La storia di Teodora Lupin

di Cielo_Pietra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa Lupin ***
Capitolo 2: *** Una sorpresa alla porta ***
Capitolo 3: *** La notte dei lupi ***
Capitolo 4: *** Una gita in famiglia ***
Capitolo 5: *** Gli ultimi saluti ***
Capitolo 6: *** Binario 9 3\4 ***
Capitolo 7: *** In viaggio verso la nuova vita ***
Capitolo 8: *** Lo Smistamento ***
Capitolo 9: *** TU non sei la mia famiglia! ***
Capitolo 10: *** Si comincia! ***
Capitolo 11: *** L'ombra della luna ***
Capitolo 12: *** Un cane in gabbia ***
Capitolo 13: *** Fratello Sole e Sorella Luna ***
Capitolo 14: *** Allarme Fantasmi! ***
Capitolo 15: *** Domenica alla Tana ***
Capitolo 16: *** Una lettera dall'inferno ***
Capitolo 17: *** Malfoy Manor ***
Capitolo 18: *** E Così Finiscono Le Vacanze! ***
Capitolo 19: *** Briciole di normalità ***
Capitolo 20: *** La scoperta della verità ***
Capitolo 21: *** Le parole Non dette ***
Capitolo 22: *** Una promessa d'argento ***
Capitolo 23: *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 24: *** Addio! ***



Capitolo 1
*** Casa Lupin ***


Mi presento, mi chiamo Teodora Lupin, ho 11 anni sono una maga molto particolare. Nonostante, i maghi siano già una categoria particolare di loro, la mia situazione è rarissima, anche nel mondo magico. Possiedo un’abilità speciale ereditata da mia madre, Ninfadora Tonks, sono una metamorfomagus, ovvero, come lei, posso modificare il mio aspetto come preferisco e a mio piacimento. Non solo, mio padre Remus Lupin era un lupo mannaro e anch’io mi trasformo parzialmente con la luna piena, non sono in grado di trasformarmi completamente quindi ho dei comportamenti molto controllati come lupo. Ho, anche, un fratello più grande, Ted Lupin, anche detto “Teddy”, anche lui è un metamorfomagus ma è umano, non riesce a trasformarsi con la luna piena. Teddy ed io siamo orfani, infatti, è stata nostra nonna a prendersi cura di noi con degli amici molto speciali di mamma e papà. I nostri genitori sono stati uccisi durante la battaglia ad Hogwarts, sono molto fiera di essere figlia loro ma mi manca qualcosa, non avendoli mai conosciuti ma avendo parte delle loro abilità, li sento vicini ma, anche lontani, avrei voluto fossero stati loro a insegnarmi come controllarli.

Mio fratello è già al terzo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e io dovrei cominciarla quest’anno, sempre se mi verrà consegnata la mia lettera, la mia paura e che avendo già tutte queste stranezze non ci sia più spazio per la magia e che in qualche modo deluderò i miei genitori, oppure, che il preside della scuola decida di non ammettermi in quanto creatura di sembianze anomale e pericolose. Ormai, era luglio, il mese in cui le lettere venivano consegnate, mio fratello non era in ansia come me, lui ormai sapeva il suo destino mentre il mio era ancora avvolto, in una nube grigia scura. Passarono varie giornate in cui non mangiai e non facevo altro che stare in camera a guardare quello stemma di Hogwarts, che avevo appeso già da tempo. Il giorno prima della luna piena, mio fratello si presentò in camera mia con del succo di zucca fresco e un gran sorriso.

“Come ti senti?” mi chiese, anche, se la risposta la sapeva già

“Il classico istinto che porta la luna, non è niente in confronto” dissi debolmente

“Ti fa male?” chiese preoccupato

“Come sempre, l’istinto di predatore e di uccidere si attiva, mi chiedo cosa succederebbe se una volta sfuggisse al mio controllo, ma non sono preoccupata per quello, adesso” dissi seriamente tornando a fissare la luna in cerca di conforto.

Mi guardava con occhi preoccupati ma alla fine rispose.

“Le lettere stanno arrivando, anche la tua” disse in tono rassicurante

“Come fai ad esserne sicuro? Chi dice che non sia un magonò, chi dice che il mio destino non sia di lupo mannaro e basta”. I miei capelli divennero di un nero opaco, così scuro che mi gelò l’anima, mentre i miei occhi divennero grigi, più freddi del ghiaccio.

“Non fare così, torna normale” ribadi lui, tristemente

“La mia normalità non è comune, quindi tanto vale essere diversa”

Teddy cambiò i capelli anche lui di nero e anche gli occhi divennero grigi e ci fissammo. Mi prese la mano.

“Allora, facciamo i diversi insieme” mi disse serio e mi strappo quel sorriso che tanto cercava.

Quella sera decisi di scendere a cena con loro, anche perché la sera successiva non sarei stata di molta compagnia, vista la luna piena. Le serate in cui l’istinto animale avrebbe preso il sopravvento sarebbero state un problema nel caso in cui mi fossi trovata ad Hogwarts. Mia nonna mi stava aspettando con Teddy, la tavola era imbandita di pollo fritto e zuppa di carote, non gradivo molto il menù visto che la luna era vicina, il mio corpo avrebbe gradito una bistecca al sangue o qualche cervo. Decisi di riempire il mio stomaco con una bella porzione di dessert che quella sera consisteva in una torta di zucca e farro.

Mia nonna aveva la faccia preoccupata, si vedeva ma non disse nulla e, quindi, anch’io stetti zitta. Chissà cosa sarebbe successo alla mia povera persona da qui ad una settimana, limite di tempo per la consegna delle lettere di ammissione, mio fratello non aveva preoccupazioni, anche se avesse ritardato sapeva già di essere ammesso.

Era notte inoltrata, quando cominciai ad agitarmi nel sonno, immagini nella mia testa riportavano la luna, vittime sbranate, boschi e ululati. Ogni mese con l’avvicinarsi della notte di luna piena, quelle immagini mi facevano visita nel sonno e mi rendevano incapace il riposo, il cuore aumentava i battiti, il respiro si faceva corto e veloce, il dolore agli occhi persistente. Le mani prudevano, la bocca andava a fuoco, la testa era pesante, sudavo a freddo e avevo le palpitazioni; questi erano i sintomi, gli allarmi; se si cerca un lupo mannaro prima della luna piena, sono questi gli accorgimenti necessari, se nella mia stanza ci fosse stato un cacciatore mi avrebbe già sparato.

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Capitolo 2
*** Una sorpresa alla porta ***


La mattina successiva aprivo gli occhi ad un altro giorno di luna piena, la nottata prima non avevo quasi dormito causa dei sogni da luna, stesa li sul mio letto mi domandavo come affrontava queste giornate mio padre, magari a differenza mia, si sarebbe alzato con un gran sorriso, sceso a far colazione con gli altri e forse avrebbe fatto un giro al villaggio di Hogsmeade, aspettando la sua lettera con clama e serenità. Io ero di ben altra compagnia, stavo in camera tutto il giorno, in preda ai dolori lancinanti provocati dalla trasformazione, mio fratello mi portava i vassoi coi pasti e poi se ne andava, perché quella era mia volontà, se fosse per me neanche lo farei entrare, troppa paura che gli possa succedere qualcosa. Stavo vagabondando tranquillamente nei miei pensieri quando venni interrotta da qualcuno che bussava alla porta. Sapendo già chi fosse, risposi senza pretese. “Va via, oggi non mangio” dissi decisa e composta anche se il mio stomaco sosteneva diversamente. “Non si mangia, allora mi dileguo” disse una voce molto familiare. Mi misi seduta e sulla porta di camera mia c’erano Ron, Hermione ed Harry. Mi alzai dal letto e corsi ad abbracciarli, i loro visi soddisfatti e gentili erano un sogno in una giornata così. Erano dei semplici adolescenti quel giorno, ma lo stesso, erano dei gran amici dei miei genitori e sapevo che avevano lottato tutti insieme con Voldemort. “Che cosa ci fate qui?” chiesi col sorriso anche se facevo fatica a respirare e sentivo male ovunque “Ci ha chiamati Teddy, lui e tua nonna sono preoccupati per te e vogliono che ti parliamo” disse Harry con tono paterno e gentile. “Sto bene, davvero, non c’è da preoccuparsi, però potrei farvi del male oggi, tornate domani vi prego” dissi fissandoli uno per uno negli occhi. “Non c’è ne andiamo, ti conosciamo e non abbiamo paura, abbiamo affrontato di peggio con tuo padre” disse Hermione cercando di consolarmi “Mi stavo chiedendo, lui come affrontava questi giorni, io non ho avuto qualcuno che mi aiutasse, forse con lui a fianco avrei avuto un guida e se mi arrivasse la lettera, dopo a Hogwarts come farei a controllarla, nascondermi, senza che nessuno mi trovi” dissi col volto triste e malinconico. Il viso dei tre si incupì sentendo la nostalgia che avevo in mio padre, sentendosi in quanto responsabili ma poi tirarono su il capo e risposero. “Prima di tutto tuo padre avrebbe mangiato” disse Ron “Non avrebbe dubitato sul fatto che la tua lettera arriverà da un momento all’altro trasportata dai migliori gufi della scuola” ribadì Hermione “E per finire tuo padre nei suoi anni a Hogwarts sia come insegnante che come alunno è sempre riuscito a contenersi e controllarsi, sono sicuro che avrebbe fiducia sul fatto che troverai un modo anche tu e ne sono convinto anch’io” disse Harry Tutti e tre mi sorridevano con aria gentile e consolatoria, mi sentivo meglio ma avrei voluto tanto poter cambiare i miei occhi in questo momento, l’unico giorno in cui non potevo modificare in mio aspetto era quello di luna piena, gli occhi erano quelli di lupo con una colorazione giallo limone che rifletteva qualsiasi cosa e i miei capelli rimanevano di un color cioccolato intenso. Ci fissammo finchè non ripresero il discorso. “Teodora, devi star tranquilla, abbiamo tutti piena fiducia in te, poi non sarai mai sola, ci sarà tuo fratello Teddy con te e poi ci saranno anche i nostri figli a scuola, Albus e Rose iniziano anche loro quest’anno” disse dolcemente Hermione Mi stavo dimenticando non ero sola, non avrei affrontato nulla sola, ci sarebbero stati i miei amici e mio fratello con me, li ringraziai debolmente e li accompagnai verso la porta, quando se ne furono andati, mio fratello arrivò con un’enorme bistecca al sangue solo per me. Lo stomaco brontolava fortissimo era inutile fingere e quindi la divorai in cinque minuti. Corsi di nuovo a chiudermi in camera, cercando di pensare a tutto meno che alla notte di luna. Ormai la trasformazione si faceva sentire, non riuscivo più a respirare, il respiro affannoso e debole, mi stavo per agganciare con le catene al muro come prevenzione superiore quando sentii un altro rumore in lontananza, piccolo ma potente e via via sempre più forte e vicino, sembrava quasi un animale che cantava lievemente, il rumore alle mie orecchie, ormai da lupo, era inconfondibile; ali che sbattevano, uno stridio leggero e dolce, un profumo di carne di uccello, qui vicino stava volando un gufo. Ripresi le mie manovre con le catene finchè non mi alzai in piedi, un gufo era qui, non era una zona popolata da gufi, il che vuol dire che il giro per le lettere era iniziato e doveva fare un tappa qui in zona, doveva consegnare la lettera a Teddy ovviamente ma chissà se in mezzo a quel mucchietto di carta giallastra c’era il mio nome scritto sopra. Un rumore di finestra che si apriva, la nonna aveva aperto la finestra della cucina, era in cucina, sentivo il cuore che balzava in gola e si stringeva alle corde vocali con un nodo stretto, il mio destino affidato ad una sottospecie di piccione. Non pensavo davvero quelle cose ma la rabbia del lupo cominciava a manifestarsi e la cosa rendeva ogni sentimento più accentuato e incontrollabile che mai. Chiusi gli occhi aspettando una voce, un nome, qualcuno che mi avrebbe dato notizie ma stavo aspettando invano e lo sapevo bene, se quel gufo non avesse portato la mia lettera insieme a quella per mio fratello, non l’avrebbe consegnata più. Un senso di rabbia mi saliva dentro, sconforto, paura di aver deluso i miei genitori che si erano sacrificati per darmi il miglior futuro possibile. Non avevo mai parlato alla mia famiglia o ai miei amici dei miei piani nel caso in cui quella busta gialla non fosse arrivata a destinazione. Il mio cervello balzò subito su quell’idea e sul fatto che, ormai, potevo realizzarla da stanotte stessa, sarei fuggita all’interno dei boschi, mi sarei unità ad un branco per il resto della mia vita e avrei vissuto la mia esistenza come un lupo mannaro, libero e senza la paura di poter nuocere a nessuno più. Molti branchi di lupi avevano già mostrato il loro interesse verso le mie potenzialità e abilità, un clan nel cuore dei boschi del sud America mi aveva già fatto un invito formale ad unirmi a loro; anche molti branchi nomadi mostravano il loro interesse verso di me quando passavano in zona, la mia conoscenza verso altri lupi, si ampliava ogni volta che ritenevo più opportuno fuggire nei boschi qualche giorno, per evitare i problemi della luna alla mia famiglia ancora una volta. Le creature soprannaturali, di solito, dovevano vivere nel loro ambiente naturale e vivere solo all’interno della loro specie e sposandosi tra loro, io e mio padre siamo i primi ad infrangere tale regola, credo. Stavo pensando a come scappare senza farmi notare, in modo che quando mia nonna se ne fosse accorta, sarei già stata lontana e irrecuperabile. Ho pensato che inserire una visita del trio fosse una buona idea, spero vi piaccia e che commentiate per darmi consigli. Buona lettura

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Capitolo 3
*** La notte dei lupi ***


Ero sul punto di finire i bagagli pronti ormai da mesi e di saltare giù dalla finestra quando un urlo si elevò lungo tutta la superficie della nostra piccola casetta in mezzo alla radura, mio fratello mi stava richiamando in cucina, io scesi di corsa con un ultimo barlume di speranza che mi si accese negli occhi. Entrai nella piccola stanza della cucina, dove mia nonna e mio fratello erano seduti a tavola, guardando la mia figura ormai madida di quella sudorazione incontrollabile e di quella smorfia di dolore che ormai faceva parte di me. Osservai la scena e il mio occhio cadde sulle buste che mio fratello reggeva in mano, entrambi mi fissarono con volto orgoglioso e felice. “Congratulazioni sorellina, prepara il baule, andiamo ad Hogwarts” mi fissò mentre il mio volto si fece sempre più illeggibile per le mille emozioni e sensazioni che ora albergavano nella mia testa, ero stata ammessa, sarei andata a Hogwarts. “Andiamo…. davvero?” domandai io ancora in preda alla confusione mentale Teddy mi porse la lettera col mio nome, la carta della busta era giallastra e un inchiostro verde smeraldo riportava il mio nome sulla busta e il tutto era sigillato dal timbro con lo stemma della scuola. Corsi ad abbracciare mia nonna e Teddy e lessi la lettera tutta d’un fiato, prima di perderne definitivamente e di cadere a terra. Quella giornata non poteva essere migliore, sempre escludendo la luna. Tutta la confusione della giornata aveva portato la sera così in fretta che io ero ancora insieme agli altri, cosa che volevo sempre evitare. Quando ripresi i sensi, ero nella mia stanza e sentivo che le unghie si stavano facendo affilate e lunghe, divennero artigli in meno di un minuto, stava cominciando. Controllai la serratura e la resistenza della porta di camera mia, anche se ormai, era stata fatta montare una porta blindata. Chiusi le finestre ma non a chiave, i miei istinti più forti era meglio sfogarli nel bosco e lasciai le tendine aperte in modo che il riflesso della luna entrasse liberamente, poi mi legai le catene ai polsi e infine le inchiodai al muro, ormai pieno di buchi. Feci appena in tempo, il dolore alle iridi si fece insostenibile e la luce gialla si sprigionò come un faro nella notte, i denti diventarono appuntiti, la mascella si porse in avanti, le orecchie cambiarono forma e diventarono pelose e a punta. La notte dei lupi era cominciata, un ululato si elevò alto dalla radura nel bosco vicino a casa e naturalmente la mia risposta non poteva essere di meno; se provavo a soffocare un ululato un dolore mi pervadeva il petto finché non sarebbe esploso in un ringhio feroce, odiavo ululare, tanto valeva mettermi in gabbia e darmi cervo per cena. Durante le noti di luna piena, il mio viso diventava quello di un lupo ma il mio corpo restava uguale, rimaneva umano. Mia nonna diceva che per mio padre era peggio, lui si trasformava completamente, lasciando indietro ben poco di umano, la ragione moriva e prendeva il sopravvento l’istinto e le pulsioni animali. Un altro ululato risuonava alto dagli alberi, il mio istinto mi contorceva l’anima, era un richiamo così forte che il corpo avrebbe voluto divincolarsi dalle catene ed uscire da quella stanza, chiunque stesse ululando richiamava un branco a se e io volevo seguirlo, le catene ad ogni strattone facevano resistenza ma non abbastanza da contenere la furia che divampava. Gran parte della nottata era trascorsa, gli occhi emanavano una luce gialla come il sole, ero rannicchiata sul pavimento agonizzante e cercando di conservare le poche forze che mi restavano, cercare di divincolarmi dalle catene mi faceva sprecare le energie ma ero anche contenta perché significava che funzionavano, o almeno, cosi credevo, l’ultimo richiamo fu quello decisivo ma non proveniva da un lupo qualsiasi, apparteneva al capo di un branco. La differenza tra gli ululati si sentiva ed era molto percettibile alle mie orecchie di lupo, la differenza è che quando il capo chiama ogni lupo in zona corre da lui, compresa me; una forza sovrannaturale mi pervase le vene e mi fece alzare in piedi con un ringhio feroce diedi un ultimo strattone a quelle catene per liberarmi, le catene si staccarono dal muro, finalmente libera corsi verso la finestra chiusa e mi ci lanciai contro frantumando ogni singolo pezzetto del vetro di cui era composta, atterrai in piedi senza difficoltà, un altro barlume di luce possessiva si elevò dai miei occhi e con la consapevolezza di possedere la notte, corsi verso quel bosco, corsi verso quel capo.
Correvo nella notte, libera, sola; un muro di alberi mi costringeva a procedere a zig-zag, sentivo la terra sotto i piedi ormai rimasti nudi, ero quasi arrivata sentivo l’odore di altri lupi ed emersi in un’ampia radura verde ma ero vuota, erano intorno a me, mi circondavano e il capo era in mezzo a loro. Un ombra usciva allo scoperto da dietro un albero.
“Abbiamo trovato una meticcia” disse lui in tono di disprezzo
 “Zitto” intimo una figura più imponente e autoritaria “ciao Teodora, come stai?” disse l’altro ragazzo
“Zakaria, ancora di passaggio dalle mie parti” dissi seria
“Tesoro, ogni bosco è nostro, ancora senza branco eh?” propose lui sorridente
“Non ho bisogno di un branco, lo sai; ho una famiglia a differenza vostra” dissi guardando i volti che spuntavano dall’ombra
“Puoi venire con noi, lo sai che la tua famiglia non ti capirà mai fino in fondo, non sono come te, noi ti capiamo, siamo uguali, siamo fratelli” disse lui girandomi attorno
“Sono una maga, sono stata ammessa ad Hogwarts e poi un lupo” dissi fissando i suoi occhi da lupo, troppo simili ai miei che, adesso, riflettevano la luce lunare.
“Sei una bambina non sai cosa dici, i lupi solitari finiscono male, a tutti serve un branco, guarda tuo padre com’è finito” disse l’altro ragazzo
I miei occhi si staccarono da quelli di Zakaria per posarsi su quel lupo che aveva osato offendere mio padre e la sua onorevole morte, i miei occhi bruciarono dal fuoco che venne ad alimentarli, le vampate ripresero, i miei denti divennero più affilati e appuntiti che mai e in un ringhio riuscivo solo a dire: “MIO…MIO…PADRE E’ MORTO CON ONORE PER DIFENDERE I SUOI AMICI, OFFENDILO ANCORA E TI STACCO LA TESTA& “Avete visto la gattina tira fuori i denti” disse il ragazzo “Browly scusati e andiamocene, FORZA!!!” disse Zakaria in tono da vero leader Una volta che Browly si scusò il branco si mise in marcia, ormai si era fatto giorno e stavano rientrando alla tana, Zakaria era una grande capo anche se non voleva ammetterlo, molte volte troppo arrogante ed era questo che non mi piaceva; mentre i miei occhi tornavano del loro colore naturale, riflettevo sul fatto che questa serata avrebbe potuto finire in due modi e sono felice sul fatto che sia finita come io speravo, a casa mia. Tornai a casa mentre albeggiava, i polsi ancora chiusi nelle mie catene, mia nonna stava già in ansia perché non mi aveva trovata in camera, stavo finendo di tornare normale quando spuntai di fronte casa e mio fratello mi corse incontro, mi stava aspettando con un ricambio di vestiti e aveva preparato la pompa dell’acqua nel retro della casa, dove avevamo il capanno degli attrezzi. Mio fratello mi liberò dalle manette e vide le mie braccia coperte di sangue dai miei tentativi di liberarmi, non disse nulla ma sapevo cosa stava pensando, andai nel cappano sul retro e mi spogliai, feci una doccia molto accurata e dopo mi rivestii, il tutto molto lentamente, quei passaggi mi servivano per ricordarmi di ogni sensazione umana che la luna mi aveva portato via comprese alcune parti del mio corpo che erano modificate. Riemersa dal capanno con l’aspetto più naturale che riuscissi ad ottenere mi avviai in casa e mi misi a riflettere su quello che era successo e che sarebbe successo. Chiedo scusa per l'attesa, spero che questo capitolo possa avere successo e spero che commentiate e recensiate i miei capitoli. Buona lettura a tutti!

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Capitolo 4
*** Una gita in famiglia ***


Mi svegliai dal mio riposo con un gran sorriso, mia nonna ormai mi chiamava da almeno una decina di minuti, non sapevo cosa volesse ma ero troppo stanca per ribattere e manifestare la mia volontà di rimanere nel letto. Una volta scesa, vidi mio fratello e mia nonna in piedi che mi aspettavano, erano vestiti e pronti per uscire. Mio fratello indossava la sua divisa scolastica, era nera, lunga con la cravatta gialla e nera e lo stemma dei Tassorosso sul mantello. Mia nonna, invece, indossava un vestito quasi medievale di color viola, un mantello verde smeraldo e un enorme capello a punta.
“Dove state andando?” chiesi io sorpresa
“Dove stiamo andando, vorrai dire, devi venire anche tu” disse mio fratello
“Cara, andiamo a Diagon Alley, naturalemente, ti servono le cose per la scuola”
Senza farmelo dire due volte, risalì le scale molto rapidamente, aprì in sbando la porta della camera e mi precipitai nell’armadio. Non potendo ancora indossare la divisa come mio fratello, decisi di optare per un classico vestito nero e corsi giù, prima di venir rimproverata da mia nonna per non aver preso il mantello considerando la stagione e, così, dovetti tornare a prenderlo.
Il viaggio a mio parere era stato molto confuso e nausente, mia nonna aveva insistito nell’uso della materializzazione come mezzo di viaggio, ignorando le mie richieste. Ero seduta in un angolino all’inizio della via, cercando di non dare di stomaco, quando venni richiamata e allora fui costretta ad alzarmi. Diagon Alley era sorprendente, ero venuta solo un’altra volta in questo posto ma ero piccola e non avevo memoria di quella visita. Giravo la testa a destra e sinistra, vedendo il mucchio di maghi sorridenti e di ragazzi in preda all’entusiasmo nell’ammirare le migliaia di vetrine colorate e allestite. I negozi erano bellissimi, Mielandia aveva i dolci più incredibili che avessi mai visto, Accessori di qualità per il quidditch aveva le migliori scope e i migliori armamenti per giocare, la nostra prima destinazione era il Paiolo magico per fare la colazione che avevamo trascurato.
Il Paiolo magico era diverso dagli altri negozi che avevo visto. L’atmosfera era buia e triste, l’odore di muffa si spargeva per tutto il perimetro, gli sgabelli erano traballanti e scheggiati e il proprietario sembrava appena uscito da un film dell’orrore. Le persone al suo interno erano strane e inquietanti, mi aveva colpito un omone alto e con un soprabito marrone sporco che era seduto su uno sgabello al bancone mentre sorseggiava la sua bevanda, ignoravo il contenuto di quel bicchiere ma immaginavo che non fosse succo. Io e la mia famiglia prendemmo posizione in un tavolo polveroso che aveva ancora bicchieri e piatti dei clienti precedenti, il proprietario venne a sistemare il tutto e a portarci il menù della colazione.
Visto la poca scelta a disposizione, decisi di prendere solo un po’ di uova con del succo di zucca; mia nonna e mio fratello scelsero un menù più sostanzioso e delle bevande ben più pesanti. La colazione passò molto velocemente rispetto le altre, non solo per la gran fretta che avevamo ma, anche, per l’odore del locale che faceva in modo che la permanenza fosse il più breve possibile. Ci stavamo di nuovo incamminando lungo la strada di Diagon Alley quando mio fratello trovò dei suoi amici e così lasciò sole me e mia nonna. La nostra prima tappa fu da Ollivander, il fabbricante di bacchette, avrei voluto che fossero mamma e papà a vedere quando la bacchetta mi avrebbe scelto, la mia prima bacchetta. Il negozio era davvero molto carino, anche se molto polveroso, era presente un enorme bancone proprio al centro e dietro erano presenti scaffali e scaffali che contenevano le più belle bacchette di tutti i tempi.
“Mi dica signorina” disse il negoziante con un filo di voce
“Ehm, si salve sono Teodora Lupin sono venuta qui per comprare una bacchetta” mi aveva preso alla sprovvista e non sapevo neanche cosa dire ma vidi che lui mi diresse un sorriso e quindi mi tranquillizzai un po’
“Ah sì, signorina Lupin le prendo subito un paio di bacchette da provare” neanche il tempo di finire la frase ed era già sparito tra gli scaffali
“Vediamo se questa è quella giusta, ha lo stesso nucleo che aveva quella di sua madre, la prenda” disse quella frase con così tanta naturalezza che non avevo il coraggio di stringerla nella mano, decisi, alla fine di prenderla ma l’unica cosa che accadde fu solo che ruppi il bancone.
“Vediamo se questa andrà meglio, è fatta di quercia, 12 pollici e il cuore è di unicorno” disse porgendomi la bacchetta.
Afferrai la bacchetta tra le mie mani ma non successa nulla, non feci neanche spostare l’aria. Ollivander la riprese subito quasi vergognandosi, anche se non avevo capito se di me o di lui. La mia permanenza in quel negozio fu interminabile, provai almeno 10 bacchette tra cui alcune con somiglianze a quelle dei miei genitori ma nessuna andava veramente bene, nel frattempo, fuori dal negozio si era formata una fila immensa di studenti e genitori che dovevano fare la nostra stessa spesa.
“Cara, se anche questa non funziona inizierei a farmi dei dubbi sul fatto di cambiar mestiere” disse lui con voce sottile di chi è arrivato stanco e provato a questa avventura, se così si può chiamare.
Presi la bacchetta in mano e sentì una sensazione dentro di me indescrivibile e credevo che la bacchetta stette entrando dentro la mia pelle. Un calore mi investì il cuore, la gola mi pizzicava e le mani tremavano, era lei la mia bacchetta.
“Mmm, molto bene quindi primula, 13 pollici e 1\4, sufficientemente flessibile, nucleo di peli di lupo” disse lui mentre preparava il pacchetto “Direi che è stata una scelta difficile per le bacchette questa ma alla fine ci siamo riusciti”
Sgranai gli occhi rendendomi conto solo in quel momento del nome che aveva pronunciato.
“Scusi, qual è il nucleo della mia bacchetta?” chiesi con un fremito nella voce
“Peli di lupo, più precisamente di lupo mannaro, difficile da recuperare, è una rarità, complimenti” disse lui dandomi il pacchetto
Io e mia nonna rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto fino alla porta del negozio successivo. Non riuscivo più a trattenermi, quindi, parlai.
“Nessuna delle altre bacchette mi avrebbe mai scelto, il loro nucleo o meglio l’animale da cui proviene quel nucleo, non sarebbero andati d’accordo con la mia natura di lupo, non sono sorpresa del fatto che sia stata proprio questa bacchetta a scegliermi” dissi continuando a guardare il pacchetto tra le mie mani
“Tesoro, eravamo lì per trovare una bacchetta e ci siamo riuscite alla fine, questo è l’importante, anche se fosse fatta di peli di troll” disse mia nonna “Dai, devi comprare i libri”
Entrammo nel negozio dove il commesso mi guardò un attimo e iniziò a prendere tutti i libri di cui una studentessa del primo anno avrebbe avuto bisogno. Il commesso non riusciva a tenere tutti i libri in mano così me ne diede qualcuno ame e poi ci avviamo verso la cassa, mentre mia nonna preparava i soldi il commesso stava incartando tutti i libri a gruppi di tre. Uscimmo dal negozio con un quantitativo di pacchetti superiore alle nostre mani.
Mio fratello uscì da un negozio tutto colorato e allegro, chiamato Tiri Vispi Weasley, era il negozio di scherzi dei due gemelli Weasley, ma uno morì durante la battaglia come i miei genitori e dà allora George, fratello maggiore di Ron, gestisce il negozio tutto solo. Non ero entrata in quel negozio ma mi sentivo molto vicina a George, potevo capire il dolore che provava alla perdita del fratello gemello, che da quanto dicevano i racconti che avevo sentito su di loro, erano molto legati. Avevamo finito tutti i negozi ed eravamo sommersi di pacchetti, l’ultimo negozio che avevamo visitato era stato quello per l’uniforme scolastica, lì dentro era pieno di studenti che sbandieravano abiti neri e li provavano, la sensazione di mettere per la prima volta quella divisa mi diede una gioia enorme, mi sentivo a mio agio e non vedevo l’ora di poterla mettere tutti i giorni per camminare nei corridoi di Hogwarts. Mi stavo già preparando mentalmente per il viaggio di ritorno quando mia nonna fece un balzo con un sussulto, mio fratello ed io ci guardammo e chiedemmo cosa fosse successo per farla reagire così.
“No, abbiamo scordato un negozio, in fondo l’avevo promesso a Teddy” disse mia nonna girandosi e tornando sui suoi passi
Si fermò solo una volta arrivata al negozio, mi voltai e vidi una vetrina carica zeppa di animali e gabbie, anche al suo esterno erano presenti molte gabbie di gufi. Mio fratello aveva sempre desiderato un animale e sapevo che a questo punto mia nonna aveva ceduto e aveva preso la decisione di prenderglielo. Mio fratello scatto dentro al negozio velocissimo, con un sorriso enorme di felicità, forse non credeva al fatto che mia nonna avesse davvero accettato la cosa.
“Teodora, tu non vuoi prenderne uno? Non ti piacerebbe avere il tuo gufo?” chiese mia nonna
“Stai scherzando? Non sono sufficiente io come animale in casa? Non ho bisogno di animali, mi basto io e poi quella sottospecie di uccello non sopravvivrebbe alla mia prossima trasformazione finirebbe come antipasto” dissi io con rabbia
Avrei sempre voluto anch’io un gufo ma le mie condizioni mi permetterebbero solo di ucciderlo ad ogni luna piena e se rimanesse in vita, proverebbe solo terrore verso i miei confronti. Una volta che Teddy uscì dal negozio con in braccio un gattino grigio, ci mettemmo in viaggio, anche se lui decise per un ritorno meno traumatico visto che c’era anche il gatto. 



Chiedo scusa per la lunga attesa di questo capitolo, spero vi piaccia e che lasciate tanti commenti per esprimere consigli o critiche che accetterò in modo costruttivo.
Se avete delle idee da aggiungere ai capitoli o alla storia in generale, vedrò di accontentare anche quelle richieste.
Grazie e buona lettura!

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Capitolo 5
*** Gli ultimi saluti ***


Le ultime settimane di vacanza passarono molto velocemente e io non vedevo l’ora che arrivasse domani, il giorno in cui mi sarei messa sull’Hogwarts Express e avrei cominciato la nuova fase della mia vita. Quel giorno stavo cercando di fare mente locale su quello che mi sarebbe servito durante il mio anno scolastico, mi veniva incontro la lista che mi era arrivata insieme alla lettera di ammissione. Il baule era quasi pieno, mancavano solo gli ultimi vestiti e la divisa, che avrei messo per ultima, considerato che era la prima cosa che mi sarebbe servita domani. Mi chiedevo chi avrei incontrato, che materie avrei avuto, in che casa sarei finita, che professori avrei avuto. Tutto questo mi rendeva talmente emozionata che mi era venuto un groviglio allo stomaco. Mio fratello era tranquillo come non mai, non aveva ancora preparato nulla, neanche aveva messo fuori la roba del gatto, io invece non sapevo da parte girarmi per tutte le cose che avevo in testa. Ero piegata sul baule a pensare a come mettere la divisa senza rovinarla quando mia nonna aprì la porta all’improvviso.
‘’prima che arrivi ora di pranzo, vuoi che andiamo ancora a diagon alley?  ’’ chiese lei in tono amorevole
‘’cosa? O no, no credo di avere tutto’’ dissi io che non prestavo molta attenzione a mia nonna in quel momento
‘’ hai messo dentro tutto? Vestiti? Biancheria? Anche i libri e tutti gli ingredienti per pozioni? Non ti sarai scordata…’’ Borbottò lei ma la interruppi prima che potesse aggiungere altro
‘’ nonna, tranquilla, ho tutto’’ dissi io rassicurandola
‘’scusami, ansia da separazione, in fondo sono abituata ad avere almeno te sempre in giro per casa, e, adesso te ne vai anche tu” disse lei, guardando in basso
“Torneremo per le vacanze e sai che ci possiamo sentire tutti i giorni via gufo” dissi, cercando di consolarla
“Va beh, lasciamo perdere dai; vado a preparare il pranzo, tu finisci e dopo vieni ad apparecchiare” disse lei tirandosi su, tornando alla sua solita voglia di vivere
Mia nonna uscì dalla porta e io tornai piegata sul baule a finire di sistemare la mia roba che sembrava interminabile. Avevo finito da appena 10 minuti, mi sdraiai sul letto e di colpo mi addormentai, accolta da un sonno profondo ma non privo di sogni. Un’immagine apparve nella mia mente, io nel letto a baldacchino della scuola e la luce della luna che colpiva la finestra della camera mi svegliò; l’impulso di uccidere che saliva lungo le mie vene e arrivava fino al cervello fino a che tutto intorno a me era ricoperto di qualcosa di caldo e appiccicoso, sangue. Ansimavo, avevo il fiato corto e le ginocchia tremanti, una grande angoscia mi pervase e il sudore mi scendeva lungo il viso; non sapevo cosa fosse quel sogno, anzi quell’incubo, ma non volevo farlo diventare realtà, questa era la mia occasione di poter fare la vita da strega che avevo sempre sognato e che, ne ero sicura, i miei genitori avevano sempre sognato per me.
Stava calando un’altra sera sulla mia casa, cercavo di strascinare invano il baule in cucina, dove mio fratello aveva raggruppato la sua roba. La giornata era passata in un colpo di bacchetta e l’emozione e l’ansia crescevano sempre di più. Eravamo a tavola a consumare la cena ma nessuno aveva granché da dire, mio fratello si stava ingozzando come un maiale, mia nonna con malinconia guardava il suo piatto ma non mangiava quasi nulla e io, beh dopo quell’incubo avevo perso appetito. Era già sera, era davvero l’inizio di un nuovo capitolo della mia vita. Aiutavo mia nonna a lavare i piatti mentre dalla finestra vedevo il bosco sapendo che lì c’era qualche branco di lupi, non sapevo quanto mia nonna potesse essere al sicuro così vicino a tanti branchi di lupi che avevano sentimenti non proprio favorevoli verso la nostra famiglia.
Mentre ero in camera mia, seduta dalla finestra guardavo ancora verso il bosco e decisi che prima di andare a letto sarei andata a salutare o almeno ad avvertire, così col mio passo animalesco saltai giù dalla finestra e corsi nel cuore del bosco, i rami che mi colpivano il viso mi davano quel senso di libertà e l’aria che mi scompigliava i capelli mi faceva sentire viva. Arrivai sempre in quella radura spoglia di alberi che indicava il punto in cui il bosco si riuniva, il suo cuore. Un ombra dietro un albero venne fuori subito.
“Teodora, che ci fai qui?” chiese quella voce scura e profonda allo stesso tempo
Mi girai e vidi la figura alta e imponente di Zacharia che mi fissava.
“Zakaria, sei solo?” chiesi senza fare caso alla sua domanda
“Sì, gli altri sono a caccia” rispose lui
“Bene, ci speravo, avevo bisogno di incontrarmi con te” dissi io mettendomi a sedere su una roccia “Domani, prenderò l’Hogwarts Express e inizierò la scuola” cominciai il mio discorso
“Allora, hai deciso di andarci alla fine, speravo avessi cambiato idea” ribadì lui
“No, ero solo venuta a salutarti e a dirti addio, ma non è tutto, vorrei chiederti un favore” dissi io dolcemente
“Dimmi” disse lui mentre si avvicinava a me
“Vorrei che garantissi la protezione di mia nonna e che vegliassi su di lei in mia assenza” dissi tutto d’un fiato, ormai si trovava a mezzo centimetro dal mio viso
“Quindi, vorresti il mio aiuto, vorresti la protezione di tua nonna, ti aiuterò ma solo perché sono un gentil-lupo” disse lui tirandosi indietro all’improvviso
“Grazie” dissi con le lacrime agli occhi e gli buttai le braccia al collo per abbracciarlo, lui fu preso alla sprovvista e rimase rigido per un po’, poi ricambiò l’abbraccio e mi sussurrò in un orecchio.
“Fai pure, vai a fare la streghetta ma non puoi cambiare la tua natura, ricordalo bene che tu non sei tuo padre e non gli devi niente, fai le tue scelte e diventa chi vuoi tu, quando sarai pronta ad essere chi sei, ti aspetterò qui.” Poi mi sciolse dalla presa e scomparì tra quegli alberi che erano la sua casa. Rimasi ferma lì, con gli occhi sgranati dalla sorpresa di quelle parole, sperando nel suo ritorno.
 Dopo 10 minuti tornai a casa, appena chiusi la finestra mi accorsi di non essere sola in camera. Mio fratello era seduto sulla sedia della mia scrivania e mi fissava con sguardo interrogatorio.
“Cosa c’è?” chiesi io con poco garbo
“Tu gli piaci e lui piace a te” disse lui con un sorriso
“Ma di chi stai parlando?” chiesi io con faccia innocente
“Di quella persona che hai appena incontrato e di cui ti vergognavi tanto di voler vedere che sei uscita di nascosto” disse lui ancora più sorridendo
“Tu vaneggi, è un capo branco a cui ho chiesto di controllare che alla nonna non succeda nulla” dissi io intanto che piegavo dei vestiti buttati sulla sedia
“Si certo, allora immagino che un profumo da uomo sia finito su di te perché stavate parlando della nonna” disse lui col sorriso più malizioso che riusciva ad avere
“Smettila di fare il cane da tartufo e vai a dormire che domani di buon ora dobbiamo alzarci” dissi io mentre lo buttavo fuori dalla stanza e cosi mi cambiai, mi buttai sul letto così velocemente che non avevo avuto neanche il tempo di pensare. Sdraiata a letto ripensai, però, al mio incontro con Zakaria e al discorso con mio fratello, mi arrabbiai così smisi di pensare e mi addormentai molto velocemente.




Ringrazio i lettori che continuano a seguirmi, spero il capitolo vi piaccia e che lasciate tanti commenti o suggerimenti. I capitoli saranno un pò lenti ad essere pubblicati, ma continuate a tenervi aggiornati. Grazie per il sostegno e alla prossima pubblicazione.  

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Capitolo 6
*** Binario 9 3\4 ***


Una luce, irrompeva nella stanza dalla finestra, era mattino. Questa consapevolezza irruppe nel mio dolce sonno e mi fece sobbalzare. Scesi a fare colazione, dove mi accorsi che l’atmosfera era frenetica, mia nonna correva dalla cucina al salone come una trottola, lamentandosi del fatto che una giratempo non c’è mai quando uno ne ha bisogno.

“Forza, fate colazione, svelti che non abbiamo un minuto da perdere, ma dov’è tuo fratello?” disse mia nonna che neanche si era accorta che lui mancava

“Starà ancora dormendo, vado a svegliarlo” dissi io risalendo le scale

Percorsi il corridoio fino alla camera di mio fratello, non ci vado spesso, di solito sono gli altri a venirmi a recuperare dalla mia solitudine. Bussai delicatamente alla porta e lo chiamai, non ricevetti risposta, ci riprovai ma nessuno rispose ancora; decisi di entrare forzando la porta che era stata chiusa a chiave. Una volta entrata nella stanza la scena era quasi patetica, mio fratello che faceva finta di cavalcare la scopa come per giocare a quidditch; mi buttai subito all’indietro dallo stupore con una mano davanti alla bocca e una volta che mi appoggiai al muro scoppiai in una risata forte e fragorosa che mi fece venire le lacrime agli occhi, mi piegai dalle risate cadendo a terra mentre mia nonna arrivò nel corridoio per venire a controllare il motivo di così tanto rumore.

“Ma cosa sta succedendo?” chiese mia nonna che non capiva la dinamica di tanto ridere

“Niente Teddy mi ha appena lasciato un ricordo indelebile nella mente” dissi io trattenendo a stento le risate. “Cosa che non tralascerò di riferire a tutti appena arrivata a scuola” dissi io correndo giù per le scale mentre i miei capelli divennero di un giallo limone, mio fratello dopo quella frase mi rincorse subito, lasciando mia nonna da sola al piano superiore ancora ignara di quello che era successo. Io e mio fratello stavamo girando intorno al tavolo della colazione ridendo e cambiando colore di capelli e occhi a ogni minuto, finché non scese mia nonna rimproverandoci del fatto che stavamo facendo tardi e quindi ci mise seduti con la forza e ci fece fare una colazione lampo; poi ordinò, al primo di noi che finiva di masticare, di andare in bagno a lavarsi e vestirsi e che l’altro poi si sarebbe accodato. Mio fratello era pronto, io stavo cercando di infilarmi delle forcine dei capelli ribelli ma senza successo quindi li pettinai in una coda di cavallo e uscii dal bagno proprio quando mia nonna mi intimò di sbrigarmi. Mia nonna ci fece radunare in salotto per guardarci bene e farci un ripasso delle regole del comportamento da tenere in ogni occasione.

“Ok ora, Teddy, gabbia del gatto, baule, scopa e bacchetta; Teodora baule e bacchetta, veloci ci sono rimasti 15 minuti per raggiungere la passaporta per King’s Cross” disse lei con voce ansiosa

Io e Teddy non ce lo saremmo fatti ripetere due volte, nessuno dei due voleva perdere il treno, quindi iniziammo a correre e mia nonna cercò di tenere il passo più veloce che poteva, non voleva perdersi la partenza del treno ma preferiva che arrivassimo noi, piuttosto che lei. Tutti e tre eravamo vicinissimi alla passaporta che stava per partire quando gli urlammo di aspettarci, una volta che fummo tutti, e che i bauli furono assicurati per non perdersi nel viaggio, la passaporta cominciò a partire e dopo poco mi ritrovai con la faccia sbattuta per terra, scossi la testa per capire dove mi trovassi, vidi mia nonna e mio fratello in piedi accanto a me e tutti i bauli erano accanto a noi, la mia bacchetta era davanti a me, la afferrai e in tanto che la rimisi al suo posto, mi alzai.

“Perché ero l’unica per terra?” chiesi io con un filo di rabbia

“Perché sei l’unica che la usa di rado e non ha ancora imparato ad atterrare” disse mio fratello in tono compiaciuto.

“Siamo alla stazione?” chiesi io

“Si cara, dobbiamo attraversare il passaggio per il 9 e 3\4” disse mia nonna abbassando la voce. “Sono le 10:30, siamo in orario, forza sbrighiamoci” disse lei ricordandosi del tempo che passava.

Sui binari babbani erano presenti un sacco di persone stravaganti con valigette a seguito, stavo guardandomi in giro quando sbattei contro una schiena ampia.

“Teddy, non fermarti così all’improvviso” dissi io sfregandomi il naso, ma quando tirai su gli occhi non si trattava di Teddy ma di un signore con abiti scuri che mi fissava 

“Teodora, cosa fai, guarda avanti o ti perderai tra i babbani, la nonna ha preso due carrelli, sbrigati” disse Teddy prendendomi per il polso e trascinandomi dietro di lui, molta gente si voltava a guardarci in modo strano, nonostante avessimo abiti babbani, i nostri capelli non corrispondevano a colori “normali”, mio fratello, oggi, aveva i capelli azzurri e gli occhi marroni, mentre io avevo i capelli grigi con gli occhi verdi. Credo non siano proprio colori che esistano in natura, ma volvevo distinguermi e far vedere chi sono già dal primo giorno.

Eravamo arrivati davanti al muro che separava il binario 9 dal 10. Mio fratello stava mettendo il mio baule su un carrello.

“Forza, Teddy vai tu, veloce” disse mia nonna con le lacrime agli occhi. Mio fratello prese il suo carrello, fissando il muro e prendendo velocità sparì in mezzo al muro. Mia nonna fece un cenno a me di procedere e io imitai Teddy ma con gli occhi chiusi, ripresi fiato solo quando realizzai di aver passato il muro con successo, il mio timore era che dopo tanto fantasticare, la barriera mi respingesse perché non mi considerava una strega ma una creatura magica; mia nonna spuntò dietro di me toccandomi la schiena per portarmi avanti sul binario dove un enorme treno nero, stava sputando un fumo denso che ricopriva l’aria, il binario era pieno di genitori e figli felici che si abbracciavano o salutavano con la mano. Immaginai come sarebbe stato venire qui con mamma e papà, il loro abbraccio caloroso che mi sarebbe mancato nelle notti a scuola, riconoscere il loro odore fino a chilometri di distanza; un senso di tristezza mi afferrò le viscere, la voce di mia nonna mi richiamò alla realtà e mi fece percorrere un lungo tratto pieno di persone fino ad arrivare a vedere volti familiari. Erano arrivati prima loro al binario, Harry, Ron, Hermione e Ginny coi rispettivi figli. Mia nonna affrettò il passo prima di me, mettendosi al pari di mio fratello che già parlava con loro.

“Allora, ci pensate voi da adesso?” gli chiese mia nonna

“Certo Andromeda, vai pure” rispose Hermione con un sorriso

“Ok, scusate ragazzi ma ho cose da fare” disse lei e in tanto si allontanava gettandoci le braccia al collo e svanendo in mezzo alla folla

“Ma cosa, cioè, perché, all’improvviso” dissi io balbettando fissandoli

“I saluti sono sempre stati difficili” rispose Ron

“Io ora salgo sul treno” disse mio fratello con un gesto della mano

Io rimasi lì con loro per qualche minuto, e stavo parlando con Albus e Rose di quello che ci attendeva, finchè non ci richiamarono all’ordine.

“Avete tutto? Tutti?” disse Harry scrutando tutti e soffermandosi su di me

“Si” rispondemmo in coro

“Salite sul treno, forza! Non troveranno più posto se continuate a tenerli qui” disse Ginny mentre spingeva me, Albus, James e Rose sul treno e afferrò al volo Hugo che cercava di unirsi.

Eravamo appena saliti sul treno e ci eravamo fermati a guardarci per qualche minuto; dopo aver fatto tutti un grosso respiro profondo, ci avviammo tutti verso il corridoio, cercando un posto dove metterci a sedere, controllammo ogni scompartimento. Dopo 2 minuti James ci aveva lasciati e si era messo a sedere con dei suoi amici del secondo anno. Avevamo appena trovato uno scompartimento che era metà libero, che il treno cominciò a partire, ci sistemammo insieme a quei due ragazzi già seduti e guardammo dal finestrino il treno che si allontanava sempre di più e ci stava portando verso una nuova vita.









Chiedo scusa per il ritardo. questo doveva essere il capitolo sul viaggio in treno, ma visto che i treni sono sempre in ritardo ;) è diventato un capito sul binario. Grazie per la lettura e ci vediamo al prossimo capitolo :) (che sarà sul viaggio in treno e poi finalmente Hogwarts) . Spero che commentiate. Alla prossima.

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Capitolo 7
*** In viaggio verso la nuova vita ***


Eravamo tutti seduti da mezz’ora, ma nessuno di noi aveva ancora parlato. I due ragazzi che erano lì prima di noi, tenevano due gabbie sul grembo e da quando ero entrata nella cabina, gli animali non si muovevano più, chissà, avranno sentito il mio vero odore. Uno dei due fece notare all’altro la cosa. Io mi girai di scattò verso Albus e Rose, con lo sguardo gli feci capire di voler distogliere i due dall’argomento.
“Allora, non ci siamo ancora presentati, io sono Rose” cominciò lei
“Io Albus” proseguì lui
“Io mi chiamo Teodora” dissi io
I due ragazzi ci fissarono per qualche minuto senza dir una parola e noi ci stavamo pentendo di aver aperto bocca, quando all’improvviso, i ragazzi scoppiarono a ridere fragorosamente; io buttai un’occhiata per vedere se Rose e Albus avevano reagito come me e quando notai di aver ragione, tornai sui due di prima che nel frattempo, avevano smesso di ridere.
“Sappiamo già chi siete” disse il primo dei due
“Rose Weasley, Albus Severus Potter e Teodora Lupin” disse il secondo a gran sorriso
“Siete spaventosamente informati” gli fece notare Albus
“Si beh, la nostra mamma ci racconta molte storie” disse sempre il secondo
Fu allora che notammo tutti e tre che, i due, non erano solo molto informati ma, erano anche, fratelli gemelli, entrambi biondi con gli occhi verdi e la pelle molto chiara.
“Noi non sappiamo niente su di voi, vorreste essere gentili da illuminarci” dissi io, chiedendomi fino a che punto ci conoscessero.
“Io mi chiamo Lorcan Scamander, e lui è Lysander” spiegò.
Dopo le presentazioni cominciammo a discutere delle cose più banali, giusto per fare conversazione e dopo svariato tempo, ci concentrammo sull’argomento che per noi era fondamentale, o almeno in quel momento.
“Prima di salire sul treno mio padre mi ha rassicurato sullo smistamento” incalzò Albus
“Ah sì?!  Io non voglio saperlo, quasi quasi spero di non arrivare mai, solo per non saperlo” disse Rose con le mani sulla faccia
“Voi cosa ne pensate dello smistamento?” chiesi io rivolta ai gemelli
Lorcan e Lysander stavano guardando le nuvole fuori dal finestrino della cabina e avevano iniziato a contarle. Senza neanche guardarci bisbigliarono qualcosa, finchè non gridai per attirare l’attenzione dei due, che avevo capito, essere un po’ fuori di testa.
“Corvonero” risposero insieme
“Cosa?” domandai io, quasi irritata
“La risposta alla tua domanda, saremo smistati in Corvonero” rispose Lorcan
“Siete molto convinti per una decisione non vostra” disse Rose
“Non proprio Rose, vedi mio padre mi ha detto che il cappello parlante se hai una preferenza ne tiene conto, alla fine” la corresse Albus
“Beh, io vado a mettermi l’uniforme, Teodora vieni anche tu?” disse Rose
“Ma Rose siamo partiti da circa 5 ore, è ancora presto” le risposi io ma alla fine decisi di seguirla per non lasciarla sola
Dopo una ventina di minuti io e Rose tornammo dal bagno con i nostri vestiti in mano e le uniformi indosso, nella nostra cabina era seduto mio fratello, oltre ai ragazzi che avevamo appena lasciato per cambiarci.
“Teodora, vieni ho preso una brioche di zucca anche per te” disse Teddy, facendomi segno di sedermi accanto a lui
“Grazie, ma cosa ci fai qui?” chiesi io
“Non posso venire a trovare la mia sorellina e i suoi amici?” disse lui con aria irritante
“Non chiamarmi sorellina” dissi io con voce profonda e fare minaccioso
“Non prenderla così era uno scherzo, ma vedo che hai già conosciuto i figli di Luna” disse lui guardando i due gemelli
“Luna?” chiesi io ancora sulla soglia con Rose
“Luna Lovegood” rispose Albus “ho scoperto solo ora che fosse amica di mio padre, andava a scuola coi nostri genitori Rose” chiarì lui
Io e Rose ci mettemmo a sedere come prima, anche se io dovetti andare accanto ai due gemelli strambi, perché mio fratello, aveva preso il mio posto. Mio fratello rimase qualche oretta con noi prima di dileguarsi, durante quelle ore parlammo di tutto e di più. I gemelli, se ben strambi e immersi nel loro mondo di unicorni azzurri e nuvolette rosa, erano molto intelligenti e colti, avevano una storia su tutto e informazioni su ogni persona e animale magico che in quel preciso istante si trovasse sul treno con noi.
‘’ Visto che siete dei geni, non è che sapreste dirci anche tra quanto finisce questo viaggio immenso’’ chiesi io con fare anche garbato, nonostante mi scocci ammetterlo quei due mi stanno molto simpatici
‘’Arriveremo esattamente tra zero ore, quaranta minuti e cinquantasette secondi’’ disse Lorcan
‘’Mi stupisce che tu faccia ancora di questi errori fratello mio, hai scordato di calcolare il favore d’aria che abbiamo, quindi Teodora per l’esattezza mancano zero ore, quaranta minuti e cinquantasei secondi’’ lo corresse Lysander
‘’Solo a me è venuto mal di testa? ’’ chiese Albus scombussolato dal loro ragionamento
Dopo poco il treno iniziò a rallentare, lo stupore per le informazioni dettagliate dei gemelli era scomparsa almeno 6 ore fa, ora il mio cuore galoppava senza sosta, sentivo molto bene i respiri corti di Albus e Rose, erano sintomo di agitazione e credo che a Rose il cuore abbia mancato un colpo. Un prefetto entrò nel nostro scompartimento intimandoci di raccogliere la nostra roba e di dirigerci verso la porta più vicina, obbedimmo tutti senza fiatare. Davanti alla porta era presente un altro prefetto che bloccavo ogni tentativo di apertura della porta, cosa che alla fine fece lei quando il treno si fu arrestato completamente. Un enorme vocione richiamava l’attenzione degli studenti del primo anno, quindi, ci indirizzammo verso di lui anche se il suo aspetto ci faceva titubare, dopo poco che seguivamo quella ammassa di gigante, che da quel che avevo capito si chiamava Hagrid, il profilo dell’enorme castello illuminato apparve davanti a noi in lontananza, quello sarebbe stato il mio nuovo inizio, quella sarebbe stata la mia nuova casa, quella era Hogwarts. 
 


Chiedo mille volte scusa per l'enorme e immenso ritardo nel consegnarvi questo capitolo ma ho dovuto ottenere un nuovo pc, causa morte e decesso di quello precedente. Spero sia di vostro gradimento il capitolo sul viaggio in treno, ho pensato che l'inserimento dei figli di Luna avrebbe reso la cosa più interessante e meno scontata. Se avete suggerimenti e volete inserire qualche vostra idea tra i commenti sarò felicissima della cosa, come ad esempio, chi saranno i nuovi amici dei protagonisti, dove verranno smistati e ecc. Grazie di aver letto la mia storia e ditemi la vostra se vi va, buona notte :)

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Capitolo 8
*** Lo Smistamento ***


Il profilo della scuola era da toglierti il fiato, ci fermammo un attimo a visionare quello spettacolo a bocca aperta, prima di essere richiamati dal guardiacaccia. Condusse noi del primo anno, sulla riva del lago dove erano presenti un numero consistente di piccole barche, a quanto pare avremmo raggiunto la scuola attraverso il lago nero.  Una volta che fummo tutti sulle barche, cominciarono a muoversi autonomamente, sentivo il sospiro di stupore e meraviglia dei ragazzini nati babbani. Noi 5 stavamo dentro a quella barca per un pelo di unicorno, anche gli altri ragazzi erano in 4 o 5 sulle loro barche, tranne il guardiacaccia, lui ne occupava una da solo e avevo la netta sensazione che ci andasse anche stretto. Una volta che le barche si fermarono sulla riva davanti scuola, ci fecero scendere e raggruppare tutti davanti al portone sotto le scale di marmo. Una figura uscì dal castello, noi lo conoscevamo già era Neville, ma ovviamente qui per noi era solo un professore.
‘’Buonasera a tutti voi, ora vi accompagnerò nella Sala Grande dove i vostri nuovi compagni e i professori vi aspettano ansiosi per la cerimonia di smistamento’’ disse Neville con un sorriso rivolto a tutti gli studenti.
A sentire quel nome, il mio braccio venne afferrato al volo dalla mano di Rose che stava tremando come una foglia ma non era la sola, percepivo che anche Albus aveva accorciato il respiro e aumentato il battito. Iniziarono a far agitare anche me. Ci stavamo avviando quando Hagrid afferrò il braccino di Albus.
‘’Ti volevo solo ricordare il nostro appuntamento per il tè della prossima settimana, ovviamente vale anche per voi ragazze’’ disse Hagrid a voce sottile
‘’Certo’’ dissimo in coro tutti e tre
Ci accodammo alla fila dei nostri compagni che ormai si stava allontanando. Il mio cervello si azzero, come se qualcuno mi avesse annullato la capacità di pensare. Riuscivo solo a sentire la mano di Rose e il battito irregolare di Albus, non riuscivo neanche a percepire di che colore fossero adesso i miei capelli. Una volta entrati sentivo addosso molta pressione non che gli occhi di tutti, che commentavano i miei capelli azzurri, due ragazze parlavano del fatto di fare amicizia con me per avvicinare mio fratello; sentivo ogni cosa e fu la prima volta che il mio udito sensibilmente fino mi dava sui nervi. Mi accorsi che tutti si erano fermati giusto in tempo per non andare addosso ad una ragazza dai capelli neri corvino. La sala era enorme e preparata per l’occasione, gli studenti più grandi erano seduti a godersi lo spettacolo dei piccoli pulcini spaventati che erano in piedi davanti al tavolo dei professori ed un vecchio sgabello.
‘’ Buonasera a tutti, io sono la professoressa Mcgranitt e sono la preside, tra poco il professor Paciock vi chiamerà per la cerimonia dello smistamento e così potrete unirvi ai vostri compagni più grandi, per il tempo che starete qui la vostra casa sarà la vostra famiglia, grazie per l’attenzione’’ disse la preside e un applauso accompagno la sua conclusione
‘’ Teodora basta!!!’’ la voce di mio fratello mi arrivò chiara e forte alla orecchie, mi girai per cercare il suo volto amorevole ma non lo vidi ‘’Cerca di calmarti, hai già fatto tutti i colori dell’arcobaleno e ora stai ricominciando, focalizza e controllati’’ finì lui. La mano andò a toccarmi i capelli, non mi stavo rendendo conto di cambiargli colore.
‘’Ok ragazzi, allora io dirò il vostro nome e verrete a sedervi, vi metterò il Cappello Parlante sulla testa e vi unirete alla vostra casa’’ ribadì il professor Paciock  
Albus fu il quinto ad essere chiamato dal professore e nessuno parlò più nella sala. Gli misero il Cappello Parlante sulla testa e quando pronunciò Serpeverde, il sangue mio e di Rose si gelò ma credo anche quello di Albus, lo mise in piedi Neville perché lui sembrava incollato allo sgabello e andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde, accanto a lui c’era Malfoy, e io sussurai a Rose.
‘’Che speranza posso avere io, Albus è finito tra le serpi e suo padre ha sconfitto Voldemort, io sono un lupo, per la barba di Merlino, uccido a vista durante la luna piena’’ dissi io rivolta a Rose
‘’Anche tuo padre, ma lui era un Grifondoro, non vuol dire e tu lo sai’’ ribatte Rose.
‘’Teodora Lupin’’ disse a gran voce il professore, io sobbalzai dallo spavento e con le gambe tremanti mi diressi pian piano allo sgabello sperando di non arrivare mai. Mi appoggiai appena allo sgabello per paura di non riuscir più ad alzarmi come Albus, il Cappello Parlante scese sulla mia testa oscurandomi un po’ la vista di Rose. Nelle mie orecchie risuonava la voce del Cappello.
‘’Ah una Lupin, si bella testa complimenti e tranquilla il tuo segreto è al sicuro con me, assomigli molto a tuo padre vedo ma anche a tua madre, tuo fratello l’ho messo tra i tassi ma tu sei molto difficile troppe personalità però ho un’idea e non sbaglio mai quindi...’’ disse il Cappello facendo una pausa nella quale persi un battito e mi aggrappai allo sgabello ‘’….Grifondoro!!!’’ gridò lui a tutta voce e mi sciolsi sopra lo sgabello con un sorriso e gli applausi del tavolo mi andai a sedere tra di loro. Mi girai immediatamente verso Rose che era ancora lì in piedi ad aspettare e tremava, erano rimasti anche la ragazza coi capelli corvini che avevo evitato di travolgere ed anche Lysander e Locarn. Neville chiamò la ragazza e io buttai un occhio affranto ad Albus al tavolo delle serpi e lui mi ricambiò, mi chiesi com’era stato possibile; avrebbe dovuto essere il contrario, lui ora era nella tana del lupo e io ero in mezzo agli agnellini cercando di mimetizzarmi. Quando chiamarono il nome di Rose, entrambi ci voltammo e dopo poco Rose camminava verso il mio tavolo, tra i Grifondoro e io mi alzai ad abbracciarla, perché ancora non aveva smesso di tremare e ora lacrime di gioia le rigavano il volto. Gli ultimi erano Lysander e Locarn che finirono molto velocemente tra i Corvonero, non sapevo neanche se ero stupita ma loro ci mandarono uno sguardo da ‘avete visto che avevamo ragione’ e la cosa mi fece al quanto ridere. Iniziò la cena e iniziammo a parlare col resto dei nostri compagni, sempre con un occhio puntato verso Albus che poverino non era rimasto vicino a noi, solo, ad affrontare la cosa che gli faceva più paura in assoluto dello smistamento.
‘’Sai che il Cappello Parlante mi stava dicendo che è diventata noiosa Hogwarts perché formata al 90% da noi Weasley, ha fatto che raramente trova gente interessante da smistare ormai, era tentato di mettermi tra i corvi ma poi ha detto di essere un tipo attento alle tradizione e quindi, preferisce abbinare noi rossi al rosso. Non capivo se dovermi offendere o meno’’ mi spiegò Rose
‘’Gli piace stra-parlare a quel coso’’ dissi io
‘’Non ci fate troppo caso, gli piace prenderci in giro e se è subito convinto della sua scelta inizia a parlare un po’ per allungare il tempo, è solo un esibizionista’’ intervenne James.
La cena finì tra sorrisi e risatine e notai molto volentieri che anche Albus si stava divertendo a parlare coi suoi nuovi compagni, tutto sparì dal tavolo molto velocemente e la preside si alzò.
‘’Molto bene, spero che il banchetto sia stato di vostro gradimento. Volevo ricordare che la foresta proibita è vietata a tutti gli studenti, credetemi non ci sono creature amichevoli lì. Gli studenti del primo anno verranno scortati nelle loro stanze dai prefetti della loro casa, i vostri effetti sono già tutti ai loro posti, buonanotte a tutti’’ disse la professoressa, appena finì il suo discorso tutta la Sala Grande si alzò e gli studenti iniziarono ad uscirne, io e Rose trovammo il prefetto che radunava i ragazzi per fargli strada.
‘’Seguitemi primo anno’’ disse lui avviandosi fuori dalla Sala e andando su per le scale, dopo la seconda rampa di scale, ci disse di stare attenti perché le scale si muovevano di continuo, non finì la frase che si mossero davvero e io per non cadere mi dovetti aggrappare alla maglia di Rose.               ‘’La sala comune e i dormitori si trovano sulla torre, questa è una via molto diretta’’. Arrivammo in cima e non vidi altro che una serie di quadri di varia misura, tra cui uno molto grande di una signora paffuta con una corona di fiori e una tunica addosso. Lei chiese la parola d’ordine e il ragazzo rispose prontamente e poi si rivolse a noi ‘’Meglio ricordarsela se non volete dormire sulle scale, può cambiare quindi informatevi’’.
 Entrammo carichi di stupore dentro il passaggio che nascondeva il quadro; dentro questa stanza che presentava un paio di poltrone davanti ad un camino e qualche tavolino, erano appesi tutti dei manifesti di benvenuto e i colori richiamavano quelli dello stemma della casa.
‘’I dormitori sono su per queste scale, in fondo a sinistra per i ragazzi e a destre per le ragazze, è vietato violare il coprifuoco, non violate le regole o ci verranno tolti punti, buonanotte’’ ci congedò il prefetto. Io e Rose ci fissammo e seguimmo gli altri su per le scale, mentre passavamo davanti al prefetto, mi sentivo i suoi occhi puntati addosso. La giornata era stata molto lunga quindi trovammo il nostro letto e nessuno obbiettò ma si mise a dormire subito.




Buonasera a tutti, grazie ai miei lettori. spero come sempre, che questo capitolo vi piaccia. Volevo far presente che per i personaggi sto cercando di attenermi il più possibile alle informazioni sul carattere che trovo, ma ci saranno variazioni di età per alcuni perchè per la mia storia servono magari più grandi o più piccoli di quanto in realtà non sarebbero. 

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Capitolo 9
*** TU non sei la mia famiglia! ***


Spalancai gli occhi, quando la luce infranse il vetro della finestra, mi misi a sedere talmente veloce che la testa cominciò a girarmi. Non era stato un sogno, ero veramente qui, nel letto a baldacchino del dormitorio femminile di Grifondoro, insieme a Rose. Mi chiedevo solo se Albus stesse bene, chissà come aveva passato la sua prima giornata tra le serpi, glielo avrei chiesto più tardi, questo è sicuro. Nella stanza si svegliarono tutte a poco a poco, ignoravo i nomi delle altre ragazze ma la sera prima non avevamo le energie per presentarci, le avrei conosciute, ma forse, per farle stare più sicure è meglio che non mi conoscessero affatto. Mi alzai e cominciai a prepararmi, una volta vestita, mi misi davanti allo specchio dove mi pettinai i capelli e li feci diventare biondi e i miei occhi color verde.
‘’Come hai fatto? ’’ mi chiese una delle ragazze che si stava preparando insieme a me
‘’Oh sono una metamorfomagus, posso modificare il mio aspetto secondo la mia volontà o il mio stato d’animo, sono nata così non so come ci riesco’’ dissi io
‘’Che bello! Comunque io sono Priscilla Thomas’’ disse lei allungandomi la mano
‘’Ah piacere, io sono Teodora Lupin’’ dissi io ricambiando il saluto, poi notai che Rose era accanto a me e si presentò anche lei alla ragazza.
‘’Beh visto che ci stiamo presentando, io sono Savannah Quickly’’ disse la ragazza coi capelli castani che si stava allacciando la camicia
‘’Il mio nome è Mary Jeanne McCarter, sono nata babbana’’ si presentò l’ultima ragazza ancora seduta sul suo letto a baldacchino con i capelli legati e la camicia da notte.
Una volta pronte ci avviamo insieme giù per le scale, anche se poi le altre si persero in sala comune, Rose ed io procedemmo lungo il passaggio del quadro e uscimmo nel corridoio dirette alla Sala Grande. Sull’ultima rampa di scale mio fratello mi placcò con un enorme abbraccio pieno di gioia.
‘’Complimenti sorellina, sono fiero di te’’ disse lui tenendomi abbraccia
‘’Ok, Teddy mi stai soffocando e poi ci fissano tutti, puoi smetterla?!’’ dissi io sciogliendomi dall’abbraccio
‘’Ti vergogni di tuo fratello? ’’ chiese lui ironico
‘’Facciamo tardi per la colazione, andiamo Rose, guarda c’è Albus’’ dissi io cambiando argomento e così corsimo verso di lui, ma non era solo.
‘’Ciao ragazze, come state? Dormito bene? ’’ disse lui con un sorriso
‘’Noi? Come stai tu! ‘’ribadimmo io e Rose in coro
‘’Io sto bene, non vi preoccupate, non mi aspettavo quella risposta ma mi trovo bene fino ad adesso, lui è Scorpius Malfoy, un mio compagno di casa’’ disse lui
‘’Io sono Rose Weasley, piacere di conoscerti’’ disse lei cordialmente con un gran sorriso
‘’Io sono Teodora Lupin’’ dissi io molto meno amichevole
‘’Tu…sei mia…. cugina’’ disse lui sorpreso, ed anche Rose ed Albus erano sorpresi, non era una cosa a cui accennavo volentieri
‘’Già ma, solo di in teoria’’ dissi io con un sorrisino di irritazione
‘’Perché in teoria? ’’ mi chiese lui
‘’Beh ma, perché in pratica tua nonna ha ignorato l’esistenza della sua stessa sorella per anni, finché l’intera famiglia non si è unita a Voldemort per aiutarlo a creare una guerra che mi ha reso orfana’’ dissi io sempre con quel sorrisino irritante misto rabbia. ‘’Vieni Rose mi è venuta molta fame’’ dissi io prendendole il braccio ‘’Ci vediamo Albus, ciao CUGINO’’ l’ultima parola prima di allontanarmi uscì quasi come un ringhio soffocato.
Io e Rose ci andammo a sedere dove nel frattempo si erano riuniti tutti gli altri per fare colazione. Non avevo neanche più fame, mi si era chiuso lo stomaco, mi dispiaceva essermela presa con Scorpius in fondo lui non c’entrava nulla, però non sopportavo che si prendesse subito così tanta confidenza descrivendoci come una famiglia, perché ci avevano tagliato fuori visto che mia nonna aveva sposato un mezzosangue e poi avevano distrutto la nostra famiglia con ogni mezzo a loro disposizione. Decisi di alzarmi e andarmi a fare una passeggiata nei giardini intorno alla scuola.  Sulla riva del lago nero mentre guardavo il sole che saliva lento ma inesorabile nel cielo, mio fratello e un suo amico mi si affiancarono.
‘’Sei stata crudele con lui prima, non è colpa sua’’ disse Teddy con voce sottile
‘’Si beh neanche mia’’ dissi io giustificandomi
‘’Sai, questo potrebbe essere il momento per riallacciare i rapporti’’ ribadì lui
‘’Si beh dimmi se ti riesce, secondo te perché il Cappello ha preso questa decisione? ‘’ chiesi io a mio fratello, facendomi ancora domande sullo smistamento
‘’Il Cappello sa chi sei davvero, ti smista secondo doti che hai e che potrai avere, certo ci sono stati casi nella quale si pensi abbia sbagliato ma non è così, questo è sicuro. Teodora ti vorrei presentare un mio amico, nonché tuo prefetto, Louis Weasley’’ ribadì lui, ricambiando argomento un’altra volta
‘’Si ci siamo visti ieri per la guida ai dormitori’’ disse lui squadrandomi
‘’Sei un Weasley? ‘’ chiesi io, chiedendomi quale dei tanti
‘’Si, sono il figlio di Bill e Fleur’’ disse lui ‘’Siete entrambi metamorfomagus! Interessante! Diciamo che ieri non si poteva non notare mentre aspettavi il tuo turno’’ ribadì lui sempre serio.
‘’Beh ora devo andare in sala comune’’ salutai e me ne andai di corsa, quel tipo era inquietante, mi guardava storto da ieri e sempre fisso negli occhi, nota per me, non stargli vicino. 






Vorrei fare un paio di annotazioni. la prima vorrei che fosse chiaro a tutti che non ho nulla contro le serpi, anzi che sono una di loro hahaha solo perchè qui descrivo la casa in maniera non proprio positiva non ve la prendete serpi, perchè la penso diversamente. la seconda, come compagne di stanza delle nostre ''eroine'' ho deciso che ci voleva almeno un'altro fantasma di personaggio noto, quindi ho deciso di dare a Dean Thomas una bellissima figlia perchè si! hahaha le altre sono inventate di sana pianta. la terza cosa e ultima, il figlio di Bill e Fleur sarebbe molto più piccolo di come io l'ho messo nella mia storia, ma come avevo detto in precedenza ho modificato date e ingressi in scena perchè mi servivano per la mia storia così.  A parte queste precisazioni, ringrazio i miei lettori, come sempre, e chi vuole lasciare un commento positivo o negativo che sia, lo leggerò molto volentieri. Grazie.

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Capitolo 10
*** Si comincia! ***


I dormitori mi davano quel senso di tranquillità di cui avevo bisogno in quel momento. Mi stesi sul letto e guardai il soffitto per un’oretta buona finché non arrivò Rose, che mi riportò alla realtà.
‘’Per la barba di Merlino, cosa ci fai qui? ’’ chiese Rose stupefatta
‘’Mi rilasso, non avevo molta fame dopo quell’incontro spiacevole’’ dissi io alzando la testa e appoggiandomi sui gomiti
‘’Non essere così dura, sai perfettamente che lui non ha colpe, ti posso capire ma perché non provi a conoscerlo, forse….forse lui è diverso dal resto della sua famiglia’’ disse lei
‘’Si…forse, anche se ci sono poche probabilità’’ ribadì io
‘’Alzati e aiutami a trovare i nostri orari delle lezioni, cominceranno nel pomeriggio e non voglio far tardi perché non so dove andare’’ disse lei e io scoppiai a ridere ‘’lo trovi così divertente? ‘’ chiese lei
‘’No ma mi hai ricordato tua madre’’ dissi io sorridendole, lei alzò lo sguardo e mi ricambiò il sorriso continuando a cercare nel suo baule
Iniziai anch’io a darle una mano, rovistammo ovunque e ribaltammo tutta la stanza, finchè non arrivarono le altre in stanza.
‘’Che cosa state facendo? ‘’ chiese Priscilla
‘’I nostri orari delle lezioni, li avevamo messi nello stesso baule così li avremmo trovati subito ma…’’ spiegò Rose
‘’…ma non li troviamo più’’ conclusi io
‘’ Ah, forse sono questi, ho trovato due foglietti sotto il tuo letto stamattina, credo vi siano caduti quando avete tirato fuori le uniformi’’ disse Savannah allungandoci due foglietti
‘’Grazie mille, ci hai salvate’’ disse Rose afferrandoli
‘’Come prima lezione abbiamo Storia della Magia e poi abbiamo Volo e Incantesimi’’ dissi io guardandoli da sopra la sua spalla
‘’Mi sembra interessante! ‘’ disse Mary Jeanne ‘’Andiamo’’ concluse lei
Annuimmo tutte in risposta e ci avviamo in sala comune che, ora, si stava riempiendo di studenti che tornavano dalla colazione o di chi, come noi, già stava recandosi a lezione, dopo aver attraverso il dipinto della signora Grassa ci dirigemmo dritte in aula.
Eravamo arrivate abbastanza presto per la lezione ma erano già presenti alcune persone oltre a noi, principalmente Cornonero e due ragazze di Tassorosso, dopo cinque minuti il corridoio davanti l’aula era pieno di studenti del primo anno, individuavo Albus in mezzo alla folla ma era troppo in fondo per poterlo raggiungere, una volta che il professore aprì la porta ci fu una lotta per ottenere i posti migliori. Le vittime in prima fila si pentirono molto presto, per la verità tutta la classe si pentì di essere andata a lezione quel giorno, si scoprì molto in fretta che Storia della Magia era una materia noiosa, infatti più di metà della classe si era addormentata e i rimanenti non stavano ascoltando, proprio come facevo io; l’unica che prestava attenzione era Rose, che prendeva copiosi appunti di ogni sillaba pronunciata dal professore. Nessuno fu triste quando la campanella suonò la fine della lezione e l’inizio del pranzo. Tra la folla l’atmosfera era frizzante ed energica, ogni studente parlava delle lezioni; il cielo che ci offriva la Sala Grande era sereno e pieno di nuvole bianche. Una volta concluso il pranzo, uscimmo nel giardino interno dove Madama Boom ci stava aspettando e dove aveva preparato due file parallele di manici di scopa.
‘’Venite avanti e mettetevi alla destra della vostra scopa poi gridate SU’ “disse Madama Boom
Non ci fu bisogno di ripeterlo un’altra volta ognuno di noi era già in posizione per cercare di afferrare la sua scopa. Questa prima lezione non fu tanto emozionante l’unica cosa a cui ci limitammo fu sollevarci per aria per circa un minuto e poi ritoccare terra. Personalmente, preferisco avere i piedi saldamente legati a terra, il mio essere lupo preferisce la terra all’aria, imparerò lo stretto necessario per non cadere dalla scopa ma dubito la userò spesso. L’ultima lezione, ovvero, quella di incantesimi non fu tanto meglio, anche se fu quella che in tutta la giornata avevo preferito, essendo la prima volta infatti il professore ci fece più che altro sventolare le bacchette a vuoto per insegnarci il modo corretto di scagliare un incantesimo.
Dopo cena, non mi diedi neanche il tempo di aprire la porta della stanza che già ero stesa a letto, l’unica che era salì con me fu Savannah, le altre rimasero in sala comune, credo che Rose stesse controllando i suoi appunti e le serviva molta luce, mentre, Mary Jeanne e Priscilla stava spettegol…..
Non feci neanche in tempo a finire il mio pensiero che mi addormentai, ero talmente stanca che non mi accorsi neanche di quando le altre rientrarono in camera, proseguendo nel mio riposo fino all’indomani.




ringrazio sempre e comunque chi mi continua a seguire, se volete darmi consigli per migliorare o lasciare un commento ne sarò molto contenta. PS: dal prossimo capitolo faremo un balzo temporale di circa un mese o forse due. ciao a tutti! 

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Capitolo 11
*** L'ombra della luna ***


Quella mattina avevo già le energie a zero, di solito ero la prima ad alzarmi e ad andare a lezione, quel giorno rimasi a letto, e con l’aiuto di Rose, feci credere alle altre di avere l’influenza e che non sarei andata a lezione. Quella notte sarebbe comparsa la luna piena e io ero circondata da studenti, insegnanti e da gufi, non sapevo come avrei affrontato la cosa, forse l’unica idea sensata sarebbe stata andare subito nella foresta correndo il più lontano possibile da qui e passare questa notte fuori. Questa opzione mi sembrava la più ragionevole, quindi decisi di metterla in atto ma come uscire senza farsi vedere. Decisi di uscire dal portone, ero quasi alla fine delle scale e per ora non avevo incontrato nessuno, credevo di essere salva ma quando spalancai il portone mi trovai davanti la professoressa McGranitt. Ero stata beccata, avevo poca forza per scappare, le mie difese umane erano state assorbite dalla luna, mi appoggiai al portone per reggermi in piedi.
‘’Seguimi nel mio ufficio, dobbiamo parlare’’ disse la preside, passandomi avanti ed entrando nel castello
Una volta arrivate nel suo ufficio, mi fece sedere di fronte a lei, dietro la scrivania.
‘’Professoressa, io stavo…facendo un giro…perché non sto bene oggi’’ dissi io cercando di difendermi ancora prima di sentir l’accusa
‘’Lo vedo e ne conosco anche le ragioni, ecco perché sapevo che non eri a lezione, ecco perché ci tenevo a parlarti e scusarmi di non averlo fatto in un altro momento’’ disse la preside
Mise sulla sua scrivania una boccetta di liquido giallastro, io la guardai incuriosita e poi la presi.
‘’Quello che vedi lì, è una pozione, la usava anche tua padre, aiuta a controllare i sintomi portati dalla luna, la preparerà apposta per te il Professor Lumacorno ogni mese’’
‘’La ringrazio Professoressa’’ dissi io con le lacrime agli occhi
‘’Non abbiamo ancora finito, seguimi ti devo mostrare un posto’’ disse la professoressa alzandosi e dirigendosi verso la porta del suo ufficio
Stavamo ripercorrendo i nostri passi fino alla porta d’ingresso, giù per i scalini di marmo ed eravamo in cortile ma la preside ancora non si fermò. Proseguiva dritto verso un enorme albero, ero appena fuori dal giardino, prima della capanna di Hagrid, pochi vengono qui. La preside si fermò a parecchi metri di distanza dall’albero, mi spiegò che mio padre si rifugiava lì dentro insieme ai suoi amici durante la notte di luna piena. Mi spiegò anche le caratteristiche della pianta e come riuscire a fermarla.
‘’Questo albero è stato creato apposta per tuo padre ed è perfetto per lo scopo, visto che chiunque si avvicini al Platano Picchiatore viene aggredito e si allontana il più possibile, questo te lo posso assicurare’’ disse la professoressa accennando ad un mezzo sorriso
‘’È perfetto professoressa McGranitt, la ringrazio ’’ ringraziai io
‘’Credo che tu possa andarci fin da subito se lo ritieni necessario, la pozione è fondamentale invece che la prendi al tramonto così potrà mantenere il suo effetto tutto la notte’’ disse la professoressa
‘’Grazie professoressa, salgo a prendere un paio di cose in camera mia e poi mi rinchiuderò qui’’ dissi io lasciando indietro la preside mentre tornavo a gran passo verso il castello
Entrai con discrezione dal portone perché sapevo che non avrei dovuto essere lì a girovagare, corsi verso le scale e feci i gradini molto velocemente, quando percepì una presenza, degli occhi che mi fissavano nell’oscurità, soffocai un ringhiò di colpo e la cosa mi fece stare ancora più male di quanto non stessi già, arrivai in camera quando le gambe smisero di funzionare e crollai sul pavimento della stanza e persi coscienza.


Salve a tutti, allora pronti per la luna piena?! :) ringrazio chi continua a seguirmi e ci vediamo al prossimo capitolo. il capitolo è un pò corto ma mi rifarò al prossimo.

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Capitolo 12
*** Un cane in gabbia ***




Salve prima di iniziare ho da fare una piccola premessa, il capitolo sulla notte di luna piena l'ho diviso in due perchè altrimenti sarebbe stato troppo lungo e mi avreste odiata. Buona lettura


Sentivo una voce in lontananza, non capisco cosa dica, ma mi sta chiamando? È il mio nome quello che sento?
Nella stanza erano entrate le altre di ritorno dalle lezioni della giornata, Rose era stesa su di me e mi chiamava con sguardo preoccupato. Tornai in me, aprendo gli occhi notai che la mia vista era offuscata ma non migliorò molto col tempo, riconobbi il volto di Rose sopra di me.
‘’Cosa ci fai qui? Il sole sta già calando, pensavo andassi nei boschi’’ disse lei sussurrandomi all’orecchio, in modo che le altre non sentissero
‘’Sono svenuta, veloce alzami e aiutami ad uscire dal castello più furtivamente possibile’’ dissi io che realizzai in quel momento di essere nella mia stanza e la luna sarebbe sorta a minuti
In un attimo mi tirò in piedi e mi sorressi a lei per non cadere, lo sguardo delle altre era di preoccupazione ma nessuna si mosse, con la scusa di portarmi in infermeria uscimmo dalla stanza, con un lampo di memoria, mentre a fatica facevamo i gradini che portavano alla sala d’ingresso, mi ricordai della boccetta contro il dolore che mi aveva dato la preside così iniziai a cercarlo tra i vestiti, quando pensai di averlo perso ecco che finalmente, con gran sollievo, mi venne in mano. Svuotai la boccetta in un secondo, ovviamente l’effetto non era immediato, quindi continuai a provar dolore. Lungo l’ultima rampa di scale incontrammo Albus che ci veniva incontro.
‘’Per la barba di Merlino, sei ancora qui?! Ti credevo già irraggiungibile a quest’ora, non hai una bella faccia’’ disse lui guardandomi
‘’Ringrazia la luna per questo, ora non posso parlare, devo uscire subito, la trasformazione inizia tra 2 minuti, ora voi distraete quelli nell’atrio e io uscirò dal castello’’ dissi io per far concludere la conversazione in fretta, avevo bisogno dei miei amici e sapevo che mi avrebbero aiutato
‘’Ma noi vogliamo venir con te’’ dissero in coro, il mio sguardo e il mio ringhiò appena accennato gli fecero capire che non avevamo tempo per questo
I due si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi misero in atto la loro piccola recita, fecero finta di litigare in modo che tutti gli prestassero attenzione, la faida tra serpeverde e grifondoro durava fin dalla fondazione quindi nessuno si insospettì della cosa. La lucidità era sparita del tutto quando varcai la soglia del castello e corsi, quasi a quattro zampe, verso il Platano Picchiatore, la pozione iniziò a far effetto così il dolore divenne sopportabile, quando gli fui davanti ero completamente trasformata. Imitai le mosse che quel mattino la professoressa mi spiegò ed entrai nell’albero attraverso una buca bassa e ben nascosta, era una specie di tunnel buio e umido.
Il tunnel era molto lungo ma fu facile percorrerlo e alla fine sbucai in quella che aveva tutta l’aria di essere una casa molto vecchia e malandata, su una cosa ero certa non ero più nei pressi del castello, da quel che mi aveva spigato la Mcgranitt questo posto venne battezzato come Stamberga Strillante perché creduta infestata dai fantasmi, invece era mio padre a fare quei lamenti. I cittadini di Hogsmeade saranno felici di sapere che i ‘’fantasmi’’ sono tornati alla Stamberga.
Decisi di accucciarmi in terra vicino a dei graffi di artigli, in una stanza molto vecchia con un letto sfondato e un tavolino, improvvisamente mi sentivo perdere le forze.
Quando riuscii a riaprire gli occhi, vidi come prima cosa i segni degli artigli, non tutti erano di lupo ma non feci fatica a riconoscere quelli lasciati da mio padre, appoggiai i miei artigli sul segno inciso su questo muro vecchio e lo ripercorsi fino alla fine. Stanotte lui era con me, sentivo la sua presenza in questo posto, lo sentivo vicino, quasi come se fossi tra le sue braccia calde e affettuose di padre, mentre mi ripeteva che sarebbe andato tutto bene e che non avrei fatto male a nessuno. Passarono altre ore nella quale mi cullai dolcemente in una memoria inesistente ed irreale di mio padre, finchè, non sentì la presenza di altri lupi nelle vicinanze allora mi destai dal mio ‘’letargo’’. Era una conoscenza comune che i lupi erano molto territoriali e che anche i branchi nomadi non entravano mai nelle vicinanze di un altro lupo, certo i solitari erano presi molto di mira in quanto non avevano la protezione del branco e venivano considerati come dei traditori. Esisteva una sola ragione che poteva portare lupi nella stessa zona, una battaglia per il territorio, se un branco era interessato ad un territorio occupato combatteva l’occupante fino ad ucciderlo o sottometterlo.
Un capo branco emise un ululato, quando questo accadeva era difficile non rispondere, l’istinto dei lupi tendeva ad assecondare il capo e a rispondere alla chiamata, soprattutto i solitari, in quanto essendo senza capo erano più vulnerabili ai richiami degli Alpha.  Il suono di quel ululato mi fece sobbalzare e dovetti mettere le mani davanti alla bocca per non aver la tentazione di rispondere, il giallo dei miei occhi brillò, invocato dal richiamo e dalla penetrante luce lunare che in quel momento mi colpiva. Il dolore nel soffocare un ululato era sempre molto forte nonostante la pozione bevuta, se in quel momento avessi emesso anche un banale ringhiò sarei stata individuata subito dai lupi vicini e non avrei potuto far molto per tener testa ad un intero branco, non essendo neanche un lupo completo, avrei potuto usufruire della magia ma dopo poco più di un mese di lezioni non sapevo far molto. Il capo branco ululò di nuovo e le mie iridi si illuminarono più di prima, provai a trattenermi ma non fui capace di resistere emisi un ululato forte ma strozzato perché mi resi conto benissimo che mi ero rovinata con le mie mani o zampe, i miei artigli affondarono nel pavimento della stanza facendo un profondo taglio nel legno.
Rimasi ad occhi chiusi aspettando che quei lupi mi trovassero, quando aprì gli occhi fui quasi delusa di non veder un branco famelico pronto ad assalirmi ma il peggio era che al loro posto c’era l’ultima persona che volevo vedere, Zakaria. La sua trasformazione era completa, era un lupo alto quasi due metri con il pelo nero e gli occhi di un giallo così intenso che anche la luna non osava riflettercisi, ma quando mi fu davanti decise di riacquistare la sua forma umana o meglio la sua capacità di dialogare. Un’altra differenza che distingueva gli Alpha dagli altri lupi, era che il capo branco durante le notti di luna piena poteva decidere di riacquistare la sua forma umana mentre ai lupi comuni tale scelta era negata.
‘’Ciao gattina’’ salutò lui con un ghigno divertito sulla faccia
‘’Per Merlino! ’’ dissi io cercando di mettermi in piedi senza risultati e così diedi a lui l’occasione di vedere una smorfia di dolore
‘’Chi? ’’ chiese lui con faccia interrogativa, il ghigno sul suo volto si spense velocemente quando notò il dolore che stava sul mio. ‘’Ti fa molto male? ‘’ chiese lui mettendosi al mio livello
‘’Ovviamente’’ risposi io con fare rude e un ringhiò ben incisivo. ‘’Cosa fai qui? Dovresti essere a sorvegliare che mia nonna sia al sicuro ‘’ dissi io guardandolo negli occhi
‘’Tua nonna sta bene ed è sorvegliata da Browly, non devi preoccuparti’’ disse lui
‘’MIA NONNA STA CON BROWLY?! SECONDO TE COME FACCIO A STAR TRANQUILLA ‘’ dissi io arrivando ad un piccò di arrabbiatura mai provato prima
‘’Tornerò all’alba e non ti preoccupare se a tua nonna mancherà anche solo un capello ucciderò Browly con i miei stessi denti’’ disse questa frase serenamente come se parlasse del tempo
‘’Non hai risposto all’altra mia domanda, che cosa ci fai qui? ‘’ chiesi io
‘’Sono sonnambulo’’ disse lui abbassando lo sguardo e fissando il pavimento
‘’Zakaria’’ dissi io fissandolo di sbieco
‘’Gita turistica’’ ribadì lui sempre fissando il pavimento
‘’Zakaria’’ dissi io ancora più forte, sapevo che stava mentendo e volevo che mi dicesse la verità
‘’Oh e va bene…passeggiata al chiaro di luna’’ stavolta il suo tono era diventato un sussurro
‘’ZAKARIA’’ dissi io ringhiando e intimandolo di dirmi la verità
‘’Ok, va bene, ti ho seguita, sei contenta? Ti pedino da quando hai preso quello stupido treno che ti ha portata a chilometri da casa, ho provato a resistere e a star lontano ma stasera non ci sono riuscito, mi sono ricordato della prima volta che venisti nel bosco, ci incontrammo lì tu avevi appena 5 anni ed eri così piccola e così spaventata, così bisognosa di protezione che io…’’ si bloccò all’improvviso, preso dal momento si era fatto scappare più parole di quelle che avrebbe voluto, mentre le diceva non si era neanche accorto di essersi alzato e di aver girato la stanza per finire a sedersi accanto a me più vicino di quanto non fosse prima. Mi misi seduta composta, anche se con difficoltà, questo lo fece allontanare un po' da me.
Il silenzio era calato ormai da 10 minuti, non sapevo cosa gli fosse preso ma avrei voluto che scegliesse di concludere quella frase. Una fitta mi colpì come se qualcuno avesse usato ferri roventi e me li avesse messi in gola. Mi piegai in due cercando di soffocare il dolore, lui mi si avvicinò ancora.
‘’Non sopprimerlo, libera il lupo, si fiera di come sei, ulula alla sorella luna’’ disse lui cercando di farmi coraggio
Il nodo che stavo cercando di creare, si liberò in un rantolo di dolore e frustrazione ed emisi un lamento, più che un ululato. Caddi distesa sul pavimento, senza fiato e senza voglia di alzarmi.
‘’Vattene’’ dissi io a denti stretti e con le lacrime agli occhi ma senza girarmi nella sua direzione per non darlo a vedere
‘’Ma non vedi cosa ti hanno fatta diventare? Sei un cane che loro tengono in gabbia per comodità e perché hanno paura che tu possa fargli del male ’’ disse lui cercando di sembrare meno rude possibile
‘’Non è vero’’ sussurrai con voce strozzata perché non riuscivo ad emettere suono migliore
‘’Sai che è vero, perché ogni notte di luna a casa venivi nei boschi? Era per sentirti libera e protetta, venivi legata come un animale e adesso non è diverso; hai solo cambiato luogo di prigionia Teodora, credi di poter essere come loro e credi di poter diventare una strega ma in fondo al tuo cuore sai qual è la vita che vuoi, non devi questo ai tuoi genitori, vieni con me, andiamo via insieme’’ disse lui con tono di rimproverò
‘’Questo posto era suo sai?! Si distendeva su questo pavimento anche lui e soffriva, lui è stato qui e ne ha fatto un rifugio per sette anni e intendo farne lo stesso. Mi ricordo quella notte, quando ci incontrammo per la prima volta, avevo paura ed ero sola e…. nulla è cambiato da allora’’ dissi io con voce distesa e calma distesa su quel pavimento a fissare il muro mentre le lacrime che avevo provato a trattenere mi rigavano il volto






Salve a tutti, noto già un pò di tempo che il numero dei lettori sta calando notevolmente e la cosa mi dispiace parecchio, vorrei ringraziare tutti quelli che mi seguono ancora e spero gradiate il capitolo. in questa parte vediamo il nostro amichetto capo lupo che torna alla carica con un grande istinto protettivo e la nostra protagonista che soffre molto non solo per la luna ma anche per la figura del padre mancante. secondo voi come evolverà la relazione tra i due? la nostra amica troverà un pò di equilibrio nella sua vita?
PS: il nostro prefetto tornerà anche lui nei capitoli successivi, ovviamente sto parlando di Lousi Weasley (figlio di Bill e Fleur) che nutrirà non poca curiosità per la nostra protagonista. 
ditemi cosa ne pensate con un commentino e secondo voi come evolverà la storia, grazie e buona notte ;)

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Capitolo 13
*** Fratello Sole e Sorella Luna ***


Ero ancora distesa su quel pavimento a pensare e Zakaria si era fatto vicino a me senza proferire più parola. Ormai mancava solo due ore all’alba e mi stupivo che lui fosse ancora qui con me, era così raro che un capo branco abbandonasse i suoi nel giorno di luna piena, soprattutto per andare da una meticcia qualsiasi. Non avevo pensato un granché a come avrei fatto la mattina, quando l’intero castello si fosse svegliato e io avrei dovuto non dare nell’occhio mischiandomi con gli altri tutta sporca e senza divisa; dovrò ingegnarmi al momento suppongo.
‘’Tu sai perché ululiamo alla luna? ’’ mi chiese lui, risvegliandomi dai miei pensieri
‘’No, al mio corso per lupi hanno tralasciato questo dettaglio ’’ gli risposi cercando nella mia sottile ironia un po' di conforto
‘’Si tratta di un’antica leggenda, la dea Luna desiderava da tempo scendere sulla terra anche se le era stato proibito, un giorno suo fratello, il Sole, l’aiuto ad andare sulla terra con la promessa di tornare entro il calar della sera. La dea era così felice e fu proprio sulla terra che incontrò IL LUPO, egli era bianco e possente; la luna e IL LUPO si guardarono negli occhi, i due si innamorarono ma dovettero lasciarsi, perché lei doveva tornare a sorvegliare la notte. La luna era triste e IL LUPO, non sapendo chi lei fosse, la cercava senza sosta. Il sole aiutò i due innamorati permettendo alla sorella e al lupo di incontrarsi durante la giornata mentre lui distraeva gli dei e gli uomini con la sua luce, IL LUPO prese sembianze umane per poter amare meglio la luna ma così facendo incominciò ad invecchiare, la luna decise di rinunciare al suo stato di dea per poter invecchiare insieme al suo amato. Gli dei sì arrabbiarono e imprigionarono la luna nel cielo ed ogni notte IL LUPO la chiama dal basso col suo malinconico ululato’’ raccontò Zakaria
Io rimasi distesa ad ascoltare la storia e stavo per aprire bocca quando lui ricominciò a parlare.
‘’Qualcuno sa che sei qui? ’’ chiese lui in maniera rude
‘’Ma certo che no, che domande mi fai, sai che ho paura di far del male agli altri’’ risposi io alzandomi dal pavimento, con l’alba così vicina mi sentivo sempre più me stessa e meno dolorante
‘’C’è un umano che si avvicina, sento il suo odore’’ replicò lui guardandomi
‘’Impossibile, la preside ha detto che non ci viene mai nessuno qui e neanche ci si avvici….lo sento anch’io’’ dissi io sgranando gli occhi
‘’Non facciamo in tempo ad andarcene, è troppo vicino, mettiti dietro di me, lo faremo fuggire con un bello spavento ’’ disse Zakaria trasformandosi in lupo
Dietro la sua figura di lupo ero intimorita, mi sentivo come una formica, piccola e insignificante. Speravo solo di non essere vista, le uniche persone che potevano avere accesso al passaggio erano della scuola e se qualcosa fosse andato storto non sarei più potuta tornare tra quelle mura magiche che i miei genitori amavano e adoravano nonostante fossero state le ultime che avevano potuto vedere.
Quando una figura di ragazzo coi capelli biondi apparse dal passaggio e entrò nella Stamberga Strillante potei dare un nome a quella figura, si trattava di Louis Weasley, il mio prefetto. Accucciata dietro l’immenso capo branco potei vedere ogni dettaglio di quelle scene tanto rapide, Louis che si accorse dell’enorme lupo che gli si era messo davanti, Zakaria che cercando di spaventarlo gli ringhiò contro violentemente, Louis che a denti stretti gli tirò addosso un pezzetto di parquet che si era staccato e che più velocemente di quanto non fosse uscito, rientrò nel buco del passaggio e scomparve nel nulla. Zakaria riprese la sua forma umana e anch’io ero tornata alla normalità del mio corpo, spuntò l’alba che colpì e illuminò la stanza fino a quel momento rimasta nell’oscurità, la scena che si presentava ai miei occhi era di puro disgusto, mi faceva notare quanta poca umanità avessi in quelle notti. Io e Zakaria ci salutammo, lui doveva tornare dal suo branco ed io dovevo tornare e basta, prima di scomparire nel buco mi voltai perché volevo ringraziarlo per stanotte ma era già andato via, quindi mi rivoltai e percorsi il passaggio fino al Platano Picchiatore pregando di non incontrare Louis per tutta la giornata, anzi forse per tutto l’anno scolastico. Avevo le idee così confuse come aveva fatto lui ad arrivare fino alla Stamberga, forse conosceva già il passaggio in fondo è più grande potrebbe aver trovato il buco negli anni precedenti, oppure mi aveva seguita ma in quel caso sarebbe arrivato subito e non pochi minuti prima dell’alba; le domande erano tante ed io avevo poca voglia per trovare le risposte in questo momento, quindi continuai a percorrere quel tunnel buio ed umido finché non riemersi nel giardino di Hogwarts. Mi guardai intorno accertandomi di essere sola, non vedevo nessuno nei paraggi ma erano presenti dei vestiti poco più avanti, guardandoli meglio mi resi conto che si trattava della mia divisa scolastica, non ebbi neanche il tempo di chiedermi chi l’aveva messa lì che vidi il biglietto che era sopra.
Speriamo tu abbia passato una buona nottata, ricomponiti e vieni a colazione. Lorcan e Lysander
Quel foglietto mi terrorizzò più di mille lune piene, quei due sapevano troppe cose che sapessero anche di me mi era venuto in mente ma dopo mesi credevo di essermi sbagliata, in quanti sapevano della mia condizione? Avrei dovuto darmi alla macchia dopo stanotte? Louis mi avrà vista, svegliando l’intero castello per dargli la notizia?
Prima di tutto volevo conoscere quanto i gemelli sapessero e perché avevano deciso rivelarmelo tramite dei vestiti e un biglietto, così nascondendomi appena più lontano della capanna di Hagrid mi cambiai e indossai la divisa, nascosi i vestiti che indossavo ovvero una vecchia tuta da ginnastica tutta stracciata e sporca in mezzo ad uno dei cespugli di Hagrid, sperando non la trovasse, successivamente andai sulla sponda più nascosta del lago nero e mi sciacquai al meglio delle mie possibilità. Dovevo entrare senza farmi notare, impresa non facile visto che le prime persone si alzavano e il castello iniziava a prendere vita, uno studente del primo anno che alle prime luci del mattino entra dal portone d’ingresso è non solo sospetto ma anche pericoloso, soprattutto se il suo prefetto ha sospetti. Decisi di entrare con tutta la naturalezza che riuscivo a emanare, aprendo il portone non vidi nessuno che mi bloccava la via, sentivo distintamente che parte degli studenti era in Sala Grande per la colazione, un gruppetto di Corvonero del terzo anno stava scendendo dalle scale proprio in quel momento rimasi ad aspettare finché non furono abbastanza vicine da potermi mischiare in mezzo al loro gruppo senza destare sospetti, tranne qualche occhiata storta, ma il loro chiacchierare animatamente coprì il rumore del portone che sbatteva. Mi aggregai al resto degli studenti in Sala Grande, sperando che nessuno avesse notato nulla del fatto che fossi spettinata, sudata o mezza fangosa. I miei pensieri rimanevano mangiare, visto che avevo saltato la cena, e trovare il più presto possibile Lorcan e Lysander, oltre all’evitare ogni contatto fisico, acustico o visivo con Louis Weasley.






Salve a tutti, volevo dire un paio di cose allora per cominciare grazie ai pochi fedelissimi lettori. in questo capitolo volevo mettere un pò di storie e leggende, chi fosse interessato può trovarla benissimo su internet, visto che l'ho dovuta riassumere e tagliare, ho scelto quella che mi sembrava più carina poi se siete appassionati di queste cose ne troverete moltissime. volevo anche dire che mi dispiace di questa breve apparizione di Louis in stesura è diventata così, stile fantasma, ma non vi preoccupate comparirà nei prossimi quindi don't worry. questa, cosa che avrete intuito, è la seconda parte del capitolo sulla luna piena che mi è venuto diviso in due. bene allora grazie a tutti e ultima cosa, la storia non so ancora come vorrò che finisca, certo ho delle idee ma sono ancora tutte molto nella mia mente quindi scrivete la vostra e aiutatemi se vi va :) cmq siamo lontani dalla fine hahaha

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Capitolo 14
*** Allarme Fantasmi! ***


Entrata in Sala Grande, mi misi subito alla ricerca dei gemelli, controllando ogni centimetro della sala, notai Albus e Scorpius al tavolo dei serpeverde impegnati con una tazza di cereali, le altre invece non erano ancora scese e i gemelli non erano al loro posto, sapevo che erano molto mattinieri quindi quell’assenza mi sembrava strana, al loro posto c’erano mio fratello e Louis seduti insieme alla tavola dei Grifondoro insieme a qualche ragazza, Teddy cercò di salutarmi ma appena vidi che Louis stava alzando lo sguardo, distolsi il mio facendo finta di nulla.
‘’Signorina Lupin, se vuole impedirmi l’ingresso almeno mi porti del succo di zucca’’ disse il professor Lumacorno
‘’Mi scusi signore’’ dissi io spostandomi dalla porta
‘’Signorina cosa le è capitato? Non ha una bella faccia’’ commentò Lumacorno
‘’Si signore, in effetti non mi sento molto bene’’ risposi io sperando non notasse il fango
‘’Le converrebbe recarsi in infermeria, dopo aver fatto colazione, le auguro una buona giornata’’ disse lui allontanandosi
‘’Grazie professore’’ dissi io restando ancora ferma come se mi avessero incollato al pavimento
Proprio in quel momento i due gemelli stavano entrando in sala, neanche il tempo di fargli attraversare la soglia che ne afferrò uno per il braccio e lo trascino via, l’altro viene afferrato dal fratello e trascinato anche lui. Li portai in giardino, tanto a quell’ora era deserto e aspettai una loro spiegazione.
‘’Allora? ’’ chiesi io con impazienza
‘’Cosa? ’’ chiese Lysander
‘’A volte mi dimentico che siete tanto intelligenti quanto ingenui, sto parlando del biglietto, questo biglietto’’ replicai io porgendo il foglietto che stava nella mia tasca
‘’Ah avevamo pensato che ti avrebbe fatto piacere’’ disse Lorcan con un gesto di non curanza con le spalle e sorridendo al fratello
‘’Non mi ha fatto piacere, mi ha terrorizzata a morte’’ ribattei io poi aggiunsi ‘’Da quanto lo sapete? A chi lo avete detto? Come lo avete capito? ’’ chiesi io in preda al panico
‘’Calmati, non l’abbiamo detto a nessuno’’ mi tranquillizzò Lysander
‘’A nessuno? ’’ chiesi io un po’ perplessa
‘’Ovviamente, come puoi pensare che faremmo mai una cosa del genere’’ rispose Lysander
‘’Ha ragione Lysander, insomma, lo sappiamo da sempre ma non per questo ti tradiremmo’’ replicò Lorcan
‘’Fatemi capire, quindi voi conoscete il mio segreto da sempre, non l’avete raccontato a nessuno, ma non avete paura di me? ‘’ chiesi io
‘’No, sei nostra amica e sappiamo che non ci faresti mai del male ‘’ disse Lorcan
Abbracciai i due gemelli, quelle parole mi avevano reso molto felice, sciolti dall’abbraccio si girarono e prendendomi sotto braccio, mi condussero alla Sala Grande, ora sapevo di potermi fidare di loro perché erano dei veri amici e sapevano tutto di me, senza giudicare o scappare.
In Sala Grande, i gemelli mi salutarono e andarono insieme agli altri Corvonero, mentre io notai Savannah e Priscilla al tavolo e le raggiunsi, salutandole con un enorme sorriso mi misi a far colazione con loro.
‘’Rose non è qui con voi? ‘’ chiesi io dopo qualche minuto
‘’No, è salita poco fa, diceva di dover andare in biblioteca prima delle lezioni’’ mi disse Priscilla
‘’Ah beh la conosco non mi dovrei stupire’’ risposi io, in quel momento si udì l’inconfondibile sbattere di ali dei gufi che a centinaia svolazzavano di qua e di là per recapitare i pacchi arrivati da casa
‘’E’ l’ora della posta! ‘’ annunciò Savannah con un gran sorriso
Il soffitto della Sala era pieno di gufi che giravano in tondo alla ricerca del destinatario del pacco che portavano. Due di loro venivano nella nostra direzione, allungai le mani per prendere la busta al volo, Savannah non fu altrettanto previdente e gli cadde un enorme pacco giallo dritto sulle uova.
‘’Chi ve li manda? ‘’ chiese Priscilla
Prima che potessimo rispondere più in là nel tavolo si senti un urlo e il ragazzo seduto accanto a mio fratello e a Louis gridò ‘’SONO TORNATI I FANTASMI ALLA STAMBERGA STRILLANTE’’ tutti si alzarono e si avvicinarono il più possibile al ragazzo dai capelli scuri che aveva in mano la Gazzetta del Profeta, tutti gli studenti erano ansiosi di sentire la notizia, io ero ansiosa e basta, non mi ero mossa ma avevo teso l’orecchio il più possibile per sentire cosa dichiarava l’articolo.
La scorsa notte gli abitanti di Hogsmeade affermano di aver sentito urla e lamenti provenire dalla Stamberga Strillante, luogo conosciuto come infestato dai fantasmi già da parecchi anni, è possibile che i fantasmi siano tornati? Cosa si nasconde nella Stamberga? Quali orridi avvenimenti possono averli tormentati per fare ritorno?
                                                                                                 Rita Skeeter
 
‘’Per la barba di Merlino, mi vengono i brividi’’ commentò subito una ragazza di Tassorosso
‘’Sono un mucchio di sciocchezze, si sa che le uniche notizie attendibili sono quelle scritte sul Cavillo’’ disse una voce alle mie spalle
Mi girai e vidi Lorcan e Lysander seduti comodamente al loro posto, gli lanciai velocemente un sorriso per il loro aiuto che venne ricambiato, Albus in piedi vicino agli altri mi sguardava con aria preoccupata e non avevo il coraggio di voltarmi oltre perché sapevo che avrei incontrato lo stesso sguardo in mio fratello. Ogni singolo studente aveva cominciato a commentare l’articolo, anche le mie amiche che ignoravano la verità, decisi di andarmene da lì afferrai la busta e mi diressi verso l’uscita, nel frattempo intercettai la conversazione a bassa voce tra Teddy e Louis.
‘’Amico non erano fantasmi, era un lupo e io lo so perché ieri ero nella Stamberga’’ sussurrò Louis a mio fratello
‘’un lupo? E l’hai visto in faccia? ‘’ chiese mio fratello incuriosito
‘’Era alto due metri, facevo fatica a vederlo bene e poi aveva intenzioni poco amichevoli, fosse per me eliminerei ogni singolo lupo, sono violenti e malvagi, mio padre è stato infettato da uno di loro’’ dichiarò Louis
Vorrei non aver sentito, vorrei non essere venuta ad Hogwarts, colsi solo l’occhiata che mio fratello mi lanciò perché mi vide passare prima di sparire e dirigermi in sala comune.
In sala comune mi feci cadere su una poltrona e lessi la lettera da parte di mia nonna.
Spero che la nottata sia andata bene. Non vedo l’ora che sia natale per rivedervi. Baci nonna.
La notte era andata anche meglio del previsto, era la giornata che faceva schifo.
‘’Teodora, non mi aspettavo di vederti prima di cena’’ disse la voce alle mie spalle che riconobbi come quella di Rose
‘’Ciao Rose, stai andando a lezione? ‘’ chiesi io con voce sottile
‘’Si, ma tu devi andare in infermeria, ti accompagno ‘’ fece lei tendendomi la mano
‘’Non ne ho bisogno, sto bene’’ dissi io con la mia solita facciata
‘’Devi riposare e la Preside è d’accordo, io ti passerò gli appunti della giornata, ora muoviti’’ disse Rose con fare autoritario
Lei era l’unica persona in grado di manipolarmi al suo volere, era mia amica ma riusciva a incutermi timore a volte. In infermeria incontrammo la Preside, mio fratello, Albus e ovviamente l’infermiera.
‘’Salve signora Preside’’ salutai io
‘’Buongiorno Teodora, bene starai qui a riposarti oggi e a farti guarire le ferite, ora vi lasciamo soli’’ disse la professoressa congedandosi
‘’Stanotte è andato tutto bene, credono che siano stati i fantasmi’’ disse a gran sorriso Albus
‘’Non proprio tutti, vero Teddy? ’’ dissi io con aria inquisitoria a mio fratello
‘’No, in effetti no ma non ti devi preoccupare, posso chiederti chi era il lupo di due metri che Louis giura di aver visto? ’’ chiese lui
‘’Un capo branco, che mi ha coperta facendolo scappare, vostro cugino mi ha seguita ed ha dei sospetti, se ad ogni luna piena verrà cercando di stanare qualche studente mannaro, sarà solo questione di tempo’’ dissi io stavolta rivolta ad Albus e Rose
I tre se ne andarono appena le lezioni ebbero inizio, io rimasi da sola e decisi di stendermi a letto a dormire, considerando che avevo passato la notte sveglia. Ero preoccupata ma piombai subito in un sonno profondo, le grandi emozioni mettono gran sonno.






Salve a tutti, come avete notato sono tornati i gemelli e Louis è stato più presente. l'intelligenza e la lealtà dei figli di Luna si è fatta sentire. Si è scoperto di più sul personaggio di Louis e come forse si era capito, il nostro amico vive proprio nell'ignoranza più ceca  riguardo alla famiglia Lupin, nonostante sia amico di Teddy. Il prossimo capitolo sarà carico di personaggi e di un luogo molto famigliare :) chissà quale??? Ringrazio tutti e ci vediamo alla prossima e Buon Halloween a tutti ;) PS: mamma mia come risulta corto O.O eppure sul mio computer erano tre pagine anche se ricche di dialoghi hahahaha

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Capitolo 15
*** Domenica alla Tana ***














Salve a tutti, piccola premessa prima di cominciare, la vicenda parte da sabato mattina ed è trascorsa circa una settimana, spero che il capitolo vi piaccia, buona lettura a tutti.






Ormai era passata una settimana dalla luna piena ed era tornato tutto come prima, con l’eccezione che mi sentivo molto più pedinata, sapevo anche che si trattava di Louis ma se lo avessi denunciato a qualche professore mi avrebbero risposto che in qualità di prefetto lui era tenuto a controllare gli studenti e il fatto che se la fosse presa con me era solo immaginazione, quindi non lo avrei fatto. Eravamo a lezione di pozioni con Lumacorno, stavamo per distillare il ricavato nelle provette quando Gazza irruppe nell’aula. Il professore, dopo aver conferito con Gazza, annunciò a me, Albus e Rose di andare nell’ufficio della McGranitt che aveva richiesto la nostra presenza. Una volta arrivati nel suo ufficio, notammo la presenza anche di Teddy, Louis, James e Victoire (sorella minore di Louis, anche lei al primo anno, Serpeverde).
‘’Ok, ci può dire perché ci ha convocati? Cos’è successo? ‘’ domandò James a quel punto
‘’Certamente signor Potter, vedete mi è arrivata una richiesta pochi minuti fa via gufo da Molly, sente la mancanza della sua famiglia al completo e così mi ha chiesto di poter far uscire i suoi preziosi nipoti da scuola’’ disse la preside con aria solenne
‘’Scusi… non vorrei dirle…. Ma io e mia sorella perché siamo qui? ‘’ chiese Teddy cercando di non sembrare scortese
‘’Ecco, un punto molto rigido che Molly ha voluto ribadire nella lettera è stato che TUTTI i suoi nipoti fossero lì oppure nessuno’’ spiegò la professoressa McGranitt
A quelle parole mi scappò un mezzo sorriso, io e mio fratello non facciamo parte della loro famiglia, certo Harry è il nostro padrino ma non ci condividiamo il sangue in nessun modo; però ci hanno sempre accolti e ci vogliono molto bene, fin da quando eravamo piccoli, giocavamo tutti insieme da bambini e abbiamo sempre avuto il sostegno di tutta la famiglia, anche se non ne facciamo parte.
‘’Questo permesso di uscita non è un gioco, non concediamo mai agli studenti di uscire dal castello prima delle vacanze, dovete considerarvi tutti molto fortunati un auror vi scorterà tramite passaporta stasera e farete ritorno domani sera, in questo modo non perderete le lezioni del lunedì. Ora potete andare a preparare le vostre cose e…Buona domenica’’ l’ultima parola venne pronunciata con un sorriso, per quanto voglia fare l’indifferente a scuola si sa che ha un gran rapporto coi Weasley e i Potter.
Ognuno tornò nella sua stanza per preparare pochi cambi per la giornata che avremmo trascorso fuori; Rose era molto emozionata di tornare anche solo per una giornata a casa con la sua famiglia.
Calava la sera sul castello e noi ci riunimmo all’ingresso per aspettare il nostro accompagnatore. Il portone si aprì ed entrò un’aria fredda che fece trasalire un po’ tutti, Harry senza chiudere il portone, sorrise a tutti e ci fece segno di uscire.
‘’Papà ci accompagni tu? ‘’ domandò James
‘’Certo, devo venire anch’io alla Tana e poi serviva un’Auror che vi portasse’’ rispose lui al figlio
‘’Dove si trova la passaporta, zio? ‘’ chiese Victoire
‘’Dietro casa di Hagrid, facciamo in fretta dovrebbe partire a minuti’’ disse lui e tutti aumentammo il passo
Afferrammo tutti la passaporta il più saldamente possibile, fu terribile come l’ultima volta, risucchiati in un vortice all’improvviso sentendosi mancare la terra sotto i piedi e, quando senti mancare l’aria, cadere a terra e non sapere per un attimo dove ti trovi. Da quel che riuscivo a vedere solo io, James, Albus, Rose e Victoire eravamo a terra, gli altri tre erano in piedi davanti a noi con aria divertita; Teddy mi aiutò ad alzarmi e guardandomi intorno riconobbi la collina, eravamo a pochi metri dalla Tana, afferrai il mio zaino dal prato e mi incamminai insieme agli altri verso quel luogo tanto famigliare e confortevole dove la signora Weasley ci stava aspettando.
Appena varcammo la soglia fu il delirio, la signora Weasley non si capiva se urlava o piangeva, mamme addosso ai figli, cugini avvinghiati ad altri cugini mentre qualcuno cercava di ripristinare l’ordine invano. Ecco come doveva essere una casa, festosa e allegra ma era anche molto tardi quindi eravamo tutti molto stanchi.
‘’Eccoli qui i miei ragazzi, quanto siete belli, povera me diventate sempre più grandi’’ disse Molly con le lacrime agli occhi, ci abbracciò uno per uno e quasi mi soffocò cercando di darmi amore
‘’Ok tesoro, tesoro lasciali, hanno fatto un lungo viaggio ed è tardi, falli andare a dormire’’ le disse il signor Weasley
‘’Giusto, ehm, allora Bill e Fleur con Dominique ci raggiungeranno domani e lo stesso vale per Percy, Audrey e le ragazze. Nelle camere ci divideremo così, Ginny con Harry e Lily starete nella tua vecchia camera’’ fece Molly cercando di rappezzarsi nel ragionamento
‘’Ok mamma, notte a tutti ’’ disse Ginny congedandosi con un gran sorriso
‘’Ron porta Hermione e Hugo nella tua vecchia camera, mentre George porta la sua famiglia nella sua’’ dichiarò tutto così autoritariamente che anche i suoi figli, nonostante l’età, le obbedivano senza fiatare. Nel salotto eravamo rimasti io, Teddy, Victoire, Rose, Louis, Albus, James e i signori Weasley.                                   ‘’Bene e rimangono i nipoti più grandi, come va la scuola? Mangiate abbastanza? ‘’ chiese lei cercando di riaprire la conversazione
‘’Cara, tutto può aspettare domani, i ragazzi dormiranno nella stanza di Bill mentre le ragazze in quella di Percy, buona notte’’ concluse il signor Weasley, ognuno di noi salì le scale in silenzio e trascinandosi arrivò fino alla stanza in cui avrebbe trascorso la notte
‘’Sei felice cara? Sono tutti qui come volevi tu! ‘’ disse Arthur guardando la moglie
‘’Non proprio tutti Arthur’’ rispose Molly con voce tremante e si diresse lungo le scale per andare a dormire, nonostante fossero trascorsi degli anni non si era ancora rassegnata. Ogni tanto nella distrazione apparecchiava la tavola anche per lui ma nessuno glielo faceva notare oppure confondeva George e lui stava al gioco.
Io, Rose e Victoire ci stavamo preparando per dormire, stavo finendo di sistemare le lenzuola quando i miei capelli si tinsero di un verde prato. La conversazione cominciò in modo così casuale che non ce n’eravamo neanche accorte.
‘’Cosa significa il verde? ‘’ chiese Victoire 
‘’Ehm, dubito abbiano un significato, vedi le nostre trasformazioni più banali, come i capelli o gli occhi, possono essere influenzati anche dall’ambiente o dalla situazione’’ cercai di spiegare io, anche se in realtà credevo poco alle mie parole
‘’Capisco, comunque credo di dovervi delle scuse perché da quando siamo a Hogwarts non siamo mai state insieme, ero molto concentrata sul farmi accettare dai Serpeverde e sono sparita’’ disse Victoire guardando il pavimento e sedendosi per terra
‘’Beh la colpa è anche nostra, insomma, lo smistamento ci dà delle nuove famiglie e dei nuovi amici ma non bisogna scordarsi di quelli vecchi, non è giusto, quando torneremo mi impegnerò per questo’’ disse Rose accovacciandosi vicino a sua cugina
‘’Ha ragione Rose, quando eravamo piccole eravamo tanto amiche, poi a scuola ci siamo perse e questo capita ma non è tardi per rimediare’’ replicai io mettendomi anch’io sul pavimento
La conversazione continuava, passò da una riconciliazione a pettegolezzi su tutta Hogwarts. La stanchezza di colpo era sparita ed eravamo più sveglie che mai. Non fare casino era piuttosto difficile a quel punto, in quel momento non pensavamo al fatto che avremmo potuto svegliare qualcuno ma solo a divertirci.
‘’Sentite quanto chiasso che fanno le ragazze’’ constatò Teddy
‘’Forse parlano di te, a Victoire piaci’’ replicò Louis
‘’Mia sorella non parlerebbe mai di ragazzi, puoi credermi’’ disse Teddy con un sorriso
‘’Per carità fatele smettere…voglio dormire’’ supplicò James
‘’Tra poco smetteranno, Rose odia far tardi la notte, lo trova controproducente’’ fece Albus ridendo
Dopo circa una mezz’ora tutto tacque e la Tana fu inghiottita dalla pace e dalla tranquillità della notte stellata, pronta a salutare l’alba di un nuovo giorno carico di affetto.
Quella domenica mattina mi svegliai alle prime luci dell’alba, non avevo dormito bene, ma non a causa del letto, avevo troppi pensieri per la testa. Scendevo le scale senza far rumore per non svegliare nessuno, mi recai in cucina per farmi una tazza di thè, tutti dormivano ancora e la casa era tranquilla, decisi di andarmi a fare una corsetta per rilassarmi.
Durante la corsa, tutti i miei problemi mi inondarono il cervello come un fiume in piena, dovevo tenermi lontano da Louis e guarda dove sono finita, forse potrei dire la verità in fondo è il mio prefetto dovrebbe essere nel suo interesse aiutarmi, ma cosa vado a pensare, lui stesso afferma di odiare tutti i lupi, neanche il tempo di confidarglielo che mi ritroverei senza testa, e una mezza verità? Anche quella la escluderei, certo che è complicato pensare che il mio segreto resti tale ancora per molto con lui che indaga e mezza famiglia che lo sa, certo mi viene il dubbio, Teddy è il suo migliore amico, perché non sa che nostro padre era un lupo? Che Teddy se ne vergogni? Che Teddy si vergogni di me? Neanche il tempo di riflettere sulle mie parole che inciampai sulle radici di un albero e tutti i miei turbamenti cessarono così come erano venuti.
Rientrai alla Tana più lentamente di quanto volessi, la caduta mi aveva procurato contusioni abbastanza grosse, guardando il sole avevo capito che era quasi mezzogiorno, molti si staranno chiedendo dove io sia sparita. Quando arrivai notai che il signor Weasley, insieme a Bill e Percy, stava montando un tendone bianco in giardino. Hermione e Ginny, appena mi girai erano già addosso a me, mi chiesero delle ferite, mi rimproverarono per essermi allontanata da sola e senza dirlo a nessuno e mi intimarono di andare a farmi una doccia.
Scendendo al piano di sotto, la signora Weasley mi sorrise e mi intimò di avvicinarmi.
‘’Pranzeremo in giardino, così ci sarà posto per tutti, tieni cara portalo in tavola’’ intimò Molly con un sorriso
La tavola era enorme e ognuno prendeva il suo posto, i signori Weasley erano a capotavola, alla loro sinistra erano seduti Bill, Fleur, Louis, Victoire e Dominique poi George, Angelina, Roxanne e Freud, per concludere, Teddy ed io, mentre, alla loro destra c’erano Percy, Audrey, Molly e Lucy, a seguire Ron, Hermione, Rose e Hugo poi Harry, Ginny, James, Albus e Lily. Condurre una conversazione con tutti era praticamente impossibile, ma la signora Weasley voleva riuscirci, ci aveva riuniti apposta.
‘’Ragazzi come va a Hogwarts? ‘’ chiese lei
‘Bene’’ rispondemmo tutti in coro, anche se io non ne ero molto convinta
‘’Parlando di cose importanti, Rose hai tutti i voti più alti del figlio di Malfoy? ’’ chiese Ron con faccia speranzosa
‘’RON!!!’’ urlò Hermione per ammonirlo
‘’Era per informazione, allora? ‘’ incentivò ancora Ron
‘’Si papà’’ rispose Rose alzando gli occhi al cielo
‘’A natale ti farò un bellissimo regalo ’’ disse Ron con ghigno malefico e soddisfatto al tempo stesso
‘’Papà, come si fa a neutralizzare un lupo? ‘’ chiese Louis, il mio sangue si era congelato nelle vene a sentire quelle parole
‘’Perché mai lo vorresti sapere? ‘’ domandò Bill incuriosito
‘’L’altra notte nella Stamberga Strillante ne ho visto uno e vorrei dargli la caccia’’ rispose Louis
‘’Per la barba di merlino, come ci sei entrato nella Stamberga? Com’era il lupo che hai visto? ’’ domandò Harry in preda alla paura
‘’Lo zio Ron mi ha spiegato come fare l’anno scorso, era enorme ma non ricordo bene come fosse fatto, spero di ritrovarlo e di poterlo affrontare, lui sarà il primo della mia lista’’ spiegò Louis compiaciuto di se stesso, sentivo il sangue, prima congelato, ribollire dentro di me, credevo di esplodere
‘’Sei andato fuori testa?!’’ domandò Hermione a suo marito, anche se più che una domanda era una conferma
‘’Adesso basta Louis stai parlando da stupido, non conosci molte cose e adesso finiamo di mangiare con calma e tranquillità’’ disse Bill
Non mangiai quel giorno, ogni piatto che mi presentavano era uguale al precedente per me, forse il fatto che non avessi appetito dipendeva anche dal fatto che avessi rotto il mio cucchiaio in precedenza. Il pomeriggio passò tra giochi e chiacchiere, io tutto il tempo pensavo solo al ragionamento fatto durante la corsa mattutina, era meglio dire la verità o stare zitta? Forse il momento migliore era durante il pranzo mentre affrontavamo l’argomento. Quella sera ci salutammo e rientrammo tutti, noi tornammo al castello tramite passaporta accompagnati da Ron questa volta, appena lui se ne andò e ancora circondata da tutti gli altri feci a mio fratello la domanda che mi bruciava dentro da tutto il giorno, forse non il momento migliore lo ammetto ma oltre non riuscivo a resistere.
 
 
‘’Teddy, ti vergogni di me? ’’
 






E rieccomi, allora questo capitolo è stato davvero molto impegnativo, perchè c'erano veramente molti personaggi tutti insieme quindi è stato difficile per me tenere il conto di tutti. So che il riferimento a Freud è stato una bastardata e credetemi ho pianto tutte le mie lacrime :,( . Non ho nominato Charlie ma tanto lui è in Romania quindi mi ha facilitato il compito hahaha. nel prossimo capitolo riprenderò da dove l'ho lasciato e poi ci sarà Natale in una forma molto speciale ;).. Per sapere cosa succederà e se ci saranno risposte non dovrete fare altro che leggere :) alla prossima! 

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Capitolo 16
*** Una lettera dall'inferno ***


Io e mio fratello ci guardavamo negli occhi, gli altri rimasero accanto a noi senza respirare. Si percepiva nell’aria quel senso di elettricità e disagio, nessuno si muoveva, nessuna parlava; credevo saremmo rimasti così per sempre finché mio fratello non spezzo il silenzio.
‘’Ma di cosa stai parlando? Sei completamente impazzita’’ fece lui sbigottito
‘’Lascia che riformuli la frase. Ti vergogni di quello che era nostro padre? ‘’ chiesi io senza neanche riflettere al fatto che non fossimo soli e in pieno corridoio
A quel punto Teddy mi afferrò per un braccio e mi trascinò lontano qualche metro dagli altri che rimasero sempre immobili senza fiatare e senza muoversi.
‘’Dimmi cosa ti è preso così all’improvviso? ’’ domandò lui
‘’Spiegami perché Louis è all’oscuro di tutto, perché non conosce la verità su nostro padre’’ dissi io guardandolo negli occhi che in quel momento cambiarono colore
‘’lo faccio per tenerti al sicuro e per proteggerti, non potrei dire di nostro padre senza mettere in pericolo anche te, lui odia i lupi e lo fa come ripicca per quello che hanno fatto a suo padre’’ fece lui per giustificarsi
‘’ Non hai mai replicato quando lui diceva quelle cattiverie sui lupi, non hai mai alzato lo sguardo, mai difeso nostro padre o me o qualsiasi altro lupo mannaro. I miei amici conoscono la verità e l’hanno accettata, quanti dei tuoi amici lo sanno? Quanti dei tuoi amici conosco veramente la nostra famiglia? ’’ chiesi io con il rancore che mi esplodeva da ogni particella del mio corpo, non potendomi più negare quello che mio fratello aveva fatto in tutti questi anni, si era nascosto dietro un dito per non essere emarginato e giudicato da tutti, aveva rinnegato me e nostro padre e la nostra famiglia.
Mi voltai senza più guardarlo, afferrai Rose e Albus e li trascinai via con me. Avevo una ferita nel petto che non si sarebbe marginata facilmente, in quel momento, non sapevo se il mio rapporto con Teddy sarebbe stato mai lo stesso e non sapevo neanche se avevo ancora un fratello. La sala grande quella sera non mi affascinava per niente; ogni voce, ogni persona e ogni piatto sfilavano davanti o dietro di me, ma io riuscivo solo a guardare il vuoto e pensare al nulla più totale. Mi alzai e andai subito in sala comune, rimasi seduta a guardare il fuoco che prendeva vita nel camino come una danza di mille colori, piano piano gli studenti entravano dal quadro della Signora Grassa e si posizionavano su poltrone o sedie. Le mie amiche erano sedute vicino a me, quando si accorsero che non le stavo ascoltando mi riportarono alla realtà.
‘’Tutto bene Teodora? ‘’ domandò Priscilla
‘’Ehm…si sono solo…stanca, credo che andrò a letto’’ feci io alzandomi dalla poltrona e avviandomi verso i dormitori femminili
Rose spiegò il motivo del mio strano comportamento, disse che ero triste perché avevo avuto un duro litigio con mio fratello appena eravamo tornati dalla Tana, le altre non fecero altre domande e tornarono alla loro conversazione precedente, nel frattempo la notte era avanzata silenziosa e cupa come sempre e aveva cullato nel sonno ogni singolo studente nel castello.
Il mattino era arrivato molto lentamente o forse così mi sembrava visto che non avevo dormito bene, la colazione aveva una sorpresa in serbo per me che avrei evitato molto volentieri, mentre ero lì seduta a conversare con Lysander e Lorcan sugli incantesimi difensivi migliori, un rumore lontano annunciava l’ingresso dei gufi in Sala Grande. Essendo onesta non mi aspettavo della posta, mia nonna non scriveva da molto tempo ma con tutto quello che era successo non mi ero chiesta il motivo. Essendo del tutto impreparata alla cosa, non stavo nemmeno guardando verso l’alto, così una busta mi atterrò dritta sul piatto con forza, il che rovinò le mie uova. Molte cose notai in quella semplice busta, prima di tutto ero sicura che non fosse di mia nonna, quella busta emanava un odore forte che non avevo mai sentito, quindi di una persona che non conoscevo fondamentalmente, ed era di carta pregiata con un inchiostro verde brillante, nessuno di quelli che conoscevo avrebbe potuto permettersela. Controllai da dove venisse quella lettera sconosciuta, pensando che i ‘’piccioni’’ si fossero sbagliati a consegnare, nonostante, ci fosse il mio nome scritto sopra. Il sangue mi si raffreddò di colpo, diventai pallida e il respiro divenne irregolare così come il battito, mi cadde la forchetta di mano, fece un suono così acuto cadendo sul pavimento che tutti per un secondo si fermarono a guardarmi. Quella lettera maledetta, quella busta infernale proveniva dalla villa dei Malfoy, il mittente era mio zio. Presi la busta stringendola nel mio pugno, l’avrei voluta stritolare e ridurla in cenere, ma invece me la portai in giardino, per leggerla.
Teodora,
Sono consapevole che sono l’ultima persona che può avanzarti proposte o lettere, lo faccio per volontà personale e per speranza che non getterai subito questa lettera nel camino. Le vecchie generazioni hanno fatto degli sbagli che coinvolsero anche me, errori che io voglio redimere e col tempo cancellare. Tua madre non mi fu mai permesso di conoscerla e tua nonna neppure, nonostante fossero parte della mia famiglia. Vorrei ufficialmente presentarti un invito a trascorrere le vacanze di Natale a Villa Malfoy. Voglio che diventiamo una vera famiglia e che questo parta da te e Scorpius, rifletti attentamente sulla mia proposta. Sarò qui ad aspettare la risposta con impazienza.
Con affetto, tuo zio.
                                                                                                                                                 Draco Malfoy
 
La lettera mi aveva lasciato senza parole, quando alzai lo sguardo mi sembrava di essere in una terra lontana, mi sembrava sincero ma pensavo anche a qualche tiro mancino, non potevo crederci che mi aveva proposto una cosa simile, un conto era andare quasi d’accordo con Scorpius qui, ma pensare di trascorrere tre settimane a casa loro mi fece salire un brivido lungo tutta la schiena. In quel momento potevo fare solo una cosa, andai subito da mio fratello a chiedergli spiegazioni (era l’ultima cosa che avrei voluto fare in quel momento, però non vedevo altre vie).
‘’Questo è uno scherzo, vero? ‘’ domandai sbattendo la lettera sul tavolo davanti a mio fratello
‘’No, è tutto vero’’ fece lui sorseggiando tranquillamente il succo di zucca
‘’Non ci andrò mai da sola’’ dissi con occhi pieni d’odio
‘’Tu andrai a trascorrere il natale con loro mentre io e la nonna saremo alla Tana con gli altri’’ disse lui con aria di sufficienza
‘’Se sei tanto ansioso di riformare la famiglia, vacci tu! ’’ dissi io con tono ringhioso
‘’Tu realizzerai il desiderio della nonna, la conversazione è finita’’ disse lui girandosi per conversare ancora coi suoi amici
‘’Non sono io quella che si nasconde fratello’’ quella frase colpì nel segno, perché mentre mi voltai per andarmene, vidi Teddy con sguardo triste che fissava il suo bicchiere vuoto
*PENSIERI DI TED
Mi dispiace sorellina davvero, non ho mai voluto nascondere a Louis la verità, fu Molly a dirmi di aspettare il momento adatto perché avrei potuto scioccarlo e quel momento non è mai arrivato, cresceva e la sua rabbia con lui, Louis è molto impulsivo e non voglio che ti faccia del male perché non comprende, farei stare male sia te che lui, le due persone a cui tengo di più al mondo. Comprendo, anche, i sentimenti che provi verso la proposta dei Malfoy, ma il tempo della verità arriverà presto e voglio che sia tutto pronto per quel momento, voglio che tu sia al sicuro, solo questo.
 
 
Dalla conversazione con lui però avevo capito che dietro a questo c’era anche mia nonna, così andai subito alla gufiera e scrissi la lettera molto velocemente poi feci partire un barbagianni alla ricerca di casa mia.
 
Non feci in tempo a cercare Scorpius, visto che le lezioni erano cominciate ma mi ero ripromessa che gli avrei parlato e chiesto spiegazioni durante il pranzo. Quella mattina la prima lezione era Difesa contro le Arti Oscure, il nostro professore è un ex auror Alastor Moody che oggi ci avrebbe insegnato come curare i morsi causati da un lupo mannaro, ironia della sorte, certo che il morso può essere curato ma ciò non toglie che non sia facile e che questo può causare la morte al soggetto se il morso sta già facendo effetto entrando in circolo nel sangue della persona. Passavo la lezione immersa nel mio libro, sapeva che serviva solo a farmi notare di più ma forse il professore sarebbe stato così gentile da capire che non avrei gradito domande sull’argomento, la lezione era finita e stavo giusto per scappare a gambe levate quando Moody mi richiamò. Iniziò a parlare solo quando tutti furono usciti dall’aula.
‘’Avrei preferito ti fossi fatta avanti alle mie domande sulla lezione signorina Lupin, avresti fatto guadagnare punti preziosi a Grifondoro’’ disse lui mentre controllava una pergamena sulla sua scrivania
‘’Ne sono consapevole signore, non mi piace mettermi in mostra e poi Rose è stata felice di rispondere al mio posto ’’ risposi io
‘’Teodora la tua condizione non deve essere una punizione per forza, è una ricchezza, ti rende unica e speciale e col tempo capirai le mie parole’’ fece lui, stavolta guardandomi negli occhi
Mi girai e me ne andai a pranzo. Dovevo ancora parlare con Scorpius di questa faccenda e a quanto pareva dovevo anche scrivere a Draco che ero entusiasta dell’idea di passare il Natale da loro. Solo quel pensiero mi faceva salire una nausea tremenda, l’idea non mi allettava per niente. Trovai subito Scorpius, lui e Albus erano seduto al tavolo sei Serpeverde aspettando che cominciasse il banchetto. Spuntai dietro di loro e già ogni singolo Serpeverde mi guardava con aria rude, nonostante la disputa tra le casate fosse ormai passata, ci sono ancora dei dissapori antichi. Dopo aver salutato Albus calorosamente, mi rivolsi a Scorpius meno amichevolmente ma non fredda.
‘’Tu sai che tuo padre mi ha scritto? ‘’ gli domandai, sentendomi osservata da tutta la Sala Grande
‘’Si, ha inviato una lettera anche a me stamattina, dicendomi che ti aveva chiesto di venire da noi per le feste’’ fece lui con un sorriso
‘’Tu non sei contrario? ‘’ chiesi io
‘’Non capisco perché dovrei essere contrario, sei mia cugina e a casa ci sono un decina di camere libere’’ fece lui mostrando un sorriso talmente profondo e sincero che mi spiazzo
‘’Bene, volevo solo esserne sicura, buon pranzo ‘’ dicendo quella frase mi dileguai al mio tavolo, mi accomodai vicino a Mary Jeanne e Savannah e ascoltai la loro lunga e noiosa conversazione sui ragazzi più belli della scuola
Andai alla gufiera alla fine delle lezioni, scrissi la lettera per Draco con le parole più gentili che riuscì a pensare in quel momento, ripensando a quando Ted mi fece riflettere sul fatto che Scorpius non avesse colpe riguardo l’accaduto, vedendo quel gufo bianco spiccare il volo, pensai a quanto sarebbero state lunghe le vacanze di Natale quell’anno, forse avrei ritrovato parte della mia famiglia andata perduta o forse avrebbero concluso il lavoro, eliminando anche me. La lettera da parte di mia nonna non arrivò il giorno dopo e neanche nei successivi, prima di partire per le vacanze di natale avevo deciso di scrivere a Zakaria e chiedergli di indagare, era più di un mese che non avevo notizie da mia nonna e cominciavo a temere che il branco le avesse fatto davvero qualcosa.








Salve a tutti, chiedo scusa per l'attesa ma mi era venuto il blocco dello scrittore :D comunque vi ho fatto un sorpresone ammettetelo hahaha la nostra amica passerà le vacanze di natale dai Malfoy e poi ha litigato molto amaramente con il fratello....che peccato -.-'' 
ho dovuto anche far resuscitare un morto hahahah quindi Alastor torna nel corpo insegnanti (quello vero però), non avevo scelta perchè altrimenti non sapevo davvero chi mettere ;) ahahha comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a leggere per scoprire cosa succederà a Teodora. Bacio a tutti! 
PS: il prossimo capitolo, ovvero quello sul Natale cercherò di farlo uscire per le feste lo prometto    

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Capitolo 17
*** Malfoy Manor ***














Buon Natale a tutti\e, sono stata ai patti quindi ecco il nuovo capitolo in tempo per il cenone :) la nostra eroina si trova dai Malfoy per le feste, buona lettura.






Il treno si stava fermando al binario, tra poco saremmo scesi alla stazione di King’s Cross. Sarei dovuta andare dietro a Scorpius e tutti mi avrebbero visto allontanarmi insieme ad un Malfoy, il mio incubo peggiore stava diventando realtà. Non potevo sopportare di dover passare tre settimane con loro e senza aver avuto possibilità di scelta. Volevo che la nostra parentela restasse il più segreta possibile, ma come avrei potuto nasconderla dopo queste vacanze, tutti mi avrebbero etichettata come una mangiamorte, inventandosi strane cose su un possibile ritorno alle vecchie origini di preservazione del sangue. I miei compagni già mi ritenevano strana e problematica, dopo queste feste nessuno mi si sarebbe più avvicinato. Il treno era fermo, i ragazzi erano tutti in piedi nei corridoi con le gabbie in mano, ansiosi e felici di poter riabbracciare i propri cari e di passare il natale in armonia, io ero ancora seduta e guardavo la stazione dal finestrino con occhi vuoti finchè una voce mi ridestò.
‘’Teodora siamo arrivati’’ disse Albus dal corridoio
‘’Ah… già’’ risposi in modo incerto come se non me ne fossi accorta perché immersi nei miei pensieri, incrociai gli occhi di mio cugino che camminava dietro ad Albus, nel suo sguardo vidi la stessa insicurezza che celavo nei miei, la cosa mi tranquillizzò quel poco che serviva per convincermi a scendere dal treno.
Recuperato il mio bauli guardai la stazione come se fosse un luogo sconosciuto, intravidi in lontananza i Potter e così feci per andarli a salutare, visto che non avrei trascorso le feste insieme a tutti loro. Una presenza mi apparse alle spalle quando stavo per girarmi a difendermi riconobbi l’odore, Victoire mi aveva aggredito alle spalle e persi l’equilibrio cercando di resistere all’impulso di difendermi dal nemico, entrambe finimmo a terra e ridemmo. Una volta tornate a Hogwarts avrei dovuto spiegare a Victoire che prendermi alle spalle era sconsigliato perché ero brava a difendermi, anche se era un gioco.
Dopo un minuto di conversazione con i Weasley e i Potter, notai che Scorpius era rimasto in disparte per tutto il tempo aspettandomi; salutai tutti e con le lacrime della signora Weasley in primo piano guardai la mandria numerosa e confusionata allontanarsi e mio fratello con loro. Ginny e Molly non erano felici di sapermi a casa dei Malfoy per le vacanze, erano abbastanza arrabbiate e quando dico che la loro rabbia spaventa anche me, significa che sono tremende.
Seguivo mio cugino a distanza ma nonostante tutto sentivo tutti gli occhi dei ragazzi su di me, più sfortunata non si può, avrei dovuto imparare a congelare temporaneamente le persone almeno nessuno avrebbe potuto seguirmi con lo sguardo. Scorpius si fermò quasi alla fine della stazione dove un uomo pallido e dagli abiti scuri ci aspettava prima dell’uscita della stazione. L’uomo era alto e magro, indossava abiti di lusso di color scuro con un cappotto lungo e nero, aveva una barba appena accennata e perfettamente tagliata e i capelli lunghi biondo sole ed era pallido come un lenzuolo; ci avrei scommesso tutti i miei galeoni quello era suo padre, il signor Malfoy.
Accolse entrambi con un bel sorriso che illuminò l’intera stazione, mi strinse la mano e prese il mio baule poi ci accompagnò alla macchina. Non mi aspettavo che usassero la macchina, l’auto era spaziosa coi vetri scuri, era guidata da un elfo domestico di nome Tinky, se non mi ricordavo male. Il silenzio in macchina era inquietante e minaccioso ma nessuno era intenzionato ad aprir bocca. Quando intravidi dai finestrini Malfoy Manor smisi di respirare e cominciai ad avere le palpitazioni, l’odore di morte era forte, ma se era possibile era ancora più forte l’acido profumo delle rose bianche sparse per tutto il giardino, forse nel vago tentativo di nascondere l’olezzo, oppure, in quello di rallegrare il tetro ambiente. Stavo per dormire nella casa dove Hermione era stata torturata, Luna e Ollivander tenuti in ostaggio, Harry e Ron imprigionati, dove Dobby aveva fatto il servo per anni, dove brave persone avevo incontrato la morte e dove Voldemort riuniva i suoi seguaci. Madre perdonami se puoi, non è una mia scelta.
Varcai la soglia della villa insieme a Scorpius, l’interno era arredato con mobili moderni e di lusso, la luce era fioca all’interno dell’abitazione quasi come in un cimitero, una donna in abito elegante sorrideva e stava in piedi all’ingresso sotto un’enorme lampadario di vetro. Scorpius era tra le braccia di quella donna, intuivo fosse la madre. Draco mi si affiancò e con uno sguardo sereno mi fece cenno di avanzare, la donna si staccò dal figlio e venne verso di me.
‘’Benvenuta Teodora, io sono Astoria’’ disse la donna e venne ad abbracciarmi
‘’G-grazie, ma non amo gli abbracci’’ dissi io rimanendo ferma mentre lei mi stringeva
‘’Perdonala Teodora, Astoria è emozionata e del resto anch’io, siamo felici che tu sia qui, la tua stanza e già pronta, ti ci accompagno io personalmente’’ fece Draco avviandosi su per l’enorme scalinata di marmo, io gli andai dietro
‘’Ah cara, quasi dimenticavo, ti ho comprato dei vestiti, sono tuoi puoi portarli via’’ urlò Astoria dall’ingresso
Mio zio percorse quasi tutto il corridoio, io nel frattempo stavo studiando ogni minimo particolare, nel caso avessi dovuto affrontare una fuga rapida, si fermò davanti ad una porta tinta di bianco di fresco che riportava in un verde scarlatto il mio nome.
‘’Eccoci qui, lascio qui il tuo baule, prenditi tutto il tempo per girare per casa, la cena è tra un’ora, puoi rinfrescarti e cambiarti, Tinky ti verrà a chiamare quando sarà pronto ’’ spiegò lui con aria sicura e fiera
‘’Grazie’’ risposi io piatta, nonostante l’aria allegra della famiglia, non mi fidavo di loro, sarà stato il luogo a intimarmi di scappare lontano perchè avevo una sensazione strana nel petto.
Guardai la mia stanza, era molto più luminosa della casa ma i colori delle pareti risaltavano meglio, il verde smeraldo che ricopriva la stanza mi feriva quasi gli occhi, forse era il motivo per cui lasciavano le luci basse. Ricordandomi di quello che mi aveva detto Astoria mi recai all’armadio, se così si poteva chiamare, visto che era grande quanto casa mia, rimasi a bocca aperta, i vestiti dentro quella cabina armadio riportavano i colori delle serpi, va bene essere orgogliosi ma potevano comprarmi qualcosa di diverso.
Scesi per andare a cena, dai vestiti che avevano preso per me non avevo molta scelta, quindi indossai un abito che arrivava al ginocchio color verde scuro e con le spalline e la vita argentate a causa dei brillantini. In vita mia non mi sarei mai aspettata di veder un vestito così e non avrei mai immaginato di indossarlo. Non ero il tipo da abiti, ma soprattutto, non avevamo tanti soldi da spendere per dei vestiti, tutto ricadeva su mia nonna e visto che non lavorava più, non chiedevo mai nulla di superfluo.
Tinky mi portò fino all’ingresso fino all’ingresso della sala da pranzo, la stanza era molto grande, aveva un tavolo enorme in legno e le sedie erano alte e di legno anch’esse, sopra le teste pendeva un lampadario fatto di cristalli, molto semplice rispetto a quello dell’ingresso, la stanza era stata tinta di bianco di recente, sentivo ancora l’odore della pittura, il colore rendeva ogni particolare visibile ed evidenziava l’ampiezza della stanza, dietro a dove si era seduto Scorpius notai un camino molto antico rispetto al resto della stanza, il suo colore scuro stonava nel resto della stanza. Il viso di mio zio appena mi notò si riempì d’orgoglio e mi invitò a sedermi accanto a Scorpius.
‘’Sei stupenda Teodora’’ disse Draco
‘’Davvero, sapevo che ti sarebbero stati alla perfezione, hai un bellissimo fisico’’ confermò Astoria
‘’Siete imbarazzanti’’ ribattè Scorpius
Gli fui grata per quel semplice intervento, aveva distolto l’attenzione da me quel poco che mi bastava per non sentirmi minacciata. La cena passò tra le domande più banali possibili, quelle sulla scuola, a cui rispondevamo all’unisono con una lieve nota di noia nella voce. Scorpius si congedò in camera e Astoria stava andando in cucina per aiutare Tinky a lavare i piatti, stavo per alzarmi anch’io quando Malfoy mi bloccò.
‘’Teodora capisco che non è il primo luogo dove vorresti essere per le vacanze, io e tua nonna ci siamo scritti tanto nell’ultimo periodo e siamo d’accordo sul fatto che la famiglia vada riunita. Il passato è stato tragico e non nego di aver le mie responsabilità anch’io, perché percorsi il tragitto che mi fu prescritto, la nuova generazione può ricominciare, tu e Scorpius siete la nostra occasione, lui è buono e lo stiamo educando meglio di quanto non abbiano fatto con noi’’ disse Draco
‘’No non è il primo posto e neanche il secondo, non dovreste fare tanto per me, so che Scorpius è buono ma so anche che è una serpe… e che le serpi sono astute, questa casa puzza di morte molto più di un cimitero e questa stanza particolarmente’’ risposi io in tono neutro
‘’Lo so, ci stiamo lavorando, ma anni di dolore e morte non vanno via in un giorno. Ho sofferto anch’io per le scelte di Voldemort, solo quando c’ero dentro avevo capito che avrei voluto starne fuori. Ero solo, avevo solo i miei genitori come modello di riferimento, non ho mai conosciuto tua madre e non conosco Andromeda e me ne pento ogni giorno di più, se le avessi conosciute forse adesso non avrei questo marchio sul braccio, resterà sempre qui a ricordarmi gli errori che ho commesso, non pretendo che mi chiami zio o che mi consideri un membro della tua famiglia, voglio solo che Scorpius abbia sua cugina, io non ho potuto scegliere di averne una’’ concluse lui
Il suo discorso mi aveva quasi commosso, non riuscivo a dir molto quindi mi limitai ad annuire e sorridere e poi mi alzai e andai in camera mia. Non avevo mai ragionato sul fatto che qualcuno non potesse aver scelta, era stato sincero perché il suo battito era rimasto regolare ed anche il suo respiro, può essere che il male in questa casa fosse stato estirpato alla radice ma avevo ancora una punta di scetticismo che si era annidata in me.
Uscendo dal bagno, quasi mi venne un colpo, un’anziana signora si era annidata sul letto al buio, in famiglia erano in tre chi poteva essere questa donna, era strano ma non la sentivo come una minaccia, però non la conoscevo, il suo odore mi era del tutto estraneo ma allo stesso tempo i suoi lineamenti al buio mi sembravano quasi quelli di mia nonna, accessi la luce in un impeto di speranza che fosse realmente lei ma mi sbagliai, alla luce le differenza saltarono subito ai miei occhi attenti.
La donna sul mio letto aveva i capelli quasi del tutto bianchi tranne qualche ciocca che era rimasta grigia, era vestita in maniera elegante, con una gonna a tubino nero ed una camicia bianca, notai che era più giovane di mia nonna ma usava il bastone.
‘’Vieniti a sedere vicino a me, non mordo’’ disse debolmente l’anziana donna
‘’Prima di tutto vorrei sapere chi è lei’’ dissi io avvicinandomi al letto ma senza esagerare
La donna fece un respiro profondo e mi guardò dritta negli occhi, fu in quel momento che capì chi fosse e prima che potesse farlo lei risposi alla mia domanda.
‘’Lei è Narcissa, giusto? La sorella minore di mia nonna’’ dissi io sedendomi accanto alla donna sul letto a baldacchino
‘’Esatto cara, volevo vederti di persona e farti un dono’’ rispose Narcissa
‘’Non voglio niente da lei, avete cacciato via di casa mia nonna perché si era innamorata di un mezzosangue, mia madre era come se non fosse mai nata finché non l’avete uccisa’’ dissi io alzandomi da quel letto
‘’Signorina, l’unica cosa che io volevo era che il mio unico figlio fosse al sicuro, era solo un ragazzo all’epoca e per tenerlo vivo avrei fatto di tutto. Voglio bene ad Andromeda, è mia sorella e lo sarà per sempre, fu mia madre a cacciarla via e non ci fu instante nella quale non mi mancò immensamente, quando cercai di riallacciare i rapporti alla morte di nostra madre, lei non voleva più saperne di noi. Teodora voglio farti questo regalo se lo accetterai, è una collana col simbolo della famiglia Black, le donne della nostra famiglia se lo tramandano di generazione in generazioni da secoli ormai ma io non avevo ancora a chi donarlo, vorrei che lo avessi tu ’’ fece Narcissa togliendosi una collana e porgendomela
‘’G-grazie veramente ma non posso accettarla’’ dissi io sbigottita
Lei non rispose, mi guardò negli occhi e mi sorrise con tenerezza poi mi infilò la collana e la guardò con orgoglio.
‘’Sei identica a mia sorella’’ concluse lei e poi se ne andò lasciandomi sola nella stanza
 
di nuovo Buone Feste e felice anno nuovo, chissà dove festeggerete capodanno, fatemelo sapere magari con un commento. 
la nostra Teodora ne ha di grane da superare ma anche quando va tutto bene tende a non fidarsi perchè è sospettosa di tutti e tutto. chissà cosa succederà nel prossimo capitolo? lanciate le scommesse e in tanto buona notte 



 

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Capitolo 18
*** E Così Finiscono Le Vacanze! ***


Mi stavo preparando per l’ultima serata a Malfoy Manor, visto che domani avremmo ripreso L’Hogwarts Express, mio zio e Astoria avevano organizzato una festa piena di parenti e maghi di spessore a cui mi sarei dovuta presentare. Mi stavo abituando a tutto ormai, la luce soffusa, l’ambiente tetro, i domestici, l’unica cosa che ancora mi faceva penare era questo continuo vestir elegante. Astoria mi aveva accompagnata a Diagon Alley a comprare un vestito, avendolo scelto io stessa avevo optato per un colore che non fosse il verde, quindi quel giorno avrei avuto un vestito lungo di color rosso con dei ricami in pizzo, non era per niente il mio genere. Stavo finendo di vestirmi quando un ospite si fece alla finestra.
‘’Dovrei metterti un sonaglino al collo, così non avrei sorprese’’ dissi io rivolta alla finestra
‘’E’ una proposta?! La prossima volta arriverò qualche minuto prima così ti troverò in biancheria’’ rispose lui con un ghignò sulla faccia
‘’Se sei venuto per infastidirmi puoi andartene, hai scoperto qualcosa? ‘’ chiesi io mentre i miei capelli diventarono viola
‘’Wow, sei stupenda’’ fece lui guardandomi per la prima volta sul serio
‘’Zakaria concentrati’’ lo rimproverai ma il suo complimento mi aveva fatto piacere
‘’Posso farti una domanda prima? ’’ chiese lui
‘’Se è così urgente, dimmi’’ risposi io
‘’Perché il viola? I capelli viola perché? ’’ domandò lui
‘’Era il colore preferito di mia madre, li portava sempre così’’ dissi io guardandomi allo specchio con un sorriso triste. ‘’Ora possiamo tornare a mia nonna scomparsa?! ‘’ dissi io con sguardo arrabbiato
‘’ok…tua nonna...non è in casa, sono settimane che casa vostra è abbandonata, nessun branco si è avvicinato e…non percepisco neanche il suo odore nelle vicinanze’’ disse lui
‘’Mia nonna è una donna anziana, non è agile, come avete potuto perderla così, può essere stata dai Weasley per le vacanze, hai controllato? ‘’ domandai io continuando a riflettere
‘’Non posso avvicinarmi a case e guardare dentro, sono agile ma non trasparente, abitano troppo lontani dall’inizio di un bosco, chiunque poteva vedermi avvicinarmi’’ rispose lui giustificandosi
‘’Ok, non mi rimane che andarla a cercare io stessa, posso venire a darvi una mano’’ dissi io con già un piede sullo stipite della finestra quando la voce di Scorpius mi richiamò. L’illusione che si era fatta appena largo in me, svanì subito, mi ricordai della festa e della gente che mi aspettava al piano di sotto, dovevo rimanere, avevo le mani legate.
‘’Continuerò le ricerche, mobiliterò tutto il branco ’’ disse Zakaria avvicinandosi alla finestra
‘’Zakaria, trovala’’ risposi io prima di vederlo saltar giù dalla finestra
Scesi la scalinata, sentivo che tutti gli occhi dei presenti mi puntavano e mi giudicavano, non mi piaceva essere osservata mi dava una sensazione di pericolo che difficilmente andava via e correre con un abbigliamento come quello di stasera sarebbe stato complicato. Alla fine delle scale, ad aspettarmi, c’era Draco, mi prese sotto braccio e mi accompagno lungo il salone.
In quell’ora avevo già conosciuto più di metà del mondo magico, ero esausta ma le sedie erano state fatte portate via per far più posto e così la cena poteva essere gustata a buffet, anche se non notavo nessuno che se ne usufruisse, stavano tutti parlando con i bicchieri in mano ma nessuno aveva dei piatti in mano. Mi stavo annoiando da morire non conoscevo nessuno e non avevo argomenti in comune di cui trattare, avrei voluto che mio fratello fosse stato qui, anche se avevamo litigato ed anche i miei amici avrei voluto ci fossero. Ad un certo punto alle mie spalle apparse Scorpius con due bicchieri in mano.
‘’Noioso vero?!’’ domandò lui
‘’Un po’ ‘’ ammisi io
‘’Pensa che io devo sopportare queste pagliacciate tutti gli anni, ma mia madre ci tiene molto’’ disse porgendomi il bicchiere
‘’Mi dispiace, è solo che ho saputo che mia nonna non si trova e non si hanno notizie da settimane’’ affermai io fissando il bicchiere dubbiosa
‘’Tranquilla è succo di zucca, tua nonna è scomparsa? Come è potuto accadere? ‘’ chiese lui scioccato
‘’Non lo so, ma lo scoprirò’’ risposi io, prendendo il bicchiere dalle sue mani
La serata continuava, ogni volta che provavo ad andarmene mi fissavano, se volvo cambiare stanza mi fissavano, se andavo in bagno mi fissavano, cominciavo ad irritarmi, il sangue mi ribolliva nelle vene e le mani mi prudevano. Non sapevo per quanto ancora sarei potuta resistere, dovevo andarmene di lì. Malfoy forse capendo il mio disagio, mi diede il permesso di congedarmi in camera mia, non me lo feci ripetere e andai a rintanarmi in camera. Zakaria non c’era più e la stanza era immersa nella tranquillità, anche se quella pace durò poco, dense nubi si preparavano a colpire quel giorno e si versavano proprio sopra la mia testa.
Stavo per addormentarmi beatamente cullata dal frastuono della festa che stava via via scemando, quando un urlo mi fece riprendere, qualcuno stava salendo le scale di fretta e questa cosa mi rendeva nervosa, sospettavo che portasse brutte notizie, sentivo il suo cuore andare a mille e il suo fiato spezzarsi ad ogni gradino. La porta di camera mia si spalancò e Draco si fermò col fiatone in mezzo alla stanza, io saltai giù dal letto con un balzo.
‘’Teodora…mi…sono realmente dispiaciuto’’ disse lui con occhi inespressivi ma tristi
Prima ancora di strappargli la lettera di mano sapevo di cosa si trattava, lessi quelle tre righe forse in eterno, cercavo un senso a quelle parole ma non ne trovavo, vagavano per la mia mente a vuoto e non si fermavano mai, la mia faccia non presentava alcuna espressione e i miei occhi erano vuoti.
 
 
 
Sig.ina Teodora Lupin,
La informiamo che nella data di oggi la signora Andromeda Tonks è deceduta al San Mungo, le cure che in queste settimane le sono state somministrate sono state vane, ci disporremmo per il trasferimento della salma il prima possibile,
 Le nostre più sentite condoglianze
Lo staff
Draco fece per venire verso di me ma poi ci ripensò, prese lentamente la lettera dalle mie mani e uscì dalla stanza. Io rimasi lì svuotata di ogni cosa buona che era rimasta in me, pensare che quella donna meravigliosa era morta era insopportabile, una persona che aveva perso la famiglia per sposare l’uomo che amava, che aveva perso il marito e accolto due bambini in casa sua, si era presa cura di loro e li aveva fatti crescere sani e forti. Mia nonna aveva concesso sua figlia ad un lupo e poco dopo averla persa, prese sua figlia, una piccola lupacchiotta appena nata e le aveva dato da mangiare, sopportando il dolore e la rabbia che il suo corpo animale le procurava e non glielo aveva fatto mai pesare. La mia ricompensa per tanti sacrifici e per tanto amore era stata non esserci quando lei aveva avuto bisogno di me, era al San Mungo da settimane, avrebbe potuto avvertirmi, avrei potuto far qualcosa, avrei potuto starle vicino nei suoi ultimi giorni e invece ero qui a bere succo di zucca e a vestirmi elegante per andare a cena. La porta bussò e Scorpius entrò nella mia stanza con due tazze in mano, percorse la stanza a piccoli passi ma io non lo vidi nemmeno, non vedevo neanche la stanza, non so neanche dire se sapessi di star respirando o meno.
‘’Ti ho portato una cioccolata calda anche per te, sempre se ti va’’ disse lui posando la tazza
Non risposi e continuai a fissare il vuoto con gli occhi spenti.
‘’Vuoi che ti faccia compagnia per un po’? ’’ domandò lui guardandomi
Non volevo cacciarlo via ma non sarei stata di compagnia, quindi scossi la testa in risposta e presi la cioccolata calda per dimostrargli che avevo apprezzato il suo gesto. Scorpius andò via e rimasi di nuovo da sola, ormai era notte fonda ma il sonno non arrivava, a tradimento invece comparivano i ricordi, ognuno di loro era una coltellata extra, avevo perso tutti, ormai mi rimaneva solo Hogwarts, non avevo un posto dove tornare, i miei pensieri trovarono per un attimo della lucidità, restava ancora la foresta, voltai lo sguardo per cercare quella vastità e invece incrociai gli occhi di Zakaria che mi fissavano fuori dalla finestra. Cercai di scendere dal letto per andare ad aprire la finestra ma crollai rovinosamente a terra, le mie gambe non accettavano il mio peso, non volevano stare dritte, non provai neanche ad alzarmi. Zakaria ruppe il vetro della finestra e mi si mise accanto, mi aiutò a ritornare sul letto, mi chiamò più di una volta per costringermi a guardarlo ma io neanche lo sentivo, neanche lo vedevo, sapevo che fisicamente era qui ma per la mia mente lui era nebbia, tutto era nebbia. Mi sdraiai a letto e le lacrime mi scesero dagli occhi fino a rigarmi le guance, piansi fino ad addormentarmi. Il ricordo di quella serata sarebbe stato per sempre confuso, mi ricordavo la lettera e poi più nulla. L’indomani sarei tornata ad Hogwarts ma non avevo nessuna idea di cosa avrei fatto.




Altri problemi per Teodora, poverina gli ho ucciso la nonna e sto piangendo per questo giuro. Chissà cosa succederà nei prossimi capitoli, ve ne siete già fatti un'idea? comunque grazie per il sostegno e continuate a leggere perchè non è ancora finita :)
PS: sto cercando di tirarla meno per le lunghe possibile perchè so che poi diventa noiosa, sopportatemi ancora per un pò. un bacio a tutti. 

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Capitolo 19
*** Briciole di normalità ***














Ciao a tutti! parto chiedendovi scusa per l'immenso ritardo. Spero che il capitolo vi piaccia e vi emozioni, lasciate un commento per esprimermi pareri o perplessità (e forse in questo capitolo ce ne saranno molte). un bacio e buona lettura. 


Il treno scorreva lentamente tra campagne, ponti e gallerie, sentivo il rumore delle rotaie, il vociare allegro degli studenti che ritrovavano i loro amici dopo le vacanze, non mi sono neanche accorta di esserci salita, credo che mio zio e mio cugino mi ci abbiano spinto sopra o qualcosa di simile. Il vagone dove mi ero stipata era piccolo, era nella parte finale del treno e puzzava un po’. I miei amici erano lì insieme a me, Albus, Rose, Lysander e Lorcan ma questa volta c’era una persona in più, che occupava l’ultimo posto disponibile all’interno di quel piccolo spazio, Scorpius era seduto insieme a noi. Il silenzio era palpabile, tutti stavano guardando il vuoto cercando di non far trapelare vergogna o imbarazzo per quella situazione. Il viaggio si prospettava interminabile, dovevo rompere quel velo di silenzio che avrebbe potuto uccidermi, la gola secca mi impediva di proferir parola, aprendo la bocca uscivano solo aria e dolore.
La porta del vagone si aprì con un cigolio e ruppe il silenzio, il volto di mio fratello dolce e sereno si affaccio. Non vedevo Teddy dall’inizio delle vacanze, lui avrebbe dovuto passare le vacanze alla Tana con nostra nonna come sempre, non avevamo ancora avuto occasione di parlare e io desideravo farlo anche se Natale era iniziato con la nostra lite.
‘’Ragazzi potreste lasciarmi un minuto solo con Teodora? ‘’ domandò Ted agli altri
‘’Certo’’ risposero in coro mentre lasciavano lo scompartimento
‘’Sorellina…guardami, ti prego ’’ chiese lui supplichevole
Decisi di obbedirgli, rivolsi il mio sguardo su di lui, i suoi occhi però non erano vuoti e spenti come i miei, anzi erano pieni di consapevolezza, lui conosceva i dettagli che a me erano stati negati, quella verità che mi era sfuggita dalle mani perché mi avevano spedito dai Malfoy senza farmi scegliere, io ero in una villa tra feste e abiti eleganti e mia nonna era nella nostra casetta di campagna a morire.
‘’Dimmi Teddy, tu sapevi tutto? ’’ chiesi io fissandolo con sguardo rude
‘’Nostra nonna era una donna anziana, era malata già da diverso tempo ed ha resistito finché gli è stato possibile, la nonna mi informò delle sue condizioni ma non ti volle dire nulla’’ rispose Ted
‘’Perché mi ha tenuto allo scuro delle sue condizioni? Perché mi ha allontanata se sapeva che stava morendo? Perché tu non eri con lei? ’’ avevo così tante domande e così poche risposte
‘’Sapeva che se ti avesse informata, non saresti mai venuta ad Hogwarts per stare a casa con lei e che alla fine di tutto saresti finita sposata a qualche lupetto da strapazzo come, ad esempio, il tuo amichetto dalla folta pelliccia e che ti segue come un cagnolino ovunque’’ disse lui
‘’Non stiamo parlando di questo’’ ribattei io
‘’Durante le vacanze lei ha voluto che andassi alla Tana ma mi ha detto che lei non ci sarebbe venuta, il giorno basta lei è andata al San Mungo, non ho potuto fare nulla e ti abbiamo delusa questo mi dispiace’’ concluse lui e si alzò
‘’E adesso dove dovremmo andare a vivere? ‘’ domandai io
‘’Questo lo ignoro anch’io, immagino che dovremmo aspettare di arrivare a scuola, faccio tornare i tuoi amici, ah Teodora i tuoi capelli stanno impazzendo cerca di controllarti, sai che la tua rabbia è pericolosa ’’ fece lui congedandosi
Quando i miei amici tornarono cercai di tenere un umore alto, la tensione di prima sciamò fino a ridursi in un nulla, parlammo e scherzammo, ci raccontammo dell’estate e delle cose strambe che sarebbero successe appena rientrati a scuola, dopo poche ore eravamo tutti vestiti con l’uniforme mentre il treno stava rallentando ed entrava alla stazione di Hogsmeade.
La scuola sembrava non cambiata durante la nostra assenza, tutti cenavano e chiacchieravano allegramente coi compagni e gli amici, ognuno era al suo tavolo e nessuno aveva pensieri, tranne me ovviamente. Cercai di intercettare la preside durante tutta la cena ma il suo sguardo mi evitava, controllava gli studenti dal tavolo dei professori ma quando arrivava a me, distoglieva lo sguardo. Terminata la cena, non si fermò su di me ma sussurro brevemente che il mattino successivo mi attendeva nel suo ufficio, ecco che l’ansia si prese possesso di me e la testa mi cominciò a girare, il mio intero futuro dipendeva da domani, nel frattempo però la mia testa balenava anche sul pensiero di vivere felicemente anche nei boschi.
La serata passò velocemente e arrivò il mattino successivo, mi alzai stordita e infreddolita dal letto, mi trascinai a vestirmi e uscì per andare al gargoyle di pietra. Nell’ufficio della professoressa McGranitt erano presenti molte più persone di quanto mi aspettassi, l’intero corpo docente era presente poi c’era mio fratello, Louis e Victoire, Scorpius e per finire Albus e James.
‘’Ti stavamo aspettando mia cara, vieni ad unirti ai tuoi compagni’’ mi accolse la preside
‘’Professoressa, sono confusa, perché sono presenti anche loro? ’’ domandai perplessa
‘’Ora mi ascolti, dopo capirà. Molti di voi già conosceranno lo spiacevole evento che ha colpito Ted e Teodora Lupin, alla fine delle vacanze natalizie, loro nonna è venuta a mancare. Essendo la donna, unica tutrice di questi due maghi minorenni, ci troviamo oggi per esporre varie soluzioni a questo increscioso problema. Harry Potter è vostro padrino, tuttavia considerando che varie persone si sono proposte e siete abbastanza maturi vi daremo l’opportunità di scegliere ’’ Spiegò la McGranitt
 ‘’Ok’’ rispondemmo a comando io e Teddy
‘’Cominciamo dal più grande, Ted hai due opzioni, puoi scegliere tra Harry e Ginny oppure Bill e Fleur’’ espose la professoressa
‘’Andrò a vivere da Bill e Fleur’’ disse mio fratello e con largo sorriso andò ad abbracciare quel suo amichetto spocchioso
‘’Dovrò condividere il mio bagno con un maschio in più, disgustoso’’ sbottò Victoire contrariata all’idea
‘’Delizioso commento signorina Weasley, ma irrilevante, alla nostra causa’’ replicò la preside che poi continuò ‘’Teodora per te…’’ cominciò prima che la interrompessi
‘’Prima che lei continui vorrei dirvi che posso benissimo vivere per conto mio, posso stare nella casa di mia nonna e procacciarmi il cibo oppure vivere nei boschi, non sarei in pericolo lì e poi sarebbe solo per le vacanze, non ho bisogno di essere un peso per nessuno’’ dissi io
‘’Assolutamente no, non possiamo permettere che un’alunna viva da sola, anche se con le tue particolari abilità’’ fece la McGranitt ‘’Riprendendo il discorso, Teodora per te ci sono 4 opzioni, Harry e Ginny, Bill e Fleur, Molly e Arthur oppure Draco e Astoria, puoi scegliere dove andare’’ mi informò la preside
 
Riflettei molto attentamente sulle opportunità che mi erano state date, avrei voluto non andare a mettere nessuno in pericolo ma considerando che la preside mi aveva dato solo queste scelte, sostengo di doverne prendere una, ragionando obbiettivamente su ognuna di esse.
Adoro Harry e Ginny ed è superfluo dirlo, per questo non vorrei dargli questo fardello, hanno tre figli e so molto bene che James gli dà già abbastanza a cui pensare. Ragionando poi che vivono in pieno centro a Londra, non avrei dove nascondermi, quindi mi dispiace ma non posso.
Bill e Fleur sono sempre così gentili con me, Bill anche se in piccolissima parte può capirmi e Fleur gli è rimasta sempre accanto, la parte positiva e che potrei restare con mio fratello però loro vivono sulla costa e le difficoltà sarebbero tante. Parlando poi dell’altro immenso problema, finirei a vivere con uno che odia la mia razza, alla prima luna piena io e Louis ci attaccheremmo e alla fine uno dei due finirebbe morto, senza contare che spaventerei a morte Victoire e non voglio.
Molly e Arthur sono stati molto carini a proporsi e so che sono genitori bravissimi e mi vogliono bene come fossi loro nipote, però anche loro hanno dovuto affrontare tanto e non voglio dargli noie, sono anziani ed hanno combattuto con onore quindi è giusto che si riposino. Abitano in un bello spazio verde e lontano da occhi indiscreti, ma se volessi compagnia sarei abbastanza vicino ai gemelli, però la Tana è molto fragile, rischierei di farla crollare in mille pezzi già con un tolpo di tosse.
Draco e Astoria non mi sorprende che si siano proposti, il loro ego è paragonabile solo allo sfoggio che ne fanno ma credo che siano spinti da veri sentimenti. Certo, l’esperimento delle vacanze si è concluso bene, Scorpius ed io abbiamo legato ma saprei reggere ad una vita così?! Loro vivono in una grande villa, sarebbe facile per me avere privacy nei miei giorni bui e sono posizionati in una zona nella quale sono presenti enormi distese di boschi, il prezzo però sarebbe enorme.
‘’Ho preso una decisione…. andrò dai Malfoy’’ risposi io col cuore in gola
‘’Molto bene, questo pomeriggio scriverò a tutti e spiegherò la vostra decisione, ora potete andare voi, vorrei parlare un momento con Teodora e Ted in privato’’ aggiunse la preside, dileguando anche il corpo insegnanti
Tutti uscirono dalla stanza e ci lasciarono soli, alcuni con espressione sorpresa sul volto, altri con delusione ed altri ancora non esprimevano nulla come se dovessero ancora realizzare la natura delle mie parole. Non avrei voluto prendere questa decisione perché fossero state altre le circostanze sarei andata volentieri con mio fratello, invece sarò costretta a separarmene perché in fin dei conti le sue esigenze sono diverse dalle mie, lui ha scelto di vivere felice col suo migliore amico e non posso biasimarlo, così finalmente potrà condurrà un’esistenza senza doversi preoccupare per me.
‘’Bene, volevo anche dirvi che la casa di vostra nonna resterà di vostra proprietà finchè non sarete in grado di andare a vivere per conto vostro’’ annunciò la preside
‘’Possiamo andarcene adesso?! Per favore’’ chiesi io, con fare supplichevole
‘’Certo’’ rispose la professoressa e così ci lasciò liberi di alzarci dalle sedie
Avevamo passato tutta la mattinata nell’ufficio della preside, quindi senza rendercene conto, era già ora di pranzo e dovevamo riunirci ai nostri compagni in Sala Grande. Mio fratello andò a sedersi insieme a Louis, cercai nella folla del nostro tavolo Rose, la individuai a fatica, era immersa in una conversazione animata che subito si interruppe non appena mi vide. Feci finta di nulla, mi misi seduta con le mie amiche e lanciai un sorriso a tutte, non volevo essere trattata diversamente dal solito, ero già abbastanza diversa. Le mie amiche si tranquillizzarono, mi ricambiarono il sorriso e iniziammo a conversare delle solite cose…scuola, ragazzi, lezioni e così via dicendo. Nella metà della tavolata, mio fratello e Louis cominciarono una conversazione di ben altra natura.
‘’Vorrei farti una domanda amico, prima tua sorella nell’ufficio della McGranitt ha detto che poteva vivere da sola nei boschi e proca…’’ cominciò Louis, prima che mio fratello lo interrompesse
‘’Cucinare, ha detto che avrebbe potuto vivere nella nostra casa e cucinarsi da sola’’ rispose Teddy
‘’Non è quello che ho sentito, so che ci sono cose che mi tieni nascosto e so che riguardano la tua famiglia’’ disse Louis
‘’Mi dispiace Louis, non tocca a me dirtelo’’ disse Ted, prima di andarsene
Avevo costretto ancora una volta mio fratello a mentire e a fuggire per un mio problema, neanche lo sapevo, in quel momento ero troppo occupata a riprendere quelle briciole di normalità di cui si componeva la mia vita, quel filo sottile che si manteneva unito grazie a rabbia, forza e bugie. La mia mente vagava in quei discorsi adolescenziali così banali, mentre, un’altra notte di luna piena si avvicinava minacciosa come non mai.  




Buonasera, ri-chiedo scusa per il ritardo di natura tecnica, mi sono ammalata, poi per sfariato tempo non potrò usare internet in determinate fasi della settimana quindi ci sono degli intoppi per la pubblicazione. In ogni caso, spero vi sia piaciuto il capitolo, il prossimo sarà ovviamente sulla luna piena e chissà se ci saranno dei risvolti interessanti per i protagonisti, per scoprirlo dovete continuare a leggere. Buona serata a tutti!

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Capitolo 20
*** La scoperta della verità ***






Ciao a tutti, piccola premessa, credo che il capitolo sia molto lungo quindi scusate. 




Avevo avuto incubi tutta notte, il sangue e i corpi mutilati erano diventati la mia ninna nanna, mi erano venute le occhiaie, non avevo dormito molto, speravo di potermi riposare domani. Il sole sarebbe calato tra circa 4 ore, non avevo più tempo dovevo uscire dal castello, presi le mie cose e feci per uscire dalla stanza, quando Rose entrò nella camera col fiatone.
‘’Teodora, non puoi andartene stasera, devi restare nel castello ’’ disse lei, cercando di riprendere fiato
‘’Rose, calmati, respira e dimmi cosa succede’’ feci io
‘’Lo…Louis…faranno un’ispezione stasera…controllano i dormitori per scoprire chi fugge di notte’’ rispose lei
‘’Mi stai prendendo in giro? Stasera? E chi gli ha dato il permesso? ’’ domandai io, allibita
‘’Non lo so, sta di fatto che non puoi uscire senza farti beccare’’ disse Rose
‘’Non posso rimanere al castello, finirei per far del male a qualcuno’’ dissi io e subito dopo mi piegai in due per una fitta di dolore talmente forte che mi si doppio la vista per qualche istante
Riuscendo a riacquistare una punta di lucidità mi avviai verso l’uscita, in sala comune Rose mi raggiunse, bloccandomi.
‘’Dove vai? ‘’ domandò la mia amica, anche se conosceva la risposta
‘’Vado alla Stamberga, non mi importa del mio segreto, non a prezzo della vita di qualcuno’’ risposi io
‘’Puoi riuscirci, hai la pozione della McGranitt, ti posso aiutare, ti controllerai’’ cercò di convincermi lei
‘’La pozione toglie parte del dolore, non l’istinto omicida o la voglia di sangue, sono un predatore Rose, possiamo fingere finché vogliamo ma entrambe sappiamo che sono nata per uccidere e che prima o poi dovrò scegliere una parte’’ feci io
‘’Tu non sei un assassino’’ disse lei
‘’Rose…TOGLITI DI MEZZO’’ conclusi io, l’ultima parte mi uscì più ringhiata di quanto volessi, non avevo più tempo tra poco avrei mutato
Finalmente lasciò libero il passaggio e in un sussurrò mi confidò che aveva paura per me, prima di attraversare il dipinto ma senza girarmi gli risposi.
‘’Tesoro se fossi in te, avrei più paura per tuo cugino’’ confessai io e poi mi dileguai
Corsi per tutto il tempo finchè non arrivai al passaggio sotto al Platano Picchiatore, stappai la boccetta che avevo nascosto sotto il mantello e bevvi in un sorso il liquido, successivamente mi cambiai con ‘i miei abiti da luna’.
Lì distesa sul pavimento a contorcermi dal dolore della trasformazione, una lacrime scese rigandomi il volto, non si trattava di una lacrima di tristezza o di dolore, era più che altro stanchezza, non riuscivo più a sopportare i nascondigli e le bugie. Stavo aspettando che Louis arrivasse e scoprisse la verità su di me e la mia famiglia, ero un condannato a morte che aspettava il patibolo. La luna era sorta e il suo riflesso entrava prepotente nella stanza tramite le finestre rotte; i miei occhi sparavano luce ovunque, i miei artigli erano affilati e pronti a squarciare una gola e i miei denti erano pronti a mordere. Quanto avrei voluto seppellirmi e non riemergere più, se quel Weasley fosse riuscito ad uccidermi mi avrebbe risparmiato del dolore, questo era sicuro, quasi quasi tifavo per lui.
Era passata da un po’ la mezzanotte e nell’aria si percepiva odore di pioggia, se la luna si fosse oscurata forse sarei riuscita a togliere la faccia dalla sporcizia di questo pavimento anche solo per un momento. Prima di essere coperta dalle nuvole, la luna mandò un suo raggio dritto contro di me, la gola iniziò a bruciarmi e una fitta alla testa cominciò a farmi impazzire, mi morsicai la lingua fino a farla sanguinare, quando la mia bocca fu piena di quel liquido scuro e nauseante, lo sputai sul pavimento e il sangue andò a mescolarsi con la polvere e le macchie scure già presenti in precedenza. I miei sforzi furono vani, più cercavo di trattenermi e maggiore era il dolore, feci uscire un ululato alto e forte, un rantolo di dolore e alla fine ringhiai dalla rabbia. La situazione era ridicola, perché non appendere un cartello all’ingresso ‘RAGAZZA LUPO, 10 euro (i cacciatori pagano doppio) ‘. La mia sofferenza era maggiore qui, rispetto a quando ero a casa, la spiegazione era semplice, a casa mia avevo un bosco infinito dove poter correre e liberare i miei istinti, qui dovevo sopprimerli considerando che a pochi metri da me c’era un villaggio pieno zeppo di persone e poco più lontano una scuola, non volevo far del male a nessuno, così resistevo a quella tortura, sfogandomi su quella casa già diroccata e fatta a pezzi da mio padre. Iniziò a piovere forte e le nuvole coprivano il cielo, finalmente riuscivo ad alzarmi ed anche il dolore si affievolì parecchio, la luna perdeva il suo potere e la sua influenza su di me. Mi alzai, percorrendo la stanza, andai in quella accanto, notai un pezzo di vetro in terra, decisi di raccoglierlo e di guardarmi, la vista non mi piaceva. Il mio corpo era umano certo ma il mio viso rispecchiava tutt’altra realtà, mi guardavo in quel frammento con occhi gialli avidi, le mie orecchie erano diventate pelose e a punta, la mia mandibola si era allungata quel tanto che bastava per far spazio alle zanne appuntite, le mie unghie erano diventate artigli scuri e affilatissimi e i miei capelli erano color cioccolato, se fossi stata un lupo completo quella sarebbe stata la colorazione della mia pelliccia. Essere una metamorfmagus nel mio caso non poteva essere più inutile di così, l’unico giorno in cui vorrei cambiar aspetto resto costretta a star così, mi sarei trasformata più volentieri in un coniglio o in una papera e poi mi sarei mangiata da sola, in un impeto di rabbia e frustrazione che si impadronì di me, scagliai il pezzo di vetro lontano che si andò a conficcare sul muro dell’altra stanza.
Un folata di vento percorse tutta la stanza fino ad arrivare al mio naso, la pioggia aiutava a coprirne l’odore ma riuscì lo stesso a percepirlo, un umano si stava avvicinando, sapevo già chi era in arrivo ed ero pronta ad accoglierlo, non avrebbe potuto scegliere momento più brutto perché avevo riacquistato le forze e sarei riuscita a difendermi senza difficoltà. Gli concessi di sbucare dal passaggio, io mi ero messa contro la parete della stanza, era l’unica posizione dove non ero a portata d’occhio, era il momento dell’affronto non c’era nessuno tra di noi questa volta.
‘’Odio i lupi vorrei ucciderli tutti, Papà vorrei dare la caccia al lupo che era alla Stamberga, che belle parole da dire, non ti pare? ’’ domandai io mentre uscivo allo scoperto, le stanze erano scure e buie senza il favore della luna, il mio viso era coperto da ombre e non si vedeva bene
‘’Teodora? ’’ chiese lui stupito e confuso
‘’Non mi dire che dopo tutto questo tempo ti aspettavi qualcun altro, dimmi signor prefetto ora che hai scoperto chi era che usciva di notte dopo la tua piccola ispezione, cosa intendi fare? ’’ gli chiesi io, mentre andavo alla luce
‘’Ti riporto al castello ’’ disse lui
Non doveva essere una minaccia ma alle mie orecchie suonava come tale, la mia volontà era restare lì e nessuno me lo avrebbe impedito, il mio istinto voleva che lo attaccassi per difendermi dalla minaccia e, mio malgrado, lo assecondai.
Mi lanciai su di lui correndo come una furia con i denti scoperti e gli artigli in mostra, lui capì subito cosa stava succedendo, non abbastanza in fretta per estrarre la bacchetta ma sufficiente per andare nell’altra stanza e staccare un’asse di legno dal letto sfondato per difendersi. Adesso lui era steso a terra e io cercavo di morderlo, solo la barra di legno si interponeva tra di noi, aiutandosi con la forza delle gambe riuscì a lanciarmi via, feci una ruota per aria e atterrai malamente sul pavimento, per qualche secondo la mia capacità di respirare era stata compromessa, entrambi ci rimettemmo in piedi, lui mi fissava negli occhi ma quelli non erano i miei occhi, era lo sguardo di un predatore che voleva la sua preda. Louis si prestò a usare la barra come arma ma gli bloccai il braccio e lo colpì al volto con un pugno, nel momento in cui si rialzò, i miei artigli scattarono e lo graffiarono, non era uno di quei graffi superficiali che ti fai col giornale, gli feci male e tanto. Mi accorsi di cosa avevo fatto quando guardando in basso vidi del sangue che mi colava sulle dita, lui era piegato e si teneva una mano sul volto, impallidì e mi scostai da lui tremando, ero tornata lucida ma ad un prezzo orribile, avevo fatto del male ad una persona, ero diventata il mostro che era riflesso nel pezzo di vetro. Mancavano due ore al sorgere del sole, corsi e mi scagliai contro la finestra frantumando quei pochi cocci di vetro che vi erano ancora attaccati, me ne andai via, disgustata e inorridita da me stessa, lasciai Louis solo e ferito nella Stamberga Strillante.
Non ricordo molto di quello che ho fatto dopo, mi ricordo il levar del sole e niente di più, credo di essere svenuta da qualche parte a Hogsmeade. Aprendo gli occhi, notai di essere in un vicolo in mezzo a della spazzatura, quella stradina era stretta, scura e puzzolente, la luce feriva i miei occhi stanchi e mi faceva girare la testa. Vagai senza meta tutto il giorno, mi sentivo troppo male per quello che avevo fatto per affrontare chiunque, specialmente Louis, ero sicura che sarei stata cacciata dal castello per quello e se prima mi detestava e basta, adesso mi voleva vedere morta. Era impressionante pensare che quello che io avevo fatto a lui, era la stessa cosa che quel lupo infame aveva fatto a suo padre. La preside non avendomi vista a colazione e a pranzo avrà già inviato tutto il corpo insegnanti e gli Auror a darmi la caccia, e Louis lo avevo lasciato ferito contro il muro di quella casa diroccata senza neanche pensarci, non sapevo neanche se aveva raggiunto il castello oppure se stava ancora sanguinando sul pavimento. Verso sera mi incamminai verso il castello, dovevo affrontare l’inevitabile espulsione e volevo sapere se Louis stava bene, in aggiunta la gente di Hogsmeade mi guardava storto ormai da diverse ore, si domandavano il perché una studentessa senza uniforme vagasse in pieno giorno scolastico per il villaggio senza accompagnatori.
Entrai nel castello con circospezione, nel frattempo ero andata a recuperare la mia divisa dal cespuglio e l’avevo indossata, i miei capelli si colorarono di viola e i miei occhi li percepivo neri. Avrei voluto fare un’entrata senza essere notata ma appena misi un piede oltre il portone, la preside, i miei amici e tutto il corpo insegnanti fu subito su di me e mi trascinarono via. Eravamo tutti stipati dentro l’ufficio della preside, il cuore mi salì in gola ma sapevo il motivo per cui eravamo lì quindi cominciai a parlare prima della McGranitt.
‘’Vuole cacciarmi dal castello, vero? ’’ chiesi io abbassando la testa
‘’Cosa? ‘’ esclamò sorpresa la preside
‘’Pensi che verrai espulsa da scuola? ’’ domandò il professor Paciock
‘’Non è così?! Insomma, Louis…’’ chiesi io, la preside mi interruppe prima che potessi continuare
‘’Lui stesso ha già ammesso che è stata colpa sua, quello non c’entra, siamo qui perché eravamo preoccupati che ti fosse successo qualcosa, d’ora in poi non sparire più così, ci siamo intese, vatti a rinfrescare tra poco sarà ora di cena’’ la professoressa concluse la conversazione prima che potessi fare ulteriori domande e ci congedò molto rapidamente.
Victoire, Rose, Albus, Scorpius ed io scendevamo le scale tutti insieme per andare in Sala Grande, mi misi in coda alla fila e quando gli altri scesero dalla rampa, io mi bloccai aspettando che la scala si muovesse. Gli altri si accorsero che non ero dietro di loro quando la scala si stava già spostando.
‘’Cosa stai facendo? ‘’ chiese Albus cercando di risalire
‘’Fermo! Credo stia andando in infermeria’’ lo bloccò Victoire
Il portone dell’infermeria era mezzo aperto dovevo trovare il coraggio di mettere la testa dentro adesso, non trovavo la volontà per entrare e chi l’avrebbe fatto considerando che io ero il motivo per cui lui si trovava lì dentro. Mi trovavo in piedi dietro quella porta già da 10 minuti, se mio fratello non ne fosse uscito e mi avesse spinta dentro credo che sarei rimasta lì in eterno.
Louis era seduto sul letto col pigiama e aveva una enorme fasciatura su metà volto, mi avvicinavo con la paura ed il terrore di vedere cosa avevo fatto, mi faceva più paura, però, poter vedere in lui uno sguardo d’odio o di orrore nei miei confronti. Ero di fronte a lui, avevo lo stomaco annodato, avrei voluto urlare per sfogarmi, Louis aveva l’occhio libero fissò su di me ma il suo sguardo non esprimeva sentimenti negativi, almeno in apparenza, comunque mi fece star meglio.
‘’Teodora, pensavamo non tornassi mai più’’ disse lui con voce lieve
‘’Mi dispiace così tanto, ho perso il controllo, ti ho fatto male ’’ dissi io con la voce che mi si spezzò in gola
‘’Voglio la verità, tutta e senza mezzi termini’’ esclamò lui con fare deciso
‘’Va bene, però vorrei sapere perché hai detto alla preside che è colpa tua, quando tutti sanno che sono io il…mostro che ti ha ridotto così’’ feci io
‘’Per la verità la colpa è mia e non parlo della mia faccia, sono stato cattivo e ignorante verso di te fin dal primo giorno, ora voglio solo la tua storia’’ rispose lui
‘’Eh va bene’’ risposi io prendendo una sedia ‘’ Credo di dover cominciare da mio nonno, vedi lui lavorava come esperto di Apparizioni di Spiriti Non Umani, durante un viaggio di lavoro conobbe mia nonna e la salvò da un molliccio, si sposarono e ebbero mio padre. Quando Voldemort stava per andare al potere per la prima volta, il ministero organizzò il Dipartimento per la Regolamentazione e il Controllo delle Creature Magiche Oscure e Lyall, mio nonno, iniziò a lavorare per loro. Lyall incontrò lì il suo primo lupo mannaro, Fenrir Greyback, accusato per omicidio’’ iniziai a raccontare la storia ma mi interruppi per riprendere fiato
‘’Greyback, è il nome del lupo…’’ cominciò Louis
‘’…Che aggredì tuo padre, sì lui. Nessun lupo è registrato al Ministero, i lupi sono esclusi dalla società magica e così che sono nati i branchi gestiti dagli Alpha, Greyback sfruttò il fatto di non essere nei registri e disse di essere un babbano senzatetto ma mio nonno non ci credette e cominciò ad indagare. Lyall cominciò a descrivere i lupi in malomodo, un po’ come hai fatto tu, Greyback fu rilasciato e si volle vendicare su di lui. Durante una notte di luna piena, quando mio padre aveva 5 anni, lo aggredì e lo morse, mio padre è un lupo mannaro da allora, Silente convinse i miei nonni a lasciar frequentare Hogwarts a mio padre e beh il resto si sa’’ conclusi il racconto
‘’Tu non sei registrata al Ministero? ’’ domandò lui
‘’Beh come maga si, come lupo no’’ risposi io
‘’E la storia della pallottola d’argento, è vera? ’’ chiese lui
‘’Per tutte le Nimbus, Louis queste sono leggende’’ risposi io esasperata
Madama Chips emerse nella stanza piano come se avesse paura di interrompere qualcosa.
‘’Sembra ieri che tuo padre era su quel letto per lo stesso motivo, certo le circostanze sono molto diverse, caro è ora di togliere le bende’’ annunciò con disinvoltura l’infermiera
Madama Chips era una donna anziana coi capelli grigi, indossava un abito vecchio tipo di colore rosso con la gonna lunga e un grembiule bianco sopra. La notizia che diede mi fece sobbalzare dalla sedia ero pronta a filarmela ma lei mi bloccò, mi disse che per me era importante vedere e che a lei serviva una mano con le bende. Decisi di dargliela vinta ma le mie orecchie stavano percependo da 10 minuti rumori molesti, non dovevo più far finta di nulla quindi…
‘’Se dovete star ad origliare, tanto vale che entriate’’ dissi io agli intrusi
Dal fondo della stanza apparvero Ted, Albus, Rose, Victoire, Lorcan e Lysander; la cena era terminata ed avevano congedato gli studenti per andare nei dormitori.
‘’Lo sapevano tutti? ’’ domandò Louis impietrito
‘’Si fratellino, solo tu non lo sai nella famiglia’’ annunciò Victoire
‘’Escludendo i bambini ovviamente, gli viene detto al momento più opportuno, quando sono in grado di capire’’ precisò Rose
‘’Scusate ragazze, io ero qui per togliere le bende’’ intervenne l’infermiera
‘’Visto che ha chi l’aiuta, adesso posso andare, buonanotte’’ feci io cercando di dileguarmi ma mio fratello mi afferrò per il bracciò
‘’Alto là, basta scappare, tu vuoi andartene da quel lupetto da strapazzo, ora stai qui’’ disse Ted e mi bloccò per le spalle
Madama Chips lentamente si avvicinava alla faccia di Louis, toglieva garze su garze e poi riavvolgeva le bende, il volto di Louis era libero di respirare e la luce evidenziava la ferita, tre squarci si facevano largo da sopra l’occhio destro fino alla guancia sinistra, il taglio era profondo e ben piazzato, Madama Chips stava esaminando la situazione.
‘’La ferita è messa bene, entro domani avrai una splendida cicatrice profonda, assomiglierai tanto a tuo padre, sei stato fortunato Teodora non ti ha colpito l’occhio quindi non rimarrai cieco ’’ disse l’infermiera in tono allegro
La testa iniziò a girarmi, lo stomaco si contorceva e la gola andava in fiamme, non resistetti più e vomitai sul pavimento dell’infermeria, che orrore, afferrai il fondo del letto accanto per non crollare in terra, nel frattempo continuai a vomitare mentre qualcuno mi reggeva i capelli. 






Ciao a tutti e buon sabato, questo è il ventesimo capitolo, volevo avvertirvi che la storia avrà in tutto 25 capitoli, quindi siamo vicini alla fine, entro quest'estate sarete liberi e spero anche prima. Sto già pensando a nuovi progetti ma non inizierò a lavorarci prima della fine di questa storia. 
Allora in questo capitolo, si scopre la verità, Louis è rimasto ferito e la nostra protagonista si sente malissimo, maaaaa dov'è sparito Zakaria??? cosa succederà adesso? per scoprirlo dovete arrivare alla fine della storia. Spero che reggiate ancora un pò, ringrazio chi continua a leggermi e sostenermi. un abbraccio a tutti! 
Ora vado al cinema a vedere la Bella e la Bestia ahahaha

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Capitolo 21
*** Le parole Non dette ***


‘’Gradisci altro thè? ’’ domandò Hagrid ad Albus
‘’No, grazie’’ rispose lui
‘’Teodora sei sicura di non voler nulla? ‘’ chiese rivolto a me
‘’Sicura’’ risposi io
Mi ero trascinata fino alla capanna di Hagrid per volontà dei miei amici, avevo passato tutto il tempo con la testa appoggiata al tavolo, mi facevo sentire poco e annuivo ogni tanto per fargli credere che li stessi ascoltando. Rose aveva provato a spiegargli che avevo mal di stomaco e quindi ero un po’ abbattuta. Lei voleva sempre coprire i miei sbalzi d’umore lunatici, io non glielo chiedevo mai, però lei, si sentiva quasi in dovere in quanto mia migliore amica.
Dopo un’ora di permanenza a casa di Hagrid, andammo via, anche sulla soglia lui continuava a offrirci thè e pasticcini. Nel castello ci separammo, Albus procedeva verso i sotterranei, Rose doveva andare in libreria e io feci le scale per arrivare in sala comune. Attraversato il quadro della signora Grassa, mi sedetti in sala comune rilassandomi, dopo mezz’ora di pace e tranquillità, Louis mi si parò davanti, spaventata balzai sul divanetto.
‘’Posso sedermi? ’’ domandò lui indicando il posto accanto al mio
‘’Certo. Accidenti mi sono dimenticata che dovevo fare un compito di Trasfigurazione’’ dissi io, con questa scusa filai su per le scale per andare nel dormitorio femminile, la cosa più bella di Hogwarts è che i ragazzi non possono salire nelle stanze femminili quindi ero salva almeno per il momento.
In ogni caso feci davvero i compiti per passarmi il tempo, Priscilla era seduta sul suo letto a far disegni sulla pergamena, delle altre non avevamo notizie. Quando si fece buio decidemmo di scendere insieme per andare a cena. Louis era seduto al tavolo insieme a gente del suo anno e una decina di ragazze che gli chiedevano storie sulla sua nuova e misteriosa cicatrice, lui restava sul vago ma puntava gli occhi su di me ogni 10 minuti, forse per cercare di capire se stavo ascoltando la conversazione. Prima era ossessionato sullo scoprire il mio segreto e adesso era ossessionato sull’aver scoperto il mio segreto, forse la sua vita era monotona e voleva notizie su quella degli altri, finché a scuola non fosse arrivata una ragazza più incasinata di me sarei rimasta fregata.
Durò una settimana questa storia tra me e Louis, lui saliva e io scendevo, lui girava a destra e io andavo a sinistra, lui cercava il mio sguardo e io guardavo in basso, pensavo di poter tenere questa situazione fino alle vacanze estive, evitare il mio prefetto fino alla fine dei miei tempi o finché non si fosse diplomato. Lui cercava un momento per parlarmi e io volevo evitare di farlo. Adesso quando lo guardavo in faccia, non vedevo il mio prefetto maschio, non vedevo il fratellone di Victoire o Dominique, nemmeno il miglior amico di mio fratello, io vedevo una lepre ferita dal mostro che ero io. Quel volto, adesso evidenziava i miei errori, il mio essere, la mia non umanità, solo il pensiero mi fece star male, purtroppo arrivò presto la resa dei conti. Scendevo le scale per dirigermi ai sotterranei nell’aula di pozioni quando mi afferrarono per il braccio, trascinandomi via dalla folla di ragazzini del primo anno che lenta scendeva nell’oscurità di quel luogo. Louis mi si parò davanti, bloccandomi la via di fuga, il messaggio era chiaro voleva che parlassimo, i miei desideri erano altri ma a quanto pare non avevo scelta.
‘’Perché mi stai evitando…ancora? ‘’ chiese lui con tono rude
‘’Perché tu mi stai seguendo’’ risposi io
‘’Voglio parlare con te ’’ disse lui
‘’Io voglio essere lasciata in pace’’ feci io
‘’Non lo farò, sono il tuo prefetto, non ti lascerò in un momento di difficoltà’’ affermò lui, ri-bloccandomi contro il muro di quel piccolo svicolo nelle scale
‘’Sei il prefetto della casata Grifondoro e se non ti dispiace ho una lezione cominciata 2 minuti fa’’ replicai io facendomi largo e dirigendomi a lezione
Il professor Lumacorno non si arrabbiò molto sul mio ritardo, mi fece accomodare e continuò con la sua spiegazione, quel giorno Pozioni passò tra varie spiegazioni e appunti, due ore più tardi uscimmo dalla lezione e decisi di andarmi a fare un giro con Victoire e Rose nel giardino della scuola, fuori era spuntato un bel sole e non faceva molto freddo.
Eravamo stese in giardino, sdraiate al sole, chi poteva immaginare che persone come me potessero vivere un momento di assoluta perfezione. Non ho parole per descrivere come mi sento, le altre sembrano ignorare l’evento, loro ci sono abituate mentre per me è più facile che sia illuminata dalla luna che dal sole.
‘’Piacevole, vero? ‘’ domandò Victoire
‘’A volte dimentico quanto può essere bello il sole’’ risposi io
‘’Allora forse dovresti cercare di non nasconderti più nell’ombra’’ commentò una voce alle mie spalle, un’ombra mi coprì il sole
‘’Ciao fratellone, dove vai? ’’ domandò Victoire a Louis
‘’ Sto andando in biblioteca per studiare con un’amica, ci vediamo a cena ragazze’’ rispose lui e così se ne andò, io ringraziai il cielo non mi avesse fatto domande
‘’Secondo voi è normale che prima mi odiasse ma adesso, che gli ho sfigurato il suo bel faccino, voglia essermi amico? ‘’ domandai io a tutte e due
‘’Tesoro, odi a tal punto te stessa che non lasci spazio, agli altri, per poterlo fare, non riesci a goderti niente, stiamo tutti bene ed è una bella giornata smetti di pensare e goditela’’ disse Rose, finalmente staccata da quel tomo da 500 pagine che lei chiamava ‘libricino’
Non ebbi tempo per riflettere su quelle parole, perché un urlo si levò alto dal fondo del cortile, una ragazza Tassorosso del terzo anno era terrorizzata e capì presto il motivo di tanta agitazione in quella zona, si stava avvicinando da lontana, un ragazzo ricoperto di sangue e ferite che barcollava in direzione del castello, quando si fece più avanti lo riconobbi e gli corsi incontro.
‘’ZAKARIAAA!!!!’’ urlai il suo nome a squarcia gola mentre mi avvicinavo a passo svelto verso di lui
Feci appena in tempo a raggiungerlo che mi crollo addosso svenuto, nonostante fossi forte, sostenere un ragazzo che era il doppio di me non era facile e infatti crollai a terra con lui, non so chi fosse stato ma qualcuno gridò di andare a chiamare i professori e così mezza scuola che prima era tranquilla distesa alle prime luci del sole primaverile, corse tra i corridoi del castello in preda al panico cercando qualcuno che potesse aiutare. Nel frattempo io mi ricoprì del suo sangue ma tanto ero abituata a sporcarmi di cose viscide e disgustose, avrei voluto portarlo lontano dal castello ma con lui a peso morto non mi sarei mai allontanata in tempo, gli controllai le ferite, erano su tutto il corpo, profonde e probabilmente ormai infette, pensai subito ad una colluttazione con qualche branco nemico o qualche lupo fuori controllo, strano che un branco permetta che il suo Alpha si riduca così male.
La preside arrivò correndo con dietro tutti i professori e gli alunni, la McGranitt era sconvolta e spaventata, non capiva la situazione e io onestamente non sapevo come spiegargliela, dal suo punto di vista c’era un ragazzo sconosciuto di 1,85 e a dorso nudo che stava sanguinando addosso alla divisa di una sua studentessa seduta sotto di lui. Il vociare degli studenti era forte, si stavano facendo domande e commentando l’evento, mi rendevo conto solo ora che forse correre urlando il suo nome era stata la prova che lo conoscessi, errore da pivella ma cosa potevo fare, come avrei potuto reagire diversamente davanti a quella scena. La professoressa era ancora di pietra davanti a quella scena, la macchia di sangue si stava allargando copiosa, macchiando il manto verde del prato, la preside a quel punto riacquistò la parola.
‘’Sign…Signorina Lupin, mi asp…mi aspetto da lei delle spiegazioni’’ disse la McGranitt
‘’Beh vede...’’ cominciai io prima di essere interrotta
 ‘’Vede signora Preside, per quanto tutti noi gradiamo delle spiegazioni al momento, temo sia inopportuno ottenerle nell’esatto istante in cui il giovane sia in fin di vita sul nostro giardino ’’ annunciò il professor Paciock
‘’OOOH zitto un po’ Neville…ma temo che tu abbia ragione. Bene porteremo questo ragazzo in infermeria, fine della storia’’ ribatté la professoressa andando verso l’infermeria
Il professor Lumacorno e Neville si caricarono Zakaria sulle spalle e si avviarono verso il castello, io mi rimisi in piedi e li seguì a testa bassa, sfilai davanti a fior di studenti che si erano ammassati dal giardino per veder la scena e bisbigliavano appena io gli passavo accanto, guardai la mia divisa sporca, era tutta una macchia, credo fosse irrecuperabile, avrei dovuto comprarne una nuova. Rose e Victoire mi seguirono in infermeria, le loro facce erano come quelle di tutti gli altri, pieni di domande, in effetti a nessuno avevo mai parlato di Zakaria, tranne a Ted e lui lo odia. In infermeria Zakaria era già a letto sotto le cure di Madama Chips e circondato dai professori che erano impegnati in una lunga conversazione.
‘’Io direi di curarlo, cancellargli la memoria e portarlo in un villaggio qui vicino, sicuramente vivrà da queste parti ‘’ disse Flitwick
‘’Non credo sarà necessario professore’’ risposi io, annunciando il mio arrivo
‘’Ah signorina, proprio lei aspettavamo, volevo chiederle se conosce questo ragazzo, molti dei ragazzi in cortile mi hanno potuto confermare di sì’’ fece la preside
Bene, ero ormai nell’angolo, non avrei saputo inventare una bugia così grossa, dovevo dire la verità e del resto cosa sarà mai dirlo ai professori.
‘’Si, conosco questo ragazzo, si chiama Zakaria ’’ risposi io
‘’Come lo conosci Teodora? ‘’ chiese Hagrid
‘’Zakaria è un capo branco, vivono nei pressi di casa mia, le mie notti di luna piena alla Stamberga le passavo con lui, mi veniva a trovare, credo che nell’ultima sia stato attaccato da un branco e abbia vagato cercando aiuto, lui conosce la magia quindi non sarà necessario obliviarlo ’’ dichiarai io
Mi guardai intorno, le mie amiche avevano una faccia sconvolta e i professori non erano da meno, credo non si aspettassero un risposta del genere, forse pensavano avrei mentito o che non lo conoscessi davvero. Un gran trambusto fuori dalla porta ridestò tutti e ci fece girare contemporaneamente per scoprire la causa di così tanta agitazione.
‘’Lasciatemi, lasciatemi ho detto! Sono anni che aspetto di averlo a portata di bacchetta, lasciatemi, lo trasformo in un topo e poi ci faccio un tappettino, lasciatemi’’ era entrato nella stanza Teddy con la bacchetta in mano e James e Albus che provavano a trattenerlo
‘’No fermo, non è leale’’ disse James mettendosi davanti a lui
‘’Signor Lupin, si può sapere cosa le prende? ’’ domandò il professor Paciock
‘’Professori, non voglio che questo tipo stia qui e per la barba di Merlino non voglio che si avvicini ancora a mia sorella’’ confesso lui
‘’Si può sapere cosa succede?! Tutta la scuola è in agitazione! ’’ disse Louis facendo il suo ingresso in infermeria
Gli spiegammo la situazione con la faccia imbronciata e arrabbiata di mio fratello a fare da cornice, Louis sembrò non capire molto bene, era concentrato molto di più sull’analizzare Zakaria e il sangue che aveva lasciato su di me.
‘’Scusate ma qui c’è troppa gente per il paziente, dovete uscire tutti, questo ragazzo passerà delle brutte giornate’’ disse l’infermiera
‘’Quali sono le sue condizioni Madama Chips? ‘’ chiesi io preoccupata
‘’Il tuo amico è stato molto fortunato, hanno cercato di farlo fuori, ci metterà molto per guarire, sperando solo che si svegli’’ disse lei
‘’Posso stare con lui? La prego ’’ domandai io
‘’Certamente cara, tutti gli altri fuori però, non siamo in un salotto’’ annunciò Madama Chips
‘’No protesto formalmente, non ti lascerò stanotte con questo lupo a dorso nudo ’’ contestò Ted
‘’Adesso, andiamo tutti a cena, questo ragazzo è nostro ospite finché non sarà completamente guarito, Teodora resterà qui ma non prima che io abbia sistemato la sua uniforme’’ disse la preside ponendo fine ad ogni obbiezione, con un colpo della sua bacchetta la mia uniforme tornò come nuova.
Tutti uscirono dall’infermeria, anche Madama Chips seguì gli altri dopo aver controllato le ultime cose, ero rimasta sola con lui svenuto nel letto, Ted venne quasi trascinato via mentre Louis aveva ancora la faccia di chi si stava facendo domande, dubito avesse capito qualcosa di quel discorso ma era irrilevante.
*in corridoio
‘’Come mai non sopporti quel tipo? ‘’ chiese Louis a mio fratello appena fuori dall’infermeria
‘’Se quel ragazzo facesse proposte di matrimonio a tua sorella ogni mese ti comporteresti uguale, lui vuole portarla nel suo branco e, infatti, ad ogni suo attimo di debolezza lui è nei paraggi perché vuole essere la spalla su cui lei piange. Ho paura che un giorno ci possa pure riuscire e che allontani per sempre Teodora da me, ogni volta che fugge nel bosco non so mai se la rivedrò, temo che lei si innamori di lui senza neanche rendersene conto e che scappi da qui’’ confessò Teddy mentre si dirigevano in Sala Grande con gli altri
*in infermeria
Mi misi seduta sulla sedia accanto al suo letto, lo fissai per qualche minuto poi mi alzai e girovagai per la stanza, ero irrequieta e non riuscivo a stare ferma. Dopo una mezz’oretta l’infermiera mi portò un vassoio con qualcosa da mangiare, la ringraziai e lei uscì di nuovo dall’infermeria per andare nelle sue stanze. Era la prima volta che riuscivo a vedere la forma umana di Zakaria così illuminata, che fosse possente era scontato ma non immaginavo che anche da disteso e inerme qual era in quel momento potesse risultare così maestoso e regale. La serata passò così, un po’ seduta e un po’ girovagando per l’infermeria, facendomi cullare dal silenzio che avvolgeva il castello, verso l’una di notte mi arresi al favore della stanchezza e mi abbandonai sulla sedia.
Il mattino successivo mi svegliai con qualcuno che mi toccò la spalla, aprendo gli occhi la scena era quasi irreale, ci misi un po’ a realizzare che mi trovavo ancora in infermeria, Zakaria era ancora privo di sensi, io mi ero addormentata usando il suo letto per appoggiarmi, alle mie spalle c’era Rose che sfoggiava un sorriso, nella stanza era presente anche Madama Chips che stava già trafficando con qualche erba.
‘’Teodora, oggi abbiamo lezione. Perché non vieni a far colazione con me? ‘’ domandò dolcemente lei
‘’Oh sì, ehm mi daresti un minuto?! ‘’ chiesi io scombussolata
‘’Certo, ti aspetto qui fuori’’ rispose lei
Mi alzai dalla sedia, guardai un’ultima volta il mio amico steso a letto e poi andai a raggiungere Rose, Madama Chips mi promise di farmi chiamare nel caso si fosse svegliato e poi prese a cambiargli le bende ormai sporche di sangue.
Nella Sala Grande tutti si voltarono non appena misi piede oltre il portone, iniziarono a bisbigliare tutti con l’amico che gli sedeva vicino. Rose ed io ci unimmo a Mary, Savannah e Priscilla che saltavamo sulla panca dall’emozione, tutte le ragazze della scuola si comportavano in modo strano forse erano curiose dello sconosciuto arrivato all’improvviso, mi serviva una bugia abbastanza convincente da farla spargere in giro per l’intero castello e che risultasse come la soluzione definitiva di quella faccenda, in questo modo in futuro nessuno avrebbe più posto domande sulla questione.
‘’Eccoti finalmente, non pensavamo venissi’’ disse allegramente Mary Jeanne
‘’Eh come mai? ’’ chiesi io facendo l’indifferente
‘’Ok Teodora siamo amiche, giusto? Quindi a noi puoi dire la verità, chi è quel ragazzo a cui sei corsa incontro in giardino? ’’ domandò Savannah
Alzai lo sguardo dalla mia tazza di cereali per incontrarmi con quello di Rose, era il panico poi mi venne in mente un’idea geniale.
‘’Quel ragazzo si chiama Zakaria è stato mio vicino di casa per anni, adesso abita al villaggio di Hogsmeade’’ risposi io, mi rendevo conto che non era una delle mie bugie migliori ma doveva reggere solo per un po’
‘’Non viene a scuola? ’’ domandò Priscilla
‘’Lui è più grande di noi’’ dissi io
Non sapevo cos’altro dire, in quel momento mi resi conto di non sapere granché su di lui, guardai Rose in cerca di aiuto e lei mosse le labbra per scandire un parola, era chiaro, questa era la soluzione.
‘’Lavora nel mondo dei babbani, è un magonò ‘’ feci io e a quel punto le ragazze si rattristarono per lo sconosciuto e passammo ad un altro argomento.
Le lezioni non finivano più quel giorno, ero stanca e svogliata, non avevo voglia di imparare nulla, cercammo di far levitare delle piume durante Incantesimi ma la mia restò ferma, mi demoralizzai e smisi di tentare, successivamente con Madama Boom facemmo una sfida, una specie di mini-gara divisi per Casate, dovevamo cercare di finire il percorso prima degli altri e passare dentro a tutti gli anelli evitando gli ostacoli, ogni Casa prendeva punti in base all’abilità, l’agilità e la prontezza dei partecipanti e ovviamente dalle vittorie.
Passarono tre giorni, era sera e dopo cena andai da lui per vedere se stesse migliorando, ogni volta davanti al portone c’era sempre una fila di ragazze curiose, facevo sempre più fatica ad entrare e la cosa iniziava ad innervosirmi, mio fratello passava più volte da qui e se non era lui, era Louis durante i suoi turni di pattuglia dei corridoi. Ted volevo controllare che lui fosse ancora svenuto e Louis credo abbia solo gran curiosità e noia da sfogare.
Presi un fazzoletto e gli tamponai la fronte con un po’ d’acqua, il tentativo di guarigione lo faceva sudare, forse il suo corpo da lupo si stava ribellando oppure cercava di velocizzare il processo di guarigione. Dopo un po’ spalancò gli occhi come un lampione, ci fu un lampo di luce nella stanza e poi tornarono umani.
‘’Dove sono? ’’ la voce di Zakaria era ridotta ad un sussurro ma sentirla era un sollievo 
‘’Sei sveglio, ringraziando Merlino, sei nell’infermeria di Hogwarts’’ risposi io
‘’Di cosa? Aaah già la scuola tanto speciale, ora che so che attenzioni mi dai quando sono ferito, cercherò di morire più spesso ’’ disse lui
‘’Non scherzare, posso sapere chi ti ha ridotto così? Il tuo branco era lì? ‘’ domandai io
‘’Non te lo dirò, non ti riguarda e comunque si, il mio branco era presente e non ti darò dettagli sulla cosa, non so neanche perché abbia raggiunto questo posto, ora avrò addosso il Ministero’’ fece lui cercando di tirarsi su ma senza riuscirci
‘’Ti stanno guarendo e basta, visto che non sono affari miei, vado a chiamare Madama Chips e poi me ne vado in camera finalmente’’ dissi io uscendo dalla stanza con un filo di rabbia nella voce
Andai al portone prima ancora di sentire le sue critiche, ovviamente il corridoio era pattugliato e proprio a quell’ora e in quell’istante trovai Louis, dubitavo fosse una coincidenza, non capivo se ero io ad essere sfortunata o lui fosse l’unico prefetto in questa scuola. 
‘’Tutto bene? sentivo delle voci, stavo per entrare’’ mi disse lui
‘’ Ancora tu! fai una cosa, vuoi renderti utile?! Allora non starmi tra i piedi tutto il tempo e vai a chiamare l’infermiera che si è svegliato, io vado a letto’’ dissi in tono arrabbiato e così mi diressi verso il dormitorio
Il letto era caldo e morbido, le notti passate in infermeria si accumularono e in un istante l’oscurità prevalse su di me, mi addormentai come una bambina la vigilia di natale.




Salve a tutti, questo mese sono produttiva quindi ecco a voi un'altro capitolo (forse è la primavera). I nostri due amichetti si incontrano, Teodora non si sa da chi è più esaurita hahaha, spero che il capitolo vi piaccia, non so se il titolo possa dirsi appropriato ma non avevo altre idee -.-'' 
Zakaria è ferito ma chi è stato? cosa gli sarà successo? e invece Louis è molto curioso e basta? chi può dirlo a parte me, quindi vi tocca leggere :P 
ho aggiunto anche un sano caso di gelosia fraterna e il thè da Hagrid, buona lettura e scusate se risulta troppo lungo. Alla prossima ;)

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Capitolo 22
*** Una promessa d'argento ***


Al mattino la prima cosa che feci fu andare a cercare Lysander e Lorcan, si stavano spargendo varie voci su Zakaria e volevo che anche loro due conoscessero la verità. Pensai di dire la verità anche a Scorpius, sapevo che Draco e Astoria erano a conoscenza della mia situazione speciale già quando si proposero di accogliermi, pensai subito fosse stata mia nonna ad avvertirli in collaborazione con la preside ed infatti non mi ero sbagliata, decisi che avrei avuto tempo di parlare con Scorpius e andai alla ricerca dei gemelli. Lì trovai a fissare le nuvole in giardino prima della colazione, mi misi seduta accanto a loro, per un po’ rimasi in silenzio poi mi decisi a parlare.
‘’Ragazzi volevo chiedervi quali voci vi erano arrivate sul mio amico ’’ incentivai io
‘’Beh per adesso, dicono che tu stia con lui ’’ disse Lorcan
‘’Aggiungendo che il vostro prefetto ha scoperto che uscivi di notte per incontrarti con lui ’’ aggiunse Lysander
‘’Concludendo con una profonda gelosia da parte del tuo prefetto, che non vuole ammettere’’ ribadì Lorcan
‘’In questa scuola sono tutti impazziti, non è vero niente di tutto ciò’’ dissi io
‘’Lo immaginavamo, sei qui per dirci la verità? ‘’ domandò Lysander
‘’Esatto, siete dei cari amici e avete il diritto di sapere la verità anche voi’’ risposi io
Gli raccontai tutto, quando conobbi Zakaria la prima volta, la scoperta del mio segreto da parte di Louis e finendo con l’altra notte quando si è svegliato. Rimasero in silenzio fino alla fine e mi guardavano con attenzione incuriositi dalla storia, se avessero avuto una pergamena avrebbero preso appunti. Mi ringraziarono per averglielo raccontato e poi si alzarono per andare a far colazione e io feci altrettanto.
In Sala Grande erano presenti già tutti gli studenti, andai al primo posto che trovai libero e feci una colazione rapida poi andai in infermeria per vedere come se la cavava Zakaria. Prima di attraversare il portone dell’infermeria percepii una voce, l’Alpha non era solo, c’era anche mio fratello con Louis e stavano parlando, poche parole arrivarono al mio orecchio umano, una cosa però mi era chiara stavano parlando di me e del mio futuro, cosa avevano da impicciarsi quei tre sulla mia vita. Entrai in infermeria e tutti e tre si immobilizzarono come fossero fatti di ghiaccio. Ted rosso in faccia dalla rabbia corse fuori e sbatte il portone alle sue spalle, Louis prese ad uscire dall’infermeria, questa volta fui io a bloccarlo.
‘’Aspettami qua fuori, ti devo parlare di una cosa ’’ dissi io e lui annuì in risposta poi uscì dal portone
‘’Buongiorno’’ disse Zakaria con un sorriso di dolore
‘’Buongiorno, non sforzarti, potresti far riaprire le ferite’’ dissi io, decidendo di ignorare l’accaduto di poco prima
‘’Allora cosa farà la piccola streghetta oggi? ’’ chiese lui in tono sarcastico
‘’Ti trasforma in rospo se non stai attento ’’ dissi io
Passai in rassegna le sue bende per vedere se si stessero macchiando ancora di sangue, sembravano a posto ma non era detto, Madama Chips aveva detto che sarebbe guarito in parecchio tempo e lei era affidabilissima.  Zakaria ed io parlammo un po’ e mi assicurai che mangiasse qualcosa e che prendesse la sua pozione curativa prima di andarmene. Fuori dal portone mi aspettava, come da accordi, Louis, non avevamo molto tempo prima delle lezioni quindi dovevamo fare in fretta.
Andammo in un corridoio del settimo piano, solitamente il meno popolato e ci sedemmo in terra. Passarono lunghi attimi di silenzio prima che mi decidessi a parlare.
‘’Ti devo della scuse Louis’’ dissi io
‘’Non è vero’’ rispose lui
‘’Si è vero, stai cercando di aiutarmi e io sono stata sgarbata, prima di tutto tu sei il mio Prefetto e ti devo del rispetto ’’ ribadì io
‘’Allora, ti devo delle scuse anch’io e più grosse delle tue, tutte quelle volte che ho definito i lupi mannari come dei mostri davanti a tuo fratello o alla mia famiglia e tu stavi sentendo, sono io il vero mostro e mio padre aveva ragione quando mi dava dell’ignorante, questa cicatrice è la punizione perfetta’’ disse lui guardando nel vuoto
‘’Ho deciso di accettare il tuo aiuto, alle mie condizioni ovviamente’’ feci io
‘’Davvero?!’’ chiese lui incredulo, i suoi occhi si illuminarono di felicità
‘’Si, il tuo compito sarà molto facile, quando perderò nuovamente il controllo dovrai uccidermi’’ dissi io
‘’Cosa? No, non ci riuscirei mai’’ fece lui
‘’L’altra notte ti sono cadute queste dalla tasche e non te ne sei accorto’’ feci io tirando fuori dalla tasca interna del mio mantello tre pallottole argentate e mettendogliele in mano
Louis porse la mano e guardando le tre pallottole sbiancò in volto e cominciò a sudare, forse pensava di avercele ancora oppure di averle perse ancora prima, sicuramente non si aspettava di vederle in mano mia, balbetto per un po’ cercando qualcosa da dire e alla fine ci riuscì.
‘’Teodora ti giuro che…’’ cominciò lui prima che lo fermassi
‘’Tranquillo, non sono arrabbiata, sei l’unico a cui posso chiedere una cosa del genere e dovrà rimanere un segreto tra me e te, potrai usare il metodo che preferisci, le pallottole oppure un incantesimo, non mi fa differenza’’ dissi io
‘’Sbaglio o avevi detto che le pallottole d’argento erano una leggenda?!’’ domandò lui
‘’Beh, partiamo dal fatto che ti serve un’arma babbana altrimenti sono inutili, una volta ho visto un cacciatore che le usava, comunque sono una leggenda per quanto riguarda il destinatario, se venisse colpito in un punto vitale anche un essere umano potrebbe morire con quelle’’ risposi io
‘’Affascinante’’ commentò lui rigirandosele in mano
‘’Devi promettermelo Louis’’ dissi io guardandolo negli occhi
‘’Non…’’ cominciò per poi bloccarsi
‘’Promettimelo, non voglio fare ancora del male ’’ ribadì io soffocando le lacrime che provarono ad uscire
‘’E va bene, te lo prometto’’ disse lui
Controllando l’orario ci rendemmo conto di aver conversato più del necessario, la prima ora era quasi finita e noi avevamo perso la lezione, per essere un Prefetto non era molto disciplinato. Mi diressi subito alla mia seconda lezione della giornata e aspettai gli altri.
 
Passa un mese, Aprile
La primavera era ufficialmente cominciata, i fiori spuntavano sugli alberi, il sole era alto e scaldava tutto intorno a sé. Gli studenti giravano per il castello con le maniche della camicia arrotolate o con il mantello aperto e si respirava un’aria quasi rilassata con l’avvicinarsi delle vacanze estive. Zakaria è stato nostro ospite per parecchio tempo e oggi finalmente tornava nei boschi. Arrivata in infermeria trovai lui già pronto ad andare e tutti i professori erano lì, lui li guardava in cagnesco, credo avesse paura che gli mettessero il guinzaglio.
‘’Buongiorno a tutti’’ dissi io per annunciare il mio arrivo, i professori mi salutarono con un sorriso
‘’Arrivo subito… credo di dovervi un grazie, mi avete salvato la vita e non eravate tenuti a farlo’’ disse lui rivolto ai professori e Madama Chips
‘’Dovere ragazzo, siamo felici che tu sia guarito’’ rispose la preside
Zakaria ed io uscimmo dall’infermeria, mi avevano dato il permesso di accompagnarlo per un po’ quindi quella mattina non feci colazione. L’intero castello ci guardò sfilare tra i corridoi, le voci su noi due non si erano placate anzi ogni giorno si facevano più frequenti e anche quelle della gelosia di Louis, non ci davo orecchio e passavo oltre, la noia degli studenti era misurabile alla velocità del pettegolezzo che si diffonde e a giudicare in quanto tempo quello su di noi aveva fatto il giro del castello, gli studenti dovevano annoiarsi tanto. Sulle scalinate di marmo mi accorsi che in giardino ad aspettarci c’erano i miei amici che si erano posti su di una fila perfetta.
‘’Non potevamo non salutare il nostro ospite che se ne va ‘’ annunciò Louis pieno di orgoglio
‘’Potevamo’’ protestò Ted
Tutti salutavano con la mano ed un gran sorriso stampato in faccia, il più contento di tutti restava però Teddy, aveva sul volto l’espressione di chi si toglie una spina molto dolorosa dal piede, Zakaria era disinteressato, dopo un mese di infermeria, l’unica cosa che voleva era correre libero tra gli alberi e lo capivo benissimo. All’inizio della foresta mi bloccai e lui si girò a fissarmi con aria confusa.
‘’Non posso proseguire, la foresta è proibita agli studenti’’ dissi io
‘’Non farmi ridere’’ sbottò Zakaria
‘’Potevo accompagnarti solo entro i confini della scuola, mi dispiace’’ feci io per giustificarmi
‘’Vieni con me, nel tempo che quegli umani se ne accorgeranno noi due saremo già irraggiungibili’’ disse lui
‘’Non posso, io appartengo a questo posto ’’ dissi io
‘’Non puoi ma vuoi, la differenza sta lì’’ replicò lui
‘’Dimmi chi ti ha ridotto così, prima di andare via’’ feci io in modo autoritario
‘’Non adesso, tanto tornerò presto e a quel punto ti spiegherò tutto’’ disse Zakaria dirigendosi nel folto del bosco
Rimasi ferma lì a fissare il punto in cui era scomparso finché non venni richiamata da Albus per andare a lezione, tornai verso gli altri che ancora occupavano i loro posti, fermi immobili ad aspettarmi.  
Durante il pranzo la professoressa McGranitt annunciò a tutti gli studenti che il nostro ospite era guarito e aveva abbandonato questa mattina il castello, un gran vociare si levò alto ma si placcò in fretta, una serenità nuova si era formata tra le mura del castello, Louis ed io stavamo appianando le divergenze e diventando amici, avevo deciso che quel pomeriggio avrei rivelato tutta la verità a Scorpius, così non avrei avuto più segreti con nessuna delle persone a me più vicine e care.
Quando rivelai a mio cugino la verità, notai che la sua mente si azzerò, la sua espressione si fece trasparente e non traspariva più alcuna emozione. Rimase in silenzio e poi annuendo se ne andò per la sua strada, non me la presi sul personale per quello stato di shock, immaginavo che la notizia fosse sconcertante e aveva bisogno di assimilarla, la consapevolezza sarebbe arrivata poco a poco e non alla velocità di un boccino d’oro.
L’aria della primavera era piacevole e mi godevo la brezza ad occhi chiusi, i miei capelli si tinsero di un bel colore ramato e i miei occhi diventarono azzurri come il cielo, quella serenità all’interno di Hogwarts durò poco, dopo la scomparsa dello straniero, gli studenti si concentravano molto di più sullo studio, molti passavano le ore libere in biblioteca per iniziare a prepararsi per gli esami. I più ansiosi erano gli studenti del quinto e del settimo anno, non si vedeva nessuno di loro passeggiare per i corridoi e chiacchierare amichevolmente, quasi tutti passavano il loro tempo rintanati nelle sale comuni o in biblioteca, impedendosi qualsiasi tipo di distrazione, anch’io ovviamente ero preoccupata per i miei esami, Rose aveva insistito perché formassimo un gruppo di ripasso, ci incontravamo spesso ma davamo anche spazio a chi come la mia amica voleva studiare in autonomia. Quel pomeriggio, infatti, stavo aspettando gli altri nel giardino interno, avevamo stabilito che sarebbe stato il luogo migliore per noi, eravamo in tanti e non essendo tutti della stessa Casa non potevamo sfruttare le rispettive sale comuni. Rose ci raggruppò tutti e così studiammo insieme ad Albus, Scorpius, Victoire, Lorcan, Lysander, Savannah, Mary Jeanne e Priscilla, insomma il nostro gruppo di studio era formato da tutte le persone del primo anno che conoscevamo.
Dopo il pomeriggio impegnativo, la sera arrivò in fretta e pian piano anche l’anno scolastico volgeva al termine, presto sarebbe arrivata l’estate e con lei avrei iniziato la mia convivenza a Malfoy Manor.
 




Buon pomeriggio e buon weekend, un capitolo molto rilassato questo ma ogni tanto ci vogliono hahaha spero che vi piaccia, lasciate un commento se vi va e grazie a chi mi legge ancora. un bacio, ciao ;) 

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Capitolo 23
*** Il Ballo del Ceppo ***


Quel giorno, prima che il pranzo potesse cominciare la preside fece in modo di ottenere la nostra attenzione per poter fare un annuncio.

‘’Buongiorno a tutti, miei cari studenti, volevo ricordare a tutti che nel giorno di oggi cade il ricordo del Torneo Tre Maghi, a causa di spiacevoli conseguenze dovute a questa gara il Ministero ha proibito il suo svolgimento, tuttavia in segno di rispetto per questa tradizione magica, Hogwarts ha deciso di mantenere viva una parte di esso’’ la McGranitt fu costretta ad interrompersi
Un gran vociare si levò alto nella Sala Grande, gli studenti commentavano tra loro la cosa, il Torneo Tre Maghi era diventato doppiamente famoso grazie alla partecipazione e vittoria di Harry, senza tralasciare gli eventi negativi avvenuti attraverso quella vittoria.
‘’Ragazzi per favore ascoltate, per ricordare, questa sera si terrà il ben noto Ballo del Ceppo, mi aspetto che il comportamento di ognuno di voi sia impeccabile e non faccia sfigurare Hogwarts, i vostri famigliari erano già a conoscenza di questa serata quindi ognuno di voi dovrebbe trovare un pacco con l’abito per la festa, buon banchetto a tutti’’ concluse la preside
Subito dopo che il banchetto comparse davanti a noi, percepii delle ombre alle mie spalle, il mio istinto di difesa si accese all’istante, afferrai istintivamente il coltello e feci scattare il braccio con movimento rapido e netto, mi bloccai di colpo prima di arrivare all’obiettivo. Quando notai di avere tutti gli occhi puntati su di me e che era calato improvvisamente il silenzio, mi ricomposi in fretta e tutti tornarono a consumare il pranzo.
‘’Ragazzi, cosa avevo detto sull’apparirmi improvvisamente alle spalle?! ’’ domandai io in maniera retorica
‘’Evitare se è possibile, oppure annunciarsi’’ rispose Lorcan
‘’Esatto, bravissimo’’ dissi io
‘’Vi conviene mangiare prima che sparisca tutto’’ li informò Rose
‘’Ora torniamo al nostro tavolo, prima però volevamo chiedere a voi ragazze se volevate accompagnarci alla serata danzante’’ replicò Lysander
‘’Certo, veniamo volentieri con voi’’ rispondemmo all’unisono Rose ed io
‘’Perfetto, ci vediamo davanti al portone’’ fece Lorcan, entrambi subito dopo tornarono al loro posto soddisfatti
Quando gli studenti si stavano alzando per uscire dalla Sala Grande, Rose venne fermata da Scorpius.
‘’Mi dispiace Scorpius ma sono già stata invitata’’ disse Rose
‘’Di già? Ma il pranzo è appena finito’’ precisò lui
Rose fece spallucce mortificata, i gemelli in fatto di tempistica erano i migliori avevano rubato a mio cugino un’ottima opportunità, speravo solo che mio fratello fosse più sveglio e si facesse avanti con la ragazza che gli piace, sapevo che fin da bambino aveva una gran cotta per qualcuno ma non mi aveva mai rivelato il nome. L’invito dei gemelli mi rendeva felice, avrei passato la serata con uno dei due, entrambi miei amici e mi fidavo cecamente di tutti e due, sarebbe stata una festa piacevole. Non avevo neanche avuto il tempo di pensare se mi ci sarebbe piaciuto andare, probabilmente se Lysander e Lorcan non mi avessero invitata nessun’altro l’avrebbe mai fatto, sarei rimasta in Sala Comune ad aiutare le altre a vestirsi e alla fine sarei rimasta sveglia per farmi raccontare tutto. La mia mente ripensò alle parole dette dalla preside ‘le famiglie sapevano della serata’, mi veniva in mente solo ora che probabilmente non avevo neanche nulla da mettere per il ballo. I miei genitori sono morti da tempo e dubito che mia nonna avesse le forze per comprarne uno, l’unica idea erano Draco e Astoria, prima di ripartire per Hogwarts, considerando il mio stato di mummificazione, fu Astoria a rifarmi il baule forse in una parte remota aveva nascosto uno degli abiti che aveva comprato per me durante le vacanze di Natale. Tornai al dormitorio per verificare, come tutti, se c’erano pacchi di vestiti ad aspettarci, non fui sorpresa di verificare che in Sala Comune erano presenti praticamente solo ragazze a piroettare con degli abiti in mano, immaginavo che i ragazzi erano, invece, impegnati a girovagare per il castello a cercare un’accompagnatrice per la serata, chissà gli altri con chi ci sarebbero andati.
Entrata in camera mi guardai intorno, le altre erano tutte lì che parlavano del ballo mentre scoprivano cosa gli era arrivato da casa. Mi avventai subito sul mio baule come avevo immaginato erano presenti dei vestiti, Savannah mi fece notare a quel punto che avevo un pacco anch’io, sopra il mio letto a baldacchino, non mi ero neanche fermata a pensare che sul mio letto poteva esserci qualcosa, quel pacco mi dava un senso di inquietudine.  Quando trovai la forza di aprire il pacco avevo le mani che mi tremavano, le altre si misero intorno a me per osservarne il contenuto, rimasi a bocca aperta pensando che i miei occhi mi stessero ingannando. Tirai fuori il vestito dalla scatola e lo osservai bene, era lungo e morbido, aveva due spalline in velluto e una cintura in raso, il corpetto era semplice e la gonna era riempita di fiori, un petalo su ogni fiore era di un colore diverso e guardandoli insieme si percepiva l’arcobaleno ma il vestito aveva una tonalità che dominava su tutto l’arcobaleno di cui si componeva la gonna.
‘’Viola. Il vestito è viola’’ dissi io in un sussurro, le altre pensarono stessi parlando con loro ma in realtà mi rivolgevo a me stessa, cercai di ributtare indietro le lacrime
‘’Non capisco’’ disse Priscilla
‘’Chi te lo manda? ’’ domandò Rose commossa quasi quanto me
Solo in quell’istante notai un bigliettino sul fondo della scatola e analizzai ogni singola parola.
Ciao Teodora,
Il Ministero ci ha mandati a casa di tua nonna per sistemare alcune questioni burocratiche, in qualità di unici parenti disponibili, sistemando delle cose in camera di tua nonna abbiamo notato il vestito, crediamo che volesse fare una sorpresa a te e tuo fratello confezionando i vostri abiti per il Ballo del Ceppo lei stessa. Abbiamo trovato e spedito anche quello per Ted e mandato a Scorpius il suo.
 Speriamo che passiate una bella serata.
 Astoria e Draco Malfoy
‘’L’abito l’ha fatto mia nonna’’ feci io, quello fu l’unico commento che riuscì a fare, mi scese una lacrima sul volto ma poi mi ritornò il sorriso
Le lezioni che si sarebbero dovuto svolgere quel pomeriggio furono sospese dalla preside, molti degli studenti, infatti, ne approfittarono per prepararsi al meglio, dopo aver trovato un compagno o una compagna, per la festa.
Il sole calò molto in fretta, tra una cosa e l’altra non ci rendevamo conto neanche del tempo che passava, le altre erano rimaste ore a farsi acconciare i capelli, a me bastavano pochi secondi e comunque non riuscivo a decidere che colore usare, avevo rivoluzionato la scala delle tonalità ormai due volte e ancora continuavo. Alla fine decisi di far scegliere il mio subconscio, i capelli mi divennero giallo sole, forse per la felicità che in quel momento mi attanagliava le vene, gli occhi diventarono di un semplice azzurro. Lasciai i capelli sciolti sulle spalle, non ci feci cose speciali perché non mi sembrava importante, le altre si ostinarono a truccarmi e dopo svariate suppliche le lasciai fare.  
Vestite, truccate e pettinate, eravamo pronte per la festa, era ora di andare al Ballo del Ceppo. Scendemmo tutte e cinque la scalinata insieme, arrivate davanti alla Sala Grande ci separammo, le altre entrarono mentre io e Rose aspettammo i nostri accompagnatori come d’accordo, nel frattempo tutti i nostri amici ci sfilavano davanti. Albus aveva finito per invitare una della sua casata del primo anno, Scorpius e Victoire passeranno la serata insieme ma nessuno dei due sembra entusiasta della cosa, mio fratello era lì con una tassa del secondo anno, James non so con chi andò perché non lo vidi tutta la sera, Louis aveva invitato la prefetta dei Corvi; non so cosa me lo fece venire in mente ma avevo l’impressione che nessuno andò a quel ballo con l’accompagnatore che sperava. Finalmente arrivarono Lysander e Lorcan, il primo gemello prese sotto braccio me mentre l’altro afferrò Rose e ci dirigemmo verso la festa senza troppe cerimonie. Fu una serata bellissima, mangiammo, ballammo, scherzammo, ci stavamo godendo tutti quella serata al massimo delle nostre possibilità ma c’era anche chi consapevole di essere lì con la persona sbagliata passava la serata imbronciato in un’angolo a rodersi il fegato. Victoire si unì in mezzo al gruppo e ballò praticamente da sola perché mio cugino, primo fra gli imbronciati, era seduto a fissare Rose e non distoglieva mai lo sguardo da lei, e come avrebbe potuto, quella sera la mia amica indossava un abito di color oro fino al ginocchio e aveva i capelli rossi raccolti in modo perfetto, emanava luce propria e assomigliava in tutto e per tutto ad una dea. Teddy ed io assomigliavamo più a due evidenziatori caduti in una vasca di coloranti. Il vestito di Ted, invece di essere simile a quello degli altri ragazzi quindi color nero con mantello dello stesso colore, era viola come il mio e aveva un mantello con macchie multicolori, mia nonna voleva far notare che eravamo fratelli a quanto pare, sicuramente non avremmo trovato qualcuno vestito come noi.
‘’Torno subito ragazzi’’ dissi io all’improvviso
‘’Dove vai? ’’ chiese Rose
‘’Dall’imbronciato laggiù, Lysander balla un po’ con Victoire’’ feci io e così mi avviai al tavolo dove Scorpius era seduto
‘’Ti diverti? ‘’ domandai io sedendomi accanto a lui
‘’Per Merlino non si vede?!’’ disse lui in maniera ironica
‘’Senti non so come funziona tra i ricchi, ma invitare una persona al ballo per poi lasciarla sola tutta la sera è maleducato, Victoire non ti piace ma siete qui in veste di amici e le stai negando una bella serata’’ replicai io
‘’Immagino tu abbia ragione, verrò a ballare con voi adesso’’ disse lui alzandosi
‘’Bravo, stampati un sorriso finto sul viso e vieni a divertirti’’ feci io
‘’Non sarà difficile, lo faccio ad ogni ricevimento o festa dei miei genitori, farlo una volta extra non mi avvelenerà’’ disse Scorpius
‘’Comunque penso che a Lorcan non dispiacerà prestarti Rose per un po’, se lo desideri tanto’’ feci io divertita
‘’Per tutte le Nimbus, è così evidente? ’’ chiese lui
‘’Il tuo cuore fa una capriola ogni volta che la vedi e il mio udito è molto fine, ora vieni a ballare’’ dissi io
Quando tornai in pista con Scorpius, i lenti erano volti al termine e cominciò una musica più ritmata, la serata passò tranquilla e piena di risate, gli studenti di Hogwarts erano felici ed emozionati, questa festa aveva riportato l’allegria tra le mura del castello, la notte stava volgendo al termine, molti si stavano ritirando per andare a dormire, i nostri amici erano andati già a dormire mentre Lysander ed io eravamo ancora in pista, all’improvviso mi abbracciò.
‘’Lysander ti senti bene? ’’ domandai io sorpresa
‘’No scusa, solo che volevo ringraziarti’’ disse lui allontanandosi
‘’Ringraziarmi per cosa? ‘’ chiesi io
‘’Stasera te e Rose siete venute al ballo con noi, voi ci siete amiche e non ci giudicate, gli altri ci considerano…strani ’’ fece il gemello
‘’Voi non siete strani, siete curiosi ed intelligentissimi, siete fuori dal comune ma non è un difetto ’’ dissi io
‘’Dici?!’’ chiese lui
‘’Si! Dai andiamo a letto che è tardi’’ risposi io
Uscimmo dalla Sala Grande, rimasero tre coppie a ballare ma non conoscevo nessuno di loro, Lysander ed io ci salutammo ed ognuno di noi andò per la sua strada, la mia si fermò presto perché mi sedetti sulle scale, non sopportavo più le mie scarpe e i miei piedi erano doloranti, le doveva aver inventate un mangiamorte molto sadico. Ted si materializzò davanti a me, facendomi ombra mentre convincevo me stessa ad alzarmi ed andare a letto.
‘’Sei appena uscita? ’’ domandò lui
‘’Si, il mio accompagnatore è appena andato a dormire’’ risposi io
‘’Mi stupisci sorellina, non sei il tipo che indossa un abito da sera e si mischia nella calca’’ disse Teddy
‘’Mi sono abituata vivendo dai Malfoy e poi, gli abiti ce li ha fatti la nonna, sono qui per sfruttare quest’esperienza al massimo ’’ replicai io
‘’Cos’hai al collo? ’’ chiese mio fratello
‘’Mi è stata regalata dalla madre di Draco durante le feste di natale, è una collana col simbolo della famiglia di nostra nonna’’ risposi io
‘’Non te l’ho mai chiesto, perché hai scelto i Malfoy? ‘’ domandò lui
‘’Mi pare ovvio vivono accanto ad un bosco’’ risposi io
‘’Potevi scegliere. Potevi scegliere Bill, Harry o Molly e non ci credo che sia stato solo per il bosco, i Malfoy sono tutto ciò che tu odi e le loro azioni pure ’’ ribadì Teddy
‘’Molly è dolcissima, è già madre ed è una donna anziana, si merita di godersi la sua famiglia senza un mezzo lupo lunatico multicolor che butti giù la casa. Harry e Ginny vivono in città potrei far male a qualcuno molto facilmente, senza contare che hanno già tre figli a cui badare. Casa di Billy l’avevo esclusa a priori, Louis mi voleva uccidere e Victoire non è abbastanza forte per sopportare neanche la mia prima trasformazione, finirebbe con l’avere paura di me’’ dichiarai io semplicemente
‘’Sei troppo paranoica. In ogni caso vado a letto, notte sorellina’’ disse lui e si dileguò
Quando finimmo la nostra conversazione mi guardai intorno, al ballo non era rimasta più un’anima, il portone d’ingresso del castello era aperto, la cosa mi fece ragionare, considerando che fosse notte. Non ci diedi tanto peso, pensai che forse una coppia aveva deciso di concludere la serata guardando le stelle, stanca e dolorante mi alzai e mi diressi verso al dormitorio dei Grifondoro con le scarpe in mano.
Percorsi il passaggio dietro al quadro della Signora Grassa e trovai la Sala Comune occupata da Louis.
‘’Ah eccoti, bene ci siete tutti’’ commentò lui sbadigliando
‘’In che senso? ’’ chiesi io, facendomi contagiare dal suo sbadiglio
‘’Oggi il giro di ispezione dei prefetti è annullato, ma comunque, dobbiamo assicurarci che tutti gli studenti della nostra Casa tornino ai dormitori’’ rispose Louis
‘’A saperlo sarei rientrata prima, scusa stavo parlando con Teddy ’’ feci io
‘’Tranquilla, non sono stanco ’’ disse lui per tradirsi con uno sbadiglio subito dopo
‘’Ti sei divertito stasera? ’’ domandai io
‘’Si, direi di sì ’’ disse lui
Quella frase annunciò la fine della nostra conversazione, gli augurai buonanotte e andai in camera mia, come avevo sospettato trovai le altre già addormentate profondamente e il sonno non tardò a raggiungere anche me, non appena mi fui coricata. 






Buona sera a tutti e buona festa della liberazione. questo capitolo è molto soft, chiamamolo a cuscinetto, prima del finale volevo dare un senso di festa e divertimento. Il ballo del Ceppo mi sembrava l'idea migliore, quindi, ecco a voi. Se vi fa piacere lasciare un commento, se volete anche darmi consigli o farmi sapere cosa avreste messo voi sarò ben lieta di leggerli. Grazie ai  miei lettori e un bacio. 

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Capitolo 24
*** Addio! ***


Terza settimana di Giugno
‘’Non ci riuscirò mai’’ dissi io
‘’Ci riuscirai, abbiamo passato settimane chiuse in biblioteca con gli altri’’ fece Rose
‘’Nel mio cervello, non entra tanta roba’’ ribattei io
‘’Avremo esami tutta la settimana, se inizi a lamentarti il primo giorno non arriverai mai alla fine, credevo che mio cugino ti aiutasse’’ commentò Rose
‘’Si, però Louis ha i G.U.F.O quest’anno, non posso tenerlo occupato per i miei esami’’ dissi io
Ci alzammo da tavola insieme a tutti gli altri, quasi tutti approfittavano della colazione per poter studiare, gli esami stavano per cominciare ed io ero in pieno panico, da quando erano uscite le date delle prove ad aprile nessuno riusciva più a pensare ad altro che agli esami. Una parte di me, voleva farli e togliersi il pensiero, l’altra, mi intimava di correre nei boschi prima di fare una pessima figura.
L’esame di pozioni di quella mattina, mise molti in difficoltà compresa me, non era la mia materia preferita e sicuramente non avevo attitudini per pozioni, essendo una pozione più complicata il professor Lumacorno ci concesse un’ora extra rispetto al solito, bonus che salvò molte persone. Misi le fiale con la mia pozione sulla cattedra del professore e uscì dall’aula stanca e delusa. Nel frattempo speravo che gli esami successivi, sarebbero andati meglio.
Durante la pausa pranzo incontrai Ted, parlammo un po’ e poi lui si diresse verso il suo tavolo dove un gruppetto di ragazze lo stava aspettando, alzai gli occhi al cielo e mi andai a sedere accanto a Louis.
‘’Allora, com’è andato l’esame di pozioni? ’’ chiese lui
‘’Non hai una domanda di riserva, vero? ’’ ribadì io
‘’Sì, dov’è Rose? ‘’ domandò lui
‘’In biblioteca credo, dopo l’esame è scappata via’’ risposi io
‘’Parlando seriamente, ti serve un mano a studiare? Tanto sono cose che ho già fatto’’
‘’No tranquillo, poi non vorrei rubarti tempo, devi andare in biblioteca con la prefetta dei Corvi, giusto? ’’ chiesi io, rivolgendogli uno sguardo divertito
‘’Si, ma …. Aspetta cosa vorresti insinuare?! Guarda che studiamo solo ’’ rispose lui in maniera difensiva
‘’Siii certooo ‘’ dissi io ridendo ‘’ Tranquillo, non sono affari miei in ogni caso, e credo che chiederò aiuto a Lorcan e Lysander’’ aggiunsi in fine
Dopo pranzo mi incontrai nel giardino coi gemelli, come d’accordi, mi fecero ripetere ogni singola pagina presente su ogni libro che dovevamo studiare, entrambi non avevano ancora aperto un libro perché non ne avevano bisogno, li avevano imparati tutti a memoria molto tempo prima. Lo dovevo ammettere, se ci fosse mai stata una battaglia o un’occasione di pericolo mi sarebbe piaciuto essere schierata dalla stessa parte dei gemelli, erano molto inquietanti in questo senso. Prima di cominciare il mio secondo esame ero già stanca morta, lo studio coi gemelli non era un aiuto, ma un massacro.
L’esame di quel pomeriggio riguardava Storia della Magia, dovevamo comporre un saggio lungo e noioso, partendo da Merlino fino ad arrivare all’ultima battaglia di Hogwarts, il mio saggio era abbastanza buono o almeno questo era il mio parere. Scrissi il nome di Harry almeno un centinaio di volte, nominai tutti, chiunque avesse partecipato alla sconfitta di Voldemort meritava un posto sul mio compito, vivi o morti che fossero, scrissi il nome anche dei miei genitori e solo a quel punto potevo ritenermi soddisfatta, così posai la piuma e consegnai l’esame. Un sorriso mi si stampò sul viso, quella prova era andata decisamente meglio della precedente, mi convinsi di meritare un buon voto almeno in quello e percorsi i corridoi per arrivare alla Torre dei Grifondoro.
Nella sala comune l’eco di libri e penne era l’unico rumore, nei dormitori, invece, si sentiva una pace quasi irreale, i pochi studenti che non stavano studiando per le prove del giorno dopo, stavano riposando in camera, ed io e le mie amiche eravamo tra di loro.
‘’Ho la testa che mi esplode’’ cominciò Priscilla
‘’Pure io’’ ribadì Savannah con un panno in fronte
‘’Rose, mi presteresti i tuoi appunti dopo?!’’ chiese Mary Jeanne
‘’Rose non è qui’’ risposi io
‘’Per Merlino, non dirmi che è ancora in biblioteca’’ replicò Savannah
‘’Vuole il massimo in tutte le materie’’ dissi io, i miei capelli si tinsero di rosso
‘’Sono convinta che dormirebbe lì, se la biblioteca non avesse un orario di chiusura’’ fece Mary Jeanne
La nostra conversazione venne interrotta da un picchiettare sul vetro, ci alzammo tutte dai nostri letti e ci voltammo verso il rumore, un gufo bianco aspettava fuori dalla nostra finestra che qualcuno andasse ad aprirgli. Priscilla era la più vicina, quindi andò lei a vedere le ragioni per cui un gufo aveva bisogno di noi in tardo pomeriggio, considerando che l’ora di consegna della posta era durante la colazione, poteva trattarsi solamente di un’emergenza. La lettera che mi avvertiva della morte di mia nonna era arrivata molto tardi, ecco perché il mio cuore sentiva che si trattavano di notizie spiacevoli.
‘’Teodora è un biglietto per te ’’ annunciò Priscilla
Afferrai quel pezzo di carta, con mano tremante, non era in una busta e non si trattava di pergamena antica, assomigliava molto ad una cartaccia di un panino che qualcuno aveva trovato in giro e che poi l’aveva usato per scrivere.
 
 
 
 
Ho bisogno di parlarti, vieni stanotte dopo cena all’inizio della foresta.
PS: catturare il piccione è stato difficile
                                                                                                               Zakaria
 
Cenai insieme agli altri, molti chiacchieravano parlando degli esami, alcuni avevano stabilito che l’argomento fosse proibito fino alla fine della settimana. Molti studenti avevano l’aria afflitta e stanca, molti avevano portato i libri pure a cena. Il mio spirito si stava facendo inquieto ad ogni rumore di forchetta che echeggiava intorno a me, un messaggio da parte di Zakaria rendeva tutt’altro che fiduciosi, la freddezza e la diffidenza con cui mi ero presentata ad inizio anno erano riaffiorate in fretta. I miei amici conversavano col sorriso sulle labbra e io guardavo in basso senza toccare cibo, aspettando l’incontro con Zakaria, a metà cena non resistetti più e mi alzai uscendo dalla Sala Grande e, subito dopo, dal castello. Percorsi a grandi falcate la distanza che mi separava dal limite della foresta proibita, nell’aria si respirava odore di pioggia, la luna illuminava il prato a macchie, lasciando zone buie e silenziose. 
Kazaria spuntò fuori dal bosco e si fermò a tre metri da me. Il suo viso era scuro e nuove cicatrici erano apparse sul suo corpo.
‘’Devo partire’’ disse lui semplicemente
‘’Ok, ci vediamo alla prossima luna’’ dissi io con tranquillità, in quel momento i miei muscoli si distesero
‘’Non hai capito ’’ ribadì lui evitando il mio sguardo
Un brivido mi percorse la collana vertebrale, un Alpha guarda sempre negli occhi con orgoglio e compostezza il suo interlocutore, Zakaria per le prima volta non mi stava guardando negli occhi, la verità mi colpì allo stomaco come se qualcuno mi avesse tirato un pugno, mi mozzò il fiato per parecchio.
‘’Dove vai? ‘’ domandai io
‘’Lontano da qui’’ rispose lui
In quel momento l’Alpha si addentrò nella foresta, approfittando del mio momento di smarrimento, io rimasi ferma lì a fissare gli alberi per un istante, nella quale cominciò a piovere copiosamente, mi voltai indietro guardando il castello illuminato e poi corsi tra gli alberi e mi allontanai dai confini di Hogwarts per la prima volta, sperando di riuscire a raggiungere Zakaria. Riuscì ad afferrarlo solamente perché mi misi a correre a quattro zampe, la pioggia aveva già bagnato la terra e l’aveva resa fangosa, perciò andare con braccia e gambe rendeva meno facile scivolare.
‘’Perché, dimmi perché, non …… perché?!’’ chiesi io in preda al panico
‘’Ti avevo promesso la verità, quindi eccola. La notte di luna piena precedente, a quel giorno che sono entrato nella tua scuola mezzo morto, sono stato aggredito. Stavo venendo da te come ogni luna piena da quando sei qui e …’’ cominciò Zakaria per poi bloccarsi
‘’E cosa? ’’ chiesi io per incitarlo a proseguire
‘’E il mio branco si è rivoltato contro di me, mi hanno attaccato e mi hanno spodestato come Alpha, me ne devo andare perché non saranno contenti finché non mi avranno ucciso, questa è la legge del branco. Non posso biasimarli, come leader avrei dovuto seguirli e guidarli ma mi sono lasciato distrarre, il branco era passato in secondo piano ’’ terminò lui
Ormai la pioggia non scendeva solo dal cielo, ma anche dai miei occhi, le mie lacrime dolci e salate al tempo stesso si mischiavano con la pioggia in una fusione perfetta.
‘’Neanche nei miei sogni più belli, avrei mai sperato che tu versassi un lacrima per me’’ fece Zakaria con dolcezza
‘’Combatterò con te, ti posso aiutare’’ dissi io
‘’Ed è per questo che me ne vado, rimanendo ti metterei in un pericolo mortale, non posso permettere che ti accada nulla di male ’’ fece lui, stavolta fissandomi con tristezza
‘’Allora…allora, io…vengo…io vengo con te ’’ dissi con fermezza, una volta trovate le parole giuste
‘’No’’ rispose lui
‘’Come sarebbe?! Non vuoi che venga con te? ’’  Domandai io
‘’Io sì, ma sei tu che non vuoi venire. Quando mi seguirai, lo farai perché lo vorrai e non per paura’’ rispose lui, avvicinandosi a me e mettendomi una ciocca di capelli bagnati dietro l’orecchio ‘’Tornerò a prenderti’’ aggiunse in fine
‘’Non prometterlo, non farlo, non …’’ Lasciai la frase a metà, senza riuscire a riprenderla, affogai nel pianto e nei singhiozzi.
Zakaria mi afferrò e mi strinse a sé, il mio cuore si era spezzato ancora, un’altra persona a me cara che non sarebbe più tornata, un altro abbandono ed un altro addio. Il nostro abbraccio fu diverso questa volta, non riuscivo a capire in che cosa, però percepivo che era qualcosa che ancora non conoscevo. Ci salutammo con un’unica promessa, che avrei rivolto il mio sguardo colorato verso questo bosco, aspettando il suo ritorno che forse non sarebbe mai arrivato. Zakaria andò via e lo persi di vista, ero rimasta sola in quel posto infernale, ero di nuovo sola e col cuore in pezzi.
Rimasi per qualche minuto ad aspettare nella foresta, sperando di vederlo tornare indietro, ma non successe, quando ritornai al limitare del bosco, non pioveva più e percepii per la prima volta i rumori inquietanti che provenivano da quegli alberi, improvvisamente mi arrivò il freddo causato dai miei vestiti bagnati, che fino a quel momento avevo ignorato. 
 Avanzando verso il castello a passo lento e capo chino, notai una figura in giardino, un ragazzo con una coperta in mano.
‘’Teodora’’ mi chiamò con voce velata
‘’Louis’’ dissi io, avendo riconosciuto la sua voce
Cominciai a correre finché non arrivai a lui e lo abbracciai perdendo l’uso delle gambe, lui mi avvolse nella coperta che aveva con sé ed io rimasi a piangere su di lui. Non importava di come Louis sapesse che io fossi in giardino, non importava se mi aveva seguito, in qualsiasi altro momento mi sarei arrabbiata, ma non stasera, in quel momento ero solo una ragazzina che aveva bisogno di una spalla su cui piangere. Louis mi mise seduta sui gradini di marmo, davanti al portone d’ingresso al castello, lui mi si mise accanto e io affondai il viso nel suo collo continuando a piangere. Il silenzio diventava pesante e nel cuore pesava più di un macigno, Teodora si vergognava di sé stessa, una ragazza forte e determinata come lei che non riusciva a reggersi neanche sulle proprie gambe, a causa del senso di abbandono, nuovamente rinnovato, che le appesantiva l’anima. Louis cercò di prendere parola, ma fui più rapida di lui.
‘’Louis, puoi farmi un favore? ’’ domandai in un sussurro
‘’Certo, quello che vuoi’’ rispose lui
‘’Ti va mantenere fede al nostro patto stasera?!’’ chiesi io e tirai su la testa per guardarlo negli occhi
‘’NO, non per questo, non ho intenzione di ucciderti’’ rispose lui, tirando fuori le pallottole dalla tasca e lanciandole fuori portata
Riprese quel silenzio imbarazzato, superare quella serata sarebbe stato complicato ed avevo appena iniziato ad avere coscienza di chi ero davvero.
‘’Sai cos’è successo’’ dissi io guardando il vuoto, continuando a perdere lacrime dagli occhi in silenzio
‘’Non è difficile da intuire, ma non ti devi preoccupare, tornerà’’ fece Louis
‘’Come fai a saperlo?!’’ domandai io
‘’Perché ha lasciato qui te ’’ rispose Louis guardandomi
Quella frase mi fece diventare rossa in volto, però mi fece cessare di piangere a dirotto e in un certo senso mi rincuorò.
‘’Posso farti un’ultima domanda?!’’ domandai io con energia nuova
‘’Si, dimmi’’ rispose lui
‘’Perché non mi odi? È da tanto che me lo chiedo, ma non riesco a trovar un ragione’’ dissi io
‘’Perché quando mi hai colpito e mi sono voltato a guardarti, non ho visto un mostro o un animale feroce, io ho visto una ragazzina bisognosa di aiuto. Ti stavi guardando le mani sporche di sangue e nei tuoi occhi ho letto solo paura’’ rispose Louis
Sentendo le sue parole un sorriso mi si stampò in volto, mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia lungo e pieno di affetto, quando mi scostai lui mi fissò per un po’ pronto a dir qualcosa, ma io non gli diedi il tempo di parlare, mi alzai in piedi e mi asciugai le guance.
‘’Dai andiamo, il coprifuoco è già passato ed io ho freddo ’’ dissi io, allungando la mano verso di lui
‘’Ok’’ fece lui, afferrando la mia mano per aiutarsi a mettersi in piedi, aprimmo il portone del castello e ci infilammo nella scuola
‘’Secondo te, se scendo in cucina, mi preparano un budino?!’’ chiesi io
‘’Perché tu sai dove sono le cucine? ’’ ribatte lui
‘’No, però …’’ la frase si spense con la chiusura del portone alle nostre spalle
Il castello volgeva nel silenzio più profondo, gli studenti dormivano beati tra due guanciali, ignorando tutto quello che era successo stasera. Il mio letto era caldo e consolatorio, mi addormentai senza troppe difficoltà, senza neanche l’ansia degli esami del giorno successivo ad assillarmi, ero in pace.
 
Ultimo giorno di scuola, 1° Luglio
Il mio primo anno scolastico è ufficialmente finito, tra poche ore l’Hogwarts Express mi porterà a casa. Gli esami sono finiti, credo di aver fatto un lavoro discreto ma dovrò aspettare i risultati per poterne essere sicura. La coppa delle Case è stata vinta dai Corvonero, quella del Quidditch dai Serpeverde, noi siamo finiti secondi nella Coppa delle Case e terzi in quella del Quidditch, dietro a Tassorosso.
Passeggiando nel giardino mi sono fermata sulle rive del Lago Nero, il sole sta sorgendo e si riflette sull’acqua del lago formando uno specchio luminoso, mi sedetti lì a riflettere.
Quest’anno ho imparato molto su me stessa, alla fine ho capito che non importa cosa sono, un’orfana, una ragazza, un lupo, una maga, una Black, una Lupin o una Tonks. L’importante è come sono davvero, io sono me stessa e con questa convinzione andrò avanti nei miei studi e nelle notti di luna piena, forse un giorno riuscirò anche a trovar posto per l’amore nella mia vita.




NOTA FINALEEEEEE....
ragazzi, questa è la fine! (sto per piangere), vi avevo promesso 25 capitoli ma alla fine sono 24. è il capitolo a cui tengo di più, tanto che me lo sono sognata alla notte, spero sia venuto bello come io me lo sono immaginata. ringrazio tutti i miei lettori, tutti quelli che si sono presi la briga di arrivare fin qui, è stata dura anche per me.
Ho scelto di scrivere la mia prima fanfiction sulla nuova generazione  perchè avrei potuto giocarci di più sopra, mi sono sempre piaciuti Lupin e Tonks e credo siano dei personaggi con una tempra tanto bella, che ho scelto di omaggiarli in questa fanfiction (scelta rara). il mio intento era quello di creare un personaggio altrettanto forte e deciso, ma con una fragilità nascosta data dalla sua età, spero di esserci riuscita. 
Ho altri progetti in mente, come avevo già accennato, mi ci vorrà del tempo per renderli concreti, quindi tornerò, nel frattempo grazie a tutti e un enorme abbraccio a voi ed ai miei personaggi. :)


 

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