Salvataggio

di ilaria8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

 

Sembrava una notte tranquilla al Comando SG, ma qualcosa rovinò quella calma apparente.

 

ATTIVAZIONE EXTRATERRESTRE NON PROGRAMMATA

ATTIVAZIONE EXTRATERRESTRE NON PROGRAMMATA

 

Il Generale Hammond si precipitò in sala comando per controllare la situazione.

Hammond: chiudete l’iride, immediatamente!

Walters: l’iride non risponde Signore! Provo a chiuderlo manualmente

Hammond: si sbrighi!!

Walters: non risponde neanche al comando manuale Signore, qualcosa ha aggirato i sistemi di sicurezza

Hammond: riprovi!

Walters: ho già provato due volte Signore

Hammond: chiami l’SG1; faccia venire la squadra qui immediatamente!

Walters: ma Signore, non sono alla base

Hammond: ovunque siano, li faccia venire qui immediatamente

Walters: bene Signore!

 

Nello stesso istante in cui Walters provava a contattare l’SG1, una Tok’ra attraversa lo Stargate arrivando alla base.

Hammond: chi è lei?

Amish: sono Amish dei Tok’ra. Martouf mi ha mandato qui per recapitarvi un messaggio

Hammond: non è questo il modo di arrivare. I Tok’ra sanno dei nostri protocolli di sicurezza

Amish: è per questo che sono riuscita ad aggirarli tanto facilmente

Hammond: bastava inviarci il segnale attraverso lo Stargate

Amish: non c’era tempo. Devo parlare subito con il Maggiore Carter

Hammond: non è qui adesso, ma può aspettarla in sala briefing se è tanto importante

Amish: va bene

 

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

 

Una ventina di minuti dopo la squadra era al completo.

Teal’c vivendo alla base era arrivato per primo, poi arrivò Carter, Daniel e per ultimo O’Neill che fu letteralmente buttato giù dal letto.

 

Nella sala briefing:

Amish: mi presento, sono Amish dei Tok’ra. Voi siete la famosa squadra SG1 dei Tau’ri! È un onore per me conoscervi!

Teal’c: il piacere è anche mio!

Daniel: piacere di conoscerla!

Sam: benvenuta!

Jack: sì sì, va bene, siamo tutti felici di conoscerla, ma ora passiamo alle cose serie. Per prima cosa, lei cosa ci fa qui, e soprattutto a quest’ora?!?

Amish: ci scusi Colonnello, noi non teniamo conto dell’ora del pianeta su cui ci rechiamo. Per noi è indifferente!

Jack: oh bhè, si sà, i Tok’ra non dormono mai e la galassia tantomeno!

Hammond: esatto Colonnello, ed è per questo che lei è qui adesso, vada avanti pure Amish

Amish: sono venuta per comunicarvi la cattura di Selmak e del suo ospite da parte del Signore Ba’al

Sam: oh mio Dio!

O’Neill si voltò preoccupato verso Carter che aveva un’espressione indecifrabile.

Jack: tutto bene Carter?

In realtà Carter era alquanto scossa dalle parole di Amish e O’Neill si era accorto dello stato d’animo della sua sottoposta.

Jack: dove lo hanno portato?

Amish: non ne siamo sicuri, ma potrebbe trovarsi su Vikus, un pianeta sotto il controllo di Ba’al. Sembra essere la loro base.

Jack: visto che sapete dov’è, perché non lo salvate?

Amish: il pianeta è troppo sorvegliato

Daniel: non avete infiltrati nelle fila dei Jaffa di Ba’al?

Amish: sì, ma non possiamo rischiare la loro cattura

Sam: allora lasciamo che mio padre muoia solo perché a voi interessa di più la vostra missione?

Jack: calmati Carter!

Sam sembrava essere sul punto di aggredire la Tok’ra, ma poi desistette.

Jack: cosa volete da noi?

Amish: vi saremo grati se lo andaste a salvare

All’improvviso Sam scattò in piedi è si poggio con le braccia sul tavolo, sporgendosi verso la Tok’ra che era seduta di fronte a lei.

Sam: contate sul fatto che essendo mio padre, siamo disposti ad affrontare missioni suicide al vostro posto! È così o sbaglio?

Hammond: Maggiore Carter, stia seduta!

Jack: Carter!

Sam: perché non rispondi alla mia domanda?

Jack si alzò in piedi afferrando l’avambraccio di Carter che aveva oltrepassato il limite.

Jack: Sam siediti!!

O’Neill aveva appena alzato la voce contro Carter. Non lo aveva mai fatto e per questo la donna ebbe una stana reazione. Si voltò verso il suo diretto superiore e dopo averlo fissato negli occhi con un misto di rabbia e dolore, uscì dalla stanza.

O’Neill provò a richiamarla.

Jack: Carter!

Daniel: lasciala andare Jack, è scossa per l’accaduto, deve riflettere come tutti noi del resto

Teal’c: Daniel Jackson ha ragione

Hammond: andiamo avanti e cerchiamo di trovare una soluzione

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

 

Dopo più di un’ora passata nella sala briefing, la squadra e il Generale Hammond non avevano ancora trovato una soluzione.

In verità l’sg1 si era offerta per andare a salvare Jacob ma il Generale Hammond non poteva prendere quella decisione e dopo aver chiesto ai suoi superiori, l’sg1 non aveva il permesso di partire per la missione di salvataggio.

 

Nell’ufficio del Generale Hammond.

Hammond: mi dispiace Colonnello; io sarei il primo ad andare ad aiutare Jacob ma gli ordini sono chiari

Jack: non possiamo lasciarlo là! I Tok’ra non muoveranno un dito

Hammond: è proprio questo il punto; Jacob ormai è un Tok’ra e noi non siamo obbligati ad andare in suo soccorso. È per questo che i miei superiori a Washington non vogliono rischiare la squadra migliore in una missione che non ci coinvolge

Jack: non ci coinvolge? Jacob è il padre di Carter! Lei ha dato molto al programma Stargate e questo è il riconoscimento?

Hammond: lo so anche io Colonnello

Jack: chi lo dice a Carter?

Hammond: suppongo sia io a doverglielo comunicare!

Jack: no, se permette Signore, vorrei dirglielo io

Hammond: d’accordo!

Jack: grazie Signore!

 

Nel laboratorio di Carter.

O’Neill entrò piano nella stanza tentando di trovare le giuste parole, ma sapeva che Sam non si sarebbe fatta confondere da delle frasi ben fatte.

Decise di dirglielo con parole sue; fece un gran respiro ed iniziò a parlare.

Jack: ciao Carter!

Sam: Signore!

Jack: mi volevo scusare per aver alzato la voce con te; non avrei dovuto

Sam: avete trovato una soluzione?

Jack notò che era fredda e il suo tono di voce era gelido.

Jack: bhè, vedi, il Generale ha contattato i suoi superiori a Washington……

Sam: quindi?

Jack: non hanno autorizzato la missione di soccorso, mi dispiace Carter

Sam: non posso crederci!

Sam uscì dal suo laboratorio sbattendo la porta alle sue spalle per dirigersi verso l’ufficio del Generale Hammond.

Una volta davanti alla porta non esitò un solo istante e bussò.

Hammond: avanti!

Sam: scusi Signore!

Hammond: prego Maggiore! Suppongo che il Colonnello le abbia riferito la notizia. Mi dispiace ma non posso mandare una squadra in una missione impossibile

Sam: è per questo che sono qui

Hammond: si spieghi meglio!

Sam: mi offro per andare da sola a salvare mio padre

Hammond: non può farlo!

Sam: generale, con tutto il rispetto, lei non me lo impedirà

Hammond: proverò a chiedere ai miei superiori e le comunicherò la decisione

Sam: grazie Signore!

Hammond: Maggiore?

Sam: sì?

Hammond: tenga presente che io non sono d’accordo con la sua decisione

Sam: lo so Signore

 

Un’ora dopo un aviere entra nel laboratorio di Carter.

Aviere: Maggiore Carter?

Sam: sì?

Aviere: il generale vuole vederla

Sam: grazie Aviere!

Sam era preoccupata per suo padre e al solo pensiero che non le avrebbero permesso di raggiungerlo la faceva rabbrividire.

Dopo aver percorso alcuni corridoi arrivò nell’ufficio del Generale.

Sam: Signore!

Hammond: entri e chiuda la porta!

Sam: cosa hanno detto?

Hammond: lei è autorizzata ad andare in soccorso a Jacob

Sam: grazie Signore!

Hammond: c’è un altro particolare

Sam: quale?

Hammond: dovrà dimettersi dal programma Stargate

Sam: come?

Hammond: non vogliono avere pesi sulle coscienze, non essendo più un militare, loro non avranno responsabilità

Sam: ma io non posso abbandonare il programma!

Hammond: lo so, ma questa è l’unica cosa che sono riuscito ad ottenere per permetterle di andare a salvare Jacob

Sam: va bene, accetto le condizioni

Hammond: ne è sicura?

Sam: quando posso partire?

Hammond: tra un paio d’ore

Sam: grazie Signore!

Dopo aver fatto il saluto militare uscì dall’ufficio con la testa affollata di pensieri. La sua carriera militare era finita, ma del resto non poteva certo abbandonare suo padre in mano ai Goa’uld e vivere come se niente fosse.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

 

Il Generale Hammond convocò la squadra e gli comunicò la notizia e le proteste non si fecero attendere.

Daniel: ma non può andare da sola!

Teal’c: sono d’accordo con Daniel Jackson

Hammond: mi dispiace, ma non sono stato io a decidere

O’Neill senza aver detto una parola uscì dall’ufficio e si diresse verso il laboratorio di Carter, dove lei era intenta a sistemare le cose e prendere il necessario per la missione.

O’Neill spalancò la porta senza bussare e poi la richiuse dietro di sé senza preoccuparsi dell’aviere che lo voleva fermare perché aveva ricevuto l’ordine di non far entrare nessuno.

Jack: Carter sei impazzita?

Sam: avevo detto a quell’aviere di non far entrare nessuno. Vedo che i pochi ordini che non vengono neanche eseguiti

Jack: rispondi alla domanda…sei impazzita?

Sam: no Signore!

Jack: ah no? A me non sembra. Come ti viene in mente di andare su quel pianeta da sola?

Sam: non mi sembra ci siano altre possibilità!

Entrambi avevano alzato notevolmente il tono della voce.

Jack: non puoi abbandonare la tua carriera e il programma Stargate per andare su un pianeta con decine se non centinaia di Jaffa

Sam: quello che tengono prigioniero è mio padre. Lei cosa farebbe al mio posto?

Jack: andrei sicuramente a salvarlo; e tu cosa faresti nella mia situazione?

Sam: probabilmente la lascerei andare

Jack: davvero?

Sam: sì

Jack: non proveresti a farmi rimanere?

Sam: e perché dovrei? Lei ha fatto una scelta e io la rispetterò

Jack: d’accordo. Io però voglio farti rimanere qui. Non lascerò andare una persona a cui tengo più della mia stessa vita in una missione suicida dall’altra parte della galassia senza che nessuno gli copra le spalle

Jack si rese conto di quello che aveva detto solo vedendo l’espressione indecifrabile di Sam.

Sam: Signore mi dispiace, ormai ho deciso

Jack: non ti lascerò andare, verrò con te

Sam: non la lasceranno partire

Jack: mi dimetterò dal Programma Stargate anche io

Sam: no, non può farlo!

Jack: sì che posso, e non me lo impediranno!

Sam: lo impedirò io; il Programma è la cosa più importante per lei

Jack: ti sbagli, non è la cosa più importante

Detto ciò O’Neill uscì dal laboratorio e si diresse a passo spedito verso l’ufficio del Generale Hammond.  

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

 

Qualche minuto dopo O’Neill uscì dall’ufficio del Generale con un espressione sul volto che lasciava ben poche interpretazioni.

Il Generale non aveva neanche chiesto ai suoi superiori ed aveva respinto la richiesta del Colonnello senza lasciarlo parlare ulteriormente.

 

Ormai era giunto il momento della partenza.

Sam aveva deciso di salvare suo padre e di riportarlo dai Tok’ra, dove sarebbe rimasta anche lei per un po’, dato che nessuno aveva più bisogno di lei all’SGC.

Nella sala controllo vi erano Janet, il Generale Hammond, Teal’c e Daniel che la aspettavano per salutarla.

Tutti le augurarono buona fortuna, mentre O’Neill la aspettava sulla rampa davanti allo Stargate.

Lei lo raggiunse dopo aver salutato gli altri.

Sam: arrivederci Signore!

Jack: non devi andare, tuo padre non sarebbe d’accordo

Sam: ma lui farebbe lo stesso per me

Jack: ma lui è tuo padre, è naturale che…..

Sam: e io sono sua figlia!

O’Neill abbassò lo sguardo non riuscendo più a sostenere le sue iridi blu fisse nei suoi occhi.

Non sapeva più cosa dirle per farla restare; a dir la verità voleva dirgli quanto era importante per lui, ma non gli era permesso, così le rivolse un ultimo sguardo prima di vederla attraversare lo Stargate.

 

Passarono due giorni e la base era stranamente tranquilla. Nessuna incursione nemica, nessun attacco da parte dei Signori del sistema o altro.

O’Neill passava molte ore nella mensa, seduto ad un tavolo a fissare una fetta di torta che il più delle volte non mangiava. Daniel andava a trovarlo qualche volta, ma non riusciva a farlo sbloccare. Sembrava quasi perso nel nulla. A volte fissava un punto nel vuoto per ore senza accorgersi di quello che gli accadeva intorno.

Ad un tratto lo Stargate si attivò.

 

ATTIVAZIONE EXTRATERRESTRE NON PROGRAMMATA

ATTIVAZIONE EXTRATERRESTRE NON PROGRAMMATA

 

O’Neill si fiondò fuori dalla mensa insieme a Daniel che lo seguiva.

Durante il tragitto nei corridoi, i due incontrarono Teal’c e si diressero insieme alla sala d’imbarco.

Daniel: sarà Sam?

Teal’c: non credo, aveva detto che sarebbe rimasta con i Tok’ra per un po’ di tempo

Daniel: può essere successo qualcosa!

Jack: ora basta! Non le capiterà niente, o io non me lo perdonerò mai

L’ultima frase uscì come un sussurro che però venne percepita dagli altri due componenti della squadra.

Arrivati nella sala d’imbarco trovarono il Generale mentre parlava con una squadra appena rientrata da una missione.

Loro si aspettavano il ritorno di Sam, ma così non è stato.

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

 

Le ore non passavano mai, sembravano essere interminabili, eterne.

Il Colonnello O’Neill non riusciva a concentrarsi nello studio delle missioni successive che venivano illustrate e esposte da Daniel nella sala briefing

così decise, una volta terminata la riunione, di andare a parlare con Hammond.

Era intenzionato a chiedergli il permesso per andare su Edigia, il pianeta che accoglieva la base provvisoria dei Tok’ra.

Inaspettatamente il Generale diede il consenso e partirono due ore più tardi.

 

Su Edigia la squadra venne accolta da Martouf che si avvicinò a loro con un sorriso stampato sul volto.

Martouf: non ci aspettavamo una vostra visita. Benvenuti nella nostra nuova base!

Daniel: grazie!

Jack: Sam è arrivata?

Martouf: no, pensavamo fosse sulla Terra

Daniel: ma noi credevamo fosse da voi; aveva detto che sarebbe rimasta qui per un pò

Martouf: qui non è arrivato nessuno oltre a voi

Daniel: oh mio Dio, dove può essere ora?

Teal’c: suppongo sia ancora su Vikus

Jack: no, non può essere ancora là

Daniel: e se le fosse successo qualcosa?

Martouf: Sam è forte, non si farà catturare!

Daniel: catturare no, ma dimentichi che deve salvare suo padre e sarà disposta a tutto pur di farlo!

Jack: noi andremo là!

Martouf: prima devo avere delle informazioni sugli infiltrati Tok’ra nelle fila di Ba’al per sapere cosa è successo!

Jack: fatti dire ogni cosa

Martouf: va bene!

 

L’SG1 una volta tornata alla base riferisce tutto al Generale Hammond che però è costretto a trattenerli.

Hammond: non potete andare in suo soccorso!

Daniel: e perché?

Hammond: perché Carter non fa più parte dell’SGC proprio come Jacob. È lo stesso motivo per cui non potevate andare a salvare suo padre. Non ho il permesso dei miei superiori

Teal’c: io non sono un militare

Daniel: nemmeno io

Hammond: ma fate parte dell’SGC e siete indispensabili

Jack: con tutto il rispetto Signore, non me ne starò qui seduto con Carter dispersa chissà dove!

Hammond: anche a me non fa piacere questa situazione

Jack: e allora perché non ci permette di andare a salvarla?!?

Hammond: ho degli ordini anche io Colonnello!

Jack: lo so Generale; lei crede sia giusto però eseguire quegli ordini abbandonando un’amica in mezzo alla galassia?

Hammond: non ho detto questo!

Jack: allora ci lasci partire! Se ne freghi degli ordini! Questo è molto più importante della carriera o della corte marziale!

Ci fu un minuto di silenzio, in attesa della decisione del Generale.

Alla fine la squadra ebbe una risposta.

Hammond: ha ragione Colonnello! Preparatevi, partirete tra mezz’ora!

Jack: grazie Generale. Ha fatto la scelta giusta!

Hammond: lo so, spero che riusciate a trovarli sani e salvi!

 

Mezz’ora dopo la squadra era pronta per andare su Edigia e incontrare Martouf.

Jack: non abbiamo molto tempo!

Martouf: lo so!

Jack: cos’hai scoperto?

Martouf: i Tok’ra infiltrati sanno solo che Jacob è sparito e che metà delle guardie Jaffa di Ba’al li stanno cercando

Jack: sanno dove sono?

Martouf: hanno detto che Sam è scappata con un Alkesch che però è stato danneggiato dalla nave Madre di Ba’al. Non sanno dove sia

Daniel: come li troviamo?

Martouf: propongo di dividerci! Prenderemo delle navette!

Jack: bene! Daniel, tu e Teal’c prendete una navicella Tok’ra e setacciate i pianeti vicini alla posizione attuale della nave di Ba’al; non fatevi rilevare e mi raccomando, prudenza. Io e Martouf ne prendiamo un’altra e cerchiamo altrove

Daniel: ma ci vorrà troppo tempo!

Jack: hai un’altra idea Daniel?

Teal’c: sono d’accordo con O’Neill, questo è l’unico modo!

Daniel: va bene, è meglio iniziare subito, andiamo!

 

Dopo essersi separati Teal’c, Daniel, Jack e Martouf iniziarono le ricerche.

      

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

 

A bordo della navetta di Jack e Martouf la tensione saliva.

 

Martouf: secondo te le è successo qualcosa?

Jack: sono sicuro che sta bene!

Martouf: perché allora non ci ha contattato?

Jack: non lo so!

Martouf: perché non l’avete accompagnata in questa missione? Dovevate aiutarla, tu dovevi aiutarla Jack!

Jack: non è colpa mia se i miei superiori non me lo hanno permesso!

 

La tensione tra i due era palpabile e senza neanche rendersene conto avevano notevolmente alzato il tono della voce l’uno contro l’altro.

 

Martouf: dovevi disobbedire agli ordini, lei lo avrebbe fatto!

Jack: non potevo fare questo al Generale Hammond

Martouf: ma lo hai già fatto in passato

Jack: era diverso!

Martouf: no, era la stessa cosa. Lei conta molto su di te. Sono sicuro che sperava in un tuo appoggio!

Jack: non era una situazione semplice, e poi io ho provato ad aiutarla

Martouf: non hai fatto abbastanza. Amish mi ha raccontato l’episodio nella sala briefing

Jack: non è un episodio!

Martouf: ma tu hai alzato la voce contro Sam e lei se n’è andata   

Jack: le ho chiesto scusa nel suo laboratorio

Martouf: e lei cosa ha detto?

Jack: bhè………

Martouf: allora??

Jack: non ha detto niente

Martouf: quindi è evidente che ce l’ha ancora con te per non averla appoggiata

Jack: Sam non ce l’ha con me! Non è una persona che tiene il muso!

Martouf: secondo me invece, tu sei stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso

Jack: non è vero!

Martouf: già la notizia ricevuta era di per sé difficile da accettare, inoltre non le hai nemmeno dato una mano anzi le hai gridato contro

Jack: non l’ho fatto apposta

Martouf: non ti sei chiesto come si sia sentita ad abbandonare il Programma Stargate che è tutta la sua vita, così su due piedi?

Jack: io le ho detto che era sbagliato, cosa dovevo fare?

Martouf: dovevi tentare in tutti i modi di farla restare. Se tieni veramente a lei, dovevi trattenerla con la forza se necessario! Jack questa era una missione impossibile!

Jack: appunto e se non mi sbaglio sei stato tu a mandare quella Tok’ra per farci fare la missione a noi

Martouf: io pensavo andaste tutti. Ne avete affrontate di peggiori in passato. Non avevo calcolato che mandavate Sam da sola!

Jack: hai sbagliato i calcoli. Sei responsabile anche tu oltre a me, quindi non venirmi a fare la predica!

Il tempo trascorreva incessante e Jack era sempre più immerso nei pensieri che affollavano la sua mente. Non riusciva a smettere di pensare a quello che poteva esserle successo e le parole di Martouf gli risuonavano nelle orecchie in continuazione.

Sperava solo che o loro o Daniel e Teal’c riuscissero a trovarli sani e salvi prima delle guardie Jaffa.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

 

Nel frattempo Sam e suo padre arrivarono su un pianeta apparentemente disabitato; Sam era riuscita ad impostare le coordinate, ma l’atterraggio non era stato dei migliori a causa delle condizioni dell’alkesch rubato a Ba’al.

Sam aprì lentamente gli occhi, e subito percepì un dolore atroce al fianco destro e alla testa. La luce non la aiutava di certo, era abbagliata da un intenso raggio solare e non riusciva a focalizzare il paesaggio che la circondava.

Aveva sbattuto violentemente il capo appena toccarono terra e aveva perso i sensi per un po’ di tempo.

Appena riprese a vedere in modo normale ricordò tutti i dettagli della missione.

Tentò di uscire dall’abitacolo e raggiungere suo padre, ma il dolore al fianco non le permetteva di fare movimenti bruschi, inoltre le iniziò a girare la testa.

Fece uno sforzo enorme per uscire e appena si mise in piedi raggiunse suo padre che giaceva nel posto del copilota privo di sensi.

Sam: mi senti papà?

Riusciva a malapena a respirare ma dopo molti tentativi riuscì a tirarlo fuori dall’abitacolo e lo portò vicino ad un grande masso per farlo appoggiare con la schiena sedendolo per terra.

Sam era convinta che Selmak riuscisse a guarirlo, gli serviva solo tempo, ma il problema era come sopravvivere su quel pianeta e passare la notte senza un riparo. La temperatura poteva raggiungere soglie molto basse, e poi non avevano cibo.

Sam decise di allontanarsi un po’ per perlustrare la zona in cerca di qualcosa di utile come per esempio lo Stargate, cosa molto improbabile dato che la superficie del piante era simile a quella della Terra; era troppo vasto e di certo non sarebbe riuscita a perlustrare neanche una piccola parte della superficie date le sue condizioni.

Non riusciva a stare dritta a causa del dolore lancinante che aveva al fianco. Era sicura di essersi rotta qualche costola ma era più che decisa a continuare.

Dopo aver camminato per quasi per quasi un’ora senza trovare niente decise di tornare indietro, ma appena si voltò si trovò di fronte un ragazzo che le puntava contro una lancia.

Sam tentò di parlargli, ma cadde a terra svenuta a causa della stanchezza.

 

Sam al suo risveglio venne subito abbagliata dalla luce che entrava da un’apertura della tenda. Si alzò di scatto, ma dovette stendersi nuovamente a causa del dolore.

Dopo aver preso un profondo respiro si alzò in piedi e uscì dalla tenda.

Davanti a se trovò una trentina di persone circa, tra cui donne e bambini che scorrazzavano da una parte all’altra.

Sembravano una piccola comunità di Incas, a parte il fatto che erano a migliaia di anni luce dalla Terra.

Ad un tratto un ragazzo si avvicinò a lei. Sam provò a comunicare con lui, ma non era sicura che comprendesse le sue parole.

Sam: dov’è mio padre? Mi capisci?

Klas: io mi chiamo Klas! Sono felice vedere che si è svegliata!

Sam:io sono Sam! Hai visto mio padre? Un uomo che era seduto vicino ad un masso più o meno dove mi avete trovato voi!

Klas: sì, lo abbiamo portato qui, ma le sue ferite erano troppo gravi e la notte che ha trascorso fuori era troppo fredda

Sam: dov’è adesso?

Klas: non deve fare sforzi, anche le sue ferite sono gravi!

Sam: portami da lui!

Klas: va bene, da questa parte!

 

In una tenda lì vicino, c’era Jacob disteso su quello che doveva essere un letto.

Sam: papà!

Klas: mi dispiace ma non siamo riusciti a curarlo

Sam: oh mio Dio!!

Klas: venga, vada a sdraiarsi o le sue ferite peggioreranno

Sam era distrutta sia fisicamente che moralmente. Era stata riaccompagnata alla tenda e fu fatta sdraiare sul letto, ma appena chiudeva gli occhi, le appariva l’immagine di suo padre.

Si incolpava per averlo lasciato solo e non sperava neanche che l’sg1 potesse venire a salvarla dato che non sapevano dove cercare.

Con quei pensieri che le affollavano la mente sprofondò nel sonno mentre una lacrima le rigava il volto.

 

Al suo risveglio Sam notò subito che le condizioni delle ferite erano peggiorate parecchio. Le costole rotte avevano procurato un’emorragia interna e le impedivano qualsiasi movimento. Non riuscendo ad alzarsi, chiamò Klas che arrivò in un istante.

Klas: come si sente oggi?

Sam: non molto bene!

Klas: le sue ferite sono peggiorate e noi non abbiamo delle cure efficaci. Abbiamo provato a guarirla, ma non ci siamo riusciti!

Sam: non ti preoccupare e ti prego, chiamami Sam!

Klas: va bene Sam!

Sam: grazie, ora aiutami ad alzarmi per favore!

Klas: dovresti riposare ancora un po’!

Sam: ho già dormito abbastanza!

Klas: va bene!

Usciti dalla tenda, Sam fu abbagliata dalla luce del giorno e quasi perse l’equilibrio, ma Klas la sostenne prontamente.

Sam: grazie! Da quanto siete su questo pianeta?

Klas: da migliaia di anni!

Sam: e tu hai esplorato gran parte di questo pianeta?

Klas: no, ma il capo del villaggio conosce ogni centimetro del nostro pianeta. Ha viaggiato per molti anni!

Sam: mi porteresti da lui?

Klas: certo, sarà felice di conoscerti!

 

Arrivati davanti alla tenda più grande di tutto il villaggio, entrarono in silenzio.

Un signore anziano gli fece cenno di sedersi.

Klas: grazie per averci dato udienza Neves

Neves: dimmi Klas, lei è la donna che hai trovato nella foresta?

Klas: sì Neves. Vuole parlare con te

Neves: prego, parli pure!

Sam: grazie Signore!

Neves: chiamami Neves, te ne prego!

Sam: d’accordo Neves, volevo chiederti se sul vostro pianeta avete un grande anello di pietra con dei simboli incisi sulla superficie

Neves: no, non ho mai visto un anello di pietra!

Sam: lo immaginavo. Grazie!

Klas: grazie del tuo tempo Neves

Neves: a presto!

Usciti dalla tenda Sam si rivolse a Klas con uno sguardo che lasciva trasparire non poca tristezza.

Sam: credo che rimarrò con voi ancora per un po’!

Klas: mi dispiace che tu non possa tornare a casa, ma qui sei la benvenuta!

Sam: grazie Klas. Ora vorrei andare a riposare ancora un pochino. Il dolore al fianco si fa sempre più fastidioso!

Klas: va bene! A dopo!

Sam: a dopo!

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

 

O’Neill e Martouf avevano già controllato 3 pianeti che potevano essere usati come nascondiglio da Sam e Jacob, mentre Daniel e Teal’c ne avevano controllati 2.

Non vi era ancora nessuna traccia di loro e Jack iniziava ad essere nervoso.

Martouf, che notò la sua preoccupazione in costante crescita, decise di non rispondere alle continue provocazioni di Jack. Era fuori di sé, continuava ad incolpare i Tok’ra dell’accaduto, ma dopo un po’ riuscì a farlo calmare per qualche istante.

Sapeva che era solo uno sfogo, e invece di piangere come era solito fare un essere umano, Jack incolpava chiunque, compreso se stesso, di tutto l’accaduto. Era furioso con i suoi superiori ma sapeva che Sam e Jacob erano in gamba.

Ormai erano due giorni che giravano per la galassia ed erano arrivati ad un punto morto. Era giunto il momento di riflettere per bene sul da farsi.

Jack e Martouf si misero in contatto via radio con Daniel e Teal’c.

Martouf: non possiamo continuare per sempre!

Daniel: e cosa possiamo fare?

Teal’c: non c’è traccia di loro e non sappiamo dove cercare

Jack: non li lasceremo sperduti chissà dove!

Daniel: e se Ba’al li avesse ricatturati?

Martouf: no, è impossibile, i Tok’ra infiltrati mi avrebbero avvertito!

Jack: ne sei sicuro?

Martouf: ne sono più che certo!

Jack: bene; Teal’c, tu e Daniel tornate all’SGC e riferite tutto al Generale Hammond!

Daniel: e tu che fai Jack?

Jack: io tornerò solo dopo averli trovati!

Daniel: Hammond non sarà d’accordo!

Jack: il Generale è dalla nostra parte, sono quelli di Washington il problema, teneteli a bada il più possibile!

Teal’c: buona fortuna O’Neill

Jack: grazie Teal’c!

Martouf: a presto ragazzi!

Daniel: trovateli e ripostateli a casa!

Jack: li troveremo Daniel!

 

La navetta con a bordo Daniel e Teal’c si diresse verso la Terra mentre quella con a bordo Jack e Martouf si avvicinò ad un altro pianeta!

Martouf e Jack atterrarono con la navetta ed iniziarono il giro di perlustrazione.

All’improvviso udirono dei passi. Si nascosero entrambi dietro a delle rocce per capire meglio la situazione. La scena che gli si presentò davanti però non fu delle migliori. Delle guardi Jaffa erano sulle tracce di Sam e Jacob. Martouf sentì la loro conversazione e dedusse che su quel pianeta non era stata trovata nessuna traccia della loro presenza. Comunicò a Jack la notizia e decisero di tornare alla navicella prima di essere fatti prigionieri.

Una volta arrivati Martouf decollò immediatamente.

Martouf: visto che quei Jaffa erano là, almeno sappiamo che sono ancora nascosti

Jack: sì, ma chissà se sono ancora vivi

Martouf: Jacob non permetterà che accada qualcosa a Sam! Li troveremo Jack!

Jack: lo spero davvero!

     

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

 

Martouf e Jack erano ormai allo stremo. Erano giorni che andavano di pianeta in pianeta senza sosta, e non avevano trovato niente che potesse dar loro un aiuto.

Dopo aver visualizzato con i sensori la superficie di un pianeta simile alla Terra, Martouf e Jack decisero di scendere.

Appena misero piede sul pianeta furono circondati da un gruppo di selvaggi. Dopo averli privati delle armi gli legarono le mani e iniziarono a camminare.

Jack: chi sono questi?

Martouf: non so, sembra che vivano nella foresta

Jack: dobbiamo liberarci e cercare Sam!

Appena pronunciò quel nome, un ragazzo si avvicinò a Jack e lo fissò negli occhi.

Klas: conosci Sam?

Jack: sì perché? È qui?

Klas: l’abbiamo portata al villaggio ma è molto grave

Jack: al villaggio? Portami da lei!

Fecero qualche chilometro a piedi ed infine arrivarono ad un villaggio pieno di tende.

Klas si voltò verso Jack e lo afferrò per un braccio, mentre Martouf fu condotto in un’altra tenda.

Jack: SAM!!!!

Klas: è molto grave; respira a fatica e ha la febbre molto alta. Non abbiamo una cura

Jack: da quanto tempo è così?

Klas: da quando è arrivata qua. Sono passati 4 giorni dal suo arrivo insieme ad un’altra persona che purtroppo era ancora più grave. Lui era già morto quando lo abbiamo trovato nella foresta

Jack: lei lo sa?

Klas: sì, è andata nella tenda a portargli dei fiori ogni giorno quando riusciva ad alzarsi dal letto, ma ormai è quasi un giorno che non si alza più. Era molto triste, piangeva da sola nella tenda e io non sapevo cosa dirle per farla stare meglio

Jack: dobbiamo riportarla a casa!

Klas: va bene!

Jack: grazie per esserti preso cura di lei!!

Klas: spero si rimetta presto! Ha detto di avere delle costole rotte, delle brutte ferite e ha preso un brutto colpo alla testa

Jack: grazie di tutto!

Jack uscì dalla tenda con Sam tra le braccia, mentre Martouf si mise in spalla il corpo di Jacob.

Fecero lo stesso percorso per raggiungere la navetta e appena furono a bordo partirono.

 

A bordo della navetta Jack fece sdraiare Sam a terra.

Jack: Sam mi senti? Sam ti prego!

Sam non era cosciente da molte ore da quello che aveva detto Klas, però Jack vide una lacrima rigare il volto di Sam.

Provò di nuovo a chiamarla ma non ci fu nessuna risposta. Jack si alzò in piedi e si voltò; vide il corpo di Jacob riverso a terra senza vita. Scosso dall’accaduto si avvicinò a Martouf.

Martouf: come stà Sam?

Jack: non bene, ha un’emorragia interna

Martouf: se la caverà; riusciremo ad arrivare in tempo!

Jack: dannazione!! Chissà cosa ha passato in questi giorni

Martouf: Sam è a conoscenza della mote di Jacob?

Jack: sì, è morto da qualche giorno e Sam gli portava dei fiori quando riusciva a camminare. Klas ha detto che piangeva nella tenda stando seduta in un angolo. Era sola ed è colpa nostra!

Martouf: maledizione Jack! Non devi incolparti! Abbiamo fatto il possibile!

Jack: ma non era abbastanza! Ora vado a prendermi cura di lei

Martouf: d’accordo

Jack si sedette a fianco a Sam e poggio la schiena contro la parete. Poggiò la testa di Sam sul cuscino che aveva fatto arrotolando la giacca della sua divisa e le accarezzò i capelli tenendole stretta la mano per non farla sentire sola.

 

Passò qualche ora prima di arrivare su Edigia; appena misero i piedi sul suolo del pianeta si diressero verso lo Stargate. Jack teneva in braccio Sam, mentre Martouf digitava le coordinate.

    

   

 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

 

Arrivato all’SGC, il Colonnello fu sommerso di domande da Daniel ma venne ignorato per portare Sam dalla dr.ssa Fraiser.

Successivamente dopo averla lasciata nelle mani esperte della Dottoressa, O’Neill venne convocato nella sala briefing dal Generale Hammond.

Hammond: cosa è successo?

Jack: non lo so con precisione Signore. Carter deve essere atterrata qualche giorno fa sul pianeta dove l’abbiamo trovata. Le sue ferite sono gravi ma un abitante del pianeta mi ha spiegato che è stata cosciente per qualche giorno, poi è peggiorata!

Daniel: e di Jacob si sà qualcosa?

Jack: lui purtroppo non ce l’ha fatta. Lo abbiamo trovato nella tenda del villaggio, lo stesso dove abbiamo trovato anche Carter. Un ragazzo mi ha riferito che era già morto quando lo hanno trovato! Martouf lo ha portato nella loro base

Daniel: Sam lo sà questo?

Jack: sì, inoltre il ragazzo mi ha anche detto che quando era cosciente Carter gli portava dei fiori nella tenda e passava molte ore a fianco a Jacob

Daniel: povera Sam!!!

Hammond: Colonnello, può bastare!

Jack: grazie Signore!

 

Qualche minuto dopo O’Neill era in infermeria per finire la visita post-missione.

Fraiser: tutto a posto Colonnello!

Jack: grazie Dottoressa! Come sta Sam?

Fraiser: non bene purtroppo; le ferite erano gravi e l’emorragia interna si è estesa a causa del passare dei giorni

Jack: ci abbiamo messo troppo tempo a trovarla! MALEDIZIONE!!!

Fraiser: non è colpa sua Colonnello, vedrà che se la caverà; Sam è forte!

Jack: già; lei ha forza da vendere! Deve guarire per tornare a spiegarmi la teoria di non so che cosa! Aveva iniziato a spiegarmela prima di sapere della scomparsa di Jacob

Fraiser: ora vada a riposare Colonnello!

Jack: preferisco rimanere qui se non le dispiace!

Fraiser: l’avevo immaginato, infatti le ho fatto mettere uno sgabello vicino al letto di Sam! È tutto suo!

Jack: grazie Janet!

 

La dottoressa uscì dall’infermeria mentre Jack rimase lì a fissarla. Non riusciva a riflettere vedendo la sua sagoma immobile sul letto; la sua mente gli riportavano alla memoria il momento del ritrovamento.

L’aveva trovata proprio nella stessa posizione in cui era adesso, ma lì aveva paura di essere arrivato tardi. Invece alla base, con quel continuo “bip” in sottofondo, era sicuro che il suo cuore battesse.

Una voce all’improvviso attirò la sua attenzione.

Sam: Signore?

Jack balzò sullo sgabello e rischiò di finire per terra, ma fortunatamente riacquistò l’equilibrio all’ultimo secondo.

Jack: ciao Sam, come ti senti?

Sam:non molto bene. Da quanto sono svenuta?

Jack: quel ragazzo sul pianeta dove ti abbiamo trovato ha detto che hai dormito per quasi un giorno!

Sam: il ragazzo si chiama Klas. Mi ha aiutato molto! Non credevo di aver dormito un giorno intero?

Jack: già, ma sono sicuro che recupererai il tempo perduto in men che non si dica!

Sam: bene!

Jack: Sam………..

Sam: sì?!?

Jack: mi dispiace per tuo padre e per quello che è successo!

Sam: non è colpa sua Signore!

Jack: invece è tutta colpa mia! È colpa mia se tuo padre è morto, è colpa mia se tu sei ferita ed è colpa mia averti lasciato da sola per tutto questo tempo!

Sam: ma…….

Jack: fammi finire! Io volevo scusarmi per non esserti stato vicino nel momento del bisogno. Eri da sola a piangere la morte di tuo padre e per di più ad anni luce dalla Terra; non deve essere stato un bel momento e avevi bisogno di qualcuno che ti desse almeno una spalla su cui piangere

Sam: non deve incolparsi Signore! Comunque la ringrazio! Dov’è mio padre adesso?

Jack: lo abbiamo lasciato ai Tok’ra

Sam: voglio che sia seppellito sulla Terra!

Jack: lo dirò subito a Martouf!

Sam: dopo il funerale mi trasferirò dai Tok’ra!

Jack: Sam ti prego, non puoi andare dai Tok’ra!

Sam: qui non avete più bisogno di me!

Jack: Ti sbagli, io ho bisogno di te! Rimani sulla Terra, ti farò riammette al programma Stargate!

Sam: non credo che ci riuscirà; quelli di Washington saranno piuttosto arrabbiati!

Jack: io e il Generale Hammond sappiamo bene fin dove spingerci e quali tasti schiacciare per ottenere ciò che vogliamo. Quelli di Washington non sono certo dei santi! Ti prego Sam rimani qui!!

Sam: non so se…………

Jack: Samantha, ti supplico. Non riuscirei a vederti andare via un’altra volta!

Sam rimase pietrificata. Jack non la chiamava mai per nome, o meglio la chiamava Sam, ma mai Samantha. Non si aspettava di sentire quelle parole. Lo fissò negli occhi e lesse in quelle iridi marroni paura e preoccupazione.

Sam: d’accordo mi ha convinto, rimango!

Jack: magnifico! Sono contento di averti fatto cambiare idea!

Sam: grazie Signore per essere venuto a prendermi!

Jack: grazie a te per avermi aspettato! Adesso riposa!

Entrambi si sorrisero, poi Sam piombò nuovamente in un sonno profondo mentre Jack contattò Martouf per aggiornarlo.

 

    

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Capitolo 12
*** EPILOGO ***


Epilogo

Epilogo

 

Tre giorni dopo, in un cimitero di Colorado Springs aveva luogo il funerale del Generale Jacob Carter. Tutti erano in alta uniforme, ma era visibile negli occhi di ciascuno, una tristezza disarmante.

Sam parlò durante la cerimonia, come del resto fece anche il fratello Mark.

Dopo aver sepolto la bara, ognuno, dopo essersi salutati si diresse alla propria auto.

Sam rimase ferma a fissare la lapide bianca con la foto sorridente del padre; sentì dei passi alle sue spalle, ma non si voltò per guardare chi fosse, sapeva benissimo l’identità della persona in questione. Avrebbe riconosciuto quell’andatura in mezzo a milioni.

Sam: sono felice che sia riuscito a venire anche mio fratello nonostante il difficile rapporto che aveva con mio padre

Jack: bhè, del resto era suo figlio

Jack notò le lacrime che scendevano sulle guance di Sam e si voltò per abbracciarla.

Jack: vieni qui!

Sam non tentò di liberarsi dall’abbraccio anzi, legò le sue braccia alla schiena di Jack.

Non riusciva a smettere di piangere, ma almeno adesso aveva una spalla su cui farlo, anche se quella spalla era del suo superiore! Dopo quasi due minuti Sam sciolse l’abbraccio tenendo lo sguardo basso nel tentativo di asciugare le lacrime.

Sam: scusi Signore, le ho sgualcito la divisa

Jack allungò la mano e con due dita sollevò il mento di Sam. Quando i due sguardi si incrociarono le sorrise.

Jack: non c’è nulla di cui ti debba scusare! E ti prego, smettila di chiamarmi Signore o Colonnello. È un ordine!

Sam sorrise leggermente.  

Sam: grazie………Jack!

Jack: e di cosa?

Sam: di essere qui!

Jack: io ci sarò sempre per te Sam, anche se proveranno ad impedirmelo com’è successo, io sarò sempre al tuo fianco!

Sam: sapevo che saresti venuto a cercarmi!

Jack:certo! Non potevo mica lasciare la mia cervellona preferita sperduta nella galassia!

 

I due si allontanarono dopo aver rivolto un ultimo sguardo alla lapide bianca.

Sam aveva un’enorme vuoto dentro di sé, ma sapeva che almeno in parte questo vuoto poteva essere colmato dal suo lavoro, da Daniel, Teal’c, Janet, il Generale Hammond e soprattutto da Jack, colui che sarà sempre al suo fianco!

 

FINE

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Anche questa ff è finita. Spero sia stata di vostro gradimento e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno recensito o anche solo letto la mia storia.

Prometto di scriverne un’altra anche se ci vorrà del tempo visto che è solo nella mia testa ma non su carta.

Inviterei anche coloro che sono solo lettori a provare a scrivere delle ff perché è gratificante vedere il proprio lavoro apprezzato dagli altri ed è sicuramente un’occasione ottima per gli altri di leggere nuove storie.

GRAZIE e alla prossima.

 

ILARIA

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