Quando l'odio diventa amore

di Mizu_The little kiseki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** cap. 8 ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Mi chiamo Izumi Hamato e ho 14 anni.
I miei capelli sono color cioccolato e i miei occhi sono azzurri come il cielo; invece la mia pelle ha un colore verde chiaro.
Perchè?
Perchè sono nata dall'unione tra un'umana e un mutante mezzo uomo mezza tartaruga.
Mia madre si chiama Zoey e mio padre Michelangelo, detto Mikey.
La nostra famiglia è molto numerosa, infatti sono circondata da cugini, figli dei fratelli di mio papà, anche loro mezze tartarughe e mezzi umani.
La loro storia è fantastica e da piccola amavo sentir parlare delle loro avventure.
Purtroppo loro non sono fratelli di sangue ma adottivi; per l'appunto sono stati adottati da Splinter, un umano mezzo topo che prima di rifugiarsi nelle fogne viveva in Giappone e fin da piccoli li ha allenati nella grande arte del ninjitsu, del quale io e i miei cugini prenderemo le redini diventando i nuovi eroi della città, se non del mondo!
Ma c'è ancora tempo per parlare di questo, per ora io voglio vivere la vita come una normale adolescente; sapete com'è...tipo...andare bene a scuola, uscire con gli amici e incontrare il primo amore.
Già, so cosa state pensando: quasi quindici anni e non ti sei mai innamorata di qualcuno; strano ma vero.
Io sono molto scettica sui ragazzi; non dico di voler il principe azzurro, poi perchè azzurro poi...non potevano farlo nero, o rosso, o viola...boh, che ne so io.
Ma tornando a noi, non mi interessa incontrare un ragazzo perfetto, mi basta un tipo dolce, carino, intelligente e che mi accetti per quello che sono.
La mia caccia all'uomo comincerà domani; perchè domani inizierò le superiori e sicurarmente ci sarà qualche ragazzo decente no?
Poso il cellulare sul comidino di fianco al letto e mi distendo su quest'ultimo.
Stavo messaggiando con i miei cuginetti, dato che andremo tutti nella stessa scuola, speriamo di essere almeno insieme, non dico tutti ma almeno una parte, nella stessa  classe.
-Domani, il mondo conoscerà Izumi Hamato! E tutti i ragazzi cadranno ai miei piedi- esclamo alzando il pugno in segno di vittoria.
Il mattino seguente arrivò in un batter d'occhio, nonostante il mio nervosismo della sera prima, ero riuscita a chiudere occhio.
Apro gli occhi e mi alzo mettendomi seduta sul letto sbadigliando.
Accidentalmente il mio occhio cade sulla sveglia che segnava le 7.00.
-Cavolo, avrei voluto dormire ancora un po'- dico mentre fisso l'oggetto immobile.
Immobile?
Spalanco gli occhi e comincio a fissare la sveglia con più attenzione.
-Le lancette non si muovono....- afferro il mio cellulare e guardo l'ora.
7.45
-AAAAAAAAAAHHHH!! SONO IN RITARDO!!- balzo giù dal letto catapultandomi in bagno.
Mi siedo sul water e allo stesso momento mi lavo i denti e mi pettino.
Si, io so fare molte cose contemporaneamente.
Successivamente vado in camera dei miei genitori, ancora dormienti.
-Io vado! Sono in mega ritardo!- grido svegliandoli di colpo.
-Cì sono delle barrette nello scaffale, mangiane una- aggiunge ancora mezza ubriaca mia madre per poi ributtarsi sul cuscino.
-...Divertiti amore...- continua mio padre facendomi un segno con la mano.
In tutta fretta: prendo la barretta, scendo le scale (scivolo sul cornicione) e corro per la strada evitando miracolosamente le macchine che stavano per investirmi.
Il cortile della scuola era vuoto, la campanella aveva già annunciato la prima ora; dovevo sbrigarmi.
-Ma guarda te se dovevo far tardi il primo giorno di scuola!- esclamo arrabbiata tirandomi un pugno in faccia.
-Guarda chi c'è...Chocolat...- oh no....quella voce...lui.
Mi giro con sguardo imbronciato e fisso la figura di un ragazzo che mi fissava malizioso.
Vi presento Akira Hamato, terzogenito di Donatello Hamato, uno dei fratelli di mio padre, e Mizu O'Neil, una mutante con ben quattro DNA dentro (T-rex, umano, kraang e drago).
Akira ha preso l'aspetto da tartaruga dal padre e gli occhi azzurri da Mizu; ma grazie ad un siero antimutageno inventato da Donnie, i figli nati con aspetto da mutanti, tra i quali anch'io, riescono ad assumere la forma umana per un medio periodo di tempo.
In me l'unica cosa che cambia è il colore della pelle ma Akira cambia completamente, assumendo l'aspetto di un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi azzurri.
Lo odio un casino; sin da bambini per lui ogni scusa era buona per prendermi in giro, se mi dessero un dollaro per ogni soprannome che mi ha trovato sarei ricca sfondata.
Il più usato da lui è appunto "Chocolat" riferito per la precisione al colore dei miei capelli; mi chiama così sin dalle elementari, che fastidio, è l'unico al mondo che è capace di farmi perdere la pazienza solo aprendo bocca per sbadigliare.
Fortunatamente so come restituirgli il favore.
-Come va? Naneeeetto- sogghigno maliziosa.
Già, oltre agli occhi ha preso dalla madre anche la statura, e io sono più alta di lui di cinque centimetri; non è che sia tanto, ma lui s'incazza lo stesso a bestia ogni volta.
-Che hai detto, scema?!- urla cambiando umore assumendo un espressiome scocciata.
-Quello che hai sentito, scemo! Cos'è? Sei anche sordo oltre che gnomo?- lui lascia cadere lo zaino e punta il dito contro sempre urlando come una donna isterica incinta.
-Un giorno di questi io ti ammazzerò 
Ha.mato Izumi!- 
-Che paura! Rischio di essere picchiata dall'ottavo nano!- dico sarcastica facendogli la linguaccia.
-Testa fusa!-
-Guscio vuoto!-
-Faccia da trota lessa!-
-Tappo di sughero!- ecco che all'improvviso sentimmo una campana suonare all'interno dell'edificio; entrambi facciamo una faccia a dir poco orribile e cominciamo a fissarci negli occhi.
-SIAMO IN RITARDOOO!!- diciamo all'unisono prima di metterci a correre come dei fulmini.
Apriamo insieme la porta della classe e sempre all'unisono esclamiamo:
-MI PERDONI!- il professore che in quel momento stava facendo l'appello comincia a fissarci con uno sguardo disgustato.
-Tardi il primo giorno di scuola....che roba-
-Ci dispiace tanto....- ci inchiniamo in segno di perdono.
-Bon, per questa volta ve la do buona, forza entrate-
-Grazie- diciamo entrando; purtroppo entrambi andammo verso la porta nello stesso momento e rimanemmo incastrati.
-Che cavolo combini, stupida?!- mi urla contro torcendosi quel brutto stupido.
-Io?! Che fai tu dannato chihuahua!?-
Il resto della classe inizia a ridere mentre il maestro con una faccia scocciata si tira un facepalm.
Ecco, questa sono io e questo nano, la persona che odio di più al mondo, è il mio nuovo compagno di classe.
Cosa c'è di peggio?
-Hamato ci sono dei banchi liberi lì in prima fila-
-IN PRIMA FILA VICINO A QUESTO CESPUGLIO GIGANTE!?- urla lui alzando le mani all'altezza della testa con i palmi rivolti verso su.
-IN PRIMA FILA VICINO A QUESTO NANO MALEFICO!?- urlo io afferrandomi il viso con le mani e facendo un'espressione tipo appunto "l'urlo".
Il peggior primo giorno di scuola in assoluto...

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Allora, erano passati già tre mesi dall'inizio della scuola...tre maledetti fottuti mesi.
Ma sapete qual era la cosa più brutta ?! Era non solo il fatto di dover sedere vicino a quello gnomo da giardino fatto apposta per essere calpestato, ma anche il fatto che eravamo gli unici due Hamato nella nostra classe,  e quindi non potevo neanche trovare conforto nelle mie adorate cuginette....da spararsi in testa!
-Non ce la farò maiii! Sono fottutaaaa!- imprecai io mentre sbattevo su e giù il bicchiere di coca cola.
Era appena finita la scuola e mi trovavo al Mc Monald con le mie migliori amiche: Susan, Sora, Sophia e Kaori.
Susan, ultimogenita di Leonardo Hamato e Helen, aveva gli occhi marroni e i capelli lunghi e biondo scuro.
Sora era nata come mutante metà umana e metà tartaruga con un occhio azzurro e un occhio verde; nella sua forma umana aveva i capelli corti castani e si metteva una lente a contatto nell'occhio azzurro per farlo diventare verde.
Non era veramente figlia di Giulia perchè prima di lei, Raph era stato con un'altra che però aveva abbandonato la bambina non riconoscendola come figlia e quindi Giuly ha accettato di prenderla con sé e di diventarne la madre adottiva.
Al contrario, Sophia era l'ultimogenita di Raph e Giulia; era magra e alta, aveva i capelli sempre legati in una coda e una ciocca rosa e aveva gli occhi ambrati.
Infine c'è Kaori, secondo genita di Donatello e Mizu, nonchè sorella maggiore di quella sottospecie di cetriolo sotto aceto rinsecchito; ma almeno lei era simpatica.
Aveva i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri; era più bassa di Akira di due centimetri ma sapeva farsi rispettare dai due fratelli in una maniera incredibile.
-Smettila, è da mesi che continui a lamentarti della situazione...- si lamentò Sophia sorseggiando la sua bibita.
-Ormai quello che è fatto, è fatto, non puoi farci niente- aggiunse Sora cercando di tenermi ferma la mano in modo che non volasse la coca che c'era dentro.
-Parlate bene voi....perchè VOI non comprendete la situazione in cui mi trovo....non capite? Io e Akira insieme siamo come...come....gambero e polipo...diversi - ribattei io.
Le altre mi guardarono confuse e stranite; probabilmente a causa dell'esempio che avevo utilizzato.
Non era dei migliori ma era l'unico che mi venne in mente in quel momento; e poi perchè adoravano il polipo!
-Ok...allora, ho fatto uno schema su come siamo suddivisi...e secondo le mie analisi e le tue lamentele, il concetto dovrebbe essere più o meno questo...- Kaori tirò fuori dalla borsa un foglio:

1A: Izumi, Akira= Che Dio mi salvi!
1B: Sora, Keita= pacchia!
1C: Kaori, Jacob, James= che sballo!
1D: Sophia, Gilbert, Percy= Madonna!
1E: Raph jr, Susan= che figata!

-A me il concetto sembra più o meno quello- disse Susan concordando con l'amica che le sorrise orgogliosa.
-Come più o meno!? È esattamente quello!- urlai io cadendo in disperazione.
Da quando era iniziata la scuola io e lui non facevamo altro che litigare come due bambinetti dell'asilo, non che la cosa mi piacesse ma quello stupido mi dava sempre su i nervi!
Improvvisamente la porta del locale si aprì e sette ragazzi entrarono dentro guardandosi intorno in cerca di qualche posto libero in cui sedersi.
-Non ci posso credere...- disse una voce a me molto familiare, sfortunatamente familiare.
Tesa, girai lentamente la testa e LUI apparve di fronte a me (tranquilli non era Gesù).
-Tu!?- gridai alzandomi in piedi e puntando il dito contro l'essere più brutto che la terra abbia mai conosciuto.
-Tu!?- rispose puntando anche lui il dito verso di me.
-Che cosa cavolo ci fai qui!?- gli domandai sbattendo a terra i piedi con fare aggressivo, mentre le altre mi tenevano per calmarmi.
-Fino a prova contraria cara mia, QUESTO è un luogo pubblico!- ribattè lui; assunsi un'espressione shokkata e caddi in un angolo depressa.
-..Chiusa da un tappo...- chiunque mi vedesse poteva vedere chiaramente la scritta "chiusa" fluttuare sopra di me.
-Siete venuti a bere qualcosa pure voi?- domandò Sora a quel punto.
-Si, dato che oggi è venerdì volevamo goderci la serata insieme- le rispose un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi rossi.
Era Keita, primogenito di Donnie e Mizu e quindi fratello maggiore di Kaori e "della cosa che detesto e di cui non voglio pronunciare il nome perchè se no vomito".
La sua vera forma consisteva in una tartaruga dalle pelle bianca e nera senza guscio, solo col piastrone attaccato alla pelle, una coda e delle ali da drago, delle zampe posteriori da t-rex e delle creste sulla testa (la descrizione lo fa sembrare un mostro ma vi posso assicurare che in realtà come l'ho immaginato io è molto carino).
-Se volete potete venire con noi- aggiunse Gilbert, figlio primogenito di Leo e Helen; ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri.
-Cosa!? Scordatevelo! Non se ne parla neanche!!- gridammo io e il nano all'unisono facendo cenno di no con la testa e con le dita.
-Dai, sarà divertente passare la serata in famiglia- cercò di convicerci il primogenito di Raph e Giulia, Raph Jr.
Un ragazzo muscoloso, ma non troppo, dai capelli rossi e gli occhi verdi.
-Ho detto no!- continuammo io e Akira incrociando le braccia e sbattendo il piede a terra in segno di protesta.
-Ma perchè vi ostinate a non voler venire!?- chiese gridando Percy, terzogenito di Leo e Helen; aveva gli occhi castani e i capelli neri.
-Non voglio passare il venerdì sera con questo puffo impertinente!- esclamai io in risposta.
Akira mi fulminò con lo sguardo e mi tirò una pacca in testa.
-E io non ho intenzione di passare la serata con questo cespuglio ambulante!- esclamò lui successivamente; fu il mio turno di tirargli un'occhiataccia e di tirargli poi un pugno sulla schiena.
Cominciammo a bestemmiarci a vicenda sotto gli occhi dei nostri amici e sopratutto del resto del personale e dei clienti.
-Smettetela, ci stanno guardando tutti- disse Susan nascondendosi il viso coi capelli dalla vergogna.
-Guardate che andremo a mangiare la pizza e...- iniziò James attirando l'attenzione di tutti, tranne di noi che ci stavamo ancora pestando a sangue come se non ci fosse un domani.
-...E dopo andremo alla nuova sala giochi- concluse.
Io e Akira ci fermammo di colpo e lentamente ci girammo verso di lui con gli occhi a stella.
-Stai forse parlando della nuova sala che hanno aperto di fronte al cinema e accanto alla pizzera di Antonio!?- gli chiedemmo sempre con un'unica voce.
Lui annuì con sguardo fiero; io e il nano lanciammo gridolini di gioia e iniziammo e ballare per il locale.
-Ho sempre sognato andare in quella sala!- esclamai gioiosa.
-A chi lo dici, hai sentito che c'è anche il gioco della lap dance dove puoi richiedere la musica!?- mi chiese lui con le mani strette in pugni.
-Ovvio che l'ho sentito! E penso che sarà la cosa più bella del locale!-
-Anch'io, anch'io!-
Gli altri sorrisero e si tirarono occhiate complici, poi Kaori si alzò dalla sedia e ci chiese:
-In fondo voi due avete tante cose in comune...perchè non vi mettete insieme?-
....
Cioè, era riuscita a pronunciare quella frase come se fosse la cosa più normale del mondo!
Del tipo, prestami una matita!
Io e il puffo smettemmo all'istante sia di ballare che di parlare; ci guardammo per un instante negli occhi e poi iniziammo a ridere come due ebeti.
Stavo per morire per mancanza d'aria e per poco non caddi a terra per le troppe risate mentre con le mani mi tenevo la pancia dolorante.
-Come ti viene in mente una cosa così orrida?!- esclamò con sguardo disgustato Akira smettendo all'istante di ridere come un pazzo.
-Ahahahahah già....eh?- smisi di ridere anch'io.
-Come sarebbe a dire?! Non sono mica così brutta!- sbottai tirandogli i capelli.
-Nessuno vorrebbe mai stare con un cespuglio maleducato, irritante e irascibile!- rispose lui cercando inutilmente di liberarsi dalla mia presa.
-Almeno la mia pettinatura la posso cambiare, la tua altezza invece no- sogghignai sapendo di avergli appena trafitto il suo orgoglio da uomo...ma chi se frega!? Non mi ero mai sentita così superiore a lui come in quel momento.
-Maledetta Chocolat- mormorò imprecando e lanciandomi maledizioni in una lingua sconosciuta al genere umano.
I nostri cugini si accorsero di quanto quella domanda fosse stata la più stupida del mondo.
Si misero tutti una mano in faccia e cominciarono ad uscire dal locale lasciandoci completamente indietro.
-Ehi aspettate!- esclamammo insieme continuando a spintonarci.
Quella sera rimanemmo nella sala fino a tarda notte.
Giocammo alla guerra, alla lap dance e a tante altre cose fighissime.
Ma la cosa più bella era che per la maggior parte dellanotte io e Akira non litigammo affatto; forse perchè sia io che lui sapevamo tanto sui videogiochi e quindi potevamo parlare di qualcosa che avevamo in comune senza ucciderci a vicenda.
Prima di andarcene vidi il puffo intento a giocare a "prendi il premio"; notai che era particolarmente concentrato perchè quando lo era, come il padre, aveva l'abitudine di mettere la lingua a contatto con il labbro superiore.
Mi avvicinai per guardare a cosa mirava e improvvisamente premette il pulsante per far scendere il braccio.
Pescò una scatola con dentro una collanina con un lapislazzulo a forma di cuore attaccato.
-Che carino!- esclamai guardandolo.
Lui invece aveva una faccia a dir poco delusa; a quanto pare il premio non gli piaceva affatto.
-Sei bravo, di solito nessuno riesce a prendere qualcosa in queste macchinette- aggiunsi provando a tirarlo su di morale.
Lui mi guardò un istante primà di rigirare lo sguardo e porgermi la scatoletta.
Io lo guardai confusa.
-Che...?- provai a chiedere.
-Non fare domande e prendilo- disse prima che io potessi domandargli il perchè.
-Gr...grazie...sei gentile- gli dissi con un tono più dolce possibile; lui arrossì leggermente cercando di nascondere il volto.
-Non farti strane idee, è solo che non amo le cose sdolcinate e poi quella pietra s'intona con i tuoi occhi- affermò con tono secco prima di uscire dal locale seguito da me.
-Ehi aspettami!- esclamai sorridendo.
-Almeno non seguirmi!- ribatte lui mettendosi le mani in tasca.
-Impossibile, devo andare anch'io da questa parte-
In fondo...forse non era così male come credevo .

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


21 Dicembre...mancano solo quattro giorni a Natale; mio padre mi ha raccontato che in Giappone non avendo un significato religioso viene chiamata anche "festa degli innamorati" oltre al San Valentino.
Di solito per Natale tutta la famiglia si riunisce nel vecchio rifugio e ci rimane fino alla mattina successiva.
Ovviamente io e i miei cuginetti crollavamo già all'una o massimo alle due e avvolte facevamo delle gare per vedere chi resisteva di più; il primo che perdeva era Keita che era un dormiglione già di suo.
Akira invece pur di non perdere contro di me ingeriva ettolitri di caffé (al latte e con quintali di zucchero); ma alla fine crollavamo entrambi e chi vinceva era sempre Joshi.
Quest'anno sarebbe stato diverso, finalmente eravamo abbastanza grandi per andare con i nostri amici in giro.
Le nostre mamme non si preoccupavano del fatto di mandarci in giro da soli, insomma, alcuni di noi sono ninja mutanti e altri semplici ninja, ma sicuramente eravamo abbastanza bravi nel cavarcela.
I nostri papà invece erano il contrario, sopratutto se si trattava delle loro "bambine" ormai quattordicenni adulte e vaccinate.
-Allora ragazze, che facciamo insieme questo Natale?- chiesi alle mie amiche mentre stavamo facendo shopping nel centro commerciale; tra poco sarebbe stato il 25 e i negozi esplodevano di sconti.
-Io dico che dovremmo stare tutte insieme a casa mia a rimpizzarci di pizza e videogiochi- aggiunsi poi già sbavando per l'entusiasmo.
-Izumi...io veramente....questo Natale, non posso....Keita mi ha invitato ad andare in giro con lui..- balbettò Sora giocherellando con i pollici.
-Cosa!? Ma ma ma....-
-Eeeeeh i due piccioncini ci stanno dando proprio dentro, eh, Sora? Eeeeh, Sora?- la punzecchiò Sophia dandole delle gomitate sul braccio, facendo arrossire l'amica come un pomodoro.
-No...non è così-
-Comunque...mi sa che neanch'io potrò essere delle vostre- prese la parola Susan con aria rattristita.
-Come!? Perchè no?!- le domandai con gli occhi quasi in lacrime stringendole la manica della camicetta celeste che portava.
-Mio padre e mia madre per quest'anno hanno avevano già organizzato di andare con tutta la famiglia a fare una vacanza in Alaska-
-In Alaska!?- esclamammo io, Sophia e Kaori all'unisono. -Già, pensate! Finalmente potrò andare con i cani da slitta! Uno dei miei sogni finalmente si avvererà! Non vedo l'ora!!- gridò lei facendo giravolte dalla gioia.
-Ragazze, mi sa che neppure io sarò disponibile- fulminai Sophia con lo sguardo ormai rosso dal troppo trattenersi.
Le mie amiche stavano cadendo come mosche una dopo una...perchè il Natale ce l'ha con me!?
-Io e Raphie avevamo di andare a fare volontariato alla pensione-
-Raphie che fa il volontario in una pensione!?- esclamò Kaori incredula alle parole udite.
-Infatti mia madre l'ha obbligato...ha detto che deve imparare a sporcarsi le mani nella vita...non chiedetemi il perchè di questa affermazione, ovviamente mio fratello non ha avuto il coraggio di ribellarsi- rispose Sophia incrociando le braccia e sospirando; sua madre quando si incazzava diventava peggio di Raffaello.
-Quindi Kaori....saremo solo io e te!- esclamai andando a fissare l'ultima oppurtunità che avevo di bon passare il Natale come una perfetta single depressa.
-No...- Così diretta!? Cioè neanche dirmelo facendo dei piccoli giri di parole per non cercare di ferirmi.
-N..no?- ripetei facendo finta di non aver sentito bene.
-Io e James siamo stati invitati ad una festa insieme ai nostri compagni di classe, e io sono stata incaricata di impiantare lo stereo karaoke essendo quella con un po' di sale in zucca nella mia classe...senza offesa per vostro fratello ovviamente- disse Kaori rivolgendosi a Sophia e Sora che le fecero cenno di non preoccuparsi.
Quindi avrei passato il Natale da sola....come una stupida...come un'ameba..
-Nooooooooooo!!!- mi presi la testa fra le mani e alzai lo sguardo verso il soffitto, per poi cadere a terra abbracciandomi le gambe come una bambina che non aveva ricevuto il lecca lecca.
-Dai Izumi, non fare così, anche noi dispiace lasciarti da sola, sul serio- cercò di consolarmi Susan accarezzandomi la testa.
-Ehi, c'è pur sempre mio fratello, perchè non passi il Natale con lui?- mi domandò Kaori di nuovo non rendendosi conto della frase che aveva appena appena pronunciato.
-Assolutamente...-
...
-...No!!- gridò il ragazzo da capelli ramati sbattendo la mano sul tavolo.
-Anche tu?! Ma siete proprio uguali voi due! Siete entrambi degli idioti!- urlò Kaori in risposta al fratello che si risedette cercando di ricomporsi.
-Non ho intenzione di passare il Natale con quella nocciolina gigante!-
-Preferisci restare chiuso in casa a non fare un cacchio!? In questi giorni sei stato talmente pigro che non sei stato nemmeno in grado di prenderti degli impegni! Almeno cerca di fare qualcosa ghiro ammuffito che non sei altro!- la sorella lo prese per i capelli e lo scaraventò sul divano dove c'era Keita con il suo pc.
-Ma sei deficiente!?- sbottò Akira accarezzandosi la testa dolorante.
-Te lo sei meritato! Non ho intenzione di farti passare la Vigilia qui in casa da solo e la mia amica ha bisogno di compagnia! Io e gli altri non possiamo quindi rimani solo tu!- esclamò lei puntandogli il dito contro.
-Keita, dammi una mano!-
-Hai intenzione di lasciarla da sola a Natale, sei crudele...- si limitò a rispondergli il fratello con aria delusa.
-Cosa!? Mamma, ti prego!-
-...Vuoi abbandonare la tua migliore amica il giorno di Natale, che figlio ignobile...- disse la giovane donna che nel frattempo aveva finito di lavare i piatti, fingendo di asciugarsi una lacrima.
-Anche tu, mamma!? Perchè ce l'avete tutti con me?! E poi lei non è la mia migliore amica!- imprecò Akira ormai con una crisi di nervi in stadio avanzato. A quel punto Kaori fece una cosa che avrebbe mai voluto fare, ma il caso lo richiedeva.
Lei conosceva il suo punto debole.
La sua più grande paura.
-...Se non vai con lei...dirò a mamma dove nascondi le tue riviste porno...- gli sussurrò nell'orecchio con voce maliziosa.
Akira sbiancò dalla testa ai piedi per poi andare a fissare la faccia beffarda della sorella che rideva come solo le streghe sanno fare.
-Maledetta...-
....
-Ti va di venire fuori con me a Natale?- chiese il ragazzo accarezzandosi la nuca.
-No!- risposi io secca.
-Ok- lui fece per andarsene ma la sorella che in quel momento stava ascoltando lo afferrò per il cappuccio della giacchetta e lo fece girare di nuovo verso di me.
-Che cavolo vuoi?! Ha detto di no!- Kaori si limitò a fulminarlo con lo sguardo.
-...Per favore-
-Perchè dovrei uscire con un nano come te...mi faresti fare solo brutta figura!- esclamai io incrociando le braccia.
A quel punto lui in uno scatto omicida provò ad afferrarmi, fermato ovviamente dalla sorella che lo stringeva per la vita impedendogli di muoversi.
-Lasciami! Io l'ammazzo! La ucciderò e poi nasconderò il cadavere!-
-Che bruto...non si dovrebbero dire queste cose ad una ragazza- dissi io con voce da civetta.
-Ragazza? Dove? Io non la vedo- aggiunse lui guardandosi a destra e a sinistra; fu il mio turno di provare a saltargli addosso.
Kaori si mise in mezzo tirando un pugno sulla testa ad entrambi.
-Sono stufa di dovervi fare da mamma! Ascoltate, siete entrambi disoccupati, fate almeno uno sforzo per non dover passare una delle feste più importanti dell'anno come delle amebe...- io e Akira ci lanciammo un'occhiata e poi abbassammo lo sguardo; stavamo riflettendo sul da farsi.
-D'accordo...- dissi io con un pizzico di disgusto nella voce.
-Se mi tocca...- continuò lui con sguardo irritato.
Kaori fece un sorriso entusiasta di essere riuscita a fare qualcosa che solo i grandi guerrieri (i nostri genitori) riuscivano a fare: far andar d'accordo me e il nano.
Ed ecco signore e signori come rovinai il mio Natale.

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


Era la Vigilia, stasera sarei dovuta andare fuori con Akira, tre ore a litigare solo per decidere A che ora trovarci poi altre tre per decidere DOVE , e infine abbiamo deciso di vederci per le 19 .30 e di andare al cinema a vedere un film; ed ecco altre tre ore di litigata, io volevo un film fantasy e lui uno horror....e Io odiavo l'horror; miisi subito in chiaro la mia situazione perchè, insomma, vedere per sbaglio a sei anni la Bambola assassina credendo che in realtá fosse Toy story, non credo fosse una cosa molto bella.
Beh...per quell'idiota si visto che non appena glielo dissi si mise a ridere che quasi gli scoppiavano le budella; maledetto nano malefico.
Aprii il mio armadio, prendendo la prima tuta che vidi e me la misi indosso.
Appena uscita dalla stanza venni assalita da mia madre che mi afferrò per il braccio e mi riportò in camera.
Cercai di ribattere, provando a chiederle che diamine stava facendo ma lei mi anticipò togliendosi i vestiti con un Poof...oh...Non vi avevo ancora detto che mia madre era una maga? Ops, colpa mia.
-Non credere che ti manderò fuori la notte di Natale con quegli abiti da single depressa!- esclamò aprendo di nuovo il mio armadio e cercando di trovare qualcosa di decente da farmi indossare.
Io rimasi ancora basita a causa dello shock.
-Ma io sono single...ok...forse non depressa ma sono single!- replicai comprendomi con il lenzuolo.
-Non stasera figliola, uscirai con un ragazzo, no? Devi almeno cercare di essere carina- rispose lei lanciandomi una gonna, delle calze lunghe e una maglia scollata di colore arancione.
-Pff...io non so dove lo vedi tu il ragazzo...stiamo comunque parlando di Akira- cercai di soffocare una risatina.
-Non è bello parlare male alle sue spalle, è un peccato che litighiate sempre, da bambini eravate attaccati come due calamità....-
Era vero. Io e Akira da piccoli giocavamo sempre insieme nonostante litigassimo sin dalla notte dei tempi; il nostro è un continuo via vai tra amicizia e odio.
Mia madre mi lanciò un paio di ballerine ordinandomi di vestirmi subito e di raggiungerla in bagno il più presto possibile; non ebbi neanche il tempo di ribattere che lei scomparì dalla stanza.
Quando ebbi finito di vestirmi, mia madre mi truccò con mascara, ombretto e altre cose di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza; poi mi lasciò uscire esclamando un buona fortuna, seguito dai pianti di mio padre che non appena mi vide fece una faccia tipo l'urlo di Munch.
Mi diressi a Central Park il più velocemente possibile, camminare con quelle ballerine era un'impresa titanica, altro che mission impossible, quello era peggio.
Quello stupido era in netto ritardo, ero nel luogo dell'appuntamento giá da un quarto d'ora ed erano giá le 19.45.
-Se si azzarda a darmi buca non può immaginare le sberle che gli tiro....Non si può far aspettare così una ragazza-
Quel quarto d'ora divenne mezz'ora e io ero ancora lì; ogni volta che mi giravo non vedevo che coppiette che camminavano e ridevano felici, io invece ero ferma come una trota lessa.
Avevo provato a chiamarlo giá parecchie volte ma aveva il telefono scarico.
-Scusi signorina, potrebbe farci una foto?- mi girai e alla mia destra vidi un ragazzo ed una ragazza che mi porgevano la macchina fotografica; io la presi e annuì alla loro proposta.
Sembravano una coppia così felice.
Quando gliela ridiedi non mi rendetti neanche conto che una lacrima nel frattempo mi stava solcando il viso.
-Mi ha dato buca....quel brutto vigliacco! Stupido nano!- mi asciugai la lacrima col dorso della mano e cominciai a correre non rendendomi neanche conto di dove stavo andando; infatti inciampai facendo un volo enorme.
Mi misi in ginocchio con ancora le lacrime sul viso.
-Perchè tutte a me!?- esclamai mettendomi i palmi delle mani sulla faccia cercando di nasconderla.
-Ti sei fatta male?- Alzai lo sguardo, davanti a me vidi un ragazzo alto dai capelli neri che mi stava porgendo la mano per aiutarmi ad alzarmi. Io annuì ringraziandolo.
-Dovresti stare più attenta, anche se quella era solo una caduta avresti potuto farti molto più male- aggiunse dandomi un fazzoletto con ricamato un fiore di loto.
-Grazie, sei molto gentile-
-Figurati...Mi chiamo Shin-
-Io, Izumi-
-Wow, anche tu con un nome giapponese, che sorpresa! E hai anche un nome molto carino- esclamò sorridendo; sorrisi pure io, arrossendo un po'.
All'improvviso una voce chiamò il mio nome, era Akira, che stava correndo verso di me come un forsennato.
-Oh...sei tu- fu l'unica cosa che riuscii a dire.
-Quanto sei scema! Che ti costava aspettare un po'?!- esclamò lui col fiatone, solo dopo si accorse della figura di Shin che lo guardava sorridendo.
-E tu saresti?- domandò poi il nano senza un minimo di tatto.
-Dovresti avere più cura della tua ragazza- Akira lo fissò seccato.
-No, Shin, hai frainteso! Noi non stiamo insieme...siamo solo amici- Akira mi prese per il polso.
-Andiamo, se no perdiamo il film-
-Aspetta, il fazzoletto!-
-Tranquilla tienilo pure, piccolo regalo di Natale- sorrise Shin in risposta. Arrossii di nuovo mentre Akira aumentò la forza della presa e la velocitá del passo.
Non ci parlammo per tutto il tragitto fino al cinema, poi lui iniziò chiedendomi con i suoi soliti modi "chi è quello spilungone?" e io non gli risposi "affari miei" con tono secco.
Dopotutto ero ancora molto arrabbiata per il suo ritardo e per il fatto che a causa sua stavo per staccarmi la testa cadendo, cosa che facevo bene a non dirgli, altrimenti si sarebbe messo di nuovo a ridere dandomi dell'imbranata.
Non diedi per niente importanza al film, perchè non riuscivo a non pensare a Shin: alto, capelli neri, figo, gentile e con un nome bellissimo, tutto il contrario di Akira praticamente.
Appena finito il film io e lui cominciammo a diriggerci verso uno di quei bar 24h su 24h per prendere qualcosa da bere e aspettare la mezzanotte, dato che erano le 23.50.
Il nano era stranamente zitto e non parlava, come me del resto. -....Sei carina con quella maglia- mormorò improvvisamente lasciandomi completamente spiazzata.
-Gr...e...ah...grazie- balbettai io nascondendomi il viso con una ciocca di capelli.
-Aspetta! Cos'hai in mente?!- esclamai poi.
-Che cosa staresti insinuando!- esclamò lui in risposta iniziando ad irritirarsi.
-Non mi hai mai detto una cosa carina in tutti i tuoi quindic i anni di vita! Come mai adesso te ne esci con quella frase!?-
-....Beh....diciamo che oggi mi sento buono, dopotutto è Natale- mi risedetti sulla sedia ritornando a sorseggiare la mia bibita.
Non appena toccò la mezzanotte si sentì un urlo che però poco non mi stravolse le orecchie.
Il mio cellulare si riempì subito di messaggi di auguri ai quali io risposi subito.
-Auguri, cespuglietto-disse Akira sorridendo.
-Auguri anche a te, nanerottolo- ridacchiammo insieme.
Subito dopo lui iniziò a trafficare nella sua tasca, dalla quale prelevò un pacchetto che mi porse davanti.
-Che cos'è? Un regalo?- gli domandai causandogli un tic all'occhio.
-No, un dispetto! Certo che è un regalo...che altro vuoi che sia?- sbottò e io in risposta sbuffai prendendogli il pacco dalle mani e iniziando ad aprirlo.
Dentro vi ci trovai un peluche di un gatto; un gatto gelato per l'esattezza. -Ma questo è...- non ci potevo credere; quel peluche me lo aveva regalato mia madre quando avevo dieci anni.
-Ma io l'avevo perso nelle cascate delle fogne- aggiunsi andando a fissare la figura del mio amico.
-L'ho trovato impigliato in mezzo ad alcuni rifiuti, volevo ridartelo ma non riuscii più a trovarlo fino a sei mesi fa- mi spiegò lui accarezzandosi la nuca.
Diedi una carezza a quel vecchio peluche.
-Mi ricordo che era tutto rotto e scucito...Non dirmi che...- feci uno sgignazzo.
-No no no no no no no! Non è come pensi!-
-Allora quei corsi di cucito erano per questo!- esclamai gioiosa con gli occhi a forma di stelle.
-No! Izumi...Non è ver...- lo abbracciai con tutte le mie forze; nessuno dei due riuscì a spiegarsi il motivo di quel gesto.
-Ti ringrazio, sono davvero molto felice-
-Prego, non c'è di che...- balbettò lui ancora paralizzato dallo shock.
-Izumi?- continuò successivamente con voce più seria.
-Cosa c'è?- domandai io ancora incollata a lui.
-Perchè mi stai attaccata come un koala?- sciolsi subito l'abbraccio e gli diedi uno scapelotto in testa.
-Razza di scemo! Hai rovinato il momento! E io che per una volta ho fatto lo sforzo di abbracciarti!- sbottai incrociando le braccia.
Mi aspettavo una delle sue solite sceneggiate, invece si mise a ridere di gusto e io con lui, pochi secondi dopo.
Giá. Un continuo via vai tra amicizia e odio.

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***


 
 
 
-Izumi, fin dal primo momento in cui ti ho vista, ho subito capito che eri tu la ragazza dei miei sogni; vuoi metterti con me?- 
-Oh Shin...anche per me è lo stesso, voglio stare per sempre con te- lo abbracciai con tutte le mie forze e lui in risposta mi prese il volto tra le sue meravigliose e candide mani. 
-Izumi?- domandò poi con quella sua voce sensuale da vero uomo. 
-Si, mio adorato?- 
-TI DECIDI A SCENDERE DA QUEL FOTTUTO LETTO!??- gridò lui con la voce di una donna isterica mestruata. 
Oh....si..anch'io ti a...eh!?-
 
... 
Caddi dal letto con le lenzuola attorcigliate in vari punti del mio corpo e con voce scocciata e confusa mormorai: 
-Ma dove diavolo sono finita?- 
-Finalmente! È da tre ore che ti chiamo! Ti sei di nuovo scordata di mettere la sveglia!- in camera entrò mia madre con la sua solita faccia da Voldemort incazzato...faceva paura...ve lo assicuro. 
-Cosa? Come? Che ci faccio qui? Dov'è il mio adorato Shin?-continuai a chiedere io accarezzandomi il punto dolente; non mi ero ancora accorta di cosa stava succedendo intorno a me. 
-Chi diavolo è Shin!? Un altro belloccio dei tuoi videogiochi? Sbrigati o farai tardi per la scuola un'altra volta!- esclamò mia madre lanciandomi contro un toast che io, ancora confusa, presi in mano. 
-Tardi...scuola...di nuovo...Oh no!- 
Shock 
-Farò tardi a scuolaaaa! Perchè non me l'hai detto prima!?- gridai alzandosi e inciampando sulle lenzuola, per poi rialzarsi e correre verso l'armadio dal quale tirai fuori la prima roba che vidi. 
-Ah bene! Per quanto ancora pensi che dovrò venire io a svegliarti? Hai quasi 15 anni, non sei più una bambina, non hai più bisogno del biberon- rispose mia mamma, attenta a non sbagliare a mettere in borsa l'occorrente per andare a lavoro. 
Lei lavorava come dottoressa in un ospedale qui vicino, i suoi poteri da maga tornavano utili in caso di qualche malattia grave; ovviamente stava attenta a non farsi scoprire. 
Mio padre invece da quando aveva scoperto che poteva diventare umano, aveva deciso di aprire una pizzeria tutta sua, che faceva concorrenza addirittura a quella di Antonio in persona. 
Corsi mezza nuda per tutta la casa cercando di trovare le mie scarpe, visto che di solito quando torno a casa le butto in un angolo fregandomene del resto. 
Alla fine le ritrovai sotto il tavolo della cucina e mi sbrigai a metterle, rischiando tipo una quindicina di volte di beccare l'angolo del tavolo. 
Presi il resto della roba, salutai mia madre e mi affrettai ad uscire di casa per correre a scuola come un fulmine; il professore questa volta non me l'avrebbe fatta passare liscia, ne ero certa. 
Gridavo "pistaaaa!" ogni tre per due; non volevo mica che qualche povero cristiano venisse investito dalla macchina da guerra, la quale ero. 
Ero quasi vicina al cancello della scuola quando ecco che mi vidi corrermi affianco un puffo col fiatone. 
-Tardi pure oggi, eh? Che scemo!- cercai di provocarlo come al mio solito. 
-Perchè tu cosa sei invece!?- rispose lui continuando a correre e lanciandomi un'occhiata irritata. 
-.....E chi ti ha detto che sono in ritardo?! Mi sto solo facendo una piccola corsetta per tenere in allenamento il mio bellissimo corpo da adolescente!- esclamai con una faccia da pesce lesso. 
-Bellissimo corpo, dove? Io non vedo niente!- mi provocò lui ridendo come un ossesso; di sicuro aspettava la mia contromossa, ma io sicuramente sapevo giocare d'astuzia. 
-Dovresti correre anche tu più spesso, almeno ti faresti due muscoli visto lo stuzzicadenti che sei!- 
-Ma io ti ammazzo, Izumi!- risi mentre lui tentava inutilmente di prendermi; la pazienza non era mai stata il suo forte, e neanche la furbizia a quanto pare. 
E quello amici miei, era il figlio di quel grande genio di Hamato Donatello, difficile da credere ma era così. 
Quando arrivammo in classe, tutti sudati e ansimanti, ci sedemmo ai nostri posti; il prof non era ancora arrivato, questo si che era un gran colpo di fortuna. 
-Prima o poi ti ucciderò sappilo- iniziò Akira tirando fuori i libri dallo zaino; io ridacchiai di gusto cercando di non farmi sentire. 
Non so Perchè ma mi piaceva troppo vederlo arrabbiato, forse perchè quando lo vedevo così mi sentivo sollevata, infatti un Akira calmo e rilassato non riuscivo proprio ad immaginarmelo. 
Sorrisi mentre lo guardavo controllare i compiti sul quaderno; quando si accorse che lo stavo fissando mi lanciò uno sguardo di disapprovazione. 
-Cos'hai da guardare, Chocolat?- ritornai nel mondo dei vivi e mi girai di scatto non rispondendo neanche alla sua domanda. 
Stava per domandarmi qualcosa quando sentii la porta spalancarsi mostrando la figura del professore che entrava con la sua solita 24h in mano. 
-Scusate il ritardo, ragazzi....Ero andato a prendere un nuovo alunno della nostra classe...vieni dentro- un ragazzo alto dai capelli neri e gli occhi ambrato fece il suo ingresso nella stanza...un momento ma quello era.. 
-Shin!?- Urali alzandomi dalla sedia e indicando il ragazzo che in risposta ridacchiò. 
-Ciao Izumi, è un piacere rivederti- mi fece l'occhiolino, mi sentii sciogliere come neve al sole al solo suono della sua meravigliosa voce d'angelo. 
Akira al contrario venne percosso da un brivido che lo portò a portarsi entrambi le mani sulle braccia. 
-Oh, vi conoscete giá voi due, vedo....lui è Okuro Shin, siate gentili con lui, è arrivato dal Giappone pochi mesi fa- disse il prof mandandolo al posto. 
L'unico banco libero era quello di fianco a me! Questa giornata stava andando di bene in meglio! 
O almeno così credevo, infatti quando la lezione finì il professore ci distribuì i compiti si scienze...C- 
Altro shock 
Sbattei il viso sul banco; era inutile, andavo bene nella maggior parte delle materie ma in quelle come biologia, chimica e fisica ero peggio di una frana. 
-Ehi Aki, che voto hai preso?- mi affacciai sul suo banco ma lui d'istinto girò il foglio per non farmelo vedere. 
-Affari miei- disse secco. 
Gonfiai le guance come una bambina, segno che mi stavo arrabbiando. 
Però era strano, non mi mostrava mai le sue verifiche, possibile che facesse errori peggio dei miei? 
-È così disastroso?- domandai sgignazzando. 
-Solo perchè mio padre è un genio questo non vuol dire che anch'io debba essere un secchione...- 
-Ehi Izumi- mi girai e vidi Shin che mi stava salutando con la mano con quel suo solito sorriso. 
Arrossii vistosamente e lui se ne accorse dato che mi accarezzò la guancia dicendomi che forse mi stavo ammalando. 
Akira fu di nuovo scosso da un brivido. 
-Sarebbe un peccato se una ragazza così carina si prendesse una brutta influenza- 
-Ragazza così carina? Ma chi? Lei? Ahahahaha!- esclamò il nano iniziando a ridere. 
-Chiudi quella bocca, Akira!- 
Shin sorrise di nuovo, mi accarezzò i capelli e mi salutò per poi andarsene verso l'uscita; vero! La lezione era finita e quindi era ora di andarsene a casa. 
Feci per andarmene e seguirlo ma la voce del mio insegnante mi bloccò. 
Disse che voleva discutere dei miei voti in scienze e affermò che avevo bisogno di ripetizioni se non volevo restare indietro, perchè sicuramente i prossimi argomenti sarebbero stati più complicati. 
-Sarò molto gentile e ti darò tempo per ripassare, però dovrai farti dare delle ripetizioni da un tuo compagno- 
-Si prof, ha ragione....- sospirai con sguardo rattristito. 
Lui sbuffò in risposta. 
-Meno male che ci ho pensato io, credo proprio che il tuo cuginetto sará felice di aiutarti- sogghignò. 
Cugino? 
Mi voltai e vidi sul ciglio della porta quel puffo che guardava l'ora sul cellulare. 
Shockissimo
Mi presi il volto con le mani tipo Munch e mi rigirai verso il mio insegnando con uno sguardo disperato implorando aiuto. 
-Akira!? Ma come?! Andiamo prof non scherzi! non può essere lui! Lui fa schifo in tutte le materie!- 
-Non so di cosa tu stia parlando...tuo cugino va bene in tutte le materie, inoltre nell'ultimo test ha preso una A+- 
Lanciai un gridolino di sorpresa mentre Akira si stava accarezzando la nuca imbarazzato. 
Girò lo sguardo per non guardarmi negli occhi. 
Questa è una tragediiiiiaaaaaaaaa!! 

Copertina della storia 😊spero di averla fatta bene e che vi piaccia
/ http://oi60.tinypic.com/2z8byvd.jpg
 

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


Ero lì.
Davanti al campanello, indecisa se premerlo o meno. Mi sentivo come un militare alle prime armi, pronto per la sua prima guerra; che schifo di paragone.
Ma poi chi lo voleva il suo aiuto? Potrei tranquillamente studiare da sola a casa mia.
Il problema era che se non fossi migliorata mia madre mi avrebbe tagliato acqua, luce, gas e CIBO! No, questo non doveva succedere...
Suonai al campanello e dalla porta uscì Mizu che salutandomi mi fece cenno di entrare.
-Ciao Izumi, che bello vederti; diventi ogni giorno più carina....una favola...-
-Grazie Mizu, tu invece non cambi di una virgola-
-Chiamalo vantaggio di avere DNA di drago dentro....Akira scendi! C'è Izumi!- esclamò la donna rivolgend o lo sguardo verso il piano superiore.
Alzai lo sguardo e vidi scendere dalle scale sbadigliando, una tartaruga mutante dagli occhi blu zaffiro.
-Sei in ritardo, Chocolat; mi sono addormentato ad aspettarti- affermò grattandosi la nuca.
Devo dire che vederlo in forma mutante era strano; di solito lo vedevo sempre in forma umana.
-Che stai dicendo, idiota!? Non sono mica una ritardataria incallita- lui fece un sorriso malizioso prima di dirigersi in cucina e prendersi una lattina di coca.
Nel soggiorno vidi Keita, anche lui in forma mutante, intento a cambiare da canale a canale la tv e Kaori, in forma umana dato che lei non è nata mutante.
La salutai abbracciandola/strozzandola e lei ricambiò abbracciandomi/strozzandomi ancora di più.
-Non preoccuparti, anche se non lo dimostra, Akira è molto intelligente e se la cava molto bene a spiegare le cose, vedrai che i tuoi voti saliranno più velocemente di un razzo- disse la mia amica dandomi una pacca sulla spalla.
-Spero, altrimenti la prossima volta che ci vedremo sará all'obitorio...- aggiunsi io rabbrividendo al pensiero.
Akira ritornò e mi fece cenno di salire in camera sua.
-Da soli nella tua camera? Stai scherzando!?-
-Di che stai parlando, cespuglietto?-
-Cosa vuoi fare a una povera ragazza indifesa?-
-Togliamo l'indifesa...e poi guarda che non ti faccio niente...e sinceramente non ci tengo...con te poi- ridacchiò lui.
-Come osi...brutto...!?- stavo per controbattere quando mi bloccai di colpo, intuendo che sicuramente quello non era il momento di litigare.
Stranamente la sua camera era in ordine, niente fuori posto; aveva addirittura i cd in ordine alfabetico.
-Non ti facevo così maniaco della pulizia-
-Io sono sempre stato un maniaco della pulizia; odio il disordine- continuò inserendo una pillola dal colore verde.
Era una pillola di antimutageno, così da poter assumere la forma umana. -Perchè l'hai fatto? tanto chi vuoi che ti veda?- gli domandai.
-Sto più comodo, e mi è più facile muovermi- da sotto il letto vidi muoversi qualcosa e da esso uscì un piccolo verme grande quanto un gatto.
-Kou!- esclamai gioiosa prendendolo in braccio.
Kou era un verme mutante che Donnie aveva preso ai Kraang e grazie a lui riusciva a ricavare il mutageno e di conseguenza a creare l'antimutageno; quando è arrivato in famiglia Keita, Kaori e Akira avevano solo tre anni e per farlo restare piccolo Donatello ha inventato una macchina apposita.
Inutile dirvi che è diventato uno dei più grandi scienziati del mondo, mentre Mizu ha realizzato il suo sogno di diventare un'attrice.
-Allora, da cosa vuoi iniziare?- mi chiese mentre io continuavo ad accarezzare il piccolo animaletto che era comodamente sdraiato sulle mie ginocchia.
-Preferirei partire dalla chimica dato che è quella con cui ho più problemi- Akira prese il suo quaderno ed una penna dal suo zaino.
-Bene, dimmi, cos'è che non hai capito?- mi chiese successivamente pronto a cercare la pagina giusta dove andare.
-Tutto- risposi io; potei notare un fiorellino crescere sulla testa di lui che cominciò a guardarmi con una faccia da completo ebete.
-Stai scherzando? Come puoi non aver capito nulla!? E il bello che l'intelligenza l'hai presa da tua madre!- mi urlò isterico nell'orecchio spaccandomi quasi il timpano.
-Se dico che non ho capito, non ho capito! Non è mica colpa mia!- esclamai io in mia difesa.
-Io queste cose le ho imparate alle elementari!-
-Io non ho un padre scienziato, caro mio!- Akira sbattè con forza la testa sulla scrivania con fare esausto e ormai arreso tirò un sospiro.
-D'accordo...ripartiamo dalle basi....- passai tutto il pomeriggio a scervellarmi su quelle dannate formule molecolari.
Ma Kaori non aveva torto; il nanetto per quanto irritante era bravo a riformulare frasi complicate in molte più semplici da capire.
Sembrava proprio un maestro mentre mi spiegava, aveva anche l'apposita lavagna e un paio d'occhiali che di solito utilizzava in casa avendo problemi di vista; invece fuori casa utilizzava le lenti a contatto.
-Senti, Akira....- iniziai io attirando la sua attenzione che fino a qualche momento fa era rivolta alla spiegazione delle cellule.
-Perchè non mi hai mai detto i tuoi voti e hai sempre fatto finta di prendere picconi?- lo vidi arrossire di colpo cercando di nasconderlo mettendosi il dorso della mano davanti.
-Che cavolo di domanda è? Non mi sembra centri qualcosa con la biologia!-
-Curiositá! Dai, per favore, dimmelo- si mise seduto sulla sedia e cominciò a giocherellare con le dita.
-Da piccolo Keita veniva sempre preso in giro e veniva sempre chiamato secchione; non volevo essere preso anch'io di mira quindi decisi di far finta di essere un ragazzo normale-
-Aspetta! Non mi dire che nelle interrogazioni prendi B apposta!? Quando potresti tranquillamente prendere una A senza fare neanche un po' di fatica!?- lui annuì e io assunti la tipica espressione poker-face.
E io che per più di dieci anni l'ho preso in giro dandogli dell'ignorante e dello stupido, per di più gli dicevo sempre che un'ameba era più intelligente di lui.
"Brava Izumi, bella figura di Merda, complimenti" pensai tirandomi uno schiaffo in faccia.
-Mi sembri stanca, vuoi che ci riposiamo un po'?- chiese dolcemente; mi aveva preso il polso allontanando la mano dalla faccia e si era pericolosamente avvicinato al mio viso.
Arrossii come un peperone e lui se ne accorse visto che mise il palmo della sua mano sulla mia fronte, controllandomi la temperatura.
-Strano non hai febbre, eppure sei rossa-
"Non sono arrossita per la febbre, idiota!" la sua voce era così dolce in quel momento, non mi ero mai resa conto di quanto amassi sentire la sua voce, anche quando litigavano, mi piaceva sentirlo parlare, mi rendeva tranquilla.
-Vuoi un pasticcino? Un po' di succo di frutta?- mi domandò rialzandosi in piedi e aprendo la porta seguito dal piccolo verme che lo guardava scodinzolando.
-Si...grazie- avevo ancora il cuore che mi batteva a mille; da quando avevo iniziato a parlare così bene di lui?
E da quando lui era diventato così carino nei miei confronti?
Mi alzai anch'io e cominciai a guardarmi attorno; feci spallucce e cominciai ad incamminarmi per raggiungerlo quando con la coda dell'occhio notai qualcosa sulla sua mini libreria.
-Strano...da quando legge romanzi storici?- presi un volume e lo aprii.
La cosa che vi vidi mi fece rabbrividire; le pagine erano tagliate al centro e dentro vi trovai una rivista con una donna nuda sopra.
Caso volle che in quel momento Akira rientrasse con un vassoio di dolcetti sopra.
-Te ne ho presi con la cioccolata dato che ti piace molt...Aaaaaaahhhh!! Che stai facendoooo!!??- mi voltai verso di lui con un sorriso da strega disegnato sopra mentre gli mormoravo "maniaco" con la voce di una pazza psicopatica.
-Brutta impicciona! Chi ti ha detto di toccare le mie robe!?- urlò strappandomi di mano la rivista e nascondendola di nuovo dentro il falso volume.
-Cavolo...e io che pensavo che ci fosse ancora un po' di purezza dentro di te...mi hai deluso- dissi togliendomi una lacrima inesistente.
-Che cavolo stai dicendo!? Se si è nell'etá dell'adolescenza immagino che queste cose possano succedere! Sono un maschio dopotutto-
-Pfff...aahahahaah non riesco ad immaginarti fare cose sconce mentre guardi quelle immagini!- mise il palmo della sua mano davanti alla mia bocca facendomi segno di stare zitta.
-Tu solo azzardati a farne parola con qualcuno e giuro che ti ammazzo...-
-Tranquillo non lo dirò a ness....Mizuuuuu indovina cosa nasconde tuo figlio nella libre...!!- Akira si catapultò su di me cercando di zittirmi; perdetti l'equilibrio ed entrambi cademmo a terra.
-Ahi ahi ahi- riaprii gli occhi e mi accarezzai la testa; avevo un peso sullo stomaco, letteralmente.
-Ti sei fatta male?- mi domandò sorregendosi con le braccia....lui era sopra di me e io sotto di lui.
Arrossimmo entrambi e provai a scrollarmelo di dosso spingendolo via; mi misi una mano sul petto iniziando a respirare affannosamente.
Lui non proferì parola e se ne rimase seduto a gambe incrociate cercando di nascondere nuovamente il rossore sulle sue guance.
-...Non facciamone parola con nessuno, capito, cespuglio?- io annuii più volte ancora sotto shock.
-Beeeh.....pasticcini?- chiese mettendomi davanti i dolcetti alla nutella; era per cambiare argomento? Naah.
Di che mi preoccupavo? Era stato soltanto un incidente; siamo caduti gli unì sugli altri migliori di volte, ma stavolta era diverso.
Sentivo il cuore battermi talmente forte da voler uscire dal mio petto.
Bon, dopotutto ero nel'etá dell'adolescenza, questa cosa sarebbe accaduta A chiunque CON chiunque.
Si fece sera e io mi preparati per tornare a casa; Mizu mi aveva chiesto se volevo restare a cena ma io rifiutati....sapete mia madre aveva preparato la pizza e quiiiindi....mai dire di no alla pizza.
-Grazie per avermi aiutato- dissi rivolgendomi ad Akira che mi fece cenno di non preoccuparmi con la mano.
-Ci vediamo domani- aggiunse Kaori abbracciandomi.
Salutai tutti e mi diressi sulla strada di casa; il mio cuore batteva ancora...

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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***


Il 14 febbraio.
Per tutti era il giorno di San Valentino ma per me c'era qualcos'altro: il mio compleanno.
Oggi alle 19.30 avrei compiuto esattamente 15 anni, e questo significava solo un anno dal diventare maggiorenne.
Balzati giù dal mio letto e mi vestii il più carina possibile; era pur sempre San Valentino e volevo fare bella figura davanti ai ragazzi, sopratutto davanti a quel figo da paura di Shin.
Era passato un mese dal suo trasferimento nella mia scuola e abbiamo iniziato subito a trequentarci sempre più spesso; anche se per motivi di timidezza preferivo che ci fossero anche i miei amici con noi.
Anche Akira veniva....quel brutto nano malefico rovinata sempre ogni mio tentativo di mostrarmi carina davanti a lui, con quelle sue stupide battutine che non facevano ridere neanche il piccione morto sul tetto del mio vicino.
Ma oggi sarebbe stato diverso...sarei diventata super sexy per lui e mi avrebbe dato la cioccolata...la cioccolata! Cioè, io amavo la cioccolata ma il solo pensiero di riceverla dal mio Shin mi faceva rizzare i capelli dalla gioia.
Ero davanti allo specchio a fare dei sorrisi/smorfie da strega per allenarmi a sorridere; inutile dire che sembravo una pedofila patentata con problemi neurologici in stadio avanzato.
Presi il cellulare dal comodino e entrai in cucina aspettandomi un "buon compleanno, tesoro" dai miei genitori!
-Buongiorno gente!- varcai la porta esclamando come una scema; la cosa peggiore era che nessuno dei due si prese la briga di rispondermi, nè mia madre che preparava la colazione, nè mio padre che leggeva il giornale (a al contrario) nella sua forma da mutante.
-Giorno, cioccolatino- rispose il mio papá baciandomi la fronte.
-Forza, oggi sono riuscita a svegliarmi presto e a preparare i pancake- lo seguì mia madre che invece mi baciò una guancia.
Mi sedetti al tavolo e con lo sguardo confuso domandai:
-Mamma, papá....che giorno è oggi?- loro mi guardarono sorridendo.
-È il giorno di San Valentino, Izumi, te lo sei dimenticato?- mi chiese mia madre non intuendo ciò che volessi dire.
-Solo quello?-
-No...è anche il giorno in cui il tuo paparino finalmente metterá sul menù la nuova pizza a forma di cuore per gli innamorati- bació sulle labbra mia madre e aprì la porta d'ingresso
. -Mikey...la pillola del mutageno- gli ricordò mia madre porgendogli l'intero pacchetto camufatto da scatola delle gomme da masticare.
Sulla via di scuola avevo uno sguardo leggermente triste...i miei genitori si erano dimenticati del mio compleanno.
Le mie amiche mi corsero incontro vedendomi arrivare, e non appena si resero conto della faccia da zombie che avevo lanciarono un gridolino spaventato.
-Izumi, che hai? Sembri mia madre quando è mestruata- iniziò Susan osservandomi attentamente.
-Grazie eh- le risposi io andando avanti.
-È successo qualcosa? I tuoi ti hanno tolto la Playstation di nuovo?- aggiunse Sophia raggiungendomi.
-Peggio...- mi limitati a dire con voce roca.
-E sarebbe?- continuò Sora curiosa.
-Voi sapete che giorno è oggi, vero?- domandai loro che mi guardarono con degli occhi sognanti.
-Oggi è San Valentino!- gridarono tutte in coro alzando le braccia all'aria.
-E poi...?- aggiunsi come se fosse una domanda da cento mila dollari.
-E poi niente, che altro c'è?- disse Kaori poggiandosi il pollice e l'indice sul mento.
Emisi un lungo e alquanto fastidioso lamento che avrebbero sentito solo i delfini visto quanto era acuto.
Anche le mie migliori amiche se ne erano dimenticare, avevo voglia di piangere, possibile che tutti se ne fossero scordati...ero davvero così inutile?
Varcai lentamente la soglia che divideva la classe dal corridoio e con fare aggressivo lancia i lo zaino a terra e sbattei la testa sul banco sedendomi.
-Ehi, cespuglio, che è quell'aria triste? Stamattina ti sei guardata allo specchio?- alzai lo sguardo omicida verso di lui che per lo spavento cadde a terra.
-Mamma mia quanto sei brutta!- esclamò reprimendo un brivido.
-Dimmi sottospecie di cetriolo...che giorno è oggi?- gli domandai secca fregandomene dell'insulto.
-Che giorno è oggi? È San Valentino? Perchè?- emisi nuovamente un sonoro lamento e ritornai sul mio banco mormorano maledizioni a caso. -Si può sapere che ti prende?- mi chiese preoccupato.
-Lascia perdere....non sono affari che ti riguardano-
-Ingrata...e Io che mi preoccupo per te- non lo ascoltai più del dovuto visto che in quel momento vidi entrare nella stanza Shin con quel suo solito sorriso a trentadue denti.
Lo sguardo da disperata che avevo fino a quel momento se ne andò del tutto, lasciando spazio ad un volto sereno.
-Buongiorno principessa- mi disse facendomi l'occhiolino. -Giorno....-
... -Che cooooosaaaa!? Stai aspettando un suo regalo di San Valentino?! Tu sei matta- l'urlo di Akira fu talmente alto che fui costretta a tappargli labocca con la mano facendogli segno di tacere.
-Che c'è di male? In fondo saremmo una bella coppia, no?- lui soffocò in una fragorosa risata che tentò inutilmente di reprimere.
Lo guardai male mentre lui continuava a ridere dandomi della stupida e dell'illusa.
Poi all'improvviso sentimmo un suono provenire da dietro e curiosi andammo a controllare nascondendoci dietro un cespuglio.
Guardando meglio e vidimo Sora e Keita da soli.
Volevo corrergli incontro ma il nano mi fermò subito obbligandomi a stare ferma.
-Tu mi...piaci molto....ti prego...esci con me- fu Keita a parlare lasciando di stucco la mia amica che arrossì vistosamente a quella dichiarazione.
-...Si...-
Io feci una faccia assolutamente sorpresa e allo stesso tempo felice per loro.
il ragazzo dai capelli bianchi tirò fuori un pacchetto colorato di verde e blu come gli occhi di Sora e glielo porse; lei lo prese e lo aprì, trovandoci all'interno dei cioccolatini a forma di cuoricini che iniziò a mangiare dandone uno anche a lui.
-Congratulazioniii!!- gridai io uscendo allo scoperto e rovinando l'atmosfera; infatti Akira si diede uno facepalm gridandomi "scema!" dietro.
La neo coppia rimase sconvolta dalla mia entrata in scena e insieme arrossirono dall'imbarazzo.
-Lo sapevo che c'era qualcosa tra voi due e finalmente ora siete insieme! La prima coppia del gruppo!-esclamai abbracciando l'amica che mi sorrise.
-Seconda a dire il vero...- disse lei correggendomi.
-Eh?- aggiunsi io non capendo cosa intendesse.
-Poco fa James si è dichiarato a Sue.....lei era felicissima..-
-Quel maschiaccio e James....cioè KpJames e Susie....insieme?!- mi arrivò uno scapelotto da dietro sulla testa. -Ti ho giá detto mille volte di non chiamarmi Susie, testa di rapa!- la mia amica era dietro di me con James che si grattava la nuca e il nano che a stento tratteneva le risate.
-E comunque si, ora io e James stiamo insieme.....in fondo abbiamo molte cose in comune!- esclamò abbracciandolo il braccio mentre lui aveva i cuori che gli circondavano la faccia.
-Ti adoro tesoruccio-
-Anch'io Jamesino-
-Troppo zucchero- sussurrammo io e Akira all'uniscono cercando di non farci sentire. -Ma da quando Sue è diventata così dolce?- mi chiese Aki.
-L'amore fa i miracoli, no?- gli risposi sospirando.
-E tu, Zumi, hai qualche spasimante dietro?- tornai immediatamente sull'attenti e arossii cercando di immaginarmi la scena di Shin che mi dava la cioccolata.
-Si, il tipo belloccio della nostra classe...questa stupida crede di avere delle chance con lui- quello stupido gnomo era sempre in mezzo parlando al posto mio.
Gli diedi un pugno sulla testa cercando di farlo stare zitto e lui in risposta mi lanciò uno sguardo omicidio che io gli rimandai, dando il via ad una gara di sguardi.
-Comunque congratulazioni, Sora e Keita, sono sicura che tra voi andrá tutto bene- commentò Susie (Susan: Sue idiota di un'autrice! io:scusa scusa); commebtò Sue rivolgendosi agli altri due e ignorando completamente me e il nano malefico.
-Grazie- risposero loro all'unisono prendendosi per mano e facendo per andarsene, seguiti da Susan e James e lasciandoci completamente indietro.
-Vedrai stupido! Shin si dichiarerá a me e dopo ti farò rimangiare quello che hai detto! Stupido!-
-Staremo a vedere stupido cespuglio!-
E allora....cos'era quel brutto presentimento che avevo?

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Capitolo 8
*** cap. 8 ***


Io e il tappo scommettemmo che se Shin non mi avesse dato la cioccolata ufficiale allora io dovevo comprargli tutti i manga che voleva, in caso contrario lui mi avrebbe comprato una montagna di dolci.
Seguii Shin tutto il giorno, ovviamente il nano mi stava alle calcagna per evitare un qualche mio "imbroglio".
Ma insomma...sono stata la prima persona che Shin ha incontrato a New York ed anche la prima compagna di scuola, non poteva non essere destino per noi stare insieme.
Eppure in me c'era qualcosa che non andava; avevo un brutto e fastidioso presentimento, ma non sapevo da dove provenisse.
Il mio futuro fidanzato non stava un attimo fermo, infatti camminava in continuazione e ogni tanto girava lo sguardo, come se stesse cercando qualcuno.
-Ehi, cespuglio...mi stai coprendo la visuale, non vedo niente!- le lamentele ed un'improvvisa pacca sulla testa da parte di Akira mi riportarono alla realtá.
Eravamo al parco e noi due eravamo nascosti dietro un albero, con un apposito binocolo per osservare.
-Non sono io che ti copro la visuale...sei tu che sei troppo basso e non riesci a vedere- sgignazzai io con la mia solita vocina da imbecille.
-Anche se fossi più alto mi sarebbe comunque impossibile guardare, data la foresta ambulante che mi trovo davanti- continuò lui incrociando le braccia, cercando di spiazzarmi.
-È inutile che tiri fuori scuse, Brontolo, sono giá le 6.15 e Shon non ha ancora incontrato nessuno....possiamo dire che la sfida l'ho vinta io- 
-Non dire cavolate, la scommessa diceva che avresti vinto solo ed esclusivamente nel caso in cui lui ti abbia dato la cioccolata ufficiale...quindi se entro oggi non te la da...ho vinto io cara mia- mi irriggidii al semplice suono di quelle parole.
Dovevo agire all'istante, se non facevo qualcosa non solo avrei perso la scommessa e quindi i miei soldi, ma anche la mia dignità; non potevo perdere contro una persona del genere, non sarei più riuscita a vivere.
-Logico che non me la può dare visto che sono qua; adesso sta' a vedere!- mi alzai da terra e mi diressi verso Shin che stava seduto sulla panchina ad osservare una scatola; non appena mi vide si mise a sorridere e si alzò, venendomi incontro.
-Izumi! Ti stavo cercando!- esclamò lui agitando la mano per salutarmi.
-Lo sapevo?! Cioè....beh...sul serio? Che cosa ti serve?- lui mi porse arrossito la scatoletta con dentro dei cioccolatini; in quel momento sentii le campane del matrimonio suonare dentro la mia testa.
Ero pronta a ballare la danza "alla faccia tua" davanti ad Akira quando:
-Akira, meno male ci sei anche tu...credevo che sarei dovuto andare in giro per altre ore- tirò fuori un'altra scatoletta identica alla mia e la diede al tappo.
-Vi ringrazio tanto per avermi accolto nella vostra classe, eravate gli unici che mancavano, gli altri le hanno giá ricevute...- tirò fuori uno dei suoi soliti sorrisi.
Ma perchè non mi sentivo di nuovo andare a fuoco dopo averlo visto?
Cos'era invece questa sensazione di voler scomparire dalla faccia della Terra?
Shin se ne andò salutandoci mentre Akira, messa via la scatoletta, sgignazzava divertito.
-Alla fine era solo cioccolata amichevole...quindi..-
-Hai vinto....lo ammetto....anche questa volta ho preso un granchio.....e dire che ci speravo....speravo di essere vista come una donna, per una volta....eheheh....ho fatto di nuovo la mia solita figuraccia, eh? Che patetica- lui fino ad un momento fa stava ridendo divertito, ma dopo quelle mie parole tacque all'istante, mettendosi una mano dietro la nuca, sentendosi in colpa.
-Dato che sono gentile, cancello la scommessa....non importa- continuò mettendomi una mano sulla schiena.
Solo dopo notò le lacrime che stavano scendendo dal mio viso e che cadevano sul prato come rugiada.
-Dai, andrá meglio la prossima volta, per ora ti vede come un'amica ma chissá....potrebbe sempre cambiare idea.....sarai pure un cespuglio isterico ma non sei così inutile- 
-Grazie, eh- detto questo Akira se ne andò dicendomi che aveva qualcosa da fare e io rimasi lì, da sola.
Ancora con le lacrime agli occhi, mi stavo dirigendo verso casa quando sentii il cellulare squillare, avvertendomi dell'arrivo di un messaggio.
Era di mia madre.

Oggi ceniamo a casa del nonno, raggiungici lá.
Baci


Scesi nelle fogne stando attenta a non farmi notare da altra gente e cominciai a camminare verso il vecchio rifugio del nonno, di papá e dei suoi fratelli.
-Buon compleanno, Hamato Izumi!!- sentii le luci aprirsi e delle urla mentre sentii cadermi addosso dei coriandoli.
C'erano tutti...tutti mi stavano applaudendo con dei cappellini da festa in testa.
-Auguri amore mio!- mio padre mi saltò addosso abbracciandomi mentre mia madre mi baciò la fronte.
-Mi sembrava solo ieri quando eri piccola come un impasto per pizze- papá cadde il lacrime, zio Donnie iniziò ad accarezzargli il guscio sorridendo.
-Allora non ve n'eravate dimenticati?- balbettai con nuove lacrime agli occhi.
Zio Leo e zio Raph mi diedero delle pacche sulla schiena, spingendomi tra le braccia di zia Helen e Giulia che mi abbracciarono mentre Mizu mi accarezzava la guancia.
Anche i miei cugini mi saltarono addosso coprendomi di complimenti.
-Come potevamo dimenticarci del tuo compleanno? Siamo la tua famiglia, no?- mi disse zio Raph con tono di rimprovero, incrociando le braccia.
-È questa tutta la fiducia che hai in noi?- continuò Leonardo, seguendolo nel movimento.
-In veritá non era nelle nostre intenzioni farti una festa a sorpresa....io avrei voluto saltarti addosso e buttarti giù dal letto gridandoti "augurii!"-
Meno male che non l'ha fatto!
-Ma nostro figlio ha insistito tanto per farti questa sorpresa- prese la parola Donnie sorridendo maliziosamente.
-Keita?- chiesi io con tono confuso.
Tutti quanti fecero cenno di no con la testa.
Riflettei per un minuto per poi capire ciò che intendevano.
-Akira!?- il resto della famiglia al suono di quella parola sorrise annuendo.
Mi sentii le guance andare a fuoco.
Perchè uno come lui mi avrebbe fatto una festa a sorpresa!?
-È uno scherzo...vero?- 
-Lo pensavamo anche noi all'inizio, ma vedessi quanto era serio mentre organizzava i preparativi- rispose Helen guardando Mizu, anche lei sconvolta dal comportamento del figlio.
-E ora dov'è?- domandai successivamente.
-Non lo sappiamo, ci ha mandato un messaggio con scritto che potevamo procedere ma non si è presentato- questa volta fu Giulia a rispondere alla mia domanda.
Akira aveva fatto tutto questo per me.
Per le due ore successive avevo passato la migliore festa di tutta la mia vita...ma allora perchè mi sentivo comunque triste?
Più tardi mi portarono in cima all'Empire state bulding: dissero che avevano un'altra sorpresa per me.
Arrivati sul palazzo, Sue tirò fuori dei fuochi d'artificio da una borsetta di plastica e James li accese con dei fiammiferi.
Donatello era riuscito ad ottenere il permesso per lanciare i fuochi senza problemi.
Erano bellissimi; alcuni esplodevano con dei magnifici "auguri", altri con la mia faccia e altri con dei semplici cuoricini.
Però nonostante il mio corpo volesse esplodere dalla felicitá, il mio cuore non faceva che piangere.
Poi improvvisamente i miei pensieri furono scacciati da una vibrazione del mio telefono; mi era arrivato un altro messaggio.
Akira

Ti aspetto dall'altra parte del palazzo

Non finii neanche di leggere che giá mi trovavo lí, ma non vi trovai nessuno.
All'improvviso qualcosa mi sfiorò la spalla, facendomi sobbalzare.
Un petalo?
Mi voltai velocemente e lui era lì, con un mazzo di rose in mano e il suo soliti sguardo serio.
-Buon compleanno- aggiunse avvicinandosi.
-A..Akira? Ch..che cosa?- dopo quella mia frase lui assunse un volto scocciato.
-Come che cosa? È il tuo compleanno, no?-
-Perchè? Perchè hai fatto tutto questo per me? E poi non sei rimasto per la festa...- stavo piangendo e questo lo sconvolse.
-Se l'avessi fatto non avrei potuto farti questa sorpresina....e poi non volevo essere preso in giro per il fatto che sono stato io a organizzare la festa- si sedette a terra dopo che io avevo afferrato tra le mani il mazzo di fiori, che annusai lentamente.
-.....Grazie...sono bellissimi- mentre annusavo trovai una scatoletta in mezzo.
C'erano dei cioccolatini dentro; con sguardo tra il sorpreso e l'interrogativo lo guardai e Akira intuì subito ciò che stavo per chiedergli.
-Quella non era programmata, ma vista la tua delusione di oggi pensavo ti avrebbe tirato su di morale...puoi accettarla o meno...non importa- 
Ero stranamente zitta, non riuscivo a parlare, il mio cuore batteva talmente forte che stava per scoppiare.
-Dai, raggiungiamo gli altri, la festa non è ancora finita, no?- lui sorrise mentre io ero ancora pietrificata.
Mi prese per mano; nonostante lui fosse così basso, le sue mani erano quelle di un uomo: forti, decise e calde.
...
Non appena fui a casa dopo la conclusione della festa, mi lanciai sul letto di peso; le rose le avevo sistemate in un vaso vicino alla mia finestra e io le guardavo sorridente.
Il mio cuore non smetteva ancora di battere, aveva iniziato durante e dopo il mio incontro con Aki. Perchè?
Mi sentivo strana ma la sensazione che provavo era bellissima.
Che io mi fossi....innamorata...di Akira?

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Capitolo 9
*** Cap. 9 ***


Non potevo crederci eppure tutto aveva senso, dal giorno del mio compleanno non sono più riuscita a restare accanto ad Akira senza avere il fiatone, il batticuore e una serie di pensieri sdolcinati su di lui.
All’inizio credevo si trattasse di una malattia ma in seguito capii che non era così, per il fatto che l’altro giorno quando lui mi ha messo la mano sulla fronte per vedere se fossi malata, ha affermato di avermi vista diventare man mano più rossa di quanto giá non fossi, avendolo solo visto; a quanto pare ero veramente innamorata di lui.
Eravamo a metá marzo oramai e io non vedevo l’ora che arrivasse la primavera solo per vedere il ciliegio che avevamo in giardino sbocciare. Ero in cortile per l’ora di pranzo quando mi si avvicinarono Sora e Sue, con dei bento in mano, pronte a mangiare.
-Ehi Zumi, vuoi tu la mia polpetta di riso? È quella col pollo, la tua preferita- disse Sora porgendomi l’alimento.
-No grazie, non ne ho tanta voglia- lei fece una faccia sorpresa, come se avessi appena detto che il Titanic non è affondato.
-Tu che non hai voglia di mangare?! Ultimamente sei diventata strana, è dal giorno del tuo compleanno che ti comporti così-
-Te lo dico io che c’è che non va....la nostra piccola Izumi è innamorata- prese parola Sue; la forchetta che tenevo in mano cadde a terra mentre io iniziai ad avvampare diventando rossa come un pomodoro.
-Ma...ma..ma che ti salta in mente!? Come puoi dire una cosa del genere?!- lei si mise degli occhiali da professoressa e tirò fuori una piccola lavagna a random.
-Allora vediamo, ultimamente hai perso l’appetito, arrossisci soesso appena pronunciamo la parola “amore”, non sei spavalda e agitata come al solito e tutto questo dopo il tuo compleanno e dopo...l’arrivo di Akira...con cui non litighi più tanto spesso, quindi mia cara 2+2=4! Tu sei innamorata di Akira!- le tappai la bocca facendole segno di stare in silenzio, Sora invece si portò le mani al petto, dicendomi congratulazioni.
-Dai ragazze, non prendetemi in giro, è impossibile che io sia innamorata di quel tappetto isterico e senza un minimo di gentilezza-
“Sono proprio una bugiarda” pensai in quel momento.
Sue mi diede una botta sulla testa, esclamando un “idiota” che praticamente fu sentito anche dai pinguini al Polo Sud.
-Izumi per chi ci hai prese? Non siamo mica tonte, a te piace Akira!- stavo per controbattere ma mi bloccai all’ultimo, abbassando lo sguardo verso il terreno.
-Ascolta Izumi, noi siamo le tue migliori amiche e come tali ti aiuteremo in questa situazione, ma anche tu dovrai fare la tua parte e dirci ogni piccola cosa, d’accordo?- capendo di essere oramai con le spalle al muro, annuii leggermente, completamente rossa dalla testa ai piedi.
Secondo il parere delle mie amiche, in quanto fidanzate e più esperte di me in questo argomento, dovevo passare più tempo con Akira, e fargli capire le mie intenzioni con dei gesti, con le parole.
...
-Ehi cespuglio, è da tutto il giorno che mi segui, è un tantino inquietante- Sue, nascosta dietro un angolo con Keita, James e Sora, si diede un facepalm, trattenendosi dal non andare a stritolare quello stupido.
Andai nel panico a quella sua affermazione e balbettando come una completa ebete, cominciai a gesticolare a random.
-Ultimamente sei strana..intendo più strana del solito, c’è qualcosa che non va?- mi chiese quasi con dolcezza, mi calmai istantaneamente, negando l’evidenza e dicendogli che andava tutto bene.
-....Mi fai quasi paura...-
-Chi è che dovrebbe farti paura stupido nan...- non riuscii a concludere la frase che Sue mi prese per l’orecchio e mi portò via su due piedi.
-Ma sei scema!? Ti sembra il caso di offenderlo? Devi fargli capire che ti piace, ma se vai avanti così non farai mai progressi- mi rimproverò la mia amica con tono severo e alquanto professionale, a quanto pare si stava facendo prendere un po’ troppo la mano dalla situazione.
-Tesoro, forse dobbiamo provare qualcos’altro- l’avvertì il suo ragazzo mettendole una mano sulla spalla per farla calmare.
-Allora, prossima cosa: cambia look, questo tuo modo di vestire da scaricatore di porto lo fará solo scappare, non dico che devi vestirti come una delle solite civette scassabaloons, ma un po’ di trucco e qualche vestitino più femminile dovrebbe fargli piacere; sei una ragazza molto carina, se ti mettessi d’impegno avresti sicuramente tanti ragazzi ai tuoi piedi...e sicuramente anche lui, prova!-
...
-Aaaaaaaakiraaaaa!- esclamai con voce “sexy” ed entrando in classe in stile modella; avevo consultato un manuale di make up ed ero rimasta tutta la sera ad usare me stessa come cavia da laboratorio...un disastro.
Ma alla fine ci sono riuscita: fondo tinta, un po’ di eyeliner, ombretto, lucida labbra e matita; indossavo una maglia un po’ scollata di colore blu con su scritto “love me!” e una minigonna nera...tutto con delle ballerine che mi stavano massacrando i piedi.
-Come ti sembro?- aggiunsi facendogli l’occhiolino, lui rimase a fissarmi dalla testa ai piedi, stava funzionando, ce l’avevo in pugno ormai!
-Ma che cavolo ti sei combinata?!-
Eh?
-Eh?!- mi limitai a dire.
-Sembri una barbie formato gigante!- cominciò a ridere di gusto, cadendo quasi dalla sedia.
Non riuscendo a contenere la rabbia, gli tirai un pugno sulla testa, facendolo gemere dal dolore.
-Ahia! Stupida, si può sapere cosa ti ho fatto!?- gridò lui tenendosi la testa dolorante fra le braccia.
-Aaaah, sta’ zitto stupido nano! Stupido, stupido, stupido!- conclusi sedendomi sulla mia sedia ed ignorandolo completamente.
Alla fine delle ore mi ritrovai di nuovo in cortile con le mie amiche, alle quali chiesi dei vestiti decenti, dato che con quelli non riuscivo praticamente a muovermi.
-Non ci posso credere, quel ragazzo è più stupido di quanto pensassi, e pensare che è figlio di Donatello....non possiamo farci niente, piano numero 2!- esclamò Sue facendo il segno della vittoria.
-Il contatto fisico è un elemento fondamentale, cerca di trovare ogni scusa per toccarlo, come una finta caduta per aggrapparti a lui o prendigli il polso per guardare l’ora- continuò Sora gesticolando per essere più incisiva.
-D’accordo...ci proverò...- mormorai con tono indeciso.
...
Ormai la scuola era finita e Akira si stava preparando per andare a casa, era il mio momento; presi una pila di libri in mano e iniziai a correre verso di lui.
-Akiiiraaaaaa! Pistaaaaaa!- lui si tolse una cuffia per sentire ciò che stavo dicendo e si voltò verso di me; appena mi vide fece una faccia spaventata cercando di proteggersi con le mani.
-Ma che diavo...!- andai a sbattere contro di lui e cademmo entrambi a terra.
Contatto fisico completato....ok, forse avevo esagerato.
-Stupida! Sei pesante! Togliti, non riesco a respirare!- si lamentò il nanetto sotto di me, ah giusto, il nanetto...forse cadergli addosso non era stata una buona idea, avrebbe funzionato se fosse stato uno spilungone.
-Mi stai dando della grassa, nano da giardino?!-
-Prima tenti di uccidermi e poi hai anche il coraggio di offendermi!- provai a controbattere ma chiusi la bocca, evitando di dire qualche altra cavolata, in fondo non aveva torto.
-Scusa, non volevo...- iniziai, togliendomi da sopra di lui.
-E poi dovrebbe essere vietato correre nei corridoi- mi rimproverò cominciando a raccogliere le sue cose da terra con fare innervosito.
-Uffa ti ho giá chiesto scusa! Quanto sei noioso!- sbuffai, prendendo la mia borsa e andandomene.
...
-Capisco che il cervello di Akira sia perfettamente in scala con la sua altezza ma anche tu non scherzi! Sul serio, Izumi!? Cioè, gli sei veramente saltata addosso!? Ma che cavolo avevi in testa?!- stavamo tornando e Sue non smetteva di rimproverarmi per quello che era successo, sapevo di aver sbagliato ma era stato più forte di me.
-Calmati Sue, quel che è successo è successo, non ci resta che aspettare domani e vedere che succede- cercò di calmarla James, mettendole un braccio intorno al collo.
-Tranquilli, mio fratello sará parecchio irritabile ma ci vuole ben più per fargli legare al dito qualcosa- disse Keita prendendo per mano Sora che arrossì.
Io mi fermai, dato che dovevo andare da un’altra parte, mentre loro avevano deciso di fermarsi ad un bar.
Mi salutarono e io ripresi il mio cammino, stavo per attraversare la strada quando mi giunse un’e-mail.
Da: tontolo
Potresti passare a casa mia? Devo parlarti.
Parlarmi? Mica era ancora arrabbiato per quella faccenda? Comunque era meglio non farlo arrabbiare ulteriormente e quindi cambiai direzione e andai verso casa sua.
Suonai il campanello e lui venne ad aprirmi.
Appena entrai notai che la casa era completamente vuota, quindi gli chiesi dove fossero tutti.
-Kaori è ad una riunione del comitato, papá come saprai raramente lo vediamo a casa e mamma è ad un provino-
Stop! Quindi eravamo praticamente soli! Forse voleva vendicarsi su di me per quello che era successo!?
-C..che..co..cosa vuoi farmi!?- esclamai spaventata e rossa come un peperone.
-Che diavolo stai blaterando, dai vieni devo mostrarti una cosa- lo seguii in casa sua, sempre più impaurita, ma Akira non era tipo da fare cose del genere.
-Tieni- mi diede una busta e da lì le mie preoccupazioni scomparverò, dentro c’era un videogioco! E non un videogioco qualunque.
-Ma...ma questo è!-
-Zelda versione 0.1 lo so, l’ho trovato in un negozio di videogiochi usati e visto che so che hai lo hai sempre adorato ho pensato di prendertelo- gli saltai letteramente addosso dalla gioia, ringraziandolo in tutte le lingue che conoscevo, ovvero due, inglese e giapponese.
-Bene...sono 29 dollari- disse all’improvviso.
-Eh? Come sarebbe?-
-Non penserai che te lo dia gratis, l’ho pagato una fortuna, cara mia!- esclamò.
-Ma che...che...che...- balbettavo cone una perfetta ebete.
-Stupida stavo scherzando, vorrá dire che mi dovrai un favore in futuro- mi fece la linguaccia; feci una faccia irritata e mi voltai cercando di calmarmi, ma il mio sguardo cadde su un oggetto che non avevo mai visto prima d’ora in camera sua: una chitarra elettrica color blu elettrico e nero.
Mi avvicinai e cominciai a studiarla in ogni minimo particolare, Akira sorrise.
-Me l’ha regalata mio padre qualche giorno fa, bella vero?-
-Non credevo che tu sapessi suonare- lui prese lo strumento in mano e si sedette sul letto.
-Vedi..nella mia famiglia hanno tutti delle grandi passioni: Keita sogna di diventare dottore e Kaori un avvocato, lavori degni dei figli del grande Hamato Donatello, ma io non credo di essere adatto a dei lavori del genere...io vorrei diventare cantante..e raggiungere i cuori delle persone attraverso la musica- incredibile quanto fosse serio mentre parlava, quindi era quello il suo sogno, infatti non era per niente paragonabile a quello dei suoi fratelli o di suo padre.
Lo ascoltavo con attenzione, lui sapeva giá cosa voleva fare nella vita, e io? Io non ci avevo mai pensato.
-...Puoi suonarmi qualcosa?- le parole mi uscirono dalla bocca da sole; lui mi fissò un po’ imbarazzato ma dopo iniziò a strimpellare le corde.
-Quando i tuoi occhi incrociano i miei credo di sognare,
non credo di aver mai visto nulla di simile,
e l’unica cosa che posso dire è “wow”,
tu mi hai incantato, ora sono sotto il tuo controllo,
Così bella, così audace, questa volta non ti lascerò scappare,
perchè ti dimostrerò di essere degno di te, ora sono sotto il tuo controllo.
Anche se ti perderai saprai giá che io sarò lì con te...per favore non guardare nessun altro, guarda solo me,
non ti lascerò andare, voglio stare a guardarti per l’eternita e anche se ti perderai io sarò con te,
perchè ora sono sotto il tuo controllo- rimasi incantata, era incredibilmente intonato, aveca tutt’altra voce quando cantava, le sue parole erano così dolci, venivano dal suo cuore.
Avevo una lacrima pronta ad uscire ma me la mandai via con il dorso della mano, lui era rosso, non aveva mai cantato in presenza di qualcuno.
-Sei..bravissimo- mormorai, lui si voltò verso di me e si accarezzò la nuca sorridendo.
-Grazie...- Akira era una persona fantastica, piena di sogni e di speranze nonostante a volte risulti un perfetto tonto, incredibile a dirsi ma in quel momento capii di essere stata veramente fortunata ad innamorarmi di lui.
E credevo di essere pronta per dirglielo.
-Akira...anch’io volevo dirti un cosa..ecco..io- lui mi osservava incuriosito e io andavo sempre di più in palla.
-Io...tu..tu mi..- proprio mentre stavo per dichiararmi, improvvisamente il mio cellulare iniziò a squillare, era mia madre, quindi risposi.
-Pronto, mamma cosa c’e? Calmati...respira profondamente....cosa...Davvero?!...Aspetta, sei sicura!? Hai giá avvertito papá!...Si, arrivo subito- chiusi la chiamata e rimisi in fretta il cellulare in tasca.
-Che succede?- mi domandò Akira posando la chitarra nella custodia.
-È Ice cream Kitty...sta per partorire!-

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