Christmas present

di Mihay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eve: code indipendenza ***
Capitolo 2: *** St. Volier 12. ***
Capitolo 3: *** Pokemon ***
Capitolo 4: *** Irruzione ***
Capitolo 5: *** Città dormiente ***
Capitolo 6: *** Job ***
Capitolo 7: *** Horror night ***
Capitolo 8: *** Christmas tree ***
Capitolo 9: *** E poi arriva Leo ***
Capitolo 10: *** Promozione ***
Capitolo 11: *** Necklace ***
Capitolo 12: *** 25th December ***



Capitolo 1
*** Eve: code indipendenza ***


Salve, io sono Metria. E sono qui per offrirvi un piccolo straccio delle mie fantasie a tema AddEve.
Ho cercato di non banalizzare troppo, l'ho scritta tutta d'un fiato. Perdonatemi eventuali errori, e probabili incongruenze, è la mia prima volta!
CHRISTMAS PRESENT

'Ti ricordi quando arrivasti per la prima volta? Pioveva, ed eri fradicia.'
'Fu colpa della macchina! Non sono così sbadata!"
'Sicuramente. Infatti quella macchia sulla tua camicia non indica di certo che ti sei sporcata con la cioccolata.'
'...E' stata colpa di Leo. Mi ha tagliato la strada.'
'Ah certo, scarichiamo la colpa sugli altri ehh'
'IO TI UCCIDO'



 
CARATTERI GENERALI SUI PROTAGONISTI

Eve
Anni: 24
Altezza: 169cm
Occupazione: Redattrice di una rivista di attualità
Interessi: Film horror, buon cibo, festività, dormire, leggere, astronomia.
Particolarità: Quasi sempre in camicia,cravatta e gonna. 
E' in un'importante fase della sua vita: cerca la realizzazione in ambito lavorativo e personale, cercando di conquistare la propria indipendenza.
Infatti è alla ricerca di un appartamento. Cercando di poter badare a se stessa da sola, senza dover pesare troppo ai propri genitori.

Add
Anni: 20
Altezza: 178cm
Occupazione: Studente universitario, lavora part-time in una bar come cameriere, per potersi gestire da solo.
Abita in un piccolo appartamento da solo, per il momento.
Interessi: Gatti, cioccolata, cucinare, leggere, rompicapi, cruciverba e interesse per le scienze.
Particolarità: A tratti sembra ancora un po' un ragazzino. Sta ancora crescendo e cerca di poterlo fare nel migliore dei modi. E' un tipo molto metodico e preciso. Non dorme molto ed ha orari ben precisi.


CAPITOLO I


'St. Louis street 45, 3 piano'. 
Ripeteva nella sua mente. Per paura di dimenticarselo. Anche se, com'era suo solito, quando si trattava poi di chiedere a qualcuno informazioni, puntualmente se ne dimenticava.
'St. Louis street 45, 3 piano. Dove diavolo hanno ficcato questo posto. Girava vestita casual, t shirt di uno dei suoi gruppi preferiti, camicia a quadroni, capelli raccolti, uno zainetto, ed in mano un giornale con vari annunci di appartamenti disponibili.
'St. Louis street 45, 3 piano'. Ripeteva. New York era una città così vasta per una donna come lei. Quasi si stava scoraggiando, ma ancor prima di cadere nell'oblio della propria mente, si convinse che era ancora troppo presto. Fermò un passante, e con il suo inglese, non così tanto perfetto, chiese informazioni.
'Sorry, could you help me please? I need to know where I can find...Where I can find..Oh yes, sure, St. Louis street 45!'
'Oh sure lady, you must follow this street, go ahead the bakery, and then go to the left. You'll read the address near the walls'
'Thanks very much'
'You're welcome'
Camminò, speranzosa, e alla fine raggiunse il famoso St. Louis street. 
Salì il terzo piano e bussò.
'Ciao, sono Eve, la ragazza dell'appartamento, sono qui per visionarlo'
'Certo, entri pure'
'Wow, è molto spazioso'
'Si, è un appartamento di età coloniale. Ah, le devo ricordare che l'appartamento è condiviso con altri 3 coinquilini. Mi segua, glieli presento'
'D'accordo''


'Piacere, io sono Raven'. Disse mentre cercava di accendere una sigaretta.
'Elesis'. Si limitò a dire con aria distratta.
'Io sono Elsword'. Disse mentre si conciava il ciuffo colorato stile anni 50.

'Che tipi strani'. Pensò. 'Sembrano una banda di motociclisti in cerca di rogne'.
'Allora signorina Eve, cosa ve ne pare? Essendo in 4 l'affitto e le spese verranno divise, potrebbe essere un'offerta vantaggiosa'
'Ci penserò su e le farò sapere, Miss Scarlet.'
'Vabene, la accompagno all'uscita'
'Grazie mille'

Dinuovo. Un altro buco nell'acqua. Niente. Non le andavano a genio quegli individui. Si sentiva non poco a disagio. Anche se l'appartamento di per se non era male. E il prezzo molto vantaggioso. Decise che avrebbe cercato un altro po, e se non avesse trovato niente di meglio, avrebbe provato a convivere con quella banda di malviventi.

Si fermò ad una caffetteria, si prese una pausa, un caffè ed un muffin. New York. Quant'era lontana ormai dai suoi? Dalla sua città? Era davvero lì. Pronta a dare inizio a quella che sarebbe stata la sua vita da donna di carriera. 
Si perse nei suoi pensieri. Sguardo distratto. Fino a che una goccia d'acqua le accarezzò il viso.
Prima una, poi due. E mentre realizzava che la sua macchina era parcheggiata isolati lontani, pagò e fuggì in fretta.
'Accidenti'
'Questo è un pessimo inizio'
'Dove l'ho parcheggiata'
'Dannazione'. Pensava. Mentre con passo svelto si dirigeva sui suoi passi. Infradiciandosi totalmente.
Trovò la sua macchina, si fiondò dentro, e cercò di rassettarsi come meglio poteva.
Prese il giornale, e diede un'ultima occhiata.
'Cerco conquilino con cui condividere un appartamento presso St. Volier 12, al secondo piano. Contattatemi al mio numero per tutti i dettagli'
Lesse e pensò. 'Li ho provati tutti, uno in più, uno in meno.' Accese l'auto, e si diresse al centro informazioni più vicino. Stavolta si era attrezzata. 




 

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Capitolo 2
*** St. Volier 12. ***


'Accidenti, accidenti, accidenti!'. Pensò quando uscì dall'auto ancora tutta fradicia.
'Che figura ci faccio!'. Prese il suo zaino, e si diresse al palazzo.
Rimase stupita. L'appartamento si trovava nei pressi di Central Park, un'area verde immensa e sconfinata. 'Wow.' Pensò.
Salì a piedi, bussò, e attese.
Aprì un ragazzo sui venticinque anni, forse, alto, dai capelli spettinati e particolarmente bianchi .
'Scusi?'. La fissò con aria stupita.
'Salve, scusi se disturbo così all'improvviso senza avvisare, ma ho letto il vostro annuncio sul giornale qualche minuto fa, e mi sono precipitata qui di corsa perchè sono interessata!'
'Ohhh, cavolo, non mi aspettavo di trovare così tanti interessati. Entra pure e discutiamone'
'Ah, che maleducata. Non mi sono nemmeno presentata. Piacere, Io sono Eve'
'Piacere mio Eve, io sono Add, e puoi anche darmi del tu'

Si sedettero in soggiorno. L'appartamento non era molto grande, andava bene per due persone. Era tuttavia, molto carino, e ben disposto. Un piccolo rifugio.
Add le preparò del the, e iniziarono a discutere sull'appartamento.
'Sei fradicia, ti prendo qualcosa per asciugarti'
'N-non disturbarti, non è necessario!'
'Mi sentirei una persona orribile a lasciarti così, copriti con questa'. Le lanciò un plaid rosso.
Eve accettò anche se titubante. Intanto Add metteva su del the, e iniziò a discutere dell'appartamento.
'Attualmente ho 5 probabili coinquilini interessati all'appartamento'
'Ah, caspita. Sono arrivata tardi. In base a cosa deciderai?'
'In base a chi mi fa la miglior prima impressione, ovvio'. Disse ridacchiando.
'Perfetto, sono già fuori'. Disse sospirando.
'Scherzo. In realtà ho determinate esigenze e condizioni da proporre ai miei coinquilini, quindi chi sarà più adatto, se così possiamo dire, ai miei standard, potrà venire a stare qui'
'Oh, sono tutta orecchie!'
'Allora, la persona che cerco deve avere un impiego fisso, l'affitto e le varie spese vanno divise, anche le faccende domestiche, si potranno realizzare dei turni se necessario. Non sono ammesse festicciole o party in quest'appartamento, non mi piacciono le persone chiassose o insomma casiniste. Non accetto che vengano altre persone a dormire o a stare qui, che siano conoscenze strette o meno. L'appartamento viene diviso soltanto tra me e il coinquilino. Tutto qui'
'Mi sembrano condizioni ragionevoli'
'Adesso raccontami un po' di te. Mi interessa sapere che tipo di persona sei, così come ho chiesto agli altri'
'Uhm...Mi chiamo Eve ed ho 24 anni'
'Aspetta cosa-'
'Cosa c'è-'
'Pensavo fossi una diciottenne fresca di scuole superiori!'
'HO 24 ANNI E LAVORO IN UN'AZIENDA!'
Add iniziò a ridere. 'Io ho 20 anni e sto qui a farti la predica su come dev'essere il mio coinquilino'. Ridacchiò.
Eve rimase perplessa.
'Pensavo avessi sui 25 anni a prima vista'
'Darmi del vecchio non ti aiuterà ad accaparrarti il posto in quest'appartamento.'
'Le stavo solo dicendo che la sua maturità e la sua eloquenza mi avevano ovviamente portata a pensare che fosse già un vero uomo'. Disse in tono sarcastico.
'Neanche essere sarcastica ti aiuterà!'
Risero. Eve riprese il discorso
'Ritornando seri. Ho 24 anni e lavoro come redattrice della rivista "Mockingbird". I miei orari lavorativi sono vari, ma generalmente lavoro dal lunedì al venerdì, dalle nove del mattino fino alle sette di sera. Sabato e domenica festivi, ferie per le varie festività, orari flessibili, insomma riesco a gestire il lavoro. Non ho altre occupazioni, non ho amici o parenti qui, quindi non credo darò feste o inviterò persone. La mia paga è buona, quindi non c'è problema per la suddivisione delle spese. E...non so che altro aggiungere, penso sia abbastanza.'
'Mhm, d'accordo. Ti inserirò nella lista. Lasciami il tuo numero e ti farò sapere'
'D'accordo. 324*******'. Le restituì il plaid, ringraziò e si recò alla porta.
Si salutarono. Passarono un paio di giorni.
Eve stette in un albergo, quasi ormai rassegnatasi al dover convivere con i tre motociclisti.
Consegnò le chiavi della stanza, lasciò l'albergo. '15 giorni ed inizierò anche a lavorare. Non mi resta molto tempo, devo sbrigarmi.'
'St. Louis 45, 3 piano'. Per l'ennesima volta.
Si fermò ancora una volta a quel solito cafè. Prese un caffè, un muffin, e si lasciò trasportare dai pensieri.
E mentre fantasticava sulla probabilità di poter creare una macchina del tempo utilizzando un wormhole, squillò il suo cellulare.
Rispose distrattamente. 'ds^2=c^2dt^2-dx^2-dy^2...'
'Lorentz?'
'..uhm..si.......AH-PRONTO-CHI è?!'
'Eve, sono Add. L'appartamento è tuo.'
'COSA. IO. POSSO GIA' TRASFERIRMI?'
'Certo, ti aspetto per darti la tua copia di chiavi'
Riattaccò, e ancora frastornata ritornò in macchina, avvisò Miss Scarlet che non intendeva diventare una motociclista, e si recò a St. Volier 12.

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Capitolo 3
*** Pokemon ***


'Alla fine immagino che il mio sarcasmo abbia fatto colpo vero?'. Disse in tono provocatorio.
'E' solo merito dei tuoi orari, 24enne poco cresciuta'
'20ENNE TROPPO CRESCIUTO'

E così iniziò. Eve riuscì a realizzare uno dei suoi primi obiettivi. Ora aveva un appartamento, una casa, un rifugio in cui potersi sentire al sicuro.
Pochi giorni dopo le arrivarono tutte le sue cose, gli scatoloni spediti dai suoi.
Obbligò, ovviamente, anche Add a portare in casa tutti gli oggetti.
'MA PERCHE TI SEI PORTATA MEZZA CITTA' QUI'
'QUESTE COSE SONO PREZIOSE. E RINGRAZIA CHE HO FATTO UNA CERNITA!'
'AH CERTO, GRAZIE, GRAZIE PER RIEMPIRMI TUTTA CASA DI CIANFRUSAGLIE'
'NON SONO CIANFRUSAGLIE'. Disse mente dal suo scatolone caddero qualcosa come 20 plush dei Pokemon.
'SCUSA NON RIESCO A SENTIRTI BENE, DICEVI?'
Eve sbuffò e stette in silenzio.
Passarono la giornata a sistemare e a dividere i vari spazi, organizzarono i loro turni, gli orari, i compiti.
Il martedì, il giovedì e il sabato, Eve avrebbe pulito casa e preparato la cena. Il lunedì, il mercoledì e la domenica, sarebbe stato compito di Add.
Mancava circa una settimana all'inizio dell'esperienza lavorativa di Eve. Come sfruttare questo poco tempo libero?

Avrebbe potuto fare un giro della città e vedere qualche posto nuovo. Ma si sentiva abbastanza esausta. Gli ultimi giorni l'avevano prosciugata.
Add non era in casa. Si vestì, uscì, e si fermò alla libreria più vicina. Pescò un paio di libri, genere giallo/thriller, ne comprò un paio, e ritornò a casa.
Indossò una specie di pigiama. In realtà era più che altro una maglia immensa, in cui potevano entrarci benissimamente altre due persone.
Si piazzò su una sorta di finestra ovale, che aveva una sporgenza su cui potersi stendere, e che affacciava sulla città.
Prese del the, si stese e iniziò a leggere.
Lesse, lesse, lesse per un po'. Prima che la stanchezza potesse prendere il sopravvento e l'accompagnasse tra le braccia di Morfeo.

Erano le 19:20, si sentì la serratura della porta aprirsi, ed Add entrò.
Rimase quasi stupito quando la vide. Era così serena mentre dormiva. E rimase perplesso con quanta facilità potesse essersi adattata ad un luogo a lei quasi estraneo.
Si avviciò, le pescò il libro, che a tratti gli interessava, lo poggiò sul tavolo e la fissò.
Non sapeva esattamente cosa fare, ma decise di portarla a letto. Cercando di non svegliarla, nè di farle male, la teneva in braccio.
'Ha un buon profumo'. Pensò.
La poggiò delicatamente sul letto, e andò in cucina.
Decise che per le 20:30 l'avrebbe svegliata, altrimenti sarebbe stata troppo frastornata.
Iniziò a cucinare. Era molto abile nell'arte culinaria, e mise su una bella cenetta. 
Quando furono le 20:30, andò in camera di Eve, e cercò di svegliarla delicatamente.
Dormiva profondamente, ma non appena le sfiorò il volto, i suoi occhioni si aprirono.
Per un istante arrossì, poi le disse di alzarsi in fretta, che la cena era pronta, e lei dormiva da troppo.
Eve era ancora mezza inconscia, rimase fissa 5 minuti a letto, rielaborò le sue ultime ore di vita, e si alzò.
Quando arrivò in cucina, vide Add indossare una sorta di grembiule con delle fragole disegnate.
Lo fisso intensamente.
Poi esplose in una risata fragorosa. Provocando l'astio di Add, che le inveì contro, lanciandole delle carote.
Quando la guerra terminò, entrambi si sedettero a tavola, l'aspetto del cibo era fantastico, Eve rimase stupita.
'Sembra tutto buonissimo!'
'Ovvio, l'ho fatto io.'
'Gnegnegne, te la tiri troppo!'
'MANGIA INVECE DI PERDERE TEMPO.'
Mangiarono silenziosamente, il cibo era delizioso. Eve si complimentò ancora, ed Add stavolta ringraziò gentilmente.
Siccome Add aveva cucinato, Eve pensò che fosse il caso di sparecchiare e lavare i piatti.
Iniziò a strofinare i piatti, quando Add le si avvicinò furtivamente.
Le si avvicinò da dietro, e iniziò a fissare.
'CHE COSA C'è.'
'Non stai strofinando bene.'
'CERTO CHE STO STROFINANDO BENE. E POI NON C'è UN MODO PER STROFINARE BENE O MALE'
'Si che c'è.'
Avvicinò le sue mani a quelle di Eve, mentre le sue braccia la avvolgevano, e iniziò a mostrarle quale fosse, secondo lui, il modo giusto di strofinare.
Eve rimase un po' perplessa.
Lo vedeva come un bambino. Ma il suo aspetto, i suoi comportamenti, lasciavano chiaramente intendere che fosse un uomo. Anche se più giovane di lei, ma comunque un uomo.
'Hey mi stai ascoltando o sto parlando a vuoto?!'
'EH SI, HO CAPITO. VABENE. POSSO CONTINUARE DA SOLA. COSA SEI UNA SORTA DI MANIACO DELL'ORDINE'
'E ANCHE SE FOSSE?!'
'NULLA. ORA LASCIA FARE A ME.
'BENE. LASCIA IN ORDINE. VADO A FARMI UNA DOCCIA.'

Quasi imbarazzati, si diedero la buonanotte. Ognuno si chiuse nella propria stanza.
Con qualche pensiero in più. Su quanto fosse strano il proprio coinquilino.
'E' sicuramente pazza'. Disse Add tra sè e sè.
'Mi piace la sua cucina'. Borbottò Eve.
Chiusero gli occhi, e dormirono.

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Capitolo 4
*** Irruzione ***


Erano un'accoppiata decisamente strana. Sembravano due opposti. Uno era un maniaco dell'ordine, preciso, fissato. L'altra una scombinata, pigra, dormigliona e disordinata.
Ma insomma, si incastonavano bene alla fine. Chissà come, ma riuscivano a trovare i loro punti d'intersezione. 
Mancavano pochi giorni prima che Eve iniziasse a lavorare. E d'un tratto, le scattò una scintilla nella sua mente bacata.
Controllò in fretta e furia il calendario.
'OGGI è IL 17 OTTOBRE?'. Chiese agitata ad Add, che in intanto si gustava il caffè sul suo divano. 
'Si, perchè me lo chiedi?'.
Eve non rispose, corse in camera sua, prese la sua borsa, ed uscì.
'TORNO PER L'ORA DI PRANZO, COMPRO QUALCOSA LUNGO LA VIA'
'V-vabe-...' Ancor prima che Add potesse finire la propria affermazione, Eve era già fuori a progettare chissà quale piano di sterminio di massa.

Add rimase in casa. Non aveva molto da fare durante il giorno. Così decise di violare una delle proprie regole da coinquilini. 
'Non entrare nelle proprie stanze se non con il proprio permesso o in casi d'emergenza'.
Quattamente si avvicinò alla camera di Eve. Entrò. E si fiondò sulla fila di libri che aveva disposto nella propria camera.
Rimase affascinato.
La libreria di Eve era disposta in ordine alfabetico, e di grandezza. Precisa, ordinata. Quasi in totale contrasto con la sua persona.
Le tematiche erano varie. Ma si notavano numerosi testi d'Astronomia, Biologia, Fisica. Mentre tra i romanzi c'erano principalmente Gialli, Thriller, e qualche fantasy noto, come il Signore degli Anelli, ed anche il rinomatissimo Star Wars.
'Wow'. Pensò.
Decise di pescare un volume a caso dalla libreria, e di leggerne qualche pagina.
'La grammatica di Dio', era il titolo del libro. L'autore era italiano. Il libro non era particolarmente voluminoso. Niente di impegnativo.
Si poggiò sul divano, e si lasciò assorbire da quella serie di racconti. E senza che se ne rendesse conto, il tempo passava.
E prima che potesse realizzarlo, Eve era lì dinnanzi a lui.
Non sapeva per cosa doversi preoccupare.
Primo, del telescopio che portava in spalla, che era grande quanto due Eve messe assieme, (ormai la usava come unità di misura, per quanto fosse minuta.)
o secondo, per il libro che aveva rubato facendo irruzione nella sua camera.
'B-BENTORNATA.'
Eve non sembrava particolarmente arrabbiata, anzi, si poteva dire che fosse piuttosto esaltata.
'Non ci posso credere! L'hai letto! L'hai letto! Ti è piaciuto?! Qual è stato il tuo racconto preferito? Cosa ne pensi?! Io l'ho trovato così strano! I finali sono tutti così inaspettati!'
Si aspettava una ramanzina. Una sgridata.
E invece lei era lì, ed era felice, perchè lui aveva condiviso qualcosa con lei. 
'Buffo'. Pensò. 'Questa ragazza è imprevedibile'.
'Ancora non l'ho finito, ma penso che i racconti migliori siano i primi. E' triste ma allo stesso tempo imprevedibile. E' stata una lettura piacevole'...E...scusami se non ti ho chiesto il permesso'
'Non devi scusarti! Puoi leggere tutti i libri che ho, ho sempre desiderato qualcuno che potesse condividere con me i miei interessi, e con cui scambiare opinioni!'
'Bene mi fa piacere. Ma...pensando...a fatti più...importanti. Hai intenzione di trasformare quel telescopio in un bazooka?..'
'IL 20 OTTOBRE MARTE, VENERE E LA LUNA SI ALLINEERANNO!'
'Cosa, davvero? Non ne sapevo niente! E' una notizia fantastica!'
'Lo so! Infatti vagherai con me sul tetto del nostro caro appartamento, alla ricerca dei tre fantomatici astri tutta la notte! NON è FANTASTICO?'
Add lentamente cercò di svignarsela, prima che eve potesse tirargli le orecchie.
'SI OK CI STO, VABENE CI STO. LO FAREMO.'
'Bene, aiutami a ricomporre quest'aggeggio.'

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Capitolo 5
*** Città dormiente ***


Arrivò il fatidico 20 Ottobre.
Add, come suo solito, aveva preparato tutto. Aveva preso due sacchi a pelo, una tenda, aveva preparato del cibo, e aveva posizionato tutto per il meglio.
Eve si era occupata della posizione del telescopio, non era facile conoscere la posizione precisa in cui puntarlo, ma alla fine, tutti i preparativi andarono per il meglio.
Passarono del tempo parlando delle cose più varie, prendendosi in giro, e sorseggiando della cioccolata calda.
Mangiarono qualcosa, e alla fine riuscirono a beccare anche l'allineamento dei tre astri.
Sarebbe stato possibile tornare a dormire nel proprio appartamento, ma Eve aveva un certo spirito avventuriero.
'Bene, possiamo tornare a dormire dentro, no?'
'CERTO CHE NO, STANOTTE DORMIAMO IN TENDA E QUI SOPRA'
'Ma che bisogno c'è?!'
'E' LO SPIRITO DELL'AVVENTURA,ADD. LO SPIRITO! RIESCI A SENTIRLO?'
Add si avviava alla botola per tornare di sotto.
Eve si avvicina lentamente.
'Mi devi un favore per aver fatto irruzione in camera mia. Lo sai?'
Add con un leggero tick all'occhio, ritornò sui suoi passi ed entrò nella tenda.
'Bravo ragazzo.'
Dormirono. Anche se Eve, era leggermente irrequieta qualche volta.

All'alba, com'era facilmente prevedibile, Eve oramai aveva occupato non solo il proprio spazio, ma aveva invaso anche Add.
Dormiva beata sul suo petto. E l'alba si innalzava. Lasciando uno spettacolo mozzafiato.
Le flebili luci del mattino arrivarono ai loro volti. E come una calda e tenera carezza, delicatamente li risvegliò.
Rimasero attoniti nell'osservare quale spettacolo meraviglioso potesse offrire la natura.
Tanta stupefacenza li distrasse anche dalle loro condizioni.
Pochi minuti dopo, entrambi si resero conto che erano un po'...ecco, come dire, troppo a contatto. Di scatto si rassettarono, ebbero qualche istante di imbarazzo, prima di far finta che nulla fosse accaduto.
Add si alzò, e tornò in casa.
Eve rimase un altro po' ad osservare quello spettacolo.
Avrebbe voluto che anche Add rimanesse ancora un po'. Ma prima che potesse perdere le speranze, le si avvicino con una tazza di caffè.
'Prendi, sei ancora assonnata'
'Oh...'. Fu felice, decisamente.
'Grazie. Non è uno spettacolo meraviglioso?'
'Decisamente.'
Rimasero fermi, cullati da quella leggera brezza mattutina. 
La città dormiva ancora. Aveva i postumi di una nottata movimentata.
Si respirava freschezza. L'aria era leggera, candida.
Un quadro surreale. La dolcezza si respirava.
Add si sentì turbato. Da quanto non si sentiva così? Aveva mai provato queste sensazioni?
Fissò Eve. D'isntinto, senza nemmeno accorgersene.
'Che begli occhi che hai'. Mormorò, senza lasciare che se ne accorgesse.
'Hai detto qualcosa?'. Eve si voltò.
'A-ah, no, niente, tranquilla'. Arrossì, e tornò a fissare il cielo.
'Sono un idiota, che sto facendo'. Pensò, prima di rintanarsi tra le proprie braccia.

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Capitolo 6
*** Job ***


 Era arrivato. Il fatidico giorno in cui Eve avrebbe iniziato la sua carriera lavorativa.
Era irrequieta. Non riusciva a stare ferma. 
Add era già in piedi da un pezzo, sorseggiava caffè mentre la osservava, quasi curioso.
Quando la vide sbucare in giacca e cravatta, rimase quasi stupito. Sorpreso.
Le stavano bene. La rendevano quasi più donna, un pensiero osè le passò per la testa, quasi provava imbarazzo nei suoi stessi confronti ad ammetterlo.
'E' sexy'. E arrossì tra sè e sè.
'Add, sto bene? Riesci ad aggiustarmi la cravatta? Non sono sicura di averla fatta bene'
'Si, stai bene. Ma con la cravatta sei impedita.'
Delicatamente gliela sciolse, e la riaggiustò attorno al suo collo.
Erano così vicini, che la loro differenza d'altezza era impossibile non notarla.
Add annodò la cravatta, impeccabilmente, come suo solito.
'Sei apposto'
'Preciso come al solito,pff'
Eve ritornò a raccogliere oggetti, sistemare la borsa, e fece gli ultimi preparativi.
Si lasciò i capelli sciolti, non sapeva esattamente come raccoglierli, si passò un filo di trucco, e mise su delle scarpe alte.
Doveva essere impeccabile, almeno il primo giorno.
Add continuava a seguirla con lo sguardo.
Era quasi più bella del solito. Gli piaceva vedere i suoi aspetti. Vedere la Eve di tutti i giorni a confronto con la Eve pronta ad affrontare il mondo.
Quell'aria da donna, quasi gli piaceva, lo intrigava. Ne era catturato.
'Ti serve un passaggio?'. Le chiese.
'Posso arrivarci da sola, ho studiato la strada numerose volte!'. Rispose prontamente.
'Fa' attenzione, e fai del tuo meglio'. Le augurò.
Lei gli fece un occhiolino, e velocemente uscì.
Add rimase un attimo immobile. Realizzò il vuoto che era rimasto quando lei era uscita.
Non aveva più nulla da osservare. Nulla che catturasse la sua attenzione.
Ma era preoccupato. Non era il caso di potersi prendere una cotta per la propria coinquilina.
'E' sicuramente una cosa passeggera'. Pensò. 'Mi passerà in fretta, ne sono sicuro'.
Prese la borsa, chiuse la porta, ed uscì anche lui.
La mattinata iniziò, Eve si trovò difronte ad un ambiente totalmente nuovo. Era spaesata, ma non demorse. Era pronta.
Si presentò, e mise subito in campo le proprie conoscenze. Le venne assegnato il reparto di attualità, con le varie rubriche annesse, i vari collaboratori si complimentarono per la buona impressione, e si aspettavano sicuramente molto di più da lei.
Add era all'università, si guardò intorno, c'erano diversi suoi coetani. Scambiò qualche parola con vari studenti e studentesse, ma nulla che catturasse la propria attenzione.
Fino a che.
Non la vide.
Sì, la pioggia. (Che vi aspettavate, ehehe, no, non farò nessun triangolo amoroso, io odio i triangoli.)
La fissò e si sentiva stranamente preoccupato, non sapeva perchè.
Poi realizzò.
'Eve'.
Uscì di corsa, saltò in macchina, e si diresse verso la sede lavorativa di Eve.
Anche se, lungo la via, la vide.
Era alla fermata del bus, con la sua valigetta sulla testa, fradicia. Come quando l'aveva incontrata la prima volta.
Si avvicina, abbassa il finestrino,
'Salta su, sciagurata'
'ADD, COSA CI FAI QUI, IL BUS PASSERA' TRA POCO'
'Ti sembra il momento di far prendere il sopravvento al tuo orgoglio femminile? Coraggio, sali'
Eve salì, con i capelli sfatti, i vestiti fradici, il trucco sciolto.
Add la fissò.
Continuava ad essere bella.
Arrossì, e guardò altrove. 
Stava esagerando. Stava decisamente esagerando. Adesso non riusciva nemmeno a toglierle gli occhi di dosso, non sapeva come gestire la cosa.
Arrivarono a casa, misero in ordine, ed Eve corse in bagno, per quanto fosse messa male.
Add preparò la cena, vide Eve uscire, e le chiese come fosse andato il primo giorno di lavoro.
'SONO SICURA CHE UN GIORNO DIVENTERò CAPO REDATTORE!'
'Ah, inaspettatamente positiva eh.'
'Confido nella mie capacità, voglio impegnarmi al massimo e dare il meglio di me!'
'E' un buon inizio, mi fa piacere per te'.
Add sembrava sovrappensiero. Eve si aspettava di ricevere qualche battutina, invece era stato inaspettatamente serio.
Questa cosa la turbava. Sospettava che ci fosse qualcosa che non andava. Ma forse non erano ancora così in confidenza da chiederglielo.
Anche se.
Come si era trovato sulla via di dove lei lavora? Che sia venuto apposta? Arrossì e strofinò velocemente i piatti.
'Eve'
'EH-AH-COSA C'è'
La avvolse ancora una volta.
'Quante volte devo dirti che si fa in questo modo'
Era già successo. Ma questa volta Eve era particolarmente agitata.
Sentiva il suo odore. Il suo dolcissimo odore. E il calore del suo corpo.
Le piaceva.  E le sarebbe piaciuto stare ancora un po' così.
'E' che in realtà non ho ben capito come vuoi che strofini'
Si vergognò. Lo aveva fatto semplicemente affinchè stesse ancora così vicino a lei.
Ma perchè l'aveva fatto. Era così strano.
'Guarda così, dev'essere un movimento circolare'
'Ahh, così intendi?'
'Ecco si, brava'
La lasciò, e si allontanò.
'Mi faccio una doccia e vado a dormire, chiudi tutto, intesi?'
'Intesi.'

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Capitolo 7
*** Horror night ***


  Il tempo passa, le abitudini si consolidano, i due continuano a vivere sotto lo stesso tetto, Eve ha ormai ingranato la marcia con il proprio lavoro, e Add è ancora alle prese con l'università.
Le giornate passano, e i due, sembrano avvicinarsi sempre di più. Sembrano condividere sempre più cose.
Add mattiniero, prepara il caffè, e la sveglia dolcemente. Entrambi si preparano, escono, e pranzano insieme. 
Qualche volta ci scappa anche il film. Al cinema, o spesso, a casa, tra i piumoni sul divano.
Add ormai, da che credeva che "gli sarebbe passata", si è abbastanza rassegnato.
Eve gli piace. E prova per lei un forte sentimento. Ma nonostante ciò, ha fin troppe difficoltà nell'esternare determinate cose.
Eve invece, è totalmente assorbita dal proprio lavoro, ma sta di fatto che, probabilmente, senza l'appoggio e la presenza di Add, non starebbe così bene.
Ormai lavorano in sinergia. L'uno senza l'altro non vale, e viceversa. 
'Stasera guardiamo The Sinister!'
'Fammi indovinare, un altro horror?'
'Si! NON è FANTASTICO?! DICONO SIA PAUROSISSIMO!'
'Come i precedenti diecimila, vero Eve?'
'Silenzio.'
'AAAh, andiamo di pizza o preferisci che prepariamo qualcosa?'
'PREPARIAMO NOI UNA PIZZA'
'Ma perchè- possiamo ordinarla-'
'NO, LA PREPARIAMO NOI. ANDIAMO A FARE LA SPESA'
L'inverno ormai incalzava, Eve tirò felicemente fuori il suo sciarpone, i suoi guanti e il suo cappello.
'Add, copriti, fa freddo!'
'Sto bene così, non preoccuparti'
'ADD, COPRITI'
'Oh andiamo, usciamo, non so nemmeno se ho mai portato qui i miei aggeggi invernali.'
'Cosa, COME PUOI VIVERE SENZA SCIARPACAPPELLOEGUANTI'. Disse tutto d'un fiato.
'Ci vivo, ci vivo, ora usciamo'.
L'aria era fredda, le giornate ormai si erano accorciate, e faceva buio rapidamente.
Eve diede un rapido sguardo ad Add.
Le sue labbra erano violacee. 
Istintivamente si tolse la sciarpa e gliela avvinghiò intorno al collo.
'Eve...'
'Hai freddo vero?! Lo vedo dalle tue labbra!'
Add arrossì, e delicatamente si tolse la sciarpa.
'Non ti devi preoccupare per me, pensa a coprirti tu. Non mi sembra il caso di farti ammalare durante questo periodo lavorativo'
Le sorrise. Eve arrossì.  E accettò di tenere la sciarpa. Ma solo per un motivo preciso.
Dunque, arrivarono al supermarket, comprano il necessario, e tornarono a casa.
Iniziarono a pasticciare insieme, com'era loro solito.
Eve ostacolava la precisa ed ordinata cucina di Add, dandogli fastidio.
Giocando e scherzando in giro. 
Alla fine, sporchi di farina, ed esausti, conclusero la famosa pizza.
Eve pescò una patatina fritta, e la tenne in bilico tra le sue labbra.
Add la vide. E quasi istintivamente, ne morse l'altra parte.
Le loro labbra si sfiorarono. Per un attimo che sembrava senza spazio e senza tempo. La morbidezza delle loro labbra, il calore, la dolcezza.
Arrossirono terribilmente entrambi. Ma, per evitare di rovinarsi la serata per futili motivi, giunserono alla conclusione che ci sarebbero passati sopra.
Che se ne sarebbero si,insomma, dimenticati.
Anche se lo sapevano bene. Lo sapevano.
Sapevano che quello sarebbe stato solo l'inizio, di un escalation di eventi, da cui non sarebbero più potuti fuggire.
Si piazzarono sul divano. Muniti di pizza e piumoni, avviando il film.
'Eve...'
'Cosa c'è'
'Non puoi rimanere lì sotto per il resto del film...'
'è SOLO PER QUESTA SCENA MICA PER TUTTO IL FILM'
'Ma non sei uscita nemmeno 10 secondi.'
Add scostò delicatamente il cuscino, la prese, e la avvicinò a se, in una sorta di abbraccio.
Eve arrossì, ma probabilmente, non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Restarono così tutta la serata. Avvinghiati l'un l'altro. 
A parte qualche urla di Eve, la serata passò tranquilla.
Entrambi tornarono nelle proprie stanze, ma..
Si sentì bussare alla porta di Add.
'Eve?'
'...'
Add aprì la porta. Trovando una Eve abbracciata a due cuscini che lo fissava.
'C..cosa è succ-'
Prima che potesse terminare la frase, Eve si era già piazzata nel suo letto.
'Non ho intenzione di dormire da sola, sapendo che lui può venire a prendermi.'
'Ma lui chi-'
'LUI! IL TIZIO DEL FILM!'
'Eve-'
Add sospirò, e si infilò sotto le coperte.
Erano piuttosto distanti. Ma entrambi risentivano di quella situazione.
E come tutti ben sappiamo, Eve è una persona irrequieta.
Non passò molto tempo prima che prendesse sonno e decidesse di avvinghiarsi ad Add. Dormendo beatamente.
Il loro risveglio fu decisamente dolce. 
Eve che accusò Add di essere un maniaco sessuale approfittatore delle debolezze di una donna, insomma, cose di tutti i giorni.

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Capitolo 8
*** Christmas tree ***


 'E' un ragazzino'. Lo so, lo so. 'E' solo un ragazzino.' Si è sicuramente preso una cotta momentanea. Ma io? 'Credo mi piaccia'. No! Non può piacermi! Non può!
Eve si crogiolava nel proprio letto. Rotolando tra le lenzuola e cercandosi spiegazioni. Parlava con se stessa, spesso.
'Voglio troppo abbracciarlo e sentire il suo odore'. Ma cosa sto pensando, aaaaah. Sono pazza. 'Mi piacciono i suoi occhi'. Si, quelli sono decisamente belli.
'Ti odio! Dovresti essere più razionale!'. Ma non riesco! 'Ormai ci sei già dentro, non puoi farci più niente!'. Tu dici? 'Dico, dico'.
Natale si avvicina. Penso che gli farò un regalo! 'Certo che non perdi tempo tu eh'

'ADDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD'. Urlò dal corridoio, per poi fiondare in camera sua, e saltare sul suo letto.
Si era svegliata addirittura prima di lui. Era piuttosto entusiasta. Aveva fatto chiarimento con se stessa, relativamente, e ora si sentiva più libera.
Si avvicinò a lui. Era decisamente tenero mentre dormiva. Gli accarezzò una guancia. Ma non se la sentì di andare oltre.
Così riprese se stessa. 'ADDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD'. Iniziò a saltare e ad agitare il letto. 'SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAA'
Add si sveglio. Frastornato e confuso. Trovandosi Eve addosso che gli sorrideva.
'Sto sognando' pensò.
'ADDDDDDDDDDDDDDDD'. Gli pizzicò le guance.
'Non sto sognando' ripensò.
'ADD SVEGLIATI, ANDIAMO A COMPRARE L'ALBEROOOOOOOOOOOOO'
'Quale albero, cosa vuoi da me a prima mattina, donna'
'L'ALBERO DI NATALEEEEEEEEEEEEEEEE'
Continuava a saltare.
Add la catturò con le proprie braccia, per tenerla ferma. 
Si appoggiò sulla sua spalla.
'Dammi cinque minuti'
Chiuse gli occhi. E rimase fermo.
Inutile dire che Eve era già rossa come poche cose al mondo. Ma gli piacque così tanto rimanere così. Sentiva il viso di Add vicino a lei.
Si sentiva dinuovo avvolta in quella morsa di dolcezza e di amore. Sarebbe potuta rimanere lì per sempre.
Ma si sa, Add non si fa aspettare. E così, in pochi minuti si alzò, le diede il buongiorno, e si fiondò in bagno.
Si prepararono entrambi, scelsero l'albero, o meglio, Eve in preda all'euforia, scelse l'albero, ed Add le diede l'approvazione.
Tornarono a casa e lo montarono. 
'Add'
'Dimmi'
'Mettimi sulle tue spalle'
'AH- Cosa vuoi da me, donna pestifera?!'
'DEVO METTERE L'ANGELO IN CIMA ALL'ALBERO E NON CI ARRIVO.'
'AH, che puffa.'
Si chinò, e la fece salire sulle sue spalle.
Eve coronò l'albero, infastidendo, ovviamente, Add, con le proprie maniere, e cadendo rovinosamente sul divano.
Cenarono, e prima di andare a dormire, Eve disse di dovergli dare una bella notizia.
'Sono in procinto di una promozione'
'WOOOAHH, di già?'
'Si, hanno detto che ho le capacità giuste. Devo solo fare un ultima prova, un ultimo test. Se tutto va bene, il posto è mio.'
'Accidenti. Quindi anche le ragazzine possono fare carriera eh.'
'Giuro che ti affogo nel sonno!'
'Ah quanto sei dolce'
Sparecchiarono ed andarono a dormire.

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Capitolo 9
*** E poi arriva Leo ***


 Si prospettavano giorni duri per Eve, si sarebbe dovuta impegnare al massimo. E ce l'avrebbe fatta, sicuramente. 
Una delle tante sere in cui stava tornando a casa,mentre New York si innevava sotto le luci natalizie, si fermò dinnanzi al proprio palazzo.
C'era qualcosa sotto uno scatolo.
E si muoveva.
A primo impatto ebbe paura, ma la sua curiosità prese il sopravvento. 
Così si avvicinò, e con uno scatto fulmineo alzò lo scatolone.
E poi lo vide.
Un batuffolo arancione.
Era un cucciolo di gatto.
Le si gelò il cuore a vederlo così, lo raccolse in fretta e furia e lo arrotolò nella propria sciarpa.
Salì di corsa, bussò impaziente alla porta, ed aprì Add, irritato per tutta quella fretta.
'Cos'hai da bussare così furiosamente!?'
Eve non risposte, e lo trascinò sul divano.
'Guarda'
Srotolò la sciarpa, e il batuffolo venne fuori.
Gli occhi di Add si illuminarono.
'Eve'
'Non è dolcissimo? Era fuori il portone del palazzo. Credi che potremmo tenerlo?'
'Assolutamente si.'
Prese il cucciolo, ed una cesta. Accese il caminetto, e lo poggiò dinnanzi ad esso.
Scese di corsa e ritornò con una montagna di cibo per gatti.
Eve lo osservava.
Osservava l'amore che stava riversando in quel trovatello.
E le piaceva. Le piaceva tantissimo vederlo amare qualcosa, o meglio, qualcuno.
'Ci serve un nome!'
'Che te ne pare di Leo?'
'Uhu, perchè Leo?'
'Leonardo da Vinci!'
'Certo che sei sempre fantasiosa te eh. Ma approvo'
'BENVENUTO NELLA NOSTRA FAMIGLIA LEOOOOOOOOOO'
Corse vicino al camino, abbracciando dolcemente il piccolo batuffolino.
Ed Add, non riuscì a resistere. Abbracciò lei.
Spontaneamente.
Rimasero in silenzio in quell'atto di dolcezza. Quasi come se per un momento, sapessero esattamente cosa provava l'uno per l'altro.
Ma non se lo dissero. Lasciandosi cullare da quell'atmosfera. 
La neve cadeva, il buio si affrettava. E quella casa si illuminava d'amore.
Divampava.

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Capitolo 10
*** Promozione ***


Il Natale si avvicinava, Eve era a lavoro, ed era ormai quasi vicina alla risposta per la sua promozione. Add aveva deciso di rimanere a casa. Con Leo.
Si era curato di portarlo da un veterinario, e di accertarsi della sua condizione medica. Per fortuna, il batuffolino stava bene ed era sano.
Entrambi stanno giocando quando sentono bussare alla porta.
Add immaginava fosse Eve. E che finalmente avesse notizie di quella promozione.
Aprì la porta...E la vide.
Aveva gli occhi pieni di lacrime.
'ADDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD, NON MI HANNO PROMOSSAAAAAAAAAAAAAAAAAA'
Si fiondò tra le sue braccia, mentre Leo cercava di consolarla strusciandosi vicino alle sue gambe.
Era visibilmente distrutta. Si era data tantissimo da fare per quella promozione, ma evidentemente non era abbastanza.
Add cercò di fare il possibile per tirarla un po' su, le preparò la cena, le disse che ci sarebbero state altre occasioni, ma Eve era ancora troppo scossa.
Così, presa dalla smania, alzò un po' il gomito. Pur non essendo mai stata attratta dagli alcolici, e non avendone mai fatto tanto uso prima.
'AAAAAAAddddddd, vieni quiiii'
Era decisamente brilla, per fortuna Add si tenne sobrio, conscio di ciò che sarebbe potuto succedere se entrambi avessero perso le staffe.
'AAAAAAAAAAAAddddddddddddd'
'Eve- cosa c'è, dimmi-'
Eve era appoggiata alla cucina, e tirò Add verso di te.
Non erano mai stati così vicini.
Add sentiva il suo calore. Si sentiva terribilmente tentato dal lasciar scorrere quella follia.
La voglia di farla sua era forte.
'Add, io ti piaccio'?
Add non rispose.
'Addddd, rispondimiiii'
Ancora silenzio.
Eve lo tirò ancora più a sè.
E lo baciò.
Passionalmente. Mentre lo teneva stretto.
Add avrebbe voluto divincolarsi. Sentiva come se quello che stava accadendo non fosse giusto. Come se fosse stato forzato, non voluto.
Ma quelle labbra. Lo intrappolavano più di una catena.
Eve lo liberò. E lo trascinò con se sul divano.
Si poggiò su di lui, avvinghiandosi al suo collo.
Add conosceva perfettamente le sue intenzioni. Ed era fin troppo combattuto.
Scoccò un altro bacio.
Ma stavolta la ferma.
'Eve, no.'
'Mh? Eddai Addddd, divertiti con mee'
'Eve..'
La spostò delicatamente da sè, la prese in braccio, e la portò a letto.
'Hai bisogno di riposare'
'L'ho sempre..sempre..saputo'
'Cosa?'
'Che sei una persona fantastica Adddd'
Si fiondò sul cuscino, prendendo rapidamente sonno.
Add si allontano. Visibilmente imbarazzanto. Anche se quel contatto. Quei baci. 
Era in un certo senso stupito. Gli piacevano tantissimo le sue labbra.
Il suo corpo. Sentirla così vicina a sè.
Probabilmente non avrebbe chiuso occhio, ma gli andava bene così. Avrebbe vegliato su di lei.
Qualche ora dopo, si recò nella sua camera.
Dormiva ormai profondamente.
Si avvicinò e le baciò la fronte.
'Buonanotte puffa'
'Mhmhm..add..add...'Ripetè Eve nel sonno.
Add la fissò. Lo stava sognando? Era sveglia? Arrossì e si allontanò lentamente.
Si affacciò un'ultima volta. Natale era alle porte. Nevicava.
Anche Leo dormiva. Quanto tempo era passato.
Poggiò la sua tazza, e si rifilò sotto le coperte.

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Capitolo 11
*** Necklace ***


 Arrivò la mattina. Eve aveva la testa che sembrava essere costantemente battuta da un martello.
Non appena si svegliò, arrivò Add.
'Hey, buongiorno' Le porse una tazza. 'Questo ti aiuterà a smaltire la sbornia'
'S..sbornia?...'
'Uh, non ricordi?'
'Ricordare cosa?'
Add rise, un pò si sentì sollevato, un pò no.
'Nulla, non farci caso'. Ridacchiò.
'COSA, COSA HO FATTO, DIMMELO, COS HO COMBINATO, COSA VUOI DIRE CON SBORNIA'
'Calmati su, e pensa a riposare, vedrai, la prossima volta andrà meglio'
'Lo spero'. Sbuffò e mandò giù l'intruglio che Add le aveva preparato.
Si alzarono entrambi, Eve andò a lavoro, e Add, decise che era il momento di scegliere il proprio regalo per Eve.
Girò per vari negozi, ma soltanto quando stava per arrendersi venne catturato da una collanina.
Era un piccolo sistema solare in miniatura. Sottile. Delicato. Come Eve.
Non ci pensò due volte prima di comprarla.
Lungo la via, pensò ovviamente anche a Leo. Comprando una struttura su cui potersi divertire e giocare.
Mancava così poco a Natale. E l'idea di poterlo passare con lei lo entusiasmava.
Non si sentiva più solo. Anche se...aveva...mai chiesto direttamente ad Eve se avessero passato il Natale insieme?
Un dubbio le perforò l'anima. Corse di fretta a casa. Entrò e vide che lei era già lì.
Aveva un cappello di babbo natale, ed indossava un maglione con delle renne.
'ADD NATALE è VICINO!'
'L-Lo so.'
'Sembri perplesso, qualcosa non va?'
'Ecco mi chiedevo...Tu..Hai intenzione di ritornare dai tuoi per le vacanze natalizie o..le pass-'
'Scemo. E' ovvio che le passerò qui con te e Leo. Che domande fai!'
'S-scusa è solo che pensavo che si insomma'
'Lasciarti da solo il giorno di Natale sarebbe una cosa spregevole, non trovi?'
Disse mentre sistemava gli ultimi addobbi.
'Cosa prepariamo per il giorno di Natale?'
'Film, Leo e divano, un classico, ti va? Ovviamente voglio il cenone eh.'
Add sorrise. Ci sto.

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Capitolo 12
*** 25th December ***


 25 Dicembre.
La giornata era passata veloce. Si respirava l'euforia in casa, Eve ormai era al settimo cielo. Ed Add sentiva quella tranquillità che gli mancava da troppo.
Arrivò la sera, imbadirono la tavola. E anche la ciotola di Leo, ovviamente. Cenarono, tra risate e battutine varie.
Quando ebbero finito, si spostarono sul loro famoso divano.
Era l'ora dello scambio dei regali.
Eve prese il suo da sotto l'albero.
'Così impari a non portarti le cose importanti!'
Add lo scartò, felice all'idea che lei avesse pensato a lui.
Era un corredo di sciarpa, cappello e guanti.
La sciarpa era immensa.
'W-wow...sono...sono fatte a mano?'
'Si!' Le mostrò le dita con i vari cerotti. 
'Mentivo quando ti dicevo che erano colpa di Leo! In realtà lui mi ama troppo, non mi sfregerebbe mai così!' Disse ridacchiando.
'E' bellissimo. Li adoro. Grazie.'
'Di nulla!' Sorrise.
'Eve'
'Uh?'
'Ho anch'io qualcosa per te.'
'Oh, davvero?!' Le porse un cofanetto incartato.
'Non è nulla di che e forse non ti piacerà ma...insomma..si..scartalo VELOCE CHE SONO IMBARAZZATO.'
Eve rise, e iniziò a scartare.
Le si illuminarono gli occhi quando la vide.
Era bellissima. La fissò e abbracciò Add.
Lo abbracciò forte. E le sussurrò grazie all'orecchio.
Sorrisero entrambi.
'Mettimela! Coraggio!'
'D'accordo, d'accordo'
Eve alzò i propri capelli, lasciando scoperto il proprio collo, Add delicatamente le appoggiò la collana.
Le agganciò. E le chiese di rimanere qualche altro secondo in quella posizione.
Si avvicinò delicatamente alla sua nuca.
E la baciò.
Eve arrossì, ma sentiva che ormai nulla poteva essere più nascosto.
Lasciò cadere i suoi capelli, si girò e lentamente si avvicino ad Add.
Si baciarono.
Passionalmente. Per minuti che sembravano secondi, per quanto veloci passassero.
Ridacchiavano durante i loro baci.
Si prendevano in giro.
'Ti amo', sussurrò Add ad Eve. 
'Io no, gnè' lanciandogli una linguaccia.
Add la strinse a se. La baciò ancora. La baciò come se fosse la sua unica possibilità. Approfittò di quelle labbra come meglio potè.
Non voleva lasciarle andare. Voleva tenerle incollate alle sue.
Le baciò le labbra, il collo, il petto.
La pulsione era troppo forte.
Add stese delicatamente Eve sul divano. Lui le stava sopra. Eve si avvinghia al suo collo, lo tira a sè.
Sempre più vicini, sempre più passionali. Non c'era più bisogno di parole.
Due corpi che danzavano l'uno contro l'altro, la danza dell'amore.
Lentamente, dolcemente, divennero l'uno parte dell'altro.
Durante un freddo Natale, si consumava la gioia più calda di questo mondo.
L'amore. Si consumava l'amore. 

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