La mia vita con te

di andrea_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 [parte 1] ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 [parte 2] ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 Annabeth
Lui di New York e di San Francisco : ci eravamo conosciuti durante un giorno di orientamento alla Columbia e nella mensa, mentre i due ragazzi del secondo che ci stavano accompagnando un po’ in giro, Thalia e Luke, cominciarono a discutere del fatto che Luke, avendo in custodia il cugino di Thalia (appunto Percy ) sarebbe dovuto essere più educato con lei, tentando almeno quel giorno di non superarla nella fila , almeno quel giorno che c’ero io.
Gli gridava contro cose tipo : – NON VOGLIO CHE PENSI CHE I RAGAZZI ALLA COLUMBIA SIANO TUTTI DEI MONTATI ARROGANTI COME TE, E NON VOGLIO CHE PERCY, PRENDENDO ESEMPIO, SI SENTA LIBERO ANCHE LUI DI ESSERE UN PALLONE GONFIATO!!!- e lui le rispondeva, compiaciuto del fatto che fosse riuscito a farla arrabbiare (almeno secondo il mio punto di vista)  : - Bhe, sai che non sembrate cugini? Lui è così simpatico … mentre tu … e poi si vede che la biondina sa il fatto suo e che il tuo cuginetto ci sta facendo un pensierino … - lo guardai e più che pensare ‘bhe…carino’ non ci feci molto caso,perché Thalia mi stava trascinando verso un tavolo, togliendomi l’occasione di rispondere per le rime a quel tipo che mi aveva chiamata ‘biondina’ … nessuno mi chiama ‘biondina’…
Credo che a quel punto Thalia aveva capito dalla mia faccia che quell’appellativo mi aveva fatto arrabbiare e mi rassicurò : - Lascialo perdere, deve sempre dar fastidio. Anche quando la mia compagna di stanza Silena va dal suo ragazzo, compagno di stanza di Luke, lui viene sempre a rompere da me … mi dispiace dirlo ma sono contenta che è il loro ultimo anno così non avrà più la scusa che ‘la mia amica sta facendo cose sconce con Beckendorf, quindi lui dove dovrebbe andare? Mica può reggere le candele’ !-
Al nostro tavolo si aggiunse la sopraccitata Silena e la ragazza che aveva sotto ‘custodia’ , Clarisse.
Dire che Silena era bellissima era un eufemismo : portava i capelli neri e lunghi sciolti sulla schiena , gli occhi azzurri erano risaltati dalla matita nera e la pelle leggermente abbronzata le conferiva un’aria sana e solare.
E poi aveva un fisico fantastico, femminile, invidiabile messo in risalto dal maglioncino leggero e dai jeans : fianchi larghi, vita stretta e seno proporzionato … praticamente il contrario di Clarisse che aveva un fisico molto muscoloso, molto alta … faceva un po’ paura , ma non mi fermerei troppo sulle apparenze … non si poteva definire brutta : i tratti marcati accompagnati dagli occhi color cioccolato e i capelli castano chiaro liscissimi la facevano sembrare una di quelle ragazze che , se eri sua amica , avrebbe anche mutilato chi ti guardava in malo modo , insomma una simpatica.
Silena era gentilissima e aveva già fatto amicizia con me ,ma mentre mi spiegava che c’erano dei corsi molto interessanti di design che potevano servirmi, al nostro tavolo si aggiunsero due persone che fecero andare di traverso il boccone a Thalia , che prima parlava entusiasta a Clarisse dei corsi di arti marziali che facevano invidia alle palestre olimpiche, e fece alzare gli occhi al cielo alla sua interlocutrice : Luke e Percy.
-Ma guarda quante belle facce nuove… ti divertirai molto l’anno prossimo Jackson- disse,facendo un cenno nella mia direzione, mentre si sedeva con nonchalance tra Silena , che sorrise divertita e Thalia che studiava in modo preoccupante il suo coltello
- Lo spero proprio … - disse il moro sorridendo nella mia direzione con fare ammiccante … e allora non potei fare a meno di rimanere stupita: guardandolo meglio non era solo carino, molto di più … aveva i capelli castano scurissimo, quasi nero che facevano risaltare in modo ipnotico gli occhi verde mare ‘potevano degli occhi avere quel colore? ’ .
 Lo squadrai da capo a piedi: fisico slanciato e non troppo muscoloso ,scolpito, abbastanza alto e affascinante, ma non mi lasciai abbindolare.
Mi limitai ad ignorarlo ,ma avevo notato lo sguardo indagatorio che Clarisse aveva rivolto a quel pesce lesso … non le stava molto simpatico, a quanto pare.
Le mie supposizione si rivelarono fondate quando Luke disse : - Ehi Percy perché non ti siedi tra ‘lo sguardo di Satana’ e la biondina?-
Le risposte furono tre : -Con piacere!- ; -Non chiamarmi mai più biondina o farò in modo che non chiamerai più nessun’altro in nessun modo!- ; - Percy non osare comportarti come Luke!-
Io guardavo Luke con sguardo omicida, che invece mi sorrideva compiaciuto e Thalia gridava contro Percy che sbuffava divertito .
Ma la cosa che mi stupì fu che ha interrompere quel litigio fu la voce di Clarisse : - No, Jackson non si siede vicino ad Annabeth, si siede tra me e la cugina.- Risoluta, autoritaria e chiara, Clarisse aveva zittito tutti senza lasciar trapelare alcuna emozione .
Io le sorrisi grata e lei ricambiò con un cenno del capo, anche Thalia era contenta e adesso sorrideva lei compiaciuta.
Ma quel mollusco non  si perse d’animo e, appena si accomodò mi fece un cenno e disse : - Così ti chiami Annabeth…- ma non riuscì a concludere che Luke ne sparò una abbastanza grossa – Ah allora ‘Sguardo di Satana’ ha una cotta per il grande  ‘don’ Jackson- disse ghignando a Clarisse che, con mio grande stupore, rimase calmissima e lo guardò come se fosse il più scemo degli scemi…e non potevo darle torto.
Anche io non potei fare a meno di alzare un sopracciglio e vedevo Silena fare un mezzo sorriso di scuse e Thalia annuire rassegnata .
Fu allora che successe qualcosa come l’Apocalisse … almeno per Jackson: Silena per calmare gli animi chiese gentilmente a Luke dove fosse Beckendorf : - Sta finendo fare il giro con quel Chris. – rispose mangiando una patatina fritta di Thalia che caccio la sua mano in malo modo, ma troppo tardi .
- …Rodriguez?- chiese conferma Jackson sorridendo indispettito. -Si-  Sentii Clarisse irrigidirsi di colpo , mentre Percy si girava verso di lei , con ancora quel sorriso ebete stampato in faccia : - Che ne dici Clarisse ,vuoi raggiungerli? –
- ZITTO!!- la scena che seguì fu esilarante: Jackson per lo spavento salto giù dalla sedia cadendo di sedere, nel mentre il suo piede colpì il vassoio che fini addosso a Clarisse e il suo contenuto le si rovescio su tutti i vestiti e parte di faccia e capelli : - JACKSON IO TI AMMAZZO! TI FACCIO USCIRE UNA AD UNA TUTTE LE ALGHE CHE HAI IN TESTA DAL NASO E DALLE ORECCHIE!!-
Il povero malcapitato riuscì ad alzarsi e correre verso la porta, ma non sarebbe durato molto , perché Clarisse stava correndo verso la sua stessa direzione.
La scena aveva ricevuto l’attenzione di tutta la mensa : la maggior parte, come me,Thalia e Luke , si stava praticamente reggendo lo stomaco per le risate e pochi altri, come Silena e i ragazzi che andavano a scuola con Clarisse (sapendo che non sarebbe andate a finire bene) pregavano con faccia preoccupata che ci sarebbe rimasto almeno il cadavere per il funerale.

Avevo appena salutato Katie, una ragazza della mia scuola che avrebbe studiato botanica, girai l’angolo per raggiungere la biblioteca e riportare i libri che avevo preso in prestito per seguire la lezione di impiantistica , quando andai a sbattere contro qualcuno.
Il colpo mi stava per far perdere l’equilibrio ma una mano afferrò il mio braccio salvandomi dalla caduta,ma ciò comportò la rovinosa caduta dei miei libri .
Guardai chi aveva provocato tutto questo casino e mi ritrovai davanti un paio di occhi verdi ‘ no ancora lui’ – Guarda che hai fatto!!!- dissi arrabbiata. – Bhe un grazie sarebbe carino…- lo ignorai.
Inizia a raccogliere i libri e , con mio grande stupore, lui mi aiutò –Ce la faccio benissimo …- non conclusi la frase perché  il moro aveva raccolto già metà dei libri e se li stava mettendo sotto il braccio e mi sorrise gentile, non come alla mensa mentre cercava di abbordarmi, ma come se fosse felice di aiutare una persona dopo averla messa in difficoltà ,’forse sta cercando un approccio diverso …’. - … da sola? Lo so che ce la fai, ma io voglio aiutarti lo stesso. Dov’è che stavi andando?- Ero sospettosa, molto , molto sospettosa, ma non credo che lui se ne accorse, perché si guardava intorno cercando di intuire il luogo che dovevo raggiungere. Decisi di fare il suo stesso gioco : - No tranquillo, veramente ce la faccio, non sono lontana e poi …- ingoiai amaramente un rospo - …ti devo delle scuse per averti risposto male, è stata anche colpa mia se ci siamo scontrati.- Il suo sorriso si trasformò da altruista (finto a mio parere) a colpevole (anche questo palesemente finto) . – Sono io che mi devo scusare per il comportamento di questa mattina, mi sono comportato da idiota , ero agitato e credevo di non riuscire a parlarti, così ho chiesto un consiglio a Luke e… bhe hai visto com’è andata a finire . Appena Thalia mi rincontrerà credo che mi pesterà a sangue per averci provato con te in quel modo…- sorrisi al pensiero di Thalia che picchiava Percy per me: quella ragazza mi stava ogni secondo più simpatica…a fine giornata forse le avrei fatto una statua.
Mi accorsi che Jackson mi fissava e pensai che la mia faccia avesse assunto la tonalità di rosso pari allo smalto di Silena, mi ripresi velocemente e dissi : - Dai allora , stavo andando in biblioteca per riportare i libri e dobbiamo fare presto perché chiude fra 15 minuti.- e mi incamminai per il corridoi a passo svelto come per seminarlo, ma avendo le gambe più lunghe delle mie, mi raggiunse con poco.
- Allora … vuoi diventare architetto quindi?- stavo per chiedergli come facesse a saperlo ma intuii che aveva letto i titoli sulle copertine. – Si … bhe mi piace l’idea di riuscire a costruire qualcosa di permanete…- avevo esagerato … come mi era venuto in mente di dire una cosa del genere?! Era una cosa che avevo detto solo a chi mi era più vicino (genitori,amici,…) non a uno sconosciuto che ci stava provando con me. Allora sviai il discorso : - E tu che farai? – Lui alzò le spalle : - Biologia marina, il mondo acquatico mi ha sempre attirato  e studiare il comportamento dei suoi abitanti è una specie di sogno, curarli , sapere cosa gli fa bene e cosa no … cose così. -  Risi – Allora sei una Testa d’alghe?-  mi guardò, divertito anche lui da quel nomignolo (sicuramente più carino di ‘biondina’) –Si, più o meno… anche Clarisse crede che abbia la testa invasa dalle alghe… - non potevo essere più d’accordo,ma quel pensiero venne fermato dal sorriso di Percy, ‘Oh Dei’, era mozzafiato! Ma mi impedii di rimuginarci troppo – A proposito, com’è andata a finire con Clarisse?-  sorrise di nuovo e mi impedii di nuovo di trovarlo assolutamente dolce – Ehm … sono corso in cortile e ho raggiunto Beckendorf  e… Chris.- Lo guardai storto: da quanto avevo capito questo Chris faceva un certo effetto su Clarisse e quello di Perc…cioè Jackson era stato un colpo basso. – Ci credo che ti odia…-.
- Nah è tutto il liceo che ha una scusa per farmi fuori definitivamente e sono ancora qui, le sto simpatico!- ‘come no’. Tra una chiacchera e l’altra arrivammo in biblioteca .
Quando entrammo la bibliotecaria (una donna sui 60 anni) mi sorrise e rimase stupita di vedere anche Percy… in effetti Jackson non era proprio il tipo da biblioteca, ma la signora sorrise lo stesso, forse con l’esperienza sa che alcuni dei migliori usciti da lì erano quelli più scapestrati.
Consegnammo i libri e uscimmo da lì. – Allora … mi scuso ancora per il mio comportamento di stamattina …- . – Non fa niente, basta che non ti comporti più in quel modo… con nessuna, credimi funziona fino ad un certo punto- sembrava sollevato, ma anche deluso ‘… forse il pensiero di provarci con una che non sia io lo rattrista …’ NO,impossibile ,non dovevo pensarlo. – Ehi ma quando riparti ?-
 – Domani mattina, dopo la colazione-
- Allora ho solo oggi per offrirti qualcosa tipo un caffè o un cappuccino?-  ‘si per favore, dì di si’ NO .Thalia mi aveva avvertito “quello si comporta in modo strano,non fidarti,chissà quali idee gli ha messo Luke in quella testa, già non troppo brillante” e poi Thalia mi stava aspettando per parlarmi di qualcosa sulle stanze – Mi dispiace ma tua cugina mi sta aspettando per parlarmi di una cosa importante …- Sembrava terribilmente deluso e mi sentii in colpa … NON DOVEVO SENTIRMI IN COLPA! – Ehi tranquillo, hai quattro anni per offrirmi tutti i caffè e cappuccini che vuoi!- gli sorrisi incoraggiante e lui ricambiò e … sarei svenuta per quant’era affascinante! – Vado …Allora…ci vediamo!-  indietreggiai –Ci vediamo- girai i tacchi e a passo svelto raggiunsi Thalia in cortile.
No , l’anno prossimo non sarebbe stato affatto un anno facile.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Percy
La festa era appena finita e ovviamente Thalia e Luke si erano ficcati in camera nostra per fare le loro “cose” .
Ero contentissimo che quella pazza di mia cugina e quel deficiente del mio amico avessero capito di amarsi, ma non mi andava giù che Luke fosse d’accordo con Thalia a cacciare me piuttosto che Annabeth, anche se neanche io avrei il coraggio di cacciare proprio lei…
E io ovviamente stavo cercando un posto dove andare a dormire : forse Grover non era impegnato con Juniper(ne dubitavo), o i fratelli Stoll… mi stavano simpatici quei due…
Mentre prendevo un po’ d’aria in cortile vidi una figura stesa sul prato: pensavo fosse qualcuno che si era sentito male per una sbronza, ma solo quando mi avvicinai vidi che era una ragazza, boccoli biondi, occhi grigi : Annabeth.
Indossava un vestito nero con le maniche lunghe che arrivava a metà coscia e le fasciava il fisico slanciato, i tacchi ( o tranpoli) erano abbandonati di fianco a lei .
Diciamo che rimasi dieci minuti a sbavare sperando di non essere visto … quel vestito metteva in risalto tutto ciò che poteva far eccitare un ragazzo, soprattutto me: aderiva al suo corpo perfettamente risaltando il seno in modo fantastico, si stringeva verso la vita sottile e scendeva lungo i finchi stretti fino a metà coscia , tenendo le gambe atletiche scoperte, era molto, ma molto sexy…e questo non mi aiutava per niente.
Aveva le mani poggiate sullo stomaco e guarva le stelle con lo sguardo curioso e stanco .
-Annabeth…- alzò lo sguardo per incontrare il mio. Aveva il mascara un po’ sbavato sotto gli occhi e le gote ancora un po’ rosse, era bellissima.
- Ehilà Percy! Thalia e Luke sono…-
-Si- confermai,nascose un sorriso mordendosi il labbro inferiore(cosa davvero sexy e carina) e mi guardò dispiaciuta.
-Oh…Mi dispiace che ti caccino ogni volta…gli ho detto che dovrebbero prendersi una camera d’albergo …- disse ridendo.
Mi allungai di fianco a lei e risi anche io. La guardai mentre rideva e ne rimasi folgorato.
-Allora ti è piaciuta la festa?-  mi chiese.
-Si ,ma non credo che mi ubriacherò di nuovo!-risposi toccandomi la testa che migirava ancora un po’.
-Dai che ti è passata comunque subito…-non volevo ricordare a come mi avevano fatto passare la sbronza i miei amici…
-E a te?
-Mmh… non credo che mi farò prestare ancora le scarpe da Thalia, non sono per me e fanno malissimo!-
-Bhe…sai…comunque…ehm…- stavo per dirle,o meglio balbettare, che era comunque bellissima, ma mi zittì
-Shh…guarda!- mi indicò due figure che passeggiavano vicini con le mani che si sfioravano appena, e non potevo crederci : Chris e Clarisse!
-Alla festa Chris si è un po’ sbronzato, al punto giusto da non perder la testa e trovare il coraggio per dirle la verità e ora … beh … si stanno baciando!-
Avrei voluto fare un verso disgustato pensando a Chris che baciava Clarisse, ma vedendo Annabeth sorridere in quel modo riuscii solo a sorridere a mia volta e pensai “dovrei sbronzarmi anche io al punto da trovare il coraggio”. -Cosa?-   
-Che?-
-Hai detto che dovresti sbronzarti anche tu,per il coraggio, giusto? perché ?- Avevo pensato ad alta voce e credo proprio di essere diventato tutto rosso, ma decisi di parlare lo stesso puntando lo sguardo verso le stelle. – Per parlarti di una cosa …Ascolta Annabeth…anche se il primo tentativo è andato male … all’orientamento … -
- Beh il tuo non è stato un gesto proprio galante … -
-Si lo so, ho sbagliato seguendo i consigli di Luke,ma poi ho provato ad essere più gentile, e siamo diventati amici … - mi sentivo la gola secca.
-Mi hai colpito con la tua goffaggine Testa d’alghe!- mi prese in giro!
-Stai ridendo di me!-
-Non è vero-
-Certo che non mi stai rendendo le cose facili-
A quel punto si girò su un fianco e mi si fece più vicina, sorridendo .Mi girai verso di lei ,ritrovandomi a sfiorarle il naso.
-Non ti renderò mai le cose facili Testa d’alghe meglio che ti ci abitui- e mi baciò.
Mi sentii sciogliere, le accarezzai il fianco fino ad arrivare sotto il seno, mentre lei giocava con i miei capelli e continuammo così finché non sentimmo il bisogno di respirare.
Appena ci staccammo le poggiai la fronte sulla mia e le dissi –Mi sembra inutile dire che mi piaci , e anche molto-
Lei rise e mi rispose – Anche tu mi piaci molto! – e ci baciammo ancora.
Quella fu la notte più bella della mia vita.
1 anno e 4 mesi dopo
Le cose tra me e Annabeth non stavano andando bene. Lei studiava tutto il giorno, anche se il problema non era quello…
Il problema aveva un nome tipo Ethan , il suo compagno di studi, e , logicamente, studiando tutto il giorno, stavano insieme tutto il giorno.
Era dall’ inizio del secondo anno che le cose andavano così. Ormai anche a mensa (che era l’unico momento in cui potevamo finalmente stare soli) lui si intrometteva sempre presentando sempre un nuovo pretesto pur di dirle una scemenza qualsiasi tipo “ Annabeth,sapientona,volevo dirti che avevo visto una pagina comica su facebook riguardante gli ingegneri, lo so che prende in giro chi lavora nel nostro campo, ma tu capisci che certe cose sono troppo divertenti,vero sapientona, eh?”
Ok, dopo questa mi ero fatto una lista sul perché , solo con questa frase, ormai avessi il diritto di odiare profondamente Ethan :
1.Quello era davvero una scemenza per interromperci, insomma, una pagina facebook? Davvero? Anche se Annabeth mi considerava una Testa d’alghe, persino io avevo capito che il motivo principale non era la pagina…
2. Sorrideva ad Annabeth come un ebete, le si avvicinava come se non ci fossi io(e ovviamente io per lui neanche esistevo in quanto non mi salutava nemmeno), l’abbracciava ogni volta per salutarla e per ringraziarla (tipico…) e le dava delle piccole carezze sulla guancia quando aveva l’occasione ( il tutto davanti a me!!!)
3. L’aveva chiamata sapientona…capite sapientona! Solo io potevo chiamare Annabeth sapientona , e lui si stava avvalendo di un diritto che non aveva! E per questo l’avrebbe pagata cara…
Ma la cosa che mi aveva fatto arrabbiare maggiormente fu il fatto che Annabeth gli sorridesse “amichevolmente” (secondo il punto di vista di Thalia e Piper,che erano le sue migliori amiche e la conoscevano bene).
Forse io stavo esagerando, come mi dicevano i miei amici, ma quando la tua ragazza fa gli occhi dolci ad un ragazzo con cui passa più tempo di te, allora l’immaginazione inizia a correre!
Quando feci notare il tutto ad Annabeth lei mi guardò con un’aria di sfida e mi disse: - Davvero pensi questo? Cioè con tutto il tempo che passi con la tua migliore amica Rachel credevo che io ormai fossi solo un pensiero in più per te… -
Il suo sguardo era fermo , ma vedevo la delusione che traspariva dal grigio delle sue iridi… e allora mi arrabbiai :- Io passo troppo tempo con Rachel?! Davvero pensi questo?- le feci il verso, e me ne pentii immediatamente.
Gli occhi le divennero rossi , strinse la mascella come a trattenere un urlo, ma ci riuscì per poco :- Bhe io di certo non mi siedo in braccio a Ethan mentre parlo con te, o lo bacio sulla fronte facendo coincidere il mio seno con la sua faccia, e non vado da lui la notte perché ho gli incubi , con un pigiamino sexy … -
-Sei ingiusta con lei, è la mia migliore amica dal liceo, siamo cresciuti insieme, e sai la sua situazione…-
- La sua situazione? Parli seriamente? Quella situazione orribile ,secondo lei, in cui suo padre preferisce il denaro a lei e la madre lo difende? E per questo ha gli incubi, povera cara…-
-SMETTILA! Per lei questo non è bello e tu…-
-Lo so certo, tu la difendi,l’hai sempre difesa, anche quando si arrabbiata per avermi trovato nel tuo letto, le hai chiesto scusa! Certo ovviamente la colpa era mia , che avevo fatto sesso con il mio ragazzo e non avevo avuto la decenza di andarmene subito dopo per lasciare il posto libero alla piccola Rachel ..-
-Oh adesso facciamo sesso…?- sentivo che la situazione stava andando alla deriva
- Bhe ho capito che per te servo solo a quello, hai a chi dire cose gentili, a chi dare dolci baci, chi stringere forte nella notte, io ora sono solo quella che si concede a te ogni volta che ne senti il bisogno, anche se a Rachel non dispiacerebbe fare pure quello secondo me…-mi guardava con disprezzo , e per quanto fossi arrabbiato, sapevo che aveva ragione.
-Smettila stai facendo solo una scenata di gelosia!- mi puntò un dito sul petto con fare accusatorio :- Tu hai iniziato con questa scenata di gelosia! Tu mi hai detto “ Annabeth chi è il tuo ragazzo io o Ethan?”, e l’altro giorno quando Rachel se n’è uscita con quel “ Ho convinto la prof a farci mettere in stanze vicine allo stage in Australia, fantastico vero? Studieremo la Grande Barriera corallina insieme per un mese intero! Un mese sempre insieme!” sono stata zitta, capisci?! Zitta!! Io dovrei fare scenate di gelosia tutti i giorni solo per la storia dello stage, ma non lo faccio perché Annabeth è comprensiva, capisce che Rachel ha bisogno di Percy, anche se Percy non ha capito che anche la sitazione di Annabeth è brutta, ma chi  se ne frega…-
Sentivo un dolore al petto, e tentai di fermarla dolcemente :- Annabeth…- ma ormai non la fermava nessuno , perché era arrabbiata, con me , e sapevo che ne aveva tutte le ragioni
-… infondo  ad Annabeth è rimasto solo il padre, che si è risposato dopo solo un anno dalla morte della mamma,rifacendosi una famiglia e dimenticandosi della figlia, ma il fatto che Percy pensi che la sua ragazza non abbia bisogno di lui , che sia di ghiaccio…- La fermai prima che scoppiassi in lacrime per quello che so di aver fatto.
L’ho lasciata sola sapendo che la sua situazione famigliare era ben peggiore di quella di Rachel, ma Annabeth era sempre stata forte alla mia vista, era la mia ancora di salvezza, il mio sostegno e non pensavo mai che dietro quel bellissimo sorriso la mia povera Annie provasse tanto dolore, per tutti gli sforzi, per il padre, per me…
-Annabeth scusami, non credevo…non pensavo che stessi così male per la situazione,vedevo Rachel più in fragile ed ero arrabbiato con te per Ethan…e io…io…- mi stavano morendo le parole in bocca.
-Ethan l’ha notato che non stiamo bene,l’ha capito, mi chiede sempre se sto bene , se ho bisogno di qualcosa, forse dovrei domandarmi davvero chi è il mio ragazzo…-
Mi sentii crollare e mi poggiai al muro per reggermi .
Osservai Annabeth che, con le lacrime agli occhi, evitava efficacemente il mio sguardo…pensai che fosse bellissima, intelligente, divertente... l’amavo e non potevo perderla così.
-No, per favore, Annabeth, non finiamola qui, pensaci! Stiamo bene insieme… io ti amo…-
-No Percy , IO ti amo! Invece tu credi semplicemente di amarmi, c’è una bella differenza.-
-Sai che non è così-
-No, non lo so se è così o meno, perché l’amore che mi hai dimostrato tu è stato puramente fisico e poche volte mi hai viso come la persona più importante o quella che amavi…-
Volevo dirle che per me lei era la persona più importante, che l’amavo incondizionatamente, che solo poterla guardare era un privilegio , e aver ricevuto il suo amore è stata la gioia più bella che la vita potesse darmi, che Rachel e Ethan potevano sparire , se mi avessero allontanato anche solo di un millimetro da lei, ma riuscii solo a trattenere le lacrime alla vista del suo dolore.
-Non funziona più…noi non funzioniamo più! Stai per partire un mese intero, e se ti va bene troverai lavoro lì…e ci sarà Rachel a sostenerti, ti starà vicino, e io invece starò qui a studiare con Ethan , ci allontaneremo , e quando tornerai, se tornerai, saremo distanti, pensando che ci stiamo tradendo a vicenda…ti amo Percy, ma penso che tu non mi ami , o che dopo tanto tempo, hai iniziato ad amare Rachel, perché è la tua migliore amica e succede sempre così, e io ci sto solo soffrendo …mi dispiace Percy, sii felice anche per me se ci riesci.-
Aveva gli occhi gonfi , i suoi occhi grigi erano troppo tristi, le labbra rosse, e non per i miei baci, le lacrime che bagnavano le guancie , e non erano lacrime di gioia, le braccia abbandonate lungo i fianchi , che non avrei più accarezzato se non avessi fatto qualcosa immediatamente …
Dovevo fare qualcosa! Dovevo fermarla, dirle che non dovevamo più pensare agli altri, a Ethan, a Rachel,  a nessuno… solo a noi!
Le dovevo dire che non avrei mai accettato un lavoro così lontano sapendo che creava distanza tra lei e me,che odiavo vederla così triste e che pur di farla sorridere avrei rinunciato a tutto!
Ma le mie gambe non si muovevano, le mie braccia erano anestetizzate e le parole si bloccavano in bocca, mentre le lacrime ormai stavano per uscire.
A quel punto Annabeth cacciò un singhiozzo, si girò e si incammino lontano da me , mentre io stavo perdendo la cosa più bella che mi sia mai capitata.
Gurdai il cielo, tutto nero, senza stelle, vuoto, come mi sentivo io.

Due mesi dopo partii per l’Australia , mi offrirono un lavoro con la possibilità di terminare gli studi lì.
Io e Annabeth non ci eravamo più parlati, e non c’era più ragione che rimanessi a New York.
Furono i mesi più brutti di tutta la mia vita.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Annabeth
Io,Jason,Hazel e Bianca stavamo aspettando che Piper e Nico terminassero l’esame , per raggiungere Luke e Thalia nel ristorante dove si sarebbe svolto il ricevimento.
Non potevo credere al fatto che i miei due migliori amici stavano per compiere il passo più importante, ma si amavano ed ero contentissima per loro.
Il problema era che mancavano tre settimane al fatidico giorno e Thalia era diventata insopportabile … la mia migliore amica , quella che fino a due anni fa alle feste era capace di bere dall’imbuto pur di divertirsi, ora mi chiamava alle 3.25 di notte per urlarmi contro il fatto che gli inviti dovevano essere bianco perla e invece sono bianco candido … ora io le voglio un bene dell’anima e accetto le sue sclerate come sua testimone, ma tra lei , gli esami e lo stage lavorativo di un anno stavo letteralmente per scoppiare!
Presi un respiro profondo cercando di non pensare troppo e di rilassarmi, ma non ci riuscii perché i tre cugini mi guardavano con aria rassicurante, cosa che non mi rassicurava affatto!
- Che c’è?- sbottai acida.
- Annabeth… -iniziò Jason, ma Bianca lo fermò toccandoli la spalla. Fu Hazel a continuare :- Ti ricordi che giorno è oggi?- mi guardavano tutti con aspettativa e preoccupazione.
Cos’è , da migliore del mio anno sono diventata l’imbecille del secolo? – Si , ragazzi, è il venerdì 15 magg…-
Non terminai la frase perché avevo capito dove volevano arrivare : oggi sarebbe tornato lui .
Dovevo sembrare un cucciolo indifeso, perché Hazel mi abbracciò, Bianca mi accarezzava i capelli e Jason mi dava dei buffetti sul braccio.
-Ragazzi,lo so … basta- mi sentivo a pezzi.
Era quasi più di un anno che ci eravamo lasciati e che era partito … e io ero completamente distrutta per questo.
Quando stavamo insieme mi bastava guardarlo per farmi tornare il sorriso : lo studio, tutte le preoccupazioni diventavano niente con lui a fianco … lo amavo, moltissimo, ma vedevo che la mia rivale riusciva ad avere da lui più di quanto riuscissi io, e non potevo accettarlo.
Lui aveva sempre detto di amarmi, e poi vedevo che sembrava molto più felice con Rachel.
Ora stavano tutt’e due a lavorare in Australia, fianco a fianco, e probabilmente avranno dato una svolta alla loro relazione.
Se la pensavo così non mi pentivo di averlo lasciato, era la cosa giusta per lui, e per me, anche se di questo non ero del tutto sicura.
Ancora soffrivo, e molto probabilmente oggi l’avrei rivisto, felice, mano nella mano con Rachel, che si sorridevano …
Ma non potevo esserne sicura: avevo deciso di tagliare tutti i ponti con lui e qualsiasi argomento che lo riguardasse, se si fosse messo con Rachel o un’altra ragazza, se gli studi andavano bene, se il lavoro gli piaceva, niente di niente, niente più Percy … era ancora troppo doloroso e ormai ci avevo fatto solo l’abitudine.
Rimanemmo in silenzio fino a che non arrivarono anche Nico e Piper che, nonostante la mia faccia, ebbero il buon cuore di non farmi domande.

Quando arrivammo trovammo una situazione che mi fece mettere le mani nei capelli : Silena e Katie erano impietrite pochi passi lontano dalla porta d’ingresso, mentre Luke  e due camerieri  erano minacciati da una furiosa Thalia che brandiva un mazzo di fiori sulle tinte del rosa, oh no …
- Avevo detto esplicitamente che volevo i fiori sui toni del viola , non rosa! Io non capisco cosa ci sia di difficile per capire la differenza! Chi è il daltonico che si occupa di queste cose eh?! Ditemelo immediatamente su!-
Feci cenno agli altri che capirono subito.
Bianca, Hazel, Piper e Jason si precipitarono a fermare Thalia mentre io e Nico cercavamo di proteggere in qualche modo i poveri malcapitati. Non posso credere che ho detto a Clarisse e Chris di non preoccuparsi , adesso mi sarebbero davvero d’aiuto …
 Con l’aiuto di Silena, gli altri riuscirono a trascinare Thalia da qualche parte lontano da noi,Nico si stava scusando con  i camerieri ,ma vidi Luke sbiancare, così lo portai nella saletta più vicina, cercando di sorreggerlo come meglio potevo.
Lo feci sedere su una poltroncina e inizia a dargli dei piccoli schiaffetti in faccia per farlo riprendere :- Luke ,dai , riprenditi! Sono io … Annie! Svegliati dai … - ma lui continuava a guardare nel vuoto.
Dopo cinque minuti mi persi d’animo e sbuffai sonoramente, e solo allora Luke si volto a guardarmi, con occhi da pazzo ‘ok fa un po’ paura’ :- Annabeth non ce la faccio, sto per impazzire, lei sta per impazzire!-
-No Luke, calmati,ok? Lo sai che le donne si agitano sempre per queste cose, devi capirla … - stava per svenire, lo vedevo  : bianco come un lenzuolo con le gocce di sudore che scendevano lungo la tempia. – No Annie, non so se io resisterò … più ci avviciniamo al giorno del matrimonio, più diventa isterica ,e io ho sempre più paura … di lei!-
Sorrisi pensando al fatto che pochi anni prima faceva lo sbruffone e ora aveva paura della sua futura moglie …
- Devi resistere, siete quasi arrivati, non gettare la spugna proprio adesso!- mi guardò stranito, come se fossi una pazza – Non lascerò mia moglie solo perché è una pazza isterica,io la amo!- .
A quelle parole risi , pensando a che coppia fantastica che formavano. Pensai che ora rimaneva solo il problema ‘Thalia’ da risolvere, ma a quanto pare la fortuna è bendata, ma per evitarmi ci vede pure troppo.
- Luke , sei qui? Ho parlato con Nico e mi ha detto quello che è successo … sei un caga sotto amic … -
Non mi serviva vedere da chi proveniva quella voce, perché io la conoscevo, anche troppo bene …
Appena Percy entrò nel salottino mi vide e le parole gli morirono in bocca.
Era più alto e abbronzato, i capelli un po’ più corti, ma sempre neri e disordinati, e gli occhi … beh gli occhi erano come li ricordavo , verdi e bellissimi, quegli occhi mi avevano fatto innamorare e ora ci stavo ricascando …
Rimanemmo a fissarci per non so quanto tempo, prima che lui parlasse :- Annabeth … - No,no,no e no, il mio nome detto da lui no! Suonava troppo dolce, mi illudeva e mi faceva soffrire …
Forse stavo per piangere o svenire, ma la fortuna finalmente girava a mio favore : Piper sbucò da dietro la spalla di Percy , facendo scorrere lo sguardo su noi tre, per poi fermarsi su di me :- Annabeth, Thalia ti cerca , no anzi … ti pretende!-
Distolsi lo sguardo da Percy per puntarlo su Piper ,che si mordeva il labbro per l’imbarazzo e decisi che le cose non dovevano andare così ; mi feci forza, mi schiarii la voce e dissi :- Si,arrivo subito- guardai Luke per assicurarmi che stesse bene, ma non feci molto caso al suo colorito, attraversai la stanza in poche falcate e lo superai senza guardarlo.
Ci incamminammo lungo il corridoio ,ma non verso Thalia e gli altri … avevo capito che Piper mi stava portando lontano da lui per darmi la possibilità di sfogarmi.
Entrammo in un bagno e li cominciai a piangere silenziosamente … le cose non dovevano andare così,non dovevano andare così dall’inizio …

Finalmente riuscii a rilassarmi : avevo passato tutta la celebrazione tesa come una corda di violino cercando di ignorare la sua presenza accanto a me,cercando di pensare a quanto fosse splendida Thalia nel suo vestito da sposa e Luke agitato nel suo smoking (credetti  di doverlo andare a raccogliere prima della fine),anche se appena vide Thalia si aprì in un sorriso così splendente che provai un po’ di invidia, ‘nessuno mi sorrideva così da quando … ’
Sapere che avevo anche lo sguardo della madre di Percy  e del suo patrigno addosso non mi aiutava molto : ero sempre andata d’accordo con Sally e Paul quando ci eravamo lasciati erano dispiaciuti, ma non si erano immischiati nella situazione più di tanto, si erano limitati solo a dire che i fatti davano ragione a me, come le sue cugine d’altronde … solo Jason, Nico e Luke ( con lo zampino di Leo, gli Stoll, Chris ,Grover e anche Beckendorf  cercarono di farmi desistere dicendo che i ragazzi fanno così, non capiscono le situazioni e per certe cose sono un po’ ignoranti,ma le mie carte avevano battuto tutte le loro scuse.
Ero riuscita anche a mettermi ad un tavolo diverso dal suo: quando c’era stata la disposizione dei posti in teoria i testimoni dovevano stare allo stesso tavolo , ma avevo convinto Thalia a mettere me al tavolo degli amici e lui a quello dei cugini, com’era giusto che fosse.
Io,Clarisse, Chris, Calypso (la ragazza di Leo) e Piper  stavamo praticamente riempiendo di attenzione il figlio di Beckendorf e Silena da tipo due ore…
Aveva solo 5 mesi ma già si capiva che nonostante fosse tutto suo padre, aveva ereditato il fascino dalla madre. Mentre lo cullavo dolcemente tra le mie braccia sentii Clarisse sbuffare dal naso e Chris schiarirsi la gola.
Pensai che si stessero arrabbiando per il fatto che avevo monopolizzato il loro figlioccio, ma quando alzai lo sguardo vidi Calypso guardare il pavimento, Piper il soffitto, mentre Chris mi sorrideva imbarazzato e Clarisse guardava in cagnesco qualcuno a tre tavoli di distanza.
Seguii lo sguardo di Clarisse e mi ritrovai a guardare due occhi verdi : Percy mi stava fissando con uno sguardo dispiaciuto , rosso dall’imbarazzo … poi guardai il piccolo Nate tra le mie braccia e pensai che forse lui mi stava immaginando con suo figlio tra le braccia … ma non era possibile, l’avevo capito a caro prezzo.
Mi senti avampare , diedi il neonato a Clarisse e andai in bagno per sciacquarmi il viso, stando attenta a non rovinare troppo il trucco.
Mi guardai allo specchio, misi uno dei miei migliori sorrisi e ritornai in sala.

Ormai erano le tre passate e la cerimonia sarebbe terminata tra poco.
Ero seduta sulle scale di un’ uscita secondaria, i tacchi abbandonati vicino a me e una bottiglia di birra vuota in mano…
Dopo la scenetta con Nate mi ero data alla pazza gioia con l’intento di dimenticare : avevo bevuto tipo duo bottiglie di vino e una di champagne , e avevo anche finito questa bottiglia di birra, procurandomi solo un grande mal di testa e non un’ amnesia decente.
Per concludere la serata al meglio ci mancava solo Percy che si avvicinava sempre di più a me,avrei voluto correre via, ma riuscii solo a poggiare la testa contro la porta .
Il moro ormai mi aveva raggiunta e io non potevo più scappare : mi guardava dall’alto ,perfetto come sempre, con una bottiglia di birra mezza vuota in mano,probabilmente anche lui era un po’ ubriaco visto che aveva le guance rosse e gli occhi un poco lucidi, ma non ci badai … pensai di essere un mostro : capelli in disordine, trucco rovinato e vestito spiegazzato, l’aspetto migliore da avere quando incontri il tuo ex insomma.
-Che ci fai qui Percy? Sei venuto a ridere di me?- dissi biascicando un po’ le parole.
- No, perché dovrei?- rispose lui quasi spensierato, e mi diede fastidio. – Siamo al matrimonio di tua cugina e del tuo migliore amico, dovresti essere felice, avrai Rachel cheti aspetta da qualche parte e vorrei domandarti perché non sia venuta, ma … -. Guardavo la bottiglia con nostalgia, come se avessi la speranza che se la guardavo forse lui se ne sarebbe andato, era la cosa più stupida che potessi pensare.
- … pensavo che ormai facesse coppia fissa, invece non ti ha accompagnato e non mi interessa sapere il perché , non più almeno.-
Deglutì rumorosamente , cosa che mi costrinse a guardarlo : si era seduto accanto a me e fissava anche lui la sua bottiglia , come se non avesse l’intenzione di berla .- Io non sto con Rachel, sapientona , e non capisco come pensi che una come lei possa piacermi … -
Alzai un sopracciglio e lui mi guardò con un sorriso furbo e divertito :- … a me piacciono le bionde.-
Ridemmo di gusto per quella sua uscita. Mi aveva chiamato ‘sapientona ‘ , e solo gli dei sanno quanto mi sia mancato quel soprannome detto da lui … avevo nostalgia di queste risate, di queste battute, di lui…
Ormai l’alcol mi aveva dato alla testa e non rispondevo più delle mie azioni : ridevo come una pazza dondolandomi da una parte all’altra, e anche lui, finche non ci ritrovammo l’uno poggiato all’altra, la mia testa poggiata sulla sua spalla e la sua, di testa, sulla mia.
Rimanemmo così per non so quanto tempo, finche Percy non mi baciò i capelli. Mi girai per guardarlo e mi trovai a pochi centimetri dal suo naso. Le nostre bocche erano troppo vicini, i nostri respiri troppo sincronizzati.
Sentivo le braccia troppo nude, la stoffa dei nostri vestiti troppo sottile, e il cuore troppo veloce.
-Credo che sia il caso di andare … - il mio era stato un sussurro così basso e insicuro che non ci credevo neanche io.
Percy sorrise furbo e rispose : - Sì,dovremmo … - e mi baciò con foga.
Sentii il calore invadere il mio corpo e il desiderio bruciare. Ora i nostri vestiti sembravano troppo ingombranti e i nostri corpi mai appagati.
Credevo fosse sbagliato, volevo fosse sbagliato …  ma non lo era, lo sentivo, lo sapevo.
Dopo un anno, finalmente mi lasciai andare.

Angolo autrice: Salve a tutti! nei capitoli precedenti avevo dimenticato di aggiungere l'angolo autrice (dettagli) , ma ora me lo sono ricordato quindi...
Volevo solo dirvi che ci sono dei problemi con i capitoli, ma niente di preoccupante.
Appatre questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, e non fermatevi alle apparenze, perchè non si sa mai...
Si gradiscono recensioni !
Un bacio :)
Ps: Ah! per chi se lo domanda...sono una ragazza, anche se fregerà a pochi!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Annabeth
Mi svegliai con un mal di testa allucinante. Aprii gli occhi e la luce del sole mi investì, facendomi richiudere le palpebre. Non ricordavo cosa fosse successo la sera prima, ma c'erano grandi probabilità che non fossi nella mia stanza alla Columbia. Sentivo qualcuno steso dietro di me, che mi abbracciava... Non sentivo quel tipo di calore da mesi e, nonostante non sapessi chi fosse il tipo con cui ero stata e non avessi capito bene dove mi trovavo , mi godetti per un po' quella sensazione che mi era tanto mancata.  Appena, attraverso le palpebre, mi abituai un po' alla luce, aprii piano gli occhi. La stanza in cui mi trovavo era chiaramente in un albergo: bianca, impersonale.... era una di quelle prese in affitto da Thalia e Luke per gli invitati che non sarebbero stati in grado di tornare a casa (come me) . Ero girata di spalle al " tipo" e l'unica cosa che vedevo di lui era la parte del braccio allungata su di me . lo guardai attentamente : era un braccio abbastanza tonico e muscoloso, di chi si allena costantemente. Le dita della mano erano lunghe e affusolate e sull'interno del polso aveva tatuato un tridente stilizzato... Aspetta! Quel tatuaggio mi era molto famigliare, troppo famigliare, come le linee delle mani e del braccio e , ora che lo notavo, il suo profumo : io avevo portato quelle mani, braccio e profumo a fare quel tatuaggio in un momento di pazzia e ribellione adolescenziale. Quando realizzai quale fosse l’identità del tipo mi irrigidii e spalancai gli occhi, ma speravo ancora che fossero solo una serie di assurde coincidenza. Mi girai lentamente fino a vedere la sua faccia. – Merda!- mi battei una mano sulla fronte … era proprio quello che temevo : Percy.
Mi scostai velocemente senza troppe cerimonie, sapendo per esperienza che tanto non si sarebbe svegliato.
Appena mi alzai vidi che ero completamente nuda. COME MI ERA VENUTO IN MENTE! Mentre cercavo la mia roba mi feci un auto ramanzina : dovevo provare a dimenticarlo, e ci avevo messo quasi un anno per convincermi che ci sarei riuscita, e adesso avevo rovinato un lavoro di mesi. E ora piangevo, davvero?! Non dovevo frignare, me lo meritavo! Ci ero ricascata, lui amava un’ altra, e io ero ritornata ad essere la tipa del sesso per un’ ultima volta, ci avrei sofferto e basta! Mi guardai allo specchio prima di uscire dalla camera :il vestito era un casino, le guance rigate di lacrime, il trucco ormai era un alone nero sotto i miei occhi e avevo il rossetto un po’ sbavato vicino alle labbra , un po’ era su Percy, che dormiva tranquillamente tra le lenzuola bianche aggrovigliate attorno alle gambe. Cacciai un singhiozzo più rumoroso degli altri e lo vidi agitarsi … Dovevo sbrigarmi ! Andai subito a raccogliere le mie scarpe vicino al comodino, ma non feci in tempo. Percy aprì gli occhi strofinandoseli un po’ e mi mise a fuoco. Ci fissammo per un momento che mi sembrò eterno, finché non aprì bocca per dire qualcosa, ma io ero già corsa fuori dalla stanza. Correvo per il corridoio, piangendo, fregandomene se qualcuno mi avesse visto in quello stato, volevo solo uscire da lì e tornarmene nella mia stanza al campus, dove avrei potuto disperarmi e leccarmi le ferite con tutta la mia tristezza.

Erano passati quasi 3 mesi da quella notte e io stavo malissimo : passavo la notte a piangere e a strafogarmi di schifezze, come se fosse l’unica ancora di salvezza. Era fine agosto e io ero a San Francisco per passare le due settimane peggiori dell’anno : quelle con mio padre e la sua famiglia. Li odiavo. Erano la famiglia che volevo fosse la mia, ma io non facevo parte del loro quadretto, e loro non facevano parte del mio. Già la situazione era molto instabile, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu l’osservazione della mia matrigna che diceva a mio padre : - Caro, tua figlia è un caso disperato - come se i suoi figli fossero angeli,- è sempre nervosa e irritabile, piange di continuo, mangia cibo spazzatura senza contegno, un cattivo esempio per i gemelli, vedi come è ingrassata … - ok, avevo origliato, ma aveva detto quelle cose con una cattiveria tale da farmi perdere la testa. In parte era vero, ma così esagerava! Avevo già altri problemi a cui pensare, ci mancavano solo loro … dopo quello decisi di ritornare a New York mettendo la scusa di un esame importante, e loro furono più che felici di questo. Tornata alla Columbia raccontai tutto a Piper  : - Beh, non puoi darle torto … ti sono tornate? – mi stava rimproverando?! Io cercavo sostegno e lei mi ricorda anche questo : - Piper … -
- RISPONDI!- che acida …  - Ho solo due settimane di ritardo … - dissi con tutta la disinvoltura che riuscivo ad avere – SOLO!? A luglio non l’hai avuto e ora hai DUE settimane di ritardo! Ti prenoto la visita.-
-NO!- le levai il cellulare dalle mani -Dai! Sarà lo stress e la dieta squilibrata … - si riprese il cellulare – Annabeth, smettila! Non ci credi nemmeno tu!- sentii il panico scorrere nelle mie vene … le ripresi nuovamente il cellulare – No Piper, non capisci! Se è come credi … sono nei guai! Ho 20 anni, non ancora finisco il college,e … e … - non volevo pensarci.
Piper capì e finì la frase - … e il bambino sarebbe di Percy.- ormai tremavo – Non lo sento dal matrimonio, non ho risposto alle sue telefonate … come potrei presentarmi davanti a lui e dirgli che sono incinta … - sussurrai l’ultima parte, non avendo il coraggio di concretizzarla nella mia testa. Mi sentii avvolgere dalle braccia di Piper , che mi sussurrò : - Andrà tutto bene tesoro-. Non so come riusciva a credere una cosa del genere, ma mi lasciai influenzare dalle sue parole.
Il giorno della visita portai con me Piper e Clarisse (le uniche a saperlo insieme a Bianca, Hazel , Calypso e Silena ) .
Il dottore fu gentilissimo con me e mi fece fare tutti gli esami necessari. Alla fine della visita mi fece accomodare :- Signorina Chase , lei è alla 12^ settimana di gravidanza … - .
   
Passai il resto della giornata nella mia bolla di disperazione … incinta, a 20 anni … sarei diventata mamma tra poco meno di 8 mesi, non ero pronta. Il dottore mi aveva presentato tutte le “soluzioni” , ma non me la sentivo di prendere una decisione così importante su due piedi, come se niente fosse.
Mi ero sempre vista come donna in carriera, poi come moglie e mamma. Il mio obbiettivo era quello di concludere gli studi e sistemarmi con il lavoro che ho sempre sognato, e poi, quando ho incontrato Percy , avevo iniziato a creare nella mia mente l’immagine di una famiglia tutta mia … ma non così presto! E soprattutto, non come mamma sigle con un figlio avuto durante una relazione avuta al college, in cui io e il padre ci odiamo, magari.
In quel momento ero con Clarisse e Piper, sedute su una panchina, con l’aria di chi non voleva essere disturbato. Probabilmente loro due stavano parlando , ma io non le avevo ascoltate fino a che Piper non mi scrollo leggermente. Mi ridestai e Clarisse stava inveendo contro Percy, finche non si voltò a guardarmi e, con tutta la dolcezza che riusciva ad esprimere (stiamo comunque parlando di Clarisse) mi disse :- Rimarrà a New York fino al prossimo week-end. Lo so che è poco tempo, ma devi parlargli, ok?- .
Avrei parlato con Percy, avremmo chiarito la situazione. A quel punto, insieme, avremmo deciso cosa fare … anche se io, in cuor mio, una decisione già l’avevo presa : non riuscivo a pensare di dare in adozione mio figlio o figlia, tanto meno abortire … mi si sarebbe spezzato il cuore. Tenerlo sarebbe stato difficile, ma lasciarlo andare … so che era un po’ prematuro, e che magari Percy avrebbe preteso la decisione opposta, ma io già sentivo che per questo bambino ( o bambina) tutti i sacrifici, ne sarebbero valsa la pena.

Lo dissi a Grover, anche lui era uno dei miei migliori amici, e sentivo il bisogno di dirglielo. Mi abbracciò e disse : - Annabeth, ho capito che già ami questo bambino … - , - … o bambina! – lo corressi tra le lacrime (si piangevo davvero molto in quel periodo). Rise – ok … o bambina! Meglio? Ricordati che per qualsiasi cosa io ci sono, e vedrai che Percy capirà, altrimenti Clarisse lo andrà a cercare! – Riusciva a mettermi di buon umore in qualsiasi situazione, per questo gli volevo bene – Hai ragione! ... Juniper è davvero fortunata.- Mi sorrise con gratitudine  – Grazie! Almeno lei non diventerà una grassona per colpa mia nei prossimi 7 mesi, come qualcuno che conosco … - ridemmo a quella battuta così indiscreta e scema per cinque minuti buoni, poi mi fermai e dissi – Non mi dispiace diventare una “ grassona” sai … - vedendo il mio sorriso, sorrise a sua volta, poi si stampò in faccia un’aria scettica : - Se, certo! Vienimelo a dire fra qualche mese … - .
Raccontai tutto anche a Thalia e Luke, e, con mio grande stupore, non sembravano troppo dispiaciuti ( Thalia gongolava dicendo “ Sarò zia …”), anche se capivano che la mia era una situazione un po’ particolare.
Avevo le idee chiare. Dovevo solo dirlo a Percy.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Annabeth
Era arrivato il momento di dirlo a Percy .
Solo mandargli quel messaggio era stato orribile,non ero riuscita a chiamarlo, quindi gli avevo scritto dandogli appuntamento per quel pomeriggio in un bar vicino alla Columbia poco conosciuto, ma che noi frequentavamo qualche volta quando eravamo di passaggio.
Erano quasi dieci minuti che ero seduta al tavolo ad aspettarlo, e avevo cominciato a pensare che non sarebbe venuto, che non gliene fregava più niente di me, che avrei dovuto chiamarlo per dirgli tutto … Invece arrivò proprio quando stavo per andare a pagare il the. Appena mi vide raggiunse il tavolo e si sedette senza dirmi niente. Ero completamente imbarazzata! Vedevo con la coda dell’occhio che mi fissava, mentre io non riuscivo a guardarlo, quindi osservavo lo zucchero dentro la mia tazza.
Si era creato un silenzio pesante, e io dovevo parlare assolutamente. Quando alzai gli occhi per parlare lui scoppiò a ridere in modo strafottente : che c’era da ridere?! Gli avevo scritto che era una cosa importante, e lui rideva? Questa me la doveva spiegare!
-Certo che sei una stronza, non credi? Prima fai la vittima dicendo che non ti amo abbastanza, poi, quando ci siamo rivisti dopo quasi un anno, ‘’scopiamo’’ e sparisci, non richiamandomi oltretutto e senza lasciarmi chiarire o risolvere la situazione, e 3 mesi dopo mi scrivi un messaggino perché devi parlarmi di una cosa importante, perché secondo te io non ho sofferto abbastanza, giusto?-
L’aveva detto con un risentimento tale da farmi sentire in colpa, i suoi occhi verdi mi trapassavano da parte a parte quasi con odio , e io non potevo dargli torto. – Mi dispiace, io … - le parole mi morirono in bocca perché lui mi guardò con disprezzo, doveva proprio odiarmi in quel momento. – No, a te non dispiace! Hai detto a tutti che soffrivi e che io non ti avevo mai amato, che mentre stavo con te andavo dietro ad un’altra e che non me ne fregava niente … - sarà stata la gravidanza, ma in quel momento mi veniva da vomitare, sentivo gli occhi lucidi e la testa girare . - … e invece io ti ho amata fin dall’inizio, e quando sono stato in Australia sono stato malissimo senza di te, e dopo il matrimonio ci ho anche provato a parlarti di quello che era successo … ma è a te che non frega niente! – l’ultima frase l’aveva sussurrata fra i denti, con delusione. Io riuscivo solo a guardarmi le mani e a pensare che aveva ragione. – Percy, scusa … hai ragione … - quando alzai lo sguardo vide delle lacrime probabilmente, e mi rise in faccia … sentii una fitta al cuore. – Quindi mi capirai se ti dico che ti odio ora, vero?- non risposi, era un’altra fitta – Pensavo fossi stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, invece sei stata un grande errore, il mio più grande errore! – quella fu proprio una coltellata , mi bloccai immediatamente e pensai che dopo quello potevo finirla lì. Si alzò e mi guardò come se fossi un insetto. – La cosa che dovevi dirmi … - allora capii quello che dovevo fare : - No, tranquillo. Ti volevo solo chiedere scusa … prima che partissi … tutto qui … - guardavo fuori dalla finestra cercando di trattenere tutto il dolore che stavo provando. Lo sentii alzarsi – È stato un piacere solo per te, se lo è stato … Non voglio rivederti, mai più!  - e se ne andò così , lasciandomi sola.
Quando mi ha detto che ero stata un errore non ho avuto il coraggio di dirgli che ero incinta di lui, se considerava uno sbaglio me, figurati come avrebbe potuto considerare il nostro bambino … che ora era solo mio. Non volevo che mio figlio avesse un padre che ci odiava, e amavo Percy , per dirgli che aveva un figlio dalla persona che odiava più al mondo, togliendoli, magari, la possibilità di crearsi la famiglia che aveva sempre sognato. Io amavo il mio bambino e ora contava solo quello.
Andai a pagare con una faccia da funerale , presi un taxi e andai da Thalia e Luke . non potevo tornare al campus in quello stato. Vivevano in un palazzo, al secondo piano. Corsi su per le scale a perdifiato , non avendo voglia di aspettare l’ascensore. Appena suonai il campanello mi aprì Luke e io mi fiondai tra le sue braccia scoppiando a piangere , e lui mi portò a sedere sul divano e mi lasciò sfogare. Dopo 2 minuti arrivò Thalia con i capelli bagnati, che sembravano ancora più neri : - Annie, che è successo? Percy … - non concluse la frase. Sapeva che oggi l’avrei incontrato e di certo non si sarebbe aspettata questo, dopo aver preso un po’ d’aria dissi :- Percy non deve sapere niente.- Luke e Thalia strabuzzarono i loro occhi celesti , increduli. – Annabeth , non puoi non dirglielo … è suo figlio … e ha … - lo fermai prima che finisse – No, non deve sapere … quando stavamo al bar mi ha detto che sono stata il suo errore più grande e che non voleva più vedermi … non voglio che mio figlio provi lo stesso dolore , che abbia un padre che non lo vuole e che lo considera solo un peso,come è successo a me,e non voglio che lui,o lei,debba sentirsi così … - mi asciugai le lacrime, ma quelle non smettevano di uscire - … e poi, Percy ha il diritto di farsi una famiglia con la persona che ama, senza il fardello di una ragazza che ha odiato incinta di lui, questo glielo devo – conclusi il mio discorso come se fosse la mia condanna. Alzai gli occhi e guardai Thalia e Luke, avevano lo sguardo dispiaciuto e comprensivo … pensavo mi avrebbero fatto una ramanzina eterna fino a chiamare loro stessi Percy, invece Thalia venne ad abbracciarmi e io mi strinsi a lei – Troveremo una soluzione, ok? Non sei sola, ci siamo noi! Ti aiuteremo come possiamo … - Thalia cercava di consolarmi,ma io pensavo che non avevo nulla da dare al mio futuro bambino : avevo pochi soldi da parte che non avevo usato per il college, non credo che bastassero per mantenere un bambino , ma avevo terminato lo stage lavorativo con successo e mi avevano proposto un contratto di un anno dopo la laurea , sempre che la gravidanza non fosse diventata un problema.  E poi adesso dovevo terminare il college , ma non potevo rimanere li al campus , almeno fino a quando si sarebbe vista la pancia … insomma c’erano un sacco di cose a cui pensare, e io mi sentivo troppo impreparata e sola.








Era dicembre, il 6° mese di gravidanza, e con mio grande stupore riuscivo ancora a nascondere la pancia. Devo dire che il mio Kyle stava facendo di tutto per  aiutarmi in questi primi mesi ( era un maschietto e io già lo amavo ): avevo una pancia davvero piccola per essere tra la 24/25 settimana(all’inizio pensavo ci fosse qualche problema, ma il dottore mi aveva detto che non c’erano) , e , visto che era inverno , riuscivo a nasconderla sotto maglioni e felpe di una taglia in più. Oltre a Thalia e Luke , gli unici a saperlo erano Clarisse, Piper ,Calypso, Bianca, Hazel, Chris,Grover, Silena e Beckendorf (gli ultimi due mi avevano aiutato con le cose per il bambino, come vestitini, culla e roba del genere, visto che avevano Nate che ormai aveva più di un anno e certe cose non gli servivano più, e ora aspettavano una bambina, quindi le cose blu erano off-limits per Silena).
Quando dissi agli altri che ero incinta anche loro pensarono che dovevo dirlo a Percy, ma io dissi loro le mie ragioni e mi lasciarono in pace, perché era una mia decisione, per il bene di tutti. Fu unanime anche la decisione di non dirlo agli altri cugini perché magari si sarebbero sentiti in dovere di dirglielo. Il problema più grande fu mio padre: quando glielo dissi rimase un po’ interdetto, ma la mia matrigna fu decisiva – L’ho sempre detto che tua figlia era una poco di buono! Una ragazza madre? Nella mia famiglia? Non lo accetterò mai! Ha fatto scappare anche il padre … - in poche parole fui “cacciata di casa”. Tanto meglio, non  mi sarei dovuta preoccupare anche di loro. Così mio padre divenne solo la scusa della mia partenza : lui stava male e io sarei tornata a San Francisco per aiutarlo. Invece sarei stata in un appartamento nello stesso palazzo di Thalia e Luke. I vecchi coinquilini si erano trasferiti e mi avevano lasciato anche dei mobili come gli armadi, visto che nella nuova casa avrebbero avuto gli armadi a muro , e io ero più che felice di questo. La zona era abitata da molte famiglie , un quartiere tranquillo e abbastanza sicuro ( per gli standard di New York ). C’era anche un centro commerciale lì vicino, si poteva raggiungere anche a piedi. Ma la cosa che mi fece felice fu il fatto che la Columbia era molto lontana, quella era una zona non frequentata dagli universitari: era un sollievo! Nessuno della Columbia, che conoscevo, mi avrebbe mai incontrata lì e di questo fui immensamente grata. Spiegai la situazione anche al mio futuro datore di lavoro e lui fu comprensivo : con l’impegno che avevo dimostrato allo stage e i miei voti degli esami era un peccato licenziarmi solo per il bambino. Riuscii anche ad anticipare degli esami durante quei mesi, così dopo le vacanze natalizie ne avrei dovuti fare solo 3 e mi sarei potuta laureare entro la nascita del bambino. Era un piano perfetto!
Nei mesi precedenti al parto pensai molto a Percy : quando andavo a fare l’ecografia avrei voluto che ci fosse lui con me a sentire il cuoricino battere ( mentre mi stringeva la mano, magari), oppure per montare il lettino, invece di stare lì e vedere Luke e Grover litigarsi un cacciavite, sapendo che solo Beckendorf sarebbe riuscito a montarlo. Ma poi pensavo che lui non sarebbe stato felice con me, che magari di lui ora avrei solo dei soldi dall’Australia e tanto risentimento. Mi rimbombavano le sue parole nella testa : “Pensavo fossi stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, invece sei stata un grande errore, il mio più grande errore!”. Guardando il mio pancione pensavo alla vita di Kyle senza un padre … non gli avrei fatto sentire questo peso , era la mia missione, fare di tutto pur di renderlo felice anche senza il papà.
Stando da sola nel mio appartamento riuscivo a gestirmi tra lo studio (seguendo i corsi on-line e facendomi inviare alcuni appunti dai miei compagni di corso) e le varie commissioni. Diedi l’ultimo esame a inizio febbraio , e conclusi il mio primo lavoro all’agenzia la prima settimana di marzo. Thalia e Silena mi aiutavano un po’ in tutto , nonostante anche loro aspettassero ( eh si , la mia migliore amica sarebbe diventata mamma, ci credereste mai?! Saremmo diventate mamme tutte e tre insieme, con la differenza che loro avevano aspettato il matrimonio, mentre io non avevo neanche un ragazzo).








Era l’11 marzo , 37° settimana , e io me ne stavo sul divano a mangiare un dolcetto blu ( era diventato un bisogno più che una voglia da gravidanza … iniziavo ad avere il dubbio che avrei partorito un puffo ) . Ad un certo punto sentii una fitta alla pancia. – Ehi, tu, lì dentro … non fare scherzi! – il dolore era sparito , quindi tornai a mangiare, ma dopo dieci minuti sentii di nuovo quel dolore … Dio! Era allucinante! NO,NO,NO … Non poteva essere! Ero stata il giorno prima dal ginecologo e aveva detto che andava tutto bene, che sarebbe nato massimo fra due settimane e che non era il caso di affrettare le cose, beh io avevo preparato già il borsone in caso di necessità, MA DOVEVA PROPRIO ESSERCI “IL CASO DI  NECESSITÀ”? Feci un respiro profondo e mi calmai (come mi aveva detto l’ insegnante di yoga per le donne incinta) aspettai altri 20 minuti in cui le fitte si fecero più frequenti … STAVO PER PARTORIRE! – Kyle questa non me la dovevi proprio fare … - la prima ramanzina a mio figlio, carino. Non ce la facevo ad alzarmi, così chiamai Thalia al cellulare : - Annie , perché mi hai chiamato al cellulare? Sei a casa vero? – riuscii solo a rispondere – Sì- lei rise e disse – Sei diventata troppo grossa per alzarti dal divano?- si, si, ridi pure … riderò io quando sarai tu al nono mese di gravidanza … - Thalia … credo mi si siano rotte le acque- perfetto, avevo sporcato anche il divano … - COSA?! LUKE SVEGLIATI! ANNABETH STA PER PARTORIRE!- 30 secondi dopo erano piombati in casa mia , Luke sembrava uno zombie iperattivo – Ok, il borsone è lì, i documenti qui, e … e … - Thalia, che invece stava cercando di aiutarmi, gli gridò contro – NON  STARTENE LÌ COME UN IMBECILLE! VAI A PRENDERE LA MACCHINA!- io riuscivo solo a pensare al dolore , e a non gridare troppo . – Annabeth, ascolta : respira come ti ha insegnato la tipa dello yoga, ok? Così, brava … - aveva parlato troppo presto, sentii un’altra fitta e gridai per quanto faceva male. Non ero mai stata una di quelle ragazza che per un taglio svenivano, ma questo era troppo … Luke arrivò con il fiatone e disse – La macchina … pronta … giù … - Mi fecero alzare e poi andammo verso l’ascensore. La signora Brunner , una cara signora anziana che abitava sopra di noi con suo marito, stava scendendo le scale, avendo sentito le mie grida – Oh cielo! Cara …- Thalia la guardò supplicante – Signora Brunner , potrebbe prendere le chiavi di casa e … - aveva già capito e si precipitò alla porta  e vide il casino fatto poco prima – Tesoro, io prima ripulisco questo macello! – guardai la mia vicina – No signora! Ha fatto tanto per me … e suo marito … - non riuscivo a parlare per il dolore – Quel vecchio di mio marito starà bene, ha capito subito qual’era il problema, e poi starà bene senza di me per 10 minuti, nessuno lo smuove dalla sua carrozzella … ora vai!- e si infilò in casa senza lasciarmi replicare. Quei due signori erano stati davvero gentili con me : il signor Brunner era un ex insegnante di latino , ed entrambi mi trattavano quasi come una figlia, non avendone.  Erano quei genitori che avrei voluto tanto avere. Ed era in questi momenti che avrei voluto che mia madre non fosse morta e che mio padre fosse stato un padre decente con me. Eravamo in ascensore e non ce la facevo più. – Vi immaginate se ora l’ascensore si bloccasse, come nei film? – Luke e la sua stupidità … - LUKE POTRESTI STARE ZITTO?! NON È IL MOMENTO!!-Thalia l’avrebbe ucciso. Io cacciai un altro urlo e le porte si aprirono. Grazie! La corsa in macchina per raggiungere l’ospedale fu orribile : Luke sembrava fuori di se,Thalia era al telefono con il dottore e mi faceva domande a cui io rispondevo : - NON LO SO! DIGLI DI ANDARE IN OSPEDALE E BASTA!-
Quando arrivai mi portarono subito in sala parto e il dottore disse :- Oh be … sei già dilatata … ci vorrà neanche mezz’ora! -  TRA MENO DI MEZZ’ORA AVREI AVUTO UN BAMBINO, IL MIO BAMBINO! Mi dissero di spingere e io lo feci. Stavo pensando a Percy e di come avrei preferito stringere la sua mano, piuttosto che la sbarra di metallo fredda del letto.  Tra il dolore e le grida , passai la mezz’ora più orrenda di tutta la mia vita. Ad un certo punto il dolore divenne più un fastidio passato, e sentii un vuoto. Quel vuoto fu subito colmato dal pianto del mio bambino. Me lo misero in braccio e lo guardai. Era il bambino più bello che avessi mai visto .
- Benvenuto , Kyle Chase-.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Percy
Finalmente ero tornato nella mia New York! Mi mancava l’attività della grande mela. Erano quattro anni che non tornavo a casa. Beh, avevo 24 anni e mi stavo “facendo” una vita lì. Cioè … avevo degli amici e un lavoro, ma niente di eclatante. Stavo andando a casa di mia cugina e il mio migliore amico per risalutarli e conoscere, finalmente, la mia nipotina Zoe. Luke mi aveva tanto parlato di lei che potevo dire già di conoscerla. Era così felice, e un po’ lo invidiavo : stavo pensando di iniziarmi a guardare intorno e tentare di cominciare a fare qualcosa, ma quando mi immaginavo padre mi vedevo sempre di fianco ad Annabeth … Dio, non ce la facevo più! Dopo il nostro ultimo incontro pensavo che, convito del fatto che avessi ragione, l’avrei dimenticata. Invece sono tornato in America con la remota speranza che non avesse dato peso alle mie parole, ma, come ho detto, è una remota speranza. Probabilmente oggi sarà fidanzata con qualche ingegnere importante, magari starà organizzando un matrimonio. Sono uno stupido che ancora spero! Mi sono pentito di averla respinta subito dopo essere salito sull’ aereo , ma mi sembrava ormai tardi. Poi in Australia, a parte una storiella di una notte, non ero riuscito a rifarmi una ragazza, perché ancora mi logorava il suo ricordo. Rachel mi aveva detto :- Percy, non sai come la ritoverai,ma se puoi riconquistala! Se è amore, vincerà.  – per lei era facile, stava lì a fare gli occhi dolci al suo fidanzato surfista , felice come una pasqua. Cioè , ero contento per lei, ma questo non mi tirava su di morale.
Raggiunsi il palazzo dove abitava Thalia e citofonai. Mi rispose Luke con fare molto educato ( e molto sarcastico) :- Si? Chi è?- neanche padre riesce a essere serio :- Non fare lo scemo Luke e fammi salire!- ridemmo entrambi – Sali biologo dei miei stivali!-. Quando arrivai alla porta Luke mi accolse con tutta la sua stupidità – Ma guardati! Ti sei abbrustolito Jackson – ci abbracciammo da veri uomini – Solo per te, dolcezza!- uno più scemo dell’altro insomma. – Dai entra! - . L’appartamento era molto grande e accogliente,e ritrovai subito l’aria di casa. –Thalia e Zoe?- chiesi non vedendole – Sono andate a comprare dei dolci per te-                                            
 – Gentili,ma non dovevano … -                                                                                                                      
- NO! Dovevano … Thalia è fissata con la dieta,che bisogna togliere chili … ma io non voglio perderli! È per questo che ti ho invitato, non l’avevi capito? –                                                                 
- Zitto un po’. Sei diventato un ciccione!-                                                                                                        
- I chili della gravidanza … -
Eravamo una coppia di scemi. Prese due birre ghiacciate e ci sedemmo alla penisola : - Comunque, a parte gli scherzi, mi sei mancato sai? Zoe non vede l’ora di conoscerti! -  Sorrisi pensando alla famiglia che si erano creati : - Anche voi mi siete mancati. L’Australia è bella, ma voi siete la mia famiglia, e ho bisogno di voi.- dopo esserci raccontati un po’ di tutto, del suo lavoro da poliziotto e del mio trasferimento ad un laboratorio di ricerca qui a New York, stavo per fare la domanda da un milione di dollari … -Come sta Annabeth?- Lo vidi irrigidirsi, ma non mi rispose , perché entrarono Thalia e Zoe . Thalia posò il dolce blu sul tavolo e si fiondò tra le mie braccia : - Perseus Jackson , pesce pagliaccio che non sei altro! Volevi rimanere in Australia per stare lontano dalla tua pazza cugina! –
- Ehi , ci ho provato!- appena ci staccammo riuscii finalmente a vedere dal vivo la piccola Zoe Castellan. Era come in foto : aveva i capelli castani legati in due treccine, gli occhi azzurri come Luke, ma era tutta Thalia . La piccola mi guardava un po’ sorpresa e io , per rompere il ghiaccio, mi inginocchiai alla sua altezza : - Ciao io sono lo zio Percy, tu sei Zoe, giusto?- lei si aprì in un sorriso tenerissimo – Giusto! – le porsi la mano per farmela stingere, ma lei si aggrappò al mio collo in un abbraccio. Rimasi lì fino a fine pomeriggio, ad un certo punto mi ricordai del regalo di Zoe : - Ehi Zoe ,guarda cosa ti ho portato- le diedi il peluche di quel cartone animato che le piaceva tanto, come Thalia mi aveva detto. – Sammy la tartaruga!!! Grazie zio! È bellissimo- gridava con la sua vocina come se non avesse voluto altro – ora che lo faccio vedere a Kyle! Giocheremo un sacco!- sorrisi per la sua reazione, ma Thalia e Luke sembravano aver visto la cosa più imbarazzante del mondo –Ora che ci penso … - continuò la piccola – zio Percy somiglia a Kyle!- Guardava Luke e Thalia per una conferma, ma loro sembravano molto a disagio. Allora, per curiosità chiesi: - Chi è Kyle? – lei mi guardò estasiata- È  mio cugino!- guardai Thalia e pensai a suo fratello, e chiesi – Jason … - ma lei guardava me e Zoe preoccupata, come se volesse zittire la figlia, mentre Luke guardava il suo bicchiere di birra in imbarazzo. Ok,non capivo la loro reazione. La mia nipotina sbuffò (come faceva Luke) e disse – Ma no! Il figlio di zia Annabeth!-    
Mi sentii mancare la terra sotto i piedi … Annabeth aveva un figlio?! Tutta la speranza mi lasciò un vuoto tale che l’unica cosa che riuscii a dire fu – Oh … - Thalia e Luke avevano l’aria di chi voleva trovarsi in un qualsiasi posto, tranne qui. Ora capivo tutto l’imbarazzo : non volevano dirmi di Annabeth , e io mi sentivo uno stupido. Zoe non aveva percepito il cambio di atmosfera e continuava a raccontarmi : - … si lui è simpaticissimo, mi vuole bene, anche se mi prende in giro perché ha 4 mesi più di me … - aspetta! Se io facevo l’ultimo anno quando è nata Zoe, significava che Annabeth aveva avuto suo figlio durante il college?! Un dubbio si insinuò nella mia mente :- Hai detto che mi somiglia? – Luke e Thalia erano ghiacciati ormai .       – Si! Aspetta ho una foto … - corse verso il corridoio , ma si bloccò davanti alla porta – No, aspetta! Sono tornati! Te lo faccio conoscere.- La piccolina gridava entusiasta,sentendo il rumore dell’ascensore, mentre Thalia e Luke strabuzzarono gli occhi e tentarono di fermarla, ma era troppo tardi. Zoe aveva aperto la porta e stava correndo fuori all’ascensore gridando : - Zia, Kyle! Perché avete fatto tardi oggi?! Voglio farti conoscere lo zio … - io stavo per raggiungere la porta mentre Zoe mi si parò davanti con affianco un bambino : era il mio clone di quando avevo 4 anni!! Rimasi imbambolato a guardare i suoi occhioni verdi, mentre lui mi studiava. Stava per dire qualcosa quando Annabeth comparì dietro di loro : -Kyle,Zoe … - quando mi vide si bloccò.  La guardai : i riccioli biondi erano legati in una coda morbida, e non aveva neanche un filo di trucco, proprio come quando ci eravamo conosciuti, ma adesso aveva l’aria più matura, e gli occhi grigi erano sorpresi, ma si vedeva che era stanca. Quando la busta della spesa che aveva in braccio si rovesciò a terra ci risvegliammo tutti quanti. Zoe lanciò un gridolino e Kyle fece un salto. Io ero ancora confuso e mi girava la testa. Thalia si mosse e disse : - Bambini perché non andate su dai signori Brunner ?- i piccoli protestarono un po’ e la voce di Kyle mi arrivò forte e chiara – Dai ziaa!! Anche io voglio conoscere Percy!!- ma mia cugina li spinse fino alla fine del corridoio e sparirono su per le scale. Anche Annabeth si era risvegliata e ora stava raccogliendo la spesa in fretta e furia. La presi per un braccio e la feci alzare per guardarla negli occhi.
-Dimmi che non è vero !-
-Lasciami … -
-Dimmi che Kyle non è mio figlio!-
- Ti ho detto di … -
- Rispondi!-
- LASCIAMI!-
Si strattono fino a che non mollai la presa, perché mi stavo davvero arrabbiando.  – Non so cosa vuoi da me, ma stagli lontano! – e con gli occhi grigi lucidi se ne andò verso l’appartamento alla fine del corridoio. Luke mi aveva preso per un braccio e mi trascinava giù per le scale mentre io non ancora riuscivo a contenere la rabbia. Non mollò la presa neanche fuori. Io non riuscivo a parlare per la rabbia e la confusione : avevo un figlio ( non poteva esserci un’altra spiegazione ) dalla donna che credevo di amare e dover riconquistare, mentre adesso la stavo odiando per avermi negato di essere il padre di Kyle. E non capivo il perché. Intanto Luke mi aveva trascinato per un bel pezzo di strada fino a che , davanti ad un bar non vidi i miei amici e cugini. Sentii alcuni “ Bentornato Percy”, “ Ma guarda che abbronzatura da surfista” e “Chi si rivede!” , ma tutti gli schiamazzi scemarono quando videro la mia faccia. – Che è successo?- Bianca , Piper e Grover parlarono all’unisono. Spostarono lo sguardo su Luke e sembrarono capire … allora sapevano?! Dopo due secondi in cui se lo sguardo avesse potuto uccidere, quei tre sarebbero già sepolti, vidi Nico scuotere la testa, Hazel mordersi le labbra in imbarazzo e Jason guardarsi la punta delle scarpe. Chris e Beckendorf si scambiarono un’occhiata consapevole. Bene! – Qualcuno ci vuole dire che succede?- gli unici che sembravano non sapere erano Leo, Frank, e gli Stoll. Infatti Piper e Clarisse (la prima mi guardava colpevole, l’altra mi avrebbe incenerito volentieri) li costrinsero ad andare da un’altra parte dove gli avrebbero spiegato tutto. Gli altri invece mi portarono di peso dentro al bar,quasi completamente vuoto, così potei fare una scenata senza troppe preoccupazione : - SAPEVATE TUTTO?! VERO?! LA MIA FAMIGLIA MI HA TENUTO NASCOSTO UN FIGLIO! E VOI VI CONSIDERATE MIEI AMICI … IN QUESTI ANNI NESSUNO CHE AVESSE PENSATO DI CHIAMARE E DIRMI “PERCY, SAI, HAI UN FIGLIO!” … IO DICO … - Grover, Luke, Chris e Beckendorf sembravano dispiaciuti, ma io non ci vedevo più. Mi rivolsi a Jason, Nico, Bianca e Hazel :- I MIEI CUGINI?! DAVVERO?! POTREI ANCHE CAPIRE, ANCHE SE NON LO CAPIRÒ MAI, LORO, CHE SONO AMICI ANCHE DI ANNABETH, MA VOI … SIETE LA MIA FAMIGLIA, COME MINIMO AVRESTE DOVUTO RIVOLTARE TUTTO PER IL FATTO CHE VOSTRO CUGINO NON SAPESSE DELL’ESISTENZA DI SUO FIGLIO!!! -. Bianca si schiarì la voce – Percy … c’erano delle ragioni se non … - non le feci terminare la frase perche le gridai in faccia : -DELLE RAGIONI?! QUALI? QUALI RAGIONI,EH?! SPIEGA I MOTIVI PER CUI NON SAPEVO DELL’ESISTENZA DI KYLE!! QUATTRO ANNI! ORA COSA DOVREI FARE? MI È STATO FATTO UN TORTO!! DOVREI RIVOLGERMI A UN GIUDICE PER … - questa volta io venni bloccato da Luke che mi aveva preso per il colletto della maglia :- No! Tu non porterai via Kyle da Annabeth, chiaro?!  Quella ragazza si è fatta in quattro per riuscire a dare a quel bambino tutto il possibile! E tu non le toglierai la sua unica ragione di vita! –. Solo dopo mi resi conto di quello che avevo detto e balbettai frastornato – io … io non … ne avevo intenzione … - Luke mi lasciò andare e si passò la mano davanti alla faccia, con l’aria di chi voleva dimenticare un’ immagine orribile e triste. Grover mi rivolse uno sguardo paziente e disse – Percy, prima di fare mosse azzardate, parla con Annabeth e fatti spiegare tutto … Kyle per Annabeth è tutto, non avrebbe fatto quello che ha fatto se non l’avesse ritenuto una scelta ragionevole … per entrambi. -. Dopo quelle parole mi passai una mano sugli occhi per cercare di calmarmi, e presi un respiro profondo. In quel momento Annabeth entrò nel bar e si rivolse ai sette – Ragazzi andate, per favore. Devo parlare da sola con Percy.- Luke, Grover,Bianca, Hazel, Jason, Nico, Chris e Beckendorf (che non avevano parlato per l’imbarazzo) uscirono dal locale sussurrando ad Annabeth dei “tranquilla” , “sicura?”. Lei rispose semplicemente – Grazie -.
Appena se ne andarono tutti ci guardammo negli occhi, e nelle sue iridi grigie lessi tutto il dolore e la stanchezza che aveva provato in quegli anni a causa della mia assenza … per colpa sua.
Si sedette di fronte a me, ma iniziai subito io a parlare : - Adesso mica mi dirai che non è mio figlio, vero?- cercai di parlare con tutta la calma possibile, ma mi uscì un sussurro di disprezzo. Lei assottigliò lo sguardo e mi chiese : - Devo?- ora mi ero proprio arrabbiato.
- Cazzo, Annabeth! Non è un gioco … come hai potuto nascondermi una cosa simile!?- .
Vedevo che era imbarazzata e che non sapeva bene cosa rispondermi, anche se non voleva darlo a vedere : - Cosa vuoi fare ora, eh?! Andare da un avvocato? Chiedi tutto quello che vuoi, ma non toccare Kyle, ok?- ci stavamo scaldando troppo, e Annabeth sembrava determinata a non fare del male a … nostro figlio? Potevo definire Kyle anche mio? Non c’ero stato per 4 anni (che la colpa fosse mia o meno), e probabilmente, da come mi guardava Annabeth, non sarei entrato nella sua vita tanto facilmente. – Annabeth, io non voglio fare niente che possa far del male a Kyle. Voglio solo sapere perché non me lo hai detto! – il mio tono era sembrato molto ragionevole e lei sembrava un po’ spiazzata da questo, abbassò lo sguardo e cominciò a parlare : - È stato difficile non dirtelo, credimi … ma – prese un respiro e continuò – avevamo vent’anni, non ancora finivamo il college! Tu stavi a Sydney, avevi un lavoro … e ci eravamo lasciati- mi guardò negli occhi con quella convinzione che mi aveva fatto innamorare di lei quel giorno dell’orientamento – sapevo che mi odiavi, e non volevo che odiassi anche lui, perché probabilmente per colpa nostra non saresti riuscito a farti una famiglia tua, che amavi, e io non volevo questo, per nessuno dei due. Ti ho fatto un favore … - ascoltai attentamente quello che aveva da dire, e ci rimasi malissimo : - Come hai potuto pensare che avrei odiato Kyle? È mio figlio! Non posso odiarlo … non potrò mai farlo – la guardai e pensai che non potevo odiare neanche lei, ma non avevo intenzione di dirglielo, perché ero ancora molto arrabbiato, e molto era dire poco. Sentivo che mi era stata negata una parte di me, che mi aveva lasciato un vuoto che ora sentivo pesare nel mio cuore, e mi faceva male pensare che Annabeth era convinta che gli avrei odiati, mentre per me erano quella famiglia che ormai pensavo non avrei potuto avere con lei … vidi la sua convinzione vacillare (forse pensava che le avrei dato ragione e che, magari, le avrei chiesto di non farne parola e di non cercarmi più) e ne approfittai per chiederle la cosa che più mi avrebbe voluto negare : - Voglio solo una cosa … -. Mi guardò scettica, ma disse : - Te lo devo.-
- Voglio conoscerlo.- sapevo di chiederle molto, ma era un mio diritto, e un mio desiderio.
Strabuzzò gli occhi e io continuai – Non voglio sconvolgergli la vita dicendo che sono suo padre, voglio solo parlarci e vedere che è un bambino felice e spensierato. Tutto qui. Se poi non vorrai farmi entrare nella sua vita, perché lui non mi sopporta, allora sparirò.-  dell’ultima parte non ero molto convinto, ma lo dissi per rassicurarla. Con mio grande stupore,non lo sembrò affatto.
Ero determinato a recuperare quei quattro anni.
- Va bene-.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Annabeth
Tornai verso il palazzo e presi l’ascensore, giusto per trovare il tempo per pensare prima che Kyle mi bombardasse di domande.
Dio che casino! Era proprio quello che volevo evitare. Avevo fatto di tutto per evitare i parenti di Percy quando venivano a trovare Thalia e Luke, e (togliendo l’incidente con Jason e Nico) ero sempre riuscita a non farmi vedere, neanche da Sally. Invece doveva proprio essere Percy a beccarmi per la prima volta! È uno scherzo del destino proprio di cattivo gusto. Pochi mesi e mi sarei potuta trasferire a Chicago, nel nuovo studio che avrebbe aperto di lì a poco, così non ci sarebbero stati più messagini di ‘’via libera‘’ per poter rientrare a casa.
Certo, sarei stata sola con un bambino in una città che non conoscevo, senza ne amici ne famiglia … ma che potevo fare!
E adesso avevo promesso a Percy che avrebbe potuto conoscere Kyle, quando non ero sicura che saremmo rimasti a New York ancora per molto … e cosa avrei detto a Kyle?! Il mio bambino … non mi chiedeva spesso del padre, e quelle poche volte gli avevo risposto che non era lì, ma che lo pensava e gli voleva bene, e quando mi chiedeva com’era gli dicevo che era bello come lui e che era gentile, buono e generoso. Kyle era sereno quando gli rispondevo così, perché gli avevo spiegato che comunque c’ero io e che il papà ci amava … anche se ero sicura di aver mentito in parte. Volevo proteggerlo. Avevo sempre pensato che Percy avrebbe odiato Kyle e, sinceramente, non ne ero mai stata proprio sicura : si, se Percy aveva una ragazza probabilmente avrebbe odiato Kyle come la mia matrigna odiava me (e mi aveva dimostrato di non sopportare neanche Kyle, nel modo peggiore) , e io stavo malissimo per questo, non volevo che mio figlio sopportasse(oltre alla lontananza del padre) anche il non essere desiderato.
Il mio ometto … stavo facendo di tutto per proteggerlo. Ci pensavo, certe volte, a chiamare Percy e dirgli tutto, ma per cosa?! Kyle era ormai grande, economicamente non avevo molti problemi (anche se non mi sarei mai azzardata a chiedergli soldi) e dirglielo sarebbe stato per lui solo un peso e una preoccupazione.
Ma Percy mi aveva spiazzato con le sue parole … non avrebbe mai potuto odiare Kyle , e non avrebbe interferito nelle nostre vite, se io l’avessi ritenuto … sbagliato? No, era suo legittimo diritto poter conoscere suo figlio e , anche se lui aveva detto che Kyle l’avrebbe potuto odiare, io sapevo che si sarebbero piaciuti. Erano molto simili: non contando la somiglianza fisica (a dir poco agghiacciante) caratterialmente erano uguali, avevano la stessa inclinazione per il mare e il blu (il colore preferito di entrambi) e un’ingenuità che, anni prima aveva contribuito a farmi innamorare di Percy … e poi la sua testardaggine, l’impertinenza, la simpatia, lo sbavare mentre dorme … insomma avevo lasciato un Percy per averne un altro.
Ero poggiata alla parete dell’ascensore, distratta dai miei pensieri quando il rumore delle porte che si aprivano mi fecero tornare alla realtà. Andai verso l’appartamento dei signori Brunner ed entrai (ormai eravamo di casa).
Kyle mi corse incontro senza lasciarmi il tempo di salutare nessun’altro - Mammaaaaaaaa!- allargai le braccia per prenderlo in braccio ,lui mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia – Lo sai che lo zio di Zoe gli ha … -
- le ha! – lo correggevo sempre per questo. Kyle sbuffò (anche in quello era identico a Percy) e ripeté - … LE ha regalato il pupazzo di Sammy!! È bellissimo … quindi ho pensato una cosa … visto che comunque io e Zoe dobbiamo giocare insieme, non può giocare solo lei, giusto? Beh allora dovremmo comprare il pupazzetto di Ray, no? Così non si sente sola … - si, Kyle ti metteva le cose su questo piano, come se farsi comprare i giocattoli fosse una necessità e riusciva a farti un discorso degno di un venditore porta a porta, era molto intelligente, ma ormai non mi fregava più.
Chi sa da chi aveva imparato …
Prevedendo la mia reazione sfoderò la sua faccia da cucciolo (sempre ereditata da Percy) e si inginocchiò ai miei piedi … neanche l’avessi chiuso in cantina! – Per faaaaavooooreeeeeeeee! – mi misi alla sua altezza per dirgli che finchè all’asilo non si sarebbe comportato bene e le maestre non mi avrebbero detto che non disubbidiva più e non faceva più scherzi, non glielo avrei preso.
Ma quando lo guardai negli occhi verdi , rividi Percy che oggi al bar mi chiedeva di conoscerlo, e sentii una stretta al cuore. Cercai comunque di non far notare niente a Kyle. Non ci riuscii , perché lui mi mise la sua manina calda sulla guancia e mi chiese :- Perché sei triste,mamma? -  il mio ometto, capiva sempre tutto e non sapevo come fare : - Non sono triste, tesoro-
-E allora perché hai quella faccia?-  cercai di sorridere e chiesi – Quale faccia? – lui ci pensò su e poi spalancò gli occhi come se avesse trovato la soluzione ad un enigma molto complicato – Mica è colpa dello zio di Zoe, Percy? Quando l’hai visto oggi avevi la stessa faccia …  - mi cadde la mascella. Capiva più di quanto dovesse, ma se doveva imparare una filastrocca di quattro righe avrebbe fatto “lo scemo per non andare in guerra”. Chissà cosa gli avrà detto la mia faccia, così continuo a parlare: - Lo conoscevi? Vi odiate? Perché? Zoe dice che è simpaticissimo! È vero che mi somiglia? – stava facendo un sacco di domande e non mi dava neanche il tempo di rispondere … Menomale che arrivò la signora Brunner a salvarmi – Kyle, dai fai almeno entrare la mamma! Vai a mangiare i biscotti , e poi il latte si raffredda – lui mi lasciò andare e io mi alzai e chiusi la porta. Kyle mi guardò dal basso con aria autoritaria (quel poco che la zazzera castana disordinata e gli occhioni verdi riuscivano a conferirgli) e mi disse – Dopo ne riparliamo- risi e dissi – Sissignore!- e corse verso la cucina. La signora Burnner mi guardò con apprensione e mi condusse verso il salotto dove il signor Brunner stava leggendo un libro. Quando entrai alzò gli occhi dalla sua lettura e disse – Annabeth, hai una brutta cera … - mi sedetti pesantemente sul divano e la signora Brunner si sedette sulla sua poltrona – Thalia ci ha detto che suo cugino Percy ha visto Kyle … - mi guardava dispiaciuta … loro sapevano tutto e sapevano anche che questa era l’ultima cosa che volevo succedesse.
Mi misi le mani in faccia e scossi la testa – Non doveva succedere … - ero disperata.
Qualcuno mi mise la mano su un ginocchio … il Signor Brunner si era avvicinato con la sua carrozzella e mi guardava con i suoi occhi scuri e saggi, e con uno sguardo paterno che mi era stato concesso solo da cinque anni a questa parte : - Cara, so che non sono fatti nostri, ma cosa hai intenzione di fare?-  a quelle parole mi sciolsi. Il signor Brunner era stato per me un padre, sempre pronto a consigliarmi e ad aiutarmi nel momento del bisogno. Ma aveva sempre mantenuto un certo ruolo, come se non volesse prendere il posto di Frederick, invece , per quanto mi riguardava, poteva farlo tranquillamente. Lo abbracciai di slancio, facendo attenzione ,  e chiusi gli occhi godendomi le carezze che mi dava sui capelli : - Non dica così, voi siete come dei genitori per me! Mi avete sempre aiutato, anche con Kyle … -
- Noi lo facciamo sempre con molto piacere, e lo sai che noi vogliamo bene sia a te che a Kyle –
- Allora non dica che non sono fatti suoi, ha il diritto di comportarsi da padre con me se lo ritiene giusto e necessario! – ci staccammo e mi sorrise – Non posso pretendere un ruolo che non ho- gli sorrisi a mia volta : - Ce l’ha! Non che io pretenda che voi siate i miei genitori, ma non fatevi scrupoli, va bene? Lo apprezzerei- mi girai verso la signora Brunner e continuai – Non pensate mai che io non apprezzi i vostri interessamenti, sbagliate. Io vi voglio bene, e, i miei, saranno sempre anche fatti vostri se lo vorrete- . La signora Brunner mi sorrise, commossa, e mi diede un buffetto sulla guancia : - Ti prometto che non sarò più discreta con te, cara-. L’aria ora mi sembrava più leggera, ma il Signor Brunner mi fece tornare alla realtà : - Quindi, che hai intenzione di fare? – mi morsi il labbro cercando di riprendere un po’ di quella calma che avevo ritrovato poco prima : - Lo vuole conoscere … -  in quel momento Thalia entrò dalla porta e si sedette affianco a me dopo aver salutato i padroni di casa : - Annabeth, mi dispiace così tanto … io non credevo che potesse succedere … scusami … - aveva l’aria di chi volesse sotterrarsi e non uscire più, ma sapevo che la colpa non era sua : - No Thals, scusami tu! Io ti ho infilato, anzi, vi ho infilato in un pasticcio che ho combinato io … tu e Luke avete dovuto nascondere a Percy suo figlio, solo per un mio capriccio … speravo non succedesse mai … - lei mi guardò con apprensione e mi disse : - Non era un capriccio Annie, credevi fosse la cosa migliore … -
- Ma non lo era! Ora è un casino … se avessi deciso di trasferirmi a settembre, invece che a luglio non sarebbe successo tutto questo … - mi ritrovai tre sguardi rimproveranti che mi trapassavano da parte a parte, e sapevo il perché – lo so, lo so, voi non siete d’accordo che io vada a Chicago … -
-No che non siamo d’accordo!- sbottò la signora Brunner – vuoi trasferirti in una nuova città, da sola, con il piccolo Kyle! Li non ci saremo noi ad aiutarti! Non ci saranno Thalia e Luke!- beh le avevo detto io di fare la parte della mamma …
Questa volta parlò Thalia – Dai, anche tu sai che la storia del trasferimento è una cavolata! Siamo la tua famiglia! Non puoi pretendere che noi accettiamo il fatto che tu e Kyle sarete a 13 ore di viaggio da quì , voi mancherete a noi e noi mancheremo a voi, e lo sai, non far finta che sarai forte! E poi mi ha chiamato Percy, sai?! Mi ha raccontato di quello che vi siete detti, dopo avermi fatto la ramanzina su quanto la sua famiglia sia molto simile ad un’agenzia segreta. Come pensi di dirgli che ha solo cinque mesi per conoscere suo figlio e dopo non lo rivedrà mai più?!-  sospirai – Non lo so … - pensai a mio figlio che, quando l’avrebbe saputo sarebbe stato talmente triste da farmi male al cuore. Thalia mi mise una mano sulla spalla : - Sei ancora in tempo per dire no, lo sai? Qui il tuo capo sa la situazione e anche lui era restio al trasferimento. Lì non hanno bisogno di te … non fraintendermi! Sei una dei migliori architetti in circolazione, ma sai che c’è la fila di neolaureati che vuole quel posto,e tu sei molto richiesta qui a New York. Non fare questo errore … ti prego! – mi guardava con quei suoi occhi da cucciolo … era di famiglia! – Ci devo pensare … ma non posso ritirarmi così … - sembrava abbastanza soddisfatta, ma non vittoriosa.
- Ora devi pensare anche a Percy, e al fatto che Kyle ora è anche suo figlio e, molto probabilmente, vorrà conoscerlo e recuperare questi quattro anni, non ti pare?- mi disse il signor Brunner con tutta la razionalità possibile. In quel momento volevo solo liberarmi da tutti i pensieri e stare tranquilla, ma a quanto pare … -Certo … ora devo solo escogitare un modo per fargli conoscere- mi girai verso la signora Brunner che alzò le spalle e mi disse -Non so che dirti-.
- Ci ho pensato io -  guardai Thalia sbalordita – In che senso?- lei storse la bocca in una smorfia e continuò – Che ne dici di una cena a casa mia? Sarebbe l’ideale … - era un po’ in imbarazzo, forse perché aveva preso una decisione importante senza chiedere il mio parere … ma era una buona idea. – Si, è una buona idea! Quando pensi di … -
- Domani sera?- Thalia era rossa dall’imbarazzo e i suoi occhi da cucciolo scintillavano … forse per paura della mia reazione. Ma io più che arrabbiata ero preoccupata,anzi, di più!
-Dom … domani sera? Io …oddio! Così presto … - stavo pensando a come le cose erano cambiate in meno di due ore: avevo passato gli ultimi cinque anni della mia vita a crescere mio figlio e fare tutto per lui, e avevo lottato per nasconderlo a Percy per essere tutti felici (tranne me,anche se Kyle era la mia gioia,crescerlo da sola era comunque triste) e ora magari avrei dovuto lottare per l’affidamento,i danni, gli alimenti … non ci volevo pensare! Fu lo sbuffo di Thalia a riscuotermi dai miei pensieri – Si, lo so, ma tanto ormai il danno è fatto, non ha senso rimandare! E poi mica devi presentarglielo subito come suo padre … solo come Percy! Stai tranquilla, ok? L’ha detto anche lui che se non funzioneranno le cosa non farà pressioni … - guardai i signori Brunner per cercare il loro sostegno, e loro mi fecero un cenno di assenso. Non avevo molta scelta – Ormai il danno è fatto-.


Dopo esserci organizzate per la cena, andai in cucina a vedere che faceva Kyle (che ovviamente non aveva sentito niente). Lo trovai che inzuppava distrattamente un biscotto nella tazza di latte, mentre guardava un cartone animato che a lui piaceva tanto.
- Kyle hai finito?- gli andai vicino e gli accarezzai la testa. Si girò e mi guardò implorante – Stanno facendo i Baby Lonney Tunes … posso finire di vederli?-  non ce la facevo a dirgli di no quando faceva quel faccino … - Va bene … ma finisci il latte che sono quasi le otto e oggi pomeriggio non hai dormito all’asilo … - mi sorrise raggiante e si affrettò a finire gli ultimi due biscotti. Quando finì presi la tazza e la lavai, mentre la signora Brunner mi raggiunse e mi diede un po’ di polpettone avanzato per la cena.
Terminati i Baby Looney Tunes Kyle si aggrappò alle mie gambe e disse – Ho sonno … Torniamo a casa?-
- Si, andiamo- salutai i Brunner e scesi le scale con Kyle in braccio. Ero stracontenta che si fosse dimenticato del nostro “discorso”.
Lottai per aprire la porta dell’ appartamento, misi il pigiamino a Kyle e lo misi a letto. Mentre gli rimboccavo le coperte sospirò e disse :- Oggi è stata proprio una bella giornata- gli diedi la buonanotte e uscii. “Si … Proprio una bella giornata!” pensai tra me e me. Andai a farmi una doccia per allentare la tensione. Ero troppo preoccupata. Se domani sarebbe stato come questo, allora ero fregata.

angolo autrice:
Salve a tutti! :D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che leggerete il prossimo e ecc...
Ma volevo dirvi che probabilmente posterò un capitolo a parte che racconta di un momento ( che è anche citato in questo capitolo ... guarda il caso ...) raccontato da un                  personaggio, in questa storia secondaro, ma che piace a tutti (secondo me, perchè è impossibile non farsi piacere ... questo personaggio!)
Non so se lo farò dopo questo capitolo o il prossimo, volevo solo dirvelo, perchè mi sono sentita felicissima quando ci ho pensato ... non credevo di poter fare dei pensieri così fighi, lo ametto! Ovviamente sarete voi a giudicare se è figo o meno, ma per ora mi crogiolo in questa convinzione.
Passando al capitolo ... non è proprio il massimo, ma non avevo moltissime idee di scrittura (diciamo così). Nel prossimo spero di fare meglio e di riuscire a descrivere meglio il piccolo Kyle (che è un figone :3 ).
Un bacio!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Percy
… sapevo che mi odiavi, e non volevo che odiassi anche lui, perché probabilmente per colpa nostra non saresti riuscito a farti una famiglia tua, che amavi, e io non volevo questo, per nessuno dei due. Ti ho fatto un favore …

Quelle parole mi rimbombavano ancora per la testa.
La mia vita era stata capovolta totalmente : avevo un figlio. Quando l’ho visto me l’ero subito sentito.
Anche se l’avevo visto solo per 30 secondi al massimo avevo subito notato la somiglianza.
Kyle era mio figlio, e non avevo neanche pensato “forse mi sto sbagliando, è solo una coincidenza, facciamo un esame del DNA” … avrei potuto anche chiedere, ma la faccia di Annabeth mi aveva fatto capire che non ce n’era bisogno. Forse era la mia testa che lo voleva “pensavi ancora a lei, lo credi tu, sei stato ingannato,ti vuole incastrare”, ma non poteva essere così : tutti avevano confermato i miei sospetti e sapevo che Annabeth non era capace di una cosa simile … altrimenti me lo avrebbe detto subito.
Be … poi il fatto che non me lo avesse detto subito mi faceva incazzare, ma non era la cosa peggiore.
La cosa peggiore era che pensava che gli odiassi … Dio che cosa stupida! Annabeth era una delle persone più intelligenti che conoscevo e non so ancora come al bar mi sono trattenuto dal non urlale in faccia che non era possibile. Okay, forse avevo gridato un po’, ma per quello che provavo mi sono contenuto molto.
E pensava anche di avermi fatto un favore?!?! Dico io … può anche andare il fatto che avrei potuto odiarli, ma pensava davvero che non mi sarei preso le mie responsabilità? Certo, a 20 avere un figlio non è proprio l’ideale, ma perché non ha pensato che, magari, ne sarei stato felice come lo è stata lei.
Ma ora pensare a “come sarebbe potuto essere” non portava a niente. Dovevo pensare alla cena da Thalia di questa sera.
La mia cara cugina per farsi perdonare mi aveva detto “ Percy, che ne dici di fare una cena domani sera per conoscerlo?Da me! Tu dovrai solo preoccuparti di goderti Kyle!”  e poi continuava a scusarsi (sia da parte sua che di Luke) per tutto l’accaduto, ma per ora mi volevo concentrare solo su Kyle , che avrei incontrato di lì a poche ore e … sinceramente … non sapevo come comportarmi.
Mi ha detto Thalia di presentarmi semplicemente come Percy, e che poi sarebbe venuto tutto in modo naturale.
Io, personalmente, credo che avrò un mancamento entro le 19.30 (questa è l’unica cosa di cui sono sicuro).
Stavo pensando a come si sarebbe comportato Kyle quando mi sarei presentato quando il mio telefonino squillò.
Sul display lessi “ Mamma” e li mi venne il mancamento (appunto).
Non avevo pensato neanche minimamente che avrei dovuto parlare con mia madre e Paul della storia di Kyle e, non so per quale motivo, me la stavo facendo sotto.
Presi due respiri profondi e risposi alla chiamata.
-Percy, finalmente! Sei tornato da più di 24 ore e non hai pensato di chiamare tua madre, dopo che sei scappato dall’aeroporto per andare in quel monolocale fatiscente, di quel palazzo fatiscente, di quel quart … - avevo capito l’andazzo del discorso, quindi la fermai : -Si mamma, ho capito! Ti voglio bene anche io!-
-Sono solo preoccupata per te, tesoro. Sai che quella zona è … brutta …! Ho capito che vuoi essere autonomo e eccetera … ma con lo stipendio che hai potevi prendere qualcosa di più sicuro!-
-Mi serve solo per dormire e per i vestiti in fin dei conti! –
-E allora, se è per quello, potevi venire da noi! Ti saresti ripreso la tua camera!-
-Probabilmente Tyson l’avrà già trasformata nella sua stanza “ricreativa”-
-Sarebbe contentissimo di rinunciarci pur di riavere il suo fratellone a casa!- scoppiai a ridere perché in sottofondo si sentì la voce di Tyson che diceva “se dorme sul divano può stare quanto vuole, ma quella camera ora è mia!”.
-Allora stasera vieni a cena da noi! Così ci racconti un po’ di cose – o se avrei dovuto raccontare un po’ di cose …
- Stasera non posso. Vado da Thalia e Luke –
-Ma come?! Ieri sei stato tutto il pomeriggio da loro! Passare il tempo con la tua famiglia è così brutto?!- sbuffai un paio di volte per prendere un po’ di calma e trovare le parole per raccontare tutto a mia madre.
-Non è per questo … è una faccenda complicata … - non riuscivo a continuare.
-Percy non farmi preoccupare.- inspirai e espirai.
-Ti ricordi il matrimonio di Thalia?-
-Si … ma non capisco!-
-Ricordi che non sono tornato a casa quella sera?-
Ci su un momento di silenzio (un po’ imbarazzante) e poi mia madre continuò : -Non voglio sapere cosa hai fatto quella sera! Ricordo che eri arrabbiato … ma non mi hai detto niente … sono passati quasi 5 anni!-
-Beh, sono … io sono … - avevo la bocca secca.
-Sei stato con una ragazza? – chiese titubante mia madre e io riuscii a dire solo un nome.
-Annabeth … -
- Oh … Tesoro, mi dispiace. So che è a San Francisco dal padre che … - quindi mia madre sapeva che Annabeth era a San Francisco?! Era questa la copertura?
- No,non è a San Francisco -
-Allora … - presi un respiro profondo e iniziai a parlare
-Quella sera io e Annabeth siamo stati insieme. Eravamo ubriachi, quindi non ricordo bene le dinamiche … del momento!-
- Percy, che devo pensare?- forse ci era già arrivata e allora lo dissi di getto
-Si chiama Kyle, ha quattro anni … beh se lo vedi è la mia copia esatta di quando avevo la sua età … -
Nessuno dei due in quel momento parlava. Era la prima volta che lo dicevo ad alta voce.
-COSA?! E ME LO DICI ADESSO? COSÌ?!?! Hai un figlio e non mi dici niente?!-
In sottofondo sentii Tyson che diceva “PERCY HA COSA?!”. Mia madre continuò la sua ramanzina  irrefrenabile – È uno scherzo?! Perché non sapevo niente?! Perché non me lo hai detto 5 anni fa?!-
-PERCHÉ IO L’HO SAPUTO IERI!- lo gridai , e ci misi tutta la frustrazione che provavo. – Ho un figlio di 4 anni … e l’ho saputo ieri!-  cominciai a singhiozzare e a piangere. Ne avevo bisogno. Fin’ora mi ero soltanto arrabbiato e avevo gridato contro chiunque, ma non avevo pianto.   
Sentivo freddo e avevo bisogno di metabolizzare ancora la cosa.
Sentii mia madre tirare su con il naso. Anche lei stava piangendo.
-Io … non capisco … Annabeth è la madre … ?- cercai di ricompormi un pochino, per non farla rattristare.
-Si … -
-E perché non ha detto niente?- ora più che triste sembrava arrabbiata – Non capisco, veramente. Non ci sto capendo niente! Allora : Annabeth è rimasta incinta, di te, al matrimonio di Thalia? Sei sicuro?-
-Sicurissimo. La somiglianza è palese,e i conti tornano . E poi me l’hanno confermato tutti … -
-Tutti chi?-
-I nostri amici e … i miei cugini- anche tramite il telefonino sentii mia madre inspirare dal naso , come fa quando è arrabbiata.
-I tuoi cugini sapevano che avevi un figlio e non ti hanno detto niente?!-
-Glielo ha chiesto Annabeth-
-E perché lei non ti ha voluto dire niente?-
Mi sembrava una stupidaggine –Prima che partissi per l’Australia, dopo il matrimonio, io e Annabeth abbiamo litigato e … ricordo di averle detto che non volevo più vederla e che la odiavo … qualcosa del genere.
Lei ha pensato che per colpa loro non sarei riuscito a crearmi una famiglia tutta mia, e che per questo ,odiando lei, avrei odiato anche Kyle … -
-Ma tu non lo odi … e non odi nemmeno lei – disse come se avesse capito tutto (in effetti … )
-Che cosa stupida … - più mi ripetevo quelle parole in testa più mi suonavano sbagliate.
-Percy,ti sembrerà strano,ma io la capisco … Insomma lei ha avuto una brutta esperienza con la sua matrigna, no? Non è come te e Paul. Lei sa cosa significa essere odiata da una persona che sostituisce un genitore e essere odiata poi anche dal genitore … ha preferito non far provare queste cose anche a vostro figlio per proteggerlo. E anche io,se non fossi stata sicura di Paul non l’avrei sposato, perché se avesse odiato te,anche solo un pochino, non l’avrei sopportato.-
-Ma io non la odio … -
-Lo so … Ma lei lo sa? Se l’ultima volta che l’hai vista le hai detto “non ti voglio più vedere” dubito che lo sappia! Però mi deve comunque delle spiegazioni.-
Per un momento avevo pensato che mia madre avrebbe odiato Annabeth e che quando l’avrebbe vista l’avrebbe presa a brutte parole, e invece riusciva a comprenderla.
-Mi farai conoscere Kyle, vero?- disse, quasi in lacrime
-Appena lo conoscerò io,nonnina-

Passai due ore a parlare con mia mamma e con Tyson, che mi ripeteva “sarò uno zio fantastico!” come se quello fosse il suo scopo nella vita … beh a 17 anni lo era, più o meno.
Quando Paul era rientrato e mia mamma gli aveva raccontato tutto, mi aveva appoggiato e aveva detto “devo abituarmi a essere chiamato nonno!”. Lo speravo con tutto il cuore. Si erano fatte le 19.05 e quindi iniziai a prepararmi per andare a conoscere ,finalmente, Kyle.



Ero davanti alla porta di casa di mia cugina e … avevo paura a bussare.
“E se non gli fossi piaciuto … ?” Poteva succedere e,certamente, non lo avrei superato.
Non avevo portato niente ,ne da mangiare, ne regali … ma non ci avevo neanche pensato!
Mi sgranchii il collo e scrollai le spalle, come se dovessi andare ad un incontro di boxe. Bussai un paio di volte.                                 
Ad aprirmi venne Luke che mi salutò un po’ in imbarazzo.
La sera prima si era scusato con me al telefono per quello che era successo, e mi aveva spiegato che lui teneva molto sia a Kyle che ad Annabeth e vederli separati lo avrebbe fatto soffrire tutti, compreso lui. -Entra. Thalia ha quasi finito di preparare-
-Ehm … grazie … - con gli occhi osservai l’appartamento in cerca di Kyle, ma non lo vedevo.
Luke doveva aver capito e mi disse : - Annabeth gli sta facendo lavare le mani per la cena, tranquillo-
Voleva dirmi altro,ma non se la sentiva, conoscevo il mio Luke.
-Per stasera facciamo come se niente fosse, non voglio dare una brutta impressione … e poi, non ti terrò il broncio, credimi, anche se sono molto arrabbiato, e sottolineo molto, sei comunque uno dei miei migliori amici-. Lui mi strinse una spalla, quasi commosso e mi rispose : - Per me è importante … -
In quel momento sentii l’urlo di Zoe che dalla fine del corridoio stava correndo per salutarmi e, a quanto pare, saltarmi in braccio. –Ziooo!-
Io mi abbassai per salutarla, e dietro di lei vidi la scena che mi sarebbe rimasta nel cuore per il resto dei miei giorni : Annabeth era  ferma sulla soglia della fine del corridoio che guardava Zoe abbracciarmi, per poi spostare lo sguardo in basso alla sua sinistra, dove Kyle si era aggrappato alla sua gamba.
Lei gli mise una mano sulla testa e iniziò ad accarezzargli i capelli e, nonostante i 3 metri che ci separavano, riuscii a sentire : - Dobbiamo tagliare i capelli … -
Kyle la guardò contrariato e le fece cenno di no.
Poi si girò verso di me e mi sentii scogliere : gli occhioni verdi mi scrutavano da parte a parte, il viso tondo mi era famigliare, anche se lo avevo visto solo una volta, e mi ricordava un po’ le mie vecchie foto. L’unica cosa che ci differenziava un po’ era una spruzzata di lentiggini che, capii subito, aveva ereditato da Annabeth (e che io trovavo adorabili).
Zoe mi svegliò chiamando Kyle : - Kyle, lui è lo zio Percy! – disse tutta sorridente.
Lui guardò prima Annabeth (che li fece un cenno di assenso)  e poi si avvicinò a me. Io, intanto, stavo andando in iperventilazione.
Quando mi fu di fronte, non sapevo cosa dire e, probabilmente, avevo una faccia da pesce lesso, perché Luke mi tirò un calcio alla caviglia, giusto per farmi riprendere.
Ingoiai quel poco di saliva che mi era rimasta in bocca e tentai di sorridere.
-Quindi tu sei Kyle? Giusto?-
-E tu sei Percy? Giusto?-
La sua vocina aveva un non so che di sfida nel tono,  come se dovesse proteggere o tenere nascosto qualcosa.
-E non sei mio zio?-
-Emm … -non sapevo che rispondere. Non ero sicuro di come sarei entrato nella sua vita, ma mi sembrava sbagliato farmi chiamare “zio Percy” da lui.
Annabeth si avvicinò e corse ai ripari : - No,Kyle. Lui non è un tuo zio … -
Lui guardò la guardò con una faccina da cucciolo imbronciato davvero tenera : - Neanche come zio Chris e zia Clarisse? –
Annabeth mi guardò un po’ incerta, poi decise : - No,nemmeno … -
Kyle mi ristudiò per bene, poi abbassò le spalle come se fosse dispiaciuto … poteva anche chiamarmi “brutto babbuino”, ma bastava che mi chiamava!
Sorrisi deciso : -Solo Percy va benissimo! Se vuoi puoi comunque trattarmi come se fossi un tuo zio. Puoi fidarti di me – era la cosa migliore che mi fosse uscita, non ero sicuro di come comportarmi.
- Ok, noi andiamo a vedere se è iniziato “la casa di Topolino” – disse Zoe con la sua vocina squillante.
Kyle, che sembrava un po’ stranito dalla situazione, decise che la priorità spettava al cartone, così fece un sorriso a 360° pronto per correre in salotto.
- Fermi voi due! Furfanti che non siete altro … ora dobbiamo mangiare!- Luke gli afferrò prima che raggiungessero il telecomando e, mettendoseli sotto le braccia, gli portò in cucina, mentre loro protestavano.
Non mi ero accorto che eravamo ancora davanti all’ingresso, finché non scese il silenzio a incombere su me ed Annabeth. Ci guardammo per un istante che, a me, sembrò eterno. Thalia ci raggiunse, travolgendoci  subito con le domande : - Percy! Com’è andata?-
-Ehm … non so … -
Guardammo entrambi Annabeth, che era l’unica a poter giudicare, aspettando una risposta, un monosillabo, un cenno … non l’immobilità assoluta! Mi stava ancora fissando quando Thalia le toccò una spalla e la fece riprendere.
- Credo sia andata abbastanza bene, ma deve imparare a fidarsi di lui. Per ora limitiamoci a farli conoscere.-
Parlava con Thalia come se io non ci fossi, o come se stesse analizzando una cosa, costatandone le qualità. Ci rimasi un po’ male. Volevo solo sapere se il primo incontro con mio figlio non fosse stato un disastro, mica dovevo gridare “sono qui” per avere delle risposte?
Mia cugina si girò verso di me e mi chiese :-Come stai?-
- … Mi sento un po’ strano, scombussolato … ma,sono stranamente tranquillo- mi sentivo come dallo psicologo, spinto ad aprirmi ai miei sentimenti, senza che io lo volessi … e mia cugina laureata in psicologia non aiutava affatto! Mi voltai verso Annabeth, sperando che riuscisse a considerarmi come interlocutore:- Si vede che è un bambino felice, e non voglio sconvolgere la sua vita sbagliando a comportarmi. Sei sicuramente una madre fantastica per lui …  – e lo pensavo veramente – se tutto va bene,mi aiuterai ad essere per lui un buon padre?-
Il suo sguardo si addolcì, non so se per le mie parole o per il semplice fatto che le ricordavo Kyle, e cercò di sorridere, rassicurante : -Certo … Sei stato bravissimo, come primo incontro è andata davvero bene. Gli piacerai.- mentre diceva quelle parole, notai un luccichio nei sui occhi che mi fece pensare veramente che tutto sarebbe andato bene.
-Kyle è un bambino straordinario, davvero. È espansivo, dolce, intelligente … un po’ come te. Ti vorrà bene. Dagli tempo- l’ultima frase l’aveva detta guardando Annabeth. Dai loro sguardi capii che si stavano dicendo qualcosa in silenzio. Questo non era cambiato dal college. Cercai di non soffermarmi troppo su questo.
- Forza andiamo di là, che i bambini dopo devono vedere i cartoni … e io non gli voglio sentire.-Thalia cercò di alleggerire un po’ la tensione.



A tavola ero seduto proprio di fronte ad Annabeth che cercava, invano, di pulire Kyle, che si era sporcato con il sugo del polpettone. Io la trovavo una cosa tenera, sinceramente. Adoravo la faccina che faceva per farsi pulire quel musetto … ok, ora sembravo un po’ sdolcinato!
Durante la cena non ci sono stati silenzi imbarazzanti, fortunatamente, perché Kyle e Zoe avevano una vasta gamma di argomenti da presentarci e di cui discutere (come la teoria di Kyle sul fatto che Dora l’esploratrice non vedeva il mare perché aveva il torcicollo) .
Ad un certo punto i due bambini iniziarono a bombardare me di domande.
-Zio Percy ,perché stavi in Australia ?- chiese Zoe
- Parchè dovevo lavorare- risposi tranquillamente.
-E che lavoro fai?- mi chiese Kyle. Lo guardai e notai nei suoi occhi quel luccichio che vedevo negli occhi di Annabeth quando era particolarmente interessata a qualcosa. Non volevo dire “biologo marino”, suonava un po’ pomposo per dei bambini di 4 anni. Alla fine fu Zoe a rispondere per me.
-Zio Percy studia il mondo dell’oceano!- devo dire che questa definizione suonava più pomposa di “biologo marino”.
A Kyle si illuminarono gli occhi totalmente. Notai che aveva lo stesso sorriso di Annabeth, che era proprio un bel sorriso …
-Quindi studi i pesci? E gli squali? Anche i delfini?- era quasi in piedi sulla sedia, tant’è che Annabeth dovette rimetterlo giù e dirgli di stare fermo, ma non smetteva di sorridere. E neanche io.
-Si –
-Allora mi spieghi perché il “pesce pagliaccio” si chiama “pesce pagliaccio” ?- Tutti i bambini facevano quel genere di domanda, ma l’espressione di Kyle era così … unica! Mi si era riempito il cuore a vedere che era interessato a ciò che facevo io, mi sembrava un passo avanti.
- Be … l’hanno chiamato così perché i colori e le forme che aveva … sulle squame ricordava il vestito di un pagliaccio- Kyle si accigliò e abbassò le spalle.
-A me non mi ricorda un pagliaccio- disse tutto imbronciato.
-Neanche a me-
Luke e Thalia si sorridevano, avrei detto quasi soddisfatti.
Vidi anche Annabeth cercare di trattenere un sorriso, mentre incitava Kyle a finire di mangiare.
-Mamma possiamo andare a vedere la tv? – chiese Zoe sfoggiando i suoi occhioni da cucciolo.
-No, è tardi. Se volete potete andare di là a giocare un po’ … - rispose Thalia categorica.
Zoe si rattristò, ma poi si scambiò uno sguardo strano con Kyle, che disse :- Zia, hai tagliato i capelli? Che bel taglio! Ti fa sembrare più magra sai!-
Kyle cercava di adulare Thalia con un sorriso a 32 denti.
Annabeth si battè una mano sulla fronte, esasperata, mentre Luke se la rideva di gusto.
Thalia (anche lei esasperata) strinse le labbra, fino a ridurle ad una linea sottile, e poi disse: - Grazie Kyle … ora andate a guardare la tv, pesti!-
I due bambini gridarono di gioia e se ne andarono.
Io rimasi completamente basito … Kyle era capace di una cosa del genere?! Ma non riuscivo a smettere di sorridere per le facce di Annabeth e di mia cugina.
-Non è divertente … Smettetela! Avete trasformato mio figlio in un affarista … - disse Annabeth rivolta a Luke.
-Ehi l’idea è stata di Chris, Grover e Jason, non mia! Io e Beckendorf abbiamo solo aiutato! – rispose lui asciugandosi le lacrime uscite per le risate.
Guardai interrogativo verso Thalia :- L’anno scorso, quando questi tipi … - disse rivolgendo un’occhiataccia a Luke - … volevano andare a fare un week-end di “soli uomini” gli abbiamo detto di no, perché era appena laureata Hazel e Piper aveva finito il praticantato, e volevamo organizzare qualcosa per stare un po’ insieme … invece loro insistevano! Gli abbiamo detto “rimandate alla settimana prossima” ma loro no … e per convincerci hanno mandato Nate e Kyle a farci, quelli che per loro, sono complimenti. “… hai un bel sedere … ” come vi è venuto in mente?!-
Luke stava per rotolare giù dalla sedia. Si rivolse a me :- Dovevi vedere la faccia di Clarisse “Siete dei codardi! Mandare dei bambini a fare il lavoro sporco!” … che spettacolo!-
-Si, e ancora mi domando come siate sopravvissuti a quel giorno … soprattutto Chris!- disse Annabeth mentre prendeva i piatti.
La guardai attentamente : aveva i boccoli biondi legati in una treccia disordinata, e alcune ciocche sfuggivano ricadendole sulla fronte. Gli occhi sembravano più grandi a causa delle guancie un po’ incavate … era dimagrita.
Al college aveva un fisico atletico, andava a correre, il viso era sempre solare, con le guance piene, gli occhi luminosi e il sorriso permanente.
Ora vedevo che le braccia erano più magre che toniche e le clavicole sporgevano da sotto la maglietta nera.
Le gambe fasciate dai jeans erano solo ossa.
Vicino a Kyle sembrava felice e allegra, con gli occhi luminosi e un sorriso accecante, ma quando era andato di là Annabeth aveva lasciato uscire la sua parte stanca, e, anche se sorrideva, vedevo che non era felice.
Era doloroso vederla così, mi faceva male. E mi faceva sentire in colpa.
Guardai Thalia che si lamentava di quei chili da gravidanza che le erano rimasti sui fianchi e un po’ anche sulla pancia.
Avrei voluto che Annabeth si lamentasse con me per queste cose, avrei preferito vederla più in carne e radiosa invece che come il fantasma di quella che era quando stava con me.
In quel momento decisi che diventare il padre migliore che Kyle potesse avere non era il mio unico obbiettivo.
Dovevo fare qualcosa anche per Annabeth. Lei sarebbe stata felice, in un modo o nell’altro.
-È proprio tuo figlio, te lo devo dire. Ha i tuoi modi di fare, il tuo carattere, la tua simpatia … - disse Luke, con un’aria quasi colpevole.
- … la tua testardaggine, l’impertinenza … - disse Annabeth quasi sovrappensiero.
- … e la tua faccia da cucciolo!- finì Thalia, come se quella fosse la cosa più importante. Risi di gusto.
Luke concordò :- Oh si! È un maestro con quella. Annabeth non resiste facilmente a  quel faccino.-
- E lui lo sa bene … - concluse Annabeth con un sorriso sulle labbra. Pensare a Kyle le faceva quell’effetto.
Ero quasi tentato di dirle che con quel faccino al college riuscivo a convincerla sempre, ma mi trattenni.
- Kyle è forte! È un bambino fantastico. Sono contento che abbia tante persone attorno che gli vogliono bene – dissi un po’ malinconico. Si ero contento per quello, ma avrei voluto esserci anche io in quei quattro anni. Dovevano aver capito un po’ come mi sentivo, perché le risate scemarono.
Annabeth si girò a guardarmi, mentre si mordeva il labbro inferiore (come faceva quando si sentiva in colpa).
- Percy,io … mi dispiace. Non potrò mai ripagarti … per quello che ho fatto … potrai mai capirmi e perdonarmi?- chiese un po’ tentennante.
-Io … - in quel momento, perso nei suoi occhioni grigi, non riuscivo a intendere o volere. Probabilmente il mio mutismo fu interpretato come una negazione, perché vidi le iridi di Annabeth riempirsi di dolore. Volevo gridare che le avrei perdonato tutto, ma Luke mi anticipò, credendo di dover riparare la situazione : - Ehm … come farete dopo …?- disse infilandosi una forchettata gigante di torta, mentre Thalia lo guardava con disappunto.
- Bhe, credo che fare magari altre cene e uscite sia un buon modo per … -disse Annabeth, me Luke la fermò con un gesto, cercando di ingoiare il pezzo di torta.
-No, intendo quando andrete a Chicago?- disse spostando lo sguardo da me ad Annabeth.
Chicago?! Guardai Annabeth, che era diventata tutta rossa e guardava il pavimento.
- Chicago?!- domandai, sperando di aver capito male la situazione.
-Non è sicuro … -
-Vuoi trasferirti a Chicago?!-
- … -
-E portare Kyle con te?!-
- … -
No, non l’avrei permesso! Avevo conosciuto mio figlio da circa due giorni, e me lo volevano portare già via.
Mi trattenni dal tirare un pugno sul tavolo, per non fare rumore e spaventare i bambini.
- Non lo porterai a Chicago! Non mi interessa quando, come e perché, ma ho appena conosciuto mio figlio e niente e nessuno me lo porterà via proprio ora!-
Annabeth continuava a evitare il mio sguardo : - Era solo una … -
- Se ti trasferisci a Chicago sappi che lotterò fino alla fine per Kyle. Non accetto compromessi ora.-
A quel punto Annabeth alzò gli occhi e mi guardò arrabbiata, forse perché stavo toccando il suo bambino, ma ora era anche il mio.
A quel punto Kyle entrò in cucina  strofinandosi gli occhi : -Zoe si è addormentata … torniamo a casa? – disse assonnato e cacciò uno sbadiglio.
Fui tentato di correre a prenderlo in braccio, ma la voce di Annabeth mi fermò : - Si tesoro, ora andiamo – poi si guardò con Thalia  (comunicando con gli sguardi) e andò a prendere in braccio Kyle.
Quando il piccolo fu tra le braccia della mamma, le mise la testa su una spalla volta verso di noi e ci salutò : - Ciao zii- disse verso Thalia e Luke. Poi guardò verso di me, con i suoi occhioni così simili ai miei e mi disse :- Ciao Percy – agitando un po’ la manina con cui stringeva una ciocca di capelli di Annabeth sfuggiti dalla treccia. Non potei fare a meno di sorridere -Buona notte- risposi. Poi chiuse gli occhi. Quando se ne andarono, ricaddi nella realtà : probabilmente sarebbe andato a Chicago tra pochissimo tempo e dubitai di avere la possibilità di rimboccargli le coperte almeno una volta.
Luke si alzò per andare a mettere a letto Zoe e in cucina rimanemmo solo io e Thalia.
- Non essere duro con lei … ha sofferto molto … -
-Cosa avresti faresti tu se ti fosse stata negata la maternità?-
-Probabilmente … morirei dentro.-
-Io sto provando la stessa cosa-.


Angolo autrice :
Salve a tutti! Volevo fare gli auguri anche a tutte le donne!  
Ci ho messo più tempo a pubblicare perché il capitolo era un po’ più lungo del previsto,e con la scuola e tutto il resto non ho retto molto il ritmo.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e di ricevere recensioni positive.
Baci :* andrea_98

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Percy
Erano precisamente tre settimane e due giorni che avevo conosciuto mio figlio Kyle, e, sinceramente,ero più deciso che mai ad entrare nella sua vita.
Per conoscerci meglio Thalia e Silena organizzavano delle “merende”, cioè un pomeriggio in cui i bambini giocavano e i genitori parlavano (per gente che, come me, ne ignorava l’esistenza).
In queste settimane potevo dire che io e Kyle ci eravamo avvicinati parecchio : molto spesso stavo da Luke mentre lui e Zoe giocavano o guardavano i cartoni, e capitava molto spesso che noi due adulti ci sedessimo con loro.
In quei momenti Kyle veniva da me a fare domande, a chiedermi di giocare, a raccontare storie e qualsiasi cosa gli passasse per la testa. E io ero più che felice. Sorridevo a 360° e mi facevo trascinare da lui d’ovunque la sua testolina gli dicesse di andare.
Era capitato anche di rimanere a chiacchierare sul divano per ore e ore, anche quando Luke portava a letto Zoe addormentata. E io e Kyle parlavamo, di qualunque cosa. Fino a quando Annabeth , con un cipiglio degno di mia madre, ci faceva notare che era ora di andare a dormire.
Se il rapporto con Kyle stava andando a gonfie vele, quello tra me e Annabeth era alla deriva.
Non perdevamo occasione di scambiarci un’occhiataccia.
Io ero arrabbiato perché non mi aveva detto niente ( di Kyle e del trasferimento a Chicago) e lei perché io ero arrabbiato.
Io … non capivo! Avevo tutto il diritto di pretendere, almeno, di conoscere mio figlio, no?! Di essere arrabbiato perché lei me lo ha nascosto per  quasi cinque anni ( Kyle non diceva mai di avere quattro anni, ma “quasi cinque”, anche se li aveva compiuti da un mese), di doverlo conoscere tutto di un botto, e vedermelo portare via tra meno di quattro mesi? No, ma non avevo il diritto di essere arrabbiato. Tutti a dirmi “Annabeth ha sofferto di qua …” , “Annabeth ha sofferto di là …”
Ma io ora che stavo facendo?! Nessuno pensava che mi è stata negata una delle gioie più belle che la vita potesse darmi, il mio piccolo Kyle.
Ma evidentemente nessuno la guardava da questo punto di vista.
Volevo vedere loro al mio posto! Se nel mio caso non avessero lottato per poter conoscerei loro figli, e per poter vederli crescere. Avevo già perso quattro anni, non volevo perdermi anche il resto della sua vita.
E avrei lottato, che gli piaccia oppure no!
Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu il pomeriggio del 15 Aprile, una settimana prima : la sera precedente avevo messo Kyle a letto (per la prima volta), e non potevo fare a meno di sorridere mentre lui ricambiava, dopo avermi augurato “Buonanotte” sbadigliando.
Ero rimasto per un po’ ad accarezzargli i capelli corvini, quando sentii entrare Annabeth.
Dissi automaticamente : - Domani porto Kyle a fare un giro al parco, e poi lo porto all’acquario. Mia ha detto che ci vorrebbe tanto andare-
- Domani è venerdì … - misi il mio cervello in modalità “muto”. Non avevo voglia di sentirla. Avevo deciso così. Punto e basta. Ero stanco di essere scavalcato da chiunque solo perché avevano deciso di tenermi nascosto Kyle per i suoi primi quattro anni.
Sarei voluto rimanere in quel modo per tutta la notte, ma pensai che era arrivato il momento di andare.
Annabeth era ancora sulla porta, con le braccia incrociate sotto il seno e la mascella serrata.
Le passai accanto senza quasi guardarla. Quando mi trovai alla fine del corridoio, mi sentii dire : -Quindi?- sbuffai.
-Si, okay. Come ti pare … - e uscii senza fare troppe storie.
Il pomeriggio mi presentai alle quattro, come stabilito.
Suonai il campanello e venne ad aprirmi Annabeth in tuta,con le cuffie e uno straccio in mano.
Prima mi guardò stranita, poi si tolse le cuffie ed esalò : -Che ci fai qui?-
-Si,grazie per l’accoglienza … sono venuto a prendere Kyle – lei mostrò il suo cipiglio arrabbiato.
- Dimmi, Percy, cosa ti ho detto ieri?-
-Hai detto tante cose ieri … anche troppe … -
- … -
- … -
- Credi che non abbia capito che quando ti parlo metti il cervello … come dicevi al college? Ah si! … in modalità “muto” ?!-
- Non sono qui per litigare. Dov’è Kyle?-
-Se mi avessi ascoltato, avresti sentito che il terzo venerdì del mese Nico porta i bambini al McDonald ‘s –
Mi sentii avvampare.
- Tipico di te … - commentò lei.
-Scusa?!- lei alzò gli occhi al celo e rise amaramente.
- Per quanto tu possa essere arrabbiato con me, almeno per tuo figlio dovresti ascoltare-
-Sarebbe tipico di me non ascoltare?!- questa mi era nuova.
- Pensi sempre prima a parlare tu, ma non ti prendi neanche la briga di ascoltare le opinioni degli altri. Hai sempre fatto così, e lo farai sempre-
-Adesso la colpa è mia se sono arrabbiato con te-
Mi puntò un dito contro - Non è questo il punto. Il punto è che ti stai comportando da egoista!-
-Stai scherzando?! Parla quella che pur di non allontanarsi da Kyle ha pensato bene di non dirmi della sua esistenza-
- Oddio non fare il bambino … sai bene che il motivo non era quello, o lo sapresti, se mi avessi ascoltata!-
-Non so se credo alla tua giustificazione … -
-COSA?!-
- Non me la bevo la storia che lo avrei odiato, e tu lo sai! La stai usando per fare la vittima, e gli altri ci possono pure cascare, MA IO NO!-
-STAI DELIRANDO! DOVRESTI CHIUDERE QUELLA BOCCACCIA SAI?!-
-AH, CERTO! TU POTEVI APRIRLA PER DIRMI CHE AVEVO UN FIGLIO, MA TI PESAVA EH?!-
-SE TU NON AVESSI DATO FIATO ALLE TUE MENINGI, FORSE ORA NON STAREMO IN QUESTA SITUAZIONE!-
Ci bloccammo entrambi, guardandoci negli occhi.
Mi guardai intorno e vidi i vicini di Annabeth che erano scesi per assistere alla scena. Fantastico!
Mi avvicinai un po’ ad Annabeth per  far sentire il mio sussurro : - Domani lo porto al parco,okay?- la sentii annuire.
-Bene- e me ne andai, lasciandomi dietro le occhiate curiose dei vicini/ficcanaso.
 
Ora mi trovavo al compleanno di Vicky (la figlia di Silena e Beckendorf).
Per i suoi quattro anni Silena aveva organizzato una festa in uno di quei locali per bambini strapieni di giostre e attrazioni varie, per cui ogni persona sopra il metro e venti avrebbe rinunciato a cinquanta centimetri e quindici anni.
Io,Jason e Nico ci eravamo messi d’accordo per arrivare alla festa insieme.
Quando entrammo ci colpirono un sacco di cose: troppi colori insieme, urla spacca timpani e bambini che, a quanto pare, giocavano a nascondino tra le nostre gambe.
Io e i miei cugini stavamo praticamente saltando per evitarli, ma un bambino prese in simpatia Nico e lo fermò per fargli un paio di domande: -Salve signore! Posso chiederle una cosa?-
Sapevo che Nico non era proprio portato con i bambini (tranne che con Kyle,Zoe,Nate e Vicky), ma dalla sua espressione potevo capire che non sarebbe stato bello.
- Ehm … si … - disse tra lo stufato e il disagio
- Sicuro?-
-Certo-
- Perché è vestito tutto di nero?-
-Perché mi piace-
-È il suo colore preferito?-  
-Si … -
- Perché?-
Scocciato,Nico si abbassò alla sua altezza, cercando di sorridere in modo non inquietante (o almeno ci provava) : -Per quanto hai intenzione di continuare?-
Il bambino non parve turbato dalla situazione, ma disse :- Ultima domanda?-
Nico sbuffò – D’accordo … -
- Che lavoro fa?-
Allora il suo sorriso si fece inquietante – Studio la gente morta!-
Il bambino spalancò la bocca, quasi in lacrime.
Jason prese Nico per un braccio per allontanarlo e lo sentii borbottare: - … mi aveva rotto le scatole!-
Io tranquillizzai il bambino – Tranquillo, era un gioco! A Nico piace scherzare. Torna a giocare, okay?- sembrava più calmo e corse verso i suoi amichetti.
Quando raggiunsi i miei amici nella zona degli adulti (ovvero il buffet), Jason stava raccontando a Piper e Calypso quello che era appena successo, scosso dalle risate.
Le due ragazze spostavano lo sguardo dal moro al biondo, scoccando quelle occhiatacce che solo loro sapevano fare.
Le salutai e presi una mini-pizzetta.
- Quel bambino era un pappamolle … - stava dicendo Nico.
- Nico!-lo riprese Calypso (che era la maestra d’asilo di tutti quei marmocchi) – Jacob è un bambino facilmente impressionabile. È molto sensibile … -
- Appunto, un pappamolle!-
In quel momento sentii qualcuno chiamarmi.
Kyle mi stava correndo incontro, e io mi abbassai per prenderlo in braccio.
- Ehi campione! Ti stai divertendo?- mi diede un bacio sulla guancia.
-Moltissimissimo !-
Aveva tutti i capelli appiccicati sulla fronte e le guancie rosse. Sentivo la sua maglietta un po’ umida sulla schiena. Sperai che Annabeth gli avesse portato il cambio, cosa che aveva fatto sicuramente.
- Zio Jay, perché stai ridendo?- chiese Kyle curioso. Jason si asciugò un paio di lacrime e disse :- Oh niente. Zio Nico ha conosciuto il tuo amichetto Jacob … -
-È un pappamolle- constato Kyle sicuro di se.
Jason e Nico scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia, mentre Calypso lo riprese : - Kyle! Non si dicono queste cose … -
- Ah giusto, scusa … è molto sensibile … - disse mio figlio con aria compiaciuta, per essersi ricordato quella definizione, probabilmente.
In quel momento neanche Calypso riuscì a trattenere un sorriso.
- Ehi, che succede qui? - Thalia comparì al mio fianco, mettendosi tra me e Jason. Sentii Kyle agitarsi un po’. Lo guardai e vidi Annabeth,che gli spostava i capelli sulla fronte.
- Annabeth … -
- Percy … -
Si … diciamo che i nostri saluti non erano dei più amichevoli, ma provavamo a contenerci in presenza di Kyle.
Il piccolo si dimenò tra le mie braccia per raggiungere una ciocca di capelli di Annabeth.
Pensai che volesse andarle in braccio, invece si limitò a prendere un ricciolo e a giocarci, poggiando la testa sulla mia spalla. Sentii un calore invadermi il petto.
- Tesoro, mi stai tirando i capelli … - disse Annabeth, cercando di districare i capelli dalle manine appiccicaticce di Kyle.
- E tu avvicinati! – disse Kyle con la sua solita faccia da cucciolo. Non ancora capivo se lo faceva apposta. Annabeth mi guardò (era molto probabile che non volesse avvicinarsi a me), poi, un po’ riluttante, si accostò alla mia spalla, per dare a Kyle la possibilità di giocare con le ciocche bionde. Anche io avevo il vizio di giocare con i suoi capelli quando andavamo al college.
Sentii le narici riempirsi del suo odore: limone.
Come mi era mancato …
- Allora che è successo?- Thalia mi risvegliò da quei pensieri.
I miei cugini non la smettevano di sghignazzare, e Piper sorrideva nella nostra direzione.
- Che cos’ha detto sta volta?- disse Annabeth esasperata, intuendo la situazione.
- Stavano parlando di Jacob … - disse Calypso.
- Kyle, che hai detto su Jacob?- chiese Annabeth al bambino, mettendo le mani sui fianchi.
- Che è un bambino sensibile! – rispose lui, cercando di apparire convincente e lei mise la faccia più scettica che potesse avere. – Kyle … -
- Forse ho detto “pappamolle” … forse – precisò sottovoce.
-Quante volte te lo devo ripetere … - mio figlio sbuffò, nascondendo il viso nella mia spalla.
-Ho detto “forse” !-
- Cosa ti dico sempre?- Kyle ci pensò su e poi provò:-Di lavarmi i denti dopo che mangio i dolci …?-
Annabeth lo guardò storto, e lui provò di nuovo :- Lavarsi le mani prima di ogni pasto? … Mamma mi dici sempre un sacco di cose,non me le ricordo tutte!-
- Kyle … devi essere gentile! Non devi insultare gli altri!-
- Ma tu mi dici anche che devo dire la verità!-
- Kyle … -
- Okay, scusa mamma … - disse esibendo nuovamente la faccia da cucciolo, era troppo tenero. Si aggrappò al mio collo e domandò : - Posso tornare a giocare?-
Pensai lo stesse chiedendo anche a me … lo lasciai andare e Annabeth disse : - Va bene, ma non finisce qui! E mi raccomando, evita di sudare!!- l’ultima frase gliela dovette gridare perché lui era scappato come un fulmine in direzione di uno scivolo.
Io presi un’ altra mini pizzetta : - È un bambino, dirgli di non sudare non serve a niente … - lo dissi quasi di getto, senza pensarci troppo, e mi beccai un’occhiataccia da parte dei presenti.
- Strozzati- fu l’unico commento di Annabeth, che se ne andò, lasciandosi dietro l’aroma di limone.
Dovevo ammettere che ci rimasi un po’male.
Non è che ero contento dei litigi, anzi, avrei preferito che ci fosse più complicità … ma date le circostanze era ovvio che per un po’ non saremmo andati d’accordo. Solo che avrei preferito che le cose andassero diversamente.
Thalia mi prese per un braccio e mi trascinò ad un tavolo, mi fece accomodare “gentilmente” su una sedia e si sedette di fronte a me, spalleggiata da Jason e Nico.
In quel momento si aggiunsero anche Hazel,Luke,Piper e Grover … insomma, mi accerchiarono.
-Allora,amico, che intenzioni hai?- cominciò Grover.
-In che senso?-
-Con Annabeth!- continuò Nico.
- L’avevo capito … ma non ho capito a quali intenzioni vi riferite-
Thalia alzò gli occhi al cielo – Non mi piace il vostro comportamento,sai?-
-Perché non lo dici ad Annabeth?-
-Oh, l’ho detto anche a lei! E indovina cosa mi ha risposto? “Vallo a dire a Percy, sempre che non metta il cervello in modalità ‘muto’ ” … Avete un figlio Percy!-
Serrai la mascella e guardai tutti negli occhi  - Voi non dovreste parlare, avete contribuito perché tutto questo succedesse … -
Piper, Hazel e  Luke abbassarono lo sguardo e Grover evitò di guardarmi : erano quelli che ci erano rimasti più male, che si sentivano più in colpa.
Nico sbuffò sonoramente – O mio dio! Ora non puoi fermarti su questa storia! Kyle ha bisogno di due genitori “maturi”, e non puoi mettere in modalità muto il tuo cervello quando uno di noi ti parla!-
-Lo faccio solo con Annabeth … -
-Ancora peggio! Lei è la madre di tuo figlio e, che ti piaccia o meno, questo vi legherà per sempre … e hai intenzione di continuare così?-
No,non volevo.
- Allora devi cercare di capirla, e lei di capire te- disse Hazel.  La guardai dispiaciuto. Lei non aveva mai fatto ciò con cattiveria,mi aveva sempre detto che l’aveva fatto pensando che fosse il bene di tutti, e ora si sentiva tremendamente in colpa per il suo sbaglio.
- Ma io non ce la faccio … penso sempre agli anni che ho perso per colpa sua … -
-Tu il giorno della tua laurea ti sei divertito,vero? Avrai festeggiato con i tuoi amici … Annabeth stava davanti al computer, all’ottavo mese di gravidanza. Mi ha chiamato per dirmi se potevo andarle a ritirare il certificato perché non poteva pagare le spese di spedizione e lei non poteva presentarsi con il pancione … e non si è fatta offrire neanche la cena da noi!-  mi disse Piper, trapassandomi da parte a parte con i suoi occhi caleidoscopici. Mi fece sentire in colpa,ma questo non cambiava le cose :non sarebbe successo se me lo avesse detto.
-Fammi vedere il portafoglio!- disse Luke all’improvviso, tendendo la mano.
-COSA?!-
-Hai capito bene … forza!-
-E perché dovrei?-
Lui e Jason si scambiarono un’occhiata – Ha ancora la sua foto!- constatò l’ultimo. Avvampai.
 Era vero : non cambiavo il portafoglio dall’ultimo anno di liceo,praticamente, e quando mi ero messo con Annabeth le avevo scattato una foto al mare in cui lei rideva per qualcosa che, con molta probabilità, riguardava me.
Era talmente bella che me l’ero messa nel portafoglio e, anche quando ci eravamo lasciati, non avevo avuto il coraggio di levarla.
Neanche dopo la litigata … era stata proprio quella foto a dirmi che avevo sbagliato a lasciarla andare.
- Non è questo il punto : lei mi ha tenuto nascosto mio figlio e non ha mai pensato di dirmelo … e mi sembra così stupido il motivo!-
-Bhe lei te lo voleva dire, ma tu … - Piper lasciò la frase in sospeso.
- Non ho capito … lei voleva dirmelo?! E quando,scusa!-  non mi era mai sembrato che Annabeth mi avesse chiamato per dirmi della gravidanza da quando aveva saputo, a parte quella volta della - … la litigata … -dissi ad alta voce.
Guardai Thalia per la conferma. Lei si morse il labbro inferiore e annuì.
Me lo voleva dire quel pomeriggio al bar : mi aveva scritto di incontrarci, perché doveva dirmi una cosa importante. Quando l’avevo vista, dopo tre mesi che non ci eravamo ne visti e ne sentiti, mi ero infuriato per la faccia che aveva. Era dispiaciuta. Io ero stato ignorato, ci ero rimasto malissimo,e lei era quella dispiaciuta? Per me era stato inconcepibile. Ricordavo parola per parola quello che le avevo detto :le avevo dato della bugiarda, l’avevo disprezzata, avevo riso in faccia al suo dolore, le avevo detto che era un grande errore, il mio più grande errore … e non l’avevo lasciata parlare.
Mi veniva da piangere.
Ignorai i miei amici e cercai di non prendermi a pugni davanti a tutti. Poi guardai dietro la spalla di Thalia : Annabeth stava parlando con Clarisse e Beckendorf, lanciando degli sguardi verso Kyle.
Non era più l’Annabeth della foto, quella allegra,solare,che illuminava tutto il mio mondo con il suo semplice sorriso, ora era come sbiadita, con il sorriso un po’ spento  e la stanchezza negli occhi grigi. Si illuminava solo quando vedeva Kyle, quando le saltava in braccio e le bava un bacio sulla guancia. Diventava bellissima.
La vidi allontanarsi da Clarisse e Beckendorf. Mi scusai con tutti e la seguii. Dovevo parlarle.
Stava entrando nell’antibagno. Entrai anche io, bloccandola per un braccio.
- PERCY! Che vuoi?!- mi guardava dall’alto in basso, come un investigatore guarda un indagato.
-Volevo parlarti … - dissi un po’ impacciato. In quel momento una donna uscì dal bagno delle signore e mi lanciò uno sguardo molto, ehm … “esplicito”.
Annabeth (anche lei imbarazzata) sgranò gli occhi e si morse le labbra – Non credo che questo sia il luogo adatto … - disse,avviandosi verso il bagno. La fermai.
- Scusa, ma devo assolutamente parlarti!- ora o mai più.
- Si, ma io dovrei … sai … - indicava il bagno con gli occhi, con le guance colorate di un rosa intenso.
- Oh … Okay, ehm … capito … -
-Dopo. Ti raggiungo io- e entrò nel bagno.
Quando uscii mi sembrava di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.
Vidi i miei amici ancora seduti al tavolo, che dopo un cenno di Chris, si girarono tutti verso di me.
Nico, Jason e Grover sorridevano, mentre Piper mi stava lanciando uno sguardo d’ammutinamento ( per quanto si sentisse in colpa, mi avrebbe ucciso comunque … ), e a lei si aggiungeva Clarisse.
Intimai loro di ignorarmi. Non mi andava di essere palesemente osservato dall’allegra combriccola. Non demordevano.
Due minuti dopo, Annabeth uscì dal bagno, stupita di vedermi lì.
-Ah, sei qui. Ti sarei venuta a cercare … -
- Tranquilla. Possiamo andare da un’altra parte?- chiesi un po’nervoso. Quelle “pettegole” dei miei amici mi stavano mettendo l’ansia.
Lei alzò un sopracciglio, scocciata – Perché dovr … Oh- aveva finalmente visto l’allegra combriccola.
-Vieni- e si incamminò verso un punto impreciso.
Arrivammo al guardaroba e prese la sua giacca.
-Che dovevi dirmi?- mi chiese mentre se la infilava.
-Non vuoi andare fuori?-
-Dai … saranno ficcanaso,ma non credo che si metteranno a giocare alle ‘Totaly Spice’-
-Le che?-
Annabeth alzò gli occhi al cielo,ma aveva le guance rosse – Scusa … guardo troppi cartoni animati … -
Mi grattai la nuca, imbarazzato. Avevo paura che mi avrebbe tirato un pugno.
- Ehm … ok … Allora, mi volevo scusare … -  sentivo la bocca totalmente asciutta.
Annabeth spalancò gli occhi – Scusarti … per cosa?!- sembrava incredula.
Forse pensava che lei doveva a me delle scuse … ma dovevo mantenere la concentrazione. Avevo un obbiettivo.
-Si, scusa … perché in questo periodo ti ho trattato male, e, anche se potevo averne tutto il diritto … non dovevo,e basta-
-No, non devi … davvero … me lo merito, lo riconosco- i suoi occhi sembravano ancora più stanchi.
Le avevo fatto male quando, cinque anni prima, le avevo dato l’impressione di odiarla, e ora stavo facendo la stessa cosa, solo che stavo riversando tutto su di lei.
- Annabeth … so che il giorno che mi hai scritto … volevi dirmi che eri incinta … -abbassai lo sguardo, colpevole.
-Come lo sai … ?- non riuscivo a guardarla – Thalia … ?-
-L’ho capito quando mi hanno detto che me lo volevi dire … e io te l’ho impedito-
Sollevai lo sguardo e la vidi studiare la manica della giacca – Io non so che dire,davvero … dovevo dirtelo quel giorno, nonostante fossi arrabbiato. Ho sbagliato, e ... –
-Va bene, aspetta. Non mi sono spiegato : io quel giorno, mi sono comportato malissimo e, se fossi stato in te, mi sarei tirato uno schiaffo così forte che lo sentirei ancora oggi, credimi.
Se ti avessi lasciato parlare, adesso sarebbe diverso ... cerchiamo di andare d’accordo per Kyle, ok? Non possiamo continuare così … -
Lei alzò lo sguardo, incatenandolo al mio, e sorrise.
Era il sorriso più bello del mondo.
- Si, ti prego!-

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Capitolo aggiuntivo : Nico’ POV     
Link :http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3067979&i=1

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Annabeth
Ero in ufficio a compilare dei moduli per la manutenzione di un edificio progettato dalla nostra agenzia, quando Sadie ( la stagista che, praticamente, mi faceva da segretaria) venne quasi di corsa, con in mano delle fotocopie.
Aveva i capelli biondi legati in una coda di cavallo, cercando di non far notare le ciocche colorate, anche se non ci riusciva.
La invidiavo in quel momento. Era al secondo anno di college, piena di aspettative e vitalità, sempre sorridente e solare.
Anche io ero così al mio secondo anno di college, e le uniche preoccupazioni che avevo erano le sue … quelle di consegnare delle fotocopie urgenti ai miei datori di lavoro.
- Annabeth – forse ero l’unica che si faceva chiamare per nome dagli stagisti, ma in pratica con alcuni mi ci sarò incrociata per i corridoi della Columbia … - il boss mi ha dato altri moduli che devi firmare … ah, e quei due della GNB* non arriveranno prima delle 4, quindi … -
Alzai gli occhi dai documenti di scatto. Sadie si mordeva il labbro, un po’ intimorita.
Quella presentazione era molto importante, richiedeva la preparazione almeno mezz’ora prima, e anche la collaborazione di molte persone, quindi dovevo stare lì almeno un’ora prima, perché ero io la responsabile di quel progetto.
Ma Kyle usciva dall’asilo proprio alle 3 e, anche se poi avessi fatto tardi per la riunione, non ce l’avrei fatta per le 4 a tornare e preparare tutto. Odiavo non poterci andare io, mi faceva sentire una cattiva madre.
Non potevo chiedere a Silena, perché sia Nate che Vicky avevano l’influenza. Luke e Thalia erano andati dalla mamma di Luke. I signori Brunner non era il caso. Forse Nico …
Quando Sadie se ne andò presi il cellulare e lo chiamai.
Il telefono squillò un paio di volte : - Pronto?- la voce assonnata di Nico mi arrivò leggermente ovattata. Forse stava riposando tra un turno e l’altro … lavorava troppo in ospedale.
- Nico, sono Annabeth -
-Ehi, dimmi!-
-Senti … oggi ho una riunione, e non posso prendere Kyle all’asilo. Potresti andare tu?-  mi mordicchiai il labbro inferiore, imbarazzata.
- Il mio turno comincia fra mezz’ora. Non posso proprio … Will ha un intervento. Potrei chiedere un favore, ma a noi specializzanti non ce li concedono facilmente ...-
Mi sentii in colpa. Non volevo che Nico avesse dei guai sul lavoro per colpa mia.
-No Nico tranquillo, grazie lo stesso … ma Jason e Piper? Stanno ancora da Tristan?-
-Si- mi demoralizzai un po’. Avevano tutti da fare, e le opzioni che mi rimanevano erano poche. E alcune mi imbarazzavano terribilmente.
- Io avrei un’ idea … chiama Percy, no?-  no,perché sicuramente sarebbe stato imbarazzante, si sarebbe sentito una babysitter e mi avrebbe giudicato una cattiva madre … e aveva tutte le possibilità di farlo.
Non volevo lasciargli la possibilità di denigrarmi in qualsiasi modo.
Anche se avevamo deciso di andare d’accordo la tensione ancora alleggiava tra di noi, e, a mio parere, non se ne sarebbe mai andata.
- Non mi sembra il caso, magari ha da fare … -
- Annabeth, di che hai paura?-
-Perché dovrei aver paura?-
- Percy non ti giudicherà, fidati. Sarà felicissimo di farlo!-
Mi si riempirono gli occhi di lacrime : -Non voglio che si senta costretto … -
- È suo padre … non si sente costretto di fare un bel niente! Lo farà con molto piacere. Chiamalo e vedrai che ne sarà entusiasta!-
Sperai di crederci vivamente.
-Mi hai convinta … grazie-
-Figurati, sono felice per voi! Ora devo andare, a noi specializzandi capitano sempre le cose più noiose :  tagli,lievi traumi cranici, … -
Avrebbe continuato, oh se avrebbe continuato, ma io lo fermai in tempo : - Ho afferrato il concetto, non approfondiamo. Ciao –
-Ciao!- e chiuse la chiamata. Dovevo chiamare Percy.Ero ancora stordita da quel “sono felice per voi” quando notai Sadie sulla porta.
- Ehm, è quasi ora di pranzo. Scendo a prendere qualcosa per Michael e Ross, tu vuoi qualcosa?-
Avevo lo stomaco chiuso, e non per la riunione. Ma dovevo arrivare integra almeno alle 4, affrontare la riunione e tornare dal mio bambino. Pensai seriamente di prendere semplicemente delle bustine di zucchero del caffè, così avrei evitato i di spendere i soldi del pranzo, ma avevo fatto così anche ieri, e non mi sembrava una cosa sana.
- Prendi una porzione di pasta fredda, senza condimenti da aggiungere-  e le diedi 20 dollari.
Sadie storse la bocca, perché mi aveva visto andare avanti giornate intere senza ingerire niente,e sapeva che mi sarei lasciata metà anche per la cena. Neanche io ero d’accordo, ma se potevo risparmiare da qualche parte lo facevo. Mio figlio avrebbe avuto tutto,a costo di levarmelo io.
- Niente bibite?- chiese poi incerta.
-No, tesoro grazie.- le sorrisi incoraggiante. L’ interesse dei miei colleghi mi faceva sentire amata, in qualche modo.  Ma se lo facevo, significava che potevo, e non volevo l’aiuto di nessuno.
Prima di chiamare Percy mangiai metà del mio piatto di pasta,terminai di firmare tutti i moduli, ricontrollandoli più volte e riordinandoli per data di consegna (cosa che avrebbe fatto volentieri anche Sadie, ma dovevo prendere tempo).
Ormai erano l’una e mezza, e non potevo ritardare ancora.
Mi asciugai le mani sul vestito (che avevo messo apposta per la riunione) e presi il telefono.
Percy non aveva cambiato numero, e lo avevo ancora salvato in rubrica, fortunatamente.
Mi tremavano le mani mentre premevo il tastino verde. Aspettai tre squilli prima di sentire una risposta.
-Pronto, chi è?-
Ero praticamente congelata, ma mi rifiutai di stare zitta – Ehm … Percy, sono Annabeth … -
Seguì un silenzio imbarazzante – Oh, ciao Annabeth. Dimmi pure?- perché lui sembrava sempre perfetto in qualsiasi situazione?!
- Ti potrei chiedere un favore … ?-
- Ehm … si … ? – oddio, volevo sbattere la testa contro la scrivania!
- Vorresti passare a prende Kyle all’asilo?- ero preparata ad una risposta positiva, ma non a quella reazione … - Si, assolutamente, ti prego … -
Ero totalmente spiazzata. Vedevo quando erano a casa che andavano d’accordo, ma non pensavo ci fosse un istinto paterno così accentuato in Percy …
- Wow. Ok. Grazie! Davvero, non è un problema, se hai da fare … solo portalo dai signori Brunner … -
-  Veramente avrei voluto passare il pomeriggio con lui … ma se è un problema … - sembrava abbattuto. Io invece ero felice che lui volesse stare con Kyle. Perché a Kyle Percy piaceva da morire. Quando se ne andava continuava a parlare di cosa avessero fatto insieme, di come si fossero divertiti … iniziavo ad essere gelosa. Ma non mi importava. Mio figlio era il ritratto della gioia da quasi due mesi, dall’arrivo di Percy, e, anche se lo era sempre stato, ora sembrava quasi euforico.
Mi commuovevo quando li vedevo raccontarmi delle loro giornate.
- No, affatto! Solo che io ho una riunione e non so a che ora tornerò. Per le 6, probabilmente, ma … -
-Ho già in mente dove andare, tranquilla, mi inventerò qualcosa se finiamo prima, ok?-
Sentivo che sorrideva,e io non potei fare a meno di fare altrettanto.
- Ne sono sicura,e … grazie-
-No, grazie a te-
Guardai la chiamata chiudersi e la foto di Kyle apparire sullo schermo. Non importava se si conoscevano da poco meno di due mesi, Kyle e Percy erano così simili che, ormai, niente li avrebbe separati, e io non potevo che sorridere pensando a questo.


La riunione finì prima del previsto.
A quanto pare quelli della GNB avevano già controllato tutto, e volevano solo dei chiarimenti da parte mia, quindi ci avevamo messo poco più di un’ora.
Erano le 5.30 e pensai di chiamare Percy per dirgli di riportare Kyle, ma poi capii che avevano bisogno di tempo per stare da soli e per conoscersi, e io già gliene avevo levato troppo.
Quasi non riuscivo a finire la pasta per il disgusto che provavo per me stessa.
Prima che Percy si ripresentasse credevo veramente di aver fatto la cosa giusta a nascondere Kyle, ma quando mi aveva chiesto di conoscerlo il cuore mi si era spezzato in due e avevo cominciato ad odiarmi … se io fossi stata in lui avrei fatto un casino, probabilmente. Percy invece si era accontentato di entrare nella vita di nostro figlio in punta di piedi, senza troppe pretese. Mi asciugai una lacrima. Pensare che prima o poi Kyle avrebbe capito tutto mi preoccupava. Avrebbe potuto odiarmi per avergli nascosto il padre, e avrebbe chiesto manforte a Percy, che sicuramente non glielo avrebbe negato. Sarei rimasta sola, dopo tutto questo. E avevo paura. Ma me lo meritavo. Erano questi i patti : non doveva succedere, ma se succedeva dovevo affrontare le conseguenze. Il mantra della mia vita. Dopo essermi ricomposta mi costrinsi a finire la mia cena. Pulii tutto e buttai il contenitore di plastica nella spazzatura. Mentre svuotavo la lavastoviglie mi arrivò un messaggio da Luke. Ma come presi il cellulare per leggerlo, mi arrivò una chiamata da un numero sconosciuto. Forse era qualcuno della GNB …
- Pronto?-
-Ciao Annabeth -
Se quando avevo parlato con Percy mi ero sentita congelare, ora ero praticamente una statua incapace di proferire parola.
-Mi riconosci,vero?-
Dovevo rispondere, respirai un paio di volte – Si … ciao Sally-
-Bene! Senti ti volevo chiedere … - cercai di prepararmi ad una raffica di insulti infinita -venerdì sera siete liberi?-
Cosa?! – Ehm … si- sembrava sorridere mentre parlava … mi faceva paura!
- Allora venite a cena da me! Ok?- stava spettando una mia risposta.
Una CENA?! Credevo di svenire. Riuscivo a rispondere solo a monosillabi – Ok -
-Perfetto. Allora alle 7.30 a casa mia. A venerdì sera!-
- A venerdì sera … - riuscì a balbettare, poi chiuse la chiamata.
Guardai lo schermo e vidi il messaggio di Luke :

Annie ha chiamato Sally! Ha chiesto a Thalia il tuo numero! Non so cosa vuole, ma spero di trovarti ancora viva al nostro ritorno … :/

Mi sedetti sul divano, sbuffando sonoramente. Ancora non riuscivo ad elaborare quello che era successo con Percy, e ora dovevo anche vedermela con Sally … e questo era un altro pezzo di puzzle che si aggiungeva ai miei sensi di colpa!
Avevo cercato di non pensare a Sally e Paul, e al fatto che avevo negato a Kyle due nonni fantastici, al contrario dei miei genitori …
Avevo solo combinato casini dal matrimonio di Thalia e Luke. Guardai l’orologio : erano le 7.20.
Iniziai a preoccuparmi. Dove si erano cacciati Kyle e Percy?! Presi il cellulare per chiamarlo, ma sentii suonare il citofono. Erano loro.
Tirai un sospiro di sollievo ed aprii. Kyle mi corse incontro con le braccia aperte, saltandomi in braccio.
- Mammaaa! Oggi mi sono divertito un sacco con Perce!- disse stringendomi le braccia intorno al collo e prendendomi una ciocca di capelli.
-Ah si? E che avete fatto?- dissi sorridendo a mio figlio. Guardai verso Percy. Sorrideva guardando Kyle.
- Abbiamo visto Blackjack!- disse il mio bambino euforico, sorridendo a Percy.
Io spalancai la bocca. Ero spiazzata! Era questa l’idea di “pomeriggio insieme” di quella Testa d’alghe!? Portare nostro figlio a vedere gioco d’azzardo?!
Guardai truce verso Percy, e lui scoppiò a ridere. – Blackjack è il mio cavallo! Non quello che pensi tu!-  e continuava a ridere.
- Ah … - riuscii a dire. Me ne ricordavo solo ora. Ma vedendolo ridere in quel modo, non riuscii a trattenere anche io un sorriso.
Prima che Kyle iniziasse a chiedere cosa fosse “blackjack” , oltre al nome del cavallo di Percy, chiesi :-E com’era?-
A Kyle si illuminarono gli occhi, facendoli risultare ancora più verdi.
- Dovevi vederlo, mamma! Era altissimo, tutto nero, e mangia un sacco di zuccherini! Anche io ne ho mangiato uno!-
Wow, ecco tutta quella euforia. Uno zuccherino. Me li avrebbe chiesti come merenda, poco ma sicuro. Feci scendere Kyle dalle mie braccia e gli feci togliere il giacchino. Anche se era quasi maggio, non volevo che prendesse un colpo di freddo. Lui si ammalava così facilmente per quanto si muoveva.
-Allora avete cenato?- chiesi a Percy. Lui fisso i suoi occhi nei miei. Erano identici a quelli di Kyle. Erano gli occhi più belli che avessi mai visto, ma cercai di mantenere uno sguardo fermo. Oltre allo zuccherino, avevo delle questioni serie da discutere con lui, e non potevo cedere alla malinconia.
- Si, al maneggio … niente di che, ma credo gli sia piaciuto, giusto?- chiese Percy sorridente a Kyle.
- Era l’hamburger buono e gigantesco di sempre. Ma non ditelo allo zio Nico,ok? Mi diverto al McDonald’s … - ci ammonì serio Kyle.
Entrambi ridemmo sotto i baffi, per non far arrabbiare nostro figlio, e Percy disse : - Sì signor Capitano!-
Kyle si esaltò, cercando di imitare la sigla di Spongebob : -Non ho sentito bene?- Percy sorrise divertito e rispose, abbassandosi all’altezza di Kyle  : - Si signor Capitano! – e il bambino corse verso di lui con l’intento di giocare, ma io gli fermai.
- Kyle, prima vai a cambiarti le scarpe- dissi cercando di assumere l’aria autoritaria da madre.
Sia lui che il padre fecero un –Ohh … - dispiaciuto che corrispondeva alla fine della canzoncina.
Kyle si girò verso Percy e gli disse -Scusa, è lei il Capitano qui- lo vidi fare un’ alzata di spalle, quasi rassegnato.
Quando mi passò davanti si mise sull’attenti – Metterò anche il pigiamino ,capitano!-
- Bravo il mio soldatino- e lo vidi correre verso camera sua.
Scossi la testa – Quel bambino, mi farà uscire fuori di testa … - dissi sovrappensiero.
- È troppo forte! – Percy se la rideva di gusto.
-È davvero impertinente per un bambino di quattro anni!- lo accusai fintamente con lo sguardo. Era lui quello che gli aveva passato il gene dell’impertinenza, io no di sicuro!
Lui allargò le braccia come per dire “che ci posso fare se i miei geni sono predominanti?!”, tutto fiero.
Kyle ci avrebbe messo una vita per capire come mettere il pigiamino. Aveva iniziato con la storia che voleva vestirsi da solo, e, per aiutarlo avevamo iniziato la sera con il pigiama. Lui era fiero di se stesso, anche se si metteva tutto al contrario. Non ci dava peso.
- Annabeth ti senti bene?- mi chiese guardandomi di sottecchi.
-Ehm , si. Perché?-
-Sei un po’ pallida … -
Volevo dirgli che probabilmente quel colorito era dovuto alla chiamata di sua madre, ma mi trattenni per cercare parole più adatte.
Lui intanto mi guardava aspettando una risposta. A braccia conserte e un sopracciglio alzato. Sinceramente, quell’interesse mi inquietava, come se volesse giudicarmi.
-Si, beh … ha chiamato Sally, tua madre … - dissi, stando attenta a trovare altro da fare, tipo continuare a svuotare la lavastoviglie.
E lui stava zitto. Lo guardai : aveva gli occhi spalancati, con un espressione sorpresa. E io che pensavo che sapesse!
Disse solo : - Ah … -
Ma che cavolo! Sua madre ha chiamato la madre bugiarda di suo figlio, e non voleva sapere neanche cosa le avesse detto?!
- Mi ha invitato a cena … cioè “ci” ha invitato, a me e Kyle,credo. Ne sapevi qualcosa?-
Lui sembrava ancora sbalordito. – In realtà, no-
- Percy, cosa le hai raccontato?- iniziai a dubitare che gli avesse detto tutta la verità.
Lui aggrottò le sopracciglia – Tutto-
-Tutto quanto?-
Sbuffò esasperato – Si, Annabeth! Perché? Ha detto qualcosa di … ? –
Forse pensava che fossi arrabbiata per qualcosa, quindi cercai di rilassare le spalle e addolcire l’espressione – No, è che … è stata gentile. Pensavo avessi tralasciato qualche dettaglio-
Lui fece la sua espressione da “Ehi, che ti aspettavi?!” e poi, vedendo la mia faccia, cambiò la sua espressione in “Ehm, cosa non ho capito?”.
In fondo non era cambiato molto dal college.
-Beh, meno male, no?-
-Si ,certo! Ma data la situazione … - alzai leggermente le spalle.
Probabilmente mi vide talmente terrorizzata da fargli pena. Addolcì lo sguardo e abbassò le spalle. – Facciamo così: venerdì passo io a prendere Kyle all’asilo e passiamo il pomeriggio qui. Lo porto al parco … -
-Venerdì io non lavoro. Posso andare io!- lui scrollò le spalle e continuò : -Allora andiamo insieme-
Mi sentii un po’ a disagio. Un pomeriggio intero, io, Kyle e Percy. Era il mio sogno e il mio incubo fusi in cinque ore lunghissime. Probabilmente ero rossa come un pomodoro, infatti cercò di correggersi : - Cioè … se per te va bene … -
- Si che per me va bene! È solo che … sono leggermente preoccupata!- ero terrorizzata, e lui lo sapeva.
-Calmati,ok? Ci sarò io. non preoccuparti!- lo guardai. Sembrava convinto. Infondeva sicurezza,come se con lui tutto sarebbe andato bene. Io annuì, evitando di guardarlo.
-Allora venerdì passo a prendere Kyle, lo porto qui e poi andiamo tutti insieme al parco e poi,  sempre insieme, andiamo da mia madre. Mi sembra un bel piano! – dal tono che aveva sembrava compiaciuto di se,come Kyle con il suo pigiama.
-Sei sicuro?- chiesi un po’ scettica.
-Se l’ho detto … -
-Dici un sacco di cose … - ripetei più o meno quello che mi aveva detto a me, e che mi diceva anche Kyle quando gli chiedevo se mi aveva ascoltato. Ma lo dissi in modo scherzoso, senza rancore, e lui lo capì – Di questa lo sono,ok?- anche se sembrava un bambino. Mi ricordò molto Kyle con quell’atteggiamento un po’ sulla difensiva.
Non feci neanche in tempo a ridere che il mio piccolino entrò tutto fiero in cucina.
-Allora,come sto?- chiese girando su se stesso.
Mi avvicinai e controllai che tutte le cuciture e le etichette fossero al posto giusto. Ovviamente Kyle mi rimproverò – Dai mamma! Sono stato attento questa volta!-
Effettivamente , a parte la canottiera fuori,se l’era messo bene. Gli sorrisi : - Hai azzeccato tutto!-
Kyle alzò le braccia al cielo, in segno di vittoria e gridò: - Evviva!- e mi abbracciò. Poi guardò Percy e disse: - Hai visto?- e gli corse incontro. Lui allargò le braccia e lo prese in braccio. La cosa sembrava gli venisse naturale.
-Bravissimo! Ora  ti porto a lavare i dentini e poi ci guardiamo i cartoni animati fino alla “canzone della Buonanotte”, ok?-
- Siiii!-
Quei due mi volevano fregare : -Vorrei farvi notare che sono le 7.40 … -
Kyle guardò l’orologio. Alle 8 doveva andare a dormire, se no la mattina era troppo stanco, e io ne sapevo qualcosa … Sapeva che se le lancette stavano in quella posizione o era ora di andare a scuola o di andare a dormire.
Poi guardò me e fece la sua migliore faccia da cucciolo – Solo stasera, ti prego!-
Anche Percy mi guardava speranzoso … non avrei retto. Alzai gli occhi al cielo e quei due esultarono, tutti felici e contenti.
- Sì, va bene! Ma dopo la canzone a dormire! Ora andate … - dissi con aria severa … ma a chi la davo a bere!
Loro andarono in bagno tutti sorridenti.
Iniziai a prendere una pentola per preparare la cena per domani , ma dopo neanche un minuto Percy ritornò in cucina.
- Ehm Annabeth … ?- stava sussurrando e io lo guardai di sottecchi, preoccupata.
-Dimmi- dissi abbassando la voce di qualche tono anche io. Probabilmente non voleva farsi sentire da Kyle.
- Kyle era preoccupato che tu ti fossi arrabbiata per la storia dei cartoni … sai … - si quello era proprio da Kyle, ma la faccia preoccupata di Percy mi stupiva. Tanto valeva chiederglielo.
-Perché hai quella faccia?-
-Non vorrei contraddirti e farti arrabbiare … - disse grattandosi la nuca e arrossendo leggermente. Che cosa carina … - No, tranquillo. Non è una tragedia- dissi sorridendo e tornai a preparare la cena.
Lui aprì la bocca in un ghigno divertito – Non mi dire che sarò io quello buono?-  
Sorrisi – Per lui sarà così! Poco ma sicuro- e lui tornò in bagno.
Dopo un po’ tornarono e Kyle si avvicinò a me, abbracciandomi una gamba – Mammina, che stai facendo? – forse si voleva assicurare che non fossi arrabbiata. Certe volte,anche senza un motivo valido, si avvicinava e mi chiedeva che cosa facevo, come avevo passato la giornata … pensavo che, non essendoci una figura paterna in casa, sentisse il bisogno di prendersi cura di me con questi piccoli gesti. Mi rendeva felice, ma allo stesso tempo mi spaventavano. Non volevo che si sentisse in dovere di crescere troppo in fretta per questo.
- Sto preparando la cena per domani  -
- E cosa mangeremo di buono?- ora veniva il bello …
-Purè e piselli-
Kyle sbarrò gli occhi, poi fece una faccia disgustata che si trasformò in disperazione.
- NO!  Perché?!- ed iniziò a sbattere la testa contro la mia gamba. Era esilarante! Mi dispiaceva, ma doveva mangiare tutto, e io in questo modo mi divertivo dopo una rabbia che mi faceva prendere. Me lo aveva suggerito Thalia.
- Perché ti fanno bene-
- Come se fanno schifo?-
-Non si dice, devi mangiarli anche se non ti piacciono-
- Come puoi farmi questo?! Sono tuo figlio!-
-Lo so, ed è per questo che ti devo insegnare che si mangia tutto, anche se non ti piace-
Lui sbuffò sonoramente
-Non dovevi andare a guardare i cartoni?- gli ricordai.
- Si … - disse imbronciato e si avviò verso il salotto. Risi sotto i baffi.
Vidi ridere anche Percy, che mimò con le labbra “sono io quello buono” mentre batteva le mani come faceva quando al college passava un esame e prendeva in giro Piper. Gli risi dietro.
Sembrava ancora un ragazzino. Certo, si vedeva che aveva 25 anni, ma non ancora riusciva a trovare un modo per tenere in ordine i capelli, e indossava le t-shirt che portava anche al college, quando non andava a lavoro. Sembrava davvero felice e spensierato.
Mentre aspettavo che i piselli si cuocessero controllai la posta, dividendo le cose da pagare e le comunicazioni, da quelle più urgenti.
Appena furono pronti misi da parte le lettere, ci avrei pensato domani.
Visto che non avevo niente da fare andai a vedere cosa facevano quei due di là.
- … ma Minnie sapeva già tutto! – Kyle stava spiegando a Percy una puntata della “Casa di Topolino”. Ormai le sapevo tutte a memoria.
Mi sedetti di fianco a loro. Kyle stava poggiato al petto di Percy, che teneva un braccio sullo schienale della poltrona. Cercai di non sedermi troppo vicino, ma Kyle mi fece segno di avvicinarmi, per giocare coi capelli.
Cercai di non sembrare riluttante, ma disinvolta. Dopo un po’ anche Percy iniziò a giocare con una ciocca dei miei capelli, ma sembrava non accorgersene, quindi lo lasciai fare. Devo dire che mi piaceva.
Ad un certo punto il piccolino poggiò la testa sul mio petto, poi di nuovo su Percy , poi su di me,e ancora su Percy. Lo fermai prima che gli venisse un giramento di testa.
- Kyle che stai facendo?-
- Perché le donne hanno questa parte più grande e morbida degli uomini?- chiese indicandosi il petto.
Io e Percy ci guardammo. Adesso eravamo in due a sorbirci le domande imbarazzate di Kyle, almeno.
- Ehm … perché quando una donna rimane incinta … succede come con le mucche … - guardai Percy. Seriamente?!  Era lui che stava parlando, e non ne sarebbe uscito tanto facilmente. Sembrava più confuso di Kyle.
- Quando nasce il vitellino, la mamma-mucca lo allatta con le mammelle. E invece le donne allattano il proprio bambino con le … cioè, il … ehm- mi lanciò un’occhiata di aiuto, e io me la stavo godendo.
- … con il seno- lo aiutai.
Kyle fece una faccia confusa e guardò il mio seno – Quindi io bevevo da lì?-
Sorrisi – È normale tesoro- ma lui fece una faccia disgustata.
- Che schifo!-
Fu Percy in quel momento a venire in mio soccorso – Guarda Kyle che tutti quanti abbiamo bevuto dal seno delle nostre madri-
- Davvero?- ci guardava con gli occhioni verdi da cucciolo un po’ lucidi,forse aveva sonno.
Entrambi annuimmo.
-Ok- poi tutto tornò come se non fosse successo niente.
Io e Percy ci guardammo di nuovo, gli sorrisi e lui ricambiò trionfante.
- Vado a prendere un bicchiere d’acqua!-  disse Kyle improvvisamente.
- Aspetta! Vengo ad aiutarti- stava già correndo in cucina.
-No, voglio fare da solo-
- Kyle … -
- Mamma … -
-Stai attento,mi raccomando! – speravo ce la facesse da solo. Sembrava crescere troppo in fretta.
- Se la caverà- disse Percy sovrappensiero.
Aveva lo sguardo rivolto verso la tv e un accenno di sorriso.
-Prima sei stato davvero bravo- gli sussurrai.
Lui si girò e mi fisso intensamente. Poi sorrise – Davvero? Non sapevo come comportarmi … non ho mai fatto prima certe cose-  disse assottigliando le labbra.
- Non pensare che io le abbia fatte prima … te la sei cavata egregiamente!-
In quel momento Kyle rientrò in salotto.
-Ehi, dov’è l’acqua?- era senza bicchiere.
Lui fece spallucce – Oh … non avevo poi tanta sete … -
- E allora che hai fatto di là tutto questo tempo?-
- Niente … -
Intanto noi due avevamo aggrottato le sopracciglia, ma lasciammo cadere il discorso.
Neanche cinque minuti dopo il mio bambino ronfava sulla spalla di Percy, mentre stringeva ancora la mia ciocca di capelli. Erano le 8.15 … non era durato molto.
-Oggi l’hai fatto proprio divertire- dissi al moro, guardando Kyle.
- Era proprio stanco- rispose mentre gli carezzava i capelli. Avevo sempre desiderato vedere una scena del genere per Kyle, e anche per Percy. Sospirai.
- Dai, portalo a letto. Così io finisco di pulire un po’ qui-  dissi mentre cercavo di togliere i capelli dalla mano del bambino.
Percy non se lo fece ripetere due volte: si alzò tutto contento, prendendo Kyle da sotto le ascelle per poi metterselo bene in braccio.
Io intanto tornai in cucina per mettere un po’ in ordine e vedere cosa Kyle avesse fatto lì prima. La scatola dei biscotti era aperta. Che furfante!
Dopo aver messo in ordine, andai in camera di Kyle, dove Percy stava riboccando meglio le coperte al bambino … lo faceva sempre. Ci avrebbe passato le ore se io non gli ricordavo che doveva tornare a casa a dormire perché il giorno dopo sarebbe dovuto andare a lavoro.
Gli toccai una spalla e lui si ridestò dai suoi pensieri.
- Sei bravissimo con lui. Non dubitarne mai!-
Lui respirò un paio di volte, vidi il suo petto espandersi – Grazie, ci provo … anche grazie a te-
-Te lo devo-
Mi sorrise dolcemente e, con molta probabilità, ero arrossita fino alla punta delle orecchie.
Cambiai argomento – Allora, tu chiedi a Sally per venerdì. Non vorrei che volesse solo te e Kyle a cena, e poi mi presento anche io-
Fece una faccia stranita – Non credo proprio, ma se ti senti più sicura la chiamerò e ti farò sapere domani-
Sorrisi. Sapevo che Percy, nonostante tutto quello che gli avessi fatto passare, ci sarebbe stato e mi avrebbe aiutato. E gliene fui  immensamente grata.


* GNB :  Goliath National Bank (la banca dove lavora Barney Stinson nel programma “How I met your mother”)

Angolo autrice: Salve a tutti!
Non sono particolarmente soddisfatta di questo capitolo, ma non importa.
Il solito … spero vi sia piaciuto, le recensioni sono sempre gradite, ecc …
MA L’IDEA DELLA GNB NON È FANTASTICA?!  :3
Va bene … al prossimo capitolo!
Un bacio
andrea_98

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 [parte 1] ***


Annabeth

Era venerdì. E io non potevo farci niente. Era venerdì. E ancora non ci credevo. Perché era quel venerdì.
Stavo sul divano con il portatile sulle gambe, mentre mangiavo una di quelle barrette energetiche piene di zuccheri. Avevo veramente troppa fame.
Controllai l’orologio : 2.50
Fra dieci minuti Kyle sarebbe uscito da scuola. E Percy sarebbe andato a prenderlo. Sarei voluta andare io, ma non mi serviva di certo una litigata per questo.
Io vedevo Kyle tutti i giorni. La mattina lui si svegliava sempre e comunque cinque minuti prima di me, non importava a che ora mettessi la sveglia, lui, cinque minuti prima, era lì a darmi il buongiorno.  Facevamo colazione insieme e poi lo accompagnavo all’asilo. La notte, quando si svegliava per un qualsiasi motivo, veniva da me e mi si accoccolava di fianco. Era me che cercava quando aveva bisogno di qualcosa, o quando ne combinava una delle sue.
Percy tutte queste cose non le aveva vissute. E si capiva che ne sentiva la mancanza.
E stasera me lo avrebbe fatto notare anche Sally … ero troppo agitata! Non sapevo come avrei potuto guardarli negli occhi …
Sentii il cellulare squillare e mi allungai per prenderlo sul tavolino di fianco al divano. Era Percy.
Che strano …
-Pronto!-
-Ehi Annabeth! Io ora sto parcheggiando davanti all’asilo. Che faccio? Lo porto da te o andiamo direttamente al parco ?-
Possibile che non fosse agitato per la cena di stasera?! Certo non che lui dovesse farsi perdonare qualcosa … ma cosa sarebbe successo?
- Ehm … ci vediamo direttamente al parco. Così dopo lo riporto qui e lo faccio cambiare … senza fare avanti e dietro-
-Ok. Perfetto. A dopo-  e chiuse la chiamata. Sembrava allegro. Gli avrei dovuto chiedere quale fosse il suo metodo.
Ci misi 15 minuti per rivedere i progetti, salvai e andai in camera per vestirmi.
Non avevo idea di cosa avrei potuto mettere.
Non volevo mettere un vestito,troppo elegante.
Optai per un paio di jeans scuri, una maglietta rosa cipria e un cardigan grigio, come le ballerine.
Mi guardai allo specchio : sembravo una ragazzina allampanata un po’ troppo cresciuta. Cercai di non pensarci troppo, e di rimediare con un po’ di trucco.
Ovviamente l’unica cosa che avevo era il mascara, fondotinta (neanche della mia tonalità di pelle) e una matita nera spuntata.
Misi un po’ di fondotinta sulle guance per dare colore, e il mascara. Lasciai perdere la matita.
Poteva andare. Piper e Silena non sarebbero state d’accordo.
Andai nel portagioie per prendere una collana, o qualche cosa di adatto, ma afferrai un ciondolo strano,e, per curiosità,  lo presi.
Era il ciondolo che mi aveva regalato Percy: ci stavamo frequentando da tre mesi, e avevamo deciso di andare ad una fiera sulla biologia … non che a me interessasse, ma lui ci teneva e, all’epoca, non avrei permesso che ci andasse con Rachel.
Aveva preso il ciondolo ad una bancarella che vendeva cosine di ogni genere fatte con conchiglie e roba così.
Il ragazzo che vendeva ci provava con me, chiedendomi quale mi piacesse e quale si abbinasse ai miei occhi … Percy era rosso come un pomodoro. Ancora mi ricordo il suo sguardo omicida.
Comunque sta di fatto che quel ciondolo di corallo mi era piaciuto molto e lui aveva deciso “di fare un regalo alla sua ragazza”. Lo aveva ripetuto centinaia di volte al commesso : “alla mia ragazza piace questo”, “incartalo per la mia ragazza”, “guarda come dona alla MIA ragazza”. Io mi ero divertita un sacco.
Ora non eravamo più quei ragazzi. Eravamo due adulti che cercavano di andare d’accordo per il loro bambino. Mi veniva da piangere.
Cercai di non pensarci e rimisi il ciondolo dov’era, prendendo invece quello argentato a forma di gufo. Una delle ultime cose che mi rimanevano di mia madre.
Presi la borsa, sperando di non aver dimenticato niente, e uscii dall’appartamento.
Avevo bisogno di un po’ d’aria. Troppe emozioni.
Guardai l’ora. Erano le 3.20 e probabilmente Kyle e Percy erano già al parco. Ci avrei messo poco più di cinque minuti.
 Durante il tragitto incontrai alcuni ragazzi del mio quartiere che andavano sullo skateboard.
Avevano tutti più o meno quindici anni e ad alcuni avevo anche dato ripetizioni di matematica. Uno di questi , Logan, si avvicinò a me. Abitava nell’appartamento sopra quello di Thalia, affianco ai Brunner. I genitori erano due signori davvero simpatici.
- Ciao signorina Annabeth!-  non so per quale motivo mi chiamavano tutti così, ma dopo aver provato a farmi chiamare Annabeth o, al massimo, signorina Chase, ci avevo rinunciato.
-Ciao Logan, vi state divertendo?-
Logan era un bravo ragazzo. Aveva i capelli castani, corti e gli occhi azzurri. E poi ogni volta che lo incontravi per strada sorrideva sempre.
- Si , è una bella giornata .. dove sta andando?- mi si era affiancato. Era alto come me. Mi fece pensare a come anche Kyle, un giorno, sarebbe stato alto come me, fino a superarmi.
-Sto andando al parco-
-Mm … e Kyle?-
- Ehm … lui è già lì-
Non avevo pensato molto alla reazione dei miei vicini, vedendo Percy sempre a casa nostra. Eravamo sei famiglie ad abitare in quella palazzina, e dubito che gli altri non si siano accorti di niente. Ma, come ho detto, non ci ho pensato molto.
-Ah capisco … Sta con quell’uomo?-
Spalancai gli occhi e mi voltai a guardarlo. Lui divenne molto rosso – N-non … cioè … non sono fatti miei ma … mio padre mi ha parlato di un ragazzo che,dovrebbe essere il cugino della signora Castellan … e somiglia molto a Kyle … poi mia mamma ha detto che c’era un motivo se quel ragazzo somiglia a Kyle e che voi al college non eravate solo amici secondo lei … -
Io alzai un sopracciglio. Anche se non ne avevo minimamente parlato con lei, conoscevo abbastanza bene la mamma di Logan da sapere che , pur non immischiandosi nella faccenda, qualcosa l’aveva visto e aveva fatto due più due , e magari ne aveva parlato con il marito, ma no di certo con i suoi figli adolescenti!
-Ok, forse non lo stava dicendo a me … davanti a me … ma il punto è che devi stare attenta!-
Disse l’ultima frase convintissimo, guardandomi negli occhi e dandomi del tu. Cercai di non notarlo. Mi sentivo in imbarazzo.
Rimasi stupita da questa sua considerazione. Aveva solo 15 anni e non aveva il diritto di immischiarsi o dare giudizi su faccende private come questa. Ma non volevo neanche fargli una scenata : infondo era solo un ragazzino che credeva che la sua giovane vicina di casa, ragazza-madre oltretutto, avesse bisogno di conforto e protezione. Cercai di essere diplomatica.
- Logan, davvero, so cosa pensi. Ma non credo che siano problemi di cui tu ti debba far carico o a cui tu debba minimamente pensare … cosa ti porta a credere che ci siano pericoli?-
- Mi puzza … -
- Ti puzza?!- che razza di termine era?!
- Si! Non mi dà una buona impressione … Non voglio immischiarmi, ma mi sembra troppo alto e grosso … -
-Ok,ok stop! Capisco che magari non ti abbia fatto una buona impressione- Percy era certamente alto, sfiorava il metro e novanta, ma non aveva mica quest’aria minacciosa- ma io e Kyle siamo al sicuro credimi. È stato … carino da parte tua, ma non pensarci-
Lui abbassò lo sguardo un po’ afflitto. Ma da dove gli venivano in mente certe cose?! Non lo capivo proprio.
- Scusa … io non volevo farmi i fatti tuoi. Pensavo semplicemente che avessi bisogno di aiuto … -
-Tranquillo, non devi preoccuparti di questo-
-Ma,davvero,se hai bisogno dimmelo,ok?-
- Logan … - dissi esasperata.
- Solo pensaci,ok?- disse alzando le mani e allontanandosi – Ci vediamo-  e se ne andò con il suo skateboard.
“Ragazzi …” come poteva pensare una cosa del genere? Di certo questo era l’ultimo dei miei problemi.
Quando arrivai al parco sondai con lo sguardo ogni giostra su cui mio figlio avrebbe potuto appendersi e lo trovai vicino ad un dondolo mentre si giocava con gli altri bambini il primo giro a chi tratteneva di più il fiato … noi mamme non eravamo totalmente d’accordo, ma Kyle e Nate ce lo avevano spiegato con decisione: “È il parco giochi! Ci sono delle regole! È una giungla …”.
Intanto i piccoli avevano le guancie gonfie e rosse, e cominciarono a cedere. Avevo sempre un po’ di paura che uno di loro svenisse.
Poi vidi Percy seduto su una panchina mentre guardava la scena con i gomiti poggiati sulle ginocchia. Sorrideva divertito, non molto preoccupato. Era davvero identico a Kyle.
Gli brillavano gli occhi. Sembrava così felice e sereno …
Mi avvicinai piano e gli posai una mano sulla spalla – Percy!-
Lui si voltò di scatto, ridestato dai suoi pensieri – Ehi Annabeth! – sorrise garbatamente.
In quel momento mi apparve molto più maturo rispetto al Percy che passava il pomeriggio a commentare cartoni con Kyle.
Probabilmente erano i vestiti ( indossava,finalmente, una camicia azzurra e aveva arrotolato le maniche fino ai gomiti, e dei normalissimi jeans scuri) , ma il suo sguardo mi aveva colpito: guardava Kyle con attenzione e tenerezza, che mi ricordava tanto Luke quando guardava Zoe, o Beckendorf …
Insomma, il mio cuore fece qualche salto mortale per questo.
-Posso?- chiesi indicando la panchina.
- Certo !-
Entrambi rimanemmo in silenzio, guardando Kyle che giocava con gli altri bambini.
Dopo neanche due minuti passò una ragazza che faceva jogging e guardò Percy con interesse, poi si accorse di me e sembrò demoralizzarsi.
Dovevo dire che era molto bella: alta, tonica, spensierata … Percy non la degnò di uno sguardo.
Era intento ad osservare Kyle, assicurandosi che non si facesse male.
Era di questo che avevo paura quando avevo deciso di non dirgli niente di nostro figlio.
Se non fosse stato al parco con me, per badare a Kyle, probabilmente quella ragazza avrebbe trovato una scusa per parlargli e Percy l’avrebbe subito notata …
Si stava perdendo la vita che io volevo che avesse, solo per colpa mia.
Intanto la ragazza aveva continuato a correre.
- Vado a salutare Kyle, per dirgli che sono arrivata … - dissi cercando di apparire tranquilla. Magari quella ragazza sarebbe ripassata e si sarebbero conosciuti.
Non aspettai neanche la sua risposta e mi precipitai verso i giochi.
Era stupido da pensare, e lo sapevo, ma non potevo farci niente.
Percy meritava di farsi una vita felice con una ragazza che non lo facesse soffrire come avevo fatto io. Kyle l’avrebbe capito a tempo debito. Soffrirà, tanto, e io con lui. Ma, purtroppo, la situazione era questa.
Forse Percy, quando troverà una compagna, deciderà di non voler dire a Kyle di essere suo padre ma solo un grande amico dei suoi zii che gli vuole un gran bene e con cui può parlare quando vuole, per non farlo soffrire.
Trattenni le lacrime e rallentai un po’ il passo.
Quando Kyle mi vide si precipitò a salutarmi – Mammaaa! Oggi è venuto Perce a prendermi a scuola!-
- Che bello!-
-Si! La sua macchina è bellissima!! Come quelle che mi hanno regalato lo zio Grover e lo zio Chris!-
-Una super macchina,eh?-
Aveva un sorriso smagliante. Saltellava sul posto mentre mi descriveva la “super macchina” di Percy.
Kyle adorava le macchine. Grover e Chris gli avevano messo questa fissazione: a Natale gli avevano regalato tipo venti macchinine tutte colorate e una pista dove farle correre, così, quando veniva anche Nate, ritrovavo il pavimento disseminato di macchinine assassine di piedi …
Lui passava le ore a far correre quelle macchinine, tutto contento. E anche io ero contenta. Mi ricordava Percy che, al college, studiava i microrganismi al microscopio … avevano la stessa espressione concentrata.
-Dimmi un po’, hai fatto il riposino?- domandai  e lui sbuffò.
-Mamma dai! Sono grande per il riposino … - disse alzando gli occhi al cielo.
- Kyle … -
-Voglio rimanere a giocare … -
Ci fu una sfida di sguardi, in cui lui sfoderò i suoi occhioni da cucciolo.
-Solo un pochino … ti prego … -   
Alzai gli occhi al cielo – Va bene!- e lui mi abbracciò di slancio urlando “sii” – Ma appena ti chiamo niente storie, ok?-
Annuì sorridendo – Ok! Non te ne pentirai! – e corse verso gli altri bambini.
Quel bambino mi avrebbe fatto impazzire! Doveva fare il riposino, soprattutto oggi che avevamo la cena. Altrimenti sarebbe andato a dormire troppo presto e si sarebbe svegliato troppo presto … e la giornata sarebbe stata una tortura! Non era per niente divertente.
Quando mi rialzai mi voltai a guardare verso Percy: sembrava non essersi mosso dalla posizione in cui lo avevo lasciato.
Guardava verso di me con le labbra piegate in un sorriso divertito, e le guance un po’ arrossate.
- Com’è che hai quella faccia?- gli chiesi divertita quando lo raggiunsi. Ero curiosa di sapere se la ragazza del jogging era ritornata indietro. La gelosia dilaniava nel mio stomaco, ma cercai di reprimerla.
-Quale faccia?-
-Stai ridendo … c’è un motivo in particolare?- forse mi avrebbe detto che non erano fatti miei, perché non me lo voleva dire, ma ero curiosa.
Lui spostò lo sguardo da me a Kyle, concentrato, poi rise.
- Ho visto te e Kyle parlare e le occhiate che vi siete lanciati … è davvero comico visto da qui- disse con gli occhi verdi che brillavano. Allora non erano per la ragazza … mi sentii in colpa per il fatto che ne fui felice.
-Si … lui non ha fatto il riposino oggi- esclamai cercando di riprende un po’ di contegno e risedendomi sulla panchina.
-Si, lo so – disse tranquillamente, continuando a guardare nella direzione di Kyle, che saliva sullo scivolo al contrario.
Aspetta! Come?!
Alzai un sopracciglio e lui si voltò a guardarmi. Vedendo la mia espressione fece la sua solita faccia da “No, aspetta , ho sbagliato qualcosa …”,cioè strabuzzava gli occhi e incassava leggermente la testa nelle spalle, come se fosse spaventato. Questo poteva essere definito divertente.
-Ehm … non è così grave … cioè … giusto?-
- Beh,veramente un po’ si- dissi con disappunto.
Vedendo il punto interrogativo che gli si disegnò in faccia spiegai: -Se non dorme il pomeriggio, si addormenterà per le 6.30, che è troppo presto. Poi domani mattina si sveglierà sempre troppo presto … e, credimi, non ti piacerà-
Conclusi scuotendo la testa.
- Kyle mi aveva detto di non dirti niente … - ammise mordendosi il labbro inferiore.
-Lo avevo immaginato. Tu e Kyle vi state coalizzando contro di me!- dissi ridendo. Percy si girò a fissarmi con un sopracciglio alzato – Non è assolutamente vero!-
-Tranquillo, anche Zoe e Luke lo fanno con Thalia –
-Ma dai!-
-Te lo giuro. Ci sono cose che solo io, Luke e Zoe sappiamo-
- E com’è che tu le sai?-
-Perché sono la zia preferita,ovvio!-
Scoppiò a ridere,quasi di gusto, e io sorrisi di rimando. Kyle mi aveva contagiato con la sua impertinenza.
Dopo circa 10 minuti constatai che si stava avvicinando l’ora di portare il mio bambino a fare questo riposino.
- Vado a dire a Kyle che ce ne dobbiamo andare –
Percy mi guardò contrariato – Dai sono solo le 4.15-
-Lo so, ma finché non si prenderà dieci minuti per salutare gli amici e trovare scuse, si faranno le 4.30 –
- Kyle è una forza della natura!- disse tutto fiero e contento.
Risi – Solo perché somiglia a te!- e mi incamminai verso Kyle. Sapevo che Percy era la persona più contenta del mondo, dopo le ultime parole che gli avevo detto.

Kyle fu più veloce del previsto e, dopo neanche cinque minuti stavamo tornando a casa.
Visto che Percy aveva parcheggiato vicino casa mia,decidemmo che valeva la pena farci una passeggiata e goderci un po’ di sole.
Anche se aveva fatto tanto il grande,vedevo che il mio piccolino dava i primi sintomi di stanchezza : mentre li tenevo la manina si appoggiava con la testa alla mia gamba, tradotto, voleva essere portato in braccio perché era stanco.
- Kyle sei stanco?- chiesi dolcemente.
-Assolutamente no!- disse marcando le “s”. Testardo fino al midollo.
-Vuoi ,per caso, essere portato in braccio?-
- Questo si!- e si aggrappò a me e iniziò a giocare con i miei capelli. Almeno si sarebbe addormentato.
- Perce quand’è il tuo compleanno?-  chiese Kyle al moro.
-Il 18 Agosto – rispose lui tranquillamente.
Il piccolo mi punzecchiò la guancia - Quindi?-
Avevo capito cosa voleva Kyle : il segno zodiacale.
Gli era venuta la fissa quando aveva scoperto che si poteva associare una persona ad un animale o oggetto in base alla sua data di nascita. Era curioso.
Ci pensai un po’ – Percy è un leone-
Entrambi ci voltammo verso Percy, che ci guardava interrogativo.
- A Kyle piace sapere i segni zodiacali- spiegai.
-Si, io sono un pesce!-  disse tutto fiero e Percy rise.
Io non resistetti al faccino di mio figlio – Il mio pesciolino!- e gli diedi un bacio sulla guancia. Divenne tutto rosso e mi sgridò – MAMMA! Non davanti a Perce!-
Alzai gli occhi al cielo per poi posarli sul moro che sorrideva a nostro figlio come se non ci fosse cosa più bella al mondo.
Per quanto ciò mi rendesse felice, un senso di colpa mi invase partendo dalle viscere, dilaniandosi fino ad arrivare ai polmoni e comprimere il mio cuore.
Avevo tolto a Percy quattro anni di quella felicità per la mia semplice e pura stupidità e testardaggine. Mi ero lasciata abbindolare dai miei pensieri e dalle mie paure, con il risultato di ricevere solo comprensione dagli altri, e disprezzo da me stessa.
Se Kyle meritava un padre come Percy, Percy meritava una persona che gli volesse bene e che non lo facesse soffrire.
Da allora il mio obbiettivo era rendere felici gli uomini della mia vita, a mio discapito.


Angolo autrice:
Salve a tutti!
Questo doveva essere un unico capitolo, ma sembrava davvero troppo lungo.
Scusate per questo ritardo, ma a fine anno scolastico è un po’ difficile conciliare le cose … comunque al solito: spero vi sia piaciuto il capitolo e che lasciate qualche commento.
Diciamo che questi sono dei capitoli di passaggio,ma spero non siano noiosi.
Con l’estate aggiornerò  sicuramente più rapidamente (spero almeno una volta alla settimana, ma non prometto niente) .
Ora vi saluto … al prossimo capitolo!
Un bacio :)
andrea_98

 
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 [parte 2] ***


 
Percy
Eravamo arrivati al palazzo dove abitava Annabeth e lei stava cercando di fare non so quale manovra per prendere le chiavi dalla borsa gigante tenendo in braccio Kyle, che si era finalmente addormentato .
Anche se non si sarebbe svegliato, non volevo prenderlo e toglierli la possibilità di dormire ancora un po’ tenendo una ciocca di capelli di Annabeth (lui adorava i boccoli biondi della mamma).
- Aspetta, ci penso io- dissi prendendo la borsa dalle mani della bionda.
Lei non se lo aspettava di certo. Infatti rimase imbambolata a fissarmi con sguardo interrogativo fino a che non gli levai la borsa dalle mani.  
Le donne e le loro borse giganti! A cosa servivano delle borse così grandi per un portafoglio, un cellulare e un mazzo di chiavi?! Non le capirò mai …
Quando riuscii finalmente a trovare le chiavi aprii il portone e feci entrare Annabeth.
Lei arricciò le labbra cercando di reprimere un sorriso e appena mi diede le spalle disse – Grazie-
Era la sua risposta ai gesti galanti che le facevano particolarmente piacere, lo sapevo per esperienza .
Sorrisi anche io - Prego –
Devo dire che questi momenti, anche se piccoli, erano i più belli.
Vedere Kyle era una delle gioie più grandi, e quando correva incontro ad Annabeth mi sentivo l’uomo più felice del mondo, nonostante tutta la situazione.
Le cose tra noi due si erano calmate : cercavamo di non litigare e di metterci d’accordo, e ci stavamo riuscendo con successo.
Era bello passare il tempo con Kyle che faceva cento domande e Annabeth che rideva dei nostri discorsi … mi ci sarei abituato!
 
Quando arrivammo all’appartamento Kyle si svegliò, non del tutto.
Annabeth lo portò in camera e io la seguii a ruota.
Mentre lo cambiavo, Kyle diceva frasi a caso, poi però mi chiese di raccontargli qualcosa. Era la prima volta che mi chiedeva di restargli vicino prima di addormentarsi e per me era un onore.
Gli raccontai la storia di Peter Pan, ma dopo dieci minuti si riaddormentò. Alla faccia che non aveva sonno.
Non avevo mai fatto il padre e, prima di due mesi fa, era semplicemente una cosa che sarebbe potuta accadere,ma io continuavo a pensare ad Annabeth, quindi …
Ma da quando c’era Kyle non pensavo ad altro. Paul mi aveva detto che era una cosa normale quando sai di avere un piccolo esserino che ha bisogno di te per crescere ed era successo anche con lui quando si era messo con la mamma e c’ero io, anche se non ero suo figlio biologico. Per me lui era veramente come un padre ed ero fortunato ad averlo.
Uscii dalla cameretta e trovai Annabeth (che ci aveva lasciato soli) nella lavanderia che se la prendeva con un paio di pantaloni di Kyle.
Rimasi due minuti a guardarla : aveva i capelli legati in uno chignon disordinato,tanto che una ciocca le ricadeva fino all’altezza della spalla.
Le sopracciglia corrugate in un’espressione concentrata, e gli occhi grigi trapassavano da parte a pare il malcapitato capo.
Mi ricordava quella volta che l’avevo portata fuori a cena, al college, e mi ero macchiato la camicia col vino. Per non pagare la lavanderia avevo deciso che ci avrei provato da solo, ma avevo combinato un disastro. Avrei potuto chiamare mia madre o Thalia … ma decisi che Annabeth era la persona giusta, non so il perché.
Alla fine dovetti buttare la camicia, ma vedere la mia sapientona prendere a brutte parole una camicia era senza prezzo.
-La prossima volta andiamo al pub- mi disse mentre guardava truce la macchia rossa.
Sorrisi al ricordo.

-Si è addormentato- dissi facendola sobbalzare. Si mise una mano sul petto per lo spavento, diventando tutta rossa.
Poi sorrise e ebbi paura di essere diventato io tutto rosso - Bene! Per un paio di ora starà tranquillo … tu, se hai da fare … puoi andare! Cioè, ti chiamo io quando si sveglia … insomma … -
Mi sentivo in imbarazzo. Quando avevamo portato Kyle a dormire non avevo pensato che io, probabilmente, non ero gradito.
In effetti, cosa avrei potuto fare per due ore lì, con Kyle che dormiva … ma qualcosa mi diceva che dovevo rimanere.
Probabilmente dovevo avere un’espressione da cucciolo maltrattato (quando dovevi persuadere qualcuno serviva, ma poteva anche essere un punto a tuo sfavore nei momenti più inopportuni) quindi misi un’espressione risoluta e, visto che c’ero, impostai le spalle … mi sentivo come quando a sedici anni io e Grover ci provavamo con le ragazze.
- In realtà volevo restare per parlare un po’ … - dissi cercando di rimanere il più tranquillo possibile.
Annabeth si girò a guardarmi di scatto. Avete presente quando un cucciolo di cerbiatto vi guarda con i suoi grandi occhi marroni spaventati … beh, io Annabeth la vedevo come un cerbiatto!
C’era stato un tempo al college che avevo pensato che fosse lei a proteggere me, poi l’avevo vista dopo una telefonata del padre e da quel momento avevo capito che anche lei doveva essere protetta. Poi ovviamente avevo rovinato tutto … ma quella era un’altra storia.
Adesso era lì, con gli occhioni grigi spalancati e un’espressione sbalordita.
- E di cosa vuoi parlare?- chiese sulla difensiva.
Avevo pensato che poteva finire così. Thalia mi aveva detto che aveva paura di essere giudicata e che, nonostante le mie buone intenzioni,avrei provato a portarle via Kyle. Ma non era così e dovevo farglielo capire.
- Scusa … ti ho risposto male. Sono solo un po’ nervosa … mi dispiace-  sospirò mordendosi le labbra e scuotendo la testa.  Abbandonò il pantalone sulla lavatrice e si appoggiò al lavandino, stringendo così forte il bordo da far diventare le nocche bianche.
Tentai di avvicinarmi un po’, perché volevo capire - Perché sei nervosa? – chiesi cercando di apparire il più dolce e comprensivo possibile.
Evitò il mio sguardo – No tranquillo. Semplicemente preoccupazione da mamma … tutto qui – concluse riprendendo il pantalone, per poi allungarsi verso l’alto per cercare di prendere un prodotto.
Quando capii cosa le serviva, presi io il flacone e la feci spostare per pulire io la macchia di erba dai pantaloni di Kyle.
Annabeth rimase in un religioso silenzio mentre io le sfilavo la spugna e i pantaloni dalle mani, per poi cominciare a strofinare.
- Ma che … -
- Ora mi dici perché sei nervosa? – chiesi ( sempre dolcemente).
- M-mma perché stai facendo questo? – disse evitando di rispondermi. Presi la palla al balzo – Primo perché l’ho fatto tante volte e so come si fa,due perché tu mi devi dire perché sei nervosa e non puoi torturare un povero pantalone mentre lo fai, e tre perché … volevo fare qualcosa di carino. Tutto qui … Non merito di sapere la ragione che ti agita così tanto?- sorrisi alzando solo un angolo della bocca.
La bionda si poggiò al muro alzando gli occhi al cielo – Sono soltanto quelle sensazioni che hanno le mamme troppo apprensive … -
Ci ragionai un po’ su – Sicura?-
- … Si –
-Non credo proprio … -
- … -
- … -
Ci guardammo negli occhi per due minuti buoni e capii che non era solo preoccupazione materna – Non è che sei agitata per la cena di questa sera?- dissi alzando un sopracciglio.
Perché non ci avevo pensato prima?! Era così ovvio … infatti Annabeth iniziò a mordersi l’interno della guancia.
-Non fraintendermi … io voglio venire a questa cena … ma, ti prego, comprendimi … è comunque tua madre … - farfugliò per l’agitazione diventando tutta rossa.
-Ehi, ehi, ehi … calmati, ok? È tutto apposto. Hai tutte le ragioni per essere agitata. Ma non devi , perché andrà tutto bene- in quel momento mi sentivo tanto Thalia.
Lei strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca – Andrà tutto bene?! Stiamo andando da tua madre per … - si avvicinò a me abbassando il tono di voce – per farle conoscere il nipote che io le ho tenuto nascosto per quattro anni. Ci sono troppe ragioni per cui potrebbe andare tutto storto –.
Aveva lo stesso sguardo di mia madre quando, al liceo, sdrammatizzavo una sospensione. Non riuscii a reprimere un sorriso. Ovviamente mi dispiaceva vederla agitata, ma dovevo ammettere che era esilarante.
-Non succederà niente! Mia madre non ti farà niente. È stracontenta di conoscere Kyle, e, te lo dico in confidenza, non credo sia poi tanto arrabbiata con te … - dissi sperando che si calmasse. Non ci riuscii, ovviamente.
- Lo dici solo per tranquillizzarmi! Fossi in lei mi sarei venuta a cercare e a prendermi a schiaffi … -
- Non essere così melodrammatica! Tu ti saresti data dei libri in testa … -
In risposta mi guardò storto , e questa volta riuscii a reprimere una risata. Poggiai il pantalone nel pozzetto per poter guardare Annabeth negli occhi – Ascolta, so che hai paura e tutto, ma mia madre non ti torcerà un capello … -
- Io ho comunque paura … -
-Non ti permetto di avere paura-
-Non puoi non permettermi di avere paura!-
-Si che posso! Non devi avere paura quando ci sono io-
Ed ero sicurissimo delle parole che avevo appena detto.
La vidi strabuzzare gli occhi e arrossire fino alle punte dei capelli, comprese le orecchie. Sperai di non averla messa troppo in imbarazzo. Insomma, avevo notato che lei non era poi così “aperta” con me, parlavamo solo di Kyle e per Kyle,  c’era ancora la storia di Chicago da chiarire … e poi non ero sicuro che provasse ancora qualcosa per me.
Se mi avesse amato magari mi avrebbe detto di Kyle fin da subito, senza pensarci troppo,per rimettersi con me,magari. Ovviamente non ero arrabbiato per questo, mi aveva detto che aveva pensato che avrei voluto studiare e divertirmi ancora un po’ prima di farmi una famiglia … ma come ho detto , a parte quello, non mi dice niente.
La vedevo troppo distante perché provasse ancora qualcosa. Il problema ero io, perché io provavo ancora qualcosa per lei. E ne ero totalmente certo.


Kyle si svegliò verso le 6.20 e Annabeth lo fece vestire con calma.
Quando fummo tutti pronti scendemmo per andare alla macchina.
Mentre andavamo Kyle mi bombardava di domande su Sally, Paul, Ty, cosa avremmo mangiato … Annabeth, accanto  a me, era un fascio di nervi.
Le tremavano le gambe e cercava di nascondere le mani tra le cosce.
Ogni tanto lanciava uno sguardo a Kyle dallo specchietto retrovisore e accennava un sorriso,poi spostava lo sguardo fuori da l finestrino e tornava ad agitarsi.
Ad un certo punto si accorse che la stavo guardando di sottecchi ( e anche io me ne accorsi in quel momento, quando mi sentii avvampare), e mi guardò cercando di nascondere la preoccupazione con un sorriso forzato.
Repressi l’impulso di accarezzarle una guancia, e le sorrisi cercando di apparire comprensivo. In risposta continuo a torturarsi anche il labbro inferiore.
Quando parcheggiai sotto casa dei miei Annabeth sembrava sul punto di vomitare.
Scesi e presi Kyle dai sedili posteriori : - È quella casa tua? – mi chiese indicando il portone.
- Beh , ora non ci abito più … però si, è casa mia-  risposi pensando che nell’appartamento in cui stavo ora dormivo con la mia vecchia mazza da baseball affianco al letto.
-Come fa ad essere casa tua se non ci abiti?-
- Quando ci sono delle persone che ti vogliono bene,qualsiasi luogo può essere casa tua … - ok, la frase l’avevo copiata da internet, ma mi sembrava adatta!
Comunque alla fine Kyle ci pensò un po’ su e annuì. Solo quando sentii un clacson capii di stare ancora con la portiera aperta, quindi mi affrettai a chiudere e a portare il piccolo sul marciapiede.
Mi aspettai di trovare Annabeth ad aspettarci, invece era ancora in macchina.
- Ehi Kyle, perche non vai a citofonare?  Il bottone è il terzo, mi raccomando-
-Da giù o da su?-
- Da giù –
-Mitico-
Lo guardai correre verso il portone. Non c’era molta gente, e il quartiere era molto tranquillo, quindi non ero preoccupato che potesse succedergli qualcosa.
Andai verso la macchina e aprii la portiera del passeggero – Annabeth … -
Lei si girò verso di me con gli occhi sbarrati – No Percy … senti, io non credo di dover stare qui ok?! Andate  tu e Kyle! Io vi aspetto giù in macchina … - scuoteva la testa con un’aria da pazza.
La presi dalle spalle e la fermai – Annabeth! Calmati!- poi abbassai il tono della voce ed iniziai a darle delle piccole carezze sul braccio. Era così che facevo al college.
- Devi stare calma,ok? Se sei stata invitata anche tu c’è un motivo … -
- Per strangolarmi,ovvio!-
- Andiamo! È di mia madre che stiamo parlando. La donna che quando ti ha trovato in camera mia dopo il mio 19° compleanno (mezza nuda,poi) ci ha preparato la colazione! –
Arrossì di colpo. Certo l’esempio non era dei migliori, ma era una conferma.
- Si,la stessa donna che quando ha beccato Thalia e Grover farsi una canna gli ha trascinati dalle orecchie per mezzo campus … io c’ero e dalle loro facce doveva far male –
Risi. – Percy non ci arrivo! –
Mi girai e vidi Kyle cercare di allungarsi verso il citofono,ma da come avevo calcolato non sarebbe mai riuscito a spingere il bottone. Mi serviva un diversivo per distrarlo mentre parlavo con Annabeth.
- Se tu ti mostri così intimorita da questa cena, nostro figlio lo capirà e anche lui si sentirà a disagio e tu non vuoi,vero?-
Lei scosse la testa – Allora fai un respiro profondo ed esci di lì –
Fece come le avevo detto e, per paura che scappasse, le misi una mano dietro la schiena, proprio sulle scapole. Le sentivo sotto le dita.
Non mi importava se quel gesto poteva apparire inopportuno per il fatto che tra di noi, per lei, non c’era niente o se pensava che ero intenzionato a portarle via Kyle, in quel momento aveva bisogno di sostegno e io ci sarei sempre stato per lei e per Kyle.
Presi Kyle in braccio e gli dissi di suonare e di rispondere se voleva. Non se lo fece ripetere due volte: quando mia madre rispose al citofono il piccolo disse – Signora Mamma di Percy?! Sono Kyle Chase, può aprire la porta ?-
Mia madre rise – Non chiamarmi “signora”, tesoro. Salite su!-
Mentre salivamo tenni la mano a Kyle (si,avevo paura che potesse inciampare e farsi male e non mi importava di sembrare una fusione tra Annabeth,Thalia e Silena per la mia apprensione!) mentre la mamma gli ricordava di mantenersi al corrimano e di non guardare a terra mentre saliva. Lui la ignorava dicendo semplicemente “si” mentre contava gli scalini sottovoce.
Guardai Annabeth che alzava gli occhi al cielo e scuoteva la testa,facendo ondeggiare i suoi boccoli biondi legati in una coda di cavallo.
Appena arrivammo all’ultima rampa di scale la sentii irrigidirsi, e la presi sotto braccio, senza pensarci. Era stato un errore : in quel modo apparivamo come una famiglia felice ( io,che tenevo la mano a Kyle e Annabeth sotto braccio). Il quadretto perfetto. Ma ormai era tardi per tornare indietro.
Mia madre era sulla porta e ci fissava con gli occhi che brillavano. Prima che Kyle potesse vederla in quello stato e che Annabeth avesse un mancamento le inviai un messaggio con lo sguardo “sembri una pazza, torna in te”. E per essere più convincente mimai un “calmati” con le labbra.
Lei in risposta sbuffò impercettibilmente, poi si aprì in un ampio sorriso alla Sally. Mia madre era fantastica.
Quando arrivammo all’ultimo gradino Kyle fece un salto per scavalcarlo e gridò l’ultimo numero, poi vedendo che mia mamma lo fissava ( con un sorriso a 360 gradi) divenne tutto rosso.
- Scusi … mamma di Percy … - e abbassò lo sguardo imbarazzato.
Mia madre rise e si avvicinò – Oh tranquillo. Comunque chiamami Sally, ok?-
Mio figlio sorrise mostrando tutti i dentini da la latte con un faccino così tenero da far sciogliere mia madre, che lo prese in braccio.
- Tu devi essere Kyle,giusto?-
-Proprio io!-
 A quel punto arrivò la signora O’Learny, che avendo sentito la voce di un bambino pensava di giocare. In effetti quando Kyle la vide gli si illuminarono gli occhi - Oddio è un cane!- non so perché, ma in quel momento mi ricordava Piper e Silena davanti ad un negozio di scarpe.
Solo quando mia mamma fece scendere Kyle iniziai ad aver paura : la signora O’Learny era un cane abbastanza grande (arrivava con la testa al fianco di mia madre) e per quanto Kyle
fosse alto per la sua età era comunque più basso.
Poi però il cane diede una leccata sulla guancia del bambino, e lui rise – Anche io ti voglio bene! Mi ricorda tanto Blackjack … solo più piccolino- disse Kyle guardando verso me ed Annabeth.
Entrambi sorridemmo e annuimmo. Sally spostò lo sguardo su di noi e, se si può sentire la persona accanto a te che cerca di scomparire, io avevo sentito Annabeth.
Ad un certo punto credetti veramente di dover trattenerla, ma mia mamma ci guardava con gli occhi color cioccolato che brillavano felici, cosa che mi fece sperare.
- Oh venite dentro, non verrete stare tutta la sera sulle scale! – ci sorrise.
Strinsi leggermente la presa sul braccio di Annabeth e,con mia grande sorpresa lei ricambiò.
Kyle entrò felicemente,con l’intendo di voler giocare con la signora O’Learny e lei sembrava ricambiare.
Appena entrai sentii subito l’odore di casa, cioè quello dei biscotti blu di mia mamma.
- Hai fatto i biscotti?- chiesi speranzoso come un bambino. Se Annabeth fosse stata nel pieno delle sue facoltà probabilmente mi avrebbe preso in giro per tutta la vita, ma … avete capito.
- Percy … come non avrei potuto?!- scherzo mia madre, prendendomi in giro per il mio atteggiamento “leggermente infantile” … insomma non mangiavo biscotti blu da una vita!
- Paul oggi farà un po’ tardi. Doveva discutere con il direttore di alcune faccende, ma non dovrebbe tardare molto- ci disse mamma mentre ci accompagnava in cucina.
Io tenevo ancora Annabeth sottobraccio. Sally si girò verso di lei – Spero non sia un problema … non sapevo a che orario mangiasse Kyle quindi … -lasciò la frase in sospeso aspettandosi una risposta dalla bionda che prima si girò a guardare me con gli occhioni dubbiosi e io(reprimendo l’istinto di baciarla nel mio stomaco) annuii impercettibilmente,ma convinto.
Allora lei si schiarì la gole ed esalò – Non c’è problema – per poi tornare a guardare i battiscopa. Questi si chiamano progressi. Mia mamma mi lanciò un occhiata che voleva dirmi, probabilmente “agitata?!” e io risposi “ma va!”.
Allora lei sospirò e continuò a parlare – Io avevo dato un orario così, di riferimento, ma visto che non mi è stato detto niente ho pensato che … TYSON!-
Come al solito, mio fratello a 17 anni riesce ancora a dimostrarne 6 : era intento ad infilarsi in bocca l’ennesimo biscotto blu, mentre aveva la bocca ancora piena. Adoravo mio fratello!
Si girò a guardarci di scatto,con gli occhi color cioccolato spalancati per il terrore (si,mamma era dolce come le caramelle,ma arrabbiata … fidatevi è meglio non vederla).
- Posa. Quel. Biscotto. Imm …- non la fece finire di parlare, perché corse attorno al tavolo e venne verso me e Annabeth, travolgendoci con un abbraccio – Percy! Annabeth! Mi siete mancati … Com’è andato il viaggio?-
-Quale viaggio?!-
-Quello per venire qui, no? Insomma sarete partiti da qualche parte per arrivare in questa casa … oh ma lui è Kyle – disse sorridendo verso il piccolo sorridendo.
Intanto nostro figlio guardava la scena perplesso, ma quando Ty si abbassò alla sua altezza sorrise divertito. Tyson gli piaceva.
- Ehi campione, io sono Tyson, il fratello più figo di Percy e tu … sei tutto sporco di bava della signora O’Learny! Che schifo … ti porto a lavare. Annabeth … -
A quelle parole la sopracitata si riscosse – Si ,certo! Andiamo … - Lei e Ty erano sempre andati d’accordo … per un periodo lui aveva avuto una cotta per lei, ma aveva nove anni quindi non ero geloso.
Io li guardai andare verso il bagno mentre Kyle esclamava – A me la signora O’Learny piace un sacco!-
Mentre vedevo la schiena di Annabeth scomparire dietro l’angolo, sentii mia madre lanciare un gridolino entusiasta. Mi voltai verso di lei sbalordito, ma non ebbi il tempo di neanche di battere ciglio che lei mi venne ad abbracciare.
- ODDIO! È fantastico! Siete bellissimi insieme! Mi veniva da piangere … tu e Kyle siete due gocce d’acqua, e già vi volete bene … e poi tu e Annabeth … - ero diventato rosso dal suo “ODDIO”, ma quella fu la goccia che fece traboccare il vaso – Shhh! Vuoi che ci sentano!? Non ti fare film mentali,mamma … -
- Non mi faccio film mentali tesoro, fidati. E poi non ci sentono da qui!-
-Si, non ci sentono se tu non parli … - lei mi guardò contrariata, ma senza smettere di sorridere.
- Nonostante tutto, a me piacete- continuò.
- Io non ne sarei così sicuro- replicai abbattuto.
- Oh quanto sei stupido certe volte! – disse scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo, continuando comunque a sorridere – Grazie mamma, davvero … -
- Dico solo che i vostri sguardi parlano. E dicono un sacco di cose –
- Le dicono solo a te!-
- Probabilmente, ma domani telefonerò a Thalia comunque … -
In quel momento rientrò Paul che quando mi vide venne a darmi una bacca sulla spalla e a dare un bacio a mamma.
-Allora dove sono? – chiese guardandosi intorno.
- Siamo in bagno pa’! – gridò Ty, che aveva sentito Paul tornare.
- Sono in bagno. Kyle piace un sacco alla signora O’Learny … -confermai io e,naturalmente, mia mamma non riuscì a trattenersi – Dovresti vederlo! È un angioletto … davvero tenero! Lo abbraccerei tutto il tempo se potessi … tutto sporco di bava del cane … - continuò tutta contenta come una bambina che parla del suo nuovo giocattolo.
-  Un’ immagine davvero particolare … - la prese in giro lui, che si becco uno schiaffetto sulla spalla. Ma anche a lui brillavano gli occhi.
- Eccoci!- disse Ty mentre portava Kyle in spalla come un sacco di patate, e lui rideva tutto contento.
- Lui è Kyle – Paul gli andò incontro e lo prese dalle braccia di Tyson per prenderlo lui in braccio.
- Oh ma sei un’ometto! Ti piace la signora O’Learny?- Kyle annuì.
- Bene! Allora ti porto a vedere i suoi giocattoli, se non è pronto … - e guardò mia madre.
- Beh, mancano dieci minuti … ma ora si è lavato le mani- Paul alzò gli occhi al cielo – Se le rilaverà – poi,come se ora fosse comparsa dal nulle, guardò Annabeth e l’abbracciò.
- Annabeth! Come stai?-
Lei,un po’ frastornata, rispose – Bene, ehm … Grazie- ed io sorrisi grato a Paul per quel gesto.
- Mamma posso andare a giocare con la signora O’Learny?- chiese Kyle con la sua faccia da cucciolo.
Tutti guardammo Annabeth diventare rossa – Si, certo che puoi tesoro- e gli sorrise.
Il mio piccolino alzò le braccia al cielo e gridò – Siiiii, andiamo!-
Io rimasi lì  1. Perché non volevo lasciare mamma e Annabeth da sole e 2. Perché ero sicuro al cento per cento che io e mio fratello ci saremmo potuti prendere a botte per il giochino che piaceva a tutt’e due (si,io avevo 24 anni e lui 17,per noi non era un problema).
Su di noi, ovviamente cadde un silenzio imbarazzante, ed ero sicuro che dovevo essere io a romperlo.
- Ehm, che hai preparato mamma?- sono un genio! Anche Annabeth riuscì a guardarmi storto.
- Ho preparato l’arrosto con patate e insalata, sono andata su classico non sapendo cosa piaceva a Kyle … - ero sicurissimo che avrebbe continuato con la solfa che “non sapeva cosa piaceva a Kyle” per far sentire un po’ in colpa Annabeth.
Non potevo darle torto, ma l’avevo già fatto soffrire io abbastanza. Vederla ancora una volta abbassare lo sguardo a terra sul punto di piangere era troppo. Mi ero ripromesso che non sarebbe accaduto più.
- Mamma … -
- Io ho solo detto la verità –
Il discorso venne interrotto da Kyle che corse verso la mamma e le chiese – Hanno detto Tyson e Paul – rimasi sorpreso che avesse già imparato i loro nomi – che, siccome non possiamo tenere un cane noi, posso venire qui a giocare con lei quando voglio. Vero che posso?-
Annabeth,non sapendo che dire, guardò me – Certo che puoi! Quando vuoi ce lo dici e ti ci portiamo – risposi io avvicinandomi.
- Grazie! – disse prima abbracciando e dando un bacio sulla guancia ad Annabeth e poi aggrappandosi a me.
Dopo averlo portato a lavare le manine un’altra volta finalmente riuscimmo a sederci a tavola.
Io stavo a capotavola e Tyson all’altro. Misi mia mamma affianco a me, così se diceva qualcosa di troppo la fermavo e dall’altro lato Kyle.
Subito dopo Annabeth di fronte a Paul, così nessuno si sarebbe ammazzato. Perfetto.
Mentre Annabeth andava a prendere il bavaglino nella borsa, iniziai a tagliare la carne a Kyle, che si scusava con il cane per il fatto che in quel momento non poteva giocare con lei.
Io e Tyson gli chiedevamo cosa gli rispondeva – Mi ha detto che non fa niente e che tanto ci possiamo vedere quando vogliamo e che vorrebbe che venissi tutti i giorni-
- Oh ma davvero?-
- Sì, ma devo vedere cosa dice la mamma, lei è come il capitano Uncino,comanda tutta la nave … -
Intanto Annabeth era tornata con il bavaglino, scuotendo la testa per la battuta. Io trattenni una risata.
- Così io sarei capitano Uncino?-
Kyle fece un salto di due metri dalla sedia – No, ma che!hai capito male … tu sei decisamente Wendy … - Tyson rotolò giù dalla sedia per le risate.
- Si,certo. Come no!- disse infine la bionda, sorridendo.
Mentre mangiavamo Kyle tenne la conversazione accesa per tutto il tempo raccontando dell’asilo, dei suoi giochi, del suo colore preferito (il blu! Perché buon sangue non mente!) e di qualsiasi cosa gli venisse chiesto.
Quando mia mamma portò la torta(blu) e i biscotti mio figlio quasi si commosse – Ci vengo a vivere qui! Mi sembra il paradiso del cibo blu!-
Ad un certo punto ci fu un momento in cui, si capiva, c’erano troppe domande a cui bisognava dare delle risposte.
Anche Tyson doveva averlo capito così disse – Ehi Kyle ti piace Mario Bross?-
- Moltissimo, ho il gioco sulla Nintendo DS!-
- Io ho Mario Kart sulla Wii, vuoi fare qualche gara?-
- Ovvio!-
Poi in coro dissero : - Mamma possiamo?-
Io quasi sputai l’acqua per le risate. Quando entrambe acconsentirono se ne andarono, ma avevo sentito Ty dire –Si ho spostato la Wii nella mia nuova stanza giochi – ergo,la mia vecchia camera- che ho costruito dopo che Percy se n’è andato al college … -
Dopo quello, il gelo totale.
Tentai di schiarirmi la voce, ma Sally mi precedette – Allora, Annabeth, hai un po’ di cose da dire, comincia da dove vuoi poi io ti farò delle domande … -
-Mamma, non fare così. Sembra … -
- Percy, tua madre ha ragione – poi prese un respiro profondo e cercò di calmarsi – Bene, cominciamo- e raccontò tutto da quando ci eravamo lasciati (al punto in cui raccontò della litigata mia mamma mi lanciò un’occhiataccia che mi fece quasi nascondere sotto il tavolo) fino al giorno in cui io e Kyle ci eravamo conosciuti.
- E la storia di Chicago?- chiese poi mamma assottigliando lo sguardo.
- L’avevo pensato per far in modo che quando Kyle sarebbe stato più grande non avrebbe corso il rischio di scoprire … troppo. Ma non credo che andrà in porto, dato quello che è successo-
A quelle parole repressi il sorriso che stava rischiando di stamparsi sulla mia faccia, e non era il caso.
Poi Paul parlò per la prima volta – Beh ,menomale, almeno qui riusciremo a conoscere Kyle e poi per te sarà più facile, perché possiamo aiutarti in qualsiasi modo. Ma non ho capito una cosa: perchè non hai detto subito a Percy di Kyle? Si, capisco che avevate litigato, ma di certo lui si sarebbe preso le sue responsabilità nonostante tutto-
- Non l’ho fatto perché credevo che lui odiasse me e che poi avrebbe odiato anche Kyle, e io non potevo sopportare il fatto che avrebbe potuto odiarlo a causa mia – a quel punto stava trattenendo le lacrime- so che cosa si prova ad essere rifiutati dal proprio padre, ed è orribile! Non potevo sopportare che mio figlio si sentisse come mi sento io ogni giorno … e sarebbe stata solo colpa mia perché non sono stata capace di farmi amare dal padre – in quel momento avrei voluto interrompere e dire “vorrei dissentire”, ma Annabeth continuava a parlare a macchinetta
  - e poi … Percy si sarebbe sicuramente preso le sue responsabilità e non volevo far diventare Kyle un peso … merita una vita e una famiglia che sogna ... e io non lo sono. Non merito quello che sta facendo, perché fosse stato un altro avrebbe già fatto una denuncia o sarebbe direttamente scappato … –
Le sue mani tremavano mentre si asciugava le lacrime.
- E perché non l’hai detto a noi?! Noi non avremmo mai odiato Kyle, che a Percy piacesse o no! È nostro nipote … il mio nipotino che adora i biscotti blu … avremmo potuto aiutarti come hanno fatto Thalia e Luke  - anche mia mamma aveva gli occhi lucidi.
Annabeth era un po’ spiazzata dall’ultima frase,e anche io. Cos’è, è giusto dirlo a tutti meno che a me?!
- Beh … io … non mi sembrava il caso … oddio mi dispiace tantissimo! Quello che ho fatto è orribile … non riuscirò mai a scusarmi abbastanza –
Volevo andarla ad abbracciare per consolarla, ma mia mamma mi precedette anche questa volta.
Annabeth sembrava un pezzetto di legno, mentre Sally la circondava con le braccia- A parte questa ultima cosa, io ti ho sempre adorato e ti ho sempre voluto bene in un certo modo e te ne voglio ancora.  So cosa si prova a crescere un figlio da sola, e immagino che non sia stato facile per te in questi quattro anni … ma cerca di capire che per noi è stato un colpo! È una gioia per noi -
- Lo so, e mi sento sempre più stupita e in colpa-
-Oh tu non sei stupida e non lo sei mai stata. Sei semplicemente una mamma che ha paura che suo figlio debba sentirsi escluso dalla sua stessa famiglia, ma non succederà-
E poi continuarono ad abbracciarsi, piangendo.
Paul guardò me, sorridendo. Poi andò a staccare mamma da Annabeth e fu il suo turno di rassicurarla.
Io stavo seduto,in silenzio, a guardarli.
- E tu – disse mamma puntandomi il dito contro – so che sarai un bravo papà, ma se so che farai un altro discorso come quello di cinque anni fa ti stacco la testa,ok? – e mi abbracciò.
- Il mio bambino è diventato papà. Non ci credo, sei diventato un uomo … -
Continuò così per cinque minuti buoni e abbracciandomi in un modo che, diciamo la verità, metteva chiunque figlio in imbarazzo davanti alla ragazza che gli piace, soprattutto.
Ma Annabeth mi sorrideva, circondata da un braccio di Paul che rideva per la mia faccia rossa.  
Tyson entrò in cucina entrò in cucina e, vedendo la scena, si dondolò sui piedi per un po’ prima di parlare – Kyle mi ha detto che ha “troppo sonno per vincere una partita” e che vuole la mamma – disse sorridendo ad Annabeth.
Lei annuì, si scusò con noi e andò verso camera mia.
Ty mi fece un occhiolino prima di seguirla. Le cose erano andate meglio di quelle che speravo.
Tornarono dicendo che si era addormentato sul mio letto, quindi potevamo aiutare mia mamma a sparecchiare, cosa che Annabeth riuscì a fare dopo una serie di “ma no,dai,sei ospite!” e “sono più felice se aiuto!”. Ovviamente io ero obbligato, ma non mi pesava più come quando ero adolescente.
Quando finimmo di mettere i piatti nella lavastoviglie, notai che si era fatto tardi e che Annabeth sembrava davvero tanto stanca: dopo tutta quell’agitazione ci stava che ora che si era rilassata sentisse tutta la stanchezza piombarle addosso.
Quindi andai in camera a prendere Kyle e lo riportai in cucina, dove mia mamma stava dando ad Annabeth un po’ di torta e dei biscotti, che lei accettava sorridendo.
Dopo una veloce discussione sul fatto che non dovevo  per forza mettere il giacchino a Kyle perché era fine Maggio ( e alla fine dovetti metterglielo per le occhiatacce di Annabeth e di mia mamma) salutammo tutti e ce ne andammo.
- Alla fine non è andata tanto male- dissi quando salimmo in macchina.
-Si, nessuno mi ha trascinato per le orecchie!- sorrise mentre guardava i biscotti e la torta.
- A me però i biscotti non gli ha dati- constatai fintamente imbronciato.
Annabeth rise – Non ci posso credere, pensi solo a mangiare! -.
Finalmente ricominciò a prendermi in giro. Mi era mancata.


Angolo autrice
Salve a tutti!
So di essere leggermente in ritardo, ma concedetemelo! L’ho praticamente partorito questo capitolo. In alcuni passaggi mi sembrava troppo lento, in altri troppo veloci e ecc.
Il risultato alla fine non mi convince, ma dovevo comunque pubblicarlo.
Oltre alla mia super autocritica, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensiate …
Vi posso dire che il prossimo capitolo sarà una sorpresa anche per me, perché ho mille idee e neanche una decente, quindi non fatevi delle aspettative perché potrebbe essere bellissimo e bruttissimo allo stesso tempo …
Soprattutto volevo ringraziare chi segue questa storia e chi recensisce! Sono contentissima, Grazie <3
Dopo questo vi saluto.
Un bacio,
 andrea_98 :)
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Annabeth
Era la prima settimana di Giugno e la scuola stava per finire, per mia sfortuna.
Kyle adorava l’estate,poter stare al parco quanto vuole, dormire quando vuole, andare alla piscina comunale e tutte quelle cose che i bambini adorano dell’estate.
Ma per me era stressante dover lavorare e lasciarlo a qualcun’altro senza potermi divertire con lui.
Quando sarebbe stato più grande l’avrei mandato in quel campo estivo dove, da piccoli erano andati anche Thalia e Percy, ma adesso era troppo piccolo. Avrei preferito mille volte stare io con lui.
Comunque, oggi era 5 Giugno e domani sarebbe stato l’anniversario di matrimonio di Luke e Thalia.
Avevo parlato con lei fino al giorno prima e sapevo che lei e Luke avevano prenotato un weekend fuori e avevano affidato Zoe ai signori Brunner e a me, poi la donna aveva avuto un problema cardiaco e il dottore le aveva detto che doveva stare a riposo.
Noi andavamo ad aiutarli tutti i giorni (tutte le famiglie del palazzo aiutavano visto che non avevano parenti a New York) e Luke era quasi intenzionato ad annullare tutto. Ma io glielo avevo vietato. Se lo meritavano. Ero riuscita a convincerli persino a partire dopo pranzo,così sarebbero stati più tempo in … intimità,ecco.
Perciò adesso stavo andando all’asilo a prendere Kyle e Zoe e poi li avrei portati al parco con Silena.
Quando arrivai la trovai già li che parlava al telefono,probabilmente con la sua assistente. Silena lavorava in un giornale di moda molto importante, ma contro ogni aspettativa, aveva sempre molto tempo libero.
Quando mi vide chiuse la chiamata e mi corse incontro. Vicino a lei mi sentivo sempre in secondo piano, troppo “informe” e vestita da ragazzina.
- Annabeth! Ma sei venuta a piedi?-
-Ho preso la metro, tanto erano solo due fermate dall’ufficio-
-Perché non mi chiami,che ti vengo a prendere io! Mi mancano le chiacchierate in macchina con le amiche- concluse imbronciata.
A Silena mancavano le uscite al centro commerciale per torturarci, ecco tutto! Erano passati anni da quando ci eravamo conosciute e non ancora la finiva con la storia di cambiarmi il look! Anzi, da quando c’era Kyle mi ero lasciata un po’ andare su questo piano e lei era peggiorata. Mi aveva persino detto di andare a fare un giro nello studio fotografico del giornale e prendermi qualche vestito (e me li aveva portati alcuni lei stessa).
- Lo so, anche a me. Ma ora siamo mamme e queste cose si possono fare solo quando i bambini dormono e i mariti guardano la partita. E poi io sono single, quindi sono esclusa a prescindere- dissi ridendo.
- Beh, ora c’è Percy … - disse e ammiccò nella mia direzione. Mi sentii arrossire dalla testa ai piedi – Percy è il padre di Kyle! E basta!-
-Certo,certo-
Poi uscirono i bambini e non riuscii a ribattere. Ci fermammo a parlare un po’ con Calypso e, quando riuscimmo ad afferrare tutti e quattro i bambini, la salutammo e ci incamminammo verso il parco lì vicino.
Vicky e Zoe ci stavano raccontando che oggi avevano fatto matematica e che gli era piaciuta tantissimo.
Nate e Kyle cercavano di non calpestare le fughe del marciapiede mentre camminavano.
Non mi stupivo più di tanto: anche Chris e Luke una volta lo avevano fatto con loro.
Arrivati al parco i bambini andarono verso i giochi, mentre io e Silena ci sedemmo su una panchina.
Lei mi chiese dei Brunner e del viaggio di Luke e Thalia. Mi disse che aveva regalato a Thalia della lingerie dalla nuova collezione di Victoria’s Secret.
-Te ne regalerò una anche a te, a tempo debito … - mi informò, sempre con quello sguardo che ti diceva “io so su di te anche quello che tu non sai”.
- Non credo che avrò mai bisogno di queste cose, ma grazie per il pensiero-
Lei alzò gli occhi al cielo, senza smettere di sorridere – Ah no?-
Avevo capito dove voleva andare a parare, ma volevo vedere fino a che punto resisteva
-Non capisco proprio di cosa tu sia parlando-
Sbuffò sonoramente e alzò le mani al cielo – Sto parlando di te e di Percy, scema! Vi vedo sapete? Fate venire il voltastomaco a Clarisse … questo è un segno!-
- Stai delirando!-
- Perché non ti sei vista al compleanno di Zoe -
Beh, il 1 Giugno era stato il compleanno della piccola e alla festa io e Percy ci eravamo comportati come grandi amici.
Effettivamente eravamo stati tutto il tempo insieme, a parlare di tutto e niente. Mi ricordava tanto quel periodo al college in cui eravamo diventati inseparabili, come amici, intendo. Prima di iniziare la nostra relazione. Erano bei tempi.
E io ero contentissima di poter riprovarne le sensazioni. Eravamo felicissimi durante quel periodo. Non sarebbe stato brutto rimanere così. Meglio che odiarsi, poco ma sicuro.
- Effettivamente stiamo andando molto d’accordo. Ma devi ammettere che abbiamo un figlio insieme, e Percy è molto incline alla gentilezza … -
- Si, certo. Con le donne soprattutto e quello che vuoi! Ma se la metti così dovrebbe comportarsi ugualmente anche con me o Piper! Ma con te ha quel qualcosa che lo distingue dal semplice sentimento che si prova tra amici-
Dopo Thalia anche lei … Odiavo quando parlava da psico-giornalista. Mi faceva saltare i nervi.
- Senti, siamo i genitori di Kyle. Lo sai tu, lo so io, lo sanno tutti. E siamo entrambi d’accordo di vivere in serenità per lui. Ha bisogno di amore e sono disposta ad essere amica di suo padre se serve-
- Devi vedere se anche il padre vuole fare l’amico con te … magari anche lui vuole un po’ di amore – disse attorcigliandosi una ciocca di capelli tra le dita.
Io divenni tutta rossa – SILENA! Dai … siamo adulti e vaccinati. Sappiamo che le cose tra noi non sono andate bene all’epoca. Molte famiglie sono allargate. Madre, padre, matrigna, fratellastri e cosi via! So che ho ferito Percy con quello che ho fatto. Non mi ama e non lo farà mai più –
- Sei proprio sciocca e pessimista-
- Sono consapevole e realista! –
- Da come ti guarda sembra tutt’altro. Sii realista su questo! –
-Guarda così tutti : sorride e annuisce –
- Dico quando tu non guardi … -
Scossi la testa e dei riccioli mi finirono in faccia. Non li avevo legati stamattina e, ora che non riuscivo a trovare un elastico, me ne pentivo amaramente.
- Silena, ho abbandonato l’idea “Percy” già da parecchio tempo- dissi con una punta di amarezza nella voce. L’idea l’avevo abbandonata per praticità e non per volontà.
La mia amica mi accarezzò il braccio e mi guardò dispiaciuta, per poi aprirsi in un sorriso furbo.
- Sai, anche voi potreste festeggiare questo weekend una specie di anniversario, se ci  pensi-
- Che intendi dire?-
Si guardò l’orologio con fare teatrale – Domani notte di, esattamente cinque anni fa, tu e Percy stavate concependo Kyle!-
Se avessi avuto qualcosa con cui mi sarei potuta strozzare, probabilmente l’avrei fatto.
Iniziai a balbettare pronomi sconnessi, ma i deliri di Silena mi impedivano qualunque discorso.
- Sì! È fantastico,non trovi? Sarebbe davvero figo se voi ripeteste questa esperienza, molto sexy … ti mando qualche campione dal catalogo di Victoria! Magari rifarete tutto il pacchetto completo. Forse potreste farvi scappare un fratellino per Kyle, chi lo sa!-
- Basta! Ma che stai dicendo! Oddio … perché me lo hai detto!?-   
Non l’avevo mai pensata in questi termini. Cioè, ci avevo pensato, ma più come “l’ultima volta che io e Percy ci eravamo amati veramente” e non come “la notte super sexy,manco fossimo in un romanzo rosa …” .
- Dai non dirmi che non ci stai pensando seriamente … - mi punzecchiò un braccio.
- Che quella è stata la notte in cui lo sbaglio più grande che avessi potuto fare con il ragazzo che amo con tutta l’anima si è poi trasformato nella cosa più bella che lui, alla fine, potesse darmi? E che quella è stata la notte per cui poi, mi ha odiata, e poi mi ha anche perdonata, ma per cui io non ancora mi sono perdonata e non lo farò mai? Se è quella la notte che devo festeggiare, passo … -
Vidi la sua sicurezza vacillare alle mie parole. Mi sentii in colpa.
- Scusami. Tu cercavi solo di risollevarmi il morale, ma io mi sono innervosita. È solo che … non ancora supero tutto quanto, ecco -
- No hai ragione tu. Ma ti ho visto soffrire troppo in questi anni per non essere contenta, ora. Ti stai riprendendo, lo vediamo tutti. Sei più solare! Piper non sente il bisogno compulsivo di chiamarti ogni due ore, Clarisse non ti scrive più tutte le volte che sa che esci. Chris,Charlie,Nico,Jason,Will,Hazel,Bianca … ho una lista infinita di persone che da quando è tornato Percy ha smesso di sentirsi preoccupati per te e a essere felici perché ti vedono finalmente felice- indicò Kyle che giocava con Nate e gli altri bambini- Charlie me lo dice sempre : tu e Percy avete fatto un capolavoro di bambino, per essere stati ubriachi, lui merita di vivere questo bambino, e tu con lui. Come quella famiglia che meritate di essere, e che, a parer mio, diventerete presto. Niente obbiezioni : io la penso così, poi se mi sono sbagliata sono fatti miei. Ora cerca di vivere questi momenti,ok?-
Mi sentivo in colpa per aver messo in mezzo a questa storia tutte le persone a cui volevo più bene.
-Scusatemi, per tutto quello che vi ho fatto passare … -
- Oh ma zitta un po’! Siamo stati più che felici di aiutarti! Comunque … Nate e Kyle stanno ancora facendo ancora quella cosa del trattenere il respiro … - disse allarmata.
- Se continuano con questa storia, si procureranno dei danni permanenti al cervello per mancanza di ossigeno- cercai di sdrammatizzare un po’, ma avevo seriamente paura.
- No se gli uccido prima io! – e si alzò partendo a passo di marcia verso i bambini, che appena la videro spalancarono la bocca e indietreggiarono.
Silena si fermò a metà strada e gridò – Smettetela subito! Se volete decidere con una gara fate “sasso,carta,forbice”,chiaro?!-
Guardai storto Kyle e lui alzò le spalle, come se quello lo potesse giustificare.
Scossi la testa sconsolata.
Silena si sedette in un modo che doveva essere “pesantemente”, ma fatto da lei era così leggiadro da apparire quasi ridicolo.
- Io non lo so proprio … ha ripreso dal padre,questo è poco ma sicuro!-
- Concordo!-
Si girò verso di me – È sempre così quando fanno qualcosa di sbagliato. Non lo farebbero mai se avessero ripreso da noi, e invece … -
Risi e guardai Zoe e Vicky giocare nella sabbia. Erano adorabili,calme e tranquille.
Poi guardai i due maschietti che avevano iniziato a rincorrere uno scoiattolo. Si, aveva ripreso proprio dal padre.
La mia amica si schiarì la voce per attirare la mia attenzione – Quindi … non credi che tu e Percy potreste avere futuro … ?-
- No. Sarebbe strano e doloroso, credo. Troppo complicato per rimettere tutt’insieme i pezzi –
- Io rimango del mio modesto e più probabile parere –
- Non dovevi farmi vedere quei modelli di Prada che tanto ti piacevano?- dissi per cambiare argomento.
Lei si illuminò e cacciò il tablet dalla borsa. Quei vestiti erano fantastici, e se lo diceva lei, era vero.
- Questo è bello!-
- Fantastico,vero? Ti starebbe bene!-      
- Magari … e non me lo posso permettere comunque! Dovrei aspettare l’anno prossimo, comprarlo durante i saldi e farmi commissionare due o tre progetti in più-
- Ma se questo te lo posso far avere gratis entro la settimana prossima se lo vuoi –
- Te lo brucio se lo fai! –
- Shhh , guardalo turchese! È perfetto! Con questo addosso farai una strage di cuori,e di questo colore, soprattutto di uno … che sta venendo qui-
Alzai un sopracciglio, non avendo capito l’ultima frase. L’aveva detta troppo velocemente.
Alzò gli occhi al cielo – Papà sexy a ore dodici –
Mi girai di scatto e vidi Percy che camminava verso di noi,guardando i bambini giocare.
Mi rigirai di scatto,prima di essere vista. Mi si scaldarono le guancie ripensando a quello che aveva detto Silena. Quella settimana non sarei riuscita a guardarlo negli occhi senza sentire il bisogno di vomitare.
Silena rise – Calmati o penserà che hai un attacco di panico-
- Ma io ho un attacco di panico –
- Dai, non ancora ci ha viste. Respira profondamente ok? Ce la puoi fare. Eccolo che arriva-
Mi lisciai i capelli  con un gesto istintivo. La ritrassi subito, mentre Silena mi guardava divertita.
- Buonasera signore!- Percy apparse dietro di noi e, anche se sapevo della sua presenza, mi spaventai ugualmente.
- Ciao Percy!-lo salutò allegra Silena.
- Ah, ciao … - fu invece il mio sussurrato saluto. Non dovevo farmi notare. Semplice.
- Annabeth ti senti bene?- Rettifico:non lo era. – Ti vedo arrossata … -
Deglutii – Oh tranquillo! Sarà un po’ di febbre … -
Aggrottò le sopracciglia, preoccupato. Era così buffo. E carino. Mi mise una mano sulla fronte e io cercai di non ritrarmi dal suo tocco. Aveva la mano fresca. Era piacevole.
-Effettivamente sei un po’ calda. Vuoi che ti prenda qualcosa? La farmacia è dietro l’angolo, non ci metto niente … -
- NO!- dissi, troppo velocemente. Percy si ritrasse, spaventato.
- Scusa. Sono un po’ stanca, tranquillo. Davvero, prendo qualcosa appena torno a casa-
-Sicura?- Odiavo quando faceva il preoccupato.
- Si, veramente! Vado a dire a Kyle che sei arrivato-
- Vado io. Così saluto tutti quanti- e si incamminò verso i bambini che, appena lo videro, gli corsero incontro.
- Febbre, eh?-
-Oh sta’zitta!-

Passammo un’oretta a parlare del più e del meno: Silena facendo dei riferimenti tra le righe, io scoccandole delle occhiatacce e Percy ridendo (senza capire quello che la mora intendeva) e chiedendomi ogni tanto “come va?” a cui rispondevo “bene,tranquillo” sistematicamente. Arrossendo,anche.
- Oh, si è fatto tardi!- disse Silena ,chiamando Nate e Vicky.
-Prima di andare, volevo dirvi che sabato prossimo volevamo vederci al bar sotto casa di Jason e Piper, sulla 5th-
-Ah, come mai?- chiese Percy.
Silena alzò le spalle – Veramente me lo ha chiesto Clarisse. Probabilmente si saranno organizzati Charlie e Chris e avranno pensato che riunirci tutti, per una volta, sarebbe stato carino-
Vicky ci raggiunse saltellando e Silena la prese in braccio. Nate arrivò con il muso lungo, borbottando di voler continuare a giocare.
Percy si era proposto di riaccompagnarli più tardi (io avevo anche detto dopo cena), ma la mamma aveva detto no, perché l’indomani sarebbero andati dal nonno e dovevano alzarsi presto.
Mentre se ne andavano, si girò verso di noi e disse - E mi raccomando: Niente figli!-
Risi e mi accorsi che Percy mi stava guardando. Sorridendo.
Divenni tutta rossa. Automatico.
- Sicura di stare bene?-
ALTRE DUE ORE COSÌ NO,EH! – Certo! Smettila di preoccuparti … -
Mannaggia a te, Silena!

                         (La settimana dopo…)

Avevamo portato Kyle da Sally ( lui era felicissimo di poter rivedere la Signora O’Learny e di rimangiare cibo blu, lei di potersi finalmente comportare da nonna).
- Secondo te perché abbiamo deciso di riunirci,oggi?- mi chiese Percy.
Distolsi lo sguardo dai palazzi di New York. Eravamo in macchina, soli. E senza Kyle mi sembrava che l’aria pesasse quintali.
- Non lo so, veramente … forse doveva essere una cosa solo uomini più Clarisse, per vedere qualche partita. Ma con Silena si sarà trasformata in una cosa più grande di quella che doveva essere –
Lui alzò le spalle – Sarà. Ma non è una brutta idea,infondo. Fa bene staccare un po’, no?-
E mi guardò sorridendo. Cercai di sorridergli a mia volta, senza arrossire.
Quella settimana era stato confermato il mio "non trasferimento" a Chicago, e da quando gli avevo dato la notizia, Percy non aveva smesso di sorridere. Neanche dopo che mi aveva abbracciato, e io mi ero immobilizzata, nonostante l'imbarazzo andava i giro con un sorriso a 360°.
Dopo aver trovato parcheggio ci incamminammo verso il bar. Una ragazza punk sorrise dolcemente verso Percy. Sotto tutti quei piercing e quell’eyleiner era davvero bella.
Quel testa d’alghe,ovviamente, aveva la testa tra le nuvole.
Vedendo che non era minimamente considerata,la ragazza guardò me e il suo sguardo passò da smagliante a demoralizzato.
Era successo parecchie volte, e ogni volta Percy faceva finta di niente o non se ne accorgeva proprio.
Addirittura una dog-sitter aveva provato a parlarci (io ero seduta su una panchina, mentre lui si era avvicinato per parlare con Kyle) e dopo due minuti lei aveva indicato Kyle, lui aveva annuito e, dopo aver parlottato un po’mi lanciò un’occhiata fugace (nonostante io stavo fingendo di guardare nella borsa, ero riuscita comunque a vederla) e sorrise di nuovo alla ragazza.
Ma finì li. La ragazza se ne andò rassegnata,ma sorridente.
Ovviamente aveva capito che Kyle era figlio di Percy, ma non aveva capito che era comunque single.
Mi dispiaceva un sacco per Percy che,troppo preso da nostro figlio, non era riuscito a vedere ad un palmo dal suo naso.
Ero contenta che fosse felice di fare il padre, ma era solo.
E io non potevo di certo fargli notare che aveva una schiera di pretendenti! Cioè,si,potevo … ma sarebbe stato strano!
Lasciai perdere, convincendomi che tanto lei non era il tipo di Percy.
Quando entrammo nel bar trovammo Thalia che parlava con Jason e Piper. Ci salutammo e scivolai di fianco a Thalia,seguita da Percy.
Non fu un problema finché non arrivarono Will e Nico che,con molta nonchalance, si sedettero di fianco a Percy chiedendogli di stringersi verso di me, perché loro non ci entravano,ovviamente.
Lui sorrise e acconsentì. Perché doveva essere così gentile con tutti?! Io intanto guardai così storto Will che sarebbe potuto morire se avessi avuto lo sguardo super-killer.
Percy si girò verso di me e mi chiese scusa alzando le spalle. Mi ricordava tanto Kyle in quel momento.
Quando arrivarono tutti ero praticamente schiacciata tra Thalia e la spalla di Percy. Anche Piper era nella mia stessa situazione, solo che Jason le aveva messo un braccio attorno alle spalle e lei aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Io non avevo questa fortuna, quindi facevo la sardina.
- Allora ci siamo tutti?- chiese Leo spaparanzato sulla sua sedia (si lo stavo invidiando). Con lui,Frank e gli Stoll, che non conoscevano la storia di Kyle, ci avevo parlato qualche settimana prima. Hanno semplicemente detto che erano fatti miei,ma erano contenti che fossi ricomparsa dopo quattro anni. Leo però si era sentito un po’ escluso : “il fantastico ‘zio Leo’ non può mancare all’appello, si deve porre rimedio!”.
Ovviamente a Kyle lo zio Leo piaceva molto, anche troppo per i miei gusti.
- Frank, Bianca e Grover sono in viaggio,e si sa. Katie ha da fare al negozio e Travis, Connor e Juniper la stanno aiutando. E Luke è di turno alla centrale,giusto?- concluse Charlie rivolgendosi a Thalia.
Lei annuì, disse di iniziare tranquillamente anche senza di lui e che sarebbe arrivato dopo.
-Allora, come mai siamo riuniti qui,oggi? Oltre a spettegolare su quanto è accaduto lo scorso weekend tra i due sposini- disse Piper indicando Thalia.
Lei rise, mentre Jason e gli altri facevano dei versi disgustati.
- Lo potete benissimo immaginare, se tanto ci tenete. Ma sappiamo benissimo che la coppia più discussa non siamo di certo io e Luke – disse scoccando un’occhiata fugace nella mia direzione.
- Oh, lo sappiamo eccome! Ma la coppia qui presente – continuò Piper ammiccando verso di me – non si decide a far coppia fissa e a definirsi tale … con qualcuno dovremmo pur distrarci, no?! –
- Ragazze … - disse Percy,rossissimo in viso. Io le avrei volentieri ammazzate.
Calypso posero rimedio dicendo che non erano fatti loro e che,sicuramente, c’era un altro motivo per riunirci.
-Intanto ordiniamo. Ho una fame … -
Nico fece segno ad Hazel (che lavorava lì part-time) e lei ci raggiunse.
- Ehi ragazzi! Porto i soliti?-
Dopo una mezzoretta, Hazel riuscì ad andare verso il balcone con tutte le ordinazioni (poverina).
Finchè non arrivò il cibo e le bevande l’argomento principale fu la fame di Jason e Will.
Hazel si sedette con noi – Allora, c’è una riunione speciale? Mica è come quella volta che avete annunciato le gravidanze … ?-
Si quella era una storia carina: io avevo scoperto da poco la gravidanza ed ero ancora abbastanza depressa, e ci eravamo riuniti (nello stesso bar e, più o meno, le stesse persone) quando Silena se ne esce “SONO INCINTA” tenendosi teneramente per mano con Beckendorf e il passeggino con Nate a meno di un metro di distanza.
Niente di strano, direte. Beh … Thalia e Luke scoppiarono a ridere e tra le lacrime la mia amica riuscì a dire “PURE IO”.
Si, non è poi così divertente, ma tutte quelle gravidanze nel gruppo erano una specie di novità.
- No, almeno crediamo- disse Chris.
Un coro di “ASSOLUTAMENTE NO”, “SIAMO STATI ATTENTISSIMI GIURO!” e “IO NE SONO UFFICIALMENTE FUORI” si alzarono da parte di tutti.
Hazel sembrò rilassarsi – Ah! Vi siete messi insieme?- chiese a me e Percy come se ci stesse chiedendo “che ore sono?”.
Lui divenne tutto rosso – Hazel,ma che cavolo … -
Io,ugualmente rossa, sbraitai – BASTA! Non c’è qualche partita di football o basket di cui discutere?!-
Will sembrò cadere dalle nuvole – Vero, il basket universitario … -
Dopo di lui, Jason – Oddio, giocavano i Winsconsin Badgers e Ohio State … Cavolo!-
- Perché allora le ragazze sono qui?! – Percy si riprese subito dall’imbarazzo, da vero maschio quale è.
Tutti gli uomini sembrarono cadere in uno stato di confusione (alcuni si sbracciarono verso il bancone per dire di sintonizzare la tv sulla partita,qualcun’altro ripeteva “oddio,no” e c’era un altro che sbatteva la testa ripetutamente sul tavolo).
Clarisse sbatte una mano sul tavolo, mentre Chris affianco a lei diventava rosso sulle guancie – Ragazzi, giocano stasera! Vi pare che organizzo una cosa del genere se c’è la NCAA !? Stupidi testosteroni … -
- Quindi sei tu che hai organizzato?-  chiese Nico.
Lei sbuffò – Sì … perché devo … cioè,dobbiamo fare un annuncio –
Silenzio.
- L’ho detto che qualcuno era incinta –
- Levasque TACI! Chris … -
Percy fece un verso disgustato che sentii solo io. quindi gli diedi una gomitata sulle costole per farlo stare zitto. Non badai alla sua reazione.
Chris si riprese dal suo stato di semi-coma ad occhi aperti e disse – Oh si, beh … ho chiesto a Clarisse di sposarmi e lei ha detto si- poi si aprì in un sorriso fantastico.
Ancora silenzio, interrotto da un urletto di Silena che spaccò i timpani a tutti.
Abbracciò i nuovi sposini e iniziò a sbraitare su preparativi, dolcezza, vestiti e tutte quelle cose che rendevano eccitata solo lei.
Thalia rise e battè il cinque a Clarisse per congratularsi.
Tutti davano gli auguri a modo loro. Percy esalò un “come ha potuto?!con Clarisse …” tra una risata e un verso disgustato.
Poi si girò verso di me e sorrise – Ma stai … stai piangendo?! –
Ok , mi ero commossa un pochino. Ma ero strafelice per loro. Mi asciugai in fretta le lacrime – Io … è che sono contenta, solo questo-
- Oddio si è commossa!- mi urlarono Thalia e Piper in un orecchio e mi abbracciarono ridendo.
Ero diventata un fenomeno da baraccone. – Dai, neanche Clarisse ha pianto quando gliel’ho chiesto – mi disse Chris.
- Mi stupirei se lo avesse fatto- disse Percy beccandosi un’occhiata omicida da Clarisse ancora alle prese con Silena e Calypso.
Ancora attaccata a Thalia e Piper mi sentii circondare dal braccio di Percy che mi disse -Dai sorridi , è una cosa bella. Anche se con Clarisse … -
Risi come una cretina.


Eravamo andati a riprendere Kyle e Percy stava raccontando a Ty e Paul del grande annuncio.
- … quando è entrato Luke e ha chiesto “che succede?” e Chris glielo ha detto … dovevate vedere la faccia che ha fatto “con Clarisse?”… è stato fantastico. Clarisse l’ha quasi picchiato. Era da Oscar!-
Sally scosse la testa – Non parlare così. È una cosa bella-
- Dai mamma. Anche Annabeth ha pianto per la disperazione-
- La mamma ha pianto?! MAMMA!!-
Kyle che era appena tornato dalla stanza giochi/di Percy per rimettersi le scarpe e mi venne incontro abbracciandomi.
- Mamma, perché hai pianto?- chiese quando lo presi in braccio. Sembrava quasi che stesse per piangere lui.
- No tesoro. Mi sono commossa … -
- Come quella volta del disegno?-
- Si, perché è una cosa bella –
- Ok, ma cosa?-
- La zia Clarisse e lo zio Chris si sposano-
- Come le principesse che piacciono a Zoe e Vicky?-
- Sì-
- Che schifo … -
Strabuzzai gli occhi e tutti risero.
Percy batte il cinque a Kyle e disse – Lui è il mio uomo!-
- Perché Kyle, è bello … - disse Sally.
Ty si alzò dal divano e cominciò ad atteggiarsi come una donna, anche abbastanza vanitosa- Voi uomini siete tutti così insensibili … - e girò attorno al tavolo “sculettando”.
Dopo gli addii tra Kyle e la signora O’Learny, Percy prese il bambino come un sacco di patate e lui cominciò a ridere dicendo che non era un sacco di patate.
- Grazie Sally. Sei stata gentilissima- le dissi,imbarazzata. Ci eravamo chiarite,certo, ma sapete com’è …
- Mi ha fatto piacere. Si è divertito tanto! Riportalo quando vuoi-
 
Una volta in macchina Kyle ci raccontò il suo fantastico pomeriggio.
- Ho fatto una passeggiata con Paul e la signora O’Learny, e lei voleva mangiare il mio gelato,ma Paul le ha detto “no,il gelato è di Kyle!” e non l’ha mangiato più.
Mentre tornavamo a casa abbiamo incontrato Ty. Anche lui tornava a casa. Sally ha detto che andava a casa di una sua amica speciale e lui è diventato tutto rosso. Secondo me è la sua fidanzata –
Percy rise – Adesso possiamo prenderlo in giro, che ne dici?-
- Dai, lasciatelo in pace. Magari gli piace davvero- intervenni io.
- Le femmine sono troppo schizzinose. Non ti puoi divertire con loro e vogliono sempre comandare-
- Questo è vero- concordò Percy.
- Vorrei ricordarvi che anche io sono una femmina!-
- Ma tu sei la mia mamma! Sei dolce, gentile e divertente. Non sei come Zoe o Vicky che vogliono farmi fare la principessa,truccarmi e mettermi la coroncina. Io ti voglio bene … -
Lo guardai dallo specchietto. Che ruffiano!
- Anche io ti voglio bene,tesoro. Comunque vedrai che quando avrai l’età di Tyson anche a te le ragazze piaceranno. Sicuramente più di adesso-
Pure Nico e Will da piccoli avranno reputato le femmine in quel modo, ma non ci odiavano mica!
- Oh si!- continuò Percy – Quando sarai più grande, tutto quel essere carine e in ordine ti piacerà molto di più. Per ora sì, sono troppo noiose-
Kyle ci pensò su e poi chiese – Anche zio Chris odiava zia Clarisse?-
-Non che Clarisse possa proprio essere reputata una femmina … - gli diedi una gomitata- Ahi! Comunque, si. Era un rapporto amore odio, ma è andata a finire bene, visto!-
-Perché le persone si sposano?-
BOOM! Kyle, sei il degno figlio di tuo padre. Hai ereditato da lui anche la capacità di mettermi in imbarazzo perenne.
- Perché si amano – dissi, cercando di apparire razionale.
- Anche tu e papà siete sposati?- DOPPIO BOOM! Evitare lo sguardo di Percy non fu difficile, visto che lo teneva fisso sulla strada.
- Tesoro, il matrimonio ufficializza solo la cosa. Molte persone si amano ma non si sposano- già, spiegali che capita che l’amore molto spesso non è ricambiato o non c’è!
- Perché non siete sposati?-
 Sospirai – Kyle, non è il momento … -
- Ogni volta che si parla di papà non è il momento … - borbottò e lo vidi incrociate le braccia dallo specchietto.
Rimasi interdetta dal fatto che avesse intuito il mio “gioco”, e mi venne quasi da piangere. Un bambino di quattro anni certe cose non dovrebbe capirle.
Poi,con mio  grande stupore, Percy prese parola – Kyle, molte volte succede che,anche se c’è l’amore, non c’è la possibilità di sposarsi. Ma se c’è l’amore, va bene-
- Tu conosci il mio papà,Percy?-
Oddio! No! Non potevo dirglielo in quel momento! Non in quel modo! Mi sentivo male …
- Certo! È proprio un bel ragazzo. È forte,intelligente e simpatico. Soprattutto simpatico. Non mi stupisco che a tua madre piaccia così tanto-
Mi sentii avvampare. Speravo non avesse capito che provavo ancora qualcosa per lui. Sicuramente sapeva che Kyle fosse convinto che io e il padre avessimo un rapporto a distanza. Sicuramente.
Non volevo dirlo a Kyle in quel modo,volevo  prepararlo, tranquillizzarlo e sapere che l’avrebbe presa bene.
- Wow … -
- E anche molto modesto- dissi cercando di alleggerire quella tensione che avevo nel petto.
Percy rise – Sì. Ha colpito tua madre con la sua goffaggine … -





Angolo autrice
Salve a tutti!
Lo so,lo so : sono in ritardo e il capitolo … beh, non è un capolavoro e finisce a metà frase (Un’imperiale afflizione style).
No, è una cosa voluta e, per tranquillizzarvi, non è questo il momento in cui Kyle scoprirà tutto (se lo scoprirà,io l’ho detto …).
Passando ai convenevoli, spero che il capitolo (nel suo piccolo) vi sia piaciuto e che continuiate a seguire la storia.
Volevo ringraziare tutte quelle persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, seguite o ricordate. E soprattutto  chi ha commentato i capitoli precedenti.
Ragazzi, davvero, siete la gioia! Vi adoro e i vostri commenti mi fanno davvero felice.
Avete la capacità di farmi apparire un sorriso sulla faccia con pochissimo, un semplice “adoro la tua storia” o “ mi piace”, anche un “carina” mi rende talmente felice da farmi sentire ebete …
Non uso rispondere ai commenti, ma se qualcuno vuole (anche per un chiarimento) io sono a vostra completa disposizione!
Ringrazio ancora una volta tutti quelli che leggono la storia. Spero vi sia piaciuta e che continuerò a piacervi! Io ci proverò!
Un bacio J
andrea_98  

 
 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Annabeth



 - Mamma … -
- Uhm?!-
- Mammina … -
- Kyle, torna a dormire. È presto-
- Ma oggi è una giornata importantissima! –
- Ma che ore sono?-
- Le cinque e mezza –
- Dai vieni qui vicino a me e dormiamo!-
- Ma oggi è una giornata importantissima!-
- Va bene … che giorno è?-
Guardai mio figlio che mi fissava con gli occhi verdi  sveglissimi, mentre io non riuscivo proprio a tenerli aperti.
- Dai come fai a non saperlo?-
- Kyle sono le cinque!-
Sbuffò e alzò gli occhi al cielo – Mamma è il tuo compleanno!! 12 luglio! Stava scritto sul calendario … -
Giusto, il mio compleanno. Fantastico.
Non è che mi sentissi vecchia o altro, ma ormai quella data aveva perso di importanza più o meno da quando avevo compiuto 18 anni, tranne per le mie amiche che continuavano a portarmi al centro benessere per passare una giornata rilassante, e per la signora Brunner che continuava a preparare la sua torta allo yogurt ricoperta di glassa al cioccolato.
Quest’anno sarebbe stato anche meno di conto visto che la signora Brunner non aveva le forze per preparare una torta (e si era anche scusata!ridicolo) e le mie amiche avevano deciso di venire il giorno prima per darmi i loro regali (totalmente inutili!).
Comunque si prospettava una giornata normale. Percy sarebbe venuto a prendere Kyle e lo avrebbe portato al parco e io sarei andata a fare la spesa, sarei tornata a casa e avrei messo in ordine. Magari avrei potuto riordinare l’armadio, anche se lo avevo già fatto, ma una volta in più non avrebbe fatto male.
Sì, una giornata normale.
- Oh! È vero! Grazie per essertene ricordato tesoro- gli dissi quando si accoccolò affianco a me. Gli diedi un bacio sulla testa e lo strinsi a me – Dai ora dormi che quando ci svegliamo ti preparo i pancake al cioccolato!-
- Quando sarò più grande ti preparerò la colazione e te la porterò a letto!-
- Ne sono sicura-
 
Riuscii a dormire poco più di un ora prima che Kyle si svegliasse per dirmi che era ora di colazione.
Dopo che finimmo di mangiare Kyle andò a guardare i cartoni e io lavai le tazze e i piatti.
Ad un certo punto sentii suonare il campanello. Guardai l’ora: erano le otto.
Potevano essere solo tre persone a quell’ora, il giorno del mio compleanno: Thalia, Piper e Silena!
Sicuramente pensavano di trascinarmi da qualche parte per passare una giornata tra donne, ma io ero intenzionata a non farmi mettere i piedi in testa quest’anno.
Andai verso la porta borbottando frasi di guerra, ma quando la aprii trovai Percy in una posa da “supereroe” e con un sorriso a trentadue denti, ma con addosso la sua “tenuta da spiaggia” era abbastanza ridicolo (camicia hawaiana, costume blu, infradito blu, occhiali da sole troppo grandi per la sia faccia, cappellino da pescatore e zaino blu).
Era talmente esilarante che gli scoppiai a ridere in faccia – Wow, e io che credevo di averle viste tutte! Dovrei farti una foto da mandare a Jason e Nico – dissi asciugandomi una lacrima.
- Ah ah! Divertente … non ne capisci proprio di moda marittima! – mi fece il verso mentre si toglieva il cappello e metteva gli occhiali sui capelli.
Beh, adesso era tutta un’altra cosa. Il suo aspetto ora era più come quello dei surfisti che appena usciti dall’acqua ti offrono un cocktail ai beach bar.
Sperai di non perdermi tra i suoi occhi verdi e il suo sorriso bianchissimo – Ehm … che ci fai qui, così? – chiesi sperando di non apparire scocciata.
- Ho controllato il meteo e ho visto che questo week end ci sarà un tempo veramente fantastico, quindi perché non approfittarne per passare due giorni a Montauk?-
Mi presi due secondi per apprendere la notizia. Intanto Kyle corse verso Percy e rise della sua camicia.
Voleva portarlo due giorni al mare?! Proprio nel week end del mio compleanno?! Non che importasse qualcosa ma almeno in quei giorni mi sarebbe piaciuto non dovermi preoccupare che Kyle potesse farsi male o ferirsi gravemente per un qualsiasi motivo. E poi sarebbe stato triste. Non ero mai stata lontano da Kyle per più di una giornata e mi volevano lasciare sola proprio oggi?! Non ce l’avrei fatta a rilassarmi in un centro benessere mentre sapevo che mio figlio faceva un bagno nell’oceano!
Quando Percy lo disse a Kyle, fece i salti di gioia e quasi non pensai più ai possibili 312 pericoli della mia lista.
Poi però si fermò e aggrottò le sopracciglia – Ma Percy, è il compleanno della mamma-
- Lo so! Quindi quale modo migliore di festeggiare, se non due giorni a divertirsi sulla spiaggia?-
- COSA!?- dissi io. Non avevo capito che sarei dovuta andare anch’io.
In quel momento capii il perché le mie amiche mi avessero regalato tutta quella roba per il mare.  
Quando gli avevo aperti mi erano sembrati regali senza senso : Silena mi aveva regalato due bikini della collezione di non-so-chi che le aveva mandato dei campioni e degli occhiali da sole (l’unica cosa che reputavo abbastanza utile, perché potevo metterli anche in città mentre guidavo) , Piper dei sandali (carini,ma non abbinabili!), Bianca un prendisole di quel tessuto leggero che ricorda tanto la spiaggia e Hazel ci aveva abbinato una borsa (anche quella non abbinabile se non con il prendisole), dentro poi ci avevano infilato un telo e un pochette abbinata da parte di Calypso.
L’unica che, forse, aveva cercato rendere questa pillola meno amara era stata Clarisse, che mi aveva regalato un completo formato da un pantaloncino e da una canotta larga sportiva che per l’occasione era veramente adatta (io sinceramente l’avrei messa anche per stare a casa o andare ad un picnic in una giornata particolarmente calda).
Mentre inveivo contro l’elenco dei regali, Percy mi mise una mano sulla spalla – Tu vai a prepararti. Ci penso io a lui,tranquilla- lo guardai andare verso la camera di Kyle, poi si voltò di scatto – Ah! Ricordati di portare un cambio e qualcosa per dormire –
Soffiai dalle narici – E se avessi avuto da fare?-
Lui alzò gli occhi al cielo – Non avevi da fare –
- E se fosse stato così? –
- Ho chiesto in giro e mi è stato confermato che questo week end eri libera. Non prendermi per un novellino. So quello che faccio – concluse ammiccando.
Mi battei una mano sulla fronte – Devo parlare meno con i tuoi cugini! –
Rise – Dai, forza! Quei regali non si sfruttano da soli!-
- Come sai dei regali?!- gli gridai dietro, ma lui se n’era già andato.
Guardai i piatti, e decisi che era il caso di lavarli prima di “prepararmi”.
 
Una caratteristica delle mamme single? Tralasciare la depilazione.
Quando sei giovane e single stai attenta perché ogni occasione potrebbe essere quella buona.
Quando sei giovane e fidanzata lo fai per essere sempre attraente e pronta.
Quando sei mamma e single puoi essere giovane quanto vuoi, te ne freghi altamente.
Io ero l’ultimo caso, non so se si era capito.
Di solito mi occupavo delle zone basilari : dal ginocchio in giù, ascelle, stop.
Poi,parliamoci chiaro, ero bionda! Praticamente in alcune parti del mio corpo i peli erano pressoché invisibili e quasi inesistenti dopo le prime cerette.
Ora, di fronte allo specchio, in intimo, vedevo che comunque c’era una zona critica che sicuramente mi avrebbe dato problemi : l’inguine.
Mi giustifico dicendo che da quando era nato Kyle non dovevo preoccuparmi di mantenere in modo decente quella zona … insomma, non ce n’era motivo!
E poi utilizzavo le cerette del supermercato, comprendete!
Non avevo intenzione di mettermi in bikini (sarò anche dimagrita, ma non ero più così … soda!), ma almeno volevo essere presentabile.
L’unico rimedio era nel cassetto del lavandino: la lametta. Veloce e indolore.
Dopo questa ardua decisione rimaneva solo da scegliere il costume. Non che fosse difficile, quelli che potevo mettere erano i due regalati da Silena.
Me ne aveva regalato uno bianco, molto semplice a fascia intrecciata e degli slip normali. Pensai che era il caso di mettere quello perché l’altro … beh, credo sia stato ideato a posta per Percy. Per sedurlo, immagino.
Sapevo benissimo che le ragazze (e anche i ragazzi) sbavavano all’idea di far rimettere insieme me e Percy, e ci provavano in tutti i modi.
Quel costume era terrificante: il pezzo di sopra era modello reggiseno e leggermente push up … perché si, dovevo mettere in mostra la mercanzia! E poi era blu! E non di un blu qualsiasi, ma della sfumatura preferita di Percy! Almeno avevano avuto la decenza di prendere uno slip normale.         
Preparai la borsa e controllai che tutte le finestre fossero chiuse.
Andai in camera di Kyle per vedere che stavano combinando. Trovai Percy concentrato a mettere le scarpine al bambino, mentre lui giocava con il delfino blu. Ancora gli piaceva quel pupazzetto.
- Ehi! Avete preparato tutto?-
- Si. Ho preso lo zainetto blu, quello più grande, non quello per la scuola- mi rispose Percy sempre concentrato. In quel momento lui e Kyle avevano la stessa espressione. Mi si scaldò il cuore – ci ho messo un telo, il pigiamino … -
-Quello di Nemo!- precisò Kyle.
Percy rise – Ovviamente … due cambi per sicurezza e due costumi- concluse convinto.
Da mamma iperprotettiva quale sono decisi che serviva almeno un cambio e un costume in più, e la magliettina per fare il bagno.
Vidi poi che avevano rifatto anche il letto – Wow vi siete dati da fare! Allora possiamo andare- dissi poco convinta.
Kyle non se lo fece ripetere due volte e corse fuori.
- Dai! Vedrai che ci divertiremo- mi disse Percy dandomi delle pacche sulla schiena.
 
Ci volevano due ore per arrivare e, contro ogni mia previsione, non furono imbarazzanti o impossibili.
Kyle raccontava di tutte le cose che, secondo lui, si fanno al mare e ne discuteva con Percy che lottava con la radio per cercare delle canzoni che non avessero parolacce. Era esilarante la sua faccia.
Poco prima dell’uscita dell’autostrada ci fermammo in un mini market per comprare qualcosa da mangiare.
Kyle fece talmente tanti capricci per comprare un sacco di schifezze che mi sembrò ingiusto l’insistenza di Percy di pagare lui. E, ciliegina sulla torta, avevo anche notato che nel suo portafoglio era rimasta la mia foto dell’ultima volta che eravamo andati proprio a Montauk.
Cercai di ignorare quella sensazione di calore che stava dilaniando nel mio stomaco.
Quando arrivammo dovetti bloccare Kyle per impedirgli di andarsi a buttare in acqua.
Dovevo ammettere che era bellissimo: la spiaggia era abbastanza pulita e soleggiata e la casa era stata sicuramente ristrutturata, perché risultava più moderna di quando frequentavamo il college.
Rimasi imbambolata mentre annegavo nei ricordi: il bagno, gli scherzi, i baci, le passeggiate, il “dopo” …
- … hai visto?! Mamma!! Mammaa!!-
- Scusa Kyle, dimmi-
Lui alzo gli occhi al cielo – Non mi stavi ascoltando! Comunque mi piace un sacco la spiaggia!- disse tutto allegro.
- Dai aiutiamo Percy a prendere la roba –
 
Quando entrammo non feci neanche in tempo a guardarmi intorno che Kyle mise lo zaino a terra e corse fuori.
Vedendo che stavo per sgridarlo Percy posò tutto a terra e gli corse dietro. Poggiai la spesa sul tavolo e misi le borse sul divano.
Andai sul retro e vidi Kyle e Percy che camminavano sul bagnasciuga tenendosi la mano. Era una scena commuovente. Di sicuro questo weekend sarebbe stato un colpo al cuore costante.
Mi ricordai di quella volta ad una delle prime riunioni dell’asilo in cui avevo incontrato due genitori cristiani fortemente convinti della loro religione. Io non avevo niente contro il cristianesimo, anzi una delle mamme che subito mi avevano accolto era proprio cristiana e mi è sempre stata simpatica, ma quei due genitori, quando avevo raccontato la mia storia (per sommi capi) mi avevano guardato inorriditi dicendo che i figli non possono essere concepiti fuori dal matrimonio e che ero una peccatrice.
Io non ero cristiana, ma quelle parole mi fecero ugualmente molto male. Non credevo di essere così cattiva da meritarmi l’inferno per aver concepito Kyle fuori dal matrimonio. Lui era così dolce e innocente da non poter essere minimamente considerato peccato.
Ma per il fatto che lo avessi nascosto a Percy sarebbe stato diverso : mi sarei sentita macchiata a vita e oltre.
Appena mi accorsi dell’ora iniziai a mettere la roba in frigo e nella dispensa, pensando a cosa avremmo potuto mangiare per pranzo, ad un certo punto squillò il mio telefonino e corsi a vedere chi fosse : Luke
- Pronto?!-
- Ehi Annie, sono Luke,ho chiamato per sapere che stavate facendo-
- Luke dov’è Thalia?-  quella ragazza aveva bisogno di una ramanzina.
Sentii un fruscio e un “Molla l’osso,bello!” – Bionda! Allora vi state divertendo?-
- Siamo appena arrivati e Kyle è praticamente già in acqua-
- Sapevo che quel posto gli sarebbe piaciuto!-
- Ah! Giusto, dimenticavo … tu sapevi e non mi hai detto niente. Bell’amica. Davvero. –
- Dai Annie! Doveva essere una sorpresa, e già con i regali avresti dovuto intuire una cosa del genere … a proposito, hai portato anche il mio, di regalo?-
Precisazione veloce: mi aveva regalato della lingerie, anche quella studiata per Percy.
- Ovviamente! La sto indossando proprio ora … -
- E sono solo le 11.45! Wow un nuovo record! Dovrei chiamare Silena o Piper … qualcuno oggi sarà molto contento e smetterà di farsi delle docce fredde … -
Sgranai gli occhi e senti la voce di Zoe in sottofondo che chiedeva “Perché?” e Luke che parlottava.
- Anche tua figlia è scandalizzata! No davvero siamo serie … perché avete fatto una cosa del genere?-
- Veramente l’idea è stata di Percy, noi poi ci siamo semplicemente mobilitate per renderti il soggiorno fantastico e … piccante, ecco-
- Sentite, la dovete smettere di sperare in un qualcosa che non ci sarà mai, chiaro?!-
- Ma Annabeth! Noi non speriamo in un “qualcosa che non ci sarà mai”-
- La dovete smettere perché altrimenti inizierò a sperarci anche io, e succederà come l’ultima volta!-
-Quale ultima volta?-
Era una cosa che non avevo raccontato a nessuno e che da sempre negavo a me stessa, ma Thalia era la mia migliore amica, glielo dovevo per tutto quello che faceva per me.
- Quando dovevo dire di Kyle a Percy, avevo pensato … beh, avevo pensato che magari … si sarebbe rimesso con me, per questo … ma non mi ha lasciato neanche parlare e la mia remota speranza è sfumata in un momento- 
Avevo le lacrime agli occhi e, probabilmente, ero tutta rossa.
- Annabeth … credo che tu abbia bisogno di goderti un momento questa vacanza, come se foste una famiglia-
- Il problema è che noi non siamo una famiglia … -
- Percy ha bisogno di vedervi come una famiglia e anche Kyle. Non vorrai mica dirgli che Percy è suo padre senza che lui lo abbia considerato tale almeno una volta? Sarebbe un colpo –
- Magari Percy non lo vuole dire a Kyle … -
-COSA?! L’aria dell’oceano ti ha dato alla testa?!
- Forse, anche cinque anni fa, lui se lo sentiva che ero incinta e,pur di non sentirlo, il suo subconscio ha deciso che fosse meglio non farmi parlare-
- Annabeth, hai bisogno di uno psicologo-
- Thalia, tu sei uno psicologo! Dovresti adorare tutte quelle robe sul subconscio!-
- Percy non vede l’ora di dire a Kyle di essere suo padre! È da quando i suoi neuroni hanno elaborato la situazione che sbava dietro l’idea di andare alle partite di baseball o alle gare di nuoto, fare da accompagnatore alle gite e tutte quelle robe là. Fattene una ragione-
- … -
- Annie, comportati come fai di solito e stai più vicina a Percy. Cerca di coinvolgerlo come io faccio con Luke -
- Per esempio? –
- Chiedigli cosa vuole per pranzo, farti aiutare a lavare i piatti come se fosse ordinario e chiacchierare … cose così-
- Le hai dette anche a lui queste cose?-
- Forse … tranquilla, lui sa cosa fare e nel tuo “subconscio” lo sai anche tu-
- Ti odio … -
- Ci vediamo lunedì bionda. E usa il mio regalo!
Le chiusi il telefono in faccia.
Ok, ce la potevo fare. Potevamo comportarci come dei coinquilini che avevano un bambino. Decisi che pensare era peggio che agire, così andai fuori e gli raggiunsi.
-Ehi vi state divertendo?-
- Si … guarda mamma queste conchiglie hanno il buco per fare le collanine. Me lo ha detto Percy!- disse mostrandomi le conchiglie che aveva nella manina.
- Wow, bellissime. Allora stasera le facciamo, che ne dite?-
- Io volevo fare il bagno!-
Ci pensai un po’ su – Non so … Che dici, Percy, ce la facciamo?-
Percy sembrò cadere dalle nuvole – Io … cioè, si! Facciamo un bagnetto veloce  e poi mangiamo, va bene?-
- SIIIIIII!-
- Okay … volete dei sandwich per pranzo? Con un po’ si insalata?-
Siccome Kyle era immerso nella contemplazione delle conchiglie, guardai di nuovo Percy – Si, certo!-
 
Decidemmo di mangiare fuori, sul terrazzo sul retro.
Era stato bello, parlare, ridere, scherzare e godersi l’aria della spiaggia. Mi sembrava quasi un sogno. Eppure appariva tutto così stranamente ordinario, che non riuscivo ad immaginare come avessi fatto a vivere in modo diverso per cinque anni.
Appena finito di mangiare Percy e Kyle decisero di fare una passeggiata sul bagnasciuga.
Alla fine fui costretta ad andare con loro.
Dopo un’ oretta circa decidemmo di tornare, visto che Kyle si era fatto prendere in braccio da Percy ed era in procinto di addormentarsi.
Io decisi di rientrare, mentre loro due se ne stavano a guardare non so cosa, probabilmente dei delfini, non so.
Trovai una chiamata persa: Frederick Chase
L’ultima volta che ci eravamo sentiti direttamente era stato il compleanno di Kyle, le altre volte solo attraverso Bobby e Matthew  che chiamavano almeno due volte al mese e cercavano di messaggiare con me.
Non riuscii a trattenere uno sbuffo: le nostre conversazioni si riducevano a “come stai?il lavoro?posso parlare con Kyle?” poi finiva lì.
Non mi lamentavo, visto che l’ultima volta che ci eravamo visti di persona sua moglie mi aveva praticamente sbattuto in faccia che ero una ragazza madre, sola.
Mi avevano invitato loro a San Francisco per vedere Kyle e cercare di riappacificarci, e invece appena mio figlio, che aveva 18 mesi, l’aveva chiamato nonno (sapeva a malapena parlare!), la mia cara matrigna era andata su tutte le furie, dicendo che non poteva accettare una cosa simile,dove saremmo finiti continuando in quel modo, che ero la personificazione della famiglia rovinata … cose molto carine,insomma.
Mio padre aveva visto sua figlia con le lacrime agli occhi, prendere in braccio il suo nipotino che piangeva e uscire da quella che sarebbe dovuta essere casa sua, impassibile.
Niente lo aveva smosso, neanche le proteste dei miei fratellastri, che avevo sempre giudicato male e che invece erano diventati l’unica cosa che mi teneva alla mia vecchia e inesistente famiglia.
Era servito a poco quando mi avevano chiamato, un mese dopo, per scusarsi. Io avevo accettato le loro scuse, ma era stato come mettere un cerotto su un’emorragia. Si era giustificata dicendo che era stato un momento di nervosismo, legato ad un grande mal di testa persistente.
Da allora ogni volta che mio padre parlava al telefono con Kyle avevo paura che Susan avesse uno dei suoi mal di testa e gridasse contro mio figlio attraverso la cornetta.
Non mi colpevolizzavo se non avevo voglia di rispondere o richiamare. Ma lo feci ugualmente.
- Pronto-
- Ciao papà, sono Annabeth-
- Ehi Annabeth, ti avevo chiamato prima-
- Si ho visto. Non avevo sentito il telefono squillare-
- Certo. Ti avevo chiamata per farti gli auguri-
- Grazie-
- Si, anche i gemelli volevano farteli. Anche Susan ti fa gli auguri e ti saluta-
- Wow come no!-
Lo sentii trattenere il respiro. Me lo immaginavo mentre chiudeva gli occhi e stringeva un pugno nel tentativo di calmarsi dopo quell’esclamazione. Speravo che fosse per il fatto che si sentiva odiato da sua figlia, invece ero sicura che fosse perché avevo appena rifiutato gli auguri della moglie.
- Te li chiamo, aspetta! Bobby! Matthew! C’è Annabeth al telefono!-
Mi risposero in coro – Auguri Annabeth!!!!-  
Risi – Grazie mille –
Non riuscivo a distinguere le loro voci, visto che dicevano una frase per uno – È il tuo compleanno-
- E stai diventando vecchia-
- 25 anni non sono pochi-
- Un giorno sei come noi: giovane, sano e in procinto di andare ad una  festa in piscina-
- E, neanche te ne accorgerai, ti ritroverai a badare ai figli di Kyle senza sapere com’ è successo-
- Non siete bravi con gli auguri! Meglio che andate a questa festa in piscina-
- E Kyle?faccelo salutare prima … -
- Ora non c’è. Andatevi a divertire, vi faccio chiamare domani-
- Va bene! Salutacelo, mi raccomando
- Anche io! Ci sentiamo domani!-
Stavo per riattaccare, ma mio padre riprese la conversazione – Allora, come stai?-
- Bene, tu?-
- Anche io. Susan vorrebbe provare un nuovo ristorante sulla baia stasera. Almeno ci rilasseremo un po’-
E a me non mi portava neanche da Mc Donald’s – Sono contenta per voi-
- Certamente. Come va a lavoro?
- Bene: ho appena finito un progetto ed è stato approvato, dobbiamo solo iniziare i lavori-
- Fantastico. Ma non dovevi trasferirti a Chicago?-
- Si, beh … c’è stato un contrattempo e quindi non si è fatto più niente-
Proprio in quel momento entrò il “contrattempo”che disse ad alta voce – Eccoci qua! Kyle si è addormentato!-
- Ma quello non è Percy?-
Non so cosa mi fece più paura : se il fatto che dovevo spiegare, di nuovo, tutta la storia a mio padre o quello che aveva riconosciuto la voce di Percy, nonostante ci avesse parlato una sola volta.
Deglutii un paio di volte, mentre Percy mi guardava con le sopracciglia aggrottate.
- Si, papà. È lui-
Vidi Percy strabuzzare gli occhi , per poi stringere Kyle, come se fosse la sua salvezza. Io lo guardavo sperando che lui fosse la mia in quel momento. Infatti teneva i suoi occhi verdi legati ai miei.
- Ah … cioè, cosa sta succedendo? Posso saperlo?-
Ero tentata di dirgli no, che non era affar suo dal momento esatto in cui mi aveva cacciata di casa cinque anni prima, ma non era il caso di nascondermi dietro il rancore. Mi assicurai che Kyle dormisse.
- Percy ha scoperto … tutto-
- Ed è lì con te? A casa tua?-
- No, cioè, stiamo insieme … -
- Vi siete fidanzati?!-
Mi sentii obbligata a guardare da un’altra parte. Probabilmente ero tutta rossa. – NO! Non in quel senso!- dissi mentre andavo fuori – Nel senso che ci troviamo nello stesso posto!-
- Nel giorno del tuo compleanno?-
- Si, ne ha approfittato per portare Kyle a Montauk-
- E ha portato anche te?-
- Era solo la scusa … ti prego, non farmi il terzo grado. Sono adulta, posso gestire la situazione-
- Lo so. Sei una donna ormai. Ma vi ha già lasciato una volta … -
“Anche tu …” - Sai che non è andata così. Percy ci sta provando. Sta facendo il padre-
- Kyle lo sa?-
- No, quindi non accennare a questa storia. Io e Percy vorremmo dirglielo con calma-
- Va bene, questi sono affari vostri. Solo … vorrei che tu e Kyle stesse bene-
- Lo so-
- Stai attenta, okay? Qualsiasi problema non esitare a chiamare-
- Me lo dici sempre … -
- E non lo fai mai –
- Sto bene. Stiamo bene! Ce la caviamo alla grande, e Percy mi sta aiutando un sacco. Sarà un buon padre per Kyle. Lo adora. Veramente si adorano a vicenda. Non preoccuparti-
- Tu sei sempre stata indipendente. Te la sei sempre cavata da sola. Meriti un aiuto del genere-
- Grazie papà –
- Ti chiamo domani, per sentire un po’ Kyle. Ancora auguri, Annie. Ti voglio bene –
- Anche io-
Riattaccai e guardai il mare. Perché dovevano succedere tutte a me?! Sapevo di stare meglio di quelle ragazze degli incontri. Quelle ragazze madri senza un lavoro, che non ancora si diplomavano, con una vita che sarebbe cambiata nel modo più radicale nel momento meno adatto.
A me era andata meglio, ma sentivo sempre nel cuore che un giorno avrei potuto cedere. Avrei voluto una famiglia normale, mia. E se prima il mio sogno era diventare architetto, ora era quello di potermi riscattare come persona.
Io non ero la personificazione della famiglia rovinata! Io ero una madre che stava crescendo da sola suo figlio, una ragazza che si è laureata a suon di borse di studio e concorsi, una ragazza che aveva avuto un figlio e che, se prima voleva fare l’architetto perché era il lavoro più bello al mondo, ora avrebbe anche fatto la commessa in un fast food pur di dare il meglio al suo bambino.
Io ero una donna che ce la poteva fare.
Quando rientrai evitai di parlare con Percy. Non me la sentivo tanto. Lavammo i piatti parlando degli Yankees. Poi Kyle si era svegliato ed erano andati a fare un altro bagno. Non so come e ne quando, ma ad un certo punto mi addormentai.
 
 
- Annabeth … -    
- Uhm?! –
- Annabeth … -
- Ma che succede … ?-
- Ti sei addormentata sul divano –
- Ma che ore sono?-
- Le sei … -
Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai Percy a dieci centimetri dal mio naso, che sorrideva divertito.
- Scusami se ti ho svegliato, ma la cena è quasi pronta-
-Come “è quasi pronta”? chi ha cucinato?!-
Percy fece un gesto teatrale, mettendosi una mano sul cuore – Mi ferisci così! Oltre ad un grande scienziato, un sexissimo  surfista ed un eccellente costruttore di castelli di sabbia, sono anche un sorprendente cuoco-
Risi – Oddio! E sentiamo, cos’ha preparato di buono per cena, signor chef?-
- Ho messo un delizioso impasto di pane croccante,che fa da letto ad una succulenta salsa di ortaggi rossi e latticini, in un caloroso abbraccio di 180° -
- Cioè?-
- Ho messo la pizza in forno –
Scoppiai a ridere tenendomi la pancia – Credo tu sia più bravo con le parole che con il cibo-
-Donna di poca fede!-
E mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi. L’accettai senza pensarci. Ma la spinta fu troppo forte e io andai a sbattere contro il mento di Percy con la fronte. Entrambi gridammo “AHI”, io tenendomi la fronte e lui il mento.
Quando incrociammo lo sguardo scoppiammo a ridere. Avevo bisogno di un momento di quel genere.
- Mammaa! Percee! –Kyle arrivò in pigiama saltando in braccio a Percy e poi mi diede un bacio sulla testa – Su forza! Mangiamo!-
Ci mettemmo ancora fuori, con le luci che si affievolivano sempre di più.
Dopo che finimmo Kyle crollò immediatamente sul divano e Percy lo portò nella camera da letto dove io e Kyle avremmo dovuto dormire.
Siccome non avevo molto da fare mi sedetti sulle scale della terrazza, per contemplare il tramonto.
Il panorama era così bello da sembrare surreale. E il rumore delle onde era così rilassante da isolarmi totalmente.
Avrei voluto fermare il tempo in quel momento: Kyle sarebbe rimasto piccolo e mi avrebbe visto sempre come la sua dolce e troppo preoccupata “mammina” e Percy mi avrebbe sempre sorriso nel modo che mi avrebbe fatto scaldare il cuore, se non fosse che gli avevo rovinato la vita  e quindi era inutile.
Sussultai quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla. – Calma, sono io! Kyle si è addormentato come un sasso-
Percy si sedette affianco a me, a circa venti centimetri di distanza.
Potevo sentire l’odore della sua pelle, i muscoli guizzare per ogni minimo movimento, il suo respiro mischiarsi con l’aria.
Era una sensazione bellissima. Avrei voluto abbracciarlo e mettere la testa nell’incavo del suo collo. E la sua vicinanza era una tentazione. Dovevo smetterla.
- Grazie … per esserti occupato di Kyle … -
-Tranquilla. Non dovresti ringraziarmi per una cosa del genere- disse facendo un gesto con la mano,come a dire che fosse ovvio.
Feci un respiro profondo prima di continuare – e anche per averci portato qui-  dissi spostando lo sguardo sul mare.
Vidi con la coda dell’occhio Percy girarsi verso di me, ma non sapevo che espressione avesse.
Siccome nessuno dei due parlava, ebbi paura che il silenzio potesse farsi imbarazzante – Cioè, io so che ci tenevi a portare Kyle qui, perché ti somiglia molto da questo punto di vista. Anzi da tutti i punti di vista. Ma il fatto che tu abbia voluto portare anche me il giorno del mio compleanno … è stato gentile. Non eri obbligato, e lo so che alla fine era solo una scusa per … -
- Annabeth fermati e guardami-
Girai la testa verso di lui, con il labbro inferiore schiacciato tra i denti.
Percy mi sorrise senza mostrare i denti, ma quel sorriso gli arrivava agli occhi – Io l’ho fatto anche per te. Secondo te avrei fatto tutto quel casino dei regali per niente. Io ci tengo a conoscere Kyle e a farmi conoscere. E si, quando mi sono ricordato che oggi era il tuo compleanno, ne ho approfittato. Ma questo – disse spostando lo sguardo sul mare – l’ho fatto per Kyle,per te e anche per me. Vorrei poter tornare indietro, di cinque anni, e lasciarti parlare, ma non posso. Quindi oggi è il tuo compleanno e io ho portato mio figlio e te nella casa dei miei genitori al mare per vedervi felice. Perché se voi siete felici, lo sono anche io-
Lo guardai con gli occhi sgranati. Fissava il tramonto, tutto rosso sulle guance. Era la cosa più bella che potesse dirmi.
Decisi di non resistere, di lasciarmi andare. Lo abbracciai.
Lui non era preparato ad una cosa del genere, infatti rimase immobile. Poi si rese conto della situazione e ricambiò l’abbraccio.
Erano proprio come me li ricordavo, i suoi abbracci. Mi mancava mettere la testa nell’incavo del collo e respirare sulla sua pelle. Avvolgere le braccia attorno alle spalle, che erano abbastanza forti da sorreggermi quando stavo per cadere. Sentire le sue braccia muscolose stringersi sulla mia gabbia toracica e le sue mani accarezzarmi la schiena, dalle scapole fino alla curva dei fianchi. E in quel momento mi piaceva che fosse attento a non essere indiscreto e scendere più giù, come invece faceva avevamo 18 anni.
- Mi dispiace così tanto- sussurrai.
- Lo so- disse accarezzandomi la coda di cavallo. Era un gesto affettuoso, che significava che non mi odiava poi così tanto.
-Grazie- dissi e mi staccai da lui, controvoglia. Non potevamo rimanere in quella posizione per sempre. Avrei voluto, ma non si poteva.
Tenne una mano sulla mia spalla – Prego- continuando a sorridere.
- Bhe io vado a dormire … Buonanotte-
- Buonanotte anche a te … Ah! Dimenticavo - disse facendomi fermare sulla porta. Si girò verso di me e sorrise mostrandomi i denti – Buon compleanno!-
Andai a dormire ridendo e pensai che se Kyle somigliava tanto a Percy, tra vent’anni ci sarebbero state tante ragazze illuse e molti cuori spezzati. Ma non smettevo di sorridere.
 
 
 
Angolo autrice:
 
Lo so … non merito il vostro perdono! Avevo promesso di postare in una settimana … invece sono passati molti mesi, tanto che qualcuno si sarà dimenticato di me! Chiedo umilmente perdono! Ma davvero non ce l’ho fatta.Ho avuto dei problemi che non sto qui a raccontarvi. Qualcuno ha pensato che avessi abbandonato la storia. Non è così.
Ringraziate chi mi ha assillato nei messaggi, perché se no avrei aspettato una manna dal cielo, invece di spremermi le meningi.
Vorrei scusarmi ancora per il ritardo. Non so come possa essermi sfuggita di mano la situazione. Il tempo è passato in un attimo e mi sono ritrovata a dover fare cento cose e manco una buona!
Comunque spero che il capitolo sia di vostro gradimento e di riuscire a postare durante le vacanze di natale …
Perdonate ancora il mio clamoroso ritardo nel postare!
PERDONATEMI!!
 
andrea_98
          
 
 

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