We have to play and win this game

di Maysun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buone notizie... o quasi ***
Capitolo 2: *** Di pianti, club, e amici grandiosi ***



Capitolo 1
*** Buone notizie... o quasi ***


"It’s a beautiful day and I can’t stop myself from smiling 
If we're drinking, then I’m buying 
And I know there’s no denying "
 
 



È una bella giornata di sole questa e, dopo una settimana di piogge, pensi che ci voglia proprio un po’ di caldo, anche se avresti preferito bearti del cielo limpido sopra di te durante quei sette giorni, piuttosto che la prima mattina di scuola.
Sulla tua moto nera e lucida sfidi la velocità lasciando che l’aria che sposti ti rinfreschi quel che basta a non entrare in classe sudato come dopo due ore di fila passate sotto i riflettori.
Devi ammettere che, però, hai sofferto la mancanza della routine scolastica che scandisce buona parte della tua vita da tanti anni. Ti sono mancate le tue uscite quotidiane con quei pochi amici fidati e le ore di punizione passate con Lysandre - che è troppo buono per ammettere che la vernice rosa shocking sul pelo del cane della direttrice è solo colpa tua.
E poi, da quando l’anno scorso hai festeggiato la vittoria alle gare sportive suonando con la band di cui fai parte, non vedi l’ora di impugnare la chitarra e sentire tutte le tue spasimanti scandire con voce acuta il tuo nome.
Mentre sei perso nelle tue fantasticherie, l’enorme edificio ricoperto di vetrate e vernice bianca che è il tuo liceo appare da dietro l’angolo.
È una delle scuole più gettonata della città, ma il nome le impedisce di essere quella col maggior numero di iscritti, nonostante sia risaputo che i vostri professori insegnano in modo egregio. Ma, d’altra parte, chi sarebbe entusiasta di segnarsi ad un liceo che si chiama “Dolce Amoris”?
Con maestria parcheggi la moto nel posto più vicino e, stando bene attento a farti notare dai nuovi e dai vecchi studenti, ti sfili lentamente il casco, lasciando che i tuoi capelli rosso fuoco ti ricadano sulle spalle come una cascata, e mentre lo fai scuoti la testa, cacciandoli all’indietro.
Alcune ragazze si sono voltate verso di te, e bisbigliano fra loro, arrossendo non appena posi le tue iridi grigie su di loro.
Scendi dalla tua fedele amica di ferro e, dopo aver sistemato accuratamente il casco, entri trionfalmente nel cortile dell’istituto, camminando lentamente e cercando con lo sguardo lei.
Molti della tua classe vengono a salutarti, ma riesci abilmente ad evitare di rimanere imprigionato nei soliti discorsi su “come hai passato le vacanze” e continui la tua ricerca.
E poi eccola lì, intenta a chiacchierare con la vostra piccola comitiva. La lunga ciocca azzurra che le attraversa i capelli neri brilla alla luce del sole delle sette e quarantacinque.
Fai cenno alla sua migliore amica, Kim, di non dirle niente, e, con passo felpato, ti avvicini, posandole una mano sulla spalla.
«Ehi, Tronky, ti sono mancato?» sussurri, trattenendo una risatina. Ancora ricordi quando hai iniziato a chiamarla così. Camminavate sul lungomare e lei sgranocchiava uno di quei biscottini lunghi e ripieni di cioccolato.
“Sai, trovo che tu e quel Tronky vi somigliate tantissimo.” le avevi detto, ridendo sotto i baffi.
Lei aveva rivolto i suoi grandi occhi color nocciola su di te “Perché sono dura fuori e morbida dentro?” ti aveva chiesto, scherzosa.
“Perché siete tutti e due piatti come una tavola da surf.” avevi commentato, ricevendo il primo dei tanti pizzichi dolorosi che solo le sue unghie esageratamente lunghe sanno darti.
Lei si gira verso di te e, dopo qualche istante passato a sbattere le palpebre e a guardarti con occhi increduli, ti salta addosso urlando il tuo nome, rischiando di farvi cadere entrambi fra l’erbetta fina che copre il cortile.
Ti stringe le braccia attorno al collo «Mi sei mancato tantissimo!» ammette, nonostante la sera prima vi siate parlati al telefono per quasi tre ore. Ma ormai conosci la tua ragazza, e sai che lei ha bisogno di vederti per non sentire la tua mancanza.
Le cingi la vita in un abbraccio, sollevandola leggermente, giusto per far capire agli altri bellimbusti che vi fissano come stanno le cose.
Rimanete così per qualche secondo, poi lei si scosta, permettendoti di salutare il tuo amico di una vita, nonché cantante della tua stessa band.
«Buongiorno Castiel.» dice, attento a rimanere sempre nei limiti del buon costume, neanche fosse davvero un nobile dell’ottocento. Ma dopotutto è da quando lo conosci che si comporta così, e ormai sei rassegnato all’idea che non cambierà mai, anche se nutri una certa speranza di vederlo in jeans per almeno qualche ora.
Saluti anche Kim e quello scricciolo di Violet - che ti guarda ancora con timore- poi esordisci con un “di che stavate parlando”.
La tua ragazza prende la parola «Cercavamo di convincere Lysandre ad entrare di nuovo nel club di pallavolo, ma il fesso non vuole sentire ragioni!» Si lamenta.
«Non me la sento, Elouise, come farei ad organizzarmi fra scuola, club e band?» Si giustifica lui, posando gli  occhi eterocromi su di te cercando un appoggio, che tu, da grande bastardo che sei, gli rifiuti con un’indifferente scrollata di spalle.
«Come hai fatto anche l’anno scorso! Ti ricordo che è stato per la tua ultima schiacciata che abbiamo vinto la finale.»
«Non lo nego, ma davvero, non sono portato!»
«Sì, certo, e io sono Michelle Obama!» Elouise prende un bel respiro: «Senti, ti ho visto agli allenamenti e ti giuro che coordini la squadra meglio del capitano! E poi le tue strategie di gioco sono fantastiche!»
Lysandre alza gli occhi al cielo, poi sospira, rassegnato: «Terrò conto dell’idea.»
Sorridi divertito, poi ti avvicini alla tua “Tronky” e le passi un braccio attorno ai fianchi, portandola verso di te in modo estremamente naturale, e lei poggia la testa sulla tua spalla.
«Chi deve parlare oggi a quelli di primo?» chiede Kim distrattamente, intanto che da un’occhiata ai messaggi sul cellulare.
Vi voltate tutti verso Elouise, l’unica a poterlo sapere, riuscendo ad interpretare solo all’ultimo il suo ridere sotto i baffi:
«Io.» annuncia e in pochi attimi l’avete già circondata e vi state congratulando con lei, visto che il regolamento scolastico prevede che sia solo il capo delle cheerleader ad affiancare il segretario delegato nella presentazione del liceo ai nuovi alunni.
E poi sono tre anni che fa parte del club di cheerleading e pratica questo sport da quando è piccola. Se la merita una “promozione”.
Le guance della tua ragazza si imporporano leggermente mentre cerca di staccarsi dal soffocante abbraccio di Kim, la quale è troppo presa dall’entusiasmo per rendersi conto che la sua migliore amica non riesce più a respirare sotto quella forte stretta, che dura per dieci interminabili secondi.
Non appena la lascia andare, cogli l’occasione per posare le tue labbra su quelle di Elouise e baciarla. Lasci  che il suo dolce sapore di vaniglia ti avvolga come in un abbraccio e passi delicatamente le mani fra quei capelli color della notte, avvolgendoti la ciocca azzurra attorno alle dita.
Non ti accorgi dell’imbarazzo chiaramente dipinto sul volto di Violet, o di Kim, che fissa insistentemente gli occhi di Lysandre, o di quest’ultimo che tossisce piano.
«Ci stanno guardando tutti…» sussurra Elouise, staccandosi piano da te, tentando nel mentre di assumere un’espressione indifferente.
La vedi tirare fuori un foglio ed iniziare a ripetere da sola ciò che pare essere il discorso che dovrà ripetere fra circa un’ora. È tesa come le corde di una chitarra, lo si capisce dal leggero tremare delle sue mani e dal continuo spostare il peso da una gamba all’altra, quasi saltellando.
Non manca molto al suono della campanella e nessuno di voi tre sarà sul palco a darle forza quando arriverà il momento di dare il via al suo ruolo di capo cheerleader e rappresentante sportivo del liceo Dolce Amoris.
«Lou?» la chiama Violet e lei si gira con un sorrisone.
«Imparato!» trilla e, quasi a farlo apposta, la campanella annuncia l’inizio ufficiale dell’anno scolastico.
Elouise corre verso l’entrata secondaria, dove l’aspettano il tuo peggior nemico –conosciuto anche come Nathaniel o segretario delegato- e gli altri capitani dei club. Voltandosi un’ultima volta verso di voi, la tua ragazza si porta l’indice e il medio uniti alla fronte per poi girare il polso verso l’esterno «We have to play…» vi urla, citando parte del motto dell’istituto, sempre presente alla fine di ogni esibizione delle cheerleader.
«And win this game!» rispondete in coro.
È una sorta di imbocca al lupo il vostro, ciò che fa sentire un po’ più uniti gli atleti agli studenti durante le gare, oppure che da un briciolo di sicurezza in più durante un compito in classe.
Ogni alunno di questo liceo impara fin da subito a salutare gli atleti in questo modo, e a rispondervi.
Ti volti verso Lysandre e lo guardi serio: «In quanto a te…» inizi, tirando fuori dal tuo zaino un quadernino rivestito di nero e schiaffandoglielo in mano: «Vedi di non scordartelo più a casa mia, perché io non ho intenzione di girarci da ogni parte per evitare che mia madre decida di leggerlo E poi il cellulare! DOVE DIAMINE CE L’HAI? Ti ho chiamato dieci volte ieri!»
Il tuo amico cerca di risponderti ma, per non si sa quale arcana volontà, viene trascinato nella sua aula, lasciandoti solo.
Spalanchi la porta e eviti di guardare Ambra cinguettare con le sue amichette –ovviamente stratruccate- gettando la cartella ai piedi del secondo banco, quello vicino alle finestre. Ad occupare l’altro posto c’è Rosalya, stilista delle cheerleader e delle ginnaste del liceo, nonché futura cognata di Lysandre.
È una gran figa, a dirla tutta. Con quei capelli argentei, gli occhi dorati e tutte le forme che Madre Natura le ha donato è una delle ragazze più desiderate del liceo. Perfino tu, dopo il trauma post-Debrah, le sei andato appresso. Conclusione? Un calcio ben assestato sui gioielli.
«Ciao Cass!»
«Ciao Rosa.»
Non vi scambiate molte parole, ma è chiaro che nonostante non rientri nella tua cerchia ristretta di amici –e fidanzata- è una persona su cui puoi sempre contare (tranne per creare i vestito del concerto: il risultato sarebbe disastroso).
«Chi c’è in prima ora?»*
«Madame Lemoine»
La professoressa di biologia è una donna di mezza età, bionda tinta e la sua caratteristica principale è quella di non essere simpatica a nessuno.
Con quelle labbra rifatte, poi! Pare la versione vecchia di Ambra!
Non sai cosa pensare di quella specie di strega, che è stata capace di assegnarvi cinquanta pagine da un giorno all’altro per poi farvi fare un compito in classe a sorpresa.
«Perché proprio l’arpia?» chiedi alla tua compagna di banco, come se quella poverina possa darti una risposta.
E per la serie ‘non invocare il diavolo, poi spuntano le corna’ la prof entra trionfalmente in classe e si siede dietro la cattedra con la sua solita espressione da avvoltoio famelico.
Seguono l’appello, qualche commento acido sui vostri voti di uscita dell’anno scorso, e, infine, l’annuncio dell’imminente interrogazione.
«Michel, alla lavagna.» gracchia e per poco non cadi dalla sedia. Non puoi fare a meno di chiederti il perché l’arpia ti odi così tanto. In fondo, a parte qualche sporadica rispostaccia, te ne stai zitto a –non- ascoltare le sue lezioni.
«Michel, non abbiamo tutto il giorno.»
Ti alzi di malavoglia, bofonchiando un insulto, e rimani in piedi vicino alla lavagna, aspettando che la tortura cominci.
«Bene, Michel, parlami del metabolismo cellulare.»
Dal fondo della classe il braccio di Karla – famosa per il sbavare dietro ad Ambra e compagnia– si alza.
Crepa…pensi, intanto che cerchi fra i meandri del tuo cervello una qualsiasi cosa che possa avere a che fare con il metabolismo cellulare.
Guardi implorante Rosalya, che mima qualcosa con le labbra, ma non riesci a capirla.
A salvarti ci pensa nientepopodimeno che il pinguino delegato, il quale bussa e apre elegantemente la porta, senza che essa emetta neanche un cigolio.
Dopo un cenno educato del capo in direzione della prof e il solito ‘scusi il disturbo’, si volta verso di te «Castiel, la signora preside desidera che tu raggiunga immediatamente il teatro.»
Senza perder tempo esci fuori dall’aula «Che è successo, damerino? La vecchia ha perso di nuovo il topo?»
Nathaniel serra le labbra e cerca di rimanere calmo «No, per fortuna. Si tratta di Elouise.»
«Che è successo?»
«È in ansia per il discorso.»
«E quindi?»
«Sta piangendo.»
«E a cosa servo io?»
Il pinguino si blocca, guardandoti serio «Castiel, è scoppiata in lacrime mezz’ora fa e ancora non ha smesso.»
Oh, merda!
 


-NOTE DELL'AUTRICE-

*
Per chi conosce il sistema scolastico Canadese, ci tengo a precisare che la domanda di Castiel è voluta. Sono consapevole di essere in torto, in quanto in Canada sono gli studenti a spostarsi di classe in classe (proprio come in America), ma, a fin di non complicarmi troppo la vita, ho deciso di fare questa piccola eccezione.


Detto questo... grazie per essere arrivati fin qui!^^ Ci tengo a precisare che non saranno aggiornamenti veloci, i miei, ma che farò il possibile per farvi avere il capitolo successivo senza metterci ere geologiche. 
Non ho molto da dire in verità... vi ringrazio ancora per aver letto il primo capitolo, e spero che la storia vi abbia intrigato almeno un pochino :3

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Capitolo 2
*** Di pianti, club, e amici grandiosi ***


"Ready, set, go!
It's time to run
The world is changing, we are one
Together we can make it"






Spalanchi la porta che introduce dietro le quinte del teatro senza neanche bussare.
Certo, sicuramente l’educazione non è mai stata il tuo forte, ma in questo momento hai dimenticato anche cosa sia. Non che tu sia preoccupato per qualche lacrima, ma il fatto che la tua ragazza non smetta di piangere da più di mezz'ora ti rende un poco nervoso.
È normale un po’ di ansia prima di un discorso, ma tutto ciò è altamente esagerato!
Corri verso il piccolo gruppetto formato dai rappresentanti degli altri club e dalla preside e, senza tante cerimonie, ti fai largo, finché non ti trovi davanti ad Elouise, che ha le guance rigate e le mani che stringono convulsamente un fazzoletto ormai distrutto.
Ti inginocchi vicino a lei e la scuoti piano: «Lou, che ti prende?»
Non è da te utilizzare un tono così dolce e basso davanti agli altri, ma non ti sembra proprio il caso di alzare la voce in questa situazione.
Lou continua a singhiozzare, asciugandosi gli occhi con ciò che rimane del fazzoletto, senza dire nulla. Forse neanche lei riesce a spiegare il proprio comportamento: d'altra parte, non ha pianto nemmeno quando l'anno scorso è sfuggita alla presa delle proprie compagne dando una sonora sederata sull'erba.
«Non ricordo un beneamato accidente!» Sbotta, lasciando cadere una nuova cascata di lacrime cristalline che le rigano le guance color cioccolato.
«E che ti importa? Improvvisa!» Le suggerisci, ma la parola 'improvvisazione' Elouise non sa neanche cosa significhi. Per lei, tutto va programmato nei minimi dettagli, e guai se qualcosa è fuori posto, altrimenti potrebbe freddarsi il sole, gli orsi polari diverrebbero bruni e Lysandre inizierebbe a vestirsi da persona normale.
Lou alza nuovamente gli occhi e ti trafigge con lo sguardo: « Muori...» sibila, alzandosi di scatto e snobbando alla grande tutto e tutti.
Si avvicina alla finestra, e dà un'occhiata fuori, imitata immediatamente da voialtri: una lunga folla di novellini dall'aria spaurita si appresta a entrare per la prima volta nel liceo, al seguito di Melody Watson, una ragazza del terzo anno -che sbava dietro al segretario delegato dai tempi della grande glaciazione.
Né a te, né a Lou, né a Kim sta simpatica, con quella sua aria saccente e un po' snob che è riuscita a far irritare persino Violet.
Dandosi una ravviata ai capelli, Lou fa scorrere lo sguardo su tutti voi: « Melody li sta portando in aula magna...» annuncia, secca, mentre il vociare di quelli del primo anno si fa sempre più vicino «Buona fortuna a tutti. We have to play..
Vi portate tutti l’indice e il medio uniti alla fronte e poi girate il polso verso l’esterno «And win this game
Elouise si avvicina a Nathaniel e insieme si avviano verso le scale che portano al palco, dove la preside li aspetta nel suo immancabile tailleur rosa confetto, seguiti dai rappresentanti degli altri club, visibilmente tesi.
Con un sonoro sbuffo apri la porta, diretto verso la tua classe per l'ora di storia col professor Faraize. Ti volti, e vedi la ciocca azzurra della tua ragazza sparire, inghiottita dal buio delle quinte.
Buona fortuna, Tronky.


***

Il ragazzo biondo che sta sul palco continua a blaterare cose sul regolamento scolastico, quasi senza prender fiato. Non si inceppa, non esita, sembra un robot, ma probabilmente è solo uno di quei secchioni figli di papà a cui interessa solamente mettersi in mostra e rompere le scatole agli altri vantandosi dei suoi ottimi voti.
Invece, la roscia in fondo alla fila -una bassa con la treccia spessa che le pende dalla spalla destra- sembra l'esatto contrario. Una svampita figlia dei fiori con la memoria tale e quale a quella di un criceto. Ma a te non interessa nessuno di quei dodici...tredici...o quanti sono.
Allunghi il collo, cercando di scorgere una chioma bianca e un volto di alabastro, ma pare che Lysandre non sia presente. Eppure hai sentito dire che è il miglior giocatore della squadra di pallavolo della scuola! Quindi, perché non è lì, sul palco, a far scorrere quelle meravigliose iridi su tutti i ragazzi del primo anno che affollano l'Aula Magna?
Il ragazzo adibito al ruolo di “segretario delegato” lascia il microfono ad una studentessa all’apparenza del terzo anno, che si avvia al centro del palco con un sorriso sicuro. La prima parola che ti viene in mente guardandola è: piatta. Non hai mai visto una ragazza più piatta di lei in tutta la tua vita. I fianchi si notano solo per il suo leggero ancheggiare e del seno non c’è neanche l’ombra. Come se non bastasse, è talmente magra che le si possono contare le ossa delle braccia, fatto sottolineato dall’altezza considerevole. Tuttavia, vieni colpita dalla vitalità che emanano i suoi lunghi capelli neri, attraversati da una brillante ciocca celeste.
«Salve a tutti!» Esclama, rivolgendovi –se possibile- un sorriso ancora più grande: «Il mio nome è Elouise Lacroix, e per quest'anno sarò ben felice di poter essere di aiuto a chiunque di voi farà parte di uno dei nostri innumerevoli club sportivi.
«Nathaniel è stato molto esauriente riguardo all'argomento, ma non posso fare a meno di rammendarvi che il nostro istituto è uno dei pochi nell'intera regione dell'Ontario a partecipare alle "Ontario school sport competition" e che, di conseguenza, i club sportivi hanno regole molto più rigide e serie degli altri.
«Per entrare a far parte di una squadra, quindi, è necessario avere un minimo di esperienza e partecipare a delle selezioni presiedute da tutti i membri di quest'ultima. Non abbiamo mister, o allenatori, pertanto il capitano della squadra sarà colui -o colei- che si occuperà dell'allenamento, degli schemi di gioco e che si prenderà tutte le responsabilità. Però ogni club ha il suo "supervisore", in modo da evitare incidenti di sorta.»
Chissà quali sono gli sport? è il tuo pensiero, e forse quello di tutti gli altri ragazzi che pendono dalle labbra di lei.
«Le selezioni» continua: «Si svolgeranno il primo giorno di ottobre. Oltre al campo da gioco e alla palestra scolastica, abbiamo un edificio a pochi isolati da qui che funge da seconda palestra. Giusto perché lo sappiate, ogni club si allena nove ore alla settimana, alternandosi i giorni in modo da lasciare spazio agli altri.
«E qui, arriviamo alla domanda che so per certo vi state ponendo: quali e quanti sono i club sportivi?» Elouis vi fa l'occhiolino, poi inizia a indicare i ragazzi alla sua sinistra.
Il primo è un ragazzo di nome Dajan, un gigante del quarto anno con la pelle scura e un fisico da far paura, ovvero il capitano della squadra di basket.
Poi c'è una ragazza del club di pallavolo, che di sicuro non si può definire bella, altri due ragazzi -fratelli, a giudicare dalla somiglianza- uno del club di atletica e un altro di quello di scherma.
C'è una mingherlina all'aria simpatica che fa parte del club di ginnastica artistica femminile è il rappresentante di quello maschile: «E ultimo, ma non meno importante, il club di cheerleading, per il quale potrete rivolgervi direttamente a me.»
La guardi male. Se prima ti era sembrata vagamente simpatica, ora Elouise Lacroix è entrata nella top ten delle persone-da-non-frequentare.
Una cheerleader, c'era da aspettarselo. Bella, alta e popolare, poteva essere solo quello. Una cheerleader… le mancano solo i pon pon... e chissà se non li usa davvero.
Un applauso si leva dagli altri primini presenti nell'Aula Magna e, appena i rappresentanti dei club se ne vanno, la preside torna sul palco e inizia a dividervi per classe.
Ed è così che, per tua immensa gioia, vai a finire nella 1F, stessa sezione di Lysandre. Trattieni a stento un grido di gioia, e lasci che il prof vi scorti in quella che sarà la tua aula di per i prossimi quattro anni.
Ti siedi in prima fila, da brava studentessa modello che è uscita con A dalle scuole medie, sicura che nessuno vorrà scegliersi come compagna di banco una nana albina vestita da gothic lolita che, per di più, si è messa seduta proprio davanti alla cattedra.
E così è: di quindici persone sei l'unica che se ne sta al banco da sola, a fissare la lavagna con sguardo assente. Quantomeno, sei nella stessa sezione di Lysandre... cosa chiedere di più?

***

«Bel discorso, Lou!»
Nathaniel ti da una pacca sulla spalla, mentre salite al primo piano, diretti verso la vostre classi. È stata una mattinata pesante, devi ammetterlo, tuttavia il pensiero di poter, finalmente, condividere di nuovo il banco con Violet ti riempie di gioia.
Ti sono mancate le vostre chiacchiere durante l'ora di matematica, della quale finivi per non capire una mazza, mentre la tua amica sembrava assorbire i formule e formulette leggendole solo una volta, di sfuggita.
Sorridi, saltando i gradini a due a due: «È stato emozionante!» Trilli, voltandoti in direzione del delegato con gli occhi che brillano di soddisfazione.
Se Castiel sapesse che tu e Nathaniel siete così amici di certo darebbe di matto. Non sai il perché, non sai come, e neanche quando è iniziata la loro faida, e hai rinunciato da tempo a capirci qualcosa. Sai solo che una certa Debrah ci ha provato con Nathaniel (o è stato Nathaniel che ci ha provato con lei), e che questa Debrah era la ex di Castiel.
Meglio per te, comunque, non sapere altro. Non ti sono mai piaciuti i triangoli amorosi.
«Chi hai adesso?» Ti chiede Nath, appoggiandosi al corrimano e tentando un sorriso sarcastico.
Scrolli le spalle: «Non lo so, mi sono scordata di prendere l'orario.»
Lui scoppia a ridere e, infilata una mano in tasca, tira fuori un foglietto piegato con cura e te lo porge. Lo apri, e i tuoi occhi si illuminano: la tabella completa di tutta la settimana, compilata con le materie e i nomi dei rispettivi professori, spicca nera sulla superficie candida della carta.
«Nath, io ti adoro!» esclami, gettandogli le braccia al collo. E al diavolo Castiel e le sue manie da primadonna mestruata. Non è lui che deve decidere i tuoi amici.
E Nath è davvero un grande.




-NOTE DELL'AUTRICE-

Beh... che dire, chiedo umilmente scusa per il ritardo! XD
Spero che il capitolo vi sia comunque piaciuto, e vi assicuro che il prossimo è praticamente pronto (giuro, faccio del mio meglio per scrivere il prima possibile).
Ci tengo a precisare che Nina è un po' OC rispetto all'originale, un po' per motivi di trama, un po' perché non ho abbastanza materiale su di lei per poterla gestire secondo il gioco. In ogni caso, se volete sapere di più su come tratterò di lei, vi lascio il link di una mia one-shot, che si può considerare una sorta di "shot pilota" della storia.
Part of your world:  
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2568443&i=1

Ad ogni modo, ringrazio Myaku per avermi fatto da beta e per avermi dato un sacco di consigli utili per migliorare la storia!^^ Se vi capitasse di avere un po' di tempo, fate un salto sul suo profilo!

Un bacione e arrivederci al prossimo capitolo! Spero di poter fare al più presto un'illustrazione decente.


   

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