Rebels On The Sea

di StormyPhoenix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Trapped ***
Capitolo 3: *** Flee! ***
Capitolo 4: *** Rebels' Ship ***
Capitolo 5: *** Warmth ***
Capitolo 6: *** Training ***
Capitolo 7: *** Reflections ***
Capitolo 8: *** Unconscious ***
Capitolo 9: *** Burning Lips ***
Capitolo 10: *** Hair cuts ***
Capitolo 11: *** Together ***
Capitolo 12: *** Danger approaches ***
Capitolo 13: *** Calm... before the storm ***
Capitolo 14: *** This is war ***
Capitolo 15: *** Scream ***
Capitolo 16: *** Healing wounds ***
Capitolo 17: *** Another shadow ***
Capitolo 18: *** In the darkness ***
Capitolo 19: *** Uncover the betrayer ***
Capitolo 20: *** Too high expectations ***
Capitolo 21: *** Lovers Cove ***
Capitolo 22: *** Cannon balls ***
Capitolo 23: *** Wilderness and a ride ***
Capitolo 24: *** You hate me, what a coincidence ***
Capitolo 25: *** Animal I have become ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti! Mi sono finalmente decisa a postare il prologo di una storia che sto scrivendo da alcuni mesi, una storia nata prima di tutto da un sogno avuto, un mix tra Legion of the Black e "Il viaggio del veliero", una delle storie delle Cronache di Narnia. C'è da dire che in questo sogno c'erano anche persone che non avevano a che fare con nessuna delle due opere e vengono dal mio contesto di vita quotidiano, per cui ci sono vari personaggi nuovi, positivi e non ^-^
Spero che vi piaccia!






Sono da poco tornata a Los Angeles e la città ha un'aria...strana.
E' scura, desolata, abbandonata. Alcune insegne continuano a lampeggiare, prossime a spegnersi, gli edifici sembrano abbandonati da lungo tempo, le bandiere americane sventolanti qua e là sono sporche e stracciate; il cielo plumbeo e l'aria immobile contribuiscono a rendere l'ambiente straordinariamente tetro. 
Cosa sta succedendo?

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Capitolo 2
*** Trapped ***


Posto già il primo capitolo, per la vostra contentezza xD so che magari vi renderà un po' mogi, ma questa storia non sarà lunghissima, se no rischio di non riuscire a finirla LOOOL quindi i capitoli saranno un po' più corti del solito c: buona lettura! <3

Brani consigliati per la lettura (e anche per la lettura del prologo): AFI, The leaving song pt.II




«Che succede?»
Il mio migliore amico, Jared, improvvisamente si ferma, e anche io.
Sono da poco tornata a Los Angeles e la città ha un'aria...strana. E' scura, desolata, abbandonata. Alcune insegne continuano a lampeggiare, prossime a spegnersi, gli edifici sembrano abbandonati da lungo tempo, le bandiere americane sventolanti qua e là sono sporche e stracciate; il cielo plumbeo e l'aria immobile contribuiscono a rendere l'ambiente straordinariamente tetro. Muovo un passo in avanti e sento il piede sdrucciolare, ma riesco a mantenermi in equilibrio, poi guardo a terra e scopro di aver appena pestato...sangue.
Cosa sta succedendo?
In mente mi balenano alcune parole dette da alcuni miei amici che ormai da lungo tempo non vedo più...più o meno da prima che partissi. «La F.E.A.R. sta prendendo il sopravvento...alcune persone opposte a essa sono state imprigionate in segreto...ben presto tutti saranno assoggettati...e i ribelli periranno...»
Al sentire quelle parole, allora, sono rimasta perplessa per la mia ignoranza del significato di quella sigla...mi è stato spiegato subito dopo. For Every and All Religion, un'organizzazione con lo scopo di sopprimere creatività, originalità, vitalità, scienza e che vuole imporre un governo di religione assolutistico e terribile. Ho sempre creduto in Dio, ma ora mi ritrovo, spaesata, ad assistere ai crimini perpetrati dalle persone che in teoria credono nel mio stesso Dio ma in realtà per loro è solo un optional e un alibi.
La città è caduta in mani nemiche, e ora io e Jared, noti già per il nostro atteggiamento dissidente, rischiamo di essere catturati.
«Jared, la città è sotto il dominio della F.E.A.R.» scandisco, cercando di non far trasparire la mia paura. «Dobbiamo nasconderci, prima che ci catturino.»
Troppo tardi, poiché compaiono davanti a noi due guardie, enormi e avvolte in abiti neri, con una tetra maschera nera da scheletro.
Fuga finita: in men che non si dica ci afferrano, ci ammanettano e ci conducono con loro. Mi dibatto ferocemente nella morsa che mi imprigiona, ma non riesco a liberarmi...e allora urlo. Urlo di frustrazione, di rabbia, di dolore. Improvvisamente la guardia molla la presa e sembra svenire, terribilmente stordita dal mio grido, ma poi ne sopraggiunge rapidissima un’altra che colpisce in testa Jared, rendendolo incosciente, e anche la mia testa subisce un trauma, sicché sprofondo nel buio.
Riprendo i sensi quando atterro su un duro pavimento; appena apro gli occhi e metto a fuoco, riconosco le pareti di una delle stanze della mia casa, sebbene scure e decisamente diverse da prima.
Niente è stato risparmiato dal cambiamento negativo, neanche le cose più care...

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Capitolo 3
*** Flee! ***


Ed eccomi con un altro capitoletto! :3 Inizialmente avevo pensato di postarlo più lungo, ma preferisco tenervi sulle spine MUAHAHAH :P buona lettura! <3

Brani consigliati per la lettura: Black Veil Brides, I am bulletproof



Sto tremando di freddo, anche se è quasi estate: ma nell'antro buio in cui sono rinchiusa insieme a Jared le stagioni sembrano annullarsi. Solo il tempo continua ad avere una scansione, visibile dalla finestra in alto posta su una delle pareti. Non si può usarla nemmeno come via di fuga perché è troppo piccola.
«Kendra, ho un'idea!»
«Un'idea, dici? Sentiamo.»
«Fuggiamo!»
La proposta di Jared è proprio ciò che desidero sentirmi dire in quel momento, ma è un tantinello utopica; l'unica finestra della stanza è inutilizzabile come via di fuga e la porta è chiusa a chiave.
«E come?!»
«Fidati di me! Troveremo un modo!»
«Mi fido di te...»
Appena le guardie che gironzolano dalle nostre parti si allontanano un attimo, Jared si ingegna subito a forzare la porta, con i pochi mezzi a nostra disposizione; aspetto, finché lui mi fa un cenno per farmi capire che è riuscito a forzare la serratura. La parte dell'edificio dove ci troviamo noi è stranamente deserta, e ciò gioca a nostro favore, per cui sgusciamo fuori, silenziosi.
Appena intravediamo una guardia, ci nascondiamo in tutta fretta, poi Jared lascia ben in vista sul pavimento un pacchetto di caramelle dall'aria innocente. La guardia le raccoglie, sospetta, poi emette un verso soddisfatto, se così si può definire il tetro sbuffo da lei emesso, e va via nella direzione da cui è venuta. Il corridoio ora è vuoto, per cui possiamo svignarcela verso la dispensa.
Ci riforniamo di cose di stretta necessità; sgattaioliamo nell'ingresso della casa, nel quale sostiamo un attimo, sentendo uno strano rumore; pochi secondi dopo lo identifico come un forte russare, e Jared, vedendo la mia perplessità, mi strizza un occhio e poi, in labiale, mi dice di aver affibbiato alle guardie delle pillole di sonnifero. Genio! 
Approfittando del favore del buio che regna, scendiamo giù in strada e rimaniamo per un attimo accecati da qualche pallido raggio di sole del tardo pomeriggio attraverso le nuvole. Prima che possano vederci, ci lanciamo in una corsa forsennata, sentendo dietro di noi vaghe urla di coloro che si sono accorti della nostra fuga.
«Abbiamo qualcuno alle calcagna?»
«Credo di no!»
In realtà mi accorgo che è così quando sento una pietra colpirmi violentemente su una gamba; cado, ma mi rialzo subito, ignorando il ginocchio sbucciato e i pantaloni strappati e il dolore.
Appena sbuchiamo su una piazza con molte vie collegate, ci dividiamo e poi ci ritroviamo alcuni metri più in avanti, ingannando così gli inseguitori che si perdono nella ragnatela delle vie. Tranne qualche breve sosta, la corsa continua fino al porto; nessun posto è abbastanza sicuro per fermarsi, il nemico è ovunque.
Ci fermiamo soltanto sulla banchina per riprendere fiato. In mente inizio ad elaborare un piano per fuggire, ma scorgiamo una nave simile ad un vecchio veliero non molto distante dalla costa che arriva quasi provvidenzialmente: io e Jared iniziamo a sbracciarci e urlare per farci notare, finché vediamo che essa si dirige verso di noi. Spero non sia una nave nemica, se no siamo nei guai...

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Capitolo 4
*** Rebels' Ship ***


Altro capitolo! Buona lettura! <3

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La grossa imbarcazione si ferma abbastanza vicina al porto, non potendo avanzare di più, e in pochi minuti arriva al molo una scialuppa, condotta da una ragazza vestita di nero e apparentemente sporca di fuliggine che ci aiuta gentilmente a salire e poi, con foga, rema per tornare indietro, portandoci nei pressi dell'imponente veliero. Da là sopra fanno capolino decine e decine di persone simili alla ragazza rematrice, di ambo i sessi, alcune di loro con maschere nere. Sembrano timide ma curiose, parlottano tra loro e ci osservano attentamente, ma intuisco che sono favorevoli. 
Poco dopo si dividono in due gruppi e lasciano passare cinque ragazzi, vestiti di nero, tatuati e con pitture nere sui loro visi, che si affacciano dall'alto per scrutarci. Devono essere i leaders.
«Chi siete?»
A parlare è quello che deduco sia il più eminente tra i capi: alto, snello, con capelli neri semilunghi rasati sui lati, occhi color cielo e due righe nere disegnate sul volto.
«Siamo appena fuggiti da un luogo di prigionia della F.E.A.R.» spiega Jared, gesticolando. «Siamo dei ribelli...prendeteci con voi, vi preghiamo...se vorrete pos-»
Il suddetto ragazzo alza una mano con fare gentile, fermando le parole del mio amico. «Non c'è bisogno di dire altro: siete i benvenuti fra i ribelli.»
Sui nostri visi spunta un sorriso da un orecchio all'altro, poi ci lasciamo aiutare da alcuni ragazzi a salire a bordo.
Il giovane che ha parlato poco prima ci osserva attentamente. «Quali sono i vostri nomi? E quanti anni avete?»
«Jared, e ho vent’anni» dichiara il mio amico.
«Kendra, vent’anni anche io» rispondo io, timida.
«Mh, bene! Sembrate atletici e capaci, anche se la prigionia deve avervi messi a dura prova.»
«Beh, il mio amico lo è sicuramente, io un po’ meno» replico, con un sorriso che diventa poi lievemente imbarazzato quando mi riferisco a me stessa.
«Senti di essere particolarmente capace di fare qualcosa?» 
«Beh…prima di essere catturata ho privato dei sensi una guardia urlando, non so se possa considerarsi come una capacità…»
«Potrebbe esserlo, perché no? Nei prossimi giorni, quando ti sarai ripresa, ti farò allenare e scoprirai le tue capacità. Abbiamo bisogno di svariati talenti per la guerra che dovremo combattere. Ora andate pure a rinfrescarvi e a cambiarvi gli abiti.»
I cinque capi ci congedano così, in modo molto cordiale; alcune ragazze ci accompagnano in due cabine distinte per farci togliere di dosso i vestiti ormai sporchi e stracciati e ci danno dell’acqua per lavarci la faccia. Due di loro, successivamente, ci portano i nuovi vestiti: canotte e magliette nere, bucherellate qua e là, pantaloni e shorts rigorosamente neri e persino degli stivali neri che però per il momento preferisco lasciare là in cabina, preferendo camminare con i piedi nudi.
Mi faccio dare una pezza bagnata per pulirmi la ferita sul ginocchio e successivamente mi vesto, trovando immensamente comodi quegli abiti nuovi. Ora mi sento nuova, diversa, ed è una sensazione fantastica! 
C'è stata la fine di libertà e pace, ma ora c'è anche un inizio: quello della mia vita da ribelle nella legione dei ribelli.

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Capitolo 5
*** Warmth ***


E rieccomi! :3 Buona lettura!

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Mentre mi dirigo verso il ponte della nave, vedo il ragazzo di prima venire in mia direzione, come se stesse cercando proprio me, e il cuore stranamente mi salta in gola.
«Posso parlarti?»
Il viso d'angelo, gli occhi azzurri, il sorriso che gli aleggia sulle labbra e quella voce sensuale sono un mix a dir poco esplosivo...rimango inchiodata là da una strana forza e le parole stentano a salirmi dalla gola; annuisco goffamente. «C...certo. Dove preferisci?»
«Anche sul ponte della nave va bene» replica, cercando di mettermi a mio agio.
«Stavo andando proprio là, guarda caso» commento, sorridendo. «Va benissimo anche per me.»
Camminiamo fianco a fianco, taciturni; arrivati a destinazione, ci sediamo. Lui lancia un'occhiata al mare, poi si volta verso di me.
«Il mio nome è Andy, ma ho anche il soprannome di Prophet» esordisce, poi allunga la mano e stringe la mia che si è subitaneamente tesa «e sono, se così si può dire, il leader dei ribelli, insieme ad altri quattro miei amici che ti presenterò stasera quando ci riuniremo per la cena. Non so se sai cos'è successo a Los Angeles...»
Alzo la mano per interromperlo e lui, vedendomi, si zittisce e mi fa cenno.
«Sì, so cos'è successo alla città in cui vivo, e alcuni amici mi avevano già anticipato che sarebbe successo tutto ciò...la F.E.A.R. ha preso il dominio.»
«Esattamente» Andy annuisce. «Sono compiaciuto del fatto che tu sia informata, nonostante il nemico cerchi di fare il lavaggio del cervello alla popolazione. Comunque ora siete al sicuro con noi, se così si può dire, dato che probabilmente i nemici potrebbero attaccarci ma per ora non lo fanno. Penso tu abbia delle buone capacità e vorrei che combattessi in prima linea insieme a noi...o preferisci avere un ruolo più nascosto ma comunque importante?»
«Voglio combattere la F.E.A.R. insieme a voi, in prima linea. Non perché sia una combattente di chissà quale livello e bravura, ma perché voglio vendicare i miei amici, sia quelli prigionieri che quelli morti...» stringo i pugni mentre parlo, tentando di non far salire le lacrime agli occhi. «Non vedo l’ora di iniziare ad allenarmi.»
Lui mi guarda, poi mi dà un colpetto sulla spalla, in un gesto di comprensione.
«Mi piaci, ragazza» commenta, con un sorrisino, accarezzandomi con un dito una guancia che diventa improvvisamente calda. «Non ricordo più il tuo nome, però...»
«Kendra.»
«Kendra...inusuale, ma suona bene.»
Una volta rotto il ghiaccio, rimaniamo seduti a chiacchierare tranquillamente, quasi fossimo amici di vecchia data, finché il sole cala sull'orizzonte.
Condividiamo qualcosa per cena insieme e Andy mi presenta a tutti gli altri, inclusi i suoi quattro compagni più stretti: Jeremy, detto Jinxx o Mystic, bruno e pallido con occhi chiari anche lui; Jake, detto Mourner, un po' più timido e riservato dei suoi colleghi; Ashley, detto Deviant, dai tratti affilati vagamente indiani e sicuro di sé; infine Christian, detto Destroyer, più peperino degli altri a prima impressione. 
Con la promessa di giungere ad un'isola per i rifornimenti, ognuno si ritira per conto suo; a metà strada Jared mi dà la buonanotte, stritolandomi in un abbraccio, e va a coricarsi insieme agli altri ragazzi, mentre Andy mi accompagna fino a destinazione e dopo avermi dato la buonanotte sussurrando e facendomi un occhiolino, mi lascia lì; lo osservo mentre va via, sentendo uno strano calore in me, specie sugli zigomi e nel petto.

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Capitolo 6
*** Training ***


Per la contentezza di Cornelian, questo capitolo è più lungo del solito! :3 buona lettura a tutti! <3

Brani consigliati per la lettura: Xenogenocide, Dependancy / Disturbed, Decadence




Appena riemersa dal sonno, rimango ferma alcuni secondi per ricordare tutti i fatti del giorno prima e capire dove mi trovo. 
Mi alzo e, in punta di piedi, salgo sul ponte della nave; il cielo è piuttosto chiaro, segno che l'alba è vicina.
Mi siedo a contemplare la placida distesa blu; pochi minuti dopo, sento scricchiolare le assi di legno del pavimento e vedo comparire Andy.
«Mattiniero, eh?» dico, accennando un sorriso.
«Non riuscivo a dormire» ammette lui, candidamente, venendo a sedersi accanto a me.
Rimaniamo in silenzio per un po', poi vedo il ragazzo trasalire.
«Finalmente siamo arrivati a destinazione...» sospira, indicandomi un'isola che si scorge in lontananza.
«Che isola è?»
«Santa Catalina Island.»
Sgrano gli occhi. «Davvero?! Caspita, la nave ha viaggiato molto velocemente!»
«Già! E' qui che veniamo a rifornirci di acqua e selvaggina, visto che è una terra di nessuno per ora. Gli abitanti sono tutti fuggiti.»
«Chi scenderà a terra?»
«Io e i miei quattro amici, meglio che voi rimaniate qui sulla nave al sicuro.»

Un paio di ore dopo la nave getta ancora ad alcuni metri dalla riva e i cinque ragazzi arrivano a terra con una barca abbastanza grande da contenere loro e ed eventuale roba.
Rimango seduta sul ponte, scrutando con trepidazione l'orizzonte e l'isola là vicino.
Jared e due ragazze vengono a sedersi accanto a me, pervasi dalla stessa ansia. Dopo un altro paio di ore la barca ritorna indietro e tutti sospiriamo, sollevati.
«La spiaggia dell'isola, poco distante dalla città, è ottima per esercitarsi...che ne dici di scendere ad allenarci là?»
Sobbalzo lievemente, poiché non ho sentito Andy avvicinarmisi.
«Va…va bene.»
Lo guardo mentre chiede ai suoi quattro colleghi di seguirlo, poi ci imbarchiamo su una scialuppa e arriviamo sulla spiaggia deserta; appena approdati ci guardiamo intorno, accertandoci che sia tutto a posto, poi ci sistemiamo per le esercitazioni.
«Bene, eccoci qua» dico, leggermente nervosa. «Ditemi cosa devo fare.»
«Per prima cosa, ti metteremo al corrente dei poteri che noi abbiamo» replica Andy. «Christian è chiamato Destroyer, distruttore, poiché è in grado di controllare onde distruttive. Chris, dai una dimostrazione, però senza troppa forza se non vuoi farci del male!» aggiunge poi, ridendo sulle ultime parole.
Il moro si fa avanti e si ravvia un po’ i lunghi capelli scuri, poi sferra un pugno sulla sabbia, senza troppa energia: all’impatto si liberano delle onde d’urto che mi mandano a gambe all’aria, sebbene io sia ad alcuni metri di distanza.
«Perdonalo, non è riuscito a controllarsi molto» ride Andy, dandomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. «Jinxx riesce a generare il fuoco, e ora te lo dimostrerà» aggiunge, e prontamente l’altro giovane dagli occhi chiari tende una mano col palmo verso l’alto, si concentra un attimo e poco dopo scaturisce una fiamma. Rimango stupita, ma cerco di non darlo a vedere.
«Noialtri, ovvero io, Ashley e Jake, non abbiamo poteri particolari, combattiamo normalmente» continua Andy. «Io ho un potere come il tuo, cioè ho delle corde vocali potenti, per cui un mio urlo può stordire il nemico o spazzarlo via, oltre ad una buona muscolatura adatta per il combattimento fisico. Ora tocca a te mostrarci cosa sai fare.»
I cinque leaders si mettono di fronte a me; per questo fatico un po’ a concentrarmi, ma in un minuto mi sento pronta. Riempio i polmoni di aria, poi carico le corde vocali e urlo, con rabbia.
Incredibile ma vero, intorno a me si alzano aria e onde d’urto simili a quelle provocate da Christian, e vedo alcuni di loro barcollare leggermente e faticare a reggersi in piedi, al che mi fermo per umidificare la gola.
«Brava!» commenta Ashley, con un sorrisetto.
«Concordiamo» dissero Jake e Jinxx insieme.
«Mi hai rubato l’effetto! Scherzo, sei molto brava» ride Christian.
«Molto bene!» si complimenta Andy, con un gran sorriso. «Avrai meno lavoro da fare di quanto avevo previsto, a quanto pare! Continua a esercitarti con questa tua abilità, però dedicati anche a esercizi fisici, ti serviranno.»
Sorrido a trentadue denti, rossa in viso per l’approvazione mostrata dai cinque. Risaliamo sulla barchetta per tornare a bordo.
«A quanto pare siamo colleghi anche di superpoteri» commenta Andy, con un sorrisino.
«Beh, non sono gran-»
Lui mi interrompe, posando un dito sulle mie labbra. «Sei così autocritica e ti sminuisci parecchio. Perché non ti rilassi e ti godi i complimenti senza problemi?»
Rido, poi mi ravvio i capelli. «Come desideri, capo, d’ora in poi farò così!»
«Ecco, così va bene» aggiunge lui, poi mi fa un occhiolino ed io arrossisco lievemente.
«Ti spiace se rubo per un po' il tuo migliore amico?» mi domanda poi, con una risata.
«Certo che no, fai pure» rispondo, con un sorriso.
Andy prende sottobraccio Jared, poi insieme scendono di nuovo sull'imbarcazione dalla quale sono appena risalita.
Assisto dalla nave all’esaminazione del mio migliore amico, per quel poco che riesco a vedere a quella distanza. Lui non ha superpoteri, però ha una muscolatura decisamente più forte e sviluppata della mia, per cui è ottimo per i combattimenti corpo a corpo: riesco a scorgerlo mentre gli fanno sollevare dei pesi, cosa che lui compie quasi senza sforzo, poi mostra qualche mossa quasi da arte marziale orientale, e i leaders annuiscono, in segno di compiacenza.
Sorrido. Sono orgogliosa di Jared, davvero tanto, e sono felice di averlo al mio fianco in questa nuova e più difficile fase della mia vita.

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Capitolo 7
*** Reflections ***


Ecco il nuovo capitolo! Buona lettura! <3

Brani consigliati per la lettura: Linkin Park, With you




Dal giorno in cui sono stata esaminata comincio a seguire scrupolosamente le indicazioni datemi dai miei capi: mi alleno almeno un’ora al giorno sollevando pesi, facendo un po’ di corsa in giro per la nave. Mi impegno anche in qualche lotta corpo a corpo, sia con qualche compagno di esercito che con Jared; cerco sempre di non far eccessivamente male al mio avversario di lotta, ma inevitabilmente ne esce un po' pesto, mentre non riesco a battere il mio migliore amico senza finire la lotta con il fiatone e il sudore a fiumi. Successivamente, dopo essere diventata piuttosto brava, inizio ad usare armi; uno dei leaders, Jinxx, è un validissimo combattente con katana e mi insegna subito l'arte di destreggiarsi con quella spada all'apparenza sottile e innocua ma molto pericolosa, facendo egli stesso da avversario per me. Ovviamente le prime volte non riesco a vincere, ma una volta abituata al peso dell'arma e al suo utilizzo, divengo una discreta rivale, avendo acquisito in poco tempo notevoli capacità delle quali mi meraviglio io stessa. Sì, perché mi sono sempre considerata una schiappa in qualunque attività fisica, e ora invece so che non è vero, perché il mio corpo si sta fortificando e sta diventando più agile.
A volte prolungo i miei allenamenti fino a tre ore e anche più, anche se so che arriverò distrutta alla sera, ma lo faccio per me stessa e perché voglio che Andy mi apprezzi…aspetta, chi voglio che mi apprezzi?! Scuoto la testa, stupita dalla direzione presa dai miei pensieri. Ho pensato di voler essere apprezzata da Andy? Beh, insomma, dopotutto non è una cosa cattiva, è pur sempre la persona con cui ho legato di più da quando sono entrata nella legione dei ribelli, oltre a Jared ovviamente…ma ogni volta che parla mi incanto ad ascoltarlo, oltre che ad osservare segretamente le sue labbra perfette, e quando è troppo vicino il mio corpo manda chiari segnali, come le farfalle nello stomaco e il sangue che affluisce copiosamente alle mie guance.
Ma con molte probabilità per Andy sono solo una recluta come tante altre...voglio dire, mi tratta bene, più che bene, è persino più caloroso con me più che con gli altri, ma i suoi gesti non sembrano dar adito a fraintendimenti...non credo proprio sia attratto da me, non ho nemmeno una bellezza tale da conquistarlo.
"Forse è meglio pensare ad esercitarmi per la guerra" dico fra me e me, avvilita, tornando alle mie occupazioni.

Nei giorni successivi il mio stomaco inizia a fare le bizze: spesso è perché ci viene ricordato che si rischia in qualunque momento un attacco nemico e il panico minaccia di assalirmi, ma rare volte succede anche perché mi arrovello troppo il cervello pensando ad Andy e ai suoi gesti nei miei confronti, e non riesco a parlarne con nessuno; per alcuni giorni riesco a mandare giù soltanto pochi bocconi per pasto, ma non diminuisco la mia attività fisica, sicché inizio ad indebolirmi.
«Kendra, tutto bene?» mi chiede Jared, una sera, venendo a sedersi accanto a me.
«Beh, sì…» rispondo, titubante.
«Non si direbbe…ho notato che stai mangiando meno del solito, sei smagrita e deperita...c’è qualcosa che ti tormenta?» in due secondi viene premuto il tasto dolente. Jared sembra quasi saper leggere i miei pensieri.
«Il panico che minaccia di assalirmi se penso che presto dovrò scendere in battaglia sicuramente c'entra…» replico, torcendomi le mani.
«E’ normale…penso che tutti abbiano un po’ di paura» ammette il mio migliore amico, abbracciandomi. «Ma secondo me c’è dell’altro…»
«Dell’altro? Tipo?»
«Guarda che ho visto come guardi il Prophet. Ti piace, e non poco.»
Arrossisco di botto, poi guardo verso il basso. «S-sì…mi piace troppo, ma non ho il coraggio di farmi avanti…poi lui non sembra essere interessato a me, per quanto possa essere stretto il nostro rapporto in confronto a quello che lui ha con le altre ragazze…»
«Mh…ne sei convinta?» chiede ancora lui, sollevando un sopracciglio.
«Sì, ne sono convinta.»
«Invece ti sbagli…non te ne accorgi, ma lui ti guarda spesso, molto spesso» aggiunge, con un sorriso. «E nei suoi occhi leggo tenerezza, quando ti osserva.»
«Magari lo fa solo perché sono sua amica» declamo io, tristemente, cercando di non illudermi per la buona notizia appena ricevuta che sta facendo riaccendere in me la speranza.
«Secondo me no, è uno sguardo forse troppo dolce per rivolgerlo ad un'amica…ma lasciamo tempo al tempo e forse arriverà una buona occasione per te! Lo spero veramente tanto» conclude il mio migliore amico, abbracciandomi ancora.
«Grazie, migliore amico stupendo, non so proprio come farei senza di te» sospiro, abbracciandolo stretto.
«E di che! Sono sempre qui, se hai bisogno di me.»

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Capitolo 8
*** Unconscious ***


E rieccomi! Lo so, mi ucciderete per questo cliff-hanger (taglio del capitolo in un punto che fa venire suspence), ma voglio riservare la parte migliore che ho scritto finora al prossimo capitolo, così lo gusterete ancora di più >w< buona lettura!
Brani consigliati per la lettura: Asking Alexandria, Hiatus





«...le forze nemiche sono pronte ad attaccare in qualsiasi momento, anche domani stesso, per cui tenetevi pronti...appena daremo il segnale scenderemo in battaglia!»
«Sì!» urlano tutti in coro, decisi. Tra le voci si alza anche la mia, quasi al di sopra. Finalmente combatterò contro il nemico e insieme ai nuovi amici dopo quasi un mese di preparazione fisica e mentale; da una parte sono ansiosa di combattere, dall'altra sono piuttosto spaventata, essendo la prima volta che succede una cosa del genere. Combattere è un'esperienza che mai ho messo in conto di fare nella vita, oltre al fatto che dubito delle mie capacità, per quanto le abbia sviluppate negli ultimi tempi.
«Ora andate a riprendere le vostre faccende, e stasera filate tutti a dormire presto che domattina non vogliamo gente che dorme in piedi» scherza Christian, suscitando le risate e il chiacchiericcio di tutti.
Muovo un passo sul ponte, ma improvvisamente sento le ginocchia cedermi; lo sguardo mi si annebbia e cado nell'incoscienza rapidamente, quasi come addormentandomi.

-Andy-
«Che cos...Kendra!»
Kendra si accascia improvvisamente sul legno del ponte come una fragile foglia spezzata; mi precipito e la afferro, riuscendo a riparare la sua testa da un eventuale colpo. Mi fermo a controllare il battito cardiaco e la respirazione, dopodiché la prendo in braccio, rassicurato; sentendo su di me gli sguardi curiosi e ansiosi dei miei compagni, rivolgo loro uno sguardo eloquente per far capire che ho sotto controllo la situazione e scendo verso la mia cabina.
Appena arrivato, la deposito delicatamente sul mio giaciglio e mi procuro della roba per tenerle le gambe sollevate, poi le rinfresco il viso con un panno e un po' di acqua mentre la osservo.
E' pallida, decisamente pallida, sotto i suoi occhi si sono accentuati i lievi segni violacei che già aveva quando è arrivata dalla prigionia e gli zigomi sono più affilati, ma è bella come il primo giorno che l'ho vista, se non di più. 
Ultimamente non ha mangiato molto, me ne sono accorto, e ciò deve averle fatto male, dato che ha continuato ad allenarsi come sempre, senza alcun segno di cedimento. Chissà quali pensieri e problemi l'hanno ridotta così...
Improvvisamente le guance mi diventano calde, molto calde, e scuoto la testa per scacciare il pensiero appena formatosi nella mia mente.
Lei mi piace molto, ma ho cercato di trattenermi per tutto questo tempo per il timore di non piacerle e perché ho pensato che forse non vuole una relazione così stretta con uno dei suoi comandanti...ma qualcosa mi dice che, molto probabilmente, lei ricambia, anche se ho ignorato i segnali di interesse inconsciamente inviati dal linguaggio del suo corpo.
Dopo qualche minuto, Kendra si muove leggermente, le sue palpebre vibrano e si alzano di poco.
«Andy...» sussurra, a malapena.
«Sono qui, Kendra, sono qui...» mormoro, continuando a inumidirle il viso con il panno, sorridendole per tranquillizzarla.
«Non volevo farti spaventare...ma l'ansia in questi giorni mi ha chiuso lo stomaco...»
«Sssh...» la zittisco, gentilmente. «Non ti affaticare...»
Le bagno piano le labbra aride...e improvvisamente mi si annoda lo stomaco e le guance vanno a fuoco.
Il controllo delle apparenze esercitato fino ad allora è appena svanito.

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Capitolo 9
*** Burning Lips ***


Ecco il tanto atteso capitolo! Spero vi piaccia *-* buona lettura! :*
Brani consigliati per la lettura: Muse, Hysteria / Dope, Debonaire





-Kendra-

Ho le farfalle nello stomaco. Mi ha portata in braccio nella sua cabina, sono sulla sua brandina e si sta prendendo cura di me...e ora gli è affluito il sangue alle guance quando mi ha toccato le labbra. Sento di essere arrossita anche io, e non poco.
I centimetri tra i nostri visi diminuiscono lentamente...esito, poi serro le braccia al collo di Andy. Lui chiude gli occhi e respira profondamente...poco dopo le sue labbra si scontrano con le mie.
Debole come sono, mi sembra di essere catapultata in aria quando lui si stende sul legno del pavimento e mi tira su di sé, mozzandomi il respiro con la sua bocca sulla mia e con il contatto più stretto...solo la canotta bucata che ho indosso mi separa dal suo corpo snello e pallido che è a sua volta coperto a malapena da una giacca di pelle e da un capo d'abbigliamento di natura incerta che sembra quasi una sciarpa sottile e leggera drappeggiata sul suo corpo. Una sua mano cerca spasmodicamente una delle mie per intrecciarsi con essa mentre la foga del bacio cresce; con la mano libera accarezzo piano un suo fianco nudo e lo sento tremare prima di spogliarsi per metà, in fretta. Allontano di poco le labbra, ansante e con la testa che mi gira, e incrocio i suoi occhi, così pieni di desiderio da farmi vacillare, prima di sentire le sue mani intrecciarsi nei miei capelli con delicatezza e spingermi di nuovo giù, verso la sua bocca e verso l'abisso. Il bacio si intensifica, la sua lingua calda solletica le mie labbra, invitandole ad aprirsi e, quando accettano l'invito, si insinua e gioca con la mia, sensualmente e senza fretta; sento il suo corpo tendersi e inarcarsi contro il mio...affondo i denti nella pelle di una sua clavicola e lui sobbalza, con un singulto; lo sento lamentarsi fievolmente mentre infierisco su un punto debole del suo collo. Improvvisamente cattura le mie mani con le sue e le preme contro la pelle candida del suo torace, facendomi sentire la sua brama di essere toccato. Mi sposto, un po' faticosamente, e comincio a trascinare la punta della lingua su ogni singolo incavo delle sue costole e il mio autocontrollo vacilla sempre più man mano che il tremito del ragazzo sotto di me aumenta...mordo lievemente un punto delicato e dalla sua gola sale un urlo strozzato e quasi mi tira i capelli, ma continuo imperterrita; mi ferma di colpo e reclama con forza la mia bocca; mi schiaccia contro di sé e avverto qualcosa che mi fa arrossire più di quanto sia già arrossita.
Dopo un tempo che mi sembra lunghissimo Andy stacca le labbra dalle mie, ansimando rapidamente e con gli zigomi colorati di una tonalità di rosa molto accesa, poi, mentre temo che qualcosa sia andato storto e che si spezzi la magia di quel momento...sorride. Un sorriso angelico e dolcissimo, che mi manda in estasi, al che gli angoli della mia bocca si sollevano automaticamente, specie quando lui mi stringe a sé.
«Stai meglio?»
«Mai stata meglio.»
«Sicura?»
«Sicurissima!»
Andy sorride ancora, poi mi risistema sulla brandina con delicatezza e si siede accanto a me dopo aver indossato di nuovo i suoi abiti.
«Pensi che...» inizio a dire, ma mi interrompo, non sapendo se porre o no la domanda che mi è appena venuta in mente.
«Cosa?» chiede lui, guardandomi e sorridendomi.
«Pensi che...ehm...gli altri sapranno questa cosa? E come credi che...ehm...reagiranno?»
Il moro si passa una mano tra i capelli prima di rispondermi. «Penso che è una cosa che riguarda la sfera privata della mia vita, sarebbe comunque okay anche se gli altri venissero a saperlo, ma la reazione è qualcosa che mi interessa poco, visto che come ho già detto è una cosa che riguarda me. Mh, poi non la chiamerei nemmeno 'cosa', la chiamerei 'relazione con una ragazza bellissima, tosta e che mi ha conquistato'.»
Arrossisco improvvisamente. «Perché proprio io ti ho colpito, fra tante ragazze anche più belle di me?»
«Penso tu sappia già che non si può scegliere la persona di cui innamorarsi. Semplicemente stimo le altre perché ribelli e valide combattenti, ma tu mi hai colpito e mi hai fatto innamorare, la scintilla si è accesa solo con te.»
Sorrido, diventando ancora più simile ad un pomodoro. «Hai intenzione di farmi diventare uguale ad un peperone?»
«Sto dicendo soltanto la verità!» ride lui, accarezzandomi una guancia color porpora.
«Quanto tempo ancora devo rimanere in questa posizione?» mi lamento, irrequieta, seppur socchiudendo gli occhi al suo tocco.
«Almeno altri dieci minuti» replica lui, sospingendomi delicatamente giù. «Non vorrai cascare di nuovo a terra!»
«Va bene» rispondo, arricciando il labbro inferiore per simulare un broncio, poi improvvisamente il mio stomaco inizia a rumoreggiare in modo imbarazzante.
«Languorino, eh? Ti procuro subito qualcosa da mettere sotto i denti» aggiunge il ragazzo, alzandosi e andando a frugare in un angolo della cabina, poi torna con un paio di caramelle in mano. «Mangia, ti sentirai molto meglio.»
Accetto allegramente le caramelle, le infilo entrambi in bocca e gongolo soddisfatta per il loro buon sapore; le forze sembrano ritornare di gran carriera.
«E d'ora in poi devi riprendere a mangiare regolarmente, se no ti imbocco io eh!» mi minaccia scherzosamente Andy, puntandomi contro un dito.
«Oh, essere imboccati dal Prophet deve essere una cosa molto carina» rido, prendendolo in giro, e lui si vendica subitaneamente facendomi il solletico.
«Oddio no Andy ti prego fermati no ti prego soffro il solletico!!!» strepito, agitandomi per quanto me lo concedono le mie energie.
«Eh no, nessuno prende in giro il Prophet e rimane impunito!» ghigna lui, fermandosi. «Ma con te farò un'eccezione» aggiunge, pizzicandomi una guancia.
«Che onore!» esclamo, facendogli una linguaccia. Lui si avvicina e fa per baciarmi ma io mi ritraggo, ridendo.
«Piccola dispettosa!» improvvisamente Andy è di nuovo su di me e riprende con il solletico.
«No no no Andy!! Chiedo venia! Pietà di meeeee!» imploro, divincolandomi sotto di lui.
«Richiesta accettata» sussurra il bruno, poi mi bacia a fior di labbra e si rimette seduto.
«Baciami ancora!» esclamo, tirandolo per un braccio. 
«Ci hai preso gusto, eh?» mi canzona lui, sorridendo, poi si riabbassa su di me e mi bacia, un bacio lento che fa accelerare il battito del mio cuore e ribollire il sangue...finché non veniamo interrotti da qualcuno che bussa.
«Avanti!» dice il ragazzo, dopo essersi staccato controvoglia, con un leggero sbuffo.
Sulla soglia compare uno dei suoi colleghi, ma dietro di lui ci sono altre persone.
«Siamo venuti a vedere come sta Kendra, possiamo entrare?» domanda Ashley, cauto.
«Certo che potete entrare» assentisce lui, invitandoli con un gesto della mano. «Mi raccomando, chiudete la porta dopo essere entrati tutti.»
Insieme al moro dai tratti indiani entrano Christian, Jake, Jinxx e anche Jared.
«Allora, come sta?» chiede il mio migliore amico, ansioso.
«Ha avuto uno svenimento, ma ora sta bene» risponde Andy, sorridendo appena. «L'ansia le aveva chiuso lo stomaco ma lei non ha voluto interrompere gli allenamenti, e si è indebolita...ma mi ha promesso che riprenderà a mangiare come prima per essere in forma in caso di guerra, anche perché ho minacciato di imboccarla se non lo farà!»
Una risata generale si alza dai presenti nella stanza appena dopo aver udito l'ultima frase del Prophet.
«Non sarebbe stato più semplice minacciarla di farla mangiare con la forza, tappandole il naso e scaricandole il cibo in bocca?» propone Christian, scoppiando poi a ridere insieme ai compagni.
«Eh no, non sono così cattivo!» si difende Andy, corrugando la fronte ma sempre scherzando.
«Oooh! Non è che ci nascondi qualcosa, caro il nostro Andrew Dennis Biersack?» indaga Ashley, con un sorrisino malizioso.
«Forse che sì, forse che no...chi lo sa» replica l'altro, con la faccia di chi la sa lunga ma non vuole parlare.
«Ahaaaaaa! Il nostro Prophet è innamorato!» lo canzonano tutti, in coro.
«Sì, qualche problema?» ribatte lui, facendo una linguaccia a tutti.
«Nessuno, capo! Siamo contentissimi per te se è così!» dicono i ragazzi in coro, con un sorriso a trentadue denti. «E la fortunata è...?»
In quel momento Andy si riabbassa a darmi un bacio, e io divento rossa.
«...Kendra?!» sussurra Jake, sgranando gli occhi. Un attimo di silenzio, poi la stanza si riempie di versi di ammirazione e urletti scherzosi.
«Lo sapevamo! Lo sapevamo che sei innamorato di lei! Sei proprio anti-sgamo!» esclama Jinxx, ridendo, e mi sorprendo di vederlo così allegro e sorridente, abituata come sono alla sua solita compostezza.
«Bene, ora basta far casino, Kendra si è ripresa da poco, non penso sia il caso di assordarla» dichiara Andy, facendo segno a tutti di calmarsi un po'.
«Agli ordini capo!» replicano i ragazzi, facendo tutti lo stesso gesto del mettersi sull'attenti con fare scherzoso; Andy alza gli occhi al cielo, poi ride. «Riprenditi presto!» mi augurano, uscendo dalla stanza e lasciandoci finalmente soli.

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Capitolo 10
*** Hair cuts ***


Dopo, che so, un secolo, rieccomi qui XDD perdonatemi T.T buona lettura! <3
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«Com'è la situazione attuale?»
Andy si gratta la testa prima di rispondere, un po' accigliato. «Il nemico continua a tenersi vicino ma ancora non attacca. Starei quasi pensando di sfruttare la cosa con un effetto sorpresa.»
Annuisco. «Non è un'idea malvagia, dai! Come sono messi riguardo a combattenti e armi?»
«Una guardia sola di quelle che tu hai già incontrato è troppo forte per una sola persona e loro, di quelle, ne hanno più di una decina come minimo...questo è un po' un problema» replica lui, storcendo il naso. «Poi hanno anche dei soldati umani, ma sono pochi. Qualche tempo fa, in uno degli scontri, ho avuto modo di vedere che hanno meno di una decina di combattenti di sesso maschile, tutti giovani e non molto esperti, ma furbi e maligni. Idem per i combattenti di sesso femminile.»
«Noi quanti siamo?»
«Non li superiamo di molto. Se loro sono circa una trentina, noi siamo solo pochi di più...per fortuna che abbiamo gente con abilità speciali!»
Pronunciando le ultime parole, mi sorride e mi strizza un occhio.
«Così mi metti un po' in imbarazzo!» protesto, arrossendo.
«Non devi essere imbarazzata, piccola» mi blandisce lui, abbracciandomi. «Se hai un'abilità è giusto che ti siano riconosciuti dei meriti!»
Sorrido, poi gli stampo un bacio su una guancia; lui ricambia il gesto ma lo fa dandomi un lieve bacio sulle labbra, mandandomi così in tilt.
«Ho un po' di paura, sai?» ammetto, stringendomi a lui.
«Di cosa, tesoro?»
«Della battaglia, prima di tutto, poiché in vita mia non ho mai combattuto, e per quanto mi sia allenata non è svanito questo mio timore...ma anche di altro...»
«Cioè...?»
«Beh, se già prima avevo paura al pensiero che a qualcuno di noi possa succedere qualcosa di brutto, ora anche peggio...come faremo in guerra io e te?»
«In quanto colleghi di abilità speciale, suggerirei di combattere fianco a fianco, per il resto comprendo il tuo timore, piccola...e, ad essere sincero, è lo stesso per me. Specie adesso che ho te. Ma ricorda che io sono un osso duro, non mi lascerò eliminare molto facilmente, di questo puoi starne certa.»
Ci guardiamo per qualche momento, poi le nostre labbra si cercano e si incontrano, avide; dopo un lungo contatto, ci stacchiamo per riprendere aria e ci abbracciamo, stritolandoci in una morsa reciproca.
«Andrà tutto bene, piccola...anche questa guerra finirà, prima o poi» mormora Andy, accarezzandomi la schiena.
«Lo spero...» rispondo, timorosa e fiduciosa allo stesso tempo. Mi accoccolo con la testa nell'incavo del suo collo e mi perdo nel suo profumo, un misto di Old Spice e tabacco che mi inebria la mente.
«Andy?» mormoro, riprendendomi dopo un po'.
«Sì, piccola?» 
«C'è su questa nave qualcosa per tagliare i capelli?»
«Certo. Cosa vuoi fare?»
«Voglio dare simbolicamente un taglio al mio passato. Non l'ho ancora fatto.»
Ci alziamo e ci dirigiamo verso dei bagni comuni che si trovano nella nave; Andy passa un attimo dalla sua stanza, poi mi raggiunge con un pacchetto fra le mani.
«Cosa ti serve, forbici o macchinetta?» mi chiede, osservandomi attentamente.
«Perché, avete anche qualche aggeggio elettronico su questa nave secolare?!» dico, sgranando gli occhi.
«La usiamo con una batteria a carica solare! Magia dell'ecologia!» fa lui, facendo un gesto come per fingere un incantesimo.
«Spiritosone! Va bene.»
Il ragazzo apre l'involto e tira fuori la macchinetta, nera, lucida e pulita.
«Cosa intendi fare?» domanda ancora, osservando attentamente la mia testa in attesa di sapere cosa fare; mi lascerò tagliare i capelli da lui, visto che senza uno specchio abbastanza grande non posso fare da sola.
«Voglio rasare tutti e due i lati della testa» affermo, decisa. 
Andy guarda prima i miei capelli, davvero lunghi e piuttosto selvaggi, poi di nuovo la mia faccia. «Che fai, mi copi?» dice, facendo una smorfia e poi una linguaccia.
«Non sarà mica colpa mia se abbiamo gusti simili!» ribatto, ricambiando il gesto e arricciando il naso. «E poi in battaglia, se dovessimo perderci, mi riconoscerai più facilmente. Ha anche un'utilità pratica, in fondo!»
«Come desideri» dice lui, con un sorriso. «Vuoi anche una spuntatina al ciuffo?»
«Perché no?»
Il moro sospira, poi si accinge al suo lavoro; quindici minuti dopo, sul pavimento giacciono ciocche lunghissime e ciocche più corte; ai lati della mia testa i capelli sono ridotti a pochi millimetri di lunghezza, il mio ciuffo è diventato più corto e irregolare e il resto dei miei capelli ricade come sempre sulla mia schiena fino alla metà, anche loro di lunghezze irregolari.
«Sei...sei bellissima» mormora Andy, dopo aver risistemato tutto, accarezzandomi una guancia. Sorrido e poso una mia mano sulla sua.
«Tu sei bellissimo...» bisbiglio di rimando, tendendomi verso di lui per dargli un bacio.
In quel momento nel bagno entra Christian che prima rimane immobile a fissare i capelli per terra, poi guarda me e il collega.
«Posso farmi una parrucca con quei capelli, visto che non ti servono più?» prorompe, ridendo poi sonoramente.
«Se proprio ci tieni, fai pure, ormai non mi servono più!» rido di rimando, abbracciando Andy che ride insieme a me e dice tra sé e sé «Oh Chris, sei sempre il solito!».

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Capitolo 11
*** Together ***


ARIECCOMEEEEEE!! Chiedo umilmente venia ma la scuola è una sanguisuga A__A ora sto procedendo più lentamente con gli aggiornamenti perché ho finito il materiale già disponibile e sto cercando di scrivere, però spero di aggiornare di nuovo presto! Ecco a voi un capitoletto dolce dolce :3 buona lettura! <3
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«Beh, buonanotte Andy...» dico, facendo per voltarmi per entrare nella cabina in cui dormo con delle ragazze, ma una mano forte afferra la mia.
«Andy!» esclamo sottovoce, sorpresa, guardandolo.
«Vieni a dormire con me...» mi implora lui, rivolgendomi uno sguardo a cui non riesco a resistere. Arrossendo, annuisco percettibilmente, quindi lo prendo per mano e mi lascio condurre verso la sua cabina privata.
Entro, circospetta, intanto che lui richiude la porta.
La sua cabina è simile a tutte le altre per dimensioni e fattezze, ma è meno vuota. In un angolo spunta un grosso mucchio di vestiti neri, in un altro alcune armi leggere scintillano appena alla poca luce di una lanterna.
Il suo giaciglio è in un angolo di fronte all'oblò, in modo da ricevere luce, e consta di un ammasso disordinato. Mi siedo accanto ad esso, giocando con i miei capelli.
«Non vorrai dormire sul pavimento, spero!» esclama lui, vagando per la stanza con una pezza in mano per togliersi le due righe nere di trucco dal viso.
Arrossisco di colpo. «Beh, no...»
«Ci mancherebbe! Sarei molto scortese se ti facessi dormire sul nudo e duro legno» commenta, con una risata, togliendosi poi gli stivali e lanciandoli in un angolo.
«E...» faccio per dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in gola: Andy, davanti a me, si toglie con noncuranza la giacca di pelle e la leggera sciarpa nera che di solito tiene mollemente legata al collo, lasciandosi addosso soltanto i suoi jeans neri strappati qua e là, poi si distende sulle disordinate lenzuola nere del suo giaciglio.
«Su, piccola, vieni qui» mi invita, picchiettando leggermente con una mano nello spazio accanto a sé. Non riesco ad evitare di diventare ancora più rossa mentre mi avvicino e mi stendo, specie quando Andy, rivolto verso di me, con un braccio mi attira a sé per potermi stringere; accosto una guancia bollente al suo petto e sento il battito accelerato del suo cuore.
«Sarò pure imbarazzata perché è la prima volta che dormo con un uomo, ma anche tu sembri piuttosto emozionato e inquieto» dico, con un sorrisino, alzando la testa per poterlo fissare negli occhi. Lui si morde un labbro e si rigira leggermente il piercing con la lingua; in due secondi una sua mano è dietro la mia testa, la sua bocca è sulla mia e un intero sciame di farfalle spunta nel mio stomaco. Rispondo al bacio con dolcezza e lui fa lo stesso, ma passa quasi subito da dolce a passionale; quando i suoi denti si chiudono sul mio labbro inferiore avverto un lieve capogiro.
«Devi scoprire proprio adesso i miei punti deboli?» sussurro, staccandomi di poco.
«Non voglio scoprirli tutti ora, mi basta aver iniziato» risponde, con una risatina. Fingo di indispettirmi e a mia volta mordo il suo labbro inferiore, e lui rabbrividisce violentemente.
«Però a quanto pare sei curiosa di scoprire i miei» mormora, con la voce venata di desiderio.
Sorrido, poi mi accingo a coprire di baci le sue clavicole sporgenti; il suo petto si solleva e si abbassa velocemente e sfiora ritmicamente la mia pelle ogni volta a causa della vicinanza, generando piccole scariche lungo la mia spina dorsale. Trascino lentamente le labbra sul suo sterno, lasciando un piccolo bacio ogni volta che mi fermo; quando Andy si inarca porto le mani dietro la sua schiena, tenendolo contro di me, e lui geme con forza, le mani aggrappate ai miei capelli. Richiudo la bocca su un suo capezzolo e sento un urlo soffocato provenire dalla sua gola; in men che non si dica mi ritrovo letteralmente schiacciata contro di lui in modo implorante.
«K...Kendra...» Andy ansima senza sosta, tremante, mentre io continuo; mi tira verso su, annullando la distanza tra le nostre labbra con foga. Dopo qualche minuto il bacio diventa più lento e più quieto.
«Ti bacerei tutta la notte, se potessi, ma sto per crollare per il sonno...» sussurra, allontanandosi di poco. «Ti dispiace, piccola?»
«Niente affatto...hai bisogno di dormire, e anche io in verità» rispondo, con un sorrisino, accarezzandogli una guancia, poi mi risistemo con la testa sul suo petto e le sue braccia mi avvolgono e stringono.
«Buonanotte...» mormora Andy, stampandomi un bacio sulla testa; sento il suo respiro rallentare e, subito dopo, il suo corpo si rilassa, segno che si è addormentato. Sospiro, poi il sonno mi raggiunge.

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Capitolo 12
*** Danger approaches ***


Dopo secoli finalmente riesco ad aggiornare T.T sono inscusabile, ma perdonatemi lo stesso se potete! >.<
Buona lettura! <3
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Il mattino ci sorprende ancora vicini, abbracciati, con i raggi del sole che baciano la nostra pelle. Mi strofino gli occhi e poi metto a fuoco Andy, ancora dormiente e abbracciato a me. Il suo viso è rilassato e l'espressione involontaria da lui assunta nel sonno è dolcissima.
Sento la porta aprirsi piano e vi punto sopra i miei occhi, guardinga, ma dallo spiraglio emerge il viso di Jinxx. Appena incrocia il mio sguardo, dopo aver osservato me e il suo collega, sorride; in labiale mi chiede di svegliare Andy, poi va via, senza fare alcun rumore.
«Piccolo? Svegliati...» mormoro, tamburellando leggermente su una sua guancia. Lui mugugna e mi stringe di più a sé; sorrido e arrossisco, ma torno subito alla carica.
«Andy, è ora di alzarsi!» lo esorto, sempre sottovoce, scuotendolo appena. Finalmente le sue palpebre vibrano e si sollevano lentamente, rivelando i suoi occhi di cielo.
«Kendra...» sussurra, sollevando un angolo della bocca, poi qualcosa di diverso scintilla nel suo sguardo...prima ancora che me ne renda conto la sua bocca reclama la mia con fame, poi il suo corpo aderisce al mio e le vertigini mi assalgono.
«A-Andy...aspetta...uhh!» cerco di attirare la sua attenzione, ma il suo bacino inizia a strofinare lievemente contro il mio e le parole si spezzano, seguite da un gemito. Lo richiamo con più decisione, prendendogli i polsi, e finalmente alza la testa e si ferma.
«Mh?» proferisce in tono interrogativo, interdetto e vagamente timoroso.
«Ti ho svegliato perché me l'ha chiesto Jeremy» spiego. «Forse vuole dirti qualcosa di importante, o forse c'è qualcosa di cui devi parlare con lui, Ashley, Christian e Jake.»
«Mmh...il tempo di vestirmi e li raggiungo. Ma aspetta!» esclama Andy, prendendomi per un braccio quando faccio per alzarmi.
«Cosa?» domando, perplessa.
«Il bacio del buongiorno!»
«Ma se mi hai praticamente divorato la bocca, poco fa!»
«Ma non ero ancora tanto sveglio...»
Mi fissa, facendomi gli occhi dolci e arricciando il labbro inferiore, e allora scoppio a ridere, intenerita. Lui prende la mia risata per un sì, quindi si avvicina, affonda le mani nei miei capelli e posa sulle mie labbra un bacio soffice e lieve come piuma.
«Buongiorno tesoro mio» sussurra, una volta datomi il bacio, staccandosi. Non riesco a parlare e mi limito a sorridergli, lui ricambia il mio sorriso e poi si alza dal giaciglio, iniziando a vestirsi. Una volta pronto, gli disegno con cura due righe nere sul viso, una su ogni zigomo e lui sorride, soddisfatto, poi lo seguo fuori dalla cabina.
Il cielo è grigio e l'aria è immobile, ma non sembra sia in arrivo la pioggia; le attività sulla nave già sono in corso.
«Buongiorno!» ci salutano in coro i colleghi di Andy, seduti ad un tavolino posizionato a poppa: Jinxx e Jake sono alle prese con delle scartoffie, Christian riordina dei fogli e Ashley sgranocchia una mela in tutta tranquillità.
«Buongiorno a voi! Novità?» chiede Andy, sedendosi con loro.
«Beh, direi proprio di sì, e non sono novità proprio ottime» risponde Jinxx, scuro in faccia, poi gli passa un cannocchiale. «Guarda laggiù nei pressi di quel promontorio davanti alla città principale di Santa Catalina Island e poi dimmi.»
Andy osserva, e anche io cerco di distinguere qualcosa con lo sguardo, anche se senza l'ausilio di un cannocchiale è un'impresa un po' ardua; vedo un'ombra calare sul suo viso e contrarre leggermente i suoi lineamenti. Metto a fuoco con fatica un'ombra vicino alla costa e mi assale un presentimento, subito confermato da ciò che sento dire.
«La F.E.A.R., diamine. La sua nave è ancorata di fronte alla città principale. Ora sa che siamo ancorati in quest'altra ansa del territorio per stare più sicuri e rifornirci e forse vuole approfittarne per attaccarci» commenta poi, restituendo lo strumento all'amico e facendosi poi passare alcuni fogli da Jake. «Ricapitoliamo: siamo in totale quaranta persone, compresi noi cinque. Di queste persone, le poche dotate di superpoteri siamo noi cinque più Kendra e forse qualche altra persona, poi abbiamo almeno una decina di ragazzi robusti e forti come Jared, il resto sono tutte ragazze, tutte piuttosto agili, che combattono sia a mani nude, sia con armi. Munizioni a disposizione: una cinquantina o più di armi come pugnali, coltelli, mazze chiodate e lance, un paio di fucili e persino un mitra...wow, abbiamo più armi che soldati...comunque, nel complesso, siamo messi bene. Dobbiamo solo preparare i ribelli all'idea che presto bisognerà combattere.»
Inspiro rumorosamente, sentendomi improvvisamente ansiosa. «Vado a radunarli, allora.»
I cinque leaders annuiscono; subito mi avvio e giro in lungo e in largo per la nave, chiamando a raccolta tutti i miei compagni di esercito. Trovo Jared intento ad allenarsi come al suo solito, ma quando gli comunico che i capi vogliono parlarci si interrompe immediatamente e mi segue docilmente.
«Ho un brutto presentimento» dice, grattandosi il mento, pensieroso.
«E non ti sbagli...ora sentirai cosa ci diranno i nostri capi.»
Una volta radunati tutti, appena Andy si alza e si accinge a parlare, cala un silenzio quasi innaturale.
«Ribelli, c'è un'importante comunicazione da farvi. La F.E.A.R. è appostata qui vicino, più vicino del solito, molto probabilmente hanno capito che siamo venuti qua per rifornirci e forse, molto presto, decideranno di attaccarci. La minaccia è più vicina di quanto lo fosse prima.»
Un mormorio dilaga tra gli astanti, come un lieve vento che fa frusciare le foglie.
«Ma non abbiate paura. Vi siete allenati a lungo, siete forti e capaci, e, tutti insieme, possiamo farcela» cerca di tranquillizzarci Jinxx, alzandosi anche lui e posando una mano su una spalla di Andy in modo amichevole.
«Insieme possiamo fare la differenza e combattere chi vuole privarci della libertà di essere noi stessi» aggiunge Ashley, aggregandosi agli altri due già in piedi.
«Per cui, anche se è comprensibile che abbiate un po' di timore, non fatevi vincere dallo sconforto e dal terrore» continua Jake, raggiungendo gli altri.
«Possiamo vincere questa battaglia...e possiamo vincere questa guerra!» la voce di Christian si trasforma in un urlo nel pronunciare l'ultima frase, accolto successivamente dall'ovazione e dalle urla di esultanza di tutti noi ribelli. I cinque leaders rimangono a guardarci, tutti con un leggero sorriso aleggiante sulle labbra, un sorriso di soddisfazione per la nostra reazione entusiasta e di aspettativa carica di positività per il futuro.

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Capitolo 13
*** Calm... before the storm ***


Regalo di Nataleeeeee! xD E cade anche a pennello visto che oggi è il compleanno di Andy :3 <3
Questo capitolo, oltre ad essere più lungo del solito, rientra come genere nella song-fic, data la presenza di quattro canzoni dei BVB C: e devo dire che mi è piaciuto questo esperimento di song-fic, quindi magari prossimamente potrei sfornare qualcosina su questo genere! ^.^
Scusate ancora per la lunghissima attesa t.t buona lettura! <3
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La sera, dopo cena, i cinque leaders decidono di passare il tempo con noi tirando fuori i loro strumenti musicali. Ricordo che Andy in qualche discorso mi ha detto che loro cinque sono dei musicisti e che avevano una band prima che iniziasse tutta questa vicenda, ma in quelle ultime settimane c'è stato troppo da fare perché potessero regalarmi una performance.
«Un attimo di pazienza, gente» esorta Ashley, con un sorriso, tenendo il suo basso acustico sulle ginocchia, cercando di intrattenerci con qualche battuta mentre Jake e Jinxx accordano due vecchie chitarre acustiche un po' ammaccate e Christian fa qualche prova con dei tamburelli, stando seduti su vecchie casse di legno. «Vi regaleremo versioni acustiche dei nostri brani, visto che non abbiamo una nave così tecnologica da poter usare gli strumenti elettrici che usavamo prima che iniziasse la guerra.»
Nel frattempo si unisce a loro Andy, che si siede per terra con le gambe incrociate e si schiarisce la gola. Mi sistemo meglio sulle assi di legno del pavimento, preparandomi all’ascolto, poi mi raggiunge Jared.
«Ehilà!» saluto, allegra, assestandogli una pacca sulla schiena e abbracciandolo successivamente. «Sbaglio o sembri più muscoloso?»
«Ahahah, non sbagli» replica lui, con un sorriso a trentadue denti. «E’ tutto merito degli allenamenti! E mi pare che anche tu sembri più possente fisicamente.»
«Non mi guardo in uno specchio che mi rifletta tutta da mesi, quindi non so se è effettivamente così, ma mi fido della tua parola.»
Ci sorridiamo di nuovo, a vicenda.
«Mi piace un sacco la vita sulla nave» commenta lui, con un sospiro. «C’è movimento, ma non caos, c’è organizzazione e non fretta o disordine, e poi si è come una grande famiglia, si parla e ci si vuole bene anche se non ci si conosce ancora a fondo. Poi credo che questa situazione sia anche una prova per far maturare ancora di più la nostra amicizia. Non che ce ne fosse ancora bisogno, eh, già prima di ora ne abbiamo passate di cotte e di crude insieme, abbiamo affrontato cose brutte e cose belle egualmente, ma questa cosa è ancora diversa!»
«Già! Questo evento ci ha fortificati sia fuori che dentro, dopotutto non tutto il male viene per nuocere.»
Vediamo che i ragazzi sono pronti ad iniziare; ci zittiamo, e intanto mi accomodo con la testa sulla spalla sinistra di Jared.
«Il primo brano è…”In the end”» annuncia Andy. Aspetta che Christian dia quattro colpetti per dare il via, poi partono quasi tutti insieme.
In the end, as we fade into the night…who will tell the story of your life?
E’ bella, trasmette una grande carica di energia, e con gli strumenti originari deve essere proprio una bomba. All’improvviso mi accorgo che quelle note mi sembrano familiari, come se avessi già sentito quella canzone…poi rammento: l’ho sentita più volte sulla mia stazione radio preferita, quando Los Angeles era ancora una città libera e vivace.
I’ve fought, and with flesh and blood I commanded an army through it all, I have given my heart for a moment of glory!
La nostalgia per la mia vita prima degli sconvolgimenti mi assale, ma la gioia di risentire un brano che credevo dimenticato e sembra un vero e proprio canto di battaglia è più forte. In breve, mi unisco agli altri ragazzi che cantano insieme al Prophet.
E questa è solo la prima canzone di una lunga serie di brani che ci trattengono almeno fino a mezzanotte a cantare tutti insieme e rilassarci.
Abbraccio Jared per dargli la buonanotte, poi seguo docilmente Andy che mi prende per mano.
 
«Kendra?»
La voce di Andy sembra più alta di quanto è realmente per via del silenzio che regna nella stanza e interrompe il tormento che, da svariati minuti, fa fremere il mio corpo e mi spinge a rigirarmi senza sosta.
«Kendra, tutto a posto?»
Mi volto verso Andy, distinguendo a malapena il suo viso nel buio quasi totale; l'unica cosa che rischiara quella fitta tenebra è una candela accesa là vicino, la cui fiamma ogni tanto viene mossa dagli aliti di vento provenienti dalla finestra aperta.
«N-non ne sono sicura...» rispondo, sentendo poi salire agli occhi le lacrime senza possibilità di frenarle...poco dopo avverto i suoi polpastrelli che mi toccano le guance umide per asciugarle.
«Vieni qui da me, piccola» mormora, stringendomi a sé prima ancora che io sia riuscita a rispondere. Appena mi ritrovo fra le sue braccia l'inquietitudine comincia a diminuire, gradualmente; lo sento cantare con l'intento di rassicurarmi con un filo di voce, quella voce che amo.
Saviour will be there, when you are feeling alone oh...queste sono le parole della canzone che si imprimono di più in me. Appena termina questa canzone, ne inizia un'altra, se possibile ancora più dolce. Non mi sembra di averla sentita tra i brani cantati qualche ora prima…
The best things in life come with a price, the star that burned so bright faded the fastest...
Una lacrima cade di nuovo giù.
Welcome home, home tonight...singing oh, oh, welcome home tonight...oh, oh, tonight...
Altre seguono la precedente.
Words, they don't know how to make amend, all they do is push you to the edge, but it's not wasted...it's all done for you, it's all done for you, oh...
Quando anche questa canzone termina, ho di nuovo il viso umido. Avverto il suo sguardo su di me e rapidamente strofino una mano per asciugare le lacrime. Lui sospira, poi ricomincia a cantare.
I pray for morning, I swear I’ll never let you die...and my heart’s held high with this battle cry, I’ll march on! On the horizon we will resurrect the sun!
Il tono della canzone è speranzoso e dolce; mi sento rincuorata e le lacrime si fermano.
«Hai una voce da angelo…» mormoro; Andy mi regala un tenero sorriso quando gli accarezzo una guancia e ricambia il gesto, strofinando delicatamente un pollice sulla mia pelle, e poco dopo lo spazio tra i nostri visi si annulla.
Il bacio si fa più intenso e febbrile; mentre le nostre labbra sono incatenate le une alle altre, il corpo di Andy si poggia sul mio e le mie gambe, quasi di propria volontà, si allacciano al suo bacino. Le sue mani corrono ad intrecciarsi con le mie, stringendole con forza mentre inizia a premere contro di me. Soltanto i pantaloni neri e una canotta nera e larga separano la sua pelle dal mio corpo, a sua volta coperto solo da una maglietta e da un paio di shorts.
«Kendra...?» mormora lui, distogliendosi di poco e sorreggendosi sulle braccia lievemente instabili.
«Ssshh...» libero una mano e poso un dito sulla sua bocca per zittirlo e giocherello con il suo labbro inferiore per provocarlo, muovendolo lievemente verso il basso. Lui mi guarda, silenzioso...alzo lo sguardo e l'oceano in tempesta delle sue iridi mi comunica in frazioni di secondo il vento del desiderio che lo agita. La mia mano libera si sposta, solleva la stoffa e si poggia sulla sua schiena; quasi subito Andy si inarca, socchiudendo gli occhi, e avverto il brivido che corre sotto la sua pelle fresca. Trascino lievemente le unghie sulle sue costole nude e lui reclina la testa verso dietro, con un lieve suono gutturale, poi le sue braccia cedono per il tremito e reclama la mia bocca con forza; nello stesso momento tenta di togliersi la maglietta ed è costretto a staccarsi momentaneamente da me per riuscirci, e rabbrividisco quando il suo corpo seminudo, caldo e fremente è di nuovo contro il mio. Catturo di nuovo le sue labbra con le mie e inverto le posizioni, e mi sembra di tornare alla bellissima mattina del nostro primo bacio: lui sotto di me, avido della mia bocca e vibrante di desiderio, io sopra di lui ugualmente sopraffatta dalla passione. Mi stacco per riempire di aria i polmoni che sembrano quasi essersi svuotati, poi lascio una scia di piccoli morsi lungo la linea della sua mascella sinistra e un primo mugolio sfugge dalla sua gola; i morsi diventano piccoli contatti tra labbra e pelle, posati con delicatezza sui punti sensibili del collo e sui tatuaggi sul petto, e Andy sospira profondamente, sebbene il suo fremito non si sia placato. Premo le labbra con più forza vicino alla sua clavicola destra, poi le apro e succhio con forza per alcuni secondi mentre il suo corpo si tende come una corda di violino, e sfioro il piccolo segno scuro che ho lasciato, sorridendo interiormente dopo averlo sentito mugolare mentre guardo quella sorta di marchio che gli ho appena impresso.
Riprendo da dove ho lasciato, spostandomi verso il basso, segno la sua pelle con il mio tocco; appena la sua schiena si arcua vi passo dietro le mani e lo premo contro di me, le sue mani si aggrappano quasi con violenza ai miei capelli quando la mia lingua ha via libera e si muove sinuosamente, di punta, sulle sue costole e sui suoi capezzoli, e successivamente cambia obiettivo e scivola lentamente sul suo stomaco, sul suo addome e sulle ossa delle anche, pericolosamente vicina ai suoi pantaloni. Andy è ridotto ad un relitto tremante e implorante e, con un contatto un poco più stretto, mi accorgo di quale sia l'entità della sua eccitazione.
Di colpo mi sento strattonata per i capelli e riportata verso su e le mie labbra si scontrano con quelle del bruno, umide e bollenti, e successivamente le sue mani ripetono su di me il gesto da me compiuto prima su di lui; la mia maglia raggiunge quella sua e io, imbarazzata e arrossita, mi rizzo a sedere su di lui, avvolgendo le braccia al mio corpo per coprire il petto rimasto nudo. Andy mi guarda un po' perplesso, deve aver percepito il mio timore...la conferma giunge quando si mette a sedere anche lui e mi copre di carezze lungo la colonna vertebrale, cercando di rassicurarmi; alla fine, trascorso un minuto circa, cedo e lascio ricadere mollemente le braccia. Scorgo una scintilla nei suoi occhi azzurri, lo vedo mordersi il labbro inferiore...la sua bocca si poggia appena su un mio seno e dalla mia gola sale subito un gemito, che si prolunga tenuemente mentre la sua lingua carezza il punto più sensibile e le sue labbra vi si richiudono sopra, vogliose. Muovo una mano verso il basso, per quanto me lo consenta il mio corpo in fiamme; le mie dita sfiorano il suo membro duro e pulsante dietro la zip dei pantaloni, al che arrossisco ma non mi tiro indietro...comincio a strofinare con il palmo della mano e Andy di colpo si irrigidisce e i suoi denti strisciano un po' sulla mia pelle; dopo alcuni minuti della mia tortura ricade pesantemente sul giaciglio, ansimante, e si inarca disperatamente verso di me. Esito un attimo, poi apro la cerniera dei suoi pantaloni e in qualche modo riesco a toglierli, denudando le sue gambe lunghe e magrissime. Quando cerco di sistemarmi su di lui, vengo colta di sorpresa dalle sue mani che si serrano attorno al mio bacino, e in pochi secondi anche i miei shorts scompaiono. Mi tira verso di sé, ma io mi sottraggo alla sua stretta e mi sposto verso il basso, incurante dei suoi lievi versi di protesta. Poso piccoli baci leggeri sul rigonfiamento dell'unico indumento rimastogli addosso e lui freme, messo a dura prova dall'attesa; dopo aver inspirato e preso coraggio, elimino l'ultimo strato che lo copre.
Lo osservo e mi si mozza violentemente il respiro. E' così bello, così perfetto, così pallido...il sangue mi affluisce copiosamente alle guance quando i miei pensieri si soffermano su quanto sia visibilmente eccitato, e ancor di più quando, imbarazzata, mi ritrovo a constatare come sia ben dotato.
Alzo il viso e incontro il suo sguardo, scorgo un fuoco che si sovrappone alle onde di quel mare tale da farmi vacillare.
«Kendra...»
Sento la sua voce roca e bassa pronunciare il mio nome…non l’avevo mai sentito pronunciare in modo così sensuale e implorante…improvvisamente sento tornare le forze. Mi avvicino, un po’ esitante; lecco delicatamente una vena sporgente e, così facendo, ottengo che il suo corpo inizi a reagire, poi continuo a trascinare la lingua su un lato, poi di colpo in basso e in cima, più volte, e Andy si tende violentemente sotto di me, aggrappandosi con una mano ai suoi stessi capelli e con l’altra alle lenzuola, prima di afferrare con una certa energia grosse ciocche della mia capigliatura. I lineamenti del suo viso, contratti per il godimento, lo rendono terribilmente bello e sensuale, più di quanto già lo sia.
«D…Dio…K-Kendra…»
«Sssssh…» rispondo, in un sussurro, lasciando un leggero bacio prima di ritrarmi. Lui rimane fermo per qualche attimo, un po’ stordito, poi mi agguanta e mi rivolta su di sé e mi ritrovo improvvisamente in una nuova posizione e ormai senza alcun panno a coprire il mio corpo; inaspettatamente la sua bocca affonda nel mio punto più debole e io quasi urlo, travolta dalle sensazioni. Giusto quando l’ultimo barlume di razionalità sta per svanire, Andy si ferma e io protesto debolmente con un mugolio. Il mio corpo torna ad aderire perfettamente al suo, pelle contro pelle, senza alcun ostacolo. I suoi occhi incrociano i miei, gli uni specchi degli altri; rotoliamo, invertendo le posizioni…Andy affonda in me, senza preavviso né altro, e dalle nostre bocche sfugge un gemito nello stesso istante.
«Non sapevo fossi vergine…» mormora, attendendo che io mi abitui alla sua intrusione in me.
«Preferivo che lo scoprissi così» rispondo, ridendo appena. Muovo leggermente il bacino, dandogli così l’assenso a proseguire.
E’ gentile e quasi timido all’inizio; con uno sguardo solo mi capisce, e rinvigorisce le spinte. Il sudore affiora sulla nostra pelle, facendo sì che sembrino fondersi anche loro insieme ai nostri corpi; la stanza si riempie dei nostri respiri rapidi e spezzati ma leggermente contenuti, per timore di svegliare qualcuno.
Serro le gambe ai suoi fianchi, inarco i piedi, sento il piacere scorrere nelle vene insieme al sangue che arrossa i miei zigomi e brucia sotto la pelle e affondo le unghie sulle sue scapole; lui geme con forza, tremando un po’, e infonde ancora più energia nei suoi movimenti. Il fiato diventa sempre più irregolare, la temperatura corporea pare schizzare alle stelle…all’improvviso la mia visuale si offusca e sento il culmine ormai vicino…lui trema sempre di più…l’estasi ci pervade in ogni fibra del nostro essere, e soffoco l’urlo di Andy premendo la mia bocca sulla sua con dolcezza e liberando anche il mio ultimo gemito.
Restiamo immobili mentre scemano l’ondata di emozioni che ci ha sconvolti e i sussulti del corpo di lui. Quasi non si distingue dove inizia lui e dove finisco io o viceversa…
«Grazie…» sussurro ad un suo orecchio, mentre ancora riprendo fiato, e mi sollevo, facendolo uscire da me, per poi rivestirmi.
«A te…ti amo, Kendra…» è la sua fievole risposta, mentre fa la stessa cosa. Appena assimilo le parole, un brivido mi scuote tutta, alcune lacrime affiorano ai miei occhi e appare spontaneamente un sorriso sulle mie labbra, un sorriso speranzoso, prontamente ricambiato da uno di Andy, di quelli più belli e luminosi.
Morfeo ci accoglie tra le sue braccia quasi senza che ce ne accorgiamo. Quando riapriamo gli occhi, sembra passato un attimo e nell’aria si mischiano migliaia di suoni confusi e a tratti inquietanti.
«Andy!»
«Bisogna avvertire il Prophet!»
«Kendra!!»
«La F.E.A.R.!!!»
«Sta per iniziare la guerra!»
Ci alziamo di colpo e ci guardiamo: i suoi occhi riflettono la paura nei miei.
«E’ giunto il momento.»
Deglutisco con forza. «Sono pronta...affronterò tutto insieme a te.»
 

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Capitolo 14
*** This is war ***


Brani consigliati per la lettura: Crystal Method, Weapons of mass distortion / Evanescence, Hello / Tokio Hotel, Geh




Senza perdere un solo attimo, corro a frugare tra la mia roba; con l’aiuto di una ragazza verso su me stessa una pittura nera che copre metà del mio viso e cola giù in lunghe linee e gocce, pitturando così anche il mio petto, le mie braccia e le mie gambe e, dopo che lei è andata via, passo le mani anche sotto i vestiti, provando uno strano piacere nello sporcarmi la pelle, poi finalmente indosso gli stivali che mi sono stati dati il primo giorno sulla nave, sostituisco gli shorts con dei pantaloni pieni di strappi, infilo un pugnale nella cintura e afferro la mia katana, poi torno da Andy, che nel frattempo ha finito di vestirsi. Oltre ai pantaloni, alla cintura con frange e ai suoi soliti stivali, indossa soltanto il suo solito foulard nero annodato mollemente al collo, la sua giacca di pelle con una sola manica e il suo appellativo, “Prophet”, stampato sul retro insieme ad un teschio cornuto, una striscia nera annodata al braccio sinistro, i suoi guanti di pelle e un orecchino a croce dorato. Una linea bianca di trucco corre da uno zigomo all'altro.
E’ bellissimo…sento formarsi un grosso magone al pensiero che stiamo per andare in battaglia e nessuno di noi due sa come andrà. Lo amo, lo amo troppo e l'incertezza del nostro futuro, mai come ora visibile, è come un macigno sul mio cuore.
«Kendra…»
Andy mi distoglie dalle mie fosche meditazioni, abbracciandomi.
«Dimmi.»
«E’ arrivato il momento…ma prima devi promettermi alcune cose.»
«C-cosa?»
«Prima cosa: promettimi che farai attenzione e che se avrai bisogno di me mi chiamerai usando il potere delle tue corde vocali; io prometto che sentirò il tuo richiamo.»
«Lo prometto.»
«Seconda cosa…promettimi che, se ti ordino di fare qualcosa o di scappare e metterti in salvo, lo farai. Questo te lo chiedo più in veste di uno dei comandanti dei ribelli più che in quella di tuo ragazzo.»
«A-Andy…io…»
«Promettimelo, Kendra. E’ più importante che tu sia in salvo, io troverò come cavarmela.»
Respiro rumorosamente, trattenendo le lacrime. «P-prometto.»
Andy sospira, poi mi bacia e mi stringe a sé con forza.
«Andiamo.»
Sul ponte della nave, tutti sono pronti e armati. L’aria è invasa dal fragore delle voci e dei passi.
Lascio che Andy raggiunga i suoi colleghi, e corro a cercare Jared, che trovo poco dopo. Anche lui è coperto di pittura nera, anche sotto i suoi abiti neri e bucherellati; ha un pugnale e un tirapugni a portata di mano, le mani coperte da guanti di pelle con borchie a cono piuttosto pungenti e un paio di anfibi sporchi e vissuti ai piedi.
«Pronto?» gli chiedo, accoccolandomi contro un suo braccio.
«Prontissimo, anche se con un pizzico di timore…tu?»
«Sì, ma ho paura…»
Ci zittiamo di colpo, notando il silenzio che è improvvisamente calato su tutta la legione.
Ad una ventina di metri di distanza da noi, emerge una grossa nave nera: la polena è una strana creatura simile a quella che ho stordito il giorno in cui sono stata catturata dalla F.E.A.R. ed è terrificante. Sulla prua sta ritta una figura avvolta in pesanti abiti neri e dal viso livido.
Improvvisamente si ode una voce che inizia a parlare, come fosse amplificata.
«Ora basta, ribelli. Il gioco è bello quando dura poco. Questa guerra va avanti da fin troppo tempo, è giunto il momento di porre fine ad essa. Arrendetevi e sarò clemente con voi, non vi ucciderò ma vi darò il privilegio di essere miei servi. Se non vi arrenderete, non avrò alcuna pietà di voi.»
E’ proprio quell’uomo vestito di nero quello che sta parlando, e la sua voce è inquietante. Rabbrividisco, stringendo un braccio di Jared.
«Non vorrete mica accettare la proposta di costui?» esordisce Andy, interrogativo, guardandoci tutti.
«No!» si leva fortissima una sola voce.
«Avete avuto una possibilità e l’avete sprecata» riprende l’uomo in nero. «Preparatevi al peggio.»
«Siete pronti, ribelli?» chiedono i nostri cinque capi, guardandoci.
«Prontissimi!»
«E andiamo!!»
«Morte alla F.E.A.R.!!!»
Si leva un boato dalla nostra nave dopo l'ultima frase corale e nel frattempo l’altra nave inizia ad avvicinarsi con una rapidità insolita; quando è al fianco della nostra, alcuni dei nostri calano con forza il corvo, arpionando la nave avversaria sul ponte per rendere possibile la battaglia in mare; altri, muniti di roba varia, scendono sulla costa e iniziano a preparare anche un attacco dalla terraferma.
Due o tre guerrieri avversari corrono sul ponte creato dal corvo, armati di pugnali e bastoni, e ingaggio una lotta con uno di loro, dagli occhi così penetranti e cattivi che quasi mi incute timore.
«Povera fallita, finire con gente della stessa risma dei ribelli» mi deride, prima di sferrare di nuovo con la sua arma un colpo che schivo con agilità.
«Meglio libera e fallita, piuttosto che schiava» rispondo, gelida; con un’acrobazia della mia katana, il suo pugnale vola in aria e lui cade in mare.
L’affluenza di nemici aumenta, e compaiono le prime nere creature che già ho incontrato in passato. Mi sorprendo delle mie capacità mentre riesco a tenere testa a una di loro, cosa che mesi addietro potevo solo sognare di saper fare. Apro la bocca, inspiro e butto violentemente fuori l’aria in un urlo, la creatura si contorce e poi svanisce in una nube di fumo nero; soddisfatta, passo oltre.
Dalla spiaggia partono dei dardi: alcuni di essi colpiscono un fianco della nave, altri i vari alberi delle vele, e un dardo infuocato trafigge un’altra creatura nera, decidendone così la morte.
Continuano a spuntare nemici, uno dopo l’altro. Sembrano quasi non finire mai. E pensare che Andy e i colleghi credevano che fossero una quarantina…devono essere aumentati negli ultimi mesi!
Mi trovo faccia a faccia con un energumeno che non perde tempo a studiarmi e subito comincia ad attaccare: è armato con una mazza chiodata, ed è meglio che quell’aggeggio non incontri la mia katana o il mio corpo se voglio che la mia lama o la mia incolumità rimangano integri.
Di colpo inizio a sentire fatica mentre il colosso attacca, e a causa di un momentaneo abbassamento di guardia la sua mazza mi colpisce di striscio e mi ritrovo tre grossi graffi sanguinanti su un avambraccio; furiosa per la mia defaillance, approfitto della mia piccola statura e mollo con forza un calcio alle sue parti basse che lo fa piegare in due e cadere in ginocchio, poi con un’altra pedata lo privo della sua arma e lo spedisco a farsi un bagnetto giù in acqua.
Cerco di scorgere Andy in mezzo alla baraonda e lo scorgo a malapena mentre affronta una nera creatura, e avverto la potenza delle onde sonore che ha appena emesso, tale da farmi barcollare. Vedo Christian un po’ in difficoltà: essendo sulle navi, non può usare più di tanto il suo potere speciale, e stessa cosa per Jinxx, se non si vuol distruggere tutto. Da un’altra parte vedo Ashley e Jake combattere, schiena contro schiena.
Improvvisamente, un fulmine squarcia il cielo, seguito da un tuono crepitante; le nere creature ne approfittano per creare un po’ di scompiglio, sparpagliandosi e continuando la lotta.
«Ritirata!!» sentiamo urlare dalla nave avversaria, e tutti i combattenti rientrano. 
«Kendra!»
Una voce mi chiama, e la riconosco subito.
«Andy!»
«Ordina la ritirata dei ribelli! Falli andare sottocoperta!»
«Agli ordini!»
Mi volto rapidamente a dare l’ordine, e tutti fanno passaparola.
«Andrew! Vieni!» lo chiamo, facendogli cenno, ma Andy scuote la testa, e riprende a combattere.
«Vai, Kendra! Mettiti in salvo con gli altri!»
«Ma…»
«Kendra, ti prego! Vai!»
Sospiro, triste, e gli faccio un cenno di assenso. Mentre alcuni si occupano di sistemare la nave per far sì che possa fronteggiare un eventuale tempesta senza danni, io ed altri scendiamo sottocoperta per prenderci cura di alcuni feriti. Per fortuna non è morto nessuno e abbiamo provocato un po' di danni all’armata nemica, stando a quanto abbiamo potuto vedere: sette o otto di loro sono caduti in mare, e non sono sicura che tutti sapessero nuotare.
Sento la pioggia che inizia a ticchettare con forza sul legno, ma non mi sembra di udire il suono del vento e la cosa mi rincuora: non rischieremo che la nave si scontri con qualche scoglio. Odo ancora alcuni tuoni, meno forti del primo.
«Sono rientrati tutti?» chiedo a Jared, che mi sta aiutando.
«Sì, i capi dovrebbero essere rientrati ora…»
E proprio loro accorrono nella stanza e osservano le persone che sto curando…ma Andy non è con loro.
«Kendra…» comincia Ashley, cauto.
«Dov’è Andy?» lo interrompo, sentendomi assalire dal timore.
«Proprio questo volevamo dirti…non ha voluto battere in ritirata, l’abbiamo perso di vista nella ressa dei nemici e non sappiamo dove sia ora» spiega Jake, costernato.
«N…non può essere…m-morto…» balbetto, iniziando a sudare freddo e sentendo le lacrime salire agli occhi.
«Non è uno che si può far fuori in poco, è un osso duro» commenta Christian, venendo da me e abbracciandomi. «Abbi fiducia, forse è riuscito ad arrivare sull’isola e sta pianificando qualcosa…»
«…o forse è stato catturato dalla F.E.A.R., e chissà cosa gli farà…» aggiungo, rabbrividendo violentemente. «Dio mio, perché non mi ha chiesto aiuto? Sarei corsa da lui, avremmo evitato questo!» continuo, iniziando poi a piangere sconsolata. 
«Non ci resta che sperare bene…» mormora Jinxx, visibilmente preoccupato, poi insieme agli altri mi si avvicina e sento le loro mani posarsi sulle mie spalle; mi sento confortata dal loro affetto.
Dopo aver adempiuto il mio compito, mi fermo sulla soglia della porta che affaccia sul ponte della nave e osservo la pioggia cadere, poi esco.
«Andy! Dove sei? Ti prego, rispondimi se mi stai ascoltando!!» grido ripetutamente, correndo di qua e di là come un’ossessa, ma sento soltanto l’eco delle mie parole che si disperde.
«Andy…» mormoro, fermandomi, cercando di non piangere di nuovo. «Dove sei? Perché non mi hai chiamata? Sei sparito senza uno straccio di avviso, non so dove sei, se stai bene, se sei vivo, se sei in mano al nemico oppure no…non mi hai lasciato nemmeno istruzioni da dare ai tuoi colleghi in tua assenza, non sappiamo come muoverci…stare senza sapere nulla mi dilania, questo dubbio mi corrode dentro, corrode la mia mente…Dio, fa male…troppo male…»
Le lacrime rompono gli argini. Mi raggomitolo sul pavimento, piangendo e tremando. Nella mente scorrono i ricordi…l’incontro dopo la mia prigionia, il sentirmi esaminata da quegli occhi così incredibili, il primo dialogo con lui, la stretta di mano, lui che mi sfiora una guancia con un dito mentre mi chiede di ripetergli il mio nome…gli allenamenti, le istruzioni, gli sguardi, i gesti, le chiacchiere, il subentrare dell’amore…il mio tormento interiore, l’allenarmi fino a sfiancarmi, lo stomaco che inizia a fare le bizze, poi il dialogo con Jared, la scoperta…lo svenimento e il risveglio nella cabina di Andy, le sue dita che mi sfiorano le labbra con una pezza bagnata, il primo bacio, i nostri corpi così vicini…tutti i piccoli e grandi momenti passati assieme…la fantastica sensazione delle sue mani sui miei capelli mentre li taglia, la prima volta che dormiamo insieme…una fitta di dolore ancora più forte mi trafigge quando nella mia mente scorrono, come un nastro di pellicola cinematografica, i ricordi più recenti: tutte le coccole, i baci, il contatto così intimo, il fare l’amore…poi i ricordi della mattina, le promesse, quel magone formatosi mentre lo guardavo, pronto per la battaglia e bellissimo come sempre…
Qualcuno mi riporta alla realtà, poiché mi sento sollevata da terra e presa in braccio: riconosco a malapena i visi di Jared e dei quattro capi.
Dopo qualche minuto, il mio corpo tocca qualcosa di morbido, un giaciglio, e si rilassa, anche se la mia mente non vorrebbe; il mio migliore amico mi offre un po’ d’acqua, mentre Ashley cerca di tranquillizzarmi accarezzandomi i capelli, o almeno quel che rimane della mia criniera di qualche mese fa. Gli altri tre si siedono accanto a me.
«Se Andy fosse morto, la F.E.A.R. non avrebbe perso tempo e ce l’avrebbe comunicato subito, trionfante» dice Jinxx, con voce quieta ma venata di timore. «Ma non l’ha ancora fatto e per questo possono esserci due motivi: o Andy è riuscito a raggiungere quei pochi ribelli sbarcati sulla costa a dar man forte alla guerra ma a distanza e sta pianificando qualcosa, o, nella peggiore delle ipotesi, è stato catturato e non oso pensare e ipotizzare cosa staranno facendo ora…»
Cala il silenzio, una coltre spessa e piuttosto opprimente.
«Kendra, ma sei ferita!» esclama all’improvviso Christian, prendendomi il braccio su cui spiccano i segni dell’unico momento di distrazione.
«Non è grave…» cerco di protestare, ma Jake è già partito alla ricerca di uno straccio da inumidire e torna pochi minuti dopo, iniziando a pulire le mie ferite. Bruciano terribilmente…proprio come lo squarcio che mi si è aperto nel cuore.
A fatica inghiotto qualcosa per nutrirmi ed avere le forze per la prossima battaglia, poi scivolo in un sonno di pietra e senza sogni.

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Capitolo 15
*** Scream ***


Ed eccomi qua! :D
Unica nota: ho quasi finito il materiale già scritto disponibile, quindi ci vorrà un po' per il prossimo capitolo >.< 
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Black Veil Brides, Shadows die





Il risveglio avviene gradualmente. Quando apro gli occhi e metto a fuoco, subito avverto di nuovo un sordo dolore interiore…e poco dopo sento in maniera più distinta dei rumori provenienti da fuori…gli stessi di ieri.
La fiamma che da ieri mi arde dentro, dolore misto al dubbio, si mischia improvvisamente ad una determinazione che probabilmente non ho mai avuto nella mia vita: mi risistemo, prendo le armi e corro fuori.
«Stiamo scendendo a terra» mi comunica Christian. «La ragazza di vedetta ha avvistato alcuni della F.E.A.R. mentre approdavano, stamattina prima dell’alba.»
Mi precipito sulla scialuppa quasi piena che sta per essere calata in acqua; mi faccio dare uno dei remi e inizio a vogare con foga, facendo sì che arriviamo subito alla spiaggia. Salto fuori, stringendo spasmodicamente la mano sull’elsa della mia katana, e mi guardo intorno mentre attendo che tutti siano scesi.
Ci inoltriamo in una macchia di vegetazione, muovendoci circospetti e silenziosi, e giungiamo al limite di questo piccolo bosco, affacciandoci cautamente su una spianata a metà tra il verde e la spiaggia.
Improvvisamente, mentre stiamo nascosti dietro agli alberi, riecheggia di nuovo nelle nostre orecchie la voce sinistra e amplificata del giorno precedente, e alcune raffiche di vento sollevano sabbia e polvere in modo tale che per qualche minuto la nostra visuale è offuscata.
«Salve, ribelli, vedo che la battaglia di ieri non ha abbattuto nessuno di voi e la cosa mi irrita parecchio. Questa mattina ho qualcosa in serbo per voi. Uno spettacolo davvero imperdibile.»
Quando la nube si dissolve, scorgiamo alcune guardie nere e alcuni ragazzi in un angolo e, al centro, qualcosa che fa trasalire violentemente tutti: i nostri compagni scesi ieri sull’isola, accasciati a terra e feriti ma ancora vivi perché respirano e si muovono appena, e in mezzo a loro Andy, seminudo e ferito, legato con le mani dietro la schiena a due pali inchiodati insieme a formare una croce. Uno dei nostri stendardi neri con l’insegna dipinta in bianco sventola dietro di lui, e una delle maschere nere che usiamo noi ribelli è appesa alla cima di quella sorta di croce. Una terribile e blasfema imitazione del supplizio di Cristo, quel Cristo che la F.E.A.R. fa credere di seguire per mantenere una "facciata" che copra i suoi misfatti.
Una lama invisibile mi trafigge il cuore e l’anima e la gola mi si annoda.
«Ora arriva la parte più bella dello spettacolo. Godetevela, ribelli, perché è solo un intervallo prima della vostra fine.»
Inizio a correre nella vegetazione, fermandomi infine in un posto nascosto ma più vicino; contemporaneamente alcuni nemici si separano dal gruppetto e si spostano. Uno di loro brandisce un pugnale sporco di sangue, e tremo di paura e di ansia. Chiudo per un attimo gli occhi. 
Un lamento di dolore squarcia l'aria immobile: riapro di colpo le palpebre in tempo per vedere un nemico sfregiare la carne di Andy, e un'altra fitta dolorosa mi attraversa; il tizio continua e anche le grida continuano per alcuni minuti, e quando quello si allontana riesco a mettere a fuoco l'incisione sulla pelle del mio ragazzo: sembra essere una lettera...ma non è ancora finita. Altri due si avvicinano con la medesima arma in mano e stringo i denti, preparandomi alle prossime scariche di dolore che mi trapasseranno; altre urla, altri lamenti, altri squarci inflitti al mio cuore e alla mia anima...
Anche loro si allontanano dopo un po'; altre due lettere sono state incise e ora sul petto di Andy fa mostra di sé una parola, tratteggiata con il suo sangue: "fag", frocio. 
Avverto un'altra pugnalata invisibile. 
Quei pezzi di merda della F.E.A.R. sono bravi a sentirsi potenti solo con cose del genere...sono spregevoli, e per certi versi persino patetici.
Inaspettatamente mi alzo e mi muovo, come se il mio corpo non rispondesse più ai comandi; sento molti dei miei compagni chiamarmi, ma non mi fermo...sono sicura che i nemici rimarranno fermi per ora.
I miei passi si arrestano di fronte al Prophet avvinto dalle corde alla sua croce di legno. Nei suoi occhi cerulei ravviso un'improvvisa dolcezza mista ad amore, sicuramente suscitata dalla mia vista, mischiata a dolore per l'insulto che gli è stato scolpito nella carne, rabbia per la sua condizione di impotenza e una certa fierezza, quella che gli è propria quando è di fronte all'avversario, oltre ad un pizzico di timore.
Le lacrime salgono da sole agli occhi e iniziano a scivolare sulle mie guance durante quel dialogo tra sguardi; mi avvicino ancora e bacio Andy, piano, avvertendo un consistente sapore di sangue e il lieve tremore delle sue labbra.
Mi distolgo dopo un po' e, dopo avergli fatto un cenno di intesa, punto gli occhi sui nemici con forza, poi inizio a riempire i polmoni di aria e deglutisco per inumidire la gola.
Non ho ancora testato quale sia il limite del mio potere, ma è ciò che farò ora.
Sento la rabbia montare dentro, scalpitare come un cavallo che galoppa a tutta velocità, dilagare come un fuoco sospinto dal vento.
Inaspettatamente sento di essere pronta a ciò che sto per fare, pur non sapendo se ciò può arrecarmi un qualche danno o uno sforzo eccessivo, ma poco mi importa.
Un altro respiro profondo...
Urlo.
Urlo di rabbia repressa e violenta e disperata.
Rabbia che è frutto del trauma della prigionia, dell'insofferenza nei confronti dell'oppressore, del dolore nato dal vedere ancora una volta ferito chi amo.
Un urlo come mai ne ho emesso uno in vita mia.
In frazioni di secondo, a sorpresa, avverto onde sonore più forti affiancarsi alle mie per creare un'unica onda sonora più potente e devastante, e mi accorgo dell'intervento del Prophet.
Le piante più deboli si piegano come investite da un forte vento, le fronde degli alberi si scuotono furiosamente, la sabbia e la polvere si sollevano in un turbine; inizio a sentire la terra circostante tremare leggermente sotto i miei piedi e poi vedo verificarsi la stessa cosa sotto quelli dei nemici, che perdono aderenza al terreno e volano via: atterrano alcuni metri più in là sbattendo violentemente sul suolo, alcuni rimangono privi di conoscenza, altri storditi.
Sento la gola ardere tremendamente per lo sforzo compiuto, ma sono orgogliosa del risultato ottenuto; metto mano al mio pugnale e taglio il cordame che imprigiona Andy, liberandolo, nel contempo affido i feriti ad alcuni compagni perché li portino al sicuro e se ne prendano cura, poi lascio che Andy si appoggi a me e seguiamo gli altri, più velocemente possibile.
Il nemico non perderà tempo per mettere in atto la sua vendetta, ne sono certa.

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Capitolo 16
*** Healing wounds ***


Dopo un secolo finalmente aggiorno!! t.t Perdonatemi! Spero vi piaccia <3
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«Andrew!» gli altri quattro capi, appena risaliti a bordo, si stringono attorno al loro collega per abbracciarlo e accertarsi delle sue condizioni.
«S-sto bene, ragazzi...» li blandisce lui, sorridendo debolmente e lasciandosi abbracciare.
Jared riappare proprio in quel momento, venendo anche lui a salutare il capo appena salvato dalle mani nemiche.
«Ti ho lasciato in cabina l'occorrente per curarlo» mi dice, premuroso.
«Sei un tesoro di amico, Jared» rispondo, sorridendogli e dandogli un bacio su una guancia, poi Andy ritorna e, sorreggendosi con un braccio sulle mie spalle, percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla sua stanza.
«A-Ahio...» un lamento gli sfugge dalle labbra quando, dopo aver chiuso la porta, lo faccio distendere sul suo giaciglio.
«Tesoro...abbi un po' di pazienza, devo pulirti le ferite» dico, accarezzandogli una guancia. Mi allontano per procurarmi l'occorrente che è già pronto in un angolo, poi torno da lui e mi siedo; lo faccio accomodare con la schiena sulle mie gambe e la testa adagiata nella piega di un braccio. Appena poggio il panno umido sulle ferite del petto, lui sobbalza violentemente e stringe i denti.
«Non vorrei farti del male ma è inevitabile» mi scuso, cosciente della sua sofferenza, baciandogli la fronte. «Ancora un minuto e ho finito...»
Lo sento irrigidirsi mentre completo la mia opera, sebbene cerchi di rimanere impassibile.
«Okay, ho finito. Ora puoi appoggiarti sui gomiti e sollevarti un po', per favore?» gli chiedo, lasciandogli una carezza fra i capelli.
«Certo, piccola» risponde, facendo poi quanto gli ho chiesto. Prendo il rotolo di bende e inizio a fasciarlo; per comodità decido di fargli una fasciatura obliqua che passi sulla sua spalla sinistra e sotto il suo braccio destro. Una volta finito, fisso il bendaggio con una minuscola spilla.
«Ora dovresti mettere qualcosa nello stomaco per recuperare le forze...» commento, tenendolo per mano.
«Beh, ti informo che su questa nave oltre alle batterie a carica solare esistono anche alcune tavolette di cioccolato, e una è proprio qui nella mia cabina, sulla pila dei miei libri che è là vicino alla candela» replica lui, ridendo. 
Rido anche io, grata di sentirlo di nuovo scherzoso e rilassato. Mi alzo, do un'occhiata e trovo subito ciò che sto cercando; torno indietro, scarto velocemente la tavoletta e ne stacco un grosso pezzo per poi offrirglielo e lui di colpo lo afferra con i denti, facendomi spaventare.
«Eeehi! Ho già sopportato troppe emozioni forti, potrebbe venirmi seriamente un colpo!» protesto, anche se con il sorriso sulle labbra.
Andy ride ancora e io mi incanto al suono della sua risata. 
E' così meraviglioso riaverlo qui con me, vicino a me, dopo la forte sofferenza che ho provato!
Dopo esserci rifocillati mi stendo accanto a lui sulle coperte spiegazzate e rimaniamo così, abbracciati, senza far nulla, semplicemente godendo la ritrovata vicinanza dopo il brusco distacco: sento il fiato del mio ragazzo tra i miei capelli e la pelle d'oca affiora percettibilmente mentre mi accoccolo con la testa nell'incavo del suo collo.
«Alla fine l'allieva ha superato il suo maestro» commenta, e sento le sue labbra, posate sui capelli più corti, tendersi in un sorriso.
«Dici?» domando, incredula.
«Oh sì, ne sono convinto» annuisce, stringendomi a sé. «E poi, insieme, abbiamo ottenuto un grande risultato che a me solo non sarebbe stato possibile ottenere.»
Sorrido e arrossisco nello stesso momento. Non importa quanti complimenti ricevo, so solo che continuo ad diventare rossa come un pomodoro ogni volta che qualcuno mi fa un elogio, grande o piccolo che sia.
«Sei così carina quando ti fanno un complimento e arrossisci fino alla punta dei capelli» mormora, con un sorriso, accarezzandomi appena una guancia con un dito, e il sangue continua ad affluire agli zigomi; sorrido, con il viso accaldato, tendendomi verso di lui per baciarlo.
Le nostre labbra bollenti si scontrano e si fondono avidamente, i corpi sembrano incollarsi; appena la foga si smorza un po' sento una mano di Andy premere piano tra i miei capelli, spingendomi verso il basso e poi contro il suo stomaco. Avverto l'accelerazione dei movimenti del suo diaframma mentre premo lievemente le labbra contro la sua pelle bianca, imprimo piccoli baci sul suo addome piatto e morbido e sento i suoi dolci sospiri. Dopo alcuni minuti mi fermo; lui tende le braccia verso di me e mi accoccolo nel suo abbraccio, con una guancia sul suo petto e il tessuto delle fasce che la solletica appena.
«Ti va di dormire con me, piccola?» mormora Andy, con voce sonnolenta e una mano fra i miei capelli.
«Certo, tesoro mio» rispondo, con un sorriso, sistemandomi meglio e affondando il viso tra il suo collo e una sua clavicola.
«Ho un sonno tremendo e ho un gran bisogno di riposare per poter essere in forma quando la guerra riprenderà...» sospira, stringendomi ancora un poco a sé.
«Anche io...per cui godiamoci queste ore di sonno e di pace.»
Alcuni respiri, poi entrambi scivoliamo senza accorgercene in un sonno tranquillo.

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Capitolo 17
*** Another shadow ***


Sorpresa di Pasqua in anticipo! :3 buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Blood On The Dance Floor, Call me master / Linkin Park, Cure for the itch





-Andy-

Sento la mente riaffiorare dall'incoscienza del sonno, ma non apro gli occhi.
Percepisco il calore del corpo di Kendra, leggermente scivolato via dalla stretta delle mie braccia, e alcuni suoi lievi movimenti: avverto dei polpastrelli caldi che mi sfiorano una guancia, poi le sue labbra tiepide poco sotto la linea della mia mascella destra e una mano che strofina delicatamente sull'interno di una coscia. Apro appena appena un occhio e scorgo la mia ragazza, ma noto che anche lei è ad occhi chiusi e non voglio rovinare questo momento, perciò rinuncio ad usare la vista per il momento. Inspiro bruscamente e con forza mentre l'eccitazione diventa sempre più forte e i pantaloni iniziano a stringere sul davanti...improvvisamente il senso di costrizione diminuisce, poi una mano scivola sotto l'elastico dei boxer e tira l'indumento verso il basso e mi sfugge un mugolio liberatorio quando l'aria fresca viene a contatto con quella zona bollente del bacino rimasta fino ad allora nascosta; quasi subito una bocca calda si richiude sul mio membro pulsante e quasi urlo, inarcandomi, mentre il piacere di colpo comincia ad offuscarmi la mente. Cerco freneticamente qualcosa a cui aggrapparmi mentre l'umido calore e i sinuosi movimenti della lingua mi trascinano in una sorta di baratro metafisico; con una mano artiglio le lenzuola, con l'altra tasto qualcosa di morbido che riconosco poi essere la nuda parte inferiore del corpo di Kendra. Sento la mia ragazza gemere quando mi avvinghio a lei e le bacio una zona sensibile dell'inguine e le vibrazioni delle corde vocali mi provocano un'altra scarica elettrica lungo il corpo.
Di colpo lei si ritrae e mi lascia così, bruciante di desiderio, per alcuni secondi, poi percepisco che è in posizione dominante. Si abbassa su di me e io affondo in lei e butto indietro la testa, ansante; in quel momento apro gli occhi e la vedo, nuda, scarmigliata e con le guance rosse, il petto che le si muove rapidamente per il respiro accelerato, incredibilmente bella e sensuale. Anche lei apre gli occhi e mi guarda, quasi stupita dal vedermi così sconvolto da ciò che mi ha appena fatto, poi comincia a muoversi su di me, strappandomi un altro gemito.
Quasi mi sembra di essere assorbito in lei e quando mi bacia con passione mi ubriaco di lei, del sapore delle sue labbra, del suo profumo...
Artiglio le lenzuola e mi inarco, poi annaspo con le mani e mi aggrappo al suo seno prima di sollevarmi e mettermi quasi seduto per averla ancora più vicina; mi cattura le labbra in un bacio di fuoco e geme insieme a me mentre muove il bacino con foga e io l'assecondo spingendo in lei, conscio che non durerò ancora a lungo.
«S-sto...» riesco a proferire solo questa parola, poi l'orgasmo arriva come uno tsunami e di nuovo l'urlo del suo nome che mi è salito dalla gola si perde nella sua bocca, prima di attutire a mia volta il grido del mio nome che le sfugge all'improvviso; si accascia su di me, spingendomi di nuovo giù, ansimante e tremante come me. Dopo svariati minuti finalmente il respiro si calma e i tremiti cessano.
«Che meraviglioso risveglio...» le mormoro ad un orecchio, sorridendo mentre le accarezzo la schiena.

-Kendra-
«Novità?» chiede Andy quando, dopo esserci risistemati, raggiungiamo i suoi colleghi.
«Mh, direi di no» risponde Ashley, grattandosi il mento, pensieroso. «Nessun nuovo segnale di attacco, direi che abbiamo spaventato il nemico abbastanza da farlo desistere dall'attaccare per un po'.»
«Avremo spaventato quei pivelli dei combattenti, non certo il loro capo...» commento, storcendo un po' la bocca.
«Ah, quello è sicuro.»
La conversazione continua sullo stesso tema per alcuni minuti, parliamo di tattiche e strategie...quando all'improvviso sentiamo un fruscìo.
Di solito le decisioni che riguardano tutto l'esercito vengono comunque comunicate dopo aver preso decisioni definitive, finché non si decide nulla non si dice nulla, e solitamente a nessuno dei ribelli interessa origliare i nostri discorsi, ma ho il vago sospetto che qualcuno ci stia spiando e che lo stia facendo per qualche losco fine.
Mi alzo, circospetta, e mi dirigo verso la zona che separa la poppa dal resto della nave, senza far rumore, e scorgo una persona sporca di pittura di guerra nera rannicchiata in un angolo da cui si può origliare indisturbati e non visti; arrivo alle sue spalle, poi l'inchiodo a terra e la tengo a bada a fatica per via del suo scalciare. Appena si volta verso di me riconosco Dana, una delle nostre combattenti.
«Cosa ci fai qui?» chiedo, dura, ma la prigioniera continua ad agitarsi e inizia a gridare come una pazza. «Smettila!» urlo, tappandole la bocca con foga e stringendo la mano fino ad avere le nocche bianche. «Te lo ripeto di nuovo: cosa cazzo ci fai qui? Ti conviene calmarti e rispondermi sinceramente.»
Aspetto che la ragazza si calmi e poi tolgo la mano dalla sua bocca.
«S-sono capitata qui per sbaglio» risponde, senza guardarmi negli occhi.
«Non mi convinci» commento, con gli occhi ridotti a due fessure.
«E cosa devo fare per convincerti?» grida Dana, stizzita.
«Essere sincera e guardarmi negli occhi sarebbe già qualcosa!» ringhio, minacciosa.
«E' come ti ho detto, sono capitata qui per errore e la curiosità mi ha spinto ad origliare» dice, guardandomi negli occhi, ma capto nel suo sguardo qualcosa che non mi piace per niente.
«Per questa volta lasceremo passare...vedi di far sì che ciò non si ripeta mai più, se non vuoi subire brutte conseguenze» concludo, sospettosa, lasciando la presa su Dana; lei scappa, rapida.
«Kendra, stai bene?» Andy si inginocchia accanto a me che ancora non mi sono rialzata e mi poggia un braccio sulle spalle; la sua voce è acqua che spegne il fuoco della mia rabbia esplosa così repentinamente.
«Credo di sì...» rispondo, accorgendomi di un lieve tremito nella voce.
«Non pensarci troppo» mi consiglia Ashley, avvicinandosi insieme agli altri colleghi.
«Non mi convince. La prima volta non mi ha guardata negli occhi, e la seconda volta ha fatto finta. I suoi occhi non erano puntati nei miei. Ho il sospetto che ci stia tradendo e stia passando informazioni al nemico. Nessuno degli altri ribelli ha valide motivazioni per origliare queste conversazioni.»
«Dana? Ma dai!» sorride Jake. «Rispetto tutti i nostri combattenti, ma di lei va detto che non è particolarmente intelligente. Non credo possa arrivare fino a questo.»
Leggo l'incredulità e il dubbio sui volti dei leaders e la cosa mi addolora alquanto, ma non perdo la calma.
«Anche io avevo la stessa impressione, ora non più. Lo so che vi sembra difficile credermi, sono qui da meno tempo, ma vi chiedo di concedermi il beneficio del dubbio...non dovrò attendere molto l'occasione per darvi la conferma di ciò che penso, almeno credo.»
Ora mi sorridono, e la cosa mi rincuora parecchio.
«Non ci devi niente, Kendra. Quando sarà il momento, sapremo se eravamo noi o se eri tu ad avere avuto un'impressione sbagliata, ma molto tranquillamente, ciò non cambierà niente né sarà accompagnato da recriminazioni» a parlare è Christian. «Io ti stimo moltissimo, Kendra, un banale malinteso non cambierà le cose, e credo sia lo stesso per i miei colleghi» continua, guardando poi gli altri quattro, che annuiscono vigorosamente.
Alcune lacrime risalgono agli occhi. «Grazie...non so che altro dirvi.»
«E di che!» esclama Jinxx, dandomi un abbraccio di quelli che di solito dà ai suoi amici, "maschile" ma caloroso, e lo stesso fa Christian.
«Siamo noi che dobbiamo ringraziare te» fa Ashley, sorridendo e scompigliandomi leggermente il ciuffo.
«Esatto! Senza di te non saremmo riusciti a salvare Andy e chissà come saremmo messi male ora!» aggiunge Jake, dandomi un colpetto su una spalla.
«E non solo...mi hai salvato due volte, Kendra» parla finalmente Andy, prendendomi una mano. «Mi hai salvato dal pericolo e dalla morte, ma prima ancora mi hai salvato infondendo in me un'energia che credo di non aver mai avuto in tutta la mia vita, quella stessa energia che ha fatto sì che non perissi in mano nemica. E' soprattutto per questo che ti amo.»
L'ultima frase è un colpo di grazia, scoppio a piangere e mi rifugio tra le braccia del mio ragazzo che mi stringe a sé, amorevole.
«Amore mio, non piangere...» mormora, accompagnando le parole con delle carezze.
«Piango di felicità perché mi ami, ti amo e qui tra i ribelli, oltre al mio migliore amico Jared, ho trovato voi e tanti altri amici veri!» rispondo, con voce soffocata, cercando di sorridere.
Andy mi asciuga le lacrime con dolcezza e poi, prima che possa dire altro, mi chiude la bocca con un bacio.
«Non farci piangere ora, dai, che figura facciamo se vedi i leaders dei ribelli piangere?» dice Ashley, tirando lievemente su con il naso e nascondendo gli occhi lucidi così come i suoi colleghi, poi ride e contagia tutti noi e per un momento dimentico tutto: la F.E.A.R., la guerra, l'ultima battaglia, la mancanza di Andy, le sofferenze.
Ora voglio pensare a cosa c'è di bello nella vita nonostante tutto: l'amore, l'amicizia, le risate.

Nei giorni successivi continuo a tenere d'occhio Dana di nascosto. E' sempre furtiva, cauta, come se non volesse far scoprire qualcosa o non volesse farsi beccare; nei confronti dei commilitoni ha un atteggiamento apparentemente normale, ma molte volte la vedo rimuginare tra sé e sé dopo aver parlato con qualcuno e, raramente, capto le sue parole, capendo che sta parlando male di qualcuno. Decisamente non mi piace, ma non posso convincere i capi a buttarla fuori dall'esercito senza delle prove, sebbene loro mi credano e sappiano che parlo e agisco in buona fede.
Devo tenere occhi e orecchie ben aperti.

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Capitolo 18
*** In the darkness ***


Anche se sommersa di verifiche varie (sommersa? Di più, annegata c.c), ho voluto aggiornare la storia :3 buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Rammstein, Haifisch / Metallica, The unforgiven II





E' notte ma non riesco a dormire per chissà quale ragione; al mio fianco, Andy è profondamente addormentato. Neanche la contemplazione del suo viso d'angelo dormiente mi calma o mi suggerisce il sonno, per cui scivolo furtivamente fuori dal suo abbraccio, decisa ad alzarmi e fare una camminata; lui si muove un poco e temo di averlo svegliato, ma riprende a dormire esattamente come prima, beato. 
Salgo sul ponte della nave, silenziosa, e mi siedo ad osservare il cielo stellato, ma poco dopo sento alcuni fruscii e una fievole voce che mi fa scattare sull'attenti.
La voce non è molto distante da me; procedo a gattoni, cercando di non far scricchiolare le assi di legno, e scorgo una figura scura appoggiata al parapetto della nave, quasi fosse intenta a parlare ad un telefono. Sento un'altra voce, sconosciuta, rauca e lievemente sinistra, provenire da qualche parte sotto la nave, e comprendo che dev'esserci qualcuno a bordo di una scialuppa. Mi metto in ascolto.
«Tutto okay, quindi. Le prossime strategie dei ribelli dovrebbero essere quelle che ti ho comunicato, o almeno quelle che ho sentito. I capi non sospettano che li spio da tempo e che li ho spiati anche oggi. L'unico problema è quella bastarda di Kendra, la troia di Andy. Sospetta di me perché mi ha scoperta l'ultima volta che ho origliato.»
«Devi trovare come incastrarla o farla tacere con minacce o violenza, Dana. Quella puttanella è fuggita tempo fa da una prigione insieme ad un suo amichetto, sa troppe cose ed è furba.»
«Provvederò. Ora vai, prima che qualcuno ci scopra.»
«Alla prossima comunicazione, Dana. La F.E.A.R. ti ringrazierà a dovere.»
Non riesco a credere a cosa ho appena sentito.
I miei sospetti erano fondati. 
Dana ha passato informazioni al nemico. 
Ho la conferma del tradimento. 
Inoltre, sono stata definita come la puttana di Andy e questo mi fa male, sebbene io sappia che in fondo non è vero.
Faccio per voltarmi e per poco non urlo quando mi accorgo della presenza di Ashley, seduto accanto a me chissà da quanto tempo, quasi invisibile nel buio pressoché totale grazie ai suoi vestiti neri.
«A-Ashley! Mi hai fatto perdere cinque anni di vita con lo spavento che mi sono appena presa!» bisbiglio, col cuore che batte rapidissimo per la paura ma sollevata.
«Non era mia intenzione, scusa!» fa lui, sottovoce, imbarazzato.
«Che ci fai qui?»
«La stessa cosa che fai tu...origliare per avere delle prove.»
«Allora anche tu sospettavi di Dana?»
«Assolutamente sì. Sono stato io ad intravederla mentre ci spiava già un'altra volta, tempo fa...non la riconobbi allora, ma so che poi in una battaglia rischiammo veramente brutto perché il nemico, chissà come, sapeva della strategia che avevamo adottato. Ora so come ciò fu possibile e ho riconosciuto la persona che ci spiò. Ho le prove anche io. E' sempre una forte delusione constatare il tradimento di persone che si credono amiche.»
Poso una mano su una sua spalla, comprensiva; lui mi fa un sorrisino un po' triste, poi mi abbraccia.
«E non dar retta a quegli insulti. Sei una ragazza fantastica e in gamba e Andy ti ama come non ha mai amato nessun'altra.»

Una volta tornata indietro, mi stendo accanto ad Andy ma non riesco comunque a prendere sonno; la mia mente continua a rimuginare su ciò che ho sentito poco fa.
«Kendra...»
Apro gli occhi che ho chiuso poco prima: di fronte a me, Andy ha l'aria assonnata ma è desto.
«Ti ho svegliato io?» chiedo, timorosa.
«Oh, no, tranquilla...» risponde, accoccolandosi con la testa sul mio petto. «Mi sono svegliato quando mi sono girato e mi sono accorto che non eri vicino a me. Dov'eri?»
«Ero salita sul ponte a fare una passeggiata, visto che non riuscivo ad addormentarmi...e ho casualmente avuto conferma dei miei sospetti su Dana. E dopo averla avuta io, ho scoperto che l'ha avuta anche Ashley, ha origliato anche lui.»
«Sì?»
«Stava parlando con qualcuno che probabilmente era vicino alla nave, su una barchetta. L'ha informato delle strategie e tattiche di cui abbiamo parlato ultimamente. M-mi ha anche d-definita...»
La voce mi si spezza.
«Come?»
«Mi ha definita come "la troia di Andy". E il suo interlocutore non solo ha usato un aggettivo simile, ma le ha consigliato di farmi tacere con le buone o con le cattive perché sono un ostacolo.»
Le lacrime salgono spontaneamente agli occhi e iniziano a scivolare sulle mie guance. Andy mi guarda, stranito, poi mi stringe a sé con forza.
«Non crederai mica alle parole di quella vipera, vero?»
«No, ma mi hanno fatto male ugualmente...»
«Kendra. Io sono innamorato pazzamente di te, e tu lo sai e lo vedi. Non amo le storie senza vero sentimento, né le ragazze che aprono subito le gambe per il primo che arriva, né amo chi parla male di qualcuno per farsi bello. Io amo te, e basta.»
Lo abbraccio stretto, con le mani aggrappate alle sue scapole sporgenti, mozzandomi da sola il fiato per la forza della stretta.
«Andy?»
«Mh?»
«Ti amo anche io.»
Andy ride appena nel buio che ci avvolge e mi accarezza teneramente i capelli quando mi accoccolo con il viso premuto sul suo petto nudo e morbido, e così scivoliamo nel sonno, lui di nuovo, io finalmente.

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Capitolo 19
*** Uncover the betrayer ***


Ho voluto essere buona, quindi eccomi di nuovo ad aggiornare u.u intanto ho aggiornato anche un'altra mia long fic non sui BVB, il nuovo capitolo attende qualche recensione ;_; buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Linkin Park, Qwerty







«Svegliaaaaaa!»
Sobbalzo, riemergendo dal sonno; Andy fa lo stesso e, con gli occhi semiaperti, cerca di capire chi è il disturbatore. Metto a fuoco una persona e riconosco Jake, leggermente affannato.
«Jake, cosa diavolo è mai successo perché tu debba farci morire di paura appena svegli?!» mugugna Andy, strofinandosi le mani sugli occhi.
«Ashley richiede urgentemente la presenza di tutti i capi e di tutti i combattenti. Vuole "arrestare" e mettere sotto chiave una persona accusata di tradimento.»
Capiamo entrambi che sta parlando di Dana, quindi ci alziamo rapidamente e seguiamo il Mourner senza indugio.

Appena arrivati vediamo in un angolo Dana, ritta e fiera, e di fronte Ashley, Jinxx, Christian e tutti i ribelli. Si sta svolgendo una disputa, ne sono certa.
«Sono innocente!» urla a più riprese la ragazza incriminata in tono lamentoso, agitandosi mentre è ancora sotto esame da parte di decine e decine di sguardi attenti e diffidenti. «Sono false accuse! Sono una brava persona, non tradirei mai gli amici! Non ho mai avuto a che fare con il nemico!»
 «Ah sì?» Andy si fa avanti, mettendosi di fianco ad Ashley e ai colleghi, ancora piuttosto calmo, l'oceano dei suoi occhi in tempesta per la rabbia. «E allora spiegami come il nemico ha fatto, più volte, a sapere delle nostre strategie, visto che in teoria nessuno di loro ha il potere di leggere nella mente e anche se lo avesse non può farlo a distanza!»
«Ma che cazzo ne so io!» continua a tentare di difendersi lei. «Io sono una ribelle, sono una brava ragazza, non è da me tradire le persone a c-»
«Zitta, oca giuliva! Stai zitta una buona volta!» ruggisco, avanzando a grandi passi verso di lei mentre tutti gli astanti si zittiscono. 
Dana impallidisce. «Kendra...sei una bella e brava ragazza, ti stimo...ti prego, fai qualcosa...»
«Ah davvero?» replico, sarcastica, poi rido, cattiva. «Non mi sembra che ieri, parlando con il tuo amichetto della F.E.A.R., la pensassi così.»
Dana sembra soffocare. «C-cosa? M-ma...»
«E' inutile che provi a negare. Dell'ultima volta che ci hai spiati ne siamo testimoni io e tutti e cinque i leaders...della tua chiacchierata di ieri con un membro della F.E.A.R. ne siamo testimoni soltanto io ed Ashley. Forse non te ne sei accorta, ma più persone sospettavano di te e non tutti la notte scorsa sono andati a dormire presto.»
Tutti sono silenziosi, per cui riprendo.
«Questa notte, con il tuo amichetto, mi hai tranquillamente definita "la troia di Andy", e lui allegramente ha seguito il tuo esempio chiamandomi "puttanella" e suggerendoti di stare attenta a me e al mio amico Jared, che siamo fuggiti da una prigione e siamo troppo furbi e preziosi per i ribelli.  E' vero, ci sono rimasta male perché a nessuna ragazza piace sentirsi chiamare così, che lo sia o meno, ma ora non importa. Ora ciò che importa è che tutti i presenti sanno che razza di persona sei. Se per caso ti brucia il sederino, ti consiglio caldamente di lavartelo, magari con la candeggina così va meglio!»
Andy mi fissa mentre cerco disperatamente di mantenere un atteggiamento freddo, sebbene verso la fine del discorso la rabbia inizi a distorcere la mia voce fino ad allora ferma e dura; mi viene accanto e mi poggia un braccio sulle spalle.
«Non solo hai tradito tutti noi ribelli, hai anche avuto una doppia faccia per tutto questo tempo e hai ferito la persona che amo» ringhia, avvicinandomi a sé con fare protettivo. «Per quanto mi riguarda, sei espulsa dalla legione dei ribelli. Colleghi, stavo pensando di abbandonarla al suo destino su una scialuppa o su una zattera, voi che ne dite?»
«La zattera è un'idea perfetta» concorda Ashley, annuendo insieme agli altri. «Ce n'è una già pronta in stiva, andiamo a prenderla.»
«Perfetto.»
«Noooooooooooo!»
Dana ulula e si lancia in corsa verso un punto indefinito; tre o quattro ragazzi la bloccano e la schiacciano a terra per evitare che fugga.
«Kendra! Puttana! Ti odio!»
Appena sento dire di nuovo quella parola, mi sale il sangue al cervello; come una furia la raggiungo, ma quando sto per darle un pugno la mia parte razionale prende il sopravvento, e mi limito a sputarle in faccia.
«Sei patetica» commento, disgustata, allontanandomi.
Nel frattempo, i leaders predispongono la zattera in mare; una volta legate le mani a Dana, questa viene calata sulla zattera e lasciata lì alla deriva.
«Ciao ciao voltagabbana!» fa Christian, sventolando la mano con fare spiritoso che cela però un certo sarcasmo. «Prova a chiamare i tuoi amichetti, magari vengono a salvarti!»
Le correnti marine devono essere consistenti, dato che la zattera comincia subito ad allontanarsi alla deriva verso il mare aperto. Il viso di Dana, per quanto riesco ancora a vederlo, è una maschera di odio; solo sui visi di quelli della F.E.A.R. ho visto stampato un tale odio e una tale ferocia e ira. Percepisco che mi sta osservando, e la guardo con un sorrisino sarcastico.
«Perdonami.»
Andy mi abbraccia da dietro, senza preavviso.
«Per cosa?»
«Per non averti creduto subito.»
«Tranquillo, è tutto a posto. Ti dico che invece hai fatto bene ad aspettare, almeno hai creduto sulla base di una prova concreta.»
Il Prophet sospira profondamente, stringendomi, poi mi fa girare verso di sé e mi bacia; mi perdo nella sensazione delle sue labbra soffici sulle mie, mentre interiormente una parte della mia mente se la ride immaginandosi Dana sulla zattera che rosica a più non posso.

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Capitolo 20
*** Too high expectations ***


Ebbene, rieccomi qui ad aggiornare! :3
Questo capitolo è breve, ma è dal punto di vista di un personaggio che avete recentemente incontrato nella mia storia, ed è un inizio di punizione per ciò che ha fatto :) per la seconda parte della punizione, beh, dovrete attendere ancora u.u
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Kiss, Unholy; Kittie, Brackish




-Dana-
Odio Kendra.
Odio i ribelli.
Odio trovarmi in questa situazione di merda.
Sono stata scoperta come un'idiota e ora eccomi qui, a rischio di morire di fame e senza la ricompensa promessa dalla F.E.A.R.
Cosa aspettano a muovere il culo e venire a salvarmi?!
Per un'ora circa la corrente sembra trascinarmi ancora al largo, poi cambia la direzione e la mia zattera si avvicina alla nave della F.E.A.R. Un'onda più forte mi fa cadere in acqua e cerco di non annegare, muovendo affannosamente i piedi e gridando aiuto. Per fortuna l'individuo di vedetta mi scorge e sembra impartire degli ordini; poco dopo, alcuni tizi mi raggiungono con una scialuppa nera e mi fanno salire a bordo, senza però slegarmi.
«Alla buon'ora...» ansimo, grata per il salvataggio ma infastidita per tutto il tempo che hanno impiegato.
Appena saliti sulla nave mi slegano; trovo il capo dell'organizzazione ad attendermi, avvolto nel suo vestito scuro. Il suo viso è livido come sempre, la sua espressione è indecifrabile.
«Ciao Dana, benvenuta sulla mia nave» mi saluta, freddo. «E' bello vederti dopo tutto questo tempo che sei stata con quei folli esaltati.»
«G-grazie. Ma ora...?»
«Ma ora cosa?»
Mi sento trafiggere dal suo sguardo duro ed esito.
«Mi era stata promessa una ricompensa per tutte le informazioni sui ribelli che vi ho passato.»
L'uomo mi scruta, poi ride. «Sei diretta e vai subito al sodo, eh? Beh, una ricompensa per te c'è...ma, visto che sei riuscita a farti sgamare in poco tempo e come una scema e a farti cacciare dalla legione dei ribelli in modo indecoroso, temo che sia, uhm...dimezzata. Senza contare che hai comunque collaborato con i ribelli nel tempo che sei stata tra loro come infiltrata.»
Gli astanti sogghignano mentre io rimango stranita.
Cosa vuole dire?!
«Eccola» dice, poi fa un cenno a dei tizi che portano un sacco e lo depositano di fronte a me, sulle assi di legno. Mi avvento su di esso e, quando lo apro, scorgo uno scintillio dorato.
Monete d'oro?!
Ne prendo una, ma appena la stringo si piega e si spezza; gratto con quel po' di unghie che ho e scopro che sono monete...di cioccolato.
Urlo, indignata e infuriata. «E questa sarebbe una ricompensa?!»
«Beh, con delle vere monete d'oro non combineresti granché, qui su una nave e in mare...almeno quelle le puoi mangiare!»
Tutti scoppiano a ridere e se ne vanno, lasciandomi da sola lì con il mio magro premio. Per la frustrazione mangio il cioccolato della moneta spezzata, con fare stizzito.
Il capo della F.E.A.R. torna mentre io ancora penso e mangio, e mi scuote appena per attirare la mia attenzione.
«Sebbene tu abbia fallito nella tua missione, sei ancora assoldata come combattente. Non scordarlo» mi comunica, gelido come sempre, prima di sparire di nuovo con uno svolazzo del suo lungo abito nero.
Odio quella troia di Kendra.
Grazie a lei ho perso il lavoro e ora mi ritrovo ad essere trattata come feccia quando invece mi aspettavo un tappeto rosso.
Appena torneremo a combattere le farò vedere i sorci verdi.
Anzi, li farò vedere anche a quel bamboccio di Andy e a quegli altri quattro bellimbusti.
Lo giuro.

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Capitolo 21
*** Lovers Cove ***


Rieccomiiii! :D
Chiedo venia per l'assenza, ma ho avuto poco tempo e poche idee, sto postando ora e ho finito il capitolo proprio poco fa! La mia estate richiederebbe una seconda vacanza per riprendermi da questa x.x
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Flipsyde, Someday / L.A. Guns, I wanna be your man






-Kendra-
Si è alzato un vento sostenuto; qualcuno dei leaders ha ritenuto opportuno spostarsi verso sud seguendo la linea della costa dell'isola di Santa Catalina, e così facendo abbiamo raggiunto un altro piccolo centro abitato da cui rifornirsi di acqua ed altro.
«Chi scende per aiutare con il trasporto?» chiede Jake.
«Io di sicuro. Ash, Jinxx, venite?» risponde Andy, rivolgendosi poi verso gli altri due colleghi.
«Certo» entrambi assentiscono.
«Avete bisogno di qualcuno di noi?» chiedo, ansiosa di rendermi utile.
«Se c'è qualcuno forzuto e ben disposto...»
«Eccomi!» spunta Jared. «Stai tranquilla, Kendra, alle faccende pesanti ci pensiamo noi uomini» aggiunge, abbracciandomi e facendomi la linguaccia.
«Gne gne gne, sono abbastanza forzuta anche io» mugugno, mettendo per gioco il broncio.
Andy mi si avvicina.
«Dai, Broncio, non sarei un gentiluomo a farti lavorare pesantemente!» ridacchia, e rido anche io sentendo il soprannome che mi ha dato.
«E va beeene...tanto sono sicura che c'è sicuramente qualche mansione per me che mi attende!»
«Proprio così» assentisce, poi avvicina le labbra ad un mio orecchio. «E stasera ti premierò, ma non ti dico come.»
Un brivido mi corre lungo la spina dorsale.
«Non vedo l'ora» mormoro, avvicinandomi anche io a lui, e lo vedo rigirarsi leggermente il piercing al labbro.

Tutto è filato liscio, abbiamo trovato abbondanti rifornimenti e non abbiamo incontrato alcun pericolo...e alla fine la mansione in serbo per me era quella di tenere a bada la situazione sulla nave!
Compito non esattamente semplice, ma che mi ha fatto sentire onorata per la fiducia che mi è stata data.

E' tardo pomeriggio; mentre osservo il sole tramontare, sento lo scricchiolare delle assi di legno del pavimento ed Andy si siede accanto a me.
«Tutto okay, piccola?»
«Oh, sì...solo un po' stanca e pensierosa. E tu?»
«Idem.»
Rimaniamo in silenzio, osservando gli ultimi bagliori del sole che scompare.
«Non avevi detto che mi avresti premiata in un certo modo?»
«Oh sì! Ma dobbiamo attendere che sia buio.»

Dopo aver condiviso qualcosa per cena tutti insieme, quasi tutti vanno a dormire.
Appena ritorna la quiete, sebbene ci sia ancora qualcuno in giro, Andy cala di nascosto una scialuppa su cui ha caricato una piccola provvista di acqua dolce e scendiamo insieme, imbarcandoci e remando verso la riva.
E' una notte di luna calante e c'è poca luce, e ciò gioca a nostro favore.
Appena la barca si ferma per l'impatto con la sabbia, scendiamo e affondiamo nell'acqua alta fino a metà delle gambe.
«Com'è calda!» esclamo, muovendo un po' i piedi.
«Già!» concorda lui, ridendo, poi mi schizza; così facendo, mi riduce fradicia da capo a piedi.
«Bagno non programmato, eh?» brontolo scherzosamente, togliendomi i vestiti e buttandoli sulla spiaggia ed immergendomi; mi avvinghio ad una sua gamba e lo faccio cadere in acqua.
«Penso che questi si possano togliere, ormai...» sussurro ad un suo orecchio e sento che freme mentre porto le mie mani su di lui e gli tolgo l'unico indumento che ha indosso, un paio di pantaloncini provvisori per non sporcare di sali i vestiti abituali, buttandoli poi accanto ai miei abiti.
«Lo sai che mi fai impazzire quando fai così, vero?» mormora Andy, con quella sua voce profonda e gutturale, stringendomi.
«Certo, ed è proprio per questo che mi diverto a stuzzicarti così» rispondo, con una risata.
Mi preme ancora contro di sé, con un mugolio; le mie dita vagano sul suo corpo nudo e bagnato e lui geme, con il respiro che a tratti si spezza e gli occhi chiusi; all'improvviso mi ferma, mi prende, mi cerca, mi trova...la notte, le stelle, la luna, il mare e il paesaggio circostante ci osservano nel nostro atto di amore.
Sfiniti, dopo un ultimo bacio, ci laviamo con un po' dell'acqua dolce che abbiamo con noi, riprendiamo i nostri vestiti e torniamo a bordo, silenziosi; dormiamo abbracciati stretti, persi nelle braccia di Morfeo, ignari di tutto.

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Capitolo 22
*** Cannon balls ***


E rieccomi!
Scusate la lunga attesa T.T
Con questo capitolo ci avviciniamo al clou della storia, non è granché ma non riesco ad aggiungere nulla e a modificarlo, penso che così possa andare bene :3
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Linkin Park, By Myself (più per il suono che per il testo, ndr)





«Prophet!!»
Il nostro sonno è interrotto di colpo da una voce che chiama Andy; mi strofino le mani sugli occhi e guardo fuori da un oblò, ad occhio e croce non è neanche l'alba.
«Mourner, dimmi che hai un valido motivo per svegliarmi a quest'ora o ti scasso di botte» grugnisce Andy, con voce leggermente rauca.
«Oh, ho un motivo valido, anzi, validissimo...la vedetta ha appena avvistato qualcosa di sospetto.»
«Ovvero?»
«Alcune persone che scendevano dalla nave nemica a bordo di una scialuppa, e non sappiamo perché lo fanno.»
«Altro?»
«Sì.»
«Parla.»
«C'è il capo della F.E.A.R. con loro.»
Andy inarca un sopracciglio, poi si alza. «Sento puzza di bruciato.»
«Anche io.»
Essendo già vestiti, non facciamo attendere Jake e lo seguiamo. Una volta arrivati sul ponte della nave, con un binocolo osserviamo nella direzione indicata dalla ragazza di vedetta e riusciamo a scorgere giusto l'ultimo tratto di quella che sembra quasi una tetra processione.
«Ora che si fa?» chiedo.
«Perché non attacchiamo a sorpresa? Ora che il capo è sceso dalla nave e parte dell'esercito lo scorta, sulla nave saranno rimasti in pochi. E qualche nemico in meno può far comodo» risponde Andy, con aria pensierosa.
«Geniale!» conclude Jake; corre via e torna dopo poco con tre ragazzi, tra cui Jared, al seguito.
«Andiamo a caricare due o tre cannoni» annuncia, con un sorrisino malefico, prima di sparire insieme a loro. Per alcuni minuti si sente un tramestìo proveniente da sotto, poi il silenzio.
«Pronti?» ruggisce Jake.
Un attimo di silenzio.
«Fuoco!»
Tre boati risuonano contemporaneamente e mi costringono a tapparmi le orecchie e a concentrarmi per mantenere l'equilibrio; alzo lo sguardo in tempo per vedere i colpi andare a segno e il fianco della nave che esplode, prima che tutta l'imbarcazione inizi a colare a picco.
Gli astanti esultano; ma, appena svanita la nube di fumo, dietro ai miseri resti di legno compare un'altra nave identica e la gioia svanisce di colpo.
«Ci hanno raggirati!» grugnisce Christian, contrariato. «Devono essere scesi a poco a poco dalla nave per dare l'illusione che vi fosse ancora qualcuno a bordo per indurci ad attaccare! O sono riusciti a costruire una nave identica, o qualcuno di loro ha il potere di creare illusioni visive. Tre palle di cannone sprecate...»
«Già...» mugugna Jinxx. «Visto che l'attacco è stato inutile, potremmo provare ad inviare qualcuno per spiare dove si trova adesso il nemico, che ne dite?»
«Buona idea...a chi possiamo affidare il compito?»
«Possibilmente a qualcuno che è agile, che si muove furtivo, ma che sa anche difendersi in caso di pericolo.»
Jake ha un'illuminazione.
«Jared!»
"Dall'essere delle nullità per i nemici all'essere persone stimate e degne di fiducia per i ribelli, che bel passo in avanti" penso, sorridendo tra me e me.

«Ecco Jared che torna!» avvisa Jinxx.
Jared è stato fuori un'intera giornata, ma sembra non aver accusato troppo la fatica ed è perfettamente illeso, segno che non è incorso in alcun pericolo.
«I nemici si sono asserragliati nel palazzo del casinò» spiega il mio migliore amico. «E sono riusciti a reclutare un'altra decina di persone almeno, alcuni piccoli gruppi pattugliano le strade vicine e, probabilmente, anche l'intera città.»
«Perfetto! Grazie mille Jared, le tue informazioni sono preziose per noi e hai agito benissimo» si complimenta con lui Jake, con un sorriso. «Ora che facciamo?» chiede poi, rivolgendosi ai suoi colleghi.
«Un'azione a sorpresa!» salta su Andy.
«E come?»
«Io, e anche qualcun altro se vuole venire con me, cercheremo di procurarci un mezzo per giungere fino al luogo in cui il nemico è asserragliato, faremo credere loro di essere solo in due e in realtà la metà di voi ci accompagnerà. L'altra metà andrà a fare irruzione nella prigione della città per liberare i dissidenti rinchiusi, fa sempre comodo avere qualche combattente in più. Ovviamente torneremo da voi per organizzare ulteriormente l'azione e per farvi vedere i mezzi che ci siamo procurati...che ne dite?»
«Un tantinello rischiosa, ma mi piace questa idea» commenta Jinxx, con un sorrisino. «Per me va bene.»
«Sono disposto a guidare la spedizione verso le prigioni, con i miei poteri posso sfondare le porte facilmente» interviene Christian, entusiasta.
«Allora si farà così!»
Mentre osservo la reazione delle persone intorno a noi, Andy mi si avvicina furtivo e avvicina le labbra ad un mio orecchio.
«Vuoi venire con me?»
«Molto volentieri.»

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Capitolo 23
*** Wilderness and a ride ***


Rieccomi!
In onore dell'uscita del quarto album dei Black Veil Brides, ho deciso di aggiornare con un bel capitoletto più lungo del solito :3 devo avvisarvi che è l'ultimo materiale che ho scritto, quindi ci vorrà più tempo per il prossimo T.T ma vi prometto che per questi prossimi capitoli mi impegnerò!
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Nightwish, Last of the wilds (una delle mie preferite!, è consigliatissima per il pezzo verso la fine, ndr) / Black Veil Brides, Crown of thorns / Ed Stevens, Ride






Al calare del sole, Andy e io ci imbarchiamo su una barchetta con alcune borse e provviste e remiamo verso la piccola baia in cui siamo stati di recente, sbarcando agilmente e salendo sulla strada.
«Dove andiamo?» domando, ansiosa.
«Conviene muoversi ai margini della città, non è sicuro inoltrarsi in essa» risponde Andy, pensieroso. «Mettiamoci in cammino, la strada non è breve.»
Ci inoltriamo nella vegetazione, servendoci di una torcia caricata con la stessa batteria ad energia solare che abbiamo sulla nave, sempre tenendoci vicini alle strade più periferiche della città.
Attraversiamo anche un grande prato, ormai incolto, che un tempo doveva essere un campo da golf, e sbuchiamo sulla strada che passa accanto al cimitero. Ormai è buio, e proseguire è divenuto difficile e pericoloso.
«Dovremo dormire all'aperto» mi comunica Andy.
«Okay, possibilmente lontani dal cimitero...mi inquieta troppo l'idea di dormirci vicino.»
«Va bene, basta avanzare un altro poco...»
Camminiamo ancora un po' e sbuchiamo in una radura dalla vegetazione bassa; decidiamo di non accendere il fuoco, per non essere intercettati tramite il fumo, per cui tiro fuori dalla mia borsa una coperta e ci avvolgiamo in essa, stretti l'uno all'altra per tenerci caldi e fronteggiare il fresco della notte.
«Non ho mai dormito all'aperto, sai?» confesso, sottovoce.
«Oh, non sapevo!» esclama lui, con un sorriso. «Beh, è bello, se si eccettuano gli insetti e imprevisti vari.»
«Bleah, insetti» commento, storcendo la bocca, poi torno a fissare il cielo incredibilmente stellato.
«Ora dormiamo, dai, che domattina la sveglia è all'alba» mormora lui, dopo qualche minuto di contemplazione della volta celeste, poi mi dà un bacio. «Buonanotte, tesoro.»

Aria appena fresca, uccellini che cantano, il tepore del sole appena sorto. 
Mi risveglio come un personaggio in una fiaba, tranquillo e beato...salvo poi riprendere coscienza e sentir svanire l'incanto sotto il peso della missione in cui sono coinvolta.
Al mio fianco, Andy sbadiglia, si strofina gli occhi e poi si stiracchia come un gatto.
«Ben svegliato» lo saluto, scompigliandogli il ciuffo.
«Mpfgh...buongiorno a te» bofonchia, dandomi un bacio dopo aver sbadigliato di nuovo. Si alza e si risistema un po'; io faccio lo stesso e ripiego poi la coperta per riporla nella mia borsa.
Ci rimettiamo in cammino; dopo poche centinaia di metri, attraversiamo una piccola zona alberata con molta cautela, e la luce che trapela tra gli alberi e le fronde in lunghe lame rende più agevole e visibile il sentiero.
Udiamo improvvisamente un nitrito e ci nascondiamo tra gli alberi, temendo che un nemico a cavallo possa essere nelle vicinanze; il verso si ripete, ma non si sente alcuna voce.
«Forse è solo...»
«Proviamo ad avvicinarci.»
Al limitare del bosco c'è un'altra radura erbosa come quella che ci siamo lasciati alle spalle; usciamo alla luce del sole e notiamo un solitario cavallo nero.
«Ha le briglie, può darsi che sia scappato» constata Andy, corrugando la fronte.
«Proviamo ad avvicinarlo.»
«Potrebbe farti del male!»
«Ma un cavallo è pur sempre un mezzo di trasporto, può farci comodo. Basta agire con prudenza e calma.»
«Mh...mi fido di te. Proviamo.»
Muovo un paio di passi, l'animale si accorge della mia presenza ma rimane tranquillo; continuo ad avanzare lentamente, tenendo lo sguardo basso e una mano leggermente tesa. Avverto su di me lo sguardo del ragazzo e percepisco la sua leggera ansia. 
Sono ormai a poca distanza...guardo con la coda dell'occhio il cavallo, che sembra osservarmi con aria curiosa e si muove poco poco verso di me, favorendo il contatto tra la mia mano e il suo muso.
«Bravo, bello, bravo...» sussurro, per tranquillizzarlo e fargli sentire la mia voce, accarezzandolo.
«Ce l'hai fatta!» esulta Andy, con un sorriso a trentadue denti.
«Vieni anche tu a fare conoscenza» lo invito, con un sorriso. «Piano piano, tendi un poco la mano, non guardarlo negli occhi ma cerca di captare i suoi movimenti con la coda dell'occhio.»
Il ragazzo segue le mie istruzioni attentamente e, dopo qualche minuto, anche lui fa conoscenza con l'animale, che sembra essere molto docile. Notando sul suo dorso una sella rudimentale fatta di coperte e le cinghie delle staffe, vi appendo la borsa e, attentamente, cerco di salire in groppa, riuscendoci dopo un paio di tentativi.
«Sali!»
Andy raccoglie il mio invito e sale in groppa dietro di me agilmente.
«Ora dove andiamo?» mi chiede.
«Suggerisco di perlustrare qui in giro per vedere com'è la situazione.»
Do un segnale al cavallo, che si avvia a passo normale verso nord; costeggiamo alcune vie periferiche della città, vuote e desolate, quando Andy improvvisamente si anima.
«Fermati un attimo!» mi chiede, come ansioso.
Do all'animale il segnale per fermarsi, poi mi volto verso di lui. «Cosa succede?»
«Una moto!»
Mi guardo in giro, poi il mio sguardo si ferma su una Harley Davidson abbandonata da chissà quanto tempo, parcheggiata vicino ad una delle case.
«A che pro?» chiedo, inarcando un sopracciglio.
«La prendo io, così il cavallo è tutto tuo e andiamo meglio!» esclama Andy, facendomi gli occhi dolci.
«Ma non è nostra!»
«Aspetta...»
Lo vedo frugare nella borsa e tirare fuori un pezzo di carta, con una penna ci scribacchia sopra qualcosa e poi, sceso da cavallo, lascia il bigliettino alla cassetta della posta dell'abitazione vuota del proprietario del veicolo.
«Cosa hai scritto?» chiedo, con una risata.
«Ho scritto che prendo in prestito la moto e poi gliela riporterò» replica lui, semiserio, poi scoppiamo a ridere insieme; sale in sella e tenta di accendere il motore e sospira sollevato quando il motore si accende, dà un po' di gas per sicurezza.
«Dobbiamo tornare un attimo indietro per avvisare i nostri» gli ricordo, per sicurezza.
«Oh, sì, giusto...» rammenta lui, grattandosi la testa. «Forza, andiamo.»

Libera, leggera, "eroica".
Il cavallo al galoppo, rapido e focoso, la mia capigliatura scompigliata, un incredibile feeling tra lui e me, un'uguale sensazione di libertà estrema, quella che da tempo non sento.
Al mio fianco Andy in sella alla moto, le mani serrate ai manubri, capelli al vento, espressione e sguardo concentrati, affascinanti.
Il paesaggio scorre veloce, sembra di volare...vola anche il tempo, e me ne accorgo quando arriviamo alla baia a cui eravamo approdati il giorno prima e sembra essere passato troppo poco tempo.
«Sembravate usciti da un film!» commenta Christian, quando insieme agli altri leaders ci raggiunge in spiaggia per parlare sul da farsi.
«Esagerato!» ride Andy, dandogli per scherzo una gomitata. «Ora, parlando di cose serie...due mezzi li abbiamo trovati, eccoli qui. Propongo che adesso Christian prenda con sé qualche ragazzo forzuto e vada a fare irruzione nelle prigioni che hanno situato nel palazzo del municipio e raggiunga poi voialtri con il resto della legione. Spero in un effetto sorpresa che spiazzi il nemico.»
«Nessun problema!» fa Christian, vagamente allegro, poi si volta in direzione della nave. «Jared! Trent! Bruce! Con me!»
«Noi andiamo, allunghiamo un po' la strada giusto per darvi un po' più di tempo...ci dirigeremo su una strada interna che porta al casinò, voi cercate di camminare nei paraggi tenendovi uniti e senza farvi notare troppo» conclude il Prophet, voltandosi. «Il cavallo ve lo lasciamo pure, per noi la moto va benissimo.»
Salutati i capi con le ultime raccomandazioni, io ed Andy montiamo in sella; avvolgo le braccia attorno al suo torace magro e alcuni strani brividi mi scendono lungo la colonna vertebrale, poi lui dà gas e riparte di gran carriera.
Dritti verso una battaglia che può rivelarsi decisiva.

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Capitolo 24
*** You hate me, what a coincidence ***


Salve! Chiedo venia all'infinito per il lungo tempo di attesa per aggiornare, ma sempre per via delle varie cose successe negli ultimi mesi questa storia è rimasta ferma, purtroppo avrei voluto scrivere ancora regolarmente per finirla, anche perché ci stiamo avvicinando alla fine della storia, ma non è stato possibile... beh, eccomi qua con un nuovo capitolo! :3
E' un po' corto, lo so, ma meglio di niente... xD Spero di riuscire a scrivere ancora nei prossimi giorni!
Grazie di cuore a tutti i lettori e i recensori e a quelli che mi hanno perfino scritto un messaggio per complimentarsi e chiedermi il seguito! <3
Buona lettura!
Brani consigliati per la lettura: Linkin Park, The summoning / Bullet For My Valentine, Waking the demon / Butcher Babies, Axe wound





-Dana-
Ore e ore che sto insieme a qualche altro di vedetta sulla balconata che corre lungo il perimetro del casinò e niente in vista.
Che palle.
«La smetti di sbuffare? Sembri una fottuta locomotiva» grugnisce un ragazzo che fa la guarda insieme a me.
«Oh, senti, sbuffo quanto mi pare e piace, problemi?» scatto sulla difensiva.
«Okay, ho capito. Fatti passare il ciclo che già non ti sopporto normalmente» risponde ancora, poi si allontana.
Almeno si è spostato, quel rompipalle.
Nel silenzio inizio a sentire dei suoni lontani e indistinti, ben poco rassicuranti.
Sta per succedere qualcosa, di sicuro.
Avverto un rombo continuo, come se ci fosse un'auto o una moto nei paraggi, ma quando mi sporgo per osservare non c'è nulla in vista.
Non posso avere le allucinazioni...
Mi sposto per guardare la strada che arriva al casinò da nord... e finalmente vedo qualcosa.
Due persone su una Harley-Davidson.
Kendra ed Andy.
Rieccoli, quei pezzi di merda.
Sono soli.
Sono venuti a tentare il suicidio?
Poi sento un rimbombo più cupo che non è prodotto dal motore.
E' come se vi fosse un gran moto nella vegetazione vicino alla strada, un boato che sembra quasi venire da sotto terra...
Poi li vedo.
Decine e decine e decine di ribelli, anche quelli che sapevo essere a marcire in prigione.
Due capi sono a cavallo, due guidano a piedi la legione e Andy e Kendra guidano il corteo in sella alla moto.
No, non sono più innocui.
Sono quasi un centinaio e parecchio agguerriti e siamo nella merda.
Mando un urlo, nel tentativo di avvisare del loro arrivo.

-Kendra-
Più e più nemici si raggruppano per far fronte comune contro di noi, armati e pronti a combattere. Christian coglie tutti di sorpresa, prendendo la rincorsa per sferrare un pugno sul terreno; avviene un'esplosione e tutti volano per aria, molti si schiantano contro la parete esterna dell'edificio e ricadono a terra tramortiti.
Alcuni corrono incontro a noi; sfodero la katana, la impugno cautamente dalla lama e la faccio sporgere e in velocità abbatto metà di loro come fossero birilli, poi salto giù dalla moto e, mentre Andy la parcheggia più rapidamente possibile, mi sbarazzo di un paio di novellini; metà di quelli che stavano venendo contro fanno dietrofront e tornano in corsa verso l'edificio per asserragliarsi dentro.
Andy, gli altri capi e l'armata rimangono dietro di me, fermi, in attesa, mentre faccio un passo avanti. Non pensavo potessero essere così codardi i nemici, fanno sempre i baldanzosi e poi appena arriva qualcuno che li fa neri fuggono allo sbando. Puah.
«Fifoni!» grido contro di loro, attendendo che qualcuno si senta offeso e torni fuori.
«Fifone a chi?!» come previsto qualcuno urla in risposta, precipitandosi fuori per venire a fronteggiarmi; appena mi è di fronte si scopre il viso e per un attimo rimango pietrificata.
Decisamente non mi aspettavo di rivedere il mio ex, Freddy.
«Toh, chi si rivede» fa, prima di sputare per terra.
«Chi dovrebbe sputare qui sono io, già è molto che non mi si siano contorte le budella alla vista» replico, con una faccia schifata. «Hai la coda di paglia, eh?»
«Chi, io?»
«E chi se no? Non sono stata mica io a precipitarmi fuori a rotta di collo dopo aver ricevuto l'appellativo di "fifone".»
Freddy mi fissa, con uno sguardo quasi omicida, tirando fuori un coltello da macellaio alquanto inquietante. «Ti odio.»
«Oh, che carino, ricambio» rispondo, sarcastica, ridendo e ributtando indietro i capelli. «Sei penoso... proprio come ricordavo.»
«Basta!!» urla, isterico, poi si lancia all'attacco; è goffo e lento e schivo facilmente prima lui e poi i suoi attacchi.
«Poverino, sei andato in crisi per così poco?» lo derido, brandendo la katana ed evitando ogni affondo.
«Troia!» strepita ancora per la frustrazione, sudato e affannato, e si butta di nuovo contro di me; con una mossa della mia arma la sua gli vola via di mano e finisce a molti metri di distanza, poi con un paio di calci lo mando a gambe all'aria e lo blocco per terra, la mia spada stretta in mano e pericolosamente vicina al suo collo. 
«Sai, giusto qualche giorno fa una tua amichetta mi ha chiamata così... potreste essere una coppia perfetta» ringhio, scoprendo i denti. «Sei patetico.»
Freddy prova a muovere un braccio e una mia mano scatta e si serra alla sua gola con forza.
«So che preferiresti essere ucciso piuttosto che rimanere in vita e con il disonore di essere stato sconfitto da una ragazza, ma sai che c'è?, c'è che sono cazzi tuoi» stringo ancora un po', giusto finché vedo che inizia a cambiare colore, poi mi rialzo e mi allontano con qualche salto.
Un verso quasi animalesco mi fa scattare sull'attenti e per un pelo scanso l'ennesimo attacco di Freddy, poi la mia mano che brandisce la katana parte quasi automaticamente: in pochi secondi la lama si macchia di sangue e il ragazzo cade a terra, ferito al braccio destro.
«Patetico» ribadisco, sputando di nuovo per terra, mentre striscia fino al casinò lasciando una scia rossa sul selciato.
Sento improvvisamente un coro di voci e di strilli: tutti quelli che si erano rifugiati all'interno del palazzo si precipitano fuori e si scagliano nella mia direzione, furiosi, insieme a quelli che si sono ripresi dal precedente attacco del Destroyer.
È l'inizio della nuova battaglia.
«Avanti!» urla Andy, dando il segnale, e tutta la legione parte all'attacco con furia.
 

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Capitolo 25
*** Animal I have become ***


Hola!
Sì, sono ancora viva... l'unico problema è che negli ultimi mesi mi sono impantanata con quasi tutte le mie storie c.c aspetto sempre che l'ispirazione e le idee tornino, nel frattempo sviluppo altre idee e ispirazioni che vengono che comunque è meglio c:
E' un capitolo un po' breve, e spero di poter tornare a continuare questa storia a breve, dato che ci si sta avvicinando alla fine...
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Disturbed, Indestructible / The Gazette, Ogre






Mi lancio in corsa contro il nemico con la spada sollevata e urlo senza rendermi conto della forza usata per gridare se non quando vedo alcuni dalla parte opposta venire spinti verso dietro come da un forte vento; provo una sorta di gioia selvaggia nel buttarmi nella mischia, sebbene da qualche parte dentro di me c'è un certo rimpianto... in guerra si uccide o si è uccisi, e si è tutti sullo stesso piano perché si uccide.
Alcuni dei nostri cadono, feriti, e spero che non siano morti; anche dall'altra parte diversi nemici cadono, ugualmente feriti e tramortiti, alcuni sembrano invece proprio senza vita...
Nella calca di persone e nel caos della guerra riesco a scorgere Dana che si fa strada spintonando e dando calci a destra e a manca e lei a sua volta, alzando la testa, scorge me e una smorfia cattiva le deforma il viso mentre ritorna a farsi largo con forza e più velocemente per dirigersi verso di me.
«Troia!» strilla, gettandosi addosso a me nel tentativo di colpirmi con uno schiaffo.
«Non mi chiamo come la famosa antica città, mi chiamo Kendra» commento sarcastica, schivandola, e dalla mia posizione le affibbio un calcio, facendola stramazzare a terra come un sacco di patate.
«Ma che simpaticona» grugnisce, rialzandosi per fronteggiarmi.
«Mai quanto te che hai una fantasia invidiabile nel trovare nomignoli da darmi.»
Il nostro duello è ad armi impari, Dana non è abbastanza veloce da riuscire a colpirmi una sola volta e continua ad arrancare, urlando insulti e bestemmie, e io inizio ad annoiarmi ed irritarmi; ad un certo punto mi stufo e le sferro un calcio, mandandola addosso a un gruppetto di suoi commilitoni che viene messo k.o. dall'urto, ma in un niente si rialza e carica nella mia direzione in stile toro da corrida contro il fazzoletto rosso.
«Adesso basta!!» ruggisco, sfuggendo per l'ennesima volta al suo attacco e dandole un colpo che la stende, al che la rialzo tenendola per il bavero della sua maglia.
«Questo è per il tuo tradimento!» la schiaffeggio con rabbia, urlandole in faccia. «Questo è per avermi insultata!» un altro colpo. «Questo è per ciò che i miei compagni hanno subìto da parte tua!» e ancora la colpisco, poi le mollo un pugno in faccia e la abbandono sul selciato con il naso tumefatto e sanguinante.
Improvvisamente la rabbia rimonta in me ancora peggio di prima e la sfogo con un urlo belluino, ignorando la fila frontale di nemici che viene spazzata via dalle onde sonore e sbattuta miseramente contro muri e pietre varie e rimane da ciò fortemente decimata. La mia furia è a livelli tali che non ho più remore nell'uccidere; corro, salto, faccio capriole e acrobazie ardite mentre brandisco la mia fidata katana e i nemici cadono al mio passaggio come foglie secche dagli alberi, il loro sangue imbratta i miei vestiti e la mia pelle in più punti.
Quando il furore interiore si placa un po' riacquisto lucidità maggiore e noto che la legione nemica è quasi ridotta all'osso e che dei nostri, nonostante tutto e nonostante i feriti, non è invece morto nessuno e la cosa mi appare alquanto strana... poi noto Emma, una mia compagna d'armi, concentrata e con le mani tese in avanti, e ricordo che la ragazza ha speciali poteri di protezione e guarigione; la ringrazio un milione di volte mentalmente, ripromettendomi di farlo poi a voce appena possibile.
Un urlo agghiacciante squarcia l'aria all'improvviso e tutti si fermano, come pietrificati...
In mezzo alla baraonda si è materializzato il capo della F.E.A.R. in persona.

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