Lettere ad un ex

di Mitrion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Promessa ***
Capitolo 2: *** Problem. ***
Capitolo 3: *** Frivolezza ***



Capitolo 1
*** Promessa ***


Perché? Perché, stupido essere? Perché sei capitato a me?
Non ti odio, odio me stesso.
Siamo lontani, non ti penso, sono felice. Siamo vicini, sono felice, sono triste. Sembra avere senso, no?
Sono geloso dei tuoi amici, del ragazzo che ti interessa –anche se non lo vuoi ammettere-, del mondo. Ma solo perché io non ne faccio più parte.
Siamo diventati estranei? No, siamo ancora gli stessi…credo.
Sono stanco del tuo continuo bussare in quell’angolo della mia mente. Un rumore sordo, persistente, che non va mai via. Posso solo provare a nasconderlo dietro un altro più assordante.
La musica, i suoni, le voci…parlano, dicono qualcosa, ma io non li sento. Gli occhi cercano, provano a consolare, ma non ce la fanno.
Oggi…le mie braccia erano paralizzate, non si muovevano. Troppo? Troppo poco? Mi sento uno stupido.
E tu, lo sei? A volte penso di sì; quelle volte in cui non fingi di esserlo.
Ti ho capito, credo. Spesso provi ad essere quello che non sei, stupido intendo. Non sempre capisco il perché, ma mi basta sapere di questa farsa, sapere che in fin dei conti riesco a leggere sotto quella tua maschera ed io…mi sento vicino a te.
Strano? Ovvio, non sono mica normale.
Mi vuoi comunque bene, no? Ed io ne voglio a te. Non sai quanto. Ma non te lo dirò mai più, mai.
Sembra brutto da dire: “mai”. Esiste qualcosa del genere? Il “mai”, quando si tratta di queste cose?
La rabbia mi monta dentro, se penso a come tutto è finito, alla “scusa” che mi hai sbattuto in faccia. Poi però, sbuca la dolcezza –o è tristezza?-, nel ricordare i momenti più belli: in riva al mare, su quella duna; in auto, vicino quella chiesa; il giorno del tuo compleanno, vicino quelle canoe; in tenda, sotto le stelle ed il temporale.
Tanti altri, forse troppi...racchiusi nell’arco di…quanto? Un mese? Anche meno.
LEI mi ha detto che dirti “Mi manchi” mi metterebbe in svantaggio. Lo so che ha ragione…ma non lo sono già?
Sono sempre stato in svantaggio nei tuoi confronti. Sono un idiota.
Eppure, mi manchi.
Ma è giunto il momento di dirti addio, spero.
Un addio che include il non rivederti più, perché, ogni volta che succede, l’unica cosa che desidero sono le tue labbra.
Ce la farò?
No. Che domande, ma ci proverò, lo giuro. A chi? A me stesso…per non stare più male, per non farCI stare più male. Sperando che anche a te…io manchi.
Addio.

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Capitolo 2
*** Problem. ***


We think we can make good out of darkness.
It’s all an illusion we create not to feel useless.
Are we at the point
that no one cares?
Indifference counts
so much or ain’t
I just in love?

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Capitolo 3
*** Frivolezza ***


Ciao,
ti ricordi di me? Io sì, per quanto tu non sia più qualcuno nella mia vita. Un concetto, ecco cosa sei diventato, una creatura impalpabile, eterea, che non ho mai incontrato, ma che un tempo ho amato.
Ed ora…be’, potrebbe esserci qualcun altro.
Così diverso, così simile, così speciale…o forse è solo la mia aspettativa. Spero che vada meglio delle altre volte, ma non so se ne sono davvero preso. O forse lo so, o forse, lo ero, ora…chissà.
Sono una persona volubile ed insignificante: sono umano. E tu, che ormai non conosci più questa mia caratteristica, che ne pensi?
C’è qualcosa di sbagliato in me? Nella capacità di desiderare ardentemente qualcosa, per poi far affievolire quel desiderio come il lume di una candela. Magari è la concreta possibilità di ottenere qualcosa a farmi perseverare nel vuoto, nel nulla; perché io lo ricordo, quel momento, in cui la terra si è fatta cielo, per un istante. Tutto sembrava perfetto, più bello, più interessante…era il periodo dell’incertezza, la sua, la mia.
Ed ora, quando il desiderio si concretizza, cristallizzandosi in qualcosa che potrebbe piacermi, che potrebbe rendermi felice…io vengo meno, come una creatura divenuta di colpo insoddisfatta.
Ne sono cosciente? È un mio limite o riguarda l’umanità intera? Siamo davvero così frivoli?
Spero di no, spero di non esserlo, ma tutto mi dice il contrario. Sono una persona da poco, senza morale, mordente o grandi valori. Sono un essere deforme, incatenato ad un mondo ancora più osceno e storpio.
Mi chiedo se sia giusto, in fin dei conti, che persone come me camminino fra le luci più delicate e tenere di questo mondo.
Ma un secondo dopo questo pensiero svanisce: e se fossero tutte apparenze? E se, invece che di astri luminosi, anche loro fossero orbi e deformi? Immagini di quel che vorremmo essere, che nascondono un io corrotto, impuro.
O forse, e qui la smetto, è tutto un mio arzigogolo mentale; tutta una mia creazione.
Siamo esseri umani, non lucciole, né mostri. O forse, alla fine della fiera, siamo entrambi. 

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