Haru Haru

di Alue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Capitolo I

Non guardarti indietro e vai via.
Non cercarmi ancora, vivi.
Perché non ho rancore per averti amato,
Mantieni solo i bei ricordi.
 
Una carezza. Un bacio. Due fedine. Uno schiaffo. Lei lo lascia.
Hyung Jun e Alisea erano davanti ai suoi occhi eppure non voleva intromettersi. Insieme agl’altri era restato a guardare senza reagire. Impotente e paralizzato.
E’ questo ciò che volevi? Mi hai chiamato per umiliarmi davanti a lei? Meschino da parte tua, ma avrei dovuto immaginarlo. Dopo tutto… sei tu che hai messo fine alla nostra amicizia.
Alisea sembrava triste, ma Hyun Joong non vedeva più; troppo impegnato a recuperare ossigeno al cervello. Perché? Perché aveva dovuto lasciarlo? Perché aveva dovuto mettere fine a quell’amore che sembrava perfetto. Aveva ceduto. Dopo tante promesse, era riuscito a farla cedere. Perché? Che cosa aveva Hyung Jun più di lui?
-A domani-, disse lei.
-A domani dolcezza-, rispose. Un leggero bacio sfiorò le labbra di Alisea e Hyun Joong strinse i pugni.
Hyung Jun sapeva bene chi ci fosse a fargli compagnia: il suo ex migliore amico. L’amico con cui aveva condiviso gli anni migliori della sua vita. L’amico che aveva inciso con lui le loro iniziali sul banco di scuola. Eppure era sempre lui. Lui aveva osato tradirlo, baciandola davanti ai suoi occhi, provocandolo, facendo scatenare la rabbia dentro Hyun Joong ancora una volta.
Alisea andò via, volgendo un ultimo sorriso al suo rivale e poi sparendo dietro l’angolo.
Hyun Joong digrignò i denti e contemporaneamente sentì una mano scattare su una sua spalla, bloccandolo: -Lasciami-, proferì a denti stretti incenerendo Jung Min.
-E’ ancora nostro amico-, disse Kyu Jong.
-Non mio-, rispose Joong e con uno scatto si liberò dalla stretta.
Raggiunse Hyung Jun, che nel frattempo era rimasto a guardarla andare via, e lo strattonò. Si pose a muso duro di fronte a lui e la lite ebbe inizio: -Perché? PERCHE’ LEI?! Con tutte le ragazze che cadono ai tuoi piedi ogni giorno, perché hai dovuto prenderti proprio lei?!-.
-Io non ho preso nulla, è lei che ha ceduto. Se diceva di amarti davvero, perché sarebbe venuta da me quando avete litigato? Non te lo sei mai chiesto? Era stanca. Stanca della tua gelosia opprimente…-, rispose.
La lingua di Jun tagliava l’aria e di lì a poco Hyun Joong sarebbe scoppiato. Lo sapeva, ma continuava a dargli pugnalate su pugnalate, incurante del male che costantemente gli stava infliggendo. I SS501si avvicinarono e rimasero in silenzio. A guardare e a osservare che la situazione non degenerasse.
-Non è vero... Sei un bugiardo! UN BASTARDO!-, urlò Hyun Joong con un velo di lacrime che gli offuscava la vista e avvicinandosi pericolosamente a lui.
Gli occhi di Hyung Jun si ridussero a due fessure. Andò sotto a Joong e disse: -Non sono così bastardo. Ho preso solo ciò che doveva essere mio dall’inizio-.
Uno spintone partì dalle mani di Joong, facendo allontanare Hyung Jun di mezzo metro. I SS501 accorsero per dividerli, ma era inutile: Jun l’aveva raggiunto di nuovo e spintonandolo cominciò ad inveire contro Joong: -BRUCIA VERO?! Sei stato tu a rubare per primo! Ho solo ripreso quello che mi spettava di diritto! NON SONO STATO IO AD ANDARE DA LEI! TE L’AVEVO PROMESSO! Non l’avrei mai toccata se non fosse stata lei a venire da me!-.
-Tu… TU L’HAI CORTEGIATA! TU! TU HAI DOVUTO PER FORZA CONSOLARLA!-, ribatté Hyun Joong avvicinandosi, mentre Jung Min teneva Jun.
Hyung Jun si liberò e tornò sotto il viso di Joong. Strinse i denti e con lingua tagliente toccò una molla pericolosa: -Non ti ha mai amato. Era illusione. Pura illusione. Ama me, ha sempre amato me!-.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
La molla scattò.
Hyun Joong vide davanti a sé il buio. Un baratro da cui non sarebbe riemerso, eppure gli impulsi nervosi del suo corpo reagirono. Caricò all’indietro il braccio e il primo pugno si schiantò in pieno viso di Jun. L’altro reagì immediatamente, portando Joong a sbattere contro una macchina, ma Hyun Joong fu istantaneo. Un nano secondo gli servì per riprendersi e sferrare il terzo pugno, facendolo cadere. Hyun Joong prese Jun per il colletto della camicia e, con il ragazzo ancora a terra, lanciò una serie di pugni sul suo volto, senza fermarsi. Kyu Jong e Jung Min si precipitarono a togliere Joong da sopra Jun, ma niente. Nulla riusciva a fermare la furia di Joong. Si dimenava, scalciava e i due ragazzi furono costretti a chiudere la via su un muro, tenendolo per le spalle. Era paonazzo. I suoi occhi quelli di un folle. Mentre Hyung Jun era tenuto da Young Saeng, Hyun Joong si liberò. Diede un poderoso calcio al secchione che aveva vicino e andò sotto a Jun. Saeng non mollava la presa e per un momento temette il peggio, ma Hyun Joong non poteva fargli del male. Non poteva toccare ancora uno dei suo fratelli. Non poteva e non avrebbe dovuto. Il suo cuore era diviso tra lui e il suo amore per Alisea. Entrambi l’avevano tradito e la duplice ferita sanguinava senza fermarsi. La sua lucidità era tornata e così anche i sensi di colpa.
Tutto ciò che Hyung Jun aveva detto, era vero. Lei era stanca della sua possessività, della sua paranoia continua, della sua gelosia. Aveva sbagliato molte volte e molte volte aveva cercato di rimediare. Ma a quale prezzo? L’aveva persa comunque.
 
-Dove sei stata?-, aveva detto quando l’aveva vista rientrare.
-In giro. Lo sai che in centro ci sono una sacco di cose carine? Dobbiamo andare qualche volta così ci compriamo qualcosa per noi. Ci sono delle felpe bellissime e…-, cinguettava con il sorriso sulle labbra. Felice. Entrambi erano stati felici.
-Dov’è la fedina?-, chiese Hyun Joong guardandole l’anulare.
-Uh? Oh… credo di averla dimenticata a casa di Jun. Lo chiamo, così gli chiedo di riportarmela domani mattina-, rispose tranquillamente.
-Perché l’hai tolta? E soprattutto: perché è casa di Jun?-. Hyun Joong si era fatto cupo e si era alzato da ldivano andandole in contro.
-Io… Ero andata da lui per parlargli-, si giustificò.
-Di cosa?-, chiese con voce gelida.
-Ero triste e arrabbiata e così…-. Alisea cercò di giustificarsi ma uno schiaffo aveva già attraversato l’aria.
Lacrime calde rigarono il viso dolce e morbido della ragazza che non reagì, ma si rinchiuse in camera con il ragazz oche continuava a urlarle dietro. Ancora. Ancora. E ancora.
 
L’aveva davanti. La scena che aveva distrutto tutto era sempre davanti a lui. Come un fantasma non lo faceva dormire la notte e lo aveva ridotto a uno straccio.
Il sangue cominciava a colare dal labbro che Jun gli aveva spaccato, ma non gl’importava nulla. Voleva solo dirgli quello che aveva in mente: -Non posso rovinarti come vorrei, ma giuro che me la pagherai-, disse stringendo i denti. Si volse, guardò la strada e li lasciò lì.
Voltato l’angolo del vicolo, si pulì il sangue con un polso.


{Spazio Alue! :D}

Beh.... che dire? Tanto presa dal video dei BigBang, Haru Haru, decisi tanto tempo fa di mettere in scena  i sentimenti che GD mi aveva trasmesso, solo che non mi andava di utilizzare gli stessi nomi, così i SS501 mi sono venuti in aiuto! Non vogliatemi male se la storia sarà intrisa di tristezza, ma ogni tanto la vostra Angelis è presa da questa vena tragica! xD Qualcosa cambia nel corso della storia (voglio dire, un po' di MIO ci dev'essere, no? u.u) Spero solo che vi piacca e come sempre sono ben accette recensioni, commenti e... anche consigli! :D
Il secondo capitolo arriverà presto! ^.^

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

In qualche modo posso sopportarlo.
In qualche modo posso rialzarmi.
Dovresti essere felice vivendo così.
Giorno dopo giorno sono sempre più stanco.

Hyun Joong era rientrato a casa. La testa girava e l’aria era pesante, ovattata. Si appoggiò al tavolo con entrambi le mani e strinse i denti per contenere il dolore. 
Tutto gli sembrava sbagliato, eppure fino a poco tempo prima era stato il ragazzo più felice del pianeta.
Aveva bei voti, aveva degli amici sinceri e… aveva lei. Lei che lo aveva amato. Lei che lo aveva tradito.
Lei che gli aveva spezzato il cuore, riducendolo in mille pezzi che mai nessuno sarebbe riuscito a rimettere insieme.
I ricordi nella sua mente si facevano sempre più vividi a ogni pensiero e lo squarcio nel petto sempre più profondo.
Faceva male, sanguinava e non riusciva a respirare. Il nodo alla gola impediva di parlare, facendo uscire solo lamenti.
Lacrime calde scesero lungo le sue guance e raggiunsero presto il legno, trasformandosi in singhiozzi discontinui e singulti.
Era un incubo; l’idea che non fosse più sua lo faceva impazzire e all’improvviso, non ce la fece più: scatenò tutto il suo rancore, la sua rabbia, la sua ira rovesciando il tavolo, lanciando libri, telefono, distruggendo i cuscini, le bottiglie di vetro.
Massacrando tutto quello che trovava davanti a sé, fino ad arrivare a scalciare violentemente il televisore.
Si prese la testa fra le mani e si sedette sul divano a piangere.
Amare erano le lacrime che uscivano senza fermarsi. Prese due ciocche dei suoi capelli lisci e ribelli e li tirò, quasi a contrastare il dolore che provava dentro.
Cosa mi hai comprato? Dai, dimmelo! Che cos’hai dietro la schiena?”.
“Siediti sulla panchina e chiudi gli occhi. Lo scoprirai fra poco. Tienili chiusi! Non fare la furba!”.
Hyun Joong sentiva delle voci… chiare e distinte.
Alzò gli occhi grandi e rossi, e guardò nel televisore di fronte a sé.
Il calcio aveva fatto partire la cassetta che era rimasta dentro il videoregistratore. Quella stessa cassetta che era rimasta lì da quando lei se n’era andata.
“Ok, adesso puoi aprirli! Ta-Dan!”.
“Che cosa… sono. Amore, sono bellissime!”, cinguettò Alisea.
“Ti piacciono? Le ho fatte fare a posta per noi”, Hyung Joong sorrise felice. Il cuore pieno di gioia.
“Sono splendide…”, confermò di nuovo la ragazza che stava osservando con cura nelle mani del ragazzo.
“Adesso però mi devi promettere una cosa”, disse il ragazzo con una scintilla d’amore negli occhi.
“Dimmi”, prestò attenzione lei.
“Qualunque cosa accadrà, tu ed io… resteremo per sempre insieme”.
“Te lo prometto…”, sorrise dolcemente.
Il video mostrò le fedine, con il sottofondo delle risate e degli schiamazzi dei due che se le scambiarono; le fedine hai alle loro mani ed infine i due ragazzi che le ammiravano alle loro dita, sorridendo. Innamorati.
La ferita lacerante si fece più profonda nel cuore di Hyun Joong dopo ogni secondo e una fitta lancinante lo colpì in pieno petto.
Si alzò, spense i ricordi che lo stavano uccidendo e andò in bagno a medicarsi la ferita.
Non ti ha mai amato. Era illusione. Pura illusione. Ama me, ha sempre amato me…
“Io non ho preso nulla, è lei che ha ceduto. Se diceva di amarti davvero, perché sarebbe venuta da me quando avete litigato?”.
“Era stanca. Stanca della tua gelosia opprimente”.
“Non ti ha mai amato…”.
Le parole di Hyung Jun si erano incise nella sua mente e ardevano come fuochi ardenti.
L’odiava. Odiava entrambi, ma non riusciva a non volergli ancora bene.
Piegato sul lavandino, aspettò che l’acqua uscisse. Si sciacquò il viso, cercando di lavare via anche la più piccola traccia del suo malessere e richiuse lentamente il rubinetto.
Gli occhi incontrarono i suoi stessi occhi.
La sua immagine riflessa nello specchio era affranta. Uno straccio. Un fantasma.
Si accorse di essersi tagliato anche su di una guancia. Non glie ne importava niente.
Non era nulla a confronto di ciò che si presentava alle porte dell’immensa oscurità del suo cuore.
Le lacrime tornarono a riaffiorare e impotente di contorse nella sua sofferenza, urlando tutto il suo dolore e liberando finalmente lo stomaco da quel peso che l’opprimeva.
Lo specchiò finì in mille pezzi, incrinandosi nel punto esatto dove il pugno di Hyun Joong era finito.
Così anche la mano cominciò a sanguinare e il suo riflesso divenne come le sfaccettature di un diamante.
L’indistruttibile diamante che se fatto cadere in modo errato poteva infrangersi, diventando finissima e invisibile polvere.
Ragazza.
Sto piangendo. 
Sei tutto per me.
Addio .

{Spazio Alue! :D}

Ed ecco un nuovo capitolo di questa storia :3 allora... u.u come ho già detto ad una lettrice questa FF è nata come una sfida tra me e il video dei Bigbang "Haru Haru", in cui mi sono riproposta di riuscire ad estrapolare i sentimenti di GD e metterli su carta. Ci sto riuscendo? Aspetto giudizi e commenti! ^^ Anche consigli! :D
Grazie per aver letto! <3

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III


Se c’incontreremo per strada,
Fai finta di non vedermi e continua ad andare avanti.
Se ti fermi a pensare al nostro passato, 
Forse verrò a cercarti di nascosto.
 
Hyun Joong era lì, ancora a pensare a tutto quello che insieme avevano passato; le giornate insieme; i giorni interminabili in cui il sorriso brillante di lei gli riempiva le ore.
Anche i suoi amici erano con lui. Erano arrivati dopo il suo sfogo, ma restavano in silenzio, studiandolo e passando come se fossero ombre di fantasmi invisibili ai suoi occhi. Erano preoccupati per lui. Il suo malumore lo stava portando alla pazzia e volevano fare qualcosa per aiutarlo. Dirgli come stavano le cose. Sapevano cosa stava accadendo realmente, ma come potevano dirglielo dopo che Alisea li aveva supplicati di non parlargliene? Come potevano dare al loro miglior amico un dolore ancora più grande di quello che stava già sopportando?
-Non posso vederlo più in queste condizioni, Jung Min! Sono giorni che va avanti questa situazione!-, mormorò Young Saeng nella cucina.
-Neanche io…-, confermò l’altro guardandolo dalla porta.
-Io vado a dirglielo-, disse fermo Kyu Jong già a metà stanza. Jung Min lo bloccò subito, fermandolo per un braccio: -Non possiamo dirgli niente, Kyu Jong! L’abbiamo promesso ad Alie!-.
-A quale prezzo?! Se continuiamo così, li vedremo morire entrambi!-, ribatté Kyu Jong liberandosi dalla stretta. Jung Min lo guardò negli occhi, pronto a farlo tacere di nuovo, ma fu interrotto. Hyun Joong si era alzato, aveva preso la giacca e si era diretto silenzioso alla porta.
-Dove vai?-, chiesero gli amici prima che uscisse.
Il ragazzo si fermò con la mano sulla maniglia e chiuse gli occhi: -Dov’ovunque non ci sia il profumo del mio passato. Lasciatemi in pace…-.
-Joong…-, sussurrò Jung Min, ma la porta si era chiusa.
Hyun Joong camminò per strade e stradine del centro, nei vicoli, nelle viuzze. Invisibili ai suoi occhi, le persone venivano spalleggiate senza un valido motivo, gridandogli contro di stare più attento.
Non vedeva. Non Sentiva. Tutto era diventato di poca importanza. Il tempo, che sembrava essergli sfuggito dalle mani, si era fermato, imprigionandolo in un incubo da cui sperava di risvegliarsi al più presto. Sperava, in qualche modo, di potersi ritrovare nella sua vita vera. Quella che aveva amato con tutta l’anima.
Si ritrovò, senza volerlo, a percorrere la via con cui tante volte aveva percorso con lei, per riaccompagnarla a casa. Un sorriso, e lei si girava per aprire il cancello. Un bacio, e lei era dentro.
Alzò gli occhi verso la sua finestra e la vide china sui libri, intenta a studiare; assorta nei suoi pensieri. Sorrise nel vederla così tranquilla e prego per la sua felicità, ma quando la ragazza si accorse della sua presenza e lo osservò dal suo piccolo rifugio, una fitta colpì di nuovo il suo petto. C’era abituato ormai, ma da tanto i loro occhi non si erano più incontrati e questo faceva più male di ogni cosa, perché subito lei si alzò per tirare le tende.
Perdonami se non sono stato all’altezza di tenerti con me. Pensavo che non sarei riuscito a vivere un altro giorno senza di te, ma in qualche modo ce l’ho fatta a vivere più a lungo di quanto credessi. Ti prego, vivi felice. Ti amo… 
Hyun Joong con un velo di lacrime andò via, per ritornare a casa, dove avrebbe ritrovato di nuovo il vuoto, il silenzio, la nostalgia e la malinconia. Migliaia di momenti che sarebbero riaffiorati non appena avesse richiuso la porta dietro di sé.
 
-Aiutami a saltare questi ultimi scogli! Non ce la faccio da sola!-, si lamentò Alisea.
-La nostra principessina ha paura di cadere in acqua?-, rise Joong riavvicinandosi a lei.
-No, ho paura di perdere la tua guida. Dai… aiutami, per favore-, lo pregò.
Hyun Joong tese la mano verso di lei e subito saltarono gli ultimi sassi, per raggiungere l’altra sponda del fiumiciattolo.
Alisea incontrò gli occhi di Joong e, mentre lui la stringeva forte, desiderò di rimanere al suo fianco per sempre. Da subito erano stati inseparabili e le fedine rappresentavano una catena che mai li avrebbe divisi.
-Promettimi che non mi lascerai-, mormorò stretta fra le sue braccia.
-Te lo prometto, amore mio-, rispose il ragazzo, chiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni il suo profumo di ciliegi in fiore.
 
Alisea era rimasta dietro la tenda. Per guardarlo. Per vederlo un ultima volta. I capelli ribelli del ragazzo erano rimasti gli stessi e gli occhi grandi non erano cambiati, eccetto un alone viola, segno di tante notti insonni in cui aveva cercato di dimenticare, e il suo viso portava ancora i segni della rissa scatenata con Hyung Jun. Era stato lui ad avvertirla dello stato d’animo di Hyun Joong, ma Alisea aveva continuato per la sua strada, convinta della scelta che aveva fatto e consapevole del male che gli stava procurando. Preferiva che fosse così. Se Hyun Joong avesse saputo, sarebbe stato peggio e lei non sarebbe riuscita a vivere con la consapevolezza di leggere ogni giorno la morte riflessa negli occhi del ragazzo.
Sospirò, socchiudendo gli occhi e si volse a guardarsi nel grande specchio della sua stanza: il viso stanco, sciupato; gli occhi marcati e segnati dalle occhiaie; le lacrime che, calde e silenziose, discendevano le sue guance, ormai spente, avevano perso il loro solito colorito rosa.
Ti prego, dimenticami e continua a vivere. I giorni che hai davanti faranno asciugare del tutto le tue lacrime, Joong. Avrebbe fatto meno male se non ci fossimo mai incontrati.
Spero dimenticherai la promessa fatta… di rimanere insieme per sempre.

{Spazio Alue! :D}

Ed eccoci qui con il terzo capito di questa storia (angosciante, riconosciamolo ._. xD)! Bene, come sempre spero vi piaccia e aspetto TANTI, e sottolineo TANTI, COMMENTI! 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV

Sii felice per sempre con lui,
Così non cambierò mai idea.
Anche se nemmeno il più piccolo rancore sarà dimenticato
Ti prego, vivi felice, anche se sono geloso.
 

Scuola. Unico posto dove tutto poteva essere anestetizzato. Unico posto in cui non poteva vederli per tutto il giorno: Hyung Jun frequentava un’altra classe, diversa dalla sua e lei… lei stava per cambiare casa e così città. L’unica cosa che lo mandava avanti era la speranza di poter ricominciare da capo. Una vita nuova in cui avrebbe sorriso di nuovo anche lui. Eppure non riusciva a dimenticarla.
Hyun Joong sedeva sul sedile posteriore della macchina, con Jung Min accanto a sé. Kyu Jong guidava e Saeng, vicino, guardava fuori dal finestrino.
Arrivarono al grande edificio, che ormai rappresentava una via di fuga dalla realtà per lui, ed entrarono nel parcheggio. Erano lì. Hyung Jun e Alisea erano lì, davanti ai suoi occhi.
Non lo notarono subito, ma quando riconobbero la macchina, sulle prime sembrarono sorpresi e disorientati, come se non sapessero che cosa fare, ma poi Alisea si avvicinò a Jun, sorridendo nella direzione dei SS501.
Hyung Jun, sentendola così determinata, le passò subito un braccio attorno al collo e la strinse a sé. Hyun Joong ricevette l’ennesimo colpo. Non solo l’avevano tradito, ma ora dovevano farsi vedere insieme a dispetto del suo orgoglio. Li guardò trucemente dall’abitacolo della macchina, fin quando non vide Jun osare di più, cercando di baciarla davanti ai suoi occhi. Istigandolo.
Rabbia e gelosia pura montarono nel cuore di Hyun Joong e subito scese dall’auto, dirigendosi nella direzione dei due ragazzi. Hyung Jun osservò ogni suo piccolo movimento con un sorriso provocatorio e meschino sulle labbra. Ciò fece imbestialire il ragazzo, già a metà strada, che, come fu davanti alla loro auto, diede un violento cazzotto contro il cruscotto e quasi salì sopra. Alisea lo guardò spaventa e impaurita, ma Joong non vedeva la sua espressione. Non vedeva il suo viso cambiato. Semplicemente era accecato dai suoi sentimenti troppo forti e troppo impulsivi.
I SS501 furono costretti ancora una volta a fermarlo. Scesero in un lampo e lo tirarono via dalla macchina di Hyung Jun. Jung Min e Kyu Jong lo presero per le spalle allontanandolo, ma Hyun Joong urlò fuori di sé: -SPERO SIA FELICE ACCANTO A TE! E SPERO CHE ANCHE TU SIA FELICE ADESSO CHE ME L’HAI PORTATA VIA!-.
-Ancora non capisci che non era fatta per uno come te? Dimenticala, Joong. Sarà meglio per tutti-, ribatté calmo Jun ancora con il sorriso. Alisea, in silenzio, studiò il ragazzo davanti a lei e guardandolo avrebbe solo voluto non essere mia esistita.
-Non ascoltarlo, Joong-, disse Jung Min, timoroso di una sua qualche reazione violenta.
Hyun joong sentì lo squarcio profondo riaprirsi quando vide gli occhi di lei puntati nei suoi e capì che era colpa sua. Aveva paura di lui? Forse sì. Forse era quello il motivo che l’aveva spinto a lasciarlo. Era stato geloso fin dall’inizio, ma non l’aveva mai fatto notare. Solo negli ultimi giorni, quando lei aveva cominciato a comportarsi in modo strano, evitandolo, rispondendo a monosillabi e sparendo per giorni interi la sua gelosia era scoppiata violentemente, fino ad arrivare a schiaffeggiarla.
Hyun Joong le rivolse uno sguardo intriso d’odio, d’amore e di dolore. Poi si girò, lasciandola con lui, e andò via, seguito dagli altri.
Alisea chiuse gli occhi e respirò profondamente. Stava sbagliando tutto? Non lo sapeva, ma voleva lasciarlo lontano dalla verità. Credeva che se non avesse saputo nulla, allora sarebbe riuscito a dimenticare più in fretta, guarendo e cicatrizzando le ferite fino a farle sparire del tutto.
-Andiamo?-, chiese Hyun Jun, che aveva tolto il braccio dalle sue spalle.
-Sì…-, rispose lei con un filo di voce.
Scesero dalla macchina e si diressero alla segreteria. La campanella era suonata e i corridoi erano deserti. Fu facile trovare una persona che li aiutasse e subito riuscirono a consegnare le ultime carte che informavano della ragazza e dicevano che avrebbe abbandonato la scuola. Fatto ciò, tornarono indietro camminando lentamente.
Passarono di fronte a molte aule e Alisea volle con tutto il cuore essere lì, con i suoi amici, fra i banchi di scuola. Fu assalita da una tremenda malinconia che non l’avrebbe lasciata e poi passò davanti alla sua classe.
Si fermò con Hyung Jun e la guardò, non potendo entrare a salutarlo per l’ultima volta, mentre altre, grandi e calde lacrime cominciarono a scendere. Di fronte a quella porta aveva sospirato tante volte, immaginando che forse un giorno il suo adorato amore si sarebbe dichiarato. Poi arrivò il giorno in cui il suo sogno si era realizzato e così aveva cominciato ad aspettare, alla fine delle lezioni, che Hyun Joong uscisse dall’aula, pronto a riaccompagnarla a casa con il sorriso sulle labbra.
Ora i loro sorrisi si erano spenti. Come due stelle che nella notte avevano illuminato il buio, erano state coperte da folte e spesse nuvole nere. Oscurati da un male più grande di loro.
Hyung Jun rimase in silenzio. Non voleva intromettersi, perché niente sarebbe riuscito ad alleviare il dolore. Alisea continuò a camminare, nel silenzio di quei corridoi e arrivarono alla macchina. Lì, sopraffatta da mille pensieri pesanti, e incapace di riuscire a respirare, si piegò su se stessa. Sfogandosi nei singhiozzi che era riuscita a trattenere, sciogliendo un nodo alla gola stretto e dolente. Liberandosi.
Hyung Jun preoccupato la strinse fra le sue braccia, accarezzandole la nuca, e lei si rifugiò nel suo petto.
Dovresti essere sempre con quel sorriso luminoso. Come quella nuvola bianca che sta passando su di me adesso. Non pensare a quello che ti sto facendo, pensa che siamo stati felici, insieme. Dovresti sorridere sempre come se non fosse accaduto niente, perché solo così potrò arrivare alla fine senza preoccupazioni.
Sorridi ancora, Hyun Joong, perché quando sorridi, il mondo s’illumina.

 

Alue! :D

Ecco a voi il penultimo capitolo! Allora? Com'è stato? (ovviamente sempro e estremamente straziante xD). Vi aspetto con tante recensioni! E mi raccomndo, non fate i furbi che visualizzano ma non commentano u.u Me essere tanto triste quando vede visualizzato ma non commentato :( Per il resto spero vi sia piaciuto e... alla prossima!  ^.^

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V

Il mio cuore infranto come un’onda.
Il mio cuore scosso come il vento.
Il mio cuore svanito come fumo,
Non può essere rimosso come un tatuaggio.
Respiro forte come se la terra stesse per sprofondare.
 
Le settimane erano passate da quell’ultimo, violento incontro con Alisea. Hyun Joong non l’aveva più vista.  Era scomparsa. Di lei era rimasto solo il triste ricordo. Sapeva che era ormai partita e di lì a poco l’avrebbe per sempre dimenticato. I suoi amici non erano più presenti come i giorni precedenti alla partenza, ma anzi molte volte sparivano anche loro per intere giornate e Hyun Joong rimaneva solo. Non gli importava però, perché la solitudine era sua vicina compagna ogni ora, e non si domandò nemmeno dove fossero. Dopotutto… anche se ci fossero stati, li avrebbe ignorati, rinchiudendosi nel suo piccolo mondo grigio e senza volti. Per Hyun Joong il dolore era diventato un’abitudine, quasi fosse il suo migliore amico, ma il non vedere il suo sorriso fuori l’aula, ad aspettarlo alla fine delle lezioni, era straziante. Certe volte avrebbe preferito che qualcuno gli cavasse il cuore dal petto, così che non sentisse più quel pungente fastidio che ogni mattina lo svegliava e ogni notte non gli dava pace prima di addormentarsi. Non sapeva però che per la ragazza che amava, quel dolore allucinante, era lo stesso.
Alisea, circondata dai SS501, aspettava che la data di scadenza arrivasse. Aveva visto il suo volto cambiare, sfiorire a poco a poco. Appassire. E aveva visto i suoi capelli indebolirsi fino a cadere del tutto.
Ogni giorno i ragazzi le facevano visita dopo la scuola, per darle forza e strapparle qualche sorriso. Un sorriso fioco ma emanante ancora qualche caldo raggio di sole. Uno di quei sorrisi che dava la forza a tutti loro di sperare che potesse salvarsi. Tutti erano rimasti basiti e scioccati dalla sua rivelazione, ma erano rimasti ancora più atterriti quando la ragazza aveva docilmente espresso il desiderio che quella rivelazione rimanesse un segreto agli occhi di Hyun Joong. Così, tra bugie e sotterfugi, tutti loro avevano innalzato un tendone e messo in scena un finto tradimento. Hyun Joong abboccò subito, troppo testardo e impulsivo per potersi fermare a pensare, e troppo innamorato per aprire gli occhi alla realtà.
Alisea aveva messo in gioco tutta se stessa, rinunciando all’aria che respirava pur di non dargli un dispiacere disumano. Per volergli dare subito la possibilità di dimenticarla. Ma aveva giocato male le sue carte: non aveva calcolato la testardaggine e la sensibilità che caratterizzavano l’amore della sua vita.
Il cuore di Hyun Joong si era infranto nel momento in cui era stato lasciato e il cuore di Alisea, giorno dopo giorno, si era inflitto da solo gravi ferite che non si sarebbero più ricucite. Come si erano amati, così avevano sofferto entrambi, inconsapevoli del male che tramava contro di loro.
I giorni passarono su ognuno di loro, senza far rumore, rubando un po’ di vita e sostituendola alla morte.
I dottori dissero che mancava poco all’operazione cui doveva essere sottoposta Alisea, l’ultimo tentativo di salvataggio. I ragazzi si erano ancorati a quella speranza, ma i medici erano più che riluttanti. Nella maggior parte dei casi nessuno si salvava e non volevano distribuire gratuitamente false illusioni.
Alisea sapeva ciò che la aspettava e aveva accettato la malattia, ormai, come se fosse la cosa più naturale del mondo andare in contro alla fine, eppure non riusciva a darsi pace. Non riusciva a non pensare a lui. Lui che tante volte gli aveva promesso di non lasciarla mai. Lei che allo stesso modo aveva ricambiato la promessa, l’aveva infranta senza pensarci due volte. Era per una giusta causa, ma… era stata la scelta giusta?
Amore mio, dovresti essere felice vivendo così. Io ogni giorno mi sento sempre più stanca. Vorrei il tuo sorriso accanto, eppure sul tuo volto è dipinta solo immensa tristezza…
Alisea guardava fuori dalla finestra della sua stanza d’ospedale e, assorta nei suoi pensieri, giocherellava spesso con i lembi delle coperte.
-Che bel cappellino abbiamo oggi!-, disse sorridendo Hyung Jun, mentre entrava in stanza.
-Ciao Jun…-, sorrise la ragazza e poi guardò gli altri.
-Cos’è quel muso lungo?-, chiese Jung Min.
-Nulla… un po’ di pensieri-, rispose evasiva abbassando lo sguardo.
Hyun Jun si avvicinò al letto e le sfiorò il viso con una mano, lo alzò con delicatezza e la costrinse a guardarlo negli occhi: -Non mentirmi. Non ne sei mai stata capace. Che cos’è che ti da pensiero?-, chiese dolcemente.
-Hyun Joong…-, rispose sincera, abbassando il volto.
A quelle parole i ragazzi si guardarono l’un l’altro. Poi tornarono alla ragazza: -Perché? Non sei più sicura di quello che abbiamo fatto?-.
Alisea sospirò e gli occhi si velarono di lacrime: -Non ci capisco più nulla Jun! Mi sembra tutto così sbagliato e giusto allo stesso tempo! Io…Io lo vorrei accanto, ma penso che sicuramente tenerlo lontano dalla verità non sia un errore. Soffrirebbe di meno e…-.
-No. Alisea, questo non puoi dirlo. Hyun Joong sta soffrendo anche così-, intervenne Kyu Jong.
-Non possiamo avvertirlo? Alisea, lui avrebbe capito e se ne sarebbe fatto una ragione…-, disse Young Saeng, guardandola negli occhi.
-Non possiamo mollare adesso. Non posso rovinargli la vita più di quando io abbia già fatto. Lo amo… questo lo so, e non smetterò mai di pensare a lui e di pregare per la sua felicità finché non arriverà il giorno in cui il mio cuore smetterà di battere-, disse asciugandosi le lacrime decisa.
Alisea giocò nervosamente con la fedina al suo anulare sinistro. Era l’unica cosa che lo teneva ancora accanto a lei e ricordava quei dolci momenti insieme a lui, così da poter tirare avanti con un sorriso ogni giorno. Non l’aveva mai tolta. Mai. Eccetto quei giorni in cui aveva dovuto fingere di averlo tradito. Eccetto… in quei giorni in cui gli aveva spezzato il cuore.
-Va bene. Faremo come vuoi-, disse Hyung Jun.
Capiva le ragioni di Alisea, anche se era stato il primo a rifiutare l’idea di tradire il suo migliore amico sin dall’inizio, ma poi aveva ceduto. Hyung Jun voleva bene a Hyun Joong e non avrebbe mai fatto una cosa del genere, se non per una giusta causa. In passato aveva amato anche lui Alisea, ma sapeva che il suo cuore era da sempre stato di un altro. Si era rassegnato, e vederla felice con lui lo aveva reso altrettanto felice, fino a trasformare l’amore in puro affetto fraterno.
-Quand’è l’operazione?-, chiese poi il ragazzo.
-Fra due giorni - sorrise sarcasticamente e guardò fuori dalla finestra- La data è vicina… manca poco ormai-, rispose Alisea con la morte nel cuore. All’improvviso si era fatto scuro e il cielo si era coperto di nuvole. Di lì a poco sarebbe piovuto.
-Non parlare così… hai ancora una possibilità-, disse Jung Min, imprimendole un po’ di coraggio, accarezzandole la nuca.
-Quale possibilità Jung Min? Ormai ho accettato il mio destino. Solo che… non voglio lasciarvi. Non voglio lasciare il vuoto nei vostri cuori, perché siete le persone più importanti che abbia…-, disse scoppiando in lacrime.
I ragazzi si avvicinarono e l’abbracciarono. Erano sempre stati insieme. Uniti e non voleva che la ragazza finisse i suoi giorni così. Era troppo giovane perché morisse. La vita per lei era stata troppo breve e in quel preciso istante sperarono tutti in un miracolo.
Quei due giorni passarono in fretta. I ragazzi l’andarono a trovare restandole accanto ogni momento, ma ognuno di loro sentiva il bisogno di avvisare l’amico. Ogni giorno Hyun Joong si allontanava sempre di più da loro e si rinchiudeva in se stesso. Dovevano fare qualcosa, perché doveva vederla per l’ultima volta. Se il ragazzo non avesse saputo nulla, avrebbero vissuto con un segreto immenso, e allora… come avrebbero fatto a guardarlo ancora in faccia? Questi pensieri vagavano nelle loro teste, ma nessuno prendeva coraggio di alzare il telefono e chiamarlo. Nessuno, tranne uno.
I SS501 erano nella stanza, aspettando che i medici chiamassero Alisea, ma Young Saeng non c’era. Con una scusa era uscito dalla stanza. Aveva detto di essersi dimenticato una cosa nella macchina, ma in realtà stava combattendo con se stesso se chiamare o no, osservandoli dalla porta. Senza farsi vedere. Gli altri si guardavano e sorridevano alla ragazza, come se non dovesse succedere nulla. Come se quello fosse un giorno come un altro. Come se la loro migliore amica non doveva essere sottoposta a un intervento, ma semplicemente sarebbe uscita per tornare alla sua normale vita.
Alla fine Saeng si decise. Si allontanò, in modo che non potessero sentire e, preso il cellulare, compose quel numero che sapeva a memoria.
Tuuu. Tuuu. Tuuu.
La linea cadde. Probabilmente Joong aveva attaccato non appena aveva letto il nome sul display, ma Yuong Saeng non si diede per vinto e continuò a chiamare.
Ti prego, rispondimi Hyun Joong!
“Pronto?”.Hyun Joong aveva la voce rotta.
-Joong… Sono io. Ascolta. No, non c’è tempo per le spiegazioni. Corri all’ospedale del centro. Adesso!-, disse Saeng con la voce affannata.
“Che cos’è successo?”,chiese Hyun Joong allarmato.
-Alisea è malata…, rispose con un filo di voce il ragazzo.
“Che cosa?!”,chiese Hyun Joong sconvolto.
-Sbrigati, Joong. Non abbiamo più tempo!-, continuò Young Saeng per poi attaccare.
A quella rivelazione Hyun Joong si sentì morire dentro. Anche la più piccola parte d’anima si sciolse nel fumo. Perché non l’avevano avvertito? Perché gli avevano tenuto nascosto una cosa del genere? Perché? Strinse il cellulare fra le mani per contenere il dolore che sentiva e le lacrime scesero di colpo. Calde, pesanti e senza sosta. Ma non c’era tempo da perdere, Young Saeng aveva ragione. Si pulì il viso con il braccio e uscì di corsa da casa.
Hyun Joong aveva cominciato a correre a perdi fiato, senza fermarsi e senza sentire lo sforzo che stava facendo. L’ospedale era vicino e non poteva permettersi di aspettare il traffico di Seoul. Le sue articolazioni, che nei giorni precedenti gli erano sembrate ferri arrugginiti che mai avrebbero ripreso le loro attività, adesso si muovevano più veloci della luce. L’adrenalina e la paura di non poterla più vedere avevano risvegliato tutto il suo amore per lei. Il suo cuore aveva sentito la fitta più grande e più dolorosa che avesse mai avuto nel preciso istante in cui Young Saeng l’aveva avvertito. Perché l’amore della sua vita era in ospedale? Perché? Era grave? Le lacrime tornarono a rigargli il volto, mentre correva e si passò nei vicoli per accorciare le distanze, tagliare e arrivare prima possibile.
I dottori arrivarono in stanza. Alisea sorrise ai ragazzi, li abbracciò uno ad uno e si lasciò trasportare sulla barella placidamente. Chiuse gli occhi, pensando a tutti i bei momenti che aveva passato. Tutti riguardanti lui. Lui che l’aveva amata da impazzire. Lui che ora la stava raggiungendo nonostante tutto quello che aveva sofferto.
Hyun Joong era nel cortile dell’ospedale. Prese le scale. Corse e a due a due percorse i gradini.
Amore mio, resisti. Ti prego.
Era arrivato e notò i suoi amici in lontananza. Più uno. L’indesiderato.
 
Cosa mi hai comprato? Dai, dimmelo! Che cos’hai dietro la schiena?”.
“Siediti sulla panchina e chiudi gli occhi. Lo scoprirai fra poco. Tienili chiusi! Non fare la furba!”.
 “Ok, adesso puoi aprirli! Ta-Dan!”.
 
Alisea pensava, pensava, pensava. Avrebbe voluto riavere di nuovo quei momenti. Ancora un altro ricordo. Si… la giornata al mare. Come poteva dimenticarla? Un debole sorriso le curvò le labbra con gli occhi ancora chiusi e una lacrima scese a rigarle la guancia.
Alisea sentì l’odore d’alcol, di disinfettanti e di ferri appena entrò nella sala operatoria. Aprì gli occhi. Davanti a sé la luce di un faro. La voce dei medici. L’anestetista che la rassicurava. Poi… il buio.
 
-Aiutami a saltare questi ultimi scogli! Non ce la faccio da sola!-, si lamentò Alisea.
-La nostra principessina ha paura di cadere in acqua?-, rise Joong riavvicinandosi a lei.
-No, ho paura di perdere la tua guida. Dai… aiutami, per favore-, lo pregò.
 
Young Saeng era tornato. I SS501 uscirono dalla stanza silenziosamente e la seguirono, ma Hyung Jun si accorse di un piccolo luccichio sul comodino accanto al letto della ragazza. La fedina. Alisea l’aveva lasciata lì sopra per farsi la doccia prima dell’operazione e poi si era dimenticata di rimettersela. La prese fra le mani e cercò di avvisare i dottori, inseguendoli, ma la ragazza era già dentro la sala operatoria. Le porte erano chiuse e non poté entrare.
Aspettò insieme agli altri. I minuti si fecero ansiosi, interminabili. I ragazzi si sedettero di fronte le porte della sala operatoria, ognuno pensando a quello che stava accadendo e le uniche domande che fluttuavano nell’aria erano… perché? O… ce la farà?
Jun, stanco di aspettare lì, si avviò per i corridoi. Aveva bisogno di muoversi, per scaricare la sua angoscia e camminò fin quando vide arrivare Hyun Joong. Restò sorpreso, ma al contempo felice che fosse lì. Chi l’aveva avvertito?
Hyung Jun si avvicinò all’amico, che aveva appena finito le scale, ancora con la fedina fra le mani. Hyun Joong lo squadrò per un momento, avendo la tentazione di saltargli addosso di nuovo. Che ci faceva lui lì? Di certo era stato avvisato per primo. Lo ignorò guardando i suoi veri amici e passando avanti.
Hyung Jun lo fermò per un braccio e lo guardò in volto. Hyun Joong si stava spazientendo e cercò di mantenere la calma, ma quando si sentì aprire la mano dall’amico, la sua attenzione fu catturata da una cosa piccola che Hyung Jun gli poggiò sul palmo della mano.
-Mi dispiace per tutte le bugie. Alisea ti amava veramente tanto-.
Le parole di Hyung Jun erano semplici e coincise e sperò con tutto il cuore che Joong capisse. Sospirò e tirò dritto.
 
“Adesso però mi devi promettere una cosa”.
“Dimmi”.
“Qualunque cosa accadrà, tu ed io… resteremo per sempre insieme”.
“Te lo prometto…”.
 
Hyun Joong strinse nel pugno quella piccola, luccicante stella luminosa che aveva rischiarato l’amore fra i due e si appoggiò al muro. Faceva male. La ferita profonda che aveva cercato di anestetizzare sanguinava di nuovo. Era così? Alisea l’aveva lasciato solo per non dargli quel dispiacere? Si passò una mano fra i capelli e lì tirò, stringendo i denti. Il baratro nero si era riaperto, facendolo cadere di nuovo.
I SS501 lo videro arrivare alle porte della sala con aria furente, ma affranta. Con le lacrime agli occhi e sconvolto. Erano stati tutti con lei. Erano sempre stati tutti con lei. E lui? Troppo cieco perché si accorgesse della verità. Non si era accorto che il viso della ragazza era sfiorito in poco tempo.
Voleva aprire quelle porte. Vederla. Baciarla. Dirle che era con lei. Ma non poteva. Cercò di arrivarci, ma i SS501 lo fermarono. Hyun Joong si appoggiò alle loro braccia, che lo sostennero, e scoppiò in frequenti e rotti singhiozzi.
-Non possiamo fare nulla, Joong. Solo aspettare!-, disse Kyu Jong.
-Ma perché lei? PERCHE’!?-, chiese nella disperazione.
-Era destino, Joong. Noi l’abbiamo semplicemente accettato-, rispose Young Saeng.
-Perché non mi avete mai detto niente!? Sapevate che stava male. Sapevate come stavo, eppure non mi avete mai detto niente! Da quanto è in queste condizioni!?-, continuò a chiedere urlando.
-Tre mesi. L’ha scoperto tre mesi fa. E’ stata lei a chiederci di non dirti nulla. Non abbiamo potuto dirle di no. Pensava che se ti fossi abituato subito alla sua assenza, allora andare avanti sarebbe stato più facile-, spiegò Jung Min.
Dall’arrivo di Hyun Joong passarono due interminabili ore. Ore in cui ci furono sbuffi, sospiri e speranze.
Un medico uscì dalla sala e tutti, alzandosi, lo guardarono con gli occhi lucidi. Fiduciosi. Il dottore però non lasciava trasparire nessuna emozione. Era teso. Sembrava che non sapesse da dove cominciare.
Pronunciò due parole. Due parole che bastarono a finire di distruggere il cuore di un ragazzo e a spezzarne altri quattro: -Mi dispiace…-.
Hyun Joong non parlò, ma guardò fisso un punto nel vuoto. Le lacrime scesero silenziose e rigarono le sue guance per l’ennesima volta. Non sentiva più niente. Il mondo intorno a lui sembrava ovattato.
Il suo cuore, fragile come una bolla di vetro, si era infranto. Frantumato in mille pezzi. Polvere. E come polvere era stata spazzata via. La terra si era aperta sotto i suoi piedi e lo aveva ingoiato di nuovo.
Le porte della sala si aprirono, lasciando passare la barella. Lei era supina. Coperta fino al collo. Bianca e immobile.
Sotto gli occhi di tutti, il ragazzo si avvicinò lentamente. S’inginocchiò, esausto, e le prese una mano, stupendosi: era ancora tiepida. Gli accarezzò la nuca, coperta dal cappellino azzurro, e le passò le dita sul volto con l’altra mano: percorse gli occhi grandi, il naso piccolo e minuto, e le labbra ancora curvate da un sorriso. Aveva pensato a lui prima di lasciarlo?
-Ti amo…-, sussurrò con la voce rotta, mentre il suono dell’elettro cardiogramma, che segnava l’assenza dei battiti, gli ronzava nella testa.
Ragazza,
Sto piangendo.
Sei tutto per me.
Amore mio,
Non mentirmi.
Cuore mio,
Addio.
 

  ►Alue
Ed eccoci qui  con l'ultimissimo capitolo di questa FF. Spero che vi sia piaciuta e come sempre aspetto vostri commenti. MI raccomando! ^^ 

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