SKYRIM- The Turtle Scroll

di Asia_n_Lea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iscrizioni. ***
Capitolo 2: *** Cap. 1- In catene. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2- "Benvenuti" ad Helgen- PARTE 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2- "Benvenuti" ad Helgen- PARTE 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3- Viaggio a Riverwood. PARTE 1 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 3- Viaggio a Riverwood. PARTE 2 ***



Capitolo 1
*** Iscrizioni. ***


PROLOGO
Era un giorno di calma piatta al rifugio, il silenzio regnava sovrano, se non fosse stato per il leggero rumore di pugni che colpivano il sacco da boxe e la tv accessa e tenuta a basso volume.
Erano Raph, che come al solito si stava allenando, e Leo, che guardava tranquillamente Eroi Spaziali.
Donnie, invece, si era ritirato nel laboratorio, per lavorare ad un progetto che aveva da poco iniziato e al quale Mikey non vedeva l'ora di dare un nome.
Per l'appunto, ecco perchè c'era tutta quella calma, dopotutto Michelangelo non era in casa.
Pochi attimi dopo si sentì un forte rumore, anzi una voce, provenire dall'ingresso del rifugio.
-Sono tornatoooo!- annunciò il più piccolo dei fratelli, eseguendo un favoloso trick con il suo skateboard.
-Evviva...- bisbigliò sarcasticamente Raffaello, alzando gli occhi al cielo e ricevendo un'occhiataccia da parte del fratellino.
Mikey non era tornato a mani vuote dalla superficie, dove era andato per trovare una pizza, ma aveva portato con sè qualcosa.
-Ragazzi, guardate cosa ho trovato!- esclamò felicemente Mik, alzando l'oggetto in aria.
La custodia era di un colore scuro, bordata di verde, e sopra era disegnato un simbolo strano, simile ad un drago.
-E' un videogioco?- chiese Leo, attirato dalla situazione, anche se poi tornò a vedere il cartone animato in televisione.
-Beh, credo di sì!- rispose prontamente il mutante dalla benda arancione, guardando meglio le parole incise sulla copertina della scatola rettangolare.
Intanto Donatello, attirato dalle voci provenienti dal salone principale, aveva deciso di andare a vedere per quale motivo Mikey sembrava così contento.
Si avvicinò al fratello e prese tra le mani il gioco. -Skyrim.- lesse, sulla copertina. Sembrò essere pensieroso un attimo, ma poi riconsegnò l'oggetto nelle mani di Michelangelo. -Ho sentito parlare di questo videogame. E' molto gettonato, e io dovrei avere una console per testarlo, torno subito.- spiegò il viola, prima di sparire nuovamente dietro il muro del laboratorio.
Ne emerse dopo qualche secondo, con in mano una massa compatta e bianca, con qualche tono di viola.
-Dovrebbe funzionare... almeno lo spero.- disse, e collegò la console alla televisione, il cavo combaciava perfettamente.
Michelangelo corse davanti al televisore e spintonò via Leo, che non disse nulla ma guardò male il fratellino.
-Fallo partire, fallo partire, fallo partire, fallo part- continuò a ripetere Mik, ma perfortuna Raph gli bloccò la bocca con una mano.
-Ripetilo e ti prometto che distruggerò questo stupido gioco.- minacciò il rosso, mollando la presa e sedendosi sul divano.
Intanto il videogioco caricava, sembrava funzionare con la console ricreata da Donnie.
-Siamo sicuri che sia una buona idea?- chiese Leo, sempre diffidente verso ciò che non conosceva.
-Già, e se fosse un horror? Non voglio ritrovarmi un Mikey piagnucolante in camera la notte, non di nuovo.- rise Raffaello, mette il più piccolo metteva il broncio.
-Ah, ho dimenticato di dirvi che ho creato lo console con l'aiuto della tecnologia kraang.- annunciò Donatello, massaggiandosi la testa.
-E questo non è un bene?- chiese ancora Leonardo, un po' confuso.
-Si, certo... è molto più veloce nei caricamenti ma potrebbe presentare qualche....- cercò di dire il viola, ma ad un tratto un lampo bianco abbagliò i quattro fratelli, che si sentirono trascinati in avanti.
-MALFUNZIONAMENTOOOO!- urlò in fine Donnie, ma poco dopo si rese conto che lui e i suoi fratelli erano stati trasportati in una sorta di spirale.
Tra le urla sorprese, la spirale si aprì su un'enorme vallata, lasciando cadere nel vuoto i quattro ragazzi, che non atterrarono morbidamente.
Mentre si rimettevano a sedere, doloranti, videro che qualcuno o qualcosa si stava avvicinando a loro.


  Per iscriversi bisogna rilasciare le informazioni del proprio OC, se non capite qualcosa vi verrà tutto spiegato in seguito.



-Nome e Cognome (Il cognome dipende dalla razza, troverete i link ai generatori di cognomi qui in basso, ma non è obbligatorio generarlo, si può anche scegliere)

-Genere (Maschio o femmina)

-Crush (si o no, su quale turtles/personaggio/oc)(Di chi è innamorato/a)

-Carattere;

-Famiglia (Non è obbligatorio parlare dei genitori se non si conosce il gioco);

-Storia (Qualche fatto importarte avvenuto in passato ecc.);


-Età (Può essere compresa tra i 13 anni in su)

-Razza (L'elenco delle razze si trova qui in basso, scegliete con calma)

-Aspetto (Colore e descrizione di occhi, capelli -sì o no- e della pelliccia/pelle/scaglie, se con motivi -ad esempio striature- o no)

-Arma/ Magia (L'elenco di entrambe è qui in basso)

-Imperiale, Manto della Tempesta o Neutrale (Ovvero protettori di Skyrim, Ribelli -non cattivi, non fraintendete- o nessuno dei due)

-Descrizione armatura (potete trovare l'elenco delle armature qui);

-Animale ( descrizione e sì o no- si può scegliere tra un cane e un cavallo)

- Licantropo o Vampiro (Non è obbligatorio esserlo, ed essere uno di questi significa non poter accedere alle città)

-Extra (Solo se volete)



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Per prima cosa, ecco l'elenco delle razze con le rispettive foto (personaggio femmina a sinistra e maschio a destra) :



Argoniani



Gli Argoniani sono anfibi antropomorfi provenienti dalla regione delle Black Marsh. Possono respirare sott'acqua e il vivere nelle paludi ha sviluppato in loro una resistenza alle malattie. Sono ottimi ladri.



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GENERA NOME O COGNOME ARGONIANO

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Bosmer



I Bosmer, o Elfi dei Boschi, provengono dalle foreste di Valenwood. Sono specializzati nel'uso dell'arco, e in tutto ciò che riguarda la furtività. Vivono immersi nella natura, a contatto con gli animali, che gli sono fedeli.


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GENERA NOME O COGNOME BOSMER

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Breton



I Bretoni sono una razza dalle fattezze umane provenienti dalla montuosa regione di Highrock. Eccelgono nelle arti magiche, ma sono anche discreti guerrieri e ladri.



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GENERA NOME O COGNOME BRETONE
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Dunmer



I Dunmer, o Elfi Scuri, provengono da Morrowind. Disciplinati e pieni di profonde tradizioni, la loro forza li ha portati a sviluppare una rabbia ancestrale che avvolge i loro corpi in fiamme. Sono conosciuti per le loro abilità in battaglia, e per essere la popolazione più bilanciata in qualsiasi tipo di arte nel combattimento.



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GENERA NOME O COGNOME DUNMER

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Imperial



Gli Imperiali provengono dalla cosmopolita regione di Cyrodiil. Sono tolleranti verso le altre razze, e sono anche ben educati e diplomatici. Sono anche conosciuti per la potenza delle loro armate. Piuttosto bilanciati, creano diversi spunti per maghi, guerrieri, o ibridi.



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GENERA NOME O COGNOME IMPERIALE
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Khajiit



Provenienti dalla provincia di Elsweyr, questi felini antropomorfi sono intelligenti, veloci ed agili. Sono dei perfetti ladri, grazie alla loro furtività naturale. Possono guardare meglio al buio, e i loro artigli costituiscono una buona arma, se mai gliene dovessero mancare.


Risultati immagini per skyrim khajiit


GENERA NOME O COGNOME KHAJIIT
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Nord



I Nord sono una potente razza che vive nella montagnosa e glaciale landa di Skyrim. Vivere tra i ghiacci ha sviluppato in loro una naturale protezione dal freddo. Duri come le montagne di Skyrim e freddi e spietati come i suo ghiacci, non hanno pietà per il nemico, e ciò li rende delle perfette macchine da guerra.



Risultati immagini per skyrim nord

GENERA NOME O COGNOME NORD

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Altmer

Gli Altmer, o Elfi Alti, sono nativi di Summerset Isle. Sono la razza più portata per la magia in tutta Tamriel. Sono talmente legati alla magia, che hanno il potere di rigenerare la propria magicka, ma sono allo stesso tempo deboli ad essa.

Risultati immagini per skyrim altmer

http://fantasynamegenerators.com/altmer_names.php#.VcMDWfntmkoGENERA NOME O COGNOME ALTMER
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Orsimer



Gli Orsimer, o Orchi, sono la razza più forte e brutale, e anche l'unica a non avere una vera e propria terra di provenienza, ma buona parte attualmente risiede nelle montagne di Wrothgarian. Sono probabilmente i più potenti soldati in armatura pesante, e quando si arrabbiano, sono dei spaventosi berserker. Possiedono grandi doti con tutti i tipi di armi corpo a corpo.

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GENERA NOME O COGNOME ORSIMER
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Redguard



I Redguard, gli abitanti di Hammerfall dalla pelle scura, sono una razza potente fisicamente. La loro conoscenza delle armi e delle armature li rende ottimi guerrieri, ma conoscendo anche un po' di arti magiche, possono dilettarsi anche in ibridi mago-guerriero.



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GENERA NOME O COGNOME REDGUARD
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LE RAZZE FINISCONO QUA. VI RICORDO DI SCEGLIERE CON MOLTA CALMA, DATO CHE NON ESISTE UNA RAZZA MIGLIORE DI UN'ALTRA.



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ED ECCO L'ELENCO DELLE ARMI, SONO MOLTE, I NOMI SONO SIMILI MA SONO MOLTO DIVERSE.




ARMI AD UNA MANO

Se si scegli un'arma ad una mano, è possibile equipaggiare due armi ad una mano o un'arma ad una mano e una magia.




PUGNALI

- Pugnale di ferro;

- Pugnale d'acciaio;

- Pugnale orchesco;

- Pugnale nanico;

- Pugnale elfico;

- Pugnale di vetro;

- Pugnale d'ebano;

- Pugnale daedrico;

- Pugnale d'acciao della forgia celeste;

- Dragon Priest Dagger.



MAZZE:

- Mazza di ferro;

- Mazza d'acciao;

- Mazza orchesca;

- Mazza nanica;

- Mazza elfica;

- Mazza di vetro;

- Mazza d'ebano;

- Mazza daedrica;

- Mazza d'acciaio della forgia celeste;

- Mazza degli eroi Nord;

- Antica mazza Nord;

- Antica Mazza Nord levigata;

- Mazza Falmer;

- Mazza Falmer levigata;



SPADE:

- Spada di ferro;

- Spada d'acciaio;

- Spada orchesca;

- Spada nanica;

- Spada elfica;

- Spada di vetro;

- Spada d'ebano;

- Spada daedrica;

- Spada dei rinnegati;

- Spada d'argento;

- Spada imperiale;

- Spada delle Blade.



ASCIE:

- Ascia di ferro;

- Ascia d'acciaio;

- Ascia orchesca;

- Ascia elfica;

- Ascia nanica;

- Ascia di vetro;

- Ascia d'ebano;

- Ascia daedrica.




ARMI A DUE MANI

Le armi a due mani non possono essere accompagnate da magia o da altre armi ad una o due mani.




SPADONI:

- Spadone di ferro;

- Spadone d'acciaio;

- Spadone orchesco;

- Spadone nanico;

- Spadone elfico;

- Spadone di vetro;

- Spadone daedrico;

- Spadone d'argento.



ASCIE DA BATTAGLIA:

- Ascia degli eroi Nord;

- Antica ascia Nord;

- Antica Ascia Nord levigata;

- Ascia Falmer;

- Antica Ascia Falmer levigata.



MARTELLI:

- Martello orchesco;

- Martello nanico;

- Martello elfico;

- Martello daedrico.




ARMI A DISTANZA

Le armi a distanza possono essere sostituite da ari ad una o due mani se il nemico è vicino.




ARCHI:

- Arco lungo;

- Arco da caccia;

- Arco orchesco;

- Arco elfico;

- Arco nanico;

- Arco Nord flessibile;

- Arco imperiale,



FRECCE:

Frecce di ferro

Frecce orchesce

Frecce naniche 

Frecce elfiche 

Frecce di vetro

Frecce d'ebano

Frecce daedriche



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FINISCE QUA L'ELENCO DI ARMI.

PASSIAMO AGLI INCANTESIMI:

(Si può scegliere una sola magia per categoria)





ALTERAZIONE:

-Luce (Genera Luce)

-Individua Vita (Individua tutte le forme di vita tranne i non-morti a distanza)

-Telecinesi (Spostare oggetti a distanza)

-Respirare sott'acqua;

-Individua non-morto;

-Paralisi (Paralizza i bersagli per qualche secondo)

-Runa di Cenere (Intrappola i bersagli per qualche secondo)



ILLUSIONE:

-Chiaroveggenza (E' possibile visualizzare la via verso il luogo che si vuole raggiungere)

-Furia (Tutte le forme di vita vicine attaccheranno il bersaglio per pochi secondi)

-Visione del decimo occhio (Vedi ciò che gli altri non possono vedere)

-Calma (Creature e persone vicine non combatteranno per qualche secondo)

-Invisibilità per 30 secondi;





DISTRUZIONE (potete rigirare l'incantesimo come volete):

-Fuoco;

-Gelo;

-Elettricità;

-Assorbi salute;

-Incendio;



EVOCAZIONE (è possibile evocare...):

- Evoca arma;

- Evoca cadavere;

- Evoca demone;

- Evoca fiamma;



RECUPERO (Servono e recuperare...):

-Salute;

-Forza;

-Difesa;



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ECCO CHE ANCHE LE MAGIE SONO FINITE. SPERO CHE NESSUNO SI SIA CONFUSO!



LO SPAZIO ISCRIZIONI TERMINA QUA.



Le turtles non apparterrano ad una Specie, e non useranno le loro armi principali. Non avranno armature e saranno neutrali tra Manto della Tempesta e Imperiali.

Sono disponibili i posti di fidanzamento di Donnie e Mikey.



Raph- Asia

Leo- Rachel

Donnie- 

Mikey-

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Capitolo 2
*** Cap. 1- In catene. ***


   PERFAVORE, NELLE RECENSIONE PENSATE SOLO A COMMENTARE IL TESTO. SE AVETE DA FARE QUALCHE MODIFICA, VOLETE AGGIUNGERE OCS O MAGARI ALTRO, SCRIVETECI VIA MESSAGGIO PRIVATO.
 


Rieccoci tornati con un nuovo capitolo, cari guerrieri!
Ecco tutti i personaggi che si sono iscritti, compresi anche OC secondari e personaggi di gente non iscritta ad EFP:
  1. -Rachel Vene Ghiacciate / Manto della Tempesta / Nord  (OC di Hamato Lea)
  2. -Asia Occhi di Ghiaccio / Manto della Tempesta / Bretone  (OC di asiaroma5)
  3. -Renèe Sethlayn / Neutrale / Dunmer  (OC di BiaIlyLOVE03)
  4. -Helen Naeris / Neutrale- Manto della Tempesta / 50% Elfo Oscuro, 50% Nord  (OC di Helen_TheDarkLady)
  5. -Raven Night Hunter / Neutrale- Manto della Tempesta / Nord 50%, Bretone 50%  (OC di Helen_TheDarkLady)
  6. -Mizu Furia Sonica /  Neutrale / Nord 50%, Imperial 50% (OC di Mizu_ryuu no seishin)
  7. -Ogogo Logrob / Manto della Tempesta / Orsimer (OC di ScareErmine1)
  8. -Shuzra Bashnag / Manto della Tempesta / Orsimer (OC di fylilmitico)
  9. -Eachra Oscura Follia /  Manto della Tempesta / Argonian (OC di HellenBach)
  10. -Funny La Ladra / Neutrale-Imperiale / 60% Bretone, 40% Khajiit  (OC di Funny_Love)
  11. -Mery Spada Infuocata /  Imperiale / Imperial  (OC di Marianna00)
  12. -Aicha Rinvel / Neutrale / Dunmer  (OC di Duz_Machine84)
  13. -Matmokk Volpha / Manto della Tempesta / Orsimer  (OC di ScareErmine1)
  14. -Gonka Ushalor / Neutrale / Orsimer (OC di Hamato Lea)
  15. -Lynar La Paziente / Manto della Tempesta / Nord  (OC di Hamato Lea)
Abbiamo un messaggio per Zoey: Se perfavore potresti inviarci ( o re-inviarci, nel caso l'avessi già fatto) le caratteristiche del tuo personaggio.
Speriamo di non aver dimenticato nessuno, in ogni caso se ciò fosse accaduto fateci sapere.
Da adesso si possono inoltre creare le CONFRATERNITE, ovvero GRUPPI composti da TRE o più personaggi che combattono insieme.
Potete creare una vostra confraternita, ma non potete forzare gli altri giocatori a partecipare alla vostra.
Ogni confraternita deve possedere almeno tre membri per essere considerata valida!
Inoltre non puà essere formata da sia Imperiali che Manto della Tempesta.
Se qualcosa non vi è chiaro, fateci sapere!
Ecco le confraternite già create e alle quali potete partecipare (massimo 10 partecipanti per confraternita):

 
  1. -Manti Bruciati (Leonardo, Raffaello, Donatello, Michelangelo, Rachel, Asia, Lynar.) RICHIEDE: Manto della Tempesta o Neutrali;
  2. -Confraternita dell'Orsimer (Ogogo, Shuzra, Gonka, Matmokk.) RICHIEDE: Orsimer Manto della Tempesta.
E per ultima cosa, la lista delle armi leggendarie, vi lascio il link di quella che ho creato io.
(CLICCA QUI)

-(Dio ti prego, fa' che funzioni!)-

Detto questo ho finito, ma se avete domande chiedete pure tramite messaggio privato, io vi lascio al capitolo:

 

Era strano come il freddo pungesse in quella landa dimenticata da Dio.
Era come se fosse stato inverno, peccato che poco prima i quattro giovani mutanti si trovavano nel bel mezzo dell'estate, a New York,  impegnati ad oziare come preferivano.
L'aria era carica di polvere, difficile ad abituarvisi, ma non troppo difficile.
Le tartarughe, spaventate, si misero presto a sedere, confuse e disorientate, ignoranti di tutto ciò che stava per accadere.
Sembrava stesse nevicando, dato che sottili e soffici fiocchi candidi piovevano dal cielo, e inoltre il fiato si tramutava in una nebbiolina bianca, che presto si confendeva nel'aria.
Il rumore di ruote di legno avanzava verso i ragazzi, facendosi sempre più forte e vicino.
-Mikey... cosa hai combinato?- tuonò Raph non appena si fu ripreso dalla vista della scena che si ritrovò attorno.
-Io... non ho fatto nulla! Lo giuro!- cercò di difendersi Mikey, spaventato a morte, per poi stringere insicuro Donatello.
-Dobbiamo...- cercò di dire Leonardo, ma il gelo lo bloccò. -Dobbiamo andarcene. Che razza di posto è questo?- finì poi, sforzandosi di far uscire la voce.
-Credo che dopo il caricamento, il gioco ci abbia...- provò a spiegare Donnie, ma una voce proprio alle sue spalle lo bloccò.
Gli si gelò il sangue quando, voltandosi, potè notare un carro molto ampio, trainato da un cavallo grigio, il manto pezzato. La lunga criniera che ricadeva lungo la schiena svolazzava leggermente a causa del vento.
Dietro di esso, guidava la carovana un uomo anziano, che indossava un'armatura strana, con tanto di elmetto.
Ancora più indietro, sul carro, si trovavano tre prigionieri, dalle vesti logore e strappate in più punti, macchiate e impolverate.
Il cavallo alle spalle di Donatello si spaventò quando il viola gli rivolse lo sguardo, e impennò sulle zampe posteriori, per poi fare ricadere quelle anteriori a terra e sollevare un po' di terriccio, che si infilò negli occhi del ragazzo.
-Mostri! Il nemico ha inviato dei mostri all'Impero!- urlò allarmato il conducente del carro di legno, tirando le redini del cavallo. -Guardie!- chiamò poi, e dal retro della carovana apparirono cinque o sei uomini, dall'aria poco amichevole.
Indossavano degli elmetti argentei, con una massa a tre punte dello stesso colore che ricordava molto vagamente il Kuro Kabuto di Shredder.
La corazza presentava uno spallaccio a strisce rilevanti, e dei piastroni grigi posti sulla panziera.
Sotto di essa, una maglia di tela rossa, anch'essa con spallaccio, che andava a finire in un gonnello di pelle ramato, con delle piastre argentate poste sopra.
Ovviamente non erano l'elmetto o la corazza a terrorizzare, e neanche gli stivali o i quanti di ferro, bensì le armi.
Nella mano sinistra, i soldati impugnavano uno scudo di legno e ferro dalla forma di un rombo, mentre con la destra sorreggevano una spada medievale corta, ma ovviamente molto efficiente.
I quattro fratelli si alzarono velocemente in piedi, guardandosi tra di loro. Nei loro occhi si poteva notare perfettamente la paura ma allo stesso tempo la curiosità, ma solo in quelli di Raffaello era presente anche una scintilla di adrenalina, dato che ovviamente non gli dispiaceva combattere.
-Ragazzi, credo che siamo in mare di guai.- deglutì Mikey, cercando i suoi nunchaku nella cintura ma non trovandoli. Essendo appena rientrato in casa, aveva posato le armi, così come tutti gli altri, quindi sapeva benissimo di avere le spalle al muro in quella situazione.
-Attaccate!- ordinò l'uomo sul carro, attirando l'attenzione anche dei prigionieri dietro di lui.
-Non lasciatevi intimidire, forza!- Leonardo cercò di spronare i ragazzi a combattere, ma non c'è n'era bisogno.
Tra le urla, iniziò la battaglia.
I quattro se la cavavano bene anche solo con calci e pugni, guadagnandosi grida di ammirazione da parte di due dei detenuti.
-Ma come?- disse ad un tratto Raph, lasciando che un soldato lo caricasse con la spada per poi scansarsi abilmente e colpirlo con un calcio. -Pensavo che questi pagliacci in armatura fossero più forti di così!- si lamentò poi, guardando che l'uomo neanche riusciva ad alzarsi da terra.
Donnie aveva del terriccio negli occhi, ma combatteva come se nulla fosse, spedendo due guerrieri al tappeto.
Purtroppo ad un certo punto ricevette un colpo di elsa dritto in viso, causata da un solo secondo di distrazione.
-Donnie!- urlò Leo, voltandosi per fronteggiare il nemico, ma un soldato lo bloccò, spintonandolo al suolo con lo scudo e, mentre lo teneva bloccato, legandogli le mani e le gambe. Lo stesso trattamento venne riservato al fratello dalla bandana violacea.
-Questo non va bene, no, non va bene!- si preoccupò Mikey, e ineffetti aveva tutte le ragioni del mondo per essere spaventato in quel modo.
Un soldato lo colpì violentemente al piastrone, per fortuna senza provocare squarci, ma con abbastanza forza da spingerlo verso Raph e farli scontrare l'uno contro l'altro.
I due persero l'equilibrio, e a anche loro, dopo essere stati bloccati, legarono braccia e gambe.
Un soldato si tolse l'elmo e guardò uno di loro.
-Buonanotte, sporca creatura.- disse soltanto, per poi colpirlo con un forte pugno al viso e facendolo svenire.
Ovviamente, anche gli altri tre non se la cavarono solamente con un sorrisino.

* * * * * * * *

 
-Ehy tu... essere.- una voce forte e decisa, ma dall'aria sottomessa, risvegliò dal buio il giovane Michelangelo.
La sua vista era doppia, e la testa gli doleva. Il paesaggio sembrava correre e roteare davanti a lui, che ebbe quasi un senso di vomito.
-Ben svegliato.- disse il prigioniero davanti a lui. Appena riuscì a vederci completamente, notò che era un uomo dai profondi occhi azzurri, e capelli biondi e lunghi fino a sotto il mento. Le basette si congiungevano in una piccola barba che dal mento arrivava al collo, e che formava piccoli baffi sotto il naso.
La ruota carrozza prese un masso, e sussultò, riscuotendo dal sonno anche gli altri tre fratelli.
Passò solo qualche secondo prima che anche loro si rendessero conto della situazione in cui erano finiti.
Sul carro erano presenti anche altri due prigionieri, ma quello che attirò di più l'attenzione fu l'uomo posto accanto a Donatello.
Aveva la pelle olivastra e i capelli lunghi, ed non era coperto da abiti sudici come gli altri, bensì da un abito coperto da piume di corvo nere.
-Dove... dove siamo?- chiese Leo, guardandosi intorno e vedendo nient'altro che alberi.
Uno dei tre detenuti, si portò le mani ai capelli, iniziando a dire -Dannati Manto della Tempesta... dannati!- e ripetendolo all'infinito, senza stancarsi.
-Dove ci stanno portando?- chiese con più decisione Raph, divincolandosi, provando a liberarsi.
Il biondo non rispose, si limitò a guardarli uno per uno, quasi sorridendo. -Non siete di queste parti, vero? Non ho mai visto nulla come voi prima d'ora.-  osservò molto attentamente.
-Ti ho fatto UNA DOMANDA!- tuonò Raffaello, sporgendosi in avanti e mostrando i denti.
-Fate silenzio là dietro!- urlò il conducente del carro, muovendo le redini del cavallo.
Donnie spostò altrove lo sguardo, mirando al luogo in cui erano diretti.
Sussultò quando davanti a sè vide un enorme muro di pietra, con dei posti d'osservazione, protetti da un tetto di paglia sostenuto da alcune travi di legno.
Era una città, o per meglio dire, un villaggio.
-Che posto è?- disse tremando, mentre sorpassavano l'arco d'entrata.
L'uomo con cui stavano parlando prima distorse le labbra in un ghigno.
-Care creature... benvenute ad Helgen.- disse solamente il biondo, prima di abbassare lo sguardo e lasciarsi andare ad una risatina isterica.

 

Okay, lo sappiamo, è estremamente corto come primo capitolo, ma non possiamo ancora inserire i personaggi.
Fateci sapere comunque cosa ne pensate, come vi sembrano i ragazzi, i soldati e i misteriosi tre detenuti!
Noi vi mandiamo un bacione,
Al prossimo capitolo!
-Asia e Lea

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Capitolo 3
*** Capitolo 2- "Benvenuti" ad Helgen- PARTE 1 ***


Skyrim e le Teenage Mutant Ninja Turtles, le due cose che amo di più al mondo.
Continuerò il crossover con molto piacere, grazie per l'incoraggiamento!

Salve a tutti, cari guerrieri!
Grazie mille per le recensioni che avete rilasciato nello scorso capitolo.
Adesso arriva quella che, secondo noi, è la parte più bella.
Per chi non ha mai giocato a Skyrim credo sia una grande sorpresa, per chi no, invece, spero sia comunque un gran colpo di scena!
Non seguirò completamente la storia del gioco, dato che anche se stavolta siamo in compagnia delle turtles potrebbe infine rivelarsi parecchio noioso, non trovate?
Aggiungerò bensì qualche particolare, o in altri casi li rimuoverò.
Inoltre tra poco compariranno gli OCs, spero che vi piacciano.
Vi lascio alla storia, speriamo che vi sembri interessante, anche se per ora la storyline è la stessa abbiamo discusso a lungo su come svilupparla in seguito.
Un bacio,
-Asia e Lea.

P.S: Vi ricordo che se non avete ancora prenotato la vostra Arma Leggendaria (una per categoria) potete ancora farlo!

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La città di Helgen aveva un'aria malinconica, quasi macabra, e le nuvole grigie che ricoprivano il cielo nascondendo i raggi caldi del sole amplificavano questa idea.
Le case erano state costruite usando come unici materiale la pietra e il legno, che sorreggevano tetti di paglia dalla forma triangolare.
Le ruote del carro continuavano a girare sulla terra umida e poi sulla strada di ciottoli, producendo un rumore fastidioso, che si fondeva a quello degli zoccoli del cavallo che battevano tranquillamente al suolo.
-Generale Tullius! Il boia attende!- urlò un soldato, ma nessuno capì da dove provenisse la sua voce.
Stava per succedere quello che temevano di più: li avrebbero giustiziati?
-Boia?- sussultò Leonardo, alzando gli occhi. Iniziò a preoccuparsi e ad avere paura, ma non per lui: pensò ai suoi fratelli, gettandosi contro maledizioni per non averli protetti abbastanza bene.
-No! No! No!- riuscì solo a dire Raffaello, iniziando ad imprecare sottovoce.
Mikey abbassò lo sguardo, mirando ai suoi piedi, legati strettamente con una corda. 
-E' solo colpa mia... non avevo intenzione di farci finire qua per colpa di quel gioco.- bisbigliò, sentendo le lacrime riempirgli gli occhi.
-Non dire così, Mik. Ci tireremo fuori da questo guaio, te lo prometto.- Donnie cercò di rincuorarlo, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa di appuntito per potere tagliare le corde, ma senza trovare nulla di utile.
Intanto, l'uomo seduto alla sinistra di Leonardo, incominciò a pronunciare strani di nomi, chiamandoli poi "Divini" e implorando il loro aiuto.
L'uomo di fronte a lui, invece, quello con la bocca bendata, emise un mugolìo lamentoso.
-Chi è lui?- chiese Leo, guardandolo un po' storto.
-Porta ripetto.- lo riprese ingrato il biondo. -Lui è lo Jarl Ulfric, il legittimo Re dei Re di Skyrim.- spiegò, ma i quattro non ci capirono molto.
Passò ancora qualche secondo, poi anche lui abbassò la testa. -Spero che la mia bambina stia bene.- disse solamente.
Da lontano, un bambino osservava curiosamente la scena, discutendo con il padre che gli ordinava di tornare subito all'interno della casa, per non lasciargli vedere la scena della carneficina che si sarebbe consumata da lì a poco.
Il prigioniero continuò a parlare con il suo compagno finchè non si sentì un forte tonfo proveniente dalla parte anteriore del carro.
-Che succede?- chiese l'uomo dai capelli ramati seduto accanto al leader, e si notò subito che era già finito nel panico.
-Non si vede? Fine del percorso.- rispose solennemente l'altro detenuto, assumendo stavolta un tono solenne e malinconico.
I quattro ragazzi non potevano credere a ciò che stava succedendo. Non avevano nessuna colpa, non dovevano essere lì. Eppure il destino gli aveva giocato un brutto scherzo.
Il carro si fermò, sussultando un'ultima volta. Una donna dalla pelle scura e la stessa armatura che indossavano i soldati che li avevano catturati, arrivò nella grande piazza e guardò in cagnesco i prigionieri.
-Manto della Tempesta, eh?- rise beffarda. Si notò subito che non vedeva l'ora di osservare finalmente la cruenta scena dell'uccisione dei prigionieri, soprattutto dello Jarl Ulfric.
I sette detenuti scesero dalla carovana, mentre un altro soldato si affiancava alla donna, chiamandola "Comandante".
-Dirigetevi verso il ceppo quando sentite chiamare il vostro nome.- ordinò quest'ultimo, con un tono leggermente triste. Forse provava pietà per quelle povere anime, o semplicemente si sentiva in colpa per il fatto che stava per consegnarli tra le braccia di Dio.
O meglio, dei Divini.
-Ulfric Manto della Tempesta.- sibilò la donna, leggendo la pergamena giallo sporco che il soldato le aveva posto davanti.
L'uomo dalle vesti violacee e corvine mugolò, dirigendosi verso la piazza, e raggiungendo gli altri prigionieri.
-Ralof di Riverwood.- chiamò poi l'uomo, e guardò per un momento il biondo, che si dirigeva al ceppo. C'era qualcosa che non andava, sembrava quasi che gli dispiacesse che lui si trovasse lì, nel posto sbagliato al momento sbagliato.
-Lokir di Rorikstead.- disse poi, e l'uomo dalle vesti strappate iniziò a sudare freddo.
-Avete commesso un errore! Io non sono un ribelle!- urlò a quel punto, e si guardò intorno, stringendo i denti. 
I quattro ragazzi alle sue spalle si irrigidirono, avevano capito che stava per accadere l'inevitabile.
Lokir iniziò a scappare, scansando abilmente il Comandante. Raggiunse la strada di ciottoli e continuò a correre, e per un momento fu come se si sentisse realmente libero. 
Purtroppo, uno dei soldati impugnò un arco, e prendendo bene la mira, colpì con un dardo l'uomo. La freccia gli si conficcò nella schiena, scvando nella carne e nelle ossa, e Lokir cadde a terra, cadendo in un sogno da cui non si sarebbe più risvegliato.
Tutti i prigionieri bisbigliarono insicuri o deglutirono, come fecero le quattro tartarughe.
-Qualcun altro vuole discutere gli ordini?- mormorò la signora con un ghigno.
-E voi quattro?- chiese subito l'uomo, guardando i ragazzi e aggrottando le sopracciglia. Dopotutto era ovvio: di sicuro neanche là esistevano altre tartarughe ninja mutanti come loro.
-Li abbiamo trovati lungo la strada, crediamo si tratti di altri Manto della Tempesta, signore.- spiegò un guerriero.
La donna li fissò con odio, ma si trattenne dal dire qualcosa.
-Cosa siete? Argoniani, forse?- chiese l'uomo dai capelli castani, non identificandoli.
Ralof, in lontananza, rise stupito dall'ignoranza del soldato.
I quattro non risposero, non avevano la minima idea di cosa fosse un argoniano.
-Comandante, non sono in lista. Potremmo rilasciarli.- cercò di dissuaderla poi, mostrandole la lista e i nomi mancanti.
-Non mi importa, soldato Hadvar. Loro vanno al ceppo comunque!- lo riprese lei, dirigendosi verso la piazza.
Lui guardò malinconicamente i mutanti, spinti verso la piazza con la forza.
Un soldato spintonò troppo forte Michelangelo, che cadde a terra a causa delle gambe legate, attutendo la caduta sugli avambracci, ma lasciandosi sfuggire comunque un gemito di dolore.
Raffaello si sentì pervadere dalla furia.
-NON OSARE TOCCARE I MIEI FRATELLI, E' CHIARO?- urlò contro la guardia, mostrando i denti.
Il guerriero gli puntò contro una spada, costringendolo ad avanzare lentamente per evitare di cadere.
La donna dalla pelle scura guardava soddisfatta la scena, ansiosa di iniziare con le esecuzioni.
Leo, invece, si bloccò un attimo, mettendosi in ginocchio accanto a Michelangelo.
-Mikey, è tutto okay?- chiese preoccupandosi, e cercando di aiutarlo a rialzarsi usando il dorso di una delle mani legate.
Una seconda guardia gli diede un forte calcio al ventre, colpendo la parte più delicata del piastrone.
Leonardo cadde completamente a terra, avvicinandosi le ginocchia al petto dolente e trattenendo un urlo di dolore. 
-Sbrigatevi, stupidi mostri! Non abbiamo tutta la mattinata!- li riprese il Comandante, affiancata da un uomo alto e dall'aspetto losco, sulla mezza età, con pochi capelli e la barba grigia.
Ralof lo aveva chiamato "Generale Tullius", poco prima.

Donatello era preoccupato tanto quanto i suoi fratelli, ma cercava di rimanere calmo, guardandosi intorno.
Doveva esserci una via di fuga logica, ma tutti quei soldati armati d'arco si stavano rivelando un grande problema.
Se avesse avuto le sue amate stelle da lancio, avrebbe già risolto tutto.
Purtroppo, la situazione era degenerata peggio di quanto avesse immaginato.

I quattro ragazzi si affiancarono a Ralof e allo Jarl, ormai convinti che non esistesse una via di fuga.
Eppure una volta avevano salvato il mondo, avevano combattuto contro orde di ninja, androidi alieni e mutanti malvagi di tutti i tipi... e dimensioni.
Ma quella battaglia era stata persa in partenza. Senza armi, in disparità numerica, esposti al gelo di quella landa sperduta. 
Non potevano vincere, tutto quello che poteva succedere era... un miracolo.
Una donna, avvolta in una tunica dorata e in alcuni punti striata, con il cappuccio a triangolo verticale che le ricadeva sulla testa, iniziò a pregare i divini per fare in modo che tutte le anime che quel giorno avrebbero strappato alla vita terrena, potessero trovare la pace in un luogo chiamato "Sovngarde", una specie di Paradiso.
-Ma per favore!- urlò disprezzante un uomo tra i prigionieri, indossava una divisa i cui colori variavano tra l'azzurro, il grigio e il viola. -Non ho bisogno che qualcuno preghi per me.- continuò, avanzando verso il ceppo. -Facciamola finita, non ho tutta la mattinata.- finì spavaldo, senza temere la morte.
-Come desideri.- disse la sacerdotessa, per poi fare un passo indietro e lasciar posto a due guardie, che con tutta tranquillità, afferrarono il ribelle, mettendolo in ginocchio, e facendogli appoggiare la testa sulla parte liscia precedente a quella concava.
Il boia, vestito di nero ed indossando una maschera, alzò in aria la sua falce, una falce che significava solo una cosa, morte certa.
I detenuti si agitarono un po', mente Mikey cercava in tutti i modi di stringersi ai suoi fratelli.
Ormai l'aria era carica di tensione. Mancava poco.
La falce ricadde, con grande velocità, colpendo in pieno il collo dell'uomo.
Michelangelo nascose il viso tra il collo e la spalla destra di Raffaello, iniziando a singhiozzare silenziosamente, mentre gli altri tre socchiusero leggermente gli occhi voltarono lo sguardo altrove.
Il tonfo del colpo riecheggiò nella strada, mentre la testa del ribelle cadeva in una cassetta di legno, e il corpo senza vita veniva poggiato a terra dalla donna Comandante.
-Andiamo avanti. Portatemi quella creatura dalla benda viola!- disse indicando proprio Donnie, che sussultò. Non voleva morire, era giovane, troppo giovane. E senza colpa.
Raph e Leo si spostarono, andando a creare una barriera davanti al fratello minore e stringendo pugni e denti. Non avrebbero permesso a nessuno di anche solo sfiorare uno dei due minori.
Una delle guardie stava per riprendere i due prigionieri, quando persino l'aria tremò.
Un potente boato causò il panico di molte guardie o cittadini che si erano riuniti là intorno, e che subito iniziarono a correre dentro le case.
-Cos'è stato?- chiese Hadvar, notando che sul viso dello Jarl Ulfric si tingeva un ghigno, visibile anche attraverso la benda che gli impediva di parlare.
Per un secondo nessuno rispose, finchè il Comandante scosse la testa e ricominciò ad indicare Donatello.
-...Non importa! Dobbiamo andare avanti, ho detto portatemelo!- alzò la voce, quasi istericamente. 
Tre soldati si avvicinarono ai quattro fratelli.
Uno di essi spintono via i due più grandi, afferrando Donnie dalla corda che gli legava la mano.
L'altro si stanziò davanti a Raph e Leo con spada e scudo, bloccandoli con quest'ultimo mentre si accalcavano per aiutarlo, mentre il terzo fermò Michelangelo che cercava di aiutare come poteva.
-Donnie! No!- urlavano i tre ragazzi, vedendolo avanzare verso il ceppo, gli occhi pieni di paura, i denti stretti sull'interno delle guance, e il corpo irrigidito dal panico del momento.
Ci fu un altro boato, stavolta più potente degli altri, e tutti alzarono ancora una volta gli occhi al cielo.
E la scena che videro, non fece che terrorizzarli maggiormente.
Scaglie nere lungo la schiena, e ali corvine e ossute. La coda che terminava con due lame taglienti e occhi rossi e piccoli, quasi da demone, e per finire lunghe corna ondulate e un muso appuntito, munito di denti affilati come rasoii.
Persino Ralof non poteva crederci. Spalancò gli occhi pensando "Quello è un... un..."
-DRAGO!- urlò una delle guardie, afferrando l'arco e preparandosi a fronteggiare il mostro.
Ma la creatura sembrò quasi divertito dagli invani tentativi delle frecce di scalfire la sua pelle ricoperta di scaglie.
Ad un certo punto, spalancò le fauci e urlò: si, esatto, urlo. 
Pronunciò una parola in una lingua sconosciuta, e grazie soltanto a quella parola, un'onda d'urto si riversò sulla piazza, colpendo prigionieri e guardie.
Leo, Mikey, Donnie e Raph caddero a terra con un tonfo violento, così come tutti gli altri.
Il primo di questi si guardò intorno, e fissò uno dei soldati ancora a terra. Si avvicinò alla spada e tagliò la corda che gli legava braccia e gambe, per poi rubare abilmente la spada e alzarsi, correndo dai suoi fratelli.
Liberò anche loro, e poi si girò a guardare Ulfric, che correva verso una torre, seguito da Ralof.
Il biondo si girò verso i quattro fratelli, chiamandoli. -Presto, da questa parte!- urlò a pieni polmoni, e i quattro non esitarono a seguirlo all'interno delle mura.
Schivarono appena in tempo il fuoco che il drago scagliò su di loro, e poi chiusero dietro di loro la porta, cercando di controllare il battito cardiaco.
Il loro cuore batteva all'impazzata. Non avevano mai visto nulla di simile, e il panico li aveva assaliti.
-CHE DIAVOLO ERA QUELL'AFFARE?- urlò Raph, portandosi le mani alla testa.
Ralof guardò il drago attraverso una crepa abbastanza grande nel muro.
-Un drago. Erano secoli che qui a Skyrim non se ne vedeva uno.- rispose abbastanza spaventato anche lui.
Ulfric, invece, sembrava calmo. Che conoscesse bene il drago? Magari stava dalla sua parte.
-Cosa facciamo ora?- chiese Leo, alzandosi e guardando con orrore il corpo senza vita di una delle ribelli, avente una spada conficcata nel fianco.
-Mia figlia si sta dirigendo qua con una truppa di soldati Manto della Tempesta. Dobbiamo scappare dalla città e fare in modo che ci trovi.- spiegò lentamente il biondo, per poi avviarsi all'uscita della torre.
-Quella ragazza si farà ammazzare, e insieme a lei tutto l'esercito!- sussultò lo jarl Ulfric.
Chiunque fosse la persona di cui stavano parlando, di sicuro li avrebbe salvati.



[FINE PRIMA PARTE]

Ooookay, non mi uccidete, è mezzanotte passata e mia madre mi sta urlando dietro.
Inoltre il capitolo è eccessivamente lungo (anche se a parer mio la comparsa di un drago è un GRANDE colpo di scena).
Da questo punto in poi SCORDATEVI la storia originale di Skyrim, qui si fanno le cose a modo mio!
*Like a Boss*
Un bacione a tutti e buona notte,
-Asia e Lea :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 2- "Benvenuti" ad Helgen- PARTE 2 ***


pizap com14397532693491
Rieccoci tornate, giovani Dovahkiin!
Ho un annuncio importante da farvi…
Non continuerò più la sto-
CI ERAVATE CASCATI, EEEH?!?
*Trolled*
Ovviamente scherzo, come potrei non continuare più questa storia?
Insomma, si può dire che io ami solo le Turtles e Skyrim!
Vi annuncio che la trama sarà quella originale –non spoilero nulla, ovviamente, ma chi ha giocato a Skyrim sa qual è- ma ovviamente con un “pizzico di pepe” in più. Poi continuerà con le missioni MANTO DELLA TEMPESTA (dopo aver letto che quasi tutti hanno scelto i ribelli –vi adoro, siano dannati i Thalmor!- ) e quindi le nostre piccole e adorate Turtles da neutrali diverranno guerrieri al servizio di Ulfric, per combattere contro l’Impero!
Tranquilli, se avevate deciso di essere Imperiali o Neutrali, potete ancora decidere di tramutarvi in Manto della Tempesta.
Ripeto, se ancora non avete scelto la vostra arma leggendaria, AFFRETTATEVI u.u
Non continuo a rompervi le scatole, mie care, e vi lascio al capitolo!
Prima di andarvene, leggete la nota sotto al capitolo, per favore J
Un bacio carissime lettrici, e benvenute a SKYRIM!
-Asia e Lea
 
[DAL PROSSIMO CAPITOLO –IL CAPITOLO 2- VERRANNO INSERITI GLI OCS, QUI NE DO SOLO UN ACCENNO AI PRIMI]

_________________________________
Il tempo, per un istante, si fermò.
La paura divorava il cuore e l’anima di tutti i presenti, che come piccole prede, cercavano di mettersi in salvo dal loro cacciatore, il drago dalle scaglie nere e gli occhi di sangue.
-Dobbiamo sbrigarci!- sbottò Ralof, dimostrando però di saper mantenere la calma nonostante fosse palesemente ovvio che non si fosse mai ritrovato in una situazione del genere. –Su per la torre, avanti!- disse, lanciando un’ultima occhiata ai cadaveri e ai guerrieri moribondi presenti.
Nessuno se lo fece ripetere due volte, Raph afferrò Michelangelo dal braccio, dato che il fratellino sembrava paralizzato dal panico del momento e non staccava gli occhi dalle pozze di sangue che scorrevano come rivoli d’acqua lungo le crepe nel pavimento, fino a bagnargli un piede, che subito lui aveva retratto, tremante.
Leonardo si voltò, impartendo l’ordine di seguire il biondo solo con un gesto veloce del capo. Subito, tutti e quattro i fratelli si ritrovarono a salire le larghe scale a chiocciole di pietra della struttura, preceduti dallo jarl Ulfric, Ralof, e altri due soldati alleati in testa al gruppo.
Erano quasi in cima, quando la parete della torre cedette in un punto, lasciando al drago nero la possibilità di fare capolino dall’enorme crepa. La creatura guardò verso il gruppo degli otto fuggitivi, ruotando il capo per attaccare.
Quando sputò fuoco, a causa del muro che gli bloccava il collo, colpì solamente i due soldati dalle vesti logore, bruciandoli vivi tra le urla di dolore, grazie alle fiamme provenienti dalla sua gola.
I quattro ragazzi e i due ribelli spalancarono gli occhi e schiusero le labbra, increduli.
Osservarono attentamente il modo in cui il mostro si lanciava via dalla torre, volando altrove, e quello in cui i due poveri uomini cadevano senza vita al suolo.
Non solo il drago aveva strappato loro la vita, ma aveva anche bloccato le scale per il piano superiore.
Ralof si affacciò, portando le mani al muro nel punto in cui era presente il buco nella parete. Sembrò osservare un attimo tutto ciò che aveva davanti, per poi indicare una capanna mal conciata ma abbastanza vicina.
-Saltate là, io e lo jarl vi seguiremo presto.- ordinò, stavolta con una voce praticamente terrorizzata.
-Ma … - cercò di ribattere il rosso, solo per ricevere una leggera spinta dal fratello maggiore.
-Non c’è tempo, Raph! Dobbiamo sbrigarci se non vogliamo rimetterci il guscio stavolta!- gli spiegò Leo, salendo con entrambi i piedi sul muro e saltando verso la casa lì di fronte. L’atterraggio non fu uno dei migliori, ma se non altro era uscito dalla torre.
Raffaello deglutì, per poi seguirlo. Quasi cadde, ma per fortuna si aggrappò ad una delle travi di legno leggermente bruciacchiate, e il leader gli diede una mano a raggiungere il pavimento sopra di lui, per poi fare gesto agli ultimi due di seguirlo.
Donnie fece per saltare, quando si voltò a guardare Mikey.
Il quindicenne era terrorizzato dalla situazione, e scosse la testa capendo.
Donnie cercò di sorridere, per poi posare una mano sulla spalla del fratello minore, e guardarlo dritto negli occhi.
-Mikey, io so che tu puoi farcela. Dobbiamo metterci in salvo, e presto sarà tutto finito. Devi solo saltare.- bisbigliò il viola, riuscendo a curvare le labbra all’insù.
L’arancione sbatté più volte le palpebre, per poi annuire e assumere un’espressione decisa. –Posso farcela.- si disse, e finalmente si lanciò dalla crepa del muro, atterrando sulle ginocchia sul pavimento della capanna. Fu alquanto doloroso, ma ne era valsa la pena.
Donatello lo seguì subito, e per fortuna non cadde rovinosamente, ma riuscì ad atterrare ammortizzando la spinta del lancio sui piedi.
Ce l’avevano fatta. Tutti insieme.
-Adesso correte, vi raggiungeremo presto!- urlò l’uomo dai capelli biondi dalla torre.
Probabilmente doveva dare una mano ai suoi alleati feriti, e avrebbe fatto il giro largo, perciò le quattro tartarughe fecero come detto, e si allontanarono, uscendo dalla casa che venne bruciata subito dopo dalle fiamme del drago, e correndo lungo la strada innevata e cosparsa di legno e corpi carbonizzati.
Ad un certo punto si ritrovarono davanti ad una fortezza, che a prima vista sembrava un luogo sicuro, e fecero per entrare, quando alle loro spalle, una voce li bloccò e gli fece riacquisire un minimo di speranza.
-Creature, ce l’avete fatta!- esclamò Ralof, felicemente sorpreso. Si avvicinò ai ragazzi, che notarono subito che era da solo. Niente jarl Ulfric, niente detenuti.
-Ho visto alcuni miei compagni Manto della Tempesta entrare nella città. Mia figlia dovrebbe essere ai cancelli con la sua armata.- raccontò, per poi indicare l’entrata della città con una mano, leggermente ustionata, ma nulla che qualche benda e un po’ d’acqua non potesse risolvere.
-Ci salverà?- chiese Leo, cominciando ad incamminarsi dietro a Ralof.
-Oh, se non ci sbrighiamo, saremo noi a dover salvare lei!- scherzò il biondo, anche se era perfettamente serio in quel momento.
-Uhm, perfetto.- disse sarcasticamente Raffaello, e tutti si allontanarono verso i cancelli.
Mentre il drago continuava ad assediare la città, una voce li bloccò sul posto.
-RALOF, SPORCO TRADITORE! Dove credi di andare?- urlò un uomo, e presto capirono che si trattava di colui che, appena scesi dal carro, aveva cercato di salvarli dal ceppo, senza però riuscirci.
-Hadvar, ancora tu? Non mi impedirai di fuggire!- ringhiò subito l’altro, fermandosi un attimo. Si capiva perfettamente che i due si conoscevano da molto tempo. Forse erano stati amici, durante la loro infanzia, ma si trattava di un’amicizia destinata a concludersi appena raggiunta l’età adulta.
L’imperiale dai capelli ramati esitò un momento, ma senza darlo a vedere. –Sparite di qui, e in fretta.- gli concesse, guadagnandosi un tantino di fiducia. –Spero che quel drago vi spedisca tutti a Sovngarde.- mormorò poi, ma senza pensarlo realmente. In fondo, c’era qualcosa di buono in lui.
Ralof accennò appena un sorriso, ma non disse nulla, e vide il vecchio amico voltarsi e correre verso il piazzale della città, dove il drago si era appostato e stava portando avanti la sua carneficina.
-Su, muoviamoci!- disse poi, ricominciando a correre verso i cancelli.
Appena varcata la soglia, si ritrovarono davanti ad una vera e propria armata di guerrieri, dalle corazze grigie e azzurre, con elmi stretti e spade a portata di mano. Alcuni erano a piedi, altri a cavallo. Uomini e donne, coraggiosi soldati.
Uno di essi si avvicinò, contento di vedere il compagno guerriero ancora in vita.
-Ralof! Non posso crederci, per fortuna vi rivedo, comandante!- esclamò , stringendogli la mano in saluto.
-Anche per me è un piacere rivederti.- rispose il biondo, per poi guardarsi attorno. –Dov’è Rachel?!?- chiese poi, allarmato.
-Non si preoccupi, sta radunando gli ultimi soldati entrati ad Helgen per uscire dalla città. Quella ragazza sa gestire ogni tipo di situazione!- spiegò tranquillamente il guerriero Manto della Tempesta, e in effetti, neanche due secondi dopo, ecco emergere dalla città una ragazza sui sedici anni, in sella ad un cavallo bianco dalle striature di vernice nere. Aveva lunghi capelli biondi e piccoli occhi azzurri, come quelli del padre.
Si avvicinò, seguita da una quindicina di soldati, tra cui una ragazza dai capelli rossi e gli occhi celesti che attirò fin da subito l’attenzione di Raph.
Quando tutti si ricongiunsero al gruppo, la bionda saltò giù dal suo cavallo e corse verso Ralof, abbracciandolo.
-Padre! Siete vivo!- esclamò felice, con gli occhi lucidi per la gioia. Poi si allontanò di due passi, osservando da capo a piedi i quattro stranieri. –Chi... cosa sono questi? E dove si trova lo jarl Ulfric?- chiese, sorpresa e spaventata al tempo stesso.
Leonardo non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. La guerriera era stupenda, e sembrava determinata nonostante la strana situazione in cui si trovavano.
-Ne parleremo una volta arrivati a Riverwood. Adesso dobbiamo andare, quel drago non ci risparmierà una volta che ci avrà visti.- rispose solamente Ralof, per poi fare un passo.
La voce di Donatello lo bloccò. –Ma … tutte quelle persone … non possiamo abbandonarle così!- ribatté, indicando il villaggio in fiamme.
-Qui a Skyrim non si è mai visto un Manto della Tempesta aiutare un Imperiale.- spiegò furioso l’uomo, girandosi verso di lui e guardandolo severamente. –Né tantomeno si vedrà oggi!- concluse, congedandolo.
-Rachel, spedisci le truppe a Windhelm. Li raggiungeremo dopo essere andati a Riverwood. Ci sono nostri soldati là?- chiese subito dopo alla figlia, che annuì prontamente.
-Rinvel, Volpe Rossa ed altri. Porterò anche Occhi di Ghiaccio e Lynar non noi.- disse in fretta, risalendo a cavallo.
Lanciò anche una breve occhiata a Leo, che per un momento si dimenticò di aver rischiato varie volte la vita in solo pochi minuti, ma subito lo distolse, dato che il giovane continuava a fissarla arrossendo.
-Avete sentito tutti gli ordini? Sbrighiamoci!- alzò la voce la ragazza per farsi sentire da tutti i soldati.
Le quattro tartarughe la seguirono subito, ancora confuse e disorientate. In quel posto, ovunque fossero, il gelo pizzicava più che mai, e l’aria era fredda e pesante.
Ralof fu l’ultimo a partire. Si voltò verso la città completamente distrutta, in tempo per vedere l’imperiale Hadvar combattere contro il drago nero.
Si sentì crollare il mondo addosso, e abbassò lo sguardo. “Ci rivedremo a Sovngarde, fratello.” pensò, e poi si affrettò a raggiungere gli altri.
________________________________
E’ la prima volta che scrivo un capitolo tutto d’un fiato, wow!
 
 
Ecco i vocaboli evidenziati col corsivo (così vi farò capire qualcosa in più su Skyrim)
 
THALMOR= Elfi che vietano il culto di Talos (uno dei Nove Divini particolarmente adorato dai Nord, una volta conosciuto come Tiber Septim, fondatore dell’Impero, che alla fine gli ha voltato le spalle) a causa di un concordato chiamato Oro Bianco. Sostengono di essere i proprietari di Tamriel e quindi di tutta Skyrim.
SOVNGARDE= Paradiso degli eroi Nord, dove tutte le anime di uomini e donne valorosi in vita si riuniscono per continuare la loro non-vita. Qui, il drago Alduin divora le anime dei defunti per curarsi.
VOLPE ROSSA= Zoey mi aveva chiesto di inventare un cognome per il suo personaggio. Spero questo vada bene. Zoey, se questo non ti piace, lo possiamo comunque cambiare. [Zoey Volpe Rossa]
_________________________________
Per ultima cosa, volevo chiedervi un piccolo favore.
Potreste RECENSIRE, se non lo avete già fatto, il primo capitolo di questa storia inserendo tutte le caratteristiche del vostro OC? (Primario e Secondario)
Se invece avete già commentato, mi farebbe piacere che modificaste la recensione e aggiungeste come le caratteristiche. Questo mi permetterebbe di non dimenticarmi di nessuno e quindi di aggiungere in fretta tutti gli OCs.
Grazie mille a chi lo farà, è un grande favore che avvantaggerà non solo noi, ma anche voi!
Ricordate, aggiungete anche le caratteristiche dei vostri OCs secondari se li avete, così potrò ricordarmi anche di loro.
Se qualcuno non ha capito, non esiti a contattarci via messaggio privato, spiegheremo meglio.
Noi vi salutiamo anche per questa sera (o notte, dato che sono le 02:39)
Un bacione,
-Asia e Lea.

 
 
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 3- Viaggio a Riverwood. PARTE 1 ***


Il viaggio fu lungo e piuttosto difficile da affrontare per le quattro giovani tartarughe, che non erano per niente abituati a quel freddo.
Avevano sentito più volte nominare la parola “Riverwood”, e ben presto capirono che si trattava di una città, o meglio, di un villaggio, situato a sud-ovest di Helgen.
Doveva trattarsi di una strada poco lunga, su una strada non innevata, ma il gelo ormai gli aveva penetrato persino le ossa, facendoli tremare e, qualche volta, anche cadere al suolo.
Questi “Manto della Tempesta” erano stati gentili, dato che li avevano salvati dalla furia del drago nero e quindi da morte certa, ma non si erano minimamente curati della salute dei poveri quattro fratelli, che si limitavano a proseguire camminando dietro i cavalli a passo lento e sguardo basso, battendo i denti.
La bionda figlia di Ralof frenò un attimo il cavallo, facendo gesto alla ragazza accanto a lei di proseguire. Poi guardò i ragazzi comprensiva, e si avvicinò alla sua sorella di scudo dai capelli rossi e gli occhi azzurri. Le sussurrò qualcosa per poi accennare un sorriso e rimettersi a guidare l’intera truppa.
La rossa, prontamente, raggiunse i quattro ragazzi, seguita da altre due guerriere. La prima era molto alta e snella, e non aveva sembianze umane. I capelli erano leggermente ondulati e di un color castano scuro, abbelliti da una ciocca dipinta di blu sulla sinistra. Gli occhi, castano chiaro, leggermente lunghi e profondi, senza pupilla ma completamente colorati. Le sue orecchie a punta lasciavano capire che, senza dubbio, era un’ elfa, ma piuttosto particolare. Donatello, che ne rimase particolarmente colpito, infatti non aveva mai letto un fantasy in cui un’elfa avesse la pelle leggermente grigia, e quella novità gli parve piacevole e sensuale.
La seconda, invece, attirò molto l’attenzione del giovane Michelangelo. Aveva un aspetto davvero attraente, con la pelle di uno strano colore simile al rosa pallido ma con un tocco di grigio. I capelli riccioluti e color cioccolato, ma con dei riflessi rossi, le ricadevano sulla schiena fino alle scapole. Aveva gli occhi dalla forma simile a quelli dell’elfa, ma più grandi e ambrati.
Le tre ragazze si avvicinarono alle tartarughe sorridendo, ma continuando a camminare. Passarono oltre, fermandosi davanti a un carro e raccogliendo da esso degli abiti caldi. Tornarono dai ragazzi porgendoglieli.
-Dovreste indossare questi, non sembrate molto abituati al freddo di Skyrim.- esclamò l’umana dai boccoli castani.
-Il mio nome è Asia Occhi di Ghiaccio.- si presentò la rossa, porgendo le vesti ai quattro. –E loro sono Zoey Volpe Rossa e Aicha Rinvel.- finì poi, vedendo che il loro gesto fu molto apprezzato. Infatti, le tartarughe accettarono il dono e in fretta indossarono le maglie. Erano uguali a quelle di ogni soldato presente. Nere e azzurre, erano armature leggere che li avrebbero protetti non solo dal freddo ma anche dagli attacchi nemici.
-Siete molto gentili, grazie mille!- disse subito Donnie, perdendosi negli occhi di Aicha.
-Non preoccupatevi, è un nonnulla.- rispose Zoey per poi sorridere e socchiudere gli occhi. Le sue guance spruzzate di lentiggini fecero arrossire Mikey.
-Chi siete voi?- chiese Raph, beandosi della presenza di Asia, che gli si era appena affiancata.
-Questa è un’armata dei Manto della Tempesta. Siamo i veri figli e figlie di Skyrim, ma la nostra terra ci è stata rubata dagli Imperiali, che ci chiamano ribelli.- spiegò meglio la ragazza, aprendo le braccia per indicare tutta la truppa, composta da una sessantina di persone.
-E poi ci siamo anche noi neutrali, stiamo dando una mano ai Manto della Tempesta a riprendersi la loro terra. Dopotutto gli Imperiali provengono da Cyrodiil, non da Skyrim.- raccontò Aicha.
I ragazzi sembrarono molto interessati al discorso. Pian piano stavano capendo in che razza di luogo erano finiti, perciò qualche informazione in più era ben accettata.
Poi Leo spostò lo sguardo, posandolo sulla bionda a capo dell’armata. Sembrava che stesse dando ordini o spiegando un piano.
-E cosa mi dite di lei?- chiese, curioso e allo stesso tempo attratto.
Zoey fece una faccia sospettosa. Aveva capito perfettamente che il blu era rimasto colpito dalla leader. –Lei è Rachel Vene Ghiacciate. La figlia di Ralof, nonché thane dello jarl Ulfric. Può sembrare un po’ aggressiva, ma è molto gentile … quando vuole.- la presentò poi, mentre Mikey le si avvicinava.
-Thane?- le chiese infatti l’arancione, sorpreso.
-Si, è un po’ come il guerriero fidato di uno jarl, un vice. E’ lei che per ora guida la truppa. Non mi dispiace che ci sia lei come leader attualmente ma … spero che Ulfric stia bene.- rispose Asia al suo posto, abbassando un po’ lo sguardo.
-Non essere triste Asia, sono sicura che sta bene e che tornerà presto. Dopotutto non sarà di certo un drago a fermare un tipo come lui!- la rincuorò Aicha, che anche non essendo una ribelle, capiva perfettamente lo stato d’animo dell’amica.
Il viaggio continuò tra le chiacchiere dei sette, che attirarono l’attenzione di tutta l’armata anche con qualche sonora risata.
Stranamente, tutto l’esercito si fermò davanti a una specie di incrocio tra due strade di ciottoli.
Le tre ragazze si scusarono con le tartarughe e poi si avvicinarono alla prima fila, per sentire cosa avevano da dire Rachel, o magari Ralof.
-Allora è deciso. Truppa, voi andrete a Windhelm. Volpe Rossa, Rinvel, Occhi di Ghiaccio, Lynar e le creature verranno con me a Riverwood.- spiegò semplicemente e con decisione la bionda, mantenendo una postura dritta e solida mentre tirava le redini del suo cavallo bianco per farlo stare fermo, riuscendoci senza troppa fatica.
Ralof incrociò le braccia. –Rachel, sei sicura di farcela da sola? Non voglio che accada qualcosa alla mia bambina.- chiese preoccupato alla figlia, che subito lo guardò accennando un sorrisetto.
-Non avete nulla da temere padre, indagherò su questa faccenda del drago e mi rifarò viva molto presto.- promise la ragazza, annuendo.
-Va bene. Controllerò l’orizzonte in attesa del tuo ritorno.- sospirò il padre, abbassando lo sguardo. –Tua madre sarebbe fiera di te. – disse poi, allontanandosi.
-Fate tutti quanti attenzione, e tenete d’occhio il cielo.- esclamò poi ad alta voce, guardando le cinque guerriere e i quattro ragazzi destinati al resto del viaggio. Poi fece un rapido gesto della mano al resto dei soldati, che si incamminarono verso l’altra strada.
I nove aspettarono che gli alleati scomparissero in lontananza, e poi Rachel si voltò verso le tartarughe.
-Pochi scherzi, se provate ad attaccare ci lascerete le penne … o squame che siano.- avvertì minacciosa, e protettiva nei confronti delle guerriere.
-Tecnicamente noi tartarughe non possediamo niente di tutto ciò, abbiamo una pelle normale, solo un po’ ruvida.- precisò Donatello, ricevendo una gomitata da Raph, che alzò gli occhi al cielo.
-Dove ci stai portando?- chiese Leonardo, avvicinandosi alla bionda.
-A Riverwood. Dobbiamo scoprirne di più su questo fatto del drago, non si vedeva nulla del genere da secoli ormai, qui a Skyrim.- rispose lei, cominciando a muovere le redini del cavallo, che iniziò a trottare verso la strada principale.
 
FINE PARTE 1
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Spazio Autrici:
Ehylà, ragazze!
Qui è Rachel che vi parla! (D’ora in poi non mi farò più conoscere come Lea ///a me gira così///)
Come al solito il capitolo è diviso in due parti, ma perlomeno sono riuscita ad introdurre i primi OCs. Se le descrizioni non vi piacciono fatemelo sapere, posso anche cambiarle.
Oggi non ho molto da dirvi … solo, tra un po’ inizierà la parte “interattiva” della storia.
Prima di salutarvi volevo chiedervi di fare un salto sulla storia “Monster Hight” di Asia, sempre scritta su questo account.
-in cui io sono la figlia di Alduin, SKYRIM IS EVERYWHERE!-
Che dire, spero vi piaccia il capitolo, ho cercato di rendere i personaggi quanto più simpatici possibile ^-^
Un bacione carissime Dovahkiin,
Guur wah pah, shir etakiid!
-Perdonate il mio dovahzul, sono OSSESSIONATA dal linguaggio dei draghi-
Okay dai, se volete tradurre andate qua:
https://www.thuum.org/translate.php
Un bacione a tutte,
-Asia e Lea :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 3- Viaggio a Riverwood. PARTE 2 ***


Giovani Dovahkiin, ben ritrovate!
So di aver detto di aver sospeso tutte le storie per completare prima In a Leader’s Role a cui ormai mancano gli ultimi capitoli, ma era comunque da molto che non aggiornavo questa e finalmente ci sono riuscita.
Compariranno alcuni OCs, e spero che la troviate interessante.
Ho sentito che Asia ha aperto una nuova interattiva, vi invito ad iscrivervi anche a quella, se vi va!
Vi auguriamo una buona lettura,
Un bacione,
-Asia e Lea ;)
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Le quattro ragazze e i quattro ragazzi continuarono ad incamminarsi sul sentiero di ciottoli, quando proprio all’orizzonte videro un arco d’entrata in pietra, coperto da uno spesso tetto di pagliuzza gialla e sorretto da travi di legno un po’ fradice.
Donnie, passando accanto a dei segnali stradali in legno, tipici del Medioevo, riuscì a leggere la scritta scolorita “Riverwood”, indicandola al fratello al suo fianco, Raph, che la lesse un po’ confuso.
-Benvenuti nella città natale di mio padre, Ralof. - esclamò Rachel, quando ebbero sorpassato l’entrata.
La città sembrava un normale villaggio di buoni contadini, dato che c’era molta gente che andava e veniva, chi dalla segheria sulla sinistra e chi dall’emporio a destra. C’erano anche dei bambini, esattamente tre, che giocavano insieme ad un grosso cane sulla strada principale. Alcune guardie, decisamente troppo poche, sorvegliavano la zona, di tanto in tanto salutando gli abitanti. Sembrava davvero un bel posto.
Ad un certo punto, da lontano, una figura femminile alzò il braccio, scuotendolo in segno di saluto, per poi correre verso il gruppo a salutare.
La sua pelle era di un colore indefinito, che variava tra il rosa e il marroncino chiaro, le orecchie appuntite tipiche degli elfi, gli occhi leggermente tirati e senza pupilla, ma totalmente grigi, ma molto brillanti, il che li rendeva di un argenteo davvero bello. I capelli biondi e sciolti, durante la lenta corsa, le svolazzarono delicatamente in aria, colpendogli le spalle e la schiena. Era davvero carina, e fu soprattutto Donatello a pensarlo.
Appena si avvicinò per salutare, il mutante dalla benda arancione si voltò verso Zoey, domandandole con cortesia e curiosità di chi si trattasse.
- Lei è Annie Occhi d’Argento. Una Bosmer niente male come guerriera. - spiegò Volpe Rossa, sorridendo.
- Bosmer? - chiese confuso Leonardo, piegando la testa da un lato. La situazione si faceva sempre più complicata.
- Esistono tre tipi di elfi a Tamriel. Bosmer, ovvero elfi dei boschi, Altmer, gli elfi alti, e Dunmer, gli scuri. Ovviamente non siamo originari di Skyrim, ma molti di noi sono nati qui, dato che i nostri antenati si sono trasferiti in queste terre tempo fa. -  raccontò Aicha, mentre si passava una mano tra i capelli castani.
Era davvero tutto così strano! I quattro, poveri ragazzi, probabilmente erano stati catapultati in un’altra dimensione parecchio diversa dalla loro. Ormai a questi viaggi spazio-temporanei ci avevano fatto l’abitudine, ma il caldo rifugio in cui vivevano si faceva desiderare troppo, dato quel freddo pungente.
- Salve mio thane, e colleghe.- salutò con dolcezza Annie, abbassando il capo.
- E’ un piacere rivederti! – sorrise Asia in risposta. Le quattro sembravano molto amiche.
- Com’è la situazione qua, Occhi d’Argento? – chiese con decisione Rachel, cercando di mantenere un tono duro ma leggero allo stesso tempo.
- Due ragazzi hanno visto un drago sorvolare il Tumulo delle Cascate tristi, poco fa. Credo che dovremmo parlarli, si trovano alla locanda del Gigante Addormentato. – disse tutto d’un fiato l’elfa, per poi fermarsi solo un secondo e riprendere fiato. – Ma dobbiamo sbrigarci, credo che le guardie sospettino qualcosa dato che molti dei nostri si trovano là alla taverna. Non vorrei che qualche imperiale si insospettisse troppo! – concluse, spiegando in modo chiaro, anzi, perfetto, le circostanze.
- Ottimo. Grazie mille, Annie. Raccogli i nostri soldati che si trovano a Whiterun, intanto andremo a parlare con questi ragazzi. – sorrise la leader, scendendo da cavallo. Adesso appariva più alta di quanto sembrasse.
La ragazza di fronte a lei annuì, felice della nuova missione. Quando Rachel si fu allontanata per legare in luogo sicuro il cavallo, la giovane si lasciò abbracciare dalle tre colleghe.
- Zoey, Aicha, Asia! Era da molto che non vi vedevo. Ehm … avete preso dei prigionieri? – domandò curiosa, per poi spostare gli occhi verso le quattro tartarughe, arrossendo un po’ quando incrociò lo sguardo di Donnie.
- No, tranquilla. Si tratta di semplici innocenti che sfortunatamente si sono ritrovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. – sospirò Zoey compatendoli, ma tornando allegra subito dopo.
- A proposito, non ho ben capito che è successo ad Helgen. Davvero un drago ha attaccato la città? – domandò ancora la Bosmer, spalancando gli occhi incredula.
Aicha annuì a favore di tutte e tre le ragazze. – Erano secoli che non si vedeva una di queste creature. E pensare che molti li hanno scambiati per leggende!- commentò, mentre alzava le mani al cielo.
- Davvero strano … - mormorò la bionda, sfregandosi il mento con l’indice della mano destra. Rachel stava tornando, perciò salutò gentilmente le ragazze, mettendosi in cammino verso Whiterun subito dopo.
Il thane, salendo le scale della locanda “Il Gigante Addormentato”, fece segno ai mutanti e alle guerriere di raggiungerla, per poi entrare alla taverna.
L’edificio consisteva in una specie di casa, costruita su un piano solo. Dentro, il pavimento era stato costruito con delle grosse pietre allisciate, mentre le mura erano costituite da travi di legno saldamente strette tra loro. In mezzo alla grande sala, era stato acceso un grande fuoco, su cui era stato sistemato uno spiedo, in modo da essere in grado di offrire cibi caldi ai clienti, mentre più in avanti si trovava il bancone del locandiere, e i tavoli erano sistemati ai lati del salone. Sei erano le camere accessibili, divise l’una dall’altra e munite ciascuna di un letto comodo, guardaroba e forziere, per mantenere la sicurezza dell’ospite.
Attorno ad uno dei tavoli di legno, erano raccolte alcune persone, che commentavano le parole di un ragazzo e una ragazza davvero speciali.
La femmina era alta e snella, la sua pelle era fin troppo pallida, quasi di un color bianco neve, davvero insolita. Possedeva due occhi castani, con sfumature dorate, ma freddi e impassibili come se si fosse trattato di ghiaccio. I capelli, sciolti e lunghi, erano invece di un biondo scuro davvero molto attraente. Stava in piedi vicino al tavolo, appoggiata con la schiena ad uno dei pilastri di legno che reggevano la taverna, mentre teneva le braccia incrociate e una gamba alzata, in modo che la pianta del piede si appoggiasse perfettamente alla piccola colonna. Rispetto al suo compagno, era molto più taciturna, ed interveniva solo poche volte, quando veniva citata nel racconto del ragazzo.
Quest’ultimo era seduto proprio di fianco alla ragazza, e guardava tutti i presenti, senza lasciarsi colpire fin troppo da qualche insulto che gli veniva rivolto. I suoi occhi azzurri, quasi tendenti al celeste, ispezionavano la piccola folla di guerrieri che lo stavano ascoltando. Ogni tanto si arruffava pensieroso la chioma corvina, solcata da un curioso ciuffo bianco. Anche da seduto era evidentemente molto alto, e anche fin troppo magro. Mentre muoveva le labbra, si potevano intravedere due canini stranamente lunghi e arrotondati, simili a quelli di un normale cane da pastore tedesco.
Leonardo e i suoi fratelli osservavano la scena un po’ confusi, ma ammirati al tempo stesso.
- Posso giurarvi che quello che ho visto era un vero drago. Nero come la notte e grande come la Gola del Mondo. E’ riuscito addirittura ad oscurare il sole con le sue ali, possibile che voi stolti non l’abbiate neanche lontanamente notato?!? – sbottò il corvino, alzando le mani e facendole ricadere sulla superficie piana del tavolo strette a pugno, facendo sobbalzare il boccale di birra posto a pochi centimetri dalle sue braccia.
- Raven, secondo me hai esagerato con la skooma. Solo un folle direbbe queste cose. – intervenne un essere massiccio. Si trattava di un Orsimer, meglio chiamati come Orchi, nelle terre di Skyrim. La sua pelle era grigia, tendente al verdognolo. Si notava perfettamente che uno dei suoi due occhi neri era mancante, mentre le braccia erano solcate da lunghe cicatrici, ricordo di profonde ferite di battaglia. Era davvero terrificante, data la sua barba rossa malconcia e i pochi capelli del medesimo colore, solo un po’ più sul ruggine, legati dietro la testa in un codino corto.
- Ti faccio notare che non è lui a star bevendo come un ubriacone, Orco. – sibilò la bionda lì davanti, trattenendo un sorrisetto divertito.
- Sta’ zitta, lurida mezzosangue! Non è a te che si riferiva! – ruggì un secondo Orsimer, scattando in piedi per fronteggiare la giovane donna. Era leggermente più piccolo del primo, ma gli rassomigliava molto.
Quest’ultima non ci mise molto ad estrarre dalla cintura un grosso pugnale argentato ma dall’elsa dorata, puntandola alla gola dell’enorme Orco.
- Ripetilo, Shuzra, e poi vedremo se uscirai di qui con la testa ancora su quel tuo piccolo collo. – lo minacciò la bionda, facendolo sussultare, mentre la sua pinta di birra cadeva a terra.
- Calma Helen, non c’è bisogno di fare così. – disse un ragazzo dai capelli corti e castani e gli occhi di un insolito rosso scuro. Si trattava di un quindicenne Bretone, ovvero un umano non proveniente da Skyrim.
Rachel fece subito un passo avanti, schiarendosi la voce con foga per attirare l’attenzione di tutti. La piccola folla si girò subito a guardarla. Helen strinse gli occhi, riconoscendola, e lasciò che sul suo viso comparisse un piccolo sorriso.
- Il nostro caro Kenta Occhi di Fuoco dice il giusto. – esclamò con calma la ragazza, mentre l’altra ritirava lentamente il pugnale, rivolgendo all’Orco Shuzra un’occhiataccia che venne subito ricambiata. – Ma Naeris e il suo compagno hanno ragione. Un drago ha attaccato Helgen, questa mattina, ma non ho notato dove si stesse dirigendo. – continuò, facendo qualche altro passo e poi fermandosi a pochi metri dal tavolo. – Ho quindi bisogno di una nuova armata. Deve trattarsi della migliore, la più forte, la più spietata. Insieme noi uccideremo quel drago e riporteremo la pace a Skyrim. Ci chiameremo Manti Bruciati, e per una volta … - la leader si fermò un attimo, riflettendo sul fatto di essere giusta o meno con le parole che stava per dire. - … Manto della Tempesta, Neutrali ed Imperiali si alleeranno per quella che potrebbe essere la più importante delle missioni. Allora, chi è con me?- annunciò infine, con tono sicuro ed orgoglioso.
I ragazzi e le ragazze presenti intorno al tavolo si scambiarono per qualche secondo delle occhiate insicure, ma neanche un attimo dopo, tutti iniziarono a urlare “Io”, e ad alzare le mani al cielo, desiderosi di avventura, pericolo ed adrenalina, come dei veri eroi.
Dietro di loro, Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo si lasciarono sfuggire un sorriso. Dimenticarono per un attimo i loro letti caldi alla tana e le nuove tecnologie, in quella dimensione evidentemente mancanti, e non fecero che esultare insieme agli altri.
- Okay … - sussurrò divertita Asia, sognando le nuove missioni. - … Sarà decisamente molto divertente. – concluse poi, per unirsi ai presenti intorno al tavolo di legno.
 
 
 
 
 

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