Classe 1997: zombie edition

di CleoWhovian221b
(/viewuser.php?uid=666485)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Il cliente da Lei chiamato non é al momento raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi" "Oh,accidenti!" Amelia lanciò il telefono sopra al suo sacco a pelo; da tre giorni provava a contattare suo padre,ma non ci era ancora riuscita. Voleva dirgli che stava bene,che la vacanza in campeggio andava benone ma soprattutto voleva sentire la sua voce e quella di sua sorella Eva.. Per qualche strano motivo,però,nessuno dei due aveva intenzione di risponderle e così lei,dopo l'ennesimo tentativo,aveva imparato a memoria la frase che quella voce robotica e insopportabile continuava a ripetere. "Se vado avanti così,la urlerò nel sonno!" "Emh...Che fai,Mely? Parli da sola?" Amelia non aveva bisogno di guardare in faccia il suo interlocutore per capire che si trattava di Diego:solo lui,di tutti i suoi amici, la chiamava così,anziché del solito banalissimo "Amy". " No,Diego. É solo che mio padre non ha ancora risposto.." Diego si sedette accanto a lei:"Magari non prende il telefono?" "Il fatto é che gli altri giorni andava tutto benissimo..cioè,normale. Lui rispondeva,almeno..." "Ehi..guardami" Amelia alzò gli occhi e si ritrovò quelli di Diego che la fissavano:non poté evitare di arrossire,aveva sempre avuto una cotta per lui e ogni anno il suo sentimento cresceva sempre di più. Lei non gli aveva mai parlato dei suoi veri sentimenti,perché aveva paura di rovinare la loro amicizia e soprattutto aveva paura di Roberta.. "Devi stare tranquilla,okei? Sei sempre così tesa...Siamo in un bosco isolato da tutti,l'unico paese si trova a 3 km da qui... Io non so come funziona,ma magari qui le reti telefoniche non prendono più di tanto?" "Magari..." "Tuo padre sta bene,tua sorella sta bene. Se proprio vuoi contattarli puoi scrivergli una lettera,no?" "Una lettera?" lo guardò con aria interrogativa. Diego scoppiò a ridere:"E dai,Mely!Non sono così ignorante da non sapere che un tempo si usavano i buoni e vecchi fogli cartacei!" Amelia sorrise"No,non lo sei.." "Allora su,alzati! Chiediamo a Michaela:lei avrà sicuramente carta e penna" La prese per mano e iniziò a trascinarla fuori dalla tenda:faceva freddo,nonostante fossero in piena estate e il resto del gruppo si stava riscaldando intorno al fuoco. Nell'aria si sentiva odore di erba fresca e uova. Erano passati dieci giorni da quando si erano stabiliti lì e per colazione avevano sempre mangiato uova:Amelia ne aveva la nausea. Nonostante questo,le zanzare e la fastidiosa presenza di Roberta,lei si stava divertendo. Stefano e Diego avevano avuto un colpo di genio ad organizzare quella vacanza in campeggio. Se non fosse stato per i cellulari,sarebero stati isolati da tutto e tutti. -Ma ora é così-pensò Amy. Arrivarono alla tenda di Michaela e Simone. Diego fece finta di bussare:"Toc toc! É permesso?" e contemporaneamente entrò. Amelia sentì un urlo e,senza pensarci su,lo raggiunse. Diego,estremamente imbarazzato,era girato verso l'entrata con le mani sopra gli occhi;dietro di lui Michaela si stava infilando rapidamente una maglia,dimenticando di mettere prima il reggiseno. "Porca miseria!" esclamò"La prossima volta aspetta che ti risponda,Diego!" "Che stavi facendo nuda,Mich?" chiese Amy "Mi stavo facendo delle foto!" Lei e Diego la fissarono,increduli. "Oh,non pensate male!Volevo allenarmi nel disegno del corpo umano,ma nessuno vuole posare per me,quindi mi devo arrangiare!" "Ah..si,si. Mi sembra una cosa normale!Come ho fatto a non pensarci subito?" si bacchettò Diego,dandosi una sberla in fronte. "Stupido! Comunque,che volevi?" Dopo aver recuperato il necessario,Amelia si sedette vicino al fuoco e iniziò a scrivere. Accanto a lei Diego mangiava la sua porzione di uova,chiacchierando con Michaela. Le loro attività furono interrotte da una voce stridula che chiamava Diego. "Amore mio,vieni con me a fare una passeggiata nel bosco?" "Umh..va bene" Mentre Diego e Roberta si allontanavano,Michaela rivolse uno sguardo di rimprovero a Amy. "Che c'è?" chiese. "Non gliel'hai ancora detto,ecco che c'è!" "E non glielo dirò mai.." Mich sbuffo "Amel.." "No,senti" la interruppe"lui sta con Roberta ed é felice. A me basta sapere questo. Se io gli confesso... N-non potrei neanche pensarci:con quelle cinque semplici parole potrei rovinare un'amicizia che dura da ben sei anni e una storia d'amore" "Due piccioni con una fava! Finirebbe la sua storia con quella bisbetica e la vostra amicizia si trasformerebbe in amore." "Non la vediamo allo stesso modo,Mich! Come potrei mai piacere a un tipo del genere? Io che sono completamente diversa da Roby?" "Diversa in meglio! Amy,perché non vuoi vedere la verità?" "Mich..Io scappo dalla verità perché alcune volte fa troppo male.." "...se ricevi questa lettera,ti prego di rispondermi! Ti scrivo l'indirizzo a cui puoi inviarmi la tua: Strada del roseto 33-b. Si trova nel paese qui vicino (te l'ho detto che fanno un salame squisito?) e io ci passo ogni tre giorni. Di a Eva che la saluto (e di non guardare sempre Cenerentola, ci sono altri cartoni Disney più belli). Vi voglio un mondo di bene. Amelia" Fece un sospiro e si sdraiò sull'erba fresca. Voleva riposarsi un po' prima di consegnare la lettera al postino del villaggio.. Chiuse gli occhi e si perse nei suoi pensieri:era preoccupata per la storia di suo padre e le parole di Diego non erano servite un granché. Aveva scritto la lettera,ma chissà dopo quanti giorni sarebbe arrivata. E se per caso fosse andata persa? E se... Amelia scacciò dalla testa quei brutti pensieri"Sei troppo pessimista"si ammonì "Pensa ad altro,no?" Il suo cervello probabilmente non funzionava bene,e Amelia ne era fermamente convinta perché subito le tornarono alla mente le parole di Michaela e quindi il "triangolo amoroso" tra lei,Diego e Roberta. Amelia non credeva di essere meglio della bisbetica,era un pensiero che neanche le passava per la testa. Lei era tutta shopping-e-ragazzi e per quanto riguarda l'aspetto fisico era il ritratto della perfezione: alta,magra,capelli ramati,occhi azzurri come quelli delle pubblicità dei profumi,non aveva niente fuori posto e anche il viso era perfettamente simmetrico,al millimetro. Se fossero state in una scuola americana,al ballo di fine anno Roberta sarebbe stata incoronata reginetta dell'anno e Amy...Amy sarebbe rimasta a casa. "Meglio se consegno la lettera,non vorrei fare troppo tardi" Si alzò e corse nella sua tenda:dentro trovò anche Stefano,il migliore amico di Diego. "Ehi,Amy! Tom dice che tra poco sarà pronto il pranzo,vuoi che ti teng-" "No,grazie Stefano. Devo andare un attimo al villaggio per consegnare una lettera...e magari trovare qualche brioche da mangiare a colazione" Prese velocemente il suo zaino,infilò il telefono,il portafoglio e la lettera. Quando alzò lo sguardo Stefano era ancora lì:"Ti serve qualcosa?" chiese "Mh? Ah no,no. Solo..posso venire con te?" "Certo!" Arrivarono al villaggio a mezzogiorno in punto. Amelia aveva una strana sensazione: mancava qualcosa.. "Sembra non ci sia nessuno al villaggio,oggi! Assomiglia a uno di quei villaggi fantasma tipici degli horror...quei film che guardi tu,insomma!" Lei non guardava horror,solo cose riguardo agli zombie,ma era inutile spiegarlo a Stefano. Lui era un ragazzo davvero cocciuto: potevi spiegargli una cosa infinite volte,ma lui l'avrebbe sempre pensata allo stesso modo.. Era ancora convinto che Michaela e Simone fossero fratelli: inutile dirgli che avevano cognomi e genitori diversi. "Hai ragione, ma c'è qualcos'altro che...mi sfugge" biasciò queste due ultime parole quando vide che la porta del negozio di alimentari era completamente spalancata e la vetrina rotta. Entrò:"É permesso? Siamo venuti qui per comprare qualche brioche.." "Io le vorrei al cioccolato!" urlò eccitato Stefano. Amelia lo fulminò:"Ti sembra il caso?" Stef alzò le spalle:"Tutto il mondo deve sapere che il cioccolato é buono!" e accompagnò la frase con un sonoro gnam gnam. "Non capisco come tu e Chiara non siate ancora fidanzati..siete due goccie d'acqua. Vieni usciamo.." "Ehi,io e Chiara non siamo goccie d'acqua! Piuttosto..devo confessarti una cosa,un segreto che non ho rivelato nemmeno a Diego,perché non so come può reagire." "Mh,mh" Amy non lo stava ascoltando perché era troppo concentrata a guardarsi intorno,alla ricerca di qualcuno. "Sembrano essersi volatilizzati tutti." sussurrò. All'immprovisso un rumore attirò la sua attenzione:freni,uno schianto e rumore di vetri rotti. La cosa più preoccupante era il rumore che proveniva dietro di loro:qualcosa o meglio qualcuno strisciava i piedi e emetteva suoni gutturali. "Ehi ma che succede?" gridò Stefano. Amelia lo zittì,perché all'immprovviso ebbe paura e non sentiva più le gambe. Sperava che la sua conclusione affrettata non fosse vera,cercava di essere ottimista per una buona volta,ma purtroppo quando si voltò non poté fare a meno di pensare che essere pessimisti può aiutare,perché nel mondo corrisponde ad essere realisti. "Oh,merda!" prese per mano Stefano e iniziò a correre. "Che succede?" Ecco cosa mancava al villaggio:nessuno aveva suonato le campane. Non c'era anima viva,la vetrina rotta,i piedi che strisciano,quelle figure da lontano,suo padre che non rispondeva al telefono.. Tutti questi elementi si mischiarono nella sua testa,dando origine a un solo e unico risultato: "Zombie!" urlò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Ahi,mi fai male!" gridò Roberta.
Si scostò da lui e gli tirò una sberla:"La mia lingua non é da macinare,vacci piano!"
Diego si massaggiò la guancia:sapeva che Roberta era alquanto manesca e irascibile,ma una reazione del genere non se l'aspettava.
"Qualcosa non va?"
"Perché dovrei dirtelo? Vuoi dare dei consigli anche a me? All'improvviso sei diventato lo psicologo del campeggio?"
Quella frase era bastata a spiegare tutto:le scenate di gelosia da parte di Roberta non erano una novità,soprattutto nei confronti del rapporto tra lui e Amelia.
"É per il fatto di Mely,vero?"
Roberta si girò di scatto:"Non sopporto di vederti appiccicato a quello sgorbio! Io lo so che tu ami più me di lei,però non mi fido comunque " disse con un tono di voce simile a quello di una bambina capricciosa.
"Ma allora se lo sai che amo te,perché non ti fidi?"
"Perché le bugie sono capaci a dirle tutti,Diego!"
Per un tratto lui non seppe più cosa dire: un millesimo di secondo e gli era ritornato alla mente quella volta, l'unica volta che gli era passato per la testa di lasciare Roby e confessare tutto a Mely.
Era stato circa un paio di anni fa,durante un capodanno.
Diego aveva beccato Roberta a baciare un suo compagno del liceo e quando lei lo vide gli disse semplicemente:"Tesoro mio,ti posso spiegare tutto! Vai di là in camera e aspettami,io arrivo subito." e poi aveva ripreso "il lavoro".
Diego era corso da Amelia,che però non sapeva come confortarlo e l'unica cosa che fece fu dirgli:"Va tutto bene. Troverete una soluzione insieme." e accarezargli delicatamente le guance,togliendo le lacrime che gli rigavano il viso.
Quel gesto semplice,dolce e rassicurante era bastato a calmarlo,a eliminare i brutti pensieri. Guardò gli occhi di lei,così verdi e gentili,così innocenti. Le prese una mano e rimasero lì a guardarsi. Durò secondi? Minuti? Nessuno dei due lo sapeva,perché quando si é innamorati,il tempo non esiste più.
Lo schiocchiare delle dita di Roberta lo riportò alla realtà:"Terra chiama Diego!Diego rispondi! Che fai? Pensi alla tua dolce Amelia?"
Diego afferrò di scatto le sue mani e avvicinò il suo corpo al suo:"Smettila,ora basta! Tu dovresti essere l'ultima a parlare!"
Roberta scoppiò a ridere:"Io? Tesoro,ti sei dimenticato il tuo piccolo segreto?Vuoi che tutti quelli del campeggio lo sappiano? Compresa AMELIA?" sottolineo il suo nome.
Diego le mollò di scatto le mani sussurrando un no.
"Bene,allora ora dimmi..Tu ami solo me vero?"
"Si"
Nello stesso momento in cui Amelia era entrata nel negozio,Diego e Roberta stavano ancora camminando,mano nella mano.
Non volevano tornare ancora al campo,perché volevano godersi ancora qualche minuto di intimità.
Le sfuriata di prima sembrava essere un ricordo molto lontano per Roberta,mentre Diego ci pensava ancora.
Se qualcuno gli avesse chiesto quale fosse stato il suo più grande errore nella vita lui avrebbe sicuramente risposto il rivelare il suo segreto a Roby.
Lei ormai lo usava come una minaccia "Se non fai questo lo dirò a tutti... Se non mi compri quella borsa lo dirò a tutti..."
Lo aveva utilizzato anche quella volta a capodanno, e quando lei aveva voglia di fare sesso,ma lui non se la sentiva proprio.
Psicopatica,manipolatrice,doppiogiochista: ecco tre aggettivi per descrivere la sua ragazza.
Ormai il loro rapporto era basato su quel semplice segreto: se non fosse per quello l'avrebbe già lasciata da tempo e...
-Sarei corso da Mely- pensò
Sentì un urlo di una donna.
Si voltò di scatto,ma vide solo Roby che guardava una farfalla.
"L'hai sentito anche tu?"
"Cosa?" chiese lei,volgendo lo sguardo verso di lui. Ad un tratto i suoi occhi si spalancarono e sul viso si stampò una smorfia di terrore.
Nello stesso istante Diego si sentì spingere da qualcosa e cadde a terra.
Guardò sopra la sua schiena e trovò una donna,con le lacrime agli occhi e un braccio gravemente ferito. La maglia di Diego si sporcò del suo sangue.
La donna si alzò di scatto,continuando a guardarsi dietro le spalle,come se qualcuno di pericoloso la stesse seguendo.
"Oh mio dio,ma lei é ferita!" esclamò Roberta.
"Signora,che succede? Chi le ha fatto questo?" chiese Diego afferrando le spalle e scuotendola,cercando di attirare la sua attenzione.
"É un morso. Uno di quei...quei cosi mi ha morsa." sussurrò la donna.
"Non mi dire che é un orso!" Roberta si attaccò alla schiena di Diego.
Dietro la donna si sentì lo strisciare di alcuni piedi. La donna presa dalla paura,spinse la coppia a terra e iniziò a fuggire urlando:"Sono morti!Morti che camminano. Hanno fame,hanno fame! Non voglio essere mangiata! "
"Quella é tutta scema! É pazza,ecco cos'è!"
Diego rimase a terra,fissando il punto da cui era provenuto quello strano rumore..
Roberta continuava a insultare la donna,a inveire da sola,ma lui cercava di capire.
Cosa dovevano fare?
Si fidava della parola di quella donna?
Diego valuto le possibilità: o la donna era pazza e quindi non c'era bisogno di scappare,o si trattava di qualche orso,allora era meglio allontanarsi oppure qualcos'altro,qualcosa di più pericoloso stava davvero inseguendo la donna. 
Il rumore,il morso...Cosa fare?
"Corri!" esclamò
"Cosa?" Roberta lo guardò,confusa:"Non crederai a quella pazzoide?"
Diego le prese la mano"Ho detto:corri!"
Diego e Roberta arrivarono per primi al campeggio.
La situazione lì era tranquilla: il terrore di Diego se ne andò.
La sua ragazzo lo fulminò con lo sguardo e lottando con il fiatone gli disse "Tu..mi hai fatta correre per nulla,razza di..idiota!" e gli diede uno spintone.
Gli altri del campeggio accorsero con sguardi di stupore e imbarazzo.
Chiara circondò con le braccia Roberta:"Tesoro,perché state litigando?"
Lei gli raccontò ciò che era successo nel bosco,raccontando però una realtà distorta: una matta con manie di persecuzione,che probabilmente si era morsa il braccio da sola, aveva spinto di proposito Diego e gli aveva fatto il lavaggio del cervello,parlando di complotti e lui ci era cascato come un fesso.
"Fesso!" ripeté Chiara, con il solito accento da ragazza infantile...o stupida.
Gli altri guardarono Diego con aria interrogativa.
-Se dico la verità,penseranno che io sia pazzo- pensò,ma poi raccolse un po' di coraggio e iniziò a parlare:"Ragazzi...io non so come spiegarvelo,e probabilmente vi sembrerò pazzo,o fesso" punto lo sguardo su Chiara "Ma quella donna non era pazza,era spaventata. È il morso al braccio non se l'è di certo inflitta da sola,dato che non aveva la bocca sporca di sangue. Lei ha detto che c'erano dei "mostri" che la inseguivano, io non ho subito creduto a questa storia; pensavo potesse essere un qualche animale selvatico,un orso e non sono stato lì ad aspettare ciò che inseguiva la signora per avere prove. Ho reagito d'istinto. Ho detto a Roberta di correre,perché non volevo che qualcuno ci facesse male,orso o..."
"Zombie." disse qualcuno da dietro il gruppo,che si apri per lasciar passare un Amelia e uno Stefano completamente distrutti,con i capelli appiccicati al viso dal sudore e qualche ferita al ginocchio.
"Eccola l'altra pazzoide!" esclamò Roberta,voltandosi dall'altra parte.
Mely e Stef vennero soccorsi da Michaela e Simone:"Siamo scappati da una folla di quei cosi! Nel bosco era più difficile correre:siamo inciampato un paio di volte." affermò quest'ultimo.
Zombie? Diego non ci poteva credere e per un attimo non poté fare a meno di pensare che per una volta Roby aveva ragione: Mely era davvero impazzita. Forse quei libri le avevano fatto male.
Quasi come se potesse leggergli nel pensiero Amelia raccontò ciò che era successo,senza tralasciare alcun minimo dettaglio e aggiunse:"non sono pazza,so quello che ho visto. E ci credo. Mio padre non risponde da ben tre giorni e molto probabilmente ciò che succede qui si ripete anche lì. Questo non é un posto sicuro e sarà difficile trovarne uno. Il mio obbiettivo ora non é quello di fare la sapientona o di salvarvi tutti: mi dispiace ma non sarò l'eroina della situazione! Io ho deciso di partire, di andare verso la città alla ricerca di mia sorella e di mio papà." guardò uno per uno i membri del gruppo:"Chi mi ama mi segua" e se ne andò verso la sua tenda.
Nel resto del gruppo scese il silenzio,finché Stefano non parlò:"Io ho visto tutto e credetemi é terrificante. Io voglio andare con Amy e subito. Se c'è una possibilità che la mia famiglia sia ancora viva,allora voglio trovarla." i suoi occhi si gonfiarono di lascrime. Simone lo prese per mano e lo accompagnò verso la sua tenda.
Anche gli altri del gruppo si separarono e Diego sussurrò nell'orecchio di Roberta "Dobbiamo parlare".
"Già" rispose lei.
"Non dirmi che vorresti seguirla!"
"Roby,ascoltami:sai anche tu che quello che dice può essere vero. Ricordati il morso sul braccio della donna!"
"Lo ricordo! Come ricordo il suo sguardo da fumata!"
"Non dire fesserie ora. Perché te la devi prendere così tanto? Non ho detto che ti lascio qui,tu verrai con me!"
"Io non sono un tuo oggetto!" urlò Roberta con tutta la voce che aveva in gola.
Nella tenda ci fu un minuto di silenzio:"Sono libera di decidere per i fatti miei"continuò cambiando totalmente tono di voce,come se fino a qualche secondo prima non stavano litigando:"Sappi che quello che ha bisogno di qualcuno sei tu,mio caro. Senza di me tu saresti una nullità!" lo guardò con sguardo schifato.
Diego non la capiva: lo trattava come un cagnolino,sempre ubbidiente e fedele al proprio padrone. 
"Verrò con te" annunciò.
Diego la guardò con stupore:"Davvero?"
"Davvero. Ma se ti vedo troppo attaccato a lei,non ci saranno più scuse: la mia ira sarà incontrollabile e ti renderò la vita così difficile,che ti pentirai di non essere come quegli zombie così adorati dalla tua Mely!"

"Ahi,mi fai male!" gridò Roberta.Si scostò da lui e gli tirò una sberla:"La mia lingua non é da macinare,vacci piano!"Diego si massaggiò la guancia:sapeva che Roberta era alquanto manesca e irascibile,ma una reazione del genere non se l'aspettava."Qualcosa non va?""Perché dovrei dirtelo? Vuoi dare dei consigli anche a me? All'improvviso sei diventato lo psicologo del campeggio?"Quella frase era bastata a spiegare tutto:le scenate di gelosia da parte di Roberta non erano una novità,soprattutto nei confronti del rapporto tra lui e Amelia."É per il fatto di Mely,vero?"Roberta si girò di scatto:"Non sopporto di vederti appiccicato a quello sgorbio! Io lo so che tu ami più me di lei,però non mi fido comunque " disse con un tono di voce simile a quello di una bambina capricciosa."Ma allora se lo sai che amo te,perché non ti fidi?""Perché le bugie sono capaci a dirle tutti,Diego!"Per un tratto lui non seppe più cosa dire: un millesimo di secondo e gli era ritornato alla mente quella volta, l'unica volta che gli era passato per la testa di lasciare Roby e confessare tutto a Mely.Era stato circa un paio di anni fa,durante un capodanno.Diego aveva beccato Roberta a baciare un suo compagno del liceo e quando lei lo vide gli disse semplicemente:"Tesoro mio,ti posso spiegare tutto! Vai di là in camera e aspettami,io arrivo subito." e poi aveva ripreso "il lavoro".Diego era corso da Amelia,che però non sapeva come confortarlo e l'unica cosa che fece fu dirgli:"Va tutto bene. Troverete una soluzione insieme." e accarezargli delicatamente le guance,togliendo le lacrime che gli rigavano il viso.Quel gesto semplice,dolce e rassicurante era bastato a calmarlo,a eliminare i brutti pensieri. Guardò gli occhi di lei,così verdi e gentili,così innocenti. Le prese una mano e rimasero lì a guardarsi. Durò secondi? Minuti? Nessuno dei due lo sapeva,perché quando si é innamorati,il tempo non esiste più.Lo schiocchiare delle dita di Roberta lo riportò alla realtà:"Terra chiama Diego!Diego rispondi! Che fai? Pensi alla tua dolce Amelia?"Diego afferrò di scatto le sue mani e avvicinò il suo corpo al suo:"Smettila,ora basta! Tu dovresti essere l'ultima a parlare!"Roberta scoppiò a ridere:"Io? Tesoro,ti sei dimenticato il tuo piccolo segreto?Vuoi che tutti quelli del campeggio lo sappiano? Compresa AMELIA?" sottolineo il suo nome.Diego le mollò di scatto le mani sussurrando un no."Bene,allora ora dimmi..Tu ami solo me vero?""Si"


Nello stesso momento in cui Amelia era entrata nel negozio,Diego e Roberta stavano ancora camminando,mano nella mano.Non volevano tornare ancora al campo,perché volevano godersi ancora qualche minuto di intimità.Le sfuriata di prima sembrava essere un ricordo molto lontano per Roberta,mentre Diego ci pensava ancora.Se qualcuno gli avesse chiesto quale fosse stato il suo più grande errore nella vita lui avrebbe sicuramente risposto il rivelare il suo segreto a Roby.Lei ormai lo usava come una minaccia "Se non fai questo lo dirò a tutti... Se non mi compri quella borsa lo dirò a tutti..."Lo aveva utilizzato anche quella volta a capodanno, e quando lei aveva voglia di fare sesso,ma lui non se la sentiva proprio.Psicopatica,manipolatrice,doppiogiochista: ecco tre aggettivi per descrivere la sua ragazza.Ormai il loro rapporto era basato su quel semplice segreto: se non fosse per quello l'avrebbe già lasciata da tempo e...-Sarei corso da Mely- pensòSentì un urlo di una donna.Si voltò di scatto,ma vide solo Roby che guardava una farfalla."L'hai sentito anche tu?""Cosa?" chiese lei,volgendo lo sguardo verso di lui. Ad un tratto i suoi occhi si spalancarono e sul viso si stampò una smorfia di terrore.Nello stesso istante Diego si sentì spingere da qualcosa e cadde a terra.Guardò sopra la sua schiena e trovò una donna,con le lacrime agli occhi e un braccio gravemente ferito. La maglia di Diego si sporcò del suo sangue.La donna si alzò di scatto,continuando a guardarsi dietro le spalle,come se qualcuno di pericoloso la stesse seguendo."Oh mio dio,ma lei é ferita!" esclamò Roberta."Signora,che succede? Chi le ha fatto questo?" chiese Diego afferrando le spalle e scuotendola,cercando di attirare la sua attenzione."É un morso. Uno di quei...quei cosi mi ha morsa." sussurrò la donna."Non mi dire che é un orso!" Roberta si attaccò alla schiena di Diego.Dietro la donna si sentì lo strisciare di alcuni piedi. La donna presa dalla paura,spinse la coppia a terra e iniziò a fuggire urlando:"Sono morti!Morti che camminano. Hanno fame,hanno fame! Non voglio essere mangiata! ""Quella é tutta scema! É pazza,ecco cos'è!"Diego rimase a terra,fissando il punto da cui era provenuto quello strano rumore..Roberta continuava a insultare la donna,a inveire da sola,ma lui cercava di capire.Cosa dovevano fare?Si fidava della parola di quella donna?Diego valuto le possibilità: o la donna era pazza e quindi non c'era bisogno di scappare,o si trattava di qualche orso,allora era meglio allontanarsi oppure qualcos'altro,qualcosa di più pericoloso stava davvero inseguendo la donna. Il rumore,il morso...Cosa fare?"Corri!" esclamò"Cosa?" Roberta lo guardò,confusa:"Non crederai a quella pazzoide?"Diego le prese la mano"Ho detto:corri!"


Diego e Roberta arrivarono per primi al campeggio.La situazione lì era tranquilla: il terrore di Diego se ne andò.La sua ragazzo lo fulminò con lo sguardo e lottando con il fiatone gli disse "Tu..mi hai fatta correre per nulla,razza di..idiota!" e gli diede uno spintone.Gli altri del campeggio accorsero con sguardi di stupore e imbarazzo.Chiara circondò con le braccia Roberta:"Tesoro,perché state litigando?"Lei gli raccontò ciò che era successo nel bosco,raccontando però una realtà distorta: una matta con manie di persecuzione,che probabilmente si era morsa il braccio da sola, aveva spinto di proposito Diego e gli aveva fatto il lavaggio del cervello,parlando di complotti e lui ci era cascato come un fesso."Fesso!" ripeté Chiara, con il solito accento da ragazza infantile...o stupida.Gli altri guardarono Diego con aria interrogativa.-Se dico la verità,penseranno che io sia pazzo- pensò,ma poi raccolse un po' di coraggio e iniziò a parlare:"Ragazzi...io non so come spiegarvelo,e probabilmente vi sembrerò pazzo,o fesso" punto lo sguardo su Chiara "Ma quella donna non era pazza,era spaventata. È il morso al braccio non se l'è di certo inflitta da sola,dato che non aveva la bocca sporca di sangue. Lei ha detto che c'erano dei "mostri" che la inseguivano, io non ho subito creduto a questa storia; pensavo potesse essere un qualche animale selvatico,un orso e non sono stato lì ad aspettare ciò che inseguiva la signora per avere prove. Ho reagito d'istinto. Ho detto a Roberta di correre,perché non volevo che qualcuno ci facesse male,orso o...""Zombie." disse qualcuno da dietro il gruppo,che si apri per lasciar passare un Amelia e uno Stefano completamente distrutti,con i capelli appiccicati al viso dal sudore e qualche ferita al ginocchio."Eccola l'altra pazzoide!" esclamò Roberta,voltandosi dall'altra parte.Mely e Stef vennero soccorsi da Michaela e Simone:"Siamo scappati da una folla di quei cosi! Nel bosco era più difficile correre:siamo inciampato un paio di volte." affermò quest'ultimo.Zombie? Diego non ci poteva credere e per un attimo non poté fare a meno di pensare che per una volta Roby aveva ragione: Mely era davvero impazzita. Forse quei libri le avevano fatto male.Quasi come se potesse leggergli nel pensiero Amelia raccontò ciò che era successo,senza tralasciare alcun minimo dettaglio e aggiunse:"non sono pazza,so quello che ho visto. E ci credo. Mio padre non risponde da ben tre giorni e molto probabilmente ciò che succede qui si ripete anche lì. Questo non é un posto sicuro e sarà difficile trovarne uno. Il mio obbiettivo ora non é quello di fare la sapientona o di salvarvi tutti: mi dispiace ma non sarò l'eroina della situazione! Io ho deciso di partire, di andare verso la città alla ricerca di mia sorella e di mio papà." guardò uno per uno i membri del gruppo:"Chi mi ama mi segua" e se ne andò verso la sua tenda.Nel resto del gruppo scese il silenzio,finché Stefano non parlò:"Io ho visto tutto e credetemi é terrificante. Io voglio andare con Amy e subito. Se c'è una possibilità che la mia famiglia sia ancora viva,allora voglio trovarla." i suoi occhi si gonfiarono di lascrime. Simone lo prese per mano e lo accompagnò verso la sua tenda.Anche gli altri del gruppo si separarono e Diego sussurrò nell'orecchio di Roberta "Dobbiamo parlare"."Già" rispose lei.


"Non dirmi che vorresti seguirla!""Roby,ascoltami:sai anche tu che quello che dice può essere vero. Ricordati il morso sul braccio della donna!""Lo ricordo! Come ricordo il suo sguardo da fumata!""Non dire fesserie ora. Perché te la devi prendere così tanto? Non ho detto che ti lascio qui,tu verrai con me!""Io non sono un tuo oggetto!" urlò Roberta con tutta la voce che aveva in gola.Nella tenda ci fu un minuto di silenzio:"Sono libera di decidere per i fatti miei"continuò cambiando totalmente tono di voce,come se fino a qualche secondo prima non stavano litigando:"Sappi che quello che ha bisogno di qualcuno sei tu,mio caro. Senza di me tu saresti una nullità!" lo guardò con sguardo schifato.Diego non la capiva: lo trattava come un cagnolino,sempre ubbidiente e fedele al proprio padrone. "Verrò con te" annunciò.Diego la guardò con stupore:"Davvero?""Davvero. Ma se ti vedo troppo attaccato a lei,non ci saranno più scuse: la mia ira sarà incontrollabile e ti renderò la vita così difficile,che ti pentirai di non essere come quegli zombie così adorati dalla tua Mely!"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Amelia riempì la sua borsa di tutto ciò che era necessario:il sacco a pelo,qualche vestito,il suo cellulare e la lettera per suo papà. Questi due ultimi oggetti non voleva abbandonarli, non poteva lasciarli andare perché le ricordavano la normalità.
Senti qualcuno entrare nella sua tenda: era Simone.
"Io e Stefano veniamo con te e anche Michaela:loro due sono come pane e burro...." gli sfuggì un sorriso un po' amareggiato come se provasse una certa gelosia nei confronti di Stefano.
Amelia annuì: sperava che qualcuno fosse andato via con lei. Non si senteva molto sicura,era terrorizzata per la situazione in cui si trovava,in cui si trovavano tutti.
"Chi altro viene del gruppo che tu sai?"
Simone ci pensò un po' su,contando sulle dita le persone:"oltre a noi quattro ci sono anche Tommaso,Chiara,Lorenzo,Aldo,Roberta e Diego."
Sentendo quel nome a Amy scappò un sorriso timido e sincero e le guancie si tinsero di rosso. 
Allora sarebbe venuto con lei,si fidava di ciò che diceva!
"Capisco che ti piace Diego,ma vedi di contenerti per favore!" esclamò Simone
"E tu evita di nominarlo,potevi semplicemente dire che vengono tutti"
"Già"
Amelia finì di preparare la sua borsa,ma rimase a fissarla per un po':dimenticava qualcosa.
L'illuminazione arrivò da Simone stesso:"Come ci difenderemo?"
Una domanda lecita..Come fare senza armi? L'unica cosa che avevano erano posate e un coltello svizzero e di certo non potevano essere usate per spaccare qualche cranio.
Prima o poi avrebbero dovuto affrontare i morti viventi e dovevano essere pronti a tutto.
Simone continuò con le domande "Come faremo ad andare in città?" "Nessuno di noi a la patente ancora e perciò non possiamo usare macchine,come facciamo?"
"Ti puoi fermare un attimo con le domande? Bisogna trovare una soluzione tutti insieme,io non riesco da sola."
Si ritrovarono tutti e dieci intorno al falò,la legna ormai ridotta a un cumulo di cenere.
Tommaso stava intagliando dei rami molto grossi.
"Bene!" esclamò Simone "Abbiamo risolto il problema delle armi,Tommaso si é preso l'impegno di fare delle lancie" si girò verso di lui "Falle belle affilate,arrotino!"
Tommaso grugnì: era il più burbero del gruppo e non ammetteva alcun tipo di battutine.
"Rimane una questione aperta" disse "invece di fare i pagliacci pensate a una soluzione per i mezzi di trasporto"
Simone annuì "So che nessuno di voi ha la patente, ma qualcuno deve pur aver fatto pratica. Ne servono almeno due.."
Iniziarono a bisbigliare fra di loro,finché qualcuno non alzò il braccio :"Io me la cavo abbastanza." affermò Diego.
"Bene! Sarai il Guido ufficiale. Un altro?"
Nessuno si propose.
Nel restante quarto d'ora non riuscirono a trovare una soluzione. Finirono con l'accodarsi per l'utilizzo di un pulmino e se non c'era Stefano si era offerto volontario come allievo di Diego.Si sarebbero fermati per un giorno al villaggio,giusto per dare la possibilità a Stef di imparare le regole basilari.
La metà di loro si alzò dirigendosi verso le tende,pensando di aver finito, ma Simone li bloccò:"C'è un ultima questione"
Il suo sguardo si fece cupo:"É un argomento fragile,ma prima o poi dobbiamo affrontarlo: che facciamo se qualcuno viene morso?"
Calò il silenzio.
"Perché qualcuno dovrebbe essere morso? Il pessimismo non mi piace." affermò Chiara.
"Il pessimismo é del tutto razionale" le rispose Mely.
"Io propongo un unica soluzione:la morte" dichiarò Tommaso,il suo tono di voce perfettamente inalterato,che non mostrava una punta di pietà.
"Non diciamo fesserie.."
"Io non mi farò uccidere per uno stupido morso!"
"É inammissibile!"
"Potrebbero anche non passare il virus attraverso il morso.."
"Si può guarire!"
"Silenzio!" 
Amelia si alzò,una mano sulla fronte per esaltare la sua esasperazione:"Non si risolverà il problema urlando. Calmiamoci e cerchiamo di trovare una soluzione!"
Simone si schiarì la voce:"Io una soluzione l'ho trovata..Dato che non sappiamo se con un morso si diventa zombie,il primo di noi che verrà ferito da quei cosi,non verrà ucciso subito,ma aspetteremmo un paio di giorni o anche più. Se si trasforma allora lo uccidiamo, se guarisce potrebbe rappresentare una speranza per noi.."
Tutti furono d'accordo. Si allontanarono per prendere gli zaini;15 minuti dopo erano già in viaggio.

Amelia riempì la sua borsa di tutto ciò che era necessario:il sacco a pelo,qualche vestito,il suo cellulare e la lettera per suo papà. Questi due ultimi oggetti non voleva abbandonarli, non poteva lasciarli andare perché le ricordavano la normalità.Senti qualcuno entrare nella sua tenda: era Simone."Io e Stefano veniamo con te e anche Michaela:loro due sono come pane e burro...." gli sfuggì un sorriso un po' amareggiato come se provasse una certa gelosia nei confronti di Stefano.Amelia annuì: sperava che qualcuno fosse andato via con lei. Non si senteva molto sicura,era terrorizzata per la situazione in cui si trovava,in cui si trovavano tutti."Chi altro viene del gruppo che tu sai?"Simone ci pensò un po' su,contando sulle dita le persone:"oltre a noi quattro ci sono anche Tommaso,Chiara,Lorenzo,Aldo,Roberta e Diego."Sentendo quel nome a Amy scappò un sorriso timido e sincero e le guancie si tinsero di rosso. Allora sarebbe venuto con lei,si fidava di ciò che diceva!"Capisco che ti piace Diego,ma vedi di contenerti per favore!" esclamò Simone"E tu evita di nominarlo,potevi semplicemente dire che vengono tutti""Già"Amelia finì di preparare la sua borsa,ma rimase a fissarla per un po':dimenticava qualcosa.L'illuminazione arrivò da Simone stesso:"Come ci difenderemo?"Una domanda lecita..Come fare senza armi? L'unica cosa che avevano erano posate e un coltello svizzero e di certo non potevano essere usate per spaccare qualche cranio.Prima o poi avrebbero dovuto affrontare i morti viventi e dovevano essere pronti a tutto.Simone continuò con le domande "Come faremo ad andare in città?" "Nessuno di noi a la patente ancora e perciò non possiamo usare macchine,come facciamo?""Ti puoi fermare un attimo con le domande? Bisogna trovare una soluzione tutti insieme,io non riesco da sola."

 


Si ritrovarono tutti e dieci intorno al falò,la legna ormai ridotta a un cumulo di cenere.Tommaso stava intagliando dei rami molto grossi."Bene!" esclamò Simone "Abbiamo risolto il problema delle armi,Tommaso si é preso l'impegno di fare delle lancie" si girò verso di lui "Falle belle affilate,arrotino!"Tommaso grugnì: era il più burbero del gruppo e non ammetteva alcun tipo di battutine."Rimane una questione aperta" disse "invece di fare i pagliacci pensate a una soluzione per i mezzi di trasporto"Simone annuì "So che nessuno di voi ha la patente, ma qualcuno deve pur aver fatto pratica. Ne servono almeno due.."Iniziarono a bisbigliare fra di loro,finché qualcuno non alzò il braccio :"Io me la cavo abbastanza." affermò Diego."Bene! Sarai il Guido ufficiale. Un altro?"Nessuno si propose.Nel restante quarto d'ora non riuscirono a trovare una soluzione. Finirono con l'accodarsi per l'utilizzo di un pulmino e se non c'era Stefano si era offerto volontario come allievo di Diego.Si sarebbero fermati per un giorno al villaggio,giusto per dare la possibilità a Stef di imparare le regole basilari.La metà di loro si alzò dirigendosi verso le tende,pensando di aver finito, ma Simone li bloccò:"C'è un ultima questione"Il suo sguardo si fece cupo:"É un argomento fragile,ma prima o poi dobbiamo affrontarlo: che facciamo se qualcuno viene morso?"Calò il silenzio."Perché qualcuno dovrebbe essere morso? Il pessimismo non mi piace." affermò Chiara."Il pessimismo é del tutto razionale" le rispose Mely."Io propongo un unica soluzione:la morte" dichiarò Tommaso,il suo tono di voce perfettamente inalterato,che non mostrava una punta di pietà."Non diciamo fesserie..""Io non mi farò uccidere per uno stupido morso!""É inammissibile!""Potrebbero anche non passare il virus attraverso il morso..""Si può guarire!""Silenzio!" Amelia si alzò,una mano sulla fronte per esaltare la sua esasperazione:"Non si risolverà il problema urlando. Calmiamoci e cerchiamo di trovare una soluzione!"Simone si schiarì la voce:"Io una soluzione l'ho trovata..Dato che non sappiamo se con un morso si diventa zombie,il primo di noi che verrà ferito da quei cosi,non verrà ucciso subito,ma aspetteremmo un paio di giorni o anche più. Se si trasforma allora lo uccidiamo, se guarisce potrebbe rappresentare una speranza per noi.."Tutti furono d'accordo. Si allontanarono per prendere gli zaini;15 minuti dopo erano già in viaggio.

 

"Ti fa male il ginocchio?"

Simone camminava al fianco di Stefano e non aveva potuto non notare che il suo amico zoppicava un po'.

"Abbastanza,é stata una brutta caduta. Ero così spaventato da non accorgermi della radice che usciva dal terreno. Per fortuna non ho battuto la testa.."

"Per fortuna! Cerca di stare più attento la prossima volta; non sopporterei mai di vedere il mio migliore amico soffrire.."

Gli prese una mano e gliela strinse,come se potesse con quell'unico gesto passargli tutta la sua forza e energia.

Subito dopo si allontanò e corse verso Diego.

"Credi che riusciremo a trovare un pulmino?"

"Ne dubito. Preparati a una giornata di lezione.."

"Già.." sorrise:"Emh..come sei riuscito a convincere Roberta a venire con te?"

Lei si intromise :"Quando c'è amore,mio caro,non c'è bisogno di nessun tipo di parola. L'importante é rimanere insieme e avere fiducia nel pr-"

"Shh!" Diego la interruppe.

Bisbigliò il nome di Mely,che si girò con aria interrogativa.

Lui indicò le orecchie. Ascolta.

Ascoltò e non sentiva nulla,ma quando guardò verso sinistra allora si che notò qualcosa. Un'orda di zombie stava proseguendo verso di loro,gli occhi bianchi privi di qualsiasi emozione,le bocche spalancate a mostrare i denti sporchi di sangue e i vestiti strappati probabilmente dai rovi del bosco.

Il primo zombie,con una voragine all'altezza dello stomaco e le budella di fuori si avvicinò a Tommaso,che in un solo colpo infilzò la lancia sul suo petto.

"Dovete puntare alla testa!" urlò Amelia mentre tentava di uccidere un morto-vivente.

Le loro faccie erano a qualche centimetro di distanza e lei poté sentire l'odore della putrefazione,era così forte che nei giorni a seguire l'avrebbe continuato a sentire..

Finalmente riuscì a liberarsi e ficcò la lancia dritto in un occhio.

Un urlò attirò la sua attenzione,si voltò quando però ormai era troppo tardi: uno zombie aveva morso Chiara all'altezza del collo e il sangue era stato spruzzato ovunque:cadeva come pioggia dalle foglie degli alberi.

Chiara provò a dire qualcosa,ma quello che uscì era solo sangue e saliva. Altri due zombie le si avvicinarono,strappandole le braccia con una forza straordinaria.

Roberta restò immobile,paralizzata dal terribile spettacolo,ma dietro di lei si stava avvicinando un altro zombie.

"Attenta!" urlò Mely che corse verso di lei.

La lancia spaccò in due la testa del morto vivente. Roby cadde a terra,piangendo.

Tutti gli altri continuarono a difendere,finché l'orda degli zombie finì così come era iniziata,velocemente.

Diego corse dalla sua ragazza e l'abbraccio,allontanandola anche dal corpo della sua amica.

Michaela e Amy guardarono ciò che rimaneva di Chiara:una massa di carne e organi appiccicati a due gambe,l'unica parte del corpo intatta.

"Si trasformerà?" chiese Stefano.

Michaela non disse niente,prese solo la sua lancia e la puntò su quella parte che sembrava essere la testa.

Dieci minuti dopo sotterrarono il corpo sotto un faggio e silenziosamente,gli sguardi rivolti verso il suolo,la pelle coperta di terriccio e sangue, si allontanarono.

 

Il resto del viaggio non proseguì con la solita tranquillità: ad ogni piccolo passo tutti si agitavano e si bloccavano all'improvviso,pronti a scattare con le lance. Come sottofondo ci fu il pianto di Roberta,nessuno riusciva a calmarla,finché Tommaso,esasperato, si girò verso di lei.

"Non riesci proprio a fare un po' di silenzio vero?"

Diego si mise davanti a lei con le braccia allargate e gli rivolse uno sguardo interrogativo e di incredulità:"Scusami,é appena morta la persona a cui voleva più bene. Ti dispiace provare per una volta un po' più di sensibilità?"

"La sensibilità é per i deboli. La tua ragazza è una lagna e mi sta facendo salire il sangue al cervello. Non é colpa mia se la sua amica é stata così stupida da non utilizzare la lancia che aveva a disposizione."

"Sei uno stronzo!" gli urlò in faccia Roby

"No,mia cara. Qui la stronza sei tu: trattavi quella scema come il tuo cagnol-"

Diego gli tirò un pugno sul naso. Il sangue scese a fiumi:"Bi hai spaccato il daso,bastardo!". Tom si buttò sopra di lui e iniziò a riempirlo di pugni in faccia.

Il resto del gruppo si precipitò addosso a lui,cercando di allontanarlo. Ci volettero la forza di Simone,Lorenzo e Aldo messi insieme per allontanarlo.

"Che cacchio fai?" lo ammonì Michaela "Ti é dato di volta il cervello?"

Amelia corse da Diego: aveva un occhio gonfio e viola e probabilmente anche il suo naso si era spaccato. "Penserò io a te" gli sussurò,ma venne spinta senza alcun motivo da Roby:"Stai lontano da lui,sgorbio!"

"Stavo solo cercando di dargli una mano!"

"Non mi interessa,tu lui non lo puoi toccare."

Michaela prese il braccio della sua amica e le disse ad un orecchio:"Lascia stare. Siamo solo tutti un po' scossi..."

Amelia guardò il suo gruppo:avevano appena iniziato il loro viaggio e si stava già sfasciando. Come sarebbero riusciti a sopravvivere? 

"Proseguiamo,allora." disse con aria fredda:" Non perdiamo altro tempo prezioso."

 

Si fece già sera e loro non erano ancora riusciti ad arrivare al villaggio.

Michaela stava parlando con Stefano:"Siamo partiti troppo tardi,erano già le cinque circa.."

"Bhe,potremmo sempre dormire qui. Oh,magari troviamo qualche lucciola!"

"Ste-"

"Le lucciole sono animali fantastici! Potresti utilizzare per allenarti nel disegno delle luci. Come fanno a illuminarsi secondo te? Devono avere qualche tipo di corrente elettrica che crea scintille!"

Mich le mise un dito sulle labbra:"Ascoltami. Punto numero uno: come faccio a disegnare al buio?"

"Ma le lucciole illuminano!"

"Ascoltami ho detto. Punto numero due: non so come funzionano quegli animali. Punto numero tre: pensi che riusciremmo a dormire tranquilli qui in mezzo al bosco? No! Quindi proseguiremo finché non raggiungiamo la destinazione"

"Bene!" Simone si aggiunse a loro:"Abbiamo deciso di fermarci qui,almeno per questa notte. Faremo dei turni di guardia."

"Cosa?" fece Michaela.

Simone scoppiò in una grassa risata e iniziò a farle il verso.

"Vi state proprio divertendo voi due,eh?" 

"Ti sei perso il più bel discorso di Mich,peccato che si é rivelato essere vano!" esclamò Stefano.

"Da quando usi questo linguaggio forbito? Non ho mai sentito qualcuno pronunciare il termine " vano". All'improvviso sei diventato intelligente?" lo stuzzicò Michaela.

I due iniziarono a farsi il solletico a vicenda e caddero a terra uno sopra l'altra.

Simone se ne andò subito,mettendosi in disparte. Amelia lo notò e decise di andargli a parlare:"Tutto bene?"

"Si,certo" il suo tono di voce era completamente assente,come se stesse pensando ad altro.

Conosceva bene quell'espressione: era la stessa che lei aveva quando Diego e Roberta si baciavano.

"Ehi,non devi essere geloso. Loro due non stanno insieme,quindi potresti tranquillamente confessare quello che provi a Michaela. Lei é la mia migliore amica e so che ti vuole bene,e magari potrebbe provare qualcosa in più" 

"Non é quello il mio problema."

"E allora che ti succede?"

Aprì la bocca,ma non disse nulla:"Non capiresti." si alzò:"Ti conviene andare a dormire. Io devo prepararmi per fare la guardia con Lorenzo.."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve! Sono la scrittrice di questa storia e ho voluto occupare queste poche righe per scrivervi ciò che penso. Questa storia la coltivavo da un po': stava lì,nel mio cervello un po' pazzo e ossessionato dagli zombie, desideroso di libertà e di farsi conoscere dal mondo. Così ho deciso di condividerla con voi.. Ora, sono consapevole del fatto che non scrivo bene, ma vedo comunque il racconto attira: non ho recensioni e nessuno mi segue, ma le visualizzazioni sono molte. Forse vi chiedo un sacrificio enorme (e voi mi direte:"chi capperini sei tu per dirmi quello che devo fare?" eh, avete pure ragione voi XD) però, vi chiedo cortesemente *si mette in ginocchio* potete leggere la mia storia e magari dirmi cosa ne pensate? Sareste gentilissimi. Comunque le mie righe si sono trasformate in una nuova divina Commedia. Vi lascio al capitolo 4: per i nostri protagonisti il nuovo mondo diventa sempre più difficile da vivere e affrontare e si troveranno di fronte ad altre difficoltà, ogni volta sempre più pericolose. Ma non vi spoilero di più, perché essendo anche io una fangirl capisco l'odio che si prova di fronte agli spoiler. Ok,si. Me ne vado! XD ^.^
La mattina dopo arrivarono al villaggio.
Non era cambiato niente da come Amelia e Stefano lo avevano lasciato: era completamente abbandonato,almeno da esseri umani,le porte delle villette spalancate e molti oggetti, valigie abbandonate per strada.
"Mette i brividi" sussurò Michaela.
Proseguirono per le vie,controllando da un angolo all'altro,sperando in non trovare zombie.
I semafori funzionavano ancora e da lontano arrivava un rumore di clackson continuo..
Si fermarono in una piazzetta che permetteva perfettamente di vedere da tutti e quattro i lati del paese.
"Dovremmo formare dei gruppi di ricerca,credo.." disse piuttosto incerta Amelia.
"Nei film horror non é una cosa buona separarsi" affermò Stefano.
"Ma in questo caso ne abbiamo proprio bisogno: qualcuno deve cercare il pullmino,qualcuno delle armi. Per non parlare di una casa in cui dormire,cibo e soprattutto cercare la fonte di quel fastidiosissimo clakson!"
"Io e Stef andiamo a cercare del cibo!" Michaela lo afferrò per un braccio:"E Simone verrà con noi!" gli sorrise.
"No,grazie. Passo. Io vado con Diego"
Sentendo chiamato in causa il suo ragazzo,Roberta si intromise:"Va bene. Ma ci devo essere anch'io e soprattutto niente di pericoloso."
"Bene,allora faremmo così: Michaela e Stefano cibo, Diego,Roby e Simone il pullmino, io e Lorenzo andremo a vedere chi provoca questo rumore e magari cerchiamo una casa. Tommy e Aldo potete occuparvi delle armi?"
Annuirono tutti e due contemporaneamente.
"Bene! Quando il sole é alto ci ritroviamo tutti qui."
Il gruppo si divise,ma Stefano prima di andare bloccò Simone.
"Buona fortuna. Stai attento..."
"Lo farò."
"Come facciamo a sapere che abbiamo girato tutte le vie del villaggio?"
"Oh,ma allora anche la tua ragazza fa commenti intelligenti qualche volta." scherzò Simone.
I due ragazzi si misero a ridere e anche Roberta non poté trattenersi dal sorridere.
Lei non si sarebbe mai definita una persona cattiva,semplicemente era molto gelosa e sempre sulla difensiva.
-Sono una vera e propria vipera. Così tranquilla se non si stuzzica- pensò- ma se mi si fa un torto,attacco.-
Non capiva perché tutti la consideravano una persona orribile o da evitare: a confronto di tutte le altre persone lei era una santarellina.
L'unica cosa che faceva era sottolineare i difetti altrui,ma solo perché lei non ne aveva. -Sarebbe bello,invece. Potrei farli diventare il punto forte della mia bellezza.-
Guardò Diego che spostava lo sguardo da un punto all'altro alla ricerca del pullmino. Di quello stupido e inutile pullmino.
Non lo diceva solo perché era stata anche un idea di Amelia. O forse si.
Ormai la odiava così tanto da vedere in lei qualsiasi aspetto negativo.
-É colpa sua. Lei vuole prendersi ciò che é mio, e nessuno può farlo-
Ormai Diego era diventato suo e di nessuno altro,d'altronde era lei che gli aveva donato tutto ciò che aveva,compresa la sua verginità.
Lei la vedeva così: uniti da un legame indissolubile. Lui era innamorato di lei,e viceversa. Punto. Il suo cuore non batteva per nessun'altra e anche se fosse lei avrebbe fatto di tutto per impedirlo.
Gli ultimi giorni li aveva passati tenendolo d'occhio,perché anche se l'avava minacciato non si fidava comunque.
Arrivarono in una libreria alla ricerca di una mappa della città,ma non trovarono nulla.
Simone si illuminò:"Possiamo prendere una bomboletta spray e segnare di rosse le porte di negozi e casa che abbiamo sorpassato. In questo modo sapremo quale vie abbiamo già controllato!"
"Dio,come ti amo!" esclamò Diego, e subito riferendosi a Roberta:"Scherzo,ovviamente. Io amo solo te."
-Ti conviene- pensò lei.
Al contrario della mappa,trovarono più avanti un sacco di bombolette spray.
Sulle etichette erano riportati soliti avvertimenti,che però nessuno mai leggeva. E nessuno avrebbe mai più letto.
Iniziarono a tracciare molte x sulle porte,continuando invano a cercare il pullmino.
Roby era ormai esasperata:"Non lo troveremo mai! Ci sono tutte macchine del 1518!"
"Devi essere paziente.."
"Nessuno mi dice come devo essere." sottolineò lei.
-Perché gli uomini sono tutti cretini? É ovvio che non troveremo mai uno stupido pullmino. Di certo non in un villaggio in culo al mondo.-
Dopo due quarti d'ora si ritrovarono in una via in cui erano già passati. Girarono in un vicolo e anche li trovarono le x rosse.
"Siamo passati già di qui.." affermò Diego.
Simone controllò le altre strade:"Anche di qua!"
"Come é possibile? Non giriamo da molto.."
"Si vede che questo paese é davvero piccolo. Dai torniamo alla piazza." Diego prese per mano Roberta e prese la svolta a destra.
"Ehi" il suo amico lo chiamò "guarda che dobbiamo andare a sinistra!"
"Ti sbagli siamo venuti da questa parte"
"No,no. Sono sicuro di quello che dico."
"Anch'io"
"Ma se hai l'orientamento di un cieco in un labirinto!"
"Ma ti dico che é di qua: mi ricordo che c'era quella fontana con il muschio al posto dell'acqua."
"Ma se é di là!"
Ci fu un minuto di silenzio. Roby ad un tratto capì:"Ragazzi,non mi dite che.."
"Ci siamo persi." dichiarò Simone.
"Ho tante noci di cocco splendide!!.."
Michaela cantava saltellando, e qualche volta si girava verso Stefano,per essere sicura che la stesse continuando a seguire.
Lui alzò lo sguardo e fece lo sforzo di sorriderle.
"Perché quel sorriso tirato,Stef?"
"Non ti sembra che Simone si stia comportando in maniera strana,oggi?"
Michaela ci pensò su e alla fine concluse:"Avrà le sue cose.."
"Già"
"Che fai? Ora rispondi come lui?"
Stef stette in silenzio per un secondo e poi ridendo disse:"Già"
"Scemo" lo colpì in una spalla e poi prendendolo per mano entrarono in un negozio di alimentari.

Salve! Sono la scrittrice di questa storia e ho voluto occupare queste poche righe per scrivervi ciò che penso. Questa storia la coltivavo da un po': stava lì,nel mio cervello un po' pazzo e ossessionato dagli zombie, desideroso di libertà e di farsi conoscere dal mondo. Così ho deciso di condividerla con voi.. Ora, sono consapevole del fatto che non scrivo bene, ma vedo comunque il racconto attira: non ho recensioni e nessuno mi segue, ma le visualizzazioni sono molte. Forse vi chiedo un sacrificio enorme (e voi mi direte:"chi capperini sei tu per dirmi quello che devo fare?" eh, avete pure ragione voi XD) però, vi chiedo cortesemente *si mette in ginocchio* potete leggere la mia storia e magari dirmi cosa ne pensate? Sareste gentilissimi. Comunque le mie righe si sono trasformate in una nuova divina Commedia. Vi lascio al capitolo 4: per i nostri protagonisti il nuovo mondo diventa sempre più difficile da vivere e affrontare e si troveranno di fronte ad altre difficoltà, ogni volta sempre più pericolose. Ma non vi spoilero di più, perché essendo anche io una fangirl capisco l'odio che si prova di fronte agli spoiler. Ok,si. Me ne vado! XD ^.^


La mattina dopo arrivarono al villaggio.Non era cambiato niente da come Amelia e Stefano lo avevano lasciato: era completamente abbandonato,almeno da esseri umani,le porte delle villette spalancate e molti oggetti, valigie abbandonate per strada."Mette i brividi" sussurò Michaela.Proseguirono per le vie,controllando da un angolo all'altro,sperando in non trovare zombie.I semafori funzionavano ancora e da lontano arrivava un rumore di clackson continuo..Si fermarono in una piazzetta che permetteva perfettamente di vedere da tutti e quattro i lati del paese."Dovremmo formare dei gruppi di ricerca,credo.." disse piuttosto incerta Amelia."Nei film horror non é una cosa buona separarsi" affermò Stefano."Ma in questo caso ne abbiamo proprio bisogno: qualcuno deve cercare il pullmino,qualcuno delle armi. Per non parlare di una casa in cui dormire,cibo e soprattutto cercare la fonte di quel fastidiosissimo clakson!""Io e Stef andiamo a cercare del cibo!" Michaela lo afferrò per un braccio:"E Simone verrà con noi!" gli sorrise."No,grazie. Passo. Io vado con Diego"Sentendo chiamato in causa il suo ragazzo,Roberta si intromise:"Va bene. Ma ci devo essere anch'io e soprattutto niente di pericoloso.""Bene,allora faremmo così: Michaela e Stefano cibo, Diego,Roby e Simone il pullmino, io e Lorenzo andremo a vedere chi provoca questo rumore e magari cerchiamo una casa. Tommy e Aldo potete occuparvi delle armi?"Annuirono tutti e due contemporaneamente."Bene! Quando il sole é alto ci ritroviamo tutti qui."Il gruppo si divise,ma Stefano prima di andare bloccò Simone."Buona fortuna. Stai attento...""Lo farò."

 


"Come facciamo a sapere che abbiamo girato tutte le vie del villaggio?""Oh,ma allora anche la tua ragazza fa commenti intelligenti qualche volta." scherzò Simone.I due ragazzi si misero a ridere e anche Roberta non poté trattenersi dal sorridere.Lei non si sarebbe mai definita una persona cattiva,semplicemente era molto gelosa e sempre sulla difensiva.-Sono una vera e propria vipera. Così tranquilla se non si stuzzica- pensò- ma se mi si fa un torto,attacco.-Non capiva perché tutti la consideravano una persona orribile o da evitare: a confronto di tutte le altre persone lei era una santarellina.L'unica cosa che faceva era sottolineare i difetti altrui,ma solo perché lei non ne aveva. -Sarebbe bello,invece. Potrei farli diventare il punto forte della mia bellezza.-Guardò Diego che spostava lo sguardo da un punto all'altro alla ricerca del pullmino. Di quello stupido e inutile pullmino.Non lo diceva solo perché era stata anche un idea di Amelia. O forse si.Ormai la odiava così tanto da vedere in lei qualsiasi aspetto negativo.-É colpa sua. Lei vuole prendersi ciò che é mio, e nessuno può farlo-Ormai Diego era diventato suo e di nessuno altro,d'altronde era lei che gli aveva donato tutto ciò che aveva,compresa la sua verginità.Lei la vedeva così: uniti da un legame indissolubile. Lui era innamorato di lei,e viceversa. Punto. Il suo cuore non batteva per nessun'altra e anche se fosse lei avrebbe fatto di tutto per impedirlo.Gli ultimi giorni li aveva passati tenendolo d'occhio,perché anche se l'avava minacciato non si fidava comunque.Arrivarono in una libreria alla ricerca di una mappa della città,ma non trovarono nulla.Simone si illuminò:"Possiamo prendere una bomboletta spray e segnare di rosse le porte di negozi e casa che abbiamo sorpassato. In questo modo sapremo quale vie abbiamo già controllato!""Dio,come ti amo!" esclamò Diego, e subito riferendosi a Roberta:"Scherzo,ovviamente. Io amo solo te."-Ti conviene- pensò lei.Al contrario della mappa,trovarono più avanti un sacco di bombolette spray.Sulle etichette erano riportati soliti avvertimenti,che però nessuno mai leggeva. E nessuno avrebbe mai più letto.Iniziarono a tracciare molte x sulle porte,continuando invano a cercare il pullmino.Roby era ormai esasperata:"Non lo troveremo mai! Ci sono tutte macchine del 1518!""Devi essere paziente..""Nessuno mi dice come devo essere." sottolineò lei.-Perché gli uomini sono tutti cretini? É ovvio che non troveremo mai uno stupido pullmino. Di certo non in un villaggio in culo al mondo.-Dopo due quarti d'ora si ritrovarono in una via in cui erano già passati. Girarono in un vicolo e anche li trovarono le x rosse."Siamo passati già di qui.." affermò Diego.Simone controllò le altre strade:"Anche di qua!""Come é possibile? Non giriamo da molto..""Si vede che questo paese é davvero piccolo. Dai torniamo alla piazza." Diego prese per mano Roberta e prese la svolta a destra."Ehi" il suo amico lo chiamò "guarda che dobbiamo andare a sinistra!""Ti sbagli siamo venuti da questa parte""No,no. Sono sicuro di quello che dico.""Anch'io""Ma se hai l'orientamento di un cieco in un labirinto!""Ma ti dico che é di qua: mi ricordo che c'era quella fontana con il muschio al posto dell'acqua.""Ma se é di là!"Ci fu un minuto di silenzio. Roby ad un tratto capì:"Ragazzi,non mi dite che..""Ci siamo persi." dichiarò Simone.

 


"Ho tante noci di cocco splendide!!.."Michaela cantava saltellando, e qualche volta si girava verso Stefano,per essere sicura che lo stesso continuando a seguire.Lui alzò lo sguardo e fece lo sforzo di sorriderle."Perché quel sorriso tirato,Stef?""Non ti sembra che Simone si stia comportando in maniera strana,oggi?"Michaela ci pensò su e alla fine concluse:"Avrà le sue cose..""Già""Che fai? Ora rispondi come lui?"Stef stette in silenzio per un secondo e poi ridendo disse:"Già""Scemo" lo colpì in una spalla e poi prendendolo per mano entrarono in un negozio di alimentari.Presero molte cose: scatolette di tonno,fagioli,pesche sciroppate, piselli,qualche pacchetto di patatine,del pane e molte bottigliette d'acqua."Queste cose dovrebbero bastarci per almeno un mese. Magari quando arriviamo in città riusciamo a recuperare qualcosa." Stefano trovò uno scaffale pieno di biscotti e brioche al cioccolato,più un barattolo di Nutella. Mise tutto dentro lo zaino.

 Michaela lo fulminò con lo sguardo:"Non penso che sopravviveremo nutrendoci solo di zuccheri,sai?"

"E se qualcuno a un calo di zuccheri? Anche queste cose servono!"

"Si, a riempire quel tuo panzerotto pieno di Nutella"

Stef spalancò la bocca,facendo finta di offendersi: "Se fosse piena di Nutella non avrei bisogno di comprarla."

Stavano per uscire dal negozio,quando a un tratto sentirono delle urla e una risata.

"Che cacchio succede?" esclamò Mich.

Da lontano videro due figure scappare da altrettante 10.

Stef prese la sua amica per mano e la portò dietro al bancone del negozio. Alzando leggermente la testa, riuscì a capire quello che stava succedendo: Aldo stava correndo e urlando come un pazzo, mentre Tommaso qualche volta arrestava la sua corsa per ammazzare qualcuno di quegli zombi che li stavano inseguendo. Accompagò con la sua grassa risata.

"Mette i brividi" sussurò Mich

"Shh!"

 

"Cazzo,cazzo,cazzo!" Aldo si volto indietro per vedere come se la stava cavando il suo compagno. Tom era tutto coperto di sangue e stava utilizzando uno di quelle mazze che avevano trovato in un negozio di strumenti per giardinaggio o roba simile. Lui teneva in mano l'accetta, ma era troppo preoccupato per rendersene conto. 

"Merda,Tom! Invece di ridere e divertirti,non potresti darti una mossa e fuggire da quei cavolo di zombie? Non voglio diventare cibo per morti"

"Oh,rompipalle. Tutto è cibo per morti! E se tu non perdessi tempo a lamentarti e invece mi dessi una mano con questi ultimi tre, molto probabilmente a quest'ora saremmo già arrivati al punto d'incontro!"

"Si, e con che cosa dovrei aiutarti?"

"Con l'ascia che hai in mano e che stai sventolando come una bandiera, razza di idiota!"

Aldo prese tutto il coraggio che aveva e si decise ad affrontare i morti viventi. Tranciò una gamba ad uno, e mentre cadeva a terra gli staccò la testa. Il secondo lo prese per le spalle: tentò di liberarsi, ma non ci riuscì. La bocca dello zombie era sempre più vicina alla sua spalla e non poté fare a meno di pensare "Dio,se divento zombie giuro che il primo che mordo é Tom". Quando all'improvviso lo stesso Tom si abbatté sul morto, sfigurandogli la faccia un colpo dietro l'altro.

" Uno su tre. Potresti fare di meglio, pivellino!"

"Staremo a vedere la prossima volta.."

"Se ci sarà."

 

Amelia e Lorenzo stavano cercando, affidandosi solo al loro udito, la fonte di quel fastidiossisimo rumore. 

Avevano pensato che probabilmente era il clacson della macchina che Amelia aveva sentito schiantarsi il giorno prima, e così lei si ritrovò a passare di nuovo davanti alla panetteria. Si guardava intorno, cercando qualche cambiamento che testimoniasse la presenza di qualcun altro oltre a loro. 

Trovò delle orme,probabilmente lasciate da scarpe sporche di sangue: non erano le sue e ne quelle di Stef, perché andavano nella direzione opposta. Inoltre erano troppo regolari per essere state lasciate da uno zombie.

Afferò la manica del suo amico:" Lory,c'é qualcun altro oltre a noi.."

"Certo! Quei mostri.." le rispose lui continuando a camminare

"No,no! Ci sono delle impronte li ch-"

"Senti Amelia, cerca di concentrarti nel tuo compito. Non penso ci possa essere nessun altro di vivo oltre a noi.."

-Lascia perdere,stupida. Lorenzo é sempre stato testardo- pensò tra sé e sé.

Trovarono finalmente il luogo dell' incidente: due macchine si erano scontrate muso a muso e intorno a loro c'era una 10 di zombie.

Amelia migliorò la presa della lancia e fece segno a Lory di attaccare.

Con un solo colpo ne fece fuori due e subito si abbatté su un altro: lo colpì alle gambe, spezzandogliele e gli schiacciò la testa con i piedi,mentre nel frattempo ne trafiggeva un altro. Lory ne aveva fatti fuori altrettanti quattro.

"Wow! Sto migliorando: presto potrai chiamarmi Lorenzo il re della lancia!"

"Hai ancora tempo per fare pratica.." disse Amelia, mentre spostava il corpo dell'autista della Fiesta rossa,appoggiato al volante. Il clacson smise di far rumore. 

Amelia sorrise a Lorenzo, quando all'improvviso lo vide sparire dalla sua vista: era caduto a terra, la caviglia avvinghiata da una mano ossuta,con le unghie rotte. Non ebbe il tempo ne di usare la lancia lei, ne di urlare lui, che lo zombie, finito sotto la macchina probabilmente durante l'incidente, lo morse.

Amelia prese l'amico per le spalle e lo fece alzare in piedi,allontanandolo.

"Tagliami la gamba! Tagliala"

Mentre cercava di tamponare la ferita con la sua felpa, si guardò in torno:" Non so con cosa farlo!" urlò e scoppiò a piangere. Lorenzo le afferò il viso e dopo averle dato due schiaffi disse:"Non mi abbandonare,ho bisogno del tuo aiuto. Non cadere nel baratro proprio ora!"

Lei annuì. "Dammi una mano e portami in una di quelle case la vicino...dovranno avere pur un coltello no?"

Ripreso il controllo di se stessa, lo mise in piedi, facendogli passare le braccia intorno al suo collo e insieme iniziarono ad attraversare la strada.

Amelia era troppo concentrata a guardare davanti a se, per vedere qualcosa arrivare alla sua destra.

Un clacson suonò e Amelia girò lo testa, trovandosi faccia a faccia con il muso di un bus.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Lo sconosciuto aprì la porta con un calcio; nonostante stesse trascinando con sé Lorenzo aveva una forza incredibile. Lo trasportò fino alla cucina, il loro cammino seguito dalle goccie di sangue: la caviglia era segnata da un morso profondo che aveva raggiunto l'osso,staccando anche parte dei tendini.
Amelia raggiunse il tavolo apparecchiato da chissà chi e buttò tutto a terra, tenendo la tovaglia per formare un lettino in cui appoggiare il suo amico.
Si precipitò verso i cassetti alla ricerca di un coltello adatto: ne trovò uno simile a quello che usava suo papà per tagliare la carne. 
Si avvicinò a Lorenzo, guardò negli occhi lo sconosciuto."Tienilo fermo.." sospirò, rilassò le spalle:"Scusami". Diede un colpo netto.
I primi ad arrivare alla piazza furono Michaela e Stefano,gli zaini pieni di cibo e il viso segnato dalla stanchezza. 
Il sole alto illuminava il villaggio, trasmettendo un aria di accoglienza e tranquillità: sembrava che non fosse successo niente in quei giorni.
Mich non poté far a meno di pensare quanti zombie potessero esserci in quel luogo e perché non si facevano vedere: aveva avuto un incontro non molto ravvicinato con quelli che inseguivano Tom, ma per il resto nulla. Era curiosa, voleva guardarli, studiarli e chissà anche realizzare qualche ritratto. Lei era una ragazza che non si ritraeva davanti a niente quando si trattava di disegnare: vedeva questo tipo di arte come un mondo diverso di guardare il mondo e riteneva che ogni cosa doveva avere l'onore di essere rappresentata in qualche dipinto. Tutto era importante: dal granello di sabbia alla più alta montagna, dalla formica alla balena, dal seme al frutto, d'altronde il mondo era solo una grande catena ogni anello collegato all'altro.
"E ora si sono aggiunti gli zombie" pensò ad alta voce.
Stef non ci fece caso, troppo concentrato a guardare se stesse tornando qualcuno, e inoltre era occupato a pensare allo strano comportamento di Simone: era così distaccato e aveva paura di averlo ferito in qualche modo. Lui non voleva quello: Simone era una persona molto buona e avevano creato un forte legame insieme. Quando era con lui aveva sempre paura di fare la mossa sbagliata: sapeva di essere una persona un po' strana, che non pensa a quello che dice e anche un po' tonto, e sapeva anche che questo offendeva un po' Simone, sempre autoritario e  protettivo;in qualche modo lo feriva...
-Forse potrei parlargli. Appena arriva gli chiederò cosa succede- i suoi occhi notarono due figure avvicinarsi alla piazza:" Arriva qualcuno!"
Tutti e due si alzarono,andando incontro verso quelli che scoprirono essere Tommaso e Aldo.
"Ueiueiuei! Qualcuno ha bisogno di una doccia!" esclamò Stef tappandosi il naso
"Lascia perdere! Quell'idiota di Tom mi ha fatto sporcare per niente.." "Certo come no. Se solo fossi stato un po' più veloce con quel l'ascia...Ricordati 2 a 1!" 
Aldo mise il broncio "Ti ho già detto che prima o poi ti straccerò!"
Mich si spazientì a sentire tutte quelle lamentele e decise di troncare lì il discorso:"Mh..piuttosto, avete trovato abbastanza armi?"
Tom lanciò la sua borsa accompagnandola con un "Fai tu": cadendo si aprì mostrando mazze da baseball, due martelli, due asce e una pistola.
Mich la raccolse:" E questa?" 
Aldo raccontò che avevano trovato uno zombie vestito da poliziotto con quella nella fondina. Avevano ipotizzato che qualcuno avesse chiamato una volante e che per un po' cercarono anche l'altro poliziotto, ma ci avevano rinunciato.
"Abbiamo incontrato almeno una ventina di zombie, ma neanche uno era un poliziotto!"
"Tranquilli, troveremo sicuramente altre pistole o fucili.."
Roberta si mise a cantare, mentre i due uomini cercavano di trovare la via giusta :"É un mondo piccolo, é un mondo piccolo, pieno di stupidi che primo o poi ucciderò" urlando l'ultima parola.
Il suo ragazzo e Simone si girarono a guardare e quest'ultimo non poté far a meno di pensare a un vecchio film dell'orrore, in cui una madre chiama il figlio chinato a terra intento a far qualcosa, per poi scoprire che il figlio in realtà era un mostro con la bava alla bocca, gli occhi iniettati di sangue intento a mangiare il giardiniere.
Simone scosse la testa allontanando dalla sua mente Roberta versione indemoniata.
"Amore, sta calma. Abbiamo quasi trovato la via giusta..."
"E da circa tre ore che ripeti la stessa frase:" quasi trovato" di qui, "quasi trovato" di là... Sono stufa!"
"Ancora un po' di pazienza.."
Roberta urlò ancora e decise di allontanarsi da la fonte del suo nervosismo. -Continuerò a vagare per questo villaggio, da sola, e magari riuscirò anche a trovare quella maledettissima piazza!- pensò.
Diego le urlò dietro:"Dove pensi di andare?"
"Oh, a trovare qualche zombie in grado di darmi delle indicazioni!"
Il suo ragazzo fece un passo avanti:"Non provare a fermarmi" "Non intendo farlo..voglio seguirti."
Dalla bocca di Simone uscì un "Che" e Rob spalancò gli occhi -Mi sta dando fiducia?-
"Diego, ti amo ogni giorno di più" sorrise, tutta la rabbia di prima svanita in un secondo.

Lo sconosciuto aprì la porta con un calcio; nonostante stesse trascinando con sé Lorenzo aveva una forza incredibile. Lo trasportò fino alla cucina, il loro cammino seguito dalle goccie di sangue: la caviglia era segnata da un morso profondo che aveva raggiunto l'osso,staccando anche parte dei tendini.Amelia raggiunse il tavolo apparecchiato da chissà chi e buttò tutto a terra, tenendo la tovaglia per formare un lettino in cui appoggiare il suo amico.Si precipitò verso i cassetti alla ricerca di un coltello adatto: ne trovò uno simile a quello che usava suo papà per tagliare la carne. Si avvicinò a Lorenzo, guardò negli occhi lo sconosciuto."Tienilo fermo.." sospirò, rilassò le spalle:"Scusami". Diede un colpo netto.


I primi ad arrivare alla piazza furono Michaela e Stefano,gli zaini pieni di cibo e il viso segnato dalla stanchezza. Il sole alto illuminava il villaggio, trasmettendo un aria di accoglienza e tranquillità: sembrava che non fosse successo niente in quei giorni.Mich non poté far a meno di pensare quanti zombie potessero esserci in quel luogo e perché non si facevano vedere: aveva avuto un incontro non molto ravvicinato con quelli che inseguivano Tom, ma per il resto nulla. Era curiosa, voleva guardarli, studiarli e chissà anche realizzare qualche ritratto. Lei era una ragazza che non si ritraeva davanti a niente quando si trattava di disegnare: vedeva questo tipo di arte come un mondo diverso di guardare il mondo e riteneva che ogni cosa doveva avere l'onore di essere rappresentata in qualche dipinto. Tutto era importante: dal granello di sabbia alla più alta montagna, dalla formica alla balena, dal seme al frutto, d'altronde il mondo era solo una grande catena ogni anello collegato all'altro."E ora si sono aggiunti gli zombie" pensò ad alta voce.Stef non ci fece caso, troppo concentrato a guardare se stesse tornando qualcuno, e inoltre era occupato a pensare allo strano comportamento di Simone: era così distaccato e aveva paura di averlo ferito in qualche modo. Lui non voleva quello: Simone era una persona molto buona e avevano creato un forte legame insieme. Quando era con lui aveva sempre paura di fare la mossa sbagliata: sapeva di essere una persona un po' strana, che non pensa a quello che dice e anche un po' tonto, e sapeva anche che questo offendeva un po' Simone, sempre autoritario e  protettivo;in qualche modo lo feriva...-Forse potrei parlargli. Appena arriva gli chiederò cosa succede- i suoi occhi notarono due figure avvicinarsi alla piazza:" Arriva qualcuno!"Tutti e due si alzarono,andando incontro verso quelli che scoprirono essere Tommaso e Aldo."Ueiueiuei! Qualcuno ha bisogno di una doccia!" esclamò Stef tappandosi il naso"Lascia perdere! Quell'idiota di Tom mi ha fatto sporcare per niente.." "Certo come no. Se solo fossi stato un po' più veloce con quel l'ascia...Ricordati 2 a 1!" Aldo mise il broncio "Ti ho già detto che prima o poi ti straccerò!"Mich si spazientì a sentire tutte quelle lamentele e decise di troncare lì il discorso:"Mh..piuttosto, avete trovato abbastanza armi?"Tom lanciò la sua borsa accompagnandola con un "Fai tu": cadendo si aprì mostrando mazze da baseball, due martelli, due asce e una pistola.Mich la raccolse:" E questa?" Aldo raccontò che avevano trovato uno zombie vestito da poliziotto con quella nella fondina. Avevano ipotizzato che qualcuno avesse chiamato una volante e che per un po' cercarono anche l'altro poliziotto, ma ci avevano rinunciato."Abbiamo incontrato almeno una ventina di zombie, ma neanche uno era un poliziotto!""Tranquilli, troveremo sicuramente altre pistole o fucili.."


Roberta si mise a cantare, mentre i due uomini cercavano di trovare la via giusta :"É un mondo piccolo, é un mondo piccolo, pieno di stupidi che primo o poi ucciderò" urlando l'ultima parola.Il suo ragazzo e Simone si girarono a guardare e quest'ultimo non poté far a meno di pensare a un vecchio film dell'orrore, in cui una madre chiama il figlio chinato a terra intento a far qualcosa, per poi scoprire che il figlio in realtà era un mostro con la bava alla bocca, gli occhi iniettati di sangue intento a mangiare il giardiniere.Simone scosse la testa allontanando dalla sua mente Roberta versione indemoniata."Amore, sta calma. Abbiamo quasi trovato la via giusta...""E da circa tre ore che ripeti la stessa frase:" quasi trovato" di qui, "quasi trovato" di là... Sono stufa!""Ancora un po' di pazienza.."Roberta urlò ancora e decise di allontanarsi da la fonte del suo nervosismo. -Continuerò a vagare per questo villaggio, da sola, e magari riuscirò anche a trovare quella maledettissima piazza!- pensò.Diego le urlò dietro:"Dove pensi di andare?""Oh, a trovare qualche zombie in grado di darmi delle indicazioni!"Il suo ragazzo fece un passo avanti:"Non provare a fermarmi" "Non intendo farlo..voglio seguirti."Dalla bocca di Simone uscì un "Che" e Rob spalancò gli occhi -Mi sta dando fiducia?-"Diego, ti amo ogni giorno di più" sorrise, tutta la rabbia di prima svanita in un secondo.

Lorenzo giaceva sul tavolo, svenuto.

Amelia era seduta a terra ricoperta completamente di sangue, una parte della gamba dell'amico di fianco a lei, pallida e immobile.

Il fornello della cucina, ancora accesso, emanava per tutta la casa un sibillio e l'odore del gas.

Lo sconosciuto tornò dal piano di sopra con in mano dei vestiti e con il suo strano modo di parlare, che ad Amelia ricordava vagamente un cow-boy, disse:"Ho trovato questi. Dovresti cambiati..."

Si accorse della gamba di fianco ad Amelia, la prese e si mise a cercare un luogo in cui nasconderla dalla loro vista.

Amelia lo osservava: non riusciva a determinare bene la sua età, ne dimostrava circa 50 ma secondo lei era molto più giovane, perché alcuni dei suoi modi di fare erano un po' troppo giovanili. Il volto era solcato da alcune rughe, che però non sciupavano la sua bellezza, al contrario la esaltavano. Non portava barba, ma aveva i capelli lunghi, grigio sporco raccolti in un codino. La bocca era in costante movimento, intenta a masticare e rimasticare una gomma.

Anche se il loro incontro non era avvenuto nei migliori dei modi, Amelia in qualche modo si fidava di lui. Decise quindi di poter lasciare Lori in buone mani e andò verso il bagno.

Si guardò allo specchio e non apprezzò quello che vide: quasi non si riconobbe. I suoi capelli ramati erano un intrico di nodi e resi ancora più rossi a causa del sangue raggrumato, la polvere e il sudore; gli occhi erano arrossati e per un secondo le parve di vedere una ruga sulla fronte. Era frutto della sua immaginazione? Se in soli tre giorni era ridotta così, come sarebbe stata dopo tre mesi? Ma ci sarebbero stati tre mesi?

Si cambiò, mettendosi un paio dei suoi leggings e la felpa oversize smanicata che il cowboy, come lo aveva soprannominato lei, aveva trovato.

Lo raggiunse di nuovo in cucina e lo trovò che tamponava via dalla fronte di Lorenzo il sudore:"Penso che stia salendo la febbre,non credo che sia un buon segno..."

Amelia strinse le spalle:"Dobbiamo andarcene al più presto..gli altri del mio gruppo ci stanno aspettando."

"Appena il tuo amico si sveglia lo carichiamo sul mio autobus e raggiungiamo la piazza,promesso"

Ci fu un momento di silenzio:"Ah! Dimenticato, per tutti i campi di patate! Come ti chiami fanciulla? "

"Amelia.."

L'uomo sorrise:"È un piacere conoscerti. Posso chiamarti Mely?"

 

In piazza ormai erano presenti tutti: mancavano all'appello solo Lorenzo e Amelia.

Diego raccontava agli altri che cosa avevano incontrato e come, grazie a Roberta ,erano riusciti a trovare il punto d'incontro.

Stava quasi per calare il sole e tutti erano preoccupati. Simone osservava da lontano Michaela e Stefano darsi il conforto a vicenda: gli occhi divennero due fessure. Stef lo notò,ma l'altro distolse subito lo sguardo.

"Dove diavolo sono finiti?"

"Ah..stupida com'è Amy sarà sicuramente caduta in qualche fosso" ipotizzò Roberta

Nessuno le diede retta.

"Spero che tornino al più presto... Del mezzo per partire da qui non mi importa poi tanto, ma vorrei almeno avere una casa in cui dormire stanotte"

Diego si intromise:"Per il veicolo abbiamo trovato due macchine abbastanza grandi.."

Amelia spuntò dalle spalle di lui,accompagnata da uno strano individuo:"Io ho trovato di meglio.."

Stef spalancò la bocca, tentennando un "Ma come fai tutte le volte a spuntare alle nostre spalle senza farti sentire?"

La ragazza sorrise:"Magari ti spiegherò il mio segreto..comunque ho trovato una casa e anche un bus"

"Dov'é Lorenzo?"

"In casa,ma...ecco é una lunga storia. Non posso lasciarlo da solo troppo a lungo;prendete le vostre cose e seguiteci"

"Certo, certo. Ma prima" Roberta puntò il dito sul petto dell'uomo: " chi é questo psicopatico? Il tuo compagno di stanza del manicomio? "

Lo sconosciuto sorrise, le prese la mano e iniziò a scuoterla,presentandosi: "Certo che sono uno psicopatico,ma tutti mi chiamano il Vecchio Bob!"

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

Il Vecchio Bob era tutt'altro che vecchio: aveva 35 anni, ma si rendeva conto che la sua vita aveva contribuito a fargli perdere la sua giovinezza fisica, più che psicologica.
Ai tempi dell'asilo aveva sempre la risposta pronta e diceva solo cose giuste.
I suoi compagni seguivano lui perché in qualche modo lo vedevano come un fratello maggiore e lo chiamavano tutti Robertone.
E per questo Robertone si sentiva un gigante e invincibile.
Amava aiutare suo padre, contadino, ad alzare le cassette piene di patate, a mungere le mucche e zappare la terra.
Se qualcuno si perdeva nel loro piccolo villaggio di montagna tutti, dai giovani ai vecchi, dicevano "Vai a chiedere al Robertone" e lui si sentiva un eroe,sempre pronto a proteggere i più deboli e la sua famiglia, soprattutto sua madre e i suoi due fratellini: una volta, si ricordava ancora, un cinghiale aveva conquistato il loro giardino distruggendo i bidoni della spazzatura e quasi la metà dei mattoni che papà usava per rinforzare il recinto degli animali. La madre voleva uscire per allontanarlo,ma non fece in tempo che il figlio maggiore era già fuori con in mano un bastone infuocato. Il risultato? La madre si spaventò a morte, il cinghiale anche e Robertone si procurò una scotattura al braccio. Ma era riuscito nel suo intento e il giardino sarebbe rimasto sempre al sicuro da altri animali selvatici.
La vita di Roberto era una vita tranquilla e felice,almeno fino all'anno in cui frequentava la terza media..
Era marzo del 1995 e Roberto stava leggendo un libro: in casa regnava il silenzio, qualche volta si sentiva il dolce russare dei suoi due fratelli che dormivano nella stanza accanto. Dalla camera dei suoi non proveniva neanche un rumore.
Lui si stava rilassando, concedendosi come al solito la sua ora di lettura alla sera.
Era da poco passata la prima mezz'ora quando sentì uno strano rumore provenire da camera dei suoi fratelli: come se qualcuno stesse rovesciando un secchio d'acqua.
Si alzò per controllare dallo spioncino: vide due ombre enormi davanti al letto dei due fratelli. Il panico lo trovolse: si precipitò in camera dei genitori, veloce quanto silenzioso e svegliò il padre. Stranamente lui teneva sotto il letto un fucile già carico. Quando lo tirò fuori,la madre si svegliò di soprassalto e disse:"Sono loro?"
Il padre afferò Roberto per il braccio e lo nascose dentro l'armadio sussurrandogli "Ti chiudo a chiave. Non preoccuparti torneremo."
Ma non tornarono. Sentì solo delle urla e nient'altro. Rimase chiuso in quel l'armadio, finché non gli si annebbiò la vista e svenne.
Si risvegliò in un letto d'ospedale,accanto al suo letto c'era una signora vestita elegantemente, che lo guardava sorridendo,ma con aria compassionevole.
"Ciao Roberto. Sai dove ti trovi?"
Lui si sforzò di parlare, avendo la bocca asciutta:"In ospedale."
La Signora annuì e dopo aver fatto un sospiro gli raccontò quello che era successo.
Suo padre aveva dei conti in sospeso con dei mafiosi:qualcosa riguardo a un pizzo non pagato per troppo tempo.
Il capo di questi mafiosi,ancora libero, aveva mandato due suoi seguaci per mandargli un messaggio. Lo scopo era solo quello di ammazzare i figli,bruciandoli, e non quello di massacrare tutta la famiglia: ma il padre era intervenuto,aggredendo uno dei due e questi, a detta loro, erano stati costretti a ucciderlo.
Roberto era sopravvissuto semplicemente perché sapevano che suo padre aveva dei figli, ma non quanti. Avevano visto solo quattro membri della famiglia, e la sua camera,avendo il letto non disfatto, era stata scambiata per la camera degli ospiti.
Roberto era svenuto per la mancanza di ossigeno, ma fortunatamente era stato trovato dopo poco,quando è intervenuta la polizia.
La Signora era l'assistente sociale. Da quel momento la sua vita sarebbe cambiata drasticamente.
Roberto non era più il ragazzo di una volta: lo shock gli aveva sbiancato tutti i capelli e di notte gli incubi non lo facevano dormire, conferendo al suo aspetto delle borse pesanti sotto gli occhi.
Era diventato silenzioso e quelle poche volte che apriva la bocca lo faceva solo per mangiare.
Era riuscito a trovare una famiglia con cui passare il resto dell'adolescenza, ma sfortunatamente non si adeguò mai: vedeva quei nuovi genitori solo come una necessità per la sua sopravvivenza.
Appena compiuti i 18 anni infatti abbandonò la scuola e la sua nuova famiglia, decidendo di trasferirsi in campagna e iniziare a lavorare la terra e curarsi di alcune mucche cavalli.
Nel villaggio in cui si era trasferito la gente lo guardava con aria di curiosità e compassione e iniziarono a chiamarlo il Vecchio Bob.
A lui quel nome stava bene: lo affascinava l'idea di poter fregare tutti quei contadini che da sempre si credono più intelligenti di qualsiasi altra persona. Ogni tanto, quando qualcuno lo salutava gridando "Ehila Vecchio Bob!", lui sogghignava immaginando la faccia che quel passante avrebbe potuto fare scoprendo che lui non era un vecchio, niente affatto.
I primi anni di quella sua nuova vita passarono tranquilli e senza noie, ma più gli anni passavano e più Bob iniziava a sentirsi solo.
Successe tutto in un giorno: il Vecchio Bob n aveva finito il mangime per le galline. Quel giorno era la festa di tutto il paese e i negozi erano chiusi. Corse subito dal vicino a chiedergli di prestargli un sacco di mangime: il vicino fu subito disponibile.
"Grazie! Come posso sdebitarmi? "
Il vicino non ci pensò neanche un secondo:"Mia nipote Maria vuole andare alla festa questa sera, ma non ha nessun accompagnatore. Che ne pensi?"
Il Vecchio ci pensò su: non amava le feste e di certo con le donne non aveva esperienza, ma quel buon uomo era stato così gentile e non se la sentiva di opporsi all'offerta.
Alle sette di quella stessa sera passò a prendere Maria e rimase all'istante folgorato da quella donna straordinaria.
Era sicuramente una delle creature più belle create da Dio:alta, capelli biondissimi come un campo di grano,ma erano gli occhi a renderla affascinante, uno era azzurro e l'altro verde.
Passarono tutta la serata a ballare e chiacchierare e il Vecchio Bob non riusciva a toglierle gli occhi di dosso: quegli occhi l'avevano ammaliato e sentiva che non si sarebbe facilmente liberato di lei.
Si sposarono pochi mesi dopo: era il 14 febbraio 2014 e il Vecchio Bob l'avrebbe ricordato per sempre come il giorno più bello della sua vita. In quella giornata aveva lasciato alle spalle il suo brutto passato e aveva deciso di pensare solo al futuro: si trovarono una casa meno isolata dal resto del villaggio, lui si tinse i capelli per sembrare meno vecchio e iniziò a frequentare molte persone,sempre accanto alla moglie e trovò lavoro come guidatore di un bus per accompagnare i bambini alle scuole. 
Un anno dopo sua moglie scoprì di essere incinta.
Tutto sembrava andare per il meglio, ma arrivò la stramaledetta apocalisse zombie. Quel giorno rimase per sempre impresso nella mente del Vecchio Bob, tormentandolo fino alla morte.
Stava raccogliendo le patate dal campo,mentre sua moglie, che non poteva aiutarlo per via del pancione, si era seduta vicino al bosco, all'ombra mentre leggeva "Orgoglio e Pregiudizio" ad alta voce perché convinta che la bambina potesse sentire.
Si prospettava una giornata calda e luminosa e Bob aveva approfittato del vento fresco del mattino per completare gli ultimi lavori, ma mezzogiorno arrivò presto e decise di prendersi una pausa.
Si sistemò il cappello sulla testa, alzò lo sguardo per vedere sua moglie e notò qualcosa di strano: vide la figura del signor Castero avvicinarsi a Maria zoppicando e emettendo strani versi.
Sua moglie guardò verso di lui spaventata: era diventata tutta pallida e aveva lasciato cadere il libro a terra.
"Maria?" 
La vide avvicinarsi a Castero e poggiargli le mani sulle spalle, ma il vicino non sembrava più in sé: continuava a emettere versi gutturali e cercava di addentarle il braccio.
All'improvviso, con la coda dell'occhio, vide altre due persone avvicinarsi a sua moglie e nello stesso tempo in cui si era distratto il signor Castero morse sua moglie al braccio strappandole un gran parte di carne.
Il Vecchio Bob lasciò cadere la vanga. Avvenne tutti in un attimo.
Maria cadde a terra e si ritrovò subito schiacciata dal peso di quell'uomo che stava cercando di aiutare. 
Castero iniziò a morderla ovunque e venne presto raggiunto dagli altri due. Si erano avventati su sua moglie proprio come i leoni fanno con le gazzelle.
Il Vecchio Bob stava correndo verso di lei,a gli sembrava di non avvicinarsi mai. Nella sua testa sentiva solo le urla di sua moglie e la paura fu così tanta che non riuscì a controllare la sua vescica.
Finalmente raggiunse Maria e l'immagine che avrebbe per sempre tormentato i suoi sogni: quelle tre persone erano ricoperte del sangue di sua moglie e stavano mangiando pezzi del suo corpo. Ma uno su tutti lo colpì in particolar modo: teneva in mano un minuscolo braccio. 
Nello stesso istante sua moglie spirò.
Il Vecchio Bob non aveva più ragione di vita ormai. Dopo aver fermato i tre assassini di sua moglie, che morirono solo quando fracassò le loro teste, si sedette per terra accanto al corpo di sua moglie, gli occhi persi nel vuoto con aria catatonica.
Perché continuava a vivere? Quale era il senso della sua esistenza? 
Aveva perso tutti: i suoi genitori, i suoi fratelli, sua moglie e sua figlia Serena, a cui era stata sottratta la possibilità di respirare, di correre a piedi nudi nel loro giardino, sorridere, parlare e passare del tempo con lui,il suo papà.
Non era più niente.Roberto, Robertone, Il vecchio Bob, il figlio, il marito e il padre: tutte queste sfaccettature che lo caratterizzavano erano scomparse nel giro di pochi secondi.
La decisione poteva essere una sola: se non aveva niente per cui valesse vivere anche solo un secondo in più in questo mondo crudele, allora perché ostinarsi a vivere?
Prese il pullmino e andò al villaggio: il suo piano era quello di schiantarsi a tutta velocità contro il Palazzi Grande in cui aveva incontrato Maria per la prima volta.
Arrivò al fondo della strada e da lontano vide quell'enorme palazzo: tutta la vita gli passò davanti.
Prese velocità e percorse in pochi secondi metà della strada, quando all'improvviso una ragazza che trascinava un suo amico, probabilmente,le si parò davanti: frenò.
L'incontro con Mely fu così brusco che lo colse alla sprovvista, ma lei le piaceva.
Nei suoi occhi vedeva la sua figlia mai nata, sua moglie e sua madre.
Amelia, anche se inconsapevolmente, lo aveva salvato: come un angelo sceso dal cielo, lo aveva fermato a un passo dalla morte.
Ora si sentiva in debito e il suo nuovo compito, di questo ne era certo, era quello di proteggere Mely. A qualunque costo.

Il Vecchio Bob era tutt'altro che vecchio: aveva 35 anni, ma si rendeva conto che la sua vita aveva contribuito a fargli perdere la sua giovinezza fisica, più che psicologica.

Ai tempi dell'asilo aveva sempre la risposta pronta e diceva solo cose giuste.I suoi compagni seguivano lui perché in qualche modo lo vedevano come un fratello maggiore e lo chiamavano tutti Robertone.E per questo Robertone si sentiva un gigante e invincibile.Amava aiutare suo padre, contadino, ad alzare le cassette piene di patate, a mungere le mucche e zappare la terra.Se qualcuno si perdeva nel loro piccolo villaggio di montagna tutti, dai giovani ai vecchi, dicevano "Vai a chiedere al Robertone" e lui si sentiva un eroe,sempre pronto a proteggere i più deboli e la sua famiglia, soprattutto sua madre e i suoi due fratellini: una volta, si ricordava ancora, un cinghiale aveva conquistato il loro giardino distruggendo i bidoni della spazzatura e quasi la metà dei mattoni che papà usava per rinforzare il recinto degli animali. La madre voleva uscire per allontanarlo,ma non fece in tempo che il figlio maggiore era già fuori con in mano un bastone infuocato. Il risultato? La madre si spaventò a morte, il cinghiale anche e Robertone si procurò una scotattura al braccio. Ma era riuscito nel suo intento e il giardino sarebbe rimasto sempre al sicuro da altri animali selvatici.La vita di Roberto era una vita tranquilla e felice,almeno fino all'anno in cui frequentava la terza media..


Era marzo del 1995 e Roberto stava leggendo un libro: in casa regnava il silenzio, qualche volta si sentiva il dolce russare dei suoi due fratelli che dormivano nella stanza accanto. Dalla camera dei suoi non proveniva neanche un rumore.Lui si stava rilassando, concedendosi come al solito la sua ora di lettura alla sera.Era da poco passata la prima mezz'ora quando sentì uno strano rumore provenire da camera dei suoi fratelli: come se qualcuno stesse rovesciando un secchio d'acqua.Si alzò per controllare dallo spioncino: vide due ombre enormi davanti al letto dei due fratelli. Il panico lo trovolse: si precipitò in camera dei genitori, veloce quanto silenzioso e svegliò il padre. Stranamente lui teneva sotto il letto un fucile già carico. Quando lo tirò fuori,la madre si svegliò di soprassalto e disse:"Sono loro?"Il padre afferò Roberto per il braccio e lo nascose dentro l'armadio sussurrandogli "Ti chiudo a chiave. Non preoccuparti torneremo."Ma non tornarono. Sentì solo delle urla e nient'altro. Rimase chiuso in quel l'armadio, finché non gli si annebbiò la vista e svenne.

Si risvegliò in un letto d'ospedale,accanto al suo letto c'era una signora vestita elegantemente, che lo guardava sorridendo,ma con aria compassionevole."Ciao Roberto. Sai dove ti trovi?"Lui si sforzò di parlare, avendo la bocca asciutta:"In ospedale."La Signora annuì e dopo aver fatto un sospiro gli raccontò quello che era successo.Suo padre aveva dei conti in sospeso con dei mafiosi:qualcosa riguardo a un pizzo non pagato per troppo tempo.Il capo di questi mafiosi,ancora libero, aveva mandato due suoi seguaci per mandargli un messaggio. Lo scopo era solo quello di ammazzare i figli,bruciandoli, e non quello di massacrare tutta la famiglia: ma il padre era intervenuto,aggredendo uno dei due e questi, a detta loro, erano stati costretti a ucciderlo.Roberto era sopravvissuto semplicemente perché sapevano che suo padre aveva dei figli, ma non quanti. Avevano visto solo quattro membri della famiglia, e la sua camera,avendo il letto non disfatto, era stata scambiata per la camera degli ospiti.Roberto era svenuto per la mancanza di ossigeno, ma fortunatamente era stato trovato dopo poco,quando è intervenuta la polizia.La Signora era l'assistente sociale. Da quel momento la sua vita sarebbe cambiata drasticamente.


Roberto non era più il ragazzo di una volta: lo shock gli aveva sbiancato tutti i capelli e di notte gli incubi non lo facevano dormire, conferendo al suo aspetto delle borse pesanti sotto gli occhi.Era diventato silenzioso e quelle poche volte che apriva la bocca lo faceva solo per mangiare.Era riuscito a trovare una famiglia con cui passare il resto dell'adolescenza, ma sfortunatamente non si adeguò mai: vedeva quei nuovi genitori solo come una necessità per la sua sopravvivenza.Appena compiuti i 18 anni infatti abbandonò la scuola e la sua nuova famiglia, decidendo di trasferirsi in campagna e iniziare a lavorare la terra e curarsi di alcune mucche cavalli.Nel villaggio in cui si era trasferito la gente lo guardava con aria di curiosità e compassione e iniziarono a chiamarlo il Vecchio Bob.A lui quel nome stava bene: lo affascinava l'idea di poter fregare tutti quei contadini che da sempre si credono più intelligenti di qualsiasi altra persona. Ogni tanto, quando qualcuno lo salutava gridando "Ehila Vecchio Bob!", lui sogghignava immaginando la faccia che quel passante avrebbe potuto fare scoprendo che lui non era un vecchio, niente affatto.I primi anni di quella sua nuova vita passarono tranquilli e senza noie, ma più gli anni passavano e più Bob iniziava a sentirsi solo.Successe tutto in un giorno: il Vecchio Bob  aveva finito il mangime per le galline. Quel giorno era la festa di tutto il paese e i negozi erano chiusi. Corse subito dal vicino a chiedergli di prestargli un sacco di mangime: il vicino fu subito disponibile."Grazie! Come posso sdebitarmi? "Il vicino non ci pensò neanche un secondo:"Mia nipote Maria vuole andare alla festa questa sera, ma non ha nessun accompagnatore. Che ne pensi?"Il Vecchio ci pensò su: non amava le feste e di certo con le donne non aveva esperienza, ma quel buon uomo era stato così gentile e non se la sentiva di opporsi all'offerta.Alle sette di quella stessa sera passò a prendere Maria e rimase all'istante folgorato da quella donna straordinaria.Era sicuramente una delle creature più belle create da Dio:alta, capelli biondissimi come un campo di grano,ma erano gli occhi a renderla affascinante, uno era azzurro e l'altro verde.Passarono tutta la serata a ballare e chiacchierare e il Vecchio Bob non riusciva a toglierle gli occhi di dosso: quegli occhi l'avevano ammaliato e sentiva che non si sarebbe facilmente liberato di lei.Si sposarono pochi mesi dopo: era il 14 febbraio 2014 e il Vecchio Bob l'avrebbe ricordato per sempre come il giorno più bello della sua vita. In quella giornata aveva lasciato alle spalle il suo brutto passato e aveva deciso di pensare solo al futuro: si trovarono una casa meno isolata dal resto del villaggio, lui si tinse i capelli per sembrare meno vecchio e iniziò a frequentare molte persone,sempre accanto alla moglie e trovò lavoro come guidatore di un bus per accompagnare i bambini alle scuole. Un anno dopo sua moglie scoprì di essere incinta.Tutto sembrava andare per il meglio, ma arrivò la stramaledetta apocalisse zombie.

Quel giorno rimase per sempre impresso nella mente del Vecchio Bob, tormentandolo fino alla morte.Stava raccogliendo le patate dal campo,mentre sua moglie, che non poteva aiutarlo per via del pancione, si era seduta vicino al bosco, all'ombra mentre leggeva "Orgoglio e Pregiudizio" ad alta voce perché convinta che la bambina potesse sentire.Si prospettava una giornata calda e luminosa e Bob aveva approfittato del vento fresco del mattino per completare gli ultimi lavori, ma mezzogiorno arrivò presto e decise di prendersi una pausa.Si sistemò il cappello sulla testa, alzò lo sguardo per vedere sua moglie e notò qualcosa di strano: vide la figura del signor Castero avvicinarsi a Maria zoppicando e emettendo strani versi.Sua moglie guardò verso di lui spaventata: era diventata tutta pallida e aveva lasciato cadere il libro a terra."Maria?" La vide avvicinarsi a Castero e poggiargli le mani sulle spalle, ma il vicino non sembrava più in sé: continuava a emettere versi gutturali e cercava di addentarle il braccio.All'improvviso, con la coda dell'occhio, vide altre due persone avvicinarsi a sua moglie e nello stesso tempo in cui si era distratto il signor Castero morse sua moglie al braccio strappandole un gran parte di carne.Il Vecchio Bob lasciò cadere la vanga. Avvenne tutti in un attimo.Maria cadde a terra e si ritrovò subito schiacciata dal peso di quell'uomo che stava cercando di aiutare. Castero iniziò a morderla ovunque e venne presto raggiunto dagli altri due. Si erano avventati su sua moglie proprio come i leoni fanno con le gazzelle.Il Vecchio Bob stava correndo verso di lei,a gli sembrava di non avvicinarsi mai. Nella sua testa sentiva solo le urla di sua moglie e la paura fu così tanta che non riuscì a controllare la sua vescica.Finalmente raggiunse Maria e l'immagine che avrebbe per sempre tormentato i suoi sogni: quelle tre persone erano ricoperte del sangue di sua moglie e stavano mangiando pezzi del suo corpo. Ma uno su tutti lo colpì in particolar modo: teneva in mano un minuscolo braccio. Nello stesso istante sua moglie spirò.


Il Vecchio Bob non aveva più ragione di vita ormai. Dopo aver fermato i tre assassini di sua moglie, che morirono solo quando fracassò le loro teste, si sedette per terra accanto al corpo di sua moglie, gli occhi persi nel vuoto con aria catatonica.Perché continuava a vivere? Quale era il senso della sua esistenza? Aveva perso tutti: i suoi genitori, i suoi fratelli, sua moglie e sua figlia Serena, a cui era stata sottratta la possibilità di respirare, di correre a piedi nudi nel loro giardino, sorridere, parlare e passare del tempo con lui,il suo papà.Non era più niente.Roberto, Robertone, Il vecchio Bob, il figlio, il marito e il padre: tutte queste sfaccettature che lo caratterizzavano erano scomparse nel giro di pochi secondi.La decisione poteva essere una sola: se non aveva niente per cui valesse vivere anche solo un secondo in più in questo mondo crudele, allora perché ostinarsi a vivere?Prese il pullmino e andò al villaggio: il suo piano era quello di schiantarsi a tutta velocità contro il Palazzi Grande in cui aveva incontrato Maria per la prima volta.Arrivò al fondo della strada e da lontano vide quell'enorme palazzo: tutta la vita gli passò davanti.Prese velocità e percorse in pochi secondi metà della strada, quando all'improvviso una ragazza che trascinava un suo amico, probabilmente,le si parò davanti: frenò.L'incontro con Mely fu così brusco che lo colse alla sprovvista, ma lei le piaceva.Nei suoi occhi vedeva la sua figlia mai nata, sua moglie e sua madre.Amelia, anche se inconsapevolmente, lo aveva salvato: come un angelo sceso dal cielo, lo aveva fermato a un passo dalla morte.Ora si sentiva in debito e il suo nuovo compito, di questo ne era certo, era quello di proteggere Mely. A qualunque costo.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3292343