I love you, traitor di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Incontrarsi nel Nuovo Mondo ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Occhiali da sole ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Fuga dal negozio ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Sabo, il rivoluzionario ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Passato spezzato ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Traditore ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Vuoi perdonarmi? ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Fiorellino ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Ti amo, traditore ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Incontrarsi nel Nuovo Mondo ***
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Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.1
Incontrarsi nel Nuovo Mondo
Ace
guardò all’interno
del boccale e vide il proprio riflesso sulla superficie del liquore. Si
deterse
le labbra con la lingua e assottigliò gli occhi, incrociando
le gambe sotto di
sé.
“Sei
sicuro delle tue
informazioni?” chiese. Il pirata davanti a lui si
grattò un sopracciglio e alzò
le spalle.
“Certo.
Barbanera è
sicuramente alle calcagna di questo nuovo pirata, questo Cappello di
paglia”
ribatté l’altro. Si piegò in avanti e
ghignò.
“Lo
sai che tu somigli
tantissimo a quel pirata che Barbabianca sta cercando … il
figlio disperso?”
chiese. Ace ghignò, si calcò il cappello da
cowboy sulla testa e allungò le
gambe. Si alzò dal barile su cui era seduto, mise una mano
in tasca e ne tirò
fuori un doblone d’oro.
“Il
doppio di quello che
abbiamo stabilito. In modo che tu ti possa dimenticare di me e della
mia
somiglianza” disse. Finì di bere il contenuto del
bicchiere deglutendo
rumorosamente. L’altro allungò il braccio e prese
la moneta al volo.
“Sissignore”
ribatté.
Mise la moneta in tasca e ridacchiò. Ace gli diede le spalle
e si allontanò, ad
ogni suo passo il suo corpo ondeggiava avanti e indietro sulle gambe
molleggiate. Passò in mezzo a un gruppo di persone e
camminò accanto a una fila
di bancarelle.
“Forse
è tempo che io
torni a frequentare il mio fratellino” bisbigliò
con voce inudibile.
*************
“Nel
Nuovo Mondo uno
come me passa quasi inosservato” sussurrò Ace.
-
Quel maledetto
assassino di Teach. Si sbaglia se pensa che gli permetterò
di fare del male a
Rufy. Mi ha già portato via Satch –
rifletté. Sentì dei passi alle sue spalle,
mise la mano sul calcio della pistola mentre l’altra si
ricopriva di fuoco all’altezza
di indice e medio. Si girò e si trovò una spada
luccicante alla gola. Si
tramutò in fuoco, la attraversò e si
girò. Sgranò gli occhi, tornando normale e
con il movimento il medaglione a forma di teschio gli sbatté
contro il petto
muscoloso.
“Tu
sei …” sussurrò. Zoro
teneva una spada in mano, con l’altra afferrò il
manico di quella che stringeva
tra i denti. Liberò la bocca e ghignò, la luce
del sole si rifletteva nei suoi
occhi neri.
“Il
capitano si è
accorto che ci stai seguendo da un po’”
sussurrò. Rimise le spade nella fodera
e accentuò il ghigno.
“Perciò
se non hai
deciso improvvisamente di avere cattive intenzioni, puoi unirti a
noi”. Lo
invogliò. Ace alzò le mani e scoppiò a
ridere.
“Ricevuto
spadaccino”
disse. Zoro incrociò le braccia sul petto, il vento fece
ondeggiare la stoffa
della bandana nera che portava al braccio.
“Chiamami
Zoro” rispose
secco.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Occhiali da sole ***
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Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.2
Occhiali da sole
“Il
capitano dov’è? Sto
cucinando lo spezzatino e non ha ancora cercato di mangiarsi
tutto” disse
Sanji. Affacciò il capo dalla cucina e il vento gli
scompigliò i capelli
biondi.
“Posso
sempre farlo al
suo posto” si propose Asopp. Il cuoco gli tirò un
calcio in faccia lasciandogli
l’impronta del piede e il cecchino cadde a terra con un tonfo.
“Ti
curo io!” si propose
Chopper.
“E’
di nuovo sceso con
il fratello a terra. Spero di non doverli andare a cercare
perché sono nei guai”
brontolò Zoro. Alzava e abbassava un peso di acciaio con una
mano, con l’altra
teneva una bottiglia di saké.
“No,
che perderemmo
anche te, spadaccino di terz’ordine con le alghe in
testa” ribatté Sanji.
“Zitto
cuocastro!” gridò
Zoro.
“Appena
ho finito di
cucinare, ti faccio vedere io!” gli urlò Sanji,
rimettendo la testa dentro la
cucina.
“E’
da qui da due
settimane e si comportano come se fossero una persona sola”
disse Robin.
Sfogliò il libro con il braccio che usciva dalla copertina,
il tomo era
sostenuto da due mani che fuoriuscivano dalla brandina su cui era
sdraiato.
“Lo
dici con tono sereno”
ribatté Nami. Si mise a faccia in giù,
sentì il calore del sole sulle schiena.
“Perché
sono felice. Non
ho mai visto il Capitano stare meglio” spiegò la
mora.
***********
“Ooooh,
bello” sussurrò
Rufy. I suoi occhi divennero due stelle dorate e brillarono. Ace
scoppiò a
ridere e scosse il capo, mentre le ciocche di capelli neri gli
solleticavano il
collo abbronzato.
“Non
puoi fermarti ad
ogni cosa” ribatté. Rufy saltellò sul
posto e indicò una bottiglia con dentro
una nave pirata.
“E’
bellissima!”
ribatté. Ace gli mise la mano sul cappello di paglia e gli
spinse in basso la
testa.
“Non
cambierai mai. Hai
già dimenticato il motivo per cui siamo qui”
disse. Rufy gonfiò le guance di
tre volte il normale, sporse il labbro inferiore e negò con
il capo.
“Me
lo ricordo! Siamo
qui perché dobbiamo prendere della carne”
ribatté. Ace rise più forte e si
piegò in avanti, appoggiandosi alla vetrina con una mano.
“Lo
sapevo! No, siamo
qui per prendere degli occhiali da sole. Ti ho già spiegato
che passeremo
vicini a un’isola che emana un bagliore innaturale e
serviranno a tutta la
ciurma” ribatté. Rufy si passò una mano
sotto la maglietta rossa che indossava
e si grattò.
“Prenderemo
anche la
carne?” chiese. Ace si voltò verso di lui e gli
sorrise.
“Se
ci tieni così tanto
e ci avanzano soldi, certo” promise.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Fuga dal negozio ***
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Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.3
Fuga dal negozio
Il
cappello arancione di
Ace gli ricadeva sulle spalle muscolose e il laccio che lo teneva fermo
aveva
arrossato la gola del pirata, sopra alla collana di pelle. Si
piegò in avanti
facendo ondeggiare il ciondolo con il teschio e negò con la
testa.
“Come
le ho detto non
voglio altri modelli da donna. Mi servono da uomo”
sussurrò. Il commesso prese
il paio di occhiali da sole rosa con le piume di pavone.
“Come
vi ho detto ho un
sacco di clienti di sesso maschile che me li comprano” disse.
Ace sospirò e
negò con la testa.
“Mettiamola
così, ci
serve qualcosa di meno vistoso” ribatté. Rufy
sbadigliò, sbatté un paio di
volte gli occhi e sbuffò.
“Mi
sto annoiando” si
lamentò. Saltellò sul posto, le sue infradito
ticchettavano sul pavimento a
ritmo. Si avvicinò a due ragazze che stavano vicino
all’entrata del negozio.
“Hai
sentito le ultime?
Sembra che questa volta non siano solo sbarcati i pirati”
disse la prima. L’altra
si mise una ciocca violetta dietro l’orecchio e
inarcò un sopracciglio.
“Marine?”
chiese. L’amica
negò con il capo, i boccoli dorati le finirono davanti al
viso.
“Meglio,
rivoluzionari”
sussurrò. L’altra ridacchiò e si
poggiò una mano sul cuore.
“Magari
qualcuno è
carino. Andiamo a vedere?” chiese. La bionda annuì.
“Certo,
tanto qui non ho
trovato niente da comprare. Ha dei prezzi assurdi”
ribatté. Le due giovani
uscirono facendo tintinnare la porta del negozio.
“Rivoluzionari”
ripeté a
bassa voce Rufy.
*******
Una
commessa osservava
gli addominali di Ace, seguendo la linea dei suoi muscoli. Le sue gote
erano
arrossate e i suoi occhi liquidi, il battito cardiaco era accelerato.
“Umh.
Mi rifà vedere
quelli che sembrano un coccodrillo?” chiese Ace. La giovane
indietreggiò e andò
a sbattere con una figura incappucciata. Lo sconosciuto
afferrò al volo gli
occhiali da sole neri a forma di occhi d’insetto che gli
erano caduti e si
raddrizzò. Il suo corpo era avvolto in un mantello nero e il
cappuccio gli
metteva in ombra il viso.
Rufy
raggiunse alle
spalle lo sconosciuto, osservando il mantello.
“Hai
qualcosa da
nascondere?” domandò. Lo sconosciuto si
voltò di scatto ed indietreggiò,
stringendo nella mano gli occhiali da sole. Andò a sbattere
contro la commessa,
entrambi caddero a terra e la giovane strillò. Ace si
girò di scatto.
“Un
rivoluzionario!”
strillò il commerciante.
“Un
ricercato!” strepitò
la commessa, gattonando via. Il giovane, a cui era caduto
all’indietro il
cappuccio, si rimise in piedi si voltò. Afferrò
con una mano quella di Ace, con
l’altra quella di Rufy e corse fuori dal negozio trascinando
i due con sé.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Sabo, il rivoluzionario ***
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Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.4
Sabo, il rivoluzionario
Rufy
ansimò, lo
sconosciuto lasciò andare le mani degli altri e si
piegò in avanti, mettendo le
mani sulle ginocchia. Strinse gli occhi, boccheggiò e
ingoiò aria. Ace regolò
il respiro e si massaggiò le tempie.
Capello
di paglia si
voltò verso Ace, lo guardò in viso e sorrise
mostrando i denti candidi,
chiudendo gli occhi.
“Era
da parecchio che
non lo facevamo”. Ace gli sorrise.
“Già”
disse il terzo.
Entrambi i giovani si voltarono, il ragazzo davanti a loro si
passò una mano
tra i ricci capelli biondi. Ace strinse le labbra e digrignò
i denti,
voltandosi verso di lui.
“Tu chi
saresti?” chiese con tono pacato, marcando il soggetto. Il
biondo sbatté un
paio di volte gli occhi e si grattò un sopracciglio.
“Come
chi sono?” chiese.
Rufy lo guardò in viso e avvertì una fitta al
petto, abbassando lo sguardo.
“A
me sembri Sabo”
ammise. Deglutì a vuoto e piegò di lato il capo,
rialzando lo sguardo.
“Lo
sei?” chiese.
Ace
s’irrigidì,
rimanendo immobile. I suoi occhi erano sgranati e le iridi nere erano
liquide.
Alzò il braccio con un movimento rigido e con le dita si
sfiorò la s sbarrata
tatuata sul proprio braccio. Indietreggiò, regolò
il respiro e si voltò verso
il minore.
“No,
Rufy. Sabo è morto”
affermò con tono secco. Si girò di scatto e fece
un paio di passi avanti.
“Andiamo”
ordinò.
Rufy
osservò il
Comandante, si voltò verso Sabo, guardò di nuovo
Ace e si girò verso il biondo,
guardandolo negli occhi.
Sabo
guardò Ace
allontanarsi.
“Che
è preso a quel
cretino?” chiese. Si voltò verso Rufy e lo
guardò a sua volta negli occhi,
inarcando un sopracciglio.
“Tu
non eri morto?”
chiese Rufy. Si alzò e abbassò sulle punte dei
piedi, facendo ticchettare i
sandali di legno sull’asfalto. Sabo
s’indicò la cicatrice sull’occhio.
“Morto
no, ma ho pensato
di esserlo” rispose.
“Rufy
andiamo! Non
voglio che parli con gli sconosciuti!” gridò Ace,
fermandosi a una decina di
passi da loro. Rufy sporse il labbro inferiore ed incassò il
capo tra le
spalle.
“Fratelloneee”
si lagnò.
Sabo gli prese la mano nella sua.
“Non
dispiacerti”
mormorò. Rufy annuì e andò dietro a
Ace, trascinando con sé il rivoluzionario.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Passato spezzato ***
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Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.5
Passato spezzato
Sabo
guardò le spalle di
Ace, vide il simbolo di Barbabianca ghignante e impallidì.
Rischiò di cadere in
avanti, Rufy lo aiutò a rimettersi in piedi. Sabo
lasciò andare la mano del più
piccolo, si mise a correre, raggiunse Ace e gli si mise davanti.
“Ohi,
che significa il
tatuaggio sulla tua schiena?” ruggì. Le sue iridi
nere brillarono.
“Che
farò di Barbabianca
il Re” rispose Ace ringhiando,
accentuò l’ultima parola. Sabo si
voltò di scatto verso Rufy che sbuffò, roteando
gli occhi.
“Non
ha ancora capito
che sarò io il re dei pirati” spiegò.
Sabo si massaggiò il collo e sospirò. Ace
si scostò da Sabo e si girò verso Rufy.
“Posso
dormire sulla tua
nave, stanotte?” chiese.
“Finalmente!”
strepitò
Rufy. Si mise le mani sui pantaloncini di jeans e li
sollevò, coprendo una
porzione del ventre magro.
“Vieni
anche tu, Sabo?”
chiese.
Sabo
spalancò la bocca,
sbatté un paio di volte le palpebre.
“Per
favore” lo supplicò
Rufy.
-
Dragon capirà se gli
dico che sono da suo figlio – pensò Sabo.
Annuì e sorrise al minore.
“Certo”
sussurrò. Le
iridi di Rufy divennero liquide.
“Ho
di nuovo i miei
fratelloni” mormorò.
********
Ace
era sdraiato
su una brandina e guardava il legno del soffitto della cabina sopra di
lui.
“Ho
fatto proprio bene a
fargli conoscere quel carpentiere. Solo Franky poteva rimettere a nuovo
questa
bagnarola” sussurrò. Si passò
ripetutamente l’indice sulla s sul suo braccio.
Chiuse gli occhi avvertendo una fitta al petto.
“Sabo
è morto” mormorò.
Ace
guardò Sabo dormire, l’altro bambino teneva le
braccia e le gambe aperte a stella. Si piegò in avanti
vedendo le labbra
socchiuse del biondo e deglutì a vuoto. Le sfiorò
con le proprie, arrossendo e
avvertì il battito cardiaco accelerare.
Ace
riaprì gli occhi di
scatto ed espirò rumorosamente. Dall’oblo aperto
della cabina entrava un filo
di vento che gli scompigliò le ciocche more. Le sue gote
arrossate facevano
risaltare le efelidi nere.
“Sabo”
mugolò.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Traditore ***
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Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.6
Traditore
“Quasi
mi sorprende che
la tua ciurma sia davvero andata tutta a dormire. Non avete per niente
paura
del mare, vero?” chiese Sabo. Rufy incrociò le
gambe sul letto e mise le mani
sulle ginocchia.
“Se
fai capire al mare
che lo temi, è peggio” rispose. Sabo si
grattò la guancia e ridacchiò.
“Sei
proprio uguale a
lui” sussurrò. Rufy sbatté un paio di
volte le palpebre.
“Lui?”
chiese. Sabo si
staccò dalla parete e si diresse verso una sedia, la
sollevò per lo schienale.
“Quello
che ti sto per
dire potrai dirlo solo ad Ace, a voi devo delle spiegazioni.
Però a nessun
altro, sono strettamente confidenziali” spiegò.
Mise la sedia davanti al letto
e vi si sedette al contrario, appoggiando i gomiti sullo schienale.
“A
salvarmi è stato il
capo dei rivoluzionari, Dragon. Gli servivano tutte le informazioni che
un
piccolo nobile come me gli poteva dare” spiegò.
Rufy guardò gli occhiali da
aviatore al collo di Sabo e si mordicchiò il labbro.
“E’
per questo che non
ci hai detto che eri vivo?” chiese. Sabo annuì e
incassò il capo tra le spalle.
“Sì,
noi rivoluzionari
non possiamo avere nessun tipo di legame. Molti hanno lasciato mogli,
figli,
famiglie e amici. Viviamo nella totale segretezza”
sussurrò. Rufy si sporse in
avanti.
“Allora
io ed Ace non
avevamo le allucinazioni. Da bambini, la roccia parlava con la tua
voce” disse.
Sabo sorrise e annuì.
“Ci
avevo piazzato
dietro un lumacofono. Temevo che Ace ti avrebbe picchiato un
po’ troppo,
altrimenti” ammise. Rufy allungò ancora di
più il collo, fino a tenderlo sei
volte più del normale.
“Devi
chiedere scusa ad
Ace” dichiarò.
*****
Ace
lanciò il suo
pugnale e lo riprese al volo un paio di volte.
“Sabo
… Sabo … Sabo …”
ripeteva. La sua voce risuonò più volte nella
cabina e avvertì una fitta al
petto.
-
Per anni ho pensato
che mi osservasse dal cielo, ma ci ha semplicemente abbandonati
– rifletté.
Lanciò nuovamente il coltello e lo riprese al volo.
“Sabo
…”. La sua voce
divenne più roca e sentì gli occhi pizzicare.
-
Avevamo bevuto quel
sake che ci rendeva fratelli, legati e liberi. Ha tradito tutto -.
“Sabo
… traditore!”
gridò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Vuoi perdonarmi? ***
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Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.7
Vuoi perdonarmi?
Sabo
bussò un paio di volte alla porta, sospirando.
“Apri.
Lo so che sei lì dentro” mormorò. Ace
all’interno sentì la sua voce, tirò
indietro le gambe e le abbracciò, appoggiando il mento sulle
ginocchia.
“Almeno
hai mangiato? Non inizierai a tenere il muso anche a Rufy?”
chiese Sabo.
-
Si comporta come Marco e Satch i miei tempi sulla nave di Barbabianca
– pensò Ace,
chiudendo gli occhi.
La
luce del lampo illuminò il corpo esanime di Satch,
il sangue macchiava il suo foulard e le travi di legno del ponte. Ace
fissò il
cadavere, i suoi occhi divennero sempre più grandi.
“Vattene!”
gridò Ace. Sabo strinse le labbra e abbassò lo
sguardo.
“Rufy
ti ha spiegato perché l’ho fatto. Non potevo
entrare nei Pirati della
Rivoluzione” ringhiò. Si voltò ed
espirò rumorosamente.
-
Devo
stare tranquillo. Siamo attraccati e sono tutti scesi per fare
rifornimento –
pensò. Bussò nuovamente sulla porta di legno
facendola ondeggiare.
“Ho
sempre desiderato un mondo libero da gente come i nobili mondiali. Loro
sono
stati capaci di cose orribili. Hanno ucciso un sacco di gente solo per
divertimento, dando fuoco alla discarica. Te lo ricordi?”
chiese.
“Vattene!”
ruggì Ace. Sabo si massaggiò la fronte sentendola
accaldata sotto le dita.
“Almeno
hai ancora il tuo caratteraccio” mormorò.
Udì i passi dell’altro oltre la
porta. Ace camminava avanti e indietro, stringendo i pugni e
conficcando le
unghie nella pelle tracciando delle mezzelune sui palmi.
“Ace,
smettila! Io presto dovrò andarmene e tornare dai
rivoluzionari. Possiamo stare
almeno un po’ di tempo insieme?!”
sbraitò Sabo.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Fiorellino ***
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Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.8
Fiorellino
“Li
ho attirati in
cucina, muoviti” disse Sanji. Rufy annuì,
allungò un braccio e afferrò l’albero
maestro della nave, con l’altra mano afferrò il
parapetto in legno. Corse all’indietro,
saltò e schizzò in avanti, volò dentro
la cucina e Brook gli chiuse la porta
alle spalle. Rufy andò a sbattere contro il tavolo,
rovesciandolo e gemette.
“Sei
ancora vivo?”
chiese Ace. Sabo corse verso il minore, lo aiutò a
rimettersi seduto. Ace
guardò Sabo, il biondo si voltò verso di lui ed
entrambi impallidirono. Ace si
diresse verso la porta, cercò di aprirla, quella rimase
bloccata e sentì un
rumore metallico.
“Ehi
voi, se non aprite,
le darò fuoco!” gridò.
“Aspetta!”
gridò Rufy.
Si rimise in piedi e deglutì a vuoto un paio di volte.
“Vi
ricordate che da
piccolo mi avete travestito da fiorellino?” chiese. Ace si
avvicinò agli altri
due ed inarcò un sopracciglio. Sabo sorrise.
“Eri
adorabile”
sussurrò. Rufy mise una mano nella tasca dei pantaloncini di
jeans e ne tirò
fuori un fiorellino con il gambo spezzato e i petali sgualciti.
“Se
mi volete bene,
dovete fare pace! Ve lo impongo come Capitano di questa
nave!” disse. Guardò
Sabo e gli sorrise.
“Siamo
fratelli,
dobbiamo volerci bene, no?” chiese. Ace si calò il
capello da cowboy sulla
testa.
-
Siamo pirati e
potremmo morire da un momento all’altro. Voglio davvero
negare un momento di
felicità al mio fratellino? – si chiese.
Indietreggiò, si appoggiò allo stipite
della porta. La luce del sole che filtrava
dall’oblò illuminava la cucina, del
pulviscolo riluceva dorato aleggiando intorno al tavolo e rovesciato e
sopra
una pila di piatti. Ace giocherellò con la collana di perle
rosse, il suo
cappello gli metteva in ombra metà del viso facendo
risaltare il bianco del suo
ghigno.
"Se
ci chiede
scusa, potremmo anche regalargli il fiorellino della
pace come
bravi bimbi" ironizzò.
Sabo
scosse il capo.
"Vi
chiedo scusa".
Rufy
chiuse gli occhi e sorrise, spalancando la bocca mostrando i denti
candidi.
Porse il fiorellino a Sabo, che prese il fiore con una mano e con
l’altra
strinse quella del minore. Ace unì la sua mano a quella
degli altri due. Sabo
lo guardò in viso e lo vide avvampare, osservò
gli occhi neri con un alone
grigiastro di Ace.
“Fratelli?”
chiese. Ace annuì e tolse la mano da quella degli altri due.
Rufy allungò le
braccia e li cinse.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Ti amo, traditore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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Scritta
sentendo "Sta
Passando Novembre", Eros Ramazzotti
Cap.9
Ti amo, traditore
“Ace,
posso entrare?”
chiese Sabo. Ace aprì la porta della cabina ed
annuì.
“Certo”
mormorò. Sabo
corrugò la fronte e aggrottò le sopracciglia.
“Robin,
la nakama di nostro fratello, dice
che
secondo lei sei qui per un motivo. In che guaio vuoi
metterti?” chiese. Ace
chiuse la porta dietro le spalle del rivoluzionario.
“Voglio
solo evitare gli
succeda qualcosa a opera di un pazzo di nome Barbanera”
spiegò, scrollando le
spalle. Avanzò di un paio di passi, raggiunse il letto e vi
si sedette.
“Io
oggi me ne devo
andare, sono stato richiamato dal capo dei rivoluzionari. Voglio che
non vi
succeda niente mentre sono via” disse Sabo. Raggiunse a sua
volta il letto e si
sedette sul letto davanti al moro.
“E
tu obbedisci subito
come un bravo cagnolino?” chiese Ace. Gli spintonò
la spalla con la mano. Sabo
gli afferrò il polso della mano con la propria.
“Parli
tu che sei diventato
il cagnolino di Barbabianca?” chiese. Con l’altra
mano sbatté Ace contro la
parete della cabina e mise il proprio viso davanti a quello
dell’altro.
“Pensi
che io non abbia
notato com’è cambiato il tuo sguardo? Sembri un
altro … sembra che la tua
fiamma si sia spenta” sussurrò. Il battito
cardiaco di Ace accelerò, mentre il
corpo del biondo lo premeva contro la parete.
“Ed
è anche cambiato il
modo in cui guardi me”. Aggiunse Sabo e passò
l’indice sotto il mento di Ace a
cui uscì un verso gutturale. Il figlio di Roger
voltò la testa avvampando. Sabo
gli mise una mano sulla guancia e gli voltò la testa,
piegò la propria e lo
baciò.
Ace
gorgogliò, sporse il capo in avanti, chiuse le gambe e
socchiuse le gambe. Sabo
si staccò da lui e gli accarezzò il viso.
“Tornerò”
sussurrò. Si alzò dal letto facendolo cigolare,
si girò e si diresse verso la
porta.
“Sabo”
mugolò Ace. Un rivolo di sudore scese lungo le sue guance
rosse, su cui
risaltavano le efelidi nere. Sabo si voltò verso di lui.
“Sì?”
chiese. Ace deglutì a vuoto, strinse i pugni e conficca il
capo tra le spalle.
“Ti
amo, traditore” ammise. Sabo ghignò, si
voltò e aprì la porta, uscì e la
richiuse alle sue spalle. Ace ringhiò e si nascose il viso
tra le mani.
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