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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1.Scrooge è vivo *** Capitolo 2: *** Capitolo 2. La lezione,il risveglio e il ritorno *** Capitolo 3: *** 3.Il tesoro e la proposta ***
-Zio Scrooge! Zio Scrooge! Mi senti?- urlava Donald, cercando tracce dello zio, aiutato dai nipoti che guardavano in ogni posto possibile e immaginabile con attenzione.
Erano tremendamente preoccupati per la sorte del loro povero vecchio parente, rimasto vittima, insieme a Goldie, di una terribile esplosione che aveva fatto crollare la caverna dove si trovavano. E tutto questo per colpa di Cuordipietra Famedoro che, di sicuro, dopo averla fatta esplodere con della dinamite, si stava godendo la sua vittoria sul rivale, rintanato nel suo accampamento.
Dato che non sentivano rumori di alcun genere, i quattro persero ogni speranza di trovare lo zione vivo e vegeto e, sconsolati e addolorati, decisero di andare a sedersi nel loro accampamento, allestito qualche giorno prima e non tanto distante da lì. Avevano appena mosso qualche passo che furono fermati dal suono di sassi che venivano spostati e, carichi di nuova speranza, ritornarono al cumulo di rocce dov’era accaduto il fatto. Quello che videro riempi di gioia e di sollievo i loro cuori: davanti a loro, si trovava uno Scrooge McDuck in piedi che teneva tra le braccia una Goldie svenuta e ferita. Anche lui aveva delle ferite su un braccio, una gamba e un lungo taglio che sanguinava sul volto, ma il suo sguardo era deciso e combattivo, segno che ci voleva ben altro per metterlo fuori gioco.
Con andatura zoppicante, Scrooge si avvicinò a loro e Donald, sollevato, esclamò:-Zio, sei vivo. Come stai?-
-Non lo vedi con i tuoi occhi, nipote? Piuttosto, dov’è Cuordipietra?- rispose Scrooge, con tono freddo e lasciando stupiti i nipoti.
Gli tremavano le mani e moriva dalla voglia di dare un’altra lezione a Famedoro per aver tentato di uccidere lui e Goldie e per avergli soffiato il tesoro di Magger. Quest’ultima era una metropoli situata nell’Efir settentrionale, un’isoletta avvolta dalla nebbia e a largo dell’America settentrionale.
-Non pensare a lui, zio. Tu e Goldie siete feriti e avete bisogno di cure- cercò di farlo ragionare Louie
- Tsk, sono solo dei graffi superficiali. Nipote, affido Goldie alle tue mani. Sappi che se le succede qualcosa, ti riterrò responsabile- ebbe l’ultima parola Scrooge, lasciando la papera al nipote e incominciando ad allontanarsi
-Dove vai, zio?- chiese Donald, mentre lo guardava prendere la sua spingarda caricata a sale e riprendere a camminare. Chissà come mai se l’è portata dietro …
-Vado a dare una lezione a Famedoro- replicò Scrooge, fermandosi ma continuando a dare le spalle … Ah, ecco perché …
- E stavolta non mi fermerò- aggiunse con voce incredibilmente seria, voltandosi verso di loro e mostrando uno sguardo che fece gelare sul posto i nipoti.
Erano rare le volte che l’avevano visto cosi: gli occhi dello zio erano di ghiaccio e questo significava che era notevolmente incavolato. Sotto il loro sguardo, Scrooge si allontanò, diretto verso l’accampamento nemico che distava all’incirca due orette. Appena fu lontano, il nipotame riprese a respirare e Huey constatò:- Avete visto? Lo zio è furioso-
-Già, speriamo che non combini pazzie- concordò Dewey
-Tranquilli, ragazzi. Anche se è fuori di se, lo zio è lucido e sa fin dove può spingersi - li, tranquillizzò Donald, sperando di non sbagliarsi – E ora, pensiamo a Goldie- terminò, guardando la papera tra le sue braccia.
Capitolo 2 *** Capitolo 2. La lezione,il risveglio e il ritorno ***
Capitolo 2.La lezione, il risveglio e il ritorno
Prima
di lasciarvi al capitolo, volevo ringraziare coloro che hanno inserito questa
storia nelle seguite e che hanno semplicemente letto. Mi fa piacere e ora vi
lascio alla lettura di questo secondo capitolo. Buona lettura!
Scrooge,
animato dalla rabbia verso il suo nemico, continuava imperterrito a camminare,
incurante delle ferite che continuavano a sanguinare ma senza fargli male per
via dell'adrenalina. Arrivato, si avvicinò alla tenda, anzi più
che altro era una vera e propria reggia, di Famedoro e, impugnando la
spingarda, sbirciò all’interno. Lo spettacolo che si
ritrovò davanti agli occhi gli fece montare ancora di più la
rabbia: Famedoro si stava godendo il tesoro di Magger gettandoselo addosso
mentre rideva e ripeteva:- Scrooge è morto e adesso sono io il papero
più ricco al
mondo!-
-Questo è da vedere, Famedoro. Ci vuole ben altro per liberarsi di
Scrooge McDuck. Cuordipietruccio – l’interrupe, entrando e facendo
morire le risate del papero che ora era spaventato e
stupito.
– Scrooge! Sei … vivo. Com’è po … possibile?-
balbettò Cuordipietra – Dovresti essere morto sepolto dalla
roccia- aggiunse, con faccia
preoccupata.
– Già. Ma come vedi, sono salvo e ora difenditi perché
sarò il tuo incubo-, ghignò Scrooge, godendosi la scena e
puntando l’arma verso di
lui
Famedoro incominciò a tremare e si ricordò di quella volta in cui
Scrooge, dopo avergli sparato dodici colpi, l’aveva fatto diventare un
pollo gigante e fatto arrestare. E ora come ora aveva la netta impressione che
sarebbe accaduto un’altra volta …
Mentre Scrooge si occupava di lui, Donald e nipotini si stavano prendendo cura
di Goldie: per fortuna aveva solo ferite lievi e, dopo averle disinfettate,
l’avevano medicata e lasciata
riposare.
Certo che lo zio ha fatto un buon lavoro non l’avrei mai detto …
aveva pensato Donald, quando aveva controllato le sue
condizioni
Due ore più tardi, la papera si svegliò e, per prima cosa, si
guardò intorno. Anche se ancora mezza addormentata, capi di essere nella
tenda dove dormivano lei e Scrooge.
Proprio in quel momento, Louie entrò con in mano una scodella di quella
che doveva essere la zuppa del minatore. Al solo pensiero, fece una faccia
disgustata ma era troppo affamata per fare la schizzinosa e fece finta di
niente.
.
– Finalmente, ti sei svegliata. Come ti senti?- le chiese,
sorridendo
-Sto bene. Cos’è successo? Ricordo solo che io e Scrooge siamo
rimasti coinvolti nell’esplosione della caverna. Ma da li è tutto
buio …. – rispose Goldie, passandosi una mano tra i capelli per
calmarsi
Odiava non sapere quello che gli succedeva ma, in verità, si ricordava
benissimo del calore provato mentre era tra le braccia di Scrooge che
l’aveva protetta appena in tempo con il proprio corpo … Scrooge!
Dov’era finito? Vuoi vedere che … non poteva essere … aveva
la pelle troppo dura per …
-Stai tranquilla, lo zio sta benissimo apparte qualche ferita. Dopo averti
portato qui, è andato a dare una lezione a Famedoro - la
rassicurò Louie, interrompendo i suoi
pensieri
La papera tirò un sospiro di sollievo e si diede della stupida per aver
pensato subito il peggio.
– Vostro zio è pazzo- commentò, scuotendo la testa ma
sorridendo leggermente mentre prendeva la ciotola.
Le sue parole fecero sorridere Louie che decise di lasciarla sola e usci.
Trascorsero altre due orette durante le quali Goldie era rimasta nella sua
tenda immersa nei suoi pensieri e Donald aveva mandato i nipoti in cerca di
cibo. Anche lui era stufo di mangiare la zuppa del minatore e desiderava
mangiare qualcosa di diverso e lo stesso valeva per i nipotini. Stava per
accedere il fuoco quando vide ritornare Scrooge con un sorriso soddisfatto sul
volto
- Finalmente sei tornato, zio. Che fine ha fatto
Famedoro?-
- Oh, diciamo che stava meglio prima- il suo sorriso si allargò ancora
di più mentre ripensava al rivale legato come un salame e tremante
davanti a un piccolo esemplare di lupo
grigio.
.
La sua espressione trionfale, però, spari, lasciando spazio a una
sofferente. Ora che l’adrenalina che aveva in corpo si era esaurita,
aveva incominciato a sentire il dolore provocate dalle ferite che, anche se
avevano finito di sanguinare, bruciavano. Senti le gambe cedergli e sarebbe
caduto a terra se il nipote non l’avesse sorretto, passandogli un braccio
sulle spalle e uno sui
fianchi.
– Ora vuoi farti curare quelle ferite, zio?- chiese Donald,
preoccupato
-Penso di non aver altra scelta, nipote- si arrese Scrooge,
sospirando
I due entrarono nell’abitazione e trovarono Goldie seduta sulla sua
branda ma, appena senti il fruscio della tenda, rivolse loro lo
sguardo.
– Scrooge! Stai bene?- domandò, abbracciandolo di scatto e
facendo allontanare Donald che preferì lasciarli soli e usci..
Al papero scappò un gemito di dolore e solo allora, allontanandosi un
poco da lui, la Stella del Polo si ricordò che era
ferito
-Scusa Scrooge. Siediti che ti medico quelle ferite- esclamò
quest’ultima, con tono di scuse e prendendo il kit d’emergenza.
Terzo
e ultimo capitolo di questa storia. Vi lascio alla lettura di questo capitolo
conclusivo e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate del mio lavoro. In
attesa delle recensioni, ringrazio coloro che hanno letto e messo tra le
seguite la mia storia. Buona lettura!
Con qualche difficoltà, Scrooge si
sedette e lasciò che Goldie si occupasse di lui. Ogni tanto, si lasciava
scappare un guaito che soffocava mordendosi il labbro quando lei passava il
disinfettante sui tagli più profondi. Una volta medicato e bendato, la papera
gli fece appoggiare la testa sulle sue ginocchia e
distendere.
– Adesso hai bisogno di riposare.
Appena ti sveglierai, torneremo a casa- sussurrò, accarezzandogli la testa e
facendolo rilassare sempre di più.
– Va bene- mormorò lui, che stava già per crollare dalla stanchezza – Ma non
prima di aver recuperato il tesoro- si rianimò, sollevandosi un pochino e con
un braccio attirare a se Goldie per
baciarla
Quando si staccarono, il vecchio papero mormorò un – Buonanotte - prima di
cadere addormentato
-Buonanotte- mormorò quest’ultima, riprendendo ad accarezzarlo mentre lo
guardava con infinita dolcezza e
sorridendo Chi l’avrebbe mai detto? Da quando si erano riuniti, non erano più quei due
paperi orgogliosi e testardi che si erano conosciuti nel Klondike anni indietro
ma si sa: le persone cambiano …
-Ehi, Goldie- fece irruzione Donald, che si bloccò alla vista dello zio
addormentato e quando lei gli fece segno di far piano – Scusa, non sapevo.
Volevo sapere se volevate qualcosa da mangiare ma credo che ripasserò più tardi
… - si scusò a voce bassa, per non disturbare lo zio che, nel sonno, si mosse
per abbracciare la papera senza però svegliarsi.
A entrambi scappò un sospiro di sollievo e, mentre Donald usciva, lei si
sistemava meglio tra le braccia di Scrooge, posando la testa sul suo petto. Il
papero mugugnò soddisfatto e un sorriso comparve sulle sue
labbra.
Di sicuro, adora questa posizione pensò Goldie che, nel giro di pochi
minuti, si addormentò, cullata dal respiro e dal battito regolare
dell’amato.
Erano passati pochi minuti e, dalla fessura della tenda, sbucarono le teste dei
nipoti
-Bene. Stanno dormendo profondamente- iniziò Huey a voce
bassa
-Adesso il nostro piano può avere inizio …. - continuò Louie, sempre nello
stesso
modo
- … e cosi faremo una sorpresa allo zio- terminò Dewey, con lo stesso tono dei
fratelli
-Siete sicuri di quello che fate?- chiese, dubbioso,
Donald
-Si- esclamarono i tre in coro, per poi
allontanarsi
Dopo aver recuperato il sonno necessario, Scrooge e Goldie si svegliarono
pronti e carichi d’energia per affrontare il resto della giornata. Il magnate
si era appena stiracchiato che … sniff sniff … sentì
un profumo familiare
-Oro!- realizzò, balzando in piedi e facendo spaventare la
papera
-Cosa ti prende? E poi ti sembra il modo?- si lamentò, alzandosi e guardandolo
in modo scocciato
-Scusa. Ma questo è … - si fermò ad annusare l’aria - … profumo d’oro- terminò
con un sorriso da un orecchio all’altro e gli occhi luccicanti
– Hai detto oro?- anche lei aveva un enorme sorriso sul volto e gli occhi
che
brillavano
Si scambiarono un’occhiata e corsero fuori, dove rimasero senza fiato. Di
fronte a loro, si trovava il tesoro di Magger in tutta la sua completezza e lui
non poté fare a meno di buttarsi dentro la montagna d’oro per farsi una sana
nuotata in barba alle ferite che, tra l’altro, non sentiva
neanche.
– Ti piace la nostra sorpresa, zio?- chiese Louie, osservando il
parente
-Si, ragazzi. Siete stati fantastici- li lodò Scrooge, sentendosi rinascere
-Tenete, ragazzi- aggiunse, lanciando ai nipotini tre pezzi da un dollaro
ciascuno
-Grazie, zio- lo ringraziarono i tre, immaginandosi il gelato che si sarebbero
mangiati.
– E a me? Anch’io ho aiutato- si lamentò Donald, spuntando da dietro i tre
ragazzi e leggermente invidioso Per una volta, non sarebbe morto se avesse dato qualcosa anche al
nipote. Solo per stavolta
-Oh, giusto. Hai ragione, nipote. Prendi- tirò anche a lui una moneta da un
dollaro
-Grazie, zio. Sei il migliore- costatò, felice, il
nipote
Goldie aveva osservato la scena in silenzio e sulla soglia della tenda finchè
non fu chiamata dalla voce di Scrooge – Ehi, Goldie. Unisciti a
me-
Con un’espressione gioiosa sul volto, la papera si avvicinò a lui e, seduti sul
cumulo e abbracciati, guardavano la luna che splendeva alta nel
cielo.
A Magger, faceva buio presto e, anche
se erano appena le sette di sera, si poteva vedere la
luna.
Forse fu l’atmosfera romantica o che
era un folle ma Scrooge decise che era giunto il momento di fare qualcosa
…
Dando qualche colpetto di tosse, attirò l’attenzione della donna che si
preoccupò subito per lui - Stai bene?-
-Si. Solo che …. Solo che … - balbettò, il becco impastato e la gola
secca-Io volevo … volevo – cercò di continuare, respirando a
fondo Dai Scrooge, c’è l’ha puoi fare! Hai affrontato orsi, lupi e altre bestie
feroci nella tua vita … s’incoraggiò Già, ma era
indubbiamente più facile di quello che sto per fare e dire … Coraggio, un
respiro profondo e
…
-Vuoi diventare mia moglie?- tirò fuori tutto d un fiato per poi fare respiri
profondi per riprendere l’aria che gli era sfuggita dai polmoni in quella
frase.
Goldie lo guardava stranita: non poteva credere alle parole appena uscite da
quella bocca che era sempre stata orgogliosa, seria e tagliente … o almeno cosi
ricordava … - Co … cosa?- sussurrò Goldie, con
gli occhi di fuori e la bocca
aperta.
Trattenendo a stento una risata, Scrooge, con il cuore in mano,
dichiarò:-.Goldie, io ti amo dalla prima volta che ci siamo incontrati e mi
sono accorto che eri come me. Testarda, orgogliosa, avida e dal cuore di
ghiaccio anche se in realtà non lo eri e non lo sei. Ora, ti chiedo di fare un
ulteriore passo avanti senza perdere tempo. Ne abbiamo perso fin troppo e il
tempo è denaro. Vuoi diventare mia moglie e starmi accanto per tutta la vita?-
la guardò negli occhi e attese la sua
risposta.
A Goldie, caddero le braccia ma, dopo aver capito che lui aveva ragione,
rispose:-Hai ragione, abbiamo perso fin troppo tempo. E’ un sì e adesso baciami
pelledura-
Non se lo fece ripetere due volte:
l’attirò a sé e gli diede un passionale bacio sulle labbra. Il loro momento
magico fu interrotto da quell’impiccione di Donald che, con la sua voce
irritante e petulante, esclamò:- Congratulazioni! Era ora, piccioncini- e battè
le
mani
-Nipote!!!!!- urlò lo zio, rosso in
volto e, furioso, corse dietro al nipote che continuava a dire con tono
innocente come quello di un bambino:- Cos’ho detto di
male?-
Goldie e i nipotini, attirati dall’urlo bellicoso dello zione, scossero la
testa e risero: certo cose non cambiavano proprio mai …