Auleficent ~ come il legno arse il fuoco

di ellacowgirl in Madame_Butterfly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Donna ordinaria ***
Capitolo 2: *** Dimenticanza ***



Capitolo 1
*** Donna ordinaria ***


Intro Autrice:
Sì, è una coppia improbabile ed anche un tantino folle, ma un lampo di genio pazzia mi ha colpita nel vederli insieme e nulla, questo è il risultato.
Per quanto non sia nulla di ordinario o canonico, spero che possa quantomeno far sorridere: entrambi i personaggi mi sembravano meritevoli di trovare la loro "dolce metà" e non ho potuto non pensare che la freddezza di Malefica potesse ben compensare l'ironia di August.
Questo è il risultato, una piccola storiella fatta di brevi momenti che spero potranno piacere: dal canto mio, mi sono parecchio divertita ad immaginarli insieme!
Buona lettura.

 

1. Donna ordinaria

 
Non era sua abitudine recarsi al Granny’s, solitamente se ne stava bello tranquillo nella propria roulotte ma, nel momento in cui vi mise piede – e soprattutto il suo sguardo venne inevitabilmente attirato da un’elegante bionda al bancone – non poté che compiacersi della propria scelta.
Dritto e fiero, avanzò in quella direzione ostentando sicurezza, sino ad arrivare proprio accanto a lei: oh sì, il destino era stato alquanto birichino … ma assecondarlo lo avrebbe divertito.
« Buongi
orno, torturatrice. » Asserì con un sorriso ampio, leggermente scherzoso, mentre si appoggiava al bancone dinnanzi a lei.
Dal canto proprio, la donna si limitò a volgergli un’occhiata glaciale, senza scomporsi.
« Buongiorno, vittima. » Ribatté con la stessa ironia, senza volgere nemmeno il capo in sua direzione.
August sorrise divertito, ordinando il solito cappuccino macchiato con cioccolato, per poi decidersi a girarsi completamente verso di lei, allungandole la mano.
«Credo che non ci siamo ancora ufficialmente presentati. August Wayne Booth. » Pronunciò con un sorriso cordiale.
Malefica inarcò un sopracciglio con espressione diffidente, rivolgendogli ancora una volta i grandi occhi azzurri.
August non pensava di aver mai visto occhi così luminosi ed al contempo terrificanti.
« Vuoi davvero stringere la mano a chi voleva bruciarti vivo? » Domandò quasi con disprezzo, sebbene rimanesse composta, quasi formale.
« Beh, a quanto pare non l’hai fatto. » Ribatté con espressione convinta.
« Lo avrei fatto, se fosse stato necessario ai miei scopi. » Puntualizzò. Non era nelle sue abitudini essere benevola verso qualcuno.
Dal canto suo, l’uomo in giacca di pelle – quanto gli era mancata! – non aveva ancora ritirato la mano.
« Ho un debole per le donne spregiudicate e decise. » Rispose in modo un tantino sfacciato.
« Non sono una donna ordinaria. »
« Ho un debole anche per quelle. » Insistette, senza abbassare lo sguardo furbetto.
La bella bionda esitò ancora qualche attimo, lo fissò intensamente, quasi a volerlo penetrare, per poi allungare la mano e stringere quella dell’uomo con una certa decisione. Figurarsi se si sarebbe lasciata sconfiggere in una battaglia d’orgoglio e sguardi.
« Torturatrice va benissimo. » Le labbra rosse si allargarono appena, cariche di un’ironia non indifferente: non aveva bisogno di presentarsi, sapeva bene di essere conosciuta, il suo era semplicemente l’ennesimo tentativo di tenere le distanze.
Un lunghissimo attimo di silenzio intercose tra loro, rimasero fissi a guardarsi, senza dire o fare altro.

« Il vostro cappuccino macchiato con cioccolato, signora Malefica. » Granny lanciò loro solo uno guardo discreto, tornando agli altri clienti. August
inarcò un sopracciglio con espressione ulteriormente divertita – avevano gli stessi gusti? – e Malefica prese semplicemente il proprio cappuccino da asporto, senza ringraziare né salutare, superando l’uomo e dirigendosi verso la porta d’uscita.
August la seguì con lo sguardo poi, appena anche la propria ordinazione fu assecondata, si affrettò ad uscire dal locale, nella speranza di scorgerla ancora ma, naturalmente, di lei non v’era già più traccia.
Sospirò, senza abbandonare il sorriso divertito, quasi sconfortato: doveva aspettarsi che sarebbe semplicemente scomparsa grazie alla magia, invece di muoversi a piedi.
Dopotutto, lo aveva detto anche lei: non era una donna ordinaria.



To be continued ...

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Capitolo 2
*** Dimenticanza ***


2. Dimenticanza

Si ritrovò davanti quel paio di occhi azzurro chiaro senza preavviso, rimanendone vivamente perplessa nell’aprire la porta dell’appartamento.
Si erano trasferite lì da appena qualche giorno e già l’intera cittadina lo sapeva?
« La draghessa junior, dico bene? » August sfoggiava il solito sorriso cortese ma palesemente ironico.
Lily inarcò un sopracciglio con espressione poco convinta.
« Il burattino. »
« Immagino di dovermi accontentare di questa nomea … cerco tua madre. » Inarcò anche l’altro sopracciglio, rendendo eclatante il proprio stupore e, al contempo, la propria diffidenza.
Era decisamente figlia di Malefica.
« Mamma! » Gridò verso l’interno, senza perdere d’occhio l’uomo.
« Cosa c’è, tesoro? » Si udì dall’interno. Il suddetto burattino dovette sforzarsi parecchio per non ridere: nemmeno nei suoi pensieri più rosei aveva immaginato una come la bionda pronunciare la parola “tesoro”, per di più con un accento affettuoso!
« August Booth. Dice che vuole veder- » ma non terminò la frase che, tra i due, comparve la suddetta Malefica avvolta in una nuvola violastra.
L’uomo si prese un mezzo colpo, indietreggiando di un passo ma senza perdere quell’espressione divertita.
Entrate ed uscite sceniche erano una caratteristica della bella bionda dinnanzi a lui, ci avrebbe dovuto fare la – piacevole – abitudine.
« Lily, rientra pure. » Affermò secca, tanto che la figlia esitò solo per un attimo, rientrando e lasciando la porta socchiusa con un sorrisetto malsano, giusto per non perdersi la scena.
Il sadismo del lato oscuro.
« Sicura che sia tua figlia? Perché non ti somiglia mo- »
« Cosa sei venuto a fare qui? » Non lo lasciò finire, incrociò le braccia sotto il seno e continuò a fissarlo, penetrante e quasi intimidatoria.
« Anche per me è un piacere rivederti. » Si propose sempre cordiale.
« Questo non l’ho detto. » Puntualizzò lei, sebbene il tono di voce – oltre alla consueta freddezza – pareva essersi leggermente smorzato dinnanzi alla sua battuta.
Si ricompose, non poteva di certo mostrarsi rabbonita per così poco!
« Comunque, sono venuto perché questa mattina ho … dimenticato di darti una cosa. » Esordì, catturando l’attenzione della fata oscura.
« Ovvero? »
« E’ una cosa un tantino delicata … »
« Non sono una persona particolarmente paziente, vittima. »
« Beh, magari potremmo discuterne in un posto un po’ più gradevole delle scale di un condominio, no? Magari da Granny’s, oppure - »  ma venne nuovamente interrotto, ritrovandosi bloccato al muro, il colletto della camicia – si era persino messo la camicia! – tenuto ben saldo dalla donna.
Sì, decisamente di pazienza non ne aveva molta, in effetti.
« Non sono nemmeno una persona che ama ripetersi. » Continuò, visibilmente più irritata, eppure con quel fare impeccabilmente composto.
August si trattenne dal deglutire, superando il momentaneo disorientamento – da quando erano le donne a mettere al muro gli uomini? – e sfoggiando un sorriso sghembo.
« Se mi stai così vicina, finirò per credere che tu voglia baciarmi. » La provocò spudoratamente, con un fare tanto sfrontato che lei stessa ne rimase colpita.
Come diavolo si permetteva quel burattino insolente di parlare così a lei?
Strinse la presa, avvicinandosi ulteriormente, quasi a premere il proprio corpo contro il suo, anche se le intenzioni erano ben differenti da quelle da lui ipotizzate.
« Stammi bene a sentire, burattino. Solo perché non posso incenerirti le corde vocali per pura soddisfazione non significa che tu – » fu lei ad essere interrotta, questa volta, le belle labbra carnose si ritrovarono immobilizzate da quelle dell’uomo che, inaspettatamente, aveva completamente azzerato le già misere distanze tra loro.
La colse di sorpresa, così, senza azzardare oltre, un bacio quasi casto che, tuttavia, non si tratteneva dal lasciar trasparire un certo interesse.
Un bacio che lei faticò a non ricambiare e che, soprattutto, non rifiutò.
Da quando i burattini baciavano così bene?
Pochi istanti e si ritrovò scaraventato nel pianerottolo della prima piccola rampa di scale, portandosi una mano alla testa per la botta, anche se tutto sommato non era stata troppo violenta. E sorrideva, sorrideva ancora con fare soddisfatto e sornione, mentre alzava lo sguardo su di lei: in cima alle scale, fiera ed irritata, sembrava veramente una regina del male.
Una regina che non si sarebbe mai stancato di guardare.
« Sparisci. » Sibilò con voce melliflua, tornando nel proprio appartamento e preoccupandosi di chiudere la porta a chiave.
August, al di là del dolore fisico, se la rideva: quella dimenticanza non era dispiaciuta nemmeno a lei, ne era certo.

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