La Divina, quasi, Commedia (Inferno)

di Alucard97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Canto I, La Selva Oscura ***
Capitolo 2: *** Canto II: Beatrice... Ah no aspetta ***
Capitolo 3: *** Canto III: Akainu occhi di demonio ***
Capitolo 4: *** Canto IV: Il Limbo ***
Capitolo 5: *** Canto V: Magellan e... La Coppia più Bella del Mondo ***
Capitolo 6: *** Canto VI: Marshall il Gran Vermo e... Ciccione nel fango ***
Capitolo 7: *** Canto VII: Greed e... Ultras ***
Capitolo 8: *** Canto VIII: Vittorio Sgarbi e l'Infernale Città di Detroit ***
Capitolo 9: *** Canto IX: Le Porte di Detroit ***
Capitolo 10: *** Canto X: Il Girone dei Mafiosi e la Squadra più Forte ***
Capitolo 11: *** Canto XI: Una chiacchierata a tu per tu ***
Capitolo 12: *** Canto XII: Il Flegetonte e lo Sfigato ***
Capitolo 13: *** Canto XIII: Eri un Grande, non meriti di stare qui ***
Capitolo 14: *** Canto XIV: Ma chi è quel Mona che sbatte la porta e chiude urlando? ***
Capitolo 15: *** Canto XV: Si parla di Patata, non di Carote ***
Capitolo 16: *** Canto XVI: Tette, Culi e ancora TETTE! ***
Capitolo 17: *** Canto XVII: La Bella e il Drago Nero Occhi Rossi ***
Capitolo 18: *** Canto XVIII: Entra in quella cazzo di Bolgia Shinji! ***
Capitolo 19: *** Canto XIX: La Simonia e il prete Figo degli anime ***
Capitolo 20: *** Canto XX: Possibile ZoNami ed un futuro infausto ***
Capitolo 21: *** Canto XXI: Ed egli avea del cul fatto a trombetta e puzza di dannato putrefatto ***



Capitolo 1
*** Canto I, La Selva Oscura ***


Canto I: La Selva Oscura


Come ogni giorno,mai svolgeva la solita routine all'interno della nave dei Mugiwara. 
Rufy, Usopp e Chopper giocavano a rincorrersi facendo un baccano tremendo, Nami, esasperata dal caos dei tre ragazzi,cercava di farli smettere (a suon di pugnazzi sulla capoccia si intende), Zoro era intento ad allenarsi con enormi pesi, Franky costruiva qualche diavoleria infernale, Sanji cucinava un pranzetto per le sue dee, Brook con la sua chitarra suonava Paradise City (Paradise City è una canzone dei Guns N' Roses, se Brook la suona c'è e un motivo ben preciso, a voi lascio capire il perché. Scrivetemi nelle recensioni perché ho scelto questa canzone per Brook, sono curioso di vedere quanti di voi capiranno questa associazione -Nda) e Nico Robin leggeva un libro.

Il libro di Nico Robin, tuttavia, non era come i soliti libri di archeologia che leggeva di solito, questo era di dimensioni più grandi rispetto a quelli a cui era abituata e soprattutto lo leggeva con passione. 

Nami le si avvicinò e le chiese incuriosita: "Robin, scusa, che libro stai leggendo con tanta passione?", Robin le sorrise e le rispose: "Questa, Nami, è la Divina Commedia di Dante Alighieri, un'opera magistrale e di fama mondiale, la Divina Commedia narra del viaggio di Dante nei tre regni dell'Oltretomba, questa che leggo io è l'Inferno. In assoluto la mia opera preferita", gli altri avevano ascoltato insieme a Nami e, Chopper, un poco impaurito chiese: "R-Robin, che cos'è l'I-Inferno?", Usopp fece un ghigno malefico e rispose al posto suo: "l'Inferno è un posto orribile, dove le anime dei dannati vengono torturate e scuoiate dai demoni malvagi, nell'Inferno ci vanno le persone che in voi sono state cattive, tu sei stato cattivo Chopper? Beh, prima, hai mangiato il mio biscotto che Sanji aveva preparato per noi, quindi, hai un biglietto assicurato per l'inferno. BOO!", Chopper strillò dalla paura e iniziò a correre per la nave urlando: "AIUUUUUUUTOOOOO NON VOGLIO ANDARE ALL'INFERNO NON VOGLIO AAAAAHHHAAAAA!", Nami arrabbiata, tirò un pugno in testa ad Usopp e lo rimproverò: "Cretino! Smettila di prendere in giro Chopper... Chopper, vieni qui, tranquillo, tu non sei stato cattivo, all'Inferno ci vanno le persone veramente malvage, tu non sei malvagio Chopper, andrai in Paradiso, vero Robin?" , Chopper la guardò con una lacrimuccia sull'occhio, "È vero Chopper, tranquillo" disse lei sorridendogli, Chopper annuì e si mise seduto davanti a Robin.

"Robin, chi cacchio è Dante Alighieri?" Chiese Rufy, "Dante era un poeta italiano vissuto nel 1300 nella città di Firenze" rispose lei, "Firenze?! Dove si trova?" Chiese la cartografa,"Non lo so nemmeno io" rispose l'archeologa, "Shishishi, non si sa dov'è eh? Benissimo, prossima tappa Firenze!" Esclamò il capitano contento, Nami si portò una mano sul volto e chiese: "Robin, perché non ce la leggi? Siamo tutti curisosi", lei sorrise, era contenta di essere riuscita a stimolare la curiosità dei suoi Nakama, tutta la ciurma si mise seduta intorno a lei, Robin iniziò a leggere:

"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita."

"Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!"

Chopper e Usopp in quel momento deglutirono

"Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte."

Si sentì russare, Robin si interruppe la lettura, Rufy si era addormentato. Nami gli tirò un pugno in testa, "Brutto babbeo! Robin sta leggendo! Sei un maleducato!", "AHIA! Scusa ma io non ci capisco niente, che vuol dire trattar del ben? Cosa vogliono dire le altre cose? Scusami ma quest'opera è peggio di un Poigne Griffe" disse Rufy, Robin rise e disse: "Hai ragione Rufy, in effetti è un po' difficile. Facciamo così, modificherò la lettura della Commedia, cambiano qualche personaggio e facendo la parafrasi", "Para-che cosa?" Chiese Rufy confuso, "la parafrasi Rufy, è una sorta di traduzione, bene ora ricominciamo" disse Robin, e ricominciò la lettura:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ah quanto è difficile descrivere a parole quanto fosse selvaggia ed aspra ed impervia questa selva, al solo ricordo della quale si rinnova in me la paura.
Essa era tanto amara che la morte lo è appena di più. Ma, al fine di giungere a parlare del bene che io vi trovai, parlerò delle molte cose che io vidi in quel luogo.
Ma, una volta che fui giunto ai piedi di un colle, lì dove aveva termine quella valle che aveva colmato di paura il mio cuore, guardai verso l’alto e vidi il crinale illuminato dai raggi del Sole che guida le persone per qualsiasi cammino.
Dopo aver riposato per un po’ il corpo stanco, ripresi il cammino attraverso la salita del colle, quand'ecco che vidi, subito prima dell’inizio del pendio, una lonza, agile e molto veloce, che era coperta di pelo maculato; anche se codesta lonza aveva più le sembianze di un uomo. "No, scusa, ma io ti sembro una lonza?!", ella si tolse il suo manto maculato e mostrò l'aspetto di un uomo biondo, "Sono Sanji brutto imbecille! Dico, ma come fai a scambiarmi per un fottuto felino!" 
"Forse perché sembri davvero un animale, cuoco da strapazzo", si avvicinò un'altra figura ricoperta dal manto di un leone, si levò l'abito e mostrò un altro uomo, dall'aspetto assai più vigoroso.
"Marimo di merda! E tu allora! Ha scambiato pure te per un felino"
"Sì ma a differenza tua, io sono stato scambiato per un leone, una creatura fiera e maestosa"
"Fiera un corno! È già tanto che non ti sei perso venendo qui!"
"Ripeti un po' quello che hai detto cuoco da strapazzo!"
"Con piacere buzzurro di un marimo!" 
Ed una lupa, che nella sua magrezza sembrava gravata da ogni appetito, e che aveva già fatto vivere malamente molte genti, "Come scusa?! Mi hai dato della lupa?! E poi come? Hai detto che sono scheletrica?! Brutto arrogante come osi, il mio fisico è perfetto!" Strillò la figura, togliendosi l'abito e mostrando la figura di una giovane donna dai capelli rosa.
"No scusa, questa ti sembra scheletrica?" Disse accentuando il seno
"Bonney mia cara! Ma che bello rivederti! Cosa hai detto della mia dea nasone? Vedi di portare rispetto alla mia principessa!"
"Sì sì come vuoi Sanji, comunque ho fame, adesso mi mangio il nasone"
"Non puoi, noi siamo solo delle comparse, dobbiamo restare qui fermi come dei babbei"
"Quanto rompi Zoro! Me ne frego del copione, io ora lo mangio, ho fame!"
"Marimo di merda! Non ostacolare la mia Bonney!"
"Ma piantala! La tua Bonney, tanto non te la darà mai"
"Ah! Un buzzurro come te non può di certo capire le regole della cavalleria"
 " oh certo sembri proprio un cavaliere"
"Modestamente" *mettendosi in posa da modello*
"Cavaliere del regno dei coglioni"
"Coglione ci sei tu brutto marimo!" Urlò iniziando un duello mortale con il leone.
Con il cor terrorizzato dalla ferocia di cotali belve, mi diressi verso l'oscurità della Selva. 
Mentre io precipitavo verso il basso, mi si presentò dinanzi agli occhi un uomo che sembrava non aver più voce, tanto a lungo era stato in silenzio.
Appena vidi costui in quella landa desolata gli gridai “Abbi pietà di me! Chiunque tu sia, un’ombra o un uomo in carne ed ossa!”.
Mi rispose: “Non sono un uomo, un uomo lo fui, e i miei genitori furono di  Rogue Town. Nacqui sotto il buon Roger, e vissi per il mare, nell’età della marina e del governo corrotti e bugiardi. Fui vice capitano e combattei al fianco di Roger guadagnandomi il nome famigerato da anni di Re Oscuro. Ma tu perché non risali il colle dà felicità ad ogni uomo?"
"Dunque tu sei quel grande Virgilio, quella fonte da cui sgorga un così copioso fiume di poesia?”. Gli risposi io, con la fronte china per la vergogna.
"Che?! Chi è codesto Virgilio? Io sono Silvers Rayleigh, non mi conosci?"
"Oh onore e guida di tutti gli altri poeti, mi valgano ora il lungo studio e il grande amore che mi hanno fatto frugare la tua opera. Tu sei per me un maestro e un’autorità, tu sei il solo dal quale io ripresi quel bello stile che mi ha procurato onore".
"Oh! Ma sei rincoglionito! Ti ho detto che mi chiamo Rayleigh non Virgilio! Sono un pirata non un poeta, e non sono tuo maestro"
"Vedi la bestia (riferito alla lupa) a causa della quale io mi voltai indietro, soccorrimi da lei, famoso saggio, perché quella mi fa tremare le vene e i polsi”.
"Uff... Questo non ha capito un cazzo, Sarà necessario che tu percorra un’altra strada” rispose dopo avermi visto in lacrime “se vuoi uscire da questo luogo selvaggio; ella ha un’indole così malvagia e crudele che non riesce mai a saziare il suo appetito famelico, e dopo aver mangiato ha più fame di prima. Finché non arriverà il veltro, finché non arriverà il nuovo Re dei Pirati, il quale ricaccerà cotali bestie nel profondo inferno dal quale provengono. Per cui io, per il tuo bene, penso e giudico che tu faresti bene a seguirmi, ed io sarò la tua guida, e ti porterò via di qui, attraverso l'Inferno, dove ascolterai le grida disperate, vedrai gli antichi spiriti dolenti, che lamentano gridando la loro seconda morte".
E io dissi a lui: “Poeta, io ti domando, in nome di quel Dio che tu non conoscesti, affinché io possa sfuggire a questo male e ad uno anche peggiore, di condurmi lì dove hai appena detto, affinché io possa vedere la porta di San Pietro e coloro che tu mi descrivi così tristi”.
"Ancora! Ti ho detto che non sono Virgilio imbecille! Ma tu sei rincoglionito forte! Ma che vi fumate voi giovani di oggi! Forza ripeti con me: Silvers Rayleigh"
"Quindi mi condurrete sommo poeta Virgilio?" Chiesi io.
"Uff... Ma questo c'è o ci fa... Seguimi! Cazzone", lui si incamminò e io lo seguii.
"Questo sarà un lunghissimo viaggio" 

"Fine primo canto" disse Robin chiudendo il libro, "uffa voglio vedere come va avanti!" Si lamentò Rufy, "continuiamo domani, adesso stiamo per attraccare" disse Robin, "Oh e va bene, forza ciurma! Facciamo provviste!"


Note dell'autore 
Allora... Questa è una nuovo fanfiction che sto scrivendo, penso che sarà l'ultima dato che prima voglio finire i Nuovi Vendicatori prima di cominciarne una nuova. Per la parafrasi ho recuperato i miei appunti delle medie sull'inferno, per questo la parafrasi sembra molto fedele. Togliendo ovviamente le robe demenziali che ci ho messo io.
Vi dico una cosa, questa fiction vedrà come protagonista One Piece, ma penso che aggiungerò altri personaggi di altri anime e manga. Perciò sarà una specie di crossover, tipo.
Ora, tutte le scelte dei personaggi che ho usato non sono casuali, c'è un motivo ben preciso se Sanji, Zoro e Bonney sono le belve, così come c'è un motivo ben preciso se Rayleigh è Virgilio, così come c'è un motivo ben preciso se Brook all'inizio suona Paradise City dei Guns N Roses. Lascio a voi il compito di cogliere queste sfumature, vediamo chi di voi indovina il perché di queste scelte, sono curioso. Vi sfido!
Bene, alla prossima. Gabba Gabba Hey!

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Capitolo 2
*** Canto II: Beatrice... Ah no aspetta ***




Canto II: Beatrice... Ah no aspetta


La ciurma aveva appena finito di fare provviste. Sanji si era procurato delle enormi quantità di carne per saziare l'incontenibile appetito di Rufy, anche se sapeva che non sarebbe bastato, Nami e Robin erano andate a fare Shopping e Rufy, Chopper, Usopp e Brook avevano fatto un giro per la città, Zoro invece era rimasto sulla nave a fare da guardia, più che altro per evitare che si perdesse.

L'equipaggio dei Mugiwara tornò alla Sunny, "Bene! Ora possiamo partire, forza salpiamo!" Esclamò Rufy, Franky levò l'ancora e la nave salpò.

Robin si sedette sulla sua comoda sedia in mezzo alla nave per leggere il secondo canto della canto della Commedia quando Rufy si mise seduto ad osservarla, "Forza Robin! Continuiamo, voglio vedere come va avanti" disse il capitano, "Aspetta ci siamo anche noi" dissero gli altri mettendosi in cerchio attorno alla compagna.

Sanji preparò qualche stuzzichino per i suoi Nakama e una bevanda per Robin, "Ecco a te mia dea, una bevanda creata appositamente per te nel caso ti venisse sete", "Grazie Sanji, sei molto gentile. Bene direi che possiamo iniziare con il secondo canto, anche se sarebbe più corretto definire primo".

"Eh?! Come primo? E allora quello di ieri che cos'era?" Chiese il capitano, "Quello di ieri era un prologo Rufy" rispose l'archeologa, "E che diavolo è un prologo?" Chiese confuso, "Un prologo è una prefazione, un'anticipazione se così possiamo chiamarla" spiegò la mora; "Continuo a non capire", "Lascia perdere Robin, ti prego inizia altrimenti stiamo qua fino a notte" disse esasperata Nami.

"Ahah, ok, allora iniziamo, dunque, la scorsa volta eravamo rimasti con Dante che inizia a seguire Virgilio per la Selva. In questo canto arriveranno fino alle porte dell'Inferno"




Io cominciai: “Poeta che mi guidi,
guarda la mia virtù s’ell’è possente,
prima ch’a l’alto passo tu mi fidi.

Tu affermi che Enea, mentre era ancora in vita, si recò nel mondo eterno, e vi discese con tutto il corpo. Ora, il fatto che il nemico di ogni atto malvagio (si riferisce a Dio), sia stato così generoso nei suoi confronti, considerando la grande conseguenza che doveva derivare da lui, e poi chi era e che tipo di uomo era, appare perfettamente ragionevole ad un uomo dotato di intelletto; perché Enea, nel cielo Empireo, era stato designato al ruolo di progenitore della gloriosa Roma e del suo Impero: i quali, sia Roma, che l’Impero, per giunta, erano stati scelti come luoghi sacri, destinati ad ospitare il seggio dei successori del grandissimo San Pietro.

Grazie a questa discesa nell’Inferno, per la quale tu lo celebri, egli poté ascoltare cose che furono all’origine della sua vittoria, e della fondazione dell’istituzione pontificia, ma io, per quale motivo dovrei poter venire qui? Chi mi autorizza? In non sono Enea e non sono San Paolo: né io stesso, né nessun altro può credere che io sia all’altezza di questa impresa. Ragion per cui, se io acconsento a venire qui, ho paura che il mio viaggio risulti temerario. Tu  sei un uomo sapiente, e hai senz’altro compreso più di quanto io non sia riuscito a spiegare.

"OH! Ma tu non hai ancora finito di sparare puttanate a destra e a manca?" Rispose l'ombra di quel grande uomo "Seriamente, come cazzo devo farti capire che io non sono Virgilio. Mi chiamo Silvers Rayleigh. S-i-l-v-e-r-s R-a-y-l-e-i-g-h. SILVERS RAYLEIGH per la puttana! Ma chi me la fatto fare di accompagnare un coglione come te... Ah già è vero, è stata la biondina. Ehm ehm... Affinché tu ti possa liberare da questa paura, ti racconterò perché io venni e ciò che sentii dire nel momento in cui per la prima volta provai dolore per te. Che poi, non è che provai tutto sto dolore, di te non frega un cazzo... Comunque, io mi trovavo tra coloro che stanno sospesi e fui chiamato da una donna beata e tanto bella nell’aspetto, che io non le chiesi altro che impartirmi ordini. Non giudicarmi eh! Vorrei vedere te cosa fai se ti appare davanti una bella biondina nuda. I suoi occhi risplendevano più di quanto faccia una stella, e le sue poppe più grandi di due cocomeri maturi erano, ed ella cominciò a dirmi , con dolcezza e semplicità, e con voce di angelo, nel suo parlare: "Colui che mi amò sinceramente e non in maniera interessata, in questo momento si trova su un pendio deserto, a tal punto bloccato nel suo cammino, che a causa della paura sta retrocedendo, ed io, stando a ciò che ho sentito dire al suo riguardo nel cielo, ho paura che sia già tardi per me di attivarmi per soccorrerlo, a tal punto egli è già perduto. Io, che ti sto chiedendo di andare, sono Seras Victoria, e provengo da un luogo nel quale desidero ritornare, è stato l’amore a farmi venire da te e a farmi parlare. Quando mi troverò davanti al mio Dio, io tesserò spesso le tue lodi di fronte a Lui”. 

Poi tacque ed io incominciai a dire: "We senti bocce d'oro, allora io lo faccio né! Ma guarda che poi sei in debito con me, va bene che metterai una buona parola per me col Padrino (si riferisce a Dio), però parlandoci chiaro, non serve a un cazzo, ci metto la mano sul fuoco che mi lascia qui a marcire. Non è che tu vorresti ricambiarmi in qualche altro modo? Sì insomma un po' di... Ci siamo capiti no? Bunga Bunga Dance, capisci?" 

"Va da lui Rayleigh! Io non posso discendere ne lo Inferno, ti prego sommo pirata, salva il mio amato Bernadotte!" Dopo che mi ebbe detto ciò, piangendo voltò i suoi occhi splendenti, mostrando quel suo bel culetto, guarda, era così sodo che potevi usarlo come palla da Pallacanestro giuro, mi indusse ad essere ancor più rapido nel venire a soccorrerti. Sì che poi, tra l'altro, lei mi ha parlato di un certo Bernadotte, tu mica ti chiami Dante? 'Ca Troia ho sbagliato tizio. Ve beh ormai la macchina è partita, ehm dimentica quello che ho detto e andiamo in sto cazzo di Inferno sù!"

“Oh come si è dimostrata compassionevole colei che è venuta in mio soccorso, oh Beatrice! E come ti sei dimostrato nobile tu che hai obbedito prontamente alle parole sincere che lei ti ha detto. Tu, con le tue parole, hai a tal punto reso il mio cuore desideroso di seguirti, che io sono ritornato al mio proposito iniziale" Questo io dissi a lui.

Egli si rivolse a me: "Senti un po', Ciccio bello! Ma tu, quando eri piccolo, tua madre ti lanciava in aria e poi non ti prendeva? No perché a quanto pare tu sei scemo forte. Ti ho appena detto che la tizia di chiama Seras Victoria, che non dovevo salvare te ma un altro, cioè chi cazzo è sta Beatrice? Ma mi ascolti quando parlo?" 

"Avanza pure, dunque, perché ora la nostra volontà è la medesima: oh mia guida, oh mio condottiero, oh mio maestro”. Questo io dissi a lui, e, quando riprese a camminare, feci il mio ingresso nel cammino profondo e selvaggio.

"Ma Vaffanculo... Fattone di un nasone, guarda te che mi tocca fare, spero solo che la biondina alla fine rispetti il suo accordo, oppure qui faccio una strage".

"Fine canto secondo" disse Robin chiudendo il libro, "Vi è piaciuto?", i ragazzi risposero con un sonoro sì, Sanji perdeva sangue dal naso, "Ahhh Beatrice! Visione angelica! Eh sì, io sono Dante, e la mia Nami è Beatrice non ci sono dubbi", "Sì sì, proprio Dante guarda, sommo poeta dello scassare i maroni" disse Zoro; "Cosa hai detto Marimo? Vieni qui e ripetimelo". I due iniziarono una delle loro solite risse e puntualmente Nami cercava di tenerli a bada.


Note dell'autore
Ecco a voi il canto II. Qui compare per la prima volta un personaggio che non appartiene a One Piece: Seras Victoria, lei viene dal manga di Hellsing. Scelta non causale,ma voi capire il perché. Come vi è sembrato? Piaciuto? Sono riuscito a farvi ridere?
No seriamente ditemelo nei commenti. Per davvero ragazzi, insomma, il primo canti in qualche ora ha racimolato più di 100 visite e solo una recensione, e che cazzo! Secondo voi io come faccio a sapere se la storia piace o no? Non per fare il malato di recensioni ma in quanto autore ho diritto di sapere almeno da tre o quattro persone se la storia piace, se fa ridere, se è scritta bene, oppure se fa cagare, io queste cose non le so, me le dovete dire voi. Non fate i lettori fantasma, non vi mangio mica, ricordate che le critiche sono sempre ben accette. Fanno più piacere di un semplice complimento credetemi. Le critiche aiutano a crescere.
Ringrazio ASL KH LL per aver lasciato un piccolo commento nello scorso canto e... Alla prossima!



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Capitolo 3
*** Canto III: Akainu occhi di demonio ***




Canto III: Akainu occhi di demonio


La Thousand Sunny navigava in acque tranquille, all'orizzonte non vi erano navi della Marina, la ciurma, quindi, ne approfittò per ascoltare il nuovo canto della Divina Commedia, i Mugiwara adoravano ascoltare quel 'opera e letta da Robin, acquistava una certa magia che aveva impressionato tutti.

Robin non fece in tempo ad uscire dalla cabina e a sedersi che la ciurma si era già seduta attorno alla sedia, pronti per ascoltare i versi di quell'opera magistrale.

L'archeologa sorrise: "Ma bene, vedo che vi piace proprio la Divina Commedia, sono contenta che apprezziate un racconto di tale spessore", "Shishishi è fantastica! Dai Robin siamo impazienti!" Esclamò Rufy, "Va bene, va bene, arrivo" si sedette sulla sedia e prese in mano il libro, "nello scorso capitolo Virgilio spiega a Dante del perché è venuto a salvarlo, egli fu mandato da Beatrice" (al sentire quel nome Sanji iniziò a perdere sangue dal naso) "La quale in vita fu la donna amate da Dante. Il poeta soffrì molto la sua perdita, è per questo che la collocò nel Paradiso come angelo custode. Anche se, bisogna dirlo, si pensa che in realtà Beatrice non sia mai esistita e si tratti di un'invenzione del poeta fiorentino" spiegò l'archeologa.

"CHE COOOOOOOOOOSA?!" Esclamò l'intero equipaggio sconvolto, Sanji era quello che più di tutti ci era rimasto male, si rotolava per terra continuando a ripetere: "No non è vero, Beatrice, la bella Beatrice non è mai esistita, no, non è giusto non è giusto non è giusto", "Calmatevi ragazzi, ho detto che probabilmente è un invenzione. Nessuno sa se lei è esistita o meno. Alcuni studiosi affermano che in realtà Beatrice non è altro che il nome che Dante attribuisce alla figura storica di Bice di Folco Portinari". La ciurma si rilassò e Sanji si rialzò sedendosi al suo posto accanto a Nami.

"Bene ragazzi, nel terzo canto Virgilio e Dante si troveranno davanti alla porta dell'Inferno, vi entreranno ed arriveranno davanti a Caronte, con il quale dialogheranno. Possiamo iniziare"




’Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e ’l primo amore.

Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate’.


 Queste parole, io vidi scritte con caratteri scuri al di sopra di una porta: per cui io (dissi): “Maestro, il loro significato mi spaventa, maestro voi avete già veduto codesta iscrizione?"

Ed egli mi rispose, come persona che comprende perfettamente: “Certo Dante le ho già viste, e lo sai dove? Sulle mutandine di tua madre! Ma porco Roger, come fai ad essere così coglione?! Io sono uno spirito, l'avevo già letta... Deficiente. Comunque. qui bisogna abbandonare ogni timore, bisogna che cessi ogni forma di vigliaccheria. Noi siamo arrivati nel luogo dove io ti ho detto che tu vedrai coloro che vivono nel dolore e che hanno subito la punizione di Don Corleone (si riferisce a Dio)”.

E dopo che ebbe preso la mia mano con la sua, con volto sereno, per cui io mi sollevai, mi introdusse alle realtà nascoste, egli mi disse: "Su forza! Dammi la manina e andiamo", io mi rivolsi alla sua magnificente figura: "Maestro Virgilio, so che agli occhi di un poeta dotto e sapiente come siete voi io sono solo un mero fanciullo. Ma non sono un lattante", "Fossi mio figlio, pedate nel culo dalla mattina alla sera. Dai vieni coglione". Egli mi trascinò con lui ne lo abisso infernale recitando sante preghiere per le nostre anime: "Brutto coglione di un nasone. Ma che cazzo hanno nella testa sti giovani, loro e loro droghe, puttana Rouge, non ci sono più i giovani di una volta".


Lingue diverse tra loro, pronunce orribili, parole di dolore, esclamazioni d’ira, voci alte e fioche ed insieme ad esse un battere di mani producevano il tumulto che attraversa sempre, come sabbia sollevata dal turbine, quell’aria oscura, ed io, che avevo la testa cerchiata dall’orrore, dissi: “Maestro, che cos’è quello che sento? E chi sono costoro che sembrano così sopraffatti dal dolore?”.

Ed egli mi rispose: “Si trovano in questa infelice condizione le anime malvagie di coloro che vissero senza meritarsi infamia né lode, in poche parole sono i cagacazzo inutile al fine della trama di One Piece; guarda, vedi laggiù, il tizio sotto steroidi con i capelli viola? Quello è Don Krieg, un vero coglione dai retta a me. Ah, comunque la musica che senti é la musica infernale, si trova proprio in questo girone, e accompagna i morti"   

https://m.youtube.com/watch?v=qKggnBh2Mdw

Living easy 
living free 
season ticket on a one way ride 
askin' nothing 
leave me be 
taking everything in my stride 
don't need reason 
don't need rhyme 
there ain't nothin' that I'd rather do 
going down 
party time 
my friends are gonna be there too 
I'm on the highway to hell 
highway to hell 
I'm on the highway to hell 
I'm on the highway to hell 

Io mi tappai le orecchie, il suono orripilante di questa canzone infernale provocava in me forti dolori alla testa, "Maestro! Cos'è questa musica infernale? Vi prego, andiamo avanti, la mia testa. Maestro", egli mi guardò con lo sguardo carico di compassione: "Ma sei coglione? Ma questi sono gli AC DC, come fanno a non piacerti? Guarda che spaccano di brutto né! Senti che assolo di chitarra! I'm on the Highway to hell! Tan tan... Oh e va bene, non serve che mi fai questo sguardo da cane bastonato, ho capito benissimo. Dai seguimi. Ma si può sapere che minchia ascoltate voi giovani? Questa è la vera musica, non come i vostri One Direction di merda".

Lo seguii, voltandomi a guardare ancora una volta quelle anime dannate. Questi sciagurati, che non vissero mai realmente, erano nudi e tormentati dai mosconi e dalle vespe che si trovavano lì. Mi rivolsi ancora una volta al sommo poeta Virgilio: "Maestro, voi siete vestito, perché queste anime sono nude?" Lui si rivolse a me: "Come perché? Cosa sono tutti sti pregiudizi eh? Hai mai provato? No... Certo che no, guarda che è una figata né, ti cospargi di burro fino alle orecchie, poi vai giù a correre, dentro la folla. Ti denudi, ti riempi di burro e corri. Puoi usare anche la vasellina se vuoi. Ti diverti un casino. Te lo giuro, guarda la prossima settimana vieni con me, lo facciamo insieme ok? Dai! In piazza mercato, In mezzo alla folla. Alle 11:00 del mattino... Puoi cospargerti anche di Gorgonzola se vuoi, ti cospargi di Zola va bene?... Ti sto prendendo per il culo! Non lo so perché sono nudi, alcuni qui sono nudi, altri invece vestiti. Non l'ho mai capita sta storia. E non fare quella faccia da funerale, stavo scherzando! Che cazzo hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma. ah l'hai capita? Fantasma eh? Uff, preso male di uno, vieni dai", riprese il cammino e io lo seguii dietro di lui.

E dopo che mi fui rivolto a guardare oltre, vidi delle persone sulla riva di un grande fiume; per cui io dissi: “Maestro, concedimi adesso di sapere chi siano e quale legge, le faccia apparire tanto ansiose di passare al di là del fiume, come mi sembra di vedere attraverso la poca luce". Ed egli mi parlò: "Le cose ti saranno chiare quando noi arresteremo i nostri passi sulla dolente riva dell’Acheronte”, "Maestro perché dobbiamo andare all'Acheronte? Perché queste anime prave si dirigono verso le sponde del fiume?" Il sommo poeta mi interruppe: "E tu perché mi scassi il cazzo? Perché perché perché".

Allora, con gli occhi velati di vergogna e bassi, temendo che le mie parole fossero per lui un fastidio, mi trattenni dal parlare finché non arrivammo al fiume. "Ah, finalmente hai capito che tutto quello che dici sono stronzate, bravo, sta zitto che è meglio".

Ed ecco giungere nella nostra direzione su un’imbarcazione un vecchio, canuto per l’età della chioma, che gridava: “Guai a voi, anime malvagie! Non sperate di veder mai il cielo: io vengo per portarvi sull’altra riva, nelle tenebre eterne, tra il fuoco e il ghiaccio. E tu che sei lì, anima viva, allontanati da codesti che sono morti!”. Ma poi, vedendo che io non mi allontanavo disse: “Per un’altra via e per altri porti giungerai su una spiaggia da dove passerai all’al di là, e non da qui: tu devi essere trasportato su una barca più leggera”.

E la mia guida gli disse: "Akainu non ti crucciare! Ve bene che c'ha i coglioni girati perché sei trapassato mentre eri grand ammiraglio ma ora esageri" si rivolse a me: "Lui è Akainu Dante, il traghettatore degli Inferi, guardalo bene, perché questo qui è un pirla con la P maiuscola. Cioè io mi ricordo la prima volta che era venuto qui che gridava che quello non era il suo posto e che doveva andare in Paradiso. Un vero demente, e si è messo a ciambellare i demoni, poi Satana ha deciso di fargli fare il traghettatore, perché non ne poteva più delle lamentele di sto tizio" poi guardò di nuovo il traghettatore: "Noi siamo in missione per conto di Don Corleone (sempre riferito a Dio), perciò trasporta pure noi è vedi di farti i cazzi tuoi" 

Il demonio Caronte, con gli occhi come bracieri, facendo loro dei cenni, le raccolse tutte, colpendo con il remo qualunque tra loro si mettesse seduta.

"Figliolo” disse il mio cortese maestro “coloro che muoiono nell’ira del Padrino si radunano tutti qui, da qualsiasi paese; sono smaniosi di attraversare il fiume dal momento che la mafiosa giustizia li sospinge, al punto che la paura si tramuta in desiderio. Da qui non passa mai un’anima pia, perciò, se Akainu si lamenta di te, ben comprendi adesso cosa vogliano dire le sue parole” 

Al termine di questo discorso, la campagna buia tremò così forte che lo spavento ancora oggi mi bagna di sudore la fronte. La terra piena di lacrime sprigionò un vento che fece balenare una luce rossa la quale sopraffece ogni mio sentimento, E caddi come colui che viene colto dal sonno.

"Oh perfetto è svenuto! Ma Roger cane! Ma per chi cazzi mi avete preso? Per un medico, ma porca, dai adesso ti alzo... Che, ma che cosa?! Porco giuda sto cretino si è pure pisciato addosso... MA PORCO ***!"


"Fine terzo canto" disse Robin, Usopp e Chopper si erano abbracciati terrorizzati, mentre Rufy e Zoro la guardavano meravigliati. "Bene, vedo che il canto III vi è piaciuto molto, allora aspettate che arrivi il quarto". Disse l'archeologa.

Note dell'autore
Anche il canto III è stato fatto. Piaciuto? Povero Rayleigh, cos'è costretto a fare.
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Canto IV: Il Limbo ***


Canto IV: Il Limbo


Era sera inoltrata, la ciurma si stava preparando per andare a dormire, Robin stava per andare in camera sua quando venne fermata da Rufy: "Robin, possiamo sapere come va avanti la storia?", la ragazza sorrise, "Rufy, ormai è tardi, continuiamo domani non preoccuparti", "Uffa Robin, io non ho sonno. Aiutami a dormire. Ti prego" si inginocchiò Rufy, gli altri membri della ciurma stavano origliando per sapere la risposta di Nico Robin, ma quest'ultima li aveva visti. 

L'archeologa iniziò a ridere: "Ahahahha certo che vi piace proprio. Non posso dire di no a qualcuno che ama un'opera tanto magnifica. E va bene mi avete convinta, siete fortunati, stasera Dante e Virgilio raggiungeranno il Limbo, non è ancora iniziato l'Inferno vero e proprio".

La ciurma urlò di gioia, si misero seduti di fronte a Robin, la quale iniziò a leggere




Ruppemi l’alto sonno ne la testa
un greve truono, sì ch’io mi riscossi
come persona ch’è per forza desta;

e volsi intorno lo sguardo riposato, dopo essermi alzato in piedi, e guardai attentamente, per capire in che luogo fossi. 

Fatto sta che mi ritrovai sul ciglio della dolorosa voragine infernale, che racchiude in un unico grande boato l’eco di infinite grida di dolore; era buia, profonda e fumosa, tanto che, per quanto io tentassi di scrutare a fondo, il mio sguardo non riusciva a scorgervi nulla.

"We piscia-sotto ti sei svegliato? Sai che prima te la sei fatta addosso come un poppante? Per fortuna che era solo liquida, perché se era una roba solida che ti usciva... Oh oh, se ti cagavi addosso ti avrei scaraventato nel pozzo dei giganti e chi s'è visto s'è visto. Guarda non me ne frega neanche del regalo di bocca della biondina, se arrivi a cagarti nelle mutande io ti lascio qua a marcire intesi?" Iniziò a dire il poeta, "Scendiamo ora quaggiù nel mondo buio, forza vienimi dietro!" Stava per incamminarsi quando si fermò a mirarmi: "venirmi dietro nel senso di seguirmi. No perché, non si sa mai che minchia ti frulla in quella testa di cazzo che ti ritrovi".

E io, che mi ero accorto del colorito sul suo viso dissi: “Come avanzerò, se tu sei intimorito, proprio tu che sei solito infondermi coraggio quando vengo atterrito dalla paura?” Ed egli mi rispose: "No scusa, ma mi stai dando del cagasotto per caso? Senti un po' testa di minchia, la vuoi capire che io non sono Virgilio? Io sono Rayleigh detto il Re Oscuro, ero vice capitano di Gold Roger, ti conviene non sottovalutarmi. Non sono impallidito per la paura, sono impallidito per la puzza! Sì insomma, stiamo per entrare nel buco del culo del mondo, si sente un certa puzza di merda, ma tu non la senti? Come cazzo è possibile col nasone che ti ritrovi. Minchia ce l'hai più lungo tu di pinocchio. A proposito di lunghezza, toglimi una curiosità... Ma quel naso enorme, serve a compensare la dimensione di qualche altra tua parte del corpo? Eh? Che hai non rispondi? Guarda che chi taccia acconsente né? Guarda io non ti giudico, nel senso, siamo come Madre Natura ci ha fatto. Nel tuo caso una schifezza. Dai! Muoviamoci che il cammino è lungo! Ops,forse non dovrei usare la parola lungo con te, mio caro miccietta corta. Dai non fare il sempre quella faccia! Sto scherzando! Preso male che non sei altro". Detto questo, entrò, e fece entrare anche me nel primo cerchio che cinge l’abisso infernale.

In questo luogo, stando a quello che si poteva supporre dal solo ascoltare, non c’era altro tipo di lamento all’infuori dei sospiri che facevano tremare l’aria eterna. Ciò accadeva a causa di una sofferenza non derivante da pene fisiche, provata tuttavia da molte numerose schiere di anime comprendenti bambini, donne e uomini. 

Il buon maestro mi disse: "We rincoglionito! Che c'è? Stavolta non fai una delle tue domande cretine? Oh! Finalmente l'hai capita cazzo! Hai capito di essere un coglione e hai smesso di fare domande. Ottimo, facciamo progressi! Spero solo che tu alla fine ce la faccia a chiamarmi Rayleigh. Mah, meglio non chiedere troppo a quel cervello minuscolo che ti ritrovi. Va beh, comunque, adesso ti spiego prima che cominci ad aprire bocca: queste anime non commisero peccati e che anzi, esse potrebbero addirittura aver conseguito dei meriti, ma ciò non basta, per la ragione che esse non furono riconosciute dalla famiglia Corleone, prerequisito essenziale della fede mafiosa in cui tu credi; potrebbe anche darsi che siano anime vissute prima della venuta della famiglia Corleone e non abbiano adorato Don Vito nel modo giusto: io stesso faccio parte di questa schiera. Per tali mancanze, non a causa di altri peccati, siamo dannati, e soffriamo soltanto di questo: del fatto che viviamo nel desiderio perenne senza la speranza di poterlo appagare. Che poi non è tutto sto inferno, sì insomma, qui c'è vino in abbondanza, Black Jack e squillo di lusso! Sì insomma, ce la spassiamo, una bella bevuta e poi tutti a scopare, sai che pacchia!" 

In cuor mio provai un’immensa sofferenza, quando udii queste parole, poiché seppi che gente di grande valore era sospesa in quella condizione intermedia, egli mi rivolse ancora la parola: "Ma sofferenza cosa?! Qui si sta da dio. Cioè, sesso droga e rock n' roll. Ma che cazzo vuoi di più dalla vita, anzi dalla non vita? Non è che magari tu sei dell'altra sponda? Ho capito, sei un amante delle carote, beh, io non ti giudico, però qui non abbiamo bar gay spiacente. Cazzo questo sì che è un inferno."

"Dimmi, mio maestro, dimmi, oh signore” dissi, per aver conferma di ciò che affermava quella fede (la fede mafiosa) che sconfigge ogni falsa credenza: Uscì mai da qui  qualche anima, o per proprio merito, o per merito altrui, che poi sia salita al Paradiso?” Ed egli, che comprese il senso implicito delle mie parole rispose: "Guarda, come ti ho già detto questo posto è un piccolo paradiso, nessuno sano di mente se ne vuole andare da qui, anche se; mi ricordo, tempo fa, avevo appena finito di fare bunga bunga con una bella moretta quando vidi giungere fin qui un potente (Santino Corleone), incoronato con il simbolo della vittoria (la pistola, simbolo della vittoria sul male. Il male secondo la mafia ovviamente). 

Egli portò via di qui l’anima del Re (Gol D Roger), di suo figlio-ciambella Ace e quella di sua moglie Rougue, e portò via molte altre anime, e le fece entrare nelle grazie del Padrino. E voglio che tu sappia che, prima di loro, nessuna anima era mai stata salvata. Salvata, che parolone, mi dispiace per loro, questo è un bel posto". 

Non smettevamo di camminare, sebbene egli andasse avanti a parlare, ma continuavamo ad attraversare il bosco, quel bosco, intendo, fitto di anime. Non avevamo fatto molta strada dal luogo in cui mi ero risvegliato dal sonno, quando vidi una fiamma che rompeva le tenebre formando un emisfero luminoso.

Eravamo ancora un po’ distanti da essa, ma non al punto che io non riuscissi a distinguere almeno parzialmente che gente degna d’onore, si trovasse in quel luogo.

"Tu che onori la scienza e l’arte, chi sono costoro, che godono di un simile onore, che li differenzia dalle altre anime?”

Ed egli mi rispose: "Costoro sono i pirati onorevoli che hanno solcato i mari, e ci sono anche gli Shinigami della Soul Society".

Nel frattempo fu udita da me una voce: "Gurararara, ragazzi è tornato Rayleigh! Salute a te Re Oscuro!" 

Quando questa voce si fu fermata e tacque, vidi quattro grandi ombre venire verso di noi: avevano un aspetto né triste né lieto.

Il buon maestro cominciò a dire: “We baffo! Allora come te la passi? Signori questo cretino si chiama Dante, Guarda quello con la alabarda in mano, che avanza davanti agli altri tre come fosse il loro signore: quello è Edward Newgate detto Barbabianca, lo so che non ha i baffi, non ho mai capito perché viene chiamato così e tutte le volte che glielo chiedi tira furori una storia più ridicola dell'altra. Una volta gli ho chiesto come mai lo chiamassero così e lui mi ha detto che era stato suo padre alcolizzato che gli ha detto: "PERCHÈ NON HAI UNA BARBA BIANCA!", cioè roba da matti guarda. L'altro è Shanks il Rosso e no.... Non viene chiamato così perché ha i capelli rossi, ma perché è un comunista", "Hasta la Victoria siempre!" Fece l'individuo dai capelli rossi. Il mio maestro riprese: "Ma taci un po' coglione! Comunque, quell'altro si chiama Sengoku il Buddha, non farti ingannare dalla tartaruga addominale, sta trattenendo il fiato, appena lo molla gli viene fuori una pancia enorme. L'ultimo è Ichigo Kurosaki, è un cretino pure lui eh, ma mena come un fabbro, meglio non farlo incazzare.

Così vidi radunarsi la bella cerchia dei seguaci del maestro di quello stile elevato (si riferisce ad Omero)che vola sopra gli altri come un’aquila. I poeti conversavano tra di loro: "Oh senti un po'! Perché quello lì mi chiama Omero? Io mi chiamo Edward Newgate"
"Lascialo perdere baffo, è un cretino, pensa che quel demente continua a chiamarmi Virgilio"
"Allora perché te lo porti appresso scusa? Anche se mi piace il suo abbigliamento rosso"
"Ma tu la vuoi smettere di fare il comunista cazzo! Non ti sopporta nessuno. Comunque non posso, adesso vi spiego: in pratica ero andato nella Selva Oscura per fumarmi un po' d'erba quando m'appare sta biondina nuda, era reale non era la maria a farmela vedere, cioè voi dovevate vedere che tette e che culo che aveva, roba dell'altro mondo. E mi dice di guidare il cretino fino all'Inferno, come ricompensa, sesso violento. Capite bene che non mi faccio mica sfuggire questa opportunità".

Ripartimmo e avanzammo fino alla luce; Giungemmo ai piedi di un nobile castello, circondato da sette cerchia di alte mura, e difeso tutt’intorno da un bel fiumicello. 

Superammo il fiume come se fosse asciutto; passai attraverso sette porte insieme a questi uomini sapienti; infine giungemmo ad un prato di erba fresca.

Ci dirigemmo, da uno degli angoli, in un luogo scoperto, luminoso ed alto dal quale si potevano vedere tutti. Vidi Elettra con molti compagni, tra i quali riconobbi Ettore ed Enea, e Cesare, armato e con gli occhi fieri e minacciosi, il sommo Virgilio si rivolse a me: "Ma che cazzo stai dicendo? Quelli sono: Boa Hancock, Drakul Mihawk e Orso Bartolomhew. Ascoltami bene grandissima testa di cazzo. Qui non ci sono poeti né eroi epici dei miei strafottuti coglioni, qui ci sono i personaggi di One Piece, questa è una fanfiction su One Piece, la vuoi capire sì o no? Uff... Da come mi guardi ne deduco che tu non hai capito un cazzo... Come al solito. Va beh dai, continuiamo".

Non posso riferire di tutti in modo esaustivo, perché a tal punto la lunghezza della materia del poema mi mette fretta, che spesso sono costretto a tacere alcuni dei fatti accaduti.

la mia saggia guida mi conduce per un’altra via, fuori dalla tranquillità, nell’aria che trema, e  giungo in un luogo dove non c’è niente che emani luce.

"Allora Ciccio bello sei pronto? Guarda che adesso inizia l'Inferno vero e proprio quindi ti conviene non svenirmi ogni due per tre o giuro che ti riempio di tanti di quegli sganascioni sui denti che neanche tua madre di riconosce. Forza! Vienimi dietro! Nel senso di seguirmi, mi raccomando! Non fraintendere eh? Non vorrei ritrovarmi quel nasone su per il culo".

"Fine quarto canto" disse Robin, "contenti?", "Fantastico! Ora però andiamo a dormire sono stanco!" Disse Rufy, "Sì hai ragione, dai andiamo" disse Zoro. La ciurma andò a letto, Robin fu l'ultima ad andare a dormire e pensò che gli piaceva proprio condividere la sua cultura con i Nakama.


Note dell'autore
Eccoci al quarto canto. Anf anf anf, scusate è che sono esausto, oggi ho pubblicato il terzo canto, il nuovo capitolo dei Nuovi Anime Vendicatori e ora il quarto canto. Non avete idea della fatica.
Ci vediamo domani! Cristo sono stanco morto,
Alla prossima!


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Capitolo 5
*** Canto V: Magellan e... La Coppia più Bella del Mondo ***


Gabba Gabba Hey! Sono Alucard97! Prima di iniziare il canto V ci tenevo a dirvi che il primo canto ha sfondato e stuprato... Ehm volevo dire, superato la soglia delle 200 visite. Il tutto in pochissimo tempo. Ci tengo molto a ringraziare tutti voi per questo traguardo (che per me, 200 visite sono tante). Volevo ringraziare:
- Manley D Alucard, che mi ha sempre supportato e stimato. Anche se sono io a dover stimare lei.
- ASL KH LL, che ha sempre recensito questa fanfiction lasciato un suo parere. Grazie per le recensioni fratello. 
- Jack_Skeleton_4ever, che ha messo la storia fra le sue preferite e ha recensito il canto III. Grazie per aver messo la storia tra le preferite amico.
- Vale1048575 e zorina98, due utenti che hanno messo questa storia fra le seguite. Anche se non avete mai recensito, avete comunque inserito questa mio lavoro tra i vostri seguiti, significa che la storia vi piace e per questo vi ringrazio. Grazie ragazze o ragazzi, non lo so ditemelo voi se sbaglio.
- Tutti gli altri 195 che hanno solo letto. Avete contribuito a dare visibilità ergo meritate un apprezzamento.
Gabba Gabba Hey a tutti! Possiamo iniziare con il canto V



Canto V: Magellan e... La coppia più bella del mondo


I Mugiwara quel giorno avevano appena finito di sistemare una nave della marina, la quale aveva abbordato la loro Sunny, ovviamente niente che la ciurma di Cappello di Paglia non possa gestire. 

L'equipaggio era esausto, dovevano rilassarsi, "Hey Robin, che ne dici se per rilassarci non ci leggi il prossimo canto della Divina Commedia?" Propose Nami, l'archeologa scrutò i suoi compagni e sorrise e disse: "È un ottima idea Nami, va bene, mettetevi comodi, perché ora i nostri protagonisti entreranno nel vivo dell'Inferno. Parleranno con Minosse, il giudice demoniaco e arriveranno nel girone dei lussuriosi." Al solo sentire la parola lussuria, il naso di Sanji iniziò a perdere qualche goccia di sangue.
"Bene, possiamo iniziare" 



Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia
e tanto più dolor, che punge a guaio.

Al suo interno c’è Minosse, orribile a vedersi, e ringhia: all’entrata del cerchio egli valuta i peccati, emette il suo giudizio e stabilisce il girone, a seconda di quante volte avvolga la coda.

Vi dirò che quando l’anima sfortunata giunge al suo cospetto, si confessa interamente, e quell’esperto conoscitore di peccati giudica quale luogo dell’Inferno le sia più adatto; e con la coda si avvolge tante volte quanti sono i livelli che vuole farle scendere.

Davanti a lui sostano sempre molte anime; a turno, ciascuna va a giudizio: riferiscono, ascoltano e poi vengono precipitate giù.

Il giudice dell'Inferno parlò: "Momento! Momento! Momento! Momento! Momento... Momento. Che ci fa qui un vivo? Chi cazzo sei tu?" Il mio maestro gli rispose: "Caso mai dovrebbe essere lui a chiedere chi cazzo sei tu", "Beh io sono... Un momento, l'ho chiesto prima io!"; il sommo Virgilio riprese a parlare: "Senti un po' Magellan! Non iniziare a rompere i coglioni e vedi di farci passare. Siamo in missione per conto del Padrino e tu sai bene cosa succede a chi ostacola i piani di Don Vito Corleone. Te lo ripeto, facci passare e vedi di farti i cazzi tuoi"

Minosse parlò: "Bada ad entrare e giudica bene di chi fidarti, non lasciarti ingannare dall’ampiezza dell’entrata!", "Sì sì va bene... Ciao Magellan. Lui è Magellan Dante, il giudice dell'Inferno, avvolge i peccatori con i suoi tentacoli di veleno e poi li giudica. Hey aspetta un momento! Guarda là" il sommo poeta si diresse verso un'anima in attesa di essere giudicata e gli parlò: "We ma tu sei Dragon! Anche tu sei passato all'altro mondo eh? Ahaha, dai che anche tu ci raggiungi nel Limbo. Ma dimmi, come va la non vita?"
"Una merda! La non vita fa schifo, vorrei non essere mai venuto qui. Voglio morire ancora"
"We Happyness! È così che saluti un vecchio amico! Questo cretino è Dante. Ohi, vuoi fare qualche domanda a Dragon?", io continuai a fissare perplesso il poeta, "A quanto pare no. Però una domanda te la voglio fare io, anzi, questa è una cosa che tutti i fan di One Piece vogliono sapere... Ma la madre di Rufy?
"Rufy non ha una madre!" 
"Come non ha una madre? Quindi è adottato?"
" Non proprio, qualcosa andò storto e alla fine rimasi incinta io. Mia moglie mi lasciò poco dopo la nascita di Rufy, disse che non era pronta per fare il padre"
"Beh, anche tu pirla, usavi un preservativo"
"Io sono allergico al lattice! Se va bene mi cade il cazzo, e se va male mi riempio di testicoli su tutto il corpo che poi si gonfieranno esplodendo come lampadine!"
"Beh, a sto punto è meglio che ti cada il cazzo"
"Sempre che non ti rimbalzi nel culo"
"Andiamocene Dante! Sto coglione era un emo in vita e lo è anche adesso. Cazzo, se lui viene nel limbo sarà una noia".

Ci incamminammo, Minosse ci fece passare, e arrivammo in un luogo privo di ogni luce, che muggisce come fa il mare a causa della tempesta, quando è scosso da venti contrari. La bufera infernale che non si placa mai, travolge gli spiriti nel suo vortice, e li tormenta sbattendoli e rivoltandoli. 

Quando giungono davanti al mulinello innalzano grida, pianti luttuosi e lamenti e bestemmiano la potenza divina e come gli storni vengono trasportati dalle ali durante l’inverno, in schiera larga e fitta, allo steso modo quel vento trasporta gli spiriti malvagi sospingendoli di qua e di là, in alto e in basso; e nessuna speranza li conforta mai, non solo quella di una pausa, ma nemmeno quella di una pena di minore intensità e come le gru volano levando i loro lamenti, formando nell’aria una lunga fila, allo stesso modo io vidi avanzare, levando grida di dolore, le ombre trasportate dal suddetto vento, per cui io dissi: “Maestro, chi sono quelle persone che l’aria nera punisce in questo modo?”.

"Benvenuto nel puttanaio dell'Inferno, guarda le belle donnine che ci sono qui, ci sono anche i salsicciotti, insomma ci sono per tutti i gusti. Comunque, qui ci sono i lussuriosi e guarda là! Quella è Misa Amane, una gran troia da retta a me, pensa che sta scema si è fatta manipolare da un cretino di nome Light Yagami. È finita qui perché ha ceduto alla lussuria, voleva farsi scopare da quel cretino alla Justin Bieber, quando invece Light era palesemente gay. Che testa di minchia quella ragazza. Ed ella è un'altra testa di minchia, Kiyomi Takada, anche lei come Misa era innamorata del gay; pensa che sta cogliona credeva di diventare una dea insieme a Light... Che teste di cazzo che sono i giovani di oggi. Poi va beh, c'è il Maestro Muten, c'è Miroku, c'è Brook eh... Ce ne sono di porcelloni, come biasimarli, scopare è la cosa più bella del mondo".

Dopo che io ebbi ascoltato il mio maestro mentre nominava le donne dell’antichità e i cavalieri, fui colto dalla compassione e quasi persi i sensi. Cominciai a dire: “Poeta, parlerei volentieri a quei due che procedono insieme e sembrano essere così leggeri nel vento”. Ed egli mi rispose: "Oh cazzo loro no! Ma proprio con loro vuoi parlare?!".

All'interno della tempesta potei udire le voci dei due amanti che parlavano fra di loro. "Yuno! Vattene via cazzo! La vuoi capire sì o no che non voglio stare con te!", "Eddai Yukki, solo un bacino", "NOOOOOOOOOO".

Il mio maestro si rivolse a me: "E va bene, puoi parlare con loro. Io ti avviso però, quei due sono dei dementi totali, adesso te li chiamo. VOI DUE! SÌ DICO A VOI DUE ROTTINCULO! VENITE QUA! DOBBIAMO PARLARVI, MUOVETE IL CULO!"

allo stesso modo uscirono quelle anime dalla schiera dov’era Didone, venendo verso di noi attraverso l’aria malvagia, tanto fu forte il mio grido affettuoso.

"Oh grazie amici! Mi avete salvato! Giuro, non ne potevo più di Yuno. Se il Padrino fosse misericordioso con me, gli pregherei di donarti la pace...." Fu interroto dal mio maestro: "Sta zitto un po' brutto coglione! Tu che osi solo definirti uomo, che ti fai proteggere dalla tua ragazza! Hai la vagina più grande di quella di Justin Bieber, ti dovresti vergognare".

"Di qualsiasi cosa vogliate conversare, io è Yukki saremo lieti di parlarvi. Ehm ehm... Amore, che nei cuori nobili si accende facilmente, si destò in costui, per il mio bel corpo che mi è stato tolto in un modo che ancora mi fa soffrire. L’Amore, che non risparmia a nessuno che sia amato di amare a sua volta, mi prese per la bellezza di costui così fortemente, che, come vedi ancora non mi abbandona. L’Amore ci condusse verso un’unica morte e la Caina attende chi ci portò via la vita. Queste parole ci furono dette da loro.

Dopo aver ascoltato quelle anime ferite, abbassai il volto e lo tenni basso finché il poeta mi disse: “A cosa pensi?”. Quando risposi cominciai dicendo: “Povero me, quanti dolci pensieri e quanto desiderio condussero questi due alle soglie dell’Inferno". Poi mi rivolsi a loro e stavolta parlai io, cominciando a dire: “Francesca, i tuoi tormenti mi fanno piangere, addolorato e impietosito." Lei guardò il poeta: "Francesca?" Il sommo Virgilio parlò: "Sì lo so è strano, non farci caso, tu sorridi e annuisci" si rivolge a me: "Addolorato e impietosito cosa?! Ma sti qua sono due pazzi assassini. Adesso ti racconto io la loro storia: sti due deficienti hanno partecipato ad un gioco mortale per stabilire il nuovo dio del tempo, in pratica hanno accoppato chiunque è poi si sono suicidati. Il cretino lì, Yukiteru, è un cagasotto effeminato e l'altra è una pazza sclerotica, ma meno male che sono morti! Vacca boia come si fa a chiamare amore sta roba!"

"Ha ragione lui" disse l'uomo, "Noi abbiamo ucciso gente innocente solo perché ce lo ha ordinato quel maledetto dio. Yuno è una pazza stalker, una volta mi ha sedato, denudato e nutrito con del cibo per cani per non parlare della volta in cui, appena finito di far sesso, ha cercato di uccidermi", "Io faccio tutto per amore Yukki", "Amore un cazzo! Siete due pazzi! Ve lo meritate! Allora Dante, possiamo..." 

Mentre una delle due anime diceva queste cose, l’altra piangeva; tanto che io svenni per la compassione, cadendo a peso morto.

"PORCA PUTTANA È SVENUTO DI NUOVO! Ma Cristo di un dio! Ma tu ci sei nato come inutile ammasso di merda? O ci hai studiato per diventarlo? Porco Roger! Adesso ti sollevo di nuovo aspetta... Oh no, no no no no, sto qua si è di nuovo pisciato adosso! Ma Cristo ma comprati dei cazzo di pannolini stupido nasone rottinculo!" 


"Fine canto quinto, allora come vi è sembrato?" Chiese Robin. Tutta la ciurma era in lacrime (tranne Zoro). Franky piangeva come un bambino: "WAAAAAAAAH! Che storia triste! Paolo e Francesca si amavano così tanto! Maledetto quel cane che li ha uccisi! WAAAAAAAAH, fratelli, questa sì che è una storia triste, devo dedicare loro una canzone", Rufy, Chopper e Usopp abbracciarono Franky piangendo anche loro. Nico Robin decise di andare a stendersi nella sua cabina, li osservò: "Eh sì, è proprio divertente leggere con loro"


Note dell'autore
Ecco a voi il canto quinto. Che dire, vi è piaciuto? Per chi non conoscesse Yuno e Yukiteru, sappiate che sono i protagonisti di Mirai Nikki, un anime fantastico che vi consiglio caldamente di reperire.
Bene, vi ringrazio ancora e... Alla prossima! Gabba Gabba Hey!

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Capitolo 6
*** Canto VI: Marshall il Gran Vermo e... Ciccione nel fango ***



Canto VI: Marshall il Gran Vermo e... Ciccione nel fango



Era ora di pranzo e i Mugiwara si deliziavano dei magnifici piatti di Sanji, come al solito Rufy divorava tutto ciò che osservava sulla tavola, divorava anche dai piatti dei suoi Nakama.
"Rufy ti conviene smetterla di mangiare anche dai piatti degli altri!" Gridò Sanji, "E perché scusa?" Chiese innocentemente lui. 

Robin sorrise a questa domanda e disse: "Guarda che se continui così finirai nel girone dei golosi", Rufy la guardò: "Girone dei golosi?", "Esatto, qui le anime si trovano nel fango e vengono divorate dal possente Cerbero". Usopp e Chopper si strinsero per la paura Rufy invece sembrava entusiasta "Cerbero eh? Deve essere interessante affrontarlo". Robin sorrise.

Finito di mangiare la ciurma si precipitò sul ponte della nave per ascoltare il nuovo canto della Commedia; "Molto bene, come già annunciato prima, oggi Dante e Virgilio arriveranno nel girone dei golosi. Vedranno Cerbero e parleranno con Ciacco, una vecchia conoscenza di Dante; possiamo iniziare".



Al tornar de la mente, che si chiuse
dinanzi a la pietà d’i due cognati,
che di trestizia tutto mi confuse,

mi vedo intorno nuovi tormenti e nuovi tormentati, comunque io mi muova, o mi volga intorno, e dovunque io guardi. Mi trovo al terzo cerchio, della pioggia eterna, maledetta, fredda e pesante; la cui intensità e qualità non cambia mai.

Il mio maestro mi saluta al mio risveglio: "We testa di minchia! Ti sei ripreso stupido piscia a letto? Ma quanto anni c'hai tu? Cioè ti pisci addosso a questa età? Ma cazzo comprati un pannolino; senti, io sono stufo di pulirti e di trasportarti. Fallo di nuovo e io ti giuro che ti castro con un coltellino arrugginito così ti impedisco di inquinare il resto del mondo! Io giuro che riuscirò a motivarti sacco di merda, a costo di andare ad accorciare il cazzo a tutti i cannibali del Congo! Guarda! Là c'è Cerbero, il cane infernale"

Io mi voltai, Cerbero, belva crudele e deforme, latra con tre gole alla maniera dei cani, sopra la gente qui sommersa. Ha gli occhi rossi, la barba unta e scura, il ventre ampio, e le mani dotate di artigli; graffia gli spiriti, li scuoia e li squarta. 

Il poeta mi spiegò: "Lui è Cerbero, lo so fa cagare, anche se noi lo chiamiamo solo Teach. Altri invece lo chiamano Barbanera, io preferisco Teach. We Teach! Brutto avanzo di tubero come te la passi? Tutte le volte che ti vedo sei sempre più ciccione"
"Zehehaeahah, Rayleigh! Chi è il vivo lì con te? È una gnocca?"
"Ma sei rincoglionito per caso? Non lo vedo che è un uomo! Mettiti il cuore in pace, te e la tua voglia di patata. Tanto sei un cesso, non te la darà mai nessuno. Fai cagare"
"Io dico di sì! La mia patata... La mia vagina... Il mio boschetto..."
"Sì sì va bene, hai rotto il cazzo però eh? Noi adesso passiamo, siamo in missione per conto del Padrino, sai cosa succede a chi intralcia la famiglia Corleone vero?"

Passammo oltre, il cane infernale si girò a mirare lo mio maestro, "Vai avanti vivente! Segui il vecchio!", il mio maestro gli parlò: "Ma vai a cagare! We soldato Palla di Lardo, piglia sta merda!"  E la mia guida allungò le sue mani, prese della terra, e con i pugni pieni la gettò dentro alle gole bramose. "Così impari... Coglione".

Noi passavamo sopra le ombre prostrate dalla pesante pioggia, e poggiavamo i piedi sopra la loro vuota sagoma, che ha l’apparenza della figura umana. Esse giacevano tutte per terra, salvo una, che si alzò a sedere non appena ci vide passarle davanti.

"Oh! Ma tu sei Rayleigh! E tu, vivo, non sei forse uno di quelli che hanno partecipato alla battaglia di Londra?" 
"Oh guarda un po' c'è Onlio, ehi grassone, dov'è Stanlio? Ah no aspetta non sei Onlio... Sì che poi ma che cazzo stai dicendo? Battaglia di Londra?! Che cazzo ti sei fumato pirla?! Comunque Dante, lui è il Maggiore, non so come cazzo si chiami in realtà, nessuno lo sa. Come ti cazzo ti chiami ciccione?"
"Maggiore... I miei mi odiavano"
"I tuoi... Solo i tuoi? Tutti ti detestano cazzone! Ora ti racconto la sua storia Dante: Allora, devi sapere che sto cretino ha messo a ferro e fuoco Londra, massacrato milioni di inglesi compreso il suo esercito, solo per uccidere un figlio di puttana sosia di Ozzy Osbourne, si chiamava Alucard comunque. La vuoi sapere la cosa davvero buffa? È che sto testa di minchia non ce l'ha fatta ad ucciderlo. Ahahahhaha che cazzone!"
"Ti prego, potresti evitare di..."
"Sta zitto minchione, te le meriti tutte ste pene... Coglione. Tranquillo Dante, chiariremo meglio la storia quando incontreremo Alucard nel girone dei violenti, oppure Ozzy Osbourne? Non lo so, non li distinguo quei due. Se ti chiedi anche perché un sadico come il Maggiore sia finito nel girone dei golosi... Beh ma hai visto quanto cazzo è grasso! Minchia sembra Jerry Scotti in versione SS".

Io gli risposi: “Ciacco, il tuo affanno mi addolora tanto che mi induce a piangere; ma dimmi, se lo sai, a quale esito arriveranno i cittadini della città divisa; dimmi se in essa c’é almeno qualcuno che sia giusto; e dimmi la ragione per cui tanta discordia l’ha assalita”.

Ed egli mi rispose: "Ma che cazzo stai dicendo? Chi è Ciacco? Rayleigh ma chi è sto pirla?" Il mio maestro si rivolse nuovamente a lui: "Senti lascia perdere. È un rincoglionito, io non capisco se lo fa apposta o no. E siamo solo al terzo girone, dobbiamo arrivare fino a Satana. Ma porco Roger".

Qui terminò il suo discorso lacrimevole. E io gli dissi: “Voglio che tu mi insegni ancora dell’altro e che mi conceda di parlare ancora un poco. Farinata e il Tegghiaio, che furono tanto insigni, Iacopo Rusticucci, Arrigo e il Mosca e tutti gli altri che misero le loro intelligenze al servizio del ben fare, dimmi dove sono, e fa’ in modo che io conosca la loro condizione; poichè ho gran desiderio di sapere se il cielo dà loro la sua dolcezza o se l’inferno li tormenta con la sua amarezza".

Ed egli si rivolse di nuovo al sommo poeta: "Ma sto rincoglionito non si è ancora ripreso? Ma le senti le quantità di puttanate che spara in una giornata?" Posi si rivolse a me: "Senti, io non ho capito un cazzo di quello che hai detto, io non mi chiamo Ciacco, non sono italiano, e tutte le persone da te nominate non le conosco, mi fai il piacere di levarti dai coglioni ora?" 

Torse allora gli occhi diritti in storti; mi guardò un attimo e poi chinò la testa: cadde infine con essa, steso a terra come tutti gli altri ciechi.

E la mia guida mi disse: "Con tutto quel lardo in corpo glie sarà venuto un infarto... No dai ti piglio per il culo! Si è addormentato e resterà così finché non giungerà il Giudizio Universale, poverino... Va beh fotte sega, andiamo avanti! Te non svenire eh? Bravo, sei ancora in piedi, ecco fa il bravo e vedi di non farmi smadonnare".

Così passammo attraverso quella lurida mistura di ombre e pioggia, a passi lenti, trattando brevemente l’argomento della vita futura e io dissi: “Maestro, questi tormenti cresceranno dopo il giudizio universale, o saranno minori, o rimarranno così terribili?"

Egli a me: "Cazzo ne so? Mi chiedi di una roba che non è ancora accaduta! E che cazzo! Senti un po', ce la fai a chiamarmi Rayleigh? Seriamente, mi sto rompendo il cazzo adesso... No eh? Va beh fa come cazzo vuoi".

Girammo lungo la circonferenza del cerchio parlando molto più di quanto io non possa riferire, e giungemmo al punto dove si scende di un grado: qui trovammo Plutone, il grande nemico.


"Fine canto sesto" disse Robin, "Capito Rufy? Ti conviene evitare di prendere il cibo dal nostro piatto... Ma che stai facendo?" Chiese Zoro. Rufy era pensieroso, "Mmh, Robin ho una domanda su Cerbero", "Certo dimmi pure" fece lei. "Ma anche Cerbero fa la cacca?", tutti caddero per terra. Tranne Zoro, egli perdeva sangue dal naso.

"Hey Zoro che cos'hai? Perché persi sangue?" Chiese il capitano, "Non è niente Rufy, è solo un'aneurisma da troppa stupidità" rispose lo spadaccino; "Ah, allora sei proprio stupido Zoro!" Esclamò Rufy, "ODDIOOOOOOOOOOOO!"


Note dell'autore
Ecco a voi il canto VI. Per chi non lo sapesse il Maggiore è un altro personaggio di Hellsing, così come lo è Alucard.
Ve lo aspettavate che Barbanera sarebbe stato cerbero? Come ho già spiegato, tutte le scelte che faccio non sono casuali, c'è un motivo se Barbanera è Cerbero; indovinate perché ho fatto fare a Teach Cerbero! Avanti indovinate! 
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Canto VII: Greed e... Ultras ***


Canto VII: Greed e... Ultras 



La ciurma aveva appena sconfitto una nave della Marina senza alcuna difficoltà, tutti tornarono ai loro posti, tranne Nami.

Quest'ultima, infatti, stava raziando qualche piccolo tesoro della Marina, nulla di che ma pur sempre un boccone appetibile per la Gatta Ladra.

"Mocciosa, sempre a derubare, lasciali in pace" disse Zoro, "Fatti gli affari tuoi, con tutto quello che spendiamo per dar da mangiare a Rufy abbiamo bisogni di qualche spicciolo" sbottò lei, "È disonorevole derubare qualcuno che non può neanche difendersi" "Blablabla codice d'onore e blablabla". Zoro ghignò "Sei proprio una mocciosa" disse girandosi e camminando dandole le spalle (come un vero figo sa fare XD -Nda).

Nami gonfiò le guance come una bambina, "Proprio non lo sopporto quel buzzurro", Robin le si avvicinò ridendo, "In fondo Zoro non ha tutti i torti. Se continui così finirai nel girone degli avari, dove sarai costretta a trasportare enormi massi per l'eternità", Nami deglutì. 

"Robin, venite, ora vi racconto" disse Robin sedendosi e iniziando a leggere con tutta la ciurma riunita,





"Pape Satàn, pape Satàn aleppe!",
cominciò Pluto con la voce chioccia;
e quel savio gentil, che tutto seppe,

"Pape Satàn, pape Satàn aleppe! Cazzo!" Continuò a ripetere il demonio Plutone.

"Sniff sniff... Cos'è sta puzza di merda? Dante non dirmi che ti sei cagato addosso! Ti prego dimmi di no, perché giuro che adesso io... Sniff sniff... A no sono i miei vestiti, colpa del girone dei golosi, che schifo... Comunque Dante, lui è Greed o Ling, non ho mai capito come cazzo si chiama".

"Io sono Greed!" Fece il demone, "Sì sì come vuoi... Comunque, lui è Greed, il guardiano del cerchio degli avari; in questo girone vengono puniti coloro che hanno peccato di avarizia... In poche parole qui troverai gente come Nami, la Gatta Ladra... Che gran bel pezzo di gatta aggiungere, Kakuzu dell'Akatsuki, Mario Monti ecc..." 

"Se volete di qui passare, un pedaggio dovrete pagare!" Urlò Plutone; io mi rivolsi a lo mio maestro: "Maestro, io non ho denaro con me, come potremo mai passare oltre l'infernale guardia di Plutone?" Il sommo poeta di rivolse a me con sguardo pieno di compassione: "Cazzo Dante! Ma come fai a girare senza soldi?! Che cazzo sei, un pezzente?" Poi si rivolse a Pluto: "Senti un po'! Mao Tze Sto Cazzo o come minchia ti chiami! Ora tu ti levi dai coglioni e ci lasci passare, o giuro che inizio a prenderti a pedate nel culo da qui fino all'eternità... Già c'ho i coglioni girati per colpa di sto pirla che non riesce a pronunciare il mio nome e si piscia addosso... Stupido cazzone... Haki del Re!"

Così come le vele gonfiate dal vento, cadono ravvolte, quando l’albero si spezza, allo stesso modo cadde a terra la belva crudele (Greed).

Così scendemmo nella quarta fossa, avanzando un tratto in più sul pendio infernale che ingoia, il male dell’intero universo.

Ahi giustizia di Dio! Chi mai avrebbe potuto ammassare tante straordinarie punizioni e pene quante ne vidi io? E perché la nostra colpa ci rovina così?

Qui vidi anime, in numero maggiore che altrove, che, da una parte e dall’altra, facevano rotolare, tra grandi urla, dei macigni con la forza del petto. Si scontravano l’uno contro l’altro; e poi, in quel punto, ciascuno si rigirava, voltandosi indietro, e gridando: “Nami! Perché cazzo tieni il denaro per te? Non vorresti darmi i tuoi due bei sacchi d'oro?" e “E tu perché non te ne vai a Fanculo?” In questo modo giravano per quel cerchio buio, da ciascun lato fino al punto opposto, continuando a gridarsi la loro ingiuriosa cantilena; poi ciascuno, una volta arrivato, ripercorreva la strada all’indietro, attraverso la sua metà del cerchio, fino all’altro punto di scontro. Ed io, che avevo il cuore come trafitto, dissi: “Maestro mio, ora spiegami che gente è questa? E se questi alla nostra sinistra, che hanno la chierica, furono tutti chierici" 

Egli mi rispose: "Come già spiegato, questo qui sono tutti avari e prodighi, guarda qua che schifezza! Specialmente lui! Guardalo là, Mario Monti e il suo masso. Che cerchio di merda. Sì, quello che vedi, la maggior parte sono preti mio caro Dante. Ah i preti! Stupidi rottinculo interessati solo ai soldi. Pensa che una volta, un prete volevo benedirmi la casa sotto compenso e sai cosa feci? Beh, con la pazienza di un vero santo mi alzai dalla mia sedia, andai verso di lui, lo guardai con sguardo carico di compassione e misericordia...e gliene diedi tante. Ma tante! Ma tante! Ma così forte che la gente delle Sabaody si era radunata intorno a noi pensando che fosse il concerto degli Iron Maiden... Ora che conosci la storia, possiamo proseguire"

Io dissi: “Maestro, tra coloro che appartengono a questa categoria..." "NO!" Mi rispose lui, "Ma maestro..." "NO! Non voglio starti a sentire va bene? Mi hai già rotto il cazzo con tutti i tuoi perché e le tue domande! Vedi di muoverti, perché tra un po' io ho la partita di calcetto al Limbo e non voglio saltarla. Pirati VS Shinigami, la mia squadra la New Pirate contro la ShiniMuppet. Io titolare, tridente d'attacco io, Barbabianca e Mihawk; capisci che senza di me perdiamo, e io lo voglio mettere in culo a Ichigo questa volta. Capito?! MUOVITI!" 

Così tagliammo attraverso il cerchio, fino a raggiungere la riva opposta, nei pressi di una fonte che ribolle e si riversa in un fossato che prende inizio dalla fonte stessa.

L’acqua non era di color perso, quanto piuttosto di colore scuro e noi, insieme alle onde torbide, scendemmo attraverso una via accidentata. Questo triste ruscello, dopo essere disceso ai piedi dei tetri dirupi infernali va a finire nella palude che ha nome Stige.  E io, che ero tutto intento a guardare, vidi persone conficcate nel fango in quel pantano, tutte nude, con il volto irato. Esse si percuotevano non soltanto con le mani, ma con la testa e con il petto e con i piedi, lacerandosi a brandelli con i denti.

Il buon maestro mi disse: "Qui Dante, in questa poltiglia, ci sono gli Iracondi. Coloro che hanno vissuto nell'ira e nella violenza. È un cerchio pericoloso, fai attenzione a dove metti i piedi e bada che questo cerchio è pieno di Ultras della Lazio e della Roma, quindi per il tuo bene ti consiglio di evitare di gridare forza Roma" 

Si sentirono delle grida nell'aria: "A romanista bastardo! Viè qua che te faccio er culo vecchio de merda!", il mio maestro replicò: "Ma vai a cagare! Forza Juve pirla!"

Così percorremmo un grande arco della sporca palude, tra la riva asciutta e il pantano centrale, con lo sguardo rivolto a quelli che si ingozzavano di fango, attraverso gli urli delle anime dannate "Mortacci vostra! Ma chi è quel laziale infame che m'ha parcheggiato il cavallo in doppia fila!"

Alla fine giungemmo ai piedi di una torre.


"Fine canto VII" disse Robin, "Capito Nami? Faresti bene a non vivere la tua vita sull'avidità oppure finirai come loro" continuò lei. Nami sbuffò e dopodiché la ciurma tornò a navigare, verso la prossima isola.


Note dell'autore 
Ecco a voi il canto VII. Piaciuto? No sul serio ditemelo perché mi sa che stavolta non ho fatto ridere nessuno... Scusate se ci ho messo tanto ma questa è stata dura da adattare.
Alla prossima! Gabba Gabba Hey!

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Capitolo 8
*** Canto VIII: Vittorio Sgarbi e l'Infernale Città di Detroit ***



Canto VIII: Vittorio Sgarbi e l'Infernale Città di Detroit


Solita giornata all’interno della Sunny; quel giorno però Zoro e Sanji iniziarono a litigare come al loro solito.

La discussione era partita da Zoro, il quale aveva criticato il comportamento da galantuomo (Sarebbe meglio definire da stalker, ma dettagli –Nda)di Sanji. “La vuoi smettere con tutto questo “Nami luce dei miei occhi blablabla”, “Robin mia adorata blablabla”, non ti sopporto più cazzo! Tanto non te la daranno mai hai capito! MAI!”; “Ma che minchia vuoi tu marimo! Cosa ne vuoi sapere tu di come corteggiare una donna! Sempre attaccato alle tue spade, scommetto che ci vai a letto insieme!”. “Figuriamoci! Io sono un uomo, non ho tempo per smancerie da femminucce. Se anche tu ti allenassi non saresti un peso morto per la squadra!”, “Senti un po’ marimo, perché non te ne vai dalla tua amichetta Kuina? Magari lei te la dà… Ah già è vero, non può”; “Chiudi quella cazzo di bocca, o giuro che vengo lì e…”, “Ceeeeeerto, vieni pure qui avanti! Occhio però a non cadere dalle scale mi raccomando!”, “OK, ORA HAI SUPERATO IL LIMITE!”.

Zoro prese Sanji per il colletto, l’avrebbe riempito di pugni se non fosse stato per Nami, la quale tirò un pugno in testa ad entrambi, “Finitela tutti e due! Sempre a litigare, siamo compagni, dobbiamo sostenerci non ucciderci”. In quel momento arrivò Robin: “Nami ha perfettamente ragione ragazzi, continuando così finirete nel girone degli iracondi. Che ne dite se per rilassarci un attimo continuiamo con la lettura?”, la ciurma accettò di buon grado e si sedette ad ascoltarla.
 
 
Io dico, seguitando, ch’assai prima
che noi fossimo al piè de l’alta torre,
li occhi nostri n’andar suso a la cima

Proseguendo il mio racconto, dico che, molto prima di giungere ai piedi dell’alta torre, i nostri sguardi si diressero verso la sua sommità attratti da due fiammelle che vedemmo apparire lassù, e da un’altra che rispondeva ai segnali da tanto lontano, che a stento il nostro sguardo poteva distinguerla.

 Allora mi rivolsi a Virgilio, dicendo: " Che significato ha questo segnale? e quale risposta dà quell’altra luce? e chi sono quelli che l’hanno accesa ? " E Virgilio di rimando: “Stiamo aspettando il nostro taxi Dante… a proposito, questo qua che ci traghetta non è come Akainu, questo qua è una vera testa di cazzo; quindi evita di fare il pirla perché sto qua si incazza”. Nessuna corda d’arco scoccò mai una freccia che volasse nell’aria con una velocità paragonabile a quella della piccola imbarcazione che vidi in quell’istante dirigersi sull’acqua verso di noi, pilotata da un solo nocchiero, che urlava: “Ti ho raggiunto anima malvagia! Capra fascista comunista!” “We Sgarbi! C’hai ancora i coglioni girati? Smettila di gridare razza di rincoglionito, ci sentiamo benissimo” ribatte il mio maestro: “Senti un po’, adesso tu ci trasporti sulla tua barca…” venne interrotto dal demonio: “Capra! Capra! Capra! Non faccio salire le capre ignoranti, ne i vecchi fascisti! Fascista!”, “Sgarbi porca puttana! Siamo qui per conto di Don Vito Corleone, devi farci passare, oppure vuoi andare ad urlare capra anche al Padrino?!”

 Come colui che apprende di essere stato gravemente ingannato, e allora prova rammarico, così divenne Flegiàs per l’ira che in lui si raccolse. Salimmo sull’imbarcazione e il poeta si rivolse a me: “Hai capito perché ti dicevo di non farlo incazzare? Sto qua si chiama Vittorio Sgarbi ed è un cretino, pensa che all’inizio, quando arrivò qui, Magellan lo assegnò nel girone dei traditori perché sto testa di cazzo cambiava partito continuamente, così tanto perché gli faceva comodo. Solo che, una volta assegnato, continuava a gridare in continuazione: Capre! Fasciste! Comuniste! Satana, non potendone di più di questo rompicoglioni, gli ha fatto fare il traghettatore nel girone degli iracondi. Così adesso è un problema per queste anime… quanto mi fanno pena”.

Mentre solcavamo l’immobile palude, mi si parò davanti uno spirito coperto di fango, e disse: "Ahò! Ma tu che squadra tifi? Sei per caso un laziale stronzo?”   Ed io: " Se arrivo, non è certo per rimanere; ma chi sei tu, reso cosi sporco dal fango?" Rispose: “Io so er capo Ultra della Roma… ma tu che squadra tifi aho! Sei un laziale infame! Sì tu sei un laziale bastardo!” Ed io: " Restatene, anima maledetta, col pianto e col dolore; perché ti riconosco, anche se sei tutto imbrattato di fango ".   Allora allungò verso la barca entrambe le mani; ma Virgilio pronto lo respinse, dicendogli: “Hai rotto il cazzo te e la tua cazzo di Roma! Fate tutti cagare, siete solo degli scarponi! Forza Juve deficienti!” poi si rivolse a me: “Non farti strane idee, l’unico motivo per cui ti ho salvato è che volevo far capire a quella testa di minchia cos’è la vera fede calcistica… Anche perché se muori poi niente sesso violento con Seras quindi vedi di non morire intesi?” .

Virgilio disse ancora: “Stiamo per arrivare a Detroit Dante, con la sua polizia infame e tutti le gang del ghetto”  ed io: " Maestro, distinguo già chiaramente laggiù nell’avvallamento le sue torri, rosseggianti come se fossero uscite dal fuoco". E Virgilio mi disse: “La città è piena di fiamme a causa del concerto dei Kiss, quelli lì appena iniziano a suonare radono al suolo tutto… anche se la loro musica spacca di brutto! I wanna Rock N Roll all night! Tan tan tan… che è quella faccia? Non dirmi che non consoci i Kiss?! Ma cristo di un dio, ma si può sapere che cazzo ascoltate voi giovani? Scommetto che vi fate di rap dalla mattina alla sera, coglioni, questa è la vera musica”.

Arrivammo infine dentro i profondi fossati che difendono quella città desolata: mi sembrava che le mura fossero di ferro. Non senza aver prima fatto un ampio giro, giungemmo in un punto dove il nocchiero gridò ad alta voce: "Uscite dalla barca capre! E adesso il mio compenso”, “Il compenso? Ma quale cazzo di compenso! Ci abbiamo impiegato un minuto porco Roger! Che avidi, sti ex politici”, “Oh! Capra ignorante! Ma tu lo sai quanto costa mantenere una barca come questa eh?” “Non lo so, cento euro”, “Ma voi gente del Limbo, tutte queste puttanate chi ve le racconta? Quelle capre del TG4?”

ecco la porta (della città di Detroit). Vidi più di mille diavoli a guardia delle porte, i quali con stizza dicevano: “Ah! Ma guarda cosa abbiamo qui, un turista e per giunta vivo senza il permesso di soggiorno. Senti un po’ noi siamo della polizia di Detroit, pagaci e magari chiudiamo un occhio”.  E il mio saggio maestro parlò: “Sentite brutti coglioni! Ho avuto una giornata pesante, devo accompagnare sto coglione piscia sotto, ho dovuto attraversare la palude con quel rottinculo di Sgarbi che rompeva i coglioni e tra un po’ ho la partita di calcetto; io giuro che se per colpa vostra non arrivo in tempo alla partita, io vi prendo a pedate nel culo per l’eternità chiaro?!”

“Re Oscuro, non hai potere qui a Detroit, vieni, andiamo a parlare in privato”, io mi rivolsi a lui: “Mia amata guida, che innumerevoli volte mi hai ridato coraggio e salvato dai grandi pericoli che mi si pararono contro, non mi abbandonare”, “Vai tranquillo cagasotto, adesso ci parlo io con questi signorotti, tu stai qui e lascami fare eh, *Si scrocchia le nocche*”
 
“Fine canto VIII, avete capito? Non litigate voi due”, Zoro e Sanji si guardarono tenendosi il muso, Nami sbuffò: “Uffa! Volete far pace?”, i due si strinsero la mano. Gli altri se ne andarono lasciando da soli lo spadaccino e il cuoco, “Hey!” esclamò Sanji “Scusa per quello che ho detto di Kuina”, Zoro ghignò: “E tu scusami per averti dato fastidio”, Sanji sorrise e anche loro se ne tornarono ai loro posti.
 
Note dell’autore
Gabba Gabba Hey! Un capitolo non molto lungo è vero però… è così il canto VIII io non posso farci niente. Scusate il ritardo ma ho avuto molto da fare e sono parecchio stanco. Non avete idea la fatica che ho fatto per adattare questo canto e cercare di renderlo divertente, cavolo, il VII e l’VIII sono davvero tosti. Spero di essere riuscito a farvi ridere. Gabba Gabba Hey! Alla prossima!
Complimenti a Jack, il quale nella scorsa recensione, ha indovinato chi sarebbe stato il mio Flegiàs al primo colpo. Bravo ragazzo! una medaglia per te  

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Capitolo 9
*** Canto IX: Le Porte di Detroit ***


Canto IX: Le Porte di Detroit



La ciurma aveva appena finito di fare provviste, ma la città in cui era parecchio grande, c'erano molte cose da vedere quindi decisero di tenere la nave ormeggiata ancora per un po'.

Scesero e girarono la città e si fermarono in un parco molto bello, i Mugiwara decisero di rimanerci per riposare e fare un picnic. In quel momento a Robin venne in mente un'idea: "Hey ragazzi! Che ne dite se per passare il tempo vi leggo il canto IX della Divina Commedia?" Tutti esultarono in coro e si misero seduti sul prato di fronte a lei, la quale stava seduta sotto un albero con le foglie che facevano ombra sulla sua figura proteggendola dai raggi del sole.



Quel color che viltà di fuor mi pinse
veggendo il duca mio tornare in volta, 
più tosto dentro il suo novo ristrinse.                              

La lettura di Robin venne interrotta da dei bambini che stavano giocando e si ritrovarono di fronte alla ciurma, i bambini un poco spaventati chiesero scusa balbettando un poco. Robin sorrise: "Tranquilli bambini, non è successo niente, tornate pure a giocare" se ne stavano per andare quando un bambino si fermò a guardare la copertina del libro dell'archeologa "Scusi signorina? Questa non è forse la Divina Commedia di Dante Alighieri?" Robin sorrise "Bravo, è proprio lei. Però che bravo! Come fai a conoscere quest'opera?" "La mia mamma me la leggeva sempre, era affascinata da questo poema, Dante era il suo idolo" "È dimmi, dov'è la tua mamma?" "Non lo so, lei fa la Marine ed è sempre per mare, la vedo poco, così come mio padre. Vivo con i miei zii... Posso rimanere a sentirla? Per favore" a quel punto si avvicinarono anche i gli amici del bambino, "Ma certo che potete", loro sorrisero e si sedettero accanto ai Mugiwara. 

"Dunque...."


Quel color che viltà di fuor mi pinse
veggendo il duca mio tornare in volta, 
più tosto dentro il suo novo ristrinse.                              


Rimasi lì immobile ad aspettare lo mio maestro quando lo vidi arrivare verso di me con le mani sporche di un liquido rosso, "Maestro! Siete arrivato! Quale gioia, ma per quale oscura ragione le vostre mani sono tinte di rosso?" Chiesi io, lui mi rispose: "Oh beh vedi, ero andato laggiù con quegli sbirri di Detroit, quando ci siamo fermati loro mi fanno: "Mettiti in ginocchio vecchio!" E io gli faccio: "In ginocchio come vostra madre ieri sera!" E loro se la sono presa per quello, hanno iniziato a saltarmi addosso ma sai come va a finire quando qualcuno si mette contro di me. Diciamo che ora quelli avranno bisogno di un bel po' di soldi per la plastica facciale. Ma tu invece cagasotto? Sei rimasto qui a far nulla? Hai provato ad aprire le porte di Detroit?"

Io abbassai il capo in segno di sottomissione: "No maestro, ho voluto aspettarvi, sono incise delle strane parole sopra di esse, non ne conosco il significato" lo mio autore si rivolse a me: "È un messaggio di Satana. Terrazzo, sgabello, formaggio, borraccia blu, cazzo di gomma eeeeeee cannuccia!" 

Io mi accorsi del fatto che cambiò discorso rispetto a quello che aveva iniziato, che probabilmente sarebbe stato diverso; nondimeno le sue parole crearono in me paura, perché io interpretavo la frase interrotta con un senso forse peggiore di quanto non avesse in realtà.

"È mai successo che un'anima del I Cerchio, la cui unica pena è non avere speranza di salvezza, sia scesa in fondo al basso Inferno?"

Questo domandai a Virgilio, lui mi rispose: "Tu ti devi fare i cazzi tuoi capito? Comunque, sì, io una volta. Ero appena crepato a causa di un overdose di Ganja quando fui evocato qui davanti a Detroit dalla maga Big Mom per richiamare un'anima dal cerchio più basso dell'inferno, quello dove risiede Satana. Conosco bene la strada per arrivarvi quindi non cagarti nelle mutande e vedi di non svenire, guarda che io non son mica Zoro né!"

"Minchia che puzza di merda! Dante ma hai scoreggiato?" 

Aggiunse altro, ma non lo ricordo, poiché il mio sguardo fu attirato verso l'alta torre dalla cima arroventata, dove in un punto si erano affacciate le tre Furie infernali, sporche di sangue, che avevano membra e comportamento femminili, ed erano circondate da idre verdissime; avevano per capelli serpentelli e ceraste, di cui avevano avvolte le tempie.

E Virgilio, che riconobbe subito le ancelle della regina dell'Inferno mi disse: "Guarda! Sono le Erinni! Quella al centro è Monet e le altre non ricordo come cazzo si chiamano, tanto chi se le caga!" 

Ciascuna si squarciava il petto con le unghie; si battevano con le palme delle mani, e gridavano così forte che io, per paura, mi strinsi a Virgilio. "Non fare il frocio!" Disse lui staccandosi da me.

"Ma guarda guarda! Carne fresca! Hancock vieni qui! Dai che ci divertiamo!" "Oh cazzo! Dante voltati, se tu vedessi le bocce di Boa Hancock probabilmente non torneresti sulla Terra. Rimarresti qui tramutato in pietra con un durone in mezzo alle gambe" 

Così disse il maestro; ed egli stesso mi fece voltare, e non si accontentò che io mi mettessi le mani sugli occhi, ma aggiunse anche le sue.

O voi che avete gli intelletti integri, osservate bene l'insegnamento che si cela sotto il velo dei miei versi misteriosi.

Già arrivava lungo le acque fangose dello Stige un gran frastuono, che faceva paura, per cui entrambe le sponde tremavano, proprio come un vento impetuoso che per le temperature contrarie colpisce la selva e senza alcun riguardo schianta, abbatte e trascina via i rami; procede superbo tra la polvere, facendo scappare belve e pastori.

Virgilio mi fece aprire gli occhi e disse: «Ora puoi aprire gli occhi! E BU! Allora? Cagato sotto? Eh? Dai non fare quella faccia su stavo scherzando! Minchia che preso male! Anche peggio di Dragon"

Come le rane fuggono tutte davanti alla biscia loro avversaria, finché ciascuna si ammucchia sulla terraferma, così io vidi più di mille anime di iracondi fuggire davanti ad uno che attraversava lo Stige camminando, coi piedi asciutti.

Con la mano sinistra scacciava spesso il fumo dal volto e ciò sembrava il suo unico fastidio.

Capii subito che quello era il messo celeste e mi rivolsi al maestro; e lui mi fece cenno che stessi calmo e mi inchinassi al nuovo venuto.

Oh, quanto mi sembrava pieno di disprezzo (verso l'Inferno)! Giunse alla porta di Dite e si rivolse a me: "Tranquillo Dante, adesso ci penso io a parlare, tu stai qua è vedi di chiudere la bocca, lascia fare a me perché tu sei una testa di cazzo"

Lo mio maestro poi guardò di nuovo l'infernale porta e disse: "Sono il tecnico della caldaia! Mi avete detto che c'è un problema con la caldaia e sono venuto ad aggiustarla aprite!" 

La porta si aprì, "Hai visto che coglioni? Cioè noi siamo all'inferno, a Detroit fa un caldo boia e loro pensano che la caldaia sia rotta. Che branco di dementi, non hanno neanche la caldia, è già tanto che questo sfigati di Detroit abbiano inventato la ruota"

Entrammo nella città senza ulteriori ostacoli; e io, che avevo desiderio di guardare la condizione delle anime chiuse in quella fortezza, come fui dentro volsi qua e là lo sguardo; e vidi tutt'intorno una grande spianata, piena di orribili dolori e tormenti.

Proprio come ad Arles, dove il Rodano s'impaluda, e come a Pola, presso il golfo del Quarnaro che è ai confini d'Italia e li bagna,  i sepolcri rendono il luogo tutto accidentato, così avveniva qui , salvo che le tombe producevano più dolore; Infatti tra le tombe erano sparse delle fiamme, che li arroventavano in modo tale che nessun lavoro artigianale richiede ferro più caldo.

Tutti i coperchi erano aperti e puntellati, e ne uscivano lamenti così miseri che parevano proprio di anime dannate.

E io: «Maestro, chi sono quelle anime che, sepolte dentro quelle tombe, si fanno sentire coi dolenti sospiri?»

E lui a me: "Sono quelli che il Padrino considera eretici, coloro che si oppongono al suo governo mafioso e fondando altre sette mafiose tipo, l'ultima arrivata è una certa Donquijote Family, magari la incontriamo, dai continuiamo" E dopo che si fu rivolto verso destra, ci incamminammo tra le tombe e gli alti spalti.


"Fine canto IX" disse Robin, i bambini esultarono "È stato un racconto fantastico signorina! Andiamo in libreria e vediamo se hanno delle copie di questo libro!" Esclamarono i bambini correndo verso la città. Il bambino che aveva parlato con Robin si alzò e ringraziò l'archeologa "Grazie signorina, mi ha fatto rivivere le gioie che provavo quando mamma mi leggeva questo racconto" Robin sorrise: "Di niente, è stato un vero piacere per me leggervi questo racconto. Io mi chiamo Robin e tu invece?" "Io mi chiamo Luca" "Che bel nome. E dimmi cosa vorresti fare da grande?" "Beh potrei fare il Marine come mia mamma e mio papà però mi piacerebbe molto fare il musicista o l'attore! Il musicista perché mi piace molto suonare, suono il basso acustico e l'attore perché un giorno mi piacerebbe recitare quelle opere che mia mamma ama tanto" tutti i Mugiwara sorrisero e Rufy si rivolse al bambino "Bene, mi raccomando, abbi sempre fiducia nei tuoi sogni e non mollare mai! Ricordati che la speranza è l'ultima a morire perché è proprio lei che ci da la forza di guardare avanti al futuro!" Il bambino sorrise e si allontanò correndo verso i suoi amici.

Robin sorrise, era davvero contenta di aver incontrato un giovane tanto interessante.


Note dell'autore
Allora? I'm back bitches! Quanto vi è mancata questa storia da una scala da uno a dieci? Non ho molto da dire, se non... Ci vediamo al canto X!
Gabba Gabba Hey! Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Canto X: Il Girone dei Mafiosi e la Squadra più Forte ***



Canto X: Il Girone dei Mafiosi e la Squadra più Forte


Solita Routine all'interno della Thousand Sunny, Zoro si allenava, Sanji cucinava, Nami tracciava le rotte, Brook rockeggiava, Rufy, Usopp e Chopper giocavano e Franky gridava "super" come un demente.

In quel momento Robin uscì dalla sua cabina e si sedette sulla sua sedia, il suo punto di lettura preferito, "Ragazzi, avete voglia di continuare la lettura con la Divina Commedia?" Chese lei, i suoi compagni si girarono di scatto e senza dire una parola si catapultarono di fronte alla ragazza, si sedettero e la guardarono in attesa che lei cominci.

"Certo che vi piace proprio quest'opera eh? Posso capirvi, è in assoluto la mia preferita" disse l'archeologa

"È fantastica! L'appellativo di Divina non è stato scelto a caso, Dante era un genio" disse Nami

"Mi fa piacere sentirtelo dire, ma in realtà, l'aggettivo Divina non gli fu attribuita da Dante, ma bensì da Boccaccio il quale era un appassionato dell'opera. Dante aveva intitolato la sua opera "La Commedia", fu Boccaccio a definirla Divina e da lì in poi venne sempre chiamata da tutti "La Divina Commedia"" spiegò Robin

"Interessante... Ma chi è questo Boccaccia?" Chiese Rufy

"Non Boccaccia Rufy, Boccaccio. Giovanni Boccaccio era un poeta ed uno scrittore italiano famoso per aver scritto il Decameron" fece la mora

"Il cosa che cosa?" Chiese il capitano confuso

"Il Decameron Rufy, é una raccolta di novelle... Magari un giorno vi leggerò pure quello, adesso iniziamo con la lettura. Oggi Dante e Virgilio entreranno nella Città di Dite, dove risiedono gli eretici. Mi auguro che voi preghiate i Kami ragazzi, perché altrimenti finirete in questo girone, dove i vostri corpi saranno ammassati all'interno di tombe infuocate" spiegò Robin

Chopper e Ussop si strinsero per la paura, Robin rise e inizio a leggere:


Ora sen va per un secreto calle,
tra ’l muro de la terra e li martìri,
lo mio maestro, e io dopo le spalle.

Cominciai a dire: “O somma virtù (riferito a Rayleigh) che mi fai girare attraverso i gironi malvagi a tuo piacimento, parlami e soddisfa i miei desideri.

E’ concesso vedere coloro che giacciono all’interno dei sepolcri? Tutti i coperchi sono infatti sollevati e nessuno fa la guardia”.

E lui a me: “No guarda! Sono aperti per far girare l'aria... Cretino, certo che possiamo conversare con loro! Siamo qui per questo. 

In questa parte dell’Inferno hanno il loro cimitero le famiglie mafiose che sono un ostacolo all'impero di Don Vito Corleone (ricordatevi che, in questa storia, Don Corleone è Dio). Potremmo incontrare gente del calibro dei Pirati di Capone o la Donquijote Family, ce n'è si gente qui"

Ed io: “Mia guida, non tengo il mio cuore celato a te se non allo scopo di parlare meno, e sei tu che mi hai più volte indotto a fare ciò”.

"Minchia! Che scassapalle che sei! Sempre a rompere i coglioni stai. E poi ancora con sta storia della guida, del sommo poeta... Io mi chiamo Silvers Rayleigh porca puttana! Ma perché spreco fiato con te, parlarti è inutile"

All’improvviso queste parole uscirono da una delle tombe: perciò io, spaventato, mi accostai un po’ di più alla mia guida.

Ed egli mi disse: “E la smetti di fare il frocio?! Mollami cazzo! Oh! Rincoglionito che fai? Guarda lì che si è alzato DoFlamingo: potrai vederlo tutto dalla cinta in su... Ti piacerebbe vederlo anche in giù eh? Nel frocetto, da adesso in poi ti chiamerò Dante Aligay ahahah... Cos'è quella faccia? Stavo scherzando! Preso male di uno"

Io avevo già fissato il mio sguardo nel suo, ed egli teneva il petto e la fronte alti, come se tenesse in gran dispregio l’Inferno, e le mani incoraggianti e pronte della mia guida mi spinsero tra le tombe fino ad arrivare a lui, dicendo: “Vedi di non fare troppo il pirla perché questo qui si incazza"

Appena io fui ai piedi della sua tomba, egli (Doflamingo) mi guardò un poco, e poi, quasi sdegnoso, mi domandò: "Fufufufu e tu chi sei?" 

Io, che ero desideroso di obbedire, non glielo nascosi, ma glielo spiegai completamente; al che lui sollevò un po’ le ciglia; poi disse: “No, non ti conosco, anzi mi dai l'aria di uno veramente rincoglionito”.

“Se furono cacciati, essi tornarono da ogni luogo" risposi io a lui “sia la prima volta che la seconda; tuttavia i vostri (cioè la Donquijote Family) non impararono altrettanto bene quell’arte (l’arte di ritornare dopo un esilio)"

In quel momento guardò intorno a me è disse: "No no, altro che impressione, tu SEI rincoglionito. Cazzo ma ci sei o ci fai?" Si rivolse a lo mio maestro: "Re Oscuro perché ti porti a dietro sto demente?"

Lo mio autore guardò l'anima e disse: "Lascia perdere Don, è un coglione. L'unica ragione per cui me lo porto a dietro è che la biondina angelica (si riferisce a Seras, ricordate che in questa storia lei fa la parte di Beatrice) mi ha promesso di darmi il culo se lo portavo fino a Satana" 

"Addirittura! Fufufufu bel colpo vecchio... Bel colpo... Allora prosegui, ma mi raccomando juventino... Attento ai fuorigioco Fufufuufufu" disse Farinata (Dante è convinto che DoFlamingo sia Farinata l'eretico) 

Il sommo poeta guardò l'anima dannata con occhi colmi di amore cristiano, lo prese dolcemente per il collo e gli disse: "Intanto noi continuiamo a vincere, brutto coglione... Abbiamo Lichsteiner, Cuadrado e Dybala, quello fa almeno un goal o un assist a partita. E a giugno siamo arrivati in finale contro il Barcellona grazie a Tevez. Interista testa di minchia! Voi che state facendo ora eh? State perdendo ecco cosa!" 

"Argh! Beh, faremo pure cagare, ma noi abbiamo la passione nei nostri cuori! Guarda Ljajic durante la partita contro il Napoli che azioni che ha fatto. Voi vincete ma rubate... Juventino di merda! Forza Inter! Te lo dico ora Rayleigh... Il campionato... LO VINCEREMO NOI!

"Ma vai a cagare demente! Vinceremo noi vedrai. Adesso ti spurgo!" Il sommo poeta lo rimise nella tomba e si incamminò.

A questo punto io indirizzai i miei passi verso l’antico poeta (Rayleigh), ripensando a quelle parole che mi sembravano ostili (il pensiero è per la profezia di DoFlamingo, preannuncio di un avverso destino di vittoria da parte dell'Inter).

Continuando a camminare mi disse: “Che cazzo hai?” Ed io risposi alla sua domanda.

"Vedrai, non vincerà l'Inter. Tranquillo, avranno pure Ljiajic e Jovetic ma noi siamo più forti" mi comandò "ed ora guarda la" ed alzò il dito

Io mi voltai nella direzione del suo dito e in quel momento sentii la mano del mio poeta colpirmi la nuca

"Ahahahha coglione! Ti è piaciuto il mio coppino? Ahahah... Eddai non fare quella faccia stavo scherzando! Preso male che non sei altro, dai andiamo" 

Poi indirizzò il passo verso sinistra: deviammo dal muro e ci muovemmo verso il centro, attraverso un sentiero che scende in un avvallamento, che faceva arrivare il suo puzzo spiacevole fin lassù.


"Fine decimo canto" disse Robin

"Anche questo canto è stato molto bello, le parole di Farinata mettono una certa angoscia" disse Nami

"Che ne dite se andiamo a mangiare? Ho preparato un delizioso pranzetto per te mia dea e per la nostra bellissima lettrice!" Propose Sanji con gli occhi a cuore.

La ciurma si diresse in cucina affamata e non vedeva l'ora di poter ascoltare il canto XI di quella magica opera.

Note dell'autore
Gabba Gabba Hey! Sono tornato amici! Finalmente si riprende! Magari il capitolo è un po' corto ma sono stato assente per un po' e quindi devo riprenderci la mano. Vi è piaciuto? Spero di sì. Quanto vi è mancata questa storia? Ahahah.
Comunque, prima che qualcuno me lo chieda, io ERO juventino e infatti ho trasmesso la mia ex-fede calcistica a Rayleigh. Adesso diciamo che sono un simpatizzante della Juventus, dato che ormai il calcio lo seguo pochissimo, ormai i giocatori non si impegnano più come una volta. A parte durante la partita Inter-Napoli, in quell'occasione l'Inter ci ha regalato uno spettacolo sublime, finalmente ho rivisto il calcio che ci ha fatto appassionare XD

Gabba Gabba Hey! Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Canto XI: Una chiacchierata a tu per tu ***


Canto XI: Una chiacchierata a tu per tu


Quella mattina Robin si svegliò presto, svegliata dal baccano di Rufy. Uscì e vide il povero capitano atterrato da un pugnazzo di Nami sulla sua capoccia.

"La smetti di gridare?!" Urlò la cartografa

"Siete molto arzilli stamattina, bene, che ne dite di distendere i nervi con un nuovo canto?" Propose l'archeologa

"Certo Robin! Quando leggi è pura poesia, sei straordinaria!" Esclamò Sanji

"Ma perché non la pianti cuoco da strapazzo!" Prima che i due iniziassero a litigare, Robin spiegò ai suoi compagni cosa avrebbe trattato il nuovo canto:

"In questo canto Dante e Virgilio non arriveranno in nessun girone particolare, proseguiranno per la città di Dite e, prima di entrare nel girone dei violenti, Virgilio spiegherà a Dante cosa li aspetta e il perché i cerchi precedenti dell'Inferno e quelli successivi siano separati dalla Città di Dite"

"Un capitolo un po' noioso insomma... Uffa volevo un po' di azione" sbuffò Rufy

"Maleducato, vedi di portare un po' più di rispetto per Robin o..." Disse Nami agitando il pugno, l'archeologa la fermò:

"Tranquilla Nami, Rufy ha ragione, questo è un canto un po' noioso ma essenziale per capire la struttura dell'Inferno dantesco, spero possa piacervi comunque... Ok partiamo"



In su l’estremità d’un’alta ripa 
che facevan gran pietre rotte in cerchio 
venimmo sopra più crudele stipa;                                    

Sull'orlo di un'alta riva dove c'erano molte rocce ammucchiate in cerchio, giungemmo in prossimità del Cerchio successivo;

e qui, per l'orribile eccesso del puzzo che l'abisso infernale emana, ci riparammo dietro al coperchio di una grande tomba, dove lessi una scritta che diceva: "Custodisco papa Anastasio, che fu sviato dalla retta strada da Fotino".

"Cazzo che puzza di merda... Dante ti sei cagato nelle mutande? Ti prego dimmi che non ti sei cagato addosso perché è la volta buona che ti arriva un calcio hakizzato sulle gengive e... Ah no aspetta, è l'Inferno che puzza così... Niente, meglio aspettare che il nostro naso si abitui a questo tanfo prima di procedere oltre" così disse Virgilio e io dissi a lui: "Trova il modo di non far passare il tempo inutilmente" e lui: "Oh! Oh! Vacci piano eh? Sarai anche sotto la mia protezione ma vacci piano. Non parlarmi più in questo modo o giuro che ti arriva un calcio in culo che ti spedisco in Paradiso senza neanche farti fare il Purgatorio capito?" 

Poi iniziò a dire: «Caro stupido nasone, ci sono ben altri tre Cerchi, uno al di sotto dell'altro come quello precedenti, 

e come tutti gli altri sono pieni di spiriti dannati, fin qua nulla di strano, mi segui? Me lo auguro, ma da un rincoglionito come te è meglio non chiedere troppo.

Comunque, quello che attira l'odio della mafia è l'ingiuria, e la si ottiene con la violenza o con la frode.

E poiché la frode è un peccato proprio dell'uomo, è più sgradita a Don Corleone e i fraudolenti stanno più in basso e sono puniti maggiormente.

Il primo Cerchio (il VII) è riservato ai violenti; e siccome si può far violenza a tre diverse cose, è suddiviso in tre gironi.

Si può essere volenti verso Don Corleone, a se stessi e agli altri. Spero tu mi stia seguendo, il tuo sguardo da ebete mi convince del contrario.

Nel primo girone del settimo Cerchio si possono trovare gli assassini, i predoni, i conquistatori e tanta altra simpatica gente che ti accoglierà con tanti baci e abbracci... Non fare quella faccia felice, stavo scherzando, ci saranno tanto dolore e tante botte... Comunque, il massimo esponente di quel cerchio è quel coglione di Alucard, il quale si divertiva a ficcare il suo palo nel culo della gente... Doppio senso non voluto. Avremo modo di conoscere quel demente, credimi lo è.

Nel secondo girone ci sono i suicidi, pieno di tanta gente allegra e con la voglia di vivere... Ricorda che sto scherzando... È pieno di musoni. Da quando è uscito il nuovo CD di Adele il numero di anime di quel girone è aumentato vertiginosamente. Massimo esponente di quel cerchio è Yamco, che dopo aver scoperto che Bulma si è trombata Vegeta e ha avuto un figlio da lui ha deciso di farla finita... Che gran coglione.

Nel terzo girone ci sono coloro che sono violenti verso Don Vito, i bestemmiatori in poche parole. Massimo esponente di quel cerchio è Germano Mosconi, il quale... Beh, non sto qui a contare il numero di bestemmie che ha detto in diretta, sono troppe.

Come abbiamo detto, Don Corleone condanna la frode, e quindi nel secondo Cerchio (si intende l'VIII) sono puniti gli ipocriti, adulatori, maghi, falsari, ladri, simoniaci, ruffiani, barattieri e altri simili teste di cazzo.

Infine, nel cerchio meno ampio (il IX) sono puniti i traditori. Tutto chiaro? Ti prego dimmi di sì"

E io: "Maestro, il tuo ragionamento è molto chiaro e distingue assai bene questo baratro e i dannati che vi sono puniti.

Ma dimmi: quelli della palude fangosa (Stige), gli altri che sono trascinati dalla bufera (lussuriosi), quelli che sono battuti dalla pioggia (golosi) e che si rivolgono parole ingiuriose (avari e prodighi), perché non sono puniti dentro la città di Dite se Dio li ha in odio? E in caso contrario, perché sono all'Inferno?"

E lui mi disse: "CAZZO! Lo sapevo che non avevi capito niente... Perché, perché a me... Uff.. Allora, ti ho appena spiegato che nei prossimi gironi sono puniti i violenti, i fraudolenti e i traditori giusto? Bene, nei cerchi precedenti sono punti coloro che esagerano. Hai capito? I peccati precedenti sono gli eccessi dell'uomo"

Io dissi: «O sole che risani ogni sguardo turbato, tu mi soddisfai a tal punto, quando risolvi un mio dubbio, che il dubitare mi dà piacere come la sapienza.

Torna ancora indietro un poco, là dove hai detto che l'usura offende la bontà divina, e risolvimi questa incertezza».

Mi disse: "Puttana *******, Dio *****. Non hai ancora capito? Ma perché sei così demente spiegamelo! È a bene... Nei cerchi precedenti sono puniti coloro che in vita hanno esagerato, gli eccessi non danno particolare fastidio a Don Vito. Ciò che lo fa adirare sono coloro che commettono violenze contro il suo Creato, coloro che imbrogliano e coloro che tradiscono... In particolare Don Corleone odia molto i traditori. È per questo che sono separati dalla Città di Detroit Capito adesso? O vuoi che ti faccia il disegnino? 

Adesso però andiamo, mi sono rotto i coglioni di star qui a parlare con te, tanto non capisci mai un cazzo. Forza andiamo! Deficiente"


"Fine XI Canto" concluse Robin

"Era privo di azione, ma interessante. Bello come Dante ha diviso i peccati da quelli più gravi da quelli meno gravi. Virgilio è proprio un pozzo di scienza" commentò Nami

"Questo perché Virgilio era il modello di Dante, il suo idolo. Ora... Sanji, mi prepareresti la colazione?" Chiese l'archeologa

"Con immenso piacere mia dea!" Esultò Sanji correndo verso la cucina


Note dell'autore
Ecco qua il canto XI. È di per sè un canto un po' noioso dato che ci sono solo Virgilio e Dante che parlano, quindi ho cercato di adattarlo come meglio potevo. Spero di essere riuscito a farvi ridere.
Ho dovuto concludere il capitolo sul cellulare quindi mi scuso per eventuali errori grammaticali, spero di non averne fatti troppi.
Alla prossima!



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Capitolo 12
*** Canto XII: Il Flegetonte e lo Sfigato ***



Canto XII: Il Flegetonte e lo Sfigato





Quel giorno i Mugiwara stavano respingendo un attacco da parte della Marina. La nave aveva assalito la Thousand Sunny ed ora stavano combattendo, nessun problema per Rufy e la sua ciurma che li respingevano a colpi di pugni e spade.

"Gom Gom Pistol!" Gridò Rufy buttando giù un gruppo di marine come se fossero birilli, in quel momento arrivò Nico Robin la quale era rimasta in camera sua, accortasi del trambusto esclamò:

"Ma che succede? La Marina?!"

"Esatto Robin, rimandiamo a dopo la lettura della Divina Commedia" ripose Zoro

"Ho capito, mi dispiace per quei marine che finiranno nel Cerchio dei violenti" fece l'archeologa

In quel momento tutti si fermarono

"Il Cerchio dei violenti?!" Chiesero curiosi i marine

"Certo, se continuate così finirete all'Inferno insieme ai violenti" spiegò Robin

"Stai parlando della Divina Commedia? Io adoro quell'opera! Uomini che ne dite di ascoltarla?" Chiese l'ufficiale ai suoi sottoposti

"Ma bene, forza, sedetevi tutti ed ascoltate" disse la mora sedendosi sulla sua sedia. I Mugiwara si sedettero per terra davanti a Robin, imitati dai marine.

"Molto bene, procediamo, in questo canto Dante e Virgilio arriveranno nel settimo Cerchio, incontreranno il Minotauro, i Centauri e le anime che annegano nel Flegetonte"

"Flege che cosa?!" Chiese Rufy confuso

"Il Flegetonte Rufy, il fiume di sangue bollente, all'interno del quale vi si trovano le anime dei violenti. Iniziamo"



Era lo loco ov’a scender la riva 
venimmo, alpestro e, per quel che v’er’anco, 
tal, ch’ogne vista ne sarebbe schiva.    

Il luogo dove giungemmo per scendere al Cerchio successivo era impervio, e, anche per ciò che vi era, il Minotauro, tale che nessuno vorrebbe vederlo.

Come quella frana che colpì il letto dell'Adige a sud di Trento, per un terremoto o per mancanza di sostegno, tale che dalla cima del monte da cui si mosse fino alla pianura la roccia è sì dirupata, ma darebbe accesso a qualcuno che scendesse dall'alto: 

così era la discesa di quel burrone infernale; e proprio all'inizio del dirupo era distesa la vergogna di Creta, che fu concepita nella finta vacca; e quando il Minotauro ci vide, si morse come colui che è sopraffatto dall'ira.

Il mio Maestro mi disse: "Oh porca puttana! Speravo di evitarli ma eccoli qua. Quelli sono Ilya e Berserker, a guardia del girone dei violenti. Quella bambina è spaventosa Dante, mette i brividi, proverò a parlare con lei"

 si rivolse alla bestia: "Hey! Bimba strana! Siamo in missione per conto del Padrino, ti saremmo grati se tu ci lasciassi passare e tenessi lontano quel bestione del tuo amico" 

"Pensi che me ne importi qualcosa se vi ha mandato Don Corleone, voi morirete comunque. Vai e annientali Berserker"

Come il toro che si libera dai lacci nel momento in cui ha ricevuto il colpo mortale, e non riesce a camminare ma barcolla qua e là, così vidi che faceva il Minotauro; e il saggio Virgilio gridò: "Oh cazzo! Dante presto diamocela a gambe e raggiungiamo il Flegetonte prima che di diventare cibo per Berserker"

"Maestro, noi siamo in missione per conto dell'Altissimo, la divina provvidenza ci aiuterà" dissi io a lui

"Divina provvidenza un corno muoviti!" Mi spinse il Sommo poeta "Ma Maestro..." Provai a dire io, ma quel saggio uomo mi interruppe: "Flegetonte ululì, Berserker ululà, andiamocene via di qua!"

Così ci incamminammo giù per il dirupo di quelle pietre, che spesso si muovevano sotto i miei piedi per il peso cui non erano abituate.

Io andavo pensando, e Virgilio disse: "Ce la siamo vista brutta... Porca puttana Dante! Ancora qualche secondo e quel bestione ci avrebbe ucciso! Almeno, avrebbe ucciso te, io sono già morto... Black Humor a parte, quel coso non è il Minotauro razza di rincoglionito, è Berserker, in vita egli era Ercole e la bambina con lui si chiama Ilyabattelapesca Van Hohenheim o come cazzo si chiama. Va beh, Ilya e basta. Stiamo per arrivare al Flegetonte, un fiume di mestruo bollente nel quale risiedono le anime dei violenti. In quel girone incorreremo i visoni cavallo, tranquillo, sono pacifici ma è meglio non farli incazzare. Sono a guardia del fiume e chissà, magari incontreremo quel pazzo di Alucard" 

Oh cupidigia cieca e ira folle, che ci spingi così tanto nella nostra breve vita e poi in quella eterna ci immergi così atrocemente!

Io vidi un ampio fossato a forma semicircolare, poiché circonda tutta la zona piana, proprio come mi aveva detto la mia guida;

e tra la base della roccia e il fossato correvano in fila dei centauri, armati di arco e frecce, proprio come erano soliti nel mondo andare a caccia.

Vedendoci scendere, ciascuno di loro si fermò e dalla schiera ne uscirono tre, con gli archi e le frecce che prima avevano scelto;

e uno gridò da lontano: "A quale pena venite voi che scendete la china? Ditecelo da lì, altrimenti scaglio una freccia".

E il mio Maestro gli disse: "Parleremo col visone capo, quindi vedi di farti i cazzi tuoi equino rincoglionito" poi si rivolse a me: "Questi sono i visoni cavallo dell'Isola di Zou. Proteggono il fiume di mestruo e francamente non ricordo come si chiamano. Mica posso tenere a mente il nome di sti dementi ti pare?"

Noi ci avvicinammo a quelle agili belve: Chirone prese una freccia e con la cocca spinse la barba indietro sulle mascelle.

Dopo essersi scoperto la grande bocca, disse ai compagni: «Vi siete accorti che quello dietro (Dante) muove quello che tocca?

I piedi dei morti, di solito, non fanno così». E il mio buon maestro, che era già vicino al suo petto dove le due nature (umana e equina) sono unite, rispose: «Ma bravo! Abbiamo un intelligentone qui! Fammi indovinare, tu sei il visone grande, grosso e stupido. Quello dietro di te dal bel aspetto è il visone carino e l'altro che ci ha accolto è quello strambo"

Chirone parlò: "Vacci piano Rayleigh! Ritira quello che hai detto!" "Ok ok, ritiro ciò che ho detto. Non sei grosso" disse il Sommo, "Così va meglio" replicò il centauro.

"Maestro?" Lo chiamai io dopo un minuto di silenzio, "Shh, sta a vedere" rispose Virgilio, Chirone poi ci squadrò "Hey! Bastardo come ti permetti!" "Calma calma geniaccio. Come avrai potuto notare, il rincoglionito qui è ancora vivo, siamo qui per conto del Padrino ed io sono la sua guida. Ti starai chiedendo del perché io accompagni questo demente, beh ecco, è stata una bella tettona bionda a dirmi di portarlo qui in cambio di una sonora scopata. Ora, mio buon sapientone, come puoi vedere io sono stanco e stressato a causa del deficit mentale di questo ritardato col nasone e tra poco ho la partita di calcetto. Quindi, per cortesia, e con gentilezza, mi faresti il piacere di... LEVARTI DALLE PALLE FOTTUTO EQUINO CELEBROLESO!" Gridò il Maestro Virgilio

Chirone si voltò alla sua destra e disse a Nesso: "Torna indietro, e guidali, e fa' spostare quelli che vi ostacolano".

Allora ci muovemmo seguendo quella guida fidata, lungo l'argine del fiume di sangue dove i dannati emettevano alte grida.

Io vidi anime immerse fino alle ciglia; e il gran centauro disse: "Sono tiranni, che offesero gli altri nella persona e negli averi.

Qui c'è Rider, reduce della quarta guerra del Graal e poi ci sono..."

Una voce demoniaca, che instillò in me il terrore, si rivolse a noi: "Ma bene bene bene, guarda un po' chi abbiamo qui. Un my Little pony troppo cresciuto, un nasone dalla faccia da beota e il nostro stimato Re Oscuro" 

"Oh no ci mancava lui!" Disse il mio Maestro, si rivolse a me: "Dante, quell'emo è Alucard. Si trova qui perché in vita impalò migliaia di persone. Allora Alucard! Come te la passi deficiente?"

"Non c'è male Rayleigh non c'è male. Ma tu invece? Ho sentito che sei qui perché un Angelo te l'ha ordinato. Sei caduto in basso Re Oscuro, muahahahah"

"Ah ah ah ah... Ridi ridi stupida zanzara, almeno quell'angelo alla fine me lo scopo"

"Un Angelo?! Ti vuoi trombare un Angelo quando nel Limbo puoi godere delle migliori baldracche. Sei proprio un demente. Tutto ciò è davvero divertente"

"Ahahahahahah... Ceeeeeeerto, molto divertente. Ma la vuoi sapere la cosa DAVVERO esilarante?"

"Cioè? Spara"

"L'angelo che andrò a sfondare... È proprio Seras" 

L'anima spalancò le sue pupille cremisi, come stupefatto: "C-come prego?"

"Hai capito bene... Mi scopo la tua draculina, beccati questo stupida zanzara rottinculo!"

L'anima si alzò dal fiume "Ora hai superato il limite Re Oscuro", prima che potesse fare qualcosa una freccia colpì il dannato rispedendolo ne lo infernale pantano di sangue.

Riprendemmo il cammino e il Sommo poeta si rivolse di nuovo a me: "Ahahahahahhahaha che coglione quello lì! Ahahahahaha, ora ti racconto la sua storia Dante. Devi sapere che quel demente mosse guerra ad un impero più potente di lui, il perché? Non c'è neanche un perché! Cioè, lui so sveglia una mattina e decide di massacrare i Turchi. Alla fine questi lo sconfiggono e lo accopano. Cioè, roba da matti, ma come si fa ad essere più rincoglioniti non lo so. Prima di morire decide di diventare un vampiro e poi boom! Diventa il Conte Dracula. Ma la vuoi sapere la cosa buffa? Il caro coglione prima finisce sconfitto e umiliato da un demente danese e poi diventa lo schiavo di una donna. Di una donna che neanche riesce a trombare perché è una f*ga di legno. Allora una bella notte vampirizza Seras nel tentativo di chiavare con una tettona e vuoi sapere come va finire? Nemmeno lei gliela da! Ahahahahha, anzi, alla fine la biondina limona con un francese. No, scusa, ma hai capito ciò che ho detto? Un francesino! AHAHAHAHAHAHHAHAHAHA Oddio è troppo uno spasso, e alla fine si fa accoppare dal ciccione che abbiamo visto nel girone dei golosi. Ahahahahha Oddio che spasso"

Il centauro disse: «Così come tu vedi, da questa parte, che il bulicame (liquido bollente) man mano si abbassa, voglio che tu creda che che dall'altra parte il fiume abbassa progressivamente il fondale, finché raggiunge il punto dove i tiranni gemono". Poi si voltò e ripassò il pantano (fiume).


"Fine Canto dodicesimo" disse Robin

"Wow! Questo sì che è un bellissimo canto! Dante e Virgilio hanno incontrato anime come Alessandro il Grande, Attila e tanti altri" fece l'ufficiale

"Già... La volete sapere un'altra cosa?" Chiese Rufy

"Cosa?" Domandò il marine

"Gom Gom Bazooka!" Gridò Rufy colpendoli e scaraventandoli in mare, "Ecco fatto... Forza, riprendiamo la navigazione"


Note dell'autore
Ed eccoci al canto dodicesimo. Piaciuto? Ecco che finalmente compare Alucard, visto che me lo stavate chiedendo in molti... Povero vampiro, fa tanto lo spaccone poi però viene umiliato ahahahaha, vuole aggredire Rayleigh ma viene rigettato nel fiume... Ehehehe, non so,voi ma a me diverte umiliare il povero Nosferatu XD

Gabba Gabba Hey! Alla prossima!

Quanti di voi hanno colto la citazione a FRANKESTEIN JUNIOR?

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Capitolo 13
*** Canto XIII: Eri un Grande, non meriti di stare qui ***


Canto XIII: Eri un Grande, non meriti di stare qui




Quel giorno sulla nave dei Mugiwara, un povero Usopp si stava disperando, si lamentava di non essere all'altezza del compito, che ogni volta che affrontavano un pericolo lui scappava da vigliacco.

"Basta non ce la faccio più! Adesso mi butto in mare e la faccio finita!" Sbraitava lui

"Usopp ti prego non fare pazzie!" Gridò Nami

"Sono stufo di questa vita, non faccio altro che scappare! Altro che Capitano Usopp! Basta io mi butto"

La ciurma era agitata, tranne Robin la quale prese un bel respiro e iniziò a parlare:

"Usopp, guarda che se ti butti poi finirai all'Inferno, nel girone dei suicidi. Sicuro di voler correre il rischio?"

"All'Inferno dici? Beh, chi se ne importa, piuttosto che vivere così"

"Facciamo così, adesso ti siedi qui con noi, vi narro del girone dei suicidi e poi deciderai se buttarti o meno d'accordo?"

"Robin ma che..." Nami venne interrotta dall'archeologa

"Non ti preoccupare Nami, funzionerà... Allora Usopp?"

"E va bene! Ma lo faccio solo perché mi va" detto questo il cecchino e gli altri membri della ciurma si sedettero intorno a Robin, la quale introdusse il nuovo canto:

"Allora, in questo canto Dante e Virgilio arriveranno nel secondo girone del settimo cerchio. Il girone dei suicidi, le anime qui sono tramutate in alberi i quali vengono torturati dalle arpie. Conosceranno anche Pier delle Vigne, bene cominciamo"




Non era ancor di là Nesso arrivato,
quando noi ci mettemmo per un bosco
che da neun sentiero era segnato.

Non vi erano fronde verdi, ma di colore scuro; non rami dritti, ma nodosi e aggrovigliati; non frutti, ma rovi avvelenati.

Non dispongono per vivere di una sterpaglia aspra e fitta come questa nemmeno le fiere selvatiche nemiche dei luoghi coltivati che sono tra Cècina e Corneto (sono i confini della Maremma... Maremma Maiala! XD)

Qui fanno i loro nidi le luride Arpie, che cacciarono i Troiani dalle Strofadi, con la triste profezia di una sventura futura.

Hanno ali larghe, e colli e visi umani, piedi con artigli e il grande ventre pennuto; emettono strani lamenti da sopra gli alberi.

E il buon maestro mi cominciò a dire: "Bene nasone, siamo arrivati nel girone più felice dell'Inferno. Pieno di gioie, colori e... Perché fai quella faccia allegra? Va che sto scherzando idiota! Comunque, gli alberi che vedi... Anzi no, lo scoprirai da solo, ci sarà da divertirsi ahaha" 

Io sentivo emettere lamenti da ogni direzione e non vedevo nessuno che lo facesse; per cui mi fermai tutto smarrito.

Credo che egli credette che io credessi che tutte quelle voci, in mezzo a quei rami, uscissero da gente che si nascondesse a causa nostra.

Perciò disse il maestro: "We testa di minchia! Piuttosto che farti tutte queste seghe mentali perché non provi a spezzare un ramo? Dai prova, se lo farai ti darò una caramellina contento?"

Allora allungai un poco la mano, e colsi un ramoscello da un grande cespuglio; e il suo tronco gridò: “AHIA! Ma sei scemo?!"

Divenuto poi scuro di sangue, riprese a dire: "Cristo che male! Ma sei normale?! Cioè tu vieni qua e pensi di strappare rami a cazzo! Ma io dico che tu non ce la fai! Comunque amico... Quel ramo era il mio uccello"

Io mollai il ramo con un grido di disgusto all'udire le ultime parole de l'albero infernale, come un ramo verde, quando viene bruciato ad una estremità, dall’altra emette gocce di linfa e produce un suono acuto per l’evaporazione.

Allo stesso modo dal ramo spezzato uscivano insieme parole e sangue; per cui io lasciai cadere la cima del ramo, e mi fermai come chi raggela di paura.

"Scusa amico, glielo detto io di strapparti il ramo" rispose il mio saggio, "Ahahahah è stato uno spasso Ahahahahah... Il cazzo gli hai strappato! Grande Dante ahahahhahaha! Ma cos'è quella faccia? Dai stavo scherzando! Cristo Dante se sei un preso male... Comunque Ciccio, digli chi sei stato in vita va! Abbiamo ancora le malebolgie da fare, prima ci arriviamo a Satana e prima mi levo dai coglioni questo qui"

E il tronco disse: "Va beh dai... Tanto ero un perdente in vita e lo sono pure ora quindi... Io sono colui che in vita nonostante fosse un figo alla Orlando Bloom non riuscivo a parlare con le ragazze,

Così chiesi ad un drago magico di darmi un paio di palle e divenni più spontaneo con le donne. E funzionò! Mi limonai una bella gnoccona dai capelli blu... Anche se non me l'ha mai data

Ero un campione di arti marziali..."

"Pfff... Campione di arti marziali... Certo che ne spari di puttanate Yamco" lo interruppe il saggio

"Appunto come stavo dicendo... Ero un praticante di arti marziali ma non ero molto forte. Persi al torneo Tenkaichi e venni ucciso da un... Si beh, fui ucciso"

"No no fratello. Dicci da cosa sei stato ucciso su, avanti, dai che ridiamo. Persino i lettori di questa fanfiction da casa vogliono sentirtelo dire" disse il mio Maestro

"Fui ucciso da un... DA UN SAIBAMAN VA BENE? Sono stato ucciso con estrema facilità da un fottuto nano verde!"

"AHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHA È UNO SPASSO! AHAHAHHAHAHAHAHAHAH È FANATSTICO! AHAHAHAHAHHAAHHAA Nonno passami il respiratore artificiale! AHAAHAHHAHAHAHAHAH!" Disse il mio Maestro

"Sì bene, grazie, come se non stessi già soffrendo abbastanza grazie! Comunque, la mia vita procedette così, tra un'umiliazione e l'altra finché la mia ragazza non mi lasciò! Mi considerava troppo immaturo! Fottuta zoccola! Per ripicca si è trombata un alieno dai capelli a riccio e ci ha fatto pure figlio! Dio che odio! Dio che odio! E poi..."

"E poi, una volta che hai scoperto che Bulma ha avuto un figlio da Vegeta ti sei impiccato. Questo dettaglio lo conosciamo tutti. Ohi Dante, hai qualche domanda da fargli? Se sì fai in fretta perché io ho il calcetto"

Per cui io gli dissi: “Interrogalo nuovamente tu, su quello che credi che esaudisca il mio desiderio; io non potrei farlo, tanta compassione mi opprime il cuore”.

Allora il poeta ricominciò: "Uffa che palle, e va bene... Senti amico, il tizio qui vuole sapere come mai vi tramutate in alberi. Spiegaglielo e poi ci leviamo dai coglioni"

Allora il tronco soffiò forte, e poi quel vento si tramutò in una voce che diceva: "Allora, in breve, quando Magellan ci assegna al girone noi cadiamo qui in questo bosco ma non ci viene data una posizione precisa, noi cadiamo e poi germogliamo come alberi mentre Monet è le arpie ci torturano. In extrema sintesi è così che diventiamo alberi"

"Bene, grazie, ora muoviamoci Dante forza! Dai che c'ho la partita muoviti!" Mi disse il mio Maestro prendendomi per mano.

Ci avvicinammo ad un altro albero, il poeta si rivolse a lui: "Hey! Io ti ho già visto da qualche parte, chi sei?"

Ed egli ci rispose: "Oh anime che siete venute qui, certo che mi conosci, io un tempo ero un musicista molto apprezzato, la mia musica ispirò molti autori e la mia band strage di fans faceva. Dopo il successo di Smells Like Teen Spirits fummo così celebri che il nostro nome viene ancora ricordato"

Il saggio disse: "Un momento, quindi tu sei Kurt Cobain! Io adoro Smells Like Teen Spirits... Dante tu sei un coglione non puoi conoscere la grandezza di quest'uomo... Oh Kurt, sei un grande, non ti meriti questo posto. Dovresti andare in Paradiso, il Padrino è stato crudele"

L'anima riprese: "Sei gentile spirito del Limbo, ma tutti i suicidi finiscono qui. Io non ho saputo reggere il peso delle mie azioni, sono contento di aver incontrato un fan. Mi pento di ciò che ho fatto... Scusa Cortney, scusate amici miei, scusate miei fans. Pace, amore, empatia. Kurt Cobain. Frances e Courtney, io sarò al vostro altare. Ti prego Courtney continua così, per Frances. Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me. VI AMO. VI AMO. »".


"Fine canto XIII" disse Robin

"Finisce davvero così?" Chiese Nami

"Sì, il canto finisce con la conclusione della storia del suicida. Di cui purtroppo, Dante non ne fa nome. È un finale diverso rispetto agli altri ma non potete negare che la storia di quel suicida è molto triste" spiegò l'archeologa "Capito Usopp? Ecco cosa succede per chi si suicida, ora puoi confessare"

"Di che parli Robin? Confessare cosa?" Chiese Rufy

"Chiedilo ad Usopp" rispose Robin

"Ah ah ahahahaha, fregati tutti quanti! Pesce d'Aprile! Non volevo suicidarmi! Perché mai, io, l'intrepido capitano Usopp..." Il cecchino non fece in tempo a finire la frase che venne malmenato da tutti i suoi Nakama. 

"Razza di idiota!" Sbraitò Nami tornado nella sua stanza a disegnare cartine


Note dell'autore
E anche il canto XIII è stato fatto. Piaciuto? La storia di Yamco che si impicca è una citazione a Dragon Ball Abridged, un mio personale omaggio.
Io adoro i Nirvana, sono una della mie band preferite, Kurt Cobain è stato un mito per me. Per questo l'ho voluto citare, tuttavia i suicidi nella Divina Commedia finiscono all'inferno. Kurt non se lo merita. La mia devozione a questo genio della musica l'ho trasmessa anche a Rayleigh, ma parliamoci chiaro. A chi non piace Kurt Cobain e i Nirvana?
Tutte le volte che ripenso alla storia di Kurt mi vien da piangere giuro. L'ultima frase di Kurt viene dalla parte finale della lettera che scrisse prima di suicidarsi. Oddio sto per piangere, vi lascio qui

Gabba Gabba Hey! Alla prossima!


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Capitolo 14
*** Canto XIV: Ma chi è quel Mona che sbatte la porta e chiude urlando? ***



Canto XIV: Ma chi è quel Mona che sbatte la porta e chiude urlando?





Quel giorno sulla Sunny la ciurma procedeva su una rotta piuttosto tranquilla, tutti come sempre a farsi gli affari loro. Quel pomeriggio Zoro se ne stava in mezzo al ponte della nave ad allenarsi con i suoi pesi, fino a quando gli scivolò l'enorme peso dalle mani finendogli sul piede. Zoro divenne viola in volto ed esplose urlando:

"IL MIO PIEDE PORCO D**! CHE DOLORE DIO ****! CHE MALE CHE MALE! AHIA DIO B***!"

La ciurma sentendo le bestemmie dello spadaccino andarono a controllare per vedere cosa era successo.

"Zoro perché mi stai bestemmiando?" Chiese Usopp

"Mi sono schiacciato il piede con i pesi" rispose lo spadaccino

"AHAHAHAHAHAHAHAHHA che cretino che sei marimo, AAHAHHAHAHAHAHHAHA" fece il cuoco scoppiando a ridere

"Ora vengo lì e te le suono cuoco da strapazzo!" Lo minacciò Zoro, in quel momento intervenne Robin:

"Basta ragazzi non litigate, e comunque Zoro, non dovresti bestemmiare, non lo sai che chi bestemmia finisce all'Inferno nel girone dei bestemmiatori? Sedetevi, vi racconto il prossimo canto"

La ciurma si sedette davanti a Robin, la quale iniziò a leggere:



Poi che la carità del natio loco 
mi strinse, raunai le fronde sparte, 
e rende’le a colui, ch’era già fioco.   

Quindi giungemmo al punto dove il secondo girone si divide dal terzo, e dove si vede la terribile punizione divina.

Per spiegare bene la novità del luogo, dico che arrivammo a un luogo pianeggiante che non permette ad alcuna pianta di crescere in essa.

La selva dei suicidi le fa da corona tutt'intorno, come il Flegetonte con essa: qui fermammo il passo proprio sull'orlo.

Il suolo era formato da sabbia spessa e arida, molto simile a quella che fu già calpestata dai piedi di Catone Uticense.

O vendetta divina, quanto tu devi essere temuta da ogni lettore che apprende ciò che io vidi coi miei occhi!

Io vidi molti gruppi di anime nude, che piangevano tutte assai dolorosamente, e sembrava che ognuna obbedisse a diverse regole.

Alcune anime giacevano a terra supine, altre sedevano raccolte, altre ancora camminavano di continuo.

Le anime che giravano in tondo erano più numerose, invece quelle che erano sdraiato erano di meno, ma erano più pronte a lamentarsi.

Sopra tutto il sabbione piovevano lentamente delle larghe falde infuocate, simili a fiocchi di neve che cadono in una montagna dove non spira il vento.

Come Alessandro Magno nelle calde regioni dell'India vide cadere intatte sino a terra delle fiamme sulle sue truppe, per cui diede ordine ai soldati di scalpicciare il suolo in quanto il vapore si estingueva meglio prima di propagarsi:

Così scendevano quelle fiamme eterne; per cui la sabbia si accendeva, proprio come l'esca con l'acciarino, per accrescere il dolore.

La danza delle misere mani (dei dannati) era senza posa, mentre scuotevano da un lato e dall'altro il nuovo fuoco.

Io cominciai: "Maestro, tu che superi tutte le cose tranne i diavoli ostinati (della città di Detroit) che ci uscirono incontro sulla soglia della porta, chi è quel grande che non sembra preoccuparsi dell'incendio e giace sprezzante e torvo, così che la pioggia di fuoco non sembra procurargli dolore?"

E quello stesso dannato, che capì che io domandavo di lui alla mia guida, gridò: "Ma che oh! Bisogna essere proprio degli stronzi, son proprio qua davanti a te, poni a me le domande Dio..."

Allora il mio maestro parlò con la voce così alterata come non l'avevo mai sentito: "Oh Germano come te la passi? Lascia perdere sto pirla va, ti lamenti ancora della tua posizione? E ci credo! Con tutte le bestemmie che hai tirato in diretta!"

Allora si rivolse a me: "Questo è Germano Mosconi Dante, il peggiore dei bestemmiatori, non sai quante ne ha dette... Poi in sto girone ci trovi anche gente come Charles Zi Britannia e anche..."

L'anima interruppe il mio Maestro: "DIO P***** SE CONTINUI ANOCRA TI DO UN PUGNO! Ma è possibile? Puttana la *******"

"Scusa Germano, ma sono io la sua guida... Ma va beh, prego raccontagli tu la tua storia avanti... Se c'è la fai a parlare con sto demente"

"Dai va là, dai va là dai va là... In vita ero un giornalista sportivo, parlavo di calcio, basket e... DIO P****! Ma chi è quel mona che sbatte la porta e chiude urlando!"

"Guarda che non c'è nessuno! Ancora le allucinazioni?"

"Nessuno, Gesù Cristo no nessuno!"

Il poeta si rivolse a me: "Devi sapere che in vita Germano Mosconi veniva sempre interrotto in diretta da un mona che sbatteva la porta. In vita non ha mai scoperto chi era quel mona e così in morte lo sente ancora"

"Davanti a tutto vedo tutto tranne quello che dovrei vedere... Dai va là, Orco D** vai casino... Io ero un giornalista sportivo, ho commentato partite calcistiche, di basket, qualsiasi sport io l'ho commentato. Purtroppo la gente mi riconosce solo per le mie bestemmie, e così sono finito all'Inferno... Che poi io di bestemmie non ne ho mai tirate"

"Sì certo, e la marmotta confeziona la cioccolata" gli disse il Mio Maestro

"Ma vai in mona! Dicevo, io di bestemmie non ne ho..."

"Pfff... Ahahhahaha questa è bella"

"DIO 'CA B*** DE DIO! IO DI BESTEMMIE NON NE HO MAI TIRATE! SONO FINITO QUI INGIUSTAMENTE! VA-FFAN-CULO DIO P****!

Voltammo le spalle all'anima dannata e giungemmo in silenzio là dove fuori dalla selva sgorga un piccolo fiume, il sui rossore (di sangue) mi fa ancora ribrezzo.

Come dal Bulicame esce un ruscello che poi le prostitute si dividono, così quel fiumiciattolo scorreva giù per la sabbia.

Il fondale ed entrambi gli argini erano fatti in pietra, per cui compresi che lì c'era il passaggio.

"Questo è un piccolo fiume infernale, devi sapere che i fiumi sono tre, ma i più importanti sono lo Stige e il Flegetonte"

Queste parole mi furono dette dalla mia guida; allora lo pregai che mi elargisse il cibo di cui mi aveva suscitato il desiderio.

"C'è un'altra cosa che devi sapere di questo girone Dante. Oltre alla pioggia infuocata che affligge i dannati e le bestemmie che si sentono"

"PORCO D**"

"Ecco appunto, sentilo! Siamo distanti ma Germano Mosconi si sente ancora, come dicevo, nell'isola di Creta vi è un paese andato un rovina a causa della crisi... Tutta colpa de La Merkel te lo dico io... Comunque, in questo paese vi è un monte chiamato Ida, dentro di esso vi è una statua dalla quale sgorgano lacrime e sangue e queste alimentano l'Acheronte e il Flegetonte e scendono fino al Cocito e, prima che tu mi faccia la domanda idiota perché so che me la farai, il Cocito è un luogo particolare, il cos vi sia la sotto... Beh lo scoprirai quando ci arriviamo, ehehehe ti cagherai addosso me lo sento. Forza andiamo"

"Maestro, io ho ancora un dubbio, vedete..."

"Ecco ci risiamo non hai capito un cazzo come al solito, uffa che palle" dal viso del mio Maestro iniziarono a sgorgare lacrime

"Maestro perché piangete? Le anime visitate vi muovono forse compassione?" E lui mi rispose: "No, piango perché sei una testa di cazzo! Non ce la faccio più! È possibile che ogni volta che provo a spiegarti qualcosa tu non capisci e mi fai domande stupide? Non ce la faccio più basta... L'unica consolazione in tutta sta storia è che potrò fare del sesso, del sano sesso con quella sexy angioletta di Seras"

Poi aggiunse: "Forza muoviamoci, tra poco ci attendono le dieci Malebolgie... Ogni Bolgia rappresenta un tradimento, ma lo vedremo più avanti"


"Fine Canto XIV" disse Robin

"Capito Zoro? Se continui ad urlare bestemmie contro di me finirai nel girone dei bestemmiatori insieme a Capaneo" fece Usopp

"Sì sì... Vorrei sapere perché ora ti chiamano Dio"


Note dell'autore
Gabba Gabba Hey! Eccomi qui! Piaciuto? Le bestemmie non vi han dato fastidio vero? Le ho censurate apposta, ma se conoscete il caro Germano Mosconi sapete che lui tirava una bestemmia ogni tre per due, quindi mi sono attenuto al suo personaggio.
Gabba Gabba Hey! Alla prossima! 
                       

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Capitolo 15
*** Canto XV: Si parla di Patata, non di Carote ***


Canto XV: Si parla di Patata, non di Carote





Solita routine a bordo della Sunny, quel pomeriggio Sanji cercava, come a suo solito, di provarci con le due ragazze. Ogni volta che ci provava finiva sempre male per il povero cuoco, nessuna ragazza voleva mai uscire con lui; cosa aveva che non andava? Il bell'aspetto non gli mancava, così come il fisico, era il miglior cuoco dei sette mari ed era un gentiluomo.

"Si può sapere dov'è che sbaglio?!" Si disperò lui accasciandosi al suolo

"Il problema, Sanji, è che tu sei attratto solo dall'aspetto esteriore. Tu vuoi solo possedere una donna, questa si chiama sodomia, e sappi che nell'Inferno i sodomiti sono severamente puniti" gli spiegò Robin

"Perché non vi sedete ed ascoltate? Oggi Dante e Virgilio proseguiranno nel girone dei violenti contro Dio, qui incontreranno i sodomiti, uomini che bramano solo l'amore carnale" spiegò l'archeologa

"Robin, non ho capito, cosa sono i sodomiti?" Chiese Rufy

"I sodomiti sono uomini che, come posso spiegartelo in parole povere... Sono uomini che hanno coiti senza scopi di procreazione e senza amore, lo fanno solo per il gusto di farlo"

"Cosa sono i coiti? Qualcosa che si mangia?" Chiese il capitano

Tutti si portarono una mano sul volto, a quel punto l'archeologa disse semplicemente: "Lascia stare Rufy, te lo spiegherò quando sarai più grande"

"Ma ho diciannove anni!"

"Ecco appunto, te lo spiego quando sarai più grande. Come dicevo, Dante e Virgilio incontreranno i sodomiti e parleranno con Brunetto Latini, un grande amico del poeta. Bene, possiamo partire"




Ora cen porta l’un de’ duri margini; 
e ’l fummo del ruscel di sopra aduggia, 
sì che dal foco salva l’acqua e li argini.   

Come i Fiamminghi fra Wissant e Bruges erigono dighe per tener lontana la marea, temendo che le onde si avventino contro di loro; e come fanno i Padovani lungo il Brenta per difendere le loro città e i castelli prima che la Carinzia senta il caldo (si sciolgano le nevi): così erano costruiti quegli argini, anche se il costruttore, chiunque fosse, non li aveva eretti così alti e grossi.

Ormai ci eravamo allontanati dalla selva tanto che non l'avrei più vista se anche mi fossi voltato, quando incontrammo una schiera di anime che veniva lungo l'argine e ognuna di esse ci guardava come si osserva qualcuno in una sera di novilunio; e strizzavano gli occhi verso di noi come fa il vecchio sarto per infilare l'ago nella cruna.

Mentre i dannati mi scrutavano in tal modo, fui riconosciuto da uno che mi prese per il lembo della veste e gridò: "Ciao bel maschione!"

E io, quando lui tese verso di me il suo braccio, fissai il suo volto così che non potei non riconoscerlo, benché fosse tutto bruciato, e avvicinando la mano al suo viso risposi: "Voi siete qui, ser Brunetto?"

E lui: "Brunetto? Ma di che parli? Va beh lasciamo stare, che ne dici di appartarci in un angolino eh?"

Io gli dissi: "Ve ne prego con tutte le mie forze; e se volete che io mi trattenga con voi lo farò, purché acconsenta costui che mi guida"

Lui disse: "Ok ora non ci sto più capendo niente. Rayleigh, tu sai di cosa sta parlando questo bel giovane?"

Vidi il mio Maestro rabbrividire, così disse all'anima: "Basta! Ti prego basta con i tuoi commenti da frocio!" Poi si rivolse a me: "Dante, costui è Pri-Pri Prisoner, in vita era un eroe al servizio della giustizia, salvava la gente, aiutava le vecchiette ad attraversare la strada e via dicendo... Se ti chiedi del perché un eroe è all'Inferno, beh, è perché lui cercava di scoparsi tutti i bei ragazzi che incontrava"

Lui sia rivolse al poeta: "Che ci posso fare se sono un amante dei bei maschi? Così come voi andate dietro alle donne... Io vado dietro agli uomini, in tutti e due i sensi", e il mio Maestro disse: "Cristo piantala! Mi fai vomitare! Senti, a me non me ne frega un cazzo se sei gay. C'è a chi piace il pesce, a chi la carne, e chi è vegetariano; ma gradirei che tu la piantassi con questi commenti, è disgustoso!"

"Va bene Rayleigh, ho capito, farò la persona seria va bene? Vi seguirò senza fare commenti strani, poi raggiungerò i miei compagni"

Io non osavo scendere dall'argine per andare insieme a lui; ma tenevo il capo chino, come un uomo che dimostra la sua deferenza.

Lui mi disse: "Senti baldo giovane, come mai sei finito qui ancor prima di morire? Che ci fai in un posto simile?"

Io gli risposi: "Lassù, nella vita serena, mi sono smarrito in una valle prima che la mia vita raggiungesse il suo culmine. Solo ieri mattina ne sono uscito: mi apparve Virgilio mentre ci stavo rientrando, e mi riporta a casa per questo cammino".

E lui a me: "Viriglio?! Ma chi è questo Virgilio?" L'ombra di quel saggio uomo si rivolse a lui: "Si riferisce a me... È da quando l'ho incontrato che continua a chiamarmi Virgilio, lascialo perdere Prisoner, non ho ancora capito se lo fa apposta. Siamo in missione per conto del Padrino, dobbiamo scendere fino al Cocito per poi risalire e portarlo fino a Villa Corleone (si riferisce al Paradiso)"

E Brunetto: "Che bello! La villa Corleone! Dai cantiamo! Tutti insieme a Villa Corleone..." Venne interrotto dal poeta: "C'è anche Prisoner che è un gran frocione". In quel momento l'anima di Brunetto si infuriò, iniziò a litigare col mio Maestro finché questi non inciampò e cadde sopra me e l'anima.

Virgilio si rialzò dicendo: "Ahia che botta. Credo che mi sia entrato qualcosa nel culo" "Tutte a te le fortune!" Gli disse l'anima. Virgilio mi aiutò a rialzarmi e riprendemmo il cammino.

Io continuavo a parlare con Ser Brunetto, il quale poi si rivolse di nuovo al poeta: "Rayleigh... Non ce la faccio più! Quest'uomo sarà sì carino ma non capisce niente di quello che dico! Continua a chiamarmi Brunetto, mi parla di Firenze, Guelfi, Ghibellini, non ci capisco niente! Dimmi Re Oscuro, perché accompagni un tale rincoglionito?"

Il saggio gli rispose: "Vedi è successo tutto una notte, ero andato nella Selva Oscura per fumarmi un po' d'erba quando vidi apparirmi una bella biondina nuda. Il suo nome era Seras, fisico da urlo, tette stupende e un culo sodo. Mi disse di accompagnare un francese, di cui adesso non ricordo il nome, in cambio di una bella scopata. Io ovviamente accettai, solo che, sbagliai persona. Al posto di parlare con l'uomo da lei indicatomi, ho parlato con sto cretino dal naso enorme. È così che è andata, lo sto accompagnando solo per pucciare il mio biscotto con un Angelo"

"Continuo a non capire Rayleigh, nel Limbo so che ci sono molte donne pronte a soddisfarvi", Virgilio parlò di nuovo: "Le baldracche sono sempre di meno Prisoner... È da un po' che non trombo, ho bisogno di tornare in carreggiata e quale miglior modo se non farlo con quello schianto di ragazza! Dovevi vederla! Wow" "Mah, io non capisco. Perché ti ostini? Io preferisco le carote" 

Adirato il mio Maestro si rivolse a lui: "E tu che ne sai?! Niente! NIENTE! Qui non si parla di carote Prisoner, si parla di patata, PATATA! Ma tanto tu che ne sai eh? Vieni Dante" il Mio Maestro mi prese e ci allontanammo. 

L'anima di Brunetto si rivolse per l'ultima volta a Brunetto: "Ah è così eh? Beh, sei come tutti gli altri!" "Ma vai a cagare! Finocchio" gli rispose il poeta.

Poi Brunetto si voltò e sembrò uno di quelli che corrono il palio a Verona per il drappo verde, nella campagna; e sembrò il vincitore, non il perdente.

"Fine Canto XV" disse Robin, "Capito Sanji? Se non ti metti in testa che le donne non sono un oggetto non potrai mai trovarne una, e finirai all'Inferno"

Sanji aveva i lacrimoni e prese la mano dell'archeologa: "Come sei saggia Robin. Sento di amarti di più!" Esclamò con gli occhi a cuore. In quel momento venne messo KO da un pugno di Nami: "Lo sapevo, questo non ha capito niente" 


Note dell'autore
Eccoci qua! Il Canto XV! Scusate, so che doveva uscire ieri ma ho avuto degli impedimenti. Piaciuto? È stato molto difficile adattarlo. Tanto per farvelo sapere, anche se lo saprete già, Pri-Pri Prisoner è un personaggio proveniente dal manga di One-Punch Man. È un supereroe, il cui potere è ingigantire il proprio corpo, nel farlo però gli si strappano i vestiti, rimanendo costantemente nudo. La caratteristica di questo personaggio, come avrete notato, è che è gay. Infatti ogni volta, più che battere l'avversario, cerca di stuprarlo, non a caso è stato rinchiuso in galera con accuse di molestie sessuali... Per maggiori informazioni leggete One-Punch Man, non ve ne pentirete, parola mia.

Gabba Gabba Hey! Alla prossima!

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Capitolo 16
*** Canto XVI: Tette, Culi e ancora TETTE! ***


Canto XVI: Tette, Culi e ancora TETTE! 


La ciurma di Cappello di Paglia, quel pomeriggio, stava viaggiando in acque tranquille. Nessun segno della Marina all'orizzonte e, qual buon occasione, se non sfruttare questo tempo libero per leggere un nuovo canto della Divina Commedia.

"Hey ragazzi, vi va se per ammazzare il tempo vi leggo un nuovo canto?" Propose Robin, ovviamente la ciurma ne era entusiasta e subito si precipitarono dinnanzi all'archeologa a velocità Mach 2.0.

"Molto bene, in questo canto Dante e Virgilio continueranno il loro viaggio nel girone dei Sodomiti, qui parleranno con tre sodomiti fiorentini e alla fine incontreranno Gerione. 
Pronti?" I Nakama, al sol sentore questa domanda, esultarono manco fossero allo stadio e Robin inizio a leggere:



Già era in loco onde s’udìa ’l rimbombo 
de l’acqua che cadea ne l’altro giro, 
simile a quel che l’arnie fanno rombo,                          

quando tre anime si separarono insieme, correndo, da una schiera che passava sotto la pioggia di fuoco che le tormentava.

Venivano verso di noi e ognuna gridava: "Hey tu! Fermati un attimo! Tu sei vivo non è così? Non è che magari potresti farci palpare qualche culetto di ragazza? Seriamente sono anni che non vediamo una. Stiamo impazzendo!"

Ahimè, che piaghe vidi sui loro corpi, recenti e vecchie, provocate dalle falde infuocate! Me ne rammarico ancora oggi, al solo pensarci.

Alle loro grida il mio maestro si fermò; volse il viso a me e disse: "Aspetta, non giudicarli. Saranno pure dei morti di f*ga allucinanti. Ma sono anni che non vedono una tetta, cerca di essere gentile con loro"

Come noi ci fermammo, essi iniziarono a parlare come prima; e quando ci raggiunsero, iniziarono a camminare tutti e tre in cerchio.

Come erano soliti fare i lottatori nudi e cosparsi d'olio, studiando l'avversario per tentare una presa prima di percuotersi e ferirsi a vicenda, così, pur girando la testa, ciascuno dei tre dannati fissava il suo sguardo su di me, in modo tale che torceva il collo in senso opposto ai suoi passi.

Io domandai: "Maestro, chi sono codeste anime dannate? Le loro piaghe mi impedisce di riconoscerli" e lui mi rispose: "Boh, cazzo ne so? Non è che tengo a mente i nomi di tutti gli sfigati dell'Inferno. Per chi mi hai preso? Per un enciclopedia?" Dopodiché si rivolse alle anime: "Hey! Voi morti di f*ga! Ci sapreste dire chi siete stati in vita?"

Uno cominciò: "Ok, siamo dei fissati con la patata, ma... Parlandoci da uomo a uomo, anzi, da anima ad anima, quale maschio non è affamato di topa?" Chiese l'anima dai capelli blu. "Giusto, hai ragione. Pensate che io accompagno sto demente solo per trombare una biondina maggiorata" rispose loro il poeta. "Davvero?! E le tette? Le tette come sono?" "E il culo? Descrivicelo nei minimi dettagli". Il Sommo calmò le anime, dopodiché parlò: "Ragazzi, nulla mi entusiasma di più che parlare di gnocca con altri, ma vi ho fatto una domanda: chi cazzo siete?"

Il dannato dai capelli blu iniziò a parlare: "Ok ok, ora ci presentiamo. Allora io sono Akatuski Ousawa, sono un patito delle tette. Il moro qui è Koichi Madanbashi ed è un patito di culi. Combatte con un robot, pensate che quella specie di Mazinga è alimentato dalle palpate. Non scherzo, più sto demente palpa le chiappe delle ragazze più il robot è potente... O qualcosa di simile, non ho mai capito la sua storia... Il cinese qui invece è Wan Chen, anche lui un patito delle tette, solo che a lui... Beh... Piace succhiarle" "Tetteeeeee...." Fece l'anima "Ecco appunto"

Se io fossi stato protetto dal fuoco, mi sarei gettato tra loro nel sabbione e credo che il maestro l'avrebbe tollerato; ma poiché mi sarei bruciato e ustionato, la paura prevalse sul mio desiderio di abbracciarli. "Cosa?! Ustionarti? Ma no tranquillo! Non ti succede niente! Perché non provi a gettarti in mezzo al fuoco? Dai così vediamo che succede" mi disse il Maestro.

Poi iniziai: " La vostra condizione mi ha ispirato non disprezzo ma dolore, al punto che cesserà fra molto tempo, dal momento in cui il mio maestro mi disse parole per cui ho pensato che venisse gente nobile quale voi effettivamente siete. Sono di Firenze e ho sempre appreso ascoltando le vostre opere e i vostri nomi onorevoli, con grande affetto. Lascio una vita amara e vado in cerca della salvezza, promessami dalla mia guida sincera; ma prima devo scendere fino in fondo all'Inferno".

Quello rispose: "Firenze?! Ma che cacchio è qualcosa che si mangia?! Di che stai parlando scusa? Non riusciamo a seguirti"

"I nuovi cittadini e gli improvvisi guadagni hanno creato alterigia ed eccesso dentro di te, o Firenze, così che tu ne piangi già le conseguenze". Così gridai levando il viso in alto; e i tre, che interpretarono questo come la mia risposta, si guardarono l'un l'altro come di fronte a una verità sgradita.

Tutti riposero: "Rayleigh, ma di che cazzo sta parlando sto qua? Cos'è, ha bevuto? È drogato? Che gli prende?" Il mio Maestro si rivolse loro: "Lasciate perdere, penso che sto qua sia nato con un cromosoma in più. Sorridete ed annuite" "Ah ho capito... È un uomo, come posso dire per non risultare offensivo? Speciale ecco! Sì, è un uomo molto speciale. Va beh dai, noi andiamo. Bella Rayleigh! Ciao ciao ometto tutto speciale" Quindi smisero di girare in tondo e se andarono così veloci che le loro gambe snelle sembravano ali.

Non sarebbe stato possibile dire un "amen" nel breve tempo in cui sparirono; perciò al maestro sembrò opportuno che ce ne andassimo.

Io lo seguivo, e avevamo percorso poca strada quando il suono dell'acqua (il Flegetonte) sembrava così vicino che, parlando, ci saremmo sentiti a malapena.

Come quel fiume, che ha per primo il proprio corso partendo dal Monviso verso levante, dalla pendice destra dell'Appennino, che in alto si chiama Acquacheta prima di scendere in pianura e a Forlì cambia nome (in Montone), rimbomba sopra San Benedetto dell'Alpe per cadere in una sola cascata là dove dovrebbe essere ricevuto in mille cascatelle; così vedemmo che quel fiume rosso (il Flegetonte) ricadeva giù per un burrone scosceso, facendo tanto rumore che in poco tempo avrebbe danneggiato l'udito.

Io avevo intorno ai fianchi una corda, con la quale tempo prima avevo pensato di catturare la lonza dalla pelle chiazzata. Dopo che l'ebbi sciolta del tutto, come Virgilio mi aveva ordinato, la porsi a lui legata e aggrovigliata. Quindi lui si voltò sulla sua destra e la gettò in quel profondo burrone, stando alquanto lontano dall'orlo.

Io dicevo tra me e me: "Eppure è necessario che qualcosa di nuovo risponda al nuovo cenno, che il mio maestro segue con tanta attenzione".

Ahimè, quanto devono essere prudenti gli uomini quando sono accanto a coloro (i saggi) che non vedono solo gli atti esteriori, ma col loro senno scrutano dentro i pensieri!

Lui mi disse: "Ok Dante. Adesso verrà qui il nostro taxi. Ehm, vedi, lui è molto particolare, gradirei che non ti cagassi nelle mutande quando lo vedrai. Capito? Non svenire. Giuro che se svieni e ti pisci addosso io ti sveglio a suon di calci, mi son spiegato?"

L'uomo deve sempre evitare di dire una verità che sembra falsa, per non essere tacciato ingiustamente di essere bugiardo; ma qui non posso tacere; e io, lettore, ti giuro sulle parole di questa Commedia (che possa godere di lunga fama) che io vidi avvicinarsi una figura verso l'alto, che nuotava in quell'aria oscura e spessa, che faceva meravigliare anche il cuore più coraggioso, proprio come il marinaio che va sott'acqua a sciogliere l'ancora che si è impigliata o a rimuovere un altro ostacolo dentro il mare, e che (nel tornare a galla) stende le braccia verso l'alto e ritrae le gambe (per darsi maggiore slancio).

"Fine Canto XVI" disse Robin. "Cavolo mi dispiace per quei tre fiorentini, non è colpa loro" fece Nami. "Purtroppo Dante è stato un po' troppo severo quando ha assegnato i gironi, ma come avete visto lui prova solo compassione per quelle anime. La sua non è un accusa, ma un monito. Bene, direi che siamo quasi  arrivati al prossimo villaggio"


Note dell'autore
Gabba Gabba Hey! È da un po' che non ci si vede eh? Scusate per il tempo ma dovevo finire One Punch Hellsing e poi avevo altro da fare a casa. Che dire, sappiate che le tre anime che compaiono in questo capitolo, non ho la più pallida idea di chi cacchio siano. Se volete saperlo chiedete a Neon Genesis Kurama, me le ha consigliate lui. Grazie mille per il consiglio fratello, senza il tuo consiglio la storia non sarebbe andata avanti. Grazie mille Onii-chan. È così che si dice "Fratellone" in giappocinese vero? Onii-chan o Onee-chan? Io mi confondo sempre... Va beh dai, vi saluto. È ricordate: opponetevi al MOIGE....... Siete ancora qui? Che avete ancora? Il canto è finito, non temete, riprenderò la sua pubblicazione più attivamente..... Allora? Che volete ancora? Che avete da scassare.... A già giusto... Il mio saluto tipico, scusate.

Gabba Gabba Hey!


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Capitolo 17
*** Canto XVII: La Bella e il Drago Nero Occhi Rossi ***


Note dell'autore pre-capitolo
Mi accingo a fare questa piccola anticipazione per dirvi una cosa importante, in verità due cose importanti, ma la seconda ve la dico alla fine. Allora, innanzitutto avrete visto che il titolo della fiction è cambiato, adesso è "La Divina, quasi, Commedia (Inferno)". Ho aggiunto la parola inferno. Perché? Beh la risposta è semplice, per riassumere: ho notato che questa storia è MOLTO apprezzata, ogni volta ricevo sempre almeno tre recensioni positive (Grazie mille Nick, Kurama e Manley) e non solo... Il primo canto ha raggiunto la soglia delle 750 visite e ben 10 utenti hanno messo questa fanfiction nelle preferite e altri 7 nelle seguite. Sta avendo un successo enorme, quindi ho deciso, una volta finito l'Inferno, di portarvi anche il Purgatorio ed il Paradiso. Per questo ho messo la parola "Inferno" di seguito al titolo, perché appunto avrà i suoi sequel. Stavo pensando anche di parodizzare anche altri grandi classici, avevo in mente delle parodie con One Piece anche del Decameron di Boccaccio, oppure anche, quello che adesso mi ispira di più, Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Che ne dite? Vi piacerebbe leggerli? Ok, ora passiamo al capitolo... Sappiate solo che non vedrete mai, e ripeto, MAI una parodia dei Promessi Sposi con One Piece. Ok dai, via al capitolo.


Canto XVII: La Bella e il Drago Nero Occhi Rossi

Quel giorno i Mugiwara attraccarono al porto, a far la guardia alla nave rimase di guardia Chopper il tenero peluche. Peluche mica tanto dato che Chopper è la versione manga di Hulk, se si infuria son cazzi amari. (Ammetterete anche voi che Chopper ricorda un po' Bruce Banner, uno scienziato timido e riservato che quando si arrabbia si trasforma -Nda).

Una volta scesi i Mugi si divisero, prima di andare però, Zoro fermò Nami, "Nami scusa, ho bisogno di una nuova molatrice per le mie spade, non è che avresti dei soldi da prestarmi?ho lasciato i soldi sulla nave", lo spadaccino non avrebbe mai voluto chiedere i soldi a lei, ma dopotutto la cartografa era anche la banchiera di bordo e quindi... Non poteva far altro che chiedere a lei. "E va bene Zoro, ti presto 100.000 Berry ma alla fine dovrai restituirmeli con un interesse del 15%". Lo spadaccino rabbrividì a sentire la parola interessi, ma dovette accettare le condizioni.

La ciurma girò per la città e alla fine Zoro riuscì ad ottenere la sua nuova molatrice, pagandola solo 50.000 Berry. Quando il gruppo si ritrovò sulla nave, lo spadaccino restituì i soldi rimanenti alla cartografa. "In camera mia ho altri 50.000 Berry, ora te li vado a prendere", la cartografa lo fermò "Eh no caro Zoro, mi devi gli interessi ricordi? 50.000 sono già restituiti, me ne devi altri 65.000. Forza sgancia!"  "Certo che tu sei proprio una strozzina! E secondo te dove li vado a trovare? Arrangiati!" "No! Hai un debito e ora lo risarcisci!" "E piantala! Hai un sacco di soldi nella tua cassaforte! Siamo adulti, non fare la mocciosa!" "Io non sono una mocciosa! Brutto buzzurro!" "Mocciosa!" "Buzzurro!" I loro visi erano a due centimetri l'uno dall'altro.

"Hey voi! Cos'è tutto questo baccano?" Sentirono una voce dietro di loro, si girarono e videro Robin che li guardava. "Zoro non ha tutti i torti Nami. A volte ti comporti come una strozzina, sai cosa succede agli usurai?" Le chiese l'archeologa, "Beh ecco..." "Perché non ci sediamo e leggiamo insieme il nuovo canto della Divina Commedia? Così lo scoprirete". Zoro e Nami si sedettero seguiti dagli altri Nakama.

"In questo canto Dante e Virgilio proseguiranno il loro viaggio attraverso il girone dei violenti verso Dio e parleranno con l'ultima schiera di anime presente in quel cerchio, ovvero quello degli usurai. Tutto ciò sarà accompagnato da un viaggetto sulla schiena di Gerione, il loro nuovo nocchiere se così vogliamo chiamarlo. Bene, possiamo iniziare"



"Ecco la fiera con la coda aguzza, 
che passa i monti, e rompe i muri e l’armi! 
Ecco colei che tutto ’l mondo appuzza!".                  

Così iniziò a parlarmi il mio maestro; e accennò al mostro di venire all'orlo del Cerchio, vicino alla fine dell'argine in pietra. E quella sudicia immagine di frode si avvicinò, sporgendo la testa e il busto ma tenendo la coda lontana dall'orlo.

Aveva il volto di un uomo giusto, tanto rassicurante era il suo aspetto, mentre il resto del corpo era di serpente; aveva due zampe pelose che arrivavano alle ascelle; il dorso e il petto ed entrambi i fianchi erano dipinti di nodi e rotelle.

Né i Tartari né i Turchi produssero mai tessuti con più colori, ricami di sfondo e a rilievo, né Aracne realizzò mai tele siffatte. Come talvolta i burchielli (imbarcazioni) stanno a riva e tengono parte dello scafo in acqua e parte a terra, e come là fra i Tedeschi beoni (nei paesi nordici) il castoro si prepara a catturare la preda (emergendo in parte dal fiume), così l'orribile bestia stava sull'orlo, che è in pietra e circonda il sabbione.

La sua coda guizzava tutta nel vuoto, volgendo in alto la forbice velenosa che aveva un pungiglione simile a quello dello scorpione.

Il mio maestro mi disse: "Scusa, ma che cacchio stai descrivendo? Quello non è di certo un serpente! Quello è il Drago Nero Occhi Rossi, una delle creature di quello psicopatico di Seto Kaiba. Dobbiamo cavalcarla andiamo... Cavalcarla nel senso che dobbiamo salirci sopra e farci trasportare capito? Eh, con te non si sa mai"

Perciò scendemmo dall'argine sul lato destro, e facemmo dieci passi sull'orlo del Cerchio, stando attenti a evitare la sabbia e la pioggia di fuoco. E quando giungemmo a lei, vidi poco più lontano dei dannati seduti sulla sabbia, vicini all'orlo del baratro. Qui il Maestro mi disse: "La vedi quella figona laggiù? Vai a parlare con lei. Lei, insieme alle altre anime, è un usuraia, forza, vacci a parlare mentre io cercherò di farci dare uno strappo dal Drago"

Così me ne andai tutto solo sull'estremo orlo di quel VII Cerchio, dove sedevano i mesti dannati. Il dolore prorompeva fuori dai loro occhi (piangevano);  e da una parte e dall'altra cercavano di darsi sollievo con le mani, per ripararsi dalla pioggia infuocata e dalla sabbia rovente: non diversamente fanno i cani in estate, col muso e con la zampa, quando sono morsi da pulci, da mosche o da tafani.

Dopo che osservai con lo sguardo il viso di alcuni di loro, sui quali cadeva il fuoco doloroso, non ne riconobbi nessuno; ma mi accorsi che a ciascuno pendeva dal collo una borsa, che recava un certo colore e un certo stemma (quello della famiglia) e sembrava che il loro occhio traesse nutrimento da essa. E mentre guardavo tra di loro, vidi su una borsa gialla una figura azzurra che sembrava un leone dall'aspetto e dal portamento (lo stemma dei Gianfigliazzi). Poi, spingendo oltre il corso (carro) del mio sguardo, ne vidi un'altra di color rosso sangue, che recava la figura di un'oca più bianca del burro (lo stemma degli Obriachi). E un dannato, che aveva una borsa bianca con l'immagine di una grossa scrofa azzurra (lo stemma degli Scrovegni), mi disse: "Cosa fai tu in questo Inferno? E come mi hai chiamata scusa? Guarda che sono una donna brutta coglione. Vattene prima che ti uccida"

Il mio Maestro tornò: "We testa di cazzo! Ho finito, abbiamo il passaggio, hai fatto conoscenza con la nostra amata C-18?" L'anima si rivolse a lui: "Rayleigh?! Che ci fai qui?! Sei con questo umano inferiore?" "Purtroppo sì, sono incastrato con questo qui, piuttosto... Come vanno gli affari? Non è che..." Il dannato lo interruppe: "Piantala vecchio! Non cancellerò il tuo debito, hai perso la partita al torneo di Poker Infernale, mi devi 50.000 Zeny più gli interessi, forza sgancia!" "Oh merda di nuovo... Dante, devi sapere che C-18 in vita era una cyborg molto ma MOLTO avida. Una volta partecipò al Torneo Tenkaichi e fece vincere Mr Satan, il poverino gli doveva una quantità enorme di denaro... Lasciamo perdere va, comunque, accetti carte di credito?" "No, solo pagamento in natura". Il poeta si sistemò il cavallo dei suoi pantaloni "Eeeeeh, ce l'ho proprio qua il tuo pagamento in natura..." "Va la diavolo vecchio! Pagami!" "Mio dio che f*ga di legno che sei, fattela dare una botta razza di lavatrice" "COME?!" Il dannato si adirò, tant'è che il mio Maestro mi afferrò e mi trascinò via "Oh merda si è incazzata! CORRI!"

Ritornammo al cospetto di Gerione, il Sommo Poeta mi caricò sopra di lui "Oplà! Ecco qua piccolo" "Ma Maestro! Non sono un fanciullo..." Egli mi guardò: "Fossi mio figlio, pedate nel culo dalla mattina alla sera". Salì in groppa e mi disse: "Tieniti forte, stiamo per partire, mi raccomando non cadere... Anzi, se cadi forse è meglio, così mi libero di te... Però poi addio scopata con Seras. Dannazione!"

Come colui che ha così vicino il ribrezzo della febbre quartana che ha già le unghie livide, e trema tutto solo guardando l'ombra, così divenni io nell'udire quelle parole; ma la vergogna, che rende il servo coraggioso davanti al buon padrone, mi fece le sue minacce.

Io mi sedetti sopra quelle orribili spalle; avrei voluto dire a Virgilio 'Abbracciami forte', ma la voce non venne fuori come credevo. Invece Virgilio, che altre volte mi soccorse in altre situazioni dubbiose, non appena montai mi cinse con le braccia e mi tenne forte; e disse: "Senti un po', non farti strane idee, ti proteggo solo per poter ricevere il mio pagamento in natura da Seras chiaro? Questo abbraccio  serve per tenerti ed evitare che tu cada. Stai tranquillo Dante, non son mica Mancini io! Forza Drago Nero Occhi Rossi! Parti!"

Come la navicella lascia la proda procedendo all'indietro, così Gerione si allontanò dall'orlo; e dopo che si sentì pienamente a suo agio, rivolse la coda dov'era il petto e la mosse tendendola, come un'anguilla, e iniziò a dare bracciate nell'aria con le zampe pelose.

Il Mio Maestro gridò: "Turn around. Look at what you see. In her face. The mirror of your dreams! Eddai Dante! Non dirmi che non hai mai visto la Storia Infinta"

Non credo che Fetonte avesse più paura quando lasciò le redini (del carro del Sole), per cui - come ancora appare - il cielo si incendiò;  né (ebbe più paura) il misero Icaro, quando si sentì spennare la schiena dalla cera surriscaldata, mentre il padre gli gridava: "Stai sbagliando strada!", rispetto alla paura che ebbi io, quando vidi che mi trovavo nell'aria da ogni lato e non vidi più nulla eccetto la belva.

Essa procedeva, nuotando lentamente: girava e scendeva, ma io non me ne accorgevo se non per il fatto che sentivo il vento sul viso e sotto le gambe. Io udivo già alla mia destra la cascata (del Flegetonte) che faceva un orribile scroscio sotto di noi, per cui sporsi la testa in basso e guardai.

Allora ebbi più paura di cadere, perché vidi dei fuochi e udii dei lamenti; allora, tremando, strinsi di più le cosce.

E vidi poi ciò che prima non vedevo, cioè che stavamo scendendo e ruotando, perché si avvicinavano da diversi lati i grandi tormenti dei dannati.

Come il falcone che ha volato a lungo, e che non avendo visto né il logoro né un uccello induce il falconiere a dire: «Ahimè, devi scendere!», e quello scende stanco nel luogo da cui si muove agile, facendo cento giri nell'aria e si posa lontano dal suo padrone, disdegnoso e riottoso; così Gerione ci depose a terra, proprio sul fondo di quel baratro a strapiombo, e una volta che ebbe scaricato i nostri corpi, svanì come una freccia scoccata da un arco.


"Fine Canto XVII" disse Robin. "Hai capito cosa succede a fare la strozzina Nami? Occhio" l'ammonì l'archeologa. Il gruppo si congedò, rimasero solo Zoro e Nami. Prima che la ragazza potesse andarsene lo spadaccino la fermò "Hey! Quindi?" "Quindi cosa?" Chiese lei, "Come cosa?! Cancella il mio debito! Hai sentito cosa succede agli usurai?" "Ceeeeerto Zoro peccato che... Io sia atea. Sbrigati con quei 65.000 Berry". Se ne andò, Zoro rimase allibito e infine gridò "DANNATA MOCCIOSA!"

Note dell'autore
Ed eccovi il nuovo canto fresco fresco. Allora, riguardo alla seconda cosa importante da dirvi: dunque, ho deciso di stabilire delle date per le mie storie, in breve. Tra poco devo iniziare una fanfiction dal titolo "I Nuovi Anime Vendicatori: Age of Zeus" e devo anche riprendere una mia vecchia storia rimasta in sospeso ovvero "Dark Fantasy: Sephiroth's Journey" perciò facciamo così, eccovi la tabella:

UNO dei giorni compresi tra lunedì e venerdì ci sarà: La Divina, quasi Commedia (Inferno)
Il sabato: I Nuovi Anime Vendicatori: Age of Zeus
La domenica: Dark Fantasy Sephiroth's Journey

Per quanto riguarda il secondo torneo di calcio... Quando una di queste tre sarà terminata. Adesso non riesco, abbiate pazienza ragazzi ^_^

Gabba Gabba Hey! Alla prossima!

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Capitolo 18
*** Canto XVIII: Entra in quella cazzo di Bolgia Shinji! ***



Canto XVIII: Entra in quella cazzo di Bolgia Shinji!


Quel giorno la ciurma navigava in acque tranquille, purtroppo per loro avevano preso la rotta sbagliata per giungere alla loro meta. Nami osservava la sua cartina confusa, era errata, mai aveva sbagliato a disegnare una cartina e a tracciare le rotte.

"Scusate, non so come sia potuto succedere. Perdonatemi" fece lei mortificata, quell'errore era un duro colpo per la sua professionalità. "Non preoccuparti Nami, troveremo un'altra rotta, dopotutto anche perdersi può essere divertente Shishishi" disse il capitano divertito. 
"Non dire così mia dolce Nami, le tue cartine sono sempre perfette, perfette esattamente come la tua bellezza dolce Nami" fece Sanji con gli occhi a cuore, "È piantala cuoco da strapazzo! Non sopporto più le tue moine" inveì Zoro, "Zitto buzzurro, è un problema se dico la verità?" "Ceeeeeerto, a me sembri più un lecca culo" "Come hai detto brutto marimo?! Ripetilo se hai il coraggio!" I due stavano per fare a botte fino a quando non intervenne Robin

"Piantatela di litigare voi due. Zoro non ha tutti i torti, sei un po' troppo ruffiano Sanji. A volte è giusto dire le cose come stanno, senza essere però scortesi. Non lo sai che i ruffiani sono puniti all'Inferno? Così come i seduttori e tu mio caro Sanji sei un po' troppo donnaiolo", in quel momento il cuoco deglutì, anche lui temeva le pene dell'inferno.

"Perché non ci sediamo e ascoltiamo tutti il nuovo canto dell'Inferno... Allora, in questo canto Dante e Virgilio entreranno nel primo cerchio delle Malebolgie. Ogni Bolgia rappresenta un tradimento, nella prima incontreranno i ruffiani ed i seduttori i quali sono frustati in eterno dai demoni. Bene, possiamo iniziare" disse l'archeologa aprendo il libro ed iniziando a leggere.



Luogo è in inferno detto Malebolge, 
tutto di pietra di color ferrigno, 
come la cerchia che dintorno il volge.  

Proprio nel mezzo della piana malefica si apre nel vuoto un pozzo molto largo e profondo, di cui a suo tempo spiegherò la conformazione. Quella striscia che resta tra il pozzo e la parete rocciosa è dunque tonda ed è suddivisa in dieci valli (le Bolge).

Là dove molteplici fossati circondano i castelli per custodirne le mura, l'immagine che essi rendono è del tutto simile a quelle Bolge; e come in quelle fortezze ci sono dei ponticelli di legno che uniscono le loro soglie alla riva dei fossati, così dalla base della roccia partivano dei ponti di pietra che tagliavano trasversalmente gli argini e i fossati, fino al pozzo centrale che li interrompe e li riunisce.

Ci trovammo in questo luogo, una volta che Gerione ci ebbe deposti dalla sua schiena; e Virgilio si mosse verso sinistra, così io lo seguii. Alla nostra destra vidi una nuova angoscia, una nuova pena e nuovi diavoli frustatori di cui la prima Bolgia era piena.

I peccatori erano sul fondo della Bolgia, nudi; nella parte vicina all'orlo esterno del fossato camminavano verso di noi, in quella interna procedevano nella direzione opposta, ma più in fretta di noi, come i Romani hanno trovato un modo per far passare la gente sul ponte (di Castel Sant'Angelo) nell'anno del Giubileo, a causa del grande afflusso (di pellegrini), i quali da un lato procedono verso San Pietro, dall'altra parte vanno verso il monte Giordano.

Da un lato e dall'altro in quella roccia scura vidi dei diavoli cornuti armati di frusta, che li percuotevano crudelmente sul fondoschiena.

Ah, come facevano loro levare le calcagna alle prime percosse! nessun dannato aspettava di essere colpito una seconda o una terza volta. Mentre camminavo, il mio sguardo si incrociò con uno dei dannati; e io dissi subito: "Non è la prima volta che vedo costui". Allora mi fermai per guardarlo meglio; e la mia dolce guida si fermò con me e acconsentì che tornassi un poco indietro. E quel frustato pensò di nascondersi abbassando il viso, ma gli servì a poco perché io dissi: "O tu che abbassi lo sguardo a terra, se le tue fattezze non sono false tu sei Venedico Caccianemico. Ma quale peccato ti ha condotto a questa aspra pena?"

E lui a me: "Amico ma che stai dicendo? Io mi chiamo Shinji Matou e sono finito qui ingiustamente! Io meritavo il Paradiso! Per favore salvami! Giuro che ti servirò! Sì ti servirò! Ti prego ti prego ti prego" in quel momento il mio Maestro parlò: "Hey Shinji! Testa di cazzo! Stai cercando di arrufianarti sto beota? Buona fortuna perché questo qui non capisce niente... Comunque Dante, questo verme si chiama Shinji Matou ed era un gran lecca culo, in vita maltrattò diverse volte sua sorella e la sua Servant Rider... Anche se io a quest'ultima le avrei dato volentieri una botta... Comunque, dopo aver perso la sua Servant si è alleato con Gilgamesh e non ti dico le volte in cui ha fatto il ruffiano con lui. Alla fine il caro Gilgy gli ha riservato una fine ignobile. Beh, una fine ignobile per un uomo ignobile. Sei disgustoso Shinji! Te le meriti le frustate sul culo! Andiamo Dante". 

L'anima ci richiamò di nuovo: "V-vi prego non andate via! Vi prego! La mia aguzzina sta tornando, se mi prende... OH DIO!" Mentre parlava, un diavolo lo colpì con la frusta sul suo inguine e gli disse: "Eccoti finalmente Shinjino! Pensavi di sfuggirmi? No no no, tu adesso vieni con me e per questo tuo tentativo di fuga... Finirai sotto per, diciamo, cinquecento anni. Forza vieni con me canaglia" lo trascinò per i piedi mentre lui si lamentava "NO! NO! TI PREGO LASCIAMI ANDARE! LASCIAMI ANDARE NOOOOOOOOOO!"

Il mio Maestro si rivolse a me: "Povero Shinji. Quella demone è Lucyferia Dante, meglio starle alla larga da retta a me. Lei è una succube ed essendo una grande seduttrice si trova qui a fare l'aguzzina. Mi dispiace per tutti i bei ragazzi finiti in questo cerchio, subiranno le sue torture sadomaso e credimi che non fanno per niente piacere... Oh va beh, tanto si tratta di Shinji, a chi importa di quel coglione? Dai andiamo"

Io mi ricongiunsi alla mia guida; dopo, in pochi passi, giungemmo al punto in cui un ponte di pietra usciva dalla roccia. Salimmo su di esso molto facilmente; e rivolti verso destra ci allontanammo da quell'eterno girare, salendo lungo di esso.

Quando fummo là dove il ponte forma un vuoto per dare spazio ai frustati (nel punto più alto), il maestro disse: «We! Fa attenzione a questi dannati, vedi se ne trovi qualcuno da cui farti dire la sua storia, siamo qui per questo. Basta che ti sbrighi perché io c'ho il calcetto". Da quell'antico ponte osservavamo la fila che veniva verso di noi dall'altra parte e che era spinta in modo simile dalle frustate.

E il buon maestro, senza chi io domandassi nulla, mi disse: "Guarda! Quella è la versione femminile di Alucard. Ti ricordi quel demente del girone dei violenti? Ecco, questo è un Alucard proveniente da un altro universo, ed è la sua controparte femminile e lesbica. Si trova qui perché sedusse molte donne in passato ed è anche piuttosto ruffiana. Le lusinga, le porta a letto e poi le ammazza. Hai capito la puttana eh? Fortunatamente per noi lei è lesbica e quindi non temiamo nulla anche se un po' mi dispiace, è una gran gnocca. Anche lei come gli altri subisce le frustate dai demoni infernali e credimi, se le merita tutte. Devi sapere che ella sedusse la sua padrona e la sposò, dopodiché non ci pensò due volte a tradirla. Che gran puttana, sai più che sbatterla, ho voglia di prenderla a cazzotti. Aahahahhahahah guarda come viene frustata Ahahahahah... TE LO MERITI TROIA!" La voce dell'anima emerse dal gruppo ed urlò contro il poeta "VAFFANCULO RAYLEIGH!" 

Ormai eravamo giunti al punto in cui lo stretto ponte roccioso si congiunge con il secondo argine, da dove ne parte un altro. Da qui sentimmo gente che si lamentava nell'altra Bolgia e che soffiava forte con naso e bocca, colpendosi con le sue stesse mani.

Le pareti della Bolgia erano incrostate da una muffa, per i miasmi che provengono dal basso e vi si attacca impastandosi, tali da provocare irritazione ad occhi e naso. Il fondo era così scuro che non avevamo modo di vedere senza salire sul punto più alto dell'arco, dove il ponte sovrasta maggiormente il fossato.   

Giungemmo qui e vidi sul fondo dannati immersi in uno sterco che sembrava uscito dalle latrine degli uomini. E mentre scrutavo giù con lo sguardo, vidi un dannato che aveva il capo così pieno di escrementi che non si capiva se fosse chierico o laico (se avesse o meno la tonsura).

Quello mi gridò: "Perché mi guardi? V-vattene via prima che quei demoni mi trovino" E io a lui: "Perché, se ben ricordo, ti ho già visto coi capelli asciutti (da vivo) e sei Alessio Interminelli da Lucca: per questo ti fisso più di tutti gli altri".

E allora lui, colpendosi la testa, disse: "Cosa?! No mi hai confuso con un altro. Il mio nome è Mark Satan, ma tutti mi chiamavano solo Mr Satan, sono finito qui a causa delle mie lusinghe"

Dopodiché la mia guida mi disse: "Costui è Mr Satan Dante. In vita era un gran ruffiano, si credeva il più forte del mondo e per venire risparmiato dal solito cattivo iniziava a lusingarlo. È proprio un coglione, anche se, durante la battaglia con Bu si è dimostrato utile e... Ma perché continuo a perdere tempo! Tra poco ho la partita di calcetto! Cazzo non devo perdermela! Via Dante! Andiamo nella prossima bolgia! Dobbiamo essere veloci come una pantera e silenziosi come una scoreggia al cinema. Andiamo!"

"Fine canto XVIII" disse Robin, "Capito Sanji. Basta con tutte queste frasi da donnaiolo e da ruffiano. Essere galanti va bene ma non esagerare" "*gulp* ho capito Robin, lo terrò a mente, vado a preparare il pranzo". In quel momento Zoro gli disse: "Certo che il racconto ti ha proprio spaventato. Posso sapere il perché?" "Beh perché non vorrei mai ritrovarmi frustato per l'eternità da un demone e poi.... E poi immagina se quel demone è proprio Emporio Ivankov, oh no... *Immagina Iva che lo,frusta sul sedere col frustino* NOOOOOOOOOOOOO!"


Note dell'autore
Gabba Gabba Hey! Eccoci qui! Piaciuto il canto? Allora, intanto mi accingo a sottolineare due cose: Lucyferia è un personaggio creato da Nick Nibbio, viene dalla fanfiction World Chronicles e ho avuto il permesso di usarla... Spero che il ruolo che ho dato  alla tua Lucyferia ti piaccia Nick ;)
Alucard (female) è un personaggio creato da Manley D Yelen e viene dalla fanfiction The No Life Queen. Considerato il carattere frivolo di questa Alucard, il posto nella bolgia è più che meritato, spero che non ti dispiaccia Rose ^^
Bene. Ci vediamo domani o settimana prossima con un nuovo canto. Ricordate il programma

Uno dei giorni da lunedì al venerdì: La Divina, quasi, Commedia
Il sabato: I Nuovi Anime Vendicatori: Age of Zeus
Domenica: Dark Fantasy: Sephiroth's Journey

Gabba Gabba Hey!
                      

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Capitolo 19
*** Canto XIX: La Simonia e il prete Figo degli anime ***


Canto XIX: La Simonia e il prete più Figo degli anime



La ciurma era attraccata in un piccolo villaggio famoso per essere estremamente cattolico. C'erano numerose chiese e gli abitanti erano rinomati per la loro fede incrollabile ed estremamente fanatica. Tipo l'Irlanda per intenderci, solo senza la birra che scorre a fiumi... (Ok non sono razzista, ho fatto solo una battuta va bene? Perciò se c'è qualche irlandese fra voi non se la prenda d'accordo? -Nda)

Appena la ciurma girovagò per le strade gli abitanti li salutavano con un "Che Dio vi benedica" e prontamente Usopp rispondeva con un "Vi benedico sempre amici miei". "Piantala Usopp, gli abitanti di questo villaggio sono estremisti, se ti comporti così finisce che ti bruciano vivo" lo ammonì la navigatrice. Il cecchino deglutì e si limitò a seguire i suoi Nakama in silenzio.

I Mugiwara giunsero dinnanzi alle porte di una parrocchia dove il curato elargiva benedizioni e remissione dai peccati in cambio di qualche moneta d'oro. Il prete era piuttosto grasso, calvo e portava il classico abito da sacerdote. "Hey! Ma che fa quello? Sfrutta la fede della gente per far soldi!" Esclamò Chopper, "Televisione e religione rendono l'uomo un gran coglione" disse saggiamente lo spadaccino. Il capitano si avvicinò all'uomo che li accolse: "Benvenuti nella mia umile parrocchia. Volete la remissione dei peccati? Una moneta d'oro a testa e Dio vi perdonerà" "No grazie, io non sono credente" rispose Rufy, "C-come?! Bada bene figliolo, Dio ti punirà. Questo ti costerà due monete d'oro". Robin si avvicinò al parroco "Signor curato. Questa che lei sta applicando si chiama Simonia, non può elargire il perdono in cambio di denaro. Quelli come lei sono puniti severamente dalla sua divinità. Ne vuole una prova? Bene, senta qua, le racconterò cosa succede a quelli come lei" detto questo la ragazza entrò nella chiesa seguita dal prete e dai Mugi, si sedettero su una panca, tirò fuori la Divina Commedia ed introdusse il canto "In questo canto Dante Viriglio arriveranno nella bolgia dei simoniaci dove le anime sono rinchiuse in buche nel terreno dalla testa fino alle cosce. Le loro gambe sono esposte e le piante dei loro piedi sono accese da sottili fiammelle. Bene, possiamo cominciare"


O Simon mago, o miseri seguaci 
che le cose di Dio, che di bontate 
deon essere spose, e voi rapaci     

Ormai eravamo saliti, nella Bolgia seguente, sul ponte fino al punto in cui la perpendicolare cade esattamente al centro della fossa. O suprema sapienza, quanta perfezione dimostri in cielo, in terra e nell'Inferno, e con quanta giustizia la tua virtù distribuisce premi e castighi!

Io vidi la roccia scura, lungo le pareti e sul fondo della fossa, piena di buchi, tutti della stessa larghezza e di forma circolare. Non mi sembravano né meno ampi né maggiori di quelli che servono come fonti battesimali nel bel battistero fiorentino di San Giovanni; non molti anni fa ne ruppi uno per salvare una persona che vi stava annegando, e questa sia la testimonianza che corregga l'errore di chi è male informato. Fuori dall'orlo di ogni buca emergevano i piedi e le gambe di un peccatore, fino alle cosce, mentre il resto del corpo stava dentro. Le piante dei piedi erano entrambe accese, per cui i dannati scalciavano con le articolazioni con tale forza che avrebbero spezzato le funi più resistenti.              

Come una fiamma di solito lambisce solo la superficie delle cose unte, muovendosi sull'estremità, così facevano quelle fiammelle dal calcagno alla punta dei piedi. Io dissi: "Maestro, chi è quel dannato che soffre e scalcia più degli altri suoi compagni di pena, e che è consumato da una fiamma più rossa?" E lui a me: "Senti un po', piuttosto che rompere i coglioni a me, che ne dici di scendere e chiederglielo tu stesso?" E io: "Ciò che a te piace per me va benissimo: tu sei la mia guida e sai che la mia volontà è conforme alla tua e sai anche ciò che non dico" e lui di nuovo spingendomi verso il basso: "Sì sì bravo, ora va a spaccare le balle a lui va"

Allora giungemmo sul quarto argine: ci girammo e scendemmo verso sinistra, fino al fondo della Bolgia pieno di buchi e stretto. Il buon maestro non mi fece scendere dal suo fianco, finché non mi portò alla buca dove quel dannato si lamentava con le sue gambe.  Io iniziai a dire: "Chiunque tu sia, tu che sei capovolto, anima triste come un palo conficcato nel terreno, se puoi, parlami". Io stavo lì come il frate che confessa il perfido assassino, il quale, dopo essere stato messo nella buca, lo chiama per ritardare l'esecuzione. E quello urlò: "Anderson sei tu? Dannato bastardo! È colpa tua se sono finito qua! Mi hai ammazzato bastardo! Con la tua baionetta! Giuro che se esco di qui ti prendo a calci in culo! Mi hai sentito?"

Io divenni allora come quelli che non capiscono cosa è stato loro risposto, per cui sono confusi e non sanno cosa ribattere. Il Saggio mi disse: "Guarda un po'. Hai la stessa espressione di tutti quelli che parlano con te. Ora sai cosa si prova vero? Sai cosa provo io tutte le volte che parlo con te" e allora Viriglio si rivolse all'anima: "Ohi Maxwell! Hai sbagliato, sto,pirla non è Anderson. Si chiama Dante". L'anima disse: "Rayleigh?! Che ci fai qua? Chi è Dante?" "Dante è il tizio che sto accompagnando per un tour guidato per l'inferno. Lo aiuto perché Seras mi ha promesso di darmela se lo conduceva fino a Lucifero. Ma è una lunga storia" Allora lo spirito storse completamente i piedi; poi, sospirando e con voce lamentosa, mi disse: "Dunque cosa vuoi sapere da me? Sei forse qui per prendermi in giro non è così? Io, un'arcivescovo, capo della XIII Divisione ucciso dal suo sottoposto. Non stavo facendo nulla di male. Stavo solo epurando qualche pagano infedele"

Io non so se a questo punto fui troppo irriverente, poiché gli risposi in questo tono: "Ora dimmi: quanto denaro volle nostro Signore da san Pietro prima di affidargli le chiavi del regno dei cieli? Certo gli disse solo 'Seguimi'. Né Pietro né gli altri presero da Mattia oro o argento, quando fu sorteggiato per prendere il posto perso da Giuda. Allora sta' qui, perché sei ben punito; e custodisci il denaro preso con l'inganno, che ti rese ardito contro Carlo d'Angiò. E se non fosse per il rispetto che devo alle somme chiavi (della Chiesa) che tu tenesti nella vita terrena e che mi frenano, userei parole ancor più severe: infatti la vostra avarizia rattrista il mondo, calpestando i buoni e sollevando i malvagi. Di voi cattivi pastori si accorse l'Evangelista (Giovanni) quando vide la meretrice che siede sopra le acque (la Chiesa) fare la prostituta con i re; quella che è nata con sette teste e ha tratto forza dalle dieci corna, finché al marito (il papa) piacque la virtù. Vi siete fabbricati un dio d'oro e d'argento: e che differenza c'è tra voi e il pagano, se non che quello adora un dio solo e voi ne adorate cento? Ahimè, Costantino, quanto male ha causato non la tua conversione, ma quella donazione che da te ebbe il primo ricco papa (Silvestro)!" 

E mentre io gli rivolgevo tali parole, il dannato scalciava forte con entrambe le gambe, o perché adirato o per rimorso di coscienza e disse al mio Maestro: "AAAAAAAH! Rayleigh! Non ho capito un'acca di quello che ha detto! Ti prego spiegami". "Allora mio caro gran coglione di un Enrico Maxwell, per la prima ed unica volta in vita mia, do ragione a questo fattone di Dante. Sì Dante, ti sto dando ragione, ma tu non dirlo in giro oppure ti spacco la faccia... Comunque, il mio amico qui ti sta accusando di Simonia ed abuso di potere. Uno come te che si è comprato la nomina ad Arcivescovo e ha usato il potere per massacrare innocenti, certo se fossero stati degli Hippie bastardi avrei potuto giustificarti, ma hai ucciso dei civili. Queste pene te le meriti figlio di puttana!" Così gli disse e lo colpì con un calcio all'inguine. Poi si rivolse a me: "Allora Dante questo qui, dato che non hai capito un cazzo come al solito, si chiama Enrico Maxwell. In vita era a capo della XIII Divisione dell'Iscariota e poi divenne arcivescovo. Probabilmente si comprò questa nomina e, a giudicare dal luogo in cui sta, direi che ho ragione. Usò il potere per massacrare innocenti. Ora andiamo, il Cocito ci aspetta e così anche la mia partita di calcetto"

Allora mi prese con entrambe le braccia; e poi che mi strinse tutto al suo petto, risalì per la via da cui era sceso. Non si stancò di tenermi stretto finché non mi portò sul punto più alto del ponte, che unisce il quarto al quinto argine. Qui pose dolcemente a terra il carico, che era dolce da portare attraverso la roccia ripida e scoscesa e che sarebbe un duro sentiero anche per le capre. Da lì mi fu mostrata un'altra Bolgia.


"Fine Canto XIX" disse infine Robin "Ha capito signor curato? Se continua su questa via è così che finirà. È disposto a subire queste pene per del semplice denaro?". Il prete guardò i ragazzi e poi disse pentito: "Avete ragione, sono stato corrotto dalla mia brama di potere. Mi redimerò, farò ammenda al mio maestro". "Sì Cornello, spiegami ti prego!" Udirono una voce, si girarono e videro un uomo giovane, con un abito con la scollatura aperta che metteva in risalto il petto ampio, le maniche decorate con due croci. Aveva i capelli neri e corti, portava degli occhiali da sole e aveva una sigaretta in bocca, per non parlare dell'enorme crocifisso che portava sulla schiena. Non sembrava affatto un prete anzi. Il sacerdote si alzò e si inginocchiò difronte a lui: "Wolf-sensei, la prego mi perdoni, la mia avidità mi ha accecato ma sono pentito, la prego mi perdoni". Il reverendo si tolse gli occhiali da sole mostrando o suoi occhi neri "Vattene Cornello, vai nelle tue stanze, a te ci penso dopo. Ma tu guarda, ti lascio da solo e guarda cosa combini. Sappi che poi dovrai restituire ogni singola moneta agli abitanti del paese mi sono spiegato?" "Si Maestro" detto questo il grasso sacerdote ritornò nelle sue stanze.

Il reverendo si rivolse ai Mugiwara: "Grazie per aver dato una piccola lezione a Cornello, è un'idiota ma ora ci penso io a lui... Comunque io sono il parroco di questa città, il mio nome è Nicholas D Wolfowood. Molto piacere, chi sei tu? ragazza che ha convertito Cornello?" "Il mio nome è Nico Robin reverendo Wolfwood e loro sono i miei Nakama. Lui è Rufy il nostro capitano". Il ragazzo gli si presentò davanti e sorrise sornione. "Molto piacere Rufy, perché non vi fermate al villaggio? Sarete miei ospiti. Sapete, sono molto ben voluto in questo villaggio" "La ringraziamo per l'ospitalità ma ci fermeremo solo a fare provviste e poi partiremo" disse Nami, e così i Mugi uscirono dalla chiesa. "Va bene allora. Mi raccomando tornate a trovarci. Che il Signore vi benedica!" Li salutò Wolfowood.


Note dell'autore
Ecco qua il nuovo canto. Spero sia di vostro gradimento, questo è uno dei miei canti preferiti, per questo ho voluto portarvelo presto. Allora che dire, in questo capitolo compaiono tre crossover nuovi: uno è Enrico Maxwell, proveniente da Hellsing. Gli altri due sono personaggi di altre opere, precisamente Cornello di Full Metal Alchemist e Nicholas D Wolfwood di Trigun. Se mi chiedete il perché, beh perché io ADORO Wolfwood, è il mio personaggio preferito di Trigun e tutte le volte che penso a lui... *sigh* *sob* piango come uno stronzo. Comunque, eccovi i due sacerdoti:

Padre Cornello: http://vignette4.wikia.nocookie.net/fma/images/0/09/Padre.png/revision/latest?cb=20140709005124

Reverendo Nicholas D Wolfwood: http://vignette1.wikia.nocookie.net/trigun/images/e/e9/TA_3637.jpg/revision/latest?cb=20090701235604

Gabba Gabba Hey



               

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Capitolo 20
*** Canto XX: Possibile ZoNami ed un futuro infausto ***



Canto XX: Possibile ZoNami ed un futuro infausto


La ciurma navigava in acque tranquille. Quel giorno Usopp tirò fuori dalla sua tasca un pacchetto di tarocchi. "Usopp, che sono quelli?" Chiese Chopper, "Sono tarocchi, delle carte con cui mi è possibile prevedere il futuro. Che ne dici Chopper, vuoi provare?" Gli occhi della renna si illuminarono ed esultò "Sì! SÌ!" "Bene, siediti e... Peschiamo una carta". Il cecchino pescò una carta e la mise di fronte al medico, raffigurava una pentola che cuoce, "Ahi ahi, nel tuo futuro vedo che verrai cucinato per benino... Magari dal nostro caro Sanji", "COOOOOOOSA?! No non voglio finire in padella NOOOOOOO!" 

Rufy, avendo sentito le urla del tenero peluche si diresse verso di loro e chiese "Come mai Chopper urla così?" "Gli ho solo predetto il futuro. Che ne dici capitano? Vuoi provare? Posso leggere il tuo futuro" gli occhi di Rufy si illuminarono "Certo! Ti prego, dimmi cosa mi aspetta il futuro!" In quel momento si avvicinarono anche Zoro e Sanji, pure loro attirati dalle urla di Chopper. "E così stai leggendo il futuro eh? Che fesseria! È solo un trucco per gli allocchi" disse il cuoco "Per una volta sono d'accordo con te cuoco da strapazzo". "Suvvia ragazzi, non mi dite che avete forse paura del futuro? Proprio tu Zoro, che sei lo spadaccino di bordo mi vieni a dire che non hai il coraggio di conoscere il tuo futuro... Che delusione" fece il Dio (mi riferisco ad Usopp, mi diverte troppo chiamarlo così -Nda). "Mmh e va bene! Forza, leggici il futuro" disse infine Zoro.

"Molto bene amici, sedetevi... Partiamo con Rufy..." Pescò una carta che ritraeva delle campane da nozze "Dunque, nel futuro ti sposerai capitano, eheheh vediamo anche con chi... Dunque, ti sposerai con..." Pescò una carta ritraente un pezzo di carne "Con una coscia di pollo... ma che ca***?" "Shishishi... Che ci posso fare... Amo troppo la carne... Più di ogni altra cosa al mondo!" Esclamò il capitano

Nel frattempo, su Amazon Lily

"AAAAARGH! Il mio cuore! Cos'è questa fitta improvvisa?!" Esclamò Boa Hancock mettendosi una mano sul petto, "Sorella! Cosa ti accade?", "Non lo so, è come... È come se sentissi che il mio Rufy mi stia tradendo..."

Intanto sulla Thousand Sunny

"Bene bene... Passiamo a Sanji che è meglio... Dunque Sanji, il tuo futuro è..." Pescò una carta ritraente la faccia di Ivankov, "È questo che diavolo è?!" Esclamò Usopp, Sanji impallidì "BASTA! Lo sapevo era solo una perdita di tempo! Me ne vado!" "Cuoco da strapazzo che ti prende? Chi è quello raffigurato?" "Nessuno Marimo... Nessuno... Brrrr" detto questo ritornò in cucina. "Dunque Zoro, il tuo futuro è..." Pescò una carta raffigurante un mandarino "Oooh, un mandarino... E noi sappiamo tutti cosa simboleggia quel mandarino eheheh" ridacchiò Usopp indicando la navigatrice che prendeva il sole. Lo spadaccino arrossì di colpo e si alzò per andarsene, "Aveva ragione Sanji, è una perdita di tempo!" "Il fato non mente caro Zoro" "CHIUDI LA BOCCA!"

In quel momento si avvicinò Robin e chiese "Usopp che fai? Predici il futuro?" "Certo, vuoi provare?" "Mah, che perdita di tempo. Tanto è solo una fregatura" disse Nami che si era avvicinata anche lei, "Allora perché non provi?" "Devo dare ragione a Nami Usopp. Sono solo delle fregature e soprattutto gli indovini non hanno un futuro piacevole" disse l'archeologa, "Che intendi?" Chiese il cecchino "Ascolta questo nuovo canto della Commedia e lo scoprirai" detto questo i Mugi si riunirono intorno a Robin. "Molto bene, in questo canto Dante e Virgilio arriveranno nella bolgia degli indovini, i quali sono condannati a camminare in eterno con la faccia rivolta verso la schiena. I loro pianti rimbombano nella bolgia creando in Dante un senso di disagio e compassione. Possiamo iniziare"


Di nova pena mi conven far versi 
e dar matera al ventesimo canto 
de la prima canzon ch’è d’i sommersi.

Io ero già totalmente pronto a guardare nel fondo della Bolgia, che era bagnato di pianto angoscioso; e vidi dei dannati che procedevano nel fossato tondo, che tacevano  e piangevano, con passo lento simile a quello delle processioni.

Non appena li guardai più in basso, mi sembrò che ognuno avesse il collo incredibilmente travolto tra il mento e l'inizio del petto; infatti il volto era girato dalla parte della schiena e loro erano costretti ad andare all'indietro, perché non potevano guardare in avanti. Forse qualcuno è stato sfigurato in tal modo da una paralisi, ma io non l'ho mai visto e non credo sia mai successo.

Possa Dio, o lettore, lasciare che tu colga il frutto di questa lezione: pensa da te stesso come io potevo evitare di piangere, quando vidi da vicino la figura umana così stravolta, mentre i dannati bagnavano di lacrime le natiche lungo la fessura.

Certo io piangevo, appoggiato a una delle sporgenze della roccia, finché la mia guida mi disse: "Ma si può sapere che cazzo hai da piangere? Minchia, prima svieni, poi ti pisci addosso e adesso ti metti a piangere! Per cosa poi! Ascolta Dante, si piange quando si è veramente tristi... Io piango perché tu sei stupido e mi fai girare il cazzo e questo mi rende triste. Smettila di provare compassione per gli altri ok? Loro sono qui perché la mafiosa giustizia ha voluto così. Questi sono gli indovini, coloro che hanno ingannato le persone prevedendo un falso futuro, ma solo Don Vito Corleone può decidere il destino degli altri e così queste anime sono punite qui. Guarda quanta gente. Sono tutti indovini come Akinator, il grande Deadpolio (questa non la capirà nessuno) e molti altri. Più che altro questo posto è pieno di Zingari, ti racconto una storia: una volta, quando discesi fino al Cocito, mi fermai qui e decisi di farmi predire il futuro, così tanto per ridere, e andai da Basil Hawkins. Gli chiesi cosa mi aspettava il futuro e lui mi disse "La tua pazienza verrà messa a dura prova. Il grande demone Rompi-Coglioni verrà da te". Ancora non ho mai capito cosa significasse quel demone Rompi-Coglioni. Mi ricordo solo che mi mostrò due carte, una in cui c'ero io al manicomio e l'altra ritraeva il demone Rompi-Coglioni, era raffigurato come un uomo vestito di rosso e dal naso grosso e..." Il Maestro mi squadrò "... E adesso ho capito cosa intendeva Hawkins... Ah cazzo... Mi son scavato la fossa con le mie mani. Quindi sei tu... Beh, dovevo aspettarmelo".

E io: "Maestro, i tuoi ragionamenti sono così sicuri e conquistano la mia fiducia al punto che gli altri sarebbero per me carboni spenti. Ma dimmi se vedi qualcun altro degno di nota tra i dannati che procedono; infatti la mia mente si indirizza solo a questo".  Allora mi disse: "Sì sì meglio cambiare il discorso va... Allora, vediamo un po' a chi scassare le balle... Ah! Guarda là! C'è Hawkins! Su sua andiamo a parlarci" mi condusse verso quell'anima e il Poeta si rivolse a lui: "Hey Basil! Non ci vediamo da un po', allora come stai?" "Non c'è male Re Oscuro... Vedo che sei in compagnia del demone Rompi-Coglioni, come ti dissi all'epoca, le mie previsioni sono sempre esatte... Mi devi 10.000 Berry" "Sì sì con il cazzo... Andiamo Dante, che è meglio va" facemmo per andarcene, ma l'anima ci interruppe "Ah Rayleigh, ho qualcosa da mostrarti, guarda questa carta. Raffigura un'angioletta bionda che se torna in cielo mentre tu la guardi disperato. Mmh... Temo che andrai in bianco vecchio" "Ma vai a cagare! Non puoi predirmi invece come andrà la partita? Chi vincerà? La Shini-Muppet o la mia New Pirates?" "Non te lo dirò. Gioca la partita e lo scoprirai"

"Grrr che rabbia. Mi è sempre stato sui coglioni quello lì, sempre" Così mi parlava, ci allontanammo e intanto non cessavamo di camminare.

"Fine Canto XX. Capito Usopp? Ti consiglio di non imbrogliare più le persone con i tuoi tarocchi o finirai all'Inferno" "Va bene Robin, non lo faccio più" "Sono felice che tu abbia appreso la lezione". Tutti i Mugi se ne andarono fatta eccezione di Nami che si rivolse al cecchino "Senti Usopp, non è che potresti dirmi cosa mi aspetta il futuro? Tranquillo sarà il nostro piccolo segreto" "Va bene Nami, dunque..." Pescò una carta raffigurante tre katane "tre katane... Eheheh, sappiamo tutti chi ha tre spade qui nella ciurma. Eheheheh, non è che ci scappa il matrimonio?" Non fece in tempo a dire altro che il poveretto si ritrovò steso a terra con tre enormi bernoccoli sulla testa ed una navigatrice che se tornava della sua cabina completamente rossa in volto.

Note dell'autore
I'm back bitches! Vi sono mancato? Perdonate l'assenza ma l'avete letto l'avviso no? Allora, che dire, adesso riprenderò quindi penso stasera o domani di portarvi il nuovo capitolo di Age of Zeus, perciò tenetevi pronti. Ci vediamo con i Nuovi Avengers!

Gabba Gabba Hey!
                          

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Capitolo 21
*** Canto XXI: Ed egli avea del cul fatto a trombetta e puzza di dannato putrefatto ***


Canto XXI: Ed egli avea del cul fatto a trombetta e puzza di dannato putrefatto


La ciurma di Cappello di Paglia attraccò in un villaggio alquanto singolare. Non sembrava molto allegro, la gente del luogo sembrava quasi sconvolta, probabilmente in quel paese stava succedendo qualcosa e, se c'è qualcosa che i Mugiwara sanno fare meglio, è non farsi i fatti loro.

Notarono che, al centro del paese, vi era riunita una folla che stava ascoltando un vecchio uomo, grassoccio, con un cappotto grigio ed una lunga barba bianca. "E così, per far fronte ad eventuali calamità e disastri, le tasse saranno aumentate del 10%. Ricordate, agisco per il vostro bene" parlò l'uomo. "Sei un bastardo Honest! Non ne possiamo più delle tue tasse! Siamo ormai con l'acqua alla gola! La nostra città non vede pericoli da qualche anno" gridò un uomo dalla folla, "Certo, ma ricordate cos'è successo l'ultima volta? Un branco di pirati ha attaccato il nostro villaggio e l'ha depredato. Questo aumento di tasse serve per finanziare la difesa! Ditemi, se non ci difendiamo, come potremo evitare altre disgrazie come quella?" Il pubblico stette in silenzio, non aveva tutti i torti, ma sembrava assurdo pretendere così tanto.

La ciurma incuriosita, si rivolse all'uomo di poco fa chiedendo "Scusi, chi è quel vecchio che parlava prima?" Chiese Rufy, "Lui è il Ministro Honest, il capo villaggio. Da quando tre anni fa il nostro villaggio fu depredato dai pirati Honest impazzì, iniziò sempre di più a pretendere del denaro. Lui dice che serve per proteggere il paese ma è chiaro che sta cercando di arricchirsi alle nostre spalle". "Non temere, adesso ci pensiamo noi, dicci dov'è la sua casa" chiese il capitano, "Su quella collina laggiù. Vedete quella villa? Quella è la sua abitazione".

La ciurma si diresse verso la villa, suonò il campanello, "Arrivo, arrivo, diamine chi mi interrompe mentre sto contando i soldi?" Aprì la porta e li vide, "Siete forestieri, cosa posso fare per voi?" "Signor primo ministro, siamo qui per conto del popolo esausto del suo abuso di potere" disse Robin, "Bene ma... Quale autorità vi ha eletto portavoce del popolo? Cosa potete farmi voi?" "Semplice, siamo pirati" fece il capitano, "P-pirati?!" In quel momento il ministro notò il cappello di paglia "La c-c-ciurma di cappello di paglia! Non avrete il mio oro! Questo paese è mio!" Fece per scappare ma venne bloccato da Zoro. "Stia calmo signor ministro, non siamo qui per farle del male, vogliamo solo farle capire che ciò che sta facendo è sbagliato. Approfittarsi dei cittadini solo per la sua paura dei pirati. Lei lo sa cosa succede a coloro che si approfittano delle loro cariche pubbliche? Ascolti questa storia"

L'archeologa si sedette su un divano del salotto e iniziò ad introdurre il canto della Commedia: "In questo canto Dante e Virgilio arriveranno nella bolgia dei barattieri, coloro che approfittano delle loro cariche pubbliche per raggiungere il potere. I dannati di questa bolgia sono torturati da un gruppo di diavoli. I poeti, dialogheranno con questi demoni in modo da poter passare alla bolgia successiva. Possiamo iniziare"


Così di ponte in ponte, altro parlando 
che la mia comedìa cantar non cura, 
venimmo; e tenavamo il colmo, quando

restammo per veder l’altra fessura 
di Malebolge e li altri pianti vani; 
e vidila mirabilmente oscura.

Come nell'Arsenale dei Veneziani d'inverno bolle la pece viscosa per riparare le loro navi danneggiate, poiché non possono navigare (intanto alcuni costruiscono uno scafo nuovo e altri riparano le fiancate alle navi che fecero molti viaggi in mare; alcuni battono i chiodi da prora o da poppa; altri riparano i remi e avvolgono le sartie; altri rappezzano il terzerolo e l'artimone); così laggiù bolliva una spessa pece, non per un fuoco ma per arte divina, la quale invischiava ogni lato delle pareti della Bolgia.

Io vedevo la pece, ma dentro di essa non vedevo altro che le bolle che affioravano in superficie, e la vedevo gonfiarsi tutta per poi abbassarsi. Mentre io fissavo attentamente in basso, il mio maestro mi tirò a sé dal punto dove stavo, dicendomi: "Hey scemo! Guarda là!" Allora mi voltai, come chi si attarda a vedere ciò che deve sfuggire e cui la paura toglie subito gagliardia, e che mentre osserva non esita comunque a scappare: e vidi dietro di noi un diavolo nero che veniva correndo su per il ponte.

Ah, quanto mi sembrava feroce nell'aspetto! e come mi pareva crudele nei suoi atti, mentre correva agilmente coi piedi e le ali spalancate! La sua spalla, acuminata e rialzata, caricava un peccatore che giaceva riverso con entrambi i fianchi, del quale il diavolo teneva strettamente le caviglie. Il diavolo dal ponte dove eravamo disse: "O Malebranche, ecco quel cagasotto dell'imperatore Jako! Gettatelo nella pece, mentre io torno nuovamente in quella città che è piena di barattieri: tutti politici che per soldi sono stati corrotti"

Lo scaraventò nella pece e si voltò sulla roccia del ponte; e nessun mastino sciolto fu tanto rapido a inseguire il ladro. Il dannato si immerse e tornò a galla tutto imbrattato; ma i diavoli che erano nascosti dietro il ponte gridarono: "Ti piace la pece Jako? Qui c'è solo buio! Allora! Avanti piangi cagasotto! Piangi! Grida che vuoi avere la luce! Ti conviene non uscire da questa pece, altrimenti ti assicuro che temerai più noi di Raoul"

Non diversamente da loro, i cuochi fanno immergere ai loro sguatteri la carne con gli uncini in mezzo alla pentola, perché non venga a galla. Il buon maestro mi disse: "Ci mancava solo le Malebranche! Quelli sono un gruppo di demoni campeggiati da Amon. Sono molto pericolosi perciò vedi di nasconderti dietro quella roccia, io parlerò con loro. Non temere nasone, ci parlerò moooooolto gentilmente *scrocchia le nocche*" 

Poi giunse all'altro capo del ponte; e appena giunse sull'argine della Bolgia successiva, gli servì ostentare un'aria sicura. Con lo stesso furore e fragore con cui i cani escono contro il mendicante che si ferma e chiede la carità da quel punto, i diavoli uscirono da sotto il ponte e rivolsero contro Virgilio tutti i bastoni uncinati; ma lui gridò: "Vi conviene allontanare quei vostri bastoni prima che ve li ficchi su per il culo. Ho avuto una giornata pesante, devo giocare la partita e poi c'è Seras tutta bella calda che mi aspetta, quindi levatevi dai coglioni e fatemi parlare con Amon".

Allora un diavolo si mosse, mentre gli altri stavano fermi, e giunse a Virgilio dicendogli: "Dunque Rayleigh? Perché sei qui?" Il mio maestro disse: "Oh beh sai, sono stato colto da un attacco di diarrea e mi serviva un bagno e, visto che qui non ce n'è manco mezzo, pensavo di scagazzarvi in faccia... Ma secondo te perché sono qui? Sto cercando di passare al di là della bolgia, sono in missione per conto di Don Vito Corleone, devo accompagnare quel coglione laggiù! Sì quel nasone laggiù, perciò lasciaci passare e vedi di farti i cazzi tuoi!"

Allora al diavolo cadde l'orgoglio, al punto che lasciò cadere ai piedi l'uncino e disse agli altri: "Non fategli alcun male". E il mio maestro mi disse: "Hey tu cretino! Esci pure allo scoperto! Però vedi di non cagarti sotto eh!" Allora mi mossi e lo raggiunsi rapidamente; e i diavoli si fecero tutti avanti, così che ebbi paura che non rispettassero i patti; allo stesso modo vidi temere i fanti che uscivano dal castello di Caprona secondo i termini della resa, vedendosi tra tanti nemici.

Io mi strinsi tutto alla mia guida, e non staccavo gli occhi dall'aspetto poco rassicurante dei diavoli. Essi chinavano gli uncini e si dicevano l'un con l'altro: "Vuoi che lo inculi?" E rispondevano: "Sì, usa la sabbia finissima!" Ma quel diavolo che parlava col mio maestro si voltò rapidamente e disse: "Sta' buono Jinmen!" Poi disse a noi: "Non si può procedere oltre per questo ponte, visto che giace crollato al fondo della VI Bolgia. E se volete andare comunque avanti, procedete lungo questo argine; non lontano c'è un altro ponte che permette il passaggio. Sapete, ieri si compirono 1266 anni da quando il ponte è crollato. Abbiamo organizzato la sagra del ponte. Abbiamo bevuto e mangiato tante salamelle... Salamelle di dannati! Il prossimo anno sei invitato Re Oscuro" "Meglio di no, sono intollerante alle teste di cazzo" continuò a dire "Io mando in quella direzione i miei diavoli per controllare che nessun dannato esca dalla pece; andate con loro, si comporteranno bene. Tranquilli non vi inculeranno, male che vada potrebbero fare uno sparti-culo al nasone da parte a te"

Cominciò a dire: "Jinmen, Kaim e compagnia bella! Venite qui! Perlustrate intorno la bollente pece viscosa; questi due siano sani e salvi fino all'altro ponte che, intatto, dà accesso alla prossima Bolgia". Allora io dissi: "Ahimè, maestro, cosa vedo mai? Per favore, andiamo laggiù senza guida, se tu sai la strada; io non la chiedo di sicuro. Se sei saggio come al solito, non vedi che i diavoli digrignano i denti e ci lanciano occhiate minacciose?" E lui a me: "Tranquillo nasone, digrignano i denti perché non possono mettertelo al culo, però fossi in te mi proteggerei le mutande, dammi retta, occhio agli sparti-culo"

I diavoli si voltarono a sinistra sull'argine; ma prima ognuno di loro aveva stretto la lingua tra i denti, voltandosi alla loro guida (Barbariccia) come a un segnale convenuto; e quello aveva emesso uno sconcio rumore col sedere. E il mio Maestro: "Cominciamo bene! Cazzo quella scoreggia puzza di dannato putrefatto!"

"Fine canto XXI" concluse Robin, "Capito signor ministro? Ecco cosa succede a chi si approfitta delle proprio cariche pubbliche per arricchirsi. La sua paura per i pirati è immotivata!" "Esatto, adesso ci pensiamo noi a proteggere questo villaggio!" Esclamò Rufy, "Dite davvero? Beh se dite così... D'accordo, avete regione, diminuirò le tasse. Grazie nostri benefattori" "Sono contenta che abbia capito Ministro Honest, noi dobbiamo partire ora. La ringrazio per il suo tempo".

I Mugiwara tornarono alla loro nave, il Ministro Honest salutò la loro nave dal porto. In quel momento si accorse che non tutti i pirati sono uguali, esistono anche dei pirati onesti come i Mugiwara.


Note dell'autore
Eccoci finalmente qua. Perdonate il ritardo, ho tardato per tre motivi:

1- A causa della scuola, frequento la quinta superiore e ho molto lavoro da fare, adesso che ci sono le vacanze pasquali ho più tempo libero. Quest'anno ho gli esami quindi siate clementi se ritarderò^^
2- Non riuscivo a trovare dei personaggi adatti per questo canto. Infatti, il Ministro Honest, mi è stato gentilmente consigliato da NEON GENESIS KURAMA
3- Ero depresso a causa del 4-2 con il Bayern Monaco. La Juve è stata buttata fuori dalla Champions per un goal al 90^... Fanculo Müller! Champions maledetta!

I personaggi che compaiono in questa storia sono:
Il Ministro Honest, proveniente da Akame ga Kill. In questa storia l'ho voluto rendere parecchio OC. Mi è stato consigliato da NEON GENESIS KURAMA. Grazie fratello, hai salvato le chiappe a questa fanfiction di nuovo:

http://it.villains.wikia.com/wiki/Honest_(akame_ga_Kill)?file=Honest_main.png

Amon, proveniente dal manga di Devilman, opera magistrale:

http://vignette2.wikia.nocookie.net/villainstournament/images/e/e7/Amon_animated_Devilman.jpg/revision/latest?cb=20140402172211

Jinmen, sempre da Devilman:

http://vignette1.wikia.nocookie.net/powerlisting/images/1/1f/Jinmen_Devilman.png/revision/latest?cb=20140421173523

Jako, proveniente da Ken il Guerriero, a parer mio il miglior Shounen mai creato:

http://www.hokutonoken.it/altrichar/jako.jpg


Gabba Gabba Hey!

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