Puella Magi ancora una volta

di KakashinoSharingan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Riavvolgimento ***
Capitolo 3: *** Modulo d'iscrizione ***
Capitolo 4: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 5: *** Correre, scappare, combattere ***
Capitolo 6: *** Anche io ho qualcuno che voglio proteggere! ***
Capitolo 7: *** È così che la ringrazi? ***
Capitolo 8: *** Non farmene pentire ***
Capitolo 9: *** Capovolgimento ***
Capitolo 10: *** Studi e coincidenze ***
Capitolo 11: *** Momenti per piangere, momenti per sorridere ***
Capitolo 12: *** La vigilia della battaglia ***
Capitolo 13: *** La verità ***
Capitolo 14: *** Arriva Walpurgis! ***
Capitolo 15: *** Responsabilità ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Capitolo modificato

Prologo

Mille destini che si incrociano, mille vite ripercorse alla ricerca della salvezza.
Non della propria.
La salvezza della persona più importante, anteposta a tutto, anche alla propria stessa sofferenza.
Homura, la ragazza che ha rivissuto mille volte l’incontro con questa persona, è pronta a ricominciare un’altra volta, pur di veder realizzato il suo desiderio: salvarla.
Perché quando l’ha vista tramutarsi in una Dea e lasciare questo mondo, a lei quella è parsa una morte ancora più dolorosa di quelle inferte dalle streghe. Nessuno avrebbe ricordato quella ragazza dai codini rosa e il sorriso dolce.
Perché il riavvolgimento che tutti conosciamo non è stato l’ultimo!

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Capitolo 2
*** Riavvolgimento ***


Riavvolgimento

Homura Akemi era a terra, gli occhi vitrei che fissavano il vuoto. Non riusciva a credere a ciò che era appena successo. Nonostante Madoka si fosse sacrificata per eliminare le streghe, il male era rinato sotto altre sembianze.
A cosa era servito allora l’atto di coraggio della sua migliore amica? Non era cambiato niente, niente di niente!
Loro quattro si trovavano nuovamente a combattere come Puella Magi, solo contro nemici diversi e con una compagna in meno.
Non posso tollerarlo. L’ho rivista morire mille volte, ma nonostante questo non ho mai perso la volgia di rivederla sorridere, ancora e ancora. Devo riavvolgere tutto, un’altra volta. Dopotutto questo non è solo il mio desiderio: è il motivo per cui combatto!
Era davvero pronta a tutto pur di salvare l’allegra ragazza dai codini rosa. Era pronta, stava per iniziare a riavvolgere il tempo, quando sentì una voce fin troppo familiare: “Stavolta per te sarà davvero l’ultima, Homura Akemi. Non sono più solo. La prossima volta, Madoka Kaname diventerà una strega, e tu non potrai più salvarla!”
Homura vide due occhi rossi lampeggiare al buio, per poi sparire. Anche se non lo aveva visto in faccia, sapeva benissimo di chi si trattava. Kyubey, il piccolo esserino bianco dall’aspetto innocente, ma gli occhi ripieni di un’incontenibile brama. Quello che le aveva ingannate tutte.
La ragazza si alzò in piedi, sistemò con la mano le pieghe del vestito. Non lo avrebbe detto alle altre. Salvare Madoka era il compito che si era prefissata quel giorno, nel momento in cui l’aveva vista morire per la prima volta. Madoka era morta per proteggerla, lei lo sapeva. Nel primo tempo che aveva vissuto con lei, Madoka aveva fatto di tutto affinché lei non diventasse una Puella Magi. Ora era il suo turno di proteggere l’amica.
Guardò lo strumento che aveva al braccio, la chiave del riavvolgimento. Lo aveva ottenuto diventando una ragazza magica.
Lo attivò.

Si ritrovò in una dimensione oscura: accadeva sempre durante il riavvolgimento. Le immagini di quel tempo scorrevano al contrario, cancellando la propria esistenza. Rivide Sayaka tramutarsi in strega e Mami morire divorata. Rivide il sorriso spavaldo di Kyoko e quello gentile di Madoka.
Una lacrima le rigò il viso: non riusciva a reprimere quel senso di rabbia profonda che aveva dentro. Perché doveva sempre finire in quel modo?
Quando il flusso temporale terminò si ritrovò distesa sull’erba, sotto il sole primaverile che le carezzava il viso con il suo tepore. Era il periodo di vacanza che separava due anni scolastici.
Guardandosi intorno riconobbe il luogo: era il parco di fronte alla scuola. Chiuse gli occhi, sentendo la brezza carezzarle i lunghi capelli neri. Stavolta ti salverò, Madoka. Te lo prometto! pensò, determinata. Ma non si accorse che qualcuno la stava osservando, non troppo lontano, con sguardo di sfida.
“Vedremo, Homura Akemi. Non sei l’unica ad aver già fatto la prima mossa!”


Angolino dell’autrice
Ciao!
Ho appena revisionato il capitolo, cambiando leggermente il layout e sistemando dei piccoli errori.
La mia storia sarà raccontata dal punto di vista di Homura (in terza persona). Ho deciso di prenderla come punto di vista, al posto di Madoka, in quanto credo che sia un personaggio caratterialmente molto interessante. Inoltre, il suo punto di vista mi sarà molto più utile per descrivere la storia a cui ho pensato.
Spero vi piaccia!

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Capitolo 3
*** Modulo d'iscrizione ***


Modulo d’iscrizione

Dopo appena una settimana, le vacanze primaverili erano giunte al termine.
In questo periodo, Homura si era data da fare per rintracciare Madoka e le sue amiche e assicurarsi se erano già diventate Puella Magi oppure no.
Purtroppo, Sakura e Mami avevano già stretto il loro patto con l’Incubator. Ma questa era un’invariabile di quasi tutti i cicli temporali che aveva riavvolto, dunque ormai non dava più troppo peso a questa cosa. Madoka e Sayaka, invece, non erano ancora diventate maghe. Per fortuna. Anche se erano amiche di Mami e Homura non poteva sapere quanto Mami avesse raccontato loro. Spero non sia stata così ingenua da rivelar loro il suo segreto!
Ora però veniva la parte difficile: entrare in contatto con Madoka. Perché lei, una sconosciuta, avrebbe dovuto parlarle? Non era nemmeno iscritta a scuola!
“Oggi c’è l’incontro con le matricole. Potresti presentarti li per iscriverti a scuola, dato che oggi inizia il nuovo anno scolastico!” Kyubey era di fianco a lei, tranquillo. Odiava quel suo modo di fare! Lui la fissò negli occhi e questo la fece sentire male: aveva lo sguardo di chi è già convinto di avere la vittoria in pugno!
Homura non rispose, ma seguì il suo consiglio, anche se con molta circospezione. Non si poteva mai sapere che cosa aveva in mente l’Incubator.

Allo sportello dedicato agli iscritti dell’ultimo momento non c’era alcuna coda: nessuno voleva prendersi in ritardo con l’iscrizione, in quanto la procedura durava di norma due settimane. Parlò con la segretaria, una donna sulla quarantina dall’aspetto non proprio curato, che le spiegò pigramente come compilare i moduli.
Homura l’ascoltava distrattamente. Una volta finito di firmare tutti i fogli, fece per andarsene e fu in quel momento che si accorse che una ragazza si era messa in coda dietro di lei, pronta per firmare a sua volta i moduli d’iscrizione. Era piuttosto magra, quel tipo gracilino che non salta subito all’occhio. O almeno, non se non ha i capelli e gli occhi di un colore arancio intenso.
Homura non poté non fissarla per un istante. Tuttavia si accorse che anche la ragazza la fissava e aveva lo sguardo quasi assente. Homura passò oltre, attraversò il corridoio per accedere al cortile interno, dove si teneva un piccolo ricevimento.
Notò subito Mami, che era in compagnia di Kyoko: brutto segno. Le due forse sapevano già che anche l’altra era una Puella Magi; sarebbe stato sempre più difficile tenere Madoka all’oscuro di tutto.

All’improvviso iniziò a comparire una delle dimensioni delle streghe. Mi sembrava tutto fin troppo pacifico pensò Homura, trasformandosi subito in una Puella Magi. Si accorse con sollievo che solo lei, Mami e Kyoko erano entrate nella dimensione stregata: Madoka, per fortuna, non ne sapeva ancora nulla.
Tuttavia Homura cercò di non farsi notare dalle due ragazze, per motivi di sicurezza.
Le forme e i colori vorticavano attorno a lei, fondendosi e creando mille figure che rendevano l’ambiente caotico.
Vide il mare tuffarsi sul monte Fuji e la luna colare a picco in un lago alpino. Individuò la strega, che non era neppure troppo grossa, ma nel momento in cui stava per evocare le sue armi da battaglia si accorse di un dettaglio molto importante: non aveva più al braccio lo strumento per riavvolgere il tempo.
“È impossibile che lo abbia perso!” esclamò stupita. Tuttavia non aveva il tempo di fermarsi a pensare: la strega l’aveva notata e stava provvedendo ad attaccarla; come se non bastasse, Homura aveva deciso di non farsi notare da Kyoko e da Mami.
Decise di limitarsi a schivare, e intervenire solo nel caso in cui le altre fossero state in serio pericolo. Per il momento comunque sembravano cavarsela più che bene.

Presto la dimensione stregata si annullò: le due maghette avevano sconfitto la strega. Si ritrovarono nuovamente nel cortile della scuola e Homura si accorse con sollievo che era tutto come prima. Mami era però lievemente ferita e Kyoko l’aiutò a nascondersi, per poterla medicare con calma.
Homura era ancora sorpresa di non essere riuscita ad evocare lo scudo con cui era in grado di riavvolgere il tempo.
Forse è solo una piccola anomalia dovuta al fatto che il tempo è stato riavvolto da poco. pensò speranzosa. Però sapeva che non sarebbe stato facile: Kyubey è imprevedibile!


Angolino dell’autrice
Ciao!
In questo secondo capitolo si ha un primo sviluppo della situazione. anche questo è già stato revisionato, e ho provveduto a correggere piccoli errori e modificare alcune frasi.
Lo scontro di questo capitolo l’ho descritto solo brevemente per due motivi: primo perché non è il punto chiave del capitolo e secondo perché le streghe veramente potenti compariranno più avanti. Però ci voleva.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un saluto!

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Capitolo 4
*** Un nuovo inizio ***


Un nuovo inizio

Finalmente per Homura era giunto il primo giorno di scuola. Era molto nervosa: in quelle due settimane era riuscita a fare ben poco, dato che non aveva alcuna scusa per avvicinarsi a Madoka. Si era limitata ad osservare da lontano, restando comunque pronta per intervenire in caso di necessità.
Non era ancora sicura di come le sarebbe convenuto comportarsi con lei.
Si lisciò le pieghe dell’uniforme scolastica, attraversò il lungo corridoio e varcò la soglia dell’aula, mentre la professoressa di musica pronunciava il suo nome, scandendo per bene ogni sillaba. “Trattatela amichevolmente, si è appena trasferita.”
Quante volte aveva sentito quelle parole, ricominciando la scuola ancora una volta.
Si guardò intorno: non aveva controllato in che classe si sarebbe trovata stavolta. Sicuramente non con Mami, dato che era di un anno più grande di loro. Notò in un angolino della classe Kyoko Sakura, che guardava fuori dalla finestra mordendo distrattamente un biscotto. Ribelle come sempre.
In seconda fila, da dietro un ragazzo alto e muscoloso, spuntava il ciuffo blu di Sayaka Miki. Purtroppo nessuna traccia di Madoka.
Homura sospirò, abbassando lo sguardo. Muovendo la testa per compiere quel gesto, tuttavia, notò una ragazza dall’aspetto familiare: occhi e capelli arancioni, raccolti in due ordinate trecce. La fissò, forse fin troppo intensamente: esistevano coincidenze del genere?
L’insegnante si accorse del suo interesse nei confronti della ragazza, così le disse: “Puoi sedere di fianco a lei, se lo desideri. È una nuova studentessa, proprio come te!”
Homura non voleva affatto sedersi accanto a lei! Stare vicino a Miki le avrebbe offerto molte più opportunità di avvicinarsi a Madoka. Tuttavia non voleva contraddire la professoressa il primo giorno di scuola, guadagnandosi l’antipatia di tutti. Non che le importasse, ma era essenziale per non avere fastidi e poter svolgere al meglio il suo compito.
Così sedette vicino a lei. La ragazza la guardò sorridendo: “Ciao, Homura Akemi! Io sono Yoko Kuroishi! Spero che potremo diventare amiche!”
Homura le sorrise; era un sorriso forzato però. Non aveva alcuna intenzione di diventare sua amica e nemmeno aveva voglia di fingere.
Dopo le lezioni vide Miki parlare con Madoka; quanto la invidiava. La ragazza dai codini rosa stava ridendo, lievemente imbarazzata. Homura avrebbe dato qualsiasi cosa pur di trovarsi al posto di Miki, in quel momento!
Si avvicinò, con la scusa di parlare con la sua compagna di classe: “Ciao! Sono Homura, siamo nella stessa classe. Ho notato che hai preso molti appunti durante la lezione, se non disturbo troppo vorrei chiederti se ti farebbe piacere darmi una mano con le lezioni che ho perso in queste due settimane!” finse un tono un po’ preoccupato. In realtà sapeva ormai a memoria tutto il programma di quell’anno scolastico, vista la quantità di volte che l’aveva rivissuto. Se frequentava la scuola in ogni ciclo temporale era solo per avere più possibilità di parlare a Madoka.
Sayaka sembrava leggermente turbata dalla richiesta: “Non credo di essere la persona più adatta… Ecco, vedi…” ma, con immenso stupore da parte di Homura, Madoka intervenne: “Scusala, è solo un po’ timida! Ti aiuteremo volentieri, non temere! Mi chiamo Madoka, Madoka Kaname, e sono nella sezione accanto alla vostra!”
Homura era così sorpresa che non sapeva cosa dire. Sorrise inconsciamente: era da molto che un sorriso genuino come quello le increspava le labbra. Madoka era sempre rimasta la stessa.
In quel momento sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla: “Scusate, non ho potuto fare a meno di sentire il vostro discorso. Vi spiace se mi unisco a voi?”
Quella voce. Homura girò la testa appena: era Yoko, la sua vicina di banco. “Nessun problema!” disse Madoka, entusiasta di quella novità del tutto inaspettata!
Perché quella ragazza impensieriva Homura a tal punto? Infondo non la conosco. Non l’ho mai vista in nessun riavvolgimento temporale. Non può essere una persona così importante, altrimenti la riconoscerei!
Le quattro ragazze si avviarono verso la casa di Miki, pronte per un intenso pomeriggio di studio!


Angolino dell’autrice
Ciao!
Anche questo capitolo è stato revisionato e corretto! Se trovate ancora errori, non esitate a farmelo sapere!
Ecco finalmente l’incontro tra Homura e Madoka! Nonostante sia avvenuto presto, ci vorrà del tempo prima che il loro rapporto si approfondisca. Non voglio che la storia proceda troppo in fretta, perché ho fin troppe idea che voglio portare a termine nel frattempo.
Sto cercando di riflettere bene su ogni capitolo. Infatti avrei già un’idea per parte della storia, ma ha bisogno di una lunga introduzione. Spero che vi piacerà!
  Mentre revisiono i capitoli sto rileggendo il manga, per trarre spunti ed essere sicura di non compiere errori!
Un saluto!

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Capitolo 5
*** Correre, scappare, combattere ***


Correre, scappare, combattere

Lungo la strada verso casa di Miki, incontrarono Sakura e Mami. Le due ragazze avevano un’aria strana: Madoka aveva invitato anche loro, ma le due erano corse via senza nemmeno salutare. Questo fatto aveva incuriosito Homura fin troppo. Mami che se ne va senza salutare? Ho un brutto presentimento!
Inventò una scusa per marinare l’incontro di studi: “Scusatemi, ragazze! Avevo dimenticato che non ho ancora fatto la spesa!” “Possiamo rimandare, allora!” propose Sayaka. “Ma no, tranquille. Yoko ha bisogno degli appunti, meglio se intanto date una mano a lei!” detto questo, prese la stessa direzione di Sakura e Mami, ma senza mostrare alle altre la sua intenzione di seguirle.
Svoltato un angolo si trasformò in Puella Magi. “Dannazione! Lo scudo temporale non vuole saperne di riapparire!” imprecò, notando che quello strumento era ancora assente.
Individuò Mami e Kyoko: come sospettava stavano entrando in una dimensione magica. Fece per avvicinarsi all’ingresso anche lei, quando notò il gruppetto di Madoka; le ragazze si stavano avvicinando pericolosamente. Vide con sollievo che si fermarono davanti a una casa all’inizio della strada. Miki girò la chiave nella toppa, entrando per prima ed esortando le altre ad imitarla. Madoka si fiondò all’interno, Yoko la seguì subito dopo; Homura era certa di aver visto quella ragazza guardare nella sua direzione. Non può avermi notato! non ne era però tanto certa. Quella ragazza la preoccupava non poco.
Homura entrò finalmente nella dimensione stregata.

Venne catturata da un vorticare di farfalle bianche e nere, mentre una grande cornice dorata la inseguiva, tentando di imprigionarla. Evocò un fucile, sparando ripetutamente alle allucinazioni. Doveva riuscire ad individuare la strega.
Muovendosi agilmente tra i colori che si intersecavano, Homura riuscì a schivare ogni attacco, capendone così anche la provenienza. Ad un tratto però, prima di poter individuare con certezza la posizione dell’artefice di quella dimensione, sentì un urlo. Erano grida di dolore. Le sembrò di riconoscere la voce e si precipitò a verificare.
Mami era a terra, una gamba sanguinante, mentre Kyoko cercava di proteggerla dalla strega. Homura la vide: era la stessa che aveva divorato Mami nel ciclo temporale precedente. Così non va, non va per niente! prese il fucile e lo scaricò sulla strega, attirandola verso di sé. Anche Sakura la vide, rimanendo a bocca aperta. Homura aveva agito senza pensarci: è vero che era diventata una maga allo scopo di proteggere Madoka, ma non aveva alcuna voglia di vedere di nuovo Mami morire.
Fece un balzo all’indietro, mentre la strega la seguiva. Riuscì a sparare qualche colpo, ma l’essere magico adesso la stava attaccando direttamente. Venne colpita a un braccio da una freccia acuminata, e non poté non gridare di dolore. Si accasciò a terra. Evocò una pistola, più maneggevole, e impugnandola con una sola mano sparò alla strega, colpendola nel punto giusto.
La strega si dissolse e con essa la dimensione magica. La sua spalla era ormai a posto: dopotutto i loro corpi non erano altro che contenitori. Raccolse il Grief Seed deposto dalla strega e scappò, prima che una delle ragazze potesse parlarle. Aveva controllato da lontano le loro Soul Gem ed erano ancora molto limpide; la sua invece iniziava a riempirsi di impurità.
Si arrampicò in cima ad una gru. Si sedette, prese il Grief Seed e lo poggiò delicatamente sulla Soul Gem. La gemma tornò nuovamente del suo intenso colore violaceo.
Homura guardò lontano: il sole stava calando e una brezza leggera le spostava delicatamente i capelli da un lato. “Ancora a pensare?” le chiese Kyubey, calmo come sempre. Al solito era apparso dal nulla. “Perché perdi tempo con me invece di pensare al tuo piano?” sbottò Homura in tono secco. “Ma è ovvio, piccola Homura Akemi. Il mio piano è già perfetto!” detto ciò se ne andò così come era venuto.
Homura gli sparò contro; non che servisse a molto, quell’essere era immortale. Altrimenti, lei avrebbe avuto la metà dei problemi.
Ripensandoci bene però quel giorno era una piccola vittoria per lei: dopotutto, quella strega non era riuscita a divorare Mami!


Angolino dell’autrice
Ciao!
Finalmente uno scontro più dettagliato… ce n’era proprio bisogno!
Sakura si è accorta perfettamente di Homura (Mami no, era a terra). Le Puella Magi percepiscono il dolore in maniera ridotta, però comunque lo percepiscono. Nel manga Kyubey spiega che per non percepirlo affatto dovrebbero rallentare i loro movimenti.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Ho appena revisionato anche questo!
Un saluto!

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Capitolo 6
*** Anche io ho qualcuno che voglio proteggere! ***


Anche io ho qualcuno che voglio proteggere!

Il giorno seguente a scuola Homura si sentiva addosso lo sguardo di Kyoko. Sapeva che la ragazza le avrebbe chiesto qualcosa. Lei non aveva voglia di spiegare; fece di tutto per evitarla. In primo luogo andò a parlare con Sayaka, per scusarsi di non essersi potuta fermare a studiare con loro, il giorno precedente. Per avere una scusa si mise perfino a parlare con Yoko. Ma era perfettamente consapevole di non poter evitare Sakura per sempre.
Infatti la rossa la avvicinò in momento in cui era da sola. La condusse nel sottoscala, vicino al laboratorio di scienze, che a quell’ora era sempre deserto. Una volta li, Sakura iniziò a parlare con quel suo tono arrogante che Homura non aveva mai sopportato: “Chi sei tu, veramente? Il giorno stesso in cui arrivi a scuola, nel pomeriggio ti trovo a combattere le streghe! Di un po’, se venuta qui apposta per attaccar briga?”
Homura non rispose. Non la stava nemmeno guardando, mentre le parlava. Finalmente disse: “Anche se fosse? Di certo se sono venuta qui non è per te!” “Non è questo il punto. Anche se fossi venuta per Mami, io ti combatterei comunque!”
Homura si irritò non poco, ma riuscì a mantenere il suo tono calmo e distaccato: “Il motivo per cui sono qui è una persona, che non è nemmeno una Puella Magi. O per lo meno, non ancora…” si interruppe. Non voleva mettersi a piangere, così scansò Sakura e tornò in classe.
Quel pomeriggio, dopo la scuola, tornò sulla gru del giorno prima. L’altezza la calmava, poteva pensare così lucidamente da lassù, fissando l’orizzonte. Vide passare alcuni suoi compagni di scuola. Incuriosita, scrutò meglio i dintorni, controllando scrupolosamente ogni angolo: si era accorta nei giorni precedenti che Madoka a quell’ora amava fare un giro con Sayaka e Mami. Infatti la individuò tra la folla.
Però qualcosa non andava: Kyoko era con loro e stava appiccicata a Mami. Forse la discussione che avevano avuto nel mattino l’aveva impensierita. Comunque la situazione era fin troppo pericolosa: ben due Puella Magi si trovavano al fianco di Madoka.
Senza pensarci due volte scese dalla gru e corse a perdifiato verso di loro.
Però si fermò. Non sapeva perché, ma non voleva incontrarle in quel momento. Non sarebbe riuscita a guardare in Madoka in faccia. Non avrebbe saputo cosa dirle. Sentì una fitta al cuore: perché non riusciva mai a proteggere Madoka come avrebbe voluto?
Sono proprio una stupida!” cadde a terra, in ginocchio, trattenendo a fatica le lacrime. Indossava gli abiti di Puella Magi, come era solita fare. Tuttavia lo scudo ancora non era riapparso.
Nonostante le servisse solo per riavvolgere il tempo, la rassicurava averlo vicino: significava che avrebbe potuto ricominciare daccapo, per salvare Madoka, un’altra volta. Era la sua speranza.
“Alzati, se ne hai il coraggio!” di fronte a lei, Kyoko Sakura la stava chiamando con aria di sfida. Si era staccata dal resto gruppo per venire da lei. “Cosa vuoi da me?” le chiede Homura, fissandola dritta negli occhi. Sapeva che non era la giusta reazione: avrebbe dovuto evitare di inimicarsi le altre maghette.
Però non poteva farci nulla: non aveva mai sopportato l’atteggiamento di Kyoko. Si alzò in piedi, le gambe le tremavano appena. Non avrebbe dovuto assecondarla e scontrarsi con lei, ma Sakura era già partita all’attacco.
Homura cercava di combattere difendendosi. Inoltre senza il suo scudo non avrebbe potuto manipolare il tempo a suo piacere, come era solita fare in battaglia. Non voleva ferire Sakura. L’altra, invece, combatteva per ucciderla.
“Kyoko, smettiamola! È ridicolo comportarsi così!” “Niente da fare! Fino a quando non mi avrai confessato il tuo scopo, non posso lasciarti andare!”
Homura trovò uno spiraglio nella difesa di Kyoko: il suo modo di combattere era così prevedibile! La colpì con il calcio di un fucile che aveva evocato poco prima, senza farle però troppo male. Voleva soltanto immobilizzarla.
Avvicinò il viso a quello della rossa: sentiva il suo respiro affannoso sul naso. Le disse, fissandola negli occhi: “Non sono qui per fare del male a nessuno. Anche io ho qualcuno che voglio proteggere! Non mi farò mettere i bastoni tra le ruote da nessuno!”
Detto ciò, se ne andò. Sakura era ancora a terra, col fiato corto. Homura non l’aveva convinta per niente, però aveva deciso che l’avrebbe lasciata in pace, per il momento. Almeno finché non avesse fatto un passo falso: quella sarebbe stata la sua fine!


Angolino dell’autrice
Ciao!
Certo che Kyoko ha sempre avuto un caratteraccio… mi dispiace per chi shippa la coppia Kyoko/Miki, ma essendo questo un nuovo ciclo temporale alcuni fatti sono diversi! (Anche perché se fossero accadute esattamente le stesse cose della serie principale, che senso avrebbe mai avuto riscriverla?)
Spero che questo capitolo vi piaccia! Sviluppi in arrivo anche perché la notte di Walpurgis si avvicina!
Un saluto!

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Capitolo 7
*** È così che la ringrazi? ***


È così che la ringrazi?

Il giorno seguente, dopo la scuola, Homura si stava recando a casa di Miki per il famoso incontro di studi. Fortunatamente sarebbero state solo lei, Madoka e Sayaka. Una volta a casa della ragazza, tirò un profondo sospiro di sollievo. Nessuna Puella Magi in vista. Avrebbe potuto cercare di stringere, di nuovo, amicizia con Madoka. Senza parlarle della magia. O delle mille volte in cui era già stata sua amica.
Non riusciva nemmeno a guardarla in faccia, figuriamoci a parlarle. Nel ciclo precedente l’aveva messa in guardia tantissime volte, ma quella stupida aveva deciso nuovamente di morire per proteggere gli altri.
Di questo passo, non riuscirò mai a salvarla. Quante volte dovrò rivederla morire ancora? il dubbio era lacerante. Cosa avrebbe potuto dirle per evitare che quella ragazza si autodistruggesse ancora una volta?
Per quasi tutto il pomeriggio non parlò, simulando timidezza, limitandosi ad ascoltare Sayaka che paziente le spiegava cose che sapeva già. Evitò di incrociare lo sguardo di Madoka, non riusciva a sostenerlo. Avrebbe voluto urlare, farle sapere perché lei era li, spiegarle l’inganno di Kyubey… ma non aprì bocca. La verità è che si sentiva una codarda.
Uscita da casa di Miki, verso il tramonto, si diresse per l’ennesima volta verso la solita gru, per riflettere. Doveva agire con cautela, nascondere la sua identità. Sarebbe bastato che Madoka non venisse a sapere niente delle Puella Magi almeno fino al giorno dopo la notte di Walpurgis.
Si sedette. Il cielo era di un caldo color miele, che sfumava vero l’indaco. Prese in mano la Soul Gem: le sembrava impossibile anche dopo tutto quel tempo che quel sassolino colorato rappresentasse la sua anima. Che fosse la sua anima. All’improvviso “l’anima” iniziò a brillare violentemente: una strega si trovava nelle vicinanze.
Raggiunse il luogo interpretando i bagliori emessi dalla gemma, che la guidava come se fosse una mappa; una volta sul posto, entrò nella dimensione magica. Questa volta era una strega piuttosto potente. Si vede che la notte di Walpurgis è sempre più vicina. Devo fare attenzione!
Una volta dentro, vide Kyoko e Mami. Non se la passavano affatto bene. Ma questa volta non aveva così tanto tempo per salvarle: era già tanto se riusciva a tenere testa ai demoni familiari che attaccavano lei, grossi funghi con sei braccia.
Si concentrò, evocò due pistole e iniziò a sparare a destra e a manca, mirando con precisione millimetrica. In quei giorni si era abituata a combattere senza usare le distorsioni temporali come faceva di solito. Guardò in direzione delle altre due: la prima stava utilizzando innumerevoli fucili, come era solita fare, mentre la seconda impugnava la sua lunga lancia. Ma erano ricoperte di ferite, da capo a piedi.
Dopo poco la dimensione stregata iniziò a sparire, ripiegandosi su se stessa. Le avevo sottovalutate! Sono riuscite a sconfiggere una strega di questo livello, nonostante le ferite!
All’improvviso però si sentì uno sparo, poi un grido. Vide una sagoma muoversi veloce davanti a lei, senza però riuscire a distinguerla. Corse nella direzione da cui proveniva l’urlo: Mami era in ginocchio, le mani sul viso. Davanti a lei, il corpo di Kyoko stava disteso privo di vita. Mami raccolse quel che restava della Soul Gem dell’amica, e un proiettile. Alzò lo sguardo: la rabbia sgorgava dai suoi occhi assieme alle lacrime.
“Me lo aveva detto! Sakura me lo aveva detto che non dovevamo fidarci di te!” le gridò in faccia. Homura non sapeva cosa dire. Non poteva dire nulla. Come poteva essere accaduto? La dimensione stregata stava sparendo, la strega era stata sconfitta! Da dove proveniva allora quello sparo? “Perché le hai fatto questo? Dopo il vostro scontro Sakura mi ha raccontato che, nonostante non si fidasse di te, ti avrebbe dato una chance. È così che ricambi la sua fiducia?” la ragazza era davvero distrutta. Nonostante conoscesse benissimo i rischi del mestiere, vedere la sua amica priva di vita era un colpo troppo forte.
Homura non aveva parole. Non era stata lei a sparare, ma Mami le avrebbe creduto? Nessun altro si trovava nella dimensione magica con loro, e la strega era già sparita quando aveva udito lo sparo.
“Mi… dispiace…” fu tutto quello che le uscì dalle labbra.
Mami raccolse il corpo dell’amica e se ne andò, saltando sul tetto di un edificio. Il suo sguardo era terrificante. Homura sapeva che sarebbe stato impossibile ora come ora tenere Madoka lontana da quel mondo.
Sopra un palazzo li vicino, due occhi rossi come il tramonto brillarono di gioia. O almeno, sarebbe stata gioia se lui avesse potuto provare dei sentimenti.


Angolino dell’autrice
Ciao!
Scusate, questo capitolo è estremamente triste…
Mi dispiace per la fine di Kyoko Sakura, ma è proprio grazie a questo avvenimento che gli ingranaggi della storia inizieranno a muoversi sempre più veloci. Lei è uno dei personaggi che preferisco in questa serie, però era un avvenimento inevitabile stavolta!
Un saluto!

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Capitolo 8
*** Non farmene pentire ***


Non farmene pentire

Quel giorno era domenica: niente scuola. Homura si svegliò comunque molto presto, aveva fin troppe cose a cui pensare per potersi rigirare tra le coperte fino a tardi.
Pattugliò la zona in maniera esemplare: cercò di sconfiggere il maggior numero di streghe che incontrava. Non si lasciò sfuggire alcun demone familiare. Raccolse ed utilizzò più Grief Seed in quell’unico giorno che nell’intera settimana.
Se elimino io tutte le streghe, Madoka non dovrà stringere il patto con Kyubey. Farò in modo che non ci sia bisogno di altre Puella Magi qui intorno!
Aveva finalmente deciso che strategia adottare.
La determinazione nei suoi occhi era la stessa del giorno in cui aveva stretto il suo patto; quel giorno però piangeva e nonostante il suo desiderio fosse forte le tremavano le gambe dalla paura. Stavolta era diverso.
Anche se non era invecchiata di una virgola, riavvolgendo il tempo, aveva vissuto così tante vite che le sembrava di avere più di cento anni. Era molto più matura di quel giorno lontano. E forse anche più triste.
Comunque, decise che la strega che aveva appena localizzato sarebbe stata l’ultima per quel pomeriggio di scontri. Aveva combattuto prevalentemente pesci piccoli e quell’ultimo Grief Seed le sarebbe servito per purificare per bene la sua Soul Gem e dormire sonni tranquilli, almeno per quella notte.
Attraversò la barriera magica che le si stagliava di fronte. Un treno ad alta velocità sfrecciava su binari di liquirizia, mentre un manichino suonava un violoncello. Altri demoni familiari stavano giocando con le forme e con i colori mentre la ragazza evocava un armamentario di esplosivi. Questa strega era su un piano diverso rispetto a quelle affrontate durante il giorno. Avrebbe chiuso la caccia in bellezza.
Lanciò un paio di bombe a mano nel mezzo del parapiglia, fece due balzi in avanti e si mise a correre, cercando la provenienza di quel grande potere magico. Nel frattempo tentava di abbattere tutti i demoni più pericolosi, per lo meno i più vicini alla trasformazione in streghe.
Individuò la sua preda, attorniata da due mostri pieni di tentacoli. Evocò una mitragliatrice e iniziò a scaricarla contro la strega.
Fu in quel momento che le vide.
Dal lato opposto si trovavano due ragazze, armate fino ai denti. Una combatteva attorniata da mille fucili: nonostante fosse distante poté distinguerla chiaramente. Solo Mami Tomoe combatte in modo così vistoso!
Ma l’altra… nella confusione della battaglia non riusciva a distinguerla. Aveva qualcosa che luccicava tra le mani. Homura lanciò la mitragliatrice contro la strega, colpendola. Disfattasi di quell’arma pesante, balzò in direzione delle due ragazze. Giunta in prossimità delle due, tirò un sospiro di sollievo: la seconda era Sayaka Miki, che impugnava una katana lucente.
Le due si accorsero di lei mettendosi sulla difensiva. Tuttavia diedero la precedenza alla strega, che in quel momento era la più pericolosa. Essendo in tre sconfiggerla non fu troppo difficile.
Non appena la barriera magica si ritirò, Mami raccolse da terra i due Grief Seed che la strega aveva deposto. Posò il primo sulla propria Soul Gem e porse il secondo a Sayaka. Homura strinse la sua gemma forte: era al limite.
Mami si voltò verso di lei, lanciandole qualcosa. La ragazza lo prese al volo: era il Grief Seed. “Si può utilizzare una seconda volta. Vedi di non farmene pentire!”
Una lacrima rigò il volto di entrambe. Mami pensava ancora al corpo inerte di Kyoko, steso tra le sue braccia. Homura, invece, stava constatando che Mami era sempre la stessa, per questo temeva che le sarebbe toccata la stessa fine dell’altra volta: Madoka avrebbe sofferto ancora.
Se ne andò, senza fare complimenti.


Angolino dell’autrice
Ciao!
Evviva, la storia si muove! Sento i personaggi agire da soli, sono loro a guidare le mie dita sulla tastiera! Sono troppo impaziente, c’è una scena che voglio scrivere dal primo capitolo e ancora non è venuto il momento! Però per il bene della storia devo trattenermi.
Un saluto!

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Capitolo 9
*** Capovolgimento ***


Capovolgimento

Il giorno seguente, a scuola, Homura si accorse che Sayaka tentava di evitarla nonostante lei cercasse il contatto visivo. Dopotutto, il giorno prima si era dimostrata così amichevole!
Durante la ricreazione ebbe modo di confermare i suoi sospetti: Mami aveva spifferato tutto. Lo aveva fatto sicuramente per giustificare la scomparsa di Kyoko Sakura agli occhi delle amiche, ma che diritto aveva di coinvolgerle così? Madoka si strofinava spesso gli occhi, come se quella notte avesse pianto molto.
Homura però non riusciva a capire cosa fosse successo il giorno prima. Come aveva fatto Sakura a morire? Era piena di ferite, questo è vero, ma il loro corpo era fatto apposta per poter essere riparato. Ricordò di aver visto Mami tenere le briciole della Soul Gem della rossa tra le mani. Sakura però non era diventata una strega, la sua anima non si era tramutata in un Grief Seed. Allora chi era stato a sparare quel colpo?
“Non rimuginarci troppo, Homura Akemi. Presto tutto ti sarà chiaro. Ora però devo andare, ho due potenziali maghette da consolare!” Kyubey le passò accanto, correndo in direzione di Sayaka, Mami e Madoka. Le ragazze lo accolsero senza stupore: di sicuro quel lurido verme se le era già lavorate la sera prima con i suoi discorsi sdolcinati.
Maledizione. Maledizione, maledizione! Homura non riusciva a pensare a niente. Perché era successo? Non aveva prestato abbastanza attenzione. Quel riavvolgimento era tutto sbagliato, stava andando peggio del solito, se possibile. Ogni volta, ogni dannatissima volta, qualcosa la allontanava dal suo obiettivo. Ma qualcosa di così drastico non era mai successo.
Sperò che Mami non avesse detto che sospettava di lei come colpevole. Anzi, che era certa che fosse colpa sua. Non aveva nemmeno voglia di provare a spiegare: inutile dire che non le avrebbero creduto.
Sentì una mano sulla spalla: “Sembri così triste oggi! È successo qualcosa?”
Sussultò. Poi si voltò, anche se sapeva già a chi apparteneva quella voce: Yoko Kuroishi. “Ah, sei tu. Niente di particolare, sai…” “Guarda che per me sei un libro aperto, Akemi! A me puoi dirlo se vuoi, sono brava ad ascoltare le persone!” accompagnò alle parole un sorriso dolcissimo. No che non posso dirtelo, sciocca! Non farei che aumentare i miei problemi! e con una scusa si divincolò dal la fin troppo gentile vicina di banco.
Si rintanò sulla cima della sua gru preferita e da lassù attese che il sole calasse. Solo quando il cielo fu completamente buio decise di rincasare. Non sapeva come si sarebbe comportata, d’ora in avanti.
Balzando di tetto in tetto vide, lontana, Mami Tomoe, che molto probabilmente si stava recando verso una barriera magica. Decise di non seguirla, per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione. Per lo meno la Puella Magi era da sola, segno che le altre due ancora non avevano espresso il desiderio che le avrebbe rovinate.

”Voglio rivivere il giorno in cui ho incontrato Madoka. Ma non voglio più essere io quella che ha bisogno della sua protezione. Voglio avere la forza necessaria a proteggerla.”

Sapeva che ogni desiderio portava una disperazione pari alla speranza che aveva portato. Eppure perché non riusciva a rassegnarsi? In tal caso, si sarebbe dissolta sotto i colpi di un’altra ragazza magica. Forse dopotutto era la fine che si meritava. Eppure, pur di vedere Madoka sorridere ancora un volta era disposta a sacrificarsi. Lo avrebbe rifatto, ancora e ancora. L’avrebbe salvata, ad ogni costo.


Angolino dell’autrice
Ciao!
Questo è un corto capitolo di transizione, in realtà l’ho scritto solo per creare l’atmosfera giusta per introdurre i prossimi capitoli. Essendo che Homura è totalmente sola nella sua missione, capiterà che alcuni capitoli siano molto riflessivi, anche se le streghe non mancheranno.
Spesso ho paura di scrivere capitoli troppo corti, ma a volte ne ho bisogno per condurre la storia dove ne ho bisogno!
Spero vi continui a piacere la storia. Se avete consigli sappiate che sono ben accetti!
Un saluto!

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Capitolo 10
*** Studi e coincidenze ***


Studi e coincidenze

Per qualche giorno Homura continuò nella sua caccia alle streghe. Era determinata, Madoka non avrebbe avuto motivi per stringere un patto con Kyubey. Mentre combatteva, esprimeva la sua silenziosa preghiera, la stessa che aveva pronunciato davanti all’Incubator il giorno in cui era toccato a lei diventare una Puella Magi. Quella manciata di parole le dava la forza per non cadere nella disperazione, la forza per non tramutarsi in strega.
Alla fine della settimana era stremata. Rincasò prima del solito, per concedersi un meritato riposo. Entrò nella sua stanza, un’accozzaglia di oggetti che non centravano nulla l’uno con l’altro. Spoglia di mobili, conteneva solamente un divano rovinato e un piccolo tavolino, sul quale era distesa una mappa della zona. Le serviva per prevedere l’apparizione delle streghe; per fare ciò utilizzava anche una piccola radio, con la quale ascoltava il radiogiornale.
In un angolo stavano gli oggetti che utilizzava per la scuola. In un altro quei pochi vestivi che utilizzava quando girava in borghese, anche se per la maggior parte del tempo manteneva la forma di Puella Magi. Infine, vicino al tavolino c’erano alcuni libri sull’utilizzo delle armi. Per quanto fosse esperta di combattimenti, li consultava spesso quando studiava una strategia.
Si lasciò cadere sul divano, prendendo in mano il calendario: alla notte di Walpurgis mancava poco più di una settimana. Nonostante le cose si fossero messe piuttosto male, combattendo in quel modo avrebbe evitato la trasformazione di Madoka. O almeno, lo sperava.
Quello che temeva davvero era che Kyubey la abbindolasse con i suoi soliti discorsi, come aveva fatto ormai un miliardo di volte. Sospirò, alzandosi in piedi. Si stropicciò gli arti e decise che per quel giorno avrebbe potuto combattere ancora un pochino.
Uscì di casa, girando accuratamente la chiave nella toppa. Poi, trasformatasi in Puella Magi, saltò sul tetto del palazzo accanto. Si sarebbe recata in direzione del ponte dell’autostrada, di recente già due persone si erano suicidate in quella zona: molto probabilmente c’era lo zampino di qualche strega.
I suoi sospetti si rivelarono esatti: in prossimità del ponte si stagliava una barriera dimensionale molto potente. Homura la attraversò.
Non si contavano i demoni familiari che erano presenti. La ragazza si concentrò. La potenza che trasudava dall’interno di quella barriera era enorme.
Stavolta schivando gli attacchi le restava davvero ben poco tempo per fare qualsiasi mossa. Riuscì ad abbattere pochi dei demoni familiari presenti. Il suo corpo era piuttosto ferito, però aveva deciso di bloccare il dolore, rinunciando alla sua solita agilità; questo le permetteva però di pensare più lucidamente.
Tuttavia il suo corpo aveva pesantemente risentito del combattimenti. Non riusciva quasi più a reagire. Si accasciò a terra. Prese la Soul Gem in mano, era più torbida che mai.
In quel momento sentì degli spari avvicinarsi sempre di più. Trovò la forza di alzare lo sguardo: aveva la vista leggermente annebbiata, ma riconobbe le sagome di Mami e Sayaka. Stavano tenendo impegnati i demoni più vicini, e questo le diede il tempo di frugare in tasca. Estrasse un Grief Seed che aveva previdentemente conservato e lo usò per purificare la sua anima. Ora poteva rialzarsi e combattere.


Angolino dell’autrice
Ciao!
Questo capitolo è abbastanza lento, ma nuovamente era indispensabile allo svolgimento della storia. Nel prossimo si chiuderà lo scontro con questa strega, ne vedremo davvero delle belle!
Ci stiamo avvicinando all’evento chiave della storia, sono così emozionata! Spero di dimostrarmi all’altezza!
Grazie a chi mi ha seguito fin qui e anche ai lettori occasionali!
Un saluto!

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Capitolo 11
*** Momenti per piangere, momenti per sorridere ***


Momenti per piangere, momenti per sorridere

Dopo essersi rialzata, Homura riprese subito a combattere. Si accorse con stupore che Mami e Sayaka non facevano per nulla caso a lei. Dopotutto, erano nei guai fino al collo.
Un’orda di demoni familiari si avvicinava, erano figure alte e sottili, avvolte in enormi fogli di carta. Homura evocò una rivoltella: nonostante non fosse la sua arma più potente era molto maneggevole e questo le facilitava i movimenti. Senza accorgersene, lei e le altre due si ritrovarono a coprirsi le spalle a vicenda. Non lo avevano pianificato, ma gli istinti di sopravvivenza ebbero la meglio sul rancore e sulla diffidenza.
Grazie allo sforzo reciproco riuscirono a sbaragliare la maggior parte dei demoni che le attaccavano. Ben presto si trovarono di fronte alla strega in carne ed ossa: a questo punto Homura sfoderò l’armamentario pesante. Lanciò una bomba a mano per prendere tempo; mentre quella esplodeva, evocò un bazooka e sparò il primo colpo.
Accanto a lei Mami aveva piazzato la solita schiera di fucili, disposti ordinatamente in fila per facilitarne l’uso a ripetizione. Sayaka invece, esperta nel corpo a corpo, si era lanciata contro la strega. Si sentiva sicura, coperta dalle sue compagne. L’odio nei confronti di Homura stava lasciando spazio a una sensazione di muta complicità.
Avevano la vittoria in pugno. Si sentivano legate dal loro simile destino e questo le rendeva più forti. Finché non accadde l’irreparabile.
La strega era allo stremo delle forze. Stava per cedere sotto i colpi delle tre Puella Magi, ma con le ultime forze che le restavano si allungò verso Sayaka, afferrandola con lunghi artigli ricurvi. La trapassò all’altezza dei fianchi e la maghetta tornò nei panni di una normale ragazzina. Anche la katana da lei utilizzata sparì: tutta la sua magia si dissolse. Era morta.
Mami e Homura si fermarono a guardare, incredule. Con uno scatto d’ira, la dolce biondina scaricò un fucile sulla strega, distruggendola definitivamente.
Mentre la dimensione stregata spariva, portando con sé il corpo di Sayaka Miki, Mami si lasciò cadere sulle ginocchia, fissando il vuoto. “Perché?” non era una vera e propria domanda. Non riusciva nemmeno a piangere, il dolore l’aveva immobilizzata.
Homura fissava nella direzione in cui si trovava la barriera: non era rimasta alcuna traccia dell’esistenza della loro compagna.
Sentì un rumore di passi dietro di lei, accompagnato dalla voce di Kyubey: “Che dici, siamo arrivati troppo tardi?”
  Il plurale fece accapponare Homura. Era venuto con Madoka, l’aveva convinta. Non avrebbe più potuto fare niente, aveva fallito di nuovo.
Si girò lentamente verso di lui, aveva paura di ciò che avrebbe visto. Mami non la imitò: probabilmente non si era nemmeno accorta dell’arrivo dell’Incubator.
Quello che vide lasciò Homura senza parole. Con Kyubey non c’era una, ma ben due ragazze. Alla sua destra stava Madoka, dalla faccia decisamente sconvolta, ma per fortuna in abiti scolastici. Alla sinistra dell’alieno c’era Yoko, in abiti da Puella Magi.
Madoka corse verso Mami e l’abbracciò forte. Le due piansero insieme, cullandosi l’una fra le braccia dell’altra.
Nel frattempo Yoko si avvicinò a Homura, mettendole una mano sulla spalla: “Mi dispiace… Purtroppo non conoscevo bene Sayaka, ma mi è sempre parsa una ragazza gentile.” disse, mentre una lacrima le rigava il volto. “Kyubey mi ha avvisata appena ha potuto e io ho immediatamente espresso il mio desiderio, ma purtroppo siamo arrivati tardi.” “E Madoka?” Homura non riuscì a trattenere quella domanda. “Madoka ancora non lo ha ancora espresso, l’abbiamo incontrata venendo qui e non c’era altro tempo da perdere.”
Homura si sentì sollevata a quelle parole. Si voltò a guardare Madoka: non poté trattenere una calda lacrima di gioia. Si sentiva in colpa per la morte di Miki, ma non poteva evitare di sorridere nel vedere Madoka ancora umana.


Angolino dell’autrice
Ciao!
E finalmente Yoko appare nei panni di Puella Magi! È dall’inizio della storia che non vedo l’ora di farla entrare in scena!
I misteri che la avvolgono sono ancora tanti, me ne rendo contro, ma presto luce verrà fatta sulla faccenda!
Un saluto!

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Capitolo 12
*** La vigilia della battaglia ***


La vigilia della battaglia

Homura in quei giorni decise di allearsi a Yoko e Mami: combattendo in tre avrebbero sconfitto molte più streghe di quante non riuscisse ad affrontare da sola. Ogni tanto Madoka le seguiva: questo non le piaceva per nulla.
Mancavano solo due giorni alla notte di Walpurgis. Homura invitò le altre a casa sua, per spiegare loro la sua strategia. In tre ce l’avrebbero fatta, se lo sentiva.
“Ma tu… come puoi essere certa che una strega così potente apparirà proprio in questa zona?” Mami era perplessa. Non che non si fidasse, ma voleva capire il segreto della loro compagna.
Homura sospirò: “Fa nulla, non importa come faccio a saperlo. È collegato al mio desiderio, comunque.”
Mentre spiegava il piano, notò che Mami stringeva forte la Soul Gem. Le parve di notare un bagliore oscuro nel cristallo. Si alzò, prese uno dei Grief Seed che teneva per le emergenze e lo porse alla ragazza.
“Grazie.” Mami era sul punto di piangere. La sua Soul Gem era al limite, ma riuscì a depurarla quasi completamente.
La disperazione porta ad un deterioramento della Soul Gem quasi quanto il combattimento. Devo stare attenta.
Quando le amiche la salutarono e fecero per andarsene, Homura trattenne Madoka per un braccio. Aveva gli occhi lucidi, ma riuscì a mantenere la voce piuttosto calma: “Ti prego, Kaname, non cadere di nuovo nella trappola di quel Kyubey.”
Madoka la guardò, con aria interrogativa: “Che significa di nuovo?” ma Homura aveva già chiuso la porta alle sue spalle. La ragazzina rincasò.

Nei due giorni seguenti Homura osservò Mami molto attentamente. Aveva paura che quella ragazza si trasformasse in strega, e questo non avrebbe potuto tollerarlo. Era indispensabile che anche lei combattesse contro Walpurgis.

Alla vigilia della fatidica notte, Kyubey fece visita a Homura.
“Ti senti di avere la vittoria in pugno?” le chiese, impassibile come al solito.
“Affatto.”
“Fai bene. Io non ho fretta. Mi basta che domani Madoka stringa il suo patto con me, ci sarà tutto il tempo per farla cadere nella disperazione poi.”
Detto ciò, l’Incubator lasciò Homura sola. La ragazza batté un pugno sulla finestra, mentre le lacrime non volevano saperne di fermarsi.
Come se non bastasse, il suo scudo non era riapparso. Ne era sicura, adesso: c’era lo zampino di quel bastardo.
Quella notte non dormì. Restò sveglia, ripassando mentalmente tutte le operazioni che avrebbe dovuto svolgere il giorno seguente. L’alba la colse pronta: ce l’avrebbe fatta, anche a costo di morire.

Si recò a casa di Mami, dove l’aspettavano anche Yoko e Madoka. Quest’ultima avrebbe dovuto recarsi in un luogo sicuro: la città era stata evacuata. L’arrivo di Walpurgis era stato percepito dai normali esseri umani come un tifone. Tuttavia non aveva voluto saperne.
“Vengo con voi! Se servisse il mio aiuto, potrei stringere il mio patto con Kyubey!”
Anche l’Incubator non si fece attendere.
Si recarono nel luogo in cui Walpurgis sarebbe apparsa. La strega tuttavia non era ancora in vista. Nel frattempo giunsero dei demoni familiari e streghe minori, per tenerle impegnate.

Homura stava combattendo con tutta se stessa. Ce l’avrebbe fatta. Madoka stavolta non sarebbe morta!


Angolino dell’autrice
Ciao!
Da qui in poi la storia sarà una sorpresa anche per me! Mi sono vista obbligata a modificare alcune cosucce rispetto al mio piano originale, specialmente per quanto riguarda Yoko. Sarebbe dovuta entrare in scena molto prima e svolgere un ruolo totalmente diverso!
Inoltre in questo capitolo la Soul Gem di Mami sarebbe dovuta diventare Grief Seed, e lei strega, ma ho nuovamente cambiato i miei piani! La piega che ho imposto ora alla storia mi piace di più, comunque ancora pochissimi capitoli e sarà conclusa!
Tuttavia ora ho preso una decisione riguardo al finale.
Un saluto!

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Capitolo 13
*** La verità ***


La verità

Mentre combatteva Homura non si era accorta di un particolare. Era tutta concentrata nella battaglia e nella protezione di Madoka. Quell’incosciente, vuole mandare tutto a monte un’altra volta!
Tutta la rabbia, l’odio, la disperazione che aveva provato in quelle mille vite che aveva vissuto stava uscendo in ogni colpo che sparava. Dopo ogni caduta si era sempre rialzata. Sarebbe stato così anche stavolta.
Doveva essere così anche stavolta. L’assenza dello scudo significava solo una cosa: non erano ammessi errori.
Combatteva come una furia, distruggendo un demone dopo l’altro, una strega dopo l’altra. Intravide Mami con la coda dell’occhio: stava seguendo la strategia. Yoko, invece, era scomparsa nella mischia.
Era un po’ che stavano combattendo. Homura si avvicinò a Mami: Walpurgis stava tardando. Che in questo riavvolgimento non compaia nemmeno? si chiese, speranzosa. Ma non sapeva quanto si sbagliava.

Accadde tutto in un istante. Homura era impegnata contro un demone, e scorse Mami gettarsi di lato per farle da scudo. Si voltò.
La bionda era in terra, la sua Soul Gem in pezzi. “Vado a tenere compagnia a Kyoko.” Sussurrò, con le ultime forze che le restavano. L’aveva protetta.
Homura seguì con lo sguardo la traiettoria del colpo che l’aveva uccisa. Quello che vide la sconvolse.
Yoko se ne stava in piedi, tranquilla, un fucile in mano. I suoi occhi erano terrificanti. “Sorpresa, Akemi?” sbuffò, sorridendo maliziosamente.
Non può essere.
La ragazza dai capelli arancioni mosse un passo verso di lei.
Ho sbagliato tutto.
Madoka aveva lanciato un grido di dolore e si era gettata sul corpo senza vita di Mami.
È tutta colpa mia.

“Se ci tieni a saperlo, anche quell’altra, la rossa, è morta per mano mia. Perché avete quello sguardo?”
Homura riuscì a trattenersi a fatica. Ecco cosa intendeva dirle Kyubey, con quel “stavolta non sono solo”. Yoko era sua alleata.
“Vuoi sapere un'altra cosa moretta?” Yoko le sorrise beffardamente: estrasse qualcosa da dietro la schiena, e quando Homura lo vide sussultò: il suo scudo temporale. Ecco dov’era finito.
“Grazie al patto che ho stretto con Kyubey questo è mio.” Lo lanciò in alto e lo distrusse con un paio di colpi di fucile.
“Lascia che ti spieghi, piccola Akemi.” l’Incubator aveva fatto qualche passo verso di lei “Yoko ha stretto il suo patto con me prima che tu riavvolgessi il tempo. Le ho raccontato una storia diversa riguardo le Puella Magi rispetto a quella che ho raccontato a voi. È finita Akemi. Non puoi più sfuggirmi.”


Angolino dell’autrice
Ciao!
Finalmente la verità è venuta a galla! Yoko è al servizio di Kyubey per contrastare Homura. Infatti senza di lei Kyubey avrebbe tutto il tempo per mettere le sue zampacce su Madoka.
Capitoletto corto, me ne rendo conto, ma anche il prossimo sarà pieno di sorprese e non potevo di certo svelare tutto in una volta!
Un saluto!

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Capitolo 14
*** Arriva Walpurgis! ***


Arriva Walpurgis!

Homura strinse forte il fucile che aveva a sua volta evocato. Non poteva credere alle sue orecchie.
“Spostati, Madoka. Non scherzano affatto.” Disse alla ragazza, ancora china sul corpo dell’amica. Quella però era troppo spaventata per reagire.
Iniziò un duello feroce fra le due Puella Magi. Homura combatteva rabbiosamente, accecata dall’odio. Lo sguardo, però, di Yoko era ancora più terribile: sembrava eccitata, eccitata dalla strage.
Mentre combatteva contro Yoko, Homura stava anche cercando di distruggere demoni, impresa non facile vista la potenza della sua avversaria. Doveva riuscire a restare lucida, pensare a una strategia.
Balzò di lato, per guadagnare una manciata di secondi: grazie a questo poté purificare la sua Soul Gem.
Yoko la incalzava di continuo: sembrava un demonio. Era molto agile e veloce, e il potenziale magico non le mancava di certo. Combatteva non curandosi delle ferite. Kyubey la guardava, soddisfatto.
Homura era disgustata. In che diavolo di situazione mi sono cacciata?
Vide Madoka con la coda dell’occhio. La ragazza si guardava attorno, spaesata. Kyubey le si stava avvicinando, col suo fare malizioso. “Madoka, no!”
“Non distrarti, sono io il tuo avversario!” Yoko le diede un pugno in faccia. Il suo sguardo era sempre più spaventoso. La sua Soul Gem doveva essere al limite.
La ragazza, infatti, estrasse la pietra. Homura pensava che si sarebbe fermata un momento per purificarla: ne avrebbe approfittato per distruggerla. Stava già caricando la sua arma, quando Yoko sollevò la Soul Gem in alto: si stava tramutando in un Grief Seed. Era troppo tardi.
Homura sparò, mirando alla pietra. Yoko schivava tutti i suoi colpi, mentre il suo corpo si deformava. Il suo corto vestito, di un arancio brillante, si allungò in un mantello color notte. La sua testa si piegò di lato, prendendo un ghigno terrificante. Il suo corpo si stava ingrandendo a dismisura.
“Homura Akemi, ammira la magnificenza della strega più potente. Solo Madoka potrebbe tenerle testa!” la voce dell’Incubator aveva una nota di trionfo che irritò la Puella Magi. Madoka aveva le mani sulla bocca: non poteva credere ai suoi occhi. Stava piangendo, per il terrore, ma anche per lo sconforto. Come poteva esistere un destino tanto crudele?
“Piccola ragazza, eccoti Walpurgis, colei che segnerà la tua disfatta!”
A Homura seccava ammetterlo, ma se non avesse pensato a qualcosa alla svelta l’Incubator avrebbe avuto ragione. Si girò verso Madoka: non avrebbe voluto farlo, ma era necessario.
“Madoka, ascoltami bene. Tu non devi morire, e nemmeno sparire da questo mondo. Stringi il tuo patto con Kyubey, ma affida a me il tuo desiderio e tutte le sue conseguenze!”
Non gliela avrebbe portata via di nuovo. Non sarebbe scomparsa per nulla. Stavolta sarebbe stata lei a proteggerla!


Angolino dell’autrice
Ciao!
Questi erano i risvolti che nemmeno io mi aspettavo di scrivere. Ma ora, è successo di tutto!
Homura vuole farsi carico delle responsabilità del desiderio di Madoka. Non vuole che l’amica scompaia, diventando una Dea o qualsiasi altra cosa. Vuole vederla vivere, non importa quale prezzo dovrà pagare!
Anche questo capitolo è piuttosto corto. A dire il vero questo e il precedente avrebbero dovuto essere un capitolo unico, ma li ho spezzati perché se no ci sarebbero stati troppi colpi di scena tutti insieme.
Detto questo, la storia è praticamente conclusa. Un po’ mi dispiace.
Un saluto!

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Capitolo 15
*** Responsabilità ***


Responsabilità

Madoka era confusa. Non sapeva cosa fare.
Yoko si era appena trasformata in una strega, quella che chiamavano Walpurgis, e Mami era morta. Non ci capiva più niente. Homura le aveva chiesto di affidare tutto nelle sue mani, ma non era sicura di volersi fidare. Avrebbe solo voluto scavare un buco ed uscirne quando tutto fosse finito. Era un sogno, doveva per forza essere così. Presto si sarebbe svegliata, si sarebbe recata a scuola con Sayaka e avrebbe rivisto Mami.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia, seguita da molte altre. Sapeva che quell’assurdità era reale. E ora anche Homura stava rischiando la vita.
Che cosa devo fare?

Una luce scaturì dal punto in cui giacevano i frammenti dello scudo temporale e la avvolse interamente. Accadde tutto in un istante.
Madoka vide il passato. O meglio, i mille passati in cui Homura aveva combattuto per lei. Una morsa le strinse forte il petto. Si tappò le orecchie, e si mise a gridare.
Era troppo doloroso. Non riusciva a sopportarlo, un dolore così grande che sembrava dilaniarle il petto. Doveva prendere una decisione, e alla svelta.
Si avvicinò a Kyubey. Si, ora sapeva la verità su quell’essere. “Incubator, sono qui per stringere con te un patto. Il mio desiderio è questo: che venga espresso da Homura Akemi. Fai di me una ragazza magica.”
Sentì un vendo caldo intrappolarla nei suoi vortici: i suoi abiti cambiarono forma e un grande potere magico iniziò a fluire in lei. L’anima le venne strappata dal corpo, per essere condensata all’interno di un pietra rosa vivo.
Un arco si materializzò tra le sue mani: incoccò una freccia e si affiancò all’amica, per combattere fianco a fianco.
“Akemi, ho fatto come mi hai detto. Grazie!” non era il momento per le smancerie, ma si sentiva che non l’avrebbe più rivista. L’abbracciò con forza, asciugandosi una lacrima. Poi partì veloce verso la strega: doveva tenerla impegnata.

Homura raggiunse l’Incubator. Lui la guardava, inespressivo. “Cosa stai architettando, Akemi?” non aveva più il tono sicuro di poco prima.
La ragazza giunse le mani: “Sei stato tu a dire che il potenziale di Madoka è enorme, e che il desiderio scaturito dalla sua preghiera avrebbe potuto capovolgere le leggi della logica. Ebbene, ho trovato! Se spazzare via le streghe non era bastato, desidero che venga spazzata via l’intera razza degli Incubator. È finita, Kyubey!”
L’Incubator sussultò: nonostante non provasse alcuna emozione, era abbastanza intelligente da capire le conseguenze di quel desiderio. Homura era riuscita nel suo intento.
Non avrebbe sterminato ogni forma di male dalla terra, ma avrebbe impedito alle ragazzine di tramutarsi in streghe. Inoltre, aveva deciso di prendere su di sé le conseguenze di tale desiderio: Madoka Kaname sarebbe sopravvissuta.
Un intenso bagliore violaceo avvolse Homura. Madoka si voltò, salutandola con un sorriso: la sua amica era stata fin troppo coraggiosa, a rincorrerla per migliaia di vite. Ora era tutto finito.
Homura si sentiva incredibilmente felice. Capì che quando Madoka aveva desiderato sterminare tutte le streghe aveva sicuramente provato quella stessa sensazione. Incontrò anche le altre Puella Magi: le sue amiche, quelle che non conosceva, passate e future. Sentiva il peso dei loro desideri sciogliersi e allontanarsi per sempre. Avrebbe vissuto la vita da divinità che aveva rifiutato per la sua Madoka: in fondo non sarebbe stato poi molto diverso che morire.
Solo Madoka l’avrebbe ricordata.
Ma a lei stava bene così. Finalmente, tutti i suoi sforzi avevano avuto un senso.


Angolino dell’autrice
Ciao!
Che dite? Piaciuto il finale?
Era l’unico modo per salvare Madoka definitivamente. Se fosse stata lei a esprimere il desiderio, si sarebbe chiuso come nella storia del manga, invece ho deciso di fare una fanfic apposta per cambiare il finale.
Il problema è stato risolto alla radice. Kyubey, l’immortale Incubator super bastardo, è uscito di scena. Per sempre. Finalmente!
Manca solo un capitolo conclusivo e la storia si chiuderà. Mi sono divertita a lavorarci su, spero non faccia così schifo!
Un saluto!

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Epilogo

Madoka si svegliò di buon ora. Era passata una settimana dalla notte di Walpurgis: era tutto finito.
Il desiderio di Homura aveva sistemato molte cose; naturalmente, il male non era scomparso dalla terra, in quanto insito nella natura umana. Tuttavia, non esistendo Incubator con cui stringere un patto, non esistevano più nemmeno le Puella Magi e, di conseguenza, le streghe.
Quel desiderio sembrava aver risolto anche questioni passate. Infatti, come tutte le mattine, Madoka si incontrò con Sayaka per andare a scuola, dove durante la ricreazione chiacchierò allegramente con Mami. Aveva anche notato Sakura, di sfuggita: nonostante non fossero mai state amiche, sentiva forte l’impulso di andare a salutarla.

Tuttavia non proprio tutto era tornato come prima; di Homura e Yoko non restava alcuna traccia, e nessuno sembrava ricordarsi di loro, nemmeno le sue amiche ex Puella Magi.
Un pomeriggio Madoka andò addirittura nell’appartamento in cui Homura aveva vissuto: non restava nulla, era totalmente vuoto e sulla porta spiccava la scritta “Affittasi”.

Nonostante avesse appreso le ragioni di Homura, si sentiva triste e vuota. Non riusciva più a ridere sguaiatamente come prima. Tuttavia, quando era sola e poteva ammirare le stelle, le sembrava che Homura le sorridesse da lassù. Non era morta, era diventata un tutt’uno con l’universo. E aveva realizzato il suo desiderio.

Passarono gli anni e Madoka trovò l’uomo giusto, con cui si sposò. Era alto e bello, e cosa più importante le voleva bene.
Ad un anno dal matrimonio, restò incinta. Quando la bimba nacque, non poteva crederci: aveva gli occhi nerissimi, così come i pochi peli che le ornavano il capo.
Che si trattasse di una coincidenza?
Non le importava. La chiamò Homura Kaname, donandole il suo cognome, così come quella coraggiosa ragazza le aveva donato la vita.
Era un buon augurio per sua figlia, affinché crescesse forte e determinata come quell’amica che aveva rischiato tutto per poterla vedere sorridere ancora una volta.


Angolino dell’autrice
Ciao!
Questa è la conclusione della mia fanfic. Non riesco quasi a crederci!
Il fatto della bimba è in parte ispirato al finale di Full Moon wo Sagashite: solo che in questo caso non è davvero la reincarnazione di Homura, solo che le somiglia molto!
Spero che vi sia piaciuto! Io sono contentissima!
Un saluto, e grazie a tutti coloro che l’hanno letta fino alla fine!

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