Royal Blood

di Bu12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bene e male ***
Capitolo 2: *** Una mela ***
Capitolo 3: *** Avviso!!! ***



Capitolo 1
*** Bene e male ***


Bene e male

Elizabeth stava scrivendo energicamente sulla tastiera della macchina da scrivere, ormai arrugginita e vecchia. Ma come poteva separarsene? Apparteneva a suo nonno, che adesso giaceva in pace dentro una scatola di legno sotto terra.
A Elizabeth non erano mai piaciute le tombe, non perché si consideravano sinonimo di morte, ma perché impedivano la libertà. Perché non spargere le sue polveri in un posto che lui amava?
Elizabeth si accorse che aveva smesso di scrivere contro il suo volere, e si allontanò dai pensieri macabri.
Spostò lo sguardo sui suoi capelli, che le ricadevano in onde dorate sulle spalle. Iniziò a lisciarli con le mani, sentendo tra le dita delle ciocche morbide e setose. 
Mentre si stava di nuovo perdendo nei suoi pensieri, Elizabeth sentì un rumore che la distrasse. Si ripeté ancora e capì che proveniva dalla finestra, era un sassolino lanciato da qualcuno fuori dal castello, ma Elizabeth non aveva neanche bisogno di accertarsi chi fosse. 
Quei capelli color cioccolato tagliati corti, ma non troppo; occhi verdi e delle labbra perfette e sorridenti. Peter.
Elizabeth corse alla porta della sua camera e uscì, proseguì verso un corridoio con una passerella rossa e scese le scale, fino a raggiungere il salone centrale.
«Elizabeth! Vieni immediatamente qui!» una mano le afferò un braccio e la ragazza inciampò nel suo sontuoso vestito color crema, cadendo addosso alla donna dietro di lei.
«Madre, non potete fermarmi. Sono tre settimane che non lo vedo! Avete promesso...» Elizabeth fu bruscamente interrotta.
«Innanzi tutto, togliti di dosso.» 
Elizabeth si alzò goffamente da sopra sua madre.
«Lo so cosa ti ho promesso, che ogni due settimane lo avresti visto. Questa è la terza settimana ma non sei potuta andare da lui per allestire i preparativi del tuo compleanno, e sottolineo "il tuo". Dovrai aspettare ancora una settimana.» 
Quello sguardo fermo, impassibile e deciso. Elizabeth lo detestava.
«Madre, io vi voglio bene ma... devo vederlo» supplicò.
Quello sguardo, improvvisamente si addolcì. Possibile che avesse compreso il desisderio di Elizabeth?
«Va bene, ma entro il pranzo dell'una in punto dovrai essere a casa.»
«Promesso.»

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Capitolo 2
*** Una mela ***


Una mela

Elizabeth voleva bene a sua madre, la educava per essere una principessa degna di un vero re, ma a volte era fin troppo severa, e dimenticava le cose a cui Elizabeth teneva di più. Tra cui il suo amico Peter.
Appena uscita da castello, si tolse le scarpe, camminando a piedi nudi sulla rugiada che le solleticava le dita. Respirando l'odore della frutta coltivata nel frutteto dietro il castello. Si sentiva odore di mele, odore di Peter. Lui vendeva mele rosso sangue al mercato popolare, con ottime vendite.
Corse verso di lui, che la aspettava ancora sotto la sua finestra con un sassolino tra le mani.
Indossava abiti semplici: una camicia rossa a quadri e dei pantaloni strappati e consunti.
«Peter!» Elizabeth lo abbracciò energicamente e lui ricambiò.
«Elizabeth! Queste tre settimane sono state atroci. Abbiamo fatto un patto e la prossima volta ti verrò a prendere con la forza.»
«E io non mi opporrò, mio salvatore.» disse romanticamente Elizabeth, che, con le mani ancora attorno al collo di Peter, lo osservava con occhi sognanti. «Dove mi porti, oggi?»
Peter soleva portare Elizabeth a delle fiere o in posti mozzafiato che non conosceva nessuno, o semplicemente a fare una passeggiata.
«Oggi ti farò vedere una cosa bellissima. È una sorpresa, quindi non potrai dire una sola parola finché non saremo arrivati.»
«Okay.» disse con poco entusiasmo. Odiava le sorprese, anche se a farle era Peter.
La prese per mano e si avviarono.

Felicia li guardava mentre si allontanavano. Era triste, perché non sarebbe stata in grado di dare a sua figlia la felicità che Elizabeth desiderava. Come faceva a dirle la verità? A dirle il suo destino infelice... Permetteva a Elizabeth di vedere Peter solo ogni due settimane perché lei non si potesse affezionare troppo a quel ragazzo, ma i suoi tentativi purtroppo erano falliti. Doveva dirglielo...

Raggiunsero un piccolo stagno in mezzo agli alberi. 
Peter la portò fino a un cespuglio.
«Cos'è?» chiese Elizabeth. 
Peter la condusse per mano dietro il cespuglio e trovò un cucciolo di cane. 
«È abbandonato.» disse Peter.«È qua da tre giorni e no ho mai visto la sua mamma o un suo padrone.»
Il cane era piccolo, con il  pelo sporco interamente nero e una macchia bianca appena sotto un orecchio. Era avvolto intorno a sé stesso e sembrava che dormisse. 
Elizabeth allungò una mano per accarezzare il cucciolo di cane ma questi fece un balzo e si ritrasse immediatamente, cominciando a ringhiare.
«Attenta!»
«Non ti preoccupare, Peter.»
Mentre il cane ringhiava ancora si avvicinò un uomo.
«Chi sei?» chiese Elizabeth.
Era piuttosto basso, aveva una folta barba bruna e i capelli corti tragicamente spettinati avevano un accenno di bianco. Dunque doveva essere piuttosto vecchio.
Prese il cucciolo di cane dalla collottola e lo tenne in braccio. Il cane smise di ringhiare: evidentemente conosceva quel piccolo uomo.
«Sono Phil.»
«Sei il proprietario del cane?» chiese Elizabeth.
«No, vengo solo a dargli del cibo, ma non so di chi sia.» 
«Phil non può tenerlo con sé, lavora tutto il giorno alla fabbricazione di attrezzi. Pensavo... se volevi... che potessi tenerlo tu, il cane.» disse Peter speranzoso.
Elizabeth non sapeva cosa dire. Non sapeva come prendersi cura bene del cane e sua madre non avrebbe accettato a tenere un animale in casa.
Le sue guance diventarono leggermente rosse, la vita di quel cane dipendeva da lei e non poteva fare altro che accettare. 
«Ci proverò...» 
«Grazie, Elizabeth!» esclamò Phil, consegnando il cucciolo in braccio alla ragazza.

Elizabeth e Peter tornarono davanti all'entrata del castello quando mancava poco all'una.
Peter sembrava turbato.
«Elizabeth... ho una notizia.» Dal sorriso spento di lui, Elizabeth dedusse che non fossero buone notizie. Iniziò a preoccuparsi.
«Dimmi tutto, Peter.»
«Perdonami ma la prossima settimana parto. Non sarò molto lontano, poco dopo la piazza centrale. Dovrò vendere lì le mie mele.»
«Ho sentito dire che ti trasferirai. È arrivato il momento?» chiese Elizabeth afflitta.
«Scusami, ma potremmo vederci comunque ogni due settimane, non cambia molto.» 
«Va bene.» Elizabeth lo abbracciò.
Ricordò la prima volta che lo incontrò: Peter aveva organizzato una caccia alle mele, essendo un ragazzo carino molte ragazze parteciparono a chi trovava per prima la mela rossa contrassegnata da un simbolo. A Elizabeth capitò per caso di vedere la mela e la donò alla prima persona che passava. Fu un ragazzino, che si aggiudicò il premio di una cassetta di mele. Elizabeth non sapeva che quel ragazzino aveva raccontato tutto a Peter, scappando subito dopo, con la cassetta di mele, per paura che gli fosse tolto il premio.
Due giorni dopo Elizabeth incontrò Peter sotto il castello, fuori dal cancello, e si congratulò con lei.
Quel giorno nacque una bella amicizia, e niente altro. Si vedevano sempre più spesso, finché all'avvicinarsi della maggiore età Elizabeth lo poté vedere sempre più raramente.
L'abbraccio si sciolse e Peter guardò la giovane ragazza con occhi sognanti.
«Elizabeth... potresti... ehm...Tu e io...» 
Elizabeth notò un leggero rossore sulle sue guance, era evidente che era imbarazzato, ma Elizabeth capì cosa intendeva. Tuttavia, prima che potesse fare qualcosa, si ritrovò le labbra di Peter sulle sue.
Inizialmente ne fu scossa, poi si abbandonò a quel bacio affettuoso. Chiuse gli occhi e provò una serie di emozioni indescrivibili. Quelle labbra morbide e le mani di Peter sui suoi fianchi, appena sfiorati.
Ecco. Era questo che Elizabeth capì cosa voleva dire Peter, nel pieno dell'imbarazzo.
Quel bacio non durò molto, si allontanarono l'uno dall'altra insieme.
Elizabeth aveva il cuore che batteva a mille e aveva l'impressione che non si sarebbe mai fermato.
«Devo andare.» mormorò Peter.
Voltò le spalle a Elizabeth e salì sul carro, fuori dal cancello, allontanandosi con il rumore degli zoccoli dei cavalli in sottofondo.
Le sembrava che non esistesse nient'altro che Peter, tutto il resto era confuso.
«È così, allora?» chiese una voce quasi malefica.
rintocchi dell'una in punto, dall'orologio della chiesa, echeggiarono in tutta la città.

 

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Capitolo 3
*** Avviso!!! ***


Ciao a tutti. Sì sono secoli che non mi faccio viva. Questo avviso lo scrivo per dirvi che Blood Royal non lo continuerò più su EFP ma su Wattpad, forse alcuni di voi lo conoscono. lì sono arrivata al settimo capitolo, quindi per chi volesse continuare a leggere questa storia vada su Wattpad, è sia un sito che un app, quindi per chi non vuole scaricarsi l'app può tranquillamente andare sul sito. Lo troverete sotto il nome di Royal Blood scritto dall'autrice lisily_04 che sarei io :) Vi lascio il link qua: http://my.w.tt/UiNb/blGWvkKIRx Se andrete a leggere Royal Blood i vostri pareri sono ancora ben accetti. un bacione :)

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