Till A Family Found Me di Bebba91 (/viewuser.php?uid=777114)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Clown ***
Capitolo 2: *** DISCUSSIONI ***
Capitolo 3: *** Sapori e Dissapori ***
Capitolo 4: *** Situazioni Difficili ***
Capitolo 5: *** Seth ***
Capitolo 6: *** Istinto ***
Capitolo 7: *** Strategie ***
Capitolo 8: *** A Cuore Aperto ***
Capitolo 9: *** Nel Bosco ***
Capitolo 10: *** Una Decisione Importante ***
Capitolo 11: *** Piano Di Contingenza ***
Capitolo 12: *** Il Confronto ***
Capitolo 13: *** Priorità ***
Capitolo 14: *** Riunirsi ***
Capitolo 15: *** Quando Arriva La Notte ***
Capitolo 16: *** Ri-Unione ***
Capitolo 17: *** La Bomba ***
Capitolo 18: *** Sorpresa! ***
Capitolo 19: *** Panico ***
Capitolo 20: *** Never Back Down ***
Capitolo 21: *** Potere ***
Capitolo 22: *** Conclusione ***
Capitolo 23: *** Ritorno A Casa ***
Capitolo 24: *** Rassicurazioni ***
Capitolo 25: *** 25 - Il Funerale ***
Capitolo 26: *** Il Branco ***
Capitolo 1 *** Il Clown ***
Brothers,Sisters and Family
IL CLOWN
Anni e anni passati in quella casa,e non mi spiego perchè
quell'affare sia ancora appeso lì. Non che ci sia nulla di male in
un quadro,generalmente mi piacciono. Abbelliscono l'ambiente,lo
rendono più accogliente. E quando sono ritratti di paesaggi,anche
inventati dall'artista,hanno quel potere travolgente di incantarti
come quando ti trovi davanti al fuoco di un camino. Per esempio in
camera mia c'era un dipinto,fatto a mano da un artista di strada. Me
lo aveva regalato mio padre quando siamo andati in Italia. Il dipinto
era semplice. Aveva solo due colori,il blu notte e il bianco candido.
Ricordo ancora il momento in cui quel ragazzo lo stava realizzando.
Non aveva pennelli,o strumenti particolari. Usava le dita per passare
il colore su quel cerchio di vetro. In quel disegno c'era tutta la
sua infinita immaginazione. “Hai un soggetto preferito?”
ricordo che mi chiese. Ma io scossi la testa “No. Fai tu.”
sorridendogli. Nel giro di qualche minuto aveva realizzato un
panorama quasi magico. In lontananza delle montagne,leggermente
illuminate da una luna piena bellissima. Da queste montagne scendeva
un fiumiciattolo a zig-zag. Poi si fermò. Sui bordi attaccò della
colla a caldo e sovrappose una lastra di vetro della stessa
dimensione su quello specchio. E continuò a dipingere. Partendo da
dove si era fermato,ovvero dal fiumiciattolo,fece un'enorme
dislivello,da cui si riversava impetuosa una bellissima cascata.
Aggiunse il lago ai piedi della cascata e come fatto in
precedenza,mise altra colla e sovrappose un altro strato di vetro.
Questa volta dipinse due alberi alti quanto tutto il dipinto,proprio
in primo piano,ai lati,facendogli fare da cornice al tutto. Aggiunse
le rive su cui si ergevano i due arbusti e qualche increspatura
nell'acqua. “Che ne dici? Ti piace?” chiese mentre
applicava sul retro un gancio per appenderlo.
Io lo presi e rimasi a bocca aperta. Non ero capace nemmeno di
disegnare un fiore,e lui nel giro di dieci minuti aveva realizzato un
capolavoro “E'...è meraviglioso! Bellissimo. Grazie tante!”.
Ecco quello era un dipinto di cui andare fieri. Non quest'affare che
si era introdotto con prepotenza tra gli altri ritratti qualche anno
fa e che inquinava la parete. Ma d'altronde non ero stata di certo io
a metterlo lì,e non avevo il diritto di spostarlo. Però era davvero
inquietante. Un pagliaccio,triste,con le lacrime che con una mano si
asciugava la guancia. Tutto il suo trucco era sbavato. Praticamente
pelato,con un solo ciuffo all'insù. Ogni volta che ci passavo
davanti,un brivido gelido mi percorreva la schiena e mi costringeva a
incrociare le braccia al petto come quando entra uno spiffero dalla
finestra.
“Si può
sapere cos'hai contro i pagliacci?” mi
ridestò una voce alle spalle. Era mio fratello,Matt. Era vestito ti
tutto punto,perfetto per l'atmosfera natalizia. “Guardalo...è
inquietante. Sembra che voglia uccidermi...” dissi
continuando a guardarlo. Ma mio fratello si fece sfuggire una
risatina “Un quadro maledetto di un pagliaccio assassino
che prende vita la notte di Natale per uccidere la piccola
Sofia...Andiamo,sembra la trama di un pessimo film Horror...E poi non
è così male. E' solo un pagliaccio,non esistono certe cose....”.
Io gli lanciai un'occhiata
sorridendogli “Piccola Sofia? Ho 24 anni io...sono
cresciuta ormai! E poi con tutte le stranezze che ci sono nella
nostra famiglia tu fai fatica ad immaginare un Clown assassino? ”.
In risposta ottenni un
abbraccio e un sorriso.
Natale. Chi se lo immaginava che arrivasse così velocemente. Mi
sembra ieri che ero sdraiata sul lettino in spiaggia a crogiolarmi al
sole. E adesso in fretta e furia eccoci qui a cucinare e
apparecchiare la mega tavolata che occupava tutta la sala da pranzo.
Eh,si. Perchè la mia famiglia era molto numerosa. Mia madre aveva 3
fratelli più piccoli,di cui due avevano tre figli ciascuno. E per di
più abitavamo tutti nello stesso palazzo. In appartamenti
divisi,ovvio. In più in questo periodo venivano a festeggiare da noi
anche i suoi cinque cugini,tutti con tre figli ciascuno. Eravamo
davvero tanti.
In quella speciale festività,ci riunivamo tutti a casa di mio nonno
per festeggiare tutti insieme. La mia famiglia è sempre stata dedita
ai festeggiamenti. E il natale esaltava il nostro animo festaiolo.
C'era musica,cibo,bambini che correvano impazziti per tutta la casa.
E c'era anche una camera,che veniva tenuta chiusa,fino alla
mezzanotte,in cui erano nascosti decine e decine di regali
impacchettati. Quando ero piccola ogni mezzo era lecito per riuscire
ad arrivare ad aprirla. Ma ovviamente c'era sempre uno zio o un
parente che mi bloccava. E io,con il mio bel vestitino e le
trecce,finivo seduta a tavola con il broncio e le braccia incrociate.
Era una serata così piacevole e ricca di risate,che quasi la
mezzanotte arrivò in un lampo. Il cugino di mia madre si andò a
nascondere sul pianerottolo con una busta piena di vestiti rossi e
bianchi. I piccolini di casa aspettavano Babbo Natale! E io,come mio
fratello prima di me,ero finita a fare la sua assistente-vedetta. Non
potevamo permettere che qualcuno rovinasse il momento.
Poi
una volta pronto,suonò alla porta. In un attimo ci fu il silenzio
più totale. Un sorriso mi si stampò in faccia. Tutti i bambini di
casa,fondamentalmente cuginetti,erano tutti fermi all'ingresso con
gli occhioni sbarrati e le facce preoccupate. Era bellissimo vederli
così. Aspettavano Babbo Natale,ma un po' erano anche spaventati da
quell'omone barbuto e paffuto che gli portava tanti regali.
“Oh,ma chi
sarà mai?” dissi fingendomi
sorpresa “Matt,per caso aspettavamo visite?”
coinvolgendo anche mio
fratello.
Lui
facendosi spazio tra la folla di parenti pronta ad immortalare il
momento dei regali disse “Mah..non so...probabilmente
qualcuno che ha sbagliato. Mi sembra molto tardi...”
ridacchiando.
Ma
non riuscì nemmeno a finire la frase che i cinque bambini davanti a
me si voltarono quasi all'unisono “E' Babbo Natale!!!”
mostrando a mio fratello i loro occhi minacciosi che ormai erano
diventati color oro “Va bene,va bene bambini. Se fate i
bravi aprirò la porta!” cercando
di richiamarli ma mantenendo sempre una faccia molto divertita. Loro
sorrisero e i loro occhi cambiarono di nuovo,alcuni verdi e alcuni
marroni.
Essere una dei cugini più grandi in questa famiglia non è affatto
facile. Soprattutto in una famiglia di lupi mannari. I bambini
crescevano a vista d'occhio,e i loro sensi si acuivano. Ma non era
ancora facile per loro mantenere il controllo. Fortunatamente non
erano ancora cosìgrandi da riuscire a percepire l'odore di chi si
nascondeva sotto il vestito rosso e bianco.
Fondamentalmente erano innocui. Avevo sperimentato i loro morsi e i
loro artigli. E non erano nulla di più di qualche graffio.
Così
aprii la porta e il grande omone barbuto vestito di rosso e bianco
entrò facendo un “Oh,Oh,Oooh!!”
tipico. Ci furono
foto,regali,baci a Babbo Natale e battute pessime di zii lontani che
dicevano “Dove hai
parcheggiato le renne Babbo?” oppure
“Eeeh Babbo ti sei
invecchiato,sei un po' in ritardo!” ma
comunque si buttava sempre sul ridere.
Una volta che i più piccoli furono premiati con i loro amati regali
anche noi potemmo aprire i nostri.
“Ahahaha! Hai
visto che facce che hanno fatto?” mi
si avvicinò Matt ridendo.
“Stavi per
essere morso! Ma si,mi hanno fatto morire dalle risate! Non dovremo
giocarci così,quando saranno grandi potranno vendicarsi.”
facendomi scappare un'altra
risata.
“Non credo che
sarò mai stanco di tutto questo.” riferendosi
alla scena di poco prima.
“Già.”
sorridendogli mentre buttavo la
carta dei regali in un bustone ai piedi del Pagliaccio inquietante.
Dopo qualche ora la festa era finita. Tutti avevano avuto il suo
regalo e i miei genitori,seguiti da mio fratello cominciarono ad
incamminarsi per le scale e tornare così al piano superiore dove
abitavamo. Io mi presi qualche minuto in più per aiutare mia zia a
risistemare e mentre mi occupavo del salone,due gambette piccole
piccole che si muovevano a mezz'aria sul balcone della finestra mi
pietrificarono. La mia cuginetta Anne era praticamente sdraiata sul
davanzale della finestra completamente sporta di fuori. In un attimo
mollai i piatti che caddero rumorosamente sul tavolo e mi precipitai
ad afferrarla.
“ANNE!!!!”
cingendole i fianchi e
togliendola da quella posizione pericolosa “Che cosa
stavi facendo?!? E' pericoloso sporgersi così! Potevi cadere di
sotto!!” la sgridai
mettendola a terra e inginocchiandomi alla sua altezza.
“I
fuochi,Sofia! Ci sono i fuochi nel cielo!” cercò
la piccola Anne di tirarmi di nuovo verso la finestra. Ma io la
riportai alla mia attenzione continuando a sgridarla “Non
devi mai più fare una cosa del genere,mi hai capito? Potevi cadere!
Se volevi vedere fuori dovevi chiedermelo! Mi hai fatto morire di
paura signorina!” puntandole
un dito contro. Ma lei in tutta risposta cominciò a piangere e i
suoi occhi cambiarono di nuovo “Mi dispiace...” mi
disse tra un singhiozzo e l'altro.
Il
suo pianto attirò i miei zii,che vedendo la loro piccolina piangere
mi guardarono in modo interrogativo. Così,facendogli un cenno con la
mano di aspettare,mi rivolsi di nuovo alla mia cuginetta “Va
bene Anne,non c'è bisogno di piangere. Sai che facciamo? Adesso
scendiamo in strada io e te e andiamo a vederli da qui sotto. Che ne
dici? Però prima devi smettere di piangere. Puoi farlo per me?”
accarezzandole i capelli castani.
Lei
mi fece un sorrisone,si asciugò le lacrime e scosse la testa
entusiasta “Si!” la
presi in braccio e i suoi occhi tornarono normali. Lanciai uno
sguardo ai miei zii che sorrisero e mi avviai per le scale.
Mentre
aprivo il grande portone,mi accorsi che mio fratello era sceso e ci
aveva seguite “Due giovani donzelle che escono ad un'ora
così tarda,hanno bisogno di un bel principe che le tenga al sicuro.”
Si avvicinò a noi e prese in braccio Anne. Lei era
felicissima,adorava mio fratello e andavano molto d'accordo. Matt
sapeva come trattare con i giovani lupi del branco. Così come me.
Anche se io purtroppo non avevo sviluppato alcun tipo di mutazione.
Ero l'unico essere umano della famiglia,apparte mio fratello più
piccolo,che al momento stava festeggiando a casa di un amico.
Che vogliamo farci?Purtroppo non avevo ripreso i geni,ma d'altro
canto ero diventata una bravissima infermiera. Conoscevo tutto ciò
che c'era da sapere sui lupi mannari e ciò che era nocivo per loro.
Se non potevo combattere per loro,almeno potevo guarirli.
I fuochi d'artificio erano veramente stupendi. Mille colori che
risaltavano in quella notte così scura e suggestiva. Ogni volta che
uno di loro esplodeva sembrava come se lo scoppio facesse parte di
me. Come se fosse un amplificazione del battito del mio cuore.
Bellissimi.
Anne,sempre in braccio a mio fratello maggiore,li indicava,rideva e
strattonava Matt,come se volesse andare fino lassù per toccarli.
Mi feci un po' cullare da quella scena.
Poi
Anne e Matt tutto d'un tratto cominciarono a puntare il buio davanti
a noi. I lampioni non funzionavano bene nella nostra zona e di notte
era sempre buio pesto. Quando un altro fuoco d'artificio esplose nel
cielo,la sua luce illuminò per qualche attimo la zona che mio
fratello stava sorvegliando. Per un istante mi sembrò di vedere una
sagoma scura appoggiata ad un cassonetto dell'immondizia “Il
solito ubriacone di Natale,non preoccuparti!” sorridendo
a Matt.
Ma
i suoi occhi cambiarono diventando color oro “Non è un
ubriacone...”.
Quando mi voltai un altro fuoco era appena esploso e in quell'attimo
di luce notai che quell'individuo era caduto a terra,e ci guardava
minaccioso con due lucenti occhi blu.
Il mio primo istinto fu quello di scappare,ma mio fratello mi tenne
incollata lì “Vado a vedere,prendi Anne e andate a casa. Se non
torno tra dieci minuti avverti papà.” mi ordinò senza
togliere lo sguardo da quella persona.
“Daccordo.”
dissi e voltandomi rientrai
velocemente nel palazzo. Chiusi il portone e mi diressi al piano
superiore. “Perchè Matt rimane fuori?” mi
sentii chiedere da Anne “Perchè non sappiamo chi sia
quella persona. Se vuole fare qualcosa di cattivo dobbiamo mandarlo
via.” dissi mettendola a
terra e dandole la mano per aiutarla a salire l'ultima rampa di
scale. I suoi occhi erano tornati normali.
“Come quando
Alex ti ha attaccata?” chiese
confusa.
Io
mi fermai un momento. Ripensare a quel nome mi fece rabbrividire. Ero
quasi morta quando quell'essere mi aveva attaccata. E le cicatrici le
portavo ancora sulla schiena. Non sapevo cosa rispondere “Non
lo so...ma adesso ti porto a casa e torno a vedere,ok?”.
Mentre la lasciavo alle cure dei miei zii,spiegai la situazione anche
a loro,dicendogli di non alzare un polverone visto che se ne stava
occupando Matt.
Loro
capirono,anche se un po' contrariati “Se succede qualcosa
dì a tuo fratello di ruggire...saremo tutti qui sotto in un attimo.”
disse mio zio Phill serio. Ma
sapevo che non era necessario far muovere tutto il branco per una
sola persona. Certo,sempre se era solo uno.
Comunque presi la mia borsa delle emergenze,che portavo sempre con
me,e come un fulmine mi precipitai di nuovo all'ingresso del palazzo.
Quella borsa era tutta la mia vita,era tutto per me. Cerano gli
oggetti necessari per difendermi dai lupi mannari,ma anche dai
wendigo,dagli skinwalkers,perfino dai ghoul e dai djiin. Anche se di
questi tempi se ne vedevano pochi in giro. Ma più importante di
tutto c'erano tantissimi rimedi ed erbe per le ferite. E da quando
qualcuno aveva risvegliato il Nemethon non si sapeva mai.
Spalancato il portone,notai mio fratello accucciato ad esaminare
quell'individuo.
Si voltò e mi fece un cenno con la mano. O almeno credo. I fuochi
erano finiti e la visuale era nulla. Per di più nel palazzo c'erano
migliaia di luci colorate e passando ad un buio pesto i miei occhi
dovevano abituarsi.
“Datti una
mossa Sofia!! E' messo molto male!!” mi
sentii urlare contro.
Facendomi forza corsi da lui,e appena arrivai,notai che l'asfalto era
piuttosto scivolosa in quel punto,e c'era un odore davvero
terribile,quasi ferroso.
“Cavolo! Si
scivola.” imprecai cercando
di non insudiciare con qualsiasi cosa fosse,le mie scarpe nuove “Ti
ha detto niente? Cosa è successo? Non si vede nulla...”.
Matt
si alzò e prese il suo telefono “Adesso accendo la
torcia,preparati...”.
Accese la luce del suo telefono e quello che vidi mi immobilizzò.
Non capivo bene da dove uscisse,ma quello che prima era una sostanza
ben poco identificata e scivolosa,era in realtà il sangue di quel
tipo “O mio Dio...” fu l'unica cosa che riuscii a dire.1
Mi avvicinai ancora mettendomi in ginocchio di fianco a quel tipo,che
appena sentì la mia presenza cercò di muoversi “Sta fermo,è
tutto okay...Come ti chiami?” cercai di chiedergli mentre
aprivo la borsa.
Matt era attento ad ogni suo movimento. Girava intorno a noi sempre
illuminandolo con il telefono. Si guardava intorno e poi ricominciava
a girare. Si vedeva che era nervoso.
Nella posizione in cui si trovava quel ragazzo,non potevo aiutarlo
molto,così provai a farlo girare a pancia in su. Ma come lo
toccai,scattò in piedi come una furia tentando di graffiarmi.
“Sofia!!” mi
allontanò Matt appena in tempo. Il telefono era caduto a terra e gli
occhi di quell'individuo brillavano di un blu intenso “Matt...è
come noi...”riuscii a dire
riprendendomi dallo spavento,ma sapevo che Matt se ne era già
accorto.
Il
ragazzo era spalle al muro e il suo sguardo era feroce. Sembrava
volesse ucciderci. O quanto meno spaventarci “Ehi! Non
siamo noi i cattivi qui,brutto idiota!” gli
inveì contro Matt “Sei nel nostro territorio. Possiamo
ucciderti,o aiutarti. Dicci chi sei.”
avvicinandosi completamente trasformato.
Io rimasi dietro di lui,ma qualcosa mi spinse a bloccare la sua
avanzata. Il ragazzo stava per attaccarlo,e io conoscevo bene i lupi
feriti. In quelle condizioni,qualsiasi animale che venga avvicinato
da un altro,apparentemente ostile,è spinto ad attaccare. E per la
maggior parte dei casi,quello produceva un unico esito:la morte.
Sapevo bene che Matt non si sarebbe risparmiato. Per lui l'unica cosa
importante era il branco e quella persona in quel momento era una
minaccia.
Così
lo presi per un braccio “Aspetta. Non credo che
avvicinarsi in questo modo lo farà fidare di noi...”
dissi sincera. Lui aggrottò le sopracciglia,storse la testa e
lentamente tornò al suo aspetto naturale “Non se ne
parla!Ha cercato di aggredirti. E' una minaccia. Non sei come noi,se
dovesse ferirti non guariresti velocemente!”
ringhiò contro quel ragazzo.
Ma io lo strattonai di nuovo per un braccio “Non succederà.
Lasciami fare”.
Lui mi guardò e lo superai andando a mettermi tra di lui e il suo
“nemico”.
I miei occhi finalmente si erano abituati quel tanto necessario a
lasciarmi intravedere il suo volto.
Aveva dei lineamenti taglienti e degli occhi così duri e minacciosi.
Fondamentalmente un gran bel ragazzo. Con una carnagione chiara e dei
capelli neri corti che gli facevano risaltare gli occhi prigionieri
di quel broncio da animale ferito.
Provai ad avvicinarmi tendendo una mano verso di lui,e lasciando la
borsa lentamente per terra. Ma lui in tutta risposta mi ringhiò a
denti stretti avvicinando il suo viso a me. Io allora,mettendo da
parte la paura,feci un passo deciso verso di lui “Smettila. Non
voglio farti niente!” dissi decisa.
Il ragazzo rimase un po' sorpreso,e cercando di mantenere la
posizione si appoggiò al muro tenendosi il fianco. Guardò per
terra. Poi guardò Matt. Infine posò il suo sguardo su di me,e preso
dalla stanchezza e dall'evidente perdita di sangue si lasciò
svenire. Io e Matt lo prendemmo al volo “Quest'idiota! Cosa
pensava di fare...” sbuffò Matt facendo passare il braccio del
ragazzo intorno al suo collo. Io feci lo stesso con l'altro
braccio,in modo da poterlo sostenere “E adesso che facciamo? Non
possiamo rimanere così,ha bisogno di cure...” lasciandolo un
secondo per riprendere la borsa e riallacciando la presa sul suo
braccio e sul fianco.
Matt mi sembrava pensieroso. E anche preoccupato ma comunque mi rese
partecipe del suo piano “Lascialo a me. Lo porterò nel palazzo.
Tu devi avvisare Nonno...”.
Quelle parole mi pietrificarono “Io? Non credo che
accetterà...si,questo tipo ha bisogno di cure ed è come noi...ma le
leggi del branco sono ferree su questo punto. Non possiamo introdurre
nella comunità lupi di altri branchi...non senza prima riunire il
consiglio...Dovresti saperlo meglio di me.” dissi dura.
“Certo che lo
so. Non ho mica detto che da domani sarà parte del nostro branco.
Però se vogliamo aiutarlo avremo bisogno del consenso del Nonno. E'
lui l'Alpha.” mi spiegò.
Io
annuii “...daccordo...allora vado a parlarci...”.
Detto questo mi tolsi quelle terribili scarpe con il tacco e correndo
a piedi scalzi rientrai nel palazzo,avendo cura di mettere la
catenella all'enorme porta,per facilitare l'ingresso a Matt.
Salendo le scale notai che le mie ginocchia,così come la parte
inferiore delle gambe e i piedi erano sudice di sangue. Se fossi
entrata così,chissà cosa avrebbero pensato. Così mi tolsi il
giacchetto,un po' a malincuore e mi pulii per bene strofinandomelo
addosso. Sapevo che non sarebbe servito a nulla. Sicuramente i miei
parenti avevano già avvertito l'odore del sangue,ma tra il sentirlo
e il vedermelo addosso c'era una bella differenza. Ero l'unica umana
della famiglia,e loro erano sempre un po' più protettivi nei miei
confronti. Bussai alla porta di casa di mio Nonno e mi aprì la
sorella più piccola di mia madre,zia Mel. Lei abitava con mio
Nonno,non essendosi ancora sposata.
“Sofia,che
succede? Sentivo la puzza di sangue con la porta chiusa. Perchè ne
hai addosso? E di chi è?”
chiese sorpresa mentre richiudeva la porta e mi guardava andare
spedita verso il salone.
“Di un
ragazzo. E' ferito e ha bisogno di cure. Devo parlare con il Nonno.”
svoltando a sinistra nel
corridoio e entrando nel salone.
Mi fermai. Nonno era affacciato alla finestra. Sporto di fuori in una
posizione comoda. Le gambe accavallate e i gomiti poggiati sulla
ringhiera.
“Avrà
visto tutto?” pensai
immediatamente. Così mi avvicinai a lui “Nonno...”
mostrandogli tutta l'insicurezza che avevo dentro.
Ma
lui si voltò “Conosci
le regole Sofia. Non può restare. Non è uno di noi.”
con tutta la calma di cui era capace solitamente.
Ma
io ribattei “E'
ferito,Nonno. Non voglio di certo farlo restare,ma se tu mi dessi
l'opportunità di guarirlo così che possa tornare da dove è
venuto,te ne sarei riconoscente...”.
“Non
possiamo accogliere qualsiasi individuo che si trova in difficoltà.
Ci sono delle leggi,nipote. E vanno rispettate. Ci vorrà almeno una
settimana perchè si riprenda. Quelle sono ferite inferte da un
Alpha. Posso percepirne la gravità.” spiegò
indicando la finestra con tono seccato.
“Ma,non
sappiamo come se le sia fatte. Potrebbe essere un Omega. Magari
cercava un branco ed è stato rifiutato. Non possiamo saperlo finchè
non lo curiamo.” cominciavo
a spazientirmi.
“E se avesse
cercato il potere? Se avesse provato a uccidere il suo Alpha? Vuoi
davvero introdurre nel branco un animo ribelle? Devo forse ricordarti
di Alex?”.
Colpo basso Nonno. Non mi aspettavo che tirasse in ballo di nuovo
quella storia.
“Era diverso a
quel tempo. E Alex faceva parte della famiglia. Tutti conoscevano la
sua natura ma nessuno mi ha mai dato retta su come andava gestita. E
poi quando ha cercato di prendere il tuo posto,IO sono stata l'unica
che è riuscita a fermarla! Nessuno ha mosso un dito per
aiutarmi...solo i miei fratelli. E ho le cicatrici che lo provano!”.
Risposi al fuoco con il fuoco. Sapevo che mio Nonno non si perdonava
per quell'accaduto di parecchi anni fa,ma non sapevo se fosse
abbastanza per convincerlo.
In
tutta risposta lui mi guardò accigliato,strinse i denti producendo
un movimento della mascella e si sedette al tavolo incrociando le
mani sotto il mento.
“E'
proprio per questo,Sofia,che non voglio inserire elementi ostili nel
branco. Non voglio che la storia si ripeta.” disse
sospirando.
Io
mi sedetti vicino a lui con le spalle a quel dannato quadro
inquietante che ci guardava. Davvero non lo sopportavo. Infatti gli
lanciai un occhiataccia,tornando però immediatamente ad incrociare
lo sguardo di mio Nonno “Non
possiamo sapere come si svolgeranno gli eventi. Ma se per qualsiasi
motivo mi renderò conto che ha intenzioni ostili,sarò la prima a
cacciarlo. Fidati di me...”
chiesi abbozzando un piccolo sorriso.
Non sapevo che altro fare.
Poi
mio Nonno mi prese la mano “All'ingresso
ci sono le chiavi dell'appartamento al quinto piano. Tienilo lì
finchè non si sarà rimesso. Dopodiché mandalo via.”.
Gli sorrisi e lo abbracciai “Grazie Nonno.”.
“Sbrigati prima che cambi idea. E mandami qui Matt. So che è
stata una sua idea” disse sospirando.
“Non ti
arrabbiare con lui,ha fatto solo ciò che gli sembrava giusto. In
effetti se non lo avessi fermato lo avrebbe ucciso....” alzandomi
e incamminandomi all'uscita del salone “Allora
vado,grazie ancora. Non ti deluderò.”.
Mio
Nonno si limitò ad abbozzarmi un sorriso e ad alzare una mano. Io mi
diressi nel corridoio incrociando mia zia Mel.
“Sicura che
riuscirai a gestire questa cosa? Non mi sembra il caso di andarci
alla leggera...” disse
preoccupata.
“Non sono più
una bambina zia. E so fin dove arrivano le mie capacità. Dovete
cominciare a pensare a me come ad un'adulta. Non come la stupida
adolescente con le trecce che si è fatta pestare...da sua cugina...”
sorpassandola e uscendo da
casa.
Non
le diedi il tempo di ribattere. Non mi interessava la sua opinione
sull'accaduto. Le volevo bene,come a tutti gli altri zii,ma non era a
loro che dovevo la mia vita. Quindi non avevano il diritto di
giudicare quello che stavo facendo.
Dirigendomi
di nuovo al portone trovai Matt a fumare tranquillamente una
sigaretta,fuori dal portone,con una mano in tasca. Il ragazzo era
accasciato per terra,seduto contro il muro dell'ascensore che portava
ai piani superiori. La mia prima reazione fu quella di socchiudere
leggermente gli occhi e corrucciare leggermente le sopracciglia “Che
cavolo...Lo hai mollato qui?”
leggermente infastidita. Ma lui si limitò a girarsi “Da
quello che ha detto il Nonno,adesso è un problema tuo. E,si. Ho
sentito tutto. E,no. Non ti aiuterò ad occuparti di lui. Comunque
sia credo che sia proprio questo che il Nonno voglia dirmi. Perchè
vuole parlare con me,no?”
disse entrando e cominciando a salire le scale.
“Dannato udito
da lupo...” dissi scocciata
“Anche se la casa del Nonno è al primo piano e la porta
di casa è rimasta aperta,non ti dà il diritto di origliare...”.
Matt
mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia “Notte
sorellina. Ci vediamo domani.”.
“Si,buona
notte...è meglio che mi sbrighi o non so se sopravviverà.” dissi
allacciando un braccio del ragazzo sul mio collo e cominciando a
trascinarmelo dietro.
Arrivare
all'ascensore non fu un grosso problema. Fare la rampa di scale in
discesa con un peso morto in spalla,quello si che sarebbe stato da
medaglia d'oro. Potevano darmi una medaglia per la mia bravura. Non
ero mai inciampata,non avevo mai perso la presa e non una sola volta
mi ero fermata. Nonostante non fossi un lupo mannaro,ero molto più
forte di un qualsiasi essere umano.
Ma
non riuscivo bene a spiegarmi il perchè.
Comunque
feci fare qualche mandata alla serratura,che scattò con un forte
rumore e si aprì in un istante.
La
casa era arredata e ben tenuta. L'ingresso era semplice con una
piccola libreria,un attaccapanni e un mobiletto su cui poggiava il
telefono di casa. Subito a destra c'era una camera per gli ospiti.
Dritto per dritto la cucina con affianco il bagno. A sinistra c'era
l'enorme salone a vista e proprio attaccato,un enorme camera da
letto. Era arredata in modo semplice. Il colore che predominava era
il crema. Cerano due cassettiere sulla destra appena si entrava,una
attaccata all'altra. Mentre sulla sinistra il grande letto
matrimoniale,illuminato dall'unica grande porta finestra che
affacciava su un piccolo terrazzino.
Facendomi
forza mi avvicinai al lettone. Con la mano libera aprii le coperte e
mi sedetti,portando meccanicamente a sedere anche la mia “zavorra”.
In quel momento il ragazzo sembrò svegliarsi.
“Dove mi
trovo...” chiese cercando di
restare sveglio.
“Al sicuro. Ti
dispiace se mi occupo delle tue ferite?” provai
a chiedere ricordando qualche momento prima in cui aveva cercato di
attaccarmi.
Non
disse nulla. Annuì leggermente,continuando a fissare il pavimento. I
suoi occhi erano stanchi e sembrava come se stesse per perdere di
nuovo conoscenza. Così facendo più velocemente possibile gli sfilai
la giacca nera.
In
quel momento avevo la visuale libera sulla sua schiena e le sue
effettive condizioni. Quattro tagli profondi partivano dal costato di
destra,e continuavano in obliquo fino al fianco sinistro.
Erano
segni di artigli. Li conoscevo bene. Alzai un momento lo sguardo per
riprendere fiato.
Quella
ferita era simile alla mia. Poi mi accorsi che proprio sul muro su
cui si appoggiava il letto c'era un quadro. E non mi sembrò
possibile. Ancora quel Clown. Mi perseguitava non c'era dubbio. “Al
Nonno deve piacere davvero molto questo quadro inquietante,se ha
deciso di metterne uno anche qui.”
pensai.
Comunque
non potevo distrarmi così ripresi a “visitare il mio paziente”.
Sul
braccio sinistro si intravedeva una ferita ma non riuscivo a
stabilirne la gravità.
Così
sfilai dalla mia borsa un paio di forbici.
Lui
mi guardò confuso. Allora gli lasciai mettere a fuoco e vedere così
l'oggetto che avevo tra le mani “Devo tagliare la
maglietta. Te ne procurerò un'altra,ma ti prego...lasciami fare.”
chiesi.
Lui
riprese a guardare per terra e con un soffio di fiato mi rispose
“Derek...”.
Parlava talmente piano che non riuscii a sentirlo “Cosa?” .
“Mi avevi
chiesto chi ero...Derek...il mio nome è Derek.” disse
con la voce scossa da una fitta di dolore.
“Molto
piacere,Derek. Io sono Sofia.”
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Capitolo 2 *** DISCUSSIONI ***
DISCUSSIONI
DISCUSSIONI
“...il mio
nome è Derek.” fu tutto
quello che mi rimase in testa per il resto della nottata di quel
Natale movimentato.
Non
credevo che quel ragazzo sopportasse le mie cure senza fare un
singolo fiato. Certo,ero brava in quello che facevo,ma quelle
ferite... Di certo non pensavo che superasse la notte.
Avevo
dovuto usare tutte le bende e le garze che avevo nella mia borsa. Non
pensavo di averne così tante. Per non parlare delle erbe e delle
pomate antibiotiche che avrei dovuto ricomprare e che costavano
davvero tanto.
Ma
comunque era il dilemma dell'essere l'unica “Guaritrice”
della famiglia. O almeno così
venivo chiamata dai membri del mio branco.
Comunque
solo dopo aver tolto la maglietta a Derek,sono riuscita a rendermi
conto delle sue reali condizioni.
Aveva
segni di morsi al fianco e sulla spalla. Sull'avambraccio sinistro
aveva un enorme livido violaceo,segno evidente che lì c'era stata
una frattura. Ma probabilmente aveva dovuto rimettersela apposto
durante la battaglia,per poter continuare a combattere. La guarigione
era già in atto,anche se stava andando davvero a rilento. E il fatto
che continuasse a perdere conoscenza non lo aiutava affatto.
“Finché i
lupi sono privi di coscienza le loro ferite non guariscono”
mi disse qualche tempo fa mio Nonno. In occasione di un addestramento
con Matt e Daniel,mio fratello minore. All'epoca li aveva strapazzati
per bene,e fu proprio in momento che scoprì che Daniel,così come
me,non aveva ereditato alcun gene.
Il
mio fratellino ci rimase così male che se ne andò di casa. E ancora
adesso faceva fatica a restare con noi per più di qualche ora. Per
questo il Natale non aveva voluto passarlo con noi. Non si sentiva
parte del branco.
Comunque
ben fasciato e imbacuccato sotto le coperte,Derek si stava riposando.
Dando modo alle mie erbe di fare ciò che la sua guarigione lenta,non
riusciva a fare.
Avevo
passato circa due ore tra bende,sangue e medicazioni,e ormai erano
quasi le quattro del mattino. Stiracchiandomi e facendo un po di
stretching,mi diressi verso la cucina. Non avevo fame,per carità! Il
cenone della sera prima mi sarebbe bastato per almeno una settimana.
Ma mi feci comunque un bel caffè bollente.
D'improvviso
sentii bussare alla porta. Così a bassa voce chiesi “Chi
è?” dando modo
all'individuo di fuori di rispondere con una voce calda e dolce
“Sofia sono io,aprimi,ti
ho portato dei vestiti...”
mi rispose la mamma.
Aprii
la porta e la guardai con un espressione colpevole “Vi
avrei avvisato,giuro. Ma è stato tutto così improvviso e Matt mi ha
detto di parlare con il Nonno. Sarei venuta a parlarvene subito
ma...”.
E
ottenni un sorriso in cambio. Mia madre entrò in casa e attese che
io chiudessi la porta per tendermi una mano e darmi una carezza sulla
guancia.
“La
tua vocazione è sempre stata quella di aiutare il prossimo. Io e tuo
padre non te ne facciamo una colpa. Anche se lui è piuttosto
dispiaciuto che la sua bambina non lo abbia chiamato subito. Dovrai
parlarci.”
mi disse accompagnandomi nella camera degli ospiti per continuare la
chiacchierata.
Io
accostai la porta e cominciai a spogliarmi “E
lo farò....appena potrò lasciare quel ragazzo senza il dubbio che
possa morire su quel letto...”.
Finalmente
dei vestiti comodi. Un paio di pantaloni della tuta,e un
felpone,probabilmente di Matt. Potevo sentirne l'odore. Scarpe da
ginnastica e un bellissimo elastico per capelli.
Odiavo
che i miei capelli fossero sciolti. Mi piacevano lunghi,ma ero un
amante delle code di cavallo.
“Sai,potresti
scendere adesso. Potrei stare io qui con lui,mentre tu vai a placare
l'animo di tuo padre. Sul serio,non credo di poterlo più
sopportare....” mi
chiese alzando gli occhi al cielo.
“No,mamma.
Non posso lasciarti da sola,se dovesse peggiorare...o avere bisogno
di qualcosa...”
aprendo la porta e sostando nel corridoio.
“Tesoro,ho
cresciuto tre figli. Ho avuto dei fratelli che quasi si uccidevano
tra di loro,posso occuparmi di un ragazzo moribondo che dorme
immobile sul letto. E poi,quanto potrà essere difficile trattenerlo
per un lupo mannaro in forma come me?” mi
fece notare.
Non
potevo di certo vincere in quella discussione. In realtà,una come
lei avrebbe potuto tranquillamente gestirlo se avesse dato di matto.
Mi preoccupava solo il fatto che quel ragazzo non sembrava essere a
suo agio con altri lupi mannari...o con le persone. Ma forse questo
era solo la mia prima impressione.
“Daccordo.
Allora io vado,ci parlo e torno.”
lanciando comunque una piccola occhiata alla camera da letto “In
cucina c'è del caffè caldo,puoi berlo se ti va...” dissi imboccando la porta di casa.
“Grazie,ma
adesso vai. Prima parli con tuo padre,prima si metterà l'anima in
pace.” mi
disse accompagnandomi alla porta e chiudendomela alle spalle.
Potevo
fidarmi. In fondo era la mia mamma.
Mentre
sostavo davanti all'entrata di casa mia,non sapendo se suonare o
aprire con le mie chiavi,la porta si spalancò,mostrando il mio papà
con un espressione corrucciata.
“Non
mi dire...Tua madre si è lamentata di me e ti ha costretta a
scendere?”
disse sbuffando.
“Già...Mi
fai entrare?” chiesi
abbozzando un sorriso.
“Ehi,è
un paese libero. E questa è casa tua. Non ho mai cacciato un figlio
e mai lo farò...” voltandomi
le spalle e lasciandomi entrare.
Chiusi
la porta alle mie spalle e notai che mio padre era dritto davanti a
me con le braccia incrociate e un sopracciglio alzato.
“Lo
so hai ragione...Ma è successo tutto così in fretta. Come potevo
chiamarti? Non ho avuto tempo...” provai
a spiegarmi.
“Ma
ai tuoi zii sei riuscita a spiegare cosa era successo...”
disse quasi sembrando un bambino geloso.
“Maddai
papà! Cera Anne,con me e Matt. Cosa avrei dovuto fare? Portarmela
appresso e farle vedere tutto quel sangue e quel ragazzo che tentava
di aggredirmi....” mi
morsi un labbro prima di poter finire la frase. Chiusi gli occhi per
un istante aspettandomi le sue grida,che non tardarono ad arrivare.
“Ti
ha aggredita?? Stai scherzando! Quel maledetto...”
continuando a parlare gesticolando con le mani “Deve
sperare di restarci secco questa notte! Perchè se si riprende....Che
ti ha fatto? Fammi vedere!” disse
cominciando ad alzarmi la manica della felpa e ad ispezionarmi con lo
sguardo.
“Papà!
Non è successo niente. Matt era lì. E comunque sono sicura che ci
fosse un motivo valido per quello...Non credo sapesse dove si
trovasse. Cavolo...era moribondo!” mi
alterai leggermente.
“Bè...comunque
dovrò fargli un bel discorsetto quando si riprenderà...”
disse mettendo le mani sui fianchi.
“Fai
come vuoi...” adesso
ero io quella con le mani incrociate e con il broncio.
“Ahhhhhhh....”
sospirò il mio papà “Avanti,vieni
qui...”
mi prese tra le braccia “Non
sono arrabbiato con te. Ma la prossima volta che succede una cosa del
genere,voglio essere avvisato dalla mia bambina. Non da altre
persone....”
mi disse mentre io mi perdevo nel profumo del suo dopobarba.
“Va
bene...Comunque...” slacciandomi
da quell'abbraccio sdolcinato “...potevi
anche chiedere a Matt...lui era con me...”
dissi guardandolo negli occhi.
“Oh,stai
tranquilla che parlerò anche con tuo fratello. Ho saputo che Franz
ci ha fatto una bella chiacchierata e ha mandato lui Phill,Louise e
Bryan a ispezionare il perimetro. In realtà stavo per andare anche
io...”
mi disse guardando l'orologio attaccato al muro.
“Il
Nonno crede che quel ragazzo potesse avere complici?”
chiesi prendendo le chiavi di casa dalla tasca.
“Non
lo so. Ma ha detto che era molto strano che si fosse volutamente
avvicinato in una zona così isolata che appartiene ad un altro
branco. Avrebbe dovuto avvertire la nostra presenza,o quanto meno
quella del nostro Aplpha. Quindi le cose sono due: o è stato ferito
dal suo Alpha e si è avvicinato a noi per cercare rifugio...”
disse
scuro in volto.
“...o
il suo è un piano per infiltrarsi e uccidere il Nonno. In quel caso
i suoi compagni non dovrebbero essere lontani...” continuai
io corrucciando le sopracciglia e stringendo le mani intorno alle
chiavi metalliche e fredde.
“Comunque
sia,credo che sia il caso che vada. E tu,signorina. Se posso darti un
consiglio,mi terrei tua madre per il momento. Sei diventata un
eccellente medico,e una discreta combattente,ma lui è un lupo. Con
tua madre che ti guarda le spalle,saresti più al sicuro...” era
evidente che era lui che si sarebbe sentito più tranquillo con la
mamma che mi proteggeva.
“Si...forse
hai ragione...stavo comunque pensando di chiederle di restare a darmi
una mano...” dando
sfogo ad una riflessione che tenevo nascosta
“Comunque ora è meglio che vada...Buona ronda,Papà.”
dissi facendogli un cenno con la mano mentre,sul
pianerottolo,cominciavo a salire la rampa di scale che portava
all'ascensore.
Lui
mi sorrise,i suoi occhi divennero gialli e accennando un occhiolino
mi disse “Grazie
tesoro.”
E
si dileguò più veloce della luce.
Chissà
com'era correre così velocemente. Avere il vento che ti sferzava in
faccia. Vedere ogni oggetto che ti circondava in modo confuso e
sfocato mentre i tuoi muscoli si spingevano al limite tra una falcata
e l'altra.
Dio
quanto li invidiavo.
Ma
comunque non potevo farci granché. Ero un essere umano e nonostante
per la testa mi fosse apparsa l'idea di farmi trasformare dal
Nonno,sapevo bene che esisteva anche il rischio che non riuscissi a
sopravvivere. Così ormai mi ero data per vinta.
Arrivata
alla porta del quinto piano,notai che era accostata. Un brivido mi
percorse la schiena e come una furia la spalancai di colpo
precipitandomi all'interno. Senza pensarci troppo mi diressi nella
camera da letto,dove riposava Derek.
Ma
niente. Non c'era nessuno. Poi un tonfo mi fece voltare di scatto.
“In salone!”
pensai mentre mi precipitavo nella grande stanza da pranzo. E proprio
lì,sdraiati per terra li vidi. Derek e mia madre completamente
trasformati. Mia madre con la schiena a terra mentre Derek,seduto su
di lei,le teneva la gola stretta fra gli artigli e una mano bloccata
sopra la testa.
Derek
le ringhiava a brutto muso e mia madre tentava di liberarsi.
Senza
perdermi inutilmente in stupidi attacchi di panico,tornai nella
camera da letto,presi dalla borsa una scatolina e tornai nel salone.
Estrassi
dalla scatola una pistola per iniezioni. Dentro c'era un potente
calmante. Decisa mi lanciai sul ragazzo e iniettai il potente siero
dritto nel suo collo. Ma appena quella furia avvertì la
puntura,liberò mia madre per rivolgere una possente manata
artigliata proprio verso la mia faccia.
Mi
scaraventò ai piedi di una libreria,senza provocare molti danni.
Certo apparte alla mia guancia.
“Sofia!”
urlò mia madre,attaccando il ragazzo e bloccandolo nella stessa
posizione in cui lui la teneva poco prima.
Lei
nell'attimo di rabbia,con una faccia spaventosa che non avevo mai
visto,si avvicinò a Derek e gli ruggì talmente forte,che i quadri
appesi ai muri cominciarono tremare e a cadere.
Il
ragazzo rimase immobile. Guardando dritto negli occhi di mia madre.
Poi lentamente le sue orecchie e il resto della faccia tornarono
normali,così come i suoi occhi,che tornarono del loro colore
naturale. I suoi occhi lentamente si chiusero e abbandonò alla
potenza del tranquillante.
Non
potevo immaginare che da quello scontro si sarebbe alzato un
polverone. Subito dopo che mia madre aveva ruggito,una folla di
parenti si era radunata in casa e per le scale. C'erano tutti. E
ognuno di loro era trasformato e minaccioso. Se li avessi lasciati
senza spiegazioni si sarebbero sbranati quel ragazzo molto
volentieri.
“Non
è successo niente! State calmi. Stava delirando per le ferite,ma
mamma è riuscita a calmarlo...”
dissi sperando che la mia mezza verità bastasse a tranquillizzarli.
Ma purtroppo non fu così facile. Zio Chad si avvicinò e mi inveì
contro “E' questo
che stavate nascondendo? Un lupo malconcio che vuole farci fuori
tutti? Esiste il Consiglio! Perchè non lo avete riunito per decidere
il da farsi?” disse
molto adirato.
“Anzi
tutto qui nessuno nasconde niente a nessuno...”
prese la parola mia madre “...secondo
poi, non ne abbiamo avuto il tempo! Questo ragazzo necessitava di
cure mediche. E apparte il riunirci in Consiglio,il nostro
regolamento VIETA severamente di abbandonare un fratello in
difficoltà! Mi rendo conto che anche in questo caso andava chiesto
il parere del branco,ma dovete capire la situazione.” concluse
avvicinandosi al fratello.
“Capire
la situazione? E' un lupo ostile,Paula! Guarda cosa ha fatto a Sofia!
I segni sulla sua guancia ti sembrano normali? Sappiamo cosa recita
il regolamento,ma anche per quello è necessario un confronto con la
famiglia. Ci sono dei bambini nel branco!” puntandole
un dito contro.
Io
intanto mi rialzai senza far notare la mia schiena dolorante,e mi
portai una mano al viso per constatare se ci fosse del sangue. Ma
nulla più di un grosso livido era presente sulla mia guancia.
Li
guardai. Tutti i miei zii. Facendo una faccia molto arrabbiata.
Poi
distolsi lo sguardo,che andai a posare sul corpo del ragazzo disteso
per terra.
Qualche
benda si era strappata,e il sangue aveva ripreso a colare dalla
ferita al fianco e alla schiena.
Così
mi inginocchiai vicino a lui cercando di tamponare l'emorragia.
“Il
Nonno mi ha dato il permesso. Non avete altro da fare che parlare con
lui.”
dissi lasciando delle facce scioccate a guardarmi.
“Non
è possibile! Non avrebbe mai acconsentito ad una cosa del genere. Lo
avrebbe messo in una cella aspettando il nostro giudizio,non in un
appartamento con tutte le agiatezze e un medico privato! E' stato lui
a fare le leggi!”
mi urlò contro il fratello di mia madre.
“No.
Ha ragione”
intervenne zia Mel “Ero
lì quando nostro padre le ha dato il permesso. Sofia ha ragione,se
avete qualcosa da obbiettare dovete parlare con lui.”
inginocchiandosi vicino a me per aiutarmi.
Io
la guardai e le sorrisi. Era come una sorella più grande per me. Ed
era sempre stata dalla mia parte...da quando...
“E
poi perdonatemi se ve lo chiedo,ma che fine aveva fatto il nostro
Consiglio sette anni fa?”
di nuovo presi la parola lasciandoli tutti con un'espressione confusa
“ 'A
nessuno sarà permesso di accusare un membro del branco senza
evidenti prove che dimostrino il suo coinvolgimento in atti ostili.
In quel caso l'eventuale minaccia sarà allontanata dalla comunità.
Qualora i suoi comportamenti rimanessero ostili,l'individuo sarà
eliminato'. Mi sembra recitasse
così una delle regole. Ebbene...” dissi
alzandomi in piedi e sfilandomi la felpa.
Mia
madre si voltò a guardarmi preoccupata. Tutti gli altri invece erano
confusi dal fatto che mi stessi spogliando davanti a loro. Sapevano
dove volevo andare a parare.
Gettai
la felpa per terra e mi voltai dando loro la schiena. Con le mani
sopra la testa raccolsi la maglietta e la tirai su,fino alle spalle.
Mostrando la mia schiena.
Sapevo
che le cicatrici erano ben visibili così continuai “...quella
stupida regola non avete voluto applicarla quando fu necessario.
Anche se avevate queste cicatrici come prova,e addirittura un SUO
artiglio conficcato nella mia pelle.”
veloce mi riabbassai la maglietta e mi voltai di nuovo a guardarli
minacciosa “E
adesso mi venite a dire che le leggi vanno rispettate? E' bello farlo
solo quando ci fa comodo! Quindi per favore,andatevene,e lasciatemi
fare il mio lavoro...”
riposizionandomi vicino a Derek.
La
mia famiglia non era cattiva,ma alcuni di loro stavano cominciando a
pensare solo al proprio tornaconto da quando la moglie di mio Nonno
ci aveva lasciati. E da una parte li capivo. Ora ognuno di loro aveva
una propria famiglia e doveva pensare ai propri figli,ma questo non
gli dava il diritto di dare ordini e fare quello che più gli pareva.
Lasciai
tutti a bocca aperta,a pensare alle mie parole. Zia Mel mi guardò
lanciandomi un piccolo sorriso,mentre io cominciai a sentire le
lacrime salire ai miei occhi,dopo aver ricordato quell'avvenimento.
“Adesso
potete tornare ognuno a casa sua. Domani come prima cosa ci riuniremo
a casa di nostro padre,e decideremo come vogliamo gestire questa
situazione. Ma adesso c'è un paziente che necessita di cure. Buona
notte.”
disse mia madre cercando di far uscire la “mandria” da casa.
Dopo
che la mia famiglia si era “gentilmente” congedata,mia madre e
zia Mel si caricarono Derek in spalla,riportandolo in camera da
letto. Io invece andai in cucina a cercare del ghiaccio da applicare
sul livido. Mi sedetti al piccolo tavolino e mi portai il piccolo
pacchetto di piselli surgelati alla guancia. Il dolore si stava
attenuando,anche se temevo che quel livido ci avrebbe messo un bel
po' ad abbandonare la sua posizione.
“Sai,quando
avevo la tua età e mi allenavo con tuo padre,gli mettevo una bella
bistecca congelata sulla faccia,se lo strapazzavo troppo.” disse
mia madre entrando in cucina con un sorriso.
“Bè...di
bistecche sembra che qui non ce ne sia nemmeno l'ombra. Ma questi
piselli fanno il loro dovere...”
dissi un po' sconsolata “Mi
dispiace per tutto questo...non pensavo di arrivare a tanto...Ma
certe volte odio essere parte di questo branco...”
dissi sincera.
“Lo
so,Sofia. Ma hai fatto solo quello che ti sembrava giusto. Nessuno
può incolparti per questo...” mentre
si sedeva di fronte a me.
“E
adesso chi glielo dice a papà che Derek mi ha ferita...Ha fatto una
storia incredibile quando sono andata a parlarci,perchè gli avevo
detto che quel tipo aveva solo cercato di aggredirmi...Lo
ucciderà,non c'è dubbio.” dissi
sospirando.
“Proverò
a parlare io con tuo padre. E gli chiederò di aspettare a
ucciderlo,almeno fin quando non avremmo capito come è arrivato qui
questo ragazzo e perchè...”
mi sorrise.
Io
mollai la presa dal ghiaccio e allungai la mano verso mia madre,che
dolcemente si soffermò ad accarezzarne il dorso.
Poi
chiuse gli occhi e tutto ad un tratto il dolore era sparito.
Conoscevo quella sensazione. Infatti vidi le vene sulle sue mani
gonfiarsi e scurirsi. Così come pure sulle sue braccia. Mi stava
togliendo il dolore che provavo,e mi sentivo davvero meglio.
Dondolò
un po' in avanti e strizzò leggermente gli occhi,riaprendoli
all'improvviso. Prese una boccata d'aria e staccò le mani dalle mie
“Va meglio adesso?”
chiese rimettendosi in piedi.
“Grazie
mamma!”
la raggiunsi con un abbraccio.
La
mattina arrivò presto,e non riuscii a dormire per niente. Zia Mel si
era andata a stendere nella camera degli ospiti,mentre mia madre
dormiva sul divano del salone. Io invece ero rimasta a vegliare su
quel ragazzo tutta la notte. Ero seduta a terra con la schiena
appoggiata al lato del letto su cui lui dormiva. Stavo beatamente
leggendomi un libro quando avvertii un movimento.
Mi
alzai e notai che il ragazzo si era portato una mano alla fronte e si
guardava intorno con aria confusa.
Così
mi mossi lentamente,dandogli modo di vedermi e di non dare di matto.
I
suoi occhi ricaddero subito sui miei e con un movimento fulmineo
tentò di alzarsi sui gomiti,ma le fasciature strette e le fitte di
dolore glielo impedirono.
“Fermo,fermo!
O distruggerai tutto il lavoro che ho fatto fin ora!” mettendogli
una mano sulla spalla e una sul petto per incitarlo a rimettersi giù.
Lui
mi guardò minaccioso. Poi guardò le mie mani e posò di nuovo lo
sguardo su di me. Così capii di dover togliere le mani
“Okay,okay...non
ti tocco...Ma tu non ti muovere.”
lo pregai,spostando il piccolo sgabello vicino alla porta per
sedermici.
“Tu...chi
sei?”
mi chiese sdraiandosi e voltando lo sguardo verso di me.
“Sofia.
Non ti ricordi? Ti avevo già detto il mio nome.” chiesi.
“Non
mi ricordo. Dove mi trovo?” questa
volta spostando lo sguardo al soffitto.
“Bè,sei
ospite a casa mia. Ti abbiamo trovato io e mio fratello per
strada,conciato piuttosto male. Anche se non mi sembra che tu stia
poi così meglio...” mi
concedetti un piccolo sguardo alla sua ferita sul fianco,causando in
lui un piccolo scatto che mi fece togliere velocemente le mani.
“Senti,non
ho intenzioni ostili. Mi sono occupata di te per tutta la notte,e
vorrei continuare a farlo. Così guarisci per bene e te ne vai!
Insieme a tutti i problemi....”
mi lasciai sfuggire.
Derek
mi guardò curioso,tornò a mettersi comodo e rilassò i muscoli. Non
si fidava di me,era palese. I suoi occhi erano attenti a tutto quello
che stavo facendo. Alzai il cerotto a nastro dai bordi della grande
garza ed esposi la sua ferita al fianco. Presi delle garze e ci
versai sopra del disinfettante. Poi lentamente e delicatamente lo
passai sulla ferita.
Derek
strinse i denti e chiuse gli occhi per un momento,quella ferita era
profonda e gli causava non poco dolore. Ritrassi subito la mano.
Quando era svenuto era più facile.
“Mi
dispiace.”
provai a dirgli,ma tutto quello che ottenni in cambio fu un broncio
minaccioso.
Così
continuai cercando di non pensare alle sue reazioni. Se mi sbrigavo
sarebbe durato di meno quel supplizio.
“Sai,nella
mia esperienza con le brutte ferite ho appreso che quando viene l'ora
della medicazione,non c'è miglior modo per ostacolare il dolore se
non quello di parlare d'altro. Mentre parli regoli il respiro,e
facendo ciò l'apporto di ossigeno nel sangue si
stabilizza,permettendoti di avvertire meno dolore. Quindi...” .
Ma
ovviamente ottenni di nuovo un broncio.
“Daccordo
allora...”
dissi coprendo di nuovo la ferita con garze sterili e applicando
altre strisce di cerotto a nastro.
Mi
alzai tentando di raggiungere la spalla sinistra,che si trovava dalla
parte opposta. Alzai anche lì,il cerotto e le garze e rimasi
sorpresa nel vedere che ormai erano rimasti solo dei segni rossi. La
pelle si era rimarginata quasi del tutto. Così tolsi le fasciature
lasciando la spalla scoperta.
Lui
la guardò,e notai nella sua espressione un pizzico di rabbia misto a
tristezza.
Poi
gli afferrai l'avambraccio destro.
“Questa
era una frattura,vero?” provai
a fare conversazione.
“Già.”
fu tutto quello che riuscii a scucirgli.
“Molti
non sarebbero riusciti a rimetterla apposto...sai per il dolore...e
il coraggio di affrontarlo...” ci
spalmai una pomata per far riassorbire il livido.
“Non
si può combattere con un braccio solo.”
ammise voltando il suo sguardo per non incrociare il mio.
“No
di certo.”
conclusi.
“Hai
una brutta ferita anche dietro la schiena. Ma non potrò vederla
finchè non almeno a metterti seduto.”
gli confessai alzandomi e dandogli le spalle per mettere a posto le
garze avanzate.
Girandomi
di nuovo lo vidi che a fatica era riuscito a sedersi sul letto. Il
braccio sinistro era piagato e afferrava il fianco destro. E
respirava a fatica tenendo gli occhi chiusi in una smorfia di dolore.
“Che
cavolo fai! Non c'è bisogno di fare l'eroe! Se non puoi muoverti non
devi farlo per forza!” mettendogli
una mano sulla spalla e una sul petto per spingerlo indietro. Ma lui
facendo resistenza quasi mi ringhiò.
“Daccordo
allora. Diamo un'occhiata.”
dissi con aria sconfitta mentre riprendevo le garze e le risistemavo
sullo sgabello.
Tolsi
le fasciature e le garze e quasi mi sentii male per quella ferita.
Era davvero profonda. Solo a guardarla faceva male. Cercai di nuovo
di fare più in fretta possibile. Ma la posizione non era delle
migliori. Per di più ogni volta che passavo la garza con il
disinfettante il ragazzo produceva un gemito di dolore. E quindi mi
fermavo e soffiavo sulla ferita,dandogli un leggero sollievo
temporaneo.
Dopo
aver buttato una decina di garze,finalmente la ferita era stata
ripulita. La coprii di nuovo e applicai il cerotto a nastro tutto
intorno.
“Ecco
fatto,ora puoi sdraiarti.”
gli dissi tenendogli sempre una mano sulla spalla.
Così
lentamente,gli afferrai la spalla con decisione,con la mano destra la
sua mano,dandogli una leva per risistemarsi giù,e lo accompagnai a
sdraiarsi.
“La
prossima volta sarà più facile. Ci vorrà un po' perchè tu
guarisca. Le tue ferite stanno ancora grondando sangue nero. E non è
una cosa positiva. Ma d'altronde hai combattuto un Alpha,quindi è
già tanto che tu sia vivo,no?” cercai
di tirarlo su.
Ma
mi lanciò un occhiataccia,mentre cercava di regolarizzare il suo
respiro.
Così
mi alzai,ordinai i miei strumenti sul cassettone e mi diressi alla
porta.
“Qui
fuori ci sono io,mia zia e mia madre. Quella che hai aggredito
qualche ora fa. Tanto per la cronaca...”
me ne andai chiudendo la porta.
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Capitolo 3 *** Sapori e Dissapori ***
Sapori e Dissapori
CHAPTER 3
In casa c'era una pace quasi inverosimile. Mia madre e mia zia mentre
dormivano non facevano assolutamente nessun rumore. Io al contrario
parlavo nel sonno. E non parole a caso. Ma quasi dei veri e propri
discorsi. Una volta Matt decise addirittura di filmarmi. E stavo
recitando perfettamente la parte di un personaggio di un film. Non
proprio le esatte parole,ma ero davvero buffa.
Ma almeno la cosa bella era che non ricordavo nulla.
“Chissà
se anche la mamma da piccola parlava nel sonno?” mi
venne da pensare. Non che queste cose fossero ereditarie. Ma sarebbe
stato buffo immaginarsela.
E comunque nessuno di loro avrebbe potuto sentire la mia voce quella
notte. Anche perchè ero l'unica che non era ancora crollata. Ma ero
abituata alle nottate.
“Le
10 e 30...di già?”
mentre guardavo l'orologio a forma di pizza sciolta che poggiava
sulla cappa della
cucina.
Era il momento di darmi una lavata. E cominciare a svegliare le due
dormiglione. C'era la riunione tra qualche ora.
Entrai in bagno,lasciando la porta spalancata. Chi poteva vedermi
stava dormendo e chi non poteva era comatoso su un letto. E poi non
mi interessava. Alla fine dovevo solo togliere il trucco della sera
prima,che ormai mi aveva fatto somigliare ad un panda.
Mi tirai su le maniche della felpa e aprii il rubinetto. Mentre
l'acqua calda cominciava a far danzare il suo vapore nell'aria,mi
guardai attentamente nello specchio per notare le zone più esigenti.
Gli occhi erano senz'altro la priorità.
Così presi una bella quantità di sapone all'Aloe e cominciai a
strofinarla sul viso.
“Oh,guarda!
Un panda che si lava la faccia. Al WWF dev'essere scappato...”
disse
una voce familiare al mio fianco facendomi sobbalzare.
“Dio,Matt!
Devo comprarti un collare con il sonaglino....” strofinando
anche le guance,stando attenta a mantenere chiusi i miei occhi.
“Rosso,lo
voglio rosso fuoco. Con le mie lentiggini starebbe benissimo.”
accennando
una risatina “Approposito
di collari...Il brutto cane cattivo che ha aggredito mia madre e mia
sorella è ancora vivo?” chiese
con nonchalance.
Io mi bloccai per un momento. Un po' per il dolore alla guancia,che
si ribellava ai miei continui sfregamenti,un po' per la domanda
appena ricevuta.
Con le mani presi dell'abbondante acqua e cominciai a risciacquare la
prima mano di schiuma.
Finalmente potevo riaprire gli occhi e notai che forse non serviva
infierire ancora su ciò che restava del trucco.
Lo avevo tolto tutto,apparte una sottile marcatura nera nella parte
interna degli occhi. Ma quella potevo lasciarla. Non mi dispiaceva
come apparivo con quel nero che li sottolineava appena.
Così
mi asciugai per bene e risposi “E'
vivo. Puoi starne certo. Sono io il medico,ricordi?”
modestie a parte ero davvero molto brava. Con tutte le erbe e gli
intrugli rari che avevo applicato sulle sue ferite era strano che non
stesse già in piedi.
“Ah!
Perfetto!”
disse unendo le mani in un sonoro 'Clap'
“Allora ti lascio.
Il mio incontro di Wrestling sta per cominciare...”
cominciando ad avviarsi.
“Dai,smettila.
Non credo lo abbia fatto volontariamente. Era ferito e delirava...”
quante volte lo avevo difeso quel ragazzo da quando lo avevamo
trovato? Neanche fosse stato mio fratello.
“Volutamente
o no,non mi importa. Non lo ucciderò...gli farò solo vedere come
sono bravo a fare la German Suplex.”
disse sorridendo maliziosamente e riducendo gli occhi a due fessure.
“Andiamo
Matt. Potrai fare di lui quello che vorrai,quando si sarà ripreso.
Sempre se si riprenderà...Le sue ferite ancora versano sangue
nero...” ammisi
sconsolata.
Matt in tutta risposta mi strinse le spalle con le mani e mi guardò
serio.
“Sono
sicuro che si rimetterà...”
poi facendomi un sorriso “...anche
se ha te come medico!”
“Ah,e
questo che vorrebbe dire?” cominciando
a dargli dei pugni su un braccio.
Lui mi prese e mi sollevò da terra andandomi a bloccare. E mi
trascinò fuori dal bagno.
Continuava a ridere,così come facevo io. Poi riuscii a liberarmi e
cominciai a fargli il solletico ai fianchi.
“Ahahah.
Il tuo punto debole è scoperto!”
gli risi contro.
Lui indietreggiò implorando pietà,e poi contrattaccò con uno
sgambetto che mi fece crollare a terra.
Io allungai un piede e mi feci raggiungere. Lui fu subito sopra di me
bloccandomi le mani sulla testa con una mano,mentre con l'altra
cominciava a farmi il solletico di rimando.
“Adesso
chi è quello con il punto debole scoperto?”
continuando a ridere.
Quelle erano le nostre “lotte tra fratelli”. Quasi non respiravo
più per le risate. Dovevo fare qualcosa.
Spostai una gamba e riuscii a ribaltarmi. Adesso ero io sopra di lui.
E mentre stavo alzando le mani per mimare la tortura che stavo per
infliggergli,mi accorsi che lui guardava alle mie spalle.
Mi fece un lieve cenno con la testa di girarmi,e così feci.
Rimasi sorpresa nel vedere che eravamo finiti davanti alla camera da
letto in cui riposava Derek. E lui era proprio lì davanti a noi
tutto curvo con una mano sul suo fianco che ci fissava confuso e
sorpreso.
“Ah!!Derek!
Che ci fai in piedi?”
dissi un po' in imbarazzo alzandomi quasi all'istante.
Lui continuava a fissarci un po' dubbioso su come esprimersi.
Mio fratello si tirò su,e si diede delle pacche sui pantaloni per
togliere quel poco di polvere che c'era sul pavimento.
“E'
difficile dormire con due 'galline' scornachiate che ridono a gran
voce,Sofia” riconobbi
la voce di mia madre alle mie spalle.
In un attimo eravamo riusciti a svegliare tutti.
Mamma era con le braccia conserte appoggiata sul ciglio della porta.
Zia Mel,ancora non proprio sveglia,si limitava a stare in piedi sulla
porta della camera degli ospiti,con i capelli corti tutti arruffati e
uno sguardo ancora sul dormiveglia.
“Ahi,ahi
sorellina. Li abbiamo svegliati tutti.” disse
Matt ricominciando a ridacchiare “Ehi,ragazzo
artiglio. Ti andrebbe di provare con me oggi?”
gli chiese con un sopracciglio all'insù,avvicinandosi di qualche
passo.
Derek era evidentemente debilitato e confuso da quella situazione,e
dalla domanda di Matt.
Corrugò le sopracciglia e storse la faccia di lato.
“Matt,smettila.
Ti ho già detto che non è stata colpa sua...”
dissi portandomi inconsciamente una mano sulla guancia.
Derek notò il mio gesto e il grosso livido,e da un'espressione
confusa ne uscì una sorpresa. Forse aveva capito chi era stato
l'artefice.
“Eh
si,bello mio. Alla fine ci sei riuscito a colpirla. Cos'è? Non sei
riuscito a staccarle la testa quando eravamo in strada,e quindi ci
hai provato qui?” disse
avvicinandosi ancora di un passo a Derek.
Ma il ragazzo continuava a fissare la mia guancia. Non ero un lupo,e
non sentivo le sue emozioni. Ma i suoi occhi. Potevo leggerli
facilmente,e riuscii a vedere la sorpresa e il dispiacere.
“Matthew
Lee Carlson!” lo
riprese mia madre.
Non so perchè ma i genitori rafforzano i concetti pronunciando il
nome completo dei propri figli. E un po' mi inquietava quanto questo
aveva impatto su di noi.
“Smettila
subito! La situazione era sotto controllo e lui in quel momento non
sapeva cosa stava facendo.”
lo riprese avvicinandosi a lui.
Mio
fratello la guardò un istante e poi voltandosi di nuovo verso
Derek,caricò un artigliata verso la sua faccia “Anche
io in questo momento non controllo le mie azioni!”
disse serio.
“Ma
che cavolo?” e
mi lanciai veloce tra lui e Derek,che sorprendentemente non stava
reagendo minimamente.
Praticamente lo tamponai,andando a cozzare proprio contro il suo
petto,e finendo per trascinarlo a terra.
Rimasi per un istante con gli occhi chiusi. Quasi del tutto in
braccio a Derek. In quel momento saltargli addosso mi era sembrata
un'ottima idea per salvarlo da Matt,ma poi mi accorsi che le mie
braccia erano intorno al suo collo. Ora,non è che lui fosse
esattamente un figlio dei fiori,pace e amore e tutto il resto,perciò
come un lampo,mi ritrassi velocemente rotolando di lato e alzando le
mani in segno di resa.
“Scusa,scusa,scusa!
Non lo faccio più!”
mi affrettai a dire.
Ma lui,girandosi a fatica sul mio lato,mi guardò perplesso. Una mano
era al suo fianco e sembrava davvero dolorante.
Alla fine però credo che fosse contento che lo avessi salvato dagli
artigli di mio fratello.
Anche se in effetti eravamo tutti così vicini che aveva per forza
preso uno di noi.
Ma stavamo tutti bene.
Poi notai che mia zia Mel,credo in parte per sonnambulismo,aveva
afferrato Matt alla vita. Era quasi del tutto trasformata e stringeva
i denti per lo sforzo. E mia madre aveva fermato il suo colpo con una
mano.
“Perchè
cavolo mi hai fermato? Non lo avrei ucciso...”
disse quasi ringhiando contro mia madre.
“Adesso
conto fino a tre,e quando avrò finito,voglio che i tuoi artigli
siano spariti. E la stessa cosa vale per i tuoi occhi. Uno....”
disse con tono calmo e minaccioso. Mi metteva un po' paura quando
parlava in quel modo e con quell'espressione seria.
Mio fratello ci guardò per un momento molto adirato per non essere
riuscito a dargli almeno un pugno in faccia. I suoi occhi erano
gialli e brillavano.
“...DUE...”
alzò la voce la mamma.
Matt sospirò e i suoi occhi tornarono al classico color cioccolato.
Anche i suoi artigli non tardarono a scomparire e lui si calmò un
po'.
“Bene.
Posso tornare a dormire...”
sbadigliò zia Mel,mollando la presa su Matt e tornando al suo
aspetto da umana stanca e assonnata.
Matt si sganciò dalla presa della mamma e risistemando i suoi abiti
mi sorrise.
“Per
questa volta passi. Ma se succederà di nuovo...” si
sospese mentre fissava minaccioso Derek.
“...me
ne occuperò io,non preoccuparti.” conclusi
io. Anche se sapevo che non sarei riuscita a fermare Matt se Derek mi
avesse aggredita una terza volta.
Il
fatto che mio fratello tenesse così tanto a me un po' mi faceva
piacere. Molte volte è stato proprio questo suo attaccamento nei
miei confronti a salvarmi da situazioni di pericolo. Il problema però
era che lui non aveva mezze misure. Per questo Derek doveva ritenersi
molto fortunato. Una volta si era addirittura andato a scontrare con
nostro padre per un addestramento troppo intensivo a cui mi aveva
sottoposto,e che mi aveva procurato la rottura di un braccio.
Comunque,dopo
che era andato via,avevo avuto l'occasione di risistemare un pochino.
Mia madre e zia Mel erano andate alla famosa “riunione” con il
nostro Alpha,e io ero rimasta a preparare la colazione per me e
Derek.
“Chissà
cosa piace a Derek...Magari potrei fare dei pancakes. E mettere
insieme un po' di macedonia di frutta...non sarà un pasto da Re,ma
almeno gli darà un po' di energie....”
dissi aprendo il frigorifero.
I
pancakes non erano la mia specialità,ma non mi venivano male. Ero
brava in cucina e questa mia passione mi portava spesso a cercare
nuove ricette e a provarle,facendo fare da cavia alla famiglia.
Il
problema erano le dosi,perchè le mie ricette erano studiate apposta
per un esercito.
Quindi
dovevo improvvisare e sperare che le quantità fossero esatte.
Finito
di preparare l'impasto lo versai a grandi cucchiaiate nella
padella,che subito cominciò a sfrigolare. Mentre aspettavo che si
dorassero da un lato,presi la frutta dal frigorifero e cominciai a
sbucciarla.
“Male
che va non la mangia...Potrei sempre fargli un brodo di pollo per
pranzo. Era quello che mi faceva sempre la nonna quando stavo
male...”
bloccandomi a quel pensiero.
La
nonna nemmeno me la ricordavo. Il suo ricordo lo avevo completamente
rimosso. Se n'era andata che io avevo solo 8 anni,e io le ero così
legata che quando successe,la mia mente spense tutto. Qualsiasi
memoria che avevo di lei era scomparsa. Ma c'era la mamma che me ne
parlava.
Scossi
la testa e andai a girare i pancakes.
“Perfetti!
Dorati al punto giusto.”
esclamai soddisfatta.
Lasciai
che anche il secondo lato si dorasse e andai a tagliuzzare i frutti
in una piccola ciotola.
Aggiunsi
dello zucchero,del succo di arancia e di limone e mescolai.
Spostai
i pancakes su di un piatto,impilandoli e guarnendoli con del miele.
Lo
sciroppo d'acero sarebbe stato più adatto,ma in quella cucina non
c'era. Non era di certo casa mia,e già era tanto che qualcuno avesse
fatto la spesa.
“Et
voilà!” sorrisi
felice guardando il delizioso pasto che avevo preparato e sistemato
su di un vassoio da letto. Con i piedini che si abbassavano,era
comodissimo per mangiare in tranquillità senza muoversi dal letto.
Così
mi diressi alla camera,e facendo non poca fatica ad aprire la
porta,viste le mani impegnate,entrai.
Subito
dopo lo sfogo di Matt avevo dovuto rifare le fasciature,perchè con
il mio placcaggio avevo fatto riaprire la ferita sulla schiena.
Era
ancora malconcio,e quell'artigliata faceva fatica a rimarginarsi.
Comunque
era lì sdraiato che dormiva. Leggermente rialzato con la schiena
visto che per farlo stare più comodo avevo messo un paio di cuscini
sotto di lui.
Così
piano piano misi il vassoio su un cassettone e sistemai le posate al
lato del piatto dando la schiena al mio ospite.
“Non
lo voglio...”
mi sorprese Derek facendomi sobbalzare.
Io
mi voltai a guardarlo.
“Dovresti
prenderne un po' invece...ti farebbe bene mangiare qualcosa.”
ammisi unendo le mani dietro la schiena.
Ma
lui prese a guardarmi male.
“Dai,non
c'è motivo di fare così...lo capisco che Matt è stato duro con
te,ma cerca di capire la situazione. Sei pur sempre un estraneo che
non ha intenzione di dire niente di se...”
dissi andandomi a sedere vicino a lui sullo sgabello “...lui
è mio fratello. E' normale che si preoccupi per la sua famiglia. Tu
non faresti lo stesso?”
chiesi innocentemente.
Quella
mia domanda lo fece accigliare ancora di più.
“Non
ho fame,come devo dirtelo?”
mi disse alzando la voce scocciato.
Forse
era vero,forse no. Però non poteva di certo alzare la voce così.
“Sta
calmo! Ho capito,non c'è bisogno di fare tante storie. Adesso lo
porto via...”
dissi ormai sconfitta alzandomi e prendendo il vassoio “...comunque
sia,ho visto come mi guardavi prima. Se ci stai pensando,non fartene
una colpa. La mia guancia guarirà...” avviandomi
verso la porta.
La
sua espressione era ancora arrabbiata,ma poco prima che uscissi mutò
improvvisamente.
Era
pensierosa e preoccupata.
“Ehi,sorellina!
Dolce,la mia sorellina che salva la vita al suo carnefice! Dimmi un
po',cosa stai preparando di buono?”
disse Matt affacciandosi in cucina.
Erano
ormai tornati dalla riunione e sembrava essere andata piuttosto bene.
A quello che mi aveva detto la zia Mel,il Nonno aveva vietato
tassativamente di tenere comportamenti ostili nei confronti
dell'ospite. Anche se aveva aggiunto che Derek si sarebbe dovuto
fermare per qualche settimana con noi. Non so perchè. Ma comunque
doveva avere le sue buone ragioni.
“Un
brodo di pollo Matt. Ci affiancherò qualche verdura ripassata in
padella...”
dissi concentrandomi sui fornelli.
“Ma
non ti sembra un po' poco?”
mi chiese avvicinandosi ai fornelli curioso “Questo
basterà solo per un paio di persone....”.
“Infatti.
Questo è per te e Derek. Mamma e zia mangeranno con il Nonno e con
papà. Noi invece siamo di guardia.”
dissi assaggiando il delizioso brodo.
“E
tu? Non mangi nulla?”
mi chiese serio infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
“No.
Ho fatto una bella colazione. Pancakes e macedonia. Ho mangiato
davvero tanto.”
dissi assaporando ancora la deliziosa colazione che “qualcuno”
aveva rifiutato.
“Non
mi dire...”
mentre si sedeva al tavolo della cucina “...avevi
preparato la colazione per lui,e non l'ha voluta...Che stupido. Non
si rimetterà mai se si impunta così.” disse
accendendosi una sigaretta.
Io
lo fulminai con lo sguardo. Fumare in una cucina operativa. Se fossi
stata come lui probabilmente i miei occhi sarebbero già mutati in un
oro lucente.
“Va
bene! Non ti arrabbiare! Guarda,la spengo...” disse
sbuffando.
Io
non fumavo,e sinceramente non mi dava fastidio che qualcuno lo
facesse. Ma mentre cucinavo,l'unica cosa che volevo sentire era il
buon odore sprigionato dalle pietanze che cuocevano sopra i fuochi.
“Comunque
cosa ti fa pensare che questa volta il “cagnolino” voglia
mangiare?”
chiese marcando particolarmente la parola “cagnolino”.
“Il
fatto che ci sarai anche tu ad aiutarmi...”
voltandomi con un sorriso furbetto.
“Cosa?
No,non se ne parla. Se vuole mangiare bene. Non puoi costringermi a
stare con lui adesso...”
alzandosi di scatto e gesticolandomi contro.
“Ma
se sei stato tu il primo a dirmi di aiutarlo in strada! O te ne sei
dimenticato?”
mettendomi una mano al fianco e gesticolando di rimando con l'altra.
“Era
diverso! Non sapevo che tipo fosse...”
alterandosi leggermente.
“Ah,perchè
adesso lo sai bene? Allora illuminami.”
incrociando le braccia al petto e aspettando.
“Senti,so
che è stata una mia idea,ma...”
cercando di convincermi.
Io
però senza muovermi di un millimetro,alzai un sopracciglio. Era la
mia mossa finale.
Lui
sospirò e si passò una mano dietro la nuca.
“Dammi
quel dannato piatto!”
ormai arreso.
Io
andai verso di lui con un sorriso di gratitudine e gli stampai un
bacio sulla guancia.
“Come
cavolo fai a convincermi ogni volta...”
disse guardandomi.
Io
versai il brodo in un piatto. Misi la carne in un altro insieme alle
verdure e glieli porsi. Poi riempii altri due piatti allo stesso
modo,e me li portai appresso,avendo cura di arraffare le posate che
avevo preparato in precedenza.
Mi
voltai e Matt era già sparito. Così mi sbrigai a raggiungerlo,era
meglio non lasciarli soli quei due.
Arrivata
alla camera notai Matt inginocchiato vicino al letto. I piatti erano
sul famoso cassettone.
“Matt,che
stai facendo? Se dorme lascialo stare..”
dissi mentre posavo anch'io i piatti.
“Sofia...non
sta bene. C'è qualcosa che non va....” mi
disse con voce preoccupata.
Io
mi avvicinai velocemente facendogli cenno di spostarsi.
Derek
era parecchio sudato e ancora pallido. Gli misi una mano sulla
fronte.
“Ha
la febbre alta...non va bene,non dovrebbe avere la febbre!”
alzando la voce preoccupata.
“Che
significa?”
mi chiese subito Matt.
“Significa
che c'è un infezione...ma è impossibile...”
cominciando a pensare aggrottando le sopracciglia “...per
un lupo mannaro una cosa del genere non è nemmeno
contemplata...cioè...l'unico modo...”
poi mi venne il lampo di genio “Matt!
Sali dall'altra parte del letto e aiutami a girarlo verso di te. Devo
controllare una cosa...”.
“Daccordo”
e in un lampo era già al suo posto.
Quando
fu finalmente sul fianco mi apprestai a togliere le fasciature sulla
schiena.
Come
Matt vide la ferita rabbrividì e allentò la presa su Derek.
“Matt!
Così non riesco a vedere!”
lo ripresi.
“Si,scusa...è
che mi ha fatto effetto...” disse
risistemandosi in posizione “Comunque
cosa stai cercando?”.
“Non
ne sono sicura. Queste ferite mi hanno fatto venire un dubbio.
Ricordi quando il Nonno ha combattuto contro quel tale,a New
Orleans?”
domandai mentre lentamente facevo scorrere le dita sopra i grossi
tagli profondi.
“Quel
lupo che aveva rapito Anne? Si,perchè?”
disse palesemente confuso.
“Il
Nonno era stato ferito,ma non guariva. E per un Alpha è parecchio
strano,no?” dissi
mantenendo il contatto con la schiena di Derek che cominciava ad
avvertire il dolore.
“Si,ma
poi si riprese...”
disse con tono ovvio.
“Certo,ma
solo perchè la mamma riuscì a capire cosa non andava...Quel tizio
aveva lasciato un suo artiglio nel braccio del Nonno,e gli impediva
di guarire.”
dissi facendo un po' di pressione con le dita.
Matt
sembrava aver capito dove volevo andare a parare. Io invece non ero
così sicura. Però quella teoria mi sembrava la più plausibile.
Ma
vedere attraverso tutto quel sangue nero era davvero un'impresa.
Tentai
di affondare un po' di più le dita ai margini delle ferite
affidandomi al tatto.
Ma
più andavo in profondità,più Derek avvertiva il dolore e
cominciava a destarsi.
“Che
cavolo...fate?”
disse stringendo i denti e afferrando il braccio di Matt.
“Non
muoverti,forse Sofia ha capito cos'è che non va...” intervenne
Matt.
“Eccolo!”
pensai
non appena il mio dito indice sfiorò una punta acuminata.
Inserii
anche il pollice e afferrando bene l'oggetto,lo tirai fuori.
“L'ho
trovato!” mostrando
a Matt l'acuminato artiglio “Ora
devo prendere gli altri...”.
“Come
gli altri?!” disse
Matt tra il sorpreso e il terrorizzato.
Ma
senza dire nulla mi apprestai a cercare gli altri,che non tardarono a
farsi trovare. Il secondo venne via molto facilmente.
Ogni
volta che ne tiravo fuori uno,il sangue nero cessava di uscire da
quel taglio. Era ovvio a quel punto che erano quelli il problema.
Però
era una vera e propria tortura per Derek che cercava di resistere
senza muoversi troppo. Al terzo che tirai fuori buttò fuori tutta
l'aria che teneva in corpo,con un sonoro gemito.
“Okay,credo
ne manchi uno solo...Non riesco a sentirne altri...”
dissi asciugandomi la fronte con l'avambraccio.
“Aspetta,Sofia.”
mi
bloccò Matt “Non
ce la fa più,fallo respirare...”
quasi in pena per lui.
Alla
fine mio fratello non era cattivo. Era solo iperprotettivo.
“Prima
lo faccio e prima starà meglio....” dissi
guardandolo.
“Ce
la faccio...”
disse con voce tremolante Derek. Teneva gli occhi chiusi in una
smorfia,con i denti serrati.
Così
misi per l'ultima volta le dita in quella ferita cercando l'ultimo
artiglio.
Derek
cominciò a muoversi in avanti. Una risposta inconscia al dolore.
“No,Derek
devi stare fermo o ci metterò di più...”
afferrandolo con la mano libera.
“Aspetta
proviamo così...”
disse Matt stringendo con la mano il bicipite di Derek.
Chiuse
gli occhi e in un istante le vene della sua mano divennero nere e
marcate.
Strinse
i denti cercando di assorbire quanto più dolore potesse.
Derek
sembrò avere un po' di sollievo e rilassò leggermente i muscoli.
“M-muoviti
Sofia!”
mi ordinò Matt.
E
io non me lo feci ripetere due volte.
Sfilai
quel maledetto oggetto appuntito dalla sua schiena e lo lanciai in
terra. Lo avrei ripreso in un secondo momento.
Matt
lasciò la presa sul braccio di Derek e cadde indietro ansimando. Il
lettone attutì la caduta. Le sue vene tornarono normali e cominciò
ad ansimare rumorosamente.
Anch'io
mi lasciai cadere sul sedere tenendo le mani sporche di sangue in
avanti.
Derek
riaprì gli occhi e ritornò sdraiato sulla schiena.
Tutti
e tre boccheggiavamo in cerca di aria.
Chi
per il dolore,chi per l'adrenalina,chi per l'ansia.
Poi
il rumore della porta della camera che si apriva mi fece girare.
Era
mio padre,che ci guardava con gli occhi socchiusi e con faccia
interrogativa.
Provai
a parlare ma mi precedette.
“Non
voglio nemmeno sapere quello che stavate facendo....”
andandosene richiudendo la porta.
Io
sorrisi e mi sdraiai sul pavimento.
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Capitolo 4 *** Situazioni Difficili ***
SITUAZIONI DIFFICILI
CHAPTER 4 - SITUAZIONI DIFFICILI
Incrociai le braccia al petto,arricciai le labbra e storsi la testa
di lato. Feci un passo indietro continuando a fissare il muro davanti
a me. Storsi la testa dall'altro lato e socchiusi leggermente gli
occhi. Quel quadro era davvero inquietante.
Dopo
aver curato Derek,mio Nonno aveva voluto vedermi. Ma come misi piede
a casa sua,mia zia Mel mi disse di aspettarlo nel salone,visto che
era andato a cacciare con i “cuccioli”.
Così venivano chiamati
i più piccoli che dovevano essere addestrati a controllare il loro
potere.
E guarda caso mi ritrovai per l'ennesima volta a guardare
minacciosamente quel dannato quadro.
Era davvero brutto. Che poi non mi spiegavo perchè ce ne fossero
addirittura due copie.
Ogni volta che lo guardavo sembrava come se riuscisse a trafiggermi
l'anima,con quei suoi occhi confusamente minacciosi e tristi allo
stesso modo.
“No,non mi
piaci per niente,è bene che tu lo sappia...”
gli dissi.
Come se potesse rispondermi.
“Non capisco
cosa ci veda il Nonno in te e il tuo delizioso fratello gemello...”
avvicinandomi di più alla tela e sussurrandogli “Un
giorno o l'altro penso che vi ritroverete a casa di qualcun altro.”.
Sorrisi soddisfatta per avergli confessato i miei intenti.
“Cielo,spero
proprio di no.” mi fece
sobbalzare la voce di mio Nonno.
“Dio! Nonno!
Mi hai fatto spaventare. Pensavo fosse stato lui a rispondermi...”
indicando il Clown con un
pollice.
“Nipote,un
ammasso di cellulosa e pigmenti colorati non ha di certo il dono
della parola.” mi riprese
avvicinandosi con un sorriso.
“Si,bè...come
se fosse la cosa più strana che avessi visto...”
risposi io lanciando un occhiataccia al quadro.
“Comunque
mamma mi ha detto che volevi parlare con me? Cos'è successo?”
chiesi curiosa.
Il Nonno si sedette sulla sua poltrona accavallando le gambe.
“Ho saputo che
sei riuscita a salvare il tuo amico. I miei complimenti.”.
“Si,ma non
senza difficoltà. Matt è dovuto intervenire. E non siamo amici.
Siamo più dei conoscenti.”
dissi accennando un piccolo broncio.
“Certo.”
mi sorrise “Comunque non so se te lo hanno riferito,ma il
Consiglio ha raggiunto un compromesso per il tuo “conoscente”...”
disse facendo le virgolette con le dita.
“Si. Potrà
restare finchè non si rimetterà. E sarà nostro prigioniero per
qualche settimana...” dissi
dura.
Non mi era andato giù il fatto che avesse deciso di tenerlo qui
contro la sua volontà. Se fossi stata io,sarei voluta tornare dalla
mia famiglia. E poi ovviamente sarebbe toccato a me il fantastico
compito di tenerlo a bada. E non mi piaceva granchè. Non ero mica
una babysitter.
“Prigioniero?
Forse hai capito male. Devono averti riferito delle informazioni
sbagliate” aprendo il
quotidiano sulla pagina dello sport “...vedi,non voglio
assolutamente che creda di essere prigioniero. Se vuole andarsene,è
libero di fare come vuole. Ma preferirei che restasse.”.
Decisamente c'era qualcosa che mi sfuggiva. Se aveva dato la sua
parola al Consiglio che Derek dovesse restare a casa nostra,era così
e basta. Non poteva andarsene.
“Non
capisco...” ammisi.
“Vedi,vorrei
conoscerlo questo ragazzo. Sopravvivere per così tanto tempo agli
artigli di un Alpha...Io,quella volta a New Orleans,riuscii a
resistere solo per qualche ora,dopodiché se non mi avesse salvato
tua madre...” si fermò un
momento.
Abbassò il giornale e si voltò a guardare la foto di mia Nonna che
poggiava sul tavolino al suo fianco.
Quanto dovevano amarsi,ormai solo lui lo sapeva. Si,puoi raccontare
ad amici,parenti,figli,di questo tuo sentimento. Ma alla fine gli
unici due che sanno davvero cosa sia,sono i diretti interessati.
Io però lo sapevo. Lo vedevo ogni volta che lui guardava la sua
fotografia. Lo sentivo talmente forte,che quasi mi mancava il
respiro. Dovevo chiudere gli occhi e respirare. Forse però era solo
la mancanza di quella persona di cui non avevo memorie,che mi faceva
quest'effetto.
Probabilmente vedere il Nonno che guardava la foto con quella sua
dolcezza disarmante,mi faceva un po' male. Mi faceva pensare a quanto
fossi stupida. Quanto il mio subconscio fosse stato stupido a
precludermi il ricordo di quella persona. E mi veniva da piangere.
“...vorrei che
si unisse a noi nelle battute di caccia.”
disse secco riprendendo a guardarmi serio come al solito.
Io rimasi a bocca aperta. Ero leggermente scioccata.
“Ma
Nonno....le battute di caccia sono solo per la famiglia. Nessuno può
partecipare,lo hai stabilito tu...” mi
avvicinai con le mani aperte come se dovessi spiegarglielo.
“Ne sono
consapevole,nipote. Ma vorrei vedere come si comporta. Testare le sue
abilità,e il suo sangue freddo sotto stress.” avvicinandosi
e stringendomi le spalle.
Io ero ancora più sorpresa e senza parole.
“Ma...il
branco...zio Chad e gli altri...”
chiesi.
“Ho già
avvertito tutti.” mi disse
sorridendo.
“E come...no
aspetta...” liberandomi dalla
sua presa e facendomi di qualche passo indietro “...a
capo delle spedizioni c'è Martin. Hai idea di come lo tratterà? Lo
inserirà nella sessione della notte! No! Non reggerà...”
dissi preoccupata.
“Sofia,stai
tranquilla...” disse
incrociando le braccia e sorridendomi “...nessuno lo
metterà alla sessione della notte. Non sono mica uno stupido. Anche
se il branco ha aderito a questa iniziativa,non significa che lo
abbiano accettato tra di loro. Per questo l'ho messo con Seth.”
“Di
bene in meglio!” pensai
lasciando che lo shock apparisse sulla mia faccia.
Lo guardavo a bocca spalancata con gli occhi sbarrati e una mano
bloccata ad indicarlo.
Stava scherzando non c'era dubbio. Seth non era stato assegnato
nemmeno ai miei genitori e ai miei zii quando erano giovani.
Così presi un bel respiro,unii le mani e chiusi gli occhi.
“Nonno.
Io sono contenta per quello che stai cercando di fare,davvero. Ma sai
bene che tra tutti quanti noi forse Seth non è il più indicato.
Preferirei metterlo con Martin allora! Apparte il fatto che non credo
che voglia fare una cosa del genere,secondo poi...andiamo Nonno!”
provai
a convincerlo.
“Riuscirai
a convincerlo. Ne sono certo. E poi a capo di questa sessione ci
sarai tu. Non Seth.”
disse molto contento.
Per l'ennesima volta non sapevo cosa dire.
In un attimo mi ero trovata a dover affrontare diverse situazioni
incredibilmente difficili.
“Ma
chi me lo ha fatto fare....”
fu l'unica cosa che pensai.
“Quindi
dovrei salire su,dire a Derek che deve restare qui. Obbligarlo a
partecipare alla caccia,e sperare che Seth non lo riduca a
brandelli...calcolando che ha un odio profondo per gli estranei....”
passandomi le mani sulla faccia “...niente
di facile...”.
“Io
credo che tu possa farcela. Dimostrami che sei in grado di prendere
il comando.”.
Che cosa avrei dovuto fare?
“Daccordo...ma
ti avverto,nessuno sarà contento di tutto questo...” dissi
voltandomi.
E di nuovo quel cavolo di Clown era davanti a me. Come se non fosse
già una situazione stressante. Ci si metteva anche lui a fissarmi.
“Secondo
me i “cuccioli”
invece saranno entusiasti!”
disse ridacchiando.
Io lo guardai storcendo la bocca e alzando un sopracciglio.
Mi voltai e procedetti verso l'uscita.
“Mi
raccomando Sofia,voglio essere aggiornato su ogni suo movimento.”
disse.
“Okay,Nonno.”
alzando una mano come saluto.
Aprendo la porta dell'appartamento al quinto piano,notai che il
silenzio che c'era nella casa era veramente opprimente. Così come
anche il buio. Dovevo aprire qualche scuro. Ormai era pomeriggio,ed
essendo così in alto,avevamo la benedizione di avere sempre il sole
a disposizione.
Aprii tutte le persiane,richiudendo poi le finestre. Faceva
freddino,visto che eravamo a Dicembre inoltrato.
La porta della camera in cui riposava Derek era spalancata,così
pensai di andare lì per accostarla.
E fui sorpresa di vedere che non era solo. Matt era lì che dormiva
seduto per terra,con la schiena poggiata al letto e la testa sul
materasso. Le braccia posavano morbide in mezzo alle gambe che
giacevano aperte e stese. Stava facendo la guardia?
Era ancora vestito di tutto punto per la festa di Natale. Non si era
cambiato.
Sorrisi e gli andai incontro,inginocchiandomi vicino a lui e
scuotendolo delicatamente per una spalla.
Lui si destò all'improvviso,super agitato.
“Che
succede? Sta bene?”
disse pronto a rimettersi in piedi.
Io sorrisi.
“Sta
tranquillo. E' tutto sotto controllo. Sta dormendo come un ghiro.
Penso che entro la fine della giornata starà benone.”
.
Lui si rilassò e sospirò lasciando andare la testa all'indietro sul
materasso.
“Meno
male...non credo che avrei sopportato di nuovo la vista della sua
schiena.”
disse chiudendo per un secondo gli occhi.
“Ma
non eri tu, quello che voleva ucciderlo qualche ora fa?” chiesi
sedendomi vicino a lui e agguantandogli l'avambraccio,per
accoccolarmici.
“Sono
ancora arrabbiato per quello che ha fatto...”
disse fissando il soffitto “...ma
comincio a capire la situazione. Non doveva essere facile riuscire a
resistere a tutto questo...”
alzando un braccio e poi riposandolo tra le gambe “...non
credo che dovrei fargliene una colpa. Sono stato leggermente troppo
duro con lui...”.
Io staccai la testa dal suo braccio e presi a fissarlo stupita.
“Chi
sei? E cosa hai fatto a mio fratello?”
dissi.
“Lo
sai...dopo quello che è successo con Alex...Proteggerti è il mio
compito. E' questo che fa un fratello maggiore...Ma forse questa
volta,avrei dovuto solo fare silenzio e passare sopra a tutto.”
mi confessò.
“Già...Ma
comunque non ti nascondo che un po' mi ha fatto piacere che tu abbia
agito in quel modo...D'altronde mi hai sempre guardato le spalle...”
riposizionandomi sul suo braccio.
“Si,e
guarda infatti in che condizioni è la tua schiena...”
disse mettendosi il braccio libero piegato sui suoi occhi.
“Ti
ho detto mille volte che non è stata colpa tua,smettila di pensarci.
E' già tanto che tu fossi lì,e che sia riuscito ad allontanarla da
me...Sarei morta,se tu non ci fossi stato...”.
“Ricordi
com'era quella ferita?”
chiese togliendo il braccio dalla faccia.
“Certo
che lo ricordo...profonda,dolorosa e inaspettata...”
dissi rattristandomi “...ma
la cosa peggiore fu quella di sapere chi era stata l'artefice...Non
era la ferita alla schiena,che sanguinava e pulsava sotto il mio
peso,la cosa che mi faceva così male da togliermi il respiro...”.
Strinsi di più il suo braccio.
“Era
il cuore. Questo stupido muscolo,così importante,che si era rotto
nel momento preciso in cui la riconobbi...”
mi sentii un po' strana a parlarne. Lo avevo fatto tante volte con
Matt da quando era successo. Lui era stata la mia roccia. Per tutta
la convalescenza mi era stato dietro senza lasciarmi un momento. Mi
seguiva ovunque anche quando andavo a fare la riabilitazione.
E mi confortava sempre,spingendomi a diventare più forte.
“Nostra
cugina è sempre stata una sociopatica con manie di protagonismo...”
disse
stiracchiando la schiena “Coooomunque...io
direi che è il momento perfetto per una deliziosa e sfiziosa
merenda. Che ne dici bell'addormentato?”
disse lui con un sorriso stampato in faccia.
Io
lo guardai perplessa. Poi capii. Mi alzai di scatto voltandomi verso
il letto con le mani in avanti. Derek era sveglio. Era sdraiato calmo
e riposato con una mano dietro la testa che guardava il soffitto.
“Eri
sveglio? Ti abbiamo svegliato?”
ovviamente furono le mie prime domande.
Poi notai che non appena Matt si alzò,Derek prese a fissarlo.
“Allora
che ne dici “mister broncio”...Ti
andrebbe un bel tè con i pasticcini? O preferiresti qualcosa di più
sostanzioso? La mia sorellina qui..”
cingendomi con un braccio le spalle “...è
davvero un ottima cuoca. Direi che dovremo approfittarne questa
volta,non credi?”
disse sorridendo.
Io non capivo cosa stesse facendo. Lo avevamo svegliato e non mi
sembrava essere per niente di buon umore.
Per
di più quel “mister
broncio”
che aveva utilizzato Matt per descriverlo,penso che non gli avrebbe
permesso di ripeterlo.
Però accadde l'inaspettato. Derek si guardò prima intorno,sospirò
e scuotendo la testa in segno di assenso ci rispose.
“Perchè
no...mi piacerebbe mettere qualcosa sotto i denti...”
disse accennando un piccolo microscopico sorrisetto.
Io rimasi immobile. Non solo aveva risposto senza utilizzare
monosillabi o grugniti,ma era stato semplice ed educato. E aveva pure
accennato ad un sorriso!
“Forse dovrei
prendere il libro del pastore Dan sugli esorcismi...”
pensai. Ma me lo tenni per me. Visto che quella considerazione
avrebbe potuto mettere termine a quel momento.
“Perfetto
allora,vuoi qualcosa in particolare?”
chiesi io con tono calmo.
“Quel
tè con i pasticcini non mi dispiacerebbe...”
disse molto tranquillo tentando di mettersi a sedere.
Come potei constatare ci riuscì senza troppo sforzo. Girò il busto
per permettere ai piedi di toccare il pavimento ghiacciato.
Sembrava non essersene reso conto ma fuori faceva freddo e,anche se
stavamo in casa,non avevamo termosifoni. Essendo tutti lupi,nessuno
aveva bisogno di riscaldamenti.
Solo io avevo una stufa nella mia camera da letto,ma perchè ero
l'unica umana del branco.
Comunque,vista la situazione che avevamo affrontato,e il grave stato
in cui era fino a poche ore fa,era normale che avvertisse la bassa
temperatura.
D'altronde era a torso nudo e a piedi scalzi.
Così si guardò il petto e i piedi e poi ci guardò.
“Oh,non
preoccuparti,ti ho portato una maglietta e una felpa imbottita. Le
scarpe le ho fatte lavare,erano solo un po' sporche. Comunque c'è
tutto.”
dissi indicandogli gli indumenti sulla sedia “Ci
sono anche un paio di pantaloni jeans se preferisci cambiarli...”.
Lui mi guardò e mi fece un cenno con la testa.
“Immagino che
un 'Grazie' sarebbe stato troppo...ma va bene così.”.
“Ehi,figurati...”
dissi io,arrossendo leggermente.
Così finiti i convenevoli,io e Matt decidemmo di uscire per dargli
modo di avere il tempo di cambiarsi.
Quando si alzò dal letto sembrava leggermente intontito. Era privo
di forze e un leggero capogiro gli fece perdere l'equilibrio.
Ma Matt,con la sua velocità fulminea,lo afferrò per un braccio e
alla vita,salvandolo dal pavimento gelido.
“Ehi,cowboy,non
c'è bisogno di alzarsi così in fretta...”
poi mi guardò per un istante e chiese leggermente scocciato
“....esattamente
da quant'è che non metti qualcosa sotto i denti?”.
Derek non rispose,mi guardò stanco e scosse la testa.
“Bene,perfetto
direi! Brutto idiota che non sei altro! I pasticcini,voleva lui!”
lo rimise a sedere sul letto Matt.
“Direi
che mi tocca andare a fare la spesa. Faremo un po' di pasta per tutti
e una bella tagliata al sangue con rucola e pomodorini.”
lasciai chiacchierare la cuoca che era in me.
Anche
se alla fine il cenone di Natale era stato il giorno prima,non avevo
poi mangiato granchè. Il problema di preparare i pasti è questo.
Spizzichi mentre cucini e quando sei a tavola,rivedere tutto quello
che hai cucinato,ti mette la nausea e finisci per non toccare nulla.
“Okay
allora prendi anche una bella torta,una cheesecake ai frutti di
bosco. Tanto per restare leggeri...” disse
Matt.
“No...non
è necessario. Sul serio.”
provò a replicare Derek.
“Sta
zitto! A cuccia!”
gli puntò il dito contro Matt “Mammina
e Papino stanno organizzando la merenda.”.
“Si,vabbè.
Merenda. A questo punto è una cena anticipata...Ma comunque ormai
sono le 18 e 27...anche se fosse,l'ora del tè è passata da un
pezzo...” pensai.
Derek non poté fare altro che annuire,ma niente gli vietò di
rispondergli con una faccia stranita.
Forse mio fratello si stava prendendo un po' troppe libertà.
La nostra cena anticipata fu sorprendentemente abbondante. Ero uscita
per qualche minuto,avendo l'incredibile fortuna di abitare
praticamente sopra ad un alimentari. Presi tutto il necessario,e
molto altro. Matt quasi non mi rivolse la parola per tutta la
sera,visto che non avendo trovato la cheesecake avevo ripiegato su un
gelato alla crema e cioccolato.
Comunque ci alzammo da tavola a stento.
“Sorellina,credo
che rotolerò fino al divano. Fortuna che dovevamo fare una piccola
merenda...” disse battendosi
le mani sulla pancia.
“Ehi,nessuno
ti ha obbligato a ingozzarti.”
gli dissi alzandomi e ponendo i piatti nel lavandino “Comunque
se vuoi ti spingo io!” dissi
sorridendogli.
Derek
era lì che finiva il suo gelato. Sembrava aver apprezzato la
cena,anche se non aveva parlato molto.
“Sofia,stavo
pensando...siamo soli,e non abbiamo nulla da fare. E di certo non
voglio andare a dormire ora. Così,pensavo...”
disse alzandosi e facendomi gli occhioni dolci.
Ma
io sapevo dove voleva andare a parare. La sua idea per finire una
serata di questo tipo era quella di piazzarsi davanti alla Tv a
vedere tutta la saga di Star Wars. A me piaceva molto,ma resistevo ad
un film per volta.
“No,Matt. Non
pensarci proprio. Ancora Star Wars no!”
dissi guardandolo scocciata.
“Andiamo. E'
il film perfetto. C'è azione,romanticismo,spirito
d'avventura...andiamo giovane Padawan! Non dirmi di no.”
mi disse avvicinandosi gesticolando emozionato dalla sua descrizione.
Derek intanto ci guardava incuriosito. La coppa di gelato era lì sul
tavolo che gocciava per la condensa.
“Fratello”
dissi io mettendogli una mano sul petto “se vuoi andare a
vederlo,fai pure. Ma non puoi costringermi...altrimenti la tua
giovane Padawan dovrà usare la Forza.”
dissi soddisfatta sorridendo.
Matt
indietreggiò corrucciando le sopracciglia. Il nostro piccolo
battibecco fece sorridere Derek.
“Ehi,amico,invece
di stare lì a ridere,potresti aiutarmi a convincerla.”
si rivolse Matt a Derek.
“Vorrei,ma
sono daccordo con lei...”
storse la testa sorridendo.
Matt
ci guardò entrambi basito.
“Daccordo
allora,vorrà dire che tornerò a casa. E' tempo che mi levi questi
vestiti di dosso...”
andandosene sconsolato verso la porta di casa “Ci vediamo
domani...”.
Chiuse
la porta e restammo solo io e Derek.
Nessuno
dei due proferiva parola. Io tornai a lavare i piatti sorridendo per
quello che era appena successo.
Non
sapevo bene cosa dire,ma dovevo cominciare pure da qualche parte per
far sapere a Derek ciò che aveva stabilito il Consiglio.
“Mi dispiace
per mio fratello. Non è sempre così.” fu
la mia prima uscita “Dopo un po' che conosce qualcuno
pensa di poter parlare come se niente fosse...Alle volte si prende un
po' troppe libertà...”.
Ma
non ottenni risposta. Così continuai.
“...sai...ho
parlato con il nostro Alpha.”
dissi asciugandomi le mani e voltandomi verso di lui “Ha
stabilito che per te sarebbe più sicuro restare qui finchè non ti
sarai completamente ripreso.”.
Lui mi guardò perplesso. Storse la testa e e suoi occhi si
socchiusero. Ovviamente stava meglio,e non era uno stupido,entro il
mattino dopo se ne sarebbe potuto andare.
“Il Branco ha
pensato di darti la possibilità di restare qui...magari per qualche
settimana...” non feci in
tempo a finire che Derek si alzò di scatto furioso.
“Sono un
prigioniero? E' questo che stai cercando di dirmi?”.
“No,no! Certo
che no...” cercando di
spiegarmi “...non proprio,ecco. Lui vorrebbe
conoscerti e sapere come sei arrivato qui...”
.
“E finchè non
collaboro,non sono libero di andarmene.” disse
guardandomi con uno sguardo di rabbia.
“No...” gli
dissi abbassando per un secondo lo sguardo “Senti non
dico che sia giusto...anche io sono rimasta spiazzata da questa
decisione. Ma si tratterebbe solo di qualche settimana...vedila come
una vacanza da tutto quello che ti ha portato qui...”
indicandolo con una mano.
Non
rispose. I suoi occhi vagavano a destra e a sinistra come se ci
stesse pensando. Alla fine mi guardò stranito,con le labbra
serrate,si voltò e andò a chiudersi nella camera.
“Bé...è
andata bene. Almeno non mi ha staccato un braccio...”
pensai.
Sospirai
e ripresi a lavare i piatti. Forse l'idea del film non era poi
malvagia.
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Capitolo 5 *** Seth ***
SETH
CHAPTER 5 - SETH
Il mattino seguente arrivò davvero troppo in fretta. Forse era la
stanchezza accumulata,o semplicemente l'ansia di dover affrontare una
giornata con Derek al campo di addestramento.
“Come
diavolo ce lo porto...” fu
la prima cosa che pensai appena sveglia.
Era
davvero presto “Le
7 e 25...stupida ansia. Bé,almeno posso farmi una bella doccia...”
dissi sospirando alzandomi dal letto.
Come entrai in bagno chiusi le tende della doccia e aprii l'acqua
calda al massimo.
Solo io riuscivo a lavarmi con quell'acqua ustionante. Anche da
piccola la mamma per lavarmi doveva escogitarne di tutti i tipi. Poi
capì che avevo bisogno di quel tepore,e si adattò. Anche se alla
fine più diventavo grande e più la manopola dell'acqua si spostava
verso quel colore rosso intenso.
Comunque ancora assonnata mi spogliai e mi lanciai sotto il getto
bollente.
Era come se le mie batterie si ricaricassero. Era una sensazione
bellissima.
Rimasi ferma per qualche istante assaporando quel momento.
“Sorellina,prima
o poi ti scioglierai...”
mi disse una voce fuori dalla porta.
“...Matt.
Sono le 7 e 30. Che cavolo ci fai qui?”
dissi restando immobile.
“Scherzi?
Non ho sentito il minimo rumore da che ho messo piede in casa. E
pensavo che visto che il vostro allenamento comincerà alle 9,forse
potevo approfittare per fare una bella colazione....”
disse con tono felice.
Mi sembrava strano che non fosse ancora salito a scroccare cibo.
“Non
ho preparato nulla. E abbassa la voce. Nessuno sa del nostro
addestramento...”.
“Daccordo...sbrigati
allora,così facciamo colazione insieme.”
mi disse mentre sentivo i suoi passi allontanarsi “Ah!
Il Nonno ti ha lasciato una specie di mappa...era attaccata alla
porta...”
Io sbuffai e cominciai a insaponarmi.
Intanto Matt,che era rimasto solo nel salone,spalancò tutte le
finestre affacciandosi fuori. Durante la notte era caduta un po' di
neve e l'aria fredda e pungente seguita da quella vista bianco
candida,lo lasciò un momento senza fiato.
Eravamo molto differenti. Lui amava il caldo e le spiagge,io invece
il freddo assoluto e i caminetti accesi. Ma la neve gli piaceva
abbastanza da restarne rapito quando la vedeva circondare la nostra
città,e gli alberi e anche le persone.
Fece prendere un po' d'aria al salotto e richiuse tutto. Infilò le
mani in tasca e con finta nonchalance si diresse all'ingresso.
La porta di Derek era ancora chiusa. Provò a bussare.
“Ehi,lupo
brontolone...non starai ancora dormendo?”
e si immobilizzò per sentire una risposta.
Ma niente. Così riprovò.
“Andiamo,non
puoi restare rintanato lì dentro per sempre. Qual'è il problema?”
chiese avvicinando l'orecchio alla porta.
“Va
via...sto dormendo...”
gli sbraitò Derek con voce un po' roca probabilmente dal sonno.
“Tecnicamente,visto
che mi hai risposto,no...Forza cambiati e vieni in cucina,c'è la
colazione.”
facendo un passo indietro.
“...no,grazie.”
disse Derek scocciato.
“Amico,non
voglio trascinare le tue chiappe fuori,ma abbiamo del lavoro da
fare.”
disse deciso Matt.
“Ma
di che cavolo stai parlando? Lasciami in pace...”
disse il ragazzo.
Matt però non si diede per vinto e abbassando la maniglia entrò.
Derek sbuffò e si mise a sedere sul letto,guardandolo male.
“Prima
che ti agiti,devo solo parlarti...”
mettendo le mani in avanti.
Derek non si mosse,incrociò le braccia al petto e alzò le
sopracciglia per invitarlo a esprimersi.
“Daccordo.
Immagino che il motivo del tuo cambio di umore sia perchè hai saputo
dei piani del nostro Alpha...”
disse infilandosi le mani nelle tasche dei Jeans “...il
fatto è che,Derek,dovresti capire la situazione. Non dico che ti
debba piacere,cavolo..non piacerebbe nemmeno a me! Però sei uno
straniero,che ha oltrepassato i limiti di una zona appartenente ad un
Branco che non è il suo. Per di più,fin dall'inizio non hai
collaborato molto....”
si fermò un istante visto che Derek lo guardava in modo
interrogativo.
“Stai
scherzando?”
disse Derek.
“No,affatto.
So che eri messo male e lo capisco,ma le persone che ti hanno visto e
sentito combattere con nostra madre...che di te hanno visto solo il
ragazzo furioso che ha colpito Sofia e ha provato a uccidere uno di
noi...loro,hanno bisogno di sapere che se ti lasciamo andare via,tu
non tornerai con dei rinforzi.”
disse Matt guardandolo serio.
“Non
lo farò!” rispose
alzandosi dal letto e guardandolo dritto negli occhi.
“E
io ti credo. Ma la tua parola per loro non vale molto. Devi dargli
modo di potersi fidare di te. Di fargli capire che non sei una
minaccia come hanno invece visto fino ad ora.”
concluse.
Derek
lo guardo cupo,anche un po' minaccioso,e si avvicinò puntandogli un
dito al petto “Io
non devo dimostrare nulla a nessuno!”
.
“Non
è così,e sono sicuro che se fossi stato io al tuo posto,ferito e
rabbioso a far casino a casa tua,minacciando la tua famiglia,avresti
reagito allo stesso modo. Non mi avresti dato la tua fiducia,così
senza niente...”
lo guardò minaccioso a sua volta Matt ma restando calmo.
Derek indietreggiò di qualche passo. E si prese del tempo per
pensare. In effetti quello che Matt gli stava dicendo non era così
incomprensibile. Non accettava che gli venisse imposto di restare
lì,ma non aveva tutti i dubbi. Se la situazione fosse stata al
rovescio,e Matt fosse la minaccia,non ci avrebbe pensato due volte a
toglierlo di mezzo.
“Di
quanto tempo stiamo parlando?”
chiese Derek storcendo il capo.
“Come
penso ti abbia detto Sofia,il Nonno ha chiesto solo un paio di
settimane...giorno in più giorno in meno. Se sei una minaccia,o se
dobbiamo preoccuparci di eventuali nemici,lui lo saprà. E' bravo a
capire le persone.”
chiuse il discorso con un sorrisetto.
“Nonno?
E' il vostro Alpha?”
chiese incuriosito.
“Si,è
un branco a conduzione familiare.”
ridacchiando “Comunque
è meglio se ti prepari,l'addestramento comincia tra un'oretta...”
si bloccò Matt sapendo che non avrebbe dovuto parlare oltre.
Derek storse la testa e lo guardò sorpreso e infastidito.
“Come
scusa? Addestramento?”
lo squadrò Derek.
“Cavolo...come
al solito parlo troppo.”
si passò una mano sulla nuca sospirando “...non
è proprio un addestramento,è più una sorta di test...per vedere le
tue abilità. Io lo faccio di continuo,è divertente...se non hai
problemi con calci e morsi...”
disse Matt.
Derek lo guardava confuso. Di che cavolo stava parlando,proprio non
lo sapeva.
“Non
c'è da preoccuparsi. C'è Seth che si occuperà di te. E comunque
non sarai solo.”
disse sicuro Matt dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Derek non ribatté. Anche volendo non avrebbe saputo cosa dire. Anche
perchè Matt parlava a rate,e più domande gli faceva,più mezze
risposte riceveva. Si limitò a fissare minaccioso la sua mano che si
era fermata sulla sua spalla.
Così Matt,con un sorriso,scostò il braccio e gli indicò i vestiti.
“Cambiati
che facciamo colazione. E non tenere quel broncio con Sofia,lei fa
solo quello che le viene detto di fare.”
detto questo uscì facendogli un cenno con la testa e si chiuse la
porta alle spalle,lasciando Derek con un espressione confusa.
Uscita dalla doccia,mi avvolsi nell'accappatoio,dirigendomi allo
specchio. Notai che il livido sulla mia guancia era quasi del tutto
sparito. Grazie al rimedio druido che avevo trovato in un vecchio
libro di famiglia.
Strofinai i capelli con il cappuccio di spugna,in modo da asciugarli
un po' prima di usare il phon.
Mi strofinai bene addosso e in un batter d'occhio mi rimisi il
pigiama. Di certo non sarei uscita con l'accappatoio.
Legai i capelli in uno chignon e mi diressi in cucina.
“Mmmm...cereali,latte,frutta...possibile
che non ci sia dell'altro?” mi
fermai a rovistare nel frigo e nella dispensa.
Quando poi aprii l'ultimo sportello,trovai biscotti al cioccolato e
con la marmellata,cornetti e nutella. Vicino c'era un bigliettino.
'Non
lo perdono lo stesso per la tua guancia,ma una bella colazione è
importante. Buon Appetito.'
era la calligrafia di papà,l'avrei riconosciuta ovunque.
Tutto sommato l'aveva presa bene. Non sembrava voler uccidere
nessuno,visto che ci riforniva di viveri. O forse voleva solo che
Derek facesse il suo ultimo pasto. Comunque sia era stato un gesto
carino.
Apparecchiai la tavola e misi a scaldare il latte in un pentolino. La
caffettiera era calda e borbottava per l'afflusso di caffè che
cominciava ad uscire.
Sciolsi i capelli per permettere al caldo della casa di farli
asciugare almeno un po',e lanciandomi in avanti cominciai a
scrollarli di qua e di là.
“Ehilà,Fido!
Ancora zuppo vedo.” se la
rideva Matt.
Io mi tirai su e,con i capelli a mo di criniera leonina,lo guardai
confusa.
“Scusami,a chi
stai dando del cane?Ti ricordo che tra i due sei tu il sacco di
pulci...” sistemandomi i
capelli con le mani.
“Touché...”
si sedette al tavolo.
Andai a spegnere il fuoco sotto la caffettiera che ormai aveva
adempito al suo compito,lasciando nell'aria il dolce profumo del
caffè amaro. Anche il latte era quasi arrivato ad ebollizione e lo
spensi per evitare il formarsi di quell'odiosa pellicina. Sistemai
tutto a tavola con degli appositi sottopentola e un mestolo per
versare il latte nelle tazze. Per tutto il tempo gli occhi di Matt mi
restarono incollati addosso. Anche se ogni volta che ricambiavo il
suo sguardo lui guardava a terra. Sembrava un bambino che aveva fatto
una marachella.
Poi mentre mi accingevo a posare biscotti e brioche a tavola vidi
Derek entrare.
“Buongiorno.”
dissi calma e con un leggero sorriso.
Lui non mi rispose. Ormai mi ero abituata al suo atteggiamento,anche
se un po' mi dava ancora sui nervi.
Ma qualcosa di strano c'era. Mi guardava imbronciato,con la bocca
sigillata e gli occhi che sembravano fulminarmi.
Così ripensai all'atteggiamento di Matt di qualche attimo prima e
non mi ci volle molto a capire.
“Davvero ben
fatto fratello...” squadrai
Matt con tutta la rabbia che riuscivo a mostrare “Mi
assicurerò che Seth ti faccia penare oggi!”
dissi sbattendo a tavola la scatola di biscotti.
“Sofia,pensavo
che gliene avessi già parlato!Sono andato a dargli il buon giorno e
mi è scappato...non c'è bisogno di prendersela...”.
“Stai
scherzando,spero!”
lo guardai arcigna.
Sospirai e chiusi per un momento gli occhi,riaprendoli poi per
incrociarli con quelli di Derek.
“Volevo
dirtelo. Stavo per dirtelo ieri sera,ma dopo la chiacchierata sei
schizzato in camera tua come un fulmine...”
cercai di spiegarmi “Non immaginavo che
questo scemo te
lo venisse a dire così...Mi dispiace.”
passandomi una mano stanca sulla faccia.
Lui
mi guardava severo. Scostò una sedia dal tavolo,si sedette e
cominciando a versarsi il caffè,mi disse “Sbrighiamoci a
fare colazione...”.
Matt
alzò le sopracciglia,prese un lungo sospiro e riprese a guardarmi
“Ho la netta sensazione che questa sarà una lunga
giornata...”.
Dopo la lunga colazione passata nel totale imbarazzo e nel
silenzio,andai ad asciugarmi i capelli. Li legai in una coda alta e
presi dei vestiti comodi per muovermi al meglio: leggins
jeans,canottiera nera,maglioncino,giacca e un paio di scarpe da
corsa.
“Non abbiamo
nemmeno cominciato e non ne ho già voglia...”
gli addestramenti mi mettevano veramente una forte allegria.
Sbuffai e caricandomi in spalla la mia fedele borsa,andai
all'ingresso.
Derek e Matt erano lì che mi aspettavano. Il primo davanti alla
porta d'ingresso con le braccia conserte,e il secondo seduto piegato
in avanti con i gomiti alle ginocchia intento a guardare il
cellulare.
“Ce
ne hai messo di tempo,Cenerentola...”
cominciò Matt alzandosi.
Io lo fulminai facendogli assumere un espressione colpevole.
“Andiamo,che
è meglio.”
dissi aprendo la porta.
Per la prima volta Derek aveva la possibilità di vedere esattamente
come fosse quel posto. Fino ad ora aveva visto solo un appartamento,e
non aveva la benché minima idea di dove ci trovassimo.
Usciti dal palazzo la nebbia ci accolse insieme al freddo pungente.
“Daccordo,Seth
ci aspetta a ovest del vecchio casolare. C'è l'ingresso per il
bosco,e dobbiamo fare attenzione.”
specificai ai due aprendo una cartina con le indicazioni del Nonno
“Appena arrivati
lì,comincerà il test...”.
Derek mi guardò assimilando ogni parola che pronunciavo. Era attento
e concentrato.
“Cosa
ci aspetta di preciso?”
chiese.
“Vorrei
potertelo dire,ma i test sono sempre casuali. Potrebbe essere una
caccia all'uomo,o un combattimento o anche una missione di
salvataggio...sta al caposquadra decidere...io devo solo guidarvi...”
richiusi la mappa e me la misi in tasca.
“Perfetto...quindi
il nostro Alpha non ha dato limiti all'immaginazione di Seth?”
chiese Matt scioccato “Andiamo
bene...se mi ricordo come mi ha conciato l'ultima volta...”
disse rabbrividendo.
Incamminandoci notai lo sguardo di Derek intento a scrutare ogni
minimo particolare della città. Sembrava annotarsi mentalmente il
percorso,i palazzi,le insegne.
“Hai
paura che non ti riporteremo più indietro?”
gli chiesi curiosa.
“Sono
sempre stato abituato a studiare il luogo in cui mi trovo. Per
qualsiasi evenienza...E' importante sapere come tornare indietro,ma
soprattutto le zone di vantaggio per un eventuale combattimento.”
disse guardandomi “Dov'è
esattamente che ci troviamo? Mi sembra di conoscere questo posto...”.
“Bè,siamo
a Sacramento,in California. Ti sei allontanato molto?”
chiesi.
Continuando a camminare mi lanciò una breve occhiata. Era strano,ma
avevo l'impressione che una parte profonda di lui volesse raccontarmi
ogni singolo particolare,mentre un'altra,la più esterna,quella fatta
di massi appuntiti,volesse invece solo mandarmi al diavolo e
andarsene.
“Chi
è questo Seth?”
cambiò discorso.
“Ah,si,non
c'è problema. Non voglio mica sapere qualcosa di te...”
era
incredibile.
“Ah,lui
penso che lo odierai,mio caro lupo imbronciato.”
prese la parola Matt “Anzitutto
ha il brutto vizio di non spiccicare nemmeno una parola,poi ha un
concetto tutto suo di addestramento...ogni volta sa renderlo il più
pericoloso possibile,per noi e per lui...e non gli piace essere
contraddetto.”
gli spiegò con la voce tremolante dal freddo.
“Anche
per lui? Non è quello che organizza questi test?”
chiese.
“Si,ma
è molto pignolo. Dev'essere tutto perfetto e rispecchiare un vero
assalto nemico...certo,nei limiti delle abilità dei partecipanti. Se
sono tutti alle prime armi non mette su uno spettacolo da
combattimento Alpha...così,allo stesso modo se sono tutti Alpha non
si mette a farli giocare con le bambole...”
spiegai.
Derek
sembrò rifletterci un po' “Quindi...se
tu sei un umana,che per lo più si occupa di medicina...e
lui...diciamo che ha delle buone capacità combattive ma non
decisionali...”.
“Ehi!”
lo interruppe Matt.
“...e
di me non sa assolutamente nulla...come può sapere cosa farci fare?”
aggrottò le sopracciglia confuso.
“...non
saprei cosa dirti. Ma comunque non siamo solo noi i partecipanti...ci
sono,bè...anche degli altri lupi...”
dissi titubante.
Prima
o poi dovevo dirgli dei “cuccioli”.
Lui rimase in silenzio perplesso. Matt stava per aprire bocca e
spiegarglielo,ma io lo zittì con uno sguardo.
“Con
noi ci saranno anche dei lupi principianti...che hanno imparato da
poco cosa significa avere questo dono...e che non hanno la più
pallida idea di come farne qualcosa di utile...”
spiegai.
Derek si fermò guardandomi senza parole.
“No,non
sta scherzando. E' tutto vero.”
lo anticipò Matt.
“Io
non faccio squadra!”
mi ringhiò Derek.
“Lo
avevo capito,cosa credi? Io non ho nemmeno mai partecipato ad un
addestramento...solitamente mi alleno con mio padre...”
dissi incrociando le braccia.
Se era difficile per lui,figuriamoci per me. Non avevo mai dovuto
combattere per difendermi. Ero in grado di farlo,questo si,ma nessuno
mi aveva mai inserito in una formazione se non come medico. Ed ero
sempre lontano dalla zona di lotta.
Il lupo riprese il passo.
“Non
ci posso credere...”
fu tutto quello che disse.
Arrivati allo stabile non ci volle molto affinché avvistassimo
l'inizio del bosco. A qualche metro dagli alberi,io feci quello che
era solito fare il Nonno quando doveva richiamare Seth:
Presi un fischietto per cani.
Matt e Derek infastiditi dal suono che producevo,ma che non
sentivo,si tapparono di corsa le orecchie.
Quando smisi di suonare,notai che mi guardavano più che straniti.
“Ehi,il
Nonno ha detto che solo questo lo avrebbe fatto arrivare.”
rimettendolo
in borsa.
D'improvviso un grosso lupo nero comparve davanti a noi.
Derek fece un balzo indietro per la sorpresa e aprì un braccio verso
di me.
“Attenzione!”
guardandolo minaccioso.
Matt si infilò le mani nella giacca sorridendo da dietro la morbida
sciarpa.
“Sta
tranquillo Derek,è tutto okay. E' Seth.”
puntualizzai.
Daccordo,era un lupo nero enorme e minaccioso. I suoi occhi dorati
sembravano fari di una macchina,che nonostante la nebbia non hanno
problemi a brillare.
Derek era scioccato. Non sapeva come muoversi.
Io allora gli presi il braccio e lo feci accostare di nuovo al suo
fianco,lanciandogli uno sguardo per tranquillizzarlo.
Poi mi avvicinai a Seth con decisione.
“Ciao
Seth!”
gli andai incontro sorridendo “Ci
sei mancato al cenone di Natale. Potevi anche passare...”
gli dissi tranquilla camminando davanti a lui.
Seth era fermo e con la testa si muoveva a zig zag per guardare
l'estraneo alle mie spalle.
“Come
ha fatto? Non mi sono nemmeno accorto che stava arrivando.”
chiese Derek a Matt.
“Era
un Alpha. Sa come nascondere la sua presenza.”
disse avvicinandosi anche lui.
Derek seppur con passo indeciso ci raggiunse.
Io mi presi la libertà di abbassarmi all'altezza del suo muso per
guardarlo degli occhi. Anche se lui era più preso da Derek.
“Ehi...”
lo richiamai.
Gli diedi una carezza sulla testa e sul collo e lui ricambiò il mio
sguardo.
C'è sempre stato un qualcosa tra me e Seth. Un legame. Fin dal primo
giorno che il Nonno me lo presentò. All'epoca io ero una bimba tutta
guance che si innamorava facilmente. E lui era un uomo inglese sulla
quarantina,molto affascinante,che si comportava da ragazzino e faceva
lo sbruffone pavoneggiandosi.
Comunque si voltò e cominciò a correre nel bosco,sparendo rapido
tra gli alberi.
“E
adesso?”
chiese Derek.
“Bè,adesso
lo prendiamo!”
cominciò a esaltarsi Matt facendo dei piegamenti e sgranchendosi le
braccia.
Come un fulmine partì all'inseguimento,urlando il nome di una
donna,vago riferimento ad un film di pugili,credo.
“Daccordo,la
missione è cominciata. Sembra si tratti di una sorta di
acchiapparella...mi sembra un po' infantile,ma accontentiamoci...”
togliendomi il giacchetto e il maglioncino.
Accatastando il vestiario nella borsa attirai l'attenzione di
Derek,che non potè fare a meno di guardarmi sbalordito.
“Ma
che cavolo fai?”
chiese spalancando le braccia.
“Voi
dovete prenderlo,io devo preparare il campo medico...e sopravvivere
al freddo.” puntualizzai.
Restare solo con la canottiera non era facile. Faceva un freddo
mortale. Ma sul retro della mappa c'erano indicazioni precise su
quello che avrei dovuto fare. Perciò...
“Non
morirò di freddo,tranquillo. Sono abituata a questi climi. Sono
abbastanza esperta in sopravvivenza. Dopo...quello che mi è
successo,ho dovuto imparare...”
ammisi.
Lui sospirò serio. Sapevo che aveva sentito me e Matt,a casa,parlare
mentre aspettavamo il suo risveglio. Ma non potevo ancora confidarmi
con lui. Del resto non avrei ottenuto rivelazioni in cambio.
“Forza!
Segui l'odore di mio fratello e vagli dietro. Gli altri partecipanti
saranno all'interno della foresta,e molto probabilmente fanno squadra
con Seth...”
gli confessai.
“Come
puoi esserne sicura?”
chiese.
“...perchè
sono “cuccioli”
non sanno come muoversi in un ambiente del genere. Sono nati lupi ma
non sanno come controllarsi...quindi lui li terrà d'occhio....”
era una bella bomba da digerire,ma in effetti non gli avevo mentito
prima. Erano davvero dei principianti.
Derek strinse i pugni imbronciandosi.
“Sul
serio? Cuccioli?”
scuotendo il capo e sospirando “Daccordo...ne
parleremo dopo...”
avviandosi nella foresta.
“Ah,Derek!
Mi raccomando,qui è vietato trasformarsi.”
gli precisai “Puoi
combattere con gli artigli ma niente zanne. Sono le regole.”.
Lui mi guardò facendomi un lieve cenno di assenso e procedette.
Non mi sembrava molto contrariato,anzi. Sembrava quasi abituato a
combattere in quel modo.
Ma forse mi sbagliavo.
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Capitolo 6 *** Istinto ***
CHAPTER 6 - ISTINTO
CHAPTER 6 -
ISTINTO
Il freddo pungente cominciava ad entrarmi nelle ossa,ma dovevo
muovermi il più velocemente possibile. Mi fermai a pochi passi
dall'ingresso della foresta e raccolsi qualche ramo caduto a terra
per accendere un fuoco. Era importante tenere un punto di
riferimento,e creare un piccolo accampamento poteva aiutarci a
riposare. Questi test spesso e volentieri duravano giorni,e non
volevo restare al freddo durante quelle notti.
Radunai i vari pezzi di legno e con un coltellino raschiai via un po'
di corteccia. La avvolsi con un fazzoletto di stoffa e la misi su
della pagliuzza fatta con degli aghi di pino. Le diedi fuoco con un
acciarino e velocemente cominciai a sistemarci sopra,un po' per volta
i tronchetti. La buca che avevo fatto per il fuoco era perfetta.
Adesso potevo scaldarmi. Ma la cosa più importante era riuscire a
nascondere il mio odore. Ero l'unica umana e nel caso di un imboscata
al campo base era importante non farsi trovare. Così aprii il mio
zaino e ne estrassi una felpa imbottita di Matt. Il modo migliore di
nascondere il mio odore tra un branco di lupi era fare in modo che
pensassero di esserci solo loro. In più mi infilai nelle tasche e
nei capelli qualche rametto di pino.
“Come
pizzica...” pensai.
Ma era necessario.
Mentre mi rialzavo sistemando bene la felpona,a coprirmi il
fondoschiena,avvertii un boato che proveniva dal centro della
foresta.
Mi voltai di scatto e afferrai la borsa.
“Hanno
cominciato a lottare?”.
Così,decisa,mi incamminai.
Intanto Matt che era riuscito a raggiungere Seth,ma non a
fermarlo,decise di adottare un'altra tattica:aspettare Derek,e fare
gioco di squadra.
Così si fermò,attirando però l'attenzione del grosso lupo,che si
bloccò all'istante e si voltò verso di lui.
Matt con una velocità impressionante si nascose dietro un
albero,aspettando.
Seth si sedette.
Derek era quasi arrivato e rimase spiazzato nel vedere il grosso lupo
seduto che lo fissava.
“Ti
ho raggiunto...anche se sembra che mi stessi aspettando...”
disse.
“Certo
che ti stava aspettando! Si è fermato,perchè IO mi sono fermato...”
disse Matt uscendo dal suo nascondiglio.
Derek lo guardava confuso.
“Perchè
non si muove,e non ci attacca?”
chiese.
“Non
lo so. Ma non mi piace...” ammise
Matt.
“Va
bene,allora lo attacco io.” disse
Derek lanciandosi all'assalto.
Gli occhi del ragazzo brillarono di un blu intenso e con gli artigli
sguainati lo caricò cercando di colpirlo.
Seth non si mosse minimamente.
“No,aspetta
Derek!!”
gli urlò Matt con una mano protesa verso di lui.
Ma fu troppo tardi. Prima che Derek riuscisse a colpirlo,venne steso
da una figura più piccola,che lanciandosi a tutta velocità lo colpì
con un'artigliata al fianco.
Derek rotolò via in un cumulo di neve e terriccio.
“Cavolo...”
disse Matt raggiungendolo e aiutandolo a rimettersi in piedi.
“Ti
avevo detto di aspettare,brutto idiota!”
lo rimproverò Matt.
Non ottenne che una sorta di ringhio da Derek,che con una mano al
fianco cercava di tirarsi su.
“Ma
che cavolo...?” guardando
Matt.
“Sofia
ti aveva detto che c'erano anche i cuccioli con lui!”
scostandogli la mano per sincerarsi dei danni “Per
fortuna che non hanno artigli molto lunghi,o a quest'ora saresti molto
più magro...”
disse sorridendogli.
Seth drizzò le orecchie e si voltò a vedere il piccoletto che
esultava davanti a lui.
“WOOOOHA!!!!
Seth,hai visto che colpo! L'ho buttato a terra!”
disse il ragazzino.
Matt lo riconobbe subito.
“Bel
colpo Matias,ma gli hai fatto il solletico...” se
la ridacchiò Matt “Dovrai
impegnarti molto di più se vorrai fare buona impressione su Seth.”
Matias
li squadrò “...perchè
hai gli occhi Blu?”
chiese curioso rivolgendosi a Derek.
Lui alzò lo sguardo e rispose con una sorta di grugnito infastidito.
Da lontano Seth si alzò e ringhiò contro il ragazzino,che dopo un
momento di sorpresa,corse via ricominciando il test.
“Era
una domanda lecita,Derek...”
disse Matt incrociando le braccia “...questi
ragazzini hanno vissuto sempre in mezzo al giallo oro...non sanno
nemmeno che esistono creature che non siano lupi mannari. Non devi
prendertela.”
“Se
hanno domande da fare,credo che dovrebbero rivolgersi al vostro
Alpha...”
lo sorpassò Derek avanzando verso Seth.
Il grosso lupo lo stava fissando minaccioso,ringhiando sempre più
rumorosamente ad ogni passo del ragazzo.
Matt lo seguì cercando di coprirgli le spalle,stando attento ad ogni
movimento dei cespugli,dei rami e agli odori portati dal vento
gelido. Poi il braccio di Derek arrestò la sua avanzata.
“Fermo!”
quasi gli urlò Derek “Non
fare un altro passo.”
Matt non capiva. Derek spostò il suo sguardo ai suoi piedi rivelando
un filo teso a pochi centimetri dal suolo,nascosto perfettamente.
“Una
trappola...Seth ci è andato pesante questa volta...”
alzò lo sguardo “Grazie
fratello...se non fosse stato per te probabilmente sarei diventato un
groviera...”
Derek non apprezzò molto le parole di Matt. Sbuffò e scavalcando il
filo riprese la marcia.
“Non
sono tuo fratello.”
rispose.
Matt sorrise e scavalcò anche lui la trappola.
“Penso
che ci serva un piano. Non possiamo avvicinarci a Seth con i ragazzi
qui intorno.”
spiegò Matt.
Seth aveva smesso di stare fermo e cominciò a correre verso di loro
più che minaccioso. Era velocissimo,ma anche molto aggraziato. Ogni
passo era calcolato e si muoveva come se intorno a se non avesse
alberi o rocce o ostacoli vari.
“Derek!
Dividiamoci,non può attaccarci entrambi!”
lo spintonò Matt allontanandosi da lui.
Derek seguì il consiglio,e cominciò a correre dalla parte opposta.
Seth sembrò un attimo confuso,ma restando calmo prese a seguire
Matt.
Derek
rallentò voltandosi. “Gli
vado dietro?”
pensò. Ma avvertì un l'odore di Matias alle sue spalle e si scansò
appena in tempo per schivare l'artigliata del ragazzino.
Matias atterrò al suolo rialzandosi con una capriola.
“Non
vale!! Ti avevo preso!”
cominciò a frignare.
“Non
mi pare proprio.”
ghignò Derek “Prima
mi hai preso di sorpresa,ma non accadrà di nuovo.”
facendogli cenno con la mano di attaccarlo.
Ma il piccoletto si imbronciò facendogli una boccaccia.
Derek rimase spiazzato dall'atteggiamento del ragazzino. Fu allora
che un altra piccola peste sbucò dai rami sopra di lui cadendogli
addosso e arpionandogli le spalle con i piccoli artigli.
“Dai
Maty,l'ho preso!!! Tocca a te!!”
urlò una voce femminile.
Derek
avvertì un dolore simile a quelle di una puntura sulle spalle. I
suoi artigli non erano così grandi da lacerargli il giacchietto e i
vari strati di vestiti sottostanti,ma comunque erano abbastanza
acuminati per essere percepiti dalla sua pelle. Cercò di afferrarla
con le mani,ma senza riuscire a scrollarsela di dosso. “Ma
perchè cavolo mi sono lasciato convincere...” pensò
Derek.
“Daccordo
Anne,tienilo fermo,sto arrivando!”
urlò Matias caricando il suo nemico.
Finalmente Derek riuscì a far scendere la ragazzina dalle sue
spalle,giusto in tempo per lanciarla addosso a Matias.
I due rotolarono per terra finendo per sporcarsi di fango.
“Ahi!
Anne,guarda dove vai!!”
gli urlò il ragazzino.
“Non
l'ho fatto apposta,stupido!”
si difese Anne “Mi
ha lanciata lui!”.
Derek sorrise alla vista di quei bambini che bisticciavano. Quella
scena gli ricordava se stesso con sua sorella,quando sua madre Talia
li lasciava “combattere” nel giardino di casa.
“Non
c'era verso che mi lasciasse vincere...”
pensò un po' malinconico.
Matias si alzò aiutando Anne. Le diede qualche pacca sui pantaloni
per ripulirla al meglio e le sistemò un ciuffo di capelli sfuggito
ai codini.
“Dai,non
ti sei fatta niente...Adesso andiamo a prenderlo!”
gli sorrise Matias.
Anne annuì e cominciarono ad avanzare verso il ragazzo.
Derek si mise in posizione di difesa,mentre i due ragazzini correvano
verso di lui.
Matias era molto veloce,aveva tecnica,ma era presuntuoso e questo non
gli permetteva di usare tutta la sua forza. Nonostante riuscisse ad
avvicinarsi abbastanza per ferire Derek,non riusciva a fargli più
che delle leggere escoriazioni. Certo,quando riusciva a colpirlo.
Mentre Anne,al contrario era goffa e maldestra,ma molto rapida,e i
suoi artigli facevano parecchi danni,anche se non sapeva ancora come
utilizzarli al meglio.
Derek cominciava ad avere qualche difficoltà nello schivare i loro
colpi,che diventavano sempre più precisi e coordinati ogni minuto di
più.
Rispose
ad un artigliata di Matias dandogli una gomitata e facendolo
ruzzolare via. Anche se forse con un po' troppa convinzione.
“Cavolo!”
pensò preoccupato vedendolo a terra.
“Ci
sono anche io!”
gli urlò Anne,che prendendolo di sorpresa lo graffiò al
fianco,strappandogli via pezzi dei suoi indumenti.
Derek si sbilanciò finendo a terra con un ginocchio. Il colpo era
bello profondo. Questa volta era riuscita ad arrivare alla pelle. E
il suo fianco aveva preso a sanguinare copioso.
La guardò,mentre tutta contenta esultava per essere riuscita a
prenderlo,e si rialzò tamponando la ferita con una mano.
“Complimenti.
Mi hai preso.”
le sorrise “Non
male,ragazzina.” ricevendo
in cambio un sorrisone da Anne.
Matias intanto si era rialzato,vide che Derek si stava complimentando
e si innervosì.
“E'
più piccola di me e ti ha colpito...non è giusto!”
ringhiò.
Matias caricò Derek con tutta la forza che aveva. Ma il ragazzo
riuscì a schivarlo facilmente.
“Sei
prevedibile.”
gli disse Derek “E
troppo avventato. Cerca di pensare alle tue mosse,e non farmi capire
da dove arriverà il colpo. Altrimenti il tuo nemico avrà sempre un
vantaggio su di te,e potrà buttarti a terra in qualsiasi momento.”
Il ragazzino,a terra,si rialzò di scatto. I suoi occhi erano
completamente cambiati. Adesso un oro scintillante gli illuminava il
viso e delle zanne bianche facevano capolino ai lati della sua bocca.
L'ultima cosa che voleva sentire,in quel momento,erano i consigli di
Derek.
Ringhiando contro il suo nemico cominciò a sferrargli una
moltitudine di colpi.
“Ehi!
Piano,piano!”
gli intimò Derek con un palmo verso di lui.
Matias lo colpì con un pugno al fianco dolorante,facendo
indietreggiare Derek,che si posò una mano sulla ferita.
“Matias!
Non puoi trasformarti! Seth ha detto che non dobbiamo...”
gli urlò Anne.
Ma il ragazzino sembrava non sentire affatto le sue parole,anzi si
voltò verso di lei e gli si avventò contro mordendole un braccio.
“AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!”
gridò Anne.
Derek si mosse fulmineo sentendo le urla della ragazzina.
“Fermo!
Che stai facendo?”
lo prese per le spalle allontanandolo da Anne.
Matias aveva perso il controllo.
“Riprenditi!
Hai morso Anne!” gli
urlò contro,Derek, scrollandolo con forza.
Non riusciva a farsi sentire dal ragazzino,che anzi stava ancora
cercando di attaccarlo.
D'improvviso
Matias riuscì a liberarsi,graffiandogli una mano. Derek non sapeva
che fare. Si mise istintivamente tra lui e Anne,che intanto stava
piangendo tenendosi l'avambraccio ferito.
“Anne
stai dietro di me. Non ti succederà nulla.”
cercò di rassicurarla Derek “Quella
ferita fa male,lo so,ma guarirai. Non ci metterà molto.”
la guardò per un attimo mantenendo la posizione.
Matias era di qualche anno più grande di lei,ma comunque era un
ragazzino.
Ed era anche molto competitivo,da quel che era riuscito a capire.
Quindi
era normale che se la fosse presa. “Ma
addirittura trasformarsi...”
pensò Derek.
La bambina si rialzò e annuì alle parole di Derek.
Matias ringhiò e,chinandosi in avanti appoggiò le mani a terra. Era
una posizione che Derek conosceva più che bene. Stava lentamente per
trasformarsi del tutto. Ma era solo un ragazzino!
Non era di certo una minaccia,questo Derek lo sapeva,ma doveva farlo
riprendere. Non aveva scelta. C'era un unico modo per farlo
ragionare.
Così si trasformò anche lui.
I suoi occhi divennero di un bellissimo blu elettrico e della peluria
cominciò a incorniciargli il viso. La bocca si allungò leggermente
e i canini cominciarono a crescere. Anche gli artigli non tardarono a
spuntare. Si mise in posizione e prendendo un bel respiro,con fare
minaccioso,gli ruggì contro.
Anne si accucciò a terra coprendosi le orecchie. Quel fragore
l'aveva terrorizzata.
La potenza del ruggito di Derek echeggiò per la foresta,come un eco.
Matias rimase immobile. I suoi occhi gialli erano sbarrati e un lieve
tremolio aveva cominciato a scuotergli le spalle. Indietreggiò di
qualche passo e cominciò a ansimare. Il suo sguardo vagava da Derek
a Anne,era confuso.
Ci fu un istante di silenzio. Si sentivano solo le fronde degli
alberi che si muovevano con il vento.
In un attimo la faccia del bambino riprese fattezze umane. I suoi
occhi tornarono del loro verde originale e le zanne scomparvero. Si
mise seduto sulla neve. Abbandonandosi completamente come un sacco di
patate.
Guardò Anne,con occhi increduli. Sapeva benissimo cos'era appena
successo. Il suo respiro cominciò a farsi più veloce e gli occhi
gli si riempirono di lacrime.
Derek si avvicinò,mentre lentamente tornava al suo solito aspetto da
umano.
“Mi
dispiace!”
si scusò Matias tra un singhiozzo e l'altro strofinandosi gli occhi
con le mani “Io
non volevo...Anne,mi dispiace...”.
Derek gli sorrise e gli mise una mano sopra la testa inginocchiandosi
alla sua altezza.
“Non
fa niente,il suo braccio guarirà. Ma tu devi imparare a a gestire la
rabbia. Non sei riuscito a prendermi e lei si. Non vuol dire che non
ci riuscirai mai,e nemmeno che lei è più forte di te. Devi solo
allenarti di più.” ammise
Derek “Anche io
da piccolo ero più debole di mia sorella Laura. Mi batteva
sempre...ma non mi sono mai arreso. Ho continuato ad allenarmi...”
si confidò.
“Invece
adesso,ci riesci?”
chiese asciugandosi le lacrime Matias.
“Bè...adesso
sono più forte di allora.” sospirò
sorridendogli “Se
lei fosse ancora qui,penso che riuscirei a batterla senza
problemi...o forse me lo farebbe solo credere.”
sorrise a quel pensiero “Sai,lei
era un Alpha. Dovette allontanarsi dalla famiglia per farsi un branco
tutto suo,ma non perdeva mai l'occasione per tornare di tanto in
tanto a perdere tempo con me...Mi diceva di non arrendermi mai e di
continuare ad allenarmi. E quando anche io avessi raggiunto il ruolo
di Alpha,lei sarebbe stata lì,più orgogliosa che mai...Intanto però
me ne dava di santa ragione,e io in tutta risposta le distruggevo la
camera...”
questa volta si fece scappare una risatina.
Matias rimase in silenzio a guardarlo,rattristendosi. Aveva capito
bene cosa gli stava dicendo il ragazzo.
“Tua sorella,è morta?” chiese un po' titubante.
Derek,con una smorfia simile ad un sorriso,fece un cenno con la testa
“Si.” .
Matias guardò a terra per qualche secondo “Mi dispiace.”
disse sincero.
Anne si avvicinò a lui e gli si buttò tra le braccia piangendo.
“Non
fa niente,ti perdono” gli
disse.
Intanto
io ero riuscita ad orientarmi anche grazie a quel ruggito sovrumano
che eccheggiava nella foresta. Non erano stati i cuccioli,questo lo
sapevo. E le voci di Seth e Matt le conoscevo piuttosto bene. Quindi
era plausibile che fosse Derek. Inciampando qui e là, riuscii ad
arrivare da lui. E mi presi un momento per assistere alla scena.
Derek che combatteva Matias quasi del tutto trasformato. Mio cugino
odiava perdere. E non gli piaceva essere secondo a nessuno. Per
questo Seth lo metteva sempre in squadra con Anne. Mia cugina sapeva
far male,ma non aveva l'agilità di Maty. Quindi potevano essere una
buona squadra. Potevano imparare molto l'uno dall'altra. Per non
parlare poi del fatto che Maty avrebbe capito che spesso essere
deboli non significa che non potrai mai arrivare al
traguardo,semplicemente in alcuni casi si ha bisogno di un aiuto. E
questo era Anne per lui. Certo,almeno fino a quando non sarebbero
cresciuti. Si supponeva che dopo l'età adulta fossero abbastanza
autonomi da saper affrontare questo tipo di “sessioni” di
addestramento.
Comunque,Derek
era riuscito a fermare Maty. Io non mi mossi dal mio
nascondiglio,constatando con piacere che la felpa di Matt faceva il
suo lavoro. Tentai di avvicinarmi sempre restando nascosta dai
tronchi dei grandi alberi. Derek stava consolando il
ragazzino,dicendogli che Anne sarebbe guarita. E questo era vero. Poi
mi si bloccò il cuore. Aveva cominciato a parlare di sua sorella.
Era strano che parlasse così liberamente con Matias e Anne.
Probabilmente allora il problema ero io.
Anne
saltò in braccio a Matias piangendo a dirotto e io mi avvicinai
uscendo dall'oscurità.
“Ehi,ho
sentito un boato!” con molta
naturalezza finsi di essere appena giunta “State bene?”.
I
tre mi guardarono confusi.
“Come hai
fatto? Non ti abbiamo sentita arrivare!”
disse Matias alzandosi e raggiungendomi.
“Il tuo odore
è strano...” mi fece notare
Anne.
“E' perchè la
felpa che indossa è di Matt.”
concluse Derek.
Mi
guardava fisso negli occhi. Forse allora aveva capito che ero lì. Mi
aveva sentita da lontano? Era arrabbiato perchè avevo origliato? I
miei pensieri vagavano distratti,quando poi notai che Anne mi
strattonava un braccio.
“Guarda!Guarda!
Il mio braccio è già guarito!”
era più che contenta. Ed in effetti potei constatare da sola che
tutto ciò che rimaneva della sua ferita era solo qualche macchia di
sangue.
Le
sorrisi e le diedi un buffetto sulla guancia.
“Ma perchè
Derek non guarisce?” mi
chiese.
Io
storsi la testa e la alzai guardando il ragazzo. In effetti aveva una
mano arpionata al fianco da cui era ben visibile una grossa macchia
di sangue.
“Sto bene.
Andiamo a cercare tuo fratello e Seth.”
minimizzò.
Tipico.
Non che avessi tutta questa voglia di stargli di nuovo incollata
addosso,ma il mio cuore di medico mi ordinava di dargli un'occhiata.
Riuscii a zittirlo,che diamine! Era un lupo anche lui,sarebbe
guarito.
Uno
scoppio improvviso,seguito da un'onda d'urto terrificante,ci investì.
Ci ritrovammo tutti a terra coperti in parte da neve e terriccio. I
bambini erano spaventati,ma sapevano bene cosa aveva prodotto tutto
quel macello: Seth.
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Capitolo 7 *** Strategie ***
[Ehilà! Ma ciao a tutti,scusate per il ritardo...troppi impicci vari e non avevo mai un attimo per scrivere. Cooooomunque,spero che questo capitolo vi piaccia. E ringrazio tutti quelli che mi leggono! Grazie grazie grazie! Lasciatemi un commentuccio per farmi sapere che ne pensate di questo nuovo capitolo. Non fa male scrivere due righe hiihihihihih ^^]
STRATEGIE
CHAPTER
7 - STRATEGIE
Intento a scappare dal suo inseguitore,Matt correva tra
gli alberi,sfiorando i piccoli cespugli che comparivano qui e là
nella neve. Si muoveva un po' goffo:correre nella neve senza
conoscere il percorso lo esponeva a molti rischi. Primo tra tutti
quello di cadere in un fosso,o mettere i piedi su qualche trappola.
Ma era dannatamente attento a tutto. Seth gli correva dietro
ringhiandogli contro.
“Stai
prendendo un po' troppo sul serio questa cosa Seth! Che diamine!”
gli inveii contro senza però
mai voltarsi. Arrivò ad un punto morto. C'era una parete rocciosa
davanti a lui,e di certo non avrebbe potuto scalarla. Con il fiato
corto si voltò e provò a guardarsi intorno. Non c'erano molte vie
d'uscita se non quella da cui era arrivato. Certo poteva aggirare
l'ostacolo,ma prima o poi la stanchezza lo avrebbe sopraffatto.
“E
così ha scelto me per cominciare eh. Beh,almeno sono parecchio
distante da quell'idiota tutto azione...”
pensò riferendosi a Derek “Se
si fossero scontrati sarebbe stato un vero disastro...Derek non gli
va molto a genio,lo ucciderebbe se ne avesse la possibilità.”
Seth in un istante gli arrivò davanti. Lo fissò. Non
aveva il fiatone. Non un singolo muscolo lasciava intuire che fosse
stanco. Ma ovviamente per uno che viveva nei boschi,era una routine
quella di correrci dentro.
“Allora...”
lo fissò Matt “...questa
volta facciamo che sei tu a prenderci le botte e a farsi curare
amorevolmente da Sofia?”
gli sorrise.
Seth rizzò le orecchie e storse la testa.
Matt
ridusse lo sguardo storcendo di poco la testa “Non
fare quella faccia. So che sotto tutto quell'ammasso di pelo,artigli
e zanne c'è un cuore.”.
Detto questo prese a correre verso il suo avversario.
Sferrò un primo colpo al muso,ma lo mancò miseramente per colpa
della velocità di Seth.
Non si arrese. Si avvicinò e sguainando gli
artigli,cominciò a sferrare colpi a raffica. Eleganti e precisi. La
sua grazia in combattimento era unica. I suoi movimenti fluidi e
decisi erano simili a quelli di un pianista esperto che fa danzare le
sue mani sui tasti bianchi e neri del suo strumento. Era quasi
ipnotizzante stare a vederlo. A Seth piaceva questo talento di Matt.
Anche nel momento peggiore,anche se si faceva prendere dalle
emozioni,i suoi attacchi erano tutti ben calibrati e precisi. Non
sbagliava mai. Era concentrato e attento ad ogni movimento
dell'avversario.
Avanzando verso il grande lupo,Matt era riuscito ad
allontanarsi dal suo vicolo cieco. Il suo piano era quello di tornare
indietro e con l'aiuto di Derek riuscire almeno a colpire per sbaglio
Seth. Ma il suo avversario aveva capito fin troppo bene le sue
intenzioni.
In un istante Seth si fermò e per la prima volta
dall'inizio di quella giornata cominciò a contrattaccare.
Per prima cosa artigliò una gamba di Matt,che cadde in
ginocchio coprendosi la ferita alla coscia.
“Cavolo!”
gli urlò contro tra una fitta di dolore e l'altra.
Poi fece uno scatto verso di lui voltandosi all'ultimo
istante per lanciarlo via con le zampe posteriori.
Matt si ritrovò a rotolare nella neve fredda,mentre il
suo sangue volava un po' dappertutto.
Seth gli fu di nuovo davanti. Gli si mise sopra
poggiandogli una zampa sul petto.
“Decisamente
stai prendendo questa storia troppo sul serio...”
continuò Matt.
Seth non aveva intenzione di ferirlo gravemente,ma
sapeva bene quali erano le capacità di Matt e avrebbe voluto che lui
le sfruttasse,invece di combattere come al solito.
Lo fissò negli occhi,poi prese a fissargli la spalla
destra. Quello era il punto che avrebbe azzannato.
Poi da lontano un ruggito lo distrasse. Rizzò le
orecchie e alzò il muso.
“Che...questo
è Matias...” pensò
a voce alta Matt “Ha
perso il controllo?”
chiese più a se stesso che non al suo avversario.
Seth indugiò un istante,poi mentre si voltava per
riprendere da dove aveva lasciato,un secondo ringhio ancora più
potente fece tremare le fronde degli alberi.
Tolse completamente il suo peso da Matt e si voltò
dalla in direzione di quel boato. Le orecchie erano tese ad ascoltare
ogni singolo rumore e vibrazione. Con il muso verso l'alto guardò
gli uccelli che spaventati volavano via dai loro ripari.
Non si accorse nemmeno che Matt si era rialzato e che lo
stava colpendo. Infatti con un singolo calcio ben piazzato,Seth
rotolò a parecchi metri di distanza dalla sua posizione accusando il
colpo ricevuto.
“Mi
dispiace Seth,ma in battaglia tutto è lecito. E tu non puoi fare il
grosso lupo cattivo che vuole sbranarmi e poi distrarti a pensare al
nuovo arrivato...”
lo guardava con le spalle alte e le mani per aria.
Seth si rialzò. Matt lo aveva colpito bene,questo
glielo riconosceva. Era forte,e Seth lo sapeva. Ma al momento il suo
unico pensiero andava ai cuccioli.
“Se
avessi commesso un errore a lasciarli con quel Derek?”
pensò.
Il suo sguardo non lasciò indifferente Matt,che capì
al volo.
“Non
è il tipo che uccide bambini. Stai tranquillo. Per di più...se
annusi bene...”
picchiettandosi con l'indice la punta del naso “...c'è
anche Sofia lì. O meglio. Lo so perchè sento il mio stesso odore,e
visto che il dono dell'ubiquità mi manca...deduco che sia lei. Non
lascerà che succeda nulla a nessuno di loro.”
lo confortò.
Seth ascoltò il ragazzo,lo guardò e poi guardò di
nuovo in direzione del primo campo di battaglia.
“No,Seth...andiamo!
Combatti con me!”
Matt caricò un pugno con tutta la forza di cui disponeva e si lanciò
sul lupo.
Aveva capito che non si fidava di Derek,perchè non lo
conosceva,ma se fosse andato lì e Maty avesse ricevuto anche un solo
colpo,lo avrebbe ucciso.
Seth schivò l'assalto per pochi centimetri,il
precedente calcio di Matt aveva lasciato il segno sul suo costato,ma
si mosse come se non provasse nulla. Cominciò a correre in direzione
dei ruggiti,seguito da Matt che cercava di prenderlo in ogni modo.
“Porca
miseria!”
pensò aumentando la velocità.
Si sforzò talmente tanto da trasformarsi. Il suo volto
mutò,i suoi occhi divennero due pepite d'oro e delle lucenti zanne
bianche sbucarono ai lati della bocca.
“Fermati!
E' uno scontro! Devono combattere,lo hai scelto tu!” provò
a convincerlo.
In effetti Seth pensò che Matt non avesse tutti i
torti,ma il suo andamento non cambiò.
Grazie alla mutazione,Matt riuscì a raggiungerlo e con
un pugno al fianco lo atterrò facendolo andare a scontrarsi contro
un albero.
Seth si rialzò questa volta più lentamente. Matt stava
colpendo sempre lo stesso fianco. Non aveva possibilità di batterlo
in un combattimento normale,ma barando...
Certo non era corretto,ma funzionava. L'unico problema
era che Seth non gli avrebbe permesso di rifarlo. Lo fissò
ringhiando.
“Andiamo
Seth. Secondo te,Derek,sapendo di essere controllato a vista dal
branco che lo ha salvato da morte certa e che non si fida
assolutamente di lui,andrebbe ad uccidere due bambini per puro
divertimento? Dai,suona male solo a me?”
cercò di convincerlo.
Ma Seth sbuffò e riprese la sua corsa verso Derek e i
cuccioli.
“Ahhhh...ANDIAMO!!!”
si asteneva dall'imprecare,Matt. Comunque non sarebbe servito.
Ricominciò a corrergli dietro. Stava quasi per
raggiungerlo di nuovo. Caricò il colpo,ma questa volta Seth si voltò
con le zanne scoperte attaccandolo con entrambi gli artigli
anteriori. Lo fece sbattere addosso ad un albero a parecchi metri dal
suolo. Matt ricadde a terra privo di forze per rialzarsi. Seth si
fermò ad osservarlo.
“Ho
esagerato?” si chiese.
Forse si sarebbe dovuto avvicinare e constatare di non
aver fatto troppi danni. Ma come aveva detto il ragazzo poco
prima,questo era uno scontro. Doveva essere pronto ad essere ferito.
Ma comunque la sua apprensione nei suoi confronti non gli dava
tregua.
Poi Matt si mosse.
“Ca-cavolo...”
ringhiò. Provò a spingersi sui palmi per rialzarsi,ma il colpo era
stato troppo forte.
“Tanti
cari saluti alle mie povere costole...” si
disse strizzando gli occhi e serrando la mascella.
Il fianco era un tutt'uno di dolori e scricchiolii
vari,per non parlare del suo avambraccio:un piccolo ramo aveva deciso
di entrarci e trapassarlo.
In più il suo petto bruciava a causa delle ferite
inferte dagli artigli di Seth.
Si trascinò a quattro zampe lontano
dall'albero,cercando di non pensare troppo alle ferite.
Poi però mentre gattonava sulla neve una pietra sotto
di lui fece uno strano 'Click'.
Ma non ci mise molto a capire.
“Una
mina? Ma stiamo scherzando?”
si voltò verso Seth incredulo e quasi completamente nel panico.
“Hai
minato il bos-”
ma venne interrotto dallo scoppio improvviso dell'ordigno.
Un rapido zampillo di fuoco venne fuori dal
sottosuolo,proprio lì dove giaceva la mina. Neve e terra lo
spazzarono via,e una grossa nuvola di fumo grigio coprì il paesaggio
come fosse nebbia.
Seth si allontanò giusto in tempo,ma l'onda d'urto si
fece strada prepotentemente tra gli alberi.
“Forse
ho messo troppo esplosivo...”
pensò.
Aspettò di vedere il fumo diradarsi. Doveva accertarsi
che Matt stesse bene. Poi lo vide. Era semi seduto al suolo con una
grande roccia dietro le spalle. Era incosciente,ma il torace si
muoveva,e alcune delle ferite minori si stavano già rimarginando.
Si voltò e si avviò verso Sofia e i cuccioli.
L'onda d'urto che li aveva buttati a terra,non aveva
fatto molti danni. Sofia e Anne stavano bene,così come anche Matias
e Derek.
“Che
cosa è successo?” chiese
ingenuamente Anne.
“Non
è possibile...” pensai.
In effetti non era la prima volta che usava certi tipi
di stratagemmi per scoraggiare i partecipanti. Ma loro non erano un
'gruppo',non erano mai stati insieme. Ed era un'esagerazione.
“Whooooaaa!
Avete sentito che esplosione? E' stata incredibile!!!” ovviamente
Maty era più che entusiasta.
Io d'altro canto invece continuavo a fissare il fitto
bosco da dove era avvenuta l'esplosione. Se uno dei due fosse caduto
sopra l'ordigno,quasi sicuramente non era messo granchè bene. Mi
portai una mano al petto e mi voltai verso Derek.
“Lo
senti? Riesci a sentire chi è stato colpito?”
quasi lo pregai.
“No,l'odore
di bruciato copre qualsiasi cosa.”
mi rispose stando sempre sull'attenti.
“Il
battito cardiaco,ne senti due? Ti prego...”
doveva aiutarmi.
Sapevo che Seth non avrebbe mai permesso a nessuno di
lasciarci le penne,ma era Matt. L'ultima volta che avevamo fatto
questo tipo di allenamento,Seth lo aveva azzannato ad un braccio.
Avevo passato 3 ore buone a ricucirglielo addosso. E Seth aveva
cercato più e più volte di giustificarsi che era quello il bello di
questi incontri.
Ma quando è troppo è troppo.
“Si,ne
sento uno che si avvicina...”
mi disse guardandomi.
“Uno?”
chi dei due era stato colpito?
Poi dagli alberi comparì Seth. E un ondata di panico mi
avvolse.
“Che
cazzo è successo!!?!”
la mia finezza in certe occasioni si andava a far benedire.
Seth non mi calcolò nemmeno. Fissò Derek e i cuccioli.
Una rabbia improvvisa mi crebbe dal centro dello
stomaco. Perchè cavolo non mi guarda?
“Ehi!
Sto parlando con te,Seth!”
mi avvicinai ignorando Anne che mi strattonava per la maglietta.
Mi guardò,ma solo per un istante,poi ringhiò verso
Derek.
“Qualche
problema?”
chiese Derek.
Maty si andò a mettere all'istante vicino a Anne. La
tensione che emanava Seth era davvero inquietante. Ma in tutto questo
ancora non mi aveva degnato di uno sguardo.
Se fossi stata un lupo probabilmente in questo momento
gli avrei ringhiato contro,ma mi limitai ad andargli vicino con la
faccia più arrabbiata che mai.
“Seth,dov'è
Matthew?”
questa volta lo ripetei con un brivido di preoccupazione nella voce.
Non si mosse. Ancora niente. Derek mi guardò. Sapevo
che riusciva a percepire il mio stato d'animo,così,in barba alle
regole che avevamo stabilito,si trasformò e chiuse gli occhi per
concentrarsi meglio sul suo udito.
Ma ottenne in cambio uno scatto improvviso di Seth,che
gli andò contro mordendogli un braccio.
“No,Seth!”
gridarono
i cuccioli quasi all'unisono.
Derek gli aveva afferrato il muso nel vano tentativo di
aprirgli la bocca e liberare il suo braccio da quella morsa,ma senza
risultato.
“Vuole
combattere comunque?” mi
chiesi “Va bene...peggio per lui...”
voleva la guerra,e l'avrebbe avuta.
Matt non era in pericolo di vita,ne ero certa,ma volevo
andare comunque ad accertarmene di persona.
Derek riuscì a liberarsi e senza pensare gli diede una
potente artigliata al collo,facendolo indietreggiare di parecchio. Il
suo braccio era messo male,per il momento non riusciva a muoverlo.
Colsi l'occasione per agire.
“Maty,Anne.
Da che parte state?”
chiesi velocemente.
Erano venuti con lui,ma avrebbero combattuto per me?
Anne mi venne incontro,e Maty mi fece un cenno con la
testa.
“Maty,tu
sei veloce. Distrailo. Dai modo ad Anne di attaccarlo. Abbiamo
bisogno di prendere un po' di tempo.”
il nonno voleva che comandassi,e lo stavo facendo.
I due mi fecero cenno di aver capito,e fecero
esattamente quello che gli avevo detto.
Matias cominciò a saltellargli intorno cercando di
confonderlo al meglio che potesse. La cosa positiva era che essendo
stati con Seth,entrambi i cuccioli avevano avuto modo di vedere dove
nascondeva alcune delle trappole. Quindi le probabilità che ci
cascassero erano molto ridotte.
Puntare tutto su questo però era rischioso. Per questo
c'era anche Anne. Lei non era veloce quanto Maty,ma faceva male. In
più lei passava quasi tutti i suoi pomeriggi con Seth e conosceva
bene i suoi movimenti. Forse potevano rallentarlo quanto bastava per
permettermi di avvicinarmi a Derek.
Stava lì fermo in ginocchio a tenersi il braccio e
osservava i due ragazzini.
“Ehi,dai
fammi vedere.”
gli dissi avvicinandomi e poggiandogli una mano sulla spalla.
“Sto
bene!”
mi rispose scorbutico alzandosi di scatto.
Ma non stava bene. Per qualche assurdo motivo continuava
a non guarire.
“L'ho
curato dalle ferite dell'Alpha,ma non sembra ancora in forma. Ma
perchè?”
brancolavo nel buio.
Intanto Maty e Anne erano riusciti a tenere sotto
controllo Seth,che però ci mise poco ad atterrare il maggiore dei
due.
“Maty!!!”
urlò Anne lanciandosi addosso a Seth.
Gli saltò in groppa e con tutta la forza possibile lo
morse al collo,arpionandolo con gli artigli sulle spalle.
Seth ruggì dal dolore e tentando di scrollarsela dalle
spalle andò a scontrarsi di proposito contro un albero. Il tentativo
riuscì,e Anne cadde a terra senza farsi troppo male.
Fu la volta di Derek,che gli arrivò di fronte senza
troppi sforzi. I suoi occhi brillavano di un blu elettrico davvero
surreale. Erano veramente bellissimi.
Seth contrattaccò lanciandosi sul ragazzo e cercando in
tutti i modi di graffiarlo o atterrarlo. Ma Derek era concentrato,e
con abilità schivò e parò quasi ogni assalto.
Io intanto vedendo che lo teneva sotto controllo,mi
diressi verso il punto in cui si doveva trovare Matt.
Al momento era lui la mia priorità.
Ma poi in un istante venni colpita da qualcosa di
pesante che mi trascinò a terra facendomi affondare nella neve.
Ebbi un momento di smarrimento.
“Ahia...che
cavolo è stato?”
provai a chiedermi.
Mi rialzai,riuscendo a rimettermi seduta e mi accorsi
che il peso che mi era stato scagliato addosso,altri non era che
Derek!
“Ehi,ehi!
Stai bene?”
gli chiesi tentando di muoverlo per spostarlo dalle mie gambe “Dai
,alzati. Forza!”.
Mi guardò con la coda dell'occhio inarcando le labbra.
“Come
se l'avessi fatto apposta. Mi ha lanciato lui,sai?”
mi disse liberando le mie gambe.
“Cavolo...non
ti arrabbiare...Mi hai fatto male...”
gli feci notare mostrandogli il polpaccio ferito.
Lui
guadò la mia gamba,si avvicinò per constatare le mie condizioni,e
si rialzò velocemente.
“Ci
penso io a lui.” dandomi le
spalle.
“Che
vuoi dire?” chiesi alzandomi.
“Vuoi
andare da Matt,giusto? E' per questo che hai fatto in modo che tutti
ci lanciassimo all'attacco...”
mi spiazzò.
In
effetti si. La mia priorità era mio fratello al momento.
“Beh,si...ma
solo perchè non lo vedo tornare. Quando gli ha staccato il braccio
la prima volta,ha continuato a lottare fino a che Seth per
esasperazione non ha interrotto tutto...e adesso invece non c'è. Non
è un buon segno...” gli
risposi con tono preoccupato.
“Non
sei tu il capo di questo gruppo?”
disse voltandosi a guardarmi “Tu dovresti essere lì con
noi. Tuo fratello è un lupo,santo cielo! Guarirà! Dobbiamo metterlo
al tappeto e poi,andremo a cercare Matt.”
disse gesticolando verso di me.
“Lì
con voi? Ci sono! Ma sono il medico. Cosa pensi che dovrei fare
secondo te? Non ho la forza,ne la velocità per attaccare Seth. E se
dovesse ferirmi? Io non guarirei così velocemente come voi...”
lo dissi con un briciolo di paura nella voce.
Derek
se ne accorse e ammorbidì il suo sguardo.
“Senti,non
pretendo che tu non sia preoccupata per Matt,ma prima riusciamo ad
indebolire Seth e prima potrai andare da lui.”
sospirò.
Non
aveva tutti i torti. Questa era una sfida per tutti. Ognuno di noi
era stato messo alle corde e aveva finito per mostrare al nemico il
proprio punto debole.
“Giusto!
Come ho fatto a non pensarci?”
l'illuminazione mi colpì.
“Ha
separato Matt da noi perchè lui è più forte quando combatte in
squadra.”
dissi.
“Cosa?”
mi rispose Derek.
“Ha
fatto in modo che ognuno di noi combattesse in svantaggio rispetto a
lui. Matt è un asso nel combattimento ravvicinato,ma senza una
squadra non riesce a dare il meglio di se,e guarda caso è stato
allontanato e messo K.O. Maty e Anne invece sono completamente
scoordinati e ma sostanzialmente forti e li ha messi contro di te. Ha
capito subito che non avresti mai colpito dei ragazzini. E infatti
solo loro ti hanno ferito.”
puntualizzai.
“E'
vero,ma non mi conosceva. Non poteva sapere...”
storse lo sguardo.
“E
me. Io odio combattere. Sapeva non avrei mai partecipato alla lotta.
E' così che ci sta fregando!”
guardai dietro Derek i cuccioli che cercavano invano di colpire Seth.
“Quindi
dici che abbiamo seguito il suo copione? E cosa suggerisci di fare
ora?”
chiese titubante.
Io
mi tolsi la felpa di Matt restando ahimè in balia del freddo
pungente. Il piano di Seth era quello di farci combattere secondo le
sue regole.
“Che
fai?”
chiese scettico.
Strappai
i pantaloni all'altezza della ferita per allargare il buco e lasciar
passare il sangue.
“Lo
attiro in trappola.”
conclusi.
Derek
mi guardò sorridendo. Aveva capito cosa volevo fare e sembrava
daccordo. Corse
via verso Seth e ricominciò a tartassarlo di colpi,che lui comunque
schivava molto facilmente. Il
mio piano era semplice e ci avrebbe permesso di avere un vantaggio
tattico notevole. Per di più avevo la possibilità di sfruttare
quelle ore passate ad addestrarmi con mio padre. Mi nascosi dietro
una roccia e tirai fuori dalla mia borsa dei coltelli da lancio. Non
ero molto brava ad usarli in combattimento ma tiravo a freccette,e
beh...speravo bastasse per quello che avevo in mente.
Presi
la felpa di Matt e cominciai a strapparne delle piccole strisce.
“Se
non mi uccide Seth lo farà Matt...” constatai.
Riuscii
a tirare fuori più o meno quattro o cinque strisce.
Il
piano era semplice: il fiuto di Seth era molto sensibile,e avrebbe
reagito se avesse avvertito l'odore del sangue. Ma di certo non di
quello sulla mia gamba,era troppo poco.
Così
presi quel che restava di una delle maniche della felpa e la
appallottolai. Presi a strusciarla velocemente sulla ferita. Dovetti
mordermi un labbro per il dolore,ma era necessario.
Il
sangue cominciò ad uscire e intrisi una ad una le piccole
strisce,per poi legarle al corrispettivo coltello.
Una
volta terminata l'operazione dolorosa,lasciai la ferita aperta in
modo che gocciasse qui e là.
Presi
i pugnali e cominciai a lanciarli intorno al campo di battaglia.
Fortunatamente si piantarono tutti con successo sulla corteccia degli
alberi designati.
Poi
mi nascosi.
Seth
aveva di nuovo atterrato Derek e Matias era andato a controllare che
stesse bene. Anne invece sembrava spaesata. Annusava intorno con fare
preoccupato. La mia trappola aveva attirato la persona sbagliata?
“Andiamo....forza!”
cominciai
a pensare.
Poi
finalmente Seth drizzò le orecchie e cominciò a perdersi in
quell'odore acre.
“AIUTOOOOOO!!!”
feci scattare la mia trappola.
Seth
non sapeva da che parte andare. La foresta mi faceva eco e la mia
voce si perdeva tra gli alberi. Avrebbe voluto aiutarmi,si vedeva. Ma
non riusciva a capire dove fossi.
“SEEEEETH!”
rincarai la dose.
Si
voltò dando le spalle ai suoi 'nemici' e questo diede modo ai tre di
attaccarlo prendendolo di sorpresa.
“All'attacco!”
gridò Maty scivolandogli sotto la pancia e graffiandogli il ventre.
Seth
fece un balzo indietreggiando.
Ma
trovò Anne davanti a lui che con un colpo ben assestato sul muso lo
fece rotolare al lato,fino ai piedi di un grosso pino.
Derek
lo aspettava lì,lo prese di peso e lo lanciò con forza contro una
roccia. Un gemito di dolore uscì per la prima volta dalla bocca del
grande lupo. Seth rimase un istante sdraiato per terra. Era ferito e
sanguinante ma il suo sguardo era quello di un killer. Ed era rivolto
a Derek. Sembrava come se fosse ferito nell'orgoglio sapendo che era
riuscito a colpirlo. Si rialzò e gli ringhiò contro. Molto
lentamente la folta pelliccia nera lasciò spazio a quella che era
una carnagione olivastra. Il suo corpo stava mutando,stava tornando
ad essere umano. Tornò in posizione eretta. Della pelliccia non
c'era più traccia,restava solo il fisico ben tenuto di un uomo sulla
cinquantina,brizzolato con una leggera barba.
“Non
va bene...” pensai.
Rare
erano le volte che Seth si mostrava così. Non perchè non amasse
quella forma,ma semplicemente perchè la riservava solo a chi voleva
uccidere. Perchè in quel modo era molto più forte.
Corsi
verso Derek allungando le mani verso di lui.
“Va
via! Vattene Derek!”
ma era tutto inutile.
Derek
rimase in guardia,aspettava il suo colpo ed era pronto a difendersi.
Ma era abbastanza provato dagli attacchi precedenti. Non avrebbe
potuto difendersi.
Seth
mi guardò stringendo leggermente gli occhi come se non capisse. Poi
sguainò gli artigli e come un fulmine si lanciò su Derek.
Mi
bloccai coprendomi gli occhi. Se Seth lo voleva morto,allora sarebbe
morto. Non c'erano dubbi.
Rimasi
immobile,ascoltando nell'aria i movimenti e i rumori. Pensando di
sentire un lamento,un grido o per lo meno un tonfo. Ma niente.
Mi
scoprii lentamente gli occhi,le mani che mi tremavano un po' dal
freddo un po' dal panico. E subito me le portai alla bocca incredula.
Derek era a terra,in ginocchio con il fiato corto...a una decina di
metri da Seth. Era stato sbalzato via. Ma non dal suo nemico.
Un
uomo aveva bloccato Seth,senza nemmeno sfiorarlo,solo con la sua
presenza. Seth era immobile e lo guardava scioccato e intimorito. In
un istante abbassò il braccio e tornò completamente umano,facendo
un passo indietro.
“Hai
esagerato questa volta Seth. Non era questo che ti avevo chiesto.”
disse l'uomo “Questo
ragazzo...non è cattivo.”
si voltò verso Derek sorridendogli.
“Mi
dispiace. Non accadrà più.”
si scusò Seth.
La
sua voce era calda e rassicurante,di quelle che staresti ore a
sentire.
Poi
l'uomo si voltò verso di me.
“Sofia,vai
a cercare Matt e torniamo a casa. Si è fatto tardi.”
mi disse portandosi dietro i due cuccioli che più che contenti gli
trotterellavano intorno contenti.
“Nonno!!!
Hai visto come siamo stati bravi?”
esordì Maty.
“Si,Nonno!
Io ho addirittura colpito Seth ben due volte!”
gli raccontò Anne.
Io
rimasi scioccata nel vederlo lì fuori. Non proferii parola così
come Derek,che guardandolo passare quasi sembrò non respirare per la
tensione.
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Capitolo 8 *** A Cuore Aperto ***
Capitolo 8 - A Cuore Aperto
[Sono
una persona orribile...lo so! Perdonatemi per il terribiliiiiiiissimo
ritardo...non ho scuse in effetti. Semplicemente non avevo più
ispirazione...ed ero un pò demoralizzata visto che leggete in
tanti ma nessuno commenta...*faccina che ride a mille denti* E
niente,se vi va commentate e ditemi cosa ne pensate. ]
CAPITOLO
8 – A CUORE APERTO
Il viaggio di ritorno dal bosco,fu doloroso e
silenzioso. Io e Derek ci caricammo in spalla Matt,dopo averlo
'raccolto col cucchiaino' dalla neve gelida. Era messo male,ma niente
che non avessi già visto. Comunque sia troppo stanco e svenuto per
fare il viaggio di ritorno sulle sue gambe.
Provai più volte a parlare con Derek,ma ogni volta che
aprivo bocca,la mia voce scompariva.
Il Nonno era arrivato sul campo come se niente fosse.
Nessuno si era accorto di lui se non dopo che si era manifestato. Non
si era mai intromesso in questi allenamenti,mai una volta da che ci
partecipo. E neanche quando Matt era agli inizi,mi ha mai parlato di
una volta in cui il Nonno è intervenuto. Comunque sia era arrivato
giusto in tempo. Seth avrebbe ucciso Derek.
Si era trasformato.
“Perchè
cavolo l'avrà fatto?” pensai
“Era calmo e tranquillo fino a poco prima che Derek lo
buttasse a terra. Poi è come se fosse tornato il Seth di qualche
anno fa. Quando il Nonno lo ha portato a casa.”.
All'epoca era un piantagrane. Cercò di ucciderci tutti
più di una volta. Ma poi alla fine fece amicizia con noi.
Mentre mi perdevo nei miei pensieri notai che eravamo
finalmente fuori dal bosco. O quasi. Grazie al suo fiuto,Derek ci
aveva riportati al mio accampamento.
“Mettiamolo
giù.”
mi disse indicandomi la base di un albero su cui poggiarlo.
Feci un lieve cenno di assenso.
Non era del tutto sbagliato: tutte le mie cose erano lì
e il fuoco era ancora acceso,non si poteva lasciare in quel modo.
Per di più rimettermi i miei vestiti pesanti fu una
sensazione fantastica.
Sistemai al meglio mio fratello,mettendolo semi seduto
sulla neve e mi lanciai sugli indumenti.
Avendoli lasciati vicino al fuoco,erano belli caldi e
morbidi.
Imbacuccata per bene presi un bell'ammasso di neve e lo
lanciai sul fuoco,che scoppiettò appena e lentamente si spense. Il
resto lo calpestai con gli anfibi.
Derek,sempre in silenzio,si appoggiò con la schiena
allo stesso albero ai cui piedi giaceva Matt. Una mano arpionava il
fianco,mentre la testa era volta al cielo. Chiuse gli occhi e inspirò
quell'aria gelida. Fece una nuvoletta di vapore quando espirò.
“Okay...”
presi un bel respiro anche io e mi avvicinai a lui.
Derek non si mosse. Stava fermo a guardarmi mentre mi
avvicinavo. Allungai una mano posandola sulla sua.
“Dai,fammi
vedere...”
gli dissi.
“Non
è niente. Guarirà.” provò
a spiegarsi opponendosi alle mie attenzioni.
“Derek.”
cominciai “Non
fare così...non puoi sempre chiuderti a riccio. Ho capito come
sei,sai?”
dissi in tono calmo.
“E'
solo una stupida ferita. Dovresti pensare a tuo fratello,non a me.”
mi disse scostando la mia mano dalla sua.
“E'
quello che ho intenzione di fare. Ma sai bene quanto me che starà
meglio solo quando si sveglierà...” tentai
di convincerlo “Adesso
sei tu quello che mi preoccupa.”.
Lui aggrottò le sopracciglia. Il suo respiro aumentò
di velocità.
“Ma
perchè? Che t'importa di me? E' da quando sono arrivato qui che non
fai che preoccuparti per me!”
sbottò allungando una mano ad indicarmi.
Ero leggermente confusa,ma da una parte aveva ragione.
Da quando era arrivato non avevo fatto altro che prendere le sue
difese. Forse,soltanto perchè era ferito.
“No...sai
bene perchè...”
mi rispose la mia voce interiore.
Così,spostai lo sguardo sui miei piedi e mi infilai le
mani nel giacchetto.
“Perchè,il
tuo cuore è rotto...”
risposi senza mai guardarlo negli occhi “E'
rotto come il mio...”
ora lo guardai.
I suoi occhi erano fissi su di me. Il suo sguardo era
quello di un cane abbandonato,quasi tristi.
Scosse leggermente il capo.
“Ma...che
stai dicendo...” cercò
di sviare.
Mi avvicinai,prendendogli di nuovo la mano.
“Sei
in mille pezzi Derek...Ti vedo. Anche se ti conosco da poco,ho
riconosciuto questo tuo atteggiamento.”
gli dissi quasi in tono compassionevole “Perchè
l'ho provato anche io. L'ho vissuto sulla mia pelle. E' molto di più
di semplice rabbia,o paura...è qualcosa di molto più forte e
distruttivo. Quando qualcuno che ti è vicino ti delude.”
notai un leggero sobbalzo “Quando
prima era il tuo mondo...e poi 'puff'. Tutto ti sembra irreale,come
se stessi vivendo in una bolla e tutto quello che succede intorno a
te fosse attutito dal silenzio...”.
Abbassò lo sguardo sulla mia mano e poi lo rialzò.
“Quando...”
cercai il coraggio che mi era mancato per qualche anno “...Alex,è
così che si chiamava mia cugina...beh,quando mi ferì,cercando di
uccidermi,mi crollò il mondo addosso. Il primo colpo mi arrivò
dritto tra le scapole,deciso fino quasi tutta la schiena. Non
riuscivo a capire,sembrava come se stessi seguendo un film. E
continuavo a ripetermi che non poteva essere la realtà...”
mi bloccai “...ma
poi mi voltai e la vidi. Era lì che mi guardava sorridente con una
mano intrisa del mio sangue. E solo in quel momento arrivò il
dolore.”
mi stavo davvero confidando con Derek?
Lui mi ascoltava in silenzio.
“Sai,non
erano tanto le ferite,sapevo che in un modo o nell'altro qualcuno
sarebbe arrivato in mio soccorso. Perchè fino a quel momento anche
lei aveva fatto così per me. No,fu il fatto di avere davanti una
persona che consideri come una sorella,e non riconoscerla più.
Tradita,ferita,delusa...erano tante le emozioni. E non puoi
semplicemente chiudere gli occhi e fare finta di nulla...no. Perchè
cerchi di dare una motivazione 'E' stata costretta.' 'Non aveva
scelta'.” continuai
“E poi arriva il
colpo di grazia.” mi
fermai cercando di impedire alle lacrime di uscire prepotentemente
dai miei occhi.
Derek spostò una mano ad accarezzarmi un braccio,ma io
mi allontanai da lui. Mi voltai dandogli le spalle e le sentii.
Le lacrime erano arrivate al mio mento. Mi strinsi le
braccia al petto.
“ 'Ti
avevo avvisata che ci saremmo riviste al funerale di una delle due'
mi disse. La sua voce e quelle parole,mi fanno male anche adesso. E
continuo a sentirle e risentirle nella mia testa...”.
Mi asciugai le lacrime e mi voltai di nuovo.
“Per
questo devi smetterla di fare come se fossi l'unico a portare un
peso. Non ti chiedo come stai ogni cinque minuti per farmi gli affari
tuoi...ma perchè...questa stupida ragazza che hai difronte si sente
in qualche modo di riuscire a capirti. Non ti do attenzioni perchè
mi fai pena! Cosa credi?”
allargai le braccia in tono ovvio “Ma
perchè odio terribilmente quel tuo sguardo! Quello che ho anche io
quando mi guardo allo specchio la mattina. Vorresti fare
amicizia,raccontare di te agli altri. Che cavolo,scherzare sul tuo
passato...Ma non lo fai. Perchè,cosa succederebbe se ti fidassi? Se
ci provassi di nuovo? Ti ritroveresti di nuovo ferito e sanguinante
in un vicolo buio?”
mi avvicinai prepotentemente guardandolo a brutto muso “L'alternativa
è odiare tutto e tutti. Così staranno alla larga e niente potrà
ferirti di nuovo.”
Derek mi guardò e sospirò.
“E'
più facile in questo modo.” mi
disse.
“Per
me no. Odio stare così. Odio non fidarmi degli altri. E odio vedere
una persona soffrire...per questo alla fine mi ci avvicino...”
riuscii a scostargli finalmente la mano dalla ferita.
La guardai. Sanguinava copiosamente. Così come gli
altri graffi che aveva.
“Perchè?
I cuccioli...Seth...persino Matt anche se svenuto sta guarendo
lentamente...Invece lui...”
pensai.
Lo guardai e gli posai una mano infreddolita sulla
guancia.
Derek rimase spiazzato. Potevo quasi sentire il suo
cuore in quella posizione. Gli concessi un sorriso dei miei. Uno di
quelli dolci che riservavo solo a Matt.
“Non
siamo tutti cattivi Derek. Se non vuoi dirmi chi sei o da dove
vieni,non c'è problema. Se tu non vuoi dirmelo io non voglio
saperlo. Ma smettila di trattarmi come una stupida. O peggio,come un
nemico” scostai una mano per
mettermi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio “Non sono
stata io a ferirti...”.
Derek
rimase a guardarmi. Aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse
subito. Era difficile per lui sentirsi dire quelle cose,quanto lo era
stato per me all'epoca,quando fu Matt a dirle a me.
“Mi
sa che mi serve...un cerotto....”
esordì Matt risvegliandosi.
Io
balzai subito al suo fianco,felice di aver rotto quel momento con
Derek. Odiavo i silenzi imbarazzanti.
“Matt!
Ti senti bene?” chiesi.
Derek
si fece più vicino scostandosi dall'albero.
“Come
se mi fosse esplosa una mina sotto ai piedi...”
disse sarcastico tentando di muoversi “...sono riuscito a
rallentarlo?”.
“Rallentarlo?”
chiese Derek guardandolo.
“Seth...quando
ti ha sentito ruggire...si è acceso qualcosa in lui. Ti voleva
morto...era chiaro...ho provato”
una fitta di dolore lo scosse interrompendolo.
“Matt,fermo
non parlare!” gli dissi
prendendogli una mano.
“Hai
provato a fermarlo...”
concluse Derek abbassando lo sguardo.
Matt
gli fece un lieve cenno di assenso con la testa,mandandola
all'indietro per poi poggiarla sulla corteccia fredda dell'albero.
“Non
l'ho mai visto reagire così...”
dissi a Matt “Se il Nonno non fosse intervenuto...”
Come
gli avessi gettato dell'acqua ghiacciata addosso,Matt si alzò
all'improvviso.
“Il
Nonno? Come? Quando?” chiese
allibito cingendosi lo stomaco con le braccia.
Io lo sorressi “Ti racconterò tutto,ma prima...”
gli afferrai un dito e glielo ruppi.
Il grido di Matt rimbombò in tutta la foresta. Gli
uccelli che erano finalmente tornati,dopo il ruggito di Derek,si
alzarono di nuovo in volo sconcertati dal frastuono.
“Ma
che diamine fai!” mi riprese
Derek,prendendo Matt per un braccio per sostenerlo.
“Il
mio lavoro. Non ti preoccupare,va tutto bene.”
provai a calmarlo.
In
un attimo le ferite di Matt smisero di sanguinare. Il dito tornò
come nuovo e cominciò a guarire.
“Cavolo...grazie
sorellina...” mi disse Matt
imbronciato.
Derek
ci guardava confuso. Matt stava meglio e si reggeva in piedi da solo.
Si stava tastando gli avambracci e l'addome,dove c'erano ferite
profonde,per controllare l'andamento del processo di guarigione.
“Non
guardarmi così,Matt. Sapevi bene che lo avrei fatto comunque. Ma
visto che poi saresti svenuto di nuovo, e ti avremmo dovuto portare a
casa io e Derek in spalla,ho pensato di risparmiarci la fatica.”
ammisi sfiorandogli il fianco
dove ora c'era solo un vistoso buco alla giacca che mostrava la pelle
guarita.
Mi
soffermai a guardarlo forse un po' troppo preoccupata e lui mi
sorprese in un abbraccio.
“Sto
bene Sofia.” mi disse
stringendomi forte “Anche se non sei poi un granchè di
medico...” sorrise.
Io
mi allontanai sorridendogli e gli tirai un pugno sul braccio “Ah,
si?” e lo guardai sorridermi
di rimando.
Derek
guardava la scena,e si lasciò sfuggire una risata.
Io e Matt ci guardammo e poi spostammo lo sguardo su di
lui.
“Grande
Giove...l'apocalisse è vicina!”
disse Matt con un tono teatrale.
“Sarà
meglio che torniamo a casa,o ci verranno a cercare...”
dissi continuando a ridere.
Derek
annuì divertito e ci seguì.
Arrivati
al nostro palazzo,trovammo mia madre e mio padre ad attenderci. Mia
madre ci venne incontro lanciandosi in un abbraccio strappalacrime su
Matt.
Con
molta probabilità il Nonno gli aveva raccontato tutto quando era
tornato.
Mio
padre rimase fermo sul posto con le mani sui fianchi e un espressione
arrabbiata.
Derek,
che camminava dietro me e Matt si bloccò vedendolo,e abbassò lo
sguardo.
Mi
voltai per raggiungerlo quando mio padre,che mi aveva raggiunto mi
sovrastò con il suo corpo abbracciandomi.
“La
mia bambina! Che ti è successo alla gamba? Perchè zoppichi?”
mi chiese tenendomi per le spalle e controllandomi da cima a fondo.
“Sto
bene papà...è solo un graffio...”
gli dissi scambiandomi un occhiata con Matt.
“E'
inutile Sofia...moriremo soffocati negli abbracci dei nostri
genitori...” mi disse lui con
voce attutita dalla spalla di mia madre che continuava imperterrita a
stringerlo a se.
Mi
venne da ridere. Poi mio padre spostò gli occhi su Derek,rimasto in
disparte.
Derek
sentì gli occhi dell'uomo al mio fianco farsi pesanti su di lui.
Sembrava che stesse lentamente facendosi mangiare dall'ansia,e
dalla...colpevolezza?
“Derek?”
pensai.
Mio
padre mi scostò,mettendosi tra me e Derek. Si fece avanti allargando
le braccia a mò di barriera tra lui e la sua famiglia. Io lo guardai
shockata. Era vero che Derek aveva fatto un gran baccano appena
arrivato,ma quel giorno era stato un santo. Mio padre stava
esagerando. Mia madre diede tregua a Matt,liberandolo dalle sue
grinfie,per provare a fermare suo marito.
“Luke...”
gli tese una mano.
Ma
mio padre non si fermò. Avanzò molto lento in direzione di quel
ragazzo che aveva davanti.
Adesso
che lo vedevo era molto provato. Ancora un braccio era allacciato al
suo fianco ferito,che sembrava aver smesso di sanguinare. E poi,la
gamba,le spalle e la sua faccia rigate da qualche graffio poco
profondo.
“Tu
sei 'quel' ragazzo.”
disse mio padre “Quello
che Matt e Sofia hanno salvato dalla strada. Che stava morendo per
gli artigli di un Capo Branco.”
aggiunse.
“Papà
aspetta...”
cercò di intromettersi Matt preoccupato da come si stava mettendo la
situazione.
“Quello
che ha avuto l'accesso al branco direttamente dal nostro Alfa.
Andando contro alle nostre leggi.”
fece ancora altri due passi “Quello
che Sofia ha amorevolmente curato anche se non era del branco...”
era ormai davanti a lui.
Si
fermò.
“Quello
che ha cercato di uccidere mia moglie e mia figlia...”
disse con tono più grave del dovuto.
Io
scossi la testa preoccupata “No,papà!
Non lo ha fatto apposta!”
ma non mi uscirono di bocca quelle parole.
Derek
si era fatto piccolo piccolo. Lo guardava. Sosteneva il suo
sguardo,capendo di cosa stava parlando mio padre. Il suo petto si
alzava e si abbassava velocemente.
“lo
punirà?”
pensai.
Le
mie gambe si mossero per raggiungerli.
“...e
che ha riportato qui Sofia sana e salva,dopo aver rischiato di morire
con Seth.”
terminò stringendolo in un abbraccio.
La
mamma e Matt rimasero fermi immobili a guardarlo,sorridendo.
Io
mi bloccai,e sostenni lo sguardo perso di Derek che non stava
capendo. Un attimo prima lo stava sgridando,e ora si era preso la
libertà di abbracciarlo.
“Se
l'avessi fatto io sarei sepolta nella tomba di famiglia...”
pensai sorridendo.
Derek
rimase immobile,mentre quell'uomo gli dava delle lievi pacche dietro
la schiena.
“Sei
stato bravo figliolo.”
gli disse mio padre.
Dopo
qualche secondo si staccò da Derek,che continuava a guardarlo
spaesato e quasi intontito. Mia madre prese Matt sotto braccio e
ridacchiando lo trascinò con sé dentro il palazzo.
Sospirai
alleggerita. Per un attimo avevo temuto che lo avrebbe ucciso. Adesso
invece era lì,che se lo prendeva sotto braccio e se lo caricava
verso casa. Rimasi per un po' a guardarli.
“Comunque
quella zoppa ero io,eh...”
e con passo lento li seguii.
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Capitolo 9 *** Nel Bosco ***
9 - Nel Bosco
[Eilàààà!
Ciao a tutti. Come potete vedere c'è un altro capitolo caldo caldo
appena sfornato. Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la mia
storia,siete veramente tantissimi! Grazie grazie! Se avete domande
sentitevi liberi di chiedere o lasciare una piccolissima microscopica
recensione. Si,finalmente la dura corazza di Derek si sta
sciogliendo,e nei prossimi capitoli ci sarà molto movimento. Sofia è
riuscita prepotentemente a fare breccia,e Derek sembra l'abbia anche
presa piuttosto bene. Ditemi cosa ne pensate. Enjoy!!]
CAPITOLO
9 – NEL BOSCO
Ormai
era tardi,quasi notte. Nel palazzo c'era un gran baccano. Al nostro
rientro,tutti erano sul pianerottolo davanti la porta di casa del
Nonno. Volevano sapere cosa era successo,e perchè per la prima volta
in vita sua il nostro Alpha aveva interrotto un addestramento.
La
voce di zia Louise era la più assordante,la sentivamo dal portone.
Matt e mia madre erano già per le scale e stavano cercando di
passare in mezzo alla folla. L'obbiettivo era l'appartamento al
quinto piano.
Io,papà
e Derek eravamo all'inizio delle scale. Era difficile muoversi con
una ferita sulla gamba,dovevo disinfettarla e fasciarla. Per non
parlare del dolore. Averla stuzzicata per distrarre Seth non era
stata una gran bella mossa,almeno non per la mia mobilità. Anche se
non avevo poi molto da lamentarmi,al contrario mio Derek,che era
molto più provato,era assolutamente calmo. Certo,mio padre lo
sorreggeva per aiutarlo,ma mai una volta si era lamentato anche solo
di un piccolo fastidio. Ovviamente era molto più abituato a questo
genere di situazioni rispetto a me. Comunque lasciai che mi
precedessero per le scale,visto il mio 'passo felino'. Quando però
una voce più forte delle altre si fece sentire.
“Se
Seth voleva ucciderlo avrà avuto i suoi buoni motivi,Franz!”
disse quello che avevo riconosciuto come zio Chaz.
“Oh,andiamo
Chaz,non puoi dire sul serio. E' solo un ragazzo!”
rispose zia Mel.
Mio
nonno non rispose,molto probabilmente non era nemmeno lì. Ero sicura
che fosse chiuso in casa,altrimenti l'orda starebbe litigando
nell'appartamento e non fuori. Probabilmente stava decidendo il da
farsi.
“Se
fosse stato così crudele non pensate che avrebbe ucciso Sofia e i
cuccioli quando poteva? E' un ragazzo come me ma in una situazione
pessima...”
si intromise Matt.
“Un
ragazzo che a quanto pare ha dato una brutta impressione al braccio
destro del nostro Alpha!”
gli urlò contro zia Louise,sorella maggiore di zia Mel ma minore di
mia madre.
Derek,sempre
sostenuto da mio padre,si bloccò. Appoggiò la mano libera dalla
presa di mio padre,che fin'ora teneva arpionata al fianco,sul
corrimano.
“Ehi,tutto
bene?”
chiesi.
Mio
padre mi guardò mentre Derek si liberava dalla sua presa premurosa.
Ovviamente
stava sentendo quello che i miei parenti stavano dicendo,e di certo
quelle parole non gli stavano facendo bene.
Si
voltò con aria furiosa.
“Lasciami
in pace!”
mi gridò contro scendendo velocemente quella rampa di scale che
avevamo fatto,per poi sparire chiudendosi il portone dietro le
spalle.
Il
palazzo si ammutolì. Tutti l'avevano sentito e adesso erano piombati
in un silenzio quasi tombale.
“Davvero
ben fatto sorella.”
ruppe il silenzio mia madre “Nessuno
ha il diritto di uccidere qualcuno. E questo lo sappiamo bene. Se
Seth lo voleva uccidere avrebbe dovuto comunque chiedere il parere di
nostro padre,come prima cosa. Invece si è fatto prendere
dall'istinto!”
concluse.
“Siamo
quello che siamo Paula,lupi. Nient'altro che puro istinto!”
ribatté zio Chaz “Se
per istinto tu sentissi che una persona ti è nemica non
l'allontaneresti dalla tua famiglia?”
chiese.
“Lo
allontanerei,ma non mi permetterei di decidere della sua vita,Chaz.”
rispose aumentando il tono di voce.
“Aspettata,non
c'è bisogno di stare a litigare.”
intervenne zia Charlotte,madre di Anne e moglie di zio Phill
“Anzitutto la
cosa migliore è che il signor Franz...”
lo chiamava così essendo la moglie del figlio “...convochi
Seth per chiedergli spiegazioni. Secondo poi,non ha assolutamente
fatto nulla di irreparabile contro questa famiglia,quindi io gli do
il beneficio del dubbio.”
decretò.
Non
c'era niente di meglio che ascoltare la sua voce. Zia Charlotte
sapeva il fatto suo,niente peli sulla lingua e con un coraggio da
leoni. Ero completamente daccordo con lei,anche se non avrei
accettato comunque le motivazioni di Seth. Era sbottato come niente
fosse,una furia. E dallo sguardo che mi aveva lanciato,molto
probabilmente,prima di attaccare Derek non capiva perchè io volessi
fermarlo. Come se Derek avesse fatto qualcosa di inscusabile.
Mio
padre mi ridestò dai miei pensieri.
“Dovresti
seguirlo.”
mi disse poggiandomi una mano sulla spalla.
“Se
ne è andato,sbattendo la porta papà. Con la rabbia che ha in corpo
ora,qualsiasi cosa facessi mi sbranerebbe. Letteralmente.”
ammisi sospirando.
“Non
è così.”
mi disse “Non so
come Seth sia arrivato alla conclusione che fosse una minaccia,ma
quando l'ho visto,tornare con voi...Niente di lui mi ha detto che
fosse una cattiva persona...Molto triste e abbandonato,questo si. Ma
non pericoloso.”
mi confidò frizionandomi amorevolmente il braccio.
Lo
guardai.
“Non...anche
se gli andassi dietro come faccio a ritrovarlo?Non ho i 'superpoteri'
io.”
gesticolai indicandomi il naso.
Lui
rimase a guardarmi,poi la porta dell'appartamento al piano
terra,quella di zia Charlotte e zio Phill si spalancò.
Mark
era lì che mi guardava,serio e determinato. Era il figlio più
grande dei miei zii,nonché fratello di Anne. Aveva compiuto
diciott'anni qualche mese fa,e come regalo di natale i miei zii gli
avevano regalato una moto da cross.
Fece
un passo avanti e si chiuse la porta alle spalle. Puntò la faccia
verso la rampa di scale che dava verso il primo piano.
“Mamma,io
vado con Sofia a cercare il ragazzo. Ceniamo fuori.”
disse con una tranquillità disarmante.
Io
sbarrai gli occhi e guardai mio padre. Come poteva uscirsene in quel
momento con una cosa del genere?
Il
pianerottolo si riempì ancora una volta di voci in subbuglio. Tutti
stavano protestando apertamente,urlando contro zio Phill.
Mia
zia si sporse per le scale sorridendogli.
“Okay
tesoro,ci vediamo più tardi.”
sparendo di nuovo.
“Tesoro...ormai
sono maggiorenne...”
borbottò sottovoce Mark.
Mio
padre ridacchiò avviandosi per le scale.
“Riportamela
sana,Mark.”
gli disse facendogli un cenno con la mano.
“Certo
zio,puoi contarci.”
gli rispose lui.
Una
volta fuori dal palazzo Mark cominciò ad analizzare ogni scia
olfattiva che riusciva a percepire. Le strade erano semivuote,il più
delle persone stava rincasando trascinandosi appresso il poco di
spesa necessaria per il week-end.
“Da
questa parte,Sofia.”
mi disse indicandomi la strada grande.
Io
lo guardai perplessa. Va bene che era ferito e arrabbiato,ma non era
uno stupido. Non si sarebbe messo a camminare in una strada così
scoperta,col rischio di farsi trovare. O peggio,di finire in
prigione. In città sapevano tutti di noi. Davamo sicurezza alle
persone e loro non ci denunciavano quando arrivavano dei cacciatori.
Ma un lupo sconosciuto,ferito e sanguinante che correva per la città
non avrebbe avuto la stessa cortesia. E ci mancava solo che qualcuno
avvisasse qualche gruppo di cacciatori.
“Mark,sei
sicuro che sia lui? Insomma...”
gli dissi seguendolo.
“Non
sto seguendo quel ragazzo.”
annunciò sicuro.
Io
mi fermai guardandolo confusa.
“C'è
Seth in giro da queste parti. E il fatto che sia uscito dalla foresta
mi fa pensare che stia dando la caccia al tuo amico.”
continuò a camminare.
Io
lo raggiunsi allarmata.
“Allora
dobbiamo sbrigarci!”
lo incitai.
Attraversammo
metà della strada principale. Poi Mark cambiò direzione verso una
delle piccole vie interne della città. Era buio pesto e le
stradine,percorse da profumi di cibi che stavano cuocendo,mi entrò
nel naso. Il mio stomaco cominciò a borbottare,visto che tutto ciò
che avevo mangiato a colazione lo avevo già smaltito. Ci fermammo un
istante per poi svoltare a destra in un'altra stradina.
“Mark,perchè
sei venuto con me?”
chiesi curiosa.
“Perchè
era la cosa giusta da fare.”
disse secco.
“Si,ma
non eri obbligato...”
continuai.
“Mi
fido di te. Sei sempre sincera,e se qualcosa ti sembra giusta è
semplicemente perchè lo è. Non conosco quel ragazzo,ma conosco te.
Se dici che ci si può fidare,allora è così. Ci metterei la mano
sul fuoco.”
lanciandomi una vaga occhiata e sorridendomi.
Io
arrossii. Il mio piccolo cuginetto,taciturno e riservato era
cresciuto. Era diventato un ragazzo forte e coscienzioso. Era sempre
pronto a dare una mano e non si lamentava mai. Anzi,quando svolgeva
qualche compito che gli veniva assegnato,chiedeva sempre se poteva
fare di più. Era molto altruista e generoso.
Senza
dire altro svoltammo e continuammo a camminare.
“Mark,sono
io oppure stiamo tornando indietro?”
chiesi guardandomi intorno.
Riconoscevo
quelle stradine,e piano piano si stavano aprendo verso una radura
innevata.
“Si,Seth
dev'essere tornato indietro...”
disse annusando qua e là “Ma
adesso sento anche l'odore del tuo amico.”
rivelò.
“Si
chiama Derek,e non siamo amici...”
dissi sbuffando.
Poi
si fermò,e per poco non gli andai a finire addosso.
Eravamo
quasi usciti dalla città. Qualche casetta sparsa intorno a noi per
farcelo capire. E poi più avanti c'era un pezzo di terra che era
attraversato da un fiumiciattolo che scorreva a zig-zag percorrendolo
per tutta la sua lunghezza. Era buio e non vedevo bene,ma avvertivo
l'odore dell'acqua e il suo rumore scrosciante.
“Allora?
Adesso dove andiamo?”
domandai guardando verso il ruscello.
“Mmm...da
qui diventa difficile. Se ha attraversato il fiume non riuscirò a
sentire il suo odore.”
confessò riprendendo a camminare “Però,se
è stato così incosciente da farlo,non sarà andato troppo lontano.”
mi disse prendendomi per mano.
Ci
avvicinammo alla sponda e anche se i miei piedi non toccavano
l'acqua,il mio corpo ne avvertiva il freddo pungente.
“Se
si è buttato in acqua per passare oltre....Quell'idiota sta cercando
di uccidersi?” pensai
preoccupata.
Mark
mi indicò di proseguire lungo la sponda del fiume.
“Ma
se è passato da qui...”
dissi senza pensare.
“Vuoi
morire per un attacco di ipotermia,per caso? Se andiamo più avanti
c'è un piccolo ponte. Attraverseremo da lì e torneremo a questa
altezza per poi proseguire.”
mi spiegò continuando a tenermi per mano.
Io
feci un rapido segno di assenso con la testa e riprendemmo la
scarpinata.
Giunti
sull'altro lato,Mark mollò la presa e cominciò quasi a correre.
Feci fatica a stargli dietro. Quando poi scomparve dentro alla
foresta cominciai a preoccuparmi.
“Mark!
Aspetta! Non riesco a correre così veloce...”
gli gridai passando tra un albero e l'altro.
Mentre
correvo cercavo disperatamente di udire voci,o suoni di qualsiasi
tipo. Ma niente veniva da quella foresta fredda e inquietante.
Continuando
per la mia strada notai un movimento,Mark era avanti a me e si
frapponeva tra un Derek svenuto e completamente fradicio,e un Seth
umano e accigliato.
Mi
lanciai subito vicino a Derek,con una scivolata sulla neve
inzuppandomi i jeans.
“Derek!Derek,andiamo!”
gli presi la faccia tra le mani “Che
cosa gli hai fatto Seth!”
dissi gridandogli contro.
Mark
era lì che lo fissava,serio e sull'attenti.
Poi
Seth mi guardò.
“E'
lui che ha cercato me. Poi è arrivato qui ed è svenuto.”
disse con tranquillità voltandoci le spalle e sparendo nella
foresta.
“Che
cavolo ha di sbagliato quell'uomo...”
disse con voce calma Mark.
Derek
era bianco cadaverico,e stava congelando. Non sapevo cosa fare,quando
mio cugino se lo caricò in spalla indicando dietro di me.
“Poco
più avanti c'è una casa abbandonata. Io e mio padre stavamo
cercando di rimetterla apposto per farci un'officina per la mia
moto.”
Mi
rimisi velocemente in piedi seguendolo velocemente.
Arrivati
alla casetta rimasi a bocca aperta vedendo il suo interno.
“E
questa sarebbe un'officina?” chiesi
meravigliata dalla vista.
Più
che una futura officina sembrava un cottage di montagna,con un
caminetto dei divani comodi in cotone stile retrò e mobili pieni di
centrini e fotografie di famiglia. Appese alla parete dove era posto
il caminetto,vi era la testa di orso più grande che avessi mai
visto. Con tanto di bocca spalancata come se da un momento all'altro
scendesse per sbranarmi.
“Beh,a
primo impatto no. Ma dovresti vedere il piccolo garage nel retro. Sta
venendo benissimo.”
mi disse compiaciuto.
Mollò
Derek sul divano avendo cura di spostare il 'giaciglio' in modo che
fosse ad un paio di metri dal camino. Fu anche abbastanza facile
visto la forza di cui era munito.
“Prendo
la legna e accendo il fuoco. Aspettami qui.”
disse varcando la porta di casa e chiudendosela alle spalle.
Io
senza pensarci tanto mi avvicinai subito a Derek,che intanto stava
riaprendo gli occhi.
Le
sue ferite erano quasi guarite,ma doveva restare sveglio,altrimenti
il processo si sarebbe arrestato di nuovo.
Mi
guardò e abbassò lo sguardo quasi si aspettasse una sgridata.
Invece
io gli sfiorai la fonte scostandogli i capelli che vi si erano
incollati,accarezzandoli dolcemente.
“E'
tutto okay Derek...”
provai a dirgli.
Mi
aspettavo come minimo che mi scostasse la mano arrabbiandosi di quel
contatto troppo ravvicinato,e invece mi guardò con gli occhi lucidi.
Era distrutto,si vedeva,e continuava a guardarmi in quel modo. Mi
faceva una tale pena.
“Dammi
solo un minuto e sarai come nuovo,giuro che...”
e mi bloccai.
Come
avevo pensato mosse un braccio e mi scostò la mano. Poi affondò la
faccia nella parte interna del gomito,e le sue labbra tremarono.
Mi
spiazzò. Era ferito,ma non aveva quel tipo di ferita che avrei
potuto curare con erbe e unguenti. E mi sentivo inutile.
Avrei
voluto dirgli qualcosa,o fare qualcosa,ma la porta di casa si
spalancò e Mark entrò carico di legna.
“Ecco
qui,questa ci basterà.”
disse dando un calcio alla porta che si richiuse.
Si
avvicinò e cominciò ad accendere il fuoco,non interessandosi
minimamente né di Derek né di me,che ancora ero immobile con
un'aria triste a fissare il torace di Derek che si alzava e si
abbassava tremolante.
Con
il fuoco acceso e il calore di più strati di coperte,Derek aveva
ripreso un colorito normale. Il freddo era solo un ricordo. Aveva la
faccia stanca ma continuava a restare sveglio e vigile,guardandomi
stendere la sua maglietta fradicia e i suoi pantaloni vicino al
fuoco. Mark lo aveva aiutato a svestirsi prima di farlo imbacuccare
sotto il soffice calore delle tre coperte che ora aveva addosso. Io
intanto,dopo essermi medicata la gamba,mi ero lanciata in cucina a
preparare qualcosa con quello che c'era.
“Sofia,la
zuppa è pronta. Ho spento il fuoco.”
mi avvisò Mark.
“Hai
controllato se andava bene di sale?”
chiesi rialzandomi e buttando la mia giacca su una poltrona.
Preferivo
il freddo. Il camino era bello e scoppiettante,ma faceva davvero
caldo lì dentro. Liberai i miei capelli solo per legarli nuovamente
al meglio in una coda alta. Mi spostai una ciocca ribelle dietro un
orecchio.
“Si,Sofia.
La porto di qua?”
chiese guardando prima il divano dove giaceva Derek e poi me.
Io
automaticamente guardai Derek,che ricambiò con uno sguardo
asettico,per poi posare gli occhi sul fuoco.
“Penso
che io e Derek mangeremo più tardi. Tu riposati e gustati la cena.”
dissi sorridendogli.
“Va
bene. Allora vado in cucina. Per qualsiasi cosa...”
mi disse lui.
“Certo.
Ti chiamiamo.”
lo anticipai io.
Sparì
nel piccolo corridoio che portava alla cucina. Quando sentii la porta
chiudersi seppi che mi stava dando un po di spazio. Aveva capito che
volevo parlare con Derek.
“Come
se fosse facile...da dove comincio?”
pensai sconfortata.
Mi
avvicinai di nuovo a Derek e gli misi una mano sulla fronte. Lui mi
guardò.
“Ti
senti meglio? Sei abbastanza al caldo?”
chiesi.
Lui
mi fece un cenno di assenso con la testa.
“Così
non mi aiuti però...”
mi dissi.
“Derek...quello
che hai sentito...”
cominciai a dire.
Lui
distolse lo sguardo da me.
“...non
devi preoccuparti okay? Non faranno nulla...Seth non si avvicinerà
ancora...”
spostai la mia mano sulla coperta che era scesa al petto per tirarla
sotto al suo mento.
Lui
in tutta risposta sbuffò e guardandomi storto prese i vari strati di
lana che aveva addosso e se li fece arrivare alla vita. Si tirò a
sedere poggiando la schiena sulla parte alta del divano,facilmente.
Io sbuffai e mi misi a sedere difronte a lui su un piccolo puf preso
vicino alla poltrona.
“Che
venga. Non ho paura di lui.”
mi rispose acido.
“Ma
che stai dicendo?”
lo guardai sconcertata “Hai
visto di cosa è capace. Non saresti in grado di sopravvivere se lui
combattesse per ucciderti.”
dissi incrociando le braccia al petto.
Lui
mi guardò e nuovamente il suo sguardo venne rapito dal fuoco alle
mie spalle,addolcendosi.
“Non
è il primo che cerca di uccidermi...”
disse scuotendo la testa e regalandomi un sorriso amaro.
Si
spostò meglio sul divano arrivando a mettersi seduto nel cuscino
centrale,tirandosi sempre dietro l'ammasso di coperte.
C'era
qualcosa. Qualche altra cosa che non mi stava dicendo. Sembrava
davvero troppo ferito,devastato...dentro. Non erano ferite
visibili,ma lo stavano uccidendo.
“Prima...”
mi schiarii la voce “Quando...quando
mi hai guardato...tu stavi...”
chiesi riferendomi a quando si era messo il braccio sugli occhi.
“Sto
bene Sofia.”
mi disse stanco “Ho
solo bisogno di riposare. Magari se tu avessi qualcosa per aiutarmi a
dormire...”
concluse.
“Va
bene allora...”
pensai sciogliendo le braccia e dandomi piccole pacche sulle
ginocchia prima di alzarmi. Gli sorrisi e mi sedetti sul divano
vicino a lui.
Derek
mi guardò in un misto di stupore e confusione. I suoi occhi di
ghiaccio grandi e minacciosi erano diventati piccoli e quasi
impauriti.
“Che
stai facendo?”
mi disse stringendosi le coperte al fianco.
“Stavo
pensando di approfittarmi di te,visto che sei senza vestiti e debole
su questo divano...”
dissi con espressione seria.
Lui
assottigliò lo sguardo storcendo la testa senza capire.
“Scherzavo!”
dissi sorridendogli
“Dai,vieni qua.”
prendendolo per un braccio e avvicinandolo a me.
Lui
stranamente mi lasciò fare. Non mi ero mai presa una tale libertà,e
lui non me l'aveva mai concessa. Ma in quel momento ne aveva bisogno.
Così feci passare il suo braccio dietro la mia schiena,e mi
accoccolai al suo fianco posando la testa sulla sua spalla. Quando lo
avevo trovato sotto casa,proprio su quella spalla c'era il segno di
un morso. Ora la sua pelle era guarita e perfetta. Da quella
posizione potevo sentire il suo cuore,che batteva decisamente forte.
Così come anche il suo respiro si stava facendo più veloce.
“I-io...”
balbettò “Che
fai?”
chiese completamente nel panico.
“Ne
abbiamo bisogno entrambi Derek. Stiamo così per un po'. Poi se
questo rimedio non funziona,ti lascerò in pace. Promesso.”
chiusi gli occhi accoccolandomi di più e cingendogli il fianco e la
schiena con le mani.
Sentii
il suo respiro e il suo battito stabilizzarsi.
“Va
bene...”
disse appoggiando la testa allo schienale.
Lentamente
chiuse anche lui gli occhi e ci abbandonammo al sonno.
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Capitolo 10 *** Una Decisione Importante ***
UNA DECISIONE IMPORTANTE
CAPITOLO
10 – UNA DECISIONE IMPORTANTE
Il mattino seguente mi svegliai riposata e al caldo.
Durante la notte non mi ero mossa neanche di un millimetro e la mia
schiena cominciava a farsi sentire. Guardai in alto per vedere se
Derek dormisse ancora e mi soffermai sul suo volto. Era così calmo e
rilassato. Aveva i capelli scombinati e una sottile linea di barba
gli fasciava la bocca. La coperta era ancora ferma sulla sua
vita,tenuta ferma dalla sua mano sinistra.
Avrei voluto rimettermi a dormire con lui,ma un crampo
improvviso mi minacciò. Mossi il braccio dietro la sua schiena e lo
sfilai lentamente,e fui libera di muovermi al meglio.
Ma mentre mi stavo alzando notai che qualcosa mi
tratteneva. La mia mano era allacciata alla sua. Non so se ero stata
io,muovendomi durante il sonno,o lui,a cercarmi mentre dormiva. Arrossii e lentamente mi ritrassi da quella presa. Alzandomi mi
passai le mani sulla faccia.
“Che
ore saranno? E Mark?”
mi domandai.
Poi mi voltai e dietro al divano,seduto su una sedia al
piccolo tavolino in legno c'era mio cugino.
Aveva braccia e gambe incrociate e la testa poggiata
sull'alto schienale.
“Ha
dormito qui?”
pensai facendo il giro del sofà.
Probabilmente non avendoci visto andare in cucina per la
cena,si era recato in salone,e una volta lì ci aveva trovati a
dormire.
Sorrisi e mi avviai verso la cucina.
Non c'era praticamente nulla e di certo non si poteva
mangiare una zuppa di fagioli e verdure di prima mattina. Ma il mio
stomaco si lamentava,perciò mi lanciai verso il frigorifero,non
stupendomi poi molto nel trovarlo vuoto come la sera prima.
Non potevo pretendere che il cibo si materializzasse
automaticamente perchè io avevo fame.
Tornai nel salotto e raccattai,quindi,la mia giacca.
Presi il cellulare e vidi l'ora.
“Le
6 e 15...Non ci saranno negozi aperti a quest'ora. E poi siamo nel
bosco.”
constatai.
Ma comunque uscii. Presi le chiavi della casetta,aprii
la porta di casa e me la richiusi alle spalle.
Il tempo era bellissimo. Presi un bel respiro,inalando
quell'aria così pulita e incontaminata. Il freddo mi gelò i
polmoni,ma era piacevole. Il mio respiro faceva tutte nuvolette di
condensa nell'aria,e a vederle sorrisi come una bambina.La neve
ricopriva ogni cosa. Gli alberi,il terreno,i piccoli cespugli ai lati
della stradina sterrata e Matt.
“Un
attimo! Matt??”
pensai sgranando gli occhi.
Mio fratello stava arrivando a piedi tutto imbacuccato
in un giaccone pesante e decisamente fuori misura per lui. Tra le
mani teneva,ancorata al petto,una busta di carta. La neve
probabilmente gli era caduta addosso da qualche albero mosso dal
vento,e ora c'erano dei piccoli mucchietti sulle sue spalle.
“Ehilà,Biancaneve!
I nani dormono?”
mi disse sfoggiando un sorriso sornione.
“Matt,che
ci fai qui?”
domandai andandogli incontro.
“Ieri
sera Mark mi ha mandato un messaggio,dicendomi che tu e Derek vi
eravate addormentati e che quindi restavate per la notte.”
disse inciampando in un cumulo di neve e riprendendo a camminare con
nonchalance “Mi
sono fatto spiegare bene la strada da zio Phill,visto che nostro
cugino ha pensato che io sapessi come arrivarci.”
disse.
“Si
ma sono appena le 6 e 20...perchè sei venuto a quest'ora?”
domandai una volta raggiunto.
“Bè,perchè...”
provò a spiegare balbettando “Vi
mancava la colazione!”
indicando distratto la busta che portava in grembo “Si,esatto!
Per la colazione,per cos'altro sennò?”.
Io alzai un sopracciglio confusa. E lo guardai
storto,sapevo che non mi stava dicendo la verità.
Pensai alle sue parole e al fatto che Mark e Matt erano
soliti fare comunella. Sospirai.
“Fammi
vedere la foto...”
dissi aprendo la mano davanti a Matt.
Lui rise scherzoso.
“Pff...quale
foto?Non capisco. Non c'è nessuna foto.”
mi disse sorpassandomi.
“Matthew,fammela
vedere!”
lo rincorsi saltellandogli intorno finchè non fummo quasi davanti
alla porta di casa.
“Nessuno
ti ha fatto una foto mentre dormivi con Derek,sorellina. Stai
tranquilla.”
disse poggiando la busta ai piedi della porta.
“Dormivo
con Derek? Aspetta,detto così sembra brutto...”
mi fermai davanti a lui “Eravamo
solo seduti sul divano e ci siamo appisolati...”
risposi incrociando le braccia e guardando a terra.
“Dormire
per tutta la notte non è uguale ad appisolarsi,Sofia.”
mi disse tornando indietro “Io
chiudo gli occhi e mi appisolo subito dopo mangiato. Tu invece sei
proprio crollata abbracciata a Derek!”
rise tirando fuori il cellulare e mostrandomi la foto.
Io gli presi la mano per vedere meglio.
“Ma
l'hai messa come immagine di sfondo?”
dissi sbalordita.
“E
come immagine di sblocco. E profilo di Facebook. Instagram e Twitter.
Forse l'ho anche mandata a qualcuno dei nostri cari parenti...”
disse ritirando il cellulare e alzando di poco lo sguardo al cielo
per ricordare meglio.
Io rimasi con la bocca spalancata a fissarlo senza
parole.
“Sorellina,con
la bocca aperta a quel modo,ci entrano la mosche...”
rise dandomi un buffetto sul mento.
“Io
ti uccido.”
dissi dandogli un pugno sul braccio “Ma
cosa ti viene in mente!”
gli urlai.
“Dai,Sofia,almeno
adesso tutti sanno che hai un ragazzo.”
rispose prendendomi in braccio e caricandomi in spalla.
Io cominciai a dargli i pugni dietro la schiena.
“Ragazzo!!???
Starai scherzando!”
dissi arrabbiata “E
poi tutti chi? Lasciami scendere!”
cominciando a scalciare.
Lui inciampò e finimmo nella neve fredda. E gli lanciai
una palla di neve.
“E'
stata di Mark l'idea. Prenditela con lui.”
mi disse continuando a ridacchiare.
Mi lanciò una palla di neve e mi prese in piena faccia.
La neve gelida mi entrò dentro la giacca e nella maglietta. Un
brivido di freddo mi scosse. Ma non mi feci sconfiggere. Presi una
bella manciata di neve e gliela tirai in faccia. Lui scivolò e cadde
nella neve ridendo.
“Sei
così buffa quando ti arrabbi!”
continuò a ridere “Ti
pare che dopo tutto quello che è successo,avrei fatto una cosa del
genere?”
mi disse abbandonandosi sulla neve a fissare il cielo.
Io mi inginocchiai vicino a lui dandogli un pizzico sul
braccio.
“Quindi
nessuno ha quella foto,giusto?”
dissi continuando a tirare.
“Ahi!
No,no giuro! Nessuno,solo io e Mark!”
fece un po' di scena,sapevo bene che con quel cappotto così
spesso,le mie possibilità di prendergli la pelle erano molto scarse.
Così lo lasciai andare. E lo guardai un po' in
imbarazzo.
“Allora,mandala
anche a me...”
dissi cominciando a sentire il sangue affluire alle guance.
Lui si alzò sui gomiti e per guardarmi meglio.
“Quindi
è vero!”
mi disse alzando le sopracciglia.
“No!
Stupido! E' solo che sto bene in quella foto...”
buttai lì una scusa.
Lui mi guardò capendo il mio bluff e quindi aggiunsi
sospirando.
“E'
che...mi piacerebbe avere una sua foto. Prima o poi se ne andrà...una
settimana passa in fretta...”
mi confidai facendo dei piccoli cerchietti nella neve con le dita.
“Ti
stai affezionando sorellina.”
mi disse alzandosi e porgendomi una mano per aiutarmi a tirarmi su.
Io lo guardai come se mi avesse detto il segreto più
importante al mondo.
“Già...”
dissi sconsolata.
Come fummo di nuovo in piedi la porta di casa si
spalancò e Mark ci guardò assonnato.
“Se
avete finito di fare casino,noi vorremmo fare colazione.”
disse indicando dietro di lui.
Alle sue spalle c'era Derek,illuminato dalle luci fioche
delle lampade della casetta. Aveva rimesso i suoi vestiti,ormai
asciutti e dopo aver posato il suo sguardo su di me lo abbassò
tornando verso il divano e scomparendo alla vista.
“Hanno
sentito tutto?” mi
chiesi “E' ovvio
che abbiano sentito tutto. Siamo a due passi dalla porta e loro hanno
il super udito...”
conclusi mettendomi una mano sugli occhi.
Matt aveva portato dei cappuccini e delle brioches,che
divorammo senza pensarci molto. Non so Mark,ma io e Derek eravamo a
stomaco vuoto dalla colazione del giorno prima,e una colazione come
quella non poteva calmare di certo il nostro appetito.
“Novità
dal consiglio?”
chiese Mark rompendo il silenzio.
“Niente
di nuovo. Stanno aspettando che il nonno decida come agire. Zio Chaz
e zia Louise optano perchè vengano presi provvedimenti contro di
noi...”
disse Matt scostando il suo bicchiere da asporto vuoto.
Mark guardò prima Matt e poi me allarmato.
“Contro
di voi?”
disse Derek alzando il tono di voce.
“Si.
Siamo stati noi a farti entrare nel branco. E se devono punire
qualcuno quelli siamo io e Sofia.”
rispose Matt calmo.
Derek si alzò senza parole,sbattendo la carta
appallottolata,con cui aveva preso la brioches ormai finita,sul
tavolo.
“E'
ridicolo!”
disse.
“Ha
ragione.”
disse Mark “Allora
anche loro dovevano essere puniti per aver avuto Alex.”
disse con tranquillità.
Derek si calmò nel sentirlo,posando gli occhi su di me
con aria preoccupata. Io guardai Matt.
“Mark.”
lo riprese Matt “La
cosa è diversa. Lei non era un'estranea,era parte della famiglia.”
disse.
“E
cosa c'entra? Lei ha quasi ucciso Sofia,all'epoca. Derek cos'ha fatto
di così grave? Ha dato una cattiva impressione a Seth? Che per altro
non fa parte di questa famiglia,proprio come lui.”
si alzò per la prima volta infuriato come non lo avevo mai visto
“Che poi lui
quando arrivò qui,fece più danni di Derek!”
disse allargando le braccia esasperato.
“Quella
fu una scelta diretta del nonno,però.”
conclusi io “Nessuno
lo obbligò a farlo stare con noi.”
dissi.
“Se
è per questo,allora noi non abbiamo mai obbligato nessuno a fare
niente...”
disse Matt “Il
nonno ha voluto Derek qui. Ci ha detto lui di farlo restare.”
mi guardò.
Derek incrociò le braccia al petto.
“Non
capisco tutto questo accanimento...”
dissi sospirando “Noi
abbiamo avuto carta bianca dal nonno,il nostro Alpha. Seth invece ha
fatto di testa sua. Questo dovrebbe essere un buon motivo almeno per
chiedergli spiegazioni.”
dissi.
“Fosse
così facile. Sono stati tutta la notte a discutere su questa cosa.
Il nonno alla fine ha fatto entrare tutti dentro casa.”
riferì Matt “Dovresti
vedere i cuccioli come ti hanno difeso.”
sorrise a Derek.
“Qualcuno
si è schierato con gli zii?”
chiese Mark.
“Bè...inizialmente
no. Poi zia Mel...non è che si sia proprio schierata,ma non è
neanche dalla nostra parte.”
disse Matt accendendosi una sigaretta.
Derek e Mark arricciarono leggermente il naso per il
nuovo odore,mentre io sbuffai.
“Zia
Mel?”
disse Mark “E i
nostri genitori?”
chiese.
Matt prese una boccata dalla sigaretta rilasciando
successivamente il fumo che aveva nei polmoni. Si mise una mano sulla
faccia.
“Erano
dalla nostra parte,ovvio. Ma papà...”
disse guardandomi “...ha
litigato con zio Chaz per fargli cambiare idea. Se ne sono date di
santa ragione...”
disse togliendosi la mano dalla faccia e guardandomi triste.
Io mi alzai di scatto.
“Cosa?”
chiesi sconcertata.
“E'
intervenuto il nonno per dividerli.” concluse
ciccando nel posacenere di legno sul tavolo.
“Ancora?
E' intervenuto una seconda volta in un giorno?”
chiese Mark sorpreso quanto noi.
“C'è
qualcosa che non ci sta dicendo. Dobbiamo parlare con il nonno.”
dissi guardandomi le mani che stringevano ancora il bicchiere vuoto
“Derek...prima
però devo chiederti una cosa...”
lo guardandai.
Tutti mi fissarono in attesa. Derek mi fece cenno di
continuare.
“Tu...avevi
mai visto Seth?”
chiesi.
Lui rimase sorpreso dalla richiesta e assottigliò lo
sguardo confuso.
“No,era
la prima volta che lo vedevo in vita mia.”
rispose.
“Sofia,dove
vuoi andare a parare?”
chiese Matt.
“Mi
sembra strano il modo in cui ha agito quando ti ha visto. Sia prima
che durante l'addestramento...”
dissi posando il bicchiere sul tavolo “Sembrava
come...”
continuai.
“Se
fosse una questione personale.”
mi anticipò Derek “Si,mi
ha dato la stessa impressione. Ma comunque mi ricorderei di un uomo
che vive trasformato in lupo...”
disse sincero.
Matt spense la sigaretta e si alzò.
“Comunque
credo che per il momento,per non causare altro scompiglio,sia meglio
che voi rimaniate qui per un po'.”
disse Matt guardando me e Derek.
Mark stava per parlare ma io lo interruppi,vedendo il
chiaro stato di agitazione con cui si era alzato dalla sedia.
“Non
ho intenzione di vivere da reclusa,ho una casa ed è li che tornerò.”
dissi decisa.
“Sofia...”
provò a dire Matt.
“Sofia
ha ragione. Non volete che me ne vada per il momento,ma volete
tenermi sotto controllo. E sia.”
si fermò per guardarmi “Ma
non c'è motivo per cui tu debba restare qui con me. Devi tornare.”
concluse.
Matt e Mark rimasero in silenzio,mentre io guardavo
Derek scuotendo la testa.
“No!
Il nonno ha messo me a controllarti,quindi tu verrai con me.”
dissi con un tono che non ammetteva repliche.
“Non
mi vogliono lì,lo vuoi capire?” mi
disse alzando la voce spazientito “E
io...”
sospirò passandosi una mano sugli occhi “...non
ce la faccio a reggere i loro sguardi o le loro parole.”
abbassò lo sguardo.
Al che,Mark lo guardò e confuso aprì le mani al cielo
come se volesse spiegazioni.
“E
di cosa dovresti avere paura,se posso chiedere?”
si avvicinò a Derek “Tu
non hai fatto nulla. Loro ti trattano come se fossi il nemico giurato
del branco e tu glielo lasci fare? Tutta questa situazione è
ridicola!”
disse verso Matt.
“Ehi,non
guardare me. Io ho provato a dire la mia,e mi hanno risposto di farmi
da parte.”
disse Matt.
“Dobbiamo
parlare con Seth.”
dissi con voce incerta “E'
l'unica mossa che abbiamo da fare. Se riuscissimo a sapere le sue
motivazioni forse...”
provai.
“Forse
questa volta potrebbe riuscire ad ucciderlo.”
mi anticipò Matt
“Stai scherzando vero?”
chiese.
“Certo
che no.”
risposi alterata “Voglio
sapere perchè ha attaccato Derek a quel modo. E me lo farò dire.”
dissi sicura.
“E'
troppo pericoloso,cugina.”
mi rispose Mark avvicinandosi “Non
siamo in grado di poterci difendere se ci attaccasse. E' addestrato e
molto più forte e veloce di noi. Non lo abbiamo mai visto fare sul
serio...”
disse.
“Non
ho paura di lui.”
disse Derek “Ho
combattuto avversari peggiori...”
concluse.
“Si,e
guarda come sei finito.”
gli risposi meritandomi un grugno accigliato “No,andrò
solo io.”
annunciai.
I volti di tutti si fecero sorpresi. Mark scuoteva la
testa e Matt si rimise una mano sulla faccia.
“Non
se ne parla!”
con mia grande sorpresa era stato Derek a parlare,anticipando le
parole degli altri due ragazzi.
Mi si avvicinò e mi potei specchiare nei suoi
bellissimi occhi di ghiaccio. Mi sentii quasi in difficoltà a
rispondergli,tanto era vicino che potevo sentire il suo profumo.
“E'-è
l'unico modo!”
balbettai appena “Seth
non mi sfiorerà. Io non sono una minaccia e so come gestirlo se sono
da sola. Posso farcela.”
dissi decisa.
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Capitolo 11 *** Piano Di Contingenza ***
11 - Piano Di Contingenza
[Ma
saaaaaaalve. Rieccomi. Si,in effetti sto aggiornando molto spesso,ma ho
quest'idea in testa e non riesco a fermarmi ^^ coooomunque,grazie
grazie a tutti quelli che hanno messo tra le preferite e che seguono la
mia storia. Il capitolo oggi è bello lungo,ho provato a
spezzarlo ma non ci sono riuscita...Comunque grazie di leggere la mia
storia e se volete commentate. Mi farebbe piacere sapere cosa ne
pensate. Enjooooy]
CAPITOLO
11 – PIANO DI CONTINGENZA
“Posso
farcela...posso farcela?”
mi domandai mentre uscivo dalla casetta a prendere una boccata
d'aria.
Approfittai per godermi la quiete e fare chiarezza nella
mia mente. Mi misi le mani in faccia sospirando.
Che diavolo stavo facendo? Sarei andata a parlare con
Seth. Solo parlare. Non mi aveva mai fatto del male,e non ne aveva
neanche mai avuto bisogno. Ero umana io,non gli avevo mai causato
nessun problema. Lo conoscevo da anni. E come i cuccioli avevo
passato interi pomeriggi nel bosco con lui. Il senso di sicurezza e
protezione che mi dava mi faceva stare tranquilla. Nulla mi poteva
capitare se ero insieme a lui. Ma adesso? Dovevo andare a parlarci e
nient'altro,eppure le mie gambe tremavano e mi mancava il respiro.
“Ho
paura di Seth?”
provai a chiedermi.
No. Non era di lui che avevo paura.
Una mano sulla spalla mi fece ridestare. Mi voltai e
trovai Derek. Mi guardava preoccupato.
“Sto
bene...”
gli dissi.
Per la prima volta ero io a snobbarlo. Incrociai le
braccia al petto guardandomi i piedi con cui smuovevo la neve.
“Non
è vero. Sento la tua preoccupazione,l'ansia e la paura.”
mi disse disarmandomi.
Era un lupo,che mi aspettavo? Loro questo tipo di
emozioni le percepivano.
“Conosci
bene questo tipo e ne hai paura?”
mi chiese inarcando un sopracciglio.
“No.
Certo che no.”
risposi “O
meglio...credo.”
lo guardai aprendo le braccia “Non
lo so,okay? Non mi sono mai scontrata a parlare con Seth di qualcosa
di importante...”
mi morsi un labbro.
Derek mi guardò quasi sorpreso.
“Ah...”
mi disse semplicemente.
Chiusi gli occhi rimangiandomi mentalmente quello che
avevo detto. Che stupida.
“Non
credo sia proprio paura di lui.”
tentai di spiegarmi.
Poi Derek sollevò le sopracciglia come se avesse avuto
l'illuminazione.
“Hai
paura di scoprire qualcosa che potrebbe non piacerti...”
concluse.
Io lo guardai mettendomi le mani in tasca e cominciando
a camminare allontanandomi dalla casetta.
Lui automaticamente mi seguì. Rimasi in silenzio
arrivando in pieno bosco. La stradina si vedeva a malapena,ma non
potevo perdermi. Derek era al mio fianco e non parlava,si limitava a
seguirmi e a lanciarmi qualche occhiata di tanto in tanto.
“Era
mio zio.”
ruppe il silenzio sospirando.
Io lo guardai rallentando il passo confusa.
“L'Alpha
che mi ha quasi ucciso. Era mio zio.”
si confidò.
Mi bloccai. Mi stava raccontando di se stesso. E
dall'espressione che aveva fatto sembrava sforzarsi a farlo.
“Stava
causando parecchi problemi,nella mia città. Beacon Hills.”
continuò fermandosi “Stava
attirando l'attenzione delle persone,e dei cacciatori.”.
Rimasi immobile ad ascoltarlo.
“All'inizio
non sapevo che fosse lui. Pensavo fosse morto con il resto della mia
famiglia.”
gesticolando leggermente con una mano.
“La
tua famiglia...”
chiesi senza avere il coraggio di continuare.
“Dei
cacciatori hanno bruciato la mia casa. La mia famiglia era lì
dentro.”
disse tristemente.
Avevo sentito di una storia simile,in passato,e ora che
Derek me ne stava parlando mi tornò alla mente. Si morse il labbro
inferiore chiudendo gli occhi per un istante. Poi li riaprì
guardandomi.
“Mio
zio...”
disse con tono spezzato “...riuscì
a sopravvivere,e passò molto tempo in ospedale con gravi ustioni.
Era un lupo ma non riusciva a guarire. Quando sentii dei primi
attacchi di un feroce animale non pensai minimamente a lui. Non
avrebbe potuto. Poi...”
disse appoggiandosi con la schiena ad un albero “...un
giorno un ragazzo venne morso nel bosco e sviluppò i poteri. E capii
che doveva esserci in giro un Alpha. Cominciai a cercarlo per conto
mio e incappai negli Argent. Un gruppo di cacciatori che vivevano
lì,e che stavano cercando anche loro il responsabile delle
aggressioni.”
sospirò ancora “Una
di loro riuscì a spararmi con un proiettile all'aconito.”.
Mi si gelò il sangue nelle vene. L'aconito era una
pianta estremamente tossica per il lupi mannari. Veniva utilizzata
per ucciderli.
“Ma
riuscii comunque a cavarmela. Mi unii al ragazzo morso,Scott e al suo
amico Stiles,e riprovammo. Dopo varie ricerche tornammo all'ospedale
e mio zio era lì che ci aspettava. Era buio e l'ospedale era
deserto. Il parcheggio era vuoto. Cominciammo a combattere,ma era
troppo forte.”
si schiarì la voce “Gridai
a Scott di andarsene e portare con se anche Stiles. E così fecero.”
“Sei
rimasto da solo a combatterlo?”
finalmente parlai.
“Già.
Sapevo di non avere molte possibilità,ma cos'altro potevo fare? Lui
voleva il suo Beta. E Scott era solo un ragazzino...non aveva scelto
lui quella vita.”
mi guardò “E poi
volevo combatterci da solo. Non doveva interferire nessuno.”
chiuse gli occhi alzando il volto e inspirando l'aria fredda di
quella mattina.
“Era
una pazzia Derek. Saresti dovuto scappare,e non voltarti mai
indietro.”
dissi avvicinandomi a lui quel tanto che bastava a sfiorargli un
braccio con una mano.
Poi tornò ad aprire gli occhi continuando a guardare i
rami dei pini sopra di noi.
“ 'E'
un bene che Laura sia tornata a Beacon Hills,altrimenti non avrei mai
avuto questi poteri' mi disse.”
spostò gli occhi tristi e lucidi sui miei.
“Laura?”
mi domandai.
Lui come se mi avesse letto nella mente continuò.
“Mia
sorella maggiore.”
spiegò “La
pensavo morta nell'incendio,invece non era nemmeno a Beacon Hills. Si
era fatta il suo branco e sfidandone l'Alpha e prendendone il
posto....”.
“Un
attimo. Tuo zio ha ucciso tua sorella solo per il potere?”
feci una domanda ovvia e stupida.
Derek mi guardò e annuì. Non sapevo che dire. Ero
dispiaciuta per lui e inorridita dal comportamento di suo zio. Non
riuscivo a capire come avesse potuto fare una cosa del genere ai suoi
nipoti.
Eravamo uguali io e Derek. Entrambi traditi da qualcuno
che amavamo. Sapevo che c'era qualcosa di grande sotto tutto quel
broncio e quell'atteggiamento schivo e chiuso.
“Ho
cominciato a combattere. Ero una furia. Non ho mai voluto uccidere
nessuno con così tanto impegno in vita mia. Eppure,dopo quelli che
mi sembravano secoli di lotta,mi ritrovai sanguinante nella tua via
di casa. Il dolore mi faceva stare sveglio,ma non mi permetteva di
pensare lucidamente. Avevo solo quell'uomo in mente e i miei occhi
non vedevano che lui.”
mi si avvicinò “Poi
ho visto te.”.
Io quasi trattenni il respiro.
“Mi
sei venuta incontro chiedendomi come mi chiamassi...e ti ho vista.
Nonostante la foschia che c'era davanti ai miei occhi e nella mia
mente,io ti ho vista. Ma è stato solo un attimo. Poi non ricordo...”
concluse.
“Bè...hai
solo cercato di staccarmi la testa...ma ti perdono.”
pensai.
“Non
mi fidavo di voi perchè mi ricordavate la mia famiglia. Mi aspettavo
che qualcuno mi pugnalasse alle spalle...non qualcuno che mi
aiutasse.”
rivelò.
“Bè...sei
un po' in ritardo per quello. Fossi passato qualche anno fa...”
gli sorrisi amaramente “E
comunque ti avrei aiutato in qualunque caso. Avrei aiutato chiunque
ferito e sanguinante davanti alla mia porta di casa.”.
Ma lui non ricambiò il sorriso,quindi tornai seria.
“Tu
non mi hai solo aiutato. Ti sei schierata dalla mia parte,nonostante
non sapessi nulla di me.”
mi disse scuotendo la testa “Non
è una cosa a cui ero abituato. Non lo sono tutt'ora. Non ho mai
avuto nessuno. Avevo quindici anni quando la mia famiglia...”
si bloccò chiudendo gli occhi per un attimo “Ho
dovuto cavarmela da solo. E poi arrivi tu. Che ti prendi cura di
questo stupido ragazzo che non si fida di nessuno,tutto rabbia e
mezze parole...”
mettendomi una mano sulla guancia.
Il sangue mi affluì veloce alle guance. Derek era così
vicino,e continuava ad avanzare. Chiusi gli occhi. Era decisamente
troppo vicino. Strinsi i pugni dentro alle tasche e avvertii il
calore su una guancia. Derek mi aveva dato un bacio sulla guancia.
“Derek
mi ha dato un bacio!!! Derek mi ha dato un bacio????”
pensai nel panico.
Si allontanò lentamente da me.
“Ti
ringrazio.”
mi disse debolmente vicino all'orecchio.
Poi si scostò del tutto. E quando non sentii più il
suo calore vicino a me riaprii gli occhi. Lui era lì che mi fissava
con l'aria di un cucciolo smarrito. La confessione che mi aveva fatto
aveva risvegliato dei brutti ricordi ed era logico che gli facessero
male. Mi portai una mano su quella stessa guancia,che un attimo prima
era a contatto con le labbra morbide di Derek.
“Bè...prego....”
dissi quasi senza fiato togliendomi la mano dalla faccia.
E Derek mi sorrise. Un sorriso dolce come quello non
glielo avevo mai visto fare. Il mio cuore batteva a mille.
“Ma
che cavolo mi prende? E' solo un innocuo bacetto sulla guancia...”
mi domandai.
Prima di poter fare o aggiungere qualcosa Derek mi prese
per mano.
“Torniamo
indietro. Si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto.”
mi disse.
Non sapevo cosa dire. Camminavamo mano nella mano senza
parlarci. Mi sentivo come se stessi camminando su un tappeto di
marshmallow. Era così strano. Non mi era mai capitato di sentirmi
così. Pensai,poi,a quello che mi aveva raccontato. Ne aveva passate
tante,eppure era ancora in piedi.
“Potresti
raccontare tutto questo al consiglio.”
me ne uscii.
Lui non mi guardò continuando a camminare.
“Sono
sicura che sapendo la storia completa...”
mi spiegai.
“Non
sono sicuro che funzionerebbe.”
mi liquidò lui.
Mi fermai guardandolo.
“Ma
devono crederti per forza!” dissi
decisa “Devono farlo!”
.
“Oppure
potrebbero pensare che io sia dalla parte di mio zio.”
mi guardò con aria stanca “So come può sembrare per una
persona esterna. Un ragazzo a cui è rimasto un solo zio. Che per
altro è cattivo e sta cercando di mettere su un branco. Una persona
normale penserebbe che io nonostante quello che è successo,voglia
stare con l'unica famiglia che mi è rimasta...”.
Non ci vidi più. Non poteva davvero pensare che sarebbe
stato quello il responso da parte di tutti. Io non la pensavo così.
Aprii la bocca per replicare,ma non sapevo cosa dirgli per farlo
stare meglio.
“Quella
non è l'unica famiglia che ti è rimasta,fratellino.”
disse la voce che riconobbi essere di Matt.
Davanti a noi infatti c'erano sia lui che Mark.
Sicuramente non vedendoci davanti alla casa di Mark,avevano deciso di
venirci a cercare.
Io sfilai la mano da quella di Derek che mi passò una
piccola occhiata confusa.
“Non
sei mio fratello,Matt.” gli
rispose roteando gli occhi al cielo.
Matt guardò Mark alzando le sopracciglia sorpreso. E
Mark rise.
“Hai
ferito i suoi sentimenti...cugino.”
Mark guardò Derek.
Io sorrisi,mentre Derek rimaneva attonito. Non sapeva
cosa fare,e mi guardò.
“Dopo
tutto quello che abbiamo passato hai anche il coraggio di negare
l'evidenza?” disse Matt
avvicinandosi con Mark a noi.
Derek gli sorrise arrendendosi.
“Cielo!
Sta ridendo!” disse Matt
mettendogli una mano sulla fronte “Dev'essere una
malattia grave! Sofia prendi la borsa!”
disse fintamente allarmato.
Derek scostò lo sguardo sospirando. Ma ero sicura che
nonostante le battutacce di mio fratello,fosse felice.
Quando tornammo al palazzo trovammo all'esterno zia Mel
e zia Louise. Che stavano parlottando sottovoce. Quando fummo
abbastanza vicini perchè ci vedessero,smisero all'istante
guardandoci.
Matt e Mark erano avanti e io e Derek subito dietro di
loro. Camminavamo fianco a fianco e riuscivo a percepire il
nervosismo che provava.
Zia Mel mi sorrise,ma tornò subito seria quando zia
Louise la guardò male.
“Come
se fosse sbagliato sorridere ad una nipote...”
pensai stufa.
Poi il portone si aprì e uscì zio Chaz con dei grossi
borsoni in spalla. Come ci vide,il suo volto cambiò in un
espressione arcigna.
Sentii Derek tentennare,il suo passo si era fatto
incerto. Così,come aveva fatto quella mattina con me,gli presi la
mano,e i suoi occhi mi cercarono. Gli sorrisi.
“Sta
tranquillo.”
gli sussurrai.
Quel gesto non sfuggì ai miei zii che presero a
guardarmi storto.
Arrivati davanti a loro strinsi più forte la mano di
Derek.
“Buongiorno
zii.”
parlò Mark “State
partendo?”
chiese.
Zia Mel mi guardava e poi spostava lo sguardo alle
nostre mani unite. Non era d'accordo ma non era nemmeno infastidita.
“Stiamo
svuotando la camera di Matias. Sta diventando grande per certi giochi
o vestiti.”
disse zia Louise con un tono aspro.
“L'ho
notato mentre combattevamo.”
disse Matt “E'
migliorato davvero molto. Sta diventando forte.”
concluse.
“Non
abbastanza.”
disse zio Chaz guardando Derek con fare di sfida.
Derek però sostenne il suo sguardo senza tentennare.
“Ho
un'idea. Potremmo darvi una mano a sgomberare.” disse
Mark indicandoci con una mano.
Lo guardai storto. Che cavolo gli saltava in mente? Come
se accettassero una mano da me o da Derek.
“Certo,perchè
no. Ne approfitteremo per dare una sistemata a casa.”
disse zia Louise.
“Che?”
pensai sorpresa.
“Perfetto!
Ci andiamo a mettere qualcosa di comodo e arriviamo.”
disse Matt unendo le mani davanti a se.
Quella situazione si stava facendo più strana ogni
momento di più. Zia Mel aveva messo la musica con lo stereo e la
porta di casa dei miei zii era completamente spalancata per farci
passare con i vari oggetti da buttare. Inizialmente io rimasi
attaccata a Derek,dopo esserci cambiati i vestiti. Matt e Mark si
erano subito dati da fare. Poi Mark proprio davanti a zio Chaz,prese
Derek per un braccio allontanandolo da me. Derek,come aveva già
fatto con me qualche giorno prima,guardò la sua mano sul suo braccio
e poi guardò Mark stranito e confuso.
“Dai,cugino...”
disse con tranquillità “Dammi
una mano a spostare quell'armadio laggiù.” .
Io mi misi una mano in faccia. Zio Chaz lo guardò
stupito.
“Che
cavolo fai Mark...”
pensai.
Ma dopo un attimo di smarrimento,Derek annuì e lo
aiutò.
Io andai da Matt,che era intento a riempire una
busta,con oggetti che ovviamente non erano di Matias.
“Che
state facendo?”
chiesi a voce così bassa che nemmeno io a momenti potevo sentire la
mia voce.
“Stiamo
mettendo su una Rock Band.”
disse sarcastico senza guardarmi “Mark
è piuttosto bravo con le percussioni. Ed io modestamente ho una voce
molto sensuale...”.
Rimasi a guardarlo senza capire.
“Stiamo
dando una mano,Sofia. Quello che tu non stai facendo.”
mi disse guardandomi “Prendi
quell'affare tondo sul tavolo e mettilo nella busta verde.”
indicò il tavolo dietro di me.
Non stavo capendo qual'era il suo gioco,ma feci come mi
aveva detto.
Zia Mel e zia Louise uscirono con altri scatoloni. E io
e mio fratello restammo soli nel loro salone.
Lo guardai con un sopracciglio alzato,e lui sospirò.
“Il
tuo piano era quello di parlare con...bè,tu sai chi...”
disse abbassando la voce alle ultime parole “Il
mio è un piano di contingenza.”
disse mentre si caricava in spalla il sacco.
“Piano
di contingenza?”
chiesi.
“Un
piano B,Sofia.”
disse esasperato “Abbiamo
bisogno di un piano di emergenza,nel caso quello che attuerai tu non
funzionasse.”
mi spiegò avviandosi per le scale per andare a buttare quello che
trasportava.
Rimasi spiazzata. Evidentemente mentre io e Derek
eravamo nel bosco,lui e Mark avevano avuto il tempo per studiare un
metodo alternativo. Ed ora era anche abbastanza chiaro. Volevano fare
in modo che i miei zii conoscessero Derek e che si fidassero di lui.
“Speriamo
che sia un buon piano...”
pensai scettica.
La mattinata passò velocemente e dopo aver rischiato di
rimanere schiacciata da una credenza di legno,mi dichiarai sconfitta
e mi rintanai nella cucina. Era ormai l'ora di pranzo e zia Louise mi
aveva chiesto di aiutarla a preparare qualcosa con lei. Con
un'occhiata minacciosa di Matt mi arresi e la seguii.
Preparammo
un assortimento di piccoli stuzzichini:panini ripieni,verdure
grigliate,insalata mista,e una macedonia. Mia zia poi tirò fuori del
roast-beef avanzato credo dalla sera prima. Poi mi accorsi che mi
stava guardando mentre sistemavo le cose a tavola.
Non ci eravamo parlate
molto,ma sapevo che prima o poi avrebbe preso il discorso.
“Che
state facendo,Sofia?”
mi chiese aprendo le danze.
“Vi
stiamo aiutando a fare pulizia.”
dissi riprendendo lo stesso tono sarcastico che usava Matt.
Lei mollò le stoviglie che stava lavando e asciugandosi
le mani mi guardò stranita.
“Intendo
con quel ragazzo. Non va bene e tu lo sai.”
mi disse appendendo il canovaccio al muro.
“No,non
lo so in realtà.”
sbottai posando sonoramente i piatti sulla tavola.
“Mi
sembra che quel ragazzo stia bene ora. Non hai bisogno di fare tanto
l'amicona.”
mi riprese lei.
“Amicona?
Era in difficoltà e l'ho aiutato. Fine della questione.”
risposi acida “E
poi il nonno mi ha chiesto di pensare a lui,almeno per la prossima
settimana. Che dovrei fare? Legarlo sulla sedia e stare a fissarlo
fino a martedì?”
dissi.
Lei mi guardò scuotendo la testa.
“Certo
che no!”
alzò la voce “Ma
saresti dovuta andare dal nonno a chiedergli di mandarlo via.”
mi rimproverò lei.
“Ma
perchè? Perchè vi accanite così tanto.”
la raggiunsi arrabbiata “Cosa
vi ha fatto?”.
Lei sembrò tentennare.
“Non
è tanto quello che ha fatto,quanto quello che potrebbe fare.”
rispose.
“Che
cavolo dovrebbe dire...” mi
chiesi.
“Ah,okay,ho
capito. Allora mandate via anche me. Infondo io ho tutti i mezzi e le
capacità per uccidervi tutti. L'aspetto migliore di essere una
guaritrice in un branco di lupi è che potrei eliminarvi tutti nel
sonno. O avvelenare l'acqua...”
risposi assottigliando lo sguardo verso di lei.
“Sofia...”
mi disse allungando una mano per toccarmi il braccio.
Io mi scostai prima di quel contatto.
“No,non
dirmi 'Sofia'...E' una cosa così...Mi vengono i nervi. Perchè vi
ostinate a credere a Seth? Lui non lo conosce!”
dissi secca.
“No,Sofia.
TU non lo conosci.”
rispose sospirando “Noi
conosciamo fin troppo bene lui e la sua famiglia.”.
“Noi?”
pensai.
Che significava? Mi bloccai con un espressione molto più
che confusa.
“Che
vuoi dire?”
chiesi.
“Non
dovrei essere io a parlartene...”
mi disse incrociando le braccia al petto “Sono
successe molte cose alla sua famiglia. Gli Hale.”
provò a spiegarsi.
“Io
so quello che è successo. Derek me ne ha parlato. Sono morti tutti
in un incendio,causato dai cacciatori. Gli Argent.”
spiegai.
“Allora
saprai anche che suo zio Peter era in combutta con loro.”
disse.
Io la guardai,con gli occhi sbarrati.
“Lo
zio di Derek ha organizzato tutto. Se avesse ucciso Laura senza prima
occuparsi della famiglia,l'Alpha del suo branco lo avrebbe ucciso...”
pensai.
“Non
è stato lui ad appiccare il fuoco,certo. Ma ha dato precise
disposizioni. E in più ha richiamato la nipote a Beacon Hills per
poterla uccidere. Non sarebbe mai tornata altrimenti. Aveva il suo
branco. Ma lui le chiese di venire da sola.”
si spiegò meglio.
“Ma
i cacciatori non uccidono senza un motivo...”
dissi scuotendo la testa “Non
uccidono gli innocenti...”
.
“Infatti
si parla di un solo cacciatore.”
disse lei sedendosi al tavolo.
“Un
solo cacciatore ha sterminato un intero branco?”
chiesi sconvolta.
“Si,ma
non è lui che ci preoccupa. Peter Hale è sempre stato dietro a suo
nipote,prima di quell'orribile tragedia. Sono sempre stati uniti e
per molto tempo è stato la sua guida.”
cominciò a raccontarmi “Durante
quel periodo,Peter aveva molte amicizie sbagliate. Andava in giro a
lottare con loro contro altri branchi,alcune volte tornando
vittorioso,altre volte lasciandosi dietro i suoi compagni. Finché...”
si schiarì la voce “...non
incontrò Seth.”.
Io sobbalzai a quel nome. Seth conosceva lo zio di
Derek. Ma questo non spiegava perchè avesse voluto uccidere un
ragazzo ferito e innocente.
“Non
capisco. Allora perchè non avete cacciato Seth appena arrivato?”
dissi sedendomi anche io difronte a lei.
“Seth
combatté contro Peter Hale per difendere il suo Alpha. Ma fallì
miseramente,e uno dei compagni di Peter uccise il capobranco. Lui
fuggì e il nonno lo trovò.”
concluse.
“Ma
perchè accoglierlo vista la situazione. Peter poteva tornare a
cercarlo e...”
dissi.
“E
infatti lo fece. Venne qui con il suo nuovo Alpha e rapì Anne.”
disse spostando lo sguardo.
Era stato lui. Era colpa sua se il nonno era quasi morto
e se Anne era stata rapita. Eppure lo avevano accolto come niente
fosse. Mi alzai di scatto e dovetti fare una manovra complicata per
evitare che la sedia sulla quale ero seduta,cadesse in terra.
“Il
tipo di New Orleans?”
dissi alterata “No,non
è possibile. Non poteva già essere un Alpha...”
dissi portandomi una mano alla tempia.
“Infatti
non fu lui a ferire il nonno,ma l'Alpha che era con lui. Come andò
poi lo sai.”
concluse.
“Ma
perchè allora non avete mandato via Seth?”
chiesi allontanandomi dal tavolo e cominciano a camminare per la
stanza.
“Perchè
lui ha combattuto per il nostro Alpha. Nonostante tutto lui ha
rischiato la vita per noi.”
disse “Quel
ragazzo...Peter è l'unica famiglia che gli resta. Sei così sicura
che lo abbandonerebbe così? Non possiamo rischiare di nuovo quello
che è successo anni fa.”
mi raggiunse.
“Ma
che di che cavolo parli? E smettila di chiamarlo ' quel ragazzo',ha
un nome sai? Si chiama Derek!”
risposi.
“Mi
avevi chiesto chi ero...Derek...il mio nome è Derek.”
mi vennero in mente le sue parole.
“Sofia,noi
non potremmo proteggerti,lo vuoi capire?”
alzò la voce afferrandomi un polso.
Mi immobilizzai. Non avevo mai visto mia zia così
alterata. I suoi occhi si accendevano ad intermittenza,passando da un
color cioccolato ad un giallo oro.
“Se
tu ti avvicinassi troppo a lui,noi non potremmo fare nulla. Lui
avrebbe campo libero. Potrebbe rapirti sapendo quanto sei importante
per la famiglia. Sei un umana. Se Peter decidesse di usarti come
merce di scambio? Se ti usasse per arrivare al nonno? Che cosa
succederebbe?”
mi disse “Non
vogliamo rischiare. Se ne deve andare.”.
Io guardai il mio polso. La sua mano stava stringendo
decisamente troppo e cominciavo a sentire scariche di dolore in tutto
il braccio.
“Lui
non lo farebbe mai.”
dissi andandole a brutto muso “E
adesso toglimi le mani di dosso.”
sentendomi dentro una rabbia inaudita. Fossi stata come lei...non so
se sarebbe arrivata al prossimo Natale.
Mi lasciò andare e sospirando,i suoi occhi tornarono
normali. Io mi massaggiai il polso più che dolorante. Non riuscivo a
muoverlo bene e un livido scuro stava cominciando a comparire,come un
brutto bracciale rovinato. La guardai.
“Vi
sbagliate. Tutti voi. Derek non è il carnefice che pensate che sia.
Non è come suo zio. E ve lo dimostrerò!”.
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Capitolo 12 *** Il Confronto ***
12 - Il Confronto
[Ehilàààà ma buona sera.
Allora anzitutto volevo ringraziare tutti quelli che mi seguono e che
hanno messo tra le preferite e le ricordate. Graaaaaazie ^^
Allora,questo nuovo capitolo è stato veramente complicato da
scrivere,ma credo che piacerà. Finalmente Sofia parlerà con Seth e
cercherà di fargli cambiare idea. Non sarà facile ma...eeeeeeeh no!
Se volete saperlo leggete! Ahahahah e se vi va lasciate un
commentuccio! Enjoooooy!!]
CAPITOLO
12 – IL CONFRONTO
Ovviamente per il pranzo non ci fermammo con i miei zii.
Nonostante le numerose proteste di Matt,nel vedere l'abbondanza di
cibo in tavola,ero riuscita a portarmeli via.
Pranzammo in una piccola rosticceria sotto casa. E
dopo,per smaltire,facemmo una passeggiata in città. Mark e Derek
camminavano tranquilli davanti a me e Matt. Da quello che potevo
sentire stavano discutendo della moto di Mark. Derek gli dava dei
consigli su come modificarla o migliorarla,non capivo bene. Di motori
non me ne intendevo.
Matt camminava al mio fianco con aria assorta.
“Posso
sapere che ti è preso?”
mi chiese “Perchè
ti sei impuntata?”.
“Non
hai visto la faccia di zio Chaz quando stavamo per andare a tavola?”
dissi.
“Cero
che si,ma mi sembrava di averti detto che il mio piano...”
mi rispose.
“Al
diavolo il tuo piano...non hanno intenzione di venirci incontro.”
dissi mentre mi nascondevo le mani nel giacchetto.
Il livido sul mio polso sinistro era bello marcato e
faceva anche male. Non un male insopportabile,ma neanche leggero. O
forse era più il fatto di sapere che c'era. Matt mi guardò con la
coda dell'occhio.
“Che
vuoi dire?”
chiese.
“Ho
parlato con zia Louise e mi ha fatto ben capire che per noi non c'è
speranza. L'unica cosa che possiamo fare è tornare al piano
originale. Anche se,a questo punto,non sono molto convinta che
funzionerà...”
dissi sconsolata.
Dopo la discussione con mia zia,non avevo fatto altro
per tutto il tempo,che guardare Derek. I suoi gesti,le sue azioni,i
suoi movimenti. Le parole di mia zia in qualche assurdo modo avevano
fatto breccia nel mio inutile cervello,e avevano messo il dubbio in
me.
Conoscevo Derek da poco,eppure qualcosa in lui mi
spingeva a fidarmi. Però dopo quello che mi aveva riferito zia
Louise,il mio animo tentennava. Stavo facendo la cosa giusta?
Matt aveva capito che nostra zia aveva lanciato una
bomba su di me,ma non avendogliene parlato,non aveva la minima idea
di cosa mi avesse detto.
“Okay,perchè
non mi racconti cosa ti ha detto?”
mi chiese rallentando il passo costringendomi a fare altrettanto.
Ora Derek e Mark erano molto distanti da noi,ma comunque
non mi fidavo a parlare con Matt.
“Non
è importante quello che mi ha detto. E' inutile stare a ripeterlo.
Devo solo raggiungere Seth e parlargli. Solo questo.”
gli dissi “Se
riesco a convincerlo che Derek è una brava persona,forse lui potrà
fare qualcosa per la nostra famiglia.”
conclusi.
Matt mi guardava confuso. Mi prese per un braccio
costringendomi a fermarmi.
“Sofia...”
disse con tono calmo.
Ma si bloccò quando notò la mia smorfia sofferente. Mi
aveva afferrato proprio per il polso dolorante. Neanche a farlo
apposta.
“Senti
dolore? Perchè senti dolore?”
mi disse allarmato.
Ovviamente i due lupi molto avanti a noi erano
sintonizzati sulle nostre parole,perchè come Matt aprì bocca,si
bloccarono girandosi verso di noi.
Io feci un lieve cenno a Matt di non dire nulla,storsi
la testa e lui mollò la presa. Rimisi immediatamente la mano nel
giacchetto,facendo finta di nulla.
“Dev'essere
qualcosa che ho mangiato.”
dissi sollevando le sopracciglia.
Matt capì e riprese il passo con finta
tranquillità,mentre io,facendo finta di avere un mal di pancia,mi
passavo la mano sullo stomaco.
Come Derek e Mark capirono che non era nulla di
grave,ripresero a camminare dandoci le spalle.
“Esattamente,cosa
ti ha detto nostra zia?”
disse Matt con una rapida occhiata alla mia mano.
“Tanto
per cominciare tutta la nostra famiglia conosce perfettamente la
famiglia di Derek e il suo passato. E diciamo che proprio per questo
non vogliono fidarsi di lui.”
sospirai “Come
mi aveva detto Derek,loro non si fidano perchè pensano che lui non
volterebbe mai le spalle a l'unico membro della sua famiglia.”
dissi mentre vedevo Derek e Mark svoltare l'angolo nella via di casa
nostra.
Matt a quel punto si mise davanti a me bloccandomi il
passaggio.
“Daccordo,ora
mi dici che cavolo ti è successo e perchè ti fa male un braccio.”
disse con un tono di voce deciso,ma molto basso per non attirare
attenzione.
Io guardai oltre le sue spalle per constatare che Derek
e Mark non fossero tornati indietro.
“Non
è niente,mi sono fatta male spostando un mobile con zia Louise.”
buttai lì la prima cavolata che mi venne in mente.
“Va
bene,facciamo finta che io ti creda...ora dimmi cosa ti ha detto.”
mi disse lui innervosito dalla mia ovvia bugia.
Io cominciai a spiegargli dei piani dello zio di
Derek,del fatto che avesse collaborato con un cacciatore per
sterminare la sua famiglia,e di come avesse conosciuto Seth. Gli
spiegai tutto quello che zia Louise mi aveva raccontato e più andavo
avanti più vedevo la sua espressione passare dall'essere arrabbiato
a preoccupato. Alla fine della mia spiegazione mi guardava con gli
occhi sbarrati scuotendo la testa allibito.
“Quindi
è questo il motivo? Hanno paura che Derek collabori segretamente con
Peter?”
mi chiese allarmato.
“Già.
Se è così,cosa che io non credo affatto,allora siamo in pericolo.
Perchè Derek potrebbe approfittare della mia gentilezza per
avvicinarsi a me e usarmi come esca. In quel modo Peter potrebbe
usarmi per uccidere il nonno.”
conclusi la spiegazione.
Matt si frizionò una tempia preoccupato.
“Ma
non è così giusto? Cioè...lui non lo farebbe...”
chiese più a se stesso che a me.
Ed era proprio quello il problema. Il dubbio. Ora che
zia Louise ci aveva reso partecipi di tutto questo,noi avevamo il
dubbio che avesse ragione. Come aveva detto lei,non conoscevamo così
bene Derek da poter mettere la mano sul fuoco che non ci avrebbe
messo nei casini.
Io non sapevo rispondere alla sua domanda.
“No.
Non crederò alle parole di nostra zia.”
mi disse serio e deciso “Parlerò
con Derek. Abbiamo bisogno di sapere cosa ha intenzione di fare.”
finì.
Io mi allarmai a quelle parole.
“NO!”
dissi con tono più alto di quello che pensavo “Non
puoi dirgli nulla! Lui non sa cosa ha fatto suo zio. E' una cosa
troppo grossa,e lo farebbe impazzire. Non puoi dirglielo Matt!”
gli risposi.
“Ma
che stai dicendo? E' della sua famiglia che stai parlando. Ha il
diritto di sapere la verità!”
mi riprese lui.
“Non
spetta a noi,Matt. Non possiamo dirglielo noi.”
lo guardai minacciosa.
Matt sospirò scuotendo la testa.
Fece un sorriso amaro e mi voltò le spalle
ricominciando per la sua strada. In un attimo svoltò l'angolo
lasciandomi sola a pensare.
Dopo la chiacchierata con Matt avevo bisogno di stare da
sola. Tornando a casa non avrei potuto trattenere il mio stato
emotivo. Ero preoccupata per Derek,e mi sarei fatta scoprire. L'unica
cosa che potevo fare era camminare e schiarirmi le idee.
“Non
posso credere che Derek farebbe una cosa del genere. Non mi sembra il
genere di persona che accetterebbe un ordine a discapito di
innocenti. No,non voglio crederci.” pensai
“Anche
se...Lo conosco davvero così bene? In effetti quando lo abbiamo
trovato,il suo primo pensiero fu quello di attaccarci...”
continuai
“NO!
Che diavolo sto pensando...Non era in se in quel momento,e si sentiva
minacciato. Ora invece è diverso,fondamentalmente è tranquillo,e
anche quando si innervosisce la prima cosa che fa è fuggire da
quello che lo infastidisce. Anche se questo significa chiudersi in se
stesso...”
conclusi.
A
forza di pensare finii all'entrata del bosco. Erano ormai quasi le
tre del pomeriggio e il bosco era completamente illuminato dai raggi
del sole. Anche se però al suo interno sembrava quasi notte,solo di
tanto in tanto si intravedeva qualche coraggioso raggio,fendere le
fronde degli alberi e attraversarli cadendo a terra.
“Il
mio piano rimane lo stesso di prima. Non ho armi con me,e comunque
non avrei il tempo di usarle vista la velocità di Seth. Ma infondo
voglio solo parlarci.”
pensai.
Così prendendo un bel respiro di incoraggiamento mi
addentrai nel bosco.
Era tutto immobile e ricoperto di neve. Umido e freddo
come una ghiacciaia. Solo dove il sole riusciva a penetrare c'era un
leggero tepore,che era molto piacevole quando ci si passava in mezzo.
Sfilai le mani dalle tasche e slacciandomi il bottone
della tasca sul petto estrassi il fischietto con il quale ero solita
richiamare Seth.
Le mani mi tremavano appena quando me lo portai alla
bocca. Esitai un istante. Poi senza pensarci inspirai e svuotai
l'aria che avevo nei polmoni in quel piccolo oggetto metallico.
Rimasi in attesa. Era tutto immobile come al solito.
Presi ad ascoltare in silenzio in attesa di sentire un rumore
qualsiasi. Però nulla si mosse. Deglutii nervosa e soffiai
nuovamente nel fischietto.
“Andiamo
Seth...”
pensai.
“Sono
io Seth. Sono da sola.”
parlai con tono neutro “Non
ho armi,né cattive intenzioni...”
dissi “...come
se potessi minacciarti...Voglio solo parlare con te. Ho bisogno di
palare con te...”
conclusi.
Se era nel bosco,mi stava ascoltando. Per qualche
assurdo motivo sapevo che era lì. E il mio sesto senso non
sbagliava. Dopo un attimo di esitazione,sbucò fuori da dietro un
albero,nella sua forma umana. Mi guardò con determinazione e si
avvicinò a me.
“Cosa
vuoi Sofia?”
mi chiese fermandosi a pochi metri da me.
Il coraggio che avevo avuto prima,prese a mancarmi
quando lo vidi. Poi cercando di tranquillizzarmi,chiusi gli occhi
prendendo un bel respiro.
“Devi
spiegarmi,Seth. Dimmi cosa succede,perchè sinceramente non riesco a
capire. Perchè volevi uccidere Derek?”
chiesi portandomi istintivamente una mano al petto.
Seth sembrò confuso dalla mia domanda,come se la
risposta fosse ovvia. Storse la testa leggermente di lato e
assottigliò lo sguardo facendo un passo verso di me.
Ma come si mosse,il mio corpo agì istintivamente
muovendosi all'indietro. Seth a quella reazione si bloccò,quasi
ferito dal mio gesto.
“Non
sono io il nemico Sofia.”
mi disse guardandomi accigliato.
“Lo
so. E' Derek il nemico,giusto? E' lui. Un innocente giovane
ragazzo...”
risposi fermamente.
“Innocente?”
mi fece eco lui “Quel
ragazzo è tutto fuorché innocente,Sofia.”.
“Perchè?
Spiegami.”
chiesi.
“Lui
fa parte di quella famiglia!”
quasi me lo urlò contro.
Io tremai per il tono di voce che aveva usato.
“E
cosa c'entra? Non puoi incolpare una persona,o ucciderla solo per i
peccati della sua famiglia...”
risposi facendo un singolo passo verso di lui “So
bene cosa è successo. Zia Louise mi ha spiegato tutto. Di Peter,del
tuo passato con lui...e sinceramente se c'è una persona di cui
dubiterei,quello sei tu.”
conclusi dura.
Seth sussultò a quelle parole,come se lo avessi
pugnalato alle spalle.
“Sul
serio pensi questo Sofia?”
mi chiese con tono triste.
“E'
quello che sento,Seth...” risposi
“Io
mi fidavo di te. Che cavolo,sono cresciuta con te...E poi vengo a
sapere il vero motivo per il quale tu ti trovi qui.”
dissi.
“Il
vero motivo...”
disse lui con un sorriso triste “Il
vero motivo è che sono un idiota che si è fidato della persona
sbagliata. E il tuo amico mi ha ricordato me stesso. Anzi,è molto
più coinvolto di quanto non lo fossi stato io all'epoca.”
disse.
“Di
cosa stai parlando? Derek non conosce tutta la verità,non sa quello
che ha fatto suo zio...”
dissi quasi esasperata.
“E'
quello che ti racconta,per farti stare dalla sua parte.”
rispose lui.
“No.
Lui è convinto che quello che sa sia tutta la verità. La rabbia che
mi ha mostrato mentre ne parlava...e la tristezza che ho visto nei
suoi occhi fin dal primo giorno che è arrivato qui,me lo hanno
confermato.”
dissi.
“Tristezza?
E' un sentimento che ti fa diventare malinconico. E la malinconia è
una cosa davvero pericolosa.”
disse facendo l'ennesimo passo verso di me “Come
qualsiasi persona,lui ha bisogno di un punto fermo,in questo caso la
sua famiglia. E anche se quella stessa famiglia lo ha tradito o
deluso,non smetterà mai di pensare a loro. Tu lo dovresti capire più
di chiunque altro.”
mi disse indicandomi con una mano.
Rimasi un istante senza fiato. Si stava riferendo a mia
cugina,e a quello che era successo qualche anno addietro.
“E'
qui che ti sbagli,perchè se Alex si facesse vedere di nuovo,non
esiterei a piantargli un proiettile all'aconito dritto in fronte. Lei
non è la mia famiglia.”
ribattei decisa.
“Certo
che no. E sono più che sicuro che lo faresti. Ma in effetti qualcosa
di diverso c'è. Tu hai ancora tutti i tuoi familiari.”
rispose sorridendomi.
Io mi bloccai. Era vero,il supporto della mia famiglia
l'avevo. Lui invece no. Se alle spalle avesse avuto ancora i suoi
nonni,i suoi zii e i suoi fratelli,forse...
“No.”
scossi
la testa “So
che non è così. Lui non farebbe del male al nostro branco. Non
farebbe del male a me...”
dissi quasi sussurrando le ultime parole.
Seth mi guardò quasi in pena per me,scuotendo il capo
e,con le mani nella mia direzione,cominciò a colmare lo spazio che
ci divideva.
“Non
puoi essere davvero così ingenua,Sofia.”
arrivando quasi a sfiorarmi “Non
hai imparato nulla dalla tua esperienza? Anche se le persone appaiono
calme e gentili,non sempre sono così. Spesso si nascondono dietro a
delle maschere,e quando meno te lo aspetto ti tradiscono.”
disse.
“Ma
tu non puoi saperlo! Non sai come si comporterà.”
risposi alterata.
“Perchè
tu si?” disse
incrociando le braccia al petto “E
cosa mi suggerisci di fare? Aspettare quanto basta per poi non poter
più fare niente? Non sono uno stupido,Sofia. Conosco Peter Hale
abbastanza da sapere che è capace di tutto. E' una persona
straordinariamente carismatica. Ti entra nella testa ancora prima che
tu possa fare o dire qualcosa. Se ha un piano,come penso che sia,sta
andando tutto come vuole lui. E io vorrei smontarglielo prima che
succeda qualcosa di irreparabile. Se Franz mi avesse lasciato
fare...”
disse cercando di giustificare le sue azioni.
“Avresti
avuto un ragazzo sulla coscienza!” sbottai
“Non
sai nemmeno se davvero Peter ha intenzione di attaccarci! Tutto
quello che stai dicendo sono solo supposizioni! Ecco perchè il nonno
ti ha fermato! Ecco perchè non ti ha permesso di fargli del male...”
dissi
“Il
nonno sa cosa ne pensi di tutto questo. E non ti è mai venuto in
mente che se la pensasse come te non ti avrebbe mai interrotto?”
chiesi.
Vidi un minimo di esitazione negli occhi di Seth,dovevo
solo continuare a spingere.
“Il
nonno ti ha salvato,ti ha accolto e ti conosce meglio di chiunque
nella famiglia. Sei il suo secondo in comando e affida la maggior
parte delle decisioni a te,senza nemmeno battere ciglio. Eppure
quando si è trattato di Derek,lui ti ha fermato. Quando mai lo aveva
fatto da che sei qui?”
chiesi decisa.
“Mai.
Non ha mai messo in discussione le mie scelte.”
disse scostando lo sguardo da me.
“Eppure
tu continui a dire di avere ragione. Mai una volta in vita mia ho
visto il nonno intromettersi negli addestramenti o nelle
discussioni,oppure accettare un estraneo nel branco.”
dissi notando il suo cambio di espressione “Mai
una volta si è schierato dalla parte di una persona che reputava una
minaccia. E se tu pensi davvero che Derek sia pericoloso,allora vuol
dire che non ti fidi del nonno. Del tuo Alpha.”
conclusi.
Seth rimase immobile a guardarmi. Il suo petto si alzava
e si abbassava con un ritmo irregolare.
“Ma
certo che mi fido...”
provò a dire lui.
“No.
Non è vero. Perchè allora stai continuando ad andare contro le sue
decisioni? Fin'ora si è mai sbagliato su Derek?” chiesi.
“No,ma...”
balbettò incerto.
Lo avevo in pugno. Mi avvicinai quel tanto che bastava
per sfiorargli un braccio. Posai i miei occhi su di lui con aria
triste.
“E
non si è mai sbagliato neanche su di te.”
dissi “Perchè
tu non sei cattivo Seth. All'inizio tutti ti odiavano,e tu non gli
davi nemmeno il modo di pensarla diversamente,se ricordi bene.”
spiegai “Eppure...c'era
questa piccola bambina,con le trecce,che non faceva altro che
saltellarti intorno. E ti sorrideva,mentre passava intere giornate
con te nel bosco.”.
Gli sorrisi,per la prima volta da quando avevamo
cominciato a parlare. Lui mi guardò sospirando.
“Quante
volte mi hanno messo in punizione per essere sparita da casa senza
dire nulla?”
gli ricordai “Ma
io sapevo che il nonno aveva fiducia in te e io vedevo in te del
buono. Così come lo vedo adesso in Derek.”.
“Eppure
prima quando mi hai visto,il tuo odore mi ha detto un'altra cosa. Tu
avevi paura di me.”
disse con aria triste e ferita.
“Hai
ragione. Avevo paura,ma solo perchè ti ho visto fare qualcosa di
così strano da farmi dubitare di te.”
dissi “Non
ti avevo mai visto agire in quel modo. Quando hai cominciato a
combattere,sei diventato un altro. I tuoi occhi...Non li avevo mai
visti così.”.
Seth abbassò lo sguardo e io gli misi una mano sulla
guancia attirando i suoi occhi su di me.
“Ma
ora so perchè. Tu tieni alla nostra famiglia come se fosse il tesoro
più importante del mondo. Ed è una cosa bella. So che faresti di
tutto pur di proteggerla. Perchè la verità è che,anche se non
partecipi mai a riunioni,feste o compleanni,e cerchi in tutti i modi
di non farti coinvolgere,tu sei uno di noi. Sei un cugino,un
fratello,uno zio...Ognuno di noi ti riconosce come familiare. Ed è
giusto così.”
dissi scostando la mano da lui “Ed
è così perchè nonostante tutto ci siamo fidati di te e tu hai
fatto altrettanto,continuando a proteggere la TUA famiglia come
meglio pensavi possibile. Ma adesso io ti sto chiedendo di fidarti di
me. Di fidarti del nonno,così come noi ci siamo fidati di lui. Derek
non è una minaccia,Seth. E' un ragazzo solo che ha perso tutto e non
ha più fiducia nel prossimo. Ti chiedo solo di dargli una
possibilità.”
conclusi.
Seth sembrò colpito dalle mie parole,ed era quello che
speravo. Mi guardava e sapevo che alla fine la pensava come me. Gli
avevo detto solo la verità e lui lo sapeva.
“Una
possibilità...”
ripeté lui “Che
intendi?”
chiese.
“Il
nonno mi ha dato tempo fino a martedì. Derek rimarrà con noi fino a
quel giorno,poi se ne andrà. Ti chiedo di aspettare fino alla fine
della sua permanenza,e intanto potrai farti un'idea di lui.”
gli dissi.
Lui sembrò pensarci. Poi sospirò chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì e mi guardò seppi la sua risposta ancor prima che
me la dicesse,e gli sorrisi vittoriosa.
“Grazie.”
gli dissi felice.
Lui mi sorrise e aprì le braccia,nel chiaro intento di
abbracciarmi. Ebbi pochissimi secondi per pensarci,ma alla fine lo
abbracciai. E rimasi intrappolata nelle sue braccia,accoccolandomi al
suo petto e annusando il suo odore. Un odore pungente e dolce allo
stesso tempo,che sapeva di bosco,di acqua corrente,di aghi di pino e
di...casa.
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Capitolo 13 *** Priorità ***
13 - Priorità
[Ma ari-buonaseeeeeera! Si lo so
questo capitolo è molto corto rispetto al solito,ma non di molto
dai...è che ho dovuto accorciarlo perchè sennò avrei sforato il
limite che mi sono prefissa. Per altro ho lasciato Derek da solo con
Mark e vorrei dare un piccolo spazio al nostro protagonista e farvi
avere un'idea di come si stia trovando in questa nuova famiglia...
Comunque,vi ringrazio dell'appoggio e si. Matt è andato a
'discutere' con Franz,il nostro nonnino tutto sorprese. Vi dirò che
questo capitolo metterà bene in chiaro le intenzioni
dell'Alpha,anche se ho una mezza idea di fargli avere un confronto
con Derek. Niente di drammatico,sia chiaro,ma è giusto che i due si
conoscano finalmente. Come al solito leggete come non ci fosse un
domani e se vi va lasciate un commentuccio. Enjoooooyyyyyyy!!!!]
CAPITOLO
13 - PRIORITA'
Dopo aver lasciato Sofia nel bel mezzo della strada,Matt
si era recato,innervosito,a casa del nonno. La sua mente cercava
consiglio,e chi meglio del nonno poteva aiutarlo. Quello che aveva
scoperto parlando con Sofia lo aveva lasciato come dentro una bolla.
Aveva intenzione di raccontare tutto a Derek,ma da che parte
cominciare? Non era facile per lui andargli a dire che suo zio lo
aveva tradito...anzi,aveva tradito tutta la sua famiglia. E di sicuro
non sarebbe stato altrettanto facile per Derek venire a conoscenza di
tutto quell'ammasso di informazioni. Si bloccò appena davanti la
porta di casa del nonno con aria afflitta. La sua mano si mosse per
bussare,ma come fu a pochi millimetri dal legno freddo si fermò.
“Che
diamine gli vado a dire?”
pensò.
Chiuse gli occhi inspirando. Sofia non aveva torto e lui
lo sapeva,ma se lui fosse stato in Derek avrebbe voluto sapere. Se
non altro dopo avergli raccontato tutto avrebbe avuto la
certezza,anzi tutti l'avrebbero avuta,che Derek non si sarebbe mai
alleato con quell'uomo meschino e crudele che era suo zio. Ma ne era
davvero così certo? Non poteva far a meno di pensare che il nonno
avesse gli avesse mentito. A lui,a Sofia. E non dicendogli la verità
li aveva solo messi in pericolo. Perchè se davvero Derek fosse stato
la minaccia di cui tutti parlavano,era con loro che aveva passato
tutto quel tempo. Loro in qualche modo si erano avvicinati a quel
ragazzo,e lui avrebbe benissimo potuto ferirli o ucciderli quando
meno se lo aspettavano. Se non altro con Matt ci poteva provare,ma
con Sofia...
“Non
voglio rivivere quello che è successo con Alex...”
si disse cominciando ad alterarsi.
Era di sua sorella che stavano parlando. E questa volta
non avrebbe permesso che gli succedesse qualcosa.
Ritirò la mano,ed espirò tentando di scacciare anche
l'indecisione che aveva.
Si guardò per un istante riflesso nel pomello di ottone
lucido,attaccato alla porta. Poi senza pensarci di nuovo,bussò.
Attese per un istante e dopo pochi secondi zia Mel gli
aprì.
“Matt,ciao.
E' successo qualcosa?”
gli chiese.
Ma Matt,senza risponderle entrò deciso. Attraversò il
corridoio,aiutato dal suo fiuto e entrò nella camera da letto del
nonno.
Lui era seduto sul letto,con gli occhiali inforcati e
stava comodamente leggendo il giornale del giorno. Come lo vide
entrare si voltò verso di lui.
“Matt,aspetta...”
lo aveva rincorso zia Mel,subito dopo aver chiuso la porta di casa.
La casa del nonno era aperta a chiunque,così come le
sue stanze. A nessuno della famiglia era vietato entrare. La camera
del nonno era quasi suggestiva,non incuteva timore,ma un senso di
rispetto che veniva a mancare quando ne si varcava la soglia.
Succedeva anche quando si era invitati ad entrare,era la camera
dell'Alpha dopo tutto. Zia Mel lo raggiunse e guardò il nonno,che
però gli fece cenno di lasciarlo perdere.
“Mel,chiudi
la porta per favore.”
disse il nonno con fare tranquillo.
Zia Mel fece come le era stato chiesto e
uscì,chiudendosi la porta alle spalle. Matt guardò il nonno con
aria più che turbata.
“Tu
lo sapevi. Sapevi di Derek e non ci hai detto nulla.”
cominciò Matt avvertendo il proprio tono di voce leggermente
alterato.
“Si,è
esatto.”
rispose semplicemente l'Alpha.
“Perchè
non ci hai detto subito chi era?”
gli si avvicinò puntandogli una mano contro.
Il nonno guardò il suo gesto e prima di rispondere si
tolse gli occhiali dal naso,piegandone le asticelle per poi riporli
sul letto.
“Avevo
bisogno che degli occhi innocenti lo guardassero per me.”
disse tranquillo.
Matt,che aveva capito cosa intendesse,si placò per un
istante. Poi però pensò a Sofia,e a quello che gli aveva raccontato e di
nuovo tornò ad alzare la voce.
“Sei
stato tu a metterci in questa situazione! Tu ci hai messo tutti
contro. E per cosa? Per un tuo capriccio.”
disse senza pensare a chi si stava rivolgendo.
Il nonno lo guardò,ma senza cambiare espressione.
Sempre molto tranquillamente si alzò,sistemandosi la camicia che era
uscita un po' troppo dai pantaloni.
“Non
è stato un capriccio,Matthew.”
disse “Conoscevo
la sua famiglia. Non erano dei carnefici,non come Peter Hale. Ma dopo
quello che era successo,avevo bisogno di sapere.”
concluse voltandosi a recuperare il giornale che piegò,e ripose
sulla sua scrivania,difronte al letto.
“Ah
certo e quindi,mandiamo in avanscoperta la tua unica nipote umana...”
disse avvicinandosi a lui “...mettiamo
in pericolo due bambini,e perchè no? Anche l'intera famiglia!”
questa volta guardandolo minaccioso.
“Matthew,non
era mia intenzione mettervi in pericolo,e lo sai bene.”
disse il nonno sempre con tono pacato.
“Col
cavolo...”
rispose Matt,anche se con un tono molto più lieve.
Sapeva che non si doveva rivolgere così al nonno,ma non
gli importava.
“Eppure,non
sapendo che intenzioni avesse,lo hai accolto qui.”
disse.
“Non
lo sapevo prima e non lo so ora,per questo l'ho affidato a voi. Un
ragazzo che ha passato quello che ha passato lui,se lasciato a certa
gente...potrebbe fare delle scelte sbagliate. Ma affidandolo a
voi,ero sicuro che si sarebbe aperto e avrebbe chiarito le sue
intenzioni.”
rispose l'Alpha.
“Non
è così che si comporta un leader.”
rispose a denti stretti Matt.
Quello che aveva detto era grave,Matt lo sapeva,ma
rimase fermo e deciso a guardarlo. Il nonno d'altro canto,adesso lo
guardava fisso,come se fosse stato insultato.
“Così
è come si comporta un Alpha,Matthew.”
disse con tono grave incrociando le braccia.
“Hai
messo in pericolo Sofia,nonno. Ancora. Se Derek fosse stato 'quel'
ragazzo che tutti si aspettavano,cosa sarebbe successo? L'avrebbe
uccisa. Ne ha la capacità. Eppure tu non hai fatto nulla,sei rimasto
in disparte a guardare come se fosse un gioco.”
disse Matt scuotendo la testa e assottigliando lo sguardo incredulo
“Come è stato
con Alex...”
aggiunse.
Il nonno a quelle parole diede una manata alla
scrivania,innervosito.
“E'
proprio per evitare che succedesse di nuovo,che ho fatto questa
scelta!”
disse alzando la voce.
Matt fu scosso da un brivido di paura e si allontanò di
qualche passo. Poi il nonno prese un bel respiro,lasciando sfumare la
sua alterazione.
“Non
vi ho lasciati soli a gestirla.”
indicando il grosso quadro che era posizionato sul muro sopra la
testata del letto.
Matt si voltò,riconoscendo con sorpresa l'immagine
raffigurata. Il Clown che ossessionava Sofia era appeso anche in
quella stanza.
“Ah...quindi
ce ne sono tre...Se Sofia lo sapesse...Ma quando lo ha messo qui? Non
me lo ricordo...”
si disse.
Il nonno come ad aver inteso i suoi pensieri,riprese.
“Questo
quadro,me lo regalò vostra nonna.” disse
“Ed è presente
in ogni appartamento. Lo fece incantare da uno sciamano indiano,che
lo legò al suo sangue e al mio.”
spiegò.
Matt rimase attonito nel sentirlo.
“Ovviamente
essendoci il nostro sangue,risponde anche al sangue dei nostri
figli,e a quello dei loro. Quando siete in questo palazzo o là
fuori,tutto ciò che dite o che fate viene memorizzato,e quando mi
siedo su questo letto,tutto quello che avete fatto o di cui avete
parlato viene stampato nella mia mente. E' così che vi tengo
d'occhio.”
disse.
“Cosa?”
chiese incredulo Matt.
“Perchè
pensi che io passi qui dentro la maggior parte del tempo? Grazie a
questa connessione,so esattamente quello che vi succede quando non
siete sotto ai miei occhi...”
spiegò “Secondo
te come,come potevo sapere che Seth stava per uccidere Derek?”
disse avvicinandosi a Matt.
“No...non
avresti potuto arrivare in tempo,quando hai visto Seth tornare
umano...”
pensò a voce alta Matt.
“Nipote,io
sono arrivato in quel bosco molto prima che Seth arrivasse a Derek.
Ti ho visto combattere con lui e ti ho visto mettere i piedi su
quella mina...”
disse “Come pensi
di essere sopravvissuto senza perdere neanche un dito? Io ti ho
spinto via,senza che nessuno mi vedesse.”
concluse.
Matt faceva fatica a stare dietro a quelle parole. Si
sarebbe dovuto accorgere del suo odore. Se non lui,almeno Seth. Ma il
ragionamento filava.
“Quella
volta che Seth mi staccò quasi un braccio...e Sofia me lo dovette
ricucire...tu eri in un'altra città...”
disse Matt respirando appena per l'incredulità.
“Sarei
intervenuto anche in quel momento se ne avessi avuto la
possibilità,ma ero lontano. Comunque Seth ha avuto,poi,la sua
sgridata. Anche se devo ammettere che non è servita a molto,visto
che non ha rimosso le mine...”
si fermò a riflettere l'Alpha.
Matt fu colto d'improvviso da un'illuminazione.
“Quindi
tu sai cosa è successo a Sofia...”
chiese.
“Ha
avuto una discussione con tua zia Louise,e lei,le ha ferito un
polso.”
disse.
Matt aggrottò le sopracciglia.
“Starai
scherzando...Ma cos'hanno che non va con l'autocontrollo in quella
famiglia..”
disse Matt chiudendo gli occhi e passandosi una mano sulla faccia.
“E'
anche la tua famiglia Matthew. Comunque ho già parlato io con
Louise.”
rispose il nonno.
“Come
se servisse. Sai come la pensano di tutto questo. Loro lo vogliono
fuori di qui,e tu non fai nulla per fargli cambiare idea.”
disse Matt indicando il nonno.
“Hanno
le loro idee così come tu hai le tue,Matthew. Se non sbaglio hai un
piano per risolvere la situazione con i tuoi zii. Un piano di
'contingenza'...è così che lo hai chiamato,no?”
disse sorridendogli.
Matt sospirò. In un attimo la sua rabbia si era
affievolita e la sua carica scomparsa.
“Si.
Ma dopo quello che è successo con Sofia,credo che non funzionerà
poi molto...”
disse sconsolato.
“Non
ne sono così sicuro nipote.”
disse sedendosi nuovamente sul letto “Sai
dov'è Derek adesso?”
chiese chiudendo gli occhi.
“Era
con Mark quando siamo tornati a casa. Solo che io e Sofia
abbiamo,avuto una...discussione e...”
infilandosi le mani in tasca.
“Adesso
è al quinto piano. Nell'appartamento che ho messo a vostra
disposizione.”
disse sfregandosi una mano sulla fronte “E'
con Mark e tuo zio Phill. Stanno discutendo di motori e...a quanto
pare ordinando dei pezzi molto costosi online.”
disse riaprendo gli occhi.
Matt rimase a guardarlo confuso.
“Che
dovrei fare,nonno? Eh? Dimmelo tu,perchè io non ci sto capendo
niente. Non so cosa fare,come comportarmi.”
disse Matt abbandonandosi sul letto di fianco all'Alpha “Dopo
che Sofia mi ha raccontato tutto,io...ho cominciato a pensarla come
zia Louise e zio Chaz...e mi sento uno schifo per questo. Ma la mia
stupida testa continua a dirmi di raccontare tutto a Derek,perchè è
giusto che lui sappia...”
si confidò Matt.
“O
forse pensi che raccontargli tutta la verità lo porterà
automaticamente dalla nostra parte. In questo modo agiresti,non per
il suo bene,ma per egoismo,e quindi non gli dici nulla. Ma se non lo
fai non avrai garanzie che se,e dico solo se,succederà qualcosa di
brutto,la tua famiglia non ne verrà coinvolta.”
terminò dandogli una sonora pacca sulla spalla e avvicinandolo a se
in un piccolo abbraccio “Lo
so,nipote,lo so.”
disse.
“E'
per questo che ti chiudi qui dentro vero? E non intervieni quando i
nostri parenti litigano. Perchè neanche tu sai cosa fare...”
chiese Matt come se avesse l'illuminazione del secolo.
“Già.
Non ho intenzione di scompigliare la mente di Derek più di quello
che è ora. Adesso si sta finalmente rilassando,senza avere
costantemente sulle spalle il peso di ogni decisione. Si sta rendendo
conto che non è solo. Ci sta arrivando molto lentamente,ma è già
tanto.”
disse.
Matt
pensò per un attimo alle sue parole.
“Non
avrei dovuto discutere con Sofia....”
rifletté.
“Devo
andare....”
disse poi alzandosi e sciogliendosi da quel mezzo abbraccio del
nonno.
“Si.
E' meglio che tu vada a cercare Sofia.”
rispose il nonno pensieroso.
Matt
lo guardò aspettando che lui continuasse.
“Non
ti piacerà sapere dov'è.”
sapendo perfettamente che Matt non l'avrebbe mai lasciata sola con
Seth.
Ma
Matt capì al volo.
“Quella...sconsiderata...”
disse alzando la voce mentre correva via sbattendosi la porta di casa
del nonno alle spalle.
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Capitolo 14 *** Riunirsi ***
14 - Riunirsi
[Ehilàààààà. Ma buondì! Ihihihi okay questo
capitolo mi piace particolarmente. Anche perchè....NOOOOOOO dovete
leggere se volete sapere qualcosa! Ahahahah che cattiva. Comunque ora
che avete capito il perchè del quadro a Clown posso dirvi che quel
dipinto esiste davvero. Ed è l'unica cosa che ho ripreso dalla
realtà. Perchè in effetti cell'ho io in casa,e anche i miei
familiari ne hanno uno. Ovviamente i miei nonni non lo hanno fatto
incantare! Ahahah però mi piaceva l'idea. E si,è inquietantissimo!
Anyway,leggete e commentate che voglio sapere cosa ne pensate.
Graaaazie a tutti e come al solito: ENJOOOOOYYYY!]
CAPITOLO
14 - RIUNIRSI
Come una furia Matt salì per le scale per arrivare al
quinto piano. Bussò agitato alla porta dando dei pesanti colpi.
Non'appena la porta si aprì venne accolto da un Mark più che
sorpreso.
“Ehi,Matt.
Non avrei messo un po' troppa energia nel bussare? La volevi buttare
giù?”
riferendosi alla porta.
“Sofia
è andata nel bosco! Da sola!”
disse entrando velocemente.
“Che
cosa? Perchè le hai permesso di andare da sola?”
chiese Derek,che avendolo sentito dal salone,era accorso
all'ingresso.
“Non
gliel'ho permesso Derek! Abbiamo avuto una discussione quando eravamo
in strada. Io sono tornato a casa e pensavo che anche lei lo avesse
fatto...”
disse giustificandosi.
Mark prese la giacca di Derek dall'appendi abiti e
gliela lanciò.
“Andiamo.”
disse mentre prendeva anche il suo giacchetto e apriva la porta.
I tre in un attimo erano fuori di casa e si avviavano
verso il bosco.
Io intanto ero ancora insieme a Seth. Cominciava ad
essere buio e gli alberi sembravano scheletri che danzavano spinti
dal vento. Gli scricchiolii dei rami erano inquietanti,ma per il
momento non avevo di che preoccuparmi,Seth era con me.
Avevamo camminato per un bel po' arrivando nel 'nostro'
posto. Al centro del bosco,infatti c'era una sorta di laghetto,che in
inverno puntualmente si ghiacciava. Quando ero piccola,mi inoltravo
da sola tra pini e cespugli con i miei pattini,solo per poterci
scivolare sopra. Seth ovviamente non si dedicava a quel tipo di
attività quando ero lì. Per lo più si limitava a guardarmi e a
imbruttire ogni cosa che si muoveva intorno a me. In poche parole
avevo la pista di pattinaggio privata con tanto di bodyguard.
Finimmo a parlare di un po' di tutto mentre ci
apprestavamo a raggiungere la riva di quel piccolo specchio d'acqua.
“Sai,non
ho mai capito perchè tu non mi abbia mai addestrata...”
dissi “Insomma,so
che non sono come voi,ma oltre che ad essere un lupo sei molto abile
nel combattimento ravvicinato. Io al massimo so usare un paio di
coltelli o una pistola,ma niente più.”.
“E
cosa te ne faresti di un addestramento? Tu hai la fortuna di non
dover combattere,non ho mai pensato che tu volessi imparare.”
mi disse un po' sorpreso.
“Non
è che io non volessi imparare. Sai com'è fatto mio padre,se solo
fossi vicina ad uno scontro,piuttosto mi chiuderebbe in una
cassaforte con una miriade di lucchetti...”
dissi sospirando “Per
non parlare di Matt...So difendermi ma non ho tecnica.”
“La
tecnica è importante,ma se non sai sfruttare il territorio o le
debolezze del nemico ci fai poco. E tu a livello intellettivo
batteresti chiunque. Un po' come hai fatto con me.”
disse pensando allo scontro del giorno prima.
Io sorrisi a quel ricordo. In effetti mi ero stupita
anche io quando appurai che il mio piano era andato a buon fine.
Seth si fermò a guardarmi. Poi sbuffò,mi prese per un
braccio e mi trascinò sul lago ghiacciato.
Io inciampai più di una volta,non capendo bene cosa
volesse fare. Sul ghiaccio fu tutt'altra cosa invece. Scivolarci
sopra con i pattini era facile,ma camminarci... Ogni due per tre
scivolavo e ringraziavo il cielo che Seth mi teneva stretta a se.
Arrivati al centro del lago si fermò.
“Resta
qui.”
mi disse mettendosi di fronte a me ma lontano di quattro o cinque
passi.
“Seth.
Che vuoi fare?”
dissi tenendo le mani larghe per prendere equilibrio.
“Va
bene.”
disse guardandomi “Adesso,in
una situazione del genere,cosa faresti?”
chiese.
Io lo guardai confusa. Voleva fare un allenamento
proprio lì?
“Ma...non
lo so...”
pensai a voce alta guardandomi in torno.
“Pensa
Sofia.”
mi spronò lui.
“Bé...penso
che ti attaccherei...”
provai.
Lui sospirò e con velocità si avvicinò a me. Mosse un
braccio velocemente e diresse il suo pugno dritto alla mia faccia. In
un attimo però mi abbassai,scivolando però sul ghiaccio e finendo
con il sedere a terra.
“Che
cavolo fai?”
chiesi allarmata guardandolo.
Lui mi prese per mano aiutandomi a rimettermi in piedi.
“Il
tuo istinto ti ha detto di attaccare,no? E allora perchè non lo hai
fatto?”
chiese scostando la mano da me e rimettendosi in posizione a qualche
passo di distanza.
“Ma
perchè è...scivoloso...”
cominciai a capire.
“Esatto
Sofia,il ghiaccio è scivoloso...”
mi canzonò lui “Quindi?”.
Senza aspettare la mia risposta mi attaccò di nuovo.
Avevo capito. Dovevo sfruttare l'ambiente,come aveva detto lui. Mi
abbassai,sforzandomi di non cadere,per schivare il suo colpo. Mi
rialzai e il mio corpo cominciava a muoversi come se avessi ai piedi
i miei vecchi pattini. Feci un mezzo giro di lato e con le mani tese
lo spinsi lontano da me. Lui ripartì alla carica. Parai una manata
al fianco con facilità,poi feci qualche passo verso di lui
contrattaccando. Un pugno allo stomaco lo sorprese,anche se non
avendo la sua stessa forza,non poteva neanche avergli fatto il
solletico. Ma lui mi sorrise.
“E'
così che devi muoverti.”
mi disse.
Poi sguainò gli artigli e mi venne incontro. Stava
leggermente facendosi prendere un po' troppo dal momento. Comunque mi
abbassai e con un movimento veloce tesi una gamba per buttarlo a
terra,cosa che mi riuscì bene. Lui scivolò a terra graffiando il
ghiaccio sotto di me per frenarsi. Si rialzò e provò di nuovo. Mi
sentivo più che carica. E stranamente mi stavo anche divertendo.
“Bravissima.
Ora prova a fare questo.”
mi disse.
Mentre io gli sferravo un pugno,lui bloccò il mio
braccio,si voltò,e sollevandomi mi fece volare oltre lui. Atterrai
ovviamente di schiena sul ghiaccio con il respiro mozzato dalla
caduta. Lui si rese conto di aver esagerato e mi venne subito
incontro.
“Cavolo!
Sofia tutto bene?”
chiese allarmato non vedendomi reagire.
Ma io attesi che si avvicinasse e lo buttai a terra
tirandolo per le gambe. In un attimo bloccai la sua testa e il suo
braccio in una morsa che avevo visto in un film e lui rimase
intrappolato.
“Preso!”
dissi compiaciuta sghignazzando.
Lui rimase per un attimo sorpreso.
“Questa
presa va bene per le persone normali,non puoi usarla con i
lupi,Sofia...”
disse tirandosi in piedi e trascinandomi con lui mentre ero ancora
attaccata al suo braccio.
“Oh,ma
così non vale però...”
sbuffai.
Con una torsione del braccio mi lanciò nuovamente sul
ghiaccio,facendomi atterrare di petto questa volta. Mi rialzai
lentamente spingendomi carponi con le mani. Poi sentii uno strano
scricchiolio. Mi bloccai. Seth stava ripartendo all'attacco,ma non
potevo muovermi. Se lo avessi fatto il ghiaccio si sarebbe rotto e io
sarei finita nel lago.
Voltai la testa per cercare di farglielo capire e mi
venne un'illuminazione. Così rimasi in quella posizione. Quando Seth
balzò su di me,quasi all'ultimo rotolai di fianco. Al lato del fiume
vidi per un attimo mio fratello e altre due figure,poi il buio.
“Che
cavolo? Fa freddo...sono finita in acqua? Ma non è possibile...”
pensai intorpidita dal freddo.
Riaprii gli occhi e mi accorsi di essere sott'acqua. Il
freddo mi stava indebolendo,ma riuscii comunque a vedere Seth uscire
dall'acqua dal foro sul ghiaccio che avevamo creato. Anzi più che
uscire dall'acqua,ne era stato trascinato via.
Tentai anche io di avvicinarmi,ma il freddo mi stava
bloccando e l'aria a mia disposizione era quasi finita.
“Seth!”
lo chiamai stupidamente facendo uscire quel poco di aria che avevo.
Cominciai
a dimenarmi,dando delle manate sul ghiaccio. Mancava giusto qualche
metro all'apertura,ma le forze mi abbandonarono.
Poi d'un tratto il ghiaccio sopra di me si infranse come
uno specchio e qualcuno mi trascinò via dal gelo.
“Sofia!
Sofia,guardami!”
mi disse la voce che riconobbi essere di Derek.
“Derek
è qui? Che...”
mi chiesi.
Poi capii che i tre che avevo avvistato sul lago erano
lui,Mark e Matt. E allora cominciai a preoccuparmi. Mi liberai dalla
presa di Derek in tempo per vedere Mark e Matt che bloccavano Seth
sul ghiaccio. Finii carponi sul ghiaccio freddo,vicino ad un Derek
più che allarmato che mi teneva ferma per le spalle.
“Che
diamine ti passa per la testa Seth! E' mia sorella!!”
urlò Matt trasformato completamente.
Anche Mark era trasformato e ringhiava per lo sforzo di
tenere fermo il suo avversario.
“No-non
è come sembra..”
dissi io tremando dal freddo “Ci-stavamo
allenando...n-non mi ha fatto n-nulla!”
dissi decisa vedendo che il mio corpo era ormai intorpidito per
potersi muovere.
Derek mi sorresse prendendomi in braccio.
“Matt,sta
gelando!”
disse con preoccupazione.
“Vi
stavate allenando?”
chiese Matt a Seth.
“Non
la sfiorerei mai Matt,puoi credermi. Anche se mi sparasse un colpo
all'aconito in petto...non lo fare mai!”
disse Seth quasi urlandoglielo.
Matt e Mark si guardarono tornando umani e lasciando
andare Seth. Il lupo si issò in piedi con facilità,come se non
avvertisse il freddo. Si avvicinò a me preoccupato e tentando di
dirmi qualcosa.
Provai a restare sveglia abbastanza da capire se si
sarebbero uccisi tra di loro,ma mi lasciai andare al freddo crollando
tra le braccia di Derek.
Quel che ricordavo del dopo erano solo piccolissimi
frammenti. La casetta di Mark,l'odore di Matt e l'acqua calda che mi
scivolava addosso.
Dopo qualche ora mi svegliai portandomi una mano sulla
faccia. Il fuoco del caminetto era davvero caldo e decisamente troppo
vicino,non riuscivo quasi a respirare. Mi mossi lentamente
accorgendomi di essere sdraiata sul divano della casetta. La cosa che
mi sconvolse di più fu quella di accorgermi che ero tra le braccia
di qualcuno. La testa mi faceva malissimo e non riuscivo ad aprire
bene gli occhi.
“M-Matt?”
dissi con un filo di voce.
La
persona che mi teneva tra le braccia si mosse appena,tirando più su
la coperta che ci avvolgeva.
“Sofia,stai
bene?” mi disse con voce
preoccupata e impastata dal sonno.
Io
mugolai un verso di assenso.
“Mi
fa male la testa...ma sto bene...credo...”
dissi accoccolandomi a lui.
“Stavi
congelando...ci hai fatto preoccupare...”
disse.
Io mi ricordai dell'allenamento con Seth. E di quando
cademmo entrambi in acqua. Il freddo era solo un ricordo ora,eppure
ricominciai a tremare e avvertii mio fratello avvolgermi ancora più
stretto.
“Sei
stata un'incosciente a venire da sola da Seth.”
mi poggiò una guancia sulla testa “Per fortuna che Matt
ci ha avvisati in tempo...”
disse.
Io
spalancai gli occhi in un momento di sorpresa restando perfettamente
immobile. Il mio cuore perse un battito.
“E'
Derek...non è Matt. E' Derek!”
pensai allarmata.
Lui
capii ovviamente.
“Sta
tranquilla. Matt e Mark sono qui fuori. Stanno parlando con Seth.”
disse avvertendo il mio allarmismo.
Come
un fulmine mi alzai velocemente,maledicendomi all'istante per averlo
fatto. La testa mi vorticava e mi portai una mano sugli occhi
tentando di stabilizzarmi. Derek si mosse liberandomi dalla presa e
scendendo dal divano. Quando riaprii gli occhi lo vidi che mi
guardava preoccupato tenendomi per una spalla.
“Che
significa che sono fuori? Seth è caduto in acqua con me!”
gli urlai tentando di alzarmi scostando le coperte.
Lui
mi guardò in imbarazzo voltandosi e dandomi le spalle.
“Non
puoi uscire così...”
mi disse strofinandosi la nuca con una mano.
Io
guardai in basso e notai che ero in intimo. Lanciai un urlo e
agguantai le coperte per coprirmi.
“N-non
ci posso credere!”
dissi vergognandomi.
In
quell'istante mi resi conto di essere stata per non so quanto tempo
allacciata a Derek in quella mise,il mio cuore cominciò a battermi
all'impazzata,mentre sulle guance avvertivo un calore intenso. Non
era il caminetto questa volta.
“Matt
ti ha spogliata! E poi ti ha coperta!”
disse voltandosi rosso come un peperone.
Restammo
un minuto in silenzio a guardarci. Poi con una forza che pensavo di
non avere mi tirai su sbuffando.
“Alla
fine è come se mi avesse visto in bikini...”
cercai di metterla in quel modo per evitare che il mio cuore
impazzito schizzasse fuori dal petto.
Una
volta in piedi,Derek dovette sorreggermi e si avvicinò a me.
“Sto
bene Derek...”
dissi poggiando la fronte sul suo petto.
“Mi
hai fatto morire di paura...”
disse lui quasi sussurrandomelo.
Io
alzai lo sguardo sorpresa e ridacchiai.
“Che
c'è?”
chiese lui confuso.
“E'
che per una volta sei tu ad occuparti di me.”
dissi sorridendogli.
Lui
rise annuendo. Io lo guardai da così vicino e mi accorsi di quanto
blu fossero i suoi occhi. E senza pensarci,posai una mano sulla sua
guancia e mi avvicinai a lui. In un attimo le nostre labbra si
toccarono. Con gli occhi chiusi mi incantai sentendo la morbidezza e
la delicatezza che quel contatto mi dava. Le sue labbra morbide sulle
mie,finalmente. Fu un bacio semplice ma pieno di emozioni. Quasi
necessario. Sembrò durare secoli,per quanto entrambi lo
desideravamo. Mi fermai sempre con occhi chiusi solo per appoggiare
la mia fronte alla sua. Lui mi sorrise.
“E
questo per cos'era?”
mi disse con un tono molto dolce.
“Ti
ringrazio,come hai fatto tu quella volta.”
gli dissi riferendomi a quando le sue labbra sfiorarono la mia
guancia.
“Bé...prego...”
disse lui ripetendo le parole che gli avevo detto io allora.
Sentivo
le mie labbra pulsare per quel contatto e avrei voluto avvicinarmi di
nuovo a lui.
Restammo
così per un po'. Quando poi la mia testa smise di girarmi,mi
sospinsi via sorridendogli.
La
porta di casa si spalancò e Matt entrò accigliato.
“Matt...”
dissi io stringendomi nella coperta.
Lui
mi si lanciò addosso in un abbraccio e potei avvertire il suo
sollievo nel vedermi.
“Dio,Sofia...”
disse stringendomi forte “Stai
bene.”
si disse.
“Si,certo
che sto bene...”
risposi come se fosse stata una domanda.
“Seth
ci ha raccontato tutto...”
mi disse accarezzandomi i capelli “Ma
comunque non saresti dovuta venire qui da sola...”
mi riprese.
Non
ci eravamo lasciati benissimo io e Matt,ma neanche avevamo avuto
questa grande discussione. Ma per lui evidentemente era così,e il
fatto di avermi visto senza conoscenza lo aveva distrutto.
Dietro
di me,Derek ancora confuso e in imbarazzo,si spostò per mettersi
davanti al tavolo.
“Sai
che dovevo farlo...”
dissi strofinandogli la schiena in tono rassicurante.
“Quando
l'ho visto che ti attaccava...Lo avrei ucciso. Stavo per farlo in
effetti...”
mi raccontò “Ma
poi Derek ha spaccato il ghiaccio e ti ha tirata fuori. Pensavo di
morire.”
disse.
“Tu
eh...”
pensai io ricordando i miei tentativi disperati di uscire da quella
ghiacciaia.
Poi
mi scostò tenendomi per le spalle e mi squadrò dalla testa ai
piedi.
“Ma
tu stai bene,vero?”
mi chiese preoccupato.
Io
lo abbracciai di nuovo.
“Certo.
Sto benissimo.”
dissi rivolgendo un sorriso a Derek oltre la spalla di Matt.
Derek
mi sorrise e incrociò le braccia al petto.
“Dov'è
Seth?”
chiesi sciogliendomi da Matt.
“E'
fuori con Mark.”
disse lui poi voltandosi verso Derek “Digli
di entrare...”
disse.
Derek
senza replicare fece ciò che Matt gli aveva chiesto e aprì la
porta. Con un piccolo cenno della mano invitò Mark e Seth ad
entrare. Come vidi Mark gli sorrisi e lui ricambiò subito.
“Ehi,cugina.
Stai bene?”
mi chiese arrivandomi vicino.
“Si,sto
benissimo.”
i miei occhi andarono di nuovo su quelli di Derek che però in un
momento di imbarazzo,distolse subito.
“Lo
vedo.”
disse Mark sorridendo dopo aver notato lo spostamento dei miei occhi.
Vidi
poi Seth. Ancora fradicio che mi guardava triste come se avesse
ucciso qualcuno. Mi avvicinai a lui e lo presi per mano.
“Vieni
Seth,devi riscaldarti.”
gli dissi portandolo vicino al fuoco.
Lui
non disse niente,guardò solo per un momento Matt per assicurarsi che
fosse d'accordo.
Matt
non obbiettò.
“Mi
dispiace Sofia.”
mi disse.
Ma
io gli misi una mano sulla guancia e sorrisi.
“E
di cosa? L'acqua fredda tonifica...”
dissi ridacchiando.
Mark
sorrise e anche Derek.
“Vale
solo per chi ha i muscoli Sofia.”
mi interruppe Matt ridendo “E
tu...”
disse.
Non
lo feci finire lanciandogli uno dei cuscini del divano in piena
faccia.
“Te
lo sei meritato,cugino.”
disse Mark ridendo.
Quando
fummo tutti al caldo e asciutti,soprattutto,ci concedemmo un piccolo
spuntino. Matt per la prima volta si lanciò ai fornelli con Mark.
Dalla cucina si sentivano rumori di stoviglie,imprecazioni
e,nonostante tutto,un ottimo profumino. Io mi lanciai in bagno per
rimettermi i vestiti ormai asciutti e darmi una sistemata ai capelli.
Guardandomi allo specchio mi passai una mano sulle labbra e in un
attimo sorrisi. Io e Derek ci eravamo baciati. Chi lo avrebbe mai
pensato. Ma era stato dannatamente bello. Il mio cuore riprese a
battere ricordandomi la morbidezza di quel contatto. Mi passai
velocemente dell'acqua fresca sul viso per spegnere i cocenti bollori
e mi asciugai con una salvietta. Uscii dal bagno scalza con la
coperta appallottolata tra le braccia. Sul divano dove poco prima
eravamo rannicchiati io e Derek ora c'era Seth. Era seduto e si
godeva lo scoppiettare del fuoco. Gli sorrisi come i suoi occhi si
posarono su di me. Derek invece era seduto al tavolo,ben distante da
quell'uomo. Lanciai la coperta sulla poltrona.
“Allora...ti
stai riscaldando?”
gli chiesi.
“Non
ho mai avuto bisogno di queste cose...”
disse riferendosi al fuoco “So
gestire un po' di freddo.”.
Ovviamente.
Viveva nel bosco per tutto l'anno,era logico che sapesse cavarsela.
Anche se quella mia accortezza gli aveva fatto piacere. Mi
voltai verso Derek che si alzò mentre mi avvicinavo a lui. Lo vidi
leggermente impanicato. Gli sorrisi. Mark sbucò dalla cucina
ridendo.
“Matt
dice che è quasi pronto. E per assurdo il sugo che ha fatto ha
addirittura un buon sapore!”
disse quasi stupito.
“Allora
apparecchiamo la tavola.”
dissi andando in cucina a prendere i piatti.
Seth
si diresse in bagno per farsi una rapida doccia,approfittando dello
scaldabagno.
Mark
rimase da solo con Derek e gli lanciò un occhiata complice. Derek
scostò lo sguardo arrossendo.
“Quindi...adesso
ti posso chiamare cugino senza che mi fai il broncio?”
disse ridacchiando.
Derek
capì che li aveva sentiti. Matt probabilmente era preso a discutere
con Seth quando lui e Sofia...
“N-non
capisco...”
disse tergiversando.
Mark
si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla.
“Va
bene cugino. Non lo dico a nessuno.”
rise tornando in cucina per aiutarmi a recuperare i bicchieri e le
posate.
Derek
rimase da solo nel salone. Si sedette al tavolo passandosi una mano
sugli occhi ed espirando il fiato che aveva
tenuto,inspiegabilmente,trattenuto fino ad allora. E sorrise.
|
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Capitolo 15 *** Quando Arriva La Notte ***
15 - Quando Arriva La Notte
[Okay,capitolo bello intenso per
i nostri ragazzi. Seth e Derek ovviamente saranno sempre molto
distaccati l'uno con l'altro,non ci posso fare nulla. Matt al di là
delle apparenze sorprenderà molto il gruppo. E Mark...bè...lui è
in piazza a festeggiare il primo bacio di Derek e Sofia,con una
maglietta tipo “FAN #1”. Ma ormai lo conoscete. Questo capitolo è
particolare,e se come me avrete apprezzato i personaggi
fin'ora,adesso uno di loro in particolare lo amerete ^^ Ma non vi
dico nulla! Leggere per sapere! Ringrazio reaperangels e
Fenice14 per le recensioni. Siete davvero grandi e
pieni di carica! Leggendo i vostri commenti mi commuovo! E niente che
altro dire....ah si! ENJOOOOOOOOOYYYYYYYY!]
CAPITOLO
15 – QUANDO ARRIVA LA NOTTE
La cena sorprendentemente era stata ottima,anche se
molto quieta. Seth e Derek ovviamente non si parlavano. Matt non
faceva altro che vantarsi per la riuscita del pasto,ogni volta
puntando la forchetta contro di me dicendomi che mi aveva battuta.
“Si,vabbè...ti
piacerebbe...”
pensavo ogni volta ridacchiando.
E poi c'era Mark,che di tanto in tanto lanciava delle
occhiate a Derek sorridendogli,per poi distogliere lo sguardo. Non
capivo che cosa stesse bollendo in pentola,ma dagli sguardi evasivi
di Derek,sapevo che qualcosa era successo. Comunque non mi intromisi
mai.
A fine cena,andai in cucina a lavare i piatti,visto che
Matt si era così rimpinzato che era rimasto incollato alla sedia del
salone. Mark si andò ad appollaiare sul divano con Derek,battendosi
i palmi sulla pancia,anche lui come Matt abbastanza soddisfatto.
Seth invece mi raggiunse in cucina.
“Ti
serve una mano?”
mi chiese ancora con quel tono colpevole.
Io lo guardai e gli feci un cenno di assenso. Mi spostai
leggermente per dargli spazio. Io lavavo e lui asciugava.
Passammo così gran parte del tempo,in silenzio. Mentre
dal salone venivano risate,strani rumori e rantoli di un certo
fratello mangione che tentava di alzarsi dalla sedia.
“Non
devi sentirti in colpa,Seth. Non stavamo facendo nulla di male...”
ruppi il silenzio.
“Ma
intanto quella che ha rischiato di morire congelata sei tu.”
mi disse adombrandosi sempre di più.
“Sono
sicura che se Mark e Matt non ti avessero bloccato,ti saresti tuffato
a riprendermi. Ti conosco.”
gli dissi.
“Non
ti avrei di certo lasciata lì a morire...”
mi rispose in tono ovvio.
“E
allora smettila di sentirti in colpa. Non serve né a me né a te.”
dissi aprendo l'acqua del lavandino al massimo.
“Però
mi devi promettere una cosa...”
dissi così sottovoce che solo lui avrebbe potuto sentirmi “...non
dire nulla di quello che ci siamo detti...a nessuno.”
con un esplicito quanto impercettibile movimento delle sopracciglia.
Seth rimase leggermente confuso,ma capì e mi fece un
rapido 'si' con la testa.
Appena finito di sistemare,era ormai notte inoltrata.
Seth si congedò senza stare a soffermarsi troppo con i saluti. Ma
infondo era logico che andasse così.
“Ci
vediamo domani Seth.” gli
dissi salutandolo e chiudendogli la porta di casa alle spalle.
Quando
mi voltai i volti dei tre ragazzi erano fissi sui miei occhi. Io feci
spallucce.
“Che
c'è?” chiesi confusa.
“Sorellina
non è che hai un debole per Seth?”
mi chiese Matt con tono sornione.
Io
inspiegabilmente arrossii e cominciai a balbettare.
“C-certo
che no! Ma cosa ti passa per la testa? E' un bell'uomo...ma è troppo
grande per me...” dissi in
completo imbarazzo guardando di sfuggita Derek.
Lui
però non disse nulla,distolse appena lo sguardo. Mark lo notò e
cominciò a ridere.
“Ahi,ahi
cugino. Non sarai mica geloso?”
disse riferendosi a Derek.
Derek
sbarrò gli occhi senza sapere cosa dire,visto che Mark aveva poi
voltato nuovamente lo sguardo su Matt.
“E'
sempre la mia sorellina Mark.”
rispose Matt “E tutti i ragazzi che hanno intenzione di
avvicinarsi a lei,dovranno passare sul mio corpo...sperando che non
li uccida prima.” disse con
uno sguardo ferino.
Derek
a quelle parole deglutì a vuoto guardando Mark e poi me. Io rimasi
di sasso e in silenzio.
Poi
Matt scoppiò in una fragorosa risata.
“Naaaaa...la
verità purtroppo è che la mia giovane padawan è bella e che
cresciuta. E per altro ha abbastanza forza per confrontarsi con
lui,quindi di cosa mi vado a preoccupare?”
disse alzandosi dal divano e facendo un cenno a Derek “E'
riuscita a buttare Seth nell'acqua gelida del lago,ha fatto anche più
di noi. Giusto fratellino?”
gli disse.
Mark
incrociò le braccia al petto sorridendo e guardò il ragazzo di
fronte a lui fremendo per ascoltare la sua risposta.
“Bé...si...”
fu tutto quello che uscì dalla bocca di Derek “E non
sono tuo fratello Matt. Quante volte devo dirtelo?”
disse con tono scocciato.
Matt
si voltò facendo un cenno stanco con la mano per ribattere.
“E'
inutile che mi respingi Derek. So che in quel tuo cuoricino stai
cominciando a provare qualcosa!”
disse ridacchiando e sparendo in bagno.
Io
mi misi una mano sulla faccia.
“...forse
si,ma per la persona sbagliata...”
disse Mark sotto voce a labbra serrate,ridacchiando per poi alzarsi.
Derek
lo fulminò con lo sguardo regalandogli un broncio da medaglia d'oro.
Capii al volo tutti gli sguardi che si erano lanciati
per l'intera serata,cercando di non arrossire. Mark sapeva che io e
Derek ci eravamo baciati e per un qualche assurdo motivo ci stava
coprendo.
L'unica cosa che mi venne in mente di fare era agire
come se non lo avessi capito.
“E'
stata solo pura fortuna. Se Seth non avesse graffiato il lago,non
sarei mai riuscita a farlo cadere in acqua...”
dissi avvicinandomi a Mark “E poi non è andata
esattamente come me la ero immaginata. Non sarei dovuta cadere anche
io...” dissi sospirando
afflitta.
Mark
mi si avvicinò.
“Credo
sia tutta una questione di pratica,cugina. Se vuoi posso insegnarti
un paio di mosse utili contro qualcuno come noi.”
mi disse dandomi una pacca sulla spalla.
“Magari
un'altra volta. Ne ho avuto abbastanza per oggi di allenamenti.”
risposi sorridendogli.
Mark
mi sorrise annuendo.
“Bé..io
devo tornare a casa. Qualcuno dovrà pur riferire quello che è
successo al nonno.” disse
infilandosi la giacca.
“Non
so se sia una grande idea Mark.”
lo fermai io “E' meglio che questa volta facciamo finta
di niente. Alla fine stiamo tutti bene..”
dissi un po' titubante.
“Non
ti preoccupare. Mi limiterò a dargli informazioni su dove siamo
stati e cosa abbiamo fatto fino alle...”
guardò l'orologio sopra il caminetto “undici e
quarantacinque...Ci vediamo domani mattina. Non dimenticarti le
chiavi della casetta,Sofia.”
disse dandomi un bacio sulla guancia salutandomi “A
domani cugino.” disse senza
voltarsi alzando giusto una mano in aria.
Derek
non rispose,ma era evidente che si stava riferendo a lui.
Dal
bagno arrivò una voce in risposta da Matt che lo salutava.
Mark
uscì ridacchiando e si richiuse la porta alle spalle.
Io
e Derek ci guardammo per un lungo istante,e mentre stavo quasi per
dirgli qualcosa,Matt uscì dal bagno.
“Allora,la
questione è questa...” ci
guardò serio “C'è una sola camera matrimoniale e questo
divano...quindi...” disse con
tono quasi ovvio “Io e Derek prenderemmo il lettone e tu
cara sorellina dormirai qui.”
concluse.
Derek
sembrò spiazzato. Andava bene passare le giornate insieme,ma
addirittura dormire nella stessa camera era un esagerazione.
Figurarsi nello stesso letto.
“Io
dormirò sul divano.” lo
bloccò infatti “Tu e Sofia prendete la camera.”
disse alzandosi.
Dall'espressione
di Matt capii che era daccordo,anche se un po' ferito. Già si
immaginava di passare la notte a litigare e a chiacchierare con Derek
facendolo arrivare all'esasperazione,e godersi i suoi grugniti
infastiditi.
“Okay.
Allora andiamocene a letto.”
disse tranquillo facendomi cenno di seguirlo “Buona notte
fratellino.” disse sparendo
nel corridoio.
“Non
sono tuo...ahh..lasciamo perdere...”
rispose esasperato sdraiandosi sul divano.
“Buona
notte Derek.” dissi io con un
sorriso.
“Notte
Sofia.” mi rispose lui.
Avevo
dormito più di una volta con Matt e sempre,puntualmente crollava
dopo una manciata di secondi che ci eravamo sdraiati sul letto. Il
che non era male,perchè almeno evitavo battute o domande scomode. Ma
il problema era che parlava nel sonno e come un bambino non faceva
che girarsi e rigirarsi nelle coperte,finendomi spesso addosso. Erano
ormai le tre di notte e io avevo resistito anche troppo. Sbuffai
lanciandogli in faccia il cuscino,che lui con tranquillità agguantò
e mi alzai dal letto. Aprii cautamente la porta della camera per non
svegliare nessuno e mi diressi in cucina. L'idea era quella di farmi
una bella tazza di latte caldo,anche se con quell'atmosfera natalizia
ancora intorno,sarei stata più felice con un cioccolato caldo. Con
passo felpato passai davanti al divano per verificare di non aver
svegliato Derek e mi accorsi che dormiva tranquillo. Sembrava così
rilassato,steso sulla schiena con le mani unite sulla pancia e la
testa leggermente reclinata verso il camino.
Sorrisi
come una bambina,e mi fermai a guardarlo.
“Mi
stai guardando dormire...”
biascicò lui con la voce roca.
Io
sobbalzai.
“Presa
con le mani nel sacco!” pensai
arrossendo.
Aprì
gli occhi e li posò su di me voltando la testa di quel poco che
serviva per mettermi meglio a fuoco.
“M-ma
no,che dici...”
balbettai “Non
riuscivo a dormire e volevo farmi una tazza di latte caldo...”
spiegai tormentandomi la manica della maglietta.
Lui
si stiracchiò le spalle e si mise a sedere.
“Mi
dispiace di averti svegliato.”
aggiunsi.
“No.
Tanto non riuscivo a prendere sonno neanche io..”
disse alzandosi in piedi “Ti
faccio compagnia.”.
Io
annuii e mi voltai verso la cucina. Accesi la luce e agguantai un
pentolino. Ci versai la giusta quantità di latte,per me e Derek e
accesi il fuoco. Derek intanto entrò appoggiandosi con la spalla al
frigorifero. La sua canottiera bianca,notai,lasciava poco spazio
all'immaginazione. Il suo fisico scolpito era ben visibile sotto quel
sottile strato di cotone. E le sue spalle...
“Basta
Sofia!” mi
ammonii costringendomi a voltarmi per mescolare il latte con un
cucchiaio.
Mi
sentivo i suoi occhi puntati addosso e lentamente cominciai ad
arrossire.
“La
cena non è stata male,eh?”
ruppi il silenzio “Alla
fine Matt qualcosa è riuscito a impararlo,dopo tanti anni che mi
vede cucinare...”
dissi sorridendo.
Derek
annuì incrociando le braccia al petto.
Il
latte era ormai pronto e io distratta dallo sguardo di Derek su di me
lo presi e lo versai nelle tazza facendomene cadere una buona
quantità su una mano.
“AHI!”
imprecai lanciando il pentolino nel lavandino,che cadde con un rumore
assordante.
Mi
presi la mano che era ormai rossa come un peperone. Derek mi fu
subito vicino.
“Attenta!
Aspetta...”
mi disse aprendo l'acqua fredda e facendola scorrere sulla mia mano.
“Non
è niente...”
dissi fingendo di non sentire il pizzicore sulla pelle ustionata.
La
mia mano era tra quelle di Derek,intento a tenerla fredda sotto il
getto dell'acqua. Era attento a non sfiorare la parte rossa del dorso
della mia mano. Mi guardò di sfuggita e lo vidi arrossire
leggermente. Poi tornò a voltare i suoi occhi sulla mia mano
deglutendo nervoso.
“Derek,sto
bene,tranquillo. Sai quante volte mi capitano cose del genere
cucinando?”
provai a rassicurarlo.
Chiusi
l'acqua e asciugai tamponando senza sfregare. Ma come la mia mano fu
lontana dal fresco refrigerio,ricominciò a pulsare e a pizzicare.
Feci una piccola smorfia che a Derek non sfuggì. Si avvicinò di
nuovo e mi prese la mano. Mi ritrovai così vicina a lui che il mio
cuore cominciò a battermi forte. Derek avvolse la mia mano tra le
sue e chiuse gli occhi. Le vene delle sue mani si scurirono,salendo
fino agli avambracci e pulsando con ritmo costante. Il dolore si
affievolì scomparendo del tutto dopo pochi minuti. Lui riaprì gli
occhi scostando le mani per vedere meglio. Poi alzò lo sguardo su di
me.
“Meglio?”
mi chiese.
“Altroché.
Direi come nuova.”
gli sorrisi grata.
I
suoi occhi erano davvero troppo vicini,ma fortunatamente si scostò
da me un po' impacciato prendendo le due tazze e andando a metterle
sul tavolo in salone.
Mi
ci volle un po' per riprendere a respirare normalmente,così come
anche a calmare il mio cuore. Rimisi il cartone del latte nel frigo e
chiusi lo sportello. In quel momento lo vidi rientrare serio e a
passo sicuro.
“Fanculo...”
disse aggrappandosi a me e baciandomi.
Le
sue mani vagavano sulla mia schiena e io mi lasciai rapire dalle sue
carezze. Gli misi le braccia dietro il collo e lo sentii spingermi
verso il muro. Non era lo stesso bacio di qualche ora prima. Era più
famelico più istintivo e passionale. Mi lasciai andare completamente
e le nostre lingue si sfiorarono,si accarezzarono,si cercarono. Mi
scappò qualche gemito quando cominciò a baciarmi il collo,ma lo
soffocai immediatamente.
“Matt
è in camera Sofia...”
pensai.
“Derek...”
dissi io approfittando del leggero distacco “Mio
fratello...”
dovetti dire a malincuore.
Lui
riprese a baciarmi questa volta più lentamente,posando le labbra più
volte sulle mie. Con una mano mi agguantò il collo,ma non con fare
minaccioso,come se volesse tenermi lì e non lasciarmi più. Il mio
cuore stava per uscirmi dal petto e non avevo quasi più aria nei
polmoni. Lui si fermò con gli occhi chiusi ascoltando il mio respiro
e accortosi anche lui di essere senza fiato rimase immobile. Io gli
misi una mano sulla guancia,e con l'altra gli sfiorai il
petto,fermandomi per percepire il suo cuore. Come il mio andava
veramente veloce. Posai la mia fronte sulla sua,prima di dargli un
ultimo bacio.
“Non
hai idea di quanto ne avessi bisogno...”
mi disse sussurrando.
Io
gli sorrisi.
“Allora
siamo in due.”
risposi.
Restammo
così per un po',abbracciati ma senza aprire gli occhi. Semplicemente
percependo i nostri odori e i nostri respiri stabilizzarsi.
Poi
riaprimmo gli occhi sorridendo. Le mie mani tornarono dietro il collo
del bellissimo ragazzo che avevo difronte e le sue braccia si
strinsero dietro la mia schiena.
Il
mio volto si fece d'un tratto triste però,e Derek se ne accorse.
“Che
succede?”
chiese.
“E'
che è stato bello...”
risposi sospirando.
Lui
confuso si fece leggermente indietro con la testa.
“Ed
è una cosa brutta?”
disse.
“No,no!
Certo che no!”
dissi io scuotendo la testa “E'
solo che...mancano due giorni. Due soli cavolo di giorni...”
mi riferii alla settimana a disposizione che il nonno ci aveva
concesso.
Lui
sorrise e rimise la fronte a contatto con la mia chiudendo gli occhi.
“Non
ti preoccupare,okay?”
disse con un tono che mi tranquillizzò “Restiamo
così ancora per un po' e non ci pensiamo...”.
Io
annuii ma non staccai i miei occhi da lui. Gli diedi un altro
bacio,molto più casto rispetto a qualche momento prima,ma carico di
sentimento. E continuammo così ridacchiando. Quando alla fine ci
separammo,lo presi per mano e lo condussi verso il salone. Arrivati
davanti al tavolo,incapaci di abbandonarci,ci sedemmo tenendo una
mano allacciata all'altra senza dirci nulla. Sorseggiammo il
latte,che intanto si era raffreddato,lanciandoci qualche piccola
occhiata maliziosa di tanto in tanto.
Chi
l'avrebbe mai detto? Io e Derek. Io e Derek nel salone. A sorseggiare
del latte tiepido e a guardarci in quel modo. Sembrava un sogno. Ma
come tutti i sogni stava per terminare.
Dopo
qualche istante sentii un rumore dietro di me. Derek se n'era accorto
e sbarrò gli occhi,puntandoli questa volta non più su di me,ma su
un Matt più che sorpreso.
Stava
andando in bagno e si era fermato dopo aver avvertito delle presenze
nel salone. Ma era buio,perchè avevamo spento le luci,e incuriosito
e anche un po' allarmato si era fatto avanti.
Ci
aveva visti. Ne ero più che certa. Derek tolse subito la mano dalla
mia e io mi voltai.
“Matt...”
provai a dire.
Matt
guardò prima me e poi Derek. Il suo sguardo era confuso e allarmato.
Mi alzai facendo per raggiungerlo,ma Matt mi mise una mano davanti
arrestando la mia avanzata.
“E'
tardi e voglio andare a letto. Ti consiglio di venire con me.”
disse in tono duro,quasi ferito fissando più Derek che non me.
Io
mi voltai verso Derek con aria di scuse,abbassai lo sguardo e tornai
in camera con Matt.
Derek
si mise una mano sulla faccia e sospirò. Rimasto solo si andò a
sdraiare sul divano.
Come
Matt chiuse la porta della camera da letto mi guardò accigliato.
Incrociò le braccia al petto e sbuffò. Io mi sedetti sul letto
dalla mia parte guardandolo con aria colpevole,e passandomi
dolcemente una mano sull'altra precedentemente ustionata. Pensai che
mi avrebbe sgridata,che mi avrebbe detto che stavo facendo qualcosa
di sbagliato. O che comunque mi parlasse. Invece era lì fermo che mi
fissava serio senza muovermi. Mi alzai provando a parlargli,ma come
fatto in precedenza,alzò una mano per fermarmi. Andò sul suo lato
del letto e si sdraiò sulla schiena. Io mi misi sdraiata vicino a
lui ed entrambi restammo in silenzio a guardare il soffitto.
Passammo
così parecchi minuti,in cui io volevo parlargli,ma soprattutto
volevo che mi parlasse. Il suo mutismo mi faceva più male di un
eventuale ramanzina. Ma lui ovviamente mi conosceva bene,e lo sapeva.
Così come sapevo che lui in qualsiasi situazione sbagliata,partiva
in quarta affrontando il momento di petto,senza andarci leggero. Un
po' come successe i primi giorni che Derek era arrivato e mi aveva
ferito una guancia. Ecco,lui era così. Ma il fatto che non aveva
reagito stava a significare che non era così grave? Oppure
semplicemente si era trattenuto per poi sbottare l'indomani tutto
insieme? Avevo bisogno che mi dicesse qualcosa,che mi spiegasse come
la pensava. Voltai istintivamente lo sguardo verso di lui senza dire
nulla. Sapeva che lo stavo guadando,e finalmente si voltò anche lui.
Mi lanciò un'occhiata e riprese a guardare il soffitto.
“Matt...”
provai io.
“La
tua mano sta bene?”
mi chiese.
E
lì capii. Lui si era svegliato molto prima che io e Derek ci
baciassimo. Probabilmente quando avevo lanciato il pentolino nel
lavello della cucina,lui si era alzato per vedere cos'era stato. E
poi aveva sentito tutto.
“Si.”
dissi semplicemente tornando a voltarmi verso di lui.
Si
passò una mano sulla faccia sospirando. A cosa stesse
pensando,proprio non avevo idea. Sembrava che si stesse
autodistruggendo a forza di farsi le duemila domande che sicuramente
gli frullavano in testa. Avrei voluto aiutarlo,dirgli qualcosa,ma
cosa? Alla fine nascose i suoi occhi nella piega del braccio. La sua
mano destra che era libera,si strinse alla mia. Io lo guardai
confusa.
“Oh,bé...”
disse lui con tono sconfitto “Almeno
adesso non mi romperà le palle se lo chiamo 'fratello'...”
concluse.
Io
gli sorrisi. Allora non era infuriato. Magari nemmeno così
contento,ma non era arrabbiato e questo mi sollevò tantissimo.
“Non
ne sarei così sicura...”
risposi io.
Lui
scostò il braccio e alzò di poco la testa per guardarmi. Mi
sorrise. Poi mi ritrovai uno dei suoi cuscini stampato in faccia.
“Meglio
se dormi,rubacuori...”
disse poi voltandosi dall'altra parte.
Il
mio sorriso continuò a marcarmi le labbra,mentre lanciavo a terra il
cuscino di Matt e mi avvinghiavo alla sua schiena come facevo da
piccola.
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Capitolo 16 *** Ri-Unione ***
16 - Ri-Unione
[Ehilàààààààà! Ma buona
seeeeeeeera! Allora che dirvi...anzitutto ringrazio chi mi ha messo
tra i preferiti (Fenice14 – Lilian Potter in Malfoy –
reaperangels) e ovviamente ringrazio di cuore per le
recensioni! Il capitolo è una sorta di filler...sta ad introdurre un
nuovo evento che stravolgerà quasi tutta la storia...Passo con il
dirvi che ufficialmente Mark sta cominciando a vendere magliette e
gadget per la coppia SofyDerek quindi chiunque voglia può
contattarlo (ahahhah ^^) Lui sarà sempre un estremo sostenitore di
questa love story...comunque non voglio spoilerare niente quindi come
al solito: ENJOOOOOOOOOYYYYYYYY!!!!]
CAPITOLO
16 – RI-UNIONE
Il mattino dopo mi svegliai riposata e sostanzialmente
tranquilla. Mi stiracchiai molto lentamente occupando quasi per
intero il letto. Mi passai una mano sugli occhi ma senza aprirli,così
come facevo tutte le mattine. Mi voltai e battei la mano sul cuscino
vuoto al mio fianco.
“Vuoto?”
mi chiesi aprendo gli occhi.
Dov'era Matt? Mi misi a sedere e lanciai uno sguardo
all'orologio sul comodino.
Erano le nove di mattina.
“ah...sono
le nove...”
pensai ributtandomi a letto. Rimasi così per qualche minuto,poi mi
alzai di scatto. Matt si era alzato presto,visto che per lui la
normalità erano le undici.
“Avrà
avuto da fare...”
pensai “Potrebbe
essere tornato a casa di buon ora per evitare di parlare di ieri
sera...”.
Come un lampo mi alzai preoccupata. E dopo il modo in
cui era finita la serata precedente ne avevo tutte le buone ragioni.
Poi avvertii un rumore sospetto,quasi un tonfo secco e mi precipitai
fuori dalla camera,senza curarmi del mio aspetto. Il salone era vuoto
e la coperta che avevo lasciato sulla poltrona per Derek era sul
pavimento.
Sentii nuovamente il tonfo di poco prima,e senza pensare
a infilarmi le scarpe uscii di corsa dalla casa. Il freddo gelido mi
investì in piena faccia,ma non ci feci troppo caso. Derek e Matt non
erano in casa e visto quello che era successo,la mia mente si stava
facendo dei terribili film.
“Si
staranno affrontando.”
era il pensiero principale.
Invece quando mi abituai alla luce esterna,vidi Derek e
Matt che spaccavano la legna.
Entrambi in silenzio,con la fronte imperlata di sudore.
Erano concentrati e con colpi decisi,quasi senza sforzo,dividevano
dei grossi ciocchi in pezzi ragionevolmente più piccoli.
Inutile dire che come mi notarono,si guardarono
perplessi.
“Allora
lo yeti esiste!”
asserì Matt guardandomi.
Derek non disse nulla,sorridendomi appena.
Non potevo dar torto a Matt questa volta. I miei capelli
erano arruffati e sparati verso ogni direzione,i miei vestiti
accartocciati e arrotolati al mio corpo stile involtino,e immaginavo
che anche la mia faccia avesse le ovvie pieghe del cuscino stampate
su e in bella vista. Dovevo sembrare un mostro. Per di più a piedi
scalzi...
“Piantala
Matt.”
dissi io in imbarazzo.
“Se
la caccia allo yeti fosse uno sport remunerativo avrei fatto un sacco
di bei soldoni...Comunque che ci fai fuori a piedi scalzi?”
disse posando l'accetta in terra “Ti
prenderai un malanno...”.
“E'
che...ho sentito dei rumori...e non ti ho visto in camera...”
dissi indicando la casa.
“E
quindi hai pensato che stessi uccidendo Derek?”
disse lui d'un tratto guardandomi storto.
“No...cioè...certo
che no!”
risposi io.
Derek guardò Matt confuso.
“Sorellina,rientra
in casa e mettiti qualcosa addosso.”
mi disse riacciuffando l'accetta e ricominciando a spaccare la legna.
Probabilmente il fatto che avessi immaginato il peggio
non era andato a genio a Matt. Ma comunque credo fosse stata una
reazione più che lecita. Sapevo bene che Matt stava avendo dei
problemi di fiducia,per quanto riguardava Derek,dopo aver saputo
tutto quanto,e capivo anche che si stava sforzando per venirne a
capo. Quanto meno non si comportava come i nostri zii.
Rientrando in casa,e chiudendomi la porta alle spalle mi
accorsi che il mio cellulare stava suonando. Era Mark.
“Ciao
Mark.”
risposi mentre sistemavo il mio vestiario sul letto.
“Allora?”
mi chiese lui.
Rimasi un po' confusa.
“Allora
cosa?”
chiesi sedendomi sul letto.
“Com'è
andata la serata?”
chiese con un tono che non riuscii a decifrare.
Ripensando a me e Derek nella cucina un forte calore mi
avvolse le guance.
“Bene!
Certo che bene...”
parlai con un tono leggermente troppo euforico “Matt
e io abbiamo dormito nella tua camera...”
mi ripresi.
Dall'altra parte della cornetta sentii dei vaghi
gridolini. Mark non era solo.
“Oh,si
immagino che sia andata bene.”
mi disse con tono euforico.
Potevo sentire che c'era sicuramente qualcun'altro con
lui,ma non riuscivo a capire bene.
“Mark
ma con chi sei?”
chiesi maledicendomi di non avere il super udito dei lupi.
“Ci
sono Matias e Anne...”
si fermò un momento per sgridarli per il baccano “...smettetela
di ridere!”
disse.
Non capivo bene cosa succedeva,e soprattutto perchè i
cuccioli erano con Mark?
“Mark...?”
dissi.
“Cugina,come
tornate a casa passate dal nonno. Dice che deve parlarvi.”
continuò con una nota di divertimento.
“Okay...allora...salutami
i piccoletti...”
adesso ero davvero confusa,e anche un po' preoccupata.
Riattaccò salutandomi con più euforia necessaria.
Lanciai il telefono sul letto e mi andai a fare l'ennesima doccia.
Non era davvero così necessaria,visto che l'avevo fatta la sera
prima,ma l'acqua calda mi rilassava,e per affrontare un eventuale
riunione di famiglia avevo bisogno di tutta la calma necessaria.
Intanto fuori dalla casetta Matt e Derek stavano
accatastando la legna sotto il piccolo portico. Rigorosamente in
silenzio.
Di tanto in tanto Matt lanciava delle piccole occhiate a
Derek,che in completo imbarazzo tentava in tutti i modi di
sfuggirgli. Si voltava,trovando qualche altra cosa da fare,ma sempre
sentendosi gli occhi puntati contro.
“Sai...”
esordì Matt catturando l'attenzione di Derek “...non
dovresti essere così teso,Derek.”
disse abbandonando la catasta di legna,facendole fare un rumoroso
tonfo.
Il ragazzo lo guardò confuso e Matt sospirò.
“Non
ho intenzione di ucciderti,se è questo quello che pensi.”
disse “Ma
sei più taciturno del primo giorno che ti abbiamo incontrato...ed è
inquietante.”
facendo un cenno della testa.
“Cosa
vuoi che ti dica...?”
chiese Derek sempre comunque sul'attenti.
“Non
voglio che ti mi dica necessariamente qualcosa. Ma da che ci siamo
alzati fai tutto quello che ti dico...ed è strano...”
disse avvicinandosi a Derek.
“Non
è vero...”
abbassò lo sguardo il lupo.
“Ah,no?”
disse Matt avvicinandosi e costringendo Derek a guardarlo negli occhi
“Ricapitoliamo.
Stamattina ti ho chiesto di fare il caffè e come un lampo ti sei
alzato dal divano e sei corso in cucina. Non erano neanche le sette e
te ne stavi in cucina abbandonato sul bancone con gli occhi chiusi ad
aspettare il caffè. Poi ti ho detto che mi ero alzato presto per
fare una corsa nel bosco. Ti ho chiesto di venire con me e sei
venuto. Non eri neanche molto concentrato,visto che hai rischiato di
cadere almeno tre volte. Tornati,ti ho detto che serviva la legna per
il camino e ti sei precipitato fuori insieme a me. E adesso che
bisognava metterla a posto sotto il porticato,praticamente ti sei
caricato tipo mulo da soma per non farmela portare a me...”
dise indicando la catasta vicino a loro “Non
è strano?”
chiese infine.
Derek rimase in silenzio guardandolo in difficoltà.
Matt sospirò di nuovo infilandosi le mani nelle tasche.
“Sono
convito che se ti chiedessi di spalare tutta la neve intorno alla
casa,tu lo faresti..”
aggiunse.
I due si guardarono per un po',quando alla fine Derek
abbassò lo sguardo alla stradina che portava alla casa di Mark. In
effetti aveva nevicato parecchio durante la notte e non era più
percorribile.
“Non
ti azzardare a farlo!”
disse Matt allargando le braccia “Se
avessi saputo che saresti diventato così servizievole,ti avrei fatto
baciare prima Sofia...”
concluse con un leggero sorriso.
Derek si bloccò guardandolo. Non sapeva cosa
rispondergli.
“Io
non....”
provò a ribattere.
“Cosa?
Non hai baciato la mia sorellina nella cucina della casetta di Mark?”
chiese Matt storcendo di poco la testa.
Derek era palesemente in difficoltà. Cosa avrebbe
dovuto dirgli? “Si,ho baciato tua sorella...ed è stata la cosa
più bella che mi sia capitata ormai da molto tempo...” lo
pensò ma se lo tenne per se.
Matt sbuffò.
“Non
devi farlo Derek. Non devi sentirti in colpa.”
disse dandogli una lieve pacca sul braccio “Magari
non ho reagito così bene come pensavate,ma è la mia sorellina...tu
questo lo devi capire.”
gli spiegò “Da
che è nata mi sono sempre sentito in dovere di proteggerla. E'
questo il mio compito,prendermi cura della mia piccola sorellina...e
tu mi stai simpatico,anche se sei un po' musones. Ma,quanto tempo è
che siamo insieme? Neanche una settimana.”
proseguì scostandosi e puntando gli occhi sul bosco “Io
non ti conosco. Non come vorrei. So che non sei cattivo...”
disse.
“Non
la ferirei mai! Che ti passa per la testa?”
gli inveì contro Derek.
“Magari
per te è facile dirlo. Ma per esperienza posso dirti che spesso le
nostre priorità cambiano. C'era anche un'altra persona che diceva di
volerle bene più della sua stessa vita. E guarda come è andata a
finire...”
disse riferendosi ad Alex “Non
voglio ritrovarmi di nuovo sdraiato in terra a supplicare il cielo
che mia sorella sopravviva...”
disse passandosi una mano sulla faccia.
“Scherzi
vero? Non permetterei che succeda,io tengo a lei.”
rispose Derek.
“Già.
Anche Alex. Ma le priorità cambiano. E per quanto io mi fidi di
te,il dubbio mi rimane sempre. Ho imparato a conoscerti Derek,so che
non sei quello che i nostri zii credono. Capisco i sentimenti che vi
hanno portato ad avvicinarvi,perchè li provo anch'io...”
poi guardò Derek scuotendo la testa e mettendo le mani in avanti
“Aspetta!
Non in quel senso!”
.
Rispose notando il chiaro stato di shock in cui versava
Derek a quelle parole ambigue.
“Sono
passati pochi giorni,è vero. Ma io mi sento molto legato a te. Per
questo insisto a chiamarti 'fratellino'. Perchè per qualche motivo
assurdo tengo a te. Ma...”
fece una piccola pausa “...farei
qualsiasi cosa per lei. Sia ben chiaro. Se dovessi scegliere tra il
salvare lei o te,io sceglierei Sofia fino alla fine.”
concluse.
“Lo
so questo,cosa credi. Non mi aspetterei niente di più. E non te ne
farei assolutamente una colpa. Avrei preso anche io la stessa
decisione con mia sorella...”
si oscurò d'un tratto.
Matt pensò alla sorella di Derek. A come suo zio
l'avesse tradita. A come avesse tradito Derek. D'un tratto tutti i
discorsi fatti con il nonno o con Sofia,portavano verso un unica
direzione.
“Io
sono dalla tua parte,Derek. E lo sarò sempre,ma è bene che tu
sappia che sarò sempre sull'attenti. Non posso rischiare di
perderla...”.
“Certo.
Lo so.”
rispose Derek.
“Quindi,com'è
che si dice...'vi do la mia benedizione'.”
disse alzando le mani al cielo “Ma
smettila di comportarti in questo assurdo modo anomalo...veramente.
Mi preoccupa...”
disse facendo una piccola smorfia con la bocca e assottigliando lo
sguardo.
Derek
sorrise e abbassò la testa.
“Va
bene...”
rispose.
Io
ormai avevo finito di farmi la doccia e stavo asciugandomi i capelli.
Tentai invano di dargli una parvenza di ordine,e intanto guardavo le
mie cicatrici. Il livido sulla guancia ormai era completamente
guarito,grazie anche ai fantastici unguenti che facevano miracoli. La
gamba era ancora fasciata dove c'era la ferita che mi ero procurata
durante l'addestramento. Alla fine non era così profonda,e stava
guarendo egregiamente. Avevo però un nuovo livido sulla
spalla,grazie a Seth,ma mi faceva meno male di quello sul polso.
Posai il phon,spegnendolo e presi ad osservarmi meglio la mano. Il
livido aveva la forma della mano che me l'aveva inferto e doleva
quando muovevo la mano. Non era insopportabile,ma il dolore che
provavo era più mentale che fisico. Non riuscivo a credere alla
forza con cui mia zia mi avesse afferrato. D'un tratto cominciai a
pensare a me e Derek. Cosa avrebbero fatto gli zii sapendo che ci
eravamo avvicinati così tanto? Rabbrividii al pensiero.
“Ma
non lo sapranno...almeno per il momento...”
pensai recandomi in camera a rivestirmi.
Una
volta pronta diedi una sistemata in giro. Non potevo di certo
lasciare la casa di Mark nel caos.
Mi
diressi in cucina puntando gli occhi sull'orologio appeso. Erano
appena le dieci. Cominciavo a pensare al nonno,e al perchè della
riunione improvvisa. Sentii la porta aprirsi
e mi sporsi dalla cucina
sorridendo a Matt e Derek.
“Sorellina,noi
qui abbiamo finito. La legna che abbiamo consumato è stata
rimpiazzata. Possiamo concederci il meritato riposo.”
disse ridendo e dando una pacca sulla spalla a Derek.
“Bravissimi!
Allora adesso possiamo tornare a casa.”
dissi leggermente titubante.
“A
casa? Di già? Non abbiamo nulla in programma per oggi,possiamo
starcene in panciolle a vedere un bel film!”
rispose lui asserendo ovviamente al suo amato Star Wars.
“Per
quanto ti appoggerei l'idea,questa volta,il nonno vorrebbe parlarci.
Ha chiesto di noi a Mark. Abbiamo una riunione.”
dissi tranquillamente uscendo dalla cucina senza incrociare lo
sguardo di Derek.
Avrei
voluto guardarlo,consumarlo con i miei occhi,ma c'era Matt e ancora
non si era espresso molto chiaramente. Non sapevo neanche se aveva
parlato con Derek e questo mi inquietava parecchio.
Matt
si mise una mano in faccia sbiancando. Derek lo guardò accasciarsi
su una sedia con fare preoccupato.
“Ehi,tutto
bene?”
chiese il moro a Matt.
“No...non
va bene per niente!”
rispose acido strofinandosi la fronte.
“Matt,che
c'è? Che è successo?”
chiesi io avvicinandomi preoccupata.
“Sofia,non
ti piacerà quello che sto per dirti...”
disse lui sospirando.
In
poco tempo cominciò a parlare di quell'odioso quadro della mia
famiglia. Mi spiegò a che ce n'erano più di due ed erano sparsi in
giro per il palazzo. Arrivò a spiegarmi cosa fosse in realtà e
quali abilità possedeva. E d'un tratto mi mancò il fiato. In
completo imbarazzo piombai come un sacco di patate sulla sedia di
fronte a lui e puntai i miei occhi su quelli di Derek. Era rimasto
senza parole. Il nonno quindi sapeva.
“Adesso
lo odio ancora di più quel maledetto Clown...”
dissi passandomi anche io le mani sulla faccia.
“Che
sia maledetto adesso è un dato di fatto,Sofia...”
rispose Matt “Il
nonno di sicuro avrà visto tutto...se quell'affare è collegato a
noi,siamo leggermente nella m..”.
“Matt!!
Non esagerare...”
lo ripresi io “Secondo
quello che hai detto,solo lui sa che io e Derek...”
mi bloccai lasciando che il mio sguardo vagasse su Derek,sulle sue
labbra,sulle sue spalle e sulle braccia che mi avevano stretta quella
notte.
“E
cosa si aspetta che gli raccontiamo? Se ha visto tutto...”
disse Derek confuso.
Ricambiò
il mio sguardo,ma lo distolse subito. Come noi stava piombando
lentamente nel panico.
“Non
chiederlo a me.”
rispose Matt alzandosi “Ma
comunque non possiamo di certo fuggire via...”
disse a malincuore.
“Sicuro?”
chiesi io sospirando.
Matt
mi lanciò un occhiata strana mettendomi una mano sulla spalla.
“Sta
tranquilla sorellina,qualsiasi cosa succeda,io sarò sempre al tuo
fianco...”
disse poi spostando lo sguardo su Derek “...al
vostro fianco.”.
Io
gli sorrisi e mi alzai.
Alla
fine raccattammo quelle poche cose che avevamo e uscimmo diretti
verso casa.
All'arrivo
fummo accolti da Mark e i cuccioli,che stavano tranquillamente
giocando sotto la supervisione del maggiore,davanti al grande portone
del palazzo. Come Mark ci vide ci sorrise,facendoci un cenno della
mano. I cuccioli si fermarono anche loro dal rincorrersi e fecero
altrettanto.
“Ehilà,cugini.”
salutò Matt “Vi
hanno messo a sorvegliare il fortino?”
chiese sorridente.
“Magari...mi
hanno abbandonato con i cuccioli...”
rispose Mark rassegnato.
“Mamma
e papà sono andati ad allenarsi con Seth.”
disse Anne venendomi incontro per abbracciarmi.
Io
mi piegai il giusto per arrivare alla sua altezza e godermi
quell'abbraccio.
Mark
guardò Derek facendogli un piccolo sorriso e alzando le
sopracciglia.
“Ciao,cugino.”
disse.
Derek
fece un rapido cenno con la testa e rispose al sorriso. Matt guardò
la scena e ridusse gli occhi a due fessure incrociando le braccia al
petto.
“Così
lui può chiamarti cugino,ma io non posso chiamarti fratellino? Non è
una cosa bella...”
disse facendo una smorfia con la bocca guardando Derek
“...cognatino.”
finì.
Io
mi bloccai guardando i cuccioli che ci guardavano perplessi. Erano
abbastanza grandi da conoscere i vari gradi di parentela e spostavano
i loro sguardi confusi da me a Derek.
“M-ma
che stai dicendo Matt! Derek e Sofia sono solo amici! E-e poi giuro
di aver visto Sofia flirtare con il figlio del fornaio qualche giorno
fa e....”
ci difese Mark a spada tratta.
Era
strano vedere Mark prendere le nostre difese,ma anche piacevole.
Anche se però la situazione non cambiava.
“Falla
finita Mark.”
disse Matt ridendo “Sul
serio la prima cosa che ti è venuta in mente è stata il figlio di
Tom? Andiamo,quello è anni luce lontano da Sofia...e poi se non
sbaglio è fidanzato ufficialmente...”
rispose Matt guardando Mark.
“Bè...all'amore
non si comanda...”
disse Mark guardando me e Derek.
“Sofia...tu
e Derek siete fidanzatini?”
chiese con estrema ingenuità Anne.
Io
divenni rossa come un peperone.
“No!”
rispondemmo all'unisono io e Derek.
Ci
guardammo cominciando a balbettare.
“N-no
che...è stato...”
cercai di dire io.
“Io
e Sofia...noi...bè...”
provò Derek.
Al
che Matt e Mark scoppiarono in una fragorosa risata,seguiti dalle
facce imbarazzate e confuse di noi quattro.
“Va
bene,va bene. Bambini,voi dovreste andare a fare i vostri compiti.”
li riprese Mark “Noi
dobbiamo andare dal nonno.”
disse prendendoli per mano e facendoli avanzare verso il portone.
“Uffa
però...io volevo allenarmi con Derek...”
sbuffò Matias.
“Ci
sarà tempo per quello,piccoletto.” disse
Derek notando il suo sguardo supplicante.
Lo
salutò con una mano.
“Forza
allora...”
disse Matt prendendo un bel respiro e varcando la soglia del portone.
Io
e Derek ci guardammo ed entrammo dietro di lui.
Il
palazzo era insolitamente silenzioso. Salendo le scale potei
accorgermi che da ogni porta di ogni pianerottolo che superavamo,non
si sentiva alcun suono. Il che era parecchio strano. Capitava che
alcuni dei miei familiari uscissero,per fare la spesa,per allenamenti
o per cose personali. Alla fine ognuno doveva vivere la propria
vita,non eravamo certo prigionieri. E il fatto di essere lupi mannari
non era un grosso peso,alla fine in città lo sapevano tutti e
nonostante tutto avevamo amici sparsi ovunque.
Ma
che tutti,proprio tutti non ci fossero? No,da che ne avevo memoria
non era mai successo. Solo il giorno che arrivò Seth. Anche se
comunque eravamo tutti insieme nel bosco.
Il
mio cuore cominciò a battere forte e l'ansia mi stava divorando. Che
cosa avrei dovuto dire al nonno? Non avevamo fatto nulla di male,alla
fine. E poi che cosa voleva dirci lui?
Le
mie gambe cominciarono a tradirmi,rallentando la salita per le scale.
Ovviamente non sfuggì a Derek,che mi guardò senza però dire nulla.
Scese quel paio di gradini che aveva fatto in più di me,mi prese per
mano e continuammo a salire insieme.
Mi
vergognavo da morire. Camminare fianco a fianco con lui e salire le
scale per la mano. Se i miei zii ci avessero visto...
“Al
diavolo gli zii!”
pensai.
Strinsi
quella mano come se fosse un'ancora e ne rubai tutto il coraggio che
mi riusciva ad infondere.
“Bene,siamo
arrivati.”
sorrise divertito Mark guardandoci.
Io,Derek
e Matt eravamo confusi dalla sua euforia.
“Lui
sa di cosa il nonno vuole parlarci!”
fu la scintilla che mi esplose in testa.
Bussò
e zia Mel ci accolse con un sorriso da orecchio a orecchio. Si mise
una mano sul cuore guardandoci tutti.
“Forza,forza!
E' in salone che vi aspetta!”
disse sorridendoci.
“Me
la immaginavo diversamente la sua reazione...”
pensai dopo che ci aveva visti per mano.
La
superammo entrando in casa. Matt si tolse la giacca e l'appese al
gancio per abiti. Ognuno di noi fece allo stesso modo. Poi si voltò
verso il salone e si congelò sul posto con gli occhi sbarrati.
Inutile
dire che Mark invece entrò bello energico salutando il nonno...e la
persona che era con lui.
Io
rimasi attonita,come Matt portandomi una mano alla bocca. L'altra
mano,che era ancorata a quella di Derek si strinse così forte che
pensavo di potergliela rompere. Derek,guardò il salone,e tornò a
guardare me e Matt.
“D-Daniel?”
chiese Matt deglutendo a fatica.
“Chi
è Daniel?”
chiese Derek confuso.
Io
scostai la mano dalla bocca per posarla sulla spalla di Matt. La voce
non voleva uscire per la sorpresa.
“E'...è
mio fratello minore...”
risposi senza staccare gli occhi da lui.
Derek
lo guardò,sorpreso,ma mai quanto noi.
Il
mio fratellino era tornato,e adesso ci guardava da quell'enorme
stanza con un sorriso quasi commosso.
“Sofia...Matthew...ne
è passato di tempo eh...”
disse lui venendoci incontro.
Mollai
la presa su Derek e mi lanciai ad abbracciarlo. Matt mi seguì a
ruota e ci stringemmo in un abbraccio assai goffo,ma pieno di
sentimento. Matt prese Daniel per la nuca e appoggiò la fronte alla
sua,mentre io con gli occhi che mi pizzicavano,lasciavo la mia testa
appollaiata sulla sua spalla.
Per
un attimo,tutti i problemi che avevamo passato erano scomparsi. Per
un attimo l'ansia che avevo provato si era completamente cancellata.
Per un attimo la mia famiglia era riunita. Per un attimo...ero
finalmente a casa.
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Capitolo 17 *** La Bomba ***
17 - La Bomba
[sigh sigh *piange disperata* Mi
dispiace un sacco di essere arrivata a questo dannato capitolo,perchè
so cosa sta per succedere!!! Lo so lo so. Detta così suona
tragica,e....*cantando* Lo scoprireeeeteeee soloo vivendooooo...anzi
leggendo! E niente,capitolo parecchio impegnativo. Da qui capiremo
che il nonno in realtà conosce parecchie cose sulla famiglia di
Derek,ma se le tiene rigorosamente per se. Avrò esagerato con la
reazione di Derek? Bòòòòòòòò....non so,ditemi voi. Io
comunque l'ho immaginata così....Grazie sempre per le recensioni e
grazie di seguirmi davvero in tantissimi. Si. Vi vedo,lettori
anonimi!! *punta il dito contro lo schermo* Comunque se volete fatemi
sapere che ne pensate e come al solito ENJOOOOOOOOOYYYYYYYY!]
CAPITOLO
17 – LA BOMBA
Quando le acque si erano calmate un po',e le gambe
avevano smesso di tremare,finalmente ci eravamo separati da
quell'abbraccio. Mark e zia Mel ci avevano lasciati,un po' a
malincuore,sotto richiesta del nonno per tenere d'occhio i cuccioli.
Daniel guardava me e Matt con sorpresa,come se non si
aspettasse una reazione del genere,ma visto il periodo di lontananza
non avremmo potuto reagire diversamente. Quando Daniel se ne era
andato era molto piccolo,aveva si e no una decina di anni. Per lui
essere un lupo era la realizzazione più grande e quando non sviluppò
i poteri ne fu deluso a tal punto da non riuscire a sopportare la sua
presenza nel branco. Andò a vivere per quasi dieci anni da amici di
famiglia,umani,che nonostante le preghiere di mio fratello di non
riferire nulla di lui ai miei,di tanto in tanto si facevano sentire.
Raccontavano dei suoi progressi con la scuola,dei suoi amici e di
quanto fosse cresciuto. Erano la sua seconda famiglia alla fine. Mi
sono sempre chiesta come sia stato per lui abbandonare tutto e tutti.
E di come i miei genitori lo abbiano potuto permettere,io non avrei
mai mandato a vivere mio figlio di dieci anni,lontano da casa. Ma lui
era il terzo figlio,e si sa che i genitori si ammorbidiscono
parecchio con gli ultimi.
Ci sedemmo nel salone,suddivisi nei due divani e sulle
sedie del tavolo. Il nonno ci guardava con un tenero sorriso,mentre
stava appoggiato al davanzale della finestra,dando le spalle
all'esterno. Io mi sedetti al lato di Daniel,continuando a tenergli
la mano con la paura che se lo avessi lasciato non lo avrei più
rivisto. Continuavo a guardarlo. Era così cambiato e così grande. I
capelli che prima portava molto corti,ora erano leggermente più
lunghi e più scuri. La sua carnagione era più olivastra rispetto a
quella mia e di Matt,ovviamente ereditata dalla famiglia di papà. Ma
gli occhi erano gli stessi di Matt e me,allungati,quasi orientali.
Aveva le ciglia lunghe come me,ma era l'unico che aveva ereditato gli
occhi verdi di papà. Un verde magnetico con i bordi blu. Quando era
piccolo e mi perdevo a cullarlo,lui spalancava gli occhi e il mio
cuore perdeva un battito per quanto erano belli. Era molto più alto
di quel nanerottolo che mi girava intorno strillando che voleva
giocare con me. E adesso aveva una leggera scia di barba che gli
contornava le labbra,incorniciandogli il volto dolcemente. Ma il suo
sguardo era rimasto lo stesso:furbo e sveglio,ma dolce e amorevole.
“Quando
sei tornato?”
gli chiesi io sempre accarezzandogli il dorso della mano.
“Questa
mattina.”
rispose lui voltando a guardare la mia mano passare sulla sua
“Pensavo di trovarvi qui,invece il
nonno mi ha detto che eravate fuori.”
mi sorrise incrociando il mio sguardo.
“Gli
ho chiesto io di tornare.”
disse il nonno incrociando le braccia al petto.
Matt guardò il nonno.
“Eravate
in contatto?”
chiese anticipando la domanda che stava per uscire dalla mia bocca.
“E'
sempre mio nipote. Certo che ero in contatto con lui.”
abbassò lo sguardo il nonno.
“Mi
ha chiamato quando avete incontrato lui.”
disse Daniel indicando con uno sguardo Derek che sedeva su una sedia
al lato del divano.
Derek mi guardò aggrottando le sopracciglia.
“Perchè?”
chiesi ovviamente io.
Ci fu un momento di silenzio,Daniel spostò lo sguardo
verso il pavimento e poi alzò lo sguardo verso quello del nonno.
Stava come aspettando il permesso.
“Daniel
stava svolgendo un compito che gli avevo affidato.”
disse il nonno stancamente.
Ovviamente tutti restammo sorpresi,mentre Daniel posò i
suoi occhi su di me.
“Un
compito?”
disse Matt confuso.
“Il
nonno mi ha chiesto di tenere d'occhio Beacon Hills...dopo che Derek
era arrivato qui.”
si spiegò Daniel “L'Alpha che aveva
attaccato Derek,aveva creato un nuovo Beta. Era necessario cercare di
contenerne le trasformazioni e insegnargli come gestire la cosa.”
disse.
Sentii una strana rabbia salirmi dalla bocca dello
stomaco e,voltandomi,notai che anche Matt mi guardava allo stesso
modo.
“Hai
mandato lui?”
sbottò Matt alzandosi “Hai messo di
nuovo la vita di uno di noi in pericolo! Che ti è venuto in mente?
E' un umano come Sofia,nonno!”
finì puntando la mano ad indicare Daniel.
Il nonno sospirò e si passò una mano sugli occhi.
Daniel mi guardò e sembrò quasi mortificato,spostò lo
sguardo ai suoi piedi e sfilò la mano dalla mia presa. Lo guardai
confusa. Ero arrabbiata si,ma non con lui.
“Daniel?”
dissi chinandomi leggermente per incrociare il suo sguardo.
Daniel guardò il nonno,di nuovo con quell'espressione
interdetta. Il nonno fece un lieve cenno della testa e si voltò
aggrappandosi al davanzale. Inspirò l'aria fredda che veniva da
fuori.
Daniel continuava a guardare il pavimento,chiuse un
istante le palpebre. Io e Matt ci guardammo senza dire nulla,ma
entrambi confusi. Poi il nostro fratellino riaprì gli occhi e non
riuscii a capacitarmi del loro colore. Guardai istintivamente
Derek,che ricambiò il mio sguardo preoccupato e sorpreso.
Daniel si voltò e posò i suoi occhi su di me. Un blu
elettrico e intenso aveva preso il posto del verde magnetico che
aveva dalla nascita. Istintivamente mi alzai con le mani protese
verso di lui.
Conoscevo il motivo per il quale il colore classico
degli occhi dei lupi si spegneva e si tramutava in quel blu,quasi
gelido e privo di vita. Non solo il mio fratellino era diventato un
lupo,nel tempo che era stato distante da noi,ma aveva preso la vita
di un innocente.
“No...NO!”
dissi senza rendermene conto.
Matt lo guardava allo stesso modo,ma più che parlare si
limitò a chiudere gli occhi,quasi ferito da quello che aveva visto.
Si voltò verso il nonno guardandolo con quanta più rabbia avesse
potuto mostrare. Ma il nonno era di spalle e non si degnava a
voltarsi.
“Sofia...”
disse Daniel alzandosi e porgendomi una mano “Non
è quello che sembra,ti prego...ascoltami.”
mi chiese spegnendo quegli occhi e avvicinandosi a me.
Il suo sguardo supplicante mi fece tremare. Quando era
piccolo non riusciva neanche a guardare una bistecca nel piatto senza
pensare all'animale a cui apparteneva quella carne. E adesso aveva
ucciso qualcuno? Aveva strappato la vita di qualche persona
sconosciuta senza preoccuparsene? No,quello non poteva essere Daniel.
Mi scostai inconsciamente da lui facendo qualche passo
indietro,andandomi a scontrare con il petto di Derek che intanto si
era alzato.
“Tu
lo sapevi vero?”
chiese Matt al nonno.
Quest'ultimo si voltò a guardarlo.
“L'ho
saputo qualche tempo fa.”
mi guardò scuotendo la testa lievemente “Immagino
che Matt vi abbia detto del quadro...”
disse sapendo benissimo che Matt lo aveva fatto.
“Non
me ne frega un cavolo se lo sapevi o no!”
dissi io svuotando la rabbia sul nonno e poi voltandomi verso Daniel
“Che cosa hai fatto? Chi hai...”
e mi bloccai.
Volevo davvero saperlo? Chiusi gli occhi scuotendo la
testa.
“Non
ho ucciso per piacere di farlo,Sofia...”
mi spiegò lui avvicinandomi e sfiorandomi il braccio “Sono
stato costretto...”.
“E'
una cazzata.”
lo fermò Matt.
Daniel si voltò verso nostro fratello. Il suo sguardo
implorava di essere compreso. Ma non era quello che Matt pensava di
fare.
“Si
ha sempre una scelta...”
ripresi io,costringendolo a voltarsi di nuovo verso di me.
“Nel
suo caso no.”
mi riprese il nonno.
Io e Matt lo guardammo confusi e arrabbiati.
“I
suoi occhi sono cambiati,è vero. Così com'è vero che ha preso la
vita di qualcuno. Ma la sua è stata una scelta obbligata.”
disse l'Alpha avvicinandosi di un paio di passi.
La confusione che ormai vorticava nel mio cuore e nella
mia testa era talmente forte che non riuscivo neanche a percepire le
sue parole. Le mie mani si strinsero alle tempie,massaggiandole.
“Ho
provato a salvare...un amico...”
disse Daniel abbassando gli occhi.
Io alzai lo sguardo per incrociare il suo. I suoi occhi
si erano fatti dolci e lucidi.
“...sapevo
che un Alpha avrebbe avuto più possibilità,ma dovevo provare.
Dovevo farlo....”
disse voltandosi verso Matt.
Mio fratello maggiore lo guardava perplesso,e ascoltava
in silenzio.
“Il
nonno,saputo cosa ero diventato...mi ha chiamato e mi ha chiesto di
indagare sulle strane morti a Beacon Hills.” sospirò
“Un giorno ero ad una festa. Nel
bosco. E fummo attaccati da..qualcosa. La gente scappava,gridava e io
non riuscivo a stare dietro al caos che si stava scatenando. Quando
poi sentii il mio amico gridare....”
disse sedendosi e mettendosi le mani tra i capelli “...Dio...il
sangue che c'era.”
si fermò “Lui sapeva di me,gli avevo
raccontato tutto. Di cosa ero,della mia famiglia,delle cose che ero
capace di fare. E mi chiese di aiutarlo...”
chiuse gli occhi.
Derek che fino a quel momento era stato in silenzio
sembrò scuotersi a sentire quel racconto.
“Hai
provato a trasformarlo...”
ma non era una domanda la sua.
Era un dato di fatto,come se sapesse benissimo cosa
stava provando il mio fratellino.
Daniel lo guardò e fece un cenno d'assenso. Tornò poi
a guardarsi le scarpe.
“Non
andò come avevo previsto...il suo corpo stava rigettando la
trasformazione. Il mio morso non era abbastanza da permettergli di
mutare....o forse lui non era forte quanto bastava da sostenere la
trasformazione...Lo vidi chiudere gli occhi e non riaprirli più...”
finì mettendosi di nuovo le mani tra i capelli.
Ero confusa e quasi svuotata da quella confessione.
“Non
ha ucciso per volere...”
pensai.
Guardai Matt e sapevo che anche lui stava pensando lo
stesso.
“Pensate
davvero che mi sia piaciuto...uccidere...?”
disse Daniel quasi ringhiandocelo.
Io feci un passo verso di lui. Incerta nel muovermi,la
mia mano si sporse verso la sua spalla,cercando il contatto. Mi mossi
quasi a scatti,ritirando la mano un paio di volte,ma alla fine la
posai su di lui. Daniel mi guardò con gli occhi tristi,alzando la
testa verso di me.
“Non
lo avrei mai fatto Sofia...non avrei mai ucciso una persona che
amavo...”
disse accettando la mia presenza seduta vicino a lui “Ma...sembravi
tu...sembrava la stessa situazione di quando...”
e si fermò guardando Matt “Sono
andato nel pallone...tu avevi Sofia tra le braccia e io avevo il mio
amico...non avrei potuto fare altro che guardarlo morire,ma non
potevo lasciare che succedesse...E alla fine è andata proprio così.”
disse.
Matt sapeva come si sentiva. Alla fine lo capiva,perchè
aveva provato anche lui a chiedere al nonno,all'epoca,di salvarmi
allo stesso modo. Senza risultato però,e alla fine mi ero ripresa.
Ma Daniel era solo,non aveva nessuno che potesse aiutarlo.
“Non
è stata colpa sua. Ha fatto quello che reputava giusto...”
asserì Derek aggiudicandosi gli sguardi di tutti noi.
Daniel lo guardò tristemente scuotendo la testa.
“Già.
Ma adesso dovrò conviverci. E questi occhi mi ricorderanno sempre
quello che è successo...”
concluse.
Il nonno sospirò stanco.
“Comunque
sia non sei colpevole di nulla. Non in questa famiglia. Non per noi.”
disse in tono apprensivo “Ed
è il tuo Alpha a dirlo.”
concluse.
Daniel lo interruppe con una risata amara. Scosse la
testa.
“Quanto
vorrei che fossi tu il mio Alpha...nonno. Ma sappiamo entrambi che
non è così...”
lo guardò unendo le dita delle mani tra le gambe. Posò i gomiti
sulle ginocchia.
“Quindi
è stato morso...non ha sviluppato tardi i poteri...”
mi dissi.
“Che
vuol dire?”
chiese Matt.
“Sapevo
bene chi era che stava uccidendo tutte quelle persone a Beacon
Hills...perchè quando mi sono trasferito Beacon Hills,fu proprio lo
stesso che mi attaccò mentre tornavo da scuola...”
si spiegò “Fu
lui a trasformarmi...”
e si voltò verso Derek.
Il ragazzo aveva capito fin troppo bene. E scosse la
testa come a non voler credere a quelle parole.
“Peter...”
alla fine disse il moro.
“Proprio
lui. E sempre lui ad aver ucciso Tj. Il mio amico..”
spiegò.
Matt si sedette.
“Non
è possibile...”
disse passandosi una mano sugli occhi.
“Questo
non significa nulla. La tua famiglia è questa. E lui non è il tuo
Alpha...”
dissi io accarezzandogli una guancia.
Il mio fratellino mi sorrise,grato di quel contatto.
“Ho
mandato Daniel a sorvegliare Peter quando ho saputo che gli aveva
donato il morso.” si
spiegò il nonno “E
ha raccolto parecchie informazioni su di lui in tutti questi anni.”.
“Sorvegliare?”
chiese Derek confuso “Aveva
trasformato un ragazzino in lupo,ma ancora non stava seminando il
caos a Beacon Hills all'epoca,quindi perchè perdere tempo con un
Alpha in probabile cerca di un branco?”.
Mi resi conto che quella discussione poteva portare
parecchia luce nel cuore di Derek. Luce che però lo avrebbe potuto
bruciare. La verità che ci ostinavamo a tenergli nascosta poteva
facilmente rivoltarsi contro di noi. Derek doveva sapere. E non
sarebbe stato affatto facile.
Matt scostò lo sguardo da lui,facendogli aggrottare le
sopracciglia. Lo stesso fece il nonno,tornando a posizionarsi alla
finestra,ma senza darci le spalle questa volta.
Derek si mosse di qualche passo confuso verso di Matt.
“Okay.
Che sta succedendo?”
chiese.
“Derek,io
tengo d'occhio tuo zio,da quando tutta la tua famiglia fu uccisa.”
cominciò il nonno.
Derek lo ascoltava indurendo lo sguardo verso di lui ma
restando in assoluto silenzio.
“Ero
in contatto con il tuo branco,ragazzo. Noi eravamo a difesa di questa
città,voi invece di Beacon Hills. Ed essendoci così poca strada tra
l'una e l'altra,la cosa migliore era allearci per proteggerci in caso
di necessità...”
si spiegò “Ma
quello che successe alla tua famiglia,fu del tutto
inaspettato...perchè non è stato un attacco improvviso di un
cacciatore,ma un tradimento.”
concluse.
Come
me,Matt guardava il nonno con attenzione. Non sapevamo di questa
storia dell'alleanza,ma evidentemente erano molte le cose che ci
teneva nascoste. La cosa peggiore era saperle così,a rate.
Derek sembrò scosso da quelle parole. Si voltò verso
Matt e tornò a posare lo sguardo sul nonno.
“Che
significa? Tradimento? Di che stai parlando?”
disse agitato.
“La
tua famiglia è stata uccisa da un cacciatore...questo è vero. Ma
quel cacciatore è stato chiamato da Peter Hale.”
disse puntando gli occhi fissi in quelli di Derek.
La bomba era stata lanciata.
Derek guardò il nonno scuotendo la testa. Non gli
riusciva di credere a quelle parole. Fece un passo indietro,e si
voltò verso di Matt. Quest'ultimo non poté far altro che sostenere
il suo sguardo,ma non senza lasciar trapelare un velo di tristezza.
“No...tu
lo sapevi?”
chiese a mio fratello.
Matt non rispose,abbassò lo sguardo e poi lo puntò su
di me. Quel nostro scambio di occhiate non sfuggì a Derek che mi
guardò.
“...lo
sapevate tutti?”
chiese scioccato.
Mi alzai protendendo una mano verso di lui.
“Si,ma
non da tanto. Lo abbiamo scoperto il giorno che gli zii stavano
sistemando casa. Matt lo ha saputo da me...”
dissi scuotendo la testa.
La
voce mi si ruppe mentre mi specchiavo nel suo sguardo blu e
penetrante. Tristi e confusi.
Non credevo di poter vedere così tanta delusione nei
suoi occhi,eppure era tutta rivolta verso di me.
“Mio
zio ha ucciso la mia famiglia? E perchè avrebbe dovuto...”
si chiese lui.
“Il
suo scopo era diventare l'Alpha. Ma se avesse ucciso Talia,tua
madre,l'intero branco si sarebbe rivoltato contro di lui.”
rispose il nonno “Quindi,una
volta che si fosse occupato di loro avrebbe avuto la libertà di
essere quello che aveva sempre sognato...”
concluse.
Derek sembrò sempre più sorpreso e confuso.
“Non
è possibile. Non avrebbe potuto più essere un Alpha con la morte di
mia madre,se è quello che voleva.”
disse puntando gli occhi sul pavimento “E
poi saremmo rimasti solo io e Laura....”
alzò lo sguardo incredulo.
Nella sua testa aveva fatto un collegamento. Era ovvio
da come guardava il nonno. Triste,deluso,tradito.
“No...”
disse scuotendo la testa.
“Tua
sorella era l'obbiettivo,Derek.”
disse Matt avvicinandosi a lui per posargli una mano sul braccio.
Ma Derek si mosse veloce e rabbioso per sfuggire a quel
contatto. Lo avevamo tradito anche noi,non poteva che pensarla
diversamente.
“E'
per questo?”
disse Derek guardando Matt “E'
per questo che mi hai detto di non sapere se fidarti di me?”
chiese mentre il suo respiro si faceva più rapido.
Matt non rispose,inarcò le sopracciglia addolcendo lo
sguardo.
“Gli
ha detto di non fidarsi di lui? Allora questa mattina hanno
parlato...” mi dissi.
“Derek,non
te lo abbiamo nascosto per farti del male. Lo abbiamo fatto per
proteggerti..”
disse il nonno avvicinandosi a lui.
“Proteggermi?
Stai scherzando vero?”
chiese lui con una risatina forzata.
“Ti
sembra che io stia scherzando?”
rispose il nonno “Se
lo avessi saputo,saresti corso a dar battaglia a tuo zio e i
risultati sarebbero stati due: saresti morto oppure saresti andato
con lui.”
disse.
“Derek,il
nonno ci ha raccontato che tipo di persona è tuo zio. Potrebbe
tranquillamente manipolare il racconto e farti credere che è stato
costretto...che non voleva farlo e...”
dissi io.
“HA
UCCISO MIA SORELLA!”
ci urlò contro tutta la rabbia che provava “Come
potete pensare che...”.
Mi mossi verso di lui ma non riuscii a sopportare i suoi
occhi feriti rivolti contro di me.
“E
tu pensi davvero che io lascerei correre e addirittura lo seguirei
nelle sue folli crociate? Pensi questo,Sofia?”
mi chiese senza fare neanche un passo verso di me.
Lo guardai. Volevo parlare,dirgli che certo che non
credevo a questo,che lui non era così. E invece la mia stupida bocca
non si aprì. Rimasi a specchiarmi nei suoi occhi lasciando che le
mie labbra si dischiudessero un paio di volte,ma senza dare fiato ai
miei pensieri.
Il suo sguardo si fece incredulo al mio comportamento.
Lo stavo ferendo più di quello che pensavo. Gli toccai un braccio
per fargli capire che non era così. Lui mi afferrò il polso
allontanandomi la mano. Mi arrivò a brutto muso.
“Tu
non mi tocchi.”
disse.
Daniel si alzò facendogli cenno di lasciarmi e lui lo
fece. Mi ritrovai di colpo dietro le spalle del mio fratellino,a
fissare gli occhi di Derek,che mi guardava come una furia. Non avevo
idea di cosa fare o cosa dirgli. Ero sconcertata dalle sue parole,ma
non potevo dargli torto.
“E'
vero. Per quanto mi riguarda,il pensiero mi aveva sfiorato.”
asserì Matt scostando l'attenzione di Derek da me.
Lui lo guardava sconcertato.
“Dopo
aver saputo quello che aveva fatto tuo zio,il dubbio sfiorò anche
me. Non avevo idea di cosa avresti fatto....”
riprese Matt a parlare “...ma
quando questa mattina abbiamo parlato,ho capito che avevano torto su
di te. Perchè tu sei come noi. Non faresti mai del male a qualcuno,e
avresti fatto carte false per tua sorella...”.
“Anche
per me è stato lo stesso,ragazzo.”
intervenne il nonno “Ho
dovuto prendere le giuste precauzioni per capire bene la situazione.
Tu hai passato con Peter la tua vita,sia prima che dopo la tragedia.
Non avevo idea di quanto potere avesse su di te. Mi dispiace di non
avertene parlato prima...”
disse infilandosi una mano in tasca.
Derek lo guardava,ma non sapeva come rispondergli. Io lo
vedevo chiudere e aprire le mani come se avesse intenzione di
distruggere tutto. E lo capivo se voleva farlo.
“Anche
senza contare quello che mi avete raccontato,è stato lui a ferirmi.
Mi ha quasi ucciso,e avevate bisogno che io vi confermassi che non mi
sarei alleato con lui?”
rispose guardando il nonno da una distanza decisamente troppo
ravvicinata.
“Non
potevo rischiare che ciò che era successo alla tua famiglia si
ripetesse con la mia.”
disse secco sostenendo il suo sguardo.
Derek fece qualche passo indietro,allontanandosi dal
nonno. Matt provò ad avvicinarsi a lui,ma sentiva che se lo avesse
fatto si sarebbero azzuffati. Io scostai Daniel,che era ancora
davanti a me.
“Derek...”
lo chiamai cercando di farmi guardare.
Ma come una furia uscì dal salone e a casa,sbattendo la
porta con gran fragore. Pensai di andargli dietro,ma Daniel mi
afferrò per il polso bloccandomi.
“Lasciami,Daniel!”
gli urlai contro.
“Non
ti ascolterà adesso.”
mi disse.
Volevo liberarmi e corrergli
dietro,fermarlo,abbracciarlo. Dirgli che io mi fidavo di lui,che mi
ero sempre fidata. Che la mia stupida testa si era inceppata per
colpa del suo sguardo accusatorio,ma giustificato, su di me. E invece
mi arresi. Rilassai le spalle e guardai Matt,che come me voleva
andargli dietro. Si buttò a sedere sul divano e nascose la faccia
tra le mani. Derek se ne era andato ed era solo per colpa nostra.
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Capitolo 18 *** Sorpresa! ***
18 - Sorpresa!
[E ariciao...sono una persona
orribile...lo so. Mi odierete di sicuro...ma la mia mente malata non
si ferma...Cooooooomunque il titolo del capitolo dice già
abbastanza,non voglio spoilerare...anche perchè qualsiasi cosa
dicessi sarebbe anche troppo. Ho già scritto i prossimi due
capitoli,e sinceramente non so se postarli...li sto revisionando al
meglio lasciandoci lacrime e tanti pacchetti di
sigarette...ahimé...Anyway...spero di non deludervi,e come al solito
ENJOOOOOOOOOYYYYYYYY!!!!]
CAPITOLO
18 – SORPRESA!
Correva. Correva via da quel palazzo. Da quelle persone
che lo avevano accolto come uno di loro,ma che alla fine non lo
pensavano davvero. Gli avevano mentito sempre,tenendosi quelle verità
per loro. Lo avevano sempre trattato con i guanti per paura che
facesse qualcosa di brutto. Qualcosa che in realtà non avrebbe mai
fatto.
Derek ne era sicuro. E lo era perchè lui si stava
lentamente affezionando a loro,e pensava che ormai stessero dalla sua
parte. Se non tutti almeno Sofia. Ma lei non gli aveva risposto. O
forse si,visto il suo silenzio improvviso. Derek pensava ai suoi
occhi tristi che lo guardavano. Ai suoi occhi spaventati mentre lui
l'afferrava con più forza di quanto avrebbe voluto e le diceva di
non toccarlo.
“Stavano
pensando alla loro famiglia...”
si disse per giustificarli.
Sapeva che non erano cattivi,e che avevano ragione
quando dicevano che volevano proteggerlo. Se ne sarebbe andato a
sfidare suo zio,lo sapeva bene. Anzi lo avrebbe fatto anche adesso,se
il suo stupido cuore l'avesse smessa di pensare a Sofia.
Si fermò davanti al bosco con il fiatone. I polmoni
erano pieni di aria gelida,eppure si sentiva in fiamme. Suo zio si
era preso tutto quello che amava. Se prima avesse anche solo sperato
di poter ristabilire un contatto con lui,adesso voleva solo
ucciderlo. Avere il suo sangue che scorreva sulle proprie mani e
sentirne il calore. Avrebbe voluto urlare,distruggere ogni cosa. E
invece si abbandonò sulle ginocchia,crollando sulla neve fredda. Si
guardò le mani e si accorse che tremavano.
“Dei
cacciatori hanno ucciso Laura,Derek...”
la voce di suo zio era come un pezzo di vetro acuminato che gli
trapassava il petto.
Gli aveva detto dopo averlo ridotto in fin di vita.
Avevano lottato per quel ragazzo,Scott McCall. Aveva cercato in tutti
i modi di salvarlo da quell'Alpha che voleva renderlo suo schiavo. E
Derek non ci aveva pensato due volte a schierarsi dalla parte del neo
Beta. Ma poi l'Alpha era tornato normale,rivelando la figura di suo
zio.
“Voglio
creare un branco e ucciderli tutti...”
disse suo zio.
Derek sapeva che era comunque un ragionamento
sbagliato,non si poteva costringere qualcuno a vivere una vita come
la loro. Sotto questo punto di vista aveva ripreso molto da Talia.
Ma adesso? Si chiedeva cosa avrebbe fatto sua madre. Lo
avrebbe cercato e ucciso. Ma lei era un Alpha e anche uno dei più
potenti conosciuti. Nessun branco era mai uscito vincitore dopo
averla sfidata,e lei non aveva mai preso la loro vita.
“Siamo
cacciatori,Derek. Ma non per questo dobbiamo uccidere.”
gli diceva sempre.
“E
adesso,mamma? Adesso cosa dovrei fare?”
chiese sperando che in qualche modo lei potesse consigliargli ancora
una volta.
Ma suo zio l'aveva uccisa,e non poteva farlo.
Si alzò e riprese a camminare. Arrivò al fiume e
percorse la sua sponda finchè non arrivò al ponticello che lo
attraversava. C'erano delle persone. Una mamma con il suo bambino che
le gridava di guardare nel fiume,attratto da qualche pesce. Derek si
appoggiò alla ringhiera e prese a guardare l'acqua scorrere sotto di
lui.
Doveva tornare a Beacon Hills. Non c'era dubbio su
questo.
“E
devo farlo prima che mio zio arrivi qui...”
pensò.
Doveva partire proprio in quel momento,perchè se fosse
tornato indietro avrebbero provato a fermarlo. E non poteva sostenere
lo sguardo di quelle persone. Né quello di Sofia.
Sospirò unendo le braccia sulla ringhiera e poggiandovi
sopra la fronte. Chiuse gli occhi. Se avesse attraversato il ponte e
seguito il fiume,avrebbe raggiunto forse in un giorno,la radura che
portava poi al bosco di Beacon Hills. Da lì raggiungere casa sua
sarebbe stato facile.
“E
poi? Poi cerco Peter e lo sfido?”
si chiese titubante.
Suo
zio era un Alpha,quante possibilità avrebbe avuto in più rispetto
alla prima volta? Magari adesso aveva più voglia di ucciderlo,ma non
avrebbe di certo compensato la forza che gli mancava. Poteva chiedere
a quel ragazzo,Scott. Ma non era giusto lasciarlo intromettere in
quella storia,e lui non era di certo un egoista. Scott sarebbe morto
insieme a lui.
“Che
faccio..?”
continuò a pensare.
Il bambino che stava giocando con la mamma,d'improvviso
gli andò a sbattere contro le gambe. Derek si alzò voltandosi
sentendolo piangere. Era caduto ai suoi piedi scivolando sul ponte
ghiacciato,e la mamma stava già accorrendo da lui. Si chinò e gli
sorrise.
“Ehi,tutto
bene piccolino?”
gli chiese facendo un sorriso per tranquillizzarlo.
Il bambino fermò le lacrime,guardandolo triste.
“Dai,non
è successo niente. Vieni qui.”
disse mentre lo aiutava a rimettersi in piedi.
Gli spazzò via quel po' di neve che con la caduta gli
era finita sui pantaloni.
“Ecco,come
nuovo.”
sorrise ancora.
Il bambino lo guardava grato di averlo aiutato.
“Grazie,signore.”
gli disse con un sorriso sdentato.
Aveva una finestrella aperta tra i denti,probabilmente
perchè come tutti i bambini li stava cambiando. E quell'espressione
buffa gli riscaldò il cuore.
“Di
niente. Stai attento,il ponte è ghiacciato e potresti farti male.”
lo consigliò.
La mamma si era ormai avvicinata.
“Danny!
Santo cielo.”
si preoccupò a vedere le sue guance rosse e umide “Mi
dispiace molto. Stava seguendo un pesce che nuotava da questa parte e
le è finito addosso.”
si rivolse poi a Derek.
“Non
fa niente.”
rispose Derek rialzandosi “Doveva
essere un pesce molto bello.”
tornò a rivolgersi al bambino.
“Oh,si!”
disse tutto eccitato “Non
era molto grande,ma aveva dei colori bellissimi! Era molto scuro ma
la sua pelle brillava di blu...era con gli altri pesci,ma poi se ne è
andato...”
fece un movimento buffo con le mani gesticolando.
Derek abbassò lo sguardo sorridendo. Si,era davvero un
gran bel pesce.
“Ah,Daniel,non
ci sono pesci del genere in queste acque.”
disse la madre.
“Ma
io l'ho visto mamma!”
rispose il bimbo mettendo il broncio.
La mamma gli scompigliò i capelli e lo prese per mano.
Derek divenne leggermente triste nel guardarli.
“Adesso
andiamo. Arrivederci...”
disse la mamma accorgendosi di non sapere il nome dell'uomo che aveva
di fronte.
“Ah,Derek.
Mi chiamo Derek...”
rispose sentendo una stretta al petto.
“Mi
avevi chiesto come mi chiamavo...Derek...il mio nome è Derek.”
gli venne in mente d'un tratto. Sofia aveva ragione,lui si era già
presentato. Ma evidentemente lo stato in cui era quel giorno gli
aveva fatto rimuovere il loro incontro.
“Allora
arrivederci Derek. E grazie ancora.”
lo salutò avviandosi e riprendendo a chiacchierare con il bambino.
Quest'ultimo invece si voltò e regalò a Derek
l'ennesimo sorriso sdentato che fece sorridere il ragazzo.
In un attimo tutta la sua rabbia era sparita,e gli
restava solo un vuoto in petto. Tornò a guardare l'acqua assorto in
mille pensieri. Il pesce che aveva visto il bambino assomigliava a
lui. Sorrise.
Poi lo vide. Si sporse per guardarlo meglio. Era come lo
aveva raccontato: scuro con delle leggere striature blu. Nuotava da
solo,lento e sinuoso. Non era grande e aveva un lunga cicatrice sul
dorso.
“Devi
essere un'attaccabrighe...”
pensò.
Poi lo vide tornare indietro e unirsi ad altri
pesci,passare sotto il ponte e uscire dall'altro lato.
“Devo
tornare indietro...devo tornare da Sofia...”
si disse convinto dall'azione di quell'animale.
All'improvviso un odore familiare gli giunse al naso e
sbarrò gli occhi. Voltò lo sguardo verso il bosco. L'odore
proveniva da lì.
“Non
può essere...” pensò mentre
qualcosa simile alla paura cominciava a percorrergli il petto.
Prese a correre passando agilmente tra un albero e
l'altro. Il cuore gli batteva all'impazzata,e le sue gambe si
muovevano così rapide che non pensava potesse correre veloce a tal
punto. Arrivò poco più in là del centro del bosco e si fermò. Il
respiro affannato e gli occhi sbarrati alla scena che aveva davanti.
“Derek.”
disse l'uomo che aveva davanti
“Stavamo giusto parlando di te.”.
Ai suoi piedi giaceva un corpo,martoriato e inerme. Non
ci mise molto a capire che era Seth.
Il suo fiuto non aveva sbagliato. L'odore che aveva
percepito era quello di suo zio.
“Peter...”
disse sconvolto dal vederlo lì.
“Ah,Seth...non
si dicono le bugie.”
disse con finto dispiacere mentre affondava i suoi artigli nel petto
del povero lupo in fin di vita.
Seth si lamentò senza muoversi. Era talmente distrutto
da non riuscire a spostarsi o ad urlare.
Poteva sentire il suo battito rallentare ogni momento di
più.
“Pensa
che mi ha detto che te ne eri andato qualche giorno fa.”
fece una smorfia storcendo la bocca “E
io gli ho detto che non era possibile,visto che sentivo il tuo
odore.”
continuò alzandosi e guardandosi la mano grondante di sangue “E
le bugie sono cose che non sopporto...”
disse guardando minaccioso Derek.
“Da
che pulpito...” rispose
il ragazzo ringhiandogli contro.
Peter non sembrò sorpreso dalle sue parole,anzi quasi
commosso che adesso conoscesse la verità.
“Oh,Derek.
Vedo che alla fine qualche uccellino ha cantato” sghignazzò
“Era una cosa necessaria. Il nostro
branco era troppo mollaccione. Tutto pace amore e viva l'alleanza.”
disse facendo qualche passo verso di lui “E
tutto per colpa di Talia...”
disse.
Al suono di quel nome Derek scattò. Gli andò addosso
sferrandogli una miriade di colpi con le mani artigliate.
“Non
parlare di lei!”
gli urlò.
Peter rideva mentre schivava ogni suo colpo. Poi con
tutta la forza che aveva gli sferrò un pugno allo
stomaco,sbalzandolo via. Derek rotolò nella neve finendo con lo
sbattere al tronco di un albero.
Tossì sputando sangue che colorò il manto bianco sul
quale era disteso. Tentò di rialzarsi puntando le mani a terra,ma
senza successo. Sentì il suo corpo scricchiolare mentre cercava di
rimettersi in piedi.
“Andiamo
Derek. Sai bene quanto me che se lo meritavano.”
disse lui riprendendo ad avvicinarsi “E
Laura mi serviva. Guardami.”
si indicò con i palmi “Tutto questo
potere. Lei non sarebbe mai stata in grado di controllarlo. Le ho
fatto solo un favore prendendomelo.”
disse.
Derek ripartì alla carica ignorando il dolore sordo che
gli percorreva il busto e la schiena. Lo colpì,lo graffiò sulla
faccia e cominciò a riversargli addosso tutta la rabbia che aveva in
corpo. Ma più lo colpiva,più Peter rideva divertito.
Un'artigliata di Peter lo fece bloccare. Guardò verso
il basso e notò i suoi artigli nel suo fianco. Il dolore aumentò e
il sangue colava lungo la sua gamba copioso. Senza pensarci lo colpì
anche lui con una possente artigliata al fianco e Peter sembrò
accusare il colpo.
“E
adesso nipote? Abbiamo una situazione di stallo qui....”
disse.
Come un lampo una seconda persona afferrò Derek alle
spalle e lo lanciò via facendolo finire di nuovo con la faccia nella
neve.
“Che
diavolo stai facendo?”
chiese Peter alla nuova persona.
Derek si alzò a fatica tenendosi il fianco con una
mano. Vide una ragazza al fianco di Peter. Aveva dei lunghi capelli
castani,un fisico snello ma muscoloso e un passo deciso. I suoi occhi
erano duri e minacciosi,ma non li lasciò su di lui per molto.
Infatti in un attimo si voltò verso Peter.
“Ti
salvo le chiappe,Peter.”
disse scocciata.
“Alex,quante
volte ti ho ripetuto che non devi interferire nei miei affari? E poi
non può ferirmi...non come io ferisco lui.”
rispose gongolando.
“Alex?”
si chiese Derek guardando meglio la ragazza “No...non
può essere...”.
“Bé,ognuno
ha le sue cose da fare,Peter.”
storse la testa di lato regalando un ghigno divertito a Derek “E
poi lui è abbastanza bravo...magari è la volta buona che qualcuno
ti stacchi dal collo quel tuo faccino.”
disse.
“Come
sei crudele. Adoro la mia faccia.”
rispose Peter fintamente ferito.
“C-che
cosa ci fai qui? Cosa vuoi?”
disse Derek con voce spezzata.
“Che
cosa voglio?”
chiese Peter sorridendogli maligno e avvicinandosi a lui “Io
voglio te. Voglio che torni con me a Beacon Hills e che la conquisti
insieme a me. Voglio riportare alla luce il nome della famiglia più
potente di quella città...”
rivelò.
“La
famiglia che tu hai sterminato come fossero topi!”
rispose Derek andandogli contro.
Dovette bloccarsi quando la ragazza gli si parò
davanti. Gli bloccò le braccia dietro la schiena intimandogli di non
fare una mossa.
Peter gli andò così vicino che poteva specchiarsi nei
suoi occhi color ghiaccio. Derek si trovò completamente indifeso
davanti a quel mostro. Non poteva fare nulla.
“Topi?
No,Derek. I topi quando avvertono il pericolo scappano,o combattono
per restare vivi. E alcuni ce la fanno pure. Quella gente...”
si bloccò quando la testa di Derek si scontrò contro il suo
naso,rompendolo.
“Quella
era anche la tua famiglia!”
disse Derek ringhiando.
Peter,che si era allontanato con le mani sul naso
sanguinante,posò uno sguardo minaccioso alla ragazza che bloccava il
nipote.
“Cell'hai?”
chiese innervosito.
“Certo.
Mi ha preso alla sprovvista.”
si giustificò la ragazza con un ghigno divertito.
Peter con una mossa si rimise apposto il naso,e con il
fazzoletto da taschino si ripulì del sangue che aveva perso.
Derek lo guardava sempre con più rabbia. Avrebbe voluto
strappargli quel fastidioso sorrisetto compiaciuto dalla faccia.
“Vedi,Derek.
Dopo il nostro scontro a Beacon Hills,ho incontrato Alex. Lei
proveniva da una famiglia di lupi che si trovava proprio qui,a
Sacramento. Era stata allontanata perchè,poverina,come me non voleva
altro che essere riconosciuta per quello che era...”
disse.
“Una
pazza sociopatica con manie di protagonismo?”
disse Derek guadagnandosi l'ennesimo pugno nello stomaco dallo zio.
Tossì mentre il suo corpo cedeva a quel colpo. Ma Alex
lo sostenne tenendolo in piedi.
“Non
mi interrompere.”
lo minacciò Peter “Comunque,pensa
che fantastica sorpresa è stata,quella di scoprire che la sua
famiglia era la stessa che aveva accolto il mio ex compagno di
sterminio. Vero Seth?”
disse voltandosi verso il lupo moribondo alle sue spalle “Ah,già.
Forse l'ho colpito troppo forte...”
si disse voltandosi di nuovo a guardare Derek “E
questa famiglia mi ha causato davvero molti problemi in passato.
Perchè sai,io non avrei proprio voluto uccidere tutti i nostri
parenti. L'idea principale era l'Alpha di questa città. Ma ahimè,la
compagnia che avevo allora non era così forte da permettermi di
uccidere quel tipo. Quindi sono dovuto passare ad un piano B.”
concluse.
“C-che
diavolo di problemi hai....”
chiese Derek forzando il suo sguardo ad alzarsi verso lo zio.
“Problemi?
Quali problemi? Io ho solo accompagnato un'amica dalla sua famiglia.
E guarda caso ho ritrovato il mio nipote perduto. Poi che lei mi
abbia preso come esempio e voglia uccidere tutti i suoi
familiari,sono affari suoi.”
disse ridendo “Non
è così mia cara?”
.
“Certo,Peter.
Sarà un gioco da ragazzi. Ho un conto in sospeso qui.”
disse lei ridacchiando.
“Ah,già.
Com'è che si chiama,Sofia?”
disse Peter scambiandosi un'occhiata con Alex.
“No!”
pensò Derek cercando di non lasciar trapelare il panico che stava
lentamente salendogli al petto.
“E
come pensi di fare? Sono in troppi anche per te.”
gli disse rabbioso Derek.
Peter non sembrò scandalizzarsi molto a quelle parole.
“E'
qui che ti sbagli nipote.”
fece un lieve cenno della mano e altre due figure si unirono a loro.
Derek rimase di stucco. Erano gli zii di Sofia. I
genitori di Matias e Alex.
“No.”
disse il ragazzo vedendoli “E'
la vostra famiglia!”
gli urlò.
Zio Chaz si avvicinò serio in volto salutando Peter con
un cenno e sorridendo alla figlia.
“Infatti
è per questo che siamo qui.”
rispose.
“Ne
abbiamo piene le scatole del comportamento di Franz.”
aggiunse la zia Louise “E'
tempo di cambiamenti. Il branco ha bisogno di un nuovo leader.”
concluse.
Derek non capiva,o non voleva capire. Erano la loro
famiglia e volevano liberarsene?
La sua mente andò a Sofia,a Matt,ai cuccioli,a Mark...E
li immaginava tutti morti. I loro corpi accatastati in un angolo
mentre suo zio e quella gente troneggiavano sulla città. Non poteva
permetterglielo,non voleva. Tentò di liberarsi dalla presa della
ragazza,ma lei lo teneva in pugno.
“Non
ve lo permetterò!”
disse con quanto fiato aveva in gola.
“E'
qui che ti sbagli. Non puoi fermarci. Perchè,vedi,nipote...”
disse afferrandogli il mento con una mano “Sarai
proprio tu a portarli da noi.”.
Detto questo infilzò i suoi artigli nello stomaco di
Derek con brutale forza. Derek ruggì così forte che le fronde degli
alberi tremarono e la neve cadde al suolo rivelando il verde che
celava.
Sentì la ragazza ridere alle sue spalle,mentre si
allontanava da lui. Peter estrasse gli artigli e lo vide accasciarsi
al suolo privo di conoscenza.
“Signore,lo
avranno sentito.”
disse zia Louise.
“Oh,me
lo auguro.”
rispose Peter voltandosi con le braccia aperte contento “Preparatevi.
La battaglia sta per iniziare.”
concluse voltandosi e lasciando Derek inerme per terra.
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Capitolo 19 *** Panico ***
19 - Panico
[E buona seeeeera. Ho notato che gli ultimi due capitoli non sono
andati granchè...chiedo venia,ma in effetti non ne ero
così sicura. Comunque qui abbiamo un capitolo piuttosto triste
come potete leggere dal titolo,con finale ancora peggiore...si lo
so,sono una persona orribile. Comunque la big family entrerà in
gioco per la prima volta e ne vedremo di tutti i colori. E
poi...NOOOOO!!! Niente spoiler,i'm sorry! Ma se volete sapere qualcosa
dovrete leggere! Come al solito apprezzerei sapere cosa ne pensate e
niente....ENJOOOOOOOOOOOOOOOOOYYYYYYY!!!!!]
CAPITOLO
19 - PANICO
Erano passati pochi minuti da quando Derek era scappato
via più che arrabbiato. Non potevo dargli torto. Io non facevo altro
che passeggiare e passeggiare nervosa in casa di mio nonno. Passavo
dalla cucina al salone per poi tornare indietro e ricominciare. Man
mano che camminavo mi strofinavo il polso che Derek aveva stretto
ringhiandomi di non toccarlo. Non era il polso offeso dalla presa di
zia Louise,eppure mi doleva come se fosse rotto. Anche se lo avevo
guardato e riguardato,non c'erano lesioni ne lividi evidenti. La
stretta di Derek era stata dura e ferma,ma anche se era arrabbiato
non mi aveva fatto male. Eppure quella strana sensazione di malessere
era irradiata proprio da quel punto,risaliva il braccio e mi si
stampava nella testa. Chiusi gli occhi e feci un bel respiro. Daniel
era al terzo piano con i miei genitori e quelli di Mark. Erano usciti
tutti a fare la spesa per quella che doveva essere la festa di
bentornato più grande e pomposa della storia. O almeno della storia
di quella famiglia. Ecco perchè non li avevamo trovati a casa poco
prima.
Matt era ancora sul divano con le mani fra i capelli a
torturarsi.
“Ti
rendi conto di cosa gli ho detto? Di cosa ho fatto...”
pensai ricordandomi le sue parole.
“Matt
non hai colpe. Hai solo detto quello che pensavi. Alla fine sei stato
il più sincero di noi....”
era stata la mia risposta.
Matt mi aveva guardato facendomi un sorriso che non
pensava affatto di volermi rivolgere. Alla fine era più una smorfia
insofferente.
Il nonno invece si era chiuso nella sua camera. Vedendo
andare via Derek,non aveva saputo cosa fare. Aveva sbuffato e si era
chiuso nella stanza.
“Codardo...”
fu la prima cosa che pensai.
Era ingiusto da parte mia,eppure era quello che pensavo.
Aveva scagliato la pietra e nascosto la mano. Ma non c'era poi molto
che poteva fare rispetto a noi. Anche se alla fine lui avrebbe forse
avuto più possibilità rispetto a noi.
“Certo,sempre
se avesse VOLUTO...”
continuai a tormentarmi.
No. Se c'era una persona che poteva riportarlo lì,quella
ero io. Mi avrebbe ascoltata,o forse no,ma non provarci affatto non
era un opzione.
Era inutile stare lì a rimuginare,dovevo andare da lui.
Presi un bel respiro e recuperai il mio giacchetto dall'appendi abiti
insieme alla mia fedele borsa.
“Dove
stai andando?”
mi chiese Matt guardandomi dal salone.
Non si era alzato,non aveva mosso un muscolo. Mi
guardava come un'anima in pena,ma sapevo che non mi avrebbe fermata.
Non glielo avrei permesso.
Entrai nel salone e lo guardai con decisione.
“Vado
a cercarlo.”
risposi.
Matt scosse la testa chiudendo gli occhi.
“Ti
metterai a correre per tutta la città? Non sai dov'è...”
mi disse lui alzandosi con una stanchezza quasi dolorosa.
“Devo
fare qualcosa Matt! Non possiamo lasciarlo così.”
dissi io non ammettendo repliche.
“Allora
vengo anche io.”
mi disse “Non
lo troverai mai da sola.”.
Io sbuffai. Matt non capiva,non era stato lui a
ferirlo,ma io. Se avessi detto qualcosa in quel momento. Se non mi
fossi fatta fermare da Daniel,forse Derek sarebbe stato ancora lì
con noi.
“Matt...”
provai a fermarlo.
“Non
ci provare,Sofia.”
mi bloccò lui “Devo
esserci anche io. E lo sai bene.”.
“Fa
come ti pare.”
risposi secca.
Mentre mi voltavo mi accorsi dei quello stupido Clown
sulla parete. Mi ci avvicinai e gli puntai il dito contro. Sapevo
bene che il nonno era in ascolto e che poteva vedermi attraverso
quell'affare.
“E
se avessi un minimo di buon senso verresti anche tu.”
dissi decisa e arrabbiata.
Matt mi guardò confuso. Poi realizzò che non era
davvero il Clown il mio interlocutore e scosse la testa.
“Andiamo.”
disse prendendomi per il braccio.
Non mi aspettavo di certo che alle mie parole il nonno
sarebbe scattato sull'attenti,ma speravo che le mie parole avessero
fatto breccia,almeno un po'.
La porta di casa si spalancò prima che potessimo
aprirla e Mark la oltrepassò,guardandoci.
“Andiamo?”
ci disse senza battere ciglio.
“Non
verrai con noi Mark.”
disse Matt spingendolo via per poter uscire dalla porta.
“Certo
che verrò con voi. Derek è mio cugino.”
disse alzando le sopracciglia sorpreso.
Era come se Derek lo fosse davvero per lui,un cugino.
Mark lo aveva preso davvero in simpatia,anche se alla fine era quello
che ci aveva passato meno tempo.
“Ma
che stai dicendo?”
disse Matt socchiudendo gli occhi come se Mark gli avesse detto una
stupidaggine.
“Piantala
Matt.”
gli dissi io.
Mark fece un sorriso compiaciuto e quasi di vittoria
verso Matt.
“Sbrighiamoci
ad andare a recuperarlo o si perderà la festa.”
disse lui scostandosi per lasciarci passare.
“Si,come
se avesse voglia di festeggiare...come se tutti noi avessimo voglia
di festeggiare.”
pensai io sospirando.
Eravamo ormai sul pianerottolo,quando un ruggito arrivò
dall'esterno. Un grido che non avevo mai sentito. Quasi straziante
che mi fece attorcigliare lo stomaco. Con gli occhi sbarrati guardai
Matt e Mark che sembrarono allarmati più di me.
“Che
cos'è stato?”
chiesi con voce tremante.
La porta della camera del nonno si spalancò con un
sonoro botto quando la porta colpì il muro. Il nonno era fuori e ci
guardava con aria più che allarmata.
“Era
Derek.”
disse unendosi a noi e sbattendosi la porta di casa alle spalle
“Dobbiamo
muoverci.”
aggiunse mentre i suoi occhi diventavano rossi.
Non li avevo mai visti e ne rimasi shoccata. I suoi
occhi non diventavano mai rossi. Non li aveva mai mostrati neanche
nei momenti peggiori. Neanche quando Alex mi aveva quasi uccisa.
Anche in quell'occasione era intervenuto senza mai essere nulla più
di un umano. Ora che ci pensavo,avevo mai visto il nonno perdere la
pazienza e trasformarsi? No.
Adesso si che ero preoccupata.
Dalle scale scesero i miei zii e seguiti da Daniel e i
miei genitori.
“Papà!”
gridò zio Phill.
“Ho
sentito Phill.”
rispose lui alla voce allarmata del figlio maggiore.
“Che
succede? Volete spiegare anche a me?”
chiesi io afferrando il braccio di mio nonno.
Lui voltò lo sguardo verso di me.
“Qualcuno
ha attaccato Derek,Sofia.”
fu Mark a parlare richiamando la mia attenzione.
Il panico. Il puro panico mi percorse e mollai la presa
sul braccio di mio nonno.
In un istante mi ritrovai a correre in strada con i miei
parenti tutt'intorno. Daniel e Matt al mio fianco,i miei genitori
dietro di noi e Mark e la sua famiglia correvano davanti. Zia Mel era
rimasta a casa con i cuccioli.
Il nonno era avanti a tutti. Nonostante la sua
età,correva sciolto e senza fatica come se avesse vent'anni.
“Matt...che
significa che qualcuno ha attaccato Derek?”
ricominciai con le domande.
Mi ero fatta una mezza idea,ma non volevo darle ascolto.
Avevo bisogno che qualcuno mi rassicurasse,ma era una cosa fuori
discussione. Tutta la mia famiglia era diretta verso quel grido
straziante che avevamo sentito poco prima. Non poteva che essere
qualcosa di grave.
“Dio,Sofia.”
mi gridò Matt “Sta
morendo! Smettila di chiedere e corri.”.
Mi si gelò il sangue nelle vene e mi bloccai
all'istante rischiando che mio padre mi venisse addosso.
“Sta
morendo! Smettila di chiedere e corri...Sta morendo! Smettila di
chieder...Sta morendo! Smettila di...Sta morendo...”
la mia mente era entrata in un loop terrificante.
Mio padre mi aveva preso per le spalle cercando di
scuotermi.
“Porca
miseria,Matt. Non così!”
gli disse arrabbiato.
Vidi il nonno seguito dai miei zii e mia madre correre
via verso il bosco. Ma erano figure appannate,lontane e sfocate.
Vidi Matt dire qualcosa a nostro padre e ricominciare a
correre seguito da Daniel. Mark era ancora lì con noi. Mi parlava ma
sembrava tutto ovattato.
“Sta
morendo...Derek...Sta morendo...”
continuavo a pensare.
Con gli occhi sbarrati guardavo la strada davanti a noi.
Papà si mise davanti a me scuotendomi,ma le sue parole non mi
arrivavano. Il panico mi aveva catturata come una mosca su una
ragnatela,e non riuscivo ad uscirne. Fu Mark a salvarmi. Mi diede uno
schiaffo non troppo forte e io sobbalzai.
Gli occhi gonfi e rossi.
“Che
cosa fai?”
disse mio padre allontanandolo.
“Sofia!
Non è questo il momento di bloccarsi! Sei l'unica che può
salvarlo,quindi datti una mossa!”
mi urlò contro Mark.
Lo guardavo e le sue parole sostituirono quella nenia
terrificante che mi vorticava nella testa.
“Figliola,Mark
ha ragione...”
disse papà guardando il bosco con l'ansia di voler riprendere a
correre.
Feci un cenno senza dire nulla e ricominciammo a
correre. Mark era al mio fianco e papà ci precedeva.
Il fiato cominciò a mancarmi quando arrivammo ai primi
alberi,ma non potevo fermarmi. Spinsi via la stanchezza e aumentai il
passo,per quel che potevo. Ovviamente mio padre e mio fratello non
erano affatto stanchi.
Entrammo finalmente nel bosco e in un istante. Sentimmo
un boato assordante. Degli alberi più avanti caddero al suolo con un
rumore terribile. E il panico riprese a divorarmi piano piano.
Alla fine arrivammo in una specie di radura,oltre il
centro del bosco. La prima cosa che notai furono delle grosse macchie
di sangue sparse sulla neve.
“No,no
dai! Ti prego Derek!”
pensai in preda al terrore.
Vidi poi zia Charlotte ferma in mezzo alla radura. Ci
avvicinammo rallentando il passo. Daniel era con lei e tutti e due
guardavano davanti a loro. Mi avvicinai cercando di capire meglio.
Zio Phill era in ginocchio per terra vicino ad un corpo.
Mio padre si avvicinò spedito e si inginocchiò con
lui. Mise una mano sul torace dell'uomo a terra.
Avevo il fiato corto,ma non per la corsa. Cercavo di
ricordarmi cosa indossasse Derek,per capire se quello fosse il suo
corpo. Zio Phill era davanti e gli copriva il volto,e io stavo
impazzendo. Feci per avvicinarmi e Mark mi prese per mano.
Sentii le lacrime che spingevano per uscire e riversarsi
sulle guance. Lo guardai mentre mi accompagnava lì. Il suo volto non
mostrava nessun tipo di emozione,solo una profonda concentrazione.
Come me aveva paura di avvicinarsi,ma cercò di infondermi forza.
A passo lento e incerto arrivammo lì. Mio padre mi
guardò triste e scosse la testa.
Zio Phill si scostò e il cuore mi si fermò.
“E'
Seth...”
disse mio padre.
Era Seth. Lì disteso,freddo come la neve che lo
circondava. Le mie lacrime finalmente ruppero la resistenza dei miei
occhi e si versarono copiose. Caddi al suo fianco. Gli sfiorai una
mano,gli accarezzai il braccio. Non si muoveva.
“Seth..?”
dissi mentre sentivo la gola bruciare “Seth!
Seth! Svegliati! SETH!”
gli urlai mentre in preda al panico lo scuotevo.
Mio padre mi prese le mani e io mi divincolai
gridandogli di lasciarmi stare. Singhiozzavo piegata sul corpo ormai
senza vita dell'uomo con cui ero cresciuta. Piangevo con un dolore
terribile che mi toglieva il fiato. Quell'uomo aveva passato con me
interi pomeriggi,senza mai stufarsi di quella rompiscatole che gli
girava sempre intorno. Sempre con il sorriso sulle labbra ad
ascoltarmi mentre mi lamentavo dei litigi con Matt o dei brutti voti
a scuola. Era con me quando scappavo di casa per rifugiarmi nel
bosco. Mi aveva insegnato a pattinare sul ghiaccio e a riconoscere le
piante curative che crescevano nella foresta. Era il mio fianco
giorno e notte insieme a Matt pregando che sopravvivessi dopo che
Alex mi aveva attaccata. Era la mia famiglia,e l'ultima cosa che
avevamo fatto insieme era allenarci su quel ghiaccio che era il
palcoscenico delle mie solite acrobazie.
Adesso era lì,ricoperto di sangue. Gli occhi chiusi e
la bocca semi aperta,con rivoli di sangue che scendevano lungo la
gola. E non riuscivo a staccarmi da lui. Sentii zio Phill alzarsi e
spostarsi. Un altro boato giunse dalla foresta,più avanti a dove
eravamo noi.
Alla fine mio padre riuscì a stringermi tra le sue
braccia. Tenevo gli occhi chiusi,non riuscivo a guardare Seth.
“Seth...”
continuai a dire il suo nome ancora e ancora nella mia mente.
“Sofia...”
mi richiamò mio padre “Lo
so. So come ti senti. Ma dobbiamo andare...”
mi disse prendendomi il viso tra le mani “Derek
è ancora da qualche parte in questo bosco...”.
Aprii gli occhi e incrociai le iridi verdi di mio padre.
I suoi occhi erano tristi e dispiaciuti,ma mostravano anche una forte
determinazione.
“Sofia...”
mi richiamò mia madre.
Annuii alzandomi e facendomi aiutare da mio padre.
Tentai invano di asciugarmi le lacrime con le maniche del
ghiacchetto,ma il mio sguardo continuava a posarsi su Seth.
“Non
c'è più...Seth è....”
non ci riuscivo.
Non riuscivo a dirlo,tantomeno a pensarlo,eppure era lì
per terra davanti a me.
Un ruggito mi fece sobbalzare.
“Franz!”
disse mia zia Charlotte cominciando a correre verso la sorgente del
boato.
“Aspetta
Charlotte!”
gli urlò rincorrendola e sparendo tra gli alberi zio Phill.
Mark rimase interdetto. Vedevo la sua voglia di
corrergli dietro,ma mi guardava e aspettava.
Quasi con rabbia mi strofinai gli occhi.
“Smettetela!
Basta,non scendete più!”
parlavo con le mie lacrime.
Riuscii a calmarmi quel po' che mi serviva.
Guardai ancora Seth. Mi chinai verso di lui prendendogli
una mano. Me la portai alla guancia.
“Pagheranno...”
gli dissi con voce spezzata e piena di collera.
Avvicinai le mie labbra alla sua fronte e gli lasciai un
bacio.
Così come faceva lui quando ero piccola e dovevo
tornare a casa dopo aver passato con lui i miei pomeriggi.
Mi rialzai e guardai mio padre.
“Non
possiamo lasciarlo così...”
dissi a malincuore.
“Me
ne occuperò io.”
disse mia madre “Dopodiché
vi raggiungerò. Tranquilla.”
mi carezzò la guancia regalandomi un sorriso.
Annuii,spostando un ultima volta gli occhi su Seth. Poi
mi voltai e cominciai a correre insieme a mio padre e Mark.
Il cuore mi martellava in petto e da come i due lupi al
mio fianco mi guardavano,lo sentivano benissimo.
Corremmo ancora per un po',quando ci dovemmo fermare per
forza per evitare che qualcosa ci venisse addosso.
“Phill!”
sentii mio padre fermarsi e correre verso mio zio.
Era stato lanciato via. Mark ovviamente si bloccò,guardò
nella direzione da cui era arrivato suo padre e cominciò a correre.
“Mark!
Aspetta!” gli urlai io.
Ma era decisamente troppo veloce per me. Passando
attraverso la fitta vegetazione che era parte di quella zona del
bosco,arrivai dove la lotta si stava svolgendo.
Non
capivo cosa stava succedendo. Mark si era lanciato contro l'uomo che
teneva sua madre per la gola. Mamma e Matt combattevano contro una
donna dai lunghi capelli corvini. E il nonno.
Lui combatteva contro un essere...
“Che
cavolo è quello?”
mi chiesi notando la bestia dagli enormi denti affilati che lottava
eretta sulle zampe posteriori.
Ero completamente impazzita?
“Zio
Chaz....zia Louise....ma che?”
mi chiesi senza notare di aver aperto bocca.
I due lottavano contro mio fratello,contro mia madre e
mia zia. I loro colpi erano precisi e il loro obbiettivo era
evidente. Lottavano per uccidere. Sentii le lacrime minacciare di
nuovo di scendere. Il mio petto si alzava e si abbassava
spasmodicamente e portai automaticamente una mano al petto. Strinsi
forte il tessuto della giacca in quel punto. Era panico. Lo conoscevo
bene,ma non potevo farmi prendere così.
Seguii la lotta cercando di capire cosa fare.
“E'
Derek! Sta morendo!”
mi vennero in mente le parole di Matt.
Sentii un ruggito sofferente e mi voltai. Erano tutti
trasformati e zio Phill aveva azzannato Mark al braccio.
Come due furie sbucarono da dietro le mie spalle mio
padre e zio Phill,che liberarono Mark dalla sua presa e si
scagliarono contro il nemico.
Mark era rimasto a terra tenendosi il braccio. Senza
pensarci mi intromisi nel campo di battaglia e lo afferrai per il
braccio sano. Lo trascinai via,dietro un albero massiccio.
“Mark!
E' tutto okay,non ti preoccupare. Ci penso io!”
gli dissi cominciando a trafficare con la borsa.
“Vattene
Sofia!”
mi disse con voce aggravata dalla trasformazione.
I suoi occhi gialli di lupo attraversati da gocce di
sangue. Si rialzò e ricominciò a combattere. Le mie mani ricaddero
nella borsa.
“Sono
inutile...che cosa dovrei fare?”
mi chiesi,avvertendo la paura farmi tremare.
Non potevo essere d'aiuto.
“No.”
mi dissi decisa rialzandomi.
Cominciai a correre ai lati della battaglia,nel bosco,da
cui provenivano ruggiti e boati. Dovetti fermarmi per evitare di
cadere su mio padre che era stato scagliato nella mia direzione. Lo
vidi rialzarsi,ma non prestò attenzione a me. Ghignava.
“E'
tutto quello che sei capace di fare Chaz? Non credevo fossi una tale
schiappa!”
ruggì mentre si lanciava di nuovo verso il suo avversario.
Con il fiato corto ripresi a correre. Scavalcai delle
radici enormi e attraversai dei rovi graffiandomi i vestiti.
“Dove
sei?”
domandai al vento.
Derek doveva essere nei paraggi,per forza. Non poteva
essere altrimenti. Non volevo che fosse altrimenti.
Mi abbassai per schivare un ramo basso e misi i piedi su
una radice che mi fece scivolare. Caddi,ma mi rialzai velocemente.
“Dove
sei!??”
continuai a pensare.
I ruggiti si intensificarono. Vidi a qualche metro di
distanza il nonno combattere con la grossa bestia. Chi diavolo era? E
perchè il nonno si ostinava a restare della sua solita forma? Perchè
non si trasformava? Ripresi a muovermi,portandomi di nuovo la mano al
petto e stringendo forte. Non mi sentivo bene per niente. Pensavo di
stare per morire. Ma non dovevo arrendermi.
“Dove
sei,Derek??”
alzai la voce dando sfogo ai miei pensieri.
Mi fermai sentendo un lieve gemito. Mi voltai da ogni
parte per vedere da dove provenisse. Ma non vedevo nulla. Non potevo
essermelo immaginato. Mi voltai per ricominciare a correre e lo
sentii di nuovo.
“A
destra Sofia!” sentii come una
voce familiare nella mia testa.
Avrei giurato fosse quella di Seth,ma sapevo che non
poteva essere così.
Ripresi a correre verso quella direzione. I rovi erano
davvero fitti e mi feci male attraversandoli,ma non mi importava.
Scostai l'ultimo cespuglio imprecando e mi bloccai. Ai
piedi di un enorme quercia c'era Derek. Gli occhi chiusi. Accasciato
semi seduto ai piedi dell'albero. Non c'era aria per me in quel
momento che potesse riempire i miei polmoni. Inspiravo,ma era come se
l'ossigeno non passasse. Mi avvicinai cauta e con una lentezza
esasperante. La mano sempre arpionata al mio petto,che si alzava e si
abbassava famelico di aria.
Con pochi passi fui vicino a lui.
“Respira?”
mi chiesi.
Ma i miei occhi guardavano le sue ferite. Guardavano la
bocca chiusa rigata ai lati da rivoli di sangue secco che era colato
fino al collo. E la mia mente non poté non associarlo a Seth. Le
lacrime caddero copiose,senza il minimo preavviso. Mi avvicinai di
più. Un braccio era piegato sul fianco e ricadeva debolmente in
mezzo alle sue gambe. E il torace...
“RESPIRA?”
mi chiese ancora la mia testa.
Mi lasciai cadere sulle ginocchia. Non respirava.
“No...no...no!”
pensai.
Derek era morto? Le mie labbra tremarono.
“D-Derek...”
e singhiozzai.
Chiusi gli occhi.
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Capitolo 20 *** Never Back Down ***
20 - Forza D'animo
[Ma ciao a tuttiiiiiii!! Si
arieccoci. Non avrete mica pensato che vi avrei lasciati così,vero?
Naaaaa...non avrei mai potuto farlo. Sofia sta per dimostrare a tutti
e anche a se stessa ciò che vale. E' una guaritrice e una
lottatrice,anche se non è molto convinta. Succederanno molte
cose...state pronti! P.s. Reaperangels grazie
per la tua presenza e per le tue recensioni!!! E come al solito
ENJOOOOOOOOOYYYYYYYY!!!!]
CAPITOLO
20 – NEVER BACK DOWN
“Smettila
di piangere e agisci!”
riaprii gli occhi scossa dalla mia coscienza che inspiegabilmente
aveva preso la voce di Seth in prestito.
Gli misi due dita al collo per controllare il battito.
Chiusi gli occhi. Percepii qualcosa,non ero sicura.
Tremavo. Cavolo se tremavo. E come se non bastasse le
lacrime mi offuscavano la vista. Feci appello ad ogni piccolo
rimasuglio di coraggio che mi era rimasto dopo essere entrata nel
bosco,e inspirai.
Lo trascinai vicino a me facendolo stendere e cominciai
la rianimazione. Ero una guaritrice,cavolo! E anche una delle
migliori,lo avrei riportato lì e poi lo avrei ucciso per avermi
fatto preoccupare così tanto. Cominciai a comprimergli il torace a
ripetizione quasi ringhiando tra un singhiozzo e l'altro.
“Uno,due,tre,quattro,cinque.”
mi fermai e posai la mia bocca sulla sua per dargli la mia aria.
Che cosa inspiegabilmente meravigliosa sarebbe stata
se,come nelle fiabe,il mio bacio lo avesse riportato da me. E invece
niente. Era ancora inerte,sulla neve,e odiavo il fatto che il suo
viso sembrasse così tranquillo. Io,ormai persa la calma da un bel
pezzo,ero al limite.
Notai che le mie lacrime gli erano finite sulle guance a
quel contatto,ma non mi fermai. Unii di nuovo le mani sul suo petto e
ricominciai.
“Non
ti azzardare...”
pensai con rabbia e dolore.
Per la seconda volta riempii di aria i suoi polmoni e
vidi il suo torace alzarsi.
Posai le dita al suo collo,e questa volta sentii un
battito,debole ma c'era. Ripresi le compressioni,con più decisione.
Sarebbe stato tutto più facile se lo avessi potuto portare a casa,ma
eravamo nel bel mezzo di una guerra,ed era escluso che potessi
trascinarlo via da lì senza farmi vedere. Avrei voluto che fosse
possibile.
“Non
sei morto,mi hai sentita?” gli
urlai con tutto il fiato che avevo in corpo “NON SEI
MORTO!”.
Soffiai per l'ennesima volta aria nei suoi polmoni,mi
separai dalla sua bocca e gli presi le guance tra le mani ormai
ghiacciate. I miei occhi si spostavano dalla sua bocca alla sua
fronte,dalle sue guance al suo mento,fino ad arrivare al collo. Gli
accarezzai una guancia,facendo scorrere il pollice sulle sue labbra.
Se si fosse mosso anche solo di pochissimo lo avrei visto. Avvicinai
l'orecchio alla sua bocca,tenendo lo sguardo sul suo petto. Attesi,ma
non ricevetti alcun segno.
Ricominciai. Le mie lacrime gli bagnarono la faccia
ancora. Volevo morire. Ero una guaritrice,e non riuscivo a
rianimarlo? Ero davvero così inutile?
Non avevo la forza dei lupi per sostenere una battaglia.
Né i sensi sviluppati per percepire un bel niente. E adesso
cominciavo a dubitare anche delle mie capacità di medico. Ma lui non
era morto. No,perchè avevo sentito il suo cuore combattere con
quell'unico piccolo battito,e non lo avrei abbandonato,mai. Eppure
non stava succedendo nulla.
Mi fermai. Le mie mani si strinsero al mio petto,non
riuscivo a respirare. Il dolore era atroce e insopportabile. Abbassai
la testa e chiusi gli occhi cercando di calmarmi. Sentivo una rabbia
famelica aggirarsi dentro di me,per tutto quello che stava
succedendo. Per i miei zii,per Seth,per Derek. Stavo impazzendo? Non
riuscivo davvero a calmarmi? No. Dovevo riprendermi.
Attesi cinque soli piccolissimi secondi. Tanti gliene
diedi al mio panico per dissolversi almeno un po'. Inspirai ed
espirai un paio di volte lentamente per controllarmi e ricacciare via
quella sensazione potente di malessere ma anche di qualcos'altro. In
un modo quasi terrificante,quella rabbia mi stava dando forza.
“Dannazione
Derek!” gli inveii contro.
Unii nuovamente le mani e ricominciai a contare.
Mentre agivo,la mia mente ripensava a Seth. E mi
maledicevo per questo,perchè non era il momento. Mi sarei fatta
prendere dalla tristezza e il panico mi avrebbe divorata fino a farmi
morire. La rabbia per averlo trovato abbandonato e dilaniato sulla
neve,mi stava facendo impazzire. Procedetti con le compressioni
incanalando quelle emozioni nelle mie mani,e chiusi gli occhi
stringendo i denti.
“Sette,Otto,Nove,Die...”
il mio conteggio si fermò quando Derek sbarrò gli occhi.
Dovetti allontanarmi da lui quando scattò a sedere come
un lampo. Ansimava e con dei rumorosi colpi di tosse cercava di
riprendere il giusto controllo sulla sua respirazione.
Con un bisogno spasmodico di capire dove si
trovasse,voltava la testa a destra e a sinistra impaurito.
Abbassando lo sguardo si guardò i tagli che
percorrevano i suoi indumenti come se non si ricordasse come se li
fosse fatti. Passò una mano sul suo fianco e sul petto.
Alzò lo sguardo e le sue pupille si restrinsero a
contatto con la luce del cielo. Fece una lieve smorfia sofferente e
chiuse gli occhi.
Io intanto tremavo e ansimavo. Piangevo e il mio cuore
stava per uscirmi fuori dal petto.
Gli sfiorai un braccio e mi accorsi che non stavo
sognando. Ci ero davvero riuscita. Derek era vivo,mal concio,ma vivo
e respirava. La mia mano si arpionò al suo bicipite,mentre cercavo
di rallentare le lacrime e i tremori,senza successo.
“Hai
visto? Non sei inutile Sofia...”
di nuovo quella vocina tanto simile al mio Seth.
Alla fine Derek si accorse di me e mi guardò anche lui
con il fiatone e gli occhi sbarrati.
“Sof...”
non finì di chiamare il mio nome.
Lo abbracciai,gravandogli completamente addosso finendo
per trascinarlo di nuovo sulla neve. Non mi importava di niente.
Della neve,della battaglia,dei miei stupidi zii.
“Sei
vivo.” solo questo riuscivo a
pensare.
“Non
ti azzardare...n-non farlo mai più...non voglio perderti Derek!!”
gli urlai arpionata alla sua spalla.
Sentivo il suo fiato accelerato sfiorarmi il collo,e il
suo torace fremere a contatto con il mio. A fatica riuscì a
rimettersi a sedere,trascinandomi con lui. Non mi mossi di un
millimetro mentre gli accarezzavo la nuca e lo stringevo a me. Non lo
avrei lasciato. Non di nuovo.
Il suo braccio si posò sulla mia schiena e cominciò a
rilassarsi leggermente. I suoi occhi si chiusero e lo sentii prendere
un bel respiro del mio odore. Stava cercando di calmarsi e stava
usando me per farlo.
“Sono
qui. Sono qui Derek....” non
riuscii a dirlo ma era quello che avrei voluto dirgli.
“Stai
bene?”
mi chiese.
Io mi allontanai un istante da lui per guardarlo negli
occhi confusa. Le mie sopracciglia si alzarono per la sorpresa di
quella domanda e sbottai in una risata sommessa e piena di sorpresa.
“T-tu
sei quasi morto,e chiedi a me se sto bene?”
gli dissi.
Non riuscivo a credere che si stesse davvero
preoccupando per me. Gli accarezzai una guancia scuotendo la testa
quasi commossa.
Ci guardammo per un momento che sembrò durare anni.
Spostai lo sguardo sulle sue labbra e lo baciai. Quanto mi era
mancato quel contatto? Adesso era ancora più necessario,triste e
pieno di...amore? Era amore? Possibile che io mi fossi così persa in
questa persona da provare addirittura amore? Si,decisamente. E lo
volevo,volevo quel ragazzo così tanto che sentivo di poter morire se
non fossi riuscita a salvarlo. Quel bacio gli stava raccontando tutto
quello che avevo provato e che stavo provando in quel momento,e lo
capivo da come lui mi stringeva. Sfiorava delicatamente la mia nuca
con una mano,attento,quasi avesse paura che fossi fatta di cristallo.
Ed era buffo,ma mi sentivo proprio così. L'altra mano era ferma al
mio fianco,con il pollice mi accarezzava,come a volermi rassicurare.
Io d'altro canto tenevo le mani posate sul suo petto,arpionate al
colletto della sua giacca.
Era amore,ne ero certa. Ma anche
panico,preoccupazione,ansia. Era ridotto uno straccio ma era vivo.
“Sei
stata brava Sofia.”
sentii ancora la mia testa parlare con la voce di Seth,e lo
ringraziai.
Con gli occhi chiusi ci coccolammo in quel contatto. Mi
separai da lui solo per mettere la mia fronte sulla sua.
“Grazie...”
gli dissi prima che potesse essere lui a dirlo.
Ovviamente si scostò da me mi guardò confuso. Sbatté
un paio di volte gli occhi incredulo.
“Per
cosa?”
mi chiese alla fine.
“Per
non essere morto anche tu...”
dissi abbassando lo sguardo.
Lui sorrise e mi asciugò una lacrima ferma sulla
guancia. Sorprendentemente era rimasta sola,perchè i miei occhi
avevano deciso di chiudere i rubinetti.
Lo aiutai a rialzarsi e come fummo di nuovo in piedi lo
vidi spostare lo sguardo al terreno.
“Seth?”
mi chiese triste.
“Se
fossi arrivata in tempo...forse...”
gli confidai gesticolando e infilandomi poi le mani tra i capelli per
sistemarli.
“No.
Quando sono arrivato era già troppo tardi...mio zio..”
disse lui.
“Aspetta...”
lo
interruppi mentre facevo un collegamento con la bestiaccia che
combatteva con il nostro Alpha
“E' tuo zio,quell'animale gigantesco che sta combattendo contro il
nonno?”
gli chiesi incredula.
Lui mi fece cenno di si e io rimasi senza parole. Se
davvero quel mostro era Peter,quale possibilità avevamo contro di
lui?
“Solo
il nonno può fare qualcosa.”
pensai.
Voltai lo sguardo verso il centro del bosco,dopo aver
sentito un boato. I suoni della battaglia si stavano facendo sempre
più forti. I ruggiti dei partecipanti erano incredibilmente potenti
e spaventosi. Non avrei mai pensato di poterli sentire. A quei
livelli non erano mai arrivati,ma comunque non ce n'era mai stata
davvero l'esigenza. I miei pensieri andarono ai miei zii. Possibile
che avessero voluto davvero spodestare il nonno? E poi cosa?
Sarebbero stati al servizio di Peter per il resto della loro vita?
Senza una famiglia che gli guardava le spalle. Un branco senza il
branco. Solo semplicemente asserviti ad un capo subdolo e cattivo che
pensa solo al proprio tornaconto. Quanto ci avrebbe messo Peter a
uccidere anche loro? Perchè se era davvero quello che pensavo,si
sarebbe stancato molto velocemente di loro.
Tornai a guardare Derek. Come me si era immerso in quei
rumori e di tanto in tanto i suoi occhi si spostavano al terreno per
muoversi rapidi come se stesse cercando di immaginarsi quello che
stava succedendo. Notai che le sue ferite si erano rimarginate.
“Di
già?”
pensai aggrottando le sopracciglia.
Passai la mano sui brandelli della sua
maglietta,divenuta ormai un mero scudo per il suo fianco,e che
lasciavano intravedere il suo petto. Infilai le dita tra le grosse
fessure nella stoffa e sfiorai la sua pelle. Niente. Era
completamente guarito.
Lui ovviamente notò il mio gesto e sorrise.
“E'
merito tuo.” mi disse
guadagnandosi il mio sguardo sorpreso.
“Che
vuoi dire?” chiesi.
Mi prese una mano e ne accarezzò il dorso con un
pollice.
“Per
tanti,tantissimi anni ho lasciato che la rabbia fosse la mia unica
fonte di forza. Che fosse tutto ciò che mi spingeva a fare qualsiasi
cosa. Era la mia ancora...”
spiegò “Ma,adesso so che c'è qualcosa di ancora più
potente. Qualcosa in grado di distruggere qualsiasi cosa.”.
Si portò la mia mano alla bocca e ne baciò il palmo.
Sentii dei brividi percorrermi la schiena. Stavo arrossendo,non
potevo guardarmi ma sapevo che era così.
“Io...credo
di provarlo per te. Ed è grazie a questo che sono vivo,e che le mie
ferite sono già guarite...sei tu la mia ancora adesso.”
disse abbassando la mano e stringendola forte.
I suoi occhi erano sicuri anche se un piccolissimo
sprazzo di incredulità tradiva la sua voce. Probabilmente non si era
mai aperto così con qualcuno e anche lui ne era sorpreso.
“Cosa?”
chiesi con voce spezzata dalla sorpresa.
Sapevo
che l'ancora è qualcosa,un ricordo o un emozione che tiene legato
l'essere umano al lupo. Per fare in modo che la parte istintiva del
lupo mannaro non prenda il sopravvento su quella umana,l'ancora deve
agire come un freno,appunto. Così come succede alle navi. Spesso è
anche il motivo per cui i lupi combattono o grazie alla quale
riescono a fermarsi quando vengono colti dalla frenesia della luna
piena.
E
adesso lui stava dicendo che ero diventata questo per lui. Un punto
di forza contraria alla rabbia cieca che lo perseguitava da tanto
tempo e che lo aveva guidato fino a quel punto.
“Sono
la sua ancora.”
pensai.
Sorrisi
e abbassai lo sguardo.
“L'ho
capito quando sei caduta nel lago.”
riprese “Il dolore che ho sentito quando ti ho vista lì
sotto...e quando mi sei svenuta tra le braccia...”
con due dita mi alzò il mento “Sofia,io...solo una volta
ho provato una cosa del genere...ma sono più che certo che se ti
fosse successo qualcosa,questa volta sarei morto...”.
Rimasi
a fissarlo negli occhi. Era incredibile ma era esattamente quello che
avevo provato io poco prima. Ora i suoi occhi si erano fatti tristi e
malinconici. Sembrava come se si stesse immaginando qualcosa di
terribile. Allungai una mano per posarla sulla sua guancia e gli
sorrisi.
Lui
si avvicinò e mi baciò. Un bacio casto,a stampo pieno di sentimento
e dolcezza che durò poco più di qualche secondo. Chiusi gli occhi e
li tenni chiusi anche dopo che lui si era allontanato.
“Io...credo...o
forse,no...ma...” cominciò a
balbettare goffo e in imbarazzo.
Riaprii
gli occhi e lo vidi arrossire. Sapevo cosa voleva dire. Annuii
sorridendogli.
Cambiò espressione in un attimo,allarmato e
preoccupato. In un attimo era serio e stava andando in
iperventilazione. Lo guardai confusa cercando di incrociare i suoi
occhi senza successo.
Prima che potessi dire o fare qualcosa si mise davanti a
me allungando un braccio per difendermi.
“Ma
che bella scenetta.”
disse quella che riconobbi essere Alex.
In
una frazione di secondo mi si gelò il sangue nelle vene. La mia
tensione era quasi palpabile e sapevo,dal modo in cui teneva il suo
braccio davanti a me,che Derek se ne era accorto.
Cosa
ci faceva lì?
“Domanda
stupida Sofia.”
mi dissi.
Se
c'era una persona che poteva condividere la follia dello zio di
Derek,quella era mia cugina. Non era cambiata per niente. Forse aveva
solo i capelli più lunghi,ma era esattamente la stessa persona di
qualche anno prima. Lo scintillio nei suoi occhi era lo
stesso:omicida e delirante di un killer.
Si stava avvicinando dalla stessa direzione dalla quale
ero arrivata io cercando Derek.
“Se
non sbaglio avevo detto al funerale di una delle due,no? Sono venuta
a mantenere la promessa...cugina.”
disse lei ghignando e si lanciò all'attacco.
Non
capivo come era successo ma mi ritrovai in un attimo a parecchi metri
da Derek e Alex. Ero ai piedi di un grosso albero e mi doleva
parecchio il braccio sinistro. Cercai di tirarmi su e trovai subito
il colpevole del dolore. Un ramoscello aveva pensato bene di
conficcarsi poco più in basso della spalla.
Mi
alzai con facilità e lo estrassi velocemente senza pensarci. Tenni
una mano premuta su quel punto e chiusi gli occhi come per attutire
il dolore,che ovviamente non cessò.
Cercai
con lo sguardo Derek e lo trovai impegnato in un combattimento
brutale con mia cugina. Erano trasformati e lottavano famelici.
Vidi
Alex colpire ripetutamente Derek con i suoi artigli,mentre il ragazzo
parava e velocemente indietreggiava.
Pensai
di andare lì per aiutarlo,ma sarei stata solo d'intralcio.
“Non
è te che voglio,Derek!”
gli ringhiò mia cugina.
Si
fermarono uno di fronte all'altro. Il più vicino a me era Derek che
mi dava le spalle. Le ringhiò.
“Non
ti permetterò di avvicinarti a lei.”
le rispose lui lanciandosi di nuovo all'attacco.
Alex
era forte,anche troppo e sapevo che stava trattenendo i suoi colpi.
Non doveva ucciderlo. O almeno era quello che mi dava a pensare.
Probabilmente Peter voleva Derek vivo per 'arruolarlo',ma forse ci
sarebbe riuscito se il ragazzo non avesse mai saputo la verità. Ma
ora era tutto diverso.
Mia
cugina colpiva a ripetizione,lanciandolo spesso a terra per cercare
di tramortirlo,ma senza successo.
Ogni
volta Derek si rialzava,guardava verso di me. Quando lo vedevo a
terra il mio corpo si muoveva da solo,facendo un passo verso di lui.
Ma poi venivo bloccata dal suo sguardo di supplica,che mi diceva di
stare ferma,che era tutto okay.
Non
sfuggiva di certo ad Alex,il nostro scambio di sguardi,e ogni volta
si lanciava di nuovo come una furia contro il suo avversario.
Ghignava,rideva
con cattiveria ed ero sicura che se Peter gli avesse dato carta
bianca,lo avrebbe ucciso. Perchè era questo quello che era: un
killer.
“Peter
ha dei progetti per te,Derek. Smettila di metterti in mezzo o sarò
costretta ad ucciderti.”
disse afferrandolo alla gola con la mano artigliata.
Con
facilità Derek si liberò,caricò un colpo e la ferì gravemente
alla faccia. Alex urlò dal dolore e si scostò da lui con un balzo
all'indietro. Teneva una mano sull'occhio sinistro. Il segno di
quattro artigli le partiva dalla tempia sinistra,finendo al lato
della bocca. Le aveva cecato un occhio.
“Io
dico che sarai tu a morire se ti avvicinerai a lei.”
disse lui minaccioso.
Alex
lo guardò con il volto grondante di sangue. I capelli le si erano
appiccicati sul viso bagnato. Ma più che dolorante sembrava furiosa.
Si lanciò all'attacco cercando di ferire Derek allo stesso modo,ma
senza riuscirci. Derek l'afferrò per un braccio e la lanciò via.
Non si fermò,le corse dietro e come fu abbastanza vicino le diede un
possente pugno allo stomaco. Lei tossì un paio di volte e,senza
pensarci su,gli diede una testata sul naso. Derek indietreggiò con
una smorfia di dolore. Alex restituì il colpo ricevuto ma lo prese
di nuovo in piena faccia,facendolo rotolare sulla neve.
Io
sobbalzai e feci nuovamente un passo verso di lui. Mi bloccai quando
lo vidi restare a terra.
“Alzati.”
gridai nella mia mente.
Alex
andò verso di lui e lo afferrò per i capelli costringendolo in
ginocchio. Derek la ferì nuovamente al fianco con un'artigliata e
lei mollò la presa facendo qualche passo indietro. Non mostrò alcun
tipo di emozione,se non una strana euforia.
“Ci
sta giocando...”
capii all'improvviso.
Il
suo scopo era quello di stancarlo al punto di non essere più in
grado di muoversi,per poi prendere me.
Derek
si alzò e le si scagliò di nuovo contro ruggendole. Ricominciarono
a colpirsi a vicenda. Derek finì nuovamente a terra e prendendo un
mucchio di neve,lo tirò sull'occhio sano di Alex. Lei
accecata,indietreggiò ma non riuscì ad evitare il calcio laterale
del ragazzo. Finì a terra tra la neve. Derek,ansimante,voltò lo
sguardo verso di me. Lo vidi cambiare espressione e venire verso di
me. Mi prese il braccio ferito.
“Stai
bene?”
mi chiese.
Non
potei rispondergli,perchè Alex era arrivata a noi e,preso Derek alle
spalle,lo aveva colpito con gli artigli alla schiena. Derek rotolò a
terra lamentandosi.
Alex
si guardò gli artigli con un sorriso malvagio e si leccò le dita
intrise di sangue.
“Sarebbe
meglio se tu non lo distraessi,Sofia. Non vorrei ucciderlo per
sbaglio.”
disse avvicinandosi a me.
Guardai
Derek in cerca di aiuto,mentre lui cercava di rimettersi in piedi a
fatica. Dovevo prendere tempo.
“Vuoi
me? Forza allora.”
dissi convinta.
Mi
misi in posizione di attacco aspettando che si facesse avanti,e
invece sbottò in una fragorosa risata.
“Devi
aver perso la ragione cugina. Evidentemente prima ti ho colpita
troppo forte!”
si avvicinò.
“Ah,quindi
è stata lei...”
pensai al mio braccio ferito.
“Cos'è,hai
paura di me?”
la sfidai.
Il
suo sguardo cambiò di colpo. Si fece seria come se avessi ferito il
suo orgoglio. Si lanciò verso di me tentando di colpire il mio
fianco. Parai il suo affondo come mi aveva insegnato Seth,e roteando
su me stessa l'afferrai per il braccio e la scaraventai al suolo.
Lei
impressionata si rialzò e mi sorrise.
“Non
male...”
disse mentre si scagliava nuovamente verso di me.
Mi
colpì con estrema velocità alla faccia con una gomitata.
Indietreggiai ma senza cadere. La borsa al mio fianco ciondolò.
“Non
è così che la batterai Sofia.”
di nuovo la voce di Seth.
Attesi
che si facesse di nuovo avanti e schivai l'attacco con facilità.
Sferrò un calcio,due. Un'artigliata. Girò su se stessa tirandomi un
calcio rovesciato. Poi si abbassò per spazzarmi le gambe e buttarmi
a terra. Io saltai e evitai il suo colpo. Mi ferì ad una coscia con
gli artigli e gridai inginocchiandomi.
“Ancora
un po'...”
pensai mentre cercavo di allontanarla da Derek.
Quando
fui abbastanza lontana,mi scagliai verso di lei urlando rabbiosa.
Notai la sua sorpresa. Di certo non si aspettava che l'attaccassi
io,ma avevo un asso nella manica,o meglio una bottiglietta di
estratto di aconito.
Mi
abbassai per schivare un montante,e risollevandomi le diedi un pugno
in faccia facendo rompere la bottiglietta nella mia mano. Avvertii le
scosse di dolore del vetro che penetrava il mio palmo ma non mi
fermai. A contatto con quell'acqua tossica cominciò ad urlare di
dolore e si lanciò a terra.
La
guardai rotolare quasi isterica sulla neve e passarsi le mani sulla
faccia.
“Maledetta
stronza!”
mi gridò ma senza alzarsi.
Ansimavo
per la lotta,ma cercai di stabilizzare il respiro. Ero riuscita a
colpirla,a discapito di una mano. Dei piccoli pezzi di vetro erano
ben visibili sulla mia mano e il sangue colava lungo le mie dita fino
a macchiare il manto bianco che ricopriva la terra. Mi voltai verso
Derek che era riuscito a rimettersi in piedi. Corsi verso di lui.
“Questo
la rallenterà e l'indebolirà.”
gli dissi mentre cercavo di capire il suo stato.
Mi
bloccò le mani e mi gettò a terra. Grazie a lui schivai l'attacco
di Alex,che però aveva trovato Derek. Sfilò gli artigli dalla sua
spalla guardandolo inginocchiarsi.
“Derek!”
gridai.
“Smettila
di metterti in mezzo!”
gli urlò lei.
Lo
prese per la gola e lo sollevò.
“Peter
dovrà fare a meno di te.”
disse.
Nei
suoi occhi riuscii a vedere le sue intenzioni,così come anche Derek
che cercò di sottrarsi a quella morsa. Artigliò nuovamente il
fianco ferito della ragazza,che però non diede cenno di
cedimento,anzi la sua morsa sulla gola di Derek si intensificò. Con
una mano nel fianco di Alex,e una sul polso della ragazza cercò di
farle allentare la presa. Io mi gettai verso di loro ma Alex mi buttò
a terra con un manrovescio.
Mi
rialzai guardando Derek che cominciava a mollare la presa,ormai senza
fiato.
Alex
stava vincendo e io non potevo fare nulla.
Dei
ruggiti mi scossero e vidi Matt e Mark sbucare dalla foresta e
atterrare Alex. Derek fu libero e cominciò a tossire per riprendere
fiato. Mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla schiena.
“Non
ti azzardare mai più a toccare mio fratello!”
ringhiò Matt contro la faccia di Alex.
Mark
era rimasto davanti a me e Derek per proteggerci. Voltò lo sguardo
verso di noi e ci sorrise.
“Non
vi possiamo lasciare soli un attimo,eh piccioncini?”
disse con un sorriso sornione.
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Capitolo 21 *** Potere ***
21 - Potere
[Ehilààààààà!!! Ma ciao a
tutti! Eh si,non me lo dite,sono una persona orribile,lo so. E'
passato davvero molto dall'ultimo aggiornamento,ma purtroppo
l'ispirazione aveva deciso di abbandonarmi. Ho passato parecchio
tempo a fare ricerche su ricerche e non riuscivo a venirne a capo.
Avevo un'altra idea in mente per questo capitolo,e sinceramente non
so quanto sarebbe piaciuta. Fortunatamente ho avuto degli ottimi
consiglieri che mi hanno aiutata a mettere un po' di ordine alle mie
idee. Una parte di quello che ho scritto è una cosa molto
personale,che non vi svelerò! Ahahaha niente di così segreto,ma
questo capitolo mi ha presa parecchio,anche se non sono molto
convinta di come mi sia uscito. Fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie
a tutti quelli che mi seguono e leggono. Purtroppo ci stiamo avviando
al finale. Come al solito non mi resta da dirvi che
ENJOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOYYYYYYYYY!!!!!]
CAPITOLO
21 – POTERE
Con una presa ferrea,Matt teneva in scacco Alex per la
gola,mentre entrambi ansimavano. Mark era ancora ferito al braccio,ma
la guarigione era già in atto e stava lentamente rimarginando lo
squarcio. Io ero piombata al fianco di Derek per sincerarmi delle sue
condizioni. Gli misi una mano sulla spalla,ma lui sembrava non
avvertire la mia presenza. Si era bloccato non appena aveva sentito
Matt. In qualche modo le sue parole lo avevano sconvolto.
“Fratello?
Ma per favore. Lui non è il tuo sangue...”
disse lei con voce strozzata dalla morsa del cugino.
Matt ghignò.
“La
famiglia non è una questione di sangue,cugina.”
disse lui piegandosi e arrivandole a brutto muso.
Lei sembrò infastidita da quelle parole. Con uno scatto
improvviso gli arpionò il fianco e,approfittando della sorpresa di
Matt,ribaltò le loro posizioni. Ora era lei a gravare su un Matt
impossibilitato a muoversi. Alex rise e la sua faccia cambiò,ora era
completamente trasformata.
“Sei
il solito ingenuo,cugino.”
disse lei stringendo pericolosamente il suo collo.
La sua giacca blu cominciava a diventare lentamente più
scura dove lei lo aveva colpito. Cercò di fare leva sulle gambe per
sottrarsi a quella presa,ma senza riuscirci.
Mark allora si lanciò su di lei,placcandola e finendo
insieme a lei sulla neve. L'afferrò per una gamba e la scagliò
lontano. Si mise tra lei e Matt,che lentamente stava riacquistando il
suo normale colorito.
Derek si alzò e andò verso Matt.
“Matt..”
disse cercando di aiutarlo.
“Si
si,lo so. Non sono tuo fratello...”
disse a malincuore rialzandosi dolorante.
Derek gli sorrise guadagnandosi un'occhiata incredula da
Matt.
Intanto Alex si era rialzata e aveva preso a combattere
contro Mark,che con tutte le sue forze rispondeva ad ogni affondo.
Incredibilmente se la stava cavando molto bene e senza
molte difficoltà,anche se lei era leggermente più rapida di lui.
Corsi velocemente verso Derek e Matt.
“Matt,stai
bene?” chiesi preoccupata.
“Come
sempre,sorellina..” non mi
guardò,prestando attenzione alla lotta.
Stava aspettando il momento giusto per aggiungersi a
Mark,seguendo con lo sguardo tutti i loro movimenti velocizzati dalla
trasformazione.
“Quand'è
diventato così forte?” mi
chiese tutto d'un tratto “Fino a ieri era uno dei
cuccioli...” incredulo.
“Bé...i
lupi cambiano molto con la maggiore età...dovresti saperlo Matt.”
rispose Derek.
“Inoltre
stanotte ci sarà la luna piena...”
aggiunsi io preoccupata “E' strano che non ve ne siate
accorti...”.
Matt mi guardò con sufficienza.
“Certo
che me ne sono accorto,ed è anche abbastanza difficile mantenere il
controllo se è per questo...”
rispose sbuffando “Perchè credi che sia trasformato?”
indicandosi la faccia con un gesto della mano.
Derek lo guardò confuso.
“Aspetta.
Non sai controllarti con la luna piena?”
chiese.
“Certo
che mi so controllare...”
rispose Matt per niente convinto “...più o meno...”
sospirò.
All'improvviso
Mark fu sbalzato via contro un albero. Matt a quel punto si staccò
da noi e intervenne in sua difesa cominciando a colpire Alex
ripetutamente.
Derek sembrò volersi aggiungere ma io lo bloccai.
“Aspetta.”
dissi.
“Sofia,devo
andare anche io.” mi disse
scostandomi la mano.
“Non
possiamo batterla in questo modo.”
aggiunsi.
Mi guardò storto.
“Ma
che dici? Ce la stiamo cavando piuttosto bene...”
disse indicando lo scontro.
“Ne
sei così sicuro? Guardala bene.”
gli dissi.
Alex era ferita. Cieca ad un occhio. Bruciata
dall'aconito. Ferite multiple da artigli e zanne,eppure sembrava non
avvertire né il dolore né la stanchezza. Attaccava come se fosse in
piena forma,mentre noi avvertivamo ogni singolo colpo e ferita che ci
infliggeva.
“C'è
qualcosa che non va.” rispose
alla fine aggrottando le sopracciglia.
“Esatto.
Ed è strano anche che la lotta contro i miei zii si stia prolungando
così tanto.” dissi
armeggiando con la chiusura lampo della mia borsa “Mio
padre è molto più forte di zio Chaz,li ho già visti combattere.
Eppure stanno ancora lottando...”
.
Intanto Matt e Mark,ripresosi dal volo contro
l'albero,stavano affrontando Alex come due furie.
Sincronizzati come se fossero nati per combattere fianco
a fianco,colpivano l'avversaria con estrema precisione. Quando Mark
la colpiva al volto,Matt era subito lì a colpirla all'addome. Poi
interveniva di nuovo il minore con una presa,che la faceva volare
oltre le loro teste per poi finire dritta sulla neve. Ma come se
niente fosse si rialzava e riprendeva a colpire i due ragazzi.
Matt venne atterrato con un calcio preciso alle
gambe,poi Alex con forza lo colpì al volto ripetutamente. Fu
lanciata di nuovo lontano grazie all'intervento tempestivo di Mark.
Matt si mise carponi cercando di rialzarsi. Sputò sangue e si
tamponò uno zigomo spaccato e grondante di sangue.
“Ehi
cugina...non sarai amica del Dottor Banner?”
disse Matt abbozzando un sorriso.
Mark chiuse gli occhi incredulo a quella battuta.
“Cugino,ti
sembra questo il momento?”
disse spazientito tenendosi una mano sul fianco ferito.
“Era
per chiedere...non trovo altre spiegazioni...”
ammise Matt.
Alex si sollevò da terra e ridacchiò.
“Mi
sto proprio divertendo.” si
guardò le unghie scintillanti di sangue “Peter aveva
proprio ragione... così è più divertente.”
e si lanciò nuovamente all'attacco.
Matt e Mark si guardarono e ripartirono alla carica.
Io e Derek restammo dov'eravamo. Anche se lui avrebbe
voluto essere lì al fianco dei due ragazzi.
“Che
vuol dire che così è più divertente?”
mi chiesi pensando alle parole di mia cugina.
Poi l'illuminazione. Era tutto più chiaro ora.
Presi dalla borsa un diario. La copertina era di pelle
rossa con incisa un'enorme “B” stampata sopra. Tutto quello che
c'era da sapere su mia nonna era scritto lì dentro,di suo pugno. Una
testimonianza di quello che era e di come aveva vissuto. E di tutto
ciò che aveva incrociato il suo cammino.
Derek mi guardò perplesso.
“E
quello cos'è?” chiese.
Io lo tenni stretto tra le mani per un istante. Era solo
un diario,eppure ero sicura che emanasse un'aura particolare. Lo
avevo da quando avevo sette anni. A primo impatto sembrava un normale
diario,eppure ogni tanto,quando mi facevo forza per leggerne le
pagine era come se avvertisse la mia presenza e vibrasse. Da una
parte mi inquietava parecchio,dall'altra sembrava quasi calmarmi.
“La
'B' sta per Blanche. Era il cognome di mia nonna.”
dissi con voce tremula “E questo è il suo diario.”
.
“Perchè
lo tiri fuori ora?” disse
allarmato vedendo Mark imprigionato in una presa di Alex.
“Perchè
può aiutarci...” risposi.
Alex si bloccò dall'infliggere il colpo definitivo a
Mark e annusò l'aria. Chiuse gli occhi ed inspirò. Poi li riaprì e
guardò verso di me. Sembrava aver visto un fantasma. Si alzò e
cominciò a correre furiosa verso di me. Derek mi prese per un
braccio e mi posizionò dietro di lui.
“Resta
dietro di me!” mi urlò
bloccando l'avanzata di Alex.
Le loro mani erano unite ai lati dei loro volti e con
forza sovrumana,spingevano uno dalla parte dell'altra. Ringhiavano e
mostravano i canini.
“Togliti
di mezzo Derek!” gli urlò
lei spingendo di forza il ragazzo che lentamente indietreggiava nella
neve.
“Scordatelo!”
rispose lui ghignando “Sei trasalita quando hai sentito
il profumo di quel diario. Qualsiasi cosa sia,tu lo vuoi. E questo è
molto interessante.” rispose.
Intanto dall'altra parte della battaglia,il nonno era
alle prese con Peter. Apparentemente era uno scontro impari,perchè
il vecchio Alpha era ancora nella sua forma base. Ma anche così
Peter non riusciva a colpirlo,limitandosi a scagliare possenti
artigliate al paesaggio circostante,venendo schivato facilmente da
Franz.
“Sei
uno sciocco,Hale. Le forze con le cui stai giocando sono più forti
di quello che credi.” si
fermò il nonno.
Peter
non dava nessun cenno di volersi arrendere,e il fatto che Franz
continuasse a schivare i suoi affondi,senza mai contrattaccare,lo
rendeva più aggressivo. Fece un mezzo ghigno contro il suo
avversario e mostrò i denti.
“Non
ti rendi conto di quello che hai messo in moto. Il vodoo non è un
gioco. So cosa hai fatto. Legare il tuo potere da Alpha al tuo
'branco'. Ti si ritorcerà contro!”
disse schivando di nuovo l'ennesimo attacco “Per di più
ti sei indebolito con questa condivisione. Cosa credevi di fare?”.
Peter
si allontanò e gemendo appena tornò umano. Ora il suo corpo era
rimpicciolito almeno della metà,nudo e vulnerabile al clima gelido e
agli attacchi. Cominciò a ridacchiare istericamente.
“Ma
ti sei sentito,vecchio? Hai solo paura di perdere! Quello che ho
fatto mi ha assicurato la vittoria. Perchè la tua famiglia non
riuscirà mai a contrastare il mio nuovo branco. E per ognuno di loro
che cadrà,sarà come se lo avessi ucciso io. Questa è la mia
vendetta!” sguainò zanne e
artigli.
“Non
hai idea di quanto sia forte la mia famiglia. Pensi che sia l'Alpha
il vero potere del branco? Ti sbagli di grosso. É il branco a fare
la forza dell'Alpha. E la mia famiglia ha un potere inimmaginabile!”
attaccò per la prima volta.
Peter
non riuscì a schivare l'artigliata,che gli ferì il fianco e lo
lanciò a terra. Cominciò a tremare. Ora il vecchio Alpha aveva
mutato la sua fisionomia. Il suo volto si era fatto più allungato a
seguito della mutazione. Dei peli grigi come i suoi capelli gli
contornavano il viso fino al mento,illuminato da zanne argentee. I
suoi artigli erano sguainati,con una colorazione molto particolare.
Neri all'attaccatura e argentati sulle estremità. Il tutto
contornato da un'aura densa e pericolosa che lo fece allontanare.
Sbarrò gli occhi mentre lo vedeva camminare a passo lento verso di
lui. I suoi occhi rossi puntati sul suo collo. Si era trasformato ed
era una visione terribile.
“T-tu
non puoi essere così forte! Com'è possibile?”
indietreggiò Peter.
“Tu
hai ferito la mia famiglia. L'hai divisa e minacciata. Hai tentato di
uccidere MIO 'nipote'. E adesso io ti ucciderò.”
gli ringhiò il nonno.
Tutto
ciò di umano che aveva sempre mostrato per anni al suo branco,ora
era stato divorato da una furia cieca. Adesso non doveva preoccuparsi
di farsi vedere da qualcuno. Non doveva preoccuparsi di mostrare quel
suo lato. Perchè chi aveva davanti doveva essere eliminato,così
come tutte le minacce che si erano mai palesate in quella città.
Sentiva il suo branco lottare e ciò gli dava una forza e una
sicurezza che mai aveva provato. Adesso doveva combattere. Un grido
disperato si levò nell'aria e lo fece scattare contro il suo
avversario,con rabbia incontrollata.
Il
campo di battaglia si era tinto di rosso. Tutto quello che ricordavo
era stata una fitta lancinante allo stomaco. E in un attimo ero a
terra,sola e senza forze. Alex era riuscita ad atterrare Derek e si
era scagliata verso di me. L'urlo atroce che aveva lanciato Matt mi
aveva terrorizzata. Adesso echeggiava nella mia mente senza che io
potessi fermarlo. Si erano lanciati tutti all'attacco. Li avevo
notati alle spalle di Alex mentre mi feriva. Ero crollata a terra
come un sacco di patate. Inerme. Senza oppormi a quell'affondo. Con
la sola immagine del ghigno di mia cugina che soddisfatta si guardava
la mano insanguinata.
Non
riuscivo a muovermi. A parlare. E respirare era diventato
insopportabile. Voltai la testa da un lato e vidi il diario di
nonna,a pochi centimetri di distanza. Avrei potuto afferrarlo. Ma la
mia volontà era a pezzi. Così come il mio corpo.
“Devi
muoverti. Stupido braccio,muoviti!”
cercai di ordinarmi.
Lentamente
spostai il braccio facendolo scivolare sulla neve. Finalmente riuscii
ad afferrare il mio obbiettivo. Ma come avrei potuto sollevarlo e
sfogliarlo. Non era una cosa realistica. Chiusi gli occhi e le
lacrime scesero. Stavo perdendo troppo sangue e non potevo farci
nulla.
Poi,un
dolce tepore mi invase,come un raggio di sole ti sorprende in una
passeggiata nel fitto bosco.
Era
bello,caldo e così rassicurante. Mi ci abbandonai completamente. E
in un attimo il diario comparve nella mia mente. Si aprì e le sue
pagine mi divennero chiare come se i miei occhi lo stessero guardando
davvero. Aggrottai la fronte. Nella mia mente cominciai a
sfogliarlo,mentre una voce tranquilla e familiare mi parlava.
“Sei cresciuta
così tanto,Sofia. Sei diventata la donna che mi aspettavo. Forte e
fiera,ma sempre con un cuore d'oro. Altruista. Ma soprattutto buona.
Sono così fiera di te.”
la voce mi fece tremare.
“N-Nonna?”
ecco spiegate le mie lacrime.
Il suo volto si palesò nella mia mente. Tutta la sua
persona apparve dietro a quel diario. Era lei che lo stava sfogliando
per me. Avrei voluto toccarle una mano. Avvicinarmi e abbracciarla.
“Le persone che
state affrontando...mi dispiace molto di ciò che è successo. Ma
sono qui per aiutarti. Tua cugina,sta usando un incantesimo molto
pericoloso. Il potere del suo Alpha si è legato alla sua anima. Non
c'è modo per poterlo spezzare. Ma non durerà per sempre. La Luna
piena è prossima. Il suo potere è molto più forte di qualsiasi
magia sia mai esistita. Dovrete sfruttare quel momento per poterla
neutralizzare.”
mi disse.
“Un incantesimo?
Nonna,non capisco...”
dissi.
“Viene chiamato
'Il Dono Dell'Alpha'. E' molto pericoloso,perchè se uno degli
individui legati venisse ucciso,morirebbero all'istante tutti quanti.
Ma se l'Alpha è abbastanza forte,il risultato sarà terribile. Una
forza immensa verrà condivisa,e gli attacchi di semplici Lupi non li
fermeranno. L'unico modo per fermarli è durante la Luna Piena.
Perchè il legame dei lupi con la Luna è più forte di qualsiasi
altro. E vi permetterà di sconfiggerli...”
disse passandomi una carezza sulla guancia.
“...e di non
ucciderli.”
completai il pensiero.
Non
volevo che nessuno morisse,ma non ero affatto daccordo. Mia cugina
meritava di morire. Allo stesso modo Peter,che si era macchiato le
mani più volte.
“Esatto Sofia. Noi
non uccidiamo. Se lo facessimo,come potremmo distinguerci da loro?”
mi disse sorridendomi.
“Ma Nonna...Peter
ha ucciso Seth...ha cercato di uccidere anche Derek. Lui merita di
morire! Così come Alex. Non posso...non puoi chiedermi di...”
non riuscivo a parlare.
“Non c'è
sconfitta peggiore per persone come loro,di essere risparmiati in
battaglia. Vivere con il pensiero di essere stati battuti e
risparmiati. Questo sarà la loro più grande vergogna. Fidati di me
Sofia.”
disse porgendomi la mano che poco prima era sulla mia guancia “Adesso
alzati,e combatti. Alzati e reagisci. Sei più forte di così. Io lo
so. L'ho visto quando sei nata. E ho continuato a vederlo fino a
oggi.”
sorrise ancora.
Poi
si fece seria e i suoi occhi divennero di un blu intenso. Quasi come
se fossero due piccolissimi specchi d'acqua.
“Nonna! I tuoi
occhi...”
non riuscivo a credere a ciò che avevo di fronte.
“Devi alzarti
Sofia. Vai e combatti.”
mi ripeté.
Sbarrai
gli occhi ansimando e mi accorsi di aver sognato. Potevo di nuovo
vedere il cielo,contornato dalle fronde verdi degli alberi. Una forza
immensa mi pervase. Nuova eppure così familiare. L'avevo provata già
altre volte. L''avevo scambiata per paura,per rabbia,per un semplice
attacco di panico. Ma adesso,mettendomi seduta sulla neve,e guardando
il mio corpo,sapevo cosa fosse. Adesso avevo capito. Le ferite non
c'erano più,solo il sangue era rimasto sulla mia pelle. Insieme a
brandelli di vestiti che penzolavano intrisi di un colore scarlatto.
Mi alzai scostando le mani dal mio ventre e vidi dei lucenti artigli
protendersi verso l'esterno. Guardai nuovamente il cielo e rimasi
senza fiato. La Luna Piena era arrivata. Rinata dopo aver acquisito
quell'ultimo spicchio che le mancava. E con lei ero rinata anche io.
|
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Capitolo 22 *** Conclusione ***
CAPITOLO 22 - Conclusione
[Sono una persona
orriiiiiiiibileeeeee!!!! Lo soooooo!! Per favore non mi uccidete! E'
passato talmente tanto dall'ultimo capitolo. L'ispirazione mi ha
mollato tutta insieme,e non avevo più voglia di continuare questa
storia. Ma oggi è successa una cosa molto bella,che mi ha fatto
riprendere a scrivere. Tutta di getto e senza ripensamenti. Non l'ho
nemmeno ricontrollata per eventuali errori o mancanze. Ma sono pronta
per il cazziatone...se me ne vorrete fare. Devo dire che verso la
fine ho avuto una strana voglia di farla finire in modo completamente
diverso,ma non potevo farvi questo. Poi lo capirete dopo aver letto.
Intanto,continuo a chiedervi perdono per il ritardissimo e vi auguro
una buona lettura. Il capitolo è corto,ma mi riprenderò con il
prossimo,che penso possa essere l'ultimo...o il penultimo. E
niente,per qualsiasi cosa fatemi sapere e come al solito
ENJOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOYYYYYYYYY!!!]
CAPITOLO
22 – CONCLUSIONE
Oh,come era piacevole quella sensazione. Chiusi gli
occhi più volte inspirando il dolce odore pungente della notte. Le
mie mani fremevano dalla voglia di affondarle nella carne dei miei
nemici,e le zanne,graffiandomi le labbra,bramavano il sangue. Come
potevo controllare quella voglia di sangue così acuta? Non potevo.
Non da sola almeno. Il mio corpo pareva muoversi da solo,avanzando
nella neve come se fosse solo un manto di nuvole soffici.
“Sofia. Non
lasciarti trasportare da queste nuove sensazioni. Puoi farcela.”
sentii nuovamente la voce calda della Nonna.
Come
un faro nella tempesta guidò il mio spirito affinché riuscisse ad
emergere dalle acque profonde dell'istinto. Istinto da lupo
ovviamente. E fu difficile. Sgranai gli occhi mettendo a fuoco
l'ambiente davanti a me,e il mio cuore quasi si fermò. Mark era
accasciato ai piedi di un albero,privo di conoscenza. Derek aveva
lottato con tutte le sue forze contro mia cugina,e stava cercando di
rialzarsi. I suoi occhi tradivano la sua furia,perché erano gonfi e
rossi,come se stessero per lacrimare. Non puntavano su di me,ma sul
suo nemico,che rideva beffardo facendogli un cenno con la mano di
attaccarla. Dietro di lei,e fu proprio quello a farmi tremare,Matt se
ne stava sdraiato nella neve. Immerso in quello che sembrava succo
d'uva. Rosso,troppo rosso.
“Matt?”
pensai. Ma non riuscii a proferire parola. Perchè stava fermo? Era
svenuto,non c'era dubbio. Non poteva essere altrimenti. Non volevo
che fosse altrimenti. Lo puntai cercando di capire meglio. Gli occhi
pieni di lacrime e rabbia. E fu in quell'istante che Alex mi notò. O
meglio,notò i miei artigli conficcati nel suo stomaco intenti a
dilaniarla. Il suo volto sorpreso e terrorizzato quasi mi fece venire
da ridere.
“S..Sofia?”
disse con un filo di voce.
Di
certo non se lo aspettava. Come non si aspettava che la lanciassi a
parecchi metri di distanza come fosse una piccola piuma d'oca. La
rabbia che avevo provato poco prima era solo un ricordo,rispetto alla
furia che mi controllava adesso. Doveva morire. Dovevo ucciderla. Ma
poi una mano mi afferrò per un braccio e voltandomi di
scatto,minacciosa,vidi Derek.
“Sei
viva...”
disse quasi sull'orlo del pianto.
Mi
abbracciò. “Che
sta facendo?”
pensai. Poi quel sentimento di rabbia omicida si allontanò
completamente. Mi stava trascinando verso il baratro e non stavo
facendo nulla per impedirglielo. Ma lui era lì. Lui mi aveva
abbracciata e mi aveva impedito di lanciarmi nel vuoto e di perdermi
per sempre. E d'un tratto le lacrime si riversarono sulle mie guance.
Tornai in me,maledicendo questa mia nuova forma che voleva prendere
il sopravvento.
“Sei...un lupo mannaro?”
mi disse scostandomi da lui quel tanto che bastava per guardarmi
dritto negli occhi.
“Mia
nonna..mi ha salvata...”
risposi quasi spaventandomi per il tono grave che aveva la mia voce.
Alex
intanto si era rialzata,questa volta con più fatica rispetto al
solito e mi guardava allibita.
“C..com'è
possibile? Ti avevo uccisa!”
mi urlò contro.
Il
solo suono della sua voce fu abbastanza per farmi abbandonare di
nuovo la mia mente,e lasciare che il lupo riemergesse. Derek lo notò
e si mise nuovamente davanti a me.
“Guardami
Sofia! Punta i tuoi occhi su di me! Non perdere il controllo. E' la
luna piena che ti fa quest'effetto. Puoi combatterla,sarà dura,ma so
che puoi farcela.”
mi disse scuotendomi per le spalle con una faccia preoccupata ma
determinata.
Sarebbe
stato facile dargli retta,e lo stavo facendo,ma Alex lo aveva
atterrato con un pugno al fianco,facendolo rotolare via. Il rumore
delle sue ossa che si rompevano e il suo urlo di dolore,impedì alle
parole che aveva pronunciato qualche secondo prima di fare effetto.
Mi lanciai come una furia su Alex. E il mio intento era quello di
ucciderla. Aveva ferito Derek,distrutto Mark e martoriato Matt,di cui
ancora non conoscevo le condizioni. L'atterrai con un singolo colpo.
Poi mi lanciai su di lei chiudendo i pugni e colpendola ripetutamente
in faccia.
“Come
puoi essere ancora viva! Dimmelo!”
cercò di liberarsi invana.
“Suppongo
che devo tutto a te. Ai tuoi artigli,cugina.”
risposi io ad un soffio dalla sua faccia.
Mi
sbalzò via con una ginocchiata al fianco,ma mi rialzai subito
caricandola nuovamente.
Mi
piaceva quella sensazione. Eccome se mi piaceva. Il sangue sulle
mani,tra le zanne,sulla neve e sui miei vestiti. Il sangue del mio
nemico.
“Sofia. Se ti
lasci andare a questo potere,perderai coscienza di te,e diventerai un
mostro.”
mia nonna nella mia testa cercava di farmi rinsavire.
Ormai
ero ad un punto di stallo. L'avevo in pugno con una mano artigliata
alla sua gola. Mi sarebbe bastato davvero poco per ucciderla. Dovevo
solo stringere un po' di più. Ma un suono mi distrasse dal muovermi.
Un suono che mi arrivò dritto al cuore. Me lo squarciò di netto e
si insinuò prepotente dentro di me. Un piccolo,minuscolo gemito.
Mollai la presa senza pensarci due volte. Il panico mi stava
assalendo di nuovo,e mi voltai in ogni direzione per capire da dove
venisse. Ma il mio udito non tardò ad indicarmi il posto giusto.
Veniva da Matt.
“E'
vivo!”
pensai correndo verso di lui.
Alex
si rialzò e mi intercettò. Corse anche lei verso Matt per dargli il
colpo di grazia. Derek intanto era riuscito a rimettersi in piedi e
stava cercando di raggiungerci. Io arrivai vicino a Matt,dandogli la
schiena e allargando gli artigli per difenderlo.
“Non
puoi fare nulla,piccola Sofia! Io vi ucciderò tutti!”
rideva. O meglio ghignava.
Mi
guardai intorno sentendo una forza immane crescermi dentro. Dovevo
darle libero sfogo o sarei esplosa,ma non sapevo come. Ma senza
pensare inspirai profondamente e rilasciai un ruggito talmente forte
e assordante che le mie stesse orecchie sembravano chiedermi pietà.
Alex
si bloccò accucciandosi a terra con le mani che stringevano le
tempie. Per lei era insopportabile quel rumore. E a quanto pareva
anche per Derek e Mark,che si era risvegliato proprio udendolo. Tutti
erano a terra a tapparsi le orecchie. Quando non ebbi più
fiato,crollai sulle ginocchia senza più energie. Gli occhi che mi
lacrimavano e il corpo che tremava. Mi voltai verso Matt cercando di
capire se fossi arrivata in tempo. Ma lui non si muoveva. Lo girai
sulla schiena e i miei occhi quasi non rimasero feriti dalla vista
dei tagli che ricoprivano il suo addome. E c'era sangue ovunque e
continuava a uscire e...
“SMETTILA
DI USCIRE!!!”
lo pensai.
Unii
le mani su quelle ferite cercando di tamponare al meglio che potessi.
Mi voltai a cercare la mia borsa,ma mi accorsi di non averla più a
tracolla. Alex doveva avermela strappata di dosso quando mi aveva
ferita poco prima.
“Matt?!?
Matt?”
lo chiamai cercando di svegliarlo.
Le
mie mani erano tornate normali e potevo notarlo dall'assenza degli
artigli.
Come
una furia arrivarono dalla foresta tutti i miei familiari. Allarmati
dal mio ruggito. Mamma,papà,Daniel,zia Charlotte e zio Phill. Zia
Charlotte ovviamente corse verso Mark buttandosi praticamente vicino
a lui cercando di capire le sue condizioni. Zio Phill invece,una
volta visto il figlio stare bene,andò da Derek,aiutandolo a
rialzarsi.
I
miei genitori e Daniel invece vennero tutti vicino a me,circondando
Matt.
“Matthew!”
mia madre urlò il suo nome cominciando a piangere. Papà era al suo
fianco che le cingeva le spalle con un braccio e faceva tutto quello
che era in suo potere per non crollare.
Daniel
era quello più silenzioso. Guardava Matt senza dire nulla. Solo il
suo respiro accelerato tradiva la sua calma apparente. Le mie mani
erano ancora sul petto di mio fratello. Non era morto. No. Lo sapevo.
Potevo ancora fare qualcosa.
“Papà...la
mia borsa è da qualche parte...ne ho bisogno...”
gli dissi con insicurezza.
“Sofia...”
rispose lui affranto.
Non
potevo guardarlo negli occhi,ma sapevo cosa volesse dire.
“Io
devo continuare a fare pressione! Mi serve la mia borsa! Adesso!”
quasi glielo ruggii contro.
E
non mi stupii più di tanto quando tutti e tre sobbalzarono
guardandomi. Dovevo essere nuovamente cambiata. E me ne accorsi dalle
zanne che mi ferivano le labbra. Mio padre e Daniel si alzarono
sorpresi indugiando un po' troppo a guardarmi. Si misero a cercare la
borsa. Mia madre invece stizzita dal mio sfogo di rabbia mi guardava
con le lacrime agli occhi cercando di capirci qualcosa.
“Eri
tu? Il ruggito che abbiamo sentito poco fa?”
chiese mantenendo un tono calmo.
Io
annuii. Evitando di dare fiato alla mia bocca. Non mi piacevano le
parole che ne uscivano quando ero trasformata. Colpa della luna? Può
darsi.
“Sofia...ma
com'è possibile? Non hai mai mostrato i sintomi...”
disse lei.
“Ne
parli come se fosse una malattia. Non lo è. Stavo morendo poco fa.
Alex mi aveva colpita. Per la verità credo di essere morta. Ho visto
la Nonna.”
sorrisi al ricordo del suo volto “Mi
ha detto di alzarmi e combattere. E l'ho fatto...”
confessai.
“La
Nonna?”
chiese sbarrando gli occhi.
“Già...”
non sapevo che altro dirle.
Zio
Phill si avvicinò con Derek piuttosto malconcio,portandoselo di peso
praticamente in braccio. Si accasciarono entrambi a terra poco
distante da me. Papà e Daniel ritornarono correndo con la mia borsa.
Una
volta aperta trovai subito tutto il necessario. Presi una boccetta
con una piantina verde dalle spine rosse e mia madre sobbalzò.
“Dove
l'hai trovata?”
mi chiese guardandomi mentre la gettavo in un mortaio di legno.
Presi
una manciata abbondante di neve e la mischiai con quella piantina.
Non risposi,tanto ero concentrata nell'impastare il tutto. La neve si
sciolse e riuscii a creare una sorta di poltiglia.
Alex
intanto si era ripresa e,spaventata come non l'avevo vista mai,tentò
di rialzarsi per fuggire via. Ma non ci riuscì. Perchè alle sue
spalle era comparso il Nonno.
“Il
tuo Alpha è fuggito. I tuoi compagni...o meglio dire i tuoi
genitori,sono stati neutralizzati. Nono c'è più niente per te qui.”
disse in tono solenne.
“N-Nonno...”
disse lei.
L'uomo,ringhiandole
e mostrandole per la prima volta i suoi occhi rossi,le si avvicinò.
“Io
non sono più tuo Nonno. Né il tuo Alpha. Da oggi qualsiasi
sentimento che mi legava a te non esiste più.”
si avvicinò quasi come se stesse per sbranarla “Io
ti bandisco dal branco. Da questa città e dalla nostra famiglia. Se
rimetterai piede in questa città,io lo saprò...e ti ucciderò. Ci
siamo capiti?”
concluse mostrandole anche le zanne.
Alex
era terrorizzata. Con gli occhi lucidi ed un tremolio che non le
permetteva di assumere una postura correttamente eretta. Senza
aggiungere nulla corse via scomparendo nella foresta. Così com'era
arrivata,ora non c'era più.
Il
Nonno chiuse gli occhi e tornò normale,poi si voltò verso Mark e
zia Charlotte. Andò da loro assicurandosi che il nipote stesse bene.
Io
intanto ero pronta ad aggiungere l'ultimo ingrediente alla mistura.
Presi un coltello e lo porsi a mia madre.
“L'ultimo
ingrediente. Il nostro sangue. Poche gocce basteranno.”
dissi in tono quasi meccanico,degno di un automa.
Mia
madre si incise il palmo di una mano e riversò il suo sangue nella
ciotola. Poi passò il coltello a mio padre,che fece la stessa cosa.
Daniel sembrò confuso del procedimento.
“Che
state facendo? A che serve?”
chiese infatti.
“Questa
pianta è un rarissimo tipo di aconito. Si pensava estinto ormai da
secoli,ma io ne ho trovato i semi nel diario della Nonna. Qualche
tempo fa...insieme a Seth,abbiamo deciso di provare a piantarli. Per
vedere se riuscissero a germogliare. Li piantammo nella serra del
palazzo,ma non cresceva nulla. Ci accorgemmo che l'unico posto che
sembrava essere ottimale per loro era questa foresta.”
risposi io tagliandomi il palmo e dando il mio contributo.
“Aconito?
Ma non lo ucciderà?”
chiese lui.
La
mamma si intromise.
“No.
Questo tipo è molto particolare. Non è nocivo per i lupi. Infatti
può essere usato per curare,ma solo a patto che venga mischiato con
il sangue della famiglia del ricevente.”
disse.
Daniel
arraffò il pugnale,intuendo a quel punto,e si tagliò la mano
velocemente facendo poi colare il suo sangue nel mortaio.
Derek
in tutto questo sembrò quasi trattenere il respiro,senza osare
interrompere. Zio Phill si era allontanato per andare anche lui dal
figlio. Mark era ridotto male,e necessitava di cure,ma era vivo e
sveglio. Parlava al Nonno con tono sofferente,rispondendo alle sue
domande.
Una
volta completato l'intruglio,lo riversai sulle ferite di
Matt,spalmandolo per bene su ogni tipo di ferita. I miei gesti erano
delicati ma decisi,e il suo battito cardiaco sempre più lento.
Mi
fermai quando tutto il composto era ormai finito e riposi il mortaio
sulla neve. Poi attendemmo.
Passarono
diversi minuti. Tutti con il fiato sospeso aspettavamo segni di
miglioramento. Poi il cuore di Matt prese a battere più forte e con
regolarità. La mamma scoppiò a piangere coprendosi la bocca e
venendo accolta tra le braccia di mio padre. Daniel si sedette
sfinito da quell'attesa lancinante. Poi si buttò con la schiena
sulla neve,sorridendo e nascondendo gli occhi nell'incavo del gomito.
Derek spostava lo sguardo su Matt e poi su di me ininterrottamente.
Avrei cantato vittoria solo quando avesse aperto gli occhi. Si mise
vicino a me prendendo una mano di Matt tra le sue,con molta
difficoltà. Aveva pur sempre delle ossa rotte.
“Andiamo
Matt...apri gli occhi...”
dissi a bassa voce quasi supplicandolo.
La
mia fronte corrucciata e il mio sguardo concentrato. Le zanne che
premevano nella mia bocca come a voler ferire le mie labbra. I pugni
stretti a tal punto che i miei artigli ne ferivano i palmi.
Mi
accorsi di Derek e per la prima volta voltai lo sguardo verso di lui.
I suoi occhi erano fermi sul viso di Matt. Era preoccupato e non lo
nascondeva. Misi una mano sulle sue,che stringevano quella di mio
fratello. Mi guardò con gli occhi gonfi e rossi.
“Mi
dispiace...non sono riuscito a...”
disse con voce tremolante.
Mio
padre lo bloccò quasi subito.
“Non
è colpa tua,Derek.”
disse rivolgendogli uno sguardo triste.
“Siete
venuti in questa foresta per me...Lui è tornato per me...e non è
detto che non ci riprovi. Sofia avrebbe dovuto lasciarmi morire...”
rispose con un moto di rabbia e tristezza.
Mio
padre lo guardò e poi voltò il suo sguardo a Matt.
“In
quel caso la situazione sarebbe la medesima. Ma invece che gioire per
la guarigione di un figlio,starei piangendo per la morte di un
altro...”
rispose così. Atono,ma pieno di sentimento.
Derek
si bloccò a quelle parole e lo guardò scioccato. Le sue labbra
tremavano e i suoi occhi avevano cominciato a versare calde lacrime.
Potevo sentirne l'odore salato ma anche dolce. Sbatté più volte le
palpebre abbassando lo sguardo,poi avvertì una stretta nelle mani.
Matt si era mosso.
Lo
guardammo tutti concentrati aspettando che aprisse gli occhi. Mi
avvicinai a mio fratello cercando di notare il minimo movimento. Poi
accadde. Aprì gli occhi molto lentamente. E ci guardò. Stanco e
confuso. Mamma che fino a quel momento aveva cercato di non fare
rumore piangendo,cominciò a singhiozzare a gran voce stringendosi
nell'abbraccio di papà.
Derek
si fece vicino insieme a me e lo guardò.
“N-Non
mi dire...c-che quelle...sono...per me...”
disse con un filo di voce Matt riferendosi alle lacrime di Derek.
Il
moro sorrise chiudendo gli occhi e allontanandosi di poco per
rimettersi composto in ginocchio.
Matt
poi mi guardò e forse ero davvero in condizioni pietose,perché,per
quanto fosse esausto,sbottò in una piccola risata. Non avevo la
forza di tornare normale e tutte quelle sensazioni non facevano altro
che amplificarsi. Piangevo ed ero triste. I miei artigli che si
insinuavano nei miei palmi per la rabbia. E la mia testa che mi
urlava di correre nella foresta a cercare mia cugina e ad ucciderla
una volta per tutte.
“C-che...mi
sono...perso?”
disse Matt sorridendomi.
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Capitolo 23 *** Ritorno A Casa ***
23 - RITORNO A CASA
[Tanti
auguriiiiiiiiiiiii!!!!!!! Buon Natale e Buon Santo Stefano a tutti!
Allora rieccomi qui con un nuovo capitoluccio. Purtroppo ci stiamo
avvicinando alla fine...eh si. Che ci devo fare? Niente,mi viene quasi
da piangere...Grazie a tutti voi che mi seguite e vi auguro una buona
lettura. Non mi trattengo troppo perché ho davvero molte cose da
fare,perdonatemi per questo commento un pò short.
ENJOOOOOOOOOOOOOOOYYYYYYYYYYYYYYY!!!!!]
CAPITOLO
23 – RITORNO A CASA
Ritornare
a casa fu faticoso ed estenuante. La maggior parte della mia famiglia
era messa piuttosto male,ma riuscì a trascinarsi fuori dal bosco. Il
Nonno sembrava non essere per nulla stanco,la battaglia sembrava non
averlo sfiorato,nonostante si fosse scontrato contro un altro Alpha.
Camminava davanti a noi con Mark in spalla. Mio cugino era ridotto
male,e stava facendo fatica a recuperare,ma era una cosa normale. Una
volta arrivati a casa non avrei aspettato un solo secondo per
occuparmi di lui. Intanto era appoggiato alla grande schiena del
Nonno,un po' come quando era bambino. I suoi genitori al fianco del
Nonno camminavano con preoccupazione,attenti ad ogni singolo gemito
del figlio,che ogni tanto si lasciava scappare per le fitte di
dolore. Mio padre teneva allo stesso modo mio fratello,mentre Daniel
lo aiutava a sopportare il dolore,sfiorandolo di tanto in tanto per
assorbirne quanto più ne riuscisse a prendere. Mamma era invece
subito dietro di loro con le mani impegnate a trattenere zia Louise e
zio Chaz,sfiniti e arresi. Avrebbero dovuto subire il giudizio del
consiglio e soprattutto del Nonno. Dalla loro parte avevano il fatto
di avere un bambino a casa,e il Nonno non voleva costringerli ad
abbandonarlo,ma una punizione era d'obbligo. Anche se non avevo ben
capito cosa dovessero aspettarsi. Non mi importava. Al momento avevo
parecchie cose a cui pensare e quello non era la priorità. Derek
aveva fatto molta fatica a rialzarsi da terra e,così come le altre
volte,non riusciva a guarire da solo. Era una cosa che mi mandava in
tilt il cervello. Perché non guariva? Mi avvicinai prendendolo sotto
braccio per aiutarlo a camminare e non riuscì a nascondermi un grido
di dolore.
-Derek?
Tranquillo...adesso andiamo a casa e ti do una sistemata...- gli
dissi preoccupata.
Ma
la mia voce uscì più pesante e minacciosa di quanto volessi,perché
ero ancora trasformata. La Luna era ancora alta in cielo e non avevo
la più pallida idea di come fare per tornare normale. Derek con gli
occhi chiusi in una smorfia di dolore mi fece solo un rapido cenno
con la testa. Guardai avanti sperando che qualcuno mi desse una mano.
Come potevo portarmelo dietro da sola? Non avevo di certo calcolato
la mia nuova forza,e mi sorpresi non poco nel constatare che
nonostante fosse molto più pesante di me,non facevo affatto fatica.
Mi sistemai meglio al suo fianco stringendolo e cominciai a
camminare. Lui cercò di non gravarmi completamente addosso,ma si
arrese quando le sue ossa scricchiolarono. Il respiro spezzato di
tanto in tanto dal dolore.
-P-piano
Sofia...-
mi supplicò indicandomi il fianco con lo sguardo.
In
effetti sotto la mia mano riuscivo a sentire un rumore agghiacciante
che mi stava facendo accapponare la pelle. Così allentai la presa.
Non ero abituata a quel genere di aiuto. Non ero mai io a caricarmi
persone ferite,e risultai impacciata e scoordinata.
-Scusami...-
gli risposi.
Odiavo
la mia voce,così grave e mostruosa. Lui non sembrava farci caso.
Camminammo lentamente rispetto al resto del branco,ma riuscimmo ad
arrivare alla fine del bosco. L'aria gelida ormai non la sentivamo
neanche più. Derek ansimava ed era molto stanco. La mamma si accorse
che ci eravamo fermati e lo fece anche lei,portando a bloccarsi anche
i miei zii. Mi guardò preoccupata,ma gli feci un rapido cenno che me
ne sarei occupata io e seppur perplessa riprese a camminare.
Feci
un respiro profondo cercando di usare quel po' che sapevo della
meditazione per calmare il lupo che ora abitava in me. Non volevo
cacciarlo,ma solo acquietarlo,fare in modo che mi lasciasse stare per
quel piccolo lasso di tempo. Poi gli avrei dato carta bianca. Guardai
Derek e notai che c'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Inspirai
profondamente riuscendo a far ritirare zanne e artigli. Ora dovevo
solo restare calma e sarei riuscita a mantenere quella forma. Derek
si piegò in avanti tenendosi il fianco.
-Derek!
Ehi? Dai siamo quasi a casa...-
gli dissi cercando di rassicurarlo.
-N-non...ce
la faccio...-
mi disse sofferente.
-Ma
perché non guarisci?-
chiesi corrugando la fronte.
Mi
lanciò un'occhiata che non riuscii a decifrare. Sembrava triste e
rassegnata. Scosse poi la testa e abbassò lo sguardo.
-Non
lo so...-
mi rispose.
Feci
mente locale,pensando a tutto quello che era successo fino a quel
momento. Ripercorsi mentalmente ogni singolo momento che avevo
passato con Derek e mi si accese la famosa lampadina. Ogni volta che
Derek si era ferito da quando era con noi,non era mai guarito subito
come gli altri. Ma quando era con me,sembrava inspiegabilmente
riprendere le energie. “Sei
la mia Ancora...” ripensai
quando me lo disse. Eppure adesso non stava meglio. Il mio
ragionamento non filava. A meno che...
-Tu
pensi che sia colpa tua...-
dissi mettendogli una mano sul petto per aiutarlo a rialzarsi.
I
suoi occhi erano ancora tristi e anche lucidi ora che li guardavo
meglio. Non rispose,ma era come se lo avesse fatto. Avevo centrato il
problema.
-Non
è così Derek. Te l'ho detto io e anche mio padre. Nessuno qui ti
incolpa.-
ripresi.
Lui
fece un sorriso amaro scuotendo la testa.
-Ma
se io non fossi mai venuto qui,non sarebbe successo nulla di tutto
questo. Tu non saresti mai...morta...-
si abbassò nuovamente per una fitta di dolore -ahhh...-
Mollai
la mia presa su di lui solo per andargli davanti e avvolgerlo in un
abbraccio. Le mie braccia gli avvolsero i fianchi per andare a
stringersi dietro la sua schiena. Potei sentire il suo corpo tremare
a quel contatto inaspettato. Non era un tremito di dolore,non fisico
almeno.
-Tu
mi hai salvato la vita,Derek. Hai combattuto per me,per mio
fratello...per tutta la mia famiglia. Da qualsiasi parte io veda
quest'intera faccenda,non riesco a trovare una tua singola azione
negativa....-
gli dissi poggiando la testa sulla sua spalla.
Non
aveva ricambiato l'abbraccio. Forse non ne aveva la forza. Gli
accarezzai dolcemente la schiena con fare rassicurante,finchè non
incrociai una ferita aperta. Lui sobbalzò e potei sentirlo stringere
i denti. Odiavo il mio nuovo aspetto da lupo,la voce distorta e il
suo istinto omicida che mi inondava. Ma c'era anche qualcosa di buono
a cui adesso riuscivo a pensare. Lasciai la mano su quella ferita.
-Non
dovresti sentirti in colpa. Anzi,dovresti prenderti il merito che ti
spetta. E la mia più profonda gratitudine.-
dissi scostandomi per riuscire a guardarlo dritto negli occhi.
Quegli
stessi occhi che sembravano quasi voler piangere. Quanta tristezza
riuscivano a trasmettermi. E paura e senso di colpa. Tutte emozioni
terribilmente sbagliate e negative. Mi scostai da lui lasciando una
mia mano sul suo fianco,mentre l'altra si andò a posare sulla sua
guancia. Gli sorrisi sperando di allontanare tutte quelle emozioni
dalla sua mente e lo baciai. Un bacio così necessario e calmo.
Assaporai nuovamente la dolcezza delle sue labbra,mista ad un sapore
ferroso e salato. “Devo
assorbirlo tutto...tutto il tuo dolore,ogni tua preoccupazione. E
sostituirlo con qualcosa di più forte..”
mi dissi. Ed accadde. Sentii un dolore lancinante irradiarsi dalla
mia bocca e scendere al mio collo. Scese ancora fino alle spalle e
arrivò dritto al cuore. Era lì che lo avrei trasformato o
eliminato. Non potevo vedermi,ma immaginavo che la mia faccia e la
parte superiore del mio corpo fossero macchiati da striature nere di
dolore. Vene nere e gonfie che si prendevano carico di tutto quello
che Derek stava sopportando adesso. Era tremendo e pensai di
staccarmi da lui,ma non potevo. Lo sentii ricambiare il bacio e
finalmente stringersi a me. Mi prese poi per una guancia e mi
allontanò. Il suo respiro caldo e accelerato che faceva a botte con
il freddo di quella notte. Riaprimmo gli occhi e potei specchiarmi in
quel verde immenso e ipnotizzante che lo caratterizzava. I suoi occhi
erano una vista della quale non avrei mai fatto a meno. Non mi sarei
mai stancata di specchiarmici. Sembrava volermi dire qualcosa. Le sue
ferite non gli dolevano più così tanto da dover stare leggermente
piegato in avanti. La sua espressione ancora triste.
-Sofia...io
non posso rimanere qui. Ho causato troppi danni...-
mi disse infatti.
-Ma
che stai dicendo?-
gli risposi sorpresa.
Appoggiò
la sua fronte sulla mia,come quel giorno nella casetta di Mark.
-Devo
andarmene Sofia..-
disse sospirando.
Mi
allontanai da lui scuotendo la testa.
-No!
Non puoi andartene!-
gli dissi arrabbiata e confusa.
-Devo
farlo. Se Peter dovesse tornare...-
disse tristemente.
-Al
diavolo Peter!-
gli urlai contro.
Dalla
sua espressione capii che ero nuovamente cambiata. Chiusi un istante
gli occhi per riuscire a controllare la miriade di emozioni che
minacciavano di emergere. Li riaprii sentendo le lacrime uscire.
-Non
puoi lasciarmi così! Se quel folle dovesse tornare lo ucciderò con
le mie stesse mani. Non gli permetterò di farti ancora soffrire! Non
lo permetterò a nessuno!-
sfogai la mia rabbia.
Lui
rimase così,con gli occhi sbarrati a fissarmi. Abbassò lo sguardo
guardando la neve. Odiavo il fatto che avesse quel tipo di reazione.
Come se nessuno avesse mai preso le sue parti. Come se nessuno avesse
mai fatto qualcosa di bello per lui. Era una cosa che non sopportavo.
Da che lo avevo conosciuto aveva sempre avuto quello sguardo. Alzò
gli occhi a guardarmi.
-Bè...comunque
non puoi farci nulla...il periodo che il tuo Alpha mi aveva dato è
scaduto...che tu lo voglia o no è questo che mi aspetta...-
disse.
Gli
accarezzai una guancia.
-Guardami.
Pensi davvero che io mi arrenda così? Parlerò con la famiglia. Con
il Nonno. Tu hai fatto molto per noi e se tu vuoi restare qui,allora
io combatterò per te.-
risposi.
I
miei occhi erano pieni di determinazione. Fummo interrotti da mia
mamma che arrivò correndo.
-Sofia,ci
stavamo preoccupando. Va tutto bene?-
chiese posando una mano sulla mia spalla.
Io
fissai Derek facendogli capire che non mi sarei mai arresa,che avrei
combattuto con le unghie e con le zanne per lui. Poi mi voltai a
risponderle.
-Si.
Matt?-
chiesi.
-Luke
lo ha portato a casa. Ora sta riposando,ma Mark ha bisogno del tuo
aiuto.-
mi disse.
Era
preoccupata e non lo nascondeva. Guardò Derek e d'un tratto i suoi
occhi si illuminarono.
-Sei
guarito! Mi hai fatto davvero preoccupare.-
disse sorridendogli.
Derek
mi guardò sorpreso e poi si guardò le ferite. Niente. Non c'era più
nessun taglio o ferita. Solo i suoi vestiti adesso portavano i segni
della lotta appena conclusa. Si tastò il fianco scoprendo di non
provare più neanche un piccolo fastidio. Alzò gli occhi a mia
madre.
-Dai,adesso
andiamo a casa.-
disse lei.
Il
palazzo era così silenzioso e buio. Le piccole luci nell'androne
erano state spente nonostante fosse ancora notte fonda. Mia mamma mi
disse che il Nonno aveva deciso così perchè a Mark davano fastidio.
-Dobbiamo
andare nel vostro appartamento. Il Nonno lo ha portato lì,ha detto
che sarebbe stato meglio così. Sai,per Anne. Lei non sa quello che è
successo.-
disse rabbuiandosi mia mamma.
Io
e Derek cominciammo a salire le scale seguendola. Non avevamo parlato
molto da quando era arrivata mia mamma,e adesso stavamo salendo le
scale uno molto distante dall'altro. Anche quando mi voltavo a
guardarlo aveva sempre lo sguardo al pavimento.
Arrivammo
all'appartamento e zia Charlotte ci aprì. Notai subito i suoi occhi
gonfi di lacrime e la sua preoccupazione. Entrai spedita,allarmata
dalla sua espressione e mi diressi nella stanza degli ospiti,vicino a
quella in cui dormiva Derek. Era lì che il Nonno aveva portato Mark.
Entrai e lo vidi sdraiato con una mano adagiata sul ventre. Stava
riposando. Zio Phill era al suo fianco seduto su una poltroncina.
Andai vicino a Mark e gli misi una mano sulla fronte. Non aveva la
febbre,quindi nessuna infezione. Zio Phill si alzò di scatto.
-Sofia?-
chiese.
-Non
ha la febbre. Quindi non credo ci siano artigli nelle sue ferite.-
dissi.
Ma
la cosa che mi preoccupava era il fatto che fosse svenuto. I lupi
quando sono privi di conoscenza non guariscono. Così gli scostai il
braccio dal fianco e aprii il suo giacchetto. Aveva una brutta ferita
al fianco. Un artigliata di Alex. Mi voltai verso Derek.
-Gliel'ha
fatta prima o dopo la luna piena?-
chiesi con urgenza.
Lui
sembrò pensarci per qualche istante.
-Credo
prima...-
disse limitando le parole.
Zia
Charlotte si intromise.
-Che
significa? E' un bene o è un male?-
chiese preoccupata.
Io
aprii la borsa tirando fuori il necessario per aiutare Mark.
-Se
lo ha ferito prima della luna piena,significa che era ancora connessa
a Peter. Quindi il suo potere era quello di un Alpha. Non riesce a
guarire perchè è svenuto. Devo aiutare la sua guarigione.-
dissi infilando del filo nero in un ago.
-Quindi
si riprenderà?-
chiese zio Phill passandomi dietro e abbracciando la zia.
Io
gli sorrisi voltandomi e annuii.
-Certo.-
risposi
con sicurezza.
Cominciai
a ricucirlo sentendo il sospiro di sollievo degli zii.
-Potreste
preparare qualcosa da mangiare per quando si sveglierà. Non gli ci
vorrà molto. Penso un paio d'ore al massimo. E poi mi servirebbe la
stufetta che è nella mia stanza e dei vestiti puliti. Magari anche
una coperta più pesante. La sua temperatura è calata molto,quindi
per oggi dovremo trattarlo come un classico essere umano qualsiasi.-
chiesi senza voltarmi a guardarli.
Non
fermandosi neanche a rispondermi,si volatilizzarono eseguendo ciò
che avevo chiesto. Continuai a lavorare sul fianco di Mark senza
fermarmi mai. D'improvviso riaprì gli occhi guardando prima il
soffitto e poi me. Io sollevai lo sguardo solo per sorridergli e poi
riprendere quello che stavo facendo. Spostò gli occhi su Derek e gli
sorrise.
-Come
ti senti?-
chiese Derek.
-Meglio.
Grazie cugino.-
disse lui.
-Per
cosa?-
chiese perplesso Derek.
-Quando
Matt è stato ferito sono scattato contro Alex. Ma mi ha steso e sono
finito a terra contro la base di quell'albero. Mi avrebbe ucciso se
tu non fossi intervenuto...-
rispose.
Io
mi voltai verso Derek. Come poteva non vedere tutto questo? Aveva
fatto così tanto per tutti noi eppure pensava ancora di essere la
causa di ogni cosa. Abbassò lo sguardo incrociando le braccia al
petto.
-Non
ho fatto...-
disse.
Mark
lo interruppe subito.
-La
smetti di fare l'idiota e lasci che ti ringrazi?-
disse scocciato.
Derek
alzò lo sguardo sorpreso,così come me.
-Bé...prego.-
rispose alla fine sorridendo.
Io
finii il mio lavoro di ricamo e fissando il filo con un nodo
riabbassai la sua maglietta. O quello che ne rimaneva. Poi gli misi
una mano sulla sua.
-La
ferita ci metterà un po' per rimarginarsi. Vedi di riposare e di non
muoverti. Zia e zio dovrebbero tornare a momenti,io adesso vado giù.-
gli dissi.
-Va
bene cugina. Salutami Matt,e digli di non fare troppo la vittima.-
ridacchiò richiudendo gli occhi.
Mi
alzai,superai Derek e uscii. Una volta uscito anche lui dalla stanza
accostammo la porta. Lo guardai per qualche istante.
-Cosa?-
mi chiese.
-Vieni
con me?-
domandai.
Lui
voltò lo sguardo inspirando profondamente. Roteai gli occhi al
soffitto sbuffando. Lo presi per una mano e lo trascinai fuori
dall'appartamento. Tentò più volte di fermarmi o di liberarsi dalla
mia presa,ma quando fummo davanti a casa mia si bloccò. Ora che i
miei sensi erano più sviluppati riuscivo a sentire il suo battito
accelerato. E il profumo di ansia che emanava. Bussai alla porta
stringendogli la mano per fargli capire che era lì che doveva stare.
Che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Ci aprì papà. Sembrava
distrutto. Era stanco e aveva bisogno di una bella dormita. Ma stava
bene. Ci sorrise.
-Sofia.
Mark sta bene?-
mi domandò facendoci entrare e richiudendo la porta alle nostre
spalle.
-Adesso
si. La ferita che aveva al fianco non si stava richiudendo. Gli ho
lasciato un bel ricamo.-
sorrisi.
Mio
padre sbottò in una risatina dando una pacca sulla spalla a Derek.
Quest'ultimo sembrò buttare fuori tutta l'aria che stava
apparentemente trattenendo.
-Figliolo,smettila
di essere così teso. Andate da Matt.-
disse.
-E'
sveglio?-
chiesi togliendomi il giacchetto e buttandolo in terra.
-Purtroppo
per noi si. Ha già cercato di alzarsi un paio di volte. Tua madre e
Daniel hanno dovuto minacciarlo. Li ha completamente sfiniti cercando
di spiegargli che ora si sentiva meglio. Ora sono in camera tua che
riposano. Gli ho dato il cambio,ma visto che siete arrivati voi...-
disse.
-Certo.
Ce ne occupiamo noi.-
risposi.
-Prima
però vorrei parlarti. Da sola.-
disse guardando Derek.
Quest'ultimo
annuì e fece per sedersi su una panca all'ingresso.
-Derek
intanto tu entra. Io ti raggiungo subito.- gli
dissi avvicinandomi.
Gli
lasciai un bacio sulle labbra dolce e delicato. In qualche modo aveva
bisogno di conforto,ma non pensavo di ottenere l'effetto opposto. Si
immobilizzò prendendomi per le spalle in completo imbarazzo
allontanandomi da lui. Poi mi guardò,deglutì nervosamente e guardò
mio padre. “Sono
un'idiota...”
pensai subito. Mio padre non sapeva di me e Derek. Mi voltai a
guardarlo quasi pietrificata. Lui mise su la stessa faccia che fece
Matt la notte che ci sorprese nella casetta di Mark. Mi schiarii la
voce e mi allontanai da Derek. Mio padre mi prese per le spalle e
mentre scomparivamo dalla vista del ragazzo,gli lanciò
un'occhiataccia piuttosto eloquente.
Derek
rimasto solo si passò una mano sulla faccia sospirando. Ma sorrise
scuotendo la testa.
Prese
un respiro di incoraggiamento ed entrò nella stanza dei miei
genitori,dove si trovava Matt.
|
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Capitolo 24 *** Rassicurazioni ***
24 - RASSICURAZIONI
[Rieccoci
qui con un nuovo anno e un nuovissimo capitoluccio! Tanti Tantissimi
Auguroni a tutti. Questo capitolo lo amo davvero. Per lo più
incentrato su Derek. Matt lo tirerà su di morale,e farà
anche di più! Ma non vi dico altro! Leggete e come al solito
ENJOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOYYYYYYYYYYYYYY!!!!]
CAPITOLO
24 - RASSICURAZIONI
Derek entrò cauto nella stanza,cercando di fare il
minimo rumore possibile. Non aveva intenzione di disturbare Matt se
stava dormendo. Rimase senza parole quando lo vide in piedi davanti
al letto. Era piegato in avanti in una posa un po' gobba. Non era
pronto ad uno sforzo del genere e l'odore che Derek sentiva provenire
da lui glielo confermò. Un odore forte e aspro,tipico del dolore e
della rabbia. Matt lo guardò senza dire nulla,ma i suoi occhi
supplicanti furono abbastanza per Derek. Gli fu subito vicino e lo
sorresse.
“Ma
che cavolo pensi di fare?” chiese
Derek.
“Oh,sono
contento anche io di vederti,fratellino.”
rispose Matt con una punta di sarcasmo.
Derek lo guardò storto guidandolo a mettersi seduto sul
letto. La manovra fu abbastanza facile,ma Matt tremava e ansimava
pesantemente. Il viso rigato dal dolore e dalla frustrazione.
“Volevo
sapere come stava Mark...riesco a malapena a sentire il suo
battito...”
disse Matt con aria triste.
Derek sospirò.
“Sta
bene. Io e Sofia siamo stati con lui fino a due minuti fa.” gli
disse aiutandolo a sdraiarsi “Non
senti il suo battito perchè sei sfinito. È normale.”
rispose.
Matt riuscì finalmente a sdraiarsi espirando
rumorosamente quando la testa fu sul cuscino. Chiuse gli occhi
godendosi quel momento di sollievo. Nonostante fosse debilitato
sentiva la puzza di preoccupazione emanata da Derek e riaprì gli
occhi. Era fermo in piedi al suo fianco che lo guardava con il
classico sguardo corrucciato. Alzò un sopracciglio.
“Fratellino,se
continui a rimuginare il tuo cervello andrà in corto...”
disse stancamente.
Derek riprese a guardarlo storto e incrociò le braccia
al petto.
“Non
sono tuo fratello. Quante volte te lo dovrò ripetere?”
sbuffò.
Matt gli sorrise e voltò la testa al cuscino vicino a
lui. Il posto vuoto che era di nostro padre. Batté debolmente la
mano su quel lato.
“Dai,sali.”
lo invitò.
Derek alzò un sopracciglio. Davvero si aspettava che si
mettesse vicino a lui? Non lo avrebbe di certo assecondato. E poi
dopo che il padre lo aveva visto baciare Sofia,come l'avrebbe presa
se lo avesse trovato sdraiato sul suo letto? Matt continuava a
battere la mano sul posto libero con insistenza.
“Andiamo
Derek,non ti mordo mica...”
gli disse guardandolo.
“No,grazie.
Sto bene in piedi.”
rispose lui acido.
All'ennesima pacca sul letto Matt si bloccò
raggomitolandosi su un lato e gemendo intensamente.
“Ahhh...c-cavolo...” disse a denti stretti.
Aveva fatto un movimento troppo brusco con il braccio e
il suo fianco si stava ribellando. La preoccupazione di Derek salì
alle stelle. Sciolse le braccia e afferrò una spalla di Matt
cercando di capire. Matt però si strinse ancora di più in quella
posizione trattenendo il fiato. Non riusciva a respirare. Se lo
faceva,il torace si allargava e la sua pelle si tendeva. Magari le
sue ferite si stavano rimarginando,ma le sue ossa erano un cumulo di
coriandoli.
“D-Der....”
provò a chiamarlo,ma dovette bloccarsi.
Derek
alla fine fece il giro del letto e con un po' di titubanza salì
inginocchiandosi davanti a Matt. I suoi occhi viaggiavano su tutta la
sua figura,e si accorse di quanto piccolo sembrasse adesso. Non aveva
idea di come aiutarlo. Lo spostò di poco,cercando di non peggiorare
la situazione,e gli afferrò una mano. Deglutì e cominciò a
prendere il suo dolore. Chiuse gli occhi sentendo le sue vene
gonfiarsi e degli aghi,anzi dei coltelli,lacerargli la pelle. Non
stava accadendo davvero,ma era quello che si provava. Matt riaprì
gli occhi cominciando a sentirsi meglio. Si rilassò e riuscì a
sciogliersi da quella posizione fetale che aveva assunto. Rimase
comunque sul fianco,benedicendo la presenza di Derek. Scostò la mano
di scatto da quella del moro,che riaprì velocemente gli occhi
affaticato e confuso.
“Che
stai facendo?”
chiese infatti.
“Vuoi
forse...morire? Non...riusciresti a toglierlo tutto...”
disse stanco sentendo le palpebre pesanti.
“Però
stai meglio.”constatò.
“Certo.
E ti ringrazio...ma non puoi farti carico di tutto quanto...”
disse chiudendo gli occhi.
Derek si allarmò. Con tutto il dolore che stava
provando,e che lui aveva cercato invano di assorbire,non riusciva a
capacitarsi della sua tranquillità. Una persona normale,anzi,un lupo
normale starebbe rotolando per terra in preda alle fitte senza
riuscire a controllarsi. Lui invece sembrava sereno,anche se
evidentemente affaticato e dolorante. Adesso aveva anche chiuso gli
occhi e sembrava stesse dormendo. Si sporse di più verso di lui
guardandolo meglio. Istintivamente acuì l'udito per percepire il suo
battito. Era accelerato e costante,e andava di pari passo con le
emozioni che emanava.
“La
smetti di guardarmi e ti sdrai?”
disse Matt esasperato.
Derek sobbalzò,preso in scacco. Un po' in
imbarazzo,arretrò sul posto e si guardò intorno. Alla fine li
avrebbe sentiti arrivare,e avrebbe sempre potuto scendere dal letto
come un fulmine. Poggiò le mani indietro e scese con la schiena fino
a toccare il materasso e crollare con la testa sul cuscino. Incrociò
le mani sul ventre e si immobilizzò. Adesso che doveva fare? Puntò
il soffitto percorrendo le cornici che lo univano alle pareti. Ma non
c'era molto per tenersi occupato. Cominciò a far ondeggiare una
gamba,nervoso. Matt sbuffò riaprendo gli occhi.
“Okay.
Che cavolo ti prende?”
chiese innervosito.
Derek voltò lo sguardo stralunato verso di lui.
“Che
vuoi dire?”
chiese.
“Voglio
dire che mi sembri agitato. La tua preoccupazione l'avvertirebbe
anche un bambino.”
disse cercando di voltarsi sulla schiena come Derek.
Dovette abbandonare il tentativo quando l'ennesima fitta
lo fece bloccare. Derek si sollevò velocemente guardandolo,e Matt
allungò una mano verso di lui fermandone qualsiasi movimento.
“Adesso...passa...”
disse con un filo di voce riuscendo a rimettersi sdraiato.
Inspirò profondamente ed espirò un paio di volte. In
un attimo riuscì a calmare il suo corpo e a rilassarsi. Si voltò
verso Derek e gli sorrise beffardo.
“E'
perché Sofia ti ha baciato davanti a papà?”
chiese alzando un sopracciglio.
Derek,che intanto si era rimesso sdraiato,sbiancò
guardandolo.
“Ci
hai sentiti?”
domandò Derek.
“Come
ho già detto prima,le tue emozioni si sentono lontane un miglio...E
si. Sarebbe stato difficile non sentirvi,eravate proprio fuori dalla
stanza...”
rispose.
Derek corrugò la fronte e si voltò nuovamente a
guardare il soffitto.
“Non
è per quello...”
rispose incerto.
“Allora
per cosa?”
chiese nuovamente Matt.
“Per
tutto quanto. Mi dispiace che la tua famiglia si sia ritrovata in
mezzo ai miei problemi...”
confidò.
Matt sospirò voltandosi anche lui a fissare il soffitto
bianco.
“Sarebbe
successo comunque Derek. Da quello che ho capito Alex aveva deciso di
fare la sua mossa parecchio tempo fa. E se tu non ci fossi stato,io e
Mark probabilmente saremmo morti in quel bosco.”
disse lui con tono tranquillo.
“Non
ne sono così sicuro. Il vostro Alpha è forte. Vi avrebbe di certo
aiutato. Forse molto di più di quanto non abbia fatto io.”
rispose Derek.
Matt si voltò verso di lui e gli assestò un
manrovescio sul petto. Non forte come avrebbe voluto,ma scaturì la
medesima reazione. Derek sobbalzò tastandosi la parte lesa e lo
guardò sorpreso e stranito.
“La
pianti di pensare queste cose? Tanto per cominciare,il Nonno sarebbe
stato comunque occupato a combattere tuo zio. Dove avrebbe trovato il
tempo per aiutare me e Mark? Senza contare poi che senza di te,Sofia
sarebbe morta invece di trasformarsi.”
disse in tono seccato.
“Non
l'ho mica morsa io.”
rispose Derek come se fosse ovvio.
“Certo
che no,lo so. Probabilmente in seguito al primo attacco di Alex il
suo corpo ha cominciato a cambiare. Quando,qualche anno fa lasciò i
suoi artigli nella sua schiena.”
spiegò sospirando “Ma tu le hai dato
la forza di lottare. Da quando sei qui,ha questa strana aura intorno.
Come se potesse affrontare qualsiasi difficoltà e vincerla. E'
merito tuo.”
concluse.
Derek non rispose,massaggiandosi il petto
insistentemente. Non lo aveva colpito così forte,ma era una sorta di
tic nervoso. Scrollò le spalle.
“Ma
ho lasciato che Alex la uccidesse...”
rispose con tono neutro.
“Ah,quindi
il tuo piano è sempre stato quello. Ora si spiega tutto. Farti
pestare a morte da tuo zio e dalla mia cugina psicopatica doveva
rientrare nel piano...”
rispose Matt arricciando le labbra e scuotendo appena la testa.
Derek si voltò a guardarlo stranito.
“Ma
che stai dicendo? Ho lottato per evitare che succedesse...”
disse rendendosi poi conto di quello che era appena uscito dalla sua
bocca.
Matt gli sorrise.
“Esatto.
Tu hai combattuto per salvarla. Hai combattuto al nostro fianco fino
alla fine. Hai rischiato anche di morire...anzi,da quello che ho
capito se Sofia non ti avesse rianimato non staremmo qui a parlarne.
Quindi perchè tormentarsi tanto?”
disse infine Matt.
Derek chiuse gli occhi passandosi una mano sulla faccia.
“Non
credo sia il fatto che ti senti responsabile per quello che è
successo.”
continuò Matt attirando l'attenzione di Derek che si voltò a
guardarlo “Ti sei avvicinato a
qualcuno. Prima eri solo e non dovevi pensare a nessun altro se non a
te stesso. Quindi se incappavi in un combattimento,non ti importava
di come ne saresti uscito. Adesso invece è diverso. Perché ti sei
reso conto che avresti perso qualcosa di più importante della tua
vita.”
disse.
Derek sgranò gli occhi. Era pazzesco ma sembrava che
Matt riuscisse a capirlo meglio di quanto facesse lui stesso.
“Ma
come...?”
disse infatti.
“Ti
spaventa dover provare di nuovo questo tipo di paura. Perdere
qualcuno a cui tieni...”
sospirò Matt “Lo capisco. Credimi.
Ma se adesso scappassi via,non sarebbe ancora peggio?”
chiese.
“Da
cosa lo hai capito?”
domandò sempre più sorpreso.
“Andiamo
Derek.” sorrise
“Sono tuo fratello. Ti conosco.”
concluse alzando le sopracciglia.
Derek lo guardò per qualche secondo. Poi voltò lo
sguardo al soffitto. Si ricordò dell'ultima volta che aveva visto
Laura,sua sorella. Erano nella radura e il giorno dopo lei se ne
sarebbe dovuta andare dal branco. Per sua scelta naturalmente,ormai
era un Alpha e doveva farsi il suo branco. Per giorni prima che
partisse Derek aveva smesso di parlarle. Non perché fosse
arrabbiato. Sapeva che sarebbe successo prima o poi,ma nella sua
mente non riusciva a concepire l'idea di dirle addio. Che poi non era
detto che non si sarebbero più rivisti,ma vivendo sempre a stretto
contatto con tutta la famiglia,gli faceva male separarsi. Laura gli
aveva chiesto di fare due passi,intuendo che il fratello stava male
per la sua partenza. Derek era rimasto di sasso quando lei le aveva
chiesto cosa avesse. Aveva risposto che non c'era niente che non
andasse,che era semplicemente stanco.
“Sono tua sorella,Derek. Ti conosco.” era
quello che gli aveva detto mettendosi le mani sui fianchi come a
voler sottolineare l'ovvio.
Mentre si perdeva nei ricordi non si accorse che Matt si
era alzato di nuovo. Si voltò e lo vide che aveva raggiunto la
porta. Lo guardava con la classica faccia impaurita di un bambino
colto con le mani nel barattolo dei biscotti. Si alzò di scatto.
“Ma
cosa fai? Devi riposare!”
disse spazientito.
“Derek,ho
bisogno di fare due passi. Ti prego. Odio starmene fermo senza fare
nulla.”
disse supplicandolo.
Derek alzò gli occhi al soffitto e scosse la testa.
Andò verso di lui,lo afferrò e lo riaccompagnò al letto
intimandogli di sdraiarsi.
“Sai,sono
più grande di te. Invece di fare l'esatto opposto,dovresti
assecondarmi.” disse
Matt sbuffando voltandosi verso di lui.
Derek storse un labbro per niente daccordo.
“Da
quando in qua i fratelli più piccoli fanno quello che gli viene
detto?” rispose
alzando una mano e indicandogli il letto.
Matt pensò quasi di aver sognato. Derek aveva appena
alluso a se stesso come a suo fratello. Un sorriso enorme si stampò
sulla faccia di Matt e pensò quasi di poter piangere dalla gioia.
Derek si immobilizzò in imbarazzo,pensando a quello che aveva appena
detto. Matt con uno sguardo pieno di orgoglio allargò le braccia
avvicinandosi a Derek.
“N-no!
Aspetta! Non intendevo....”
balbettò Derek in difficoltà alzando i palmi verso Matt per fare in
modo che non si avvicinasse.
“Oh,si
invece! Forza,vieni qui!”
disse avvicinandosi per abbracciarlo.
Derek divenne rosso come un peperone e indietreggiò di
qualche passo. Matt si piegò d'improvviso in avanti. La sua
espressione dolorante fece capire a Derek che stava avendo un'altra
fitta e si avvicinò velocemente verso di lui per sostenerlo. Ma Matt
stava fingendo,e senza che Derek avesse modo di reagire,lo abbracciò.
Derek capì che era una finta e si maledisse per esserci cascato. Non
era un tipo da abbracci e adesso si sentiva in difficoltà mentre
Matt gli dava sonore pacche dietro la schiena. Alla fine si arrese e
ricambiò l'abbraccio.
“Ecco
qui. Hai visto? Non era così difficile.”
disse ridacchiando Matt.
Derek sbuffò,ma poi si concesse un sorriso. Non era una
cosa così brutta alla fine. Semplicemente non ne era più abituato.
Certo,con Sofia era più facile.
Matt si scostò da lui e si cinse il fianco con una
mano.
“Adesso
però è meglio che il tuo fratellone si sdrai...”
disse ancora ridacchiando.
Derek lo guardò torvo,non lo avrebbe mai chiamato in
quel modo.
Intanto io e papà eravamo seduti in cucina. Il tavolo
sembrava molto più grande di quanto ricordassi. Papà aveva preso
delle merendine e me le aveva messe davanti senza proferire parola.
Non avevo fatto una grande mossa baciando Derek davanti a lui,ma per
me era una cosa normale ormai. Si sedette di fronte a me e aprì la
sua brioches al cioccolato.
“E
io che volevo convincere Franz e il consiglio a farlo rimanere...”
farfugliò mentre masticava a bocca piena la merendina.
Quasi mi strozzai con il mio boccone. Dovetti arraffare
di corsa il bicchiere di latte che mio padre mi aveva premurosamente
piazzato davanti. Me lo scolai d'un fiato e lo guardai con gli occhi
sbarrati.
“Tu
cosa?”
gli chiesi tossicchiando.
“E'
molto che va avanti?”
mi chiese prendendo un sorso del suo latte.
“Bé...no...”
dissi in imbarazzo.
“Sofia
da quanto lo conosci? Una settimana...”
disse lui sospirando.
Io
lo guardai e aggrottai la fronte. “E
allora?” pensai.
“Tu
hai chiesto alla mamma di sposarti il giorno che l'hai conosciuta...”
risposi con un tono sfacciato.
Mio padre si sentì un istante in difficoltà. Si guardò
intorno cercando le parole adatte.
“Si
ma erano altri tempi...” disse
cercando di riprendere il controllo della discussione.
Io posai lo sguardo al tavolo e cominciai a
giocherellare con le briciole che si erano staccate dalla mia
merendina.
“Non
voglio mica sposarlo...”
dissi in preda all'imbarazzo più totale “Ma
non la vedo come una cosa così sbagliata. Abbiamo molte cose in
comune e per la prima volta sento una connessione molto forte con
un'altra persona...”
dissi sincera.
“Pensi
che lui sia quello giusto?”
chiese cercando i miei occhi.
“Non
lo so...credo di si. Insomma lui mi piace...molto.”
dissi.”
“Ti
piace soltanto?”
mi domandò sospirando.
“Mi
piace la sua voce. Il modo in cui sbuffa quando Matt lo chiama
'fratello'. Mi piacciono i suoi occhi verdi che mi guardano come se
fossi tutto per lui. Non mi stanco mai del suo sorriso...non potrei
vivere senza...”
confessai.
Mio padre mi guardò. Anzi credo che più che guardarmi
mi stesse studiando. Come se dovesse capire se quello che dicevo
fosse la verità. Ma come poteva essere altrimenti? Una persona non
poteva di certo inventarsi tutto sul momento.
“Tua
madre lo sa?”
mi chiese posando la sua brioches sul tavolo.
“Non
credo. Io non gliel'ho detto.”
scossi la testa rispondendogli.
“Il
Nonno?”
indagò lui.
“Non
lo so...forse...colpa di quel maledetto quadro...”
risposi nuovamente “L'unico
a saperlo è Matt...”
confessai.
“In
realtà anche Mark...”
pensai.
Sospirò e potei notare un certo sollievo nei suoi
occhi. E una punta di felicità. Adesso avevo capito.
“Quindi
di noi adulti...solo io lo so?” chiese
sfuggendo il mio sguardo.
“Papà
non c'è niente da sapere...io e Derek ci siamo baciati...non so
davvero cosa ci sia tra noi.”
dissi cercando di fargli capire il mio punto.
“Ma
lo hai baciato davanti a me.” rispose.
“Aspetta....sei
arrabbiato o sei felice per questo? Non riesco a capire...”
dissi perplessa.
Sorrise incrociando le gambe.
“Non
sono così sorpreso. Tutto qui.”
si allungò per prendermi una mano “Ma
tu lo ami?”
chiese.
Guardai
la sua mano e non riuscii a rispondere. “Lo
amo? Non lo so...”
mi dissi.
“Amore
è una parola grossa,papà...” lo
guardai sorridendo “Ma
ci si avvicina molto...”
dissi sincera.
Lui si diede una pacca sulle ginocchia e si alzò di
scatto.
“Molto
bene. L'importante è che tu sia sicura di quello che stai facendo.”
disse
tranquillo.
Proprio sicura non lo ero. Chi lo è in queste
situazioni? Presi il mio bicchiere e mi alzai anche io per riporlo
nel lavandino. In un certo senso mi aveva fatto bene parlare di
questa cosa con lui. Anche se credevo che fosse felice più per il
fatto di essere il primo con il quale ne parlavo. Mio padre era così.
Odiava il fatto di essere sempre quello che sapeva per ultimo le
cose. Poteva tenere il broncio per anni. Sciacquai il bicchiere e lo
posai sul bancone ad asciugare. Poi mi voltai verso papà.
“Adesso
ritorniamo al discorso di far restare qui Derek.”
dissi.
Lui fece spallucce.
“Avevo
questo pensiero da un po' in realtà. Non voglio di certo obbligarlo.
Vorrei solo che il branco lo accettasse e lo riconoscesse. In modo
tale che non sia più un estraneo.”
incrociò le braccia appoggiandosi con la schiena al bancone.
“Non
mi dire che ti sei affezionato.”
gli lanciai un'occhiata divertita.
“Sarebbe
così brutto?”
mi chiese.
“No.
Affatto. Ma papà...da quanto lo conosci? Una settimana...”gli
feci eco ripetendo le sue stesse parole.
“Che
fai mi copi?”
mi disse ridacchiando e avvicinandosi a me.
Mi strinse in un abbraccio che ricambiai con piacere.
Sentii il suo odore e chiusi gli occhi respirandolo e lasciando che
mi coccolasse. D'un tratto divenni triste. Avevo fatto la stessa cosa
con Seth qualche giorno prima,e quel momento mi ritornò prepotente
alla mente. Papà se ne accorse e mi accarezzò la nuca. Sospirò
stringendomi più forte.
“Lo
so che ti manca. Ma le persone non se ne vanno mai davvero. Sono
sempre con noi...”
disse dolcemente “E'
sempre stato una brava persona e Franz lo sapeva. Chaz e Louise mi
hanno detto,mentre combattevamo,che fino alla fine non ha mai
rivelato dove fosse Derek. Lo ha difeso con determinazione.”
rivelò.
Io mi scostai e sentii le lacrime minacciarmi gli occhi.
“Ha
mantenuto la promessa....”
dissi corrugando la fronte.
Mio padre sembrò non capire cosa intendessi.
“Quando
lui ha attaccato Derek durante l'addestramento,cercando poi di
ucciderlo,non mi capacitavo del perché. Così sono andata a
parlarci. Quello stesso giorno sono caduta nel lago ghiacciato.”
spiegai
“Gli
chiesi di dare un'altra possibilità a Derek. Di conoscerlo,che non
era come suo zio. E lui disse che lo avrebbe fatto. Ma non pensavo
che arrivasse addirittura a difenderlo...”
ammisi.
Papà mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio
dolcemente,mentre cercava i miei occhi e mi sorrideva.
“Ha
creduto in te fino alla fine. Non ha voluto sentire Franz quando gli
ha detto di lasciar perdere Derek. Non si era arreso. Ma quando
glielo hai chiesto tu...è stato diverso. Ha sempre avuto questo
atteggiamento nei tuoi confronti.”
disse.
Eh,si. Seth era più di uno zio acquisito per me. Si
avvicinava moltissimo ad una figura paterna. Quando ero piccola era
il mio punto di riferimento. Ma adesso era morto. Sentivo un vuoto
immenso. Abbassai lo sguardo e mi scostai da papà per stringere le
braccia al petto.
“Volevo
parlarti anche di questo.”
mi disse “Dobbiamo
occuparci del suo funerale...”
concluse in tono triste.
Non risposi.
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Capitolo 25 *** 25 - Il Funerale ***
25 - Il Funerale
[Buona
sera a tutti!! Siamo al penultimo capitolo di questa storia
apparentemente senza fine...sigh sigh....T_T....eh si. Mi dispiace
troppo. Comunque credo che amerete il finale,così come credo sia
piaciuto a Mark. Ahahahah. E niente. Un capitolo un pò
angst,prevalentemente su ciò che prova Sofia. Ma mi conoscete,il
lieto fine è d'obbligo. ^^ Vabbè....l'unica cosa che mi
resta da dire,come sempre....ENJOOOOOOOOOYYYYYYYYYYYYY]
CAPITOLO
25 – Il Funerale
La neve. A Seth piaceva da morire la neve. In realtà
proprio l'inverno. Mi diceva spesso che per lui era come se quel
manto bianco,quando ricopriva ogni cosa,in realtà cancellasse tutto
ciò che c'era di sbagliato. In pratica era come un'enorme gomma da
cancellare. Il terreno,gli alberi,le case,le persone. Ogni cosa
brutta veniva coperta,e prendeva un nuovo aspetto. Tutto diventava
più freddo. Ogni cosa sembrava rallentare. A quel punto bastava che
ti sedessi da una parte e guardassi da vicino tutto ciò che ti
circondava. Tutto quello che prima aveva un vuoto,adesso era ricolmo
di quel bianco candido. Le buche sull'asfalto; I muretti semi
distrutti dal tempo,adesso avevano dei cumuli di neve che li
riempivano. Gli alberi,i cui rami erano stati strappati dal
vento,adesso non sembravano più così spogli. I tetti delle case,che
non venivano verniciati da anni,adesso non apparivano più vecchi e
logori. E le persone,sembravano rinascere,sebbene il freddo non gli
piacesse poi molto. Gli adulti,così come i bambini,passeggiavano
tenendosi per mano. Avvolgendosi nel calore che l'un l'altro
riuscivano a darsi. Magari era freddo,ma il calore che emanavano era
così grande che quasi lo si poteva avvertire solo guardandoli dalla
finestra.
Eppure,adesso,il bianco della neve,era diventato un nero
assoluto e costante. Colore predominante nei giorni di lutto. Non
c'era spazio per la neve,talmente tante persone c'erano. Il bosco
degli addestramenti,della caccia. Il bosco che mi proteggeva quando
litigavo con i miei fratelli. Che mi nascondeva quando avevo fatto
qualche marachella. Il bosco di Seth. Quel bosco non aveva mai visto
così tante persone come quel giorno. Mi guardavo intorno senza dare
realmente peso a ciò che avevo davanti. Come se fossi in trance. Che
diavolo mi importava di tutta quella gente? Perché erano lì? Capivo
la presenza della mia famiglia,ma le altre persone? C'era quasi tutta
la città.
Egoisti. Erano solo degli egoisti. Neanche lo
sopportavano Seth. Ma quando il Nonno aveva messo i drappi neri
appesi al portone,erano accorsi tutti. Il Nonno li metteva solo ed
esclusivamente quando un familiare veniva a mancare. Quindi
probabilmente in città si era sparsa la voce. Un po' come quando la
Nonna morì. Anche in quell'occasione si erano presentati tutti.
Forse era una sorta di rispetto verso il Nonno. Verso le persone che
proteggevano la città e le loro famiglie. O forse solo paura.
Stupida e inutile paura che se non avessero mostrato di tenerci,il
Nonno avrebbe rinunciato a combattere per loro. Assurdo.
Comunque erano tutti lì. Vestiti di nero e con le facce
tristi. Al centro del bosco. Dove Peter aveva sfidato il
Nonno,perdendo miseramente. E io ero proprio davanti a loro. In
fila,come se fossi pronta a fare la mia parte in una recita
scolastica. Loro erano il pubblico. Gente annoiata e disinteressata
che stava lì per poter dire un giorno: “Io c'ero!” .
“Egoisti...”
pensai.
Daniel e Matt erano al mio fianco. Li guardai,ma senza
vederli davvero. Mi sentivo quasi ubriaca. Voltavo lo sguardo solo
per riflesso,in un movimento nullo. Ma di certo non potevo tenere gli
occhi perennemente a terra. Anche se in quell'occasione,le mie scarpe
sembravano molto più interessanti. Almeno potevo vedere la neve. In
fila subito dopo di noi c'era Mark con la sua famiglia. Come Matt,si
era ripreso in poco tempo. Erano bastati due giorni e parecchio
riposo. C'erano anche i cuccioli. Anne in braccio al fratello.
Piangeva a dirotto sulla sua spalla,singhiozzando quasi fino a
perdere il fiato. Praticamente Seth le era stato affiancato alla
nascita. Zia Charlotte lo aveva richiesto come suo padrino,e aveva
dovuto perderci parecchio tempo per convincerlo. Alla fine aveva
dovuto rinunciare e scegliere mia madre. Ma non perdeva una singola
occasione per metterla fra le braccia di Seth. Lui ogni volta
grugniva infastidito,ma poi si lasciava rapire da quelle piccole
manine che lo cercavano. Un po' come per Matias. Anche se lui come
me,sfuggiva ai suoi genitori per andare a cercarlo nel bosco.
Lui
era vicino a zia Mel e la teneva per una mano. Lei se ne stava ferma
immobile sul posto,con gli occhi gonfi di lacrime che non versava.
Una sorella maggiore,ecco cos'era per me. Ma in quel momento non
riuscivo a pensare che stesse male per Seth. Aveva ben chiarito di
essere a conoscenza dei piani di zia Louise e zio Chaz.
“Traditrice.”
pensai guardandola.
Perchè lo era. Non era mai dalla parte di nessuno. Ma
alla fine le sue scelte le faceva eccome. E adesso che il Nonno aveva
decretato la punizione per i miei zii,lei aveva cercato di fare carte
false per dissuaderlo. Non che ci fosse riuscita. Il Nonno aveva
deciso di farli restare nella famiglia,in seguito ad una riunione del
Consiglio. Riunione che aveva richiesto la presenza di 'tutta' la
famiglia. Cuccioli compresi. Anche il Sindaco della città era
presente,perché sapesse ciò che era successo e divulgasse la
notizia delle loro azioni. Ovunque fossero andati,tutti avrebbero
saputo di non potersi mai più fidare di loro. Le persone li
avrebbero guardati per quello che erano. Aveva lasciato loro il
compito di raccontare,durante la riunione,ciò che era successo. Ciò
che avevano fatto. Come erano stati responsabili della morte di Seth.
Li aveva umiliati così come meritavano. E non c'era stato modo per
loro di controbattere,di evadere la sua decisione. I suoi occhi rossi
e la sua aura ostile non gli avevano dato alcuna possibilità di
opporsi. Avevano fatto ciò che gli era stato ordinato.
Matias era rimasto così shockato da quello che avevano
raccontato. Si era trasformato piangendo e urlando contro di loro.
Continuava a ripetere che non poteva essere vero,che i suoi genitori
non erano cattivi. E quando loro invece abbassarono lo sguardo non
riuscendo a tenere il suo,ebbe la conferma.
Adesso se ne stava lì,con la mano in quella di zia
Mel,incapace di provare una singola emozione. Sembrava non provasse
nulla. Ma sapevo che era solo una mera corazza di punte acuminate che
stava indossando.
Accanto a loro c'erano zia Louise e zio Chaz.
Piangevano.
“Come
osano? Con quale faccia si presentano qui,come se gli importasse
qualcosa?” mi chiesi.
“Sofia,calmati.”
mi disse Matt.
Ma non riuscivo a farlo. La loro sola presenza al mondo
era un affronto alla memoria di Seth.
“Sofia,ritira
gli artigli.”
mi chiese Daniel.
Avrei potuto. Ma perché? Infondo sapevano bene cosa
pensassi di loro. E anche se non lo sapevano,potevano di certo
sentire il mio odore. Chissà cosa percepivano.
“Rabbia?
Disgusto? Odio? Delusione?”
pensai.
Alla fine Matt mi cinse le spalle con un braccio e fui
costretta a voltarmi. Chiusi gli occhi e mi calmai quel po' che
serviva a far tornare le mie mani umane.
“Così
va meglio...”
disse Matt.
Non dissi nulla. Che diavolo avrei dovuto dirgli?
Tra noi e la gente della città,c'era una fossa. Un
maledetto buco di terra smossa che divideva la neve. Un pugno in un
occhio. Chissà se Seth avrebbe voluto essere seppellito? Di certo
non glielo avevo mai chiesto. Non avrei mai pensato che sarebbe
morto.
A me stava bene che lo seppellissero. Avrei comunque
potuto venire a trovarlo. Non come con la Nonna. Lei era stata
cremata e le sue ceneri erano state gettate nel mare. Amava il
mare,per quello il Nonno aveva assecondato il suo volere.
D'un tratto la gente cominciò a spostarsi,aprendosi per
lasciare un varco. Il Nonno era a capo del corteo funebre. Vestito di
nero come tutti noi,ma con un solo particolare che lo distingueva. I
suoi occhi erano rossi,e non per il pianto.
Subito dietro di lui c'erano la mamma e il papà,che
tenevano la grande cassa di mogano laccato. Ad aiutarli,zio Phill e
zia Charlotte. Camminavano tutti con estrema lentezza,così come ci
si aspetterebbe in un'occasione simile.
“Dov'è?”
mi chiesi.
Voltai più volte lo sguardo in cerca di quell'ultima
persona. Derek non c'era. Durante la riunione il Nonno aveva espresso
chiaramente il desiderio che Derek fosse presente. Eppure lui non era
lì.
Il mio cuore prese a correre all'impazzata. Voltai più
volte la testa a destra e sinistra per cercarlo.
Poi lo vidi. Vicino ad un albero,da solo. Lo sguardo
triste mentre vedeva la bara con Seth,arrivare davanti alla grossa
buca nel terreno. Abbassò lo sguardo.
“Perché
non è qui con noi?”
chiesi a Matt.
“Non
ne ho la più pallida idea. Il Nonno gli aveva detto che poteva stare
qui...lo sai com'è...”
rispose tristemente mio fratello.
Il corteo si fermò e noi con lui. Il Nonno,che fino a
quel momento aveva dato le spalle alla bara,si voltò.
Fece qualche passo per raggiungerla e vi posò un palmo
sopra.
“Quello
che è successo alla nostra famiglia,è una cosa orribile. Non
abbiamo perso solo un compagno,ma un pezzo di noi stessi.”
disse mantenendo lo sguardo sul freddo legno “Oggi
qui ricordiamo un fratello,un amico...”
spostò la mano mentre alzava gli occhi alla folla.
Tutti lo guardarono senza proferire parola,anche se
titubanti per il suo aspetto.
Non tutti conoscevano la nostra 'vera' faccia.
Soprattutto i bambini,ma loro erano più affascinati che impauriti.
Forse anche grazie a tutti i programmi televisivi che parlavano di
cose sovrannaturali. Ormai anche i cartoni avevano lupi
mannari,mummie,vampiri e quant'altro.
“Apprezzo
la vostra presenza qui. E sento davvero il vostro calore,nonostante
questa fredda neve sembra voler ricoprire anche i nostri cuori.”
si schiarì la voce “E
mi dispiace di farmi vedere in queste vesti. So che per molti di
voi,l'esistenza dei lupi mannari è alquanto assurda. Avrei voluto
tenerla nascosta,ma al momento mi è piuttosto difficile.”
disse voltandosi a guardare zia Louise e zio Chaz.
Abbassarono velocemente lo sguardo come spaventati.
“Ma
vi assicuro che nessuno di noi,della nostra famiglia,farà mai nulla
per nuocervi.”
continuò volgendo di nuovo lo sguardo alla gente “Molte
cose sono successe fin'ora. E qui,davanti al mio compagno
caduto,prometto solennemente di proteggervi.”
detto questo s'inginocchiò.
Tutti noi ci guardammo senza parole. Il Nonno si era
inginocchiato. Aveva mostrato i suoi occhi a tutte le persone che
erano lì e ora si stava inginocchiando per loro. Guardai Matt,e lui
ricambiò il mio sguardo sorpreso. Come noi anche tutte le altre
persone che erano con noi.
“Così
come Seth,che giurò sulla sua stessa vita,di proteggere la mia
famiglia.”
disse rialzandosi “E
così ha fatto. Ha tenuto fede alla sua parola. Non ci sono parole
per descrivere il suo gesto. Ma siamo tutti qui per ringraziarlo. Non
c'è persona qui migliore di lui. Non oggi.”
fece un rapido gesto a mio padre.
Lui rispose con un cenno del capo e si mosse in sincrono
con gli altri tre. Si posizionarono sopra la fossa alzando la bara in
modo che coincidesse perfettamente.
Erano pronti a calarla. Non lo avrei più rivisto. Non
lo avrei più visto sbuffare. O sorridere per qualcosa di buffo. Non
mi avrebbe più abbracciata.
Mi portai automaticamente una mano al petto stringendo
il mio cappotto. Gli occhi mi si appannarono,ma durò poco. Il tempo
che quelle lacrime riuscissero a rompere la barriera dei miei occhi e
colare lungo le guance. Feci un passo avanti scuotendo la testa.
“Sofia,va
tutto bene...”
mi disse Matt.
“No
che non va tutto bene! Neanche per sogno...non dovrebbe esserci lui
in quella bara!”
pensai volgendo lo sguardo arrabbiato ai miei zii.
Il Nonno mi guardò. Era un'espressione strana. Affranta
e triste. Mentre i miei zii continuavano a guardare davanti a
loro,non curandosi dei fulmini che uscivano dai miei occhi.
E mi mandava in bestia. Chiusi gli occhi per due
minuscoli secondi,poi mi allontanai dalla cerimonia a passo spedito
verso Derek. Non sembrò sorpreso di vedermi arrivare. Non quanto lo
fu nel sentirsi afferrare e trascinare tra la famiglia.
“S-Sofia...”
provò a dirmi.
“Hai
più diritto di loro di stare qui! E io ho bisogno di te.”
lo dissi con un tono di voce abbastanza alto perché tutti lì mi
sentissero.
Lo trascinai al mio fianco,vicino a Matt. Tra gli
sguardi sorpresi dei miei zii. La rabbia che mi montava in corpo fu
tale da far cambiare i miei occhi. Mi guardarono,zia Louise e zio
Chaz,con quell'aria di superiorità che mi mandava in bestia.
“Qualcosa
da dire? Mmm?” chiesi
spavalda.
Abbassarono
di nuovo lo sguardo senza controbattere. Chiusi gli occhi. Ormai non
riuscivo neanche a tenerli aperti,tante erano le lacrime.
La bara calò nella fossa e sentii le mie gambe farsi
più pesanti. Quando fu completamente scomparsa oltre la terra,io ero
ormai inginocchiata nella neve. Il freddo risalì per le mie gambe
fino ad arrivarmi al cuore. Sarei diventata un pezzo di ghiaccio,se
non fosse stato per Derek. Si era inginocchiato anche lui e mi teneva
stretta in un abbraccio.
“Va
tutto bene. Ci sono io...”
disse accarezzandomi i capelli.
Il Nonno prese con la mano una manciata di terra e la
riversò sulla bara.
“Arrivederci
amico mio.” gli sorrise
allontanandosi.
La mamma,il papà,zio Phill e zia Charlotte fecero
esattamente la stessa cosa. Poi fu la volta di Daniel e Matt. Dopo
aver salutato Seth per l'ultima volta,Matt mise un braccio sulle
spalle di Daniel e si allontanarono. Zio Chaz e zia Louise vennero
quasi obbligati dal Nonno,visto che stavano allontanandosi dalla
cerimonia. Lo trovavo sbagliato. Tremendamente sbagliato. Zia Louise
cercò di prendere Matias per la mano per andare con loro,ma lui si
scostò bruscamente.
“Lasciami!”
gli disse con tono secco.
Mio zio prese la moglie per mano e fecero la loro parte.
Anche zia Mel provò a convincere Matias,ma sembrava che niente lo
riuscisse a smuovere dal suo posto. I suoi occhi si erano fatti rossi
e pieni di lacrime. Derek mi guardò preoccupato. Poi vidi Anne
correre verso di lui e praticamente gettarglisi
addosso,coinvolgendolo in un abbraccio goffo e improvviso.
“Andiamo
insieme a salutare Seth?” gli
disse lei con voce tremolante per le lacrime.
Anne aveva capito fin da subito cosa provasse il cugino.
E quello era il suo modo per stargli vicino,per fargli capire che non
era da solo. Mark gli arrivò alle spalle e spingendoli per la
schiena li portò davanti alla tomba. Presero un mucchietto di terra
a testa e lo lasciarono cadere sulla bara.
Mancavo solo io,ma la neve sembrava attirarmi a lei.
Mi sentii tirare su di peso. Derek mi stava lentamente
conducendo lì. Ero ad un passo dalla terra che avrei dovuto
prendere,e ancora una volta,il ragazzo che amavo mi prese la mano e
la condusse sul freddo terriccio.
“Ecco
qui. Lo faremo insieme...” mi
disse con voce calma e rassicurante.
Lo guardai come se fossi davanti ad un fantasma.
“E
se lo dimenticassi? Come ho fatto con la Nonna? N-Non posso
Derek...non ce la faccio!”
dissi tra le lacrime.
“Ma
che stai dicendo? Non succederà...non lo permetterò.”
rispose.
Guardai la terra e la strinsi in una mano. Terra.
Stupida terra fredda che non significava nulla. Spostai lo sguardo
alla neve e ne raccolsi una manciata con l'altra mano.
“Seth
amava la neve.” spiegai a
Derek.
Ma lui non aveva bisogno che spiegassi il mio gesto. Mi
sorrise e fece esattamente come me.
“Allora
ne prenderò un po' anche io.”
disse semplicemente.
Gettammo la terra e la neve insieme sulla sua bara. Poi
Derek mi prese per mano e restammo per qualche istante lì davanti.
Il Nonno venne verso di noi.
“E'
tempo che andiate a casa. Qui ci penserò io.”
mi disse.
Strinsi automaticamente la mano di Derek. Lui annuì e
come aveva fatto prima mi trascinò via.
Passarono altri due giorni prima che riuscissi ad uscire
dalla mia camera. Il tempo lì dentro sembrava diverso. Come se non
fosse mai successo nulla. Come se quelle quattro mura mi
proteggessero. Per tutto quel tempo avevo dovuto combattere con il
mio nuovo istinto di scendere quei due piani e compiere un massacro.
Non riuscivo a controllarmi neanche quando,durante la notte,sentivo
il rumore assordante dei motorini che passavano in lontananza. Più
di una volta mi ritrovai alla finestra,intenta a scavalcare il
balconcino per uscire. Se non fosse stato per una sola persona che
era rimasta quei due giorni con me. Era stata la mia ombra. Derek era
rimasto nella mia stanza dal giorno del funerale di Seth. Due giorni
e mezzo a sorbirsi il mio mutismo e le mie trasformazioni improvvise.
Anche in quel momento,mentre ero sdraiata nel letto e il vento,che
entrava dalla finestra,mi sferzava in faccia. L'unica cosa che
riuscivo a pensare era quella di distruggere la finestra. Ma il
problema non si sarebbe di certo risolto. Anzi sarebbe solo entrato
più vento. Mi ero alzata,nel bel mezzo della notte,facendo dei
respiri molto profondi. Ero arrivata a posare la mano sulla serratura
in metallo e non mi accorsi di stringere decisamente troppo forte.
Derek dormiva sulla poltrona,e di certo non avevo intenzione di
svegliarlo. Riuscii in qualche modo a riprendermi. Chiusi gli occhi e
con loro anche la finestra. Lentamente,senza fare il minimo rumore.
Mi voltai e stetti a guardarlo per un tempo che mi sembrò infinito.
Aveva chiesto al Nonno di poter tornare a Beacon Hills,la sua città.
Perchè se Peter avesse cercato di compiere qualche altra
malefatta,sicuramente tra le sue priorità ci sarebbe stato il suo
nuovo Beta. Sapevo che era una cosa giusta,ma in quel momento mi
arrabbiai. Gliene dissi così tante che se Matt e Mark non mi
avessero portato via di lì,probabilmente mi sarei trasformata
completamente e lo avrei attaccato.
Incrociai le braccia al petto e i miei occhi ripresero a
lacrimare. Come potevo essere stata così cattiva? Non era di certo
di mia proprietà. Non lo avrei di certo biasimato se mi avesse
mollato lì per poi partire e non farsi più vedere. Eppure era
rimasto. Allungando la sua partenza di qualche giorno.
Se ne stava lì seduto tutto il tempo. Per lo più a
leggere i miei libri di letteratura. Non parlava mai,ma probabilmente
perché io stessa non gli rivolgevo mai più di una semplice
occhiata. Ogni tanto mi sorrideva,si veniva a sedere con me sul letto
e mi abbracciava.
Tirai su con il naso,cercando di restare il più
silenziosa possibile.
“Mi
stai guardando dormire...di nuovo.”
disse con la voce impastata dal sonno.
Aprì
gli occhi restando serio. Si era accorto che stavo piangendo,ma come
al solito,se non riceveva un segnale da me,non si avvicinava. Non
perché avesse paura che lo rifiutassi,ma semplicemente per
rispetto,credo.
“Non...volevo
prendermela con te...”
biascicai incerta.
“Lo
so. Non devi preoccuparti.”
mi disse alzandosi.
Io
indietreggiai. Non mi riuscivo ancora a controllare dopo essermi
trasformata quel giorno. Avevo paura di fargli del male. Lui si
accorse della mia reazione.
“Fammi
vedere le mani.” mi chiese
avvicinandosi.
Stringevo
i pugni per un motivo valido. Ma le braccia incrociate non gli
permettevano di vederli. Io scossi la testa.
“Ti
prego...non avvicinarti...”
lo pregai.
“Non
mi farai del male,Sofia.”
disse sicuro allungando una mano a sfiorarmi un braccio.
Io
sobbalzai a quel contatto. Guardai la sua mano fermarsi e
accarezzarmi di nuovo,fino a posarsi completamente sul mio braccio.
“Visto?”
mi disse “Dai,fammi vedere...”
insistette.
Sospirai
sconfitta. Sciolsi le braccia e aprii i pugni. Le mie unghie da
licantropo avevano bucato i palmi,nel vago tentativo di costringermi
a restare in me. E ci riuscivo a malapena. Mi prese una mano e se la
portò alle labbra,baciandone il dorso liscio e intatto. I miei occhi
ripresero a lacrimare copiosi. Mi avvicinai e mi lanciai praticamente
addosso a lui. Lo abbracciai quasi soffocandolo. Lui ricambiò mentre
cercava di tenere a freno i miei singhiozzi,accarezzandomi la
schiena.
“Ti
dimenticherai di me?” chiesi
tra un singhiozzo e l'altro.
“No,certo
che no!” mi rispose
sconcertato.
“Allora
promettimi che tornerai...”
dissi staccandomi da lui per guardarlo fisso negli occhi.
Lui
si bloccò. Non era perché non poteva mantenere quella promessa,ma
perché quella ragazza che aveva davanti si era trasformata quasi del
tutto. Me ne accorsi perché dietro di lui c'era uno specchio,e potei
guardare il mio volto completamente deformato. Perché lui sembrava
così bello trasformato,e io sembravo assomigliare ad un mostro?
Forse perché credevo di esserlo. Mi scostai da lui stringendo
nuovamente i pugni più forte che potessi. Chiusi gli occhi cercando
di trattenermi. Derek si avvicinò a me e mi prese il viso tra le
mani,lasciando due caldi baci sui miei occhi chiusi. Poi mi baciò
sulla bocca. Riuscivo a rilassarmi tra le sue braccia. Era una cosa
che non mi spiegavo. Succedeva prima che mi innamorassi di lui,già i
primi giorni. Mi dava un enorme senso di calma.
Mi
scostai da lui senza riaprire gli occhi.
“D-Derek...”
lo supplicai.
Di
certo non volevo ferirlo. Avrei potuto morderlo o attaccarlo. Come
avevo fatto il giorno prima con la mamma. Era venuta solo a chiedermi
cosa volessi per cena e si era ritrovata con un graffio su una mano.
Dio,quanto mi odiavo.
“Certo
che tornerò,Sofia...Pensi che potrei dimenticarti così?”
mi disse.
Riaprii
gli occhi,che si persero un istante sulle sue labbra prima di
arrivare ai suoi.
“Io...ti
amo Derek...” gli dissi prima
di baciarlo e stringerlo di nuovo a me.
Non
gli diedi il tempo di controbattere. Di provare a dirmi qualcosa. Lo
trascinai contro di me,bisognosa di sentire il suo profumo. Il suo
corpo contro di me. Affamata del suo calore.
Come
sarebbe andata a finire quella notte,l'avevamo ben chiaro entrambi.
|
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Capitolo 26 *** Il Branco ***
26 - Il Branco
[Sigh
sigh!!!! T_T siamo arrivati al capitolo finale. Aiutooooooo....è
stato un parto questo capitolo,mamma mia. Con tanto di lacrime e
imprecazioni. Scrivere il finale di una storia non è mai stato
il mio forte,ma spero che vi piaccia. Partiamo con un salto temporale
enorme. Tre anni avanti a quando abbiamo lasciato Sofia e Derek
riprendersi dopo la lotta con Peter e la morte di Seth. Non vi dico
altro. Spero che questa storia vi sia piaciuta e vi ringrazio
enormemente per avermi seguito con così tanto interesse.
Ringrazio anche reaperangels e Fenice14 per
aver trovato il tempo per recensire. Grazie a tutti....e anche questa
volta,anche se tra le lacrime,continuo a dirvi
ENJOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY]
CAPITOLO
26 – IL BRANCO
3
anni dopo. Contea di Beacon Hills.
Clinica
Veterinaria.
Dottor
Deaton,Alan.
“Non ho mai
visto nulla del genere...”
disse il dottor Deaton
armeggiando con le garze insanguinate.
“Si,ma si
riprenderà...giusto?” chiese
Stiles con voce incerta.
Il
dottore lanciò una lunga occhiata a Scott,che intanto,vicino al suo
amico,stava chiedendosi appunto la stessa cosa.
“Quello che
quell'Alpha gli ha fatto,è grave. Sinceramente non saprei cosa
dirvi. Potrebbe richiedergli dei giorni...se sopravvive alle prossime
ore.” rispose affranto.
Scott
si passò una mano sulla faccia voltandosi. Stiles deglutì a fatica
spostando lo sguardo a Derek. Sdraiato sul tavolo di metallo. Freddo
come ghiaccio e bianco quanto un cadavere. Il buco al centro del suo
addome grondava ancora di sangue e ad ogni respiro,un rantolo
spaventoso usciva dalla sua bocca. Il ragazzo,afferrò di corsa il
proprio cellulare.
“Okay,io li
chiamo.” disse sbrigativo con
le mani tremanti.
Deaton
sembrò confuso,mentre Scott non sembrò daccordo. Infatti fermò
Stiles per un braccio.
“No,non puoi
farlo. Derek ha fatto tanto per tenerli fuori da tutto questo...”
disse il lupo con decisione.
“Non me ne
frega un cavolo,Scott! Guardalo...”
Stiles indicò l'amico sul lettino “...non possiamo
lasciarlo morire...è nostro amico...”
gli tremò la voce.
“Ragazzi...che
sta succedendo?” chiese
confuso Deaton.
Scott
mollò la presa su Stiles e guardò il suo capo.
“Conosciamo una
persona...una ragazza. E' una guaritrice,come te. Ha salvato la vita
a Derek qualche anno fa...”
rispose mentre con la coda dell'occhio seguiva l'amico mentre usciva
dallo studio.
“Sinceramente
Scott,c'è poco che possiamo fare qui...Non dico di essere il
migliore,non lo farei mai. Ma ho provato di tutto...è come se non
riuscisse a guarire. Se avete un asso nella manica,è il momento di
tirarlo fuori...sperando che lo salvi.”
disse anche se con voce leggermente scettica.
Scott
fece per replicare quando Derek aprì gli occhi lentamente. Si guardò
intorno,riconoscendo a fatica dove si trovasse. I due gli furono
subito accanto.
“D-dov'è
Cora?” chiese issandosi a
sedere con fatica.
Deaton
lo accompagnò nei movimenti con una mano sulla schiena e una su una
spalla.
“Cora sta
bene...ti ha portato subito qui quando ha visto che non stavi
guarendo...” rispose Scott
guardando la ferita versare più sangue ad ogni movimento “Boyd
e Isaac si stanno occupando di lei. Dovresti restare giù.
Riposarti.” concluse.
Derek
scosse la testa sporgendo i piedi dal tavolo e alzandosi. Benedisse
mentalmente la presenza del dottore al suo fianco,che sorreggendolo
gli impediva di cadere a terra.
“Derek,Scott ha
ragione. Non posso fare nulla...per qualche ragione non stai
guarendo.” disse Deaton
specchiandosi negli occhi azzurri dell'Alpha.
Stiles
rientrò velocemente bloccandosi all'ingresso della stanzetta. Derek
si voltò e i due si guardarono per un lungo istante. Fu quando il
liceale abbassò lo sguardo mortificato,che l'Alpha si allarmò e
capì ciò che stava succedendo.
“No! Che cosa
hai fatto?” chiese andando
verso di lui.
Deaton
lo lasciò andare,guardandolo arrivare barcollante davanti a Stiles.
“Ho dovuto
chiamarla...non avevamo scelta...”
si giustificò Stiles.
Derek
si sentiva debole,ma ciò non gli impedì di guardare l'amico con
tutto il disappunto possibile.
“Non ne avevi
il diritto...” disse
abbassando lo sguardo al pavimento.
Stiles
rialzò lo sguardo guardandolo paonazzo.
“Stai morendo
Derek! Per la miseria,non venirmi a dire ciò che posso o non posso
fare!” disse inveendo contro
di lui.
“Stiles...”
cercò di calmarlo Scott.
“No,Scott! Sai
anche tu che è la nostra ultima possibilità...”
rispose scocciato,poi si voltò verso Derek “Sofia sta
arrivando...se vuoi sbranarmi puoi farlo dopo che ti avrà rimesso in
sesto...” concluse.
Nella
clinica calò il silenzio più assoluto. Stiles e Derek si guardarono
con determinazione per un lungo istante. Poi L'Alpha grugnì
infastidito,allungò una mano alla sedia e recuperò la sua
maglietta. La infilò e si avviò barcollante all'uscita. Stiles
sbuffò un'imprecazione abbandonandosi sul pavimento e prendendosi la
testa tra le mani. Scott era combattuto se confortare l'amico o
uscire e seguire Derek. Guardò Deaton,che gli fece cenno di stare
con Stiles.
Scott
si sedette vicino a Stiles ringraziando con un cenno il suo capo.
Come
Derek fu fuori,non si stupì che fosse calata la notte. Era passato
parecchio tempo da quando Cali lo aveva trapassato con quel tubo in
casa sua,eppure era come se lo sentisse ancora mentre gli
attraversava la carne. Si appoggiò al muro della struttura
tamponandosi la ferita con una mano. Si sentì sorreggere e
voltandosi trovò il dottore.
“Piano...appoggia
la schiena al muro.” disse
guidandolo in quello che sembrava un movimento impossibile.
Derek
fece come gli era stato detto e inspirò profondamente.
“Stiles non ha
torto,Derek. Se qualcuno può aiutarti sarebbe il caso di
approfittare.” disse Deaton.
“Si,ma non
voglio che qualcun'altro sia coinvolto in questa storia...”
rispose Derek a denti stretti.
“Non
succederà.” rispose il
dottore.
La
porta della clinica si aprì di colpo e Stiles e Scott uscirono
correndo alla macchina di quest'ultimo.
“Che succede?”
chiese Deaton allarmato.
“I gemelli
hanno attaccato l'ospedale...mia madre è lì,devo andare.”
riferì sbrigativo Scott entrando in auto.
“Vengo con
voi.” disse Deaton lasciando
il fianco di Derek.
L'Alpha
cercò di andargli dietro ma dovette desistere.
“Stiles,stai tu
con lui. Se ci sono feriti io posso aiutare,sono comunque un medico.”
disse Deaton salendo in macchina.
“Un
momento,cosa faccio se il resto del branco viene qui?”
chiese preoccupato.
“Portalo dentro
e sigilla tutto. La polvere di sorbo è sulla mensola degli strumenti
operatori.” disse.
Scott
partì a razzo lasciando i due amici da soli. Stiles si grattò la
nuca mentre seguiva la macchina con lo sguardo. Quando la vide
sparire dietro l'angolo,chiuse gli occhi temendo il peggio. Un mezzo
lamento lo fece voltare di colpo,Derek stava lentamente crollando a
terra. Ci mise mezzo secondo ad afferrarlo e a farsi passare un
braccio dietro al collo. Lo strattonò costringendolo a seguirlo
nella struttura e una volta dentro chiuse la porta a doppia mandata.
Entrarono
di nuovo nella sala operatoria e lasciò che Derek si sedesse su una
sedia. Poi prese la boccetta di Sorbo e con un movimento fluido la
lanciò davanti alla porta. Essa magicamente si fissò a terra in una
lunga striscia nera.
“Per il momento
siamo al sicuro. Se non mi sbaglio,anche il bancone all'entrata è
fatta con il legno dell'albero di Rohan. Non potranno entrare.”
disse con tono grave,era ancora scosso per ciò che stava succedendo.
“Speriamo che
sia abbastanza...” rispose
stanco Derek.
“I rinforzi
sono per strada,non ci metteranno molto ad arrivare.”
disse Stiles posando le mani sul tavolo di metallo “Dovresti
sdraiarti.” constatò
guardandolo.
“E tu non
dovresti preoccuparti per me.”
rispose scocciato Derek poggiandosi allo schienale.
Stiles
sbuffò,alzando le mani al cielo.
“Sono fatto per
il cinquanta percento di sarcasmo e per il restante di ansia. Che ti
aspettavi che facessi? Dovrei lasciarti morire?”
disse esasperato.
“Mi aspettavo
che rispettassi la mia decisione!”
sbraitò Derek.
“Una decisione
idiota non può essere tenuta in conto.”
rispose Stiles gesticolando verso l'amico.
“E' pur sempre
una mia volontà,Stiles. Non ne avevi il diritto...”
disse Derek alzandosi e guardandolo male.
Stiles
fece fatica a sentire le sue parole. Era semplicemente sconcertato di
quanto fosse cocciuto alle volte.
“Ma ti senti
quando parli? Come se tu non avessi mai fatto una cazzata per
noi...vogliamo parlare di tuo zio? Lo hai affrontato da solo per
difenderci! Noi non avevamo voce in capitolo?”
gli urlò contro Stiles.
“Eravate due
ragazzini terrorizzati,Stiles! Era il mio compito prendermi cura di
voi!” rispose Derek
avvicinandosi e sorreggendosi al tavolo.
Stiles
lo guardò sopprimere un gemito per quel movimento. Derek aveva
abbassato la testa e stava tremando. Quando rialzò lo sguardo entrò
nel panico. Aveva un'espressione quasi colpevole e non se ne
capacitava del motivo.
“Okay. Perché
adesso non mi dici che succede?”
chiese preoccupato.
“...sono
passati tre anni,Stiles. Le avevo promesso che mi sarei fatto vivo.
Che sarei andato a trovarla...”
rispose Derek dispiaciuto.
“Si,ma sono
successe così tante cose da allora...prima tuo zio che ritorna,poi
Jackson che si trasforma in Kanima. Adesso il branco di Alpha...non
puoi pensare che sia colpa tua...”
disse il liceale “E poi l'hai sempre chiamata,no? Ci hai
addirittura portati a conoscerla. Quindi dove sta il problema?”
concluse.
Derek abbassò
nuovamente lo sguardo al tavolo di metallo.
“Aspetta...sei
rimasto in contatto con lei,giusto?”
chiese titubante Stiles.
Quando
Derek rialzò lo sguardo capì che la risposta non poteva essere
positiva. Sbuffò e gli andò vicino. Lo prese per un braccio e lo
accompagnò a sedersi sul tavolo.
“E' per questo
che hai sempre quella faccia da cane bastonato?”
chiese aggrottando la fronte “...è per questo che non
guarisci! Lo sapevo che non poteva essere qualcosa di grave!”
disse alla fine colto dall'illuminazione.
Derek
alzò un sopracciglio sdraiandosi sul tavolo e accogliendo di buon
grado la sensazione di benessere che gli portava quella posizione.
“Quindi devi
solo resistere fino a che Sofia non sarà qui e il gioco è fatto!”
disse tutto allegro il figlio dello sceriffo “...o fino a
che i suoi fratelli non siano qui...”
aggiunse.
Derek
si voltò di scatto a guardarlo.
“Come i suoi
fratelli?” chiese infatti.
“Bé...quando
Scott ha trovato il simbolo degli Alpha sulla porta di casa
tua...potrebbe averli chiamati...”
confessò Stiles facendo un passo indietro intimorito “E
forse...magari...cioè...molto probabilmente...”
cominciò a balbettare.
“Stiles?”
lo richiamò Derek.
La
porta della clinica si spalancò e i due avvertirono dei passi
avvicinarsi. Si ammutolirono di colpo e Derek cercò di concentrarsi
sui nuovi odori.
“Ehi,Stiles! Ci
fai entrare o no?” domandò
quello che Derek riconobbe essere Matt.
Derek
puntò subito il suo sguardo arrabbiato contro il giovane al suo
fianco.
“...sono
arrivati a Beacon Hills quella sera. Lydia li ha ospitati molto
cortesemente...” confessò
andando a rompere i sigilli per farli passare.
Derek
si mise nuovamente a sedere senza però alzarsi. Quella ferita lo
stava facendo impazzire. Chiuse gli occhi immaginandosi la ramanzina
che Matt gli avrebbe fatto. Non si era più fatto sentire da nessuno.
Stiles
rientrò e vide subito il sangue gocciolare dal tavolo. Non era molto
come quando lo avevano portato lì quel pomeriggio,ma sempre
abbastanza. Matt,a passo veloce,andò difronte a Derek e gli mise le
mani sulle spalle. Il moro riaprì gli occhi stanchi guardandolo
dispiaciuto,ma tutto quello che ottenne fu due occhi preoccupati.
“Sei un
incosciente. Ti sei quasi fatto ammazzare. Ma adesso che il tuo
fratellone è qua,non dovrai preoccuparti di nulla.”
disse mentre praticamente gli faceva un check-up completo con gli
occhi.
“Andiamo,Matt.
Lascialo respirare.” disse
Daniel incrociando le braccia al petto e lanciando un occhiata
divertita a Stiles “Sono giorni che freme dalla voglia di
vederlo. Ho dovuto sbarrare porte e finestre con il Sorbo per evitare
che ve lo ritrovaste all'improvviso.”
ridacchiò.
Matt
alzò lo sguardo oltre Derek e fulminò suo fratello.
“N-non
dovevate...venire...” disse
Derek stringendo i denti e tamponandosi la ferita.
“Se non fossi
già conciato per le feste,ti prenderei a pugni,lo sai?”
replicò Matt “E poi ero curioso di vedere la tua faccia
quan-”.
“Matt!
Smettila!” lo riprese Daniel
“Parli troppo...”
disse notando gli sguardi confusi di Stiles e Derek.
“Si...hai
ragione. Bocca cucita. Certo!”
rispose mimando con le dita una chiusura lampo sulla bocca.
Derek
non capì bene. Avrebbe chiesto spiegazioni,se la ferita non avesse
avuto la meglio e non lo avesse costretto a chiudere gli occhi.
Quando si
risvegliò,la prima cosa che fece fu quella di ascoltare ciò che
stava succedendo intorno a lui. Non c'erano rumori o battiti nella
stanza e questo gli fece pensare di essere rimasto da solo. Poi provò
ad annusare l'aria e tutto ciò che gli arrivò fu il classico odore
di disinfettante che gli fece pizzicare il naso. Finalmente riaprì
gli occhi e dovette sbattere più volte le palpebre,visto che si era
dimenticato della lampada attaccata sopra il tavolo operatorio.
Quella luce lo aveva accecato e stava,lentamente,cercando di
riacquistare la vista. Alzò una mano e se la portò davanti alla
faccia,ma il movimento gli venne difficile,visto che aveva una flebo
attaccata al braccio. Guardò l'ago e seguì la cannula fino ad
arrivare alla sacca che era sistemata su una struttura di metallo
accanto a lui. Aggrottò la fronte cercando di capire quando
gliel'avevano messa. Poi avvertì qualcosa che gli fece perdere un
battito. Un odore. Anzi un profumo che lui conosceva molto bene. Il
mio profumo. Sapevo che se ne sarebbe accorto nonostante la quantità
di medicine che gli avevo somministrato. Si voltò dall'altro lato
del tavolo e gli riservai un sorriso dei miei,seguito a ruota da un
fiume di lacrime. Cercò di alzarsi guardandomi quasi abbagliato
dalla mia presenza,ma lo fermai mettendogli una mano sul petto e una
sulla spalla.
“Sta fermo,è
tutto okay...Ci sono io Derek.”
dissi con voce tremolante cercando di trattenere le emozioni.
Derek
non volle sentire ragioni. Spinse via le mie mani e si alzò
mettendosi a sedere. Sporse fuori le gambe e mi tirò a se in un
abbraccio.
“Mi...dispiace...”
disse con voce roca lui.
Lo abbracciai
posando la testa sulla sua spalla e ricominciando a piangere a
dirotto.
“Non dirlo. Non
mi interessa,va tutto bene. Lo so...” gli
risposi tra le lacrime.
Non
mi interessava che non si fosse fatto più sentire. Non me ne fregava
nulla. Appena avevo messo piede nella stanza e avevo visto ciò che
quella donna gli aveva fatto,il mio cervello si era resettato. Il suo
cuore era così debole che pensavo che sarebbe morto. Invece ero
riuscita a salvarlo.
Mi
allontanò da lui giusto il tempo di guardarmi bene in faccia. Di
assicurarsi che fossi davvero io,che non fossi un'allucinazione. Ma
ero lì e potevo vederlo di nuovo. Sentire il suo odore. Il tocco
delle sue mani su di me. E i suoi occhi,quel bellissimo connubio tra
verde e azzurro,resi ancora più sgargianti dalle lacrime che li
inondavano.
“S-sei tu. Sei
qui!” mi disse guardandomi e
piangendo.
“Sono qui
Derek!” risposi io.
Mi
avvicinai e lo baciai interrompendo di tanto in tanto il contatto a
causa dei miei stupidi singhiozzi.
Poi
posai la mia fronte sulla sua e restammo così. Abbracciati l'uno
all'altro senza dire nulla.
“Tre anni...e
ancora mi salvi la vita...”
mi disse lui senza staccarsi da me ma ridendo.
“Ti amo idiota.
Non lascerò mai che qualcuno ti porti via da me...”
gli dissi sospirando.
Mi
allontanò da se e ci guardammo.
“Sono un
idiota,si. Ma non ho mai smesso di pensare a te....”
mi rivelò.
“Scott e Stiles
mi hanno spiegato cos'è successo...quando la smetterai di
preoccuparti per me?” gli
dissi prendendogli le mani.
“Mai...non
succederà mai...” rispose.
Lo
guardai per un lungo momento. Poi gli sfilai l'ago dal
braccio,constatando che ormai stava bene. Della ferita non c'era più
traccia ed era tutto merito delle medicine che avevo usato. Gli
tastai l'addome con una mano,e lui mi fece fare. Passai le dita sulla
sua pelle con una delicatezza infinita,come se avessi paura che
premendo troppo,quell'orribile ferita si riaprisse.
“Quella donna e
il suo branco dovranno guardarsi bene le spalle.”
dissi decisa e infuriata per quello che gli avevano fatto.
“Sofia,è
proprio per questo che non volevo che ti chiamassero. Non voglio che
vi troviate di nuovo in mezzo ai miei problemi...”
mi disse posando la mano sulla mia.
Alzai
lo sguardo e sorrisi.
“Fai parte del
nostro branco,Derek. Anzi,della famiglia. Pensi sul serio che ti
avremmo voltato le spalle? O che accettassimo di farci da parte?”
gli risposi.
Derek
fece per rispondere quando dalla porta entrò il Nonno. Aveva su un
cipiglio da record,anche se sapevo che la sua non era rabbia,ma bensì
preoccupazione. Tra le braccia un bambino che come mi vide protese le
sue manine verso di me. Derek mi guardò confuso. Poi guardò il
Nonno.
“Nipote,devo
ricredermi. Hai senz'altro la straordinaria abilità nel farti
pestare...” disse sorridendo
e avvicinandosi a lui “Mi hai fatto preoccupare molto.
Hai fatto preoccupare tutti in realtà.”.
Derek
lo ascoltò,anche se i suoi occhi erano fissi nei miei. Tenevo tra le
braccia un bambino dalla carnagione chiara e i capelli neri.
Continuava a guardarlo quasi impaurito. Aveva i suoi stessi occhi e
la sua stessa espressione preoccupata in volto. Il Nonno sorrise e
gli posò una mano sulla spalla.
Il
bimbo si fece più stretto tra le mie braccia e mi guardò.
“Va tutto
bene,Aaron...non devi avere paura...”
dissi cercando di tranquillizzarlo.
Derek
deglutì a fatica. Sentii un odore pungente di panico irradiarsi dal
suo corpo,ed era giustificato.
“C-come lo hai
chiamato?” mi chiese
scendendo dal tavolo e sbarrando gli occhi.
Il
Nonno sorrise di nuovo e mi guardò,poi gli cinse le spalle con un
braccio. Io sorrisi e mi avvicinai a lui. Aaron non sembrava
spaventato,anzi,incuriosito da quell'uomo che aveva di fronte.
Allungò una manina e gli fece ciao.
“Aaron...Hale...”
dissi incerta.
“L-lui...è...”
balbettò lui incredulo.
Aaron mi guardò,poi
si voltò e sporse le braccia verso Derek,che non aveva la più
pallida idea di cosa fare,glielo leggevo in faccia. Così mi
avvicinai di più e praticamente lo costrinsi a prenderlo in braccio.
Derek con dei movimenti impacciati all'inverosimile riuscì in
qualche modo a prenderselo in braccio e poi lo guardò. Aaron posò
una manina sulla sua spalla e l'altra sul suo petto. Poi risalì e
gli sfiorò la guancia. Alla fine prese coraggio e lo
abbracciò,piegando la sua testolina sulla sua spalla. Derek cominciò
a respirare decisamente troppo velocemente. Io piangevo e sorridevo
allo stesso tempo,coprendomi la bocca con una mano.
“E' tuo
figlio,nipote. Avevamo dei dubbi riguardo al nome,ma abbiamo pensato
che Aaron fosse quello giusto. Era il nome di tuo padre dopo tutto.”
disse il Nonno.
Derek
mi guardò con gli occhi pieni di lacrime e posò l'altra mano,che
fino a quel momento sorreggeva il piccolo per la schiena,sulla nuca
di Aaron. Chiuse gli occhi e si accoccolò a lui,stringendolo forte.
Io mi avvicinai e li abbracciai. Non riuscivo a trattenere la miriade
di emozioni che provavo in quel momento. Mi guardò scuotendo la
testa e vidi le sue labbra tremare.
“Gli ho parlato
ogni giorno di te.” gli dissi
posando una mano sulla sua guancia “Gli ho fatto vedere
una tua foto. Lui sa chi sei...”
.
Tirai
fuori dalla tasca la piccola fotografia che avevo fatto stampare. Era
quella che Mark ci aveva fatto quando eravamo nella sua casetta quel
giorno. Io e Derek eravamo addormentati sul divano e ci stringevamo
in un abbraccio.
“M-mio...figlio?”
mi chiese.
“Si,Derek.”
risposi io.
Aaron
si staccò da lui e guardò nuovamente il suo papà negli occhi. Gli
sorrise e i suoi occhi cambiarono in un giallo oro. In automatico
quelli di Derek divennero del loro classico blu elettrico e anche i
miei si illuminarono. Il Nonno sorrise e i suoi occhi brillarono di
rosso.
“Adesso è
ufficiale. Aaron ti ha riconosciuto. Questo succede solitamente alla
nascita. Per gli umani è diverso,i bambini sanno fin da subito quali
sono i loro genitori. Li riconoscono dalla voce,dal profumo. Per i
lupi invece è diverso. È qualcosa di più intenso,di più profondo.
Quando un bambino appena nato vede il genitore,scatena
automaticamente la trasformazione,sia in lui che nella sua
famiglia....” disse il Nonno
spiegandoci.
Detto
questo la porta si spalancò e entrò quasi tutta la mia famiglia.
Con tranquillità si misero tutti intorno a noi. Ognuno di loro era
trasformato. Solo gli occhi naturalmente,ma era di questo che stava
parlando il Nonno. Mia madre e mio padre si stringevano in un
abbraccio,così come zia Charlotte e zio Phill. Daniel era vicino a
Scott e Stiles che guardavano Derek con un sorriso enorme stampato in
faccia. Matt e Mark invece si diedero il pugno ghignando contenti.
“Siete tutti
qui...” disse Derek guardando
la sua nuova famiglia.
“Fai parte del
branco,fratellino. Ora più che mai.”
sorrise Matt avvicinandosi e facendo delle boccacce divertenti ad
Aaron “E' vero Aaron? Si,che è vero!”
disse con una voce buffa.
Il
Nonno batté le mani con un sonoro 'Clap' e ottenne di nuovo
l'attenzione di tutti.
“Bene,ora che
la famiglia è finalmente riunita è il momento di metterci
all'opera. Beacon Hills ha bisogno di tutto l'aiuto possibile.”
sentenziò.
Scott
e Stiles si guardarono per un lungo istante.
“Non so se
riusciremo a cacciare Deucalion...ehm...Signore.”
disse Stiles impacciato tendendo le mani avanti “E' un
branco di Alpha...”.
Il
Nonno sorrise e i suoi occhi brillarono ancora di più.
“Questo è
vero,ma non è il titolo di Alpha a fare la forza. Loro non hanno
legami,sono degli sconosciuti che lottano per una causa fine a se
stessa.” disse arrivando al
centro della stanza “Noi invece siamo più forti. Siamo
una famiglia e siamo molto più numerosi.”
concluse.
“Ma noi non
facciamo parte del suo branco...”
disse Scott perplesso.
Il
Nonno mise una mano sulla spalla di Derek che guardò gli amici con
estrema determinazione.
“Adesso
si,figliolo. Questo Deucalion,imparerà a sue spese che chi gioca con
il fuoco,finisce per bruciarsi.”
concluse avviandosi all'esterno.
FINE
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