Truth or consequences

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** To hell and back ***
Capitolo 2: *** Certe cose non cambiano mai ***
Capitolo 3: *** "Tu la conosci Micaela?" ***
Capitolo 4: *** Come incontrare l'uomo dei sogni al giorno d'oggi ***
Capitolo 5: *** Lo superiamo insieme ***



Capitolo 1
*** To hell and back ***


To Hell and back



Prompt di Virginia: Oliver/Connor AU in cui Connor è davvero un tossico.
Parole: 399




“Come ti senti?”
“Benissimo Oliver. Meglio di quanto mi sia sentito in tutta la mia vita. Questa è la volta buona, me lo sento: riuscirò ad uscirne completamente.”
Connor fece un gran sorriso a cui Oliver rispose un po’ debolmente. Sperava davvero che questa fosse realmente la volta, dopo due tentativi di disintossicazione falliti, e Connor trovasse la forza di volontà necessaria per uscire da quella merda definitivamente. 
La prima volta che Connor aveva provato a disintossicarsi era stato quando avevano deciso di portare la loro relazione su un piano più serio. “Voglio fare le cose per bene: se vogliamo che le cose funzionino, devo esserne completamente fuori.”, aveva dichiarato Connor, la voce piena di speranza e determinazione. Non era stato semplice, scottava come se avesse la febbre, implorava per farsi solo un buco, era caduto a terra in preda alle convulsioni. Dopo due giorni di questo tormento aveva riacquisito un barlume di lucidità, ed era riuscito a mantenersi pulito dieci giorni, finché una sera Oliver rincasò e lo trovò nel bagno svenuto, con ancora la siringa nel braccio. C’erano state urla, lacrime, litigi, ma alla fine Connor aveva chiesto scusa, e Oliver aveva saputo perdonare.
Il secondo tentativo di disintossicazione era iniziato esattamente come il precedente, ma questa volta Oliver si era assicurato di tenerlo costantemente d’occhio, dal momento che Connor si rifiutava di ricoverarsi. Erano andati avanti così per più di due mesi, finché un giorno Oliver aveva abbassato la guardia e Connor era sparito. Svanito nel nulla. Era quasi impazzito: ne aveva denunciato la scomparsa, lo aveva cercato, invano; temeva che, da un momento all’altro, sarebbe arrivata una telefonata per dirgli che avevano trovato il cadavere del suo ragazzo da qualche parte.
Così com’era scomparso, Connor ricomparve all’improvviso, con in volto l’espressione di una bestia ferita. Aveva chiesto scusa, aveva pianto, aveva fatto promesse. Oliver sentiva la sua fede vacillare, ma lo riaccolse al suo fianco. E questa volta fecero le cose per bene: questa volta Connor ammise di aver seriamente bisogno di aiuto, e si ricoverò. Oliver andava a trovarlo tutti i pomeriggi.
Stava riacquistando colore, negli occhi brillava una nuova luce, viva, sana. Non gli tremavano più le mani. 
Nessuno dei due aveva ancora accennato al futuro, o quando Connor sarebbe stato dimesso, ma per la prima volta dopo tanto tempo, Oliver si concesse una piccola fantasia di loro due insieme a casa, felici.





 

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Capitolo 2
*** Certe cose non cambiano mai ***


Certe cose non cambiano mai


Prompt di Olimpia: HTGAWM. Annalise/Eve. L'ha dimenticata. Sono passati vent'anni, l'ha dimenticata. L'ha dimenticata, certo che l'ha dimenticata. Peccato che quando le labbra di Annalise sono contro le sue...
Parole: 413




Vent’anni sono un periodo di tempo molto lungo. Le persone entrano ed escono nella vita, e solo poche lasciano il segno; le vecchie abitudini lentamente scompaiono, per lasciare il posto ad altre, che siano esse migliori o peggiori; e i sentimenti appassiscono prima o poi, come una pianta quando non viene nutrita. 
Eve ne è sicura: i sentimenti che provava per Annalise appartengono ormai del passato; certamente, conservava pur sempre il ricordo di quell’intensa passione, nata quando erano entrambe studentesse di legge. Adesso, però, erano due donne adulte e mature. Due perfette estranee. Eve non sapeva quasi nulla dell’attuale Annalise, oltre al fatto che fosse un brillante e tenace avvocato. Le persone cambiano, e l’Annalise che avrebbe incontrato di lì a poco era a tutti gli effetti un’estranea, che le aveva chiesto di fare non era altro che un favore, in ricordo dei bei tempi andati. Ed Eve aveva accettato, perché erano passati ormai vent’anni e non era più innamorata di Annalise. Non c’era nulla che non fosse perfettamente in grado di gestire.
La sua convinzione cominciò a vacillare durante il loro primo incontro, e non era solo per via della causa che Annalise le aveva esposto, i cui fatti non quadravano affatto: era Annalise, che con la sua sola presenza la metteva in tensione come la corda di un violino, anche nella sua nuova versione di avvocato pronto a tutto; erano le sue parole, così persuasive, eppure l’istinto di Eve le suggeriva che quella faccenda era molto più complicata di quanto sembrasse, e lei non se la sentiva di lasciarsi coinvolgere, non quando non era capace di mostrare la lucidità e il distacco necessari.
Poi Annalise le si era presentata sulla porta di casa: e lasciandola entrare, Eve aveva sapeva di aver oltrepassato la linea di non ritorno. Annalise aveva assunto un atteggiamento diverso dal precedente: aveva abbassato l’armatura, e sotto di essa Eve aveva rivisto un barlume della ragazza fragile che aveva conosciuto e di cui si era innamorata. A quel punto, era stato solo naturale che anche lei abbassasse le sue difese, ed all’improvviso si erano ritrovate faccia a faccia, a distanza di un respiro. E sembrò che quei vent’anni fossero stati in realtà solo venti minuti. E quando le loro labbra finalmente s’incontrarono, Eve percepì l’amore che provava per Annalise fluire caldo e forte nel suo petto, finalmente tornato alla luce dopo essere stato sepolto per così tanti anni.
E capì che da quell’amore non ne sarebbe mai uscita.




 

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Capitolo 3
*** "Tu la conosci Micaela?" ***


Tu la conosci Micaela?


Prompt di Livia: Broship Connor/Michaela, fare da spalla (bonus: ad una festa di Halloween)
Parole: 360



“Che ne dici del tipo là in fondo? Ti sta fissando da almeno dieci minuti.”
“Ugh, no grazie, passo”
“E quell’altro, quello vestito da Damon Salvatore? Secondo me è il tuo tipo; segui ancora ‘The vampire diaries’, vero?”
“Sì, è carino.”
“Allora vai a parlarci.”
“Tra un attimo.”
“Okay, mi arrendo”, Connor esalò un grosso respiro e scosse la testa. “Cosa c’è che non va, Micaela? Possibile che in questa festa non ci sia nessuno che abbia attirato la tua attenzione?”
Ed era davvero una bella festa: la musica era niente male, la birra ottima e le persone simpatiche, da quel poco che Michaela aveva visto. Purtroppo il problema era proprio lei: per quanto si sforzasse, continuava a ritornare con la mente ai fatti accaduti qualche giorno prima.
“Scusami Connor”, rispose lei, mentre una ragazza in costume da Daenerys Targaryen, con tanti di mini draghi, passò accanto a loro, diretta al tavolo delle bevande. “E’ che non credo di essere ancora pronta, ecco.”
“E invece sì: la cosa migliore per dimenticare una delusione d’amore è buttarsi a capofitto.”, disse Connor con decisione.
“E se non me la sentissi?”, lo provocò lei.
“Eddai, Mik, devi buttarti. Dimentica Levi, dimenticati dell’ex, dimenticati di tutto e buttati!”, rise. La prese per mano e si fece strada tra la calca, urtando parecchie persone per via del suo costume a forma di zucca. Quando l’aveva visto Micaela non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere, e l’amico aveva esibito un’espressione fiera e aveva detto: “Ho promesso che stasera avrei fatto il bravo. E d’altronde, sei tu la protagonista della serata. Io sarò la tua spalla.”
Si era distratta. D’un tratto si ritrovò davanti al ragazzo vestito da Damon Salvatore e Connor, incredibile ma vero (perché andiamo, chi è che lo diceva più?), gli picchiettò la spalla e disse: “Scusa, la conosci Micaela?”, per poi filarsela appena il ragazzo si voltò spaesato.
Micaela non sapeva cosa dire. Da lontano, Connor stava dicendo qualcosa che assomigliava ad un ‘Ho sempre desiderato dirlo!’, per poi un ‘avanti, parlagli!’
Si scostò una ciocca di capelli dal viso, esibì il suo sorriso migliore e disse: “Piacere, sono Micaela…”





 

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Capitolo 4
*** Come incontrare l'uomo dei sogni al giorno d'oggi ***


Come incontrare l'uomo dei sogni al giorno d'oggi



Prompt di Holly Master: Connor/Michaela, BROSHIP; Connor aiuta Michaela ad iscriversi ad un sito d'incontri per trovare l'uomo della sua vita.



“Non sono più sicura di volerlo fare.”
“Ma è stata tua l’idea!”
“Che c’entra? Non posso avere dei ripensamenti?”
Connor scosse la testa. “Guarda che se non rispondi alle domande lo faccio io al posto tuo.”, e preso possesso del mouse, cominciò a leggere le domande del questionario, tra le deboli proteste di Michaela. “Dunque, elenca i tuoi hobby…”, lesse meditabondo. “Direi che possiamo scartare ‘uccidere il marito della Keating ed addossare la colpa all’amante’, giusto?”
“Fai meno lo spiritoso.”, disse Michaela. Ogni volta che ripensava a quella notte le correva un brivido lungo la schiena e sentiva lo stomaco contorcersi su se stesso. Stava facendo del suo meglio per dimenticarsene, ma Connor aveva il brutto vizio di parlare di quel fatto nei momenti meno opportuni, specie quand’era nervoso. Non aveva proprio bisogno di pensare a quello mentre stava compilando il suo identikit per il suo profilo, grazie tante.
“Avanti, concentriamoci. Hobby…”, Michaela si prese un secondo per pensarci su. “Scrivi che mi piace leggere, viaggiare, ascoltare musica… insomma, le solite cose.”
“Non verrai mai notata così.”, rispose Connor. “Devi essere originale. Che ne dici di scrivere che sei esperta di yoga?”
“Ma io non so niente di yoga!”, protestò Michaela.
“Fidati, ai maschi piace una donna elastica.”, disse Connor alzando le sopracciglia con fare allusivo, cosa che gli guadagnò un pugno da parte di Michaela.
“Cretino! E tu che ne sia, scusa?”, chiese l’amica, sorridendo suo malgrado.
“Credimi, non ti piacerebbe la risposta!”
“Passiamo avanti. Preferenza: facile, uomini.”, sorrise e mise la crocetta. “Ehi, qua mi chiede se sono disponibile anche per le uscite a tre!”
“E tu metti di sì!”
“Ma neanche per sogno! Io voglio un ragazzo serio.”, disse Michaela con decisione, e al tempo stesso sentì come quella frase suonasse totalmente illogica: davvero si aspettava di trovare un ragazzo serio e gentile in un sito d’incontri, dove la maggior parte delle persone vi faceva affidamento per trovare qualcuno con cui divertirsi un paio di volte?
Forse Connor pensava la stessa cosa, ma l’amico le strinse la spalla amichevolmente e le rivolse un sorriso d’incoraggiamento. “Lo troverai, ne sono sicuro.”
Michaela sorrise a sua volta. Terminarono di rispondere alle domande e qualche minuto dopo Michaela, trepidante, cliccò il tasto “Carica”.





 

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Capitolo 5
*** Lo superiamo insieme ***


Lo superiamo insieme




Prompt di Giandra: Connor//Michaela: "Lo superiamo insieme"
Parole: 417




 
Connor non poteva credere di trovarsi di nuovo nella medesima situazione di qualche mese prima: ancora una volta si trovava davanti ad un corpo che Lista d'attesa aveva ferito gravemente, ancora una volta lui e gli altri si trovavano complici in un crimine per il quale sarebbero finiti dritti in prigione. Questa volta però non ci sarebbe stata Annalise Keating a cavargli dai pasticci, perché la loro professoressa era distesa sul pavimento nella casa dei loro clienti, con una grave ferita all'addome, moribonda 
Il sangue continuava a fluire dalla ferita fresca, scendendo a macchiare l'elegante tappeto persiano. Connor si tolse la giacca e fece pressione. Fa che non muoia, fa che non muoia, ripeté mentalmente, oh ti prego, non ora, non adesso, proprio ora che con Oliver le cose andavano bene... 
"Connor!" 
La voce di Michaela giunse alle sue orecchie come uno squillo di tromba, facendolo sussultare. L'istante successivo lei era al suo fianco e lo stava tirando per la manica, gentilmente ma fermamente. "Dobbiamo andare Connor. Gli altri ci stanno aspettando", disse. 
"Sta morendo...", sussurrò, la voce roca. 
"Non possiamo fare niente per lei ora, Connor". La voce di Michaela era concitata, ma al tempo stesso era presente in essa una nota rassicurante. "Dobbiamo attenerci al piano. Se ci trovano qui ci mandano in galera". 
Connor sentì le braccia di Michaela afferrarlo sotto le ascelle e rimetterlo in piedi. Insieme si diressero verso il portone di ingresso. Una volta fuori l'aria fredda della notte lo colpì sul viso come uno schiaffo. Ciò non aiutò per niente ad avere un'idea più chiara di cosa fare ora. 
"Siamo fottuti. Questa volta siamo veramente fottuti", disse, e una parte di lui voleva mettersi a ridere per l'assurdità di tutta quella situazione.  
"Connor, per favore!", esclamò Michaela, scrollandolo per le spalle. La sua voce conteneva una minima di traccia di nervosismo, era animata principalmente dalla volontà di calmarlo e farlo tornare a ragionare lucidamente. "Ho bisogno che tu non vada nel panico. Ricordi com'è andata l'ultima volta?". Michaela sostenne il suo sguardo fermamente. "Ricordi che mi hai aiutato a non avere un completo crollo emotivo? Adesso ho bisogno che tu mi ascolti e faccia la stessa cosa. Ti prometto che lo supereremo, Connor. Lo supereremo insieme". 
Connor sentì le parole farsi strada nella sua mente e lentamente ramificarsi dentro di lui. Percepì il panico scese notevolmente, ma non sparire del tutto.  
Strinse Michaela a sé per alcuni istanti, riconoscente, dopodiché insieme scesero le scale, diretti verso il resto del gruppo.  




 

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