Soldier of Spira

di past_zonk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il cantastorie. ***
Capitolo 2: *** Principessa Al Bhed. ***
Capitolo 3: *** Non andare a Kilika. ***
Capitolo 4: *** Luca. ***
Capitolo 5: *** Besaid Djose Kilika. ***
Capitolo 6: *** La fine delle storie. ***
Capitolo 7: *** Gran Sorriso. ***
Capitolo 8: *** Risate. ***
Capitolo 9: *** Tesoro. ***
Capitolo 10: *** Sono sempre spaventato. ***
Capitolo 11: *** Giorni di Speranza e Farfalle ***



Capitolo 1
*** Il cantastorie. ***


 


 

Soldier of Spira.

 


 

Auron:

 

 

Peccato per la città.
Una certa "passione" aveva vissuto lì per parecchio tempo. E miseria. Amore ed odio vivevano lì. Disprezzo, speranza, e gioia. Rabbia, invidia, disperazione. Dolore e lutto vivevano lì.

Settemila tipi di dolori vivevano in questa città.

Li ho contati.

Ho vissuto qui per dieci anni. In un certo senso.

 

 


 

Auron:

 

Da qui su, da questo tetto, stando in alto fra il cielo e il mare, la città era veramente bellissima. Si spandeva, cresceva, illuminando i paradisi, piena di persone…circa. Zanarkand. La città che non dorme mai.

 

Ironico davvero, considerando.

 

La città era sveglia ora, dal ricco e potente, al povero e disperato. C’era una partita – blitzball. Presente? Della partita se n’era parlato per giorni, ne discutevano persino i killer e violentatori.

 

Nuova alla lista, numero 43 sulla Lista delle Cose che Odio e Disprezzo, i killer che insistono a parlare di sport con me.

 

Sembrava una notte calma. Non lo era. Osservai a fondo nel vento. Via verso il mare – oltre lo stadio – guardai quella protuberanza d’acqua. Qualcosa di enorme che stava per uscire dalla superficie dell’acqua. Divenne un flusso di marea che cominciava ad aizzarsi verso la città. Dietro di essa l’acqua continuava ad alzarsi. Non si fermò. La guardai divenire una cupola, poi un globo, vasto e criptico. Si alzò nell’aria. Rimase sospeso nel cielo.

 

C’era qualcosa dentro, che osservava.

 

Era cambiamento. Era morte e distruzione. Era follia. Era incubo. Era la fine e l’inizio.

 

Era un vecchio amico. Alzai la mia borraccia. Alla tua, Jecht.

 

Sei finalmente a casa.

 

L’onda si schiantò sulla città. Uccidendone probabilmente a migliaia. Dubito che qualcuno si fosse reso conto che fu Sin allora a liberarsi. Scosse di energia vennero sparate dal globo e si infransero all’orizzonte. Edifici crollarono verso le strade, distrutti.

 

Non quello su cui ero io.

 

Altri edifici.

 

Conoscevo persone, giù in quelle strade.

 

Non ci pensare. Quella parte della tua vita è finita.

 

Era il momento di prendere il ragazzo. Giù a terra la città stava cominciando a frantumarsi. Stava morendo. Forse era già morta. E’ quello che fa Sin. Persone correvano. Piangevano. Urlavano.

 

Non aiuterebbe, il mio intervento.

 

Ma non farebbe male.

 

Non ascoltare quelli che chiamano il tuo nome, Auron. Fai finta di non sentirli. Auron aiutaci. Auron salvaci. Non mi posso fermare oggi, sono troppo impegnato.

 

Auron l’eroe.

 

Aspetta. Mi piace questa canzone.

 

--- Auron che cammina fra le strade di Zanarkand che cadono a pezzi --- Sounds of Silence ---- Simon and Garfunkel.

 


 

 

Auron:

 

“Auron! Che ci fai qui?”

 

Quello era il ragazzo. Tidus. Giovane star degli Zanarkand Abes. Un ragazzino di bell’aspetto e in ottima forma. Doveva essere lui.

 

Unico senso del vestirsi, anche.

 

Preso da suo padre.

 

“Ti stavo aspettando”

“Di cosa stai parlando?”

Mi appoggiavo contro le macerie che un tempo erano un muro, guardando quelle forme accartocciate che un tempo erano persone.

 

Brave persone.

 

Cattive persone.

 

Persone nel mezzo.

 

Mi spinsi in piedi e cominciai a camminare verso il centro della città. Non ne avevo davvero bisogno. Sin ci avrebbe trovato. Ma avrebbe probabilmente calmato il ragazzo, fare qualcosa. Così il ragazzo mi seguì; a metà strada sul ponte sentii che qualcuno lissù stava facendoci qualche scherzetto col tempo, congelandolo, quasi. Dannato Sin.

 

Non importa.

 

Mentre camminavo potei vedere che il Palazzo di Giustizia era ancora in piedi. Il Palazzo dei Guerrieri era scomparso.  

 

Era lì Emma? - mi domandai. Dov’era Willa?

 

Non ci pensare.

 

Non è importante. Non più.

 

L’edificio della corporazione commercio era scomparso. Anche il vecchio Museo. Stava succedendo qualcosa nella Sede degli Invocatori. La vecchia casa di Vedec stava bruciando.

 

“Ehi, non di lì!” mi raggiunse.

 

“Guarda,” gli dissi. Seguì il mio sguardo verso il fuoco e gli edifici mancanti. Vide l’immensa sfera d’acqua nell’aria. Stava sospesa sulla città, ora. Il ragazzo la fissò, occhi spalancati, bocca aperta.

 

Sì. La prima volta tolse il respiro anche a me. Gli diedi un momento, poi dissi “Lo chiamiamo Sin.”

“Sin?”

 

Guardammo mentre dei tentacoli giganti furono sparati dall’acqua, schiantandosi in diverse parti della città e sparando spore ovunque. Strano, persino per Sin. Una si schiantò in un complesso vicino e piovvero spore attorno a noi, iniziando già a scuotersi in piccoli mostri. Questi erano niente. Animaletti. Penso che Sin li abbia espulsi per mera abitudine. Ma al ragazzo serviva ancora qualcosa in più che le sue mani per occuparsene. Aprii il mio soprabito e ne cacciai una spada. Gliela porsi. “Prendila. Un regalo da Jecht.”

 

“Mio padre?”

 

“Spero tu sappia come usarla.”

 

Non lo sapeva, ma aveva avuto due regali da suo padre. La spada era da Jecht. Mi aveva chiesto di dargliela quando il momento sarebbe giunto. Era un’arma abbastanza buona, ma il ragazzo avrebbe probabilmente trovato di meglio nel tempo. La spada era da Jecht – l’altro regalo da Sin. Animaletti. Allenamento.

 

Lo tirai in piedi. C’erano un paio di spore di fronte a noi.

 

“Quelle non importano. Ci tagliamo per mezzo.” Ci saremmo tagliati una via d’uscita e avremmo corso. Facile. Ce n’erano di più davanti a noi, dietro di noi, attorno a noi. “Non preoccuparti di tutte quelle. Infilza quelle che contano, e corri!”

 

Uccidevamo quelle sulla nostra strada e andavamo avanti. Poi ci imbattemmo in un tentacolo.

 

“Via dalla mia città!”

 

Quello era il ragazzo. Una cosa abbastanza fatua da dire.

 

“Qualcuno ha voglia di morire!”

 

Ora, quello sì che aveva stile. Dovevamo arrivare al tentacolo prima che ci Antimasse a morte – un incantesimo che avrebbe ferito entrambi ogni volta. Dovevamo uccidere le spore fra esso e noi. La situazione era quasi seria ora.

 

Ogni combattente conosce un paio di trucchi. Uno dei miei si chiama Zanna di Drago. Lo so; ero più giovane quando le diedi il nome. È una piccola mossa contorta pensata per attrarre più nemici e trinciarli tutti con un’oscillazione della spada; funzionò perfettamente contro le spore attorno a noi. Pulì la strada per il tentacolo e il ragazzo e io lo attaccammo finché non si dissolse in un ammasso di lunioli. Presi un paio di pozioni, una per me e una per il ragazzo, e poi corremmo via, oltre la faccia di Jecht sul lato dell’edificio Autorità Sportive. Lui urlo, mentre, passavamo, “A cosa ridi, vecchio mio?”

 

Il ragazzo aveva spirito. Gli sarebbe servito anche quello.

 

“Auron, filiamocela da qui”

 

Mi fermai quasi alla fine del ponte.

 

“Ci…aspettano.”

 

“Huh?” Non capiva. “Lasciami in pace, amico!”

 

Non c’era modo che capisse, in realtà. Il mondo non è quello che tu pensi sia, ragazzo. Quello fu il momento in cui le spore si fecero vive. Migliaia di spore.

 

“Hm…questo potrebbe essere male.” Il tempo stava cominciando ad essere un fattore. Sin avrebbe aspettato, ma io stavo cominciando a diventare impaziente, ora, così vicino al momento. Dopotutto, era possibile che tutte quelle spore avrebbero ferito il ragazzo. Mentalmente, feci un passo indietro e analizzai le vicinanze. “Quello-!” un enorme pezzo di macchinari danneggiati che penzolava dal bordo del ponte, “Buttalo giù!”

 

“Cosa?”

 

“Fidati di me. Vedrai.” Quattro colpi tagliarono la connessione che lo teneva appeso e fece cadere la macchina, in un esplosione che fece slittare l’edificio e il ponte davanti a noi. Niente più spore di Sin. Anche, ovviamente, niente più ponte.

 

Beh, ecco cosa ottieni con l’impazienza.

 

“Vai!” feci saltare il ragazzo. Era all’altezza, ma impulsivo. Saltò dal punto più vasto e per poco non fallì d’afferrare il lembo di ponte con le dita. Io saltai nella parte più stretta e lo raggiunsi. Restai in piedi sul ponte distrutto e guardai in alto verso la grandiosa spirale di luce nel cielo sopra di noi. Sin.

 

“Auron!” guardai in basso. Sì. Il ragazzo era ancora appeso lì. “Auron!”

 

Attorno a noi, l’intera città si stava disintegrando, girando, risucchiandosi dentro Sin. Guardai in alto. “Sei sicuro?” chiesi. È questo il modo? Questo il momento? Guardai di nuovo in basso verso il rag—verso Tidus.

 

“Questo è il momento,” gli dissi. Non avrebbe capito ora, ma se ne sarebbe ricordato più in là. Afferrai un lembo della sua maglia e lo tirai su. “Questa è la tua storia. Tutto inizia qui.”

Fummo risucchiati da Sin.

 

Peccato per la città.

 


 

 

 

Auron:

 

Ci fu un’accecante luce bianca. Quando potei vedere di nuovo, ero su una piana senza caratteristiche, nel silenzio e solo. Non c’erano segni del ragazzo. Non sembrava esserci alcun posto dove poter andare, quindi mi alzai ed aspettai.

 

Pensai agli inizi.

 

Per me era tutto iniziato con delle promesse a due uomini morti provenienti da due mondi diversi – e dipende comunque da cosa intendete per “mondi” e “morti” e “iniziare”. Quando tutto davvero inizia dipende dalla tua prospettiva. Allo stesso modo è essere morti, immagino. Nessuno di noi era esattamente vivo, ma eravamo non-vivi in diversi modi.

 

E anche io non so cosa intendo per mondi.

 

Ma le promesse…le promesse le conosco.

 

Vi racconterò una storia.

 

C’era una volta un uomo la cui vita era costruita su promesse infrante. Aveva promesso ai suoi genitori che sarebbe stato buono. Che avrebbe detto le sue preghiere. Protetto sua madre e sorella. Aveva giurato di servire Yevon. Di difendere la chiesa. Di obbedire ai suoi ordini. Aveva giurato di salvare il villaggio di Starfall. Di amarla per sempre. Di proteggere la vita del suo invocatore. Aveva giurato di sconfiggere Sin. Aveva sempre fallito. E dopo ogni promessa infranta, la leggenda era cresciuta, e la gente l’aveva acclamato sempre più forte. Poi era morto, ed era andato via, e non aveva più infranto una promessa.

 

Vidi tre figure camminare verso me.

 

Erano tre giovani donne. Capelli neri. Abbastanza attraenti. Sembravano sorelle.

 

Non facevano rumore. Niente passi, niente fruscio di vesti. L’unico suono estraneo in quella piana fu le loro voci.

 

Mi aspettavo dicessero qualcosa di più profondo.

 

“Vai a Luca,” dissero.

 

Aspettai, guardandole, in caso ci fosse qualcosa in più.

 

“Vai a Luca.”

 

Poi il mondo si infranse.

 

 


 

 

Auron:

 

 

 

Faceva freddo. Sentii il vento ruggire. Odorai neve e rocce.

 

Sì, neve e rocce hanno un odore, specialmente quando sono bagnate.

 

Aprii il mio occhio buono. Non volevo davvero, ma ho passato tanto tempo a fare cose che non volevo fare. Aprii l’occhio e mi guardai attorno.

 

Neve. Rocce. Cielo.

 

Monte Gagazet.

 

Avrei dovuto saperlo. Qui era dove avevo lasciato Spira dieci anni fa, per essere trasportato a Zanarkand da Sin. In quale altro posto se non qui sarei ritornato?

 

L’enorme ammasso di intercessori doveva essere qui da qualche parte. Anche l’animaletto guardiano della stronza.

 

E pure veramente un dannatissimo numero di mostri.

 

Bentornato a casa, Auron. Ci sei mancato.

 

Avrei dovuto inserire bombe strategiche quando ne avevo avuto l’occasione? Chi sa quando sarò in contatto con Sin di nuovo per tornare indietro. No, Auron, sospirai. Non sai abbastanza di Spira da agire alla cieca. Sono passati dieci anni. Tutto potrebbe essere successo.

 

Rassicurato nella mia stessa mente che avevo preso la giusta decisione, mi alzai lentamente e mi guardai attorno. Non vedevo il ragazzo. Non mi aspettavo di farlo. Sin l’aveva potuto lasciare da qualsiasi altra parte.

 

Grandioso.

 

Primo giorno e già il piano è andato all’inferno.

 

Non ero davvero preoccupato per lui. Due ragioni – primo, Sin non voleva davvero ferirlo. Non l’avrebbe portato in nessun posto troppo pericoloso – niente come le grotte di Alpha o Omega. Secondo, il ragazzo ha un dono – un dono speciale che gli altri non hanno. Una delle cose che rende i mostri più forti e temibili è il loro odio verso i viventi. Essi inseguivano senza distinzione ogni uomo, donna, bambino, animale. Alcuni mostri sono lenti, ma la maggior parte sono veloci, e negli annali di Bevelle non c’è neanche un dato registrato e confermato di un mostro che scappa da una battaglia. Attaccano sempre fino alla morte, e non si arrendono MAI.

 

Ma non avrebbero inseguito Tidus. Attaccato, sì, probabilmente. I mostri non fanno altro. Ma non sarebbero stati attratti dal suo odore. La sua vera presenza li avrebbe resi nervosi, e se il ragazzo ha abbastanza intuito da correre, non lo seguiranno.

 

Un piccolo regalo da suo padre, Sin.

 

Vi dirò una storia riguardo questo più tardi.

 

Mi alzai e presi le redini della situazione. Persino per uno come me, faceva freddo, ma il mio vecchio soprabito rosso era ben fatto e caldo. Ora aveva anche un paio di migliorie da Zanarkand.

Avevo pozioni, una spada, qualche gil in tasca, e la mia borraccia. Fin quando c’è un posto dove comprare del cibo, un uomo non ha bisogno di molto altro.

A parte un posto dove andare.

 

Beh io quello ce l’avevo. Luca era un posto buono come altri.

 

Proprio prima che iniziassi a muovermi, mi sporsi per un momento, lì sulla cima della montagna, guardai in alto e poi in basso.

 

Ero vicino alla cima.

 

Era…pulito.

 

Avevo sempre amato i luoghi alti. Ad eccezione del vento, era silenzioso. Il cielo era di un blu profondo profondo, che quasi degradava verso il viola più in alto. Sarei potuto rimanere lì per ore a guardarlo.

 

Giuro, a volte sembra quasi che…

 

Niente.

 

Iniziai a discendere dalla montagna, stando attento ai mostri. I mostri erano rari a Zanarkand – i veri nemici erano gli uomini. Ce ne sarebbero stati molti di più a Spira, e io di dieci anni indietro con la pratica. Quando arrivai a Zanarkand, dovetti insegnarmi di nuovo come combattere con un solo occhio. So che potevo fare cose dieci anni fa che ora dovrei re-imparare.

 

Il vento aveva preso forza e la neve volteggiava attorno a me. Faceva freddo, ma lo ignorai. Sono bravo ad ignorare cose non importanti. Presto raggiunsi le caverne. C’era un problema. Prima cosa, le caverne del Gagazet erano piene di ostacoli immersi.

 

Numero 7 sulla Lista delle cose che Odio e Disprezzo, ostacoli nell’acqua. I guerrieri pesanti non si sentono propriamente a casa in acqua. Non c’è modo di alleggerire le tue armi. Durante il nostro pellegrinaggio dieci anni fa, Jecht aveva condotto tutti i combattimenti in acqua. Era anche il nostro specialista contro i mostri aerei. L’abbiamo tenuto molto impegnato durante il viaggio. Era incredibile in acqua. Non ho mai visto nessuno che lo eguagliasse.

 

E comunque la caverna era piena di mostri, mostri forti.

 

La prima volta che avevo disceso il Gagazet, cadendo e rotolando da Zanarkand, tossendo sangue e amarezza…beh, non ricordo davvero come avevo superato le grotte. Ricordo solo come mettessi un piede dietro l’altro. Il dolore e le promesse erano le uniche cose presenti nel mio mondo.

 

Un piede – il piede dopo – un piede – il successivo. Devi solo alzarti una volta caduto.

 

Facile.

 

Mi fermai, tirai su col naso.

 

C’era qualcosa nell’aria. Qualcosa nel vento. Problemi stavano arrivando veloci. Uno yeti di montagna eruttò fuori dalla neve sotto di me. Lo cavalcai, poi caddi, rotolando in terra. Non andava bene. Non ero pronto a questo, non ancora. Le abilità s’erano deteriorate in dieci anni. Correva verso me, fendendo l’aria, ruggendo. Lo schivai e colpii, cercando di tagliare sotto il suo pelo doppio. Dovevo essere attento, l’appoggio era poco stabile. E lo yeti forte. Dovevo concentrarmi sulla difesa, non potevo lasciare che portasse a buon fine neanche un colpo. Cercai di usare il mio antiscutum, una delle tecniche di rottura del ki che i templari insegnano ai guerrieri monaci. Sono speciali attacchi di spirito che i combattenti pesanti possono usare per indebolire il nemico. Ma non mi sovveniva. Sarà passato troppo tempo. Non ne avevo mai avuto bisogno a Zanarkand.

 

L’attacco più semplice  - il primo che impari – è antikelesis. Funzionò. Tagliò la bestia, e potei sentire la mia energia fuoriuscire attraverso la spada nel suo corpo. Abbandonai la difesa e attaccai. Ora i miei colpi stavano facendo effetto. Ora il sangue cominciava a scorrere. Schivai un colpo e mi lanciai sul lato per trinciarlo. Lo yeti cadde di lato ed io gli tagliai la testa. Erusse in lunioli. Uno yeti di montagna. Sarei stato fortunato se ne fosse stato solo uno.

 

Bentornato a casa, Auron.

 

Mi rialzai sul crepaccio più vicino e considerai la mia posizione.

 

La caverna era davanti a me, piena di ostacoli acquatici e mostri forti. Non ero per niente bravo in acqua e fuori allenamento con i mostri.

 

Guardando in basso dalla montagna vidi la Piana della Bonaccia aprirsi alla mia vista. Anche dopo le caverne pullulavano i mostri.

 

Non avevo tempo per questo. Avevo promesse da mantenere. Dovevo trovare Tidus e Yuna.

 

Beh…c’era un altro modo. Qualcosa che avevo già fatto, una volta o due a Zanarkand.

 

Bene, dopotutto, eccoci qui.

 

Presi una pozione dal mio cappotto e infilai gli occhiali in una tasca interna. Non volevo perderli. Erano un regalo costoso da una persona che non aveva mai avuto abbastanza soldi.

 

Mi guardai attorno. Feci un altro passo verso il burrone.

 

Si muore solo una volta, giusto?

 


 

 

Auron:

 

Cadere. Infilzarsi. Schiantarsi contro la montagna, cadendo e rotolando di nuovo. Rosso spruzzato sul bianco. Spuntoni di costole che vengono via. Gambe rotte, e rotte di nuovo. Bevo la pozione quando posso. Quasi. Quasi. Lì. Il terreno. Arriva, cresce, aspetta.

 

DOLORE!

 

Respirare è difficile…fa male…

 

Colori…lunioli…me…

 

Non posso muovermi…devo muovermi…devo arrivare a Luca…

 

“Ooh, Sir Auron!”

 

Non posso voltare la testa…una donna?

 

“Dovevi solo aspettare un momento.”

 

Il mio corpo viene sollevato – dolore! Mi sto alzando. Guarda in basso. È più facile. Il terreno si allontana. Un’ombra corre fra le nuvole. Ali? Guardo in alto. Fa male. Colori. Rosso, e blu, e oro. Prima che tutto diventa nero.

 

Prossimo capitolo: Principessa Al Bhed.

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Capitolo 2
*** Principessa Al Bhed. ***



 

Soldier of Spira.



Pon the replay Radio Edit - Rihanna


Diario di Rikku:

 

Wow! Siamo stati così impegnati che non ho avuto tempo di scrivere qui per settimane. Ti son’ mancata? Ovviamente che ti sono mancata! Manco a tutti. Nessun posto è lo stesso senza me. A volte penso a tutte le povere persone che non mi hanno mai incontrata! È triste, ma Spira è un mondo triste.


 


Principessa Al Bhed.


Diario di Rikku:

Siamo appena tornati dal vecchio tempio che i nostri ragazzi hanno trovato vicino Baaj. Papà mi ha messo in carica di un gruppo di salvataggio per la prima volta. “Rikku,” sembrava voler dire, “Questa missione ha bisogno del tuo tocco delicato”. Ed è stato veramente un colpo di fortuna, perché i ragazzi che aveva mandato con me…ugh…Senti, amo gli Al Bhed. Diamine, sono una principessa Al Bhed! No, non in quel senso – sono una vera principessa. Beh, ci vado vicino almeno, visto che mio padre è Cid, leader degli Al Bhed. Quindi mi piacciono davvero gli Al Bhed. Mi piacciono i nostri vestiti, il nostro cibo, la nostra musica, il fatto che le giovani ragazze Al Bhed siano belle e talentuose. E vado MATTA per le nostre macchine! Ma, nonostante tutto ciò, sono costretta ad ammettere che i nostri uomini sono più densi di testa che il fango di Macalania. Bravi con le macchine, figurati, ovvio, ma più stupidi di una modella shoopuf incinta.

 

Quindi eccoci a Baaj. Abbiamo tutti i vecchi componenti elettronici per cui eravamo venuti, quindi abbiamo deciso di passare un po’ di tempo con una piccola caccia al tesoro. Abbiamo ucciso un paio di piccoli mostri e preso qualche gil e armi. Niente di troppo eccitante, ma meglio di una rana nel tuo orecchio (sì, lo so). E così siamo arrivati ad una grande stanza centrale, ma la sua porta era chiusa per bene. Stava ferma lì, si rifiutava d’essere aperta, ci rideva in faccia. Beh, ehi, sapete qual è il motto Al Bhed: “fuoco nella tana!” Abbiamo sempre qualcosa di boom con noi. Abbiamo ammassato bombe, granate e pacchi energetici contro la porta, fatto un passo indietro, e l’abbiamo letteralmente stracciata. Gran flash. Gran rumore. Gran fumo. Bim bum bam. Quando il fumo s’è diradato da quella cattivona, le sue ante erano ancora lì tutte arroganti e superiori. E beh, ehi, il motto Al Bhed è “se fai cilecca al primo tentativo, triplica la portata!”

Abbiamo ammassato più in alto e con più forza. Non ne avremmo probabilmente ricavato niente, ma abbiamo spazzato via quell’espressione arrogante dalla faccia di quella porta. Ehi, aspettaunminuto, sembrava voler dire, possiamo parlarne! Ragionamoc – KA BOOM! Ha! Che imparino a mettersi contro una principessa Al Bhed.

Quindi, insomma, siamo entrati nella stanza e c’era un ragazzino biondo lì a combattere contro un mostro, un grande, brutto coso-insetto. Oh, era una vista terribile – aveva solo una gamba lunga del pantalone –e di pelle!!! – e il più pesante pezzo di gioielleria attorno al collo. Avrò gli incubi, lo so! I colori erano carini, accesi, ma dio, ragazzo, trova un senso estetico.

Bene, decido di aiutare il ragazzo. Striscio al suo fianco e sfido il re degli insetti a colpirmi. Dovrei smettere di farlo – fa male! Il grande insetto ha iniziato a colpirci entrambi. Il ragazzino filava a destra e manca con quella sua spada. “Sei dei miei?” chiese “Figo!”

In effetti era alquanto veloce. Io sono veloce, uso degli artigli, un’arma del genere ladro. Perché dovrebbe servirmi un’arma da ladro, una brava ragazza come me? Uhm, uh, okay. Dopotutto, oltre a essere una principessa Al Bhed, una meccanica spacca-culi, quasi una linguista, e un grosso punto di luce nella vita delle persone che mi attorniano, diciamo che sarei anche un ladro. Ma ehi, rubo solo dai mostri! Non è sbagliato, vero? E a quelli che odiano gli Al Bhed. È okay rubare ai razzisti, vero? Certo che lo è. Se lo meritano. E a volte anche agli Yevoniti in generale. E forse occasionalmente Guado, o Ronso, o Hypello. Ma solo quando mi serve davvero qualcosa, e non ho mai rubato ad un altro Al Bhed! A meno che non fosse stato cattivo. O lo sarebbe stato in un futuro prossimo. E non ruberei mai, e poi mai ad un amico. Non di nuovo.

Quindi non puoi chiamarmi davvero una ladra, no? Anche se sono davvero, davvero brava. Comunque, ho questi artigli, ma perché avvicinarsi tanto quando hai delle granate in tasca? Granate – ed esplosivi in generale – yay! Allora, il ragazzo sta attaccando, e io sto lanciando granate, quando vedo un flash di qualcosa. Sembra provenire proprio da sotto quel fianco insettoso del mostro. I mostri si formano attorno ad armi, oggetti, guils, o li prendono dalle persone che uccidono. A volte un ladro ha la capacità di avvicinarsi, sentire quegli oggetti, e cercare di tirarli via, ma deve essere davvero veloce. Così, svelta, mi lancio contro, afferro l’oggetto, e ritorno indietro. (Alcuni dicono che amo le cose che luccicano. Dicono che mi distraggo facilmente. Poi sono tutti sorpresi quando le loro cose spariscono!) Guardo in basso molto veloce per vedere cosa ho preso e,…uh…oh…dannazione. È una granata. Il che significa…Le uniche persone che portano granate sono gli Al Bhed, quindi immagino come l’insetto se ne sia procurata una. Adesso la battaglia è personale, e ho sentito una vera soddisfazione a vedere l’insetto esplodere alla grande in un ammasso di lunioli quando è morto. Evviva Rikku, principessa Al Bhed e sterminatrice massima – non solo uccidiamo gli insetti, li facciamo anche soffrire! (E comunque, nessuno ha mai pensato a un programma di disfacimento dei lunioli? Forse per fermare il problema dei mostri alla radice? Solo io?) Ho anche trovato due sfere e i gils che il mostro ha lasciato cadere.

Ehi, per cosa li avrebbe spesi il ragazzo, comunque?

Okay, quindi ecco perché grazie a Dio ero io in comando. I ragazzi con cui ero (in realtà miei cugini alla lontana) pensavano che il ragazzo fosse un mostro. (Facciamo un gran sospirone. Tosti come le pietre del Gagazet) Digalt (lo chiamiamo Piagnone) viene e prende il ragazzo per i capelli, e gli altri ragazzi gli puntano le armi contro. Gli taglieranno la gola. “Ragazzi,” gli dico “E se fosse umano?"

Cutyi scuote un coltello verso di me e dice, “Sono tutti uguali morti”. Da dove le prendono ‘ste frasi i ragazzi? Chi parla veramente così? Idioti come il terriccio di Djose. Quindi impunto i miei piccoli piedi, e gli dico che portiamo il “mostro” con noi indietro. “Scusa,” dico al ragazzo. Immagino questa non sia la miglior prima impressione da dare, e non aiuta davvero la ginocchiata che gli do nello stomaco.

Background: Nave Al Bhed: Zydeco Gris Gris - Beausoleil

Arriviamo alle barche e remiamo fino alla nave. È davvero una bella notte. Si possono vedere un trilione di stelle nel cielo. Beh, si potrebbe se non ci fossero le nuvole. Ehi, le ho viste ieri! Comunque, qualsiasi notte senza una tempesta, è una buona notte in mare, giusto? (O da qualsiasi altra parte.) Quando finiamo di caricare la roba da Baaj nel montacarichi, ritorno sul deck e vedo che il ragazzo è sveglio. Inizia ad alzarsi e uno dei ragazzi lo rispinge giù dicendogli di non muoversi. Voglio dire, ehi ragazzi, non è che parla la nostra lingua, eh. Mio fratello è con me. Il suo nome è…uh, Fratello. C’è una storia divertente sul suo nome. Non molto divertente, in realtà. Più che altro inquietante. Un’altra volta.

Fratello non è esattamente il più acuto nel gruppo, specialmente attorno alle donne, ma almeno ha realizzato che il ragazzo non parla l’Al Bhed. Ha usato il linguaggio dei segni. Non era un gran linguaggio, e non s’è fatto capire nemmeno un po', ma almeno ci aveva provato. Il ragazzo non capì. Gran sospiro. È il momento per la piccola Rikku di farsi avanti e risolvere i problemi di tutti. “Ha detto che potresti rimanere se ti rendi utile,” gli dissi.

“Tu…tu mi capisci?” Beh, certo che ti capisco. Parlo lo Spirano davvero bene. Il ragazzo accettò di lavorare con noi. Vedi, il tempio di Baaj era solo una tappa momentanea mentre ci trovavamo nel vicinato. Il vero premio era sotto di noi, le vecchie rovine anteriori alla caduta di Zanarkand. Dovevamo andare giù e cercare di accendere l’energia, tipo cercare un gran bottone on/off o qualcosa di simile. Ma c’erano mostri sott’acqua. Non volevano mandarmi da sola (mi amano), quindi ho detto loro che avrei portato il ragazzo. Era abbastanza bravo con la spada, e sembrava che dopotutto non mi avrebbe rallentato troppo sott’acqua.

Quindi eccoci nell’acqua, nuotando giù giù giù, (la voce si fa più bassa) giù giù, seguendo il traccia di guida verso il fondo. Poi, lo vediamo! Un gran complesso costruito nel fianco di una montagna marina. È tutto scuro e misterioso. Le uniche luci sono quelle messe dal team di salvataggio. Alquanto spaventoso e da brividi, presente?

 

Come quando eri una bambina piccola e seppellivi la faccia nel maglione di papà quando ti diceva le storie di Zanarkand prima che fosse morta.

 

Arriviamo all’impianto di controllo dell’energia e ci nuotiamo dentro. C’è una serratura chiusa alla fine della stanza. Quello è il primo problema. Nessuno è riuscito ad aprirla. Ecco perché mandano il meglio che hanno. C’è un pannello di controllo, ma prima che io possa fare qualsiasi cosa, il ragazzo vi si avvicina e inizia a picchiare sul pannello! Lo sta picchiando. Il pannello di controllo mi guarda, dicendo Salvami! Salvami! E sto cominciando a pensare che sia il momento delle granate, quando il pannello si arrende, le luci s’accendono, e la serratura si apre. Il ragazzo ha avuto fortuna. Okay, va bene. La fortuna va bene. Fare ciò che va fatto è la cosa importante, non chi lo fa.

 

Nuotiamo attraverso una grande stanza centrale, attorno un pilastro, e giù per un altro corridoio. Questa è la stazione d’energia principale. Ci dovrebbero essere abbastanza riserve per attivare il complesso se riesco a capire come accenderlo. Questo era un impianto di macchine sofisticate, sarebbe un’operazione delicat-

 

Lo stava facendo di nuovo! Ha semplicemente nuotato oltre me e ha iniziato a colpire la stazione d’energia! Cosa pensava di fare quel ragazzino? Solo perché era stato fortunato con una porta non significava che…uh…okay, c’è energia ora. Cielo, da dove viene ‘sto ragazzo, comunque? Pensavo che solo noi Al Bhed conoscessimo le macchine, ma ora c’è questo ragazzo biondo con un orribile senso in quanto vestiti e una tecnica di riparazione colpisci-finché-non-si-arrende precedentemente conosciuta solo da meccanici Al Bhed di alta estrazione. Devi rispettare la cosa. E di nuovo, non è importante chi fa il lavoro finché il lavoro è stato fatto. Niente grandi ego qui, per piacere. Gli ho rubato venti gil mentre non guardava.

 

A lavoro fatto, ci dirigiamo verso l’uscita, ma immagino che abbiamo svegliato qualcosa quando abbiamo riacceso l’energia, perché la cosa ci stava aspettando nella stanza centrale, ed era incacchiato.

 

Il ragazzo è davanti a me mentre nuotiamo, quando all’improvviso dei gran tentacoli lo stanno afferrando. Lo spingono lontano, quando vedo questo enorme coso piovra! Il ragazzo si rimette in riga e colpisce il mostro, mentre io gli lancio un paio di granate. Gli sarà sembrata una battaglia più impegnativa della solita per procacciarsi cibo, perché ora s’era nascosto dietro la grande colonna centrale. Il ragazzo ha preso l’opportunità per rifocillarsi con una pozione mentre io ho lanciato un’altra granata. Mi sto guardando attorno per una via d’uscita quando lui comincia a indicare un punto. Guardo verso El Gran Calamaro ed è tornato per fare qualche sorta di attacco speciale. Più granate, più colpi di spada, più pozioni, prima che il coso si allontani di nuovo. Il ragazzo sta facendo segno che dovremmo seguirlo questa volta – lui andrà da un lato e io dall’altro. Decisioni, decisioni. Che diavolo, non è così bravo con le macchine. Io vado dall’altro lato e bracchiamo la cosa fra di noi. Colpo colpo, boom boom, morto morto. Mi metto in tasca un altro po’ di gil e un paio di oggetti. Cosa?

 

Nuotiamo indietro, e dio, dovreste vedere queste rovine ora! Sono tutte illuminate, come un posto che sta tornando a vivere! Scuoto la testa e immagino se questo è come Zanarkand era indietro nei suoi giorno. Possiamo ritornare ora, ma io voglio vedere il gran premio che tutti cercavano. Nuotiamo oltre altri lavoratori Al Bhed per il salvataggio del reperto, oltre le rovine,  giù verso una gran fossa. E sul fondo, eccola – un antica aeronave! È bi-enorme. Ed è bellissima! Non m’importa cosa dicono gli Yevoniti, le macchine sono bellissime! Okay, forse è ricoperta con un mix di sporcizia oceanica da un millenio, ma se c’è qualcuno che può farla tornare a volare, è papà e la nostra gente a casa.


Diario di Rikku:

 

Di nuovo a bordo, tutti si congratulano con me per aver finito il lavoro più velocemente di quanto tutti pensassero. C’è una ragione se il motto Al Bhed è “lascia fare a Rikku!” gli dico e, ehi, sono solo stata fortunata (sono così modesta) e il ragazzo non mi ha rallentato troppo. Devo ricordarmi di nutrirlo dopo.

 

Aver trovato l’aeronave è davvero fantastico, ma non credo sarà pronta per l’Operazione Mi’ihen.



Diario di Rikku:

 

Portai un vassoio sul deck. “Ti ha seguito fino a casa, Rikku, quindi lo nutri tu.” Grazie ragazzi. Che gran trattamento per una principessa Al Bhed superintelligente che ha appena salvato il vostro progetto trovando il gran interruttore per la luce. Il ragazzo è steso sul deck. Non sta facendo nulla. “Ecco un po’ di cibo,” dico educatamente. Dovrà essere davvero affamato perché all’improvviso si alza e comincia a lanciarsi cibo in bocca. E ovviamente inizia a strozzarsi. La vecchia buona Rikku alla riscossa, gli porgo un po’ d’acqua e qualche consiglio sul non mangiare veloce. Okay, forse anche sul suo non-esistente senso della moda, e maniere da tavola di base.

 

Lui si alza e inizia a ridere e a stiracchiarsi, poi mi guarda e mi dice “Ciao anche a te. Come ti chiami?”

 

Ha gli occhi blu. Non è davvero così giovane. Un anno o due più grande di me. All’improvviso sto avendo problemi a trovare qualsiasi cosa da dire. Digli che sei una principessa Al Bhed! No. Vuoi vedere delle macchine fighissime? No. Digli se vuole vedere le tue sfere! ARGH! Doppio no! Chiedigli della sua grande grande spada! Stop! Nome! Qual è il mio nome? Rikku. “Rikku.”

 

“Wow! Mi capisci davvero! Woo hoo!” e inizia a ridere e a ballare. Okay, quindi forse potrebbe portare avanti la conversazione per entrambi. È abbastanza carino, nonostante quello che indossa, ma è un po’ strano. D’altra parte, se io fossi bloccata con un gruppo di persone che parlano un linguaggio del tutto diverso e trovassi qualcuno con cui parlare, potrei essere così contenta da fare la mia parte di balletto. E lui di sicuro non capiva l’Al Bhed. Non sapeva neanche chi fossero gli Al Bhed! Chi era questo tipo?

 

“Da dove vieni?” gli ho chiesto.

 

“Zanarkand!" Beh, che domanda stupida. “Sono un giocatore di blitz ball. Star player degli Zanarkand Abes!”

 

Okay, Rikku, non fare gesti inconsulti. Allontanati lentamente da Sua Biondezza. “Hai…hai battuto la testa o cosa?”

 

“Uhm, voi ragazzi mi avete colpito.” Punto suo.

 

“Oh, giusto. Ricordi qualcosa prima di quello?” Ci appoggiamo alle ringhiere e lui guarda lontano verso l’oceano e inizia a dirmi della sua vita, solo che non può essere vero. Dice di vivere a Zanarkand, ma che è viva e piena di persone. Ed è una gran star. È famoso. E mi dice di come Auron si sia preso cura di lui dopo la morte dei suoi genitori. Sai, Auron-il-guardiano-leggendario-che-ha-portato-il-Bonacciale-con-Braska, quell’Auron? Sembra il genere di storia inventata da un orfano, o un ragazzino triste, la cui vita è stata così dura da fargliene creare una migliore nella sua testa. Poi il ragazzino parla di Sin.

 

Si gira verso di me e mi chiede, “Ho detto qualcosa di divertente?”

 

No davvero. Lo guardo. “Eri vicino a Sin. Non ti preoccupare, starai meglio col tempo. Dicono che la tua testa diventa tutta incasinata quando Sin è vicino. Forse hai fatto una specie di sogno?”

 

“Vuoi dire che sono malato?” Okay, forse dovevo lavorare un po’ sulle mie rassicurazioni.

 

“A causa delle tossine di Sin, sì.”

 

“Sicura?” Non sembrava convinto.

 

“Sì, non esiste più nessuna Zanarkand. Sin l’ha distrutta mille anni fa. Quindi…nessuno gioca a blitzball lì.” Glielo dovevo proprio dire? Aveva davvero, davvero, bisogno di saperlo, o forse gli avevo appena strappato via la cosa migliore della sua vita, anche se falsa? Forse non era affatto colpa delle tossine di Sin, forse era solo qualcosa in cui aveva bisogno di credere perché la sua vita reale era tanto brutta. Ho visto persone del genere, persone che hanno perso così tanto, hanno perso la loro famiglia per Sin, o per i mostri, e fa così male che si rinchiudono semplicemente nella loro testa dove non c’è Sin e sono con le persone che amano e sono felici. Ma non sono davvero felici. È una fantasia, non è reale, ed è triste, e quando sono vicino a loro mi sento i brividi, e vorrei non fosse così ma lo è. Davvero, sono così feriti che si arrendono. Non è come sognare. Un sogno vero è qualcosa in cui speri e per cui lavori duro. I sogni possono realizzarsi davvero e sono fatti di vita e speranza e futuro e musica e amore.

 

A volte penso che uccidere il sogno di qualcuno è come uccidere quella persona. Ecco cosa ha fatto Sin. Le persone sognano di trovare qualcuno, costruire una famiglia, crescere, avere una vita insieme. Ma sanno che Sin è sempre lì fuori, pronto a riprendersi tutto. Abbiamo paura di sognare ora, e tutto ciò che sogniamo è che qualcuno più coraggioso di noi venga e ci compri un po’ di pace sacrificando la sua vita.

 

Lui non si stava arrendendo, comunque. Non voleva credermi. “Cosa intendi per mille anni fa? Ma io ho visto Sin attaccare Zanarkand! Stai dicendo che è accaduto mille anni fa? Impossibile!”

 

Beh, buon per te, ragazzo! Non lasciare che una tipa Al Bhed tutta ossa e dalla parlantina veloce ti porti via il tuo sogno. Da pensierosa ritorno a essere Principessa Gioiosa. Lo faccio tutte le volte.

A volte non so di essere una persona triste finché non mi sforzo di essere di buon umore. Papà mi chiama bipolare e cerca di starmi lontano quando sono triste.

Okay, cosa ne facciamo ora del ragazzo? Quindi probabilmente gioca a blitzball. Questo spiegherebbe perché è così bravo in acqua. Quindi…”Sai, dovresti andare a Luca.”

 

“Uh huh.”

 

“Qualcuno potrebbe sapere chi sei, o potresti trovare qualcuno che conosci.” Ehi! Rikku a salvare la situazione ancora una volta. Ditemi che non sono il genio più piccolo e carino che abbiate mai visto. Ovviamente lui non sapeva neanche cosa fosse Luca, ma quelle erano semplicemente le tossine. Porteremo questo ragazzo alla sua gente in men che non si dica, e senza dubbio loro mi copriranno di regali per dimostrare la loro gratitudine. No, dirò, non posso proprio accettare. Ma loro insisteranno. Devo solo convincere gli altri ad andare a Luca. Nessun problema – mi amano qui. “Lascia fare a me,” gli dico, “Ti farò arrivare a Luca, promesso! Cosa? Preferiresti star qui?”

 

Oops, pensai. Mi rigirai verso il ragazzo. “Oh, e una cosa. Non dire a nessuno che sei di Zanarkand, okay? Yevon dice che è un posto sacro. Potresti irritare qualcuno.” Corro via verso la sala centrale. Fearric è lì. È un cugino di mio padre, ed è in comando in questa missione. Sono come una nipote per lui. Posso sempre arrotolarlo attorno al mio mignolino, averlo in pugno.

 

“Per favore!”

 

“No, Rikku.”

 

“Per favooooore!”

 

“NO, Rikku!”

 

“Oh, e daaaaaaaai.”

 

“Non abbiamo tempo.”

 

“Sarò buona…”

 

“Rikku…”

 

“Sei cattivo!”

 

“Già.”

 

“Ti odio!”

 

“Non durerà.”

 

“Ti ridò le chiavi della tua moto!”

 

“Non hai le mie chiavi!”

 

“Le avrò.”

 

“Rikku.”

 

“Ti voglio bene!”

 

“(Sospiro.) Oh, dannazione, Rikku…”

 

Hahaha! Dovetti abbracciarlo. Dovetti proprio! È nel contratto quando uno dei tuoi zii preferiti fa qualcosa di davvero carino solo per te. Quindi proprio mentre ci avviciniamo all’happy ending della vicenda, qualcosa di tipicamente Spira succede. La nave inizia a tremare, e a saltare. Il mio sedere colpisce il deck e ci sono i ragazzi della ciurma che corrono a destra e manca. È Sin. È sotto di noi, e sta arrivando. Forse Sin è davvero attratto dalle macchine.

 

Non perdemmo nessuno dei nostri. Immagino che Sin fosse solo di passaggio. Ma il ragazzo era scomparso. L’ho visto cadere oltre la ringhiera. L’abbiamo cercato a lungo, ma non abbiamo mai trovato nulla, e forse ce l’ha fatta. Lo spero. Sono stanca di perdere persone.


 

Prossimo capitolo: Non andare a Kilika.

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Capitolo 3
*** Non andare a Kilika. ***




Soldier of Spira.

 


 

 

Auron:

 

Cerco ancora di aprire entrambi gli occhi. Non so perché, e immagino non importi. Ma anche dopo tutti questi anni, quando mi sveglio, apro un occhio, e poi poco prima di ricordare cerco di aprire anche l’altro.

 

Non funziona mai.

 

Aprii il mio occhio. Ero in un letto scomodo in una camera piccola. Voltare la testa faceva male. Girai la testa, e mi guardai intorno. Il posto era semplice, con solo una porta e una finestra. C’era una sedia spoglia vicino al letto. Vi era steso il mio soprabito rosso sul dorso. La mia spada era in un angolo.

 

Guardai in basso verso me stesso. Le mie costole erano bendate strette, ma oltre quello sembravo star bene. Non ero stanco, ma mi sentivo un po’ debole. Pazienza, Auron. Mi alzai ed aspettai. Dopo circa un’ora un uomo entrò, mi vide, e sorrise, “Ah, sei sveglio.”

 

Era un prete di Yevon.

 


 

Non andare a Kilika.

 

 

Auron:

 

Eravamo seduti l’uno di fronte l’altro ad un tavolo, condividendo un pasto semplice ma soddisfacente. Fuori, potevo vedere le persone finire le faccende del giorno mentre la luce spariva dal cielo. Ero nella zona bassa, in uno dei piccoli villaggi sulla via Mi’ihen che corre da Luca a Djose. Com’ero arrivato qui a migliaia di miglia lontano dal monte Gagazet? Apparentemente, volando.

 

“Hai causato un gran scompiglio. Non è da ogni giorno vedere una leggenda sanguinante e morente discendere dal cielo portato da un eone. Almeno non qui. Forse a Bevelle,” sorrise.

 

Padre Mott aveva un buon sorriso, gentile e fermo, come il padre che chiunque dovrebbe avere. Era un curatore, con piccoli poteri. Aveva fatto quel che poteva per me quando l’eone – Valefor, suppongo – mi aveva lasciato nello spiazzo di fronte la sua piccola chiesa. Credo di aver capito di aver fatto una certa impressione. Dozzine di persone volevano il mio autografo, altri volevano semplicemente vedermi. Molti volevano sapere come mi fossi ferito. Ammetto che la caduta dalla montagna abbia causato più danni di quanto pensassi.

 

“Oh, sì, ci sono molte persone che vorrebbero vederti, o forse addirittura parlarti,  Sir Auron. C’è una donna nel villaggio, suo genero è di Ocean’s Point. Specialmente lei vorrebbe vederti e ringraziarti.”

 

Ocean’s point. Forse sapete che ho salvato Ocean’s Point e tutta la sua gente anni fa, da solo.

È parte della legenda. Non avete mai incontrato qualcuno dal villaggio Starfall, però. Nessuno sopravvisse a Starfall.

 

“Non voglio vedere nessuno,” gli dissi.

 

“Saranno delusi.”

 

Vivono a Spira. Sono abituati alla delusione.

 

Il prete era un uomo di facile e ragionevole conversazione. Mentre mangiavamo il nostro pasto, la discussione si trascinò su Yevon e la chiesa. Ovviamente, suppongo. Fu deluso, ma non sorpreso, di sentire della mia rottura con la chiesa. Era un uomo alquanto devoto, totalmente dedito al benessere del suo gregge. Aveva una fede assoluta in Yevon.

 

“Forse,” gli dissi “Forse conosco la chiesa meglio di te, Padre. Non è degna della tua devozione.”

 

I suoi occhi erano lucenti mentre si sporse sul tavolo e rispose. “La chiesa è un’illusione,” disse. “Solamente un insieme di edifici e tradizioni. Io non venero la Chiesa.”

 

“Conosco anche Yevon meglio di te.”

 

“Non venero neanche Yevon. Yevon è solo una parola. Non sappiamo neanche chi sia, Yevon, o chi fosse. Almeno, io non lo so. Yevon sarebbe potuto essere un uomo, un posto, un evento.” Mi guardò, occhi gentili, ma pieni di fede. “Io venero cosa Yevon significa per me – speranza, di fronte alla disperazione. Solo i folli venerano le parole.”

 

Annuii lentamente, e presi un paio di bocconi dal mio pasto. “Suppongo che Bevelle sia pieno di folli, allora,” dissi.

 

Lui mi fece una smorfia. “Lo sai meglio di me. A Bevelle venerano il potere, non parole. Potrebbero non essere uomini pii, ma non certamente folli.”

 

Aveva ragione. Lo guardai, e mi chiesi quanti semplici preti di villaggio come lui fossero lì fuori, in tutta Spira. Quanti di loro che vedevano la vera natura del credo Yevon di Bevelle, e trovavano il loro personale credo, invece? Era seduto, calmo e dignitoso delle sue vesti semplici. Sei una nuova speranza per Spira, mi chiesi, o una trappola sottile? Tu con la tua fede e i tuoi scopi, la tua compostezza e gravità, tu siedi qui di fronte a me e quasi rendi ai miei occhi la Chiesa qualcosa di reale e buono. Nei miei dieci anni a Zanarkand, avevo dimenticato degli uomini come te, gli uomini buoni della Chiesa. Le persone in questo villaggio hanno un uomo giusto e decente come prete. Sei parte del problema, Padre. Lo capisci? Tu vedi Yevon chiaramente. Vedi la Chiesa chiaramente. Ma non sai ancora quello che io so. Il mondo non è quello che tu pensi sia.

 

Forse ucciderti sarebbe il mio più gran regalo per Spira, pensai, per poi catturare tutti i buon’uomini nella Chiesa. Non ce ne saranno così tanti. Non lo farei mai, ovviamente. Erano i pensieri vani di uno come me, il cui mezzo giornaliero era la brutalità.

 

Parlammo fino a tardi quella notte, della natura della fede, di contrizione e redenzione. Ero pronto per partire, la mattina dopo. Mi sentivo molto meglio dopo aver parlato a Padre Mott, mi sentivo meglio riguardo Spira. Forse quando questa storia  si sarebbe conclusa e una nuova iniziata, ci sarebbe stato posto per i preti come lui e per una Chiesa enormemente riformata.

 

Non ho ancora fede in Yevon. Non so in cosa ho fede.


 

 

Auron:

 

Era presto quando camminai via dal villaggio, ma c’erano già delle persone intorno, e mi furono chiesti autografi. Semplicemente irritante. Quello che mi disturbava erano le madri che mi porgevano bambini per farli benedire. Mormorai qualcosa per soddisfarle e presi a camminare più veloce. Auron il santo folle.

 

Per mezzogiorno ero abbastanza lontano dal villaggio, e proseguivo a passo sostenuto. Il cielo era limpido e il sole era piacevolmente calmo. Pensai di poter arrivare a Luca in dodici giorni. C’erano altri pellegrini sulla strada. Stetti sulle mie, non mi fermai né rallentai mai, ma li potevo vedere guardarmi, fissarmi. Occasionalmente sentii qualcuno dire “Auron” o “guardiano” o “la morte che cammina”. Era stato Kinoc a inventarsi quell’ultimo, anni fa, a chiamarmi La morte che cammina fra gli uomini. Avrei voluto ucciderlo, ma avrei solo comprovato la sua tesi.

 

Dovetti combattere un paio di mostri sulla strada. Il peggiore fu un volatile che non riuscivo proprio a beccare. Finalmente un ragazzino con una fionda venne in mio soccorso. Aggiungete questo alla leggenda. In effetti, era bravo abbastanza. Lo protessi mentre colpiva alla cieca l’uccello. Quando il mostro eruttò in lunioli il ragazzo  aveva un sorriso sulla faccia che valeva per due. Aveva combattuto fianco a fianco con Auron. Gli avevo migliorato la giornata.

 

Era quasi buio quando incontrai un gruppo che non potetti evitare. Era un’invocatrice e i suoi guardiani. Capelli rossi, con un mucchio di lentiggini sul naso, aveva forse venticinque anni. Abbastanza grande da morire. C’erano tre uomini con lei, due erano ovviamente suoi guardiani, l’altro era un vecchio con il quale stavano parlando.

 

“Oh, oh! Siete…Sir Auron?” Lei iniziò ad arrossire e a balbettare. I giovani mi fissavano a bocca aperta.

 

Stetti lì in piedi, un braccio penzolante fuori dalla manica, il soprabito rosso che svolazzava al vento, la spada in bilico sulla spalla. Totalmente a mio agio, li ispezionavo da sopra gli occhiali. La leggenda. A volte ci penso. Non è che sono in cerca di attenzione.

 

“Lo sono, invocatrice.”

 

“Oh, Sir Auron! È un grande onore incontrarvi! Sono l’invocatrice Ingrid, e questi sono i miei guardiani.” Stava quasi per iniziare a saltellare. I suoi due guardiani erano un guerriero ben piazzato e un giovane mago nero. Tutti e tre vollero un autografo. Guardali negli occhi, Auron. Quello che in realtà cercano è la tua approvazione. Erano in pellegrinaggio, per ottenere gli eoni e sconfiggere Sin. Forse erano amici d’infanzia. Affrontavano insieme il loro ultimo probabile viaggio. Erano eccitati, pervasi dal sentimentalismo, sognavano di divenire eroi, campioni, martiri, folli, correvano verso la loro morte, mangiati dalla paura e dai ripensamenti, volendo disperatamente arrendersi, voltare le spalle, lasciare a qualcun altro il mostro da uccidere. Erano giovani e volevano vivere. Avevano bisogno che io gli dicessi che stavano facendo una cosa grande e giusta, che erano la luce e la speranza di Spira. Ero la prova vivente davanti a loro che si poteva fare. Erano lì, mi guardavano, volevano che gli dicessi che valeva la pena farlo.

 

Cosa potevo dire? Scappate! Urlavo nella mia mente. Abbandonate questa impresa, andate a casa, sposatevi, avete bambini! Abbiate speranza! Ecco come sconfiggi la disperazione.

 

Non potevo dire loro ciò.

 

Invocatori e guardiani. Guardiani e invocatori. Luce e speranza di Spira. In ogni momento ci sono circa dai venti ai quaranta invocatori in tutta Spira in diverse fasi di allenamento. Quando il Bonacciale finisce, fino a due dozzine partono immediatamente in pellegrinaggio per acquisire gli eoni e sconfiggere Sin. Alcuni saranno uccisi dai mostri, altri abbandoneranno la loro missione, pochi saranno rigettati dagli eoni per qualche ragione. Uno, due o forse tre raggiungeranno la città di Zanarkand per affrontare il giudizio della stronza. Se uno di questi sconfigge Sin, un nuovo Bonacciale inizia. Altrimenti, nuovi gruppi di invocatori partiranno quando il loro allenamento sarà completato fino a che uno di loro riuscirà nell’impresa. Il Bonacciale inizia. Dura per nove, o dieci, o dodici anni, e più invocatori iniziano ad allenarsi per il ritorno di Sin. E noi nutriamo questo meccanismo malato con le nostre persone migliori, come questa giovane donna e questi ragazzi qui di fronte a me, che mi fissano con occhi chiari e brillanti. Persone cieche, senza alcuna idea della realtà.

 

Come me.

 

Certo, Auron.

 

Cosa potevo dirgli?

 

“Una volta, un invocatore di nome Braska iniziò il pellegrinaggio per sconfiggere Sin,” iniziai.

 

“Una volta, un invocatore di nome Braska iniziò il pellegrinaggio per sconfiggere Sin. Lord Braska pensò spesso di tornare indietro. (Una sporca bugia. Braska non ha pensato neanche per un istante di ritirarsi). Aveva una figlia. Se fosse morto senza sconfiggere Sin, l’avrebbe lasciata sola per nessun motivo valido, con nessun vantaggio. E lei aveva già perso la madre. Ogni giorno, lui guardava nel suo cuore, cercando la verità – se avesse davvero una possibilità di sconfiggere Sin, o si stava semplicemente prendendo in giro. Molti invocatori muoiono senza mai raggiungere Zanarkand. Avrebbero potuto arrendersi e vivere. Sarebbero dovuti arrendersi e vivere. Braska non era mai sicuro (Braska era sempre sicuro). Ma ogni mattina quando si chiedeva perché si sarebbe dovuto ritirare, vedeva nel cuore che la cosa giusta era continuare. I suoi due guardiani l’avrebbero seguito ovunque, ma era lui l’invocatore. Se una mattina, o nel bel mezzo di qualsiasi notte, egli avesse deciso di tornare a casa, essi l’avrebbero seguito, perché sarebbe stata la cosa giusta da fare. Ma loro non s’arresero mai. Braska era colui destinato a sconfiggere Sin. E il suo cuore lo sapeva.”

 

Ecco. Guardai le loro facce splendenti. Forse avrei potuto fare di meglio, dire qualcosa in più, ma ecco lì. Quanti invocatori volevano tornare a casa, ma andavano verso la morte perché troppo imbarazzati, troppo umiliati, troppo spaventati di cosa le persone avrebbero pensato, di come li avrebbero guardati? Affrontavano la loro missione ed erano trattati come eroi, dove trovare la forza di voltarsi e dire ‘scusa, è troppo difficile, ho cambiato idea’?

 

Meglio morire.

 

Non lo è, in realtà.

 

Uomini e donne marciano indistintamente verso le loro tombe per evitare un paio di giorni di umiliazione.

 

Ci sono momenti in cui odio la razza umana.

 

Se questi tre erano destinati e determinati a continuare, allora la storia che ho raccontato probabilmente darà loro la forza di andare avanti. Ma se decideranno di voltare le spalle, allora forse la mia storia li aiuterà ad accettare la loro perdita di orgoglio: Non mi importa cosa pensate, era la cosa giusta da fare, Sir Auron l’ha detto!

 

Si stavano accampando. Sarei potuto rimanere. Sarebbero stati contentissimi se fossi rimasto e avessi raccontato loro storie di Braska e Zanarkand, di Klannathe e Ocean’s Point. Mi avrebbero detto delle loro vite, e da dove venivano, e cose divertenti gli uni degli altri, facendo a gara a chi m’avrebbe fatto ridere per primo. Dissi che dovevo continuare. Dissi che avevo promesse da mantenere.

 

Guardo alle loro facce, giovani e ridenti, e vedo morti.

 

Il vecchio uomo strisciò al mio fianco mentre camminavo via da loro. Aveva gli occhiali e una lunga barba bianca. Non disse nulla finché non fummo abbastanza lontani da non essere ascoltati. Poi parlò.

 

“Sono Maechen, uno scolaro. Studio antichi relitti e dati per cercare di scoprire il vero passato di Spira.”

 

“E cosa hai trovato?” gli chiesi dopo un momento.

 

“Oh, molte cose interessanti,” sorrise. “Ma di quelle possiamo parlare dopo. Io e te abbiamo amici in comune, ed ho delle notizie da parte loro.”

 

“Tutti i miei amici sono morti.”

 

“Beh, allora dovrei dire conoscenze,” la sua voce divenne più greve.

 

“Chi sono queste conoscenze, e cosa hanno da dirmi?”

 

“Il ragazzo e la ragazza stanno insieme, sono di strada verso l’isola Kilika. Quando avranno finito lì verranno a Luca.”

 

Mi accigliai, pensando. “Sono di marcia verso Kilika ora?” Pensai che lo scolaro stesse dicendo il vero. Ho il fiuto per scovare gli agenti di Bevelle, e non era il caso.

 

“In effetti, partiranno per Kilika in mattinata.”

 

Girai a sinistra e corsi verso la foresta.

 

“Aspetta! Dove stai andando?” urlò verso di me.

 

Kilika. Se è lì che sono Tidus e Yuna, allora è lì che dovevo essere, e il più veloce possibile. Dovevo riunirmi a loro se volevo proteggerli. Camminai verso ovest attraverso la foresta per la maggior parte del giorno. Incontrai pochi mostri, ed erano alquanto deboli. Più tardi nel pomeriggio spuntai fuori dalla foresta. Potevo vedere l’oceano, e un piccolo villaggio di pescatori non troppo lontano. Sono molto comuni da queste parti, vicino alla costa di Mi’ihen. C’era una donna ad aspettarmi quando uscii allo scoperto degli alberi.

 

“Auron,” mi disse, “Non andare a Kilika. Aspettali a Luca.” La sua voce suona familiare? L’avevo incontrata già in passato?

 

“Ho promesse da mantenere,” le dissi. “Stanno andando a Kilika ora, e lì è dove devo essere.”

 

“No, Auron. Non andare a Kilika.”

 

Camminai dritto, oltre la donna, e giù verso il villaggio.


 

Auron:

 

Mi piazzai nella parte più anteriore della nave, come se così la facessi andare più veloce. Avevo passato la notte al villaggio. Le persone erano state entusiaste di avermi lì. Balbettavano quando portavano i loro figli a vedermi. Ero una scusa per celebrare, con cibo e musica. Furono persino più felici quando gli dissi che volevo noleggiare una barca per andare a Kilika. Fruttava più che la pesca. Partimmo un po’ prima dell’alba il mattino dopo – per un problema della marea.

 

Era una nave carina, anche se puzzava di pesce. Sono abituato ad odori peggiori. (Dodici giorni condividendo una fossa con un chocobo morto mi viene in mente. Ha smesso di essere divertente al terzo giorno.) Il sole era chiaro e l’aria era affilata di sale. Il vento era dalla nostra e stavamo filando veloci sull’acqua. Avremmo raggiunto Kilika in un giorno, forse due dopo Tidus e Yuna.

 

Ma avevo una sensazione che non mi piaceva. C’era qualcosa. Lo fiutavo. Odorava di…Sin! Sin era dietro di noi, mi seguiva – lo stavo conducendo dritto verso Kilika!

 

“Gira!” urlai. Feci girare la nave di 90 gradi, per portarci lontano da Kilika. Dall’albero, qualcuno di loro vide Sin. Ci misero tutta la velocità che avevano. Sin non ci stava seguendo. Lo potevo sentire. Era sulle tracce di Kilika ora, delle persone vive che odiava e che desiderava. Sin non stava prestando più attenzione a me.

 

“Voltatevi!” dissi all’equipaggio. Dovevamo tagliare quell’angolo, avvicinarci abbastanza a Sin così da lasciarmelo attaccare mentre passavamo. Dovevamo distrarlo. Loro non capirono cosa volevo fare, all’inizio, e quando compresero, si rifiutarono. Non volevano voltarsi verso Sin. Mi infuriai. Dovevamo portare Sin lontano da Kilika. A loro non interessava di Kilika, però. A loro interessava delle loro vite e della loro nave. Tagliai il capitano in due, e urlai agli altri di voltare la nave, ma loro stavano lì a guardare me, la spada, il corpo. Uccisi qualcun altro e dissi loro di voltare la nave, ma non lo fecero.

Si dissolsero, si nascosero. Li cacciai, li feci uscire dai loro buchi, nascondigli, gli ordinai di voltare la nave, uccidendoli quando si rifiutavano. Quando solo in sei rimasero sulla nave – troppo tardi. Era troppo tardi. Avevamo perso troppo tempo, e ne erano troppi pochi ora, e troppo impacciati.

 

E ora cosa succede, mi dissi.

 

Potevo sentire Sin in lontananza, allontanarsi. Il destino di Kilika era fissato. La donna aveva avuto ragione. Non sarei dovuto andare a Kilika. Guardai Sin. Guardai verso Kilika. Potevo ancora andare. Sarei arrivato lì ben dopo l’attacco, troppo in ritardo per aiutare, o fare qualcosa di utile. Kilika aveva bisogno di guaritori ora, e invocatori, e carpentieri, e muratori. Non guerrieri. Ma potevo ancora andare.

 

Ogni guerriero, e ogni leader di uomini, deve sapere quando fermarsi, quando bloccare le proprie perdite, quando dire ‘ho perso brava gente cercando di fare questo, ma se continuassi a provare ne perderei solo di più.’

Era il momento di arrendersi, di andare avanti. Andare a Kilika ora non mi avrebbe fruttato nulla. Mi girai verso il rimanente equipaggio.

 

“Pulite tutto. Salpate per Luca.”
















 

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Capitolo 4
*** Luca. ***




Soldier of Spira.

 


 


 

Auron:

 

Luca.

 

La grande città.

 

Approdammo al porto il giorno del torneo che avrebbe aperto la stagione di blitzball. Mika e le squadre erano già arrivate. Il Maestro Mika in città. Chissà se i nostri cammini si sarebbero incrociati. L’ultima volta che avevamo parlato era stato… insoddisfacente.

 

Attraccammo in un posto libero. Controllai la mia borraccia e posizionai la spada sulla spalla. La ciurma della nave mi guardava con ansia. Ne erano rimasti quattro – avevano cercato di assassinarmi durante la notte. Il più giovane aveva quattordici anni. Suo padre era morto. Ora avevano paura che io non volessi lasciare testimoni. Nessuno di loro capiva che erano stati loro a commettere il crimine. Feci un passo sulla nave, poi mi fermai.

 

“Voi uomini,” dissi voltandomi. “Potete raccontare la vostra storia, di come la morte abbia veleggiato con voi fino a Kilika, come siete scappati a Sin, ma non rimanete silenziosi. Dite alla gente del prezzo che avete pagato per la vostra paura. A me non interessa. Diventerà semplicemente un’altra storia nella leggenda.

 

“Ma per la vostra sicurezza, vi suggerisco di inventarvi qualcosa. Siete stati attaccati da Sin, o da mostri, o dai pirati. Siete stati sorpresi da una tempesta, o un’improvvisa epidemia ha sconvolto la vostra nave. Non dite loro che ho dovuto uccidervi uno ad uno prima che vi convinceste a salvare Kilika.

 

“Non è questo che le persone vogliono sentire. Provate a dir loro la verità che non vogliono sapere, e loro vi distruggeranno.”


 

Luca.

 

 

Auron:

 

Stetti in piedi sul molo a prendere grosse boccate d’aria. Avrei preferito l’aria leggermente stantia di città – qualsiasi città – all’aria di mare, in quel momento. Non sarebbe durato per sempre, ma ora per me il mare odorava di cadaveri. Un piccolo ragazzo corse verso di me e lasciò un bigliettino nelle mie mani. Mi osservò per un momento, poi scomparì. Era il nome di una taverna. Erano passati più di dieci anni da quando ero stato a Luca, ma avrei trovato il posto. Lasciai la nave, i superstiti, e la mia più recente, sanguinosa, eroica sconfitta dietro di me.

 

La città sembrava piccola mentre camminai le sue strade. Zanarkand aveva cambiato le mie prospettive, ma Luca era una grande città a Spira. Era il centro del mondo del blitzball. La gente assisteva agli attacchi di Sin, poi cercava di ricostruire tutto prima dei prossimi giochi. Non ho mai capito i blitzers, ed ho conosciuto due dei migliori. Ed ancora, mille occhi erano puntati su di me mentre camminavo. Ci furono bisbigli. Le persone mi additavano. Se non fosse stato per il torneo di blitzball, penso sarei stato la notizia del giorno. Sì, sono una leggenda – il guardiano rosso, la morte che cammina, il salvatore di Ocean’s Point (non chiedete del villaggio Starfall), eroe di Klannathe, il più gran guerriero della mia generazione. Ma mi stava sfuggendo di mano.

 

Cosa aveva detto la chiesa di me in questi dieci anni?

 

Trovai la taverna vicino al limite del perimetro della città. Non ero mai stato lì, ma era un posto decente. Ne conoscevo un centinaio come quello, e un migliaio di ben peggiori. C’era il blitzball sugli schermi, ovviamente. Entrai ed ogni conversazione si fermò, poi ricominciarono. Potevo udire le parole “Auron” e “guardiano” di continuo. Forse è il soprabito. I miei occhi furono attirati da tre persone sedute al tavolo all’angolo – la donna che avevo incontrato fuori alla foresta vicino al mare, il vecchio scolaro che mi aveva parlato sulla strada Mi’ihen, e un mercante Al Bhed che avevo conosciuto anni fa. Interessante. Mi sedetti al loro tavolo.

 

“Avevi ragione,” dissi alla donna. “Non sarei dovuto andare a Kilika.”



Auron:

 

Ero diretto allo stadio al centro della città. La squadra da Besaid era arrivata in finale. Evidentemente, era stata una sorpresa. Sapevo avrei trovato Yuna e Tidus con la squadra. L’informazione mi era giunta dai miei nuovi collaboratori. Eravamo arrivati ad un accordo. Mi avrebbero aiutato in vari modi, e io non mi sarei fidato di loro – il mercante aveva sorriso, la donna riso, e lo scolaro s’era accigliato. Il loro nemico era il mio nemico, sì, questo lo accettavo. Ma dopotutto, ognuno giocava anche il proprio gioco. Anche io. Forse mi sarei fidato di loro col tempo. Fino ad allora, mi avevano dato di che pensare.

 

La piccola Yuna era un’invocatrice. Non mi aveva davvero sorpreso che avesse voluto seguire i passi di suo padre, ma era così giovane. Ciononostante, rientrava bene nel Piano, così bene che mi domandai se forse non l’avessi già previsto. Sarebbe stato certamente più facile – sentii un leggero tirare. Guardai in basso e vidi una bambina tirare il mio giaccone.

 

“Posso avere un suo autografo, Signor Auron?”

 

“Vuoi il mio autografo?” Non aveva più che sei anni.

 

“E’ per mia sorella,” aggiunse. Tre teenager guardarono velocemente lontano e scoppiarono in risolini. Numero 9 sulla mia Lista… Oh, beh…non avrebbe fatto male a nessuno. Sospirai e firmai l’autografo, e mi affrettai allo stadio – sì, okay, mi fecero uno sconto di simpatia. Arrivai agli spalti.

 

Eccolo lì – il ragazzo. Sorrisi davvero nel vederlo. Naturalmente, non solo era arrivato a giocare in una squadra di blitzball a Spira, ma persino in campionato. (Quanto tempo era passato dall’ultima volta che avevo sorriso? Un mese? Un anno?) Mi sedetti a guardare. Mentre il blitzball non è nella mia lista di cose che odio e disprezzo, è ben lontano dall’essere il mio passatempo ideale. Ma mi piaceva vedere Tidus giocare. I fans l’avevano sempre amato perché era giovane, perché era il migliore, e perché amava onestamente il gioco. Lo assaporava, lo apprezzava, e loro lo sentivano. Quando era in acqua, e passava, segnava o difendeva, ci metteva tutto il suo cuore. Non si teneva nulla. Moriva dentro quando mancava un tiro, e i fans si dolevano per lui. Quando segnava, impazzivano. Aveva sempre amato il blitzball. Quando era triste, e nient’altro l’avrebbe tirato su, il blitz era l’unica cosa. Quando nient’altro l’avrebbe convinto a darmi retta, lo minacciavo di privarlo del bitzball. La tecnica non aveva mai fallito. Io non avevo mai amato qualcosa in maniera tanto pura. Non penso che molte persone possano.

 

La squadra locale segnò un punto, e il gioco si portò a uno a zero per loro. Tidus cercò tre colpi, ma ognuno di loro fu bloccato. Persino io potevo capire che erano tentativi disperati. Besaid era, a metà partita, indietro di un colpo. Le squadre uscirono di nuovo per il secondo tempo e Tidus attaccò immediatamente la porta nemica. C’erano tre difensori più il portiere. Un altro colpo disperato, come notò telecronista.

 

“E’ l’attaccante sinistro di Besaid a cercare di tirare un altro tiro ai nostri tre Luca Goers…sembra che Besaid sia incapace a – COSA! Cos’è quello! Gente, la palla ha appena messo già uno dei Goers – ED UN ALTRO! Gente, l’attaccante dei Besaid ha appen- GOAL! GOOOOOOOOAAAL! I Besaid Aurochs sono in gioco e due dei Luca Goers stanno cercando di scuotersi dagli effetti! Cosa ERA quel tiro?”

 

Quello era il tiro Jecht. Ho visto Jecht esercitarsi almeno un centinaio di volte. Avrebbe sorriso d’orgoglio vedendo Tidus ora. O forse no. Era un uomo strano in molti modi. Forse l’avrebbe irritato che il suo ragazzo stesse usando il suo colpo.

 

“Mi sto ancora riprendendo da quel colpo, gente, e anche i Goers, non sono riusciti a riprendere il ritmo. E ora i fans…sembra stiano chiamando Wakka!”

 

Vidi Tidus ascoltare la folla. Lo vidi affondare un tantino nell’acqua e poi nuotare verso l’uscita. Poco dopo vidi un uomo con dei capelli rossi e improbabili prendere il suo posto. Ora, Jecht. Sii fiero di tuo figlio ora. Si era messo da parte dal gioco che amava, dato il posto ad un altro giocatore. Cinque anni fa non l’avrebbe mai fatto – dare via il brivido, l’adulazione. Non ci avrebbe mai pensato. È cresciuto, e Io sono orgoglioso di lui.

 

Glielo dirò un giorno.

 

Questo Wakka che aveva preso il suo posto sembrava competente in acqua. Sarebbe stato un vantaggio dopo. Segnò con un qualche tipo di tiro, facendo impazzire la folla e il commentatore ad un livello di isteria entusiasta. Negli ultimi secondi del gioco la squadra locale aveva la palla.

 

“Sembra che i Goers abbiano un ultimo tiro per riprendere il gioco! Il destro-avanti di Luca si libera di un difensore, e un altro! Non c’è nessuno di fronte a lui – CALCIA! SEMBRA UN BUON—FINE! finefinefinefineFINE! Besaid ha vinto la coppa! Besaid ha vinto la coppa! Besaid ha vinto la coppa!”

 

Guardai in basso e vidi Tidus nuotare verso gli altri per congratularsi.

 

“Besaid ha la coppa! Besaid ha la coppa!”

 

Persone corrono. Persone urlano. Ci sono mostri sugli spalti. Ci sono mostri in acqua. Interessante.

 

“Besaid ha la coppa! Besaid—ehi, cosa! Fermatevi! Uscite di qui! Aaaah!”

 

Mi alzo e cammino verso dove credo Wakka e il ragazzo usciranno dall’acqua. Un drago Vivre mi blocca la strada. Il suo più grande pericolo è la sua tecnica Respiro. Questi non sono i mostri del Monte Gagazet. Tidus e Wakka corrono verso di me.

 

“Auron!”

 

“Sir Auron!”

 

Prima che io mi possa congratulare con loro per il gioco, un altro mostro si fa vivo, un garuda questa volta, non solo più potente, ma un mostro volante. Fantastico. Il blitzer si rende d’aiuto. Colpisce il mostro con un attacco nero. Utile. Poi lo colpiamo tutti finché non muore. Poi ne viene un altro, insieme a un dingo e un altro vivre. Non veramente pericolosi, ma noiosi.

 

Ed è qui che una grande ancora cade dal cielo.



 

Auron:

 

E quell’ancora fu Seymour, un maestro per metà Guado, che giocava il suo gioco insieme a quello per Bevelle. Questo era quello che mi avevano detto i tre nella taverna, e non avevo motivo di dubitare delle loro parole. Non avevo mai visto il suo eone, Anima, prima. I miei collaboratori avevano solo un paio di tesi sulla sua origine, ma era davvero potente. Eliminò tutte le dozzine di mostri con onde della sua incredibile forza, pain. Si sarebbe proprio ambientato a Zanarkand.

 

Seymour era forte, potevo percepirlo. Era anche un potere in crescita a Bevelle. Avremmo dovuto tenere un occhio vigile su di lui. Perché una delle domande più interessanti della giornata era, da dove venivano tutti quei mostri? Non da Sin. Sin non era per niente vicino – potevo odorarlo. Quindi, che gioco stai giocando, Seymour Guado?

 

Dopo la battaglia, le introduzioni al gruppo di Yuna furono affrettate. Il cuore della squadra, quella che la faceva andare avanti, era la maga nera Lulu. Era il leader di fatto, silenziosa e sensibile, prendeva le decisioni. Poi c’era il blitzer, Wakka. Era il loro specialista per i volatili. Il suo accento era decisamente delle piccole isole attorno Besaid, ma dal colore della sua pelle e i suoi capelli, pensai che dovesse provenire da una delle tribù delle isole occidentali. Forse quando era giovane. Sapevo era abbastanza capace per il momento, ma non mi fidavo delle sue motivazioni. Si sarebbe concentrato sulla salvezza di Yuna, o sul suo gioco? I miei primi istinti mi dicevano che sarebbe stato…inconveniente…per il Piano se fosse morto nel vicino futuro. Ero contento. Non volevo uccidere nessuno. Se le cose fossero cambiate più in là…beh, ci avrei pensato dopo.

 

Kimahri era lì. Non lo vedevo da dieci anni. Non potevo credere che dopo tutti questi anni il Ronso stesse ancora vegliando su Yuna, mantenendo le MIE promesse a Braska. Mi sentivo umiliato.

 

Ed era quella ancora la mia piccola Yuna, questa giovane donna in bianco e blu, tutta portamento e grazia? Aveva solo sei o sette anni quando l’avevo vista l’ultima volta. Era una bambina silenziosa e ubbidiente. Se le dicevi che avresti giocato con lei tra un po’, avrebbe aspettato con pazienza. Sembrava essere cresciuta in una ragazza tranquilla e calma, un po’ malinconica, ma era un mondo di malinconie, e lei stava intraprendendo un triste viaggio.

 

Avevo bisogno di parlare a Tidus.

 

“È tutta colpa tua!” urlò. Eravamo in fondo alle banchine. “È tutta colpa tua!”

 

Colpa mia. Sin. Non poter ritornare a casa. Era tutta colpa mia, urlò, ruggì. Era sempre stato collerico. L’aveva preso da sua madre.

 

Beh. A chi altro poteva urlare?

 

“Chi sei, comunque?” mi chiese. Una domanda ragionevole. Me l’aveva chiesto solo un’altra volta, prima, quando aveva sette anni, e mi aveva incontrato per la prima volta. Non gli risposi allora. Non gli risposi ora. Quando lo scoprirò, glielo dirò. Dopo un momento, continuò, “Come conoscevi mio padre?”

 

Allora gli ho raccontato l’ossatura della storia. Sconfiggere Sin. Le mie promesse. Andare a Zanarkand. Lasciai molto fuori. Poi gli dissi la parte più difficile – la parte che riguardava Jecht. Sin è Jecht.

 

“No!” disse lui, occhi ricolmi d’orrore. “È ridicolo! Non è possibile! Non ti credo!” ma mi credette e entrambi lo sapevamo. Aveva toccato Sin. Anche lui aveva sentito Jecht.

 

“Vieni con me,” gli dissi. Avrebbe visto la verità con i suoi occhi.

 

“Cosa dovrei dire? Mi dici che è una decisione mia, ma non ho una scelta, vero? Devo venire con te! Devo! Sei l’unico che può dirmi che sta succedendo, dopotutto.”

 

Si accrucciò, le mani sulle ginocchia, come faceva quando era piccolo e voleva chiudere fuori il mondo. Sapevamo entrambi che era vero. Io dovevo andare con Yuna. Avevo bisogno che Tidus venisse con me. Avevo bisogno di entrambi – era la chiave del Piano, ora che Yuna era un’invocatrice.

 

“Irritante,” risposi, “Lo so.” Pensai per un momento. “O hai paura?”

 

Lo sai che è giusto aver paura. La vita può essere un posto spaventoso, specialmente una vita che si rivolta sotto sopra in un posto che non hai mai conosciuto. E sei ancora giovane, pensai. Tidus, mi piacerebbe che tu avessi più tempo, ma Yuna ha bisogno di noi ora, e io ho fatto promesse anche a suo padre. Metto la mia mano sulla sua spalla, e gli dico che andrà tutto bene, come feci la notte in cui sua madre morì di febbre. Come dissi la notte in cui era quasi morto in un incidente. Come dissi la notte in cui mi trovò sull’uscio di casa, sanguinante, immobile, che non respiravo, la notte in cui bruciò il Settore D. La notte del Ballo del Matto.

 

“Auron,” mi chiese con calma, “Tornerò mai a casa? A Zanarkand?”

 

Cosa gli dico? Se tornerai mai a casa, significherà che ho fallito, il Piano a pezzi, Spira ancora una ferita aperta a far sanguinare via i suoi giovani.

 

“Questo dipende da Jecht,” gli ho detto.

 

Era abbastanza vero. Rimanemmo così per un momento. Poi lo tirai in piedi. Era il momento di parlare a Yuna.


 


 

Auron:

 

Quando sentii che la madre di Yuna era morta, lasciai Bevelle in un’ora. Mangiai sulla strada. Non mi fermai mai se non per dormire un po’. Coprii settecento miglia in dodici giorni. Quando raggiunsi la città, mi dissero che Braska s’era buttato sull’alcol. I vicini avevano con sé Yuna.

 

Aveva cinque anni. Era seduta su un muretto di pietra, guardava verso il mare, la mattina che giunsi a Bevelle. Mi sedetti affianco a lei, e dopo un po’ mi guardò e io guardai lei. Non aveva mai pianto, mi avevano detto le persone che si stavano prendendo cura di lei. Non aveva mai pianto, e aveva parlato raramente, e non aveva mai chiesto dove fosse il suo papà. Guardai verso la sua piccola faccia vuota. Niente lacrime. Poi si voltò verso il mare. La guardai per un po’, poi mi avvicinai e la strinsi fra le mie braccia, tirandomela in grembo e abbracciandola forte. Per un lungo momento rimase così, senza muoversi mentre la stringevo al mio petto. Poi iniziò a tremare leggermente. Stava piangendo.

 

Yuna di cinque anni che piange fra le braccia di Auron --- No one is Alone – Mandy Patinkin.

 

Strinsi Yuna per molto. Iniziò piangendo poco, poi un po’ di più. Mi chiese di suo padre. Quando sembrava si fosse calmata, la tenni per un altro po’ e poi mi alzai, mettendola in piedi.

 

“Ti porterò da tuo padre,” le dissi.

 

Persone avevano cercato di parlare a Braska. Non aveva ascoltato, anche se li aveva sentiti. Era in una piccola baracca nel retro della sua casa. La luce era flebile quando entrai, e la stanza puzzava di liquore e corpi sporchi. C’era dell’immondizia sul pavimento. Braska era accasciato su uno sgabello nell’angolo. si erano sbagliati. Non era ubriaco. Era sobrio, e vuoto. Non alzò mai lo sguardo quando mi avvicinai.

 

Gli avevo sempre invidiato la sua famiglia.

 

“Braska,” dissi. Nessuna risposta.

 

“Braska!” Nulla.

 

Mi sentii inutile. Era il mio migliore amico. Era così ferito che si era nascosto da qualche parte lì dentro, in un posto dove non sentiva niente. Non aveva bisogno di bere, solamente di smettere di sentire. Gli camminai vicino. Cosa dovevo fare, prenderlo in braccio? Mi abbassai fino a che non ero faccia a faccia con lui. Gli diedi un pugno così forte che lo feci sbalzare sul pavimento.

 

Forse non dovrei consolare le persone.

 

Lui rimase seduto lì, battendo le palpebre. Almeno stava ponendo attenzione. “Braska!” Dissi. “Devi uscirne! Sì, mi piaceva, era carina, e una buona madre per Yuna, ma lascerai che questo rovini la tua vita? Era solo un’Al Bhed! Trovane un’altra! Aggh-”

 

Mi saltò addosso, e ci schiantammo contro il muro. Mi teneva per il collo. Poi il suo ginocchio atterrò fra le mie gambe. Mi alzò di tre centimetri dal pavimento. Io gli diedi due testate - forte! - lo presi e lo lanciai dall’altro lato della stanza, prima di cadere sulle ginocchia e abbracciarmi “Madre..” Dannazione, faceva male. Tremo ancora a pensarci. Dovetti alzarmi - Braska stava strisciando verso di me, un rivolo di sangue giù dal suo naso. Non ce la feci prima che lui fosse lì, mi afferrasse e continuò, rotolando per terra. Braska subì più danni, ma io quasi mi beccai un altro colpo basso. Gli ruppi il braccio, lui mi morse un pezzo di spalla. Alla fine eravamo entrambi stesi in terra ad urlare vili insulti l’un l’altro fino a perdere il fiato.

 

Rimasi dritto sulla schiena per dieci minuti, respirando semplicemente l’aria viziata.
“Braska,” chiamai. “Sei tornato?”

 

“Sì,” balbettò. “Sono tornato...Sono tornato...Andiamo a prendere Yuna...Portala a casa…”

 

E tornò. Ci furono giornate cattive, e giornate migliori, e alcune notti terribili sia per lui che per Yuna. Ma Braska non tornò mai nella sua mente, in quel posto vuoto. Ogni tanto Yuna piangeva per sua madre. E Braska e Yuna si amarono anche di più.

 

Poi un giorno decise di diventare un invocatore.

 

Idiota.

 

Ora, ecco qui sua figlia, in piedi, dritta di fronte a me, un’invocatrice. Perché, Yuna? Le persone ti paragonavano a tuo padre così tanto? Aveva segnato per te qualche impossibile ideale da raggiungere? O volevi semplicemente essere come lui? Dio santo, Braska, cosa facciamo ai nostri bambini. Cosa fa questo mondo di Spira ai nostri bambini.

 

Lei sembra sorpresa quando mi offro di diventare il suo guardiano, ma accetta. Sarà sicuramente più facile che seguirla di nascosto. Il ragazzo verrà, anche. Sarà un bello sforzo tenere queste persone in vita fino a Zanarkand. Quella sarà la mia prima priorità - allenarli, insegnare loro cose. Penso di poter contare sulla maga per gestire la maggior parte dei dettagli giorno per giorno. Le chiedo dei piani del gruppo, mentre Yuna e Tidus parlano. Il ragazzo è ancora un po’ avventato a volte, ma a lei serve un po’ di follia nella sua vita. Poi corre fino a superarmi, su per le scale della via Mi’ihen. E’ il momento di lasciarsi Luca alle spalle.

 

Sposto la mia spada sulla spalla e controllo che la mia borraccia sia al sicuro. Un giovane ragazzo corre e mi preme velocemente qualcosa in mano. Una nota dal mercante Al Bhed - notizie dalla città. Circola la storia che un guardiano in rosso abbia guidato una nave pirata, e ucciso i pirati perché si erano rifiutati di combattere Sin. Tre uomini erano stati picchiati a sangue in un bar sul lungomare per aver diffamato un eroe leggendario.

 

Mentre mi giro per seguire i miei compagni fuori dalla città e dentro le loro storie, penso al mio incontro con le tre persone nella taverna. “Auron,” la donna aveva detto, “Abbiamo tanto da dirti.”

 

Siediti dritto Auron. Guarda la lavagna, Auron. Prendi appunti. Infatti, sapevano un sacco di quello che volevo sapere. Saranno molto utili a me, e al Piano. Perché, perché e perché? Perché saranno utili? Perché offrono il loro aiuto? Perché lo sto accettando?

 

Queste tre persone - questo vecchio, barbuto scolaro, questo ricco mercante Al Bhed, questa enigmatica donna sconosciuta - sono diverse dalle persone normali, sono prese da parte dal resto dell’umanità. Il mondo non è ciò che la gente pensa. Questi tre sanno la verità.

 

Sanno che io sanno.

 

C’è una guerra in Paradiso.

 

Prossimo: Besaid Djose Kilika













 

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Capitolo 5
*** Besaid Djose Kilika. ***




 


Soldier of Spira.

 


 

Auron:

 

Ci muovemmo verso la via Mi’ihen, lasciandoci Luca alle spalle – Yuna, così giovane e seria, la maga nera Lulu, il silenzioso Ronso, due giocatori di blitzball, e un guardiano leggendario a chiudere il corteo. Non ero sicuro di cosa fare con questo gruppo, queste persone. Era strano pensare che prima che tutto fosse finito avrei conosciuto ognuno di loro bene quanto Jecht, o Braska. Erano così giovani, persino il Ronso, e se il Piano fosse riuscito, sarebbero cresciuti, maturati e cambiati, e avrebbero ereditato un mondo molto diverso. Era l’inizio del nostro lungo viaggio insieme. Avremmo viaggiato su Spira in lungo e in largo, visto cose che pochi altri avevano visto, e avrebbero imparato delle verità che avrebbero ferito le loro anime.

 

E la mia anima?

 

Sacrificabile.



Besaid Djose Kilika

 




Auron:

 

La strada era affollata. Molti erano arrivati in città per vedere il campionato e ora stavano ritornando a casa. Non lontano dal limite vicino a Luca della strada c’è una statua di Lord Mi’ihen, fondatore della Milizia. C’era un vecchio uomo lì in piedi mentre ci avvicinavamo, un vecchio che conoscevo.

 

Si voltò e parlò al gruppo.

 

“Ah, invocatrice Yuna. Sono Maechen, uno scolare. Ho viaggiato a Spira per imparare del nostro passato.”

 

“Come state, signore?” disse Yuna con un piccolo inchino. “Potreste condividere la saggezza del passato per aiutarci nel nostro pellegrinaggio?”

 

“Oh, posso. Certamente, è il presente ad essere più interessante in questo momento. Questa è un’epoca strana, piena di storie, di Miliziani che lavorano al fianco di impazienti Al Bhed, di invocatori spariti sulla strada del pellegrinaggio, di leggende del passato che ritornano. Ma il passato oggi può tenere una lezione.”

 

Si voltò verso la statua.

 

“Questa è una statua di Lord Mi’ihen,” disse loro, e disse di come Mi’ihen avesse iniziato una legione ottocento anni fa per combattere i mostri, e persino Sin. Ma mentre la legione si faceva popolare, la Chiesa diventava nervosa e progettava di sopprimerli. Poi Lord Mi’ihen camminò questa strada, la sua strada, per Bevelle, per parlare con i maestri, ed essi lo ascoltarono, e accettarono la Milizia nella Chiesa.

 

Se conosci Bevelle, è facile leggere fra le righe. Bevelle è potere. Bevelle cerca di controllare tutti gli aspetti della vita di Spira. Prova attivamente di impedire l’ascesa di ogni fonte di autorità o influenza. Per esempio, marginalizzano gli Al Bhed perché si rifiutano di convertirsi a Yevon. (Marginalizzare è una parola carina, pulita, a confronto.) E anche perché gli Al Bhed vogliono introdurre l’uso diffuso delle macchine. La Chiesa respinge ciò perché potrebbe apportare dei cambiamenti nella società. Gli Al Bhed sono stati una spina nel fianco della Chiesa per lungo tempo, e la Chiesa cerca di tenerli un popolo di emancipati, reietti. Avete sentito le storie. Gli Al Bhed hanno rapito i bambini di Spira per crescerli come Al Bhed, o per usarli nei loro esperimenti con le macchine proibite, o per sacrificarli in rituali segreti dove adorano Sin. La Corte Grigia non ha neanche bisogno di incoraggiare le voci. Le persone le diffondono entusiasticamente già di loro. Certo, ciò è semplicemente il risultato indiretto dei metodi di Bevelle.

 

Ma se non può contenere qualcosa, allora Bevelle lo assorbe. Prendete i Ronso. I Ronso erano forti, e avevano magie potenti, ma vivevano al di fuori dell’influenza della Chiesa. Yevon non poteva permetterlo, quindi hanno introdotto l’adorazione di Yevon al Gagazet. Avevano solo pochi convertiti all’inizio, ma quei pochi furono onorati, retribuiti, portati nelle alte sfere di potere della Chiesa. Fu eletto un maestro Ronso. Allo stesso tempo una sottile campagna fu lanciata per spingere i leader dei Ronso a convertirsi a Yevon. Furono fatte vaghe minacce, cenni ad una guerra santa. Gli opponenti Ronso più accesi sparirono. Questo approccio da carota e bastone ebbe successo. Alla fine, l’intero popolo Ronso venne sotto il controllo dell’autorità della Chiesa. Il patto era chiaro, anche se mai detto: Accetta le regole della Chiesa e avrai una voce nella Chiesa. E sopravviverai. Più recentemente, e più palesemente, lo stesso patto era stato sancito con i Guado.

 

I Miliziani non erano il primo gruppo privato a formarsi per proteggere la gente di Spira, ma erano stati i più stimati. Le persone iniziarono a riferirsi a loro invece che alla Chiesa. Yevon non poteva permetterlo, e iniziò a stendere il terreno per mandare i guerrieri monaci fra di loro. Poi Mi’ihen offrì loro un pratico compromesso. Yevon è estremamente funzionale, così  i Miliziani hanno continuato ad esistere sotto la massima autorità della Chiesa. Il controllo vero della Chiesa sull’attuale organizzazione cambia coi tempi. Ci sono periodi in cui la Milizia è quasi indipendente, altri in cui è totalmente nelle mani della Chiesa. Prima che lasciassi Spira dieci anni fa, i Miliziani stavano spingendo per avere più controllo sulle proprie attività. Ci furono tensioni con la Chiesa. La situazione era … deteriorata negli anni prima che partissi per Zanarkand.

 

Bevelle dev’essere la sola fonte di protezione della gente di Spira, quindi deve controllare i Miliziani. Bevelle dev’essere l’unica speranza per la gente di Spira, quindi deve controllare gli invocatori attraverso il controllo dei templi, e altri metodi marci. Assorbono alti officiali e ogni individuo che si guadagni importanza o potere, legandoli alla Chiesa attraverso matrimoni combinati. Corrompono persino i propri preti. In realtà ci sono due chiese – una alta, una bassa. L’alta Chiesa a Bevelle offre un patto implicito a preti locali come Padre Mott sulla strada di Mi’ihen bassa. Se il prete locale non sfida la struttura del potere, Bevelle li lascerà soli a curare il proprio gregge, e li aiuterà persino con la protezione dai mostri, e con provviste, se il raccolto è scarso.

 

L’unica eccezione che Bevelle ammette nel completo controllo delle vite delle persone è Luca, e il blitzball. Hanno provato a controllare il blitzball all’inizio. Non volevano che le persone avessero altri eroi al di fuori della Chiesa.

 

Non ha… funzionato. Ora lasciano che le persone abbiano il loro amato sport senza alcuna interferenza. Bevelle non ha neanche un team. Ciò dà alla gente di Spira una sensazione di rilascio. E la Chiesa produce i suoi propri eroi per competere con i blitzer.

 

Abbiamo bisogno di un eroe, Auron. A queste persone sembri piacere, Auron. Sii un bravo ragazzo, Auron. Fai quello che ti diciamo.



Auron:

 

Un altro diavolo di cittadino, così pateticamente grato a Yuna per cercare di portare il Bonacciale, la ferma sulla strada per darle un regalo come se questo fosse una sorta di perverso compleanno, invece che una marcia funebre. Anche Braska ebbe regali. Non so quando sia iniziata la tradizione. Ricordo che allora pensai che fosse adeguato – le persone dovrebbero essere grate. Ora mi fa sentire male. E se Yuna sconfiggesse Sin e portasse il Bonacciale, loro farebbero una statua e offrirebbero offerte. E cosa degli invocatori che falliscono? Loro sono solo morti. Scusa tanto, nessuna statua per te.

 

Abbiamo bisogno di spazio.

 

Erano passati due giorni da il nostro incontro con Maechen, e stavamo marciando giù per la strada. Avevamo lasciato lo scolare e la statua dietro, a tenersi compagnia. Persino Maechen esaltò Yuna per quello che stava cercando di fare. Mi disse che cercava di “restare nel personaggio” mentre mi passò le risposte a certe domande che avevo fatto loro sulle condizioni del resto di Spira. Ma non pensavo a Maechen mentre camminavo, o alle condizioni locali, o persino alle malate, disgustose tradizioni. Stavo pensando ai miei compagni. Avevo avuto un paio di giorni ora per osservarli e formare dei giudizi preliminari. Mentre li seguivo mi trovai a studiarli uno ad uno, cercando di giudicare le loro debolezze e punti di forza. Dove avevano bisogno di essere sostenuti? Come potevano essere messi insieme per lavorare al meglio come gruppo? Quali dovrebbero essere le loro priorità di allenamento?

 

Yuna era sempre stata diligente nelle sue abitudini, nonostante la sua sconfitta con Belgemine. La donna ci aveva incontrati al lato della strada verso il secondo giorno e aveva sfidato Yuna. No, non è proprio così… Aveva offerto a Yuna una battaglia fra eoni, per aiutarla a prepararsi. Yuna era stata brava, ma aveva ovviamente meno esperienza della vecchia donna. Quindi ora so che Belgemine è un’invocatrice, e una che sarà di grande aiuto ad allenare Yuna. Lei non lo sa, ma io so persino dov’è la dimora nascosta di Belgemine. Penso ci sia molto di scoprire su di lei. Ha dei segreti.

 

Sono l’ultimo che si dovrebbe lamentare della gente coi segreti.

 

Il nostro gruppo si ferma ogni giorno un paio di ore a mezzogiorno per mangiare e allenarsi. Avevamo bisogno di continuare a muoverci se volevamo arrivare a Zanarkand vivi, ma avevamo anche bisogno di migliorare le nostre abilità. Yuna si era allenata molto per l’invocazione e le magie guaritrici, prima del pellegrinaggio, anche se avrebbe avuto bisogno di un po’ di guida. A volte si distraeva. Era comprensibile per una ragazza così giovane che cercava di accettare questo carico di responsabilità, ma non sapevo fino a che punto potevo permetterlo.

 

Era ovvio che la maga nera era affidabile. Poteva essere una distrazione a volte, specialmente per gli uomini. Dopo le battaglie si calava e ancheggiava da fianco a fianco. L’effetto è difficile da descrivere, ma sapeva esattamente cosa stava facendo. Comunque, potevo contare su di lei per gestire i bisogni giornalieri del gruppo, compilare tabelle e itinerari, gestire le finanze, far fronte ai problemi di provviste. Dimostrava una gran responsabilità in questo, ma avrebbe portato via tempo che le serviva per studiare le sue magie. Sapevo servivano ore di concentrazione per padroneggiare un nuovo incantesimo, e avevamo bisogno che facesse di più per mantenere le sue potenzialità. Avevamo bisogno che migliorasse di molto. Gliel’avrei spiegato, ma potevo già vedere che era un tipo che cercava di fare tutto perfettamente, e senza nessun aiuto. Avevo conosciuto giovani ufficiali come lei, nei monaci e nella Milizia. I nuovi comandanti con le loro prime responsabilità in quanto leadership fanno sempre gli stessi errori – pensano che niente possa essere fatto bene se non sono loro a farlo. Non c’era semplicemente abbastanza tempo per far fare tutto alla maga. Sarebbe finita col non dormire per far rientrare i tempi di studio extra. Avrei dovuto supervisionare e gestire parte del tutto.

 

Il Ronso si allenava religiosamente con le sue armi. Troppo. Avevo altri piani per lui. I Ronso sono forti, ma sono anche noti per le loro doti magiche. Avevo piani molto definiti per questo Ronso. L’avrei spiegato delicatamente. Forse una di queste notti, quando avremmo dovuto fare la guardia insieme.

 

Trovai il blitzer alquanto svogliato. Si allenava, ma capivo che io e lui non saremmo andati d’accordo su quanta pratica era abbastanza pratica. Ci sono un centinaio di modi per gestire questi tipi. Per esempio, pensai che forse la nostra maga avesse bisogno di un assistente per le provviste e il resto, visto che lui aveva così tanto tempo libero.

 

Poi c’era Tidus. Era giovane, veloce, appassionato, arrogante, talentuoso, intelligente, energetico, frivolo, persistente, e preoccupante. Il ragazzo aveva così tanto potenziale, ed eppure aveva bisogno di lezioni sul combattimento di base. Era bravo con la spada, ma al tempo gli avevo insegnato a combattere uomini. I mostri erano rari a Zanarkand. Aveva bisogno di distinguere mostri corazzati da mostri gelatinosi, e mille altre cose. Ma avrebbe imparato, e nel frattempo, portava una grande risorsa al gruppo.

 

Era il momento di dimostrarlo agli altri.

 

Era circa un’ora dopo che sentii odore di problemi. Persone avevano iniziato a correre verso di noi sulla strada. C’erano urla dall’alto. La solita cosa. C’erano mostri – quattro ondate. Corremmo per combatterli. Yuna cercò di mettersi in prima linea prima che io le feci rudemente segno di spostarsi dietro. Kimahri, Tidus ed io li fronteggiammo. Tidus alzò la sua arma, pronto a saltare in attacco, ma io lo fermai.

 

“Non attaccheremo,” dissi, “Correremo.”

 

“Cosa!” “Sir Auron!” “Stai scherzando, amico!” “Whoa!”

 

“Sì, correre.”

 

“Ma, Sir Auron–” iniziò Yuna.

 

“Non possiamo semplicemente correre dai mostri!” interruppe Lulu “Loro inseguono! Dovresti saperlo.”

 

“Non ci inseguiranno. Ora, Tidus. Resta dove sei. Kihmari, allontanati lentamente. Il resto di voi cominciate a distanziarvi.” Forse si stavano chiedendo se fossi sano, ma indietreggiarono, lasciando solo Tidus e me. “Tidus, comincerò a camminare all’indietro ora. Stai fermo finché te lo dico, poi muoviti via con attenzione.”

 

Feci un lento, attento passo indietro, poi un altro e i mostri ancora non seguivano, aspettavano lì nell’aria, guardando fisso il ragazzo e ora Tidus li stava fronteggiando da solo. Era spaventato, ma in controllo. Ero orgoglioso del ragazzo. Era padrone della sua paura, e non il contrario. Quando il resto di noi era abbastanza lontano, chiamai Tidus. Lui venne lentamente, e i mostri non seguirono. Aspettarono semplicemente dov’erano, guardandolo andare.

 

“Fantastico,” disse Yuna, mentre si avvicinava.

 

“Non capisco,” aggiunse Lulu, “I mostri seguono sempre e cacciano le loro vittime se possono.”

 

“Non seguiranno Tidus,” dissi loro. “Questa è un’abilità molto speciale che – per quanto ne so – nessun altro ha, e sarà utile in questo viaggio.”

 

“E certo, yah!”

 

“Dobbiamo ricominciare a muoverci. Diremo al prossimo gruppo di Miliziani di questo gruppo di mostri. È il genere di cose che amano fare.”

 

Nessuno era felice di lasciarsi i mostri dietro sulla strada, ma non obiettarono ad alta voce. Mentre riprendevamo il nostro viaggio, Tidus mi raggiunse dietro. Era tutto sudato.

 

“Eri davvero sicuro avrebbe funzionato, vecchio?”

 

“Sì.”

 

Ero sicuro, ragazzo. Non ti ricordi, ma l’ho testato, a Zanarkand. Camminando dietro al resto del gruppo l’avevo ricordato, e avevo sorriso un sorriso nascosto, piccolo e storto, mentre i ricordi ritornavano.

 

C’era una volta un uomo che aveva bisogno di un mostro per rispondere a una domanda. Un giorno gli giunse voce di un mostro nel parco. Le autorità gli lasciarono gestire la cosa, come avevano sempre fatto. Gli scommettitori si affrettarono a piazzare le scommesse, come avevano sempre fatto. Il mostro era corazzato e potente, esattamente quello che l’uomo voleva. Gli scommettitori valutarono che la battaglia sarebbe durata per la bravura dell’uomo al massimo sotto i sessanta secondi, ma andò avanti per più di un minuto, poi cinque, poi dieci. L’uomo evitò le cariche del mostro, ma i suoi colpi non penetravano la sua armatura. Il combattimento continuò fuori dal parco, nella strada, poi a sei isolati più ad ovest, a nord per dieci lunghi quartieri, creando un terribile traffico in ogni direzione. Finalmente l’uomo e il mostro si schiantarono nella finestra di una pizzeria Guado. I clienti corsero in ogni direzione. Un giovane ragazzo e una ragazza, tredici o quattordici, si alzarono, spalancando la bocca. L’uomo prese il ragazzo per la spalla, lo spinse in avanti, gli mise una spada in mano, e camminò via mormorando, “Punta.” Il mostro si lanciò sul ragazzo a bocca aperta, che riuscì a schivare l’attacco. “Corri,” suggerì l’uomo, appoggiandosi ad un muro lì vicino. Il ragazzo corse. “Prendi la ragazza,” aggiunse l’uomo. Il ragazzo afferrò la mano della ragazza e entrambi corsero. Il mostro non li seguì. Ora che aveva la risposta alla sua domanda, l’uomo si occupò del mostro e lasciò la pizzeria.

 

I primi  fogli legali gli furono presentati dopo sei ore. Gli scommettitori dichiararono che la battaglia era stata premeditata e rifiutavano di pagare. Furono denunciati a loro volta dai grandi vincitori, quelli che con il loro fiuto avevano rischiato scommettendo. La mattina dopo la pizzeria denunciava la città dicendo che non aveva fatto abbastanza per proteggere i cittadini da una minaccia pubblica. Migliaia di cittadini che erano rimasti nel traffico o erano semplicemente vicini alla scena denunciarono la città per stress emotivo. Gli scommettitori denunciarono il comune per aver fallito a regolare la battaglia. La città poi contro-denunciò gli scommettitori per la promozione di un evento di gioco d’azzardo senza i giusti permessi, e mandarono ogni tipo di ispettore nella pizzeria, iniziando a segnalare e targare migliaia di veicoli come “prove del caso.” La pizzeria denunciò gli scommettitori con l’accusa di aver provocato la battaglia, e anche varie branchie dei media, per averla incoraggiata. Gli scommettitori denunciarono la pizzeria per diffamazione e i media impazzirono per un po’ per difendersi e denunciare gli attacchi al diritto di parola.

 

Poi le cose si complicarono. Il mostro aveva lasciato cadere una strana sfera quando era morto. Il Collegio degli Invocatori aveva ottenuto la temporanea custodia della sfera per studiarla. Questo lanciò un nuovo round di denuncie da parte degli scommettitori, i comitati per i cittadini, la pizzeria, i vincitori della scommessa, il Collegio della Magia, la Vecchia Università, la Nuova Università, le autorità sportive, il Dipartimento di Parks, e un gruppo Al Bhed che cercava di dimostrare che la sfera era una vecchia reliquia del loro popolo e doveva essere cerimoniosamente riseppellita. Il mago oscuro che aveva in origine invocato il mostro si fece avanti chiedendo sia la sfera che i danni per la perdita di un amato – e innocuo – animale di famiglia. I talkshow diurni erano pieni di persone coinvolte. Per allora L’Ultima Sfera – un film basato sugli eventi – era stato girato e trasmesso con gran successo, dando il via a nuovi atti legali a carico della compagnia che l’aveva prodotto contro chi davvero deteneva i diritti della storia. Tutti furono ri-denunciati, inclusi i produttori di vari libri sui fatti, su come superare il trauma, sull’interpretazione religiosa dell’evento, su come creare nel tempo libero un piccolo business fruttuoso basato sull’accaduto. La pizzeria nel frattempo aveva riaperto come un ristorante a tema basato sull’attacco del mostro, con recite notturne e cibi dai nomi speciali. I clienti potevano scattare foto con gente vestita da mostro. La pizzeria fu citata in tribunale, lei denunciò in risposta, e offrì sconti speciali a chi avrebbe firmato sui documenti relativi al caso. Gli scommettitori si rivoltarono l’uno contro l’altro, ognuno pensando del prossimo che fosse una spia. Molte nuove facce sostituirono le vecchie, e furono rimpiazzate a loro volta. La disputa si ramificò nel restante sottobosco criminale e diede il via a guerriglie fra gang, portando a perdite di vite, danni a proprietà, e più azioni legali.

Processi criminali, civili, contrattuali, di proprietà intellettuale e familiari sbocciarono dall’attacco del mostro e stavano impegnando almeno un quarto di tutte le attività dei tribunali in città.

 

Ovviamente ognuno aveva anche denunciato l’uomo che aveva combattuto il mostro, ma lui rimase sostanzialmente intoccabile attraverso una combinazione di minacce, bustarelle, evasioni, estorsioni, furti, miti istigazioni e una politica basata  sul “solo contante” fino a che Sin non attaccò la città. A volte si sentiva in colpa riguardo il primo appuntamento del ragazzo.


 

Auron:

 

Incontrammo i Miliziani abbastanza presto, e dicemmo loro dei mostri. Loro dissero che avrebbero mandato una squadra per prendersene cura. I Miliziani erano densi sulla strada. La maggior parte di loro era giovane, e continuavano a lasciare indizi riguardanti una misteriosa operazione. Mentre gli altri si chiedevano cosa stesse succedendo, io sapevo tutti i dettagli dai miei collaboratori. Era stata una delle prime cose che m’avevano detto – i Miliziani e gli Al Bhed che lavorano insieme, con il tacito permesso della Chiesa.

 

Questo non è ciò che avevo in mente dodici anni fa.

 

La maggior parte dei Miliziani con i quali parlammo erano genuinamente sicuri della vittoria. Erano così certi di aver finalmente trovato un modo per sconfiggere Sin. Parlai con uno dei veterani, non era così sicuro della vittoria e sapeva che persino la vittoria sarebbe venuta ad un gran costo. Mi domandai se gli Al Bhed fossero altrettanto sicuri. Immagino che il loro entusiasmo sia lodevole. Una mentalità positiva e assoluta voglia di aggredire risanano molte carenze in un combattente. Ma la loro sicurezza operazionale – come direbbe Tidus – faceva schifo. Dall’altro lato, per chi stavano tenendo il segreto? La Chiesa sapeva già dell’Operazione Mi’ihen, e non è che dovevano preoccuparsi che Sin lo venisse a sapere. Immagino stessero solo tenendo le apparenze di sicurezza per abitudine. O forse per impedire che le menti dei giovani Miliziani andassero oltre la battaglia. Parlammo con due Miliziani di Besaid, vecchi amici di Yuna, la maga e il blitzer. Parlammo anche con dei Cavalieri Chocobo che sorvegliavano la strada. Non mi è mai interessato tanto della compagnia dei Cavalieri Chocobo. Li trovo abbastanza montati e senza humour.

 

Penso che il blitzer fosse ancora giù dalle ferite del gioco, quindi passammo la notte in un’agenzia di viaggio Al Bhed. Era di proprietà di Rin. Erano tutte di proprietà di Rin. Il mercante aveva le sue dita su molte torte di Spira. Il riposo sarebbe servito anche a Yuna e agli altri. Spesso la scelta è fra il fermarsi prima in una locanda, o spingere per altre ore fino a che fa buio. Passare una notte ogni tanto sotto un vero tetto può riprendere il gruppo per diversi giorni, e può spesso essere più utile di qualche miglia in più. Ci sono sempre dei compromessi nella vita.

 

Rin era all’agenzia. Gli parlai per poco. Avevo adesso incontrato tutti e tre i collaboratori del gruppo di Luca sulla via Mi’ihen. Mi chiesi se li avessi sempre trovati ovunque fossimo andati. Rin mi diede altri dettagli sull’operazione della Milizia e degli Al Bhed. Pensava come me che fosse un’idea malata, ma non era lui il leader degli Al Bhed, e io non ero il leader della Milizia, ed era troppo tardi per fare qualcosa ora.

 

Anni fa, uccisi il capo dei Miliziani.

 

Non so se ve l’ho detto.

 

L’avrò dimenticato.

 

Quella sera il tramonto era spettacolare. Uscimmo tutti fuori per guardarlo. Tidus e Yuna si sedettero a parlare per un po’. La loro relazione stava progredendo meglio di quanto avessi sperato. La maga nera lanciava frecciatine al blitzer, che accettava le sue sfuriate. Dovevo fare attenzione che la loro relazione complicata non divenisse una debolezza per il gruppo. Poi c’era il Ronso, silenzioso e guardingo. Senza una parola, era sempre dove c’era bisogno di lui. Nel crepuscolo, presi l’opportunità di parlargli. Ero in piedi al suo fianco, entrambi guardavamo il mare.

 

“Dieci anni fa,” dissi, “Ti ho incontrato fuori la città di Bevelle. Tossivo sangue, piangevo rimpianti, sanguinavo dolore, ridevo follemente; ti dissi la mia storia. Avevo promesso a Braska di portare sua figlia a Besaid. Di proteggerla. Non pensavo di potere mantenere quella promessa. Ti incontrai, e ti chiesi di prendere parte di quella responsabilità, di portare Yuna a Besaid. Facesti quello, e molto altro. Hai continuato a proteggere Yuna per dieci anni, mantenendo la mia promessa a Braska.

 

“Grazie.”

 

Lui si voltò, e i suoi occhi gatteschi mi guardarono. Rispose, semplicemente, “Era buona promessa. A Kimahri interessa Yuna.”

 

C’è un termine Ronso, che si traduce vagamente come Fratello-in-Onore. Estesi la mia mano verso la sua e lui la strinse per un attimo. Poi ci rigirammo verso il mare.


 

Auron:

 

Passammo una notte tranquilla all’agenzia. Il mattino seguente, mentre gli altri dormivano ancora, mi sedetti nell’area comune, a riflettere. La mia vita non è generalmente calma, ma è interrotta qualche volta da momenti calmi. Ne faccio tesoro.

 

Seduto al tavolo, i miei pensieri andavano ad una bambina che avevamo incontrato sulla strada, una giovane ragazza di nome Calli. Era con sua madre in uno di quei piccoli templi ai lati delle strade e Yuna si era fermata per parlare con loro. La bambina aveva forse dieci anni, gioiosa e innocente come qualsiasi bambino Spirano può essere. Aveva chiesto a Yuna se avesse portato il Bonacciale presto. Yuna le aveva assicurato che lo avrebbe fatto, e la ragazzina aveva cominciato a correre in giro, felice che l’invocatrice avrebbe presto portato la pace a Spira. Calli sapeva il prezzo della pace? Aveva pensato che la donna con cui stava parlando sarebbe morta se il Bonacciale fosse venuto?

 

Seduto al tavolo pensando ai bambini di Spira, i nostri piccoli feriti camminanti. Crescono sapendo che Sin può venire da un momento all’altro, dicono loro fin dalla nascita che la colpa è loro, perché non hanno amato Yevon abbastanza, perché non sono stati abbastanza umili, non abbastanza buoni.

 

C’è un gioco a cui giocano i bambini di Spira. Due o tre, o quattro, o cinque e persino sei si tengono per mano e camminano in circolo cantando questa piccola canzone.

 

Besaid Djose Kilika,

Bevelle Macalania,

Trova Sin a Zanarkand,

Combattilo come Ohalland.

 

Poi cadono a terra, ridendo. Sanno che stanno emulando le morti degli invocatori e i loro guardiani? Credo lo realizzino solo da grandi. I giochi dei bambini celebrano il sacrificio e il martirio. I loro eroi muoiono sempre.

 

Benvenuto a casa, Auron. A Spira sei mancato.

 

Qualcosa sta attaccando i chocobo.

 

 

 

Prossimo capitolo: La fine delle storie.



 

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Capitolo 6
*** La fine delle storie. ***


Ciao ragazze! Sono tornata *manda bacini*
Un avvertimento per questo capitolo: se trovate strano che il simbolo ritrovato sulla vecchia via Mi'ihen sia il simbolo di Marte, vi renderò tutto più chiaro: nella versione americana e giapponese del gioco, il simbolo legato ad Auron è quello di Marte, mentre in quella italiana - per motivi che boh - è quello di Saturno. Pace.
Ugh. Casini.
Buona lettura!




 
 


Soldier of Spira.

 


 

Auron:

 

Ho viaggiato lontano e visto molte cose.

 

Ho visto colori brillanti intarsiare i cieli del nord, e il tramonto morente sulle coste occidentali dell’oceano. Ho visto le assurde città sottomarine degli Hypello nei profondi mari orientali. Ho visto il leggendario Fiore della Fenice sbocciare nel lontano Vadaka, e ho visto il potente Evrae in volo, giocare nell’aria su Bevelle.

 

Ho visto le torri di Zanarkand risplendere di luce. Ho visto macchine che combattono, ridono, macchine che fanno l’amore. Ho visto l’intercessore di Zanarkand ballare nella Sala degli Invocatori. Ho visto orrori camminare fra le strade, idolatrati dalla gente. Ho visto i virtuosi peccare, e i peccatori sacrificarsi per salvare innocenti.

 

Ho visto la furia della Piana dei Lampi, la pace della Bonaccia, i misteri dei Boschi di Macalania. Ho visto il cielo dalla cima del Monte Gagazet, così blu da far male.

 

Ho visto mostri rompersi come vetro contro le nostre mura difensive a Klannathe. Ho visto il discreto, segreto funzionamento dei cancelli dell’Oltremondo. Ho visto la stronza dea Yunalesca nel suo freddo nascondiglio. Ho visto Guado ridere e Ronso piangere. Ho visto un Sin morire e un altro nascere.

 

Ho visto una generazione di Miliziani massacrata.

 

Ho visto l’ultima carica dei Cavalieri Chocobo.

 

 


 

 

La fine delle storie.

 

 


 

 

Auron:

 

 

 

Corriamo dall’agenzia al recinto fuori. Il mostro è dietro di noi, sul tetto, con un terrorizzato chocobo urlante fra le grinfie. Salta sul terreno e noi ci affrettiamo a metterci in formazione. Ancora una volta, Yuna cerca di entrare in prima linea prima che io la fermi e la rimandi indietro. Devo decisamente iniziare delle sessioni d’allenamento più regolari.

Il mostro è enorme, e sì, è dello stesso tipo che io, Braska e Jecht combattemmo anni fa. Forse proprio lo stesso? Avevo ucciso quel—La cosa mi graffia il petto. Devo fare attenzione. Sono ancora tristemente fuori allenamento per combattere mostri così potenti. Faccio usare la sua abilità Blind al blitzer, e il mostro è accecato momentaneamente. Faccio tornare velocemente dietro lui per far avanzare il Ronso. Tidus si lancia e affonda un colpo veloce. In una battaglia come questa bisogna agire con spirito di squadra.

Ho visto accadere che due combattenti si facessero entrambi avanti per sferrare un colpo, allo stesso momento, per poi fermarsi entrambi, aspettare l’altro, e muoversi entrambi insieme di nuovo. Mentre cercavano di regolare la cosa il mostro aveva trinciato via una delle loro teste, e tranciato l’altro prima che io potessi fare qualcosa. Sarebbe dovuto essere facile, ma non erano allenati adeguatamente. Colpa mia. Avrei dovuto allenarli meglio. Attoc, un ragazzo bruno che combatteva con la sinistra. Gli piacevano i dolci. Adorava i bignè che le cucine preparavano nel finesettimana. Elma, capelli neri e occhi blu e profondi. Soffriva il solletico, e ne era terribilmente imbarazzata. Adorava l’odore dei fiori di campo, e li indossava fra i capelli. Erano migliori amici, forse di più. Morirono a Klannathe. Sarei dovuto essere più severo con loro. Colpa mia.

Il mostro cercherà di buttarci giù dal dirupo che s’affaccia sulla vecchia strada. Questa consapevolezza acquisita dall’ultima volta che l’ho combattuto è preziosa. So cosa fare dall’inizio – colpi potenti per catapultarlo sulla schiena, poi spingerlo giù dal dirupo. Abbiamo tutti Haste questa volta, Lulu e Kimahri colpiscono il mostro, mentre il blitzer entra per accecarlo quando serve. Finalmente lo spingiamo verso il burrone ed è qui che chiamo Yuna. Ecco cosa stava aspettando, per cosa si è allenata. Si fa avanti mentre noi indietreggiamo, e danza una serie di movimenti stilizzati. Un dragone piumato cala dal cielo e finisce il mostro con un forte colpo. Ci vorrà tempo perché Valefor abbia di nuovo pronto l’attacco, ma è per questo che li teniamo pronti.

Hanno ricordato le lezioni. Sono stati bravi, Yuna in particolare, e così dico loro. Mi muovo di lato per lasciare che Tidus aggiunga le sue congratulazioni alla giovane invocatrice. Per il momento, sono soddisfatto. Dopo la battaglia, Rin fu gentile, e l’allenatore chocobo quasi pateticamente grato. Chiusi il mio occhio e sospirai mentalmente. Sapevo cosa stava per succedere, e non c’era nulla che potessi fare per impedirlo.

Aspetta. Sta arrivando. Aspetta…

“Vi prego,” disse Rin, “Usate questi chocobo gratuitamente in segno di gratitudine.”

Ecco qui.

Gli altri accettarono rapidamente, felici della proposta. Spendemmo l’ora dopo a riposarci dalla battaglia e caricando gli uccelli. Non mi sento a mio agio sui chocobo, ma sono un fantino accettabile. Montammo in groppa e ci muovemmo sulla strada a nord. A favore dei chocobo dirò questo – sono veloci. Possono sorpassare circa qualsiasi mostro. C’è da meravigliarsi che non investano più viaggiatori innocenti. Ci allontanammo veloce dalle persone sulla strada. Penso sorpassammo anche Maechen. In meno di due giorni fummo ai cancelli della Via Micorocciosa. Lì, li feci fermare. Gli altri mi guardarono stupiti. Parlai a Yuna. “Mi è stato detto di un oggetto qui vicino che potrebbe essere d’aiuto nel pellegrinaggio. Se sei d’accordo, non dovremmo metterci molto a trovarlo, con questi chocobo.”

 

“Oh. Certamente, Sir Auron. Come dite.”

 

Mi guardai attorno per la stradina laterale che Rin m’aveva detto ci sarebbe stata. Quando la trovammo, ci portò alla vecchia strada originale che corre sotto la nuova che avevamo percorso. Cavalcammo attraverso una fitta boscaglia, le mura della gola che s’ergevano da entrambi i lati, fino ad arrivare ad una zona aperta dove una donna allenava chocobo. Ci ri-immergemmo nella foresta e giù per un percorso stretto e sinuoso, per arrivare finalmente in un’angusta piccola radura. C’era qualcosa di semi-sotterrato nel terriccio lì. Scendemmo dagli animali, e Tidus corse oltre me per aprire il vecchio baule. Lo raggiunse, poi mi porse qualcosa.

 

Un’ondata di rabbia mi percorse. Il simbolo di Marte! Ho portato queste persone fin qui per questa schifezza! Lo presi dalla sua mano e lo lanciai il più lontano possibile. Sigilli, simboli, armi leggendarie, tutto inutile! Cosa fa vincere in battaglia, quello che ti tiene vivo quando gli altri muoiono, sono le abilità e l’allenamento! Fidarsi dei propri compagni! Reazioni svelte e appropriate! Niente – niente! – che proviene da un baule! Sopravvivi grazie a quelle ore tediose che passi a preparare i pochi estremi momenti di combattimento. Quando i mostri si avvicinano, quando tutto ciò che senti è il cuore che ti batte nelle orecchie, e c’è sudore nei tuoi occhi, sangue fra i denti, paura nelle vene, ed è ora! È qui! E stai facendo tutto bene, e così pure gli altri attorno a te, e non stai neanche pensando ma le tue braccia e gambe si muovono, scattano, infilzano, bloccano, e copri le persone attorno a te, e loro coprono te perché è così che siete stati allenati! Ore e ore e ore di allenamento! Un allenamento che dura una vita. Questo è quello che terrà questi giovani vivi, non…

 

Mi stavano fissando. “Sono stato…mal informato. Mi scuso.” Rimontammo sui chocobo. Non mi arrabbio spesso. Tennero tutti le distanze nel tragitto di ritorno al cancello. Il viaggio non era stato un totale spreco di tempo. Esplorarono un po’, e trovarono degli oggetti utili in zone difficili da raggiungere – certe armi, e una sfera. Ma avrei dovuto parlare a Rin, o a Maechen, o a chiunque avessi incontrato, e spiegare cosa ritengo vitale, e cosa no.

 

Ritornammo ai cancelli per trovarli chiusi al passaggio, persino agli invocatori. La guardia lì ci spiegò finalmente cosa stava succedendo. L’Operazione Mi’ihen. Il piano di Al Bhed e Miliziani uniti. I Miliziani avevano riunito mostri vivi dall’intera regione, sperando che Sin fosse attratto dalla loro concentrazione. Il loro ruolo era attrarre Sin nell’area aperta e tenerlo mentre gli Al Bhed avrebbero attaccato con delle armi potenti ma non esattamente mobili che avevano trovato in certe antiche rovine. Credevano che se potevano tenere Sin alla giusta distanza e non farlo muovere, il piano sarebbe riuscito. Un rischio. La zona d’attacco era apparentemente molto stretta. Non era prettamente un cattivo piano. Ma non avrebbe funzionato. Tutti loro non capivano veramente cosa Sin fosse. Certamente, alcuni lo sapevano. C’era più di un piano in atto, qui.

 

Bene, bene. Ecco il Maestro Seymour.

 

“Ecco che ci incontriamo ancora, Lady Yuna.” I capelli dell’uomo mi affascinavano – era un modo per imporsi? Un protesta? Aveva perso una scommessa?

 

“S-sì?” aveva balbettato lei.

 

“Sembri preoccupata. C’è qualcosa che io possa fare?”  Si mantenevano col vento? Come faceva a infilarsi una maglia?”

 

“Beh…” rispose Yuna, lanciando un’occhiata al cancello.

 

“Capisco.” Ovviamente non poteva indossare un cappello. Come dormiva? Cuscini speciali? Seymour ordinò alle guardie di farci passare. Lo seguimmo attraverso i cancelli e lui si fermò per parlare a un gruppo di Miliziani che s’era formato dall’altro lato. “Coraggiosi Miliziani di Spira, protettori di tutta Spira. Credete nel sentiero che avete scelto, lasciate che la fede sia la vostra forza! Io, Seymour Guado, maestro di Yevon, assisterò alla vostra impresa, oggi.”

 

Come li lava? Forse usa un team specializzato? Li paga all’ora o per ogni servizio? I giovani Miliziani a cui si era rivolto risposero alle sue parole con entusiasmo. Wakka ne fu meno colpito. “Che sta succedendo? Perché Maestro Seymour aiuta i Miliziani, eh? Usano le macchine Al Bhed! Violano gli insegnamenti!”

 

Bella domanda, blitzer.

 

“Anche se vanno contro gli insegnamenti,” rispose Yuna, “Sono disposti a sacrificarli per il bene maggiore. Wakka, penso che anche Maestro Seymour la veda così.”

 

Non ci sei andata neanche vicino, Yuna.

 

“Chiediglielo tu stesso,” dissi io. Si stava avvicinando. Camminò verso di me.

 

“Ah, Sir Auron. È un onore. Sarei molto interessato di sentire cosa avete fatto in questi dieci anni.”

 

Beh, ovviamente i miei lavori di beneficienza mi hanno tenuto impegnato, brutto –

 

“Non ho niente da dire.” Camminai via, lasciando Wakka e Seymour alla loro discussione dottrinale.

 


 

 

Risposte alternative alla domanda di Seymour:

 

Il campionato mondiale di Poker.

 

Ho venduto propano e accessori al propano.

 

Ho rotto culi e mi sono fatto un nome, Seymour.

 

Mi sono chiuso in una baita nel bosco a scrivere fan fiction Hermione/Piton.

 

Seymour, sono tuo padre.

 

 


 

 

Quando Seymour se ne andò, il gruppo iniziò a percorrere la Via Micorocciosa. C’erano un sacco di Miliziani che correvano in ogni direzione. Molti di loro si fermavano un momento per dire qualcosa a Yuna, o darle piccoli regali. Non mi diedero molto fastidio, come in precedenza. Forse perché, mentre questi Miliziani apprezzavano Yuna per quello che stava facendo per loro, avevano anche a mente che se l’operazione Mi’ihen avesse avuto successo, Yuna non si sarebbe dovuta sacrificare. C’era una sorta di innocente speranza in questi giovani guerrieri.

 

Anche i tuoi cadetti avevano dell’innocente speranza a Klanneth, Auron. Come andò a finire?

 

Quella Micorocciosa era una regione di strane, storte formazioni rocciose. L’area era spopolata, e c’erano mostri abbastanza forti a percorrerla. Ne incontrammo alcuni, e potei già vedere i risultati del mio programma di allenamento. Questi giovani sapevano cosa fare. Stavano iniziando a prevedere il loro ruolo, iniziando a seguire il combattimento come un processo che si dispiega, ad anticipare invece che a reagire solamente. Erano promettenti.

 

I tuoi cadetti anche, lo erano, Auron. Peccato che ne morirono così tanti, così giovani.

 

Silenzio.

 

La strada ci fece risalire, e scendere, ma si tenne generalmente verso nord, e in salita. Ogni tanto un combattente o un cavaliere chocobo ci passava davanti. Richiesi pause regolari per riposare e curarci. Non volevo arrivare neanche vagamente vicino Sin stanco e impreparato.

 

Non è un bene essere impreparati, Auron. Chiedi ai tuoi cadetti.

 

Silenzio, dannazione!

 

Raggiungemmo l’area di comando, e trovammo i due amici Miliziani di Yuna lì, a discutere. “Perché solo tu, capo? Anche io voglio combattere!”

 

“Gli ordini sono ordini.”

 

“Non sono più un cadetto, signore! Lasciami venire con te, e lo proverò!”

 

“Fare la guardia al comando centrale è importante, sai.”

 

“Ma sono venuto fin qui da Besaid per combattere Sin, signore!”

 

Santo Cielo, il ragazzo voleva combattere Sin. Ovviamente. Sedici anni fa, tutti i cadetti che allenavo volevano difendere Klannathe, e mi fu ordinato di guidarli. Giovani combattenti – sempre spaventati che la battaglia non li avrebbe aspettati, come se non ci fosse stata un’altra occasione per combattere e dimostrare valore, per perdere la vita. Sapevo, senza chiedere, sapevo quasi senza pensarci, lo sapevo fin nelle ossa, che i vecchi Miliziani facevano così per i più giovani. Mi fece quasi sorridere. Vecchi soldati che si prendono cura dei giovani. Che insegnano loro a tenere la testa bassa. A stare attenti. A tenersi la vita.

 

Huh. Questo vecchio soldato era a terra. Il blitzer gli ha sferrato un pugno, e ora Tidus lo stava trattenendo. Ricapitolo in mente gli ultimi stralci di conversazione che ho sentito senza ascoltare. Ah, l’uomo aveva convinto il fratello maggiore di Wakka a entrare nella Milizia, ed egli poi era morto. Già. Succede.

 

“Quando giocavamo a blitz insieme,” sputò Wakka, “Chappu diceva sempre…diceva – quando avremmo vinto la Coppa, eh? – si sarebbe proposto a Lulu. E poi un giorno…parte e diventa un Miliziano. Così.”

 

Il Miliziano si alzò. “Chappu mi disse…che stare con la tua ragazza è bello…ma tenere Sin lontano da lei è anche meglio.”


Wakka si voltò verso Lulu. “Lu, lo sapevi?”

 

“Luzzo me lo disse…prima di partire.”

 

“Anche lei, mi ha colpito,” disse il Miliziano.

 

Un cavaliere chocobo cavalcò e ordinò alla Milizia di raggiungere la spiaggia.

 

“Ecco la mia chiamata,” disse il Miliziano, e camminò via.

 

Wakka lo lasciò camminare per un po’, poi lo chiamò “Luzzu! Non morire lì fuori.”

 

“Così potrai colpirmi ancora?”

 

“Ancora, e ancora!”

 

Interessante. Questo blitzer sta mostrando più profondità di quanto immaginassi. Riesce a esprimere un po’ di rabbia. Il Miliziano si voltò, e Yuna fece un passo verso di lui. “Luzzu, ti prego! Ti prego, non andare!”

 

“Devo, Yuna.”

 

L’uomo doveva andare. “Lascialo andare,” le dissi. “Quell’uomo ha già deciso il suo destino…come facesti tu quando diventasti un’invocatrice.” Capì in quel modo. Lo guardò per un momento, poi abbassò lo sguardo, e si spostò dalla sua strada. L’uomo camminò via, e noi andammo al posto di comando. Passammo degli enormi cannoni Al Bhed posizionati sulle alture. Giù alla spiaggia c’erano delle spore di Sin chiuse in gabbia, e file di Miliziani e cavalieri.

 

Un cavaliere cavalcò verso noi e parlò a Yuna, “Giovane invocatrice! Eccovi! Il centro di comando è da quella parte. Maestro Kinoc è lì.”

 

Kinoc? Guardai verso la spiaggia di nuovo, nel modo in cui le cose erano organizzate, e lo seppi. Ovviamente, Kinoc era qui.

 

Il giovane Miliziano di Besaid faceva di guardia all’entrata, infelice del suo ruolo. Gli altri cercarono di tirarlo su. Io gli dissi di fare il suo lavoro.

 

Nella tenda, Kinoc si alzò a m’abbracciò. Eravamo stati studenti insieme, poi guerrieri monaci, poi giovani comandanti. Era stato il miglior amico della mia giovinezza. È cambiato negli ultimi dieci anni. È fuori forma. Non passa molto tempo sul campo di battaglia con le truppe, ormai.

 

“Avevo sentito da Seymour, ma non sapevo se ci saremmo effettivamente incontrati. Bello rivederti, Auron! Dieci anni, eh?”

 

Il giovane Miliziano corse e riportò a Kinoc che le truppe erano pronte. Kinoc annuì e lo dismise. Si rigirò verso me.

 

“Dimmi, Auron. Dove sei stato negli ultimi dieci anni?”

 

Che domanda interessante, Kinoc. Seymour Guado osservava attentamente. Quando Seymour me l’aveva chiesto, era stata una provocazione. Sapeva dove ero stato. I suoi maestri gliel’avevano detto. Ma lui non sapeva che io sapevo che lui sapeva. Ma tu cosa sai, Kinoc? Quanto in alto nella struttura di potere sei veramente? Kinoc era a capo del braccio militare della Chiesa, i guerrieri monaci, i Miliziani, e le Guardie Speciali del Tempio. Era un maestro, uno dei quattro. Aveva ottenuto la sua posizione con abilità e fedeltà. Ma conosceva la verità? Sapeva cosa giaceva davvero nel cuore di tutto?

 

Sapeva della guerra in Paradiso?

 

“Non abbiamo tempo per questo, ora, no?” gli chiesi.

 

Si avvicinò. “Questo piano non funzionerà, lo sai. Li faremo sognare solo un altro po’.”

 

Poi Seymour lo chiamò, e Kinoc  si allontanò con lui per iniziare l’operazione.

 

“Quel Kinoc,” mormorai, abbastanza forte da farmi sentire, “un maestro?”

 

Si voltò. “Ho sentito, Auron. Un sacco di cose sono successe negli ultimi dieci anni. Cosa stavi facendo, e dove?”

 

“Mantenevo una promessa fatta a un amico. Lo sto ancora facendo.”

 

Camminò oltre me, si fermò giusto vicino, e mi chiese senza girarsi, “Dimmi solo una cosa. Hai visto Zanarkand?”

 

Quanto sai,  Kinoc? Zanarkand è zona di guerra, L’Oltremondo è in subbuglio, e qui c’è del trambusto persino con Sin. Gli intercessori si ribellano, gli eoni fanno strategie, e armate di morti provano a forzare i Cancelli dell’Oltremondo. C’è una guerra in Paradiso, Kinoc. Cosa ne sai? Mi volto senza dargli alcuna risposta.



Auron:

 

Salgo con gli altri in alto sulla scogliera e guardo in basso verso la spiaggia giù, verso le bandiere coraggiose di colori vivaci, masse di Miliziani e cavalieri in linea, ad aspettare, all’ irrequieta attività dei padiglioni Al Bhed, al lavoro per accendere le macchine. Le truppe di difesa affronteranno le spore di Sin sul bordo dell’acqua – no, folli! Sono mostri d’acqua! Attrarli sull’asciutto è l’idea migliore! Ma i cavalieri hanno bisogno di spazio per la loro avanzata.

 

Kinoc, cosa hai fatto? Questo è il tuo piano, vero? Ha tutte le tue impronte. Li fai mettere su una spiaggia troppo stretta. C’è solo un piccolo, insulso passaggio per la salvezza. Hai detto loro che sarà facile difenderli se devono far ritirata? Ma non c’entreranno, vero? Saranno sbattuti contro le scogliere, schiacciati l’uno contro l’altro, la maggior parte di loro impossibilitati persino ad alzare la spada, intrappolati e soli. Non avete detto loro questo. E i Miliziani, e gli Al Bhed, perfettamente decisi a portare avanti la loro missione, ma completamente lontani per supportarsi a vicenda. Sin distruggerà prima un gruppo, poi l’altro. Piccoli cambiamenti avrebbero potuto permettere loro di proteggersi, ed essere vagamente più utili nei loro ruoli.

 

E non ne sono sicuro, ma alla postazione di comando non vedo molti Al Bhed. Non c’è comunicazione fra le forze, vero? Inimmaginabile che parlino direttamente gli uni agli altri.

 

Tutti i messaggi partono dal tuo staff, Kinoc? Quindi né i Miliziani né gli Al Bhed potranno ritirarsi, perché non possono avvertire gli altri, e non abbandoneranno gli alleati senza avvertire. E anche se volessero ritirarsi, non ci sono chiari piani di ritirata.

 

Avrebbero sempre fallito, Kinoc. Hai manipolato il campo di battaglia in modo da moltiplicare le morti. I Miliziani avranno una generazione da recuperare, e saranno molto più obbedienti alla Chiesa. Gli Al Bhed saranno indeboliti, e incolpati per la sconfitta. E la Chiesa ne uscirà pulita. Giusta.

 

Kinoc, combattemmo insieme ad High Reach. Rischiasti tutto per me ad Oconal. La tua faccia fu la prima che vidi dopo la carneficina di Klannathe. Guardo in basso alle spiagge di Mi’ihen e mi chiedo cosa sei diventato.

 

Sono distratto quando uno dei mostri più grandi scappa, e il gruppo deve prendersene cura. Sorrido quasi a vedere quanto bene lavoriamo insieme, alternando Tidus per lanciare Haste, Wakka a tenere la testa del mostro impegnata mentre noi attacchiamo il corpo. Il mostro non è ancora ridotto completamente in lunioli che sentiamo urla dalla spiaggia. Corriamo a vedere. Qualcosa sta raggiungendo la stretta baia, come una ragnatela nera che si spande sulla superficie dell’acqua. Come una contaminazione. Come la corruzione. Lo posso sentire. Lo posso odorare. È Sin.




Sin erutta dalle onde, sorgendo sempre più in alto, sovrastando l’acqua! Ora i cannoni sparano dalle alture, colpiscono Sin, e dei pezzi cadono dalla sua pelle giù in acqua. Diventano mostri e corrono verso la spiaggia. Ora più di mille ne cadono da Sin. La spiaggia è un caos ondeggiante di spade lucenti, di coraggio, paura e disperazione, ma un occhi allenato può vedere – sull’estrema sinistra delle linee d’attacco degli uomini stanno cadendo, le spore rompono le fila. I Miliziani si fanno indietro. I corni risuonano, le lance s’abbassano, e i Cavalieri Chocobo caricano! C’è sangue in acqua, sangue nell’aria. Il terreno trema, i chocobo urlano, i cannoni ruggiscono, uomini e donne imprecano, piangono, pregano, muoiono.

 

Sin! Sin è…

 

“Attenti!” piango, e mi lanciò su Yuna per proteggerla. C’è un flash bianco, e perdo conoscenza per un attimo. Mi risveglio e zoppico rimettendomi in piedi. Dietro di me vedo Seymour Guado affrontare il mostro che il nostro gruppo non ha finito poco prima. Ma il mio occhio è attratto da Sin. Sin è ora avvolto da uno scudo di energia. Avevo visto l’inizio di un pulsare di luce, prima di gettarmi a terra. Ora guardo verso la spiaggia. Miliziani, cavalieri, mostri, chocobo, sono tutti…andati.

 

Dietro di me, Seymour lancia incantesimi al mostro, e Yuna s’è quasi ripresa. Insiste sull’aiutarlo. Mi volto e prendo il controllo della battaglia, eliminando entrambe le braccia, e chiedendo a Seymour di usare il suo attacco speciale – Requiem. Lui non vuole, ma io ne ho sentito parlare e lo voglio vedere. Insisto.

 

È sicuramente…colorato.

 

Quando il mostro è morto mi volto ancora una volta verso le spiagge di Mi’ihen, dove Sin sta raggiungendo il padiglione Al Bhed. Gli Al Bhed aprono il fuoco. È potente, incrina lo scudo di Sin, si avvicina quasi a Sin stesso, e per un momento permetto a me stesso di sperare.

 

Dovrei far meglio che sperare.

 

Lo scudo di Sin è più forte. Recupera, si espande, si allarga verso le armi. Le tocca. C’è una fiamma, un flash, e un’enorme esplosione. L’arma Al Bhed esplode in pezzi, scuotendo il padiglione Al Bhed.

 

È fatta.

 

È finita.

 

Centinaia di storie si sono concluse oggi.

 

Auron:

 

Chi scriverà le lettere?

 

Prossimo capitolo: Gran Sorriso!































 

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Capitolo 7
*** Gran Sorriso. ***


 


 

 

 

Gran Sorriso!

 

 

 


 

 

 

Rikku:

 

Non riesco a smettere di piangere! Mi’ihen è stato un disastro! Abbiamo perso più di cento persone! I Miliziani cinque volte tanto. Mopey è morto, e Cyrl, e Lindu, e mio cugino minore Zik. Scomparsi, semplicemente, come i piccoli soldati di latta con i quali giocavano da bambini – buttali giù, rimettili nella scatola.

Zio Fearric è ferito, e non so se ce la farà. Papà si incolpa per essersi fidato dei Miliziani e della Chiesa. Mi’ihen è stata una catastrofe, la Base è vulnerabile, e Yevon incolperà gli Al Bhed di tutto, aizzando la gente contro di noi. Papà la sta prendendo male, portando l’intero peso della nostra gente sulle sue spalle. Papà ha delle spalle enormi, ma le spalle di nessuno sono così grandi. Non lo mostra. Non lo mostra mai. Si tiene tutto dentro, così macho e stoico e è-solo-un-morso-di-lupo-del-deserto-starò-bene. Non come me! La piccola Rikku corre e piange e urla via fuori tutto il suo piccolo cuore infranto. A volte aiuta un pochino. Ma non di fronte Papà. Niente lacrime con lui. Ha bisogno di me ora. Quindi risucchia tutto dentro, Rikku piagnucolona. Papà ha bisogno della scoppiettante, cinguettante, andrà-tutto-bene-domani Rikku.

Tutti ne hanno bisogno.

Quindi saltellavo per la Base come un kyactus con un eccesso di zuccheri nel sangue. Ero ovunque potesse servire una zampettante piccola ladra, contando le riserve, caricando le provviste, aiutando a riparare macchine distrutte, portando pasti caldi agli operai, ascoltando ad occhi spalancati chi mi spiegava cosa stava facendo, tenendo le manine dei più piccoli. Oh, quella era la cosa peggiore. Quando mi guardavano chiedendo quando Mammina o Papà sarebbero tornati a casa, ed io sorridevo, e dicevo non lo so, giochiamo, a che giochi ti piace giocare, per poi andare via e piangere ancora di più, ma solo nella mia stanza, dove nessuno poteva vedermi, specialmente non Papà. L’unico con cui potevo sfogarmi era Fratello, ma era lontano – non a Mi’ihen, grazie a tutti gli antenati! – e non potevo singhiozzargli addosso. Quindi sorridevo e piangevo e urlavo fra i sanguinosi, disordinati resti dell’Operazione che-avrebbe-salvato-la-stupida-Spira-quindi-vale-la-pena-rischiare Mi’ihen e grazie a dio non indosso trucchi perché ve lo dico sarebbe stato un disastro! Sorridi, Rikku!

Poi sono cominciati ad arrivare i corpi. Oh dannazione-dannazione-dannazione-dannazione. Amavo l’idea dell’Operazione Mi’ihen! Amavo l’idea di usare le macchine per distruggere Sin, per zittire gli Yevoniti, strofinargli in faccia la vittoria quando tutto sarebbe andato proprio come doveva andare! Avevo detto a Papà che avremmo dovuto farlo e non potevo proprio sorridere quando i corpi erano cominciati ad arrivare, non potevo neanche sembrare triste e solenne e confortare le persone nel modo in cui la piccola Rikku è tanto brava. Dovevo solo scappare e vomitare di nuovo, e i corpi erano lì ad accumularsi, e non riuscivo a superarlo, non sono un’adulta, non è colpa mia, dannazione, non ti ho ucciso io, e diavolo vorrei che Papà mi stringesse forte e mi facesse sentire meglio!

E nel mezzo di tutto ciò, qualcosa di strano e in qualche modo bizzarro era successo. Un paio di giorni dopo Mi’ihen, la Chiesa aveva rilasciato una dichiarazione, tutta ipocrisia e più-triste-che-sconvolta, in cui riaccoglieva tutti i “malaccorti” Miliziani sopravvissuti, di nuovo fra le braccia di Yevon, lasciando intendere che erano stati “portati alla deriva da dannose influenze.” Seymour Guado aveva rilasciato la sua dichiarazione, denominando gli sforzi dei Miliziani “poco saggi, ma coraggiosi e bene intenzionati.”

Beh, non è strano. Disgustoso, sì. Decisamente prevedibile, sì. Strano, no. La cosa strana accadde tre o quattro giorni più tardi, quando un’altra lettera era stata postata sulla rete pubblica. Nessuno sa come ci sia finita. Bene, eccola! Ascoltate.

 

-         Djose   -

A quelli di voi che vogliono sapere come sono caduti i vostri figli e figlie, i vostri mariti e padri, i vostri amati e amici morti sulle spiagge di Mi’ihen.

Sono morti con coraggio – avanzando, mantenendo la loro postazione. Sono morti velocemente, e non hanno sofferto. Sono morti con la speranza di portare una nuova pace a Spira, e a voi. Le persone di Spira hanno paura di sperare. I Miliziani e gli Al Bhed hanno cercato insieme di costruire un mondo di speranza, in quel terribile e amaro giorno a Mi’hen.

Hanno combattuto con la speranza di sopravvivere, ma offrendo le loro vite, se quello era il prezzo per sconfiggere Sin. Rispettate la loro scelta. Onorate il loro sacrificio. Amate il loro ricordo. Stimate il loro tentativo. C’è sempre del buono nel provare.

Non ho visto uno fra loro correre. I vostri figli e figlie, mariti e padri, i vostri amati e amici sono morti fronteggiando il nemico, e pensando a voi.

Auron, guardiano dell’invocatrice Yuna.

 

Una lettera da Auron. Una lettera diretta dall’Auron ho-portato-il-Bonacciale-con-Braska, riguardante Mi’ihen! Non me lo sarei aspettato neanche fra un milione di anni. E, sapete, mi ha fatto sentire un po’ meglio. Solo un po’.

Ho dimenticato i corpi per un momento e ho ricordato le persone – che camminano, ridono, nascondono i cupcake di Rikku quando eravamo tutti piccoli. Ricordai che le persone morte a Mi’ihen erano morte cercando di fare qualcosa di grandioso, rompere la spirale di morte benedetta da Yevon,  per noi, ma anche per loro. Non li rende meno morti, e non lo rende meno tragico, ma…non lo so. Non sono una ragazzina, e ho supportato Mi’ihen, e porterò un pezzo di quella responsabilità con me per sempre, vivendoci. Come un’adulta.

Piango ancora un sacco.

Yuna! Yuna è un’invocatrice, ricorda! Dio, dobbiamo iniziare la Missione!


Diario di Rikku:

 

Eravamo tornati alla Base dopo la missione di Baaj e c’eravamo lanciati anima e corpo nell’Operazione Mi’ihen. Ehi! Il motto Al Bhed è “non frenatevi!”, e col resto delle nostre forze c’eravamo impegnati a cercare di rendere l’aeronave pronta. (Eravamo eccitatissimi di essere operativi in tempo, ma c’erano troppe cose da fare.) Quindi con tutto quello da fare non c’era molto tempo rimasto per dedicarsi alla Missione. Immagino che un po’ tutti  ci siamo distratti. È una soluzione disperata, comunque, cercare di rapire gli invocatori, tenerli prigionieri qui alla Base così non possono arrivare a Zanarkand e sacrificarsi. Cosa ne faremo di loro? Li terremo qui per sempre? Li riabiliteremo per lasciarli poi andare? Cercare di ragionarci?

Se avessimo catturato Braska per tenerlo qui per sempre, sarebbe ancora vivo, Yuna avrebbe ancora un padre, ed io ancora uno zio. Non lo so! Non so cosa faremo con loro, ma non possiamo semplicemente permettere che vengano legati come animali da sacrificare e dati in pasto a Sin, o Yevon, o Spira, mentre tutti qui ci alziamo e applaudiamo E SIN RITORNA SEMPRE!

Basta così! Dobbiamo salvarli! Dobbiamo salvare Yuna. (Non sarà facile, con quel tipo Auron a farle da guardiano.) Inizio a convincere Papà di  essere quella giusta per andare ad agguantare Yuna. Adoro questa parola, agguantare! Gli dico che praticamente è un furto, quindi sarebbe giusto mandare un (super-intelligente, talentuoso, un dio di) ladro! Visto, Yuna è come la Grande Perla Rosa di Vadaka, protetta da duemila guerrieri monaci! Quindi, cosa vuoi fare? Combattere i monaci, o prendere la Perla?  Giusto, non puoi mandare combattenti, manda una carina, bionda, saltellante ladruncola! È brillante.  Papà non la vede allo stesso modo. Ve lo dico, non è stupido, ma ha delle falle. Non sarò sola. Avrò tutto il team di supporto. Rin può darmi ragione. Perché? Perché gli piaccio. Rin è sempre stato come uno zio per me. O forse perché ho ragione. Non lo so, non m’interessa. La cosa importante è che Rin è uno a cui Papà dà ascolto. Quindi, ricorda a Papà quanto sono stata brava nella missione a Baaj. Gli fa notare che siamo a corto di uomini in questo momento, mettendo in conto l’intera cosa di Mi’ihen. Rin era contro Mi’ihen dall’inizio. La faccia di Papà si fa tesa d’un tratto ed ho paura che Rin abbia tirato un po’ troppo la corda, ma riesce a far ammettere a Papà che o manda Rikku, o aspetta un paio di settimane prima di muoversi a prendere Yuna.

Papà ha sempre incolpato Zio Braska della morte di sua sorella. Non sono sicura del perché. Sin l’ha uccisa. Comunque, adesso incolpa Braska per il fatto che Yuna sia un’invocatrice. (Per vostra informazione, Zio Braska non è una delle persone preferite di mio padre.) Quindi io e Rin stiamo cercando di convincere Papà, e lui rifiuta e rifiuta, ma poi finalmente cede. Tipo. Se riusciamo a venire su con quello che per lui è un buon piano, lo guarderà e ci farà sapere.

Ehi! Preparare piani è la mia specialità! Cosa potrebbe andare storto?

Chiedetelo a Mopey.


 

È una settimana dopo. Una soffiata dai contatti di Rin ci ha detto che Yuna ha lasciato il Tempio di Djose ed è sulla strada per attraversare il Fluvilunio. È allora che colpiremo! Voglio dire, sgraffigneremo! Ho un buon, solido piano. Beh, okay, Rin ha aiutato. O l’ha quasi messo in piedi del tutto, con qualche input da Papà. Ma poi mi hanno detto tutto, dopo, eh! Sono davvero preoccupati di quel tipo, Auron. Gliel’ho detto, niente panico! Lasciatelo a me! Lo arrotolerò al mio mignolo! Beh, non ho detto questo, ma l’ho pensato. Tipo, non sono per niente preoccupata della cosa. Comunque, se rende quei due tranquilli, tirare su un piano che mi terrà lontana dal “guardiano leggendario” beh, allora terrò il gioco.

A volte i vecchi vanno assecondati. È il motto Al Bhed, sapete.

 

Quindi, allora, quello che sappiamo della Minaccia in Rosso è che è praticamente inutile in acqua, quindi è lì che colpiremo, ehm, agguanteremo! Aspetteremo che attraversino il Fluvilunio, ci arrampicheremo velocemente e prenderemo Yuna con noi. Soprabito-boy non potrà fare niente! Non sarò proprio io a tirare Yuna giù. (Prima cosa, è più grande di me. Tutti sono più grandi di me.) Ma sono in comando dell’operazione. Aspetterò in acqua che gli altri guardiani di Yuna vengano a riprendersela. Torneremo a casa a Bikanel, e poi chissà! Forse Yuna sarà capace di ragionare.

 

Okay, okay, eccoli qui, calma Rikku, è come rubare da una tasca. Siamo sul Fluvilunio, aspettando giusto sotto il pelo dell’acqua. Blix è pronto. Posso vedere lo shoopuf nuotare verso noi. Sono in un Extractor modificato che abbiamo tirato fuori dalla città sottomarina quaggiù.  I nostri team di esploratori lo trovarono pochi anni fa e marcarono la location, così un team di salvataggio l’ha ripescato e ha fatto miracoli per renderlo funzionante in tempo. Ehi! Ora ho una chiesa di cui far parte, con questo dio che ci aiuta ad aggiustare le macchine. Abbiamo bisogno di questo genere di aiuto a volte. Scommetto che finiremmo con Santa Rikku, invocatemi quando avete bisogno di aiuto e siete circondati da idioti! D’altra parte, ci sono un sacco di idioti da queste parti. Voglio davvero essere una santa così impegnata? Sto blaterando. È ora! Sono qui!

 

Ora, Rikku! Rilascia le mine! Devono dare a Blix un diversivo per salire a bordo. Questa è la parte in cui li freghiamo! Se il guardiano leggendario vede Blix uscire dall’acqua ne farà delle Blix-polpette! BANG! Bene! BANG! Vai Blix, vai così! L’ha presa! Veloce come grasso oliato! Liscio come il mio – beh, è davvero liscio da paura, comunque! Blix la rinchiude velocemente nella capsula apposita che i ragazzi hanno modificato per lo scopo, poi ne esce. Il suo ruolo finisce qui. Manovro l’Extractor su dal fondale. Faccio ciao a Yunie, CIAO YUNIE! Non mi vede.

 

Dannazione, due ragazzi sono in acqua. Saranno guardiani. Beh, guardiani – la proteggete da tutto, fino al giorno in cui muore. Non siete guardiani, cacchio, siete i ragazzi che trasportano gli animali al macello. Beh, non stavolta.

 

Attraverso questo vetro è difficile vedere qualsiasi cosa, ma nessuno di loro indossa qualcosa di rosso. Una preoccupazione è andata. Okay, questa qui non è mai davvero stata una macchina per combattere, ma il team di salvataggio ha messo un paio di cannoni. Quello standard è l’aqua shooter, che spara lingue concentrate d’acqua. Davvero utile nelle corte distanze.  Mando giù uno dei ragazzi alla mia sinistra. Para il colpo. Inizia a contrattaccare con una…palla da blitzball? Ne vedi una nuova ogni giorno. Cosa userà il suo compagno – un hula hoop? No, solo una grande spada affilata. Non mi darebbe tanto fastidio se non fosse per i cavi esposti su questo affare. È stata una riparazione di fortuna dopotutto.

 


Odio doverlo dire, ma sono bravi. Stanno prendendo danni, e facendone molti a loro volta. Ho bisogno di finire questa cosa. Metto in carica il secondo sistema di cannoni, le cariche pesanti. Cacchio amo queste cose che fanno boom! Noto che il tipo con la palla ha qualcosa in mente. Non mi piacciono i segnali che il cruscotto di questo coso mi sta dando. All’improvviso lancia la palla ed è come se fossi stata colpita da tuoni, TANTI tuoni, molto peggio di quelli lanciati da Fratello. Ci sono lampi ovunque, le luci di sicurezza stanno andando via, e sto soffocando tra il fumo. Le cariche pesanti sono fuori uso. Orribile vecchio aggeggio pezzo di cacca! Ho perso la metà dei controlli. Di chi era questo piano, comunque? Devo tornare indietro e finirli con il cannone ad acqua, altrimenti la piccola Rikku sarà nei guai.

 

Sto puntando al tipo sulla sinistra, quando inizio a vedere strane scritte sullo schermo che indicano l’arma del ragazzo. Prima che possa fare qualsiasi cosa, si avvicina e taglia il corpo della macchina. Perdo l’altra metà dei controlli. Sto affondando! Rikku va a fondo! Non riesco a vedere. Non ho fiato. La mia mano cerca verso l’alto per una manopola che apri la capsula di sicurezza. Non lascerò che Yuna affondi con me! La trovo e la tiro! Yuna è via! Ora, occupiamoci di salvare la piccola Rikku! Ho la mia maschera. Sto trafficando con le cinte di sicurezza, sperando che i ragazzi abbiano posto più attenzione al sistema di espulsione di quanto abbiano fatto con le cariche pesanti. C’è del fuoco in cabina! Non voglio andarmene così! Cosa farebbero gli Al Bhed senza di me! Tiro le cinte!



Auron:

 

Il ragazzo e il blitzer riportano Yuna sullo shoopuf. Sta bene, grazie al cielo. Dovrò lavorare di più con quei due sul combattimento acquatico, dal momento in cui dipenderemo da loro per quello. Lo shoopuf continua sul fiume mentre gli altri discutono le motivazioni dei sequestratori Al Bhed. Per Wakka, è già abbastanza che siano infedeli. Sospenderò il mio giudizio in assenza di fatti veri e propri.

 

Scendiamo sulla costa nord del Fluvilunio e ci prepariamo per continuare il nostro pellegrinaggio. Discuto con Lulu della situazione provviste mentre Tidus corre avanti, eccitato di vedere cose nuove. Ci metteremo qualche giorno ad arrivare a Guadosalam, la prossima tappa del nostro viaggio.

 

Hm. Il ragazzo sembra aver trovato qualcosa.


Diario di Rikku:

 

Wow! Essere quasi ammazzati ti fa battere il cuore forte! Il mio stava andando circa a sei o settecento battiti al minuto mentre risalivo il fiume. Sgancio gli strappi della mia tuta bagnata mentre inizio a sgusciarne via. Bella sensazione, liberarsi della tuta. Prudeva! Pensavo di essere spacciata, prima. L’ho detto ad alta voce?

 

“Rikku!” dice qualcuno. “Tu sei Rikku! Ehi! Stai bene! Come stai?”

 

“Terribilmente.”

 

Guardo in alto. Ehi! Era l’Alto Biondo, e indossava ancora quell’outfit orrendo! Era vivo, in piedi giusto di fronte a me! Ce l’aveva fatta dopotutto. Entrambi ce l’avevamo fatta! Beh, prendi questo Spira! Ecco due che non riuscirai a prendere! ‘Spettaunsecondo, arma, acqua, persone che vanno da questo lato…Questo tipo è uno dei guardiani di Yuna. Ha distrutto il mio extractor!

 

“Già, non sembri stare troppo bene,” dice, “Che è successo?”

 

Che è successo!

 

“Mi hai attaccato, ricordi?”

 

“Huh? Oh! Quella macchina…eri tu quella?”

 

Riesco ad alzarmi in piedi.

 

“Mi hai fatto sul serio male, sai. Cattivone!”

 

Cattivone. Chiamavo così i miei cugini quando mi nascondevano i cupcake.

 

“A-aspetta! Ma tu hai attaccato noi!”

 

Dio, adesso il ragazzo si sente in colpa. Riprenditi.

 

“Nah-nah. Non è esattamente come pensi,” gli dico, mentre arrivano gli altri. Yunie è con loro, una giovane ragazza in regola, proprio come quelle bambole da invocatrici che ci sono sugli scaffali di camera mia, alla Base. C’era una maga, tutta carnagione bianca e pelle nera. Scommetto che manda i ragazzi in visibilio. Un ragazzo con degli strani capelli rossi a spazzola e una palla da blitzball. C’era un Ronso, con solo mezzo corno e una grande lancia. Uh…ed ecco il nostro uomo, mister eroe leggendario, la morte che cammina, scrittore di lettere, il guardiano rosso Auron. Gran Sorriso, Rikku!

 

“Piacere di conoscervi,” cinguettai verso loro, “Sono Rikku!”

 

Quindi, forse il ragazzo aveva ragione riguardo il conoscere Auron. Ma, Zanarkand?

 

Dovevo parlare con Yuna. Anche lei mi vuole parlare. Dopo le presentazioni, riesco a tirare lei e la tipa in pelle di lato. “Solo ragazze. Ragazzi per piacere aspettate lì!” (Non posso credere abbia funzionato.) Cerco furiosamente di escogitare qualcosa da dire. Tipo, vediamo, Abbiamo cercato di rapirti, ma non ha funzionato, quindi adesso ti devo chiedere gentilmente di venire. Noooo, non penso proprio. E se invece, Conosci l’isola di Bikanel? C’è un tempio nascosto lì con un sacco di eoni fighi! Te lo mostrerò! Ci stiamo avvicinando. O potrei semplicemente aggrapparmi con braccia e gambe e piangere Ti prego ti prego ti prego, cuginetta Yunie, non morire!

 

Okay, andiamo con questa. Gran sorriso. Mi giro e la guardo. “Cugina Yunie! Mi riconosci? Sono io, Rikku!”

 

“Rikku!” dice lei, gli occhi gentili spalancati, “Non ti vedo da quando avevo dieci anni! Che ci fai qui?”

 

“Non è ovvio?” dice miss vedo-tutto-nero, “Era con gli Al Bhed che hanno cercato di rapirti.”

 

Beh, di sicuro, ma non è ovvio quanto il fatto che ti pompi quelle tette-cuscino che hai! “Uh, okay, sì. Abbiamo cercato di rapirti, Yunie. Ma solo perché non vogliamo che tu muoia! Ho già perso uno zio! Non voglio perdere anche te.” Non l’ho fatto di proposito ma ho iniziato a piangere un pochino. Ho ancora mille lacrime  da versare, per l’Operazione Mi’ihen, e per cose molto più indietro, per mia madre, per persone che ho perso per i mostri, tutto indietro fino a Zio Braska.

A volte ho pianto per Papà, che ha perso una moglie e una sorella, con un fratello. A volte di notte, stesa nel letto, piango per tutte le persone che hanno perso qualcuno, o che mai lo faranno, persone che non sono ancora nate, ma che lo saranno, e che perderanno qualcuno che amano. Lo so che è stupido, ma non penso di aver mai smesso di piangere, mi fermo solo per un po’. E ora sto guardando Yuna, e tutte le lacrime cominciano a sgorgare via, proprio come la vita di Yuna, che sgocciola via da tutti noi.

 

La tipa-maga-goth si gira via con un “hmph.” Ma Yuna mette le sue mani sulle mie spalle e mi dice, “Non vedi, Rikku! Sto facendo in modo che nessuno debba perdere qualcun altro! Ecco cosa significa provare a portare il Bonacciale!”

 

“Ma Sin ritorna sempre!”

 

“Ma forse non lo farà, stavolta.”

 

Guardo in basso, chiudo gli occhi, e scuoto la testa. Dannato Yevon! La Chiesa le ha fatto il lavaggio del cervello.

 

“Rikku,” dice lei, tutta voce leggera e occhi buoni, “È così tanto che non ti vedo. Voglio che tu venga con noi! Ci conosceremo meglio durante il pellegrinaggio. Ti prego, vieni!”

 

Arriccio la faccia, “Intendi, come guardiana?”

 

“Sì! Voglio che tu sia la mia guardiana, per tenermi al sicuro!”

 

Guardiana? La piccola Rikku? Chi l’avrebbe mai pensato? Ma…se voglio aiutare Yunie cos’altro posso fare? Ho bisogno di starle vicino, no?

 

“Okay, Yuna, ma troverò un altro modo comunque!”

 

E lo farò! Non lascerò che Yuna muoia. Sarò una vera guardiana!

 

“E io cercherò di convincerti che sto facendo la cosa giusta!”

 

Provaci, Yunie!

 

La dea dello scollo basso scuote la testa.

 

“Yuna, pensi davvero che sia saggio?”

 

Ehi, e tu pensi davvero che quella tonalità di rossetto lo sia?

 

“È  quello che voglio.”

 

“Bene, ma vedo un paio di problemi. Primo, c’è Wakka.”

 

“Oh, cielo,” dice Yuna, girandosi verso di me. “Forse faresti meglio a non dirgli che sei Al Bhed.”

 

“Oh, uno che odia gli Al Bhed, huh? No problema, a meno che non sia davvero sveglio?”

 

“Uh…” “Beh…”

 

“Okay, nessun problema per la piccola Rikku! Allora, cos’altro?”

 

Signora-più-sexy-di-te dice, “Ah…” e fissano entrambe oltre la mia spalla. Mi volto e sto guardando dritto all’uomo in rosso.

 

Gran, gran sorriso, Rikku!

 

Prossimo: Risate.









 

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Capitolo 8
*** Risate. ***


 
Image and video hosting by TinyPic   Vi devo delle gran belle scuse, mi sa, per il ritardo nel postare questo capitolo. Ma sono tornata, ed ho davvero tanto tempo per tradurre adesso ^^
  Ho passato un mese assurdo, fra esami universitari, il mio ragazzo in visita da Londra, e carte su carte da firmare per una borsa di studio Erasmus (sapete più cose su di me   voi che mi leggete su EFP; che le persone nella vita vera, asd), ma ora sono qui e posterò molto a breve anche il prossimo capitolo, yup yup! La storia comincia ad entrare nel vivo!  Naturalmente, se conoscete l'inglese vi suggerisco di andare a leggere l'originale Soldier of Spira, che era, è e rimane la mia fanfiction preferita di sempre! Grazie per la vostra pazienza,
S.
 



 

Occhi Al Bhed.

Cosa vedo nei suoi verdi occhi Al Bhed?

Vedo gioventù. È giovane, e il suo fuoco brilla lucente e puro. Troppo giovane? Ma quanto è quantificabile come troppo giovane, a Spira? I miei allenamenti da guerriero iniziarono alla sua stessa età. Ho allenato reclute più giovani. Ho perso reclute più giovani.

Vedo risate e musica nei suoi occhi. Vedo fiori e sorrisi. Vedo abbracci e baci. Vedo speranze e sogni. Ma vedo anche lacrime, e un pozzo profondo di dolore lì dentro. Soffre per questo mondo. Piange sola. Il suo piccolo cuore è pieno di gioia e dolore. Cosa le porterà questo viaggio?

E vedo una motivazione, non terribile come la mia, né tanto determinata, ma non meno forte e sicura. Si aggrappa alla vita, lei, non alla morte.

Non vedo cattiveria nei suoi occhi Al Bhed, nessuna crudeltà, nessun disprezzo, nessuna scortesia.

Dice di essere certa.

Questa giovane Al Bhed può essere utile.

E così siamo in sette.

 


 

Risate.


 


 

Diario di Rikku:

 

Era lì, stava guardando verso il fiume, ma sapevo che lui percepiva che stavamo andando da lui.

È solo un vecchio tipo in un giaccone rosso, Rikku. Tu i vecchi li arrotoli attorno al mignolo. Nessun problema, qui. Continua a ripetertelo, Rikku.

“Sir Auron,” Yuna fece un respirone, e gli disse, “Vorrei che Rikku fosse una mia guardiana.”

Lui la guardò per un momento, poi si voltò e camminò verso me. Adesso abbasso la faccia. Se odia gli Al Bhed, non mi farà unire al gruppo. Anche se non è così, non penso sarà così divertito dallo scoprire che sono quella che ha cercato di rapire Yunie. Uh, cacchio. Gli ho lanciato una piccola occhiata da sotto le ciglia. Non era davvero così alto, o così grosso. Aveva solo un occhio. Ero sicura fosse un buon guerriero, ma Spira è piena di buoni guerrieri. Non sembrava nulla di speciale.

“Mostrami il tuo volto,” disse.

“Uh,”

Okay. La sua voce era alquanto speciale, bassa e liscia, come la nebbia di mattina che copre il prato.

“Guardami.”

“Oh, okay.”

Alzai il volto e tutto ciò a cui riuscii a pensare fu di tenere gli occhi chiusi. Non era un gran piano – allo stesso livello di Mi’ihen, proprio – ma trovalo tu un bel piano quando un guardiano leggendario sta guardando proprio te e ti sta parlando con quella sua voce che potresti usare per vendere macchine a Yevon.

“Apri gli occhi,” disse.

Beh, immaginavo l'avrebbe detto. Apro un occhio, lo guardo.

Siete mai stati in piedi sul bordo di un crepaccio molto alto? E tu sei lì in piedi e sai che se fai un passo, sarai morto. Solo un passo, e cadrai e morirai. La tua vita termina. Basta. Finita. E il crepaccio non ti sta urlando, non è cattivo con te, non cerca di spaventarti, niente di tutto ciò. È solo lì. E sai che può ucciderti.

Guardare Auron negli occhi fu come guardare giù dal bordo di un crepaccio molto, molto alto. Non aveva niente a che fare con qualcosa che avesse fatto, o detto. L’uomo era semplicemente pericoloso.

“Come pensavo.”

Il mio cuore sprofondò.

“Um…Non va bene?” chiesi, stringendo le mani, e seppellendo il piede nella sabbia. Sii carina, Rikku. Carina, carina, carina! E spera!

“Sei certa?”

Un’onda di sollievo mi investì!

“Cento per cento!” dissi. “Quindi…posso?”

“Se Yuna lo desidera.”

“Sì, lo desidero!” Yuna sorrise.

Lui si voltò e camminò via, mentre gli altri si avvicinarono a darmi il benvenuto nel gruppo.


 

Diario di Rikku:

 

“Quindi,” chiesi a Yuna radiante, “Qual è la prossima fermata?”

Stavamo seguendo la strada attraverso la foresta. Sir Leggenda aveva mandato il ragazzo avanti per perlustrare, mentre lui guardava le spalle del gruppo, camminando per ultimo. Avevo la sensazione che andare in avanscoperta sarebbe stato il prossimo lavoro di Rikku, appena Auron avrebbe scoperto quanto fossi veloce e silenziosa.

“Siamo diretti a Guadosalam, prima,” rispose la maga Lulu per lei, “Poi attraverseremo la Piana dei Lampi per il Bosco di Macalania.”

Aspetta.

“Macalania è il prossimo tempio in cui andremo,” disse Yuna, “Ma voglio davvero visitare l’Oltremondo mentre sono a Guadosalam.”

'Spettaunsecondo…

“Sir Auron ci dà un ritmo veloce,” disse Lulu. “Spero ti piaccia camminare.”

Aspettate, qui! Dove ha detto che stiamo andando? No, prima di quello. No, dopo quello. Ecco, questo! No! Nope! Non la Piana dei Lampi! Non la piccola Rikku! Oh no! Neanche per sogno! I lampi sono qualcosa da evitare! Mi giro per far notare questa cosa ragionevole solo che siamo improvvisamente attaccati da mostri – un grande coso lupo come i lupi del deserto che abbiamo a Bikanel – lo chiamano Garm – e due cosi rocciuti che cercano di stenderci! Li chiamano Bunyips.

Wow, questi tipi sono bravi. Tutti sanno esattamente dove andare e cosa fare. Non sprecano mosse, non sprecano tempo. Capitan Giaccone era al centro, oscillando la spada più grande che avessi mai visto, e quando diceva di fare qualcosa era come se tutti già sapessero, come se aspettassero solo una sua parola. Non mi meraviglia che questi ragazzi mi abbiano battuto se questo è come combattono di solito. Abbatterono immediatamente il garm e uno dei bunyips. Beh, ehi! Le principesse Al Bhed hanno anche loro dei trucchi.

“Mandami dentro, coach! Ho qualcosa da mostrarti!”

Lui mi guarda per una frazione di secondo prima di indicare a Kimahri di farsi dietro ed io saltai prendendo il suo posto. Dategli credito, l’uomo non esita.

Sono accucciata, sto fremendo dalla punta dei miei capelli biondi fino alle dita dei piedi. Devo mostrare a questi cosa posso fare. Lo vedo! Fluttua proprio sotto la pelle del Bunyip. Guardo l’uomo, lui annuisce dandomi il via, ed io tocco e fuggo, veloce come un kyactus!

“Guarda questo,” dissi, tenendo in mano un’Extrapozione. “Dimmi che non ci sarà utile!”

“Hm. Potrebbe essere un vantaggio, se sei brava abbastanza,” disse, schivando un bunyip e annuendo al ragazzo.

SE SONO BRAVA ABBASTANZA! L’ha appena visto con i suoi occhi – voglio dire…il suo solo…oooh! Sai cosa intendo.

WHOA! Il ragazzo mi ha colpito con un incantesimo Haste! Era come quindici doppi espresso tutti insieme! Il mio battito sta aumentando! Mi sento come se potessi correre per cento miglia! Salto su e giù come una matta! Le dita di mani e piedi vibrano, persino il mio naso si scuote! Perché le persone bevono? Perché non usano questo? Brava abbastanza, dice lui!

“Guarda questo!” urlo.

Caccio due anime di Piros che conservavo per un giorno piovoso,  le saldo e aggiungo un po’ di batteria acida, proprio lì, mi giro e le lancio al bunyip – BANG! BANG! BANG! BANG! BANG! LUNIOLI!

“Come ti sembra questo!” gli urlo, saltellando, contorcendomi, saltellando, contorcendomi!

“Brava abbastanza,” annuisce.

 

Auron:

Nota mentale. Riconsidera l’incantesimo Haste per la giovane ragazza Al Bhed.

 

Diario di Rikku:

 

Dopo la battaglia sono venuti tutti a congratularsi con me e darmi il benvenuto nel gruppo. Voglio dire, l’avevano già fatto, ma è diverso ora. È come se non fossi più una che li segue, che è qui perché Yuna mi voleva. Sanno che merito di stare qui.

 

Beh, eccetto per il tipo con gli occhiali. Non sono sicura di cosa pensi. Aveva detto brava abbastanza. Ma non è esattamente, Ehi, Rikku! Sei un piccolo lanciafiamme, sono contento di averti con noi!

 

Quindi camminiamo, ed è circa mezzogiorno, e capisco come queste persone siano diventate così brave.

 

“Restate sulla destra! Sulla destra!”

 

La voce è ancora profonda, ma non è bassa!

 

“Spingete sulla collina, ora! Su, su!”

 

Auron ci fa allenare con quelli che chiama esercizi di azioni istantanee in un campo aperto. Siamo in un posto aperto come questa strada, e lui urla qualche strano ordine al quale rispondiamo immediatamente, voltandoci veloci come se un mostro ci stesse attaccando, o ritirandoci da dove siamo venuti, o correndo verso un’imboscata. Tutti sanno cosa fare. Poi mimiamo una battaglia, seguendo i suoi comandi. Ci alleniamo con i turni. Lulu esce dalla formazione dalla sinistra mentre Wakka ci entra dalla destra. Lei non lo vede neanche, ma sa dove sarà, quindi non si scontrano. A volte siamo tutti lì, a volte solo tre di noi s’allenano. Ma la piccola Rikku c’è sempre! Okay, lo capisco, sono nuova, okay, sono quella che ha bisogno di più pratica. Gli altri fanno la cosa giusta quasi senza pensare. Bene. Ma poi, lui fa sedere gli altri e li fa riposare, mentre mi allena di persona! Più che altro esercizi di velocità. Oooooooh! Veloce, Rikku, veloce! Più veloce, Rikku, più veloce, più veloce, più veloce! Sono esausta! Ho il fiatone, il sudore mi brucia negli occhi. Finalmente mi fermo, mi siedo sui talloni e abbraccio le mie gambe con le braccia.

 

“Ehi!” gli dico, affannando, “Potresti essere più carino, sai! Dirmi che sto facendo un buon lavoro o qualcosa! Non devi essere sempre cattivo.”

 

Oh, oh! Sta camminando verso di me. Gli altri ci stanno guardando tutti. Cammina proprio verso di me. Corro? Faccio finta di essere morta? Inizio a piangere? Piangere funziona a volte! Yunie, puoi avere la mia collezione di sfere…

 

“Rikku,” disse, voce tutta bassa e liscia, e guardandomi, “Sei stata brava nella tua prima battaglia con noi. Sono stato molto colpito quando hai aspettato che io parlassi prima di correre in campo. Sarai un membro molto valente del gruppo. Mi spiace se hai pensato che fossi cattivo con te.”

 

“Uh…Oh, io…” Sono a corto di parole.

 

“Ma Rikku,” continuò, accucciandosi, portando la sua faccia a livello con la mia, “Ti devi allenare tanto. Devi diventare molto, molto più brava. Tutti dobbiamo, se vogliamo raggiungere Zanarkand e tenere Yuna al sicuro. Lo farai?”

 

Sono tutta sporca e sudata, e ho i capelli attaccati alla faccia, e ho probabilmente bisogno di lavarmi i denti, e lui è accucciato lì, ragionevole e paziente, a spiegarmi tutto invece di dare ordini, ed è davvero per proteggere Yuna, quindi cosa dico?

 

“Uh, sissignore.”

 

Lui annuisce, e iniziamo di nuovo l’allenamento.

 

Auron:

 

Rispondono bene agli esercizi, specialmente ora che vedono quanto li  fanno migliorare in combattimento. Ma a volte dimentico che questi non sono i miei cadetti, non sono giovani guerrieri monaci o miliziani sotto il mio allenamento. Mi ricordano così tanto e in così tanti modi i giovani che ho allenato a Bevelle – i giovani che ho guidato a Klannathe. Le persone che ho perso a Klannathe perché il mio allenamento non era stato abbastanza, perché pensavo ci fosse stato tempo, e invece avevo torto. Non c’era tempo. Ho guidato settantadue cadetti alla difesa di Klannathe. Ne ho persi venticinque e mi hanno chiamato eroe. Li avrei dovuti allenare meglio.

NON farò lo stesso errore con queste persone. Nessun altro morirà perché non gli ho insegnato cosa fare.

Ma ho bisogno di ricordare che questi non sono cadetti. Non si stanno allenando per essere soldati. Hanno le loro motivazioni. Prendi il blitzer. Gli importa di Yuna, sì, ma è qui per la sua fede in Yevon, e in qualche modo per la maga nera. Lei è guidata dal ricordo del suo amore perso, e dai due pellegrinaggi falliti di cui mi ha parlato il gruppo di Luca. Tidus è qui perché siamo le uniche persone che conosce a Spira. Il mio Fratello d’Onore è qui semplicemente per difendere Yuna. Yuna è qui…perché Yuna è qui? Per ora, diciamo semplicemente per portare il Bonacciale. Le loro relazioni si intrecciano, e formano un disegno complicato; persino le mie relazioni sono lì. Tidus è un figlio per me in molti sensi, Yuna una nipote persa, e il Ronso è il mio Fratello d’Onore. Non conosco per niente la maga e il blitzer, ma Yuna e Kimahri sì, e la relazione fra Yuna e Tidus si sta rafforzando.

Connessi ed interconnessi.

Eppure, questa giovane ragazza Al Bhed, che è qui per il bene di Yuna, lei è proprio simile ai giovani cadetti che venivano ad allenarsi a Bevelle; quindici, quattordici, anche tredici anni. Erano lontani dalle loro famiglie, case, o da qualsiasi cosa alla quale appartenessero. Siamo sconosciuti per lei, persino Yuna. È spaventata. Non è irragionevole ad esserlo. Ed eppure non lo mostrerà. Farà del suo meglio per essere la mascotte, la persona felice che tirerà su gli altri. La maggior parte delle squadre ne ha una – i clown, irritanti ed esasperanti.

Benediteli.

 

Diario di Rikku:

 

Finimmo di allenarci. Ci pulimmo e ci preparammo per partire. Zanarkand era ancora lontana, e Wakka e Tidus saltellavano ovunque, mentre Yuna e Lulu giravano gli occhi all’indietro. Era proprio un momento leggero, sapete? Penso di aver persino visto un ghigno sulla faccia di Kimahri. Ma il ragazzone non partecipava. Quando mi voltai a guardarlo, lo vidi dall’altro della strada, in piedi e guardando in basso verso noi. Aspettava.

Beh, sono la risollevatrice di morale ufficiale della squadra, no? Meglio iniziare a lavorare sodo. Camminai verso lui.

“Sir Auron?” si voltò a guardarmi. “Non ridi mai?”

 

Auron:

La ragazza viene da me sulla strada. Mi chiede se rido mai.

Che domanda assurda.

Ovviamente rido. Ho riso la notte in cui ho giustiziato il mio unico amico per crimini contro lo stato. Ho riso quando mi sono svegliato legato in una clinica per matti perché dicevo di essere Auron. Ho riso come un matto quando ho saputo di aver ucciso la moglie di Jecht. Ho riso sul corpo di mia madre, proprio prima che tutto divenisse rosso.

Io rido.

Si aspetta una risposta, guardandomi con i suoi occhi verdi, occhi Al Bhed. Dille la verità, Auron. Non ti crederà.

“Rido troppo.”

 

Diario di Rikku:

Non doveva essere sarcastico! Tutto ciò che ho fatto è stato chiedere una semplice domanda, e lui mi dà questa risposta da intelligentone e se ne va via! Beh, ti dirò, mister cattivone leggendario, un giorno ti farò ridere anche se dovrò pagare due Ronso enormi per tenerti mentre ti solletico! Poi scapperò, sicuro, ma tu riderai!

Quindi allora, passiamo i giorni successivi sulla strada per Guadosalam. Ci alleniamo ogni giorno e ogni sera quando ci fermiamo per accamparci, allenamento di squadra a mezzogiorno, allenamento individuale alla fine del giorno – più veloce Rikku, più veloce! Uccidi la velocità!
Incontriamo qualche mostro e Auron mi fa partecipare ad ogni battaglia. Sto iniziando davvero a lavorare con il gruppo. È come se iniziassi a vedere cosa viene dopo ogni azione, e so cosa ognuno di loro pensa, cosa sono pronti a fare.

A volte, quando sono solo mostri deboli, Auron urla a qualcuno di prendere il comando, e allora Tidus o Wakka o chiunque inizia a guidare la battaglia. Non me, non ancora, ma anche Yuna sta imparando a comandare.
Wakka è veramente abbastanza bravo. Dopo un incontro, Auron ha camminato con lui, facendogli notare gli errori, e le cose che ha fatto bene. (Li stavo circa seguendo.)

“Wakka,” gli disse, “Credo tu sia un carpentiere, no?”

“Uh, sì, mi piace costruire, aggiustare cose, tipo.”

“Un carpentiere una volta mi disse che una delle gioie più belle della vita è usare il perfetto tipo di attrezzo per il giusto lavoro.”

“Sì…ehi! Giusto! Voglio dire, è bello farlo in generale, ya? Ma avere la giusta sega per il giusto pezzo di legno, woah, è fantastico!”

“Le tattiche di battaglia sono così. Quando gestisci uno scontro, Wakka, tu lo fai come se fossi il coach di una squadra di blitzball, e va bene. Funziona. Ma tieni anche a mente il carpentiere. Pensa al giusto attrezzo per il lavoro. Parleremo ancora, più tardi.”

“Ehi, va bene, Sir Auron. Grazie!”

Stavo lentamente iniziando a conoscere gli altri. Tidus era molto carino e simpatico e goffo, ma dava tutta l’attenzione a Yuna. Beh, chi non lo farebbe? Tutti la amavamo. Yuna è dolce, gentile, e davvero bellissima, e pronta a sacrificarsi per Spira. Tutto ciò che io non sono.

La salverò. State a guardare.

Non riuscivo davvero a capire Lulu. Era sempre sarcastica, a lanciare frecciate alla gente, specialmente a Wakka. Ma non riuscivo a capire se fosse seria o meno. Forse non se ne rendeva neanche conto. Penso che, forse, sarebbe anche più difficile da tirare su di Auron. Wakka era già abbastanza positivo, ma aveva questo pregiudizio contro gli Al Bhed che era largo un miglio. Un giorno scoprirà di me, ma per allora tutti mi ameranno così tanto che non sarà capace di fare nulla a riguardo!

Kimahri non parlava tanto. Non riuscivo neanche a capire se avesse bisogno di essere tirato su. Gli chiederò di dirmi qualche barzelletta Ronso! Dovrebbe rompere il ghiaccio.

Ma non riuscivo a conoscere l’uomo in rosso bene. Non era davvero un chiacchierone, ed era abbastanza difficile capire cosa stava pensando. Non sono sicura di aver mai visto la sua espressione cambiare per tutta la strada per Guadosalam. Quello che sto dicendo è che il giocattolo Mister Potato Auron Edition ha solo bisogno di un set di lineamenti intercambiabili, capite? Un’espressione al di sopra di tutto, con un po’ di impazienza, e un po’ critica.

Nessuno si faceva avanti e lo diceva chiaramente, ma era abbastanza ovvio che fosse lui in carica del pellegrinaggio. Tutti chiedevano a lui per le decisioni da prendere, come quando Yuna voleva farmi unire a loro, ma in realtà lo stava pregando– vi prego, signor Auron, mi ha seguito a casa, posso tenerla? E anche per fermarsi la sera, tutti guardavano verso lui di sottecchi, per vedere se il posto scelto andava bene. Voglio dire, lui faceva sempre la sua parte, e anche di più. Come la guardia di notte. Avevano diviso tutto in tre turni, tutti odiavano il turno di mezzo, quello in cui dormi per un paio di ore per poi alzarti e cercare di riprendere sonno un po’ prima dell’alba. Quindi, Tidus , Kimahri e Wakka ruotavano con i turni. L’uomo non lasciava Yuna, Lulu o me fare turni. Yuna era l’invocatrice, e diceva che il nostro ruolo era restare in tenda con lei nel caso qualcosa accadesse. O forse non si fidava di me ancora. Comunque, i tre ragazzi facevano a turno, ognuno prendeva il primo turno una notte, poi l’ultimo la notte dopo, poi una notte libera.

Auron faceva sempre il turno di mezzo, ogni notte.

Immagino non avessimo molto in comune. Io ero la più giovane del gruppo, lui il più vecchio, io ero un’Al Bhed, lui inizialmente un monaco, bla bla bla.

Forse saremmo arrivati alla fine dell’intero viaggio, a Zanarkand, e lui avrebbe fatto ciao a Yuna morente, ognuno per la propria strada, e non l’avrei mai capito davvero per bene.

(Non succederà – non a Yuna!)

Non diceva molto a nessuno, ma la notte scorsa, prima che raggiungessimo Guadosalam, mi aveva parlato. Tutti mi stavano stuzzicando perché avevo cucinato io quella notte, e il cibo Al Bhed che avevo preparato era abbastanza diverso da quello a cui erano abituati, con un sacco di spezie e simili. Wakka, nello specifico, si chiedeva perché preparassi “ricette pagane”. Mi prendevano solo in giro, eppure…

Non mi sarei aspettata di vedere Auron sedersi di fianco a me. Non aveva mai iniziato lui una discussione fra noi. Le iniziavo sempre io.

“Ragazza nuova,” disse, a bassa voce.

“Uh, io?”

“Tidus non sa.”

“Huh?”

“Non sa cosa accadrà a Yuna una volta a Zanarkand.”

“Beh, ma lo deve sapere!”

“Non ancora. Se ci tieni a Yuna, non dirlo ancora a Tidus.”

“Perché no?” chiesi, ma stavo parlando alla sua schiena. Stava camminando via.

Poi si fermò e disse senza voltarsi, “Il cibo era buono, Rikku. Mi piace la cucina Al Bhed. C’era un ristorante Al Bhed dietro l’angolo dove vivevo a Zanarkand. Mangiavo lì due o tre volte a settimana.”

Quell’uomo! Se ne sta lì in piedi e dice queste cose incredibili, come se nulla fosse! Come se non realizzasse neanche cosa stia dicendo! C’erano Al Bhed a Zanarkand! E poi se ne va via mentre io rimango lì a fissarlo!

AAAHHHH!

Beh, almeno ciò dovrebbe bastare a zittire Wakka.

Il giorno dopo raggiungemmo Guadosalam. Ehi, quello sì che è un albero ENORME!

 

Prossimo capitolo: Tesoro.





























 

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Capitolo 9
*** Tesoro. ***





Soldier of Spira.

 

Diario di Rikku:

 

Seymour – Zanarkand – matrimonio – Jyscal! E niente allenamento stasera! Potete dire quello che volete su Guadosalam, ma non è stato noioso! Mentre gli altri sono tutti nella locanda a prepararsi per partire domani, ho pensato bene di sviarmela verso l’entrata della città e vedere cosa giace nei suoi angoli scuri.

Solo che, quando arrivo alla piazza d’entrata, l’uomo è lì. Ci ha dato la  serata libera, ma immagino che non comprendesse anche se stesso. Sta brandendo quella sua spada enorme, girandola attorno la sua testa, fendendo e infilzando, passando da una posizione all’altra, il suo giaccone un turbinio attorno a lui, come fumo rosso.

Dimentico della mia caccia al tesoro e lo osservo, semplicemente, e quando penso si stia per fermare, inizia a muoversi giusto un po’ più veloce.

E poi cambia, ed è come se non fosse un allenamento, no, è una danza, e la sua spada non è qualcosa fatto per uccidere, è parte di lui, e per quanto attentamente io possa guardare, non riesco mai a indovinare quale sarà la sua prossima mossa.

So che sa che sono qui, e ricordo proprio le ultime parole che mi  ha detto questa sera.

Ha bisogno di me.


 

Tesoro.

 

Diario di Rikku:

 

Okay, al mondo ci sono alberi, e poi ci sono ALBERI!

Ci sono alberi GRANDI e ci sono ALBERI TERRIBILMENTE GRANDI! Beh, Guadosalam era ancora più grande di così! Continuava a crescere e crescere mentre ci avvicinavamo. Alzai lo sguardo, e sembrava salire all’infinito. Scendemmo tutti in un tunnel che ci portò in basso verso le sue radici, io per prima, poi gli altri, l’uomo per ultimo. C’era una grande stanza, ma era vuota. Volevo gironzolare un po’ negli angoli bui, e magari trovare qualcosa lasciato in giro da qualche viaggiatore superficiale, ma gli altri erano tutti, no Rikku, lascia perdere, andiamo via Rikku.

Va bene, okay! Vedrete quale sarà il mio voto la prossima volta che vorrete guardare le palle da blitzball o qualche vestito scollato nei negozi!

 

Auron:

 

Entrammo nella roccaforte Guado. Non è mai stato il mio posto preferito, e non mi piaceva di più ora che quel Seymour Guado la chiamava casa. Scendemmo verso l’ampia piazza d’entrata. Mi chiesi pigramente se gli altri notassero quelle fosse per assassini piazzate ogni pochi passi, per permettere ai Guado di accoltellare gli invasori in sicurezza, o le aperture nei soffitti attraverso le quali era fatta scorrere l’acqua bollente. Forse il mio Fratello d’Onore, il Ronso, le aveva notate.

Attraversammo un altro tunnel, e la città entrò totalmente nel nostro campo visivo. C’erano aperture che sviavano da ogni lato, e rami che formavano strade vive, che incorporavano in sé negozi e case. Tutto era ben illuminato da sfere di luce. E molto pulito. I Guado sono in qualche modo ossessionati dall’ordine. Chissà, forse potrebbero persino contagiare Tidus, sperando.

I Guado sono ossessionati da parecchie cose.

Il posto era affollato da Guado ed altre persone – turisti, visitatori dell’Oltremondo, il sito che dava prominenza a Guadosalam. Un vecchio Guardo ci stava aspettando.

“Vi stavamo aspettando, Lady Yuna. Benvenuta a Guadosalam. Da questa parte, my lady. Da questa parte.”

Il Guado si fece avanti per afferrarle il braccio, ma il blitzer lo spostò via.

“Whoa, whoa, whoa!”

Iniziava a piacermi un po’ di più. Il Guado si chiamava Tromell, e lavorava per Seymour. Informò Yuna che Seymour desiderava vederla a casa sua. Ovviamente, Yuna accettò. Seymour viveva in una grande magione vicino al centro della città. Mentre ci avvicinavamo all’entrata, dissi silenziosamente a Tidus di rimanere accanto a Yuna. Non sapevo cosa avesse architettato Seymour, ma non mi piaceva. Non mi piaceva l’odore.

“Mi chiedo cosa sia questo splendido odore,” disse la ragazza Al Bhed, attraversando la stanza verso due larghe porte. Hm. In effetti, l’odore era…interessante. Arrivammo in un’ampia stanza decorata per un banchetto. I tavoli erano quasi nascosti dal cibo. Bene, Seymour. Qual è il tuo gioco? Mi appoggiai contro il muro e aspettai aggiornamenti.

 

Diario di Rikku:

 

I Guado sanno di sicuro come mangiare! Il posto è tutto chic e stravagante, e il cibo pende letteralmente dai tavoli. Mi chiedo per cosa sia tutto questo? È certamente eccitante. A Bikanel non siamo esattamente “eleganti.” Siamo più tipi da afferra un panino mentre lavori. La stanza è molto elaborata, c’è un pendolo che oscilla da lato a lato e tre grandi globi che pendono dal soffitto. Penso di essere l’unica a mangiare. Gli altri sono semplicemente in piedi, nervosi o impazienti, eccetto per Tidus, che cammina in giro parlando con tutti. Caacchio, ragazzi, sono nervosa anche io – sono un Al Bhed che sta per incontrare un maestro. diamine – ma non potete lasciare che rovini il vostro appetito!

Finalmente quel tipo, Tromell, torna. Ehi, se mai avessi un servitore, mi chiedo se andasse in giro a parlare bene di me come questo tipo fa di Seymour. Questo qui ama Seymour, blatera e blatera su quanto Seymour sia un grande uomo, blablabla.

“Basta così, Tromell. Devo sempre sopportare tali complimenti?” Immagino sia lui. Um…capelli interessanti.

“Benvenuti,” dice, facendo il coso-inchino di Yevon, e io non riesco a non chiedermi se Seymour sia solo un’altra vittima, come tutti noi qui, o se è qualcuno di molto più cattivo. Aiuta forse il meccanismo a tenerci inchiodati in questa spirale di morte che è Spira?

“Volevate vedermi?” chiese Yuna, in maniera agitata. Ehi, Yuna, non devi prostrarti per questo tipo!

“Vi prego di accomodarmi. Non c’è fretta.”

“Ti prego di farla breve,” disse Auron, non molto educato, “Yuna ha fretta.”

Mamma mia, sei così ansioso di vedere Yuna sacrificarsi? Prendi tutto il tempo che vuoi, Yuna, lo so, lo so, sono per entrambe le fazioni qui. O contro entrambe le fazioni.

“Perdonatemi. È da molto che non ho ospiti.” Seymour tese la mano verso Yuna e la guidò al centro della stanza. “Lady Yuna, da questa parte.”

Poi i tre grandi globi iniziarono a splendere. Le luci sembrarono sparire. Tutto divenne nero, e poi ci furono luci tutte attorno a noi! Cosa sta succedendo?

 

Auron:

 

Siamo in piedi su delle stelle.

Voliamo fra i cieli. Comete, pianeti anellati, e persino intere galassie che ci volano dietro. Gli altri esclamano e guardano il tutto in meraviglia. Il blitzer e la ragazza Al Bhed alzano le braccia all’aria, voltandosi.

Ora la scena cambia. Siamo sospesi in aria sulla città notturna, una città che conosco bene. Stiamo guardando in basso alle grandi torri illuminate e agli stradoni qui giù, che esplodono di una luce che ferisce gli occhi. È costruita sulla lingua di terra dove mare e cielo si incontrano, più come un’opera d’arte che come un posto dove vivere e lavorare. Riconosco edifici e parchi e strade, posti in cui ho speso gli ultimi dieci anni, e dove ho combattuto segreti e guerre sconosciute.

Ora siamo a terra.

“Zanarkand,” respira Tidus.

“Corretto,” risponde Seymour, “Zanarkand…com’era mille anni fa.”

È Zanarkand. Tutti osservano esterefatti e ammirati, la maga nera assorbe la vista  silenziosamente, la ragazza Al Bhed saltella ovunque. Tidus…non dice nulla. Cosa starà sentendo? Folle ci passano attraverso e attorno. È la Zanarkand che conosco, la mia città, acculturata e sofisticata, intossicata e pericolosa, mai addormentata, piena di possibilità e dolori. Quasi mi aspetto di vedere qualcuno che conosco fra le strade, o uno di quei idiotissimi pupazzi a forma di Tidus nelle vetrine di qualche negozio.

 

Diario di Rikku:

 

È davvero questa Zanarkand? La città che ho sognato, la città della quale ci diconotutte quelle  storie? È più grande ed eccitante di quanto avessi immaginato. È questo quello che potremmo essere se non fosse stato per Yevon, e Sin? Potremmo essere noi quelli fra le strade? Mi guardo attorno febbrilmente per vedere se c’è qualche Al Bhed, Auron mi disse che c’erano Al Bhed! Ma la scena cambia, e stiamo guardando una donna in bikini ora.

“Lady Yunalesca!” dice Yuna. Huh. Beh, guarda un po’.

“Fu la prima a sconfiggere Sin,” disse Seymour, “E a salvare il mondo dalla devastazione. E tu hai ereditato il suo nome.”

Ehi! Non ci possono vedere! Che figata! Faccio ciao con la mano. Niente. Oops. Un ragazzo in armatura è appena arrivato attraversando Yunie, e ora lui e la modella da bikini si stanno abbracciando. Ehi! Che succede? Seymour sussurra qualcosa a Yuna – non è giusto, non posso sentire! Cavoli, sembra sorpresa.

Whoop, siamo tornati indietro nella casa di Seymour a Guadosalam. Yunie inizia a camminare a tentoni verso il tavolo, afferra un bicchiere d’acqua e lo butta giù. Si avvicina a noi e ci accerchiamo tutti attorno a lei (indovinate tranne chi, che è sempre fermo lì dov’è).

“Wow,” le dico, “La tua faccia è rossissima!”

“Tutto bene?” le chiede Tidus.

“Mi…mi ha chiesto di sposarlo!”

 

Auron:

 

Matrimonio. Che razza di mossa è questa? Mi aspettavo qualcosa di serio, e non mi piace non capire cosa stia succedendo. Affronto Seymour, dicendomi di ignorare i capelli.

“Sai cosa deve fare Yuna.”

“Ovviamente. Lady Yuna – no, tutti gli invocatori– portano il peso di…” abbasso il volume mentre blatera di quanto gli invocatori debbano rendere le persone felici. Ehi tutti quanti! Mettiamo su uno show, che gran bello show per la gente di Spira!

Una tragedia.

“Spira non è un teatro,” gli dico. “Un diversivo momentaneo potrebbe divertire la platea, ma non cambierebbe nulla.”

Yuna è in piedi quasi fra di noi ora.

“Anche se così fosse, gli attori devono recitare le proprie parti.” Dice, e cammina verso di lei. “Non c’è bisogno di rispondere ora. Ti prego di pensarci.”

“Faremo così, allora,” dissi. È il momento di portare Yuna via di qui. “Andiamo via.”

“Lady Yuna, mi aspetto una vostra risposta positiva.” Mentre cammino verso la porta, mi parla. “Perché siete ancora qui, signore?” aggiunge, “Noi Guado siamo molto sensibili all’odore dell’Oltremondo.”

Oh, Seymour. Sai cosa sono. La cosa rivoltante è che mi invidi.

Il ragazzo si avvicina e mi avvicina. Lo conosco. Ha pensato che il momento necessitasse di un intermezzo comico. Lo spingo via, e cammino verso l’entrata e fuori la casa di Seymour Guado.

 

Diario di Rikku:

 

Wow! Per un momento ho pensato che quei due si lanciassero l’uno sull’altro come se fossero antipasti. (Non conosco Seymour, ma ho visto il nostro uomo in azione. Penso che la Chiesa sarebbe rimasta a corto di un maestro.) Quindi siamo usciti di lì e Yunie si è seduta nel cortile fuori la casa di Seymour. Abbiamo iniziato tutti a darle dei consigli. Lulu sembrava essere per il matrimonio. Wakka mi sorprese. Era contro. Tidus non mi sorprese per niente. Anche lui contrario. Penso fosse geloso! Yuna…sembrava essere quasi favorevole.

“Se sposarmi aiuterebbe le persone di Spira,” disse, guardandosi i piedi, “Se potessi rendere le persone felici…”

Mi accucciai di fronte a lei. “Potresti sempre lasciare il pellegrinaggio e sposarti,” le dissi. Voglio dire, Seymour non è il ragazzo che avrei scelto per lei, ma se ciò fermerebbe Yuna dal sacrificarsi…

 

Auron:

 

La mia mente lavorava a un ritmo febbrile, navigando fra le possibili conseguenze – se Yuna lasciasse la sua missione per sposarsi, se Yuna si sposasse senza rinunciare al pellegrinaggio, se rigettasse Seymour, se non potesse decidersi. Cosa farebbe Seymour in ognuna di queste circostanze? Cosa farebbe la Chiesa? Cosa farebbe Tidus? Cosa farebbe Jecht?

Seymour, se il tuo piano idiota va a intoppare Il Piano, TI UCCIDO SEI VOLTE.

Hm. Yuna vuole visitare l’Oltremondo. Beh, sarebbe successo comunque.

 

Auron:

 

Lasciamo il tunnel e saliamo le scale verso l’entrata. Mi fermo al secondo pianerottolo mentre gli altri proseguono. Non entrerò nell’Oltremondo. Il ragazzo mi chiede se ho paura. Poche persone mi stuzzicano. Emma lo faceva. Willa. Un altro paio. Tidus è uno dei pochi. Dovrei ricordargli di non frignare, ma gli dico semplicemente di andare.

L’Oltremondo non mi spaventa. Nel mio quarto anno a Zanarkand, gli invocatori scoprirono cos’ero. Al mio quinto anno a Zanarkand, decisero che dovevo essere trapassato. Invocatori di tutte le fazioni erano d’accordo di non volermi a corrompere e tentare i giovani. Nel mio sesto anno a Zanarkand, la guerra con gli invocatori finì.

 


 

L’ultima notte della guerra di Auron con gli invocatori di Zanarkand --- Boadicea --- Enya

 

C’era una sottile pioggerella, la notte in cui camminai la Strada degli Intercessori fino alla Sala degli Invocatori, oltre le vetrine delle chiese e i templi illegali. Potevo sentire la forza dei loro poteri mentre m’avvicinavo. Faceva male. Cultisti ed eretici, protitute sacre, e adoratori dell’ultima ora mi fissavano mentre passavo, lunioli che volavano già via dal mio corpo. (Non finiscono mai.)

La spada in spalla, passai attraverso il triplo cancello, e giù nel Lungo Corridoio, fino alla Camera della Musica Silente. Il dolore crebbe. La sofferenza è debolezza che lascia il corpo. Ero in piedi sull’uscio del loro covo di potere. Sugli spalti ne erano in centinaia, ballavano, intonavano, volteggiavano le loro aste, più di seicento, a trapassare. Cento passi per attraversare la Camera della Musica Silente – camminai sotto la cupola, vetro macchiato di blu e verde, ed era come camminare sotto un fascio di luce.

Sessanta passi ancora – stanno trapassando, strappandomi un po’ alla volta ogni pezzo di me.

Quaranta passi – non lasciare che vedano la tua debolezza, Auron.

Venti passi – i colori dei lunioli danzanti nell’aria. Quanti ne avrò qui con me?

Dieci passi – non preoccuparti, Auron. Dolore e lunioli, non sono mai abbastanza.

Due passi – alzo la spada dalla mia spalla.

Un passo, e poggio gentilemente la punta della mia lama al collo dell’Alto Pastore degli Invocatori, Drake. Il metallo tocca la sua gola. “Tutto ciò finisce ora,” gli dico, lunioli che scappano da me con ogni parola.

Lui deglutisce, e annuisce, facendo cenni verso gli spalti. Quasi tutti gli invocatori si fermano in silenzio.

Poi l’intercessore arriva.

L’intercessore di Zanarkand arrivò nella Sala degli Invocatori, e danzò nel blu e nel verde della cupola. Le sfere di luce volarono, si tuffarono, corsero da un angolo all’altro, ammucchiandosi con altri lunioli. Mi voltai e camminai via, attraverso la Stanza della Musica Silente, giù il Lungo Corridoio, e fuori nella strada, nella città. L’intercessore mi seguì, riportando ogni luniolo al mio corpo, uno alla volta. E la mia leggenda crebbe.

 

Auron:

 

Seicento invocatori di Zanarkand non sono riusciti a trapassarmi contro il mio volere. Non ho paura dell’Oltremondo.

Ma…non ci sarebbe modo di tenere all’oscuro gli altri di ciò che sono. Non è il momento giusto. Non entrerò nell’Oltremondo.

La ragazza Al Bhed resta anche lei indietro. Tiene i ricordi dentro di sé, dice. Una buona filosofia. Si è inserita bene nel gruppo, finora. È stata utile. Lo sarà ancora di più nel futuro.

Ci sediamo in silenzio. Lei è arrampicata su un muretto, le gambe che dondolano pigramente. Io mi siedo sulle scale, la mia mente perscruta il passato, rivisita Ocean’s Point, il Villaggio di Starfall, e Klannathe. Il passato è passato, ma non mi piace questa città Guado.

“Sir Auron?” disse la ragazza.

“Sì.”

“Posso farti una domanda?”

Fa più domande degli altri messi insieme.

“Puoi domandare.”

“E dirai la verità?” chiese, scaltra.

Può essere una bambina irritante, a volte.

“Se ti risponderò, sarà la verità.”

“Prometti?”

Riconsiderai quanto mi sarebbe stata d’uso nel pellegrinaggio.

“Sì.”

Una domanda non avrebbe fatto nessun danno. Dubitavo l’avrei risposta dopotutto. Se ne stava seduta lì, a dondolare le gambe, canticchiando e sorridendo.

“Fa la tua domanda,” dissi.

“Oh no,” ridacchiò. “Non la farò ora. Aspetterò per quando ci sarà qualcosa che vorrò davvero sapere!”

Dannazione. Vinto in astuzia una piccola ladruncola iperattiva. Saltò un po’ sotto il mio sguardo prima che mi voltassi a guardare l’orizzonte. Nessuno di noi due disse nulla, ma potevo sentire la sua risatina nervosa, “Heh heh heh.”

 

Diario di Rikku:

 

Ha! Preso, mister cozza leggendaria! Ora mi deve una risposta, una risposta sincera. Okay, okay, se mi risponderà mai. Ma provate a dirmi che non è comunque una vittoria mia!

Ehi, gli altri sono tornati. Penso che Yuna sia pronta a dare la sua risposta a Seymour, quando all’improvviso tutti saltano e iniziano a indicare l’entrata. Mi guardo in giro e qualcosa sta cercando di seguirli fuori dall’Oltremondo.

“Lord Jyscal!” urlarono certi Guado. Il padre di Seymour? Non sembra stare tanto bene.

“Non appartiene a questo posto,” disse Auron, “Yuna, trapassalo.”

Buon'idea! Seguiamo tutti Yuna sui gradini. Yuna dice “Lord Jyscal…” Come se volesse dirgli qualcosa, o fargli una domanda. Lulu le dice di farla finita e trapassarlo. Allora Yuna fa così, e lui viene coperto da un mucchio di lunioli. Davvero, ragazzi. Un programma di sradicamento lunioli. Pensateci. Ehi, ha lasciato cadere qualcosa? YUNA L’HA PRESO! NON LO CONDIVIDE CON NOI?

Non è giusto!

Iniziano a parlare tutti insieme, ma la voce di Auron si fa spazio, “Parleremo dopo. Adesso andiamo via.”

Torniamo al tunnel e alla città. Wakka vuole sapere se era davvero il padre di Seymour.

 

Auron:


Il blitzer vuole sapere se fosse davvero Jyscal. Yuna vuole sapere perché non era stato trapassato. La maga dice che probabilmente aveva qualcosa ad incatenarlo a Spira, e che è curiosa di sapere cosa possa essere.

Io voglio sapere ciò che Seymour sa.

Fino ad ora, ho trattato Seymour con irritazione, così come Mika, o Kinoc. Non l’ho sottovalutato. So è che uno dei burattinai. Ma non pensavo che fosse entrato a far parte dei miei piani fino a poco fa. Così presto, l’unico problema che pensavo di incontrare da parte della Chiesa, era qualche prete-assassino dalla Corte Grigia. Abbiamo una storia molto intricata, io e loro. (Vi ho mai raccontato di come io e Braska ci siamo incontrati? Un’altra volta.) Ora sto iniziando a sospettare che Seymour abbia un posto molto più grande in questa storia. C’è troppo che non so di lui, e che i miei colleghi del gruppo di Luca non sanno.

Per un momento mi chiedo se abbia giocato una qualche parte del confronto fra Guado e Chiesa di vent’anni fa, ma no. È fin troppo giovane.

 

Diario di Rikku:

 

Allora ritorniamo alla villa di Seymour, e Yuna dice che gli darà una risposta.

“Yuna!” Auron le dice, “Jyscal è un problema dei Guado, non tuo.”

Lei non risponde, entra semplicemente. Tutti si dividono e ognuno va per la sua strada. Decido di rimanere con il musone. Ehi, se ci sono altri morti a vagare in giro che non sanno stare al proprio posto e lasciarci in pace, non voglio essere sola!

Non è che mi abbia detto di andare via, o Stai zitta Rikku. Non dice molto, il musone.

“Non lo fare,” disse.

“NON STAVO FACENDO NULLA!” sbottai, sfilando la mano dalla tasca di un Guado. Onestamente! Il Guado si voltò e mi guardò. Mi affrettai verso l’altro lato di Auron.

“Uh…Sir Auron?”

“Hm?”

“Perché non vuoi che dica a Tidus che Yuna morirà a Zanarkand? Sarà molto ferito quando lo verrà a sapere, sai.”

Non disse nulla. Camminammo in silenzio nel cortile, le mie mani dietro la schiena, il suo braccio fuori dalla manica.

“Penso…penso si stia innamorando di lei,” sussurrai. “Dovrebbe sapere…che…non sarebbe una buona idea. Innamorarsi di Yuna.”

“Glielo dovresti dire,” dissi. “Non ti interessa affatto di lui!”

Ora si fermò a guardarmi. Ooh. Era come guardare in un pozzo profondo. “Tidus soffrirà qualunque cosa faccia. Non posso cambiare ciò. Ognuno di noi ha una parte da recitare. Ho paura che la parte di Tidus sia di essere gravemente ferito. Tutto ciò che posso fare è trovare il modo di dare un senso a quel dolore. Per questo, ti chiedo di non dirglielo ancora. Lulu, e Wakka, e persino Yuna dicono a se stessi che stanno in silenzio perché non c’è una  buona ragione per dirglielo. Si prendono in giro. Si vergognano. Sanno che quando saprà la verità, ci sarà solo orrore nei suoi occhi. Non vogliono vedere quell’orrore rivolto verso loro.”

Orrore.

Ecco l’orrore. Devo avvisare Tidus che non dovrebbe amare Yuna, perché su Spira, l’amore è un azzardo per l’anima. Ma non posso, perché Auron – la cosa più vicina che lui abbia a un padre – vuole usare il suo dolore. Ed io lo lascerò fare. Non abbiamo bisogno di mostri. Ecco cosa ci facciamo l’un latro.

“Uh…” gli chiedo “Tu vuoi che loro vedano l’orrore nei suoi occhi?”

Lui si voltò senza rispondere, e camminammo piano.

“Oh! A proposito,” dissi, rialzando la testa, “C’è qualcosa che volevo mostrarti. Ho dovuto aspettare che Wakka non fosse in giro.”

 

Diario di Rikku:

 

Seymour è sparito! Tidus corse e ci disse che Seymour era già partito per il Tempio di Macalania – non aveva neanche aspettato la risposta di Yuna. La maggior parte degli altri volevano partire subito e inseguirlo, ma Auron decise che sarebbe stato meglio fermarci per riposare.

“È  stato un giorno lungo e pieno di eventi. Yuna dovrebbe riposare alla locanda per la notte. Partiremo presto domattina. Nessun allenamento stasera.”

Ragazzi, quell’ultima parte tirò proprio su gli umori. Ero già felice. Una notte in più prima di arrivare alla Piana dei Lampi! Non so come farò a superarla, ma dovrò. O faccio così o dovrò lasciare Yuna con un gruppo di persone che vogliono scortarla a morte, o che non hanno idea di cosa stia succedendo, o…

Um, o…

Diciamolo. Non ho idea di cosa stia davvero architettando Auron.

 

Auron:

 

Vari pensieri mi affollarono la mente mentre m’allenai quella sera. (Dissi agli altri niente allenamento, ma non significava che valesse anche per me.)

Ripercorsi le posizioni d’acqua, muovendomi scorrevole fra un attacco e l’altro, tenendomi in continuo movimento, senza mai fermarmi. Le nuove informazioni che avevo ricevuto da Maechen alla locanda erano state utili, ma più importanti di ciò erano state le domande che avevo lasciato per lui. Volevo tutte le informazioni che i miei colleghi potevano trovare su Seymour Guado, anche le più piccole cose. Specialmente, volevo sapere i suoi movimenti. Ci avrebbe aspettato al Tempio di Macalania?

E ancora nessuno di noi sapeva la risposta di Yuna.

Passai alla quarta posizione, brandendo la mia spada in ampi archi. Tidus mi  aveva detto di aver visto sua madre nell’Oltremondo. Cosa significava? Come poteva un sogno esistere nell’aldilà? Ammetto che essere così vicino all’Oltremondo mi stia influenzando più di quanto mi piaccia. Ma…se fossi entrato, chi avrei visto? Mia madre. Mio padre. Mia sorella. Braska, ovviamente. Ma, ci sarebbe stato Vedec? L’avevo mandato nell’Oltremondo quando l’avevo giustiziato quella notte a Zanarkand? Che ironia sarebbe. Avrei visto Willa o Emma? La gabbia aveva tenuto? Erano ancora vive?

Erano mai state in qualche modo vive?

Cambiai in movimenti di puro potere alla quinta posizione, i colpi ideati per trapassare e infilzare. La ragazza Al Bhed era una smith! Era fantastico. Significava che aveva le capacità di mixare materiali per formare nuovi accessori con proprietà del tutto nuove e protezioni speciali. È un’antica arte Al Bhed, che hanno studiato per centinai di anni. Sanno esattamente quali materiali grezzi – molti dei quali rari – usare per ottenere diversi effetti. Neanche gli artigiani della vecchia Zanarkand possono eguagliare la loro bravura. La ragazza poteva alterare armi, armatcure, acessori. Questa giovane Al Bhed era davvero un tesoro – linguista, ladra dotata, meccanica, e ora una smith. Divenne splendente quando le dissi tutto ciò.

Così spesso basta davvero poco per rendere i giovani felici. Apprezzate il loro valore. Mostrate loro che hanno un potenziale. Fategli sapere che sono importanti per voi.

Posso sentire, ora,  nel buio, i suoi occhi Al Bhed osservarmi. Ti apprezzo. Ti valuto più di quanto tu sappia. Ne faccio tesoro, di te, ma non posso ancora dirti perché.

Quando arriverà il giorno e Yuna sarà a Zanarkand, quando saprà la verità, e dovrà decidere fra la comoda, familiare morte e una confusa e frustrante vita, fra la certezza del Bonacciale e l’incertezza della vera speranza, chi sarà al suo fianco? Due persone che conosce fin da bambina, che s’aspetteranno di vederla ripercorrere i passi di suo padre. E ora, due nuove amici, persone che amerà, che vorranno più di tutto che lei viva.

Ho bisogno di te perché ami la vita.

Ora mi muovo con le posizioni del cielo, da sempre le mie preferite – totalmente casuali, reazioni del momento, si alterano ed adattano per sempre, mai le stesse.

L’essenza dell’arte è sapere tutte le regole.

Così può iniziare a infrangerle.


 

 

Prossimo: Sono sempre spaventato.
 










 

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Capitolo 10
*** Sono sempre spaventato. ***




Soldier of Spira.

 

Auron:

 

Un cadetto mi chiese una volta, Cos’è il coraggio? Cos’è il valore? Non seppi dirglielo. Non credo di saperlo davvero. Un tempo pensavo di saperlo. Ma so solo che il coraggio – qualunque cosa sia – non può essere insegnato in astratto. Non puoi impararlo in una classe o da un libro. C’è solo un modo per insegnare il coraggio. Dando l’esempio. Il coraggio dev’essere mostrato. Gli altri diranno, Vedi quello? Quello è coraggio.

 

E so che il coraggio può vivere anche nel cuore più piccolo.
 



 

 

Sono sempre spaventato.

 

Diario di Rikku:

 

Oh no. Siamo qui.

 

Odio i fulmini! Odio i tuoni! Cosa ci faccio qui? Ehi ragazzi! Non siamo in anticipo? Potremmo circumnavigarla. Ho sentito che stanno progettando un servizio ferroviario per Macalania pronto fra qualche anno. Potremmo aspettare!

 

Boom! “Ahh!”

 

Stanno veramente uscendo nella tempesta!

 

“Penso di aver lasciato qualcosa a Guadosalam!” dico loro. Le mie scarpe! Il mio buon senso! Voglio visitare l’Oltremondo!

 

“È stato bello conoscerti,” dice l’uomo.

 

Beh va bene!

 

“Okay, okay! Verrò!” Rompe tanto nonostante abbia bisogno di me. Cattivone.

 

Okay, ragazza, puoi farcela. Questo è nulla.

 

CRASH! “Ahh!”

 

Auron:

 

Prima di inoltrarci sulla piana diedi loro un consiglio. Dissi Lulu di alzare la sua bambola kyactus. Lo fece, confusa.

 

“Se qualcuno di voi vede qualcosa del genere,” dissi loro, “Correte.”

 

Nessuno di noi era davvero pronto ad affrontare 1000 aghi.

 

Ci dirigemmo a nord, cucendo la nostra strada fra le torri. Incontrammo pochi viaggiatori, ma trovammo anche Maechen, che fece agli altri una lezione sulla Piana e le torri. Seppi che aveva mandato la mia richiesta riguardo le informazioni su Seymour agli altri del gruppo di Luca, ma non c’era stato abbastanza tempo per rispondermi. Mi diede il resto delle informazioni che aveva per me. Sin non era stato visto recentemente. I Miliziani erano praticamente fuori dai giochi ora, si concentravano su quello che potevano fare per proteggere la Via Mi’ihen. Ma erano pochi e le persone sarebbero state comunque più vulnerabili agli attacchi dei mostri. Gli Al Bhed stavano disperatamente alzando le difese, una buona idea. Le condizioni nel Bosco di Macalania erano strane come sempre, ma non più strane del solito.

 

Incontrammo anche una giovane e seria credente di Yevon, che era eccitatissima alla notizia del matrimonio fra Yuna e Seymour. Guardai Yuna. È un piano ovvio, e tuttavia efficace. Seymour sta cercando di manovrare la risposta di Yuna. Se le persone a Spira cominciano ad aspettarsi il matrimonio, come potrebbe Yuna deluderli?

 

La ragazza Al Bhed mi preoccupa. Il primo giorno ha tremato ad ogni lampo di luce ed ogni rombo di tuoni. Ho cercato di scuoterla dalla paura usandola spesso nei combattimenti con i mostri della Piana, ma dopo ognuno di loro è quasi sempre crollata, iperventilando e sudando freddo. Dubito abbia dormito quella notte. Il giorno dopo è stato ancora più difficile farla muovere. Yuna poi l’aveva finalmente decisa a muoversi. Il secondo giorno smisi di farla combattere, e sembrò avere un effetto negativo su di lei.

 

La terza mattina non voleva lasciare la tenda di Yuna. Nessuno riusciva a farla uscire. Non era una situazione accettabile.

 

“Sono davvero preoccupata per lei, Sir Auron,” mi disse Yuna “Non sembra stare…bene.”

 

Mi accucciai per entrare nella tenda per cercare di ragionare con lei. “Rikku,” le dissi, “Devi alzarti ora.”

 

“Devi alzarti Rikku,” disse lei, in orridi bassi sussurri. “Devi alzarti, dobbiamo andare, andare a Zanarkand, dobbiamo uccidere Yunie…”

 

“Rikku,” mi abbassai per sentirle la fronte.

 

“Non toccarmi!” pianse. “Va via! Guardiano leggendario! Hai protetto Zio Braska fino alla morte, e ora stai facendo lo stesso con Yunie! Morirà!” singhiozzò.

 

“Moriremo tutti,” sussurrò, pianse, singhiozzò.

 

La situazione era critica. Era più che paura, anche più di una fobia. Era una crisi spirituale. C’era un profondo conflitto in questa ragazza. La costante, stancante paura dei tuoni aveva semplicemente disseppellito tutto ciò che aveva dentro.

 

Non ero sicuro sul da farsi. Non volevo abbandonarla qui, nel bel mezzo della Piana.

 

Ma l’avrei fatto.

 

Penso…penso mi mancherà.

 

Braska. Yuna. Dodici anni fa strinsi Yuna fra le braccia. Feci tornare in sé Braska con un gancio. Hm. Lascio la tenda, e urlo “Lulu!”

 

“Sir Auron?”

 

“Thundera la tenda.”

 

“Whoa!” “Ehi, aspetta…” “Sir Auron!” “Io…Io…”

 

La guardai negli occhi e le dissi piano, “Ora.”

 

Lei deglutì, prese la sua bambola, e lanciò l’incantesimo.

 

“Aaaaaah!” Rikku uscì con difficoltà dalla tenda in fiamme, e pianse “Cosa DIAVOLO era QUELLO!”

 

Mi avvicinai a lei e le dissi chiaramente, “Quello era un Thundera, e ora cominceremo a muoverci, e ogni volta che ti fermerai senza permesso Lulu ti lancerà di nuovo un Thundera.

 

“Andiamo,” dissi, e camminai via.



Diario di Rikku:

 

Non potevo credere che mi stesse facendo questo! Guardai gli altri, ma non incontravano il mio sguardo. L’orbo, giaccuto bastardo cominciò a camminare, e gli altri lo seguirono senza una parola. Rimasi lì dov’ero e lui urlò un “Lulu” e lei alzò il braccio!

 

Okay, okay! Arrivo! Li raggiunsi in fretta. Non posso credere quanto cattivo possa essere! Quanto crudele!

 

Auron:

 

Funzionò. Se qualcuno ti colpisce forte sul naso, per un minuto ti dimentichi di aver la casa in fiamme. Era così spaventata dei lampi che la crisi spirituale era passata per ora. Non so se possiamo sostenere questo per tutta la strada della Piana, ma ci proveremo.

 

C’era una locanda circa a metà del percorso che avremmo raggiunto nel pomeriggio di questo terzo giorno. Avevo pianificato di fermarci e riposare lì, ma ora penso che sarebbe meglio spingere e uscire dalla Piana dei Lampi al più presto possibile.

 

Le cose non funzionarono in tal modo.

 

Auron:

 

Raggiungemmo l’agenzia senza troppi problemi dai mostri o Rikku. Lulu dovette lanciare i suoi Thundera solo due volte. La ragazza s’era lamentata incessantemente all’inizio della giornata, ma s’era fatta sempre più silenziosa. E poi…

 

“Heh heh heh heh heh heh heh…”

 

“Heh heh heh,” ripeté Tidus, “Mi fai venire i brividi!”

 

Un fulmine colpì una torre vicina e la ragazza cadde sulle ginocchia e gattonò come un insetto d’acqua, aggrappandosi poi finalmente alla gamba di Tidus. “Voglio andare a casa! Odio i fulmini! Odio i tuoni! Andiamo a riposarci lì! Vi prego!”

 

La locanda, ovviamente. La ragazza s’era contenuta, fino a che avremmo raggiunto un posto che ai suoi occhi era la salvezza. Ma naturalmente, non lo era.

 

“La tempesta non si ferma mai,” le dissi. “Meglio attraversare velocemente.”

 

“Lo so, ma…solo per un pochino?”

 

Tidus mi guardò. “Heh, allora? Cosa facciamo?”

 

Chiusi il mio solo occhio sano, sospirai, e iniziai a camminare.

 

“Ti prego?” pianse dietro di noi. “Solo per qualche minuto? Ho paura dei lampi! Riposiamoci, per favore! Ti prego, dai? Sono troppo giovane per morire! Sei cattivo…crudele! Tua madre si vergognerebbe di te!”

 

Mia madre ha altre ragioni per vergognarsi di me.

 

Posso sentire gli altri dietro di me mentre cammino, mi guardano la schiena. Posso sentirli mentre rallentano. Si fermano. Mi volto e li guardo. Vogliono tornare indietro per lei.

 

Non le stanno facendo un piacere.

 

Ma non lo sanno. Si sono uniti contro di me per lei. È un progresso positivo. Mi volto e cammino al contrario verso loro.

 

“Ti diverte farmi questo?” urla, e corre verso la locanda. Mi guardano.

 

“Va bene,” dico. “Ci fermiamo. È peggio della tempesta.”

 

Stronzo, stronzo, stronzo Auron.

 

Entriamo nella locanda. È pulita e ben organizzata, tipico dei posti di Rin. La ragazza si sta sul serio rifugiando sotto un tavolo. Avremmo dovuto continuare, davvero, ma li ho pressati parecchio, e anche Yuna e gli altri possono giovare di questo riposo. Prendiamo due stanze larghe, e Yuna va  verso la sua immediatamente. Tidus e gli altri parlano con Rikku, scoprono perché ha così paura – mostro acquatico, incantesimo mal riuscito, fratello idiota. Il solito. Poi arriva Rin.

 

Che sorpresa.

 

Huh. Lui e la ragazza sembrano conoscersi, ma non dicono nulla. Interessante.

 

Zio Braska?

 

Devo pensarci.

 

Rin si avvicina e mette in scena questa grande riunione, noi che non ci vedevamo da dieci anni, da quando ero ferito mortalmente. Tutti i mercanti sono attori così terribili? Come mentono ai clienti, allora?

 

Ho un debito con l’uomo per il suo aiuto, tutti quegli anni fa, quando cercò di salvarmi la vita. Ma la fiducia è un’altra cosa. Mi dà informazioni. Ancora niente su Seymour, eccetto che il suo gruppo si era fermato lì, durante il loro viaggio verso il Tempio di Macalania. Stavano ancora dicendo in giro del matrimonio. Gli Hypello sono nervosi, molti di loro scappano verso le loro città sottomarine. Bevelle è tranquilla. Sembra ci siano Guado ovunque. Ancora nessun segno di Sin.

 

Uno ad uno tutti vanno verso le loro stanze per la notte, ma la ragazza Al Bhed trema ancora sul pavimento. Non so per certo quando ha dormito l’ultima volta. Cammino verso di lei e m’accovaccio di fronte. Lei guarda in su. È rannicchiata su se stessa. Ci sono delle occhiaie sotto i suoi occhi. È troppo stanca persino per essere arrabbiata con me.

 

Non va bene.

 

Mi sporgo e la raccolgo fra le mie braccia. Le sue mani si aggrappano attorno al mio collo, e affonda la faccia nel mio soprabito. Sta tremando. Mi alzo, sollevandola con facilità, e la porto dalla hall alla sua stanza. Entro e vado oltre il letto dove Yuna e la maga stanno già dormendo. Lascio andare gentilmente la piccola Al Bhed affianco a Yuna. Non vuole lasciarmi andare.

 

Mi alzo e guardo in basso verso di lei. Mi fissa dal letto con gli occhi enormi, pieni di paura.

 

Le mie dita la raggiungono e carezzano leggermente il collo.

 

“Auron?”

 

Mi concentro, premo leggermente il punto di pressione. La guardo, mentre chiude gli occhi, stesa lì, mi abbasso a sussurrarle nell’orecchio, “Dormi, piccola ladra. I tuoni non ti faranno del male stanotte. Veglierò su di te.”

 

La sua faccia si rilassa, e si accuccia più vicina a Yuna. Mi alzo ancora una volta e vedo che gli occhi della maga nera sono aperti, e mi sta guardando. Mi chiedo cosa abbia pensato di vedere.

 

Non ha senso, ovviamente, ma ho detto che l’avrei fatto, quindi mi preparo per una lunga notte senza dormire, vegliando nella hall fuori il loro corridoio.



Auron:

 

Il mattino dopo, per quanto abbia senso il concetto di mattina nella Piana dei Lampi, eravamo tutti all’entrata, cercando di convincere la ragazza che era il giunto il momento di andare. Si accucciava ancora al pavimento, urlando leggermente ogni volta che un tuono risuonava. Ora mi sembrava ovvio che non si sarebbe mossa di sua volontà. L’unica cosa che potevamo fare era far fronte al problema. Ce ne saremmo andati. Se sarebbe venuta con noi, allora bene. Altrimenti…

 

Beh, cosa potevamo fare? Portarla in braccio?

 

Diario di Rikku:

 

“Non si ferma, vero?” chiedo a qualcuno, chiunque.

 

L’uomo cammina oltre me, si ferma, e dice senza guardarmi, “Non dirmi che ci speravi.”

 

I tuoni rimbombarono fuori, ed eccomi di nuovo per terra.

 

“Bene,” dice, “Resta qui.”

 

E se ne va. Come se davvero mi stesse lasciando qui, tutta sola nel mezzo della Piana dei Lampi. E gli altri si guardano, e scrollano le spalle, e lo seguono! Ehi! Dove andate tutti? Non starete andando senza me?

 

“Va bene, okay,” sospiro, alzandomi. “Ma…

“Non devi dirlo così, sai!” gli grido contro. “Potresti cercare di consolarmi, o qualcosa così! Sai, cercare di tirarmi su?”

Ehi! Mi sono fatta il sederino in due a cercare di tirarli su fin da quando li ho incontrati! Ho riso e giocato e detto barzellette e ho sorriso con tutta me stessa anche se non mi SENTO di sorridere perché chi sorride ai funerali dopotutto, ed è questo che stiamo facendo, una lunga, scomoda, dio-mio-mi-sta-facendo-impazzire marcia funeraria! E dopotutto tutto questo, lui mi sta…loro mi stanno semplicemente lasciando qui!

 

“Non mi capisci per niente, vero?!” urlo “Ehi! Mi stai sentendo?”

 

Auron:

 

Cammino fuori dalla locanda. Gli altri sono dietro di me, lenti, riluttanti. Ci sta urlando contro ora. Spero trovi il coraggio di seguirci. È già diventata importante al Piano. Ma se non può, allora la dovremo lasciare qui, dopotutto. Forse…posso trovare un altro Al Bhed a viaggiare con noi. Potrei parlare con Rin perché mi trovi qualcuno.

 

Ma mi mancherà questa piccola Al Bhed bionda, questa ladruncola talentuosa, solare e allegra, con tutti i suoi dolori nascosti e profondi. I tuoni ruggiscono come cannoni Al Bhed, e la sento urlarmi contro, o forse ai lampi, o a se stessa, “Non sono spaventanta! Non sono spaventata, mi senti?”

Poi, dalla coda dell’occhio, la vedo correre fuori dalla locanda, superare gli altri e infuriare su di me.

 

“Ehi!” mi urla contro. Gli altri si sono fermati non troppo lontano. “Ehi, signor roccia leggendaria! Signor Sono-una-legenda-quindi-non-ho-sentimenti-umani!”

 

Diario di Rikku:

Guardo dritto a lui, ed è semplicemente fermo lì nella pioggia, gocce d’acqua strisciano giù per gli occhiali e chi indossa degli occhiali nella pioggia comunque?

 

“Ehi! Stai per lasciarmi qui, stai per abbandonarmi nella Piana dei Lampi! Pensavo avessi detto che ero importante! Pensavo avessi detto di aver bisogno di me!”

 

“Abbiamo bisogno di te, Rikku,” disse calmo. “Io ho bisogno di te, e Yuna ha bisogno di te. Ma il gruppo deve muoversi. Non possiamo semplicemente fermarci, anche se significherebbe lasciarti dietro.”

 

È così ragionevole, con la sua voce bassa e liscia, spiega le cose con calma, e non capisce che tutto ciò NON E’ RAGIONEVOLE! NON E’ RAGIONEVOLE!

 

“EHI!” gli urlo, “Pensi sia divertente! Pensi stia facendo così solo per darti fastidio, che stia giocando, in realtà stia ridendo – heh heh heh – alle tue spalle! Sono SPAVENTATA! Non so se tu sappia cosa significhi essere spaventati, così spaventati da non poter pensare, non poter respirare, pensi di star morendo, VORRESTI QUASI MORIRE PER FAR FINIRE TUTTO!”

 

“NON LO SAI! Non sei mai stato spaventato di nulla, quindi lascia che ti dica com’è! È peggio del dolore! È come una scucitura dentro te, profonda nel tuo cuore e nelle tue interiora, ed è fredda, è CONGELATA, e NON SI FERMA MAI! Ecco com’è, AURON!”

 

E realizzo di star urlando con tutto il mio fiato. Finisco tutta l’aria, e rimango lì ferma ad ansimare e guardarlo, e forse piango un po’ ma sta piovendo e così nessuno può accertarsene, forse neanche io ne sono sicura. Mi sta guardando, forse aspetta di sapere se io abbia finito o se ho altre incoerenze da urlargli contro. Beh, cosa ne sa lui? È una legenda, le legende non sanno com’è, non sanno come ci si sente quando il sangue si gela nelle vene e la mente diventa bianca e VUOI essere coraggiosa, ma prova a dirlo al retro del tuo cervello, a quella parte alla quale non importa cosa vuoi ma va per la sua strada e si copre e trema ed urla e se la fa nei pantaloni a volte perché è così che hai paura, ma non lo puoi spiegare a lui, in piedi di fronte a te, che ti guarda e ti giudica, perché lui è una legenda.

 

Okay, allora forse sto piangendo un po’. E tremando. Odio questo posto così tanto. Non mi piace essere spaventata.

 

Poi la legenda parla.

“Rikku, io sono sempre spaventato.”

 

Huh? Sono in piedi qui, a piangere nella pioggia, a tremare, e cosa mi dice? Sbatto le palpebre, e lui è lì calmo e diritto, e mi guarda.

 

“Rikku, sono spaventato ogni momento di ogni giorno, e lo sono stato tutta la vita.

“Tutti gli uomini lo sono. Molti non lo realizzano nemmeno, lo negherebbero ad ogni domanda, ma tutti gli uomini vivono circondati dalla paura sin dalla gioventù. Quando sei giovane, ti misuri contro altri ragazzi, tra di voi vi spingete, decidete i più forti e i più deboli, e hai paura nel tuo cuore di non essere forte abbastanza. Cresci e trovi altre paure – di non poter avere tutto ciò che vuoi, di essere in imbarazzo, di fallire, di rimanere solo. A volte queste paure vanno via, ma le vere paure degli uomini adulti sono quelle per gli altri, per coloro che amano. Non puoi vegliare su di loro sempre, non puoi proteggerli in ogni momento, devi lasciarli andare, e sperare – solo sperare – che saranno al sicuro, che staranno bene lontano dalla tua vista. E nel tuo cuore sai che a volte non lo saranno. Sai che cose terribili accadono ogni giorno. E sei spaventato.

“Sei spaventato di notte, sveglio nel tuo letto. Al mattino, mentre sorridi e mangi la colazione con la tua famiglia. Hai paura durante la giornata, mentre lavori, o studi, o t’alleni. Hai paura persino mentre riabbracci i tuoi bambini la sera, mentre sono al sicuro nelle tue braccia, perché sai che, anche allora, non lo sono davvero.

“Hai paura, Rikku. Ma trovi il coraggio, e vai avanti. Vivi con la paura, perché non c’è nient’altro da fare.”

 

È in silenzio, ed io lo guardo semplicemente. La mia mente è ferma. La bocca non funziona. Non so cosa dire. Cosa dico?

Cosa fai, cosa dici, quando hai riversato le tue peggiori paure come svuotare un secchio d’acqua e un guardiano leggendario è lì di fronte a te, il suo occhio castano è improvvisamente più tenue, e pieno di preoccupazione e non è affatto come guardare verso un dirupo, la pioggia che cade dal suo giaccone rosso, lì in piedi senza un’unghia di orgoglio o ego, e ti dice che ha paura, come se te lo ripetesse per la milionesima volta? Cosa fai?

“Auron…” inizio, ma non riesco a pensare a nient’altro…

“Trova il tuo coraggio, Rikku, perché abbiamo bisogno di te con noi. Ti voglio con noi. Prova.”

Deglutii, e sussurrai, “Proverò.”

 

“Bene,” disse, e sorrise. Sorrise davvero! Poi pescò qualcosa dal suo soprabito e me lo porse. Era una targa, ed era gialla! Per metà gialla! Il mio colore preferito! “Ti abbiamo preso questa da Rin, sperando tu fossi venuta con noi. Ti aiuterà a proteggerti dai lampi.”

 

“Auron! Oh, grazie, è un gesto bellissimo!” dissi con un gran sorriso, iniziandomi a sentire meglio.

 

“Non è un regalo, Rikku. È per aiutarti ad essere parte effettiva del team.”

Beh! Non è un REGALO, Rikku. Benvenuto ancora, Auron! Non doveva dirlo così! Così mi preparo a dire a questo leggendario cattivone che nelle società educate dovresti preoccuparti di più dei sentimenti degli altri, e forse dovrebbe prendere qualche lezione di galateo, e scommetto che per corrispondenza ne facciano, ma un tipo corre verso gli altri, scatta una foto, poi corre oltre Auron e me. Prima che io possa dire qualcosa, Auron si volta e comincia a camminare, e gli altri lo seguono.

 

Yuna e Tidus mi dicono quanto siano felici di avermi ancora con loro mentre cominciamo a camminare sulla Piana del Lampi. I lampi si infrangono vicini. Chiudo gli occhi, ma continuo a camminare. Posso farcela! Posso!


 

Auron:

La guardo e molti nomi scorrono nella mia mente – Anicke, Elma, Delisa, Jillu, Frieide, Serrah, Rilianna, Deetok Lal, e dozzine di altre, giovani ragazze che ho allenato negli anni. La fisso qui di fronte a me, la pioggia che le appiccica i capelli biondi alla testa. Cadetti giovani, sempre così sicuri che nessuno senta come loro la paura che provano . Così sicuri di essere completamente soli nella notte con il terrore che manda fitte alla pancia, libera le viscere, paralizza il cervello. Le dico cosa dico ai cadetti. Non sei solo. Abbiamo tutti paura. Il pericolo è reale, dopotutto.

 

Anicke morì a Klannathe. Anche Elsa. Delisa morì sulla Via Mi’ihen. Deetok Lal a Zanarkand, mentre arrestava un killer. Nessuno corse. Morirono fronteggiando il nemico. Controllarono la paura. Tutti loro avevano imparato la lezione che questa giovane ragazza Al Bhed sta imparando ora, una delle lezioni più antiche per un soldato.

Condividere le tue paure vere con gli altri le rende più facili da affrontare.

 

E la ragazza si sentì meglio dopo ciò. I giorni successivi di traversata della Piana, era costantemente nervosa e sul punto di cedere, un bel cambiamento dall’allegra ragazza Al Bhed alla quale eravamo abituati. Non dormiva bene, e saltava ancora quando un tuono colpiva vicino, ma riuscì a tenersi tutta d’un pezzo. Mi chiese persino di rimetterla in qualche battaglia. Quando ci accampavamo, la vedevo giocare con qualche razzo elettrico che aveva rubato dai mostri, tremando quando qualche scintilla scoppiettava, ma punzecchiando fuori tutti i loro segreti, imparando come attivarli. Nei miei giorni ho visto guerrieri monaci e Miliziani non fare così bene.

 

Mantenni un ritmo veloce, quasi brutale, sia per farci uscire dalla Piana al più presto, sia per aiutarla a stancarsi. Mi concentrai sul suo allenamento a mezzogiorno e di sera, facendola lavorare sodo, fino a quando era troppo stanca per essere spaventata.

 

Diario di Rikku:

oh dannazione, fa male…No, sono troppo stanca per sentire dolore…Mi sta facendo lavorare sugli esercizi di velocità e di forza e di reazione, quelli di resistenza e equilibrio e, credeteci o meno, anche esercizi di fortuna…Cosa? Pensavate che la fortuna arriva e basta? Lo so, lo so…Mi sta facendo stancare così che non avrò paura…E funziona…Sono così distrutta che salterei sotto un Gigante di Ferro se solo potessi schiacciare un pisolino, sepolta nella Piana dei Lampi…quando i fulmini si infrangono di notte mi giro semplicemente dall’altro lato e mi copro le orecchie, non ho neanche l’energia di aprire bocca…

E siamo quasi fuori! Abbiamo quasi finito!

Oh diavolo. Yuna vuole dire qualcosa.

Che succede ora?

 

Prossimo : Giorni di speranza e farfalle.










 

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Capitolo 11
*** Giorni di Speranza e Farfalle ***





Diario di Rikku:
 
Yunie si SPOSA! Ci ha fatto fermare ai limiti della Piana dei Lampi e ce l’ha detto! (Non poteva aspettare ancora un POCHINO!). Di solito un matrimonio dovrebbe rendere le persone felici, no? Dice che lo fa per fare felice l’intera Spira, ma non penso abbia fatto contento nessuno di noi dicendocelo.
Tidus era molto turbato. E anche Wakka! Tidus voleva dire ad Auron di fermarla, ma lui non ha fatto niente. Auron non era contento neanche lui, era evidente, ma pensa solo al dannato pellegrinaggio.
Yuna è così dolce e generosa. Le interessa così tanto di tutti che è pronta a sposare SEYMOUR per renderli un pochino più felici, ed è persino disposta a morire per portare il Bonacciale a tutti!
Ha già perso suo padre per Spira, e ora sta dando via tutto ciò che ha, tutto ciò che è, fino a perdere tutto!
A volte ho proprio voglia di schiaffeggiarla!

 
Giorni di Speranza e Farfalle
 
 
Auron:
 
Ci sono regole. Dal momento in cui Yuna ha posto il matrimonio come una questione privata, non c’era più nulla da dire. Il ragazzo non capisce. Come potrebbe? Ancora non sa nulla sul destino di Yuna a Zanarkand.
“Sei preoccupato per Yuna,” gli dico.
“Certo che sono preoccupato. Che cosa pensa di fare?”
Pensa di poter bilanciare Seymour in qualsiasi tattica lui stia mettendo in gioco. Io penso che lei stia sbagliando. Ma non la fermerò. Devo far sì che il gioco vada avanti, e raccogliere i pezzi dopo. È la sua storia. Lo vedo in piedi lì, furente. Il ragazzo è arrabbiato con me. Lo sarà molto, molto di più un giorno, e io userò quella rabbia, e il suo dolore.
Auron. A volte mi fai schifo.
“Stalle vicino,” gli dico, “Sempre.”
Fa tutto parte del Piano.
Diario di Rikku:
 
Oh, che bella giornata! Beh, è tipo nuvoloso, e fa molto più freddo che a Bikanel, ma non tuona e non lampeggiagggiaggiaggiiaaaa (ha!), e questo è più che sufficiente per me! Yeah!
Il brontolone e Mister Biondo camminavano lenti, lumaconi! Corro a prenderli, tutti seri e che parlano. Li devo praticamente trascinare!
Ce l’ho fatta! Ho davvero superato la Piana dei Lampi! Non avrei mai, mai e poi mai pensato di potercela fare ma CE L’HO FATTA! Tu mi hai aiutato, ho pensato, guardando il brontolone, ma lui stava guardando dritto davanti a sé. Non importa, non importa! Perché è un giorno bellissimo, meraviglioso, incredibile, fantastico, magnifico, splendido, assolutamente e positivamente FAVOLOSO, GLORIOSO, LUCENTE!

 
Auron:
 
Guardo con reale – e silenzioso – piacere la ragazzina Al Bhed trasformarsi completamente, dalla creatura nervosa e infelice che ha attraversato la Piana dei Lampi con noi, diventare una danzante, contorcente, saltellante confettura di sorrisi, risate e divertimento.
“Ehi Wakka, che tipo di strumento usa un carpentiere per lavorare sott’acqua=
“Uhm…”
“Una pinna da blitzball!”
Le sue crisi nella Piana mi preoccupano ancora. Forse quando raggiungeremo Bevelle potrò parlare con i guaritori lì. Nel frattempo guardo gli altri, e vedo come reagiscono, e capisco che abbiamo viaggiato tutti in questi giorni con qualcosa mancante, come se qualcosa di importante fosse fuori posto. È lei.
“Ehi Tidus! Come chiami un eone tutto brutto e stanco che corre e ha una terribile cera?”
Non gli dà neanche il tempo di rispondere.
“Un Baha-brutt! HA!”
La conosciamo da poco ma siamo tutti abituati al suo volto sorridente, i suoi piccoli scherzi, la sua allegria. C’è mancata, e non l’avevo neanche ancora realizzato. Persino Lulu sorride vagamente al suo modo di fare, mentre la ragazzina rilascia l’energia nervosa accumulata da giorni. Può essere stancante a volte, ma…
“Ehi ragazzi! Cantiamo la canzone della chi-chi-chimera! E uno, e due…”
Bentornata, Rikku. Ci sei mancata.
Sei mancata a tutti.

 
Auron:
 
Il Bosco di Macalania. Incantato. Misterioso. Infido.
Si raccontano storie sul Bosco di Macalania. Dicono che ci sono dei fiori, nelle zone più interne della foresta, capaci di emettere la melodia più bella mai ascoltata, per attrarre i viaggiatori sprovveduti abbastanza vicino da divorarli. Dicono che il mostro più antico di Spira si aggiri fra questi alberi, e che conosca tutti i segreti del mondo. Ci sono storie su templi nascosti, eoni perduti, intere città fantastiche racchiuse in piccole sfere d’oro.
Dicono che i non-trapassati vaghino nella foresta.
Suppongo sia giusto.
Mostri strani e curiosi infestano il Bosco di Macalania, attratti dai laghetti di acqua della memoria. Ponti di strade di luce attraversano la zona. Alcuni entrano in degli alberi e non fanno più ritorno.
Certo, anche alcuni che percorrono la Via Mi’ihen non fanno ritorno. Succede quando ci sono mostri in giro.
Ci inoltriamo nei fasci di luce blu e verdi, sotto la calotta boschiva, e camminiamo gli antichi percorsi lignei. Tronchi più scuri si innalzano su ogni lato, e presto perdiamo percezione del cielo. Nonostante i tentativi della ragazza di migliorare l’umore del gruppo, Yuna parla poco mentre viaggiamo, avvolta nei suoi pensieri e preoccupazioni. Tidus e gli altri la guardano spesso con apprensione. Dovrebbero star guardandosi attorno – sono prima guardiani, e poi amici preoccupati.
 
Diario di Rikku:
 
Ragazzi! Che sgridatone che ci ha fatto Auron perché non eravamo attenti! Ci ha ribaltati uno ad uno per aver abbassato la guardia, persino Kimahri! Persino Yuna! E non ha neanche mai alzato la voce! Ha detto che forse avevamo bisogno di un allenamento per rinfrescarci le idee, forse saltare la session di esercizi a Guadosalam ci aveva resi tutti mollaccioni, e ha guardato in alto verso i rami sulle nostre teste e ha detto che a lui sembrava essere mezzogiorno, così ci ha fatto allenare per ore!
Ha anche bullizzato un po’ Yuna, al suo tentativo di dire che era tutta colpa sua, e lui non bullizza Yuna mai. L’ha completamente spenta, e le ha fatto invocare eoni scambiandoli tra loro più veloce che poteva, mentre io e Tidus facevamo degli sprint, Wakka correva in circolo, Kimahri sollevava rocce pesanti e Lulu lanciava incantesimi alla velocità della voce di Auron! Penso di aver sentito Yuna borbottare “Cattivo” a bassa voce! Alcuni mostri che effettivamente passavano di lì si sono trovati in due secondi colpiti da ogni lato da incantesimi e spade e lance e palle da blitzball!
Questo lo ha fatto un po’ calmare, e presto ci siamo rimessi in marcia. Ma puoi scommettere che da quel momento siamo stati TUTTI attenti alla foresta che ci circondava, e forse anche un po’ schivi con Auron. Nessuno voleva farlo partire di nuovo!
Ehi, è stato comunque meglio della Piana dei Lampi.
Immagino avesse ragione. Avevamo bisogno di essere attenti e prenderci cura di Yunie. Infatti, il giorno dopo mentre camminavamo abbiamo visto correre impazzito nella foresta un tipo giovane tutto muscoli, non guardava dove stava andando e sbatteva contro gli alberi. Tutti lo conoscevano, si chiama Barthello. Era un guardiano, ma aveva perso la sua invocatrice, una donna di nome Dona.
Pensai che forse Auron l’avrebbe scuoiato per aver perso la sua invocatrice, ma non l’ha fatto. Ha calmato il ragazzo, e gli ha persino offerto aiuto nel cercarla, però penso che Barthello senta la cosa come una sua responsabilità. (Uomini!). Ha ringraziato Auron ed è corso, continuando a cercarla.
Mi sento malino per lui, perché penso di sapere dove sia Dona. È in viaggio per Bikanel, al Santuario degli Invocatori, dove teniamo gli invocatori che…ehm…arraffiamo.
Solo che…chissà che non sia lì? La mia è solo una supposizione. Potrebbe davvero essere in pericolo da qualche parte, o forse già morta, uccisa dai mostri. Spira è davvero un posto pericoloso, specialmente in pellegrinaggio. Dobbiamo tenere davvero Yuna al sicuro, fino a quando…
Non voglio pensarci.
Ehi guarda! FARFALLE!

 
Auron:
 
Oh dannazione… Numero 27 sulla Lista delle Cose che Odio e Disprezzo…farfalle. Queste farfalle.
 
Diario di Rikku:
 
Yuna ridacchiava da dietro la mano, Lulu guardava dall’altra parte, ma le sue spalle tremolavano, Wakka rideva apertamente di loro, e persino Kimahri ansimava una risata Ronso. Io ero direttamente a terra a mantenermi lo stomaco dalle risate! Ha! Ridevamo tutti a guardare quei due, in piedi nel bel mezzo della strada a litigare sulle farfalle!
Povero Auron, eccolo che cerca di guidare una giovane testarda invocatrice (Yuna!) e il suo strambo gruppo di guardiani in un pellegrinaggio, e mantiene segreti, ha a che fare con i maestri Guado, attacchi di panico Al Bhed, proposte di matrimonio, e persino quel tipo Barthello che corre per la foresta, e poi c’è Tidus, che vuole fermarsi a dare la caccia alle farfalle! Hahahahaha!
“Ah, e dai, vecchio!” Tidus sorrise speranzoso. “Non ci mettiamo molto!”
“Ho detto no,” disse truce Auron.
“Ma il tipo ha detto che possiamo vincere della roba figa! Scommetto che potrebbe aiutarci nel pellegrinaggio.”
“Non perdiamo tempo a dare la caccia alle farfalle,” disse l’uomo, voltandosi.
“Hahaha! Certo che sì!” disse Tidus, correndo di fronte a lui. “Possiamo saltare l’allenamento di mezzogiorno. Pensalo come un allenamento sul campo.”
“QUEGLI ALLENAMENTI CI TENGONO IN VITA!” urlò Auron.
“Scommetto che hai fatto la caccia quando sei venuto qui con mio padre!” disse il ragazzo.
“Non abbiamo fatto niente di simile!” controbatté.
“Ehi, ti fanno paura le farfalle! Hahah!” rise il ragazzo, ballando avanti e indietro e additandolo. “Ehi, vecchio, non preoccuparti! Solo quelle rosse sono pericolose. Stiamo lontani da quelle. Hah! Okay? Eh? Tutto ok?”
“Tidus, non ho PAURA DELLE FARFALLE.”
Guardandoli in questa situazione, potevo proprio rivederli a Zanarkand, con un piccolo Tidus che piagnucolava “Voglio andare al circo” o “Andiamo a vedere il blitzball” e Auron che vuole semplicemente stare a casa ad allenarsi o leggere o chissà, ma il ragazzino NON SI FERMA. Allora l’uomo è lì in piedi nel mezzo della strada a borbottare sulle farfalle, con un muso che potrebbe spaventare una chimera a morte, ma Tidus lo guarda con il sorriso più irritante impresso in faccia, cercando di adularlo e persuaderlo.
“Ha ha! Ehi! Non dovremmo chiedere a Yuna? Eh? È il suo pellegrinaggio, giusto? Giusto?”
“Yuna ha più che abbastanza preoccupazioni al momento, non ha bisogno di essere disturbata da noi per delle FARFALLE!”
Mi sedetti sull’erba con le braccia attorno alle ginocchia e li guardai battibeccare, e mi fece sentire quasi contenta di vederli così, mi ricordava che quei due erano una famiglia, proprio come Pa’ e Fratello e me. So che Tidus era arrabbiato con Auron per non aver fermato Yuna dallo sposarsi, ma non significava che smettevano di essere una famiglia. Anche io mi arrabbio con Fratello, ma non cambia il fatto che è mio fratello. Proprio come noi, Tidus e Auron dovevano avere piccoli scherzi di famiglia, e storie, e tradizioni. Come questo litigio. E poi avevano l’un l’altro.
Ehi, sembra che Tidus stia vincendo!

 
Auron:
 
È un bravo ragazzo, e si sta comportando bene a Spira. Verrà ferito qui a Spira.
Lascialo cacciare le farfalle per un po’.

 
Diario di Rikku:
 
Siamo stati bravi con le farfalle. Tidus ha vinto tipo un sigillo doraticcio. Auron aveva un’espressione disgustata in volto, ma io penso sia un oggetto carino. Se riesco solo ad aspettare che il ragazzino la smetta di portarlo al collo!
Ci abbiamo messo circa una settimana per uscire dalla foresta. Ci siamo allenati molto ogni giorno (penso che Auron fosse ancora un po’ irritato) e abbiamo combattuto contro dei mostri abbastanza strani. Ho preso della roba figa. Le notti erano silenziose. Non parlavamo molto nell’accampamento, a fine giornata. Immagino che tutti stessero ancora pensando al matrimonio di Yuna. Così, mi perdevo a guardare il fuoco del falò, a osservare fino a quando veniva il momento di andare a dormire.
So che potrebbe suonare strano, ma mi piaceva lì, in quella strana, ombrosa foresta magica. Lo so, lo so! Io venire dal deserto, e non c’è neanche una macchina in vista! Ma… per me era come un posto dove tutto può accadere, dove tutto è possibile.
Sapete quanto sia raro a Spira? Pa’ ha lavorato dieci anni per costruire un posto così.
Forse è semplicemente l’aver lasciato la Piana dei Lampi. Quel posto avrebbe fatto sembrare qualsiasi altro speciale, anche un piccolo villaggio sulla via Mi’ihen o la vecchia scatola di sabbia che chiamiamo Casa. Di quello che è successo nella Piana…non so. Non sono sicura di ricordare ogni cosa. Ero in una tenda, piangevo? C’era Auron a stringermi, mi ha portata in braccio? Non ricordo neanche tutto quello che gli ho urlato quella volta! Ma ricordo cosa mi ha detto.
Mi ha detto di essere sempre spaventato.
Dirò un segreto. Lo sono anche io.
Sono qui con queste persone, e combattiamo mostri ogni giorno, e i mostri diventano e diverranno sempre più forti, e sapete quanti invocatori e guardiani muoiono prima di persino raggiungere Zanarkand? Sono spaventata per me, e per loro, proprio come ha detto lui! E se tutti sopravviviamo, poi dobbiamo affrontare Sin, e se siamo fortunati solo Yuna morirà, e quando è tardi, tardi la notte, quando non riesco a dormire e sono stesa lì, tremante per il terrore perché sono così spaventata, un piccolo, disgustoso pezzo di me…vuole che Yuna vada avanti e muoia perché io possa vivere.
E la maggior parte delle volte posso tenere tutto sotto controllo, tenere QUELLA paura in fondo dentro, dove nessuno può vederla, mentre sono la Rikku felice, la Rikku cinguettante, la Rikku “tutto-può-andare-per-il-meglio”. Ma non nella Piana dei Lampi. Non ce l’ho fatta nella Piana dei Lampi. Era troppo difficile nella Piana dei Lampi. Così ho riversato tutto su di lui. E lui mi ha detto di essere sempre spaventato. Mi ha detto di trovare il mio coraggio. L’ho fatto. E l’ho superata! Ce l’ho fatta! Sono qui, dall’altro lato, in questa foresta misteriosa, esotica e straniera, dove penso che TUTTO possa accadere! E ho ritrovato la mia speranza, ripescata da qualunque posto fosse andata a nascondersi nella traversata della Piana. Troveremo un modo! Yuna non morirà, anzi vivrà! Tutti lo faremo!
Certo, la piccola ragazza Rikku non se ne va da sola sotto quegli alberi! Quello sarebbe pericoloso. No, Rikku resta qui con altre sei persone pronte a battersi per lei! Così come lei farebbe per loro. Potrebbe non piacermi dove stiamo andando, ma ho iniziato ad avere a cuore queste persone, persino Wakka. Non sarà divertente quando scoprirà di me, ma immagino nulla possa essere sempre divertente.
In ogni caso, non so come gli altri ricorderanno questi giorni di viaggio nel Bosco di Macalania, ma io li ricorderò sempre con un sorriso, giorni pieni di speranza e farfalle.
Ecco che siamo alla fine dei boschi, quando Auron si ferma, e inizia a guardarsi attorno. Borbotta “È qui da qualche parte…” fra sé. Ci siamo tutti fermati a guardarlo.
“Uh…cosa c’è qui?” chiede Tidus.
“Qualcosa che dovresti vedere.”
Sembra trovare cosa cercava, anche se a me sembra solo un altro albero. Si spoglia di una manica del suo giaccone e sfodera quella sua enorme spada, e vi dirò, tre colpi e gli alberi sono spariti. Ora, Rikku è una brava ladra, e una meccanica, e un fabbro, e una o due altre cose, ma… ci sono giorni dove vorrei poter sfoderare il mio potente spadone e distruggere interi palazzi con una solo oscillazione. Oh beh. Il motto Al Bhed è “fai quel che puoi con la roba che hai.” Un giorno farò esplodere qualcosa di davvero enorme, e poi lo farò impagliare e montare sul mio muro. Comunque, c’è un sentiero ora, e camminiamo tutti fino a un lago blu, con un grande albero al centro. È davvero bellissimo, sapete? Il lago è fatto di acqua della memoria, ci dice Auron, la roba con la quale si fanno le sfere.
Qualcosa esce dall’acqua.
“Attrae anche i mostri,” dice.

 
Diario di RIkku:
 
“È uno sferamorfo!” urla Lulu. Esibizionista. Auron inizia a tirare ordini e io mi ritrovo nelle prime file vicino a lui e Tidus. L’uomo mi mette spesso per prima, mi fa rubare qualsiasi cosa riesca a trovarmi fra le mani, e poi mi fa lasciare il combattimento. So che è quello che so fare, ma posso fare di più! Devo dirglielo, penso fra me, scattando dentro e fuori. Ehi! Ho preso un etere!
Come previsto mi fa uscire e fa entrare Yuna. Huh, vediamo. Ordina a Tidus di lanciare un Haste sul team, e poi fa scambiare Tidus e Lulu, fa castare una protezione elementare a Yuna, e poi la fa uscire per far tornare Tidus, fargli fare un Haste su Lulu, e poi uscire di nuovo! Ehi, sto cominciando a capir-
“Rikku!” chiama, “Prendi il comando!”
Huh? Chi, me?
L’uomo resta in piedi lì! Prende un forte colpo dallo sferamorfo. “Rikku!” urla Lulu. Tutti mi guardano!
Okay! Okay! Che mosse ho appena studiato? Haste! “Tidus! Lanciati un Haste! Poi Yuna!” Okay! Va tutto bene, inizio a gridare gli ordini… forse non sono gli ordini migliori di sempre, ma sto portando a termine il lavoro! Faccio scambiare Wakka e Kimahri e tutti noi. Nel mondo di Rikku tutti giocano! Significa che Yuna non deve curare così spesso, e può concentrarsi sul lanciare incantesimi di protezione.
Dio, Auron, gettami in pieno mare, perché no?
Quindi faccio entrare e uscire i ragazzi –
“Niente da temere, l’eroe è qui!”
“Wakka è di nuovo in campo!”
-- che colpiscono il bersaglio per far sì che mostri a Lulu quale magia elementare scagliare –
“Brucia.”
Gli stiamo facendo male, lo so! Ogni tanto cerco di sgraffignare qualcosa, e raccolgo qualche etere!
Lo stiamo sconfiggendo! Lo stiamo battendo! Okay, allora, cerco di guadagnare qualche punto in stile, o lo finisco da manuale? Guardo l’uomo. Mi guarda come un giudice in una competizione di spelling Al Bhed, e aspetta di vedere se mi faccio trasportare dalla presunzione. È un test? Okay, da manuale sia. Il modo più sicuro e facile per finire questa storia è con “Yuna! Invoca!”
Flash! Bang! Bye-bye!

 
Auron:
 
Ha mostrato buon senso chiamando in campo un eone.
 
Diario di Rikku:
 
Tutti mi fanno i complimenti per la prima battaglia diretta, andata così bene. Quasi tutti. Beh, ora che ho tempo di pensarci su, è stato abbastanza divertente, urlare gli ordini, avere tutti al mio comando. Mi chiedo se avessi potuto chiede ad Auron di levarsi gli occhiali! O il giaccone! Avrei potuto dire a Wakka di cantare una canzone d’amore Al Bhed! A Lulu di coprirsi!
Ordinare a Yuna di non morire.
Okay, non è più divertente.
In ogni caso, mi sono sentita bene, la piccola Rikku che prende decisioni, che fa andare tutto per il meglio. Che vince. Mi è davvero piaciuta la vittoria. Penso che chiederò ad Auron di dirigere più battaglie. Voglio diventare più brava. 
Ehi, cosa stanno guardando? Ohh, mi sono così concentrata a vincere contro lo sferamorfo che non mi sono accorta di cosa ha fatto cadere! Questo non è proprio da me. Ragazzi! Ehi ragazzi! Cosa avete lì? Ragazzi?

 
Auron:
 
Cingo il passato nella mia mano. Questa è la ragione per la quale li ho portati in questo posto. Voglio che Yuna e Tidus la vedano. Sono tutti radunati qui, ora, e guardano la vecchia sfera malconcia che porgo al ragazzo.
“Jecht l’ha lasciata qui dieci anni fa.”
Voci di giorni lontani. I loro occhi si allargano di sorpresa. Tutti tranne quelli di Tidus. I suoi sono ombrati, irritati, arrabbiati. Lo sono sempre, quando gli parlo del padre.
“Fatela partire,” dico loro.
Fanno partire la registrazione. Eccoci, noi tre, più giovani, qui nei boschi, sul lago di Macalania, a Bevelle. Realizzo che, a parte i miei ricordi e sogni, non li vedo da dieci anni. Certo, l’immagine di Jecht era ovunque a Zanarkand, ma questo era Jecht a Spira, e Braska, e me. Dovrei osservare Yuna e il ragazzo, soppesare le loro reazioni, ma… studio noi… e poi…
“Non dovremmo perdere tempo!”
“Che fretta c’è, amico?”
“Ora ti dico che fretta c’è!”
“Auron!”
Eravamo noi tre durante il nostro pellegrinaggio. Jecht, a scherzare e cercare di divertirsi, senza mai prendere nulla sul serio, prendendo in giro persino i mostri da affrontare. Io, a prendere tutto sul serio, irritato da Jecht, furioso con la Chiesa, arrabbiato col mondo. E Braska, sempre alquanto mite, sempre nel mezzo fra noi due. Era lui che ci faceva continuare ad andare avanti. Verso Zanarkand.
Eravamo ancora noi stessi allora. Il pellegrinaggio ci ha cambiato.
Faccio allontanare gli altri. La parte che segue è riservata a Tidus.

Diario di Rikku:
 
Non so cosa Tidus stesse sentendo da suo padre, ma non sembrava essere qualcosa a lui gradito. Immaginavo che dopo tutti questi anni, dopo dieci anni, sarebbe stato felice di trovare un messaggio, un piccolo pezzo di suo papà qui nel bosco, no? L’avevo detto che era un posto dove tutto poteva succedere.
Avrei voluto trovare una sfera da mia madre.
Penso che Yuna non sappia cosa pensare, vedendo suo padre così. E Auron…
“Sir Auron?” gli chiedo “Stai bene?”
Sembra tornare in sé da qualunque posto fosse nella sua mente, e mi guarda. Fa per dire qualcosa, poi si ferma. Poi dice, “Rikku, sei stata molto brava nel combattere lo Sferamorfo. Dovresti provare a dirigere più battaglie.”
Poi ci fa tornare in marcia. Tidus finisce di guardare la sfera e qualsiasi cosa gli abbia detto. Kimahri si avvia per primo, seguito da Yuna, poi Wakka e Lulu. Tidus e l’uomo restano dietro, parlano, e io faccio da perlustratrice!
Prossima tappa – Lago di Macalania!

Auron:
 
“Jecht ti voleva bene,” gli dissi mentre gli altri proseguivano. “È solo che non sapeva esprimerlo.”
“Ne ho abbastanza di mio padre, okay?” Era arrabbiato, non voleva sentire nulla.
“Ho solo pensato che dovessi saperlo,” gli dissi, mentre seguivamo gli altri nella foresta. Mi sentivo male per Jecht, e per il ragazzo, ma immagino che non siano mai stati fatti miei.
Al piano non importa se Tidus odia suo padre.








 

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