza dai capelli castani.

Il liceo linguistico.”

Dopo qualche minuto appresi di essere in classe con la sorella di Roberta e continuammo a chiacchierare per qualche minuto.

Ciao, io sono Veronica” si presentò un'altra tipa. “Gianlu, presentati!” rimproverò poi il ragazzo che mi sedeva accanto e che stava zitto e fermo come una mummia.

Lui si voltò nella mia direzione e fece: “Piacere, Gianluca”.

Tutti ridevano e scherzavano tra loro, e per la prima volta nella mia vita mi sentii piccola, impotente e un po' fuori luogo.

Mentre gli animatori discutevano in disparte, feci conoscenza con qualcun altro.

A un certo punto una ragazza che mi pareva si chiamasse Elisa gridò: “Renzo!”.

Mi venne un colpo. Possibile che non avessi notato Renzo, l'amico di Matteo? Okay, non mi ero guardata molto attorno, ma se ci fosse stato l'avrei sicuramente riconosciuto.

Poi compresi che Renzo era l'abbreviativo di Lorenzo. Era il ragazzo più carino: occhi verdi, capelli corti castano chiaro, alto un po' più di me. Non era bello come gli altri ragazzi con cui ero stata, però...

Giocammo a palla prigioniera. Ero in squadra con Roberta, Denise, Claudia, Giovanna, Rachele, Marianna, Martino, Gianluca e Lorenzo.

Io davo un contributo enorme alla squadra, perché ero molto portata per lo sport.

Notai che Lorenzo mi permetteva sempre di tirare la palla e, quando finii nel campo dei prigionieri, lui mi gridava: “Vengo a salvarti!”.

C'era una grande intesa tra noi: mi lanciava spesso occhiate fugaci, mi sorrideva e mi faceva l'occhiolino con aria complice.

Nel giro di un'ora avevo già fatto amicizia con circa la metà dei presenti, che mi avevano subito accettato nel gruppo e non era stato difficile mostrare il meglio di me. Così, quando finimmo di giocare e ci apprestammo a fare merenda, mi ritrovai seduta fra Marianna e Lorenzo.

Marianna era carina: capelli biondo scuro mossi e lunghi, pelle chiara e occhi nocciola tendenti al miele. Era la migliore amica di Elisa, non si separavano mai. Sembravano oche, ma con me erano state gentili fin da subito e non mi importava se amavano spettegolare e abbordare ragazzi come se non ci fosse un domani.

Roberta, Veronica e Rachele invece sembravano più riservate, ma erano comunque simpatiche e ci parlavo volentieri.

Lorenzo continuava a starmi attorno. Lo adoravo, era simpatico e premuroso, ma non avevo voglio di lanciarmi in una nuova love story in quel momento, ero ancora traumatizzata da tutto quello che mi era successo durante l'estate. Però stavo al gioco, anche perché mi piaceva il fatto che mi coccolasse e mi mostrasse attenzioni.

Martino e Gianluca erano i più divertenti: facevano sempre idiozie e in poche parole erano due pagliacci. Gianluca era il ragazzo di Elisa, ma si vedeva che stavano insieme solo per sbaciucchiarsi e darsi nomignoli, il loro non era vero amore, dato che lei ovviamente non perdeva l'occasione di farsi notare dagli altri ragazzi presenti, animatori compresi.

Dopo un quarto d'ora anche altre tre ragazze si unirono al nostro gruppo, mentre gli altri si tenevano a distanza.

Dopo un po' Lorenzo cominciò a darmi fastidio: mi seguiva come un'ombra ed era sempre accanto a me, così cercai di allontanarlo e andai da Roberta, Veronica e Rachele. Loro, alla fin fine, erano le migliori; parlavamo tranquillamente perché erano davvero tranquille e gentili, con dei valori e si tenevano lontane dai guai.

In seguito facemmo qualche altra attività, ma alle otto fummo costretti ad andarcene.

In che zona abiti? Così facciamo la strada assieme!” mi chiese Veronica.

Scoprimmo di dover passare per la stessa strada, ma proprio quando stavamo per avviarci, Lorenzo ci intercettò e mi disse: “Cami, se vuoi ti accompagno a casa!”.

Noi dobbiamo passare da via Verdi, voi?” si intromise Martino seguito da Gianluca.

Veniamo con voi!” gridò Elisa trascinando Marianna con sé. Qualcun altro si unì al loro gruppo.

Io, Cami e Roby dobbiamo passare da un'altra parte” affermò Veronica.

Guardai Lorenzo negli occhi: ero certa che sarebbe venuto con me, qualunque strada avessi fatto.

Ragazze, io vado con Lory e gli altri, va bene?” dissi a Veronica e Roberta.

Non c'è problema. Allora a mercoledì Cami, ciao!” mi salutarono per poi allontanarsi.

Mi precipitai dagli altri seguita a ruota da Lorenzo, il quale subito mi si appiccicò di fianco e io protestai: “Lory, per favore! Voglio andare da Mary ed Ely!”.

Eh?” bofonchiò.

Sei sempre con me...”

Ah... sì, sì, tranquilla! E chi ti sta seguendo? Stavo solo camminando ed è capitato che eravamo vicini...” si giustificò con imbarazzo.

Raggiunsi le due ragazze che stavano parlando tra loro.

Dai, andiamo a quella festa! Ci divertiremo!” strillò all'improvviso Elisa.

Non lo so Ely, se mi scopre mia madre mi uccide” commentò Marianna dubbiosa. “Voi ci sarete, vero?” chiese poi rivolta ai ragazzi.

Io no, non ne ho voglia” rispose Martino.

Io sì, me ne fotto dei miei” esclamò Gianluca spavaldo.

Amore, se vai tu vengo anch'io” squittì Elisa precipitandosi dal suo ragazzo.

Renzo, tu vieni?” domandò Marianna.

Sì, dai...”

Festa? Quale festa?” mi intromisi.

Ah, stasera c'è una festa. Vieni?” mi rispose Marianna.

Io... no, i miei genitori non me lo permetterebbero mai, poi non so... quesste cose non mi convincono” replicai.

Nessuno di noi ha il permesso, ci inventiamo una scusa e ci andiamo lo stesso” spiegò una ragazza che camminava davanti a me, facendo spallucce.

Rifiutai nuovamente l'invito, mentre alcuni dei presenti erano già al telefono per chiedere ai genitori se potevano «andare a dormire» dai loro migliori amici.

Il gruppo decise di restare fuori a cena, così ci dividemmo e io rimasi soltanto con Martino e Rachele.

Lei senza le sue amiche attorno era molto più timida e impacciata, mentre Martino era sempre espansivo e spigliato, ma anche affettuoso e premuroso, specialmente nei confronti di Rachele. Grazie a me, lei riuscì a uscire dal guscio, ma Martino la spaventava un po'. Capii subito che lui non aveva occhi che per lei e avrei scommesso qualunque cosa sul fatto che anche Rachele provasse qualcosa per Martino.

A un certo punto fui costretta ad abbandonarli perché dovevo svoltare per tornare a casa; quindi li salutai e diedi loro appuntamento a mercoledì.

Mentre passeggiavo per la via illuminata dagli ultimi raggi del sole, mi sentivo soddisfatta. Mi stavo riprendendo, mi stavo facendo dei nuovi amici e lasciando il passato alle spalle.

Stava nascendo una nuova me, una nuova Camilla.

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Capitolo 15
*** Amici? ***


ReggaeFamily

Amici?



Mercoledì, come previsto, tornai al campo sportivo. Tutti i Teens, compresi gli animatori, erano seduti sul prato ad aspettare gli ultimi ritardatari.

Lorenzo, Roberta e Rachele mi vennero subito incontro per salutarmi. Lorenzo mi prese per mano e ci dirigemmo verso gli altri, mentre Roberta e Rachele mi camminavano accanto.

Quest'ultima sembrava raggiante ed era strano da parte sua, forse perché mi era apparsa da subito come una ragazza timida e riservata.

Com'è andata la festa dell'altro giorno?” chiesi a Marianna, Elisa e Gianluca, che chiacchieravano tra loro.

Le due ragazze cominciarono a sghignazzare, mentre Gianluca mi ignorò.

Oh, è stato fantastico! Fino alle sette e mezza del mattino!” esclamò Elisa euforica.

Non era la prima volta che andavate a una festa, vero?”

No, scherzi? Ci andiamo da quando avevamo undici anni” spiegò Marianna inorgogliendosi.

Davvero? E i vostri genitori non lo sanno?” chiesi sorpresa.

Se lo sapessero non ci lascerebbero uscire di casa, ma soprattutto non sanno cosa succede” ribatté la ragazza in tono cospiratorio.

E cosa succede?” domandai.

Loro ripresero a sghignazzare divertite. “Dai, prova a immaginare!” cinguettarono.

È il paradiso! Musica a palla, alcol, pasticche, ragazzi da urlo... tutto ciò che vuoi, lì lo trovi! Ci vuole tempo per riprendersi, ma ne vale la pena” raccontò Marianna con sguardo sognante.

Un brivido mi percorse la schiena. Io ero sempre stata una brava ragazza, educata, con una certa mentalità. Sapevo che c'erano ragazzi che si divertivano in questo modo, ma nonostante tutto la cosa mi sconvolse. Ero sfavorevole a certe cose, eppure sembravo circondata da persone che non avevano altra aspirazione se non quella di ammazzarsi di alcolici e droghe a delle stupide feste.

Istintivamente lanciai un'occhiata a Lorenzo.

Che c'è?” sussurrò.

Niente tranquillo” cercai di rassicurarlo.

Si vede che sei turbata, con me puoi parlare.”

Sospirai. “Anche tu vai a sballarti a quei party, vero?”

Scommetto che non ti è piaciuto il racconto di Mary ed Ely” affermò.

Ti ho fatto una domanda, non cambiare discorso!” lo rimbeccai.

Lui scosse la testa. “Avevo ragione. Ci vado, ma non ho mai bevuto fino a non ricordare ciò che facevo” disse stringendomi forte una mano.

E gli altri?”

Dipende: alcol, fumo e chi più ne ha più ne metta. Una volta Gianlu ha rischiato il coma etilico. Aiuto, che incubo quella notte!”

Beh, lo immaginavo.”

Sei sconvolta?”

Sorrisi. “No, in fondo chi sono io per giudicare? Il fatto che io non sia d'accordo non implica che il resto del mondo non debba fare ciò che gli pare.”

Non ti perdi niente Cami.”

Ero rassicurata, almeno potevo contare sulla lucidità di Lorenzo mentre parlavo con lui.

Ragazzi, dai cominciamo a fare qualcosa. Allora, fate delle proposte” ci interruppe Daniela.

Passammo una buona mezzora a far niente perché non avevamo idee. Secondo gli animatori dovevamo prendere noi delle iniziative, ma la metà di noi voleva fare dei giochi stupidi e gli altri, tra cui io, non avevano intenzione di comportarsi come dei bambinetti delle elementari, quindi si rifiutarono.

In questo tempo notai che Martino cercava di attirare l'attenzione di Rachele, ma lei era incredibilmente imbarazzata e non sapeva come comportarsi.

Così la presi da parte per parlarle.

Allora?” le chiesi.

Allora cosa?” ribatté confusa.

Dai, non dirmi che non l'hai notato!”

Cosa dovrei notare?”

Martino!”

Martino?”

Sbuffai. “La cosa è palese, è cotto di te. Sta cercando di attirare la tua attenzione ed è così gentile, attento a non metterti in imbarazzo...”

Ah, intendevi questo.”

E a te piace?”

Cami, per favore...”

Dai Rache, lo sai che a me lo puoi dire, ti puoi fidare, siamo amiche, no?”

Sospirò rassegnata. “Sì Camilla, mi piace. È l'unico ragazzo davvero gentile che mi abbia mai degnato di uno sguardo. È davvero un tesoro, è proprio per questo che mi piace. Ha capito che per conquistarmi non deve maltrattarmi, a differenza di tutti gli altri ragazzi.”

La abbracciai. “Sei dolcissima! Dai, giuro che ti aiuterò a metterti con lui!”

Hai esperienza con i ragazzi?”

Deglutii rumorosamente. “Esperienza? Beh, diciamo di sì...”

Tornammo dagli altri, dove Lorenzo mi aspettava. Rachele si rilassò notevolmente e riuscì a chiacchierare un po' con Martino.

Intanto Lorenzo mi teneva la mano e parlavamo tranquillamente in disparte. Era dolcissimo, zuccheroso direi! Anche più di Diego.

In quel momento decisi che, qualunque cosa fosse successa, non lo avrei mai fatto soffrire. Era un bravo ragazzo e non si meritava di stare male per via di una ragazza. Quando mi guardava, gli brillavano gli occhi, si stava innamorando di me. Che carino!

Passai tutta la sera a ridere e scherzare con i miei nuovi amici. Erano tutti estremamente diversi da me, e alcuni non sembravano delle persone affidabili, ma io non volevo allontanarmi da loro perché mi sentivo a mio agio.

Mentre tornavo a casa, un dubbio prese a tormentarmi: avevo davvero trovato degli amici o era tutta un'illusione?


Il mio telefono cominciava a riempirsi di messaggi: Diego, Lorenzo, Rachele, Veronica e tanti altri. Era una sensazione splendida, non mi ero mai sentita così desiderata da tutti, nemmeno quando frequentavo Nadia e Valentina. Mi sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che avevo parlato con loro.

L'unico momento in cui il telefono smetteva di squillare era quando stavo al campo sportivo.

Venerdì, in un momento di pausa, Gianluca, Martino e alcune ragazze stavano provando a fare una specie di piramide umana; erano in pochi e finivano sempre per rovinare sul prato, rotolando e ridendo come matti.

Lory, andiamo a dargli una mano?” proposi alzandomi.

Decidemmo che i maschi e qualche ragazza tra le più forti sarebbero stati alla base, mentre le ragazze più esili e agili sarebbero salite in cima. Io venni scelta per stare in punta, anche perché le altre non avevano il coraggio di «scalare» la piramide.

C'era un buon equilibrio, la torre era quasi pronta e mancavo solo io. Alcune ragazze che assistevano al gioco armeggiavano con i loro cellulari, pronte per immortalare quel momento con foto e video.

Mi concentrai e salii in modo da non rompere l'equilibrio degli altri. Quando arrivai in cima, alzai il capo e sorrisi per la foto.

Il tempo di fare due scatti e cominciammo a traballare, poi Elisa perse l'equilibrio e rovinammo tutti a terra tra grida, risate e innumerevoli imprecazioni.

Io atterrai su Lorenzo, sperando di non avergli rotto qualche osso. Ci ritrovammo faccia a faccia, con gli occhi dell'uno in quelli dell'altra.

Prima che potessi pronunciare una sola parola, lui afferrò il mio viso e mi baciò.

Durò al massimo tre secondi, ma a me parvero tre secoli. Non volevo baciarlo, non volevo stare con lui, ma non potevo deluderlo così. Non era possibile, non stava succedendo davvero, un'altra volta! Sapevo che lui mi desiderava, come potevo negarmi a lui?

C'era una differenza rispetto a quando stavo con Diego o Ismaele: in quel caso ero d'accordo, io li avevo amati seriamente; ma Lorenzo mi piaceva solo come amico, al massimo potevo trovarlo carino.

Mi alzai facendo finta di niente. “Dai Lory, alzati!” gridai tendendogli una mano per aiutarlo.

Mi hai quasi ucciso Cami, sei più pesante di quanto pensassi!” esclamò. “Ti è piaciuto?” sussurrò poi al mio orecchio.

Scusa! Sai purtroppo non potevo decidere su chi cadere” ribattei evasiva.

Lui ridacchiò. “Ti voglio bene” mi soffiò in un orecchio.

Un brivido mi percorse la schiena. Cercai di farmi forza e, con la scusa di aiutare gli altri a rialzarsi, mi allontanai da lui.

Mentre facevamo merenda, mi ritrovai seduta sulle ginocchia di Lorenzo, mentre lui mi stringeva da dietro.

Rachele mi fece l'occhiolino mentre chiacchierava con Martino. Marianno ed Elisa ci sorridevano raggianti.

Renzo, ma state insieme?” domandò Marianna incuriosita.

Mi voltai di scatto e le lanciai un'occhiata perplessa.

Non lo so, chiedilo a Cami” rispose lui.

Ah, perfetto: le domande più difficili le lasciava a me, solo perché lui non conosceva la risposta. In realtà non la conoscevo neanche io. Non era così difficile, dovevo solo dire sì o no. In quel momento mi resi conto che non avrei risposto solo a Marianna, ma anche a Lorenzo.

Beh... sì, stiamo insieme” farfugliai incerta.

Ah che bello! Renzo e Cami stanno insieme, evviva! Congratulazioni tesori miei!” squittì Elisa abbracciandoci.

Lorenzo mi strinse forte a sé. “Quindi stiamo insieme piccola.”

Io annuii e poggiai la testa sulla sua spalla.

Avevo preso una decisione, che fosse giusta o no, dovevo farci i conti.

Entro la fine della giornata mi accorsi che la maggior parte delle persone da cui ero circondata erano egoiste e senza un minimo di valori. Mi sorpresi di averci messo una settimana a capirlo; gli unici davvero gentili e disponibili erano Rachele, Martino, Roberta e Lorenzo.

Mentre andavamo via Lorenzo mi chiese: “Ci vediamo questo fine settimana tesoro?”

Sì, va bene. Ma da lunedì arriva una mia amica qui in paese per le vacanze e non avrò più molto tempo” risposi riferendomi a Gaia, anche se lei non era e non sarebbe mai stata mia amica.

Non vieni più al campo sportivo?” si rabbuiò.

Certo che verrò, ma il resto del tempo lo dedicherò a lei, cerca di capirmi, io e lei non ci vediamo da un sacco di tempo!” mentii spudoratamente.

Al momento di dividerci, lui provò a baciarmi e io lo respinsi.

Perché?” mi chiese deluso.

Non mi piacciono le smancerie in pubblico” spiegai lanciando un'occhiata a Rachele e Martino che mi aspettavano.

Okay, hai ragione, scusa. Però fatti sentire, così ci mettiamo d'accordo per vederci. Non ce la faccio a rimanere senza di te fino a lunedì” mormorò dolcemente accarezzandomi una guancia.

Sei dolcissimo, tesoro mio, grazie di cuore! Ti adoro!” gli dissi sinceramente, prima di abbracciarlo e schioccargli un leggero bacio sulla guancia.

Poi mi allontanai e raggiunsi gli altri. Lui, con le guance in fiamme e gli occhi accesi di gioia, mi salutò con un sorriso angelico.

Che cos'è successo?” mi chiese Rachele mentre ci incamminavamo.

Perché vi siete salutati così? Pensavo che vi sareste dati almeno un bacio!” si intromise Martino con tono malizioso.

Non è obbligatorio, stiamo insieme da poco e a me non piacciono le effusioni in pubblico” mi giustificai.

Durante il tragitto Rachele sembrava incredibilmente a suo agio. Lei e Martino scherzavano in continuazione ed era strano vederli assieme: lei timida, lui spigliato. Ma ora che li stavo conoscendo meglio, cominciavo a capire più di quanto ci si potesse aspettare. Erano una coppia fantastica, si completavano.

Non di certo come me e Lorenzo.

Tornata a casa mi isolai immediatamente nella mia camera per chiamare Diego e raccontargli cos'era successo.

Cosa?! Ti sei fidanzata con Lorenzo solo perché ti faceva pena?!” sbottò indignato.

No, non mi fa pena, è che non voglio farlo soffrire...”

Ma così lo stai facendo soffrire ancora di più, lo stai illudendo e ci stai male anche tu!”

Lo so, ma è così dolce... si vede che è un bravo ragazzo, gli voglio molto bene!”

Sono geloso” scherzò.

Dai Die, lo sai che io non faccio paragoni. Tu per me sei e sarai sempre speciale.”

Ti ricordo che io ti ho salvato da Matteo e company!”

Risi. “Abbassa la voce, se ti sente qualcuno...”

Stai tranquillo, sono solo” mi interruppe. “Tra tre giorni arriva Gaia!” esclamò poi con entusiasmo.

Era vero, stava per arrivare Gaia. L'avevo odiata fin da subito, sembrava essere la perfezione. Ma ero sicura che per Diego fosse la cosa migliore.

Io comunque non le avrei dato troppa confidenza, con me il suo atteggiamento da santarellina non attaccava.

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Capitolo 16
*** Gaia ***


ReggaeFamily

Gaia



Sabato sera uscii con Lorenzo. Gli dissi che volevo evitare il parco, così mi portò al Lovers, il bar in cui io e Diego eravamo stati tante volte insieme, quindi il secondo posto che volevo evitare. Tuttavia, non mi lamentai perché non volevo che lui perdesse la pazienza.

La serata andò bene: chiacchierammo tranquillamente, ma cercai di evitare qualsiasi contatto con lui fino all'ultimo momento.

Al momento dei saluti non potevo opporre resistenza, dovevo baciarlo, altrimenti si sarebbe insospettito. E così fui costretta a farlo.

Il lunedì successivo Diego mi chiamò alle tre del pomeriggio per ordinarmi di andare immediatamente a casa sua: Gaia sarebbe arrivata nel giro di un'ora.

Così alle tre e mezza ero a casa sua. Non ci ero mai entrata e non conoscevo neanche i suoi genitori.

Mi aprì sua madre, una donna molto graziosa e cordiale, che si presentò come Anna. Il padre, un po' meno grazioso e cordiale, era comodamente stravaccato sul divano a russare con la bocca spalancata.

Non farci caso, siamo così abituati ad avere amici e ospiti in casa, che non si accorge nemmeno quando qualcuno entra o esce” spiegò Anna.

Amici di Diego?”

Di Diego e di Anastasia.”

Chi mi cerca?” gracchiò una ragazzina sugli undici anni che era appena apparsa sulla soglia del salotto.

Lei è Camilla, un'amica di Diego. Accompagnala in camera sua” ordinò la madre.

Ah sei tu Camilla! Vieni” disse Anastasia, facendomi strada in un breve corridoio che conduceva a una rampa di scale.

Che bella casa” commentai, tanto per fare conversazione.

E così tu sei Camilla, la tizia che ha tradito mio fratello per uno sfigato! Lui mi parla sempre di te, a quanto pare ti considera la sua migliore amica.”

Sì, sono io. Anche io so chi sei tu, Nadia mi ha parlato di te...”

Ah sì, Nadia, la sorella di Fabio... è tua amica, vero?”

Io... veramente... no, io...” farfugliai.

Ah meglio così. È una cretina, non sa nemmeno stare al mondo. Certo, non che tu sia meglio...”

Aggrottai le sopracciglia. “Grazie mille eh!” borbottai.

Quando giungemmo di fronte alla stanza di Diego, lei gridò: “Apri, c'è Camilla!”

Entra Cami, tu invece stai fuori!” fece lui in tutta risposta.

Aprii la porta e mi ritrovai in una camera stranamente ordinata, con il letto perfetto, le lenzuola immacolate, dei poster alle pareti e tutti gli oggetti al loro posto. Pavimento, mobili, finestra: tutto riluceva da quanto era pulito. Sulla sedia davanti alla scrivania, Diego digitava qualcosa al computer.

Ciao Cami, vieni, siediti qui” esclamò, indicando un'altra sedia al suo fianco.

Mi accomodai, mentre gli lanciavo un'occhiata interrogativa.

Scusa, sto chattando con Gaia per darle le indicazioni per arrivare qui. Sai che quel rottame del mio cellulare neanche si connette a internet. Comunque non sono molto bravo ad accogliere gli ospiti, in genere a casa mia tutti vanno e vengono a loro piacimento” spiegò lui.

Io gli sorrisi. “Stai tranquillo. Piuttosto, come stai?”

Sono nervosissimo” ammise, spegnendo il computer e voltandosi verso di me.

Ma dai, andrà tutto benissimo!” tentai di rassicurarlo.

Lui si alzò e mi intimò di seguirlo; mi alzai a mia volta e prendemmo posto sul suo letto.

Lo so, infatti non sono nervoso per quello, Cami. Parlo con Gaia da un sacco di tempo, ci siamo visti anche su Skype e non ho dubbi che sarà fantastico incontrarla. Quello che mi sta succedendo è un sogno, il mio sogno!”

Gaia è la tua migliore amica in assoluto, vero?”

Oltre te, è la mia unica vera amica.”

E ti piace?” indagai maliziosa.

Lui sospirò. “Se lo negassi sarei un bugiardo. Quando stavo con te, credevo di averla dimenticata. Ma da poco l'ho rivista su Skype e...”

Wow, non pensavo che tu fossi così emotivo.”

Non ci posso fare niente, ci casco sempre, sono peggio di una ragazzina!”

Ero gelosa. Non perché volessi stare con Diego, tra me e lui era finita, ma questa Gaia mi dava veramente sui nervi. Lui le faceva tanti di quei complimenti, come se fosse la perfezione, diceva cose che a me non aveva mai detto, neanche quando stavamo insieme.

Verso le quattro e dieci, mentre Diego si mangiava le unghia per l'ansia e io cercavo di rassicurarlo, suonò il campanello.

Andiamo Diego!” esclamai, trascinandolo fuori dalla camera.

Scendemmo le scale di corsa e in pochi secondi eravamo già all'ingresso, con Anastasia al seguito.

Oddio, Cami! Non ho il coraggio di aprire!” esclamò Diego.

Smettila dai! Proprio tu, che sei così sicuro di te! Forza, Gaia non può aspettare là dietro in eterno!” lo incitai.

Dai muovetevi, altrimenti apro io!” esclamò Anastasia spazientita.

Il mio amico afferrò la maniglia e, con il fiato sospeso, aprì la porta.

Diego!” esclamò una ragazzina un po' più piccola di me, dalla bellezza disarmante.

Molto più bella di me, cazzo.

Lui rimase pietrificato nel vederla, non riusciva a credere ai suoi occhi. Si abbracciarono di slancio, così forte che sembravano non respirare nemmeno.

Io, a disagio, lanciavo occhiate ad Anastasia e sentivo la gelosia rodermi dentro.

Sei vera, sei qui...” farfugliò Diego senza fiato.

Non lo avevo mai visto così; un'altra ondata di gelosia, potente e bruciante, mi travolse.

Lei rise. “No, sono un ologramma! Allora sei cretino veramente, non era solo una mia impressione!”

Scoppiarono a ridere come due bambini, abbracciandosi un'altra volta.

Okay, ti presento Camilla” disse lui, non appena si fu ripreso dallo shock.

Ah sei tu Camilla! Piacere, ero davvero curiosa di conoscerti. Diego mi ha parlato molto bene di te.”

Beh... ciao, sì, sono io...” biascicai senza convinzione.

Ah e tu sei Anastasia, l'incubo di Diego!” commentò ancora Gaia con eccessivo entusiasmo. Mi sembrava di avere di fronte uno stupido personaggio di un anime giapponese. Odiosa.

Anastasia la squadrò da capo a piedi. “Ah, ciao Gaia. Bene, tolgo il disturbo, la mia musica mi aspetta” fece senza troppo entusiasmo, per poi andarsene.

Dopo presentazioni varie tra genitori e smancerie insopportabili, salimmo nuovamente in camera di Diego.

Wow, Diego! Sono appena passati quelli del Folletto a fare la dimostrazione in camera tua?!” scherzò Gaia sorpresa da tutto quell'ordine.

Lui rise. “No, mi hanno preso come dipendente. Adesso vado anch'io a vendere porta a porta” ribatté.

Immagino che ti avranno scelto per le tue straordinarie capacità oratorie!” continuò a punzecchiarlo lei.

Mi stai prendendo per il culo.”

Io, intanto, assistevo alla scena in silenzio. Per la prima volta in vita mia non sapevo cosa dire e non volevo dire niente. Mi sentivo a disagio.

Fortunatamente, dopo qualche minuto cominciai a rilassarmi. Tuttavia Gaia mi irritava: cercava sempre di coinvolgermi nelle discussioni e faceva sempre battute. Dovevo però ammettere che era una persona simpatica, ma nonostante tutto mi dava sui nervi e non potevo farci niente.

Secondo Diego, era così adorabile, leale, sincera e affidabile!

Perché a me non diceva certe cose?

Loro avevano caratteri molto simili: entrambi diretti, senza peli sulla lingua, solari e amanti dell'ironia e propensi a ridere per ogni stronzata. Gaia aveva sempre la battuta pronta e io mi odiavo quando mi ritrovavo a sorridere per ciò che diceva. Non avrei mai voluto darle quella soddisfazione, era tutto così sbagliato!

Cami, che cos'hai? Sei strana” mi chiese Gaia.

Come se mi conoscesse e potesse giudicarmi. Che ne sapeva lei di com'ero io di solito?

Strana? In che senso?”

Non so, come se non fossi del tutto a tuo agio.”

Oh, ora faceva anche la psicologa! Ma chi si credeva di essere?!

Gaia ha ragione. Che succede?” concordò Diego.

Ovviamente lui non aveva potuto evitare di darle ragione, figuriamoci! Ma perché non stava zitto e mi lasciava in pace?

Ma non è vero, sto benissimo! Non vi preoccupate!” mentii irritata.

D'accordo” borbottò Diego, capendo di non avere speranze.

Mentre loro si divertivano tantissimo, io pensavo a Rachele, Roberta e Martino; volevo stare con loro, erano loro i miei veri amici. Invece sentivo che, con l'arrivo di Gaia, Diego mi stava pian piano abbandonando, proprio come tutti gli altri. Eppure mi aveva promesso che non l'avrebbe mai fatto.

Quella sera tornai a casa con uno strano senso di vuoto.

Gaia sarebbe piaciuta a chiunque: era carina, gentile e divertente, oltre che molto intelligente. Ma non a me, io la detestavo. Mi stava portando via Diego proprio come quando io e lui stavamo insieme e lei si insinuava come un fantasma nella nostra relazione.

Inoltre era evidente che Diego fosse innamorato perso di lei, non era semplicemente una cotta come lui mi aveva detto; da quando l'aveva vista e abbracciata, i suoi occhi avevano cominciato a brillare come due diamanti.

La stessa luce che vedevo negli occhi di Lorenzo, quella luce che solo il vero amore sa far nascere.

Sospettavo di non essere mai piaciuta a Diego, e la cosa mi feriva nel profondo.

In preda alla confusione, chiamai Rachele per raccontarle l'accaduto.

Mi dispiace davvero, Cami. Sei una brava persona e non ti meriti di soffrire così. Ma adesso tu stai con Lorenzo, non ti preoccupare, lui saprà come renderti felice. Dopo Marti, è il ragazzo più simpatico e gentile che io conosca” mi disse lei.

Pensare a Lorenzo non mi faceva stare affatto meglio, così decisi di cambiare subito discorso.

A te come va con Marti?” le domandai.

Niente di che, oggi al campo sportivo abbiamo parlato un po', non ho ancora avuto il coraggio di chiedergli il numero, è una cosa molto personale.”

Tutti sembravano fatti per stare in coppia: Rachele con Martino, Diego con Gaia... l'unica che non era soddisfatta della sua attuale relazione ero io.

Perché non riuscivo a essere felice con un ragazzo?

Era questa la domanda che mi accompagnò fin quando non fui sul letto, in procinto di addormentarmi.

Almeno il sonno mi avrebbe fatto dimenticare i quindici giorni infernali che mi attendevano, in compagnia di Diego e Gaia.

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Capitolo 17
*** All I need is your love - Pov Gaia ***


ReggaeFamily

All I need is your love



Pov Gaia


Non sapevo nemmeno io cosa stava succedendo.

Ero finalmente andata a trovare Diego, il mio angelo custode, e ancora non me ne capacitavo.

L'avevo conosciuto per caso su facebook, attraverso un mio compagno di scuola, e non ci eravamo più persi di vista. In quel periodo ero molto triste: i miei genitori si stavano separando e le poche amiche che avevo non riuscivano a comprendere la mia situazione, così ci allontanammo inevitabilmente. L'unico vero amico che avevo allora era Giulio, il mio Giulio, che per me era stato come un fratello. Ma a undici anni un cancro al cervello me lo aveva portato via.

Così a dodici anni, convinta che nel mondo reale non ci fosse più nulla per me, avevo cominciato a navigare su internet, iscrivendomi a varie chat e social network, con la speranza di colmare il vuoto che avevo dentro. Era stupido, me ne rendevo conto, ma grazie a ciò conobbi Diego e di questo non mi pentii mai.

Inizialmente mi sembrava di aver ritrovato Giulio, poi mi resi conto che Diego era molto di più; lo adoravo perché era divertente, ma molto sensibile e spesso troppo buono.

Erano passati due anni da quando avevamo iniziato a parlare e ora che me lo ritrovavo di fronte, mentre mi fissava con gli occhi che brillavano, mi sentivo come se niente al mondo potesse abbattermi.

I miei genitori erano venuti entrambi con me, anche se non stavano più insieme, però tenevano molto al mio incontro con Diego e avevano deciso di mettere da parte i loro dissapori almeno stavolta.

La sera del mio arrivo, quando andai via da casa di Diego, desiderai subito essere di nuovo con lui.

La mattina seguente io e Diego uscimmo insieme. Non c'era Camilla e la cosa non mi sorprese; non sapevo cos'avesse quella ragazza, Diego me ne aveva sempre parlato bene, eppure lei era così distaccata e fredda, sembrava quasi arrabbiata con me, anche se non capivo come mai.

Diego mi portò al parchetto, dove ci sedemmo sul prato verde.

È assurdo Gaia, dopo tutto quello che hai passato, sei così forte, determinata...” disse d'un tratto lui, torturando un ciuffo d'erba.

È un processo complicato ma naturale, Diego: vieni bombardato da così tanti eventi negativi, che alla fine impari a conviverci. Sono diventata più forte, forse è vero, ma questo non significa che io non abbia sofferto.”

Con Diego parlavo di tutto: lui conosceva la mia storia e a me veniva spontaneo dire tutto quello che pensavo, perché non mi sentivo giudicata, bensì compresa.

Ti sei costruita una maschera nel tempo” constatò.

No, non è una maschera. Io sono davvero così come mi vedi, ma ho imparato a far emergere solo il meglio di me e ho trovato un equilibrio.”

Ti ammiro tantissimo, sai?”

Lo abbracciai. Mi sarei potuta sciogliere tra le sue braccia, il cuore mi martellava nel petto, amavo sentirlo parlare con dolcezza.

Diego mi stampò un leggero bacio sulla fronte e dentro di me si scatenò un uragano. Ormai non lo potevo più ignorare, non potevo più negare quel sentimento che avevo cercato a lungo di reprimere, lo stesso che avevo provato tre anni prima per Giulio e di cui avevo terribilmente paura. Avevo la stupida convinzione che, se avessi ascoltato il mio cuore, gli eventi mi avrebbero strappato via anche Diego. Io ero da sempre innamorata di lui e ora questo stava emergendo con forza, non riuscivo più a controllarlo.

Diego, ti voglio bene” sussurrai.

Anch'io Gaia, un bene immenso.”

Un brivido mi percorse la schiena.


In tarda mattinata andammo via dal parco e ci dirigemmo verso casa sua, dato che ero stata invitata a pranzo da lui.

Una volta giunti a destinazione, salimmo in camera sua e ci stravaccammo sul letto, esausti e accaldati. Parlammo del più e del meno, ma per via dei miei commenti e delle mie battute, la finimmo a ridere come matti, arrivando addirittura alle lacrime. Io avevo i crampi al torace, ma non importava: stavo talmente bene accanto a Diego, così tanto che non riuscivo a spiegarmelo. Prima di allora non mi ero mai sentita così, nemmeno con Giulio.

Pranzammo insieme ai suoi genitori e a sua sorella, e io mi sentii davvero a casa. Dov'era finita la mia famiglia? Io non la vedevo più da due anni, quelle persone che mi sorridevano fingendo di essere felici non erano i miei genitori. Certo, volevo bene a entrambi, ma non sopportavo più le loro recite patetiche fatte di sorrisi tirati e frasi false.

La famiglia di Diego, in confronto, era davvero splendida.


Diego, devo andare: i miei genitori vogliono portarmi al mare. Non so quanto reggerò con quei due che fanno finta di amarsi” dissi con riluttanza verso le quattro del pomeriggio.

Mi dispiace tanto, Gaia. Vorrei aiutarti, ma non so come fare.”

Un pensiero improvviso mi attraversò la mente. “Se vuoi aiutarmi, ascolta quello che ti sto per dire senza ridere.”

Mi ero fatta seria; stavo per rivelargli il mio più grande segreto, l'unico che non sapeva. Non l'avevo mai detto a nessuno, avevo paura che mi prendessero per pazza. Il più grande aiuto che Diego mi potesse dare, in quel momento, era comprendermi e non giudicarmi, come aveva sempre fatto.

Io non riderò mai di te, qualsiasi cosa succeda, io ti credo e ti rispetto” affermò.

Abbassai lo sguardo sul lenzuolo blu che ricopriva il suo letto. “Beh, da quando Giulio è... andato via... e la sua famiglia si è trasferita, io ho continuato a spedirgli delle lettere e dei messaggi al cellulare... dove gli racconto tutto ciò che mi succede, come se non fosse cambiato nulla. Lo so che è una follia, dovrei dimenticarlo, ma questo mi fa sentire bene... ogni giorno mi convinco di essere pazza, quelle lettere non verranno mai aperte e i messaggi mai letti, ma non riesco a smettere e mi faccio un po' paura da sola” ammisi, mentre una lacrima era irrimediabilmente scivolata lungo la mia guancia.

Con un'altra persona mi sarei sentita in imbarazzo, avrei cercato di nascondermi o di trattenere il pianto, ma con Diego non avevo nulla da temere.

Diego mi strinse a sé e mi cullò dolcemente. “No Gaia, non sei pazza. Sei forte e coraggiosa. La vita ti ha messo a dura prova, ma tu non ti sei lasciata abbattere e hai vinto. Non cambiare mai, sei fantastica.”

Mentre mi accarezzava i capelli e io piangevo con la testa posata sulla sua spalla, qualcosa dentro di me stava cambiando; sentivo nel petto un calore che cresceva secondo dopo secondo, che ardeva come una fiamma, ma non faceva male, che lambiva ogni centimetro della mia anima con fare rassicurante.

E mentre guardavo Diego negli occhi, desiderai che quell'incendio non si spegnesse mai.


Quella notte non riuscii a dormire. Mi rigiravo nel letto, cercando di sconfiggere il caldo asfissiante e trovare una posizione abbastanza comoda.

Desideravo con tutta me stessa che Diego fosse lì con me, che mi rassicurasse, che mi accarezzasse i capelli con la sua solita dolcezza e posasse le labbra sulle mie. Mi girava la testa quando pensavo a lui, mi mancava tanto, anche se sapevo che la mattina seguente l'avrei rivisto.

Dormii meno di cinque ore, dato che alle sette ero già in piedi e mi preparavo per uscire.

Alle nove, come concordato, ero a casa di Diego. Stavamo aspettando Camilla, dato che l'avevamo invitata a uscire con noi, ma all'ultimo momento Diego ricevette un messaggio da parte sua:


Mi disp non posso venire


Diego alzò gli occhi al cielo e sbuffò: “Camilla non cambierà mai, quando si comporta così non la sopporto!”

Dai Die, magari ha avuto un imprevisto, non ti arrabbiare” tentai di rassicurarlo.

Dici così perché non la conosci. Non capisco cosa le sia preso adesso, in genere si comporta così solo quando è arrabbiata.”

Forse non le piace il fatto che io sia qui. Oddio, non volevo farvi litigare, mi dispiace tanto, scusa...”

Ma per che cosa? Tu non hai fatto niente, se si è offesa è un problema suo.”

Mi portò a visitare il paese, prendemmo una granita in centro ed entrammo in un piccolo centro commerciale.

Diego, perché mi hai portato qui?” gli chiesi, aggrottando le sopracciglia. Mi sembrava strano perché sapeva benissimo che fare shopping non era uno dei miei passatempi preferiti.

Lo so che non ti piace, però lì c'è la Mondadori” disse, indicando un negozio alla nostra destra.

Gli occhi mi si illuminarono; io amavo i libri e Diego lo sapeva. “No Diego, non dovevi farmi questo! Da lì non esco più!” esclamai, prendendolo per mano e trascinandolo verso la libreria.

Trascorremmo un bel po' di tempo là dentro e Diego sembrava non annoiarsi mai, anche se a lui non piaceva leggere. Ci divertimmo da matti e io mi portai via mezzo negozio; preferivo spendere i miei soldi in libri che in qualsiasi altra cosa.

Mia madre non era d'accordo con questa mia passione, diceva che leggere era noioso e controproducente, e del resto dovevo anche comprarmi dei trucchi e dei vestiti alla moda, secondo lei; a me, neanche a dirlo, non importava minimamente e di quelle cianfrusaglie non avrei saputo che farmene.

Oggi a pranzo ti porto in un bel posto” annunciò Diego raggiante.

Mmh, sentiamo.”

Lui continuò a camminare in silenzio, alimentando così la mia curiosità.

Diego?”

Nessuna risposta.

Uffa Diego, che palle! Dimmelo!”

Lo vedrai quando arriviamo.”

Ma è il ristorante di Bruno Barbieri?”

E chi sarebbe questo Bruno Barbieri?”

Sospirai. “Lascia stare, colpa di mia madre che è drogata di MasterChef!”

Poco dopo arrivammo davanti a una paninoteca molto carina e accogliente.

Oh, lo sapevo!” esclamai.

Che cosa?”

Che avevi capito esattamente quello che volevo!”

Io e lui eravamo in perfetta sintonia, ci bastava un'occhiata per capire l'uno i desideri dell'altra. Qualsiasi cosa facessimo, in qualunque posto andassimo e chiunque incontrassimo, il nostro fuoco continuava ad ardere senza esitazioni.


I giiorni si susseguivano lentamente. Ormai mi ero abituata a quel paese così carino e alla compagnia di Diego; la sola idea che presto sarebbe arrivato il giorno della mia partenza mi faceva impazzire.

Io e Diego ci vedevamo ogni giorno e a volte con noi usciva anche Camilla, ma lei sembrava vivere su un altro pianeta.

Qualche volta andai al mare con lui e la sua famiglia e fu assurdamente divertente.

Era il 26 agosto, mancavano cinque giorni alla mia partenza. Afferrai la mia borsa, uscii di casa e salii in macchina, dove mia madre mi aspettava.

Durante il tragitto pensavo ai sentimenti che provavo per Diego: avevo passato delle giornate fantastiche con lui e il mio amore cresceva sempre più, ma non riuscivo proprio a fare la prima mossa; nella maggior parte dei casi ero una persona molto diretta, ma in questa situazione ero come intimidita e non sapevo bene come comportarmi. Solo una volta avevo confessato i miei sentimenti a un ragazzo, e quella volta era stato troppo tardi; proprio quel giorno la morte portò Giulio via con sé. All'epoca ero ancora troppo giovane e immatura e mi convinsi di essere io la causa della sua morte, pensavo che fossero state proprio quelle parole a dargli il colpo di grazia.

Se perdere Giulio era stato traumatico, non avrei sopportato di perdere anche Diego.

Quel giorno decidemmo di stare a casa sua a strafogarci di gelato al cioccolato dell'Eurospin e giocare a Forza 4 in camera sua. Non era importante ciò che facevamo, contava solo stare insieme il più possibile; infatti anche quel pomeriggio ridemmo così tanto che non riuscimmo a concentrarci su niente in particolare e finimmo per rovesciare tutti i gettoni del Forza 4, per poi trascorrere gran parte del tempo a cercarli per terra e sotto i mobili.

Una volta sistemato tutto, mi lasciai cadere sul letto e abbracciai Diego.

Lui parve sorpreso da quel gesto improvviso, però ricambiò la stretta.

Se ti dà fastidio, ti lascio andare.”

Lui, in tutta risposta, mi regalò un dolcissimo sorriso e mi lasciò un leggero bacio sulla fronte.

No, io e lui non eravamo semplicemente amici, lo sapevo. Una strana ansia si impossessò di me: sapevo che stava per succedere qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il corso degli eventi.

E mi resi conto di essere finalmente pronta.

Diego, io non voglio andarmene. Sto bene qui con te, con la tua famiglia e con i tuoi amici. Perché devo tornare a casa? I miei coetanei non mi capiscono, i miei genitori non sono presenti e io sono stanca di navigare su internet senza meta. Ho bisogno di vivere davvero e ho finalmente trovato un posto in cui sto bene e una persona che mi apprezza veramente” sussurrai, trattenendo a stento le lacrime.

Quanto vorrei che tu restassi, Gaia. Non sarei cosa farei per averti sempre qui” disse in tono disperato.

La sola idea di tornare a casa mi uccide.”

No Gaia, dobbiamo essere forti. Ti prometto che non ti abbandonerò mai.”

Diego...” farfugliai, stringendo convulsamente la sua maglietta senza neanche accorgermene.

Gaia, sono qui, sono con te.”

Ci fu una pausa che parve durare secoli, nella quale rimanemmo immobili, abbracciati, contro il tempo e la distanza che ci volevano dividere.

Gaia, tu... è inutile nasconderlo ormai, devo dirti che...”

Gli strinsi forte una mano e lo guardai negli occhi, con il cuore che mi martellava nel petto. “Diego” riuscii a sussurrare, prima che lui accostasse il suo viso al mio e mi baciasse con passione e delicatezza.

In quel momento, mentre il fuoco nel mio petto si espandeva in tutto il corpo, capii che per due anni non avevo desiderato altro che quel bacio.

Diego per me era tutto: un amico, un confidente, un fratello, un fidanzato, la sua assenza avrebbe lasciato un vuoto irreparabile.

Ma in quel momento non mi importava: eravamo insieme e volevo godermi quel momento in tutto e per tutto.

Dopo qualche istante lui si scostò da me, mi lanciò un'occhiata preoccupata e chiese: “La smetto?”

Sorrisi. “Ti amo Diego.”

Ti amo anch'io Gaia.”

E ci lasciammo cullare dalla nostra passione, dolcemente, senza tempo.



* * *


Ehi lettori!!!

Devo innanzitutto scusarmi per la mia lentezza negli aggiornamenti; sono consapevole che aspettare così tanto tempo non è piacevole per voi, ma io non passo tanto tempo al pc e quando prendo la decisione di scrivere un capitolo, devo scegliere tra diverse storie da portare avanti o sviluppare una delle altre mille idee che mi ronzano in testa, quindi vi chiedo perdono e spero almeno che l'attesa sia ripagata! ;)

Allora, come avrete notato questo è un capitolo molto particolare; mi sono resa conto che vi stavo sottoponendo a troppo schifo, quindi ho deciso di concedervi una ventata d'aria fresca con questo capitolo, in cui Camilla appare come personaggio marginale. E poi la tentazione di dedicare un capitolo all'amore tra Gaia e Diego era troppo forte, secondo me sono immensamente carini! ;3

Eh sì, anch'io ho le mie coppie da shippare! :D

Bene, spero che questo aggiornamento sia di vostro gradimento e aspetto i vostri pareri!

E ovviamente mando un FORTISSIMO abbraccio agli assidui lettori che mi sostengono e recensiscono sempre! Grazie, grazie e ancora grazie! :3

Soul! ♥

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Capitolo 18
*** Incomprensioni ***


ReggaeFamily

Incomprensioni



L'estate stava volando e le cose andavano peggio ogni giorno di più.

Mercoledì andai al campo sportivo e i miei nuovi amici mi accolsero calorosamente, soprattutto Lorenzo; Rachele e Martino chiacchieravano come al solito, mentre Roberta si unì a noi due.

Rachele e Martino ormai stavano sempre insieme e parlavano senza preoccuparsi del giudizio altrui; lei sembrava sempre più sicura di sé ed estroversa, ma probabilmente ciò accadeva grazie all'aiuto di Martino. Nonostante ciò non trascuravano i loro amici, anzi, cercavano di coinvolgerli nelle loro conversazioni e io adoravo il loro modo di fare.

Sarebbero stati una coppia perfetta, tra loro c'era così tanta armonia...

A differenza di me e Lorenzo.

Lui cercava di essere gentile e paziente con me, aspettava i miei tempi e non mi metteva fretta. “Fai ciò che ti senti di fare” mi diceva spesso, ma da quando stavamo insieme io cercavo di evitarlo in tutti i modi: mi sentivo in gabbia, ma non potevo lasciarlo, sembrava così felice con me e non volevo essere io la causa delle sue sofferenze!

A parer mio, questo era un atto di altruismo, un sacrificio che facevo per lui, anche se Diego non la pensava così; ma Diego non era mai d'accordo con me e stava cominciando a darmi seriamente sui nervi. Poi, ogni volta che ci vedevamo o parlavamo al telefono, c'era sempre Gaia di mezzo. Certo, lui ascoltava sempre i miei problemi e mi dava dei consigli, ma poi pretendeva che mi sorbissi il racconto degli avvenimenti più importanti con Gaia e io non avevo voglia di starlo a sentire. Più di una volta avevo interrotto la chiamata nel bel mezzo della conversazione perché mi faceva venire il mal di testa. Insomma, io avevo dei problemi e lui pensava solo a se stesso, era proprio un egoista!

Tra l'altro la sua storia con Gaia mi faceva stare male, loro erano così felici... mi davano il voltastomaco.

Ero tentata di mandarlo seriamente al diavolo.


Quella settimana uscii un paio di volte con Rachele. Io e lei ci stavamo avvicinando davvero tanto e in sua compagnia cercavo di non lamentarmi in continuazione: lei mi vedeva come una persona coraggiosa, socievole e mi prendeva come esempio, ma non aveva idea di quanto fosse disastrosa la mia vita in quel momento. In ogni caso preferivo non farglielo sapere, per non rovinare la bella impressione che avevo fatto su di lei.

Nel fine settimana Diego mi chiese di uscire con lui e Gaia, ma proprio lo stesso giorno me lo chiese anche Lorenzo. Non volevo assolutamente uscire con il mio ragazzo, non mi andava proprio di recitare e di sentirmi in dovere di baciarlo; ogni volta mi convinceva con il suo sguardo da cucciolo indifeso, ma quando tornavo a casa mi lavavo accuratamente i denti e mi sciacquavo la bocca per un quarto d'ora.

Era brutto mentire, non mi faceva per niente piacere, eppure non avevo altra scelta.

Così accettai con riluttanza l'invito di Diego e dissi a Lorenzo che dovevo uscire con degli amici... se così si potevano definire, dato che ormai quei due non li sopportavo più!

Infatti mi pentii di aver messo piede fuori di casa e passai la serata in compagnia della coppia nascente che rideva e si divertiva. Tutti i loro tentativi di coinvolgermi non mi importavano più, lo facevano solo per educazione, ma io non ricambiavo.


Con l'arrivo dell'ultima settimana d'agosto si sarebbe presto concluso tutto: a fine mese Gaia se ne sarebbe andata e sarebbero finiti anche gli incontri al campo sportivo.

Era brutto da dire, ma non vedevo l'ora di troncare i rapporti con un sacco di persone.

Mercoledì sera Diegò mi chiamò.

Diego” risposi laconica.

Ciao Cami, non hai idea di quello che è successo oggi!” esordì lui, palesemente euforico.

Sentiamo.”

Okay, speriamo che non cada la linea...”

Già, la linea. La scusa che mi ero inventata per giustificare tutte le volte che gli avevo chiuso il telefono in faccia.

Risi.

Io e Gaia ci siamo messi insieme.”

COOOSA?! Che orrore!

Cosa? Ma davvero? Non ci credo, wow Diego...” farfugliai.

Nemmeno io Cami! Non mi sarei mai aspettato che Gaia ricambiasse i miei sentimenti, l'ho sempre vista come la mia migliore amica, sempre allegra e a cui non importano certe cose. Ma in questi giorni passati insieme mi sono accorto che è molto più dolce di quel che pensassi!”

Okay, questo era troppo! Ora dovevo sopportare anche la coppietta felice, tutte le conversazioni tra me e Diego sarebbero state incentrate su Gaia. No, non ce la potevo fare.

Davvero Diego, sono così felice...”

Ero tutto fuorché felice, ma certo non potevo dirgli la verità.

Però Cami, ti confesso che sto male all'idea che tra qualche giorno Gaia se ne andrà. Ora siamo molto felici, ma la distanza mi spaventa. Tu non lo hai mai provato forse, ma stare lonta...”

Gli sbattei il telefono in faccia, scoppiando a piangere. Ne avevo abbastanza di sentirlo blaterare, era insopportabile e sdolcinato.

Avrei voluto dirgli: «E allora? Fossero tutti questi i problemi della vita! Pensa che io sto con uno che neanche mi piace e non posso lasciarlo».

Non aveva il diritto di criticare quel che facevo io, se lo avessi perso non ci avrei sofferto, perché sapevo di avere ragione.


Pronto?”

Ciao Cami, come va?” chiese la voce di Rachele all'altro capo del telefono.

Ciao, tutto bene, a te?”

Bene, grazie. Venerdì c'è l'ultimo incontro al campo e stavamo pensando di organizzare una pizzata tutti assieme, sempre venerdì. Tu ci sei?”

Oh quindi domani... certo, io non ho impegni, ci sarò!”

Mi dispiace che stia finendo tutto, non potrò più vedere tanto spesso te, Marti, Roby...”

Già, dispiace anche a me. A proposito, come va con Martino?”

Bene, credo. Da quando ho il suo numero a volte parliamo per messaggi, ma non mi piace essere troppo insistente e lo cerco una volta ogni tanto. Sai, anche lui qualche volta mi manda dei messaggi.”

Wow, allora sta andando alla grande, che bello! Quando vi vedete al campo, state bene assieme, no? Io penso che tu sia proprio fortunata, stai agendo nel modo giusto e sai aspettare senza forzare troppo le cose.”

Sì Cami, in effetti mi sento fortunata, pensavo che non mi sarebbe mai successa una cosa del genere. Ma anche tu lo sei, hai Lorenzo accanto a te! A proposito, come va tra voi?” indagò curiosa Rachele.

Sospirai. “Rache, ti devo dire una cosa.”

Dimmi tutto, che succede?”

Beh... stavo pensando... voglio lasciare Lorenzo.”

Era la verità, l'avevo finalmente ammessa. Basta, non riuscivo più ad andare avanti così.

Oh mi dispiace! Non vorrei essere indiscreta, ma posso sapere perché?”

Pareva sinceramente dispiaciuta.

È che... forse è successo troppo presto... nel senso che ci conoscevamo da poco e...” inventai, dato che non sapevo cosa raccontarle e non potevo dirle che mi ero messa con lui a caso.

Certo, so cosa vuoi dire. Nessuno dei due era davvero pronto secondo me, nemmeno lui; è molto più insicuro di quel che sembra, tende ad affezionarsi agli altri se loro si mostrano disponibili con lui. Purtroppo la maggior parte delle persone che lo circondano sono false e lo prendono in giro, ma per lui tu sei stata come la luna nel cielo notturno. Mi dispiace, eravate una bella coppia e Lorenzo con te era in buone mani, ne sono certa!”

Wow, lo conosci proprio bene!” commentai fintamente sorpresa.

È stato in classe con me per otto anni e ci vedevamo tutte le estati al campo, sono praticamente cresciuta con lui” spiegò Rachele.

Eppure non sembrate molto in confidenza.”

Io sono timida e non mi sono mai avvicinata a lui, inoltre frequentiamo due gruppi diversi di amici, ma ho sentito parlare molto di lui.”

Ah, okay. Beh, ora devo andare! Mi raccomando, non dire niente a Lory e agli altri!”

Tranquilla, puoi fidarti di me.”

Ci salutammo e io mi lasciai ricadere sul letto. Quella telefonata mi aveva sfinito.


L'indomani avrei dovuto lasciare Lorenzo; ammetterlo con Rachele, inventando una motivazione valida su due piedi, non mi aveva aiutato per niente, anzi.

Ormai le nostre strade si stavano dividendo e mandare avanti il teatrino anche durante il periodo scolastico era impensabile.

Quella notte non chiusi occhio, perché l'idea di quel che mi aspettava mi terrorizzava: non avevo mai lasciato un ragazzo in maniera così diretta, Diego e Ismaele erano stati informati da Nadia e Valentina e non ero stata presente alle loro conversazioni, quindi non avevo dovuto assistere alle loro prime reazioni.

Stavolta era diverso, dovevo dire a Lorenzo che lo stavo lasciando, guardandolo negli occhi.

Mi addormentai solo all'alba e dormii per tutta la mattina, finché a mezzogiorno e mezzo Chiara venne a buttarmi giù dal letto perché, secondo lei, dovevo rendermi utile in casa. Lei pretendeva sempre che io dessi una mano nelle faccende domestiche, ma io non ne avevo la minima voglia, del resto dovevo godermi le vacanze al massimo perché la scuola sarebbe stato molto stancante e impegnativa. Quindi, cercavo sempre delle scuse per tirarmi indietro, ma a volte ero obbligata a fare qualcosa.

Almeno abbi la decenza di apparecchiare” fece quella mattina con il suo solito tono acido.

Non sapevo se quel giorno fosse meglio stare a casa o sperare che il tempo passasse presto per recarmi al campo sportivo. Ormai non sopportavo più niente, e non c'era un posto in cui mi sentissi veramente bene.

Alle sei mi ritrovai di fronte al solito cancello, che ormai era diventata la soglia della mia seconda casa. Se non fosse stato per Lorenzo, sarebbe stato l'unico luogo in cui avrei potuto respirare un po'.

Rachele si precipitò ad abbracciarmi seguita a ruota da Lorenzo, poi presi posto accanto a Roberta, anche se ciò avrebbe significato stare vicino a persone con cui non avevo niente a che fare.

Allora poco dopo mi alzai e mi andai a sedere accanto a Rachele e, come previsto, Lorenzo mi seguì. Che appiccicoso! Ma perché non si faceva una vita?

Lory, ma perché non vai da Gianlu? Poverino, è da solo in mezzo a tutte quelle ragazze...” tentai di convincerlo, sull'orlo dello sfinimento.

Perché da due settimane non faccio altro che stare con lui, e in tua compagnia ci sto solo mentre torniamo a casa” spiegò sbattendo le ciglia come un cane batonato.

Beh, non aveva tutti i torti: il fatto che tentavo di allontanarlo da me era palese, possibile che lui non si rendesse conto che non lo volevo tra i piedi e che non gli desse fastidio? Non si lamentava mai, faceva tutto quel che gli dicevo di fare.

Facemmo una merenda sostanziosa, ognuno di noi aveva portato qualcosa per festeggiare il nostro ultimo incontro: dolcetti, bibite, patatine... era tutto perfetto e squisito!

Ragazzi, che volete fare per festeggiare?” chiese Daniela.

Tutti si lanciarono occhiate interrogative.

In quel momento Maria e Alessandra, due ragazze con cui non avevo mai parlato più di tanto, arrivarono con un enorme stereo tra le mani.

Benissimo, dato che nessuno di noi propone qualcosa, do ufficialmente inizio alle danze!” esclamò ancora Daniela con entusiasmo.

Alcune persone sembrarono apprezzare l'idea, altra lanciarono un grido di protesta. Io e Rachele ci scambiammo un'occhiata ed esclamammo: “Ballare?!”

Ragazze, su con la vita! A me piace ballare, a voi no?” esclamò Elisa, circondandoci le spalle con un braccio.

No, io sono inguardabile!” protestò Rachele in tono lamentoso.

Perché lo dobbiamo fare? Non è giusto, alcuni di noi si vergognano!” aggiunsi irritata.

Martino, che era accanto a noi, scoppiò a ridere. “Per la cronaca, a noi non importa se uno non sa ballare, l'importante è divertirsi!”

Bene, divertitevi da soli” concluse la mia amica, con una punta di delusione nella voce, andando a rannicchiarsi in un angolino, mentre partiva la prima canzone; era uno dei tormentoni di quell'estate e alcuni – soprattutto ragazze – lanciarono dei gridolini di approvazione e si scatenarono come matti tra le risate generali. Ma la maggior parte dei ragazzi non ne voleva sapere e si limitava a guardare i ballerini improvvisati, commentando con sarcasmo i loro movimenti.

Sinceramente ne avrei fatto a meno anch'io, se non fosse stato per Elisa che venne a prendermi e mi trascinò in pista.

Dopo un po' mi accorsi che Rachele, ancora da sola e in disparte, ci guardava cercando di ricacciare le lacrime.

Mi avvicinai a Martino, che cercava di disperatamente di sfuggire dalle grinfie di Marianna ed Elisa, e gli dissi: “Marti, guarda Rache! Sta malissimo, vorrebbe divertirsi con noi, ma è troppo timida per farlo!”.

Mi dispiace che ci stia così male, è una ragazza fantastica. Mi sa proprio che devo fare qualcosa per tirarla su di morale!”

Centro! Era proprio a quello che puntavo!

Okay, io intanto cerco di intrattenere le tue stalker!”

Lui rise, poi si allontanò.

Nel giro di un quarto d'ora, anche i più timidi erano entrati in pista e si scatenavano a ritmo di musica. Non so come, ma Martino riuscì a convincere Rachele a unirsi a noi; stava sempre con lei, non si staccavano un secondo.

Alla fine, quello si rivelò un bellissimo pomeriggio per tutti.


Presto, troppo presto, fu ora di andar via.

Coloro che non avrebbero partecipato alla pizzata se ne andarono subito, ma la maggior parte di noi si recò in una pizzeria situata nella via principale del paese.

Ordinammo le pizze al taglio e, quando furono pronte, prendemmo posto in una piazzetta per consumarle.

Io ero seduta tra Lorenzo e Rachele, ma lei era concentrata sulla sua quasi dolce metà e a me non restava che parlare col mio presunto ragazzo.

Dopo aver cenato, capii che era arrivato il momento di lasciare Lorenzo.

Lory, devo dirti una cosa, possiamo allontanarci un secondo?” gli chiesi.

Tutto quello che vuoi, tesoro” rispose, prendendomi la mano.

Ci alzammo e ci recammo in un punto più tranquillo.

Dimmi tutto” mi incitò.

Sospirai teatralmente. “Beh Lorenzo... non è così facile dirtelo, ma è giusto così...”

Lo sai che a me puoi dire tutto” tentò di rassicurarmi.

Nonostante il suo tono calmo e tranquillo, cominciavo a vedere la delusione nei suoi occhi.

Ascolta Lory, io non voglio deluderti, ma... penso che tra noi sia successo tutto troppo presto... insomma, io non ero pronta... non sapevo bene quel che volevo... voglio dire... io...” balbettai in preda al panico.

Lui sembrava deluso, ma non sorpreso. Che qualcuno glielo avesse detto?

Io non ti sono mai piaciuto, vero?”

Compresi che non era una domanda. Rimasi di sasso a fissarlo.

Ehm... no, non è questo... è che... io...”

Rise amaramente. “Camilla, sei un'ottima attrice, ma io non sono stupido. Lo capisco da come mi guardi, da come parli, dal modo schifato con cui mi baci.”

No Lorenzo, non è vero, io... io...”

Potresti almeno dirmi la verità, dato che l'ho già scoperta?” sospirò. Il suo tono era duro, freddo. Mi feriva profondamente.

Non... non volevo e non voglio farti soffrire, ti vedevo così felice...” biascicai.

Beh certo, il tuo ragionamento non fa una piega!” sbottò in tono sprezzante.

Non ci soffrirai, vero?” domandai, deglutendo rumorosamente. Infatti mi si era formato un nodo in gola e stavo per scoppiare in lacrime.

Se ti dicessi di no, ti mentirei. E io non sono come te. Ma tranquilla, continua a pensare a te stessa, io me ne farò una ragione prima di quanto pensi” concluse.

Poi si voltò e se ne andò senza più guardarsi indietro.

Nessun saluto, nessun ripensamento, si allontanò da me per sempre.

Nonostante fossi in preda allo shock, tentai di calmarmi e tornai dagli altri cercando di non pensarci troppo.

Quando mi sedetti accanto a Rachele, lei sussurrò al mio orecchio: “L'hai lasciato?”

Annuii. “Se n'è andato, sembrava molto deluso.”

Non ti preoccupare, lui è molto impulsivo ed è normale che abbia reagito così. Ora stai tranquilla, non è colpa tua, avevi delle buone ragioni” mi assicurò con un sorriso.

Eh già, lei non sapeva le vere motivazioni del mio comportamento. Però aveva ragione: non era colpa mia!

Cercai di godermi il resto della serata nel migliore dei modi, ma il mio pensiero era rivolto a quella domenica, quando Gaia sarebbe ripartita. Non vedevo l'ora che se ne andasse!

Neanche a dirlo, non pensai più a Lorenzo, neanche per sbaglio.

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Capitolo 19
*** C'è sempre una prima volta ***


ReggaeFamily

C'è sempre una prima volta



Domenica arrivò prima che me ne accorgessi e alle cinque del pomeriggio ero già a casa di Diego.

Tra poco arriva Gaia per salutarci. Partono stasera” annunciò il mio amico con un'espressione triste. Poche volte lo avevo visto in quello stato.

Dai Diego, sarà molto più facile di quel che pensi!”

In realtà non ne avevo idea, non avevo mai avuto una relazione a distanza.

Alle cinque e mezza Gaia arrivò con in mano dei regali per me e Diego. Anche lui le aveva fatto un regalo, mentre io non avevo pensato a niente.

Diego le aveva regalato una maglietta con una loro foto assieme stampata sopra. Quando Gaia la vide, il suo volto si illuminò e gli promise che l'avrebbe usata.

Lei gli regalò un bellissimo ciondolo con una G.

Comprartelo con la D di Diego sarebbe stato troppo scontato, così te l'ho regalato con la G di Gaia. Che ne dici?” spiegò lei sorridendo.

Lui apprezzò tantissimo il gesto e indossò subito la collana.

Io ricevetti un bellissimo braccialetto di pietre colorate. Quel bracciale mi avrebbe ricordato per sempre quell'estate magica, magnifica e orrenda allo stesso tempo.

Alle sette Gaia dovette scappare. Prima di scendere i due piccioncini si scambiarono l'ultimo bacio.

Vederli insieme in quel modo era strano, non riuscivo a guardare; era la prima volta che lo facevano di fronte a me e avrebbero anche potuto risparmiarselo!

All'ingresso Gaia mi diede un veloce bacio sulla guancia e un leggero abbraccio. Ma come si permetteva? Ci conoscevamo appena e non mi stava per niente simpatica! Ero felice che se ne stesse finalmente andando!

Diego rimase a guardare la macchina della famiglia di Gaia che si allontanava, finché non scomparve all'orizzonte, poi salimmo in camera sua.

Lui scoppiò a piangere inaspettatamente. Non lo avevo mai visto piangere, non sapevo che fare, così mi sedetti accanto a lui sul letto e gli circondai le spalle con un braccio.

Tranquillo Die, lo so che è un momento difficile, ma passerà anche questo. Devi avere coraggio” tentai di rassicurarlo.

Tu non hai idea di quanto sia difficile, credimi. Io sono davvero innamorato di lei!” piagnucolò, facendomi saltare per l'ennesima volta i nervi.

Già, era molto più coinvolto rispetto a quando stava con me.

Lo consolai finché ne ebbe bisogno, ma la verità era che io mi sentivo esausta e non ne potevo più di stargli vicino e sostenerlo.


Mancava circa una settimana alla riapertura delle scuole e io, anche se può sembrare strano, non vedevo l'ora che quel giorno arrivasse.

Era un afoso pomeriggio di inizio settembre. Il sole splendeva nell'immenso azzurro del cielo e le strade del paese erano deserte, mentre l'asfalto ribolliva per via del troppo calore.

Proprio quel giorno decisi di fare una follia, ovvero andare a fare una passeggiata e visitare i luoghi in cui si erano svolte le situazioni più importanti della mia estate.

Per prima cosa entrai al parco. Era da parecchio tempo che non ci mettevo piede, e i ricordi mi travolsero come un fiume in piena.

Vidi la panchina in cui eravamo sedute io e Nadia quando avevo visto Diego per la prima volta, la stessa panchina in cui avevo baciato Charlie e tradito Ismaele; osservai il prato dove avevo baciato Ismaele e tradito Diego; scorsi anche l'albero sotto il quale avvenne la prima conversazione con Diego.

Ricordi, troppi ricordi.

Uscii dal parco e mi diressi verso il Lovers, quello che per due settimane era stato il locale preferito da me e Diego. Non entrai nel bar, ero da sola e non mi andava di sentirmi fuori luogo in mezzo a tutte quelle coppiette felici. Attraverso la vetrata, nell'angolo sinistro, scorsi il tavolino in cui io e lui ci sedevamo sempre, ora occupato da un'altra coppia.

La terza tappa fu il boschetto dietro la casa di Ismaele, protagonista della maggior parte dei nostri incontri. Quando arrivai, fu come se non fossi mai andata via da lì; mi ricordavo ogni centimetro, lo conoscevo troppo bene per scordarmelo, lo avevo amato in una maniera assoluta. Tuttavia non mi addentrai tra gli alberi, non volevo rischiare di imbattermi in Ismaele, mi sarei sentita terribilmente a disagio.

C'era un altro luogo in cui dovevo tornare, anche se avrebbe destato dei ricordi negativi: il posto in cui avevo incontrato Matteo e i suoi amici. Avevo paura di trovarli nuovamente lì, ma ero determinata a portare a termine il mio viaggio a ritroso nel tempo.

Quando vi giunsi, scorsi subito il vicoletto dove Matteo mi aveva condotto, e un brivido mi attraversò la schiena.

Decisi di sostare nella piazzetta situata di fronte al bar dove io e Diego avevamo litigato quel giorno; mi sedetti su una panchina per riprendere fiato dopo la camminata sotto il sole.

Trascorsero alcuni minuti, nei quali rimasi immobile e assorta nei miei pensieri, finché qualcuno non mi sfiorò la spalla.

Ciao bambina” esordì una voce in tono mellifluo.

Quando mi voltai, rimasi pietrificata in preda al terrore: Renzo si era comodamente stravaccato sulla panchina al mio fianco, con un sorriso malizioso dipinto in volto. Renzo, l'amico di Matteo, l'ultima persona che avrei voluto incontrare.

È da molto che non passi da queste parti, Camilla. Sei sempre fidanzata con quel tizio sfigato dell'altra volta?”

Era totalmente rilassato, come se questa conversazione fosse la cosa più naturale del mondo.

Cosa vuoi da me? Sappi che non sono disposta a darti niente!” ribattei in tono sprezzante, incrociando le braccia sul petto.

Perché ti comporti così? Non ti ho fatto niente, l'altra volta non me ne hai dato l'opportunità.”

Sbuffai. “Ma non hai degli amici con cui passare il tempo?!”

Cercavo di mantenere la calma, ma in realtà ero terrorizzata.

Cami, per favore! Non fare tanto la preziosa, lo sappiamo entrambi che non sei così!”

Lo fulminai con lo sguardo. “Io non voglio avere niente a che fare con te, non l'hai ancora capito?” ruggii.

Lui mi si avvicinò pericolosamente, mi afferrò le mani e cominciò a sussurrare a un centimetro dal mio orecchio: “Camilla, non sai quanto ho pensato a te in tutto questo tempo... il tuo modo di fare da dura mi ha conquistato, tu per me sei l'unica... farei di tutto per stare al tuo fianco. Ti voglio. Ti prego, lascia che io mi prenda cura di te, tesoro.”

Un'ondata di adrenalina inondò completamente il mio corpo. Ma non era paura: il suo modo di parlare, le sue promesse, le lusinghe... mi amava, io lo sapevo, lo sentivo!

Presi seriamente in considerazione la sua offerta. In fondo, cosa avevo da perdere? Mi sarei lasciata andare per una volta soltanto, ero curiosa di sapere cosa si provasse, io e Renzo saremmo stati bene insieme e avremmo finito per innamorarci l'uno dell'altra.

Lasciai al mio corpo la decisione definitiva. E il mio corpo lo voleva.

Sì Renzo, ti prego, lo voglio fare...” sussurrai emozionata.

Lui cominciò a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio e io capii che stava per succedere qualcosa di incredibile, e un incendio divampò dentro di me.

Mi aggrappai a lui. Renzo passò alle mie labbra, regalandomi un bacio violento, impaziente, qualcosa che non avevo mai sperimentato prima d'allora. E mi piaceva da morire.

Non mi sembra il caso di rimanere qui in bella vista” constatai in un sussurrò colmo di desiderio.

Hai ragione. Seguimi, ma facciamo in fretta, non resisto più” rispose Renzo, afferrandomi per un polso e strattonandomi via dalla panchina.

Corremmo verso il palazzo abbandonato dell'altra volta. Quando arrivammo all'interno, notai un lenzuolo malridotto gettato sul pavimento e mi chiesi se davvero dovessimo farlo lì.

Ma Renzo interruppe i miei pensieri, mormorando: “Cami, spogliati, dai...”

Sarebbe potuto sembrare un ordine, ma lui lo disse con una tale dolcezza, e non potei fare a meno di ubbidire.

Mi sfilai il top e i pantaloncini, mentre lui faceva lo stesso. Poi non resistette più, e mi trascinò su quel lenzuolo, senza nemmeno preoccuparsi di sistemarlo.

Quel che accadde dopo, beh, non lo saprei spiegare. Renzo con me fu splendido, sapeva esattamente cosa voleva il mio corpo e mi fece provare delle sensazioni uniche. Non mi pentii affatto della mia scelta, sarei stata con lui ore e ore a farmi coccolare e amare in quel modo dolce e rude allo stesso tempo.

Tuttavia, un'ora dopo, ci stavamo già rivestendo e io ero completamente frastornata, mentre lui era tale e quale a quando l'avevo incontrato.

Ehm, per sicurezza, prendi la pillola del giorno, non vorrei ritrovarmi con un marmocchio tra nove mesi” spezzò il silenzio Renzo in tono piatto.

Cosa?! Ma certo, lo so, non sono così sprovveduta! Grazie Renzo, io... sono senza parole. Sei il primo ragazzo che mi ha fatto davvero sognare!” esclamai in brodo di giuggiole.

Figurati piccola, sempre a tua disposizione!”

Beh, ecco... non so quando lo rifaremo, io sono molto indecisa... ma spero che avrai pazienza e non mi tradirai alla prima occasione. Perché adesso stiamo insieme, vero?” domandai, mentre uscivamo alla luce del sole.

Lui scoppiò a ridere di gusto, rovesciando la testa all'indietro. “No, non ci credo, ci sono riuscito! Un'altra che crede a tutte le cazzate che dico, sono un grande! Avevo ragione, una puttanella come tutte le altre! Questa devo proprio dirla a Matte e gli altri! Ma secondo te, sono il tipo da relazioni serie?! Ah, voglio darti un consiglio: prima di fidarti ciecamente di tutti, assicurati di sapere con chi hai a che fare! Non ci posso credere, che idiota questa qua!”

E se ne andò sghignazzando, lasciandomi lì, impalata e con le lacrime agli occhi.

Nella mia vita era successo di tutto, ma niente mi aveva ferito come quello che accadde quel giorno.

Renzo si era approfittato di me, illudendomi che saremmo stati insieme, mentre invece mi aveva abbandonato e riso in faccia. Stavo malissimo.

Ci avevo creduto, eppure avrei dovuto imparare la lezione già da tempo, ricordandomi del giorno in cui Matteo mi aveva ingannato; invece ero stata ingenua e avevo voluto credere a quello che uno sconosciuto qualsiasi mi aveva propinato.

Certo, mi era piaciuto, ma avevo sprecato una delle sperienze più importanti della mia vita con uno stronzo qualunque.

Scoppiai a piangere e mi accasciai a terra con la schiena contro il muro. Cos'avevo fatto di male?

Io, Camilla, quella che non vedeva di buon occhio le sgualdrine, la classica ragazza pudica e ragionevole, proprio io mi ero lasciata convincere a perdere la mia verginità a quattordici anni!

Non avevo voglia di continuare il mio tour per il paese, ero troppo scossa. Così, quando riuscii a riprendermi, cominciai a passeggiare senza una meta precisa.

Mi sentivo strana, diversa, qualcosa in me era cambiato per sempre. Quell'estate era stata molto significativa per me, avrei iniziato il secondo anno di liceo con una nuova mentalità, un nuovo modo di pensare, uno spirito diverso.

Tornai a casa alle otto e un quarto, completamente rilassata. In fondo non avevo fatto una cosa poi tanto grave, fare l'amore era naturale, no?

Non raccontai niente a nessuno, era qualcosa di troppo personale e nessuno avrebbe approvato e capito.

Certo, Diego era mio amico, ma non me la sentivo di confidargli un'esperienza del genere. Per quanto riguardava Rachele, non sapeva quasi niente di me ed era troppo ingenua, l'avrei turbata troppo con quella confessione.

Dopo cena mi rinchiusi in camera e mi sdraiai sul letto a riflettere.

In fondo Renzo mi piaceva, non potevo farci niente. Continuavo a non pentirmi di quel che avevo fatto.

Però mi sembrava strano: io ero sempre stata contraria a queste cose, eppure proprio io, il 7 settembre, a sedici giorni dal mio quindicesimo compleanno, avevo fatto sesso per la prima volta.

Con Renzo.



* * *


Scusate un attimo *corre a vomitare*

Bene, quindi... non mi pare ci sia nulla da aggiungere per quanto riguarda questo capitolo, si commenta da sé... lascio a voi la parola! Sempre se avete il coraggio di commentare questo schifo...

Ormai stiamo per giungere al termine anche di questa avventura, miei cari! Però, mentre aspettiamo il gran finale (?), ci tengo a ringraziarvi per il vostro prezioso supporto! Siete stati davvero coraggiosi a leggere e seguire questa specie di storia, capitolo dopo capitolo, mentre Camilla cadeva sempre più in basso!

Vi prometto che le farò leggere i vostri insulti per lei!!! :3

Grazie ancora a tutti e al prossimo capitolo! ♥


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Capitolo 20
*** Svolta tra i banchi di scuola ***


ReggaeFamily

Svolta tra i banchi di scuola



Le vacanze erano ormai giunte al termine e, per la prima volta, ne ero entusiasta. Almeno avrei avuto qualcosa da fare, anziché stare in casa a piangermi addosso, e avrei rivisto i miei compagni, scherzato e chiacchierato con loro come se nulla fosse accaduto.

Il 15 settembre fui una tra i primi a giungere nel cortile della scuola. Quando entrai in classe, salutai tutti i miei vecchi compagni e mi posizionai nel mio solito posto, all'ultimo banco.

In prima superiore ero stata in banco con Giulia, una delle tante ragazze con cui mi trovavo bene e parlavo volentieri. Ma lei quel giorno si sedette a un'altra compagna e il mio banco rimase vuoto.

Poi in classe entrò un ragazzo che non avevo mai visto, un ragazzo bellissimo. Era di media statura, aveva due enormi occhi color caffè, i lineamenti del viso molto marcati e una cascata di capelli castani attorcigliati in modo strano. Ero certa di aver già visto quella pettinatura da qualche parte, ma non ricordavo come si chiamasse.

Lui si avvicinò al mio banco, scaraventò il suo zaino accanto al mio e mi sorrise. Aveva un sorriso proprio dolce!

Ciao, io sono Michele! Questo posto è libero, vero?” si presentò con entusiasmo.

Io intanto ero imbambolata a fissarlo. Era assolutamente magnifico, ero attirata da lui in una maniera assoluta, non potevo fare a meno di squadrarlo.

Gli sorrisi a mia volta. “Ciao, sono Camilla, piacere! Sì, il posto è libero. Non ti avevo mai visto prima!”

Mi sono trasferito qui quest'estate” spiegò, prendendo posto sulla sedia accanto alla mia.

Wow, davvero? Dove abitavi prima?” chiesi estremamente interessata.

In una piccola cittadina sul mare, si stava bene.”

Vedrai, questo posto ti piacerà molto. Sei finito in una classe magnifica, ti divertirai!” gli assicurai.

In quel momento alcuni compagni ci circondarono, curiosi di conoscere Michele.

Alla ricreazione era già uno dei nostri. Era incredibile: dolce e gentile con tutti, maturo e intelligente, spiritoso ed estremamente simpatico! E io capii, in un paio d'ore, che mi ero presa una cotta tremenda per lui.


Michele sembrava interessato a me, stavamo in banco insieme e parlavamo sempre, ma in realtà pareva interessarsi a tutti. Se qualcuno era triste o di malumore, lui cercava di fargli tornare il sorriso; se qualcuno era solo, lui andava a parlarci e lo trascinava in mezzo agli altri. Non sembrava annoiato da niente e da nessuno, riusciva sempre a trovare il lato positivo in ogni situazione ed era un figo pazzesco!

Appresi tutto ciò nella prima settimana di scuola; ormai eravamo diventati amici e ci eravamo scambiati il numero di telefono.

Durante quel lasos di tempo avevo trascurato un po' Diego. Lui stava soffrendo a causa della lontananza con Gaia, ma io lo aiutavo il minimo indispensabile. Gli volevo ancora bene, certo, ma dopo la seconda metà di agosto, con l'arrivo di Gaia, il nostro rapporto si era indebolito tantissimo.

Con Rachele la situazione era simile: ci sentivamo qualche volta al telefono, ma niente di più. Lei e Martino si erano messi assieme e, a detta sua, stavano benissimo. Io, a mia volta, le raccontava di Michele, e lei mi ascoltava con grande interesse.

Comunque non me ne preoccupai: avrei rivisto tutti il giorno del mio compleanno, dato che stavo organizzando un'uscita di gruppo per festeggiare.

Invitai Michele, i compagni di classe più simpatici, Rachele e Martino, Diego e Roberta.

Saremo stati in tanti e ci saremo divertiti un sacco!


Il 22 settembre, alle cinque del pomeriggio, arrivarono sotto casa mia i primi invitati, ovvero Michele, Diego, Rachele e Martino.

Li salutai calorosamente e loro mi fecero qualche regalo: Diego mi regalò un profumo, Michele un bracciale e una collana coloratissimi, mentre Martino e Rachele mi consegnarono un paio di libri.

Aspettammo che gli altri ci raggiungessero e Rachele annunciò che Roberta non sarebbe venuta perché stava male.

Dei nove compagni che avevo invitato, se ne presentarono solo cinque, Michele compreso. Ma non mi importava, stavo per passare il compleanno migliore della mia vita con il ragazzo che mi piaceva e gli amici più cari.

Mi resi conto in quel momento che in fondo quell'estate non era stata poi così male: avevo litigato con qualche amico, ma ne avevo trovato subito degli altri e non ero mai stata sola.

Mentre passeggiavamo per le vie del paese, i ragazzi formarono un gruppetto, mentre noi ragazze camminavamo dietro di loro e parlavamo tra noi.

Come va con Marti?” chiesi a Rachele.

Benissimo, non avrei mai immaginato di poter stare così bene con un ragazzo! Passiamo molto tempo assieme, a volte usciamo in gruppo con i nostri amici e altre volte siamo soli. Nonostante ciò, rispettiamo l'uno gli spazi dell'altra e siamo abbastanza indipendenti. Abbiamo trovato il giusto equilibrio direi.”

E quando è stata la prima volta che vi siete... baciati?” sussurrai curiosa.

Circa due settimane fa. Sai, stiamo insieme da poco e io non so bene come comportarmi. Lui è il primo vero ragazzo ed è stato il primo a baciarmi, sono ancora un po' insicura, ma ce la sto mettendo tutta.”

Era leggermente arrossita e teneva lo sguardo basso.

Mi fece tenerezza e la abbracciai di slancio. “Oh Rache, quanto sono felice per te! Sei così tenera... Marti è fortunato ad avere una ragazza come te, siete fantastici insieme!”

E lo pensavo davvero. Speravo di poter dire lo stesso di me e Michele, un giorno.

Trotterellai accanto a lui e gli afferrai una ciocca di quegli strani capelli attorcigliati. “Mi piacciono troppo! Come si chiamano?”

Dreadlocks.”

Da quanto tempo ce li hai?”

Dall'anno scorso, anche se in realtà ho sempre avuto i capelli lunghi e arruffati.”

Wow! Dev'essere difficile gestirli” commentai ammirata.

No, neanche tanto... bisogna solo saperlo fare, eprò ne vale la pena!”

Sì, ti donano molto!”

Diciamo che fanno parte della mia identità, ormai.”

E i tuoi genitori sono d'accordo?”

I miei genitori sono molto aperti per queste cose. Addirittura sono stati loro a spingermi a fare i dread!”

Risi. “Scommetto che hai dei genitori fantastici!”

Sì, non mi posso lamentare. Mi ritengo fortunato, con me sono sempre stati comprensivi e affettuosi. Amano il divertimento e la compagnia, ma quando si tratta di educare un figlio, sono pazienti e trasmettono dei buoni valori.”

Sembra un telefilm, uno di quelli in cui i genitori hanno quasi un rapporto d'amicizia con i figli. Nella vita reale è quasi impossibile!” constatai.

Hai ragione” concordò. “La famiglia del Mulino Bianco!”

Scoppiai a ridere e lui fece lo stesso.

Eppure la mattina, appena svegliati, non assomigliamo per niente alla famiglia di quella pubblicità! Specialmente mio padre, mezzo addormentato sul tavolo della cucina!”

Non riuscivo più a smettere di ridere. “Michi, sei assurdo!”

È la verità!” esclamò, facendo spallucce.

Continuammo a scherzare serenamente e qualcun altro si unì a noi.

Michele diceva sempre un sacco di fesserie, non so come facesse ad avere sempre la battuta pronta, sapeva sempre come far ridere la gente.

Poco dopo entrammo in un bar e io offrii il gelato a tutti, poi ci recammo nella piazzetta in cui si era svolta la pizzata dei Teens.

Quella sera mi divertii davvero tantissimo, e il fatto che fosse il mio compleanno aveva reso tutto più magico.

Capii che, alla fine, non ero una persona così orribile, in fondo tutto quello che avevo fatto non aveva compromesso la mia simpatia e la mia capacità di trovarmi dei veri amici. Mi sarei rifatta una vita, avrei ricominciato da capo, mi sarei risollevata da quel periodo buio.

E avrei conquistato Michele, a tutti i costi.


I giorni si susseguivano pigramente e i primi mesi di scuola erano volati. Ormai l'autunno aveva spazzato via ogni traccia dell'afa estiva, e io mi stavo riprendendo velocemente.

A scuola stavo bene insieme ai miei compagni, e il mio amore per Michele si era ingigantito sempre più, raggiungendo vette che quasi non riuscivo a gestire. Era una cosa che non avevo mai provato per nessun ragazzo, né per Diego né per Ismaele, non si poteva paragonare a niente e nessuno.

Lo amavo così tanto che stavo male e piangevo tutte le notti, senza sapere neanche perché. Era tutto perfetto, lui era il mio compagno di banco, il mio migliore amico... allora perché mi faceva così male?

Diego, Rachele e Martino mi stavano accanto; tutti e tre sapevamo del mio amore per Michele e mi sostenevano sempre. Li adoravo, senza di loro non avrei saputo che fare!

Nei primi giorni di dicembre mi accorsi di stare troppo male: vedere Michele ogni giorno e sapere che non stavamo insieme era diventato insopportabile. Dopo due mesi e mezzo che lo conoscevo, decisi che era arrivato il momento di dichiarargli i miei sentimenti.

Ormai tra noi c'era tantissima confidenza, trascorrere cinque ore al giorno uno accanto all'altra ci aveva avvicinato molto, e a volte capitava che ci incontrassimo anche nel pomeriggio.

Lui parlava e stava bene con tutti, ma dimostrava affetto solo alle persone a cui teneva di più, e io ero tra queste.

Così, un giorno gli chiesi di uscire con me e lui accettò di buon grado.

Mentre mi preparavo ero agitatissima, non sapevo da dove cominciare né quale sarebbe stato il momento giusto per dirglielo. In genere non mi mettevo certi problemi, ero una ragazza aperta e schietta, ma in questi casi erano sempre stati gli altri a prendere l'iniziativa: si erano dichiarati o mi avevano baciato, io non avevo dovuto far altro se non accettare o ricambiare.

Alle quattro e mezza Michele passò a prendermi e, tra una risata e l'altra, ci dirigemmo in centro, nel bar più accogliente che conoscessi.

Non so come fosse possibile, ma gli argomento di cui parlare sembravano non finire mai, non esistevano silenzi imbarazzati, io e lui eravamo perfettamente in sintonia.

Ero sempre più sicura che saremmo stati una coppia perfetta.

Io lo osservavo molto: mi piacevano i movimenti rapidi ma non troppo bruschi delle sue mani perfette e delle sue dita affusolate, amavo quando scuoteva la testa e faceva oscillare i dreadlocks... ogni minimo dettaglio di quel ragazzo era semplicemente incantevole.

Inoltre studiavo tutto ciò che faceva per capire se era o meno interessato a me, nonostante ne avessi ormai la certezza. Quando parlavo, mi ascoltava attentamente e mi guardava dritto negli occhi.

Dopo aver bevuto la ciccolata che avevamo ordinato, decidemmo di andare via e lui insistette per pagare. Anche Diego faceva così prima che ci mettessimo insieme, era un buon segno!

Passeggiammo per un po' senza una meta ben precisa; le nostre risate riecheggiavano nelle strade avvolte nella penombra.

Verso le sette e mezza ci incamminammo verso casa mia e io capii che era arrivato il momento di dirglielo.

Al solo pensiero di affrontare l'argomento, mi veniva un nodo in gola e per questo avevo tentato di rimandare il più a lungo possibile. Ma ora non c'era più tempo.

Presi coraggio e cominciai: “Michi, ti devo dire una cosa...”

Dimmi tutto!” mi incitò.

Beh, noi ci conosciamo da un po' ormai... sei... il mio migliore amico, ti voglio molto bene... per me conoscerti è stato bellissimo e...”

Lui quasi non stava più attento a dove metteva i piedi, mi guarda e ascoltava con concentrazione.

Beh, tu sei una persona fantastica, e in questo tempo mi sono accorta di provare qualcosa per te! Io ti amo, Michele!” conclusi tutto d'un fiato, non potendo fare a meno di tremare per l'emozione.

Lui annuì, ma per la prima volta lo vidi confuso. “Grazie Camilla, mi hai detto delle cose bellissime” rispose con il suo solito tono dolce e comprensivo.

Io... ho solo detto quello che penso, non potevo più evitarlo...” spiegai in un mare di imbarazzo.

Sono senza parole, non so che dire. Dammi un po' di tempo per pensarci, va bene?”

Certo, figurati!” risposi, sorridendo.

Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere. Era così, tra noi: anche nei momenti più complicati, seri e imbarazzanti, non potevamo fare a meno di ridere e divertirci insieme. Ecco perché lo amavo così tanto.

Così tornammo a casa sereni e rilassati. Nemmeno la mia confessione era riuscita a scalfire la pace e la sintonia che ci avvolgeva quando stavamo assieme.

Quella notte non chiusi occhio e non feci che pensare a ciò che era accaduto con Michele; certo, mi sarei aspettata che cadesse ai miei piedi, davo per scontato che ricambiasse i miei sentimenti. Ma forse la mia confessione lo aveva spiazzato e aveva bisogno di prendersi i suoi tempi, ma ero sicura che il giorno dopo mi avrebbe detto che anche lui mi amava e finalmente saremmo stati insieme.

Aspettai con impazienza il mattino successivo.

Come al solito, entrai in classe e gli sorrisi. Lui inizialmente non accennò all'argomento, così alla fine della prima ora gli lanciai un'occhiata interrogativa.

Lui si voltò verso di me con aria seria. “Cami, io ci ho pensato” annunciò.

Bene!” esclamai istintivamente, non aspettavo altro!

Ti voglio bene anch'io, ma... non so come dirtelo... io preferisco che rimaniamo amici, è meglio così per entrambi.”

Quelle parole mi ferirono come una coltellata in pieno petto.

Mi era successo di tutto, ma mai un ragazzo mi aveva rifiutato, non ero abituata. E poi certa di piacere a Michele! Ma mi ero nuovamente sbagliata e ora ci stavo malissimo.

Mi accorsi di una cosa a cui prima non avevo fatto caso: se mi avessero rifiutato Diego e Ismaele, prima o poi me ne sarei fatta una ragione; ma nella mia vita non avevo provato mai un amore più immenso e struggente di quello che sentivo per Michele. Le altre in confronto erano state cotte da niente. Ero sempre sopravvissuta a tutto, ma questo mi stava annientando completamente.

L'unica volta che avevo trovato il vero, ecco che si prospettava irraggiungibile.

Abbassai lo sguardo. “Capisco, non fa niente.”

Volevo solo scoppiare a piangere e prendere a pugni il primo che passava.

Cami, ti prego, dimmi che non te la sei presa! No, non volevo ferirti, mi è dispiaciuto doverti dire...” disse lui mortificato.

Tentai di sorridergli. “No tranquillo Michi, è tutto a posto, so che non è colpa tua e ho apprezzato la tua sincerità.”

Questo non vuol dire che non possiamo restare amici.”

Se non ti dispiace...” farfugliai, tentando di ricacciare indietro le lacrime e puntando lo sguardo altrove.

Ma scherzi? Dai, tornerà tutto come prima!” mi rassicurò, stringendomi una mano.

Grazie Michi, sei sempre così gentile...”

Da quel giorno le cose, per me, peggiorarono sempre più; il mio amore per lui cresceva giorno dopo giorno e la consapevolezza di non poterlo avere mi stava uccidendo. Tentai di dimenticarlo, tentai di innamorarmi di qualcun altro, tentai di distrarmi con gli amici o con qualche altro passatempo, ma ogni volta che entravo in classe lui era lì che mi sorrideva, e io non potevo fare a meno di fissarlo inebetita. Stavo malissimo, avrei preferito morire.

Fu così che si concluse il capitolo più doloroso della mia vita.



* * *


Ed ecco a voi il “gran finale”! Allora, che ne pensate?

Tranquilli, la storia non è ancora finita: tornerò a breve con l'epilogo! ;)

Vorrei tanto sapere che ne pensate di Michele, un personaggio a cui tengo molto. Ditemi pure!

Ringrazio chi fino a ora mi ha sostenuto e ha avuto il coraggio di seguire questa storia, osservando passo dopo passo le vicende di Camilla e i miei cambiamenti in quanto scrittrice! :3

Soul ♥


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Capitolo 21
*** Epilogo ***


ReggaeFamily

Epilogo



Camilla, ventisei anni.

Sono esausta. Mi siedo e guardo fuori dalla finestra. Oggi è 22 settembre.

I ricordi mi travolgono e rivedo tutto, dalla quindicenne che ero undici anni fa fino alla persona che sono diventata oggi.

La mia famiglia lo diceva sempre: stavo cambiando velocemente e a loro non piacevano i miei cambiamenti.

Dopo il rifiuto di Michele l'amore per lui e l'impotenza mi avevano divorato per quasi due anni; ciò che mi faceva più soffrire era che, man mano che mi conosceva, si allontanava sempre più da me. Non capivo, ero davvero così orrenda?

In quei terribili anni persi praticamente tutti i contatti con Rachele, Martino e Roberta, e ripresi a frequentare Elisa, Marianna e Gianluca.

Diego non mi ascoltava più, aveva sempre problemi con Gaia, nonostante lei venisse a trovarlo ogni estate e sembrassero sempre più innamorati.

Sentivo di non avere nessuno in grado di sostenermi, così feci una cosa impensabile: cominciai ad andare regolarmente da Renzo e i suoi amici. Non mi importava più di niente e di nessuno, volevo solo distrarmi dal destino ingiusto che la vita mi aveva riservato, e quello era il modo più rapido ed efficace.

La gente che frequentavo mi convinse che la scuola non mi sarebbe servita a niente, quindi decisi di ritirarmi.

Contemporaneamente accadde qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: rimasi incinta.

In poche settimane la mia famiglia venne travolta da queste notizie e cominciò a guardarmi con disprezzo, soprattutto quando affermai di voler tenere il bambino.

Così a diciassette anni mi ritrovai non con uno, ma con due bambini, due splendidi gemelli che chiamai Diego e Ismaele. Non sapevo esattamente chi fosse il padre, anche se sospettavo fosse Renzo dato che i gemelli un po' gli assomigliavano.

La mia vita stava andando ufficialmente a puttane.

Avevo anche perso tutti i contatti con Michele e, ad aggiungere altri problemi alla mia vita, ci si mise Diego: lui e Gaia si erano lasciati dopo tre anni di relazione a distanza, perché non sopportavano più quella situazione e avevano deciso di rimanere amici. Dopo aver ascoltato le sue lamentele, gli urlai in faccia di andare al diavolo, perché non erano certo quelli i problemi della vita! Lui mi rispose che se io mi trovavo in quella situazione, era solo ed esclusivamente per colpa mia.

Così si concluse definitivamente la nostra amicizia. Certo che per essere uno studente universitario, era proprio immaturo!

I miei bambini erano difficili da gestire e, siccome ero giovane, avevo anche voglia di divertirmi e andare alle feste; perciò, quando volevo uscire con Elisa e Marianna, li consegnavo a mia madre che, nonostante non fosse d'accordo, li teneva con sé.

Frequentavo tantissimi ragazzi come Renzo, così a diciannove anni rimasi nuovamente incinta. Nacque una splendida bambina che chiamai Giada.

I miei figli erano la mia gioia più grande, crescevano senza che me ne rendessi conto, e io li adoravo, anche se prendermi cura di loro era faticoso.

Non so con quanti ragazzi sono stata nel frattempo, ho perso il conto...

Quando avevo ventidue anni nacque Lorenzo, e un anno dopo mi fidanzai ufficialmente con Renzo e andammo a convivere.

Ora sono distrutta, ho quattro figli e un ragazzo che non mi ama, vuole solo il mio corpo. Ma io, ancora una volta, mi sono innamorata di lui e non lo voglio perdere.

Lui sta tutto il giorno fuori casa con altre ragazze, mentre io bado ai figli e vado a lavorare con altri uomini che mi pagano; poi di notte, quando lui rientra a casa, io devo stare al suo servizio, senza che lui mi dimostri un briciolo d'amore.

I bambini, beh, sono viziato e trascurati, li mando a scuola e cerco di non fargli mancare niente, ma io purtroppo per loro non ci sono mai. La nostra casa è in condizioni pietose perché loro giocano e distruggono qualsiasi cosa trovino sul loro cammino.

Devo ammetterlo: magari come madre non sarò il massimo, però io amo i miei figli ed è questo che conta.

Non posso credere di essere finita in una situazione del genere, senza amici, ripudiata dalla mia famiglia, con un ragazzo che mi maltratta, un lavoro pessimo e quattro bimbi pestiferi che scorrazzano per la casa. Tra l'altro sono in attesa del quinto figlio; stavolta sono certa che sia di Renzo. Sarà una femminuccia.

Mentre osservo l'orizzonte con sguardo perso, un ricordo mi assale, vivido come la scena di un film: io, a quattordici anni, al parco con Nadia, mentre mangiavo Diego con gli occhi. Ingenua, pudica e degna di rispetto. Che fine ha fatto quella ragazzina dal viso angelico incorniciato da morbidi riccioli castani?

Scoppio a piangere.

Di Michele, Martino, Roberta e Rachele non ho notizie da anni. Nadia si sta per sposare con un ragazzo adorabile, e Lorenzo sta con un'altra. Anche tra Diego e Gaia è andato tutto splendidamente: quando lei ha finito il liceo, si è iscritta nella stessa università di Diego e, dato che non dovevano più fare i conti con la distanza, sono tornati insieme. Ancora oggi sono fidanzati e uniti più che mai.

Dopo il tradimento a Valentina e Ismaele, loro due sono rimast in contatto e, da non crederci, l'anno scorso si sono fidanzati.

Tutti si sono sistemati, anche mia sorella Chiara ha trovato un ragazzo che la ama davvero.

E io? Io ho ventisei anni, ma mi sento una novantenne e so che sono solo all'inizio.

Un grido proveniente dalla cucina, dove si trovano i bambini, mi riporta alla realtà. Con gli occhi gonfi di lacrime, mi avvio verso la porta per cercare di placare l'ennesima lite.

Ismaele si è nascosto sotto il divano per non sentire, mentre Giada e Diego si insultano e Lorenzo grida come un ossesso.

Quando mi vedono piangere non fanno una piega, ormai sono abituati.

Stronza, puttana!” grida Diego alla sorella.

Coglione, ridammi il mio gioco!” risponde lei tirandogli un calcio.

Ehi, smettetela con queste parole...” li rimprovero senza troppa convinzione, sapendo già che non mi ascolteranno.

Ma vaffanculo mamma, fatti i cazzi tuoi!” si rivolta Diego.

Non è la prima volta che mi insulta, e io non riesco a reagire e a farmi rispettare.

Fate tutti schifo!” esclama Ismaele, mentre Lorenzo mi tira per una manica, piangendo e strillando a più non posso.

Cerco di mettere a fuoco le lancette dell'orologio, senza smettere di piangere. Per quanto altro tempo andrà avanti così? Per sempre, ne sono certa.

Sono stanchissima, eppure vado avanti giorno dopo giorno sacrificando tutta me stessa. Ecco come sono diventata, ed ecco quello che sarò per il resto della mia vita.

Sento la chiave girare nella serratura della porta d'ingresso e tutto, nella stanza in cui mi trovo, si ferma.

Un brivido mi percorre la schiena.

Papà è tornato.



* * *


Ed ecco qua l'epilogo, proprio come vi avevo promesso!

Eh sì, la storia è ufficialmente finita! Che tristezza, Camilla mi mancherà... ehm, no! Alcuni personaggi di questa storia mi mancheranno, come per esempio Michele, oppure Valentina e Ismaele (vi confesso che li ho sempre shippati, quindi mi sono divertita un sacco a scrivere del loro fidanzamento ♥).

Scherzi a parte, questa storia fa parte del mio passato e trascriverla è stato esilarante, emozionante, esasperante... ed è stato molto utile scoprire cosa è cambiato nel mio metodo di scrittura,

inoltre è stato bellissimo ricevere le vostre recensioni e i vostri commenti, lettori, perché siete veramente speciali e riuscite sempre a strapparmi un sorriso. È grazie a voi che ho trovato il coraggio per pubblicare su EFP questa disastrosa long!

Vi piace questo finale? Pensate sia una giusta punizione per Camilla? Siete tristi per la fine di questa storia?

Ho una sorpresa in serbo per voi! ;)

Ma prima è lecito quindi fare dei ringraziamenti più approfonditi a:

  • Kim_Sunshine e Frenzthedreamer, che hanno seguito da subito le vicende di Camilla e mi hanno supportato con i loro insulti per i miei personaggi e i loro complimenti per me. Avete avuto tanto coraggio, ragazzi! :D

  • Anwa_Turwen, che è approdata su EFP quando la storia stava ormai per volgere al termine, ha avuto il coraggio di aprire questa storia e ha divorato quasi venti capitoli in meno di ventiquattro ore! Anwel, sei un mito! :3

  • Portgas D Denis x ace, che mi ha tenuto compagnia con le sue recensioni per alcuni capitoli, infervorandosi e odiando Camilla

  • Paw, per avermi fatto sapere il suo parere e per i complimenti, anche se solo una volta

  • in rotta per il paradiso, per la sincerità e per avermi fatto notare dove sbagliavo

Ecco, ora è giunto il momento della sorpresa!

Siete disperati perché la storia è finita??? Non temete!

CI SARA' UN SEQUEL, un'altra long, in cui però Camilla non sarà la protagonista: sarà completamente incentrata sui suoi figli, sulle loro vite e le loro storie. Che ne pensate??? :3

Ecco ragazzi, dopo questo annuncio e questa NdA infinite, vi saluto e vi mando un forte e sincero abbraccio!!!

Soul ♥


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