Ecomoda e dintorni … Storie d’amore e d’amicizia

di Butterfly8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Betty e Armando ***
Capitolo 2: *** Nicolas ***
Capitolo 3: *** Mario ***
Capitolo 4: *** Camila ***
Capitolo 5: *** Betty e Armando ***
Capitolo 6: *** Alberto ***
Capitolo 7: *** Cami e Dodo ***
Capitolo 8: *** Nicolas ***
Capitolo 9: *** Mario ***
Capitolo 10: *** Camila ***
Capitolo 11: *** Betty e Armando ***
Capitolo 12: *** Alberto ***
Capitolo 13: *** Cami e Dodo: Genitori vs Figli ***
Capitolo 14: *** Marcela ***
Capitolo 15: *** Nicolas ***
Capitolo 16: *** Mario ***
Capitolo 17: *** Camila ***
Capitolo 18: *** Betty e Armando ***
Capitolo 19: *** Alberto ***
Capitolo 20: *** Cami e Dodo ***
Capitolo 21: *** Marcela ***
Capitolo 22: *** Nicolas ***
Capitolo 23: *** Mario ***
Capitolo 24: *** Camila ***
Capitolo 25: *** Betty e Armando ***
Capitolo 26: *** Alberto ***
Capitolo 27: *** Marcela ***
Capitolo 28: *** Alejandro e altri problemi ***



Capitolo 1
*** Betty e Armando ***


Seattle

Sono ad una noiosissima riunione di lavoro. Chissà se Betty è arrivata! Sono qui a Seattle da cinque giorni. Sono venuto perché P.J.Ross mi ha convocato per vedere lo stato del suo investimento alla New Tech. Ne è molto soddisfatto, però praticamente mi ha fatto partecipare a tutta una serie di incontri per possibili partnership, insomma una noia mortale.
Sarei già ritornato a casa, se Faith non ci avesse invitato all’inaugurazione della sua galleria d’arte, dove ospita una serie di artisti internazionali. Inoltre domani è il cinquantesimo compleanno di Parker e ha organizzato un mega party al quale non possiamo non partecipare.

Devo dire che Betty non era molto felice di venire qui. Però l’ho praticamente quasi costretta. Veniamo fuori da un periodo difficile, nel quale abbiamo rischiato di mandare a monte il nostro matrimonio a causa di varie incomprensioni ormai per fortuna superate. In questo periodo è nata anche la nostra terza figlia, Aurora, un vero tesoro, almeno per me. Perché quando è con altri inizia a piangere e non la smette più.
Non so se Betty sia ancora convinta che tra me e Faith ci sia stata una relazione. Cosa non vera. E’ vero che io e Faith abbiamo avuto una storia all’università, ma lì è finita. In ogni caso dato quanto avvenuto tra me e Faith nel periodo in cui io e Betty non andavamo d’accordo, ci siamo dati solo un bacio, senza nessuna implicazione sentimentale, in ricordo dei vecchi tempi, non mi sento di biasimare mia moglie. Sono convinto che lei pensi che in questi cinque giorni sia successo qualcosa tra me e Faith e sono anche pronto a giocarmi tutto il mio patrimonio che Betty farà finta di niente, anche se rode dentro dalla curiosità e muore di gelosia.

Mia moglie è cambiata ma non fino a questo punto. Siamo sposati da quasi tredici anni. Abbiamo vissuto tanti momenti difficili, come quando lei ha avuto il cancro, ma mai uno così brutto come quello appena trascorso. Ho davvero temuto di aver perso mia moglie. Va bene, è successo che lei, dopo la sua malattia non stava bene nei suoi panni ed ha completamente cambiato look, cosa che mi ha mandato in tilt, perché ho pensato che, anche lei, fosse diventata una donna frivola e senza valore. Ovviamente questa cosa l’ha fatta imbestialire e mi ha cacciato fuori di casa. Per non parlare del fatto che lei aveva baciato Daniele Valencia, il mio peggior nemico! Insomma una serie di casini, uno dietro l’altro. Ma ormai siamo andati avanti. Devo dire che non mi dispiace affatto la nuova Betty. È sempre mia moglie, la solita Betty, ma è anche una donna diversa, che non pensavo esistesse e che ho fatto fatica ad accettare, ma di cui, adesso che c’è, non saprei fare a meno.

Pensavo che la fase del sesso selvaggio fosse finita quando mi sono sposato con lei. Ok, Ok, devo anche dire che non sono uno stinco di santo. All’inizio della nostra relazione, l’ho sedotta per tenermi l’azienda, di cui lei grazie a me, era diventata proprietaria. Mi sono comportato davvero male, ma per buona pace di tutti, quella è una storia superata. Comunque, quando mi sono messo con lei, venivo da una storia di tre anni con una donna di cui non ero affatto innamorato e che tradivo in continuazione con qualsiasi essere femminile che mi passava davanti. Fino a che non mi sono innamorato per la prima volta nella mia vita di Betty. Allora tutto è cambiato. L’unica cosa che mi sembrava ovvia all’epoca, era che non avrei mai e poi mai potuto avere con Betty lo stesso tipo di relazione che avevo con tutte le donnette che frequentavo. Betty è agli antipodi. E poi certo c’era da considerare la sua inesperienza. Però, quello che ha fatto la differenza è stato il mio amore per lei. Noi ci siamo sposati per amore, il sesso fine a se stesso, il senso di conquista, il collezionare una donna dopo l’altra non c’entravano niente con la nostra relazione.

Per tanti anni Betty è stata la moglie perfetta. Poi in questo ultimo anno ha deciso, o ha sentito dentro di sé, che quello che voleva veramente era essere una donna.  Mi ha anche accusato del fatto che io non la considerassi tale, ma solo mia moglie, la madre dei miei figli, una brava manager, ma non una donna. Oggi, col senno di poi, posso dire che aveva ragione. Ma abbiamo recuperato. Penso che gli ultimi sei mesi, dal nostro ritorno da Cartagena, dove lei ha ritirato il premio Donna dell’Anno, siano stati i più belli e i più intensi della nostra vita insieme. Quello di cui avevo paura e che invece mi ha affascinato è stato vedere come lei sia riuscita a lasciarsi andare completamente con me, ad aprirsi con me, come nessuno aveva mai fatto. All’inizio ho avuto paura di questa cosa perché sono sempre stato convinto di non essere davvero abbastanza per lei, ma poi è stata lei a convincermi del fatto che voleva me e solo me. E che lei può essere quello che è, provare quello che prova, parlarmene senza vergogna perché è con me. E con nessun altro. Sono sempre stato convinto che lei potesse sostituirmi senza problemi con qualsiasi altro uomo, mentre per lei, io non sono sostituibile con nessuno. Così come lei non lo è per me. Il problema era tutto mio insomma. Però, a mia discolpa, devo dire che ho incontrato troppe donne pronte a farsi sedurre e lasciare quasi con uno schiocco di dita. Questo tipo di donna piace a Mario, non certo a me. Invece adesso, io sono completamente e totalmente felice. Come non lo sono mai stato nella vita. Io e Betty, abbiamo raggiunto la consapevolezza di poter essere noi stessi dentro il nostro matrimonio, abbiamo capito che vogliamo coltivare l’amore che ci lega, che vogliamo vivere insieme, perché non riusciamo a stare separati. Abbiamo deciso che niente e nessuno riuscirà a dividerci. E facciamo l’amore come dei pazzi. Non che prima non fosse così. Ma adesso è tutto diverso. Primo perché lei si sente più donna e meno inibita e poi perché abbiamo deciso di essere i nostri amanti. So che può sembrare assurdo per due sposati non annoiarsi a stare assieme, a non avere svaghi, ma a parte che ce li abbiamo avuti, io sono felice con mia moglie e non ho bisogno di guardare altrove! Perché lei mi da tutto quello di cui ho bisogno.
“Dottor Mendoza, mi sta ascoltando?” mi chiede un tizio di cui non ricordo il nome.
“Certo che si” dico, riportando la mia attenzione alla riunione. ‘Ma quando finisce?’ penso tra me e me.

 

***

 

Sono appena arrivata in albergo da Bogotà, Armando non è ancora qui ma per fortuna non ho avuto problemi ad entrare nella nostra suite perché lui aveva avvisato che sarei arrivata. Non che io volessi venire, ma mi ha praticamente quasi costretto. Lo conosco troppo bene il mio maritino. Probabilmente con questa mia partecipazione obbligata voleva dimostrarmi che tra lui e Faith c’è solo una grande amicizia. Ed è la verità, so benissimo che non hanno avuto una storia, se non all’università. Ma la cosa più divertente è lasciargli credere che io abbia dei dubbi. E’ divertente perché Armando non ha ancora capito che io sono gelosa di lui, come lo è lui di me. Lui, invece, è convinto che io sia la maestrina dalla penna rossa che sta aspettando di coglierlo in flagrante mentre mi tradisce con qualcuna! Questo dipende dal fatto che quando ho iniziato a lavorare per lui, numerose volte ho dovuto coprire le sue scappatelle con la sua fidanzata di allora.
Però da quando stiamo insieme è completamente un altro uomo e io sono così orgogliosa di lui!
Solo di recente ho scoperto che lui per tanto tempo ha pensato di non essere abbastanza per me. Falsità assoluta. Ci siamo ripromessi di andare avanti e di non ripetere mai più queste ovvietà.
Ora, lui non capisce che quello che mi infastidisce della sua storia con Faith non sia tanto il fatto che lui possa averla baciata o che possa tradirmi, quanto il fatto che lei voglia avere nella sua vita uno spazio che è mio. Insomma, quando ho trovato le mail che si sono scambiati mi è salito il sangue al cervello e non ho mai voluto leggerle, nonostante lui mi abbia chiesto di farlo numerose volte. Io ho un amico fraterno, so cosa significa, ma con lui non ho mai fatto sesso a tutta birra, anzi non ho avuto alcun tipo di rapporto fisico ambiguo, quindi Armando non può biasimarmi se dubito della sincerità di lei.  Mi da fastidio l’idea che questa donna possegga una parte della vita di Armando in cui io non c’entro. Mi sarebbe piaciuto vederlo all’università, libero dalle pressioni e dalle responsabilità che ha dovuto assumere in seguito. Però in qualche modo devo accettare che quel periodo della sua vita appartenga a Faith e non a me. Se solo lei ci prova con lui adesso, la faccio fuori! Lo so che ho sempre detto che le scenate di gelosia non sono nel mio carattere, ma ho imparato da Armando in questo, spero solo che non mi metta mai alla prova!

 

Sono in una fantastica Iacuzzi e mi sto godendo un rilassantissimo bagno caldo, quando Armando arriva nella nostra suite. Bisogna dire che P.J. Ross non bada a spese per soddisfare i suoi collaboratori. Ha tanti di quei soldi che non saprebbe come spenderli in una vita intera e ha un debole per Armando.
“Betty dove sei?” mi chiama lui. Apre la porta e mi trova immersa nella schiuma da bagno.
“Ciao Mostro” gli dico “mi sto facendo un bagno per riprendermi dal viaggio!”
“Ciao Mostro” mi dice lui dandomi un bacio sulle labbra. “Com’è andato il viaggio?”
“Bene, molto bene” rispondo. So bene che non sa cosa dire perché sa che io ero contraria a questo viaggio.
“I bambini?” mi chiede.
“Tutto bene, ho appena parlato con mia madre. Tutto tranquillo, tranne Aurora che piange ogni tanto!” gli dico.
Lui si avvicina alla vasca. “E tu? Non sei infastidita dal fatto di essere qui? So che per telefono sono stato piuttosto pressante affinché tu mi raggiungessi” mi dice.
“Si. Effettivamente lo sei stato, ma non ti avrei mai lasciato da solo in una situazione del genere. So benissimo cosa significhi l’apparenza per gli americani e non ti avrei né ora né mai, messo in difficoltà. Soprattutto per la New Tech” gli dico cercando di sembrare convincente.
“Quindi sei qui solo per questo?” mi domanda.
“Per questo, certo! Dovrebbero esserci altri motivi?” gli chiedo io.
“Non saprei …” prende tempo lui.
“Un motivo è che mi hai chiesto di venire. Un altro è la New Tech, e un terzo motivo è che ero davvero curiosa di fare una gita qui a Seattle!”
“Mostro sei davvero incorreggibile!!” mi dice facendosi quattro risate.
Sa bene che non ammetterò mai di essere gelosa di Faith. Lo farei solo se ne fossi messa alle strette.
Penso che sarebbe bellissimo se lo prendessi per la cravatta e lo facessi cadere con me nell’immensa vasca da bagno … Lo guardo con intenzione.
“Non ci pensare nemmeno!” mi dice lui, leggendomi nel pensiero. “Non ho un abito di ricambio, l’ho mandato in lavanderia!”
“Ma come fai a ….” gli chiedo.
“Sono tuo marito … ti conosco! … forse … invece …  ti converrebbe uscire da lì” mi risponde lui guardandomi intensamente.

***

 

La mostra di ieri sera è stata davvero molto interessante e devo ammettere che Faith è davvero molto brava nel suo lavoro. Ma il meglio sta per avvenire oggi. Io e Armando siamo stati invitati a pranzo nella mega villa di Parker. Fervono i preparativi per le festa, ma noi siamo in un’area in cui non disturbiamo affatto. E’ la parte più tranquilla della casa. C’è un favoloso portico con un piccolo giardino, con una tavola apparecchiata. Armando e Parker parlano ancora di lavoro e Faith mi ha invitato a raggiungerla perché vuole conoscermi meglio. Questo è il momento in cui io potrei scoppiare.

“Betty, posso chiamarti così?” mi chiede “stai tranquilla, non voglio portarti via Armando, sono felice con mio marito.”
“E allora perché lo hai baciato?” non posso fare a meno di chiederle. Che bello andare direttamente al punto.
“E’ stata una cosa impulsiva. Una follia momentanea. Volevo tornare a quando avevo vent’ anni e la mia vita era bella” dice.
“Ma anche adesso lo è” le dico io. “Vivi in una casa bellissima, hai un marito con cui stai bene, mi sembra, perché vuoi Armando?”
“Ma io non voglio Armando, almeno non come pensi tu.”
Decido di fidarmi di lei. Non so perché. Ma voglio darle una chance. “La cosa che mi infastidisce” le dico “è l’idea che voi condividiate un periodo della sua vita dal quale io sono esclusa. Tu sei la prima donna normale che incontro da quando sto con lui. Non sei una modella, non hai legami di parentela reale o acquisita, nessuno lo ha costretto a stare con te, ma lo ha scelto … e questo mi spaventa.”
“E perché mai?” mi chiede.
“Armando ti ha raccontato la nostra storia. Sai bene quali siano i nostri trascorsi. Tu sei la prima vera donna che potrei temere.”
“Stai tranquilla Betty!” mi dice “Non intendo portarti via Armando. La mia chance l’ho avuta tanto tempo fa e l’ho sprecata. Lui ti adora. Ti ama veramente. Non mi sognerei mai di dividervi. E poi io sono felice con mio marito. Per davvero.”
“Perché è finita tra di voi?” le chiedo
“Non ne hai parlato con lui?” mi domanda.
“No. Diciamo che non ho mai voluto affrontare l’argomento, anche se lui mi ha chiesto di leggere le vostre mail molte volte. Ma io non avrei mai potuto farlo, mi sembrava di invadere la vostra privacy e non sai quanto mi costa ammettere che voi abbiate una privacy!” le dico.
“Sei troppo buona Betty!” mi dice lei. “Io e Armando avevamo una storia senza impegno all’università, Una storia bellissima, proprio perché era senza impegno. Io non volevo un ragazzo e lui sembrava portare un fardello. Ma con me no … era sempre molto libero. Avevamo tanti interessi in comune. Abbiamo passato proprio un bel periodo. Ho conosciuto Mario Calderon all’epoca. Comunque non posso definire il sentimento che ci legava come amore. Più come affetto direi. Tutti e due non eravamo pronti a fare il passo successivo e sapendolo non l’abbiamo mai fatto. Io sapevo che lui era davvero preso da me e sarebbe stato facile per me innamorarmi di lui ma non ho mai lasciato che accadesse, anche se col senno di poi, avrei dovuto farlo.”
“Tutto qui?” le chiedo.
“No, questa è la parte bella. Quando avevo ventitre anni, mi sono innamorata perdutamente della stella della squadra di basket dell’università. Dorian Brown. Ho perso completamente la testa per lui. Ho smesso di vedere Armando e mi sono buttata a capofitto in questa storia. Sono rimasta incinta. Ma all’epoca ero troppo stupida per capire che Dorian era solo un grande egoista. Mi sono comportata come una adolescente totalmente immatura. Insomma Dorian non voleva il bambino e mi convinse che avrebbe rovinato la mia carriera e la sua. Decidemmo di darlo in adozione, perché proprio non avrei mai e poi mai potuto abortire. Quando il mio bambino è nato, venne dato subito ad una famiglia che noi non abbiamo voluto conoscere. Io, in quel periodo lo assecondavo in tutto. Ero proprio stupida. Una settimana dopo il parto però, quello che avevo fatto mi è sembrato assurdo. Avevo venticinque anni che diamine. Avrei potuto crescere mio figlio da sola. Quando sono andata a chiedere del mio bambino era troppo tardi. Avevamo fatto un accordo di adozione per cui non potevamo mai più avere contatti. Solo mio figlio se vorrà, un giorno potrà cercarmi. E sono passati vent’anni. Ogni giorno mi aspetto di vedere un ventenne arrabbiato che venga ad insultarmi perché l’ho dato in adozione.”
“Scusami Faith” le dico “mi sento così sciocca, io … non sapevo niente di tutto questo. Mi dispiace moltissimo.”
“Ho faticato tantissimo per rimettermi in piedi. Dieci anni fa ho incontrato Parker. Mi sono innamorata di lui sinceramente. Non so però se lo amo. Tu sai cosa significa avere una famiglia contro. Me l’ha detto Armando. Ebbene, la sua famiglia non voleva che noi ci sposassimo. Io non sono abbastanza per lui. Ma noi stiamo bene insieme. Ti dico che non so se lo amo, perché non abbiamo avuto figli. Nessuno di noi due ha problemi a procreare, il medico dice che è una questione psicologica. A volte penso che dovrei lasciarlo e dargli la possibilità di rifarsi una vita con un’altra donna, ma io sto bene con lui, sono egoista e allora penso che non lo amo, perché se lo amassi gli permetterei di stare con una donna che possa renderlo padre.”
“Mi sembra una soluzione un po’ drastica” le dico. “Non credi? Potresti adottare un bambino magari! Potresti ancora averlo. Devi crederci. E non pensare che vuoi lasciare tuo marito. Oppure pensare che non riesci a lasciarlo perché lo ami. E penso che lui ti ami sinceramente. Altrimenti a quest’ora sarebbe stato lui a lasciare te, non pensi?”
“Sei davvero un tesoro Betty!” mi dice.  “Armando è stato davvero fortunato ad incontrarti. L’ho baciato perché mi sono illusa per un attimo che se avessi scelto lui, invece di Dorian, la mia vita sarebbe stata diversa, molto meno dolorosa.”
“Questo non lo so Faith” le dico. “Non potremo mai sapere quanto sarebbe stata crudele Marcela Valencia con te. Con me lo è stata tantissimo!”
“La conosco di fama questa donna. All’epoca Armando non la voleva neanche sentire nominare mentre Mario non faceva che dire che lei sarebbe stata il suo destino!” mi dice. “Sono felice che non sia stato così.”
“Armando mi ha raccontato la storia….!”
“Ragazze di cosa parlate?” ci chiede Parker entrando con Armando.
“Di nulla in particolare” gli risponde Faith. “Chiacchieriamo! Ci accomodiamo a tavola? Vi verso un bicchiere di vino, dobbiamo brindare al neo – cinquantenne!” aggiunge, dandoci un bicchiere di vino ciascuno. Facciamo un brindisi, Vedo Armando avvicinarsi a me e ripenso a quando mi ha detto mesi fa che Faith aveva una storia tragica alle spalle. Non ho voluto ascoltarlo. Ma avrei dovuto farlo perché lei non è affatto male come pensavo.

*** 

Il party per il cinquantesimo compleanno di Parker è in pieno svolgimento, è una festa bellissima e stiamo conoscendo un mare di gente nuova. Ad un certo punto, mentre sono con Armando ricevo una telefonata e sbianco in viso. Armando gesticola cercando di capirci qualcosa. Chiudo il telefono.
“Era mia madre” dico.
“E’ successo qualcosa?” mi chiede lui in ansia. “I bambini stanno bene? Betty parla!”
“Si stanno tutti bene. Non è una cosa che riguarda noi, ma tua sorella!”
“Camila?” mi chiede “E’successo qualcosa a Camila?”
“Non in quel senso, stanno tutti bene fisicamente” gli rispondo.
“Betty parla chiaro” mi dice Armando agitatissimo. “Non mi stai facendo capire niente!”
“ Dodo è venuto a stare a casa nostra” gli dico io. “A quanto pare, questa mattina Dodo e Alberto sono andati in Ecomoda per fare una sorpresa a Camila, ma l’hanno trovata nel suo ufficio che faceva sesso con Mario Calderon!”
“Che coooooosa?” urla lui. “Mia sorella…. E Mario Calderon?”
“A quanto pare Alberto l’ha preso a pugni, mentre Dodo si rifiuta di stare nella stessa casa di Camila ed è venuto a stare a casa nostra. Al momento è lì anche Alberto.”
“Non posso crederci … mia sorella e Mario Calderon!!! Mia sorella e Mario Calderon! Sono curioso di sentire che scusa inventeranno per giustificarsi! Questa volta il mio caro amico rischia di perdere i gioielli di famiglia!” dice Armando in preda ad una terribile furia! “Ho bisogno di un whisky” mi dice.
“Anche io” gli rispondo. Ci avviamo verso il bar.
“Cosa posso servirvi?”ci chiede il cameriere.
“Due whisky, doppi, per favore” diciamo all’unisono.

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Capitolo 2
*** Nicolas ***


1.     Nicolas

“Ma stai dicendo sul serio?” mi chiede Betty. Siamo nel suo ufficio.
“Certo che si! Come potrei scherzare su una cosa del genere?!” le rispondo. “Betty, tu sei la mia migliore amica, una sorella, se c’è qualcuno che può capire, questa sei tu!”
“E la vuoi SPOSARE? Ma la conosci da poco tempo!”
Speravo che Betty avrebbe capito e avrebbe accettato la mia scelta senza problemi.
“Betty, la conosco da più di un anno ….!” le dico.
“Non nascondo che Luz mi sia simpatica e il fatto che la vostra storia fosse più seria delle tue ultime relazioni mi dava un certo sollievo … ma il matrimonio Nicolas?”
“Io la amo. Lei mi ama. Perché non dovremmo sposarci? Betty, mi aspettavo che tu stessi dalla mia parte. Non questo terzo grado!”
“Sono preoccupata per te. Riconosco di non essere stata la migliore delle amiche in questo ultimo periodo, ma non voglio vederti soffrire. Non potrei sopportare che proprio tu soffra di nuovo come è accaduto per Patrizia Fernandez.”
“Betty, Luz non è affatto come Patrizia! E non puoi proteggermi dalla sofferenza. Anche se capisco quello che vuoi dire!”
“Nicolas … tu sai quanto bene io ti voglia. Mi dispiace se non ti sono stata vicina in questo periodo, ma sono stata così incasinata! Se tu sei felice, io sono felice. Ti prometto che farò del mio meglio per conoscere di più Luz. Se deve diventare tua moglie, voglio conoscerla bene!” mi dice.
“Questo” le dico “significa che la sottoporrai ad un interrogatorio?”
“Nooo, Nicolas! Come ti viene in mente! Pensavo ad una cena piuttosto!” gli rispondo. “Cosa te ne pare se vi invitassi a cena domani sera? E’ venerdì.. ci sarà anche Armando!” 
“Ma pensi che sia una buona idea?” le chiedo.
“Certo che sì!” mi risponde. “I miei figli non ti vedono da tanto tempo e poi la presenza di Dodo non è un problema per te, vero?”
“Assolutamente no. Capisco che quel povero ragazzo non voglia stare in casa con sua madre. Il giorno in cui l’ha beccata con Calderon è stato terribile. È stato lui ad entrare per primo nell’ufficio della madre. Senza bussare … Non mi ci fare pensare!” le dico. “Immagino che già vedere la propria madre fare sesso sia scioccante, poi con un uomo che non è tuo padre, ancora peggio!”
“Non so proprio come comportarmi!” mi dice lei. “Armando è sul piede di guerra, vuole uccidere Mario e poi Camila, a volte pensa che sarebbe meglio prima Camila e poi Mario!”
“Mi dispiace Betty!” le dico. “Sembra proprio che non ci sia pace per te!”
“Eh si! Per questo voglio fare questa cena … così cerchiamo di dare una parvenza di normalità alla nostra famiglia. Sai che i miei figli ti adorano. Sei il loro zio preferito.!”

 

*** 

 

Di ritorno nel mio ufficio, so che devo avvisare Luz della cena, ma stranamente non lo faccio immediatamente. Cosa sto facendo? Mi domando per l’ennesima volta. Mi affaccio alla finestra del mio ufficio. Averne parlato con Betty rende le cose molto reali. Finora non me ne ero accorto. Ho vissuto in un mondo sospeso la mia storia con lei. Betty ha ragione.
Ripenso a quando eravamo giovani. Io e Betty siamo stati inseparabili per tantissimo tempo e poi è arrivato Armando Mendoza e lei si è fatta la sua strada, ha costruito la sua famiglia con lui ad un prezzo altissimo. Io saprò fare lo stesso con Luz? Non so perché mi vengono adesso tutti questi dubbi. Ne ero così convinto!
Bussano alla mia porta. “Avanti!” dico.
E’ Betty!
“Capo” le dico scherzosamente “Cosa c’è?”
“Nicolas” mi dice lei “… la discussione di prima mi ha lasciato l’amaro in bocca. Non so perché ma ho l’impressione di averti messo in testa dei dubbi e non voglio … Vorrei solo che tu fossi felice. Non riesco a dimenticare quello che abbiamo passato insieme. Gli insulti, le prese in giro che abbiamo subito per il nostro aspetto fisico… Quando ci guardo, a volte ancora vedo noi due come eravamo. Nel profondo di noi stessi, non siamo affatto cambiati, e so che solo noi possiamo capire quello che significhi, anche se oggi siamo ‘belli, ricchi e potenti’.”
“Stavo proprio pensando a questo” le dico. “Sono arrivato a quarant’anni dedicandomi solo al lavoro e mi sembra di non sapere chi io sia. Le tue parole mi hanno fatto pensare a questo!”
“Te lo dico io chi sei … sei il mio migliore amico, la persona che c’è sempre stata per me, qualunque fosse la mia necessità. Sei l’uomo migliore che conosco. Lo penso davvero questo. Se c’è una persona che merita di essere felice sei tu” mi dice. “Lo so che in fondo tu sei un timido, nonostante tutte le modelle che ti girano intorno.”
“Che mi giravano intorno” preciso io.
“Che ti giravano intorno” mi dice Betty ripetendo le mie parole. “Cerca di essere felice. Se Luz ti fa felice, sii felice.”
La abbraccio. “Grazie Betty! Le tue parole sono molto importanti per me!”
In quel momento la mia fidanzata entra nell’ufficio. E ci trova abbracciati.
“Ehi …” ci dice “se non sapessi che siete amici per la pelle … dovrei essere molto gelosa vedendo quello che sto vedendo!!”
“Betty ci ha invitato a cena domani sera a casa sua …! Così finalmente conoscerai la sua famiglia, che è un po’ la mia famiglia!”
“Nicolas” mi dice Betty “Se continui di questo passo, sai bene che dovrai organizzare una cena con tua madre e i miei genitori, per fare le cose come si deve se non altro!”
“Ci avevo già pensato!!”Mi rivolgo a Luz “Allora cosa te ne pare della cena?”
“Mi sembra un’idea fantastica! Non vedo l’ora di conoscere i tuoi figli! So che Nicolas è come uno zio!” dice lei.
“Se ti sentisse mio figlio Roberto” le dice Betty “si offenderebbe! Nicolas non è come uno zio. È uno zio a tutti gli effetti!!”

 
Adesso sono solo nel mio ufficio. Penso alle parole di Betty. A quando dice che in effetti solo io e lei possiamo capire cosa abbia significato per noi essere derisi per il nostro aspetto fisico e quali siano state le conseguenze sulle nostre vite. Se non fosse stato per lei, io sarei rimasto un brutto anatroccolo per sempre. Io non volevo cambiare. Ma lei ha fatto ferro e fuoco perché lo facessi. Non avrebbe accettato che continuassi a soffrire perché ero considerato ‘strano’. Tanto io sono strano lo stesso!!
E poi, Patrizia Fernandez! Non sono bastate mille modelle a togliermela dalla testa. Solo Luz ci è riuscita. Forse perché lei è molto diversa da Patty.
La prima volta che l’ho invitata ad uscire, ha voluto che dividessimo il conto!
Ammetto che siamo usciti altre volte per problemi di lavoro e che l’unico modo per parlarmi era pranzare con me, però non poteva essere altrimenti. Betty non c’era, io svolgevo anche le sue funzioni. In quei casi si è sempre parlato di lavoro.
Invece, proprio al nostro primo appuntamento, quando avrei tanto voluto fare il galante, lei mi ha detto che voleva dividere il conto!! Lì per lì mi sono offeso.
Lei mi ha detto: “Nicolas, non so se ci sarà mai qualcosa tra di noi, però io sono una donna molto indipendente. In questo momento siamo due persone che si stanno conoscendo, non due fidanzati e io preferirei che dividessimo il conto!”.
Ho accettato solo perché mi ha affascinato la sua sincerità. Dopo essere stato preso in giro da Patty, la sua sincerità mi ha quasi esaltato. Solo cinque mesi dopo mi ha detto che la banda delle racchie le aveva raccontato tutta la mia storia con Patrizia Fernandez, facendomi andare su tutte le furie! Da quando me lo ha confessato, non le ho permesso di pagare più niente di niente.
Però è vero che è una donna molto indipendente. Solo da quando abbiamo deciso di essere una coppia a tutti gli effetti, cioè dall’inizio dell’anno ad ora, lei si è un pochino ammorbidita. Anche se entra ed esce senza dirmi niente. A volte quando è così presa a disegnare, è capace di stare al lavoro fino oltre la mezzanotte. Più di una volta, sono rimasto qui a ‘lavorare’ per farle compagnia mentre in realtà scrivevo appunti per i miei libri.
Ogni volta che siamo andati insieme a qualche evento in cui mi invitavano lei è stata sempre perfetta. L’unica cosa che non ha mai voluto fare, è stata di conoscere approfonditamente le persone a me più vicine perché ha sempre detto che non bisogna illudere le persone se poi le cose non vanno avanti.
Le ho chiesto il motivo di questa sua freddezza. Devo anche dire che lei non è mai stata fredda con me. Mi ha raccontato tutto di se. Il suo nome italiano è Lucia, ma poi i suoi genitori si sono separati e lei non ha fatto che fare avanti e indietro tra l’Italia e la Colombia. Ha frequentato una delle maggiori scuole di moda italiane, ha lavorato per dodici anni in Italia, ma poi la madre ha preteso che lei tornasse in Colombia per motivi ereditari. E così è tornata qui. Ha litigato con la madre ed ha iniziato a lavorare in Ecomoda. Mi ha detto di non avere un buon rapporto con la madre, meglio con il padre. Ha tre fratelli per parte di padre e un fratello e una sorella per parte di madre. Ho capito da solo che la sua cosiddetta freddezza deriva dall’essere stata considerata per tanto tempo come un pacco postale. E che la sua disillusione dipenda dal rapporto tra i suoi genitori, quindi non prende impegni se non può mantenerli!
Sembriamo essere due mondi completamente diversi ma in realtà siamo più simili di quanto non possa sembrare. In realtà, lei è anche molto dolce. E’ una donna che nella vita ha dovuto fare affidamento solo su se stessa e sembra che questo l’abbia indurita. Ma non è affatto così. È restia ad aprirsi con gli altri per non restare delusa. In un certo senso mi ricorda Betty quando eravamo molto giovani. Nessuno ci voleva per la nostra bruttezza e noi ci fidavamo solo di noi due. Ma conoscendola bene è piena di calore. E mi ha capito. Incredibilmente per me, non è stato difficile aprirmi con lei. Per una volta nella vita nessuno mi stava usando per il mio denaro, né per chi sono o per quello che rappresento. Solo per quello che sono.

***

Arriviamo puntuali alle venti e trenta a casa di Betty e Armando. I bambini mi saltano addosso non appena mi vedono!
“Zio Nicolas, zio Nicolas” urla Roberto attaccandosi alle mie gambe.
“Ciao zio” mi dice Camila dandomi un bacio sulla guancia.
“Roberto…” gli dico “se non ti stacchi non ti faccio vedere cosa ti ho portato!” gli dico.
Il bambino immediatamente si stacca dalle mie gambe e io gli porgo un pacco di costruzioni magnetiche! Mentre invece a Cami, su iniziativa di Luz, abbiamo portato una coppia di scalda muscoli appena usciti dalla produzione. Disegnati da lei ovviamente!
Vedo un ragazzino che si avvicina ad Armando. “Nicolas, ti ricordi di mio nipote Dodo? L’hai conosciuto a Miami per il compleanno di mio padre!” dice Armando.
“Si, mi ricordo di lui” gli dico “anche se non abbiamo avuto modo di presentarci o di conoscerci  meglio!”
“Piacere Armando Montero Mendoza detto Dodo, per non confondermi con mio zio” mi dice porgendoci la mano.
“Piacere mio, Nicolas Mora, economista e direttore generale dell’ Ecomoda!” gli dico scherzando “e lei è la mia fidanzata Luz Costa.”
“Zio Nicolas ma ti sei fidanzato?” mi chiede Roberto.
Betty sopraggiunge in quel momento.
“Bambini, è meglio che ci sediamo in salotto perché dobbiamo parlarvi!”
“Mammaa… “interviene Camila verso Betty “Io non sono più una bambina.”
Io e Luz, che sta sorridendo da quando siamo arrivati, ci sediamo vicini sul sofà.
“Allora” inizio io “la mamma” indico Betty  “ci ha invitato a cena perché vorrei dirvi una cosa e sapere cosa ne pensate! Ho chiesto a Luz di sposarmi e lei ha accettato!”
“Ma allora” ci chiede Roberto “se lei si sposa con te, diventa mia zia?”
Io guardo Luz, è una decisione che deve prendere lei. Non posso rispondere per lei. Roberto non è per davvero mio nipote ma è come se lo fosse.
“Roberto…” interviene lei “ Si. Quando sposerò Nicolas, sarò una specie di zia per te, se tu vuoi!”
“Certo che voglio!!” le dice il bambino. Anche se non la conosce affatto si butta tra le sue braccia, poi si stacca e inizia ad aprire il suo gioco cantando ‘Zio Nicolas si sposa, zio Nicolas si sposa.’
Bene, il primo step è stato superato. Andiamo a cena e tutto sembra andare per il meglio. Betty è molto amichevole con Luz. Anche Armando non è da meno. Non lo vedo da dieci giorni. Per un tacito accordo non parliamo di Mario e Camila. So che è furioso con entrambi.
Dodo è molto incuriosito da me, noto, da una serie di domande che mi fa sull’economia. Penso che gli interessi l’argomento ma oltre questo non andiamo.
Sono stupito di vedere quanto sia cresciuta Aurora. Tra un mese compie un anno. È la fotocopia di Armando.
“Betty” dico guardando la bambina “ Aurora è la fotocopia di Armando, Roberto è la fotocopia di Armando, solo Cami ti assomiglia!! Sei circondata da piccoli Mendoza!”
“Lo so Nicolas! E hanno tutti lo stesso carattere irascibile del padre…” mi dice Betty, poi si rivolge a Luz e le dice “Nicolas ti ha mai raccontato della volta in cui …. Non posso raccontartela davanti ai bambini!!”

 
Quando restiamo soli, perché i bambini sono andati a letto, possiamo parlare liberamente.
“Allora Nicolas” mi dice Armando “Betty mi ha raccontato della vostra discussione di oggi. Come sai, io non amo fare tanti giri di parole …! Betty è solo gelosa di te. Ha paura di perdere il suo amico, che qualcuno glielo porti via, che ci sia qualcuno nella tua vita che possa allontanarlo da lei!”
“Armando!!” gli dice lei. “Come puoi dire una cosa del genere?”
“E’ la verità!” le risponde lui. “Finalmente puoi capire come mi sento io rispetto a lui” dice indicando me. Non posso crederci. Stanno litigando per me???
“Ragazzi” provo a intervenire io “non pensate di esagerare?”
“Non sto esagerando!” dice Armando “Voglio solo che la qui presente tua fidanzata, sia consapevole che tu e Betty siete indivisibili. E nemmeno io posso farci niente!”
Si rivolge a Luz e le  dice “Quindi Luz non prendertela se entrando in una stanza li trovi abbracciati, o che parlano fitto fitto, oppure se si difendono a spada tratta contro tutto e tutti! Devi solo accettarlo!”
“Lo so” risponde lei “li ho già beccati, non temere! Penso sia bellissimo il loro rapporto!” aggiunge.
Ci sediamo di nuovo sul sofà con un liquore.
“Sapete” dice Luz rivolta ad Armando e Betty  “ero terrorizzata dall’idea di venire qui, perché so che siete delle persone importantissime nella vita di Nicolas, soprattutto tu Betty. Io ho cinque fratelli, ma con nessuno di loro ho il rapporto che hanno loro due. Io, un po’ li invidio. Nella mia vita non ho mai avuto un amico su cui poter contare incondizionatamente. Però so benissimo che sono solo grandi amici. So bene che io sembrerò un’usurpatrice, ma non voglio toglierti niente Betty” le dice. “Io lo amo e voglio solo stargli accanto, non voglio togliere niente, semmai, voglio solo aggiungere qualcosa alla sua vita e spero che tu non ti opponga.”
WooooW che ammissione da parte di Luz. Non me l’aspettavo nemmeno io.
“Hai già detto tutto quello che avevo bisogno di sapere” le dice Betty. Le va incontro e la abbraccia “Benvenuta nella nostra famiglia” le dice. “E non dare retta a mio marito. Lui è sempre stato geloso di Nicolas …” dice rivolgendosi ad Armando e facendogli una linguaccia. Poi viene verso di me, mi abbraccia e mi dice “Ti auguro di essere felice, nessuno lo merita più di te!”
Anche Armando ci fa gli auguri e a dispetto delle sue parole so benissimo che nonostante i nostri iniziali dissapori, anche lui è un vero grande amico per me!

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Capitolo 3
*** Mario ***


 Un mese dopo …

Sono alla finestra del mio ufficio in Ecomoda. Tutti, ma proprio tutti sono arrabbiati con me per il fatto che io abbia una storia con Camila. Sembra che questa volta io l’abbia fatta proprio grossa.
La cosa peggiore è stata la lite con Armando al ritorno dal suo viaggio da Seattle.
E’ entrato nel mio ufficio e senza tanti giri di parole, mi ha preso per la cravatta. Proprio come aveva fatto quando ho letto il diario di Betty. Pensavo che mi prendesse a pugni. Invece no, non l’ha fatto.
So che lui è dilaniato in questa situazione, molto peggio di me. In fondo, io, ancora una volta ho fatto quello che faccio sempre. Ho tradito tutti. Anche Sandra. Con lei, stavo cercando di costruire un rapporto più adulto serio, diverso, ma proprio non ce la faccio.
Mi sono ritrovato di davanti Camila, così sexy, così provocante. Eppure la conosco da una vita.
Un giorno, dopo un pranzo di lavoro, mentre eravamo un po’ brilli, abbiamo iniziato a baciarci e non ci siamo fermati. Ancora adesso non riesco a fare a meno di lei e non ne conosco il motivo. L’unica cosa che mi fa rimordere la coscienza è il COME suo figlio sia venuto a conoscenza della nostra relazione.
La sua reazione mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quando io ho scoperto mio padre con la sua segretaria.
Non conviene mai entrare negli uffici dei propri genitori senza bussare prima! Non sai mai cosa può succedere! E’ una dura lezione da imparare. Tranne che nell’ufficio di Betty o di Armando. In quel caso non puoi che trovare loro due, che però sono sposati l’uno con l’altro, quindi lo shock sarebbe minore.
Non posso dire che mio padre fosse una cattiva persona, non mi ha mai fatto mancare niente. L’unica cosa che faceva di sbagliato era che passava da una donna all’altra con estrema facilità, così come faccio io. Ma non in maniera tragica, quasi divertita. Mi ha sempre detto che resistere ad una donna è la cosa più difficile che ci sia.

Quando ero molto giovane, credevo che la fedeltà fosse un obbligo, ma non solo la fedeltà coniugale, la fedeltà tra due persone, tra due amici, la lealtà insomma. Invece, col tempo ho imparato che non è così. Di mia madre posso dire che amava mio padre. Ma non si è di certo strappata i capelli per le continue scappatelle di lui. Le ha sempre considerate come un male necessario per il suo matrimonio.
Eppure da giovane, quando avevo l’età di Dodo, prima di scoprire che mio padre tradiva mia madre e che lo faceva da anni, ero convinto che marito e moglie dovevano essere fedeli l’uno all’altro.
Armando dice che sono un buon osservatore. E so che osservando me stesso, sono diventato così per evitare di restare strozzato nell’incredulità di quello che  vedevo. Mio padre che cambiava donna alla velocità con cui certa gente cambia il bicchiere e mia madre che mandava avanti un matrimonio di facciata, alzando le spalle per le scappatelle del marito. Beninteso non mi hanno fatto mai mancare niente.
E ora io sono un replicante di mio padre. Cambio donna alla sua stessa velocità.
Per un lungo periodo, l’unica persona a cui sono rimasto fedele è stato Armando. Il mio migliore amico. So che l’ho messo ‘di nuovo’ nei casini.
La prima volta, l’ho fatto scrivendo quella dannata lettera di istruzioni per Betty! Ovviamente solo una mente ormai distorta come la mia, poteva immaginare tradimenti ovunque. Anche dove non c’erano. Ma col senno di poi, anche se è vero, sono successi un sacco di casini a causa mia, se non l’vessi fatto, chissà ora dove sarebbe Armando. Con chi sarebbe sposato.
Certo, ho perso un compagno di divertimenti, e che compagno!! Ragazzi che serate che abbiamo passato insieme!
Quando lui si è fidanzato con Marcela ho tirato un sospiro di sollievo, perché sapevo che niente sarebbe cambiato. Ma quando è apparsa Betty, mio dio, anche se sono stato io a spingerlo a corteggiarla, non potevo mai immaginare che lui potesse innamorarsene. Tra l’altro era bruttissima. Inguardabile. Lontana anni luce da qualsiasi canone estetico decente. Eppure lui ha perso la testa. IO capisco perché l’ha fatto. Anche se non l’ho mai detto a nessuno, in lei rivedevo me stesso da giovane. Lei ha sempre avuto quel sano stupore che ti fa vedere la vita con fiducia. Quell’idea profonda che può sempre succederti qualcosa di bello nella vita. Io l’ho perso del tutto, lei no. Ero fin troppo consapevole che una qualità simile non può che intrigare un uomo con un briciolo di intelligenza.

Quanto sono stato stronzo!! Quanto!!! Ho cercato in tutti i modi di evitare che Armando si innamorasse di Betty. Sapevo che lei l’avrebbe allontanato da me. E così è stato per molto tempo. Certo è vero che all’epoca non volevo perdere il mio patrimonio, ma più di tutto non volevo perdere il mio amico. Continuo ancora adesso a prenderlo in giro per aver sposato Betty, facendo leva sul fatto che lei fosse brutta, eppure in realtà lo ammiro. È riuscito a diventare quello che io una volta sognavo di essere. Quando credevo nelle favole. E temo che sebbene lei mi odi profondamente, perché io mi sono davvero comportato male nei suoi confronti, io stimi Beatriz. Perché non ha mai fatto soffrire Armando. Anzi l’ha reso un uomo felice. Ecco io, in teoria, credo che tutte le donne dovrebbero essere come Beatriz, tutte le mogli almeno e tutte le madri. Dovrebbero difendere la propria famiglia. Il territorio insomma. Per questo, quando il mio amico ha avuto la crisi con Betty, per tre stupidi baci a Daniele Valencia, l’ho spinto a vedere le cose dalla giusta prospettiva.
Io ormai, non so vivere che così, ma non sopporterei che toccasse a lui la mia stessa sorte. Sebbene, per proteggere il mio orgoglio, molto spesso dica il contrario.
La nostra discussione al suo ritorno è stata memorabile. Dopo avermi preso per il bavero della giacca, mi ha lasciato andare. Forse perché io, tra l’altro, avevo un occhio nero e un labbro spaccato da Alberto.
“Dannazione Calderon!” mi ha detto lui. “Come diavolo hai fatto a metterti in questo casino?” mi ha chiesto.
Incredibilmente io ero quasi senza parole.
“Armando” ho provato a dirgli “ … è successo!”
“Cosa vuol dire è successo???!!”
“Armando … obiettivamente, dico tu l’hai vista Camila, che corpo, che spirito…!”
“E’ mia sorella!!!” mi ha interrotto lui.
Già, meglio evitare commenti del genere.
“Lo so … ma io mi sono sentito attratto da lei… all’inizio di tutto, eravamo ubriachi...”
“Che cosa significa all’inizio di tutto?” mi ha chiesto Armando. “Da quanto va avanti questa storia?”
“E’ iniziata venti giorni fa!” ho confessato.
“Che cosaaa??? Dannazione Calderon!!” mi ha detto Armando.
“Dannazione, dannazione. Eravamo ubriachi, dopo aver pranzato con dei clienti. Siamo tornati qui… l’ufficio era vuoto perché erano ancor tutti a pranzo… ed è successo” gli ho detto.
“Santo Cielo! Non posso crederci!! Non posso” mi ha detto. “E dopo, quante altre volte è successo?”
“Alcune volte” gli ho detto.
“Cosa significa alcune volte?” mi ha chiesto lui.
“Armando vuoi davvero sapere quante vote io abbia fatto sesso con tua sorella?”ho detto io.
“No, in effetti no. Non voglio saperlo!”mi ha riposto.
“Appunto!”ho ribadito io.
“Accidenti a te Calderon! Mi hai messo in un casino DI NUOVO! Mio nipote vive a casa mia, perché non vuole vivere con sua madre, considera suo padre uno sfigato ed io non so come fargli capire che non è così. Betty vuole ucciderti. Stava giusto adesso iniziando a perdonarti per la storia del diario. E in più c’è Sandra! Sai benissimo che è una sua carissima amica. Per non parlare di Camila. I miei genitori vogliono la tua testa. E Alberto? Lo vedo praticamente ogni giorno. In questo momento l’unico amico che hai è mio figlio Roberto! Perché ancora non capisce. Hai generato una situazione insostenibile. Devo chiedertelo. Devi interrompere la tua storia con Camila, altrimenti ti faccio nero anche l’altro occhio” mi ha detto.
“Sai che non dipende solo da me” gli ho risposto “E poi sinceramente non so se voglio!”
“Cosa significa questo?” mi ha chiesto il mio migliore amico.
“Significa che tua sorella mi piace e sto bene con lei!”gli ho detto.
“Calderon … mia sorella è sposata da quasi sedici anni, ha tre figli! E tu avevi una storia con Sandra prima di questa cosa!”
“Storia … non si può definire storia … ci vedevamo! E tua sorella mi ha detto che non ama più suo marito.”
“E’ evidente che non sa quello che dice. Sai bene anche tu che ha fatto fuoco e fiamme per poter sposare Alberto. È stata sette anni in esilio…”
“Armando” l’ho interrotto io “per quanto a te piace pensarlo, non tutti i matrimoni sono come il tuo e di Betty. Non sempre gli sposi sono eternamente fedeli l’uno all’altra e disposti a passare nelle fiamme dell’inferno per stare assieme” gli ho detto. “Alcune volte le storie semplicemente finiscono.”
“Io non credo che il matrimonio di mia sorella sia finito” mi ha detto.
“Ma lei pensa di si!” ho ribattuto io.
“Calderon davvero, ipotizziamo che davvero il matrimonio di mia sorella sia finito … pensi seriamente che lei dopo sedici anni di matrimonio e avendo tre figli, sia disposta a vivere una vita con te, ad avere una storia che non sia solo di divertimento? Davvero vuoi essere solo il suo giocattolino? E quanto tempo passerà prima che tu ti stanchi di lei e te ne trovi un’altra?” mi ha chiesto.
“Tua sorella mi piace davvero. Non è come le altre. È una donna!” ho detto io.
“Perché le altre cosa sono?”mi ha chiesto.
“Sai bene cosa voglio dire! È bella, spiritosa, ironica, vitale…”
“Sposata!” ha aggiunto lui.
“Armando, io capisco che tu sia in mezzo. In una situazione terribile. Ma al momento non penso di volere o potere farci niente.”

***

Naturalmente quando Dodo e Alberto ci hanno scoperto in ufficio, tutta l’azienda è venuta a sapere dell’accaduto. Cioè anche Sandra. Ed io non ho potuto negare che per un periodo di pochi giorni ho continuato a vedere sia Sandra che Camila.
Camila si è fatta una risata. Sandra è andata su tutte le furie.
Affrontare Sandra è stata una delle cose più difficili da fare nella mia vita. La nostra storia va avanti da un sacco di tempo. Dieci anni circa. Ci siamo presi, lasciati e ripresi innumerevoli volte. Innumerevoli volte l’ho tradita. Innumerevoli volte lei se l’è presa ma mi ha sempre perdonato. Solo che adesso è proprio diverso perché l’ho messa in ridicolo davanti a tutta l’azienda. Per lei, la nostra storia è proprio finita. Per me invece … non so ho l’amaro in bocca anche solo a pensare alla nostra discussione.
E’ entrata nel mio ufficio quando tutti erano usciti ed io avevo una busta di ghiaccio sull’occhio. Lei non era a Seattle. Era  a Bogotà. I suoi occhi erano gonfissimi. Si vedeva lontano un miglio che aveva pianto.
“Mario” mi ha detto “sarebbe stato bello credere che non sarebbe finita così … ma tu sei tu e da parte mia credere che tu possa essere un altro è stato un errore. Nessuno mi ha fatto soffrire come mi hai fatto soffrire tu. Lasciami dire che non hai dignità. Io sono la tua segretaria e continuerò a lavorare per te ma non voglio avere rapporti che siano diversi da quelli di lavoro!”
Mi ha consegnato le chiavi di casa mia ed è uscita dall’ufficio.

 

*** 

Sempre un mese dopo cioè due mesi dopo la conversazione con Sandra…
Dopo aver rimuginato sufficientemente nel mio ufficio, vado in quello di Nicolas Mora che è in fibrillazione all’idea del suo matrimonio con Luz Costa.
Insomma qui l’unico disgraziato sono io!
E ogni tanto devo pure lavorare. Nicolas mi informa che stamattina Sandra non è venuta al lavoro. È rimasta a casa. Chissà perché penso.
In questi ultimi due mesi, devo dire che ha avuto un comportamento ineccepibile. Si è sempre comportata in maniera corretta al punto di stupirmi. Mai una recriminazione, né contro di me, né contro Camila. Credo che Betty c’entri molto in questa scelta. Comunque, voglio sapere cosa le succede. Insomma anche se non stiamo più insieme, sempre che questa definizione si sia mai potuta applicare a noi due, sapere che sta male, mi da fastidio.
Noto che le altre segretarie non sono ai loro posti di lavoro. Quindi immagino che siano in bagno. Vado a spiarle di nascosto. In effetti sono impegnate in uno dei loro 911.
“Mariana … ma sei sicura di quello che dici?” le chiede Annamaria
“Si! Credimi. Me l’ha detto lei. Non è venuta perché sospetta di essere incinta e stamattina vuole andare dal medico.”
Che cosaaaaaaa?! Sandra è incinta? Non può essere sono stato attento.
“Quindi non sa di chi è?” chiede Inesita.
Come non sa di chi è? C’è qualcosa che non torna!
“Lo sappiamo no!” dice Berta “Il mese scorso ha incontrato quell’Adam con cui è uscita un paio di volte.  Forse è successo qualcosa con lui di cui non sappiamo niente.”
Chi è Adam? E perché Sandra esce con questo tizio?
“Dovremmo informare Betty? Non pensate?” dice Sofia.
“No, non possiamo farlo, non ancora. Prima dobbiamo essere certe che Sandra sia incinta e capire di chi è il bambino se c’è” dice Mariana.
“Dirlo a Betty, significa dirlo ad Armando che lo dice al disgraziato di Calderon!” dice Annamaria.
“Certo che se il bambino è di Calderon le cose si complicano!!” afferma Berta.
Devo uscire da qui, devo uscire da qui.
Non posso dire niente a nessuno. Non posso dirlo ad Armando. Coglierebbe la palla al balzo per dirlo a Camila. Non posso dirlo a nessuno. Camila non so come reagirebbe. Devo capire prima di tutto se è vero. Devo parlare con Sandra ma come hanno detto quelle della banda, nemmeno lei sa se è vero. Inoltre chi è questo Adam? Dove l’ha conosciuto e cosa vuole da lei??
Ho deciso questa sera vado da lei, inventerò una scusa con Camila e andrò a vedere se Sandra aspetta o no mio figlio.

 

***

 

Sono sotto casa di Sandra. Faccio per scendere dall’auto ma vedo che un uomo alto e distinto la sta aspettando con un enorme fascio di rose rosse.
Ora, certamente la cosa mi disturba. Sandra non è affatto quella che era prima. Ha tolto gli occhiali, si è tagliata i capelli a caschetto e con l’aiuto di Stefan Castro ha imparato a valorizzarsi di più. Insomma è uno schianto. Ha un corpo da mille e una notte. Motivo per il quale avevo iniziato a prenderla più sul serio.
La vedo uscire dal suo portone e salutare calorosamente quell’uomo.  
Sarà il famigerato Adam.
Li seguo con la macchina. Oddio mi sento Armando quando seguiva Betty dovunque lei andasse. Ma qui la posta in gioco è altissima. Arrivo nel locale dove ceneranno i due piccioncini. Prenoto un tavolo abbastanza distante per non farmi vedere ma io li vedo benissimo. Hanno confidenza. Insomma devo sapere se lei aspetta mio figlio. E se lei aspetta un bambino che non è mio figlio, ma figlio di quest’uomo qui? Tutto risolto no? E invece no, se il bambino che aspetta non è mio figlio, come ha potuto tradirmi così? In nemmeno due mesi? Ma appunto se questo tizio lo conosce da quanto un mese? A meno che non abbiano avuto rapporti subito, di quanto mai può essere incinta? Due settimane? E come se ne sarebbe potuta accorgere. No è lapalissiano. Se è incinta, è mio figlio. Bevo il mio whisky tutto d’un sorso e ne ordino un altro. Come vorrei che ci fosse Armando qui con me.
Al quinto whisky, ormai quasi sbronzo, prendo il coraggio a due mani e mi presento davanti il loro tavolo.
“Buonasera Sandra!” le dico.
“Mario, cosa ci fai qui?” mi chiede lei.
“Cosa fai, non mi presenti al tuo accompagnatore. Lo faccio da solo. Piacere Mario Calderon!”
“Piacere Adam Carter!” mi risponde lui.
“Americano?” chiedo io.
“Si” mi risponde lui.
“E cosa ci fa in Colombia?” continuo
“Mario, non credo che siano affari tuoi!” interviene Sandra
“L’importante è che altri affari non siano miei” le dico. La vedo sbiancare.
Sicuramente non immaginava che io potessi sapere.
“Avete bisogno di parlare?” chiede Adam.
“Si”dico io
“NO” dice lei contemporaneamente a me!
“NO. Adam, io e Mario non dobbiamo parlare di nulla. Anzi pregherei il dottor Calderon di andare via!” dice lei
“E invece, io voglio sapere se sto per diventare padre!” dico. Ormai sono quasi ubriaco. I miei freni inibitori sono più che andati.
“Sandra, sei incinta?” chiede stupefatto lui.
“Si” confessa lei.
 Vedo quest’uomo agitarsi. Vuoi vedere che può essere il padre anche lui?
“Non posso credere che mi stai facendo questo” mi dice. “Oltre a tutto quello che mi hai fatto!!”
“Insomma” dice Adam. “Parla Sandra!”
“Sono incinta di dieci settimane” ammette lei.
“Dieci settimane?” domanda Adam. “Ma noi nemmeno ci conoscevamo dieci settimane fa!” dice sconsolato. “E’ suo figlio?” le chiede.
“Purtroppo sì” ammette lei.
“Cosa significa purtroppo?” chiedo io.
“Avrei tanto voluto che fosse Adam il padre del bambino. E non tu. TU sei un disgraziato! Lui è una brava persona!” mi dice tutto d’un fiato con gli occhi pieni di lacrime.
“Sandra” le dice Adam “anche a me sarebbe tanto piaciuto essere il padre di tuo figlio, sei una così bella persona!!” Si rivolge a me. “Vi lascio soli. Immagino dobbiate parlare. Ma per favore si assicuri che arrivi sana e salva a casa.”
“Non c’è nemmeno bisogno di dirlo” gli rispondo. ‘Idiota’ penso tra me e me.
“Adam” lo richiama lei “grazie di tutto. Vorrei che continuassimo a frequentarci, come amici se non altro.”
“Ci sentiamo Sandra!” le dice lui.
Quando restiamo soli io e lei, mi siedo al suo tavolo. Non posso crederci. Sarò padre! La guardo. La vedo piangere e non capisco perché il suo pianto mi ferisca in un modo che non pensavo… 
“Sandra …” le chiedo “come è possibile che tu sia incinta di dieci settimane? Non te ne sei accorta?”
“Mario” mi dice lei “secondo te l’ho fatto apposta? Secondo te io muoio dalla voglia di avere tuo figlio mentre tu ti fai un’altra?? Ho avuto delle perdite che ho pensato fossero ciclo e poi niente. Perciò mi sono allarmata.”
“Cosa significa delle perdite?” domando agitato. Non sono più nemmeno ubriaco.
“Stai tranquillo, è tutto normale!” mi dice. “Il medico dice che può succedere, ma il bambino sta bene. Ho sentito il cuore oggi!”
“E sei incinta di mio figlio, ed esci con quello?” le chiedo. Non so perché ma mi sto agitando.
“Non sono cose che ti riguardino!” mi risponde.
“Mi riguardano eccome invece.” E dovrà capirlo pure lei.

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Capitolo 4
*** Camila ***


Due mesi e mezzo prima…

Il problema è che ho ascoltato una telefonata e non dovevo. Tra Alberto e una certa Abigail. Mai sentita prima e il mio caro marito non me ne ha mai parlato. Naturalmente sono riuscita a sentire ciò che diceva lui e non quello che diceva  lei perché stavano parlando al telefonino, ma mi è bastato per far saltare tutto. Io ero dietro la porta socchiusa.
Mio marito, le stava dicendo ‘Abigail, si la lascerò. No, ormai ho deciso. Non posso più stare lì. No Camila non lo sa. Dovrò dirglielo. Sono sicuro che la prenderà male. Non posso non dirle una cosa del genere. È un tradimento. È un tradimento comunque, ma non ho potuto fare a meno di fare così. Abi, stai tranquilla, sarò io a dirti quando potrai venire. No, ti ho detto che DEVO lasciarla. Ormai è una sofferenza e basta. Sono in un’altra fase della mia vita.’
Mi sono poi allontanata. Già cogliere il proprio marito in flagrante non richiede di un’ immediata conoscenza di tutti i dettagli. Non posso credere che mio marito abbia un’amante. Una donna con cui mi tradisce e per la quale mi lascerà. Non posso proprio crederci. Eppure ho sentito le parole tradimento e lasciare nella stessa frase. Ormai lui è in un’altra fase della sua vita, io non servo più.  Abbiamo passato tanti anni felici insieme, almeno così mi sembra. Non ho creduto che il nostro matrimonio fosse in crisi! Invece lui ha un’amante!! Dannazione ha un’amante!!!

Da mio marito non me l’aspettavo affatto! Mio marito! Chi non lo conosce, per quanto è bello, quando lo vede, immagina subito che lui abbia una vita movimentata e fatta di feste e donne a go go. Invece, finora, almeno per come io l’ho conosciuto è totalmente l’opposto. Mio marito, è alto un metro e ottantacinque, ha un volto meraviglioso, i capelli ormai brizzolati, e due occhi verdi che quando mi hanno guardato per la prima volta mi hanno letteralmente sciolto le ginocchia. E adesso è diventato un fedifrago.
Più di sedici anni fa avrei dovuto sposare Daniele Valencia, ma poi al Club, ho incontrato Alberto e ci siamo innamorati alla follia. Non siamo riusciti a lasciarci. Lui sapeva dall’inizio che io ero destinata a sposare Daniele e da semplice cameriere quale era, non riusciva ad accettare di non potermi garantire uno stile di vita come quello di cui avevo goduto nelle mia vita fino a quel momento. Ha provato a lasciarmi, ma io non ho voluto. Ho litigato a morte con i miei genitori, soprattutto con mia madre. Non ci siamo parlati per sette anni, nonostante io avessi sposato Alberto e ci avessi fatto tre figli. Solo alla nascita di Juan i miei genitori hanno mollato la presa. Però ahimè, per lungo tempo Alberto è rimasto ‘il poveraccio’. Colui che non aveva il denaro. Solo con il matrimonio tra Armando e Betty, i miei familiari sono tornati sulla terra e hanno iniziato a considerare che essere ricchi non era la precondizione necessaria affinché i loro figli potessero essere felici. Ma io sono sempre stata la pecora nera. Di conseguenza non ho perdonato immediatamente mia mamma.

I primi cinque anni del mio matrimonio sono stati durissimi. I più duri della mia vita. Alberto aveva ragione sul mio stile di vita. Mi sono totalmente staccata dalla mia famiglia, dalla mia vita come l’avevo conosciuta fino a quel momento. Siamo stati esiliati in Svizzera. Io e Alberto ci siamo sposati subito, lui ha trovato lavoro e si è scritto all’università. Era il suo sogno, studiare marketing. Io lavoravo nella sede dell’Ecomoda ma sono rimasta incinta quasi subito. L’unico contatto che avevo era mio fratello Armando, l’unico che non mi ha mai abbandonato.  Dopo la nascita del nostro primo figlio, facevamo i salti mortali. Alberto lavorava di pomeriggio e di sera e di giorno studiava. Io lavoravo di giorno e di pomeriggio stavo col bambino. Insomma i nostri tempi non coincidevano mai, però avevamo la consapevolezza che quei sacrifici erano necessari per la nostra vita insieme. Per fortuna, lui aveva chiaro quello che faceva ed è riuscito a laurearsi in tempo, in concomitanza della nascita della nostra seconda figlia, Isabel.

Per fortuna in seguito, la nostra condizione economica è migliorata. Alberto, con alcuni soci, ha deciso di realizzare il sogno della sua vita, aprire ed amministrare una catena internazionale di ristoranti dove si mangiavano solo cose di ottima qualità. I suoi genitori erano ristoratori. Lui ha imparato a cucinare, ma non ha mai amato farlo. Gli è sempre piaciuto guardare all’aspetto manageriale della cosa. Ed infatti hanno avuto subito un successo strepitoso. Sono riusciti a ripagare  velocemente i debiti che avevano fatto per avviare l’attività e col tempo hanno aperto ristoranti dovunque. La società che ha aperto all’epoca e che ancora esiste si chiama CAM2, C per Camila, A per Alberto, M2 per  Mendoza – Montero.
E adesso invece, il mio affascinantissimo marito sta mandando tutto a puttane.
Non posso crederci. Non voglio crederci. Non riesco a crederci.

*** 

Il giorno in cui Mario e Camila vengono scoperti…

Ho combinato un disastro! Di solito questa frase la dice mio fratello, ma oggi sono io ad aver combinato un disastro. Ho ferito in maniera forse irrimediabile mio figlio Dodo. Dio che vergogna quando mi ha trovato con Mario, completamente sdraiati sul tavolo. Non posso credere che sia successo. Ma non posso credere nemmeno che sto tradendo mio marito da ormai venti giorni. Non appena ho sentito che lui aveva una relazione con quell’Abigail lì, invece di incavolarmi e fare disastri ho deciso di non fare niente e di trovare il momento giusto per fare una scenata e dire ad Alberto che sapevo tutto. In realtà aspettavo che fosse lui a lasciarmi. Doveva dirmi tutto no? E invece da vigliacco qual è non mi ha ancora detto niente.
Ora sono qui, nel mio ufficio. Lo sto aspettando. Non appena mi ha visto con Mario, l’ha immediatamente preso a pugni. Dodo mi ha rivolto uno sguardo che non dimenticherò mai nella vita.
Lui, l’ha preso di forza e lo ha accompagnato da Armando, ma mio fratello e Betty non ci sono. Sono a Seattle.
E’ successo che io e Mario, un giorno di ritorno da un pranzo di lavoro, eravamo un pochino ubriachi. L’azienda era vuota. Scherzando lui ha iniziato a dirmi che ero bellissima, affascinante, sexy e invece di fermarlo io l’ho baciato. Non siamo stati più in grado di smettere. Ed abbiamo fatto sesso. Abbiamo iniziato questa relazione clandestina da venti giorni più o meno… io non me ne pento. Potrò buttarla in faccia ad Alberto quando verrà a parlarmi. Gli dirò che adesso siamo pari!
So bene che tutti considerano Mario un donnaiolo, ma è proprio quello di cui avevo bisogno! A parte che vorrei vedere quale coppia dopo quasi sedici anni di matrimonio non abbia qualche problema sessuale, con Mario ho riscoperto la mia parte selvaggia. Quella che ho cercato di dominare durante tutti gli anni del mio matrimonio, perché pensavo che fosse una cosa che riguardava la mia prima gioventù.

L’arrivo di Alberto mi distoglie dai miei pensieri. Ha un labbro spaccato.
“Dov’è Dodo?” gli chiedo.
“Da tuo fratello. Con i genitori di Betty!”mi risponde freddo. “Ti rendi conto che l’hai traumatizzato a vita?”
“Certo!” mi inalbero io “perché non sono stata prudente come te nel non farmi beccare mentre tradisco mia moglie!!” gli dico non riuscendo a trattenermi. “Magari, se avesse beccato te con la tua cara Abigail, saresti stato tu a dover portare questo peso sulle spalle!”
“Cosaaa?” mi dice lui.
“Non fare il finto tonto. So tutto della tua tresca con quella donna. Perché credi che ti abbia tradito!?”gli urlo.
“Camila, tu sei completamente pazza!” mi urla lui di rimando. Non l’ho mai visto così alterato. MAI. Mi sembra di non conoscerlo.
“Io? Tu! Sei stato tu a buttarmi nelle braccia di Mario Calderon e adesso vuoi negare. So tutto. So tutto. Hai capito!?” gli grido io.
Urliamo così forte che ci staranno sentendo tutti ma non importa. È arrivato il momento di chiarire!
“E quindi tu fai sesso col primo che passa, sulla scrivania del tuo ufficio per vendicarti di me?” mi chiede. “Da quanto va avanti questa storia?”
“E la tua storia da quanto va avanti, con Abi?” controbatto io. “Non lo neghi? Non hai il coraggio di negare brutto traditore!” gli dico dandogli uno schiaffo in pieno viso.
Lo vedo che indietreggia. Si siede sul divano e si passa le mani sulla testa con un gesto che mi è molto familiare. Lo fa da sempre. Quando era più giovane, aveva i capelli lunghi, e accompagnava il gesto fino al collo, adesso invece porta i capelli molto corti e tiene le mani ferme sulla nuca. Alza lo sguardo verso di me e vedo che sembra avere gli occhi pieni di lacrime.
“Non ho nessuna relazione extra – coniugale” mi dice. “Abi, Abigail Bennet è il mio avvocato. Ha curato per me la mia uscita dalla CAM2. Ho lasciato la società perché sebbene io ne fossi uno dei fondatori principali, gli altri soci mi hanno chiesto come condizione per la mia permanenza che restassi in Svizzera. Ma tu volevi tornare qui a Bogotà e tu e la nostra famiglia siete sempre stati la mia priorità. Così, ho deciso di lasciarla. Perché mi sembrava di aver cambiato vita. Non ti ho detto niente, perché mi sembrava di farti rivivere tutto quello che abbiamo passato all’inizio del nostro matrimonio. E non volevo. Non so come sei venuta a conoscenza di Abigail, ma la verità è questa.”
Sono completamente sconvolta. Ha usato le stesse parole che ho sentito mentre era al telefono. Probabilmente mi sta dicendo la verità.
“Non ti credo” gli dico invece. “Ti ho sentito mentre parlavi con questa donna. Hai detto ‘è un tradimento, ma non posso fare a meno di fare così!’ Tu mi hai tradito con lei e adesso stai costruendo questa storia per giustificarti!” urlo. Non posso credere di aver mandato a puttane il mi matrimonio per un investimento! Perché non gli ho parlato prima di cadere tra le braccia di Mario? Perché?
“Io non ti ho mai tradita, mettitelo bene in testa! Si trattava solo di affari! Qui la traditrice sei tu!” mi accusa lui.
“E perché non me lo hai detto?” gli chiedo.
“All’inizio non ne avevo il coraggio. Avrei voluto parlartene, ma non volevo che in alcun modo tu potessi sentirti in colpa per il fatto di voler vivere a Bogotà. So già quello che hai passato per causa mia. Volevo in qualche modo restituirti quello che ti avevo tolto, tornando qui. E poi, nel frattempo qui ho fatto delle buone conoscenze e potrei fare qualche investimento niente male. Te l’avrei detto… stavo solo cercando il momento giusto!” mi dice e aggiunge “E tu, vieni a sapere di una cosa del genere e invece di parlarmene, mi tradisci?? Cosa hai in testa?”
“Avresti dovuto dirmelo!” ripeto io. “Probabilmente mi sarei arrabbiata ma niente di tutto questo sarebbe successo.”
“Non posso credere che hai una storia con un altro. Non penso che lo supererò mai. Mi hai deluso.”
“Anche tu” gli dico io. “Hai ragione. Anche tu mi hai tradito, non mi hai detto quello che ti stava succedendo. E noi ci siamo sempre detti che non ci saremmo nascosti mai niente, nemmeno le cose peggiori. E tu invece lo hai fatto.”
“Ho sbagliato lo so. Ma IO non ho una relazione con un’altra donna. Non ti ho tradita con nessuna.”
Lo vedo agitarsi. Cammina avanti e indietro e so che sta pensando a quando poco fa mi ha trovato sdraiata sulla scrivania con Mario Calderon.
“Da quanto va avanti questa tresca?” mi chiede “Voglio sapere la verità. Non mi devi mentire”
“Da quasi venti giorni” gli rispondo.
“Non posso crederci! Non voglio crederci. Mi sembra impossibile che tu abbia fatto questo! Le persone reagiscono come te al’età di quindici anni!”mi dice.
“Non riuscirai a farmi sentire in colpa” gli dico. “Hai iniziato tu con le bugie!”
“Non posso crederci” mi dice “Tu vai a letto con un altro e la colpa è delle mie bugie? Se tu mi stessi nascondendo qualcosa io cercherei di scoprire cosa, non farei delle supposizioni, né le farei diventare certezze e poi come comportamento conseguente andrei a tradirti! Come puoi averlo fatto. È un comportamento assurdo. Non so chi potrebbe averlo!”
“Io va bene?!” dico alzandomi dalla mia sedia.
So che lui ha ragione. Ma allo stesso tempo io non riesco a chiedergli perdono. È come se sentissi che quello che ho fatto è giusto. Giusto per me. Ne avevo bisogno. E da dove saltano fuori questi pensieri? Che mi sta succedendo?
“Provi qualcosa per lui?” mi chiede Alberto.
“Non lo so” rispondo sinceramente. “Attrazione”
“Va bene, per me questa discussione può chiudersi qui. Oggi non sono in grado di sopportare altro. Dodo non vuole vederti. Ha detto che resterà a casa di Betty e Armando. Io non so ancora cosa farò” ed è uscito senza farmi sapere più niente.

Due mesi dopo…
Mio figlio non mi parla. Ho ancora litigato furiosamente con  Alberto e adesso anche lui vive da Betty e Armando. È infuriato perché non ho ancora chiuso la mia relazione con Mario Calderon.
In questi due mesi, è rimasto a casa, sperando che io mettessi fine alla mia relazione extraconiugale. Sperando che io gli dicessi che volevo di nuovo la nostra famiglia.
Invece, in questi due mesi di relazione con un altro, ho capito che forse ad essere finito è il mio matrimonio. È lo è da molto tempo.
“Tu non mi ami più” mi ha detto Alberto nella nostra ultima lite. “E’ inutile che io continui a sperare che tu rinsavisca ed è inutile che tu continui a negare e sollazzarti in una doppia vita. Vado via di casa. Vado da Dodo. Ci accorderemo per quando dirlo ai bambini.”
Mio marito ha la snervante capacità di andarsene nel mezzo di una discussione e lasciarti in tredici, senza poter dire niente di niente. Va bene, anche lui vive da mio fratello.

Inutile dire che la reazione di mio fratello è stata peggiore di quella di Alberto.
“Camila, cosa ti passa per la testa!” ha tuonato di ritorno dal suo viaggio! “Con Mario poi.”
Mio fratello improvvisamente sembra indossare i panni di marito perfetto, nonostante non lo sia stato affatto, anzi era una delle persone peggiori che conoscessi. Basta vedere quello che ha fatto a Betty.
“Mario è un donnaiolo. Si stancherà anche di te!”
Nessuno capisce che io non voglio avere con Mario la storia della mia vita. Voglio solo divertirmi. Sinceramente, mi sono riappropriata della mia libertà sessuale e non voglio di nuovo sacrificarla per un uomo, mio marito o chicchessia. In questi due mesi la mia vera preoccupazione è stata per i miei figli. So bene che li ho messi nei casini. E Dodo si rifiuta di parlarmi, ma soo che prima o poi dovremo farlo. Isabel e Juan sono rimasti con me.
Mia madre, venuta a conoscenza della situazione si è fiondata a Bogotà e mi ha detto che non poteva che aspettarsi questo da me. Che io non sono solo esuberante, sono proprio impazzita. Che lo immaginava che la mia fosse solo una recita, perché non poteva essere vero che io stessi calma e serena con la mia famiglia. “Tu hai bisogno di rovinare le cose” mi ha detto. “Hai rovinato la vita di Daniele prima e ora quella di tuo marito e dei tuoi figli. La verità è che le persone come te non dovrebbero mai sposarsi!”
Insomma, l’unica persona che mi è stata vicino in questo periodo è Betty.
Ovviamente lei non approva il mio comportamento. Anche perché c’è di mezzo Sandra. Però mi è stata vicina lo stesso. Inoltre lei da una settimana circa vive con Alberto e da due mesi con mio figlio. So che sta bene attraverso di lei, ma che è ferito e non vuole vedermi. Io invece vorrei parlargli, abbracciarlo e spiegargli. Spiegargli se trovassi le parole. Dovrei dirgli che tutto è iniziato come un sbaglio, ma poi ho capito che ero in una prigione e che la mia voglia di vita, di libertà, di aria, mi impedisce di tornare a richiudermi dentro. Sto ammettendo a me stessa che percepisco la mia famiglia come una prigione. Eppure darei la vita per i miei figli. Sono la cosa più importante che ho. Quindi la mia prigione è Alberto. E quando lo è diventato? Quando ho smesso di essere felice con lui? Quando ho smesso di desiderarlo?
“Terra chiama Camila! Terra chiama Camila!” mi dice Betty entrando nel mio ufficio.
Passiamo la successiva ora lavorando, abbiamo una serie di riunioni a cui dovranno partecipare sia Mario che Nicolas. Da quando è venuta a conoscenza della mia storia con Mario, Betty ha ripreso ad odiarlo. Gli parla  a stento. Per lei tutti i mali del mondo sono colpa sua. Aveva da poco superato il fatto che lui fosse l’artefice di una delle peggiori cose che gli sono successe nella vita.
Per me invece Mario è semplicemente l’amante perfetto. Inutile dire che abbiamo continuato a vederci. Non riesco a mettere fine alla nostra storia.
Ora sono in ufficio con Betty e con Mario.
“Devo dirvi una cosa” esordisce lui.
“Io vado via” dice Betty “vi lascio parlare da soli”
“No, Betty. Rimanga. Quello che devo dirvi riguarda pure lei in un certo senso!”
“Mario” intervengo io “non la fare tanto lunga e sputa il rospo!”
“Sandra è incinta” dice lui.
Betty rimane sconvolta. “Coosaaa?”
“Si. L’ho scoperto ieri sera, ma lei non vuole che si sappia, quindi discrezione. Vi prego di non dirlo ad Armando. Voglio essere io a farlo.”
“Va bene” dice Betty.
“E sei tu il padre?” gli chiedo io. “Di quante settimane è?”
“E’ indubbiamente mio figlio” mi dice lui. “E’ di otto settimane. Credo che sia stato concepito due settimane prima che noi iniziassimo la nostra relazione”
“Sentite” interviene Betty “Io non voglio sapere questi dettagli, vi lascio soli.”
“No vado via io” dice Mario. Ho un appuntamento con Armando” ed esce.
“Camila… “inizia Betty.
“Non dirmi niente Betty! Non lo lascerò” le dico.
“Ma come puoi dire una cosa simile? Aspetta un figlio da un’altra!!”
Mi arrabbio. No, non può essere vero. Proprio ora che iniziavo a stare bene con lui devo rinunciarci? No, non lo farò! Non mi importa quanto posso sembrare egoista.
“Betty” le dico “tu non mi capirai mai. Anche se mi sei amica. Tu non mi capirai mai. Ho rinunciato a tutto per la mia famiglia. Pensavo di fare la ocsa giusta e invece era quella sbagliata! Ero in una prigione!”
“E per te evadere significa andare a letto con Mario?” mi chiede. “Non puoi tornare con tuo marito?... I problemi si risolvono!”
“Betty come sei ingenua! Non è tutto bianco o nero! Tu dici così perché non sei nemmeno riuscita a tradire mio fratello! E lo sai perché? Perché tu sei profondamente insicura, ti senti brutta dentro, forse sei morta dentro,pensi che nessuno ti voglia a parte mio fratello. Vivi Betty! Tu non ami il brivido. Ti sei sposata con Armando e hai deciso di difendere quella formalità anche a costo di essere infelice!Ho vissuto anche io come te, ma solo ora invece mi sento libera. Mi sento sollevata. Non voglio più nascondere le mie vere emozioni e non dovresti farlo neanche tu. Inutile portare avanti un matrimonio che si fonda su una bugia... Sulla paura di restare soli... Betty stai mentendo a te stessa. Per fortuna le donne non sono tutte come te!Molte sono vive. Vive Betty e non mentono!”.
Improvvisamente uno schiaffo mi arriva sulla guancia. È Betty che me l’ha tirato.
“Io non tradisco la mia famiglia per una semplice questione di sesso. Perché girala come vuoi, solo di questo si tratta.”

Rimango sola nel mio ufficio. Sola e stordita.

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Capitolo 5
*** Betty e Armando ***


Sono in ufficio da Armando, alla New Tech. Sono letteralmente scappata dall’Ecomoda. Noi avremmo dovuto comunque vederci per pranzo, ma dopo la mia lite con Camila non sono riuscita a stare un minuto in più lì dentro.
“Mia sorella deve essere davvero impazzita!” mi dice mio marito. “Non posso credere che ti abbia detto quelle parole!” aggiunge.
“Ti prego di credermi Armando, non me le sono inventate” gli dico.
“Cosa le passa per la testa? E poi come si è permessa?” mi dice lui.
“Lei crede che io sia una morta dentro. Che non ami il brivido. Che sono ancora sposata con te perché mi sento brutta dentro e penso che nessun uomo a parte te, possa trovarmi affascinante. E ha aggiunto che piuttosto che accettare di essere io che mi freno, perché sono insicura e ho paura che nessuno mi voglia, fingo di amarti e di portare avanti la sceneggiata del nostro matrimonio!” gli dico. “Non so se riuscirò mai a perdonarla per queste parole” aggiungo asciugandomi una lacrima.
“Betty, non tormentarti” mi dice Armando “questa volta mi sentirà! Evidentemente non sono bastate tutte le discussioni che abbiamo avuto finora. Non so cosa le stia succedendo ma è evidente che sia un’altra! Anche se è mia sorella, non posso credere che sia cambiata così senza un motivo!”
“Non lo so mostro!” gli dico io. “Non sono riuscita a stare per più di dieci minuti nello stesso edificio con lei. Non credevo che pensasse questo di me e si mostrasse mia amica invece!”
Armando viene verso di me e mi abbraccia. Io mi sciolgo in lacrime.
Non so neanche perché sto piangendo. Forse perché l’attacco di Camila era del tutto inaspettato. Stavo solo cercando di convincerla a dare una possibilità alla sua famiglia. A non rovinare tutto. Lei mi ha detto che per fortuna non tutte le donne sono come me.
“Mi ha detto che per fortuna non tutte le donne sono come me. Per fortuna esistono donne vive!” dico a lui.
“Basta Betty, non tormentarti più” mi dice mio marito. “E’ palese che abbia voluto ferirti.”
“Solo Daniele Valencia mi ha rivolto parole altrettanto terribili nella mia vita. Mi sono sentita una bugiarda. Come se tutto quello che ho vissuto finora non fosse che una menzogna!” gli dico. SO bene che solo a sentire nominare Daniele Valencia, Armando si altera. Ma spero capisca quello che voglio dire.
Sento che si inquieta. “Betty” mi chiede “Perché hai pensato che la tua vita fosse tutta una bugia? Lo sai che non lo è. La tua vita è la mia vita. E tu sai che io ti amo sinceramente.”
“Lo so” gli rispondo. “Ma tu non sai cosa si prova a sentirsi dire quelle cose, dopo che per venticinque anni della tua vita ti sei sentita una donna brutta, con l’idea di non meritare quello che hanno tutte le donne, per il solo fato di essere brutte, anche se lo desideri con tutta te stessa. Mi ha fatto sentire come se io per tutto questo tempo sia stata una bugiarda che si è appropriata della vita di un’altra. Mi ha fatto sentire come quando tu hai pestato Nicolas e Marcela Valencia è entrata nel mio studio e mi ha detto che io, una semplice comune mortale e segretaria, non mi dovevo permettere mai e poi mai di schiaffeggiare Armando Mendoza! Anche se tu lo meritavi” dico.
Armando mi asciuga le lacrime con i pollici e poi mi stringe forte a se.
“Secondo me” mi dice “dobbiamo riportare questa storia nei giusti binari. Tu non sei una bugiarda. Non sei una donna morta dentro. Al contrario. Sei viva e bellissima. E’ mia sorella che è completamente fuori di testa. A meno che tu non pensi che sia vero che ti stai accontentando di me per paura e io non voglio credere che sia così, voglio pensare che tu sia follemente innamorata di me…”
“Lo sai che sono follemente innamorata di te … per davvero” lo interrompo io.
“Appunto” continua lui “proprio per questo penso che tu possa tranquillamente andare avanti per la tua strada. Con me. Non permettere a quella sciroccata di Camila di far passare la tua vita come una bugia. Tutto quello che abbiamo ce lo siamo guadagnato a lacrime e sangue. Lo sappiamo bene, noi” mi dice.
“Hai ragione” gli dico. Lo bacio sul mento. “Grazie. Sapevo che parlare con te mi avrebbe fatto bene.”
“Mi dispiace Betty” mi dice lui.
“E perché?” gli chiedo.
“Se non fossi andato via dall’Ecomoda…” inizia.
“Non voglio più sentire queste sciocchezze. Quello che combina tua sorella non è né mia, né tua responsabilità. E’ abbastanza grande da prendersi la responsabilità delle sua azioni” gli dico io.
Lui mi bacia dolcemente sulle labbra. Non posso fare a meno di pensare che lo amo tantissimo. A dispetto di quello che dice mia cognata, io sto con lui perché lo amo.
“Mario mi ha detto che Sandra è incinta, che gran casino!”mi dice Armando.
“Tua sorella non intende lasciarlo. Dice che non vuole rinunciare alla sua ritrovata libertà e felicità. Lui cosa vuole fare?”
“Non lo sa. Non ha deciso niente. Mi ha detto solo che Sandra esce con un tizio, Adam, che poteva essere lui il padre, ma che non lo è. La cosa lo infastidisce e … punto, non sa che fare!”
“Non ho voglia di pensare a loro in questo momento” gli chiedo.  
Armando va verso la scrivania e prende la sua giacca.
“Cosa ne dici se ci prendiamo il pomeriggio libero?” mi chiede. “Tu hai da fare in ufficio? Io niente di urgente!”
“Nemmeno io. Oggi non tornerei in Ecomoda nemmeno se mi costringessero! Possiamo aspettare che i bambini escano da scuola e fare qualcosa tutti assieme!”
“Mi sembra un’ ottima idea…! Abbiamo anche il tempo per stare da soli!” mi dice lui sorridendo sornione. Dio quanto lo amo!

 

***

 

Due giorni dopo…
Siamo a casa nostra. Io, Alberto, Roberto e Dodo siamo accomodati sul mio divano per vedere la partita della nostra squadra del cuore.
La situazione è davvero assurda. Guardo Betty che sta sistemando sul tavolino davanti il divano patatine e bibite. Da due giorni la amo ancora di più di prima. Percepire che la sua fragilità non sia affatto scomparsa, nonostante tutti i passi in avanti che abbiamo fatto, mi ha spezzato il cuore. E allo stesso tempo mi ha fatto sentire vivo! Ora la guardo e so che dietro questa donna apparentemente sicura di se, ce n’è una, che è quella di cui io mi sono innamorato tanti anni fa, che è vero ho ferito,  che è ancora in cerca di cose vere, autentiche, pure, che mi fa essere un uomo migliore. Ringrazio il cielo che sia così. Anche se per farla tornare in superficie, quella stupida di mia sorella, le ha detto delle cose terribili.
Mia figlia Aurora arriva gattonando alla velocità della luce verso il tavolino. La prendo in braccio e la bacio.
“Dove vai, cucciolotta?” le chiedo.
Lei mi risponde con un sorriso e dice “Pa…pà!”
Arriva la mia primogenita. “Scusate, mi è scappata da sotto gli occhi. È terribile questa qui. So già che me ne farà vedere di tutti i colori.”
Betty sorride e mi guarda.
“Vieni qui” dice Alberto prendendomela dalle braccia. “Vieni dal tuo zio preferito” e la solleva facendola giocare e ridere.
Guardo la mia strampalata famiglia. Dunque, noi Mendoza, io, Betty e i nostri figli, non c’è dubbio che siamo assieme, poi ospitiamo mio nipote Dodo e adesso anche Alberto! Abbiamo fatto bene anni fa a compare anche l’appartamento davanti il nostro e farlo diventare una unica sola grande casa! Così c’è posto per Gina, la nostra governante che al bisogno rimane qui e ora anche per lui. Mia sorella l’ha cacciato di casa.  Non era andato via. Voleva provare a recuperare la sua famiglia, ma sua moglie non è stata dello stesso avviso. Così, la mia casa non è più la mia casa. È un circo.
Betty interviene, prende Aurora dalle braccia di mio cognato, o ex cognato non so, poi chiama Camila e con loro se ne va nella nostra camera. Prima però ci guarda e ci dice “Buona partita ragazzi, però niente urla, niente briciole e niente di rotto ok???”
“Ma ziaaaaa” dice Dodo “per chi ci hai preso! Saremo compostissimi!” le risponde.
Sono certo che faremo una terribile baraonda!
“Armando” mi dice Alberto sottovoce per non farsi sentire dai piccoli “hai una moglie favolosa. Spero che tu te ne renda conto!”
“Lo so” gli rispondo. Lo so che è davvero così.
“Se…” continua Alberto.
“Si, so anche questo, se solo l’avessi incontrata prima di me, non te la saresti lasciato scappare. Me lo dite tutti” aggiungo un po’ infastidito.
“No” mi dice Alberto ridendo. “Volevo dire … Se solo tua sorella avesse la stessa dedizione alla famiglia che ha Betty!! Per tanti anni è stato così! Cosa le sta succedendo?” chiede Alberto, un po’ a me, un po’ a se stesso.
Magari avessi una risposta!

 

***

 

“Cosa hai detto?” mi chiede Betty.
Siamo nel nostro letto. La partita è finita. Tutti dormono, tranne Alberto forse. Che però è dall’altro lato della casa.
“Ho detto: cosa ne dici se avessimo un altro figlio??” ripeto.
“Ho sentito benissimo” ribatte lei.
Capisco che è sconvolta dalla mia richiesta. L’ho presa in contropiede.
“Perché no?” le dico. “Pensaci. Stiamo bene insieme. Ci amiamo. Abbiamo una famiglia meravigliosa. Abbiamo già tre figli, che differenza può fare averne un altro??” aggiungo. Ok, la differenza la conosco anche io! Però intanto…
Betty mi guarda con intenzione.
“Vorrei capire” mi dice “da dove nasce questa richiesta? E lo so già che stiamo bene assieme e abbiamo una bella famiglia!”
“Ti guardavo in salotto e pensavo che mi piacerebbe avere un altro figlio da te. Possibilmente maschio così pareggiamo le cose!” le dico.
“Possibilmente maschio??” mi dice Betty “e se invece nascesse un’altra femmina cosa succederebbe? Dovremmo fare altri due figli possibilmente maschi per pareggiare le cose?”
“NOOO mostro! Se fosse femmina … direi solo povero Roberto … tre contro uno! Ma sarei felice lo stesso!”
“Armando sei serio?” mi chiede Betty. “La tua richiesta non dipende in alcun modo dal fatto che ti ho detto che Camila pensa che io stia con te per paura di non trovare nessun’altro?”
Mia moglie è terribile.
“Sgomberiamo il campo da dubbi” le dico io tranquillo. “Mi ha infastidito quello che ti ha detto Camila. Tantissimo. A me, così sembra che tu stia con me per pietà. Cioè che tu mi stia facendo un favore ad essere qui e non da qualche altra parte. Come ti ho già detto due giorni fa, spero, ma ne sono anche convinto che noi stiamo insieme solo perché ci amiamo. Se mia sorella non ama più Alberto, non significa che tu non devi più amare me, no? Non capisco perché un problema suo, deve essere un problema nostro. Io ti amo. Tu mi ami. Me lo hai detto tante volte e dimostrato tante volte. Mi piacerebbe avere un altro figlio. Tutto qui. Se tu non vuoi … va bene lo stesso” concludo.
La vedo sorridere. Si rifugia nelle mie braccia.
“Sono perplessa” mi dice. “Ma solo perché Aurora è molto piccola. E io non ho più le energie e la forza fisica di una volta. Abbiamo già tre figli da seguire … e noi … e l’azienda!”
“Lo so” le dico.
“Facciamo così” dice. “Lasciamo fare alla natura. Che te ne pare? Sarebbe la prima volta che programmiamo di avere un figlio. Smettiamo di prendere precauzioni. Se rimango incinta, sarà successo e ne saremo tutti felici. Se non succede, evidentemente non dovevamo avere un altro figlio. Va bene? Che te ne pare?” mi chiede.
“Me ne pare che ti amo tanto, dottoressa mostro!” le dico stringendola ancora di più e baciandola con passione. Adoro sentire il momento in cui si abbandona tra le mie braccia, solo allora mi sento il re della terra.

 

***

 

E’ mattina. Siamo già tutti attivi. Gina è già arrivata. Non saprei come fare senza di lei. Per fortuna mia mamma ha accettato di buon grado la sua presenza ed adesso viene a casa nostra solo per stare con i suoi nipoti. Con tutta la gente che stiamo ospitando, la mia privacy è praticamente inesistente, però in qualche modo è anche bello.
Mentre sorseggio il caffè penso alla richiesta di Armando che sta entrando in sala da pranzo dove è tutto apparecchiato per la colazione. Vorrebbe avere un altro figlio. La verità è che anche io lo vorrei. Mi piacerebbe tantissimo. Però non mi piace programmare! Tuttavia sarebbe bellissimo avere un altro cucciolo Mendoza per casa. Un maschietto come vuole lui.  Che sarebbe vicino d’età con Aurora e che una volta cresciuto potrebbe dare man forte a Roberto. Mi piacerebbe chiamarlo Armando. Lui ha scelto Aurora, il mio nome, io sceglierei il suo. Troppi Armando in famiglia. Potremmo chiamarlo Junior! ‘Calma Betty, calma. Neanche esiste e lo hai già fatto andare all’università!’ dico a me stessa.
Dalla reception chiamano per avvisarci che stanno salendo Camila, Isa e Juan.
Vedo Alberto agitarsi. Armando gli dice di stare calmo.
“Che bello” dice Camila sprezzante “la famiglia perfetta. Tutti insieme attorno a un tavolo per la colazione!” 
“Perché non stai zitta?” le chiede Armando. “Nessuno ti costringe a stare qui se ti da fastidio quello che siamo. Puoi andare via anche subito!”
Lei pare ammorbidirsi. “Sono venuta qui per chiedere ad Alberto di portare i ragazzi a scuola e per parlare con Betty.”
Io, ho Aurora in braccio. Le sto dando il latte. Stringo la mia bambina forte a me.
“Io non ho niente da dirti” le dico. In questi due giorni in azienda sono stata felice di ignorarla. 
“Ma io devo parlarti!” dice lei.
“Anche io devo parlare con te, Camila” sibila furente Armando.
“E così sei subito corsa dal tuo difensore?Per una semplice cosa che ti ho detto?” chiede lei.
“Cosa succede??” domanda Alberto.
“Niente” gli rispondo io. “Per favore, se ti è possibile, puoi portare tu i ragazzi a scuola?” gli chiedo.

“Dopo ti racconterò tutto” gli dico facendo infuriare Camila.
“Santa Betty protettrice della famiglia!” dice ostica Camila.
“Camila” interviene Alberto “so che da qualche parte dentro di te c’è un’altra te e non so cosa è successo per farti cambiare così tanto, ma sappi una cosa, se avessi saputo che questa è la vera te, non ti avrei mai sposata, né ti avrei scelta come madre dei miei figli!”. Detto questo va via, si rivolge ai ragazzi ed esce con loro per portarli a scuola e poi andare al lavoro.
Vedo che Dodo rivolge a sua madre uno sguardo carico di odio.

Consegno Aurora a Gina, che si allontana con molta discrezione per farci parlare.
“Camila” inizia Armando “non ti permettere mai più di dire a Betty tutto quello che le hai detto, e non ti permettere mai più non di dire, nemmeno di ipotizzare che la nostra famiglia, la mia famiglia si fonda su una bugia, hai capito??”
Armando è davvero furioso. “Non avrei mai e poi mai pensato che avrei dovuto difendere la mia famiglia da te, ma se è così sappi che lo farò senza alcun problema. Non puoi andare da Betty e farla sentire in colpa perché è leale con la sua famiglia, ed è ancora innamorata di suo marito che poi sarei io, tuo fratello, tra l’altro. Che hai in quella testa?”
Camila  molto turbata. “Mi rendo conto di avere esagerato” mi dice. “Sono venuta per scusarmi infatti, per le parole che ti ho rivolto. Scusami”
“Delle tue scuse non me ne faccio niente. Mi hai offeso e ferito, e io non lo meritavo. Sono sempre stata tua amica” le dico.
“Forse” dice lei “se tutti smetteste di attaccarmi, di dirmi che sto sbagliando, se qualcuno si mettesse dalla mia parte, le cose sarebbero diverse. Invece, tu che sei mio fratello, ti schieri con mio marito!” lo accusa lei.
“Io non mi schiero con nessuno” controbatte Armando. “In questa storia, ti ricordo, tu ti sei buttata a capofitto in una relazione clandestina con il mio migliore amico che era a sua volta quasi impegnato con un’altra. Hai tradito tuo marito e io mi sono ritrovato ad dover ospitare tuo figlio, il quale è davvero furioso con te.”
“Mi dispiace se mio figlio ti è inopportuno … lo convincerò a tornare a casa” gli dice Camila.
“Non dire scemenze Camila. Dodo non è affatto inopportuno. È un ragazzo straordinario. La porta di casa mia è sempre aperta per lui, per Isa, per Juan. Sono i miei nipoti. Ti sto solo dicendo che IO devo mettere una pezza al rapporto che c’è tra TE e TUO FIGLIO. Ti odia Camila. Come ti ho già detto gli hai rovinato la vita.”
“Non riesco a credere che questa donna” dice Camila indicandomi “ti abbia cambiato fino a questo punto! Armando Mendoza che da lezioni di fedeltà coniugale non si può sentire. Hai dimenticato tutto quello che sei stato capace di combinare?”
Si rivolge a me.
“E tu Betty? La Santa Betty … Non hai forse baciato Daniele Valencia, quasi rovinando il tuo matrimonio.  Avresti dovuto farlo. Almeno adesso staresti con l’uomo che vuoi davvero!” 
“Io sto con l’uomo con cui voglio stare! Mio marito e ti pregherei di non intrometterti più nella mia vita privata” le dico.
“E tu non intrometterti più nella mia. Da oggi parleremo solo di lavoro!” mi dice. Prende la sua borsa e va via.
Quando restiamo solo io e Armando, lui mi stringe forte tra le sue braccia. Io ricambio il suo abbraccio. Se potessi vorrei trascorrere tutta la giornata così.
“C’è chiaramente qualcosa che non va in Camila” dico io “e dovremmo scoprire cosa! Non si è mai comportata così!”
“Le persone cambiano Mostro” mi dice lui. Te l’ho già detto. È una che si stufa subito. Secondo me è riuscita a restare sposata con Alberto per tutto questo tempo perché sapeva che nostri genitori disapprovavano.”
“Non lo so Armando. Non mi sembra possibile che tua sorella, improvvisamente possa passare dall’essere innamorata di Alberto ad odiarlo. In due mesi.  Dobbiamo essere discreti, ma dobbiamo capire se c'è qualcosa sotto a parte la storia della ritrovata libertà.”
“Ti ripeto che secondo me non c’è niente sotto. È proprio lei fatta così! Non so da chi abbia preso!” mi dice lui.
“Il carattere folle intendi? Avrei qualche idea al riguardo” gli dico sorridendogli.
“Mostro, purtroppo devo andare a lavorare, altrimenti ti avrei fatto vedere quanto io sia suscettibile!” mi dice baciandomi.
Di solito lo lascio andare velocemente. Ma questa mattina ho voglia di baciarlo. Sarà stata Camila penso a provocarmi. Lui pare apprezzare il mio atteggiamento. Però poi ad un certo punto smette e mi dice “Devo andare al lavoro Betty … ci vediamo dopo!”
Lo guardo uscire. Obiettivamente Armando è quel tipo d’uomo che invecchiando migliora. Di certo non è vecchio, ma il suo fascino aumenta sempre di più, ed io, sono la donna più fortunata del mondo ad essere al suo fianco. Non so se senza di lui avrei avuto il coraggio o la forza per essere davvero me stessa. L’unica cosa che so è che non sto con lui per paura che nessun’altro mi voglia. Sto con lui perché IO voglio lui e solo lui. E forse avremo un altro bambino. Con questa consapevolezza vado a prepararmi per andare al lavoro anche io.

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Capitolo 6
*** Alberto ***


La mia vita è iniziata per sbaglio e tutti gli avvenimenti più importanti sono avvenuti per sbaglio. Sono nato per sbaglio, infatti, i miei genitori non avevano programmato di avermi, sono capitato, sono l’ultimo di tre fratelli, tutti maschi. Per sbaglio ho incontrato Camila, perché quel giorno al Club non avrei dovuto lavorare, ma poi un mio collega mi chiese di sostituirlo e sempre per sbaglio ho scoperto che mia moglie mi tradisce col migliore amico di mio cognato, in casa del quale sto vivendo.
Insomma, sembrerebbe che niente di quello che avevo programmato nella mia vita possa realizzarsi, anche se a dire il vero alcune cose le ho fatte, le ho portate a compimento.
In effetti, il fatto di essere nato per sbaglio, ha reso la mia vita, un percorso di correzione all’errore. Non che i miei genitori non mi avessero voluto, però quando sono nato, la loro attività di ristoratori aveva appena iniziato ad ingranare, mia madre aveva già due figli ed occuparsi di me non era facile.
Quindi io già dalla mia prima infanzia ho imparato a dare meno disturbo possibile.
A quindici anni, lavoravo nel ristorante dei miei come cameriere, a venti ero un cuoco provetto. Ma siccome, io ero nato per sbaglio, il ristorante non sarebbe stata la mia eredità, i miei genitori avevano già deciso che sarebbe rimasto ai miei fratelli e non a me, perché avevo manifestato delle idee di innovazione che non erano a loro molto gradite.
Io volevo studiare, ma le nostre finanze non me lo permettevano. Così ho preso la decisione di andare a lavorare in città nella speranza di racimolare il denaro necessario.
Quando sono arrivato in città, non è stato per niente facile, neanche trovare un lavoro. Io sapevo o cucinare o fare il cameriere, ma nessuno proprietario mi voleva in cucina perché con la mia bellezza distraevo il personale. Finalmente dopo tanto cercare ho trovato lavoro al Club, dove invece con la mia bellezza compiacevo le clienti più esigenti, anche se non ho mi voluto andare oltre il mio lavoro, anche se le avances che ricevevo non erano poche. Stavo per poter iscrivermi all’università, pur avendo ventinove anni suonati e per sbaglio ho incontrato Camila. La donna della mia vita, ho sempre creduto.
All’inizio della nostra storia, io sapevo benissimo chi fosse lei e capivo, che fosse capitata per sbaglio nella mia vita, perché in fin dei conti, lei era la principessa della città. Una delle donne più ambite e fidanzata con Daniele Valencia, il miglior rampollo che ci fosse in circolazione.
Io, non avevo nulla da offrirle, quindi a parte la grande attrazione che c’era tra noi, che sapevo sarebbe sfumata prima o poi, cosa poteva legarci? Sapevo che dovevo farmi da parte, ritornare nel mio solito angolino, quello in cui non davo fastidio e non creavo problemi a nessuno. C’era un però… Camila non era del mio stesso avviso. Non saprei dire se all’inizio tra di noi fosse amore o puntiglio, però con lei mi sentivo come mai ero stato nella mia vita. In quel momento lei rendeva possibile qualsiasi cosa volessi fare. Non mi scoraggiava mai, non ero mai uno sbaglio con lei.
Ed io mi sentivo la persona che volevo essere.  Dinamica, attiva, che non aveva paura di affrontare i suoi più profondi desideri. Se non ci fosse stata Camila, forse non avrei realizzato nemmeno la metà delle cose che ho realizzato.
Quando la sua famiglia ci ha ostacolati e mandati in esilio, io ero pronto a farmi da parte, ma lei è stata chiara nel dirmi che non sarebbe mai tornata con Daniele Valencia. Ricordo ancora le sue parole.
“Se tu non mi vuoi, dillo chiaramente, non dare la colpa al mio fidanzamento con Daniele Valencia.”
Era la prima volta nella mia vita che qualcuno mi diceva di volermi, per scelta, tra i piedi. Io, mi sono innamorato praticamente subito della sua vitalità, della sua forza trascinante, del suo entusiasmo per la vita.
Quando siamo arrivati in Svizzera avevamo l’acqua alla gola. Eravamo squattrinati. E’ vero che lei lavorava per la sua azienda, potendo sfruttare i suoi studi in management, ma io non volevo essere un peso e volevo iscrivermi all’università. Abbiamo passato cinque anni di ordinaria follia. Ci siamo sposati, io mi sono laureato, ho aperto una società, abbiamo avuto due figli e tutto questo perché io non volevo che lei pensasse di aver sposato lo sfigato di turno. L’avevo già tolta dal suo stile di vita di benessere totale. Non volevo che pensasse che potevo garantirle solo l’indigenza e poi avevo i miei sogni da realizzare.
Ho dato per scontato che lei mi amasse. Sono certo che lei mi amasse, perché non saremmo mai riusciti a stare insieme se non fosse stato così per tutto questo tempo,ma ho sempre avuto il sospetto di non essere davvero il suo uomo ideale. Io sono sempre stato molto ligio al dovere. Tutto casa e lavoro. Quando capitava di uscire, succedeva perché lei lo voleva, non io. A me bastava stare a casa con la mia famiglia. Allora lei, per convincermi, diceva sempre “Senti, io ho un marito strafigo e intelligentissimo, fammi vantare un po’ con le mie amiche ti pare??”
Io, non ho mai fatto caso alla mia bellezza. Camila diceva che avrei potuto lavorare come modello, faticando la metà e guadagnando il doppio ma io non mi sono mai visto in quei panni.
E in quanto alla bellezza anche lei non era da meno. Strepitosa con quei capelli castano chiaro e i suoi occhi nocciola, ereditati dalla madre. Mi faceva perdere la testa. Lei è sempre stata per me l’amore della mia vita. Per questo adesso non la riconosco più. Non so più chi ho sposato. Forse sempre quella ragazza un po’ folle che ho conosciuto, ma quella ragazza lì era incapace di fare del male consapevolmente.

 
Mi ha tradito per farmi del male, per farmi un dispetto, per una supposta telefonata in cui io parlavo di un ipotetico tradimento per il quale volevo lasciarla. Ma io stavo parlando con il mio avvocato della mia uscita dalla stessa società che ho fondato, perché avrei dovuto vivere in Svizzera per gestirla, mentre lei era voluta tornare in Colombia con tutta la famiglia e io non me la sono sentita di dirle di no. In fondo, lei ha pagato l’aver scelto me, con l’esilio, io l’ho assecondata volentieri con la sua idea di tornare perché in Colombia c’è anche la mia famiglia. Anche se ci sono capitato per sbaglio, sono la mia famiglia. Affettivamente parlando, non mi hanno mai abbandonato.
Il giorno in cui ho scoperto il tradimento, sono entrato con mio figlio Dodo nel suo ufficio e l’abbiamo trovata con i vestiti in disordine, praticamente mezza nuda, sdraiata sulla scrivania con Mario Calderon! Non ci ho visto più e l’ho preso a pugni. Mi hanno fermato, perché l’avrei ammazzato a suon di pugni, e dire che io non sono mai stato aggressivo!
La cosa che mi ha fatto più male, è stato non aver impedito a mio figlio di entrare per primo. Probabilmente resterà scioccato a vita. Avrei dovuto proteggerlo ma, già, non avrei mai pensato che sua madre potesse essere impegnata in giochi sessuali acrobatici con un uomo che non ero io.
Ho accompagnato subito mio figlio a casa di Armando, sapevo che lui non c’era ma non potevo tollerare che mio figlio vedesse me e Camila litigare. In effetti dopo tra di noi, c’è stata una lite furiosa, direi furibonda, in cui le mi diceva che sapeva del mio tradimento, anche se io non l’ho mai tradita, perché la amo.
Dopo, sono tornato da mio figlio, che ancora oggi a distanza di due mesi non vuole parlare con sua madre e per questo vive dai suoi zii, tra l’altro adesso ci abito anche io.
Ciò che mi fa più male, è stato ed è, vedere negli occhi di mio figlio il disprezzo, o la pena, non so, che sembra provare nei miei confronti per essere stato quello che si è fatto tradire.
So che lui è troppo giovane per capire, ma vorrei gridargli che anche io provo i suoi stessi sentimenti nei confronti di me stesso e NON SO quando sua madre ha iniziato ad allontanarsi da me. Non capisco cosa ho fatto per provocare questo terremoto. Non so se invece dipende da qualcosa che non ho fatto.

 
Ripenso alla nostra ultima furiosa litigata, quella in seguito a cui me ne sono andato di casa. Devo dire che in questi due mesi non ero andato via, perché volevo provare a dare la possibilità a Camila di capire che la sua storia con Calderon fosse un fuoco di paglia, qualcosa che non aveva nessuna importanza. Mi sono illuso che comportandomi così lei sarebbe tornata da me, perché avrebbe capito di amare me, ma non è stato affatto così.
Durante il nostro ultimo litigio, in buona sostanza lei mi ha detto che non vuole più stare con me, perché io sono un morto vivo, è stanca di trascinarmi dove io voglio andare, sarebbe stata felice se l’avessi tradita, perché almeno avrebbe significato che avevo fatto qualcosa di vitale. A questa affermazione ho capito che lei non mi amava più. Non so, a questo punto se lei mi abbia mai amato. Se la nostra famiglia abbia contato qualcosa per lei, o se invece io non fossi stato solo la ripicca, che lei ha voluto fare nei confronti dei suoi genitori e di cui ora si è stufata. Insomma non so se per l’ennesima volta, io sia lo sbaglio nella vita di qualcuno.

 

***

 

Sto da Betty e Armando da ormai due settimane. Mi piace stare con loro e sono felice che siano gli zii dei miei figli. Sono una famiglia felice e praticamente perfetta. Anche se l’anno scorso sono stati anche loro sull’orlo del divorzio, perché si sono separati, hanno trovato dentro la loro coppia e il grande amore che li lega, la forza per superare tutti i loro con problemi. Non senza grandi difficoltà. Ne sono stato testimone diretto. Hanno tre figli e la più piccola, Aurora ha poco più di un anno. E’ davvero un amore. Mi ricordo quando nostro figlio Juan era appena nato, penso che l’ultimo momento di felicità pura che io e Camila abbiamo provato assieme sia stato quello.
Adesso, io vivo momentaneamente qui, ma presto mi troverò una casa dove abitare. Non so se mio figlio Dodo vorrà stare con me, oppure vorrà restare qui. Di sicuro non vorrà stare con Camila. Ho provato tate volte a dirgli che deve parlare con sua madre ma lui ha ereditato l’ostinazione dei Mendoza e non vuole parlarle.
Una cosa positiva è che, Abi, Abigail Bennet, il mio avvocato, la donna con la quale Camila pensava la tradissi mi ha detto che quantificando la mia uscita dalla mia stessa società, considerando gli enormi investimenti fatti in questi anni con rande successo, in cambio del mio trentacinque percento di quote, uscendo da tutte le partecipazioni, avrò in termini di denaro venti milioni di dollari!
Non avrei mai pensato di avere tutto questo denaro un giorno in banca. Mi sembra un’autentica follia. In poche parole mi ritrovo ad essere, adesso, più ricco di Armando Mendoza!! Dovrò decidere cosa fare con questa montagna di denaro, che non basterebbe una vita per spenderlo tutto. Forse mi converrebbe parlarne con Nicolas Mora.

 
Sono le otto di sera, io sono già a casa da oggi pomeriggio, non sono affatto uscito. Betty sta entrando in casa quando le suona il cellulare.
“Cosa???” urla. “E in quale ospedale è? Come sta?”
Io mi allarmo subito. Quando chiude il telefono mi dice che Armando ha avuto un incidente con la macchina e che adesso è in ospedale. Mi offro di andare con lei, tanto c’è Gina con i ragazzi.
 “Betty, sai da sola che non saresti nelle condizioni di guidare! Vengo con te così facciamo prima!”
Betty prende un cambio per Armando. “Al telefono mi hanno detto che ha un leggero trauma cranico e un braccio rotto, per fortuna una frattura composta. Per capirci qualcosa di più devo andare in ospedale” mi dice.
In un battibaleno siamo arrivati al Pronto Soccorso. Betty è in stato confusionale, ma io le faccio coraggio e le dico di stare tranquilla. Per fortuna troviamo subito Armando, in un open space della sala di prima assistenza.
“Armando” gli dice Betty “come stai?”
Lui è piuttosto dolorante ma reagisce bene. “Mi … sono venuti addosso…. Un ragazzo… mi ha soccorso…”
Ha un taglio sul sopracciglio destro.
Parliamo con il medico che ci dice che Armando è stato molto fortunato. Ha un leggero trauma cranico ma la tac non ha evidenziato traumi cerebrali, e un braccio rotto. Il medico ci dice che lo terranno sotto controllo tutta la notte e che se non ci saranno peggioramenti significativi, e non se ne aspettano, domani o al massimo due giorni dopo potrà andare a casa.
Betty, più rassicurata tira un sospiro di sollievo. Ci viene incontro un ragazzo. “Piacere signora Mendoza, sono il ragazzo che ha investito suo marito” dice a Betty.
“Come può pensare che sia un piacere per me conoscere il ragazzo che tra poco mi lasciava vedova!!”gli risponde lei.
“Lo so” ribatte il ragazzo “ma l’ho soccorso e mi sono anche terrorizzato. Passerò un casino per questo incidente. Mi chiamo Jeremy Sanders, voglio che sappia che sono un bravo ragazzo, non l’ho fatto apposta. Ero solo un po’ alterato e avevo leggermente bevuto perché avevo litigato con la mia ragazza” aggiunge.
“Non mi interessa niente dei suoi problemi, signor Sanders. Mio marito ha tre figli, la più piccola di un anno appena che stasera hanno rischiato di restare senza padre!” urla Betty.
“Senti Jeremy” intervengo io “non è il caso di parlare con Betty stasera, magari domani. È molto scossa, puoi biasimarla?”
“No, ha ragione signor…”” dice il giovane.
“Alberto Montero … sono il cognato di Armando Mendoza.” Gli lascio un mio biglietto da visita. “Ci contatti domani” gli dico. “E grazie per non essere scappato”.
Finalmente portano Armando in una stanza, Betty non vuole assolutamente lasciarlo, ma il medico è categorico. Non potrà passare la notte con lui che deve stare ad assoluto riposo. Per me, non è facile convincerla a tornare a casa per poi ritornare in ospedale domani mattina presto, ma ci riesco. Anche Armando le dice di pensare ai bambini, ma Betty fa fatica a lasciarlo. Penso che non potrebbe mai vivere senza di lui.

Quando siamo all’uscita dell’ospedale, Betty nota una donna ferma davanti una macchinetta che piange disperata. Mi fa cenno di fermarmi. Le sembra di conoscerla. Ed in effetti la conosco anche io. È Marcela Valencia.
“Marcela” la chiama piano Betty, quasi a volersi assicurare che sia lei “cosa ci fa qui?”
Marcela, improvvisamente scoppia a piangere ancora più forte abbracciando Betty.
“Forse…. Mio figlio” dice singhiozzando lei “forse … Julian … ha la meningite.”
“Oddio mi dispiace tantissimo” le dice Betty.
So molto poco dei rapporti intercorsi tra di loro. Ma da quello che mi ha sempre detto Camila, Marcela era veramente innamorata di Armando, al punto di lasciarlo a Betty, perché lui non la amava.
Betty mi chiede se per me è un problema stare lì altri dieci minuti per cercare di far calmare Marcela.
“Marcela” le dico “ si ricorda di mio cognato Alberto, il marito di Camila” le dice indicandomi.
“Certo, l’ho visto poche volte, ma mi ricordo benissimo di lui” le risponde lei.
“Noi siamo qui perché Armando ha avuto un incidente con la macchina e lo tengono in osservazione per un giorno o due, per fortuna niente di grave, ma ha un braccio rotto.”
“Povera Betty, non la invidio affatto, Armando con un braccio rotto sarà più intrattabile del solito” le dice Marcela.
“Ci dica del suo bambino” intervengo io. “Sa sono padre e preoccuparmi mi viene naturale!”
“Il mio bambino ha una strana infezione e i medici temono si tratti di meningite. Alla sua età non è inusuale.”
“Ma non lo sa con certezza no?” le chiede Betty. Penso che morirebbe se dovesse succedere qualcosa ad Aurora.
“No, stanno ancora facendo gli esami! Un bambino così piccolo! Mio figlio ha solo diciassette mesi! Adesso lo tengono in isolamento, non me lo fanno neanche vedere, ma io non posso lasciarlo qui.”
“Certo che no” dico io. “Mi scusi ma non c’è nessuno che può stare con lei? Il padre del bambino?”
“Il padre del bambino è a Los Angeles. Io sono tornata a Bogotà da due mesi, ma non l’ho detto praticamente a nessuno. Solo mio fratello Daniele lo sa, ma lui vive in Germania adesso” dice guardando Betty negli occhi. Oddio la storia di Daniele la conosco pure io.
“Senta Marcela, non è il caso che resti qui sola. Vada a casa, tanto per suo figlio in questo momento non può fare niente” le dice Betty.
“Ma io non posso lasciarlo solo” le risponde lei.
“Ma se non glielo fanno vedere, non ha senso stare qui” le dice dolcemente Betty.  “Si sfinisce e basta. Adesso facciamo così, andiamo tutti a casa e domani mattina presto torniamo tutti qui. Sono certa che riceveremo tutti buone notizie” aggiunge cercando di farsi e di farle coraggio.
“Devo chiamare un taxi” dice Marcela.
“Neanche per idea!” intervengo io. “Betty per te non è un problema se accompagniamo Marcela a casa sua vero?” le chiedo io.
“Assolutamente no” mi risponde Betty.
“Grazie” ci dice Marcela “siete davvero molto gentili.”
Qualcosa mi colpisce di questa donna, forse il suo sguardo sconfitto, la sua profonda solitudine. Sento che qualcosa la accomuna a me, ma non so ancora cosa.

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Capitolo 7
*** Cami e Dodo ***


Entro nella stanza di mio cugino come ormai faccio quasi tutti i giorni per provare a convincerlo a parlare con mia zia ma non riesco a farcela. Abbiamo appena finito di cenare e suo padre è appena andato via.
“Cami se sei entrata per provare a convincermi, puoi pure tornare nella tua stanza!”mi dice Dodo.
A me, non da mai retta nessuno perché tutti pensano che io sia piccola e che non capisca le cose. Però che Dodo abbia litigato con sua madre, perché l’ha trovata con un altro uomo, lo capisco pure io. E capisco anche perché mia zia chiami tre volte al giorno da ormai due mesi, chiedendo sempre di parlare con lui.
Isabel, vorrebbe che suo fratello tornasse a vivere a casa con loro. Lui invece, vuole stare qui con noi e adesso anche mio zio Alberto vive a casa nostra.
“Ma perché non vuoi provare a parlarle? Devi dirle magari solo ciao, sto bene” gli dico.
“Cami, tu e Isabel, non capite niente. Siete troppo piccole per capire che è una traditrice” mi dice.
“Io capisco solo che è tua madre, comunque … qualsiasi cosa abbia fatto! E tua sorella non ha colpa e vuole che torni a casa.”
“Non capisci che mia madre ha fatto sesso con un altro uomo? Ha tradito la nostra famiglia! Voi non sapete cosa significa, siete troppo piccole per capire. Lasciami solo Cami!” mi ripete.
Sono arcistufa di essere considerata piccola per capire qualsiasi cosa. Io non sono piccola e non sopporto che nessuno parli con me. Come una furia mi dirigo nella camera di mia madre, almeno lei mi spiegherà quello che non capisco.
Busso. E ci trovo mio padre.
“Ciao scricciolo” mi dice.
“Dov’è la mamma? Voglio parlare con lei” gli rispondo piuttosto aggressiva.
“E’ successo qualcosa?” mi domanda papà.
“No. Voglio solo parlare con la mamma” gli dico io.
“Arrivo amore” mi grida dal bagno lei.
“E’ successo qualcosa Cami?” mi richiede mio padre.
“Armando! Cosa deve essere successo? Vuole parlare con me, non con te” gli dice lei arrivando.
“Almeno posso mettermi il pigiama prima di lasciarvi parlare?” ci chiede papà sollevando le braccia e le spalle come a dire che ha capito di essere di troppo.
“Vai a prendere Aurora nella sua stanza, così tuo padre le fa bere il latte e la fa addormentare” mi dice la mamma.

 
Io vado a prendere la mia sorellina e la porto dai miei. La dò in braccio a mio padre che subito la fa giocare in aria. Poi mi guarda serio e mi dice “E comunque davo il latte anche a te, e tu ti addormentavi solo dopo che ti avevo raccontato almeno tre storie e solo con me” e va via.
“Amore cosa succede?” mi chiede mia madre.
“Ho litigato con Dodo. Oggi la zia Camila ha telefonato di nuovo e mi ha chiesto di provare a convincerlo a parlarle, ma lui non vuole” le dico.
“Sai bene cosa penso al riguardo! Tua zia mi sentirà domani!” mi risponde.
“Mamma, perché tutti volete tenermi fuori da questa storia? Io non sono piccola come pensate voi. Ho capito benissimo che la zia ha sbagliato perché ha un altro uomo!”
“Si. Ma è più complicato di così. E per me non è facile spiegarti cosa è successo!” mi dice lei.
“Dodo non fa che dire che né io, né Isabel possiamo capire cosa significhi il fatto che sua madre abbia fatto sesso con un altro uomo perché siamo troppo piccole! Ma io so cosa significa. So come nascono i bambini! L’abbiamo studiato nell’ora di scienze a scuola!”
‘Da quando mia figlia sa cosa significa fare sesso?’ si sta chiedendo Betty sconvolta. ‘Devo parlare con Dodo mi sa!’
“Tesoro …” inizia lei ma io la interrompo.
“Mamma, tu hai mai tradito papà? E’ per questo che litigavate l’anno scorso e vi siete quasi lasciati?” le chiedo.
‘Cielo che domande!!’ pensa Betty.
Mia mamma si siede con le gambe incrociate sul suo letto e mi invita a fare altrettanto.
“Cami, giusto perché tu sia tranquilla al riguardo,io non ho mai tradito tuo padre. Né tuo padre ha mai tradito me. L’anno scorso ci siamo quasi lasciati perché non vedevamo più alcune cose nello stesso modo. Ma poi per fortuna ce l’abbiamo fatta a fare pace.”
“E perché lo zio e la zia non ci riescono?” le chiedo.
“Perché gli adulti sono stupidi, molto spesso. Poco fa hai detto che sai cosa significa fare sesso perché l’hai studiato a scienze, ma vedi è più complicato di così.”
“Cioè?”
‘Non posso credere di stare facendo questo discorso con mia figlia! Grazie Camila!’ sta pensando Betty nel frattempo.
“Hai presente quando si dice durante un matrimonio che gli sposi diventano una cosa sola?” mi chiede.
Annuisco con la testa.
“Bene. Diciamo che ci sono due modi di essere una cosa sola. Uno è fisico e uno … spirituale. Quando due persone decidono di ‘fare sesso’ almeno in teoria dovrebbero conoscersi, amarsi e donarsi l’uno all’altra spiritualmente soprattutto. Insomma perché i due si amano. L’espressione corretta dovrebbe essere fare l’amore. Cioè due persone CHE SI AMANO decidono di unire anche i loro corpi, perché le loro anime sono già unite. Hai capito?”
“Si.”
“Il fatto Cami è che gli adulti sono stupidi e i sentimenti molto complicati. Molto spesso, la maggior parte della gente usa il sesso come un mezzo per fare del male alla persona che ha accanto. Perché in teoria, due persone che stanno assieme non dovrebbero avere altri fidanzati o fidanzate. Ma non è sempre così. Se tu vuoi fare male alla persona che hai a fianco, perché magari sei arrabbiata con lei, stupidamente avere un rapporto sessuale con un altro partner è la prima cosa che ti viene in mente. Ma è sbagliato!”
“E tu l’hai mai fatto?” le chiedo.
“No. E nemmeno tuo padre.”
‘Non è vero ma mica posso dirglielo. Però almeno non l'ha fatto con me!’ sta pensando Betty.
“Vedi, quando l’anno scorso ci siamo separati per breve tempo, non riuscivamo nemmeno a pensare di poter stare con altre persone che non fossimo noi. Perché noi ci amiamo. Diciamo che siamo una sola cosa soprattutto spiritualmente. Noi, non sappiamo stare lontani perché ci amiamo! A volte litighiamo, ma non vogliamo separarci”mi dice mia mamma.
“E la zia invece? Non ama più lo zio e vuole fargli male in quel modo?”
“Cami, gli adulti sbagliano. Tutte le persone sbagliano. Anche la zia. Secondo me, adesso non si ricorda che lei, lo ama lo zio. È confusa e ha fatto questa cosa perché voleva fargli male.”
“Ok. Ma allora si lasceranno?” le chiedo.
“Non lo so. Non te lo so dire. Immagino che per Dodo non è facile aver visto sua madre con un altro uomo. Ma sono sicura che lei gli voglia bene più della sua vita, perché è suo figlio!”
“Mamma, cosa significa amare?” le chiedo.
“Significa che tu vuoi il bene della persona che hai a fianco più di quello che vorresti per te stessa. Io per esempio ti amo tantissimo. Vorrei darti tutto il bene, le cose buone di questo mondo e non farti succedere mai niente di brutto. E allo stesso modo amo Roberto, Aurora e papà. E i miei genitori e Nicolas, e tutti gli altri. Ma le persone che amo di più in assoluto siete voi e vostro padre.”
“Mamma ma tu non puoi fare niente per far fare pace alla zia e allo zio?”
“Io ci ho provato, ma non è facile. Non posso costringerli a tornare insieme. E pare che la zia abbia iniziato una storia con lo zio Mario. Non voglio dirti bugie tesoro. È una situazione difficile.”
“Perché ormai lo zio e la zia non stanno più assieme né fisicamente né spiritualmente vuoi dire? Cioè non si amano più?”
“Temo che sia così, scricciolo!”mi risponde.
“Ok. Ho capito” le dico e mi alzo per andare nella mia camera.
“Mamma” la chiamo mentre sono sulla porta “Stai tranquilla, a me non interessa il sesso, preferisco la ginnastica artistica per ora” e vado via.
Arrivo nella mia stanza.
Penso che non potrò fare niente per aiutare mia zia. Dodo non vuole parlarle. Io sono fortunata perché mia mamma e mio padre sono ancora insieme.
 

***

Armando e Betty

Torno nella mia stanza non appena vedo che Cami è andata in camera sua. Entrando trovo Betty sdraiata sul letto con una mano sulla fronte.
“Cosa è successo?” le chiedo.
“Non sei stato dietro la porta ad origliare?” mi chiede rivolgendosi verso di me.
“No, lo giuro! Sono stato con Aurora. Quando si è addormentata l’ho guardata dormire” dico mentre accendo il ricevitore per sentire la mia ultimogenita, nel caso in cui dovesse svegliarsi.
“Succede che nostra figlia sta diventando grande e spiegarle le cose è diventato inevitabile!” mi dice.
“E cosa significa questo?”
“Ha voluto sapere cosa significa ‘tradire facendo sesso con un altro come fa Camila’” mi risponde Betty.
“Coooosaaaaa?” urlo quasi io.
“Calmati Armando. È stato Dodo a dirle che lei e Isa non avrebbero mai potuto capire e lei è venuta a chiedere lumi. È una bambina piuttosto intelligente. Tua sorella le ha chiesto di intercedere per lei presso Dodo, e lei innocentemente l’ha fatto. Ma Dodo continua a rifiutarsi e in un momento di rabbia le ha detto in quel modo.”
“Non posso crederci! Camila ha solo dodici anni. È troppo piccola per capire queste cose!” le dico sconvolto.
“E’ piccola, ma nemmeno tanto! Sta crescendo. Pensa che mi ha chiesto quale è stato il motivo per il quale ci siamo separati lo scorso anno e se ti avevo mai tradito con un altro o se tu avevi tradito me!”
“Oh mio dio!!” dico coricandomi.
“Abbiamo sbagliato a non prevedere che questa situazione avrebbe avuto delle ripercussioni su di noi e sui nostri figli. In particolare su di lei che ha la stessa età di Isabel e che passa molto tempo con Dodo” mi dice appoggiando la sua testa sul mio torace. “Domani parlo con tua sorella e le chiedo di non mettere più in mezzo nostra figlia” aggiunge.
“Invece io domani parlo con Dodo. Voglio sapere cosa gli passa per la testa” dico io.
“Comunque Armando, stai tranquillo. Cami mi ha detto che a lei non interessa il sesso, preferisce la ginnastica artistica!” mi dice Betty per tranquillizzarmi.
Associare la mia bambina alla parola sesso mi viene piuttosto difficile. Mi alzo e vado a controllare cosa sta facendo nella sua stanza. Ma lei dorme beatamente. È serena. Qualsiasi cosa Betty le abbia detto, l’ha tranquillizzata. Adesso sono io che devo essere tranquillizzato.

 
***

Bussano  alla mia camera. Io dico di entrare e vedo che i miei zii si affacciano sull’uscio.
“Dodo possiamo parlarti?” mi chiede mio zio Armando.
Mannaggia! Stamattina Cami mi ha detto che ha parlato con sua madre e ora ha tutto molto più chiaro. Sicuramente mi attende una bella ramanzina per aver parlato di sesso ad una dodicenne. Ma perché non mi lasciano in pace lei e mia sorella? Sarebbe tutto più facile.
“Certo, entrate pure” dico stringendo i denti. “Non dovete lavorare questo pomeriggio?” chiedo.
“Abbiamo preso un pomeriggio libero” mi dice mia zia Betty.
“Ho parlato con Cami stamattina, se mi volete rimproverare per averle parlato di sesso….”attacco io.
“No. Non è solo questo” mi dice mio zio.
“Siamo preoccupati per te Dodo” aggiunge Betty.
“E perché? Sto bene. Qui con voi sto bene. Però se non mi volete più qui …” dico allarmato.
“Non dire queste stupidaggini” mi dice Armando. “Tu sei mio nipote, sei parte della mia famiglia, hai il mio sangue nelle vene, sarai sempre il benvenuto qui!”
“Vogliamo sapere come stai veramente” mi dice lei.
“Zia, sto bene davvero” le rispondo.
“Non mi sembra” mi dice lei. “Con tua madre non parli e con tuo padre … hai a stento dei rapporti anche se vivete nella stessa casa.”
“Non riesco a fare diversamente” dico.
“Dodo” inizia Betty “immagino che tu ti senta profondamente tradito e non ti fidi più di nessuno ma sai anche tu che prima o poi dovrai parlare con tua madre e tuo padre”
“No, non parlerò con mia madre. Mi fa schifo. Mi ha tradito e deluso” dico. “Voi non potete capire.”
“Invece ti capiamo benissimo” mi dice mio zio. “Dodo gli adulti sbagliano. Tutti sbagliamo e capisco che è difficile considerare che possano farlo anche i propri genitori ma è così.”
“Non penso che tu abbia trovato mai la nonna che scopava con un altro sulla scrivania dell’ufficio!” gli dico.
“Dodo, che modo è di parlare!” mi rimprovera Betty.
“No” mi dice mio zio “ma mia madre ha trovato altri modi di deludermi e di farmi male!”
“La nonna?” dico. “Non ci credo!”
“E invece si. E per tanto tempo sono stato convinto che mio padre non avesse stima di me. Cosa che mi ha fatto combinare delle autentiche sciocchezze. Mio padre mi ha fatto male. Anche mia madre mi ha fatto male ma ho imparato ad accettare le loro debolezze, anche se li credevo infallibili.”
“Mia madre è una stronza” gli dico io. “Non è mai stata una madre come Betty. Sempre anticonvenzionale.”
“Tua madre è anticonvenzionale” dice mia zia “ma tu sei suo figlio. Sono certa che ti vuole bene più di quanto possa volerne a chiunque e che non volesse mai e poi mai ferirti.”
“Se non voleva ferirmi non avrebbe dovuto farsi trovare con Mario, anzi non avrebbe dovuto avere una relazione con Mario! Assolutamente no!!” gli dico.
“Dodo, tu sai che gli adulti sono complicati …”inizia mio zio.
“Zio, ti ringrazio per l’ipotetica spiegazione che potresti darmi su come sono gli adulti … ma io vedo che mia madre e mio padre sono passati dall’avere una vita quasi normale al tradirsi. Sempre che mia madre non avesse un amante anche in Svizzera! E mio padre?? L’hai visto mio padre? A parte l’aver preso Mario a pugni, cosa ha fatto? È rimasto con lei, come un povero cornuto. Io non lo voglio un padre che non lotta per mia madre.” Mi agito. “Non poteva essere come te? L’avrei preferito! Sono certo che se fossi stato tu, avresti combinato un casino per non farti lasciare da lei … mentre lui no, è rimasto a casa impassibile. A fare come se niente fosse. Me l’ha detto Isa. Fino a quando mia madre l’ha cacciato di casa!”
“Dodo, le dinamiche di una coppia … sono complesse. Anche noi abbiamo avuto i nostri problemi e anche noi probabilmente abbiamo ferito Cami, Roberto e Aurora” mi dice Betty.
“Si forse si, zia” le dico. “Però adesso siete assieme! Cami ha avuto paura che vi lasciaste, me lo scriveva per mail, ma aveva fatto un patto con suo padre per non farlo andare via e mantenere unita la famiglia!”
“Cosa?” chiede mia zia a mio zio. “Perché non ne so niente?”
“Dopo ti racconto” dice lui a lei.
“Io invece, non solo ho visto mia madre con un altro, ho visto anche che mia madre non ha nessun interesse a ricostruire la mia famiglia e a mio padre non interessa. Non hanno nemmeno provato a riappacificarsi” dico io.
“Dodo, tu sei molto sensibile” mi dice Betty “però non è così facile. Alla tua età si vedono le cose in maniera netta, ma non è così. Non hai pensato che potrebbe essere un periodo di transizione? In fondo pure noi ci siamo lasciati per breve tempo … e poi abbiamo fatto pace.”
“Dodo, noi lo capiamo che tu vorresti la tua famiglia unita. Ma ci vuole tempo. Vedrai che le cose si aggiustano. Anche se tua madre e tuo padre hanno dei problemi magari li risolveranno col tempo!”
“No. Io penso che non si rimetteranno mai insieme e non riesco ad accettarlo” dico. “Mia madre che è … mia madre, mi ha tradito!” dico in un tono angosciato. Prossimo alle lacrime. “Ha tradito me, mio padre e i miei fratelli e io non la perdonerò mai” aggiungo cercando di trattenermi.
“E’ meglio se piangi, se ti sfoghi Dodo” mi dice mia zia venendo ad abbracciarmi mentre io non riesco a trattenermi più.
Anche mio zio viene vicino a noi mi e mi stringe tra le sue braccia. Penso che sono anni che i miei genitori non mi abbracciano così e singhiozzo ancora più forte. Mi sentirò mai più sicuro?

 
***

Sono passati tre mesi da quando ho scoperto mia madre e Mario Calderon assieme. Da un mese mio padre vive qui con me, dai miei zii. Quindici giorni fa mio zio si è rotto un braccio e ha dovuto usare un tutore. Lo usa ancora. E’ stato davvero intrattabile. Mia zia è una santa.
Mio padre dice che dovremmo togliere il disturbo. Dice che dovremmo trovare una casa dove andare ad abitare, io e lui, se io voglio andare.  Io vorrei restare qui, anche se Cami è insopportabile come mia sorella Isabel. Quando sono assieme sono terribili, ma mio cugino Roberto e Aurora sono carinissimi. Poi, i genitori di Betty sono i nonni che tutti vorrebbero. Il signor Hermes e il suo modo di parlare mi fa sempre ridere, mentre donna Giulia è una seconda Betty. Mi tratta come un nipote anche se non lo sono. Io voglio restare qui. Devo dirlo a mio padre. Mi piace stare qui. Se loro vogliono, io resto.
Ci stiamo tutti preparando, perché oggi pomeriggio l’azienda di mio zio, presenta sul mercato un nuovo videogioco e siamo tutti invitati. Purtroppo è invitata anche mia madre. Io non vorrei vederla. Non le parlo da tre mesi, anche se lei chiama due volte al giorno ogni giorno chiedendo di parlarmi. Ma io mi rifiuto. Almeno ha smesso di usare Cami come tramite!
“Allora, siamo tutti pronti?” chiede Betty. “Armando è già alla New Tech. Voi bambini venite con me, mentre Alberto viene con Marcela e Isabel con Camila.”
Ecco la novità che mi fa arrabbiare ancora di più. Mio padre, invece di cercare di far pace con mia madre, esce con questa qui che è la ex fidanzata di mio zio. Si sono rivisti in ospedale quando mio zio si è rotto il braccio. Suo figlio era ricoverato per un’infezione.  Mia madre, invece di fare pace con mio padre, continua a vedersi con Mario Calderon. Lo so perché me lo riferisce Isabel. Che la spia quando è al telefono. Anche noi avremmo voluto fare un patto per cercare di sistemare le cose, ma qui non ci sono proprio le basi.

 
Arriviamo alla New Tech, c’è un sacco di gente. Certo, io ho visto in anteprima il videogioco … sarà favoloso. Soprattutto nella sua versione per tablet e smartphone. Io già ce l’ho. Anche se mi sono dovuto adeguare alla rigide regole di Betty e posso usare il mio tablet solo dopo aver finito i compiti. Mio padre è stato d’accordo! Uffa! Ho quindici anni non tre!!
Mentre sono con mia zia si avvicinano a me due persone.
“Ciao Amalia” le dice mia zia Betty  “ti presento mio nipote Dodo, in realtà il suo nome è Armando, ma per non fare confusione lo chiamiamo Dodo.”
“Piacere signora” dico educatamente io. Poi alzo gli occhi e guardo la ragazza più giovane. È davvero .. bellissima!
“Piacere Dodo, io sono Amalia, sono la moglie di Manuel Pereira. Lei invece è mia nipote Rocio. E’ la figlia di mia sorella. Si trasferiranno tra poco in città. Lei si è già iscritta a scuola, al primo anno di liceo e quindi è già qui!”
“Bene!” dice mia zia. “Si in effetti Armando mi aveva detto che Manuel gliene aveva parlato. Se non ricordo male sei iscritta nella stessa scuola di Dodo! Non vi siete mai visti?”
“No” dice lei. In effetti non l’ho mai vista ma…è bellissima. E io non so che dire.

 
Mi volto verso l’ingresso e vedo che è arrivata mia madre con Isabel. Subito dopo stanno entrando mio padre e quella Marcela lì.
Vedo mia madre sorpresa del loro arrivo. Si dirige verso di noi. Oddio non voglio parlarle! Ma lei non è interessata a me.
“Betty” dice con un tono abbastanza infastidito. “Da quando mio marito frequenta Marcela Valencia?”

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Capitolo 8
*** Nicolas ***


La sera prima del matrimonio di Nicolas e Luz
“Betty, quante possibilità ci sono che non arrivi tuo marito qui in preda ad una furia terribile?”
Lei ride e mi risponde “Non lo so Nicolas. Non lo so!”
“Non può prendermi a pugni… domani mi sposo!”
Io e Betty siamo da Le Noir. Questa è la mia ultima sera da scapolo e questo sarebbe il mio addio al celibato, ma io non ho voluto festeggiare con i ragazzi, che pure mi avevano organizzato una festa. Voglio trascorrerlo con Betty. Lei è la mia più cara e vecchia amica. Non posso immaginare di non trascorrerlo con lei. Anche perché a lei e solo a lei, posso dire come mi sento per davvero, senza aver paura di essere giudicato o di dovermi vergognare di quello che provo. Non devo fare lo spaccone.
Come sempre nella mia vita, con la mia amica posso essere me stesso.
“Dovresti preoccuparti anche di Luz, no?” mi dice. “Armando, probabilmente sarà qui nei dintorni, e starà cercando di non farsi vedere!”
“Luz ha capito la mia richiesta. Mi sembrerebbe troppo strano se tu non ci fossi nell’ultima mia serata di libertà!”
“Nicolas!” mi interrompe lei. “Ti sposi, non vai mica al patibolo. Io sarò per sempre tua amica. Questo non cambierà mai! Tu sei e sarai sempre lo zio dei miei figli, e il fratello che non ho mai avuto. Nemmeno questo cambierà!”
“Infatti, è per questo motivo che ho voluto trascorrere questa serata con te. Tu sei l’unica persona sulla quale ho potuto sempre contare! … Anche se quando ti sei innamorata di Armando Mendoza ho iniziato ad avere dei dubbi che il tuo cervello funzionasse!” dico ridendo.

Betty guarda Nicolas e pensa che anche la sua vita sta per cambiare. Domani perderà definitivamente il diritto di contare più di chiunque nella vita dell’amico. Già adesso è così. Ma da domani sarà per sempre così. Luz verrà sempre prima di lei.
Quando due sono amici come lo siamo noi pensa Betty, dopo che per tutta la nostra vita abbiamo potuto contare l’uno sull’altro, qualsiasi cambiamento risulta difficile.
Nemmeno Armando è riuscito ad inclinare il nostro rapporto. Anzi si è rassegnato all’idea che lui avesse un posto di primo piano nella mia vita. Non potrebbe essere altrimenti. Lo conosco da quando sono nata. Nicolas c’ è sempre stato per me. Mi viene il magone.
“Nicolas” gli dico “perché non mi hai detto che ci si sente così?”
“Così come?” mi chiede.
“Sento che stasera devo dirti addio. Non mi ero mai resa conto di quanto le mie esigenze ti abbiano condizionato la vita. Da domani io non conterò più nella tua vita. Sarò solo la tua amica. Perché quando mi sono sposata con Armando non mi hai detto che si sta malissimo all’idea di dover finire in secondo piano ?!”
“Betty, tu non mi hai condizionato la vita come credi. Ho fatto le mie scelte. Il fatto di restare a lavorare con te non è dipeso solamente dalla nostra amicizia, ma anche perché siamo una forza, lavoriamo bene insieme. Il lavoro mi piace, l’ambiente mi piace! Penso che il massimo che potevo fare per te, in realtà l’abbia già fatto anni fa, quando mi sono fatto massacrare di botte da Armando!
Quando è arrivato lui nella tua vita, le cose sono cambiate. Non mi è costato farmi da parte. Noi siamo amici, io volevo il tuo bene e comunque tu non mi hai mai messo in secondo piano!”
“Ma come potrei farlo Nicolas?! Le uniche persone sulle quali ho sempre potuto contare nella mia vita siete tu e i miei genitori. Certo anche su Armando, ma lui non mi conosce bene come te..”
“E Luz non mi conosce bene come te…” mi dice lui. “Betty, non stiamo facendo il funerale della nostra amicizia! Noi saremo per sempre amici e potremo contare per sempre l’uno sull’altro, anche se da domani sarà tutto diverso!”
“Allora propongo di brindare agli amici veri” gli dico.

 
Finito di cenare da Le Noir, andiamo a casa di Betty, i suoi genitori ci stanno aspettando. Mi hanno organizzato una specie di tour nella mia vita di sempre, che sto salutando per iniziarne una nuova con una donna che amo tantissimo.
“Vi sembra questa l’ora di tornare?” ci chiede il padre di Betty.
“Papà, abbiamo quarant’anni non dieci! Puoi stare tranquillo non ti pare?”gli dice Betty.
“Già quest’idea di voi due in giro soli non mi piace e poi, tua madre ha preparato un dolce per Nicolas! Questo qui, ha mangiato come una pattumiera a casa mia per anni e ora, proprio quando mia moglie lo aspetta, per festeggiare la fine della sua vita da scapolo si fa aspettare!!”
“Hermes!” lo rimprovera Giulia. “Non dire queste cattiverie! Venite figlioli, vi ho preparato un dolce!”
Entro nella sala da pranzo della casa di Betty. Quanto tempo ho trascorso qui! Mi sembra di rivedere i momenti più importanti della mia vita. Anche se stasera andrò a dormire a casa di mia madre, questa è un po’ come la mia seconda casa e loro sono la mia seconda famiglia.
Poche settimane fa, proprio qui, abbiamo organizzato una cena per far conoscere Luz ai Pinzon e a mia madre. L’imbarazzo di tutti si tagliava col coltello. Ma don Hermes è intervenuto con una battuta su quanto io mangi e l’atmosfera si è subito rilassata. Da domani Luz entrerà a fare parte della mia famiglia. Diventerà lei stessa la mia famiglia. Per fortuna non è rimasta sconvolta dal fatto che noi tutti fossimo una famiglia anticonvenzionale, provenendo lei stessa da una famiglia allargata.
Ho spesso ripensato a quello che ha detto a casa di Betty. Lei entra nella mia vita per aggiungere qualcosa e non togliere niente.

Saliamo nella camera di Betty. È rimasta tale e quale a come era quando lei ci viveva. Ogni tanto viene a dormirci Cami. Questa è l’ultima tappa del mio tour. Qui ho consolato tante volte Betty, per i suoi disastri amorosi. Qui abbiamo deciso le strategie per la Terramoda. Qui abbiamo studiato, ci siamo presi in giro, fatti forza l’uno con l’altro. Quanti sogni abbiamo fatto da giovani. Quelli di Betty sembrano essersi realizzati, i miei a metà.
Suona il telefonino di Betty. Lei risponde.
“Armando! Ciao! Eravamo preoccupati dal non sentirti. Io e Nicolas immaginavamo che saresti apparso a Le Noir! No … siamo a casa mia adesso, si dei miei genitori. Si se non facciamo troppo tardi torno a casa altrimenti resto qui! Si a dopo!”
Betty chiude la telefonata.
“Nicolas, non diventare mai un marito geloso come Armando, va bene?!” mi dice.
“Ma ha ragione Betty. Non so se io come marito sarei in grado di sopportare il migliore amico di mia moglie, nel modo in cui noi siamo amici!”
“Lo sapeva dall’inizio. E poi, ormai, non è davvero geloso di te. Lo sa che sono sempre stata innamorata di lui … è che sa che io penso che tu sia il migliore uomo al mondo..!”
“Ma non è vero Betty! Non dire queste cose!” le dico. “Io … io, sono terrorizzato” confesso alla fine.
“E cosa significa questo? Non vuoi più sposarti?” mi chiede.
“No, non ho detto questo. Voglio sposarmi. Io Luz la amo. Solo che non so se sarò all’altezza di essere un buon marito! Sono strano, lo sono sempre stato e non è bastato il tuo intervento per cambiarmi il look per farmi smettere di esserlo!”le dico.
“Nicolas, tu non sei strano, sei originale! Ed è una vera fortuna. Non dobbiamo essere tutti uguali! Guarda dove sei arrivato! Sei un manager di successo, un economista di successo, le tue teorie economiche vengono discusse in tutti gli ambienti intellettuali, sei un amico favoloso, uno zio fantastico … sarai un marito strepitoso!” mi dice.
“Grazie Betty!” le dico. “Ma tu esageri … con le donne sono un disastro!”
“Ti stai riferendo a Patrizia Fernandez? Sai bene che lei voleva solo il tuo denaro. Sei ancora innamorato di lei? Quella donna si è approfittata della tua bontà. Ti prego non dirmi che ci pensi ancora!”
“Si a volte ci penso, ma non come credi tu. Non sono innamorato di lei. Io amo Luz. Solo che quella storia, così come le mie infinite avventure con tutte le donne che ho avuto, mi hanno lasciato la sensazione che io sia troppo strano perché una donna mi resti a fianco! E se anche Luz alla fine dovesse stancarsi di me?”
“Nicolas … non sai quello che dici! Patrizia non era davvero innamorata di te. E’ stata subdola, voleva solo il tuo denaro e lo stesso quelle modelle. Luz è diversa. È indipendente, ha una carriera sua. Lei non bisogno del tuo denaro. Sta con te perché ti ama! Questo lo sai pure tu. Sarete felici assieme!E tu non sei strano, solo perché mangi sempre e hai senso dell’umorismo!”
Ecco che suona il mio telefono. È lei.
“Luz ciao! Si sono con Betty. No, sto per andare a casa. Tutto bene. La tua festa com’è stata? Ah, piena di omosessuali, certo organizzava Hugo.. ah… ah. Ok! A domani.”
“Povera Luz” dice Betty “sarei dovuta andare alla festa con lei, ma il mio migliore amico ha richiesto la mia consulenza …”
“Ho paura Betty” le dico.
“Non c’è niente di cui avere paura! Respira e fai questo salto nel vuoto” mi dice lei. “Vedrai che sarà bellissimo.”

 
Il matrimonio

Per Luz una chiesa valeva l’altra. E allora per accontentare mia madre, abbiamo deciso di sposarci nella chiesa del mio quartiere. Quella dove si è sposata Betty. All’inizio volevamo fare una cosa ristretta, ma poi non ho potuto fare a meno di invitare alcune persone che mi sono vicine nella mia vita lavorativa. Il mio editore, alcuni amici economisti.
Luz invece ha invitato la sua famiglia e basta. È un matrimonio colonizzato dai miei invitati insomma. I miei testimoni sono Armando e Betty, i suoi Hugo e Ines, dal momento che da quando è venuta a vivere a Bogotà le uniche persone che frequenta con una certa assiduità sono loro! Avrebbe scelto Betty, ma era fuori discussione. Betty è la mia testimone.
Hugo, in preda ad una assurda eccitazione per l’evento, le ha regalato l’abito da sposa. Disegnato da lui naturalmente. Così come il vestito da damigella di Cami e di paggetto di Roberto.
Io, invece, con Armando, mi sono sottratto alle sue grinfie e il mio abito nuziale l’ho preso da Armani.
Forse Hugo non mi parlerà più.
Vedo arrivare Alberto Montero. Non ho potuto fare a meno di invitarlo perché di recente, mi ha chiesto di gestire una parte consistente del suo patrimonio investendola nella Terramoda. Ci sarà anche Camila, perché io con lei ci lavoro. Non potevo non invitarla.

Sono agitato. Betty e Armando cercano di calmarmi ma non ci riescono.
“Calma, Nicolas,calma” mi dice Armando.
“Ma se tu eri molto più agitato di me, il giorno del tuo matrimonio!” gli dico.
“Non è vero!” ribatte lui.
“Io, ero un po’ ubriaco ma mi ricordo benissimo che eri in preda al panico perché Betty non arrivava!”
“State calmi entrambi, va bene?” ci dice Betty. “Vedrai che tra poco Luz arriverà e sarà bellissima!”


Qualche banco più in giù, Camila si sistema il suo stravagante cappellino rosso. Alberto decide di andare a salutare Isabel e Juan che non appena lo vedono gli corrono incontro.
“Potevi evitare questa scena madre” gli dice Camila “E la tua accompagnatrice dov’è?” aggiunge.
“Non mi starai dicendo che non posso nemmeno salutare i miei figli adesso??” le dice aggressivo.
“Come mai sei invitato a questo matrimonio? Non pensavo che conoscessi Nicolas Mora!” gli dice.
“Lo conosco invece!” le risponde. “Se proprio vuoi saperlo siamo in affari assieme!”
“Che tipo di affari?” gli domanda lei.
“Non ti riguarda Camila. Hai perso il diritto di farti i miei affari quando hai iniziato la tua relazione con un altro e non farmi aggiungere niente di più che siamo in un  luogo sacro!” ribatte lui.
“E tu, la tua nuova fiamma non l’hai portata? Quella ruba mariti della Valencia dov’è, non la vedo!”
“Non è una ruba mariti Camila!” le dice. “Io non mi sarei fatto rubare, al contrario di te. Sei tu che mi hai buttato come una scarpa vecchia!” aggiunge allontanandosi. Va a sedersi qualche fila più indietro, dove per ironia della sorte c’è Sandra col suo pancino di quattro mesi. Ha un uomo accanto che non è Mario Calderon, lui però la sorveglia dalle file del lato opposto.

 

“Sta arrivando la sposa!” mi dice Betty. Io prendo posto vicino all’altare e con mia madre a fianco, la vedo entrare. L’organo sta suonando l’inno nuziale e lei sicura avanza al braccio di suo padre, preceduta da Cami e Roberto.
Cami ha in mano un bouquet, mentre Roberto porta gli anelli.
Luz è bellissima ed ha una luce radiosa negli occhi. Hugo ha disegnato per lei un vestito originale ma di classe. Un corpetto rigido di seta con le maniche a tre quarti, che ha in vita un cinturino di un colore più simile al panna che al bianco e una gonna lunga con strascico, plissettata che non è convenzionale per un matrimonio. La mia futura sposa non ha voluto indossare il velo. I suoi capelli castani sono raccolti in una morbida coda all’altezza del collo e sono fermati da un fiore.
Sono senza parole, non riesco a respirare per quanto è bella.
Sento Hugo Lombardi dire “Non è il mio solito stile, ma per lei mi sono superato! E’ uno schianto!”
Ha ragione penso. È bellissima. I suoi occhi color ambra sprizzano felicità, finalmente è al mio fianco. In questo momento realizzo di essere al posto giusto e che ha ragione Betty. Fare questo salto nel vuoto sarà bellissimo.

 
Il sacerdote si rivolge agli sposi.

“Nicolas e Lucia
siete venuti a celebrare il Matrimonio
 senza alcuna costrizione, in piena libertà
e consapevoli del significato della vostra decisione?

Si” dicono entrambi.

Siete disposti, seguendo la via del Matrimonio,
ad amarvi e a onorarvi l’un l’altro
 per tutta la vita?
” continua il sacerdote leggendo la formula di rito
Si” dicono entrambi.

Siete disposti ad accogliere con amore i figli
che Dio vorrà donarvi
e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa
?”

Mentre gli sposi rispondono Si, il bambino di Sandra inizia a muoversi. Prima non l’aveva mai fatto. Lei rimane esterrefatta per quel battito di farfalla che sente nella pancia, si accarezza il ventre e inconsapevolmente guarda Mario. Ma lui sta seguendo la cerimonia.
“Tutto bene?” le chiede Adam accanto a lei.
“Si! A meraviglia” gli risponde lei “Credo che il bambino si sia mosso per la prima volta!”

“Se è vostra intenzione di unirvi in Matrimonio,
datevi la mano destra
ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa
il vostro consenso.”

Armando prende la mano di Betty nella sua e la stringe forte, ripensando al giorno del loro matrimonio. Vede che Betty ha le lacrime agli occhi mentre Nicolas esprime il suo consenso.

“Io, Nicolas., accolgo te, Lucia, come mia sposa.
Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”

Adesso è il turno della sposa.
Io, Lucia, accolgo te, Nicolas, come mia sposo.

Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”

Dodo sta guardando i suoi genitori. Non sono seduti vicino. Sono proprio distanti. Immagina che il giorno del loro matrimonio anche loro si siano scambiati queste promesse. Mentre adesso sono separati da due mesi!

Il sacerdote continua nella lettura della formula.
“Il Signore onnipotente e misericordioso
confermi il consenso
 che avete manifestato davanti alla Chiesa
e vi ricolmi della sua benedizione.
L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce.”

‘Altro che fedeltà’ sta pensando lui. ‘L’uomo separa ciò che Dio unisce. Anzi è peggio nel caso dei miei genitori, la sposa separa ciò che Dio unisce! Sapevo che non dovevo venire a questo matrimonio! Ho fatto male a dare retta a Rocio!’

“Il Signore benedica questi anelli
che vi donate scambievolmente
in segno di amore e di fedeltà.”
 Sta dicendo il sacerdote.

Lucia ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà” dice Nicolas mettendo la fede alla sua sposa.

“Nicolas ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà” dice Luz ricambiando il gesto e mettendo la fede al suo neo marito.

Mentre gli sposi compiono questi gesti, Armando e Betty stanno ancora tenendosi per mano, mentre Camila sta guardando suo marito. Lo vede giocare con la sua fede. Lui fa come per togliersela, realizzando che il suo matrimonio è finito. Inconsapevolmente alza lo sguardo e vede che lei lo sta guardando. Sa che togliersi la fede, in questa circostanza significherebbe mandarle un messaggio netto e chiaro, ma è davvero pronto a superare il suo matrimonio? Le fa un cenno con la testa indicandole di girarsi, in maniera tale che lei non possa vedere cosa stia facendo con la sua mano.

Per il potere conferitomi dalla Chiesa,
vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa!” conclude il sacerdote.

 
Sono al settimo cielo! La signora Mora! Sto ricevendo abbracci e auguri da un sacco di gente. Nicolas lo stesso. Non posso crederci! Io Luz Costa che scappavo dal matrimonio a gambe levate, sono sposata con questo uomo qui, che definire originale è poco e sono contentissima di esserlo!
Adesso andremo in un locale per un breve festeggiamento e dopo partiremo per il nostro viaggio di nozze. La mamma di Betty viene ad abbracciarmi, noto che ha le lacrime agli occhi. Per lei Nicolas è come un figlio. La abbraccio a mia volta. Adesso anche io faccio parte della sua famiglia.

 
Armando e Betty si sono un po’ allontanati dalla calca. Avranno modo di congratularsi con gli sposi.
Betty ha gli occhi bagnati di lacrime.
“Perché piangi mostro?” le domanda lui.
“Le mie sono lacrime di felicità!” risponde lei.
“Davvero?” chiede “Non stai forse piangendo perché stai vedendo il tuo migliore amico andare via da te ?”
“E’ che … lui è di Luz adesso. Abbiamo condiviso così tante cose nella vita e non riesco a credere che … mi sento sola….!”
“Ci sono io qui con te. Va bene non sarò eccezionale come Nicolas ma se vuoi, puoi venire da me…!”
“Si, da ora in avanti avrai due modalità. La prima, marito che mi fa uscire di senno, la seconda amico a cui vado a raccontare che mio marito mi fa uscire di senno! Non male come idea!” gli dice.
“Ti amo tanto mostro” le dice lui baciandola sulle labbra.
“Anche io!”
Uno strano movimento cattura la loro attenzione. Una signora con un cappello a tesa molto larga sta mettendosi gli occhiali da sole per coprirsi gli occhi.
Armando e Betty riescono a vedere solo il colore biondo dei capelli.
“Armando” gli dice Betty “pensi che sia, chi io penso che sia!?”
“Mostro riconoscerei il colore di quei capelli finti tra mille” gli risponde lui. Si guardano esterrefatti.
“Cosa ci faceva qui Patrizia Fernandez?” si chiede Armando a voce alta.

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Capitolo 9
*** Mario ***


Mario

“Ti rendi conto che Sandra aspetta tuo figlio?” mi chiede Armando. Siamo nel suo ufficio alla New Tech. Abbiamo pranzato qui velocemente e cerco di aggiornarlo delle ultime novità.
“Si. Lo so!” gli rispondo.
“E non pensi che dovresti mettere la testa a posto?”
“Io non sono fatto per avere la testa a posto! Non riesco a lasciare Camila, forse perché significherebbe dover accettare di cambiare vita!”
“Mario…. Sei davvero una porcheria! Lasciatelo dire da me che sono il tuo migliore amico! Non lasci mia sorella, ma non sopporti se Sandra esce con …” dice lui non ricordandosi il nome.
“Adam Carter! Insegnante, anni quarantacinque. Americano di Boston ma sua madre era di origini irlandesi. Divorziato. Senza figli, appassionato di storia e di golf!” gli dico.
“Calderon!! Ma sei fuori di testa! Dove hai preso tutte queste informazioni?” mi chiede.
“Secondo te dovevo stare con le mani in mano e non scoprire che tipo frequenta Sandra? Quell’uomo ha pensato per cinque minuti di essere il padre di mio figlio!”
“Sandra è libera di frequentare chi vuole!” mi ricorda “E a quanto pare non è nemmeno una cattiva persona!” aggiunge.
“Ma il padre del bambino sono io!!”
“… E tu hai una relazione con Camila!” mi dice. “Io non avrei mai e poi mai accettato che Betty avesse una relazione con un altro uomo mentre aspettava i miei figli!”
“Infatti sei andato come un pazzo a Lima! Ma la situazione è diversa. Tu e Betty siete sposati!”
“Quindi mi stai dicendo che se Sandra andasse a letto con quell’uomo per te non farebbe differenza??”
“Ci deve solo provare! Lo prendo a pugni!” dico arrabbiato.
“Però tu continui ad avere una storia di sesso con Camila! Davvero adulto come comportamento! Tu puoi avere una relazione e Sandra no!!”
“Armando… ti prego… non infierire anche tu. Sai cosa faccio? Me ne torno all’Ecomoda! Prima che tua moglie mi licenzi per assenteismo!!” gli dico e lo lascio nel suo ufficio. 

 

Quando arrivo nel piano degli uffici, trovo Sandra che sta per rimettersi al lavoro.
“Come stai?” le chiedo.
“Bene!” mi risponde. “Come devo stare?”
“Puoi venire nel mio ufficio un attimo?” le chiedo. Lei mi segue.
“Cosa devi dirmi Mario?”
“Volevo scusarmi per il comportamento che ho avuto la scorsa settimana. Non volevo seguirti, solo che avevo la sensazione che non mi avresti mai detto del bambino!”
“Come puoi pensare una cosa del genere? Certo che te l’avrei detto!!!”
“Vorrei che sapessi che potrai sempre contare su di me per tutto quello che riguarda il bambino. Io sono suo padre e non intendo lavarmene le mani.”
“Certo che sei davvero stronzo!” mi dice lei. Ma cosa ho detto di male??? “Posso contare su di te per quanto riguarda il bambino? E cosa gli dirò quando non sari al suo fianco il primo giorno di scuola?”
“Certo che ci sarò!” le rispondo.
“Mi stai dicendo che vuoi essere una figura di riferimento per lui? Che vuoi fargli da padre? Ne sei davvero sicuro? Non ti permetterò di fare al bambino quello che hai fatto a me negli ultimi dodici anni. Quindi pensaci bene perché non voglio dare false speranze a mio figlio su un uomo che, anche se è il suo padre biologico, entra ed esce dalla sua vita lasciandolo devastato. Posso trovare di meglio!” mi dice.
Mi fa proprio imbestialire! “Di meglio? E chi Adam Carter?” le dico. “Ricordati che tuo figlio è anche mio figlio! Non è solo tuo. Anche io ho partecipato al suo concepimento! Non puoi dimenticartene.”
“Infatti non lo dimentico” mi risponde. “Ma se non vuoi essere presente per davvero nella sua vita, preferisco che tu ti limiti ad essere colui che accidentalmente è stato il fornitore di sperma!!” mi dice. Non l’ho mai vista così arrabbiata!
“Quindi vuoi dire che per te, fare un figlio con me o farlo con quell’Adam lì non fa nessuna differenza? Com’è che hai detto? Ah si, purtroppo sono io il padre del bambino!”
“Adam non c’entra niente! Lo conosco da poco tempo!”
“Ma questo non ti ha impedito di andare a letto con lui!” le dico.
“E adesso mi fai pure una scenata di gelosia? Non sapevo di essere incinta quando l’ho fatto. E poi la mia vita non è più affar tuo!”
“Vorrei sperare che adesso che sai di essere incinta, tu non abbia più rapporti con lui!” le dico. Ha ragione Armando. Non posso accettare che lei abbia rapporti sessuali con un altro uomo! Per dio, aspetta mio figlio!!!
“Non riesco a credere alle mie orecchie! Ma chi ti credi di essere? È vero sei il padre del bambino, ma non possiedi me. Non sei il proprietario della mia vita. Lo sei stato per tutto questo tempo, ma trovarti su quella dannata scrivania mi ha aperto gli occhi. Il mio corpo è MIO. Hai capito? Faccio quello che voglio!”
“Ma adesso stai ospitando nostro figlio!! Non puoi essere avventata!” le dico cercando di farla ragionare.
“Non posso credere alle mie orecchie! Tu pensi che io metterei in pericolo il bambino? Probabilmente è l’unico figlio che avrò nella mia vita, visto che ho perso dodici anni dietro a te, che non meritavi più di cinque minuti! Aveva ragione Betty, quando mi ha detto che non avrei potuto incontrare qualcuno peggio di te!” mi dice accalorandosi.
“Non arrabbiarti!” le dico. “Non voglio farti arrabbiare! È che tutta questa storia mi sconvolge!”
“Ti sconvolge? Ma non al punto di interrompere la tua storia con Camila! Così io non posso avere una relazione con un altro mentre sono incinta e tu si? Dimenticatelo. Se voglio avere una relazione con Adam o con chiunque altro io la avrò!” mi dice ed esce.
Faccio per seguirla! Non può pensare che io accetti che lei abbia una storia con qualsiasi altro uomo mentre sta aspettando mio figlio!? E nemmeno dopo veramente. Se vuole avere una relazione può averla con me! Con me? Ma che sto dicendo? Oddio, sono confuso!! Io ho una relazione con Camila!

 

***

 

Tre settimane dopo
Questa sera io e Camila avevamo la nostra serata. Abbiamo questa specie di relazione ormai da tre mesi. Stasera i suoi figli sono con il loro padre. Siamo andati a cena fuori e poi siamo venuti qui a casa mia. Solo una settimana fa saremmo già a letto a fare sesso selvaggio ma stasera c’è qualcosa che non va.
Io sono nervoso perché ho sentito Sandra che prendeva un appuntamento con Adam per uscire e Camila è nervosa perché ieri, alla presentazione della New Tech ha scoperto che Alberto si frequenta con Marcela Valencia. Cosa che l’ha fatta imbestialire.
Siamo a casa mia ma con la testa siamo proprio altrove. Le verso un bicchiere di whisky e uno lo prendo per me.
“Mario” mi dice lei “ma che stiamo facendo da tre mesi a questa parte?”
“Sesso fantastico?” le dico io.
“Si, senza alcuna ombra di dubbio! Ne avevo bisogno. Ma… non mi basta più!”mi risponde lei.
“Cosa vuol dire questo? Vuoi avere una storia …seria?” dico allarmato!
“No … non offenderti” mi dice lei quasi ridendo alla mia espressione terrorizzata. “Non voglio avere una storia seria con te! Io … sono così confusa… ma credo che voglio … mio marito!” mi dice.
La capisco! Eccome se la capisco! Mi sembra assurdo ma la capisco.
“Non preoccuparti Camila!” le dico abbracciandola. “Siamo entrambi adulti. Sapevamo di non essere innamorati l’uno dell’altra. Io non mi innamoro mai di nessuna!”
“Ne sei davvero sicuro Mario?” mi chiede. “Perché ti vedo piuttosto nervoso stasera!” mi dice.
“Lo sono in realtà. Questa sera Sandra esce con quell’Adam e io non riesco ad accettarlo!”
“Oohh! Finalmente una reazione da uomo!”
“E questo che vuol dire?” le chiedo.
“Mario, guardaci! Da quando ho visto mio marito con Marcela non faccio altro che pensare a quanto siamo stupidi e soli. Fare gli amici di letto è stato bello, ma io ho un marito con il quale sono sposata da diciotto anni e che ho bellamente tradito per un impulso di un attimo e poi mi sono ostinata nel voler avere ragione. Tu, hai una relazione con questa donna…. Da quanto tempo dodici anni? E ora lei è incinta! Aspetta tuo figlio che diamine! So per esperienza che una donna, soprattutto quando è incinta vuole avere accanto il suo compagno, non vuole affrontare tutto da sola. Ma sappi che una donna, messa alle strette è capace di affrontare qualsiasi cosa da sola, anche una gravidanza!” mi dice.
“E cosa significa?”
“Significa che… guardaci, non siamo davvero due esemplari da seguire, ma Mario… non penserai che davvero il tuo posto è qui accanto a me? Per cosa poi? Un po’ di sesso? In fondo lo sai pure tu che dovresti essere al suo fianco…”
“Non lo so Camila. Non so se sono davvero pronto a cambiare vita. Tu pensi che io sia in grado di fare il padre? Di cambiare? Di smettere di avere continuamente relazioni con donne diverse?”
“Questo Mario non posso essere io a dirtelo. Devi essere tu a decidere. Per quanto mi riguarda, io me ne torno a casa!” mi dice. Mi saluta. “E’ stato bello Mario, finchè è durato è stato bello, ma io… !”
“ … Vuoi tuo marito!” le dico. Lei non mi risponde nemmeno va solo via. Mentre a me non rimane che pensare alle sue parole.
Mi squilla il telefono. È  Sandra. Che cos’ha un sesto senso?
Le rispondo e mi dice che domani ha un appuntamento dal medico. Se voglio posso accompagnarla. Così mi dimostra che lei è una madre responsabile!

 

***

 

Un mese dopo
Siamo stati di nuovo dal medico per fare tutti gli accertamenti necessari. Sandra era terrorizzata perché non sentiva il bambino muoversi, anzi dice di non averlo mai sentito. Il medico l’ha rassicurata, dopo aver fatto tutti gli esami del caso. Ci ha chiesto se volevamo sapere il sesso e … ed è una femmina! Non posso crederci! Io Mario Calderon sarò padre di una bambina!
Il medico ha detto a Sandra che va tutto bene e che non la sente perché probabilmente passa tutto il tempo a dormire, ma da adesso dovrebbe iniziare a non avere pace! Sandra è di cinque mesi ma non è molto ingrassata. Sarà che data la sua altezza la gravidanza si nota appena.
Siamo di ritorno dal ginecologo. Passiamo in caffetteria all’Ecomoda perché lei ha molta fame. So che le sue amiche della banda e Betty la stanno aspettando per avere notizie!
I nostri rapporti sono davvero molto strani. Nonostante io le abbia detto che non ho più una relazione con Camila, lei ha sollevato le spalle e ha continuato a vedersi con quell’Adam!
“Vieni nel mio ufficio?” le dico.
“E di cosa dobbiamo parlare? Devo andare dalle mie amiche!” mi risponde.
“Ti prego vieni nel mio ufficio!” le dico.
Prende un’altra brioche e mi segue.
“Mario… cosa c’è? Ho da fare, del lavoro da sbrigare! Il mio capo è un negriero!”
“Ok… hai ragione, dirò a me stesso di essere più buono!”
“Cosa vuoi?”mi domanda.
“Vorrei che cercassimo di andare d’accordo anche quando usciamo dalla stanza del medico! Non sopporto più che tu mi ignori sempre e comunque! Mi com’è possibile che nonostante tu sia incinta di mia figlia non mi degni di uno sguardo o di una parola. Come è possibile che mi parli solo di lavoro??”
“E cosa dovrei dirti? Io cerco di stare calma, per la bambina. Non devo innervosirmi. L’hai sentito il dottore no?! Ho deciso che ti avrei evitato il più possibile. Per tutti questi anni tu hai giocato con i miei sentimenti, ma ora devo proteggere lei” dice toccandosi la pancia “ e se necessario la proteggerò anche da te!”
“Ma non puoi dire sul serio! Non sono mica un mostro?!” le dico. Ogni nostra discussione si conclude con lei che mi accusa di non essere la persona giusta per crescere un figlio.
“Ah no? E dimmi, CHI ha progettato quell’orribile gioco con Betty? CHI ha scritto quella dannata lettera di istruzioni? CHI possiede un archivio di donne per ogni evenienza, CHI si è preso gioco del suo migliore amico, prendendolo sempre in giro perché si era innamorato o perché voleva essere fedele alla sua famiglia? CHI ha una storia con due donne in contemporanea? Chi si prende gioco dei sentimenti altrui senza tenerne conto? CHI dichiara di essere un single fondamentalista e di voler scappare da qualsiasi forma di legame? CHI non è ancora cresciuto?E Mario dimmi, CHI?”
E’ un fiume in piena!
“E tu pensi che io possa mettere nelle tue mani la vita di mia figlia, anche se è tua figlia? No che non lo farò!”
“E’ vero non sono una brava persona. Ho un codice di condotta tutto mio, ma non sarei mai capace di fare del male a mia figlia!!”
“Mario, ma cosa vuoi da me? Pensi che io possa continuare a starti accanto fino a che tu non trovi la tua prossima fiamma? Dimenticatelo! Io ho la mia vita e tu la tua! Stop!”
“Ma nella tua pancia stai crescendo mia figlia!” le urlo quasi.
“E allora dovrei accettare di stare con te perché sei il padre di mia figlia? Lo sei purtroppo! Ti ho detto che ti lascerò fare parte della sua vita, ma dalla mia devi starne fuori!”  mi dice.
“Non puoi chiedermi una cosa del genere, sei la madre di mia figli anche tu farai sempre parte della mia vita!”
“Mario ma sei ottuso? Noi non siamo una coppia, non lo siamo mai stati a tutti gli effetti. Poteva anche andarmi bene prima! Ma ora non più! Ho quarantatre anni! Non ne ho più venti. Senza contare di tutte le volte che mi hai tradita!!! Devo essere lucida e forte. Devo pensare a lei prima che a me!” mi dice ed esce.

 


***

 
 

Oggi è il giorno del matrimonio di Nicolas e siamo qui tutti in chiesa ad aspettare la sposa. Vedo Sandra arrivare con quell’Adam lì. Non è servito a niente parlarne tra giorni fa. È irremovibile sul fatto che non vuole che io abbia a che fare con lei. Potrò avere a che fare con mia figlia quando sarà nata ma non con lei.
Vedo Armando e gli vado incontro. Lui  il testimone di Nicolas assieme a Betty.
“Mario … che faccia stravolta!” mi dice.
“Si … ormai non riesco a dormire bene!”
“Vedo che Sandra è arrivata con il suo nuovo accompagnatore!” mi dice facendo un impercettibile gesto della testa verso di loro.
“Non me ne parlare ti prego. Non sono riuscito in alcun modo a darmi una possibilità!”
“Non ti potevi aspettare nulla di diverso dopo quello che le hai combinato con mia sorella. Betty dice lei è molto determinata a non avere a che fare con te!”
“Ma ti sembra possibile? È la madre di mia figlia! Come potrà non avere mai a che fare con me?” gli chiedo.
“E’ una voce scoraggiata quella che sento o mi sto sbagliando!? E chi l’avrebbe mai detto che batte un cuore in quel petto?” mi dice Armando.
“Non sai cosa mi ha detto, che io mi sono sempre preso gioco di tutto e di tutti, compreso di te e che perciò non sono attendibile, non vuole avere a che fare con me!” gli dico.
“Finalmente qualcuno che ti rimette al tuo posto!! Devo andare a complimentarmi con lei allora!”
“Armando, ti prego, non scherzare! Lo sai cosa significa per me vederla oggi qui con quell’uomo?”
“Mario, ti faccio una domanda seriamente adesso e tu devi rispondere altrettanto seriamente. Dimentica per un attimo che lei sta aspettando tua figlia, tu vorresti avere una relazione con lei? Se la riposta è si allora devi fare di tutto per riconquistarla. Ma se la risposta è no, come penso che sia, devi accettare le sue condizioni!” mi dice e mi lascia solo perché Betty lo sta chiamando.

 

La cerimonia è stata… una normale cerimonia di matrimonio. Dalla quale fuggire a gambe levate. Adesso siamo in questo locale per una piccola festa e poi gli sposi partiranno.
Vedo che Sandra è seduta ad un tavolo con Adam. Nn saprei dire in che rapporti siano. Non so se hanno una storia nonostante lei sia incinta di mia figlia. Non gliel’ho mai chiesto, ma dannazione la risposta deve essere NO!
Li guardo di sottecchi.
“E’ inutile che li guardi Mario, non riuscirai a separarli” mi dice una voce facendomi sobbalzare.
“Betty” dico io, voltandomi verso di lei.
“E così, per una volta nella sua vita ha fatto la cosa giusta… finire la sua relazione con Camila, dico!”
“Si, io e Camila ci siamo resi conto che la nostra non era una vera e propria storia, quanto piuttosto una… passione”.
“Le voglio dire una cosa Mario. Non so a che gioco sta giocando con Sandra, ma se torna a farle del male, le giuro che non so come, ma questa volta gliela faccio pagare!” mi dice e va via.
E’ davvero assurdo che con chiunque parli, non ricevo che minacce. Come se non avessi combinato mai nulla di buono nella mia vita! Forse è davvero così.
Riconcentro la mia attenzione su Sandra. È molto affascinante. Indossa un tubino blu scuro e la sua pancia è lievemente accennata. Vedo che Adam le prende la mano e se la porta alla bocca per posarle un bacio. Non riesco a credere che amoreggino qui davanti a me e davanti a tutti gli altri!”
“Respira Mario, respira!” mi dice Camila. “Lo sta facendo apposta. Vuole farti innervosire!”
“E ci riesce benissimo perché sono davvero gelosissimo!”
Incapace di fermarmi, vado verso il loro tavolo.
“Adam” mi rivolgo a lui con un cenno della testa .”Sandra, posso parlarti?” le dico
“Mario” mi dice “cosa c’è? Cosa vuoi dirmi di nuovo?”
“Ti prego” le dico. “Devo parlarti!”
“Vai pure” le dice Adam.
Lei si alza e mi segue, mentre vedo che le ragazze della banda si adoperano per non lasciare solo il professore.
“Cosa dannazione stai facendo con quell’uomo qui?” la aggredisco immediatamente.
“Era questo che volevi dirmi? Perché ti ho già detto che la mia vita non ti riguarda!” mi risponde freddamente.
Mi riguarda eccome invece. Ma questa volta, invece di risponderle e iniziare una interminabile discussione la bacio. Lei si stacca e mi da uno schiaffo. Ma io prontamente la bacio di nuovo. Nella mia testa si formula solo un pensiero. Si, la vorrei comunque. Anche se non fosse incinta. Non so quando ho maturato questa decisione, ma forse era da questo che stavo scappando quando ho iniziato la mia storia con Camila.

 

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Capitolo 10
*** Camila ***


Camila

Da quando ho visto mio marito con Marcela Valencia, mi sembra che una valanga mi sia caduta addosso. Non posso credere che mio marito, il fedele, abbia una storia proprio con lei.
Io, non sono riuscita a continuare la mia storia con Mario Calderon.
Il fuoco si è spento sotto il sole della realtà. Lo sapevamo entrambi che prima o poi sarebbe finita. Non era di certo l’amore del secolo, il nostro. E poi, c’è Sandra che aspetta la figlia di Mario. Anche se non so se se ne renda bene conto nemmeno lui, è totalmente impegnato in questa cosa al punto di mettere le donne da parte.
Ma questo non c’entra con me. Io…. Io voglio Alberto. Mio marito. Sono passati tre mesi da quando ci siamo lasciati. Da quando ho rovinato la vita a mio figlio.
Vado nell’ufficio di Betty, devo trovare un modo per riappacificarmi con lei. Le ho detto parole terribili. E non le pensavo. Ho combinato un vero casino. A mia discolpa però devo dire che quando ho sentito Alberto in quella telefonata, sono andata nel panico. Pensavo che avesse da tempo una storia con Abigail e non avrei mai accettato di sapere che era così. Che io in qualche modo l’avevo spinto tra le braccia di un’altra. Ho attaccato per difendermi, diciamo, e adesso l’ho davvero spinto nelle braccia di un’altra.
Busso. “Betty…” chiamo e apro leggermente la porta. La vedo che sta parlando animatamente al telefono. Mi fa cenno di entrare. Chiude la telefonata e si rivolge a me.
“Scusami, non volevo disturbarti” le dico. “Sono venuta per invitarti a pranzo.”
“Non mi disturbi, stavo parlando con Armando per stabilire chi portava Roberto in piscina. Io sono oberata di lavoro, come puoi vedere, penso di pranzare qui velocemente” mi risponde.
“Betty… “ inizio “vorrei scusarmi per le parole che ti ho rivolto. Ero fuori di me, fuori di senno. Ti prego. Vieni con me a pranzo. Se non parlo con qualcuno esplodo!”
“Mi sorprende che tu voglia parlare con me! Io sono una donna morta dentro che mai e poi mai potrebbe capire i tuoi tormenti, ricordi?!” mi dice ripetendo le mie parole.
“Ti prego … non ripetere più quello che sono stata capace di dirti. Compreso il fatto che in realtà tu vorresti Daniele Valencia e non mio fratello. Mi sono sentita attaccata e ho reagito male!”
“Va bene Camila. Io so benissimo cosa sono capaci di fare i Mendoza quando reagiscono male” mi dice. Probabilmente si riferisce a quella vecchia storia con mio fratello. “L’ho vissuto sulla mia pelle. Accetto le tue scuse. Ma solo ad una condizione” aggiunge. “Mi dici cosa ti succede??”
Le racconto tutto. Della telefonata che ho ascoltato e del perché mi sono comportata in quel modo.
So che lei sa già tutto, perché ha ospitato per un mese Alberto e per tre mesi mio figlio. Ma io, non ho dato finora spiegazioni a nessuno.
“E quindi ora la tua storia con Calderon sarebbe finita?” mi chiede.
“Non sarebbe finita. È finita. Te lo giuro. Da un mese. E non ho una storia con nessuno. Voglio solo mio marito!” le dico.
“Camila, sei consapevole di averlo ferito a morte? Non è un pacco postale! Non è un oggetto che prendi e lasci come vuoi.”
“Lo so. Ho fatto un pasticcio. Ti prego, andiamo a pranzo fuori!” le chiedo.
“Ok, andiamo a pranzare fuori” accetta lei.

 

Non so in quale preciso momento di tutta questa storia, io mi sia  svegliata e mi sia chiesta ‘Dov’è Alberto?’. Sarà stato vederlo con Marcela Valencia? Sarà stato perché da diciotto anni della mia vita è al mio fianco? E perché improvvisamente mi manca, se solo tre mesi fa gli ho detto che mi opprimeva? Mi sono comportata come una pazza. L’ho praticamente costretto ad andare via di casa e adesso invece, quando ci torno, mi manca da morire trovarlo lì o vederlo arrivare e ricevere il suo bacio alla base del collo, quasi sulla nuca, ‘perché qui, posso baciarti solo io, nessuno lo farebbe per salutarti.’
Lo rivedo in tutti questi anni, arrivare a casa nostra e sollevarmi i capelli per baciarmi il collo, o farlo direttamente se avevo i capelli legati. Il nostro saluto. Cosa mi ha preso tre mesi e mezzo fa? Io voglio stare con lui. E invece l’ho spinto nelle braccia di Marcela Valencia.
Arriviamo da Le Noir.
Il solito cameriere ci accoglie e ci fa sedere ad un tavolo.
Improvvisamente, io e Betty, sentendo ridere, ci giriamo e ad un tavolo poco lontano dal nostro sentiamo delle voci familiari. Il sangue mi si gela nelle vene.
Alberto e Marcela Valencia stanno brindando con dello champagne presumo! Una furia terribile si impossessa di me, ma Betty mi ferma con una mano.
“Beatriz!” dice Marcela rivolgendosi a noi.
“Salve Marcela, Alberto” le risponde mia cognata.
Lo guardo con intenzione. Voglio metterlo in difficoltà. Voglio strappare tutti i capelli di Marcela Valencia e toglierle quell’odioso sorriso
dalla faccia!
“Beatriz, Camila” dice lui “accomodatevi pure” facendo il gesto di spostare le sedie del suo tavolo.
“NON DISTURBARTI” dico io in un tono glaciale “andiamo via, vero Betty?” le chiedo.
“Certo, si andiamo via. Avremo altre occasioni per vederci” risponde lei.
“No, non potete andare via!” ci dice Alberto. “Dovete brindare con noi… Sono diventato il nuovo proprietario di Le Noir! L’ho appena comprato. Stavamo brindando a questo!” aggiunge sorridendo.
“Che coooosaaaaa?” quasi grido io.

 
Betty cerca di trascinarmi via, ma io incurante della presenza della gente prendo mio marito per un braccio e lo trascino da parte.
“Che cosa significa che hai comprato questo ristorante?” gli chiedo.
“Cosa vuoi che significhi? Ho comprato il ristorante. Era in vendita. Lo rinnoverò!” mi risponde.
“E perché non mi hai detto niente?” continuo io.
“Perché non ti riguarda. Cosa avrei dovuto dirti? Ormai non fai più parte della mia vita!”
“Dove hai preso i soldi? Sono ancora tua moglie dopotutto! Non ci siamo separati legalmente!”
“Camila, non capisco perché fai così? Pensi che io non sia in grado di fare affari senza essere sposato con te? Bene, allora ti informo che ho venduto le mie quote della CAM2, ho guadagnato dalla vendita ventimilioni di dollari circa e sto facendo degli investimenti. Alcuni con Nicolas Mora, alcuni con tuo fratello e altri in quello che è il mio settore, nel quale dovrei avere sufficiente esperienza non credi?”mi dice.
“Non ho mai pensato che tu non fossi in grado di fare affari senza di me! Sono solo stupita perché non me ne hai parlato!” gli dico.
“Veramente non sono tenuto a dirti niente della mia vita. Ormai siamo separati!” mi risponde lui.
“Non dire sciocchezze!”
“Non sono sciocchezze. E’ la verità. Tu hai la tua relazione e io…” non lo lascio finire di parlare.
“Io non ho più nessuna relazione. Io e Mario ci siamo lasciati. È finita” gli dico.
“Non posso crederci! Non starai pensando che dobbiamo tornare insieme vero? Perché adesso sono io  non volere più, hai capito??” mi dice.
“Non voglio niente Alberto! Anche se … si lo vorrei! So di averti ferito” gli dico.
“Basta Camila, devo andare. Marcela mi sta aspettando…” mi dice. Sento una morsa allo stomaco. Sono gelosa. Terribilmente gelosa.
“Aspetta” lo fermo. “Voglio chiederti una cosa, cioè di una persona … come sta Dodo. Come vi trovate nella nuova casa solo tu e lui?”
Mio marito e mio figlio hanno lasciato casa di Betty e sono andati a vivere assieme, ma per conto loro. Hanno una governante ma per il resto si arrangiano.
“Sta bene Camila. È un ragazzo in gamba, ma non vuole ancora parlarti nonostante io provi a chiederglielo ogni giorno!”
“Ho combinato un autentico disastro! Perdonami se puoi… “ gli dico e lo lascio andare via.
Torno verso Betty.
“Cosa ne dici se mangiamo qualcosa qui?” le chiedo. “Tanto ormai da qualsiasi parte andassimo, faremmo troppo tardi per tornare in Ecomoda e il mio pranzo è comunque rovinato!”
“Per me va bene!”
Ci accomodiamo al nostro tavolo. Betty mi vede abbastanza agitata. Trangugio due bicchieri di vino, uno dietro l’altro.
“Camila tutto ok?” mi chiede lei.
“Betty… come ti è saltato in mente di far incontrare Marcela Valencia e Alberto?”
“Non sono stata io. Sono state le circostanze! Lei era in ospedale quando Armando ha avuto l’incidente. Lo sai anche tu che … da cosa nasce cosa…” mi risponde.
“Betty … basta così.”
Mi sento male. Sento un vuoto che si apre dentro di me. Mi sento risucchiare dalla mia stessa stupidità. Come ho potuto lasciare Alberto?
“Posso farti una domanda?” mi chiede mia cognata dopo che abbiamo ordinato.
“Dimmi pure.”
“Tu Alberto lo ami davvero o la tua è smania di vincere?”
“E questo cosa significa?”
“Significa che mi dai l’impressione di rivolerlo perché sei arrivata prima tu nella sua vita e non Marcela o qualcun’altra e che ora lo rivuoi come si vuole un giocattolo che ci hanno portato via. Ma questo ha a che fare qualcosa con l’amore?” mi chiede tutto d’un fiato.
“Betty….. io non lo so! Dannazione non lo so!”
“E non pensi che dovresti scoprirlo?” mi chiede.

 

 

***

 

Un mese dopo
Sono qui a Le Noir. Il locale è completamente rinnovato. Adesso c’è una zona bar molto più ampia e fornita e inoltre il locale è diventato molto più moderno e raffinato. Mio marito ha fatto un buon lavoro. Già mio marito. Oggi pomeriggio al matrimonio di Nicolas non ha fatto che giocare con la sua fede. Non si era accorto che lo stavo guardando, ma quando mi ha beccata non mi ha più fatto vedere se si fosse tolto l’anello che io gli ho messo al dito quasi diciotto anni fa.
Stasera sono qui, sono venuta ad ubriacarmi. Non so se  camerieri e barman sappiano che io sono la moglie di Alberto Montero il proprietario! Non mi interessa neanche. Voglio ubriacarmi. Voglio dimenticare quanto sono stata stupida. Per tutto questo mese la domanda di Betty mi è frullata nella testa.
Il mio è amore o smania di vincere? Non lo so. Non riesco a credere che mio merito abbia una storia con Marcela Valencia, che sta iniziando a durare un po’ tanto. Continuo a bere vodka, voglio perdere i sensi. Tanto i miei figli sono al sicuro con i miei genitori. Questa sera voglio solo ubriacarmi per dimenticare. Non ho potuto invitare Betty perché lei non sarà mai la mia compagna di bevute.
Questo locale al momento è in auge. E’ una buona cosa farmi vedere qui. Devo dire a tutti che sono sul mercato.
Sono abbastanza sbronza. Appoggio la testa sul bancone. “Signora tutto bene?” mi chiede il barman.
“Si. Tutto benissimo. Un’altra vodka!”
In quel momento vedo entrare Alberto e rimango senza fiato. Mio marito è sempre stato un autentico schianto ma lui non ha mai dato peso a queste cose. Entra e tutte le donne si voltano per guardarlo. Diciamo che guardarlo non ti ispira proprio pensieri decenti. E io, col tempo, mi ci sono abituata. A questa grande bellezza corrisponde una grande moralità. Però dio mio. È alto e muscoloso. Ha due occhi verdi che a volte sembrano azzurri. Più invecchia più è bello.
Bevo la mia vodka tutta d’un fiato!
E mi appoggio nuovamente con la testa al bancone. Devo trovare la forza per andare via. Adesso che è arrivato non posso farmi vedere qui.
Faccio per alzarmi, ma barcollo. “Camila!” mi sorregge lui, improvvisamente al mio fianco.
“Alberto!” gli dico, cercando di sembrare sufficientemente lucida “lasciami, stavo andando via!”
“Davvero? Non stavi bevendo come una spugna?” mi chiede lui guardandomi fisso negli occhi. Una volta i suoi occhi erano pieni di amore per me. Adesso quello che ci vedo è solo una grande tempesta.
“Lasciami stare. Sto andando via!” gli dico.
“Camila….”mi dice lui con un tono che non ammette repiche.
“Lasciami ti ho detto!!” ripeto.
Un uomo che era accanto a noi viene in mio soccorso pensando che io abbia bisogno di aiuto.
“Non hai sentito? La signora ti ha detto di lasciarla stare!” gli dice.
“Senti, non preoccuparti” gli dice lui “la signora qui presente è mia moglie. E non ho cattive intenzioni. Davvero. Tra l’altro sono anche il proprietario del locale. Voglio solo che venga via perché è ubriaca!”
“E io dovrei crederci?” ribatte lo sconosciuto.
“Camila, digli che sono tuo marito per favore!” mi chiede lui.
“Oh si, adesso è ancora mio marito ma non so per quanto!” gli dico. “Stia tranquillo. Non ha davvero cattive intenzioni mio marito” dico per tranquillizzare il mio soccorritore che ritorna a voltarsi da un’altra parte.
“Ora vieni con me per favore?” mi chiede Alberto.
“Un attimo!” gli dico. “Dammi la mano sinistra.” Senza aspettare che lui me la porga, la prendo tra le mie mani, anche se con le dita ho già sentito quello che volevo sapere. La fede, la fede che gli ho messo il giorno del nostro matrimonio è ancora al suo posto. Lui non se l’è mai tolta. E nemmeno io.
Questo significa tanto per me.

 

Alberto mi porta nel suo ufficio, sul retro del locale.
Entro e  mi giro intorno. È arredato davvero molto bene. Sicuramente l’avrà aiutato Marcela Valencia. Mentre una volta, sarei stata io a farlo.
Mi siedo sul divano. Lui si toglie la sua giacca e me la fa indossare. Devo dire che questa sera io ho esagerato in tutto. Anche nel vestiario. Dopo il matrimonio sono andata a casa a cambiarmi e ho indossato pantaloni a sigaretta strettissimi, tacco quindici e un top che mi lascia scoperte le spalle.
Volevo fare colpo su qualcuno. Anche se non so su chi.
“Ti chiamo un taxi” mi dice mio marito. “Così torni a casa. Dodo è dai tuoi.”
“Cioè, a casa nostra” dico io.
“Casa tua, mia non lo è più!”
“Certo che lo è. Lo hai detto poco fa che sei mio marito no?” gli dico io.
Non so bene quello che sto facendo. Mi sento brilla ma non ubriaca. Non voglio tornare a casa. Voglio restare con lui. Non voglio lasciarlo.
“Non sono ubriaca e non ho bisogno di alcun taxi” gli dico.
“Io non ne sarei cosi sicuro!” mi risponde.
“Come va la tua relazione con Marcela Valencia?” gli chiedo invece.
“Non intendo parlare con te di questo!” mi dice lui per tutta risposta.
“Mi sto chiedendo da un mese cosa ci sia tra di voi e la cosa non piace affatto!”
“Davvero?” mi chiede lui “E come mai? Hai davvero lasciato il tuo amante e non sai che fare durante il giorno?” aggiunge sarcastico.
“Si, ho lasciato il mio amante.” Sospiro. So che parlare di questo lo ferisce profondamente. L’ho già ferito profondamente. Perché il mio è stato un comportamento davvero stupido. L’ho tradito senza un motivo valido. Tranne che forse io volevo tradire. Oddio mi scoppia la testa.
“Alberto” lo chiamo “scusami per tutto il male che ti ho causato e per le brutte parole che ti ho rivolto. Non le pensavo. Soprattutto quando ti ho detto che sei morto dentro. Non è vero. Ero io che mi sentivo così. Non aveva a che fare con te.”
“Certo Camila. Pensi che chiedendo scusa tutto si risolva no? Fai e disfi quello che vuoi, infischiandotene dei sentimenti delle persone tu….  Tu al centro del mondo, solo tu!” mi dice arrabbiato.
“Lo so” dico.
“No, non lo sai! Non lo puoi sapere. Sai cosa ha significato per me pensare che un altro uomo ti mettesse le mani addosso? Oppure tu sai cosa si prova ad entrare in una stanza e trovare tua moglie, per dio, tua moglie che fa sesso con un altro? Sai cosa si prova a non essere riuscito a proteggere la persona che più di tutti doveva essere tenuto fuori da tutto questo? Io, affronto ogni giorno il disprezzo silenzioso di mio figlio che ritiene che io sia stato così stupido da farmi tradire!  Sai cosa significa vedere tua moglie, la donna con la quale hai pensato di dividere la tua vita, per DUE MESI avere una relazione con un altro e sperare con tutte le tue forze che finisca? No Camila, mi dispiace ma non lo sai. E non ti perdono.” Si gira di spalle.
“Invece lo so. Mi sono comportata come una pazza quindicenne. Hai ragione a dirmi queste cose, ma ti prego, perdonami se ci riesci” gli dico raggiungendolo alle spalle. Lo abbraccio.
“Non ti sei tolto la fede, questo significa che ha ancora valore per te il nostro giuramento” gli dico.
Lui si gira verso di me e si toglie la fede. Apre la mia mano e me la  poggia sul palmo. Mi fa malissimo vederlo compiere questo gesto. Mi distrugge. So che lo fa perché vuole ferirmi. Ma oggi non è riuscito a toglierla. Questo significa qualcosa.
Prendo la sua mano e gliela rimetto al dito. Lui se la ritoglie. E io gliela rimetto di nuovo.
“Non voglio portare la fede” mi dice.
“Invece si che vuoi!” ribatto. “Anche se stai con Marcela Valencia, so che la nostra famiglia è ancora molto importante per te!”
“Come lo è stata per te?” mi dice. La sua accusa mi ferisce. Ma incasso senza il minimo cenno. Dopotutto io sono una Mendoza.
“Non pensiamo a quello che sono stata in grado di fare io!” gli dico scherzando. “Quello che conta è che nulla è perduto definitivamente!”
“Camila, sei davvero fuori di testa se pensi che si possa risolvere tutto con uno schiocco di dita!”
Invece di continuare a parlare, lo colgo di sorpresa e lo bacio.
Lui rimane interdetto. Mi allontana e mi dice “Cosa fai? Sai bene che questo non risolve niente!”
Lo sento così arrabbiato con me che vorrei urlare di felicità! Vuol dire che prova qualcosa per me dopotutto. Anche se è rabbia. E’ sempre un sentimento. Incurante del suo rifiuto, lo bacio nuovamente.
Con più passione. Questa volta non si ritrae, ma mi abbraccia, mi rinchiude in una morsa d’acciaio, che io conosco bene. Non ci stacchiamo l’uno dall’altro e raggiungiamo il divano.
Come mi piace sentire le sue mani vagare sulla mia schiena! Improvvisamente lui si blocca.
“Cosa c’è?” gli chiedo.
“Camila…” mi dice “Tu stai facendo tutto questo perché mi ami o perché vuoi riparare all’errore che hai commesso. Mi ami o vuoi che tutto riprenda come prima per non avere alcun tipo di problema?”
Maledizione! Mio marito mi conosce meglio di quello che pensavo. Mi fa la stessa domanda di Betty. Io non posso mentirgli. Non ci riesco fino a questo punto. Non so cosa rispondere.
Si alza da sopra di me e mi tira con se.
“Per me la discussione finisce qui!” mi dice. L’ho ferito di nuovo!
“Alberto…” provo a dirgli… sono confusa. Non so nemmeno io quello che provo, ma voglio stare con lui.
“Ti chiamo un taxi” mi dice.
“Alberto…” ripeto io con voce flebile.
“Ti chiamo un taxi. Vai a casa adesso.”

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Capitolo 11
*** Betty e Armando ***


Betty e Armando

Sono in ufficio, è molto tardi ma domani ho un appuntamento molto importante. Nicolas è in luna di miele quindi non posso fare affidamento su di lui. Mario Calderon è da poco andato via.
Ho cenato con lui in ufficio, ma domani dobbiamo siglare un importante accordo con una azienda di accessori. La mia scrivania era sepolta dalle carte e solo ora sembra esserci un po’ di ordine.
Sento un lieve bussare e le porte del mio ufficio si aprono. Vedo entrare mio marito.
“Armando!” gli dico “cosa ci fai qui? Stavo per venire a casa! Ho finito!”
Lui guarda la mia cena sul tavolinetto vicino al divano.
“Ma hai cenato Betty?” mi chiede.
Lo guardo. Sono rare le occasioni in cui si presenta in tenuta casual qui in Ecomoda. Ma questo è di certo un caso eccezionale.
“C’è Gina con i bambini?” gli chiedo.
“Si. Da quando Alberto e Dodo sono andati via, la casa è tranquillissima. Tutto è ritornato alla normalità!” mi dice.
Vado ad abbracciarlo. “Come mai sei venuto qui? Ti avrei raggiunto tra poco!” gli dico.
“Devo parlarti e non ce la facevo più ad aspettare a casa!” mi dice.
“Devo preoccuparmi?” gli chiedo.
“Devo parlarti di lavoro” mi dice e si siede sul divano attirandomi vicino a sè.
Io sono così stanca! Mi tolgo le scarpe e rannicchio le gambe sul divano.
“Vorrei venderti il cinque per cento delle mie azioni dell’Ecomoda” mi dice.
Io resto senza parole. “EH? Non ho capito bene!” gli dico.
“Hai capito benissimo invece! Voglio venderti il cinque per cento delle mie azioni dell’Ecomoda” mi ripete.
“Ok, ok. Avevo capito!” dico. “Ma perché?”
“Lasciami spiegare” mi interrompe lui. “Ho bisogno di denaro per fare un investimento alla New Tech. Insomma, non ci sarebbe bisogno dei miei soldi, o di quelli di tutta la New Tech, ma io e Manuel non vogliamo che tutto il capitale per l’investimento che dobbiamo fare lo mettano Alberto e Parker Jackson Ross. È un progetto importantissimo, ma significherebbe consegnare nelle mani di Parker l’azienda. E Manuel non vuole.”
“Fammi capire… dovete sviluppare un software e avete bisogno di un investimento di denaro consistente…” chiedo
“Si. Sei milioni di dollari. Potrebbero metterli tranquillamente sia Alberto o Parker, ma Manuel non vuole. Mi ha detto che i dieci ingegneri fondatori sono disposti a mettere un milione e cinquecentomila dollari e vorrebbe che anche io partecipassi personalmente all’investimento. Questa è la quota che metteremmo tutti. Ma io non ho una così grande liquidità, quindi…”
“Quindi hai pensato che siccome io la possiedo, tu mi vendi le azioni dell’Ecomoda e puoi fare l’investimento!” concludo.
“Si!” mi dice. “Cosa ci sarebbe di male?” mi chiede.
“Niente, ma io non voglio le azioni dell’Ecomoda. Ti do il denaro e basta.”
“No Betty, questo è inaccettabile per me! Non posso accettare né ora né mai!”
“Io non voglio le azioni dell’Ecomoda. Sono della tua famiglia.”
“Ma tu fai parte della mia famiglia! Sei la madre dei miei figli! Mia moglie! Per dio! Non essere così testarda.”
“Io non sono una Mendoza. E’ vero che lavoro all’Ecomoda da tanti anni, ma l’azienda è dei Mendoza e dei Valencia. Non ti metterei mai e poi mai in una situazione di minoranza rispetto a tua madre, tuo padre o tua sorella. Per non parlare dei Valencia. No, non se ne parla!”
“Ma appunto per questo non capisco perché tu non possa comprare le mie azioni! Se non mi metterai mai in difficoltà rispetto a tutti cosa c’è da temere? O è di questo che hai paura?”
“No. Non ho paura che le cose possano andare male tra noi, ma non voglio che ci vada di mezzo l’Ecomoda!”
“Ma rifletti Betty!! Tu sei la Presidente da quattordici anni quasi, è proprio strano che tu non possegga nemmeno una parte delle azioni!”
“Questo non mi ha mai impedito di fare bene il mio lavoro mi pare, o no?”
“No. Però, io vorrei che tu avessi le azioni!” mi dice.
“No. Non le voglio! Ti ho detto che ti do il denaro che ti serve e basta!”
“No Betty, così saresti tu che investi il denaro nella New Tech e non io! Vuol dire che mi farò fare un prestito da mio padre con a garanzia le azioni!” mi dice.
“No Armando. Facciamo che IO ti faccio un prestito e a garanzia mettiamo le azioni dell’Ecomoda ok?”
“Ma perché non vuoi comprarle?” mi chiede nuovamente.
“Perché sono tue! Sono della tua famiglia, sono l’eredità dei nostri figli, ed è meglio che l’assetto societario resti così com’è!” gli dico.
“Betty ma non puoi davvero fare una cosa del genere. Praticamente è come se mi stessi dando un milione e mezzo di dollari, così quasi al buio!” mi dice.
“No, Armando. Io mi fido del tuo intuito e non è un prestito al buio. Sono certa che sarà un successo!”
“Mostro, ma come devo fare con te?? Non posso avere mai l’ultima parola?” mi chiede.
Io lo abbraccio. “In questo caso no! Sapevo che prima o poi tutti i guadagni con la Terramoda sarebbero serviti a qualcosa!” gli dico e lo bacio.
“Domani devo andare a Seattle per un incontro con Parker e altri investitori” mi dice mentre lo sto baciando.
“Bene… vai a trovare Faith…” gli dico.
“Bettyyyyyy!!” mi dice lui.
“Armando… sto scherzando!!” gli dico.

 

Non riesco mai ad avere l’ultima parola con mia moglie. Insomma! Non è possibile che lei debba avere una soluzione pronta per ogni situazione.
Questa volta, entrare in questo ufficio mi è sembrato strano. Mi ha fatto un’impressione diversa. Come se davvero non fosse più il mio ufficio. Anche se è qui che è iniziato tutto.
“Bene… vai a trovare Faith…” mi sta dicendo Betty.
“Bettyyyyyy” le dico.
Non sopporto che mi dica così! Vuole stuzzicarmi sul fatto che, durante la nostra crisi, in un assoluto momento di stupidità io abbia baciato Faith. Ma sa benissimo che non c’è niente tra me e lei lo fa proprio per provocare e perché sa che a me infastidisce molto!!
“Armando… sto scherzando!!” mi dice.
So benissimo che sta scherzando. Che vuole provocarmi. Per tutta risposta la zittisco con un bacio e la faccio sdraiare sul divano sotto di me. Inizio a baciarla insistentemente, in modo che lei capisca quali siano le mie intenzioni.
Tentando di riprendere fiato mi dice “Armando… siamo in ufficio. Tra poco verranno a cercarci! E’ tardi!”
“Ma noi stiamo lavorando!” le rispondo. “Stiamo lavorando al nostro progetto comune ‘proviamo ad avere un altro figlio!’” le dico. Lei si mette a ridere, mi bacia decidendo finalmente di iniziare a partecipare ai lavori!
Siamo ancora abbracciati sul divano, dopo aver fatto l’amore. La stringo forte a me. Non avrei mai pensato di provare nella mia vita un amore così profondo nei confronti di una donna. Un amore che non passa, ma che anzi aumenta sempre di più.
“A cosa stai pensando?” mi chiede lei.
“Sto pensando che … nessuna donna prima di te è riuscita a entrarmi dentro, nell’anima come te. Non ho mai amato nessuna donna come te. Per nessuna ho provato l’amore che nutro per te. Non pensavo che sarebbe stato possibile amare qualcuno così come ti amo. Ogni giorno di più” le dico.
Vedo che ha gli occhi lucidi. Mi prende il volto tra le mani e mi dice “Ti amo tanto dottor Mendoza!” e mi bacia. Chissà a che ora torneremo a casa stasera!!

 

 

***

 

Un mese dopo
Armando Mendoza colto in flagrante tradimento.
Il noto imprenditore colombiano è ritratto in queste foto con la sua ultima fiamma Miranda Del Bosque con cui ha passato la notte a Seattle, mentre la moglie si trovava in Colombia a guidare la sua azienda.
Altro che fedeltà assoluta! L’imprenditore, un tempo grande tombeur de femmes, negli ultimi tempi aveva fatto parlare di sé per i suoi successi professionali. A quanto pare, il lupo perde il pelo ma non il vizio!  A pagina cinque le dichiarazioni rilasciate dalla Del Bosque.

Non pensavo di dover affrontare una cosa del genere, non di fronte a mia figlia soprattutto.
“Amore, la tua compagna voleva ferirti, farti del male, ma papà non mi ha tradita. Questa foto è un falso!” le dice Betty.
“Mamma, non puoi prendermi per stupida, tra poco compio tredici anni! Qui, su questo giornale c’è la foto di papà con questa modella mentre si baciano.”
Maledetto giornale, maledetto giornale. Vorrei solo strapparlo. Poco fa Betty è entrata in casa come una furia, era al centro sportivo quando la bambina l’ha raggiunta in lacrime con quella rivista, in cui c’è una mia foto mentre bacio una modella, nell’albergo in cui ero a Seattle!
Dannazione è tutta una montatura!
“Cami, ti prego credimi!” le dico. “Non ho tradito la mamma. Te lo giuro!”
“Non ti credo! Non ti credo!” mi dice e corre a chiudersi nella sua stanza. Faccio per seguirla ma Betty mi ferma per un braccio e mi dice “Vado io più tra un po’. Ora dobbiamo parlare.”

 

Ci chiudiamo nella nostra camera. “Betty, non crederai anche tu che sia vero!”
“Cosa dovrei pensare secondo te? Quello nella foto sei proprio tu. L’infedele Armando Mendoza!” mi urla tra le lacrime.
“Non ti ho tradita! Non ti ho tradita!” le urlo di rimando.
“Vuoi dire che non sei tu nella foto? Che questi capelli non sono i tuoi? So ancora riconoscerti in una foto!”
“Betty, non è come sembra!”
“Questo lo dicono tutti i traditori quando vengono colti sul fatto!!” mi dice. “ Vuoi forse sostenere di non conoscere questa ragazza o di non essere tu quello nella foto?”
“Mi lasci spiegare?” le chiedo.
“Sono davvero curiosa di sapere che spiegazione inventerai!” mi urla.
“Questa foto risale a quando sono andata a Seattle. La sera, io, Parker e gli altri americani siamo andati a cena insieme come già sai. E questa ragazza stava accompagnando uno degli investitori amici di Parker.”
“Perdonami se non ti credo!”
“Durante la cena abbiamo fatto quattro chiacchiere, ma niente di più! Quando la cena è finita, sono tornato nella mia camera e se ricordi ti ho telefonato! Dopo circa mezz’ora hanno bussato alla mia porta e sono andata ad aprire. Era questa ragazza, che effettivamente ci ha provato, ma sembrava ubriaca. Le ho detto di andare via perché non ero interessato e che aveva sbagliato stanza. Il suo amico era poco più avanti della mia camera. Ma lei ha detto che stava cercando proprio me. Poi ha provato a baciarmi ma non appena mi sono reso conto di quello che stava facendo l’ho respinta. Ti giuro che l’ho mandata via. L’ho mandata via!! Non è successo niente tra di noi!”
“Non ti credo! Se le cose sono andate così, perché non mi hai detto niente al tuo ritorno?”
“Perché è un episodio senza nessuna importanza. Non volevo creare la situazione che si è creata ora. Tra l’altro, quella ragazza era ubriaca secondo me!”
“Non ti credo Armando! Questa è la storia più assurda che io abbia mai sentito!” mi dice
“Ma è la verità Betty. Te lo giuro. Non è successo niente tra me e lei. Non ti ho mai tradita, né con lei né con nessun’altra! Credimi.”
“Mi risulta difficile. Ti conosco! Quante volte ho dovuto coprirti con Marcela?”
“Betty..” le dico con voce sconfortata “Non ti ho tradita. Credo invece che questo sia un servizio montato ad arte. Giusto questo fine settimana dobbiamo chiudere l’accordo col Governo americano per vendergli il software che stiamo sviluppando grazie ai nostri investimenti. E sono certo che a qualcuno questo non vada bene. Quindi cosa c’è di meglio di un gossip sul presidente della New Tech per infangare la sua reputazione e di conseguenza quella della compagnia?”
“Mi sembra una storia assurda! Vuoi inventarti una storia di spionaggio industriale per coprire la tua scappatella?” mi dice.
“Non è una scappatella. Non ti ho tradita. Sono quasi certo che sia andata così. Inoltre ho già dato incarico di querelare sia la rivista che la ragazza.”
Mio figlio Roberto entra nella nostra camera e ci dice che è pronta la cena. Vede Betty piangere e le chiede se va tutto bene.
“Mamma, perché piangi?” le chiede.
Io lo prendo per mano e lo porto fuori. Voglio lasciare a Betty il tempo di rifletterci.

 

***

 

Betty si raggomitola ai piedi del letto, si siede a terra e si stringe le gambe contro il petto.
Il dolore che sta provando la fa tornare indietro nel tempo, a quando ha scoperto la lettera di Mario Calderon con le istruzioni per Armando. Pensava di aver superato quel dolore. Invece lo sta riprovando in pieno.


Mio dio, mio dio, non posso pensarci. Non posso passare di nuovo quello che ho già passato. Non pensavo che Armando mi avrebbe fatto riprovare questo tormento, questo dolore e non pensavo che avrei sentito quello che sto sentendo, venendo a sapere di un suo tradimento.
Questa volta Catalina non c’è. Non riesco a credere che mi abbia tradita. Lo conosco, non posso nemmeno escludere in assoluto che lo abbia fatto. Né che non lo abbia fatto.
Sono davvero sconvolta. La sola idea che lui se la sia trovata dietro la porta, che le abbia aperto è per me un pugno nello stomaco. Devo credere che sia andata via? Che non sia successo niente tra loro?
Ma se invece è successo qualcosa, cosa devo fare? Sono di nuovo di fronte ad un altro tradimento di mio marito? Perché di questo si tratta. Dovrei considerarlo come una scappatella?
Le lacrime scendono copiose sulla mia faccia.
Io e lui abbiamo già discusso prima di cena. Anche affrontare Cami è stato difficile. Devo credere alla storia che sia tutto un piano per non far fare alla New Tech l’accordo col governo americano come mi continua a ripetere? In effetti, se ripenso a quello che mi ha detto la sera prima di questo disastro, mentre eravamo in Ecomoda, mai e poi mai potrei credere che mi abbia tradita. Ma ora come ora non so cosa pensare. E’ già stato capace di farmi del male come nessuno nella vita, nemmeno Miguel.
Qualcuno entra nella camera, mi asciugo in fretta e furia le lacrime, ma poi vedo che è lui.
Mi viene vicino e mi prende tra le braccia.
Non dovrei farmi consolare da lui che è la fonte del mio tormento.
“Betty” mi dice “so benissimo quello che stai pensando e cosa stai passando, ma questa volta dovrai starmi a sentire, non ti lascerò andare da nessuna parte, anche a costo di chiuderci qui dentro e buttare la chiave dal balcone!!!”
“Non dire sciocchezze” gli dico.
“Tu mi devi ascoltare!” mi ripete. “Non ti ho tradita. Sono pronto a giurartelo sulla cosa più cara che ho! Non ti ho tradita. Quella ragazza fa parte di un piano. IO non potrei mai e poi mai farti ancora del male. Mi sento male al solo pensiero…”
“Ma… magari hai pensato che non ne sarei mai venuta a conoscenza!” gli dico.
“No Betty, no!! Io ti amo. TI AMO!” urla. “Non ti ho tradita, non l’ho fatto. Sono stato incastrato. Proprio perché ti ho già fatto male in passato mi guarderei bene dal ripetere l’esperienza! Io amo te, voglio te, desidero te!”
“Non so se riesco a crederti …” singhiozzo io. Sto soffrendo dannatamente. Mi sembra di essere in un fumetto, in cui lui, dopo tanto tempo torna a essere se stesso, quello di sempre, di prima del nostro matrimonio, prima della nostra famiglia. Ripenso a quello che diceva Hugo Lombardi agli inizi del nostro matrimonio ‘A lui l’infedeltà scorre nel sangue!’.
O mio dio. Non può essere. Non può averlo fatto di nuovo. Se l’ha fatto ha sconfessato tutto quello che credevo avessimo costruito in questi anni. Un rapporto solido, fatto di amore e fiducia reciproca.
“Beatriz” mi chiama “lo so che stai soffrendo. Ma io sono innocente. Non ti ho tradita. Il fatto che abbia sbagliato quattordici anni fa non significa che lo rifarei adesso. Non ti ho tradita con quella modella né con nessuna. Sono un’altra persona adesso. Tu sei il centro della mia vita. Mi sembra assurdo che tu possa credere ad un giornale scandalistico e non a me! Soprattutto, dopo che siamo sposati da tredici anni, che abbiamo tre figli, che abbiamo passato quello che abbiamo passato. Dopo che ti ho chiesto di avere un altro figlio, dopo che ti ho detto che sei il mio baricentro, come puoi pensare che vada a tradirti? Come puoi pensare che io sia quel tipo di uomo? Questo FERISCE ME ancora di più di quanto possa ferire te il mio ipotetico tradimento. Significa che tu non credi che io sia cambiato e che stavi solo aspettando il momento in cui ti avrei tradito.”
Non capisco come faccia a leggermi così nel pensiero.
“Ma io sono davvero un altro, non ti ho tradita, né con questa Del Bosque né con nessun’altra. Devi fidarti di me. Se non riesci a farlo significa che il nostro matrimonio non ha motivo di continuare! Ci riesci?!”

 

***

 

Sono passati due giorni ed io non ho ancora dato una risposta ad Armando. Non sono riuscita a dirgli “Mi fido di te” ma nemmeno “Non mi fido di te”. È una situazione assurda! Davanti a Cami ho sempre fatto finta di niente, ho sempre sostenuto che suo padre non abbia fatto nulla di contro di me e comunque contro la nostra famiglia. Anche se mi è costato comportarmi così. Ma lei è già turbata dall’aver visto quelle riviste ed è turbata dalla separazione di Camila e Alberto. Vorrei farla stare il più tranquilla possibile. Penso in continuazione alle parole di Armando, a quando nello specifico mi ha detto ‘se non ti fidi di me, significa che il nostro matrimonio non ha motivo di continuare’. Questa cosa mi ha lasciato molto da pensare. Non credo che se si fosse trattato di una scappatella mi avrebbe mai detto una cosa del genere, probabilmente me l’avrebbe confessata, così come mi ha confessato di aver baciato Faith. Quindi probabilmente è sincero. Ma allo stesso tempo ho così paura che stia cercando di nascondere tutto, per non perdere la nostra famiglia. Anche se sinceramente non riesco a credere che possa fare una cosa del genere.
In questi due giorni è stato molto concentrato sul lavoro, cercando di capire CHI possa aver architettato tutto questo. A casa nostra è venuto Manuel per controllare il nostro computer fisso. E ha preso i nostri tablet. Il mio me l’ha restituito ieri. Insomma, sono convinti che qualcuno abbia hackerato il computer di Armando per incastrarlo.
Armando, Alberto, Manuel e Parker Jackson Ross domani hanno l’incontro con i rappresentanti del governo americano e questo scandalo potrebbe mandarlo a monte. Questo me l’ha detto Alberto. Ma Parker sostiene che alla fine si tratta di un pettegolezzo, che la volontà di fare l’accordo c’è e quindi non dovrebbero esserci problemi.
Io, non parlo con lui dalla sera in cui mi ha trovato in camera in lacrime. Come per un tacito accordo non mi chiede niente. Sa che stiamo affrontando una dura battaglia e lui, inoltre, rischia di perdere tutto.
Margherita entra nel mio ufficio. Lei e Roberto si sono subito precipitati qui non appena è scoppiato lo scandalo.
“Pensavo che la faccia di Armando fosse il peggio che potessi vedere, ma la tua lo è di più!!” mi dice.
“Al peggio non c’è mai fine” sospiro. “Margherita…” la saluto. “Non dormo da due notti!” le dico. Spero tanto che non sia venuta a farmi una paternale, che non voglia infierire, che non venga a dirmi che Marcela avrebbe saputo come reagire in una situazione del genere.
“Betty” inizia “non sono venuta da sola. Sono qui con una persona che vorrebbe parlarti, che sa che mai e poi mai accetteresti il suo aiuto, quindi mi ha chiesto di mediare.”
“E chi sarebbe?” chiedo.
“Vieni Daniele, entra” dice Margherita dirigendosi verso la porta e aprendola.
“Salve Beatriz” dice lui entrando. “Mi fa molto piacere vederla, anche se avrei preferito che le circostanze fossero diverse.”
“Salve Daniele” dico io apparentemente calma. “A cosa devo il suo aiuto?”
“Non sono qui semplicemente per questo. Ci sono delle questioni che devo risolvere all’ambasciata tedesca in Colombia. Se non fosse scoppiato questo scandalo probabilmente nemmeno ci saremmo visti. Ho chiamato Margherita e le ho chiesto di vederci, perché vede, io conosco Miranda Del Bosque. Ho avuto una breve relazione con lei non appena sono tornato in Colombia lo scorso anno” confessa.
“Ah” dico io. ‘E questo era l’uomo che professava a destra e manca che voleva me e solo me?’
“SO a cosa sta pensando Betty, ma quello ormai è passato. Comunque, io la conosco e se vuole posso incontrarmi con lei e provare a farla confessare. Sinceramente, è sempre stata un tipo interessato solo al denaro e a finire sui giornali. Non dubito che possa aver partecipato ad un piano per incastrare Armando in cambio di molto denaro.”
“Non capisco perché lo farebbe Daniele” chiedo.
Margherita ascolta in silenzio la nostra discussione.
“Per lei Betty. Solo per lei. E per salvaguardare la mia azienda dal ridicolo. Perché questa è ancora la mia azienda dopotutto!”
“No Daniele, non voglio, non lo so. Vi prego lasciatemi sola. Devo pensarci” chiedo.
“Betty, rifletti, questo sarebbe un modo per proteggere sia Armando che la New Tech, che l’Ecomoda.”
Daniele mi guarda negli occhi e mi chiede “Betty, ha paura che Armando l’abbia davvero tradita? Ha paura di scoprirlo?” mi chiede.
“Queste sono cose che non la riguardano Daniele. E non mi fido della sua improvvisa bontà!”
“Come vuole! Io ci ho provato!”
Daniele e Margherita si avviano all’uscita del mio studio. Prima Margherita mi da due baci sulle guance.
“Sii forte Betty. Armando è mio figlio. So che è stato capace di tutto ma dopo averlo visto a New York, distrutto, devastato mentre ti operavano, terrorizzato dall’attesa degli esami, non lo credo proprio capace di fare questo, adesso” mi dice ed esce.

 
Le parole di Margherita mi lasciano l’amaro in bocca. Sono così confusa. Ho così paura che lui mi abbia tradita. Ma se mi guardo indietro e ripenso a tutti gli anni felici che abbiamo passato assieme, a quando sono nati i nostri figli, a quando era sdraiato con me su quel maledetto letto d’ospedale, se penso a tutte le volte che per qualsiasi motivo mi ha fatto scenate di gelosia, se lo immagino mentre gioca con i nostri figli, se penso a quando è nata Aurora, se penso al suo volto quando qui in questa stanza mi ha detto che aveva paura di avermi persa, se penso alla nostra notte sulla spiaggia di Cartagena, non riesco a credere che mi abbia tradita. Non ci riesco proprio. Quello è l’uomo che ho accanto! Non quello che la mia irrazionale paura di perderlo mi ha proiettato in questi giorni.
Sono io, evidentemente che nonostante tutti i cambi di look di questo mondo  e stupidaggini varie, non sono ancora del tutto convinta di meritarmi un uomo come lui.
Ripenso a quando la sera prima dello scandalo eravamo assieme qui nel mio ufficio. A quando dopo aver fatto l’amore, mentre eravamo ancora abbracciati mi ha detto che nessuna donna era riuscita ad entrargli dentro nell’anima come me, e che per nessuna donna ha mai provato l’amore che nutre per me. Ripenso a come è riuscito alla fine a starmi sempre vicino. Anche se gli veniva difficile. Sono proprio stupida.
Quando sono venuta a sapere del suo tradimento presunto, mi sono sentita di nuovo me quattordici anni fa. Questo mi ha mandato fuori di testa. Ma io sono diversa adesso, non sono più quella persona. E lui è mio marito. L’uomo che è stato al mio fianco per tutto questo tempo.
Stupida, stupida Betty. Improvvisamente mi è tutto chiaro.
Io lo so che lui mi ama. Ha avuto ragione a chiedermi di fidarmi del suo amore. Io mi devo fidare del suo amore per me. Mi sembra di rinsavire da un lungo tunnel buio. Adesso so cosa devo fare.

 


***

Sono nel mio ufficio alla New Tech. Manuel entra con il mio tablet.
“Finalmente sono riuscito a risalire a chi sia entrato nel sistema del tuo tablet. È stato da qui Armando. Dall’ufficio. Ancora devo fare delle indagini interne per sapere chi era davanti al pc in quel momento, ma possiamo  escludere che sia stato qualcuno da casa tua. Di certo, qualcuno ha saputo che avresti preso l’aereo, ha visto la prenotazione dell’albergo e anche il numero della suite che ti hanno mandato per mail.”
“Voglio la testa di questa persona entro oggi!” grido.
Entro oggi, tra poche ore dobbiamo incontrarci con gli esponenti del governo americano, per definire la vendita del software che abbiamo sviluppato con l’investimento personale mio, di Alberto, di Parker e dei ragazzi della New Tech. Ci lavoravano da mesi, ma solo con il nostro supporto economico sono riusciti a realizzare un sofisticato sistema di difesa che migliora di moltissimo la precisione dei droni e che in futuro potrebbe essere utile per prevenire attacchi di varia natura. La presenza di Parker ha fatto si che il nostro primo interlocutore fosse la Difesa americana. Ora, è ovvio che qualcuno ha saputo anche questo e abbia voluto impedire in qualsiasi modo che si facesse l’accordo.
Thomas Marquez è un investigatore privato, sta già indagando per noi. E a quanto pare, Miranda Del Bosque, che accompagnava uno degli americani a Seattle, non era una invitata casuale.
Non posso pensarci. Quella stupida oca potrebbe distruggere il mio matrimonio. La mia famiglia. La mia carriera. Sono stato così stupido, ma non potevo di certo prevedere che fosse lei a bussare alla mia porta, né che ci fosse un fotografo appostato da qualche parte pronto a immortalare l’attimo.
Betty … solo pensare a lei mi apre uno squarcio nel petto, è convinta che io l’abbia tradita. In effetti il mio passato non è a mio favore. Ma da quando l’ho sposata, ho cambiato vita.
Il fatto che lei non ci creda mi distrugge. Non parliamo seriamente da tre giorni, dalla sera in cui l’ho trovata in lacrime in camera nostra. Per quanto mio dio, dovrò pagare per gli errori del passato?
Affrontare nostra figlia è stato terribile. Per fortuna lei è riuscita a tranquillizzarla. Sapere che mia figlia pensi che io possa aver tradito sua madre mi distrugge. Soprattutto perché non è vero. Appena trovo chi ha architettato questo piano lo uccido. Non basta la querela che ho già fatto partire contro tutte le riviste che hanno pubblicato quelle foto!
Betty, comunque, si è chiusa in se stessa, non mi parla. Abbiamo solo dei rapporti civili davanti ai nostri figli. Non riesco proprio a credere come faccia a non credermi e a non fidarsi di me. Mi sta di nuovo distruggendo. Mi amareggia credere che lei stesse al passo ad aspettare un mio tradimento. Io non la tradirei mai. La amo più della mia vita. Nessuna venticinquenne riuscirebbe a togliermela dalla testa! Nemmeno per cinque minuti!
“… scusa dicevi?” dico a Manuel che mi sta parlando.
“Niente, niente… dicevo, immagino che Betty non stia ancora reagendo bene” mi chiede.
“No. Lei è convinta che io l’abbia tradita sul serio … o che comunque la storia del complotto non esclude che io l’abbia tradita” gli dico.
“Mi dispiace Armando” mi risponde “Sei davvero in un brutto casino.”
Entrano Alberto e Parker Jackson Ross. Abbiamo una piccola riunione. Gli americani sono già arrivati ieri sera e ci aspettano nel ristorante del loro albergo.
“Armando” mi dice Parker J. Ross sorridendo “hai una moglie eccezionale. Non molte avrebbero reagito con la sua compostezza e la sua forza” mi dice.
“Eh?” gli chiedo. Non capisco a cosa si riferisca.
“Non hai ancora letto il giornale?” mi chiede Alberto.
“No, con tutto quello che ho da fare, il giornale è proprio l’ultimo dei miei pensieri”.
“Apri a pagina cinque” mi dice Parker.
Prendo il giornale che è sulla mia scrivania come ogni mattina. Apro a pagina cinque e vedo che al posto della solita pubblicità ci sono queste parole:

Yes.  
I believe You.
I believe in You.
I trust You.
I love You
From Betty Mendoza To My husband, my Love, my Life.

Non riesco a crederci. Betty ha comprato un’intera pagina di giornale.
Si. Ti credo. Credo in te. Mi fido di te. Ti amo. Da Betty Mendoza a mio marito, il mio Amore, la mia Vita.
Ripenso alle mie parole. ’Devi fidarti di me. Se non riesci a farlo significa che il nostro matrimonio non ha motivo di continuare! Ci riesci?!’

Questa è la risposta alla mia domanda. Adesso non so più cosa dire.

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Capitolo 12
*** Alberto ***


Alberto Tra me e Marcela Valencia non c’è niente.
Non che non ci avessi provato ma non è successo niente.
Quando l’ho conosciuta all’ospedale, ero convinto che fosse una specie di serpe, perché me l’hanno sempre descritta così. Una donna dura, che non aveva peli sulla lingua e che non si faceva problemi a dire quello che pensava.
Ma se invece di un mostro ti ritrovi davanti una donna fragile, ferita e terrorizzata dal fatto che tuo figlio potrebbe morire, qualche dubbio ti viene.

Armando è stato in ospedale tre giorni in totale per via del trauma cranico e poi è stato mandato a casa. Da quel momento è stato insopportabile. Betty lo ama altroché! Era davvero intollerabile soprattutto i primi giorni perché aveva vari dolori.

È stato proprio in quest’occasione che io e Marcela abbiamo iniziato a frequentarci più assiduamente. Suo figlio Julian non aveva la meningite ma una strana infezione batterica che hanno curato e poi anche il bambino è stato dimesso.

Abbiamo cominciato a uscire solo per scambiare quattro chiacchiere, ed è stato così che ho scoperto una donna disillusa e fredda, almeno all’apparenza. Che non si fida più di nessuno.

Quando siamo entrati più in confidenza, mi ha raccontato che Antonio, il padre di Julian, con il quale aveva una relazione da tempo, l’ha tradita. Anche lui. A quel punto ha preferito tornare a Bogotà perché questa è la sua città.

Ho capito da solo che lei è una persona fissata con il controllo, con l’avere tutto sotto controllo e non se lei sia così di natura, o se sia diventata così.  Ogni volta che dobbiamo uscire e Julian rimane con la baby - sitter, lei la chiama cinque, sei volte in un pomeriggio.
In lei, c’è qualcosa che m’intriga. Forse il fatto che sia una persona profondamente sola. Che non ha permesso a nessuno di entrare nella sua vita davvero. Mi ha raccontato che per tanto tempo ha voluto incolpare Armando e quello che lui le aveva fatto, per giustificare la sua sfiducia, ma poi, col tempo ha realizzato, tornando indietro, che Armando non è mai stato davvero innamorato di lei. Anche molto prima di Betty. Se lo fosse stato, come lo era di Betty, non avrebbe mai potuto tradirla a destra e a manca come invece faceva. Senza farsi problemi. E inoltre se lei non si fosse fissata con l’idea che doveva sposarlo per forza, si sarebbe resa conto che lui non era mai stato suo, lei non aveva mai potuto contare su di lui e allora piuttosto che ammettere che lui non la amava, si era trasformata davvero in un controllore terribile.
Le ho chiesto allora cosa le aveva dato la forza di lasciarlo andare … da Betty. Lei mi ha risposto che lei lo amava. Era lui a non amarla. E questo era sufficiente perché facesse qualcosa per farlo essere felice.
“Ma scusa” le ho detto “così non pensi di esserti condannata all’infelicità?”
“No” mi ha detto. “Come avrei potuto essere sposata con una persona che non mi amava, che stava con me e pensava ad un’altra? L’ ho fatto e non è stato bello per niente. In conclusione Alberto, non possiamo costringere le persone ad amarci. E l’amore vero è così raro!”
“E quindi non ti da più fastidio vederli assieme?”
“Quando li vedo assieme, vorrei che Betty non fosse mai apparsa nella mia vita!”mi ha detto.
“Ma…”
“Alberto!” mi ha interrotto “Io non amo Armando. Non più. Davvero. È solo che quando li vedo assieme, penso che lui non sarebbe stato se stesso con me, perché non mi amava davvero. Avrebbe recitato una parte. Sarebbe stato infelice. E quando penso a lei, vorrei letteralmente pugnalarla, perché mi dimostra che il loro è un amore vero, un amore che io non ho mai avuto da Armando o da qualcun altro!!”
“Quindi mi stai dicendo che la invidi? Che temi che nessuno sia in grado di amare te come Armando ama lei? Ma non è colpa di Betty!”
“Si, lo so! Prima io, pensavo che potevo accontentarmi del mio rapporto con lui. Che fosse abbastanza soddisfacente. Quando lui mi ha detto che si era innamorato di Betty avrei voluto ucciderlo. Lei era proprio brutta! Ma quello che mi faceva più male era il fatto che lui non aveva mai fatto nulla per me. Nessuna pazzia. Niente di niente. Quando Betty è arrivata ho capito immediatamente che me l’avrebbe portato via! Ora quando li vedo assieme, felici, so che io non troverò mai nessuno a cui appartenere come loro si appartengono e penso che siano così felici perché sono loro. Stanno bene insieme. È un dato di fatto. Probabilmente con altre persone non sarebbero mai come sono, non sarebbero felici! Ed è difficile ammettere che io vorrei un po’ del loro immenso amore anche per me!”
“Sai che trovare la persona giusta è la cosa più difficile che esista!” le ho detto. “Ma non puoi escludere che questo succeda anche a te. Ok. Non è Armando Mendoza, non è Antonio, ma non puoi perdere la speranza che sia là fuori!”
“Alberto!Sei davvero carino a dire così… ma io non ci credo più. Per adesso il mio amore è Julian!”

 
Dopo questa discussione che è avvenuta all’incirca a due settimane da quando abbiamo preso a frequentarci, ho iniziato a pensare che anche io avrei dovuto provarci! Ok, sono sempre stato convinto che Camila fosse la persona giusta per me, ma a quanto pare non lo era affatto. Camila è una traditrice, come Armando. Mio cognato, almeno, non ci ha messo diciotto anni a capire che lei non era la donna giusta per lui! Mia moglie invece, prima ha passato la vita con me salvo poi pentirsene. Comunque, se ripenso alla sera in cui lei mi ha visto con Marcela, non so se ridere o piangere. L’ho spiazzata, ma sapevo che lei avrebbe fatto finta di niente. Quella sera, volevo farle del male. Quella sera io e Marcela siamo finiti a letto assieme. Io volevo tradire Camila con tutte le mie forze. Ma Marcela se n’è accorta e si è tirata indietro.
“Non ti offendere” mi ha detto “Non voglio essere la tua vendetta. Ho recuperato abbastanza dignità da capire che se un uomo non è davvero interessato a me, allora non è l’uomo per me.”
“Ma io sono davvero interessato a te” ho ribattuto.
“Si, sarai un ottimo amico. Ma finché Camila Mendoza sarà nella tua testa e nel tuo cuore, nessuna donna potrà interessarti per davvero.”
Sono stato fortunato che Marcela abbia capito come mi sentivo. Forse nessuno meglio di lei avrebbe potuto farlo, perché anche lei è stata tradita da quello che pensava sarebbe stato l’uomo della sua vita.

 

***

 

Dopo lo scandalo che ha coinvolto Armando.
Sono nel mio ufficio di Le Noir.  Sto controllando alcuni documenti quando qualcuno entra nel mio ufficio. Alzo lo sguardo.
“Camila, cosa ci fai qui?”
“Hai visto cosa è successo a mio fratello?”
“Certo, so leggere anche io” le rispondo piuttosto freddamente.
Dalla sera in cui lei ha provato a sedurmi, un mese fa, non le ho parlato quasi per niente. A volte vorrei svegliarmi a cinque mesi fa e considerare che nulla di tutto questo sia successo.
“Tu che cosa c’entri?” mi chiede.
“Io?” le rispondo. “Che devo c’entrarci? Nulla. Ho solo fatto un affare con Armando. Niente di più.”
“Quindi non lavori per la New Tech?”
“Camila, cosa vuoi? Perché sei venuta? Sai benissimo che non lavoro per la New Tech. Ho solo fatto un investimento molto proficuo con loro.”
“Sono preoccupata per mio fratello e per Betty!” mi dice.
“E perché? Pensi che per il solo fatto che ci sia una foto sul giornale di lui che bacia un’altra, lei pensando che sia vero, decida di tradirlo?”
“Alberto!…” mi dice con un tono di contraddizione.
“Alberto che?”
“Una volta ne avremmo parlato civilmente e mi avresti detto cosa ne pensavi!! ” mi dice.
“Una volta eravamo una famiglia. Una volta pensavo che tu mi amassi così come io ti amavo. Adesso penso che dovremmo lasciare che se la sbrighino tra di loro. Perché loro si, si amano, non come noi. Non permetteranno che questo stupido episodio inventato possa distruggere il loro matrimonio!”
“Cosa significa che una volta credevi che io ti amassi come tu mi amavi? Non mi ami più?”
“Camila, sei proprio una bambina!” le dico.
La guardo. Non so perché ma ripenso alle parole di Marcela, quando diceva che probabilmente se lei avesse sposato Armando lui non sarebbe mai stato in grado di essere se stesso con lei. Ma con Betty si. Mi domando se vale lo stesso per noi. Se sia stato io a farle credere di non amarla e a non permetterle di essere se stessa. O se il suo sia stato proprio un colpo di testa.
Non riesco ad avercela ancora con lei. Certo non penso che dimenticherò mai la scena di lei e Mario Calderon. Ma l’idea che, a parte la telefonata con Abi, possa essere stato io a spingerla tra le braccia di Mario, non mi fa dormire la notte.
“Che c’è?” mi chiede.
“Sto cercando di capire, perché sei qui? Cosa vuoi?” le chiedo.
“E va bene…” ammette lei. “Volevo vederti ok? Mi costa stare senza di te e Dodo! Voglio risolvere. Voglio che proviamo a salvare la nostra famiglia! Voglio che smetti di frequentare Marcela Valencia. Tu sei mio marito! Dobbiamo stare assieme!”
La guardo di nuovo. Io la amo. È inutile dire il contrario. Non può essere che così, ma non sono pronto a fare pace con lei. Perché lei non mi ama più. E non se ne rende conto.
“Camila” le dico “Voglio, voglio, voglio. Non conta solo quello che vuoi tu! Conta anche quello che voglio io. Anche ammesso che io sia disposto a passare sopra alla storia del tradimento, molto difficile ma potrei provarci, IO VOGLIO una moglie che mi ami veramente. Non una donna che sta con me per abitudine!”
“Ma io ti amo!” mi dice.
“Non è vero Camila! Tu non mi ami, non lo sai se mi ami. Probabilmente non mi hai mai amato!”
“Non ti permetto di dire una cosa del genere!” mi ribatte accalorata. “Se non ti avessi amato davvero, non avrei mai potuto lasciare tutto per andare in Svizzera con te!”
“E torniamo sempre a questo punto vero? Tu che lasci tutto per me!” le dico. “Sono stanco di sentirlo ripetere. Quando ho accettato che tornassimo qui, sapevo che sarebbe successo qualcosa! In Svizzera eravamo io e te contro tutti. Qui, tu invece, la prima cosa che hai fatto è stata pensare che avessi un’altra!”
“Cosa vuoi dire?”
“Mi domando se il problema tra di noi non sia che quando la bufera è passata, adesso che potremmo, anzi dovremmo essere felici perché i tuoi genitori non ci avversano più, il nostro supposto amore non abbia dimostrato di essere nient’altro che una ostinata resistenza all’opposizione. Una mera dimostrazione che noi avevamo ragione e i tuoi genitori torto a dire che non eravamo fatti per stare assieme! Camila, tu mi hai mai amato veramente? Hai mai sentito per me quella sensazione che ti toglie il fiato in gola quando entro in una stanza? Hai mai pensato che senza di me non avresti potuto vivere? Hai mai voluto eliminare una donna perché mi stava guardando insistentemente? No! Io si.”
“Io… vorrei eliminare Marcela Valencia perché ha una storia con te!” mi dice lei ribattendomi.
“Tu” la accuso io “vuoi eliminare Marcela solo perché vuoi vincere. Vuoi che le cose vadano come vuoi tu! Sai bene che io ti ho sempre assecondato. Ti ho sempre detto che eri la mia fonte di energia vitale. Che il tuo entusiasmo mi trascinava, che mi faceva credere di poter riuscire in tutto. Ma adesso io non sono più quella persona. So dirti di NO. È la mia risposta è no. Io so che tu non mi ami e quindi no!”
“Ma come fai a dire che io non ti ami? Chi sei per poterlo dire?” mi dice.
“Ma cosa dici Camila? Ti rendi conto delle tue parole? Questo mi dimostra quanto io sia una rivalsa e basta!”
“Alberto, non è vero. Non sei una rivalsa. Io voglio stare con te. Non voglio nessun’altro uomo. Mi dispiace di averti tradito e di averlo capito tardi. Ma è così!”
“Non è vero!” le urlo. “Smettila. Tu ora mi vuoi solo perché hai deciso che mi volevi vent’anni fa e ora vuoi rimediare all’errore che hai fatto, distruggendo l’immagine della famiglia felice! Complimenti Camila! Sei diventata come tua madre!”
“Come mia madre? Cosa c’entra mia madre???” mi chiede confusa.
“Vuoi salvare le apparenze! Come lei! Vent’anni fa tua madre, perché io ero povero, ci ha spediti in Svizzera dalla vergogna! E adesso tu mi hai tradito, ma vuoi salvare le apparenze, vuoi fare come se niente fosse! Senza tenere conto dei miei sentimenti!”
“Non è vero che io non voglio tenere conto dei tuoi sentimenti. Non mi importa nulla delle apparenze. Voglio stare con te. Non voglio che la nostra famiglia si distrugga. Non voglio che il nostro matrimonio si distrugga!”
“Camila…. L’hai distrutto tu! Come fai a non rendertene conto?”
“Lo so. Ma lo possiamo ancora aggiustare!” mi dice e dicendo così viene a sedersi accanto a me.
“No.”
“Alberto…” mi dice “da quando dici così spesso no?” chiede.
“Vai via Camila!” le chiedo. “Per favore vai via! Voglio stare solo. Non voglio vederti.”
“Hai paura di me?”mi domanda.
“Si. Ho paura che alla fine ti asseconderò e non avremo imparato nulla da questa crisi. Cosa che non voglio fare perché qualcosa è cambiato tra di noi e non so se potremo aggiustarlo. Non sono pronto a fare finta di niente.”
La vedo alzarsi e dirigersi verso la porta.
“Alberto” mi chiama. Mi giro verso di lei. “Dovresti sapere che io ottengo sempre quello che voglio. E io voglio te. Non finisce così tra di noi, lo sai vero?” mi dice e va via.
La odio, la odio! Penso tra di me. La odio perché la amo. Se non la amassi non potrei odiarla.

 

***

Due giorni dopo
Sono nello studio di Betty. Ieri lei ha comprato un’intera pagina di giornale per dimostrare ad Armando che lo ama. Oggi le devo presentare un mio amico che sarà il nuovo chef della caffetteria. Vogliono trasformarla in un ristorante interno all’Ecomoda e faranno questa sperimentazione iniziale. Pare che l’idea sia di Camila, perché è stanca di andare a pranzo fuori!
“A che ora arriva il tuo amico Alberto?” mi chiede lei.
“A minuti dovrebbe essere qui!” le dico.
“Come sta Dodo?” mi chiede cambiando argomento. “Non lo vediamo più spesso come prima! Da quando siete andati via da casa nostra. Come va tra di voi?”
“Ci sono alti e bassi! Lui mi ha detto che non è felice che siamo io e Camila i suoi genitori. Avrebbe preferito che lo foste tu e Armando!”
“Ti ha detto così?” mi chiede.
“Si. Letteralmente. Dice che noi non siamo mai stati una famiglia normale, ma una famiglia di pazzi perché una vera madre non si sarebbe fatta scoprire dal figlio, non avrebbe tradito il marito e il marito non si sarebbe fatto tradire!”
“Alberto, non prendertela. Lui vede le cose in maniera semplicistica. Ha quindici anni, troppo pochi per capire che le relazioni umane sono molto complicate! E cosa pensa della storia dello scandalo?”
“Dice che sicuramente non sarà vero, perché voi due vi amate veramente e poi ha detto ‘mia madre che si fa scoprire così facilmente, se fosse vero che lo zio tradisce Betty, lo va a fare davanti ad un fotografo? Non ha imparato niente dagli errori di sua sorella?’”
“Non posso crederci! E’ ancora così ferito da Camila allora!” mi chiede.
“Si. Lo è. E non vuole parlarle.”
“E tu… come stai tu? Continui a frequentarti con Marcela Valencia?”
“Betty… posso rivelarti una cosa che però non devi dire a nessuno!?”
“Alberto… non voglio essere messa in mezzo. Non mi piace. Camila è mia cognata. È scorretto da parte tua comportarti così!” mi dice.
“Lo so! Ma io ho bisogno di un amico e chi può esserlo se non tu? In fondo noi siamo gli infiltrati nella famiglia Mendoza. I due soggetti che hanno rovinato il quadro di famiglia perfetta tra i Mendoza e i Valencia …” le dico.
“Va bene Alberto. Ti ascolto ma solo perché anche tu fai parte della mia famiglia!”
“Tra me e Marcela Valencia, non c’è nessuna relazione sentimentale!” le confesso.
“Che cosa?? E allora perché tutti credono che sia così?” mi domanda.
“Non è vero Betty” le dico mentre mi dirigo verso una delle finestre interne  del suo ufficio. “Non tutti pensano che sia così. Solo Camila pensa che sia così. E io glielo lascio credere, così sa cosa significa sapere che la persona che avevi scelto come compagna di vita sta con un’altra!”
“Alberto….” mi dice “questo comportamento non è affatto da te.”
La vedo che si siede sul divano del suo ufficio. “Ma so bene perché lo fai. Lo capisco. L’ho fatto anch’io tanti anni fa.”
“Camila è venuta da me e  mi ha detto che lei vuole di nuovo la nostra famiglia felice e che devo perdonarla per quello che ha fatto. Ma mai, nemmeno una volta mi ha detto che mi ama. Allora io, in un momento di rabbia le ho detto che  come sua madre! Tutta presa a salvare le apparenze.”
“Non posso credere che tu lo abbia fatto!”
“Si Betty. Gliel’ho detto. Non potevo fare altrimenti. Lei non mi ama più, non so se mi abbia mai amato. L’amore è un’altra cosa. Io non credo che possiamo tornare insieme solo perché così la famiglia Mendoza salva la faccia. Non mi fido di lei, né dei suoi sentimenti.”
“Capisco le tue ragioni… Camila è molto confusa. Stare con i Mendoza non è affatto facile amico mio. Cosa pensi che per me sia stato semplice comprare quella pagina di giornale?!”
“Mi stai dicendo che lo hai fatto anche tu per salvare la faccia??”
“No! L’ho fatto perché io amo mio marito e mi fido di lui. E volevo che lo sapessero tutti, e soprattutto lui. Se c’è una cosa che ho imparato in questi due anni difficilissimi per me, è che una cosa è stare assieme, una cosa è essere insieme. Io e Armando siamo sposati da quasi quattordici anni ma mai prima d’ora avevo realizzato che mio marito non merita le mie riserve. Fidarmi totalmente di lui mi è costato, ma decidere di lasciarmi andare e di essere vulnerabile di nuovo, anche a lui, è stata l’unica soluzione che ho trovato per essere felice. Negli ultimi tempi io e lui siamo stati davvero uniti, come non mai. Quindi mi sembra assurdo che io non creda alla sua versione dei fatti. E capisco che tu  desideri lo stesso per te e Camila, anche se ti ha tradito.”
“E’ proprio questo il punto Betty” le dico. “Da quando lei mi ha tradito, ho iniziato a dubitare del nostro amore. Io non ho mai avuto l’impressione che lei abbia messo la sua vita nelle mie mani. Nemmeno quando siamo andati via diciotto anni fa. Lei sapeva cosa voleva e cosa fare per ottenerlo. Il motivo ero io, ma spesso mi domando se non fossi un semplice motivo di contrasto e rivincita con i suoi genitori!”
“Lo so. Armando e Camila sono molto simili. Competitivi fino all’inverosimile. Questa cosa mi stava costando il matrimonio. Però, in tutta sincerità non penso affatto che Camila non ti amasse sinceramente quando ha deciso di andare in Svizzera piuttosto che lasciarti!” mi dice.
“Non so Betty. Sono molto confuso.”

Bussano alla porta che viene aperta subito dopo. Entrano Camila e il mio amico Corrado Traversi, che lei conosce perfettamente.
“Guardate chi ho trovato qui fuori?” ci dice lei. “Betty, ti presento lo chef Corrado Traversi, giunto direttamente da Roma!”
Fatte le presentazioni del caso, Betty e Camila gli spiegano quale sia il loro nuovo progetto.
“E tu?” mi chiede Corrado. “Non c’entri niente con questo nuovo progetto?”
“No. È una cosa di cui si occupa mia m…. Camila cioè. Lei e Betty vorrebbero aprire un piccolo ristorante interno per i dipendenti e l’amministrazione. Ma se non dovesse andare bene, non preoccuparti, perché ho comprato dei ristoranti e c’è sempre un posto per te!”
“Alberto” mi dice Camila con voce persuasiva “non credi che sia un po’ troppo presto per provare a portarci via Corrado? Non ha neanche firmato il contratto e già gli parli di fallimento?”
“Ha ragione Camila!” mi dice Betty. “Non puoi farci questo. Prima ce lo suggerisci e poi ce lo porti via?”
“No, per carità! Sono lieto di esservi stato di aiuto!” dico io. Mi rivolgo verso Corrado. Non lo vedo da tempo, ma siamo rimasti in ottimi rapporti. È stato felice di tornare in Colombia perché ha subito una tragedia familiare molto grave. Sua moglie era colombiana ed è morta tre anni fa in un incidente stradale a Roma. Lui ha lavorato come un pazzo per poter traslare la sua salma qui in Colombia come voleva la famiglia di lei e adesso ha deciso di vivere qui con il loro figlio Paco di sette anni. Sono felice di aiutarlo. È davvero una brava persona e merita di ricostruirsi una vita.

 
Bussano alla porta di nuovo. In questo posto sembra impossibile riunirsi senza interruzioni continue. Entra Armando. Cosa ci fa qui?
“Scusatemi! Non pensavo che foste in riunione. Forse avrei dovuto telefonare prima!” ci dice.
“Non dire sciocchezze” gli dice Betty. “Sei sempre un azionista di questa azienda! Ti presento Corrado Traversi di Roma. Lo chef che da ora in poi si occuperà di trasformare la caffetteria in un piccolo ristorante.”
“Molto piacere. Armando Mendoza” gli dice lui stringendogli la mano.  “Penso allora che per questa impresa l’unica altra persona che possa aiutarvi sia Marcela Valencia no? Lei è la migliore professionista nel campo dell’arredamento d’interni no?”.
Alle sue parole, Camila diventa viola in volto. Io e Betty ci scambiamo uno sguardo da cospiratori che non sfugge alla mia ex moglie, a mia moglie… a Camila cioè. Quella di Armando è davvero una pessima idea.  

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Capitolo 13
*** Cami e Dodo: Genitori vs Figli ***


“Mamma, non puoi prendermi per stupida, tra poco compio tredici anni! Qui, su questo giornale c’è la foto di papà con questa modella mentre si baciano.”
Sono in salotto con i miei genitori. Mentre ero nel centro sportivo una delle ragazzine che non mi sopporta dal primo giorno, è venuta a darmi la rivista in cui c’è mio padre che bacia una modella.
‘Tuo padre è un traditore’ mi ha detto, ma io ho risposto che non lo era. Mio padre ama mia madre. Poi lei mi ha fatto vedere il giornale e io sono corsa da mia madre che era nel centro, in palestra. Insieme siamo tornate a casa. E ora stiamo parlando con mio padre.
“Cami, ti prego credimi!” mi sta dicendo. “Non ho tradito la mamma. Te lo giuro!”
“Non ti credo! Non ti credo!” gli dico e vado a chiudermi nella mia stanza.

 Non sono servite a niente le parole di mia madre ieri sera. IO non credo che mio padre non abbia una relazione con quella donna del giornale. Ieri, dopo che mia madre è venuta a parlarmi per ripetermi che non è vero che mio padre l’abbia tradita, li ho sentiti litigare nella loro stanza.
Capisco che mi madre voglia proteggermi, ma ormai il danno è fatto. Non uscirò mai più di casa. Non potrò mai ascoltare i miei compagni che mi prendono in giro.
Vado in cucina. Il tavolo della colazione è pronto. Mio padre e Roberto sono già seduti, mentre mia madre ha in braccio Aurora.
“Come mai sei ancora in pigiama?” mi chiede.
“Semplice, oggi non vado a scuola!” le dico in tono di sfida.
“E perché no?” mi chiede mio padre.
“Perché no!” gli rispondo.
“Invece ora ti prepari e ci vai!” mi dice lui.
“No” ribatto io.
“Perché non vuoi andare?” mi chiede la mamma.
“Perché no!”ripeto io ancora una volta.
“Bene. Se non vai a scuola oggi, non andrai nemmeno a ginnastica oggi pomeriggio” mi dice mio padre.
“Benissimo” gli rispondo. “Tanto non ho intenzione di uscire mai più di casa!”gli dico. “Grazie a te!”
Prendo un biscotto e me ne vado di nuovo nella mia stanza. Mentre esco dalla sala da pranzo sento mio fratello che prova a restare a casa pure lui, ma mia madre è irremovibile.
Dopo dieci minuti sento bussare alla porta della mia camera. Non rispondo neanche. Vedo entrare mio padre.
“Possiamo parlare?” mi chiede.
“No” gli rispondo.
“Non sai dire qualcosa di diverso a parte no?” mi provoca lui.
“No” ripeto io.
Incurante del fatto che io non voglia parlargli, lui entra nella mia stanza e si siede sul letto. “Senti Cami” mi dice “So che sei arrabbiata con me, ma non pensi che dovremmo parlarne?”
“Dov’è la mamma?” gli domando.
“Ha accompagnato tuo fratello a scuola” mi risponde. “Vieni qui” mi dice indicando il mio letto dove lui si è seduto.
“Non devi andare a lavorare?” gli chiedo.
“Il lavoro può aspettare. Prima vorrei parlare con te” mi dice.
“Cosa devi dirmi?” gli dico aggressiva.
“Basta con questi giri, Cami. Lo so che sei arrabbiata con me per via di quella rivista e che pensi che io abbia tradito tua madre, ma ti ho già detto che non è vero. Non è vero. È una montatura e vorrei che tu mi credessi quando te lo dico.”
“Ma se nemmeno la mamma ti crede. Ieri sera vi ho sentiti litigare!” gli dico.
“La mamma ci è rimasta male, ma vedrai che alla fine mi crederà!” mi dice. “Io non ho fatto niente. E quella foto sul giornale è solo un gossip per farmi perdere un affare importante!”
“Ma se nella foto la stai baciando!!” gli dico.
“Cami, tu non sai ancora, per fortuna, di cosa siete capaci voi donne per fare credere una cosa che non è. È vero che quella modella ha provato a darmi un bacio, ma subito dopo io l’ho allontanata. Peccato che non abbiano pubblicato quelle foto. Altrimenti non sarebbe successo niente di tutto questo.”
Sono molto dubbiosa. Da un lato vorrei credergli. Ma se penso a quello che da ora in avanti diranno i miei compagni….
“Cami, non voglio mentirti” mi dice. “Una volta, quando ero giovane, prima di incontrare tua madre avevo tante fidanzate, tante e anche in contemporanea, ma poi quando ho conosciuto la mamma non ho avuto più nessuna donna se non lei.”
Lo guardo dubbiosa. “Un giorno, quando ti innamorerai perdutamente di un uomo, e non sai quanto mi costa dirti queste cose, capirai!” mi dice.
“Ma se anche è tutto un piano per danneggiarti sul lavoro” gli dico io “ormai sei per sempre un traditore. E io non posso sentire i miei compagni che continuano a prendermi in giro per questo!”
“Amore mio, io ho già querelato il giornale. E tu devi essere molto forte e non ascoltare quelle voci. Ma i tuoi veri amici crederanno a te. E io ti giuro che non ho tradito la mamma.”
“Quindi non andrai via da casa?”
“Spero proprio di no. Non voglio mentirti. Io e la mamma abbiamo litigato, ma sono convinto che alla fine lei mi crederà.”
“E non vi separerete di nuovo? L’altra volta è stato bruttissimo. Tanti miei compagni hanno i genitori separati e non fanno altro che fare avanti e indietro. Come Dodo e Isabel.”
“Se solo potessi  dimostrarti quanto bene ti voglio e quanto sono felice di essere tuo padre, capiresti che mai e poi mai farei consapevolmente qualcosa che ti ferisca. O che possa far soffrire la mamma. Quando sei nata tu, il mio cuore stava per esplodere dalla gioia. La mia vita era perfetta in quel momento. E lo stesso è stato per Roberto e Aurora. Voi tre e la mamma siete la cosa più importante che ho. Non vorrei perdervi mai e poi mai!” mi dice.
Non so cosa pensare.  Mi sembra sincero.  “Quindi tu non vuoi un’altra donna!?” gli chiedo.
“Certo che no!” mi risponde. “Come ti viene in mente una cosa del genere?”
“Nella mia classe, quasi tutti i miei compagni hanno i genitori separati e quasi tutti i padri hanno lasciato le madri per donne più giovani!”gli dico.
“Cami, credimi, io non solo non voglio lasciare la mamma, non ho una relazione con nessun’altra donna! Perché io amo la mamma!”
“Quindi il fatto che quella modella sia giovane non significa che lei ti piace?”
“Amore, io quella modella l’ho vista solo due volte nella mia vita. Non mi interessa, né lei, né nessun altra. Mi dispiace che nella tua classe, tanti tuoi compagni abbiano i genitori separati, ma io non voglio lasciare la mamma. Davvero. Credimi” mi dice lui, passandosi una mano tra i capelli. Ha lo sguardo teso. Lo capisco pure io che è in preda all’ansia.
“Va bene papà… proverò a crederti!” gli dico. Lui viene ad abbracciarmi. “Scricciolo, te lo giuro. Io non ho tradito la mamma. E voglio che tu sappia che se per qualsiasi motivo tu hai bisogno di farmi domande o di avere chiarimenti, io sono qui.”
“Papà… mi stai stritolando!” gli dico.
“Cami” mi chiama “non devi avere paura dei tuoi compagni! Noi non abbiamo niente da nascondere. Ma devi imparare a difenderti! Non voglio che tu ti faccia calpestare da loro e dalle loro stupidaggini.”
“Papà” gli dico “la maggior parte dei miei compagni sono miei amici, soprattutto Raquel, ma ci sono quelli a cui sto antipatica. E loro non vedono l’ora di mettermi in difficoltà!”
“Perdonami, se tutta questa faccenda ti metterà in difficoltà, ma tu devi andare a scuola testa alta. Vedrai che quando verrà fuori la verità, dovranno scusarsi anche con te!” mi dice. “Ora vado al lavoro. Abbiamo tanto da fare per l’incontro di dopodomani!”
“Va bene papà… buon lavoro!” gli dico. Lui mi da un bacio sulla testa e va via.
Non so cosa pensare. Lui è mio padre ed io voglio credergli. Finora non mi ha mai deluso. Ha sempre fatto il possibile per rendere felice mia mamma, me e i miei fratelli. Devo credergli.

 

Due giorni dopo….
Dodo è passato un attimo a casa mia. Stava cercando mio padre.
“Hai visto Cami, cosa ha fatto tua madre?”. Mi mostra il giornale nel quale ha fatto scrivere che ama mio padre.
“Se tuo padre fosse stato colpevole, secondo te, tua madre l’avrebbe fatto?”
“No, penso di no!”
“Puoi stare tranquilla, è davvero una montatura!!” mi dice mio cugino. “Tuo padre non è in casa?” aggiunge.
“No, ancora non sono arrivati né mamma né papà. Ti serviva qualcosa?”
“Volevo parlare con lo zio… va bene, lo cerco sul cellulare” mi dice.
“A proposito di cosa vuoi parlare con mio padre…?” gli chiedo.
“A proposito di Rocio….!”
“E non puoi parlarne col tuo?” gli domando.
“Mio padre non capisce nulla di donne….!” mi risponde.
“E il mio si????” dico allarmata.
“Cami, stai tranquilla…. Voglio solo un consiglio….!”

 

***

 

Non sono riuscito a parlare con mio zio. Maledizione. Parlarne con mio padre è fuori discussione. Lui non solo non capisce niente di donne, ma adesso non può neanche sentire che la mia quasi fidanzata vuole anche un altro! Vorrei che quel Josè sparisse dalla mia vista!
Non pensavo che Rocio mi sarebbe piaciuta così tanto, quando l’ho conosciuta! Eppure abbiamo tante cose in comune e poi lei è bellissima. Siamo diventati subito amici. Forse qualcosa di più. Però lei non è proprio convinta che possiamo essere qualche cosa di più. Ed ecco che entra in scena questo Josè. Lui è più grande di me di un anno. Quando lei è con lui, diventa rossa, inizia a mordersi il labbro e a toccarsi i capelli. Io, invece, molto spesso, quando sono con lei sembro perdere la facoltà di dire cose intelligenti. Mi si asciuga la gola. E solo dopo dieci minuti riesco a tornare in me. Vorrei tanto che qualcuno mi desse un consiglio sul da farsi. Però qualcuno che se ne intenda! Chi se non mio zio?

 
Due giorni  dopo…

Siamo nella stanza del Preside. Ho dato un pugno a Josè. Ma se lo meritava tutto. È venuto da me dicendo che mi avrebbe portato via Rocio e che non c’era motivo per cui lei avrebbe dovuto scegliere me. Non ci ho visto più e l’ho colpito.
“Signor Mendoza” sta dicendo il preside a mio zio “anche se lei è un parente del ragazzo, e noi la conosciamo benissimo, siamo obbligati a chiamare i genitori del ragazzo. Il padre non è al momento reperibile, ma la madre, sua sorella immagino, sta arrivando!”
“Vi prego, mia madre no. Mia madre no! Non voglio parlare con lei” gli dico io.
“Dodo calmati…. “ mi dice mio zio. “Avvisare i genitori è la prassi in questi casi.”
“Ma non basta lui?” chiedo io rivolto al preside. “E’ mio zio. Accetterò qualsiasi punizione, ma non chiamate i miei genitori. Per favore!”
“No, Armando! Ormai abbiamo chiamato tua madre. Sta per arrivare!”
Proprio in quel momento, mia madre entra in presidenza.
“Buongiorno signor Preside….”

 
Siamo fuori dalla scuola. Mi hanno sospeso per una settimana ma con l’obbligo di frequenza. Il mio comportamento ricadrà sul mio voto in condotta, quindi mi conviene avere il massimo dei voti in tutte le altre materie se non voglio essere penalizzato per la votazione finale. Ma a me non interessa niente dei voti. Voglio andare a casa. Vedo che mia madre è arrabbiatissima.
“Dodo, cosa ne dici se vieni con me?” mi dice mio zio. “Tuo padre non c’è, lo sai pure tu. Sai che è a Barranquilla e che torna stasera tardi!”
“No Armando. Dodo adesso viene a casa con me. Ho già parlato con Betty. Ho il pomeriggio libero oggi!” si intromette mia madre.
“Con te non voglio venire né voglio parlare!” le dico.
“E invece verrai con me. Adesso basta. Finora ho cercato di rispettare i tuoi tempi e le tue decisioni. Ma ora basta! Ora vieni con me e discutiamo di quello che è successo!”
“Ti prego zio… diglielo tu. Fammi venire con te. Non voglio parlare con lei” chiedo a mio zio.
“Dodo, ho detto basta con queste storie. Sali in macchina. E tu Armando non metterti in mezzo!” dice a mio zio.
Rassegnato salgo in macchina di mia madre.
“Non sgridarlo troppo senza aver capito quello che è successo” dice Armando alla sorella. “Cami, mi ha detto che due giorni fa è passato da casa perché voleva parlarmi, perché voleva un consiglio su Rocio ma io non sono riuscito a darglielo.”
“Non ti preoccupare. So quello che faccio” gli risponde lei.

Sono in macchina con mia madre. Non riesco nemmeno a guardarla. Mi ha spezzato il cuore. So che non dovrei essere così tragico. Ma è quello che sento. Siamo arrivati a casa nostra.
Scendo dalla macchina e faccio per andare nella mia stanza, ma lei mi blocca per le scale.
“Tu ora vieni in salotto e mi spieghi cosa è successo, chiaro?” mi dice in un tono che non ammette replche.
Non posso che seguirla in salotto. “Non ti dico niente!” le dico.
“Dodo, sto perdendo la pazienza!” mi dice lei. “So che sei arrabbiato con me, ma io sono tua madre. Lo so che non sono la madre che vorresti, però la natura, il caso, il cielo, chi vuoi tu, ha deciso che tu sei mio figlio e questo non cambierà. Quindi se non mi dici quello che succede, staremo qui tutto il giorno. Ti conviene parlare subito! Perché hai picchiato quel ragazzo?”
“Perché vuole portarmi via Rocio!” le dico.
“E chi è Rocio, la tua ragazza? È la ragazza che hai conosciuto alla presentazione del videogioco?” mi chiede.
“Si. Ti ricordi di lei?”
“E come potrei non ricordarmi se non le toglievi gli occhi di dosso? È la tua ragazza?”
“No, si, non lo so.”
“Hai le idee chiare a quanto pare. Forza Dodo. Dimmi cosa sta succedendo!”
“E va beneeee” urlo io. “Io e lei siamo amici. E adesso si sta frequentando con Josè, che è più grande di me. Oggi lui è venuto da me dicendomi che me l’avrebbe portata via, che io non valgo niente, che nessuno preferirebbe me a lui. Io non ci ho visto più e gli ho dato un pugno!”
“Dodo… che modo è di reagire?” mi domanda.
“E cosa avrei dovuto fare? Stare fermo a farmi insultare come ha fatto mio padre con te?” le dico. Insomma questa cosa mi è sfuggita. Non avrei dovuto dirla.
“Quindi in realtà, tu sei ancora arrabbiatissimo con me e ci è andato di mezzo questo ragazzo?”
“Sono arrabbiato anche con questo ragazzo e con Rocio!”
“Sei arrabbiato col mondo intero insomma!” mi dice. “Hai ragione ad esserlo. Per quanto mi riguarda, la prima cosa che voglio dirti è scusami. Perdonami per come mi sono comportata. Sono stata davvero una pazza. Non so nemmeno io cosa mi sia preso.”
“Volevi un altro, ecco cosa ti è successo! Io mi vergogno di avere te per madre!” le dico.
“Lo so. Qualsiasi spiegazione io possa darti tu non la accetteresti. Ma inizi a capire che i sentimenti non sono mai semplici. Perdonami se non sono stata e non sono la madre dei tuoi sogni. So che preferiresti avere Betty per madre, e invece ti sono capitata io. Però, io ti voglio bene più della mia stessa vita e preferisco affrontare il tuo disprezzo piuttosto che la tua indifferenza!” mi dice.
“Mamma, ma tu hai mai amato mio padre?” mi domanda. “A me non sembra nemmeno di essere suo figlio. Non capisco come abbia fatto a farsi tradire! Non capisco come sia stato qui con te per due mesi prima di lasciarti!”
“Dodo, non devi incolpare tuo padre per quello che è successo. La colpa è soprattutto mia. Certo che ho amato tuo padre. E lo amo ancora. Solo che lui non mi crede. Io …. Ho fato una stupidaggine. Ho ascoltato per sbaglio una telefonata che lui stava facendo con il suo avvocato in Svizzera, che è una donna e ho pensato che avesse una relazione con lei, e per vendicarmi l’ho tradito. Ma non era così. In realtà parlavano di affari!”
“E tu pensi che io possa credere a questa storia?”
“Anche io mi sono chiesta se fosse vero che non avevano una relazione, ma non avevano una relazione Dodo. Ho combinato un disastro!”
“E tu non potevi chiedere prima a lui?”
“Ero arrabbiata. Non avrei sentito nessuno. Proprio come te oggi. E comunque queste cose riguardano me e tuo padre. Gli ho chiesto di metterci una pietra sopra. Voglio che tu sappia solo questo!”
“Ma se lui esce con un’altra! Che pietra sopra deve metterci? Hai rovinato tutto!”
“Ho fatto un errore, un grandissimo errore e sto cercando di porvi rimedio Dodo. Imparerai a tue spese che nessuno è perfetto. Nessuno. Tutti commettiamo errori! Anche tu!”
“Continui a vederti con il tuo amante?”
“No. La nostra storia è finita Dodo.”
“Mamma, io ti odio” le dico. “Ti odio dal profondo del mio cuore! Lo sai quanto mi stai facendo soffrire? E per cosa poi?”
“Lo so Dodo. Non c’è bisogno che tu lo ripeta. So di averti ferito. E se potessi vorrei tornare indietro a quel giorno e non comportarmi come mi sono comportata. Ma non so cosa mia sia preso.”
“Non dimenticherò mai la scena che ho visto. Mai. Odio anche papà. Perché si è fatto tradire?”
“Dodo, non devi odiare tuo padre. Lui non ha colpa. Sono stata io a sbagliare” mi dice. “Se lui fosse qui ti direbbe che avresti dovuto contare fino a cento prima di reagire, di incassare e di voltare le spalle a quel ragazzo, perché lui è fatto così. Hai sempre l’impressione che non faccia niente, perché non fa nulla di eclatante, ma poi le sue decisioni sono inscalfibili. Lui ha provato a darmi il tempo di capire che stavo sbagliando. Io sono stata felice con lui per tanti, tanti anni. Non dimenticarlo!”
“Mamma io non sarei mai e poi mai potuto restare a guardare mentre Josè mi prendeva in giro!”
“Io ti capisco, figlio mio. Anch’io reagisco come te. Ma dobbiamo ammettere che le nostre reazioni sono spesso sbagliate. Io ho sbagliato a pensare che tuo padre mi stesse tradendo e tradendolo a mia volta e tu hai sbagliato a prendere a pugni Josè.”
“Se me lo trovassi di davanti gli darei un altro pugno!” le dico.
“Dodo, se vuoi scaricare la tua aggressività prenditela con me. O con tuo padre. Vai in palestra, ma non sugli altri. Non sugli altri! Sono stata chiara?” mi dice con un tono che non ammette repliche.
“Si” le dico.
“A causa di quanto hai fatto, starai in punizione per due settimane. Nessuna uscita extrascolastica. E se pensi che io non me ne accorga perché stai con tuo padre, ti sbagli di grosso. Se necessario mi trasferisco da voi!”
“Tu non sei in punizione, anche se hai tradito tuo marito! Voi donne mi fate tutte schifo! Siete incapaci di essere fedeli a un solo maschio. Se Rocio diventa come te, non la voglio più.”
Senza nemmeno accorgermene, mia madre mi molla un ceffone in pieno viso. “Le settimane sono diventate tre e senza cellulare!” mi annuncia.
Per tutta risposta, prendo un vaso dal tavolo e lo faccio cadere a terra.
“Bene Dodo” mi dice mia madre. “Siamo a quattro settimane. E inoltre non potrai usare il computer per più di un’ora al giorno e per fare i compiti. Continua se ne hai il coraggio!”

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Capitolo 14
*** Marcela ***


Marcela

Non metto piede all’Ecomoda da quindici anni e sono certa che tornarci non sia affatto facile. Eppure devo avere il coraggio di entrare, non posso stare tutta la giornata qui all’ingresso.
“Dottoressa Valencia, è lei?” mi chiede Wilson.
“Si, Wilson! Sono proprio io!” gli rispondo.
“Bentornata!” mi dice.
“Grazie”
“La devo annunciare?” mi chiede.
“No, non è necessario! So bene dove andare! Betty, la dottoressa Pinzon, mi sta aspettando! A dopo!”
Sicuramente, Wilson avviserà tutti del mio arrivo. Ma io sono troppo agitata per pensare a questo. Entro in azienda. Anche se hanno cambiato i colori alle pareti è tutto uguale. La disposizione degli uffici è sempre la stessa mi pare di capire. Prendo l’ascensore e vado al piano amministrativo.
Torno indietro nel tempo. A quando lavoravo qui. Ne è passata di acqua sotto i ponti! Non posso fare a meno di pensare al giorno in cui sono andata via. Parlare con Betty e lasciarle Armando è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. Ma sapevo che era l’unica cosa da fare. E adesso Armando non lavora nemmeno più qui. Tante cose sono cambiate nel frattempo!
L’ascensore si apre ed eccomi di nuovo nella mia vita precedente.
Sandra e Mariana sono alle loro scrivanie! Sandra è incinta mi sembra. Anna Maria è sempre la segretaria di Betty a quanto pare.
“Buongiorno a tutte!” dico.
“Dottoressa Valencia?” mi chiede incerta Anna Maria, cercando conferma del fatto che sia proprio io.
“Si, Anna Maria, sono proprio io!”
“Che piacere vederla!” mi dice Mariana. Lei è stata per tanto tempo la mia segretaria quando lavoravo qui! Ma sono passati quindici anni nel frattempo.
“Mi sembra strano che stiate tutte lavorando! Prima non lo facevate mai e trascorrevate tutto il vostro tempo a spettegolare!”
“Sono cambiate tante cose!” mi dice Anna Maria.
“Può dire alla dottoressa Pinzon che sono arrivata?”
“Si, la annuncio subito.”

 
Trovo che ci sia qualcosa di assurdo nel fatto che io sia qui. Proprio in questi giorni. Armando ha dato di nuovo scandalo con il suo supposto tradimento a Betty con quella modella. Ed oggi devo vedere Betty! Dovrebbe essere il mio giorno trionfale. Alla fine, a quanto pare, ha tradito pure lei. La mia rivincita. Ma invece non riesco ad essere felice. Mi sembra impossibile che lui l’abbia tradita. Sarebbe la dimostrazione che ho sbagliato tutto e che avrei dovuto lottare per riprendermelo.
“Dottoressa Valencia, Betty la aspetta nel suo ufficio” mi dice Anna Maria.
Mentre mi dirigo nell’ufficio di Betty, un uomo alto e scuro mi viene addosso.
“Ehi, che modi” gli dico!
“Mi scusi… non l’avevo vista! Ero sovrappensiero!” mi dice.
“Me ne sono accorta. La prossima volta guardi dove mette i piedi!”
“Senta, le ho chiesto scusa, non basta?? Non la faccia tanto lunga!” mi dice.
“Ma come si permette??? Lei lo sa chi sono io?” gli dico.
“No e nemmeno mi interessa! Ora se mi perdona devo andare a lavorare!” mi risponde.
“Quindi lei lavora qui? Non ancora per molto!” gli dico.
“Come vuole! Però per ora lavoro qui e sono già in ritardo! A mai più!” dice questo sconosciuto e va via.
“Anna Maria, dov’è la dottoressa Valencia” chiede Betty,uscendo dal suo ufficio e cercandomi con lo sguardo,  “non è ancora arrivata nel mio ufficio.”
“Sono qui Betty” le dico. “ Ho avuto un incontro poco piacevole con un tizio che dice di lavorare qui!”
“Buongiorno Marcela, prego si accomodi” mi dice Betty. Le squilla il telefono. “Mi scusi devo rispondere” mi dice.
Questo mi da il tempo di guardarmi intorno. L’ufficio che era di Armando è stato trasformato nel suo ufficio. Ci sono molte foto dei suoi figli. E una bella foto di Armando troneggia accanto allo schermo del computer. Poi ci sono due foto del loro matrimonio. La guardo. È davvero lontana anni luce dalla donna che è arrivata qui e che ho odiato con tutta me stessa. Adesso è una donna realizzata e bella. Anche se dal suo volto si capisce che non stia vivendo giorni facili. Comunque di fronte a lei, la sfigata sembro io. Vedo che chiude la telefonata.
“Cosa fa lì in piedi? Si accomodi” mi dice. “Mi rendo conto che per lei non deve essere stato facile tornare qui.”
“No, in effetti no. Ma non è stato nemmeno così difficile!” le dico. “E’ passato tanto tempo e … le cose sono cambiate.”
“Mi fa piacere sentirglielo dire Marcela. In effetti è stato proprio Armando a chiedermi di farla venire qui. Vorremmo trasformare la caffetteria in un piccolo ristorante interno e visto che lei è qui a Bogotà, abbiamo pensato che potrebbe occuparsene lei, di rifare il look agli interni!”
“Ah… Senta Beatriz, siete proprio sicuri che mi vogliate tra i piedi?” le chiedo. “I rapporti tra di noi non sono proprio idilliaci e anche se mi siete stati vicini durante la malattia di Julian, non possiamo fingere di essere migliori amici. E inoltre, è certa che Camila Mendoza voglia avere a che fare con me?”
“Per quanto mi riguarda, non c’è alcun problema se lei dovesse lavorare qui. Lei è un’azionista di questa azienda. Avrà sempre un ruolo qui dentro. Quanto ai rapporti tra di noi, non è detto che dobbiamo diventare migliori amiche, basterebbe solo non farci la guerra. In tutta sincerità, non ho dimenticato il modo in cui mi trattava e come mi abbia fatto sentire inadeguata e incapace, ma è trascorso tanto tempo. Sono andata avanti. Tante cose nella mia vita sono cambiate. Io non ho nessuna intenzione di rivangare il passato” mi dice. “E Camila sa benissimo che i problemi nel suo matrimonio non sono certo causati da lei!” mi dice mentre la vedo alzarsi e guardare verso la finestra dietro la sua scrivania.
La guardo di nuovo. Tutto in lei è cambiato. Non è rimasto nulla della ragazzina spaventata che era. Il suo look è diverso. Adesso veste all’ultima moda. Inoltre il suo atteggiamento è diverso.È una donna sicura di se. Se non fosse stato così come avrebbe mai potuto compare una pagina di giornale per far sapere al mondo che ama suo marito, dopo un presunto tradimento?! Io non l’avrei mai fatto.
Capisco perché mio fratello Daniele abbia perso la testa per lei due anni fa! Ma la verità è che lei ama Armando e basta. Ho capito sulla mia pelle che è così. E sarà così per sempre.
“So che dovrei scusarmi, per come mi sono comportata con lei Betty. Ma lei non può biasimarmi se all’epoca non mi fidavo di lei. Alla fine ho avuto ragione!” le dico. Voglio che ammetta che avevo ragione.
“Lo so. Tuttavia questo non la autorizzava a trattarmi come faceva. Fino a quando non è iniziato quello stupido gioco, io facevo solo il mio lavoro. E anche bene. Se Armando non l’amava non era di certo colpa mia. Mi scusi se glielo dico” mi dice.
“Forse, se devo lavorare qui, è meglio mettere le cose in chiaro una volta per tutte tra di noi. Ammetto di non essere mai stato molto amichevole con lei, ma non penso che possa biasimarmi, soprattutto considerato che fin dai primi giorni si è schierata dalla parte di Armando. Immagino che la sua infatuazione per lui c’entrasse qualcosa!”
“Armando era il mio datore di lavoro, il mio diretto superiore. Sentivo che non potevo tradirlo. Ho fatto tante stupidaggini. Ma a mia discolpa le posso garantire che io mi sono innamorata a prima vista di lui.”
“Lo so Betty. Crede che non me ne fossi accorta?” le domando. “Ma ormai è passato tanto tempo!”
“Voglio che lei sia chiara solo una cosa, io non sono mai stata la sgualdrina che lei crede. Ho cercato in tutti i modi di mettermi da parte. Ho detto più volte ad Armando che avrebbe dovuto darle una possibilità anche se stavo morendo dentro. E quando sono tornata da Cartagena non avrei mai e poi mai violato il nostro accordo se lei non mi avesse parlato.”
“So anche questo! Mi sta dicendo che in realtà la sua felicità di oggi, è merito mio?”
“Si. In parte sì. Lei alla fine ha fatto la cosa giusta. Io ho molto sofferto all’idea che voi non steste più insieme a causa mia. Io non ho potuto evitare di innamorarmi di lui. Lo amo ancora tantissimo e credo che all’epoca, quella che ero all’epoca, si sarebbe accontentata anche solo di guardarlo da lontano. Di accettare che la sposasse” mi dice.
“Betty, lasci parlare me adesso. Lasciar andare Armando è stata la cosa più difficile che ho fatto nella mia vita. Solo molto tempo dopo ho realizzato che il mio rapporto con lui era distruttivo. Lui non sarebbe mai stato felice con me. Ha cercato di farmelo capire in tutti i modi. Ma io non volevo vederlo. Quando vi vedo insieme, mi rendo conto che la mia è stata la scelta giusta. Non solo perché lui era innamorato di lei, come non lo è mai stato di me, ma anche per me. Perché volevo condannarmi a non essere amata dall’uomo che amavo, perché lo amavo. Realizzarlo è stato difficile per me. Questa è però la verità. Quindi, anche se all’epoca ero molto arrabbiata con lei, ho capito che ero molto più arrabbiata con me stessa perché non riuscivo a farmi amare da Armando e non capivo perché lui amasse lei, che onestamente era inguardabile e non me.  Ho capito col tempo che non puoi costringere la gente ad amarti. Per me, dopo oggi, possiamo mettere una pietra sopra a tutta questa storia. L’unica certezza che ho, è che Armando la ama, l’ha sempre amata. E credo di poter affermare con certezza che non l’abbia tradita. IO lo conosco. Conosco i suoi tradimenti. E quello non è il suo modo di agire.”
“Non penso che dovrei parlare con lei di questo, ma sono d’accordo. Stanno facendo di tutto per mettere in difficoltà la New Tech” mi dice.
“Mi sembra strano non trovare Armando in questo edificio. Come se mancasse qualcosa” le dico.
“Si abituerà presto” mi risponde. “Cambiando argomento, Alberto mi ha detto che tra di voi non c’è niente, se non una grande amicizia. Lo so solo io però.”
“Alberto è innamorato perso di Camila. Non so se se ne renda conto. È così impegnato a darle contro!” le dico.
“Spero che questo non le impedisca di lavorare con Camila, di incontrarla in azienda!”
“Per me non c’è alcun problema!” dico.
“Speriamo che non ce ne siano nemmeno per lei!” esclama Betty. “Allora accetta di seguire questo lavoro?” mi chiede.
“Come potrei dire di no? E’ la mia azienda!” le dico. “Sono felice di poter lavorare a questo progetto. Però devo mettere una condizione!”
“E quale sarebbe?” mi chiede allarmata.
“Che smettiamo di darci del lei! Anche se sembra assurdo. Voglio ripartire da zero. In fondo non abbiamo che tre anni di differenza. E le cose sono cambiate adesso. Che ne dici?”
“Sono d’accordo! Spero di riuscirci Marcela” mi dice.
Il mondo sembra essersi rivoltato! Io e Betty, potremo diventare amiche col tempo!

 

Siamo nella caffetteria. Stiamo per entrare nella cucina, quando una voce che riconoscerei tra mille mi chiama!
“Margeeeeeeeee! Sei proprio tu?”
Mi volto e lo vedo! Anche lui è invecchiato un pochino ma non glielo direi mai!
“Hugoooooo” vado ad abbracciarlo! “Come stai?”
“Sei uno schianto tesoro! Anche se non dovrei parlarti visto che non ci sentiamo da quanto, cinque anni?” mi dice.
“Ho passato un momento difficile, ma potremo rifarci presto. Seguirò i lavori di ristrutturazione della caffetteria!” gli dico.
“Mi state dicendo che voi due lavorerete assieme??” dice rivolto a Betty.
“Si, Hugo” gli risponde Betty. “Finalmente avrà qualcuno da tormentare con tutte le sue strambe idee sui vestiti, e io potrei tornare ad avere un guardaroba normale!” gli dice lei.
“Non ci conti Betty. Anche se non l’avrei mai creduto, lei è una fonte di ispirazione per me. Passerò alla storia come l’uomo che le ha rifatto il look. Ogni volta che penso ad un modello, mi chiedo come starebbe a lei!” le dice lui. Sono contenta di notare che col tempo sono diventati quasi amici anche loro.
“Signor Lombardi, cosa fa in caffetteria?” gli chiede Betty.
“Marge, detto tra di noi, da quando Inesita è andata in pensione, non ho ancora trovato una sostituta degna di questo nome e devo venire da solo a prendere la mia valeriana qui dentro! Ci crederesti???”
“Inesita è andata in pensione?” chiedo a Betty.
“Si. Ma è andata in pensione da solo una settimana. Praticamente abbiamo dovuto costringerla!” mi risponde. “Per questo non abbiamo trovato una sostituta per Hugo!”
“Marge, comunque sono qui anche perché lo chef di questo ristorante è uno schianto e devo capire quante possibilità ci sono per farlo passare dalla mia parte zzzzzzzzz.”
“Nessuna” mi dice Betty, mentre guarda Hugo scuotendo a testa. “Lo chef è etero. Ha anche un figlio. Francisco” aggiunge.
“Lo so. Alberto mi ha parlato di lui. Mi ha raccontato la sua storia!” le dico. “Come mai Camila non è nei paraggi? Non credo che non voglia vedermi al punto di non venire al lavoro!”
“No. Oggi resta a casa. Ha avuto problemi con Dodo. È dovuta andare a prenderlo a scuola! Le ho dato la giornata libera!”
“E così saranno costretti a parlarsi dopotutto!” le dico.

In quel momento, un uomo esce dalla cucina, indossa un completo nero con una camicia da chef e un grembiule bianco. Non lo riconosco immediatamente.
“Marcela” mi dice Betty avvicinandoci a lui, “ti presento lo chef Corrado Traversi!”
A quanto pare, lui riconosce me.
“Non posso crederci! Ancora lei! Non deve essere la mia giornata fortunata!”
“Forse non è proprio il tuo MESE fortunato, Corrado!” gli dice Hugo.
“Perché?” domanda lui.
“Corrado” interviene Betty “lascia che ti presenti Marcela Valencia, azionista e proprietaria come Armando dell’Ecomoda. Da oggi lei lavorerà alla ristrutturazione della caffetteria!”
Lo guardo in volto e noto un immenso fastidio nei suoi occhi. Se pensa che sia piacevole per me, dovere avere a che fare con lui si sbaglia di grosso! 
“Ecco perché prima mi ha detto ‘Lei non sa chi sono io!’” mi dice scimmiottando la mia voce. “Ebbene sappia che non intendo scusarmi per quanto è avvenuto prima, anche se adesso so che è la proprietaria dell’azienda! È stata sgarbata. Io le ho chiesto scusa e lei invece di accettare le mie scuse, mi ha aggredito col suo orgoglio! Non si trattano così le persone!”
“Lei è un cafone e un maleducato!” gli dico finalmente. “Ringrazi il fatto di essere un buon amico di Alberto Montero altrimenti avrei fatto di tutto per farla licenziare. E sappia una cosa. Quando io mi metto in testa una cosa, difficilmente desisto fino a che non la ottengo. Quindi veda di non darmi eccessivamente fastidio!” gli dico.
“Lei è la persona più presuntuosa che io abbia mai incontrato in vita mia!” mi dice. “Ringrazi che Alberto e Camila siano MIEI amici, perché piuttosto che lavorare con lei, mi licenzierei su due piedi!”
“Ragazzi” cerca di intervenire Betty. “Calmatevi un attimo. Penso che stiate entrambi esagerando! Sicuramente avete iniziato col piede sbagliato!”
“No Beatriz! Questa donna è insopportabile” le dice lui, tornando in cucina.
“Idiota” gli dico io. “Davvero devo avere a che fare con lui?”
“Non proprio. Lui si occupa solo della cucina. In questi giorni sta solo sperimentando. Ma poi la caffetteria chiuderà per trasformarsi in un piccolo ristorante. Quando il tuo progetto sarà pronto!”
“Non ci vorranno più di tre settimane Betty. Un mese al massimo. Meno male. Non dovrò avere a che fare con lui!”
“Non è un uomo cattivo. Se ne sta solo sulle sue!” mi dice Betty.
“Conosco la sua storia” le dico, “ma questo non lo autorizza ad avere quell’aria di sufficienza!”
“Io devo tornare in ufficio. Oggi Camila non c’è, questo significa che devo fare un doppio lavoro” mi dice Betty.
“Non preoccuparti Betty, vai pure. Io faccio compagnia ad Hugo!”

 
Sono qui da due ore e ho già litigato con qualcuno. Adesso sono con Hugo nel suo atelier. Mi sta aggiornando di quanto accaduto in questi anni.
“Adesso Sandra è incinta di Mario. A quanto pare aspetta una bambina. Ma non ha nessuna intenzione di tornare con lui, dopo che l’ha trovato con Camila Mendoza sulla sua scrivania!”
“Mi sembra la giusta punizione per le sue malefatte!” gli dico.
“Invece, da quando Calderon è tornato a lavorare qui, Sandra è diventata la sua segretaria e Mariana lo è di Camila!”
“Capito!” gli dico.
“Io e Betty in questi anni abbiamo imparato ad andare d’accordo anche se non senza difficoltà. Nell’atelier con me c’è Luz Costa che si occupa della linea Kids! Luz si è sposata con Nicolas Mora!”
“Lo so Hugo! E come mai non è qui?”
“Sarà nell’ufficio con suo marito no? E tu invece cosa mi racconti di te?”
“Ho avuto delle relazioni sbagliate. Ho avuto un figlio Julian che adesso ha venti mesi e ho rotto con suo padre perché mi ha tradito. In tutti questi anni ho lavorato a Los Angeles, ma quando ho rotto col padre di mio figlio, ho deciso di tornare a casa!”
“E non ce l’hai più con Betty?” mi chiede Hugo.
“No!” gli rispondo. “Non sono più arrabbiata con lei. Ormai ho superato quella fase.”
“Sono contenta per te! Non avresti potuto provare rancore per sempre. E poi come ho sempre sostenuto io, saresti stata una martire a sposarti con Armando Mendoza!”
“Hugoooo!” gli dico. “Basta, non rivanghiamo più il passato ormai è andata così” gli dico.
“Tu sei sempre uno schianto tesoro!” mi dice lui.
“Grazie Hugo!”
In quel momento entra in atelier un uomo che mi pare di non conoscere.
“Lui è Kennet Johnson, del Fashion Group. E’ americano. Lavora con noi da dieci anni, prima c’era anche Gabriella Garça ma da un paio di anni a questa parte l’hanno spedita a Singapore!”
“Piacere” gli dico “Marcela Valencia!”
“Finalmente la conosco, dottoressa Valencia! Lei è una degli azionisti no? Finora ho conosciuto solo suo fratello Daniele!”
“Si! Sono una delle azioniste! Il piacere è mio. So che da dieci anni a questa parte state facendo ottimi affari con l’Ecomoda!”
“Si decisamente. L’Ecomoda è un’azienda solida e i suoi dirigenti si sono rivelati molto competenti e in gamba!”
“Mi fa piacere sentirglielo dire. Mio padre, che fu il fondatore con Roberto Mendoza di questa azienda ne sarebbe stato orgoglioso!”
“ E lei di cosa si occupa?”mi chiede l’uomo.
“Io sono un architetto di interni. Armando Mendoza, mi ha chiesto di seguire la ristrutturazione della caffetteria!”
“Oh già si, la caffetteria!” mi dice. “Il nuovo progetto di Beatriz. Un’idea niente male!”
“Si, davvero un’idea niente male.” Peccato per il cuoco penso tra me e me.
“Senta dottoressa Valencia, le dispiace se la invito a pranzo? Vorrei conoscerla meglio!” mi dice.
“Io…..io veramente…” guardo Hugo con una faccia insicura. Ma lui mi fa cenno di si con la testa.
“Ok.” Accetto. “Prima però mi faccia chiamare la baby sitter!” gli dico. Certo che questo americano non ne perde di tempo!

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Capitolo 15
*** Nicolas ***


Nicolas

Io e Luz siamo appena tornati dal nostro viaggio di nozze, dopo un mese di vacanze e riposo. Me lo meritavo proprio perché da quando lavoro qui all’Ecomoda non sono mai mancato un giorno e avevo tante di quelle ferie arretrate che sarei potuto stare fuori altri tre mesi!
A quanto pare, in questo mese è successo di tutto qui a Bogotà.
Bussiamo all’ufficio di Betty e quando sentiamo che ci dice di entrare spalanco la porta del suo ufficio.
“Nicolas, Luz” ci dice lei sorridendo. “Siete tornati!”. Si alza e viene ad abbracciarci.
“Ciao Capa!”le dico scherzosamente io.
“Come sono felice di vedervi!” ci dice lei. “Com’è andato il viaggio di nozze? Tutto bene? Avete staccato i telefoni e tolto internet? Che ne dite di venire a cena da me stasera così ci raccontate tutto?”
“Calma Betty, calma” le dice Luz con un super sorriso. “Ti promettiamo che in questi giorni verremo a cena da te! Dobbiamo dare dei pensierini ai bambini.”
“Scusatemi ragazzi se sono stata così irruente” ci dice “ma sono così felice di vedervi!”
“Il viaggio di nozze è andato benissimo,  avremo modo di raccontarti tutto. Adesso vado in atelier… credo che Hugo mi abbia dato per dispersa” dice Luz a Betty con il volto raggiante. “E poi voi due… avrete tante cose di cui parlare!”
Luz esce e io e Betty restiamo soli.
Senza alcun preavviso Betty mi abbraccia e scoppia a piangere. “Nicolas, sono così felice che tu sia tornato. Ho così tanto bisogno del mio amico!”
Mi racconta di tutto quello che è successo con Armando, dello scandalo, dei loro litigi, dei ragazzi e della confusione che le alberga nella testa. Non sa se deve credergli o no. Se perdonarlo o no. Non gli parla da due giorni.
“Betty!” le dico, cercando di consolarla. “Sappiamo benissimo entrambi che dato il passato di tuo marito i tuoi dubbi siano leciti, ma non posso essere io a dirti cosa devi fare. Devi decidere da sola!”
“Non ci riesco Nicolas. Non posso pensare che mi abbia tradito! Questa cosa mi spezza il cuore!”

 
 

***

 

Mi vedo con Luz a pranzo e le racconto l’angoscia di Betty.
“Io non ti perdonerei!” mi dice.
“Cosa c’entro io? Non sono Armando Mendoza. Ti ho raccontato tutta la loro storia. Solo io so quanto sia stato difficile per lei accettare che lui la amasse sinceramente.”
“Lo so. Me lo hai detto! Ma Betty è una donna forte. Se anche fosse vero che lui l’abbia tradita con questa modella, cosa in cui non credo, lei non può cancellare tutti gli anni che hanno passato insieme, no?” mi chiede.
“Non lo so. Io ho un’unica certezza. Io c’ero quando, ero con lei quando lui ha messo in piedi quello stupido gioco e ti posso assicurare che lei ha patito le pene dell’inferno per venirne fuori, per tornare a fidarsi di qualcuno e di lui in particolare. Se ci penso, se fosse vero che lui l’ha tradita adesso, mi viene una voglia tremenda di prenderlo di nuovo a pugni!” le rispondo furioso.
“Il mio bel marito con l’armatura scintillante!” mi prende in giro lei.
“Voglio molto bene a Betty” le dico.
“Comunque, voi uomini, siete tutti uguali, basta che una donna vi faccia l’occhiolino e voi ci cascate subito. Non mi stupirei nemmeno se fosse vero che Armando l’avesse tradita.”
“Perché dici così? Gli uomini non sono tutti uguali. Io per esempio non ti tradirei mai!” le dico.
“Mai dire mai Nicolas!” mi risponde. “Per esperienza personale, so che è meglio non mettere mai la mano sul fuoco su una questione così tanto delicata!” mi dice. “E comunque sappi che io non ti perdonerei. Non per una cosa del genere. Ho vissuto sulla mia pelle quanto un tradimento possa distruggere una famiglia felice, e non vorrei ripetere l’esperienza” aggiunge.

 

 

***

 

Sono tornato nell’ufficio di Betty, dopo che Margherita Mendoza e Daniele Valencia sono andati via. Dovevo discutere di alcune cose di lavoro con Betty e per fortuna l’ho trovata di umore decisamente migliore. Anzi sembra addirittura un’altra. Mi racconta cosa vuole fare.
“Sei davvero sicura? Insomma hai deciso di credergli?”
“Si, Nicolas. Mi sembra anche assurdo che io abbia dubitato di lui!” mi dice.
“E cosa ti ha fatto cambiare idea?” le chiedo.
“Una cosa che ha detto Margherita. Lui in tutti questi anni mi è stato sempre accanto, e poi, mi ha ricordato un periodo della mia vita che vorrei dimenticare, quando sono stata male. Se penso a come e quanto fosse distrutto Armando in quei giorni, mi sembra impossibile credere che lui abbia potuto farmi una cosa del genere!” mi risponde.
“Betty, io sono convinto che lui non ti abbia tradita, se l’avesse fatto, che senso aveva finire sui giornali? Mi sembra una cosa costruita … ma sono tuo amico prima di tutto e so che potrebbe averti tradita comunque senza considerare che poteva esserci uno scandalo. Devi decidere tu. E se tu decidi di credergli, io sto dalla tua parte.”
“Grazie Nicolas!” mi dice “Poter contare su di te è molto importante per me. Io lo so che Armando non mi ha tradita. Lo sento. Solo che, sentir parlare di tradimento mi ha riportato indietro nel tempo… a tanti tanti anni fa!”
“E questa volta non avevi nemmeno un fidanzato finto su cui fare affidamento!” le dico ridendo.
Lei scoppia a ridere con me.
Improvvisamente, smette di ridere, come se le venisse in mente qualcosa.
“Nicolas” mi dice con un tono serio “devo dirti una cosa!”
“Cosa è successo Betty? Cioè cos’altro è successo?”
“Niente. Ma non è una cosa piacevole. Solo che non posso lasciarti impreparato. Se non te lo dico io…”mi dice.
“Betty, parla e basta!”
“Al tuo matrimonio, in chiesa…. Io e Armando abbiamo avuto l’impressione di vedere Patrizia Fernandez!” confessa alla fine.
“Cosaaaaaa??” le chiedo. “Spiegati bene per favore”. Sono allibito.
“Alla fine della cerimonia, quando tutti vi stavano facendo gli auguri, io ero molto emozionata e mi sono allontanata verso l’uscita della chiesa con Armando, che cercava di consolarmi. Guardando verso le ultime file, c’era una signora con un gran cappello e lunghi capelli biondi. Io e lui abbiamo avuto l’impressione che fosse lei, ma non ne ho la certezza!” mi dice.
“E poi l’avete rivista?” le chiedo.
“No, quando si è accorta che la stavamo guardando è andata via. Indossava degli occhiali da sole piuttosto grandi!”
“Non posso credere che sia lei! Insomma cosa è venuta a fare al mio matrimonio?” chiedo … all’etere, perché Betty non può di certo darmi una risposta.
“Non lo so Nicolas. Non sono nemmeno sicura che sia lei. Ma a noi è sembrata lei!”
“Non la sento, né la vedo da quattordici anni Betty. Non so nulla di lei. Non vedo quale motivo possa avere avuto per venire in chiesa il giorno del matrimonio!”
“Non voglio turbarti Nicolas. Voglio solo che tu sia preparato nel caso in cui dovesse farsi vedere di nuovo in giro!”
“La mia vita è cambiata Betty. Adesso c’è Luz e lei è davvero tutto per me.”
“Sono felice di sentirtelo dire! Anche perché Nicolas, non potrei mai credere che tu possa tradirla!Non ti perdonerei mai una cosa del genere!”  

 

***

 

Una settimana dopo…
Sono dovuto venire a questo party, praticamente costretto dalla mia casa editrice. Marco, il mio agente mi ha detto che non posso mancare al ricevimento che l’ambasciata americana ha organizzato per il rettore dell’Università di Berkeley, tale Spencer Martin Walker, in visita a Bogotà, per stabilire una più stretta collaborazione tra le università. E’ vero che io sono un economista e che i miei testi vengono studiati un po’ dovunque a livello teorico, ma nessuno li mette davvero in pratica! Come sarebbe possibile rovesciare il capitalismo comune! Comunque, mi hanno costretto a venire qui e io sono un po’ a disagio perché Luz non è venuta con me. Tra una settimana ci sarà la sfilata della linea Kids e il fatto di essere mancati per un mese, a lei non ha certo aiutato. Era così entusiasta di tornare a lavoro, ma non può più assentarsi. Infatti l’ho lasciata in Ecomoda al lavoro. Mi ha chiaramente detto che non vuole essere disturbata e che quando avrà finito torna a casa.
Giro tra la folla e improvvisamente resto senza parole. La vedo. È lei. Mi sembra lei almeno. Cielo! Bevo tutto d’un sorso lo champagne che ho nel bicchiere. Betty aveva ragione nel dire che fosse lei al mio matrimonio!
La vedo avvicinarsi verso di me! Non posso crederci che lo stia facendo per davvero!
“Nicolas” mi dice “che piacere vederti!”
“Pa… Patrizia” dico io in totale imbarazzo “Che ci fai qui?”
 “Nicolas che ti prende? E dire che quasi non ti avevo riconosciuto! Sei così cambiato in questi anni, da quanto tempo non ci vediamo?”
“Cara, non mi presenti il tuo amico?” le dice un uomo mentre si avvicina a lei.
“Certo tesoro! Ti presento Nicolas Mora. Nicolas, mio marito Luis Martin Walker”
“Piacere” dico io educatamente porgendogli la mano.
“Nicolas Mora… lei è l’economista tanto famoso?” mi chiede l’uomo.
“Si. Sono io. Lei è invece il rettore?” mi informo.
“No. Io sono avvocato. Il rettore è mio fratello. Mia moglie Patrizia voleva tornare nel suo paese e allora abbiamo approfittato della visita di mio fratello per venire pure noi. Ma voi, come mai vi conoscete?”
“Io e Nicolas per un breve periodo abbiamo lavorato insieme all’Ecomoda. E devo dire che in effetti in tutto questo tempo è davvero cambiato moltissimo. Non me lo ricordavo affatto così.”
Per fortuna, squilla il mio telefono.
“Scusatemi” gli dico. “E’ mia moglie. Purtroppo non ha potuto accompagnarmi perché è oberata di lavoro”. Mi allontano dai due e cerco di assumere un tono di voce normale per risponderle.

 
Questa serata è una noia mortale. Non so con quanta gente io abbia parlato e non posso nemmeno andare via prima che il rettore faccia il suo intervento. Se non altro non ho incontrato Patrizia e il cibo è buono. Perché non ho chiesto a Betty di accompagnarmi? Perché?
Improvvisamente vedo Patrizia che si avvicina di nuovo a me e provo ad allontanarmi ma con scarso successo.
“Nicolas, cosa fai scappi?” mi chiede.
“No” le rispondo. “Mi sto un po’ annoiando però! Quand’è che tuo cognato farà il suo intervento?”
“Fra mezz’ora credo!”
“Nooo, ancora mezz’ora!” dico disperato!
“Vieni, facciamo due passi in giardino, ti va?” mi propone.
“OK.”
Ci avviamo verso il giardino.
“Pensavo che venissi con tua moglie stasera!” mi dice.
“Purtroppo lei deve lavorare stasera. È oberata di lavoro, sai tra poco c’è la nuova collezione bambini” le dico.
“Sai che ho due figli Nicolas? Una femmina e un maschio, Mathias e Angie. Hanno dieci e sette anni!”
“E … sono figli di tuo marito?” mi avventuro a domandarle.
“Si… sono dei piccoli Walker. Io e mio marito siamo sposati da dieci anni. Ci siamo sposati quando è nato il nostro primo figlio!”
“Capisco” le dico.
“Ti sto annoiando?” mi domanda.
“No, certo che no… però vorrei farti una domanda!”
“Vuoi sapere perché sono venuta al tuo matrimonio?”
“Si, in effetti si!”
“Sapevo che Betty e Armando mia avevano riconosciuto!! Non ho resistito Nicolas. Lo so che da fuori sembra tutto bello e luccicante, ma le cose non sono come sembrano!”
“E cosa significa questo?”
“Quando ho saputo che ti saresti sposato… da Hugo, non ho resistito dal venire. Anzi ho fatto di tutto per essere qui in Colombia in quei giorni!”
“Ma perché Patty? Proprio non ti capisco!”
“Volevo vedere se avessi avuto il coraggio di farlo per davvero!”
“Che cosa? E questo cosa significa?”
“In tutti questi anni, mi hanno sempre detto che non ti eri mai sposato, né avevi avuto figli. Ho sempre pensato che tu non fossi riuscito a dimenticarmi. Poi invece è arrivata lei…!”
“Lei ha un nome Patty. Lei adesso è mia moglie e non capisco proprio il senso di questa discussione. Tu volevi sposare un uomo ricco che ti mantenesse negli anni e l’hai sposato, io volevo sposare una donna che mi amasse per quello che sono anche se sono strambo e l’ho sposata. Abbiamo ottenuto entrambi quello che volevamo no?” le chiedo.
“No, Nicolas! No!” mi dice lei.
“No? Significa che tu non sei felice con tuo marito?”  
“Non ho detto questo!”
“Di certo non significa che io non sia felice con mia moglie, perché invece lo sono!” le dico. “Senti Patty, cosa stiamo facendo qui? Proprio non lo capisco!”
“Allora mi hai dimenticata per davvero?”
“Cosa volevi che facessi? Che trascorressi il resto della mia vita ad aspettare te quando è sempre stato chiaro a tutti che l’unica cosa che ti interessava di me erano i soldi? Non so nemmeno quante umiliazioni mi hai fatto patire! Non sono più lo stupido che ero più di quindici anni fa. Sono cambiato. Non solo nell’aspetto!” le dico e vado via. 
“Nicolas…” mi chiama lei “non andare via. Rimani ancora un po’ qui con me.”
“Non abbiamo proprio più niente da dirci!”

 
Non posso crederci. Inizio a pensare che l’invito a questa festa sia stato orchestrato da lei. Ma cosa vuole da me? Sono davvero confuso.
Confuso perché non mi aspettavo di rivederla e confuso perché non capisco cosa voglia da me.
Io l’ho amata tantissimo e per tantissimo tempo. Ad alcuni capita che il primo amore non sia una semplice infatuazione. Almeno a me è successo così. Non credo che potrò mai dimenticare come lei mi abbia trattato, ed io sempre pronto a perdonarle tutto. Ripenso a quando l’ho beccata con Daniele Valencia, nella sala riunioni dell’Ecomoda a scambiarsi effusioni! La verità è che lei non ha mai avuto riguardo dei miei sentimenti. Lei non ha mai avuto riguardo dei sentimenti di nessuno e sono convinto che per tanto tempo io non sia stato innamorato di lei, di quello che era, ma di quello che volevo che fosse, di come io la immaginavo.
Avrei voluto non vederla. L’idea che sia in città e che probabilmente sia in città per me, non mi fa dormire la notte! Cosa vuole? Qualsiasi cosa vuole non la avrà di certo!
Decido di andare via, non mi interessa nulla di questa festa, né del rettore. Voglio andare a casa mia. Tanto non credo che mi offriranno una cattedra come insegnante a Berkeley. La rifiuterei. È meglio che io vada via da qui. Tra l’altro… ho una fame tremenda!

“Dottor Mora…” mi incrocia il marito di Patty. ‘Maledizione, io volevo andar via!’
“Venga dottor Mora, le presento mio fratello” mi dice Luis.
“Con piacere” dico digrignando i denti. Questo Luis mi sembra un tipo davvero mellifluo. Non di certo una brava persona. Con un’aria di sufficienza e arroganza. Mi presenta il fratello e così inizio a chiacchierare con lui.
Il tempo passa in fretta. A differenza del fratello, Spencer Martin Walker è una persona davvero interessante! Parliamo di economia e di università. E’ una persona che mi mette subito a mio agio.

Dopo circa dieci minuti che parliamo, suo fratello, ci interrompe e chiede di parlare con me. Non so cosa possa dirmi ma mi sembra scortese non ascoltarlo.
“Ho notato che lei e mia moglie vi siete allontanati prima!” mi dice.
“Vedo che le piace parlare chiaro, Luis! Si in effetti io mi stavo annoiando e Patrizia è stata così gentile da farmi compagnia. Abbiamo parlato del più e del meno, dei vostri figli e altro…!”
“Patrizia mi ha confessato che è innamorata di lei!” 
“EH?” mi sorprendo io! “Ma che sta dicendo? Io e Patrizia non ci vediamo da quindici anni. Mi sembra impossibile che lei sia innamorata di me. È vero che abbiamo avuto un breve flirt, tanto tempo fa, ma è una cosa del passato. Io mi sono sposato appena un mese fa e sono felice con mia moglie.”
“Ascolti dottor Mora, questa storia la conosco benissimo. Chi crede che abbia insistito per invitarla a questo party se non lei?”
“Mi scusi, davvero io non capisco il senso di quello che mi sta dicendo! Lei è il marito di Patty e mi sta dicendo che sua moglie è innamorata di me con una freddezza sospetta se non altro.”
“E’ successo che mia moglie è venuta a conoscenza del mio ultimo tradimento e che non l’abbia preso bene!”
“E io che c’entro?!”
“In quel momento ha deciso che voleva tornare a casa, perché non sopportava più le mie scappatelle. E nello stesso periodo ha saputo che lei si sarebbe sposato. E mi ha detto che il più grande errore della sua vita era stato quello di non dare a lei una vera possibilità, perché lei era l’unico uomo che l’aveva amata non solo per la sua bellezza e nonostante tutti i suoi difetti, ma che lei all’epoca era troppo stupida per apprezzare tutto questo!”
Non so cosa dire. Ma devo trovare qualcosa da dire, prima che quest’uomo mi spezzi le ossa.
“Senta dottor Walker, quello a cui lei fa riferimento è un periodo della mia vita concluso. Finito. Io sono un’altra persona adesso. E di certo Patrizia non mi conosce. Quindi può stare tranquillo, non ho nessuna intenzione di mettermi tra lei e sua moglie!”
“Non ci siamo capiti dottor Mora. Non ci siamo proprio capiti. Secondo lei, perché le sto raccontando tutto questo?” mi domanda.
“Non ci sono ancora arrivato in effetti!”
“Vede, io ho bisogno che lei mi restituisca mia moglie! Tra due mesi annuncerò la mia candidatura a Procuratore distrettuale in America e ho bisogno di una moglie che mi stia al fianco. La mia vita sarà passata al setaccio e non posso rischiare che Patrizia la mandi a puttane perché mi odia, perché vuole lei! Mi deve fare questo favore. Deve farsi odiare da Patrizia. Voglio che pensi che dopotutto, non è così male essere mia moglie!”
“Lei è folle! Completamente folle. Non mi presterò mai e poi mai ad un gioco del genere!”
“Se non lo fa, le rovino la carriera!” mi minaccia.
“Può fare quello che vuole! Non lo farò! Se lei vuole che Patrizia resti al suo fianco la riconquisti! Non metta in mezzo me!”
“E crede che non ci abbia provato? Non ha funzionato!Ormai non serve nemmeno farle svuotare la mia carta di credito!”
“Mi dispiace, ma io non posso farci niente!”
“Dottor Mora, Patrizia potrebbe rovinarmi la carriera!”
“Non capisco perché dice così?! Patrizia non è una pazza!” gli dico.
“Se vorrà divorziare io non otterrò mai quell’incarico. E se penserà di avere una possibilità con lei, mi chiederà il divorzio!”mi risponde.
“Siete davvero contorti. Stia tranquillo. Patrizia non avrà nessuna possibilità con me. Perché io amo mia moglie. E non intendo tradirla. Ha capito? Se vuole che Patty stia al suo fianco, la riconquisti!” gli dico.
“Dottor Mora, se io perdo quell’incarico, sappia che mi vendicherò e non sarà per niente piacevole!”
“Se perderà quell’incarico non sarà di certo per colpa mia!” gli dico. “Arrivederci Dott. Walker”. Non gli stringo neanche la mano. Mi limito ad andare via.

 
Quando torno a casa, trovo Luz addormentata sul nostro sofà con una coperta leggera stesa addosso a lei. La sveglio con un leggero bacio.
“Hai fatto più tardi di me!” mi dice aprendo gli occhi.
La guardo, è bellissima. Sento la tensione sparire. So di essere al posto giusto.
“E’ andato tutto bene?” mi chiede lei.  
“Si. Una noiosissima festa. Niente di che! Non mandarmi mai più da solo!” le dico.
“Ma va tutto bene?” mi chiede nuovamente.
“Si, perché?” le rispondo.
“Hai la faccia strana, come se qualcosa non andasse!” mi dice.
“No, amore mio, è tutto a posto…. “ le dico. Poi ci penso un attimo… “In effetti qualcosa c’è…. Abbiamo qualcosa da mangiare qui a casa?? A quel party, non c’era davvero niente di invitante!” le dico strappandole un sorriso. Rifletto su quello che ho detto. A quel party non c’era davvero niente di invitante, almeno non per me!

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Capitolo 16
*** Mario ***


Mario

‘Parti macchina ti prego parti!’. Sono davanti Ecomoda, Sandra è appena uscita con quell’Adam lì e sta salendo sulla sua macchina. Devo seguirli, devo sapere dove stanno andando. Ma la mia macchina non vuole mettersi in moto. Per fortuna vedo arrivare Armando e Betty con la loro vettura.
Apro lo sportello e salgo dietro.
“Vai Armando, vai!” gli dico.
“Ma cosa stai facendo Mario?”mi domanda lui.
“Ti prego Tigre, segui quella macchina!”
“Signor Calderon” mi dice Betty, “cosa sta facendo sulla nostra macchina?”
“La prego Betty, su quella macchina c’è Sandra con mia figlia … la prego, non potete lasciarmi qui! Devo sapere dove vanno e cosa hanno intenzione di fare!”
“Ci sta chiedendo di seguire Sandra?” mi domanda.
“Capisco che non possa capirmi, ma io non posso lasciarla andare senza fare niente. Con me non vuole parlare, non posso lasciare che se ne vada con quell’uomo!” le dico. Poi mi rivolgo verso Armando. “Ti prego tigre, non puoi abbandonarmi in questa circostanza!” dico.
“Betty, mi dispiace ma Mario ha ragione, non posso abbandonarlo in una situazione del genere!” mi dà man forte il mio amico, mentre segue la macchina di Adam Carter.
“Quindi è così che funziona tra voi due!” esclama Beatriz riferendosi a me ed Armando. “Vi assecondate in ogni follia, in ogni stupidaggine che vi passa nel cervello! Bene!”
“Non proprio in tutte tutte, ma nella maggior parte si. Mario è mio amico Mostro! Non posso lasciarlo solo in questo momento!” dice Armando a sua moglie.
“Betty la prego, mi aiuti! Le chiedo doppiamente, triplamente perdono per tutto quello che le ho fatto, ma la prego, anche lei deve stare dalla mia parte!”
“Che cooosa?” mi dice. “Non posso credere che mi stia chiedendo una cosa del genere, dopo tutto quello che mi ha fatto! Va bene che ho deciso di metterci una pietra sopra per amore di mio marito, ma non può chiedermi di stare dalla sua parte! Sandra è mia amica!!! Non potrei mai stare dalla sua parte!”
“Ma sa benissimo Betty che Sandra vuole solo vendicarsi di me… non è veramente innamorata di quell’ uomo! Vuole solo ferirmi perché io l’ho tradita con Camila!”
“E ne ha tutte le ragioni…. !!!” mi dice lei.
“So che non sono perfetto, ma mi rendo anche io conto che ho fatto una stupidaggine” le dico.
“Senta Mario, io non la vedo per niente pentito e non mi sembra nemmeno il tipo che può avere una moglie e una figlia. Insomma in
definitiva non credo che sia in grado di poter avere una famiglia!!”
“Bettyyy!” le dice Armando.
“Lascia pure che dica quello che pensa tigre! Non ha tutti i torti. Non mi sono mai comportato bene con te e soprattutto con lei. Ho fatto un sacco di cazzate, ma con Sandra c’è mia figlia, e io non sopporto che ci sia qualcuno al suo fianco che non sia io!”
“Insomma mi sta dicendo che vuole Sandra perché aspetta sua figlia?” mi domanda.
“No, non è solo questo. Non lo so neanche io quello che provo per davvero. Sento che però non posso lasciarla nelle mani di quell’ uomo. So che non mi può capire Betty, ma non fa niente!”
Ci fermiamo con la macchina nei pressi di un locale dove Sandra e Adam stanno entrando.
“Grazie Armando!” dico al mio amico.
“Ora cosa vuoi fare?” gli chiedo.
“Non so, penso di andare dentro e vedere cosa succede!” apro la portiera della macchina per scendere.
“L’unica cosa che può succederle è che Sandra la vede e la riempia di schiaffi!” mi dice Betty.
“Mario… non è meglio se resto con te?” mi dice Armando. “Non mi sembri molto in te stasera e temo che tu possa fare qualche stupidaggine!”
“No Armando, vai con Betty. In fondo sei venuto in Ecomoda per lei, non è giusto che tu ora resti qui con me!”
“Mostro” interviene Betty, “sono io che ti chiedo di andare con lui. Non voglio che combini qualche disastro. Sandra è mia amica. È incinta e non voglio che le succeda nulla!”
“Sei sicura Betty?” le domanda.
“Assolutamente si!” gli dice, scende dalla macchina e viene a mettersi al suo posto di guida.
“Torno presto Mostro!” le dice Armando e le da un bacio sulle labbra. Betty sale in macchina e parte.
“Calderon, cosa facciamo adesso?” mi chiede il mio amico.

 

Siamo dentro il locale. Vediamo a quale tavolo si sono accomodati Sandra e Adam e ce ne facciamo dare uno dal quale possiamo guardarli senza essere visti da loro!
“Calderon, devi ammettere che almeno io non ti ho mai portato dietro nei miei pedinamenti!”
“Armando… se può consolarti, adesso ti capisco molto meglio e mi dispiace averti preso in giro quando ti sei innamorato di Betty!!”
“Questo significa che ti sei innamorato di Sandra?” mi chiede.
“Non lo so questo. Probabilmente io non mi innamorerò mai di nessuno nella mia vita. Sono incapace di sentire quel trasporto che provi tu nei confronti di tua moglie, ma non voglio perderla!”
Dall’ altra parte della sala, Sandra ha visto Mario e Armando.
Devo cercare di stare calma! Devo fare finta di niente! Anzi, devo farlo ingelosire più che posso. Si è portato dietro Armando Mendoza. Non avrei mai creduto che si sarebbe prestato ad un gioco del genere ma avrei dovuto aspettarmelo. Non posso dimenticare quello che sono stati capaci di fare a Betty quindici anni fa! Ebbene Mario Calderon, pagherai anche per questo! Non preoccuparti!!”
Adam mi sta parlando e io devo prestare attenzione a quello che dice. Devo fare finta di interessarmi a lui. Anche perché a ben pensarci non devo fingere mica tanto! Adam è una persona interessantissima!
Il cameriere ci interrompe mentre io ordino. Vedo che Mario mi sta guardando.

 

“Calderon, dannazione!” mi dice Armando “Vuoi farci scoprire?”
“Non posso crederlo! Le ha preso la mano!” mi dice lui. “E lei come se la lascia prendere e accarezzare!” constato io.
“Non vedo perché non dovrebbe farlo dal momento che tra di voi non c’è niente!”
“Armando, non metterti pure tu. Non iniziare nemmeno! Tra di noi c’è nostra figlia!!” gli dico.
“Vostra figlia?!” ripete lui. “Come se tu sapessi cosa significa avere una figlia!”
“E questo cosa significa?”
“Significa che Sandra è incinta per un caso! Tu non volevi figli o sbaglio? Non eri un single fondamentalista?”mi domanda.
“Questo era prima!!”
“Quindi mi stai dicendo che sei disposto per lei, a lasciare tutte le altre donne? A sposarti?”
“Non esageriamo adesso!!”
“E allora che stiamo facendo qui?”
“Non sopporto che lei esca con lui va bene? E’ incinta di mia figlia per dio!”
“Quindi, in poche parole tu vuoi che lei rimanga a casa con tua figlia, mentre tu vai a divertirti in giro ogni sera con una donna diversa?”
“Armando!!! Non direi proprio così…ma si vorrei che lei restasse a casa! E’ incinta! Mi ricordo benissimo che quando Betty aspettava Aurora e voi eravate separati, non chiudevi occhio all’ idea che lei potesse avere diciamo una relazione intima con Daniele Valencia!”
“Calderon… dannazione! È diverso! Io sono perdutamente innamorato di mia moglie. Tu no! Il punto non è che Sandra sia incinta o meno! Io sono comunque geloso di Betty. Perché io la amo. Ma tu questo evidentemente non lo capisci!!
“Lo capisco benissimo invece. Ma io non sono te!! Non riesco a provare i tuoi stessi sentimenti. Non posso fare finta di niente, non posso mentire su una cosa del genere. Ammetto che devo chiederti scusa per ogni volta che ho provato a convincerti a sposarti con Marcela nonostante il tuo rifiuto, che devo scusarmi per ogni volta che ho preso in giro Betty e che ho provato a farti fare quello che non volevi fare, ma non posso accettare che tu ora mi costringa a provare cose che non provo!!”
“E allora ti ripeto la domanda, cosa stiamo facendo qui?” mi chiede. “Non dirmi che stiamo controllando Sandra per la bambina, perché sai benissimo che non la metterebbe mai in pericolo. Nonostante lei ti detesti!!”
“Te l’ho detto, non posso lasciare che quel tizio me la porti via! E’ vero che probabilmente Sandra non comprerebbe una pagina di un quotidiano per dirmi che mi ama, ma io non intendo lasciarla a quell’ uomo!”
Mi alzo e vado al tavolo di Sandra, mentre vedo che Armando si passa una mano tra i capelli naturalmente contrario a quello che sto facendo.

 

 

***

 

Non sono nemmeno uscito di casa che subito il mio telefono ha preso a suonare. Per fortuna ho risposto e così sono venuto a sapere da una delle mie tante fiamme, che sono in prima pagina su un giornale scandalistico! Mi è capitato di finirci qualche volta su una rivista, quando ero più giovane ma mai in prima pagina. Alla prima edicola che trovo compro una copia del giornale. Resto sconvolto da quello che vedo! Leggo l’articolo e resto senza parole.

“Continuano gli scandali in casa Mendoza. A quanto pare niente è come sembra in questa famiglia. Dopo il fratello, il nostro giornale scopre la relazione extraconiugale di Camila Mendoza sorella maggiore del noto manager, con Mario Calderon, entrambi vicepresidenti dell’Ecomoda, azienda di famiglia dei Mendoza e dei Valencia.”

 
In preda ad una furia cieca compongo il numero di Armando dell’ufficio, a quest’ora dovrebbe essere lì. Mi risponde la sua segretaria e mi dice che si è fermato a casa e se lo cerco, lo troverò lì.
Non riesco a stare calmo… penso a quello che dirà Sandra! Io che sono sempre stato il primo pronto a tirare i fili delle vite degli altri, di Armando, di Betty, di Marcela, adesso mi ritrovo in questa situazione dove qualcuno, che non conosco, sta mettendo in piazza la mia vita privata, probabilmente distruggendo la mia unica possibilità di recuperare con Sandra! Non posso credere che tutto rischia di essere distrutto a causa di questa rivista. Se questo è un piano contro i Mendoza, io non posso assolutamente andarci di mezzo. Arrivo a casa di Armando e spero di trovare una soluzione per questo disastro.
A casa sua ci sono anche Camila e Alberto. Oh mio dio! Alberto ha la faccia di uno che vorrebbe di nuovo prendermi a pugni, ma invece va via, dopo che io ho mostrato la rivista con noi in prima pagina!

 

Qualcosa bolle in pentola ma non riesco a capire cosa sia. Armando, piuttosto sconvolto mi chiede di dargli un passaggio in ufficio e di cercare di trovare una soluzione a questo problema del giornale.
In macchina gli dico quali sono le mie preoccupazioni. Sandra.
“Calderon, da quanti anni siamo amici noi due? Da quanto tempo ci conosciamo? Non c’è bisogno di negare che ti sei innamorato di Sandra! Non ti prenderò in giro come hai fatto tu con me quando io ti ho detto che mi ero innamorato di Betty!”
“Tigre …”. Non so nemmeno io cosa dire. “Non sono innamorato di Sandra! Per davvero! Io non mi innamoro mai di nessuna donna! Di nessuna!”
“Non posso credere a quello che sentono le mie orecchie! Mario non potrai restare un adolescente per sempre…!” mi dice. “Stai per avere una figlia e soprattutto… hai quasi cinquant’anni!!”
“Armando, gli uomini non sono tutti come te!” gli dico aggressivo.
“E questo cosa significa?” mi chiede. “E’ stato bello essere tuo amico, vivere momenti di follia insieme, ma poi io sono cresciuto, sono cambiato. Tu no!! E ora guardati! Sei forse felice? Di che cosa hai paura?”
“Non ho paura di niente! Solo, non voglio perdere Sandra e a causa di questa maledetta rivista potrebbe succedere!”
“Ti rendi conto che questa rivista, in questo caso non sta dicendo nessuna bugia? Se perderai Sandra sarà solo per il tuo insulso comportamento! Dovresti solo andare da lei e dirle che la ami!” mi dice.
“Io non la amo! Hai capito? Io non la amo. Solo che non voglio perdere mia figlia!”gli dico.
“Tua figlia non la perderesti comunque perché sai bene che lei non vi separerebbe mai!”
“Armando… per favore, non farmi la predica. Io so bene quello che sto facendo! Vorrei solo che tu scoprissi chi è stato a spifferare tutto della mia relazione con Camila! Tu hai un investigatore privato no? Fallo indagare anche su questa storia!” gli chiedo risentito.
“Va bene Calderon!” mi dice. Siamo arrivati davanti alla New Tech. “Tu e mia sorella siete due folli totali e state distruggendo le vostre vite per niente” aggiunge. “Non sperare che la discussione su Sandra sia finita qui! Non ti mollo fino a quando non inizierai a pensare seriamente a quello che stai facendo. Qui c’è di mezzo la vita di tua figlia, di una bambina. Non è uno dei nostri stupidi giochi e per quanto assurdo lo sai anche tu!”

 

 

 

***

 

 

Sono in Ecomoda. Oggi devo pur lavorare. Quando arrivo vedo che Sandra è ancora più fredda del solito. Sicuramente ha visto la rivista. Non penso che questa notizia possa restare anonima a lungo.
Le chiedo di venire nel mio ufficio.
“Sandra, puoi venire nel mio ufficio un attimo?” le chiedo.
 Lei non vuole venirci, ma io insisto.
“Sandra… sono certa che hai visto quel giornale, ma naturalmente, volevo dirti che è una cosa vecchia, una storia finita!”
“Mario, non mi interessa quello che combini. Ti prego di credermi. Per me potresti essere ritratto in prima pagina con la top model più  importante del momento e non mi interesserebbe. Hai capito? Vorrei solo che tu smettessi di perseguitarmi, di seguirmi, di rovinarmi  la vita!”
“Ma non puoi dire sul serio! Tu aspetti mia figlia! Dovresti stare con me!” le dico.
“Quante volte dovrò sentire questa storia?” mi chiede. “Sai, per tutto questo tempo, in tutti gli anni che ho passato al tuo fianco, anche se a singhiozzo, sono sempre stata convinta che prima o poi, tra una modella e l’altra, avresti capito che la tua vita era vuota e fatua e ti saresti reso conto che ad aspettarti sempre a braccia aperte c’ero io. Ho creduto per tanto tempo che sapevi che se io ero disposta ad aspettarti non poteva che essere perché provavo qualcosa per te, ed ero pronta a tutto pur di non lasciarti andare. Invece no… tu non hai mai capito nulla di tutto questo. Era solo una mia fantasia. L’ho capito quando ti ho trovato sulla scrivania di Camila. Tu ti sei preso gioco di me e adesso io non te lo permetto più. Tu non amerai mai nessuno nella tua vita. Spero solo che vorrai un po’ bene a tua figlia, ma io non voglio stare con un uomo incapace di amare. L’unica persona a cui vuoi bene davvero è Armando Mendoza. E questo non ti ha scoraggiato dal fargli del male quando si è innamorato di Betty. Tu trasformi tutto in un enorme gioco, ma questo non è un enorme gioco. Questi sono i sentimenti delle persone. Tu sei incapace di provare qualsiasi tipo di sentimento, l’ho capito. E ho anche capito che non voglio accanto a me un uomo di questo tipo!”
“Sandra io…. “ le dico. Non so cosa rispondere. Ha detto solo la verità.
Bussano alla porta. È Mariana. “Scusate se vi interrompo, dottor Calderon, ma ci sono i suoi genitori e hanno chiesto di parlare con lei!”
“I miei genitori??” chiedo spiazzato. Vedo che anche Sandra ha un sussulto.
“Si. Hanno detto di chiamarsi Rodrigo e Consuelo Calderon” mi dice Mariana.
“Sono loro, sono loro. È che la loro visita mi stupisce. Non li vedo né li sento da cinque anni.”
“Appunto!” dice Sandra, riferendosi alla discussione che Mariana ha interrotto. Tutte e due fanno per uscire, ma io fermo Sandra. “Sandra resta” le dico, “Mi piacerebbe presentarteli. Mi piacerebbe che li conoscessi, in fondo sono i nonni di nostra figlia!”

 

 

*** 

Questa situazione è davvero surreale. Mia madre e mio padre sono separati da almeno trent’anni, eppure eccoli qui assieme. Probabilmente hanno letto la rivista! Non li vedo da cinque anni, perché tra di noi i rapporti non sono mai stati davvero buoni. Io non ho mai perdonato mio padre per aver tradito mia madre e non ho mai perdonato a mia madre… di non avermi dato la famiglia che volevo. A cui avevo diritto.
Siamo nel mio ufficio. Ho presentato Sandra ai miei genitori che sono rimasti piuttosto perplessi. In effetti come avevo immaginato, sono venuti perché sono sconvolti dalla mia presenza sulla copertina. Mio padre vive in Perù e mia madre in Cile. Mi sembra folle che alla loro età siano venuti  qui, insieme, per cosa? Rimproverarmi?
E’ stato anche divertente vedere le loro facce sconvolte mentre gli presentavo Sandra. Di certo loro non sapevano che la storia della copertina si riferisse a tre mesi fa. Sento che stanno per farmi la morale, anche se da loro proprio.. non la accetterei.
“Mamma, papà potete stare tranquilli, la mia vita va bene!” gli dico. “Io e Sandra abbiamo una relazione da tre anni” invento su due piedi. Vedo Sandra allibita!
“All’incirca sei mesi fa abbiamo avuto una crisi e ci siamo lasciati, ed è vero, ho avuto una relazione con Camila Mendoza, ma poi è finita. Sandra mi ha detto di essere incinta e abbiamo deciso di dare una nuova chance alla nostra storia, se non altro per nostra figlia!”
“Allora aspetti una bambina cara?” le chiede mia madre.
“Si signora” le risponde lei, guardando me in modo furioso.
“E quando nascerà?” chiede mio padre.
“Tra tre mesi e mezzo!” dice Sandra.
“E quindi, hai messo la testa a posto?” mi chiede mio padre.
“Si papà, potete stare tranquilli!” gli dico.
“E vivete assieme?” chiede mia madre.
“No, ancora no. Sandra ha la sua casa e io la mia” dico avvicinandomi a lei e posandole una mano sulla spalla, “ma stiamo cercando una casa dove andare a vivere insieme non appena nascerà la bambina o magari prima, vero tesoro?” le dico.
“Mario” dice mio padre “noi siamo stanchi. Io mi sono sistemato in albergo, ma tua madre vuole venire da te! Dice di non vederti da troppo tempo e vuole assicurarsi che vada tutto bene!”
“Mario mi scusi” dice Betty entrando in quel momento. “Scusate, non pensavo che avesse visite, volevo farle vedere quel rapporto delle vendite…”
“Non si preoccupi Betty. Venga. Le presento i miei genitori. Mia madre Consuelo e mio padre Rodrigo” dico. “Lei è Beatriz Pinzon, la presidente dell’Ecomoda e la moglie del mio amico Armando Mendoza!”
“Questa donna così carina è la moglie del tuo amico Armando” chiede mia mamma dolcemente. “Ha avuto davvero buongusto il tuo amico, come te tesoro, come te” dice rivolgendosi a Sandra.
Vedo Betty guardarmi di traverso e poi posare lo sguardo su Sandra, che le fa un leggero cenno come a volermi decapitare. Io guardo Betty insistentemente. La prego con gli occhi che non mi tradisca!
“Bene” dice lei uscendo dal mio ufficio “questo rapporto potremo vederlo anche dopo. Vi lascio alla vostra riunione familiare!” ci dice.
“Davvero una donna notevole!” commenta mio padre.
“Papààà!” urlo io con uno sguardo contrariato.
“Scusatemi” dice Sandra. “Io devo tornare al lavoro adesso!”
“Va bene” dice mia madre “ma mi piacerebbe scambiare quattro chiacchiere con te.” 
“Cosa ne dite se stasera cenassimo tutti assieme al ristorante del mio hotel?” propone mio padre.
“Mi sembra un’idea favolosa Rodrigo!” gli da man forte mia madre.
“Cosa ne dici?” chiedo a Sandra con uno sguardo da sberle!
“Io… avrei un appuntamento con mio cugino … Adam” dice Sandra sottolineando quel nome.
“Non puoi mancare cara!” le dice mia madre. “Questa è una cena di famiglia!”
“Non puoi mancare tesoro” le dico io “con Adam ti vedrai un’altra volta, no?”
“Va bene. Vado ad avvisarlo del cambiamento di programma!” dice alla fine.
Che bello, sono riuscito a rovinare l’appuntamento di Sandra, ora speriamo solo che l’arrivo dei miei genitori non rovini la mia vita!!

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Capitolo 17
*** Camila ***


Camila

Sono a casa mia e sto litigando con Alberto che è tornato da Barranquilla. Ho dovuto chiamarlo per dirgli quello che aveva combinato nostro figlio a scuola e non appena è arrivato a Bogotà ci ha raggiunti a casa. Peccato che sia quasi mezzanotte e che Dodo stia dormendo nella sua camera. Gli ho raccontato la nostra discussione, tutto quello che mi ha detto e si è arrabbiato molto.
“Va bene che l’hai ferito, ma sei sua madre! Non deve parlarti in questo modo! Domani mi sente” mi dice.
“No Alberto! Non dirgli niente. Io preferisco che scarichi la sua rabbia repressa, sono io che gliel’ho provocata. E’ giusto che se la prenda con me e non con i suoi compagni!” gli dico. Lo guardo. Ha la faccia tirata. E’ stanchissimo e si nota.
“Hai mangiato qualcosa?” gli chiedo. “Vuoi che ti preparo qualcosa da mangiare?”
“Ho cenato sull’aereo e poi comunque non mangerei mai qualcosa di cucinato da te!” mi sorride, riferendosi alle mie pessime doti culinarie. Quando di ci siamo sposati ed eravamo entrambi oberati di lavoro, il take - away era il nostro miglior amico. Fino a quando non abbiamo potuto permetterci una governante!
Se non lo avessi tradito a quest’ora sarei seduta su di lui e lo starei baciando, come sempre al suo ritorno di un viaggio, anche se solo di un giorno. Oggi mi sento un pò folle! Perché non dovrei farlo?
Lui è seduto sul divano del salotto e io vado a sedermi sulle sue gambe e lo abbraccio.
“Camila, cosa stai facendo?” mi chiede.
Appoggio la testa sulla sua spalla. “Anche io oggi ho avuto una giornata difficile, sebbene sia colpa mia, sebbene sono io che ho provocato tutto questo… non è bello sentirsi dire dal proprio figlio che mi odia!”
“Benvenuta nel club!” mi dice lui.
Respiro il suo profumo e mi domando perché, io abbia dovuto tradirlo! Lo sento respirare velocemente e sento le sue mani vagarmi sulla schiena. Ogni carezza mi procura un brivido.
“E’ meglio che vada a casa mia” lo sento dire.
“Puoi restare qui se vuoi… è molto tardi!” gli dico.
“Camila, sai benissimo che questo non il modo, eventualmente, di risolvere i nostri problemi…!”
Lo guardo negli occhi. I suoi favolosi occhi verdi. “Tu vuoi risolvere i nostri problemi?” gli chiedo.
Mi sposta le gambe e si alza, iniziando a camminare nel salotto.
“Maledizione, non lo so!” mi dice. “Sono ancora tanto arrabbiato con te! Non riesco a dimenticare quello che hai fatto. E dubito seriamente che tu mi ami! Non riesci nemmeno a dirlo!”
“Non è vero” gli rispondo. Lo fermo davanti a me, lo guardo profondamene negli occhi e gli dico “Alberto, io ti amo!”
“Perché non riesco a crederti?” mi chiede lui. “Mi sento preso in giro! Non riesco a fidarmi di te e mi sembra di essere in uno dei tuoi giochetti, dove tu vuoi rimettere le cose a posto e quindi fai di tutto per riuscirci!”
“Alberto” mi innervosisco io, “non voglio fare pace con te per mettere le cose a posto! Perché ti ostini a non capirlo! Voglio stare con te e con nessun altro. Ho fatto un errore madornale, ma ti prego, superiamolo assieme. Sono disposta a fare qualsiasi cosa pur di ricostruire la nostra famiglia!”
Mi guarda in faccia. Lo conosco. Mi scruta, cerca di capire se stia dicendo la verità!
“Non so se riesco a crederti!” mi dice. “Mi hai fatto troppo male!”
“Non sarà che non vuoi tornare con me per Marcela Valencia?” gli chiedo.
I suoi occhi diventano saette.
“Marcela Valencia? Cosa c’entra Marcela Valencia!” mi urla.
“Tu e lei avete una relazione! È normale che c’entri qualcosa!” gli rispondo a tono!
E’ davvero esasperato. Lo vedo sciogliersi la cravatta.
“Io e Marcela non abbiamo nessuna relazione!” mi dice. “Siamo solo amici. Non c’è niente tra di noi!”
“E allora perché me lo hai fatto credere?” gli domando. “Anzi no, non c’è bisogno che tu mi risponda! So benissimo perché tu lo abbia fatto! Volevi vendicarti! E ora ti senti meglio?”
“No!” mi dice. “Non è servito a niente. Ho provato soddisfazione per i primi cinque minuti, alla presentazione del gioco, ma subito dopo il dolore e tutta la sofferenza sono tornati ad assalirmi come prima!”
“Io stavo impazzendo all’idea che voi due aveste una storia!” ammetto. “Ho fatto di tutto per non dimostrare di stare soffrendo!”
Questa sera, mio marito mi sembra disarmato. Stanco. Sconfitto. Come se non avesse nemmeno l’energia per darmi contro. Non l’ho mai visto così. Mai, da quando stiamo insieme. La consapevolezza che sono stata io a ridurlo così mi fa stare male. In fin dei conti, non stiamo vivendo mesi facili, io che lo tradisco, suo figlio che lo odia e nessuna soluzione all’orizzonte.
“Senti Alberto” gli dico “io non voglio perderti! Non voglio vivere senza di te, ma se tu non sei disposto a fare un tentativo, dimmelo subito!”
“Ti prego, non mettermi davanti ad un out out, proprio no! In questo momento non sono in grado di decidere niente! Voglio solo andare a casa mia a riposare. E domani voglio parlare con Dodo!”
“Rimani qui” gli dico. “Non sei in grado di guidare! Ti prometto che mi comporterò bene!”
Gli scappa un sorriso. “Vedi, almeno riesco a farti sorridere!” gli dico. “Pensa che gioia sarà per Isabel e Juan trovarti qui domani mattina! Sono mesi che non succede! Se proprio non vuoi dormire con me, puoi usare la camera dei miei genitori!”
“Sei davvero incorreggibile Camila!” mi dice. “Hai pensato a tutto!”
“Non proprio a tutto!” gli dico avvicinandomi a lui. Lo accarezzo in volto. “Sono felice di averti qui stasera!” gli dico. Lo sono per davvero. Mi sembra di avere intrapreso la strada giusta, anche se dovremmo affrontare milioni di problemi.
Aspetto che si allontani da me e invece, contro ogni mia più rosea aspettativa mi stringe a se e mi bacia, con una passione che non gli sentivo da tempo. In meno di un secondo mi ritrovo stretta tra le sue braccia e lo sto baciando anch’io, sentendomi felice. Finalmente ritorno al mio posto e gioisco quando sento le sue mani che vagano sotto il maglione, sulla mia impercettibile camicia da notte. Mi fa sdraiare sul divano e insieme ci abbandoniamo a questo momento di passione e follia.

 

Non so quanto tempo sia passato quando il suono del campanello ci fa sussultare. È stato così bello stare tra le sue braccia!
“E’ il campanello?” mi chiede.
“Pare di si. È il campanello del cancello!” gli dico. “Chi può essere a quest’ora?” mi domando.
“Sei sicura che non aspetti qualcuno?” mi chiede lui, guardandomi di traverso.
“Stupido!” gli dico offesa. “Non aspetto nessuno!”
Il campanello suona nuovamente.
“Meglio aprire, prima che si sveglino i ragazzi” dico.
“Aspetta qui, vado io!” mi dice Alberto. Il suo senso di protezione non conosce limiti.
Si infila rapidamente i pantaloni e va a vedere dalla display video del citofono, chi stia suonando a quest’ora della notte.
“E’ tua madre in taxi!” mi avverte.
“Mia madre?” chiedo dubbiosa. “Non la stavo aspettando.. cosa ci fa qui a quest’ora? Non sapevo nemmeno che dovesse venire!”
Velocemente mi infilo la camicia da notte e il maglione e porto ad Alberto la sua camicia.
Dopo un paio di minuti, vedo mia madre sopraggiungere davanti casa. Le apro la porta e la vedo scendere dal taxi. Alberto la aiuta con le valigie.
“Alberto …" dice mia madre “che sorpresa trovarti qui! Avete fatto pace?” gli domanda entrando in casa.
“Non proprio” lo sento rispondere.
“Va bene, meglio non indagare troppo, ma comunque sono felice che tu sia qui!” gli dice lei. Sicuramente avrà capito tutto dal nostro aspetto scarmigliato.
“Mamma, cosa ci fai qui e soprattutto a quest’ora?” le domando. “Non sapevo nemmeno che saresti venuta! Almeno potevi avvisarmi!”
“Ciao Camila, non sapevo nemmeno io che sarei venuta. Ho preso il primo aereo disponibile” mi dice mentre Alberto chiude la porta e sistema i bagagli.
“Sono qui perché ho lasciato tuo padre. Ha una relazione con un’altra donna. Per la precisione con una donna della tua età e va avanti da un paio di mesi!” mi dice. Io e Alberto ci guardiamo sconvolti e allibiti, mentre lei con tutta la nonchalance di cui è capace ci dice “Vado nella mia camera!”

 

 

Non ho praticamente chiuso occhio. E non ho fatto riposare nemmeno Alberto. Abbiamo escluso che lui tornasse a casa sua, perché dopo la rivelazione di mia madre, non è servito a nulla andare a chiederle lumi, io ero troppo sconvolta! Mia madre non ha voluto parlarmi, non ha voluto dire niente, dicendo di essere stanca e di voler dormire. Alberto mi ha quasi presa di peso e mi ha costretta ad uscire dalla sua camera e andare nella nostra. Non riuscivo a capacitarmi di quanto ha detto mia madre!
Non posso credere che mio padre abbia un’altra donna. Una donna della mia età.
Cioè, io ho quarantotto anni, mio padre settantadue, non posso credere che abbia una relazione con una donna che potrebbe essere sua figlia! In realtà non riesco proprio a credere che mio padre, alla sua età abbia una relazione extra-coniugale!!!
Mi giro e rigiro nel letto. E’ l’alba.
“Camila, smettila di arrovellarti così! Vedrai che ci sarà una spiegazione!” mi dice Alberto.
“Non riesco a riposare! Perdonami” gli dico. “Non sto facendo riposare nemmeno te!”
“Non preoccuparti per me!” mi risponde lui.
“Non posso credere che mio padre abbia una relazione extraconiugale! Non ce lo vedo proprio!” gli dico.
“Forse dovresti parlare con lui, magari chiamarlo più tardi!” mi consiglia.
“Puoi starne certo che lo farò!” gli dico. “Non posso proprio credere ad una cosa del genere!”
“Calmati adesso!” mi dice lui. “Calmati! Cerca di riposare per circa cinque minuti!”
Mi circonda con le sue braccia e mi appoggio con la schiena contro il suo petto. Questo in qualche maniera mi rassicura. Chiudo gli occhi e cerco di riposare dieci minuti.

 

Sono le otto e io avrò dormito più o meno mezz’ora. La colazione è stata un vero disastro. Alberto e Dodo si sono guardati in cagnesco per tutto il tempo. Dodo era sicuramente infastidito dalla presenza di Alberto, e Alberto avrebbe voluto rimproverarlo ma si è trattenuto. Io non ho fatto altro che guardare mia madre tutto il tempo in cerca di una spiegazione. Gli unici felici di avere sia Alberto che la nonna, erano Isabel e Juan.
Ho mandato un messaggio a Betty, in cui le dicevo di costringere Armando a restare a casa fino a quando io non fossi arrivata e di restarci pure lei. Adesso io e Alberto stiamo andando a casa di mio fratello, mentre mia madre ha deciso, più saggiamente di tornare  dormire, adducendo come scusa, il jet lag!
Il portiere della palazzina di Betty ci annuncia e prendiamo l’ascensore per salire a casa loro.
Non appena l’ascensore si apre Betty ci viene incontro. È palesemente stupita di vederci assieme.
“Camila, hai una cera!” mi dice.
Vedo arrivare mio fratello. “Camila” mi dice “mi spieghi cosa diamine è successo? Io non posso restare a casa stamattina, ho un importante impegno di lavoro! Se siete venuti per parlarmi di Dodo, possiamo farlo anche dopo!”
“No Armando, non ha niente a che vedere con Dodo!” gli dice Alberto.
“Ah no?” chiede Betty. “E allora cosa è successo?”
“Armando siediti” dico a mio fratello. Sono certa che dirglielo da seduto è meglio, per evitare eventuali svenimenti.
“Stanotte è arrivata la mamma” inizio io dopo aver visto che si è seduto sul suo divano e che Betty è accanto a lui. “Bene, la mamma dice che….” non ho nemmeno il coraggio di ripetere le sue parole!
Sento che Alberto mi stringe una spalla come a infondermi coraggio.
“Camila parla…” mi dice mio fratello “mi stai mettendo ansia!”
“La mamma ha lasciato papà perché sostiene che lui abbia una relazione con un’altra donna!”gli dico tutto d'un fiato.
“Che cosa?” Mio fratello salta dal divano. E anche Betty è piuttosto colpita.
“Ho provato a parlare con lei quando è arrivata ma non ha voluto dirci niente!”
“Dirci?” chiede Betty.
“Si” le rispondo “Alberto era con me perché era venuto per discutere di Dodo! Non so cosa pensare Armando!” dico a mio fratello.
“Ancora non ho provato a parlare con papà… volevo prima informare te!” gli dico.
“Papà che ha una relazione extraconiugale? Io non me lo vedo proprio! Il moralizzatore… non può avere una relazione con un'altra donna!” ripete mio fratello.
“Una donna che secondo la mamma ha la mia età! Tra l’altro aggiungo!”
Non finisco nemmeno di dire la frase che il portiere annuncia che Mario Calderon sta salendo.
Betty con la faccia come a chiedersi cosa voglia Mario, guarda me e poi Alberto. Io guardo mio marito e vedo che i suoi occhi sono furiosi.
Armando va incontro a Mario che esce dall’ascensore e di certo non si aspetta di trovare tutta questa gente!
“Mario cosa ci fai qui?” chiede Armando.
“Ciao Tigre! Ho provato a chiamarti in ufficio  ma mi hanno detto che non eri ancora arrivato, allora ho pensato di venire qui… devo farti vedere una cosa!”
Entra nel salotto e rimane a bocca aperta nel trovarci lì. “Bene. Ci siamo tutti!” dice.  Esce un giornale dalla tasca interna della sua giacca e ci mostra una rivista.

 
“Continuano gli scandali in casa Mendoza. A quanto pare niente è come sembra in questa famiglia. Dopo il fratello, il nostro giornale scopre la relazione extraconiugale di Camila Mendoza sorella maggiore del noto manager, con Mario Calderon, entrambi vicepresidenti dell’Ecomoda, azienda di famiglia dei Mendoza e dei Valencia.”

 Una foto in cui  io e Mario siamo in atteggiamenti intimi troneggia sulla prima pagina della rivista.
Guardo Alberto infuriato. Si alza e ci dice “Scusatemi, io vado via! Tanto Camila tu puoi andare a lavoro con Betty, no?”
Entra nell’ascensore e va via.
“Alberto aspettami!” gli dico. Ma lui è già andato via.
Oggi non è decisamente una buona giornata.

 

 

 

***

 

Sono nell’ufficio di Betty.  Sono decisamente sconvolta dagli avvenimenti della mattinata.
Anche Betty è piuttosto confusa. Tutta questa storia getta una luce diversa anche sulla storia del tradimento di Armando! Non è possibile che in meno di dieci giorni, io e lui, finiamo sulla stessa rivista accusati di tradimento! Certamente qualcuno ci sta marciando.
“Non vuoi fare niente contro la rivista?”mi chiede Betty.
“E cosa potrei fare? Sporgere querela? Ma non hanno fatto altro che dire la verità… perché purtroppo, io ho avuto una relazione con Mario!”
“E non pensi che il tuo non fare niente possa ferire Alberto?!” mi chiede.
“Si, lo so che Alberto è ferito da questa storia, così come lo sei tu, ma con la differenza che io l’ho tradito per davvero! Mentre Armando.. sono certa che sia tutta una montatura!”
“Questa mattina vi ho visti molto vicini… quando siete arrivati!” mi dice.
“In effetti si. Ieri sera abbiamo trascorso la serata assieme….” le dico. Poi sputo il rospo “Va bene Betty, non solo abbiamo passato la serata assieme, abbiamo fatto l’amore ed è stato bellissimo. Poi è arrivata mia madre … e dio mio, non posso pensarci… mio padre che ha una relazione con un’altra donna!” dico sgomenta appoggiando la testa sul gomito, come a volermi nascondere.
“Una cosa alla volta Camila!” mi dice lei. “La tua priorità adesso devono essere i tuoi figli. Dodo sa già tutto ma Isabel e Juan non credo. Isabel sospetta qualcosa… me l’ha detto Cami. Ora devi trovare il modo di proteggerli. Poi penserai a tua madre!”
“Alberto mi ha detto che tra lui e Marcela Valencia non c’è niente!”le dico. La sua faccia non è per niente stupita. “Non dirmi che tu lo sapevi Betty! Non posso crederci… non posso fidarmi nemmeno di te” le dico.
“Calma Camila, calma. Io l’ho scoperto solo un paio di giorni fa, quando è arrivato Corrado Traversi e Alberto mi ha chiesto di tenere il segreto! Ma evidentemente non era poi questo gran segreto se è stato lui il primo a dirti che tra di loro non c’è niente!” mi dice.  “Anzi, se può consolarti, ieri ho parlato con Marcela, perché sai che verrà a lavorare qui e lei mi ha detto che Alberto è così innamorato di te da non accorgersi di non essere in grado di interessarsi davvero ad un’altra donna!”
“Ti ha detto così??” le chiedo incredula.
“Si. Testuali parole. Sicuramente però Alberto è ferito. E di certo questo giornale non aiuta. Hai visto che all’ interno raccontano tutto per filo e per segno?”
“Si. Sono certa che qualcuna debba aver passato le informazioni. Ma chi?” domando.
“Non saprei, ma chiederò alla banda di indagare!!” mi dice Betty.
“Non pensi che possano essere state loro?” le chiedo.
“No, lo escludo. Hanno una tale senso di protezione nei confronti di Sandra che non la esporrebbero mai in una cosa del genere!” 

 

 

***

 

Torno a casa, tanto oggi è palese che non riuscirò a combinare niente in ufficio. Sto vivendo due giorni infernali.
Trovo mia madre che si sta facendo una maschera rigenerante. Naturalmente è già stata informata dalle sue amiche della rivista. Non riesco a guardarla. Mia mamma ha settant’ anni ma ne dimostra dieci meno. È davvero in forma. Ed è sempre una bellissima donna.
“Senti Camila” mi dice, “non voglio litigare, ma non puoi comportarti così. La sera inviti tuo marito a casa nostra, hai con lui diciamo un incontro ravvicinato e la mattina dopo esci sul giornale con Mario Calderon! Stai rovinando la tua reputazione!!”
“Ti rendi conto che stai dicendo qualcosa di insensato mamma? Io non ho più una relazione con Mario da tre mesi e sto cercando di recuperare il mio matrimonio! Tu piuttosto, come puoi credere che mio padre, dopo un matrimonio che dura da quasi cinquant’anni abbia una relazione con un’altra??” le chiedo.
“Non mi credi forse? È la verità. Ne ho le prove!!” mi dice mia madre. “E’ una donna di cinquant’anni, con cui tuo padre si vede di nascosto da me e di tutti a Londra. Si chiama Victoria Smith e si occupa di investimenti.”
“Ma come fai a sapere tutte queste cose? Magari proprio perché si occupa di investimenti è qualcosa che riguarda il lavoro! Non posso credere che papà ti tradisca! Ti prego mamma, non fare come me. Che per un fraintendimento stavo per mandare all’aria il mio matrimonio!”
“Camila, svegliati! Tu hai mandato all’aria il tuo matrimonio!! Hai avuto una relazione con un altro uomo per tre mesi! Lo ammetto all’inizio Alberto non mi piaceva, era un giovane squattrinato senza prospettive, ma guarda dove è arrivato adesso!! Hai un vero tesoro accanto e lo tradisci con Mario Calderon!? Tu sei proprio come tuo padre! Ecco da chi hai preso! Da lui!”
“Pensa invece che mio marito mi accusa di essere come te! Una donna per cui l’apparenza è tutto. E pensa che io voglia tornare con lui solo per sistemare le cose e non danneggiare il nome di famiglia!”
“Non lo biasimo affatto se dopo stamattina non voglia più vederti. Lo hai sottoposto a molto più ridicolo di quello che un uomo possa sopportare!”
“Mamma, adesso stai esagerando … ho fatto un errore e lo sto pagando. Con il disprezzo di tutti e di mio figlio in particolare!”
“Hai parlato con Armando vero?” mi chiede
“Ovviamente mamma! Cosa avrei dovuto fare, non dirgli niente?” e chiedo.
“Dopo il lavoro verrà qui! Non potevi lasciare che glielo dicessi io?”
“Mamma, ti rendi conto che in quattro giorni sei venuta da Londra, ritornata a Londra e poi ritornata a Bogotà per quello che è successo ad Armando e io non avrei dovuto dirgli niente di te e papà?”
“Io non volevo dirtelo, ma lo scandalo di tuo fratello è stata l’occasione giusta per dimostrare che tuo padre aveva una storia con quella donna, perché quando sono tornata, inaspettatamente prima, li ho trovati insieme! Tuo padre sta invecchiando e probabilmente si è un po’ rimbambito ma io non mi sono inventata niente. Li ho trovati a cena assieme, in atteggiamenti intimi e sorpresi di vedermi!”
Non posso crederci. Mia madre adesso progetta anche piani a sorpresa! Devo ricordarmi di dire ad Alberto che se mai a settant’anni sarò come lei, potrà davvero divorziare da me!

  

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Capitolo 18
*** Betty e Armando ***


Il giorno in cui ha letto il quotidiano con la dedica di Betty.
Sono appena tornato a casa. Il tempo di parcheggiare e di andare su. Sono certo che Betty sia già arrivata. Dobbiamo parlare di quello che ha fatto. Oggi quando ho visto la pagina del giornale non potevo crederci! L’incontro con gli inviati del Pentagono dall’America è andato bene. Per fortuna, quella maledetta rivista non ci ha rovinato l’accordo. Non so quanto abbia influito la trovata di mia moglie.
Sono molto arrabbiato con lei. Sono molto arrabbiato perché lei ha dubitato di me e sapere che ora mi crede, con dedica pubblica o senza dedica pubblica non mi fa ragionare. Avrebbe dovuto credermi fin dall’inizio.
Entro in casa e li trovo tutti in salotto che stanno aiutando Roberto a fare un puzzle sul tappeto. Mio figlio, non appena mi vede mi corre incontro e mi abbraccia alle gambe. Io lo prendo in braccio e lo bacio.
“Basta papà” mi dice. “Io sono grande ormai, non c’è bisogno che mi baci in continuazione!”
Lo appoggio a terra. Improvvisamente si materializza Gina che dice ai miei figli di andare con lei perché mamma e papà devono parlare. Io mi tolgo la giacca e mi dirigo nella nostra stanza da letto e vedo che Betty mi segue. Si chiude la porta alle spalle. Finora non ha detto una parola, mi ha solo guardato col suo sguardo di sfida che conosco benissimo e che, sempre, mi ha fatto innervosire. Non ho mai sopportato quando gioca con me così. Anche se so che non è un gioco. Avrei preferito che mi avesse detto di credermi quando abbiamo parlato giorni fa, è la prima reazione quella che conta. E la sua non è stata proprio di fiducia in me. Anche ora, so che la sua prima reazione sarà quella che conta per me. E adesso mi sta sfidando. E io non lo sopporto.
“Armando” mi dice. “Non guardarmi con quel guanto di sfida! Non pensare che non sappia cosa ti sta passando per la testa! Tu vuoi litigare!”
Voglio un whisky, perché non teniamo del whisky in camera da letto?
Cosa devo dirle? In realtà sono anche molto contento per il suo gesto. Per quello che ha fatto. Si è schierata pubblicamente dalla mia parte e so bene che sarà lei quella che ci perderà di più, perché giornale o non giornale, nel nostro mondo resterà per sempre il dubbio che io l’abbia tradita. Che casino! Non appena trovo chi mi ha fatto questo scherzo lo mando all’inferno!
“Non credi Betty che io abbia i miei buoni motivi per essere arrabbiato?” le chiedo. “Non sono arrabbiato in verità. Sono deluso! Deluso perché tu non ti fidi di me, e realizzarlo è stata una mazzata colossale!”aggiungo.
“Armando” mi dice lei, venendomi incontro “capisco i tuoi sentimenti. È giusto che tu li stia provando. So che ho reagito male, ma lasciami spiegare almeno!”
“No. Quando smetterete tutti di aspettarvi il peggio da me? Nessuno di voi si fida per davvero di me. Nemmeno tu! Nemmeno tu, anzi soprattutto tu. Il destino della mia vita è sempre essere messo alla prova! Cosa ti succede Betty? Prima mi dici che sei consapevole che non sono più quello di prima ormai da tempo e poi davanti ad una cosa del genere, ti comporti come se in questi anni io ti avessi tradito sistematicamente?” le dico.
“Hai ragione” mi risponde. “Ma ti prego fammi spiegare!” mi dice con un tono di risolutezza.
“Cosa vuoi spiegare? Che non mi credi? Lo sai che scoprire che tu abbia assoluta fiducia in Nicolas ma non in me mi fa venire voglia di spaccare tutto??!”le domando.
“Armando, calmati” mi dice, appoggiandomi una mano sulla spalla.
“Non ci riesco, mi hai ferito Betty. Lo so che adesso, non so per quale motivo, mi credi, ma prima non mi hai creduto!”le dico.
“Stai esagerando!” mi blocca lei. “Stai facendo proprio come ho fatto io. Ti prego fammi spiegare!”
“Spiegami allora!” le dico esasperato.
“Quando ho visto la rivista non ho capito più niente. Innanzitutto perché ero in un centro sportivo, poi perché avevo Cami davanti che continuava a chiedermi cosa significasse. In un attimo mi sono sentita trasportata indietro nel tempo, a quando ci siamo conosciuti. Lo so che tu ti aspettavi da me che ti credessi, solo che quel dolore antico, che pensavo di aver superato, mi ha investito nuovamente. Mi ha preso in pieno. Poi però col passare del tempo, ho capito che non c’era alcun motivo, oggi, di soffrire. So benissimo che non sei più quella persona. Il problema è che io nonostante tutto, sono ancora la stessa Betty di sempre!”mi dice.
“Ma cosa stai dicendo Betty?” le chiedo. “Le tue parole non hanno senso!”
“Invece si. Io sono così. Sono come sono sempre stata, e non è bastato cambiare look, essere la presidente, vincere premi, tutto questo non serve a farmi accettare che ci sia qualcuno che mi ami totalmente o che pensi che io sia il meglio che gli può capitare nella vita!”
“Non posso credere a quello che sto sentendo! Betty, che ti prende? Stai bene?” le chiedo.
“Si! È solo che ho realizzato che alcune mie paure e debolezze non andranno mai via! È vero che aspettavo al varco che tu mi tradissi. Proprio così. Forse perché non capisco perché tu mi ami così tanto da non tradirmi. Per tanto tempo, all’inizio del nostro matrimonio credevo che avrei dovuto abituarmi alle tue scappatelle, me le aspettavo. Ma è anche vero che se tu mi avessi tradito o mi tradisci io non ti avrei perdonato e non ti perdonerei facilmente!”
“Mostro sei davvero molto contorta!”le dico.
“Per tanto tanto tempo, ho aspettato un tuo passo falso, più serio di quello con Faith, e immaginavo che avrei reagito male, ma con nonchalance, da adulta. Razionalmente. Invece non è così. In questi giorni ho capito che sono ancora molto vulnerabile al male che potresti farmi. E che mi devo fidare del fatto che non lo farai, perché se tu lo facessi, io ne sarei distrutta come quattordici anni fa. Questo non è cambiato. E comprenderlo … mi ha fatto reagire male! Però so anche che fidarmi di te, totalmente, mettere la mia vita nelle tue mani, è l’unico modo che ho per essere felice” le sento dire.
“Ho sempre saputo cha tra di noi, sarebbe potuto succedere che, dato il mio passato, prima o poi avremmo discusso! Non posso pensare a quello che mi dici. Quindi secondo te, adesso, chi è l’uomo che ha tra le sue mani la tua vita? Un traditore o no? Un uomo che ti ama o no? Forse Betty, dovresti smettere di farti prendere dal panico che alla fine soffrirai comunque, perché io ti amo e non voglio farti soffrire. Non intenzionalmente almeno” le dico.
“Lo so. Non torniamo indietro di anni con la nostra storia solo perché io mi sono fatta prendere da vecchi timori, da vecchie paure. L’unica cosa che voglio dirti è che so che non mi hai tradito. So benissimo chi sei, e il passato è passato. Tra l’altro, in passato mi hai fatto tanto male, ma i ricordi belli, sono molti di più. Quando sono stata in grado di ricordare le cose positive e di uscire dalla nuvola di negatività e paura nella quale ero rientrata tutto mi è stato chiaro” mi dice. “Perdonami per non avermi creduto! Non so cosa mi sia preso!”
“Betty, quindi ora è tutto a posto? Ti fidi di me?” le chiedo. “Totalmente cioè?”
“Si Mostro. Come è stato in tutti questi anni tra l’altro. Perché ti amo e perché fidarmi di te, è la cosa più difficile e bellissima che mi sia capitata nella vita. E che mi ha fatto comprare una pagina intera di giornale per dirtelo!”
“E perché mi credi?” le chiedo.
“Perché sento che non mi hai tradita. Perché se tu mi dici che non mi hai tradita, quello che dici tu combacia con le sensazioni che ho di tutta questa storia.”
“Quindi mi credi perché lo dico io, non magari perché pensi che se avessi voluto tradirti non mi sarei portato dietro un fotografo…”
“Armando te lo dico sinceramente, tutto questo parlare di te che mi tradisci mi sta facendo innervosire. Ho capito che questa cosa è una montatura, per vari motivi. Ma se tu vuoi convincermi del contrario….”
“No Betty, no!” le dico quasi urlando. “Non voglio convincerti de contrario… voglio solo che tu capisca che puoi fidarti di me, non so più come dirtelo!”
“Ma io mi fido di te! Perché non mi credi? Sei forse tu che non ti fidi di te stesso?”
“No. Io ti amo! Non ti tradirei mai. Mi ferisce il fatto che tu non riesci a credermi!”
“Non è vero che io non ti credo. Io ti credo. Perché io ti amo. E so che mi ami. Lo so, lo sento. Ho solo reagito male. Se mi ami devi accettare le mie insicurezze. Pensavo di non averle più, invece ce le ho!!!”
“Io ti amo così come sei Mostro! Non mi importa se hai delle insicurezze, vuol dire che le supereremo assieme. Ma ti prego, non dubitare mai del mio amore per te!” le dico andando ad abbracciarla.
“Ok” mi risponde lei, appoggiando la testa sul mio petto. “Per chiudere la discussione” aggiunge “so che non lo fai, ma se mi tradisci…”.
Invece di farle finire la frase, la bacio. “Grazie” le dico. “Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me, e aprire oggi il giornale e trovare le tue parole mi ha davvero allargato il cuore. Mi ha restituito un attimo di pace, mi sarei accontentato anche di un semplice ‘si ti credo’ detto qui a casa.”
“Volevo che tutti sapessero che ti amo. Che sei mio e basta. Che non lascio il campo libero a nessuna” mi dice e riprende a baciarmi.
“Betty …io” la interrompo. “Mi dispiace … ti ho messo in un casino e non era mia intenzione farlo… insomma, non avrei voluto che succedesse una cosa del genere.”
“Lo so amore mio. A questo proposito devo dirti una cosa che non ti farà piacere….” mi dice, prendendomi per mano  e facendomi sedere su letto. Già la sua faccia non mi piace.
“Ti prego innanzitutto di stare calmo e di non reagire male per quanto ti dirò…”
“Mostro… così mi fai innervosire….”le dico.
“Ieri è venuta tua madre in ufficio da me, ma non era sola… con lei c’era Daniele Valencia!”
“Che coooooosa?”
“Si. Da quello che ho capito lui è qui perché deve sbrigare delle pratiche all’ambasciata tedesca. Comunque, è venuto con tua madre e mi ha detto che lui conosce quella Miranda Del Bosque, perché ha avuto una relazione con lei due anni fa e …”
“Ma lui non era innamorato di te due anni fa…?” le chiedo.
“Per favore, sappiamo come è Daniele, per me non è di certo un problema, poteva avere e può avere relazioni con chi vuole… non mi interessa. Ascoltami invece, lui dice che se vogliamo lui può parlare con lei, facendo una sorta di doppio gioco, e se è vero che c’è un complotto dietro e non si tratta di un semplice tuo tradimento, può scoprire chi è l’artefice di tutto questo!”
“E perché lo farebbe?”
“Per me e per non danneggiare l’Ecomoda” mi dice.
“Non se ne parla nemmeno!” le dico. “Non voglio che lui usi questa storia per riavvicinarsi a te!”
“Io gli ho già detto che non mi interessa, che non voglio il suo aiuto e mi ha risposto che in realtà non voglio scoprire che si tratta di un semplice tradimento e che non c’è niente dietro!”
“Betty… se questo servisse per dimostrarti che è per davvero un complotto io lo farei, accetterei l’aiuto di Daniele, anche a costo di dovermelo trovare di nuovo tra di noi. Ma se come hai detto tu prima, ti fidi di me, non c’è bisogno che intervenga lui. Io non ti ho tradita!”
“Lo so amore mio. Io non voglio avere niente a che fare con Daniele Valencia. È tornato quello di un tempo. La persona che avevo pensato di intravedere un tempo non è forse mai esistita davvero in lui.
Ma ti prego di pensarci, anche per la tua azienda. Mi ha detto che questa modella è in cerca di fama e di denaro. Quindi… riflettici, potresti scoprire chi c’è dietro!”
“Betty, non capisci che non voglio avere a che fare con quell’uomo? Manuel ha già scoperto che qualcuno dall’ufficio si è introdotto nel mio tablet e ha preso tutte le informazioni sull’albergo dove ero, dalle mie mail…”
“E non sapete chi è stato?” mi chiede.
“No. Per il momento non sappiamo chi è stato fisicamente, perché su alcuni computer lavorano più di due persone, però non ci vorrà molto per scoprirlo. Di certo, chi ha orchestrato questa storia, l’ha proprio pensata bene, perché è molto facile farla passare per un semplice tradimento. Non ci sono molte speranze che qualcuno mi creda.”
“Io ti credo!” mi dice.
“Questa è la cosa più importante per me!”le rispondo.
“E poi gli americani, hanno apprezzato la tua pagina sul giornale….!”
“L’ho fatta scrivere in inglese proprio per loro!”
“Betty… se tu hai bisogno di conferme per quanto riguarda la modella, puoi dire a Daniele di procedere, ma se invece mi credi… preferisco fare a modo mio. Già, ho querelato il giornale, c’è un investigatore privato che sta facendo delle indagini per noi e Manuel sta facendo tutti i controlli informatici necessari!”
“Allora per me non c’è problema. Va bene. Niente Daniele.”
“Sei sicura Betty?” le chiedo di nuovo.
“Si Armando. Ti credo. Ti prego di credere che ti credo!!”
Le prendo il viso tra le mani. La guardo negli occhi. “Come potrei non amarti Betty? Ti amo per mille motivi e per nessuno in particolare. Io ti amo e basta!”
“Anche io!” mi dice e mi abbraccia.
Restiamo così per almeno cinque minuti. Poi sentiamo delle voci dietro la nostra porta.
‘Hai visto che non stanno litigando?’ sussurra Roberto.
‘Secondo me litigano in silenzio!’ gli risponde Camila.
‘Invece no… te l’avevo detto io che avrebbero fatto pace’ dice Roberto.
‘Secondo me invece papà sta facendo la valigia per andare di nuovo via di casa’ gli risponde Camila.
A quel punto io e Betty, sorridiamo e apriamo di colpo la porta. I nostri figli sono quasi due comici.
“Non dovevate essere con Gina voi due?” chiedo con una voce fintamente arrabbiata.
“Ehm…. Siamo venuti a dirvi… che … la cena è pronta!” ci dice Roberto.
Vedo che Camila guarda all’interno della nostra camera.
“Non c’è nessuna valigia Cami” le dice Betty. “Papà non va via di casa” le dice.
Guardo la mia primogenita in volto. Da quando abbiamo parlato io e lei, ho capito che non è più la bambina che io volevo restasse ancora per un pò. “Io e papà abbiamo parlato, ci siamo chiariti e adesso va tutto bene!” aggiunge Betty.
“Vuol dire che non va via?” ci chiede lei.
“No. Te l’ho detto. Non va via” le comunica Betty. “Perché dovrebbe farlo? Papà adesso ha bisogno di tutto il nostro supporto!”
Mia figlia mi guarda negli occhi e io sostengo il suo sguardo in maniera ferma. Voglio che lei capisca che io non ho niente da farmi perdonare o di cui vergognarmi. Immediatamente, si butta tra le mie braccia e mi dice “Sono contenta papà!” con i suoi meravigliosi occhioni scuri pieni di lacrime.
Le do un bacio sulla testa e le asciugo gli occhi. “Andiamo a cena” dico a tutti.
Betty ha per mano Roberto. “Io vorrei un cavallo” le sta dicendo. “Voglio fare equitazione, perché il mio compagno Leo la fa.”
“Vedremo” gli risponde Betty.
Che bello tornare alla normalità penso, mentre vado in cucina con Cami ancora attaccata al mio fianco.

 

 

***

 

Dieci giorni dopo..
Sono in cucina e sto spiattellando quando sento Armando arrivarmi alle spalle!
“Armando” lo rimprovero, “vuoi farmi morire di spavento?”
“No, Mostro!” mi dice. “Pensavo che mi avessi sentito” mi abbraccia e mi da un bacio sulla nuca. “Come mai, di domenica mattina stai ai fornelli??”
“Voglio provare una ricetta che mi ha suggerito Corrado! Mi ha assicurato che è buonissima per colazione. Crepes integrali con la marmellata!” gli dico.
“Davvero sta cucinando crepes con la marmellata a quest’ora? Sono solo le otto!” mi dice. “Non pensi che potremmo passare il tempo in un modo più produttivo?”mi domanda baciandomi sul collo.
“No” gli dico io. “Devo fare questa ricetta, perché l’ho promesso a Corrado!”
“E quindi una promessa a ‘Corrado’ vale di più di una mia richiesta?”mi domanda con il tono della voce infastidito.
“Si” gli rispondo. Invece di assecondarlo, prendo una tazza, gliela riempio di caffè e gliela porgo.
“Tu farai il mio assaggiatore ufficiale!” gli comunico.
“Betty” mi domanda, bevendo un sorso di caffè,  “da quando sei diventata un’appassionata di cucina??”
“Armando” gli dico con un tono di sufficienza “non sono una appassionata di cucina. Ma voglio provare questa ricetta!!”
“Vuoi fare bella figura con ‘Corrado’!” mi dice.
“Esattamente!” gli rispondo. Capisco immediatamente dove vuole andare a parare.
“Mostro….” gli dico “stai cercando di dirmi che sei geloso di Corrado solo perché voglio fare una ricetta che mi ha suggerito lui??”
“Si!” ammette. “Non mi piace affatto il modo in cui quell’uomo ti guarda. Con ammirazione. Mi da fastidio sapere che vi vediate tutti i giorni in azienda e sai benissimo che il mio sesto senso non sbaglia! L’ha capito bene che sei MIA moglie o devo chiarirglielo?”
“Non posso crederci!” gli dico, scuotendo la testa. “Non smetterai mai di essere geloso?? Soprattutto geloso per niente?”
“No!” mi risponde. “No e poi no. Inoltre ho problemi anche con la Francia. Le crepes sono francesi, Michel è francese!”
“Oh cielo!!Non mi sembrava che tu avessi problemi quando siamo andati in vacanza a Parigi!” Vado a sedermi sulle sue gambe, ma prima spengo la fiamma della cucina. “Ti rendi conto di quanto tu sia folle? Potresti seriamente prendere in considerazione l’idea che alla maggior parte degli uomini non interessa niente di me, né di quello che faccio?”chiedo.
“No! Perché non è vero Mostro. Lo so che tu non mi credi, ma io devo tenere alta la guardia!”
“Stai diventando davvero preoccupante lo sai?” gli dico.
“Non penso! Mi fido delle mie sensazioni e sinceramente di questo Corrado non ho avuto una buona impressione. Non mi è piaciuto come ti guardava, già dieci giorni fa!” mi dice.
“Anche ammesso che mi stesse ammirando” gli dico “cosa che non è vera(!), secondo te dovrei smettere di parlare con lui solo per questo? Ti rendi conto che è una cosa senza senso?”
“E se fossi io a ricevere un’occhiata da una donna chef e se dopo volessi fare ostinatamente una ricetta che mi suggerisce, tu cosa penseresti?” mi domanda.
Ci penso un attimo. In effetti potrebbe darmi fastidio. Però non posso nemmeno accettare le sue paranoie. E potrei anche farmi una risata se lo vedessi alle prese con una ricetta!
“Va bene, potrei darti ragione. Potrei. Potrei anche pensare che non ci sia niente sotto! Sei un pochino paranoico, perché in fin dei conti, io volevo solo fare una ricetta diversa per i ragazzi! Ma il mio marito gelosone me lo sta impedendo!”
“Ho ragione ad essere geloso!” mi ribadisce. “Lo sarò sempre, anche a cent’anni. Mi è costato molto accettare che Nicolas fosse tuo amico, ma non ho alcun dubbio sulla sua buona fede, sebbene tanti anni fa non ero di questo parere e avevo gli incubi. Ma sul resto ho sempre avuto ragione. Stefan Castro? Non voleva forse sedurti? Di Daniele… meglio non parlarne! E ora questo Corrado!”
“Amore mio, sei davvero incorreggibile!! Ed io allora cosa dovrei dire?”
“Tu? Cosa devi dire? Io non guardo nessun’altra donna!”
“Davvero?” gli chiedo. Mi sto divertendo tantissimo, e so che si sta arrabbiando. “Nemmeno con il tuo amico Calderon?”
“No, nemmeno con Calderon. Lui ormai, ha problemi più seri!” mi risponde. “Comunque Betty io non sopporto che tanti uomini ti ruotino intorno. Non l’ho mai sopportato e mai lo sopporterò!”
Inizio a ridere. Lo abbraccio. “Sei proprio un testone, non c’è che fare!” gli dico. Gli do un bacio sulla fronte. Mi giro verso il tavolo e prendo il vasetto con la marmellata, iniziando a mangiarne un cucchiaino. “Ne vuoi un pò?” gli chiedo.
Per tutta risposta, lui mi prende il volto tra le mani e inizia a baciarmi. Io lo abbraccio e rispondo al suo bacio. Questo è il mio posto. Tra le sue braccia. Lo amo tantissimo. Ringrazio il cielo che lui si sia innamorato davvero di me, perché sarebbe stato difficile per me dimenticarlo e continuare a vivere, anche se a volte mi fa soffrire, anche se è testone e paranoico, geloso e irascibile. Appoggio il mento sulla sua spalla. Sento le sue mani vagare sulla mia schiena. Restiamo così per alcuni minuti. In realtà a parte la sua gelosia, stiamo vivendo giorni difficili. Cerchiamo di farci forza l’uno con l’altra. Dopo lo scandalo che ha riguardato lui, Camila è finita sulla stessa rivista scandalistica. E poi Margherita è arrivata dicendo che Roberto aveva un’amante a Londra. Non sono giornate facili. Per nulla.
“Armando” gli dico.
“Si?” mi risponde lui.
“Voglio fare le crêpes!” dico ridendo.
“E va beneee!” si arrende lui “Vada per queste benedette crepes! Posso fare qualcosa per aiutarti?”
Lo squillo del telefono ci distrae. “Rispondi” gli dico, “prima che svegli i bambini!” mentre verso un po’ dell’impasto nella padella ancora fortunatamente calda.
“Ok, Ok, grazie Alberto, adesso controlliamo.. si ci sentiamo dopo!” sento Armando dirgli.
Prende il tablet e lo vedo che sta digitando qualcosa. Lo vedo rabbuiarsi in volto. Gira il tablet e leggo anche io quello che stava guardando.
“Io lo ammazzo” lo sento affermare.
Una foto di Miguel troneggia sulla pagina online della stessa rivista di gossip di sempre.

“Vi racconto la vera storia di Beatriz Pinzon Solano. Io, il suo primo amore.”
Non posso crederci! Non posso crederci! Avrei giurato che il mio passato non sarebbe tornato a tormentarmi e invece non è affatto così. Questa notizia, questo gossip potrebbe rovinarmi la vita, la reputazione.
“Io lo ammazzo, se me lo ritrovo di davanti lo ammazzo” ripete Armando furioso.
Io sono incapace di dire qualsiasi cosa. Mi siedo su una sedia e mi passo le mani tra i capelli, incurante del fatto che la crepes nella padella sta per incendiare la mia cucina.

 

***

 

Betty si è chiusa nella nostra camera e non riesco a farla uscire da lì. Ho chiamato mia sorella e le ho chiesto di portare con se i nostri figli perché non voglio che vedano la loro madre in questo stato. Non riesco a credere che quel disgraziato abbia potuto raccontare la loro storia ad un giornale. Oltre a ferire Betty, forse non si rende conto che fa una pessima figura. Ho dato incarico al mio investigatore privato di trovare il suo indirizzo. Stesse anche in capo al mondo, voglio andare a spaccargli la faccia.
Ho provato di tutto con Betty. Le ho chiesto se vuole parlare con Nicolas, con qualcuna della banda, con sua madre, ma l’unica risposta che ho ottenuto è stata ‘Lasciami sola’. Cosa devo fare? Cosa devo fare? Non lo so nemmeno io.
Sento di non essere la persona più adatta a consolarla, perché io ho fatto lo stesso con lei. Mi sono comportato anche peggio di Miguel, conoscevo questa storia e mi sono comportato male lo stesso con lei. Sento di non essere credibile, nel dirle qualsiasi cosa. Non mi stupisce che lei voglia restare sola.

E’ ora di pranzo e Betty non è ancora uscita dalla nostra camera. Dovrà pur mangiare qualcosa. Ho passato tutta la mattina al telefono. Un sacco di nostri amici hanno chiamato per dire che quel Miguel è una feccia umana e che sono solidali con Betty. Non oso immaginare cosa stiano pensando di lei. Mia moglie. La donna migliore che esista sulla faccia della terra.
Entro nella nostra camera e la trovo ancora sdraiata su un fianco nella sua parte del letto.
“Betty, dormi?” le chiedo.
“No” mi risponde. “Vai via” aggiunge.
“No Betty, non vado via” le dico. “Non vado via. Ti prego, reagisci.”
“Lasciami sola” mi ripete lei.
Invece di risponderle, di dirle qualsiasi cosa, mi sdraio accanto a lei. Avrei dovuto farlo da stamattina. La prendo tra le mie braccia. Lei si divincola un pò ma io non la lascio andare. La circondo e la stringo. Lei ricomincia a piangere e io non posso fare altro che tenerla stretta mentre le sue lacrime bagnano la mia maglietta.

 

Verso le quattro, sono riuscito a convincerla a mangiare qualcosa, ma siamo stati interrotti dall’arrivo di un ospite indesiderato. Daniele Valencia.
“Non voglio parlare con lui” mi ha detto Betty. “E’ l’ultima persona che voglio vedere!”
“Lo so Betty, ma ha fatto il diavolo a quattro sotto e il portiere non è riuscito a farlo andare via!” le dico. La porta del nostro ascensore si apre ed eccolo apparire in tutta la sua prepotenza.
“Buonasera Betty” le dice. “Armando” dice poi rivolto a me.
“Daniele” gli rispondo. “Cosa ci fai qui?” domando.
“Sono venuto ad informarvi che dietro tutta questa storia c’è Karina Larson!” ci dice senza tanti giri di parole.
“Che cosa?” chiede Betty.
“Beatriz, lo so che non voleva il mio aiuto, mi ha detto di restarne fuori è vero, ma non sono riuscito a stare con le mani in mano mentre le distruggono la vita!” le dice. Parla con lei come se io non ci fossi.
“Cosa vuol dire Daniele?” gli chiede Betty. Già il solo fatto che lei lo chiami per nome, mi fa venire voglia di prenderlo a pugni.
“Voglio dire che questa mattina, subito dopo essere stato informato dell’articolo, ho cercato quella Miranda Del Bosque! Ho finto di essere suo nemico. Le ho detto che ero molto interessato a questa campagna stampa contro i Mendoza e ho inventato tutta una serie di motivi per cui dovrei odiarvi. Come immaginavo ci ha creduto. Io le ho detto che chiunque stesse agendo in questo modo mi stava rendendo felice. Danneggiare Armando, poi Camila, la donna che mi ha lasciato ad un passo dalle nozze, danneggiare lei Betty, la donna che ha fatto soffrire mia sorella Marcela. Quella ragazza è davvero una credulona. Le ho chiesto se potessi partecipare anche io, magari rilasciando qualche dichiarazione e promettendole un bel po’ di denaro e partecipazioni a feste esclusive. A quel punto mi ha detto che tutto questo è opera di Karina Larsson. Che lei vuole vendicarsi di voi per come l’avete trattata a Cartagena e soprattutto che vuole vendicarsi di Armando Mendoza e di come abbia osato trattarla quindici anni fa!”
“Non posso crederci!” gli dice Betty.
“E perché dovremmo crederti Daniele?” gli domando io.
“Se tu non vuoi credermi va bene” dice rivolto verso di me, poi si gira verso Betty “ma lei deve credermi Beatriz. Sa bene che non farei mai nulla contro di lei. Non mi sono comportato bene in passato lo ammetto ma…. Le sto dicendo la verità! Ho chiesto a Miranda cosa fosse successo in quell’albergo a Seattle e lei mi ha raccontato che era stato tutto orchestrato ad arte. Sedurre Armando per farlo finire in uno scandalo. La prima parte del piano. Poi sarebbe toccato a Camila e infine a lei. Il suo obiettivo è distruggere la vostra immagine.”
“Non ho parole” dice Betty.
“Mi deve credere Betty” le risponde Daniele. “Nessuno più di me sarebbe felice se lei lasciasse quell’individuo che si ritrova per marito. Ma le sto dicendo la verità, anche al costo di scagionarlo dal suo presunto tradimento. Questa donna vuole farle del male … lei deve reagire, non può lasciare che le faccia questo!” le dice.
Sono sconvolto. Ho realizzato che è colpa mia. Che tutto questo casino è colpa mia, ma ciò che mi sconvolge è vedere che Daniele riesca a consolare Betty come io non sono riuscito a fare in tutta la giornata. Non mi stupirei se la abbracciasse! Ma che sto dicendo??? Mia moglie e Daniele! Mia moglie e Daniele! Solo un’altra volta mi sono sentito così impotente nella mia vita. Durante l’assemblea in cui Betty ha rivelato il nostro doppio gioco.
“La ringrazio Daniele” gli sta dicendo Betty. “Grazie per quello che ha fatto. Non doveva.”
“Betty, non sopporto di sapere che sta soffrendo e non fare niente. In questo caso potevo fare qualcosa e l’ho fatto volentieri. So bene che è innamorata di lui” dice Daniele rivolgendosi a me con il volto “anche se non capisco il perché. Sentivo che dovevo fare qualcosa. Glielo dovevo!” le dice.
“Vendetta o non vendetta, non penso che potrò mai più uscire di casa. Voi non sapete cosa significhi vedere la propria intimità esposta ai quattro venti. La derisione a cui si va incontro. I sorrisetti nascosti. Li ho sopportati più di quanto potevo” dice Betty.
Mi sento colpevole. È chiaro che si riferisca a me e a tutto quello che le ho fatto passare quando ha iniziato a lavorare all’Ecomoda.
“Mi ascolti Betty. So bene che io sono stato il primo a metterla in difficoltà con le mie battutacce e il mio modo maleducato di rivolgermi a lei. E per questo le chiedo scusa. Anche per tutte le parole offensive che posso averle rivolto. Ma lei ha sempre saputo come rimettermi al mio posto. Proprio per questo non può mollare proprio adesso!” le dice.
“Certe battaglie, si possono combattere solo un determinato numero di volte ed io ho già esaurito le mie possibilità!”
“NO Betty!” le dice Daniele. “Non può lasciar vincere chi le vuole fare del male. Lei adesso è una donna bellissima e in gamba. È una manager affermata, è stata La donna dell’anno e vuole lasciare che quest’uomo le rovini la vita?”
Ma cosa mi succede? Sto lasciando che Daniele consoli Betty? Mi ha dato di volta il cervello?
“Betty” intervengo “mi secca dirlo, ma questa volta ha ragione Daniele. Non puoi lasciare che quel disgraziato ti rovini la vita!”
“Armando” mi dice Daniele “tu non dovresti proprio parlare. Questo casino è come sempre colpa tua!”
“Daniele, anche se tu sei innamorato di lei, ti ricordo che Betty è mia moglie e questa è la mia casa!” gli dico furente.
“Tu non sei degno di lei. Non ti meriti una donna del suo calibro. Non sei un vero uomo. Non capisco come faccia ad amarti!” mi risponde lui.
“Daniele, esci dalla mia casa” urlo “ se non vuoi che ti spacchi la faccia!”
“Tu non sei un uomo. Sei un essere davvero piccolo! Non sei stato nemmeno in grado di proteggere la tua famiglia! E come potresti se a te interessano solo i giochi di potere e le avventure!! Quante ne hai avute nella tua vita? Quanto tempo hai trascorso con Mario Calderon a passare da una gonna all’altra? Se ognuna delle tue ex amanti dovesse vendicarsi su Betty, veramente non dovrebbe mai più uscire di casa!” mi dice urlando di rimando.
“Per favore” ci dice Betty “non litigate tra di voi! Non lo sopporto!”
“Betty, se vuole” le dice Daniele “troverò quel Miguel Robles e lo ridurrò a pezzetti!”
Veramente a pezzetti voglio farlo io!
“Non c’è bisogno di fare questo. Lui non ha raccontato che la verità. La colpa è mia che ci sono cascata. Che gli ho creduto. A mia discolpa posso solo dire che ero molto ingenua all’epoca!” dice Betty.
“Che uomo è uno che la seduce solo per una scommessa fatta con gli amici?” Si rivolge verso di me “E che uomo è un uomo che la seduce solo per tenersi la sua impresa??” mi domanda.
Non ci vedo più dalla rabbia. Vedo solo la mia mano tirargli un pugno sul naso.

 

Quando Daniele va via, un’ora dopo, restiamo di nuovo soli.
“Non potevi davvero evitare di prenderlo a pugni?” mi chiede Betty.
“No, non potevo!” le rispondo. “Ti rendi conto che lui è venuto qui a casa nostra, ha fatto finta che io non ci fossi e ti ha consolata? Dopo che ho cercato di farlo io per tutto il giorno? Senza tra l’altro ottenere lo stesso successo!!”
“Armando ti prego, non voglio litigare per Daniele Valencia. Per favore!” mi dice mentre mi prende del ghiaccio e me lo posa sulla mano dolorante.
“E tu devi capire Betty” le dico “che io non sopporto che tu e Daniele vi comportiate così!”
“Io non mi comporto in nessun modo con Daniele, Armando! Non ricominciare. Che ti prende? Sai benissimo che non c’è niente tra me e lui!”
“Non c’è niente da parte tua! Ma lui ha appena scoperto tutto l’inganno orchestrato da quella pazza, solo per non farti soffrire. Poi viene qui e inizia a chiederti di non mollare! Non è affatto normale. È ancora innamorato di te Betty!” le dico furibondo.
“IO non gli ho chiesto niente, ha fatto tutto da solo, di sua volontà!”
“Lo so. Questo mi fa infuriare ancora di più, perché significa che non ha tenuto affatto conto della mia esistenza! Mi ha trattato come un incapace, come quello incapace di risolvere il problema o di scoprire chi c’era dietro!”
“Basta Armando, basta!” mi urla lei. Non l’ho mai vista così sconvolta. Mai. “Per una volta nella tua vita mettiti nei miei panni! Ti rendi conto della violenza che sto subendo io? I miei fatti privati, tutto quello che mi ha fatto soffrire di più nella vita, sbattuto su un giornale? Evidentemente il mio destino è quello di non avere privacy e tu ti preoccupi di Daniele Valencia!!?? Mi stanno distruggendo di nuovo la vita e pare che a te non interessi nulla!” mi dice e va a chiudersi di nuovo nella nostra camera.
Cerco di calmarmi, perché qualcuno deve mantenersi lucido tra di noi.
La raggiungo nella nostra camera e la trovo di nuovo seduta terra, ai piedi del letto con le gambe raccolte al petto. Come se fosse una bambina che ha bisogno di consolazione. Mi siedo accanto a lei.
“Non voglio mentirti Betty” le dico. “Mi sento male all’idea che tutto questo sia succedendo per colpa mia. Che la nostra vita, la tua vita sia finita sulle pagine di questo giornale. Ma quello che mi ha fatto più male è stato sentire Daniele che diceva che io non ti merito. Che non merito una donna del tuo calibro. Ha ragione. Non perché io stia dubitando del fatto che mi ami, ma perché sento di non essere l’uomo che meriteresti di avere al tuo fianco.”
“EH?” mi dice lei. 
“Si è così. A volte ti guardo e penso a che donna saresti senza di me! Mi sembra di essere un ingombro per te, con la mia vita incasinata, le mie urla, la mia isteria! Mi sembra che a te serva un marito che non sia come me, che sia più calmo, più tranquillo di me! Non posso fare a meno di pensare che io ti condizioni la vita con la mia presenza. Se mi rendessi conto di danneggiarti in qualsiasi modo, io mi allontanerei da te, anche se non riesco a vivere senza di te e non riesco ad essere diverso da quello che sono” le dico io.
“Invece di dire queste stupidaggini, perché non mi abbracci Mostro?” mi risponde lei. “Io sono la donna che voglio essere, che ho sognato di essere e tu mi condizioni la vita perché io ho scelto di viverla insieme a te! Se non avessi voluto farlo, semplicemente non ti avrei sposato. Se ti stai chiedendo se sarei stata una donna diversa, se avessi sposato un altro uomo, che mi merita più di te, come dice Daniele, stai sprecando le tue energie mentali perché quindici anni fa mi sono innamorata di te e questo non è mai cambiato. E’ vero, a volte vorrei che fossi meno geloso, testardo, irascibile, vorrei che fossi più calmo, più tranquillo, soprattutto vorrei che fossi più tranquillo sul fatto che non ho intenzione di lasciarti e che non hai bisogno di vivere col terrore che io un giorno mi svegli e pensi che c’è un altro uomo che mi merita più di te, per cui ti lascio e vado a vivere con lui, ma se tu non fossi almeno un po’ così come sei, non potrei amarti per davvero” mi dice accarezzandomi la nuca con la mano.
“Perdonami Betty, è stata colpa mia se Karina Larsson ha rintracciato Miguel  e …”
“Non è stata solo colpa tua Armando” mi interrompe lei. “Magari a Cartagena, abbiamo esagerato entrambi. E tu non c’entri nulla con Miguel. Non pensare nemmeno per un momento che io possa pensare a quello che hai fatto tu con Mario perché non è affatto questo il punto. Lo è invece il fatto che sto ripensando a quello che avrei voluto dimenticare… cioè la mia ingenuità, la mia stupidaggine, mi sono fidata di un ragazzo che non meritava per nulla la mia fiducia…che ha distrutto tutti i miei sogni..”
“Betty” le dico “basta. Non tormentarti più. Hai fatto un errore e capisco benissimo che tu voglia seppellirti per averlo fatto. Lo capisco perché è la stessa cosa che ho provato io quando non sapevo dove fossi, volevo solo morire, ma non puoi farlo. Non puoi nasconderti per sempre. In questa storia chi ha sbagliato è lui. Due volte. La prima perché si è prestato ad un gioco terribile, la seconda adesso perché non ha nemmeno la faccia tosta di vergognarsi e invece lo racconta ad un giornale.”
La prendo per mano e la tiro fino allo specchio che c’è nel nostro guardaroba.
“Guardati Betty” le dico. “Tu non sei più quella ragazza che Miguel ha preso in giro. È vero che in te c’è qualcosa di lei, ma non sei più solo lei. Non lo sei da tanto tanto tempo e non devi vergognarti di quello che sei stata!” le dico.

Lei mi abbraccia forte e ricomincia a piangere. La stringo e la sento singhiozzare come una bambina. Non so se stia scaricando la tensione di una giornata difficile. Non so se sta chiudendo delle ferite o aprendone altre. L’unica cosa che so è che non posso lasciarla sola. Soprattutto perché non voglio lasciarla sola. Anche se sembra che sia lei ad avere bisogno di me adesso, in realtà sono io che ho bisogno di lei, perché lei è la mia ancora di salvezza.

Allora, vi piace fin qui la trama? L'ho intricata bene? Accetto anche suggerimenti!
I capitoli di Armando e Betty sono un pò più lunghi perchè tutto uello che riguarda loro, influisce su tutta la trama della storia e non posso fare a meno di lasciarli così, altrimenti tutta la storia sarebbe troooooppo lunga.
Da qui in avanti cambieranno tanti equilibri!
Un grazie a tutti quelli che mi leggono e in particolare a chi recensisce, dandomi spesso spunti che poi elaboro nelle trame! =)

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Capitolo 19
*** Alberto ***


Alberto

E’ proprio finita. Tra me e Camila è finita. Se rimango con lei adesso, non me lo perdonerò mai. So bene che l’articolo uscito sulla rivista è vecchio, che lei e Calderon non si sono più rivisti, ma io, vedendo quel giornale, ho capito che il mio matrimonio non può tornare ad essere quello che era, facendo finta che in tutto questo tempo non sia successo niente. Proprio no. All’inizio credevo che potevamo trovare il modo di andare avanti e anche se Camila mi aveva tradito, potevo superare la cosa, ma proprio non ce la faccio. Non mi riconosco più. Non so cosa mi sia successo. Improvvisamente, dopo aver visto quel giornale, ho capito che io ho bisogno di sapere con assoluta certezza che mia moglie mi ami per davvero. Adesso vedo tutto lucidamente. Il mio matrimonio e anche la mia vita. Alla mia età, arrivato a questo punto, mi sembra chiaro che devo iniziare a tirare le somme sia nel mio lavoro che nei sentimenti.
Io e Camila abbiamo costruito una famiglia sulle basi di un amore, non so se sia la parola giusta, o sull’abitudine? La nostra famiglia è costruita sulla roccia oppure è stato solo il fatto che eravamo avversati da tutti a mantenerci insieme?? Non lo so più.
Prima, non me l’ ero nemmeno mai domandato. Stavamo molto bene insieme e punto. Certe domande è meglio non farsele. Ma quando te le fai, è il caso di trovare le risposte giuste. E il primo dato di fatto è che Camila mi ha tradito e che ha avuto una relazione con un altro uomo per tre mesi, non per un giorno. Sarebbe il caso che iniziasse a riflettere sul perché mi abbia tradito piuttosto che sulla volontà di appianare tutte le cose. E io? Io dove ho sbagliato? Cosa c’è che non va in me? Cosa l’ha portata a tradirmi? Camila mi ama?
Queste domande mi turbinano nella testa e non so trovare pace o una risposta. L’unica cosa che so adesso è che voglio trovare una riposta. Non posso lasciarle sospese. So già che lei non sarà d’accordo, mi avverserà, ma io non sono più disposto a fare finta di niente. Questa è l’unica cosa che mi sembra chiara!

Sono qui a casa mia, sdraiato sul divano. Dodo è a scuola. E io sono qui, pronto a fare questo viaggio dentro me stesso. Finora sono stato tutto quello che tutti si aspettavano non fossi. Cioè una persona che dal nulla ha raggiunto un certo livello nella vita. Ma io sono davvero questa persona? Sono davvero quello che volevo essere o ho fatto tutto per Camila?
Che tipo di donna avrei voluto al mio fianco? Da ragazzo ho sempre pensato che sarei finito a fare il cuoco e che mia moglie sarebbe stata una cuoca, insieme avremmo aperto un ristorante e costruito una famiglia. Il mio sogno era andare all’università ed effettivamente sono riuscito a realizzarlo, ma quando ci si considera mediocri e incapaci di realizzare i propri sogni e poi invece ci si riesce, cosa resta della vita? Ho passato tanto tempo ad autocommiserarmi, a pensare che alla fine non sarei riuscito e adesso, che ce l’ho fatta da anni, mi sento solo l’amministratore di me stesso. Finchè tutto con Camila andava bene, ho pensato che bastava mantenere quanto raggiunto, ma da quando lei mi ha tradito, sono stato portato a pensare che quello che ho raggiunto non era una buona base affinchè la nostra unione continuasse. E dire che io sono totalmente e pazzamente, ancora, innamorato di mia moglie. Ma a volte l’amore non basta.  Lei sembra incapace di capirmi e neanche io capisco me stesso.
Sono quello che si può ben definire un uomo in crisi!

 
Suonano alla porta, spero tanto che non sia Camila, perché proprio adesso non vorrei parlarle. Le direi solo delle cose di cui poi  pentirsi. In tutto questo non devo dimenticare che lei ha appena scoperto che secondo sua madre, suo padre ha una relazione con un’altra donna a Londra! Che famiglia incasinata!
Vado ad aprire alla porta! È Corrado, ed è carico di borse piene di spesa.
“Amico” mi dice “sono passato, perché devo parlarti di una cosa!”
“Entra!” gli dico. “So che sei qui per via del giornale! L’ho già visto. Ero con Camila, quando Calderon  ci ha portato la notizia!”
“EH?”  mi dice perplesso lui.
Gli racconto brevemente l’accaduto.
“Senti Alberto…. Io ti conosco da tantissimi anni e ti ho sempre visto innamorato perso di Camila. Prima di prendere queste decisioni drastiche, dovresti renderti conto prima di tutto che sei estremamente fortunato ad avere ancora una moglie al tuo fianco….” mi dice.
“So bene” lo interrompo io “che se paragoniamo le nostre due situazioni, io sembro un ingrato, perché tu non hai più nemmeno tua moglie, e anche se ringrazio il cielo ogni giorno che Camila sia viva, sono consapevole che io non ho, per davvero, mia moglie. Sono sposato con una donna che ha pensato che la stessi tradendo solo fraintendendo una telefonata, non si è nemmeno presa la briga di controllare che fosse vero che avessi una relazione!! Ha dato per scontato che fosse così! Questo ti sembra avere una moglie??! A me no!”
“E’ vero che la sua reazione è stata esagerata e fuori luogo ma anche la tua lo è! Non puoi semplicemente accettare che lei abbia fatto uno sbaglio?”
“Ci ho provato Corrado, sono mesi che ci provo, ma è tutto inutile. Camila cerca di convincermi di questo e anche del fatto che lei mi ama, ma io non le credo. So con assoluta certezza che lei mi vuole bene, e temo che voglia nascondere la sua paura di ammettere che il nostro matrimonio è finito per non dover ancora una volta mettersi in gioco e soprattutto darla vinta a sua madre che non ha mai visto di buon occhio la nostra unione. Io adesso, voglio una moglie che sia mia moglie e che stia con me solo perché mi ama, perché non vuole nessun altro uomo sulla faccia della terra per amore, non perché ha paura di dover ricominciare daccapo!” gli dico.
“Le stai chiedendo tantissimo Alberto, sai bene che molti matrimoni riuscitissimi si basano su molto meno!” mi dice il mio amico.
“A me sembra invece, di chiedere il minimo!” gli dico. “Soprattutto perché abbiamo dei figli e io, mai e poi mai, vorrei che pensassero che i loro genitori stanno assieme per abitudine!”
“Alberto… in parte ti capisco,  ma solo in parte! Devi considerare che stai facendo tutte queste elucubrazioni senza tua moglie! Se lei non fosse d’accordo con te… tu sei veramente pronto a vederla andare via?” mi chiede.
“Dannazione certo che no! Cosa ti credi, che io non soffrirei se il nostro matrimonio dovesse definitivamente finire? Anche io sono terrorizzato dall’idea di dovermi rifare una vita senza di lei,  ma non sapere se i suoi sentimenti siano sinceri è ancora peggio. Non voglio più che lei finga!”
“Lei non finge!” dice Corrado.
“E’ quello che spero! Sono convinto però, che una parte di lei stia fingendo. La sua vita non è quella che lei ha sempre voluto. Io non sono per davvero l’uomo dei suoi sogni. Sono solo l’uomo di cui, magari realmente, tanti anni fa si è innamorata e con cui poi è rimasta per non scontentare nessuno. Insomma, io lo so che insieme stiamo bene, ma non sono più disposto a stare bene insieme per finta, per abitudine. Vorrei che fosse perché non possiamo fare a meno l’uno dell’altra!”
“Stai chiedendo troppo amico mio!! Sono certo che tu stia soffrendo per questa situazione, ma ti ripeto che molti matrimoni si basano su molto meno!!”
“Io non potrei più accettare che il mio matrimonio si basi su molto meno di questo però!” gli dico.

Dopo tre ore siamo ancora qui. Corrado è venuto carico di borse della spesa e si è messo a cucinare. Dice che vuole provare alcuni menu per l’Ecomoda. Mi racconta del suo incontro – scontro con Marcela e io sorrido, perché a quanto pare sono l’unico con il quale lei abbia buoni rapporti, mi parla di Betty e di come lei gli abbia fatto una buona impressione, e mi dice che tra venti giorni suo figlio farà il compleanno. Lui vorrebbe organizzargli una festa, in maniera che il bambino si inserisca e che faccia amicizia. Gli dico che la cosa migliore sia coinvolgere Betty e Camila, magari, Camila, se le va, potrebbe mettere a disposizione il giardino di Villa Mendoza per realizzare la festa per Paco!
“Come vedi” mi dice Corrado “fai ancora progetti con lei. Tu non sei affatto pronto a lasciarla andare via!”
“Io non voglio lasciarla andare via, vorrei con tutto me stesso che restasse!”
Corrado, è davvero un manipolatore! Mentre parliamo praticamente, mi ha fatto fare il suo aiutante! Sono secoli che non cucino come si deve, nemmeno per Dodo. La mia vita è molto complicata adesso. Si svolge tra affari e figli. Sparsi in varie case. Però devo ammettere che cucinare mi è sempre piaciuto e che mi rilassa!

 

Mio figlio torna da scuola, sorpreso di trovarmi a casa e soprattutto di trovare tutto questo ben di dio pronto per essere mangiato. Corrado è andato via da poco e io so che devo parlare con Dodo. Oggi, la mia giornata è stata un disastro, la sua sarà stata anche peggio, perché da adesso in poi, tutti sapranno cosa è avvenuto. E a lui tocca un mese di punizione senza telefono e internet! Non posso fare finta che Camila non sia intervenuta. E’ sempre sua madre!
“Ti prego papà, non iniziare… ho già visto tutti i giornali e tutti i siti che hanno ripreso la notizia del tradimento della mamma! Se può consolarti, non sei considerato un cretino globale. Anzi, una mia compagna, mi ha detto che mia madre deve essere proprio cieca se tradisce te con quello lì. Tu sei molto più bello, uno schianto!” mi dice tutto d’un fiato.
“Veramente io non volevo dirti niente” mento. “Volevo solo chiederti quali di questi piatti ti piace di più!” gli dico.
“Davvero?” mi domanda.
“Va bene. No! Se non vuoi parlare del giornale va bene! Vorrei sentire da te cosa è successo con quel ragazzo che hai picchiato, per cui ti sei preso una sospensione e una mega punizione da parte di tua madre, che non ho nessuna intenzione di mitigare, sappilo!”
Mi racconta brevemente cosa è accaduto con Josè. Io vorrei dirgli tante cose, ma forse quello che effettivamente gli dico è la cosa sbagliata.
“E ti sei sentito bene a picchiarlo? Qualunque fosse la sua provocazione tu non dovevi reagire!”
“Si, mi sono sentito benissimo, anche se non è servito a niente, perché Rocio è andata a consolare lui oggi e non me. Forse non mi vuole!” mi dice con una voce angosciata.
“Lo so che fa male, ma non te la prendere troppo. Magari non ha ancora chiaro con chi dei due vuole stare!” gli dico.
“Come la mamma?” mi chiede. “A proposito cosa ci facevi stamattina a casa della mamma?”
“Sono venuto ieri sera perché volevo riportarti a casa, ma tu già dormivi, ho parlato dell’accaduto con la mamma, nel frattempo è arrivata la nonna che ci ha dato una notizia sconvolgente. A quel punto non potevo lasciarla sola…” dico, omettendo alcune parti della verità che a mio figlio non posso raccontare.
“Cosa ha detto la nonna?Papà, ti prego dimmelo! Sono grande. Non lo racconterò a nessuno dei piccoli!”
“Hai ragione, tanto prima o poi lo scopriresti comunque! La nonna è tornata dicendo che il nonno ha una storia con un’altra donna che ha la stessa età di tua madre” gli dico.
“Il nonno??? Non ci crederò mai!” mi dice.
“Così ha detto la nonna, ancora non ne sappiamo molto, la mamma era molto sconvolta!”
“Ma non possiamo restare qui e lasciarle sole… dobbiamo tornare a casa!” mi dice.
“Io… non credo di essere pronto a tornare a casa e fare pace con la mamma. So che è quello che non vorresti sentire, e mi dispiace causarti un dolore, ma è così.”
“Non preoccuparti papà… adesso anche io ti capisco meglio. Fino ad oggi non avevo mai capito perché non eri andato via di casa prima, ma ora anche io non voglio perdere Rocio e capisco meglio il tuo comportamento. Ora cosa vuoi fare? Vuoi lasciare il campo libero a quel Calderon!?”
“Dodo, tuo madre e quell’individuo non stanno più insieme da mesi ormai. Quel giornale riporta una notizia vecchia” gli dico.
“Sei sicuro papà?” mi chiede.
“Si. E sono sicuro anche che non mi piace il tuo comportamento con la mamma. Ha sbagliato, è vero, e sono io che devo essere arrabbiato con lei. Non tu. Capisco che ti abbia ferito, ma non puoi andare in giro dicendo che tutte le donne tradiscono, perché non è così. Non puoi trattarla come uno straccio!E’ tua madre e io vorrei che tu la perdonassi. Tu non c’entri con il nostro matrimonio. Sei nostro figlio, ma io non ho sposato te, ho sposato lei. Così lei, ha sposato me, non te. Ti ha dato la vita… devi rispettarla! Chiaro?????” gli dico anche un po’ arrabbiato.
“Ero arrabbiato..!” cerca di scusarsi.
“Non mi interessa. Se tua madre mi riferisce ancora una volta che tu ti sei rivolto male verso di lei… ti dò una punizione che non dimenticherai più nella vita! Intesi?” gli chiedo.
“E va beneeeee” mi dice.
“Ora io devo andare un attimo a Le Noir. Tra poco arriva Rosa per le pulizie. Dovresti consegnarmi il tuo telefonino!” gli dico piuttosto amabilmente.
“Prometti che non lo guarderai!” mi chiede.
“Te lo giuro” gli rispondo.

 

Due giorni dopo
Ero certo che Camila non prendesse di buon occhio la mia decisione di non tornare assieme come lei sperava! È arrivata a casa mia di pomeriggio, per controllare Dodo.
E ha trovato me. Non abbiamo potuto parlare perché non volevamo che lui ci sentisse, allora siamo usciti a fare una passeggiata. Come immaginavo, lei non ha accettato la mia decisione.
“Non capisco cosa sia cambiato!”mi chiede.
“E’ cambiato che non riesco ad andare avanti. Voglio che tu sia sincera con te stessa oltre che con me e che ammettessi che non hai ben chiaro il motivo per il quale tu vuoi tornare con me!”
“Hai un’altra donna?”
“No! Camila, cosa ti passa per la testa? Vedi? Io ti dico una cosa seria e tu immediatamente pensi che ci sia un’altra. Non c’è nessuna. Nella mia vita ci sei solo tu. E io vorrei che fosse così per sempre. Tu, invece, non lo sai davvero, se vuoi me o se vuoi un altro uomo. Io, quando ti vedo, anche quando ti odio, non capisco più niente. Sento un tuffo al cuore. E adesso anche di rimpianto, perché sono convinto che sono stato io a trasformarti in una donna che ha bisogno di mentire per ‘sistemare’ la sua vita. Io voglio starti accanto, ma veramente. Vorrei che tu, per una volte nella tua vita, facessi affidamento su di me. Che mi raccontassi i tuoi sogni e le tue aspirazioni. Non voglio andare avanti con la solita routine, per quanto possa essere piacevole.”
Vedo che ha le lacrime agli occhi.
“Non sai quello che stai dicendo!”mi dice.
“Lo so benissimo invece. Come so che tu mi hai tradito perché volevi farlo, non perché hai supposto che io avessi una storia con un’altra! Ti sei semplicemente sentita autorizzata a tradirmi, perché io involontariamente ti ho dato una motivazione più che sufficiente!” le dico.
“Non puoi perdonarmi?”chiede.
“Io, il tuo tradimento fisico, l’ho già perdonato. Quello che non posso perdonarti, sono le motivazioni che ti hanno spinta a tradirmi. Motivazioni che non hanno a che fare con il sesso, e che tu vuoi ignorare. Ma non si possono ignorare. Se lo facessimo, mentiremmo l’una all’altro. Io voglio stare con te, ma per farlo, devo potermi fidare, devo poter credere nei tuoi sentimenti.”
“Tu non vuoi credere che io ti ami sinceramente. Ti sei convinto di questo e non c’è nulla che possa fare per convincerti del contrario!”
“No, hai ragione. Io non ti credo. Ieri riflettevo sul fatto che io non avrei mai immaginato di diventare quello che sono nella vita, anche e lo desideravo tantissimo. Tu sei stata la mia forza. Io però, non sono stata la tua. Tu avevi già progettato tutto della tua vita. L’unica cosa che non potevi controllare è stato il sesso dei nostri figli, per il resto avevi ben chiaro dove volevi arrivare e ci sei riuscita benissimo. Quello che mi fa male è che tu ci saresti riuscita, anche senza di me. Io invece, probabilmente no.”
“Quindi mi stai dicendo che quello che provi per me è gratitudine?”
“No! Ti sto dicendo che tu hai realizzato i miei sogni più profondi. Che non hanno a che vedere solo con il lavoro quanto con la persona che sono! Io invece non ho realizzato i tuoi! Perché se ci pensi, a parte i progetti di lavoro, tu non mi hai mai detto quali siano le tue aspirazioni più profonde! Non ti sei mai per davvero data a me. E questo l’ho capito quando ho visto quella rivista!”
“Sai qual è la mia aspirazione più profonda e lo è sempre stata!!?” mi chiede.
“No!”
“Non essere giudicata per come sono! Invece da sempre, qualsiasi cosa io faccia, non va mai bene. Tutti mi giudicano. Anche tu mi giudichi, come tutti gli altri!” mi dice.
“Io non ti giudico Camila! Ho accettato da te anche l’insopportabile. Ti ho vista uscire per due mesi con un altro uomo! Non te lo sto rinfacciando. Vorrei solo farti capire cosa ho provato ogni giorno, all’idea che andavi a lavorare e lo vedevi, al solo pensiero che avresti fatto sesso con lui, che lui ti avrebbe messo le mani addosso. È stata una tortura. La cosa più difficile che abbia mai fatto nella mia vita” le dico stringendo le mani a pugno e digrignando i denti. “Mi hai spezzato il cuore in mille parti e non te ne è importato. E ora mi chiedi di non giudicarti! Io non ti giudico, non l’ho mai fatto. Ti metto di fronte alle tue responsabilità. Cosa che forse non vuoi!!”
La vedo piangere. “So benissimo che ti ho fatto del male. Tuttavia, il male più grande l’ho fatto a me stessa distruggendo la nostra vita!” mi dice. “Ho vissuto tutta la mia vita, pensando che fosse sbagliata. Con il fiato sul collo di chi mi contestava…”
“…Cioè tua madre!”
“Si, mia madre! Ho nascosto tutto questo dietro una risata, per tanto tempo. Lo so, che devo risolvere questi problemi, che devo farlo io… ma questo non significa che io non ti ami!”
“Camila” le chiedo. “ Chiediti se io sia davvero il tipo d’uomo che volevi al tuo fianco! Non volevi forse un uomo più dinamico, più socievole, più in di me? Uno che ti facesse vivere a mille? E invece non è forse vero, che sposando me, ti sei ritrovata chiusa nella normalità? Nella normalità della vita che io avevo sempre desiderato. Un vita da dividere con la donna che amo, senza grandi scossoni!
Ammettilo, per te questa è noia, mentre per me è la vita!”
“Mi stai dipingendo come una bambina!” mi dice.
“Tu non sei una bambina. Sei semplicemente una donna che non sa quello che vuole veramente.”
“E quindi?”
“Quindi, se vuoi che il nostro matrimonio funzioni, continui, devi scoprirlo! So che questo è rischioso, ma dobbiamo affrontarlo. Io so solo che per riaverti, devo lasciarti andare alla ricerca di te stessa.”
“E se non tornassi da te?”
“Spero tanto che non succeda. Se succedesse, probabilmente ne morirei, ma almeno, saprei che è la verità!”
“Mi stai lasciando?” mi chiede.
“Mettila così. Ti sto chiedendo di tornare. Di tornare o di venire per davvero, questa volta.”
“E tu?”
“Io sono qui.”
“Cosa significa questo? Che mi aspetti?”
“Significa che sono qui. Non vado via. Ti chiedo solo una cosa, non metterci troppo! Non perché io non possa o non voglia aspettarti, ma perché sento che abbiamo ancora molte cosa da fare insieme e la vita scorre veloce!”
Lei mi abbraccia. Ci abbracciamo. Le asciugo le lacrime. Questa volta sono davvero consapevole che potrei perderla definitivamente. E nonostante le mie parole, ho l’impressione che una voragine si sia aperta nella mia vita. La mia vita senza di lei. Non so quanto potrò resistere, prima di esserne risucchiato.

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Capitolo 20
*** Cami e Dodo ***


Cami e Dodo

Io e Raquel siamo a casa mia e stiamo aspettando che arrivino mio padre e il nostro compagno Pablo.
Mio padre, oggi deve aiutarci per un progetto che ci hanno assegnato a scuola sull’industrializzazione. È un progetto a gruppi, nel mio c’è Raquel e Pablo, mentre Isabel è capitata in un altro gruppo.
Avevo chiesto a mia madre di aiutarci, ma lei sostiene di non capirci niente di geografia economica, mentre mio padre è la persona più giusta, anzi mi ha detto “ha studiato queste cose, ti farà fare un figurone!”. Così ho dovuto chiedere a mio padre di darmi una mano. Lui non ha rifiutato, ma non mi è nemmeno sembrato entusiasta.
So benissimo che i miei genitori hanno litigato e che si parlano a stento, ormai queste cose le capisco al volo, anche se loro fanno di tutto per non darlo a vedere.
Sento che Raquel mi sta dicendo qualcosa.
“Non capisco perché Pablo sia dovuto capitare proprio con noi… credo che la professoressa l’abbia fatto apposta!” afferma.
“Non penso! Sai bene che con qualcuno doveva capitare. A me fa abbastanza simpatia… non è così male!” le dico.
Pablo Felipe Garcia Vasquez è quello che tra i nostri compagni di scuola viene sempre preso in giro perché è leggermente sovrappeso e perché ha la carnagione più scura di tutti. Un giorno a ricreazione mi ha raccontato la sua storia, sua nonna è una nativa colombiana e il suo popolo abitava nelle foreste. Un giorno che il nonno di Pablo, Pablo pure lui, era per motivi di lavoro nella stessa foresta dove si trovava l’accampamento di sua nonna, l' ha vista e si era innamorato di lei. I due avevano dovuto fare ferro e fuoco eppure erano riusciti a sposarsi. Lei, aveva dovuto lasciare il suo popolo ed era andata a vivere con il marito. La loro storia aveva destato scalpore, ma nonostante questo il loro era stato un matrimonio felice. Anche i Garcia Vasquez avevano avversato il matrimonio del figlio ma non era servito a niente. Sono banchieri da generazioni e temevano che il matrimonio del loro figlio potesse in qualche modo infangare la loro reputazione. Avevano accettato che Nieve fosse la moglie di Pablo quando era nato Felipe. Il padre di Pablo. 
“Lo sai bene che a scuola lo prendono tutti in giro solo perché ha la carnagione leggermente più scura e perché è in sovrappeso, ma è un bravo ragazzo!” aggiungo.
“Non vorrai dirmi che ti piace?!” mi dice Raquel.
“Non dire scemenze! Non mi piace in quel senso!” le dico. “Mi sembra assurdo doverlo evitare solo perché non rispetta gli standard degli altri!”
Si apre l’ascensore di casa mia e ed entrano mio padre e Pablo. Si saranno incontrati giù. Mio padre conosce il padre di Pablo perché lavora con la sua banca.
“Mostrilla” mi dice “ho incontrato Pablo nella hall e l’ho fatto salire con me!” Si rivolge verso Pablo e gli dice “è la prima volta che vieni a casa nostra?”
“Si” gli risponde lui.
“Allora Cami, io mi cambio e poi vengo ad aiutarvi col vostro progetto, tu chiedi a Gina di prepararvi la merenda!”
Mio padre se ne va nella sua stanza e io rimango con Raquel e Pablo.
Proprio in quel momento arriva mio fratello Roberto. Insomma non può restare con noi. Altrimenti non finiremo mai il progetto. Dobbiamo realizzare una piantina fatta a mano e una relazione sul perché abbiamo scelto il tipo di industria che sceglieremo.
“Cami… “dice mio fratello “non mi avevi detto che venivano i tuoi compagni oggi!” Si gira verso Pablo e gli dice “Piacere io sono Roberto! Vuoi giocare con me al mio nuovo videogioco? Sai l’ha progettato mio padre!”
“Roberto non cominciare!” gli dico io “Noi dobbiamo studiare! Dobbiamo fare un progetto e papà ci deve aiutare, quindi tu vai nella tua stanza, chiuditi lì e fai i compiti” gli dico.
Insomma manca solo che mio fratello non ci faccia rovinare tutto. Per fortuna arriva papà e lo convince ad andare nella sua stanza a fare i compiti. Dopo giocheremo tutti assieme.

Dopo tre ore che lavoriamo il nostro progetto è finito e devo dire che è davvero bellissimo. Pablo disegna benissimo e ha realizzato una cartina geografica meravigliosa. Speriamo di prendere il voto più alto di tutta la classe.
Devo ammettere che senza mio padre non saremmo mai riusciti a realizzarlo così bene. Lui ci ha spiegato tutto quello che non avevamo ben capito su cui dovevamo fare approfondimenti a casa. Penso che la nostra insegnante di geografia domani sarà felicissima. Inoltre, mio padre ha preso in simpatia Pablo.
“Cami” mi dice “perché non chiedi ai tuo compagni di restare qui a cena? Così potete giocare con tuo fratello! Con i vostri genitori parlo io!”
“E la mamma?” gli chiedo.
“Vedrai che la mamma non avrà nulla in contrario!” mi risponde. Ma io non ne sono molto convinta.
Nemmeno a dirlo si apre l’ascensore e lei entra in casa. Vado a salutarla e subito le chiedo “Mamma, ti secca se Raquel e Pablo restano a cena con noi? Dobbiamo fare una sfida alla play station con Roberto!”
“E il compito?” mi chiede lei.
“L’abbiamo finito! Papà ci ha aiutato tantissimo!” le dico. Vedo che guarda verso mio padre che è impassibile.
“Va bene” mi dice. “Per me non c’è alcun problema. I tuoi amici possono restare a cena!”
Mio fratello Roberto esce dalla sua stanza e va a salutare la mamma.
“Roberto… “ lo chiama mio padre “accendi il videogioco, adesso sono pronti per giocare con te!” gli dice.
“Ok papà!” prima però prende il suo quaderno, glielo dà e gli chiede di controllare se le operazioni che ha fatto siano giuste.
Questo pomeriggio è davvero strano. Di solito è la mamma che ci aiuta con i compiti. Mio padre arriva dopo e insieme giochiamo mentre la mamma aiuta Gina a preparare la cena. Stasera invece, i miei genitori si parlano a malapena e pur di evitare di farci capire che hanno litigato fanno restare i nostri amici a cena.

 

***

 

Mentre i maschi giocano alla Play, io e Raquel andiamo nella mia stanza.
Raquel e Isabel sono le mie migliori amiche e mi dispiace molto che lei non ci sia.
“Cami… tutto ok?” mi chiede Raquel.
“Si tutto ok. Sono solo preoccupata perché i miei genitori hanno litigato….” le dico.
“Vedrai che non sarà niente di chè” mi risponde lei.
“Speriamo… Da un paio di anni a questa parte i miei genitori litigano in continuazione!”
“Ma è normale litigare… anche i miei lo fanno, ma poi fanno sempre pace!” mi dice come per tranquillizzarmi.
“Non avrei mai creduto che il padre di Pablo acconsentisse a far restare Pablo qui a cena con noi!” aggiunge.
“Ma è naturale, cerca di proteggerlo” dico io. “Sa bene che a scuola lo prendono tutti in giro. Me l’ha detto Pablo!” le dico.
“E da quando parli con Pablo… Cami… ammetti che ti piace!”
“Io… al contrario vostro, gli ho sempre parlato. E no, non mi piace. È un mio compagno di classe come tutti gli altri” le dico.
“Posso” chiede mia madre entrando nella mia stanza. “Stavate litigando?” ci chiede.
“No!” rispondo io con la voce un po’ alterata.
“Sicuro?” chiede mia mamma.
“Betty” ammette Raquel “è arrabbiata con me perché le ho detto che le piace Pablo!”
“E cosa ci sarebbe di male se ti piacesse Pablo?” mi chiede.
Brevemente spiego a mia mamma cosa succede a scuola, del fatto che lo prendono in giro e la vedo arrabbiarsi tantissimo.
“Perché non me l’hai mai detto?” mi chiede.
“Mamma, te lo sto dicendo adesso…e poi io non lo tratto diversamente. Per me è uguale agli altri!”
“Camila Mendoza Pinzon, te lo dico solo una volta, guai a te se vengo a sapere che ti sei comportata male con qualcuno dei tuoi compagni solo per via del suo aspetto fisico. Se gli insegnanti o il preside mi fanno chiamare perché hai discriminato qualcuno dei tuoi compagni, ti do una punizione che non finisce più! Hai capito?” mi dice con voce ferma.
“Mamma, stai tranquilla!” le rispondo. “So già che le persone non si giudicano dal loro aspetto fisico. Infatti Pablo è nel gruppo di lavoro con me!”
“Si Betty” dice Raquel “noi gli parliamo normalmente. Non lo escludiamo. Sono gli altri che lo fanno!”
“Per me questa storia si chiude qui. Cami ti ho avvertita!” mi dice mia madre ed esce.
“Ecco hai visto cosa hai combinato?” dico a Raquel. “Mi hai fatto rimproverare da mia madre senza che io avessi fatto niente.”
“Quindi tu parli con Pablo perché temi di essere messa in punizione da tua madre?”
“Raquel, proprio non capisci! Non ci sono motivi per non parlare con Pablo e adesso andiamo in soggiorno!” le dico uscendo dalla mia stanza.

 

***

 

Suonano al citofono. Mio padre va a rispondere e subito dopo annuncia che Dodo sta salendo.
“Come mai è qui?” chiede mia madre.
“Non lo so!” gli risponde lui.
Guardo Raquel che in un attimo è entrata in agitazione. Che le piaccia mio cugino?
L’ascensore si apre e Dodo entra in casa.
“Zii scusatemi!” dice rivolto ai miei genitori. “Mio padre e mia madre escono insieme stasera e io sono riuscito ad avere uno sconto di punizione! Gli ho detto che sarei rimasto qui con voi! Vi dispiace se dormo qui? Non mi andava di stare con la nonna!”
“Lo sai che qui sei sempre il benvenuto” gli dice mia madre. “Ti faccio preparare il letto! Stasera abbiamo ospiti a cena!” gli dice.
Raquel lo guarda sognante. “Non posso credere che stasera cenerò con lui!” mi dice con gli occhi che le sprizzano cuoricini. “Grazie Cami, vai a ringraziare tuo padre per averci invitato a restare!”
Non ci posso credere! A Raquel piace mio cugino!
“Raquel, sai bene che mio cugino ha occhi solo per tua cugina Rocio, faresti bene a levartelo dalla testa!”
“Neanche per idea! Mia cugina si è fissata con Juan!” mi dice.
“Ciò non toglie che a Dodo piaccia lei!” le dico.
“Ma tu da che parte stai?” mi chiede. “Vuoi farmela pagare perché ti ho detto che ti piace Pablo?”
Io non sto dalla parte di nessuno. Vorrei solo che tu non soffrissi” le dico.

 

***

 

Abbiamo finito di cenare e i compagni di Cami sono andati via.  Mi rivolgo verso mio zio.
“Zio possiamo parlare?” gli chiedo.
“Certo Dodo!” mi risponde lui. “Andiamo nel mio studio!”
Entro dopo di lui e chiude la porta.
“Se fossi un po’ più grande a questo punto ti offrirei un bicchiere di whisky, ma hai quasi sedici anni, quindi non se ne parla nemmeno!” mi dice.
“Non preoccuparti, non mi piace il whisky” gli dico mentre lo vedo versarsene mezzo bicchiere.
“Allora, di cosa mi volevi parlare? Anzi, cominciamo dall’inizio e dimmi cosa volevi dirmi il giorno in cui non mi hai trovato. Immagino volessi parlarmi di Rocio e di Josè, che poi hai preso a pugni!”
“In effetti si!” gli dico. “Volevo un consiglio da te! Sapere cosa dovevo fare….!”
“Di certo non prenderlo a pugni!” mi dice.
“Non ci ho visto più dalla rabbia. Juan mi ha detto delle cose terribili, tipo che io non sono abbastanza per Rocio e che è ovvio che lei scelga lui, hai presente come ci si sente?” gli chiedo mentre lo vedo strozzarsi col suo whisky.
“Si Dodo, ti capisco benissimo. Ma prenderlo a pugni non serve a niente. So benissimo come ci si sente. L’unica cosa che possiamo fare e aspettare che la tempesta si calmi…”mi dice.
“Infatti Rocio è andata a consolare lui, non me. Io proprio non la capisco zio! Se proprio non è più interessata a me perché non me lo dice e basta?”
“Perché è una femmina, una ragazza. Dodo è meglio che impari che le donne sono molto complicate e che noi uomini probabilmente non le comprenderemo mai!” afferma.
“Poi ho combinato un altro casino… sono andato a casa con la mamma e ho litigato anche con lei. Mi hanno dato una super punizione….”
“Se vuoi chiedermi di intercedere per te dimenticalo!” mi interrompe lui. “I tuoi genitori hanno deciso così e io non intendo contrariarli…”
“No zio, non voglio che tu interceda. Vorrei solo sapere che cosa devo fare con Rocio. Non voglio perderla e non posso starmene con le mani in mano. A te non è mai successo quando avevi la mia età?” gli chiedo.
“No… perché io non ho mai avuto una fidanzatina al liceo, ma tante fidanzatine…. Comunque comprendo il tuo problema. Ti fa onore che tu voglia lottare per lei… ma non lasciare che lei diventi il tuo chiodo fisso. Il mondo, il liceo è pieno di ragazze, non c’è solo lei al mondo” mi dice.
“Ma io voglio solo lei….” gli dico.
“Per ora dici così… ma quando supererai la delusione cambierai idea… secondo me hai già fatto una conquista!... Hai visto come ti guarda Raquel?” mi chiede.
“Raquel? La compagna di Cami e Isa? Ma zio… è troppo piccola per me! Ha l’età di mia sorella! Gioca ancora con le bambole!”
“Dodo, anche io dicevo così, alla tua età delle ragazzine più piccole, ma non è affatto così. Anche se dirti queste cose mi procura un bruciore allo stomaco, perché ho una figlia di quell’età, non lascirti prendere dal pregiudizio… potresti pentirtene. Magari non ora… ma un giorno potresti farlo! Quindi comportati bene!”
“Va bene. Tanto a me Raquel non piace. Io voglio solo Rocio…”
“E allora prova ad invitarla a uscire e con calma le dai spiegazioni del tuo comportamento e le chiedi cosa prova davvero!”
“Fosse facile….”
“Dodo, niente nella vita è facile!” mi dice mio zio.
Abbasso la testa verso il pavimento. Sono troppo nei casini. Sono in punizione, prima che possa invitarla passeranno settimane e inoltre nel frattempo lei continuerà ad uscire con Josè! Ho davvero combinato un pasticcio.
“Comunque volevo parlarti anche di un’altra cosa” gli dico.
“Di cosa?” mi chiede.
“Volevo tornare ad abitare con la mamma. Io e lei abbiamo parlato e ci siamo chiariti sulla questione di Calderon. Adesso io vorrei tornare a stare a casa ma non so come possa prenderla mio padre!”gli dico.
“Parlagli… vedrai che ne sarà felice! Ha sempre voluto che ti riconciliassi con tua madre…”
“Si” lo interrompo “lo so. Però mi ha anche raccontato del nonno… insomma del fatto che la nonna è tornata dicendo che il nonno ha un’amante!” gli racconto. “Sono stato io a chiedergli di non trattarmi da bambino piccolo e di dirmi la verità. E lui me l’ha detta. Io non riesco a credere che il nonno abbia una storia con un’altra… tu cosa pensi zio?”gli chiedo.
Lo vedo rigirarsi il bicchiere di whisky tra le mani.
“Non so cosa dirti Dodo. Non sono ancora riuscito a parlare con mio padre. La nonna dice che lei è sicura che questa Victoria Smith sia l’amante del nonno. Io non riesco a crederci! Mio padre è sempre stato così irreprensibile! Nemmeno tua madre è riuscita a parlare con lui. Forse non sa cosa dirci. A me ha detto solo che ne avremmo parlato di presenza. Forse questo significa che verrà qui per chiarire…me lo auguro!” mi dice.
“Ti capisco zio. Anche mio padre cerca di essere irreprensibile come dici tu… mi sono comportato male con lui. Non capivo perché non voleva lasciare la mamma… adesso lo capisco un po’ di più ma non so cosa fare… se torno a stare dalla mamma, lui rimane solo. Io vorrei stare con la mamma perché l’ho trattata molto male e vorrei farle capire che mi dispiace, ma non posso stare con la nonna!! A volte la nonna è davvero pesante!”
“Lo so Dodo, lo so. Quanto a tuo padre e tua madre, penso che loro siano i primi a capirti e se vuoi stare con Camila, vedrai che tuo padre non avrà nulla da ridire. Quanto al fatto che lui rimanga solo… non succederà se vai spesso a trovarlo. Sai bene che i tuoi genitori hanno bisogno di risolvere da soli i loro problemi” mi dice.
“Io… molto spesso faccio finta di niente, ma lo so che mio padre sta soffrendo per mia madre…”
“Dodo… tu sei molto sensibile….e questo ti fa onore. Ma cerca di non metterti in mezzo. Loro ti vorranno per sempre bene, ma devono essere liberi di risolvere i loro problemi. Tu magari ancora non lo capisci… ma non è facile stare con un’altra persona, soprattutto se questa persona ti ha ferito” dice.
“Inizio a capirlo!” gli dico.
“Stai crescendo…. Io vorrei che tu fossi più spensierato. Hai sedici anni. Devi vivere la tua età…!”
“Zio…?”
“Si..”
“Hai litigato con la zia per via di quello che c’era scritto in quella rivista?” gli chiedo.
“Dodo! Ti ho appena detto che devi vivere la tua età spensierato e mi fai una domanda del genere?”
“E’ che ho visto che stasera a cena non eravate come sempre…”
“Si Dodo, abbiamo avuto una discussione, ma non preoccuparti. Non è la prima volta che litigo con Betty. Anche noi troveremo un modo per fare pace” mi risponde.
“Io non lo so perché va tutto male in questo periodo…però ti prego… se vi lasciate anche tu e la zia, non crederò mai più che l’amore esiste e non mi sposerò mai!!” gli dico.
“Vedrai che non ci lasceremo” mi dice dandomi un pacca sulla spalla. “Vedrai che tutto si sistema. Dobbiamo solo resistere quando sembra che tutto stia per andare a rotoli!”

 

***

Sono nella mia solita stanza quando entra Cami.
“Cami, ho sonno, voglio dormire!”le dico.
“Ti sei accorto che i miei genitori non si parlano?” mi chiede.
E’ un po’ difficile negare data la freddezza che c’era stasera tra i due.
“Va avanti così da tre giorni. Quando sono in casa si parlano a stento. So che qualcosa  è successao tra di loro domenica, quando abbiamo trascorso tutta la giornata con voi. Ma non so cosa!” mi dice.
“Tuo padre mi ha detto che non hanno litigato, hanno solo avuto una discussione…”
“Alla faccia…. Hanno solo discusso e non si parlano! Mia madre mi ha detto che quanto c’è scritto in quella rivista, è una cosa vecchia, che non ha importanza, però io credo che ce l’abbia!”
“Cami… in quella rivista c’è scritto che tanti anni fa tua madre era molto brutta e che per questo quel tipo ha fatto una scommessa con i suoi amici dicendo che sarebbe riuscita a conquistarla. Ci è riuscito e l’ha lasciata!”
“Lo so. Ho letto anche io un pezzo di quella rivista, anche se loro non lo sanno. Non capisco perché mio padre non faccia niente contro quel degenerato!”
“Che ne sai che non sta facendo niente?”le chiedo
“Boh… forse hanno litigato per questo!” mi dice.
“Tuo padre ha detto che faranno pace, di stare tranquilli!” affermo.
“Certo come no! Tanto non sei tu che stai con due genitori che si parlano a stento!”
“Cami! I miei sono direttamente separati…. E se si parlano senza tirarsi dietro niente è già un miracolo!!” le dico. “Comunque io credo a tuo padre. E se dice che tutto si aggiusta vedrai che sarà così!”
“Vorrei avere la tua fiducia!” mi dice alzandosi per andare via.
“Cami…” la chiamo mentre sta per aprire la porta. “Posso chiederti una cosa?” le dico.
“Dimmi!”mi risponde.
“Sai se io piaccio a Raquel ???” le chiedo.
“Ehm… non so se posso dirtelo….” dice.
Io sono tuo cugino, non puoi tradirmi in questo modo…”
“E va bene… si è presa una cotta per te! Ma se le dici che te l’ho detto vado da tua madre e le confesso che a rompere il vaso cinese dello studio del nonno, quello per cui la nonna ha fatto un dramma sei stato tu che giocavi a pallone in casa anche se non potevi… vedrai che punizione ti daranno!!” mi dice e poi va via!
E’ così Raquel ha una cotta per me… penso che in fondo mio zio abbia ragione. Il mondo, anzi il liceo è pieno di ragazze!

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Capitolo 21
*** Marcela ***


Non credevo che mi sarei così entusiasmata a questo progetto! Invece la ristrutturazione della caffetteria mi  sta appassionando tantissimo. E’ come se improvvisamente i miei studi di architettura e design servissero per davvero a qualcosa.  Anche se in tutti questi anni ho sempre lavorato e anche con successo, soltanto questo lavoro mi sta facendo sentire viva. Ammetto che non avrei mai creduto possibile che questo lavoro, in questa azienda mi facesse stare bene.  Adesso sono in caffetteria, o meglio nel cantiere della caffetteria, dove ho fatto abbattere un muro per allargare la sala… sono solo le nove del mattino ma non riuscivo a stare a casa, sapendo che qui gli operai stavano facendo i lavori.
Vengo raggiunta da una fastidiosissima voce alle mie spalle.
“Cosa ci fai lei qui?” mi chiede Corrado Traversi.
“Questo dovrei chiederglielo io, dal momento che la cucina è fuori uso! E inoltre le ricordo che io sono una proprietaria e azionista di questa azienda, quindi non deve proprio stupirsi se mi vede qui!” gli dico.
“Ma lei è sempre così al risveglio? Possibile che grugnisce sempre? C’è qualcuno con cui ha un comportamento normale?” mi chiede.
“Che cosaaa??? Io grugnisco? Ma come si permette!” gli dico quasi urlando. “Io non grugnisco affatto. È lei che fa uscire il peggio di me! È un essere così presuntuoso! Sarà anche un grande chef, ma sappia che non  l’unico sulla faccia della terra!!!”
“E cosa vuole fare licenziarmi?” mi provoca.
“Si! Posso farlo lo sa?”
“Lei non mi ha fatto dall’inizio una buona impressione. È presuntuosa e saccente. Crede che tutti debbano cadere i suoi piedi! Non creda che per il solo fatto che Armando Mendoza l’ha lasciata a due passi dall’altare può trattare tutti come vuole!”
“E lei non creda che può farlo perché sua moglie è morta! Lei è davvero un maleducato, uno zotico. E adesso se ne vada! Ringrazi che non la licenzio perché è amico di Alberto! Ma non si faccia più vedere fino a quando non sono finiti i lavori!”
“Spero proprio di non vederla mai più. Mi avvisi quando non metterà mai più piede qui dentro!” mi urla.
Solo in quel momento mi rendo conto che le nostre urla hanno richiamato molte persone e alcune sono intorno a noi. Tra queste ci sono Betty e Sandra.
“Marcela, possiamo parlare?” mi chiede Betty.
“Certamente!” le rispondo.
Visto che al momento non ho uno studio mi dirigo nel suo.
“Cosa sta succedendo tra te e Corrado?” mi chiede.
“Non sta succedendo nulla. Quell’uomo non mi sopporta, solo perché un giorno sono andata a sbattergli contro!”
“Tutto qui?” mi chiede lei.
“Si tutto qui!” le dico. “Lui non mi sopporta… e io non lo sopporto ma non gli ho fatto niente di niente.”
“Non capisco, in genere Corrado è una persona così amabile!” mi dice lei.
“Amabile lo sarà con te Betty!” le dico. “Con me non lo è mai stato e sinceramente nemmeno mi interessa che lo sia! Voglio solo che mi rispetti!”
“Proverò a parlargli e vedrai che le cose miglioreranno!” mi dice.
Bussano alla porta del suo ufficio e si affaccia Hugo che entra e si siede di fronte a me.
“Allora Marce, com’è andato il tuo incontro con Kennet?”
“Volete parlare da soli?” chiede Betty. “Io vado in vicepresidenza!”
“No Betty, non c’è bisogno che tu vada via. Puoi pure ascoltare. Non c’è poi molto da dire!” gli dico. “Kennet è sicuramente una brava persona ma non è il mio tipo, troppo tranquillo! Non credo che usciremo nuovamente insieme!”
“E ci credo… tu eri abituata con quell’energumeno di Armando Mendoza” mi dice Hugo, senza rendersi conto che magari Betty potrebbe non apprezzare questa sua uscita del tutto fuori luogo.
Lo fulmino con gli occhi.
“Oops. Mi scusi Betty” le dice. “Non volevo offenderla o sollevare questioni passate!”
“Non si scusi Hugo!” gli risponde lei. “In effetti concordo con quanto ha detto, dimenticare un uomo come Armando non è facile!”
“Per carità!” li interrompo io. “Armando non c’entra proprio niente! Sono io che probabilmente non sono pronta ad avere una storia con nessuno! Non dimenticatevi che solo pochi mesi fa ho scoperto che il padre di mio figlio, del quale ero innamorata, aveva una doppia vita. Probabilmente il mio destino è quello di restare da sola!”
“Marcela, non dire così! Non è affatto vero!” mi dice Betty. “Per tanto tempo anche io l’ho pensato di me stessa e mi sbagliavo! Vedrai che anche per te sarà così!”
“A proposito di questo… posso chiederle una cosa Betty?” le domanda Hugo.
“Mi dica” gli risponde lei.
“Scusate….” li interrompo io. “Non vi sembra assurdo che nonostante lavoriate insieme da più di quindici anni vi diate ancora del lei?”
“Io purtroppo non riesco a fare altrimenti” mi dice Betty.
“Comunque” interviene Hugo rivolgendosi a Betty “quanto tempo deve passare prima che lei si tolga questa aria afflitta che la avvolge da quando quell’idiota del suo ex ha parlato a quella rivista da quattro soldi?”
“Eh?” gli chiede lei.
“Si guardi Betty. Adesso è uno schianto. Non voglio negare che il merito sia anche e soprattutto mio e di Stefan Castro, ma non è più la donna che era una volta. Adesso è diversa. Lo dimostra il fatto che sia nella stessa stanza con me e Marcela Valencia e che stiamo chiacchierando amabilmente! Com’è possibile che questo accada nonostante tutto quello che siamo stati capaci di dirle e di farle nel tempo e lei non sia in grado di mettere a tacere quella mostruoisità del suo ex? Soprattutto come è possibile considerando che è stata in grado di perdonare e di sposare Armando Mendoza, l’uomo più pazzo che conosco e con cui vive da quindici anni?!!”
Vedo che Betty è un po’ turbata da quanto Hugo le ha appena detto. Non posso credere che sia stato capace di tanto. Ma in fin dei conti ha ragione. Ha superato prove ben più dure di questa, anche se immagino che ritrovarsi un ex in copertina che spiattella i tuoi fatti privati in quel modo non sia proprio il massimo.
“Non so se possiate capirmi! Non credo. Non dimenticherò mai la riunione che abbiamo fatto dopo che assunsi la presidenza, quando vi proposi la strategia di vendita per salvare l’Ecomoda. Lei Hugo, non mi riteneva in grado di capire la moda, sostenendo che ero un mostro trasformato e tu Marcela avevi il terrore che volessi fare di tutto per allontanarti da Armando! Quel giorno, ho capito che non vi avrei permesso di usarmi ancora come avevate fatto fino a quel momento. Ma il vostro atteggiamento era niente perché un uomo per la seconda volta nella mia vita aveva già distrutto i miei sogni. Armando.
Il primo è stato Miguel… io ero ben consapevole di essere un mostro. E le vostre occhiate me lo hanno confermato ogni giorno in cui ho lavorato qui con voi, ma nessuno di voi due ha distrutto i miei sogni così come ha fatto Miguel. Lui ha fatto una scommessa su di me… mentre io mi innamoravo di lui. Nessuno di voi può davvero capire cosa si prova ad essere usati. Quello che mi ferisce di più è il fatto che lui non ha nemmeno il rimorso per averlo fatto! Quindi si, è più facile stare qui con voi che andare a prenderlo a sberle!”
“Betty… io ti capisco benissimo invece” le dico. “Anche io avrei voluto farlo con Armando, perché in fin dei conti Armando ha usato anche me. Molto prima del tuo arrivo. Io ero solo un voto per lui. Il voto che gli avrebbe permesso di fare il presidente. Io e lui abbiamo parlato molte volte di questo e anche con sufficiente freddezza, ma ciò non toglie che lui mi abbia usata. Ha distrutto la mia vita. Se non mi amava più avrebbe dovuto dirmelo, ma non l’ha fatto. Quindi io ti capisco in un certo senso.”
“E vuole permettere che quell’idiota di Miguel comediavolosichiama le rovini la vita e la reputazione?” le chiede Hugo.
“Non so ancora cosa farò. L’unica cosa che mi interessa in questo momento è guidare al meglio l’Ecomoda” ci dice lei.
“Betty, per quello che può servire, vorrei davvero che fossimo amiche” le dico.
“Grazie Marcela. Anche io!”

 

***

 

Vado con Hugo in atelier. Chiacchieriamo del più e del meno quando veniamo raggiunti da Luz Costa. Luz Costa Mora, rammento a me stessa. Lei è la moglie di Nicolas Mora adesso! È davvero una bella donna.
Ed è una stilista molto brava. Sono certa che la collezione per bambini sarà un successo.
“Hugo” chiedo rivolta al mio amico “hai già trovato una sostituta per Inesita?”
“La sto cercando, ma sai che i miei standard sono piuttosto alti e che il mercato offre ben poco!” mi dice lui! Proprio in quel momento suona il telefono.
“Ok, ok, la faccia salire!” sento Hugo dire. Poi si rivolge verso di me.
“Patrizia Fernandez  è qui! Dice che vuole salutarmi!”
“Non posso crederci! Anche lei è qui… non la vedo da almeno dieci anni!” esclamo felice io di rivedere la mia amica.
Quando entra in atelier c’è un attimo di imbarazzo tra lei e Luz Costa visto che probabilmente sa benissimo che Patty era la donna di cui era innamorato Nicolas.
Dopo essersi presentate Luz esce dall’atelier dicendo con un po’ di troppa enfasi secondo me, che va nell’ufficio del marito.
Io, Patrizia e Hugo ci aggiorniamo delle nostre vite durante tutti gli anni che non ci siamo visti, quando improvvisamente si spalanca la porta dell’atelier ed un furioso Corrado Traversi entra cercandomi.
“Illustrissima dottoressa Valencia… come si è permessa?”
“Come mi sono permessa di cosa?” gli chiedo. “Come sempre dimostra di essere il solito maleducato. Di solito è buona educazione bussare prima di entrare in una stanza!”
“Lei ha parlato male di me alla dottoressa Pinzon!” mi dice.
“Non è affatto vero! È lei che parla male di se stesso con i suoi comportamenti!” gli dico. “Mi lasci in pace, se non vuole che la licenzi!” gli dico.
“Non finisce qui dottoressa Valencia. Si ricordi che ha promesso di sparire una volta che i lavori di ristrutturazione saranno finiti!!” mi dice uscendo come un uragano.
“Marceeeee” mi dice Patrizia “ma chi è quell’uomo?? È uno schianto!”
“Lo so” dice sospirando Hugo.
“Cosa ci troviate di bello non saprei!!” gli dico io. “Non faccio altro che litigarci! Non so nemmeno perché!”
“In effetti mai viste tante scintille tra un uomo e una donna… e apparentemente senza motivo” mi dice Hugo.
“Non è che ti piace?” mi chiede Patrizia.
“Patty, cosa ti viene in mente!” le dico io piuttosto contrariata! “Assolutamente no!”
“Ma ne sei sicura? A quale donna non piacerebbe un uomo simile? Alto, moro, rude…” mi dice Patrizia
“… maleducato, presuntuoso, egocentrico” concludo io. “No grazie Patty, di pazzi ne ho già visti abbastanza! L’unico uomo che sono destinata ad amare è Julian! Mio figlio!” le dico.

 

***

 

Alcuni giorni dopo…
Sono venuta in Ecomoda per controllare come procedano i lavori. Vanno avanti abbastanza spediti e devo dire che sono molto soddisfatta del mio progetto. Spero solo di non incontrare quell’antipatico di Corrado Traversi.
In questi giorni non si è fatto vedere e ne sono molto felice. Così ho potuto lavorare in pace. D’altronde cosa avrebbe dovuto fare qui in Ecomoda se la cucina è fuori uso?
Entro nella sala riunioni, che è diventato il mio quartier generale dal momento che non ho un ufficio tutto per me.
Sento delle risate provenire dallo studio di Betty. Dalla voce riconosco immediatamente anche il suo interlocutore. Quello chef odioso. Sento Betty ridere di gusto, ma non mi azzardo ad aprire la porta. Non vorrei mai farmi beccare, ma la curiosità mi sta facendo impazzire.
Sento Betty che gli dice “Vedrai che non ci sarà alcun problema, avremo la villa a disposizione?”
La villa a disposizione? A disposizione per cosa? La mia mente corre veloce. Non posso crederci, deve esserci una spiegazione logica a questa affermazione!
“Corrado, il tuo pranzo è come sempre eccellente. Così ci vizierai e io non riuscirò più ad entrare nei miei vestiti!!” sento Betty dirgli.
Insomma, sto ascoltando Betty flirtare con quello chef??? Come può fare una cosa del genere ad Armando??
Ma no cosa dico, cosa vado a pensare… Betty che tradisce Armando… impossibile. Come mi viene nella testa. Assolutamente no… e se invece fosse così? E  a me che importa?
In realtà in questi giorni in cui ho rivisto un po’ tutti e in cui io e lei abbiamo deciso di essere amiche, mi è parso di capire che tra di loro vada tutto bene. Nessuno mi ha raccontato di eventuali problemi matrimoniali. L’unico problema che hanno avuto è stato mio fratello, Daniele Valencia!
No, no, sono paranoica. Betty non sta tradendo Armando con Corrado Traversi! Meglio che vada a vedere lo stato dei lavori!

 

Quando entro nel cantiere per poco non mi viene un infarto! È crollata la parete della cucina! Non posso crederci.
Chiamo immediatamente a rapporto il capocantiere il quale mi dice che la parete è crollata da sola, nessuno l’ha toccata. Probabilmente non era molto stabile e a causa delle vibrazioni si è spaccata e poi si è distrutta. L’ingegnere che segue i lavori ha già fatto tutto per poterla rimettere in piedi.
“Cosa sta succedendo qui dentro? Perché manca una parete?” sento la voce di Corrado fare questa domanda.
“Marcela, cosa è successo?” mi chiede Betty.
Spiego brevemente l’accaduto e quando Betty rassicurata dal fatto che il danno non sia così grave va via, tiro un sospiro di sollievo.
“Meno male che ho fatto portare tutte le attrezzature al sicuro!” mi dice Corrado. “Lo sapevo che avresti combinato un disastro!”
Quasi senza rendermene conto gli giro uno schiaffo davanti a tutti!
“Adesso basta, non sono più disposta a tollerare la sua mancanza di rispetto nei miei confronti! La caduta della parete non era prevedibile, e non sono io che mi occupo della stabilità della struttura intesi?”
“E allora cosa ci sta a fare qui?” mi domanda.
“E’ come se io la accusassi di non saper coltivare i pomodori che poi le serviranno per la salsa! Come se lei potesse occuparsi anche di questo! Ha capito? Io non c’entro! E non si preoccupi, le sue preziose attrezzature sono al sicuro. Nessuno gliele tocca!” gli dico e mi avvio all’uscita della sala.
Sento che mi prende per un braccio e mi trascina con sè.
“Cosa sta facendo?” gli chiedo.
“Penso che dovremmo parlare una volta per tutte e chiarirci definitivamente io e lei” mi dice.
“Non abbiamo nulla da dirci” gli dico io. “Una volta finito il lavoro non la rivedrò mai più!”
“Mi sembra impossibile dal momento che lei è la proprietaria di questa azienda e io lavorerò qui tutti i giorni!” mi risponde.
“Non si preoccupi, se mai avrò fame andrò a mangiare in un altro ristorante!” gli dico.
“Così non assaggerà mai le mie deliziose prelibatezze!” mi risponde lui.
“Credo che lei abbia un ego ipertrofico lo sa?”
“Mai quanto il suo… !” mi dice lui.
“Si tolga dai piedi… ho già sopportato abbastanza da lei in questi ultimi giorni!”
Invece di spostarsi e andare via mi prende tra le braccia e mi bacia. Per tutta risposta, gli do un morso sul labbro inferiore e non appena mi lascia andare anche uno schiaffo!
Corro a cercare rifugio nel bagno delle donne. Oddio, il mio cuore è in tumulto. Ho i battiti a mille, non mi capitava da secoli. Probabilmente da quando mi sono innamorata di Armando a quattordici anni.
Armando! Ecco chi può aiutarmi. Senza rendermene conto prendo il cellulare e gli invio un messaggio in cui gli dico che vorrei che licenziassimo Corrado Traversi, e che lui dovrebbe essere dalla mia parte perché questo chef passa molto tempo con Betty, forse troppo.
È vero mi sento viva come non mi succedeva da tempo, ma se quell’uomo pensa di averla vinta con me si sbaglia di grosso!!

In quel momento Betty entra nel bagno delle donne.
“Marcela, ti ho cercato dappertutto? Stai bene?”
“Si” le dico. “Ho solamente litigato di nuovo con Corrado Traversi!”
“Ancora?” mi chiede lei.
“Si, come mai mi cercavi?” le chiedo.
“Alla reception c’è un certo architetto Antonio Martelli che chiede di parlare con te!”
Improvvisamente sbianco in volto. Betty se ne accorge e viene in mio soccorso.
“Marcela tutto bene?” mi chiede nuovamente.
Serro i pugni e digrigno i denti.
“Mi pare di capire che non vuoi vedere questo signore… allora dico a Mariana che non puoi riceverlo!” mi dice e fa come per uscire.
“No Betty” la fermo io prendendola per un braccio. “Antonio Martinelli è il padre di Julian! Non posso non incontrarlo! Non mollerà fino a quando non ci vedremo!” le dico.
Nel frattempo mi domando, cosa vuole da me il padre di mio figlio se sono cinque mesi che non ci vediamo o sentiamo? Mesi in cui si è dimenticato di avere un figlio!

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Capitolo 22
*** Nicolas ***


“Non posso crederci Nicolas!” mi sta dicendo Betty, mentre nel mio ufficio le racconto del mio incontro con Patrizia Fernandez. 
Ieri sera di ritorno dalla festa non ho detto niente a Luz. 
Non saprei come spiegarle il ritorno di Patty nella mia vita, con delle pretese a dir poco assurde e considerando anche le minacce del marito sono pienamente convinto che la cosa migliore da fare sia quella di non permettere che effettivamente Patrizia possa di nuovo rivoluzionarmi la vita. 
D’altronde quando io ero davvero innamorato di lei e lo sono stato per tanto tempo, lei non mi ha mai voluto se non per il mio denaro. Perché questa volta dovrebbe essere diverso?
“Si Betty! Suo marito mi ha detto che lui la tradisce e lei ha iniziato a rimpiangere me. Mi ha proprio detto che se lui perde l’incarico di Procuratore distrettuale per colpa di uno scandalo in cui siamo coinvolti io e Patrizia me la farà pagare. Io però non voglio affatto essere coinvolto in uno scandalo con Patrizia!!”
“Ma insomma cosa vogliono da te?” mi chiede la mia amica.
“Non lo so. Da quando ho incontrato Luz, ho dimenticato Patrizia Fernandez! Lei non fa più parte della mia vita, è definitivamente fuori. Se penso a lei, penso solo a quanto mi abbia fatto soffrire con il suo comportamento. Lei non mi ha mai accettato. Voleva solo il mio denaro e per quel che mi riguarda può andare all’inferno!” dico agitato.
“Calmati Nicolas!” mi dice Betty. “Sai benissimo che non sei solo. Certo sei in un bel problema. Io ti direi di parlarle con Luz.  Non puoi nasconderle una cosa simile. È tua moglie. Se deve combattere al tuo fianco, è necessario che sappia contro chi deve combattere. Non penso che il marito di Patrizia possa concretizzare le sue minacce contro di te, se tu non avrai niente a che fare con lei. Vedrai che alla fine andrà via!”
“Lo spero Betty. Voglio andare avanti. Ho iniziato una nuova vita, e Patrizia ne è fuori!”
Quando Betty va in presidenza vado alla ricerca di Luz. È in atelier e sta disegnando. Le chiedo di uscire un attimo con me perché devo parlarle.  Lei mi segue senza fare storie.
“Cosa c’è Nicolas?” mi chiede quando siamo fuori dall’Ecomoda, in un piccolo spazio verde poco distante dall’azienda.  Ci sediamo su una panchina.
“Devo dirti una cosa che non ti piacerà Luz, riguarda ieri sera” le dico. La vedo preoccuparsi.
“Cosa è successo ieri sera?” mi chiede. Dall’espressione della sua faccia immagino che lei stia pensando al peggio.
“Come ben sai” le dico “ieri sera sono andato a quel party, senza di te. Bene a quella festa c’era … “ non so nemmeno se riesco a dirlo, “c’era Patrizia Fernandez.”
“Patrizia Fernandez la tua ex?” mi chiede.
“Si, lei…”
“E mi vuoi dire che è successo qualcosa tra di voi? Sai bene che io non ti perdonerei mai se tu mi tradissi…” inizia.
“Calmati Luz, non è successo niente di tutto questo.” Le racconto tutto quello che mi ha detto Patrizia e le minacce del marito.
“Io non c’entro niente” le dico. “In tutto questo tempo io non l’ho mai più sentita. Non l’ho contattata. Da quando ho conosciuto te non ho nemmeno pensato a lei. Non mi interessa proprio più.”
“E allora cosa vuole da te?” mi chiede.
“Non lo so, proprio non lo so. Da quello che ho capito, mi è sembrata molto insoddisfatta della sua vita matrimoniale e cercava comprensione o consolazione, non saprei.”
“E tu?”
“Io niente. L’ho ascoltata e basta. Non mi interessava quello che aveva da dire. Sono rimasto fino a quando non ho potuto parlare con suo cognato e poi sono andato via. Non mi interessa quello che lei ha da dirmi. Tutto quello che doveva dirmi me l’ha detto quindici anni fa! Sono stato davvero uno stupido a pensare che tra di noi potesse esserci una storia!”
“E lo rimpiangi? Ascolta Nicolas, è vero che io non ho mai voluto sapere quasi niente di lei e della vostra storia, ma ora è diverso. Siamo sposati.”
“Appunto! Sono sposato con te, se fossi stato ancora innamorato di lei non ti avrei mai sposata” le dico. “Non voglio litigare con te Luz” aggiungo. “Voglio solo che tu sappia come stanno le cose.”
“OK…. È che io non avrei mai immaginato di sposarmi e di trovarmi in una situazione del genere. Ho sempre pensato che il matrimonio e la famiglia non facessero per me. Non riesco a non pensare al peggio. Anche se fosse vero che questa donna non conti più niente per te, è evidente che tu conti qualcosa per lei. E non so cosa fare al riguardo. Non voglio fare la fine di mia madre. Questo è certo.”
“Tesoro” le dico prendendole la mano “Patrizia non conta niente per me. Non conta quanto te. Voglio che su questo tu abbia la più assoluta certezza. E neanche voglio lasciarti per lei o per un’altra donna. Non so quali siano i tormenti di Patrizia, ma sono i suoi. Non i miei e non vogliono che diventino i nostri.”
“Nicolas…” mi chiama.
“Si.”
“Giurami che non  mi nasconderai mai niente riguardo a questa donna!”
“Te lo giuro!”

 

***

Alcuni giorni dopo
Luz entra come una furia nel mio ufficio e io non ne capisco il motivo.
“Patrizia Fernandez è qui in azienda!” mi dice. “ E’ venuta a fare una visita a Marcela Valencia. Perché non mi avevi detto che fosse così bella?” mi chiede.
“Calmati Luz innanzitutto” le dico abbracciandola. “E’ vero, è molto bella. Ma tu non sei da meno. E con una differenza fondamentale. Patrizia è bella e basta. Invece tu oltre ad avere un bellissimo viso e un corpo favoloso hai anche un bellissimo cuore. Nonostante tutto quello che hai dovuto passare” le dico baciandola.
“Scusami” mi dice. “E’ che la rabbia ha offuscato la mia mente! Questa donna starà qui in Colombia? Ma non doveva andare in America col marito?” mi chiede.
“Non saprei. Comunque non sono problemi nostri. Per me lei può stare dove vuole. Non mi cambia la vita!”
“Non so se potrei accettare che lei ti giri intorno così tranquillamente. Quando ci hanno presentate, ho avuto l’impressione che mi scrutasse troppo. Come se dovesse uscirmi fumo dalle orecchie!”
“Questo è tipico di Patrizia. Lei non guarda mai le persone senza chiedersi cosa possa guadagnarci. Non so proprio cosa ci vedessi in lei! Per fortuna Betty ha evitato che facessi qualche sciocchezza di troppo!” le dico.
“Nicolas… non voglio fare la moglie paranoica… ma sei sicuro che lei non voglia qualcosa da te? Che motivo avrebbe avuto di invitarti alla festa del suo cognato super intellettuale, che senso avrebbe venire qui in Ecomoda se non vuole qualcosa da te?”
“Mi ha detto solo che le cose non erano come sembravano nella sua vita. Poi parlando col marito ho capito che hanno dei problemi, ma io non posso farci proprio niente. Non intendo farmi mettere in mezzo. Per fortuna nei giorni che è stata qui non mi ha nemmeno cercato. Quindi probabilmente ha capito che io non voglio avere niente a che fare con lei ad esclusione di quando sarò costretto a vederla in pubbliche occasioni.”
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo” le dico.
“Perché non è stato facile per te dimenticarla?”
“Bella domanda. All’inizio mi sono innamorato di lei come ci si innamora di un sogno irrealizzabile. Ho fatto tante stupidaggini. Lei si vergognava di me, ma aveva bisogno di denaro e io la amavo. Il suo stato di bisogno mi faceva tenerezza e inoltre tutti la prendevano in giro facendola passare come una che non avrebbe esitato a usare il suo corpo per trovare un riccone che la mantenesse. Ma io la amavo e non riuscivo ad accettare che fosse questo, quello che lei voleva. Infatti la difendevo dalle battute di Daniele Valencia. Però poi mi sono reso conto che lei non mi voleva. Era il suo bisogno di denaro a spingerla a uscire con me. Non credo che sia mai stata minimamente interessata a me, alla mia persona. Al mio mondo. Non riuscivo a scordarla… perché sai quando ti fai quella domanda ossessivamente … ‘perché non le vado bene?’ … poi un giorno ho incontrato te ed è cambiato tutto!”
“Lo so. A volte, quando ti guardo” mi dice “ho l’impressione che nemmeno tu sia consapevole di quanto tu sia geniale. Di quanto dietro il tuo considerarti strano si nasconde una persona sensibile e originale!E sono convinta che anche quella donna l’abbia capito!” mi dice.
“Per me l’importante è che lo abbia capito tu, che mi abbia sposato e che possiamo costruire insieme il nostro futuro!” le dico.
Luz viene a sedersi sulle mie gambe. “Andiamo a pranzo assieme?” mi chiede.
“Non posso!” le dico. “Devo andare a pranzo con Armando Mendoza!”
“Con Armando Mendoza? È un pranzo di lavoro?” mi chiede.
“No. Mi ha chiesto se ci vedevamo perché doveva parlarmi. E secondo me l’argomento è Betty e lo scandalo sul giornale!”
“Ti adoro quando prendi così a cuore la vita dei tuoi amici!” mi dice mia moglie. La attiro tra le mie braccia e la bacio. Sono felice di me stesso. Perché nonostante sappia che di là c’è Patrizia Fernandez, non sono agitato e non temo di vederla. È la dimostrazione del fatto che lei è per me un capitolo chiuso.

 

***

 
“Cosa devo fare Nicolas? Non lo so più!” dice Armando.
“Devi aspettare. Aspettare che le passi” rispondo al mio amico.
“Non puoi essere serio!”
“Invece lo sono. Sono serissimo!”
Sono a pranzo con Armando e come immaginavo, voleva parlarmi di Betty. Non sta vivendo una situazione facile.
“Non posso credere che lei non te ne abbia parlato!” mi dice.
“Non me ne ha parlato, ma se anche l’avesse fatto non lo direi a te, scusami eh Armando!” gli rispondo.
“Certo… figuriamoci! In fondo io chi sono? Un estraneo ormai….!”
“Non sei un estraneo, Armando. Ma tu pensi che davvero Betty poteva parlarne con me? Come se io non sapessi cosa significa il ritorno di Miguel per lei? Io c’ero quando quell’idiota ha fatto quella scommessa. C’ero quando le hanno spezzato il cuore. C’ero anche quando lo hai fatto tu, credi davvero che lei abbia bisogno di dirmi cosa prova?? Perché lo so!”
“Nicolas… mettiti nei miei panni… so già che non smetterò mai di pagare per quello che ho fatto, però non posso neanche restare con le mani in mano mentre questo cretino distrugge mia moglie! Lei non mi parla! Come posso aiutarla, se non mi parla?”
“In parte ti capisco amico mio. Però per Betty e anche per me è difficile spiegare l’infanzia che abbiamo passato. Quando crescevamo Betty era considerata la più brutta del quartiere e io il più strano. Alla fine lei è arrivata a sorridere di se stessa, tuttavia queste cose segnano.  Se la conosco, lei in questo momento, è ricaduta nella trappola di considerarsi bruttissima e che tutti la considerino così. E poi ci sei tu….”
“Io? Io che?”
“Tu. Lei si sforza di perdonarti  per aver considerato che proprio perché non era uno schianto tu ti sia sentito autorizzato a farle quello che le hai fatto.”
“Dio mio, questo errore mi perseguiterà a vita! Quindi tu pensi che lei non mi creda quando le dico che mi sono innamorato di lei a prescindere da tutto?”
“No, io penso che lei ti creda. Solo che per lei è difficile accettare tutto e superarlo definitivamente. È come se fosse ogni volta sottoposta a questa dura prova… e lei si sente sempre in difetto. Ma è naturale che lo sia perché molto spesso lo sono anche io. A prescindere dalla considerazione che puoi avere di te stesso, quando tutti continuano a dirti che sei brutto o che non vali niente, alla fine ti condizionano.”
“Non posso credere che Betty sia condizionata da una cosa del genere.”
“Magari non lo è più adesso, ma il ricordo delle sofferenze patite per questo non si dimentica. Te lo porti dentro. Non è facile da smaltire.”
“E quindi io cosa devo fare? Te lo ripeto per la trentesima volta Nicolas. Cosa devo fare?”
“Devi aspettare che le passi. Armando sei sposato da quasi quindici anni con lei e ancora non la conosci?”
“Credevo di conoscerla. Adesso mi sto convincendo che dentro di lei convivano più Betty, diverse le une dalle altre!”

 

***

 

“Patrizia cosa ci fai qui?” le chiedo piuttosto sorpreso. Il mio editore mi ha chiamato per invitarmi ad una cena con Spencer Martin Walker in uno dei più lussuosi locali di Bogotà.
“Ti ho invitato io a venire qui… non il tuo editore.”
“Ma se ho parlato con la sua segretaria….”
“Appunto, la sua segretaria è mia amica e mi ha fatto questo favore…”
“Ed io la farò licenziare!”
“No, non lo farai…”
Mi alzo dal tavolo al quale sono seduto. “Bene, allora me ne vado… tu ed io non abbiamo nulla da dirci.”
“Nicolas, non andare via…ti prego! Se una volta il tuo interesse per me era sincero, non andare via!”
Non so nemmeno io perché mi risiedo, ma è qualcosa nel tono della sua voce che mi turba. Non l’ho mai sentita così.
“Grazie” mi dice, non appena mi siedo.
“Come sai, sicuramente” comincio “alla festa di dieci giorni fa, tuo marito mi ha detto che se perde il suo ruolo di Procuratore distrettuale per colpa di uno scandalo causato da te e da me, me la fa pagare. Ora, io non sono un tipo che si ferma davanti ad una minaccia del genere, ma non vedo nessun motivo per sottovalutarlo. Tra l’altro, non ho nessun motivo per creare uno scandalo!”
“Mio marito è un idiota!” mi dice.
“Davvero?”
“Si. Mi riempie di corna da sempre.”
“Non è un mio problema questo Patty!” le dico piuttosto aggressivo.
“Nicolas, ma cosa ti prende?” mi chiede lei agitata.
“Davvero vuoi che io resti qui, come se fossi il tuo migliore amico, a sentire quanto è stronzo tuo marito che da sempre ti riempie di corna! Mi dispiace ma non sono il tipo!”
“Nicolas… è che….”
“Che…”
“Che un giorno mi sono svegliata e mi sono accorta che nessuno mi ama veramente. Mio marito non mi ama e i miei amici mi hanno messa da parte con molta facilità. I miei figli mi amano, ma non è proprio la stessa cosa!”
“Patty… e io cosa posso farci?”
“Nicolas, quando sei diventato così crudele?”
Invece di rispondere ordino un whisky e lo bevo tutto d’un fiato!
“Io sarei diventato crudele?” le chiedo. “Io? Tu, praticamente mi stai dicendo che sei tornata qui perché volevi che qualcuno ti amasse, nella fattispecie hai creduto che questo cretino qui, che sono io, continuasse ad amarti come prima, giusto? E’ questo quello che volevi dire?”
La guardo. Il suo volto è rosato. È sempre bellissima, nonostante siano passati quindici anni. Io però adesso sono un altro. Lei ora vuole essere amata da me, ma quando io la amavo e avrei dato la mia vita per lei, a lei non interessava.
“Ora è troppo tardi Patty, non rovinerò il mio matrimonio a causa tua!”
“Nicolas, ti prego!” mi dice. “Solo tu puoi capirmi. Ho fatto delle scelte sbagliate. Ma non puoi abbandonarmi!”
“Cosa c’è Patty?” le dico furibondo e continuando a bere “ti sei finalmente resa conto che tutti i tuoi diamanti e le tue pellicce non possono sostituire l’affetto, anzi l’amore di una persona in carne ed ossa? E ora cosa vorresti da me? Vorresti che io lasci mia moglie per rimettermi con te? Dimenticalo!”
“So di meritarmi le tue parole. Tu sei stato l’unico che mi abbia guardato come una persona e non come una bella donna e basta. Sono stata troppo stupida a non apprezzarlo all’epoca, ma adesso sono cambiata!”
“E adesso io sono sposato. E poi fammi dire una cosa Patrizia… davvero credi che io sia la stessa persona che hai conosciuto quindici anni fa? E se io fossi diverso adesso? Cosa ti da la sicurezza che io la persona giusta per te adesso?”
“Non posso credere che tu sia diverso Nicolas! Non posso credere che tu sia cambiato al punto tale da restare indifferente davanti alla donna che hai sempre amato e che ti sta dicendo che ti ama!” mi dice.
Io continuo a bere. Mi sono scolato una bottiglia.
“Per me questa discussione finisce qui e sai perché? Perché io amo mia moglie e non intendo tradirla.”
“Non la amerai mai come hai amato me!” mi dice lei.
“Stai zitta Patty, tu non sai niente della mia storia con Luz. Mentre io so tutto del tuo matrimonio infelice con quel tipo. Che marito è un uomo che ha il coraggio di dirmi che devo restituirgli sua moglie?”
“Luis a modo suo è un tipo a posto… ma io non lo amo. Non l’ho mai amato per davvero!”
“Tu non ami nessuno. Solo te stessa!” le dico.
“Non è vero!” mi risponde. “Io amo te!”
“E’ troppo tardi!” le dico e mi alzo. Insomma non mi reggo sulle gambe. Quanto ho bevuto? Una bottiglia di whisky  e non ho mangiato nulla.  Prendo dei soldi e li lascio sul tavolo per pagare il conto e chiedo al cameriere di chiamarmi un taxi.

 

***

Il giorno dopo…
Non riconosco il luogo in cui mi sveglio. Dove sono? Giro lentamente la testa e vedo Patrizia stesa al mio fianco. Controllo se sono vestito e oh mio dio, sono nudo! Anche Patrizia lo è!
Che cosa ho combinato? Dove sono? Che ore sono? Non riesco a ricordare nulla della serata di ieri sera! Che cosa ho combinato? Luz mi ammazza!
Oddio Luz! Sarà preoccupatissima dal momento che non sono tornato a casa.
Controllo il mio telefono. È spento.
Lo accendo. La batteria è carica… questo significa che qualcuno lo ha spento.
Vedo Patrizia voltarsi verso di me.
“Buongiorno!” mi dice.
“Buongiorno un corno!” le rispondo io. “Dove siamo e cosa è successo tra di noi? Perché non abbiamo vestiti addosso? Come siamo arrivati qui?”
“Non ti ricordi nulla Nicolas?” mi chiede lei con fare sinuoso.
“No!”
“Abbiamo trascorso la notte insieme!” mi dice. “Abbiamo fatto l’amore. Siamo in un albergo. Ti ho portato io qui, ho guidato la tua macchina fin qui!”
“Mi ricordo solo di aver bevuto tantissimo!”
“Cosa ne dici se ordiniamo la colazione in camera??” mi chiede sorridente.
“Patrizia, io non mi ricordo cosa sia successo stanotte, ma qualsiasi cosa sia successa è stato un errore!”

Squilla il mio telefono. Oddio. Sono nei guai. Guardo chi mi sta telefonando e per fortuna vedo che è Armando.
“Armando!” gli rispondo
“Nicolas… finalmente… dove sei? Luz … non sa se essere infuriata o preoccupata!”
“Armando… sono nei casini. In un mare di guai. Sono con Patrizia Fernandez!”
“Che cosa Nicolas?  Stai scherzando vero?”
“No… non mi ricordo nulla di come ho fatto ad arrivare qui. Luz dov’è?”
“E’ con Betty di là, io mi sono chiuso nel mio studio. Ci hai fatto terrorizzare! Adesso cosa mi invento con tua moglie idiota?!”
“Ti prego non dirle niente. Vengo da te!”
“Nicolas, lei sapeva che tu avevi una cena con il tuo editore e un’altra persona. Visto che tu non rispondevi, la prima cosa che ha fatto stamattina è stata chiamare l’editore che ha negato di essere stato a cena con te… quindi, sei proprio sicuro di voler venire qui e affrontarla? Inoltre anche Betty è furiosa con te. E sono molto preoccupate!”
“Non ho altra scelta Armando. Tra mezz’ora sono da te!”

Chiudo la telefonata e mi volto verso Patrizia. Cosa ho combinato mio dio?? Non mi ricordo niente.
“Patrizia, perché non mi racconti cosa è successo ieri sera?”
“Niente… eravamo al ristorante, poi abbiamo deciso di venire in questo albergo e di passare la notte assieme!”
“Io mi ricordo solo che ho bevuto tantissimo perché tu mi dicevi che improvvisamente avevi scoperto di amarmi e che volevo andare via.”
“E non ti ricordi di quando sulla macchina mi hai praticamente pregata di trascorrere la notte con te, che non riuscivi a pensare ad altro da quindici anni, e di quando mi hai detto che sposarti è stato un errore!”
“No. Non mi ricordo niente di tutto questo! E tu? Sei sicura che fossi consenziente quando abbiamo fatto l’amore?”
“Ti garantisco che eri partecipe. Non ti ho violentato se è questo che credi!”
“Sono in un gran casino!” prorompo sedendomi sul bordo del letto.
“Lo capisco. Ma stanotte hai detto di amarmi, forse dovresti riflettere sul fatto che devi lasciare tua moglie e metterti con me!”mi dice.
“Patrizia! Io non ricordo nulla di quello che è successo questa notte. Niente di niente, quindi potresti anche inventarti tutto. E io non lascerò mai mia moglie! Perché io amo lei e non te! Mettitelo bene in testa!” le dico e inizio a prepararmi per andare via.
Sono certo che a Luz non basterà questo come spiegazione!

 

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Capitolo 23
*** Mario ***


Mario

“Tu mi hai messo in questo casino e tu me ne tiri fuori, hai capito?” mi urla Sandra quando siamo nella mia stanza da letto.
“Shhhh. Di là c’è mia madre… vuoi che scopra che questa è tutta una messa in scena?”
“E cosa ci sarebbe di male se lo scoprisse? Dovresti dirle la verità! Cioè che noi non stiamo assieme, che è vero che aspetto tua figlia, ma che io ho una relazione con un altro uomo!”
“Sandra! Vuoi farle venire un infarto? Non capirebbe mai e poi mai il nostro rapporto!”
“Mario, ti faccio presente che noi non abbiamo un rapporto!! Non ce lo abbiamo mai avuto!”
“Veramente la bambina che c’è nella tua pancia testimonia il contrario!” le dico.
“La bambina nella mia pancia dimostra che abbiamo avuto dieci anni di incontri fugaci, non un rapporto vero e proprio, da adulti, cioè!” mi risponde.  “Devo andare a casa mia, come faccio ad uscire da qui senza che tua madre se ne accorga?”
“Non se ne parla nemmeno!” le dico. “Tu resti qui. Ti prego Sandra, non mettermi nei casini con i miei genitori. Se vengono a sapere come stanno le cose in realtà, sono capaci di trasferirsi qui e non farmi vivere più. Potrebbero essere un ulteriore fastidio anche per te!” cerco di convincerla.
“Va bene Mario, va bene! Ma solo per questa sera. Non è mia intenzione passare qui tutta la settimana che ci rimane tua madre, chiaro?”
“Grazie Sandra, grazie!” le dico abbracciandola, ma lei si ritrae immediatamente.
“Mario… cosa stai facendo??” mi chiede. “Non intendo avere alcun tipo di rapporto con te hai capito?”
“Non hai appena detto che noi non abbiamo avuto un rapporto? Deciditi Sandra” le dico posando la mia mano sulla sua spalla.
“Mario, se non ti allontani immediatamente… vado a dormire a casa mia e ti lascio in tredici!”

 

Mentre Sandra è in bagno, mi sdraio sul letto e ripenso alla cena con i miei genitori. Mi hanno, anzi, ci hanno sottoposto al terzo grado. Hanno voluto sapere tutto di Sandra e di me. In effetti non avevano tutti i torti, la nostra contorta relazione, checché ne dica lei va avanti da dieci anni. Non vedevo i miei genitori da cinque, era normale che fossero un po’ curiosi. Mio padre, mentre mia madre non sentiva, si è complimentato con me per tutte le mie conquiste, facendomi sentire un senso di squallore che non avevo mai provato prima in vita mia. Mia madre è invece elettrizzata dall’idea di diventare nonna. Vuole sapere quando ci decidiamo a sposarci per regolarizzare la situazione. Dio mio! Sono in un casino. La cosa che più mi da fastidio in tutto questo è sentire Sandra dire che ha una relazione con un altro! Devo trovare un modo per farli lasciare. Non è possibile che lei mentre aspetta mia figlia abbia una relazione con un altro. Dovrei trovare il modo di affrontare l’argomento.
Esce dal bagno e si sdraia accanto a me. Per fortuna ha lasciato qui una delle sue camicie da notte, ma le sta proprio stretta, dal momento che la sua pancia adesso è più pronunciata.
“Grazie per essere rimasta” le dico.
“Non capisco perché finisco sempre per aiutarti, dannazione!” mi dice lei.
Mi giro su un fianco verso di lei. “Ti rendi conto che questa è la prima notte che passiamo assieme da quando hai scoperto di essere incinta?” le chiedo.
“Di certo non per colpa mia!” ribatte sicura lei.
Le poso dolcemente una mano sul pancione e sento mia figlia muoversi scatenata. In quel momento sento bussare alla porta e vedo mia madre aprirla delicatamente. La sua testa fa capolino dallo stipite.
“Sono venuta ad augurarvi la buonanotte ragazzi!” ci dice. “Vedervi così affiatati mi riempie il cuore. Sono sempre stata convinta che Mario non si sarebbe mai fatto una famiglia e mi sentivo in colpa per questo, ma adesso so che è in buone mani!” chiude la porta e va via.
Una strana inquietudine si impossessa di me. Mi alzo dal letto e guardo verso il balcone della camera da letto.
“Cosa ti succede Mario?” mi chiede Sandra. “Sono sempre più convinta che dovremmo dirle la verità!”
Mi volto verso di lei. “Quando avevo quattordici anni ho scoperto mio padre sulla sua scrivania con la sua segretaria proprio come Dodo ha sorpreso me e sua madre. Anche io mi sono infuriato e quando sono tornato a casa ho detto subito tutto a mia madre. Non so perché l’ho fatto. Avevo quattordici anni, volevo che lei mettesse a posto le cose, lo rimproverasse, non so! Lei invece si è limitata a dirmi che quando sarei diventato grande avrei capito che gli uomini hanno esigenze diverse delle donne e che era piuttosto comune che uomini sposati avessero delle amanti. In quel momento mi è crollato il mondo addosso. Mi sono sentito doppiamente tradito. Da mio padre e da mia madre. Mio padre la tradiva, aveva più di una amante e a lei non interessava. Per lei era fondamentale salvaguardare la rispettabilità della famiglia. Ricordo che quando sono rientrato nella mia stanza, ho vomitato dallo schifo che provavo.
Dopo due anni, mio padre ha conosciuto un’altra donna e ha lasciato me e mia madre. Lui si è trasferito ed io ho iniziato a vederlo sempre meno.”
“Perché non mi hai mai raccontato questa storia?” mi chiede Sandra.
“Questa storia non la conosce nessuno per intero. Nemmeno Armando. Lui conosce solo alcuni fatti. Non sono mai riuscito a raccontargliela del tutto. Lui ha sempre avuto una famiglia perfetta e un padre irreprensibile. Io no.”
“E poi cosa è successo?” mi chiede. “Quando tuo padre si è trasferito, voglio dire.”
“Niente… io sono rimasto con mia madre. Che ha solamente alzato le spalle quando mio padre l’ha lasciata. Ho iniziato a vedere mio padre sempre di meno e ogni volta con una donna diversa.”
“E lui non ti ha mai spiegato il suo comportamento?”
“Si. Subito dopo che l’ho colto in flagrante con la sua segretaria. Mi ha detto che lui aveva provato ad accontentare i suoi genitori e a sposarsi con una donna di classe come volevano loro, aveva provato a mettere la testa a posto, ma che non era fatto per il matrimonio. Che non rimpiangeva di essersi sposato perché ero nato io, ma la fedeltà non faceva per lui. Quando sarei stato grande avrei capito.”
“E tu” mi dice Sandra “hai ben pensato di diventare la sua fotocopia!”
“Io avrei voluto che mia madre lottasse per me, per la nostra famiglia. Che lo riportasse indietro. Invece mi sono dovuto rassegnare al fatto che lei non volesse fare niente. Io, non potevo fare niente. Sono andato avanti come ho potuto. È stata la più grande delusione della mia vita. Avere e vedere due genitori, i miei genitori, essere la coppia perfetta agli occhi di tutti e non provare niente l’uno per l’altro! Due persone che considerano il loro matrimonio come un’obbligazione sociale!”
“Aspetta Mario!” mi ferma lei “questo non significa che tu avresti dovuto fare come tuo padre. Cosa che invece hai fatto!”
“Lo so. Sono diventato un suo replicante e non riesco a farne a meno!”
“Perché mi stai raccontando tutto questo?” mi chiede.
“Perché quando mia madre poco fa ha detto che si sarebbe sentita in colpa se non mi fossi fatto una famiglia, mi ha fatto pensare che evidentemente sa di avermi rovinato la vita!” le dico.
“Non essere ridicolo Mario… se tu avessi voluto, avresti potuto superare la storia dei tuoi genitori… invece adesso la stai usando come alibi, per giustificare quello che sei stato e sei capace di fare. Vedi complotti e tradimenti ovunque, non hai fiducia in nessuno e tradisci tutti!”
“Grazie per la comprensione Sandra!” le dico arrabbiato.
“Cosa dovrei fare? Dirti povero Mario… mi dispiace per quello che ti è successo….Non posso farlo. A maggior ragione che mi hai raccontato questa storia! Non solo tuo padre ha rovinato la tua vita, tu a tua volta lo hai fatto con Dodo… meno male che non ha i tuoi geni, altrimenti poteva fare psicanalisi a vita!” mi dice.
Non so cosa risponderle. Mi sdraio nuovamente nel letto e le do le spalle. Sono certo che non riuscirò a chiudere occhio.

 

Sono le sei di mattina e io mi sveglio sempre a quest’orario per prepararmi ed andare al lavoro. Mi ritrovo abbracciata a Mario. Non so perché ma sono abbracciata a lui. Mi giro lentamente e scendo giù dal letto, cercando di non svegliarlo, perché non voglio parlargli. Non saprei cosa dirgli dopo la storia terribile che mi ha raccontato stanotte sui suoi genitori. Adesso, capisco meglio certi suoi comportamenti, ma non lo giustifico. Esco dalla stanza e vado in cucina dove trovo sua madre che ha già preparato il caffè.
“Ti ho svegliata cara?” mi chiede.
“No, signora. Questo è l’orario in cui mi sveglio sempre!”
“Sandra, non signora, ma Consuelo. Puoi chiamarmi Consuelo. Sono la nonna di tua figlia dopotutto!”
“Va bene Consuelo” le dico. Non so come comportarmi. Accidenti a Mario per avermi messo in questo pasticcio.
“Senti Sandra, questo mi sembra un buon momento per parlarti di Mario. So bene che non dovrei, ma voglio farlo. Io non so cosa tu sappia relativamente alla nostra famiglia, ma vorrei dirti di non stupirti se lui ci ha allontanati. È colpa mia e di mio marito. Vedi… io sono stata una donna debole, forse, avrei dovuto pretendere più rispetto da mio marito, ma non sono stata in grado di farlo. Quando io mi sono sposata con Rodrigo, era il millenovecentosessantasette e io avevo vent’anni. Proprio in quegli anni, il mondo era in fermento e io mi ero innamorata perdutamente di un hippy americano. Ma la mia famiglia non avrebbe mai permesso che avessi una storia con lui. Loro avevano già deciso che dovevo sposarmi con Rodrigo e hanno fatto in modo che questo ragazzo che io amavo profondamente sparisse. Ho lottato con tutte le mie forze per sapere che fine avesse fatto, sono scappata di casa, ma non è servito a niente. Alla fine i miei genitori, hanno classificato il mio come un colpo di testa e mi hanno costretto a sposare mio marito. In tutti gli anni del mio matrimonio, io non sono mai stata davvero innamorata di mio marito. Gli ho permesso di fare quello che voleva. L’unica cosa che contava era evitare scandali alla nostra famiglia. In tutto questo c’è andato di mezzo Mario. Io ho passato anni interi a dirmi che la mia vita era tutta sbagliata, che fosse tutta una grande bugia e che avrei dovuto seguire il mio grande amore, anche se non l’avevo ritrovato. Non ho lottato per il mio matrimonio, perché in fondo al mio cuore sentivo che era tutto sbagliato. E mio figlio ne ha fatto le spese. Ha scoperto che suo padre mi tradiva e mi dato la colpa del fatto che io non ho fatto niente per tenere in piedi la nostra famiglia. E ha ragione.”
“E cosa ne è stato del suo grande amore?” le chiedo.
“L’ho cercato e l’ho ritrovato anni dopo. Era sposato con un’altra felice come una pasqua, con la sua famiglia!”
“Ma come? E il vostro grande amore?”
“Non era un grande amore. Lui era un hippy dopotutto. Si, provava coinvolgimento per me, ma non al punto di mandare a monte la sua vita. Mio padre lo ha minacciato dicendogli che l’avrebbe fatto arrestare e lui è sparito!”
“E lei Consuelo? E’ rimasta con l’illusione?”
“Si Sandra. Sarei dovuta essere più forte prima, scappare, trovarlo, fare qualcosa insomma. Ma io non sono stata educata per questo. Sono stata educata per diventare la brava moglie di un uomo ricco al quale non bisognava distruggere l’immagine con scandali vari.”
“Quindi mi sta dicendo che lei nella sua vita non ma ha più amato nessuno?”
“Ti sto dicendo che la persona che doveva essere la mia priorità, cioè Mario non lo è stata. E sono cosciente del fatto che lui sia infuriato con me per questo!”
Non so proprio cosa pensare. Che famiglia complicata questi Calderon!
Bevo un sorso di caffè e penso a come potrei risolvere tutta questa situazione. Non solo per la presenza dei genitori di Mario, ma proprio tutta la mia storia con lui. Mi ha fatto soffrire troppo in questi anni. Ho davvero accettato l’inaccettabile. L’ho fatto sconsideratamente, pensando che sarebbe cambiato prima o poi, che ci fosse ancora tempo. E invece, quando l’ho trovato con Camila su quella dannata scrivania, ho capito che non sarebbe mai cambiato. E io non posso accettare di stare con un uomo che non sia nemmeno minimamente stabile. Sono stanca di farlo. Poi ho scoperto di essere incinta. Mi è crollato il mondo addosso. Non capisco il comportamento di Mario. Improvvisamente è diventato geloso! Ma geloso di che? Di me? Non lo è mai stato! Della bambina? Non credo proprio. Ancora deve nascere. Non so cosa gli stia passando per la testa. Io stessa sono molto confusa, anche per quanto riguarda Adam! Cosa sto facendo? È giusto frequentarlo? Anche se sto davvero bene con lui tra di noi non è successo più niente da quando ho scoperto di essere incinta. Mario naturalmente non lo sa. E Adam a sua volta è un santo nel voler avere una storia con me, anche considerando che non abbiamo alcun rapporto fisico. È davvero un gran casino ed è tutta colpa di Mario!!

 

 

***

 

Quando mi sono svegliato questa mattina, ho trovato Sandra e mia madre che chiacchieravano amabilmente davanti ad un caffè. Per fortuna Sandra mi ha retto il gioco. Devo ringraziarla per averlo fatto. I miei genitori restano qui per una settimana e io non so come farò in tutto questo tempo. Per fortuna qui in ufficio siamo liberi da recite varie.
Ho passato una strana nottata. Il commento di mia madre mi ha scosso al punto che ho raccontato tutto a Sandra e lei non si è fatta impietosire nemmeno per idea. Un mostro ero e un mostro sono rimasto per lei. Mi è sembrato così inusuale averla al mio fianco con quella pancia voluminosa. Al suo interno c’è mia figlia. Mia figlia. Finora non avevo davvero realizzato che avrò una figlia! Io, Mario Calderon, avrò una figlia. Nemmeno vederla nello schermo della ginecologa mi era servito per realizzare che anche io ho una parte di responsabilità del fatto che Sandra sta per mettere al mondo un bambino. Mio figlio. Pensavo a queste cose e non riuscivo a dormire. Ad un certo puto, più o meno a metà della mia notte quasi insonne, ho accarezzato la pancia dove cresce mia figlia e ho abbracciato Sandra. Lei dormiva e non si è accorta di niente. Pensavo che nel farlo avrei provato ansia e voglia di fuggire a mille miglia. Invece non ho provato niente. Solo un potente senso di protezione verso entrambe. Per fortuna, Sandra è la madre di mia figlia. Poteva capitare con chiunque e questa chiunque sarebbe stato peggio. Almeno so che la madre di mia figlia è una donna forte. Un po’ troppo romantica ma forte. Non la abbandonerà mai, e sapere questo è già tanto per me.

L’arrivo di Betty nel mio ufficio, interrompe i miei pensieri.
“Posso Mario?” mi chiede.
“Certo Betty, venga pure!” le rispondo.
“Avrei bisogno di controllare questo piano commerciale, ma se non è un buon momento torno dopo…” mi dice.
“Assolutamente no. Si sieda pure!”
“Tutto bene Mario?” mi chiede lei.
“Abbastanza. Sono solo un po’ scombussolato per l’arrivo dei miei genitori!”
“Si, Sandra mi ha detto tutto della recita alla quale l’ha praticamente costretta” mi dice. “Posso farle una domanda Mario?”
“Certo. Mi dica pure!”
“Non crescerà mai? Non si renderà mai conto che non potrà per sempre cambiare una donna a sera?”
“E lei cosa ne sa?”
“Come sa, io non sono una sua fan. Ma lei, è il migliore amico di mio marito. Ed è inutile negare che è una persona importante per lui. Quindi io la tollero. Ma adesso, da adulto ad adulto, vorrei dirle che con Sandra sta facendo una stupidaggine. Mi ricordo che una volta, avevo da poco iniziato a lavorare come segretaria di Armando, dal mio vecchio ufficio vi ho sentito parlare del suo matrimonio con Marcela Valencia. Lei stava dicendo ad Armando che il suo matrimonio con Marcela sarebbe durato quanto? Cinque anni? Come avrebbe potuto stare cinque anni con la stessa donna senza annoiarsi?  Armando le ha chiesto se non si poteva abituare ad amare Marcela, la sua risposta è stata no!Lei suggeriva una donna diversa al giorno per ammazzare la noia.”
“Betty, mi ricordo di quella discussione. Qual è il punto?”
“Il punto è, cambia così spesso donna per noia? Di cosa ha paura? Di innamorarsi, oppure di non essere in grado di innamorarsi? Ma come può saperlo se nemmeno ci prova? Se non se ne da nemmeno la possibilità?” mi chiede.
“Bella domanda Betty!” le rispondo. “Non siamo tutti Armando Mendoza!” attacco io.
“Questo lo so!” mi risponde lei.
“Se lo sa allora lo affronti, per quanto riguarda la storia del tradimento supposto e della rivista. Questa volta non c’è nessuna Cartagena all’orizzonte!” le dico, un po’ aggressivo.
“Lo so bene! Ma non è attaccando me che potrà cambiare argomento! Vuole per davvero cambiare una donna ogni sera ed essere un mero spettatore nella vita di sua figlia?”
Che domanda! Anche io sto cercando di trovare una risposta. Me la faccio ogni giorno da quando Sandra mi ha detto di essere incinta.
“Anche se non fosse così, Sandra ormai non mi crede. Non si fida di me. E non riesco a convincerla del contrario!” le dico.
“E la può biasimare per questo?” mi domanda.
“No. So che non sono stato proprio il fidanzato perfetto. E in più c’è questo Adam che adesso si è messo in mezzo!”
“Quindi mi sta dicendo che vorrebbe costruire qualcosa con Sandra?” mi chiede.
“Non ho detto questo!” le rispondo.
“Mario, forse dovrebbe smetterla di fare tre passi avanti e quattro indietro… dovrebbe proprio decidere cosa vuole dalla vita!” mi dice lei, scuotendo la testa.
“Posso vedere quel piano commerciale?" le chiedo. Questa conversazione mi sta stressando.

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Capitolo 24
*** Camila ***


Camila

“Camila, dove mi stai portando?” mi chiede Alberto.
“Fidatiii, in un posto bellissimo!” gli dico. Oggi pomeriggio l’ho chiamato e gli ho chiesto se voleva uscire con me questa sera e lui ha accettato. Adesso stiamo scendendo dalla macchina e ci stiamo dirigendo verso uno dei miei locali preferiti di quando avevo più o meno vent’anni. L’Officina culturale.
“Ma perché devo mettere la giacca di pelle?” mi chiede mentre la indossa.
“Perché andiamo in un locale alternativo!” gli rispondo. Lo vedo storcere le labbra. “Fidati Alberto, ti piacerà! Quando ero una ragazza trascorrevo qui molte serate. Sono colpita che sia ancora aperto… non ci vengo da quasi trent’anni.”
“E posso sapere dove siamo diretti?” mi chiede.
“Eccoci arrivati” gli dico mentre spalanco la porta di un garage.
Vedo che rimane spiazzato da quello che vede. È vero che lui  un imprenditore di successo nel campo della ristorazione ma anche io conosco posti niente male!
Proprio in quel momento il proprietario del locale mi viene incontro.
“Camila Mendoza” mi dice abbracciandomi. “Sono quasi trent’anni che non ti si vede da queste parti!”
“Carlos” lo abbraccio io. “In effetti sono quasi trent’anni che non vengo!” gli dico.
“Come stai?” mi chiede lui. “Dipingi ancora?”
“Camila, tu dipingi?” mi chiede Alberto.
“Carlos scusami. Non vi ho presentati. Lui è Alberto Montero, mio marito” gli dico indicandolo “e lui è Carlos Diaz, il proprietario del locale, artista di fama e insegnante di storia dell’arte.”
Li vedo stringersi la mano.
“Allora” mi dice Carlos  “ti ho prenotato un tavolo. Più tardi vengo e mi racconti gli ultimi trent’anni della tua vita!” aggiunge indicandoci dove sedere e scomparendo. Una musica jazz si diffonde per il locale, creando una fantastica atmosfera di calore.
Vedo Alberto guardarsi intorno.

“Questo posto non è cambiato poi molto da quando lo frequentavo da ragazza” dico a mio marito. “Era una fabbrica in disuso. Carlos ha comprato i locali e ha convertito il magazzino in un locale, mentre al piano di sopra c’è la sua galleria d’arte. Vedi che i muri sono tutti dipinti? È stato lui a volere così. E vedi quell’area li in fondo piene di tele? Lì puoi dipingere se vuoi. Paghi solo un piccolo sovrapprezzo per acquistare la tela e i colori e poi non importa quanto tempo ci metti a finire il quadro” gli spiego.
“Davvero?” mi chiede Alberto.
“Si. Carlos non ha mai voluto lucrare sull’arte. Vuole solo diffonderla e poi comunque quando sei qui consumi lo stesso per la cena, o l’aperitivo, quindi non ci perde di certo!”
“E’ bellissimo qui. C’è un’aria così artistica!” mi dice lui.
“Lo so. È un locale molto particolare. Come del resto Carlos. Lui è sempre stato un po’ fuori dalle righe. Come vedi, qui non c’è un’atmosfera molto chic.”
“E tu venivi qui? E perché non me ne hai parlato prima?” mi chiede.
“Si, ho trascorso molte sere qui. Poi quando mi sono fidanzata con Daniele Valencia ho smesso di venirci. Insomma mia madre diceva che dovevo mettere la testa a posto. Effettivamente, l’ultima volta che sono venuta qui, è stato con Daniele. Lui, anche se ama l’arte, non era molto a suo agio. Io stavo finendo l’università… mia madre iniziava a fare pressioni affinché io e lui ci sposassimo. Affinché io prendessi il mio posto in società… quindi ho smesso di venirci” gli racconto.
“Non capisco come sia stato possibile che tu abbia di punto in bianco rinunciato a tutto questo. Insomma, voglio dire, da quando ti conosco, non ti ho mai vista mollare in niente. E ora, perché sei voluta tornare qui?” mi chiede.
“All’epoca, quando presi la decisione di non venire più qui, ero stanca di tutte le discussioni fatte con mia madre. Ero proprio sfinita. Sono voluta tornare qui perché tu mi hai fatto riflettere sul fatto che dovevo trovare la vera me stessa. E quando venivo qui io ero davvero felice.”
“Perché non me ne hai mai parlato? Per esempio del fatto che dipingessi?”
“Perché mi sembrava una cosa che faceva parte della mia vita precedente!” gli dico.
“Sinceramente non so se essere stupito o arrabbiato!” mi dice, passandosi le mani sulla testa.
“Non lo so, scegli tu!” gli dico io sorridendo.
“Però hai mollato Daniele per metterti con me. Insomma, voglio dire, se avessi continuato a dipingere, invece che trasformarti nella perfetta manager, avresti sposato Daniele. Se lui fosse stato disposto ad accettare la tua vena di follia… Camila sei davvero un enigma!” mi dice.
“No, Alberto. È molto semplice. Non ti ho sposato per vendetta se è quello che stai insinuando. No, io non amavo Daniele e quello che provavo per te quando ti ho conosciuto non lo provavo per nessuno. I miei genitori sono sempre stati prodighi di consigli sulla mia vita, secondo loro, potevo divertirmi quanto volevo fino ad una certa età e poi dovevo mettere la testa a posto. Inoltre io sono femmina, a me il tempo concesso era minore. Io e mia madre abbiamo sempre litigato sul mio stile di vita da scavezzacollo.”
“Non capisco perché tu abbia mollato così… sinceramente Camila.”
“Ero stupida, non capivo bene quello che facevo. Per esempio, avrei voluto studiare storia dell’arte, ma mi sono scritta ad economia e commercio, perché le aspettative su di me erano troppo alte. È vero ho frequentato le migliori università ma questo non ha per niente contribuito alla mia felicità.”
Carlos ci raggiunge al tavolo con una tela in mano.
“Camila, Alberto… ecco un vero e proprio cimelio” ci dice aprendo la carta. “Questo è l’ultimo quadro dipinto da Camila!”
“Non posso credere che tu ce l’abbia ancora!” gli dico.
“Certo che sì. Non dimenticherò mai la sera che hai finito di dipingerlo. Hai lasciato mezza tela bianca e mi hai detto che volevi lasciarlo in quel modo perché forse un giorno l’avresti concluso, ma in quel momento dovevi diventare adulta e cambiare vita!” mi ricorda Carlos.
“Carlos, sono commossa, ricordi ancora le mie parole? Quanto mi sei mancato” gli dico abbracciandolo.
“Forza” mi dice lui “adesso ti tocca finirlo! Vai ai cavalletti. Io vi faccio portare una bottiglia di vino!”

 

Sono nella parte del locale dove si dipinge e noto che molti altre persone stanno dipingendo.  Alberto mi osserva, mentre spennello.
“E dimmi Camila, che rapporti c’erano tra te e Carlos? Ti è molto affezionato a quanto vedo… ha conservato il tuo quadro per tutto questo tempo…” mi dice Alberto con un tono interessato.
“Si. Lui mi vuole molto bene. È stato il mio mentore, anche se per breve tempo!” gli dico.
“E … “ continua lui.
“So benissimo dove vuoi andare a parare. Beh togliti quell’aria indagatrice Alberto” gli dico io, prendendogli il bicchiere di vino dalle mani e bevendone un sorso. “Carlos è gay! E’ stata la prima cosa che mi ha detto. Quando era più giovane era uno schianto… anche adesso sebbene abbia quasi sessant’anni è ancora molto bello!” gli dico. “Ma stai tranquillo, tesoro, tra noi due quella che deve essere gelosa sono io!”
Lo vedo ridere proprio alla mia battuta, mentre mi giro per continuare a dipingere, mentre lui mi osserva. “Smettila di guardarmi così intensamente! Mi innervosisci!” gli dico.
Improvvisamente un grandissimo trambusto richiama la nostra attenzione.
Ci avviciniamo per vedere quello che sta succedendo e non capiamo poi molto. Sentiamo Carlos dire “Ragazzi, voi siete abituali frequentatori del locale, sapete benissimo che le cose tra loro non funzionavano. Mi dispiace comunicarvi che per stasera resterete senza cena. In cucina è rimasto solo Marco, che non sa bene cosa fare, perché lui è solo un garzone! Vi prego di scusarci, ma niente cena.”
Senza neanche rendermene conto dico “Carlos, tranquillo, qui abbiamo un cuoco provetto! Può aiutarti lui” gli dico indicando mio marito.
“Cosaaaa? Camila sei fuori di testa?” mi chiede.
“No! Non è forse vero che sei un cuoco provetto? Potresti aiutare un amico no?” lo vedo guardarmi sconvolto.
“Camila…. Come faccio a cucinare per tutta questa gente, anche volendolo aiutare io non l’ho mai fatto!” mi dice.
“Alberto, non preoccuparti! Capisco benissimo le tue difficoltà. I miei clienti sono abituati a questi attimi di follia! Purtroppo i due cuochi sono fidanzati tra di loro e sono giorni che litigano! Adesso però li licenzio!!” ci dice Carlos arrabbiato.
Vedo Alberto alzare le spalle e sospirare. Daii, si sta convincendo!
“Facciamo così, vado in cucina e vedo quello che posso fare” capitola  “ma non vi prometto niente, intesi?” ci dice.
“Lo sapevo, lo sapevo che ci avresti aiutato!” gli dico e lo bacio sulle labbra.
“Con te facciamo i conti dopo!” mi dice sorridendo e segue Carlos in cucina.

 

Dopo circa mezz’ora, Carlos annuncia che lo chef improvvisato ha deciso che si può organizzare un self service, con delle sue ricette, perché di certo non conosce il menu del locale. Tutti si dicono d’accordo e restiamo in attesa di gustare le sue prelibatezze. Farà un figurone, Alberto è un cuoco bravissimo. Non glielo dico spesso perché lui tira fuori la storia che aveva pensato che avrebbe fatto lo chef tutta la vita, sposandosi con una donna con cui aprire un ristorante eccetera eccetera. Ammetto di avergli fatto fare una vita movimentata invece.
Vengo raggiunta da Carlos.
“Camila, tuo marito è davvero eccezionale! Dove lo hai trovato?” mi chiede sorridendo.
Gli racconto per sommi capi la nostra storia, io che mollo Daniele, noi che ci sposiamo, la nostra vita in Svizzera e il ritorno a Bogotà.
“E non eri tu, quella sulla rivista con un tizio che non mi pare tuo marito?” mi chiede Carlos.
“Si. Ero io” ammetto. “Ho fatto una stupidaggine e non smetterò mai di sentirmi in colpa. Ma è in seguito a quella stupidaggine che sono tornata qui!” gli dico.
“Allora brindiamo alla tua stupidaggine” mi dice appoggiando il suo calice al mio. “Tuo marito è un manager nel settore della ristorazione giusto?” mi chiede.
“Si. Lui è cresciuto in una famiglia di cuochi, i suoi hanno un ristorante. Per questo sa cucinare benissimo, ma ha sempre preferito l’aspetto manageriale della cosa e in Svizzera ha avuto un successo strepitoso! Adesso, ha comprato qui alcuni locali e li sta migliorando moltissimo. Tu hai bisogno di aiuto?” gli chiedo.
“No… il mio locale è rimasto in piedi per tutti questi anni e sarà aperto finché io avrò la forza di tenerlo aperto. La mia clientela mi è affezionata. Un sacco di artisti girano da queste parti. Il mio successo è essere rimasto un artista, con la mia Officina culturale. Mi sorprende solo che un manager del suo calibro, non si faccia problemi a venire in questo posto, che in fin dei conti è pur sempre un garage, e cucinare per tutti!” dice.
“Carlos, ti assicuro una cosa. Io conosco mio marito, adesso potresti pensare che sia arrabbiato perché l’ho messo a cucinare, ma ti garantisco che si sta divertendo!”

 

A fine serata, siamo tutti contenti. La cena preparata da Alberto è risultata deliziosa e i clienti hanno chiesto a Carlos di assumere lui come cuoco. Lui, passato l’imbarazzo iniziale ha iniziato a divertirsi come un matto. Tutti gli hanno fatto i complimenti, inoltre tutte le donne del locale hanno iniziato a civettare con lui. Praticamente per andar via l’ho dovuto trascinare.
Carlos ha voluto offrirci un cena nel suo locale, quando troverà un cuoco per ringraziarci dell’aiuto prestato. Quando siamo arrivati in macchina, Alberto mi dice “Quindi sarebbe stato così?”
“Cosa?” gli chiedo.
“La vita con te se non avessi abdicato alle responsabilità di una Mendoza” mi risponde.
Lo accarezzo sul collo. “Probabilmente si. Ti sarebbe dispiaciuto?”
“Non lo so” mi dice. “Certo vedendoti stasera, dipingere, aiutare un amico in difficoltà, allontanare tutte le donne che mi giravano intorno… devono essere stati terribilmente noiosi per te gli ultimi vent’anni in Svizzera.”
“Non voglio dirti bugie. Un po’ si. Sapevo che stavo forzando me stessa a essere quella che non sono, o che non ero, ma non sono stati anni noiosi, perché li ho trascorsi con te! Sono stati anni felici. Solo che quando sono arrivata qui, non ho retto più. Non so cosa mi sia preso. Secondo me è stata la vicinanza con mia madre. Mi sono sentita molta pressione addosso. Adesso io ho un ruolo nella società che conta di questa città. Cosa di cui non me ne importa niente e …”
“E ti si comportata come un’adolescente. Invece di parlarmene hai preferito cercare qualcosa di nuovo con Mario Calderon!” conclude.
“Non mi perdonerai mai vero?” gli chiedo.
“Dipende” mi risponde.
“Da cosa?”
“Ti ho osservata questa sera. Soprattutto quando dipingevi. Eri felice. Non ti vedevo così da non so quando… anzi forse probabilmente non ti ho mai vista così felice. Non voglio che tu smetta di esserlo. Non voglio vederti incastrata in nessun ruolo. È vero sei un po’ pazza, stasera mi hai praticamente costretto a cucinare per degli sconosciuti, ma per niente al mondo ti cambierei con quella di prima. Puoi farlo questo?”
“Cosa? Fare la pazza? Fare l’adolescente?”gli chiedo. In realtà sono commossa.
“Essere te stessa!” mi dice.
Incapace di resistere, lo attiro a me e lo bacio. “Fare sesso in macchina è sufficientemente da adolescenti secondo te?” gli chiedo, mentre continuo a baciarlo vedendolo sorridere.

 

 

***

Tre giorni dopo
“Camila, cos’è questa storia?” mi chiede mia madre.
“Quale storia mamma?” le dico mentre pranziamo insieme.
“Su questo giornale c’è scritto che hai praticamente costretto tuo marito a cucinare per quel Carlos Diaz!”
“E qual è il problema mamma?” le chiedo.
“Il problema è che tu sei una Mendoza. Non dovresti fare queste sciocchezze e soprattutto non dovresti frequentare quei locali!” mi dice infuriandosi.
“Mamma, con tutto il rispetto, queste sono le stesse cose che mi dicevi quando avevo vent’anni, adesso ne ho quasi cinquanta. Posso decidere da sola dove andare o no, tra l’altro con mio marito?”
“Tuo marito? E dov’è adesso tuo marito. Io qui non lo vedo. Prima lo tradisci e adesso è tuo marito?” mi chiede.
“Mamma… ma che problema hai con me? Tu non hai mai sopportato Alberto e adesso lo difendi? Ti faccio presente che sto cercando di sistemare le cose. So benissimo di aver sbagliato!”
“E pensi di sistemare le cose con fugaci incontri di sesso e frequentando locali alternativi?” infierisce lei.
Quanto dice mi ferisce. Ripenso alle parole di Alberto sul fatto di essere se stessi.
“Mamma, mi dispiace dirtelo, ma io sono così. Mi piace frequentare locali alternativi. Non sarò mai un modello per la buona società di cui tu fai parte. Mi sento soffocare quando sono ingabbiata nei ruoli che mi affibbi. Basta. Io voglio solo essere felice. Sto cercando di rimettere in piedi la mia famiglia, su nuove basi. Non voglio mentire né a te né a me stessa, prima ero infelice!”
“E le tue nuove basi sono queste? Mettere alla berlina te stessa e tua marito?”
“Non ho messo alla berlina nessuno. Carlos era in difficoltà e l’abbiamo aiutato. Io e Alberto ci siamo divertiti. Mi dispiace se tu non lo capisci!”
“Ed è questo il messaggio che vuoi dare ai tuo figli? Come se non avessi già sconvolto abbastanza Dodo, con la tua relazione con Mario Calderon!” mi dice lei.

Incapace di sostenere ancora questa conversazione con lei mi alzo e mi chiudo nella mia stanza.
È mia madre, e capisco che sia sconvolta per il fatto che mio padre ha una relazione con un’altra donna, ma non so quanto riuscirò a sopportare le sue angherie e le sue manie su cosa significa essere dei Mendoza.
Va bene, né io né mio fratello abbiamo seguito il suo volere, non abbiamo sposato nessuno dei Valencia, ma lei sembra incapace di capire che noi siamo felici così. È vero, abbiamo combinato un sacco di casini nel tempo, ma siamo sempre riusciti a rimediare.
Quando i nostri rapporti erano molto freddi, e io accettavo di vederli solo perché i miei figli avessero un rapporto con loro, ho capito che sono stata davvero una delusione per loro. E ho voluto a tutti i costi cercare di riparare. Non avrei mai potuto sposare Daniele, non lo amavo. E non me l’hanno mai perdonato. Poi, quando sono tornata qui ho scoperto di essere una delusione per me stessa. Infelice ero in Svizzera ed infelice sono qui. E ho tradito Alberto. E adesso sto cercando di tirare le somme, di rimettere in sesto la mia vita, cercando un po’ di felicità. Solo che di nuovo a mia madre non va bene.
Ripenso a cosa mi ha detto Alberto sul fatto del non mollare. E’ vero io non ho mai mollato. Troverò un modo per uscire da questa folle situazione. L’unica mia certezza è che non mollerò Alberto.

Squilla il mio cellulare. È mio padre. Rispondo sospirando.
“Pronto papà!”
“Camila, tesoro, come stai?” mi chiede.
“Come vuoi che stia?” gli dico. “Sono in attesa di chiarimenti da parte tua sulla storia della tua presunta amante che ha la mia stessa età!”
“Camila, le cose non sono come sembrano!” mi dice.
“Papà io non so come siano le cose, ma so come sembrano. La mamma è infuriata e distrutta e mi sta facendo impazzire!”
“Perché non vieni così ne parliamo?” gli chiedo.
“Sono dietro la porta e Victoria è qui con me!” mi dice.
“Che cosaaaa?”

 
Come un razzo mi fiondo all’ingresso del cancello. La macchina di mio padre entra nel cortile di casa, ma non appena mia madre nota che quella donna è seduta al suo fianco inizia ad urlare come una pazza.
“Roberto Mendoza, la tua amante non entrerà mai in casa mia! Vai fuori di qui!” gli urla.
“Margherita calmati!” gli dice lui.
Io vedo questa Victoria stare in silenzio, non proferire parola.
“Roberto, ti ho detto di andare via da qui! Come hai potuto farmi questo? Pensi che io accetti che la tua amante entri in casa nostra?? Mai! Vai via!” ripete mia madre.
“Margherita, dobbiamo parlare. Camila, chiama Armando, sarebbe meglio se anche lui assistesse alla nostra discussione!” mi dice mio padre.
“Roberto, evidentemente non ci senti. Qualsiasi spiegazione la darai fuori da questa casa! Dopo cinquant’anni di matrimonio pensi che io la faccia entrare a casa mia? No! “ gli urla mia madre sempre più agitata.
“Papà facciamo così. Io chiamo Armando e gli dico che stiamo andando da lui. La mamma è troppo agitata. La faccio calmare e vi raggiungo da Armando ok? Lui è a casa con Betty. Lei mi ha mandato un messaggio per avvisare che non tornava in azienda.”
“Va bene Camila. Facciamo così” mi dice mio padre. Poi si rivolge verso mia madre e le dice “Margherita, io vorrei che ci fossi anche tu. La tua presenza è importantissima per me!”
“Non so se voglio esserci per sentire quali scuse inventerai per giustificare la tua scappatella. E ora esci da qui! E non tornare mai più con lei! Anzi non tornare affatto!” gli dice e rientra in casa.
“Papà, ora provo un po’ a calmarla, ci vediamo da Armando va bene?”
“Va bene Camila. Ci vediamo lì. Così chiariremo questa storia una volta per tutte!”

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Capitolo 25
*** Betty e Armando ***


B&A

“Dottore, c’è qui sua moglie. Chiede se può riceverla…” mi avvisa la mia segretaria.
Strano! Betty qui? In questi giorni, dopo l’uscita della rivista, i nostri rapporti sono molto freddi. Quasi non ci parliamo, anche se non so bene il perché.
“Lorena, falla passare” le dico.
La vedo fare capolino nella stanza con due borse in mano. La guardo. È bellissima. Oggi indossa un semplice vestito fasciante grigio e nero…. ed è assolutamente stupenda. Ogni volta che poso il mio sguardo su di lei, il mio cuore perde un battito e non credo che questo cambierà mai.
“Ciao!” mi dice. “Ho pensato che potevamo pranzare assieme. Hai da fare? Vorrei parlarti di una proposta che mi hanno fatto.”
“Certo. Possiamo pranzare assieme così mi dici tutto!” le dico. “Vuoi andare in qualche posto in particolare?!”
“No, possiamo restare qui. Ho portato il pranzo” dice mentre esce da una delle due buste tutto l’occorrente con due vaschette monopiatto già piene di cibo. “Corrado sta sperimentando vari menu per il ristorante dell’Ecomoda e… sai che stiamo ristrutturando la caffetteria… ci manda questi assaggi per sapere cosa ne pensiamo.”
Eh già Corrado! Questo non è il momento, ma prima o poi dovremo parlare anche di lui. Stamattina Marcela mi ha mandato un messaggio in cui diceva di volermi parlare di lui. Vuole licenziarlo come cuoco e cerca il mio sostegno perché sa che né Betty, né Camila sarebbero d’accordo. Soprattutto Betty, visto che passano molto tempo insieme. Ora il fatto che Marcela insinui e neanche tanto che mia moglie e quello chef da quattro soldi passino molto tempo insieme mi fa imbestialire!! E non posso fare nemmeno una scenata perché Betty è ancora presa dall’intervista di Miguel su quella maledetta rivista!
“Capisco” le dico.
“Tutto bene?” mi chiede. “Sembri strano… non è che ti infastidisce Corrado, Armando te l’ho detto…”
“No” la fermo. “Corrado non c’entra niente. In realtà non c’è niente che non vada… sono solo stanco” le dico mentendo. Vorrei anche chiederle cosa ci fa qui, perché è così fredda con me, anche se so già la risposta. Ed in realtà è vero che sono stanco. Sono stanco di stare sulle montagne russe. Vorrei un po’ di pace ma credo di non poter essere accontentato. Betty è finita sul giornale per causa mia, la conosco, sono certo che stia arrovellandosi per quello che dice Miguel e non si fa aiutare da me in nessun modo.
Sospiro e vado verso la finestra del mio ufficio mentre lei prepara il tavolinetto vicino al divano. Non sopporto proprio quando siamo distanti anche se siamo nella stessa stanza. Come in questi giorni!
“Sai che nostro figlio si è preso una cotta per una sua compagna di classe?? Me lo ha confessato stamattina mentre lo accompagnavo a scuola” le dico.
“Non posso crederci!” mi risponde. “Si tratta di Ana vero? Sono giorni che prova a convincermi che vuole andare a fare equitazione con Leo e .. Ana!”
“Si, è lei. Però si vergogna, non vuole dirle che gli piace” le dico. “Siamo rimasti d’accordo che stasera ne riparliamo, io e lui, da soli….”le dico. “Allora” cambio argomento “di cosa volevi parlarmi? Che proposta ti hanno fatto?” chiedo.
Da quando è intervenuto Daniele Valencia, tra di noi, ho la brutta sensazione che Betty cerchi di essere forte, di reagire, proprio come le ha detto lui e a me la cosa non piace affatto. Non per Daniele, cioè, anche per Daniele ma perché ogni volta che mia moglie vuole reagire, per prima cosa diventa fredda e distante, ingaggia una dura battaglia con se stessa e non permette a nessuno di aiutarla. Nemmeno a me, forse, soprattutto a me.
“Mi ha chiamata Andrea Serna e mi ha chiesto di rilasciarle una intervista in tv, per raccontare la mia versione dei fatti, dopo l’intervista di Miguel e anche per smentire la storia del tuo tradimento… Io non so che fare….” mi dice.
“Vuoi andare in Tv a fare un’intervista?” le chiedo stupito. Ok… forse è meglio che mi calmi e che la ascolti, perché questa storia potrebbe costarmi il matrimonio, esattamente come quando non volevo che Betty facesse il servizio fotografico.
“Non lo so!” mi dice lei. “Non lo so proprio! Cosa dovrei dirle? Dovrei raccontare di quanto ero stupida, ingenua, idiota, di come mi sono fatta prendere in giro… ho fatto di tutto per dimenticare quanto sia stata stupida in quel periodo della mia vita e…”
“E anche dopo… quando hai incontrato me. Ammettilo Betty, Ammetti di essere arrabbiata anche con me. Non c’è motivo di negarlo, non farlo” le dico.
“Io… non so cosa dire….” mi dice.
“Posso dirti io una cosa?” le chiedo. “Posso dirti quello che penso e che sento?”
“Certamente.”
“Partiamo dal presupposto che io ti amo. Che ho vissuto con te per tutti questi anni, e che ti ho vista cambiare, diventare la donna che volevi. Partiamo dal presupposto che io penso di conoscerti e partiamo dal presupposto che in quello che sto per dirti non c’entra affatto quello che è successo tra di noi rispetto all’azienda, ebbene… io non voglio che tu dimentichi quella che eri, anche se ti ha causato tantissime sofferenze. So che tutti non fanno che dirti che devi reagire, però io non voglio che il tuo reagire significhi lottare con tutte le tue forze contro quella che eri… perché io, mi sono innamorato di quella Betty! E non sopporto che tu per prima ti riferisca a te stessa in quei termini!” sbotto.
Il suo volto carico di stupore mi fa capire che non si aspettava che dicessi nulla di tutto questo.
“Armando io…” mi dice.
“No, fammi finire” le rispondo. “Ti prego. So che sono una voce fuori dal coro e che quello che ti sto dicendo probabilmente non è quello che vorresti sentirti dire da me, da tuo marito. Ti ho già detto che tu, ormai non sei solo quella persona…”
“E ti dispiace?” mi chiede.
“No, non mi dispiace perché so che per te ha significato soffrire tutta la vita. Betty, però dimmi la verità, cosa ti ha fatto soffrire, essere quello che eri, oppure il modo in cui apparivi? Non è stato forse il tuo aspetto fisico che ti ha fatto venire tutte le tue insicurezze? Ma tu eri già speciale anche allora! Io, anche se ammetto che ero folle all’epoca, non mi ricordo di nessuna imbecille, stupida o ingenua. Mi ricordo di una donna che aveva un talento immenso, che era spontanea, autentica, sognatrice, che aveva un grande senso di giustizia, di lealtà, che non era costruita e che mi ha fatto letteralmente perdere la testa. E questo per quanto riguarda me, ma immagino che tu fossi già così, anche quando quel cretino ha fatto quella maledetta scommessa!! Se lui era stupido, che colpa ne hai tu???”
Vedo delle lacrime uscire dai suoi occhi.
“Perché non mi hai mai detto queste cose?” mi chiede.
“Perché … mi è chiaro che abbiamo voluto dimenticare quel periodo della nostra vita e non potevo uscirmene con un discorso del genere, non credi? Inoltre… è una cosa intima… che non so bene spiegare a parole” le dico.
Questa discussione mi sta straziando. Mi fa tornare indietro di tanto tempo, a quando ero una persona diversa, al periodo più brutto della mia vita e non vorrei farlo. Ma a quanto pare Betty ne ha di bisogno.
“E non pensi a quanto abbia combattuto io contro me stessa per essere diversa da quello che ero?” mi chiede.
Io non te l’ho mai chiesto! Per me, quella che eri andava benissimo!” le dico.
“Davvero? Non ti vergognavi forse di me? La mia bruttezza non ti ha autorizzato a prendermi in giro con Mario Calderon, così come ha fatto sentire autorizzato Miguel a poter fare una scommessa su di me?” dice.
“Aspetta, chiariamoci! Può essere vero che all’inizio io mi sia comportato in questo modo, ma ho smesso quasi subito, perché a differenza di Mario che non ha mai preso niente seriamente nella sua vita, io capivo che il mio interesse per te era dovuto ad altro … non sono mai riuscito a farlo capire a nessuno evidentemente e nemmeno mi interessa ormai. Solo io so quali fossero i miei veri sentimenti e quando è stato chiaro a tutti che io mi ero innamorato davvero di te, anche io ho subito le recriminazioni di tutti perché non eri abbastanza per me. Cosa che tu stessa sostenevi, ma a me non è mai importato niente di tutto questo. Niente di niente. Per me contava solo che ero felice come non lo ero mai stato in vita mia! Ci ho messo molto tempo a capirlo, e quando l’ho realizzato, tu te ne sei andata. Quando sei tornata non eri più la donna che io volevo anche se eri sempre tu!”
“E questo cosa significa?” mi chiede lei interdetta.
“Quando sei tornata da Cartagena, eri un’altra. A me del tuo aspetto fisico non importava più di tanto. E per questo mi hai già accusato di non pensare a te come una donna, a me interessava solo che tu sembravi un’altra persona. Una persona che mi rifiutava e che allo stesso tempo non riconoscevo e sentivo distante. Fino a quando non ho letto il tuo diario, sono stato tormentato dall’idea che tu non fossi più tu. Che io ti avessi trasformato in una persona diversa. Mario non faceva che dirmi che la Betty che conoscevo era morta, che stavo rimpiangendo una persona che non esisteva più. Io la amo quella persona. La amerò per sempre, sia che tu decida di farla esistere, sia che tu rinneghi la sua esistenza!”
“Armando, stai parlando di me, non di una persona morta!” mi dice Betty.
“Lo so!” le dico io.
“E adesso fai parlare me… Tu, non sai per davvero quello che io ho passato a Cartagena! Era chiaro a tutti, soprattutto a me stessa, che non avrei potuto continuare ad essere quella che ero. Tu non sai cosa significa innamorarti di qualcuno che poi ti usa. Hai ragione quando dici che in realtà sono arrabbiata anche con te. Di più però sono arrabbiata con me stessa per aver creduto a Miguel e poi anche a te. Per aver lasciato che questa storia mi condizionasse la vita!”
“Betty” la interrompo “una volta, mentre eravamo a Miami, mi hai detto che tu hai sempre creduto che nessuno ti avrebbe mai fatto dirigere un’azienda per via del tuo aspetto fisico, anche se credevi di averne le capacità…! Almeno questo devi riconoscermelo, io non ho mai, in nessun modo, assecondato l’idea che tu potessi non essere capace di fare qualcosa perché eri brutta, o piuttosto perché eri pettinata e vestita male. Questa è una cosa che è dipesa da te e solo da te… forse Miguel c’entra qualcosa… però… quello che conta per me, anche se sono egoista a dirlo, e me ne prendo la responsabilità, è che se tu non avessi vissuto quello che hai vissuto, non saresti stata tu e non saresti stata così speciale per me!! Davvero, io ti capisco, lo capisco quando dici che vuoi dimenticarti di quello che eri perché ti faceva soffrire terribilmente, riconosco che anche io ci ho messo del mio, ma ti ripeto che a parte tutto il male, per me non c’è niente che non andasse in quella donna lì.”
“Non riesco a credere alle mie orecchie…” mi dice.
“Ok, evidentemente non riesco a spiegarmi …” le dico innervosendomi. “Se vuoi fare quell’intervista falla pure, in fondo … è una decisione che devi prendere tu. Io non c’entro con la tua scelta.”

 

***

 

Mio marito è pazzo! Non riesco a credere a quello che mi ha appena detto. Praticamente mi ha fatto fare pace con me stessa, ed io non riesco a crederci.    
“Non è vero che la mia scelta non ha a che vedere con te e non è vero che tu non riesci a spiegarti. Lo hai fatto benissimo invece” gli dico avvicinandomi a lui, che non si è mosso di un millimetro dalla finestra. È teso, nervoso, stanco.
Lo guardo negli occhi. Ci leggo tempesta e tormento. Il suo tormento sono io. So che pensa di non sapermi stare accanto in questi giorni e devo ammettere che sono stata intrattabile. Soprattutto con lui. So che pensa che forse un altro uomo, cioè Daniele, sarebbe quello più giusto per me, dopo che è venuto a casa nostra e in qualche modo mi ha consolata, ma non avrei mai immaginato quello che mi ha detto. Non so esprimere la gioia che provo. È come se con le sue parole tutto, tra di noi si fosse risolto e non so come farglielo capire. In fondo, per me, anche se sono arrabbiata con lui, l’unico parere che conta è il suo! Posso anche detestarlo, ma la verità è che non saprei immaginarmi la vita senza di lui.
“Posso chiederti una cosa?” gli dico.
“Certamente!”
“Cosa pensi di me?” mi chiede.
“Che domanda è questa?” mi risponde.
“Rispondimi! Cosa pensi di me? Come donna, come persona, come quello che vuoi. Dimmelo! Sono la persona che volevi al tuo fianco?”
“Betty, che assurdità! Cosa c’entra questo? Io non sono la persona che tu volevi al tuo fianco!”
“Non riguarda te. Riguarda me, rispondimi o devo pensare che hai paura?” mi dice. “In tutti questi anni, secondo te che donna sono diventata? Frivola? Troppo fredda? Emotiva?”
“Io penso che tu sia una donna eccezionale. E che ti amo. A partire da quello che eri a quello che sei, mi sento privilegiato dall’aver potuto starti accanto. Non sei fredda, sei forte, dolce e bellissima. Non sopporto però che siano gli altri a dirti in qualche modo come devi essere o come devi reagire. Non voglio farlo nemmeno io, anche se l’ho appena fatto. Puoi benissimo decidere da sola chi vuoi essere. A me basta starti a fianco.”
“Tu pensi che in me,  sia rimasto qualcosa della vecchia Betty, quella che ti piace tanto?”
“Si. Ce n’è tanta. Per il resto, siamo cambiati entrambi. Siamo cresciuti… siamo diversi!” mi dice.
“Armando?” lo chiamo. Mi avvicino e lo abbraccio.
“Si?” mi dice lui, stringendomi tra le braccia.
“Grazie!” gli dico.
“E di cosa?”
“Di avermi parlato a cuore aperto e di avermi detto quello che mi hai detto. Adesso ti capisco molto meglio. Avresti dovuto dirmi queste cose molto prima!” dico. “Adesso, ho la certezza che tu mi abbia sempre amata. Non che prima non ce l’avessi, ma sentirti fare un discorso del genere, dopo quindici anni, mi conferma che sei davvero un folle e che mi hai amata quando nemmeno io ero in grado di amare me stessa!”
Invece di dargli possibilità di rispondermi lo bacio. Mi sembra di non farlo da secoli. Mi sembra di toccare il cielo con un dito. Non riesco a credere che un giorno sarei riuscita a superare tutta la mia inquietudine. Nemmeno dopo aver rischiato di morire ero stata capace di mettere da parte questa insicurezza.
Ma ora, mentre sono qui tra le sue braccia, capisco che lui è il mio destino. Mi capisce anche quando sembra di no. Sa sempre quali tasti toccare  e rispetta sempre il mio pensiero. C’è sempre stato per me. E io per lui. E in più mi amava anche quando ero inguardabile. Quando nessun uomo avrebbe osato farlo. Ha saputo andare oltre e ha saputo difendermi anche dalla mia stessa stupidità! Ammetto che ho sempre un po’ dubitato del fatto che mi avesse amata da subito e mi sono sempre detta che dovevo credere che fosse così. Ma in realtà ho sempre pensato che lui avesse iniziato a provare qualcosa per me, quando ero a Cartagena. Anche se Marcela mi ha detto che tra di loro non c’era più niente, non sono sempre stata convinta che quello che lui provasse per me fosse amore per davvero. Io invece lo amavo e lo amo! Lo amo e basta. Dovrei ormai accettare questa cosa come un dato di fatto. Oggi, senza saperlo mi ha dimostrato che tutto quello che abbiamo vissuto insieme, anche  se all’inizio aveva un doppio fine, non era una bugia. Non era uno sporco gioco. Era amore. Un amore che ancora ci unisce. Un sentimento che così come va in crisi allo stesso modo trova la strada per rigenerarsi.
“Andiamo a casa!” gli dico staccandomi dalle sue labbra.
“Ma non dovevamo pranzare?” mi domanda lui stupito.
“A casa nostra adesso non c’è nessuno! E non ci sarà nessuno per almeno tre ore!” gli dico. “Noi dobbiamo fare pace! Non hai appuntamenti vero?” chiedo speranzosa.
“No. E Tu? Hai ragione dobbiamo proprio fare pace!” mi dice lui mentre mi prende per mano e usciamo.
“Adoro litigare con te” mi sussurra all’orecchio prima di andare via.

 

***

Siamo nella nostra camera da letto. I nostri vestiti sono sparsi sul pavimento e io e la mia adorata Betty continuiamo a coccolarci sotto le lenzuola.
“Dovremmo farlo più spesso…. passare la pausa pranzo a casa” mi dice lei.
“Veramente abbiamo sforato la pausa pranzo di almeno un’ora” le dico io, baciandola sulle labbra.
Si avvicina a me e mi abbraccia. “Armando” mi chiama con una vocina che mi fa sorridere.
“Dimmi” dico alzandole il mento.
“Ti sei assolutamente convinto e rassicurato definitivamente che io non voglio nessun altro uomo, incluso Daniele Valencia, che non sia tu?” mi chiede.
Mia moglie mi legge nel pensiero evidentemente. O forse conosce le mie paure meglio di quanto le conosca io. Non so cosa risponderle. Ma qualcosa devo risponderle.
“Io, non sopporto quando tu pensi che io non voglia stare con te per tutto quello che è successo quindici anni fa tra di noi!” mi precede lei. “A volte, quando si parla di questo, ho l’impressione che tu ti senta ancora in colpa e che ti consideri la persona sbagliata per me, come se non avessimo abbondantemente e ripetutamente discusso di tutto questo!”
“Io” la interrompo “mi sentirò sempre in colpa per quello che ti ho fatto quindici anni fa, ma allo stesso tempo, mi sono sempre impegnato per andare avanti. Solo che Daniele Valencia continua a rinfacciarmelo … e sento che ha ragione a deridermi. È una macchia che mi resterà per sempre addosso.”
“Daniele, lo fa solo perché vuole metterti in difficoltà e ci riesce! Sai perché ci caschi sempre? Perché continui a credere che io pensi di lasciarti per un altro o per lui, e dovresti smetterla! Perché io non ti lascerò mai!” mi dice.
“Ma… come puoi dire una cosa del genere? E se un giorno ti svegliassi e non mi amassi più?” le chiedo. “Lo sai che ti ho fatto soffrire tantissimo, e che in fin dei conti, per davvero potresti trovare un altro uomo migliore di me!”
“Vedi? Non mi ascolti! Non ti lascioooo! Se vuoi vivere con questa paura fallo!! Ma tanto io non intendo lasciarti” mi dice. Mi accarezza la fronte e mi dice “Sei così carino quando Daniele ti fa andare in tilt! Ammetto che la mia reazione sia stata esagerata l’altro pomeriggio, ma non ero per davvero arrabbiata con te!”
“Io invece ero arrabbiato con me stesso. Mi faccio schifo da solo per quello che sono stato capace di fare e di farti!”le dico.
“Sei umano e hai commesso un errore, ma questo non significa che io non debba amarti.”
“E tu” le dico stringendola a me “sei stata bravissima a farmi sbroccare e cattivissima nel farmi credere che avevi una relazione con Nicolas all’epoca. Ho pensato di ucciderlo un migliaio di volte!”
“Ho sofferto tantissimo nel mettere in scena quella recita, ma dovevo fartela pagare in qualche modo. Eri molto divertente nei panni di Otello, anche se ho sempre pensato che il tuo interesse principale fosse l’azienda!” mi dice.
“Non mi ci fare pensare!” le confesso. “Un giorno Calderon, mentre tu eri a Cartagena, mi ha detto che dovevo smetterla di fare l’innamorato disperato e che il mio primo pensiero doveva essere l’azienda… in parole povere, è stato tutto il contrario di quello che tu puoi aver immaginato. Comunque, in quei giorni ho litigato con tutto e con tutti! E’ che solo tu riesci a farmi provare questo qualcosa dentro che … non so bene spiegarti, ma se solo penso che qualcuno possa portarti via da me… ecco non ci capisco più niente!”
“Basta!” mi dice Betty. “Non ne parliamo più, ti va? Ormai quella storia è il passato!”aggiunge, dandomi un bacio. La avvicino ancora di più a me e la stringo tra le mie braccia per un lunghissimo momento. Ho sempre adorato tenerla tra le mie braccia. “Parliamo del presente allora!” le dico.
“Presente? Quale presente?” mi chiede.
Invece di risponderle, recupero la mia giacca dal pavimento e prendo il mio telefono. Le faccio leggere  il messaggio che mi ha mandato Marcela e vedo il suo volto cambiare completamente.
“E meno male che doveva essere mia amica! Come si permette di insinuare con te una cosa del genere!”
Mia moglie si volta verso di me, in attesa di una mia reazione. Sa già che io sono geloso di Corrado e di qualsiasi uomo possa girarle intorno.
“Armando” mi dice “ti giuro che non c’è assolutamente niente tra me e Corrado, se non un’amicizia. Non si può definire nemmeno tale, perché lo conosco da pochissimo. E non passo molto tempo con lui… giusto quello necessario per fare il mio lavoro di Presidente!”
“Betty….” Provo a fermarla io.
“Come ha potuto quella donna fare una cosa del genere? Cosa vuole fare, separarci? È per questo che è tornata?” mi domanda. Lo sapevo che avremmo finito per litigare io e lei! Mi conviene dire la cosa giusta. Vedo che Betty si alza dal letto e indossa una vestaglia. Addio pomeriggio di pace! La guardo passeggiare nervosamente per la camera e prendere i nostri vestiti da terra.
“Dovevo aspettarmelo che avrebbe provato a dividerci, Marcela Valencia! Altroché accettare il nostro matrimonio! Insinuarti il dubbio che io possa tradirti!” la sento rimuginare.
Mi alzo anche io, indosso i boxer e vado ad abbracciarla. “Calmati Betty! Non sta succedendo niente di quello che pensi. Io non mi faccio di certo condizionare da quello che dice lei!” le dico. Ma non serve a niente.
Quella donna ti rivuole! Sono certa che sia tornata per separarci. Ho sbagliato a pensare che potevo esserle amica!” mi dice.
“Non ti sembra di esagerare?” le chiedo.
“No, non sto esagerando affatto. Mi ha tirato un colpo basso! Perché non è venuta a parlare con me del fatto che vuole licenziare Corrado? Può scordarselo che lo licenzio. No e poi no! A questo punto non lo farò mai, nemmeno se me lo chiedi tu! Non ce n’è nessun motivo!” mi dice guardandomi negli occhi.
Ecco, lo sapevo! La fermo e la stringo tra le braccia.
“Senti Betty” inizio “ammetto che quando stamattina mi è arrivato il messaggio stavo per venire a prendere a pugni questo tizio e volevo fare una mega scenata, com’è nel mio stile. Ma poi mi sono calmato, ho riflettuto e ho pensato che fosse meglio parlarne prima con te. Se tu mi dici che non c’è niente tra di voi, io credo a te! Non a Marcela Valencia!”
“Armando” mi dice lei con una faccia contrariata “ti ho appena detto, giusto dieci minuti fa, che non voglio un altro uomo e che non voglio lasciarti e tu mi stai chiedendo se ho una relazione con Corrado? Mi spieghi cos’hai in quella testa?”
“Betty, nemmeno tu mi ascolti allora! Ti ho appena detto che ti credo. Che credo a te e non a Marcela…!” le dico.
Lei viene ad abbracciarmi e mi dice “Non sopporto più questi Valencia, non sopporto più il modo in cui cercano di mettersi tra di noi!”
“Finalmente siamo d’accordo su qualcosa!” le dico io. “Ti giuro che non permetterò a Marcela di mettersi tra di noi! Io non la voglio. Qualunque siano le sue intenzioni non ci dividerà!”
“E io non lo permetterò a Daniele!” mi dice. La bacio. In fondo so bene che noi ci amiamo per davvero e devo fidarmi di questo!
Veniamo interrotti dal telefono di casa che sta suonando. Betty va rispondere, trovando molto strano che qualcuno chiami a casa e non al cellulare. A quest’ora in genere in casa non c’è nessuno.
“Pronto? Camila?...”
Sento Betty parlare. Trenta secondi dopo torna in camera, mentre io mi rivesto.
“Era tua sorella. Dice che sta venendo qui con tuo padre e la sua amante. A quanto pare tua madre non li ha fatti entrare in casa. È meglio che ci sbrighiamo, che ci sistemiamo velocemente.”

 

***

 

Dopo circa dieci minuti, noi ci siamo resi presentabili. Arrivano Camila, Roberto e questa donna. Vedo che Armando è piuttosto teso e anche Camila. In effetti non deve essere piacevole trovarsi davanti l’amante del proprio genitore e per la prima volta capisco Dodo in pieno. Guardo Victoria. È una bella donna. Alta, longilinea. Ha i capelli scuri e gli occhi nocciola. Mi ricorda un po’ mia cognata nell’atteggiamento. Anche lei è in difficoltà.
Il portiere ci avvisa che anche Margherita è arrivata, lasciando sorpreso Roberto. “La faccia salire!” dico a Fernando.
Finalmente Margherita ci raggiunge e nell’imbarazzo di tutti vedo che finalmente Roberto prende la parola. Finora si era limitato a salutarci e basta e a presentarci Victoria Smith.
Io guardo Armando. So che è teso dal modo in cui tiene le spalle.
“Ragazzi” comincia Roberto. “Le cose non stanno come vi ha detto vostra madre… Anzi Margherita, sono felice che anche tu sia qui e che abbia accettato di parlarmi anche se prima non mi hai fatto entrare in casa!”
“Cosa ti aspettavi, che ti facessi entrare in casa nostra con la tua amante??” gli chiede lei.
“Victoria non è la mia amante Margherita! …” le dice mio suocero.
“Non penserai che ci creda, dopo tutto quello che so sui vostri incontri segreti a Londra…” ribatte mia suocera con una certa sicurezza.
“Ragazzi… ascoltatemi, e anche tu Margherita, ascoltami. Non è come credete. È una scoperta che ho fatto da pochissimo tempo…. Ecco vedete…” sta dicendo Roberto.
Io vado vicino ad Armando e lo prendo per mano. Ho idea che mio suocero stia per sganciare una bomba.
“…. Victoria è mia figlia!” conclude Roberto, guardandoci negli occhi.

 
Camila è la prima a reagire alla notizia. “Che cosa hai detto papà?” chiede prima di cadere mollemente sul mio divano.
“Lei è tua figlia?” chiede Armando, indicandola con un dito.
“Roberto! Che cosa ti sei inventato pur di giustificarti!?!” gli dice Margherita.
A questo punto, finalmente dopo essere stata per molto tempo in silenzio, Victoria prende parola.
“Non vi sta mentendo” dice “è la verità. L’ho scoperto anche io da poco. Mia madre mi ha sempre mentito riguardo il mio vero padre. Abbiamo fatto gli esami del dna, due volte. Mi dispiace, ma non ci sono dubbi. Roberto Mendoza è mio padre!”

 
“Cosa ne dite se vado a preparare un tè così ci calmiamo e ne parliamo?” chiedo a tutti.
“Mi sembra un’ottima idea” mi dice Armando. “Io vengo ad aiutarti!”seguendomi in cucina.
“Io chiamo Alberto e gli dico di raggiungerci!” dice Camila.
Giunti in cucina vedo Armando chiudere la porta e appoggiarvisi contro.
“Stai bene?” gli chiedo.
“Non lo so!” mi risponde.
Mi metto a preparare le tazze e accendo il bollitore.
“Non riesco a credere che quella donna possa essere mia sorella! Mi sembra così strano!” mi dice  Armando.
“Hai sentito tuo padre, no? L’ha scoperto da poco pure lui!” gli dico mentre taglio delle fette di limone e le poggio in un piattino.
“Betty” mi dice venendo a circondarmi con le sue braccia “stammi vicino ti prego! Non so cosa potrà succedere di là!”
“Non c’è bisogno di chiederlo amore mio” gli rispondo. “Aiutami a portare tutto in salotto” gli chiedo, mentre stacco il bollitore e verso l’acqua nella teiera.
Quando torniamo nel salotto, Margherita non rivolge nemmeno lo sguardo al marito. Mentre Camila è seduta compita ma sembra scrutare sua sorella. Che cosa assurda! Sua sorella! Armando ha un’altra sorella! E se ha il suo stesso carattere? Aiuto!
Dopo aver consegnato le tazze con il tè a tutti, cerco di scegliere la tensione come posso. Immagino che nemmeno per lei deve essere facile scoprire di avere due fratelli così di punto in bianco e mi sembra una brava persona.
Mi rivolgo verso di lei e mi presento. “Io sono Betty, cioè il mio vero nome è Beatriz, ma quasi tutti mi chiamano Betty, puoi farlo anche tu se ti va. Sono la moglie di Armando e  abbiamo tre figli.”
“Tu, dirigi l’Ecomoda giusto?” mi chiede lei abbastanza timidamente.
“Si!” le dico. “Questi due, che sembrano aver perso la parola sono Camila e Armando! Camila è la sorella maggiore ma di appena un anno. Ma immagino che Roberto ti abbia già raccontato tutto.”
“Si, quasi tutto!” mi risponde. “So che questa situazione è strana anche per voi” aggiunge.
“Perché non ci spieghi come hai fatto ad avere questa figlia?” chiede Margherita a Roberto.
Noto che Camila e Armando continuano a guardare Victoria e a guardarsi tra di loro.
“Io” comincia mio suocero “Ho conosciuta la madre di Victoria quando avevo quasi diciannove anni. Mary aveva ventun’anni, era una studentessa inglese ed era qui in vacanza. È rimasta qui un mese e abbiamo avuto una breve storia. Quando è tornata a Londra non ho saputo più niente di lei, non potevo di certo immaginare che avesse avuto una figlia!”
“Mia madre, al ritorno di quella vacanza si sarebbe dovuta sposare con mio padre e così fu. Mio padre non ha mai dubitato che io non fossi sua figlia. È morto cinque anni fa. Probabilmente non ne sapeva niente. L’anno scorso invece mia madre si è ammalata di leucemia e prima di morire mi ha confessato che non sapeva chi fosse il mio vero padre. Mio padre Victor, era un uomo più grande di lei, di dieci anni che avevano scelto per lei i suoi genitori, e a quell’epoca era difficile opporvicisi. Così sono venuta a sapere di Roberto. Mia madre aveva conservato una foto, il nome e l’indirizzo. L’ho cercato tanto, poi ho letto per caso su un giornale che un Roberto Mendoza, colombiano si era trasferito a Londra e allora mi sono fatta coraggio e l’ho cercato!”
“Quindi tu hai cinquanta due anni?” le chiede Camila. “E hai altri fratelli?”
“Si, ho cinquanta due anni. Sono nata il ventitre aprile del millenovecentosessantatre a Londra. E si ho una sorella che è nata vent’anni dopo di me. Si chiama Virginia.”
“E sei sposata? hai figli?” chiede Armando.
“Ho due figli. Una femmina e un maschio. Mi sono sposata molto giovane e attualmente sono divorziata. La mia figlia maggiore si chiama Elise e ha trent’anni, mentre il mio secondogenito si chiama Benjamin, anche se tutti noi lo chiamiamo Ben e ha vent’anni.”
“Bene!” ci dice Margherita “A quanto pare la mia presenza qui non è richiesta, visto che avete fatto già amicizia!”
Si alza e si dirige verso l’ascensore.
“Aspetta Margherita” le dice Roberto “non andare via!”
Proprio in quel momento si aprono le porte dell’ascensore ed entra Gina con i nostri figli. Non riesco a pensare a come si possa sentire mia suocera nello scoprire che Roberto abbia un’altra figlia! Io non so come avrei reagito al suo posto e spero di non scoprire mai una cosa del genere!
“Nonno, nonna!” urla mio figlio Roberto andandogli incontro! “Che bella sorpresa!!!”
Cami bacia i nonni e vedo che anche Aurora sorride ai miei suoceri. Dopo un attimo dall’ascensore entra Alberto. Ecco, adesso ci siamo proprio tutti. Camila si dirige verso di lui e lo abbraccia sconvolta.
Mio figlio Roberto che non si vergogna proprio di niente, si è diretto verso l’unica persona che non conosce e  si presenta da solo.
“Ciao, io sono Roberto Mendoza e ho otto anni. Lei è mia sorella Camila e ha quasi tredici anni e lei è mia sorella Aurora e ha un anno” dice rivolto a Victoria indicando con il dito le sue sorelle.
Roberto è proprio un rubacuori nato, non c’è che fare. Lo guardo e penso che questo mio figlio mi darà un sacco di preoccupazioni soprattutto con le ragazze. Come suo padre.
“Io…” dice impacciata Victoria “ mi chiamo Victoria e sono di Londra, sono…. un’amica di tuo nonno. Piacere di conoscerti!”
“Londra? Ma lo sai che io ci sono stato? C’erano anche nonno Hermes e nonna Giulia con noi. Mi sono divertito tantissimo!”
“Roberto vai con Gina” gli dice Armando. “Per favore Gina, faccia fare merenda ai ragazzi” dice rivolto alla nostra tata.
“Nonno, nonno” dice mio figlio prima di andare via “Puoi convincere mamma e papà a comprarmi un cavallo?” gli chiede.
“Farà del mio meglio!” gli  promette mio suocero.
Sorrido, alla richiesta di mio figlio, mentre l’aria sembra essersi di nuovo appesantita.
“Complimenti” dice Victoria rivolta a me e ad Armando “avete dei figli molto simpatici!”
“Grazie” le dico io.
“Non intendo stare un minuto di più in questa casa” dice Margherita.  “Me ne torno a casa mia. Voglio stare sola. Tu, Roberto” dice indicando il marito “mi fai il favore di non venirci, non voglio ascoltare altro. E tu” dice indicando Camila “prendi i tuoi figli e passi la notte a casa di tuo marito. Voglio stare sola, intesi? Non vi voglio tra i piedi!” ci dice e va via.
Quando le porte dell’ascensore si chiudono, vedo che Armando, lo chiama e fa per seguire la madre. “Scusatemi” ci dice “ma non mi sento di lasciarla sola!” e si infila nell’ascensore.
“Mi dispiace!” dice Victoria. “Non volevo rovinare la vostra famiglia. Forse non avrei dovuto dire niente.”
“No Victoria!” le dice Roberto. “Non è affatto colpa tua! Io sarei potuto morire senza sapere di avere un’altra figlia! Conosco mia moglie da cinquant’anni. E sono sposato con lei da quarantanove anni… adesso reagisce così…. Ma vedrai che le passerà. Margherita può sembrare dura, ma non lo è affatto!”

 

***

 

Sono pronta per andare a dormire e vado in cerca di Armando. Probabilmente si starà versando un whisky, per metabolizzare la giornata folle di oggi e la notizia di avere un’altra sorella!
Non è in soggiorno…. Lo cerco per la casa e lo trovo in camera di Roberto, seduto sul bordo del letto mentre lo guarda dormire.
“Cosa ci fai qui?” gli chiedo sottovoce.
Lui si alza dal letto e mi viene vicino. Insieme usciamo dalla camera del nostro bambino che dorme beato.
“Lo guardavo dormire e pensavo a quello che è successo oggi. Al fatto di avere un’altra sorella voglio dire” mi dice e mi prende per mano. È davvero turbato. Prima è andato da sua madre, ma da quello che mi ha detto non hanno parlato molto.
“Sei sconvolto per quello che ti ha detto tua madre?” gli chiedo.
“Non ha detto che la verità. In fondo anche io lo penso!”
“Immagino che sentirsi dire dalla propria madre che era preparata all’eventualità che potesse spuntare qualche tuo figlio e non di tuo padre, non è proprio bello.”
“Non mi stupisco Betty. Sai perché? È shockata dalla notizia che ci ha dato mio padre. Hanno passato insieme tutta la vita ed adesso arriva questa donna che ha un legame con lui, molto peggio di un’amante. Quanto a me, mia madre dice solo la verità!”
“Sei molto gentile a leggerla così. Io non sarei tanto tranquilla se mia madre pensasse che sia normale o probabile che abbia altri figli in giro!” gli dico.
“Se ci pensi Betty, è molto probabile che io possa avere dei figli di cui non conosco l’esistenza, e sarebbe stato più normale se fosse successa a me una cosa del genere!” mi dice.
“Allora meglio non pensare a quanti potrebbe averne Calderon!” provo ad alleggerire la tensione.
Lui mi prende prima per mano e poi mi abbraccia. “Mi sento uno stupido. Mi sono comportato davvero come un pazzo, con leggerezza, senza pensare a quelle che potevano essere le conseguenze.”
“Mi stai davvero dicendo che pensi di avere qualche altro figlio in qualche parte del mondo?” gli chiedo.
“Non posso escluderlo!”
“E cosa vuoi fare? Chiamare tutte le tue ex e chiedere loro se per caso hanno avuto un figlio di cui tu ignori l’esistenza?”
“No Betty. Stavo solo pensando a questa eventualità. E riflettevo sulla mia leggerezza.”
“E se dovessi scoprire di avere un altro figlio che faresti?” gli chiedo.
“Prima di tutto rimpiangerei che non sia tuo figlio!” mi dice. “Non penso di avere figli sparsi per il mondo. Non ne ho l’assoluta certezza ma non intendo preoccuparmi di una cosa che potrebbe non essere mai nemmeno accaduta” mi dice.
“Non so come fai a vederla così!” gli dico.
“Non preoccupartene. L’unica certezza che ho, se dovessi avere un altro figlio è che non è nato dall’amore vero, ma fortuitamente, e che non ho amato sua madre quanto amo te e i nostri figli. Che sono la cosa più preziosa che abbiamo fatto insieme.”
Lo guardo negli occhi. È molto sereno, ma anche teso. Lo sento dal modo in cui mi stringe.
“Cosa ti angoscia allora?” gli chiedo. “Victoria?”
“No, mi sembra una donna perbene. Sono preoccupato per mio padre. Non avrei mai pensato di vivere questa situazione da figlio. Secondo me, non si perdonerà mai per il suo comportamento! Sai quanto sia irreprensibile!” mi dice.
“Ma non sapeva di avere avuto un’altra figlia. Se lo avesse saputo, tutta la sua vita sarebbe stata diversa! Forse tu non saresti nato e non saresti qui adesso con me e non avremmo tre splendidi figli!” gli dico.
“Cosa vuoi dire Betty?” mi chiede.
“Dico solo che tutti noi, rispetto al nostro passato dobbiamo accettare che le cose che siano andate così. Perché questi avvenimenti ci portano ad essere qui e ora quello che siamo. Non possiamo cambiare il passato. Possiamo solo provare a superarlo, stasera l’ho capito più che mai!” gli dico.
“Mostro, so bene quanto ti costa dire queste parole…” mi dice. “Cosa vuoi fare con l’intervista? Non ho dimenticato il motivo per cui sei venuta in ufficio oggi…!”
“Non so se voglio farla per davvero… non so se sono pronta ad affrontare tutto di nuovo e soprattutto in pubblico!”
“Secondo me, hai bisogno di metabolizzare quello che è successo con Miguel una volta e per sempre… insomma, vorrei tanto che tu potessi guardarti indietro con serenità.”
“Questo non avverrà mai temo. Questa storia fa parte di me e non riuscirò mai a dimenticare quello che ho provato.”
“Mi dispiace sentirti dire così!” mi dice. “Non dovresti tormentarti tanto. Penso che se questa storia è saltata fuori, a parte Karina Larsonn, sia perché devi proprio superarla!”
“Non voglio più litigare con te per cose del passato, ma non riesco a pensare a questa storia né con distacco né con serenità. Per certi versi l’ho superata, per altri … non so se lo potrò mai fare!” gli dico.
“E invece devi! Anzi dovresti incontrare Miguel e dargli uno schiaffo per tutto quello che ti ha fatto e poi andare via! Se mai ce l’avrò di davanti, io non mi limiterò a quello!” mi dice.
“Armando!! Cosa dici?” gli chiedo. “Comunque il problema non è solo Miguel. Lo è anche il fatto che io a volte, nonostante tutto, nella mia testa sento ancora i commenti dei ragazzi per il mio aspetto fisico, come mi prendevano, anzi prendevano in giro me e Nicolas… è una cosa che mi ha comunque segnato la vita e il mio modo di essere!”
“Ma puoi superarlo!” mi dice lui. “Anzi devi! Fino a quando non lo farai, non sarai mai pienamente te stessa, la donna che vuoi essere. Non puoi continuare a fuggire. Non so se fare questa intervista risolva tutto, comunque devi superare questo scoglio, in qualsiasi modo tu voglia!”
Non sono davvero convinta di volerlo fare.
“E a te non da fastidio tutto questo clamore mediatico?In fondo anche tu sei in mezzo a questa storia!”gli dico.
“Non mi ricordare che sono stato io a causare tutto questo casino, anche se inconsapevolmente. Io ti amo, per me conta solo la tua felicità. Sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita. Qualsiasi cosa tu decida per me va bene. Io vorrei solo che tu superassi le tue debolezze perché so che sei inflessibile con te stessa il più delle volte e che quando non ti basta quello che ti do io, quello che abbiamo, combini della sciocchezze, tipo … baciare Daniele!” mi dice mio marito.
“Stiamo ancora parlando di questo?” gli chiedo  leggermente infastidita.
“Nemmeno io voglio continuare a litigare su cose del passato, ma devi ammettere che, anche se io ho ammesso le mie colpe al riguardo, il tuo disagio nel non sentirti apprezzata come donna, deriva dal fatto che ti sei sempre sentita denigrare per il tuo aspetto fisico e sembri incapace di rompere questo circolo vizioso, anche se adesso sei splendida!”
“Da quando sei diventato così esperto nel capirmi?” gli chiedo sorridendo.
“Devo ammettere che ho fatto molto esercizio di recente. Imponendomi di stare calmo e di mantenere il controllo, ogni volta che sei stata fredda con me. Betty, io so che quello che ti ho fatto io non merita perdono e so già che mi hai perdonato tantissimo tempo fa e so che  non sarò mai davvero a posto con me stesso per aver potuto fare quello che ho fatto, ma provo ogni giorno a dimostrarti che sono anche altro, ad essere migliore per te. A capirti di più…” mi dice.
Chissà perché, dopo che abbiamo vissuto per più di dieci anni in serenità dobbiamo trattare ancora questi argomenti. Evidentemente non li avevamo veramente affrontati. Abbiamo solo nascosto la polvere sotto il tappeto.
“Ecco, io non voglio che tu continui a tormentarti con questo” gli dico. “Facciamo così. Io accetto di fare l’intervista e tu smetti di tormentarti con queste idee.  Tu mi hai fatto sicuramente più male di tutti, anche perché io non ho provato mai per nessuno l’amore che provo per te, né ho mai amato qualcuno, tantomeno Miguel, con la stessa intensità con cui amo te, quindi… per l’ultima volta, andiamo avanti… basta parlare di questa storia. Mi hai dimostrato in tutti i modi possibili di aver capito di aver sbagliato e io ti ho davvero perdonato.  E’ definitivamente arrivato il momento di pensare ad altro. Come ho detto una volta a tuo padre, evidentemente tutto quello che è successo tra di noi, doveva succedere per permetterci poi di avere la nostra meravigliosa famiglia!” gli dico abbracciandolo.
“Sei davvero un tesoro Betty!” mi dice. “Spero tanto che anche mio padre abbia la capacità di vederla così, rispetto a Victoria! Hai ragione tu, se avesse saputo della sua esistenza subito, probabilmente io non sarei mai nato, nessuno può saperlo… le cose sono andate così!”
“A me preoccupa Camila” gli dico. “Non sta attraversando un periodo facile… si scontra molto spesso con vostra madre e questa è davvero l’ultima tegola sulla sua testa!”
“Domani vado a parlarle. Sicuramente Alberto le starà vicino. Spero tanto che possano fare pace!” mi dice.  Ci prendiamo per mano e andiamo nella nostra camera.
“Spero che domani sia una giornata migliore di oggi, anche se fino al primo pomeriggio è stata una giornata fantastica!” mi dice mio marito mettendosi a letto e sorridendo.
“Credo mostro, che le giornate che ci aspettano saranno piene di nubi all’orizzonte!” gli dico coricandomi a mia volta e abbracciandolo. Non per smorzare il suo entusiasmo, e nemmeno per quanto riguarda noi due, ma se conosco un po’ mia suocera, sono certa che non sarà facile per lei accettare il nuovo arrivo penso. Saranno giorni difficili.

“A me basta essere con te. L’importante e che tu e io siamo insieme, il resto è tutto superabile” mi dice lui. In fondo questo è quello che ho sempre voluto.

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Capitolo 26
*** Alberto ***


La rivelazione di ieri ha completamente spiazzato Camila e devo ammettere che anche io sono piuttosto perplesso. Non mi sarei mai aspettato che Roberto avesse una figlia di cui non conosceva l’esistenza! Roberto, mio suocero, a differenza di Margherita, si è certamente infastidito quando io ho sposato Camila, ma non mi ha mai per davvero osteggiato. All’inizio mi guardava con un certo sospetto. Ed è vero che nei primi anni di matrimonio, quando i nostri rapporti erano davvero al minimo, non amava frequentarmi, ma dopo, quando le cose sono migliorate, mi ha fatto sentire parte della famiglia.
Ora si ritrova in un guaio. Non saprei proprio immaginare cosa farà adesso Margherita. Sicuramente di tutto per non infangare il nome dei Mendoza. Che poi a ben pensarci, come diceva sempre Camila anni fa, chi sono questi Mendoza?? È vero che col tempo sono diventati degli industriali, che sono spudoratamente ricchi, ma comunque all’inizio della loro avventura, erano gente comune! Ammassare una grande quantità di denaro, può forse renderli diversi da tutti gli altri?
Certo che si! Il denaro ti fa entrare nei circuiti giusti, ti permette di fare parte della società che conta e soprattutto di contare qualcosa … ma questo da la felicità? Margherita è felice?
“Alberto” mi dice Camila “smetti di rimuginare su questa storia! Mi sembra che tu ne sia rimasto più colpito di me!”
“In effetti è vero” le rispondo mentre bevo il caffè. “Mi colpisce la reazione di tua madre! È così preoccupata di non infangare il vostro nome! Dovrebbe un attimo rilassarsi!”
“Questo sarà quasi impossibile!”
“In fin dei conti tuo padre non l’ha neanche tradita! Voglio dire, Victoria è nata prima che loro si conoscessero… tua madre che diritto ha di sentirsi tradita da questo?”
“Non sei proprio un fan di mia madre vero?” mi chiede Camila.
“Non è che io non sia un suo fan, ma è sempre troppo fissata con il controllo!! Cosa le toglie l’esistenza di Victoria? L’avrei capita di più se Victoria fosse figlia di un tradimento di tuo padre nei suoi confronti, ma io sono certa che tuo padre abbia sempre avuto un comportamento irreprensibile nei suoi riguardi.”    
“Io credo che mia madre si sia sentita derubata dell’idea di essere lei e solo lei la donna al centro della vita di mio padre. La madre dei suoi figli, la donna che lo ha aiutato nell’avventura dell’Ecomoda e che gli è rimasta a fianco in tutti questi anni!”
“Ok, va bene, ma ha vissuto tutte queste cose lo stesso! Tuo padre non ha avuto la possibilità di scegliere, perché l’altra donna non gli ha mai detto di essere incinta. Quindi ora cosa fa tua madre, si confronta con un fantasma?” le chiedo sarcastico.
“Alberto, capisco che tu non sia il fan numero uno di mia madre, ma non ti sembra di esagerare?” gli chiedo.
“Hai ragione, tua madre… ce ne ha fatte passare di tutti i colori, ma questa volta sono davvero convinto di quello che dico. Si sta arrabbiando per una cosa che non ha alcun senso. Credo invece che la cosa migliore che possa fare è parlare con tuo padre. Credo che proprio perchè è una situazione assurda, adesso lui abbia più bisogno che mai di confrontarsi con la sua compagna di vita.”
“Perché non vai a dirglielo?”
“Certo, come no! Nemmeno io sono la sua persona preferita ricordi?” le dico.
“Devo parlare con mio fratello!” mi dice. “Oggi lo invito a pranzo!”
Lo squillo del mio cellulare mi distrae dalla nostra conversazione.
“Pronto?” rispondo.
“Ciao Alberto! Sono Abi!” mi dicono dall’altra parte.
“Abi!” esclamo io felice. Vedo Camila voltarsi di scatto verso di me. Mi raggiunge e mi si para di davanti.
Dopo una conversazione di cinque minuti, chiudo il telefono e guardo mia moglie in volto. Sta aspettando che dica qualcosa!
“Era Abi!” inizio io.
“Questo l’ho sentito pure io!”
“Viene a Bogotà!” le dico, sperando che lei non esploda o che un vortice si apra sotto la mia sedia a causa della sua furia e mi inghiotta!
“Bene” mi dice. Sento la sua irrequietezza. Lei si è convinta che tra me e Abi ci sia qualcosa e non riesco in nessun modo a convincerla del contrario.
“Alberto” inizia “come mai non mi hai mai parlato dell’esistenza di Abi?” mi chiede. “Che poi Abi, che nome è?” aggiunge.
“Camila tu hai sempre saputo che avevo degli avvocati. Non è che mi hai mai chiesto come si chiamassero! D’altronde io mica conosco i nomi degli avvocati svizzeri dell’Ecomoda no?”
“Alberto, non fare finta di niente! Tra te e questa donna c’è qualcosa… io non chiamo i miei avvocati con il loro nome abbreviato!!” mi dice piuttosto contrariata.
“Vorrei che tu accettassi il fatto che tra me e lei non ci sia niente. Non c’è mai stato niente! Ha solo curato i miei affari. E adesso viene per affari. Per i miei affari. Per alcuni investimenti che ho fatto in Svizzera e che si sono rivelati molto proficui.”
“E dove starà?” mi chiede.
“Dove deve stare? In albergo no? Camila, cosa ti prende? Credi che venga a stare qui da me? Non c’è niente tra di noi. Sei tu che hai frainteso, o hai voluto fraintendere tutto. Hai capito?”
“Voglio solo assicurarmi che non sia un problema per te che noi stiamo qui. Non so quando mia madre ci farà rientrare in casa!”
Ieri sera Margherita è stata piuttosto categorica sul fatto che voleva restare sola e ha pregato Camila e i ragazzi di lasciare la villa. È stato naturale per me ospitarli a casa mia. Non sappiamo per quanto tempo Margherita voglia restare sola. Se sia una cosa momentanea o se sarà una cosa lunga. Conoscendola, immagino che la questione andrà per le lunghe!
“Camila stai dicendo un sacco di stupidaggini! Va bene che le cose non sono chiare tra di noi, ma tu sei ancora mia moglie e sei la madre dei miei figli, e Isabel e Juan sono anche i miei figli! Pensi che vi lascerei andare da qualche altra parte?” le dico.
“Ma tu mi avevi detto che non saresti voluto tornare con me se io non avessi avuto le idee chiare su di noi e che dovevo trovare la mia strada. Adesso invece praticamente sei costretto a convivere con me e i ragazzi… forse non intendevi proprio questo… insomma  magari per te va bene stare con i ragazzi, ma io farei meglio a cercarmi un’altra sistemazione!” mi dice.
Mi sto innervosendo e non la capisco.
“Per me non c’è problema. Se tu vuoi credere che io non voglia stare con te va bene, ma non è così. Quando ti ho detto che volevo che cercassi la tua strada ti ho detto che ti avrei aspettata. Forse sei tu che non vuoi stare qui con me! Capisco che la casa è quella che è. Che le camere non siano abbastanza. Se tu non vuoi dormire con me, mi trasferisco sul divano. Non c’è problema. Per me, potete restare qui tutto il tempo che volete. Non ho cambiato idea. Voi siete la mia famiglia. La mia casa sarà sempre aperta per voi.”
“E io?” mi chiede.
“Tu che?”
“Io cosa sono per te? Sono la tua famiglia?”
“Certo! Io non riesco a smettere di amarti così, dall’oggi al domani. Avrei tanto voluto farlo in questi ultimi mesi, ma non ci sono riuscito!” le dico.
Lei mi abbraccia e mi dice “Non voglio che tu ci riesca!... Perdonami. Dico un sacco di sciocchezze. Sono molto nervosa in questi giorni! E dopo una sorella, arriva Abi! Non ho mai un attimo di pace.”
La bacio sul capo. “Camila sei proprio una Mendoza. Sei davvero una testona. Come tuo fratello. Non c’è niente tra me e Abi. Non so più come dirtelo!”
“Quando arriva?” mi chiede.
“Domani sera ci vediamo a cena!” le dico.
“Ah sì??” chiede “E dove?”
“Al Le Noir ovviamente!”
“Bene! Allora domani esco a cena con i ragazzi!”
“Che cosa?” le chiedo. “No Cami. Tu vieni con me! Devo presentarti Abi!”

 

***

 

Oggi ho avuto una stressantissima giornata di lavoro. Da quando questa mattina ho discusso con Camila su Abi, sul fatto che lei restasse o meno in questa casa, sento dentro un’agitazione che so spiegarmi soltanto in parte. E’ come se vivere insieme sia difficile per me e per Camila, anche se lo abbiamo fatto per sedici anni.  A volte vorrei chiudere gli occhi e tornare a quando andava tutto bene tra di noi! Sento che Camila sta facendo un po’ di rumore e vado a vedere cosa stia combinando.
La vedo arrivare nella mia, o nostra non saprei, stanza da letto con alcune cose in mano.
“Scusa Camila, cosa sono queste cose?” le chiedo.
“Questo è un cavalletto e questa è una tela bianca, come potrai notare!” mi dice.
“E perché li stai mettendo qui?”
“Perché…. Devo pur dipingere da qualche parte no? In salotto non posso lascarli, perché Juan è ancora piccolo e potrebbe danneggiare tutto. E anche Dodo o Isabel potrebbero farlo!”
“E quindi la soluzione è metterli in camera da letto?” le chiedo piuttosto perplesso.
“Ti dispiace?” mi chiede. “Ma in fondo questa camera è piuttosto spaziosa. Non ti darò fastidio lo prometto, né macchierò i vestiti!”
La guardo sconvolto. Non posso credere che stia dicendo sul serio.
“E poi” aggiunge “voglio fare un ritratto a te. Voglio che il mio primo nuovo quadro sia un tuo ritratto!”
“Che cosa?” le dico. “Sei completamente fuori di testa!”
“Alberto… ti ricordo che stamattina hai detto di amarmi. Vedrai che non sarà una cosa dell’altro mondo posare per me! Quando diventerò famosa, il tuo ritratto varrà un sacco di soldi!”
“Quando diventerai famosa” ripeto come un idiota! “Quindi ora vuoi fare la pittrice! E il tuo lavoro all’Ecomoda?” le chiedo.
“Lo so che tutto questo ti confonde. Per ora voglio solo dipingere. Dipingere mi fa sentire bene, mi scarica. È ovvio che non lascerò il lavoro all’Ecomoda. Questo sarà il mio hobby. Almeno per il momento sarà il mio hobby!” mi dice. “Voglio ritrarre te perché sei tu che mi hai spinto a ritrovare le mie passioni, ma sta tranquillo. Il tuo ritratto non lo venderò mai e poi mai. Anzi non credo che uscirà mai dalla nostra casa!”
“Ah si?” le chiedo. “E perché?”
“Come perché? Tu credi che io possa accettare che un’altra donna abbia un tuo ritratto in casa? Non scherziamo caro. Tu sei proprio fuori dal mercato. In tutti i sensi.”
"E hai deciso dove devo dormire?" le chiedo. 
"Con me ovviamente! Mica penserai che ti faccia stare sul serio sul divano! Dormiremo insieme, che te ne pare?"
Non so se essere divertito o se urlare. Sono definitivamente sposato con un’altra persona. Mia moglie è uguale a prima e allo stesso tempo diversa. Chissà cosa mi aspetta in futuro, ma sono davvero ansioso di scoprirlo.

 

 ***

Un leggero fruscio desta il mio sonno.
Apro gli occhi e vedo Camila che dipinge. Ma che ore sono? Guardo l’orologio. Sono appena le sei.
“Camila” la chiamo. “Cosa stai facendo?”
“Stai fermo!” mi dice “Non ti muovere!”
“Che cosa?”
“Sono stata colta dall’ispirazione guardandoti dormire!”
“Eh?” le chiedo. “Perché non torni a dormire?”
“No. Ora sono ispirata!” mi dice. “Devo farti un ritratto o no?”
“E vuoi fare un ritratto di me che dormo?”
“Non proprio!”
“Qualunque cosa tu abbia in mente, torna a dormire dai!” le dico. Mi alzo e vado a baciarla sul collo. “Anche io sono stato colto da un’improvvisa ispirazione!”
Lei si volta verso di me. “Alberto, tu non mi prendi sul serio e questa cosa non mi piace. Devo dipingere. Voglio farti un ritratto!”
“Io ti prendo sul serio. Certo che si. Lo so che la tua vera passione è l’arte. E ti prometto che poserò per te, ma adesso no!” le dico abbracciandola.
“No, torna tu a dormire. Io devo dipingere. Dai Alberto!”
“E va bene!” cedo e ritorno a letto mentre lei pasticcia con matite e pennelli. Devo ancora capire la portata di questo nuovo sconvolgimento nella mia vita. Credo anche che lei sia sotto shock per la notizia della sorella e che questo sia un modo per sfogarsi… ma ci aspettano giorni difficili!

 

***

Siamo a Le Noir e stiamo aspettando Abigail. Camila è molto nervosa e io non riesco a capire cosa le passi per la testa. Le ho detto che deve stare tranquilla e invece lei è in preda ad una totale agitazione.
Finalmente Abigail arriva e dopo esserci salutati con un abbraccio mi tocca fare le presentazioni.
“Camila, lei è l’avvocato Abigail Bennet” le dico. “Abi, lei è mia moglie, Camila Mendoza!” aggiungo.
“Piacere Camila, possiamo darci del tu vero? Alberto mi ha parlato di te!” le dice Abi.
Vedo Camila guardarmi di traverso, ma io le rispondo alzando le spalle.
“Ci accomodiamo?” chiedo spostando le sedie di entrambe.
“Certo! Accomodiamoci” dice Camila sedendosi. “E si Abigail, puoi tranquillamente darmi del tu! Da quanto tempo lavori con Alberto?” le chiede.
“Da cinque anni più o meno!” le risponde.
Camila si versa un bicchiere d’acqua e lo beve tutto d’un sorso.
“Si” dico rivolto a Camila “lei lavora nello studio del vecchio Lomas da cinque anni e da quando è arrivata si è occupata della mia società. Naturalmente anche con altri avvocati.”
“Infatti a questo proposito” interviene lei “ volevo dirti che i tuoi ex soci non hanno preso bene il fatto che continuiamo a lavorare per te e anche per la CAM2, ma Henry è stato chiaro nel dire che tu adesso sei un cliente della Lomas e associati, indipendente dalla loro società. Loro temono che tu possa fargli concorrenza e ritengono che qualora questo avvenisse, lo studio deve decidere da che parte stare.”
“Capisco!” le dico. “Non gli è bastato praticamente cacciarmi dalla mia stessa società, vogliono proprio eliminarmi dal mercato! A quanto pare sono davvero fuori dal mercato!” dico rivolto a mia moglie.
È perplessa.
“Mi dispiace Alberto” mi dice prendendomi la mano. “Tornare qui è stata la decisione sbagliata per te!”
“Comunque” si inserisce Abigail “Henry Lomas ha detto ai tuoi ex soci che non possono permettersi di stabilire chi può essere cliente del suo studio e chi no!”
Il suono del telefono di Abi interrompe la nostra discussione. “Scusatemi” ci dice “devo proprio rispondere!”
Camila si rivolge a me e mi dice “Alberto… tu lavori con quella donna da cinque anni e non mi hai detto niente? E perché non c’era mai nelle occasioni mondane?”
“Perché lei è della sede di Londra, non di Ginevra! Camila, non è solo lei il mio avvocato. Lei si sta occupando di me perché è specializzata in transazioni commerciali e finanza. Inoltre Lomas mi ha suggerito un’agenzia di investimenti con cui lei collabora personalmente e ho fatto degli investimenti anche lì! Insomma si tratta di lavoro e solo di lavoro!” le dico.
“Tu mi stai dicendo che tra te e questa donna bellissima non c’è niente di personale?”
“Camila abbiamo un rapporto amichevole e collaboriamo, ma niente di più!”
“Alberto, ma l’hai guardata? Hai visto quanto è bella?” mi chiede.
“E’ bella? Non me ne sono accorto!”
Per tutta risposta Camila mi da un pizzico. “E va bene” cedo. “E’ molto bella, ma questo non vuol dire che ci debba essere qualcosa tra di noi! E anche tu sei molto bella e pazza e sei mia moglie.”
Proprio in quel momento Abi torna al tavolo.
“Scusatemi, non ho mai un attimo di pace!!”
“Tranquilla” le dice Camila “Ti capisco, anche io faccio un lavoro molto stressante!”
“Abi, cosa ne dici se risolviamo le questioni finanziarie prima di cena?” le propongo.
“Certo, Alberto. Con piacere!” Esce un malloppo di carte. “Dal tuo ultimo investimento fatto a Londra, in questi ultimi sei mesi hai guadagnato sei milioni di dollari. Poi mi dicevi che hai fatto altri investimenti qui in Colombia e negli Usa…”
“Si!” le dico. “Ma ancora non ho recuperato tutto il denaro investito.” Mi rivolgo a Camila. “Parlo dell’investimento fatto con tuo fratello. Comunque Abi, grazie di essere venuta a portarmi tutti questi documenti da Londra! Ora ascolta” dico rivolto a lei “e anche tu Camila” dico rivolgendomi a mia moglie “Abi, vorrei che con i sei milioni di dollari facessi un fondo fiduciario in favore di mia moglie e dei miei figli!”
“Cosa?” si agita Camila.
“Non ti agitare tesoro” le dico. “Vorrei mettere quel denaro a tua disposizione per l’istruzione dei ragazzi. Voglio proprio metterlo da parte. Sto facendo vari investimenti e non voglio in alcun modo danneggiare il futuro dei ragazzi.”
“Per me non c’è problema” dice Abi. “Preparerò tutto e ti farò avere i documenti!”
“Non credi che avresti dovuto parlarne prima con me?” chiede Camila.
“Non c’è nulla di cui discutere. Abi, includi me, lei e i nostri figli e vincola i fondi agli studi universitari e all’apertura di qualche eventuale attività futura dei miei figli.”
“E non credi che sei milioni di dollari siano un po’ troppi?” mi chiede mia moglie.
“Dai tesoro… sai bene che l’istruzione costa!”
“Ma non così tanto e anch’io potrei voler sostenere le spese per l’istruzione dei nostri figli!” mi dice.
“Va bene. Allora mettiamo la clausola che aggiungeremo la cifra che vuole Camila, dal suo patrimonio personale!”
“E in caso di divorzio?” chiede Abi.
“Il fondo avrà sempre valore perché i beneficiari sono i ragazzi!” le dico.
“Ok. Per me non c’è problema. Preparerò il tutto e ve lo farò avere.”
Vedo che Camila si è un po’ rabbuiata. “Camila, non prendertela. Non è niente contro di te. È che sto facendo vari investimenti con i soldi che ho ottenuto dall’uscita della società e voglio mettere il futuro dei ragazzi al sicuro!”
“Va bene Alberto. Ne riparliamo dopo. Tanto hai già deciso e non è che possa fare poi molto per farti cambiare idea!”
“Non voglio intromettermi tra di voi” dice Abigail “ma mi sembra una buona idea quella di Alberto, finanziariamente parlando è molto sicura!”
“Lo so” le risponde Camila. “E’ che mi ha sorpreso ecco tutto!”
“Capisco anche te Camila. So bene come sono questi mariti, che decidono tutto senza nemmeno prenderti in considerazione, come se tu non potessi intervenire in alcun modo!” afferma Abigail.
“E tu sei sposata?” le chiede Camila.
“Si, da dieci anni e ho anche due figli e due tate fantastiche! Un cane e due gatti!”
Camila si volta verso di me. “E come mai non me l’avevi detto?!” mi chiede tra i denti.
Io sorrido senza farmi notare. “Camila te l’ho detto che non avevi nulla da temere, ma la tua passione per le storie fantasiose supera ogni limite! Tu vedi solo quello che vuoi vedere!” le sussurro.

“Ordiniamo?” chiede Abi. “E così hai comprato questo posto... mi piace... è molto .... intimo!"
Come sono sicuro del mio nome, sono certo che adesso Camila la sottoporrà al terzo grado.

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Capitolo 27
*** Marcela ***


“Cosa ci fai qui?” chiedo all’uomo che mi sta aspettando seduto alla reception.
Vedo che Mariana ci guarda incuriosita.
“Ciao Marcela!” mi dice lui. “Ti sembra questo il modo di accogliere il tuo compagno nonché padre di tuo figlio?” aggiunge.
“Il mio ex compagno semmai, e quanto al fatto che tu sia il padre di Julian, mi sembra strano che lo ricordi dal momento che non ti fai sentire da circa nove mesi, ti pare?”
Del tutto inaspettatamente, Vedo che Tony si avvicina e mi dice con dolcezza quasi nell’orecchio “Devo parlarti e vorrei che non stessi sulla difensiva. Sono venuto in pace.”
Il suo atteggiamento mi imbestialisce ancora di più. Mi ha distrutto la vita, mi ha illusa che avremmo potuto formare una famiglia insieme, che mi avrebbe amata per sempre e invece mi ha tradita e abbandonata. Mi ha lasciata da sola a combattere e soprattutto ha lasciato Julian, né facendosi vivo, né chiedendo notizie di suo figlio.
“Se pensi di intenerirmi, ti sbaglio di grosso” gli dico.
“Ho bisogno di parlarti, seriamente, sono successe delle cose che… mi hanno cambiato la vita! Ti prego Marce. È importante che io parli con te! Ne va della mia vita!”
Proprio adesso no! Si apre l’ascensore e ne vedo uscire Corrado! Dannazione! Non riesco a dimenticare il nostro bacio, vorrà sapere chi sia Tony e cosa ci faccia con me. Io avrò troppo orgoglio, ma non gli permetterò mai di prendermi in giro. Con tutta la dignità di cui sono capace, mi rivolgo verso Tony e gli dico:
“Va bene, andiamo a casa. Sono certa che Julian sarà felice di vederti” e lo prendo per il braccio. In realtà lo detesto profondamente, ma non darò mai la soddisfazione a Corrado di fargli credere che mi interessi lui! Che sebbene non lo confessi nemmeno a me stessa quell’uomo mi piace.

 

Il giorno dopo…
Sono in presidenza. Sto aspettando Betty. Ho bisogno di parlare con qualcuno. Un’ecatombe si è abbattuta su di me. Sento la porta aprirsi e poi sbattere con forza. Una furiosa Betty mi aggredisce dicendomi “Meno male che dovevamo essere amiche! Insinuare ad Armando che io e Corrado avessimo una storia! Cosa vuoi fare? Riprenderti Armando? Non ci pensare neanche!”
O mio dio! È vero. In un momento di stupidità ho mandato quel messaggio ad Armando! Non so nemmeno io perché l’ho fatto. Ma ieri era un altro giorno.
“Betty…” provo a giustificarmi.
“Marcela… se sei venuta con l’intento di distruggere la mia famiglia puoi anche tornartene in California… quando accetterai il fatto che Armando mi ama?” mi urla.
“L’ho già accettato Betty, davvero” le rispondo. “Ti prego, lo so ho sbagliato. Ma ascoltami. Fammi spiegare!”
“Non c’è nulla da spiegare, come hai potuto fare una cosa del genere?”mi dice.
“E’ che ieri vi ho sentiti parlare…”
“Insomma ci hai spiati” mi interrompe lei.
“Si vi ho spiati… la vostra discussione mi è sembrata un po’ equivoca e in un momento di stupidità ho mandato quel messaggio!”
“Marcela, non che ti riguardi… stavamo parlando della festa di Paco! Corrado vorrebbe farla nella villa dei Mendoza e mi ha chiesto di intercedere con Camila per convincerla!” mi dice.
Mi sento ancora peggio. Betty è davvero furiosa. Ma io… la mia vita è distrutta. Decido di shockarla. Così come Tony ha fatto con me ieri sera a casa mia.
“Betty, sai che ieri è venuto a cercarmi il padre di Julian? Tony, Tony Martelli. E’ venuto per dirmi che ha un aneurisma cerebrale e che deve essere operato. Nell’operazione potrebbe rischiare la vita, perché l’aneurisma è in un punto molto delicato… e …”
Vedo che Betty è rimasta davvero sconvolta. Non si aspettava che dicessi questo.
“EH? … Forse non ho ben capito!” mi dice interdetta.
“No Betty. Hai capito benissimo. Scusami” le dico agitata. “E’ che l’ho scoperto solo ieri sera e … avevo bisogno di parlare con qualcuno… insomma, Patrizia non è la persona ideale… restate tu o Alberto che però è incasinato con Camila, insomma io…”
Penso che Betty non mi abbia mai visto così sconvolta.
Si avvicina a me e mi dice “Calmati Marcela. Calmati e raccontami tutto dall’inizio.”
“Ti ricordi che ieri è venuto a cercarmi Tony?” mi dice di si con la testa. “E’ tornato perché ha scoperto che ha questo aneurisma…”
“Si questa parte l’ho capita!” mi interrompe Betty. “Ma come ha fatto con il viaggio?” mi chiede.
“E’ venuto in nave, perché non può prendere l’aereo. È molto rischioso nelle sue condizioni. Mi ha detto che sebbene non avesse alcun diritto di struggermi la vita, doveva venire anche solo per vedere per l’ultima volta forse suo figlio. Per dirmi che si pentiva di tutto quello che aveva fatto, per avermi tradita e abbandonata nonostante io lo amassi. È che io…” inizio a piangere.

Betty, mi si avvicina e mi fa sedere sul sofà. “Respira, Marcela, respira, non ti ho mai vista in questo stato… sembra che stia per venirti un attacco di nervi..”
“Si è così. Stanotte non ho chiuso occhio!” le dico. “Non so cosa devo fare…”
“E quando deve operarsi?” mi chiede.
“Tra tre settimane. Mi ha chiesto di andare con lui. Insomma, sa che ha sbagliato con me e che ha un figlio. Ha sbagliato molto anche con lui. Ma davanti alla morte Betty? Cosa devo fare? Betty, cosa faresti tu al mio posto?”
“Marcela… non farmi questa domanda” mi dice.
“Lo so, tu andresti con lui. Tu hai perdonato Armando, nonostante quello che ti aveva fatto e…”
“Anche tu lo hai perdonato numerose volte. Anche quando hai scoperto della nostra relazione…”
“Non è la stessa cosa. Io non ho mai provato per Tony quello che provavo per Armando. Con lui stavo bene, mi faceva stare bene e davvero l’ho amato. Ma non nella stessa maniera…”
“Significa che non eri ossessionata da lui e non ne eri pazzamente gelosa?” mi chiede provando a sdrammatizzare.
“Significa che… non so bene cosa provo per lui. Ma lui potrebbe morire ed è il padre di mio figlio. Io devo stargli a fianco. Non posso abbandonarlo.”
“Ma lui ti ha abbandonata. Quando credevi che Julian avesse la meningite, lui non era con te. Io non so se potrei perdonare una mancanza di Armando rispetto ai nostri figli. O che lui li abbandoni per così tanto tempo.”
“Lo so. Sono d’accordo con te. Ma Tony potrebbe morire. Significherebbe che mio figlio non avrebbe più un padre. E nei primi mesi di vita di Julian, prima del tradimento era davvero un padre esemplare…”
“Ma nonostante tutto questo, tu non lo ami più, vero?”
“I miei sentimenti non hanno molta importanza adesso!”
Bussano alla porta. Senza attendere risposta le porta si apre e ne entra Corrado.
“Nessuno le ha insegnato a bussare?” gli chiedo con aria aggressiva.
“Non sapevo che ci fosse lei dentro con Betty!” risponde lui. “Di solito Betty non si formalizza come fa lei Dottoressa Valencia!”
“Lei è un cafone maleducato! Se ci fosse Armando qui, non le permetterebbe l’ingresso nell’ufficio di sua moglie, nemmeno se facesse domanda in carta bollata e la presentasse tre mesi prima!”
“Allora meno male che non c’è!” mi risponde lui.
“Tutti e due, basta!” interviene Betty con un tono che non ammette repliche. “Corrado, sto parlando con Marcela, se non è urgente ci vediamo dopo, ok?”
“No, non è urgente!” le dice. “A dopo Betty.”
Vedo che mi saluta con uno sguardo di traverso. Lo odio, lo odio.
“Marcela” inizia Betty “ dopo la scena a cui ho assistito, mi sembra di capire che ti piaccia Corrado!”
“EH?” le dico.
“Quando dici che non hai provato per Tony quello che hai provato per Armando, vuoi dire che stai aspettando un altro grande amore?”
“Betty… non è il momento di parlare di questo!”
“Invece lo è. Tu e Corrado insieme siete esplosivi. Praticamente non fate altro che litigare. Tu hai provato a mandarlo via usando Armando… Ammettilo. Ti piace Corrado!”
“No, lo detesto. Non voglio vederlo mai più! È insopportabile, arrogante, saccente…”
“E ti piace!” conclude Betty.
Decido di confessarle tutto. Non riesco a tenermi dentro tutti questi sentimenti contrastati. Per una volta nella mia vita ho bisogno di essere debole.
“E’ vero Betty, mi piace. Stanotte non ho chiuso occhio perché pensavo che non è giusto che proprio adesso che ho trovato qualcuno che potrebbe davvero piacermi, mi succede questo. Lo devo abbandonare. Julian viene prima di tutto!” le dico seria.
“Lo sapevo che ti piaceva!” mi dice lei in tono trionfante.
“Si mi piace, ma è sempre antipatico, insopportabile, arrogante, saccente…”
“Molto bello e simpatico” dice Betty.
“Nevrotico” dico io.
“Divertente” aggiunge lei.
“Dispotico” continuo.
“Irriverente”
“E bacia molto bene…!” ammetto, rendendomi conto di essermi tradita.
“Mi fido della tua parola… anche perché a me non interessa affatto questo suo aspetto. Io il mio principe azzurro l’ho già trovato…” mi dice.
“Perdonami Betty” le dico “per via del messaggio intendo. È che mi si è annebbiata la mente. Ho pensato che tu potessi tradire Armando con Corrado e che potessi portarmi via anche lui!” ammetto.
“Certo Marcela che sei proprio contorta!” mi risponde. “Io non intendo tradire Armando con Corrado, né con qualche altro uomo. Corrado, appena lo conosco. Ci ho scambiato quatto chiacchiere e mi è simpatico, ma da qui a solo pensare che possa tradire mio marito ce ne corre. E poi… non è che ti debba portare via tutti gli uomini che ti piacciono!!” mi dice.
“E’ che vedi Betty, mi sento sconfitta su tutta la linea. Non sono stata in grado di tenermi un uomo. Ed è vero, Corrado mi piace. Vorrei avere l’opportunità di conoscerlo, vorrei sapere se con lui potrei essere felice, ma il destino si mette di mezzo. Non posso abbandonare Tony. Quindi ti comunico che dopodomani partirò con Tony e Julian per Los Angeles, dove lui si opererà. E poi si vedrà!” le dico.
“Ti auguro tanta fortuna Marcela. Ma prima che tu vada via, lascia che io ti racconti cosa abbiamo scoperto ieri sera….” mi dice. E così vengo a conoscenza dell’esistenza di Victoria Smith.

 

Sto ultimando le ultime cose prima di andar via. Mi dispiace anche dover lasciare un lavoro a metà, ma non posso fare altrimenti e ho già preso appuntamento con un mio carissimo amico Marc Dubois che può sostituirmi egregiamente. Lui è canadese, ma vive a Bogotà e sono certa che farà un ottimo lavoro. Ci vediamo dopo pranzo. Entro nel cantiere dove trovo Betty con Armando.
“Marce” mi dice lui “Betty mi ha detto tutto, mi dispiace tantissimo per te” mi dice e mi abbraccia.
“Cosa fai per pranzo Marcela?” mi chiede Betty.
“Grazie Armando. Faccio uno spuntino veloce e poi mi devo vedere con Marc dubbi, vi garantisco che sarà in grado di portare a termine il progetto della caffetteria come se fossi io!”
“Non preoccuparti per questo” mi dice Armando. “Non abbiamo alcun dubbio al riguardo.”
“Grazie per il voto di fiducia e per tutto il resto…”
“Marce” mi interrompe Armando “anche se la nostra relazione non è andata a buon fine, io non riesco a dimenticar che siamo cresciuti insieme e davanti alla prova che ti aspetta… mi sento solo di augurarti tutto il meglio possibile, per te e per Julian.”
“Grazie Armando” gli dico asciugandomi le lacrime. “ Significa molto per me. Non credo che smetterò mai di volerti bene sai?” aggiungo. “Ti prego Betty, non fraintendere…”
“Tranquilla Marcela, non c’è alcun problema. Per davvero. Anche io ti auguro il meglio” mi dice avvicinandosi e accarezzandomi una spalla.
Dio mio! Non capisco perché devo affrontare proprio questo adesso. Ora che potrei creare delle relazioni di amicizia stabili e dare un ambiente sereno a mio figlio! Forse devo pagare tutta la mia durezza e crudeltà del passato.
“Dottoressa Valencia posso parlarle?” mi chiede Corrado Traversi.
“E lei da dove sbuca fuori?” dico asciugandomi le lacrime. Nemmeno morta vorrei che quest’uomo mi vedesse piangere. Vedo che Betty trascina fuori dal cantiere Armando che piuttosto stranito cerca di dire qualcosa. Ma lei lo zittisce con un “poi ti spiego” e vanno in presidenza.
“Lei è la delicatezza fatta persona non c’è che dire!” gli dico.
“Non ho potuto fare a meno di sentire che deve partire…” mi risponde.
“Ha origliato vero?” gli dico furibonda! “Come si permette di immischiarsi nei fatti miei?”
“Ho sentito solo che deve partire e che probabilmente starà via per molto tempo…”
“Lei è davvero un cafone maleducato! Non posso crederci!”
“Vorrei sapere perché va via!” mi chiede.
“Sta scherzando vero?” gli dico. “Non sono cose che la riguardano!”
“Se lei non me lo dice, lo scoprirò comunque!” mi risponde lui.
“Non è felice di liberarsi di me?” gli chiedo sarcastica.
“Ammetto che lei sia la più fredda, antipatica, saccente, lunatica, egoista e bellissima donna che io abbia mai conosciuto, ma devo ammettere che… lei mi piace. C’è un non so che nel suo tenermi testa che non mi lascia indifferente” mi dice.
“Lei è un pazzo…un…”. Non riesco a dire niente perché lui mi sta baciando e senza che riesco a rendermene quasi conto, lo sto corrispondendo. Mi stacco improvvisamente e lo schiaffeggio.
“Ok” dice lui portandosi una mano alla guancia dove l’ho colpito “adesso che abbiamo chiarito che ci piacciamo a vicenda, anche se tu hai un modo molto particolare di dimostrarlo, mi dici perché devi partire? E per quanto tempo starai via?” passando dal lei al tu senza nemmeno farci caso. “Quel belloccio che ho visto giù ieri sera è il tuo compagno? Devi andare con lui?”
Temo di non reggere. Ma dalla mia decisione dipenderà la vita di mio figlio. E se c’ una cosa che imparato è che nessuno è più importante di Julian per me.
“C’è un posto dove possiamo sederci” gli chiedo.
“Si. Vieni con me mi risponde!” e mi porta nella sua cucina dove nonostante il caos ci sono un tavolo, due sedie e alcuni bicchieri perfettamente puliti.
“Vuoi bere qualcosa?” mi domanda.
“No grazie!” gli dico. Senza neanche dargli il tempo di sedersi inizio a parlargli. “Il mio ex compagno, il padre di Julian ha un aneurisma in un punto molto delicato del cervello e deve essere operato. Il punto è che non sappiamo se sopravvivrà all’operazione. È molto delicata e rischiosa ma se non si opera potrebbe rischiare di morire da un momento all’altro. Io devo andare con lui. Non posso abbandonarlo. È il padre di mio figlio. Nonostante mi abbia fatto soffrire, non posso togliergli forse l’ultima possibilità di stare con suo figlio!”
Corrado sbatte un pugno sul tavolo. Io non so cosa pensare non capisco perché abbia questa reazione.
Non c’è niente tra di noi e probabilmente non ci sarà mai niente.
“Perdonami Marcela” mi dice lui. “E’ solo che…. La mia vita sembra essere dominata dalla morte. Ho perso mia moglie e ora che provavo interesse per qualcuno… che sei tu, di nuovo si rimette in mezzo, dannazione!” Si volta verso di me e mi abbraccia. “Scusami Marcella, non avrei dovuto reagire così!”
“Non ti capisco Corrado, non ti capisco proprio… così mi confondi” mi agito. Sento che devo allontanarmi da lui prima che sia troppo tardi. Quest’uomo mi turba in un modo in cui nemmeno Armando ci è mai riuscito. Devo uscire da questa stanza. Devo ricordarmi che Julian è la mia priorità.
“So che Julian deve essere adesso la tua priorità” mi dice quasi leggendomi nel pensiero. “Per questo capisco perché tu debba andare con il padre di tuo figlio ma… “
“No” lo blocco. “Non lo dire. Non c’è niente tra di noi. Non voglio che tu stia qui ad aspettarmi né voglio aspettarmi qualcosa da te. Non so cosa succederà alla mia vita. Non voglio fare programmi. Non posso farli. Quindi, lasciamo tutto così ti prego!”
“Non è che possiamo fare altro no?” mi dice. “Ti prego di credere però che mi piaci e che avrei voluto avere una possibilità con te!”
“Basta Corrado. Smettila. Io…. Devo andare via. Non posso stare qui…. Ti chiedo solo questo, fai un buon lavoro qui all’Ecomoda. In questo ristorante. Sarà un modo per ripagare la tua sgarbatezza iniziale” gli dico mentre sto per uscire. Lui invece di lasciarmi andare mi ferma, mi prende il viso tra le mani, mi da un lieve bacio sulle labbra e mi dice “Buona fortuna Marcela.”

Sento che il cuore e la testa mi scoppiano. Devo andare via da qui... Forza Marcela Valencia penso, hai affrontato situazioni ben peggiori di questa e ne sei uscita a testa alta. Pensa che tutto andrà bene e che da qualche parte, in qualche luogo è prevista un pò di  felicità anche per te!

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Capitolo 28
*** Alejandro e altri problemi ***


Driin driin. Squilla un telefono. Armando risponde.
“Dottor Mendoza” dice Sandra.
“Sandra sempre ad interrompermi!” le risponde Armando.
Ero così concentrato nel pensare a me e Betty e alle ultime due notti trascorse! Quella prima e quella dopo l’intervista e questa rompiscatole mi disturba! Un momento, Sandra sta chiamando dall’Ecomoda. Che sia successo qualcosa a Betty? Come se mi leggesse nel pensiero “Stia tranquillo dottore, Betty sta bene, ma è in ospedale e mi ha chiesto di chiamarla per dirle di raggiungerla lì”
“Cosa?” urlo con tutte le mie forze che Lorena entra spaventata nel mio ufficio. 
“Dottore… non è successo niente di grave, ma raggiunga Betty in ospedale e chieda di lei!”
Per niente convinto dalle sue parole, corro, anzi volo all’ospedale provando a chiamare Betty al cellulare che però non mi risponde. 

Quando arrivo all’ingresso chiedo di lei e vengo inviato al reparto di Neonatologia, dove finalmente trovo mia moglie circondata da un manipolo di poliziotti. Insomma c’è qualcosa che mi sfugge.
Betty, non appena mi vede, mi getta letteralmente le braccia al collo. “Amore, sei arrivato finalmente” mi dice.
La stringo a me. Ma non ci capisco nulla. “Betty cosa sta succedendo?” le chiedo.
“Lei è il marito della dottoressa Pinzon?” mi chiede un poliziotto.
“Si sono io, piacere Armando Mendoza” mi presento.
“Armando, ecco vedi, all’incirca alle dieci di stamattina, ha iniziato a suonare l’allarme della mia macchina, che era posteggiata in garage in Ecomoda. Wilson si è avvicinato per capire quale fosse il problema è ha trovato un vetro rotto, lo sportello aperto e questo scatolo con dentro un neonato.”
“Vuoi dire che hanno abbandonato un neonato nella tua macchina?” le chiedo.
“Tenente, può fare vedere a mio marito cosa c’era nello scatolo oltre al bambino?”
Il tenente mi mostra una rivista, dove campeggia un primo piano di Betty, dal momento che praticamente da due giorni è su tutti i giornali a causa della sua intervista e poi un foglio con su scritto ‘Betty sei una persona davvero speciale, prenditi cura del mio bambino. Si chiama Alejandro e io non posso tenerlo. Abbine cura. Mayte’.
“Non capisco Betty, chi è questa Mayte? Noi non conosciamo nessuno con questo nome, vero?”
“No Armando. Non ho idea di chi possa essere. Quando abbiamo visto che c’era il ambino, ho subito chiamato la polizia e sono venuta in ospedale perché mi sembrava che non respirasse bene e ti ho fatto chiamare” mi dice.
“E adesso, qual è la prassi?” chiedo al tenente.
“Al momento, bisogna vedere quale sia lo stato di salute del bambino, intanto noi abbiamo iniziato le ricerche della sua madre naturale, ma se non otterremo notizie, il bambino verrà dichiarato adottabile dal giudice” mi risponde lui.

Proprio in quel momento, in reparto arriva Hugo.

Passano delle ore senza che sappiano dirci niente. Finalmente arriva il dottore. La polizia ci ha comunicato che se volevamo andare via potevamo farlo, che ci avrebbero fatto chiamare. Ma Betty non ha voluto muoversi da lì, nemmeno con le bombe. Questa storia non presagisce niente di buono.
“Dunque, la situazione è la seguente…il bambino ha una forte insufficienza respiratoria e abbiamo dovuto collegarlo alle macchine. Secondo le nostre analisi è un bambino prematuro di circa un mese e mezzo e sua madre non deve avere avuto una gravidanza facile. Se non intervengono altre crisi respiratorie, ce la farà.”
“Dottore” interviene il tenente “il bambino verrà preso in carico dai servizi sociali. A momenti arriverà chi dovrà occuparsene. Loro sono i signori Mendoza, la madre l’ha abbandonato nella macchina della dottoressa Pinzon, quindi è naturale che vogliano delle informazioni sul neonato, credo che possa dargliele senza problemi.”
“Posso vedere il bambino?” chiede Betty. “La prego” dice rivolgendosi al poliziotto. “Per favore! Sua madre l’ha affidato a me!”
“Va bene” cede il tenente.
“Potete vederlo tutti” dice il dottore, “ma dovrete indossare tutto il necessario e potrà toccarlo solo una persona, penso lei signora, gli farà bene sentire un po’ di calore materno.”

 
Entriamo nella sala di terapia intensiva, coperti dalla testa ai piedi. Con grande delicatezza ci fanno avvicinare all’incubatrice dove c’è il bambino e Betty delicatamente introduce le mani e prende le sue.
Lo guardo, per la prima volta lo vedo. È uno scricciolo color caffellatte, con dei ricci che minuscoli spuntano dalla sua testolina. Vedo che Betty piange, mentre il bimbo le stringe un dito, nel sonno.
“Non riesco a capire come si possa ad abbandonare un dono del genere” la sento dire.
Stiamo dieci minuti lì e poi il medico ci chiede di uscire.
“Dottore” chiede Betty  “non possiamo restare qui stanotte?”
“No signora. Se succede qualcosa saremo noi che vi avvisiamo, ma è inutile. Tutta l’assistenza necessaria gliela forniamo noi” ci dice il dottore.
Quando torniamo in corridoio, veniamo raggiunti dal tenente Lopez e dall’assistente sociale.
“Signora Mendoza, le presento l’assistente sociale, Patricia Soler. Lei si occuperà di Alejandro. Tuttavia domani deve venire in commissariato perché dobbiamo interrogarla. Ed è necessario interrogare tutte le persone della sua azienda che possano aver visto qualcosa!”
“Va bene tenente. Ci vediamo domani” gli dice Betty. Poi si rivolge a me “Ti prego, portami a casa. Sono sfinita.”
Mentre usciamo, Hugo che è con noi ci dice “Betty, Armando, se non la fate  voi la richiesta per adottarlo, la presenterò io. Anche se sono single e gay, non permetterò mai che quel bambino finisca in un orfanotrofio o in una casa famiglia. E adesso buonanotte”. Mentre Hugo va via, abbraccio Betty che piange sconsolata e con lei mi dirigo verso la mia macchina per andare a casa.

 

*****

 
Sono nella mi camera da letto. Oggi è stato uno dei giorni più difficili della mia vita. Quando sono tornata a casa, ho abbracciato i miei figli e non li ho lasciati andare per più di dieci minuti. E’ stato difficile spiegare loro quanto è successo, soprattutto a Roberto, ma poi hanno capito.
Adesso aspetto Armando che sta facendo addormentare Aurora. Io nel frattempo mi spazzolo i capelli, anche se ancora sono corti. Lo faccio per rilassarmi ma non ci riesco.
Vedo che Armando è arrivato e mi volto verso di lui. Quando ci siamo sposati ci siamo promessi di starci accanto nella buona e nella cattiva sorte, ma un bambino abbandonato nella mia macchina come si classifica? Lo guardo cambiarsi. Quando ha finito, si volta e mi dice “Betty, noi abbiamo dei problemi giganteschi in questo momento… la mia nuova sorella, Miguel, il mio supposto tradimento, l’intenzione di far fuori la mia impresa, i miei genitori separati, una bambina di nemmeno due anni, non è un po’ troppo per pensare di adottare Alejandro??” mi chiede.
Io non ho ancora aperto bocca. Ma lui sa leggermi dentro.
“Lo so che per te sarà difficile lasciarlo andare e che…”
“Sua madre lo ha affidato a me!” gli dico interrompendolo.
“Sua madre era una egoista senza scrupoli!” mi dice. “Facile così. Pensa che siccome tu hai le possibilità economiche puoi prenderti cura di suo figlio?”
“Come fai ad essere così insensibile? Cosa ne sappiamo di lei?” gli dico. “E inoltre noi abbiamo parlato di avere un altro figlio. Che ci fa se invece di farlo noi, lo adottiamo? Cosa cambia?”
“Betty, non sarebbe nostro figlio!” mi dice lui. “Non sarebbe la stessa cosa!”
“Armando, io non lo abbandono! Mi dispiace! Sua madre me lo ha affidato e io non sarò soddisfatta fino a quando non saprò che lui avrà il meglio dalla vita!” gli dico.
“Betty….” mi dice lui.
“Betty, Betty, Betty!
Basta Betty!” gli urlo. “Non voglio abbandonarlo, non posso!” Mi avvicino a lui che si è sdraiato sul letto.
“Perché non vuoi tenerlo? È perché è mulatto?” gli chiedo.
“Amore, noi non sappiamo niente di questo bambino! Non sappiamo da dove viene, se ha dei parenti, se ha un padre naturale da qualche parte. Cosa che non possiamo escludere. Ti prego. Non pensare che saranno tutte rose e fiori!” mi dice accarezzandomi il volto. “Pensa anche a noi e ai nostri figli. Loro hanno bisogno di te e anche io. Non possiamo imbarcarci in una situazione del genere senza nemmeno pensarci. Così a cuor leggero.”
“Va bene! Hai vinto tu. Hai ragione. Le tue motivazioni sono valide. Ma risolvibili. Sappi che se io per causa tua dovrò rinunciare a lui sarò molto, ma molto delusa da te e dall’uomo che credo tu sia” gli dico e mi corico dandogli le spalle per la prima volta nella mia vita. Perché quando ci siamo separati, lui è andato via di casa.

 
E’ l’ alba. Ho dormito poco e male. Sono stata sveglia a pensare ad Alejandro, forse sarebbe stato meglio se fossi rimasta in ospedale con lui. Mi sento responsabile per lui e non capisco perché Armando non voglia accettarlo. Gli do ancora le spalle. Solo che adesso lo sento avvicinarsi e stringermi tra le sue braccia. Non mi volto. Non voglio né posso dargliela vinta. Lui mi bacia sulla guancia e poi il collo e la spalla sinistra.
“Betty” dice incerto “qualsiasi cosa succeda, sappi che io ti amo e che tu sei la persona più importante della mia vita!” conclude e si alza dal letto.
“Dove vai a quest’ora?” gli chiedo.
“Sul divano, cerco di riposare un po’. Qui, nessuno dei due ha chiuso occhio stanotte e io ho bisogno di dormire, almeno un paio d’ore!”
“Ti prego” gli dico io “torna qui. Torna qui. Non voglio stare sola. Abbracciami.”
Lui in silenzio mi ubbidisce e mi stringe tra le braccia. Io appoggio la mia testa sulla sua spalla come sempre e finalmente chiudo gli occhi.
 

*****

Sono al commissariato con Armando. Il tenente Lopez ci presenta un suo collega, il tenente Gil.
“Abbiamo delle novità in merito al bambino” ci dice subito.
“Questa notte abbiamo ritrovato un cadavere” interviene il tenente Gil. “Ed era quello di Mayte Ortiz. Diciannove anni. Giamaicana. Noi la conoscevamo perché molte volte abbiamo provato ad aiutarla. Mayte era una prostituta. Aveva un protettore ed era incinta. Come vi dicevo, molte volte abbiamo cercato di convincerla ad uscire dal giro ma è stato del tutto inutile. Aveva troppa paura. Il nostro supporto non è mai stato sufficiente per denunciare il suo protettore. Non si fidava di noi. il medico legale ci ha confermato che il bambino era nato e al tempo stesso che è morta per una serie di emorragie interne, causate da percosse che le hanno anche causato il parto prematuro. Ho visto dalle informazioni del database che il mio collega cercava una madre che aveva abbandonato il figlio di nome Mayte e allora sono venuto qui.”
Sono assolutamente sconvolta e stringo le mani di Armando.
“E adesso cosa succederà al bambino?” chiedo. “Come sta? Non sono riuscita a passare ancora in ospedale, perché dovevo venire qui!”
“Lotta, signora Mendoza” mi dice il tenente Lopez. “Di positivo c’è che stanotte non ha avuto crisi respiratorie.”
“La dinamica è piuttosto chiara” ci dice il tenente Gil.  “Probabilmente Mayte l’ha vista in tv o sui giornali signora Mendoza e dopo aver partorito ha deciso che lei sarebbe stata la madre perfetta per il suo bambino. Probabilmente è stata picchiata a morte dal suo protettore. Non è la prima volta. Da quando era incinta, guadagnava meno denaro e più volte ha rischiato di abortire. Noi l’abbiamo salvata tre volte. E lei sempre ci diceva che il suo bambino era più importante di tutto. Se fosse stato maschio l’avrebbe chiamato Alejandro come suo nonno. E infatti così è stato. Purtroppo era in uno stato di soggezione psicologica tale che non ci è stato possibile sottrarla al suo padrone.” Il tenente fa un sospiro. “Abbiamo il dna di Mayte e l’abbiamo mandato in laboratorio per fare il confronto con quello del bambino e confermare la parentela. Abbiamo preso le immagini a circuito chiuso della vostra azienda e le visioneremo per capire definitivamente come siano andate le cose.”
“E adesso qual è la procedura?” chiede Armando.
“Adesso cercheremo i familiari del bambino con i servizi sociali” risponde il tenente Lopez. “Diffonderemo un’ immagine di Mayte ai frequentatori abituali di prostitute e vedremo se qualcuno si presenta per stabilirne la paternità. Nel frattempo, il bambino verrà dato in affidamento ai servizi sociali se nessuna famiglia fa richiesta.”
“No, farò io richiesta di affidamento” dico. “Almeno fino a quando non sapremo se il bambino ha dei parenti o se il padre si presenterà. Non permetterò che venga portato in una casa famiglia. Dove devo andare per fare le richiesta?” dico convinta. Non importa se Armando non è molto convinto della mia idea. In qualche modo lo convincerò che questa è la cosa migliore da fare.

 

*****

Ho lasciato Betty in ospedale e sono andato via. Sono molto arrabbiato con lei. Si è comportata come se il mio parere non contasse. Vado a casa dei miei genitori. Voglio parlare con mia madre.
“Se sei venuto per parlarmi di tuo padre, puoi anche andare via!” mi dice accogliendomi sulla porta.
“No mamma” le dico salutandola con un bacio. “Papà non c’entra. Sono venuto perché ho bisogno di te.”
“Cosa ti è successo figlio mio?” mi chiede lei.
“Una prostituta ha abbandonato suo figlio nella macchina di Betty nel garage dell’Ecomoda e ha lasciato un biglietto in cui le chiedeva di prendersi cura del piccolo. Siamo appena stati alla polizia. La prostituta è morta. Betty vuole adottare il bambino ma io non voglio. Cosa devo fare mamma? Cosa devo fare?”
Vedo che mia mamma è turbata.
“Respira innanzitutto” mi dice. “E raccontami daccapo tutto l’accaduto.”
Io mi siedo sul divano e le dico tutto dall’inizio non omettendo niente. Nemmeno che non ho dormito stanotte e le velate minacce di Betty.
“Figlio mio… tu lo sapevi che Betty aveva un gran cuore quando l’hai sposata e inoltre lei adesso è una madre. Se dovesse abbandonare quel bambino non se lo perdonerà mai.”
Sono stupito. Mia madre che prende le difese di Betty! “Ma non sappiamo neanche se potremo tenerlo. E poi, ci sono i nostri figli. Anche loro sono importanti!”
“Certo. Ma aiutare questo bambino cosa toglierebbe a loro? Di cosa hai paura Armando?” mi chiede. “Non ti dico questo per il buon nome dei Mendoza o perché voglio proteggere il tuo matrimonio con Betty, però pensaci, perché no? Cosa ti impedisce di aiutare questo bambino?”
“Quindi mi stai dicendo che se papà fosse venuto da te con la sua prima figlia, tu l’avresti accettata anche se non era figlia tua?” le chiedo a bruciapelo.
“La bambina non avrebbe avuto nessuna colpa Armando. Di certo ci avrei impiegato un po’ di tempo ma credo che sì… l’avrei accettata!”
“E allora adesso che cosa c’è di diverso?” le chiedo.
“Adesso c’è di diverso, che quella donna Mary o come diavolo si chiama si è presa uno spazio che era mio. Io avevo dato dei figli a Roberto. Io sono sempre stata la madre dei suoi figli. Mentre adesso si scopre che prima di me ce n’è stata un’altra!”
“E tu hai paura che papà avrebbe potuto amare questa donna come ha amato te? O dubiti che lui ti abbia amato per davvero o credi che lui abbia amato lei più di te?” le chiedo.
“Armando, non dovevamo parlare di tuo padre!” mi ricorda mia madre facendomi capire che ci ho colto nel segno. “E comunque la tua situazione è diversa, perché ad adottare questo bambino dovrete essere in due. È una scelta che dovete fare assieme.”

 

*****

Quando arrivo in ospedale, noto che c’è già Hugo con il bambino. Il dottore l’ha fatto entrare, nonostante non sia orario di visita. Ci sono anche i servizi sociali. Hugo parla con Patricia Soler. Io, dopo aver indossato il camice, la cuffia e i guanti mi avvicino all’incubatrice dall’altro lato e accarezzo dolcemente il bambino. Non posso fare a meno di piangere e vedo che anche Hugo ha gli occhi gonfi.
Quando usciamo da lì Hugo mi chiede di prendere un caffè e invita anche Patricia Soler.
“Betty, senta….”inizia. “Come le ho già detto ieri sera è mia intenzione chiedere l’affidamento del bambino. Anche se sua madre avrebbe voluto che ve ne prendeste cura voi, se Armando non vuole, io non intendo abbandonarlo.”
“Hugo… ho già detto alla polizia che abbiamo intenzione di fare la richiesta per l’affidamento del bambino,  mentre loro cercano qualche parente o il padre.”
“Signora Mendoza” interviene Patricia Soler “io ammiro che voi vogliate aiutare il bambino, ma deve ammettere che se anche la madre l’ha indicata come candidata ad avere cura di Alejandro, la sua situazione non è la più adeguata al momento affinché le venga affidato il bambino, una volta uscito dall’ospedale. In questo momento lei è sotto i riflettori per la sua vita privata e sembra che suo marito abbia una relazione con un’altra…”
“Queste sono tutte bugie!” la interrompo io. “La mia famiglia è molto solida! Io e mio marito ci amiamo moltissimo e non ha nessuna relazione con un’altra donna! Questo pettegolezzo è frutto di un inganno, e molto presto presenteremo una denuncia per diffamazione. Tutto questo è stato fatto per danneggiare mio marito sul lavoro. Ma lui non ha nessuna relazione extraconiugale, né tanto meno io.”
“Però vi siete separati, meno di due anni fa… capisce che queste non sono buone basi…” prova a dire lei.
“Mi scusi se la interrompo di nuovo” le dico. “E’ vero che ci siamo separati, per un breve periodo, ma i motivi che ci hanno portato a farlo sono ampiamente discussi e superati. Hugo diglielo pure tu!”
“E’ vero dottoressa Soler! Loro si amano moltissimo e hanno una famiglia meravigliosa. Ma comunque se per qualche motivo dovessero essere scartati, io sono disponibile a prendere in affidamento il piccolo. Qui nessuno di noi ha problemi a mantenerlo, sia emotivamente che economicamente.”
“Signori, capisco le vostre intenzioni, ma non bastano. Sarà il giudice a decidere non appena saranno rese effettive le dimissioni dall’ospedale, sapremo chi si occuperà di Alejandro. Inoltre signori, sapete benissimo che il bambino non potrà uscire da qui prima di tre settimane.”

 

*****

Io e Hugo siamo tornati in Ecomoda. Stasera andremo di nuovo in ospedale a vedere come stia Alejandro. Quando arrivo al piano degli uffici vengo accolta dalle ragazze che subito mi chiedono del bambino. Subito veniamo interrotte da Freddy che porta un gigantesco vaso di fiori che contiene circa cento rose rosse.
“Stimatissima presidente, dottoressa Betty, cioè voglio dire Pinzon” inizia Freddy  “queste rose sono per te, cioè per lei voglio dire!”
“Betty” dice Hugo “guarda assolutamente chi ti invia questo bellissimo omaggio. Guarda c’è una lettera.”
La prendo in mano e inizio ad aprirla quando le porte dell’ascensore annunciano l’arrivo di Armando.
Gli vado incontro e lo bacio. “Grazie” gli dico “non dovevi. Non ce n’era bisogno, ma sono bellissime.”
“Mostro” mi dice lui “non c’era bisogno di cosa? Io non ho fatto niente!”
Ci spostiamo verso la scrivania di Ana Maria dove ci sono le rose.
“Non me le hai mandate tu queste?” gli chiedo indicando l’enorme vaso di fiori.
“Io?” si acciglia lui. “No, Betty, non sono stato io!” mi dice in tono infastidito e geloso.
“Forza Betty” mi dice Sandra. “Leggi la lettera.”
“Si Betty, leggi la lettera!” aggiunge Hugo.
“Ok” dico io rassegnata e la apro.

 

Meravigliosa Beatriz,

mi chiamo Antonio Cardenas,ho quarantadue anni, sono avvocato e vivo a Cali.

Mi sono permesso di scriverti e di inviarti queste rose perché voglio dirti che sei la donna della mia vita. Quella che sempre ho aspettato ma che non avevo ancora trovato.

Ho visto la tua intervista in TV e sono rimasto semplicemente strabiliato della tua bellezza interiore ed esteriore. Sei favolosa. Sul tuo viso ho visto tutta la sofferenza che hai vissuto con quel disgraziato di Miguel Rodriguez che definire uomo, non è possibile se non si vuole danneggiare tutta la categoria.

So, sempre tramite stampa, che tu sei sposata con Armando Mendoza. Quest’uomo che è stato pubblicamente accusato di tradirti e che tu difendi. Fino a quando non sei apparsa in televisione, con il tuo pudore, il tuo imbarazzo, il tuo arrossire nel raccontare gli avvenimenti più intimi della tua vita non avevo capito quale splendida donna tu fossi. Ti cerco da sempre e adesso che ti ho trovata non posso fare altro che chiedere la tua mano. Vuoi sposarmi Beatriz?

Non posso non chiedertelo perché non vivrei in pace. Non sono un pazzo, sono una brava persona. Sono disposto a venire a vivere a Bogotà per te. Ho un’ottima posizione sociale e non avremo mai problemi economici. Se decidi di lasciare tuo marito, ma anche se non vuoi lasciarlo, ti prego conosciamoci e dammi la possibilità di renderti felice!

 
Antonio C.

 
Non posso crederci! Chi è questo pazzo e cosa vuole da me?
Armando strappa la lettera dalle mie mani e la rilegge.
“E’ uno scherzo vero?” dico rivolta alle ragazze che alzano le spalle.
“Betty” dice Ana Maria con circospezione “ci sarebbero anche queste” mostrandomi uno scatolo pieno di lettere.
“Cosa?” urla Armando. “Altre proposte di matrimonio?” chiede sarcastico.
“Armando non penserai sul serio che io accetti una proposta del genere, vero?” urlo. “Fate sparire queste rose!” ordino. “Ana Maria leggi tu tutte le lettere e se ne trovi qualcuna particolarmente carina me la fai leggere, basta che non siano proposte indecenti o di matrimonio” le dico seguendo Armando che è entrato in presidenza.
Lo seguo e vedo che si è seduto sulla mia sedia e che sta scrivendo qualcosa. Devo dire che mi fa un certo effetto vederlo nuovamente seduto lì!
“Armando… cosa stai facendo?” gli chiedo. Vedo che ha scritto qualcosa.
“Ana Maria” urla come non lo sentivo fare da anni, cosa che la fa correre in presidenza.
“Prendi questo foglio e invialo a questo tale Cardenas che si è permesso di scrivere a Betty!” le dice.
“Cosa?” intervengo io. “Cosa stai combinando Armando? Non è meglio lasciar perdere?”
“No!” mi risponde.
“Ana Maria, fammi vedere cosa ha scritto!” le dico prendendole il foglio dalle mani mentre guardo Armando che arrabbiatissimo ha incrociato le braccia nel suo solito movimento e sicuramente medita vendetta.

 

Ill.mo Avv. Cardenas,

chi le scrive è Armando Mendoza, il legittimo e unico marito di Beatriz Pinzon.

Le comunico, qualora non lo sapesse che io e mia moglie ci siamo sposati con rito cattolico, pertanto lei resterà mia moglie per sempre e inoltre NON ABBIAMO nessuna intenzione di divorziare.

Qualora Lei dovesse avvicinarsi o solo rivolgere a MIA moglie proposte indecenti sappia che la denuncerò come stalker e poi mi toglierò la soddisfazione di spaccarle la faccia.

Cordialmente

 Armando Mendoza

“Davvero vuoi mandargli questa risposta?” gli chiedo. “Secondo me è meglio lasciar perdere!”
“Secondo me no!” ribatte lui. “Se non me la fai inviare non accetterò di prendere in affidamento Alejandro!” mi sfida.
“Lo sai che questo è un ricatto? E che il tuo è un atteggiamento infantile?” gli chiedo.
“E tu pensi che un uomo ti fa una proposta di matrimonio e io non devo nemmeno reagire? Neanche per sogno! Ana Maria, se non vuoi essere licenziata, perché ti ricordo che io sono ancora un azionista di questa azienda, invia immediatamente questa lettera a quell’idiota!” sbraita.
“Si Don Armando!” acconsente lei, uscendo e chiudendo la porta.
Mi siedo su una poltroncina davanti la scrivania e guardo mio marito. Improvvisamente penso alla surrealtà della situazione e inizio a ridere come una matta. Lui mi guarda stranito, allora io mi avvicino e allontanando la sedia dalla scrivania, mi siedo sulle sue gambe. Vedo che il mio gesto lo stranisce.
“Sei proprio matto!” gli dico.
“Io matto? Allora Betty, iniziamo: Nicolas, Michel, Daniele, Stefan Castro, l’economista di NY, Corrado Traversi, e ora questo avvocato tal dei tali…. Non pensi che siano un po’ troppi questi uomini che ti girano intorno, perché io non reagisca?”
“Di tutti questi uomini, non devi temerne nessuno, perché io amo solo te. Però ce n’è uno che tu non hai nominato che potrebbe causarti qualche problema?”
“Ah si? E chi sarebbe?”mi chiede.
“Alejandro” rispondo io.
“Alejandro…” ripete lui.  “Va bene Betty, hai vinto tu. Però ti chiedo di fare un passo alla volta. Ti ho già detto che va bene chiedere l’affidamento, ma non chiedermi di più di questo al momento!” mi dice.
“Ok! Forse con una nuova proposta di matrimonio di uno sconosciuto, riuscirò a convincerti ad adottarlo” gli dico e lo bacio.
“Non credo che sarà sufficiente!” mi risponde lui.
“Io credo di si, perché tu mi ami e  alla fine io ti convincerò! Userò tutti i mezzi per farlo?”
“Tipo?” mi domanda.
“Dottor Mendoza, questo non è il momento migliore perché lei scopra le mie carte” gli dico scherzando, mentre vedo che Camila entra dalla sala riunioni dopo aver appena bussato alla porta.
“Betty ma  davvero hai ricevuto una proposta di matrimonio?” mi chiede  intrigata.

Oddio, questo sarà il pettegolezzo del secolo!

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