Say something.

di justpieceofyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


SAY SOMETHING.

 
Salve a tutti!
So perfettamente che avevo detto che avrei aggiornato con il successivo capitolo di YOU BELONG WITH ME,ma ho deciso di condividere con voi questa nuova storia(peraltro la trama è molto diversa) intitolata SAY SOMETHING,che spero possa piacervi.
La storia è comunque abbastanza vicina alla realtà,in quanto è ambientata ad Hollywood e Robert e Kristen si sono conosciuti proprio nella maniera che tutti conosciamo. Ho deciso di scriverla sotto forma di intreccio,cominciando da quello che è il presente che si intreccia con il passato,rivelando quindi lentamente i particolari.
Spero in un vostro consenso e che me lo facciate sapere.
Vi auguro una buona lettura,
Giulia.

 
Kristen.
“Madrina?”
La voce adorabile di Marlowe mi stava chiamando da un bel po’ ma,essendo persa nei miei pensieri,continuai a rimanere seduta nel divano.
“madrina,Joy sta piangendo.”
Mi alzai ed andai in camera da letto,dove si trovava mia figlia. La presi in braccio,osservai i suoi bellissimi occhi blu e,come sempre,provai una fitta di dolore. Più il tempo passava,più diventava simile a lui e,di conseguenza,più difficile sarebbe stato continuare a nasconderla.
16.44. continuavo a controllare l’orologio,nella speranza che la vista mi avesse ingannato e il tempo potesse tornare indietro. Invece no. Erano le 16:44 del venticinque giugno e lui sarebbe dovuto passare a prenderla alle 16 in punto,me lo aveva promesso. Il fatto era che io continuavo a crederci,avrei dovuto esserci abituata,ed invece ogni volta che sentivo la sua voce non potevo persuadermi dalle mie emozioni. E finivo per credergli. Sbagliando. Come sempre.
Mi illusi anche quando,sentendo il citofono,pensai che fosse lui,quando in realtà era Riley. Lei è la mia migliore amica da un bel po’ di anni ormai e dire che le voglio bene è assolutamente riduttivo,non so come avrei fatto senza di lei. È cresciuta con lui,essendo la figlia della migliore amica di sua madre,ma nonostante ciò mi è sempre stata accanto.
“non è arrivato?”mi chiese,vedendo Joy e sapendo che il suo nome era oramai bandito da casa mia.
“strano,vero?”le risposi ironica.
“quindi serata tra donne? Fantastico! Marlowe prendi quel puzzle,dovremmo finirlo prima o poi,no? E tu-ordinò indicandomi-metti i Teletubbies per tua figlia.”
Adoravo il fatto che riuscisse sempre,in qualche modo,a risollevarmi il morale. Era stata presente nei momenti più importanti della mia vita e,trovare una persona che ti voglia bene per quello che sei realmente(nel nostro mondo,pieno di falsità),era davvero difficile ed io ero stata fortunata.
Marlowe,probabilmente felice di poter vedere qualche altra cosa che non fosse il mio malumore,corse a prendere quello che le era stato chiesto. Non facendo in tempo a tornare prima del suono del campanello. Presi il cellulare per controllare l’ora:17:03. Riley mi fissava mentre lentamente si alzava per aprire la porta. Fu’ lì che lo vidi. Teneva lo sguardo basso,mentre cercava di sfuggire al mio.
“scusate il ritardo,io..”
“Robert,forse è meglio che stai zitto.”lo avvertì la mia migliore amica.
“Riley,perché dici così? Ascoltiamo la disgrazia che gli è capitata stavolta.”
Mi fissava. Sapevo che stava per mentire. Lo capivo dal modo in cui teneva la bocca,dal tentennio del suo piede,dal suo guardare a destra. Tuttavia stava zitto.
“dato che non hai intenzione di parlare,cerco di indovinare io. Sei andato ad un party ieri notte e ti stai svegliando adesso?”
“in realtà …”cercò di iniziare.
“ci sono le tue foto su google.”lo informai.
Si avvicinò a Joy in maniera silenziosa,sorridendole.
“stai qui con lei quanto vuoi ma non la portare via.”dissi,dirigendomi verso la cucina con Marlowe.
“che cosa? È il mio giorno oggi!”
Sembrava davvero infuriato ma decisi di zittirlo un’altra volta.
“beh,sai..in un’ora e tre minuti mi sono organizzata,pensavo non venissi ormai.”
“Kristen,controlla le bambine. Io e Robert andiamo a fare una passeggiata.” Il tono di Riley non era il suo solito,non sapevo che cosa avesse intenzione di dirgli ma mi fidavo completamente di lei.
 
Robert.
Ero arrivato in ritardo,parecchio. Avevo avuto paura a suonare ma per fortuna ad aprirmi la porta fu Riley e non lei.
Ora ero in strada facendo due passi con quella che era una delle mie migliori amiche.
“Robert,perché diavolo sei arrivato in ritardo?”
“ero ad una festa ieri e non mi sono reso conto dell’orario.”
Mi fissava corrucciata-“è tua figlia,dovresti ricordarti di lei.”
“non me ne sono dimenticato,ok? Stavo dormendo!”cercai di giustificarmi,nonostante il suo sguardo.
“quando morirai hai idea di quanto tempo avrai per riposare? Ti ricordo però che ora sei vivo e dovresti prenderti cura di tua figlia.”
“ok,sono arrivato tardi ma oggi Joy dovrebbe stare con me.”
“Kristen- sussultai nel sentire il suo nome per intero-non sa più cosa fare per fartelo capire. La prossima volta arriva puntuale e non succederà niente di tutto questo.”
“che cosa dovrei capire?”
“che la tua vita privata viene dopo tua figlia.”
Non mi aspettavo di sentire quelle parole pronunciate a voce alta,anche se Riley è sempre stata una persona diretta e che non si fa problemi a dire quello che pensa. Amavo mia figlia e perché nessuno riusciva a capirlo?
“Rob,capisco più di quanto immagini. Fai un viaggio dentro te stesso e poi torna.”
Chiusi gli occhi e respirai,mentre sentivo i suoi passi sempre più lontani,segno che stava tornando in casa.
 
Sei mesi prima.
“Robert,non toccarmi.”
Non la ascoltai e le cinsi il braccio.
“Ti ho detto che devi lasciarmi stare!”
“perché mi fai questo?”le chiesi supplicandola.
“per ‘questo’ cosa intendi? Portare via tua figlia? Non ti vieterò di vederla,sei suo padre. Con me hai chiuso,non con lei.”
*   *   *
 
Volevo provare a spiegarle un sacco di cose. Volevo dirle che la amavo e non sapevo che cosa mi avesse preso quella sera,che se non fossi stato ubriaco non lo avrei mai fatto. Lei non mi aveva dato il tempo,mi aveva semplicemente urlato che non ero il padre che Joy meritava. La cosa peggiore che potesse dirmi e lei lo sapeva.
Non avevo tentato,aveva ragione. Non avevo provato a spiegarle,non l’avevo supplicata e mi arresi semplicemente al destino,prendendo quello che la vita mi offriva. Giorno per giorno. E non era quello che Kristen avrebbe mai voluto,lo sapevo bene. Tuttavia comportarmi completamente opposto,fare quello che sapevo le avrebbe dato fastidio,mi aiutava. Probabilmente era solo un modo per cercare di tenerla lontana,anche se mi riusciva impossibile. Però ci provavo,in ogni singolo momento in cui lei mi tornava in mente.
 
 “zio stai bene?”
Fu la voce di Marlowe a farmi tornare alla realtà.
“sì,tesoro. Dì pure a Riley che ripasso domani alla stessa ora,d’accordo?”
“sicuro che devo dirglielo? Poi se non vieni madrina ci rimane male”mi chiese incerta.
“verrò,stai tranquilla.”le risposi,abbozzando un sorriso.
“allora a domani.”mi salutò,tornando in casa.
Salii in macchina continuando a fissare il portone di quella che un tempo era stata la nostra casa.
 
‘non riesco a non pensare a te,anche quando non vorrei. Una via d’uscita anche se c’è sembra sia introvabile.’

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


SAY SOMETHING.

 
Come promesso,ecco a voi il secondo capitolo di ‘Say Something’. Questo passo della storia è molto importante,per cui spero che potiate apprezzarlo al meglio. Ho già detto tutto nell’ultimo capitolo di ‘You Belong With Me’,per cui non posso far altro che augurarvi una buona lettura.
Al prossimo aggiornamento,
un bacione!

 
Kristen.
*sette anni prima *
Stavo aspettando colui che sarebbe dovuto essere l’ultimo della serata. Almeno per oggi avevamo praticamente finito ed io sarei tornata a casa,avrei studiato,cenato,riposato e l’indomani sarei tornata qui,a cercare l’Edward perfetto. Avrei voluto dire a Catherine che probabilmente non esisteva,che avevamo cercato ovunque ma,ogni volta che vedeva un ragazzo varcare la soglia,i suoi occhi venivano illuminati dalla speranza ed io perdevo il coraggio.
“scusate,sono in ritardo?”
Alzai la testa,incuriosita più che altro dall’accento inglese marcato. E fu’ lì che lo vidi. Era perfetto,ne ero sicura. Assolutamente migliore delle aspettative del mio Edward.
“proviamo la scena del bacio. Subito.”disse Catherine,in preda all’eccitazione.
La provammo,lui fu perfetto,almeno fino a quando non mi baciò. Le sue labbra calde si avvicinarono alle mie,mentre continuava a fissarmi con i suoi meravigliosi occhi color mare. Pensavo stesse andando tutto perfettamente,io ero presa da lui più di quanto avrei dovuto esserlo,fino a quando non sentii un tonfo ed aprii gli occhi. Non era più al mio fianco ma bensì per terra che fissava il pavimento. Catherine rideva fortemente mentre scuoteva la testa ed io gli porsi una mano. Il suo sguardo si posò su di essa,fino a risalire sempre più su’. Quando gli sorrisi,l’afferrò e si sedette vicino a me.
“tu sei Robert Pattinson,giusto?”si intromise Catherine.
“sì,esatto.”
“perfetto. Ti faremo sapere,puoi assolutamente contarci.”
Sapevo che lo aveva scelto,me ne ero accorta dal modo in cui lo aveva guardato:esattamente lo stesso sguardo che aveva riservato a me quel fatidico giorno del provino.
“è lui.”affermai decisa,non appena uscì.
“penso sia molto bravo e …”
“Cath,è lui.”ripetei una seconda volta.
*   *   *
“Kris,finiscila di pensare. Ha detto che tornerà domani allo stesso orario.”la voce di Riley suonava sbagliata,in quel momento. Nessuno poteva interrompere i miei ricordi,era come intromettersi in una cosa che apparteneva solo ed esclusivamente a me. In ogni caso,decisi di accendere la televisione per distrarmi,seguendo il consiglio della mia amica.
‘Robert Pattinson si sposa. Dopo la relazione con la sua collega,Kristen Stewart,l’attore sembra davvero essere riuscito a mettere pace nel suo cuore,insieme alla cantante britannica. Il matrimonio avverrà tra cinque mesi in un pub di Londra,stando alle indiscrezioni.’
Riley mi guardava come se avesse appena visto un fantasma,mentre Marlowe cercava inutilmente di cambiare canale. Oramai avevo sentito ed il danno al mio cuore era stato fatto. Cosa avrei potuto pretendere in fondo? Che pensasse ai miei sentimenti?
Il resto della giornata lo trascorsi nel divano piangendo con il mio i-pad.
“Kristen,perché ti fai questo? Smettila di cercare news come se fossi una fan accanita.”
Ruotai lo schermo,in modo che lei potesse vedere quello che stavo guardando. Il titolo:’la cantante mostra l’anello su instagram’accompagnato dalla foto di lei nuda nella vasca con indosso solo quello,occupava tutta la schermata.
“che è una troia già lo sapevamo.”
“Riley … Riley,guarda l’anello.”dissi balbettando.
Si portò immediatamente una mano alla bocca,mentre il suo sguardo continuava a spostarsi dalla foto a me. Era l’anello che mi aveva regalato il giorno del mio ventiduesimo compleanno,con il quale mi aveva giurato eterno amore. Quell’anello era mio.
 
*due anni prima *
Mi aveva portato in una stanza piena di petali rossi,lontano dagli ospiti della mia festa,ed ora mi fissava intensamente negli occhi mentre io gli sorridevo.
“amore,sai quanto io non sia bravo con le parole,per cui arrivo diretto al punto. Io ti amo-sorrisi alla sua affermazione così pura-e ho intenzione di amarti per tutto il resto della mia vita.”
Solo quando lo vidi in ginocchio,realizzai che cosa mi stava chiedendo. Mi inginocchiai davanti a lui e l’unica cosa che fui capace di fare fu annuire,mentre lui mi infilava l’anello nell’anulare sinistro. Era il gioiello più bello che avessi mai visto,brillava in ogni angolo,ed era puro,esattamente come il nostro amore. Lo baciai mentre continuavo a ripetermi che era l’uomo della mia vita.
 
Robert.
Il giorno successivo arrivai puntuale ed alle 16 in punto suonai il campanello. Mi aprì Riley,che tuttavia non mi degnò di uno sguardo.
“pensavamo venissi alle 17,non ora.”fu l’unica cosa che mi disse.
Superai il varco della porta e la vidi distesa nel divano che piangeva con mia figlia distesa sul suo petto che dormiva. Non appena si accorse della mia presenza,si passò velocemente le mani in faccia e si alzò immediatamente.
“ah,sei venuto.”
“l’ho detto ieri che sarei passato.”
“tu dici un sacco di cose. Pensavo stessi organizzando il matrimonio.”
Rimasi zitto per qualche istante e poi risposi con una domanda banale-“lo hai saputo?”
“la scelta dell’anello è stata ottima.”
Fu in quel momento che vidi gli occhi di Riley fissarmi,infuocati. Forse avevo decisamente esagerato ma in fondo ormai era fatto.
“comunque,tanto per fartelo sapere,se la troia non mettesse foto di lei nuda solo con il fottuto anello al dito,sarebbe meglio per tutti. Poi la televisione le trasmette e bambine come tua figlia o Marlowe sono costrette a vederle,non ti pare assurdo?” le parole di Riley mi rimbombavano nelle orecchie,mentre potevo notare il suo tono pungente.
“è assurdo,sì.”la mia voce era un sussurro,ma Kris..lei parve sentirla,dato che si voltò fissandomi.
“devi prenderla?”mi chiese infine.
“sì. Quando te la riporto?”
“il prima possibile.”rispose,con un sorriso amaro.
“bene. Allora te la riporto dopo cena,il tempo di farla vedere ai miei.”
“è arrivata la tua famiglia?”mi domandò Riley,improvvisamente interessata.
“già,stamattina.”
“mi farebbe piacere rivederli.”
“è un modo per dirmi che vuoi venire?”le chiesi ridendo.
“esatto. Prendo la giacca e arrivo.”disse,mentre si scambiava uno sguardo d’intesa con lei.
 
“ma quella è Riley?”chiese Lizzie.
“ciao!”salutò lei,sprizzando energia ovunque.
“Rob,comuque- iniziò mia madre,non appena ci fummo seduti a tavola-sei proprio sicuro di volerlo festeggiare in un pub? Io avevo pensato  ad una bella cattedrale”
“oh,stiamo parlando del matrimonio? Robert non me l’aveva nemmeno detto,menomale che mi ha informato la tv!-continuò Riley-in ogni caso Clare,celebrare un matrimonio di una persona non elegante in una cattedrale,lo trovo assurdo. Meglio il pub dove può ubriacarsi meglio.”
“beh comunque Robert è una persona elegante,per cui io …”rispose mia madre.
“Clare,sono anni che ci conosciamo. Davvero tu credi che regalarle lo stesso anello che aveva dato a Kristen,sia un gesto elegante?”
Mia madre mi fissava sbalordita mentre mio padre,zitto fino ad allora,iniziava a tossire. Avrei dovuto immaginare il motivo per il quale era voluta venire.
“hai intenzione di continuare con il passato?”le chiesi.
“è la madre di tua figlia,non è passato. In ogni caso,è un gesto che io trovo irrispettoso,e la cosa che mi fa imbestialire è che la mia migliore amica ci soffre ogni volta che ti dimentichi di venire a prendere tua figlia. Ma tu sei troppo impegnato,anche solo per accorgertene. Ti ho già detto di fare un viaggio dentro te stesso Rob,e lo dico perché ti voglio bene. Comunque io e Joy togliamo il disturbo.”disse,prendendo mia figlia dal seggiolino. Soffrivo,continuavo a soffrire e nessuno pareva rendersene conto.
‘dove sei? Mentre sembra che il mio mondo sia crollato su di me,tu adesso dove sei? Mentre io continuo a dire il nome di chi ormai non c’è,mi chiedo dove sei. Mentre vedo le mie mani muoversi nel buio su di lei,mentre ballo con il tuo fantasma,dimmi dove sei.’

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


SAY SOMETHING.

 
Eccomi tornata con il terzo capitolo  di ‘Say Something’. Innanzitutto devo premettere che era nato in una maniera completamente diversa. Avevo l’intenzione di farvi capire,scrivendo un vero e proprio intero capitolo dalla parte di Robert. Poi ho cambiato idea,quello sarà il successivo. Credo che questo capitolo sia necessario e spero di non essermi sbagliata.
Mi scuso per il ritardo ma ho avuto la febbre con tanto di influenza e sto ancora prendendo l’antibiotico (per cui potete capire che avevo bisogno di riposo e ho dovuto interrompere tutto).
Grazie a chi continuerà a seguirmi,
vi abbraccio.

 
Kristen.
Mi svegliai alle sette,disturbata dal suono del campanello. Chi poteva essere a quest’ora? Doveva essere Riley,mi aveva riportato Joy subito e magari si era dimenticata qualcosa,presa dalla fretta.
Non appena aprii il portone però,vidi l’ultima persona che mi aspettavo di trovare fuori da casa mia:lui era lì.
“posso entrare?”mi chiese,non appena capì che non avevo intenzione di iniziare la conversazione. Non mi mossi di un millimetro.
“Kristen,ti prego. Ho bisogno di parlarti.”
Entrò senza neanche attendere la mia risposta,mentre io chiudevo la porta.
“che vuoi?”
“senti,so di aver sbagliato una valanga di cose. Sto cercando di mettere chiarezza,lentamente,ma ho bisogno del tuo aiuto,non posso farcela da solo. So che chiederti la fiducia è impossibile,solo non ostacolarmi. Voglio solo cercare di essere un padre quantomeno accettabile.”
Ero sorpresa dalle sue parole,sembrava essere tornato il Robert di un tempo.
“quindi?”mi chiese,attendendo una risposta.
“ok,non ti ostacolerò,solo per il fatto che era oramai un anno che non facevi un discorso del genere.”
“è un complimento?”mi domandò curioso.
“direi di sì. Sembrava avessi tredici anni fino ad ieri ed ora … hai recuperato gli anni di maturità che avevi perso?”
“giusto,l’offesa doveva esserci anche nella conversazione civile.”
“stiamo parlando civilmente perché tu sei cambiato,io sono sempre la stessa.”
Il mio tono era volutamente pungente,sapevo che non avrebbe potuto reggerlo per molto.
“vi ho portato la colazione comunque ...” disse,porgendomi un sacchetto bianco contenente dei croissant.
“non posso dare questi a Joy”gli risposi ridendo.
“sotto ci sono i biscotti per lei.”
Rimasi colpita dal suo gesto. Forse aveva davvero intenzione di cambiare.
 
*otto anni prima *
“Kristen,ascoltami. Cambierò per te.”
“noi non possiamo Rob.”
“perché lo dice una casa cinematografica? Io so cosa voglio e non mi arrenderò. Cambierò,ok?”
“no. Non devi cambiare Rob. Io amo ogni cosa di te,ogni tua minima espressione,ogni cosa stupida che esce dalla tua bocca perfetta,ogni minimo gesto della tua mano. Amo te,esattamente come sei. Non devi cambiare.”
Mi sorrise e fu la cosa più bella che avessi mai visto. Mi baciò,nella sua maniera perfetta,dolce e passionale allo stesso tempo.
“non ti lascio più,devi saperlo.” Mi disse,prima di rifondarsi sulle mie labbra.
*  *  *
Il pianto di Joy mi riportò alla realtà.
“posso andare io?”mi chiese Robert sorridendo.
“certo. Io preparo il latte nel frattempo.”
Quando tornò con nostra figlia in braccio,vidi la scena che avevo sempre sognato:lui le accarezzava la schiena mentre lei teneva la testa nell’incavo del suo collo.
“Kris,senti … so che dovrei tenere Joy la sera del 16 gennaio ma non posso e volevo dirtelo già da adesso.”
Non mi aveva guardato negli occhi nemmeno per un secondo.
“come mai?”
“è il giorno del matrimonio..”
Boom. Perché ero così stupida? Sapevo che si sarebbe sposato,ero consapevole di ogni cosa. Anzi no:il mio cervello ne era consapevole,non il mio cuore.
“perfetto. Pensavo volessi tua figlia accanto nel giorno che dovrebbe essere il più importante della tua vita ma meglio così.”
“lei..non lo sa.”
Mi voltai di scatto-“cosa vuol dire che non lo sa?”
“non è a conoscenza dell’esistenza di Joy.”
“mi stai dicendo che ti vergogni di nostra figlia?”
“Kristen ma perché devi sempre vedere il lato negativo? Io ti dico una cosa e tu l’analizzi in maniera sbagliata. Fai di tutto per andarmi contro! Amo Joy più di ogni altra cosa.”
“e allora perché non ne sa niente? Perché glielo tieni nascosto?”
“perché voglio tenere mia figlia per me!”
“non ti fidi di lei?”
vidi il suo sguardo addolcirsi lentamente ed il suo tono diventare amichevole-“non lo so. Mi ha fatto firmare un contratto pre-matrimoniale. Io,io non lo so. E preferisco tenere Joy fuori da questo.”
Mi avvicinai a lui in maniera lenta-“Robert,non sono io a doverti dire come devi comportarti ma fai chiarezza prima di compiere un passo così tanto importante. Sono totalmente sincera adesso e stai per sposarti,non dovresti avere dubbi.”
Mi sorrise-“hai ragione. Allora vado,torno domani.”
Prima che uscisse dalla porta,gli dissi-“sono felice che tu non le abbia detto nulla.”
 
Robert.
La conversazione con lei mi aveva distrutto.
‘fai chiarezza’. La gente continuava a ripeterlo. Tom. Marcus. Lizzie. Mia madre. Mio cugino. Dakota. Riley. Ora persino lei. La differenza consisteva nel modo in cui l’avevano fatto. No,non è vero. Il fatto è che è lei e basta. Che qualunque cosa dica,per me avrà sempre ragione.
‘non dovresti avere dubbi’. Una frase. Difficile persino da analizzare. I dubbi ce li ho per colpa tua,cara Kris … cara te. La mia mente era totalmente confusa. Al terzo bicchiere di birra,mi imposi di smetterla. E lo feci solo perché avevo l’immagine di lei abbracciata a Joy nella testa. Era l’unica cosa nitida.
 
*quattro anni prima*
“Rob … Rob,ti prego. Smettila di bere.”
Ero furioso. Non avevo mai sofferto così tanto,non avevo mai pensato che si potesse davvero sentire il cuore spezzarsi. Eppure mi era appena successo.
“Rob,mi stai ascoltando?”
Nella stanza silenziosa si sentivano solo suoi singhiozzi,lamenti,sentivo il suo pianto. Era decisamente troppo.
“mi chiedi di smetterla di bere,eh? Ma sai perché lo faccio? Te lo dico io,per togliermi dalla testa l’immagine del tuo bacio con quel puttaniere,ecco perché. Non riesco a vedere altro!”
Il suo pianto mi irritava. In quel momento,tutto di lei mi infastidiva.
“Kristen Stewart,mi stai ascoltando?”urlai,mentre lanciavo al muro una bottiglia di Jack Daniel’s.
Vidi le sue gambe stringersi verso il petto,mentre continuava a piangere e ad implorarmi di ascoltarla. Avrei dovuto sprecare il mio tempo a sentire le sue pagliacciate? La persona della quale mi fidavo di più mi aveva tradito. Senza pietà. Ed io avrei fatto lo stesso. La trascinai per un braccio,mentre le sue lacrime aumentavano,e la scacciai fuori di casa. Le tirai un calcio,mentre lei cercava di aggrapparsi alla maniglia,alla porta o a tutto quello che trovava a portata di mano.
No,non la odiavo. L’unico odio che provavo era verso me stesso,che riuscivo ad amarla comunque.
L’aria iniziava a farsi pesante,mi mancava la mia fonte d’ossigeno. L’avevo perdonata. Lo avevo fatto perché senza di lei non ero capace di vivere.
*  *  *
Solo adesso riuscivo a rendermi conto di quanto effettivamente tenesse a me,di quanto mi amasse. Aveva lottato. Contro tutto,contro coloro che le dicevano che avrebbe dovuto farsene una ragione,che non le volevo parlare. Ogni notte mi aspettava fuori dal cancello,dormiva lì con le sue lacrime,e se ne andava quando le dicevo che doveva farlo. Poi tornava,tornava sempre.
Io invece,ero solo uno stupido idiota. Un idiota che lei odiava.
 
“Robert,mi stai ascoltando?”mi chiese per l’ennesima volta.-“stavo appunto dicendo che il mio vestito sarà nero.”
“nero?”chiesi con un sorriso scettico.
“Beh,io sono d’accordo. Sarà un funerale non un matrimonio!”si intromise Lizzie,prima di chiedermi-“Joy dov’è?”
Guardai mia sorella,mentre lei mi fissava spaventata. Sapevo che prima o poi qualcuno non sarebbe riuscito a mantenere il segreto,vivere di nascosto era snervante.
“chi è Joy?”
“nostra cugina. Non verrà al matrimonio perché cambia spesso residenza,per via del suo lavoro. Mi ha chiamato prima e mi sono dimenticato di avvisare Lizzie.”risposi,preso dal panico.
Vidi lo sguardo di mia sorella tranquillizzarsi lentamente,poi uscì dalla porta.
 
‘non è vero che il vero amore non ha dubbi. Non è vero che chi si ama non cade,non piange,non perde. Solo che l’amore vero poi si rialza,si guarda negli occhi e si asciuga le lacrime,si prende per mano e ricostruisce. Non è vero che l’amore regala solo sorrisi,che è perfetto,che non ferisce mai. L’amore,quello vero,cade,sembra svanire,si logora e si sporca ma è amore e va avanti. L’amore,quello vero,non è quello perfetto. È quello che,in tutte le sue imperfezioni,prende coraggio e resiste. Anche alla paura.’

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