Per la Vita che Verrà

di hexleviosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Bugiarda ***
Capitolo 2: *** 2. Solo Amici ?! ***
Capitolo 3: *** 3. Adesso Parla ***
Capitolo 4: *** 4. Non è Affar Tuo ! ***
Capitolo 5: *** 5. Il Piano Perfetto ***
Capitolo 6: *** 6. Il Primo Incontro ***
Capitolo 7: *** 7. Di Nuovo Insieme ***
Capitolo 8: *** 8. Battibecchi Serali ***
Capitolo 9: *** 9. Narcisa e Confidenze ***
Capitolo 10: *** 10. Il Ritorno di Ron ***
Capitolo 11: *** 11. Draco & Ron ***
Capitolo 12: *** 12. A Malfoy Manor ***
Capitolo 13: *** 13. Fuga da Malfoy Manor ***
Capitolo 14: *** 14. Villa Conchiglia ***
Capitolo 15: *** 15. Riunioni, Litigi e Chiaramenti parte 1 ***
Capitolo 16: *** 16. Riunioni, Litigi e Chiarimenti parte 2 ***
Capitolo 17: *** 17. Alla Gringrot ***
Capitolo 18: *** 18. Merlino, che Notte ***
Capitolo 19: *** 19. Nervosa? Solo un po' ***
Capitolo 20: *** 20. L'Hogwarts che non ti Aspetti ***
Capitolo 21: *** 21. Il Diadema di Priscilla Corvonero ***
Capitolo 22: *** 22. Ci si può fidare dei Serpeverde? ***
Capitolo 23: *** 23. Che la guerra abbia inizio ***
Capitolo 24: *** 24. Potter, hai un anello? ***
Capitolo 25: *** 25. Diciannove anni dopo ***



Capitolo 1
*** I. Bugiarda ***


PER LA VITA CHE VERRA'

I. BUGIARDA!



Il suo sguardo si perdeva all'orizzonte, là dove le verdi colline incontravano il cielo plumbeo. Era turbata, inutile negarlo, non era preparata agli avvenimenti che avevano travolto il mondo magico nell'ultimo periodo: la rinascita di Voldemort, la morte di Silente, l'abbandono della scuola e persino la strana relazione che aveva con Draco. Sì, esatto, proprio lui. Draco Lucius Malfoy stava con Hermione Jane Granger. Nessuno, a parte loro, ne era al corrente e le poche volte che si erano visti di nascosto, dopo l'omicidio di Silente, erano stati ben attenti a scegliere luoghi poco frequentati, se non proprio isolati, e a non essere seguiti da nessuno.
Aveva scelto di non far sapere della loro relazione neanche a Harry e Ron, i suoi più cari amici; anche se aveva notato Ginny farsi sempre più sospettosa: alla rossa non era sfuggito che ultimamente Hermione era assente e che, ogni qual volta il discorso cadeva sul biondo Serpeverde, lei cambiava argomento dopo averlo difeso a spada tratta.
Ma la cosa che più tormentava Hermione era l'aver mentito a Draco. Quando lei, Ron ed Harry avevano scoperto degli horcrux ed avevano deciso di andarli a cercare non aveva detto niente al ragazzo, neanche quando il giorno dopo si erano incontrati nella vecchia capanna di Hagrid...


Hermione era seduta sulla vecchia poltrona allo stesso tavolo che, negli anni passati, era stato testimone di molte chiacchierate in compagnia degli amici e del mezzo-gigante. Era da tanto che non ci tornava: dopo la morte di Silente, Hagrid era partito alla ricerca di giganti e mezzo-giganti come lui, disposti a combattere dalla loro parte contro Voldemort. Era stato strano non essere assalita da Thor non appena entrata ed ecco che la malinconia la pervadeva mentre una goccia salata già le stava bagnando la guancia.
I suoi pensieri furono interrotti dal solito crack della smaterializzazione, ma non si mosse né tanto meno prese la bacchetta, bensì rimase seduta ad asciugarsi le lacrime, in attesa che lui entrasse.
<< Ciao >> nel salutarla sul volto del biondo, segnato da vari graffi e cicatrici, apparve un sorriso.
Lei, una timida imitazione di sorriso sulle labbra, gli domandò:
<< Cosa... cosa ti hanno fatto? >> mentre pronunciava questa frase rivolse lo sguardo verso il basso, come a cercare di vedere oltre la pietra che ricopriva il pavimento; stava trattenendo le lacrime, non voleva metterlo in pena e sapeva che lui era già abbastanza preoccupato per lei. Draco non rispose, ancora fermo sull'uscio appoggiato alla porta chiusa la fissava, il sorriso scomparso:
<< Perché stavi piangendo? Cos'è successo? >>
<< Mi stupisci, Malfoy, dovresti sapere che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda! E comunque io non... io non stavo piangendo >>.
Anche Hermione ora lo guardava dritto negli occhi.
<< Non raccontarmela a me, Granger, se sono un legilimens ci sarà un motivo, no? Allora, perché piangevi? Esigo una risposta >> la sua voce era dura e non ammetteva repliche.
Eccolo tornato lo spocchioso di sempre, il ragazzino viziato che non accetta un no come risposta. Ma a Hermione era ben evidente che, sotto quei modi bruschi si nascondeva una reale preoccupazione.
<< Mi sei mancato >> mormorò, optando per una mezza verità.
L'espressione del ragazzo in quel momento si fece più dolce e l'attimo dopo erano abbracciati stretti stretti, stavano bene così, avrebbero voluto rimanere l'uno tra le braccia dell'altro per sempre.


Una voce nella sua testa continuava a ripeterle una sola parola: Bugiarda.
No, non era una bugiarda, aveva detto la verità omettendone un piccolo particolare.
Ma il fatto che presto sarebbe partita per la disperata ricerca di oggetti di cui non sapeva nemmeno l'aspetto né la locazione era un piccolo particolare?
Hermione continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto; là fuori era una splendida giornata d'autunno e un gran viavai di persone si affaccendava in giardina per controllare che tutto fosse pronto per il matrimonio.
Ginny entrò come una furia nella camera che condividevano.
<< Hermione, ma dov'eri finita? Sono secoli che ti cerco e tu te ne stai qui tranquilla? Avanti andiamo, Fleur sta dando di matto perché la sua pettinatura non sta venendo come vuole lei, quindi è meglio che tu venga ad aiutarci! >> la rossa sembrava un fiume in piena e l'aveva già presa per mano trascinandola giù per le scale quando la mora riuscì finalmente a chiedere:
<< E si può sapere, di grazia, cosa dovrei farci io se la pettinatura non riesce? Sono una frana con trucco e parrucco. >>
<< Sì, ma in incantesimi sei la migliore ed è proprio questo che ci serve: una magia! >> replicò << Quindi taci e cammina. >>

Il matrimonio stava andando a gonfie vele ed Hermione qualche volta aveva pure riso dimenticandosi, sebbene per poco tempo, delle preoccupazioni che l'avevano assalita solo fino a qualche ora prima. Lei indossava un vestito rosso, come anche Ginny e Gabrielle: così aveva deciso Fleur per le sue damigelle.
E' davvero bellissima, pensò un ragazzo nascosto dietro l'angolo mentre la osservava avvicinarsi.
La solita vocina continuava a ronzarle per la testa mentre camminava per i corridoi della Tana: Bugiarda! Bugiarda! Bugiarda!
A Hermione sembrava di impazzire, doveva dire tutto a Draco.
Improvvisamente una mano la prese per la vita trascinandola in una stanza lì vicino, mentre l'altra le tappava la bocca per impedirle di urlare.
Quando la porta si richiuse alle loro spalle lui allentò leggermente la presa sulla ragazza che si voltò a guardarlo.

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Capitolo 2
*** 2. Solo Amici ?! ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

2. SOLO AMICI

 

Hermione si girò ancora stretta tra le sue braccia trovandosi a pochi centimetri quegli occhi grigi che tanto amava e un sorriso sincero apparve sul suo viso prima di diventare severo:

-Draco si può sapere cosa ci fai qua ? Se qualcuno...- Fu interrotta dalle labbra calde del biondo che si posarono sulle sue, il bacio dolce e leggero si trasformò presto in uno passionale ed esigente. In quel momento nessuno aveva il bisogno di respirare, come se se ne fossero dimenticati; quando dopo quelle che sembravano ore ma forse erano solo minuti, o secondi si staccarono rimanendo però abbracciati a guardarsi negli occhi, Draco si giustificò:

-Volevo vederti, mi sei mancata. -

-Anche tu Draco, non sai quanto.- Hermione era contenta di essere potuta stare ancora una volta con Draco: aveva paura che sarebbe dovuta partire per cercare gli horcrux talmente presto da non aver neanche il tempo di rivederlo. No! Non poteva andarsene così, non poteva fargli questo doveva dirglielo anche se lui sicuramente si sarebbe opposto e avrebbe cercato di farle cambiare idea.

-Draco, ti devo parlare. - il Serpeverde a quelle parole si allontanò leggermente da lei per guardarla negli occhi continuando a cingerle i fianchi con le muscolose braccia, le fece cenno di continuare :

-Sai, ho pensato... abbiamo pensato che... sì ecco, se riuscissimo a trovare gli horcrux forse sarebbe più facile distruggere Voldemort... quindi abbiamo deciso di, si insomma di... cercarli...- sussurrò l'ultima parola ma lui la capì lo stesso.

-No, no ed assolutamente no! -Draco si era scostato ed ora stava gesticolando in preda all'ansia -Come vi è venuta in mente un'idea del genere ?! Lo Sfregiato sta veramente perdendo il cervello !- poi puntandole il dito contro continuò – E tu... tu come puoi ascoltare le idee folli di quei due pazzoidi suicida ?! Andare alla ricerca di pezzi d'anima di tu-sai-chi che non sapete: come siano fatti, dove si trovino, né tanto meno come distruggerli ! Bene, vogliono cercarli ?! Prego si accomodino ma tu... tu non parteciperai a questa assurda impresa facciamoci-uccidere-dai-Mangiamorte-vediamo-quanti-minuti-ci-mettono-a-trovarci... -

-Ma Draco...-

-Non voglio sentire ragioni, ho detto che tu non ci andrai !-

-Be' non sei mio padre e io... io andrò con loro, non mi interessa quello che dici tu, loro sono miei amici ed li aiuterò !- Hermione si girò e camminò fino alla finestra guardando il Sole che si abbassava per farsi dare lentamente il cambio dalla Luna. Draco poco dopo si avvicinò a lei abbracciandola da dietro e restarono ad ammirare il tramonto per qualche minuto in silenzio.

-Non voglio che ti accada niente-

-Starò bene, non può succedermi nulla di male...-

-No, non dire così... sai benissimo che è una bugia ! Sei costantemente in pericolo.-

-Tutti siamo costantemente in pericolo, Draco, è la guerra, è inevitabile-

-Non cederai vero ?- Hermione si girò sciogliendo l'abbraccio e lo guardò interrogativa così lui specificò -Andrai lo stesso anche se io ti pregherò, ti supplicherò di non andarci ?-

-Dra...-

-Neanche se mi metto in ginocchio ?- e così dicendo lo fece

-Draco ti prego.- si abbassò anche lei abbracciandolo -Non sai quanto sia difficile per me andarmene e tu non mi semplifichi le cose facendo così... ti prometto che starò attenta- Il biondo sospirò:

-Promesso, promesso ?-

-Promesso, promesso- sorrise Hermione prima di sfiorare le sue labbra baciandolo dolcemente.

-Uhm... devo dire che sai essere molto persuasiva !- risero entrambi a quella frase poi lui esclamò tornando serio:

-Ad un patto !- la mora annuì. Malfoy prese dal taschino interno della sua giacca fresca di sartoria una scatolina ricoperta di velluto verde e gliela porse -Aprila !-

Lei obbedì. All'interno c'era un bellissimo anello in oro bianco con tre piccoli smeraldi.

-Ci sono incise le nostre iniziali- Disse mentre lei lo osservava stupita -Quando sarai in pericolo, o ti sentirai triste, o avrai bisogno di qualsiasi cosa giralo per tre volte...- poi le mostrò la sua mano sinistra dove ce n'era uno simile – mi porterà da te ovunque ti troverai- le infilò l'anello e avvicinandosi al suo orecchio sussurrò -Ti prego promettimi che non esiterai a girarlo se ne avrai bisogno-

-Te lo prometto !- Hermione a stento trattenne le lacrime non sapeva come era e come sarebbe resistita senza vederlo tutti i giorni -Ti voglio bene...- Draco l'abbracciò:

-Anch'io, non sai quanto... va' prima che cambi idea, principessa, si staranno chiedendo dove sei finita- lei annuì alzandosi e quando posò la mano sulla maniglia si girò indietro a guardare il suo Serpeverde che le sorrise e trattenendosi da saltargli addosso e abbandonare i sui amici aprì la porta e scese le scale che portavano al giardino dove Bill e Fleur stavano ballando.

Draco era ancora inginocchiato per terra continuando a fissare il punto dove poco prima era sparita la sua Mezzosangue. Non seppe per quanto tempo rimase in quella posizione, immobile.

Io vedo tutto quel che sei  
nei tuoi occhi che mi parlano  
si riflettono nei miei  
Tu sei la parte più incredibile di me 


Il Marchio Nero bruciò all'improvviso costringendolo ad alzarsi, guardò dalla finestra e vide Hermione, la sua Hermione, che rideva con Lenticchia.

 

-Sono solo amici !- si disse mentre si smaterializzava -Solo amici, non c'è niente sono solo amici !-

Quando arrivò a Riddle Manor dei brividi li percossero la schiena, salì le grandi gradinate fino ad arrivare alla sala delle riunioni dove seduti al lungo tavolo c'erano tutti i Mangiamorte più fidati

-Perdonate il ritardo, mio signore !- Disse freddo avvicinandosi.

-Lucius, mettete al corrente vostro figlio di quanto accaduto: io ho cose più importanti da sbrigare, Nagini !- Detto questo il Signore Oscuro si smaterializzò così come i Mangiamorte ed una volta a Malfoy Manor Lucius spiegò brevemente al figlio della morte del Ministro della Magia, e che presto i loro compagni avrebbero preso d'assalto la Tana dove, a causa del matrimonio, c'erano molti maghi. Draco rimase apparentemente impassibile mentre dentro sentiva terribili emozioni mai provate prima che non seppe riconoscere. Paura, Agitazione, Angoscia , Terrore, Ansia tutto insieme ma stavolta per una persona che non era lui. Non si era mai preoccupato di qualcuno che non fosse se stesso e dovette ammettere che era terribile, sì proprio così: Draco Lucius Malfoy, quel ragazzo freddo e calcolatore soprannominato Re delle Serpi, in quel momento era in pena per una Mezzosangue. Girò l'anello una volta, sapendo che Hermione avrebbe capito di essere in pericolo.

La mora stava bevendo una burrobirra chiacchierando con Ginny e Luna quando... il suo anello divenne freddo ! Cioè, i metalli son sempre freddi ma ora era diventato proprio ghiacciato: Draco le voleva dire qualcosa. Ginny la guardò interrogativa:

-Che ti prende, ti senti male ?-

-Sta accadendo qualcosa, dove sono Ron ed Harry ?-

-Là, li vedi ?- disse indicando i due ragazzi alla sua destra -Sono vicino a Fred e George !- Hermione si allontanò dalle amiche senza dire una parola e si avvicinò spedita ai due:

-Dobbiamo andare !-

-Cosa ?!- chiesero in coro i due. Hermione sbuffò, era agitatissima :

-L'anello è diventato freddissimo, sta per accadere qualcosa !-

-Dove hai preso quell'anello ?- chiese Harry -Non te l'ho mai visto-

-Me l'ha regalato Draco ma....- si bloccò di colpo l'aveva detto veramente, non poteva essere! Aveva appena detto che gliel'aveva regalato.... Draco !

-Te l'ha regalato Draco.... Malfoy? Da quando lo chiami Draco e perché ti ha fatto un regalo ? E poi...- chiese Ron agitato e incredulo per quello che aveva appena udito.

-No !-lo interruppe lei – Non ho detto Draco ho detto Daniel. Daniel è... un babbano che abita vicino a casa mia.- sperò di aver riparato allo sbaglio fatto e pensava -Merlino ti prego, fa che se la bevano !-

-E... questo Daniel ti... ti piace ?- chiese Ron un po' imbarazzato

-Oh no, assolutamente no! Siamo solo... amici- rispose cercando di sembrare decisa e sparando che le domande finissero lì.

-Siete solo... amici ! Be', bene... Solo amici- sia Ron che Hermione dentro di se' stavano gioendo anche se per motivi un po' diversi. Uno pensava:

-Sono solo amici, a lei non piace.- Mentre l'altra:

-Se l'è bevuta, se l'è bevuta... tranquilla non sospetta niente !-

Aveva completamente dimenticato il pericolo quando i loro pensieri furono interrotti dalla notizia della morte del Ministro della Magia. Scompiglio generale: maghi e scappavano da tutte le parti, altri che urlavano. Presto i tre si presero per mano e si smaterializzarono mentre Hermione pensava:

-Ci siamo separati un paio d'ore fa eppure mi manchi già così tanto... come farò senza di te furetto ?!-

 

 

*SPAZIO AUTRICE*

Eccoci di nuovo qua con il secondo capitolo della mia ff !

Questo capitolo personalmente non mi fa impazzire ma non ho saputo scriverlo meglio e volevo farvi intendere cosa accadeva altrimenti non capivate il resto della storia.

Io comunque mi diverto tantissimo a scriverla e spero che voi vi divertiate a leggerla =)
Ringrazio tutti quelli che leggono questa storia e in modo particolare fede17 e Draco_Slytherine che hanno recensito.
Le recensioni positive e critiche sono importanti perchè ci permettono di migliorare quindi dite cosa ne pensate e RECENSITE!!!

 

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Capitolo 3
*** 3. Adesso Parla ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

3. ADESSO PARLA

 

-Cavolo !- ringhiò Hermione a denti stretti: durante la smaterializzazione aveva pensato al suo furetto platinato e così facendo dove si era ritrovata ?! A Foxbury Avenue dove l'aveva portata un paio di mesi prima ad un concerto di un gruppo italiano: i Finley. Pensò a quella notte, alla loro canzone...

 

Sei aria per me (sei aria per me)

tu sei dentro me (tu sei dentro me)

ti respiro per sentire che ci sei

non ti lascerò (non ti lascerò)

ti confonderò (ti confonderò)

siamo buio e luce per l'eternità

...per la vita che verrà

 

Era stato bellissimo e inconsciamente sorrise mentre camminavano e quando Ron guardandosi intorno stralunato chiese:

-Dove siamo ?- lei come se risvegliata dai suoi pensieri rispose:

-A Foxbury Avenue... venivo qui da piccola con mamma e papà. Non so perché, mi è venuto in mente !-

-Certo... con mamma e papà...-

-Stupida vocina smettila non è il momento !-

-Ehi, guarda che sono la tua coscienza, devi portarmi rispetto-

-Senti ho fatto come mi hai suggerito tu: ho detto tutto a Draco quindi perché mi tormenti ancora ?!-

-Ok, la smetto... ah, fareste meglio a togliervi dalla strada-

-Non dirmi cosa devo fare !- Hermione era davvero agitata e ci mancava solo la sua coscienza.

-Faremo meglio a toglierci dalla strada, venite !- disse entrando in un vicoletto.

-Eh io che ho detto ?!-

-Sto davvero impazzendo ! Hermione Jane Granger smettila subito di parlare da sola o mi porterai al delirio- pensò iniziando a cercare nella sua famosa borsetta a perline i vestiti per cambiarsi seguita dai due che guardavano con facce perplesse il suo braccio sparirvici dentro.

-Incantesimo Estensibile Irriconoscibile – li anticipò lei sorridendo.

 

Era ormai notte quando i tre che complottavano in un bar furono aggrediti da due Mangiamorte. Fortunatamente riuscirono ad evitare gli schiantesimi che lanciavano a loro e una volta messi a terra decisero di cancellarli la memoria con un semplice ma efficace Oblivion.

 

Erano fuggiti da neanche un giorno eppure lei si sentiva triste, aveva una gran voglia di piangere ma soprattutto di stare con il suo Draco, chissà quando l'avrebbe rivisto, quando l'avrebbe riabbracciato. Con questi pensieri si addormentò sullo scomodo divano di Grimmauld Place, ora che Silente era morto neanche quelli dell'Ordine ci andavano più.

La mattina dopo, quando si svegliò Harry non c'era più.

-Dev'essere in giro per la casa per cercare il medaglione. - pensò, così seppure controvoglia, si alzò anche lei seguita da Ron.

Quella feccia di Mundungus era stato chiaro: il medaglione l'aveva venduto e per loro fortuna (sfortuna ) l'aveva comprato quella pazzoide in rosa.

-Perfetto !- disse Hermione – veramente l'unica cosa di cui avevo bisogno in questo momento era proprio una bella capatina al Ministero per prendere un tè con la Umbridge.- Ron cercò di trattenere una sonora risata: non era proprio il momento e la sua amica non sembrava proprio dell'umore per ridere sulle loro disavventure.

 

Quando entrarono al Ministero si accorse che erano cambiate molte cose: era pieno di babbani pietrificati e guardie che marciavano da tutte le parti. Se fosse stata una persona impulsiva sarebbe scappata da quel posto a gambe levate ma tutti sanno che Hermione Jane Granger è razionale e usa sempre il cervello prima di agire anche se si faceva i suoi filmini mentali:

-Sta calma Hermione ! Ricorda: fredda e distaccata, non far trapelare le tue emozioni proprio come farebbe... Draco. Oh, chissà dove sei, mi manchi tanto furetto.-

-Basta fantasticare sul tuo principe azzurro, pensa alla missione: non vorrai che ti scoprano ?!- disse la parte razionale di lei

-Oddio la missione... dovevi proprio ricordarmelo ?! Stupida razionalità... e comunque finchè dura l'effetto della pozione polisucco non possono riconoscermi.-

-Hai detto bene: finchè dura l'effetto !-

-Quanto hai detto che abbiamo ?- chiese in quel momento Harry

-Non l'ho detto !- Rispose lei agitata

Mentre stavano discutendo sul rimandare la missione in caso non avessero trovato la Umbridge, eccola davanti a loro entrare nell'ascensore con il suo solito portamento altezzoso.

 

Harry Potter entrato al Ministero, caccia anche ai complici Ronald Bilius Weasly e la mezzosangue Hermione Jane Granger.”

Questo era il titolo in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta quella mattina.

-Maledizione !- Esclamò un biondino di nostra conoscenza sbattendo il giornale sulla scrivania in mogano nero della sua camera da letto.

-Tranquillo, non sanno dove sia la Granger. Almeno non per il momento.- disse una voce dall'uscio della porta.

-E tu che cavolo ci fai qua Blaise ?! Non ti hanno insegnato che non è educato spiare e che si bussa quando si trova una porta chiusa ?! E poi smettila di farneticare frasi senza senso sulla Mezzosangue.- ringhiò acido. Blaise Zabini, insieme a Theodore Nott, era in assoluto il suo migliore amico e gli aveva sempre raccontato tutto, non aveva mai avuto segreti per lui ma stavolta era diverso: se avessero scoperto della loro relazione suo padre avrebbe dato l'ordine di trovarla e ucciderla, non che non fosse già ricercata anzi il contrario ma di certo non aveva bisogno di un altro esercito di Mangiamorte che si contendevano la sua testa per il premio in denaro che avrebbe sicuramente messo in palio Lucius.

-Be' si da il caso che questa mezzosangue, come la chiami tu, abbia appena rubato il cuore al nostro principe delle serpi, non che mio migliore amico. Non so se lo conosci, è un certo Draco Malfoy ed è completamente cotto di lei.-

-Quando hai finito di sparare cazzate, fammi un fischio !-

-Non metterti sulla difensiva, nessun altro lo sa e io non ti tradirei mai, quindi conta pure sul mio aiuto se ti serve qualcosa, e adesso parla: non puoi tenerti tutto dentro- è vero su lui si poteva fidare e poi aveva bisogno di discutere su ciò che era accaduto a qualcuno che gli desse ragione così iniziò:

-Ci sono andati troppo vicino ! Li hanno quasi presi ieri. Hermione sta correndo dei rischi inutili, sta combattendo per una guerra che non è sua.- il moro Serpeverde ascoltò attentamente l'amico che sembrava un fiume in piena e quando si fermò gli chiese:

-Perché non l'hai portata via con te in qualche tua proprietà all'estero?-

-E secondo te non ci ho provato ? E' da ancora prima che morisse Silente che glielo chiedo, ma lei iniziava a dire che non poteva abbandonare gli amici e quando l'ho vista qualche giorno fa ha tirato fuori 'sta scampagnata che non so da quanto tempo avevano in programma. Maledetta Grifondoro ! Dico io: proprio in quella casa doveva finire ?! Non dico Serpeverde ma almeno Tassorosso o Corvonero così non avrebbe conosciuto lo sfregiato e lenticchia e ora saremmo insieme in qualche mia proprietà all'estero. -

L'amico sorrideva: non aveva mai visto Malfoy così in preda all'ansia, era sempre stato uno freddo e calcolatore non mostrando mai, e sottolineo mai, le proprie emozioni. Ma ora eccolo lì! Se la stava facendo sotto per chi poi ? Per una mezzosangue ! Se glielo avesse detto un anno prima l'avrebbe schiantato e poi deriso.

Il nostro furetto intanto rivedeva la prima volta in cui aveva proposto ad Hermione di scappare. Erano ancora ad Hogwarts, nella stanza delle necessità, dopo aver fatto l'amore.

 

*INIZIO FLASHBACK*

 

-No, no e poi no! Come puoi chiedermi una cosa del genere Draco ?- Chiese la grifona alzandosi a sedere sul letto e sciogliendo l'abbraccio.

-Come puoi tu dirmi di no senza neanche pensarci, come se fosse una cosa impensabile ?- ribattè il biondo facendo leva sui gomiti.

-Questa è una cosa impensabile! Ti rendi conto di cosa mi hai appena proposto ?-

-Sì, mi rendo conto: ti ho appena chiesto di partire insieme per non farci uccidere in un futuro che ti assicuro essere molto prossimo.- sputò alterato lui

-Prima cosa quello che mi hai chiesto tu è di abbandonare i miei amici e l'intero mondo magico, seconda cosa fare il pessimista non mi farà cambiare idea !-

-E qui che ti sbagli: io non sono pessimista, io sono realista !- urlò lui. La conversazione stava prendendo una brutta piega e lei non voleva litigare così si alzò, si vestì velocemente e uscì dalla stanza lasciandolo lì, ancora nel letto, a bocca aperta per aver assistito a quella reazione. Sapeva che non si sarebbe fatta convincere tanto facilmente e si era aspettato di tutto: urla, insulti, sberle, schiantesimi ma mai, mai che lo lasciasse lì così, in piena notte poi !

Una volta ripreso dalla shock si catapultò nel vero senso della parola giù dal letto e indossò i pantaloni uscendo ad una velocità che stupì anche lui senza curarsi di mettere le scarpe o la camicia.

-Lumus !- disse facendo illuminare la sua bacchetta mentre perlustrava ogni angolo dei corridoi che portavano alla torre dei Grifondoro accompagnato dalle lamentele dei quadri. Ma niente, di lei non c'era nessuna traccia.

Era appena tornata al suo dormitorio e seduta sul letto a gambe incrociate stava leggendo il manuale degli incantesimi livello 11, capitolo 7. Non c'era niente da fare, quando Hermione Granger aveva un problema il suo metodo per non pensarci era studiare, studiare e studiare. E in quel momento il suo problema aveva già girato tutto il castello e ora si stava maledicendo per non essere riuscito a fermarla prima.

 

*FINE FLASHBACK*

 

-Perchè ridi Draco ?-

-Stavo pensando alla prima volta che le avevo proposto di andar via, avevamo appena fatto l'amore e mi mollò nella stanza delle necessità in piena notte come un deficiente. L'avevo cercata per tutta la scuola mezzo nudo.-

-Fortuna che quella notte non ero in giro così ho evitato quella visione.-

-Ma la mattina dopo abbiamo risolto. Ti ricordi quando non ci eravamo presentati alla lezione di pozione ?-

-E chi se lo scorda ?! Era la prima volta che la mezzosangue mancava.-

-Già. Be' eravamo nel ripostiglio delle scope sai... quello del secondo piano dove nascondevamo le bottiglie per i festini e stavamo....-

-Ehi fermo, fermo, fermo...- lo interruppe Blaise imbarazzato -senza offesa Dra ma preferirei restare all'oscuro di quello che fai nel privato con la Granger.-

-Non pensavo ti scandalizzassi per così poco Bla. - ghignò

-Comunque questa tua rivelazione mi ha fatto guadagnare cento galeoni !- disse soddisfatto

-Come mai ?!-

-Mentre te e la Granger ve la spassavate in quel ripostiglio io stavo dicendo a Theo che secondo me eravate insieme, ma lui sosteneva che lei stesse preparando qualche diavoleria con lo sfregiato e la donnola così abbiamo scommesso cento galeoni... ed ho appena scoperto che avevo centrato... eh, che ci voi fare ?! Dopotutto sono sempre stato io il più furbo... ed anche il più bello !- sorrise soddisfatto il moro.

-Tu più bello di me ?! In quale universo caro ?- rispose l'altro. Iniziarono a ridere sonoramente e Draco non seppe neanche il motivo ma ne aveva bisogno, oh se ne aveva bisogno !

 

 

*SPAZIO AUTRICE*

Eccoci qua con il terzo capitolo di questa Dramione... si sono separati da pochi giorni e già stanno impazzendo chissà quando resisteranno ancora prima di vedersi ?! 
Ringrazio tutte le persone che hanno letto questo capitolo, in modo particolare 
fede17 e Draco_Slytherine che hanno recensito lo scorso capitolo e le 14 che hanno messo questa storia tra le seguite: blueseaEvaAinenexcel sanafede17Fran6277Echelonfranceschina94_ , greengirl_ , Hermione Claire GrengerLady_basketballLUNAPOPsara300SarettaCatSimonaDiVaio1993yukii96 

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Capitolo 4
*** 4. Non è Affar Tuo ! ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

4. NON E' AFFAR TUO

 

-Cosa è successo per farvi ridere così ?-

-No, niente padre. Soltanto sciocchezze.- rispose il biondo facendosi subito serio all'entrata del padre.

-Be' allora ve la do io una buona ragione per gioire ragazzi. - esclamò l'uomo guardando ora il figlio ora l'amico con il suo solito bastone stretto tra le mani -Abbiamo quasi preso Potter.- Draco a quelle parole si sentì morire e si morse l'interno della guancia fino a sentire il sapore metallico del sangue per evitare di farsi prendere dal panico o si sarebbe fatto scoprire dal padre.

-Che volete dire con “abbiamo quasi preso” ?- chiese Zabini venendo in aiuto all'amico che a quanto pare non riusciva a parlare pietrificato dalla paura.

-Non sappiamo dove sono al momento ma un Ghermidone è riuscito ad afferrare la Mezzosangue per il braccio prima che loro si smaterializzassero e, se la memoria non mi inganna, è molto probabile che uno di loro si sia spaccato quando lei ha cambiato improvvisamente meta. Quindi non potranno andare lontano con un ferito che, nel migliore dei casi per noi, potrebbe non aver passato la notte.- ghignò Malfoy senior prima di andarsene senza dire una parola di più.

Draco dentro di se era un tornado di emozioni e domande.

-Dov'è Hermione ? Come sta ? E' lei che si è spaccata ? Ce l'ha fatta ? E se fosse morta ? No, non può essere morta o non potrei arrabbiarmi con lei. Devo trovarla e giuro che dopo aver litigato con lei per la sua imprudenza la porto via con con la forza.- questi e molti altri pensieri si accavallavano nella sua mente quando Blaise gli mise una mano sulla spalla:

-Dra, vedrai che sta bene e non le è successo niente. Anzi sono sicuro che quando sarà tutto finito ci riderete su.-

-No !-

-Come hai detto ?-

-Non intendo aspettare che sia tutto finito, Blaise ! Voglio solo trovarla ovunque si trovi adesso e portarla via da questo massacro, a costo di doverlo fare con la forza-

-Non fare cazzate. - lo interruppe il moro prendendo l'amico per il colletto e sbattendolo contro il muro lì vicino -Credi che se tu sparissi così, ora, senza dare una buona ragione non ti cercherebbero ? Sai bene che Lui non tollera i traditori e i codardi, quando vi troverà ucciderà entrambi. Dobbiamo trovare una scusa per il tuo allontanamento.-

-Dobbiamo ?- ripeté stupito il biondo

-Be' sono tuo amico non crederai che ti lasci nella merda ?!- e così dicendo gli voltò le spalle e appoggiandosi alla scrivania iniziò a sfogliare dei fascicoli per farsi venire in mente un'idea.

-Blaise ?!- si girò verso l'amico che era rimasto fermo dove l'aveva lasciato poco prima -Grazie !-

-Non mi diventare gentile però Malfoy o potrei pensare seriamente che la Granger ti abbia fatto bere qualche strana pozione !-

 

Hermione si sentiva per la prima volta inutile e incapace. Ron non si era ancora ripreso del tutto e non riuscivano a trovare un modo per distruggere quell'odioso medaglione. Quando andava a dormire sperava di risvegliarsi nel letto di Draco nel dormitorio dei Serpeverde dove aveva passato tante notti, scoprendo che era stato tutto un incubo, un terribile incubo. Ma ogni mattina era ancora lì, nella tenda, dove si era addormentata la sera prima.

Avevano iniziato a viaggiare a piedi perché Ron non era ancora in grado di smaterializzarsi e inoltre facevano a turno per portare il medaglione che li rendeva vulnerabili e arrabbiati. Ma la goccia che fece traboccare il vaso venne una sera: Harry era fuori di guardia e lei e Ron stavano discutendo su come liberarsi degli horcrux. Questione di un attimo, un millesimo di secondo e, senza neanche rendersi conto di come era successo, si era ritrovata contro il tavolo con le labbra di Ron incollate alle sue. Il ragazzo cercò di approfondire il bacio ma lei lo spintonò allontanandolo e si sedette sulla panca iniziando a sfogliare un libro nervosamente.

-Abbiamo provato ogni tipo di incantesimi ma, evidentemente, non funzionano. E' magia oscura e sono poche le cose che le resistono....- iniziò la ragazza

-Come fai ?- la interruppe Ronald

-Come faccio a far cosa, Ron?- chiese continuando ciò che stava facendo senza neanche guardarlo.

-Ci siamo appena baciati e tu ti sei allontanata da me iniziando a studiare... non puoi fare finta di niente -

-Ron faccio finta di niente perché è stato niente. Io non volevo baciarti e neanche tu quindi che senso ha complicarsi la vita ?! Abbiamo già abbastanza problemi. -

-Tu non volevi essere baciata ?!-

-No. - disse sorridendo Hermione mentre scuoteva piano la testa e lo guardava di sbieco, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Ron la prese solo come dimostrazione dell'insicurezza da parte di lei così cercò di convincerla del fatto che lui lo volesse veramente. Si catapultò sopra la riccia e non staccò le sue labbra da quelle di lei neanche quando la fece cadere dalla panca e, dopo aver preteso l'accesso alla bocca, iniziò a baciarla appassionatamente aprendo prima la zip del golfino e dopo intrufolando una mano al di sotto della camicetta mentre con l'altra le slacciando i primi bottoni. L'eccitazione del ragazzo premeva sulla gamba sua sinistra e la foga messa era tanta che la Grifona per la prima volta ebbe paura di lui. Era pietrificata dalla stupore e non sapeva fin dove si sarebbe spinto.

-Oddio, Ron mi sta baciando ! Devo fare qualcosa... cioè prima non aspettavo altro ma ora che c'è Draco non desidero che lui. - Quando iniziò a ragionare estrasse la bacchetta dalla tasca posteriore dei Jeans e lo schiantò.

Harry appoggiato al tronco di un albero appena fuori dalla tenda quando vide il lampo rosso dello schiantesimo si precipitò dentro e per la prima volta maledisse la vista che in quel momento lasciava veramente poco alla fantasia.

-Ron dimmi che non hai appena tentato di fare quello che credo. - balbettò il ragazzo sopravvissuto esterrefatto. Guardò l'amico che aveva sul volto un'espressione indescrivibile, sembrava una statua di marmo; l'unica cosa che vi lesse fu il vuoto. Si girò verso la ragazza che in quegli anni l'aveva sempre aiutato, la felpa era scivolata lungo le sue spalle e la camicetta bianca di cotone era quasi tutta sbottonata facendo vedere completamente il suo reggiseno nero. Delusione, sconforto, incredulità, il suo sguardo parlava per lei.

-Non so cosa le sia saltato in mente. - borbottò il rosso. Il moro lo guardò incredulo.

-Non sai cosa le sia saltato in mente ?! Ron, io non so a te cosa sia saltato in mente. -

-L'ho solo baciata e lei mi ha schiantato. - rispose rimanendo seduto a continuando a fissarsi con la compagna.

-Be' da quello che vedo le tue intenzioni andavano più in là di un semplice bacio.- sputò acido -Tutto bene tesoro ?- chiese poi dolcemente abbassandosi su Hermione.

-Sì, sto... sto bene. - Era ancora frastornata per quanto successo. Harry l'aiutò ad alzarsi poi si girò verso il rosso che non si era ancora mosso:

-Sfiorala anche solo un'altra volta e sei fuori. -

-Certo ora ho capito tutto !- Ron si alzò avvicinandosi a quelli che riteneva essere i suoi migliori amici -Ti piace un altro non è vero ?- la ragazza non rispose limitandosi ad annuire con il capo. -Maledizione e da quanto va avanti sta storia ?- sbraitò in collera girandosi e sferrando un calcio ad una sedia che si trovava lì facendola cadere. Si passò una mano nei capelli sotto li sguardi increduli dei compagni -Come hai potuto Harry ?- il ragazzo continuava a non capire e si sistemò meglio gli occhiali sul naso mentre la riccia intervenne:

-No, non è come credi ! Non è Harry il ragazzo che mi piace, e inoltre lui è innamorato di tua sorella lo sai. -

-Ah si ?! E allora sentiamo chi è che ti piace: Seamus ? Neville ? O perché no... Malfoy ? Non essere sciocca Hermione ho capito tutto !- disse tagliente con un sorriso amaro stampato in faccia.

-No, tu non hai capito niente ! E anche se fossi innamorata di Malfoy non vedo come la cosa potrebbe interessarti. Questa faccenda non è affare tuo.-

-Hai ragione: non è affare mio il ragazzo che ti piace e non è affare mio neanche questa stupidissima ricerca, quindi... tanti saluti. - si tolse il medaglione dal collo e se ne andò senza troppe cerimonie.


 

*SPAZIO AUTRICE*
Ecco a voi il quarto capitolo di questa ff.
Inanzi tutto vorrei scusarmi per il ritardo ma ho avuto qualche problemino con il programma e non riuscivo a pubblicare la storia nel modo giusto. 
Qui vediamo l'uscita di scena di Ron che, come avrete notato, è un po' diversa da come è descritta nei libri. 
Ho calcato un po' la mano dando la colpa di questa improvvisa sicurezza di Ron al medaglione ma non mi sono sbilanciata più di tanto perchè non volevo che i personaggi diventassero OCC anche se è abbastanza difficile nelle Dramioni.
A breve i nostri protagonisti si riuniranno a causa di un accaduto che non sarà proprio dei più piacevoli. No, non è la loro cattura e la tortura di Hermione da parte di Bellatrix a Malfoy Manor (anche se arriverà ma più avanti ) ma per ora vi ho già detto troppo =)))) 
Iniziamo i ringraziamenti allora:
a LenadAvena e fede 17 che hanno recensito lo scorso cap,
a:

  _miaproallachiusura 
 Angy Malfoy [Contatta]
 AniaS [Contatta]
 biancaneve97 [Contatta]
 bluesea [Contatta]
 EvaAinen [Contatta]
 excel sana [Contatta]
 fede17 [Contatta]
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 yukii96 [Contatta]
Ho scritto tutte ? Wow quante... io sono una pazza ad avere iniziato a scrivere questa ff ma voi lo siete ancora di più a seguirmi !!!
Ahahahahahahah v.v.b. e grazie a tutte/tutti <3
ci si vede al prossimo capitolo =D 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5. Il Piano Perfetto ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

5. IL PIANO PERFETTO

 

Hermione si svegliò alle prime luci dell'alba. Faceva freddo quella mattina così si alzò dal letto per mettersi un altro maglioncino. Aveva un gran cerchio alla testa e il suo cuscino era bagnato: doveva aver pianto molto anche se in quel momento non ne ricordava il motivo. Il letto dove di solito dormiva Ron era vuoto e intatto, un enorme senso di vuoto la investì. Uscì scostando un lembo della tenda.

-Se n'è andato vero ?- il moro risvegliato dai suoi pensieri alzò lo sguardo verso l'amica e fece un cenno affermativo con la testa -E' colpa mia. - concluse.

Harry Potter seduto appoggiato ad un albero con le braccia sulle ginocchia scosse la testa prima di alzarsi:

-Herm non addossarti colpe che non sono le tue. -

-Ma... -

-Ma niente. Ron ha fatto la sua scelta. -

-Non l'avrebbe fatta se io non l'avessi respinto !-

-Ha mostrato i suoi sentimenti nel momento e nel modo sbagliato. Ha lasciato passare troppo tempo prima di confessarti il suo interesse per te e così facendo

tu, ovviamente, ti sei guardata in giro e ti sei innamorata di un altro. - Hermione abbassò il capo tenendo lo sguardo fisso a terra mentre ascoltava il breve monologo di quello che aveva sempre considerato un fratello. Harry allora sospirò:

-Herm non è colpa tua se quell'idiota se n'è andato !-

Si abbracciarono rimanendo per un lasso di tempo abbastanza lungo immobili poi la riccia si staccò:

-Dovresti riposarti un po', abbiamo ancora un paio d'ore prima di ripartire. Sta tranquillo rimango io qui a sorvegliare.-

-Sicura ? -

-Certo. - sorrise lei -Ora vada a letto Potter e la smetta di replicare o mi vedrò costretto a togliere dei punti alla sua casa- disse imitando Piton e facendo ridere di gusto Harry.

 

Sotto le coperte il bambino sopravvissuto pensava al ragazzo che aveva conquistato il cuore dell'amica.

-Come si chiama ? E' un mago o un babbano ? Va ad Hogwarts ? Lo conosco ? Di che casa è ? Lei piace a lui ? Si è già dichiarato ? Si sono già baciati ? Hanno anche fatto altro ? O mio dio, Harry che vai a pensare ?! Be' se fosse così vorrebbe dire che lei è già fidanzata e non mi ha detto niente ma magari l'ha detto a Ginny che non mi ha mai parlato di fidanzati di Hermione quindi anche la mia ragazza me lo ha nascosto. - Stava impazzendo avrebbe voluto lasciare che Hermione gliene parlasse di sua spontanea volontà ma non ce la faceva più ad aspettare doveva parlarne con lei e chiederle spiegazioni. Alla sua “sorellina” piaceva un ragazzo e lui non lo sapeva, vi rendete conto ?! Roba da matti !

 

-Dobbiamo dirlo a Theo !- esclamò Blaise alzandosi dalla sedia su cui era seduto di fronte al biondo e appoggiandosi con le mani alla scrivania. Avevano discusso tutta la notte ed erano entrambi facilmente irritabili e nervosi.

-Bla, non che io non mi fidi di Theodore ma non voglio che lo sappiano troppe persone. -

-Sì, sì ti capisco ma come ben sai la mia famiglia sta piuttosto alla larga da tu-sai-chi mentre i Nott sono più informati sulle decisioni e sulle future mosse. Sai che lui non ci tradirebbe. - disse guardando gli occhi grigi dell'amico.

 

Theodore Nott arrivò a Malfoy Manor poco più tardi e dopo essersi seduto su uno dei divanetti che arredavano la camera del compagno Serpeverde e aver bevuto un bicchiere di Whisky Incendiario ascoltò ammutolito le confessioni dei due amici.

-Per la miseria !- esclamò stupito dopo che il racconto fu finito – Ehi Bla, avevi ragione a dire che la Mezzosangue aveva saltato la lezione di Piton perché era con Draco. -

-Sì, eravamo nel ripostiglio delle scope sai... quello del secondo piano dove nascondevamo le bottiglie per i festini e stavamo....-

-Draco ! Te lo dico per l'ultima volta: tieniti per te quello che fai con la Granger. Che tu ci creda o no non mi interessano i particolari. - lo riprese Zabini rosso in volto per aver quasi sentito per la seconda volta confidenze sulla Grifondoro.

-A me si però. - intervenne l'altro sorridendo.

-Spiacente Theo: niente racconti erotici o al bambino si potrebbe bloccare la crescita. - disse Draco indicando Blaise con la testa e sorridendo complice all'altro per poi lasciarsi andare contro lo schienale del divanetto verde-argento. E già: verde e argento erano questi i colori che, insieme al nero, dominavano la stanza; a partire dalla scrivania con la sedia girevole, all'angolo dove si trovava il bancone con ogni tipo di alcolico possibile ed immaginabile, ai due divanetti con il tavolino, al soppalco dove si trovava il grande letto a baldacchino e due porte: una che portava al guardaroba, l'altra al bagno non sprovvisto di una doccia nella quale ci sarebbero potute stare cinque persone, una vasca che sembrava piuttosto una piscina e l'idromassaggio in cui Draco aveva desiderato poter stare con la sua Mezzosangue.

-Passando a cose serie, ricordati che hai fatto un patto tangibile Theo e non puoi parlare di quello che ti abbiamo detto con nessuno. - il giovane Malfoy calcò di proposito l'ultima parola.

-Per chi mi hai preso Dra ?! Sai che non vi pugnalerei mai alle spalle.- aveva usato un tono offeso ma nessuno ci fece caso.

-Allora ?!- lo spronarono all'unisono.

-La situazione è complicata. Voi-sapete-chi ha annunciato giusto ieri che vuole che le ricerche si concentrino sulla Granger. -

-Per quale motivo ? Insomma non sarebbe meglio per lui avere Potter ?- Draco era sorpreso e non capiva questo cambio di rotta.

-Vuole ancora Potter, ma la Granger è il cervello del gruppo quindi senza di lei la distruzione degli horcrux si blocca e inoltre sa che lo sfregiato non esiterebbe ad andare a riprendersela. E' stato chiaro, ha detto testuali parole “Portatemi la Mezzosangue viva o morta e ve ne sarò riconoscente”.- il silenzio cadde nella stanza. Theodore e Blaise guardavano l'amico aspettando una qualche reazione. Draco invece aveva gli occhi bassi, riempì nuovamente il suo bicchiere di whisky incendiario e con una lentezza quasi disumana se lo portò alla bocca per berne il contenuto.

-Qualche idea ?- chiese guardando alternativamente i due amici. Blaise scosse il capo: non gli veniva in mente nessuna scusa plausibile per far allontanare il biondo improvvisamente.

-Io un'idea ce l'avrei. - disse Nott sporgendosi in avanti verso gli altri Serpeverde.

 

-Theo, tu... sei... un genio, questo piano è perfetto - sorrise Draco.

-Be' sì... hai ragione. - annuì Theodore

-Ma che modesto !- lo prese in giro Zabini

-Spiacente, la modestia non è nel mio DNA. -

Il piano di Theodore era fantastico: Draco si sarebbe proposto per andare segretamente alla ricerca di Potter e la Granger con la scusante che da solo avrebbe dato sicuramente meno nell'occhio, senza parlare che il Signore Oscuro aveva molta fiducia in lui.

 

-Herm, ti devo parlare. -

-Certo, dimmi tutto Harry. - Sorrise Hermione chiudendo il libro che stava leggendo e facendo posto al moro sulla coperta per terra.

-Chi è che ti piace ?- la ragazza rimase spiazzata, insomma era inevitabile che prima o poi glielo chiedesse ma non si aspettava che sarebbe stato così diretto.

-Mi dispiace Harry ma non posso dirtelo. - si scusò

-E tu ti aspettavi che lei te lo dicesse così, come se nulla fossa ?! Mi avevano detto che eri intelligente Potter. Se non te l'ha detto prima perché dovrebbe dirtelo ora alla prima occasione ?-

-Va bene.... va ad Hogwarts ?-

-Andava -

-Era di Grifondoro ?-

-No -

-Lo conosco ?-

-Sì -

-Eravamo amici ?-

-Direi conoscenti piuttosto.-

-Conoscenti ?! Quelli erano e sono tuttora nemici, non riuscivano a stare nella stessa stanza senza insultarsi o puntarsi la bacchetta alla gola !-

Harry sembrò rifletterci un momento poi annuì:

-D'accordo ora andiamo però. - sospirò alzandosi.

 

Riddle Manor metteva i brividi solo a vederlo figuriamoci a entrarci !

-Mi raccomando Dra, sii freddo e deciso non devono sospettare nulla. - Nott si era appena smaterializzato fuori dal casato con Malfoy e Zabini. -E smettila di mangiarti le unghie, si vede lontano un miglio che sei agitato !-

-Senti non ci posso fare un cazzo, non riesco a entrare lì dentro e parlare della mia ragazza come se mi fosse indifferente. -

-Lo sappiamo che è difficile... - intervenne Blaise -Ma deve sembrare che non te ne importi nulla se vuoi rivederla presto sana e salva. - Il biondo annuì:

-Ok entriamo subito però che se ci penso troppo mi viene l'ansia. - poi iniziò ad incamminarsi verso il portone d'ingresso seguito dagli altri due.

-Sai pensavo che da te questa frase non l'avrei mai sentita. - sorrise Theo.

 

-Mio signore. -disse Draco inchinandosi mentre gli amici ascoltavano la conversazione in silenzio al fondo del salone.

-Oh che sorpresa Draco, cosa ti porta qui senza preavviso ?- sibilò l'Oscuro

-Vorrei che lei approvasse una mia idea. - rispose freddo alzandosi in piedi e dopo aver ricevuto il segno di andare avanti continuò -Vorrei partire per cercare anch'io Potter e la Granger... da solo- dalla sua faccia non trapelava nessuna emozione mentre Voldemort di sistemava meglio sulla poltrona dove era seduto, stupito per ciò che aveva sentito.

-Giovane Malfoy, saprai bene che ci sono già molti Mangiamorte sulle traccie dei due. -

-Questo è vero ma se mi permettete di partire da solo sicuramente darei meno nell'occhio. Non metto in dubbio l'operato dei vostri uomini ma ad Hogwarts ho imparato a prevedere le loro mosse e penso che perciò avrei una possibilità in più di trovarli e batterli. - spiegò diplomaticamente. Seguì un breve silenzio che fece credere al biondo d'aver fallito.

-Mi hai convinto ragazzo ! Fai come credi, hai il mio appoggio. -

-Grazie Merlino, Salazar, Godric, ecc. – pensò Draco tirando mentalmente un sospiro di sollievo.

-Ovviamente mio signore nessuno deve saperlo. -

-Ovviamente, ovviamente. Ora vai. - concluse congedandolo.

 

Mentre Harry e Hermione vagarono tutto il giorno, discussero e cercarono qualsiasi indizio che poteva portarli a capire come distruggere gli horcrux che sembravano immuni a qualunque tipo di magia a Malfoy Manor tre ragazzi stavano festeggiando...

-Fantastico Draco !-

-Già sei stato grande !-

-Sì, sì... ma c'è un altro piccolo problemino. - disse Draco sedendosi nuovamente su un divanetto della sua camera.

-Cioè ?!- chiesero in coro i due

-Ora ho la Sua benedizione ma come li trovo ?!-

-Non hai detto che l'anello...- Blaise fu interrotto

-L'anello mi porta da Hermione solo se lei gira il suo tre volte.- sbuffò il biondo

-Non penso che resisterà ancora troppo tempo senza vederti... tranquillo ti chiamerà presto- sostenne il moro

-Lo spero. - mormorò di risposta.

-Wow... attenzione, attenzione il nostro principe delle serpi non è più sicuro del suo fascino. - risero Theo e Blaise

-Ah state zitti. - disse Draco lanciando agli amici un cuscino.

 

Harry stava leggendo appena fuori dalla tenda quando sentì il suono di un singhiozzo strozzato così entrò dentro per controllare che Hermione stesse bene. La ragazza si rigirava nel sonno e il moro pensò che dovesse avere un incubo così si avvicinò lentamente al letto ma si bloccò quando Hermione iniziò a parlottare:

-Sta... attento, ti... ti prego. - si accucciò e scorse il profilo della strega che incurvò le labbra in un lieve sorriso -anche... io... ti amo... Draco- il ragazzo sopravvissuto sgranò gli occhi

-Ti amo... Draco ?! Oh, mio dio. Non è possibile devo aver sentito male ! Però questo spiegherebbe il motivo per cui lei lo difende sempre. Da quanto va avanti questa storia ?-

-Herm...- la scosse lui -Hermione !-

-Harry, che c'è ?!- chiese la ragazza stropicciandosi gli occhi e alzandosi a sedere. -Cosa è successo ?-

-Tu sei innamorata di Draco Malfoy ?- chiese incredulo.

 

 

 

 

 

*SPAZIO AUTRICE*

Questo capitolo è centrato principalmente su Draco che finalmente grazie ai due amici ha trovato il modo per allontanarsi e correre dalla sua Mezzosangue.

Ma non sa dove si trova.

Chissà quanto tempo ci metterà Hermione a chiamarlo ?!

E cosa dirà ad Harry che ormai ha scoperto che a lei piace Draco ?!

Questa scoperta ha fatto rimanere il povero Harry così: *_*

ma presto ascolteremo le spiegazioni di Hermione.

Ringrazio tutte le persone che recensiscono, quelle che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite, chi legge in silenzio e chi ha appena scoperto questa mia folle Dramione.
Un bacio a tutti / e

 

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Capitolo 6
*** 6. Il Primo Incontro ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

6. IL PRIMO INCONTRO

 

-Tu sei innamorata di Malfoy ?- chiese incredulo.

-Oddio, ora che gli dico ?! Non posso mentirgli e guardarlo negli occhi: se ne accorgerebbe. -

-Io...io non... - Hermione non sapeva cosa dire, si trovava in difficoltà così si morse il labbro e annuì semplicemente con la testa.

-Oh Herm, mi dispiace. - l'abbracciò lui dispiaciuto.

-Gli dispiace ?! Ma cosa diavolo ha capito ?! Oddio, forse crede che lui non ricambi i miei sentimenti. -

-No, non hai capito. - scosse la testa sciogliendosi dall'abbraccio -Harry, io e Draco stiamo insieme. - Stavolta era il ragazzo sopravvissuto a non sapere cosa dire.

-Vuoi... vuoi dire che lui è... è innamorato di te ?- balbettò Harry. Hermione annuì nuovamente.

-Cazzo! Mr. Ho-le-manie-per-il-sangue-puro-Malfoy si è messo con una mezzosangue nonché regina dei Grifoni e mia migliore amica. Che ragazzo contraddittorio!-

-Mi dispiace Harry. Mi potrai mai perdonare ?- il mago rimase spiazzato.

-Herm all'amor non si comanda. Non che io sia entusiasta che tu abbia scelto proprio Malfoy e sappi che non diventeremo mai e poi mai amici, ma non posso farci niente. - sospirò

-... - silenzio

-Non ti sta usando, vero ?-

-Oh no Harry te l'assicuro. Lui è molto diverso da come appare in... pubblico. -

-Mi fa un po' strano immaginarlo come un tipo carino e rispettoso nei tuoi confronti... Posso chiederti una cosa ?-

-Certo tutto quello che vuoi, Harry. -

-Prometti di dirmi la verità. -

-Prometto, ora dimmi cosa vuoi sapere. -

-Te l'ha regalato lui... l'anello ?-

-Sì. - Harry scoppiò a ridere -Si può sapere cosa c'è di così divertente ?- sbuffò lei scocciata.

-Sapevo che non te l'aveva regalato quel... aspetta come l'avevi chiamato ? ... a si: Daniel. -

-Cosa.... Come ? -

-Come fa un babbano a regalarti un anello magico ?- e così anche la ragazza rise con l'amico:

-Hai ragione, ahahahahah..... non ci avevo pensato... -

 

Draco era partito da un solo giorno. Vagava per i boschi della Scozia trasfigurando qualsiasi cosa gli servisse. Non si era portato dietro niente, voleva essere pronto quando lei l'avrebbe chiamato e sperava con tutto se stesso che avvenisse prima possibile.

 

-Harry, qualcuno ci sta osservando. - Erano davanti alla tomba di Lily Evans e James Potter e siccome era la vigilia di Natale Hermione aveva trasfigurato una ghirlanda. Harry Potter si girò verso la chiesa dove scorse una vecchietta che li guardava e quando questa si voltò e iniziò a camminare verso la parte opposta rispetto a dove si trovavano loro, la inseguirono.

Hermione aveva i sensi allerta: non si fidava nemmeno un po' di quella Matilda. Stava tremando come una foglia e non per il freddo, anche se quella notte l'aria era piuttosto pungente. Quella vecchia era molto sospettosa si era fatta seguire e li aveva fatti entrare in casa senza dire una sola parola.

-Perché ?- si domandava la ragazza.

La donna si rivolse ad Harry parlando in serpentese.

-La preferivo quando stava zitta. - Poi la vide salire al piano di sopra seguita dall'amico.

Hermione ne approfittò per entrare in una piccola stanza dov'erano impilati alcuni libri e altri oggetti.

Aveva la nausea e si sentiva terribilmente debole ma d'altronde era comprensibile visto che non mangiavano un pasto che possa dirsi tale da giorni. Bevevano molto caffè in quel periodo, soprattutto da quando Ron se n'era andato e dormivano tutti e due meno per fare i turni di guardia. Ma ormai il suo non era più quel sonno profondo e beato, era diventato quasi una specie di dormiveglia: si svegliava a qualunque minimo rumore inoltre quel medaglione che portavano al collo non li aiutava per niente. Si iniziavano a vedere i primi segni di cedimento come i riflessi che non erano più buoni o l'attenzione che faticava mantenere mentre leggeva.

Qualcosa di bagnato e umidiccio le cadde sulla mano, rivolse lo sguardo al soffitto in legno e vide una grande macchia di... sangue.

-Harry! - urlò catapultandosi fuori dallo stanzino dove si trovava e salendo le vecchie e cigolanti scale due/tre alla volta.

Al posto di Matilda trovò un serpente che sembrava molto Nagini.... anzi era sicuramente Nagini e quella era tutta una trappola nella quale loro era ingenuamente caduti ingoiando anche l'esca e il galleggiante.

 

Draco nel frattempo stava camminando in cerca di Hermione sbuffando. Era la vigilia di Natale e aveva fortemente sperato di passarla con la sua bella. Invece era lì tutto solo.

-Cazzo Hermione, giuro che questa te la faccio pagare ! Sono passati due mesi da quando sei partita e tu ancori non mi cerchi, ma come fai ?! Io sto morendo dalla voglia di riabbracciarti. Dovevo fare l'incantesimo in modo che mi potessi smaterializzare da te senza che tu mi chiamassi. Ah, ma giuro che ti aspetta una bella sfuriata quando ti rivedo, cara mia. Sì, sì vedrai per la prima volta un Malfoy veramente incazzato. Merlino ora parlo anche da solo ! Cielo come sono caduto in basso. -

 

Dopo aver raccolto le loro bacchette si erano letteralmente gettati giù dalla finestra e Hermione li aveva smaterializzati per aria.

La smaterializzazione però comporta un grande impegno fisico e mentale, inutile dire che bisogna anche essere molto precisi non a caso i bambini non si smaterializzano mai da soli perché è molto facile spaccarsi. Ed è proprio quello che accadde...

Harry si alzò barcollando e si guardò intorno prima di sentire dei singhiozzi. Hermione gli dava la schiena ed era distesa a terra riversa sul fianco destro tenendosi con entrambe le mani la gamba destra completamente sfigurata dal ginocchio in giù. Era diverso da quando era successo a Ron, questa volta le ferite erano molto più profonde ed Hermione aveva già perso molto sangue.

-Accio dittamo. - ma non arrivò niente al bambino sopravvissuto -L'hai usato tutto per Ron ?- chiese alla ragazza che si stava contorcendo per il dolore. Lei annuì incapace di parlare.

-Merlino, che posso fare ?- poi il suo sguardo cadde sulla mano sinistra della giovane coperta di sangue dove c'era... l'anello.

 

*INIZIO FLASHBACK*

 

-Sai se dovessi essere in difficoltà o se avessi voglia di vederlo devo solo girare l'anello tre volte. - sorrise Hermione

-E lui arriverà ?- chiese Harry sorpreso

-Sì, grazie al suo anello... è simile al mio, sono quei suddetti anelli gemelli così lui sa dove sono e si può smaterializzare da me. -

 

*FINE FLASHBACK*

 

-Merlino non avrei mai creduto che nella mia alquanto movimentata vita avrei mai dovuto chiedere aiuto a Malfoy. Ma devo farlo per Hermione... sì almeno questo glielo devo. -

-Herm dammi la mano... -ma la strega alzò quella destra così lui scosse il capo -L'altra mano .- girò lui l'anello tre volte per lei sperando che funzionasse lo stesso.

 

Draco si era fermato a riposarsi seduto su un masso quando il suo anello da oro bianco qual'era divenne giallo, quel giallo brillante come il sole in un caldo pomeriggio d'estate... Hermione lo stava chiamando. Finalmente ! Quanto aveva aspettato prima di rivederla. In quel momento si dimenticò della fame e del freddo

che l'assaliva quella notte, niente aveva più importanza tranne lei.

Ma il sorriso si spense sul volto di Draco non appena la vide. Era distesa per terra, coperta di sangue con gravi ferite alla gamba destra e accanto a lei c'era lo sfregiato che tentava di calmarla.

-Che cazzo è successo Potter ?- la solita voce fredda e tagliente fece voltare il bambino sopravvissuto.

-Malfoy si è spaccata e.... sta perdendo sangue. - disse mettendosi una mano sporca tra i capelli.

-Ma non mi dire Potter, non l'avevo notato !- esclamò sarcastico inginocchiandosi accanto ad Hermione e scostandole un ricciolo ribelle che le cadeva sulla fronte. -Herm... Herm sta tranquilla andrà tutto bene. Ci sono io qui. - dopo si tolse la camicia per usarla per fermare l'emorragia ma quando la strinse attorno alla gamba della ragazza questa urlò.

-Ssh... lo so che fa male che se non lo faccio il sangue non si ferma. - le baciò dolcemente la fronte per poi rivolgersi duro ad Harry -Non startene lì impalato sfregiato e fa qualche incantesimo di protezione... non penso tu voglia avere qualche visita indesiderata. -

Harry era sbalordito. Mai aveva visto il Serpeverde così dolce e premuroso con qualcuno. Herm aveva ragione: era proprio diverso dal Draco che si prendeva gioco di loro a scuola.

Dopo un po' di silenzio Harry parlò:

-Quando vuoi Malfoy la tenda è pronta. -

Il biondo non rispose; passò una mano dietro la schiena della strega che ormai si era addormentata, indebolita da tutto il sangue perso, e l'altra sotto le gambe alzandola lentamente. Una volta dentro l'adagiò lentamente su un letto attento a non svegliarla e a non toccarle le ferite ancora doloranti.

Poi si diresse verso la parte della tenda dove c'era il tavolo con le panche e la insonorizzò prima di voltarsi verso Potter:

-Come cazzo ti è saltata in mente l'idea di esporla così tanto ? E poi tu saresti San Potter... hai presente ? ... quello che dovrebbe salvare il mondo magico. Salazar, ti prego dammi la forza per non prenderlo a pugni. - sospirò portandosi indietro i capelli che, liberi dal gel, gli ricadevano scomposti sulla fronte -Dovreste portarvi sempre dietro una boccetta di dittamo, ha rischiato di dissanguarsi. -

-Io... e tu come fai a sapere del dittamo ? -

-Legilimazia. - rispose semplicemente come se fosse ovvio.

-Come hai osato leggermi nella mente ?! - sbottò il Grifondoro.

-Non rivolgerti a me con quel tono Potty perché se fosse accaduto qualcosa alla MIA ragazza ti avrei ammazzato con le mie mani e ti assicuro che sarebbe stato molto lento e doloroso... in confronto quello che medita per te il Signore Oscuro sembrerebbe perfino piacevole. - sibilò freddamente.

Harry vedendo il biondo trasfigurare un calderone e alcuni ingredienti chiese:

-Eh ora che stai combinando Malferret ?-

-Preparo una pozione per Hermione se le ferite si infettano può venirle la febbre molto alta, meglio prevenire. Un paio di giorni e potrà tornare a camminare. -

-Sì ma non si potrà smaterializzare. -

-Ringrazia questo sfregiato o io e lei non saremmo qua adesso. - una frase, dieci parole ma una voce più sicura che mai che quella sera riuscì a far sentire Harry fuori luogo ma anche fortunato.

*SPAZIO AUTRICE*
Ciaoooooooooooo =)
Allora bella gente come va ? Io tutto bene. 
Allora in questo capitolo Draco e Hermione si incontrano finalmente... alleluia !!!

Ringrazio tutte le persone che recensiscono, quelle che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite, chi legge in silenzio e chi ha appena scoperto questa mia folle Dramione.
Un bacio a tutti / e

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Capitolo 7
*** 7. Di Nuovo Insieme ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

7. DI NUOVO INSIEME

 

La vista di Hermione la notte prima era offuscata dalle lacrime ma l'aver sognato anche solo la sua voce le aveva dato la forza di andare avanti. Sorrise a quel pensiero portandosi il braccio sinistro a coprirsi gli occhi ancora chiusi.

-Ti fa molto male ?-

-No, non posso aver sognato, questa era la SUA voce! - Si alzò a sedere di scatto sul letto aprendo gli occhi e la testa iniziò a girarle.

-Herm sta giù, hai perso molto sangue. - sospirò dolcemente prendendola per le spalle e facendola stendere di nuovo.

-Draco. - Hermione socchiuse gli occhi.

-Sono qui. - le sorrise lui. Poi le avvicinò alle labbra una fialetta che conteneva una pozione mentre con l'altra mano le teneva la testa e le spiegò brevemente -E' per la gamba così le ferite non si infettano e non ti sale la febbre. -

-Dio Draco ha un gusto orribile. Più amaro del veleno. - tossì dopo averne bevuto un sorso. Il ragazzo rise divertito:

-Che ti aspettavi succo di zucca ?- la ragazza non rispose ma lo abbracciò annusando quel suo inconfondibile odore di menta e tabacco poi una domanda le saltò in mente così si stacco da lui:

-Che ci fai qua ? Se ti scoprissero oppure…. -

-Non ti preoccupare. Mi sono fatto mandate da tu-sai-chi in missione. -

-In quale missione ? Potrebbe essere pericoloso e....-

-Herm gli ho semplicemente fatto credere che vi venivo a cercare. E poi ci sono Blaise e Theodore che mi coprono le spalle. - disse prendendole il viso tra le mani e baciandola dolcemente impedendo alla ragazza di replicare.

In quel momento entrò Harry Potter facendoli staccare:

-Come stai Herm ?-

-Oh, io sto bene non preoc... - fu interrotta da Draco che intervenne prontamente quasi non aspettasse altro mantenendo ancora salda la presa sui fianchi della ragazza.

-Sarebbe stata maglio se tu non l'avessi portata nella tana del lupo e non l'avessi fatta buttare dalla finestra obbligandola a smaterializzarvi in pochi secondi e facendola spaccare. - il biondo usò un tono freddo e tagliente.

-Draco ! - lo riprese Hermione

-Perché non ci hai portato Lenticchia in casa di quella pazza, eh ?- urlò alzandosi dal letto dove era seduto.

-Ron se n'è andato... - sospirò Harry – Più o meno un mese fa. - Hermione si fece subito scura in volto perché si sentiva colpevole del suo allontanamento. -Forse involontariamente io gli ho dato qualche speranza. - si ritrovava a pensare ogni tanto.

-Cos'è successo con la donnola, Hermione ?- chiese notando il cambiamento di umore nei suoi occhi.

-Abbiamo avuto un... piccolo dibattito. - disse senza guardarlo negli occhi.

-Che genere di dibattito ?- ma la ragazza teneva gli occhi bassi e non rispondeva -Non alzarti e cerca di riposare. -concluse baciandole la fronte e sistemandole i cuscini in un chiaro invito a dormire. Subito dopo uscì dalla tenda e tirandosi dietro un non poco stupito Harry per un braccio.

-Cos'è successo con quel frocio del tuo amico ?- chiese abbassando la voce.

-Ti assicuro che se tu sapessi cos'è successo non lo chiameresti più frocio... anzi. - rispose piccato.

-Ha provato a baciare Hermione?! - Draco era stupito

-Dio non ci ha provato con lei per anni e lo fa proprio ora ?! Complimenti lenticchia, bel tempismo. - pensò

-No, cioè... l'ha baciata ma ha anche provato a... ad approfondire. -

-Eh tu questo lo chiami approfondire ?! -

-Cazzo Malfoy, smettila di leggermi nella mente. E comunque hai ragione ha sbagliato ma non sapevamo che lei fosse fidanzata con te. -

-Si ma lei l'ha respinto, lui doveva starsene fermo e buono e ficcarsi quelle manacce sai dove ?! - sbuffò mettendosi una mano nei capelli poi continuò -Dovremo almeno spostarci di un paio di chilometri. -

-Ma Hermione…. -

-Lo so che non può camminare. La porterò io. - Non lasciò al moro tempo per replicare perché sparì subito dopo dentro la tenda.

-Come ha fatto ad addormentarsi con tutto il casino che hai fatto qua fuori ?- chiese il Grifondoro dopo aver seguito il biondo.

Draco lo guardò ghignando colpevole e Harry capì: la pozione che lui le aveva somministrato era anche soporifera per ciò si era rapidamente addormentata infischiandosene degli stramazzi là fuori.

-Lo sai che non ne sarà contenta, vero Malfoy ?-

-Lo so. Ti ricordo che stiamo insieme e che tu ci creda o no oltre a rotolarci tra le lenzuola parliamo anche. - Harry divenne rosso a causa l'imbarazzo: non si aspettava tutta questa schiettezza ma il biondo continuò non curante -L'ho fatto per il semplice motivo che è ancora troppo debole e ha bisogno di riposare se vuole guarire il prima possibile. - detto questo si girò prendendola tra le braccia e sorrise quando la ragazza gli passò le braccia intorno al collo accoccolandosi contro il suo petto.

 

Camminavano più o meno da mezz'ora e avevano già percorso qualche chilometro quando...

-Se vuoi la posso portare io per un po'. -

-Potter, sono in grado di portare in braccio la MIA ragazza... soprattutto ora che non so quant'è dimagrita calcolando che sono chissà quanti giorni che non mangia un pasto completo. - rispose Draco aspro continuando a camminare e a guardare dritto davanti a se.

-Ci tieni davvero a lei ?- il biondo a quelle parole si fermò voltandosi a guardare il bambino sopravvissuto che era qualche passo dietro di lui.

-Non pensi che io l'abbia già dimostrato quanto tengo a lei ? Ricordati che non è stupida, mi avrebbe lasciato un anno fa se non fossi stato sincero. -

-Un anno fa ?! State insieme da un anno ?- chiese il moro incredulo. L'altro fece cenno di sì con la testa.

-Come è successo ?-

-Non te l'ha detto la tua amichetta ?-

-Lei non mi ha detto proprio niente. Non mi avrebbe detto neanche che state insieme se io non l'avessi scoperto. -

Si erano seduti a parlare dopo aver lanciato qualche incantesimo di protezione. Harry su un masso mentre Draco appoggiato con la schiena contro il tronco d'un albero e stringeva con le braccia un' Hermione ancora addormentata seduta affianco a lui.

-E sentiamo come l'avresti scoperto ?-

-La bella addormentata nel bosco parla nel sonno. -

-Sul serio ? Non lo sapevo. -

-Be' neanche io a dire la verità lo sapevo. -

-Ehi aspetta... bella addormentata nel bosco ?-

-E' una favola babbana, Dra. - era appena un sussurro ma entrambi i ragazzi lo sentirono.

-Come ti senti Herm?-

-Mi scoppia la testa grazie a te. - disse portandosi la mano che prima stringeva la camicia del ragazzo sulla fronte.

-Grazie a me ?- chiese il biondo.

-Non fare il finto tonto, Draco. So benissimo che mi hai propinato una pozione soporifera e giuro che se lo rifai un'altra volta ti schianto quanto è vero che mi chiamo Hermione Granger. -

-Jean. - s'intromise Harry

-Cosa ?- si voltò verso l'amico

-Ha ragione Potter, il tuo nome è Hermione Jean Granger, avevi dimenticato Jean. - disse sorridendo angelicamente e ricevendo così un'occhiata tra il divertito e il rimprovero dalla strega.

-Da quando voi due vi siete coalizzati contro di me ?- chiese nel mentre si massaggiava le tempie.

-Se vuoi ti posso dare una pozione per... -

-Draco, veramente... so quanto tu sia un abile pozionista ma preferirei non essere la tua cavia per... vediamo... il prossimo secolo. - sbottò staccandosi da lui e cercando di mettersi in una posizione più ritta possibile per quanto le condizioni glielo permettessero.

-Scoperto qualcosa sul medaglione ?- Draco spostò lo sguardo interrogativo da Hermione ad Harry non capendo a cosa la fidanzata si riferisse.

-Niente purtroppo. Ho letto e riletto fino all'ultimo livello del libro standard degli incantesimi, ma quelli neanche gli fanno il solletico. - sorrise amaro

-Quella è pura magia nera. Ormai inizio a dubitare che riusciremo a distruggerlo usando dei semplici incantesimi di magia bianca che si trovano su libri di testo scolastici... - sospirò stancamente -sarebbe stroppo facile. -

Draco le passò un braccio attorno alle spalle cercando di darle almeno un po' di conforto, poi parlò:

-Qualcuno mi spiega di cosa state parlando ?!- non aveva usato un tono irritato o alterato, la sua era una voce seria e... piatta, sì piatta, perché come spesso faceva non aveva lasciata trapelare le sue emozioni. Hermione appoggiò la sua testa, che sentiva pulsare fortemente, sulla sua spalla.

-Abbiamo trovato un horcrux. - Harry deglutì, lo sguardo basso.

-Ma è fantastico. - sorrise Draco cercando gli sguardi felici dei due, che contro ogni sua previsione, non trovò. -Dovreste essere felici... che sono 'ste facce da funerale ?-

-Non sappiamo come distruggerli. - sussurrò lei contro la sua spalla mentre cercava di reprimere i singhiozzi che stavano nascendo.

-Herm ?- le accarezzò i capelli cercando di consolarla -Herm dai non preoccuparti... un modo si trova sempre. -

-No. Non è vero... tu sei solo un bugiardo... - si scostò malamente da lui allontanandosi, le lacrime scorrevano lungo il contorno del viso e ormai lei non cercava neanche più di trattenerle. Draco non l'aveva mai vista così, quella non era la sua Hermione, non capiva cosa le fosse preso, perché stava urlando in quel modo ?

-Non troveremo un modo, non riusciremo mai a distruggerli, non vinceremo mai contro Voldemort e i Mangiamorte e sai cosa succederà ?-

-Hermione smettila. Non devi neanche pensare queste cose. - s'impuntò Harry

-Che cosa non devo pensare ? Non devo pensare che moriremo ? Perché, non forse vero ?!-

-Togli il medaglione. - disse Harry mentre si avvicinava a lei a carponi.

-Ho detto togliti subito quel medaglione, Hermione. Ora. - Urlò ancora.

La ragazza ubbidì e appena se lo fu slacciato Harry glielo tolse velocemente dalle mani.

-Meglio ?!- chiese comprensivo.

-Sì. Scusa, Draco. -

-No. Non è niente, tranquilla. - rispose in tono dolce avvicinandosi a lei e cingendola in un abbraccio.

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Capitolo 8
*** 8. Battibecchi Serali ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

8. BATTIBECCHI SERALI

 

Tra una parola e un'altra si era fatta sera. Draco ed Harry si erano alleati per far andare Hermione a dormire.

-Andiamo ragazzi non ho mica quattro anni, posso benissimo stare sveglia a fare la guardia per un po'. -

Ma Draco ed Harry non la pensavano così e scossero la testa in segno di dissenso:

-Hermione, va a letto - disse pacatamente il biondo appoggiato dal Bambino-che-è-sopravvissuto.

-Ma voi due non eravate nemici ? A momenti vi preferivo quando vi puntavate le bacchette alla gola, almeno non mi trattavate come se fossi un'ammalata. -

-Herm, non per contraddirti... sai che non lo farei mai, insomma sei tu il cervello del gruppo... ma, in questo momento, tu SEI ammalata. - controbatté Harry.

-Ma... -

-Hermione, adesso basta !- Draco si alzò in piedi con fare autoritario -Va a letto. Subito. -

-Sì. Papà. - sputò arrabbiata mentre si alzava da terra e si dirigeva zoppicando dentro la tenda.

-Sai... -iniziò Harry poco dopo -...ho sempre creduto che, siccome Hermione è una persona testarda, orgogliosa... -

-Sì, sì... taglia corto Potter. - lo interruppe Draco sedendosi accanto a lui.

-Ho sempre creduto che per lei ci volesse un tipo tosto che... che... che si faccia ascoltare ecco. -

-Mi stai dicendo che io sono il tipo di ragazzo che avevi sempre immaginato al fianco della tua migliore amica, Potty ?-

-E no eh. Io sto solo dicendo che per Hermione ci vuole uno con un carattere più forte del suo, per tenerla buona. -

-... -

-Da quello che ho visto sai importi alla sua testardaggine quindi questa è un punto a tuo favore, ma niente di più sia chiaro. -

In risposta il biondo rise:

-Potty, Potty, Potty... Potty. -

-Malfoy conosco benissimo tutti i nomignoli che mi hai affibbiato, arriva al sodo. -

-Be' dovresti saperlo. -

-Che cosa ?-

-Che nessuno, e ripeto nessuno, può andare contro la mia volontà. Neanche una bellissima, testardissima, Grifondoro, Mezzosangue che, a quanto pare, non trova niente di più interessante che contraddirmi. -

-Cosa...?- ma Draco di era già alzato spedito ignorando ogni domanda del ragazzo che lo seguì subito dopo.

Draco si fermò sulla soglia incrociando le braccia. A Harry sembrava leggermente contrariato e ne capì il motivo dopo aver seguito il suo sguardo. Una certa Grifondoro di nostra conoscenza se ne stava comodamente seduta sul suo letto a gambe incrociate e stava studiando contemporaneamente due libri aperti davanti a lei, appuntandosi ogni tanto qualche parola che riteneva importante su un quadernino che teneva sulle gambe.

Quando Draco tossì la ragazza alzò lo sguardo e lo salutò con un semplice:

-Ciao. - prima di chinare nuovamente la testa sui fogli ingialliti.

Draco si avvicinò a lei con passo felpato sotto lo sguardo di un divertito Harry Potter.

-Posso chiederti una cosa miss so-tutto-io. -

Hermione tornò di nuovo a guardarlo e, infastidita per quell'interruzione, sorvolò su quel nomignolo che non le era mai piaciuto.

-Dimmi Draco. - gli concesse.

-Bene, io mi chiedevo... tu sei la studentessa più intelligente di Hogwarts no ?! -La ragazza annuì. -Allora Hermione cara, vuoi per favore dirmi cos'è che non capisci nella frase “va' a dormire” ?! -

-Niente. -

-E allora perché non mi hai ubbidito ?!-

-Per prima cosa Draco caro – rispose usando la stessa parola con cui lui l'aveva chiamata prima -io non sono il tuo elfo domestico e non puoi obbligarmi a fare qualcosa che non voglio. -

-... - Draco la guardò in cagnesco e aprì la bocca per ribattere ma non fece in tempo

-Seconda cosa io ho fatto quello che mi hai chiesto. -

-Ma se... -

-Ti ricordi cosa mi hai chiesto, Draco ?-

-Certamente. Ti ho chiesto di andare a dormire. -

-No. - sorrise lei divertita

-Potter... -

-Harry – disse voltandosi verso l'amico che li guardava dall'entrata della tenda -Non è forse vero che Draco mi ha chiesto di andare a letto ?!-

-Com'era quel detto babbano ??? Ah sì: 'Tra moglie e marito non mettere il dito'... be' loro non sono sposati ma mi sembra più opportuno tenermi alla larga perché, non so voi ma a me, questi due quando si arrabbiano sembrano un tantino... come dire, pericolosi !- così Harry decise di battere in ritirata:

-Avete sentito ?-

-Cosa ??- ringhiarono all'unisono i due.

-Un... rumore. Meglio che vada a controllare... ah ma voi non preoccupatevi, state pure tranquilli. - rispose precipitandosi fuori dalla tenda quasi avesse paura che questa potesse esplodere da un momento all'altro.

-Che razza di idiota !- sputò acida Hermione mentre il Serpeverde con un colpo di bacchetta fece sparite i libri e protestare la riccia:

-Ehi ! Così non vale... ero distratta. -

-Ma la casa di Codric Grifondoro non era... aspetta com'è che diceva... ah sì: 'culla dei coraggiosi e dei nobili di cuore' ?!- disse riferendosi a Harry e ignorando le lamentele della fidanzata.

-Giuro che questa me la paghi. -

-Dovrai metterti in fila, tesoro. Sono in molti che l'hanno già detto prima di te. - sorrise sarcastico.

-Ah ah ah, davvero divertente Draco. -

-Tornando a noi...-

-Uhm...- si lagnò la ragazza.

-E non sbuffare. - la riprese prima di continuare -Ora te lo ripeto per l'ultima volta e questa volta non ci sarà modo di fraintendere le mie parole. - fece una piccola pausa come per avvalorare la sua affermazione poi riprese -Va. A. Dormire. -

-No – rispose lei con non calanche.

-Dai Herm ti prego, fallo per me. - sospiro buttandosi a sedere ai piedi del letto e coprendosi la faccia con le mani. Hermione parve intenerita da uno di quei gesti così umani che raramente aveva visto fare dal biondo nel corso degli anni.

-D'accordo... ma non prenderci l'abitudine e non pensare che farò sempre quello che mi chiederai. - acconsentì.

-Tranquilla quello non mi sarebbe passato mai nemmeno per l'anticamera del cervello. - sorrise guardandola con quegli occhi che tanto lei amava e aveva sognato.

-Draco ?- lo chiamò con un sussurro.

-Dimmi. -le rispose dolcemente spostandole un ricciolo ribelle che le ricadeva sulla fronte.

-Non sei arrabbiato, vero ?-

-Devo risponderti se non sono arrabbiato perché mi hai preso per i fondelli questa sera o perché sei andata con Potter a Goldrick's Hollow? - chiese mentre la sua sua voce si faceva via via più dura.

-Non puoi essertela presa per due cose così stupide. -

-Si invece visto che per una di queste cose così... stupide tu ti sei quasi ammazzata. -

-Dettagli. -

-Dettagli ?!- urlò -Ma ti sei completamente bevuta il cervello ?!-

-...-

-Ora che mi ricordo sono anche arrabbiato per un'altra cosa. -

-Ma non mi dire. - disse allargando le braccia.

-Sono arrabbiato per la tua visita al Ministero. -

-Ah, quello. -

-Come fai a dira 'Ah, quello' ?! Vi siete quasi fatti prendere. -

-... -

-Non fraintendermi, non me potrebbe fregar di meno dello Sfregiato e di Lenticchia mi accontento che non prendano te. -

-... - Niente, Hermione non sarebbe potuta essere più muta di così.

-Sai cosa ?! Sono anche arrabbiato con me stesso perché avrei dovuto portarti via quando ero ancora in tempo. Chissene frega se tu non volevi, un bell'oblivion e vivevamo tutti felici e contanti. -

-... - ancora niente.

-Vostra Altezza Hermione Jane Granger vuole per favore aprire quella sua adorabile boccuccia e farci uscire qualche parolina in modo da non fare sentire il sottoscritto un emerito imbecille perché sta parlando da solo da quasi mezz'ora ?-

-Non capisci niente. -

-Ecco, ti pareva. -

-Se osi ripeterlo un'altra volta giuro che ti farò pentire di averlo anche solo minimamente pensato. -

-Oddio e ora di che cazzo sta parlando ?! Va bene che io sono un legiliment ma non sempre posso capire cosa passa nella mente contorta delle donne. A quale parte del mio interminabile monologo si starà riferendo ?! -

Non riuscendo a trovare una risposta decise di palesare i suoi dubbi:

-Scusa ma... cos'è che non devo ripetere ?-

-Tutto !- urlò esasperata -Non devi mai più ripetere tutto ciò che hai detto poco fa... vattene voglio dormire. - mugugnò sdraiandosi a pancia in giù e affondando la testa nel cuscino.

-Non puoi fare così ! Insomma mi hai fatto penare per... - si fermò come per pensare, poi continuò -per quasi due ore e ora che stiamo parlando mi dici che vuoi dormire. Oh no cara, nessuno si prende gioco di un Malfoy. E adesso chiedimi scusa. - disse con fare birichino mentre iniziava a farle il solletico.

-Ahahahaha... Draco... ti prego... ahahahah... smettila... – disse tra una risata e un'altra.

-Chiedimi scusa e smetto. -

-No... ahahah.... va bene, va bene... scusa. -

-Visto: io ottengo sempre quello che voglio. -

 

 

 

 



*SPAZIO AUTRICE*

Salve Gente !!! Era un po' che non ci si sentiva, eh ?!

Scusatemi per il clamoroso ritardo ma quest'anno ho avuto due materie da riparare e ho dovuto prepararmi per gli esami.

Comunque adesso aggiornerò più spesso: sicuramente almeno una volta a settimana, così mi faccio perdonare :3

Questo capitolo è un po' *_*

diciamo che mi ricorda un po' i capricci che fa il mio fratellino prima di andare a dormire.

Qui Draco è davvero puccioso, non trovate ?!

Ok forse un po' troppo puccioso per essere Malfoy ma comunque mi faceva tenerezza mentre scrivevo.

Nei prossimi capitoli ci saranno novità ed entreranno in scena due nuovi/vecchi personaggi ma i nostri piccioncini staranno insieme ancora per un po'.

Un Super Kiss a tutte le persone che leggono e mettono la storia fra le: preferite, ricordate e seguite; a chi mi ha messo tra gli autori preferiti.

E ricordate che se lasciate qualche recensione non vi crucio mica... forse =D

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Capitolo 9
*** 9. Narcisa e Confidenze ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

9. NARCISA E CONFIDENZE

 

-Siete pronti ?-

-Io sono nato pronto, tesoro. -

-Bastava un semplice 'sì', Malfoy. -

-Troppo scontata come risposta, Potty. -

-Volete smetterla di perdervi in un bicchiere d'acqua ?!- li riprese lei con tono saccente.

-Come è possibile perdersi in un bicchiere d'acqua ?-

-E' un detto babbano, Draco. Solo un detto. - ribatté esasperata la Grifona, mentre il bambino-che-è-sopravvissuto sghignazzava e il Serpeverde incrociava le braccia contrariato.

-Dai andiamo. - sospirò prendendo i due ragazzi per il braccio.

 

-Signora Narcisa. - dissero i due giovani a mo' di saluto.

-Ma quanta fretta. Blaise, Theodore. Perché non vi fermate a prendere un tè con me ?!- Quella di Lady Malfoy sembrava tutto all'infuori di una domanda...

-Ovviamente non accetto un no come risposta. - ecco, appunto.

 

-Mi piace questo posto. - esclamò un Harry piuttosto allegro contemplando la grande distesa di alberi coperti di neve. Draco stranamente non rispose, rimase in silenzio qualche passo indietro ad guardare la sua ragazza che si guardava intorno con fare pensieroso.

Quando Hermione si accorse di essere osservata si voltò verso il biondo e un sorriso anche troppo sforzato increspò le sue labbra. Ma può lui, il principe delle serpi non accorgersi di un tormento interiore così mal celato ?! Ovviamente no ! Scrutò attentamente nei suoi occhi che ricordavano le cioccolate calde bevute di nascosto sulla torre di astronomia, o nella stanza delle necessità, ma quel sorriso spento sembrava proprio non raggiungerli. Ma proprio quando era quasi riuscito a entrarle nella mente lei interruppe il contatto visivo, fondamentale per la legilimanzia.

-E' meglio che io inizi a fare qualche incantesimo di protezione. - sussurrò lei allontanandosi di qualche passo.

-Cazzo. -

 

-Sapete... - iniziò la donna seduta comodamente su un divanetto difronte ai due ragazzi -... mio figlio è sempre stato testardo, voleva fare ciò che voleva e non prendere ordini dagli altri... - sospirò -... forse è questo il motivi delle diverse punizione che subiva da Lucius... ma penso che comunque non abbia capito a pieno quello che suo padre voleva insegnargli... per ciò è partito. -

Gli amici si guardarono negli occhi e inghiottirono a vuoto poi Blaise interruppe il silenzio:

-Be' è questo cosa centra con la sua partenza, signora ?-

-Oh, centra eccome, caro. Vedete lui non è partito per cercare Potter. -

-Co.. come sarebbe a dire ? Certo che è partito per catturare lui... ve... vero Blaise ?- balbettò Theodore Nott

-Ce... certo che è così. -

-No no no. Sono più che sicura che lui sia partito per cercare la mezzosangue... com'è che si chiama ? Granger o qualcosa del genere. - disse muovendo la mano come se la cosa fosse ovvia agli occhi di tutti.

-Oh no, signora Malfoy, non può essere. -

-Oh vi assicuro che l'ho visto nei suoi pensieri quando l'ho salutato. -

Nella famiglia Black non era certo raro trovare abili legiliment e occlumanti, quella dote veniva associata spesso al quel cognome, Black... al contrario a quello dei Malfoy venivano associati straordinari pozionisti.

Lucius Abrax Malfoy, era un uomo esattamente come il resto dei suoi parenti: meschino, calcolatore, approfittatore, razzista e privo di qualsiasi sentimento o attenzione che riguardi altri all'infuori di se stesso.

Narcisa invece era diversa dagli altri Black, da giovane aveva trascorso molto tempo in compagnia di Sirius, che era stato colui di più vicino ad un amico che avesse mai avuto. Ma era più debole di lui, così alla fine acconsentì a sposarsi e a dare un'erede alle casate più influenti del mondo magico. Draco, in realtà avrebbe sempre desiderato chiamarlo Sirius, come il cugino, ma non ne ebbe mai il coraggio neanche di ammetterlo ad alta voce.

-Draco dev'essere fortunato ad avere due amici così a coprirgli le spalle. - pensò poi riscossa parlò:

-Ma Draco è un buon occlumante, quindi non sono riuscita a capire cosa c'è sotto. -

-Be' ma è ovvio. - sorrise Theo risolutivo -Cerca la mezzosangue perché se trova la mezzosangue trova anche Potter. -

-Ma sì sicuro, signora Malfoy, quella è il cervello del gruppo: dev'essere così per forza. -

-Oh be'. Allora avrete ragione voi: non c'è motivo di allarmarsi. - sorrise portandosi a tazza fumante di tè alla bocca.

 

-Herm, possiamo parlare ?- chiese Draco arrivando alle spalle della ragazza che se ne stava comodamente seduta contro un albero poco distante da dove si trovava la tenda.

-Io... - iniziò

-Va pure con lui, sto io qua. - disse Harry uscendo dalla tenda.

Draco porse la mano ad Hermione per aiutarla ad alzarsi poi si incamminarono dietro qualche albero.

-Ma non allontanatevi troppo mi raccomando. - li urlò dietro il bambino-che-è-sopravvissuto.

 

Camminarono per cinque minuti in silenzio poi il Serpeverde si fermò ed appoggiandosi contro il grosso tronco di un pino trasfigurò una sigaretta e l'accese.

-Allora ?-

-”Allora” cosa Draco ?! Sei tu che volevi parlare mica io. - sbottò irritata da quel gesto.

-... -

-Ma tu non avevi smesso di fumare ?-

-Sì me l'avevi chiesto tu, non ricordi ?!-

-Perchè hai ri-iniziato ? E da quanto ?-

-Perchè mi stai facendo ammattire. E da adesso. -

-Io ti starei facendo ammattire ?-

-... - Draco rimase impassibile a fissarla tra una tirata e l'altra.

-Spegnila. -

-Io la spengo se tu mi dici a cosa pensavi prima. -

-Non ci posso credere: tu stai fumando perché sai che io non sopporto il fumo e speravi così di ricattarmi !-

-Allora è vero quello che si dice in giro: che sei la strega più brillante del secolo. - sghignazzo il biondo.

Hermione con un colpo di bacchetta fece sparire la sigaretta dalle labbra del biondo.

-Bene. Se tu hai usato la magia per arrivare a ciò che volevi posso farlo anch'io. -

-E come sentiamo. -

-Hai mai sentito parlare della maledizione “imperium”?!-

-Non ne saresti capace. - lo schernì lei

-Sicura ? Se vuoi possiamo sempre provare. -

Hermione sbuffò e si lasciò cadere appoggiando la testa al pino mentre guardava Draco dal basso.

-Pensavo ai miei genitori. Venivo qua con loro a fare picnic ogni pasquetta, sai è un usanza babbana. Tutto qui, mi è venuta un po' di nostalgia. -

-Herm... io... - non sapeva cosa dire per consolarla. Lei si era già girata dall'altra parte: le lacrime cominciavano a pizzicarle gli occhi ma non voleva piangere.

-Non è solo questo, vero ?- le sussurrò inginocchiandosi accanto a lei.

-Li ho obliviati. - soffiò velocemente.

-Cosa... ? Perché ?-

-Volevo... volevo proteggerli... ma non so se riuscirò a restituirli la memoria, sempre che io sopravviva. -

-Non azzardarti a dire una cosa del genere. -

-Ma... - Draco scosse la testa interrompendola.

-Ascoltami, Herm. Ti prometto che non ti accadrà niente di brutto finchè ci sarò io. E quando tutto sarà finito ti aiuterò io a cercare e restituire la memoria ai tuoi genitori. Ok ?-

Hermione annuì con un debole sorriso dipinto sulle labbra, prima di abbracciarlo e stringersi forte a lui.  







** SPAZIO AUTRICE **

Salve gente, come va ?! Questo cap. non mi convince molto, nel libro e nel film Hermione parla sei suoi genitori con Harry, qua invece ho cambiato visto che c'era Draco. Lo so è terribilmente mieloso e sdolcinato questo momento, spero che non vi sia venuto il diabete.

È entrata in scena Narcisa, l'ho descritta così perché secondo me non assomiglia affatto a Bellatrix, quindi le ho dato un carattere più umano.

Le cose che ho scritto sulla famiglia Black e Malfoy non so se sono vere perchè non mi sembra di aver mai letto niente al riguardo ma speravo di farvi capire un po' di più la situazione famigliare che immagino io.

Il prossimo capitolo sarà meglio ed entrerà in scena un altro personaggio, non vi dico chi è ma forse l'avrete già indovinato.

Un grazie a tutti quelli che hanno letto questo capitolo e che (si spera ) recensiranno.

Grazie anche chi ha letto i capitoli precedenti, chi ha recensito, messo la storia tra: preferite, seguite e ricordate.

E mi raccomando: RECENSITE

  • se il capitolo vi piace: RECENSITE

  • se non vi piace: RECENSITE

  • se è carino ma potevo fare di meglio: RECENSITE

Insomma qualunque sia la vostra opinione RECENSITE

Un bacio e alla prossima =D

 

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Capitolo 10
*** 10. Il Ritorno di Ron ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

10. IL RITORNO DI RON

 

-Malfoy ?-

-... - Niente.

-Malfoy ?-

-... - Ancora niente.

-Merlino Malfoy svegliati !-

Il ragazzo lasciò la mano di Hermione che era sdraiata nel letto accanto, poi lentamente si alzò stropicciandosi gli occhi.

-Cazzo, Potter ! So benissimo come mi chiamo, smettila di agitarti o la sveglierai. - sussurrò ammiccando verso Hermione che, però, pareva non essersi accorta di nulla.

-Fa tu la guardia e controlla Hermione io devo andare a vedere una cosa. - disse mentre si dileguava fuori.

-Questo è tutto pazzo. E poi sarebbe lui che deve salvare il mondo. Mah secondo me svanito com'è l'unica cosa che riuscirà a fare sarà farci ammattire tutti. - pensò. Poi rimboccò le coperte alla Grifondoro, si mise un golf pesante e uscì all'aria pungente della notte.

 

Harry tornò un paio d'ore dopo con appresso una chioma rossa fin troppo conosciuta agli occhi di Draco Malfoy.

Il biondo Serpeverde si alzò in piedi e avanzò lentamente verso le due figure.

Ron non appena lo vide estrasse la bacchetta.

-Malfoy. Cosa vuoi ? Che ci fai qui ?- grugnì.

-Abbassa la bacchetta, Ron. È ok, sta con noi. -

Il rosso a quelle parole rimase a bocca aperta mentre colui che aveva sempre considerato come un nemico parlò:

-Oh guarda, guarda ! Wesleiuccio ha trovato il coraggio di portare qui le sue preziose chiappe dopo essersela fatta sotto ed essere corso da mammina. -

-Sta zitto, Malfoy. - Urlò mentre le orecchie diventavano di un colore scarlatto. -Tu non sai come sono andate le cose !-

-Oh, ti sbagli: io so tutto, tutto. E ti dico un'altra cosa... - sibilò gelido prendendolo per la camicia e scuotendolo -Lascia stare Hermione. Non osare neanche avvicinarti a lei o te la vedrai con me. -

-Ah sì. Dimmi una cosa da quando la chiami “Hermione” che è successo non è più la “Mezzosangue” ?! E poi chi saresti tu per dirmi quello che devo o non devo fare con Hermione ?- sputò acido scansandosi da lui.

-Il suo fidanzato. - la sua risposta era stata veloce e precisa: si era comportato proprio da perfetto Malfoy. Quella dichiarazione detta con quella semplicità arrivò come una sfilettata al cuore del povero Ron.

-No... no. Harry... Harry ma lo senti cosa dice ?! Sta parlando di Hermione, della nostra Hermione. -

-Della mia Hermione vorrai dire. - ghignò accentuando la parola “mia”.

-No. Non è vero. Stai mentendo. - urlò il rosso sconvolto.

-No Ron. Non sta mentendo. È la verità. - si intromise Harry che fino a quel momento era rimasto in religioso silenzio.

-Dov'è Hermione ? Devo parlare con lei. Mi deve delle spiegazioni e... -

-Lei non ti deve proprio niente. - lo interruppe Draco -Te lo ripeto per l'ultima volta Weasley: lasciala stare. -

-Sta ancora dormendo ? -

-Per fortuna sì. Se si fosse svegliata e avesse saputo che tu te n'eri andato a zonzo per la foresta le sarebbe venuta una crisi isterica. -

Harry sorrise di cuore: quella era una semplice constatazione ma gli aveva fatto capire che in realtà Malfoy conosceva la sua amica meglio di quanto credesse.

D'altra parte Ron sembrava un tantino in subbuglio.

-Harry e Malfoy stanno a meno di mezzo metro di distanza e non si sono ancora insultati, non si sono schiantati, non si sono cruciati e non hanno tentato di scannarsi vivi... anzi, stanno scherzando... insieme. No non è possibile. Da quando il mondo gira al contrario e nessuno mi ha avvertito ?- pensò mentre fissava sbalordito i ragazzi di fronte a lui.

 

-Hermione ! Hermione ! -

La ragazza socchiuse gli occhi, successivamente si voltò alla sua sinistra, dove di solito dormiva Draco, ma il letto era vuoto. Si tirò su e uscì all'aria aperta mentre si copriva gli occhi con una mano poiché il sole appena sorto le batteva in controluce.

-Hermione ! - urlò correndole incontro.

-Ssh, Harry. Smettila di urlare, non sono mica sorda. - sussurrò guardandosi intorno prima di tornare a guardare il compagno -Dov'è Draco ?-

-Sono qua. - disse spuntando da dietro un albero.

-E non c'è solo lui. - il bambino-che-è-sopravvissuto sembrava elettrizzato, mancava solo che si mettesse a saltellare sul posto ed Hermione avrebbe pensato veramente che tutta quella situazione lo stesse facendo ammattire. Dopo qualche secondo il ragazzo indicò un punto alla sua sinistra dove c'era...

-Ron !- urlò la ragazza sconvolta rimanendo immobile.

Draco le si avvicinò con una faccia da funerale ed Harry guardava ora l'una ora l'altro i suoi compagni d'avventura con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

-L'hai distrutto. - constatò guardando il medaglione di Regulus Black che l'amico aveva in mano -E come mai guarda caso tu hai la spada di Grifondoro ?-

-È una lunga storia. - intervenne Harry.

Tutto il rimorso che aveva poco prima Hermione nei confronti del rosso si tramutarono in risentimento. Risentimento per averli lasciati soli, per averli soli in un momento come quello, risentimento per essere tornato e aver detto: “Ehi” così, come se nulla fosse.

-Non credere che questo cambi le cose. - sputò voltandoli le spalle.

-Hai ragione: questo non cambia le cose. Ma cambia le cose, invece,il fatto che tu stia con Malfoy. -

Hermione s'irrigidì mentre Draco ed Harry con le bacchette alla mano erano pronti a bloccare ogni tipo scontrò sul nascere.

-La. Mia. Vita. Privata. Non è. Affar. Tuo. - sibilò scandendo bene ogni singola parola senza neanche voltarsi.

-Questa frase me l'hai già detta. -

-Allora vedi di ricordartela. -

 

Erano passati solo un paio di giorni da quando Ron era tornato e la situazione cominciava a diventare pesante per tutti:

Harry temeva che l'amico potesse fare qualche sciocchezza; Ron non si fidava ancora di Malfoy e si divertiva ad ingelosirlo flirtando con Hermione spudoratamente; Draco dal canto suo cercava di allontanarsi da lei il meno possibile e guardando di sottecchi il rosso; Hermione si trovava tra due fuochi: amava Draco ma Ron era ancora suo amico nonostante tutto, inoltre non aveva ancora parlato al Serpeverde del bacio con l'altro e la cosa la rendeva nervosa.

 

Quella notte Hermione si svegliò ansimante, i rimorsi per aver “tradito” Draco, il suo Draco, con Ronald la divoravano. A dir la verità non sarebbe stato neanche da considerare un tradimento perché Ron l'aveva baciata all'improvviso e non le aveva dato scelta, ma lei si sentiva ugualmente in colpa per non averne parlato col fidanzato.

La ragazza si rotolò sul fianco sinistro (Draco dormiva nel letto alla sinistra di Hermione ) e si mise seduta.

-Draco ?- bisbigliò.

-... -

-Draco ?-

-Uhm... - mugugnò lui.

-Draco !- la sua voce era un po' più decisa mentre iniziava a scuoterlo piano.

Il ragazzo socchiuse gli occhi, poi quando vide di chi si trattava si schiarì la voce.

-Herm... Cosa c'è, non riesci a dormire ?-

Lei scosse la testa guardando il pavimento allora anche il Serpeverde si mise seduto con le gambe fuori dal letto, le loro fronti erano così vicine che percepivano il respiro dell'altro.

-Hai... hai fatto un brutto sogno ?- chiese.

-Ti devo dire una cosa. - disse ignorando la domanda dell'altro.

-Ok, spara. -

La ragazza lo guardò accigliata con un sorriso stupefatto sulle labbra.

-Be' non stupirti cara. È un anno che stiamo insieme e sei tu che mi hai insegnato questo lessico da babbanofilo. - disse interpretando la sua faccia.

-Se ti sentisse tuo padre !-

-Già !-

-... -ci fu qualche minuto di silenzio come se ognuno stesse pensando ai fatti propri ignorando l'altro, poi Draco riprese:

-Allora cos'è che dovevi dirmi ?-

-Promettimi che non ti arrabbierai. -

-Be' dipende da te mica da me. -

-Prometti. -

-Va' bene, va' bene... prometto. -

-IoeRoncisiamobaciati -

-Non ho capito. -

-IoeRoncisiamobaciati -

-Cosa ?-

-Avevi promesso che non ti arrabbiavi. - gli ricordò lei.

-Non ho detto ”cosa ?” perché sono arrabbiato l'ho detto perché non ho capito un cazzo. - sbottò lui.

-Io. e. Ron. Ci siamo. Baciati. -

-Vi siete baciati. -

-Vuoi un disegnino ? -

-È per questo che da quando è tornato Lenticchia sei nervosa e intrattabile ?- chiese ancora un po' assonnato.

-No, perché mi è morto il gatto. - rispose. Draco però non aveva ancora il cervello completamente connesso e non comprese quella punta d'ironia nella sua voce.

-Una palla di pelo in meno a questo mondo. - Hermione lo guardò tra l'incredulo e il seccato così lui si affrettò ad aggiungere.

-Be' mi dispiace per Grattacoso ma sai come si dice, no ?! Meglio lui che io. -

-Era ironico Draco ! Grattastinchi è vivo e vegeto e ben lontano dalla morte. - inveì contro il ragazzo.

-Ah. -

-... -

-Tornando al discorso di prima... - disse Draco nuovamente serio -Sapevo già tutto. -

-Tutto cosa ?-

-Che la donnola ti è praticamente saltata addosso. -

-Tu... come... ?-

-Potter. -

-Senti, io... mi dispiace, davvero ! Ti giuro che non volevo baciarlo veramente, non l'ho mai desiderato ! Anzi forse sì ma prima di mettermi con te, molto prima. Cioè sai anche tu che fino a un anno fa mi piaceva ma ora ti giuro che non c'è niente e... -

-Ok, ok ! Frena un attimo. Non devi scusarti. -

-Davvero ?!- chiese incredula.

-Sì. Diciamo che ho visto com'è andata e so benissimo che non lo volevi quel bacio. Quindi è tutto apposto... ovviamente non mi fido molto di Lenticchia e preferirei che tu ti tenessi alla larga da lui. -

-Uhm, uhm. - annuì lei prima di abbracciarlo.

Draco si sdraiò sul letto portandosi giù anche Hermione.

Rimasero fermi così: lui che le cingeva i fianchi con una mano mentre con l'altra le accarezzava dolcemente i capelli, lei appoggiata sul suo petto con l'orecchio che ascoltava i battiti del suo cuore.

Dopo qualche minuto il Serpeverde ruppe il silenzio:

-Vuoi dormire con me ?- le sussurrò all'orecchio.

-Be' se proprio insisti. - gli rispose alzando leggermente la testa per guardarlo negli occhi.

Il ragazzo sorrideva mentre le disse:

-Sono sempre più convinto che il cappello parlante abbia sbagliato a smistarti a Grifondoro, Serpe. -

-Guarda che tra noi due la Serpe sei tu. - ribattè lei poco prima di socchiudere gli occhi.

-Io non ne sarei tanto sicuro... Mia piccola Serpe. - fece lui in un sussurro appena udibile prima di baciarla dolcemente sulla fronte e abbandonarsi a Morfeo.

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ragazzi... domani anche qua in Liguria si comincia la scuola ='(

perché il mondo è così ingiusto ?!

Va be' dai, consolatevi con questo capitolo.

Non so perché Draco ultimamente mi viene più smielato del solito.

Poco male.

Al limite andrete dal medico a farvi scrivere qualche pastiglia contro il diabete.

Avete visto chi è tornato ?! Ron !!! Siete contenti ?

Tanto anche se non lo siete ve lo dovete fare andare bene lo stesso C=

In questa storia cercherò di attenermi a quello che ha scritto zia Jo il più possibile.

Sapete questo che significa ?!

Che tra un po' si va a Malfoy Manor ! Tra due capitoli, precisamente.

Quindi prevedo che non manchi ancora molto alla fine della storia.

Ma devo ancora decidere se fare il prologo oppure se non farlo e scrivere un'altra ff come continuo di questa.

Mmh, è difficile per me scegliere... Datemi qualche suggerimento !!!

 

P.S.: ho postato una one-shot sui pensieri di Hermione nel capitolo precedente.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1268925&i=1

Se ne avete voglia potete leggerla e farmi sapere come vi sembra.

Traduzione nella mia Lingua: Leggetela e recensite o vi crucio !!!

Ahahahahahah, ovviamente scherzo... o forse no. 

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Capitolo 11
*** 11. Draco & Ron ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

11. DRACO E RON

 

Quella mattina li trovò ancora addormentati nelle braccia dell'altro. Erano mesi che Draco non dormiva così bene. Quando era ancora al Manor era sempre stressato e preoccupato per la ragazza; aveva notizie di lei solo attraverso la Gazzetta del Profeta, che non era del tutto attendibile come giornale in quanto controllato da voi-sapete-chi. Ora però non aveva notizie di ciò che stava succedendo a casa sua. Talvolta ascoltavano la radio dove i gemelli Weasley trasmettevano le informazioni per quelli dell'Ordine ma pensava a come stavano sua madre e i suoi amici.

Hermione non aveva dormito molto, come tutte le notti da quando erano partiti. Avere Draco vicino la aiutava, ma molte volte si ritrovava a sperare che tutto quello che stava vivendo fosse solo un incubo e che si sarebbe risvegliata. Poi però ci rifletteva su: se si fosse trattato solo di un brutto sogno non sarebbe stata la fidanzata di Draco !

Dopo poche ore di sonno si era svegliata, il ragazzo dormiva tranquillamente ma quando lei aveva cercato di tirarsi un po' più in su, la stretta di Draco attorno ai suoi fianchi era aumentata. Hermione sorrise per quella mossa e rimase ferma, con la mano destra appoggiata dove si trovava il cuore del suo Principe delle Serpi. Era ancora sveglia quando Ron rientrò nella tenda per farsi dare il cambio da Harry. Il rosso era rimasto qualche secondo a fissarli, i suoi occhi trasmettevano gelosia, risentimento e dolore; poi lentamente si era diretto verso il suo letto, completamente ignaro che due occhi color cioccolato avevano osservato attentamente ogni sua mossa. La ragazza riuscì ad addormentarsi solamente dopo un paio d'ore durante le quali aveva passato pensando a Ron: era stato il primo ragazzo di cui lei si era innamorata, ma da quando Draco era entrato nella sua vita non riusciva più a vedere il rosso come lo vedeva prima. Ora per Ronald provava solamente amore fraterno, nulla di più. Il Serpeverde era entrato nella sua vita prima lentamente, poi in modo sempre più continuato finchè non era riuscito a conquistare passo dopo passo il nobile cuore della Regina dei Grifoni.

 

Quando Hermione aprì gli occhi trovò due pozzi di argento a fissarla con un sorriso a trentadue denti.

-Buongiorno, Principessa* !-

-Uhm... -

-Dormito bene ?- le chiese sornione

-Sì... - mentì lei – Tu ?-

-Straordinariamente bene. - le rispose prima di baciarla dolcemente sulle labbra.

La riccia scivolò via dalle sue braccia e si avvicinò al letto di Ron. Il rosso dormiva profondamente così lei si sedette sul bordo del letto e gli mise una mano sulla spalla.

-Ronald ?-

-... -

-Ron, svegliati. -

-Hermione. - appena aveva visto la ragazza così vicina a lui un sorriso ebete gli era apparso in volto.

Draco fissava la scena con una smorfia che comprendeva disgusto, disapprovazione e gelosia. Harry che era entrato in quel momento nella tenda gli andò vicino ridendo.

-Andiamo Malfoy, non mi dirai che sei geloso del fatto che Hermione svegli Ron. -

-Io non sono geloso. Ma quello ha più braccia di una pianta Tentaculum e bisogna tenere gli occhi aperti. -

-Ahahahah. -

-Che c'è da ridere, Sfregiato ?-

-Sai Malferret, non avrei mai immaginato che tu saresti stato innamorato di Hermione, e adesso sei qui, geloso e iperprotettivo contro tutto e tutti. Ahahah -

-Potty, smettila di ridere, è una cosa seria. Ascoltami bene: non voglio che Hermione rimanga mai più sola con Lenticchia, sono stato chiaro ?!- sibilò

-Ahahahah... -a quel punto Harry rise ancora più forte -Andiamo Malfoy, neanche foste sposati. Ahahah. -

-Su questo ci sto lavorando, Potty, non temere. -

Harry a quella frase si zittì e fissò il Serpeverde come se avesse appena visto un Nargillo in persona. Allora fu la volta di Draco di ridere, o nel suo caso, di ghignare.

-Malfoy, non puoi fare sul serio. Insomma è troppo presto, lei... lei è ancora troppo piccola per... -

-Andiamo Sfregiato, non ha mica cinque anni, siamo maggiorenni tutti e due, sai ?! E po la conosco benissimo, forse anche meglio di te e di Weasley e sono sicuro che mi dirà di sì !-

-Si ma... -

-Draco, Harry ! Siete sordi per caso ? È un quarto d'ora che vi chiamo, si raffredda il tè. - Sbraitò la ragazza dalla parte della tenda allestita a mo' di cucina.

 

-Eccomi, mio signore. - disse il Mangiamorte inchinandosi.

-Ci sono novità, Lucius ?- chiese l'uomo dalla faccia di serpente.

-Abbiamo la figlia di Loovegod, signore. Se Potter e la sua combriccola di amichetti andranno da lui ci avviserà sicuramente, per rivedere sana e salva la figlia. -

-Bene. Buon lavoro, Lucius. Ora va' e avvisami se ci sono novità. - sibilò congedandolo con un cenno della mano.

 

Hermione camminava cinque passi davanti a loro. Era in continua angoscia per Draco: sarebbe bastato un solo passo falso e la sua copertura sarebbe saltata.

-Sei sicura che quel pazzo di Loovegod saprà dirci qualcosa d'importante ? -

-Draco !- lo richiamò Hermione mentre Harry se la rideva sotto i baffi.

-Che c'è ? Che ho detto ? - chiese stizzito

-Il padre di Luna non è pazzo. -

-Se tu un domani mi dicessi che vuoi chiamare nostra figlia Lunatica, io qualche domandina me la farei. - constatò il biondo.

Hermione alzò gli occhi al cielo, Harry scoppiò in una fragorosa risata, al contrario Ron si era irrigidito alle parole “nostra” e “figlia” poste all'interno della stessa frase e dette per giunta da Malfoy.

-Non solo quel bastardo fa il filo alla MIA Hermione, ma si è anche fidanzato con lei e in futuro vorrà anche dei figli... figli uguale a matrimonio. Se la vuole sposare quel brutto stronzo !- pensò il rosso stringendo i pugni tanto da farsi diventare le nocche bianche.

 

-Ecco, ci siamo. - esclamò Harry fermandosi in mezzo a un immenso spiazzo di verde.

Dritta davanti a loro si trovava una strana costruzione che i Loovegod chiamavano casa: era vecchia, dava l'impressione di essere stata abbandonata, e sbilenca, sembrava dovesse cadere da un momento all'altro.

-Harry non pensi che... ?- iniziò Hermione.

-Sì, hai perfettamente ragione. - convenne il moro annuendo.

Ron guardava spaesato gli amici, non capiva il loro discorso, Hermione non aveva neanche finito la domanda che Harry le aveva risposto tutto convinto.

-Ok, tranquillo Ronald. È un sogno, adesso mi sveglio e torna tutto alla normalità: Malferet leva le tende e quei due tornano normali. Quando li racconterò questo sogno sicuramente mi rideranno in faccia. Si si si. Ora chiudo gli occhi e mi sveglio !- pensò il rosso.

Malfoy però lo ridestò dai suoi strambi pensieri esclamando esasperato:

-Volete mettere anche me al corrente delle vostre strategie o devo usare un bel “legiliment” ?-

-Io ed Harry pensiamo che il padre di Luna non debba sapere del tuo doppio gioco. - disse la riccia guardandolo negli occhi.

-Sì, anche se è dalla nostra dalla nostra parte, meno persone lo sanno e meglio è per il momento. - intervenne il bambino-che-è-sopravvissuto.

-Ragazzi ora sì che si ragiona !- esultò Ron -Vattene pure a casuccia da mammina, furetto. Qui non ci serve il tuo aiuto. -

-Ronald Bilius Weasley, che cazzo stai dicendo ?!- ringhiò Hermione mentre Draco gongolava e Harry si metteva una mano sulla faccia pensando:

-Cazzo, Ron. Vi siete appena riappacificati e già te ne esci con le tue conclusioni sbagliate ?! Non imparerai mai come trattare Hermione !-

-Prendi questo. - disse Harry lanciando a Draco il suo mantello dell'invisibilità.

-Che è questa robaccia ?- chiese il biondo.

-Uhm, “robaccia” dice. - bisbigliò Ron tre sé e sé.

-Questo, Dra, è il mantello dell'invisibilità. - gli spiegò Hermione -è grazie a questo che riuscivamo a rubare dalle scorte di Piton, a girare per il castello senza farci scoprire, eccetera. -

-Pensavo fossero solo voci di corridoio. Non sapevo che avevate veramente questo mantello !-

-Mettilo e stacci vicino. - gli intimò Harry prima di voltarsi e proseguire verso la casa del direttore del Cavillo.

 

Ora tutto era chiaro. Quello strano simbolo sul libro di fiabe di Beda il Bardo non significava altro che “I doni della morte”. Ora sapevano cosa cercava voi-sapete-chi: la bacchetta di sambuco, la più potente al mondo.

 

Non appena Loovegod era sceso al piano di sotto con la scusa di preparare dell'altro tè, Draco era sbucato da sotto il mantello.

-Quello non mi convince: sembrava agitato e guardava dalla finestra come se aspettasse qualcuno. -

-Andiamo, Draco. Tu vedresti oscurità anche sul sole. - lo riprese Hermione.

-No, sono serio. Qui c'è qualcosa che non va ! - insistette lui.

-Va' bene, facciamo una cosa Malfoy. Noi ora scendiamo, salutiamo Xenophilius e ce ne andiamo. Ok ?!- convenne Harry pronto a calmare le acque. Il biondo annuì e se ne tornò sotto il mantello.

 

Tutto accadde talmente tanto velocemente che i ragazzi quasi non se ne accorsero. In una manciata di secondi i Mangiamorte attaccarono la casa che cadde a pezzi.

-Voi smaterializzatevi lontani. - urlò Draco mentre con la bacchetta creava un campo di protezione contro gli schiantesimi che rimbalzavano.

-E tu ?- chiese Hermione.

-Farò finta di essere arrivato adesso, tanto Loovegod non mi ha visto quindi mi crederanno. -

-Sta attento. - si raccomandò Harry.

-Sì, sì, ora andate. - detto questo Draco vide i tre smaterializzarsi al sicuro: ora si alzavano i sipari e a lui conveniva ricordarsi bene le sue battute.

 

 

 

*Ho preso questa frase da “La vita è bella” di Roberto Benigni. Adoro quel film e in quel contesto ci stava bene così l'ho inserita C=

 

*** SPAZIO AUTRICE ***

Ciao ragazzi/e

scusate per il clamoroso ritardo, so che vi avevo detto che avrei aggiornato entro domenica scorsa ma non ho avuto tempo perché i prof. mi hanno già riempito di compiti e verifiche dal primo giorno -_-”

Comunque... ho postato questo capitolo dove ci sarà la breve convivenza con Ron e Draco, per il resto non accade nulla di importante.

Nel prossimo però, sapete già cosa succederà !

Vi do solo un indizio: Malfoy Manor.

Ok, basta. Non vi dico più niente tanto avrete tutti letto il libro o visto il film.

Spero di riuscire ad aggiornare entro la prossima settimana ma non vi prometto niente !

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno messo questa storia tra preferite, ricordate e seguite; a chi ha recensito e a chi la sta leggendo in silenzio

Un bacione a tutti =D

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Capitolo 12
*** 12. A Malfoy Manor ***


Chiedo umilmente scusa a tutti per il clamoroso ritardo.

Per farmi perdonare in fondo alla pagina ho messo una sorpresina C=

Ci vediamo sotto, ora vi lascio alla lettura del capitolo!!!

 

 

 

 

 

PER LA VITA CHE VERRÀ

12. A MALFOY MANOR

 

Il trio si era smaterializzato nel bel mezzo di un Pineto. La maggior parte della neve si era sciolta ma qua e là ne rimaneva ancora qualche chiazza e il freddo pungente faceva capire che quell'anno il ritorno della primavera si sarebbe fatto attendere ancora un po'.

Si stavano dividendo per gli incantesimi di protezione e ormai era già troppo tardi quando si accorsero di essere accerchiati da Greyback e dai suoi scagnozzi.

Iniziarono a correre in diverse direzioni tentando di seminarli ma poco dopo Ron venne catturato grazie ad un incantesimo Incarceramus e ad Harry e Hermione toccò la sua stessa sorte poco dopo. Prima di essere raggiunta da loro la riccia riuscì a lanciare una fattura all'amico per evitare che lo riconoscessero, ma questo non bastò.

-Cambio di programma. - ringhiò uno -questi qui non li portiamo al Ministero !-

 

Draco era tornato a casa. Era bastato poco per far credere a tutti che si trovava lì solo perché era accorso al richiamo del marchio. Suo padre gli aveva dato una pacca sulla spalla per dimostrargli che era fiero di lui per ciò che aveva fatto: Draco sapeva che si era meritato quel gesto solo attraverso una bugia, ma non gli importava cosa pensasse lui. Sua madre invece l'aveva guardato con un cipiglio preoccupato: come se volesse leggergli dentro, ma poi l'aveva abbracciato affettuosamente.

In seguito erano arrivati anche Blaise e Theodore che l'avevano sequestrato e riempito di domande non appena la porta della camera fu chiusa.

-Com'è andata ?-

-L'hai trovata ?-

-Dov'era ?-

-Lei sta bene ?-

-E tu ? Tu stai bene ?-

-Cos'è successo a casa di Loovegod ?-

-Che ci facevate lì ?-

-Ora dov'è ?-

-Con Potter ?

-Be' ci sarà anche Weasley. -

-Sì, ma... ?-

-Volete smetterla ! Mi state facendo scoppiare la testa. - li fermò Draco lasciandosi cadere su una delle due poltrone che c'erano in camera sua.

I due si sedettero sul divanetto di fronte e attesero in silenzio.

 

Dopo poco si ritrovarono davanti al cancello di Malfoy Manor. Chi non era abituato a quella vista una volta là non poteva fare a meno di rabbrividire, non per il freddo, ma per la magia nera che il maniero trasudava da ogni parte.

Quella pazza di Bellatrix Lastrange li osservò attentamente e con la bacchetta spostò la frangetta di Harry, dove la cicatrice era ormai scomparsa grazie ad Hermione.

-Chiamate Draco. - sibilò

Nel sentire quel nome il cuore di Hermione aveva perso un battito. Se era lì voleva dire che era riuscito a infinocchiare tutti con la sua storiella e il pericolo per lui era passato. Già: per lui, per i tre Grifondoro no di certo. Aveva anche paura di come il biondo avrebbe reagito vedendola, sperava solo che non facesse qualche sciocchezza per proteggerla.

 

-Draco ?- Narcisa era apparsa sulla porta della camera del figlio. Sembrava turbata, infatti anche se non ne capiva pienamente il motivo sapeva che la notizia avrebbe sconvolto il ragazzo.

-E' successo qualcosa, madre ?- chiese educatamente lui alzandosi dalla poltrona imitato dagli amici.

-Sì, in effetti... ma devi mantenere il controllo. - la sua voce era quella di una madre che si raccomanda col figlio, ma lei non gli stava dicendo: “copriti”, “comportati bene”, “torna presto a casa” o cose di questo genere. In ballo c'erano delle vite: quelle dei tre di sotto e forse anche quella di suo figlio.

-Greyback ha portato dei ragazzi. -

-E con questo ? Io che centro ?- chiese il biondo, non capendo il nesso e iniziando a diventare nervoso.

-Draco, falla finire di parlare. - gli consigliò Blaise diventato serio.

-Credono si tratti di Potter, Weasley e.... della Granger. Ma non ne sono sicuri, vogliono che tu affermi che siano effettivamente loro prima di chiamarLo. -

Nella stanza calò un silenzio surreale Blaise e Theodore guardavano preoccupati l'amico che stava stringendo i pugni conficcandosi le unghie nelle mani quasi fino a farsi uscire il sangue.

-Bene. Allora dite che io arrivo subito. - Era diventato una maschera, sembrava una statua di marmo, come se gli avessero detto: “é pronta la cena, scendi” invece gli avevano appena annunciato: “ehi, la tua fidanzata è di sotto con i suoi due amici deficienti circondata da Mangiamorte, stanno aspettando sole te così poi potranno chiamare il signore Oscuro e farli fuori a suon di cruciatus”.

Narcisa uscì chiudendosi la porta alle spalle, fu allora che Draco parlò.

-E' lei, l'hanno presa. -

-Draco...-

-Cosa le faranno ?-

-Dra...-

-Se osano toccarla anche solo con un dito io giuro che li avadakerizzo. -

-Draco.-

-Giuro che dopo averla portata fuori di qui la strozzo. -

-Draco. -

-No, sono serio. La strozzo con le mie mani quella sconsiderata. Ma dico io cosa le è venuto in mente di fare amicizia con quell'altro deficiente di Potter. -

-Draco adesso smettila. -

-Stupida incosciente figlia di babbani, Mezzosangue secchiona zannuta dei miei stivali. -

-Draco mantieni la calma. -

-Porco Merlino, ora vado giù e la insulto. -

-Draco, calmati dannazione. - urlò Blaise prendendolo per le spalle e scuotendolo.

-Tu non farai proprio niente. -

-Stai scherzando, cosa dovrei fare ? Guardare mentre la uccidono e starmene lì tranquillo a sorseggiare firewisky godendomi lo spettacolo ? No caro mio, se è questo che pensi allora vuol dire che non mi conosci abbastanza. -

-Blaise ha ragione, Draco. - intervenne Theo incolore.

-Grazie, amico. - gli sorrise il moro mentre l'altro lo guardava con gli occhi fuori dalle orbita.

-Cosa ?-

-Ascolta, se tu ora vai lì e ti metti in mezzo sai cosa accadrà ? Che la uccideranno per farla pagare a te che hai “tradito il tuo sangue”.- disse mimando le virgolette con le dita.

-Cosa mi consigli di fare allora, grande genio ?-

-Semplice. Vai giù fai finta di niente, poi quando meno se lo aspettano, quando hanno abbassato le difese, tu ti smaterializzi con la Granger. -

-Ah, sì certo. Mi sembra logico e se ci scappa qualche qualche maledizione senza perdono prima di riuscire a scappare pazienza, dico male ?!-

-Smettila. E fai come ti abbiamo detto. - lo intimarono i due.

-Sì, sì. Certo. -

Il biondo annuì anche se poco convinto poi voltò le spalle ai due pronto alla recitare la sua parte in quella che per lui era diventata una tragedia ancora più tragica di quello che già era, ma Nott lo fermò prendendolo per un braccio.

-Ricordati una cosa, però. Qualsiasi cosa accada tu non ti devi mettere in mezzo fin quando non è il momento di scappare. Capito ?-

-Ma... -

-Non ci sono ma, Draco. Basta un solo passo falso e dovrai parlare della tua Mezzosangue al passato. -

Il biondo deglutì mentre il cuore gli batteva così forte che sembrava volesse uscirgli dal petto. Forse avevano ragione era meglio aspettare il momento migliore per intervenire.

 

Blaise e Theodore seguivano l'amico che scendeva la grande scalinata in marmo bianco talmente lentamente che sembrava stesse camminando a rallentatore. In realtà il biondo sperava soltanto che fosse tutto un grosso errore e che la sua mezzosangue fosse al sicuro da qualche parte, anche se le probabilità che questo accadesse erano pari allo 0%.

 

La prima cosa che Draco vide non appena entrò nel salone fu Hermione stretta dalle ferree braccia di un Mangiamorte con la bacchetta piantata nel collo. Era girata di spalle e non lo aveva visto arrivare ma la sua presenza venne presto palesata dalla sua dolce zietta.

-Oh, Draco! Che piacere vederti, stavamo giusto aspettando te. - trillò Bellatrix con la sua voce snervante.

Hermione si voltò di scatto verso di lui, così come Harry e Ron. La Grifondoro gli accennò un sorriso incoraggiante, sapeva che lui in quel momento era piuttosto nervoso e agitato anche se, come sempre, non lo dava a vedere. Si potevano leggere le sue emozioni se solo si guardava attentamente nei suoi occhi, sembravano due pezzi di ghiaccio sui quali si riflette il sole.

Per andare da Harry Draco le passò accanto e in quei pochi istanti che le era stato vicino aveva avuto paura che il cuore gli uscisse dal petto. Reprimendo la voglia di schiantare quel lurido schifoso che la teneva stretta si allontanò e una volta giunto nel mezzo della sala si fermò mantenendosi però a una certa distanza dal moro.

-Brutto deficiente, rincoglionito, sfregiato, bastardo, cretino, insensibile, incosciente, frocio di un Potty. Maledetti Grifondoro con la loro mania di autolesionismo, maledetto il cappello parlante che l'ha smistata in quella casa, maledetto me che mi sono innamorato di lei e maledetta lei perché è così maledettamente perfetta. - Draco si sentiva come se fosse seduto su un berretto rosso e avrebbe voluto mettersi ad urlare tutti quegli insulti, ma non lo fece. Apparentemente era perfettamente tranquillo e sereno, manca stesse andando a fare una scampagnata.

-Allora ?- lo spronò la sua cara e dolce zietta.

-Io... non ne sono sicuro. - le rispose tentennando un'attimo.

Per un momento Ronald aveva creduto che li avrebbe traditi, che li avrebbe venduti ai Mangiamorte e invece aveva finto di non riconoscere Harry. Forse stava davvero cambiando, forse era veramente innamorato di Hermione. Ma lui sarebbe riuscito a lasciarla andare ?! Aveva sempre creduto fosse l'amore della sua vita ma ora doveva riuscire a non essere egoista e, seppure a malincuore, ammettere che l'importante era che lei fosse felice, anche se questo voleva dire dover sopportare Malferret per il resto della loro esistenza. Be' se gli andava bene non rimaneva loro molto tempo da passare insieme: probabilmente sarebbero morti entro poche ore quindi perché preoccuparsi ?!

-Draco, cerca di capire. - sibilò Lucius arrivando alle spalle del figlio e avvicinandosi al suo orecchio mentre con una mano gli artigliava una spalla. -Se saremo noi a consegnarlo al Signore Oscuro tutto ci sarà perdonato, tutto ritornerà come prima. Hai già fallito una volta, e ti è stato perdonato ma non so se la secondo Lui sarà così clemente. -

Narcisa a quelle parole rabbrividì: non poteva neanche immaginare di perdere suo figlio, l'unica ragione della sua orribile vita. Aveva già perso troppe persone a lei care: prima sua sorella Andromeda, quando aveva deciso di sposare un mezzosangue andando contro i principi dei Black, poi suo cugino Sirius ucciso da una pazza assetata di potere che ormai non assomigliava neanche lontanamente a quella che, un tempo, era la sua sorellina. In un certo senso aveva perso anche lei, Bellatrix; non che fosse mai stata una ragazza dolce e gentile ma da quando Tom Riddle era apparso sul loro cammino l'oscurità sembrava essersi impossessata di lei.

-Lucius. - lo chiamò prendendogli delicatamente un braccio e allontanandolo da Draco.

Il Serpeverde si abbassò di fronte al bambino-che-è-sopravvissuto, inginocchiato a terra, per poterlo guardare negli occhi.

-Che ha fatto alla faccia ?- chiese riferendosi ad Harry mentre pensava:

-Però, complimenti Hermione. Davvero brava, e io che pensavo fosse Weasley quella esperta in fatture. - un vago accenno di ghignò gli appariva sul volto.

-Già, che ha fatto alla faccia ?- ripetè Bella.

-Era già così quando lo abbiamo trovato. - rispose uno.

-Forse si è preso qualche infezione nella foresta. - aggiunse un 'altro.

-O forse no. - replicò la Lestrange -Dammi la sua bacchetta e vediamo qual'è stato il suo ultimo incantesimo. -

Draco si alzò di scatto. Voleva la bacchetta della Granger, ora sì che erano nei guai.

-Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo. Porca Morgana. - stava bestemmiando.

-Ahahah, beccata. - se la rideva Bella.

-Cosa posso fare ? Cosa posso fare ? Stupida Mezzosangue figlia di babbani. L'avevo detto io che dovevamo andarcene da qui. - non sapeva neanche lui perché ora se la stesse prendendo con lei, certo non condivideva appieno le sue scelte però aveva una profonda stima nei suoi confronti. Eppure in quel momento sembrava non potesse farne a meno.

-Pensa. Pensa. Pensa. O cazzo, ora mi sento come quell'orso giallo che mi aveva fatto vedere lei, quello del tele-cartone, Willy, Vinnie, qualcosa del genere. Oh, perché le cellule grigie del mio cervello hanno smesso di fare il loro dovere cazzo ? E perché cazzo continuo a ripetere cazzo ?-

-Quella cos'è ? Dove l'hai presa ?- Bellatrix si fermò di colpo indicando una spada.

-Era nella sua borsa, l'ho trovata lì... Ma adesso è mia. - sorrise quell'imbecille che la teneva in mano. Doveva essere proprio un ritardato: anche un sordo si sarebbe accorto che il tono di voce di Bellatrix era cambiato e ora sembrava una banshee impazzita. Infatti subito dopo quelle parole delle fruste uscirono dalla punta della sua bacchetta e Greyback e i suoi uomini andarono molto vicini dallo essere spellati vivi.

-Via, andate via. E portate i ragazzi nelle segrete, voglio fare una bella chiacchieratina con questa qui. Da donna a donna !- urlò afferrando Hermione per la giacca e sbattendola violentemente contro il muro.
 

 

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ciao ragazzi... come va ?

-sposta la tenda e sporge la testa senza però uscire sul palco per paura che le vengano lanciate le zucche di Halloween, o peggio... i pomodori (questa è una frase un pochino alla Hermione Granger del primo film quando dice: “... io ora me ne vado a letto prima che a qualcuno venga un'altra idea per farci uccidere, o peggio... espellere.”)- però va bene lo stesso C=

Inanzi tutto vorrei chiedervi umilmente perdono per avervi fatti aspettare così tanto.

Sono imperdonabile, non ho scusanti.

Questo è stato il capitolo più difficile che io abbia mai scritto, l'ho rifatto da capo tipo quattro volte perché non veniva come volevo io.

E' vero che sarebbe dovuto essere abbastanza facile visto che come spunto avevo sia il libro che il film ma non riuscivo proprio a farmi un'idea precisa del ritorno di Draco.

Ho provato a mettermi anche nei panni di alcuni personaggi, ma con Draco e Narcisa ho avuto parecchie difficoltà soprattutto perché zia Jo non ha mai fatto una descrizione su quello che sono realmente oltre l'apparenza.

Questo rende il lavoro delle autrici di ff più interessante ma anche più impegnativo.

Spero proprio di non aver deluso le vostre aspettative e prometto che il capitolo 13 lo pubblicherò sicuramente entrò domenica 28 se non prima =D

 

Vi prego di esprimere la vostra opinione (anche negativa) perché veramente è stata la cosa più difficile che io abbia mai scritto.

 

Ringrazio tutti per la pazienza e per farmi perdonare vi metto un piccolo spoiler del prossimo capitolo. Ma non fateci l'abitudine, non capiterà spesso!

 

Il ragazzo si scagliò sulla porta prendendola a calci e pugni. Continuava ad urlare di farlo uscire da lì. Avrebbe preferito essere sottoposto a un centinaio di cruciatus piuttosto che sentire le sue urla ed avere la consapevolezza di non potere fare niente per salvarla da quella terribile tortura.”

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** 13. Fuga da Malfoy Manor ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

13. FUGA DA MALFOY MANOR

 

 

A quelle parole Draco rimase pietrificato, il sangue gli si gelò nelle vene. Vide sua zia sbattere violentemente Hermione contro il muro di pietra. Lei soffocò un lamento, il fiato le si mozzò il gola per il colpo, ma nei suoi occhi la fierezza e il coraggio presero ben presto il posto della paura.

Harry e Ron nel frattempo vennero portati via e a nulla servirono le loro urla che supplicavano di lasciare andare l'amica.

Quando Draco vide Bellatrix prendere un pugnale dalla tasca per metterlo alla gola della fidanzata ebbe solo il tempo di stringere la propria bacchetta tra le mani e prima di riuscire ad alzarla venne bloccato da qualcuno che si trovava alle sue spalle.

Gli sembrava di essere in un terribile sogno: aveva attraversato il corridoio, salito le scale ed era entrato in camera sua ma era stato come se le sue gambe si fossero mosse da sole. Quando la porta della sua stanza gli si chiuse alle spalle Draco riprese il controllo del suo corpo, si girò di scatto pronto ad insultare i suoi amici ma quando vide chi è l'aveva sottoposto alla maledizione Imperium rimase a bocca aperta.

-Tu ?!-

-Chiudi la bocca Draco, non è così che io e tuo padre ti abbiamo insegnato a comportarti !-

Narcisa si accomodò su una poltrona accavallando elegantemente le gambe.

-Effy ?- chiamò.

Un piccolo elfo si smaterializzò immediatamente davanti ai loro occhi inginocchiandosi in segno di rispetto.

-La padrona ha chiamato ? Effy può fare qualcosa per la padrona ?- chiese alzando di poco la testa ma continuando a rimanere piegato.

-Portaci un po' di vino elfico, Effy. -

-Subito, padrona. - rispose l'elfo prima di sparire per poi ritornare subito dopo con ciò che Narcisa aveva ordinato.

-Io non... cosa sta... - Draco non capiva quello che stava accadendo, sembrava tutto così terribilmente surreale.

-Draco, avanti che aspetti ? Siediti !- Nel momento in cui sentì la madre richiamarlo si accorse che Theodore e Blaise si erano già seduti e si scambiavano occhiate tra il preoccupato e lo stupito.

-Smettila di stare lì impalato a guardarmi con quella faccia da Tassorosso e vieni qui. Tanto ora non potresti fare comunque nulla per la Mezzosangue. - Lady Malfoy non aveva utilizzato quella parola come un insulto ma semplicemente come se si trattasse di un comune soprannome. A dire la verità anche il figlio la chiamava così quando era arrabbiato per qualcosa ma mai in tono di beffa o scherno come aveva fatto in passato.

-Non so di cosa tu stia parlando. - Narcisa scoppiò un una fragorosa risata sotto gli sguardi perplessi dei tre ragazzi.

-Oh andiamo Draco. Ho visto benissimo la tua reazione quando ti ho detto che si trovava qui. Con me la maschera non serve a niente, pensavo l'avessi capito ormai. Comunque non preoccuparti: non mi importa che tu sia innamorato di una purosangue, mezzosangue o anche babbana; sai benissimo che questi pregiudizi non mi toccano.-

-Questo vuol dire... ?-

-Sì, Draco. - sospirò scandendo bene tutte le parole come si faceva quando si parlava con un bambino piccolo -Vuol dire che ti aiuterò con la tua amata Granger.-

-Perfetto. - esclamò dirigendosi verso la porta.

-Fermo lì ! Non crederai di andartene di sotto, spero ?!-

-Ovviamente ! Cos'altro dovrei fare secondo te ? Starmene qui tranquillo a sorseggiare champagne ?- chiese sarcastico.

-Non è champagne, è vino elfico. E anche di ottima annata per quel che ne so. - rispose tranquillamente mentre osservava l'etichetta sulla bottiglia.

-Non è questo il punto !- sbottò il biondo. Stava iniziando ad innervosirsi: stava lì a chiacchierare quando invece avrebbe dovuto essere di sotto a proteggere la sua ragazza.

Narcisa alzò le spalle in risposta poi versò un po' di quel “nettare divino” (come diceva Omero nell'Odissea) in un grande bicchiere di cristallo che porse al figlio.

Draco rimase interdetto e la guardò come se gli avesse appena rivelato di essere una babbana.

-Spero vivamente che tu stia scherzando. Ti ricordo che la Mezz... Hermione ora si trova di sotto da sola, senza bacchetta, con quella pazza di tua sorella, non so se mi spiego. - sputò acido.

La donna si girò verso Theodore e Blaise e gli fece un cenno con la testa.

-Che volete farci ?! È risaputo che uno quando è innamorato ha le fette di prosciutto sugli occhi. - anche mentre sussurrava una frase di questo genere la donna non perse la sua classe.

I due si alzarono e il giovane Zabini tirò fuori la bacchetta puntandola in un punto indefinito oltre le spalle di Draco.

-Mi dispiace, amico. Lo faccio per te. - gli disse sorridendo flebilmente.

-Cosa... ?- ancora prima di riuscire a formulare la domanda si sentì lo scattare inconfondibile della serratura.

Draco si voltò di scatto e con un paio di grandi falcate raggiunse la porta. Afferò la maniglia e la girò ma senza alcun risultato.

Girò la testa verso i suoi amici che erano ancora in piedi e lo osservavano preoccupati della sua reazione. Sua madre invece era ancora seduta sulla poltrona ma il suo sguardo era incolore, come sempre del resto.

-Credete che un semplice incantesimo sarà capace di tenermi qui ?!- ghignò col suo solito tono strafottente.

Poi puntò la sua preziosa bacchetta di biancospino conto la porta.

-Alohomora. - niente, non era successo niente.

-Come cazzo è possibile ?- pensò -Ok, Draco, tranquillo, riprova. -

-Alohomora. - ma la porta non si apriva.

Draco si stava seriamente agitando e preso da un momento di rabbia lanciò alla porta uno schiantesimo che però rimbalzo andando a finire sul muro non dopo aver quasi beccato Narcisa.

-Merlino, Draco! Sei impazzito ?- protestò la donna.

-Non sono io è la porta. -

-Stai dando la colpa ad un pezzo di legno ? Santo Merlino sei proprio un Malfoy. -

Il biondo però non colse la provocazione, si era fermato alla prima parte della frase. Un pezzo di legno. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima ?!

-Incendio. - subito nella camera si diffuse un grande odore di bruciato e il fumo offuscò la vista a tutti i presenti che iniziarono a tossire.

-Che cazzo fai ?- sbottò Theodore.

-Se volevi cuocerci tutti affumicati potevi dirlo prima. - gli diede man forte Blaise.

Ma quando tutto il fumo svanì a Draco quasi cadde la mascella: la porta era ancora lì, intatta, senza neanche un graffio.

-Non è possibile !- esclamò -Bombarda. Stupeficium. Incendio. Bombarda Maxima. - niente, nessun incantesimo sembrava funzionare e il giovane Serpeverde in preda allo sconforto lasciò cadere la bacchetta.

E fu proprio in quel momento di puro silenzio che un urlo straziante agghiacciante si diffuse in tutto il maniero.

-No, Hermione. - urlò con tutto il fiato che aveva in gola anche se nessuno avrebbe potuto sentirlo.

-Basta fatemi uscire subito. -

 

Qualche piano più in giù altri due ragazzi stavano soffrendo enormemente a causa di quelle urla.

-Non preoccuparti Harry. Hermione è una ragazza forte. - cinguettò Luna.

Come sempre lei era tranquilla e serena, sembrava fosse sorda e non sentisse quanto stesse soffrendo la compagna.

Il bambino che è sopravvissuto non rispose, era seduto per terra e aveva la testa appoggiata alle fredde pietre di quella prigione. Nella testa gli ripassavano le immagini di tutti i bei momenti vissuti insieme e questo non faceva altro che farlo stare ancora più male per ciò che stava accadendo.

Il rosso invece continuava ad urlare e a percuotere le sbarre come se ciò servisse a qualcosa. In realtà neanche lui sapeva cosa stava facendo. Era perfettamente consapevole che servisse ben altro per buttare giù quelle sbarre ma non riusciva a starsene fermo. Sembrava un leone in gabbia e anche il suo umore non era da meno.

E non era l'unico che stava reagendo male: tra quelle stesse mura, il suo acerrimo nemico stava aveva il suo stesso stato d'animo, anzi... forse stava anche peggio.

 

Il ragazzo si scagliò sulla porta prendendola a calci e pugni. Continuava ad urlare di farlo uscire da lì. Avrebbe preferito essere sottoposto a un centinaio di cruciatus piuttosto che sentire le sue urla ed avere la consapevolezza di non potere fare niente per salvarla da quella terribile tortura.

-Draco, calmati. - il moro cercò di avvicinarsi.

L'amico scosse la testa mentre calde lacrime iniziavano a rigargli le guance.

-Blaise, ti prego. Fammi uscire, ti prego. -

Al Serpeverde si strinse il cuore: non l'aveva mai visto così. Che fine aveva fatto lo spocchioso ragazzino viziato con cui avevano vissuto tutti questi anni ?

Anche Narcisa era rimasta shoccata: non si aspettava una reazione del genere ! Parolacce, insulti, minacce, ma mai avrebbe detto che suo figlio avrebbe supplicato qualcuno... per una Mezzosangue poi ! Provava una gran pena nel vederlo così ma da una parte era felice che, almeno lui, avesse avuto la fortuna di trovare l'amore.

Draco si accasciò per terra e appoggiò l'orecchio alla porta per sentire meglio.

Bellatrix urlava, era fuori di se. Davvero pensava che la spada di Godric Grifondoro fosse nella sua camera blindata ? Ma che cavolo, solo lui e Hermione avevano letto “Storia di Hogwarts” ? Evidentemente sì, perché chiunque l'avesse letta avrebbe saputo che oggetti come la spada non possono appartenere a qualcuno, ma appaiono nel momento in cui se ne ha bisogno.*

Le urla cessarono ma il biondo non se ne accorse, forse perché nella sua testa stavano continuando a rimbombare ininterrottamente.

Narcisa si alzò e si avvicinò al figlio.

-Asciugati quelle lacrime, Draco. - gli intimo passandogli un fazzolettino ricamato.

-Dobby ?-

Un simpatico elfo si smaterializzò davanti ai suoi occhi.

-Ehi, chi si rivede. - esclamò Theodore.

-Belle scarpe. - aggiunse Blaise.

-Grazie. - sorrise lui per poi rivolgersi alla donna -Lady Malfoy ha chiamato ?-

-Sì, Dobby. Dovrei chiederti un favore. -

-Signorino Malfoy sta male ?- chiese vedendo Draco che era ancora per terra contro la porta.

-No, non è niente. Dovresti smaterializzarti nelle segrete. -

-Nelle segrete ?- chiese l'elfo stralunato.

-Sì. C'è Potter con Weasley, la Loovegod e Olivander. Aiutali ad uscire poi torna qui. -

Dobby sparì subito dopo aver sentito nominare Harry e dopo circa cinque minuti tornò nella camera.

-Dobby ha portato la signorina Luna e il signor Olivander a villa Conchiglia. Harry Potter e Ronald Weasley non hanno voluto senza la signorina Hermione. - spiegò velocemente.

Draco aveva ascoltato tutto in silenzio ma a dire la verità non gli interessava niente delle persone che erano nelle segrete, voleva solo prendere Hermione e portarla via da lì.

-Non c'è problema. - sorrise Narcisa all'elfo che sparì subito.

-Blaise, Theodore forse è meglio che voi andiate. Almeno non sarete coinvolti nella cosa e non potranno accusarvi. -

-Non importa. - disse Theodore.

-Sì concordo con Theo, davvero non si preoccupi. -

-No, mia madre ha ragione. Non voglio che voi siate coinvolti; sopratutto tu Theo, i tuoi genitori sono troppo vicini a tu-sai-chi, non te lo perdonerebbero. - intervenne il biondo.

-Ok. Buona fortuna, Dra. -

-Mi raccomando. -

-Narcisa. -

-Arrivederci. -

-Coraggio Draco. Andiamo a prendere la tua Mezzosangue. - gli disse la donna mettendogli una mano sulla spalla.

 

Harry e Ron salirono lentamente le scale e si fermarono sull'ultimo scalino.

Il moro indicò all'amico un punto sulla destra. Vicino alla porta c'era infatti Draco con sua madre. Era immobile, aveva gli occhi rossi e le mani tutte sbucciate ma non perdeva comunque la sua maschera di freddezza.

Harry non capiva cosa stava guardando, poi la vide, davanti a sé. Hermione era distesa sul freddo pavimento. Aveva gli occhi chiusi ed ad Harry per un momento mancò il fiato, sembrava morta ma poi aguzzando la vista si poteva vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente mentre respirava.

Dopo un paio di minuti il biondo si voltò verso di loro e li vide. Si fecero qualche segno, il piano partì quando Bella si avvicinò alla riccia.

-Ritieniti fortunato, folletto. Lo stesso non potrà dirsi per questa qui. -

I due Grifondoro uscirono allo scoperto e duellarono contro Draco e Narcisa. Ma stando un po' attenti si poteva capire benissimo che stavano fingendo: Narcisa non lanciò incantesimi più complicati di un'Expeliarmus, Draco continuava a lanciare schiantesimi contro il muro ed Harry e Ron non usavano le proprie bacchette se non per qualche Protego.

-Adesso basta. -

Tutti si girarono verso Bellatrix che teneva Hermione e le puntava il suo solito coltello alla gola.

-Giù le bacchette. Cissy. - Narcisa raccolse quei pezzi di legno fingendosi indifferente, tanto poi gliele avrebbe restituite.

-Vedo che il nostro Potter è tornato alla normalità. Giusto in tempo per il Signore Oscuro. - sibilò.

Uno strano rumore giunse dal lampadario e catturò l'attenzione di tutti. Dobby stava letteralmente smontando il lampadario. Era incredibile quell'elfo ! Certo, i suoi metodi non erano proprio ortodossi ma funzionavano ugualmente e poi come dicono i babbani 'il fine giustifica i mezzi', no ?!

Accaddè tutto molto velocemente. Bellatrix saltò all'indietro buttando Hermione in avanti. La Grifondoro non si reggeva in piedi a causa delle torture subite e sarebbe sicuramente caduta per terra se Draco non l'avesse presa al volo.

-Cosa stavi pensando di fare stupido elfo ? Volevi uccidermi ?-

-O no, uccidere mai. Solo mutilare o ferire gravemente. - rispose quando ormai si trovava davanti al gruppo di fuggitivi.

-Bravo, Draco. Qualche volta sai anche essere utile vedo. Avanti porta qui la Mezzosangue. - sputò acida in direzione del nipote che si trovava proprio in mezzo alla combriccola.

Ma il ragazzo in risposta strinse maggiormente a se la ragazza e rimase immobile.

-Tu, stupido traditore del tuo sangue. Pagherai per questo. - urlò fuori di sé dalla rabbia.

Draco con un semplice incantesimo Accio prese le bacchette di Harry e Ron dalle mani della madre e finalmente grazie ad una smaterializzazione congiunta riuscirono a fuggire dal maniero mettendosi in salvo.

 

 

 

 

*Non sono sicura che in “Storia di Hogwarts” si parli della spada di Grifondoro consideratelo come una libertà che mi sono presa C=

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ciao raga. Come va ???

So che avrei dovuto postare il capitolo ieri ma per sbaglio l'avevo cancello e ho dovuto riscriverlo.

Non sarà mai come il primo ma spero che vi piaccia ugualmente anche perché è il capitolo più lungo che io abbia mai scritto !

Scusate ma sono orgogliosa di questo e dovevo proprio farvelo notare.

Ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra preferite, ricordate e seguite.

Chi mi ha messo tra le autrici preferite.

Chi ha recensito lo scorso capitolo.

E anche chi sta leggendo questa ff in silenzio.

Spero di riuscire a postare il prossimo capitolo entro la settimana prossima.

Adesso ci saranno quattro giorni di vacanza di scuola e inizierò subito a scrivere (sempre che non mi riempano di compiti).

Ora vado. Sto rileggendo “Harry Potter e il calice di fuoco” per la terza volta circa >.< be' in qualche modo dovrò pur passare il tempo no ?!

Così mi divido tra scuola, Harry Potter e Epf

 

 

P.S.: Siccome non ho molta esperienza mi farebbe molto piacere se qualcuno di voi trovasse un paio di minuti per lasciare un piccolo commentino. Anche una critica, così posso migliorare =D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** 14. Villa Conchiglia ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

14. VILLA CONCHIGLIA

 

Harry aprì gli occhi di scatto per poi richiuderli subito dopo a causa dei raggi del Sole che lo colpivano dritti in faccia. Sentiva la sabbia sotto le dita e il rumore del mare e si chiese dove si trovasse. Poi ricordò e si tirò a sedere guardandosi intorno. Ron era qualche metro più in là, alla sua destra. Si avvicinò a lui e iniziò a scuoterlo prendendolo per le spalle.

-Ron, Ron... Svegliati !-

-Harry... ma cosa... ?-

-Siamo a villa Conchiglia. Non ti ricordi ?-

-Adesso sì. Dov'è Hermione ?- chiese poi spostando velocemente gli occhi da una parte all'altra della costa.

 

Quando si Materializzò a villa Conchiglia Draco non ebbe bisogno di qualcuno che gli dicesse dove si trovava. Dopo un attimo di smarrimento infatti aveva guardato Hermione ancora stretta tra le sue braccia ed aveva capito.

-Hermione. -

-... -

-Herm, svegliati piccola. -

La ragazza aprì lentamente gli occhi e li fissò in quelli preoccupati del biondo.

Aveva una strana sensazione all'altezza dello stomaco e si sentiva intontita, come quando una persona dorme tutto pomeriggio e si sveglia tardi. Il braccio bruciava tantissimo come se stesse andando fuoco, le testa pareva scoppiarle da un momento all'altro e aveva un gran voglia di vomitare.

Un conato le salì su e si rigirò tra le braccia di Draco per allontanarsi. Ma era inutile, il suo stomaco era più che vuoto visto che non mangiavano da giorni, e l'unica cosa che riuscì a sputare fu un po' di saliva.

Il Serpeverde le stava vicino e le teneva una mano sullo stomaco e una sulla fronte accaldata. Quando ebbe finito, si appoggiò a Draco facendo aderire la sua schiena al petto di lui e rimasero in quella posizione per un po'. Arrivarono subito Harry e Ron correndo e si inginocchiarono accanto a loro.

-Come sta ?- chiese il rosso preoccupato.

-Una meraviglia. - sbottò ironico il biondo.

In effetti non aveva proprio una bella cera: gli occhi erano gonfi e arrossati, le labbra rosse, quasi viola, facevano da contrasto con la carnagione molto più pallida del solito, lo sguardo perso e fisso davanti a sé.

-Portiamola dentro. - suggerì Harry interrompendo gli sguardi di fuoco che gli altri due si stavano lanciando.

Si alzarono tutti in piedi e Draco prese Hermione tra le braccia ma improvvisamente sentirono un debole pigolio, come una lamentela.

-Harry... Potter. -

I ragazzi si voltarono e per un attimo rimasero tutti imbambolati e senza parole. Il simpatico elfo domestico che li aveva aiutati a fuggire era ora davanti a loro con le manine nodose strette intorno a un qualcosa che aveva conficcato in pancia.

-Dobby. -

Ad Hermione scappò un singhiozzo che non era riuscita a trattenere. Lei si era sempre battuta per i diritti di quelle povere creaturine magiche e vedere Dobby in quello stato la shoccava. Spostando lo sguardo più in basso riconobbe il manico del pugnale che pochi minuti prima Bellatrix le aveva puntato alla gola e le vennero i brividi pensando che potrebbe esserci stata lei al suo posto.

-Malfoy portala dentro. - sussurrò Ron con lo sguardo ancora fisso sull'esserino.

-No. - piagnucolò lei -Ti prego non adesso. -

-Dobby, Dobby ascoltami. Tu ce la farai. - cercava di convincerlo Harry che si era inginocchiato e lo teneva tra le braccia.

-Nella mia borsa c'è... c'è del dittamo. - ricordò Hermione cercando di trattenere le lacrime.

-No Herm. Non ce n'è. Non ce n'era neanche quando tu ti sei spaccata. - le sussurrò Draco cercando di calmarla.

-No, non è vero. Deve essercene ancora un po'. - trillò lei.

-Provate a guardare. Non possiamo lasciarlo morire così!- supplicò Harry.

-Ma Harry... la borsa l'abbiamo lascia a Malfoy Manor. - disse ancora Ron.

-Merlino, fate qualcosa per favore. Non può finire così. Ron... Draco tu sei bravo con gli incantesimi forse... - li pregò la riccia

-Non c'è più niente da fare. - disse scuotendo la testa e stringendo maggiormente Hermione a se.

-Che bel posto... è stare... insieme agli amici. - pigolò l'elfo prima di chiudere gli occhi per l'ultima volta.

Le lacrime cadevano silenziosamente sulle guance di Harry, Ron gli aveva messo una mano sulla spalla per confortarlo. Più indietro Hermione singhiozzava stretta a Draco.

-Voglio seppellirlo... Per bene, senza magia. - disse Harry dopo qualche minuto.

-Forse prima è meglio portare Hermione dentro. -

-No, voglio aiutarvi. Per... per favore. -

 

Bill e Fleur li raggiunsero seguiti da Luna che poco prima li aveva aiutati a portare dentro il signor Ollivander, che era conciato piuttosto male, e Unci-Unci.

Trasfigurarono delle pale che Harry, Ron e persino Draco utilizzarono per scavare quella che sarebbe stata la tomba di Dobby.

In un'altra circostanza ci sarebbe stato da ridere: Draco Lucius Malfoy, quello spocchioso ragazzino arrogante che li aveva reso la vita un inferno con tutte le sue manie di nobiltà, ora era lì a scavare in un metodo assolutamente babbano la tomba per un elfo domestico, anzì, per quello che era stato il SUO elfo domestico. Roba da matti! Eppure quel giorno a villa Conchiglia non si udì neanche una risata, lo scroscio del mare in quel momento sembrava fare da colonna sonora, da sottofondo al loro dolore.

Fu uno dei momenti più tristi e in quel momento Harry pensò a tutte le altre vittime di quella guerra. I suoi genitori, prima di tutto, ma lui non aveva sofferto molto per loro, o almeno non se lo ricordava, non aveva ricordi di loro né tristi, né felici e non poteva sapere quanto fosse doloroso perderli perché avevano fatto parte della sua vita per troppo poco tempo.

Aveva vissuto senza il peso di altre morti fino al quarto anno durante il quale morì Cedric, durante l'ultima prova del Torneo Tremaghi. Ricordava bene il periodo prima di tornare a casa per l'estate, si era sentito in colpa, Cedric non era certo il suo migliore amico e ricordava anche di averlo odiato quando l'aveva visto al ballo con Cho, ma vederlo morire davanti ai propri occhi fu davvero terribile.

Da quell'anno in poi era sempre morto qualcuno.

C'era stato Sirius, o per lui aveva sofferto più che per tutti gli altri, era stato quello di più vicino ad un padre per lui e quando aveva visto la vita lasciare i suoi occhi aveva creduto di morire anche lui per il dolore.

Proprio all'inizio di quell'anno era morta Edvige e ora, ora anche Dobby...

Quando il fosso fu abbastanza profondo da contenere quel corpicino ormai privo di vita si fermarono.

Luna, che teneva tra le braccia il povero Dobby avvolto da un sacco di tela, lo porse ad Harry che lo depositò dentro la buca.

Rimasero in silenzio qualche minuto prima ancora di seppellirlo. Harry iniziò a piangere silenziosamente ma il suo corpo era scosso da violenti brividi.

-Mi dispiace, Dobby. - il suo tono di voce era basso e piatto -Ti... ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati ?- sorrise a quel pensiero -Tu stavi... stavi saltellando sul mio letto e io... io non avevo mai visto un elfo domestico prima d'ora. Sai... Hermione già al primo anno conosceva a memoria tutte le creature del mondo magico. Immagino che qualche volta vi abbia anche nominati ma sai, io e Ron non la ascoltavamo mai quando parlava di libri, a dire la verità non la ascoltiamo troppo neanche ora.- la ragazza in questione sorrise -E ti ricordi la torta che avevi fatto cadere in testa a quella? In quel momento ti avrei ucciso con le mie mani. - il sorriso si spense sul suo volto -Ma sai, nonostante tutto quello che hai combinato al secondo anno non riesco a non volerti bene. Hai sempre cercato di aiutarmi e non sarei qua senza di te, tu mi hai salvato. E io... io non ce l'avrei mai fatta, anche durante il torneo Tremaghi tu... tu hai rubato l'alga branchia per me e ora... ora ci hai aiutati ad uscire da Malfoy Manor e...- la sua voce venne rotta dai singhiozzi -Grazie, Dobby. Mi ricorderò per sempre di te. -

Una lacrima scese lungo la guancia di Draco. Potrebbe sembrare insignificante una lacrima ma il suo valore cambia se versata da una persona come Draco. Anche Hermione se ne stupì: da quando lo conosceva non lo aveva mai visto piangere, allungò la mano per asciugargliela, quando stava per ritrarla lui la prese e vi posò sopra un bacio sorridendole.

Seppellirono Dobby in religioso silenzio e quando anche l'ultimo granello di sabbia fu a posto Hermione con quel po' di forza che le era rimasta trasfigurò un bel pezzo di marmo bianco dove si poteva leggere “Qui giace Dobby, un elfo libero”.

Rimasero a contemplare il sepolcro per quelle che a loro parvero delle ore, ma forse erano solo minuti, o pochi secondi. Sta di fatto che quando si allontanarono fu solo perché un potente e gelido vento aveva iniziato a soffiare e stava alzando i granelli di sabbia rendendo quasi impossibile così la loro vista.

 

Rientrarono in casa quando il cielo stava già iniziando a scurirsi. Fleur fece accomodare Harry, Ron e Luna in salotto dicendo che avrebbe preparato del tè.

Mentre condusse Draco ed Hermione su per le scale fino al secondo piano.

Il suo inglese era migliorato molto e anche il suo carattere, non era più la ragazza piena di sé e superficiale che avevano conosciuto ad Hogwarts il quarto anno.

Aprì una porta e li fece entrare nella camera raccomandandosi di chiamarla se ci fosse stato bisogno di qualcosa.

Era una stanza piuttosto semplice e accogliente. Sulla sinistra c'era un armadio, con coperte e cuscini, dall'altra parte una scrivania in legno di noce, due sedie e una grande finestra con una tenda verde. Proprio davanti alla porta invece c'era un letto da una piazza e mezzo con un lenzuolo dello stesso colore della tenda.

Draco fece stendere delicatamente Hermione sul letto e la coprì con la coperta.

Poi prese una sedia e la portò accanto al letto per sedersi.

-Herm... - sussurrò -... mi dispiace. -

-Per cosa ?- chiese guardandolo dolcemente.

-Per non essere intervenuto. Ero chiuso in camera e....-

-Draco... Draco... - lo richiamò lei -È stato meglio così: se tu fossi intervenuto non avresti ricavato niente. E probabilmente non saremmo neanche riusciti a scappare.-

Il Serpeverde si abbassò e posò le labbra sulle sue in leggero e dolce bacio.

-Stai ancora tanto male?- chiese.

Lei lo guardò interrogativa.

-Guarda che lo so come ci si sente dopo che... insomma, quello. - disse leggermente a disagio rispondendo al suo sguardo.

-Penso di aver capito meglio come funzioni la Cruciatus. Nonostante la lezione di Moody sulle maledizioni sia stata molto esauriente si impara di più sperimentandola che studiandola dai libri.- cercò di buttarla sul ridere Hermione.

-Penso che certe cose sia sufficiente studiarle dai libri. No, sai, non vorrei che ti venisse voglia di sperimentare anche altre maledizioni. -

-Oh, andiamo Draco. Anche io avrei preferito evitare ma è andata così. Anche tu ne hai prese parecchie da piccolo ma non mi sembra che alla fine il risultato sia tanto male!-

Hermione si tirò su e lo abbracciò ma se ne pentì subito. Soffocò un lamento contro la maglietta del ragazzo che però se ne accorse.

-Cosa c'è? -

-Niente. -

-Cos'hai sul braccio? -

-Niente. -

-Hermione fammi subito vedere quel braccio.- le ordinò afferrandole il polso.

Draco le tirò su la manica e rimase pietrificato. Nella c'era una specie di incisione che stava ancora sanguinando un po'. “Mudblood” c'era scritto. Nata babbana. Prima, al manor, non l'aveva notato: dalla sua posizione non si vedeva il braccio e ora era rimasto shoccato. Dei brividi gli percorsero la schiena e alzò lo sguardo sul volto della ragazza.

Gli occhi di lei erano ancora fissi sul braccio e stavano già iniziando a riempirsi di lacrime. Sentendo lo sguardo del ragazzo fisso su di se si ridestò e tentò di tirarsi giù la manica per nascondersi.

-Hermione lascia, davo disinfettarlo. -

-No, no. Non fa niente, Draco, non importa. -

-Sì che importa invece.- ribatté lui seccato -Lascia subito quel braccio.-

-No, Draco. Ti ho detto di no.-

-Hermione.-

-Draco, smettila ti ho detto che...-

-Che cosa sta succedendo? - li interruppe Harry entrando dalla porta.

-La tua amica non vuole farsi curare il braccio.- sbottò il biondo girandosi verso l'interlocutore.

Il bambino-che-è-sopravvissuto osservò attentamente la riccia come se volesse leggerle dentro.

-Non ti preoccupare, ci penso io. - disse al biondo -Tu scendi, Fleur ti ha lasciato da parte un po' di tè. -

Draco si allontanò scocciato e i due Grifondoro sentirono i suoi passi scendere le scale ed entrare in salotto.

Una volta rimasti soli Harry si chiuse la parta alle spalle e si andò a sedere sul letto.

-Herm si può sapere che ti prende?-

-Io... non lo so va' bene?! È solo che non voglio che lui lo veda. - gli confidò.

-Non vuoi che veda il braccio? È per quello che c'è scritto?- chiese.

La ragazza annuì tenendo lo sguardo puntato verso la coperta come se la trovasse inspiegabilmente interessante.

-Oh Herm. Pensavo che l'aveste già chiarita questa questione.-

-Sì, lo credevo anche io. È solo che...-

-Ti ha detto qualcosa?-

-Che? Oh no. Draco non ha fatto niente. Sono io che...-

-Perchè continui a pensarci? Se non è un problema per Draco non vedo perché dovrebbe esserlo per te.-

-Perchè... Harry tu non capisci!-

-Be' aiutami a capire.-

-Bellatrix ha ragione. Io sono una nata babbana mentre Draco... lui potrebbe avere di meglio.-

-Sei tu il meglio per lui.-

-Non voglio che lui rinunci alla sua famiglia per me. Io ho dovuto farlo e so quanto sia difficile.-

-Tu ti stai facendo troppi problemi.- le disse mentre stappava una boccetta.

-È dittamo, me l'ha dato Fleur. Ora ti brucerà un po'.- le spiegò. Hermione annuì, sapeva benissimo cos'è il dittamo, l'aveva usato lei stessa per curare Ron quando si era spaccato.

-Accio garze.- richiamò puntando la bacchetta verso la porta.

Immediatamente una piccola cassetta del Pronto Soccorso volò verso di loro. Lui l'aprì e iniziò a fasciare il braccio dell'amica.

-Parlo sul serio Hermione. Non dovresti farti suggestionare da queste cose. Sai che a Draco non importa.- disse scoccandole un bacio sulla tempia -Cerca di riposarti un po'.- le consigliò alzandosi e uscendo dalla stanza.

 

Quando Harry scese al piano di sotto da una porta aperta vide Fleur intenta a cucinare, quando la ragazza lo vide gli sorrise e disse:

-Sto preparando la cena, tra un po' sarà pronto. Gli altri sono in salotto. -

Harry allora si diresse in salotto.

Bill e Ron stavano chiacchieravano animatamente di qualcosa, Quiddich probabilmente, Luna 'stranamente' parlava di creature inesistenti per il resto del mondo, quali Gorgosprizzi, Nargilli e quant'altro, con un Malfoy piuttosto assente che si limitava ad annuire senza ascoltarla veramente.

Harry si avvicinò a loro.

-Mi dispiace interromperti, Luna, ma avrei proprio bisogno di parlare con Malfoy.-

-Oh non preoccuparti, Harry.- sorrise la ragazza con la sua solita aria sognante -Penso che andrò ad aiutare Fleur in cucina.- annunciò alzandosi dal divano e oltrepassando la porta.

I due ragazzi si appartarono in un angolo del salotto, vicino alla finestra che dava sul mare.

-Ho parlato con Hermione.- disse Harry.

-Non capisco la sua reazione. Forse è arrabbiata con me.-

-No, no. Draco ti assicuro che non è così.-

-E allora perché? Vuoi dirmi quello che ti ha detto, Potty, oppure aspetti un invito scritto e inviato via gufo?- sbottò il biondo.

-Lei ha paura.- sussurrò Harry guardandosi intorno per accertarsi che nessuno sentisse. Anche se erano tutti amici non voleva certo sbandierare ai quattro venti quello che provava Hermione.

-Paura?- chiese lui scettico.

-Hai letto no quello che le ha scritto Bellatrix?-

Il Serpeverde annuì.

-Per quello. Si sta facendo un sacco di seghe mentali e mi ha elencato circa trecento stupidi motivi per i quali tu avresti tutte le ragioni per lasciarla.-

-Cosa?! Che le salta in mente? Io e lei abbiamo già affrontato questo argomento più di un anno fa, quando abbiamo iniziato a frequentarci. Pensavo di essere stato abbastanza chiaro, pensavo che lei avesse capito che a me certe cose non importano.- sbottò offeso.

-Sì, ma cerca di capirla. Ora avercelo inciso sul braccio... è diverso. Ha solo bisogno di essere rassicurata. Perché non vai da lei?- lo incoraggiò.

-Non avrei mai pensato che me lo dicessi. - ghignò.

-A neanche io Malferret. Se qualcuno un anno fa mi avesse detto che tu ed Hermione stavate insieme l'avrei spedito al reparto psichiatrico del San Mungo.-

 

-Toc-toc.- Qualcuno stava bussando alla porta.

-Avanti.- disse la ragazza ancora assonnata stropicciandosi gli occhi.

-Ehi.- sorrise un ragazzo biondo aprendo la porta.

-Ehi.- rispose lei.

Draco richiuse la porta e si avvicinò al letto.

-Ti ho portato qualcosa da mangiare. Stavi dormendo?-

-No, non ci riesco.-

Il Serpeverde posò il vassoio sulla scrivania e si avvicinò a lei per aggiustarle i cuscini.

-Draco.- lo chiamò quando era ancora piegato verso di lei -Mi dispiace. Per prima sai... ho avuto una reazione esagerata.-

Il ragazzo sorrise e si abbassò sulle sue labbra per baciarla. Hermione ricambiò subito il bacio schiudendo le labbra e allacciandogli le braccia intorno al collo.

Si staccarono controvoglia e si guardarono negli occhi continuando a rimanere abbracciati.

-Non preoccuparti, ne riparliamo domani. Dobbiamo chiarire alcune cose.-

Hermione annuì silenziosamente.

-Sarà meglio che tu mangi qualcosa.- disse Draco prendendo il vassoio e sedendosi sulla sedia accanto a lei.

Fleur le aveva preparato della pastina in brodo.

-Mia mamam lo dava a me quando io stavo male.- aveva spiegato.

Anche la signora Granger lo preparava sempre quando la figlia stava male. Ma Hermione si costrinse a non pensare alle cose tristi per almeno un po' di tempo.

Afferrò il cucchiaio e mandò giù un po' di brodo.

Non ebbe neanche il tempo di ingoiarlo che subito un conato di vomito le salì su per la gola.

Lasciò la posata dal piatto e allontanò da sé il vassoio.

-Che c'è?- le chiese.

Lei scosse la testa tenendosi una mano sulla bocca per cercare di calmare la nausea.

Draco prese il cucchiaio e assaggiò la pietanza.

-Che c'è di strano? Certo, Fleur non è una cuoca eccezionale ma non mi sembra così cattivo.-

-Non è il brodo.-

-E allora cosa? Dovresti mangiare ancora un po'.-

-Non ce la faccio, Dra. Mi viene da vomitare.-

-Ok, allora non sforzarti, mangerai qualcosa domani mattina. Cerca di dormire ora.- disse prendendo il vassoi.

-Tu non resti qui?-

-Vado giù, Harry mi vuole parlare. Torno più tardi.- le scoccò un bacio a filo di labbra e la lasciò sola con i suoi pensieri.

 

 

 




 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ciao ragazzi!

Scusatemi, penso di aver cancellato involontariamente questo capitolo da Efp.

La prossima volta starò più attenta.

Che ve ne pare, allora?

A me non sembra niente di eccezionale, ma pensatela così: avrei potuto fare meglio ma anche peggio quindi direi che per questa volta possa andare bene così.

Ovviamente ho cambiato un po' quello che ha scritto zia Row e spero che questo non vi dispiaccia ma ho deciso di dare una mia opinione personale su quello che prova Harry quando muore Dobby.

Il rapporto tra Draco ed Hermione si sta inclinando un po' e ci saranno ancora diversi problemi tra i due ma state tranquilli: avranno un bel lieto fine.

Detto ciò ringrazio tutte le persone che hanno messo questa ff tra preferite, ricordate e seguite e anche chi legge in silenzio.

Se avete qualche commento in proposito a questo capitolo o alla storia in generale sarei lieta di sentirlo.

Un bacio a tutti, ci vediamo domenica con il prossimo capitolo =D

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** 15. Riunioni, Litigi e Chiaramenti parte 1 ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

15. RIUNIONI, LITIGI E CHIARIMENTI parte 1

 

Dopo ciò che il bambino-che-è-sopravvissuto aveva detto, nella stanza era calato un silenzio surreale.

I tre ragazzi erano riuniti in salotto per discutere mentre Bill e Fleur si erano rintanati chissà dove in cerca di un po' di pace.

Draco fissò intensamente Harry negli occhi per cercar di scorgervi un sorriso o un qualche altro segno che mostrasse il suo divertimento. Ma sul suo viso non vi era alcun indizio di beffa o presa in giro.

-Cosa?- chiese.

-Ho detto che...-

-Ho capito benissimo quello che hai detto sfregiato! E spero proprio che tu stessi scherzando.- lo interruppe il biondo.

-Mai stato più serio in vita mia.- esclamò Harry.

-Sei impazzito? Dico ma ti senti?-

-Perchè mai? È un'idea fantastica.-

-Tu sei completamente fuori di testa! Cosa c'era nel tuo succo di zucca? Un concentrato di whisky Incendiario oppure è stata la morte di Dobby a farti evanescere quelle poche celluline grigie che Madre Natura ti ha donato?- sbottò il biondo.

-Oh, andiamo Malfoy.- sbuffò Harry annoiato.

Ron cercò di trattenersi dallo scoppiare a ridere ma quando si rese conto di poterci riuscire cercò di camuffarlo con un colpo di tosse.

-Andiamo Malfoy? Andiamo Malfoy?- ripeté Draco esterefatto.

-Ora stai esagerando. Ammettilo per una buona volta che ho avuto un'idea a dir poco geniale!-

-Questa non è un'idea geniale, è un progetto omicida!-

-Non è vero. Ho soltanto detto che se Hermione prendesse la Polisucco e si fingesse Bellatrix noi potremo entrare nella sua camera blindata alla Gringot e potremo trovare l'horcrux che è lì dentro!- spiegò Harry eccitato per ciò che aveva appena ideato.

-E ti sembra poco? Perché non te la prendi tu la Polisucco visto che ti diverte tanto?-

-Perchè Hermione...- Harry venne interrotto da Draco.

-Hermione, Hermione, Hermione. Sei tu il prescelto, non lei. Hermione non è una macchina da guerra, non può fare tutto da sola. Sai che ti dico Potter?! Se non ci fosse stata Hermione tu a quest'ora staresti già a tre metri sotto terra!- gli urlò contro.

-Sì, forse hai ragione.- concesse Harry irritato e offeso da ciò che gli era stato detto -Ma lei mi aiuterà ad entrare alla Gringot, che tu lo voglia o no!-

-No, non lo farà.- lo contraddisse Draco.

-Sì, invece.-

-Ti dico di no.-

-E io ti dico di sì.-

-Smettila, Potter.-

-Smettila tu.-

-Ehm. Scusate?- li interruppe Ron.

-Che c'è?- ringhiarono gli altri due contemporaneamente.

-Non pensate che sarebbe meglio chiederlo direttamente alla diretta interessata?- chiese leggermente intimorito.

-Ron ha ragione, Malfoy. Herm non verrebbe che decidessimo noi per lei.- convenne Harry.

-Va bene. Ne parleremo con lei. Domani però, ora stimo tutti troppo stanchi.- concluse Draco alzandosi.

-E tu dove vai?- chiese Ron.

-Da Hermione, ovviamente.- rispose tranquillamente.

-Da... da Hermione? Ma poi vai a dormire nella tua camera, vero?- Ron era diventato incredibilmente pallido e stava iniziando a balbettare. Nonostante avesse ormai capito che ciò che lui provava per l'amica era solo amore fraterno era geloso di lei. Un po' come lo era di Ginny. Ma loro erano erano le ragazze più importanti per lui e quello era il suo modo di reagire a situazioni del genere e anche col passare del tempo non sarebbe cambiato.

-Spiacente ma tuo fratello ha esaurito i letti. Potrei anche venire a dormire con te ma sinceramente preferirei evitare.- ghignò andandosene e chiudendo così la faccenda.

 

Draco salì lentamente gli scalini e percorse il corridoio che lo separava dalla stanza. Cercò di aprire la porta il più piano possibile per evitare di farla cigolare.

Hermione si era addormentata ma il suo sonno non era tranquillo, continuava a rigirarsi tra le coperte in preda a qualche incubo.

-Hermione.- la richiamò dolcemente andandole vicino.

La ragazza parve non sentirlo.

-Hermione svegliati.- Draco prese la ragazza per le spalle e la scrollò leggermente per farla svegliare. Lei spalancò gli occhi e si tirò a sedere. Aveva un'aria sconvolta ed impaurita, il suo esile corpo percosso da brividi.

-Ehi. È tutto passato, era solo un brutto sogno. Calmati ora.- le sussurrò all'orecchio abbracciandola forte.

-Va' un po' meglio ora?- chiese mentre le accarezzava dolcemente i capelli.

-Sì, ora sì. Grazie.- mormorò.

-Cos'hai sognato?-

-Niente. Cioè...non mi ricordo.- mentì lei incapace di guardarlo negli occhi.

-Stai mentendo.- l'accusò lui.

-Draco...-

-Perchè non ti fidi di me?- sbottò alzandosi di scatto e iniziando a passeggiare avanti e indietro per la stanza.

-Io... non è che non mi fido di te è che...-

-Che...?- la incalzò lui.

-Che non ho voglia di parlarne.-

-Ok, ora basta.- urlò quasi il Serpeverde.

La riccia lo guardò stralunata non capendo.

-Dobbiamo chiarire questa situazione. E subito anche. Avanti, inizia tu.- la incitò lui.

-Ehm... io... non so che dire.- balbettò lei presa alla sprovvista.

-Dimmi quello che hai detto a Potter.-

-Io... ehi aspetta... come fai a... ?-

-Come faccio a saperlo?- la interruppe.

La ragazza annuì in silenzio.

-Non importa. Voglio solo che tu mi parla e mi esponga i tuoi problemi. Non abbiamo bisogno di Potter che ci fa da mediatore. Non siamo ancora a questo punto e non intendo arrivarci.-

-Quindi vuoi sapere quello che ho detto ad Harry.-

-Esattamente.-

-Gli ho detto che...- alzò gli occhi per puntarli in quelli di lui -che, be', dopotutto Bellatrix ha ragione. Quindi se tu vorresti... se cambiassi idea io... io ti capirei e rispetterei la tua decisione. Non devi sentirti obbligato a... stare con me.- concluse sospirando tristemente.

Draco assottigliò pericolosamente gli occhi e andò vicino alla porta. Per un momento Hermione credette che se ne andasse lasciandola lì da sola.

Ma lui non se ne andò. Puntò la bacchetta verso la porta e sussurrò un Muffliato a denti stretti, giusto per assicurarsi che nessuno ascoltasse la loro conversazione, poi si voltò di nuovo verso la ragazza guardandola in cagnesco.

-Come. Puoi. Dire. Una. Cosa. Del. Genere?- ringhiò -Come? Se tu vuoi lasciarmi non hai che da dirlo ma non aspettarti che lo faccia io!-

-Draco, io... io ti amo, sai che ti amo. Non ti lascerei mai! Ma è proprio perché ti amo che ti dico questo. Io sono solo una Nata-Babbana, una Sangue-sporco. Se tu scegliessi di stare con me dovresti rinunciare alla tua famiglia e io non voglio che tu lo faccia se non te la senti.-

-Hermione...- si sedette sul letto e le prese le mani nelle sue -La mia famiglia... è una merda. Mio padre è una merda, così come tutto il resto dei miei parenti. L'unica a cui voglio davvero bene è mia madre...- venne interrotto dalla ragazza.

-Ecco, vedi. Se...-

-Non interrompermi e fammi finire di parlare prima di trarre le tue solite conclusioni sbagliate.-

-Scusa. Va' avanti.-

-Bene. Stavo dicendo? Ah, sì: l'unica di cui mi importi è mia madre e... lei appoggia questa mia scelta.-

Hermione lo guardò incredula. Se le avesse appena rivelato di essere un travestito probabilmente lei si sarebbe shoccata di meno.

-Tua madre?- chiese scettica -Lady Narcisa Black in Malfoy?-

-Be' sì. Sai com'è, non ho altre madri.-

-Forse non ha capito bene. Oppure tu ti sei spiegato male quando gliel'hai detto.- tentò di trovare una soluzione a ciò che a lei sembrava impossibile.

-Ha capito benissimo invece. È stata lei a darmi una mano a farvi scappare.- rivelò.

-Ah.- Rullo di tamburi, per una volta Hermione Jean Granger era senza parole.

Draco sospirò sonoramente e si passò una mano sul volto stanco.

-Ascoltami bene, Hermione. Io non voglio litigare con te. Dobbiamo restare uniti, soprattutto in un momento come questo, se no sarebbe la fine. Ma per fare ciò che questo avvenga abbiamo bisogno di PARLARE. In una coppia è molto importante il dialogo. Altrimenti finisce sempre così: tu fraintendi, io mi arrabbio ed entrambi diciamo cose che non vorremo dire e che non pensiamo veramente.-

-Sì, hai ragione.- gli sorrise Hermione -Hai mai pensato ad una carriera da avvocato?-

-No. Perché? Credi che sarei bravo?-

-Ahah. Saresti molto bravo. Soprattutto con le parole, sai?! Sai essere molto convincente.-

-Be' sono una serpe. Questo è uno dei nostri pregi: abbindolare le persone e girare le cose a nostro vantaggio. Che ci vuoi fare? La classe non è acqua, come dicono i babbani.-

-Ma senti un po' che borioso furetto platinato. La modestia non rientra nelle tue doti.-

-Mi spiace, devo averla cancellata dal mio vocabolario.-

I due scoppiarono a ridere insieme come non accadeva d tanto tempo oramai.

-Dì un po': non la smetterai mai di chiamarmi così?-

-Assolutamente no, Malferret. Così come tu non smetterai mai di chiamarmi “Frigida Secchiona” o “Mezzosangue Zannuta”.-

-Mi sembra un buon compromesso.- convenne lui.

Hermione lo abbracciò di slancio con una tenerezza disarmante e subito dopo anche lui ricambiò stringendola forte.

La ragazza sprofondò la faccia nella camicia di lui e ispirò il suo buon profumo. Era uno strano misto di menta, whiskì e pergamena nuova.

L'occhio di Draco cadde sulla sveglia che c'era sul comodino facendogli sciogliere l'abbraccio.

-Per le mutande sporche di Merlino, sono già le undici e mezzo.-

-Il tempo vola. Comunque non è così tardi. Non mi risulta che voi a Serpeverde andaste a letto con le galline.-

-Vorrei vedere. Insomma... che schifo! Quegli stupidi uccellacci puzzolenti e incapaci di volare sono inutili e disgustosi.-

Hermione scoppiò in una fragorosa risata trattenendosi la pancia con le mani.

-Merlino, Draco. Ahahahah. Sei un regalo!-

-Be' modestamente.- annuì non capendo l'ilarità della ragazza. -Ma perché ridi?-

-Io non intendevo nel vero senso della parola. “Andare a letto con le galline” è un modo di dire babbano, vuol dire andare a dormire presto.-

-Ah. Certo che 'sti babbani hanno uno strano modo di dire le cose.-

-Già.-

-Be' ora sarà meglio dormire.-

-Dormi qui con me, vero?- chiese lei angelicamente.

-Uhm, non so.- fece il vago.

-Dai, smettila di fare il prezioso.-

-Sì, certo che dormo con te.-

Lentamente si sfilò la camicia e la cintura. Poi quando anche i pantaloni furono aggiunti al gruppo di vestiti sulla sedia e rimase con i soli boxer addosso si sistemò sotto le coperte. Con un veloce movimento della bacchetta spense le luci.

-Draco?-

-Dimmi.-

-Ti amo.-

-Anche io.-

-Anche io cosa?-

-Anche io ti amo, Hermione. Contenta?-

-Sì, ora sì.-

-Bene.-

-...-

-...-

-Draco?-

-Sì?-

-Buona notte.-

-'Notte, mia piccola Mezzosangue rompi boccini.-

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ciao a tutti!!! Allora come va'?

Come promesso eccomi qui con il quindicesimo capitolo di questa ff.

Come avrete notato ho dovuto tagliare questo capitolo perché mi era venuto veramente troppo lungo. Pensate che questa non è neanche la metà.

So che voi avreste preferito che io lo lasciassi intero anche se più lungo

ma vi prometto che a breve posterò anche la seconda parte, prima di domenica sicuramente. Mercoledì forse.

Un bacione e un ringraziamento a tutti quelli che hanno messo la ff nei seguiti, ricordati e preferiti e, naturalmente, a tutti quelli che recensiscono.

Ci vediamo presto =D

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Capitolo 16
*** 16. Riunioni, Litigi e Chiarimenti parte 2 ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

16.RIUNIONI, LITIGI E CHIARIMENTI parte 2

 

Quella notte passò tranquillamente a villa Conchiglia. Su tutti gli abitanti scese un profondo sonno senza sogni. Chissà, forse Fleur aveva messo qualche goccia della pozione Sonnifera o forse erano semplicemente tutti troppo stanchi anche per sognare.

Draco si svegliò con il braccio in cancrena e un cespuglio di capelli sulla faccia.

Questo era il prezzò da pagare per dormire con Hermione ma il ragazzo pensò che in fondo ne valeva la pena.

Fuori dalla finestra un tiepido sole illuminava la spiaggia e rifletteva sul mare.

In altre circostanze sarebbe stato bello quel posto ma in quel momento avevano tutti ben altro a cui pensare: non erano certo lì per una vacanza!

Il Serpeverde si tirò leggermente su e si sporse ad osservare Hermione che gli dava le spalle. La ragazza dormiva ancora profondamente e le sue labbra erano leggermente piegate all'insù formando un vago accenno di sorriso.

Draco sfilò delicatamente il braccio attento a non svegliarla e scivolò via dal letto.

In punta di piedi arrivò alla porta e l'aprì. Guardò il corridoio deserto stando attento ai rumori. Dal piano di sotto qualcuno fischiettava allegramente ma un certo punto si interruppe e si sentì il distinto rumore di un piatto che si frantumava sul pavimento e la voce di una donna che imprecava in francese.

Draco sorrise pensando a quanto fosse cambiata quell'odiosa francesina da quando l'avevano conosciuta al quarto anno.

Improvvisamente una porta si spalancò di fronte a lui. Ronald Bilius Wesley se ne stava lì impalato a fissarlo.

-Ma...Malfoy... sei in mutande!- esclamò arrossendo a vista d'occhio.

-Sì.- rispose il biondo con nonchalance.

-Non dirmi che hai dormito con Hermione conciato così.-

-Ah ah. Come avrei dovuto dormire se no? Con un pigiama come il tuo?- chiese riferendosi a quel vecchio indumento scolorito che, probabilmente, un tempo era stato marrone.

-Con un affare del genere non mi stupisco che tu non ti sia ancora trovato una fidanzata.-

-Be' io ho avuto una fidanzata. L'anno scorso, credo. Poi l'ho lasciata perché mi piaceva un'altra. O meglio credevo che mi piacesse un'altra.- si corresse.

-Hermione!- intuì il Serpeverde.

Ron stava per parlare ma Draco fu più veloce.

-Non mi interessa, Lenticchia, me ne farò una ragione. Per il momento mi accontento che tu ti tenga a debita distanza da lei, diciamo che due metri potrebbero bastare.-

-Non so chi ti abbia riferito quest'errata informazione.- disse Ron facendo l'indifferente.

-Andiamo Lenticchia, lo sapevano tutti a scuola che tu avevi una cotta per la mia fidanzata.-

-Sì, sì, ok va' bene. Ora vatti a vestire prima che si svegli Herm.-

-Oh tranquillo. Niente che lei non abbia già visto.- ghignò facendo diventare la faccia di Ron un unica macchia rossa indistinguibile dai capelli.

-Malfoy.- sbottò lui.

-Weasley.-

-Harry ha detto di scendere in salotto appena siamo pronti. Dobbiamo parlare di quello.-

-Ok, cinque minuti e sono pronto. Ora se non ti dispiace vado a svegliare Hermione e POI mi vestirò. Ci vediamo di sotto.- disse calcando bene il 'poi' e chiudendosi la porta alle spalle.

 

Draco si avvicinò al letto con passo felpato. E osservò attentamente Hermione che dormiva ancora profondamente nonostante il suo discorso con il rosso. Sorrise vedendo la sua espressione beata e pensò che svegliarla nel classico modo sarebbe stato troppo scontato e banale.

Le si buttò letteralmente addosso e iniziò a stamparle piccole baci su tutta il viso e il collo.

-Uhm. Draco.- si lamentò lei affondando la faccia nel cuscino e facendo solo aumentare l'ilarità del ragazzo.

-Sì?- sorrise lui.

-Smettila.-

-Ma come io ti faccio le coccole e tu non le apprezzi?- mise il broncio fingendosi offeso.

-Non di prima mattina.-

-Ah no?- chiese iniziando a farle il solletico.

-Ahah Dra...co ahahah basta ahahah.-

-Cosa? Non capisco.- disse facendo il finto tonto.

-No ahahah Draco ahahah ti prego ahahah non ahahah respiro ahahah.-

Il Serpeverde allora smise e si abbassò a baciarla.

-Buongiorno.- sussurrò sulle sue labbra.

-'Giorno.- rispose baciandolo a sua volta.

-Dormito bene?- chiese mentre si sdraiava accanto a lei cingendole la vita con un braccio.

-Sì. Tu?- disse stropicciandosi gli occhi.

-Bene... nonostante i tuoi capelli in bocca.- scherzò lui.

-Se ti davano tanto fastidio potevi anche girarti dall'altra parte!- rispose piccata.

-L'avrei fatto se non avessi avuto il braccio incastrato.- disse sempre col sorriso sulle labbra.-

-A sì? Be' la prossima volta dormi in camera con Harry e Ron.-

-Ma...-

-Se non c'è un letto te lo trasfiguri!- ribattè piccata.

-Ehi.- la richiamò abbracciandola -Stavo scherzando. Sai che adoro i tuoi capelli e pur di dormire con te posso anche sopportare queste piccole torture.-

Poi le diede un bacio a stampo.

-Sei ancora arrabbiata?- un altro bacio -Allora?- un bacio ancora.

-Uhm. Non so, probabile.-

-O dai, non fare l'antipatica.- altri baci uno dopo l'altro.

-No che non sono arrabbiata.-

-Allora me lo fai un sorriso?- chiese facendo gli occhi dolci.

La ragazza sorrise rispondendo alla sua richiesta.

-Bene. Ora vestiamoci.- esclamò alzandosi e tirandola su per le braccia.

-Mm. Di già?-

-Sono spiacente ma i tuoi amichetti hanno organizzato una bella riunione di famiglia.-

 

-Era ora!- esclamò esclamò Harry quando i due entrarono in sala.

-Siamo in ritardo?- chiese Hermione.

-Sciocchezze. Un Malfoy non è mai in ritardo, sono gli altri ad essere in anticipo.-

-Sì, sì, certo. Passiamo a cose più serie.- suggerì Harry -Dunque, Herm, devi sapere che io ieri ho avuto un'idea fantastica che, però, il tuo... carissimo fidanzato non approva. Quindi vogliamo sapere che ne pensi te.-

-Bene, sentiamo.- sorrise la riccia.

Il moro espose il suo piano entusiasta mentre Draco alzava gli occhi al cielo, Ron pensava a cosa stesse preparando Fleur per la colazione ed Hermione lo ascoltava in silenzio.

-Geniale. Io ci sto!- commentò alla fine di tutto la Grifondoro.

Draco era tra il sorpreso e l'arrabbiato, i suoi occhi si erano assottigliati e ora la stavano fissando insistentemente.

-Ma è scema o cosa? Dico ieri è quasi stata ammazzata e ora approva tranquillamente i piani suicida di Potter. Inizio seriamente a pensare che neanche lei sia poi tanto normale. “Grifondoro, culla di coraggiosi e nobili di cuore”? Pf, avrebbero fatto meglio chiamarla “Grifondoro, culla di masochisti e pazzi suicida”!- pensò.

-Andiamo Draco non fare quella faccia!- disse lei.

-Sono spiacente ma Madre Natura questa mi ha donato e suppongo che questa mi dovrò tenere!-

-No, tu fai così che non vuoi che io prenda la Polisucco e mi faccia passare per Bellatrix alla Gringot.-

-Perspicace.- ringhiò il biondo.

-Ma non c'è nessun pericolo. Hai sentito, l'ha detto anche Harry!- gli assicurò lei.

-Ah, no? Mi sembra che Harry abbia detto che non c'era pericolo neanche quando tu ti sei spaccata oppure quando ha deciso di andare a casa di quel pazzo.- urlò scattando in piedi.

-Non è stata colpa sua. Mi sembra che sia stato deciso di comune accordo.- anche lei si alzò dal divano sul quale era seduta.

-Comune accordo un cavolo. Io non ero d'accordo quando sei voluta partire e non ero d'accordo neanche quando VOI avete deciso di andare dal padre di Lunatica ma tu non mi hai ascoltato! No, perché dovevi fare di testa tua, vero? Ma questa volta, questa volta tu non ci andrai.-

-Questo lo dici tu.-

-Sì, lo dico io.-

-Chi ti credi di essere per decidere quello che devo o non devo fare?-

-Chi mi credo di essere? Io sono il tuo fidanzato, Merlino, e tu non capisci che certe cose sono di per sé pericolose e li sono ancora di più per te!-

-Per me? Perché credi che io sia diversa? Perché forse una donna non può fare certe cose, se pensi questo sei solo un maschilista.-

-Smettila di sparare queste cazzate.-

-Smettila tu!-

-Ehm, sentite perché non ne parliamo dopo? A pancia piena si ragiona meglio.- propose Ron mettendosi coraggiosamente tra i due.

 

Fleu era di sopra ad occuparsi di Ollivander mentre Bill si era rintanato chissà dove a fare chissà cosa. I quattro ragazzi fecero colazione in estremo silenzio interrotto solo dal rumore delle forchette sui piatti.

Ron s'ingozzava come sempre, Harry anche mangiava di gusto, Draco beveva il suo amato caffè e guardava Hermione che stava sbocconcellando svogliatamente un toast alla marmellata. Il biondo prese una fetta di pan carrè e ci spalmò sopra della marmellata all'albicocca poi la mise nel piatto della riccia che lo guardò interrogativa.

-Devi mangiare di più.- spiegò semplicemente lui con tono di voce neutro.

-O ma davvero? Cos'è ora pretendi di impartirmi ordino anche su questo?-

-Malfoy ha ragione.- intervenne Harry -Neanche ieri hai toccato cibo quindi mangia e sta zitta. E prima che tu me lo chieda, sì, è un ordine.-

la ragazza addentò la fetta di pane senza dire più una parola e il resto della colazione proseguì in silenzio.

 

-Draco, puoi venire un attimo? Ti devo parlare.-

Il ragazzo si alzò dal divano e seguì Hermione di fuori, sulla spiaggia.

Camminarono in silenzio per un po' poi lei si fermò e si sedette sulla sabbia asciutta, imitata dal Serpeverde.

-Volevo dirti... che non voglio litigare con te.- iniziò lei.

-Neanche io se è per questo.- ribattè lui.

-Allora non farlo.-

-Ti aspetti che io ma ne stia qui buono e zitto mentre tu te ne vai a farti ammazzare per una stupida idea che ha avuto Potter?-

-Draco. Ti prometto che starò attenta, ma devo farlo. Se davvero c'è un horcrux nella camera blindata di Bellatrix noi dobbiamo riuscire a prenderlo e distruggerlo.-

-Uff. Non mi piace l'idea che debba farlo per forza tu.- sbuffò lui.

-Lo so ma sarò prudente.- disse guardandolo negli occhi -Sei arrabbiato?-

-Anche se lo fossi tu non cambieresti lo stesso idea, vero?-

-Già.- sorrise lei.

-A una condizione.-

-Cioè?-

-Io vengo con voi.-

-Ma Draco. Ormai la tua copertura è saltata, sarebbe troppo pericoloso.-

-Be' non è pericoloso per te allora non lo è neanche per me.- rispose tranquillamente.

-Sì ma io prenderò la Polisucco.-

-Allora la prenderò anche io.-

-Non abbiamo altri capelli da utilizzare, non ce n'è neanche uno per Harry, per questo starà sotto il mantello con Unci-Unci.-

-Di questo non preoccuparti, ci penso io.- la rassicurò il biondo.

-Ok.-

-Ok.-

-Andiamo dentro o ti congelerai.- propose vedendola rabbrividire.

 

Avevano parlato per tutto il pomeriggio pensando al da farsi. Certo non sarebbe stato semplice ingannare i folletti, ma loro erano il trio dei miracoli: dopo essere riusciti a mettere ko un troll, superare un cane a tre teste, uccidere un basilisco e altro ancora, non si sarebbero certo fermati davanti a quei nanetti!

Hermione nascose uno sbadigliò con la mano.

-Va' a riposarti, Herm, tra poco andiamo anche noi.- propose Harry.

-Già, e poi domani sarà una giornata impegnativa.- gli diede manforte Ron.

-Ok, buonanotte ragazzi.- baciò sulla guancia i suoi due migliori amici. Poi si voltò verso Draco.

-Tra un po' arrivo anche io, tranquilla.- le sorrise.

-Ah, Herm! Dopo vengo a cambiarti la fasciatura.-

-Ah, ok.- rispose lei che se ne era completamente dimenticata.

 

La donna si allontanò furtiva dalla sala da pranzo dove gli altri commensali si stavano gustando il dolce e salì velocemente le grandi scalinate di marmo. Aprì la porta di noce ed entrò nello studio del marito. Accanto alla scrivania se ne stava appollaiato un grosso gufo insolitamente nero. Gli allegò un pacchetto alla zampa e gli sussurrò qualcosa all'orecchio prima di aprirgli la finestra. Lo guardò allontanarsi nella notte e quando fu diventato poco più che un puntino richiuse la finestra e tornò dagli altri.

 

Hermione si svestì velocemente e indossò la camicia da notte che le aveva imprestato Fleur. Faceva freddino quella sera e il contatto dei piedi nudi sul pavimento ghiacciato la fece rabbrividire. Si infilò velocemente sotto le coperte e la sua mente vagò al giorno in cui scopri di essere quel che era.

-Lei è una strega, signorina Granger.- le aveva riferito quello strano vecchietto con la barba sotto lo sguardo incredulo dei suoi genitori. Una lacrima le scese giù pensando che non avrebbe più rivisto nessuna di quelle tre persone.

-Cucù.- la testa di Harry sbucò dalla porta.

-Ciao.- sorrise lei.

Il moro entrò e si sedette sul letto. Prese la cassetta di pronto soccorso che conteneva le garze e iniziò a toglierle la fasciatura vecchia.

Qualcuno bussò alla porta.

-Avanti.- rispose Harry voltandosi.

-Disturbo?-

-Oh, Malfoy, certo che no. Vieni.- sorrise Harry mentre Hermione si faceva piccola piccola. -Sto cambiando la fasciatura ad Herm.-

-Ci penso io se non ti dispiace.-

-Prego.- rispose il moro poi diede un bacio sulla fronte all'amica -'Notte Herm.-

Quando il bambino-che-è-sopravvissuto chiuse la porta alle spalle Draco appoggiò il pacco che teneva in mano sulla scrivania e si sedette sul letto accanto ad Hermione. Iniziò a toglierle le bende e la sentì irrigidirsi sotto il suo tocco.

-Qualcosa non va?- chiese guardandola negli occhi.

-No, no, niente.- sputò a fatica le parole come se un grosso macigno le schiacciasse il petto.

Draco preferì non infierire oltre e continuò il suo lavoro fino a che il braccio non fu completamente scoperto. Passo il dito sul contorno della scritta e vi posò un dolce bacio.

-Non pensarci neanche per un secondo.- le intimò captando i suoi pensieri colmi di paura e tristezza.

Dopo aver lasciato scivolare qualche gocce sulla parte lesa la fasciò.

-È troppo stretta?- le chiese.

-No, va be. Grazie.-

-Prego.-

Lei abbassò la testa e lui gliela fece rialzare prendendole il mento con due dita.

-Promettimi di non pensare più a quelle brutte cose.- sussurrò baciandola.

-Uhm. E tu promettimi di non arrabbiarti più per delle cavolate come hai fatto oggi.-

-Non era una cavolata!- esclamò tirandosi indietro.

-Basta, non mi interessa.- ribattè lei prendendogli la faccia tra le mani e baciandolo nuovamente.

-Uhm. È arrivata una cosa per te.- le annunciò prendendo il pacco che aveva posato sulla scrivania.

-Che cos'è?-

-Aprilo e vedrai.-

Lei fece come lui le aveva suggerito e un gridolino di gioia le uscì dalle labbra.

Quel pacco conteneva la sua bacchetta e la sua borsa che aveva lasciato a Malfoy Manor.

-Chi l'ha mandato?- chiese entusiasta giocherellando con la sua bacchetta.

-Mia madre.-

-Davvero?-

-Sì, ha pensato che ti potessero servire.-

-Forse hai ragione. Penso che mi piacerebbe tua madre... se avessi la possibilità di conoscerla meglio, s'intende.-

-Non preoccuparti, in futuro ce ne saranno molte di occasioni.-

Ma quando Hermione capì la sua allusione ormai ne era già passato di tempo.

 

 

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ciao a tutte!

Scusate ma vado di fretta,

ho fatto un salto perché avrei già dovuto postare il capitolo ieri e non volevo farvi aspettare troppo.

Scusatemi per eventuali errori, se ne trovate vi prego di avvisarmi.

Recensite e scrivetemi che ne pensate.

Grazie a tutti e un bacio =)

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Capitolo 17
*** 17. Alla Gringrot ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

17. LA GRINGOT

 

Bellatrix Lastrange apparve davanti a loro e li fece deglutire rumorosamente.

-Allora?-

-Miseriaccia. Sei identica!- esclamò Ron a bocca aperta.

-Be' è questo lo scopo della pozione Polisucco.- lo riprese la voce saccente di Hermione.

-Bene, è tutto a posto.- intervenne Harry -Ehi un momento... dov'è Malfoy?-

-Sono qui, Potter.- esclamò la figura imponente di Lucius Malfoy entrando in salotto.

Al bambino-che-è-sopravvissuto venne quasi un infarto e la sua espressione esterrefatta fece ridere di gusto il biondo.

-Ahahahah. Merlino, Potter, dovresti vedere la tua facca! Ahahah-

-Divertente, davvero divertente, furetto.- ribattè piccato il moro.

-Dai Draco, non fare lo stronzo.- lo riprese la riccia.

-Wow Hermione sei...-

-Ripugnante? Spaventosa? Lo so.-

-Be' ... sei sotto l'effetto della pozione è normale.- la consolò avvicinandosi.

-Draco, per favore... non avvicinarti troppo. Neanche tu sei proprio da mangiare e mi fai impressione.-

-Ok, ok, risparmierò le coccole per dopo.-

-Ecco, bravo che è meglio.- rispose leggermente a disagio.

 

Arrivarono a Diagon Alley con non poche difficoltà e con molto rammarico notarono che oramai l'intera comunità magica era in balia di Voldemort e dei suoi seguaci. Si materializzarono in un piccolo vicoletto buio e sporco di Notturn Alley.

Unci-unci era andato con loro, aveva accettato di aiutarli, ma il suo prezzo era alto. Quel “simpatico” folletto, per accompagnarli alla Gringot e farli entrare nella camera blindata della signora Lestrange, aveva chiesto niente poco di meno che la spada di Grifondoro che loro erano riusciti a portare in salvo da Malfoy Manor. Ma in realtà i quattro ragazzi non è che avessero poi molta scelta, così accettarono.

La tensione era alta, tutti avevano paura.

Harry era abbastanza fiducioso ma temeva che qualcosa andasse storto. Se la sua amica fosso uscita da quella missione con anche solo un graffietto Malfoy sarebbe riuscito dove voi-sapete-chi aveva fallito. Già si immaginava la scena: l'avrebbe prima spellato vivo, gli avrebbe scagliato una serie infinita di cruciatus e forse poi, dopo giorni di agonia l'avrebbe ucciso. Il moro deglutì a quel pensiero mentre incrociava le dita.

Hermione, che era sempre stata abbastanza sicura delle sue capacità, stava ripassando mentalmente tutti gli incantesimi di difesa che aveva studiato o letto in qualche libro, si fermava solo ogni tanto dicendosi:

-Ricordati, Hermione: ora sei Bellatrix. Devi sembrare Bellatrix, comportarti come Bellatrix, parlare come Bellatrix, pensare come Bellatrix. Ok... forse pensare come Bellatrix no, ma tutto il resto sì.-

Ron sperava vivamente di riuscire a mantenere la calma per tutta la durata della missione. E questo per lui era un'impresa molto ardua perché comportava non tremare, non grattarsi la testa, non mangiarsi le unghie, e sopratutto, non arrossire! Per lui era quasi impossibile non fare nessuna delle due cose.

-Pensa a qualcosa per distrarti.- gli aveva suggerito Hermione quella mattina. Per lei era facile parlare. A cosa mai poteva pensare Ron? Se pensava al mangiare gli veniva fame e il suo stomaco iniziava a brontolare, il Quiddich? Ormai pensava di non aver dimenticato anche come salire sulla scopa!

-Ron!- lo richiamò la ragazza distraendolo dai suoi pensieri -Levati quelle manacce dalla bocca e smettila di mangiarti le unghie.-

-Uhm.- brontolò lui. Non ce l'avrebbe mai fatta. Era come se le sue mani avessero un cervello proprio, non ci riusciva proprio a stare fermo senza far niente.

Draco invece... be', lui si sa, è un caso a parte. La sua espressione era tranquilla e rilassata come se stesse andando a fare una scompagnata ma la riccia capì che la realtà era un'altra da come lui le stava stritolando la mano. Forse lui era proprio quello che aveva più paura di tutti, ma non perché fosse un codardo, non temeva per se stesso ma per la ragazza che gli stava accanto. Nella sua vita non aveva mai avuto niente per cui valesse la pena combattere, poi aveva trovato Hermione, la prima persona capace di fargli battere il cuore molto velocemente o di farlo fermare. Ora che sapeva cosa voleva dire stare con lei non sarebbe più riuscito a sopravvivere senza di lei.

-Signora Lastrange.- salutò un passante.

-Buongiorno.- rispose Hermione cercando di imitare la voce della strega.

-Buongiorno? Sei impazzita forse? Così ci farai scoprire!- la riprese Unci-Unci col suo solito tono di voce sprezzante.

-Prova ancora a rivolgerti a lei in questo modo e ti pentirai di essere nato.- ringhiò la figura di Lucius Malfoy puntandogli la bacchetta alla gola.

-Dra, calmati. Non è niente.- cercò di tranquillizzarlo Hermione posandogli una mano sull'avambraccio.

-Già, basta litigare, siamo tutti nervosi. Ora sbrighiamoci, la Polisucco non dura tutto il giorno.- intervenne Harry, a cui si vedeva solo la testa e la restante parte del corpo era invisibile grazie al mantello.

 

Entrarono alla Gringot in silenzio, tutto fino a quel momento filava liscio come la barba di Silente. Hermione, che camminava un po' faticosamente sui tacchi scomodi di Bellatrix, era davanti a tutti. Ron e Draco la seguivano a una distanza ravvicinata e cercavano di mostrare un'aria disinvolta. Il biondo, naturalmente, era quello che ci riusciva meglio.

-Anni e anni di esercizio... alla fine si sono rivelati utili per qualcosa.- pensava.

Il rosso invece era un po' in difficoltà ma stava andando meglio del previsto.

Harry li seguiva ad un paio di metri di distanza con Unci-Unci, nascosti dal mantello che tante volte, quando ancora era ad Hogwarts, l'aveva tolto dai guai.

Camminarono dritti senza preoccuparsi dei folletti che, come loro, continuavano fare ciò che stavano facendo senza degnarli di uno sguardo. Quelli che invece non avevano staccato loro gli occhi di dosso erano i Mangiamorte posti di guardia all'entrata della famosa banca. Era da quando erano entrati che li lanciavano sguardi scettici e dubbiosi causando agitazione nei quattro ragazzi.

-Tranquilla, Hermione. Va' tutto bene! Ecco, così: un passo dopo l'altro. Non è poi così difficile, ho sempre camminato da quando ho due anni, non posso essermi dimenticata come si fa!- si ripeteva la ragazza tra sé e sé.

Arrivarono davanti alla scrivania del folletto che li avrebbe condotti nella camera blindata. Ora veniva il difficile: doveva fargli credere di essere Bellatrix e persuaderlo a farli entrare nella sua camera blindata. La creatura però continuava a far scorrere la piuma su un grande rotolo di pergamena. Sembrava non essersi minimamente accorto dei ragazzi che erano fermi a un metro da lui e lo fissavano insistentemente.

Hermione si schiarì la voce cercando di attirare la sua attenzione.

-Vorrei accedere alla mia camera blindata.- esordì con tutta la convinzione che riusciva ad usare.

-Lei è...?- chiese il folletto senza alzare lo sguardo dalla pergamena.

-C'è bisogno di chiederlo?- fu a quella domanda che finalmente alzò i suoi grandi occhi sulla figura davanti a lui e quello che vide lo lasciò visibilmente sorpreso.

-Signora Lastrange! Che sorpresa trovarla qui.-

-Vorrei accedere alla mia camera blindata.- ripetè lei nervosa.

-Certamente. E la signora Lastrange ha la sua bacchetta?- chiese allungando la mano ossuta verso di lei.

-È necessario?- chiese Hermione sperando in una risposta negativa che però non arrivò.

-Purtroppo sì, signora Lastrange.- abbassò la voce e in tono quasi confidenziale continuò -Sa, con tutto quello che sta succedendo.-

-Non capisco di cosa parla.- disse cercando di fare l'indifferente.

-Spiacente, ma mi vedo costretto ad insistere.- ribattè lui ostinato.

Hermione iniziò a tremare.

-Cosa faccio ora?- pensava disperata.

Dietro di loro le guardie impugnarono le loro bacchette e avanzarono di un passo.

Draco guardò il punto in cui doveva trovarsi Harry.

-Che cosa aspetti, Sfregiato?- sibilò in modo che solo lui potesse sentirlo.

-Imperio.- dalla punta della bacchetta del bambino-che-è-sopravvissuto uscì una striscia di luce quasi impercettibile all'occhio umano che andò dritta a colpire il folletto.

L'essere ritrasse la mano sorridendo.

-Molto bene. Seguitemi, signora Lastrange.- la ragazza tirò un sospiro di sollievo e ubbidì senza farselo ripetere due volte.

Se, come credevano loro, lì si nascondeva il quinto horcrux, ne sarebbero rimasti solo più due da trovare e poi, finalmente, sarebbero riusciti a sconfiggere Voldemort per sempre.

Salirono su quella strana vettura che li avrebbe portati alle camere blindate. Hermione non c'era mai stata, Ron solo una volta, quando aveva accompagnato suo padre, Draco ogni tanto, ma non aveva visto neanche un quarto di tutte le camere che la sua famiglia possedeva, Harry invece si recava là tutti gli anni, prima di partire per Hogwarts. Ma quello che nessuno di loro sapeva era che quello sarebbe stato un viaggio molto più... movimentato rispetto agli altri. L'omino tirò la leva e partirono per la discesa. Dopo un paio di minuti Harry, che nel frattempo si era liberato del mantello, vide davanti a sé un'enorme cascata.

-Che cos'è?- chiese spaesato.

Ron guardò spaventato ciò che indicava il moro, così come Hermione e Draco. Ma prima che potessero parlare si ritrovarono dalla parte opposta del corso d'acqua, bagnati fradici, ma non solo...

Draco alzò la testa e ciò che vide lo scioccò. Al suo fianco una montagna di ricci castani che, però, non assomigliavano neanche lontanamente a quelli di sua zia Bellatrix.

-Hermione!- la chiamò Ron con l'aspetto di sempre.

La ragazza voltò di scatto la testa verso il rosso e poi di nuovo verso il biondo.

-Ron... Draco... siete di nuovo voi!- esclamò scioccata -E anche io!-

L'effetto della pozione Polisucco era evidentemente svanito. La ragazza ci pensò su: era impossibile che avessero già esaurito il tempo a loro disposizione.

-Ehi, che ci fate voi qui?- Harry aveva perso il controllo del folletto che ora li stava guardando stralunato.

-Confundus.- il moro gli lanciò un altro incantesimo prima di voltarsi verso Unci-Unci.

-Che cazzo era quella?- ringhiò Draco precedendolo.

-Una cascata d'acqua magica che annulla tutti gli incantesimi e le pozioni.- spiegò brevemente.

-Lo sapevi e non ci hai detto niente?- chiese ancora il Serpeverde con gli occhi fiammeggianti d'ira.

-Voi non me l'avete chiesto.- si giustificò.

Nessuno ebbe il tempo di ribattere perché erano giunti a destinazione. Scesero e i due folletti iniziarono a suonare dei campanelli.

-Servono a tenere lontano il drago.- spiegò Unci-Unci.

-Quale drago?- la risposta alla domanda di Hermione venne da sola: un enorme bestione si innalzava davanti a loro e ringhiava indietreggiando, evidentemente a causa del suono dei campanelli. La ragazza si aggrappò istintivamente al braccio di Draco che le era accanto.

-Ehi, non sapevo avessi paura dei draghi.- sorrise il biondo.

-Be' sai... dopo il torneo Tremaghi... diciamo che non ho dei bei ricordi.-

-E io allora che dovrei dire?- intervenne Harry.

-Dai andiamo.- intimò Ron.

 

-Mi hanno detto che mia zia ha poca roba nella sua camera blindata!- esordì Draco sarcastico.

-Dai, non perdiamoci d'animo e iniziamo a cercare!- li incitò Hermione.

-Eccolo! È quello!- urlò Harry indicando una coppa d'oro in cima ad un mucchio di mille altri oggetti.

Ma appena posò la mano su un calice questo iniziò a duplicarsi.

-Ma che cazzo.-

-Draco, mantieni la calma.-

-Ci sto provando, Hermione, davvero. Ma è un po' difficile in situazioni come questa.- ribattè.

-Ok, restate fermi e non toccate niente, io provo a prendere quella dannata coppa.- disse Harry.

Riuscì nell'impresa appena in tempo, quando oramai gli oggetti duplicati li stavano per sotterrare.

-Sbrighiamoci e usciamo da qui.- urlò Harry.

-Ora come facciamo?- chiese Hermione fuori dalla camera blindata.

-Unci-Unci devi aiutarci.- piagnucolò Ron.

-Eh no. Io ho detto che vi avrei aiutato ad entrare, non abbiamo parlato di uscire!- e detto questo se ne andò con la spada di Grifondoro.

-Sono là.- urlò un Mangiamorte ai compagni che si stavano dirigendo a passo svelto verso di loro.

-E ora che si fa?- chiese Hermione con la voce che le tremava leggermente.

-Non so sei tu quella che di solito ha le idee migliori.- replicò Harry.

-Io un'idea ce l'avrei. Seguitemi.- e così dicendo si butto letteralmente sul dorso del drago.

-È completamente impazzita! Lo dicevo io, Potty, che la tua compagnia le fa male.- si lamentò il biondo prima di imitarla.

 

Grazie al drago riuscirono ad uscire dalla Gringrot. Volarono sopra Diagon Alley e raggiunsero il mare.

Hermione teneva gli occhi chiusi.

-Ehi, tutto ok?- le domandò Draco avvicinandosi e lei e posando una mano supra la sua.

-Più o meno.-

-Dopo aver volato a dorso di un drago mi aspetto che tu salga anche sulla mia scopa.-

-No, grazie.- rispose lei.

-Non riuscirai mai a convincerla, Malfoy!- lo avvertì Harry.

-Oh, io dico di sì.- replicò lui.

-E dire che sei salita anche su Fierobecco.- le ricordò il moro.

-Davvero? Oh, questo non me lo avevi detto!-

-Sì, ma vedi... è diverso. Come avete elencato voi, io volo solo in casi di estrema necessità.-

-Ok, non importa... riuscirò a convincerti.- sorrise sornione il Serpeverde.

-Ci stiamo abbassando. Meglio scendere.- disse Harry.

-Ok. Non preoccuparti, ci sono io.- sorrise Draco prendendo Hermione per mano.

-Al mio tre. Uno, due, tre.-

 

Hermione e Draco non si lasciarono la mano neanche quando si ritrovarono sott'acqua e risalirono in superficie.

-Ehi, tutto ok?- chiese il biondo una volta arrivati in spiaggia.

-Sì, grazie.- gli sorrise la Grifondoro.

-Lenticchia, Sfregiato! Siete morti?-

-Ti piacerebbe, Malferret, ti piacerebbe!- rispose Harry qualche metro più in là.

-Peccato, sarà per la prossima volta!- ghignò.

Ma gli altri tre sapevano bene che stava scherzando, ormai del vecchio Draco Malfoy non rimaneva che un lontano ricordo.

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Chiedo umilmente scusa per questo ritardo, non ho scusanti.

ho avuto un calo impressionante di fantasia.

Tranquilli, non vi farò aspettare così tanto per il prossimo capitolo =)

Ringrazio immensamente chi continua a seguirmi e recensirà questo capitolo,

chi ha recensito i precedenti e chi ha messo la storia tra seguite, preferite o ricordate.

Grazie a tutti, un bacio =D

 

 

 

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Capitolo 18
*** 18. Merlino, che Notte ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

18. MERLINO, CHE NOTTE

 

-Io non sono d'accordo!- esordì Draco incrociando le braccia.

-Ah, sì? Che strano!- ribattè Hermione sarcastica.

-Ok, ok. Non iniziate a litigare, ragazzi.- si intromise Harry cercando di fare da pacere.

Dopo la loro avventura alla Gringot erano tornati a Villa Conchiglia per decidere il da farsi. E qui avevano già trovato le prime difficoltà: tutti pensavano che andare ad Hogwarts fosse la cosa migliore. Be'... tutti tranne Malfoy.

-È troppo pericoloso! Ci prenderebbero subito.-

-Be' io, Harry e Ron ci andremo! Non è vero, ragazzi?- chiese rivolta ai due amici che annuirono appena, un po' intimiditi dal biondo.

-Se tu non vuoi venire con noi, puoi benissimo rimanere qui.-

-Facciamo il contrario: io vado con Potter e Weasley e tu rimani qui.- propose lui.

-Neanche morta. Non puoi tagliarmi fuori.- ribattè piccata.

-Ehi, sfigati, fate qualcosa! Non potete permetterle di venire!- chiese aiuto a loro.

-Spiacente, Malfoy, ma abbiamo bisogno di Hermione.- disse Harry alzando le mani in segno di resa.

-Già senza di lei non riusciremo neanche a mettere piede ad Hogsmeade!- gli diede man forte Ron.

-Non potete essere così egoisti!- alzò la voce lui.

-E tu non puoi essere così iperprotettivo.- lo ripresero in coro gli altri tre.

Draco mise il broncio e la riccia si trattenne dallo scoppiare a ridere: sembrava un bambino capriccioso.

-Ragazzi porque non andate a dormire, adesso? Sarete stonchi.- li suggerì Fleur sbucando dalla porta del salotto.

-Sì, forse è meglio dormici sopra... ne riparleremo domattina.- concluse il moro.

-Sì, andiamo Harry. 'Notte ragazzi.-

-'Notte Ron.-

-Lenticchia, Sfregiato.-

-Andiamo anche noi, Draco?-

-Sì, andiamo.-

 

-Draco?-

-Uhm.- Mugolò il ragazzo in questione.

Quando erano entrati in camera non si erano neanche parlati, e non appena sotto le coperte il biondo aveva voltato le spalle alla riccia.

-Dai, smettila di fare così.- sbuffò esasperata dal comportamento del ragazzo.

-...osì ...ome?- la sua voce giunse soffocata a causa del cuscino.

-Lo sai.- rispose Hermione incrociando le braccia al petto.

-...tta col... ua... io non …. tto... nte... ei... tu che... tighi me.-

-Draco! Vuoi per favore girarti e parlarmi come fanno le persone adulta? Non sto capendo niente di quello che dici.-

Lui si voltò di scatto verso la fidanzata mettendosi seduto sul letto e con un colpo di bacchetta accese la luce.

-Ho detto che è tutta colpa tua, io non ho fatto niente, sei tu che istighi me.-

-Io istigo te?-

-Sì.- annuì convinto -E non fare quella faccia da santarellina! Dai sempre ragione a quel deficiente di Potter, fai tutto quello che vuole!-

-Io non... faccio tutto quello che vuole Harry!- sbottò.

-A no? Pensaci un po': lui dice di cercare gli horcrux e tu vai a cercare gli horcrux, lui dice di andare al Ministero e tu vai al Ministero, lui dice di andare a Goldric's Hollow e tu vai a Goldric's Hollow, lui dice di andare da Lovegood e tu vai da Lovegood.- La ragazza alzò gli occhi al cielo ma Draco continuò imperterrito il suo lungo elenco -Lui dice di bere la Polisucco per diventare Bella e tu lo fai! Ti rendi conto di quanto sia pericoloso? Hai anche solo la minima idea di quanto sia sorvegliata Hogsmeade? Abbiamo già rischiato molto ad andare a Diagon Alley! Merlino... non eri tu a dire che non bisogna giocare col fuoco?- chiese alludendo ad un episodio di quando erano ancora ad Hogwarts e lei non lo poteva soffrire.

 

** INIZIO FLASHBACK **

 

-Ascoltami bene, Malfoy!- ringhiò Hermione stringendo la sua bacchetta tra le mani -Smettila, una volta per tutte, smettila.-

-Perchè dovrei farlo?- ghignò Draco appoggiato a una fredda colonna di pietra.

-Perchè... Merlino mi stai facendo impazzire.-

-Non è mia intenzione.-

-Sì, invece! Ammettilo: è solo per questo che continui a seguirmi! Cos'è le tue puttane purosangue non ti bastano più?- gli urlò contro, trattenendo a stento le lacrime.

-Tu pensi davvero che il mio unico scopo sia quello di portarti a letto? Non pensi che io voglia semplicemente conoscerti? Pensi che io non potrei essere interessato a te?- le rispose con un tono di voce estremamente serio e controllato.

-Tu interessato a me? Smettila, Malfoy, questo gioco è durato anche troppo per i miei gusti.-

-Non ci credo. Sono quasi sicuro che anche a te piacerebbe conoscermi più da vicino, se capisci quello che intendo.-

-Non giocare col fuoco, a lungo andare potresti bruciarti.- e detto questo gli voltò le spalle per tornare alla torre di Grifondoro. Fortunatamente Draco non seguì mai il suo suggerimento, altrimenti non si sarebbero mai fidanzati.

 

** FINE FLASHBACK **

 

Il biondo sorrise a quel pensiero ma venne presto riportato alla realtà dalla riccia.

-Vedi?- chiese Hermione isterica.

-Cosa?- ringhiò Draco non meno agitato di lei.

-Lo vedi?-

-Vedo cosa?-

-Lo stai facendo di nuovo!-

-Sto facendo di nuovo cosa?-

-Mi stai rinfacciando di essere venuta con Harry e Ron a cercare gli horcux! E... Perché lo fai?-

-Non l'ho fatto!-

-Sì, invece! Speri forse di farmi sentire in colpa? Be' non ci riuscirai perché io so di aver fatto la cosa giusta!- urlò in direzione del biondo prendendo il suo cuscino e alzandosi.

-Dove vai?- ringhiò il Serpeverde.

-Dormo sul divano, tanto è inutile parlare con te di queste cose.-

-Ah, quindi mi consideri una causa persa?-

-Non ho detto questo!-

-Sì che lo hai fatto!-

-Ho semplicemente detto che è inutile perché a quanto pare tu stasera non mi ascolti.-

-Io ti sto ascoltando!-

Hermione chiuse un attimo gli occhi e ispirò profondamente.

-Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.- sospirò tristemente andando verso la porta.

-Buonanotte... Malfoy.- gli augurò prima di chiudersi la porta alle spalle.

 

Una volta rimasto da solo Draco si era girato e rigirato nel letto in cerca di una posizione comoda per dormire, ma non ci era riuscito. Era da più di un'ora che ripensava alla ragazza ma il suo orgoglio gli impediva di andare da lei. Era innamorato, ma pur sempre un Malfoy. Già, un Malfoy forse era proprio questo il problema.

-Buonanotte... Malfoy.- quelle parole continuavano a rimbombare nella mente del giovane. “Malfoy” da quanto non lo chiamava? E con quel tono poi... le sue parole l'avevano ferita, ancora una volta. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando ancora si detestavano e insultavano per i corridoi della loro vecchi scuola.

Durante la loro relazione ne avevano avuti di litigi, una volta erano persino arrivati a non parlarsi per un intero mese, durante il quale li sembrava letteralmente d'impazzire. Draco lo ricordava bene quel periodo, era stato quando lui aveva versato del veleno in una bottiglia di Idromele, che pensava fosse destinata a Silente. Hermione non si era arrabbiata con lui, sapeva benissimo la situazione, era stato il contrario.

Il Serpeverde era diventato verde di gelosia quando l'aveva vista al capezzale di Weasley. Capiva benissimo che la sua preoccupazione, anche se non l'approvava, ma stare tutto il pomeriggio con Lenticchia e addirittura tenergli la mano gli sembrava veramente troppo. Le aveva fatto una scenata di gelosia da Guinnes World Record.

Basta! Doveva mettere da parte il suo orgoglio ed andare da lei. Anche perché non sarebbe riuscito a chiudere occhio se prima non le avesse chiesto scusa. In più non voleva litigare con lei, era brutto a dirsi ma per quel che ne sapevano sarebbero potuti morire da un giorno all'altro e non voleva che il suo ultimo ricordo insieme a lei fosse un “Buonanotte... Malfoy”. No, decisamente non poteva sopportarlo.

 

Scese lentamente le scale in punta di piedi, per evitare di farsi sentire. Oltrepassò il bagno, lo sgabuzzino e la cucina per poi trovarsi difronte alla porta del salotto leggermente accostata. Quando l'aprì, questa questa cigolò fastidiosamente e il biondo trattenne a stento qualche imprecazione. Possibile che quei pezzenti dei Weasley non avessero neanche un po' d'olio?

Entrò nella stanza buia e si diede mentalmente dello stupido per aver lasciato la sua bacchetta in camera.

Si guardò intorno cercando di orientarsi nella semioscurità poi la vide. Hermione era distesa sul divano davanti a lui, Draco si avvicinò e si abassò lievemente verso di lei, lo schienale del divano gli picchiava sullo stomaco. Hermione si rigirò e per un momento il Serpeverde pensò che si fosse svegliata, ma evidentemente stava solo sognando. In volto aveva un'espressione corrucciata e una calda lacrima le scese dall'occhio, arrivando al mento per poi bagnare la manica della camicia da notte.

-Sta facendo un brutto sogno? Forse dovrei svegliarla. Oppure piange a causa mia...- pensò.

 

Era arrivato il giorno tanto atteso. Era lì, nella mischia, in mezzo alla battaglia. Le maledizione le volavano sopra la testa e lei cercava di schivarle. Si voltava da una parte all'altra cercando con gli occhi i suoi amici. Li vide. Harry e Ron si spalleggiavano mentre combattevano contro due Mangiamorte, Ginny aveva appena schiantato Dolow, Neville aveva trovato la spada di Grifondoro e la bandiva qua e là colpendo gli avversari. Ma Draco? Dov'era il suo Draco?

Salì di corsa le scale, attraversò il corridoio cercando di non farsi vedere. E infine lo trovò. Duellava contro una persona che le dava le spalle, non lo vide in faccia, ma dai suoi lunghi capelli biondi capì subito di chi si trattava.

-Avada Kedavra.- l'anatema che uccide arrivò fino a Draco colpendolo in pieno petto e lui prima di cadere a terra senza vita la guardò, riservandole un sorriso sforzato.

Lei rimase immobile, pietrificata da ciò che era appena successo.

-E ora a noi due Mezzosangue.- ghignò Lucius Malfoy.

-Hermione.-

Una voce la chiamava dolcemente.

-Hermione.-

Era quella di Draco, ma com'era possibile?

-Hermione.-

Piano piano le immagine iniziavano a sfocarsi fino a che... bam.

Si ritrovò sul tappeto, nel salotto di Villa Conghiglia. Draco era vicino a lei, capottato sul divano, probabilmente aveva cercato di afferrarla prima che cadesse ma non ci era riuscito.

-Merlino.- imprecò la riccia sfregandosi la tempia destra con una mano.

-Tutto a posto?- le chiese.

-Più o meno.-

-Cosa stavi sognando?-

-Come fai a sapere che stavo sognando qualcosa?-

-Be' ti stavi agitando e poi sei caduta... diciamo che ho fatto due più due.-

-Sai ho una cattiva influenza su di te.-

-Perchè?-

-Perchè? Perché parli come un babbanofilo!- scoppiarono a ridere insieme.

-Ehi. Stai cercando di cambiare argomento?-

-Non me lo ricordo che cosa ho sognato, ok?-

-Va bene, ti concedo il beneficio del dubbio.-

-Ma noi non avevamo litigato?-

-Sì, sono sceso per fare pace.- sorrise angelicamente il biondo.

-Cos'è i sensi di colpa non ti fanno dormire?-

-Sì, e poi non voglio dormire da solo... ho paura del buio.- sussurrò.

-Non ci credo neanche se lo vedo.-

-Ok, non è vero... ma non voglio dormire da solo lo stesso.-

-Andiamo a dormire, Malferret.-

-Grazie, Secchiona.-

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ciao a tutti e Buon Natale <3

Scusate per eventuali errori nel testo ma non ho tempo per leggerlo e ricontrollarlo ma ci tenevo a postare oggi.

Siccome a Natale siamo tutti più buoni che ne dite di lasciare una piccola recensioncina?

Grazie mille a tutti e Auguriiiiiiiii!

 

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Capitolo 19
*** 19. Nervosa? Solo un po' ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

19. NERVOSA? SOLO UN PO'

 

Alla fine erano tornati insieme a letto, nella stanza che Fleur aveva loro assegnato.

Draco l'aveva abbracciata e le aveva accarezzato lentamente i capelli, in un gesto intimo e dolce. Hermione si era addormentata quasi subito, l'abbraccio rassicurante del biondo era stato un vero e proprio toccasana per lei e la spossatezza per ciò che era accaduto negli ultimi giorni aveva certamente contribuito. Al contrario il Serpeverde ci aveva impiegato un po' di più. Aveva osservato la fidanzata che dormiva beatamente per una buona mezz'ora ma alla fine anche lui aveva ceduto e si era abbandonato a Morfeo.

 

Il ticchettio del pendolo e il dolce incedere dei tacchi faceva da colonna musicale a quella fredda notte. La bionda figura slanciata camminava fiera e sicura di sé per i corridoi del tetro maniero.

-Cissy.- si voltò verso la persona che l'aveva chiamata. Un tempo, quand'era giovane, ella il modello di donna che voleva diventare, il suo modello da seguire. Ora provava solo ribrezzo per ciò che la sorella era diventata.

-Bellatrix, ti serve qualcosa?-

-Tu sai, vero?- chiese avanzando lentamente con fare provocante -Tu sai dov'è Draco.-

-Se anche lo sapessi non consegnerei mai mio figlio nelle vostre mani.- rispose a tono Lady Malfoy.

-Perchè insisti? Perché continui a proteggerlo? È soltanto un traditore se Lui o Lucius sapessero che tu lo stai coprendo non te la farebbero passare liscia.- sussurrò.

-Non mi importa. Per mettere le mani su mio figlio dovranno passare sul mio cadavere. Se ora vuoi andare a riferire ciò che ti ho detto fa' pure, non mi farai mai cambiare idea.- rispose orgogliosa.

Dopo quelle parole a Bellatrix non rimase che andarsene così voltò le spalle alla sorella. Narcissa la osservò allontanarsi. Sapeva che non avrebbe aperto bocca su quello che si erano dette. Ora la priorità di quella pazza era vendicarsi di Draco e, certa che Lady Malfoy non avrebbe ceduto, aveva deciso di lasciarla in pace.

L'ultima delle sorelle Black si ritirò alle sue stanze, suo marito non c'era. Probabilmente stava coordinando una delle tante missioni da parte del Signore Oscuro, prima dello scontro finale. Lucius non era stato certo il marito perfetto, tutto il suo matrimonio sembrava un terribile incubo. Ma l'avrebbe rifatto. Avrebbe risposato il braccio destro di Colui-che-non-deve-essere-nominato centinaia di volte, perché le aveva donato la cosa più bella di tutta la sua inutile vita, l'unica cosa per cui valesse la pena di lottare: Draco. In realtà Narcissa Black in Malfoy era molto più simile a Lily di quanto gli altri pensassero. Anch'ella avrebbe dato la vita per suo figlio, l'avrebbe difeso da tutto e tutti, anche da suo marito.

 

Intanto, a villa Conchiglia tutto era tranquillo e silenzioso. Gli abitanti della casa stavano facendo sogni chi più chi meno tranquilli, si riposavano prima del grande giorno, della battaglia finale, perché sapevano che oramai mancava davvero poco. Dormivano tutti, tutti tranne una.

Hermione aprì un occhio, poi anche l'altro. Non sapeva che ora fosse ma fuori era ancora tutto buio, dalle tapparelle non filtravano i raggi del Sole, tutto era buio e sicuramente era ancora piena notte. Si rigirò tra le braccia di Draco in cerca di una posizione comoda per riuscire a riaddormentarsi.

Era letteralmente terrorizzata per ciò che sarebbe sarebbe potuto accadere in un futuro che era certa essere molto prossimo. Erano in guerra da quasi un anno e sapeva bene che prima o poi sarebbe giunto il momento della resa finale ma il tempo era proprio volato.

Sbuffò innervosita dal fatto di non riuscire a prendere sonno e lentamente, dopo essere scivolata via dalle braccia di Draco, si alzò dal letto cercando di non far rumore. Scese le scale illuminate da un 'Lumus' appena sussurrato e si diresse in cucina. Si servì di un bel bicchiere d'acqua fresca cercando di tranquillizzarsi e, seduta sul tavolo da lavoro, osservò per qualche minuto le stelle che brillavano più che mai nel cielo nero. Individuò facilmente la costellazione del Drago, dalla quale prendeva il nome il suo bellissimo fidanzato. Quando era ad Hogwarts e si sentiva nervosa o agitata si rifugiava spesso sulla torre di astronomia, magari in compagnia di un bel libro e di una coperta. Là su, lontano da tutto e da tutti, eppure così vicino, le sembrava di stare in paradiso, non c'era niente di meglio al mondo. Però si sbagliava, alla fine qualcosa di ancora meglio l'aveva trovato, ma è proprio questo che significa essere innamorati, nessun posto è migliore che stare accanto a lui.

Tornò in camera ancora più sveglia di prima, ormai anche il poco sonno che aveva se n'era andato abbandonandola definitivamente. Entrò in camera e si richiuse la porta alle spalle.

-Draco.- un sussurro.

-Mmh.-

-Draco.- il tono di voce si alzò.

-Mmh.-

-Draco, vuoi svegliarti?-

-Cosa c'è?- si lamentò il biondo. -Perchè ora che hai finito la tua passeggiatina notturna vieni a rompere le scatole a me?- la voce giunse soffocata dal cuscino.

-Allora se n'è accorto.- sorrise la riccia tra sé e sé.

-Non riesco a dormire.- spiegò.

-Dai, vieni qua.- le sorrise tirandosi un po' su e aprendo le braccia come invito.

Hermione non se lo fece ripetere due volte e si fiondò sul letto stretta a Draco, mentre quest'ultimo si affrettava a coprirla con il soffice piumone.

-Merlino, Herm! Hai i piedi ghiacciati.- la rimproverò.

-Non è colpa mia, è il pavimento che era freddo!-

-Mai sentito parlare di pantofole, ciabatte, calzini,...?-

-Mmh, sai che non le sopporto, non fare il noioso. E poi scusa, se non dà fastidio a me perché dovrebbe darlo a te?-

-Mah, non saprei! Forse perché ti appiccichi a me come una cozza e mi punti quei due pezzi di ghiaccio che ti ritrovi al posto dei piedi sulle gambe?- chiese sarcastico.

-Be' è questo il prezzo da pagare per essere il mio fidanzato, se non ti va' bene non hai che da dirlo.-

-Stupida.- rise lui stringendola ancora di più a sé -Solo, ricordami di regalarti un bel paio di pantofole per il tuo compleanno.-

-Se ci arriveremo.-

-Intendo dire se ci arriveremo vivi o se ci arriveremo ancora come fidanzati.-

-Se ci arriveremo vivi, mi sembra ovvio che ormai tu senza di me non puoi stare. Chi vuoi che ti sopporti se non la sottoscritta?- rispose ridendo per alleggerire la tensione.

-Ci sono ragazze che darebbero un braccio per poter avere anche solo un mio bacio.- disse per scherzare, anche se la riccia sapeva bene che era vero.

-Ah, sì? Allora devo ritenermi molto fortunata.-

-Molto fortunata, miss Watson.-

Hermione si accoccolò meglio tra le braccia del biondo e passarono alcuni minuti di silenzio tanto che Draco pensò si fosse addormentata.

-Dra?-

-Sì?-

-Dimmi qualcosa.-

-Cosa vuoi che ti dica?-

-Non so, qualsiasi cosa.-

-Ti amo.- alla Granger si illuminarono gli occhi, non era la prima volta che le dichiarava così apertamente i suoi sentimenti ma il fatto che l'avesse fatto in quel momento, in quel modo così spontaneo l'aveva resa felice e incapace di pensare a qualsiasi altra cosa.

-Che c'è? Ti sei emozionata per così poco? Pensavo lo sapessi già.-

-Sì, solo che... era da un po' che non me lo dicevi.-

-Ti amo?- lei annuì nel buio della notte e Draco percepì solo il lieve movimento fatto con la testa.

-Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo.- ripeté stampandole piccoli baci su tutta la faccia e facendola ridere di gusto.

-E tu?- le chiese fermandosi a pochi centimetri dal suo viso.

-Io cosa?- chiese facendo finta di niente.

-... - Draco non parlò ma Hermione era quasi sicura che in quel momento avesse messo su una smorfia tra l'incredulo e lo scocciato e non potè fare a meno di sorridere.

-Sciocco, sai benissimo che anche io ti amo.- sussurrò prima di coinvolgerlo in un dolce bacio.

Passarono tutto il resto della notte a coccolarsi e a baciarsi. Intanto fuori da quella stanza il sole iniziava pian piano a sorgere e a illuminare la Terra coi suoi caldi raggi.

La sveglia sul comodino segnava le sette e un quarto quando un lieve bussare alla porta li fece ridestare dal loro mondo dei sogni ad occhi aperti.

-Herm? Malfoy? Siete svegli?-

-Ci puoi giurare, Sfregiato.- ghignò Draco, come al solito sempre molto gentile.

-Be' vestitevi e scendete in sala, io e Ron vi aspettiamo di sotto.-

-D'accordo Harry, ci vediamo tra cinque minuti.- rispose la Grifondoro cordiale.

-Altro che San Potty, sei sempre il solito guasta feste.- ringhiò il biondo ricevendo in risposta un pizzicotto sul braccio dalla riccia.

Hermione si alzò dal letto e quando appoggiò i piedi sulla fredda superficie in marmo non potè fare a meno di rabbrividire anche se c'era abituata. Tirò su le tapparelle facendo sì che il sole illuminasse tutta la stanza.

-Mmh, tira giù quell'affare, così mi accechi!- sbottò coprendosi il viso con un braccio.

-Dai Draco, non fare il dormiglione, è ora di alzarsi.-

-Io non sono un dormiglione, sei tu che mi hai tenuto sveglio tutta la notta!-

-Be' non mi sembra ti sia dispiaciuto, ma se preferisci la prossima volta ti lascio dormire.-

-No, no, non intendevo quello. E poi io sono perfettamente riposato, non vedi? Sono fresco come un fiore!- Draco si affrettò a mettere le cose in chiaro prima che alla riccia passassero in mente strani pensieri.

Dopo una doccia veloce Hermione fece sparire le sue occhiaie grazie a un correttore ma il Serpeverde non sembrava della stessa idea.

-Scordati che io mi faccia truccare da te! Non sono mica una checca come Potty e Lenticchia!-

-Punto primo: non insultare i miei amici. Punto secondo: non ti voglio truccare, voglio solo fare sparire quelle brutte occhiaie. Sei tu che ti preoccupi sempre che il tuo bel faccino non si rovini.-

-Se i tuoi 'amici' scoprono che mi sono fatto impiastricciare la faccia da te con quella diavoleria da donna non la smetteranno mai più di prendermi per il culo.-

-Hanno poco da prenderti per il culo. Anche loro si sono fatti, come dici tu, 'impiastricciare la faccia' da me. Quindi sta zitto e lasciami fare, non se ne accorgeranno neanche.-

-Ok, hai vinto.-

-Sì... però magari siediti sul letto se non non ci arrivo.-

-Nana.- la prese in giro bonariamente.

-Non sono una nana, sei tu che se alto come un Mezzo-Gigante.-

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Ehi ciao! Come va'?

Lo so, lo so, sono in terribile, anzi, terribilissimo ritardo e mi scuso per ciò.

Non ho scusanti: non ho avuto problemi in famiglia, non mi è morto il cane, il gatto né il coniglio (che non ho) e non devo studiare per nessun esame.

Ho avuto semplicemente perso la fantasia e immaginazione, ma non temete: sono andata a 'Chi l'ha visto' e finalmente le ho ritrovate XD

Ma quanto sono stupida? Va be' d'ora in poi cercherò di aggiornare più in fretta e conto di postare il prossimo capitolo entro domenica.

 

P.S.: mi duole dirvi che ormai mancano solo due/tre cap ='(

 

P.P.S.: grazie mille a chi mi ha seguito, mi segue e continuerà a seguirmi.

A chi recensisce:

 

P.P.P.S.: chi vuole può anche chiedermi l'amicizia sul mio profilo facebook http://www.facebook.com/hexleviosa.efp?ref=tn_tnmn
e sulla mia pagina dedicata ad Emma Watson http://www.facebook.com/pages/Tu-che-resterai-con-Emma-Watson-fino-alla-fine/338553766255233?ref=hl

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Capitolo 20
*** 20. L'Hogwarts che non ti Aspetti ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

20. L'HOGWARTS CHE NON TI ASPETTI

 

-Bene, allora siamo tutti d'accordo!- esclamò Harry soddisfatto.

-Sì, Potter. Contento?-

-Non sfottere, Malfoy!-

-Basta litigare!- li riprese Hermione.

Ron sghignazzò mentre Harry e Draco si zittirono all'istante.

-Così va' meglio. Allora? Andiamo?- sorrise la riccia.

 

Si materializzarono ad Hogsmeade e rimasero turbati da ciò che videro. Nel villaggio non c'era anima viva, solo cenere e macerie. Ormai mancava poco, presto ci sarebbe stata la battaglia finale, decisiva. Draco avrebbe combattuto contro i suoi genitori, la sua famiglia, i suoi amici. Hermione pensò che probabilmente non ce l'avrebbe fatta se fosse stata al suo posto. Gli strinse la mano a lui le sorrise leggermente.

-Sono qui, prendeteli.- gridò un uomo in lontananza.

-Merda.- ringhiò Draco. -Correte.-

I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte mentre i Mangiamorte si avvicinavano a loro.

-Via, via, per di là.-

-Eccoli li ho visti.-

-Bacchette alla mano.- suggerì Harry.

-Draco, Draco, non stringermi la mano così forte. Mi fai male.-

-Continua a correre, Hermione e tieni la bacchetta pronta.- gli intimò il biondo.

-Come diavolo faccio? Io non sono mica mancina, lasciami la mano.-

-No, tu pensa a correre, userò io la bacchetta se necessario.-

-Merlino, Draco. Ti costa così tanto lasciarmi la mano?-

-Potrebbe costarmi molto.- rispose sincero.

Hermione allora non disse più nulla e lo seguì in silenzio.

-Qui dietro.- bisbigliò Harry accovacciandosi dietro un vecchio bancone.

Restarono in silenzio qualche secondo, mentre sentivano dei passi avvicinarsi.

-Stanno venendo qui.- ansimò Hermione con il fiatone per la corsa.

-Tu resta dietro di me.- Draco la copriva con il suo corpo mentre ascoltava attentamente e si teneva pronto a duellare.

-Si stanno allontanando.- disse Ron lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo.

-Non possiamo restare qua. Venite.-

 

Si rifugiarono in un vicoletto stretto e buio, lontano dalla strada principale. Sembravano al sicuro per il momento, avevano sentito i Mangiamorte che si dirigevano dalla parte opposta ma c'era qualcosa di strano. Un freddo innaturale li circondava e avevano preso tutti a tremare. Harry alzò lo sguardo e ciò che vide lo terrorizzò. Dissennatori, erano completamente circondati da Dissennatori. Ce ne saranno stati una decina e, anche se completamente cechi, avvertivano la paura impossessarsi dei quattro ragazzi.

-Merda!- ringhiò Draco, percosse il cancello con forza ma questo era chiuso, si trovavano in un vicolo cieco.

Harry alzò la bacchetta e la puntò verso l'alto, verso il cielo, verso i Dissennatori.

-Cosa fai?- lo bloccò Hermione prendendolo per l'avambraccio -Così ci scoprirebbero subito.-

Ma intanto le mostruose figure incappucciate si avvicinavano sempre di più a loro.

-Hai un'idea migliore?- chiese il moro.

La riccia scosse la testa mollando la presa sul suo braccio, Harry chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi. Non doveva, non poteva fallire, non questa volta. Non si trovava ad una lezione col professor Lupin e sapeva che non avrebbe avuto una seconda possibilità.

-Expecto Patronum.- dalla punta della sua bacchetta si levò una luce azzurra e presto il suo cervo si fece strada nel buio della notte scacciando via i Dissennatori.

-Presto, sono là.- un urlo, i Mangiamorte si erano accorti di loro.

-Era il Patronus di Potter!-

-Sì l'ho visto anch'io.-

-Miseriaccia.- Ron sbiancò.

-Merda, merda, merda.- imprecò Draco poco elegantemente.

-Che diavolo state facendo, ragazzi? Presto, entrate- la voce proveniva da una piccola porta che si era aperta alla loro sinistra. Era l'entrata secondaria della Testa di Porco.

Non se lo fecero ripetere due volte ed entrarono ma non riuscirono a vedere in faccia l'uomo che li aveva parlato. Senza esitazioni salirono su per la piccola scala a chiocciola e arrivarono in un salottino.

-L'avete visto?- chiese Ron.

Harry scosse la testa.

-Per un momento ho pensato che fosse...- iniziò Draco.

-Lo so...- Hermione andò avanti al suo posto stringendogli la mano -...Silente.-

La Grifondoro tirò fuori il mantello dell'invisibilità e coprì tutti e quattro. Ormai erano troppo alti e li rimanevano i piedi scoperti e ben visibili. Ma a loro ciò non importava, volevano solo vedere fuori dalla finestra per osservare ciò che capitava.

-Che diavolo è successo?- ringhiò l'uomo.

-Qualcuno ha infranto la barriera.- spiegò un Mangiamorte.

-Cos'è, non posso neanche fare uscire il gatto?-

-Allora sei stato tu?-

-Oramai non posso neanche più metter naso fuori da casa che mi ritrovo una banda di Dissennatori alle calcagna.-

-Impossibile. Ho visto benissimo un Patronus a forma di cervo, che è quello di Potter.-

-Quello che avete visto, branco di idioti, era il mio ed è a forma di capra. Cos'è, non distinguete neanche più un cervo da una capra.-

-Va bene, ma la prossima volta non la passi liscia.-

 

Rimasero in silenzio e sentirono la porta aprirsi e richiudersi subito dopo. Udirono i vecchi scalini di legno scricchiolare sotto il passo del loro salvatore.

Non fecero tempo a proferire parola che un vecchio con una lunga barba venne verso di loro.

-Come diavolo vi è saltato in mente?- chiese rivolto ai ragazzi.

-Dobbiamo entrare ad Hogwarts.- esordì Harry.

-Date retta a me, lasciate perdere.-

-Silente mi ha dato una missione.-

-Silente non ti ha dato una missione, ti ha dato un progetto suicida.-

Draco ghignò trionfante, finalmente qualcuno che la pensava come lui!

-Lei è Aberfoth, non è vero? Lei è il fratello di Silente.- disse Hermione guardandolo dritto negli occhi.

-Aberforth?- ripetè Harry.

-Già, immagino non ti abbia mai parlato di me. E ci sono molte altre cose di cui sicuramente non ti avrà parlato. Lui non era come sembrava.-

-Non mi interessa di quello che lei dice di lui, io mi fidavo di Albus Silente.-

-Non sarò certo io a fermarti, allora.-

-Ci aiuterà ad entrare ad Hogwarts?- chiese il moro speranzoso.

L'uomo si voltò verso un ritratto dove una giovane ragazza sorrideva appena. La videro voltare loro le spalle e allontanarsi.

-Lei è Ariana, non è vero?- domandò Harry.

-Albus ha sacrificato molte cose sulla via del successo, conclusa Ariana.-

Nessuno dei quattro ragazzi volle pensarci troppo sulla questione. Il libro che aveva scritto quella arpia della Skeeter aveva creato già troppi problemi e in quel momento non volevano permettere che qualcuno intaccasse la memoria di Silente.

-Chi c'è dietro Ariana?- chiese Hermione facendo sì che tutto spostassero lo sguardo sul ritratto.

Il quadro si spostò e una figura conosciuta entrò nella loro visuale.

-Neville!-

-Paciock!-

I quattro ragazzi erano rimasti senza parole. Il timido ragazzino impacciato si era trasformato in un uomo e il suo volto era trasfigurato dalle cicatrici e dalle ferite. Cosa stava succedendo ad Hogwarts? Sapevano che Neville, Luna e Ginny stavano mandando avanti l'Esercito di Silente e che si stavano opponendo il più possibile al nuovo regime ma non avrebbero mai immaginato che i professori sarebbero arrivati a punirli così tanto.

-Ragazzi, siete arrivati finalmente. Merlino, non sapete quanto vi abbiamo aspettato. Su coraggio, venite, saranno tutti molto contenti di rivedervi! Oh, ciao Aberfoth, non ti avevo visto.-

-Ora posso andarmene a dormire?- ringhiò il vecchio in risposta -Ma per cosa avete preso questo pub? Per una stazione ferroviaria?-

 

Erano entrati in quello stretto e buio tunnel da un paio di minuti, camminavano in fila indiana, uno dietro l'altro. Neville, Harry, Ron, Hermione e per ultimo Draco.

Quando Paciock vide il Serpeverde, non disse nulla, sì limitò a sorridere. Non sembrava per nulla turbato o sorpreso dal fatto che lui fosse con loro. A tutti parve strana questa cosa ma furono grati al moro di non aver chiesto spiegazioni. Ne avrebbero già dovute dare in futuro e in quel momento erano ognuno perso nei propri pensieri.

Hermione ringraziò mentalmente Merlino, non si sentiva ancora pronta a parlare a tutti della loro relazione. Dopotutto sarebbe stata la prima volta. Harry l'aveva praticamente scoperto da solo, Ron l'aveva appreso da Malfoy che gli aveva sbattuto in faccia la loro relazione non appena possibile. Al solo pensare ai suoi compagni di scuola si sentiva male, avrebbe voluto urlare al mondo intero che lei e Draco si amavano, ma in quel momento non voleva inutili discussioni, lei stessa in quel momento non avrebbe avuto né il tempo né tanto meno la voglia e la pazienza per mettersi a spiegare pazientemente come stavano le cose.

-Non mi ricordavo di questo passaggio.- il bambino-che-è-sopravvissuto ruppe il silenzio.

-Già, perché l'abbiamo creato adesso. I Carrow hanno chiuso tutti i passaggi che esistevano prima, c'è rimasto solo questo.-

Il suono dei loro passi rimbombava in quell'angusto e stretto corridoio scavato nel terreno. Faceva freddo là sotto, ed era umido. Harry tirò la cerniera più in su che poteva coprendosi la gola, Ron starnutì più volte ed Hermione tossì violentemente.

-Ehi, tutto bene?- le sussurrò Draco all'orecchio.

-Sì.- rispose lei tirando su col naso -Penso solo di aver preso un po' di freddo.-

Il biondo le poggiò una mano sulla spalla, non poteva fare di meglio, il passaggio era troppo stretto per poterla abbracciare e camminarle affianco.

-Nev?-

-Dimmi, Ron.- rispose pacatamente.

-Siamo arrivati?-

-No, Ron. Manca ancora qualche metro.-

-Oh, attenti a quelle...-

Non fece in tempo a finire la frase che Ron ed Hermione caddero per terra.

-...radici.- concluse Neville.

-Scusami, Herm. Ti ho fatta inciampare.-

-Tranquillo, Ron, non è niente.-

Il rosso si alzò e fece per aiutarla a fare lo stesso ma fu bloccato dal tuonare di Malfoy.

-Giù le mani, lenticchia.-

-Draco.- ringhiò tra i denti Hermione per rimproverarlo del suo comportamento. Possibile che dovesse sempre uscirsene con quei nomignoni?

Il biondo in risposta alzò le spalle e prendendola per un braccio la tirò in piedi. La Grifona sussurrò un “grazie”, poi si voltò e si accorse che gli altri tre li stavano fissando.

-Be', andiamo avanti?- chiese arrossendo. Proprio non sopportava di venire fissata e di essere al centro dell'attenzione, al contrario del principino.

-Neville.-

-Dimmi, Hermione.-

-Chi... chi ti ha fatto quelli?-

-Questi dici?- chiese indicandosi la faccia coperta di graffi e lividi. -I Carrow. Hogwarts è molto cambiata, da quando Piton è diventato preside.-

-E' così terribile?- lo interruppe Harry.

-No, a dir la verità non si fa mai vedere in giro. Sono i Carrow ad essere terribili.

-Te li hanno fatti loro quelli?- chiese ancora Hermione.

-Ieri, ad Arti Oscure. Ci facevano esercitare con la maledizione Cruciatus sui bambini del primo anno che erano in punizione... io mi sono rifiutato.-

Ron pareva essere sul suo mondo, quel giorno non era stato particolarmente loquace, non aveva risposto neanche alle provocazioni di Draco. Era strano vederlo così, lui sempre allegro e spensierato. Anche Harry era perso nei suoi pensieri, talvolta si passava una mano sulla cicatrice ma si vedeva che qualcosa lo turbava.

Hermione era piuttosto pallida e l'agitazione le faceva venir la nausea, ma forse quella era solo la fame. All'affermazione di Neville era rimasta a dir poco sconcertata, non si aspettava una cosa simile! Si era voltata verso Draco, ma se il biondo era stupito non lo diede di certo a veder. Aveva rimesso la sua solita maschera d'indifferenza, ma quando vide il volto di Hermione le sorrise per rassicurarla. Lei non era di certo abituata a certe cose, ma lui aveva visto molte persone ferite gravemente, aveva udito molte urla provenire dai sotterranei di Malfoy Manor. Non c'era più niente che potesse stupirlo, aveva imparato a capire che certe persone non hanno limiti, non hanno scrupoli. Certe persone ucciderebbero i loro stessi figli per ottenere ciò che vogliono. Lo sapeva, suo padre era uno di quelli.

 

-Neville...-

-Sì, Ron, siamo arrivati.- rispose senza neanche dare tempo al rosso di formulare la domanda.

Il moro spalancò il ritratto e davanti ai loro occhi apparve un'enorme stanza piena zeppa di studenti. Era enorme, una moltitudine indefinita di amache multi colore pendevano appese al soffitto e dalle balconate pendevano gli stendardi di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero. A quanto pare gli unici studenti che mancavano erano quelli di Serpeverde. Ma all'entrata del quartetto un quarto stendardo verde-argento si aggiunse ai tre già esistenti, ora c'era veramente tutta Hogwarts a combattere contro Tu-sai-chi.

-Ragazzi, ho una sorpresa per voi! Indovinate chi vi ho portato?-

-Spero non sia altro cibo cucinato da Aberforth.- rispose McLaghen.

-Già, sarebbe una sorpresa se lo digerissimo.- gli diede man forte Seamus.

Neville sorrise raggiante, i ragazzi non si ricordavano neanche più l'ultima volta che l'avevano visto così speranzoso. Il moro si spostò di lato lasciando libero il passaggio che venne presto occupato da altre quattro figure a tutte conosciute.

I ragazzi si misero ad urlare dalla gioia, altri piansero. Spostando lo sguardo più in alto Draco vide altri studenti che si sporgevano dalle balconate e applaudivano. Gli sembrava impossibile che in un periodo difficile come quello le persone riuscissero a diventare improvvisamente felici e speranzose al solo vedere il Trio dei Miracoli.

Riconobbero molti volti conosciuti, Lavanda, Seamus, Coormac, Colin e suo fratello. Poi si sentirono spingere dentro la stanza mentre passavano da braccia in braccia a tutte le persone che volevano assicurarsi che fossero veramente loro, che li abbracciavano e baciavano.

-Che mai avranno da festeggiare? Cazzo, la guerra non è mica finita!- pensò Draco.

Il biondo si teneva in disparte, evidentemente nessuno si era ancora accorto di lui, altrimenti si sarebbe ritrovato con decine di bacchette puntate alla gola.

-Non sapete come sono contenta!- esclamò Cho.

-Già, non ci speravamo quasi più.- continuò Lavanda asciugandosi le lacrime.

-Sì. - sospirò Neville -Ma per fortuna siete qui, tutti e quattro.-

A quelle parole Draco guardò confuso il resto del gruppo. Che diavolo li era preso? Avevano già dimenticato che lui era il Mangiamorte che aveva tentato di uccidere Silente?

-A quanto pare le punizioni dei Carrow hanno danneggiato quel poco di cervello che avevano. - pensò il biondo.

 

 

 

 

**SPAZIO AUTRICE**

Chiedo umilmente perdono per il clamoroso ritardo.

Non ho scusanti, sappiatelo. E meriterei anche di essere cruciata.

Non avrei mai pensato che scrivere una ff fosse così difficile.

All'inizio era semplice ma ora che il finale si avvicina diventa sempre più complicato.

Inoltre sto cercando di seguire un po' il libro e un po' il film, come avrete notato, e spero che alla fine il risultato sia gradevole, am questo sta a voi dirlo =)

Ringrazio come sempre tutte le persone che seguono questa storia e che la recensiscono.

In particolar modo ringrazio Lady Atena che recensisce tutti i capitoli.

Se volete potete contattarmi sul mio profilo facebook:
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Grazie ancora a tutti,

un bacio <3

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** 21. Il Diadema di Priscilla Corvonero ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

21. IL DIADEMA PERDUTO DI PRISCILLA CORVONERO

 

 

-Oh ragazzi, non sapete come sono felice di vedervi.-

-Sì, per fortuna state tutti bene.-

-Ci avete fatto prendere di quelli spaventi.-

-Sì, da quello che diceva la Gazzetta del Profeta sembrava doveste morire da un giorno all'altro.-

Il mormorio si diffuse velocemente per tutta la stanza, gli studenti si erano avvicinati a loro e gli accerchiavano complimentandosi e lodandosi per le loro imprese. I quattro però si guardavano intorno non riuscendo neanche a distinguere una frase dall'altra per quanto i ragazzi si parlassero sopra.

-Già, ma per fortuna ora sono tornati ad Hogwarts.- esclamò Neville felice, facendo sorridere anche il resto del gruppo alle sue spalle.

-Ben detto, Nev. Ora ci aiuteranno a....- Seamus non riuscì neanche a terminare la frase perché fu interrotto da Harry.

-No, frena un attimo.- tutti si girarono verso di lui -Noi siamo qui per fare... una cosa. Non siamo sicuri di poter restare.-

-Cosa? Ma...-

-Mi dispiace, ma dobbiamo andare avanti con la nostra missione.- si scusò il moro.

-Quindi non ci aiuterete?- chiese qualcuno con l'aria delusa.

-Noi...- intervenne Hermione -Stiamo facendo questa cosa per conto di Silente e se ci riusciremo sarà utile per tutti.-

-Ha a che fare con lo sconfiggere Voldemort?- domandò Neville.

-Sì.- annuì il bambino-che-è-sopravvissuto.

-Bene. Vi aiutiamo.- decise soddisfatto il Grifone.

-No, Neville. Penso di non essere stato sufficientemente chiaro: è una cosa che dobbiamo fare da soli.- s'impuntò il ragazzo con la cicatrice a forma di saetta.

-Ma... Harry! Noi siamo l'Esercito di Silente, ricordi? Ti puoi fidare di noi!- protestò ancora colui che una volta era un timido ed impacciato bambino.

-Io mi fido di voi... davvero! Ma non possiamo dirvelo.-

-E' così allora. Io, Luna e Ginny ci siamo impegnati così tanto durante quest'anno, per continuare l'esercitazione dell'Esercito di Silente, per mandarlo avanti, per aiutarti a sconfiggere tu-sai-chi. Abbiamo persino creato un radio! Una radio che speravamo tu ascoltassi, per tenerti aggiornato con quello che accadeva nel resto del mondo. Abbiamo fatto tutto questo, sopportato tutte queste torture per continuare a sostenerti! Tu non sai cosa vuol dire, Harry. Siamo diventati dei ricercati persino qui, ad Hogwarts, quella che è stata la nostra casa da quando abbiamo compiuto undici anni, da quando per la prima volta abbiamo messo piede qui dentro. Non puoi escluderci così, non puoi farci questo.- Neville aveva quasi urlato per tutto il suo monologo ma la sua voce si era terribilmente abbassata nelle ultime frasi, si era rotta, incrinata dall'emozione. E fu allora che Harry lo vide, vide veramente, per la prima volta nella sua vita, il vero Neville Paciock. Nei suoi occhi brillava la forza, la determinazione. E in quel momento tutti dubbi che lo avevano assalito durante gli anni di scuola erano scomparsi. Il Cappello Parlante non si sbaglia mai, non aveva sbagliato neanche con quel ragazzo che ora stava in piedi davanti a lui. Neville era un degno figlio di Godric Grifondoro, in quell'istante aveva dimostrato molto più coraggio di tutti gli altri studenti presenti messi assieme.

Venne interrotto dai suoi pensieri riguardanti il compagno da una mano che lo tirava per la manica della felpa.

-Harry.- il moro si voltò verso Hermione, dando le spalle al resto dei ragazzi.

-Cosa faccio?- chiese in modo che solo lei, Ron e Malfoy potessero sentirlo.

-Penso che Neville abbia ragione, Harry.- mormorò il rosso passandosi una mano fra i capelli -Insomma, hanno sopportato tutto questo...-

-Glielo dobbiamo, Harry. Non possiamo andarcene come se niente fosse.- concordò la riccia.

-Il punto è questo...- s'intromise Draco -Noi dobbiamo cercare questa cosa e, ammettiamolo Potter, qualche mano in più ci farebbe veramente comodo, basta solo omettere il motivo, Silente non voleva che si sapesse, be' noi non diciamoglielo.-

-Draco, sei un genio!- sorrise Hermione stampandogli un bacio sulla guancia e arrossendo subito dopo poiché si era accorta che tutti li stavano fissando.

-Be' modestamente.- gongolò Draco.

-Ok, sì... penso sia una buona idea.- annuì Harry girandosi di nuovo verso gli altri studenti.

 

Intanto, qualche chilometro più a sud, Malfoy Manor era in fermento. Il Signore Oscuro aveva riunito lì tutti i suoi più fedeli 'collaboratori'. A Narcissa sembrava un paradosso quell'appellativo, loro non avevano niente di neanche lontanamente comparabile a dei 'collaboratori', loro erano solo degli schiavi, dei servitori di un pazzo furioso, Mezzosangue per giunta! Aveva mosso mari e monti affinché la magia si preservasse, affinché quelli che lui chiamava "Mezzosangue" e "Sangue-sporco" non entrassero a far parte del loro mondo, ne fossero banditi. Tutto ciò era un'enorme pagliacciata! In quel momento odiava profondamente tutta la sua famiglia. Oh, il vecchio Cygnus non avrebbe mai permesso una cosa del genere! Certo, anche lui credeva nella superiorità dei Purosangue ma non avrebbe mai permesso che avvenissero omicidi nella sua stessa famiglia. Ormai si uccidevano tra cognati, cugini... sorelle. Al solo pensare a come Bellatrix aveva tolto la vita a Sirius poco tempo prima le veniva il voltastomaco. E ora, se la Lestrange avesse potuto, avrebbe ucciso volentieri anche Andromeda. I suoi genitori l'avevano allontanata per aver sposato un Mezzosangue, l'avevano ripudiata, cancellata dal loro albero genealogico, ma non poteva credere che l'avrebbero uccisa. No, Cignus e Druella non avrebbero mai fatto una cosa del genere, uccidere il sangue del proprio sangue.

Il ticchettio dei tacchi sul pavimento in marmo fece destare la donna dalle sue elucubrazioni mentali. Cercò di apparire il più tranquilla possibile mentre sorseggiava un tè nel salotto privato.

-Oh, sei qua.- sbottò Bella.

-Tè?- chiese l'altra con finta gentilezza, ignorando volontariamente il tono di rimprovero della sorella.

-Non sembri agitata.-

-Non vedo motivo di esserlo.- la sua voce rimaneva piatta, distaccata.

-Il momento è vicino.- sibilò la maggiore -Lo scontro finale ormai è alle porte. Il Nostro Oscuro ci vuole pronti.-

-Cosa desidera il VOSTRO Signore non m'interessa. Forse non lo rammenti, ma io non faccio parte di questa ridicola combriccola.- replicò acida.

-Non osare parlare così! Se non fossi mia sorella ti avrei già messo a tacere a suon di Cruciatus.- Bella fece per andarsene.

-Perché non lo fai? Non fai certo mistero della tua voglia di vendetta nei confronti di nostra sorella, tu stessi hai detti più volte che certe... "vergogne"... è meglio eliminarle per preservare il buon nome della famiglia.- la sua voce ora esprimeva risentimento e Bellatrix la stette ad ascoltare ma continuava a darle le spalle -Chissà, magari prima ti vuoi allenare con me!-

-Non osare provocarmi!- urlò girandosi di scatto. -Se avessi voluto, l'avrei già fatto. E credimi, avrei avuto anche un valido motivo.-

-Spiegati meglio.- lady Malfoy ora aveva riacquistato la calma ma non si tratteneva a sfidarla apertamente.

-So benissimo che hai aiutato Draco a fuggire. Ti ho vista, non aspettavi altro che lui prendesse le bacchette dalle tue mani e hai solamente finto di duellare contro Weasley e Potter.- ci fu una breve pausa -Ma tu non ne hai colpa, sorellina. Sei sempre stata più... debole, e questo tuo amore materno ti ha solo che rammollita. Ho sempre saputo che non avresti mai avuto la forza per metterti contro tuo figlio.- un'altra pausa -Ma non temere... ci penserò io a castigarlo per bene.- sussurrò andandosene.

Una volta rimasta sola Narcissa si lasciò andare contro lo schienale della poltrona. Era agitata e preoccupata per quello che sarebbe successo. Sperava solo che il figlio fosse attento e non facesse passi falsi. Di una cosa era certa: non avrebbe mai più permesso che Bellatrix le portasse via qualcuno a cui voleva bene, glielo aveva già lasciati fare una volta, ma la seconda non ci sarebbe stata, a costo di macchiare la propria anima di un omicidio.

 

-Dunque, noi... stiamo cercando una cosa, un oggetto.- disse il moro mentre tutta la Stanza delle Necessità era nel più profondo silenzio e lo ascoltava attentamente.

-Di cosa si tratta, Harry?- chiese Neville.

-Non lo sappiamo. Ma dev'essere molto piccolo e facile da nascondere. Se i miei calcoli sono esatti dovrebbe avere a che fare con Priscilla Corvonero.-

Nella sala era calato il più assoluto silenzio.

-Ci aiuterete a cercarlo?- chiese speranzoso.

-Che forma ha?- chiese qualcuno dal fondo della sala.

-Non lo sappiamo.-

-Dove si trova?- questa volta la voce arrivava dalla sua sinistra.

-Non sappiamo neanche questo.-

-Be' direi che è un po' poco su cui basarsi.- constatò Seamus.

-Allora, corvi, qualche idea?- urlò Draco sperando che qualcuno si facesse avanti.

-C'è il diadema perduto di Priscilla Corvonero.- intervenne Luna con la sua solita aria sognante.

-Miseriaccia, ecco che ci risiamo.- mormorò Ron.

-Il cosa?- chiese Harry ignorando il rosso.

-Il diadema di Priscilla Corvonero.- ripeté pacata -Nessuno ne ha mai sentito parlare? Starno, è alquanto famoso.-

Il moro si voltò verso l'amico.

-Non chiederlo a me.- sbottò Ron.

-Scommetto che Hermione ha letto qualcosa a riguardo, non è vero? In uno dei tuoi libri dev'esserci scritto qualcosa a riguardo.- concluse la Loovegod.

Tutti si voltarono verso la riccia.

-Allora?- chiesero in coro i tre ragazzi.

-Be', a dire la verità sì, però...- iniziò titubante la riccia.

-Il fatto, Harry,...- intervenne Cho, che come membro della casa di Corvonero ne doveva essere sicuramente informata -... è che è perduto.-

-In che senso perduto?- chiese Ron.

-Che c'è, lenticchia, ora non capisci neanche più la tua lingua?- lo schermì Draco.

-Che fai, Malfoy, sfotti?- ribatté risentito il rosso.

-Smettetela voi due!- li riprese Hermione.

-Stavi dicendo, Cho...- la incalzò Harry interessato.

-Che è perduto. Sono decenni che è scomparso, non c'è anima viva che l'abbia visto.- spiegò la ragazza.

Il biondo Serpeverde si voltò verso la riccia, e così fecero anche il rosso e il moro, come a chiedere conferma di ciò che avevano appena sentito. Non che non si fidassero della compagna, anzi, ma sapevano bene che Hermione era una miniera d'oro, magari aveva letto qualcosa di più a riguardo e ne era maggiormente informata. Almeno questo è quello che speravano. Già sarebbe stata un'impresa difficile cercare un oggetto che poteva trovarsi in qualsiasi parte di Hogwarts, ma se poi era addirittura perduto e nessuno l'aveva visto sarebbe stato praticamente impossibile. Avrebbero avuto più possibilità a cercare un ago in un pagliaio, come dicono i babbani, anche se per i maghi in effetti basterebbe un semplice incantesimo d'appello. Ma ovviamente questo non serviva se si trattava di magia nera, sarebbe stato troppo bello!

La stanza era caduta nel più profondo silenzio. Quello strano quartetto stava riflettendo sul da farsi mentre gli altri studenti stavano fermi aspettando che questi dicessero qualcosa.

In quel momento la porta della stanza iniziò ad aprirsi lentamente e con un cigolio sinistro e lo stendardo di Serpeverde iniziò ad oscillare come se fosse mosso dal vento, o da qualche strana presenza. Per un momento Hermione pensò che si trattasse dell'ennesimo scherzo di Pix, il poltergeist, ma non riusciva a scorgere la sua minuta figura da nessuna parte, tanto meno ad udire la sua fastidiosa risata. Harry e Ron sfoderarono le bacchette, così come fecero gli altri. Con la mano libera dal magico bastoncino di legno Draco afferrò il braccio di Hermione, tirandola leggermente dietro di sé. I loro cuori battevano all'impazzata, mancava poco che gli uscissero dai petti, tutto sembrava andare a rallentatore come se si fossero trovati in uno di quei film d'azione che tanto piacevano al padre di Hermione. C'era qualcosa che non andava. La ragazza stava giusto per esporre i suoi pensieri al biondo quando il grande portone si spalancò completamente e lasciò entrare due figure per poi richiudersi alle loro spalle.

 

 

 



 

**SPAZIO AUTRICE**

E ancora una volta sono in ritardo!

Spero mi perdoniate comunque e che il capitolo vi sia piaciuto.

Ormai siamo quasi alla fine della storia, ho calcolato che mancano ancora 4 capitoli.

L'epilogo non ci sarà perché sperava di riuscire a scrivere un prequel, magari quest'estate così ho più tempo.

Sto cercando di seguire un po' la trama del libro e un po' quella del film, come avrete notato, aggiungendo anche qualcosa di mio.

Spero che alla fine ne esca fuori qualcosa di piacevole =)

Ringrazio come sempre tutte le persone che seguono questa storia e che la recensiscono.

E naturalmente anche chi la segue in silenzio.

Se volete potete contattarmi sul mio profilo facebook: http://www.facebook.com/hexleviosa.efp

e su queste pagine:

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P.S.:

cerco un amministratore/amministratrice per la seconda pagina, che è dedicata ad Emma Watson, se siete disponibili contattatemi pure tramite efp con un messaggio, oppure sul mio profilo di facebook, o anche sulla pagina stessa, non ci sono problemi!

 

Grazie ancora a tutti,

un bacio <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** 22. Ci si può fidare dei Serpeverde? ***


N.B.:

Salve ragazzi,

so che di solito non lascio mai commenti all'inizio ma sempre alla fine del capitolo. Vogliate perdonarmi però questa volta, vi lascio solo una piccola notina, in modo che possiate comprendere meglio la storia.

Volevo ricordarvi che le frasi che sono in corsivo, anche se aperte dal trattino, non sono discorsi diretti, ma pensieri che i personaggi non dicono ad alta voce. Ho già utilizzato questo sistema nei capitoli precedenti, non è una novità, volevo solamente ricordarvelo, come ho detto prima.

Ok, ora vi lascio alla storia, noi ci vediamo sotto,

Buona lettura =D

 

 

 

 

PER LA VITA CHE VERRÀ

22. CI SI PUO' FIDARE DEI SERPEVERDE?

 

 

Dal capitolo precedente:

In quel momento la porta della stanza iniziò ad aprirsi lentamente e con un cigolio sinistro e lo stendardo di Serpeverde iniziò ad oscillare come se fosse mosso dal vento, o da qualche strana presenza. Per un momento Hermione pensò che si trattasse dell'ennesimo scherzo di Pix, il poltergeist, ma non riusciva a scorgere la sua minuta figura da nessuna parte, tanto meno ad udire la sua fastidiosa risata. Harry e Ron sfoderarono le bacchette, così come fecero gli altri. Con la mano libera dal magico bastoncino di legno Draco afferrò il braccio di Hermione, tirandola leggermente dietro di sé. I loro cuori battevano all'impazzata, mancava poco che gli uscissero dai petti, tutto sembrava andare a rallentatore come se si fossero trovati in uno di quei film d'azione che tanto piacevano al padre di Hermione. C'era qualcosa che non andava. La ragazza stava giusto per esporre i suoi pensieri al biondo quando il grande portone si spalancò completamente e lasciò entrare due figure per poi richiudersi alle loro spalle.

 

 

-Lo sanno.- disse uno dei ragazzi -Sanno che voi siete qui.-

In quel momento Draco non seppe se tranquillizzarsi o preoccuparsi ulteriormente. Theodore Nott e Blaise Zabini, suoi fidati compagni di casa e scorribande, gli si avvicinarono e lo salutarono con una pacca sulle spalle, ma nei loro occhi leggeva preoccupazione e i loro sorrisi erano tirati. Sicuramente erano ben lieti di rivedere il loro amico, ma avrebbero preferito che le circostanze fossero migliori e di questo non bisognava dargli torto.

-Granger.- la salutò cortesemente Theo.

-Merlino, ogni volta che ti vedo sei sempre più bella!- quest'affermazione procurò a Blaise un'occhiataccia da parte del biondo mentre Hermione sentiva le guance andarle a fuoco.

-Giù le mani, Zabini!-

-Tranquillo, mica te la tocco.- e così dicendo alzò le mani -Le fidanzate degli amici sono irraggiungibili! Magari dopo che vi siete lasciati se ne riparla...-

-Blaise!- abbaiò Malfoy. Il moro fece appena in tempo a blaterare qualche scusa.

-Come hanno fatto a scoprirlo?- chiese Harry, interrompendo la rimpatriata dei Serpeverde.

-Come faccio io a saperlo, Potter?- rispose innocentemente Zabini.

-Già,- continuò Nott -Mica siamo nella mente di quei decerebrati dei Carrow!-

-Nè di Piton.-

-Sì ma...- il ragazzo-che-è-sopravvissuto proprio non ne voleva sapere di lasciar cadere l'argomento e sicuramente il rosso amico gli stava dando manforte. Insomma, come avevano imparato negli anni: mai fidarsi delle Serpi! E questa era una questione seria, se mai ci fosse stata qualche spia o qualche infiltrato dovevano scoprirlo subito, prima che fosse troppo tardi!

Iniziò un'animata discussione su chi avesse potuto spifferare tutto ai Carrow. O a Piton. E chi se non i suoi pupilli, i Serpeverde? Fortunatamente Draco era stato con loro per tutto il tempo e quindi le loro accuse non poterono ricadere su di lui.

-Harry?- Hermione tentava di richiamare l'attenzione dell'amico su di sè, ma con scarsi risultati, e stava iniziando a perdere la pazienza.

-Harry James Potter! Vuoi ascoltarmi?!- tuonò la riccia. Alche tutta la sala si ammutolì e il diretto interessato si voltò verso l'amica.

-Grazie.- disse ella per poi continuare -Ora veniamo al punto!- Harry, Ron e i Serpeverde annuirono in silenzio.

-Qualcuno ha detto ai Carrow o a Piton che noi siamo qui! Ma dimmi, Harry, come potevano Nott e Zabini fare da spie se neanche loro erano al corrente del nostro arrivo? Rispondi!-

Harry rimase senza parole. Ancora una volta Hermione aveva dimostrato la sua intelligenza mentre lui si era semplicemente fatto prendere dal panico non appena i suoi nemici di sempre erano entrati dal portone dando quella notizia. Ma, come dicono i babbani, ambasciator non porta pena.

Ma il punto era un altro. Quella che ronzava nella testa di Potter era una domanda difficile.

-Ci si può fidare dei Serpeverde?-

-Sì, hai ragione, Herm.- ammise sconfitto.

-E secondo te, come fanno a saperlo?- intervenne Ron.

-Ronald, a volte mi chiedo se sei davvero così tardo o se lo fai apposta!- sbottò Hermione. Draco non riusci a trattenersi dal ridere e ricevette un'occhiataccia da parte della fidanzata.

-Forse non ve lo ricordate, ma poco fa, il nostro arrivo a Hogsmeade non è stato dei più piacevoli! I Mangiamorte potranno anche aver creduto alla storiella della pecora ma...-

-Capra. Era una capra.- la interruppe Ron, ricevendo un'occhiataccia in risposta -Ma forse hai ragione tu, sai. Insomma, capra o pecora... va' avanti.- borbottò.

-Stavo dicendo, i Mangiamorte avranno anche potuto credere alla storiella del Patronus ma ci hanno visti benissimo, sapevano che eravamo noi e la notizia sarà arrivata presto anche ad Hogwarts. Avranno immaginato che saremo venuti qua.-

La porta del passaggio, da dove poco prima erano arrivati anche i quattro ragazzi capitanati da Neville, si spalancò lasciando passare... Ginny Weasley, seguita dai gemelli e da Charlie e Fleur.

-Harry!- esclamò la piccola di casa Weasley, senza però avere il coraggio di abbracciare l'ormai ex fidanzato.

-Sono mesi che non vi vede ed è come se fossi il pivello del primo anno. Sono suo fratello, miseriaccia!- borbottò Ron, offeso per non essere stato calcolato dalla sorellina.

-Di fratelli ne ha tanti, ma di Harry ce n'è solo uno!- sghignazzò Seamus Finnegan.

-Zitto un po', Seamus.- disse l'altro guardandolo torvo.

-Hermione, Malfoy...- salutò la rossa soffermandosi un poco di più sul biondo -Ciao Ron, Luna, come va' Neville?-

-Si tira avanti.- fece spallucce il moro.

-Sono io, oppure questa sala si sta riempiendo di Nargilli?- esclamò Luna, con la sua solita aria sognante.

Hermione avrebbe tanto voluto risponderle che era lei e fu anche sul punto di farlo, ma non voleva essere maleducata, dopotutto la bionda era sempre stata carina con lei, e poi non pensava che fosse il momento di mettersi a discutere di cose così futili come l'esistenze di Nargilli e Gorgosprizzi.

-Tornando al Diadema di Priscilla Corvonero...- iniziò Harry.

-E' perduto, Harry!- intervenne Cho -Te lo ripeto, non c'è anima viva che l'abbia visto!-

-Hermione?- nonostante ciò che gli avevano riferito al riguardo, lui voleva anche il parere della riccia, non che non si fidasse della Corvonero ma sapeva benissimo che l'amica, anche se apparteneva alla nobile casata di Godric Grifondoro, era sicuramente la più informata.

-Cosa vuoi sapere?-

-Tutto ciò che ne sai a riguardo.-

-Si dice che, quando i quattro fondatori, Tosca Tassorosso, Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde, aprirono Hogwarts intorno all'anno 1000, scelsero ognuno un simbolo, un oggetto che potesse rappresentarli. Ora sappiamo che Tassorosso scelse una coppa.-

-La coppa di Tassorosso.- pensò Harry, ricordandosi quello che un anno prima gli aveva riferito il professor Silente.

-Grifondoro una spada.-

-La spada di Grifondoro, quella che ho usato per uccidere il basilisco.-

-Serpeverde un medaglione.-

-Il medaglione che apparteneva al nonno materno di Voldemort, quello che ha distrutto Ron nella foresta.-

-E infine, Corvonero scelse un diadema.-

Non si sentiva volare una mosca, tutti pendevano dalle labbra della Granger, curiosi di saperne qualcosa di più su quel famoso oggetto che ormai, soprattutto nella Casa blu, era diventato una leggenda.

-I vecchi testi dicono che questo famoso diadema fosse in grado di amplificare l'intelligenza di chi lo indossava. In seguito fu rubato da Helena Corvonero, la figlia di Priscilla, che voleva punire la madre poichè ne era invidiosa. Ma siccome questa l'amava sorvolò sopra la questione.-

-Quindi nessuno sa dove sia.- concluse Ron, senza troppi giri di parole.

-Sono secoli che se ne sono perse le tracce. Come ha detto Cho, non c'è anima viva che l'abbia visto.- disse Hermione guardando l'amico.

Il moro sbuffò passandosi una mano tra i capelli, che erano già abbastanza arruffati.

-Magari potresti venire nella nostra Sala Comune.- suggerì Luna dopo qualche minuto di silenzio -Hai detto che pensi che quello che stai cercando sia appartenuto a Corvonero, quindi che sia o no il diadema, potresti comunque trovare qualche indizio o qualcosa di utile.-

-Penso che sia una buona idea.- confermò Hermione.

-Così potrai anche vedere il diadema.- continuò Cho.

Harry la guardò male, un misto tra il confuso e lo stressato.

-Ma se avete appena detto che è andato perduto e nessuno sa dove sia!- sbottò.

-Harry, ovviamente non potrai vedere l'originale. Ma nella Sala Comune di Corvonero c'è un busto di Priscilla che ne regge una copia.- spiegò pazientemente la riccia.

-Ah ok, ho capito. Be', sempre meglio di niente, no?-

-Allora andiamo?- intervenne Ron.

Il ragazzo con la cicatrice annui in risposta, ma prima che il gruppo potesse anche solo percorrere un passo verso la porta, la voce di Malfoy li fermò.

-Che state facendo? Non possiamo mica andarci tutti assieme.-

-Perchè mai?- chiese Luna, con la sua solita aria sognante.

-Draco ha ragione.- convenne Hermione -Il mantello dell'invisibilità di Harry non riuscirà a coprirci tutti, siamo troppi e non ci staremo mai. Ed è troppo rischioso andarcene a zonzo per il castello senza protezioni.-

-Il mantello non si può usare e un Confundus sarebbe facilmente riconoscibile e annullabile dalla magia nera.- ricapitolò il moro.

-Che si fa quindi?- chiede Ronald -Non possiamo farci scoprire, non ora che siamo così vicini a trovare un altro horcux.-

-Penso sia meglio che Potter e la Lovegood vadano da soli.-

-Almeno Harry potrà restare sotto il mantello e Luna può comunque girare per la scuola in quanto alunna.-

-Oh be', Harry, sembra che Draco e Hermione abbiano già deciso tutto per noi.- sorrise la bionda.

-Aspettate.- li fermò Blaise -Usciamo prima noi.-

-Perchè?- domandò il moro scettico.

-Perchè così anche se ci vedessero nessuno penserebbe mai che eravamo qui con voi!-

-Non li passerebbe mai neanche per l'anticamera del cervello!- annuì Theo.

-Già.-

-Ovviamente, se non ti fidi, Potter, sei liberissimo di andare avanti tu.-

Di nuovo quella domanda:

-Ci si può fidare dei Serpeverde?-

-Sì.-

 

Intanto, a Malfoy Manor...

-Ancora non ci posso credere.- mormorò Lucius, elegantemente seduto su una poltrona nel salotto di famiglia, mentre sorseggiava del vino elfico di ottima annata da un calice -Mio figlio... non mi sono accorto che mio figlio stava tramando qualcosa da chissà quanto tempo.-

Nonostante l'uomo avesse alzato la voce nell'ultimo periodo della frase, Narcissa, seduta sul divanetto di fronte, non perse il suo aplomb. Continuò a far girare meticolosamente il cucchiaino nella tazza da tè. L'unica nota che stonava, in effetti, era che stava ripetendo quell'operazione da oramai una decina di minuti buoni, con il risultato che, non solo lo zucchero si era completamente sciolto, ma anche il tè si era raffreddato. Il marito la guardò di sottecchi rimanendo in religioso silenzio. Non era sicuramente da lei comportarsi in tale modo. Sorseggiò la bevanda, assaporandone appena il gusto dolce, reso leggermente acre dal succo di limone e posò la tazzina sul tavolino, frapposto tra i due.

Subito un piccolo elfo dall'aria mortificata apparve dinnanzi a loro e si esibì in un profondo inchino.

-Padrona non ha gradito tè? Alla padrona non piace? Forse Effy ha sbagliato, ha messo troppo zucchero? O troppo poco? Effy deve chiudersi le orecchie nel forno?- chiese.

-No, Effy, non devi chiuderti le orecchie nel forno. Il tè si è semplicemente raffreddato, porta via questo e rifammene un altro.-

-Certo, padrona! Tutto quello che padrona chiede, Effy fa. Effy va e torna subito, padrona Narcissa!-

-Lo sapevi, non è vero?- chiese Lucius non appena rimasero di nuovo soli.

-Prima di rispondere a questa domanda, permettimi di porgertene una.-

Malfoy senior la guardò, in un muto incitamento ad andare avanti.

-Se Draco cambiasse... come dire?... via, parte... e fosse innamorato di una Sangue Sporco*... lo uccideresti?- la sua voce era fredda, il suo sguardo anche.

-E' mio figlio.- era stupido, non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere così diretta.

-Non hai risposto, Lucius.-

-No... non lo farei. Mi credi veramente capace di uccidere mio figlio, il sangue del mio sangue? Sono pur sempre un Malfoy!- sbottò irritato.

L'elfo intanto aveva portato una nuova tazza di tè fumante, ma vedendo che non stava tirando buona aria decise saggiamente di dileguarsi senza dire niente, per non infastidire i padroni che, a quanto pare, avevano cose più importanti di cui discutere.

-Accetteresti dei nipotini Mezzosangue?-

-Non ho detto questo, Narcissa! Al limite potrei arrivare ad uccidere la Granger, ma non mio figlio!-

-Draco ne sarebbe distrutto.-

-Se la scorderà in fretta. Un paio d'anni e sarà sposato con una Purosangue, avrà figli Purosangue e tutti saremo felici e contenti.- disse con risolutezza, come se stesse parlando del tempo.

Sulle labbra della donna nacque un sorriso amaro, triste.

-Che differenza farebbe? Non capisci che si amano? Uccidendo lei, uccideresti anche lui! Quando mi dissi di amarti ti credetti, ma ora non più. Una persona che sa cosa significa amare non direbbe questo. Ora, se vuoi scusarmi, vado a dormire, sono piuttosto stanca.- e se ne andò.

Non un bacio, non un sorriso, non gli aveva neanche augurato la buonanotte.

Lucius Malfoy si mise seriamente a pensare al futuro suo, di suo figlio, della sua famiglia. Cosa farebbe lui se Narcissa morisse? Ne sarebbe distrutto. E' vero che il loro matrimonio non era che un contratto firmato dai loro padri, ma col tempo era subentrato il rispetto, la passione, l'affetto, che col passare degli anni assomigliava sempre di più all'amore.

Ricordò le sue ex compagne di casata, ragazze superficiali, robot, bambole di un unico modello. Quante di loro avevano provato ad ingannarlo? Quante di loro avevano provato a mettersi tra lui e sua moglie? E quanti dei suoi più fidati amici gli avevano voltato le spalle? Lo avevano tradito nel momento del bisogno? E lo stesso sarebbe potuto accadere a suo figlio.

Una domanda gli saltò in mente:

-Ci si può fidare dei Serpeverde?-

-No. Ma forse, dei Grifondoro sì.-

E in quel momento seppe che, sebbene fosse ancora convinto di essere superiore a molte altre persone, avrebbe dato una possibilità alla Sangue Sporco, avrebbe dato la possibilità a suo figlio di essere felice.

 

 

 

 

 

 

** SPAZIO AUTRICE **

Chiedo scusa a tutti per il clamoroso ritardo e il lungo tempo che ho fatto passare tra un capitolo e l'altro.

Sono stata molto impegnata con la scuola e ho dovuto fare un po' d'ordine alla storia, in modo da non scrivere le cose come vengono ed essere un po' più chiara.

Da ora in poi però, siccome non ho debiti, cercherò di aggiornare tutte le settimane.

Ormai non manca molto alla fine, se i miei calcoli sono esatti mancano ancora tre capitoli più l'epilogo.

In un primo momento non dovevo farlo perchè pensavo di scirvere un sequel.

Ora però ho cambiato idea.

Ci sarà l'epilogo dei diciannove anni dopo, come nel libro, e se in caso decidessi di scrivere un sequel potrei sembre farlo non tenendo conte dell'epilogo.

Mi sarebbe dispiaciuto lasciarvi senza un vero e proprio lieto fine,

perchè, ahimè, ci sarà.

Mi dispiace ma non sono abbastanza cattiva per far finire male questa ff,

anche se, lo ammetto, ci ho pensato.

Come avrete notato questo è un po' un capitolo di passaggio,

non c'è molto, si parla di ciò che accade nella Stanza delle Necessità e della discussione tra Lucius e Narcissa.

Il prossimo sarà un po' più, come dire, movimentato e l'azione non mancherà di certo!

E più avanti ancora vedremo il nostro Draco alle prese con... un anello!

Spero di avervi incuriosito almeno un po',

Un ringraziamento speciale a tutti quelli che recensiscono,

hanno messo la storia tra preferite, seguite e ricordate, a chi a messo me tra le autrici preferite (roba da pazzi!),

e a chi legge questa storia in silenzio.

Un bacione a tutti,

a presto,

Hexleviosa

 

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Capitolo 23
*** 23. Che la guerra abbia inizio ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

23. Che la guerra abbia inizio


 

Lucius Malfoy stava sorseggiando un calice di ottimo vino elfico, seduto comodamente sul divano difronte al camino. Improvvisamente il suo marchio nero bruciò, facendolo gemere di dolore. Il Signore Oscuro si smaterializzò nella sala in un attimo.

-Mio Signore – si inchinò al suo cospetto.

Egli non vi badò e iniziò a spostarsi nella stanza con un movimento serpentino, come se non vi fosse nessun altro oltre a lui.

-Si avvicina- mormorò assorto nei suoi pensieri. Poi si voltò di scatto verso il seguace, come ricordandosi improvvisamente di lui -Lucius, raduna gli altri Mangiamorte. Li voglio tutti, tutti hai capito? E poi venite ad Hogwarts, circondatela. Che non abbiano vie di fuga. Attaccheremo sta notte. Li voglio morti. Tutti e quattro. Se vuoi ti lascio il piacere di far fuori la Sangue Sporco e quel traditore di tuo figlio. L'importante è che lasciate Potter a me. A me. Lui è mio!-


 

-Merlino, non avrei dovuto farlo andare da solo...- sospirò angosciata.

-Ma non è solo, c'è la Lovegood con lui.-

L'occhiataccia che la riccia gli rivolse bastò a Draco per comprendere cosa in realtà ne pensasse di Luna. Non aveva niente contro di lei. Si poteva dire che erano amiche, ne avevano passate tante insieme, ma sicuramente il fatto che fosse l'unica persona con Harry in un castello brulicante di Mangiamorte e seguaci di Voldemort non la faceva stare tranquilla. Avrebbe dovuto andare con loro! Odiava stare seduta ad aspettare un segno. Intento il tempo passava, scorreva veloce e inarrestabile come un fiume. Sedette in un angolino per terra con braccia e gambe incrociate, Draco si mise alla sua destra senza dire niente, sapeva che quando era così nervosa e agitata era meglio lasciarla in pace. Ron invece si sbracciava per salutare quello e quell'altro.

Quando, dopo un tempo che alla riccia parve infinito, sentirono lo scalpitio di passi appena fuori la porta tutti si bloccarono con lo sguardo rivolto verso i nuovi arrivati. Harry e Luna trovarono la Stanza delle Necessità molto più piena di quanto non lo fosse prima. Dal passaggio segreto erano infatti giunti i membri dell'Ordine pronti a dare una mano. I signori Weasley, Fred e George, Ginny, Bill, Fleur, Percy, Tonks, Lupin, Kingsley, Oliver Baston, Angelina Jonson, Katie Bell e Alicia Spinnet. Prima che il ragazzo-che-è-sopravvissuto potesse formulare una qualsiasi domanda, Hermione scattò in piedi e gli si piazzò davanti.

-Abbiamo mandato il messaggio all'E.S. tramite le monete, quelle che usavamo per le riunioni, ti ricordi? È stata un'idea di Neville. E poi loro hanno informato l'Ordine. Dicono di aver contattato anche alcuni Auror, ma non credo siano molti, s' insomma, quelli che sono contro Voldemort se ne sono andati da un pezzo e non è affatto facile rintracciarli, ma alcuni erano rimasti solo per cercare di limitare i danni e di passare informazioni segrete all'Ordine, quindi arriveranno anche loro a breve. Ce la possiamo fare, Harry! So che non saremmo tanti quanto i Mangiamorte ma possiamo vincere lo stesso! -

Durante il suo monologo Hermione non aveva quasi preso fiato e le parole erano state pronunciate così attaccate da formare un incomprensibile scioglilingua. Ma Harry era grato all'amica per le parole di incoraggiamento che gli avevano iniettato una nuova scossa di adrenalina nelle vene e non si sentì di rivelarle che in realtà era rimasto fermo alla parte delle monete dell'E.S. e, a dirla tutta, non aveva compreso come avesse fatto Hermione a contattare così tante persone che erano ben lontane da Hogwarts. Quando comunicavano con quelli aggeggi al quinto anno, finiva sempre che qualcuno si bruciava o non capiva il messaggio o non lo riceveva proprio perchè nel frattempo aveva perso la moneta. Perso nei suoi profondi momenti di riflessione Harry quasi non sentì lo scambio di battute tra i gemelli.

-C'è stato un effetto valanga, diciamo.- intervenne Fred.

-Già, amico. Non volevi mica tenerti il divertimento tutto per te?!- continuò George.

Il moro fece un sorriso, non avendo la forza di ribattere. Poi, prima che ad Hermione potesse venire un esaurimento isterico, fece un rapido resoconto di quanto era accaduto da quando era uscito.

-Voldemort sta arrivando, Piton è fuggito, i Carrow dovrebbero essere fuori gioco... be' almeno per un po'. Ora stanno evacuando i più piccoli, dobbiamo trovarci in Sala Grande per organizzarci. Abbiamo dalla nostra i professori. La McGranitt, Vitious, Lumacorno, la Sprite e... tutti insomma.-

Alle sue parole seguì un silenzio pesante e soffocante, rotto solo da alcuni sospiri e gemiti di paura.

-Quindi ci siamo.-

Harry guardò Draco negli occhi.

-Si, ci siamo. È ora di combattere.


 

Le parole non saranno mai abbastanza per descrivere ciò che successe allora ed Hermione pensò che, se fosse stata una situazione normale, neanche un'anima pacifica e pacata come Silente li avrebbe risparmiati da un'espulsione di gruppo, il che, considerata la mole degli alunni che erano implicati, avrebbe comportato alla decimazione degli studenti e al quasi totale annullamento della casata Grifondoro.

Tuttavia era impegnata a preoccuparsi di cose ben più gravi. Per esempio, di Draco che le stava appioppato come un polpo.

- Malfoy – ringhiò tra i denti.

-Dimmi, cara – le rispose in evidente segno di scherno.

-E' proprio necessario ciò? -

- Cosa intendi esattamente con “ciò”, cara? Perchè se ti riferisci alla guerra sappi che è sempre stata una tua idea e io non ho fatto altro che appoggiare il tuo strano e incomprensibile desiderio di autodistruzione. - le sorrise a trentadue denti mentre arpionava sempre di più il suo braccio.

- No! Mi riferisco al semplice fatto che mi stai appiccicato come una sanguisuga! - urlò, anche se non fu molto d'effetto visto il rumore assordante intorno a loro.

- Ma come, tesoro mio, non sei contenta di stare accanto al tuo amato, luce dei miei occhi? -

Ok, ora era ufficiale: Draco non stava affatto scherzando! Draco era incazzato nero!

- Perfetto – pensò Hermione – siamo sul filo di fare la guerra e il mio ragazzo mi propina una sceneggiata da prima donna! Le cose non potrebbero andare meglio, non c'è che dire! -

Non riuscì neanche a pronunciare una sillaba che il biondo ribattè:

- Scordatelo! -

- Cos... come? Ma se non ho neanche parlato! - si lamentò la riccià.

- Non mi importa, puoi dire o non dire quello che vuoi ma non farti passare neanche per l'anticamera di quel tuo cervellino geniale che io ti molli o che, peggio ancora, ti perda anche solo di vista! Non se ne parla! Tu hai voluto venire qui? Benissimo, non faccio obiezioni, ma il modus operandi lo scelgo io! -

La riccia avrebbe voluto obiettare su quel “non faccio obiezioni”. Per Merlino, se non faceva obiezioni! Fino a due secondi prima cercava di convincerla a mettersi in salvo fino alla fine del conflitto. Tsk, come se lei fosse una di quelle donnette emotivamente instabili e con gli ormoni a palla che avano continuamente crisi isteriche! Assurdo!

- Ok... -

- Bene. - gongolò il Serpeverde soddisfatto di quella sua piccola vittoria.

- Per lo meno puoi lasciarmi il braccio? Mi farai venire un livido così! - si lamentò.

Draco fece scivolare la mano nella sua e se la portò alle labbra lasciandole un caldo bacio sul palmo.

Hermione non potè farci nulla: era impossibile trattenere il muso con lui quando si comportava così. Si alzò sulle punte e gli stampò un bacio a stampo che, seppur breve, li fece perdere per qualche secondo nel suo mondo.

Non si accorsero quasi di ciò che accadeva nella stanza attorno a loro. Non videro Percy sbucare dal passaggio nel muro e non udirono le battute che scambiarono Fred e George, e le parole di Lupi riguardo il piccolo Teddy furono come un sottofondo lontano. Poi all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ecco l'illuminazione. Draco non seppe come gli venne in mente un idea del genere, forse guardando i suoi occhi nocciola o il suo sorriso, ma ad un centro punto pensò che quella ragazza era la sua roccia, che faceva sì che le situazioni la fortificassero, ma non la danneggiassero mai, proprio come...

- Herm... la spada di Grifondoro... - cominciò incerto.

- La spada di Grifondoro cosa? - vide il suo sguardo farsi attento all'istante.

- Non ricordi? Una volta avevi detto qualcosa a riguardo... a riguardo delle cose con cui viene a contatto... -

- Cioè che assorbe qualunque tipo di potere in grado di fortificarla ma è impossibile da danneggiare? - chiese.

Le ci volle qualche istante per capire dove il biondo volesse andare a parare e quando lo fece i suoi occhi si illuminarono.

- Oh. Santo. Merlino. Draco, sei un genio! - lo baciò – Come ho fatto a non pensarci prima? Era ovvio, no? Il veleno del basilisco, la lama è impregnata del veleno del basilisco! Non abbiamo bisogno della spada per distruggere gli horcrux! -

- Ehm... che succede qua? - Ron sbucò da dietro le spalle di Draco.

Hermione afferrò entrambi i ragazzi e si mise a correre alla volta della Camera dei Segreti.

- E Harry? Lo abbandoniamo qui? - chiese il rosso.

- Non c'è tempo per cercarlo tra tutta questa confusione e poi lui ha altre cose da fare! - ribattè la riccia.

Ma proprio in quel momento incapparono in Ginny, che discuteva con i genitori.

- Ma io devo farlo! Faccio parte dell'Esercito di Silente! Potrebbero aver bisogno del mio aiuto! -

- Neanche per idea! Hai solo sedici anni, sei troppo piccola! I tuoi fratelli non avrebbero neanche dovuto portarti qui! - ribattè la signora Weasley.

- Ginny! Ginny! - la chiamò Hermione, senza fermarsi – Se vedi Harry, digli che siamo andati al Bagno! -

- Al bagno? - fece George.

- Ehi Ronnie, ma ti pare il momento per dovere andare al bagno? - rise Fred mentre Ron gli faceva un gestaccio che gli avrebbe fatto guadagnare una bella ramanzina dalla signora Weasley se questa non fosse stata impegnata in un'importante discussione con la figlia minore.


 

In mancanza di Harry, fu Draco a parlare in serpentese per far aprire la Camera. In verità si era limitato a ripete i sibili che aveva udito durante la convivenza al Manor col Signore Oscuro, che dialogava spesso col suo docile animaletto da compagnia.

- E' ripugnante. -

Il biondo guardò Hermione con l'impressione che stesse per piegarsi su se stessa e rimettere tutto ciò che aveva nello stomaco. In effetti la carcassa del basilisco era uno spettacolo orrendamente macabro, ma avevano dovuto affrontare cose peggiore.

Ron raccolse una zanna e la porse a Draco.

- Fallo tu. -

Il Serpeverde lo guardò scettico. Non li era mai stato simpatico il pel di carota, ma doveva riconoscere che aveva più fegato di quanto si pensasse.

La impugnò come un'arma e osservò la coppa che Hermione aveva posato per terra. Aveva un'espressione spaventata.

- Draco, se non... se non te la senti, non devi farlo – sussurrò avvicinandosi al fidanzato, facendo sì che solo lui potesse sentire.

- No, va bene. Voglio farlo. - affermò sicuro di sé.

L'horcrux cercò di ribellarsi con tutto se stesso e gli fece vedere le scene più terribili che potesse immaginare. Ma il ricordo dei suoi genitori sottomessi a Voldemort, di Hermione torturata con violenza e ferocia, di tutti quegli innocenti che aveva visto morire senza poter muovere un dito per aiutarli, gli diede la forza e dentro di sé sentì il desiderio, forte come non mai, di porre fine a tutto quello.

 

Salire fu più difficile che scendere. La scala a pioli attaccata al muro era arrugginita, scivolosa e stretta. S'infilarono più zanne che poterono nei pantaloni e nelle felpe, per poter avere le mani libere. Nonostante ciò, Hermione aveva più volte rischiato di cadere e ciò non era accaduto solo perchè Draco, dietro di lei, la sosteneva ogni volta.

Quando toccarono finalmente le piastrelle lucide del pavimento del bagno, erano tutti affaticati e con le mani doloranti.

- Faremmo meglio a muoverci – sospirò la riccia – abbiamo già perso troppo tempo. -

Non finì neanche la frase che appena dietro la porta si udirono dei passi.

Si zittirono all'istante e, quando il bambino-che-è-sopravvissuto varcò la soglio, avevano tutti e tre le bacchette puntate pronte all'attacco.

- Uhm, sei tu! - fece Ron.

- Già, scusate per l'intrusione ma, sapete com'è, siamo un po' di fretta! - ironizzò il moro.

- Siamo venuti per le zanne. -

- Lo so, Ginny mi ha detto del bagno e ho collegato le cose. -

- Oh, ma tu guarda! San Potty pensa! - lo prese in giro il biondo.

- Ah ah ah. Davvero divertente, Malfoy. -

- Quando voi tre avrete smesso di fare i bambini, potremmo andare? -

Misero via l'ascia di guerra, siccome notarono che la ragazza era facilmente alterabile e non non pareva proprio momento opportuno per litigare, e si incamminarono silenziosamente verso la porta.

- Hey, un attimo! -

- E ora cosa c'è, Lenticchia? - sbuffò Draco.

- E gli elfi domestici? - fece Ron.

- Cosa? Non vorrai farli combattere, spero! - esclamò Harry.

- Certo che no, ma dobbiamo farli scappare! Non vogliamo altri Dobby, no? -

Si udì un gran fragore: Hermione aveva lasciato cadere le zanne di basilisco che aveva tra le braccia. Corse verso il rosso e lo abbracciò forte. Le era mancato così tanto il suo amico!

- Oh, Ron! - singhiozzò stritolandolo, mentre lui ricambiò così forte da alzarla da terra.

Draco si schiarì la gola in evidente segno di nervosismo. Ma i due non sembravano intenzionati a lasciarsi e non si preoccuparono affatto della sua presenza anzi, iniziarono a dondolarsi lievemente sul posto. In tanto Harry Potter spostava lo sguardo dal biondo agli amici, facendo fatica a trattenere una fragorosa risata.

- Ehm, ragazzi? Fareste meglio a staccarvi, qui c'è qualcuno a cui sta per venire un infarto! - scherzò.

Hermione e Ron si lasciarono e arrossirono fino alla punta delle orecchie. Ma subito dopo scoppiarono entrambi a ridere davanti all'espressione di Malfoy, con il cipiglio severo e i pugni chiusi lungo i fianchi.

- Oh, ma tu sai di non dover essere geloso di nessuno! - Hermione andò da lui e gli legò le braccia intorno al collo trasportandolo in un bacio appassionato.

- Hey! C'e una guerra là fuori! - urlò Harry.

I due si staccarono ma restarono abbracciati, senza accennare a mollarsi.

- Appunto, quindi o adesso o mai più, no? - sorrise Draco.

Fuori dal bagno furono investiti da un'orda di persone che correva qua e là per il corridoio. Rimasero spalla contro spalla per paura di perdersi di vista nella mischia di persone.

- Forse so dove cercare il diadema! - Harry quasi urlò per sovrastare il frastuono.

- Davvero? - chiesero gli altri.

- La stanza delle cose nascoste. -

- Nella stanza delle necessità quindi! - esclamò Draco.

- Come lo sai? -

- Ci ho passato parecchio tempo l'altr'anno. E tu, Potty? -

- Ci ho nascosto un libro. -

- Invece di stare qui a grattarcela, vogliamo muoverci? - trillò Hermione.

- Sei sempre così acida! - borbottò Harry.

- E noi che cerchiamo di fraternizzare per fare piacere a te! -

- Non è il momento di fraternizzare questo! Andiamo! - e così dicendo afferrò Ron per una manica avviandosi a passo di marcia verso il settimo piano.


 

*** SPAZIO AUTRICE ***
Lo so, sono mesi o, meglio, anni, che non aggiorno. Mentirei se dicessi che ero troppo impegnata per farlo.
La verità è che quando ho cominciato questa storia era come un gioco, ma poi ho visto che c'erano persone che apprezzavano il mio lavoro e io mi sono affezzionata sempre di più a questa ff.
Avevo così paura di deludere me stessa e chi mi seguiva che continuavo a rimandare il momento e quando scrivevo continuavo a cambiare idea su tutto.
E' passato così tanto tempo che il mio modo di cambiare e di vedere le cose è cambiato.
E molto probabilmente le persone che un tempo mi seguivano si sono già dimenticate di questa storia.
Ma per me era troppo importante per lasciarla incomplenta.
E se ve lo state chiedendo, non dovrete aspettare un altro secolo per il prossimo capitolo.
Ormai ho finito di scrivere e manca giusto qualche dettaglio.
Quindi conto di pubblicare i restanti due capitoli entro la settimana.
Mi piacerebbe molto condividere con voi altre storie e, se devo essere sincere, ho già cominciato a scriverne due, ma non le pubblicherò prima di averle finite, perchè non voglio più farvi aspettare così tanto.
Vorrei anche revisionare questa ff e chissà forse prima o poi lo farò, ma per ora mi accontento di finirla una volta per tutte.

Con la speranza che ci sia qualcuno che ha ancora voglia di leggere ciò che la mia mente malata ha prodotto e di sapere la fine di questa mia Dramione,
Hexleviosa


 

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Capitolo 24
*** 24. Potter, hai un anello? ***


PER LA VITA CHE VERRA'

24. Potter, hai un anello?

 


Harry passò per tre volte davanti al muro di pietra pensando:

- Mi serve una stanza dove nascondere le cose. - e per magia la porta apparve.

Entrarono in fretta assicurandosi di non essere veduti da nessuno.

Gli oggetti erano accatastati ovunque fino a formare cumuli alti fino al soffitto. Ron si stava già sentendo soffocare, sebbene il soffitto fosse altissimo e le pareti distanti, non avevano quasi spazio per muoversi senza pestare qualcosa.

Quando passarono davanti all'Armadio Svanitore il cuore di Draco mancò un battito: ricordava tutto il tempo che aveva impiegato per aggiustarlo e le tragiche conseguenze che ciò aveva avuto, ma si sforzò di restare concentrato.

- Dividiamoci – suggerì Harry – Cercate il busto di pietra di un vecchio con una parrucca e una tiara! E' sopra una credenza, da queste parti... -

Si addentrarono nel labirinto di corridoi a passo svelto, guardandosi intorno per non farsi sfuggire nulla.

Successe all'improvviso. Un fascio di luce. Un urlo. Una montagna di oggetti che crollava su se stessa.

- Hermione! -

Come Harry sentì Ron chiamare l'amica, si mise a correre nella direzione in cui gli sembrava che provenisse la voce.

Quando li raggiunse Ron e Draco stavano duellando contro Tiger e Goyle. Hermione aveva le gambe incastrate sotto quella che sembrava essere una credenza e, siccome i due ragazzi non stavano avendo difficoltà, andò ad aiutarla.

Sollevò gli scaffali quel tanto che bastava all'amica per scivolare via.

- Stai bene? - le chiese un po' preoccupato.

- Sì – prese un respiro profondo – Mi sono solo fatta cogliere di sorpresa. -

Si alzò e andarono insieme dai due compagni.

- Sei un traditore! - urlò Tiger al biondo.

- Che ci vuoi fare? Ora se la fa con le Mezzosangue, si vede che le altre non lo soddisfavano più. - sghignazzò Goyle.

Hermione non si fece trovare impreparata una seconda volta. Quando Tiger le lanciò l'anatema che uccide, lei scartò di lato e la maledizione la mancò di pochi centimetri.

Cominciò un duello serrato, seppur in maggioranza i quattro rimasero destabilizzati dalle maledizioni senza perdono che volavano all'impazzata.

- Harry! - urlò la riccia – Ho visto il diadema! -

- Vai a prenderlo, io ti copro le spalle. - rispose il moro proteggendosi da una cruciatus il secondo dopo.

La riccia si allontanò dal gruppo e, quasi in contemporanea, Tiger lanciò un Ardemonio. Fu l'inferno. Gli oggetti cominciarono a bruciare e il fuoco si disperse.

- Ehi, qui! - Ron chiamò Draco e Harry e lanciò ad ognuno una vecchia scopa, presa da un mucchio vicino.

Una volta in volo individuarono Hermione quasi subito e il biondo si lanciò in picchiata e l'afferrò per la vita.

- Dobbiamo uscire! - urlò mentre teneva la fidanzata stretta davanti a sé.

- Non possiamo lasciarli qui! - ribatté Hermione.

Harry fece dietrofront e gli altri lo seguirono.

- Se moriamo per loro, ti uccido, Harry! - ruggì la voce di Ron.

Il bambino-che-è-sopravvissuto tirò Goyle sulla sua scopa. Ma proprio mentre Draco e Ron stavano afferrando la mano di Tiger una Chimera ardente lo inghiottì. Iniziarono a volare alla cieca, con gli occhi semichiusi per il fumo e i polmoni che imploravano ossigeno. Quando uscirono rotolarono lungo il corridoio e la porta si chiuse alle loro spalle.

Il tempo di rimettersi in piedi e Goyle era già sparito chissà dove. Non molto lontano da lì si udiva l'inconfondibile fragore di un duello e di... risa?

I gemelli Weasley apparirono poco dopo, seguiti da Percy.

- Ragazzi, non ci crederete mai: Perce ha fatto una battuta! - esclamò Fred.

- Una vera battuta! Potrei quasi commuovermi! - trillò George.

Ron sorrise e andò verso i fratelli, ma riuscì a fare solo pochi passi.

L'aria esplose. Hermione non ebbe il tempo di comprendere ciò che stava accadendo. Non si ricordava neppure il momento in cui era caduta a terra, le uniche cose di cui era consapevole erano il pavimento freddo contro la guancia e il corpo di Draco premuto contro il suo a proteggerla. Il vento freddo le solleticò il viso e quando aprì gli occhi vide la Foresta Proibita proprio davanti a sé: il fianco del castello era esploso.

Il biondo si portò sulle ginocchia e lei riuscì a mettersi seduta.

- Stai bene? Sei ferita? - chiese preoccupato.

Lei scosse la testa:

- Tutto bene. -

A pochi passi da loro Harry si alzò a fatica e li raggiunse. Un grido lancinante le fece venire voglia di vomitare. Dietro di lei, tre ragazzi coi capelli rossi stavano inginocchiati a terra, accanto al punto dell'esplosione, gli occhi di Fred li fissavano senza vederli, lo spettro dell'ultima risata ancora impresso sul volto.

Hermione li osservò immobile, non capacitandosi ancora di ciò che era appena accaduto. Sarebbe stata colpita da uno schiantesimo se Harry e Draco non l'avessero afferrata e gettata per terra.

- Dobbiamo muoverci! - sussurrò il Serpeverde, forse per paura di interrompere quel momento di dolore.

- So dov'è. - urlò Harry.

- Cos... chi? - chiese la riccia.

- Voldemort. Voi restate uniti, ci vediamo dopo. - e senza dar loro neanche il tempo di ribattere corse via.

 

Erano rimasti ad osservare i Weasley riuniti attorno al corpo di Fred in Sala Grande. Non parlavano, erano semplicemente fermi a osservarli mentre si tenevano stretti per mano. La paura che anche loro potessero perdersi occupava le loro menti, ma non osarono esternarla.

Poi la folla cominciò a muoversi verso l'esterno. I due ragazzi si chiesero cosa stesse succedendo e uscirono per vedere.

I Mangiamorte erano schierati davanti a loro e Draco non poté fare a meno di cercare i suoi genitori con lo sguardo e si stupì un poco nel notare che anche loro lo stavano osservando. Sua madre gli sorrise lievemente e gli fece un cenno col capo in senso di approvazione. Suo padre, impassibile come sempre, gli indicò l'anello con lo stemma dei Malfoy e lui non poté fare a meno di chinare lo sguardo sul suo anulare, dove faceva mostra di sé lo stesso cerchietto di platino.

Venne distratto dall'urlo di Hermione, che fece un passo verso la schiera dei nemici. La fermò afferrandola per entrambe e seguì il suo sguardo.

Hagrid portava tra le sue braccia il corpo inerme di Potter. Si sentì morire. Tirò la ragazza verso di sé, spostando la mano dal suo braccio alla sua vita, e la sentì appoggiarsi a lui totalmente, quasi come se non avesse più forze.

Quando Paciock si fece avanti e parlò ai compagni lei stava ormai singhiozzando e non ascoltò quasi le sue parole. Il suo migliore amico era morto, lo aveva perso per sempre e nessuno avrebbe più potuto occupare il vuoto che già roderle il cuore.

Poi Neville tirò la spada di Grifondoro fuori dal cappello e con un colpo netto mozzò la testa di Nagini, Harry saltò giù dalle braccia di Hagrid e si mise a correre verso il castello.

Draco rimase così meravigliato da quanto era appena accaduta che non ebbe la prontezza di afferrare Hermione che scivolò via dalla sua presa e andò dietro all'amico.

La battaglia era aperta più che mai. Le persone correvano da una parte all'altra e ovunque vi erano duelli.

- Malfoy! -

Alzò lo sguardo e vide Potter che correva verso la Sala Grande.

Non gli occorse molto tempo per pensare. Ci aveva riflettuto abbastanza ed era quello che voleva. Un detto babbano diceva: “non rimandare a domani, quel che puoi fare oggi” e lui non aveva alcuna intenzione di rimandare!

- Potter, hai un anello? - gli urlò.

- Cos... no! A che ti serve un anello in un momento come questo? -

Nessuno dei due smise di correre.

- Devo chiedere una cosa ad Hermione! - sorrise furbescamente.

- Devi chiedere...? - ma prima di terminare la frase fu colto dall'illuminazione e si fermò di colpo – Oh no! Non se ne parla neanche! Non azzardarti, Malfoy, è troppo presto! Non è pronta! -

Ma il biondo non aveva interrotto la sua corsa e ormai si era confuso tra la folla.

- Cazzo! - imprecò tra i denti.

Ma si sarebbe preoccupato di quello più avanti, ora doveva salvare il Mondo Magico!

 

Draco voltò a sinistra e quasi andò addosso a qualcuno.

- Mamma! - esclamò stupito di trovarla lì. - Che ci fai qui? -

- Oh, niente in effetti. Avevo solo sentito che ti serviva un anello. - rispose con nonchalance.

Il ragazzo arrossì impercettibilmente. Va bene che sua mamma approvava la relazione con Hermione, ma non era proprio il massimo parlarne così, nel bel mezzo di una battaglia e per di più senza aver avuto la possibilità di provare un discorso.

- Sì, hai ragione. - ammise tranquillo.

Narcissa, senza dire alcunché, si sfilò lentamente l'anello di fidanzamento dei Malfoy e lo porse al figlio.

- Ma questo... -

- Voglio che lo prenda tu, Draco. È giusto così. - rispose seria.

Afferrò il cimelio di famiglia con delicatezza e lo osservò. Sì, era assolutamente sicuro che quell'anello non sarebbe potuto stare al dito di nessuna ragazza che non fosse stata Hermione. Se si fosse trattato di un altra persona avrebbe sicuramente pianto per la commozione, ma lui era un Malfoy e un Malfoy non piange. Mai.

- Cissy, dobbiamo andare. -

Il ragazzo alzò la testa di scatto. Prima non aveva notato suo padre che, in disparte, poco più indietro, li stava osservando.

Fu sul punto di dirgli qualcosa ma poi realizzò che, se suo padre avesse avuto qualcosa da obbiettare, l'avrebbe già fatto e quindi il suo silenzio non poteva che significare la sua approvazione.

Lady Malfoy abbracciò il figlio e, dopo avergli sussurrato all'orecchio di prestare attenzione, lo lasciò e seguì il marito verso la parte opposta del corridoio.

Il Serpeverde rimase a fissare il punto in cui i suoi genitori erano appena svaniti, per qualche istante, poi si voltò diretto alla Sala Grande.

Lo spettacolo che vi trovò fu spaventoso, poco ci mancò che non gli venisse un tuffo al cuore.

Voldemort stava duellando con la McGranitt, Lumacorno e Kingsley insieme. A cinquanta metri metri da lui anche Bellatrix continuava a combattere e, come il suo padrone, lottava contro tre avversari contemporaneamente: Hermione, Ginny e Luna. Un Anatema che Uccide le mancò di un soffio e Draco fece per intervenire quando fu spinto da parte.

- Mia figlia no, cagna! - urlò la signora Weasley.

Tempo un secondo e prese il posto delle tre ragazze e cominciò a combattere. Entrambe le bacchette fendevano l'aria a colpi veloci e serrati. Non c'era posto per nessuno.

Narcissa entrò nella Sala proprio in quel momento e, senza curarsi di nessuno, alzò la bacchetta verso Molly. Draco stava per urlarle di non farlo quando capì: non stava la puntando verso di lei. Narcissa Black in Malfoy, per la prima volta nella sua vita, stava impugnando quell'arma contro la sua stessa sorella.

Non udì le parole uscite dalle sue labbra, ma da movimento della mano intuì che si trattasse di un Expelliarmus. La bacchetta le vibrò tra le mani ma Bellatrix riuscì a tenerla saldamente e non farla volare via. Ma non poté fare a meno di voltarsi a guardare chi la stava colpendo alle spalle e, quando lo scoprì, un'espressione di puro stupore si dipinse sul suo volto. Ciò fu sufficiente a distrarla quel tanto che bastava: la maledizione di Molly le passò sotto al braccio teso e la colpì in pieno petto, al cuore.

Il corpo di Bellatrix Lestrange cadde a terra senza vita.

Dalla folla si levò un boato e Voldemort urlò.

Harry colse l'occasione al balzo per affrontarlo apertamente. Erano solo loro due.

Intorno a loro tutti avevano smesso di duellare per osservarli, negli occhi la consapevolezza che la vittoria di uno dei due avrebbe determinato la sorte del Mondo Magico.

Draco si sentì abbracciare e, per un istante, fu sul punto di perdere l'equilibrio. I capelli ricci di Hermione gli solleticarono il collo; il volto premuto contro il suo petto per non guardare il suo migliore amico che combatteva per vivere.

Il biondo le circondò le spalle con entrambe le braccia. Capì che doveva farlo, voleva che lei lo sapesse qualunque cosa fosse accaduta. Perchè sapeva benissimo che, se Voldemort avesse avuto la meglio, loro non sarebbero sopravvissuti a lungo. E se proprio dovevano morire beh, voleva almeno che il loro ultimo ricordo fosse felice.

Perciò inclinò il capo in avanti e, dopo averle lasciato un bacio sulla tempia destra, le sussurro un'unica parola.

- Sposami. -

Percepì il respiro della ragazza mozzarsi di colpo.

Poi fu il silenzio. Il corpo di Voldemort cadde all'indietro, le braccia spalancate, gli rivolti verso l'alto. Poco distante, Harry Potter aveva in mano due bacchette.

Era finita.

Hermione guardò Draco negli occhi incredula. Dubitava fortemente del funzionamento delle sue orecchie e dei suoi occhi.

Ma poi vide il suo ragazzo abbassarsi lentamente, fino a rimanere in ginocchio davanti a lei. Si frugò nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un anello. L'anello più bello che Hermione avesse mai visto. Era in oro bianco e al suo centro uno smeraldo grande almeno tre carati, circondato da tanti diamanti.

- Hermione Jean Granger – cominciò – non ci sono parole per dirti quanto sarei felice se tu accettassi di diventare mia moglie. -

E fu in quel momento, con Draco che la osservava speranzosa e le urla gioiose della folla nelle orecchie, che Hermione capì che stava succedendo realmente. E allora non riuscì fare altro che sorridere e scoppiare in lacrime.

Il biondo le infilò l'anello al dite e si tirò su abbracciandola forte.

- Ti amo. - gli disse singhiozzando.

- Ti amo anch'io. - le sorrise lui.

- Oh. Mio. Dio! Non potete fare sul serio! -

Si voltarono verso Ron e Harry che li stavano osservando scoraggiati.

Hermione rise e corse ad abbracciare i suoi amici così forte che rischiò di soffocare.

Quando si staccò il suo sguardo fu catturato da una coppia in piedi accanto al portone. Il Signor Malfoy aveva assunto la sua solita posizione perfettamente eretta e il suo cipiglio impenetrabile, la mano destra che teneva saldamente il bastone e la sinistra in quella della moglie. Lady Narcissa Malfoy la stava osservando, un lieve ed educato sorriso le rivestiva le labbra. Sebbene la sua veste fosse sporca, i suoi capelli in disordine e il volto provato, non poté non pensare che fosse la donna più elegante che avesse mai visto e, davanti a quella proposta amichevole, non le restò che ricambiare il gesto e sorridere a sua volta.

In quel momento, abbracciata a Draco e circondata dai suoi amici, capì che le cose sarebbero finalmente andate meglio per tutti loro.

 

 

*** SPAZIO AUTRICE ***

Ecco a voi, Potterheads, il penultimo capitolo ufficiale.

Spero di non avervi deluso,

inizialmente avevo pensato far andare le cose diversamente

ma poi mi sarebbe dispiaciuto troppo distaccarmi dalla trama originale.

Noterete che alcune descrizione e alcuni fatti sono pressoché uguali a come gli ha riportati la Rowling.

Ma per ovvie ragioni, dei piccoli cambiamenti erano d'obbligo.

Narcissa che distrae Bellatrix invece l'ho inserito perché mi piaceva l'idea, lo ammetto.

Ho riflettuto molto su quel punto: volevo che fosse Molly ad ucciderla ma allo stesso tempo desideravo che Narcissa avesse un ruolo abbastanza importante per far capire che, in fondo, aveva capito i suoi errori ed era pronta a mettersi contro la sua stessa famiglia per rimediare.

Noterete inoltre che non ho dato molto spazio alle morti dei vari personaggi.

Ho dovuto citare quella di Fred ma ho preferito non trattarla molto.

La verità è che Fred, Tonks, Lupin e tutti gli altri mi mettono tristezza e non volevo che questo capitolo fosse troppo troppo drammatico.

Non so se vi piace comunque o se avreste preferito che approfondissi di più gli argomenti.

Fatemi sapere.

Un ultima cosa: avevo pensato ad un sequel di questa ff,

la verità è che devo pensare bene a come sviluppare l'idea e stare attenta a non cadere nel banale,

per ora, ho deciso di attenermi al libro,

quindi il prossimo e ultimo capitolo sarà quello dei “Diciannove anni dopo”.

Poi più avanti magari pubblicherò la storia di ciò che è accaduto nell'arco di tempo tra la fine della guerra e l'epilogo.

Fatemi sapere se vi piacerebbe e, se avete qualche idea, scrivetemela pure,

un po' di aiuto e punti di vista non guastano mai!

A presto con l'ultimo capitolo,

Hexleviosa

 

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Capitolo 25
*** 25. Diciannove anni dopo ***


PER LA VITA CHE VERRÀ

25. Diciannove anni dopo






 

Quell'anno l'autunno arrivò presto. La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela.”

Nel silenzioso maniero, la lieta famigliola si era riunita per consumare il primo pasto della giornata in piena tranquillità e nell'aria frizzante aleggiava la gioia per il grande giorno.

Ehm... forse non era proprio così...

- Mamma! - l'urlo rimbombò tra le pareti – Alhena mi ha rubato il libro! -

- Non l'ho rubato! L'ho preso in prestito e lo sto leggendo! -

Hermione stava per andare a dividere i figli che si stavano già accapigliando quando Elnath la chiamò.

- Mamma! Un gufo! -

Aprì la finestra e prese la missiva ma, prima ancora di poter dare all'animale un biscotto, quello volò via.

- Mamma! Digli di smetterla! -

La strega alzò gli occhi sui figli che si stavano ancora azzuffando.

- Scorpius, smettila di tirare i capelli a tua sorella! E tu, Alhena, dà a tuo fratello quel libro, il suo posto è nel baule! -

Di questo passo ci sarebbe uscita pazza, poco ma sicuro. Per non parlare del fatto che erano in ritardo sulla tabella di marcia.

Draco entrò in quel momento, elegante e impeccabile come al solito.

- Com'è che quando ho bisogno di te, tu puntualmente scompari? - chiese al marito.

Lui le sorrise:

- Sarà che ho un affidabilissimo fiuto per i guai e me ne tengo alla larga il più possibile. -

Prese in braccio Elnath e sbuffò quando udì il litigio dei figli rimbombare per la tromba delle scale.

- Sarà meglio che vada a prevenire eventuali spargimenti di sangue – baciò la figlia sulla fronte e la riposò a terra – O prima o poi ti ritroverai senza una gemella o senza un fratello, signorinella. -


 

Quando le acque si furono acquietate non c'era ormai più tempo per la tranquilla colazione in famiglia che Hermione aveva progettato.

- E' assurdo, come facciamo a stare tutto il giorno senza colazione? E' il pasto più importante della giornate! - si lamentò Scorpius.

- Nel baule hai degli zuccotti e un po' di succo di zucca e ci sarà anche il carrello sul treno, nel caso avessi ancora fame. - gli disse la madre.

- E noi andremmo a far colazione da Fortebraccio, quando ci saremmo liberati di te – scherzò il padre scompigliando i capelli del figlio mentre con l'altra mano spingeva il carrello.

- Sarà una liberazione! Non mi mancherai neanche un po'! - gli rinfacciò Alhena

- Non dirai la stessa cosa tra una settimana o due... - osservò Elnath mentre Scorpius, attaccato al braccio della madre, faceva la linguaccia alla sorella.

Passarono la barriera magica tutti e cinque insieme e giunti sul binario 9 e ¾ furono investiti dalla bolgia e dagli schiamazzi di studenti e genitori.

- Oh eccoli, sono là! Riesco a vedere Ginny! - fece Hermione alzandosi sulle punte dei piedi e sventolando una mano.

Albus e James stavano discutendo sulle case in cui il primo sarebbe stato smistato, Lily teneva il padre per mano e, poco più lontano, Hugo stava parlando con Ron.

Le gemelle non esitarono ad andare a salutare la piccola Potter lasciando i genitori, che ebbero così l'occasione di concentrarsi sul primogenito.

Scorpius sospirò nervoso e il motivo era palese.

- Non dimenticarti di scrivere non appena arrivi ad Hogwarts; devi raccontarmi tutto! - sorrise Hermione.

- Andiamo, non avrà il tempo per scriverci! Sarà troppo impegnato a godersi i primi attimi di libertà senza genitori! - constatò Draco – Io scrissi a mia madre dopo una settimana! -

La moglie lo guardò scioccata.

- Cosa? Stai scherzando vero? - il biondo alzò le spalle – Non se ne parla! Scorpius, non provarci neanche a farmi una cosa del genere! Giuro che se entro domattina non ricevo una tua lettera piombo nella tua classe proprio nel mezzo della lezione e ti assicuro che non sarà piacevole! - lo minacciò sventolandogli il dito davanti.

Il bambino annuì sorridendo per il battibecco tra i genitori, ma poi si fece serio.

- In che casa sarò smistato secondo voi? -

- Grifondoro! -

- Serpeverde! - dissero all'unisono.

- Tesoro – sospirò la riccia – lo sai vero che noi ti vorremo bene comunque, in qualunque casa finirai? A noi importa solo che tu stia bene e sia felice. -

- Anche se finisco in Tassorosso? - fece dubbioso.

- Ma certo! - rispose Hermione mentre Draco esitò e ciò gli costò una comitata tra le costole da parte della moglie.

- Certo, è naturale! -

- E Corvonero? -

La donna stava per rispondere quando fu interrotta da Draco.

- O ti prego, tutto ma non Corvonero! Quelli sono tutti pazzi, non ci stanno col cervello! -

- Ehi! Luna era Corvonero! - lo riprese la moglie.

- Ho detto tutto! - ribettè con un'alzata di spalle.

- E anche Cho! - continuò lei.

- Beh, devi ammettere che bisogna essere pazzi per baciare Potter. -

Si guardarono negli occhi per qualche istante e poi scoppiarono entrambi a ridere e Scorpius con loro.

- Scorp, noi saremmo orgogliosi di te in qualunque caso, d'accordo? - disse Draco posando una mano sulla spalla del figlio.

Il bambino annuì sorridendo ai genitori.

- Ehi ragazzi – li chiamò Ginny – sono quasi le undici! -

Harry e Draco, aiutati da Ron, si apprestarono a caricare sul treno i bauli, mentre le mogli dispensavano gli ultimi consigli e raccomandazioni.

James, Albus e Scorpius salirono sul treno e si affacciarono al finestrino per salutare i genitori.

- Cosa hanno tutti da guardare? - chiese Albus.

- Non fateci caso. - rispose Ron – E' per me. Sono estremamente famoso. -

Tutti risero. Il treno cominciò a muoversi e gli adulti rimasero con le mani alzate fino a quando non scomparve dalla loro vista.

- Andrà tutto bene. - sospirò Ron.

- Lo dici perchè tuo figlio non è ancora andato ad Hogwarts. - lo rimbeccò Ginny, supportata da Hermione.

- Papà, voglio andare anch'io ad Hogwarts! - si lamentò Alhena.

Draco le accarezzò i capelli sorridendo.

- Ci andrai anche tu – le rispose – tra qualche anno. -

Lui e Hermione presero le bambine per mano e si diresse verso l'uscita del binario, seguiti dagli altri.

Il Mondo Magico era in pace da diciannove anni. Andava tutto bene.


 

*** SPAZIO AUTRICE ***
Ed eccoci arrivati alla fine di questa long.
Devo ammettere di essere dispiaciuta: ho cominciato questo progetto orma tre anni fa e per un po' ho temunto che non l'avrei mai finita,
ma sono contenta di avercela fatta.
Ho già in mente un paio di trame per altre Dramioni, ma ho deciso che non le posterò finchè non saranno concluse.
Credo anche che prima o poi mi dedicherò alla correzione di questa ff,
perchè ho notato alcuni passi che proprio non mi piacciono, soprattutto nei primi capitoli.
Magari mi darò alla traduzione di qualche storia in lingua inglese, o mi butterò su qualche altra coppia, mai dire mai.
Ad ogni modo, per ora vi saluto.
Un grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno seguito, ricordato, preferito, recensito;
ai lettori silenziosi e a chi è ancora qua a leggere le ultime parole, dopo tutto questo tempo.
Grazie di cuore!
Con la speranza di tornare presto,
Hexleviosa

P.S.: noterete che alcune frasi, come la prima, sono uguali o simili a quelle scritte dalla Rowling nell'epilogo originale.
P.P.S.: nell'immagine sopra potete vedere i piccoli Malfoy, ho scelto di tenere il nome originale per Scorpius, ma volevo sbizzarrirmi per quanto riguarda le bambine. Credo che Altair o Eltanin siano nomi ormai troppo usati nelle ff, quindi ho selto altre due stelle.

 


 


 


 

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