E
scriverò per te,
per
il tuo ricordo straziante
pchi
versi dolenti
che
tu non leggerai più.
Ma
a me staranno atroci
inchiodati
nel cuore
per
sempre.
Cesare Pavese
A
Bruna, che ha sempre creduto in me
e mi ha sempre
sostenuto...
1.I
SUOI OCCHI
Era da
quando era
iniziata la scuola che sentiva risvegliarsi un sentimento confuso e
nebuloso
ogni volta che vedeva Sofia: sentiva il cuore stringersi e la bocca
dello
stomaco chiudersi, un sudore freddo le scendeva lungo la schiena e
tremava,
dentro, mentre ricercava il suo sguardo per affogarvi. Ogni volta che
Sofia la
guardava non poteva fare a meno di immergersi in quelle iridi scure,
screziate
di sole, perdersi tra le sfumature di quello sguardo e raccoglierle una
ad una.
Rimaneva per alcuni istanti come incantata a rincorrere i ruscelli
dorati che
si aprivano tra il marrone scuro e deciso dell'iride. Avrebbe tanto
voluto
tuffarsi nelle spire color cioccolato di quegli occhi e immergersi nel
pozzo
che tra esse si apriva per accarezzare i pensieri profondi che si
raggrumavano
sul fondo, segreti persino alla sua posseditrice. Circondati da lunghe
ciglia
nere, racchiudevano uno sguardo intenso e deciso, penetrante, a cui era
difficile sfuggire, e capace di catturarti.
Quel
giorno, in particolar modo, i suoi occhi splendevano, come se avessero
rubato
la luce del sole per illuminarle il viso di un'incontenibile gioia.
Iris
sorrise, conoscendone il motivo: dopo tanti tormenti e indecisioni,
cauti e
piccoli passi in avanti ed enormi balzi indietro, dopo un tira e molla
che
pareva dover essere destinato a durare per sempre, Sofia si era
finalmente
fidanzata con Davide. Quest'ultimo era un ragazzo di un anno
più grande di lei,
abitava a Milano e condivideva con la ragazza la passione per i manga e
le
fiere di cosplayers; si erano conosciuti la prima volta ad una fiera,
due anni
prima, e avevano scoperto di avere degli amici in comune, da allora
avevano
sempre partecipato assieme a tutte le fiere, senza però
spingersi oltre una
garbata amicizia.
Poi, lui,
dopo l'ultima fiera, aveva iniziato a scriverle con più
frequenza,
approfondendo sempre di più il rapporto, fino a quando non
le aveva chiesto di
uscire.
Iris era
stata la spettatrice silente delle loro conversazioni, aggiornata in
tempo reale su quanto accadeva, sempre presente, seppur non
fisicamente, ad
ogni loro appuntamento, e aveva pazientemente ascoltato per tre mesi
dubbi,
speranze e perplessità di Sofia.
Era stata
immensamente felice quando la ragazza l'aveva chiamata per
annunciarle, finalmente, che stavano insieme.
«Sono
davvero felice per te» la salutò, appena la vide,
raggiante e luminosa
come quel giorno di sole di inizio febbraio. La gioia della ragazza
contagiava
anche lei.
«Allora»
la incalzò «Come è stato?»
domandò Iris.
«Ma
ti ho già raccontato tutto ieri»
protestò l'altra
«Lo
so, ma il tuo racconto era piuttosto confuso e non ho capito niente
perché
continuavi a ridere» replicò Iris con sguardo
supplichevole
«Ti
ricordo che anche tu ridevi e per poco non sei scoppiata a
piangere»
Iris
ridacchiò, Sofia aveva ragione: era stata talmente contenta
che lei avesse
trovato un ragazzo, che da quanto si poteva intuire dai messaggi che si
scambiavano, era dolce, tenero e paziente, che le era venuto da
piangere.
«Ti
prego» la supplicò «Ho bisogno di
materiale su cui fangirlare...e poi non è
detto che non finisca in una delle mie storie»
Sofia alla
fine acconsentì «Ma ti proibisco di usarlo per una
delle tue storie»
aggiunse mentre il suo sguardo si faceva ancora più
splendente, seppur venato
di una sfumatura di minaccia scherzosa.
«Non
posso prometterti nulla» replicò Iris.
Avrebbe
tanto voluto che quegli occhi rimanessero così sognanti e
splendenti
per tanto tempo.
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