Inseparabili

di fairy111
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Come eravamo... ***
Capitolo 2: *** Sprazzi di pomeriggi francesi... ***



Capitolo 1
*** Prologo - Come eravamo... ***


Quella sera ci sembrava davvero di avere il mondo in mano la luna era molto grande, sembrava di essere in un osservatorio a guardare il cielo da vicino, in una di quelle serate in cui la vista dell'universo ti fa sentire davvero piccola e l'unica cosa che riesci a fare è ammirare una tale vastità di stelle esprimendo un desiderio.
Io non avevo molti desideri, forse uno o due, forse ero solo troppo estasiata dal momento per poter pensare a qualcosa di più, forse pensavo solo che di più non potesse esistere.
Mi chiamo Seya e quella sera ho dato il mio primo bacio. Lui si chiamava Carlo ed era uno di quei ragazzi di cui non riesci a dimenticare l'espressione del viso, occhi chiari e profondi, verdi come il mare e  sorriso bianchissimo e splendente, tanto splendente che non sapevo se guardare lui o le stelle del cielo. Era il 10 Settembre e io avevo appena compiuto 14 anni, quell'anno avrei iniziato le scuole superiori e da li a qualche giorno forse non avrei più rivisto Carlo, il mio primo indimenticabile amore.
In famiglia siamo in 6, mio padre è un marinaio, carattere ambivalente, sembra un duro ma in realtà ha un enorme cuore e aiuta sempre le persone più deboli o meno fortunate, mia madre è una donna molto sveglia e intellettualmente dotata, prendeva sempre il massimo dei voti a scuola e oggi è uno dei più brillanti avvocati della città. 
Ho tre sorelle con cui condivido un legame davvero speciale, siamo inseparabili, tutte diverse, sognamo diversamente, viviamo diversamente eppure non possiamo separarci per più di qualche giorno, è difficile da spiegare, oggi siamo delle donne viviamo distanti, ma il cuore ci riporta sempre nello stesso punto, nella stessa città, nella stessa stanza con i giochi d'infanza, alla sera del mio primo bacio, un momento in cui la vita era un susseguirsi di avventure vissute sempre insieme, primi amori, prime guance arrossate e prime confidenze sussurrate tra sorelle...questa è la nostra storia.
Mia madre e mio padre s'inventarono una nuova tradizione, tutti i loro figli avrebbero avuto nomi che iniziavano per S, ancora oggi non so il perchè ma quel piccolo espediente era sempre un valido argomento per spiegare al mondo che noi 4 eravamo come una sola persona, inseparabili...


<< Seya sbrigati, faremo tardi a scuola! >> quella mattina mia sorella maggiore non faceva che urlare, era emozionata perchè finalmente anche io avrei frequentato la scuola superiore e questo significava solo una cosa: RICREAZIONE INSIEME!
Io e Sara avevamo solo due anni di differenza, quando lei frequentava l'asilo io volevo per forza andare con lei e ogni volta che andavo a prenderla con mamma, volevo entrare nella sua classe per giocare con lei e conoscere tutti i suoi amici, un giorno ho perfino litigato con la bidella che non voleva lasciarmi giocare con i bambini più grandi! << non puoi entrare > mi diceva, ma io non ascoltavo mai e alla fine riuscivo sempre a raggiungere Sara e diventare parte del gioco dei "bambini grandi".
Due anni dopo la mia nascita la mamma ci regalò un'altra sorellina , Serena; Lei era più timida e spesso finivamo per litigare, per un giocattolo, un ruolo dei nostri giochi fantastici o per un ragazzo...
L'ultima arrivata ci mise 4 anni a raggiungerci, Sonia era la piccolina di casa, capricciosa e mammona, ogni volta che provava a giocare con noi le facevamo interpretare la parte del cagnolino, ancora oggi lo ricorda come uno dei traumi dell'infanzia!

Il mio primo giorno di scuola al liceo ero super emozionata, avevo passato le settimane precedenti a immaginare quel giorno, cosa avrei indossato, che diario avrei comprato, chi sarebbe stato il mio compagno di banco?
Appena messo piede in aula scelsi d'istinto di sedere in terza fila, non troppo avanti da esser controllata, non troppo indietro da lasciarmi distrarre. Il mio pensiero andava ancora agli ultimi giorni al mare, a quel primo bacio con Carlo, non facevo che ripercorrere ogni attimo della serata, il suo sguardo, il percorso delle sue labbra per la prima volta su di me, guancia destra, guancia sinistra, fronte, naso, angolo delle labbra e alla fine un bacio leggero sulle labbra, pieno come il sole e altrettanto bruciante. Mentre la mia mente vagava, avevo perso completamente la cognizione dello spazio e del tempo, tanto che il professore dovette chiamare il mio nome più volte per quel primo appello, pensai che se il detto " chi ben comincia è a metà dell'opera " fosse stato vero, io avrei avuto decisamente un anno difficile!
In quello stesso momento due classi più avanti una spensierata Sara guardava con occhi adoranti il suo primo amore, ignaro però della sua esistenza! 
<< Sara cosa stai guardando? non lo vedi che non lo capisce? i ragazzi sono davvero tonti! non si accorgerebbe di come lo guardi nemmeno se avessi scritto in faccia con il rossetto "mi piaci"! >> la sua compagna di banco era una delle ragazze più sfacciate che conoscessi, aveva 16 anni ma lei si atteggiava sempre come se ne avesse almeno 10 in più.
La sera quando arrivammo a casa Sara cominciò a raccontarmi di questo ragazzo, si chiamava Filippo e lei ne era completamente ossessionata, non faceva che ripetermi che faceva un profumo buonissimo, si! il profumo! ne era praticamente dipendente, lo aveva chiesto in regalo per il suo compleanno e la sera ne spruzzava un po sul cuscino per tenerlo vicino quando andava a dormire. Io invece trovavo tutti i miei compagni di scuola insignificanti, per me esisteva solo Carlo, seppur ormai l'estate fosse finita e l'unica cosa che mi rimaneva di lui era il ricordo di un solo indimenticabile bacio. 
Le giornate trascorrevano rapide, tra la scuola, i compiti il pomeriggio e le nostre sempre più sussurrate confidenze, parole rubate e sogni adolescenziali e da questi erano escluse le nostre sorelline, ancora troppo piccole per condividere con noi l'amore.
A marzo con l'arrivo della primavera mamma e papà decisero di fare un viaggio tutti insieme, destinazione PARIGI! Io e Sara facemmo un gioco, dovevamo fotografare tutti i ragazzi francesi che ci sembravano più belli e alla fine della vacanza avremmo decretato il vincitore assoluto. Era imbarazzante fotografare ragazzi a caso, sembravamo due paparazzi eppure quella, la ricordo come la vacanza più divertente della mia adolescenza, in un tempo di fiori, in un luogo gremito di artisti di strada e accenti romantici, la vacanza delle coincidenze.



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Capitolo 2
*** Sprazzi di pomeriggi francesi... ***


Quella primavera a Parigi le giornate trascorrevano veloci, era divertente passeggiare nei lunghi viali e sognare davanti alle vetrine, piene di abiti eleganti e raffinati. Mamma e papà volevano visitare ogni monumento possibile, Seya e Sara avrebbero voluto solo passeggiare e ridere, Serena e Sonia invece, iniziarono una gara personale per vedere chi di loro riuscisse a mangiare più maccaron!

Tre giorni dopo il loro arrivo la famiglia decise di visitare la Tour Eiffel, alta e imponente e soprattutto piena di gente, sembrava di essere ad un concerto! La mamma, il papà e le sorelline decisero di prendere l'ascensore, Seya e Sara invece, volevano a tutti i costi andare a piedi e “scalare la vetta” correndo a più non posso per arrivare prime.

Una volta in cima la vista era davvero splendida e d’un tratto non era più importante chi fosse arrivata per prima, ma ciò che contava era imprimere nella mente quel momento e parlare tra loro, dei sogni e dei desideri, del epriodo più emozionante di tutti...l’adolescenza...

<< Sara pensi mai di essere diversa dalle altre? >>

<< mmm in che senso? >>

<< io...io non voglio parlare sempre di trucco, non voglio scegliere il mio fidanzato tra i miei compagni di classe solo perchè sono disponibili, io...io voglio di più! >>

<< anch’io voglio di più, io...ne vorrei solo uno in realtà, uno in particolare, cioè insomma lui >>

<< ci pensi sempre non è vero? >>

<< Sempre! >> Sara era malinconica, il ragazzo di cui era innamorata non si accorgeva di lei, le sorrideva, era sempre gentile, ma non provava mai a parlarle in un modo diverso dalla pura amicizia.

Nel frattempo tra una confidenza e l’altra, le ragazze non si accorsero di quel giovane, anche lui in vacanza a Parigi, che le fissava incuriosito, chiedendosi da dove venissero quelle ragazzine così esplosive e soprattutto se mai avesse avuto la possibilità di conoscerle.

E poi...quell’istante, l’istante in cui gli occhi s’incrociano quasi di sfuggita, si tratta di un secondo, tu lo guardi, lui ti guarda e senti come una scossa, un brivido, un avvertimento.

Seya lo aveva notato e il suo pensiero infantile era corso alla sua macchina fotografica...quel ragazzo avrebbe davvero potuto concorrere per il più bel francese da trovare! Ma Sara fu più veloce! Scattò una foto facendo finta di inquadrare il panorama e divertita corse via ridendo.

Seya felice e con finto sguardo offeso la rincorse per le scale dell’imponente torre.

Quel pomeriggio per la prima volta i genitori permisero a Seya e Sara di fare un giro da sole per i viali alberati, con la promessa di tornare in tempo, alle 19.00 alla fermata della metro per tornare in albergo tutti insieme.

Quella passeggiata pomeridiana fu come acqua fresca, le ragazze si sentivano libere e grandi, come se il mondo fosse davvero nelle loro mani...

<< Seya tra poco sarà estate e forse, forse rivedrai Carlo >>

<< Si, forse lo rivedrò ma se lui mi avesse dimenticato? >>

<< non hai provato a chiamarlo? >>

<< Si! Mille volte, credo che sua mamma voglia denunciarmi! Non sono riuscita a parlargli, credo soltanto di non interessargli sul serio >>

<< ma dai forse...Oh scusi! >>

Sara incurante delle persone attorno a loro si era letteralmente schiantata contro un corpo...

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davanti a loro il giovane della Tour Eiffel sorrideva allegro e Seya non potè che urlare <>, il ragazzo non comprese quello che stava succedendo ma era davvero contento di poter conoscere le due sorelle.

<< Siete qui in vacanza? >> chiese il giovane, << Si! >> rispose Seya, << Quasi alla fine in realtà e tu? >> << Io sono qui da qualche giorno e tornerò in Italia Domenica, in ogni caso piacere di conoscervi il mio nome è Carlo >> inutile dire che il cuore di Seya sussultò a sentire quel nome, era come se l’universo non le permettesse di dimenticare, come se la costringesse a pensare alle sue scelte, ai suoi sentimenti. Il Carlo del suo primo bacio era lontano dagli occhi ma non dal cuore e questo ragazzo era bellissimo e gentile e sembrava anche divertente, ma non era il suo Carlo, con lui condivideva solo il nome.

I tre ragazzi passeggiarono a lungo e parlarono di tante cose, vivevano in città diverse ,ma nella stessa regione e rivedersi non sarebbe stato impossibile ma altamente improbabile! Alle 18.45 si salutarono con la promessa di scriversi, o chiamarsi, con la promessa semplicemente di non dimenticarsi.

Una volta voltate le spalle però nessuno di loro era davvero convinto che sarebbe accaduto, forse quel pomeriggio sarebbe stato solo un bel ricordo, o forse no...solo il tempo lo avrebbe deciso!

 

 

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