Ragnarok: la caduta degli dei nordici

di Garom_Belmont
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempi senza speranza ***
Capitolo 2: *** una strana partenza ***
Capitolo 3: *** il secondo segno ***
Capitolo 4: *** Nord ***
Capitolo 5: *** L'attacco dei troll ***
Capitolo 6: *** Avvertimenti ***



Capitolo 1
*** Tempi senza speranza ***


Questa è la storia di Costantino, un giovane romano vissuto nell'epoca della caduta dell’impero d'Occidente.

Costantino era un ragazzo nato con la sfortuna di avere una vista bassa, così bassa che poteva definirsi cieco, in compenso aveva sviluppato una forza sovrumana e tutti gli altri sensi, al pari dei sensi animali, se glielo si chiedeva rispondeva che lui vedesse con gli occhi del cuore. Era amato da tutti nel villaggio, servizievole e spontaneo, tirava l'aratro più forte dei buoi e correva più veloce dei cavalli. La domenica frequentava la messa e faceva la comunione, ringraziando Dio per gli innumerevoli doni che aveva avuto, anche se al giorno d'oggi in effetti ci sembrerebbero scarsi...

Il villaggio in cui viveva era immerso nella radura, spesso i sentieri divenivano fangosi a causa delle piogge, gli abitanti del villaggio contavano sul giovane per trainare carri nei sentieri fangosi, ed aratri, in cambio gli davano da mangiare.

Costantino avrebbe voluto diventare un cavaliere, ma i suoi occhi e il suo carattere estremamente buono lo rendevano poco affine al combattimento.

Le notizie delle razzie si spargevano per tutto il regno e il nostro giovane, nonostante non potesse e non fosse adatto alla lotta voleva fare qualcosa per difendere il suo popolo. Una sera pregando, udì una voce, non con le orecchie, difficile spiegare come, e comunque, solo chi ha ricevuto mozioni spirituali molto forti potrebbe capirlo a pieno.

"Costantino" disse la voce.

Sorpreso, ma non spaventato, Costantino sapeva che durante la preghiera, molti spiriti, angelici e non, porgevano orecchio "nel nome di Dio, chi sei?"

"Dovrai assolvere un compito per il signore Dio tuo, è tempo che i falsi dei nordici cadano, domani, all'alba prendi la strada verso nord, ricerca i segni che ti saranno lasciati. Non temere, poiché io sono Gabriele, l’angelo."

Costantino ebbe un sussulto al cuore "ma come farò? Tu conosci i miei impedimenti."

"così labile è la tua fede?" chiese l'angelo, per poi scomparire.

Costantino non capiva, non dormì, attese l'alba, preparò il bagaglio e si incamminò. Nessuno si sospettava della sua improvvisa partenza, nessuno se ne accorse, eccetto una ragazza...

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Capitolo 2
*** una strana partenza ***


Poco sappiamo del passato della ragazza, ci basti sapere che era incuriosita da Costantino, il quale la conosceva di vista, e più volte aveva provato ad avvicinarla, ma lei lo aveva sempre trattato con freddezza. Di nascosto si prendeva cura di lui, portandogli il pane, dei dolci, sempre anonimamente. Era solita ammirare l’alba, destino? Forse avrà il suo significato in questa storia…

Si accorse della partenza di Costantino, come abbiamo detto in precedenza, lo seguì nella radura, il passo impacciato di lui alla ricerca del nord lo rendeva un facile bersaglio a chiunque, anche se era in grado di avvertire gli odori e i suoni più sottili, infatti la notò.

“Calliope? Cosa fai qui?” le chiese.

Ella non rispose

“Non dovresti essere qui, torna indietro.” la intimò il giovane.

“non sono nessuno per pretendere di sapere dove tu stia andando…” parlò la dolce voce, poiché di lei solo la voce poteva udire con chiarezza.

Costantino le si avvicinò, fin a riuscire a vederla con nitidezza.

“Torna a casa, non seguirmi… non voglio che ti accada qualcosa per causa mia”

Calliope non rispose, abbassò gli occhi, Costantino tese il braccio per farle una carezza sul volto

“sei bellissima, sei la donna che avrei sempre voluto al mio fianco… se sopravviverò, al mio ritorno chiederò la tua mano, non importa ciò che risponderai” si voltò è proseguì il suo cammino, lasciando la ragazza sorpresa, non sapeva nemmeno lei se piacevolmente oppure no… ma lei era decisa, decisa a seguirlo, in capo al mondo.

Perché? Beh… la risposta non la sapeva nemmeno lei, una ragazza introspettiva, che crede di conoscersi, spesso evita di conoscere, ciò che giace nel profondo del suo cuore, forse perché farebbe troppo rumore per tenere tutto per se…

Costantino non conosceva la strada che stava percorrendo, eppure una mozione dentro di lui, fortissima, lo guidava, la radura era pericolosa, era abitata da animali selvatici e briganti, di lì a poco infatti Costantino venne assalito da un orso. Non si fece trovare impreparato, venne ferito dalle unghie dell’animale, ma riuscì ad afferrarlo per in collo e a soffocarlo.

Venne prontamente raggiunto da Calliope.

“fa vedere questa ferita” gli disse sollevandogli il braccio.

“ti avevo detto di andare via” rispose lamentoso e dolorante.

rimase in silenzio mentre gli avvolgeva i tagli con delle bende…

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Capitolo 3
*** il secondo segno ***


“Dove pensi di andare? hai dimenticato di essere cieco?” le chiese furibonda mentre stringeva troppo la fasciatura. “Fa attenzione!” rispose ad alta voce Costantino, stringendo i denti. “Ti chiedo perdono…” il suo tono mutò improvvisamente. Finì di medicarlo, Costantino si alzò e le ripeté “torna a casa… ho un compito da svolgere, ti prometto che tornerò.” “Chi ti ha assegnato questo compito ti ha detto di compierlo da solo?” gli chiese la ragazza La domanda lo lasciò perplesso “beh… no, ma non è una questione per una donna…” “E tu essendo cieco credi di essere più adatto in questo fantomatico compito?” Costantino era pensieroso… in effetti, i suoi passi erano divenuti più sicuri quando aveva sentito di essere seguito. Sarà che proteggere qualcuno per lui fosse un grande incentivo, specie se quel qualcuno fosse proprio Calliope. “Va bene, ma cerca di non rallentarmi, donna.” il suo tono si fece più duro nei suoi confronti, forse perché il posto della timida donzella fosse stato preso da una compagna di viaggio. “Vedremo quante volte ti salverò la vita.” rispose portandosi avanti a lui. Continuarono la scampagnata, almeno era ciò che lei pensava, una pericolosa passeggiata nel bosco, senza una meta, cosa mai era preso a Costantino? Improvvisamente la radura si fece meno fitta, il paesaggio era dominato dalle rovine di una chiesa. “Non avevo mai visto queste rovine.” disse Calliope sorpresa, stava per chiederlo al giovane ma si trattenne. Costantino sentiva qualcosa. Entrarono, era tutto in rovina, tranne l’altare, d’oro e d’argento. sul leggio a forma di aquila con le ali spalancate vi era una Bibbia. Costantino si inginocchiò e con voce grave disse “Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis; et vidimus gloriam eius, gloriam quasi Unigeniti a Patre, plenum gratiae et veritatis.” La terra tremò, finché riapparse l’angelo, che si rese visibile ad entrambi “ti sei mostrato capace, raggiungendo il secondo segno” Il secondo? Costantino era confuso “Gabriele… io son giunto qui senza trovare alcun segno prima di ora…” L’angelo sorrise e rispose “Quam ob rem relinquet vir patrem suum et matrem et adhaerebit uxori suae; et erunt in carnem unam. Hai accettato l’aiuto di colei che ami, questo è stato il primo segno.” Calliope era impallidita e non si azzardava a rispondere. “Come posso sconfiggere gli dei nordici?” chiese in definitiva Costantino. “In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum.“ rispose l’angelo prima scomparire. Costantino prese per mano Calliope e si avvicinò lentamente alla Bibbia. la prese in mano e disse “Fiat voluntas Tua.” Improvvisamente si aprì un portale che risucchiò entrambi…

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Capitolo 4
*** Nord ***


“Dove siamo?!” chiese Calliope, spaventata.

“Questo, amore mio, è il nord” le rispose Costantino, in risposta al gran freddo che sentiva sulla pelle.

Calliope improvvisamente cadde in uno stato di profonda disperazione.

“Cosa facciamo qui? Perché siamo qui?” chiese senza sapere nemmeno lei a chi.

“Cosa? Tu hai detto di voler venire con me” rispose contrariato.

“Ma io… non volevo questo, non credevo questo…” la povera Calliope sperava fosse un delirio passeggero di Costantino, una sorta di vivere la vita avventurosa che non si sarebbe mai potuto permettere.

“Oh beh, ora sei qui, dovremo per forza metterci in cammino verso la nostra missione” iniziava a calare il crepuscolo “meglio cercare un riparo, vedi niente, luce dei miei occhi?” le chiese giocoso, fiducioso e contento di essere con lei.

Si guardò attorno “c’è un villaggio non molto distante da qui, andiamo” gli disse dolcemente prendendogli la mano.

Giunsero al villaggio, case di legno e pietra, vennero accolti dagli abitanti.

“Benvenuti forestieri, io sono Olaf Pugnodiferro il capo del villaggio” a parlare era un uomo di grossa stazza, biondo, il classico vichingo “cosa vi porta qui?” chiese cordialmente. 

“Salve potente Olaf, siamo dei poveri viandanti in fuga dalle guerre del sud, siamo in viaggio verso Midgard, terra degli uomini del nord.”

“Questa è Midgard, mio giovane amico, questa sera sarete miei ospiti. Preparate una grande tavolata…” non finì di parlare che un uomo lo interruppe.

“Fermi! Quest’uomo attirerà la collera degli dei sul villaggio, è messaggero di sventura! Porta con se distruzione e morte, gli dei non vogliono che sopravviva un minuto di più!” parlò l’uomo, un indovino, un druido, percepiva il pericolo della presenza del vero Dio.

la folla che si era radunata intorno ai due viandanti iniziava a guardarli male e a circondarli.

“Un momento!” gridò Costantino, “chiedo al potente Olaf la possibilità di difendermi dalle accuse mosse contro di me!”

Olaf si fidava dello stregone, ma a quanto pare l’innocenza di Costantino lo portò ad ascoltarlo “cosa hai da dire a tua difesa, giovane forestiero.”

Il giovane senza sapere ciò che dicesse rispose “fammi visitare i vostri malati, ed io li guarirò.”

Olaf non era impressionato da una simile richiesta, non aveva nulla da perdere “e sia, se non curerai i nostri malati sarete entrambi bruciati.”

da una festa di ben venuto alla morte quasi certa, in pochissimo tempo.

Costantino si fece serio e con fare poco cortese guardò negli occhi Olaf e gli disse “conducimi dagli infermi.”

i malati erano tutti dentro una struttura, chiamata taberna, erano in egual misura vecchi e giovani. Costantino entrò, l’odore era fetido, si inginocchiò e pregò “buon Dio, che per mezzo dei tuoi angeli  e dei tuoi profeti ci illumini e ci guidi lungo la tua volontà, manda a me ora il tuo angelo Raffaele, affinché mi istruisca come curare questi poveri malati.”

non successe nulla, Costantino iniziava ad aver paura. Improvvisò, uscì dalla tenda “dovrò recarmi in un bosco qui vicino per raccogliere alcune erbe, la ragazza viene con me, è la luce dei miei occhi, poiché non ho una vista molto acuta.” il druido si oppose, ma Olaf lo concesse, “è un ragazzo, anche se scappasse, non sopravviverebbe alla notte, e lei con lui.”

Si allontanarono dal villaggio, nella foresta Costantino confessò a Calliope “non ho ricevuto alcuna risposta…” Calliope si irrigidì “ed ora… che facciamo?”

“non gettare via la speranza troppo in fretta, Costantino.” apparse un angelo ai due “prendi questo rimedio, e salverai gli infermi del villaggio, in futuro ti istruirò nella medicina, ora il tempo incalza, altre forze si muovono, il Signore di accompagni.” scomparve.

Corsero velocemente verso il villaggio. Olaf li vide, ma non disse nulla, entrarono nella taberna, quando ne uscirono furono seguiti da tutti i malati, ora in ottima salute. gli sguardi furono stupefatti.

“quale dio ti guida, giovane Costantino?” gli chiese Olaf.

“vengo in nome di un altro dio” rispose. Intervenne lo stregone “lui è qui per rovesciare l’ordine delle cose.. deve essere fermato!”

“Smettila!” gridò Calliope “noi…” venne interrotta da Costantino “sta calma, Olaf ci ha dato la sua parola… non è così?”

Il vichingo era un uomo di parola “e sia, se gli dei vorranno ucciderti ci penseranno di persona, anche se apparentemente non sembri pericoloso, io mantengo la mia parola, tu e la ragazza sarete miei ospiti per questa notte.”

Vennero imbandite numerose tavole per festeggiare il miracolo della guarigione di tutti i malati del villaggio, venne anche fatto un torneo di braccio di ferro, Costantino non partecipò, era troppo impegnato a rispondere a chi si interessava al dio di cui si faceva portavoce. la notte dormirono nella stessa stanza lui e Calliope, la quale sicura della sua cecità, non si fece problemi a spogliarsi, mostrando l’arco che teneva nascosto sotto la mantellina, il suono ligneo dell’arco venne avvertito da Costantino “non avevo notato che avessi un arco, sei una brava arciere?” le chiese con semplicità. Calliope rispose “sono stata addestrata fin da piccola all’uso delle armi, l’arco è quella che preferisco.” Costantino fu sorpreso “istruiresti anche me?”, lei rispose “tu? Tu non vedi un palmo dal tuo naso.. cosa pensi di fare? lascia fare a me, devo proteggerti io.”

essere protetto da una donna… la cosa non gli garbava più di tanto, ma allo stesso tempo provò una grande tenerezza “Calliope… posso abbracciarti?” le chiese con innocenza tipica di un bambino. lei arrossì violentemente, non voleva che glielo chiedesse, voleva che lo facesse, senza chiederlo “va bene… fa freddo sta notte…”

Si infilò sotto le sue coperte e si abbracciarono. Calliope provò un senso di protezione che non aveva mai provato, le sue braccia, il modo in cui la stringeva… chiuse gli occhi e si addormentò. Per Costantino non fu così facile, non voleva svegliarla, ma stava scomodo, per far stare comoda lei. la mattina seguente lei si svegliò prima di lui, che dormiva essendosi addormentato tardi, lei poggiò la testa sul petto di lui, si rannicchiò più che poté, amava stare così, chiuse gli occhi e sognò ancora, finché non venne svegliata da Costantino “alzati Calliope, siamo in ritardo” si rivestì in fretta e a tentoni uscì dalla porta. Il sole era alto.

Lasciarono il villaggio, tra saluti e ringraziamenti, furono donati loro delle vesti più pesanti, oltre che essere molto belle, tenevano caldo.

“Dove andiamo ora?” chiese la ragazza. 

“A nord” rispose. 

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Capitolo 5
*** L'attacco dei troll ***


I nostri viandanti camminarono per diverse ore, finché giunsero ad un nuovo villaggio, stavano rinforzando le mura “muovetevi ad entrare, stranieri, i troll stanno arrivando!”

Troll… quella parola era familiare a Costantino. Le nuvole erano dense, presagivano una grande tempesta. Gli arcieri dall’alto delle mura scagliavano frecce, i mostri però non accusavano molto, a meno che non venissero colpiti in punti vitali. Iniziarono a colpire le mura con spallate e clavate.

Costantino decise di arrampicarsi sulle mura  e di gettarsi nella mischia, Calliope se ne accorse  “che stai facendo?!” ma Costantino si era già lanciato dalle mura sulla testa di un troll, con due sonori pugni gli sfondò il cranio e il mostro cadde a terra morto, cercava di mettere a fuoco il paesaggio, distraendosi e venendo colpito da un colpo di clava. Calliope in cima alle mura colpì il troll negli occhi con due frecce, lasciando a Costantino il tempo di rialzarsi ed indietreggiare, finché accadde qualcosa di incredibile… un fulmine colpì Costantino.

“No!” gridò Calliope disperata. Il giovane emetteva scariche elettriche da tutto il corpo, la battaglia si arrestò qualche momento per osservare quel fulmine che con precisione millimetrica colpì il ragazzo… 

Costantino iniziò  a levitare, ricoperto da scariche elettriche, soffriva, si dimenava, finché accadde qualcosa di ancora più sorprendente… riuscì a convogliare il fulmine nella sua mano destra, la battaglia era ancora in sospeso. Cadde a terra, col fulmine in mano, guardò verso i troll ed iniziò ad attaccare col fulmine, come se fosse una frusta, la guerra riprese, maneggiare un fulmine sembrava fosse una cosa normale per lui, che mai prima d’ora aveva impugnato un’arma, flessibile nei fendenti e rigido negli affondi, Costantino faceva strage di mostri, i quali batterono prontamente in ritirata.

Gli abitanti del villaggio rimasero sbalorditi da ciò che avevano visto, aprirono le porte lignee e chiesero al giovane “chi sei? Chi ti manda?” un po’ impauriti e con le armi in mano. Alcuni lo scambiarono per Thor, dio del fulmine. 

“Calliope!” gridò il giovane, alla ricerca della luce dei suoi occhi.

La ragazza gli corse incontro, intanto la frusta di fulmini scomparve dalla mano di Costantino.

Gli si gettò al collo “cosa è successo?! Credevo fossi morto…” ma Costantino, oltre a dire che aveva cercato si scaricare dalle mani l’energia che lo aveva colpito, non sapeva spiegare l’accaduto. 

Gli uomini gli si fecero intorno “salute potente straniero, grazie per aver difeso i miei uomini, io sono Eric Martellodifuoco.” gli porse la mano che Costantino afferrò, dopo averla localizzata con fatica.

Costantino raccontò la loro storia, delle guerre del sud.

“Non c’è da meravigliarsi” rispose Eric “i nostri dei traggono divertimento dalla guerra, essi infervorano gli animi di noi nordici, grazie comunque per averci salvato. Questa sera tu e la ragazza sarete ospiti d’onore.”

Essere missionario non sembrava così male, si banchetta ogni sera, pensò Costantino.

Il buio era quasi calato completamente, Costantino meditava su ciò che gli aveva detto Eric, gli dei nordici spronano i loro popoli a combattere… quindi se gli dei fossero caduti come gli era stato chiesto… le guerre su Roma sarebbero cessate… ora era chiaro il messaggio… 

La serata trascorse velocemente, Calliope ruppe i pensieri di Costantino trascinandolo a ballare, aveva intuito che ci fosse qualcosa nei suoi pensieri, ma in quel momento, certo, né lui che lei avrebbero potuto fare granché. Lui poverino nel non sapeva come muoversi e tra le risa generali cadde a terra. si rialzò imbarazzato, finché qualcuno fece partire un grande applauso “viva l’eroe del villaggio!” e ancora “viva!” 

Furono ospiti in una locanda. Costantino aspettò che Calliope si addormentò, per uscire silenziosamente. Voleva, sentiva il bisogno di pregare, di capire meglio, iniziò a camminare, mentre camminava però venne agguantato con forza e sbattuto al muro da una figura avvolta nell’oscurità…

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Capitolo 6
*** Avvertimenti ***


“A che gioco stai giocando?” gli chiese minacciosamente la figura nera. Colto alla sprovvista, Costantino ebbe paura, il suo corpo fu avvolto da scariche elettriche, poco prima che l’oscuro essere stava per affondare un coltello nel suo cuore, si trovò dunque obbligato ad allontanarsi dal ragazzo, che materializzò la frusta fulminea nella mano destra. per evitare danni circostanti il ragazzo irrigidì l’arma utilizzandola come se fosse una lancia, purtroppo non riusciva a localizzare il nemico. 

Era in uno stato di massima allerta, decise di tornare verso l’alloggio, per aspettarsi l’attacco in prossimità dell’uscio, “Signore proteggimi, guida il mio braccio” pregava, più per paura della morte che per devozione, in questo caso. Il freddo e l’odore degli alberi coprivano l’odore umano che cercava disperatamente di percepire, finché percepì l’odore di Calliope, che si era allarmata dalla scomparsa di Costantino… la figura nera scagliò il pugnale verso il giovane, che venne prontamente deviato da una freccia scagliata dalla ragazza. Costantino in un decimo di secondo ricostruì la traiettoria del pugnale, si girò e scagliò la lancia. Colpì il bersaglio, ma il colpo non fu fatale per l’assalitore, la lancia perse quasi tutto il suo potere una volta terminato il contatto con la sua mano. Calliope raggiunse veloce come il vento la figura incappucciata stordita a terra e la legò.

“Grazie tesoro…” le disse Costantino, impacciato.

“Come faresti senza di me, grande eroe?” gli chiese prendendolo in giro.

“Non lo so davvero” rispose sollevando come se nulla fosse il corpo del suo assalitore.

Tornarono verso l’alloggio, Calliope gli, scoprì il volto e gli mise il coltello alla gola “chi sei, maledetto?” gli chiese aggressiva. Quello digrignò i denti “so perché siete qui” “lo sappiamo anche noi” gli rispose Costantino prendendosi gioco di lui.

Lo sconosciuto continuò “non distruggerai un ordine millenario!”

Costantino lo sollevò sbattendolo al muro e lo guardò, freddo come il ghiaccio “sono io che non lascerò distruggere la mia casa dal tuo ordine!” poi spezzò le corde, liberandolo “vattene, prima che cambi idea e ti uccida!”

L’assalitore più che la rabbia di Costantino non scordò lo sguardo di Calliope, la ragazza lo avrebbe ucciso, senza pensarci. Era stata addestrata nel combattimento, non come quel bamboccio, schiavo delle sue paure, incapace di reagire ad un agguato, eppure con la benedizione di un dio sconosciuto… non ci è dato sapere chi lo mandò, né conoscere il suo destino d’ora in poi…

Il giorno seguente i due si rimisero in marcia. Apparve loro un angelo “il vostro nome si sta spargendo tra i vari villaggi, il vostro compito è quello di recarvi nelle viscere della terra, nel mondo dei nani. Essi custodiscono un oggetto malvagio, un anello, nel quale è instillata l’essenza della cupidigia. rubate l’anello, e il sentimento della cupidigia nel cuore dei guerrieri del nord vacillerà. Più in fretta agirete, più vite salverete.” e scomparve.

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