Come ho conosciuto...

di Russian Sonia 1992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Lucia e Renata ***
Capitolo 3: *** Sveva ***
Capitolo 4: *** Ursula e Camilla ***
Capitolo 5: *** Iolanda (prima parte) ***
Capitolo 6: *** Iolanda (seconda parte) ***
Capitolo 7: *** Viviana ***
Capitolo 8: *** Elisa ***
Capitolo 9: *** Angela ***
Capitolo 10: *** Simona ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



27 aprile 2014 - sera

"La cena è veramente squisita, il che conferma il fatto che tu sia un bravo cuoco!"

"Grazie mille! Sono felice che ti piaccia la mia cucina!"

"Vuoi che ti aiuti a sparecchiare?"

"Non c'è bisogno, ma ti ringrazio lo stesso!"

Dopo aver sparecchiato, guardo Cristian e gli faccio scherzosamente un monito: "Non pensare di sfuggire alle mie lezioni di ballo!"

"Ovvio che non lo faccio! Ho guadagnato una brava insegnante e non ho intenzione di perderla!"

"Anche perché non è facile perdere qualcuno che ha dieci migliori amiche."

Lui mi guarda perplesso: "Dieci?!?"

"Dieci! E non le ho conosciute in maniera banale!"

"Facciamo così: ogni sera, dopo cena, tu mi racconterai dei tuoi primi incontri con queste tue amiche; ogni giorno una storia diversa."

"L'idea mi piace. Faremo proprio così!"

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Capitolo 2
*** Lucia e Renata ***



20 settembre 1996

Avevo cominciato il terzo anno di liceo e mi ero posta un interrogativo: perché coloro che, fino all'estate scorsa, potevo definire "amiche" non considerano più la mia esistenza?

Sto dicendo sul serio: non mi parlavano più, non mi tenevano il posto nel banco vicino al loro, addirittura non mi salutavano.

Ma quel giorno avevo capito il perché.

"Ehi, Terry, hai visto i due nuovi acquisti della prima F?"

"No, Maurizio. Ad essere sincera, non ho proprio idea di chi siano."

"Dovresti vederle: sono troppo belle perché possano esistere veramente!" Quest'ultima frase denotava un barlume d'entusiasmo per lui ed un oceano di tristezza per me.

Durante l'intervallo, avevo dato un'occhiata a quelle due ragazze: erano davvero di una bellezza mozzafiato e tutte le ragazze, comprese le mie compagne di classe, facevano a gara per averle come migliori amiche.

"Devi aver passato un anno scolastico terribile a causa loro."

"Inizialmente lo è stato, ma bisogna andare avanti di qualche giorno per scoprire un fatto interessante."

"Quale? Io mi sto incuriosendo sempre di più!"

16 ottobre 1996

Camminando per il corridoio, avevo trovato una pochette fucsia a forma di cuore.

Lì c'erano ombretti, mascara, lucidalabbra, ma non il nome o la classe della proprietaria.

Allora avevo messo su un annuncio:

" Ho trovato una pochette portatrucco di dimensione media, a forma di cuore e di colore fucsia. Se qualcuno l'ha smarrita, è pregato di rivolgersi a Magali Tereccio, classe prima D.

Quel giorno avevo il cineforum pomeridiano, perciò andavo a pranzo fuori con i miei amici (ormai tutti maschi) e poi rientravo a scuola.

Mentre mi dirigevo verso l'aula magna, sentivo una mano sulla mia spalla.

"Sei tu Magali Tereccio?"

Mi voltavo di scatto e notavo che a parlarmi era una delle due nuove arrivate. Costei aveva i capelli castani mossi, grandi occhi color nocciola e almeno una quarta di reggiseno.

Dopo averla squadrata per bene, mi decidevo a risponderle: "Sì, sono io! Con chi ho il piacere di parlare?"

"Lucia Gualandri, prima F. So che sei in possesso dei miei trucchi."

"E infatti li ho ancora!" Dopodiché, aprivo lo zaino e ne tiravo fuori il piccolo e cuoriforme malloppo.

"È proprio il mio cuoricino! Non so come ringraziarti!"

"Siamo felici della tua gratitudine!" si aggiungeva l'altra ragazza nuova. Essa era meno formosa della sua amica, ma era comunque bellissima, con i suoi capelli dorati e i suoi occhi celesti.

"Vi ho solo fatto un favore, mie care!"

"Mercoledì scorso è successa una cosa simile anche a Renata." affermava Lucia indicando la sua amica bionda "E vuoi sapere come è andata a finire?"

"Certo che sì!" rispondevo loro incuriosita.

"Hai presente Vanessa Contaldi?" domandava Renata.

"Certo! È in classe con me. Perché?"

"Ebbene, quella zoticona si è appropriata della mia trousse viola e non ha intenzione di restituirmela, ragione per cui divido i miei trucchi con Lucia."

"Siamo decisamente sorprese da questo tuo buonsenso! Come possiamo sdebitarci?" mi chiedeva Lucia.

"Sabato potreste venire in pizzeria con me e i miei amici."

"Stavate parlando di noi?" s'intrometteva Maurizio.

"Sì. Vi dispiace se questo sabato vengono anche Lucia e Renata?"

"Va benissimo!" rispondeva Maurizio.

"Sono d'accordo anch'io! Gli amici della nostra Terry sono anche nostri amici!" replicava Michele.

"Sapete che vi dico? Ci saremo anche noi!" confermava entusiasta Lucia.

Eccomi con le prime amiche!

Innanzitutto, preciso che Magali ha frequentato il liceo classico, perciò la terza classe è chiamata "prima D" o "prima F".

Poi ho introdotto Lucia e Renata, descrivendole come ragazze belle, ma non in cerca di popolarità; ho immaginato anche che fossero ripetenti e trasferite da un'altra scuola, altrimenti non si percepirebbe il loro arrivo come "nuovo".

Infine, ecco gli amici maschi di Magali: abbiamo conosciuto Maurizio nel capitolo 11 della long, ma, grazie a questa piccola storia, scopriamo anche che è stato compagno di classe di "Terry" (ma crescendo smetterà di usare questo soprannome), così come Michele (che ricomparirà più avanti anche nella long).

Inutile dire che le parti in corsivo costituiscono il "ritorno al presente", ovvero dei piccoli intermezzi tra "Terry" e Cristian.

Alla prossima storia.

Russian

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Capitolo 3
*** Sveva ***



24 gennaio 2000

Per avvicinarci al nuovo millennio, la mia università aveva organizzato delle corrispondenze online tra uno studente universitario ed uno dell'ultimo anno di liceo.

Gli abbinamenti erano tra due maschi o tra due femmine, forse per evitare il pericolo di una relazione amorosa nata in rete.

Nessuno di noi faceva il primo passo: infatti eravamo costretti a svelare l'identità dell'amico di mouse solo dopo aver ricevuto una mail avente come oggetto: "Millennium Friend Project".

Dopo molti giorni, arriva finalmente la prima mail:

"Cara amica dell'università, sono lieta di far parte del Millennium Friend Project e che la mia scuola abbia scelto te.

Mi chiamo Sveva Favignani, ho diciotto anni e frequento l'ultimo anno di liceo linguistico a Milano.

Ho i capelli neri, lunghi fino a metà schiena e con la frangetta (a me piacerebbe portarli corti a caschetto, ma mio padre la ritiene una pettinatura troppo volgare), ho gli occhi verdi, sono tra le ragazze più alte della mia classe, ho la corporatura longilinea e disdegno molto l'abbronzatura.

In futuro mi piacerebbe diventare una ballerina di danza sportiva, precisamente vorrei sfondare nella categoria Latini e forse diventare anche campionessa. Chiedo troppo?

Scusami, ma adesso vado perché ho una lunga sessione di studio che mi aspetta.

Ci scriviamo in questi giorni.

Sveva
"

All'inizio pensavo fosse lo scherzo di qualche buontempone del mio corso, così non ho risposto per giorni e giorni.

17 febbraio 2000

Finalmente, dopo varie ricerche, scopro che in uno dei vari licei linguistici di Milano studia effettivamente una Sveva Favignani, per giunta corrispondente alla descrizione contenuta nella mail.

Così, non senza esitare, le rispondo:

"Cara Sveva, scusami per il gigantesco ritardo nel risponderti, ma avevo nutrito dei dubbi sulla veridicità della tua mail, i quali sono stati fortunatamente risolti.

Comunque sono felicissima del fatto che tu abbia aderito a questo progetto e che abbia scelto me per la corrispondenza.

Il mio nome è Magali Tereccio, ho compiuto da poco vent'anni e frequento la facoltà di scienze della comunicazione dell'università di Genova.

Come avrai capito dal nome, non sono italiana: sono nata a Bastia, in Corsica, ma mi sono trasferita a Genova in tenera età. Come te, vorrei fare carriera nella danza sportiva, ma nella categoria Dieci Balli.

Ho dei ricci disordinati color mogano, lunghi fino alle spalle, ho gli occhi castani, non sono alta e tantomeno formosa ed ho la carnagione... diciamo... normale!

Ho un fratello di nome Luc, di tre anni più grande di me e anch'egli ballerino; non sperare di innamorarti di lui, perché le sue relazioni durano decisamente poco!

A proposito, fra poco rientra a casa e non gli ho ancora preparato la cena, perciò ti devo lasciare.

A presto.

Magali
"

4 giugno 2000

Dopo questo lungo periodo di corrispondenza online, io e Sveva avevamo deciso di incontrarci di persona.

Avevo temuto fino all'ultimo che fosse un impostore, ma poi la scorgo tra i passeggeri del treno Milano-Genova.

"Sono felice che tu sia venuta a trovarmi!"

"Anch'io lo sono di vederti! Sono curiosa di scoprire come vive un'universitaria!"

Avendole spiegato la dura vita degli studenti universitari, l'avevo invitata a cena per conoscere la mia famiglia.

Da quella sera, Sveva è entrata ufficialmente a far parte delle nostre vite. E tutto questo era scritto nel destino.

Eccomi qua!

Lo so che questo capitolo non dice molto su come sia nata l'amicizia tra Sveva e la famiglia Tereccio, ma riceverete più spiegazioni nel capitolo 21 della long (che sto progettando), al quale questa storia si ricollega; inoltre verrà spiegata la nascita della love story tra Luc e Sveva.

Spero vi sia piaciuto e... alla prossima amica!

Russian

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Capitolo 4
*** Ursula e Camilla ***


7 marzo 2002

Quel pomeriggio ci eravamo ritrovati a casa di Lucia per aiutarla con un esame importante.

Ma avevamo trovato un piccolo imprevisto...

"Che succede?" domandavo preoccupata ad una ragazza che armeggiava con lo stereo.

"Ho provato ad accenderlo, ma non funziona!" si lamentava la ragazza. Ella aveva lunghi capelli castani, lisci e legati in una treccia, occhi castani dal taglio allungato, dei jeans bordeaux e una maglietta e dei calzini di colore giallo.

"Non capisco come mai non oggi non funziona!" proseguiva "Ci ho provato in mille modi, ma con scarsi risultati!"

"Forse perché non è acceso?" puntualizzava Lucia, arrivata da poco.

"Oh, scusami, è che oggi sono sovrappensiero."

"Ciao, cara, non ci presenti la tua ospite?" domandavo mentre Michele e Renata facevano un cenno con la mano, impegnati come erano a sbaciucchiarsi.

"È quello che avevo intenzione di fare! Magali, Renata, Michele, questa è mia cugina Camilla!"

"Piacere di conoscervi, ragazzi!" rispondeva Camilla mestamente.

"Perché è triste?" domandavo perplessa.

"È per via della sua ennesima delusione amorosa." spiegava Lucia.

"Mi dispiace! Possiamo parlarne?" chiedeva Renata, finalmente staccatasi da Michele.

"Dobbiamo prima aspettare che ci siano tutti, non trovate?" puntualizzava Michele.

"Hai perfettamente ragione: Maurizio non è ancora arrivato." precisavo.

"Intanto possiamo cominciare a studiare." proponeva Lucia.

"Mi sembra una buona idea!" esclamava Renata.

Dopo dieci minuti, qualcuno bussava alla porta.

Una volta aperta, ci trovavamo davanti due persone: il ragazzo è certamente Maurizio, riconoscibile dalla folta chioma riccia, mentre non avevamo mai visto la ragazza prima di allora.

Eravamo rimasti colpiti da quella sconosciuta, anche a causa della sua bellezza: aveva i capelli castano chiaro, leggermente mossi e lunghi fino a metà schiena, splendidi occhi grigi, era alta e longilinea, indossava una maglietta color salmone, dei jeans scoloriti, un giubbotto abbinato ad essi e un paio di scarpe da ginnastica lievemente consumate.

"Ragazzi, vi presento Ursula, la mia fidanzata!" annunciava orgoglioso Maurizio.

"Fidanzata?" domandava perplessa Lucia.

"E ce lo dici così?" mi aggiungevo io.

"Esatto! Il vostro amico ed io stiamo insieme da sei mesi!" annunciava entusiasta Ursula.

Dopo le varie presentazioni, chiacchere su questa o quell'altra cosa e lunghe sessioni di studio, ci veniva spiegato il problema di Camilla.

"Lui mi ha decisamente illusa!"

"Spiegati meglio!" esclamava Lucia esortando la cugina a vuotare il sacco.

"All'inizio lui era solo un cliente."

I due ragazzi guardavano storto Camilla, ma poi Lucia ci aveva tranquillizzato dicendo: "Fa la cameriera."

"Ma con il passare del tempo" proseguiva Camilla "Ogni volta che servivo al suo tavolo, il mio cuore sussultava a più non posso. Così, dopo due mesi di tentativi, l'altro ieri ha accettato di uscire con me dopo il lavoro."

"E perché è finita così male?" domandavo incuriosita.

"Dicci tutto!" insisteva Michele.

"Quando gli ho chiesto di mettersi con me, prima ha riflettuto, ma poi ha iniziato a darmi insulti su insulti. Mi ha detto che sono troppo bassa per stare con uomo, che sono una pessima cameriera, che i clienti si sono lamentati per il servizio da me offerto e varie altre cose che non mi sento in vena di aggiungere."

"E cosa hai intenzione di fare?" domandava Michele con scarsa sensibilità.

"Domani mi licenzio!" gridava Camilla scoppiando in lacrime.

"Noi ti aiuteremo a trovare un altro impiego!" le proponevo cercando di consolarla.

"Sarebbe inutile! Qualunque cosa io faccia, ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà del mio operato!"

"Potresti fare il becchino, così non ti arriveranno lamentele da parte dei clienti!" proponeva Michele con la stessa delicatezza di prima.

"Sei il solito insensibile!" replicava Renata dandogli uno scappellotto.

La reazione di Camilla era un'altra: "In effetti, non mi sembra una cattiva idea!"

"Ma cosa dici? Stai forse delirando?" domandava Maurizio.

"Nient'affatto! Ho la forza necessaria per una semplice operazione di scavo!"

"Tu sei pazza!" esclamava Michele.

"A me sembra una scelta ragionevole." affermava Lucia.

"Sono d'accordo." si aggiungeva Renata.

"Se ci sono le donne medico e le donne avvocato, perché non dovrebbero esserci le donne becchino?" domandavo io.

"Perché non ci saranno mai delle donne becchino!" gridava Michele, facendo piangere Camilla più di prima.

"Insomma, smettila d'importunare quella poverina!" protestava Ursula.

"Stiamo solo cercando di farla ragionare!" replicava Maurizio.

A quel punto, Ursula non poteva fare a meno di esternare il proprio disappunto.

"Voi due dovreste mettere da parte le vostre idee maschiliste! Perché siete così immaturi? Perché non accettate il fatto che una donna possa decidere di fare quello che più le interessa senza essere ostacolata dai pregiudizi? Abbiate la decenza di accettare la decisione di Camilla!"

Dopo aver ascoltato il rimprovero di Ursula, i due ragazzi si scusavano con Camilla, dicendole che l'avrebbero accettata come amica senza dare importanza al mestiere svolto.

Salve, ragazzi!

E tra Sanremo e ispirazione latitante, eccovi il capitolo dedicato a Camilla e Ursula!

Vi piace il fatto che siano entrate nella vita di Magali in questo modo?

Gradireste anche due o tre capitoli dedicati agli amici maschi della suddetta?

Un bacio.

Russian

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Capitolo 5
*** Iolanda (prima parte) ***


18 agosto 2007

"Non possiamo partecipare a quel concorso!" gridava un'Ursula esasperata.

"E perché non possiamo?" le domandava Renata.

"Perché siamo solo in quattro!"

Gli animatori di tutti gli stabilimenti avevano organizzato un concorso per quell'estate: ogni stabilimento poteva scegliere cinque ragazze per interpretare le Spice Girls e far poi gareggiare tutti i gruppi.

Era un'idea pazza, ma ci piaceva; il solo problema consisteva nel numero di ragazze partecipanti.

Io ero Ginger Spice, Renata Baby Spice, Ursula Sporty Spice e Lucia Posh Spice; Camilla avrebbe dovuto essere Scary Spice, ma è dovuta ripartire il giorno prima perché aveva tre funerali programmati per questa settimana.

"Come faremo a trovare una quinta componente in una settimana?" domandava Ursula lamentandosi non poco.

"Ci siamo arrese di fronte alle varie difficoltà?" le chiedeva Lucia.

"No!" le rispondeva Ursula.

"E non lo faremo nemmeno adesso!"

"Il generale Gualandri è pronto a entrare in azione!" era il mio commento.

Quel pomeriggio, dopo qualche ricerca, avevamo finalmente trovato una ragazza disposta a ricoprire quel ruolo: era piuttosto alta e longilinea, aveva i capelli neri legati in una treccia e indossava un prendisole rosso; inoltre era scura di carnagione. In poche parole, la candidata perfetta.

"Chi di noi si occuperà di lei?" domandava Renata.

"Facciamo così: chi prenderà l'ultima cannuccia rossa rimasta, sarà colei che andrà da quella ragazza." proponeva Lucia.

"Come fai a sapere che una di noi avrà una bibita con la cannuccia rossa?" domandavo allibita.

"Mi basterà corteggiare il cameriere!"

"Lucia, sei la solita!" commentavamo in coro.

Una volta finita la tattica di corteggiamento, arrivavano le nostre bibite; la cannuccia rossa è toccata proprio a Lucia.

"OK, vado, convinco quella ragazza e torno! E forse non sarò a cena con voi!"

"Perché quest'ultima frase?" le domandava Ursula.

"Avete presente il ragazzo carino che vi ha portato queste bibite?"

"Impossibile dimenticarlo!" sospirava Renata.

"Sappiate che ho intenzione di passare tutta la serata con lui, notte compresa!"

19 agosto 2007

Come previsto, Lucia non si era fatta vedere per tutta la notte e tantomeno per la mattina seguente.

Noi tutte pensavamo che avesse trascorso una notte di fuoco con quel cameriere, ma avevamo scoperto una cosa veramente allucinante.

"È in fuga dal suo ex fidanzato!"

"Come sarebbe a dire?" domandava perplessa Renata.

"Ve lo spiego meglio" esordiva Lucia "Lei aveva trovato l'uomo perfetto: gentile, dolce, bello e capace di soddisfare ogni suo desiderio."

"E perché sta scappando da lui?" domandava Ursula perplessa.

"Ci sto arrivando ora: alla povera Iolanda, non so per quale oscuro motivo, non è permesso uscire di casa da sola, neanche per andare a trovare i propri genitori. Una volta ha infranto questa regola per recarsi alla festa di compleanno di un'amica; sapete cosa è successo dopo?"

"Lui l'ha picchiata?" le chiedevo preoccupata.

"Certo che no! Anzi, lui non aveva la forza fisica adatta!"

"E allora cosa le ha fatto?" domandava Renata dubbiosa.

"Volete saperlo?"

"Certo!" rispondevamo all'unisono.

"Lui ha cominciato a ignorarla del tutto: preparava i pasti solo per lui, non la faceva dormire accanto a sè, addirittura non le diceva nemmeno "buongiorno" o "buonanotte", come se lei fosse un fantasma e non una persona!"

"Che storia incredibile!" esclamava sbalordita Ursula.

"E non è finita qui: quando lei l'ha lasciato, lui non l'ha presa benissimo, così ha iniziato a pedinarla e a telefonarle in continuazione. Lei ha provato a denunciarlo alla Polizia, ma nessuno le ha creduto. Così, all'ennesima telefonata, lei si è rifugiata qui."

"Lui lo sa?" domandavo preoccupata.

"Stranamente no. Lei gli ha mentito dicendo di andare da suo fratello a San Josè. Non immaginate il mio sconforto nel sentire la storia di quella poveretta! Ho passato la notte e la mattinata a prendermi cura di lei!"

In quel momento, una lacrima scivolava leggera sul volto di Lucia; vedere la mia migliore amica in questo stato mi fa venire voglia di abbracciarla. E così avevo fatto, seguita a ruota dalle altre ragazze.

"Coraggio, vedrai che la storia di Iolanda, in un modo o in un altro, troverà il proprio lieto fine." la rassicuravo.

"Lo spero." aggiungeva Lucia tra le lacrime.

Alla fine non avevamo vinto quel concorso, anzi, non vi avevamo nemmeno partecipato, ma avevamo vinto qualcosa di più importante: una nuova amicizia sincera.

Eccomi qua!

Questa volta è il turno della dolce Iolanda; lo so che il genere è "Commedia", ma volevo dare un sapore amaro a questa storia.

La storia di Iolanda Valdès insegna che esiste una cosa peggiore della violenza: l'indifferenza totale. Vivendo insieme a questo ragazzo, lei ha scoperto le gioie e i dolori dell'amore, fino a farla cadere nel baratro dello stalking e facendole ottenere la reputazione di "bugiarda". Lucia ha riconosciuto come sincere le parole di Iolanda e sarà disposta a fare di tutto per darle un meritatissimo lieto fine.

Spero che tutto questo vi sia piaciuto.

Un abbraccio (come quello che danno le ragazze a Lucia).

Russian

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Capitolo 6
*** Iolanda (seconda parte) ***


16 luglio 2008

"Grandi notizie, gente!" gridava una Lucia piuttosto raggiante.

"Cosa è successo? Non tenerci sulle spine!" gridavo impaziente.

"Vi ricordate di Iolanda?"

"La ragazza che avete aiutato a liberarsi del fidanzato pazzoide?" domandava scettico Maurizio.

"Proprio lei!" rispondeva Lucia, poi, dopo aver ripreso fiato, proseguiva:"Si sposerà fra una settimana!"

Sentita questa notizia, eravamo rimasti tutti sbalorditi; la dolce Iolanda aveva davvero incontrato nel suo cammino un uomo degno di lei?

"Dicci tutto a riguardo!" incalzava Camilla.

Lucia, schiarendosi la voce, rispondeva: "Dopodomani partiremo per San Josè, dove lei è nata, e staremo lì per dieci giorni. La cerimonia si terrà sulla spiaggia, perciò non dovrete scervellarvi per trovare un vestito adatto."

"Sai chi è lo sposo? Sarà forse un altro psicopatico?" domandava impaurita Renata.

"So poco e niente di lui: solo che si chiama Carlos e che stanno insieme da sei mesi."

"Sei mesi?" chiedeva sconvolta Camilla.

"E perché questa fretta?" aggiungeva Ursula.

"Lo scoprirete presto!" profetizzava Lucia.

23 luglio 2008

Non poteva non essere tutto perfetto.

Mi ritrovavo in un matrimonio decisamente fiabesco: il sole illuminava per bene qualsiasi cosa o persona toccata dai suoi raggi, il bianco dei tendaggi donava un'atmosfera onirica ed un'esplosione di colori era offerta dai fiori e dai vestiti.

Parlando di vestiti, tutte noi indossavamo degli abitini sui toni del rosso e dell'arancione, mentre i ragazzi sfoggiavano dei semplici pantaloni grigio chiaro ed una camicia bianca. Dato che la cerimonia si svolgeva sulla spiaggia, nessuno di noi portava le scarpe.

Dopo qualche minuto, ecco giungere la sposa: Iolanda indossava un abito color avorio, pieno di drappeggi e lungo fino alle caviglie; aveva i capelli sciolti sulle spalle e decorati con un fiore rosso, in tinta con il bouquet.

"Non notate qualcosa di strano in lei?" domandava Michele.

"A me sembra una sposa normale." rispondeva Camilla, non abituata a presenziare a dei lieti eventi.

"E io vi dico che c'è qualcosa d'insolito! Guardate la sua pancia!" insisteva Michele.

In effetti, guardandola bene, potevamo scorgere una bella pancia di quattro o cinque mesi.

"Sta per sposarla solo perché è incinta: che mascalzone!" commentava Lucia.

"Potrebbe anche non essere il padre del bambino." ipotizzava Maurizio.

"Iolanda non è una ragazza facile!" gridava furiosa Lucia.

"Penserete dopo a tirare fuori l'ascia di guerra: c'è un matrimonio a cui pensare!" sentenziava Ursula utilizzando i suoi poteri di mediatrice.

"Sì, mamma!" sbuffavano in coro Lucia e Maurizio.

Finita la cerimonia, ci avvicinavamo alla sposa per cercare di ottenere qualche spiegazione.

"Che piacere rivedervi, mie salvatrici!" gridava Iolanda abbracciandoci "E vedo anche delle facce nuove!"

"Questa è mia cugina Camilla e loro sono i nostri amici Maurizio e Michele." Dopo i convenevoli di Lucia, troviamo il modo di porgere quella domanda.

"Perché lui ti ha sposata?"

A fare questa domanda era Camilla, che guardavamo tutti con aria incredula.

"Sarà meglio che ve lo spieghi durante il ricevimento." ci consigliava Iolanda.

"Secondo me non vuole dircelo." bisbigliava Renata.

"Aspettiamo che sia finito il ricevimento e poi glielo richiederemo." rispondeva Ursula.

Anche il ricevimento era particolare: al posto della tavolata, infatti, vi era un falò intorno al quale erano riuniti gli invitati.

Solo ora riusciamo a squadrare per bene lo sposo: era alto e muscoloso, dai capelli radi e dallo sguardo fiero, il quale ci incuteva timore.

Ad un certo punto, Carlos chiedeva la nostra attenzione, dopodiché iniziava a parlare:

"Amici, è un grande piacere per me vedervi tutti qui in questo lieto giorno! Immagino che molti si chiederanno il perché di questa decisione..." ipotizzava guardandoci storto.

Lucia, in tutta risposta, gli lanciava uno sguardo minaccioso, come se volesse dire:"Sei pregato di vuotare il sacco, cocco!"

A questo punto, Carlos proseguiva: "Ho conosciuto Iolanda sei settimane dopo l'arresto del suo ex fidanzato; lei era ancora scossa da tutto ciò che aveva subito ed io, uno sconosciuto dal cuore d'oro, mi ero offerto di aiutarla. Devo ammettere che all'inizio era piuttosto titubante, ma, con il passare del tempo, ha cominciato pian piano ad abituarsi alla mia presenza.

Nel giorno di San Valentino, avevo deciso di portarla a cena nel mio locale preferito; quella sera, non so per quale oscuro motivo, mi sono reso conto di amare Iolanda e lei di amare me. Così ci siamo dichiarati ed abbiamo suggellato per bene il nostro amore.

Ebbene sì: io, Carlos Ruiz De Lima, ho sposato la qui presente Iolanda Valdès perché la amo e intendo amarla fino alla fine dei miei giorni. I bambini che abbiamo in grembo non sono che una conseguenza del nostro amore e in questi quattro mesi ho capito che sono l'inizio di uno splendido futuro e la realizzazione del mio desiderio di avere una famiglia."

Sentite queste parole, ci veniva spontaneo applaudire commossi.

Aveva ragione zia Gabrielle: anche i colossi dai muscoli d'acciaio nascondono un cuore.

Salve a tutti!

Per la serie:"Un capitolo non basta", ecco a voi la seconda parte della storia di Iolanda!

Ho deciso di narrare del giorno del suo matrimonio con Carlos, per far capire anche come è nato il loro amore. Come ha esternato lui durante il discorso, l'avrebbe sposata anche se non ci fossero stati quei minuscoli esserini che sarebbero poi diventati Gisela e Azucar. Ho immaginato che Carlos fosse cresciuto in orfanotrofio, il che spiega anche il suo desiderio di una famiglia "vera".

Spero che vi sia piaciuta.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 7
*** Viviana ***


6 agosto 2009

Eravamo appena tornate da una vacanzina per sole donne a Rio De Janeiro e tutto procedeva tranquillamente; ad un tratto, udivamo una voce in lontananza:

"Chi vi ha dato il permesso di frugare nelle mie cose?"

Camminando a passo spedito, ci eravamo imbattute nella proprietaria della voce: una donna bassa e minuta, dalla carnagione olivastra e dai capelli scuri, intenta a litigare col personale di terra.

"C'è qualche problema?" domandava Ursula ad uno steward.

"Lei come può spiegarmi questo?" replicava l'uomo mostrando una scatola piena zeppa di preservativi.

"Come ho cercato di spiegarle in precedenza, non mi appartengono!" tuonava la donna.

"Ed io continuo a non crederle! Questa è la sua valigia, perciò è innegabile che lo sia anche il contenuto!"

A quelle parole, la donna andava su tutte le furie.

"Mettiamo in chiaro una cosa: lei deve cacciare fuori la mia vera valigia!"

"Fino a prova contraria, è questa la sua valigia!"

"Non è la mia valigia! E posso dimostrarlo!"

"Quando vedrà il suo nome sulla lista No Fly, ci penserà due volte prima di dare aria alla bocca!"

"Mi ascolti bene" interveniva Renata "Verifichi questa cosa, poi, se se la sente, ci dirà l'esito di questa diatriba. Sono stata chiara?"

Ottenuto il consenso dell'uomo, noi cercavamo di instaurare un dialogo con quella donna.

"Sei certa di non essere la proprietaria di quella valigia?" iniziava Camilla.

"Più che sicura! Avete visto il resto del contenuto? Io non vado in giro con pochissima stoffa addosso! Oltretutto, sono ad un passo dal non avere il punto vita segnato!" gridava alzando la maglietta gialla e mostrando l'ombelico.

"Noi ti crediamo sulla parola, ma dobbiamo aspettare le prove concrete della tua innocenza." puntualizzava Lucia "Intanto puoi sfogarti con noi, cara..."

"Viviana."

"Bene, Viviana, spiegavi come sono andate le cose."

"D'accordo, vi racconto tutto: due giorni fa sono volata fino in Tunisia per fare una sorpresa al mio fidanzato..."

"...Ma la sorpresa te l'ha fatta lui!" concludevo io, che conoscevo bene il finale di queste storie.

"Esatto! Ma la storia non è finita: stamattina prendo il volo di ritorno e non mi ritrovo quella sgualdrina seduta a poche file di distanza da me? Giuro sulla vita di mia sorella che è stata lei a farmi questo scherzo!"

E infatti lo steward era tornato con una valigia verde scuro, identica a quella che aveva in mano poco fa.

"Aveva ragione, signorina Bacciocchi: qualcuno si era impossessato della sua valigia e l'ha sostituita con la propria, generando questo scompiglio. Non mi resta che porgerle le mie più sentite scuse."

"Accetto le vostre scuse. Spero che questo fatto non si verifichi di nuovo."

D'altronde, tutto è bene ciò che finisce bene, no?

Salve, amori miei!

La protagonista di questo capitolo è Viviana; lei e le altre ragazze si sono conosciute in un modo decisamente curioso, non trovate?

Aggiungo altre considerazioni:

1) Iolanda non è presente in questo flashback perché troppo impegnata con i suoi doveri di madre;

2) la sorella di cui parla Viviana è ovviamente Ester.

Spero che vi sia piaciuto questo delirio e arrivederci agli ultimi capitoli (mancano solo Elisa e le sorelle Mattei)!

Un bacio.

Russian

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Capitolo 8
*** Elisa ***


19 luglio 2011

Cosa c'era di meglio del trascorrere l'estate al mare con le tue amiche?

Praticamente nulla!

Era tutto decisamente perfetto, dal primo raggio di sole all'ultimo granello di sabbia.

O meglio, era quasi perfetto.

Infatti potevamo scorgere benissimo una ragazza impaurita: aveva i capelli corti castani ed indossava un bikini rosa, o meglio, solo gli slip, perciò era intenta a coprirsi il seno con entrambe le mani.

"Aiutatemi! Sono disperata!" gridava la ragazza a più non posso.

"Nessun problema!" le rispondeva Lucia porgendole un reggiseno blu con allacciatura all'americana.

"G-Grazie mille!"

Finito di sistemarsi, la ragazza, che avevamo saputo chiamarsi Elisa, ci raccontava i fatti accaduti finora.

"Ieri ho compiuto diciotto anni, perciò i miei amici hanno avuto la brillante idea di organizzare una scommessa."

"In cosa consisteva?" domandava Viviana.

"Non ne ho idea, ma so chi l'ha vinta!"

"E quale era il premio?" domandavo io incuriosita.

"Come ben potete vedere, sono una bella ragazza..."

"E quindi?" domandava Camilla inarcando un sopracciglio.

"E quindi il premio consisteva nella visione completa delle mie "bambine", che io non ho concesso."

"Brava! Hai fatto benissimo!" si complimentava Viviana.

"E ora cosa farai?" domandava Sveva.

"Di certo non tornerò da quelli: hanno già fatto abbastanza danni!" rispondeva Elisa imbronciata.

"Puoi sempre trascorrere il resto delle vacanze con noi: siamo tutte femmine e tra noi non ci sono segreti." proponeva Iolanda.

Elisa, dopo aver riflettuto a lungo, non esitava a rispondere:"Ci sto!"

"Non preoccuparti: penserò io ad avvertire i tuoi amici!" la rassicurava Ursula.

"Grazie! E un'altra cosa: non voglio che il mio ragazzo sappia della scommessa, perciò..."

"... Faremo in modo che nessuno gliene parli!" concludeva Renata.

Quella sera avevamo organizzato una piccola festa per la maggiore età di Elisa; non era nulla di pomposo ed eclatante, ma era necessario a far tornare il sorriso sulle labbra di quella povera ragazza.

E lei non ha mai smesso di ringraziarci.

Eccoci al penultimo capitolo!

Come avete visto, stiamo facendo la conoscenza di Elisa.

So che è un po' corto, ma è il poco che sono riuscita a farmi venire in mente.

Passiamo alle delucidazioni:

1) Lucia ed Elisa hanno la stessa taglia di reggiseno, perciò è stato facile questo prestito;

2) Sveva è entrata a far parte del gruppo di amiche poiché ha cominciato ad essere la partner di Luc;

3) Elisa è preoccupata per Walter e sa che una scommessa del genere potrebbe farlo arrabbiare, da cui la promessa di segretezza che scambia con le altre.

Detto ciò, spero che vi sia piaciuto.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 9
*** Angela ***



20 settembre 2011

Era cominciata la quinta stagione di Glammy Dancers e, come ogni anno, io e Dan eravamo i favoriti.

Ma, prima di iniziare la puntata, il presentatore ci faceva un annuncio importante.

"Care scintille, da quest'anno ci sarà un nuovo personaggio che interagirà con voi!" esordiva gioviale "Il suo nome è Ludmilla Gallimard e non vede l'ora di conoscervi!"

Poco dopo, grazie ad un cenno del presentatore, appariva la nuova arrivata: era molto bassa, aveva i capelli di un biondo platino naturale, cosa molto rara in quello show, e dei grandi occhi blu cobalto.

"Sono Ludmilla e non voglio conoscervi!" erano le sue uniche parole.

29 novembre 2011

Nessuno di noi riusciva a capire come mai Ludmilla fosse così scontrosa.

Di certo sapevamo che fosse solita lamentarsi di tutto: i vestiti erano troppo vaporosi, il trucco la faceva assomigliare ad un clown, i ballerini che le venivano presentati non le andavano a genio e molte altre cose.

Spettava a me districare il bandolo della matassa, ma come?

Fortunatamente ho trovato la risposta in una ragazza bionda che ho intravisto in studio; costei somigliava a Ludmilla, ma era leggermente più alta e il suo viso aveva dei lineamenti più delicati.

Terminate le prove, mi tolglievo la parrucca e, senza farmi notare da nessuno, mi avvicinavo per parlarle.

"Buongiorno, come posso aiutarla?"

"Sono qui per la signorina Gallimard." mi rispondeva gentilmente.

"Lei conosce Ludmilla?" domandavo perplessa.

"Sì, da quando lei è nata!"

"Mi sta dicendo che..."

"Esatto! Ludmilla Gallimard è mia sorella!"

"Almeno questa è simpatica!" pensavo, per poi aggiungere: "È venuta qui per assistere alle sue prove?"

"Vorrei che mi dessi del tu. Io mi chiamo Angela."

"Piacere, Magali."

"Comunque non sono venuta solo per le prove, ma anche e soprattutto per parlare con gli autori."

"Di cosa vuole... ehm... vuoi parlare?"

"Ti dispiace se ne parliamo nel tuo camerino?"

"Non c'è problema! Vieni che ti faccio strada!"

Non appena eravamo entrate in camerino, Angela si accomodava e iniziava a spiegare il motivo di quella visita.

"Io sono l'unica componente della nostra famiglia a essere contraria al fatto che mia sorella voglia essere parte di questo circo; ho cercato in tutti i modi di farla ragionare, ma Simona, questo il suo nome, non desidera altro che diventare famosa."

"E perché non dovrebbe essere famosa?" le domandavo in tono sarcastico.

"Perché è troppo giovane."

"In che senso? Spiegati meglio!"

"Dovresti sapere che Simona ha da poco compiuto diciassette anni e avrei tanto voluto ricevere un abbraccio e delle scuse, ma lei continua a trattarmi con freddezza, come se non mi avesse mai conosciuta. Avrei voluto che lei conquistasse la sua fama in modo dignitoso, per esempio con un provino per X Factor."

"L'avrei preferito anch'io e non lo dico solo perché adoro X Factor!"

"Non sai quanto mi fa stare male saperla in uno show come questo, dove col tuo partner non ti limiti solo a ballare, ma arrivi pure a farci sesso!" proseguiva scoppiando in lacrime "Inoltre, frequentando questa gentaglia, lei trascura gli studi e non va più a scuola da un mese!"

"Se ci hai definiti "gentaglia", perché ti sei rivolta a me?" domandavo alla mia interlocutrice mentre le porgevo un Kleenex.

"Perché non sembri affatto come gli altri: nelle interviste ti mostri frivola e spavalda, ma scommetto che in realtà stai soffrendo tantissimo, come se ti avessero privato della libertà. Non aspettarti una psicanalisi dettagliata, visto che sono una semplice pasticcera, ma so quello che stai passando e vorremmo entrambe che tutto questo finisca."

In quel momento, correvo immediatamente ad abbracciare Angela; non appena mi staccavo da lei, sussurravo: "Hai ragione: sto soffrendo senza pietà."

"Cosa possiamo fare per risolvere questa cosa?" domandava Angela fissandomi con i suoi grandi occhi blu.

"Quello che hai intenzione di fare: parlarne con gli autori; forse loro sapranno come farla uscire da questa situazione. Quanto al comportamento di Simona, lascia fare a me: saprò come addomesticare il suo animo."

"Lo faresti davvero?"

"Per te questo e altro."

Dopo questa promessa, Angela ricambiava l'abbraccio che le avevo dato in precedenza, non smettendo affatto di ringraziarmi.

Ciao, ragazzi!

Eccoci all'ultimo capitolo di questa raccolta!

Come per quello di Iolanda, esso sarà diviso in due parti: questa riguarderà Angela, la seconda si concentrerà sulla piccola Simona.

Come avrete notato, Simona è inizialmente ostile nei confronti di Magali, credendola uguale agli altri compagni di ballo; per questa e per le altre ragioni successivamente elencate, Angela chiede aiuto a Magali nel risolvere la questione.

Ho aggiunto un pizzico di amarezza nella parte in cui Angela sottolinea il suo opporsi all'entusiasmo della famiglia; chi non ha mai pensato all'idea dei padri che vorrebbero la figlia in televisione, magari facendo la sgallettata, e sarebbero disposti a condurla nel letto di qualche pezzo grosso? Aggiungete anche il fatto che Simona è minorenne e il quadro è completo!

Detto ciò, spero che abbiate gradito il capitolo.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 10
*** Simona ***


23 marzo 2012

Io e Angela le avevamo tentate tutte, dalle buone alle cattive, ma nessuna maniera aveva reso possibile la mia amicizia con Simona.

Mi ero sempre chiesta quale fosse la causa di tutti quei fallimenti, ma la sera prima eravamo giunte ad una conclusione: era dovuto alla scelta di posti esclusivi.

"Definisci "esclusivi": non ho capito niente."

"Intendo dire che avevamo tallonato Simona in posti che non sono legati a casa sua."

"Ora mi è quasi tutto chiaro."

"Forse, se mi fai proseguire il racconto, capirai meglio questo concetto."

Quel giorno, io e Angela avevamo deciso di fare una sorpresa a Simona, andandola a trovare nel suo posto preferito.

"Perché vuoi andare proprio lì?" domandavo in preda ai dubbi.

"Il maneggio dello zio Luigi ha sempre significato molto per lei; sin da piccola, infatti, aveva sempre sognato di andare a cavallo e la sua permanenza in quel circo mediatico le sta togliendo tempo prezioso da dedicare a quest'attività."

"Altro motivo da aggiungere alla lista funesta."

"Esatto, francesina!"

Al maneggio si sentiva già l'atmosfera primaverile: il vento accarezzava dolcemente gli alberi, colmi delle prime foglie, e il sole illuminava le pareti delle stalle, rendendole quasi brillanti.

Ad un tratto, scorgevamo una figura familiare: essa si faceva subito notare per via della polo fucsia che indossava e saliva su di un cavallo grigio pezzato di nero.

"Ehi, Simona, come va?" le domandava Angela; entrambe ci aspettavamo una reazione spiacevole, invece la ragazzina si era rivelata cortese, almeno con la sorella.

"Qui sto benissimo!" gridava con entusiasmo scendendo da cavallo "E qualcun altro può confermarlo; non è così, Ignazio?"

Il cavallo, come risposta, faceva un nitrito d'assenso ed io scoppiavo a ridere.

"È un nome molto originale!" commentavo tra le risate "Posso sapere il motivo?"

"Non c'è un motivo particolare: mi è venuto istintivo!"

"So che ti chiami Simona; io sono Magali, un'amica di tua sorella."

"Piacere di conoscerti! Come hai incontrato Angela?"

"È una lunga storia che non ho voglia di raccontare."

"Ma io ho voglia di ascoltarla!"

Così, esitando un pochino, le avevo raccontato ogni singolo dettaglio del nostro progetto; tuttavia, la reazione di Simona era inaspettata: aveva preso il cavallo e si era rifugiata nelle stalle.

Non avendola vista tornare, Angela ed io, con molta preoccupazione, ci eravamo recate da quella parte.

Avevamo trovato Simona inginocchiata su un cumulo di paglia, intenta a piangere.

"Possiamo sapere il motivo del tuo pianto?" le domandava Angela.

La ragazzina, dopo essersi asciugata parzialmente le lacrime, si decideva a parlare:

"È successo dopo la registrazione della scorsa puntata: Tony mi ha convocato per una riunione straordinaria, dicendomi che c'erano delle novità. Quando sono entrata, ho assistito al mio peggiore incubo."

"Parla! Cosa ti ha fatto tanta paura?" le domandavo preoccupata.

Simona, singhiozzando a più non posso, proseguiva il suo racconto: "Ho trovato Tony nel suo camerino; era nudo e voleva certamente... quella cosa da me! Io avevo tentato di farlo tacere e rivestire, ma lui... era così smanioso di possedermi da non lasciarmi alcuna via di scampo. Dopo avergli dato un pugno sul mento e spezzato l'alluce col tacco della mia scarpa, sono riuscita a scappare. Vorrei dimenticare tutto, ma non ci riesco: ho ancora in mente le sue mani sul mio stomaco e le sue labbra che si avvicinavano al mio collo. Non ce la faccio a togliere quelle immagini dalla testa!"

A quel punto, avvolgevamo in un caldo abbraccio il corpicino di Simona.

"Spero che licenzino quello stronzo!" gridava Angela tra i singhiozzi.

"Non succederà. Sicuramente s'inventerà una versione distorta dei fatti e rimarrà il presentatore di Glammy Dancers. Ma non preoccuparti, tesoro, noi saremo qui per aiutarti a superare questo momento."

E questo spin off è ufficialmente concluso!

Anche qui c'imbattiamo in un episodio tragico: quello che stava per subire Simona (e che lei è riuscita a evitare) è uno stupro in piena regola, con l'aggravante dei diciassette anni della ragazza.

Certamente Tony s'inventerà tutto l'inventabile, ma Di Leva e il suo team di autori non perdonano e ci sarà un altro presentatore pronto a rimpiazzarlo!

Spero di avervi soddisfatto con questo viaggio alla scoperta delle amiche di Magali.

Un bacio.

Russian

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