Scegli (me)

di Rairakku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima della svolta ***
Capitolo 2: *** Promessa ***
Capitolo 3: *** La verità ***
Capitolo 4: *** Movimento a Konoha ***
Capitolo 5: *** Che ci fai qui? ***
Capitolo 6: *** Riappacificazioni ***
Capitolo 7: *** Alla luce ***
Capitolo 8: *** Felicità e dolore ***
Capitolo 9: *** Per l'ospedale ***
Capitolo 10: *** Guance rosse ***
Capitolo 11: *** Dalla fine c'è l'inizio. ***
Capitolo 12: *** Cuori a tavola ***
Capitolo 13: *** Il passato di Raira ***
Capitolo 14: *** Nel cuore della notte ***
Capitolo 15: *** Camelia. ***
Capitolo 16: *** Quello che vorrei. ***
Capitolo 17: *** "Ti amo" ***
Capitolo 18: *** Baci ***
Capitolo 19: *** Insegnamenti ***
Capitolo 20: *** Jonin ***
Capitolo 21: *** Scegli ***
Capitolo 22: *** Amore e sesso ***
Capitolo 23: *** Non a tutti la stessa sorte ***
Capitolo 24: *** Ho scelto. ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prima della svolta ***


Cap.1


Naruto aprì gli occhi lentamente. Per quanto potesse essere debole, quella luce gli dava fastidio, inoltre, la testa gli girava.
Cercò di concentrarsi: dove era? Cos'era successo?
Ma certo! Era andato ad allenarsi nel tardo pomeriggio, fuori da Konoha, senza sapere di preciso perché. Probabilmente si era stancato della solita aria, e voleva cambiare un po'. Così si fermò vicino a una cascata, che distava neanche un'ora dal villaggio. Aveva cominciato con l'allenamento, che era continuato per tutta la sera. Sotto alla luce della luna però, esaurì le forze, abbandonandosi tra l'erba rigogliosa che faceva da cornice al laghetto.
E adesso si era svegliato, ma non si trovava più nel prato. Si alzò a sedere sul letto su cui probabilmente aveva dormito. Si stropicciò gli occhi e osservò l'ambiente in cui si trovava.
La stanza era abbastanza piccola, il letto era appoggiato alla parete, dal lato opposto c'era una porta socchiusa, dalla quale penetrava la luce. Non c'erano molti mobili, solo un comodino e un armadio, entrambi di legno.
 
-Ti sei svegliato finalmente.
Naruto sussultò. Non si era accorto che una ragazza era all'entrata. Aveva i capelli molto lunghi, che le arrivavano fino al sedere, era lisci e di un marrone scuro. Aveva un diadema dorato sulla fronte, con cinque ametiste incastonate. Con quella luce poté vedere poco. Teneva un vassoio tra le mani
-Ti ho portato da mangiare.
Sorrise lei, avvicinandosi al letto.
Naruto s'imbarazzò. Quella ragazza era davvero molto bella e continuava a sorridergli.

-G-grazie.

Riuscì a balbettare lui.
-Ti chiederai dove ti trovi, beh non avere paura, non voglio farti del male, dunque ti prego, mangia, ne sarei più felice e ti spiegherò.
Naruto spalancò gli occhi, guardando quelli di lei.
Mentre quello destro era nero come la pece, l'altro era viola.
La ragazza si giustificò subito: -Lo so, è molto strano vedere due occhi di colori differenti, però può capitare, no? Come tu li hai entrambi di un bellissimo azzurro, io ne ho uno viola e uno nero.
Senza smettere di sorridere gli porse il vassoio. Naruto in un primo momento esitò, ma poi guardando la sincerità dipinta sul volto di lei, cominciò a mangiare.
-In realtà non c'è molto da dire. Ieri sera quando sono uscita per fare una passeggiata ti ho trovato dormiente vicino al lago, e riconoscendo il coprifronte, ho pensato di portarti dentro, per farti riprendere al meglio.
-Capisco…ma dove siamo precisamente? Non ho visto nessun'abitazione mentre mi allenavo.
Chiese Naruto.
-Vedi, esiste una cavità dietro la cascata, che porta a una piccola valle, lì c'è solo una casa. La mia. Spesso vado al lago per godere di quella pace che regna, così ho trovato te.
-E da quanto tempo sono qui?
-Non hai dormito troppo, giusto tutta la mattinata.
Naruto saltò in piedi, visto che aveva finito di mangiare:
-Bene, grazie tante allora. Ma penso proprio di dover tornare al villaggio, si staranno preoccupando e poi domani ho una missione importantissima.
La ragazza sorrise nuovamente:
-Vabbene, se ti senti pronto, ti accompagno per un pezzo.

Naruto la seguì. La camera dava su un piccolo corridoio che aveva altre tre porte. Continuando ad andare avanti si finiva in un salone davvero molto grande, dal quale partivano tre rampe di scale, una centrale e due laterali. Girarono verso il portone, così uscirono all'aria aperta.
La villa era circondata da qualche albero e tanta vegetazione. Delle montagne la circondavano. Il senso di pace in quel luogo era infinito.
Avanzarono finchè non arrivarono dentro un breve tunnel roccioso. Si poteva vedere, dall'altra parte, l'acqua che veniva giù. Tra la cascata e la parete c'era un piccolo varco che permetteva di uscire, per ritrovarsi davanti al lago dove Naruto si era allenato:
-Da qui posso proseguire da solo. Grazie.
Le disse sorridente. La ragazza annuì.

Dopo aver visto quel ragazzo scomparire tra gli alberi, Raira, era rientrata. Salì le scale e senza bussare, entrò in una stanza.
Il letto matrimoniale si trovava al centro della stanza e dentro le coperte ci stava un ragazzo che aveva capelli corvini era legati in una piccola coda bassa; probabilmente si era appena svegliato.
Si avvicinò.
-Scusa se non sono potuta venire prima, ma abbiamo avuto un ospite
Il ragazzo grugnì e attaccò i suoi occhi neri su quelli bicolore di lei.
-Era un ninja del Villaggio della Foglia, l'ho riconosciuto dal coprifronte. Era venuto ad allenarsi presso la cascata. Era sfinito così l'ho portato qui a riposare. È appena andato via.
-Dovresti smetterla di rivolgere il tuo aiuto al primo che capita.
Disse freddo lui.
Raira lo guardò senza far trapelare la minima emozione.
-Mi spiace, ma io sento il bisogno di aiutare chi viene da Konoha. È pur sempre il nostro villaggio, Itachi.
Così dicendo, se ne andò, lasciando l'Uchiha da solo in quella grande stanza.

-Naruto! Dove sei stato?
Disse Sakura appena lo vide.
-Ehi- la salutò -sono andato ad allenarmi ma ero troppo stanco per tornare al villaggio e una bellissima ragazza mi ha ospitato per la notte-
-Coosaa?!- urlò incredula, in più gli mollò un pugno in testa -sei sempre il solito idiota.
-Ragazzi, che sta succedendo qui?- Era comparso il maestro Kakashi.
-Sensei!- lo salutò Sakura -nulla di che, è solo tornato Naruto. Ha detto di aver passato la notte con una ragazza.
Naruto rise:
-Ma Sakura, non ho fatto nulla con lei, mi ha curato solo, visto che mi ero addormentato mentre mi allenavo. Magari averci fatto qualcosa,era davvero moolto bella.
-E come si chiama?- chiese Kakashi.
Naruto si grattò la testa: -Beh…ecco… mi sono dimenticato di chiederlo… comunque sia, è più bella perfino di Ino, pensate, ha un occhio nero, mentre l'altro è viola!
-Davvero?- chiese Sakura sbalordita -ma è possibile Kakashi?
 -Sì- tagliò corto lui -beh ragazzi, devo andare adesso
Sakura e Naruto lo guardato allontanarsi di fretta interrogativi.
-Ma che gli sarà preso?- chiese il ragazzo.
-Non so, ma quando hai detto che aveva gli occhi di due colori differenti, nel suo sguardo è comparso qualcosa di strano.

Kakashi si chiuse la porta di casa alle spalle e si accasciò a terra.
La domanda di Sakura gli rimbombò in testa.
"È possibile Kakashi?"
Sì, sì, era dannatamente possibile. Ma solo un clan aveva quell'abilità oculare.
Il clan Ku.
Pultroppo di quel clan non era rimasto più nessuno, visto che erano morti tutti per cause conosciute vent'anni prima.
Solo una persona si salvò: una bambina che al tempo aveva circa un anno.
Raira.
Com'era possibile che avesse soccorso Naruto. E come aveva fatto lui a trovarla?
Chiuse gli occhi e una lacrima gli bagnò la guancia. Lui la lasciò cadere, ricordandosi quello che successe sette anni prima.

Spazio autrice:
Che ve ne pare? Dovevo assolutamente fare una fanfiction dove c'era anche Itachi, in quanto è il personaggio che amo di più.
Se non avete capito, lui e Raira hanno una relazione.
Inoltre il nuovo personaggio (Raira) ci ha fatto capire che anche lei abitava a Konoha.
Chissà qual è il doloroso ricordo di Kakashi, e chissà qual è l'abilità oculare della ragazza (ATTENZIONE: quest'abilità è totalmente inventata da me).
Certo che deve avere una storia particolare Raira, visto che ha mentito riguardo i suoi occhi.
Beh, visto che il personaggio è nuovo, vi lascio la scheda di Raira:

Capelli: marrone scuro
Occhi: mentre quello destro è nero, quello sinistro è viola
Accessori: porta un diadema sulla fronte con cinque ametiste incastonate (simile alla tiara di SailorMoon, per intenderci)
Segni particolari: neo sotto l'occhio destro
Età: 21
Altezza: 1.58
Peso: 45kg
Abilità Innata: Baikarã
Fedeltà: Villaggio della Foglia
Clan: Ku
Rango: Chunin
Famiglia: Itachi (fidanzato)
Elementi: Fulmine, Fuoco, Aria, Acqua
Foto:

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Capitolo 2
*** Promessa ***


Cap.2


*Dopo qualche settimana*

Itachi tornò che era già sera.
La sua ragazza si trovava in salotto.
<< Ah, sei qui >> le diede un bacio sulle labbra, per poi sedersi accanto a lei.
<< Novità? >> le chiese Raira.
Il corvino rimase in silenzio un attimo, per poi dire:
<< Deidara ha provato a fermare Sasuke >> lei lo guardò per provare ad afferrare qualche emozione << ma non c'è riuscito.>>
<< Dunque.. Deidara è morto? L'ha ammazzato Sasuke? >>
<< Sì >> rispose Itachi guardando il pavimento << è diventato molto forte, il mio fratellino. >>
Raira rimase in silenzio. Non aveva mai conosciuto Deidara di persona, ma qualche volta il suo amato lo nominava e aveva l'impressione che non gli fosse mai stato simpatico. Quello sguardo non lo doveva al suo compagno, ma a Sasuke.
Era sempre stato un argomento delicato. Itachi amava molto suo fratello, forse più di quando amasse Raira. Però non gli aveva mai raccontato la verità, anzi, l'aveva spinto a odiarlo, per farlo diventare sempre più forte affinché potesse vendicare il suo clan. Sasuke voleva uccidere Itachi, lo sapeva benissimo.
<< Cosa pensi di fare? >> chiese la ragazza in un soffio, come se avesse paura della risposta.
A quel punto Itachi la fissò negli occhi << Dovremo batterci >>.
<< E a che fine? Perché vuoi morire così? >>
<< Raira, lo sai. Sono malato, non so neanche come curarmi. Tu stai cercando di ritardare la mia morte, ma non sei un ninja medico, non puoi salvarmi. A questo punto non penso che sia importante chi sia ad uccidermi. >>
Una lacrima scivolò sulla guancia della ragazza, che a sguardo basso, gli rispose:
<< È vero, Itachi, non sono un ninja medico e non posso fare tanto, ma è vero anche che tu non vuoi essere curato. >> deglutì.
Quello che avrebbe voluto dire era pesante, ma doveva farlo; quella domanda la perseguitava: << Perché vuoi morire, Itachi? >>
Il ragazzo si sorprese, cercò le parole, per poi uscirsene con un: << Lo sai. >>
A quel punto Raira strinse i pugni. Le lacrime le rigavano il volto. Non ce la faceva più. Con tutta la rabbia che provava, gli urlò in faccia quello che non aveva mai avuto il coraggio di dire: << No, non lo so. Tu non me l'hai mai detto. Tu non mi dici mai nulla. Ti devo sempre strappare le parole di bocca. Perché non vuoi confidarti con me? Perché non mi vuoi nella tua vita? >>
Itachi la fissò per qualche secondo. Il suo sguardo sofferente gli riaprì una vecchia ferita. Non era la prima volta che la vedeva in quello stato. Eppure non riusciva a non farla soffrire. La tirò a sé e l'abbracciò forte.

*Flashback*
Itachi si allontanò dal suo fratellino mentre le lacrime gli rigavano il volto. Doveva fermarle. Si sciupò gli occhi e andò si avviò per lasciare il villaggio.
Aveva sterminato il suo clan, il suo compito era finito. Aveva detto a Sasuke che avrebbe dovuto ottenere lo sharingan ipnotico per poi affrontarlo. Quello che non gli aveva detto però, è il vero motivo. Se n'era andato, l'aveva lasciato con false spiegazioni, non voleva che Sasuke odiasse i suoi genitori.
Mentre pensava questo, una figura uscì dall'ombra. Aveva i capelli raccolti in una coda alta, gli occhi neri come la pece che lo guardavano con tristezza.
<< Che ci fai qui? >> chiese Itachi.
<< Potrei farti le stessa domanda >> rispose la ragazza << se non sapessi la risposta>>
<< Stanne fuori >> disse duro lui.
<< Beh, come sempre no? Mai che tu mi dicessi la verità >>
Itachi vide una lacrima scenderle sulla guancia.
<< Torna a casa, Raira >>
La ragazza non si mosse, così lo fece lui. Continuò ad andarsene. Gli faceva male doverla abbandonare lì, ma non poteva fare altro. Per un momento sperò che lei lo fermasse e che gli confessasse il suo amore. Certo, tutti ormai avevano capito il sentimento che scorreva tra Itachi e Raira, ma nessuno dei due l'aveva detto chiaramente. Ma non poteva distrarsi. Lui era un Uchiha, aveva sterminato il suo clan e avrebbe dovuto tenerne alto il nome. Si sarebbe unito all'Organizzazione Alba, sarebbe diventato un criminale di livello S. Non poteva trascinare con se quella ragazza.
<< Fe-fermati Itachi >>
Lui obbedì. Non ebbe coraggio di voltarsi, percepiva che lei piangeva, il respiro era irregolare, singhiozzava.
Raira cercava di tirare fuori tutta la sua determinazione. Era un chunin abile, fin da piccola aveva mostrato di essere più in gamba rispetto agli altri, ma in quel momento, non riusciva proprio a vedere la sua forza.
<< Torna a casa >> le ripetè lui, senza crederci. Se avesse potuto, l'avrebbe baciata e sarebbe rimasto con lei, per sempre. Se avesse potuto.
<< Solo se vieni con me >> sussurrò.
<< Non sei più una bambina >> rispose freddo il corvino, mentre riprese a camminare << smettila di piangere e fatti una vita, senza di me >>
Raira non poteva credere alle sue orecchie, il suo corpo agì da solo. Si materializzò davanti a lui, con le braccia aperte per bloccarli il passaggio.
<< Non ci penso neanche >> gridò.
Itachi la guardò divertito << Sei molto veloce, ma non puoi fermarmi >>
<< Stai zitto e ascolta >> ribattè lei, a denti stretti << io ho provato a non sentirmi sola, a farmi una vita. E ci sono riuscita, ma solo perché c'eri tu. Se adesso te ne vai, che farò? >>
<< Non è un problema mio >> disse duro, puntando il suo sguardo glaciale negli occhi umidi di lei.
<< Sì certo, il tuo più grande problema è che hai sterminato il tuo clan, che hai abbandonato tuo fratello, me, la vita. Ti nasconderai da tutti e da tutto, per ottenere cosa? >> la rabbia stava crescendo << io credo in te. So che le tue intenzioni non sono cattive, so che non hai ucciso i tuoi genitori solo per il potere. Chi volevi salvare? >>
<< Nessuno >> rispose Itachi, disse con una punta di nervosismo << adesso levati >>
Raira venne spinta a terra. Se fosse stata più lucida avrebbe potuto difendersi, ma la stanchezza e le lacrime la fecero rimanere in quella posizione. Seduta con le mani che cercavano, invano, di graffiare il terreno dalla rabbia. Non credeva di aver mai pianto come in quel momento e sentire i passi di Itachi che se ne andava, le fece stare ancora più male. "Non te ne andare, ti scongiuro" pensò tra sé, mentre cercava di rimettersi in piedi "perché io Itachi…io.."
<< Io ti amo, Itachi >> urlò, mentre la gola le bruciava.
L'aveva detto, finalmente ce l'aveva fatta. Era da troppo tempo che se lo teneva dentro, e una sensazione di sollievo le strinse il cuore.
A quel punto Itachi non poté far altro che colpirla allo stomaco.
Raira si accasciò a terra, mentre perdeva i sensi. L'ultima cosa che sentì furono le braccia di Itachi che la stringevano.
Il ragazzo la prese e l'appoggiò sulla panchina più vicina. La sistemò per poi baciarle la fronte, con quel gesto una goccia cadde sul volto di lei, per unirsi al resto delle lacrime che le bagnavano il viso.
Itachi stava piangendo, di nuovo. Perché non era riuscito a dirlo? Perché non le aveva confessato che ricambiava quell'amore e che l'avrebbe protetta per sempre?
Raira avrebbe potuto fermarlo realmente, e lui non poteva permetterlo. La soluzione più veloce fu questa.
Sparì poi nel buio della notte, lasciandosi alle spalle, non solo Konoha, ma anche la sua felicità.


<< Tu sei già nella mia vita, Raira. Io ti amo >>
Raira s'irrigidì. Non se l'aspettava.
<< Perché allora non me lo dimostri? Sei solo in grado di dirlo, ma alla fine non ti confidi mai con me. Io ho lasciato Konoha per te, perché pensavo che non mi sarei più sentita sola e invece…>>
Lui non le permise di continuare << Non voglio che tu stia male per me. Ti ho già vista piangere tante volte, mi piacerebbe che tu trovassi una persona migliore, che sia in grado di darti tutto quello che io…>>
<< Itachi basta. Basta inventare scuse >> lo bloccò lei << se davvero volevi che me ne andassi, non saresti mai più venuto a cercarmi. La verità è che te vuoi fuggire, da tutto. Fuggi dalla verità, da tuo fratello, dal dolore, fuggi perfino dall'amore. Fuggi dalla vita, Itachi. E io non te lo voglio permettere >>
L'Uchiha sciolse quell'abbraccio. Si fermò sulla porta del salotto.
<< Penso che avviserò Sasuke che voglio sfidarlo >> disse dandole le spalle.
<< Promettimi che gli dirai la verità >>
Itachi si girò lentamente, guardò a terra, cercando il coraggio di alzare lo sguardo. Quando incontrò gli occhi preoccupati di Raira sussurrò << Te lo prometto >>


Il Quarto Hokage era stato chiaro al riguardo. Dovevano trovare Itachi.
Naruto, Sakura, Sai, Shino, Hinata, Kiba, Kakashi e Yamato erano partiti ormai da un bel po'.
In realtà quella missione aveva un secondo fine, avere notizie di Sasuke.
Ormai l'avevano individuati. Con il byakugan di Hinata e lo sharingan di Kakashi era stato facile.
La Hyuga cercava di stare al passo del biondo, che preso dall'entusiasmo, andava davvero troppo veloce. A un certo punto però, percepì un chakra estraneo. Non ebbe neanche il tempo di avvertire gli altri che una figura mascherata si materializzò davanti a Naruto, facendolo cadere dall'albero, finendo per terra.
 L'uomo aveva una maschera arancione con un solo buco, portava una giacca nera che gli arrivava fino a metà stinco decorata da qualche nuvola rossa.
<< Da come sei vestito, deduco che fai parte dell'Organizzazione Alba >> sbottò Yamato.
<< Anche se non era riportato nella lista dei membri dell'Akatsuki di Kabuto >> aggiunse Kakashi.
<< Certo, perché io sono nuovo! Sono felice di conoscervi, il mio nome è Tobi >> disse divertito, ma dovette cambiare subito espressione, quando si accorse che Naruto gli era arrivato alle spalle.
<< Rasengann >> urlò il biondo.
Ma sotto gli sguardi sorpresi di tutti, Naruto passò attraverso il corpo di Tobi, senza farli il minimo graffio. A questo punto fu il malvivente a colpire Naruto, mandandolo a terra. Il ragazzo si alzò senza problemi.
<< Bene, adesso a che gioco volete fare? >> rise il mascherato.
<< Non abbiamo tempo da perdere con te >> rispose arrabbiato la forza portante.
Provarono ad attaccarlo, ma a quanto pare il loro avversario, per quanto potesse sembrare stupido, riuscì a evitare tutti i colpi.
<< A quanto pare, non vuole permetterci di andare avanti >> concluse Kakashi
Provarono ad liberarsi di lui ripetitivamente, ma nessun attacco andò a segno.
Ormai erano tutti stanchi, in più si sentivano presi in giro.
A un certo punto, dal tronco in cui si trovava Tobi, spuntò una sottospecie di pianta carivora, che quando si aprì rivelò una figura simile ad un uomo, per metà bianca e per metà nera.
<< Che cos'è quello? >> chiese Sakura disgustata.
<< Era nella lista dei componenti dell'Akatsuki di Kabuto >> le rispose Kakashi.
<< È finita >> riferì l'estraneo a Tobi << Itachi ha vinto. Ma è scomparso insieme a Sasuke >>
Il tono di voce era abbastanza alto per far sentire a tutti.
Rimasero sbalorditi da quelle parole, anche lo stesso Tobi.
<< Ehi tu, aloe vera >> urlò Naruto << dove diavolo è Sasuke? >>
<< Aloe vera? >> rispose il membro dell'Organizzazione Alba.
<< Lascialo perdere >> lo zittì Tobi << Continuerò la mia battaglia contro di te in un altro momento >> rispose poi, guardando Kakashi, che s'impietrì.
Dall'unico buco presente sulla maschera arancione, si poteva vedere lo sharingan.
<< Addio >> salutò poi, dileguandosi insieme al compagno.

Erano tornati a Konoha a mani vuote. Dei due Uchiha non c'era più traccia.
Kakashi passò tutta la giornata chiuso in casa, riflettendo molto.
Da una parte si sentiva in colpa, perché avrebbe potuto subito parlare di Raira con i suoi allievi e l'Hogake, ma qualcosa dentro lui l'aveva bloccato, facendolo tacere. Era quasi sicuro che la ragazza stesse ancora in contatto con Itachi, anzi, probabilmente vivevano insieme.
Perché allora era stato zitto?
Una possibile risposta gli veniva sussurrata dalla parte più profonda del suo cuore, ma cercò subito di scacciarla.

La ragazza stava accarezzando la sua pantera nera, con malinconia. La bestia, a sua volta, la guardava comprensiva.
Erano già passati tre giorni e di Itachi non aveva notizie.
Non era la prima volta, è vero, però l'Uchiha non aveva mai rischiato la vita. In più, non poteva neanche sapere se aveva mantenuto la promessa.
<< Itami, tranquilla, sta bene >> disse alla pantera, cercando di convincere se stessa.
Le era stata regalata da Itachi  quando era ancora una cucciola. Lui non le aveva dato tante spiegazioni e lei, conoscendolo, non le aveva chieste.
Ne rimase subito felice, da una parte perché non erano tanti i pensieri che le faceva, dall'altra era affascinata dal manto nero grigiastro dell'animale, e dalle ametiste che aveva al posto degli occhi. L'aveva allenata e cresciuta, così adesso potevano combattere insieme. Itami stava sempre nella piccola valle, Raira non le avrebbe mai permesso di uscire, così, se aveva bisogno di lei, usava la tecnica del richiamo. Era stato difficile all'inzio, ma pian piano ce l'avevano fatta.
Era assorta nei suoi pensieri, quando notò il suo amato davanti a lei, precedeva a passi sempre più incerti, tenendo un ragazzo sulle spalle.
Raira gli corse incontro.
<< Cos'è successo? >> gli chiese preoccupata.
Itachi faticava a parlare << Te…te lo spiego dopo. Adesso…bisogna portare dentro Sasuke e leg-legarlo >>
Senza aggiungere ulteriori domande, si offrì per portare il corpo privo di sensi del piccolo Uchiha.

Quando Sasuke aprì gli occhi, non riuscì a capire dove si trovasse.
La stanza era piccola e umida, c'era solo una fiaccola a illuminarla, e si vedeva davvero poco.
<< Finalmente ti sei svegliato >> una figura uscì dall'oscurità.
Era giunto il momento di mantenere la promessa.



Spazio autrice:
Eccomi qui con un altro capitolo! Questo mi sembra un po' più lungo, e ci ho infilato dentro qualche informazione su Itachi e Raira, aggiungendo anche un flashback. Ho saltato la parte del combattimento tra i fratelli, perché volevo presentare il personaggio di Tobi come nell'anime (accorciando un po'), così poi non mi sarebbe tornato aggiungere anche lo scontro e l'ho tolto.
Il segreto di Kakashi ancora non è stato svelato, ma forse qualcuno l'ha capito >.< giuro che non manca tanto.
Ora è giunto il momento di vedere se Itachi manterrà davvero la promessa fatta a Raira!
Al prossimo capitolo~

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Capitolo 3
*** La verità ***


Cap. 3


<< Finalmente ti sei svegliato >> disse Itachi << È da un bel po' che dormi >>
Sasuke digrignò i denti << Voglio solo sapere dove sono e che intenzioni hai >>
Cercò di liberarsi dalle corde che lo tenevano stretto, con scarso risultato.
Osservò allora il fratello. Aveva qualche benda e un grosso cerotto gli copriva la guancia sinistra.
Allora avevano davvero combattuto, non se l'era sognato.
<< Siamo nelle stanze più buie e nascoste della villa segreta del clan Ku. E sei ascoltarmi >> puntualizzò sull'ultima parola.
<< Non voglio sapere niente di te! >> gli urlò contro Sasuke.
<< Smettila, non fare lo stupido, opporti non ti servirà a niente. A differenza tua, io dopo lo scontro mi sono fatto medicare. Sei in pessime condizioni, fratellino, dunque stai zitto e senti cosa ho da dirti. Ascolta attentamente, è molto importante >>
Il piccolo Uchiha sbuffò, ma rimase in silenzio, senza guardare negli occhi l'altro.
<< Ci sono molte cose che non sai, riguardo a quella notte. Ma andiamo per gradi. Non so se sei a conoscenza che il clan Uchiha veniva discriminato fin dalle origini di Konoha. Il nostro antenato Madara Uchiha si ribellò al villaggio tentando di uccidere il Primo Hokage, venne sconfitto e il resto del clan ne subì le conseguenze. Il Secondo Hokage, anche se non aveva la stessa capacità di perdono del fratello, cercò lo stesso di riallacciare i i legami tra il clan Senju e il clan Uchiha, dando a quest'ultimo un ruolo di potere, istituendo la Polizia della Foglia. Già quand'eri piccolo te l'avevo accennato, quando mi chiesi perché avevano il nostro ventaglio come logo. >>
È vero, stavano tornando da un'allenamento di Itachi quando glielo chiese anni prima.
<< In realtà Tobirama Senju aveva un secondo fine: controllare il nostro clan. Infatti appartenendo alla polizia, non avrebbero mai potuto avere un'altra forma di potere. Così nostro padre organizzò un colpo di stato a danno del Terzo Hokage. Anche se la maggior parte del clan era d'accordo, alcuni no, visto che avrebbe comunque minato la stabilità del villaggio. Così uno di noi cominciò a lavorare nell'ombra, sperando di fermare il colpo di stato. Quel qualcuno era Shisui, che strinse un accordo con Sarutobi e i Consiglieri della Foglia. Ma uno di quest'ultimi riuscì a convincere gli altri due a far saltare l'accordo. Assalì Shisui, rubandolì un'occhio, ma nessuno lo venne a scoprire. Sto parlando di Danzo Shimura. >> si fermò un attimo, per guardare la reazione di Sasuke.
Se ne stava immobile ad ascoltare, con lo sguardo perso nel vuoto.
Allorà continuò:
<< Anch'io ero dalla parte di Shisui e avevo il compito di osservare le mosse di nostro padre. Non mi piaceva quel ruolo, ma lo dovevo fare, per mantenere la pace. Poi successe: Shisui,, che era come un fratello per me, mi affidò il compito di proteggere il villaggio, prima di donarmi l'unico occhio che gli era rimasto e di suicidarsi davanti a me. Questo gesto mi permise di risvegliare lo Sharingan Ipnotico. I membri del consiglio, unendosi, possono avere più potere dell'Hogake. Così Danzo mi contattò, visto che io ero nella squadra ANBU della quale ne era il comandante generale e non potei discutere i suoi ordini. Poi, un ninja misterioso mi si presentò. Aveva una maschera con un unico buco, si presentò come Madara Uchiha >>
Sasuke si fermò a riflettere, quella descrizione, gli ricordava qualcuno.
Itachi, come se gli leggesse nel pensiero, aggiunse << So che hai avuto modo d'incontrarlo pochi giorni fa, nello scontro contro Deidara. È entrato nell'Akatsuki, dopo la morte di Sasori, sotto falsa identità. Si fa chiamare Tobi. >>
Ci fu un momento di silenzio, ma ancora il corvino non aveva finito.
<< Madara, che portava rancore nei confronti del clan, sentendosi tradito, mi propose di aiutarmi nello sterminio, ma in cambio l'avrei dovuto seguire, diventando un criminale. Accettai imponendoli la stessa condizione che avevo detto a Danzo, lui accettò senza problemi. >>
<< Che condizione? >> chiese Sasuke, preoccupato.
<< Io avrei potuto rifiutarmi, ma a quel punto il clan sarebbe stato sterminato dal resto della Radice. E io non avrei potuto difendere la persona a me più cara>>
Si guardarono negli occhi un instante.
<< Io dovevo proteggerti, Sasuke >>
Era sbigottito, non si aspettava nulla del genere.
I tasselli erano tornati al loro posto, ma non tutto gli era chiaro:
<< Menti! Allora perché hai lasciato che ti odiassi per tutti questi anni? Sappiamo entrambi che l'hai fatto per vedere a che punto arrivava la tua forza, me l'hai confessato quella sera… non ti nascondere dietro a delle bugie!>>
Itachi lo guardò con un debole sorriso, per poi lasciare la stanza.

Da solo, legato, con tutte quelle rivelazioni inattese.
Non sapeva che pensare.
Una parte di lui gli diceva di fidarsi, che in realtà Itachi l'amava. Però, non capiva perché, perché l'aveva spinto a odiarlo? E come mai durante il combattimento, provò a rubarli l'occhio? Più di una volta provò anche ad ucciderlo, con il solo uso dello Sharingan Ipnotico.
Era tutto così complicato…
La porta si aprì. Rimase sorpreso quando vide una ragazza minuta che lo fissava da lontano.
Aveva qualcosa di strano negli occhi, come un velo di tristezza.

<< E così ci rivediamo, Sasuke >> il tono era confidenziale.
Lui la guardò senza capire.
<< Oh già, probabilmente non ti ricorderai di me, ma devi sapere che quand'eri molto piccolo, spesso, se venivo a casa vostra per incontrare tuo fratello, passavo sempre a salutarti >>
<< Non ricordo. >> le rispose freddo, senza guardarla. La verità è che era molto bella e la sua vicinanza lo faceva sentire strano.
<< Mi chiamo Raira Ku >> gli comunicò, abbassandosi alla sua altezza.
In realtà l'Uchiha, se fossero stati in piedi, l'avrebbe superata anche di una ventina di centimetri.
A quel punto, non poté non rivolgerle uno sguardo. Rimase colpito nel vedere che aveva gli occhi di due colori differenti.
<< Che abilità oculare è? >> disse con tono piatto.
<< Oh, sei molto sveglio, >> gli rispose senza smettere di sorridere << pensavo però che la tua domanda fosse un'altra >>
Attese qualche secondo, poi aggiunse << Sono qui per farti capire che Itachi è sincero >>
<< E che ne puoi sapere te? >> sbraitò lui.
Lo ignorò << Non so se lo sai, ma tuo fratello, nascondeva un lato dolce e allegro, dietro quello serio di sempre. Purtroppo però, quando scoprì che il suo clan programmava un colpo di stato, quest'aspetto di lui sparì. Non riusciva più a sorridere. Ne soffrivo molto, per cui indagai, finché non scoprii il motivo del suo strano comportamento. Non potei fare nulla per aiutarlo, in quando era molto chiuso e si sarebbe arrabbiato se gli avessi svelato che l'avevo seguito. La notte dopo lo sterminio, Itachi stava per scappare dal villaggio, prima di cercare di fermarlo, notai che stava piangendo. Piangeva perché aveva abbandonato te, Sasuke. >>
Il ragazzo si stupì. Quella volta gli sembrò che suo fratello stesse piangendo, ma aveva sempre creduto che si era sbagliato.
Raira allungò una mano verso il volto di lui, e lo costrinse a guardarla negli occhi. Con un battito, il colore viola, li avvolse.

Sasuke si ritrovò in una dimensione senza limiti.
Un'iride di dimensioni decisamente esagerata, si trovava davanti a lui. A vedere il colore, riconobbe subito quella della ragazza.
Poi, una nube la coprì, per dare forma a delle sagome, che poi diventarono più dettagliate.

C'era una scrivania. Una ragazza, in piedi, stava parlando. Aveva i capelli castani raccolti in una coda alta e gli dava le spalle.
<< Terzo Hokage, ho preso la mia decisione. Partirò stanotte, non voglio che nessuno mi segua. Inoltre, le prometto che verrò in aiuto al villaggio in caso di attacco nemico. >>
Si slegò il coprifonte con sopra inciso il simbolo della Foglia, appoggiandola sul tavolo.
<< Beh, se è questa la tua decisione, la dovrò accettare >> Sarutobi si tolse la pipa di bocca << c'è altro? >>
La ragazza esitò << Sì… come lei sa, Itachi ha agito per il bene del villaggio, anche se l'ha dovuto abbandonare, voleva bene a questa gente. >>
<< Lo so benissimo, cara. Per questo ti lascio andare da lui. >>
<< Signore… >> abbassò lo sguardo.
<< So del patto tra Itachi e il ninja mascherato. Ragazza mia, momentaneamente farò finta di nulla, però sai che non posso rimanere indifferente, se cerca di attaccarci. >>
<< È un traditore… >> sussurrò la castana.
<< Sì, ma noi sappiamo che ha un cuore buono. >>
<< A proposito, Terzo Hokage, Itachi si è raccomandato di non dire nulla al suo fratellino. Vuole che cresca odiandolo. >>
<< Lo so. >>
<< Vede, lui pensa che Sasuke sia in grado di tener alto il nome del clan, per poterlo ricostruire un giorno. Sappiamo bene le grandi capacità ninja di Itachi, e lui vuole che il suo fratellino diventi forte come lui, un giorno vorrà battersi contro di lui, per testare le sue capacità. Pensa che l'odio lo farà crescere. >> disse l'ultima frase con una punta d'amarezza.
<< E tu sei d'accordo? >>
<< No signore. >>
Il Terzo Hokage, annuì.
La ragazza si voltò, nonostante la tristezza, i suoi occhi bicolori avevano un'espressione dura.
<< Che ci fai qui? >>


La dimensione era sparita.
L'Uchiha si trovava di nuovo nella piccola stanza dove era tenuto prigioniero.
Raira, di fronte a lui, lo guardava sorridente.
<< Cosa… come hai fatto? >> le chiese
<< È l'abilità innata del clan Ku. Si chiama Baikarā e al contrario del tuo Sharingan, si manifesta in un occhio solo, rendendolo viola. Ha tre funzioni. Permette di mostrare un proprio ricordo alla persona che scegli, però devi incrociare il suo sguardo. Sennò, sempre tramite la dimensione in cui sei stato, posso vedere le scene più significative del passato di questa persona. Per ultimo, se mi concentro, posso cercare tra le varie cose successe prima del del nostro presente di un luogo o di un oggetto, ma in questo caso, dovrei usare molto più chakra. >>
Sasuke pensò che non era utile in combattimento, ma comunque sia, gli era servito per prendere una decisione.
Credeva ad Itachi.
Però c'era un altro punto: a chi si riferiva Raira prima di bloccare il flashback?

Spazio autrice:
Ehilà! Ho finito anche questo capitolo. Ammetto che la lunghezza non è il mio forte.
La prossima settimana sarò piena d'impegni, spero di riuscire a pubblicare altri pezzi.
Siamo arrivati al punto chiave della storia. Itachi che racconta la sua storia. Ora Sasuke dovrà prendere varie decisioni, che stravolgeranno il 'Naruto Shippuden' che conosciamo.
Raira ci ha anche svelato in cosa consiste il Baikarā, la sua abilità innata. Ha fatto vivere a Sasuke un suo ricordo, dove c'è lei che comunica al Terzo Hokage che lascerà il villaggio (spiega anche perché non ha il coprifonte), c'è una figura senza identità a cui si rivolge alla fine, ma la ragazza ha fermato il flashback, chissà perché.
Al prossimo capitolo!

(Le parti in viola sono quelle che si svolgono nella dimensione creata del Baikarā di Raira)





 

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Capitolo 4
*** Movimento a Konoha ***


Cap.4


Era già passata una settimana dal rientro dalla missione, ma Naruto non se n'era fatto una ragione.
Aveva scongiurato Tsunade affinché gli permettesse di andare ancora una volta a cercare informazioni su Sasuke, ma lei era irremovibile. Sosteneva che fosse molto pericoloso, sopratutto dalla comparsa del nuovo membro dell'Organizzazione Alba, di cui non sapevano nulla. Come se non bastasse, tutte le spedizioni sul ritrovo dell'Uchiha non si erano rivelate buone e questo avrebbe compromesso la scheda ninja dei ragazzi, dato che avrebbe dovuto segnalare ogni missione fallita. A Naruto, però, questo non importava. Avrebbe rinunciato all'essere ninja, piuttosto che lasciare il suo migliore amico in balia dell'oscurità. Provava a nascondere la sua rabbia e la sua frustrazione dietro a un sorriso, ma non riusciva a ingannare tutti.
Hinata lo conosceva troppo bene per poterci credere. Era tutta una messa in scena, era ovvio. Il biondino soffriva e lei non poteva fare nulla per aiutarlo.
"Oh Naruto" pensò guardandolo da lontano "sei un ragazzo eccezionale, daresti la vita per salvare quella di un tuo compagno, non ti fermi davanti a niente. Sasuke ha provato ad ucciderti e a te non interessa, per te rimane sempre il tuo migliore amico. Naruto.."
Osservava da lontano il ragazzo, seduto su una panchina intento a guardare il lago di Konoha. Il vento gli smuoveva i capelli appuntiti, tra le mani stringeva il suo coprifronte, quando una lacrima ci cadde sopra.
Hinata provò un gran dolore. Sapere che il suo amato soffriva così tanto, le spezzava il cuore.
S'incamminò verso casa.
La sua mente vagava nel ricordo delle varie missioni per il recupero del suo compagno. Naruto ci aveva messo tutto se stesso, in ognuna di esse. Ormai il suo obbiettivo era quello e non avrebbe più mollato, l'aveva promesso a Sakura. Alla ragazza si strinse lo stomaco. Era vero, l'Uzumaki era magnifico e non poteva far altro che ammirarlo, però il suo cuore apparteneva a un'altra, a una che lo considerava solo un amico, che non l'avrebbe mai ricambiato.
Questa volta il dolore fu diverso. A volte si chiedeva perché Naruto continuasse ad amare Sakura, poi si rese conto che era proprio come lei.

Kiba scorse la corvina tra la folla. Con i suoi capelli corvini e gli occhi color perla, sarebbe stato impossibile non notarla. Fece per avvicinarsi, quando si accorse che il suo sguardo era diverso.
<< Salve Hinata >> la salutò << qualcosa non va? >>
Lei alzò il capo e sforzò un sorriso << Oh no, tutto bene, grazie >>
Non avrebbe mai voluto far preoccupare il suo amico, che però, rimase serio.
<< Devi dirmelo se c'è qualcosa che ti fa stare male >>
<< Non c'è nulla, davvero, credimi >>
Lui la esamino. Stava fingendo alla grande, allora le propose di uscire con lui quella sera stessa.
Hinata rimase sorpresa. Non se lo sarebbe mai aspettata, però non poteva rifiutare, anche perché sennò lui avrebbe potuto capire il suo reale stato d'animo.

La Hyuga e Naruto però, non erano gli unici preoccupati.
Anche Kakashi, che ormai non usciva poco di casa, aveva uno sguardo scoraggiato.
Sakura l'aveva notato fin troppo bene. Così si era presentata a casa sua, portando del cibo preparato da lei.
Quando il maestro la vide davanti alla sua porta, rimase molto sorpreso, ma la fece entrare.
<< A cosa devo la tua visita? >> le chiese.
<< Ci deve essere per forza un perché? Volevo solo far visita al mio sensei >>
All'Hatake non tornava, non era mai successo in tutti quegli anni. Preferì però non farlo presente, attendendo che fosse lei a sputare il rospo.
Sakura nel frattempo controllò l'aspetto della casa.
Il suo maestro non solo non si era degnato di uscire dall'appartamento, ma neanche di pulirlo!
<< Pensavo che trovarlo in giro per il villaggio fosse una rarità, a quanto pare anche individuare un punto non sporco del suo appartamento >> scherzò la rosa.
<< Eddai Sakura, lo sai che a noi ragazzi non piace spazzare >>
<< E allora perché non si trova una fidanzata? >> le chiese lei senza pensarci.
Kakashi rimase bloccato. La sua allieva senza farci attenzione, aveva toccato un punto dolente della sua vita. Benchè girasse la voce che fosse un uomo molto attraente, tanto da doversi coprire il viso, non aveva ancora una donna.
Pultroppo per lui, sapeva già la motivazione. Cercò di scacciare via il pensiero, rispondendo in modo vago.
<< Ma ti sembro il tipo da relazioni… E invece dimmi tu, come va a ragazzi? >>
Sakura divenne rossa all'istante. Rock Lee in quel periodo le aveva chiesto vari appuntamenti, ma lei li aveva declinati tutti. Inoltre, un tipo misterioso le lasciava ogni domenica dei fiori all'ingresso di casa.
<< Ehm… sorvoliamo, che è meglio >>
I due scoppiarono a ridere.

Hinata e Kiba passeggiavano sotto la luce lunare che risplendeva sul Villaggio della Foglia.
Il ragazzo cercava le parole per interrompere quel silenzio. Durante la serata aveva avuto la certezza che la corvina non stesse bene e ne voleva parlare con lei.
Si fermarono davanti all'unico parco di Konoha. Kiba la invitò ad entrare, così cominciarono a girare per le piccole stradine circondate da alberi e fiori.
Il tutto, ai suoi occhi, sembrava estremamente romantico, ma avrebbe dovuto rompere quella magia.
Si fermò di colpo, e la ragazza ne fu molto colpita.
<< C'è qualcosa che non va? >> chiese preoccupata.
<< È quello che vorrei sapere da te >>
La Hyuga si ricordò di quel pomeriggio, allora cercò di tranquillizzarlo al meglio << Te l'ho già detto, sto benissimo, non c'è mot… >>
<< Basta mentire. >> la interruppe lui fissandola negli occhi << Ti conosco troppo bene >>
Hinata fu scossa dallo sguardo intenso del ragazzo e si sentì costretta ad abbassare le sguardo
<< Kiba… >> sussurrò.
<< Dimmi, di me ti puoi fidare. È per Naruto? >>
Sapeva benissimo quant'era attaccata al biondo e questo gli procurava un gran fastidio. L'Uzumaki era il suo rivale.
La corvina si sentiva in trappola; a quel punto non gli avrebbe più potuto mentire, ma confessare il suo dolore, era davvero difficile.
<< Beh ecco… lui, lui è innamorato… di Sakura e… >>
"Perché è così complicato da dire?" si chiese tra sé e sé.
<< Ed è completamente perso nel star dietro a Sasuke>> finì per lei Kiba.
Il silenzio che seguì, sembrava interminabile.
L'Inuzuka la scosse per le spalle << Datti una svegliata, Hinata. Naruto è uno stupido, non ti merita. Tu hai bisogno di qualcuno che ti voglia bene, che pensi a te la maggior parte del tempo, che ti protegga come fa un'ostrica con la propria perla! Hai bisogno che qualcuno ti ami…come faccio io. >>
Sputò fuori quel fiume di parole, che gli uscivano dal cuore, miste a un profondo rancore.
Lei non ebbe il tempo di assemblare il significato di quanto le era stato appena detto, che le labbra del castano si erano appoggiate violentemente sulle sue.
Le sembravano tanto morbidi, che quando lui provò ad entrare con la lingua, lasciò libero il passaggio.
Non sapeva neanche cosa le stesse succedendo. Le sembrava che il suo corpo facesse tutto da solo.
Lui le aveva detto l'estrema verità, ma non poteva ancora accettarla. E poi, tutto le sembrava così sbagliato. Kiba era e doveva restare un amico. Sarebbe stato ingiusto mentirli, fingendo di ricambiare i suoi sentimenti, quando era palese che il suo cuore appartenesse a qualcun altro.
Si ricordò perché continuasse ad amare Naruto in segreto. Lui le dava la forza, il coraggio, le regalava i miglior sorrisi, le aveva insegnato a credere in se stessa e nell'importanza dell'amicizia. Per questo non le importava se lui non lo sapeva, se non ricambiava. Non aveva bisogno di niente in cambio.
Così riprese il controllo, interruppe quel bacio, lasciando Kiba con gli occhi sbarrati.
L'Inuzuka indietreggiò, senza sapere che dire, così, sussurrò la prima parola che gli veniva in mente << Scusa…scusa >>
Scappò con la luna che lo inseguiva. Era stato stupido a credere che lei potesse dimenticarsi Naruto, fidanzandosi con lui.
"Scusa te, amico mio" gli occhi di Hinata seguirono la fuga del castano, per poi incamminarsi dalla parte opposta.

Nel frattempo, due occhi di un azzurro pulito, avevano assistito alla scena. E non erano per niente contenti.


Il giorno dopo, Sakura uscì di casa e trovò delle rose rosa. Le raccolse per guardarle un po'.
Ormai si trovava un mazzo di fiori davanti a casa ogni mattina, ma non riusciva proprio a capire chi potesse essere, infatti non c'era nessun biglietto.
"Certo, chiederò a Ino se provengono dal suo negozio"
Come mai non ci aveva pensato prima? La famiglia Yamanaka aveva uno dei negozio di fiori più belli di Konoha.

<< Buongiorno maialino >> la salutò.
<< Oh, ma guarda chi si vede >> le sorrise Ino.
La rosa non si ricordava precisamente quando e come fosse successo. Semplicemente la loro rivalità era scomparsa ed erano tornate le buone amiche di un tempo.
<< A cosa devo la tua visita, fronte spaziosa? >> la stuzzicò la bionda.
<< Ah-ah. Sono qui per chiederti se queste rose provengono dal tuo negozio e se ti ricordi chi li ha comprati. Vedi, ogni volta mi ritrovo un mazzo di fiori sotto casa e non so chi possa essere. >>
L'amica guardò un attimo i boccioli rosa che teneva tra le mani. Erano davvero molto delicate e profumavano ancora, anche se era evidente fossero state comperate il giorno prima.
Non c'erano dubbi.
"Com'è possibile?" si chiese la Yamanaka.
<< Allora, ne sai qualcosa? >> chiese ancora la rosa.
<< No, spiacente >> Ino incrociò le braccia al petto << sarà un disperato, a venire dietro a te… >>
Sakura ribollì di rabbia.
<< Non te la prendere… e parlando di ragazzi, sai chi è venuto a prendere un mazzo di margherite? Kiba! Mi ha detto che doveva chiedere scusa a Hinata perché ieri sera hanno avuto un appuntamento e… >>
Davanti al negozio, passò un biondino occupato a calciare un sassolino.
<< Naruto! >> lo salutò Sakura
Lui alzò la testa non capendo << Oh, ciao ragazze >>
Ino lo salutò e lo invitò ad entrare.
<< Ehi, c'è qualcosa che non va? >> chiese la rosa guardando il volto nero del compagno di squadra.
<< Nono, sto benissimo. Stavo andando a mangiare del ramen. >>
<< Sì, ti fa proprio bene! >> l'Haruno gli tirò una pacca sulle spalle << Comunque Ino mi stava dicendo una cosa su Kiba e Hinata… >>
<< Oh sì, >> riprese la bionda << beh, stavo dicendo che hanno avuto un appuntamento e si sono baciati! >>
<< Davveroo? >> Sakura era sbalordita << Non ci posso credere. E tu che ne pensi, Naruto? >>
<< Nulla, >> rispose mogio lui << io vado, ciao. >>
La rosa lo guardò allontanarsi senza capire << Ma cos'ha? >>

Uscendo dal negozio, l'Uzumaki s'imbatté nell'ultima persona che avrebbe voluto incontrare.
<< Ci-ciao Naruto… >> lo salutò lei, arrossendo come al solito.
Lui biascicò un << Ciao >> per poi andarsene, senza guardarla negli occhi.

La ragazza entrò dalla fioraria.
<< Buongiorno, ragazze >> salutò le due che discutevano su qualcosa.
<< Oh Hinata >> la salutò Sakura.
<< Mia cara Hyuuuga >> l'afferrò per un braccio Ino << mi sa che devi raccontarci qualcosa >>
La povera diventò subito rossa in volto << E voi come fate a saperlo? >>
<< Boh, sarà stato un cagnolino di nome Kiba che è venuto qui con la coda tra le gambe a chiedere fiori per la sua amata >> le rispose la Yamaka.
<< Eh? Non è come pensate! >> si giustificò Hinata << semplicemente siamo usciti da amici e lui mi ha baciata, ma il tempo di realizzare e l'ho rifiutato… >>
<< Come mai? È proprio un bel ragazzo >> esclamò Sakura.
<< Possibile che non capisci, fronte spaziosa? >> la riprese la bionda << È  ovvio che la nostra amica abbia una cotta per qualcun altro…di cui il nome è Naruto, vero? >>
La corvina abbassò lo sguardo. Per fortuna ci fu Sakura a cambiare discorso << A proposito, non hai notato che era un po' giù di morale? >>
Hinata rimase colpita da quella domanda. In effetti, l'aveva visto strano.
<< Beh ecco, mi è sembrato, ma non so proprio quale sia il motivo… >>
Ino batté il piede nervosamente a terra e tenendo le braccia incrociate, disse, con aria di superiorità << Ma non avete capito? Naruto è ovviamente geloso di Hinata >>

Spazio autrice:
Eccomi qua con un altro capitolo. Mi ero promessa di pubblicare un capitolo al giorno e già mi è risultato impossibile.
Giuro a tutte voi che non lascerò incompleta la storia e proverò a pubblicare il più possibile.
Beh, in questo capitolo sono voluta restare a Konoha, per non centrare la storia su la love story di Itachi e Raira.
In questo capitolo il nostro caro Kiba (personaggio cagato pochissimo *coffcoff* nella reale serie), devo essere sincera, neanch'io ne parlerò molto, ma visto che mi è sempre sembrato così carino e pensavo anche avesse una cotta per Hinata, l'ho voluto far dichiarare nella mia storia. Peccato per lui, la sua bella donna, ha già il cuore impegnato.
Sarà vero che Naruto è geloso? E grazie a Kiba qualche sentimento dentro di lui si è svegliato?
Per Kakashi, invece, aggiungo sempre un piccolo pezzettino, poiché la vera bomba sarà tra qualche capito (sono indecisa se sganciarla al prossimo)
Non so se qualcuno si sta già immaginando cosa nasconda il nostro Ninja Copiatore.

Ringrazio poi Hikaru Nekomi per le recensioni che ha lasciato, mi ha fatto davvero piacere.
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate.

Bacini e alla prossima.

Probabilmente ci sono errori grammaticali, ma questo capitolo l'ho editato tutto in una sera e dalla fretta non sono riuscita a ricontrollarlo. Spero che sarete clementi.

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Capitolo 5
*** Che ci fai qui? ***


Cap.5


Fu Itachi a cucinare quella sera.
<< Uno dei motivi per cui ti amo >> scherzò Raira dandoli un lieve bacio a fior di labbra.
Sasuke sorrise a vedere la vita felice che trascorreva suo fratello.
Tutti e tre stavano a tavola, per assaporare la cena preparata dal fratello maggiore.
Già da un po' si era creata quell'atmosfera. Itachi e Sasuke avevano ripreso il legame che li univa un tempo e Raira poteva bearsi di tutto l'amore possibile dal suo fidanzato.
<< E tu Sasuke, dicci un po', come sei messo a ragazze? >> chiese l'Uchiha più grande.
<< Se sei come Itachi, hai fatto grandi stragi >> rise la Ku, dando una gomitata all'altro << però lui aveva occhi solo per una >>
<< In realtà, anche Meinu Fushidara era un bel bocconcino >> la stuzzicò il corvino, alludendo all'acerrima nemica della sua fidanzata, quando stavano ancora a Konoha.
Lei lo fulminò con lo sguardo.
Sasuke non poté non ridere a quella scena, ma poi rispose: << Beh, dai tempi dell'accademia tutte le ragazza mi stavano dietro, ma nessuna ne valeva la pena >>
Raira lo guardò << Nessuna? >>
Il corvino distolse lo sguardo. Due occhi color acqua marina li vennero in mente. << Nessuna >> mentì.
<< Vuoi dire che sei vergine? >> chiese a bruciapelo Itachi.
La fidanzata lo guardò malissimo e lo rimproverò.
<< Beh, ecco… >> Sasuke cercò il coraggio di ammetterlo << diciamo che nella mia nuova squadra, il team Hebi, c'era una ragazza… nulla di che, ma era così innamorata di me che alla fine ho soddisfatto le mie voglie con lei >>
<< Sicuro che non significasse niente per te, fratellino? >>
<< Adesso voglio saperne di più su questa ragazza >> si avvicinò Raira.
Tutte queste attenzioni fecero imbarazzare il ragazzo, che provò lo stesso a descriverla << Beh, si chiama Karin, ha un bel fisico, anche se non posso dire lo stesso dei capelli, rossi come gli occhi. Ha uno speciale chakra curativo… >>
<< Aspetta >> la castana lo bloccò agitando il braccio in aria << stai parlando del morso curativo? Non ci sono dubbi, ti sei fatto Karin Uzumaki! >>
<< La conosci? >> chiese Itachi, non capendo.
<< Ma sì! La figlia di Akaime Uzumaki. Non ti ricordi? Partorì una figlia un mese prima di tua madre Mikoto, l'andava sempre a trovare, visto che erano molto amiche. In seguito all'attacco della Volpe da Nove Code, Akaime decise di lasciare il villaggio. >>
<< ASPETTATE UN ATTIMO >> urlò Sasuke scattando in piedi << Avete detto Uzumaki? >>
I due fidanzati si girarono a guardarlo confusi << Sì, perché? >>
Il ragazzo non rispose, prendendosi la testa tra le mani "Questo vuol dire che…che Karin è parente di Naruto!"
<< Mmm, Sasuke, dimmi un po', ti sei appena pentito di quanto fatto? >> lo stuzzicò il fratello << Se non sbaglio, tu hai come amico un Jinchūrichi… che è fa parte del clan Uzumaki, vero? >>
Il corvino si sentì in trappola, allora cercò di cambiare discorso << A proposito di Kurama, voi c'eravate al tempo dell'attacco al Villaggio della Foglia… che mi raccontate? >>
Raira capì le intenzioni dl ragazzo, ma decise di assecondarlo << Io mi trovavo in giro con degli amici, quella sera. Quando la la Volpe dalle Nove Code comparve, ci fu il panico. Poiché ero solo una bambina, mi portarono al sicuro con gli altri allievi dell'accademia. Quando ci diedero la notizia della morte dei genitori di un mio amico, cercai di consolarlo e farlo ragionare, visto che aveva perso la lucidità a causa del dolore. Io in compenso avevo paura per Itachi, che non si trovava con noi. Più tardi scoprii che era occupato a prendersi cura di te, che eri solo un neonato al tempo, nella vostra villa abbastanza distante dal luogo dell'attacco. >>
A Sasuke si strinse il cuore, era troppo piccolo per ricordarsi quel momento e suo fratello non gliene aveva mai parlato, fu pronto a domandare altri particolari, ma dei colpi di tosse e un tonfo lo bloccarono.

Itachi era sdraiato a terra, raggomitolato, mentre sputava una grande quantità di sangue.
Raira si buttò su di lui, chiamandolo per nome. Cercò di tirarlo su e a gran fatica lo trascinò per le scale, fino a raggiungere la camera da letto dove lo fece stendere.
Richiamò tutta la sua calma, per non lasciarsi prendere dal terrore. Prese una pezza lì vicino e la intinse di un liquido verdognolo, una volta strizzata, gliel'adagiò sulla fronte.
<< Calmati >> disse al suo amato, che non aveva smesso di contorcersi dal dolore << passerà, cerca di dormire. >>
Lo baciò su una guancia per poi chiudersi la porta alle spalle.
Lasciandolo da solo al buio, pregò perché non morisse.
Era da tanto che era ammalato e aveva già notato che la situazione peggiorava di volta in volta. Aveva una tremenda paura.
Lo stesso terrore lo trovò negli occhi color pece, identici a quelli della persona che tanto amava, che la fissavano.
Era consapevole che la felicità di quei giorni non sarebbe durata in eterno, per cui richiamò tutta la sua forza.
Prese il ragazzo per un braccio e lo trasportò in salotto, dove lo fece accomodare.
Si sedette di fronte al ragazzo, puntando i suoi occhi bicolore in quelli neri di lui.
<< Sasuke, penso di doverti spiegazioni >>
Lui rimase in silenzio, aspettando il seguito.
<< Tuo fratello è gravemente malato. Non essendo un ninja medico, non sono riuscita a capire quale ne sia la causa, ma ho notato che va peggiorando e penso proprio che lo porterà alla morte. Per il momento ho solo trovato una 'soluzione ritardante', ovvero una miscela d'ingredienti che fanno ritardare il suo probabile decesso, ma temo che gli manchi poco. >>
Il corvino rimase immobile a fissare il vuoto.
La ragazza provò a farsi un po' di coraggio << Te l'ho tenuto nascosto perché non volevo che ti preoccupassi, insomma, vi siete appena ricongiunti… volevo che potessi vivere questi giorni senza il peso di questa notizia. >>
<< Si è ritenuto davvero inutile, questo tuo tentativo >> disse tagliente lui.
A Raira ricordò tanto Itachi. Si vede che erano fratelli.
Sasuke si alzò di scatto.
<< Che vuoi fare? >> le chiese la Ku.
<< Bisogna tornare al Villaggio della Foglia. Il nuovo Hokage, la signorina Tsunade potrà guarirlo. >>
<< Itachi non te lo perdonerebbe mai! >>
Lui la penetrò con uno sguardo duro e glaciale << E che senso avrebbe, se muore? >>
Raira indugiò. Aveva decisamente ragione, però… dovevano tornare a Konoha. I due Uchiha ormai erano due ninja traditori e non sapeva se fidarsi dell'Hogake.
<< Sei sicuro che possa guarirlo? >>
<< Certo. Non hai mai sentito parlare dei Ninja Leggendari? Tsunade è una di quei tre. >>
La castana cercò di tranquillizzassi. Affidare la vita del suo amato nelle mani di qualcun altro non era affatto facile, ma non aveva scelta.
<< Domani mattina partirò per il Villaggio. Tu resta qui insieme a tuo fratello, poteresti troppo scompiglio. Avvertirò io la signorina Tsunade. >>
Sasuke annuì.



<< È fin troppo geloso, è evidente! >> replicò Ino.
Le altre due la guardarono dubbiosa.
Per Sakura quello era impensabile, Naruto era sempre stato cotto di lei. Possibile che, invece, nascondesse dei sentimenti per la corvina?
Per Hinata invece, era impossibile, Naruto era sempre innamorato di Sakura. Possibile che, invece, adesso provasse qualcosa per lei?
<< L'abbiamo visto tutte e tre quant'erano strano oggi. Il bacio c'è stato ieri sera e puntualizzo che eravate al p-a-r-c-o, tutti potevano vedervi, non penso che sia stata una coincidenza. E quando Sakura gli ha chiesto cosa ne pensava, se n'è andato con una scusa. Per finire, non ha guardato Hinata negli occhi. Vi sembra possibile che Naruto abbassi lo sguardo davanti agli altri? >>

In effetti, tutto tornava. Hinata si rigirava nel letto, cercando di dormire, ma quel pensiero l'assillava.
Per farla emozionare bastava un sorriso del ragazzo, uno di quelli che rivolgeva a tutti. Adesso era perfino geloso.
Da una parte però, era arrabbiata. Non l'aveva mai considerata e adesso se ne spuntava con quella storia.
"Mmm…i ragazzi!"


Kakashi si svegliò all'alba  e guardò fuori dalla finestra.
Il sole stava sorgendo, dipingendo il cielo di un rosso aranciato che sconfiggeva il blu della notte.
Però, c'era qualcosa di strano nell'aria.
Corrugò la fronte. Aveva un bruttissimo presentimento.
Si vestì in fretta, per poi uscire. Non dovette girare tanto prima di vederla.
Si nascose nella penombra, per non farsi riconoscere.
Non c'erano dubbi, era lei.


Tsunade entrò sbadigliando nel suo studio. Non aveva dormito molto bene quella notte, in più le sarebbe aspettata una giornata piena.
Oh, quant'era difficile svolgere il compito di Kage.
<< Buongiorno, lei dev'essere la signorina Tsunade, l'Hokage. >>
La bionda trasalì. Chi poteva essere a quell'ora, dentro il suo ufficio? Cercò di ricomporsi:
<< Ehm..sì, sono io. E tu chi sei? Come hai fatto ad entrare? >>
La ragazza non era molto alta, un mantello nero avvolgeva la sua esile figura e i lunghi capelli castani le incorniciavano il volto; sulla sua fronte splendevano delle ametiste sotto i primi raggi di sole e riprendevano il colore del suo occhio sinistro, mentre l'altro era nero.
<< Non era mia intenzione spaventarla, ma sono qui per una faccenda molto urgente e importante. Ho preferito venire all'alba, per non creare troppo scalpore. Mi chiamo Raira e solo l'unica persona rimasta in vita del clan Ku. >>
Tsunade sgranò gli occhi. Aveva riconosciuto il Baikarā, ma non sapeva che ci fosse qualcuno ancora vivo di quel clan.
<< Come le stavo dicendo, sono qui per un motivo ben preciso. Dalla sua faccia, deduco che non abbia mai sentito parlare di me, ma non mi sorprende. Solo una parte del Villaggio è a conoscenza della mia storia, poiché Hiruzen Sarutobi la volle tenere segreta, per proteggermi. >>
Il Quinto Hokage si fece attenta, nel frattempo, Raira continuò:
<< Ero un chunin di Konoha, ma lasciai il Villaggio per seguire la persona che amo. Adesso però, è gravemente malata. Lei ha la fama di essere il ninja medico e potrebbe essere l'unica in grado di guarirla. >> deglutì, sperando che la donna potesse capire << Questa persona è Itachi Uchiha. >>
Lo sguardo di Tsunade divenne severo: << Con quale coraggio vieni a chiedermi di aiutare dei ninja traditori? >>
<< No, si sbaglia! Io non sono una traditrice, può cercare negli archivi del Terzo Hokage: fu lui ad acconsentire. Non ho abbandonato il Villaggio, mi sono semplicemente allontanata. Itachi invece, si è sacrificato per tutti noi: ha fermato il colpo di stato degli Uchiha che avrebbe portato a una guerra civile. In quegli anni lei non c'era e posso capire i suoi dubbi. Per questo le dico che può andare a controllare gli archivi…lì può trovare tutte le risposte. Ma la prego, aiuti Itachi. >>
La bionda si meravigliò a veder scendere una lacrima dalla guancia della ragazza, che l'asciugò velocemente.
Raira si voltò verso la porta, la sua espressione divenne improvvisamente dura.  << Che ci fai qui? >>
Kakashi si pietrificò. Era proprio come sette anni prima.



Spazio autrice:
Ecco un altro capitolo!
Non so in quante si ricordano la malattia di Itachi di cui parlava Raira nel capitolo 2, beh, evidentemente la situazione è peggiorata.
Per fortuna il fratellino Sasuke si ricorda ancora di quanto Tsunade lo fece riprendere dallo sharingan ipnotico, sperando che possa guarire l'Uchiha più grande.
Sasuke ci porta una grande novità: tra lui e Karin c'era qualcosa. Ok, non è amore, però è pur sempre qualcosa.
Dopo la disperazione di Raira nel chiedere aiuto all'Hokage, la vediamo già arrabbiata verso, udite udite, il nostro Kakashi.
Eh già, era proprio lui la persona senza identità nel flashback che la ragazza mostra a Sasuke.
Questa potrebbe essere la volta buona che il segreto di Kakashi viene fuori.
Chissà cosa succederà e cos'era successo tra i due.
Al prossimo capitolo~

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Capitolo 6
*** Riappacificazioni ***


Cap.6


<< Che ci fai qui? >>
Kakashi s'irrigidì. Era stato scoperto.
Uscì dall'oscurità, senza il coraggio di guardarla negli occhi.
Appena alzò lo sguardo, incrociò quello di lei, freddo e severo.
Lo guardava con rimprovero, trasmettendoli tutto l'odio immaginabile.
Il ragazzo sentì un brivido salirli lungo la schiena.
Gli sembrava che solo a lui riservasse certi sguardi.
Si aspettava il peggio, e quando la vide avvicinarsi, chiuse gli occhi.
Sentiva i passi farsi sempre più vicini. Era accanto a lui, la percepiva benissimo.
Aprì gli occhi solo per vederla andar via, senza che gli rivolgesse uno sguardo in più.
<< Kakashi, è la sua decisione, rispettala. >> l'Hokage lo guardò con serietà.
Lui abbassò il capo e disse un flebile << Sì >> senza esserne convinto.


Questa volta lei non se ne sarebbe andata. Era lì per Itachi e non avrebbe permesso a nessuno di intralciarla.
<< Ti ho fatto una domanda, rispondi >>
No, non era come sette anni prima. Lei era lì per tornare.
<< Ti ho vista stamattina e ti ho seguita per scoprire qualcosa in più >> rispose cercando di rimanere distaccato.
Lei lo guardò in cagnesco, per poi rivolgersi a Tsunade << Allora, ha intenzione di aiutarlo? >>
La bionda li squadrò.
Kakashi fissava la ragazza con un velo sopra gli occhi. Lei, invece, non si degnava della sua presenza. Si schiarì la voce:
<< Vedrò cosa fare, nel frattempo però, dovresti fare un giro per il villaggio >> attese un attimo, per poi aggiungere << con Kakashi. È tutto molto cambiato, potrebbe essere un'ottima guida. Inoltre, probabilmente sarà stanca e non vede l'ora di riposarsi, e io penso proprio che lui potrà ospitarla un po' da lui. >>
<< Signorina io non ho tempo da perdere >> replicò lei.
Lo sguardo severo del Quinto Hokage la ghiacciò.
Senza aggiungere una parola, se ne andò.
Kakashi non sapeva se seguirla, ma lo fece appena Tsunade fece segno di sì con la testa, come se capisse a cosa stesse pensando.

La riagguantò per le scale dell'edificio prendendola per il polso.
<< Forse non hai capito. Non ho tempo da perdere, soprattutto con te. >>
Raira scandì ogni parola, per far capire a pieno il significato a Kakashi.
Quest'ultimo la strattonò, costringendola a girarsi per guardarlo negli occhi. Strinse ancora di più.
<< Cosa ci fai a Konoha? >>
Lei lo guardò per qualche secondo, poi un ghignò comparve sul viso di lei:
<< Vorresti farmi credere che non hai ascoltato tutta la conversazione? >>
Lui le lasciò il polso. Si guardarono ancora una volta negli occhi, finchè Raira non si girò, continuando a camminare.
<< Allora, vieni o no? >> incitò poi l'altro, che era rimasto fermo.

Il Villaggio della Foglia era cambiato davvero. Non riconosceva più neanche gli abitanti, che però, sembravano riconoscere lei.
Sentiva tutti gli sguardi che le bucavano la pelle.
Alcuni l'avevano riconosciuta, altri guardavano incuriositi il colore dei suoi occhi.
Per un attimo, si sentì come spoglia. Tutti quegli occhi puntati addosso, le bruciavano.
"Ricordati perché sei qui, Raira" si disse "non lasciare che nessuno ti butti giù".
Riprese a guardare davanti a sé, decisa.
Era Raira Ku, tornata al suo villaggio per salvare la vita di chi amava.
Kakashi se ne accorse.
Sorrise nel vedere la determinazione negli occhi della ragazza, che se ne fregava dei giudizi delle persone.
<< Dopo che avrai ottenuto ciò che vuoi, pensi di restare? >> le chiese di punto in bianco.
Lei esitò << Non vedo perché t'interessi. >>
<< Non ti sei fatta sentire né vedere per tutti questi anni >>
La castana rimase in silenzio, sentiva che lui non aveva finito.
<< Pensavo che avessi stretto un accordo con l'Hokage, avresti difeso la Foglia in caso di attacco. Però non hai mosso un dito quando il tuo amore venne per prendere la forza portante >> il suo tono era aspro e pieno di rancore << e quando Orochimaru venne ad uccidere Hiruzen Sarutobi, lo stesso uomo che ti aveva protetta fin dalla nascita, che ha sempre creduto in te, considerandoti come una figlia. Però al momento della sua morte, eri chissà dove con il tuo caro fidanzato. >>
<< Basta! >> gli urlò in faccia lei << Non permetterti di aggiungere una sola parola. >>
Fece per tirarli uno schiaffo, ma Kakashi le bloccò il braccio, sotto gli occhi increduli di lei e della folla che si era riunita lì intorno.
Raira si ritrovò spinta a terra.
<< Non mi importa di come ti reputava il Terzo Hokage, né della decisione della signorina Tsunade >> puntò il suo unico occhio visibile su quelli di lei << per me sei e rimani una traditrice. >>
Era troppo. Davvero troppo.
Non sopportava più lo sguardo di Kakashi e di tutte le persone lì intorno.
Corse via, senza metà. Le gambe le pesavano, mentre nella testa sentiva "traditrice". Un dolore acuto alla tempia la fece crollare.
Era arrivata in uno spiazzo verde. Una singola stradina percorreva tutta la vegetazione. Si lasciò abbandonare su una panchina lì vicina, per poi lasciar uscire tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.

Due occhi color nocciola, avevano seguito la scena. Si meravigliarono di quanto fosse cambiata. Si meravigliarono anche delle parole atroci che Kakashi le aveva detto.
"Oh Raira…"


Lo cercò per tutto il Villaggio. Chiese in giro se l'avessero visto, ma nessuno le rispose di sì.
Si stava seriamente preoccupando.
Stava per rassegnassi e tornare a casa, quando il suo sguardo incrociò quell'edificio.
"L'ospedale..."
Come aveva fatto a non pensarci prima? Probabilmente si trovava lì.
Senza dare spiegazioni all'infermiere, corse sul tetto.
"Ti prego fai che si trovi qui" pregò dentro di lei.
E, finalmente, lo vide.
Il capelli del biondino sventolavano al vento. Le dava le spalle, e anche quando si avvicinò, non si girò a guardarla.
<< Che vuoi Hinata? >> gli chiese con apatia.
<< Speravo proprio di trovarti qui >> le rispose sorridente.
Naruto non si mosse.
Da una parte se lo aspettava che qualcuno l'avrebbe trovato e, una piccola parte di lui, pregava affinché fosse Hinata a farlo. La scelta del posto, soprattutto, era banale e scontata, se lo si conosceva almeno un po'. Da quando Sasuke era scappato da Konoha, andava sempre lì a pensare. Era proprio sul tetto dell'ospedale che si sfidarono. Ricordò la determinazione del suo compagno, la disperazione di Sakura e Kakashi arrabbiato che li fermò. Adesso c'erano loro due. Solo loro due.
<< Che vuoi, Hinata? >> ripetè.
Lei cominciò a giocare con le mani. Cosa voleva? In realtà non lo sapeva.
Naruto in quei giorni le era sembrano distaccato e c'era una piccola probabilità che fosse come diceva Ino. Però, non sapeva che fare. Cosa mai gli avrebbe dovuto dire?
Naruto attese la risposta per un bel po' senza muoversi.
Quando si decise a parlare, sentì lo stomaco contorcersi:
<< È che ti vedo un po' strano, ultimamente… >>
<< Ah davvero? >> rispose sarcastico lui << Chissà perché. >>
Si girò per puntare i suoi occhi azzurri in quelli di lei.
Hinata fu sorpresa nel vedere quelle pozze celesti bagnate dalle lacrime.
Si sentì costretta ad abbassare lo sguardo. Non sopportava quel contatto, sentiva il suo dolore e la sua rabbia toccarle l'anima con violenza.
<< Vedi come sei, Hinata? >> le disse il biondino << Fai la timida e ti comporti da debole. Nessuno si aspetterebbe da te un comportamento del genere. >>
<< Q-Quale comportamento? >> chiese timorosa, sospettando la risposta.
Cercava di trattenere il respiro, aveva seriamente paura che Naruto le sputasse in faccia tutto quello che non avrebbe mai voluto sentire.
<< Da poco di buono >>
Un sorrisetto malvagio comparve sul viso di lui, stupendo ancora la corvina.
<< Dovresti smetterla di baciare ragazzi al parco, dove tutti vi possono vedere. >>
<< Non è come pensi! >> urlò Hinata. Non avrebbe mai voluto alzare la voce, ma la sua disperazione stava per sorpassare il limite.
<< Ah davvero? Vorresti dire che me lo sono immaginato che infilavi la tua lingua nella sua bocca? >>
<< Io non avrei mai permesso a Kiba di baciarmi, perché ero innamorata di un altro. Ma questo ragazzo non mi ha mai mostrato un minimo di attenzioni, se non come amica. Ha sempre ignorato i miei sentimenti, andando dietro a una sua compagna di squadra. Per un momento mi sono abbandonate alle labbra di Kiba, ma alla fine mi sono staccata perché…>> Hinata esitò <<…perché sono ancora innamorata di lui. >>
A quelle parole, Naruto abbandonò l'espressione fredda, per lasciarsi al completo stupore. "Sono io quella persona?"
La corvina lo guardò profondamente << Io ti amo, Naruto. >>
Il mondò per i due si fermò.
L'aveva detto.
Naruto non riusciva a muoversi. Cosa avrebbe dovuto rispondere?
Quando vide Kiba baciare Hinata, era diventato talmente geloso da incupirsi, in quei giorni non riusciva neanche a sorridere. Da una parte, però, c'era Sakura. Era vero, era innamora di un altro, ma questo non l'aveva mai fermato dal suo voler proteggerla. Eppure, sentiva il bisogno di proteggere anche Hinata.
Si mosse così verso di lei, che fu presa alla sprovvista.
Non era come con Kiba, il suo stupore fu seguito da un senso di calore immenso. Si abbandonò tra le braccia di Naruto, ricambiando quell'abbraccio.
Nessun bacio, nessuna carezza in più.
Si stringevano sul tetto di quell'ospedale, in silenzio.


Il suo respiro era irregolare a causa dei troppi singhiozzi.
"Sei una traditrice, una traditrice"
Non solo Kakashi aveva cercato di fermarla più volte, intromettendosi nella sua vita, adesso le dava addirittura della traditrice.
Ma c'era una cosa che le faceva davvero male: il fatto che avesse ragione.
Quando Orochimaru attaccò il Villaggio, lei era lontana con Itachi. Quando seppe della battaglia in corso, però, non fece nulla per aiutare Hiruzen. Dopo tutti gli anni che l'aveva cresciuta come se fosse stata una figlia.

La vide da lontano. I lunghi capelli castani le ricadevano sulle spalle spettinati.
Si teneva il viso tra le mani, mentre i singhiozzi la facevano sussultare. Si era posizionata all'angolo della panchina, stringendosi come per diventare più piccola.
Era stato davvero crudele con lei, non pensava davvero quelle cose, ma rivederla lì, al Villaggio della Foglia, per rivolgersi all'Hokage con l'intenzione di salvare la persona da lei tanto amata e che l'aveva portata via da lui. Come se non dovesse bastare, Raira gli rivolgeva sempre quello sguardo freddo, trattandolo con superiorità.
Ora però, era davanti a lui e la sua maschera di ghiaccio si era sciolta e le bagnava il viso.

<< Kakashi >> la rimproverò una voce decisamente femminile << non ti pare di essere stato troppo duro con lei? >>
Il ragazzo si girò. Una ragazza non troppo alta, con i capelli castani che non le arrivavano neanche alle spalle e due occhi dello stesso colore che lo guardavano con rimprovero.
La riconobbe subito.
Non si parlavano quasi mai, probabilmente lei lo odiava anche. Ma avevano una cosa in comune: tenevano entrambi a Raira, nonostante tutto.
<< Non so perché si trovi a Konoha, né perché passeggiasse con te. Però, quello che le hai detto è stato crudele e infondato. >>
L'Hatake rispose cercando ti restare calmo:
<< Beh, lo sappiamo tutti che non ha rispettato i patti con il Terzo Hokage. Alla fine non si è presentata neanche al suo funerale, questo basta per renderla una persona peggiore di quanto si consideri. >>
<< Raira non sarà una ragazza fantastica, ma non è differente da te o da tutti gli altri ninja. E poi, cosa ti fa pensare che non sia venuta al funerale di Sarutobi? >> le chiese facendoli l'occhiolino << Avresti dovuto guardarti attorno con più attenzione. Adesso va a cercarla. >>
Così dicendo, Nia Nohara s'incamminò, lasciando Kakashi perplesso.
Sul serio non l'aveva notata tra la folla durante il funerale?


Si avvicinò a lei, che probabilmente l'aveva sentito, visto che aveva smesso di singhiozzare.
Si sedette, cercando di tenere le distanze.
<< Scusa per quello che ho detto prima, Raira. >>
Lei non si mosse, continuò a tenersi il volto fra le mani, in silenzio.
<< Vedi, io penso davvero che tu sia una traditrice. Ma quando ti ho vista passeggiare normalmente tra le strade del Villaggio, mi è salito un senso di rabbia, che poi è esploso con i tuoi modi di fare. È come se volessi allontanarmi da te, e non riesco a spiegarmelo. Perché, Raira, per una volta non provi a capire anche i miei sentimenti? Con il Baikarā hai sempre scrutato nei ricordi degli altri, però, con me non l'hai mai fatto. >>
Lei alzò il viso, guardandolo con la bocca semi aperta, stupita. Kakashi guardava a terra, con il suo unico occhio scoperto. Sorrise debolmente.
<< Hai ragione, sono una traditrice. Ho lasciato Konoha al suo destino senza preoccuparmi di aiutarla. Non ho giustificazioni né le cercherò, mi vergogno tanto di quello che ho fatto. >>
Al ragazzo, sembrò che volesse girare intorno al problema.
<< No. Non hai rispettato i patti, ma non fa di te una traditrice. Non hai mai offeso la Foglia, lo stesso Villaggio che ha portato via il tuo Itachi. Sei venuta al funerale del Terzo Hokage senza farti vedere. Non provare rammarico per quello che è stato, adesso sei tornata, forse non resterai, ma non importa. Adesso sei qui e hai bisogno di aiuto. >>
Le sembrò di vedere un'altra persona davanti a lei. Non era più l'Hatake che cercava d'intralciarla; adesso la capiva e cercava di aiutarla.

Ripresero a camminare per le strade di Konoha, finchè Kakashi non si fermò.
Raira gli rivolse uno sguardo interrogatorio.
<< Siamo arrivati a casa mia, pensavo ti volessi riposare >>
Lei annuì.
L'appartamento non era molto grande. Aveva un cucinotto, una stanza dove si trovava il letto e vari mobili, un piccolo bagno e una terrazza poco larga.
<< Chi ti ha detto che ero al funerale di Hiruzen? >> chiese Raira cogliendo un Kakashi impreparato.
<< Una tua cara amica, Nia >>
Quel nome colpì nel profondo il cuore della castana.
Allora anche lei aveva assistito alla scena.


Spazio autrice:
Ecco un altro sudato capitolo.
Finalmente Hinata racconta la verità a Naruto e si dichiara. Il cuore di lui, però, è confuso.
Chi sceglierà tra la rosa e la corvina?
Kakashi e Raira sembrano essersi rappacificati, ma ancora non è venuta fuori tutta la loro storia.
Finalmente si viene alla conoscenza di Nia, una cara amica di Raira, che convince Kakashi a parlare con la ragazza.
Già vi anticipò che nel prossimo capitolo ci sarà un grande flashback che spiegherà il rancore che prova Raira nei confronti di Kakashi.
Tsunade invece, prenderà una decisione.
Alla prossima!

(Le cose scritte in corsivo sono flashback, se qualcuno non l'avesse ancora capito. Possono essere più o meno recenti, senza essere specificati.)

Grazie a tutti quelli che seguono e recensiscono la storia.

 

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Capitolo 7
*** Alla luce ***


Cap.7

Sakura uscì in terrazza. Era arrivato il primo pomeriggio e il sole batteva senza pudore su Konoha, spiegando i numerosi ventagli svolazzanti per le strade.
La sua mente vagava, si perdeva nelle numerose vie, tra le preoccupazioni e i dubbi. Ma alla fine, arrivava sempre a lui.
Da quanto aveva detto il membro dell'Organizzazione Alba, Itachi aveva vinto Sasuke, però entrambi erano scomparsi. Da tantissimo non avevano più notizie.
"Dove sei? Vorrei tanto sapere se stai bene, cosa stai facendo e a chi stai pensando…"
Sospirò, per poi rientrare a prepararsi. Avrebbe dovuto seguire una lezione speciale sotto la guida di Tsunade.

Era uscito dalla villa, immergendosi in quel verde brillante. Si era ritrovato ad accarezzare il manto nero di una pantera, che lo fissava con due occhi color ametista, profondi ed espressivi.
Il senso di tranquillità, però, non lo calmava.
Raira era partita all'alba, lasciandolo da solo con il fratello, che non stava affatto bene.
Aveva seguito le istruzioni della ragazza, aveva cambiato più volte lo straccio ed era restato in ascolto delle lamentele di Itachi.
L'Uchiha maggiore non era in grado di formare frasi, stringeva i denti lasciando uscire dei suoni poco piacevoli. A quanto pare, non era neanche lucido.
Sperava davvero che la signorina Tsunade potesse guarirlo.
L'idea di tornare a Konoha era davvero azzardata, non sapeva neanche se l'Hokage avrebbe accettato Raira o semplicemente l'avrebbe rinchiusa, essendo complice di un componente dell'Akatsuki.
Se tutto fosse andato secondo i piani, avrebbero avuto la loro vendetta. In più, l'avrebbe rivista, dopo tanto tempo, senza doverla considerare una nemica.




<< Penso sia giunto il momento di recarci dal Quinto Hokage >> disse Raira.
Si trovavano ancora nell'appartamento di Kakashi. La ragazza si era lavata e lui le aveva offerto da mangiare.
<< Sì, però c'è una cosa che vorrei chiarire… >> mormorò l'altro. Aveva provato a farla sentire parte di quella casa, facendole abbandonare la preoccupazione per la vita di Itachi, ma non ci era riuscito. E, a malincuore, doveva ammettere che era giusto così.
<< … Riguardo a sette anni fa. >> aggiunse.
La castana lo guardò. Il suo unico occhi visibile trasmetteva determinazione, proprio come quella sera.
<< È tutto apposto >> e, vedendolo insicuro, cercò di rassicurarlo << davvero. >>
<< Vabbene, andiamo. >> Kakashi fece per uscire, ma si bloccò alle parole della ragazza.
<< C'è una cosa che devo dirti, però. Ho tralasciato un dettaglio mentre parlavo con la signorina Tsunade. >>
<< Di cosa stai parlando? >>


<< Mi spiace, Sakura, ma oggi non possiamo andare avanti con il tuo addestramento, devo occuparmi di una faccenda molto importante. >>
La rosa un po' ne rimase delusa, ci teneva molto a svolgere quella lezione. Si era sempre sentita inutile in battaglia, ma con Tsunade era riuscita a diventare un buon ninja medico, ma gli mancava ancora prima di diventare brava quanto lei. Si chiese cosa c'era di tanto urgente, quando la risposta si presentò proprio davanti alla porta.
<< Quinto Hokage, ha preso la sua decisione? >>
A parlare era una ragazza minuta, con i capelli lunghi e castani che le incorniciavano il volto, al suo fianco, ci stava una persona che conosceva troppo bene.
<< Maestro Kakashi! >> esclamò la rosa.
Poi, tornò a guardare la ragazza, era davvero molto bella e si sentì un po' intimorita. Cosa ci facevano insieme?
<< Raira, la faccenda è abbastanza delicata, però non posso negarti l'aiuto di cui hai bisogno >> Tsunade si schiarì la gola, interrotta però, dall'arrivo accompagnato da un urlo di una testa bionda.

<< Naruto! >> esclamò Sakura, sorpreso dal vederlo lì << che ci fai qui? >>
Il ragazzo si buttò sulla scrivania dell'Hokage, ignorando tutti e sbraitando << Nonna Tsunade, mi deve permettere di andare a cercare Sasuke! >>
La donna, infastidita alquanto rispose << Smettila di fare il bambino. Capisco il tuo desiderio di ritrovare il tuo compagno, ma devi saper stare alle mie scelte. Andare in ricerca di Sasuke è troppo pericoloso e spesso non si conclude niente. Inoltre, mi hai appena interrotto, stavamo parlando di una cosa importante. >>
A quel punto, Naruto si girò a vedere a chi era rivolto lo sguardo dell'Hokage.
<< Aspetta… >> disse stupito << ma tu sei la ragazza che mi ha salvato alla cascata! >>
La castana, in risposta, sorrise << Già, ma c'eravamo scordati di presentarci. Per quanto ho capito il tuo nome è Naruto, vero? Io mi chiamo Raira. >>
"Wow" pensò il ragazzo tra sé, era esattamente bella quanto se la ricordava. Ma che ci fa faceva lì, e perché era accompagnata da...
<< Kakashi? >> esclamò. Cosa ci faceva il suo maestro insieme alla ragazza?
A far chiarezza in quella scomoda situazione, c'era Tsunade.
<< Aspettate, lasciatemi spiegare. Penso che ormai sia giusto che voi due sappiate la verità. Raira è giunta qui per chiedermi un grande favore, ma io ho dovuto pensarci su, per cui è stata accompagnata da Kakashi per riprendersi un po', visto che si conoscevano già. Infatti, Raira è l'ultima rimasta del clan Ku, un prestigioso clan del Villaggio della Foglia, all'altezza di quello Uchiha e Hyuga. Ma adesso ho preso la mia decisione e penso si debba agire all'istante. Voglio aiutarla e qui entrate in gioco tutti voi. >>
<< Aspetti, di cosa sta parlando? >> chiese Sakura.
<< Raira mi ha chiesto di aiutare un ragazzo in fin di vita. Questo, però, è un criminale di livello S. >>
Sakura aveva un bruttissimo presentimento. E sotto gli occhi meravigliati di Naruto, ebbe la conferma di non essersi sbagliata.
<< Questa persona è Itachi Uchiha. >>
<< Come? Ma non è possibile! >> protestò il biondo, incredulo.
<< Ho accettato di aiutarla e vi affido la missione di scortarla fino a raggiungere l'Uchiha per portarlo qui. Mi raccomando, dovete tornare per un orario dove non ci sia praticamente nessuno a giro. >>
<< Quinto Hokage >> la interruppe Raira << devo dirle una cosa prima: Itachi ha affrontato Sasuke per portarlo con sé e raccontarli tutta la verità. >>
<< Questo vuol dire che… >> Naruto stentava a crederci.
<< Esattamente, Sasuke è con Itachi >> concluse Kakashi.


Naruto non stava più nella pelle, avrebbe rivisto il suo compagno. Finalmente avrebbe potuto parlarci, chiarire, senza finire in uno scontro.
Lui, Kakashi e Raira erano partiti quella sera.
Non era una missione normale, per cui non ebbero l'obbligo di partire in quattro.
Secondo Tsunade, meno lo sapevano, meglio era. Per cui aveva affidato il compito a lui e il maestro, includendo anche Sakura, che però si era rifiutata, inventandosi una scusa. Tutti, però, sapevano qual era la vera ragione, per cui non cercarono neanche di convincerla.
Ormai era da un po' che saltavano da albero in albero, guidati da Raira, che sorrideva da quando erano partiti.
Evidentemente, era felicissima per la risposta del Quinto Hokage, anche se non l'aveva mai confessato.



Ino, Hinata e Sakura si ritrovarono a casa della prima, pronte a fare nottata insieme.
La Hyuga aveva raccontato cos'era successo con Naruto, senza tralasciare nessun dettaglio o emozione.
<< L'avevo detto io che era geloso e tu, Sakura, che non ci credevi! >> esclamò la bionda, si girò verso l'amica << Ehi, c'è qualcosa che non va? >>
La rosa sembrava assente, persa nei suoi pensieri. Infatti, anche se non era materialmente con l'Uzumaki e gli altri, era come se ci fosse.
Alla domanda della Yamanaka, però, dovette inventarsi una scusa. Nessuno avrebbe dovuto sapere della missione.
<< Eh? Nono, stavo semplicemente pensando al ragazzo che mi lascia ogni volta i fiori sotto casa, non riesco proprio a immaginare chi sia >>
<< Sicuramente uno smidollato, dai Sakura, non ti preoccupare, magari ti vogliono fare solo uno scherzo >> cercò di convincerla Ino.
L'Haruno non era l'unica ad avere un segreto.



Quando Sasuke sentì dei passi salire per le scale, corse fuori dalla stanza di Itachi.
<< Raira, finalmente! >>
Dovette fermare il suo entusiasmo, però, quando scorse altre due figure.
"Naruto, Kakashi…" erano davvero loro. Per un momento ebbe paura che fossero lì per uccidere il fratello, ma vedendo il sorriso stampato in faccia della ragazza, dovette ricredersi.
<< Sasuke, Tsunade ha detto di sì! >> esclamò abbraciandolo forte << Mi ha mandato insieme a loro due per portarlo al Villaggio questa notte. >>
Era chiaro, il Quinto Hokage aveva affidato il compito a chi non avrebbe mai tradito la loro fiducia. E non c'era nessuno di meglio dell'Uzumaki e dell'Hatake. Nel vederli sorridere, alzò un lato della bocca. Era il meglio che sapeva fare.



Erano circa le tre di notte quando Tsunade arrivò all'abitazione di Kakashi.
Erano tutti attorno a una persona, distesa nell'unico letto presente.
Riconobbe le lunghe occhiaie e i tratti duri del ragazzo. Era indubbiamente Itachi Uchiha.
Raira le stava accanto, tenendolo per mano, mentre Kakashi la guardava in silenzio.
Naruto e Sasuke, si apprestarono ad accogliere il Quinto Hokage, che dopo aver visitato l'Uchiha maggiore, si rivolse alla castana:
<< La situazione è abbastanza grave, ha bisogno di varie cure per cui dovrò portarlo in ospedale per seguirlo anche la notte. Ovviamente ci dovranno essere più infermiere per processo. >>
La Ku degluitì. Questo valeva a dire che tutti sarebbero venuti a conoscenza di tutto.
<< Domani indurrò un'assemblea allo Stadio* dove dovranno essere tutti presenti. A parlare sarò unicamente io, tu e Sasuke dovrete restare nascosti, finché non vi darò il permesso di farvi avanti. Itachi resterà nascosto qui, sperando che non sia un problema per Kakashi. >>
L'Hatake scosse la testa.
<< Bene. >> continuò Tsunade << io e Raira a questo punto dovremmo parlare, in privato. >>
La ragazza annuì e si apprestò a seguirla fuori nel balcone. L'aria era fresca, ma si stava lo stesso bene, sotto la luce lunare.
<< Come penso tu sai, Itachi è l'unico a poter testimoniare di quanto accaduto. Però non ne è assolutamente in grado, al momento. Comunque sia, non abbiamo tempo da perdere: la sua situazione potrebbe peggiorare, bisogna agire subito. >> cominciò l'Hokage. << Partirei col raccontarmi tutto quello che sai. >>
Raira annuì, per poi cominciare dall'inzio. Raccontò del complotto, dell'idea di Shisui, la malvagità di Danzo e il sacrificio di Itachi.
Giunte al termine, Tsunade la ringraziò:
<< Grazie per il quadro completo, ma la mia parola non basta. Dovrò chiamare gli esperti del Villaggio per farli leggere la mente. >>
<< Capisco…proverà dolore? >>
<< Tranquilla, non sentirà niente. Dovremmo farlo in mattinata, poiché il pomeriggio vorrei dedicarlo all'assemblea. >>
Tsunade stava per andarsene, quando fu bloccata da Raira
<< Perché ha tutta questa fiducia in me? Non ha dubitato della mia parola nemmeno una volta. >>
La bionda sorrise:
<< Vedi, il Terzo Hokage molti anni fa, mi parlò di Itachi, descrivendolo come un ragazzo meraviglioso, un abile ninja, che però aveva un buon cuore. Ma, sopratutto, mi parlava di te: mi raccontava di come eri allegra, di come t'impegnavi a raggiungere il livello dell'Uchiha. Secondo lui, c'era tanto amore per il villaggio, tanto quello che scorreva fra voi. >>
Lei arrossì. La verità in quella confessione era semplice e ovvia.
<< Credo sia ora di andare. Ci aspetta una giornata impegnativa. >> concluse la donna.

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*Stadio: l'arena dove avviene la fase finale dell'esame dei chunin
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Inochi Yamanaka si presentò la mattina seguente accompagnati del Quinto Hokage, che gli aveva già spiegato tutto, a casa dell'Hatake.
Inochi agì su Itachi, privo di sensi, viaggiando nella sua mente per scoprire i vari ricordi.
Raira nel frattempo, sotto ordine di Tsunade, si recò da Ibiki Morino, che la interrogò usando tutti i mezzi che aveva a disposizione per assicurarsi che dicesse la verità.
Dopo qualche ora torno all'appartamento di Kakashi, stremata.
Inochi stava ancora lavorando sull'Uchiha, in assoluto silenzio. Attese un bel po' prima che il padre di Ino levasse la mano dalla fronte del corvino, commentando con un << Finito. >>
La castana lo guardò interrogativa, per sapere cos'aveva concluso.
<< I ricordi di Itachi combaciano con le parole di Raira. >>
Quest'ultima cadde in ginocchio, decisamente troppo stanca.
Kakashi si apprestò a sorreggerla e sul suo volto comparve un sorriso, nel vedere quello della ragazza:
<< A quanto pare i metodi di Ibiki sono duri quanto si dice >>
<< Bene, ora dobbiamo radunare tutti gli abitanti e chiamare i consiglieri.



<< Oh ciao ragazzi, anche voi qua? >> chiese Tenten quando vide Shikamaru, Neji, Sai e Kiba.
La ragazza era insieme a Sakura, Ino e Hinata, che arrossì nel vedere l'Inuzuka, non si erano più rivolti la parola da quel fatto.
Il corvino rispose << Certo, a quanto pare devono essere tutti presenti. Hanno inviato addirittura delle squadre per assicurarsi che nessuno rimanesse in casa. >>
<< Chissà cosa vorrà dirci l'Hokage di così importante. >> replicò Sai.
Il suo sguardo era indirizzato alla sua compagna di squadra, Sakura, che era decisamente preoccupata. Lei sapeva qualcosa di questa storia, ma dal momento che non proferì parola, preferì lasciar perdere. Sarebbe venuto tutto fuori nel momento giusto.
Mentre entravano, Kiba avvicinò la Hyuga:
<< Hinata, ascoltami, volevo chiederti scusa… >>
Lei lo interruppe: << È tutto apposto, tranquillo. >>
Il ragazzo stava per replicare, quando Ino la trascinò per farla sedere accanto a lei, lontanissima dal castano.



<< Si può sapere cosa succede, perché ci ha chiamato? >>
Chiese spazientito Danzo, seguito dagli altri due consiglieri.
L'Hokage non si era degnata di dare spiegazioni, ordinando semplicemente di seguirla al centro dell'arena, dove ci stavano di già Inochi, Ibiki, Shikaku Nara, qualche componente dell'ANBU e Raira.
Naruto stava con Kakashi e Sasuke nascosti in una delle entrate. L'Uchiha non sarebbe mai dovuto esser visto se non prima del permesso di Tsunade.
Tutti i migliori ninja erano in postazioni che permettevano di poter intervenire in caso di necessità.
Il Quinto Hokage si schiarì la gola, e alzò la voce quanto bastava per farsi sentire da tutti:
<< Bene, spero ci siate tutti. Mi scuso per l'assemblea improvvisa, ma è una cosa molto grave. Come qualcuno avrà potuto notare, è tornata al Villaggio Raira Ku, unica in vita del suo clan. Ha sempre servito la Foglia dimostrando di essere un grande ninja, fin da bambina. Ha raggiunto il grado di chunin all'età di dodici anni, ma ha abbandonato un anno dopo un fatto molto grave, >> si fermò, per accertarsi che tutti stessero seguendo << lo sterminio del clan Uchiha. >>
Un brusio si levò dagli spalti, ma la bionda lo interruppe con la propria voce:
<< Come molti pensavano, era complice di Itachi Uchiha, ma il Terzo Hokage si occupò in prima persona per far terminare queste voci. La ragazza infatti non ha mai tradito Konoha, e in realtà, neanche Itachi. L'unica colpa del ragazzo è stata di rivoltarsi contro il proprio clan, ma per difendere il Villaggio della Foglia. Si è sacrificato per tutti noi. >>
Tutti cominciarono a parlottare da di loro. Qualcuno si alzò, per chiarire i propri dubbi:
<< Di cosa sta parlando? Si spieghi meglio! >>
<< È  quello che farò, infatti; ma per questo dovrete stare tutti in silenzio, ascoltando attentamente. >> e quando il mormorio finì, continuo << È tornata appunto per parlarmene lei stessa. La verità è che il clan Uchiha, otto anni fa, voleva ottenere il potere tramite un colpo di stato. Qualcuno del clan, però, non era d'accordo e avvertirono Sarutobi, che giunse un accordo con Shisui Uchiha, che si occupava di far terminare questo complotto in modo pacifico. Per riuscirci avrebbe avuto bisogno dell'abilità straordinaria del suo Sharingan, che si distingueva dal resto. Pultroppo però qualcuno glielo impedì, cercando di rubargli gli occhi. Shisui, benché fosse uno straordinario ninja, fu derubato di uno dei suoi due Sharingan e, per non permettere che il suo piano si attuasse. Questa stessa persona ordinò a Itachi di sterminare il suo clan. L'Uchiha non poté sottrarsi, ma chiese di poter lasciare in vita il suo fratellino Sasuke. >>
Commenti sdegnati giunsero all'orecchie dei consiglieri.
<< Come può essere certa che sia così? >> chiese l'anziano.
A quel punto, Ibiki s'intromise:
<< Ho agito personalmente su Raira per potermi accertare che dicesse la verità, il mio collega Inochi Yamanaka, invece, ha letto nella mente di Itachi. >>
<< Ma non è possibile! Vorrebbe dire che Itachi Uchiha è…>>
<< Sì, è proprio così >> rispose Tsunade << Itachi Uchiha è tornato. >>
Danzo, al suono di quelle parole, fece per andarsene, ma fu fermato dalla bionda.
<< Dove te ne stai andando? Speravo che fossi proprio tu a dirci chi è stato ad attaccare Shisui e ordinare una cosa così crudele a Itachi. >>
Grazie a quest'ultimo intervento, tutti capirono che era Danzo il responsabile di tutto.
La squadra ANBU che era presente al centro dell'arena, fece scoppiare varie bombe a gas, per permettere al loro superiore di scappare.
Raira riuscì lo stesso a scorgere la sua figura andarsene, e si apprestò a seguirlo.
Sasuke, invece era uscito allo scoperto e grazie al suo Sharingan, si era unito alla ragazza.



Spazio autrice:
Finalmente sono riuscita a finire questo capitolo! Dovete sapere che in questi tre giorni non ho fatto altro che scrivere e pensare, nel tempo libero.
Alla fine, questo è il risultato. Spero che sia la lunghezza che il contenuto, siano all'altezza delle vostre aspettative.
Credo di metterci di meno per editare il prossimo capitolo, dove si parlerà dello scontro fra Danzo, Raira e Sasuke.
Inoltre, ci sarà del SasuSaku e comparirà addirittura Temari!
Verrà svelato cosa successe "sette anni prima" tra Raira e Kakashi.
L'unico segreto che rimarrà tale è: cosa nasconde Ino?

Ringrazio vivamente chi segue e recensisce la storia, che mi da la forza per scrivere!
Un bacione a chi è arrivato fino a qui ~

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Capitolo 8
*** Felicità e dolore ***


Cap.8

Il vento causato dalla velocità le accarezzava selvaggiamente il viso.
Non se lo sarebbe fatto scappare, Danzo avrebbe pagato per quello che aveva fatto.
Avrebbe avuto la vendetta per Itachi, che incosciente, a letto, non avrebbe mai potuto riprendersi da solo.
Con la coda dell'occhio, vide Sasuke che fissava nella direzione nella quale era fuggito Danzo.
Non era la sola a voler vendicarsi.

<< Kakashi! >> urlò Tsunade. Erano ancora nello Stadio, le persone avevano cominciato ad agitarsi ed era suo compito distribuire la calma.
L'Hatake, senza proferire parola, annuì e partì, seguito da una squadra di ninja.
Doveva raggiungere Sasuke e Raira, a qualsiasi costo. Conosceva il desiderio che scorreva tra i due e ne aveva paura.
Indubbiamente erano molto forti, ma conosceva Danzo. Non ce l'avrebbero mai fatta, considerando la squadra ANBU che l'affiancava.

"Maledizione" pensò Danzo. Doveva riuscire a fuggire e non sarebbero stati di certo due ragazzi a fermarlo.
Diede l'ordine ai suoi fedeli di affrontarli. Erano i migliori della Radice, non li avrebbero mai potuti fermare.

Sasuke si concentrò, sentiva il nemico vicino. Attivò lo Sharingan.
Vide un kunai squarciare l'aria, puntando verso di loro.
<< Attenta! >> urlò.
Ma Raira si era già scansata. Si accorse solo in quel momento che, legato al kunai, c'era una piccola pallina di carta. Spalancò gli occhi, non l'aveva vista prima. Il contenuto ne fuoriuscì a gran quantità e un fumo violaceo gli appannò la vista. Trattenne il respiro, sperando che il veleno non fosse entrato nel suo sistema respiratorio. Si precipitò alla cieca, sperando di uscire da quell'inferno. Si allontanò più velocemente che poteva e solo quando era sicuro di aver lasciato la nube alle spalle, riprese a respirare.
<< Raira! >> la ragazza era poco distante da lui che affannava.
La castana si sentiva il petto scoppiare. Probabilmente, aveva respirato un po' di veleno.
Non ebbe tempo per preoccuparsi, però, perché quattro ninja sbucarono all'improvviso. La divisa che indossavano testimoniavano il fatto che fossero i seguaci di Danzo.
I due si misero in posizione, pronti ad attaccare.
Sasuke lanciò un'occhiata a Raira: non sapeva quale fosse il suo modo di combattere.

Danzo si fermò. Era giunto in uno spiazzo verde, contornato da alberi.
<< Come avete fatto a sconfiggere i membri della Radice? >> chiese, cercando di rimanere calmo.
Sapeva che l'Uchiha era molto forte, ma non s'immaginava così tanto.
Quando i due ragazzi si decisero ad uscire allo scoperto, notò che non riportavano neanche ferite gravi.
"Come diavolo hanno fatto?"
<< Mi spiace, Danzo, ma la tua ora è giunta. >> rispose Raira, con un sorriso beffardo sulla faccia.
Ma Sasuke la bloccò con un braccio:
<< Grazie per il tuo aiuto, ma da qui, farò da solo. È la mia vendetta. >>
La ragazza lo guardò sbigottita. Lo considerò un incosciente e un presuntuoso.
La risata di Danzo si liberò nell'aria.
<< Illusi, pensate davvero di potermi battere? >>
Con un solo gesto, liberò il braccio destro dalle bende.
Sotto gli occhi sconvolti dei due, si trovavano più sharingan incastonati nella pelle dell'uomo.
Sasuke provò a mantenersi calmo.
<< Dove li hai presi? >>
Danzò ignorò la domanda, facendo scoppiare il corvino.
Si buttò su di lui, desideroso di vendetta. Estrasse la katana, prontò a colpire.
Il suo avversario però, dopo aver composto vari sigilli con le mani, parò la furia che riversava nella lama.
Danzo riuscì a bloccarla, tenendola stretta fra le mani per buona parte della lunghezza, attento a non tagliarsi. Esercitò una grande pressione e riuscì a spezzarla per un bel pezzo.
Sasuke chiamò il Chidori nella mano libera.
Il castano lanciò lontano la lama che gli era restata in mano, composi velocemente un sigillo e del chakra arancione gli avvolse il palmo. Lo liberò nello stesso frangente in cui si scontrò con la tecnica dei Mille Falchi. Una potentissima scarica li costrinse a distanziarsi.
"Che tecnica è? È riuscito a bloccare il mio Chidori". Il corvino strinse i denti, non aveva calcolato che potesse essere un avversario temibile.
Danzo non riuscì a respirare che Raira gli era già addosso. Aveva osservato la scena, tenendosi in disparte, ma adesso doveva agire.
I suoi calci furono parati, anche se notava la difficoltà da parte del nemico. Incrociò le dita delle mani, e lasciò partire un fulmine azzurro che, come una lama, trafisse la spalla di Danzo. << Kaminari ao! >> chiamò.
Il castano afferrò il fulmine che l'aveva ferito. Tra le sue mani, sparì. Dovette ammettere che anche la ragazza non scherzava; era giunto il momento di fare sul serio. Sciolse le bende che gli coprivano l'occhio destro, rivelando una pupilla rossa segnata da tre tomoe. Era lo Sharingan di Shisui.
<< Bene, ci siamo divertiti abbastanza. Adesso basta scherzare! >> tuonò.
Raira balzò all'indietro, raggiungendo Sasuke, che le disse:
<< Grazie per l'aiuto, ma ripeto che posso fare da solo. >>
Lei si accigliò: << Stai scherzando? Ti ricordo che quell'uomo ha fatto soffrire anche me e il ragazzo che amo. Anch'io necessito della mia vendetta. >>
L'Uchiha la guardò, sorpreso da quella determinazione. Come aveva dimenticato che anche lei aveva sofferto per lo sterminio del clan, visto che Itachi era stato costretto ad andarsene, lasciandola soffrire in silenzio.
<< Vabbene, vorrà dire che attaccheremo insieme. >>



<< Sakura, va tutto bene? >> chiese Ino, preoccupata.
L'amica non le rispose, fissando Tsunade che cercava di portare la calma.
<< Accidenti, chi l'avrebbe mai detto… >> disse Tenten, ancora sbalordita.
<< Dì la verità, tu lo sapevi già. >> Sai guardò la rosa, cercando di catturare qualche sentimento.
Sì, era a conoscenza di tutto, ma il vedere Sasuke seguire Danzo, le ricordò quando Orochimaru attaccò il villaggio e l'Uchiha corse dietro a Gaara. Seguirono altri ricordi, altrettanto importanti. E questo le faceva male, troppo male.



Raira e Sasuke si lanciarono su Danzo, cercandolo di colpire. Quest'ultimo, compose ancora qualche sigillo, ma questa volta, il chakra gli avvolse entrambe le mani. Si parò senza problemi, mettendo in difficoltà i due.
Il corvino ricevette un pugno in faccia, che lo costrinse ad allontanarsi. La gota gli bruciava, come se i suoi colpi fossero di fuoco. Gli occhi gli si spalancarono. Aveva capito tutto.
La castana nel frattempo continuava a colpire, finchè Danzo non la prese alla base del collo, facendola cadere a terra. Provò ad alzarsi, ma un piede sulla sua schiena la bloccò. L'uomo le prese le braccia, tirandole verso sé. Se avesse continuato così, le le avrebbe spaccate. I lamenti di Raira si levarono in aria, anche se cercava di trattenersi. Sentiva la pelle tirare.
Sasuke guardò la scena, preso dal panico. Era troppo lontano per attaccare. Così fece l'unica cosa che gli venne in mente.
<< Ahhh! >> il dolore squarciò il cielo e quando Danzo lasciò la presa, l'Uchiha si accasciò per terra. Non sentiva più gli arti superiori.
Raira osservò in lontananza. Improvvisamente aveva smesso di sentire le mani di Danzo su di lei e si era ritrovata lì, con quell'orribile spettacolo davanti agli occhi. Chiamò per nome il corvino, presa dalla disperazione.
Danzo guardò il ragazzo affannare a terra.
<< Sostituzione del corpo, eh? >> chiese sarcastico.
Sasuke lo fulminò con lo sguardo. Sì, era vero, aveva usato quella tecnica. Non era più quella impartitoli dal maestro Kakashi, questa era più precisa e potente: gli permetteva di scambiare due corpi umani. Non gli importava se non aveva più l'utilizzo delle braccia, aveva pur sempre le gambe.
Si alzò, tentennando. "Devo farcela". Si ricordò perché era lì, della crudeltà di quell'uomo. L'avrebbe ucciso, a qualsiasi costo.
Provò a colpirlo con una serie di calci, alcuni furono parati, ma alcuni no. Danzo, sorpreso dalla determinazione dell'Uchiha, faticava a muoversi. Doveva riprendere lucidità. Compose nuovamente dei sigilli e un fascio arancione era pronto a colpire il corvino.
Raira cercò di essere il più veloce possibile. Si infilò in mezzo ai corpi, coprendosi con le braccia il volto. La tecnica era notevolmente potente e le bruciò gli avambracci. << Non provare a toccarlo. >> spuntò in faccia a Danzo, con lo sguardo colmo di rabbia.
Sasuke era sorpreso. Non pensava che fosse così forte e veloce. << Il suoi colpi non sono normali, riesce a richiamare un chakra di fuoco. >> la avvertì.
<< Fuoco, dunque? >> un sorriso beffardo comparve sul volto della castana. Sapeva come contrastare certi colpi.
Richiamò il potere dell'acqua e senza sigilli, se ne colmò le guance. Incrociò nuovamente le dita delle mani davanti alla bocca, lasciando che dei piccoli fulmini si formassero.
Lasciò fuoriuscire il liquido azzurro come una cannonata, che si unì all'elettricità provocata dal sigillo.
L'ondata di energia investì Danzo, trapassandoli il torace. Cade a terra, con la bocca aperta, ma priva di suoni. Gli occhi erano spalancati e increduli. Quella ragazza era stata in grado di unire due tipi di chakra, rivelando un attacco micidiale.

Kakashi seguì la scena sopra al ramo di un albero lì vicino. Come i ninja che lo seguivano, era sbalordito.
Fece segno agli altri di prendere Sasuke, mentre lui si buttò su Raira, che si era inginocchiata, mentre il respiro era diventato affannoso. Un dolore acuto alle braccia la fece urlare e accasciare a terra.
<< Raira! >> urlò l'Hatake raggiungendola. La tirò a sé, guardando il suo volto contorcersi in smorfie di dolore. Le sue braccia riportavano gravi ustioni.




Quando aprì gli occhi, si accorse di trovarsi in un letto bianco, dalla finestra proveniva una luce paradisiaca, mentre le nuvole macchiavano il cielo azzurro. Una ragazza dai capelli rosa, appena si accorse che si era svegliata, le sorrise.
<< S-Sakura? >> cercò di mettersi a sedere, ma una fitta dolorosa la bloccò.
<< Non ti muovere, ancora non ne sei in grado >> disse Sakura, facendola distendere nuovamente.
<< Dove…dove mi trovo? >> chiese Raira, non capendo.
L'Haruno le sorrise nuovamente: << Sei nell'ospedale di Konoha, hai dormito per un giorno intero! Hai riportato alcune ferite gravi, ma è tutto sotto controllo. Nel giro di una settimana potrai uscire. >>
La ragazza si guardò le fasciature che le ricoprivano buona parte delle braccia. Improvvisamente si ricordò.
<< Danzo è… >>
<< Morto. >> concluse per lei la rosa << L'hai ucciso, sei stata bravissima. >>
Raira sorrise. Ce l'aveva fatta.
<< E Itachi? >>
<< Il Quinto Hokage si è occupata delle sue cure. Ha detto che la situazione è molto grave e non sa ancora quanto ci metterà per guarirlo. >>
Un'infermiera entrò interrompendole << Sakura, Tsunade ha detto che devi andare da Sasuke Uchiha, qui ci penso io. >>
Un lampo attraversò gli occhi color acqua marina della ragazza.
<< Nono, non ce n'è bisogno. Resto io qui, va' tu da lui. >>
<< Ma… io non sono in brava quanto te! >> replicò quella.
<< Non dire stupidaggini, dimostra quanto vali! >> la bocca della rosa si piegò in un sorriso palesemente falso.
L'infermiera annuì, lasciandole nuovamente da sole.
<< Sakura… va' da lui, ha bisogno di te. >> le disse la castana, che aveva seguito la scena in silenzio.
Era ovvio che la ragazza provasse qualcosa per Sasuke, bastava vedere la sua reazione quando udiva il suo nome e, a quanto pareva, andandosene, l'aveva ferita duramente. Ne ebbe la conferma quando una lacrima le scivolò sulla guancia e si affrettò ad asciugarla.
Raira comprendeva il suo stato d'animo, così le confessò:
<< Sai, quando Itachi se ne andò dal villaggio, io provai a fermarlo, riferendoli i miei sentimenti per lui. >>
Sakura alzò il volto, sorpresa da quelle parole.
<< Ma lui se ne fregò, lasciandomi sola. >>
"Esattamente come ha fatto con me…"
<< Ho passato mesi infernali, mi sentivo sola. Non solo avevo perso la persona che amavo, tutto il Villaggio la diffamava, chiamandola 'traditore'. Quelli che chiamavo 'amici', si allontanarono, pensando che fossi una sua complice. Tutti presero le distanze, impauriti da questo. >> indicò il suo occhio sinistro << Fino a quel momento li avevo entrambi neri, ma quando dei chunin mi trovarono su una panchina, svenuta, ne avevo uno viola. Il Terzo Hokage fece ricerche per il mio conto, spiegandomi che l'abilità innata del mio clan era il Baikarā e consisteva nell'avere una pupilla nera e l'altra viola. Veniva attivato quando la persona era pronta ad amare e a confessare i suoi sentimenti alla persona interessata. Odiavo il mio Baikarā e il motivo per cui l'avevo. Ma una notte, qualcuno entrò in casa mia dalla finestra, quando vidi chi era, non riuscivo a crederci. Itachi si era presentato da me, chiedendomi scusa per tutto e, quando vide il mio occhio, non ne fu spaventato come gli altri, semplicemente me lo baciò, dicendomi che era bellissimo, come me. Quando spostò le sue labbra sulla mie, ricominciai a piangere. Era un mix tra odio e amore, dolore e felicità. Era magnifico, era il nostro primo bacio. Da lì, venne a farmi visita una volta al mese, per un anno, finchè non decisi di lasciare il Villaggio per starli più vicina. >>
Sakura trattenne il respiro, accertandosi che il racconto fosse finito. Era una cosa molto bella, ma a lei non era successo così. Quando rivide Sasuke, lui tentò di ucciderla. Mai le aveva chiesto scusa, né le aveva fatto un complimento. La definiva noiosa.
<< Dovresti andare a parlarci, secondo me, >> le disse sorridendo Raira << io me la so cavare da sola. >>
La rosa annuì: << Resta a letto, però. >>
<< Certo! >>
Vide l'Haruno uscire dalla stanza e quando si accertò che fosse lontana, si alzò e andò ad aprire la porta.


Ino giocherellava con i capelli, quando Shikamaru e Temari entrarono nel negozio.
<< Ehi, ciao Ino! >> la salutò << Come va? >>
Lei spostò lo sguardo da lui alla ragazza che lo accompagnava. Si diceva in giro che erano una coppia.
<< Tutto bene, che ci fate qui? >> rispose con apatia.
Shikamaru osservò la compagna di squadra. Era peggio di un cadavere, chissà cosa le era successo. Conoscendola, però, non insistette.
Le chiese un particolare tipo di fiore per poi donarlo a Temari. Ino, sconsolata, accertò che quelle voci erano vere.
Quando se ne andarono, si accasciò a terra, tenendosi le gambe strette al petto e nascondendo il viso.
"Sono sola… nessuno mi vuole."
Grosse lacrime le scesero le scesero sul viso. Prima Sasuke, poi Sai e Shikamaru...


<< Signorina Tsunade, perché mi ha chiamato? >>
<< Kakashi, devo assolutamente parlarti. Riguarda Raira. >>
<< Cos'è successo? >>
<< Volevo che me lo raccontassi tu… >>
<< Non capisco, a cosa si riferisce? >>
<< Riguardo a sette anni fa, Kakashi. Ho fatto delle ricerche su di lei e ho scoperto che ha tentato di ucciderti. >>
<< Non è vero! >>
<< E allora com'è andata? >>
Cacciò dentro le lacrime, pensando a quello che era successo.

Raira saltava da un albero all'altro, con uno zaino in spalla, seguita da una piccola Itami. Si era accorta che qualcuno la seguiva, ma aspettò di arrivare in uno spiazzo libero per fermarsi.
<< Cosa vuoi ancora? >>
Una figura uscì dall'ombra. I capelli grigi erano sventolati dal vento, e una maschera gli lasciava fuori solo gli occhi, uno dei quali era chiuso, calcato da una brutta cicatrice.
Kakashi aveva disubbidito al Terzo Hokage, l'aveva seguita con l'intento di fermarla.
<< Dove stai andando? >> chiese.
<< Vuoi dire che mi sei stato dietro tutto questo tempo per vedere dove ero diretta? >> la voce della ragazza era dura e pungente.
Al freddo della notte si aggiunse lo sguardo glaciale degli occhi di lei.
<< Perché te ne vai? >> tentò un'altra domanda, anche se sapeva già la risposta, che non gli piaceva per nulla.
<< Non sono affarti tuoi, smettila di impicciarti nella mia vita. >>
<< È  un traditore! Non puoi andare da lui. >> urlò disperato.
Raira lo guardò schifata. Che ne sapeva lui della sua vita? Non si conoscevano neanche. Li aveva presentati Itachi quando era andata in missione e loro l'avevano salvata. Si era accorta che a volte lui la fissava negli allenamenti, soprattutto dopo che Itachi se n'era andato. Più la guardava, più si sentiva derisa.
<< Sono disposta a diventarla anch'io >> rispose con fermezza.
Kakashi era stupido, non era possibile… << No! Io riuscirò a fermarti. >>
La ragazza alzò un sopracciglio e fece segno alla pantera di restare in disparte << E come pensi di fare? >>
In tutta risposta, estrasse il kunai, buttandosi su di lei.
Era decisamente sorpresa da quell'atteggiamento, ma dovette concentrarsi. A guardare la potenza con cui cercava di colpirla, faceva sul serio. Inizialmente si limitò a schivarli, ma appena ne ebbe l'occasione gli tirò un pugno scaraventandolo più in là.
Kakashi si rialzò, toccandosi la guancia che doleva. L'aveva osservata più volte e si aspettava una tale forza, per cui non si lasciò distrarre e caricò il Chidori correndo verso di lei.
Raira scacciò via la sorpresa nel vederlo così determinato e compose qualche sigillo prima di far formare una sfera color ametista sulla mano.
<< Bōro-ishi! >> urlò scagliandola verso di lui.
L'impatto fu distruttivo e Kakashi si ritrovò a terra, mentre sputava sangue e la vista gli si appannava.
L'ultima cosa che vide era Raira affannosa, che guardò la sua pantera e insieme ripresero la loro strada, senza mai girarsi indietro.


<< È stata colpa mia: il Terzo Hokage mi ordinò di lasciarla andare e io disubbidii. Sono stato io ad attaccarla per primo, la sua era solo difesa. >>
Ci fu un momento di silenzio.
<< Capisco, ma perché l'hai fatto? >>
<< Perché io… io la amo. >>
Raira, era rimasta fuori dalla porta, attenta a non farsi sentire. Aveva ascoltato il dialogo, senza manifestare nessuna emozione, ma quando Kakashi disse quelle ultime parole, ne rimase sconvolta.
Cercò di correre via, ma non era ancora nelle giuste condizioni, così dopo qualche passo crollò a terra. La testa le girava.
Sentì una voce lontana chiamarla per nome, prima di chiudere gli occhi.


Spazio autrice:
Ecco qua anche questo capitolo. Spero di esser stata sufficiente con la descrizione della battaglia.
Finalmente Danzo è morto e Raira ci ha mostrato di cos'è capace. Sasuke ci ha rimesso due braccia, però. Tranquilli, le giuste cure lo faranno tornare come nuovo. Il momento Sasusaku ammetto che è impercettibile, però giuro che nel prossimo ci sarà più spazio per questa coppia che a me piace tanto.
Ino è sprofondata in un'immensa tristezza, dicendo che nessuno la vuole. Nè Sasuke, né Shikamaru, né Sai.
Kakashi rivive il suo breve scontro con Raira, di sette anni prima. Quest'ultima, inoltre, racconta brevemente a Sakura cosa la spinse a seguire Itachi e come viene attivato il Baikarā.
Infine Kakashi rivela i suoi sentimenti a Tsunade, provato dal dolore che gli provoca il ricordo.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** Per l'ospedale ***


Cap.9

Sakura si chiuse la porta alle spalle, guardando il ragazzo che era a sedere sul letto dell'ospedale, intento a guardare fuori dalla finestra.
<< Sasuke… >>
Il corvino non si girò.
Non lo fece neanche quando gli si avvicinò, per poi sedersi sulla sedia lì accanto.
<< Sono qui per controllare le tue ferite >> continuò, sperando che lui avesse una minima reazione.
Ma Sasuke restò immobile.
La rosa riprovò a chiamarlo, cercando di calmarsi. Non riusciva a spiegarsi questo suo comportamento. Dopo tutto quello che le aveva fatto… come poteva negarle anche uno sguardo?
<< Devo curarti, Sasuke. >> ripetè.
Cercò di mantenere i nervi saldi, ma nel vedere che il ragazzo se ne fregava di lei, scoppiò.
Si alzò in piedi di scatto e con una mano lo afferrò per il mento, costringendolo a girarsi.
<< Guardami quanto ti parlo! >>
Lui la fissò con gli occhi neri e pungenti, senza proferire parola.
Sakura provò uno strano senso di freddo, sentiva la pelle punta come da degli spilli.
Sentiva la rabbia montarle addosso. Lei, che era sempre stata molto emotiva, non riusciva a bloccare la sua frustrazione.
Fece per tirarli uno schiaffo, ma lui le bloccò il polso, continuando a puntare le sue pozze nere su di lei.
Sakura, sorpresa, tirò via il braccio per liberarsi dalla presa di lui, che la lasciò andare.
<< Sono qui per curarti, dunque vedi di non fare il solito scorbutico. >> gli disse, cercando di rimanere il più distaccata possibile, mentre le sue parole trapelavano rabbia.
<< Dove sei stata fino ad ora? >> le chiese, distogliendo lo sguardo.
La rosa indugiò: << Sono stata impegnata, dovevo assicurarmi che Raira…>>
<< Non sto parlando di questo >> la interruppe lui, con la sua solita durezza << quando Naruto e Kakashi sono venuti a prendere me e Itachi. >>
Sakura lo guardò. Teneva lo sguardo basso, ma parlava con la solita freddezza che le aveva riservato.
<< Io… non potevo >> mentì.
<< Non è quel che mi ha detto Naruto >> puntò i suoi occhi in quelli di lei, che si sentiva intimorita da tale contatto. Maledisse il suo compagno per non tenere mai la bocca chiusa, poi tornò a pensare a Sasuke.
Non si era mai preoccupato per lei, ma d'un tratto si arrabbiava se non correva in suo aiuto? Non poteva accettarlo.
<< Non penso che ti debba preoccupare. In fondo, non te ne importava niente di me, soprattutto quando hai provato ad uccidermi. >>
Sasuke lesse nella sua espressione un grande dolore, che lo meravigliò. Certo, come aveva fatto a non pensarci prima, lei non l'aveva ancora perdonato. Sakura era diversa da Naruto, il quale non si è mai preoccupato di quello che era successo, senza aver bisogno di sentire scuse. Ma lei, lei era lì che lo guardava con disprezzo, ferita dagli atteggiamenti dell'Uchiha.
<< Perché, tu non hai mai provato ad ammazzarmi? >> chiese sarcastico.
Lei non rispose, mordendosi il labbro.
<< Però in effetti hai ragione, non è la stessa cosa >> continuò il ragazzo << io non mi sono mai sentito minacciato da una nullità come te. >>
Lo schiaffò arrivò preciso insieme a un suono piatto. Il colpo costrinse Sasuke a girarsi dalla parte opposta, sentiva la guancia che pulsava. Avrebbe potuto fermarla nuovamente, ma l'aveva lasciata fare. Se l'era meritato.
Senza aggiungere parola, Sakura uscì dalla stanza, lasciandolo nuovamente solo, intento a toccarsi la gota arrossata per il colpo.


Raira aprì leggermente gli occhi, ma quando vide una sagoma con i capelli grigi sparati che le dava le spalle, li richiuse, sperando di essersi immaginata tutto.
<< Perché io… io la amo. >>
No non era possibile, non poteva essere vero. Strizzò gli occhi, cercando di convincersi.
La sua mente rivisse quel momento. Tanti anni prima, quando Itachi se n'era appena andato dalla Foglia e lei si era allontanata da tutti.

Era al campo, intenta ad allenarsi. Cercava di concentrarsi, ma le mani le tremavano mentre gli occhi lucidi le appannavano la vista. Provò a lanciare gli shuriken, ma andarono tutti fuori dal bersaglio.
Cadde in ginocchio, sentendosi impotente. Era da giorni che non riusciva più ad ottenere buoni risultati, lei, che era sempre stata bravissima e che era riuscita a passare gli esami per la selezione dei chunin a soli dieci anni.
Le lacrime cadevano in gran quantità, formando una piccola pozza sotto di lei.
Quando si accorse che qualcuno la stava a guardare. Si girò e vide un ragazzo, sicuramente più grande di lei, intento ad osservala con un unico occhio nero dal ramo di un albero. Si incupì, riconoscendolo: era lo stesso tipo che un tempo era il compagno ANBU di Itachi. Era da un po' che lo vedeva in giro e la cosa le si fece sospetta.
<< Cosa hai da guardare? >> gli urlò contro << Possibile che ovunque mi giri ci sia tu a deridere di me? Lasciami stare! >>
Lui la continuò a guardare, restando in silenzio.
Raira si alzò e corse via, mandandolo al diavolo.


<< Non sei più una bambina, non fare finta di dormire. >> Kakashi fu pungente, lasciandola di stucco.
La castana si vide costretta ad alzarsi almeno un po', anche se faceva fatica.
<< Hai ascoltato la mia conversazione con l'Hokage, vero? >> le chiese.
Non sapendo che dire, restò zitta, mentre stringeva le coperte tra le mani.
L'Hatake si sedette sulla sedia che costeggiava il letto e, accomodandosi, disse:
<< Quando hai voglia di parlare, dimmelo. >>


Sakura avanzò per il corridoio, cercando di cacciare dentro le lacrime.
Non si sarebbe mai aspettata un simile comportamento da Sasuke. Sì, lui era sempre stato freddo, anche se a volte si permetteva di accorciare le distanze, ma quella volta era stato troppo ingiusto. L'aveva definita una nullità.
<< Scusi, sto cercando Raira Ku. >>
La rosa alzò lo sguardo.


Raira si girò verso la porta che era stata appena aperta. Era Sakura, che sorrideva:
<< Hai visite >>
Si fece avanti una ragazza minuta, che si stringeva nel cappottino color senape. I capelli castani erano tagliati corti e delle ciocche le cadevano sulla fronte. La guardava con due occhi grandi color nocciola. La dolcezza del volto era pari alla sua bellezza.
<< Nia… >>
Kakashi si alzò portò Sakura con sé, sussurrando di lasciarle da sole.
Nia Nohara si fece avanti timidamente. Non parlavano più da tanto tempo.
<< Ciao >>
Raira osservò l'amica d'infanzia. Era cresciuta molto, ma sembrava sempre la stessa. Erano sempre state molto affiatate, nonostante non si diplomarono lo stesso anno all'accademia ninja. Nia era un ninja da capacità medie e passò alla normale età di dodici anni. A seguito del massacro del clan Uchiha, si erano staccate un po', finendo completamente di parlarsi quando la ragazza si chiuse in se stessa, nonostante i tentativi di Nia di avvicinarla. Poi partì, senza dire nulla, lasciando definitivamente l'amica.
<< Sono stata da Itachi, prima. Ancora non è cosciente, ma il nostro Kage sta facendo il possibile, dice che tra un mese potrebbe riprendersi. >>
Raira la guardò, rimanendo zitta.
<< Ti ho portato delle mele rosse, quand'eravamo piccole non potevi sopportare di vederle di altri colori. >> scherzò, mostrando il cestino.
Si sedette sulla sedia e senza dire nulla cominciò a tagliarne una a fette.
<< Nia… >> mormorò nuovamente l'amica.
<< Da quant'è che non ci si vedeva, eh? >> disse sorridente quella.
Raira la guardò perplessa. Possibile che per lei era come se non fosse successo nulla?
<< Finalmente quel bastardo di Danzo ha pagato per quello che ha fatto… >> continuò.
Era ovvio che lo sapesse, Tsunade aveva chiamato tutto il Villaggio, eppure non ci aveva pensato.
<< Nia… io… >> non sapeva che dire, pronunciò le uniche parole che le venivano in mente << mi dispiace >>
<< E per cosa? >> l'amica non smetteva di sorridere.
<< Beh, ecco… io ti ho lasciata sola, senza spiegazioni e… >>
<< Ma non avevo bisogno di spiegazioni. Ti ricordo che sei la mia migliore amica e ti conosco meglio di chiunque altro! Sapevo fin dall'inizio che se avevi preso la decisione di seguire Itachi era perché sapevi qualcosa in più. Non sei il tipo che casca nell'amore rimanendo cieca. >>
Raira a quelle parole si commosse e sporgendosi l'abbracciò.
A quel gesto improvviso Nia lasciò cadere la mela a terra, ma non se ne preoccupò, cingendo l'amica con le braccia.
Dopo la perdita di sua sorella, Raira era l'unica ad averla supportata e spronata a diventare un ottimo ninja. Anche se non avevano legami di sangue, sapeva che la loro non era una semplice amicizia.
E dopo tutti quegli anni, nulla era cambiato.


<< Chi è quella ragazza, Sensei? >> chiese curiosa Sakura.
Kakashi la guardò stupito da quella domanda.
<< È come una sorella per Raira. Si chiama Nia e sono sempre state migliori amiche, fin da quando erano piccole. Continuarono a vedersi anche quando Raira passò l'esame della selezione dei chunin e fai conto che Nia aveva appena ottenuto il diploma all'accademia. Sembrava impossibile, ma riuscirono a restare unite come sempre. Nia si preoccupò di difenderla anche dopo che partì lasciando il Villaggio. Probabilmente un fatto che le ha aiutate a costruire un'amicizia così solida è stata la morte della sorella di Nia, quando era solo una bambina. >>
<< Davvero? Oddio, quanto mi dispiace… >>
<< Già. Sua sorella era un ottimo ninja e una ragazza molto carina e vivace. Fu una grave perdita per tutta Konoha. >>




Spazio autrice:
Scusate per la cortezza del capitolo, cercherò di allungare il prossimo.
Un fatto importante, dopo la discussione tra Sasuke e Sakura è la presentazione ufficiale del nuovo personaggio, Nia.
Già precedentemente era comparsa, convincendo Kakashi a chiedere scusa a Raira, dopo averle dato della traditrice.
Come scoprirà in seguito Raira, Nia non è più un ninja, ma dovrete attendere per le spiegazioni.
Vi lascio la sua scheda:

Nome: Ria Nohara
Capelli: castani
Occhi: nocciola
Accessori: porta uno strozzino nero
Segni particolari: piccole palline argentate ai lobi
Età: 21
Altezza: 1.65
Peso: 50kg
Abilità Innata: Nessuna
Fedeltà: Villaggio della Foglia
Clan: Nohara
Rango: ex genin
Famiglia: Rin Nohara (sorella)
Elementi: Fuoco, Acqua
Foto:

 

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Capitolo 10
*** Guance rosse ***


Cap.10

Nei giorni che seguirono, Nia si preoccupò di andare a far visita a Itachi, che ancora non si era svegliato e stava accanto a lui osservandolo e ascoltando ogni suo singolo lamento, per poi recarsi da Raira, per descriverle il volto del suo amato, che ascoltava tenendo gli occhi chiusi, immaginandoselo.

Nia uscì sul terrazzo posto sul tetto, per prendere una boccata d'aria. L'ospedale era così bianco e monotono, che sentiva il bisogno di starsene a guardare il cielo azzurro in tutta la sua immensità.
Notò, però, di non essere sola: qualcuno aveva avuto la sua stessa idea e, a sedere, aveva lo sguardo puntato verso l'alto.
Kakashi, quando sentì i passi, si girò subito a guardare chi fosse arrivato. Sorrise alla ragazza, che si avvicinò timidamente.
<< Anche tu qui? >> le chiese.
<< Sì, ehm… è molto bella la visuale da qui. >>
Le guance di Nia si dipinsero di rosso, quando vide che lui la stava osservando. Cercò un argomento che non potesse creare imbarazzo:
<< Domani dovrebbero dimettere Raira >>
Se la povera ragazza avesse saputo quello che era successo, non avrebbe mai azzardato a nominarla.
Kakashi ritornò a guardare il cielo. Non l'era più andata a trovare, non ne aveva avuto il coraggio. D'altro canto, sapeva che lei non l'avrebbe voluto vedere. Il loro rapporto non era mai stato confidenziale, anzi, lei teneva a mostrare il suo lato più freddo con lui, che a volte rispondeva con la stessa durezza, facendola arrabbiare ancora di più. Solo in quei giorni erano riusciti ad avvicinarsi, ma era riuscito a rovinare tutto. Certo che se lei non avesse disubbidito e non si fosse fermata a spiare la loro conversazione, non l'avrebbe mai saputo; ma a quel punto dare le colpe era inutile, le cose non sarebbero cambiate.
<< Buono. >> rispose infine, per alzarsi e andarsene.
"Kakashi…" la ragazza guardò la sua schiena, mentre si torturava il labbro inferiore con la mano.


<< Sakura, perché non vai da Sasuke? >> le chiese il maestro << Raira, nonostante abbia peggiorato la sua situazione alzandosi per andare in giro, domani potrà uscire. Ma Sasuke ancora no. Se ci andassi tu a curarlo, potresti abbreviare i tempi, sei una delle migliori! >>
Sakura si pestò il piede sinistro con quello destro, nervosa. Kakashi aveva ragione, lei era l'unica che poteva permettere alle braccia di Sasuke di tornare come prima in breve tempo, poiché Tsunade era troppo occupata con il fratello, che le portava via una gran quantità di chakra. Ma dal loro ultimo incontro (e dal suo primo schiaffo al corvino), non aveva più coraggio e voglia di presentarsi ancora davanti a lui.
<< So che per te è difficile, >> il maestro le poggiò le mani sulle spalle << ma se avete dei problemi, è meglio che ne parliate. Il suo ritorno deve aver risvegliato in te parecchi sentimenti, tra cui tanti negativi, ma non devi buttarti giù, né essere arrabbiata con lui. Devi prendere le tue responsabilità e saper parlare apertamente di quello che pensi. >>
<< Sensei… >> la rosa lo guardò, leggendo una grande sicurezza << Ci proverò, glielo prometto. >>
L'acqua marina che colorava i suoi occhi si accese in determinazione.
"Brava la mia Sakura" pensò Kakashi, guardandola andare verso la stanza dov'era ricoverato l'Uchiha "stai crescendo davvero tanto".
Ripensò alle parole che le aveva detto. Possibile che fosse in grado di convincere gli altri, ma non se stesso?


Sasuke, quando si girò verso la porta che era stata appena aperta, mai si sarebbe aspettato di vedere la sua ex compagna di squadra.
La ragazza ripensò alle parole del maestro. Doveva essere decisa in quello che faceva.
<< Prima che tu possa lamentarti, sono qui per curarti e permetterti di uscire prima da qui. >> gli comunicò, continuandolo a guardare negli occhi.
Lui non ruppe quel contatto.
<< Mi fa ancora male la guancia per il tuo schiaffo. >>
Sakura sapeva benissimo che era impossibile e che aveva tirato fuori l'argomento solo per darle fastidio.
<< Te lo sei meritato. >> tagliò corto.
L'Uchiha continuò a squadrarla e dopo una manciata di secondi passati nel silenzio, le chiese:
<< In quanto tempo saresti in grado di guarirmi? >>
<< Se dedichiamo tutto il pomeriggio di oggi e domani, tra tre giorni dovresti essere fuori. >>
<< E le mie braccia tornerebbero come prima? >>
<< Più o meno. Dovrai allenarti duramente per poterlo dire. >>
<< Cominciamo subito, allora. >>
La rosa annuì e si avvicinò. Lavorò sulle braccia del ragazzo concentrando il chakra. Doveva concentrarsi parecchio, era un'operazione delicata. Normalmente per una frattura del genere ci sarebbe voluto un mese, mentre lei doveva riuscirci in due giorni.
Si ricordò quando, all'esame per diventare chunin, Orochimaru marchiò Sasuke, il quale patì le pene dell'inferno e lei prese a curarlo, quando arrivarono i ninja del suono. Si era fatta forza e provò a battersi, con scarsi risultati. Fu allora che Sasuke si svegliò, ma non sembrava lui, era decisamente più cattivo. Allo stesso tempo, però, si preoccupò delle condizioni della compagna, volendo farla pagare a chi l'aveva ridotta in quella maniera. A quel ragazzo gli ruppe proprio le braccia.
Alzò lo sguardo, quando incontrò quello dell'Uchiha. Lui la stava osservando e le sue pozze nere non trapelavano nessuna emozione. La rosa si sentì le gote arrossare, sentendosi in imbarazzo.
<< Qualcosa non va, Sakura? >>
Lei si morse il labbro. La sua voce calma e glaciale, scandì il suo nome. Una scossa le percorse tutta la schiena.
<< Nono, nulla. >>


<< Per chi sono questi fiori, Sai? >>
<< Perché questa domanda, Ino? >>
La bionda incrociò le braccia al petto: << È da un po' che ogni settimana vieni a prendere un mazzo di qualsiasi tipo di pianta presente nel mio negozio, ma non mi hai mai detto per chi sono. >>
Lui diventò rosso: << Ehm.. nessuno d'importante. >>
Lei lo guardò storta, senza crederci. Aveva cominciato a rompersi di quella storia.
<< Se non è importante, allora non venire più a prenderli. Adesso vattene via e non farti più vedere! >>
<< Ma… >> provò a giustificarsi il ragazzo.
<< Vattene! >> urlò nuovamente la bionda.
Sai, vedendo negli occhi di Ino pura rabbia, non ebbe il coraggio di dire la verità e se ne andò.



Aveva appena passato l'esame all'Accademia Ninja. Prese il coprifronte tra le mani e lo strinse: era giunto il momento che tutti si accorgessero di cos'era capace.
La sua aula era proprio davanti a lei . Deglutì guardando la porta chiusa. Sarebbe stata la più piccola e non conosceva nessuno là dentro.
Nia ancora non aveva fatto l'esame, poiché, come il resto della sua classe, non pensavano fosse pronta.
Ma lei, Raira Ku, era considerata abilissima per la sua età.
<< Non solo sei la più brava della tua classe, addirittura superi ragazzi che hanno quattro anni in più di te >> le aveva detto il Terzo Hokage.
Ripensare a quelle parole, le diede la forza per aprire quella porta ed entrare.
Sì pentì attimi dopo, quando tutti si girarono a guardarla.
<< Ehi, hai sbagliato classe >> le disse qualcuno.
<< Non è possibile che una mezza cartuccia come te sia passata >> l'offese qualcun'altra.
<< Siete ciechi oltre che stupidi? Non avete visto il coprifronte? Evidentemente è più brava di tutti noi alla sua età ed è stata passata. >>
Un ragazzo con i capelli color petrolio si fece avanti. Era molto più alto di lei, oltre ad essere davvero carino. Si presentò, dicendo di chiamarsi Oiru. La invitò a sedersi accanto a lui e solo in quel momento si rese conto di un corvino che la stava fissando dal fondo dell'aula.
I capelli erano legati in un piccolo codino basso, teneva le mani incrociate davanti alla bocca, mentre i suoi occhi scuri erano puntati su di lei.
Lo riconobbe subito: come lei, era più piccolo rispetto agli altri. All'Accademia andavano in due classi differenti, ma l'aveva notato lo stesso. Tutte le sue compagne avevano una cotta per lui, vista la sua bellezza e la sua bravura. Da una parte era stupita, non si aspettava di trovarlo lì, ma in affetti avrebbe dovuto aspettarselo.
Si guardarono, ma Raira distolse lo sguardo quando un chunin entrò salutando tutti. Aveva cominciato a comunicare le varie divisioni in squadre.
<< Team 3: Raira Ku >>
Ecco era il suo momento.
<< Oiru Yasei >>
Il ragazzo accanto a lei le sorrise.
<< Infine, Itachi Uchiha. >>
La castana deglutì. Si girò lentamente verso il suo futuro compagno di squadra, che continuava ancora a fissarla.


Mentre riviveva quella scena, guardò fuori dalla finestra.
Domani l'avrebbero dimessa e sarebbe potuta andare dalla persona che tanto amava, suo vecchio compagno di team e suo compagno di vita.



Spazio autrice:
Ecco un altro capitolo, spero vi piaccia!
Sakura, convinta da Kakashi, accetta di curare Sasuke. Il suo maestro però, parlava anche per sé, ma penso proprio che tutti abbiate capito il perché.
Andando avanti Nia avrà un ruolo decisamente più importante, ma per adesso ci basta per le piccole comparse che fa.
Ho inserito un flashback di Raira, che ricorda quando furono divisi in squadre, capitando con uno strano ragazzo molto gentile e Itachi, che non le aveva tolto gli occhi di dosso per tutto il tempo.
Tutti i piccoli flashback sulla sua vita verranno riuniti in seguito, quando un personaggio (senza fare nomi) deciderà di parlare di lei, raccontando tutto dal proprio punto di vista.
Ringrazio chi recensisce, perché mi fa venir voglia di scrivere. Grazie anche a chi continua a seguire la storia o chi l'ha messa tra le preferite. Bacioni!

 

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Capitolo 11
*** Dalla fine c'è l'inizio. ***


Cap.11

Raira osservava attentamente l'infermiera che si stava occupando di liberarle le braccia delle fasciature.
Quando l'ultima benda fu tolta e le diedero la conferma che la sua guarigione era completa, si alzò dal letto. L'ultima volta che ci aveva provato, la testa le girava e sentiva il proprio corpo pesare troppo sulle sue gambe incerte. Adesso però, non provava nulla di tutto questo, anzi, ad ogni passo si sentiva leggera e quasi le faceva impressione appoggiare la pianta del piede sul pavimento, scoprendo di essere in grado di reggersi in piedi e di muoversi liberamente. Diede un'occhiata alle braccia: le brutte ustioni che un tempo le avevano rovinato la pelle, non c'erano più ed erano tornate lisce e morbide.
Insieme a Nia, che aveva seguito i suoi primi passi, si era diretta da Itachi. Non le bastava più sentirlo descritto, doveva vederlo.
La stanza era abbastanza grande, le finestre avevano le tende tirate e un letto stava al centro, circondato da vari arredi utili. Tsunade aveva appena finito di impiegare il proprio chakra sull'Uchiha, in più, in un angolo ci stava Kakashi, che in silenzio aveva seguito le cure.
<< Oh Raira, vedo che ti sei rimessa >> disse compiaciuta il Quinto Hokage.
Kakashi la guardava muoversi come se la ragazza tremante che gli era caduta fra le braccia una settimana prima, fosse un altra. La vide avvicinarsi al letto e muovere un braccio verso il corvino.
Con la mano gli accarezzò il capelli, lasciando scivolare i ciuffi scuri tra le sue dita, per poi passare al volto. Sfiorò la pelle bianca, ma si ritrasse come si fa quando si tocca un oggetto troppo caldo. Tornò con i polpastrelli sulla guancia di lui, poi poggiò lievemente tutto il palmo.
<< Itachi… >> sussurrò, mordendosi le labbra.
Il suo amato era privo di conoscenza, eppure sul suo volto regnava una smorfia di dolore.
"Deve essere duro combattere contro la morte," pensò la castana, cercandoli la mano con la sua, "ma tu ce la farai, sei sempre stato forte…" quando la trovò, incrociò le dita alle sue, "…più di quando tutti s'immaginano" se la portò al petto, stringendola.
Nia guardava senza dire nulla, ma sapeva benissimo il dolore che provava l'amica. Aveva sempre fatto di tutto per lui e la consapevolezza del rischio di perderlo era terribile.
Kakashi, non sopportava vederla in quella maniera. Da quando Itachi aveva lasciato la Foglia, Raira non era più la ragazzina sorridente che tutti conoscevano. Strinse i pugni. Non voleva, ma provava invidia verso l'Uchiha, che aveva avuto da sempre la fortuna di averla accanto, potendola abbracciare e coccolare, finendo col farci l'amore tutte le volte che voleva. La gelosia si trasformava in odio, pensando a come la stesse trattando, rischiando di lasciarla sola. Non riusciva a capacitarsi dell'amore che provavano a vicenda.
Tsunade, guardò pensierosa l'Hatake, leggendo tutti i sentimenti nel suo unico occhio visibile. Portò lo sguardo poi su Raira e si vide l'ultima cosa che avrebbe mai potuto immaginare.


Sakura si passò una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore. Non era neanche mezzogiorno, eppure lei stava impiegando il proprio chakra su Sasuke da ben due ore. Il ragazzo, la continuava a guardare, come se esaminasse ogni suo singolo respiro.
<< Sei sicura di farcela? Hai già lavorato tutto ieri, mi sembri stanca >> le disse.
La rosa era consapevole dell'enorme sforzo che stava facendo, però non poteva rinunciare. Doveva riuscire a curarlo nel tempo promesso, qualsiasi fosse la condizione.
<< No, sto benissimo, posso continuare senza problema. >>
L'Uchiha preferì non aggiungere altro, senza capire cosa la spingesse a impegnarsi così tanto. Non aveva mai visto quella determinazione.


Strinse la propria mano intorno a quella che era intrecciata alla sua, sentiva un immenso calore. Aprì leggermente gli occhi, faticando. Era stordito, non riusciva a capire bene cosa gli stesse succedendo intorno. Riconobbe la figura che, vicino a lui, lo guardava meravigliata.
<< R-Raira >> provò a dire, sentendosi la gola andare in fiamme. Provò ad alzarsi a sedere, nonostante le fitte dolorose.
La ragazze gli buttò le mani al collo e senza dire nulla, lasciò che delle grosse lacrime gli scivolassero sulle guance.
Senza ricambiare l'abbraccio, Itachi le guardò la schiena, i lunghi capelli castani perfettamente lisci che le ricadevano sulle spalle. Il bianco che li circondava pungeva, ma il calore che proveniva dalla vicinanza di quel corpo perfettamente conosciuto, lo faceva sentire bene. Avrebbe voluto allungare le braccia per cingerla, ma c'era qualcosa di sconosciuto che lo bloccava.
Nia si commosse, ma, rispettando l'amica, fece segno a Tsunade e a Kakashi di lasciarli soli. L'Hatake, prima di uscire, volse lo sguardo verso i due innamorati e un pezzo del suo cuore si ruppe, nuovamente.
Raira si staccò, cercando di fermare i singhiozzi. Con sorpresa, sentì la mano di Itachi asciugarle le lacrime.
<< Itachi… come stai? >>
<< Mi sento stanco, ma sono felice >>
La castana sorrise e si allungò a baciare sulla guancia il suo fidanzato, che le prese il mento per far combaciare le loro labbra.
La ragazza sentì il cuore tremare, gli era mancato tantissimo.
Itachi soffocò un gemito di dolore, che però non fuggì alle orecchie di Raira.
<< È meglio che stai fermo e che ti riposi, >> gli disse << ma se vuoi ti racconto quello che è successo nel periodo in cui non eri convalescente. >>
L'Uchiha annuì, così lei cominciò, nascondendo però la parte dei sentimenti di Kakashi.


<< Ehilà! >> disse Kakashi entrando << Ah, ciao Sakura, non pensavo fossi ancora qui. >>
La rosa si girò: << Sensei! >>
Il corvino si limitò ad allungare il collo, per vederlo.
<< Vedo che ti sei messa d'impegno >> il Ninja Copiatore sorrise << così, Sasuke, presto potrà alzarsi >>
L'allieva annuì, arrossendo sulle guance. Era consapevole di passar la maggior parte del tempo da l'Uchiha, ma quando erano gli altri a farlo notare, era imbarazzata.
Il ragazzo, invece, sembrava non farli né caldo né freddo, rimanendo impassibile come sempre.
<< Sasuke, sono venuto per riferirti una cosa >> gli comunicò Kakashi << Itachi si è svegliato. >>
A quelle parole il corvino spalancò gli occhi, incredulo. Non poteva crederci. Strinse le coperte preso dalla rabbia di non potersi alzare per andarlo a vedere.
Quella reazione fu notata da Sakura, che non perse tempo: << È meglio ricominciare con la terapia, se sei d'accordo. >>
Sasuke la guardò, sorpreso dalla determinazione della sua ex compagna di squadra.
Kakashi, sorrise nuovamente nel vedere quella scena e decise di andarsene.


Raira baciò sulla fronte Itachi, che si era appisolato, e lasciò la stanza, imbattendosi in Kakashi.
I due si scrutarono a lungo, prima che l'uomo le chiedesse di accompagnarlo sul tetto.
L'aria era stranamente calma, il vento soffiava leggero, senza scuotere i numerosi panni messi ad asciugare.
<< Dimmi, perché mi hai portata qui? >>
Kakashi abbozzò un sorriso, se l'aspettava una domanda del genere da lei: << Ci deve essere per forza un motivo? >>
La castana si voltò a guardarlo, seria. Non si sarebbe fatta ingannare, voleva qualcosa da lei.
<< Non è nulla d'importante, pensavo ti facesse piacere stare un po' qui, in compagnia. >> gli rispose poi.
Raira piegò la bocca in una smorfia: << Sto benissimo anche da sola. >>
<< A nessuno piace stare da solo >> la incalzò lui, fissandola intensamente con l'unico occhio visibile.
<< A me non piace stare con te. >> disse disprezzante, guardandolo.
<< Vedo che non ti manca la voglia di trattarmi male nuovamente. Dimmi, è successo qualcosa, Raira? >>
La ragazza spalancò gli occhi. Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome… L'aveva portata lì per parlare della sua conversazione con Tsunade.
Kakashi le diede la conferma alla sua idea: << Pensavo disprezzassi chi origliava. >>
<< Io non ho origliato. >> Raira strinse i pugni << Mi sono trovata lì per caso. >>
<< Ah, davvero? >> chiese lui, ironico.
<< Ho promesso a Nia che sarei andata con lei a fare compere, non posso mancare. >> mentì, per poi provare a liquidarsi.
<< A quanto pare, quella di scappare, è un'abitudine per te. >>
Il tono tagliente di Kakashi la colpì profondamente.
<< Va al diavolo >> ringhiò a denti stretti.




Il sole era già calato, eppure Sakura continuava a curarlo, interrompendosi con piccole pause di pochi minuti.
Le braccia di Sasuke erano migliorate, ma mancava ancora molto prima di poterlo definirle guarite. Avrebbe dovuto lavorare tutta la notte.
Si imboccò le maniche e concentrò ancora una volta il chakra sulle mani, per poi appoggiare sulle bende del ragazzo.
Lavorò nuovamente delle ore, finché non mancarono un centinaio di minuti alla mezzanotte.
<< Sakura, sarebbe meglio che tu smettessi… >> provò a dirle.
<< Sta zitto, so benissimo quel che faccio. >>
Sasuke guardò la ragazza, gli occhi color acqua marina risplendevano in determinazione, mentre la sua bocca era tirata dallo sforzo.
<< Non c'è bisogno che tu mi guarisca in questi due giorni, è inutile che tu oltrepassi il tuo limite. >> provò a convincerla. Non ce l'avrebbe mai fatta, era inutile impegnarsi così tanto, avrebbe finito per consumare tutte le sue energie inutilmente.
<< Ti ho detto di stare zitto >> gli disse dura lei << se vuoi dormire, fallo, ma lasciami lavorare. >>
L'Uchiha la guardò dubbioso, prima di chiudere gli occhi per sprofondare nel sonno.

Aprì gli occhi quando i primi raggi di sole s'infiltrarono nella stanza. Si girò verso la sedia dove stava Sakura la sera prima e la trovò vuota.
"Si è arresa alla fine" pensò.
Una voce però, lo fece alzare a sedere, sorpreso.
<< Già sveglio, Sasuke? >>
La rosa lo guardava da un angolo della camera, ansimando.
<< Non mi dire che sei stata tutta la notte sveglia per curarmi? >>
<< Invece è proprio così. >>
<< Sei pazza >> le disse. Non si aspettava che potesse farcela, ma era stranamente compiaciuto.
Lei ignorò quelle parole e si avvicinò: << Finalmente possiamo dire che sei guarito. >>
<< Vuoi dire che… >>
<< Sì, puoi alzarti e fare tutto quello che facevi prima che Danzo ti rompesse le braccia. >>
Sasuke provò a piegare gli arti superiori, per poter constatare le parole della rosa. Si meravigliò quando le sentì rispondere senza la minima esitazione o fatica.
Guardò nuovamente la sua ex compagna, che ricambiava, sorridendo.
<< Grazie. >>

Dopo esser stati da Tsunade, come da lei consigliato, si diresse subito nel suo vecchio appartamento seguito da Sakura. Da Itachi sarebbe andato dopo.
Aprì la porta e trovò tutto come lo aveva lasciato. Mosse qualche passo, quando si accorse dall'innumerevole polvere che copriva ogni centimetro di quella stanza.
<< Diciamo che è parecchio sporco… Ma se vuoi ti do una mano a pulire >> le sorrise la rosa.
Sasuke era un po' titubante. Aveva lavorato tutta la notte, eppure voleva aiutarlo ancora. Effettivamente, però, non sarebbe stato in grado di far tornare la casa come una volta da solo.
Si attrezzarono per procedere, contemporaneamente spolveravano e pulivano. Mentre Sasuke era impegnato nel cambiare le coperte al letto, Sakura si avvicinò a una cornice abbassata, l'alzò per scoprire con stupore che la foto raffigurava il team 7. Probabilmente l'Uchiha, prima di lasciare il Villaggio, non voleva più vederla né portarla con sé, perché i ricordi e le emozioni nel guardare quell'immagine erano troppi.
<< Sasuke, è meglio che io vada a casa, adesso. >>
<< Certo >> le rispose, seguendola con la coda dell'occhio uscire. Il rumore della porta che si chiudeva fu scambiato con quello di un tonfo.
<< Sakura! >> urlò il corvino, correndo da lei.
La ragazza era distesa sull'uscio, con una braccio sotto la testa mentre gli occhi erano chiusi. Si piegò, notando che stava solo dormendo.
"Ha usato tutte le sue forze per guarirmi…" passò la mano nei capelli rosa di lei.
Solo in quel momento capì. Sakura si era impegnata a fondo per dimostrarli di non essere più la ragazzina inutile di un tempo. Sorrise, compiaciuto dal pensiero.
La prese in braccio e la adagiò sul letto, la coprì infine con le coperte che aveva appena finito di cambiare.
Le baciò la fronte, per poi uscire dall'appartamento.
Mentre camminava, diretto all'ospedale, si ricordò di quella sera, quando decise di lasciare Konoha.

<< No aspetta, forse non te l'ho mai detto chiaramente, ma io ti amo! Se accetterai di restare vicino a me, sono sicura che non lo rimpiangerai, rallegrerò le tue giornate e alla fine troverai la felicità. Io farei qualsiasi cosa per farti stare bene, per questo, Sasuke, ti scongiuro, non andartene via da qui! Se vuoi ti aiuterò anche a vendicarti. Ti darei una mano anche in quello, sono pronta a giurartelo. Ti prego resta qui, non mi lasciare sola. Oppure, se preferisci, portami via con te. >>
Era troppo. Già era difficile lasciare il Villaggio, il luogo dove era cresciuto e le persone che gli avevano fatto credere di poter ricominciare tutto da capo, senza odio. Ma lui non poteva permettersi di abbandonare il suo progetto di vendetta. Doveva uccidere Itachi a qualsiasi costo, non sarebbe mai potuto sentirsi libero sennò. Si girò e parlò lentamente, per essere tagliente e ferirla profondamente.
<< Avevo ragione quella volta: tu sei noiosa. >>
Vide gli occhi di Sakura sgranarsi, sorpresi e bagnati dalle troppe lacrime.
Doveva muoversi, abbandonare Konoha.
<< No, non andartene. >> la ragazza lo rincorse << Se fai un altro passo giuro che mi metto a urlare. >>
Non aveva altra scelta. Si mosse velocemente per ritrovarsi dietro lei.
<< Sakura… >>
Doveva farlo.
<< Ti ringrazio tanto. >>
Non sapeva neanche lui quale potesse essere il significato di quelle parole, ma erano le prime che gli erano venute.
La colpì per farle perdere i sensi e raccoglierla da terra per poggiarla nella panchina lì vicina.
Si accorse solo in quel momento che era lo stesso posto di quando si trovarono da soli per la prima volta, e lui le diede della noiosa.
"Sakura…" resto a fissarla, priva di conoscenza, con lo sguardo addolorato. Si morse le labbra, cercando di impedire alle lacrime di cadere.
"Grazie per tutto quello che sei disposta a darmi, ma io non sono pronto."



Spazio autrice:
Fiuuu, finalmente l'ho finito!
Ho deciso di mettere insieme il risveglio di Itachi e la guarigione di Sasuke, parlando delle rispettive fiamme.
Raira ancora una volta ha 'parlato' con Kakashi, ma il loro rapporto non sembra voler migliorare, inoltre la ragazza adesso passera tutto il tempo con Itachi, aspettando che guarisca.
Ho voluto parlare molto anche di Sasuke e Sakura, penso siano la mia coppia preferita, in quanto io ho avuto una storia del gente (ahimè). Ho inserito il flashback di quella fatidica notte (ep.109, per chi fosse interessato), esponendo però i pensieri di Sasuke, cercando di spiegare quel suo 'grazie'.
Ora vi faccio una domanda. Come Sasuke è tornato nel suo vecchio appartamento, pure Raira dovrà andare a dormire da qualche parte. Secondo voi, dove?
Al prossimo capitolo, bacioni.

Ovviamente ringrazio chi lascia una recensione o chiunque mi supporti nel continuo di questa fanfiction.

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Capitolo 12
*** Cuori a tavola ***


Cap.12

Sai indugiò, prima di entrare dal fioraio. Non era passato molto da quando Ino gli aveva urlato contro, ma lui non ce la faceva più a non vederla.
Entrò con gli occhi chiusi, cercando di richiamare tutta la sua forza.
<< Ino io… >>
<< Ino non c'è, mi spiace >> una voce femminile, ma molto più matura gli fece aprire gli occhi.
Una donna che assomigliava spaventosamente alla Yamanaka lo guardava divertita.
Probabilmente era la madre.
Sai arrossì, rendendosi conto della grande figura che aveva fatto.
<< Dovevi dirle qualcosa? >> le chiese la signora.
<< Ehm.. nono, sono qui per prendere dei fiori. >>
<< Ah, vabbene. Quali vuoi? >>



Sakura aprì lentamente gli occhi e osservò il soffitto. Non era quello di camera sua.
Sbattè le palpebre, prima di ricordarsi.
"Ho accompagnato Sasuke in casa sua e poi… poi devo essermi addormentata. Oh no!"
Si alzò velocemente dal letto, rossa in viso.
Il corvino si trovava in terrazza e la stava fissando, un po' sorpreso e un po' divertito.
<< Ti sei svegliata alla fine, dormigliona. >>
<< Che ore sono?! >> chiese allarmata. Chissà quanto aveva dormito…
<< Sono le sette di sera. >>
"Cavoli" disse Sakura tra sé "Ho dormito davvero tanto, tra un po' è anche ora di cena. Se Sasuke mi invitasse a mangiare con lui… che stupida che sei, non lo farebbe mai!"
<< Non ti preoccupare per la cena, mangeremo insieme. >>
La rosa non poteva credere alle sue orecchie. Il suo sbigottimento era così evidente, che Sasuke rise.
<< Naruto ci ha invitato a casa sua, ci saranno anche Hinata, Raira, Kakashi e Iruka. >> spiegò.
Sakura tirò un sospiro di sollievo, anche se era un po' delusa. Stare con l'Uchiha la metteva in imbarazzo, ma doveva ammettere che le piaceva.
<< Sai se Naruto e Hinata stanno insieme? >> interruppe il flusso dei suoi pensieri il corvino.
Sorpresa da quella domanda, sussultò: << No, cioè… non dovrebbero. Perché? >>
<< Non lo so, mi sembra molto preso da lei, rispetto a prima. È come se fossero cambiate molte cose durante la mia assenza. >>
<< In effetti, sei stato via per tanto, Sasuke. >>
"E pretendi che tutto sia uguale a come l'avevi lasciato?" pensò con rabbia la ragazza. Non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo a voce.
<< Sei stato a visitare Itachi? >> gli chiese poi, cambiando argomento.
Sasuke guardò fuori dalla finestra: << Sì, sta abbastanza bene. Ha smesso di sputare sangue, ma dovrà stare a riposo ancora per molto, sotto cure. >>
La rosa annuì. Tsunade le aveva detto che la malattia di Itachi fosse causata da un eccessivo stress e uso di una tecnica legata allo Sharingan Ipnotico, di cui non si ricordava già più il nome.



Quando oltrepassò la porta, Raira, si sentì presa in giro. Come poteva essere capitata lì? Era vero, non aveva un posto dove stare, ma ovunque sarebbe stato meglio che .
<< Non ti lamentare, sono gli ordini dell'Hokage. >>
A quella parole, la ragazza sbuffò.

Tsunade entrò nella sala dove era ricoverato Itachi, per visitarlo nuovamente. Con sua sorpresa, però, ci trovò Raira, che dormiva scomposta sulla sedia, tenendo per mano l'Uchiha.
Si avvicinò con cautela e la scosse per una spalla. La ragazza si svegliò all'instante.
<< Non pensavo dormissi qui. >> le disse il Quinto Hokage.
<< Sì, ma vede… >> provò a giustificarsi lei.
<< Non hai un posto dove dormire, vero? >> l'anticipò la bionda << Capisco, dopo vieni nel mio ufficio. >>
~
Raira si fece avanti e notò che c'era un altra persona, probabilmente convocato da Tsunade.
<< Eccoti >> le disse la donna appena la vide << stavamo giusto parlando per trovarti una sistemazione. >>
"Non dirmi che… no, non è possibile." Raira spostò lo sguardo sull'uomo, che nonostante i suoi trent'anni, ne dimostrava venti.
<< Ho pensato che il posto più comodo sia andare proprio da lui. >>
<< No, aspetti, non c'è un'altra sistemazione che si può trovare? >> provò a dire << Potrei andare da Nia… >>
<< Questi sono i miei ordini >> l'interruppe l'Hokage << e non si discutono. Hai forse qualche problema con Kakashi? In questo caso, dovresti risolverlo. >>
Raira si morse il labbro: << No, nessuno. >>


L'Hatake la esaminò. Era evidentemente contraria a quella scelta e non poteva biasimarla. L'idea era stata totalmente di Tsunade, aveva provato anche a controbattere, ma lei l'aveva persuaso con queste parole:
<< Raira è un ottimo ninja, presto le vorrei riaffidare il carico di chunin per passarla direttamente a jonin, ma questo implica che qualcuno che la conosca bene, con maggior esperienza, la guidi. Penso che tu sia la persona più indicata. Sarà meglio che risolviate i vostri problemi, fallo per il Villaggio, per Raira e Itachi. Fallo per te.>>
L'aveva anche avvertito che non avrebbero avuto troppo tempo, che quando Itachi si fosse ripreso l'avrebbe mandati entrambi in un appartamento solo per loro due. Doveva muoversi.
<< Io non c'entro niente con l'idea del Quinto Hokage. >> le disse, cercando il contatto visivo.
L'occhio viola di Raira brillava di cattiveria. Non gli avrebbe mai creduto.
Era così tristemente buffo il fatto che, nonostante gli anni, Kakashi non era riuscito a farsi apprezzare da lei, che quand'era piccola tutti la conoscevano per la sua allegria e il suo essere molto estroversa. Ma ogni volta che provava a parlarle, finiva sempre per peggiorare la situazione.
<< Naruto ci ha invitati a cenare da lui, spero tu venga. >> provò a cambiare argomento.
<< Verrò, per Naruto e gli altri. Non per te. >> lo ghiacciò con lo sguardo.
Kakashi si rassegnò: << Certo. >>



Naruto era davvero soddisfatto, con l'aiuto di Hinata aveva cucinato per tutti. Kakashi e Raira arrivarono presto, seguiti poi da Sasuke e Sakura.
Questa coppia aveva fatto creato scalpore tra i quattro. Che Sakura fosse innamorata dell'Uchiha si sapeva, ma non si poteva dire lo stesso dei sentimenti di quest'ultimo.
Naruto riflettè: quegli ultimi giorni avevano passato davvero tanto tempo assieme.
<< Ehi Sasuke! >> il biondo prese l'amico da una parte << Non pensi di dovermi dire qualcosa? >>
Lui lo guardò senza capire. << A cosa ti riferisci? >>
<< A Sakura, stupido. Ultimamente state sempre insieme e, adesso, vi siete presentati qui come se foste una coppia. >>
L'Uzumaki tentava di stuzzicarlo, facendolo innervosire.
<< Ha passato notti intere a curarmi, poi è venuta a casa mia per darmi una mano a pulire e si è addormentata. Giusto un'ora fa si è svegliata, così siamo venuti insieme. >> rispose Sasuke cercando di sembrare calmo << Non ti mettere strane idee. Pensa alla tua Hinata, piuttosto. >>
<< Scusa, cosa vorresti dire con questo?! >> gli urlò contro il biondino, agitando in aria un pugno.
La bocca dell'Uchiha si piegò in un ghigno.

<< Di cosa staranno parlando di quei due? >> chiese Sakura a Hinata, con sospetto.
<< Non saprei… >> Ma anche a lei aveva dei dubbi.
<< Hei ragazze! >> Raira comparve dietro di loro, appoggiando le braccia sulle spalle delle ragazze << Mi sa proprio che è arrivato il momento bagno >>
Le due la guardarono con un'aria interrogativa, così la castana le trascinò nella stanza indicata da Naruto.
Raira si fermò davanti allo specchio, ed esaminando il riflesso delle ragazze dietro di lei, cominciò a parlare.
<< Bisogna fare un po' di chiacchiere tra donne. >>
Hinata la guardò preoccupata. La conosceva poco, e il suo sguardo le faceva paura. La sentiva completamente diversa: i suoi occhi, benché tenessero la stessa bellezza con quelli della corvina, trasmettevano un sicurezza disarmante.
Raira si girò ridendo, accorgendosi delle facce perplesse di Sakura e Hinata.
<< Non pensate che io sia vecchia per certe cose. Non abbiamo poi tutti questi anni di differenza. >> fece l'occhiolino.
Sakura deglutì, non capendo dove volesse andare a parare: << Cosa vuoi dire? >>
<< Suvvia, ci siamo accorti tutti che c'è qualcosa tra te >> indicò la rosa << e Sasuke, come c'è qualcosa tra la nostra cara Hinata e Naruto. >>
Le ragazze arrossirò violentemente.
<< N-non è come pensi… >> cominciò Hinata.
<< E allora, com'è? >> disse la castana incitandola a continuare.


Nel frattempo, era arrivato Iruka. Si era messo a chiacchiera con Kakashi, Naruto e Sasuke, discutendo del più e del meno, quando le ragazze uscirono dal bagno. Gli occhi di Umino si fermarono su quella dall'aspetto più maturo. Non gli sembrava possibile. Aveva saputo del suo ritorno al Villaggio, ma non aveva ancora avuto l'occasione di incontrarla.
<< Raira! >> urlò.
La castana, appena lo vide, sorrise e gli corse incontro, abbracciandolo.
<< Da quanto tempo, Iruka! >>
Restarono tutti a bocca aperta nel vedere quella scena, tranne Kakashi, che sapeva già che i due si conoscevano.
Naruto provò a formulare una domanda, ma quello che uscì erano solo sillabe insensate.
<< Voi due vi conoscete? >> disse Sakura per lui.
Sciolto l'abbraccio, Iruka si grattò la testa, evidentemente imbarazzato.
<< Eh già. >>
Senza dare il tempo a nessuno di proseguire sull'argomento, Kakashi sbottò: << Non sarebbe l'ora di mangiare? >>
L'Uzumaki si sbrigò a portare le varie pietanze agli invitati, con l'immancabile aiuto di Hinata.
La serata procedette tranquilla, l'astio tra Kakashi e Raira non venne fuori, anche perché quest'ultima, a quanto pareva, aveva molto di cui parlare con Iruka.
Quando arrivò l'ora di andare via, uscirono tutti insieme, lasciando Naruto in compagnia del suo maestro dell'accademia.
<< Grazie per la bellissima serata, Naruto. >> disse raggiungendolo sul tetto.
<< Di nulla maestro Iruka! Senta, mi stavo chiedendo una cosa… >>
Il castano lo guardò con aria interrogativa, così Naruto continuò:
<< Come fa a conoscere Raira? Non è che c'è del tenero fra voi? >>
<< Naruto! Ma cosa ti viene in mente? >> rispose l'altro rosso dall'imbarazzo << È solo una vecchia amica che non vedevo da tanto tempo. >>
<< Sicuro? >> replicò con dubbio.
<< Certo. Raira è legata a Itachi, ricordatelo. E riguardo a come l'ho conosciuta… beh è una storia lunga. Essenzialmente, abbiamo partecipato allo stesso esame di selezione dei chunin, in squadre diverse. >>
<< Davvero? In effetti, non mi ha mai raccontato nulla di quando è diventato un ninja. Mi racconti! >>
Gli occhi azzurri gli brillavano, e Iruka non se la sentì di deluderlo.
<< Vabbene, vediamo un po' da dove potrei cominciare… >>




Spazio autrice:
Ecco anche quest'altro capitolo. Mi scuso perché so già che fa schifo, ma dovevo assolutamente inserire Iruka, in quando sarà importante nel continuo della storia.
Vi avverto già che il prossimo capitolo (che non dovrebbe tardare ad essere pubblicato) sarà interamente raccontato da Iruka, per questo sarà in prima persona. Tratterà della vita di Raira, vista dal suo punto di vista, poiché i due erano grandi amici.
Per il proseguimento SasuSaku, InoSai, NaruHina dovrete aspettare il capitolo ancora dopo.
Grazie per chi continua a seguire e a recensire la storia, bacioni.

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Capitolo 13
*** Il passato di Raira ***


Già al capitolo 13, aiuto.

Non mi ricordo bene il periodo della mia infanzia, giusto qualche episodio felice in compagnia dei miei genitori, e l'attacco della Volpe a Nove Code.
Fu un completo shock per me. Credevo nelle capacità ninja di mio padre e di mia madre, ma quando mi lasciarono per andare a difendere il Villaggio, ebbi paura di non vederli mai più. Così è stato.
Ero in una parte nascosta dentro i volti di pietra, dove tenevano i bambini per assicurarsi che fossero al sicuro, quando mi diedero la notizia della loro morte. Mi ricordo ancora, come se fosse ieri, quello che provai. Inizialmente non ci credevo, non mi sembrava possibile, poi realizzai. A volte sento ancora quelle lacrime bagnarmi il volto e interrompere il mio respiro. Mi sentii estraneo a tutto il resto dei bambini che mi circondavano, volevo andarmene fuori, raggiungere i miei, morire. Perché è tutto quello che puoi desiderare, quando perdi l'unica fonte di felicità che hai.
Una bambina, più piccola di me, mi si avvicinò, abbracciandomi in mezzo a tutti. Mi rivedo ancora i suoi occhioni neri, due pozzi profondi che nascondevano un sacco di segreti. Il suo viso, infantile e sereno, mi accompagnò per il resto dell'attacco. Senza dire una parola, era riuscita a calmare la mia rabbia. Con il suo calore, mi fece prendere il coraggio di andare avanti e combattere, anche per i miei genitori.
Eppure, all'Accademia non avevo buoni voti e nessuno mi considerava. Fui l'unico bocciato, quell'anno. Non avevo più interesse negli studi, così concentrai tutto sulle bravate, per diventare il pagliaccio della classe ed avere finalmente attenzioni.
In un pomeriggio, che poteva sembrare uno dei tanti, incrociai nuovamente quelle pozze nere. Nonostante non avesse più cinque anni, il suo sorriso era quello di sempre: semplice, sincero e profondo. Scoprii che era prossima all'esame, benché fosse molto più piccola del resto dei ragazzi che dovevano parteciparvi, così decisi di mettermi d'impegno per poterlo passare e chissà, magari finire in squadra insieme a lei. Pultroppo, anche se passammo l'esame, non successe. Il Terzo Hokage disse che preferiva mettere nella stessa squadra i due 'prodigi', per assicurarsi che non si sentissero diversi, per cui Raira finì con Itachi. Il terzo componente del team 3, era un ragazzo della mia età, il suo nome mi sembra che fosse Oiru. Quest'ultimo cominciò a considerarsi il fratello maggiore di Raira, volendola proteggere a tutti i costi. Non si era reso conto della sua forza.
Cominciai ad osservarla da lontano, c'era qualcosa in lei che mi affascinava. Non so di preciso se fossero i suoi occhi color pece, la coda di cavallo che sventolava nell'aria o la sua espressione perennemente felice.
Non ebbi modo di parlarle, finché, un pomeriggio, assistetti a una scena: Raira era al centro di un gruppo di ragazzi, a parlare era Meinu Fushidara, considerata la ragazza più bella della nostra età.
<< Come hai detto di chiamarti, Raika? Mh, poco importa. Fatto sta che devi smetterla di crederti chissà chi, solo perché ti hanno passato all'esame prematuramente. Devi smettere anche di andare dietro a Itachi, è troppo bello per una nullità come te. Ricordati che, qualsiasi cosa succeda, resti una bambina. >>
Era la prima volta che vidi lo sguardo di Raira divenire duro e il suo sorriso pacifico trasformarsi in un ghigno. Scoprii una parte di lei, che avevo totalmente ignorato: rispondeva sempre alle provocazioni, colpendo con la stessa arma.
<< Itachi non ti degna neanche di uno sguardo, dunque, se io sono una nullità, tu sei ancora peggio. E proprio il fatto che sono più piccola di voi, dimostra che sono nettamente migliore. >>
Meinu si arrabbiò tantissimo, facendo un cenno ai suoi leccapiedi, per poi andarsene, mentre quelli cominciarono a colpire Raira ripetitivamente. All'inzio era riuscita a difendersi, ma erano troppi e così si ritrovò a terra, ferita da una serie di calci e pugni.
Sentivo che dovevo agire, difenderla. Ma il mio corpo non si muoveva, pietrificato dalla paura. I tipi che se la stavano prendendo con lei, erano decisamente di stazza più grossa, rispetto alla mia e se la sarebbero presa anche con me. Per fortuna, Oiru arrivò a salvarla. Sistemati quei ragazzi, se ne andò, dopo aver ricevuto un rifiuto da parte di lei, quando le chiese se voleva essere accompagnata a casa.
<< Adesso puoi venire fuori. >> le parola di Raira mi spiazzarono. Sapeva fin dall'inizio che ero lì, mi sentii un verme per non averla aiutata. Uscì allo scoperto, con la testa china, aspettandomi un commento spregevole, che, però, non arrivò. Raira mi guardava sorridendo, come se non fosse successo nulla.
<< Se vuoi ti accompagno a casa. >> mi propose.
Ancora oggi, non riesco a spiegarmi come potesse essere tanto calma e buona, cominciai a sospettare che avesse una doppia personalità. Mi chiesi anche se si ricordava di me, se sapeva che ero io il ragazzo che confortò durante l'attacco da parte della Volpe a Nove Code.
<< È tardi, meglio se torni direttamente a casa, i tuoi staranno in pensiero. >> le dissi.
<< Non c'è nessuno che mi aspetta. >>
La sua risposta mi fece capire che anche lei era orfana come me. Scoprii che del famoso clan Ku, di cui otto anni prima non era rimasto più nessuno per cause sconosciute, sopravvisse solo una bambina, che al tempo aveva solo qualche mese. Fu trovata da una squadra ANBU, tra una moltitudine di corpi senza vita. Non si seppe mai l'identità dei suoi genitori, tanto meno lei la volle sapere. Questa bambina era Raira.
<< Ci sono segreti che è meglio che restino tali. >>
Queste furono le sue parole, me le porto ancora dietro.
Il suo essere estroversa, mi premise di diventare velocemente suo amico in poco tempo.
Poi, ci fu l'esame dei chunin. Al primo test, mi trovai seduto accanto a Raira, così trovai la forza di non cedere alla decima domanda trabocchetto.
Durante la seconda prova, mi trovai più volte ad assistere il team 3 battersi contro avversari degni, ma con un grande lavoro di squadra, uscirne sempre vincitori. Per la Foresta della Morte, si sparse la voce che la loro squadra fosse imbattibile, Raira e Itachi erano temuti da molti. Infatti furono una delle prime squadre a raggiungere la Torre. Pure il mio gruppo superò quella prova, ma mi ritrovai battuto nella parte successiva: poiché eravamo troppi, decisero di improvvisare degli scontri fra noi. Quando sul tabellone comparvero i nomi di Raira e Meinu, non riuscivo a crederci. Le due, invece, sembravano sicure di loro. La prima sorrideva beffarda alle pronazioni dell'altra, che diceva che l'avrebbe battuta e finalmente avrebbe avuto l'attenzione di Itachi. Durante il combattimento, spostavo lo sguardo dalle ragazze, all'Uchiha, che, a sua volta, le guardava distrattamente. All'inzio l'aria era tesa, sembravano allo stesso livello, ma quando Raira fece notare a tutti di star solo giocando, per poi sfoderare una nuova tecnica, lasciò tutti a bocca aperta, tranne, appunto, Itachi. Pure Oiru era sbalordito. Cominciai a sospettare che Itachi e Raira passassero molto tempo ad allenarsi, loro due da soli, e ne ebbi la conferma dal loro maestro.
Io dovetti combattere contro un ragazzo del Villaggio dell'Erba, aveva gli occhi rosso sangue ed era spietato, di nome Sueki. Mi sconfisse entro poco. Mi sentii umiliato e inferiore rispetto a tutti. In infermeria, mi venne a trovare Raira, che mi parlò nuovamente incitandomi a migliorare. Mi buttai a capofitto negli allenamenti, volevo dimostrare a tutti che sarei riuscito a diventare chunin. In quel periodo, conobbi Kakashi, che faceva parte degli ANBU. Ero andato a supportare Raira durante la terza prova e lo vidi, accanto a Danzo, che all'epoca aveva la stessa importanza del Terzo Hokage, che osservava attentamente lo scontro di Raira. In semifinale, il suo avversario era proprio Sueki. Ebbi paura per Raira, che dopo un po' cominciò a trovarsi in difficoltà, data la forza e la crudeltà del ragazzo con gli occhi rossi. Fu la prima volta che la vidi gravemente ferita, con il proprio sangue addosso.
<< Ti conviene arrenderti, che ci tieni veramente alla vita. >> era questa la frase che gli ripeteva sempre Sueki, prima di ferirla.
Quando sembrava davvero finita, Raira si rialzò, si pulì il sangue dalla bocca guardandolo profondamente, per poi eseguire una tecnica che lasciò ancora una volta tutti senza parola.
<< Tecnica del richiamo! >>
Una pantera nera, con gli occhi color ametista, comparve dal sigillo che aveva impresso nel terreno. Quell'animale le l'aveva regalato Itachi anni prima, quand'era solo un cucciolo, lei l'aveva cresciuto e allenato fino a poter aver accesso a quella tecnica e sfruttarla in combattimento. Era impressionante come fossero completamene in simbiosi. Non ricordo bene come andò, fatto sta che quel ragazzo riuscì a ferire anche la pantera, mandando su tutte le furie Raira.
<< Non dovevi farlo. >>
Lui ripeté la solita frase << Arrenditi, se vuoi rimanere viva. >>
Raira scoppiò in una risata che metteva paura, per sfoderare, poi, un ghigno.
<< Forse tu non hai capito. Io vincerò, arriverò in finale e mi batterò contro Itachi, costi quel che costi. >>
Spiazzò tutti, con quelle parole. Aveva una determinazione inaudita e dimostrò a tutti di non parlare a vanvera. Utilizzò un'ultima tecnica, che richiamava il chakra del Vento, vorticò nell'aria creando un turbine, che mandò quel ragazzo contro una parete, riempito di tagli.
Appena il giudice la dichiarò vincitrice, Raira cadde a terra, stremata, aveva usato tutte le forze che le erano rimaste in quell'ultima mossa.
<< Mi spiace, Itachi, ma non posso battermi contro di te. >> sussurrò, prima di perdere i sensi. Aveva combattuto fino alla fine perché aveva promesso all'Uchiha che l'avrebbe affrontato in finale. Aveva messo tutte le sue forze, per poterla mantenere, ma alla fine non lo ci riuscì.
Io, che osservavo dagli spalti, mi spaventai moltissimo nel vederla perdere i sensi.
<< Tranquillo, è in gamba, se la caverà senza problemi. >> mi rassicurò l'Uchiha, dopo che lo nominarono vincitore, in quanto Raira non potesse più combattere.
Dopo una settimana che si era rimessa, mi diede la notizia che l'avevano passata a chunin, e benché ne fosse felice, non si capacitava di come fosse possibile che non fosse la stessa cosa per Itachi, che invece era stato chiamato da Danzo per unirsi all'ANBU.
Il team 3 si ritrovò con tre componenti, che divennero due in seguito alla morte del loro maestro per malattia.
Nonostante la triste perdita, Raira e Oiru si impegnarono molto nel loro lavoro di coppia.
Poi, successe il dramma. In una missione di livello B, furono attaccati da alcuni ninja traditori decisamente forti, che riuscirono a ferire gravemente Raira, e Oiru, per proteggerla, si mise in mezzo al colpo mortale che stava per ricevere, perdendo la vita. Fortunatamente, Itachi aveva appena concluso una missione poco più in là e, udito l'urlo dell'ex compagna, andò in soccorso, seguito da Kakashi, che era in squadra con lui. Quando arrivarono per Oiru non c'era più nulla da fare, mentre Raira era riuscita a stordire gli avversari, come ancora non si sa.
Durante una prima settimana di shock, Raira si riprese e cercò di riprendere la sua vita. Il legame che la univa a Itachi si fece molto evidente, e benché fosse chiaro che non fosse semplice amicizia, i due sembravano non accorgersene. Sembrava tutto pronto per andare al meglio, ma sarebbe stato troppo bello.
Della sera in cui Itachi se ne andò, non si sa molto. Solo che la mattina dopo ritrovarono Raira addormentata su una panchina vicino all'uscita del Villaggio. Quando si svegliò, ci fu uno sconvolgimento generale. I suoi occhi non erano più neri, o meglio, solo uno lo era, infatti l'altro era viola. Inoltre, si diceva in giro che fosse complice di Itachi nello sterminio. Tutti si allontanarono da lei, e devo ammettere che anch'io presi un po' le distanze, soprattutto dopo aver visto che la ragazzina sorridente che conoscevo, era stata sostituita con una bambola di porcellana, triste e grigia. Nel frattempo, anche lei non cercava di riallacciare i legami, trattando male chiunque le si avvicinasse.
Notai anche che Kakashi la osservava sempre da lontano, senza mai avere il coraggio di avvicinarsi. Nessuno mai lo fece.
Non ricordo neanche l'ultima volta che la vidi, tanto meno l'ultima in cui parlammo. Fatto sta che un giorno mi diedero la notizia che se n'era andata senza dire la sua destinazione. Aveva quattordici anni all'epoca.
Questa sera è stata la prima volta che l'ho rivista da allora e ne ha ventuno. È cresciuta, i tratti da bambina sono stati sostituiti da quelli eleganti e rigidi di una ragazza della sua età, il suo corpo ha assunto curve che nessuno avrebbe mai detto. È partita che era appena adolescente ed è tornata che è pronta a diventare una donna. Solo la profondità dei suoi occhi è rimasta invariata, come l'affetto che provo per lei.
 
Spazio autrice:
Non c'è molto da dire, spero solo che il capitolo vi sia piaciuto.
Inserisco foto che raffigurano Raira:

A cinque anni








All'Accademia








Genin/Chunin














Dopo che Itachi lascia il Villaggio

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Capitolo 14
*** Nel cuore della notte ***


Cap.14

Dopo aver lasciato la casa di Naruto, percorsero un pezzo di strada tutti insieme, con il sorriso stampato in faccia, soddisfatti della bella serata.
Il primo a separarsi fu Sasuke, poiché, mentre gli altri sarebbero dovuti continuare a dritto, lui doveva girare a sinistra.
<< Allora… a domani >> si sentiva un po' impacciato, non gli era mai successo, ma non sapeva davvero cosa fare.
Raira e Kakashi ricambiarono il saluto con una mano, mentre Hinata sorrise debolmente. Sakura, invece, si girò perplessa per il tono usato.
Sentiva i suoi occhi neri su di lei, occhi che al primo impatto sembrano vuoti e inespressivi, ma dopo averli osservati attentamente comprendi i mille segreti celati. L'Uchiha lo faceva apposta a nasconderli, probabilmente li considerava una debolezza. In quel momento, però, Sakura percepì qualcosa.
"Non sognare cose impossibili… sarà la tua impressione" si disse distogliendo lo sguardo. Continuò a camminare seguita dal resto, immersa nel silenzio della notte. Guardava la propria ombra proiettata dalla luna, cercando di togliersi Sasuke dalla testa. In fondo aveva passato una bella serata, scherzando con Kakashi e Naruto, tirando fuori ricordi con Hinata e Iruka, conoscendo ancora di più Raira. Non poteva permettersi di stare male per lui, non poteva.
Ma, nonostante gli sforzi, non ci riusciva. Forse, non voleva neanche farlo.
In fondo, l'aveva lasciata dormire a casa sua. Poteva sembrare una cosa scontata, ma c'era da ricordare il carattere schivo di Sasuke, che riservava anche a lei. A volte però, si era mostrato quasi gentile.
<< Per me avrebbe voluto che l'accompagnassi >> la voce del proprio maestro interruppe il flusso dei suoi pensieri.
<< C-cosa? >> chiese imbarazzata. Aveva capito benissimo a cosa (e a chi) si riferiva Kakashi.
<< Sasuke, dico. Ti guardava con uno sguardo strano. >>
Perfetto, dunque non era solo la sua impressione. Aveva imparato, però, che la grandezza della propria speranza era uguale a quella della delusione che sarebbe giunta.
<< Non mi sembra proprio, si sarà sbagliato, Sensei. >> gli disse pacata.
<< A quest'occhio non sfugge mai nulla! >> ribattè lui, indicando la pupilla nera intrappolata in quella piccola fessura.
Raira sbuffò incrociando le braccia al petto, trattandosi con superiorità: << Quando imparerai a farti gli affari tuoi, Kakashi? >>
Hinata e Sakura si girarono verso la castana, sollevando un sopracciglio. Davvero aveva avuto il coraggio di pronunciare quelle parole, dopo aver passato l'intera serata a fare domande sulla vita amorosa delle due ragazze.
"Con quale coraggio…" pensò Sakura incredula.
Kakashi fulminò Raira, senza rispondere. Lei, in tutta risposta, girò la faccia dalla parte opposta.
"Che rapporto strano che hanno… chissà se…" l'Haruno cercò lo sguardo di Hinata, che con quelle perle al posto degli occhi, ricambiò i suoi pensieri, lasciandosi fuggire una risatina.
<< Noi dobbiamo girare qui, >> informò l'Hatake, indicando un vicolo << ci si vede. >>
Dopo essersi assicurata che i due se ne fossero andati, la corvina parlò.
<< Secondo me, ha ragione Kakashi. Su Sasuke, intendo. >>
Sakura cercò di nascondere il proprio imbarazzo: << Allora l'hai notato anche tu… >>
La Hyuga annuì, seria.
<< Secondo me, Sakura, dovresti chiarire tutto con lui. >>
L'amica la guardò, angosciata. "Tutto".

Dopo aver girato, Raira spiazzò l'uomo con una semplice frase: << Dormi te per terra. >>
Era vero, Kakashi non ci aveva pensato, ma non aveva un doppio letto, tanto meno un divano. A disposizione c'era solo il suo futon.
<< Neanche per sogno. >>
<< Io con te non ci dormo. >> ribattè accigliata lei.
<< Perché, pensi che io voglia? Faremo a turni. >>
<< Solo se cambi tutti i giorni le lenzuola. Io non ci sto dove ci sei stato anche tu. >>
Kakashi sentì la vena sulla fronte pulsare. Ma si metteva d'impegno per farlo arrabbiare in quella maniera?
<< Facciamo così, chi arriva prima a casa mia dorme sul futon. >>
<< Mi staresti sfidando? >> ride la castana << Hai perso in partenza. >>
Kakashi piegò un lato della bocca verso l'alto, per poi partire.
<< Ehi, non vale! >> protestò l'altra, rincorrendolo.
Si trovarono a saltare sui vari tetti, andando contro la brezza della notte, illuminati dal pallore della luna.


La stessa luce filtrava dalla finestra dell'ospedale, che dava sulla camera di Itachi.
Il ragazzo si era ritrovato a fissare il soffitto bianco, o meglio, quelle piccole macchioline che lo tingevano. Si era perso nei dettagli di quel muro, mentre vagava con la mente, ripensando alla sua amata.
<< Il Quinto Hokage mi ha trovato una sistemazione momentanea… >> cominciò Raira, tenendo lo sguardo basso. Già da lì aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
<< …Dovrò stare da Kakashi. >>
L'Uchiha portò lentamente la mano a sfiorarle la guancia, facendole sollevare il viso. I suoi occhi brillavano, tristi e stupiti. Guardò profondamente il sinistro, perdendosi nella luminosità profonda di quel viola.
<< Ma sta cercando una casa per entrambi, così potremo starcene tranquilli, dormire nuovamente nello stesso letto e amarci come non mai. >> cercò di rassicurarlo. In realtà, cercava di rassicurare se stessa.
<< Tranquilla. >> il sorriso di Itachi le diede la pace richiesta.

Adesso però, l'Uchiha si ritrovava con gli occhi troppo aperti e attenti per potersi concedere al sonno.
"Chissà se Raira sta già dormendo…"


<< Non vale! >> piagnucolò la castana, mentre Kakashi era già pronto per sistemarsi sul futon.
<< Non vorrai mica fare le bizze, spero. >> la provocò lui.
Senza rispondere, Raira prese un cuscino e una coperta, sdraiandosi a terra. "Posso benissimo dormire qui."
L'illusione si ruppe subito, sentendo il pavimento duro pigiarle i fianchi. Si girò verso l'alto, ma le faceva male anche stare in quella posizione, per non parlare del freddo. Si sentiva la pelle pungere, infastidita dalla posizione scomoda e dai brividi. Provò a mettersi a pancia in giù, ma il seno schiacciato le fece uscire un rantolo di dolore.
<< Se vuoi, nel futon c'è spazio per tutti e due. >> provò a dire Kakashi. Quella proposta, gli era costata cara, ma non sarebbe mai riuscito a dormire sentendola mugolare.
<< Sto comodissima così. >> mentì lei, rimettendosi su un fianco per darli le spalle.
Kakashi alzò la coperta, invitandola ad entrare: << Non fare la bambina. >>
La ragazza si bloccò. "Bambina". Si concesse qualche secondo per analizzare la situazione. In quella maniera, non si sarebbe mai addormentata, ma condividere il letto di Kakashi… quel pensiero le pareva così strano e infattibile. L'unico maschio con cui aveva mai dormito era Itachi.
Con la coda dell'occhio guardò l'Hatake, che continuava a fissarla, con la bocca serrata.
Si alzò lentamente, incerta su quello che stava per fare. S'infilò tra le coperte, dando le spalle a Kakashi. Quest'ultimo, rassegnato, si girò anche lui.
<< Non vedo l'ora che l'Hokage trovi un appartamento per me e Itachi. >>
Davvero quella era la sua buonanotte? Kakashi alzò un sopracciglio, infastidito, ma non rispose. Sapeva benissimo quali erano le intenzioni di Tsunade, finché l'Uchiha non si sarebbe ripreso, l'avrebbe lasciata lì da lui e questo significava dover condividere il proprio appartamento con Raira almeno altre tre settimane. Si chiese se quello era davvero un piacere, o semplicemente un atto sadico. Le parole della donna gli risuonarono in testa.
<< Sarà meglio che risolviate i vostri problemi. >>
Sì, ma come?


Sakura, dopo essersi rigirata più volte nel letto, decise di alzarsi e guardare fuori. Non faceva molto freddo e decise di uscire.
Si ritrovò a camminare nel cuore della notte, senza una reale meta. Pensava alle parole di Hinata e a quanto avesse ragione. Avrebbero dovuto chiarire le cose, senza divagare. Adesso che era tornato, aveva l'opportunità di avere le risposte che per tutti quegli anni l'avevano torturata. S'infilò nel parco di Konoha, guardando le cime degli alberi.
"Chissà cosa pensa di me, ha sempre detto di trovarmi noiosa…"
Si bloccò. In fondo, c'era un ragazzo che si dondolava con il piede sopra l'altalena. Aveva lo sguardo fisso a terra, trasmettendo tristezza, e i capelli neri scompigliati. Era Sasuke.
Sakura sentì il cuore batterle a mille. Bastava raggiungerlo e chiederli la verità. Il suo battito si fece assordante. Doveva solo muoversi. E lo fece, dalla parte opposta però.
Corse verso l'uscita del parco, mentre pigiava le unghie sui palmi e con i denti mordeva il labbro. Non ce l'aveva fatta, non aveva avuto il coraggio necessario.
Continuò a correre finchè le gambe non cedettero. Riprese fiato, maledicendosi nuovamente. Di quel passo, non avrebbe mai chiarito con Sasuke. Lo voleva, ma non ci riusciva. Si asciugò rapidamente una lacrima.
<< Sakura? >>
Quella voce familiare, la fece ricomporre. Si alzò, pulendosi i ginocchi. Cercò di sorridere.
<< Hinata! Che ci fai qui? >> chiese all'amica, che la guardava preoccupata.
<< Potrei farti la stessa domanda… non riuscivo a dormire. >>
La corvina abbassò gli occhi perlacei.
<< Neanche io, così ho deciso di fare un giro e… >>
<< Sei andata da Sasuke? >>
La dirittezza della domanda la fece sobbalzare.
<< Ehm… no >> provò a rispondere << Aspetta, ma… tu sei andata da Naruto? >>
Come aveva fatto a non pensarci fin da subito, era ovvio che la domanda dell'amica aveva un doppio fine. Voleva sapere se avevano fatto la stessa cosa.
Hinata arrossì.
<< Beh ecco…>> balbettò << era la mia intenzione, volevo sapere se aveva preso finalmente una decisione. Quella volta sul tetto, mi lasciò piena di dubbi. Ma alla fine, quando mi sono trovata sotto casa sua, mi è mancato il coraggio. >>
Sakura guardò l'amica, rendendosi conto di quanto fossero simili, alla fine.
<< Anch'io ho visto Sasuke, ma non ce l'ho fatta a parlarli. >> confessò.
<< F-forse… non lo vogliamo davvero. >>
<< In che senso? >> chiese la rosa, non capendo.
<< Ecco, non so te, ma io ho paura della risposta di Naruto. A volte penso che vada bene così, senza sapere nulla per certo. >>
In effetti, anche per Sakura era così. Preferiva non avere risposte definitive, tanto sapeva che non le avrebbe accettate.
<< Ho paura, Hinata. >>  disse in un soffio. Dai racconti di Raira, si era un po' illusa che Sasuke potesse essere come Itachi, senza mai averlo ammesso. Ma se non era realmente così, ci sarebbe restata malissimo. Ma non c'era tanta differenza avere una conferma negativa e stare nel dubbio infinitamente.
<< Ma dobbiamo farci coraggio e trovare le risposte >> Sakura guardò la corvina con sicurezza.
Hinata annuì, capendo la determinazione dell'amica.


<< Buffo quando scopri il tuo star male con una smorfia nella cuore della notte >> le parole sue parole spezzarono il rumore continuo della catena arrugginita di quella vecchia altalena.



Spazio autrice:
Ecco anche quest'altro capitolo. Non succede più di tanto, ma mi pare una parte 'di mezzo' necessaria.
L'insicurezza di Sasuke, che per molti non esiste, mentre secondo me si nota raramente nella serie originale, l'ho voluta far uscire un po' più allo scoperto, in modo che Sakura potesse accorgersi del vero Sasuke, non quello che lui vuole sembrare.
Hinata torna con i suoi dubbi riguardo a Naruto, in quanto non le abbia mai dato una risposta certa, cominciando a trattarla però come se fosse più di un'amica.
Raira e Kakashi, invece, passano la loro prima notte, schiena contro schiena (senza contatto, ovviamente non lo sopporterebbero). Non volevo spingere troppo la loro conversazione, per quella c'è ancora da aspettare, hanno un mesetto per poter risolvere i loro problemi.
Bacioni!

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Capitolo 15
*** Camelia. ***


Cap.15

Nonostante avesse passato la maggior parte della notte sveglio, Sasuke decise di andare da Itachi la mattina presto, anche se probabilmente stesse ancora dormendo. Sentiva il bisogno di andare da lui e parlarli, indipendentemente dal fatto che ancora non fosse sveglio. Voleva sfogarsi e suo fratello era l'unico con cui si sentiva libero di farlo.
Per il Villaggio non c'era quasi nessuno, giusto chi doveva aprire il proprio negozio.
Senza essersene realmente reso conto, era passato per la casa di Sakura. Non era una strada che era abituato a fare, ma comunque passo dopo passo era arrivato lì. "Certo Sasuke, continua a dare la colpa ai piedi" si disse.
Poi, notò qualcosa sotto il portico degli Haruno. Sull'uscio c'era un mazzo di fiori. Possibile che fossero per Sakura? Aguzzò la vista, per vedere se c'era un biglietto o qualcosa di simile, ma non c'era nulla. Stava per avvicinarsi per raccoglierlo, quando qualcuno aprì la porta. La sua ex compagna di team si stropicciò gli occhi, evidentemente assonnata. Ci mise un po' per accorgersi della presenza del corvino.
<< Sasuke! >> disse meravigliata.
Il ragazzo, senza rispondere, spostò le sue pozze nere dagli occhi di lei, per fermarsi sui fiori che le giacevano ai piedi.
Sakura allora seguì il suo sguardo, rendendosi conto che il suo corteggiatore segreto era tornato nuovamente alla carica.
L'Uchiha, fece una smorfia di disgusto, per poi andarsene. Quattro anni prima, probabilmente, Sakura gli avrebbe chiesto di aspettarla e di fare un giro insieme, ma non era più come una volta. Guardò le spalle di Sasuke, che si stava allontanando, sapendo che entrambi stessero andando all'ospedale. Sospirò, raccogliendo il mazzo da terra.

<< Ciao Itachi, >> salutò il fratello dormiente << ancora il Quinto Hokage non ha detto una parola sulla squadra 7, non so se ricomincerò a compiere missioni con i miei vecchi compagni. Naruto è cresciuto molto, questo già l'avevo notato. È diventato davvero forte nel combattimento, in più non è più il ragazzino di un tempo, solo una cosa è rimasta uguale: la sua bontà. Mi ha perdonato fin da subito, non ha mai avuto dubbi su di me. Poi c'è Sakura, anche lei è cambiata, prima era una bambina appiccicosa, adesso è una ragazza prossima nel diventare donna. Non so se c'è qualcosa di lei rimasta invariata… >>
Fece una lunga pausa, osservando il volto rilassato di Itachi. Tsunade era riuscita realmente a migliorare la sua situazione, benché la guarigione completa era ancora lontana. Non vedeva l'ora che si potesse mettere in piedi, tornare a mangiare insieme e, chissà, magari anche cominciare ad allenarsi insieme. Itachi avrebbe potuto ricominciare una vita, accompagnato da lui e l'amore della sua vita.
<< Itachi, vorrei tanto sapere come hai fatto a capire di essere innamorato di Raira. Cosa si prova quando ti piace una ragazza? >>


Nel tardo pomeriggio, Ino andò a trovare Sakura, che stava ancora in ospedale.
<< Ino, che succede? >> le chiese la rosa, vedendo l'amica affranta.
<< Io…  >> non riuscì neanche ad aggiungere una parola di più che era scoppiata a piangere.
<< Cos'hai? >> poi si rivolse a una delle infermiere che stavano lì intorno << Dì a Tsunade che io vado a casa, ci si vede domani. >>

<< Ho detto ai tuoi che dormi qui. >> disse l'Haruno alla bionda, nella camera della prima.
<< G-grazie >> singhiozzò Ino, che non era ancora riuscita a placare le lacrime.
<< Dimmi una cosa… è per Shikamaru? >>
L'amica abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle: << No, non è per lui… sta con Temari, ma io questo l'ho già accettato da tempo. Sono felice se loro lo sono. >>
<< E allora… perché sei in questo stato? >>
Proseguirono attimi di silenzio, mentre la Yamanaka cercava le parole, mordendosi un labbro. Anche se le avrebbe trovate, non sarebbe stato in grado di dirle.
Sakura la guardò, in pena per lei. Non vedeva l'amica messa così male da tantissimo e pensò che non era il caso di continuare con le domande. Appena se la sarebbe sentita, sapeva che le avrebbe rivelato tutto.


Sasuke, dopo esser tornato dall'ospedale, non si era mosso dal letto. Tra le mani teneva la cornice con la foto del vecchio team 7.
<< Sasuke? >> chiese Itachi appena svegliato << Da quanto sei qui? >>
<< Oh, non da tanto, tranquillo… >> rispose, nonostante fossero passate ben due ore dal suo arrivo.
Il fratello sorrise: << Allora, come va? >>
<< Diciamo che… va. >>
Itachi lo guardò meravigliato, ma capendo che necessitava di sfogarsi, ritornò a sorridere: << Raccontami >>
Sasuke strinse i pugni davanti alla grazia sul volto del fratello, ricordandosi i vecchi tempi. Cercò le parole giuste per esprimere quel fardello che si portava sulle spalle da fin troppo tempo.
<< È che da quando sono tornato al Villaggio mi sono reso conto che ci sono stati molti cambiamenti. In realtà, sono io che sono diverso. Prima non mi accorgevo di quello che mi succedeva intorno, ero concentrato sulla vendetta. >>
Itachi annuì, comprendendo dove voleva arrivare.
<< Tutte le emozioni al di fuori dell'odio suono come nuove, in questi anni ho dimenticato l'affetto che ricevevo dalla famiglia. Adesso, anche se ho sedici anni, è come se fossi un bambino. >>
L'Uchiha maggiore, allungò una mano, facendo segno di muoversi verso di lui. Quando Sasuke fu abbastanza vicino, gli prese una mano.
<< Mi spiace che tu ti senta così, soprattutto perché so di esserne la causa. Ma vedi, le emozioni non sono nostre nemiche, dovrai imparare a conviverci, solo così potrai diventare davvero forte. >>
Sasuke appoggiò i proprio occhi malinconici su quelli del fratello. Tutti dicevano che si erano due gocce d'acqua, ma se scrutavi nello sguardo dei due, ti accorgevi di quanto fossero diversi, Itachi era decisamente più maturo, nonostante tutto, emanava amore.
<< E poi c'è un'altra cosa… >> confessò Sasuke << c'è una ragazza, ma… sono confuso. Non riesco a capire se, nonostante il mio tradimento, sia ancora innamorata di me. Inizialmente la consideravo una bambina, stupida e noiosa, ma adesso mi sono reso conto che lei provava solo a farmi avere tutto quello che mi negavo da solo. Non è più quella ragazzina e io… >>
Itachi si lasciò sfuggire una risata, lasciando a bocca aperta il fratellino, che non riusciva a capire.
<< Scusa se rido, ma vedi, alla fine siamo davvero molto simili. Adesso ti svelo un segreto, ma mi raccomando, non dirlo a Raira che ne sei a conoscenza, si arrabbierebbe. >>
Sasuke continuava a non capire, allora l'Uchiha più grande fece chiarimento: << Nei primi tempi dell'accademia ero circondato da bambine appiccicose, proprio come è successo a te, tra di loro, c'era anche Raira. Quando me la ritrovai in squadra, trovai che fosse solo una scocciatura, non ritenendola in grado di essere alla mia altezza. Con il tempo però, si è rivelata in gamba e abbiamo cominciato ad allenarci insieme, mettendo a confronto le nostre abilità. È riuscita a tenermi testa, qualche volta. Però, mi batte sempre in un campo. >>
<< Davvero? Spiegati meglio! >>
<< In amore, Sasuke. Il suo affetto non mi ha mai abbandonato, ha sempre creduto in me e mi ha aiutato nel trovare la soluzione più logica in qualsiasi cosa. Mi ha salvato dal mio desiderio di morire e dalla solitudine, offrendomi il suo amore. Mi ha reso uomo. >>


Il mattino seguente, fece una passeggiata per Konoha, quando passò davanti al fioraio degli Yamanaka.
"E se quelli che si trovavano davanti a casa di Sakura provenissero da qui?"
Preso dalla curiosità, stava per entrare a chiedere informazioni, ma si bloccò nel vedere un ragazzo che stava comperando un mazzo di fiori, gli stessi che aveva visto il giorno prima per Sakura. Nonostante la figura fosse di spalle, la identificò.
"Non è possibile!"


Ino guardò l'amica prepararsi per uscire. La notte era passata e si era finalmente calmata un po', aveva smesso di piangere, anche perché le sembrava di aver finito tutte le lacrime. Si alzò di malavoglia, e si vestì. Sakura era riuscita a farla distrarre, non toccava neanche più l'argomento. Ma era giusto che lei sapesse la verità.
<< Sakura… c'è una cosa che devo dirti. >>
<< Sì? >> chiese la rosa.
<< Riguardo al tuo ammiratore segreto. Quella volta, quando mi hai chiesto se i fiori provenivano dal mio negozio, ti ho mentito: sono stati comprati lì, ogni settimana me ne veniva chiesto un mazzo e mi ricordo perfettamente chi è quel ragazzo. >> deglutì, quel nome le costava così caro, ma non poteva continuare a nasconderlo << Si tratta di… >>

<< SAI! >> urlò Sasuke andandoli dietro. Aveva aspettato che uscisse dal negozio, poi l'aveva seguito per un pezzo, finché non si era deciso di fermarlo.
Il ragazzo si girò, e quando vide l'Uchiha, si meravigliò. Cosa voleva da lui?
<< È questo il tuo nome, vero? Sei il nuovo componente della squadra 7, il mio sostituto. >>
<< Esatto. Cosa vuoi? >> chiese a sua volta Sai, capendo ancora meno.
<< È per quei fiori lì. >> indicò il mazzo che stava tenendo in mano << Sono per Sakura, non è vero? Sei stato tu che ieri le hai lasciato il mazzo di fiori sull'uscio di casa! >>
Sai non seppe che rispondere. Come poteva saperlo? Meravigliato e scioccato allo stesso tempo, non reagì. Finché una seconda voce non lo chiamò.
<< Sai! >>
Li raggiunse Sakura, che evidentemente aveva corso, seguita da Ino, che però si teneva in disparte, a sguardo basso.
<< Sasuke? >> fece poi la rosa, vedendolo alle spalle del compagno di team. << Che ci… vabbè non impota. Sai, devo parlarti. >>
<< Cosa c'è? >> replicò lui, perplesso.
<< Sei tu quello che mi lascia sempre i fiori sotto casa, no? Ino mi ha detto tutto. >>
<< Ino… >> il corvino guardò la bionda, che si era tenuta distante.
<< Mi spiace Sai, ma nel mio cuore c'è già qualc… >>
<< Ma cosa stai dicendo? >> l'interruppe incredulo << Pensavo che Naruto ti avesse già spiegato tutto. >>
<< Naruto? Cosa c'entra adesso lui? >> la rosa stava cominciando a non capirci più nulla.
<< Mi ha detto che te l'avrebbe riferito lui, ma a quanto pare se n'è scordato. È vero, i fiori li andavo a compare ogni settimana dal fioraio di Ino, non per te, Sakura, ma per lei. >>
La Yamanaka alzò di scatto la testa, non poteva crederci. Guardò il ragazzo, che a sua volta la stava fissando intensamente.
<< Aspetta un attimo! >> intervenne Sasuke << Allora perché li lasciavi da Sakura? >>
<< Vedete, comprare i fiori era una scusa per poter andare da Ino e parlarle. Mi sembrava stupido, inoltre, regalarne un mazzo a chi possedeva un fioraio, così le portavo a Sakura, sapendo che anche a lei piacciono i fiori. In questi giorni ci sono andato più spesso sperando di incontrarla, ma dopo il nostro litigio non l'ho più trovata. >>
<< E perché portarmeli la mattina presto? Non potevi dirmelo chiaramente che eri tu? >> ribattè arrabbiata la rosa.
<< Ehm… >> Sai si grattò il capo, imbarazzato << se qualcuno mi avesse visto portarti dei fiori sarebbe stato imbarazzante, così te li portavo all'alba del giorno dopo, sapendo che i fiori degli Yamanaka restano freschi per più tempo rispetto agli altri. >>
Finalmente si fece avanti Ino << In che senso 'lo facevi per me'? >>
Il ragazzo le andò incontro, prendendole le mani << Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo apertamente, ma in realtà tu mi piaci molto, Ino. >>
<< Sai… >> la bionda si sentì tremare sotto il tocco di lui, mentre un calore la invase. Il vuoto provocato dal pianto di tutti quei giorni, si riempì con l'amore che riceveva in quel momento. Dopo giornate di strazio, sorrise nuovamente.
<< Non c'era niente di più bello che discutere con te riguardo alle piante. Sei come questi fiori, semplice, ma bellissima. >> le disse, porgendole il mazzo di camelie.
<< Sono le mie preferite… >> confessò lei.
<< Lo so >> sussurrò lui.
Sai si avvicinò con cautela al viso di lei, che si sentiva il cuore scoppiare in petto. Si ricordò tutte le cose brutte che gli aveva urlato, accecata dal dolore. Era stato tutto un malinteso e per quando avesse potuto soffrire, in quel momento si sentì ripagata. I loro nasi si sfiorarono, le loro bocche erano così vicine…
<< Ehi, scusate se vi interrompiamo, piccioncici. >> la voce di Sakura arrivò come un vento gelido. I due si girarono, rossi in volto dall'imbarazzo.
<< Sai, penso che devo scusarmi con te per prima. >> completò Sasuke.
Il ragazzo gli sorrise sincero: << Nulla, adesso noi andiamo a fare un giro. >>
Detto questo, appoggiò un braccio sulle spalle di Ino e si allontanarono. La bionda si girò verso l'amica e le fece l'occhiolino.
All'Haruno scappò una risata, Ino era davvero incorreggibile. Poi si girò verso l'Uchiha, che se ne stava andando.
<< Aspetta, Sasuke! Penso che tu mi debba delle spiegazioni. >>
Il corvino si fermò, senza girarsi. Quanto aveva ragione. Sì sentì uno stupido, per essere scoppiato con Sai. << Non c'è nulla da dire. >>
<< Come?! >> urlò incredula lei.
Sasuke se ne andò, lasciandola da sola, in mezzo alla strada. La rosa era ancora sconvolta di aver trovato i due a discutere.
"E se fosse geloso?"

Spazio autrice:
Ok, mi faccio schifo. Inizialmente pensavo di scrivere un capitolo lunghissimo, ma alla fine… beh, lo potete vedere da voi. Non mi convince neanche tanto, ma spero lo stesso di essere stata alle vostre aspettative. Finalmente una coppia ha risolto i propri problemi, Sai e Ino. Nella serie se ne fregano altamente di loro e poi *spoiler* se ne escono che hanno un figlio. In questo racconto gli ho dedicato un piccolo spazio, anche perché sennò la storia durerebbe davvero troppo. Comunque, questa rappacificazione, la possiamo definire come la 'chiave' per quelle che verranno a seguire.
Mi è stato fatto notare che Sasuke è molto diverso dalla serie originale, ed è vero, poiché qui Sasuke è già pentito di tutto quello che ha fatto, mentre Kishimoto gli ha fatto fare il bad boy per tanto.
Non ho altro da aggiungere, se non un bel grazie per tutte le recensioni carine che mi avete lasciato, come ho già detto, mi date la spinta per continuare a scrivere. Al prossimo aggiornamento!

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Capitolo 16
*** Quello che vorrei. ***


Cap.16

Hinata si guardò nuovamente allo specchio. I capelli corvini, con i riflessi blu, scendevano perfettamente lisci sulla schiena, la frangetta era composta, mentre due ciuffi più lunghi le incorniciavano il viso, dolce e pulito. Gli occhi, così chiari e luminosi che parevano perle, brillavano. Provò ad abbozzare un sorriso, la bocca piccola e carnosa si piegò leggermente, con affare timido. Una vestitino lilla rispettava la sua pelle diafana, lasciandole le braccia snelle libere. Arrossì nel vedere la propria immagine riflessa, sperando che Naruto potesse apprezzarla. Le aveva dato appuntamento quel pomeriggio stesso e lei aveva preparato un pranzetto, conoscendo il suo essere ghiotto. La felicità dell'invito era, però, oscurata dalla preoccupazione. Nonostante il biondino si stesse comportando davvero bene in quei giorni, come se la considerasse più di un'amica, non avevano ancora definito nulla. In realtà, la Hyuga non sapeva neanche se il cuore di Naruto fosse di Sakura. Erano passati diversi giorni dal suo incontro notturno con la ragazza, dove entrambe si erano confidate di avere paura della risposta dell'Uzumaki e, nel caso della rosa, di Sasuke. Non si erano più sentite, tanto meno sapeva se avevano fatto progressi, ma Ino, con la sua felicità travolgente, le aveva raccontato che lei e Sai avevano chiarito e finalmente stavano insieme. Era contenta per l'amica, ma allo stesso tempo provava gelosia: lei non era riuscita neanche ad aprire bocca sull'argomento. Dopo essersi dichiarata quel pomeriggio, sul tetto dell'ospedale, non ne avevano più parlato. Desiderò di essere al posto di Ino, di avere un ragazzo che l'amava senza girarci troppo intorno e che la faceva sentire speciale. Non poteva negare che anche Naruto la facesse sentire così, ma c'era una bella differenza, dato che non erano assolutamente una coppia e tanto meno sapeva qualcosa di certo sui sentimenti di lui. I suoi, invece, erano chiarissimi: amava Naruto. Fin da piccola sognava che potesse essere il suo primo bacio, la sua prima uscita e il primo fidanzato. Non era stato così per le prime due, ma, nonostante il dispiacere, non aveva mai mollato per la terza. Non aveva mai smesso di sperarci, in realtà non aveva neanche provato a diventarlo.
Quando comunicò a Neji che sarebbe uscita, per passare il pomeriggio in compagnia dell'Uzumaki e di riferirlo al padre, notò il cugino accigliarsi. Probabilmente neanche lui credeva che ci sarebbe potuto essere qualcosa tra di loro. La timida Hinata e l'impavido ed eccentrico Naruto. In effetti, era una coppia davvero improbabile.
"Hinata Uzumaki…mh…" continuò a camminare per raggiungere il luogo dell'appuntamento, mentre cominciava a porsi domande stupide, ma che tutte le ragazze si fanno, come, appunto, provare ad accoppiare il proprio nome con il cognome di lui. Il risultato? Non suonava per niente.
Perdendosi tra le frivolezze, cominciò nuovamente ad allontanarsi dall'idea di chiarire con Naruto, penando segretamente.
Il biondo era già lì, e Hinata si preoccupò di essere arrivata in ritardo. Per fortuna, con il classico sorriso stampato in faccia, lui la tranquillizzò:
<< Sono io in anticipo. >>
Il suo cervello da ragazza innamorata, cominciò subito a lavorare. Il fatto che era arrivato prima dell'orario fissato, era una cosa positiva o negativa.
"Forse era impaziente di venire, o forse non vedeva l'ora che la cosa finisse alla svelta, senza essersi preparato."
Guardò il ragazzo, vestito con la sua classica tutta arancione e nera. Nuovamente, si pose la domanda se semplicemente voleva rimanere il solito Naruto, o non gli andava di sfoggiare abiti nuovi durante un loro appuntamento.
<< Hinata, qualcosa non va? >> chiese lui << Mi sembri pensierosa. >>
La corvina arrossì. Si era accorto che rifletteva molto, su cose davvero inutili. Naruto, senza mai abbandonare il sorriso a trentadue denti, la invitò a sedersi sulla panchina lì vicina. Ammirò il suo viso pulito, soffermandosi sui segni delle guance, che sembravano baffi felini.
"Chissà se i nostri figli li avranno anche loro."
Il suo volto diventò completamente rosso, maledicendosi per il pensiero appena avuto. Era nuovamente pronta a sognare ad occhi aperti, senza avere niente di concreto.
<< N-Naruto io… ti ho portato qualcosa da mangiare. >>
Gli porse il fagottino da lei confezionato, incerta. Naruto esplose di felicità, gli occhi brillavano, mentre fantasticava sulla bontà dei manicaretti della ragazza, sapendo quanto fosse brava in cucina. Aprì la confezione e si ingozzò di cibo, gustandosi lo stesso il buon sapore.

Sakura era alla ricerca dell'Uzumaki, convinta di volergliela fare pagare. Aveva dimenticato di avvertirla della storia di Sai, facendola ingrullire e facendo soffrire Ino.
"Gli darò una bella lezione, così gli sarà impossibile scordare le cose la prossima volta!"
Inviperita, continuava la sua ricerca, finché non lo trovò. Da lontano scorse il cespuglio appuntito che non era altro che i suoi capelli.
"Eccoti!"
Stava per gridarli contro, quando si accorse che c'era una ragazza insieme a lui, Hinata.
Riconoscendo l'amica, si fermò. Era lontana, loro non l'avevano sicuramente notata. Sorrise e se ne andò, lasciandoli bearsi della compagnia l'uno dell'altro.

<< Hinata, sei una cuoca eccellente! >> si complimentò con la Hyuga, che arrossì compiaciuta.
<< Scusa, non ti ho lasciato nulla. >> aggiunse poi, grattandosi il capo. Il suo sorriso, anche se imbarazzato, non mancava mai.
La corvina, affascinata dalla bellezza e la solarità che trasmetteva, rispose che non importa, in quanto li aveva preparati appositamente solo per lui.
<< La cosa che mi piace più di te è la tua completa disponibilità verso il prossimo. >> confidò in seguito Naruto, senza dare il minimo peso alle parole, che invece caddero come massi sulla povera Hinata, che d'un tratto si trovò sommersa dalle macerie del castello in aria che era riuscita a tenere in piedi fino a quel momento.
La triste verità incombette con un suono spezzato della sua anima. Nuovamente si chiese cosa poteva significare quella frase, non era la prima volta che Naruto se ne usciva così, ma ogni volta era ugualmente deprimente. Mentre doveva gioire nel sentirsi apprezzata, era straziata dal dolore, poiché oltre a quelle parole, il ragazzo non ci andava. Cosa se ne faceva dei complimenti, senza avere nulla di certo? Le causavano semplicemente più confusione. Ormai quella situazione era insopportabile.
<< C'è qualcosa che non va? >> chiese, notando che Hinata si era incupita.
Lei non rispose, tanto meno lo guardò negli occhi. Naruto era sorpreso da quella reazione, non se l'aspettava. Le appoggiò le mani sulle spalle, sperando di rincuorarla, senza sapere il motivo del suo cambiamento d'umore. La Hyuga se lo scrollò di dosso, lasciandolo doppiamente perplesso.
Provò nuovamente a chiederle cosa la turbasse, dicendole che avrebbero potuto trovare una soluzione insieme.
Hinata capì che al ragazzo non era passato minimamente per la mente che la causa potesse essere lui e questo la fece arrabbiare.
Se c'era una cosa peggiore del far soffrire le persone era non rendersene conto.
<< Sul serio non capisci? >> sbottò d'un tratto, tradendo la sua solita timidezza. Non ce la faceva più, i suoi dubbi, le sue preoccupazioni, necessitavamo di uscire.
<< I-io… >> Naruto non riusciva a rispondere, sentendosi anche stupido.
Benché fosse la prima volta che la Hyuga lo vedesse in difficoltà, non provò pietà.
<< Sei tu, sei tu che mi ferisci così nel profondo, ma neanche te ne accorgi. >>
Questa volta era il biondino a trovarsi schiacciato da quella confessione. Faceva davvero male sentirsi scaricare una colpa fino a quel momento non concepita. Nel vedere una lacrima cadere e bagnare la panchina, lasciando una chiazza scura, si sentì spregevole. Non si ricordava di aver mai visto Hinata piangere, soprattutto per lui. Da quando avevano parlato sul terrazzo dell'ospedale, si era convinto che tra di loro andasse tutto a gonfie vele, ma quell'illusione era crollata insieme al morale della creatura indifesa che si trovava davanti.
Provò ad allungare una mano verso di lei, chiedendole nuovamente cosa fosse successo, ma Hinata le tirò schiaffo e la cacciò via, con un suono secco.
Quando si rese conto di quello che aveva fatto, era troppo tardi.
<< Sc-scusa… >> balbettò, mentre le lacrime ricominciarono a voler uscire. Senza dare ulteriori spiegazioni, corse via, senza il coraggio di girarsi.
Naruto, spiazzato da quella reazione, restò fermo, con la bocca semi aperta e gli occhi fissi sulla figura della ragazza che velocemente sparì dalla sua visuale, ma non dalla sua mente. Per tutto il resto della giornata, le lacrime di Hinata lo perseguitarono.


Sasuke era fuori sul balcone, con i gomiti appoggiati alla ringhiera. Guardava le persone che passavano, trovava tutto quel movimento, monotono. Sembrava che tutti avessero fretta, presi dalla routine giornaliera. Correvano senza soffermarsi su chi e cosa li circondava, vedevano solo lo scopo continuo della propria vita, si lasciavano scorrere il mondo accanto, senza toccarlo.
Tra tutte quelle teste, ne emerse una, bionda e appuntita, ma si sorprese nel vederla china.
<< Naruto! >> chiamò il compagno di squadra, che mogio alzò la testa per vedere chi avesse urlato il suo nome.
<< Oh, Sasuke >> rispose, cercando di sorridere. Ma era evidente che era un sorriso falso.
<< Che ci fai da queste parti? Pensavo avessi un appuntamento con Hinata. >>
Sasuke espresse quello che l'Uzumaki gli aveva riferito giorni prima e al momento gli era parso così felice, che vederlo in quella maniera, lo rattristava un po'.
Naruto mosse la mano, come per dire 'lascia perdere'.
L'altro capì, ma un senso di curiosità e compassione lo avvolsero. Se il suo amico stava male, doveva capire perché. Quel pensiero, lo sorprese.
<< Ehm… sali, così parliamo. >> gli urlò nuovamente, un po' imbarazzato, rendendosi conto da solo che nessuno avrebbe mai sognato un Sasuke Uchiha del genere. Infatti, anche Naruto ne era sorpreso, ma non se lo fece ripetere due volte.
"Un'occasione più unica che rara".
Raggiunse l'amico sul balcone e lo guardò mentre il venticello gli smuoveva leggermente i capelli pece. I suoi occhi, della stessa oscurità puntavano precisi all'orizzonte.
<< Stava andando tutto bene, ma a un certo punto Hinata è scoppiata a piangere dicendo che ero io a farla soffrire ed è corsa via. >> raccontò.
Nonostante ci fosse rimasto male, le perplessità c'erano ancora.
<< A te, lei, piace? >> chiese Sasuke, proseguendo in silenzio. Tese i nervi, aspettando con ansia la risposta.
L'Uzumaki, per la millesima volta in quella giornata, non capì. Sasuke sembrava così inquieto e in quegli anni non l'aveva mai visto così, anzi, non lo aveva mai sentito parlare di ragazze.
<< Sì… >> bisbigliò, sorprendendosi da solo. Aveva risposto senza farci caso e capì che era il suo cuore a parlare.
L'altro si rilassò, senza sfuggire agli occhioni azzurri.
<< Perché t'interessa? >> lo punzecchiò << Anche a te piace qualcuna? E per caso, questa ha il nome che comincia con S e finisce con akura? >>
La risatina dell'Uzumaki innervosì ulteriormente il corvino, che già era stato spiazzato da quelle domande. Cercò un po' di autocontrollo, anche se arrossì quando bastava per dare la conferma all'amico.
<< Dunque è proprio come pensavo! >> esclamò << E come va tra di voi? >>
Sasuke non riusciva a sopportare quell'interrogatorio, infastidito dal fatto che l'aveva smascherato. In realtà era stato lui a cominciare la conversazione, domandandoli di Hinata, ma al momento non pensava che sarebbero giunti a quel punto dolente.
Era da tempo che aveva provato a ritornare alla sua vita originale, dopo che Itachi gli aveva confidato la verità. Nuovamente aveva sentito l'affetto di suo fratello e un po' aveva invidiato l'amore che scorreva tra lui e la propria ragazza. A Konoha, i rapporti, però, non erano invariati. Non riusciva ad esporsi da vero amico nei confronti di Naruto, il quale, invece, non aveva mai avuto difficoltà. Si erano considerati rivali, anzi, lo erano tutt'ora, ma in quel momento, era diverso. Si ricordò le parole di Itachi, che l'aveva spinto ad amare. Poteva definire Naruto come il suo migliore amico. E non ci dovevano essere segreti tra di loro. Inoltre, se sarebbe riuscito ad aprirsi con lui, magari avrebbe potuto recuperare il rapporto anche con Sakura.
Fece un respiro profondo, prima di raccontarli tutto quello che era successo fino a quel punto.
<< Sasuke, lei non ha mai smesso di amarti. >>
L'Uchiha si sentì travolto da quella verità. Sapeva che poteva fidarsi delle parole dell'amico, in quando conosceva Sakura come le proprie tasche. Si sentì risollevato, anche se non totalmente pronto a parlarle. Ma quella era la spinta che necessitava e che aveva aspettato. La risposta alla domanda che l'aveva torturato in quei giorni.
<< Grazie, Naruto, era proprio questo il chiarimento che volevo. >>
Naruto guardò l'amico, che gli aveva sorriso.
<< Il chiarimento che volevi… >> ripetè in un sussurro, per poi realizzare << Grazie a te, Sasuke, ci si vede! >>
L'esplosione lasciò basito l'Uchiha, che non ebbe neanche il tempo di ribattere, poiché il biondino aveva già preso a correre per i tetti del Villaggio della Foglia.



<< Dove stai andando, Raira? >> chiese Kakashi, togliendo lo sguardo dal libro che stava leggendo.
Lei, che aveva già aperto la porta, si girò scocciata: << A fare gli affari miei. >>



Spazio autrice:
Finalmente ho completato anche questo capitolo! Hinata e Naruto sono usciti insieme, ma quest'ultimo ha rovinato tutto, ferendola. Senza aver capito perché ha parlato con Sasuke che ha aperto i propri pensieri su Sakura. Alla fine, Naruto realizza una cosa, seguendo le parole dell'amico.
Due righe per Raira e Kakashi, ma penso che bastino, visto che il prossimo capitolo sarà interamente per loro (e poi ne seguiranno altri)
Nel prossimo capitolo comparirà nuovamente anche Nia, che fino a questo momento non l'ho calcolata minimamente (ops).
Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio tutti quelli che seguono la storia e commentano.

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Capitolo 17
*** "Ti amo" ***


Cap.17

Kakashi sospirò in seguito al rumore della porta sbattuta. Erano passate quasi due settimane che convivevano, ma non solo Raira si era mostrata sempre brusca nei suoi confonti, cercava anche di evitarlo, passando tutta la giornata fuori. Tornava solo la sera tardi, dopo aver già mangiato, per assicurarsi di non dover consumare la cena insieme a lui, e poi si metteva subito a dormire, dicendo che avrebbe dovuto affrontare una giordana impegnativa l'indomani. Ormai era un ciclo continuo e la vedeva davvero poco. La routine giornaliera di Kakashi non era stata minimamente toccata, se non che impiegasse un po' di tempo pensandola. Non le avrebbe mai concesso troppo spazio neanche nella sua mente, perché o lo faceva sentire uno schifo, o lo faceva arrabbiare. Dal primo giorno che l'aveva vista, anni prima, aveva capito che tra loro non ci sarebbe mai potuto stare nulla, anche perché la vedeva costantemente in compagnia di Itachi o comunque intenta nel cercarlo. Nonostante non si conoscessero e lei era considerata una delle bambine più solari della Foglia, con lui era sempre distaccata, fino ad arrivare a un momento di odio che continuava ad esistere. Lo strazio del vederla, dopo anni, innamorata di un ragazzo che secondo lui non la meritava, non era ancora finito. Non riusciva neanche a vedere Itachi, che gli saliva subito un senso di invidia che lo portava ad odiarlo.
Si era recato nuovamente da Tsunade, per chiedere informazioni riguardo alla guarigione dell'Uchiha, e quello voleva dire sapere quanto ancora Raira sarebbe rimasta da lui.
<< Non avete ancora chiarito? >> lo rimproverò l'Hokage << Kakashi, io non posso darti troppo tempo, Itachi sta riprendendo le forze con molta velocità e io non posso certo ritardare la sua guarigione di tanto. Ti ripeto che la soluzione ai vostri problemi non potrà altro che portar beneficio a Konoha, oltre che a te. Ho fatto finta di nulla, ma si nota che il tuo umore in queste settimane è a terra. O ci pensi tu, o ci penso io a risolvere questa situazione. Ma non penso che Raira sarà felice nel scoprire che stiamo trattenendo il suo ragazzo in ospedale. >>
In effetti, conoscendola, si sarebbe sentita presa in giro e avrebbe preferito dormire sulle panchine e a quel punto non avrebbero mai chiarito.
Kakashi, di cui la vita si era trasformata in una pausa tra un sospiro e l'altro, le promise che le avrebbe parlato al più presto. Uscito dal palazzo destinato all'Hokage, si girò a guardare l'ospedale lì vicino. Si mordicchiò il labbro, indeciso, ma alla fine si avviò.
Prima di entrare nella stanza dove era ricoverato l'Uchiha, titubò un po', ma si rese conto che a quel punto non poteva tirarsi indietro.
<< Kakashi >> la voce di Itachi era così tranquilla e bella da sentire, che gli dava ai nervi.
L'Hatake, un po' imbarazzato, lo salutò a sua volta. Seguì lo sguardo del corvino posarsi sulla sedia che affiancava il letto, ma preferì stare in piedi a debita distanza.
<< Non sei riuscito a sbloccare la situazione con Raira? È davvero testarda e acida a volte. >>
Kakashi sentì il cuore accelerare. Quella domanda non se l'aspettava proprio, contando il tono pacifico e rilassato che aveva usato. Non riusciva proprio a sopportarlo.
<< D-di che parli? >>
<< Non c'è bisogno che fai finta di non capire. Non penso ci siano altri motivi per cui dovresti farmi visita. >>
Kakashi guardò il ragazzo, che continuava a sorridere. Nonostante la verità fosse chiara, cercò di nasconderla: << Ma che dici, volevo sapere come andava al mio vecchio compagno di squadra ANBU. >>
Il jonin abbozzò un sorriso palesemente falso, Itachi lo guardò, cercando di non ridere davanti al comportamento quasi infantile che teneva.
<< Beh, penso che tu lo sappia come sto. Tra neanche una settimana sarei in grado di alzarmi, ma questo non è grazie alle cure mediche che ricevo. >>
Kakashi trattenne il respiro. Sapeva benissimo cosa avrebbe aggiunto, un'altra inviolabile verità. Com'era possibile che potesse capire tutte queste cose, rimanendo chiuso in una stanza? Fin da quando era entrato a far parte della Radice si era accorto della sua incredibile capacità nel combattimento, ma non era riuscito a comprendere fino a che punto arrivava la sua intelligenza.
<< Il Quinto Hokage non sta facendo nulla per la mia guarigione, sto facendo tutto da solo. Ma penso che, questo, tu lo sappia già, Kakashi. E visto che siamo entrambi siamo a conoscenza del perché, ti chiedo di non mentire, almeno a me. Vogliamo entrambi la stessa cosa. >>
<< In che senso? >> chiese confuso. Lui voleva risolvere con Raira, possibile che anche Itachi stesse dalla loro parte?
<< Finché non chiarirete, me ne resterò qui, assecondandovi. Ma non posso certo fingere per l'eternità, dunque, se non te la senti, posso parlare io. >>
Il tono di sfida usato, fece scoppiare un nervo all'altro, che ribatté: << No no, ce la posso fare benissimo. >>
Non sopportava il fatto che si sentisse superiore, in fondo era lui il più grande. Non gli importava se Itachi era migliore di lui come ninja, non poteva superarlo anche nella vita quotidiana.
L'Uchiha rise nel vedere la sua reazione: << Da quant'è che sei innamorato di lei? >>
<< E-eh? >> l'aveva totalmente spiazzato. Non si sarebbe potuto mai immaginare una domanda del genere, detta con tale semplicità.
<< È inutile mentire, si vede lontano un miglio. >> continuò, ma vedendo che Kakashi si rifiutava di rispondere, perso nei propri percorsi mentali, concluse dicendo << Vabbè, penso non sia affare mio. >>
L'Hatake, non si lasciò tranquillizzare neanche da quelle ultime parole. Era davvero così palese il suo amore per Raira? La prima volta che la vide, non pensava neanche le potesse piacere ancora, solo pian piano si era reso conto di quanto le era mancata. Si era semplicemente abituato alla sua assenza, anche se in realtà i due non erano mai stati amici, ma rivederla era stato davvero sconvolgente, facendoli capire quando necessitava di sentirla vicina. La trovava una cosa anche buffa, poiché non l'aveva mai sperimentata come situazione. Il fatto che Itachi sapesse, inoltre, era davvero un punto a sfavore. Non avrebbe mai lasciato da solo con la ragazza, ma… pensandoci bene, prima aveva chiaramente detto che sarebbe restato in ospedale aspettando che chiarissero. I dubbi spontanei avevano un bisogno disperato di uscire.
<< Non sei geloso che dorma da me? >>
L'Uchiha lo guardò, con il solito sorriso abbozzato sulla faccia: << Perché dovrei? Io mi fido di lei e so che non mi tradirebbe mai. >>
Kakashi strinse i pugni, arrabbiato. Fiducia, eh? A lui sembrava semplicemente che non tenesse abbastanza a lei, cosa che lo fece alterare doppiamente. Non aveva mai sopportato Itachi da quando aveva cambiato Raira, ma in quel momento voleva davvero tirarli un pugno in pieno viso. Peccato che la situazione sarebbe tornata completamente contro di lui.
<< Se l'amassi veramente non parleresti così >> ringhiò tra i denti << sei soltanto un ragazzino che me l'ha portata via. >>
Itachi si fece serio, vedendolo seriamente arrabbiato: << Io non l'ho portata via da nessuno, è stata una sua scelta. E se davvero la ami, dovresti accettarlo. >>
L'altro, senza aggiungere una parola, se ne andò, chiudendo bruscamente la porta. Avrebbe parlato a Raira quella sera stessa e non le avrebbe mai concesso di evitare la conversazione.


Nia ansimava, stremata dal duro allenamento che stava seguendo sotto il controllo della propria migliore amica. Quando Raira aveva scoperto che aveva rinunciato a diventare ninja, dopo il primo fallimento all'esame della selezione chunin, si era arrabbiata moltissimo. La Nohara le aveva illustrato tutti i motivi, ma mentre li pronunciava si rendeva conto della propria stupidità, semplicemente nella propria mente suonavano in maniera diversa. Aveva avuto il coraggio di dare la colpa all'abbandono del Villaggio da parte di Raira, dicendo che aveva perso ogni speranza e voglia di lottare, e questo era vero. Inoltre, non si considerava capace come molti altri shinobi. Non era veloce e fluida nei movimenti, non aveva una mira infallibile e aveva poche abilità: solo quella del fuoco e dell'acqua. Aveva appena scoperto di avere una maggiore affinità con quest'ultima, ma comunque sia le risultava difficile crearla usando solo il proprio chakra.
Era stata appena stesa da un calcio dell'amica, che l'aveva convinta a combattere corpo a corpo senza usare particolari tecniche. Non eccelleva sicuramente neanche in quello.
<< Dai, non mollare, sei migliorata tantissimo in quest'ultimi giorni! >> le gridò Raira, incitandola.
Nia cercò di riprendere fiato, ed esaminò il corpo della ragazza che le stava davanti. Al suo contrario non riportava neanche un minimo graffio e neanche si stava neanche impegnando a fondo.
"Dannazione, dev'essere così difficile diventare forti?" pensò cercando di rialzarsi in piedi. Le gambe le faceva malissimo e sentiva che non avrebbe retto ancora a lungo.
Erano giorni che passavano interi pomeriggi ad allenarsi, e non ce la faceva più. Se avesse continuato era sicura che sarebbe finita all'ospedale.
<< Non è abbastanza per oggi? >> provò a chiedere, sperando vivamente che Raira la lasciasse andare.
L'amica alzò lo sguardo al cielo, considerando la posizione del sole, erano più o meno le cinque. Era vero che si allenavano dalla mattina, ma avevano fatto anche una pausa sostanziosa durante il pranzo. E poi era troppo presto, non sarebbe potuta tornare a casa.
<< Ancora due ore, poi andiamo a mangiare, dai! >> supplicò.
<< C'è qualcosa o qualcuno che devi evitare? >> la ghiacciò Nia, alludendo all'Hatake. Era palese che volesse stare più tempo possibile fuori, per evitare qualsiasi rapporto con il Ninja Copiatore. Nonostante gli anni che avevano passato lontane, era sicura di conoscere benissimo Raira e questo era decisamente nel suo stile. Aveva sempre odiato essere considerata debole e per questo s'impegnava nel dimostrarsi forte difronte agli altri, ma in realtà non era così.
Raira fece un gesto con la mano, stizzita: << Non dire cavolate. >>
<< Per quanto potrai negare, sappiamo entrambe benissimo qual è il tuo fine. Te lo dico senza girarci intorno: non sono d'accordo con questo tuo atteggiamento. Ma se vuoi continuare per la via sbagliata, a me va bene, ti sosterò comunque. >>
Per quando sapesse che l'amica avesse ragione, Raira non poteva accettarlo.
<< Questo vuol dire che continuano l'allenamento? >> tentò. Alla fine le piaceva tantissimo passare il tempo in quella maniera, anche senza doppi fini.
<< Assolutamente no. >> rise l'altra.
Raccolsero le proprie cose per poi incamminarsi per tornare al centro del Villaggio e nelle rispettive abitazioni. Nia guardò l'amica, che sembrava soprappensiero, ovviamente le sue preoccupazioni erano centrate a Kakashi.
<< Te lo ripeto: dovresti parlarci. >> le disse, seriamente. Non voleva continuare a vedere la propria migliore amica stare male.
Raira pensò nuovamente alle parole di Kakashi: << Perché io… io la amo. >>
Lo shock di quella rivelazione l'aveva portata a tenerselo per sé, senza dirlo a nessuno. Capiva benissimo il motivo per cui aveva preferito tenerlo nascosto a Kakashi, ma in effetti non vedeva perché nasconderlo anche all'amica. Si consideravano quasi sorelle, non avrebbe potuto nasconderle ancora quella verità, poiché le pesava sulle spalle e sapeva che l'unico modo per alleggerire il carico era parlarne con lei. Così, cercò di cominciare il discorso.
<< Nia… >> non era neanche sicura di quello che stava per fare << …c'è un motivo se io tengo ad allontanarmi da Kakashi, oltre al fatto che non mi è mai stato simpatico, poiché ficcava sempre il naso nei miei affari. È lo stesso motivo per cui l'ha sempre fatto e lo continua a fare. Io non lo sapevo, ma un giorno, quando ero ricoverata in ospedale, mi sono fermata ad origliare la conversazione tra lui e il Quinto. Così ho scoperto che lui dice di essere innamorato di me. >>
Boom. Nia sentì chiaramente il tonfo del suo cuore. Le sembrò di non avercelo più, che fosse caduto, prosciugato e senza valore. Non sapeva neanche cosa rispondere. Fin da quando Raira era diventata chunin si era accorta delle occhiate che le lanciava e in seguito, quando lasciò la Foglia, si accorse che era perennemente giù di morale e si recava in posti specifichi, luoghi dove anche l'amica era solita andare. Solo dopo qualche anno era sembrato riprendersi, ma poi, con il suo ritorno, era tutto come prima. Lui che si perdeva nel guardarla, nell'osservarla, sembrava cercasse ogni minimo dettaglio di lei. Inoltre, le dava particolari attenzioni, ma poi si zittiva quando la vedeva con Itachi, mentre sembrava cercasse di mantenere il controllo. Tutte quelle che fino a quel momento erano solo supposizioni, erano diventate certezza. Come un getto di acqua fredda, le aveva immobilizzato ogni muscolo. Ma doveva reagire, non poteva mostrarsi così vulnerabile, in fondo se l'aspettava.
<< Capisco… ma continuo a pensare che non lo puoi evitare in eterno. Stiamo per diventare donne, non possiamo lasciarci perdere in questi problemi di cuore. Affrontala con maturità, Raira. >>
La Ku guardò l'amica, notando l'improvviso cambio di voce. Molto più serio e calcato. Annuì, senza saper effettivamente cosa aggiungere, era scesa un'atmosfera di tensione e non se lo spiegava.

Continuando a giocare con i capelli castani, guardava fuori dalla finestra. Era quasi l'ora di cena e Kakashi non arrivava. Si era addirittura messa ai fornelli per preparare qualcosa. Non era per lui, lo faceva semplicemente per se stessa. Voleva dimostrare che era matura abbastanza per risolvere la questione e l'avrebbe affrontata senza arrabbiarsi, tenendo il controllo di sé.
"O almeno ci provo…"
Quando sentì la porta aprirsi, scattò in piedi, correndo incontro al ragazzo che era appena entrato. Provò ad aprire bocca, ma quando i suoi occhi incrociarono quello nero di lui, sentì le parole morirle in gola. Kakashi la guardava stupito, non si aspettava di vederla lì.
<< Io.. ho fatto da mangiare. Non sapevo quando arrivavi dunque si è un po' freddata. >> mormorò la castana, indicando il tavolo apparecchiato.
L'Hatake osservò la cura con cui aveva preparato il tutto, aveva cucinato addirittura più pietanze, se l'avesse saputo, non avrebbe cenato fuori: << Mi spiace, ma io ho già cenato fuori. Posso comunque farti compagnia. >>
Raira sentì la vena sulla fronte pulsare. Scacciò un << Ah. >> cercando di tenere a mente di dover restare calma. Lei aveva preparato da mangiare, impegnandosi, e lui le diceva che ci aveva già pensato da solo. Imprecò dentro di sé.
Kakashi la guardava prelevare il cibo dal piatto, seguendo ogni suo movimento. Si perse nella perfezione della ragazza che le stava davanti, quando si accorse che aveva già finito.
Fantastico, era giunto il momento.
<< Raira… >> cominciò, ma la ragazza fu più veloce.
<< Bisogna parlare. >>
Il tono secco era quasi pungente, e Kakashi si meravigliò di essere stato preceduto. Dunque entrambi volevano affrontare il discorso, meglio così.
<< Mi spiace per come ti ho trattato >> continuò la castana << ma il fatto è che… >>
Era difficile ammetterlo, tornare sull'argomento. Non era neanche realmente dispiaciuta. Fu il jonin ha completare per lei.
<< Non ti aspettavi certi sentimenti da me. >>
Raira scosse la testa, anche se quella era la verità. Non poteva accettarla, non poteva pensare che Kakashi fosse innamorato di lei.
<< È inutile che provi a far finta di nulla. Il fatto è che ti amo e non possiamo fare nulla. >> il tono usato dall'Hatake era freddo. Anche lui cercava di tenere lucidità, di non lasciarsi prendere dalla rabbia o qualsiasi altro sentimento.
Quelle parole penetrarono nella mente di Raira e rimbombavano. Non riusciva a rispondere, non sapeva cosa dire. Si alzò lentamente dalla sedia e provò a fare qualche passo, ma si sentiva pesante e cadde in ginocchio. Imprecò nuovamente dentro sé. "Non sono ancora pronta ad affrontarlo."
Kakashi la raggiunse e si abbassò alla sua altezza: << Devi accettarlo, la situazione non può cambiare. >>
<< Come puoi dire che sei innamorato di me? Neanche mi conosci. >> ringhiò l'altra, lentamente stava rompendo la promessa che si era fatta, di restare calma. Non le riusciva proprio, la vicinanza dell'Hatake la confondeva e la innervosiva.
Lui si morse le labbra, provato dalla rabbia. La trovava stupida, quando si comportava in quella maniera. Le prese il mento e con prepotenza la costrinse a guardarlo negli occhi.
<< Col il Baikarā hai sempre guardato dentro tutti, ma mai in me. Se ci provi, capirai quanto sono sinceri i miei sentimenti. >>
Ammutolita, Raira si sentiva incredibilmente piccola. Voleva essere forte, ma le risultava dannatamente difficile. Fece risplendere la pupilla viola e si preparò nel sfruttare la propria abilità innata.

Kakashi si trovò per la prima volta in quella dimensione. Ne era affascinato e allo stesso tempo spaventato. Non sembravano esserci limiti, era immerso completamente nel colore dell'occhio sinistro di Raira.
Una nube comparve innanzi a lui e piano piano diede forma a sagome che continuavano a modificarsi, finché non riuscì a distinguerle chiaramente.
C'era un ragazzo sopra un ponte. Teneva lo sguardo basso sul fiume che scorreva sotto di lui. Una goccia gli scivolò lungo il viso, fino a cadere pesantemente per terra. Poi un'altra, altre due, tre.
<< Perché… >>

La voce era strozzata, piena di dolore.
Kakashi si strinse nelle spalle, non sapeva se voler continuare a guardare. Faceva tremendamente male rivedere com'era in seguito alla fuga di Raira dal Villaggio.
<< Me l'ha portata via, l'ha cambiata e l'ha portata via. >> un pugno sonoro squarciò l'aria.
<< Le avrei dato così tanto, se solo me l'avesse concesso. Ma è sempre stata troppo distratta per accorgersi che sono innamorato di lei. >>

La scena cambiò più volte, ma il nocciolo era sempre quello: il suo amore e il suo dolore. Erano prove incontestabili sul fatto che i suoi sentimenti erano sinceri, ed era straziante riviverli.
Ma quando sentì una grossa goccia caderli in testa, si sentì fradicio e la dimensione sembrava stesse per svanire.


Era nuovamente dentro casa sua, Kakashi sudava ancora freddo per quello che aveva scelto di assistere. La sensazione di bagnato, però, non c'era più. Alzò lo sguardo e realizzò cos'era quella grande stilla che aveva sentito. Una lacrima. Raira stava piangendo, davanti a lui.

Spazio autrice:
Fiuu, capitolo completato! Penso che sia il più lungo che ho mai scritto, infatti ci ho messo tantissimo e mi scuso per l'attesa. Spero vi piaccia.
Per la seconda volta Raira usa il Baikarā, ma questa volta sul nostro Kakashi, per scavare nei suoi ricordi. Ma con le lacrime di lei, la tecnica finisce. Qual è il sentimento che la fa tanto penare?

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Capitolo 18
*** Baci ***


Cap.18

Non riusciva neanche ad assimilare i pensieri. Veramente Kakashi aveva sofferto così tanto per lei? Non le pareva vero. Eppure, l'aveva visto con i suoi occhi, o meglio, con il suo occhio.
Le lacrime che le bagnavano il volto, le inzuppavano anche il cervello. Non capiva più nulla, tremava. Quando sentì l'Hatake appoggiarle una mano sulla spalla, si ritrasse. Il movimento era stato involontario, non sentiva neanche più il corpo rispondere.
Odiava mostrarsi fragile, ma non riusciva a controllarsi. Si infilò a letto, cercando di regolarizzare il respiro. Portò le mani al cuore e strinse il tessuto della maglietta, pregando affinché quell'inferno potesse finire.
<< Raira… mi spiace. >> furono le uniche parole che riuscì a pronunciare il jonin.
Gli dispiaceva vederla così, ma allo stesso tempo sapeva che era giusto che lei fosse cosciente di tutto quello che aveva passato. Era una crudele verità per la ragazza, ma era necessario che la comprendesse e l'accettasse al più presto.
Già Tsunade e Itachi si erano offerti per risolvere quella situazione al posto di Kakashi, e questo non poteva accettarlo. Sarebbe stato in grado di trovare una soluzione.
I fatti di quella sera ne erano l'inizio.


Hinata passò per la millesima volta davanti all'abitazione di Naruto. Dalla loro uscita, non si erano più rivolti la parola. Lei era stata davvero fin troppo impulsiva e cattiva, ma questo l'aveva capito quand'era ormai troppo tardi. Ma piangere non l'avrebbe sicuramente aiutata, doveva parlarli. Così usciva di casa per andare sotto quella dell'Uzumaki, ma ogni volta le mancava il coraggio di chiamarlo.
Hinata sentiva la propria vita vacillare su due decisioni differenti, sempre. Erano la sua timidezza e mancanza di sicurezza a farla essere così fragile.
Sospirò, rassegnata e girò l'angolo.
Quando vide un biondino appoggiato al muro, con lo sguardo basso, spalancò gli occhi.
Era il destino che voleva che parlasse con lui, o semplicemente era sfiga? Non si fermò a pensarci troppo, doveva dileguarsi. Ma prima di poter fare un passo in più, Naruto alzò il viso per guardarla.
L'impatto di quell'azzurro pulito, fece tremare la Hyuga, che si sentì sciogliere quando lui la chiamò per nome.
<< Hinata, speravo proprio di vederti. >>
Il tono era pacato, sembrava privo di emozione. La corvina annuì debolmente, cercando di non scappare più. Era l'occasione giusta, e nonostante il cuore sembrasse dover scoppiare, doveva restare calma e parlarli.
<< A-anche io… devo parlarti. >> disse timidamente.
<< Per questo ti cercavo. Ho pensato molto in questi giorni e sono giunto alla conclusione che… >>
<< Aspetta! Prima che tu aggiunga qualcosa, vorrei che ascoltassi quello che ho da dirti. >>
Naruto fu sorpreso dall'interruzione di Hinata. Lesse nei suoi occhi determinazione, a momenti si commuoveva. Così la fece continuare.
<< Io non volevo dirti quelle brutte cose, quel giorno. Il fatto è che, tu, con tutti quei complimenti, mi confondi. Non riesco a capire cosa pensi e soprattutto… >> la corvina indugiò, sentendo il cuore battere all'impazzata << …cosa provi per me. >>
L'Uzumaki, in risposta, si avvicinò a lei e la strinse fra le sue braccia. Non poteva aspettare più. Si riempì i polmoni del dolce profumo della ragazza e le sussurrò: << Sono io quello che deve scusarsi. Non ci ho mai pensato seriamente, prendevo tutto alla leggera. Ma adesso l'ho finalmente capito. >>
La Hyuga attese in silenzio, quei pochi secondi le sembravano un'infinità. Sentiva il sangue pulsare nelle orecchie, il battito del cuore farsi sempre più forte. Temette anche che Naruto potesse sentirlo.
<< Tu mi piaci, Hinata. >>
Lui spostò sulle guance della ragazza, che si erano dipinte lievemente di rosso. Guardò negli occhi perlacei che brillavano teneri e bellissimi.
Adagiò le proprie labbra su quelle di lei, con cautela, come se avesse paura di rovinare la perfezione e la delicatezza della bocca rosea di Hinata.
Il tumulto che la perseguitava, finalmente si calmò. Il calore che sentiva si fece più forte e confortante. Si lasciò perdere tra i movimenti incerti del biondo.
Quel bacio non era come quello con Kiba. C'era di più, molto di più. Li poteva sentire in ogni parte del corpo, i leggeri brividi che le procurava la felicità del momento.
"E questa volta, non durerà poco." si disse la Hyuga.


Sakura Haruno, ninja medico e infermiera dell'Ospedale di Konoha, stava facendo di tutto, tranne che pensare al lavoro. Non riusciva a concentrarsi, tant'è che anche la signorina Tsunade le aveva consigliato di andare a casa, poiché era praticamente inutile la sua presenza fisica, senza quella mentale. La ragazza si era scusata più volte con la propria insegnante, ma lei aveva risposto che in quei giorni aveva lavorato tanto e che era normale che non si sentisse in forma.
In realtà, non era la stanchezza a crearle brutti scherzi, ma Sasuke. Sì, perché lui era fisso nei suoi pensieri e non sembrava intenzionato ad andarsene.
Dopo la scenata di gelosia che aveva fatto a Sai, il giovane Uchiha l'aveva completamente evitata. Le poche volte che l'incrociava, lui faceva finta di nulla, senza degnarla di uno sguardo.
C'era rimasta molto male a vedere questo comportamento, soprattutto dopo le ultime attenzioni cariche di affetto che aveva ricevuto. Non poteva negare che il ragazzo era stato molto carino nei suoi confronti, quando l'aveva fatta riposare a casa sua o quando, pensando che Sai le venisse dietro, era andato ad affrontarlo.
Adesso, però, i suoi dubbi necessitavano di una risposta. Così era andata da lui con l'intento di parlarli.
Bussò alla porta dell'appartamento più volte, finché non notò che era già aperta. Probabilmente non l'avrebbe dovuto fare, ma entrò lo stesso.
L'Uchiha non c'era, né nel cucinotto né nella camera da letto. C'era un unico posto in cui non aveva controllato e neanche in sogno l'avrebbe fatto.
La porta del bagno era collegata propria nella stanza dove il ragazzo riposava. Sentiva chiaramente il rumore dell'acqua che veniva giù e ci volle poco per comprendere che si trovava sotto la doccia.
Sentiva che doveva andarsene, però, qualcosa di sconosciuto dentro lei, la faceva rimanere a fissare il legno che divideva le due stanze.
Ad un tratto, il rumore dell'acqua si fermò, nello stesso modo in cui lo fece il cuore della ragazza. Doveva uscire di lì, al più presto. Il tempo di fare qualche passo, che la porta dietro di lei era già stata aperta. Sull'uscio ci stava Sasuke, con un asciugamano in vita, con ancora i capelli bagnati.
<< Chi… >> l'Uchiha vide la sua ex compagna di team paralizzata che le dava le spalle << Sakura? >>
Era alquanto sorpreso di vederla lì.
<< Come hai fatto ad entrare? >> chiese, sperando che non si fosse inventata chissà che cosa per spiarlo.
Lei si girò, tutta rossa e farfugliò qualcosa che assomigliava a: << La porta era aperta. >>
Sasuke la squadrò. Era la verità. L'idea di osservarlo di nascosto sarebbe potuta venire all'Haruno di qualche anno fa, non di certo a quella che stava di fronte a lui in quel momento.
<< E per questo sei entrata? >> ok, la porta era aperta, però doveva ancora spiegare cosa ci faceva lì.
Sakura non ebbe neanche il coraggio di guardarlo, sentendo il viso scottarle dall'imbarazzo: << Scusa… adesso me ne vado. >>
E avrebbe fatto davvero così, se il corvino non l'avesse fermata. Aveva appena preso in considerazione che quello fosse il momento giusto per chiarirsi. Era vero, l'aveva evitata in quei giorni, ma non poteva scappare all'infinito.
<< Aspetta, c'è qualche cosa che devo dirti. >>
La rosa sentiva chiaramente il suo cuore palpitare: << Sì, Sasuke? >>
Lui si schiarì la gola. Da dove cominciare? Erano tante le cose di cui avrebbe voluto parlare, ma non poteva trattenerla lì a lungo, considerando il fatto che fosse ancora semi nudo.
<< Sei ancora innamorata di me? >>
<< Ehh? >> Sakura non poteva credere alle proprie orecchie. Era stato così diretto, che a momenti le sarebbe venuto un infarto.
Era evidente che l'Uchiha non sapesse trattare le ragazze. Inoltre, c'erano altri punti da chiarire, prima di arrivare a quella confessione.
<< Ti pare il modo di chiederlo? >> sbraitò l'Haruno << Prima di tutto, saresti te che mi dovresti dare delle spiegazioni. >>
Non ci aveva pensato. In effetti, Sasuke aveva completamente ignorato il fatto che lui avrebbe dovuto chiarire alla ragazza il perché avesse fatto la scenata di gelosia a Sai. Era difficile ammetterlo a se stesso, come avrebbe fatto a dirlo a lei?
<< Beh, ecco… >> borbottò << …può darsi che fossi geloso… >>
Le guance di Sakura si tinsero nuovamente di rosa, ma questa volta non era più imbarazzata, ma compiaciuta. Lo trovava tenero quando provava ad esprimere i propri sentimenti. Si avvicinò a lui e gli prese le mani. Lo guardò penetrando con la luce dei suoi occhioni verdi in quelli bui e neri del ragazzo. Sapeva che il ragazzo non avrebbe mai confessato nulla in più.
<< Sì… >> sussurrò, alludendo alla domanda che gli aveva posto inizialmente.
Sasuke si sentì arrossire, si trovò anche ridicolo, ma un senso di felicità stava nascendo in lui. La voglia irrefrenabile di baciarla, si fece sentire.
Avvicinò il suo viso a quello della rosa.
<< Anche io. >> le sussurrò a fior di labbra, prima di impadronirsi di quella bocca tanto perfetta che l'aveva perseguitato anche nei sogni.
Un mix di emozioni crebbe in Sakura. Non si aspettava che Sasuke potesse essere così audace, ma si lasciò trasportare entro poco. Era elettrizzata, il ragazzo che aveva amato da sempre, finalmente la ricambiava e le aveva aperto i suoi sentimenti.
L'Uchiha la portò nel letto che fortunatamente era vicino. La lasciò sdraiare e si mise sopra di lei, tenendosi sui gomiti che aveva appoggiato accanto alla testa di lei. Cominciò a baciare il collo e ogni centimetro di pelle scoperta.
L'eccitazione nel ricordarsi di trovarsi nudo con solo un asciugamano in vita, crebbe pericolosamente. Voleva che anche lei si spogliasse, voleva arrivare fino in fondo.
Questo Sakura lo percepì quando lui cominciò a metterle le mani nei vestiti e ne fu un po' spaventata. Si scostò dal viso dell'Uchiha, mormorando le parole fatali: << Sasuke… è la mia prima volta. >>
Un lampo di tristezza percorse gli occhi neri. Ma non era tristezza, quanto pentimento. Non ci volle molto all'Haruno ha capire che non era più vergine. E dopo essersi sentita libera e felice, i dubbi l'assalirono nuovamente.
<< Chi… >> provò a chiedere, ma la voce le era morta in gola. Davvero voleva saperlo?
Ormai, però, il corvino aveva capito e rispose a bassa voce: << Karin, una subordinata di Orochimaru. >>
<< Ah… >> la voce di Sakura uscì flebile << È meglio che vada. >>
Si alzò frettolosamente, lasciando il ragazzo a bocca aperta. Si ricompose, per poi salutarlo e andarsene senza girarsi a guardarlo.
<< Sakura… >>

Le lacrime caddero fredde e non si impegnò neanche per trattenerle. Anche se per poco, si era illusa. Lei, che aveva aspettato Sasuke per tutto quel tempo, aveva creduto che lui avesse fatto lo stesso. Si sentì ridicola. Corse via, per le strade del Villaggio, senza neanche sapere se era diretta a casa. Seguiva solo i piedi.
La sua fuga, però, finì tragicamente: si scontrò con una figura e finì con il culo per terra.
<< Ohia >> sentì una voce femminile lamentarsi.
<< Scusi… >> si affettò a dire, asciugandosi gli occhi. Quando lì aprì, vide Raira davanti a lei, che la guardava stupita.
<< Sakura? >> chiese.
Era sorpresa di vederla di fretta e piangente. Non si preoccupò minimamente della caduta, si alzò porgendo una mano alla ragazza. Le dispiaceva vederla in quelle condizioni.
<< Cos'è successo? >>
La rosa non seppe cosa rispondere. Poteva raccontarle la verità, o era meglio nasconderla? Raira, nei suoi confronti, era sempre stata carina e gentile. Quegli occhi splendenti, accompagnati da quel sorriso, le trasmettevano fiducia. Inoltre, aveva il bisogno di sfogarsi.
<< È Sasuke… >> mormorò.
Raccontò a grandi linee i propri sentimenti che provava fin da quando era una bambina, della sera in cui se ne andò dal Villaggio, del suo ritorno.
Parlò, cercando inutilmente di non piangere, di quanto era successo prima.
La castana la guardò, l'Haruno le faceva una gran tenerezza, aveva sofferto quanto lei. "Sono gli Uchiha" pensò divertita.
Tornò poi nuovamente seria, preoccupandosi di asciugarle le lacrime.
<< Sakura, capisco benissimo il tuo dolore. È normale che tu stia male per una persona, se ci tieni. >>
<< Io… sono stata disposta ad aspettarlo >> singhiozzò << m-ma lui no. >>
<< Anche Sasuke ha passato un brutto periodo con Orochimaru. Ha dovuto eliminare tutti i suoi sentimenti, se non l'odio verso suo fratello. Mi spiace dirtelo, ma non puoi aspettarti sempre che una persona agisca come fai tu. >>
Sì, era vero, però… << Avrei voluto che fosse la prima volta per entrambi >> si lamentò.
Era il suo sogno e lei era una ragazza innamorata. Insomma, era difficile abbandonarlo così.
<< Ma lo sarà >> rispose convinta Raira. La rosa non capì.
<< Sarà la prima volta che farete l'amore. Sai, non è solo una cosa carnale, ma sentirai la sua anima più vicina, tanto che si confonderà con la tua. >>


Iruka si era sorpreso nel vedere Kakashi fuori dall'Accademia, soprattutto quando capì che cercava lui. Il jonin si era appostato sotto l'ombra di un albero, appoggiandosi con la schiena alla staccionata, il suo sguardo era basso e trasmetteva malinconia. Appena vide il castano, lo salutò, cercando di mantenere una certa nonchalance, fallendo.
Era palese che fosse lì per un motivo particolare, e Iruka sospettava anche quale.
<< Che ci fai qui? >> domandò. Non voleva costringerlo subito ad arrivare al sodo, preferiva girarci un po' intorno.
<< Avrei voluto fare quattro chiacchiere con te. >>
"Riguardo a…?" si chiese mentalmente Iruka, ma avrebbe preferito che fosse lui a dirlo di propria spontanea volontà. Soltanto che non lo fece.
Proseguì un silenzio imbarazzante per il chunin e malinconico per Kakashi.
Quest'ultimo avrebbe voluto dialogare liberamente, ma il peso che gli schiacciava il cuore era insopportabile e non riusciva ad aprire bocca su quell'argomento. Un argomento che aveva un nome, un cognome, un occhio nero e l'altro viola.
Aveva rifiutato l'aiuto del Quinto Hokage e di Itachi, perché voleva mostrarsi forte e in grado di agire da solo, ma presto si era accorto che non era così. Quando si era svegliato, quella mattina, di Raira non c'era già più traccia, se non un biglietto con su scritto "torno tardi". Ci aveva pensato tutta la giornata, poi si era deciso di andare da Iruka. Il ragazzo, in quanto amico stretto della Ku, avrebbe potuto dare qualche consiglio. Solo da lui l'avrebbe accettati. Sì, perché non si sarebbe mai considerato migliore di Kakashi, né tanto meno l'avrebbe fatto sentire un incapace.
<< Tu conosci molto bene Raira, vero? >> cominciò << Bene, perché io no. E tanto meno lei me lo vuole concedere. >>
Iruka annuì, comprensivo. Sapeva benissimo che lei aveva sempre tenuto comportamenti alquanto diversi in base alla persona o alla situazione.
<< Vedi, Kakashi, veniva considerata una tipa allegra e spensierata, solo perché lei nascondeva il proprio dolore. Dopo che Itachi se n'è andato, è come se si fosse dimenticata che si era promessa di sorridere sempre e ha cominciato a mostrare il suo lato cupo. Anche adesso, che ha di nuovo trovato la felicità, secondo me, nasconde qualcosa. Non le ho mai chiesto come andavano le cose con te, ma ho intuito che nelle sue preoccupazioni, ci sei tu. >>
<< Da quell'episodio >> l'Hatake sapeva che Iruka ne era a conoscenza << ho capito che mi odiava. Non sono riuscito a comprenderne il motivo, però. L'astio tra noi non sembra voler cessare e il Quinto Hokage me l'ha affidata come 'missione'. Ieri sera, tramite la sua abilità innata, ha visto la mia sofferenza dopo la sua partenza, non ha avuto reazione, se non quella di piangere e non mi sembra ne voglia parlare. >>
Umino capì che il Ninja Copiatore voleva il suo aiuto. La faccenda era anche un po' buffa, perché lui l'aveva sempre considerato come il Jonin per eccellenza, aveva ancora molto da imparare da lui, ma in quel momento, era Kakashi a voler apprendere qualcosa.
Gli sorrise sincero, l'avrebbe sicuramente aiutato.
<< Ha bisogno di tempo, non forzare le cose. Vedrai che appena se la sentirà, sarà lei la prima a parlare e risolverete. E non pensare che ti odi, probabilmente è una tua impressione. >>
Kakashi gradì quelle parole, anche se non era molto sicuro sul fatto che era una sua impressione. Lo ringraziò, prima di salutare e andarsene.


<< A quanto pare anche Sasuke è un frantuma-cuori >> scherzò Raira << avrà preso da suo fratello >>
<< E con questo cosa vorresti dire? >> disse Itachi, facendo il finto offeso, ma poi seguì nella risata della sua fidanzata.
Raira era andata a trovarlo in ospedale, ma a differenza di molti, si preoccupava maggiormente di farlo ridere, cercava di nascondere la propria preoccupazione per la salute del ragazzo.
<< Povera Sakura, anche lei è cascata nel tranello degli Uchiha. >> continuò la castana, prendendolo in giro.
<< Ehi! >> Itachi mise il broncio, facendola nuovamente ridere.
Con la mano, poi, le fece gesto di avvicinarsi. Lei ubbidì, anche se inizialmente aveva rifiutato. Itachi allungò un braccio e con la mano la prese dietro la nuca e fece combaciare le loro labbra. Nonostante la delicatezza del bacio, al ragazzo uscì un gemito di dolore. Raira si staccò, preoccupata.
Itachi sorrise nel vedere i suoi occhioni che si sentivano colpevoli.
<< Uscirò qui il più presto possibile, Raira. >>
<< È una promessa? >>
<< Sì. >>

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Capitolo 19
*** Insegnamenti ***


Cap.19

Quella sera le ragazze non avevano intenzione di dormire. Sakura, Ino, Hinata e addirittura Temari, si erano ritrovate a casa della prima, per passare la notte in chiacchiera.
Si era aggiunta anche Temari, che era arrivata al Villaggio della Foglia giusto il giorno prima, come 'ambasciatrice', in realtà, voleva passare del tempo con Shikamaru, ma non aveva perso occasione per stare anche con le sue amiche.
<< Allora, Temari, è ufficiale la cosa? >> chiese scherzosamente Ino, la quale aveva rimosso tutti i sentimenti per il compagno di squadra, se non quello di amicizia.
<< Sì, >> dichiarò lei << siamo fidanzati. Nonostante questo, il nostro caro 'amico' non si astiene dal dire che le donne sono una scocciatura, compresa me. >>
<< Meno male che riesci a tenerli testa! >> rise Sakura, invidiando un pochino la bella relazione dei due.
<< Infatti… lo sapete che è diventato jonin? >> Temari, con queste parole, spiazzò tutte.
<< Davvero? >> chiesero all'unisono le tre.
Nonostante il fatto che il Nara era conosciutissimo per la sua pigrizia, era un ottimo ninja, si meritava il rango di jonin, ma comunque sia, era davvero una sorpresa.
<< Sapete, mi ha confidato di avere un po' paura per la prima missione da jonin, anche se per ora il Quinto Hokage non gliene ha affidata nessuna. Penso proprio che sia a causa della prima da chunin, mi ricordo che era così abbattuto per aver fallito il recupero di Sasuke, che voleva mollare l'idea di fare il leader. >> continuò Temari, toccandosi il mento ripensando a quella volta.
Era la prima volta che l'aveva aiutato contro un nemico, insomma, la prima volta che erano stati complici. Lei l'aveva screditato addirittura per il fatto che non accettasse la sconfitta e le condizioni gravi dei suoi compagni. Probabilmente, era da lì che era nato il suo amore per Shikamaru.
A interrompere i suoi pensieri, ci fu la voce squillante di Ino.
<< Parlando di Sasuke, come va, Sakura? >>
La rosa s'incupì all'istante: << Beh ecco… mi ha detto che gli piaccio. E stavamo anche per farlo. >>
<< COSA?! >> urlarono le amiche stringendosi intorno a lei, piene di curiosità.
<< Sì, ma ho scoperto che per lui non era la prima volta. Ha perso la verginità insieme a una subordinata di Orochimaru. >>
L'entusiasmo delle altre, svanì.
<< Mi spiace, Sakura >> le disse comprensiva Hinata.
Ino le appoggiò una mano su una spalla, comprendendo il perché della malinconia dell'Haruno.
<< Non ti disperare, i ragazzi non sono come noi, non sanno stare da soli. Adesso fagli vedere quanto vali e che non sei meno di quella tipa! >> la incitò Temari.
La rosa la guardò basita. La stava spingendo ad andare a letto con l'Uchiha?
Comunque sia, lei non aveva il suo stesso carisma e farlo la intimidiva anche un po'.
La Hyuga, capendo che l'argomento la metteva a disagio, cercò di cambiarlo. Sputò la prima cosa che le venne in mente, sacrificando la sua timidezza: << Io e Naruto ci siamo messi insieme. >>
Lo disse tutto di un fiato, per poi sentire il cuore martellarle dalla felicità. Ancora non l'aveva detto a nessuno.
<< Ohh, complimenti >> fece Temari, mentre Ino cominciò con le sue battutine.
Sakura, invece, si era chiusa con quella rivelazione. Dunque anche Hinata aveva chiarito con Naruto. Si trovava in una stanza con tre amiche felicemente fidanzate, mancava solo lei. E non che il suo amore non fosse corrisposto, semplicemente aveva fatto la preziosa.

Sasuke, nuovamente non riusciva a dormire. I sensi di colpa lo invadevano e una strana sensazione gli albergava nello stomaco.
Si era ripetuto più volte che era uno stupido, ma questo non bastava per placarlo. Si rivedeva gli occhi di lei, che lo fissavano con una tristezza infinita. Non era riuscito neanche a fermarla, a chiederle di rimanere. Non le aveva detto neanche che non provava assolutamente niente per Karin, che probabilmente aveva cercato un po' di lei nell'Uzumaki, senza trovare nulla.



<< Vedi, Nia, impugnandoli così, hai più probabilità di colpire il bersaglio. >> spiegò Raira all'amica.
Come ogni mattina, stavano intraprendendo una lezione sugli shuriken.
Nia annuì, cercando di imitarla. Mirò e ne lanciò quattro contemporaneamente, di cui solo tre, però, colpirono il bersaglio.
<< Dai, di poco. Riprova. >> l'intimò l'amica.
Così fece, ma il risultato restò invariato.
<< È inutile, non ce la farò mai. >> mugolò, affranta.
Raira la guardò con rimprovero, non sopportava sentirla lamentarsi ogni singola volta se non le riusciva qualcosa.
<< Il punto è che non credi in te! Ti convinci che sbaglierai ed è ovvio che di conseguenza sia così. >>
L'altra sbuffò, nervosa. Sapeva benissimo che era la verità, non ci credeva minimamente in quello che faceva.
Era tutto nato dalla morte di sua sorella. Quando le diedero la notizia, era davvero piccola, non aveva altre memorie di quel tempo, se non quella del funerale di Rin. Senza la salvaguardia di un elemento tanto essenziale, dal suo punto di vista, si era sempre considerata una perdente. Solo l'amicizia di Raira l'aveva spinta ad entrare nell'Accademia, eppure si erano diplomate con grande distanza. Aveva sempre invidiato la bravura dell'amica, "fortunata, discende da un clan noto per la loro grandezza" così si era sempre detta. In seguito all'abbandono di Raira, il suo maestro l'aveva iscritta all'esame di selezione dei chunin e lì aveva fatto un bel fiasco, deludendo i propri compagni di squadra, la sua famiglia e lo stesso sensei. Aveva addirittura lasciato la nomina di genin e il suo sogno di essere ninja. Ma ora era una ventenne, non più una ragazzina.
Impugnò nuovamente gli shuriken, in modo che si sentisse più agevolata.
<< Stai a guardare! >> urlò, decisa. Doveva farcela, doveva mostrare che gli allenamenti non erano stati vani, che la poca pazienza di cui era disposta Raira, non era stata impiegata inutilmente.
Quattro stock smorzarono il silenzio di tensione che si era creato, Nia non si lasciò sorprendere.
Raira, compiaciuta, andò a riprendere i quattro shuriken che erano stati conficcati con precisione nel centro.
<< Ottimo lavoro >> si complimentò << adesso, però, è il momento di usare un bersaglio mobile. >>
<< Eh? >> Nia non capiva cosa intendesse, ma restò di stucco nel vederla auto indicarsi.
<< Saresti tu il bersaglio?! >> urlò incredula.
<< Esatto. Non avere paura, farò in modo di non essere colpita. >>
Nia annuì, sapeva che era molto fluida nei movimenti e sapeva evitare bene gli attacchi. Rincuorata da questo, riprese in mano gli shuriken.
<< Pronta? >>
<< Pronta. >>
Ne lanciò solo uno, cercando di colpirla da destra e successivamente, dopo che Raira si era spostata a sinistra, ne lanciò un altro per prenderla da quella parte. Ma la velocità dell'amica era superiore alla sua e neanche questo andò in segno. Comunque, la tattica era buona.
<< Come va con Kakashi? >> chiese Nia, lanciando altri shuriken.
Raira li evitò con facilità: << Stai cercando di distrarmi? >>
<< Forse >> la beffeggiò << comunque sia, mi interessa. >>


Doveva andare da Sasuke, doveva parlarli. Doveva dirli che non le importava non essere la prima per lui, ma solo che lui l'amasse. Doveva dichiararli che era pronta per quel passo e che era felice di condividerlo con lui. Doveva dichiararli che era la persona più importante, per lei.
<< Sarà la prima volta che farete l'amore. Sai, non è solo una cosa carnale, ma sentirai la sua anima più vicina, tanto che si confonderà con la tua. >> Le aveva detto Raira.
<< Non ti disperare, i ragazzi non sono come noi, non sanno stare da soli. Adesso fagli vedere quanto vali e che non sei meno di quella tipa! >> Le aveva detto Temari.
Erano questi i pensieri che aveva Sakura, mentre correva per le strade di Konoha, quella mattina, per raggiungere l'abitazione dell'Uchiha.
Quando arrivò, riprese finalmente fiato. Il cuore che scoppiava, le gambe le tremavano e aveva il fiatone.
Degluitì, cercando di calmarsi.
Ogni volta che si trovava di fronte a quella porta, era per impulsività, e come sempre si rendeva conto solo all'ultimo che era troppo tardi.
Quella volta, lo capì quando Sasuke uscì frettolosamente di casa, finendo per scontrarsi con la ragazza.
<< Sakura? >> chiese sorpreso, rialzandosi da terra.
La rosa sentì gli occhi pungerle, non sapeva bene cosa provava in quel momento, si sentiva felice e triste, stupida e pensante, gelida e bollente.
<< Sasuke! >> si buttò fra le braccia di lui, che ancora non era riuscito a comprendere la situazione.
La sentì cadere in un pianto, mentre ripeteva il suo nome soffocandosi nel suo incavo del collo.
<< Io…io ti amo, Sasuke. >>
Una scarica invase il corpo del corvino, quelle parole l'avevano risvegliato dal suo stato di incomprensione.
La strinse forte a lui, non badando al fatto che erano ancora seduti a terra.
<< Ti amo anche io, Sakura. >>


<< Ieri abbiamo parlato, ma nulla di che. >> la informò Raira, continuando a schivare i vari shuriken.
<< Come nulla di che? >> ribadì l'altra, prima di lanciarne un altro.
Mentre l'amica era in grado di parlare e stare attenta ai propri movimenti, Nia non se ne sentiva in grado, preferiva concentrarsi.
Raira si abbassò velocemente per non essere colpita, poi ruzzolò di lato per evitare anche il secondo che arrivava.
Le piaceva quell'esercizio, perché le permetteva anche a lei di allenarsi.
<< Mi ha chiesto di guardare nei suoi ricordi >> si spostò nuovamente << io l'ho fatto, ma quello che ho visto erano solo le sue lacrime. Continua a dire di amarmi, è patetico. >>
I muscoli di Nia si tesero a quelle parole. Un onda di nervosismo l'attraversò, ma cercò di trattenersi.
<< Patetico? >> chiese in un ghigno, cercando di non tradire la sua falsa tranquillità.
Comunque sia, Raira notò lo strano comportamento dell'amica: << Nia, qualcosa non va? >>
La Nohara strinse il prossimo shuriken che avrebbe lanciato tra le mani, facendole sanguinare. Si morse il labbro, non voleva perdere la pazienza, ma quello era troppo. Ripensò a lei, che ogni volta che cercava Kakashi, lo trovava piangente a pensare a Raira. Alla ragazza che in quel momento lo stava deridendo.
<< Come puoi dire queste cose di una persona che ti amata nonostante tutto?! >> urlò mentre gli occhi le divenivano lucidi << A lui non importava se gli altri ti vedevano come una traditrice, forse lui non te l'ha mai detto, ma ti difendeva sempre e comunque! E tu adesso, vorresti dire che tutto questo è patetico? Solo perché hai Itachi, non dovresti ridicolizzare gli altri. Sei una bambina, Raira! >>
La scarica di rabbia le attraversò il corpo, fredda e possente, fino a giungere al braccio che si mosse come da solo. Lo shuriken smorzò l'aria, viaggiando a una velocità inaudita e mai sognata dalla stessa Nia.
Ma Raira era troppo occupata a pensare a quelle parole, che non si rese conto dell'arma che volteggiava in aria. Non si accorse neanche di essere stata colpita alla parte superiore del braccio.
Insieme all'arrivo della consapevolezza di quello che aveva fatto e detto, Nia, vide il sangue schizzare. Corse da lei, piena di risentimento e preoccupazione. Della rabbia provata momenti prima, non c'era già più nulla.
<< Avevi detto che non ti saresti fatta colpire, Raira! >>
Quella la guardò senza capire, ancora scossa. Si girò lentamente verso l'arto sinistro e notò la ferita. Ne toccò i bordi insanguinati con le dita, delicatamente, come se non le sembrasse vero.
<< Oh, non è nulla >> sorrise falsamente << sei davvero diventata brava. >>
Nia la guardò preoccupata, gli occhi della migliore amica erano velati di tristezza. Tristezza di chi è consapevole.
Le guardò nuovamente il braccio, e si rincuorò nel notare che non era profonda, ma doveva lo stesso fasciarla o fare un controllo.
<< È meglio andare in ospedale. >>
<< Non essere sciocca, non è nulla. >> le rispose Raira << Vabbè, adesso devo andare. >>
Detto questo, si allontanò.
Nia Nohara, che da sempre aveva considerato Raira Ku come sua sorella, non provò a seguirla, sapendo che in certi momenti era meglio che restasse sola. Nonostante non avrebbe voluto sbatterle in faccia la verità, si era rivelato un modo efficace per farlela apprendere.


Sasuke si rigirò nel letto, sentendo le coperte a contatto con la pelle nuda e bollente. Guardò la ragazza che lo affiancava, che si era appallottolata, sembrando ancora più piccola e tenera di quello che era già. Allungò un braccio, come per cingerla, ma si fermò, dubbioso. Non voleva disturbarle il sonno, soprattutto adesso che la vedeva con quel sorrisetto sincero che la rendeva bellissima. Sorprendentemente, lei si mosse furtiva, schiacciandosi sul petto dell'Uchiha, che l'avvolse in un abbraccio. La strinse con delicatezza, non voleva più perderla.
Quello provato con Sakura, non aveva nulla a che fare con quello provato con Karin. Non era per sfizio questa volta, anzì, era l'opposto. Era indispensabile, non avrebbe mai potuto fare a meno dell'amore di Sakura.
Non avevano aggiunto nessuna parola, non ne avevano bisogno. I sentimenti erano chiari da parte di tutti e due, come il pentimento.
Senza parlare, si erano perdonati a vicenda.
Sasuke sorrise, e prima di addormentarsi, mandò il pensiero al fratello Itachi.


<< Che cos'è questo?! >> urlò Raira togliendo il libro dalle mani di Kakashi.
L'Hatake non si era accorto del suo ritorno ed era stato colto in flagrante. La ragazza gli sventolò Le tattiche della pomiciata davanti agli occhi, rimproverando. Lesse ad alta voce il titolo e l'imbarazzo del jonin era tale che si sentì il viso andarli in fiamme.
<< Sei un pervertito! Non dirmi che hai anche il resto dei libri del Sennin… >>  si girò verso la teca dove teneva tutti i libri e sentì il fumo uscirle dalle orecchie quando vide Il paradiso della pomiciata e La violenza della pomiciata tenute come se fossero d'oro << Ma chi speri di portarti a letto, maniaco! >>
Kakashi prese le difensive, cercando di ostacolarla dal sciupare i suoi bei volumi: << Nessuno, ma adesso calmati. >>
<< Non ti si può prendere mai sul serio, che rabbia >> sbuffò la castana.
Agilmente prese il primo libro della collana, ma appena ne sentì il peso sul braccio sinistro, lo lasciò cadere insieme a un urlo di dolore.
Solo in quel momento l'Hatake si accorse della ferita che riportava.
<< Che ti sei fatta? >> chiese allarmato.
Lei cercò di prendere le distanze: << Nulla, ho insegnato una nuova tecnica con gli shuriken a Nia. >>
A Kakashi parve fin troppo strano che fosse stata colpita. In fondo aveva sempre mostrato un'abilità e una scioltezza nei movimenti che superavano anche le sue. Evidentemente, avevano litigato. Il perché, però, era superfluo, in quel momento, il taglio era di netta importanza.
<< Io in ospedale non ci vado >> si lamentò lei << ci sono casi molto più importanti, tipo quello di Itachi. >>
Si morse la lingua, maledicendosi per aver parlato nuovamente dell'Uchiha. Kakashi, comunque, non parve esserne infastidito, si limitò a sospirare, comprendendo.
<< Va bene, ma lascia almeno che te la disinfetti. >>
Raira sgranò gli occhi. Non ci aveva pensato. Restò ferma, aspettando che l'Hatake la curasse. Le spalmò una sostanza che aveva lo stesso colore dell'argilla, anche se era più liquida. Bruciava leggermente e questo le fece scappare un gemito. Kakashi, infine, la pulì, per poi fasciarle il braccio con una garza.
La castana rimase sorpresa nel vedere la cura e la precisione dei suoi movimenti.
<< A lui non importava se gli altri ti vedevano come una traditrice, forse lui non te l'ha mai detto, ma ti difendeva sempre e comunque >>
L'armatura di ghiaccio si sciolse a contatto con il calore che sentiva invaderle il corpo. "Kakashi…"
Ripensò a tutte le volte che l'aveva trattato male, guardato con astio, considerato ridicolo. Era stata terribilmente cattiva e ingiusta nei suoi confronti.
<< Mi spiace, Kakashi. >> gli disse in un soffio.
Lui sollevò l'unico occhio aperto verso i suoi, e si accorse del pentimento che vi scorreva. Sapeva benissimo a cosa si riferisse, ma si impietosì e preferì far finta di nulla.
<< Scusa per cosa? >>
<< Per averti fatto credere che ti odiavo. >>
Una lacrima fece per scorrerle sulla gota, ma lui la fermò con il dito, senza interrompere il contatto visivo.
Le vide gli occhi tremare e ebbe la sensazione che anche per lui fosse lo stesso. "Quanto sei bella" pensò, ma preferì non dirlo, aveva paura di spezzare quel momento magico.
Si limitò a tirarla verso di lui, cingendola in un abbraccio. Raira non fece resistenza, anzi, ricambiò, sorridendo debolmente.
Era quella la pace.


Spazio autrice:
Come avevo detto ad alcuni di voi, sono riuscita ad aggiornare entro stasera (yuppi)
In questo capitolo abbiamo ben due chiarimenti! Finalmente li lasciamo un po' di felicità, anche se non so quanto potrà durare (muahah).
Passiamo alla notizia che tutti voi starete aspettando, nonché anticipo sul prossimo capitolo: Itachi viene dimesso dall'ospedale.
Bene, penso che potrei chiudere anche qui, non ho molto altra da dirvi, se non ché ringrazio infinitamente chi recensisce e segue la storia.
Bacini a tutti~

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Capitolo 20
*** Jonin ***


Cap.20

Quando Raira si svegliò, notò che non era presto come nelle mattine precedenti. Aveva dormito così bene che non aveva sentito il bisogno di scappare da lì o di evitare Kakashi. Sorrise scostando le tende e ammirando il cielo pulito.
L'Hatake era andato dal Quinto, le l'aveva comunicato la sera prima. Si concesse del tempo per prepararsi alla giornata.
In realtà, non sapeva neanche lei cosa avrebbe fatto, era meglio non continuare l'allenamento di Nia. Si strinse la fasciatura al braccio. Nuovamente era stata la sua migliore amica ad aprirle gli occhi, sì, perché per quanto i suoi potessero essere belli e particolari, non riusciva mai a vedere chiaramente la verità, se ne cercava sempre una propria.
<< Raira! >> la voce di Kakashi arrivò insieme al rumore della porta aperta << Tsunade vuole parlarti, c'è una sorpresa per te. >>
Una sorpresa? Odiava le sorprese.
Al momento, aveva tanti di quei desideri, che non sapeva davvero cosa potesse dirle l'Hokage. Sperava solo il meglio.

<< Eccoti, Raira >> la salutò allegra la la bionda, vedendola entrare nel proprio ufficio insieme al Ninja Copiatore.
<< Kakashi ha detto che voleva parlarmi. >>
Tsunade annuì: << Infatti, la tua sorpresa dovrebbe arrivare qui a momenti. Prima però, vorrei darti una notizia. >>
Raira guardò sconcertata l'Hatake, che le sorrise.
<< Abbiamo trovato una casa per te e Itachi. >> finì l'Hokage.
<< Davvero? >> esclamò la castana, in preda alla felicità.
Non le importava neanche come fosse fatta, dove fosse, le importava solo avere un posto da dividere insieme al suo fidanzato. Era vero, aveva chiarito finalmente con Kakashi, ma non poteva certo paragonare l'alloggio da lui con quello con Itachi.
Una voce la fece sobbalzare, a quanto pare non bastava la contentezza per la notizia. L'avrebbe riconosciuta tra mille, aveva il suono più bello che potesse desiderare, che le faceva provare emozioni uniche.
<< È permesso? >>
Si girò di scatto, le pupille le si dilatarono nel vedere Itachi, davanti a lei, in piedi, sano come un pesce. Gli corse incontro per poi stringerlo fortemente.
<< È arrivata la tua sorpresa. >> dichiarò Tsunade, che sorrise vedendo quel quadretto, sarebbe stato molto più bello se non fosse stato per Kakashi che in un angolo guardava la scena muto, senza una reale espressione.
<< Te l'avevo promesso, sarei uscito il prima possibile. >> disse l'Uchiha, baciando delicatamente Raira.
Il Quinto, poi, ripeté nuovamente della nuova casa dei due e chiese a uno dei suoi subordinati di accompagnarli.

Non era troppo grande, contava quattro stanze: quella da letto, la cucina, il bagno e un piccolo soggiorno. Si trovava in prossimità delle mura, ed era abbastanza lontana da strutture principali tipo quella dell'Hokage.
Comunque sia, agli occhi dei due era bellissima. Era bellissimo solo il fatto che potessero vivere di nuovo, finalmente, insieme.
<< Il letto è comodo >> disse Raira buttandoci sopra << e comodo. >>
A Itachi venne da ridere, vedendo la sua espressione angelica che chiedeva coccole: << Non abbiamo molto tempo, Tsunade ha detto che bisogna tornare da lei. >>
La ragazza continuò a guardarlo supplichevole, tant'è che l'Uchiha si lasciò convincere. In fondo, era da tanto che non si concedevano intimità.

<< Te l'avevo detto che avremmo fatto tardi! >> urlò Itachi saltando da un tetto all'altro, cercando di stare dietro alla fidanzata. Erano già in ritardo.
La risata cristallina di Raira, lo fece sorride, comprendendo la bellezza del momento, gli sembrava di esser tornato ragazzino, quando facevano ancora parte dello stesso team.

Questa volta, nell'ufficio di Tsunade non c'era nessun altro, erano solo loro tre.
<< Ci scusi per il ritardo >> chinarono il capo Itachi e Raira.
<< Non importa >> fece la bionda << ma passiamo alle cose importanti. >>
I ragazzi si fecero subito attenti, percependo la serietà del Quinto Hokage. Si appoggiava alla scrivania sui polsi, tenendo le dita incrociate, solita posa da chi ha qualcosa da dire.
<< Spero che voi siate consapevoli della vostra abilità di shinobi, >> cominciò << Itachi ne ha sempre data dimostrazione, basta fidarsi sul fatto che era un ricercato di livello S, mentre, tu, Raira, l'hai provato sconfiggendo Danzo, in più tutti sanno che eravate i più forti della vostra generazione. Questo è per dirvi che il Villaggio della Foglia ha bisogno di voi, come jonin. >>
Raira sgranò gli occhi. Aveva sentito bene? Guardò Itachi, se al suo contrario aveva già assunto un aspetto serio, annuendo alle parole della donna. Infatti, l'Uchiha era stato membro dell'ANBU, ma lei si era fermata a chunin, non era sicura di potercela fare. Sì, si era allenata costantemente quand'era lontana da Konoha, ma…
Tsunade sembrò capire i suoi pensieri.
<< Raira, capisco i tuoi dubbi >> aggiunse << per cui ti affido a Kakashi, insieme a lui avrai una preparazione degna. >>
Itachi un po' si infastidì, nuovamente l'Hatake. Sembrava che lui e Raira dovessero stare costantemente appiccicati. Lo stesso pensiero lo aveva lei stessa, ma questa volta non aveva più nulla contro Kakashi, per cui non aveva grandi problemi.
<< Qui ci sono i vostri nuovi coprifronte. >> li informò l'Hokage, mostrando due fasce, una blu e una nera. Itachi prese la prima, la castana la seconda che se avvolse in vita, poiché la fronte era già occupata. Indossarla equivaleva a un brivido di adrenaline, stava ad indicare che si era veri e propri ninja.
<< Adesso potete andare. >> li congedò in seguito Tsunade.
I due obbedirono, ma appena furono fuori dall'edificio, l'Uchiha si fermò.
<< Raira, tu vai a casa, io ho dimenticato che dovevo dire una cosa al Quinto. >>
Lei annuì, senza pensare a cosa avesse da dirle.

<< Cosa c'è, Itachi? >>
<< Sono qui per darle informazioni riguardo all'Organizzazione Alba, Quinto Hokage. >>
<< Va bene, comunque sia ho già mandato Jiraya ad indagare nel Villaggio della Pioggia. >> rispose Tsunade, ricordandosi dell'ultima volta che aveva visto il compagno.
<< Cosa?! >> urlò Itachi, evidentemente preoccupato << Non sarà mica andato a cercare il capo dell'Organizzazione da solo. >>
L'Hokage si scosse un po' per quella reazione: << Sì, perché? >>
<< È in grandissimo pericolo. Il capo è Pein, ma non è uno solo, ha più forme. Non importa se è un Sennin, rischia chiaramente la vita. Da quant'è partito? >>
<< Circa tre giorni… che intendi fare? >>
<< Mi dia il permesso di raggiungerlo insieme a una squadra. >>
Tsunade si morse il labbro, per quanto avesse paura per Jiraya, aveva cercato di convincersi che non c'era un grande pericolo, ma l'agitazione di Itachi aveva infranto quest'illusione.
<< Ok, componila te, mi fido. >>
<< Grazie. >>

Mezz'ora dopo, il team era alle porte del Villaggio.
Itachi, leader della spedizione, fondamentale poiché era a conoscenza delle potenzialità del nemico.
Sasuke, che si era rivelato un ottimo ninja su cui poteva contare, i loro Sharingan uniti era fortissimi.
Naruto, anche se fosse rischioso il fatto che era una forza portante, aveva dimostrato di saper badare a se stesso e la sua potenza era indispensabile.
Hinata, di cui le capacità del clan erano pazzesche, si era offerta volontaria, infatti si trovava con Naruto quando il maggiore degli Uchiha li aveva raggiunti.
Shikamaru, un ottimo stratega e pensatore.
Infine c'era Sakura, che non solo era un ninja medico, ma era arrivata allo stesso livello di Tsunade.
La squadra era imbattibile e decisa. Se Jiraya era partito da tre giorni, probabilmente era appena arrivato, infatti secondo Naruto il Sennin aveva abitudine di fermarsi spesso durante i viaggi. A loro invece, sarebbe bastata una giornata.
<< Bene siamo pronti per part… >> la voce di Itachi fu sovrastata da un'altra femminile che lo chiamava per nome.
Si girò lentamente verso Raira, che era giunta di corsa.
<< Che ci fai qui? >> le chiese il maggiore degli Uchiha, facendo finta di non saperlo. Non aveva avvisato né tanto meno reclutato la ragazza per motivi, per lui, validi.
<< Sono venuta a conoscenza della missione solo adesso, perché non mi hai detto nulla? Voglio venire anch'io. >> Raira era piuttosto arrabbiata.
<< Proprio perché sapevo che avresti voluto seguirci, ti ho tenuta all'oscuro. >> gli rispose lui, cercando di mantenere una certa freddezza.
<< Perché non posso unirmi? Io… >>
<< Perché io ho deciso così. Saresti solo d'impiccio. >>
Vide gli occhi di lei oscurarsi, la bocca semi aperta che cercava di scacciare qualche parola, ma che non ci riusciva. Infatti Raira si sentiva morire. Per quale motivo la stava trattando in quella maniera?
<< Io non voglio ostacoli durante questa missione. E non farmi elencare tutte le ragioni perché non sei un ninja di cui questa squadra ha bisogno, sarebbe meglio andassi a forgiare il tuo carattere da bambina. >> finì per dire Itachi, mostrando tutta la cattiveria che aveva in serbo. I suoi occhi, che apparentemente potevano sembrare quelli di sempre, erano più cupi e severi. Raira non ebbe il coraggio di rispondere, non sentiva più neanche la terra sotto i piedi. Restò impalata a guardarlo andare via. Non fece caso al resto, vedeva solo lui. Le sue spalle, la sua indifferenza.

<< Non sei stato un po' troppo duro con lei, Itachi? >> gli chiese Sasuke.
Il fratello fece una smorfia. Non pensava davvero quelle cose, ma si era visto obbligato. Non le avrebbe mai permesso di partecipare a quella missione, era troppo difficile e aveva paura per lei. Non che non si fidasse delle sue capacità, ma sapeva che anche lui non ne sarebbe uscito illeso e lei di sicuro, nel vederlo messo male, avrebbe sicuramente attuato qualche pazzia, che andava assolutamente contro i suoi principi, non a caso aveva portato Shikamaru con sé.
<< Non ho potuto fare altrimenti, ci avrebbe seguito sennò >> rispose << e poi, anche tu avresti fatto lo stesso, al mio posto. >>
L'Uchiha minore non rispose, riconoscendo che aveva ragione. Sakura, che aveva ascoltato, sorrise compiaciuta da questa reazione.
Entrambi si erano ricordati di quante volte Sasuke si esponesse male con le persone per evitare che si affezionassero a lui o commettessero atti di cui, in seguito, sarebbero potuti pentirsi.
Un esempio facile facile, era appunto quando lui aveva finto indifferenza davanti ai sentimenti della rosa, per non permetterle di seguirlo con Orochimaru e per far sì che lo dimenticasse, anche se quest'ultima cosa non era andata a segno.


Non sapeva dove andare. Non voleva tornare nella casa nuova, poiché era la maggior cosa che rappresentava la sua unione con Itachi. Si era ritrovata a camminare senza meta per le strade di Konoha, spaesata. Non sentiva il mondo scorrerle intorno, vedeva solo la crudeltà delle parole dell'Uchiha. Perché l'aveva trattata in quella maniera? L'aveva umiliata davanti a tutti, insinuando che fosse una bambina. Strinse i pugni per controllare la rabbia, quanto odiava quando la chiamavano così. Cosa doveva fare per dimostrare di essere cresciuta e maturata?
<< Raira! >> si sentì chiamare << Qualcosa non va? >>
Davanti a lei c'era Nia, che la guardava abbastanza preoccupata. A quanto pare, si vedeva lontano un miglio che non stava affatto bene.
Mugugnò qualcosa che assomigliava a un << Nulla d'importante >> per poi continuare a camminare, ignorandola.
La Nohara la guardò allontanarsi, senza aggiungere una parola. Da migliore amica, sapeva benissimo che non voleva essere avvicinata in certi momenti di sconforto, preferiva stare sola. Non condivideva questo punto di vista, ma aveva imparato ad accettarlo.
<< Sei preoccupata per Raira? >>
Una voce maschile e tremendamente attraente la sorprese alle spalle. Si girò tremante, sapendo benissimo a chi appartenesse.
Non era un caso che Kakashi Hatake si trovasse lì, in fondo lui c'era sempre quando si trattava dell'ultima rimasta del clan Ku.
Annuì, ammettendo le sue preoccupazioni: << L'ultima volta che non voleva parlare più con nessuno è stato quando… >>
<< Itachi ha lasciato il Villaggio. >> completò il jonin, sospirando. Nonostante i suoi continui litigi con Raira, lei non si era mai mostrata così apatica e… priva di vita.
<< Te sai cosa le è successo? >> chiese alla ragazza.
<< Non lo so con certezza… >> sussurrò, indecisa sul dirlo o no. Sapeva benissimo che l'unica persona in grado di farle cambiare umore in quella maniera era il suo fidanzato, ma questo avrebbe potuto dare fastidio a Kakashi. D'altra parte, però, non poteva nasconderlo << Penso che c'entri Itachi. >>
La risposta dell'Hatake fu diretta e piena di disappunto << Immaginavo. Io vado, ciao. >>
<< Ciao… >>

Ovviamente la colpa era di Itachi. Mai che lui non la facesse soffrire. Per Kakashi, l'amore che univa i due era insignificante. Lei gli dava decisamente troppo, l'Uchiha non la meritava affatto.
Mise da parte la rabbia, quando vide Raira sulla solita panchina del parco, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Finalmente l'aveva trovata. Dopo aver salutato Nia, era corso a cercarla, dentro la sua testa aveva già tutto il discorso, ma dopo averla salutata con un goffo << Ehi >> non sapeva più che dire.
<< Ehi >> rispose lei, a pappagallo.
Tutto della ragazza, in quel momento, era apatico. Il tono, l'espressione, il modo di stare seduta e di muoversi.
Non dava neanche peso alla presenza dell'Hatake che si era seduto accanto a lei.
<< Congratulazioni per la promozione a jonin >> tentò lui, improvvisando un argomento non proprio azzeccato.
La risposta era stata ancora più disastrosa: << Mh. >>
Neanche un << Grazie >> sarebbe uscito da quelle labbra secche e perennemente semi aperte, come se aspettassero il bacio di qualcuno troppo lontano.
Kakashi, sognava di essere quel ragazzo, ma sapeva benissimo che non sarebbe mai potuto essere così. Era ingiusto. Affondò i denti nella carne della bocca, non sapeva se dirlo. Era un passo davvero azzardato. 
<< Io mi chiedevo se… se ti andava di uscire a bere qualcosa stasera, insieme. >> deglutì, aspettando ansiosamente una risposta, mentre sentiva il vuoto nella pancia.
Raira chiuse gli occhi e chinò il capo all'indietro. Sul serio aveva avuto il coraggio di chiederlo?
<< Mi spiace, ma mi sento stanca. >> gli rispose, senza sapere se le dispiaceva veramente.
Si alzò per andarsene, senza salutare.
Kakashi pensò che quello era un classico, che non importasse se avessero risolto i loro problemi, tanto ce ne sarebbero sempre stati altri che li avrebbero allontanati.




"Chissà a come stai, a cosa o a chi stai pensando. Vorrei esserci io nella tua testa, come tu sei nella mia, ma purtroppo so che se fosse così, soffriresti e basta. Ti chiedo scusa se ti ho trattata male, per l'ennesima volta, come sempre non te lo meritavi, ma ho avuto sul serio paura che potessi fare qualche pazzia. Spero tanto che mi perdonerai. Mi manchi già, piccola, impulsiva e testarda Raira."
<< Itachi, te la senti? >> la voce di Shikamaru si unì a quella della continua pioggia cadente.
L'Uchiha maggiore dovette abbandonare i pensieri riguardo alla ragazza, per concentrarsi su quello che era il piano.
Erano arrivati quella mattina stessa nel Villaggio della Piogga e avevano già rintracciato Jiraya e Pein. Il Sennin non se la stava cavando troppo male, ma era già entrato in modalità eremitica.
Per fortuna, erano arrivati in tempo per aiutarlo. Mancavano pochi minuti all'attuata del piano pensato dal Nara, dove lui non era altro che il tassello principale.
<< Sharingan! >>


Era sera e Kakashi era appena tornato da un breve missione, aveva chiesto direttamente lui all'Hokage di affidargliene una, così che si potesse distrarre un po'. Tsunade gli aveva anche detto di coinvolgere anche Raira, ma visto che si era accorto che la ragazza non aveva assoluta voglia di far nulla, aveva risposto dicendo che era meglio lasciarla riposare.
Girò l'angolo, diretto a casa, quando notò una figura fin troppo nota appoggiata di fianco all'entrata, che teneva le braccia incrociate dietro alla schiena e aveva un'aria pensosa.
Continuò ad avvicinarsi, senza sapere che dirle.
La ragazza alzò lo sguardo, puntando i suoi occhi bicolori su di lui.
<< È ancora valido l'invito di ieri, Kakashi? >>

Per pura casualità, Nia e Iruka si erano trovati a mangiare il ramen insieme.
Avevano passato una serata tranquilla, parlando del più e del meno come fanno gli amici.
Non erano neanche le undici che già era arrivato il momento di salutarsi, tra tutti e due non c'era la voglia e la forza di far tardi.
<< Ci si vede, buonanotte, Nia. >>
<< 'Notte… >> sussurrò lei, pensierosa.
<< Ehi, che c'è? Non è mica per Raira? >> chiese il chunin, tirandole un buffetto sulla guancia.
La ragazza s'incupì leggermente: << Sì… in questi momenti trova diventa imprevedibile, temo che possa fare qualche sciocchezza. >>
<< Ma dai, che dici! >> rise adorabilmente lui << Stai tranquilla, non è più una bambina, sa badare a se stessa. >>
Quelle parole riuscirono a tranquillizzare l'animo di Nia, che lo ringraziò per poi salutarlo e dirigersi verso casa.

<< Allora, c'è qualcosa che ti turba? >> chiese Kakashi, dopo aver finito il secondo bicchiere di Saké, preceduto da tre di Shochu, ma non aveva nulla a che fare con la grande quantità di bevanda alcolica bevuta da Raira.
Lei, che aveva sorpassato la sua fase di apatia, sostituita da uno stadio di fibrillazione, per motivi chiari, si decise a parlare, cercando di riderci un po' su.
<< Itachi è partito per una missione e mi ha detto che non mi voleva, visto che sono inutile, a suo parere. >>
<< Non capisce proprio nulla… non sei inutile. >> ribadì lui, fissandola intensamente.
Si era tolto il coprifronte, la cicatrice sul suo occhio era visibile, anche se un po' nascosta da quei ciuffi ribelli.
Raira lo guardò stupita: << Lo pensi sul serio? >>
<< Certo. Ma adesso è meglio andare a casa. >> l'Hatake si alzò, senza non appoggiare prima i soldi sul tavolo.
<< Sei sicuro di voler pagare te? >> chiese la castana, accorgendosi di tutte le premure dell'uomo.
Kakashi le sorrise: << In fondo sono stato io a chiederti di uscire, no? >>
Le guance di Raira si dipinsero di rosso, e il Ninja Copiatore ne fu compiaciuto, non la vedeva mai arrossire. Poi si rese conto di quello che aveva detto e dell'ovvio motivo della reazione della ragazza, e si corresse immediatamente: << Come amici, intendevo. >>
Lei rise, cercando di alzarsi, ma il troppo alcool bevuto le fece il primo scherzetto.
Kakashi si apprestò per sorreggerla: << In queste condizioni, vai poco lontano. Meglio se ci fermiamo a casa mia, è più vicina. >>
Il liquore le impediva di assemblare bene l'idee e di reagire coscientemente. Non si preoccupò minimamente di dover dormire a casa dell'Hatake, anzi, accettò anche abbastanza entusiasta.
Come percorsero il tragitto, era tutta un'altra storia. Alla fine, però, riuscirono ad giungere alla meta.
Appena entrati, Kakashi la appoggiò sul futon, mentre lui si chiuse in bagno, cercando di prendere un po' il controllo di sé. Una volta uscito, però, si rese conto che tutti i suoi sforzi erano stati inutili e resi vani dalla ragazza che si era appena tolta i pantaloni. Il suo essere ubriaca le donava un viso angelico e la rendeva un po' impacciata alla vista, tutte cose che la facevano trovare ancora più bella.
<< Ti da fastidio se dormo in mutante? >> chiese lei, come se fosse normale per i due << Mi danno fastidio. >>
L'uomo ne era abbastanza imbarazzato, ma cercò di ricordarsi che erano solo amici e cose del genere potevano succedere. Si affiancò alla ragazza, pronto per dormire e sperare che il dopo sbornia non fosse atroce.
Si distese a pancia in su, tenendo le braccia sotto la testa, cercava davvero il sonno, ma non arrivava. In compenso, però, c'era Raira, che era pronta a punzecchiarlo.
<< Non dirmi che hai sonno >>
<< Guarda un po' chi parla, quella che non si tiene in piedi. >> borbottò l'Hatake, rendendosi conto solo dopo della poca e pericolosa vicinanza dei due.
La castana si era appoggiata sui gomiti, mostrando la lingua: << Vedi? Ho il pieno controllo del mio corpo. >>
Kakashi le lanciò un'occhiataccia. Dunque adesso aveva la forza di tenersi su da sola.
<< Dai, non puoi dormire! >> continuò a lamentarsi lei, quando le venne un'idea. Se fosse stata lucida, si sarebbe anche resa conto di quanto pessima fosse.
Si buttò a farli il solletico, muovendo le dita velocemente per tutto il corpo di Kakashi, che era scoppiato a ridere.
<< Questa è guerra >> dichiarò, cominciando a sua volta a torturare la ragazza.
Continuarono una buffa e impacciata lotta, rotolandosi per tutta la lunghezza del futon.
Quando Raira si trovò seduta sopra di lui, la vicinanza dei loro visi era nuovamente troppo poca e troppo pericolosa, ma ovviamente, ignorarono anche questo particolare.
<< Voglio vederti senza maschera. >> disse lei, con un sorriso di sfida.
<< No, i veri shinobi non mostrano mai il loro viso. >>
<< Ma in questo momento non sei un ninja >> Raira gli diede un buffetto sulla fronte scoperta << Non porti neanche la fascia con il simbolo della Foglia. >>
Senza dare tempo all'Hatake di ribattere, gli abbassò il tessuto che gli copriva gran parte della faccia.
Quello che vide, la meravigliò. Era di una bellezza invidiabile, il naso era dritto e proporzionato, le labbra che non erano né troppo sottili né troppo carnose, sembravano delicate. Infine, c'era un piccolo neo posizionato sotto alla sinistra della bocca.
A quel punto, la vicinanza tra loro era quasi nulla.
Non seppe neanche lei cosa la spinse a farlo, se il troppo alcool o la disperazione, ma lo baciò con irruenza, lasciandolo inizialmente sorpreso. Ben presto, però, il Ninja Copiatore rispose, facendo danzare la propria lingua con quella della ragazza.
Raira si staccò lievemente, per permettere ad entrambi di riprendere fiato. Lo fissò attentamente, per poi tornare sulle sue labbra.
<< Mostrami tutto quello che hai imparato dai libri del Sennin, Kakashi. >>



Spazio autrice:
Vi prego, non ammazzatemi per il ritardo! Sì, certo, come se fosse solo questo il motivo per cui lo dovreste fare.
Parte gli scherzi, spero che comunque vi sia piaciuto. Ho appena terminato di scriverlo e visto che sono quattro giorni che non aggiorno, ho anche saltato la fase del controllo, dunque non so se ho fatto qualche errore, spero comunque che siate clementi.
Spero mi scusiate anche per aver aggiornato così tardi, ma forse un modo per farmi perdonare c'è.
Vi aggiungo la foto di Kakashi senza maschera, in caso qualcuno non l'avesse mai vista.
Il disegno è direttamente di Kishimoto e a mio parere è davvero bellissimo (il disegno o Kakashi?)
Bacii





 

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Capitolo 21
*** Scegli ***


Cap.21

Kakashi si mosse inconsciamente tra le coperte, senza capire se stesse ancora dormendo oppure no. La sensazione di calore, invece, era così realistica che lo rese consapevole di non essere più nelle braccia di Morfeo.
Si strusciò una mano sul viso, come se dovesse svegliarlo meglio, per poi eseguire uno sbadiglio degno di un leone. Si stiracchiò leggermente, per poi girarsi sull'altro fianco. Con gli occhi semichiusi, intravide una figura a sedere accanto a lui, così se li stropicciò, come se non ci credesse. Ma invece era proprio così, Raira era vicino a lui, nuda. Non era stato un sogno. A faglielo realizzare fu anche la sensazione piacevole della pelle con le lenzuola. Tornò a fissare la ragazza, senza dire una parola. I capelli lunghi le coprivano il seno, mentre il resto del corpo stava sotto alle coperte che lei stringeva fortemente fra le mani. Non riusciva a scorgerle bene il volto, che era tenuto chino.
<< Come va? >> le chiese, senza pensare minimamente che quello che avevano fatto era estremamente sbagliato.
Lei non rispose, ma si alzò, inciampando nel nulla. Cercò di recuperare l'equilibrio e raccolse i propri vestiti che erano sparsi a terra. Con una mano si massaggiava la tempia, chiaro segno che soffriva per gli effetti della bevuta della sera prima.
Kakashi si mise a sedere, senza staccare gli occhi di dosso dalla figura nuda che cercava di vestirsi. I suoi movimenti erano impacciati e insicuri, sembrava cercassero di fare veloce, ma il risultato era opposto. Mentre stava per finire di allacciarsi la camicetta, Kakashi trovò le forze per alzarsi.
Ringraziò che il dopo sbornia non fosse atroce, al contrario di quello di Raira, che sembrava ancora in uno stadio di confusione.
Quello che non era riuscito a capire è che non era l'alcool della sera precedente a farla comportare così.
Lei gli rivolse un unico sguardo indecifrabile prima di aprire la porta e andarsene di lì. Che stava scappando, era ovvio.
Kakashi, pensando che era normale una reazione del genere, non se ne preoccupò molto. Sorrideva solamente soddisfatto, per essere stato a letto con la ragazza che aveva sempre sognato. Era riuscito a sentirla quasi sua, quasi perché lei era di quelle  che non sarebbero mai appartenute davvero a qualcuno. L'aveva sentita vicina, ma non solo fisicamente. Aveva sentito di averla strappata da Itachi e non poteva che esserne contento.

 

Raira lasciava scivolare le dita sulle lenzuola del letto dove giorni prima aveva fatto l'amore con Itachi. Stava seduta sul pavimento appoggiata al letto, senza avere il coraggio di montarci sopra. Non sapeva da quanto era ferma in quella posizione, probabilmente da ore.
La sua testa aveva smesso di girare o pulsare. L'unica conseguenza della bevuta era la cancellazione dei fatti. Non riusciva a focalizzare bene le poche immagini della sera prima, e neanche voleva.
Sapeva che non era l'alcool a farla sentire così strana e confusa. Almeno l'apatia non c'era più.
Sorrise disprezzante al pensiero, senza aver idea di come riempire la giornata. Forse era meglio lasciarla vuota, proprio come lei.
Ma no, non poteva abbandonarsi nuovamente alla sua non-vita. Si fece un po' di forza per alzarsi e andare dall'unica persona che le era venuta in mente.

Nia, quando la vide sulla porta, si sorprese. Possibile che già aveva voglia di parlare con qualcuno? Non era mai stata così aperta. La fece accomodare in casa, preparandole il tè, pronta a trattare di qualsiasi argomento. Sapeva benissimo che se era lì c'era un motivo preciso, qualcosa di grosso.
Così, tra un sorso e l'altro, si preparò.
<< C'è qualcosa di cui vorresti parlarmi? >>
Raira continuò portò la bevanda alla bocca, senza assaporarla, limitandosi a sgranocchiare il bicchiere di ceramica.
Il coraggio che aveva avuto quando era uscita di casa, si era vaporizzato e l'aveva lasciata lì, come un'allocca in preda ai suoi rimorsi.
<< Sì… >> bofonchiò, chiedendosi da dove cominciare << si tratta nuovamente di Kakashi. >>
<< Kakashi? >> esclamò sbalordita l'amica << Pensavo fosse successo qualcosa con Itachi. >>
Il tè andò di traverso a Raira, bruciandole la gola. Il lamento strozzato era pieno di dolore ed esprimeva fedelmente i propri sentimenti.
<< Infatti, se fino a ieri non volevo parlare con nessuno era proprio colpa di Itachi, ma è successo che… >>
L'impazienza si era unita alla curiosità della Nohara, che cercò di tirare ad indovinare << Sei riuscita a rapportarti con Kakashi? >>
<< Beh, in effetti, più o meno… >> rispose rossa l'altra, pensando al doppio senso.
<< Cosa? Cos'è successo? >>
<< Basta! >> urlò spazientita Raira << Fammi almeno finire. >>
Le dava fastidio il comportamento dell'amica, ma in realtà era lei a non saper che dire. Era stato difficile realizzare quello che era successo dentro la sua mente, adesso dirlo a voce era ancora peggio.
<< Sono andata letto con Kakashi. >>
La tazza cadde dalle mani della Nohara, che non sentiva più il controllo del proprio corpo. Aveva sul serio sentito bene? Pregò affinché avesse compreso male, che l'amica non intendesse proprio quello.
<< Ho fatto sesso con Kakashi >> ripeté più esplicitamente Raira, dando il colpo finale.
Nia si sentiva cadere in una baratro, doveva ancora assimilare l'idee. Non sentiva neanche il tè caldo che le si era rovesciato addosso e che aveva bagnato il pavimento. Sentiva solo la parola "sesso" e "Kakashi", che non le piacevano per nulla se messe vicine.
<< Nia, tutto bene? >> ebbe il coraggio di chiedere Raira, ignorando il terribile colpo che aveva appena ricevuto la sua migliore amica. Quest'ultima sbatté le palpebre, cercando di riprendere il controllo.
 << S-sì >> balbettò, incerta.
Gli occhi bicolore di Raira sembrava che aspettassero una parola di conforto e, nonostante lo strazio della notizia, Nia dovette concentrarsi e mettere da parte le emozioni personali.
Voleva aiutare l'amica, sapeva che anche lei ci stava male e non pensava fosse giusto addossarle altri problemi, ma la situazione era così complicata che non c'era via di uscita.


La pioggia batteva forte e sembrava che non volesse smettere. Era tutto così grigio e triste in quel Villaggio che era stato marchiato dalla sventura.
I mantelli neri con le nuvole rosse erano annacquati e quelli visibili erano decisamente inferiori a quelli iniziali.
Itachi fissava il paesaggio stremato, mentre le gocce d'acqua si univano a quelle di sangue che gli bagnavano il volto. Si sentiva stremato, e lanciando una rapida occhiata agli altri, sapeva di non essere il solo.
Sakura si stava impegnando parecchio per guarire tutti, ma forse era stato uno sbaglio portarsi dietro solo un ninja medico.
<< Appena riprenderemo le forze, sarà meglio tornare a Konoha. >> gli consigliò Shikamaru, che era l'unico che aveva ancora il coraggio di parlare.
Itachi lanciò un'occhiata al corpo dell'ultimo Pein che aveva sconfitto, ripensò alle parole che si era scambiato con Nagato e con Konan.
Da quel momento, non era l'unico ad aver tradito l'Organizzazione Alba.

Il viaggio di ritorno lo stavano affrontando bene, riuscivano a tenere una certa velocità. Entro sera, sarebbero dovuti arrivare al Villaggio della Foglia.


La rabbia che le ribolliva dentro veniva passata dal cuore, al braccio, al kunai, che tagliava l'aria con un suono piacevole alle sue orecchie, che rispecchiava la sua frustrazione.
Raira colpiva il bersaglio con precisione, senza impegnarsi granché. Quello per lei, era uno sfogo. Non era riuscita a tranquillizzarsi neanche dopo le parole di Nia. Fortunatamente non aveva incrociato Kakashi, o forse era lui che l'evitava. Comunque sia, era meglio così. Non riusciva a sopportare l'idea di essere caduta nella sua trappola con solo qualche bicchiere di alcool. In realtà non sapeva neanche lei quando effettivamente avesse bevuto, ma aveva sicuramente perso la testa.
Gli era anche passata la rabbia per Itachi, in quel momento, era l'unica persona che volesse.
<< Che ci fa una bella ragazza ad allenarsi qui, tutta sola? >>
Si girò per vedere due ragazzi che la fissavano maliziosi, uno più alto dell'altro, ma che comunque la superavano di un bel po' di centimetri. Erano pressoché le quattro, e già si preannunciavano ulteriori scocciature.
Decise di ignorarli, sapendo che non si sarebbe trattenuta a possibili avance. Lanciò un kunai, per colpire perfettamente il bersaglio.
<< Ehi, ti abbiamo fatto una domanda. >> disse quello più basso.
<< Non essere sgarbata >> il secondo le si era avvicinato, poggiandole una mano su un fianco.
Quel contatto la irritava moltissimo, anche di più delle parole. Si scansò, continuando a restare muta.
Il ragazzo, però, non si ritirò, anzi, le prese con forza un braccio, per tirarla a sé.
<< Vuole fare la preziosa >> scherzò l'amico, avvicinandosi a sua volta.
Non sopportava gli sconosciuti, soprattutto quelli viscidi come quei due.
<< Statemi alla larga >> ringhiò.
<< Bellezza, calmati. Hai di già il ragazzo, per caso? E in questo momento dov'è? >> il sorrisetto idiota che accompagnava la domanda, fece muovere la mano di Raira a cercare il kunai riposto nel borsellino, purtroppo per lei, non ce ne era neanche più uno. Forse era un segno del destino e non doveva usare la violenza per zittire i due.
<< Ma che domande fai! >> lo riprese l'amico << Abbiamo visto che sei molto brava con i kunai, zuccherino. >>
Raira respirò profondamente, per concentrarsi. "Al diavolo la gentilezza".
Si buttò sopra l'ultimo che aveva parlato, che sembrava anche il più stupido, per mollarli un cazzotto in pieno stomaco, facendolo piegare.
<< Sei impazzita? >> gli chiese l'altro, cercando di afferrarla da dietro, con il risultato di trovarsi a terra, con Raira sullo stomaco.
Lei lo guardò con gli occhi pieni di odio e si rese conto che anche questo sembrava stupido quanto l'altro.
Gli tirò un cazzotto sulla guancia destra, per farlo girare, poi lo prese nella parte opposta.
Sentiva la rabbia salirle alle stelle, il corpo rispondeva solo all'istinto e quel ragazzo non poteva far altro che lasciarsi sottomettere, mentre l'altro guardava impietrito, vigliacco quant'era.
Stava per caricare l'ennesimo pugno, quando sentì qualcuno bloccarle il braccio con forza, una forza che nessuno di quei due aveva.
<< Sei per caso impazzita, Raira? >>
La ragazza si girò, per vedere lo sguardo severo e preoccupato di Iruka, che l'aiutò ad alzarsi. I ragazzi che l'avevano importunata, invece, colsero l'occasione per scappare via.
Sotto gli occhi dell'amico, Raira abbassò lo sguardo, capendo quello che aveva appena fatto. Sentì nuovamente gli occhi pungerle e probabilmente le era già scesa qualche lacrima, poiché Iruka aveva allentato la presa. Non sopportava quel silenzio opprimente, che chiedeva una sua risposta e corse via.
<< Raira… >> mormorò Iruka, vedendola andare in quella maniera. Gli dispiaceva sinceramente vederla in quello stato, ma non se lo sapeva spiegare.
<< Kakashi, te ne sai qualcosa? >> si riferì al jonin che aveva osservato la scena da un ramo dell'albero.
L'Hatake fece spallucce, fingendo di non essere al corrente di niente e di non essere lui causa del problema che affiggeva Raira.
<< Comunque Itachi ha mandato uno dei suoi corvi, dovrebbero arrivare stasera. Li accoglieremo alle porte. >> comunicò Iruka.
<< Si sa qualcosa dell'esito della missione? >>
<< Per adesso no, penso proprio che dovremo aspettare che ritornino. >>


Era arrivata la sera, accompagnata da un vento fresco.
I familiari e amici dei ninja partiti per la spedizione, erano ad aspettare alle porte del Villaggio.
Kakashi sorprese Raira a guardarlo, ma appena si era girato, lei aveva fatto finta di niente, cambiando direzione con lo sguardo. Probabilmente Iruka alla fine era riuscito ad avvertirla ed eccola lì, ad aspettare Itachi Uchiha. L'Hatake si chiedeva come si sarebbe comportata con lui, se gliel'avrebbe detto subito.
Il Quinto Hokage era al centro della piccola folla e, apprensiva, stringeva una mano nell'altra, tenendole sul petto. Gli occhi nocciola della donna si illuminarono, appena notò il gruppo di shinobi comparire da lontano.
<< Eccoli! >> urlò, facendo girare il resto, che, vedendoli, cominciarono a gridare a loro volta, contenti del vederli sani e salvi.
Appena arrivarono, la piccola folla si raggruppò intorno a loro, chiedendo informazioni riguardo la missione e abbracciando i propri cari.
Itachi non aveva mai tolto lo sguardo da Raira, fissava gli occhi della ragazza, sapendo che sarebbe dovuto andarle a parlare. Fece solo qualche passo, perché fu lei a correre verso l'Uchiha maggiore, buttandoli le braccia al collo.
<< Itachi, sei tornato! >> gli disse, piena di felicità. Si fiondò sulle labbra del fidanzato, spingendosi oltre a quello che erano soliti concedersi.
Itachi fu sorpreso dal bacio passionale, Raira solitamente non aveva mai mostrato così tanto amore in pubblico. Pensò che voleva dargli la dimostrazione di averlo perdonato, e contento, non si chiese se ci fosse qualcosa sotto, ma lasciò che le loro lingue s'intrecciassero.
Kakashi, che non aveva mai smesso di guardare l'ultima del clan Ku, osservò la scena, adirato. Strinse i pugni, cercando di darsi un minimo di controllo. Che Raira lo facesse apposta, era ovvio. Era stato uno stupido a pensare che lei avrebbe raccontato del loro rapporto sessuale all'Uchiha. Era troppo vigliacca per farlo e avrebbe sicuramente fatto finta che non fosse mai successo nulla, ma questo lui non poteva concederlo. Qualcosa era successo, e non era niente di piccolo.
A interrompere i due innamorati, fu Tsunade.
<< Scusa Itachi se ti disturbo… >> mormorò, evidentemente preoccupata << ma Jiraya… >>
L'Hokage non seppe come continuare, le parole non le uscivano. Non aveva visto l'uomo insieme alla squadra di soccorso e questo voleva solo dire che la missione non era andata a buon fine.
Itachi la guardò, serio: << Mi spiace, Quinto. >>
La donna abbassò lo sguardo, e si allontanò. Non sapeva davvero cosa stesse provando in quel momento, era qualcosa che si avvicinava al dolore, ma non sentiva di avere lacrime. Sentiva lo stomaco vuoto e il suo corpo troppo leggero.
Tutti si girarono a guardarla, in silenzio.
Una mano si mise sulla spalla della bionda, facendola girare. Era un ragazzo castano, alto e muscoloso. All'Hokage non sembrava di averlo mai visto.
<< Chi… >>
Una nuvola di fumo lo avvolse e mentre, pian piano scompariva, cominciavano a farsi vedere dei particolari. I capelli appuntiti e bianchi, la casacca rossa e la maglietta verde, le spalle larghe.
<< Ji-Jiraya… >> balbettò la donna, non credendo ai propri occhi. Aveva usato la tecnica della trasformazione.
<< Piaciuto lo scherzetto? >> rise il Ninja Leggendario.
<< Come puoi scherzare su queste cose? >> gli urlò lei, cominciando a colpirlo ripetitivamente al petto con dei pugni. Le mani le tremavano e non esercitava tutta la sua reale forza e questo portò Jiraya a stupirsi.
<< Sei uno stupido, io ti odio, ti odio. >> continuò a ripetere la bionda << Ero preoccupata per te, non lo capisci? >>
Le lacrime erano scese a grosse gocce sul suo viso e l'uomo s'intenerì. Era la prima volta che la vedeva in quelle condizioni, lei, che era sempre stata una donna forta, in quel momento si era mostrata indifesa e vulnerabile.
<< Tsunade… >> mormorò Jiraya, abbracciandola.
La strinse forte, senza accennare a volerla lasciare andare.

I fratelli Uchiha e il resto della squadra si erano recati nell'ufficio dell'Hokage, dopo che si era ripresa.
Raira stava tornando a casa, pronta a preparare qualcosa da mangiare per il fidanzato, anche se l'ora di cena era già passata. Si sentiva felice e di buon umore, tant'è che a momenti si sarebbe messa a cantare. Purtroppo qualcuno aveva deciso di infrangere questa sua felicità.
<< Dobbiamo parlare. >> Kakashi era apparso all'improvviso alle sue spalle, facendole rischiare di prendere un infarto.
<< Non mi sembra proprio che ci sia qualcosa da dirci. >> rispose lei.
Era decisa nel voler evitare la conversazione, ma si era comunque fermata, come per sesto senso.
<< Invece sì, cara Raira. >> pronunciò le ultime due parole aspramente, alludendo sicuramente a un ricordo poco piacevole per la castana.
La ragazza lo squadrò: sapeva bene di cosa volesse parlare, ma cosa avrebbe concluso tirando fuori l'argomento? Dove voleva arrivare?
<< Vedi, è molto bello il fatto che tu e Itachi stiate molto bene insieme, ma c'è qualcosa che lui non sa. E che gli dovresti dire. Non è molto bello mentire alle persone che si amano. >>
<< Mai. >> il tono di Raira era freddo, nascondendo la preoccupazione << Quella storia è chiusa. >>
Detto questo, fece per riprendere la propria strada, ma l'Hatake la fermò per un braccio.
<< Lasciami. >> si lamentò lei, cercando di liberarsi, ma la presa di Kakashi era salda e il suo sguardo cupo e severo la intimoriva.
<< Chissà come reagirà, quando gli dirò di essermi scopato la sua ragazza. >>
La tensione era scesa sui due e Raira non riusciva a credere alla crudeltà del Ninja Copiatore. Sul serio si sarebbe permesso di dire una cosa del genere?
<< Non oseresti… >> mormorò, tremando solo al pensiero.
<< Lo sai benissimo anche tu, che sarei capace di farlo. >> gli disse freddo lui, continuando a stringerle il braccio.
La ragazza richiamò tutta la sua forza per scappare alla presa di Kakashi, e con un forte strattone riuscì a liberarsi.
I suoi occhi bicolore erano pieni di paura e anche se provava a nasconderlo, era a conoscenza della spietatezza e dell'odio dell'Hatake che provava per lei e l'Uchiha.
<< Stai lontano da me e Itachi. >> sibilò, andandosene.
Kakashi ghignò divertito.


Spazio autrice:
Ecco il nuovo capitolo! Sono felice di aver rispettato la promessa di aggiornare più velocemente possibile e spero che vi piaccia il capitolo, anche se è più corto rispetto al precedente.
La situazione si fa bollente, riuscirà Raira a dirlo al nostro Itachi, o lo farà Kakashi per lei? E quale sarà la reazione dell'Uchiha?
Siamo agli sgoccioli della storia, infatti l'ultimo capitolo sarà il 24!
Ringrazio ancora tutti quelli che recensiscono e seguono la storia, baci~

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Capitolo 22
*** Amore e sesso ***


Cap.22

Raira tamburellava le dita sul tavolo, nervosa. Il rumore delle unghie sul legno era veloce e profondo.
Cercava di darsi una calmata, di ragionare e non giungere a una conclusione affrettata, ma ogni volta che tentava di esporre i vari punti, si ingarbugliava. Alla fine, non aveva preparato neanche da mangiare per l'Uchiha.
"Non è possibile che Kakashi mi faccia una cosa del genere" pensò, digrignando i denti, irritata.
Le parole dell'Hatake l'avevano lasciata a fiato mozzato. Le aveva imposto una scelta davvero difficile: benché sapesse che era meglio che Itachi lo sapesse direttamente da lei, dirlo era così complesso che non ci riusciva neanche al pensiero.
"Kakashi non può intromettersi così nella nostra relazione… no, ok, ce l'ho infilato io, ma… è stata solo una notte!"
Non si ricordava praticamente nulla, tra l'altro. Non sapeva neanche dire se le era piaciuto o no, poteva davvero essere un fattore così importante per la sua relazione con Itachi?
"Farò finta di niente, che vuoi che sia. Sono pronta a tutto pur di non far aprire bocca a quello stronzo."
Mentre terminò questi pensieri, la porta si aprì accompagnata da una voce calda: << Raira, sono a casa. >>
"P E R F E T T O" pensò sarcastica. Non sapeva se la decisione che aveva preso era quella giusta.
Itachi sbucò, sorridendo come al suo solito. Raira ricambiò, cercando di sembrare più rilassata e naturale possibile.
<< Vorrei chiederti scusa. >> cominciò lui, avvicinandosi. Si mise a sedere accanto alla ragazza, guardandola negli occhi.
<< Scusa? >> chiese, senza capire << Per cosa? >>
Itachi abbozzò un sorriso: << Per come ti ho trattata prima di partire, il fatto è che… avevo paura che facessi qualche pazzia. Ho temuto per te, la missione era molto difficile. >>
Ah, certo, si riferiva a quello. Tra tutte le sue preoccupazioni, Raira se ne era anche scordata a momenti.
<< Non importa, davvero. >>
Lui l'abbracciò fortemente: << Grazie… sono felice che tra noi sia tutto così perfetto. Sei l'unica fidanzata che vorrei, nonostante tutto, mi dici sempre la verità e quello che pensi... >>
"Oh no" il rimorso si fece sentire, vangando per lo stomaco. Itachi stava parlando fin troppo, non avrebbe sopportato una parola di più.
<< …le uniche volte che mi menti è per il mio bene… >>
Si rilassò al suono di queste parole, sì, perché lei stava tenendo la bocca chiusa a fin di bene. E non lo faceva solo per lei stessa, ma anche per lui, per la loro relazione, che andava a gonfie vele.
<< … e soprattutto, mi sei sempre fedele. >>
"……"
"……….."
"……………"
Erano le uniche cose che riusciva a concepire il suo cervello. Con l'ultima frase il corvino era riuscito a far polverizzare l'animo di Raira.
Si sentiva una persona orribile, solo per aver pensato di nasconderli una cosa del genere, che aveva sempre classificata come 'piccola', ma che, in realtà, era tutta il contrario.
Il rimorso tornò a fare capolino, ma quella volta non si fermò. La travolse tutta, arrivando perfino alle orecchie. Sentiva chiaramente il suo battito, che si era innervosito quanto lei, sentiva gli occhi bagnarsi di aghi.
<< Itachi io… >> mormorò, senza ritirarsi dall'abbraccio che l'aveva uniti fino a quel momento << … non ti sono stata fedele. Ti ho tra-tradito. >>
Sospirò fortemente, per riprendere il fiato che aveva bloccato dall'agitazione. Quello, era solo un passo, adesso avrebbe dovuto scaricare la vera bomba.
Sentiva già i muscoli dell'Uchiha irrigidirsi, ma lui parlò lo stesso con calma: << In che senso? >>
<< Sono andata a letto con Kakashi. >> mormorò la castana, rendendosi conto della differenza di confidarlo a Itachi e a Nia. Con quest'ultima non si era sentita un verme schifoso tanto quanto con Itachi.
Raira affondò le testa tra le spalle del ragazzo, cercando calore. Ma il corpo maschile era diventato completamente di ghiaccio e il corvino la fece staccare, tenendola per le spalle.
Nei suoi occhi neri si leggeva delusione, rabbia e tristezza. La Ku lo guardò preoccupata e risentita.
<< Quando è successo? >>
<< Due sere dopo la tua partenza. >>
Itachi si morse il labbro. Aveva fatto lui la pazzia nel trattarla in quella maniera, dandole della bambina. Lei si era buttata nelle braccia di un altro e, per sua sfortuna, non di uno qualsiasi.
<< So che non mi tradirebbe mai. >> proprio così gli aveva detto, quando era andato a trovarlo in ospedale.
Chissà quanto se l'era risa l'Hatake nel vederli baciarsi al suo ritorno dalla spedizione. Un tempo lui se lo sognava un gesto del genere, invece poi aveva esplorato ogni parte di lei in una notte.
Sentiva la pelle di Raira bruciare sotto le sue mani, la sentiva sporca, impura. Non poteva crederci che Kakashi se ne fosse appropriato e che lei glielo avesse lasciato fare.
<< Eravamo ubriachi… è successo per caso >> provò a giustificarsi la ragazza.
<< Per caso! >> sbraitò Itachi, rabbioso << Come puoi scopare con uno innamorato di te da anni, per caso?! >>
<< Cosa? E tu come fai a saperlo? >>
<< Si nota lontano un miglio, solo te non te n'eri accorta, Raira. >> sputò velenoso.
La ragazza si alzò di scatto, facendo cadere la sedia in un tonfo: << E non mi hai mai detto niente! Questo ti pare essere sinceri con la fidanzata? >>
<< Fidanzata? >> ripeté ironico Itachi << Non penso proprio di avere nulla del genere. L'unica che ho mai chiamato così è solo una poco di buono che ha una fedeltà pari a zero e che in questo momento sta provando a scappare dai suoi peccati. >>
Fu come un pugnale puntato dritto al cuore per Raira, riusciva a sentire l'odore del sangue. Cosa voleva dire con quelle parole, la stava per caso lasciando? Non poteva farlo, non poteva.
La disperazione la stava travolgendo, non ragionava più. Il nodo alla gola si era sciolto insieme alle lacrime pesanti che stava versando.
<< Mi-mi stai lasciando, per caso? >> balbettò.
<< Pensavo che fossi stata tu a chiudere la nostra relazione, andando a letto con Kakashi. E se non fosse così… sì, è finita. >> puntualizzò, sospirando.
Anche a lui faceva male dire quelle parole, ma non poteva far finta di nulla. Era stato tradito, umiliato e lei l'aveva riempito di scuse e piagnistei inutili, cercando di addolcirlo.
Ma se c'era una cosa dove gli Uchiha erano impeccabili, era proprio l'odio. Quell'odio che nasce da un'amore marcito. Itachi vedeva proprio così i suoi sentimenti per Raira.
<< È stato solo sesso, non ci ho fatto l'amore come con te! >> urlò a squarciagola la castana, buttandosi nuovamente tra le braccia di lui, che la bloccò il polso.
La stringeva tanto da farle male, ma non era nulla in confronto allo sguardo severo e schifato che aveva. La ragazza tremava, sottomessa.
<< Qual è la differenza, dimmi. >> fece glaciale l'Uchiha << Il sesso è pur sempre amore, anche se carnale. A me non importa sapere se ami me o lui, non mi fa differenza. Ma ti sei concessa e… non voglio sapere i dettagli, non voglio sapere fin dove siete arrivati. A me basta il fatto che avete passato la notte a compiacervi a vicenda. E ricorda che, anche se non provi nulla per Kakashi, lui ti ama. Non ti senti egoista? >>
Fece per andarsene, e la castana, allarmata, mormorò una domanda che riteneva fondamentale.
<< Te ne vai solo per stasera? >>
Lui non rispose, facendole capire che non sarebbe più tornato.
Il pugnale si rigirò nel cuore della ragazza, che non riusciva più a tenersi in piedi. Cadde in ginocchio, sconfitta dalla verità dei fatti. Era crudele, spietata, me era la realtà.
Itachi le rivolse un ultimo sguardo e un'ultima parola: << Mi hai deluso, Raira. >>
Lasciandola sotto il peso di quelle macerie, se ne andò.
Immobile, debole e affranta, Raira riempì la casa con il suo pianto disperato. Non riusciva più a trattenerlo, sentiva i polmoni scoppiarle e a ogni urlo era una perdita di fiato.
Si accasciò a terra, singhiozzante. Cercò di farsi piccola piccola, voleva scomparire. Voleva essere ingoiata dal pavimento di ghiaccio bollente.
Aveva toccato il fondo.

Itachi avanzò nella notte, mentre le lacrime gli offuscavano la vista. Aveva provato ad asciugarle, ma ogni volta ne uscivano almeno il doppio. Si sentiva affogare.
Si dava dello stupido, illuso che la sua ragazza rimanesse sua per sempre. Fino a quel momento, non aveva mai preso in considerazione che Raira potesse andare a letto con qualcun altro. Da quando aveva accettato di lasciare il Villaggio per stare con lui e vivere la loro relazione, gli sembrava una barzelletta che lei potesse tradirlo.
Ma in quel momento, si rendeva conto di quant'era stato stupido e sprovveduto.
Kakashi era riuscito a prendersi non solo un morso della ragazza, ma era arrivato fino al nocciolo. Lo stesso Kakashi che qualche giorno prima derideva per il suo amore impossibile.
Asciugandosi gli occhi, bussò alla porta della casa di Sasuke. Il fratellino gli aprì a petto scoperto, con solo dei pantaloncini addosso.
<< Itachi, che ci fai qui? >>
L'Uchiha maggiore fece scivolare lo sguardo alle spalle del ragazzo, dove ci stava Sakura che si stringeva nelle spalle, guardandolo sorpresa.
<< Vi ho… disturbati? >> chiese abbastanza imbarazzato.
Sasuke scoppiò a ridere, capendo a cosa si riferisse: << Nono, tranquillo. Entra. >>
Itachi si mise comodo sul divano, mentre Sakura si era offerta per prepararli un po' di tè, dicendo di vederlo scosso.
<< Cos'è successo? >> chiese Sasuke, accorgendosi anche lui degli occhi rossi del fratello, segno che aveva pianto << Non dovresti essere con Raira? >>
Itachi guardò fuori dalla finestra, puntando i suoi suoi occhi scuri nel cielo ancora più scuro, illuminato da quella fioca luce lunare.
<< Abbiamo litigato. >> mormorò, non sapendo se dire tutta la storia.
Non voleva sparlare di Raira e delle sue azioni, anche se lei non si era soffermata sul pensare a quale parte di lei dovesse rimanere segreta per gli altri, ad eccezione del suo fidanzato.
<< Se lo dico a te, vorrebbe dire farlo sapere anche a Sakura, vero? >>
La rosa, che aveva appena portato il tè, spostava lo sguardo da un'Uchiha all'altro, gli sembravano tutti e due abbastanza tesi. Itachi sicuramente era provato da qualcosa di spiacevole, e Sasuke ne aveva paura e ne era preoccupato.
<< Sì >> affermò il più piccolo dei due.
<< È normale per una coppia, condividere tutto. >> sospirò Itachi << Il guaio viene se queste cose vengono condivise anche con un terzo elemento. >>
<< A cosa ti riferisci? >> chiese Sasuke, curioso e dubbioso.
<< Non sarà per caso che Raira… >> sussurrò Sakura, intuendo tutto.
Itachi la fissò, il sesto senso femminile era sempre infallibile. Afferrò il tè caldo, stringendolo fortemente fra le mani. Sentivi i palmi delle mani bruciare al contatto.
<< Sì, Raira ha fatto sesso con un altro. >>
Il silenzio regnò nella stanza. Ognuno aveva i propri pensieri, collegati tutti da un filo che portava all'ultima del clan Ku e alla relazione con il maggiore degli Uchiha.
A Sakura e a Sasuke si strinse il cuore, alla prima pensando che la ragazza aveva rovinato una coppia che lei riteneva bellissima, il secondo perché sapeva che il fratello l'amava davvero tanto.
<< Con qualcuno che conosci? >> si fece coraggio Sasuke.
<< Che anche voi conoscete, bene. >> sospirò Itachi << Con il vostro Sensei. >>

Quando si svegliò, gli uccellini cantavano fuori dalla finestra e il sole le scottava la pelle. Raira si era addormentata sul pavimento. Il sale che si era formato alla base degli occhi, le tirava la pelle.
Si alzò per andare in bagno e lavarsi la faccia. L'acqua era fredda e lei non lo sentiva. Era caduta nuovamente nella sua apatia.
Era buffo, lei, una delle ragazze con più carattere, a volte si staccava dal mondo e diveniva un corpo senza anima.
Il pezzi del suo cuore se li era portati via Itachi, i residui invece li aveva lasciati sparsi sul pavimento, come cocci di vetro pronti a tagliarle le piante nude dei piedi.
Aprì la finestra, per respirare l'aria insapore. L'accumulò nei polmoni, per poi rilasciarla in un sospiro.
<< Ben svegliata >>
L'Hatake si trovava proprio lì, seduto sul tetto. Voleva parlarle, ma non voleva interrompere i suoi sogni, anche se non li aveva avuti.
Lei lo guardò con occhi grigi e inespressivi. Non disse niente, neanche quando lui entrò in un balzo.
<< Cosa vuoi? >> biascicò, senza sapere se fosse assonnata o scocciata.
Lui la squadrò. Non aveva assolutamente la faccia di una che aveva passato una bella notte e ghignò intuendone il motivo: << Itachi non c'è. >>
Non era una domanda.
<< Allora hai avuto davvero il coraggio di dirglielo. >> continuò sghignazzando.
Lei gli rivolse un'occhiata infastidita, che lui trovò comunque sia, vuota. Raira alla fine era un libro aperto, si capiva sempre cosa pensasse e cosa provasse, in quel caso si notava che non stava affatto bene.
Il motivo non faceva altro che compiacere il Ninja Copiatore, che era pronto a stuzzicarla.
<< Ma lui non c'è >> ripeté.
<< Se sei venuto solo per questo, puoi andartene. >> disse fredda la ragazza, dandoli le spalle.
Aveva cominciato a tirare fuori qualcosa da mangiare, per fare colazione. Il suo intento era quello di ignorarlo, ma l'Hatake non gliel'avrebbe concesso così facilmente.
<< Ieri sera l'ho visto uscire da qui, piangeva molto, ma non quanto te. >>
C'erano solo due persone che permettevano a Raira di uscire dal suo stato di apatia. La prima era Itachi, che con il suo amore la faceva rinascere ogni volta. La seconda era Kakashi, che le ricordava cosa significasse odiare.
Strinse il cartone del latte, che aveva appena preso, tra le mani. Sapeva benissimo che lo shinobi avrebbe fatto di tutto pur di tirarle fuori una lacrima, quello era solo un assaggio di quello che avrebbe potuto continuare a dire, e che fece.
<< Sembravate così carini quando ti sei incollata alle sue labbra, quando è tornato dalla missione. Lui sembrava esserne anche contento, poverino, ancora non sapeva… >>
<< Zitto >> lo interruppe lei, stringendo i denti. Non poteva perdere il controllo, non poteva lasciargliela vincere.
<< La stessa cosa che mi hai detto l'altra sera a letto. >> rise l'Hatake.
Il nervosismo di Raira aveva oltrepassato il limite. La rabbia si era accesa come un fuoco, che sentiva ardere dentro di sé. Dalla pancia, aveva raggiunto ogni singola parte del suo corpo.
Si girò d'istinto verso Kakashi e fece per tirarli uno schiaffo.
Il Ninja Copiatore, non si spostò. Non voleva evitarlo, anzi, voleva sentire la guancia bruciare, era una giusta punizione.
Ma la mano della castana si fermò a qualche centimetro dal suo viso.
Lui sobbalzò dallo stupore, quando si accorse che Raira stava piangendo, mordendosi amaramente il labbro.
<< Perché fai così? >> gli chiese tra un singhiozzo e l'altro.
Non ce l'aveva fatta, si era fatta travolgere dal fiume delle lacrime, che avevano spento le fiamme della rabbia. E nuovamente si mostrava debole, ma questa volta non le interessava.
Stava soffrendo troppo per nasconderlo.
<< Da sempre cerchi di entrare nella mia vita >> continuò << e per quanto volessi far finta, ti capivo. Quando si ama una persona, è normale voler essere ugualmente importanti. Mi stavi sempre tra i piedi, cercavi di tenermi vicino a te, chiedendomi di guardare le cose dal tuo stesso punto di vista. Ma adesso… non vuoi più far parte della mia vita, me la vuoi distruggere. Perché, Kakashi? >>
L'Hatake l'osservò senza risposte. La sua corazza di crudeltà cominciò a creparsi, formando piccoli fori da dove passava luce. Strinse fortemente i pugni, come se volesse far sanguinare i palmi e se ne andò.

<< Signorina Tsunade, sta dicendo sul serio? >> chiese Shizune, ancora sbalordita. Non poteva credere che la donna avesse preso una tale scelta.
<< Sì, lascio il nome di Hokage >> affermò la bionda << Penso che ci sia una persona che è degna più di me di portare questo nome. >>
<< E chi è, Tsunade? >>

Iruka era andato a cercarlo. Dopo aver parlato con Nia, era venuto a conoscenza di quello che era successo e per quanto fosse scettico e scandalizzato, aveva trovato la forza di andarli a parlare. E proprio lì, l'aveva incrociato.
Kakashi era a sedere su una panchina del parco, con lo sguardo fisso al cielo, sicuramente pensante.
Salutò l'Hatake, per poi avvicinarsi e mettersi accanto a lui. Non sapeva esattamente da dove, ma gli sembrava inutile girarci intorno, per cui attaccò deciso.
<< Nia mi ha detto tutto. Ha parlato con Raira, che secondo il suo racconto è molto scossa. >>
Kakashi era decisamente stizzito, quell'argomento ormai lo perseguitava. La sua vita stava girando intorno a una notte, dove si era sentito davvero vivo.
Nonostante avesse bevuto molto quella volta, si ricordava abbastanza per poter sognarlo la notte. La scusa della loro non-lucidità non reggeva, e ne era cosciente.
<< È stata anche lei a volerlo. >> si limitò a dire.
<< Kakashi >> cominciò Iruka, con il classico tono di chi ti deve fare una ramanzina << sappiamo tutti di quanto sia fragile Raira e in quel momento aveva bisogno di affetto, senz'altro. Il fatto che Itachi non le lo potesse dare l'ha portata a cercarlo in qualcun altro… e c'eri tu. Lei era spinta dal dolore, ma tu? >>
Il jonin chiuse gli occhi, innervosito da quel discorso. Cosa ne poteva sapere lui di quello che provava per la ragazza? Anche lui aveva sofferto moltissimo e per una notte si era sentito ripagato. Cosa c'era di male?
Si ricordò delle parole di Raira << Non vuoi più far parte della mia vita, me la vuoi distruggere >> . No, lui voleva solo metterla in salvo da Itachi, lei stava male, ma era una cosa temporanea, prima o poi si sarebbe ripresa e…
<< Sicuro che sia amore il tuo? >> chiese a bruciapelo Iruka, interrompendo i suoi pensieri << A me sembra solo ossessione. Se l'amassi veramente, non ci saresti andato a letto e tantomeno la vorresti dividere da Itachi. >>
Kakashi restava in silenzio, stizzito. Non ci pensava neanche a guardare il chunin, era occupato a fissare la vegetazione verde intorno a loro. Ascoltava senza aprire bocca, senza sapere se quello che lo bloccava era la verità dei fatti, o il suo essere in disaccordo.
<< Raira ama Itachi e Itachi ama Raira. Sono felici insieme, solo tu non te ne accorgi. Hai l'egocentrico pensiero che lei possa trovare la felicità solo con te. Per quanto possa essere una ragazza impulsiva, sa benissimo chi la fa stare bene. Credimi, Itachi non l'ha mai costretta a seguirlo o ad amarlo. >>
Kakashi capì qual era la sensazione che provava, non riusciva ad accettare la verità. Della sua corazza erano rimasti solo inutili cocci, le parole di Iruka avevano scavato nel suo profondo.
<< Io vado >> comunicò il castano.
Nuovamente il Ninja Copiatore non disse nulla, restò in silenzio nella solitudine di quel parco.
Tirò fuori il kunai e graffiò il legno della panchina, con la stessa lentezza delle lacrime che gli stavano bagnando il volto.

<< Cosa?! >> urlò Nia, sentendo la versione dell'amico << Sei andato a parlare con Kakashi? >>
<< Eh già >> si grattò il capo Iruka, davanti alla reazione scioccata della ragazza.
<< E cosa gli avresti detto, sentiamo. >>
<< Beh ecco… quello che mi hai detto tu. >>
Nia diventò rossa come un peperone bollente, davanti a quella notizia. Iruka si era permesso di andare da Kakashi ed esporre i suoi pensieri, che gli aveva confidato solo qualche ora prima.




Spazio autrice:
Non mi convince tanto questo capitolo, ma non saprei fare diversamente.
Itachi ovviamente non ha preso bene la notizia, e si è trasferito da Sasuke. Adesso sono cinque le persone che sono a conoscenza del rapporto avvenuto tra Raira e Kakashi, esclusi questi due.
Tsunade poi, ha deciso di abbandonare il titolo di Hokage, dicendo che c'è qualcun altro più meritevole. Secondo voi, chi è?
Dal 5 all'8 dicembre non potrei scrivere perché ho un impegno, per cui spero di riuscire a finire la storia prima di questo sabato.
Il numero di capitolo potrebbe variare da 24 a 25, infatti non se farne uno solo e solamente per l'epilogo.
La prossima storia sarà una che ruoterà attorno al NejiTen, che io amo tanto. Si svolgerà ai giorni nostri, i protagonisti saranno ragazzi del liceo, anche se adesso devo pensare bene all'età precisa.
Ho finito le cose da dirvi, bacii

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Capitolo 23
*** Non a tutti la stessa sorte ***


Cap.23

Non era una normale mattina, quella a Konoha. O meglio, lo era per la maggior parte, ma per alcuni, tipo Shikamaru e Temari, non era così.
La bionda, con la solita scusa << Sono qui come ambasciatore del Villaggio della Sabbia >> si intratteneva a casa del jonin della Foglia, purtroppo, però, il dovere la chiamava e non poteva tirarsi indietro. Era giunto il momento di tornare da Gaara e Kankuro.
Si aspettava molto di più dal suo fidanzato, che se ne stava beatamente dormendo, ignorando la partenza della bionda.
<< Shika, svegliati! >> lo scosse lei, sperando di riuscire a svegliarlo, ma nulla. Il ragazzo continuava a russare.
La kunoichi gli tirò un sonoro pugno, per accertarsi di interrompere i suoi sogni, e ovviamente ci riuscì. Il castano urlò, per tirarsi subito a sedere, massaggiandosi il capo dolente.
<< Ma cosa… >> farfugliò, ancora non riuscendo ad assemblare le idee per capire cosa stesse succedendo. Poi si accorse della ragazza che stava di fronte a lui, già vestita, che lo guardava severa.
<< Temari… >> bisbigliò.
<< Finalmente te ne sei reso conto >> sibillò lei, guardandolo infastidita.
Era il loro ultimo momento, non sapevano neanche quando si sarebbero rivisti e lui se ne fregava così. Un po' come tutte le cose, tra l'altro.
<< Ho capito che ritieni una scocciatura praticamente tutto, ma gradirei di non rientrare in questa categoria. >> sbottò acida.
Shikamaru la scrutò, divertito. "Oh, le donne, sono sempre così, appena le trascuri anche un minimo, pensano già che ti sei dimenticato di loro."
Si alzò, per andarle in contro. Fissò intensamente gli occhi azzurri di lei, che brillavano. Un sorriso sghembo apparve sul viso di lui, che le sussurrò a fior di labbra:
<< Tranquilla, non sei una rottura di scatole. >>
Appoggiò dolcemente le labbra su quelle della ragazza, per poi raggiungere la sua lingua con la propria. Un bacio di arrivederci doveva sempre essere più importante degli altri, come ultimo ricordo e per ricordarle perché tornare. Così si spinse più in là, cominciando a vagare con le mani su di lei. Temari, però, si ritrasse infastidita.
<< Così mi stropicci l'abito. >> disse, intenta nel sistemare le pieghe che si erano create.
Il jonin rise, prendendole le mani: << Ma quanto starai stupida, donna. >>
<< Shikamaru… >> sussurrò lei, percependo le labbra fini del ragazzo avvicinarsi alle sue. Sorrise a sua volta, lasciandosi andare.
"In effetti, chi se ne frega del vestito."


Quando Naruto si era presentato a casa di Hinata, aveva trovato Neji.
Lo Hyuga lo aveva scrutato da lontano, prima di decidersi di avvicinarsi per salutarlo.
<< Ciao >> fece Naruto, imbarazzato.
Quando aveva deciso di andare a prendere la ragazza per portarla a fare una passeggiata, non aveva sicuramente programmato la presenza del cugino.
<< Allora, esci con Hinata? >> chiese il castano, puntando i suoi occhi color perla sulle pozze azzurre di Naruto.
L'Uzumaki, si grattò il capo, non sapendo che dire. Il colore delle iridi dei componenti del can Hyuga gli erano sempre piaciuti, soprattutto su Hinata, che le donavano quel tocco di grazie e dolcezza in più, ma su Neji, faceva l'effetto contrario.
<< Ehm…s-sì >> balbettò.
<< Attento, ti tengo d'occhio. >> comunicò freddo Neji, senza staccarli gli occhi di osso.
Naruto si sentì avvampare. La serietà con cui gliel'aveva detto, era tagliente.
Pregò che la fidanzata arrivasse presto, per poterlo salvare da quella situazione al quanto imbarazzante. Probabilmente, lassù, qualcuno che lo ascoltava c'era, perché la futura capo clan sbucò dalla porta, scusandosi per il ritardo.
<< Oh Neji, anche tu qui. >> si rivolse al cugino, mentre le sue guance si dipingevano di rosso notando il clima di tensione che era sceso.
<< Hinata, finalmente! >> la prese sottobraccio Naruto, rendendosi conto di non essere l'unico imbarazzato << Andiamo, che è tardi. >>
Con questa ultima scusa, se ne andarono, seguiti dagli occhi seri di Neji.


Ino respirò a pieni polmoni il profumo dei fiori che li circondavano. Lei e Sai si erano recati in un giardino posto alla cime di una piccola collinetta, dove c'erano le piante più belle e più colorate di tutto il Paese del Fuoco.
Il corvino sorrise alla Yamanaka, che aveva raccolto un bel mazzo di fiori, infilandone qualcuno tra i capelli biondi.
<< Finito! >> annunciò Sai, mostrando il disegno appena completato alla fidanzata.
Gli occhi azzurri di Ino scintillarono, vedendolo. Era totalmente in bianco e nero, un classico per i disegni del ragazzo, e la raffigurava un suo primo piano, dove era posta frontalmente e la chioma le incorniciava il volto, con tanto di camelie.
<< È bellissimo >> esclamò << però… >>
Sai la guardò, preoccupato: << Pero, cosa? >>
<< Sarebbe meglio che tu mi disegnassi di profilo, >> finì lei, sorridendo << lo sanno tutti che è il mio lato migliore! >>
Il corvino rise, era ovvio che Ino Yamanaka volesse essere sempre raffigurata al meglio. Cominciò con lo schizzo, lasciando qualche rapida occhiata alla ragazza che si era messa in posa.
Arrivato alla bocca, si accorse che era leggermente piegata in un sorrisetto, carnosa al punto giusto e ben definita. Alzò lo sguardo verso la bionda, che fece capolino per vedere il disegno: << Hai finit… >>
Non riuscì a finire la frase, perché le labbra di Sai si erano appropriate delle sue.


Sakura era andata a trovare Sasuke, che in quel periodo non usciva quasi mai. Il perché, gliel'aveva spiegato, ma comunque era immaginabile. Anche se Itachi nascondesse il dolore, era diventato decisamente più insofferente verso le altre cose, rendendolo freddo. Per questo, Sasuke era altamente preoccupato per il fratello.
<< Sakura, non c'è bisogno che anche tu stia in pena >> disse il minore dell'Uchiha.
La rosa scosse la testa, la preoccupazione di Sasuke la toccava da vicino, non poteva fare finta di niente.
La bocca del corvino si piegò in un sorriso sghembo, probabilmente era il meglio che sapeva fare, ma comunque, per Sakura non c'era nulla di più bello.
Lui la baciò, ma furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
<< Vado io >> sussurrò Sasuke.
Quando aprì, restò senza parole. Davanti a lui c'era Raira, che riportava sul viso, tutt'altro che felicità. Aveva l'aria di una che aveva pianto interrottamente, si notava soprattutto dal rossore degli occhi.
<< Vorrei parlare con Itachi… >> sussurrò.
<< Ehm… sì >> fece impacciato Sasuke, per poi chiamare il fratello che stava nell'altra stanza << Itachi, c'è Raira. >>
Non ci fu nessuna risposta, sorprendendo il piccolo Uchiha, ma non la castana, che continuava a fissare a terra con aria afflitta. Sapeva già che non sarebbe stato facile vederlo e farsi ascoltare, ma ci voleva provare lo stesso.
Sakura volse lo sguardo a Sasuke, che a sua volta la guardava, senza sapere cosa fare. L'Haruno non voleva intromettersi, ma fece intendere al corvino il suo pensiero. Quest'ultimo tornò a guardare Raira, che restava immobile.
<< È di là >> le disse << ma è meglio se ci vai tu, lui qui non verrebbe mai. >>
Gli occhi bicolore della ragazza si accesero al suono di quelle parole. Aveva ancora la speranza. Annuì grata, per poi dirigersi da dove indicato dal minore degli Uchiha che stava fermo a guardare.
<< Sasuke… >> fece per dire Sakura, ma lui la bloccò con un cenno della mano.
<< Shh >> sussurrò.
L'Haruno non capì inizialmente le sue intenzioni, ma poi ci arrivò sentendo le voci che provenivano dalla stanza accanto.
Anche se era una scelta patetica, Raira bussò alla porta, prima di aprirla anche senza aver ricevuto il permesso. Tanto, Itachi non le lo avrebbe mai dato.
Quando entrò, l'Uchiha restò disteso sul letto, senza dedicarle neanche una rapida occhiata. La tensione era già scesa, ma era prevedibile. La castana si fece coraggio, avvicinandosi e cominciando a parlare. Salutarlo era totalmente inutile, per cui scelse di arrivare direttamente al nocciolo.
<< Ti prego, perdonami. Torna a casa, Itachi. >>
Lui chiuse gli occhi e la fece attendere qualche secondo, prima di rispondere: << Quale sarebbe il senso di tornare, se la nostra relazione non lo farà? >>
La Ku spalancò gli occhi, colpita a fondo da quelle parole. Itachi era stato freddo e tagliente, lasciandola senza fiato. Non si capacitava di tale crudeltà. Sì, quello che aveva fatto era grave, ma perché doveva rifiutare di ascoltarla?
<< Per favore! Non puoi essere ancora arrabbiato… ti ho chiesto scusa, cosa posso fare di più? Ti ho già detto che è stato uno sbaglio e non accadrà mai più, ma torna con me. >>
Sentiva nuovamente le lacrime bagnarle gli occhi e non le fermò. Sfogò la sua frustrazione, sperando di scalfire un minimo il suo cuore, divenuto di pietra. Ma l'effetto non fu questo. Anzi, Itachi era molto infastidito. Si alzò, dirigendosi verso l'armadio per cambiarsi di abito.
Non la stava considerando, ecco tutto. Lei sarebbe potuta restare lì infinitamente, ma lui avrebbe sempre fatto finta di nulla.
<< È questo il tuo modo di affrontare le cose? >> gli sputò in faccia la ragazza, arrabbiata.
Lui puntò gli occhi su quelli di lei, che si spalancarono. Itachi aveva addirittura attivato lo Sharingan. Le faceva davvero tanta paura, non lo aveva mai visto così freddo e distante.
<< Non vedo perché dovrei restare qui ad ascoltare una bambina piagnucolona, ho altro da fare. >> si limitò a dire, per poi uscire dalla stanza.
Raira si accasciò a terra, tremante. Si strinse fortemente la maglia dove coincideva con il cuore, sentendo una fitta atroce. Era quello il dolore che si provava quando si perdeva ogni fonte di luce e speranza.
Sakura e Sasuke seguirono con lo sguardo Itachi uscire dall'abitazione, senza aver il coraggio di chiederli dov'era diretto. Il maggiore degli Uchiha non li aveva considerati, continuando a rigare dritto verso la porta. I due ragazzi si guardarono, preoccupati, prima di andare a vedere come stava Raira.
Dopo che anche quest'ultima se ne era andata, Sasuke parlò: << Vorrei fare qualcosa per aiutarli. >>
<< E come? Itachi non la vuole neanche vedere. >> ribattè la rosa.
<< Sì, lo so. Ma l'hai visto anche te, Raira sembra proprio essere un'incredibile fonte di felicità per mio fratello e in più. >>
Sakura capì dove voleva andare a parare, e annuì: << In effetti, lei lo ama ed è evidente, lo stesso per Itachi. Ho un'idea. >>
Gli occhi neri dell'Uchiha scintillarono, ma si trattenne dal chiederle quale fosse la sua idea. La tirò a sé, baciandola.
<< Ne parleremo dopo… >> le sussurrò.
Sakura era imbarazzata da quell'onda di affetto da parte del corvino, ma subito si adattò al calore delle sue labbra e si lasciò andare.

Tsunade incrociò le braccia al petto, pronta ad intraprendere il discorso. In quella stanza non c'era nessuno, se non lei, Shizune, che l'affiancava, e quello che sarebbe stato il Sesto Hokage.
La bionda si schiarì la gola, per poi cominciare a parlare.
<< È passato del tempo dalla mia nomina ad Hokage, e anche se non troppo, penso che sia abbastanza. Dicono che hanno scelto me perché al momento non c'era nessun altro, parte Jiraya, in grado di ricoprire il ruolo, ma questo non è totalmente giusto. Ma questo non è completamente giusto. C'era un altro shinobi che superava addirittura le abilità dei tre Ninja Leggendari, solo che al momento non era e non sarebbe potuto stare a disposizione della Foglia, ma adesso la situazione è cambiata. Dopo aver parlato con il Consiglieri, siamo giunti a questa decisione. Spero che accetterai, perché dalla prossima settimana tu sarai Hokage, Itachi. >>

Spazio autrice:
Ecco finito anche il ventitreesimo capitolo. Spero vi sia piaciuto, perché siamo davvero alla fine. L'ultimo capitolo ancora è da confermare, ma penso proprio di unire l'epilogo con il ventiquattresimo, perché non dovrebbe venire troppo lungo.
Ho voluto mettere qui dei piccoli avvenimenti sulla vita di coppia dei nostri amici, tranne per qualcuna, che avrà il suo spazio nel prossimo aggiornamento.
Riguardo alla prossima storia che scriverò, non so ancora se farla su Neji e TenTen, o scriverla sulla vita di Itachi e su suo team, quando era ancora un ninja della Foglia. Sì, questo vuol dire che ci sarà ancora Raira e Kakashi, ma il triangolo amoroso sarà meno evidente e drammatico di quello presente qui. Mi piacerebbe sapere le vostre preferenze.


PROBABILE SPOILER
Visto che parlo di Team e Kakashi, avete mai visto l'episodio dove si ricorda della morte di Obito? Solo per me è stato straziante il momento in cui Kakashi dice a Rin che Obito era innamorato di lei, e quest'ultima si sta per dichiarare a sua volta al nostro amico, che però la blocca dicendole che lui inizialmente avrebbe voluto abbandonarla?

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Capitolo 24
*** Ho scelto. ***


Cap. 24

<< Che cosa? Tu Hokage? >> urlarono sbalorditi Sasuke e Sakura al più grande dei fratelli Uchiha, che era appena rientrato e aveva informato i due fidanzati della scelta di Tsunade.
<< Sì >> rispose pacato, senza dare segno di voler continuare la conversazione.
Si chiuse nella propria camera, o meglio, la stanza improvvisata che gli aveva concesso il fratellino.
Sasuke guardò la rosa, che intuì quello a cui stava pensando.
<< È il momento di mettere in atto la tua idea, Sakura. >>

Itachi, seduto a terra, contro la parete, fissava il vuoto. Sarebbe diventato Sesto Hokage, e non era una carica da nulla.
Prendere il potere, era il sogno del suo clan, e adesso lui, senza nessun colpo di stato, ci sarebbe riuscito. Sarebbe diventato il 'padre' di Konoha e l'avrebbe difesa a costo della vita, come tutti gli abitanti e le persone che amava… compresa Raira.
Da quel giorno, per lui non doveva essere altro che un jonin. Niente di più.
Sospirò fortemente, prima di alzarsi e dirigersi verso l'unico oggetto che si era permesso di tenere. Usualmente lo teneva nella tasca dei pantaloni, ma da quando era andato ad abitare a casa di Sasuke, l'aveva chiuso in un cassetto, tirandola fuori qualche rara volta. Era una semplice foto, di piccole dimensioni, che raffigurava lui e Raira ancora ragazzini. Era stata lei a convincerlo a scattarla, solo qualche giorno prima che sterminasse il suo clan. Il volto della castana mostrava una strana dolcezza e simpatia, mentre i suoi occhi la guardavano, a primo parere, infastiditi, ma in realtà l'amava già da allora.
<< Itachi, devo chiederti una cosa. >>
Il corvino si girò di scatto, sorpreso nel sentire la voce del fratello minore.
<< Si può anche bussare. >> rispose acidamente, rimettendo velocemente la foto apposto.
<< Ed è quello che ho fatto, ma tu non rispondevi >> replicò Sasuke, sospirando.
Itachi era così perso nei suoi pensieri, che neanche l'aveva sentito. Era inutile negarlo e impossibile nasconderlo: non era più lo stesso da quando aveva rotto con Raira.
Sembrava un morto e a quanto pare, neanche la notizia di essere il futuro Hokage aveva posto rimedio. La sua infelicità coinvolgeva anche le persone a cui stava a cuore, per questo Sasuke non aveva minimamente esitato nell'appoggiare l'idea dell'Haruno. Si fece avanti per essere più vicino al fratello, sempre mantenendo una certa distanza.
<< Sakura e io abbiamo pensato di fare una festa in onore alla tua promozione, a casa sua. >>
L'Uchiha maggiore sapeva che quella non era una semplice scusa per tirarlo fuori dalla sua momentanea solitudine, c'era sicuramente qualcosa di più, ma non gli andava di indagare oltre, tanto meno deludere il fratellino che stava cercando di aiutarlo. Annuì senza aggiungere tante parole.


<< Tra tre giorni, vorrei tanto che tu venissi da me per festeggiare il mio compleanno, Raira. >> mentì spudoratamente l'Haruno, visto che era nata mesi e mesi prima, ma questo la castana non poteva saperlo.
<< Non ci sarà bisogno di portare un regalo, basta la tua presenza, mi farebbe davvero molto felice! >> aggiunse, per sembrare più convincente.
L'ultima del clan Ku, la guardò dubbiosa. Sakura era andata da lei di prima mattina, il giorno dopo il suo tentativo di parlare con Itachi e la stava supplicando di andare a una festa.
Non partecipava più a cose del genere da tanto tempo, e le faceva male ricordare l'ultima volta che aveva festeggiato un compleanno, il suo.
Ma davanti al viso sorridente della rosa, non sapeva come rifiutare.
<< Verrò certamente >> rispose, ricambiando al sorriso, cercando di sembrare più credibile possibile.
Sakura la ringraziò con enfasi, prima di decidersi di tornare a casa.
Raira, una volta sola, si strinse fra le spalle. C'era una domanda che avrebbe voluto porle, ma aveva pensato bene di tenere la bocca chiusa. Che Itachi ci fosse oppure no, non avrebbe dovuto importarle. Sì, era decisamente così, ma questo non voleva dire che fosse giusto. Non voleva dimenticare Itachi, ma doveva passarci sopra. Era una persona troppo importante, ma allo stesso tempo sapeva che andare nuovamente da lui per chiederli perdono, avrebbe ferito entrambi. Non c'era nessun vincitore, né lei, né Itachi, né Kakashi.
Tutti e tre in quei giorni soffrivano la solitudine e i rimpianti, e anche se la situazione era uguale per ognuno, non c'era punto d'incontro. O almeno Raira non lo vedeva.


Sakura tornò trionfante a casa di Sasuke.
<< Alle ragazze ci ho pensato io, come deciso. Tutte, Raira compresa, hanno accettato. >>
<< Perfetto, >> sorrise il corvino << io ho invitato i maschi e tutti verranno, pure Itachi. Questa era solamente la parte più facile. >>
L'Haruno annuì.
<< Spero tanto funzioni. >> confidò, stringendo le mani al petto.
Sasuke le cinse con le sue, facendo sobbalzare la rosa: << Tranquilla, andrà tutto bene. >>
Quella, era l'unico aiuto che potevano dare, poi, il resto era nelle mani di Raira e Itachi.




I primi ad arrivare, come previsto, fu Sasuke con Itachi. Sakura aprì sorridente la porta, facendoli accomodare in salotto.
Era riuscita a convincere i suoi a lasciarle la casa libera almeno per quella sera, a patto di ripulire tutto. Sasuke stranamente aveva proposto di aiutarla, ma sapeva che all'Uchiha cose del genere non piacevano, e anche se compiaciuta, rifiutò.
Per adesso, c'erano solo loro tre, gli altri non tardarono molto ad arrivare. Ino,Sai, Choji, Shikamaru, Naruto, Hinata, Neji, TenTen e Rock Lee si erano presentati una decina di minuti dopo, tutti assieme.
L'aria di festa era già in piena, quando qualcuno bussò.
Itachi si mise sull'attenti, e questa reazione involontaria non sfuggì al fratellino.
<< Aspetti qualcuno? >> lo incalzò.
<< Nessuno, Sasuke. >> rispose l'altro, ricomponendosi. Continuando a sorseggiare la bibita che teneva in mano, lanciò una rapida occhiata alla porta e rischiò di strozzarsi quando vide chi era appena arrivato. La musica, che rispecchiava pienamente i gusti di Konoha, gli impediva di sentirlo parlare con Sakura, ma la visuale era libera. 
Kakashi, con aria naturale, aveva fatto il suo ingresso, baciando sulle guance l'allieva e salutando in giro. Era da tantissimo che non lo vedeva, e di certo non gli faceva piacere.
Quando lo vide avvicinarsi, però, dovette richiamare tutte le sue forze pur di esser educato.
<< Ciao Sasuke! >> esclamò l'Hatake dando una pacca al più piccolo degli Uchiha.
Spostò l'occhio nero su quelli di Itachi, senza lasciar trapelare la minima emozione. Entrambi, a quanto pareva, avevano questa abilità.
A Sasuke sembrò di stare su un campo minato, ma quando il Sensei allungò la mano per stringere quella del fratello, fu doppiamente sorpreso.
<< Sono proprio felice che sarai tu il nostro Hokage, Itachi. >>
Questo ricambiò il sorriso, senza trovarlo finto: << Grazie. >>
Sasuke puntò un sguardo interrogativo al fratello, che si degnò di rispondere solo dopo l'allontanamento del Ninja Copiatore:
<< Tranquillo, non devi preoccuparti. Non c'è nessun odio fra me e lui. >>
Non sapeva con certezza se quella era la verità, ma presto sarebbe diventato il Sesto Hokage e non si poteva permettere di portare rancore a una persona come Kakashi, per un motivo politicamente stupido.
Nessuno dei due sentiva il bisogno di aggiungere parola. Dopo una manciata di minuti passati in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, alzarono di scattò il viso verso la porta che si era nuovamente aperta, ma con delusione, videro entrare Iruka, seguito da Nia.
Sasuke guardò nervoso il fratello, che a suo contrario non sembrava soffrire particolarmente quella situazione. In cuor suo, però, sapeva che faceva finta. Itachi sapeva benissimo che sarebbe dovuta essere Raira a varcare la soglia e si sarebbe fatta notare tra tutti, con la sua semplice bellezza. Ma della ragazza non c'era traccia eppure erano ore che la festa era cominciata, per cui si diresse da Sakura.
<< Sei sicura che verrà? >> le chiese.
Senza fare nomi, l'Haruno aveva già capito a chi si riferiva e dovette ammettere che era strano che ancora non si era presentata.
Sorrise lo stesso al ragazzo: << Certo. >>
Iruka, che era lì vicino a parlare con Nia, non ci mise tanto a capire di chi stessero parlando. L'unica persona che non si era unita alla festa, era appunto Raira. Spostò velocemente lo sguardo su Itachi, poi su Kakashi, per poi tornare nuovamente su quello dell'amica che si trovava davanti.
<< Sei preoccupato anche tu? >> gli chiese la castana.

Aveva bussato più volte, prima di farsi aprire da Raira. La ragazza si era presentata davanti alla porta con una maglia larga e di voglia di uscire non c'era traccia.
<< Vuoi dire che non verrai alla festa per il Sesto Hokage? >> le chiese Iruka, lasciando uscire parole di troppo.
Raira lo guardò subito interrogativa, così che il chunin capì che non ne sapeva nulla.
<< Sesto Hokage? >> replicò lei, confusa.
Perfetto. Nessuno l'aveva avvertita… possibile che credessero che quella fosse la soluzione migliore? Non c'era nulla di male se scopriva la verità, ma allo stesso tempo non sapeva quale sarebbe potuto essere la sua reazione.
<< Sì… >> mormorò, cercando la forza di dirlo << Itachi sarà Hokage. >>
Gli occhi bicolore della Ku s'incupirono. I primi segni, non erano sicuramente buoni. Biascicò un << Ah… >> per poi contribuire al silenzio che era sceso.
Iruka non sapeva bene cosa aggiungere, gli dispiaceva che nessuno avesse informato l'amica. In fondo, non era una notizia personale e ogni abitante del Villaggio lo avrebbe dovuto sapere.
<< Così, è questo il motivo della festa a casa di Sakura? >> mormorò poi, con lo sguardo fisso a terra.
<< Mi spiace che nessuno te lo abbia detto… Verrai? >>
Il tentativo di Iruka, risultò vano, poiché la ragazza aveva chiuso la porta, senza dare risposta.


<< Non saprei proprio che pensare >> confidò il chunin.
Nia annuì, condividendo il pensiero. L'imprevedibilità della migliore amica, non lasciava certezze a nessuno.


Le parole di Iruka risuonavano nella mente di Raira. Il nome di Itachi, accanto alla parole Hokage, a forza di ripetersele, non stonavano più così tanto. Era strano, ma se lo sarebbe dovuta aspettare. Poteva vantare di amare il ragazzo più forte di Konoha, perché sì, lei lo amava ancora.
Avrebbe voluto che fosse lui a darle la notizia? In una situazione normale, certamente. Ma ormai non godevano più di una certa tranquillità e aveva dovuto accettare il fatto che fosse venuta a conoscenza della nomina di Sesto da Iruka.
La ragazza con la camicia nera che le fasciava per bene l'intero busto, evidenziando la vita, dandole un aspetto leggiadro, non avrebbe più pianto e pregato per una realtà che lei stessa aveva modificato.
La ragazza che continuava ad amare Itachi non tremava più all'idea di non poterlo sentire vicino, ma aveva capito che non solo si sarebbe dovuta fare forza, ma avrebbe dovuto supportare la persona che tanto importante era per lei, visto che presto sarebbe diventata Hokage.
La ragazza con lo sguardo vuoto, rannicchiata sul pavimento come spazzatura, non era quella che in quel momento stava lì, in piedi, con il braccio proteso e il pugno pronto a bussare.

Tre tocchi precisi e delicati, attirarono l'attenzione di Sasuke e Sakura. L'Uchiha guardò la rosa, con intesa e si allontanò, mentre lei andava ad aprire.
<< Che bello, sei venuta! >> esclamò, sorridente.
Raira ricambiò, salutando con una mano Nia, che era seduta sul divano.
<< Mi spiace non farti gustare subito la festa, ma avrei un piacere da chiederti. >> disse con voce angelica l'Haruno.
<< Non ti preoccupare, dimmi. >>
<< Ho spostato delle piante molto delicate, che si trovavano qui in salotto, in terrazza, poiché non sarebbero state al sicuro. Soltanto che con l'umidità serale appassirebbero e io devo stare dietro gli invitati, per cui non posso andare a prendere e spostarle in camera mia. >>
La castana annuì, limitandosi ad ascoltare le indicazioni.
Poi prese, attraversando velocemente la sala, per salire le scale. Tuttavia, non scappò all'occhio attento di Kakashi.
"Allora, è arrivata…"

Saliva i gradini passo dopo passo, pensando alla bellezza di starsene con gli amici, senza preoccupazioni.
Era fin da piccola che necessitava di una normalità del genere, eppure non l'aveva mai capito.
La felicità di poter passare una serata a festeggiare, però, le aveva fatto notare che Itachi non c'era.
Possibile che se ne fosse andato, che davvero fosse arrivata troppo tardi? Non voleva fare la preziosa, ma ci aveva messo molto a decidersi se andare o no.
<< Oh ciao, sei arrivata. >> la salutò Sasuke, che stava scendendo proprio in quel momento le scale.
<< Sì, scusate per il ritardo. >>
Il corvino fece una smorfia, che probabilmente sarebbe dovuta essere un sorriso: << Vabbé, ci vediamo. >>
<< Ciao… >> disse in un soffio la ragazza, frenando l'impulso di chiederli dov'era suo fratello.
Sospirò, amareggiata, per poi finire di salire i pochi gradini rimasti e svoltare per la terrazza. La porta era già aperta e lasciava libero quello spettacolo mozzafiato. La luna sembrava più vicina e le stelle brillavano di un pallore regale. Il buio della notte aveva un sottotono indaco, che la fece deliziare. Poi, posò lo sguardo sulla figura che le dava le spalle, appoggiato alla ringhiera.
Davanti a lei, c'era Itachi Uchiha, intento a guardare il cielo.

<< Allora, Sasuke? >>
<< Tutto secondo i piani. Adesso che abbiamo fatto il nostro, non ci resta che stare a guardare come va a finire, Sakura. >>

Nia se ne stava seduta sul divano, posto ai lati della sala, mentre guardava tutti ridere e scherzare. Ma lei stava bene così, in disparte, consapevole che se la sua migliore amica era lì, voleva significare che stava già meglio. Purtroppo però, l'aveva già persa di vista e non aveva avuto occasione di parlarle. Così, quando Iruka si avvicinò con Kakashi, chiese subito informazioni su di lei.
<< Raira è arrivata. >> informò il chunin, che aveva preso posto nel margine opposto al suo.
Rendendo Kakashi obbligato a sedersi nel mezzo.
<< Sì, ma non la vedo già più. Non sono neanche riuscito a salutarla. >> si stiracchiò Iruka, già un po' stanco.
<< Non sarà un caso che sia lei che Itachi non ci siano. >>
A parlare era stato proprio il Ninja Copiatore, che aveva lasciato di stucco i due amici. Rimasero in silenzio.
Iruka, principalmente per analizzare meglio la situazione, Nia invece aveva già i sensi di colpa per aver introdotto quell'argomento. Probabilmente all'Hatake non era andata giù la cosa e in quel momento stava male. Questi pensieri erano visibilissimi grazie all'espressione facciale della ragazza, così tanto che il jonin notò il dispiacere sul suo volto.
<< Ehi, non fare quella faccia! Devi sapere che non provo più niente per Raira, anzi, vorrei iniziare un normale rapporto fra amici sia con lei che con Itachi. Ho capito che non posso volerla per me, se a renderla felice è un altro. In più, Itachi non è un ragazzino come pensavo, sarà il nostro Hokage, non farebbe mai del male alla nostra Raira. >> cercò di tranquillizzarla.
Il sorriso era così spontaneo, che la ragazza si ricredette.
<< Kakashi… >> mormorò. Gli occhi le brillavano dall'ammirazione, l'uomo che le stava davanti aveva dimostrato grande saggezza e forza per andare avanti e accettare l'amore tra Itachi e Raira, che, nonostante il loro litigio, era impossibile non percepire. E adesso, la stava fissando con intensità.
Iruka, notando lo scambio di sguardi fra i due, scelse l'opzione di lasciarli da soli e dileguarsi con una scusa. Probabilmente aveva detto che andava a parlare con Shikamaru, ma loro non l'avevano sentito.
<< Sei molto bella stasera, Nia. >> disse piano l'Hatake, senza smettere di guardarla.
Gli occhi color nocciola, erano gli stessi identici di Rin, uguale per le linee delicate del viso. Osservarla, era come un tuffo nel passato. Non si era mai accorto della bellezza della castana, probabilmente perso dietro alle sofferenze e a Raira. Perso nel guardare dietro, non aveva mai pensato al futuro. Era strano da dire, ma quella sera, stava scoprendo nuove emozioni.
La trovò bellissima anche mentre arrossiva violentemente, spostando lo sguardo da un'altra parte. Nia si sentiva così in imbarazzo, non avrebbe mai pensato di poter essere notata.
<< Tu lo sei sempre stato >> mormorò.

Non sapeva cosa fare. Lui era lì, proprio davanti a lei. Le dava le spalle e questa per il momento non poteva essere che una cosa positiva. Tutte le promesse che si era fatta, erano sembrate più facili da mantenere in sua assenza. Ma adesso, che lui era lì, era nuovamente confusa.
<< Che ci fai ferma lì, Raira? >>
La voce di Itachi tagliò l'aria scura della notte, facendo rabbrividire la ragazza. Un vento gelido le era arrivato addosso, con la consapevolezza di trovarsi in una situazione disagiante. Si stropicciò la camicetta dal nervosismo, prima di riuscire a spiccicare qualche parola.
<< Sakura mi ha chiesto di portare dentro le piante… per questo sono qui. >>
Silenzio.
L'Uchiha non aveva dato risposta, fatto che scoraggiò molto Raira, facendole capire che una possibile ricongiunzione tra i due, anche solo di amicizia, era impossibile. Avanzò lentamente, incerta sui suoi stessi passi, dirigendosi verso un grosso vaso all'angolo del terrazzo. Si chinò per prenderlo meglio, mordendosi un labbro per la fatica.
Pesava davvero tanto.
Sperava che Itachi non si accorgesse del suo tremolio, ma purtroppo non fu così. Nuovamente, le parole del corvino tornarono a colpire, con la freddezza di una lama.
<< Non importa che tu li prenda >>  si limitò a dire.
<< Ma Sakura me l'ha chiesto e… >> provò a ribattere la ragazza, ma la voce di Itachi la sovrastò.
<< Non importa, perché era solo una scusa per farti venire qui. >>
Raira sgranò gli occhi. Una scusa per farla andare lì? Non riusciva proprio a capirne il motivo. Guardando il profilo di Itachi si rese conto della totale tranquillità, o meglio, indifferenza del suo sguardo, dritto verso il cielo.
<< Perché mai dovrebbero… >> brontolò << …Ah. >>
Giunse alla conclusione forse con un po' di ritardo, ma sicuramente con imbarazzo.
Nuovamente si era ritrovata a sperare. Questa volta, che Itachi dicesse qualcosa. Che entrambi fossero lì, da soli, non era una casualità, ma allora perché se ne restava zitto?
Voleva forse che se ne andasse? Ma infondo, poteva benissimo farlo lui.
Stava al gioco di Sakura, eppure, non parlava.
Si perse in tutti questi pensieri, che non si accorse neanche di fissarlo come un ossesso, mentre lui la guardava con la coda dell'occhio.
Itachi si girò lievemente, per poter puntare meglio le sue pozze nere su quelle bicolore della castana, schioccando le labbra per far partire la sua voce, amara ma bellissima: << Probabilmente, tu avrai qualcosa da volermi dire… >>
La calma che lo caratterizzava, Raira sapeva che era tutta una falsità. Pure l'Uchiha aveva i propri tormenti e quello era il suo miglior modo per coprirli.
Si morse amaramente il labbro, non sapeva cosa volesse sentir da lei. Tentò con la prima cosa che le veniva in mente, uscendosene con un: << Congratulazioni per la tua nomina di Hokage. >>
Itachi non rispose, facendole capire che aveva sbagliato nella scelta. Ma pensandoci bene, le sue parole dovevano essere quelle che lei voleva pronunciare, non quello che voleva sentire lui.
E non si era fatte quelle promesse inutilmente, le pensava davvero quelle cose. Prese il coraggio a due mani, avvicinandosi leggermente, per poter dimostrare di non avere paura.
<< In effetti, qualcosa da dirti ce l'ho. Sono sinceramente contenta che tu sarai il nostro Sesto Hokage, ho sempre saputo che ne hai le capacità. E sono contenta anche di amarti, perché non posso negarlo: come lo faccio ora, probabilmente lo farò per sempre. >>
Si trovavano uno davanti all'altra, a poco centimetri di distanza. Le braccia lungo i fianchi, come soldati. La serietà che padroneggiava l'aria, proveniva dagli sguardi dei due, che non smettevano di ipnotizzarsi a vicenda.
<< Ma questo >> continuò << non vuol dire che cercherò gli stessi sentimenti in te. La nostra, ormai finita, relazione, rimarrà per sempre nel mio cuore, perché sono stati gli anni più belli e mai dimenticherò la bellezza del tuo sorriso alla mattina. Però sono consapevole che la colpa è mia, per cui non ti chiedo nulla, ma spero che potremmo continuare un rapporto, se non di amicizia, come due vecchi conoscenti e compagni di team. Vorrei solo che tu non mi odiassi. >>
Itachi, appoggiò le mani sulle sua spalle, facendole scivolare sulla pelle ambrata, fino a metà braccia. Aveva la sensazione di toccare della seta. Risalì con gli occhi sul viso della castana, che lo guardava con la bocca semi aperta e gli occhi brillanti. Quel gesto l'aveva mandata nuovamente in confusione e lui aveva tutta la voglia di spiegarle.
<< Non ci sono colpe, ognuno di noi ha fatto quello che sembrava più giusto, anche se si è rivelato sbagliato. Io, non mi sono certo comportato meglio di te. E non ti odio. Anzi… anch'io porterò il tempo passato assieme nel mio cuore, ma questo non lo riempirà. Rimarranno sempre spazi vuoti, finché non risarà altro amore a riempirli. >>
La ragazza abbassò velocemente lo sguardo. Il corvino aveva ragione. E la verità, faceva male.
<< Guardami, Raira. >> le ordinò Itachi.
Lei ubbidì, timoroso. Il tono non era più freddo e distante, ma allo stesso tempo le faceva paura. La stavano tirando per le lunghe, dalle sue parole non era riuscita a capire bene dove volesse arrivare, anche se un'idea ce l'aveva. Lui, voleva riempire il suo cuore con un'altra. Si morse il labbro, pronta a farlo sanguinare, pur di trattenere la lacrime. Non avrebbe più dovuto piangere, se l'era promesso.
Itachi la fissò intensamente, la carta vetro che aveva fra le mani, non era più la ragazzina che piangeva disperatamente, al posto di voler sistemare le cose, non cercava più scuse, ma era pronta ad affrontare la realtà. La crudeltà del mondo però, era troppo per qualsiasi spalle e ognuno aveva bisogno di qualcuno su cui contare. E lui voleva lei, aveva bisogno di lei.
<< Io voglio che sia tu a riempire nuovamente il mio cuore. >> disse, scrutandola negli occhi.
Raira aveva sobbalzato lievemente. Le guance le si erano dipinte di un leggero rosso, che le faceva brillare gli occhi. Aveva capito bene?
<< Perché ti amo, Raira. >> sussurrò l'Uchiha, abbassandosi per raggiungere le sue labbra.
Sì, aveva capito benissimo.
Si alzò sulle punte, per avere il bacio che tanto bramava. Il vento freddo della sera, non toccava minimamente le sue braccia nude, perché c'erano le caldi mani di Itachi a farla sentire protetta.
Sentì le lacrime incastrarsi fra le ciglia, e si sentì stupida. Aveva detto che non avrebbe più pianto, ma in quel momento, era troppo felice.
Itachi continuò a baciare e stringere la sua donna, perché era quello che era diventata ed era quello che lo rendeva fiero.
Non si era più nascosta dietro a scuse, non mentiva più a se stessa, era tornata la semplice Raira di sempre. Erano quelle le parole che voleva sentire.


Spazio autrice:
Scusatemi tantissimo per il ritardo di tipo venti giorni, ma il computer si è rotto, poi ho lavorato al disegno, sperando veramente che vi piaccia, è un'esperimento (la base è fatta a mano, ma il colore l'ho dato al computer, praticamente tre giorni di lavoro).
Mi scuso anche perché avevo detto che univo l'epilogo con questo capitolo, ma alla fine non è stato così, dovrete pazientare per avere il finale vero e proprio, ma spero di riuscire a pubblicarlo abbastanza presto, anche se in questi giorni sono piena di impegni.
Siate clementi con eventuali errori grammaticali o di disattenzione, ma andavo piuttosto di fretta.
Bacioniii

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


EPILOGO

Sono passati tredici anni dalla nomina di Itachi Uchiha di Sesto Hokage.
La guerra era stata inevitabile, ma unendo le forze, lui, Sasuke e Naruto, erano riusciti a porne fine.
I danni e le morti erano stati numerosi, ma finalmente il mondo aveva conosciuto il significato di pace e la nuova generazione poteva correre spensierata fra le strade dei Villaggi.
Nel periodo di guerra, infatti, numerose erano le donne che si erano tenute lontane dal campo di battaglia, a causa delle loro gravidanze. Tra queste, c'era anche Raira.


<< Guarda quello là, >> disse una madre, indicando un bambino scostato dalla folla << è sempre stato il migliore della classe e ho saputo che è uscito con i voti più alti. >>
L'amica, che come lei era all'uscita dell'Accademia per congratularsi con suo figlio per l'aver superato l'esame, indirizzò lo sguardo verso il ragazzino.
Non era esageratamente alto, per i suoi dodici anni. I riccioli castani e ribelli, donavano sul taglio corto. Gli occhi neri, invece, vagavano alla ricerca di qualcosa. Portava una maglia scura, con ricamato sulla schiena il simbolo del clan.
<< Che ti aspettavi da un Uchiha? >> replicò << Ho sentito dire che ha già risvegliato lo Sharingan. >>
<< Mia figlia e tutte le sue amiche, hanno una cotta per lui. In effetti, è carino >> ridacchiò l'altra.
Nel frattempo, il bambino continuava a guardarsi intorno, abbastanza irritato. Erano già arrivati tutti i genitori, perché i suoi tardavano così tanto?
Calciò il primo sassolino che gli era capitato a tiro, prima di sentire una voce chiamarlo.
<< Shisuiii! >>
Finalmente sua madre era arrivata, muovendo le braccia al cielo, per farsi notare. Come se fosse difficile, tra l'altro.
Il piccolo Shisui si guardò intorno con la coda dell'occhio, per notare come tutti si fossero girati a vedere chi fosse la pazza che urlava.
Raira si piegò leggermente per arrivare all'altezza del figlio e gli diede un buffetto sulla guancia: << Scusa per il ritardo. >>
<< Non è nulla. >> sbottò il piccolo, massaggiandosi la gota dolorante.
Sapeva benissimo che era indole della madre non essere mai puntuale, per fortuna almeno lui non aveva questo vizio. Da lei, aveva ereditato solo le labbra carnose e il colore dei capelli. Tutti dicevano che era la copia di suo padre, per la forma del viso e il taglio degli occhi. Come lui, li aveva affusolati e circondati da belle ciglia nere. Per l'altezza invece, doveva aspettare ancora qualche anno, ma per adesso si collocava tra i due. Pure l'origine dei capelli ricci, era un mistero. Dalla parte paterna, non c'era nessuno con quella particolarità, per cui si pensava che avesse preso da i nonni da parte della mamma, ma visto che neanche lei li aveva conosciuti, non si sapeva con certezza.
<< Sono davvero fiera di te, Shisui >> disse Raira.
Lui si limitò ad abbozzare un mezzo sorriso.
Sua madre era considerata una donna bellissima, con la particolarità dei suoi occhi, però c'era qualcosa in lei, che non lo convinceva. Probabilmente era il taglio di capelli, corto fino alle spalle, che la faceva sembrava troppo matura, per i suoi gusti. Anche suo padre era della sua stesse idea, ma era un segreto tra di loro, poiché Raira si arrabbiava quando tiravano fuori l'argomento, dicendo che lei si piaceva così.
Dopo che aveva finito di salutare le altre madri, la donna prese per mano il figlio e s'incamminò.

La loro meta non era altro che la casa degli Hatake. A Shisui piaceva come coppia, erano entrambi dolci e gentili, nonostante qualche stranezza, ma non avrebbero mai battuti il padre e la madre, che nel campo della pazzia, erano i migliori.
La casa era davvero grande, nonostante fossero in due. Raira gli aveva spiegato più volte perché si fossero trasferiti nella villetta, dicendo che la famiglia si sarebbe allargata presto.
Quando suonarono alla porta, ad aprire fu Nia, la migliore amica della mamma. Si trattavano come sorelle, e si divertivano a raccontare i momenti passati insieme a Shisui, a volte traumatizzandolo.
La prima cosa che fece Raira, fu accarezzare il pancione e strepitare: << Diventa ogni giorno più grande! >>
<< Ma cosa dici… sono solo al quinto mese, poi. >> ribatté l'altra, per poi scoppiare insieme in una risata.
Shisui roteò gli occhi, annoiato di quelle solite scene, per poi accorgersi di qualcuno che gli faceva segno di avvicinarsi, da dentro l'abitazione.
Alla vista, sprizzò felicità da tutti i pori, correndo versi di lui e buttarli le braccia al collo: << Papà! >>
Itachi strinse forte il figlioletto: << Allora da oggi siamo genin, eh campione? >>
<< In realtà, bisogna ancora fare un test, se boccio dovrò ripetere l'Accademia. >>
 Il padre scacciò l'idea con una mano, sbuffando: << Ce la farai sicuramente. >>
A Shisui brillarono gli occhi. Era davvero contento di poter rendere orgogliosi i suoi genitori, il papà specialmente. Lui era il Sesto Hokage e purtroppo aveva molte cose di cui occuparsi e quasi mani aveva tempo da passare con Shisui e Raira, ma nonostante questo, l'amore che gli univa li rendeva una famiglia felice.
Li raggiunsero anche le due donne, e si accomodarono tutti sui due divani, uno di fronte all'altro, al centro della sala, per poter chiacchierare un po'.
<< Amore scendi, sono arrivati! >> urlò Nia verso le scale.
Dal piano superiore, giunse Kakashi, salutando tutti con il suo buffo sorriso. Non portava più la maschera, la moglie l'aveva finalmente convinto. Non le importava neanche più delle ragazze che continuavano a restare ammaliate dalla bellezza del jonin, nonché braccio destro dell'Hokage. La gelosia aveva un limite e lei era consapevole del fatto che l'Hatake avesse occhi solo per lei.
Non c'era nessun odio tra Kakashi, Raira e Itachi, anzi, si sentivano un po' tutti parte della stessa famiglia.
Come Nia confidò di essere da sempre innamorata del Ninja Copiatore alla migliore amica, fu estremamente imbarazzante per la ragazza, e fece sentire Raira stupida, poiché non se n'era mai accorta.
<< Avete già pensato a che nome dare a vostro figlio? >> chiese piena di curiosità Raira.
Kakashi sghignazzò davanti alla solita estasi della donna. Negli anni, non era mai cambiata. Restava sempre la ragazzina impertinente e curiosona.
<< A dire la verità, non sappiamo neanche se sarà maschio o femmina. Vogliamo che sia una sorpresa. >> rispose Nia, prendendo per mano il marito, che le sedeva accanto.
Raira trovò quella decisione noiosa, lei aveva torturato i medici pur di sapere il sesso del figlio. Sospirò fortemente, facendo scoppiare a ridere tutti.
<< Parlando di gravidanze, pure Sakura è in dolce attesa. >> rivelò Itachi. Dopo la nascita del figlio di Naruto e Hinata, anche Sasuke si era dato da fare.
Shisui sgranò gli occhi: << Questo vuol dire che presto avrò un cuginetto… o una cuginetta? >>
<< Esatto. >> gli diede un buffetto sulla guancia la madre, che già sapeva della gravidanza di Sakura.
Dopo che l'aveva aiutata a riconciliarsi con Itachi, tra le due era nata una grande amicizia, e lei fu la prima a sapere da l'Haruno la notizia, dopo ovviamente Sasuke, che non aveva perso tempo per vantarsi in giro. Quell'atteggiamento, aveva fatto ridere Raira, perché era lo stesso che Itachi aveva tenuto alla notizia della propria gravidanza.
Avere un figlio significava, per i due fratelli Uchiha, una rinascita del clan, il che li rendeva davvero felici e orgogliosi. E quando Shisui aveva risvegliato lo Sharingan, si erano emozionati al sapere che la loro abilità innata non era morta, ma che sarebbe continuata ad essere tramandata.

Continuarono a parlare per un bel po', ma a volte Itachi staccava il cervello, perdendosi nella risata cristallina della donna che tanto amava. Finalmente, poteva dire di renderla felice.
Con un braccio portò Shisui più vicino, per poterlo stringere.
Non voleva nulla di più.

 
FINE

Sinceramente non so cosa vi aspettavate, ma questo è quello che sono riuscita a scrivere.
Non vorrei sembrare polemica o noiosa, ma devo ammettere che gli ultimi capitoli sono scritti controvoglia, poiché non mi è sembrato che piacessero e di conseguenza non piacevano neanche a me.
Quando ho chiesto le vostre preferenza per la storia che sarebbe seguita, c'è stato il silenzio totale, per cui ho fatto di testa mia e ho scritto e pubblicato il primo capitolo della storia che parlerà del passato di Itachi e Raira, come team.
Se vedrò che la storia non piace, però, la eliminerò.

 
Ora, passiamo ai ringraziamenti.

Un grazie speciale per tutti quelli che hanno recensito la storia:

Hope1607
Hikaru Nekomi
Kokorolove
DarBk Angel


Le loro numerose recensioni hanno fatto un totale di 48, ed è grazie a loro se non ho mollato la storia.

Un altro grande grazie per chi l'ha aggiunta alle

Preferite
Ali_bitw
DarBk Angel
HappiNessie4Ever
Hope1607
ily123
jess chan
rebemanga
selenagomezlover99
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bananacambogianachiquita
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selenagomezlover99 (pure lei, nuovamente)
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SweetSmile
valepassion95



Grazie anche a tutte le persone che hanno visualizzato la storia, facendo un totale di 7582





 

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