Ib

di le cosplayers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una gita al museo di Guertena ***
Capitolo 2: *** Non è lo stesso museo? ***
Capitolo 3: *** Finalmente non sono più sola! ***



Capitolo 1
*** Una gita al museo di Guertena ***


Solo un'insignificante gita ad un museo piuttosto... mediocre, oserei dire. I miei genitori sono fissati con l'arte, sopratutto quella contemporanea. Per il giorno del mio compleanno, mamma e papá decisero di portarmi al museo di Guertena, un artista molto enigmatico; -Disegnava cose piuttosto scontate, ma lui in esse trovava fascino e significati nascosti- mi accennò mio padre mentre ci avviavamo verso la galleria d'arte. -Hai il tuo fazzoletto Ib? Quello che ti ho regalato.- mi disse mie madre continuando a camminare -Sì mamma, ho preso tutto. Non mi sono scordata di nulla.- risposi io. Finalmente giungemmo alla galleria di Guertena; mia madre partì subito col dire: -Bene, siamo qui. Questa è la tua prima volta in una galleria d'arte, vero Ib?- non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che continuò -Siamo qui oggi per osservare le magnifiche opere dell'artista Guertena. Lui non faceva solo quadri ma anche sculture, e altri tipi di creazioni!- Mi parlava come se non sapessi nulla: dov'ero, che stavo facendo, chi era Guertena... insomma, come se non mi avessero parlato precedentemente di Guertena. Non amo l'arte, so che sono piccola, ma non ci vedo niente di particolare. Mamma stava continuando a blaterare quando papá la interruppe: -Dovremo andare alla scrivania della reception?- -Ah certo, andiamo a prendere i depliant. Mi annoiavo. Considerando la lentezza che misero nell'andare a prendere i depliant, immaginavo la lentezza con cui avremo visitato il museo. Fu così che mi venne la "brillante" idea di procedere indipendentemente. Allora dissi: -Mamma, desidero procedere indipendentemente.- lo dissi con un tono fermo. Come se non fosse una richiesta, ma un obbligo. La mamma però non ci fece caso, sapendo che sono una bambina in gamba, e mi rispose: -Beh... veramente Ib...- stava per rifiutare, quando mio padre le lanciò un'occhiata, come dire "Lasciala andare, dai!". Allora lei acconsentì e mi lasciò visitare il museo in santa pace. Non osservai molto attentamente i quadri, ma in particolare uno, mi attirava. Era molto impressionante, raffigurava semplicemente un pesce molto grande che nuotava liberamente nell'acqua cristallina. Mi impressionava il fatto che l'acqua sembrava reale, quel quadro assomigliava ad una gigantesca piscina. Ogni stanza traboccava di gente, tranne una. Questo mi inquietava, perché mai a nessuno interessava un quadro così grande e colorato? Poteva sembrare inquietante per le persone? Mi pareva al quanto impossibile, perciò diedi un'occhiata al titolo: "Mondo ***********" Era tutto scritto in modo incomprensibile purché io potessi capire, era troppo confuso. Lessi ad alta voce, e la luce calò tutto ad un colpo. Scesi al piano di sotto: non c'era più nessuno. Mi recai all'uscita, ma trovai la porta sbarrata; allora mi affacciai alla finestra: mi avevano lasciata lì? Del tutto irrealistico, direi. Non potei guardare ancora qualche altro secondo che la finestra si ricoprì di vernice rosso sangue. Questo mi fece fare un balzo all'indietro. Passai ripetutamente per tutti i corridoi sperando che tutto fosse solo un brutto incubo. Tornai davanti al quadro "Mondo **********" e questa volta vidi una sbavatura blu colare dalla cornice del quadro. La osservai: sì, era semplice vernice. Mi voltai e vidi una scritta rossa "VIENI IB", mi rivolsi di nuovo verso il quadro, e notai che la sbavatura era diventata una scritta: "Vieni giù Ib, ti farò vedere un posto segreto". Chi poteva aver scritto una cosa del genere? Non c'era più nessuno nel museo, dopo tutto... Scesi al piano di sotto, e notai delle impronte blu andare verso il quadro di quel pesce, che si chiamava "****** del profondo". Non sapevo che fare, ma sapevo che non c'era altra soluzione, e mi tuffai nel quadro.

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Capitolo 2
*** Non è lo stesso museo? ***


Mi ritrovai in una stanza totalmente blu: pavimento, moquette, tutto blu. Gli unici colori che facevano differenza erano quelli di due quadri con un mare a sinistra rosso ed a destra, blu. Decisi di procedere verso sinistra, e vidi dipinta ripetutamente la scritta "VIENI". Procedei lungo il corridoio fino ad arrivare davanti ad una porta bloccata da un tavolino con sopra una meravigliosa rosa rossa dentro ad un vaso senza acqua. Ma non era appassita, sebbene avesse solo tre petali. Amo le rose fin da quando ero piccola, e così, senza esitazione, presi la rosa e spostai il tavolino contro il muro. Nella stanza c'era solo un quadro in cui era disegnata una donna sorridente, che però, aveva i capelli che fuoriuscivano dalla cornice del quadro. Sotto alla cornice c'era un foglietto con su scritto: "Tu e la rosa siete uni****** e quando la rosa *******rá anche tu ******ai". Non riuscii a capire tutto il contenuto del foglietto, perciò non ci feci troppo caso. Notai, calpestandola, che c'era una chiave per terra, mi chinai per prenderla, e quando mi rialzai la donna dipinta aveva del tutto cambiato espressione: aveva aperto gli occhi e faceva la linguaccia. Quando uscii dalla stanza la scritta sul muro del lungo corridoio era cambiata, diceva: "LADRA". Cercai di non badarci troppo: chissá quante altre cose ben peggiori mi sarebbero capitate in quel posto... Passai nella stanza a destra, e aprii una porta con la chiave che avevo preso nella precedente stanza. Arrivai in una stanza tutta rossa, e con vari quadri di vari insetti. Notai una formichina per terra. Mi sconvolse il fatto che quella parlava: -Sono una formica. Adoro i quadri, in particolare penso che il mio sia speciale. Vorrei tanto rivederlo ancora... ma è così distante...- Non badai molto alla formica, perciò decisi di procedere. Passai per un breve corridoio, per fortuna passai al centro! Spuntarono delle mani dai confini, che tentavano di afferarmi, e solo sfiorandole mi facevo anche male! Trovai il quadro della formica, e glielo portai. Mi ringraziò e iniziò a fissare il quadro "perennemente", allora mi allontanai, portando con me il quadro. Passai per un breve corridoio, e passai per una porta. Nella stanza oltre, c'era solo un grande buco nel pavimento. Ci poggiai il quadro e ci passai sopra; passai oltre e trovai una chiave ai piedi di un manichino senza testa davvero inquietante. Presi la chiave e il manichino mosse una gamba; io feci un balzo indietro. Poi il manichino prese ad inseguirmi e quando passai sopra al quadro della formica quello si bucò; ma il manichino non poteva vederlo, allora ci passò sopra, e cadde dal buco. Mi ripresi dallo spavento, e usai la chiave per aprire una porta che mi condusse ad una stanza a forma di gatto. Procedetti verso sinistra e trovai una stanza piena di muretti con tendine che coprivano dei quadri, non facendo vedere cosa raffiguravano. Trovai un pupazzetto appeso con una scritta gialla sottostante: "Vuoi giocare a nascondino?" Ovviamente, lessi ad alta voce, e subito dopo il pupazzetto scomparve; alzai una tenda e lo trovai con un'altra scritta sottostante: "Mi hai trovato, avrai un premio." Vidi uscire da un quadro la testa di un pesce di legno, la presi e procedetti verso destra. Nella stanza c'erano teste di manichino in fila orizzontale e tutt'intorno, manichini bianchi senza testa. Una testa, aveva però gli occhi rossi e sorrideva; ci passai davanti e quella prese ad inseguirmi, ma cadde e si ruppe facendomi trovare anche la coda del pesce di legno che poi misi in quello che assomigliava al naso del gatto. Si aprì un corridoio e procedetti. Il fatto di essere sopravvissuta a tali pericoli mi mise una grande forza in corpo: ero sicura che sarei uscita da lì sana e salva.

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Capitolo 3
*** Finalmente non sono più sola! ***


Arrivai in una stanza con un corridoio al centro, alla mia destra c'era un quadro che stranamente muoveva la lingua, e quando mi avvicinavo tirava uno sputo blu. Accanto c'era un quadro totalmente bianco... o quasi: al centro c'era un minuscolo numeretto in rosa, "9". Serviva come password per aprire una porta, sicuramente. Perciò mi misi a cercare gli altri numeri. Prima di passare dal piccolo corridoio, notai che per terra era caduta una tessera con su scritto: "Proprio quando credi di averlo scordato...". All'inizio non riuscii a capire ma poi mi resi conto che per passare ero andata al centro del piccolo corridoio. Mi ricordai che dai confini di esso uscivano mani che tentavano di afferrarmi! Procedetti a sinistra appena oltrepassato il corridoio ed entrai in una stanza intitolata "La Stanza dei Bugiardi". Vidi sei quadri appesi al muro che formavano una linea orizzontale ognuno con una scritta sottostante. Erano indicazioni. Leggendo mi resi conto che qualche quadro dava ragione ad un altro, sempre. Quindi tutti i quadri che mi davano indicazioni avevano sempre un altro quadro che gli dava ragione, tranne uno. Il quadro rappresentante un uomo con la faccia nera vestito di marrone. Così decisi di seguire le sue indicazioni. Grazie ad esse, nella stanza successiva, alzando una botola, trovai un numero scritto sotto: 4. Sentii dei rumori provenire dalla "Stanza dei Bugiardi" così corsi per controllare. I quadri ora erano coperti di vernice rossa. Cercai di far finta di niente e proseguii uscendo dalla stanza e procedendo alla mia sinistra. Terrificante:c'erano bambole appese al soffitto per i piedi! Ne cadde una e notai che sopra c'era scritto un numero: 18. Ora avevo tre numeri a dispozione. Quindi supponevo che non ne servivano altri. Trovai una porta alla fine del corridoio con le bambole appese al soffitto che, infatti, doveva essere aperta con una password. Diceva: "?×?+?=?". Ci riflettei su un attimo: "18×9+4= 166". Provai in questo modo, che era corretto. La porta conduceva ad una stanza piena di alberi artificiali ed in fondo ad essa c'era un quadro rappresentante un ramo d'albero con una mela. Guardandolo mi accorsi che c'era una mela di legno su uno degli alberi, pensando che mi potesse tornare utile la presi e uscii dalla stanza. Tornando al "punto di partenza" vidi che sul muro alla mia destra c'era una scritta: "Attento alle Labbra". Non capivo, quindi procedetti. Ed effettivamente vidi delle labbra grandi come me sul muro che dicevano: -Ho fame... voglio cibo... dammelo...dammi cibo...-. Anche se era di legno, pensai che forse quella bocca poteva gradire la mela, e gliela diedi. -Mmm... è buona... ti lascerò passare adesso. Attraversa la mia bocca!-. Eh?! La sua bocca?! Lo ammetto... avevo paura che mi scambiasse per mangime e mi masticasse... ma del resto non avevo scelta, quindi oltrepassai la bocca. Mi ritrovai in un corridoio con dei quadri abbastanza insoliti. Uno per uno rappresentavano una lama di una ghigliottina che saliva piano piano. In un quadro essa era salita al suo massimo e appena passai davanti al quadro questa scese rapiadamente rischiando di tagliarmi in due! Ma per fortuna riuscii a schivarla. Passai per un corridoio, entrai nella porta in fondo ad esso e mi ritrovai in una stanza piena di quadri. Li esaminai uno per uno e notai subito il quadro di una bellissima donna in una veste rossa. -"La donna in rosso"...hmm...- dissi tra me e me e subito la donna uscì dalla cornice cercando di acchiapparmi! Per fortuna, notai che aveva fatto cadere la chiave della porta in fondo alla stanza e svelta la presi ed entrai dalla porta. Mi ritrovai in ina stanza colma di libri. Lessi un libro pieno di immagini, ma appena lo chiusi non ricordai più nulla della storia; non curante della cosa misi il libro al suo posto e sentì che la porta si era aperta. Arrivai in una stanza con due corridoi alle estremità che conducevano a due stanze diverse. Andai a sinistra e notai dei petali blu a terra e alla fine della scia di petali appena qualche goccia di sangue per terra. Poi lessi una targhetta al muro: "la Donna in Blu". Mi sembrò alquanto insolito leggere il titolo di un quadro che non era appeso alla parete. Ma facendo conto del quadro "La Donna in Rosso" che mi aveva attaccata mi chiesi:- Ma se non è appesa al muro... allora dov'è?-. Andai a destra e vidi un'uomo steso per terra privo di sensi che stringeva nella sua mano destra una chiave. La presi e la usai per aprire la porta che era dopo il corridoio a sinistra ma una spiacevole sorpresa era dietro alla porta... Ed ecco la "Donna in Blu" che strappava da una magnifica rosa blu i petali borbottando:- Mi ama, non mi ama, mi ama, non mi ama...-; non so il motivo del perché mi venne un'impulso irrefrenabile di prendere la rosa e così feci cercando di fuggire dalla donna infuriata. Alla rosa era rimasto un petalo soltanto e senza indugio misi la mia rosa e quella blu in un vaso pieno d'acqua. Poi pensai:- Questa rosa... non sarà mica di quell'uomo che ho visto steso per terra che mi ha dato la chiave? Avrebbe senso dopotutto... forse voleva che gliela prendessi prima che fosse troppo tardi!-. Notai che la rosa blu aveva più petali della mia, ma non curante della cosa corsi a dare la rosa al povero uomo che si alzò senza alcuna ferita, che io avevo visto quando era steso a terra privo di sensi. -Huh? Il dolore è sparito?- disse molto confuso, poi mi vide e fece un balzo all'indietro: - YAAAAAH!! Che cosa c'è ancora?! Non ti lascerò prendere la mia rosa o altro te lo dico già!!! A-aspetta... oh, santo cielo... potresti essere... qualcuno dalla galleria?!- mi osservò massaggiandosi il mento, allora anch'io mi misi ad osservarlo meglio. Era un uomo di vent'anni con i capelli tinti di un viola molto chiaro ed una ciocca più scura, gli occhi castani, una camicetta verde, dei jeans e degli scarponcini e infine un grande giubotto di pelliccia artificiale blu che sembrava molto pesante. - Sì lo sei! Grazie al cielo! C'è qualcuno qui apparte me! Stavo davvero male senza la mia rosa, mi apparivano delle ferite man mano che perdeva petali, ma grazie a te sono ancora vivo e vegeto! Grazie mille! Ah giá! Che fine hanno fatto le mie buone maniere?! Io mi chiamo Garry, e tu?- - Mi chiamo Ib, piacere Garry...- dissi continuando a pensare che "Garry" era un nome piuttosto bizzarro... non come se "Ib" fosse un nome normalissimo ma... - Ib, eh? Non posso lasciare che una bambina si aggiri da sola in un posto così pericoloso... no, no, neanche per sogno! Verrò con te! Per te va bene?- - Certo, perché no?! Due persone sono meglio di una in fondo!-- Okay Ib, andiamo! HYEEEEEEEEEEEK!!!!- Urlò spaventatissimo per un banale quadro che gli aveva sputato un liquido blu davanti. - Cos'era?!?!?!?!- -Calmo! Tranquillo Garry! È solo un quadro!- dissi ridendo. -Ah... Hehe... N-non è niente... d'davvero... Cooomunque, andiamo avanti e facciamo attenzione a queste... "bizzarre" cose...- disse imbarazzato. - Certo! Andiamo!- dissi io piena di entusiasmo: finalmente non ero più da sola!

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