Achille eroe immortale

di _Hanadia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** immortale ***
Capitolo 2: *** Ulisse e Achille ***
Capitolo 3: *** la tua gloria è legata fatalmente alla tua distruzione ***



Capitolo 1
*** immortale ***


Troy
(immortale)
-:Achille, mio signore, Achille. La giovane voce tremolante di un giovane ragazzo aveva appena sbiadito, il sogno più bello che io avessi mai fatto da quando riuscivo a ricordare. L’immortalità. Non importa a quale prezzo, non importa per quale gloriosa battaglia. L’importante era raggiungerla. L’importante era che il mio non morisse mai, neanche quando tutti avranno dimenticato il mio volto, neanche quando non ricorderanno più il suono della mia voce. Importa solo che ricordino in eterno le mie eroiche gesta. Allungai la mano e strinsi forte il collo del giovane, spalancai gli occhi ancora intontito dal sonno e vidi che era un ragazzo gracile e magro, mi guardava con occhi impregnati di paura. E faceva bene.  -: stavo facendo un bel sogno, un sogno davvero bello. -: Agamennone mi manda a dirti che... -: parlerò con il tuo re domani mattina. -: ma mio signore è mattina, ti stanno aspettando. Alzai la testa dal cuscino e cercai di alzarmi lentamente. mi accorsi infastidito che un braccio intorno ai miei fianchi mi impediva di alzarmi allora melo tolsi di dosso e  Indossai la mia armatura, presi il mio scudo e la mia lancia e li lascia al ragazzo per salire sul mio cavallo.
-: è vero quello che dicono di te? Dicono che tua madre è una dea immortale e che nessuno ti può uccidere. Gli presi l’elmo dalla mani e lo indossai mentre lo guardavo stranito, e ascoltavo quello che ero abituato a sentire in continuazione. -: allora farei meno dello scudo non credi?. -: il guerriero che affronterai è l’uomo più grosso che io abbia mai visto, io non mi batterei mai con lui. -: ecco perché nessuno ricorderà il tuo nome. Scrollai le redini e il cavallo galoppo veloce nel vento. Io invece si. Io avrei trovato l’immortalità e il mio nome sarebbe rimasto nella mente di tutti, nei secoli. Arrivai nel campo di guerra e vidi migliaia di uomini schierati. Un mucchio a destra e uno a sinistra. Entrambi si guardavano in faccia, immobili. Entrambi erano provvisti di scudo e lancia, di elmetti e di armature, ma non combattevano. Non si muovevano e continuavano a guardarsi. Aspettavano me. Li superai e scesi da cavallo li ad aspettarmi c’era Agamennone. -: dovremmo fare la guerra domani, quando sarai più riposato? Dovrei farti frustare per la tua imprudenza. -: combatti tu allora. Mi si avvicino un uomo consigliere di Agamennone  -: Achille guarda questa gente, puoi salvare ognuno di loro con un colpo della tua spada. Fa che tornino a casa dalle loro famiglie. Camminai verso Agamennone e gli sussurrai -: un re che combatte le sue battaglie sarebbe un evento raro. Mi voltai velocemente e vidi davanti a me un uomo grande e grosso, senza capelli e pieno di cicatrici, segni indelebili della sua esperienza in battaglia, trofei di guerra oserei dire. Camminai verso di lui e nel vedermi avvicinare, cominciò a urlare invogliando i suoi compagni a urlare con lui, creando un coro per incitarlo. Comincia a correre verso di lui e lui cominciò a correre verso di me. Scaglio contro di me la sua prima lancia e io la bloccai con il mio scudo, poi mi lancio la sua seconda lancia e la schivai abbassandomi il capo. Nella mia mente viveva fresco il desiderio di raggiungere il mio più grande sogno e nessuno sarebbe mai stato in grado di intralciarlo. Neanche il migliore. Quando gli fui abbastanza vicino saltai e conficcai la mia spada nella sua spalla, io l’estrassi subito dalla sua carne e lui cadde a terra e mori. Mi avvicinai al resto dei suoi compagni che fino a poco fa urlavano il suo nome e gli urlai contro. -: c’è nessun altro? C’è nessun altro?. A quel punto mi si avvicinò il loro re incredulo. Io non mi voltai neanche restai ad ascoltare la sua domanda e mi limitai a rispondere. -: chi sei tu soldato? -: Achille figlio  di Peleo. -: Achille... rammenterò questo nome. Chi regna sulla Tessaglia, porta questo scettro, portalo al tuo re. -: io non ho un re.
Era la verità io non appartenevo a nessuno. Non lottavo per il mio re o per la mia patria, lottavo per la mia gloria, lottavo per la mia immortalità. 
note dell'autore: salve a tutti mi scuso in anticipo per avrvi fatto aspettare cosi tanto per pubblicare questa storia o in generale per non essermi fatta viva su ff da molto tempo. ma ho avuto una serie di contrattempi. approfitto della vostra attenzione per ringraziare tutti quelli che mi seguono e che hanno letto (Achille e Briseide un finale alternativo). spero di non deludervi  e che anche questa storia riscuota il successo della precedente.
baci Ale_

 

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Capitolo 2
*** Ulisse e Achille ***


(Ulisse e Achille)
Una spada di legno sfiorò il mio volto, e un’altra spada di legno la colpi, reagendo al suo colpo. Poi fu la mia spada a infliggere il colpo che venne schivato da mio cugino Patroclo.
Achille: non esitare.
Gli dissi continuando a lottare contro di lui che dopo duri allenamenti era riuscito a tenermi testa e aveva imparato a combattere. I genitori di mio cugino Patroclo erano morti e adesso toccava a me prendermi cura di lui, gli volevo molto bene e non avrei permesso a nessuno mai di procurargli altro dolore oltre quello che ha dovuto subire per la perdita dei suoi genitori. Per questo lo stavo allenando duramente a combattere con la spada, per insegnargli a combattere contro la crudeltà dell’mondo, della vita, degli uomini. Assetati di potere e di gloria, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi costo.
Mentre ci allenavamo senti dei rumori lontani. Rumori di cavalli che calpestavano il terreno, rumore di rami che venivano spostati da mani umane.  mi fermai per afferrare la mia lancia e la scaglia contro un albero. Ulisse l’estrasse e venne verso di me togliendosi l’elmo
Ulisse: la fama della tua ospitalità sta diventando leggendaria.
Mi restituì la lancia. Nel frattempo mio cugino Patroclo si avvicinava a noi e io mi preoccupai di fare le presentazioni. Spinsi la mia lancia sulla schiena di mio cugino e lo presentai a Ulisse.
Achille: Patroclo, mio cugino. Ulisse re di Itaca.
Ulisse: Patroclo, conoscevo i tuoi genitori. Mi mancano. Ora c’è lui che si prende cura di te. A scuola dal grande Achille in persona, un onore degno di un re.
Ulisse era famoso per la sua astuzia e per le sue belle parole. Ecco perche era venuto a farmi visita per convincermi a combattere per Agamennone. Lasciando da parte i convenevoli mi affrettai andando dritto al punto.
Achille: è Agamennone che ti manda?
Si tocco la barba con fare nervoso e si allontano dicendomi che mi doveva parlare. Ci allontanammo da mio cugino e raggiungemmo un punto dove si vedeva meglio il mare e la montagna. Era un peccato parlare di una cosa tanto brutta davanti ad un panorama tanto bello. Uno spreco della natura e della sua purezza, che noi uomini ci impegnavamo a macchiare di sangue umano.
Achille: non combatto per lui.
Mi affrettai a dire mettendo le carte in tavola. Non mi erano mai piaciuti quelli inutili giri di parole e quei discorsi tanto lunghi che significavano tutte le stessa cosa. Io sapevo combattere bene. E non avevo paura di niente. E loro avevano bisogno di un guerriero, che sapesse combattere bene e che non avesse paura di niente. I pezzi si incastrerebbero bene se non fosse che io non ci guadagno niente.
Ulisse: non ti chiedo di combattere per lui, ti chiedo di combattere per i Greci.
Achille: perche? Sono stanchi di combattersi tra loro?
Ulisse: per ora.
Achille: i Troiani non mi hanno fatto niente
Ulisse: hanno insultato i Greci
Achille: ne hanno insultato uno. Incapace di tenersi stretta la moglie. Quindi non sono affari miei.
La storia della fuga di Elena con il principe Troiano era giunta veloce anche dalle mie parti. nonostante io ci tenti a isolarmi dall’ popolo sembra che i pettegolezzi arrivino lo stesso, veloci e incostanti.
Ulisse: la guerra è affar tuo, amico mio.
Achille: dici? Chi ti manda non ha onore.
Ulisse: si batta Achille per l’onore. E Agamennone si batta per il potere. Lascia che siano gli Dei a decidere chi glorificare. Dimentica Agamennone, combatti per me. Mia moglie sarà molto più tranquilla sapendoti al mio fianco e io molto più sicuro. Stiamo mandando la più grande flotta mai vista. Mille navi.
Patroclo: il principe Ettore è il grande guerriero che si dice?
Ulisse: il migliore di tutta Troia, alcuni dicono che sia il migliore di tutta la Grecia.
Mi fece sorridere il suo tentativo disperato di irritarmi. Tutti sapevano che il miglior guerriero di tutta la Grecia ero io, ma adesso Ulisse voleva sfidarmi a dimostrarlo. Perché lui voleva che io combattessi a tutti i costi. Era sicuro che con il mio aiuto non avrebbero mai perso la battaglia. E aveva ragione.
Ulisse: spero che tu sarai comunque dei nostri Patroclo. Anche senza tuo cugino. Ci serve un braccio forte come il tuo.
Achille: usa i tuoi trucchi con me, ma non con mio cugino.
Ulisse: tu hai la tua spada io ho i miei trucchi. Ognuno usa i doni che gli Dei gli ha dato. Salpiamo per Troia fra tre giorni. Questa guerra non verrà mai dimenticata, ne gli eroi che la combatteranno.
Le sue parole risuonarono nella mia mente anche quando sene fu andato e non restò più nessuno per pronunciarle. Era la mia occasione per raggiungere la gloria, l’onore, l’immortalità. Ulisse aveva ragione questa guerra non sarebbe mai stata dimenticata. E neanche il suo vincitore.
 

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Capitolo 3
*** la tua gloria è legata fatalmente alla tua distruzione ***


(la tua gloria è legata fatalmente alla tua distruzione) 

 
Le parole di Ulisse erano entrate prepotentemente nella mia testa e non intendevano andarsene, per nulla al mondo. Era difficile ragionare lucidamente. Una parte di me, voleva partire e lottare, perché li avrei raggiunto la gloria, la tanto desiderata immortalità. Dall’altra parte però l’idea di essere trattato come uno strumento da un re indegno di portare la sua corona mi faceva innervosire parecchio. Avevo bisogno di chiarezza e di un parere sincero. Non era facile riceverlo, visto che ognuno agiva per i propri interessi. Ulisse voleva che combattessi perche aspirava alla vittoria, mio cugino voleva che combattessi per poter andare in battaglia anche lui e dimostrarmi come era diventato bravo ad armeggiare con la spada. Solo una persona poteva consigliarmi nel mio interesse. Solo una donna...
 


Il sole era ancora alto nel cielo limpido. Una leggera brezza sfiorava il mio volto e faceva vibrare i miei capelli. La vidi serena, come infondo lei era sempre. Circondata dalla sua vera essenza. Mentre cercava tra l’acqua chissà quale tesoro nascosto dagli abissi. Mi avvicinai a lei piano, piano. Senza fare troppo rumore, anche se lei sapeva già che io ero la.
Teti:- sapevo che sarebbero venuti a cercarti, lo sapevo da molto prima che nascessi.
Le guardai il volto pallido privo di qualsiasi segno del tempo e vidi la tristezza nei suoi occhi blu uguali ai miei.
Teti:- ti sto facendo un'altra collana di conchiglie come quella che avevi da bambino.
Restai abbagliato a guardare con quanta cura e devozione teneva fra le mani bagnate quelle piccole conchiglie. Come se oltre a quelle piccole creature del mare custodisse anche dei dolci ricordi, a qui si stava aggrappando disperatamente.
Achille: madre, stanotte deciderò
Teti:- Se resterai troverai la pace, troverai una magnifica donna, avrai figli e figlie, che ne avranno a loro volta, e tutti ti ameranno, e ti ricorderanno quando morirai. Ma quando anche loro se ne andranno, i tuoi figli e i loro figli, il tuo nome sarà disperso. Se invece vai a Troia, sarai coperto di gloria, si scriveranno poemi sulle tue vittorie nei secoli a venire, il mondo intero ricorderà il tuo nome. Ma se tu vai a Troia non tornerai più, perché la tua gloria è legata fatalmente alla tua distruzione, e io non ti vedrò più.  

Il giorno dopo salpai per Troia con la flotta più grande al mondo. 1000 navi.
 

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