L'amore calmo di due demoni

di VENDA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pelle bianca, capelli rossi ***
Capitolo 2: *** Ultima sera in spiaggia ***



Capitolo 1
*** Pelle bianca, capelli rossi ***


Hiei/Kurama, La pelle di Kurama è bianca, e i capelli rossi ci risaltano sopra in modo squisito.
[Partecipa alla Drabble Midweek del 22-24 luglio sul gruppo We Are Out For Prompt.]



Hiei non andava a scuola. Kurama sì. Il demone volpe aveva spesso tentato di convincerlo a vivere sulla terra come un normale essere umano, magari trasferendosi un po' a casa sua.
«Mia madre sarà contenta di ospitarti» ripeteva spesso. «Dai, che ti costa? Almeno provaci, no?»
No.
Hiei temeva che poi non ne sarebbe più uscito.
Quel giorno si erano detti di vedersi vicino a un fiumiciattolo poco fuori città. In effetti era una specie di appuntamento, ma Hiei non voleva chiamarlo così. Stava aspettando Kurama seduto sull'erba con le gambe piegate strette al petto e i pensieri lontani, tanto che quando arrivò quasi si spaventò.
«Scusa il ritardo, a scuola non mi volevano lasciar andare.»
«Tsz! E io dovrei farmi imprigionare così, secondo te?»
«Ma che hai capito? Stavamo parlando di un progetto e mi sono attardato» precisò.
Hiei fece spallucce e non disse più niente.
Era quasi il tramonto ma l'aria era ancora calda e immobile. Kurama sembrava affannato, come se avesse corso, e diverse gocce di sudore gli imperlavano la fronte.
«Oggi non si respira, è tutto il giorno che non tira un alito di vento» si lamentò la volpe. «Visto che siamo solo io e te, ti dispiace se mi levo la maglia?»
Il moro lo guardò. Non era proprio una richiesta da lui.
«Fa' come vuoi» rispose.
Kurama sorrise, evidentemente grato per quel permesso; si sfilò la maglia grigia a mezze maniche che indossava e la stese a terra dietro di sé, per poi stendercisi sopra.
«Tra un po' andrà meglio... spero...» e rise, come se si sentisse davvero sereno.
Hiei si concentrò sulla figura sdraiata accanto a lui: aveva sempre trovato l'amico estremamente bello, anche in questa forma umana; la bellezza era dello Yoko, è da lui si estendeva per riflesso a tutto ciò che toccava. Accarezzò con lo sguardo, in silenzio, il corpo magro per metà scoperto, facendosi ipnotizzare dalle goccioline di sudore sparse su tutto il busto, e pensò che era un peccato che entro poco sarebbero evaporate. La pelle di Kurama era bianca, e i capelli rossi ci risaltavano sopra in modo squisito. Che bel contrasto.
Sorrise di sé e scosse la testa.
«Cosa?» chiese il demone volpe.
«Niente. Tra poco andrà meglio.»

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Capitolo 2
*** Ultima sera in spiaggia ***


[Partecipa alla Winter is Coming Week del 31 agosto-6 settembre sul gruppo We Are Out For Prompt.]

DAY 1 - AU

Hiei/Kurama, "Non pensavo che fossi così interessato a questo genere di cose."


L'estate volgeva ormai al termine anche quell'anno. Insieme alla famiglia, Kurama aveva trascorso due settimane in un villaggio di mare, pieno di ragazzi e ragazze della sua età, ma anche più grandi e più piccoli. Era il secondo anno che ci tornava ed era stato contento di incontrare di nuovo Hiei, un ragazzo silenzioso e riservato, spesso imbronciato, che sembrava tollerare, più che gradire, la presenza di altre persone; eppure avrebbe giurato che con lui non fosse così.
Si erano conosciuti l'anno prima, ma poi non erano rimasti in contatto. Che sorpresa quando se l'era visto venire incontro, con passo annoiato e sguardo distante! Avevano passato di nuovo quasi tutto il tempo insieme, apprezzando entrambi molto la reciproca compagnia; all'inizio erano pochi i momenti che riuscivano a passare da soli, soprattutto per colpa di Kurama e del suo aspetto che attirava tutte le ragazze che gli posavano gli occhi addosso.
Hiei si era chiesto più volte come sopportasse tutte quelle attenzioni, soprattutto perché stando con lui, e quindi non barricato in casa o in qualche angolo sperduto della spiaggia tra gli scogli, se ne beccava anche lui dosi eccessive.
Capita l'antifona, Kurama aveva cominciato presto a evitare i luoghi affollati e a frequentare di meno i punti di ritrovo della comitiva, preferendo la sua compagnia al chiasso indistinto degli altri amici.
«Sicuro che non ti scoccia?» gli chiese quella sera, l'ultima che avrebbero passato insieme prima della fine delle vacanze.
Avevano preso due mojito al bar della spiaggia e si erano allontanati dal frastuono della festa d'addio che era stata organizzata e che sarebbe andata avanti tutta la notte.
«Sicurissimo» rispose il rosso, facendo un paio di sorsi. «Non ci vedremo per un altro anno, non mi va di sprecare la serata.»
Tanta sincerità fece arrossire Hiei, che benedì il buio che lo celava agli occhi dell'amico.
«Contento tu...»
«Io sì. Tu no?»
«Che domanda è? Non pensavo che fossi così interessato a questo genere di cose.»
«Che intendi?»
«Beh... hai successo con le ragazze e stai simpatico ai ragazzi... sei un tipo ricercato, ma sprechi l'ultima serata e la festa sulla spiaggia per stare con me e assecondare la mia asocialità...»
Kurama non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere, non perché non lo prendesse sul serio ma perché non si capacitava di come fosse possibile che l'altro non si fosse accorto di cosa provava per lui. Eppure avrebbe giurato di percepire un interesse molto simile al suo da parte dell'altro ragazzo.
«Scherzi? Preferisco mille volte una passeggiata sulla spiaggia con te, piuttosto che il frastuono della musica e delle chiacchiere inutili, soprattutto se penso che ora non ti rivedrò per un altro anno.»
Di nuovo sincerità. Di nuovo calore al volto.
«Contento tu...» ripeté, non sapendo cos'altro dire.
Kurama scosse la testa e lo costrinse a fermarsi. Si sedettero su uno scoglio umido dove poté posare il bicchiere su un piano orizzontale e fare lo stesso col suo dopo averglielo tolto dalle mani.
«Sì che sono stato contento» gli disse allora. «Sono stato contento tutta la vacanza da quando ti ho rincontrato.»
Hiei non sapeva proprio cosa rispondere, non era fatto per i discorsi seri lui. Però Kurama gli piaceva, anche lui era stato bene quei giorni in sua compagnia, anche quelle poche volte che si erano trovati in mezzo alla gente, cosa che lui odiava; ma con Kurama era tutto diverso, e aveva smesso già da un po' di chiedersi perché o come fosse possibile: era così e basta. E anche se non sapeva come affrontare un discorso serio, voleva a tutti i costi che l'altro lo sapesse, così, in mancanza di parole, restano sempre i fatti.
Il rosso aveva ripreso il suo bicchiere per fare un altro sorso, quando si sentì fermare per un polso e tirare in avanti: Hiei lo stava baciando, aveva raccolto tutto il suo coraggio e l'aveva fatto lì, senza preavviso. Gli giudò il braccio fino allo scoglio dove gli fece di nuovo posare il bicchiere e solo allora lo liberò, permettendogli di afferrarlo per il viso per non farlo scappare nel caso in cui si fosse pentito di quel gesto azzardato.
Il primo casto contatto fu approfondito in fretta: pochi secondi e già si stavano assaggiando a bocca aperta, ubriacandosi solo col sapore del mojito che ritrovavano l'uno sulla lingua dell'altro. Fu un crescendo e un decrescendo molto naturale, che li portò infine a staccarsi lentamente solo quando entrambi furono soddisfatti.
«E adesso come faccio a resistere un intero anno senza vederti?» soffiò Kurama sulle sue labbra.
«Veramente... non sapevo come dirtelo... io e la mia famiglia ci trasferiamo a settembre, credo staremo anche nella stessa scuola...»
Nel fare quella confessione era arrossito la terza volta. Alzò lo sguardo solo per rimanere abbagliato dal bellissimo sorriso con cui Kurama lo stava ripagando di quel secondo atto di coraggio. Stavolta era il turno del rosso di dover ricorrere alle azioni in mancanza di parole che servissero a comunicargli la gioia che aveva provato a quella notizia, così pensò bene di fare come aveva fatto lui poco prima e baciarlo di nuovo.

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