Card Captor Sakura - Saga del Viaggio Inaspettato

di Fabiola19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 221: La caduta di Erebor ***
Capitolo 2: *** Episodio 222: La riunione del gruppo ***
Capitolo 3: *** Episodio 223: Vecchi amici ***
Capitolo 4: *** Episodio 224: Una festa inaspettata ***
Capitolo 5: *** Episodio 225: Spuntar lame ***
Capitolo 6: *** Episodio 226: Una mappa, una chiave e un contratto ***
Capitolo 7: *** Episodio 227: Le Montagne Nebbiose ***
Capitolo 8: *** Episodio 228: Il mondo è avanti ***
Capitolo 9: *** Episodio 229: Un vecchio nemico ***
Capitolo 10: *** Episodio 230: Radagast il Bruno ***
Capitolo 11: *** Episodio 231: La Foresta dei Troll ***
Capitolo 12: *** Episodio 232: I Troll ***
Capitolo 13: *** Episodio 233: Il bottino dei Troll ***
Capitolo 14: *** Episodio 234: Il Colle della Stregoneria ***
Capitolo 15: *** Episodio 235: I Mannari ricognitori ***
Capitolo 16: *** Episodio 236: Gran Burrone ***
Capitolo 17: *** Episodio 237: Rune Lunari ***
Capitolo 18: *** Episodio 238: Il Profanatore ***
Capitolo 19: *** Episodio 239: Il Bianco Consiglio ***
Capitolo 20: *** Episodio 240: Perchè la cattura carte? ***
Capitolo 21: *** Episodio 241: Oltre la collina ***
Capitolo 22: *** Episodio 242: Sotto la collina ***
Capitolo 23: *** Episodio 243: Il Re dei Goblin ***
Capitolo 24: *** Episodio 244: Enigmi nell' oscurità ***
Capitolo 25: *** Episodio 245: La Fendi e la Battinemici ***
Capitolo 26: *** Episodio 246: La Carta del Destino ***
Capitolo 27: *** Episodio 247: Fuga dalla Città dei Goblin ***
Capitolo 28: *** Episodio 248: La pietà di Sakura ***
Capitolo 29: *** Episodio 249: Casa è alle spalle ***
Capitolo 30: *** Episodio 250: Dalla padella alla brace ***
Capitolo 31: *** Episodio 251: Un buon presagio ***



Capitolo 1
*** Episodio 221: La caduta di Erebor ***


La scena si apre con una voce nel riquadro buio: << Mia cara Sakura >> era una voce con un tono piccolo, di un bambino piccolo. Un fiammifero si accese nel buio, tenuto da due piccole manine gialle, per fare luce un po' alla stanza accendendo una piccola candela poggiata su un tavolo. La piccola voce si rimise a parlare: << Una volta mi sono chiesto se ti avevo raccontato tutto quello che c' era da sapere riguardo alla Terra di Mezzo >> quel tono apparteneva al piccolo Kerochan, ridiventato giallo come una volta, avendo perso del tutto il bianco che lo avvolgeva un tempo. Era al livello inferiore della buia nave che lo stava portando a Valinor. Lo spazio del livello era uguale a quello di un tunnel scavato sotto terra, con alle pareti dei rifornimenti tipici di una nave. Il piccolo Kerochan svolazzava in quel corridoio con la candela accesa che prese in mano, e che creava un fascio di luce tondo, andando alla ricerca di qualcosa mentre la nave si muoveva al moto delle onde: << Perchè per quanto io ti abbia mostrato ciò che accadeva da quelle parti, magari non sei ancora a conoscienza dei vari fatti che svolgono le altre creature >> il Guardiano aprì un baule in fondo a quel piano della nave, trovandovi dentro un sacco di diari e con sopra una spada di medie dimensioni, avvolta dalla sua custodia marrone. Kerochan poggiò vicino al baule la candela, saltando dentro ed esaminò quell' arma custodita. Non poteva prenderla con le sue sole mani, e quindi decise di tirare fuori un libro rosso che c' era sotto alla lama custodita. Volò con il libro preso verso il bordo del baule, e controllò la copertina con un pizzico di ammirazione. Poi poggiò il libro a terra, e svolazzò di nuovo per chiudere il baule aperto.

Kerochan mise il libro preso su una scrivania di una sua stanza di quella nave, e aprì alla prima pagina, trovandovi un pezzo di carta ingiallito. Si posizionò la candela poco sopra al libro, come se dovesse scrivere da un momento all' altro, però dopo aver esaminato quel foglio: << Pensa che io ho molti anni di quelli che hai tu, Sakura. Non ho più il compito di guidarti come una volta. Ormai dovrai camminare con i tuoi stessi piedi >> pensò ancora il piccolo peluche. Aprì il foglio ingiallito, e con un sorriso, vi trovò un percorso già conosciuto da lui. La mappa della Terra di Mezzo che diede una volta a Sakura per guidarla nel suo lungo viaggio, ora se la ritrovò con sé. Si ricordò che la prese poco prima della sua partenza dal Porto di Gran Burrone, come per ricordarsi costantemente della sua amica Sakura fino al giorno in cui l' avrebbe rincontrata. Ripose la mappa aperta sopra al libro cui aveva aperto, e prese una piuma d' oca bagnata in un contenitore d' inchiostro nero che giaceva alla destra del libro: << Credo che per te sia ora di sapere quello che ancora ti aspetta >> prese la piuma con entrambe le mani, pensando con un pezzo della sua piccola lingua fuori dalla bocca. Pensò a quello che avrebbe dovuto scrivere, nell' attesa che la meta della sua nave fosse raggiunta. Lentamente cominciò a scrivere la prima frase che gli venì in mente, reggendo la penna ovvera la piuma usata per scrivere nel bianco di quel libro rosso: << Tutto iniziò tanto tempo fa, in una terra molto lontana a Est. Una il cui simile non troveresti nel mondo di oggi >> la scrivania era rivolta verso l' oblò della nave che rifletteva il blu di quella notte stellata, magica e serena come il mare in cui stava solcando. Kerochan scrisse così la storia mai narrata a Sakura, ripensandola al sicuro nella sua casetta. Consultò la mappa in alto, partendo dalla città di Tomoeda raffigurata in essa. Con lo sguardo, Kerochan si spostò a destra della cartina, sorpassando Brea, e alcuni fiumiciattoli che scorrevano più avanti a quel villaggio. Oltrepassò una vasta catena di montagne, rappresentate con piccoli triangolini nel foglio giallo. Giunse, infine, ad Est della carta, soffermandosi nel nome di una città che stava in mezzo ad altri due nomi: << C' era la città di Dale. I suoi mercati erano noti in lungo e in largo, colmi della generosità dei vignetti e della valle. Pacifica e prospera >> la vita di un tempo in quella città fu molto chiara al peluche ricolorito del suo giallo. Un mercato era popolato di tanti suoi abitanti di Dale, che passeggiavano e ridevano in armonia sotto il cielo dal sole splendente. I loro vestiti erano regali e decorosi come la borghesia degli antichi uomini medievali. Alcuni si gustavano i formaggi e le pietanze che erano esposte nei banconi del mercato, mentre genitori parlavano allegramente con alcuni loro amici, lasciando scorazzare i propri figli e figlie tra le vie trafficate della città. Sui balconi delle case storiche di Dale, fiorivano le piante dei vasi posti lì. Alcuni alberi crescevano nelle vie della città, decorando ancora di più il paesaggio.

Al centro di un vialetto c' era una giostra con nastri rossi, i quali i bambini del posto correvano per prenderli nel mentre che la giostra girava in continuazione.

Donne e uomini si salutavano a vicenda, ormai tutti si conoscevano in quel piccolo e bel paese, mai toccato da tragedie e con la ricchezza che si mostrava alla splendida città di Dale in tutto il suo fascino architettonico. I tetti delle case erano di uno splendido colore rosso che davano risalto alle pareti bianche degli edifici. L' intera città era un agglomerato di casette che erano strettamente costruite a distanza ravvicinata tra loro, se si sorvolavano all' altezza dei loro tetti. Gli edifici erano accumulati fino a formare una specie di collinetta di villaggio, con il rosso delle tegole che facevano assomigliare i palazzi a tanti piccoli funghi in crescita. Kerochan proseguì nella sua storia: << Perchè questa città giaceva dinanzi alle porte del più grande regno della Terra di Mezzo, Erebor >> più avanti alla città di Dale, esattamente fuori, si estendeva un vasto prato di erba fresca e verde, dove dei fiumi scorrevano nelle vicinanze per dare vita al terreno. L' erba si espandeva così fino ad una montagna, un' alta montagna dove alla base era costruita un' immensa parete di pura roccia verde. Ai lati di quella grande parete, che era bassa in confronto all' altezza della montagna, c' erano due grosse statue di Nani dalla barba lunga che indossavano le loro armature da guerra. Le grandi miniature di quelle creature poggiavano solo un ginocchio a terra e si facevano difesa mettendo in avanti le loro asce che agli occhi di chi passava accanto a queste, si sentiva una formica che stava per essere schiacciata da qualsiasi momento dalla rianimazione delle statue imponenti. Una piccola stradina conduceva fino all' entrata sotto della parete di roccia verde, costituita da molteplici balconi solidi. La descrizione di quel regno chiamato Erebor andò avanti: << Roccaforte di Thror, Re sotto la montagna. Il più potente dei Principi dei Nani >> alla nomina di Thror, Kerochan ricompose l' immagine di una creatura a lui già nota nella Terra di Mezzo. Thror era un Nano dalla folta barba grigia, e sopra la testa aveva la corona che lo identificava come il sovrano di Erebor. Adesso il Nano Re camminava in uno dei bastioni della sua roccaforte, e le guardie che erano lì tirarono indietro le loro lance al passaggio del loro re. Queste erano nient' altro che altri Nani, tutti corazzati di ferraglia ed elmo argentati. Thror aveva un pesante mantello regale, dove sotto portava una specie di armatura. Dietro di lui c' era un altro Nano, anch' egli dalla lunga barba grigia, ma i suoi vestiti erano del tutto diversi da quelli del suo re, e portava semplici vesti di qualsiasi subordinato del sovrano. Thror passeggiava nella cinta del suo bastione, con sempre il secondo Nano dietro, e si fermò per affacciarsi fra due pareti rocciose della trincea per osservare il panorama che gli offriva la città di Dale dalla sua posizione del regno in cui era. Nella sua barba lunga si intravidero decorazioni di tante piccole gemme blu, legate tra loro con tanti filamenti di un colore scuro. I suoi occhi azzurri erano fieri come la sua espressione nel vigilare i confini con il suo regno. All' interno della roccaforte, la luce del sole entrava lievemente. La struttura interna era come una grande galleria, che forse andava a raggiungere l' altezza della montagna. Delle statue poste ai lati della galleria grande, reggevano le altre strutture in dura roccia della parete interna della montagna.

Queste statue erano rappresentate come dei Nani, come quelle che erano fuori. C' erano due lunghe file di queste con le asce però messe davanti alla loro faccia, in modo difensivo. Anche le miniature di questi grandi Nani portavano armature da guerra. Al centro della grossa e vasta galleria, c' era uno stretto pontile che conduceva al trono del Re, costruito anch' esso dalla roccia della montagna. Sopra al trono c' era un grosso pezzo di roccia che formava un imbuto a spirale e scendeva alla sommità del posto del Re. Intorno all' imbuto roccioso c' erano piccole pietre brillantate: << Thror regnava con sicurezza. Mai dubitando della durata del suo casato, perchè la sua discendenza trovava certezza nella vita di suo figlio e di suo nipote >> ora il peluche introdusse i due nuovi personaggi che da sempre erano rimasti al fianco di Thror. Il Nano che prima gli stava accanto fuori dal bastione, ora lo raggiungeva camminando nel lungo ponte verso al trono in cui lo stesso Thror stava. Quello era il figlio del Re, dalle vesti di un suo subordinato, con un lungo mantello rosso e con delle specie di tatuaggi all' altezza della sua fronte. Il nipote di Thror stava accanto alla destra del suo trono. Questo, come il padre e il nonno, aveva gli occhi azzurri e diversamente da loro, aveva i capelli e la barbetta di un colore nero vivo. Indossava un vestito blu che si riuscì ad intravedere in mezzo al petto per via della presenza di un leggero mantello che gli copriva la schiena e quasi tutto il dorso davanti. Il nipote faceva da guardia a suo nonno che stava comodo sul suo trono, e mostrava come lui lo sguardo fiero della razza nanica. All' interno della montagna, sembrava esserci nei lunghi e molti pilastri sostenenti la roccia scavata al suo interno delle piccole finestrelle, quasi come se quelle colonne fossero dei palazzi dove abitavano altri Nani. Si accedeva a queste colonne tramite delle scale, disposte a modo di labirinto, e i Nani vi passeggiavano in queste osservando fino al fondo della grande città le luci che illuminavano la profondità del vasto regno sotterraneo. Il piccolo Guardiano si accorse della meraviglia di Erebor, da tanto dimenticata nelle sue conoscenze: << Ah, Sakura! Erebor. Costruita nella profondità della montagna, lo splendore di questa città-fortezza era leggendario >> e infatti lo stesso peluche giallo aveva ragione. Sotto, nella profondità delle alte colonne, dove doveva esserci solo oscurità, c' erano invece tante luci che davano spettacolo ai fondali della montagna. Sembravano che provenissero da diverse strette stradine sgorganti da dietro altre colonne, e si concentravano al centro di quella città. Era lì in fondo che si svolgevano le attività lavorative dei Nani: << La sua ricchezza si trovava nella terra, in preziose gemme ricavate dalla roccia, e in grandi vene di oro che scorrevano come fiumi tra i sassi >> c' erano delle sale dove dei Nani impiegati per la conta dell' oro, esaminavano tramite i loro apparecchi avanzati con delle lenti le piccole pietroline raccolte. Dietro di loro osservava attento il loro operato Thror sempre seguito dal figlio. Altri Nani, in grande numero a coprire le grotte sotterranee, erano impiegati nel loro lavoro di minatori. Scavavano con martello e scalpello ogni metro quadrato della dura parete rocciosa, tenendosi aggrappati a delle lunghe corde. Avevano dei caschi con delle torce situate in essi per illuminare il punto in cui scavavano.

A illuminare ancora di più il loro lavoro, erano delle lampade messe in verticale fino al fondo della grotta. Tra le rocce si potevano già intravedere delle grosse macchie dorate che erano fino ad ora coperte dalla roccia, e che i Nani stavano facendo venire fuori alla luce il prezioso materiale. I rumori dei martelli che scalfivano la pietra rimbombavano in tutto il vasto cratere, e le pietre d' oro che venivano estratte erano soggette al rimodellamento di altri Nani impiegati per questo. Questo compito avveniva nelle fornaci, nel caldo rovente dell' oro fuso per creare i lingotti. Ci volevano cinque Nani per ricomporre perfettamente la pietra d' oro, e davano colpi di martello all' oggetto, uno alla volta stando in cerchio ad esso in modo successivo: << L' abilità dei Nani era ineguagliata. Forgiavano oggetti di grande bellezza: dai diamanti, smeraldi, rubini e zaffiri scavavano sempre più in fondo, giù nell' oscurità >> proseguiva Kerochan, al momento in cui un Nano sollevò in alto la pietra d' oro plasmata e attendeva che due pesanti martelli la schiacciassero ai lati che sporgevano. Anche nei giorni seguenti, quindi, i Nani minatori non si fermavano di produrre sempre più ricchezze per mantenere in piedi il loro regno e i rapporti con la gente di Dale. Tra quei milioni di Nani all' opera nello scavare, uno di loro diede uno dei suoi soliti colpi di martello e scalpello nella roccia, trovando un materiale del tutto diverso dall' oro, di un argento brillante: << E fu lì che lo trovarono >> l' oggetto di rara luce argentea, sprizzava dalla roccia dei lievi fumi di lucentezza. Quella luce divina illuminò il volto sporco del Nano minatore, che rimase incantato dalla bella pietra che stava per tirare fuori. Cercò di riconoscere l' oggetto la cui luce si faceva sempre più immensa verso di sé, fino ad attirare l' attenzione di altri Nani nei paraggi. Poi scostò un altro pezzo di pietra, individuando la pietra argentea, che aveva piccole dimensioni: << Il Cuore della Montagna! L' Archengemma >> disse il peluche manovrando quasi a fatica la piuma, e asciugandosi la fronte gialla dal sudore. La piccola pietra, chiamata Archengemma, emetteva dei colori come quelli dell' arcobaleno che veniva visualizzato all' orizzonte dopo una giornata di pioggia. Questa pietra venne poi portata per ordine del Re, sulla sommità del suo trono, incastonata nel saldo materiale: << Thror lo chiamò “il Gioiello del Re”. Lo prese come un segno. Il segno che il suo diritto a regnare era divino >> Thror adesso sedeva sul suo trono, dove sopra a pochi metri dalla sua testa c' era l' Archengemma. Alla sua destra stava suo nipote con un altro Nano che reggeva un piccolo baule, mentre alla sua sinistra c' era il figlio del Re Nanico. Alcune guardie era intorno al trono. Kerochan riprese la piuma in mano per introdurre un altro personaggio: << Tutti gli avrebbero reso omaggio. Perfino il grande Re degli Elfi, Thranduil >> cinque Elfi si presentavano ora al cospetto di Thror. Quello centrale era il re delle creature elfiche, chiamato appunto Thranduil. Questo aveva una corona fatta di rami dei boschi sulla testa. I suoi capelli erano lunghi e biondi. Il suo sguardo sembrava fosse freddo, come il colore dei suoi occhi azzurri, quasi a simboleggiare l' avvento dell' inverno. La sua pelle era a tratti pallida, dando un' espressione altezzosa alla sua faccia.

I suoi abiti erano argentati di un lieve celeste. Thranduil si fermò ai piedi della gradinata del trono, salutando Thror con un cenno della testa e rivolgendogli un lieve sorriso. Thror rispose al saluto facendo lo stesso gesto di Thranduil. Il Nano con il baule fu davanti al Re elfico, che gli aprì il piccolo baule ai suoi occhi, mostrando i piccoli sassolini bianchi e luminescenti che teneva custoditi nella scatola. Thranduil fece per avvicinarsi alle piccole gemme, scrutando con delle occhiate gli occhi di Thror, per cercare il suo permesso per raggiungere il baule aperto: << Mentre la ricchezza dei Nani cresceva, la loro riserva di buona volontà si affievoliva >> l' Elfo fu dinanzi alle gemme bianche, che ora alla sua vicinanza emettevano onde di assoluto splendore. Thranduil rimase immobile e ipnotizzato da quelle gemme che gli offuscavano quasi la vista, spalancando la bocca dallo stupore: << Nessuno sa esattamente cosa provocò lo screzio >> continuò Kerochan. L' Elfo fece per tendere la sua mano per prendere le gemme, intuendo che fosse un dono che lo stesso Thror volesse offrire agli Elfi. La saliva sembrava colare dalla bocca di Thranduil, ma con un presentimento di avvertimento dello sguardo fermo di Thror, il Nano che reggeva il baule richiuse lo stesso per poco che Thranduil non ci lasciò le dita. Fu come se all' Elfo gli avessero mollato una portata in faccia, e fu subito oscurato della vista divina delle gemme splendenti. Thranduil sgranò gli occhi dall' incredulità e dalla sensazione che un Nano lo avesse preso in giro. Perfino il nipote di Thror rimase incredulo al gesto che il Re Nanico indirizzò al suo servo, e si voltò con la faccia che chiedeva spiegazioni al nonno. Tutti gli altri Nani accettarono e sembrarono comprendessero l' azione del loro Re: << Per gli Elfi i Nani avevano rubato loro il tesoro. I Nani raccontano un' altra storia: sostengono che il Re degli Elfi si rifiutò di dar loro la giusta paga >> Thror aprì di poco la sua bocca, finora nascosta dalla folta barba grigia per sentenziare un divieto alle intenzioni di Thranduil che ora risollevò lo sguardo verso il Nano che si era preso gioco di lui, mostrandogli un' occhiataccia. L' Elfo sorrise, o almeno cercò di sorridere in modo forzato alla bella faccia di Thror, capendo che il suo onore era stato oltraggiato da un infimo Nano. L' Elfo voltò le spalle ai Nani, indirizzandosi verso l' uscita, quieto e pieno di rancore alle creature che credeva potessero avere un qualche legame con loro: << E' triste, Sakura, come le vecchie alleanze si possono spezzare. Come le amicizie tra i popoli possono andare perdute. E per cosa? >> si chiese il piccolo Guardiano in un momento di sua riflessione al conflitto che c' era tra Nani ed Elfi in una parte della Terra di Mezzo. Il nipote del Re stava sempre vigile sulle intenzioni dell' Elfo che voltò loro le spalle, non augurandosi certo il meglio che il Re Elfico dava alla loro razza in quegli istanti.

Kerochan emise una lieve risata a quell' innocente e insignificativo litigio, quale poteva essere, che c' era e ancora c'è tra Thranduil e i Nani. Il peluche imbagnò di nuovo la piuma d' oca nel contenitore per il proseguo della storia che, per sfortuna di sua conoscienza, stava prendendo una brutta piega. Le ombre della notte cominciarono a scivolare nelle mura esterne della fortezza dei Nani, oscurando il sole che illuminava il regno di Erebor con tutta la natura che lo circondava: << Lentamente i giorni si inasprirono, e le notti vigili si susseguirono >> il buio della notte era calato subito sulle mura di Erebor con tanta calamità, quasi a presagire un qualcosa di catastrofico. All' interno della roccaforte, la profondità della montagna ora brillava immensamente di ingenti quantità e cumuli d' oro di ogni tipo, dalle pietre ai gioielli, e ai lingotti ricavati nella dura roccia delle gallerie. Il Re dei Nani passò sempre più spesso le notti lì, passeggiando tra il suo oro che cresceva giorno dopo giorno e che vedeva quasi come un figlio. Il rumore di ogni singola moneta dorata ormai era un dolce suono per Thror che non distaccava i suoi occhi neanche per un istante dalle montagne d' oro che trovava nei suoi paraggi: << L' amore di Thror per l' oro era divenuto spietato >> raccontò Kerochan cupo. Dall' alto di quella sala, c' era il nipote di Thror che guardava amaramente il nonno che si stava sempre più lasciando andare alla pazzia di volere sempre di più l' oro: << Una malattia si era sviluppata dentro di lui. Era una malattia della mente. E dove prospera la malattia, seguono brutte cose >> il nipote indietreggiò sempre di più nell' ombra, non rivolgendo più il suo sguardo al nonno impazzito e che si rotolava quasi nell' oro. Il giorno successivo, la mattina, non fu certo delle migliori come temeva il nipote. Là, nella città di Dale, degli aquiloni svolazzavano nel cielo tenuti da dei bambini che in uno dei soliti giorni di felice giornata trascorrevano il tempo libero all' aperto. Un aquilone a forma di drago sembrò presagire l' arrivo di una mostruosa creatura: << Dapprima udirono un rumore come d' uragano provenire da Nord >> i piccoli fanciulli tentavano di tenere strette le funi dei loro aquiloni, evitando che il vento forte li portasse via. Di seguito le nuvole grigie che sovrastavano Erebor, mollarono una forte ventata sugli alberi che erano cresciuti nel regno dei Nani, facendo fare agli arbusti una specie di ola al passaggio dell' impeto d' aria: << I pini sulla montagna scricchiolavano e si schiantavano nel caldo vento secco >> delle bandiere azzurre che erano situate nei mattoni della trincea della fortezza dei Nani all' esterno, sventolavano violentemente al vento che soffiava verso di esse. Un Nano dalla barba grigia e rivestito interamente di un pesante cappotto arancione, seguito da altre guardie, si rigettarono nel balcone per vedere quello che accadeva fuori. All' interno della roccaforte, tutti i Nani guerrieri si muovevano alle loro postazioni per accorrere anche loro alla calamità che la natura sembrava volesse far cadere la città dei Nani. Il nipote di Thror con il solito abito blu e mantello nero, accorse a spada sguainata con altre due guardie dietro, verso il balcone principale, raggiungendo il Nano dal cappotto arancione e dare ordini a questo: << Balin, suona l' allarme >> disse il giovane nipote al suo compagno Balin, notando le bandiere che si muovevano scompostamente. Gli passò oltre, e i due si dovettero abbassare alla rottura di un pezzo di bandiera nella loro direzione: << Chima la guardia! Fallo subito! >> ripetè il nipote a Balin che chiese confuso: << Cosa c'è? >> << Il Drago >> rispose corto il nipote.

Quest' ultimo indietreggiò verso la trincea alle sue spalle, osservando il cielo e notando una figura in volo. Poi lo stesso giovane Nano dalla barba nera viva, si affacciò di sotto alla trincea, avvertendo la sua gente del pericolo imminente: << Il Drago! >> urlò egli, facendo voltare i Nani che erano all' interno della fortezza e che ora scappavano all' avvertimento del nipote del Re. Il ruggito del Drago si sentì. Balin si voltò verso il giardino che il regno di Erebor offriva, vedendo all' altezza dei suoi occhi degli alberi sradicati che bruciavano e che volavano in aria. Kerochan raccontò amaramente l' arrivo della creatura: << Era uno sputafuoco dal Nord >> il Nano Balin restò come immobilizzato al calore che lo stava per raggiungere nella trincea in cui era. Una cascata di fuoco che proveniva dal Drago non ancora bene avvistato, ora investiva il balcone. Alcuni Nani che erano lì, furono subito bruciati dalle fiamme del Drago in arrivo. Il nipote del Re fece in tempo ad afferrare Balin e a portarselo al sicuro, rifugiandosi e proteggendosi in una colonna di dietro entrambi, ed evitando per un soffio la fiammata del Drago. Ai lati, i due potevano sentire le fiamme del Drago che facevano calore al materiale della colonna che sosteneva un balcone superiore a loro: << Smaug era arrivato >> annunciò il piccolo peluche. La fiamma del Drago si spostò verso gli aquiloni che svolazzavano nella città di Dale, incenerendoli all' istante. Il Drago Smaug ora si era spostato nella città degli Uomini, prendendosela con gli abitanti. Le guardie di Dale avevano pesanti mantelli arancioni e avevano degli elmi che sembravano dei coperchi a punta. Queste scapparono insieme ad altri cittadini, avvistando in volo il Drago Samug. Alcuni bambini rimasero a bocca aperta alla vista del terribile Drago. Due guardie che erano su una torretta per suonare la campana d' allarme, vennero raggiunti dalla palla di fuoco di Smaug che disintegrò la sommità della torretta. I detriti della torre volarono verso le strade sottostanti, facendo agitare ancora di più gli abitanti in fuga come videro la velocità del Drago che sorvolava le loro teste pronto a colpire ancora: << Mettetevi al riparo! >> << Moriremo tutti! >> le urla dei cittadini si sentirono preoccupate nei viali. I genitori presero i loro figli dalla giostra del centro della città, mettendosi a scappare insieme a loro, mentre Smaug sfrecciava minacciosamente nel cielo. Le guardie arrivarono ad un punto di raccolta, una specie di dimora aperta dove suonavano ognuna il corno d' allarme della città. La cascata infuocata arrivò a colpire un' altra dimora, facendo sprizzare in mille pezzi i mattoni che la componevano, seguiti da un' esplosione di fumo e fiamme. I cittadini si trovarono in difficoltà nella fuga, trovandosi a evitare altre persone con in più i pezzi delle case abbattute che finivano tra di loro. Le guardie nella fuga si fermarono, armate di archi e frecce per colpire la bestia alata, ma l' onda di fuoco li investì subito, bruciandoli sul posto, senza avere l' occasione di scappare. Una trave in legno infuocata cadde sul corpo di una guardia, schiacciandola e lasciandola lì mentre altre guardie cercavano di aiutare nella fuga altri abitanti, saltando tra le fiamme che c' erano tra i detriti sparsi per le stradine.

Alcune persone erano sull' uscio dell' ingresso principale della città per riversarsi all' esterno, ma in quell' occasione la fiammata del Drago vibrò verso l' entrata, uccidendo le persone che si trovavano nel suo tiro, e bloccando la via d' uscita alla città. La fiamma dell' ingresso si propagò come una palla di fuoco per altre vie della città. Smaug svolazzava a tutta velocità, mettendo in suspense i cittadini che cercavano di seguirlo con lo sguardo. Cittadini e guardie ora erano in trappola, in balìa dell' attacco del Drago, urlando e deponendo a terra i loro archi. Pezzi di trave cadevano inesorabili sulle teste dei passanti in fuga, che morivano prima del previsto, mentre altri si rotolavano a terra nella speranza che le fiamme che gli consumavano la carne si spegnessero: << Tanta morte gratuita fu inflitta quel giorno >> disse il Guardiano. Un uomo indossante l' armatura delle guardie della città, si posizionò in una torretta, per caricare la sua balestra di lunghe frecce appuntite che trovava lì vicino, per cercare di abbattere il Drago che era intento a distruggere le case più rialzate. La prima freccia venne scoccata dalla grande balestra, per opera di quell' uomo. Ma la freccia lunga e nera sbattè sulla pelle del drago che sembrava dura al contatto: << Pechè questa città degli Uomini non era nulla per Smaug. I suoi occhi miravano ad un altro premio >> il Drago seppur ammacato di poco nella pelle, continuò la sua opera di distruzione, finendo lentamente i cittadini di Dale nei vortici di fuoco che lanciava. Tra quel caos, una bambina si teneva stretta ad una lancia, osservando la sua bambola di pezza che prendeva fuoco, poco prima di essere annientata in modo definitivo dal Drago. Sistemata la città, il Drago si indirizzò alla volta del suo premio verso Erebor. Il nipote di Thror raccolse tutti i Nani guerrieri, sapendo l' obiettivo di Smaug qual era. Riscese dal bastione, verso le porte dell' ingresso al regno. Egli brandiva la sua spada nanica ed era affiancato da suo padre che brandiva un pesante martello. Le grosse ante serrate e sbaragliate di Erebor tremavano alle fiamme del Drago che cercava di buttarle giù. Delle fiammelle fuoriuscivano da degli spazi delle ante, segno che Smaug era proprio dietro il portone. I Nani si fermarono dinanzi alle porte, notando che non avevano più via d' uscita: << Perchè i Draghi bramano l' oro con oscuro e feroce desiderio >> intanto Thror saputodell' attacco del Drago, si affrettò a raggiungere il suo trono. Allungò la mano verso l' Archengemma, che fece cadere tra le sue mani tastando una specie di pulsante che la manteneva attaccata alla roccia. Il Re dei Nani quindi si strinse a sé la pietra, mantenendola coperta dalle grinfie di Smaug che ruggiva minacciosamente alle porte. Queste si disintegrarono in mille pezzi: << Compatti! >> ordinò il nipote del Re in lingua nanica ai ranghi di Nani che aveva dietro. Ma niente potè fermare la furia del Drago. Una zampa disintegrò un pezzo dell' ingresso in roccia, facendo subentrare Smaug con la sua fiammata che disintegrò l' intera struttura dell' ingresso, creando un varco per il suo passaggio. Tutti vennero inondati in faccia dal calore delle fiamme, poi videro i detriti di rocce che schizzavano sui poveri Nani indifesi e che venivano investiti dal fuoco del Drago. Sopra le teste dei Nani alla porta, c' era il dorso di Smaug, e questo scansava con un colpo di una delle sue zampe i piccoli Nani che lo intralciavano. Questi volarono per molti metri più avanti, sbattendo sulle pareti della fortezza.

Il nipote del Re Nanico e suo padre scamparono alle zampe del Drago, che li mancò di un soffio dallo schiacciarli. Non poterono fare altro che guardare impotenti la strage che si stava compiendo nella loro città. I Nani che sopravvivevano non ci pensavano due volte a scappare dal regno, lasciando che il Drago si addentrasse verso l' oro che cercava. I Nani più avanti, invece, venivano schiacciati dalle zampe del Drago, che era molto lungo. La sua testa era arrivata a metà della roccaforte, e tirò in dentro la sua coda rossa. Thror scappava verso la sua sala dell' oro con l' Archengemma tenuta sempre in mano. Ma questi si fermò quando vide la testa del Drago che spuntò tra i cumuli d' oro che erano deposti lì. Il vecchio nano cadde in avanti dall' improvvisa apparizione del Drago ai suoi occhi, che lo aveva anticipato nella fuga. Nella caduta, Thror perse la pietra Archengemma, e la vide rotolare verso la marea d' oro che il Drago aveva creato: << No! >> esclamò disperato il Re Nanico alla perdita del suo prezioso gioiello che scompariva tra le onde dorate. Questi volle andare a recuperarlo, ma giunse in tempo il nipote che lo afferrò da dietro per fermarlo e per evitare che finisse tra il fuoco del Drago. In seguito, Thror sempre tenuto dal nipote, decise di seguirlo verso l' uscita mentre egli puntava la sua spada verso il Drago: << Avanti! >> esclamò il nipote, uscendo dalla stanza a cui prendeva possesso Smaug. I due Nani furono fuori dal loro regno in fiamme, insieme a tutta la loro gente sopravvissuta che abbandonava la loro casa ormai perduta: << Erebor era persa. Perchè un Drao sorveglierà il suo bottino fin quando avrà vita >> le donne dei Nani e i loro mariti, con alcune guardie, correvano verso le distese delle colline che si presentavano più in là con il fumo del fuoco che fuoriusciva dalla grande porta. Thror scappò con tutta la sua gente, accorto di tutto il suo oro, e divenuto un sovrano povero. Il nipote di questo, aiutava il padre ferito alla porta per allontanarsi dalle fiamme che ancora erano vive intorno. Da una collina alla destra del regno di Erebor, arrivarono l' esercito di Elfi, armati per la guerra con armature dorate e archi. Questi restarono fermi sul bordo della collina per ordine della mano alzata del loro Re Thranduil, a cavallo di un alce, per osservare i Nani in fuga. I piccoli esseri videro gli Elfi che rimanevano là in cima ad osservarli scappare: << Mettetevi in salvo! Presto! Aiutateci! >> urlava il nipote del Re, sbracciandosi verso gli Elfi per supplicarli di giungere in loro aiuto. Ma bastò pochi secondi dello sguardo di Thranduil immobile, per capire che questi non aveva intenzione di aiutare i Nani. Il nipote Nano si sentì deluso dal capriccio del Re Elfico che stava ad osservarli con altezzosità, ribadendo con i suoi occhi freddi che non avrebbero mai dovuto prendersi gioco di un nobile Elfo come lui. Thranduil chinò la testa da un lato, quasi stesse provocando il nipote di Thror, e fece per voltarsi con il suo esercito, non intervenendo nell' aiuto dei Nani in difficoltà: << Thranduil non avrebbe rischiato la vita dei suoi contro l' ira del Drago. Nessun aiuto venne dagli Elfi quel giorno. Né nei giorni che seguirono >> disse Kerochan.

Il nipote di Thror emise un' espressione accigliata al momento in cui gli Elfi mostrarono le spalle a lui, e scomparvero dietro alla collina cui erano venuti. Il popolo dei Nani vagò così nel deserto che si presentava a loro, tra pozze d' acqua sparse di qua e di là, e con pochi cavalli e provviste a disposizione. Si ritrovarono così a dover sopravvivere da soli alla dura legge della natura che li attendeva: << Derubati della loro patria i Nani di Erebor vagarono per le Terre selvagge. Popolo una volta potente, ormai decaduto >> il nipote del Re Thror guidò lui stesso il suo popolo attraverso quelle lande pericolose. Con in spalla solo un sacchetto per il pranzo, raggiunse una roccia, scrutando l' orizzonte quando fu sopra di essa e incitava a pugni alzati la sua gente, indirizzando la strada da percorrere: << Il giovane principe Nano lavorò come meglio poteva, faticando nei villaggi degli Uomini. Ma sempre ricordava il fumo della Montagna sotto la luna, gli alberi accesi, torce di luce. Perchè aveva visto le fiamme del Drago nel cielo e una città ridotta in cenere >> le sere che passava a dormire, il Nano ripensava guardando alla luna piena, agli alberi spogli e in fiamme che il Drago diede loro fuoco, svolazzando tra le alte colonne di fumo che si alzavano per nascondersi tra di esse e per passare inosservati quando lanciava un suo attacco. Il Nano, con la sua gente, si fermarono in una delle tante città degli Uomini per battere il ferro caldo delle loro armi: << E non perdonò mai. E non dimenticò mai >> il battere del martello del Nano si faceva sempre più forte alla rabbia che nessun Elfo fosse intervenuto in suo aiuto durante l' attacco di fuoco del Drago sulla sua città. Digrignò i denti, sprigionando odio per Thranduil, divenuto un acerrimo nemico adesso per il popolo dei Nani. L' atmosfera era serena da un' altra parte. Una delle tante sere festose che si svolgevano in una delle tante città del mondo, era decorata di fuochi d' artificio che esplodevano nel cielo notturno. Balli e canzoni erano in atto nel luogo dove si festeggiava. Un giovane uomo si esibiva nel far esplodere i suoi fuochi d' artificio alla gente e ai bambini della festa che rimanevano stupiti della meraviglia dei fuochi: << Molto lontano, in un altro angolo del mondo, i Draghi erano solo immaginari. Un gioco di prestigio degli intrattenitori la vigilia di mezza estate. Non più spaventoso della polvere fatata >> cambiò tono il narratore Kerochan.

Quell' intrattenitore alla festa scoppiettava dal suo carro i fuochi d' artificio che lui stesso portò alla festa che si svolgeva in una piazza della città. Le persone ballavano in coppia a ritmo delle canzoni che venivano fatte sentire a loro, e a breve ingaggiarono un trenino simpatico con altra gente presente. L' uomo che intratteneva il pubblico con i suoi fuochi d' artificio, venne interrotto da dei leggeri colpi di una piccola spada di plastica alla schiena per mano di una piccola bambina dagli occhi verdi e dai capelli biondi. Si mise a giocare con lei, mimando con le sue mani dei mostri che la piccola bambina doveva abbattere per gioco. Una donna corse per richiamare la bambina che disturbava lo spettacolo dell' uomo: << Sakura! >> era Nadeshiko, ancora nel fiore degli anni, con la sua figlioletta Sakura che aveva appena compiuto 3 anni: << E' qui, mia cara Sakura, che io feci la tua conoscenza per mano di tuo nonno Masaki >> Kerochan nel raccontare, disse che conobbe Sakura quando aveva solo 3 anni. Il piccolo peluche era seduto sopra un albero, e aveva appena riaccompagnato la mattina di quel giorno, Masaki alla sua avventura finita. Erano a Tomoeda. La giovane e bella Nadeshiko rise agli occhi della sua bambina che giocherellava con suo nonno che anche lui un tempo faceva esplodere i fuochi d' artificio: << Fu l' inizio di un improbabile e possibile amicizia futura con te, Sakura, che è destinata a durare per tutta la mia vita >> il piccolo Guardiano sorrise al ricordo della sua amica quando finalmente dall' oblò della sua nave fuoriuscirono i raggi del sole. Imbevette la penna d' oca nell' inchiostro, ricontinuando a scrivere: << Adesso sono diretto con l' ultima nave verso un posto chiamato Tomoeda. Eh, sì. Ho avuto il permesso di Re Elrond di tornare a farti visita. Sono curioso di sapere che faccia farete nel rivedermi! Eh, eh, eh! >> e così Kerochan richiuse il libro, attendendo che la sua imbarcazione attraccasse ai Porti di Gran Burrone per poi entrare di nuovo a Tomoeda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti, e bentornati a tutti quelli che hanno seguito le vicende della piccola Sakura fino ad ora, e per chi non l' avesse fatto se vuole può leggersi le tre storie precedenti sulla trilogia del Signore degli Anelli che ho voluto mettere come prequel alla trilogia dello Hobbit, le vicende su cui si incentreranno le avventure della coraggiosa cattura carte adesso (anzi, forse piccola è un termine troppo esagerato per lei in questa storia...). Premetto già che questa fanfiction avrà dei lenti aggiornamenti a causa del mio studio nelle materie. Spero che l' introduzione vi piaccia, e al prossimo capitolo!!!

 

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Capitolo 2
*** Episodio 222: La riunione del gruppo ***


Nella tranquilla città di Tomoeda, la vita si svolgeva nel lento trascorrere del sorgere del sole. Già i primi abitanti si svegliarono, scendendo dal proprio letto per preparare la colazione per i loro figlioletti. In una grande villa, il cui paesaggio sembrava del tutto distaccarsi dalla periferia, una donna dai capelli a caschetto rossi con addosso il suo abito da lavoro, richiamava sua figlia per avvertirla della colazione pronta: << Tomoyo, vieni! La colazione è pronta! >> << Arrivo, mamma! >> rispose la ragazzina a Sonomi, scendendo le scale di fretta mentre si infilava l' indumento scolastico. Le prime luci dell' alba stavano sempre più illuminando gradualmente la terrazza a piano terra. Qui la cameriera portò sul tavolo che c' era il vassoio con il latte caldo e i biscotti: << Grazie >> disse gentilmente la ragazzina alla sua cameriera che fece un inchino di cortesia alla fanciulla già pronta per andare a scuola, non appena finiva di mangiare. Tomoyo cominciò quindi ad inzuppare i dolci biscotti nel latte, gustandoseli mentre osservava il sole che faceva fatica a spuntare da dietro le nubi scure che quella mattina sovrastavano la villa della ragazzina. Rimase un po' di tempo lì da sola in quel quadro che quel magico momento le stava dando, ammaliata dal cielo a tratti coperto dalle nuvole che da dietro di esse fuoriusciva un po' il rossore della cortina mattutina immersa nella fase dell' alba. Al tavolo si sedette anche Sonomi, e prese una tazza di thè per versarsi il liquido sopra la schiuma che faceva il suo latte. Poi osservò la figlia che stava silenziosamente guardando l' orizzonte. La madre di Tomoyo sorrise alla figlia mentre sorseggiava il latte caldo; poi le disse: << Allora, come và il mio piccolo angioletto oggi? >> Tomoyo si distaccò dall' osservare l' alba, interrotta dalla voce della mamma: << Eh? Cosa, mamma? >> << Mh. A che pensi? E' da un paio di giorni che c' hai quella faccia >> chiese Sonomi. Tomoyo si limitò a rispondere brevemente, abbassando la testa: << Niente >> e il tono quasi triste che diede nel rispondere attirò ancora più curiosità a Sonomi.

Quest' ultima assunse la figura di uno psicologo nei confronti di sua figlia che si buttò subito giù di morale: << Tomoyo... Non riesci a prendere sonno la notte, vero? >> le chiese la mamma accarezzandole la testa: << No, non è per quello. Ormai mi sono adattata a casa. E' solo che... >> << Cosa? Dimmi >> insistette Sonomi: << Ah! Ho capito: è riguardo all' età >> aggiunse di nuovo la donna: << Cosa? >> << Sì. E' naturale, adesso che hai 16 anni, il tuo comportamento sta maturando sempre più >> ma Tomoyo bloccò di nuovo sua madre: << No. Non è neanche questo che mi impensierisce. Vedi, è riguardo a Sakura >> disse la ragazzina da molto tempo amica del cuore della cattura carte: << Dopo quello che le è successo alla conclusione del nostro viaggio, trovo più cambiata lei che io >> spiegò buttando giù ciò che la teneva dalla mattina presto in quello stato: << Vedi, mamma, penso che le cose che le sono successe tutte in una volta, la stiano ributtando nel passato. E temo che tra me e lei sia sempre più vicina una sorte di separazione >> Sonomi senza rispondere subito afferrò la testa della figlia e la strinse a sé in un caldo abbraccio, poggiando il suo mento sopra alla fronte di Tomoyo. Le due femmine si sorrisero l' una con la faccia dell' altra che non si scambiavano ancora occhiate. Si staccarono dal dolce abbraccio, e Sonomi si alzò dalla sedia inginocchiandosi verso Tomoyo, tenendola dalle spalle: << Tomoyo. Da quando siete partiti, io non ho fatto altro che preoccuparmi di dove diavolo eri finita tu. Questo te lo ricordi benissimo? >> << Sì, mamma. Il momento in cui sono rientrata a casa ti vidi con la faccia piena di lacrime >> rispose Tomoyo: << Anch' io ho ancora alla mente quell' episodio, purtroppo. Ma poi mi sono resa conto che con te c' era anche Sakura, e ciò non mi ha destato neanche di una minima preoccupazione in fondo. Quella ragazza ha un grande cuore con tutti, e pensando a questo io non credo che sia cambiata >> Tomoyo alle parole sagge di Sonomi si tirò su di morale: << Già! Hai ragione, mamma. Sakura non è ancora cambiata >> << Sì, infatti. Sei tu che cominci a guardarla con occhi diversi >> aggiunse la madre sorridente: << Ma in questo modo ritorniamo al discorso di prima, cioè che i nostri caratteri differenti ci porteranno ad una divisione >> Sonomi tirò su il mento della figlia, vedendola maturata di più nei suoi discorsi: << Questo non succederà mai, finchè entrambe conteranno sulla fiducia reciproca >> quindi, dato quest' ultimo buon consiglio alla figlia, Sonomi potè stare sicura che Tomoyo potè andare a scuola serena. Controllò l' orologio da polso, accorgendosi dell' ora che si era fatta: << Oh! A quanto pare ci siamo prolungate troppo nelle chiacchiere. Dovrò accompagnarti a scuola, per oggi >> disse Sonomi. Nel tragitto che lei doveva percorrere verso la scuola, Tomoyo osservava dal finestrino dei sedili di dietro i fiori di ciliegio che erano spuntati tra gli alberi che vedeva nelle stradine: << Mi è sempre piaciuta la primavera. E a te, Tomoyo? >> chiese ancora la mamma guardando dallo specchietto retrovisore la figlia incantata dall' ambiente di fuori: << Sì >> la ragazzina osservò con lo sguardo una casa sopra ad una collina della città, riconoscendo la casa del nonno di Sakura, ancora lì in piedi. Sonomi si accorse che alla vista di quella dimora, la figlia avrebbe continuato a pensare.

La donna ripensò anche lei a Masaki, essendo anche lei sua nipote, e partito per i territori elfici quando lo venne a sapere direttamente da Fujitaka. Ruppe ancora il ghiaccio di quel silenzio: << La casa del nonno rimane sempre la più bella, vero? Mi sembra solo ieri che giocavo con lui quando ero ancora una bambina >> Tomoyo non smise un attimo di guardare quella casetta, per lei segno dell' inizio delle disavventure di Sakura: << Sakura mi ha detto una volta che lei e suo padre si stanno occupando di mantenerla ancora in piedla struttura >> disse la ragazzina: << Hai detto bene, “una volta” >> aggiunse la donna dai capelli rossi continuando a guidare: << Perchè? >> << Quella casa ormai è di proprietà dei Wei Wang. I pretendenti e contendenti dell' asta della casa del nonno >> Tomoyo ebbe un pizzico di malessere a questo fatto: << E quindi si sono presi tutto? >> domandò preoccupata la ragazza: << Sì. Ho sempre saputo che quei Wei Wang hanno sempre avuto il sostegno dell' alta borghesia popolare nei loro affari. Più che altro, sono sempre più convinta che abbiano preso quella dimora per accapparrarsi l' argenteria che il nonno custodiva. Che vecchie cornacchie che sono! >> esclamò Sonomi frenando di botto nella strada. Tomoyo si tenne alla cintura che teneva allacciata intorno a sé, per poco che non sbatteva sullo schienale del sedile di davanti: << Mamma non è il caso di fare frenate azzardate >> la riprese la figlia. La mamma si voltò con un sorriso innocente verso Tomoyo, dicendole: << Sei arrivata a scuola, cara >> e la ragazzina rimase per un po' confusa dal rapido cambiamento di carattere di Sonomi, accennando ad una risata forzata a lei: << Allora ci vediamo a pranzo. Ciao, mamma >> Sonomi salutò la figlia dopo averla fatta scendere dalla macchina, ripartendo a tutta velocità a lavoro. In un altro viale adiacente alla scuola una bici percorreva la discesa a tutta velocità: << Forza, Meiling, dobbiamo sbrigarci se vogliamo arrivare in orario! >> Li era sul sedile della bici che sbraitava a più non posso verso la cugina che rimase indietro a pedalare: << Aspetta, Li! Tanto la scuola è qui all' angolo, non c'è bisogno di correre! Anf! Aspetta! >> gli rispose la cinesina barcollando dai pedali a poco a poco. Li fece per voltarsi per dare altre occhiate alla cugina lasciata indietro, ma come si rivoltò in avanti vide la strada che si apriva verso un' altra strada ancora più grande dove per fortuna non transitavano macchine. Il cinesino con tanti riflessi riuscì a sterzare alla fine della discesa e a svoltare l' angolo della strada, finendo per sgommare come un centauro nei parcheggi delle bici della scuola. Poco distante da questi c' era Tomoyo che si stava incamminando verso l' ingresso, ma che si fermò al forte rumore stridulo della gomma della ruota della bici. Si voltò e vide Li, ansimante come le volte in cui lui e la cugina erano sempre in ritardo: << Questa volta siamo arrivati in anticipo! >> esclamò il cinesino notato da Tomoyo che aggiunse, avvicinandosi a lui: << Di un minuto, complimenti! Ora dobbiamo sbrigarci ad entrare prima che arrivi la professoressa. Anch' io ho avuto il vostro stesso orario >> Li posizionò accuratamente la bici ad un palo, incatenandola con il lucchetto che si era portato a presso.

Fece in tempo a rialzarsi in piedi e a stare al fianco di Tomoyo, prima che questa facesse una delle sue domande: << A proposito, dov'è Meiling? >> un colpo concatenato di pedali si sentì da appena dietro Li e Tomoyo, seguito da un urlo che si spegneva: << Aaaaaaaahhhh!! >> i due ragazzini si voltarono e videro tutte le biciclette parcheggiate, ora distrutte e fracassate tra di loro con in mezzo una persona di loro conoscenza. Meiling. La cinesina buffamente si schiantò d' impatto sul parcheggio delle bici, finendo per abbatterle tutte con la violenza che la sua caduta diede. Meiling fece una smorfia di dolore mista a imbarazzo alla faccia che il cugino Li le fece: << Meiling! Guarda che cosa hai combinato! >> sbraitò come da rimprovero il cinesino alla cugina che cercò subito di giustificarsi: << Mi dispiace. Credo che i freni abbiano qualche piccolo problemino. O anzi, avevano >> << Se ti scoprono, farai passare brutti guai a tutti noi! >> continuò Li adirato: << Potete litigare più tardi, adesso dobbiamo affrettarci se non vogliamo prendere un' ammonizione >> si intromise Tomoyo distogliendo i due cugini da un loro solito litigio. I tre, lasciando le biciclette come erano finite, entrarono nella loro classe nella più totale indifferenza di quello che era successo. Tomoyo, Li e Meiling rotearono gli occhi verso Rika che li salutò: << Hey, ragazzi! Alla buon ora, finalmente >> << Ciao, Rika >> le disse Meiling avvicinandosi a lei con gli altri due del gruppo, salutando anche loro la loro vecchia compagna: << Ciao >> le disse Li: << Non c'è Yamazaki con Chiharu? >> le domandò Tomoyo: << No. Si sono presi un giorno di riposo i due piccioncini >> rispose Naoko al fianco di Rika nel banco, scherzando con i tre: << E avete visto Sakura voi? >> chiese ancora Tomoyo. Una faccia dispiaciuta si tinse nel volto di Rika, voltandosi nel posto vuoto dove siedeva Sakura in fondo: << Speravo venisse con voi >> rispose Rika, e il trio originale di Sakura emise un verso di delusione: << Oh, va bene. Forse rientrerà domani >> disse Tomoyo cercando di non dare peso a ciò, e si sedette nel proprio banco non appena entrò in aula Mizuki. La lezione della professoressa Mizuki volò in fretta, e alla ricreazione i ragazzini poterono consultarsi tra di loro riguardo all' assenza della loro amica Sakura: << Sta cominciando a mancare troppo spesso Sakura, in questi giorni >> avvertì Meiling ai due: << Sì, lo sappiamo. Ma non è colpa sua >> rispose Li a fianco alla cinesina: << Sentite, non possiamo costringerla a redimersi da questo suo stato d' improvviso. Ne ha passato durante quest' anno che è passato dalla fine del viaggio >> disse Tomoyo in difesa della sua amica assente: << Anche per fare delle passeggiate con me, adesso non è più disponibile >> << Ma dico, sei il suo ragazzo, un po' potevi anche tu spronarla a fare due passi >> << No, tu non capisci, Meiling >> ribattè Li in un breve battibecco con la cugina: << Scusate >> una quarta voce si sentì nel gruppo.

Alzarono la testa, trovando ancora la signorina Mizuki che li guardava con preoccupazione, anche lei in pensiero per Sakura: << Ci dica, signorina Mizuki >> disse Tomoyo per stare ad ascoltare la professoressa tanto amata da Sakura: << Sapete nulla riguardo a Sakura? >> << No, professoressa. Nei giorni scorsi non ci ha detto perchè continuava a mancare. Purtroppo, non lo sappiamo neanche noi >> rispose Tomoyo delusa e rammaricata: << Ho sentito che la casa del vecchio Masaki è stata presa in custodia dai Wei Wang, dico bene? >> chiese Mizuki al trio: << Sì, esatto >> le rispose il cinesino: << Tu li conosci, Li? >> gli chiese sempre la professoressa: << Sono i fratellastri più giovani del mio maggiordomo Wei. Una volta mi disse che il signor Masaki era in conflitto con i suoi fratelli per questioni di sfratto della sua stessa casa. Alla fine, questi hanno atteso la partenza di Masaki per appropriarsi dei beni materiali della dimora >> raccontò il cinesino: << Ma è terribile! >> commentò Meiling a questa faccenda, seguito da un sospiro di tristezza di Tomoyo anche lei a conoscenza della questione riguardo alla presa della casa del nonno di Sakura: << Capisco. Pare che se la sono presi con la forza >> disse Mizuki: << Ma più di questo, oltre alla partenza del nonno, pare che l' abbia molto segnata quella di Kerochan >> aggiunse Li: << Quindi è per questo che non sta più venendo >> concluse Mizuki: << Io credo di sì. Anzi, lo crediamo >> si corresse il cinesino: << Non temete. Non starà per sempre lontano da scuola la nostra Sakura >> disse con un sorriso la donna: << Se avrà bisogno, potrà contare su tutti noi. Io lo sento che Sakura ha necessità di chi le sta vicino >> quindi fece per andarsene dal banco, lasciando una nota di speranza al trio. Usciti da scuola, Li con Tomoyo e Meiling fecero la solita strada per rientrare alle loro case. I due cugini Li si ritrovarono anche loro a piedi, a causa dell' incidente di Meiling sulle loro bici: << Dovremo convincere Sakura a ritornare quella di prima >> propose Li, ma non trovò risposta da nessuna delle due amiche che aveva a fianco, diventate ancora di più pensierose. In quel momento al gruppetto si affiancarono due biciclette: << Heylà, come và? >> chiese una voce già conosciuta in passato. I tre si voltarono, vedendo Yuki con la solita espressione radiosa e Toy, il fratello di Sakura: << Salve, ragazzi! >> li salutò Tomoyo con allegria: << State rientrando alle vostre case, scommetto >> disse Toy scherzosamente sui tre: << Vi accompagneremo fino al viale, vi và? >> disse Yuki gentile come sempre, confermando la risposta da parte dei tre ragazzini. Poco prima che si mettessero in marcia, in parallelo a loro si parò una strana figura a quattro zampe. I cinque giovani che erano riuniti lì si voltarono al sentire di una voce anche questa familiare a loro: << E se vi accompagnamo in un' altra avventura ci state? >> Tomoyo e Meiling si ritrovarono come immobilizzate dallo stupore, mentre i tre maschi si limitarono ad un sospiro di pura sorpresa. Davanti a loro c' era una tigre dal pelo arancione, e portava un elmo regale in testa. Tomoyo si sentì le lacrime che le salivano in gola dall' emozione di rivedere il suo Kerochan che li fissava con un gran sorriso: << Come andiamo, ragazzi? >> disse la tigre.

<< Kerochan! Sei tornato! >> la ragazzina dagli occhi blu non si contenette più, correndo di fretta e con le lacrime agli occhi verso il felino alato. Lo abbracciò in una dolce presa, piangendo sulla sua pelle ingiallita e singhiozzando fortemente: << Hey, Tomoyo! Vedo che hai migliorato di più la tua stretta negli abbracci >> commentò Kerochan in tutta felicità mentre i ragazzi che osservavano la scena commovente tra la ragazzina e il Guardiano tornato fra loro sorridevano di gioia, con Meiling che accennava a far uscire una lieve lacrima dai suoi occhi rossi: << Oh, Kerochan! Mi sei mancato molto! >> diceva ancora Tomoyo. Il gruppo di nuovo riunito, proseguì la camminata con la tigre del tutto assente dal suo precedente colorito bianco di una volta: << Allora. Vedo che hai cominciato a sentire la nostra mancanza, a quanto pare >> << E già. Non potevo vivere lontano dal mio gruppo originale, amici miei >> rispose la tigre alla frase di Yuki che andava in bicicletta con il suo amico Toy: << Hey, Kerochan? >> fece per parlare Li con il suo tono di sempre: << Cosa c'è, cinesino? >> << Sbaglio, o hai cambiato colore della pelle? >> << Sì, e mi preferisco così, sapete >> rispose il Guardiano alato: << E come hai fatto a tornare quello di una volta? >> gli domandò Meiling incuriosita: << Per poter mantenere quell' aspetto incantevole che avevo, dovevo a tutti i costi rinunciare ad ogni mio potere per vivere in pace. Ma io dissi a Re Elrond che non avevo alcuna intenzione di gettare la spugna come Guardiano, a parte che è un mestiere al quale nessun essere fatato può togliere, ad eccezione del Signor Clow Reed >> spiegò Kerochan: << E quindi di conseguenza ti hanno dovuto ripristinare i poteri originali, giusto? >> << Esatto, cinesino. E così, di seguito, l' ultima nave attraccata a Valinor ebbe come compito di riportarmi indietro >> disse infine la tigre: << Ma il motivo per cui sei tornato era riguardo alla tua mancanza con Sakura? >> gli domandò ancora Toy dalla bici: << Non esattamente >> << Ecco. Lo sapevo che non ritornavi a mani vuote >> rispose Toy certo: << E allora c'è un altro motivo dietro? >> chiese Yuki: << Beh, io... >> << Hey, ascoltate, ragazzi: stasera organizziamo una rimpatriata con Sakura, che ne dite? >> propose Tomoyo euforica, interrompendo Kerochan: << A proposito, come mai non vedo la piccola peste nei paraggi? Dov'è finita? >> si domandò Kerochan: << Vedi, sono successe tante cose da quando sei partito, Kerochan >> fece per parlare Toy, attirando il silenzio degli altri: << Dopo che la casa del nonno è stata presa in custodia da altre persone, beh, Sakura si sentiva sempre più confusa. Ci dissero che la dimora che noi ripulivamo ogni giorno era mantenuta a malapena, e così la affidarono a persone più ricche di noi >> disse Toy: << Quindi, è da quando sono partito che Sakura ha cominciato a chiudersi sempre in sé stessa, giusto? >> domandò Kerochan preoccupato per quello che temeva di aver creato intorno a Sakura: << No, non è colpa tua >> lo incoraggiò Tomoyo: << E' un cambiamento temporaneo che il viaggio precedente le ha portato. A malapena viene a scuola da noi, e non la sentiamo più con il suo spirito di società di una volta >> aggiunse la ragazzina come se si stesse sfogando con uno psicologo: << E' evidente che sta male internamente >> notò la tigre alata.

<< Si, sta molto male >> confermò Toy. Kerochan cambiò subito umore per riferire il fatto per cui realmente è venuto a fare ritorno a Tomoeda: << Comunque, l' idea di ritrovarci tutti a casa di Sakura stasera, mi sembra un buon proposito per parlare dell' avventura da intraprendere >> << Un' altra avventura? >> domandò Yuki quasi stupito: << Certo >> << Ne parleremo stasera, Kerochan. Io e Yuki dobbiamo prepararci il pranzo per poi riuscire a studiare insieme >> disse Toy controllando l' ora nel suo orologio da polso: << Giusto! Si sta facendo tardi, a stasera allora, ragazzi >> disse infine Yuki salutando gli altri e pedalando con Toy verso la casa del primo ragazzo: << Ciao, ragazzi! >> li salutarono in coro i tre componenti del gruppo di Sakura. Kerochan ebbe così l' opportunità di anticipare qualcosa ai componenti rimasti riguardo al nuovo viaggio da fare: << Sentite, fare ritorno nella Terra di Mezzo per un' altra questione >> << Wow! E' fantastico! >> commentò Tomoyo entusiasta e ripensando alle avventure che trascorse in precedenza con la sua amica Meiling: << Nella Terra di Mezzo, hai detto? Ci sono altri problemi a riguardo? >> chiese Li seriamente: << No. Niente che non vada oltre le vostre aspettative, questa volta. Penso che la tua magia sarà più che utile in quest' impresa >> informò Kerochan al cinesino: << Quindi, sarà un gioco da ragazzi, e non come l' altra volta >> constatò Li: << Sì. Dei miei vecchi conoscenti da quelle parti hanno bisogno di aiuto nella lotta contro i loro avversari. Pare che nonostante la distruzione dell' Anello, le cose nelle loro terre non si siano rimesse a posto >> << Ci sono altre creature di cui dobbiamo fare la conoscenza? >> domandò Meiling: << Sono appartenenti ad una stessa razza già nota a voi, ma vi posso assicurare che sono grandi guerrieri e ci aiuteremo a vicenda pur di soddisfare il loro obiettivo >> aggiunse Kerochan: << Ma prima dovete darmi il vostro appoggio per questa missione >> << E sia! Io sono d' accordo >> esclamò Tomoyo più coraggiosa: << Non rubarmi la parte, però. E comunque anch' io sarò di nuovo al tuo fianco >> rispose scherzosamente Meiling: << Conta anche su di me >> rispose sicuro Li: << Bene. Non siete cambiati nell' impavidità, ragazzi! Adesso andrò a consultarmi con Sakura, sempre se mi accetterà >> si diceva fra sé e sé Kerochan: << Io dico che quando ti vedrà sarà più felice del solito, credimi >> disse la cinesina Meiling incoraggiando la tigre.

Questo emise un sorriso sereno alla vecchia amica ritrovata: << Vuoi che veniamo con te, nel caso in cui Sakura non fosse d' accordo? >> chiese Li: << No, lasciate che vada solo io. Noi ci rivedremo stasera, dunque >> avvertì infine la tigre prima di separarsi dal trio di una volta: << Ok, a stasera, Kero! E bentornato nel gruppo! >> gli disse Tomoyo indirizzandosi verso casa sua con Li e Meiling che rimanevano al suo fianco. La tigre si incamminò così verso la casa della sua più cara amica. Ora ripensava solo a rivederla, rimuginando nelle cose che mai le andavano a genio: << Sakura, so che non approvi mai coloro che decidono di rientrare nella tua vita d' improvviso. Non che io non lo stia facendo in questo momento. Ma vedi, ora mi pento quasi di averti lasciata privata di un amico con cui parlare nelle sere in cui dovevi rimanere a casa. Adesso, sto tornando da te e ti sorprenderò come non l' ho mai fatto nella nostra amicizia. E' da tanto che non ti accade qualcosa di inaspettato >> così Kerochan proseguì nei viali, con le persone che non circolavano a quell' ora di mezzogiorno. E' trascorso un anno dall' ultimo viaggio, e doveva assolutamente ridestare Sakura da quello che voleva assolutamente fare. Si immaginava l' espressione della cattura carte alla nuova notizia che le sarebbe giunta alle orecchie, mentre la stradina che percorreva si indirizzava nei molti isolati davanti ai suoi occhi dove più in fondo avrebbe riconosciuto la casa della cattura carte. 

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Capitolo 3
*** Episodio 223: Vecchi amici ***


Sakura era dentro in cucina e stava mescolando l' impasto per fare la torta che suo padre che si sarebbe preso il giorno dopo per partire per un altro periodo fuori continente. La ragazzina ci metteva tutta la sua energia per velocizzarsi in fretta nello sfornare il suo dolce. Il padre Fujitaka la chiamò da sopra le scale: << Sakura >> << Sì. Dimmi, papà? >> chiese Sakura mentre agitava con più foga il rullo nella pasta che si stava formando. Il padre la raggiunse in cucina, come sempre anche lui indaffarato nella sua sistemazione degli abiti da lavoro: << Ascolta, tesoro, dopo che metti l' impasto nel forno, potresti anche dare una spazzata all' erba? >> << Và bene, pà >> rispose con tono d' obbedienza Sakura: << Io tornerò presto stasera per prepararmi la valigia per l' indomani, ok? >> << Va bene >> rispose con le stesse parole Sakura. Fujitaka finì di sistemarsi la cravatta, riuscendo a osservare più attentamente la serietà della sua figlia intenta ad impastare. Non l' aveva mai vista così, capendo che avrebbe dovuto abituarsi più spesso alla serietà di Sakura, essendo entrata nella piena età di maturazione. Ora lei aveva 16 anni, e a Fujitaka gli sembrava solo ieri che la vide nascere dal grembo di Nadeshiko. Il padre sorrise continuando a osservare il viso di Sakura. Le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia: << Ci vediamo stasera >> ripetè lui come se la figlia non avesse sentito il saluto: << A stasera >> rispose Sakura distogliendo lo sguardo attento all' impasto e rivolgendolo con un sorriso al padre buono e premuroso che aveva. Fujitaka uscì dalla porta, portandosi dietro con sé il pranzo per andare al lavoro. Kerochan era appostato più indietro alla casa di Sakura, sotto un albero, e osservò nella sua posizione da seduto Fujitaka che si allontanava da casa con la sua macchina, riconoscendolo finalmente e rivedendolo dopo un anno nel volto allegro come sempre lo vedeva.

Sakura prese il vassoio che conteneva l' impasto e lo mise nel forno, regolando il tempo che doveva metterci la torta per essere pronta: << Oh! E' vero che Toy è a casa di Yuki a studiare. Mi toccherà fare da sola le pulizie di casa >> si disse la ragazzina sbuffando dalla stanchezza. Uscì nel giardino di casa sua, iniziando a svolgere il compito che il padre le aveva affidato. Prese il rastrello poggiato al lato dell' uscio della porta e iniziò a rastrellare l' erba, canticchiando tra sé e sé a bocca chiusa. Ad ogni spazzata che dava al manto erboso, le zampe della tigre Kerochan avanzavano verso il cancelletto della casa di Sakura. La ragazzina fu in parallelo al cancello piccolo, spazzando sempre le foglie dall' erba e raggruppandole da una parte. Sakura si mise a sospirare dal troppo caldo che il sole le dava in quel pomeriggio, e per sbaglio fece cadere il rastrello convinta di averlo appoggiato al muro: << Oh, accidenti. Che fatica! >> disse ancora tra sé e sé Sakura chinandosi per raccogliere l' attrezzo. Un lieve rumore di zampe le giunse alle orecchie, proprio nel momento in cui la testa china era in direzione del cancello. Sakura frenò la mano che stava afferrando il rastrello per osservare che tipo di animale fosse arrivato ai suoi occhi. Ma stranamente il suo sesto senso aveva voluto che i suoi occhi guardassero subito all' animale di fronte: << Serve una mano? >> le chiese la voce grossa. Come le sue pupille si bloccarono davanti, ebbe come un mancamento d' aria: << Ciao, Sakura. Come và? >> Kerochan le si presentò nella sua solita forma di tigre alata di sempre, mostrando un gran sorriso alla sua più cara amica cattura carte: << Kerochan... >> fece per parlare Sakura presa dal sentimento di rivedere il suo più vecchio amico di sempre. Ora notò anche lei che la pelle del Guardiano alato era ridiventata gialla come al principio. La ragazzina si rimise in piedi, dalla posizione da inginocchiata in cui era, mostrando a Kerochan la sua espressione di pura sorpresa alla ricomparsa dell' amico alato: << Su, non è il caso di fare quella faccia. Mi metti in imbarazzo >> rispose la tigre sbadatamente. Poi Sakura smise di mostrare lo stupore a Kerochan, ricomponendosi nella sua faccia normale. Il Guardiano smise a sua volta di sorridere largamente, intuendo qualcosa in Sakura non appena questa fece un' espressione accigliata indirizzata a Kerochan: << Kerochan. Sei tu >> disse quasi freddamente la cattura carte: << Beh, certo che sono io. E chi se no? >> << Mh! >> d' improvviso Sakura voltò il suo viso da un' altra parte, emettendo un verso di indignazione come se si stesse riferendo ad un suo suddito. Kerochan fu confuso a quel punto, non riuscendo a capire l' atteggiamento dell' amica che continuò indifferente a spazzare nel giardino di casa sua. La tigre, cogliendo l' espressione di Sakura, decise di rompere quel momento di una situazione ancora all' oscuro del motivo che portò la stessa ragazza ad assumere quel comportamento con Kerochan: << Oh, bene! Vedo che sei molto indaffarata, non volevo disturbarti. Ma se vuoi puoi sempre ascoltarmi mentre finisci nel tuo compito >> il silenzio fu la risposta che il Guardiano ricevette da parte di Sakura, intenta a spazzare il fogliame caduto nei giorni scorsi sul suo prato.

Kerochan proseguì nelle parole, assumendo non più una faccia allegra, ma un' altra più o meno normale: << Innanzitutto, non ci siamo detti “buongiorno” >> << Buongiorno! >> ribattè la ragazzina voltata di spalle al cancelletto dove dietro sostava Kerochan. La tigre fu come spiazzata o colta alla sprovvista dalla risposta di Sakura che gli diede: << Bene. E' già qualcosa >> commentò stizzito Kerochan: << Perchè sei tornato? >> chiese quasi irritata la ragazzina fermandosi nel rastrellare il prato, ma sempre volgendo le spalle al suo, in quel momento, quasi amico: << Come “perchè sono tornato”? E' ovvio. Sono tornato per stare insieme a te e nel nostro gruppo >> Sakura mollò di nuovo la presa del rastrello e fece per avvicinarsi a Kerochan con gli occhi che le bruciavano dalla rabbia: << Perchè te ne sei andato?! >> urlò furiosa la giovane, sporgendosi dal cancelletto per stare più vicina alla faccia di Kerochan. Quest' ultimo perse completamente le buone maniere con cui si era presentato a Sakura: << Una signorina non si deve permettere di alzare la voce, e per altro davanti ai suoi compagni! >> gli occhi dei due si stavano confrontando più ardemente del solito, ma quelli di Sakura sembravano sprigionare una tale repressione sul suo compagno che questi smise di digrignare i denti. Sakura si distaccò dalla faccia della tigre e andò a svolgere altri compiti sempre rimanendo nel giardino di casa sua. Kerochan la seguì da fuori la recinzione del prato la sua amica, non smettendo di parlarle: << Ma si può sapere che ti prende? >> domandò indignato il Guardiano mentre Sakura rimetteva il bucato steso in una cesta. Ancora non si era degnata di rispondere. La tigre saltò dalla recinzione, finendo nel soffice manto erboso del giardino di Sakura: << Insomma, Sakura, il tuo atteggiamento è alquanto reprensibile nei miei confronti, e negli altri. Parli a malapena con tutti, lo capisci questo? Dimmi che hai >> << Niente >> rispose brevemente la ragazzina con lo stesso tono. Sakura si voltò verso Kerochan dandogli sempre la solita occhiataccia di prima, e fece cadere a terra il cesto contenente il bucato preso tra lei e la tigre, come se stesse delineando un limite: << Ti ho chiesto poco fa perchè te ne eri andato. Tu mi sai rispondere a questa domanda? >> domandò spazientita la ragazza mettendosi a braccia conserte davanti a Kerochan: << Ho dovuto farlo in quanto sono stato tuo compagno nel viaggio scorso >> rispose lui: << Questo non mi dice niente! >> ridisse severa Sakura: << Allora sei cocciuta! >> << Tu lo sei! Perchè non mi dici veramente perchè sei voluto partire quando mi ero convinta che non saresti più tornato? >> la tigre guardò ancora più profondamente negli occhi Sakura, questa volta percependo la rabbia che aveva: << Ho dovuto farlo, Sakura >> rispose desolato Kerochan dando un volto di dispiacere alla giovane: << Sono partito per togliermi il potere che avevo avuto dagli spiriti Elfici nel mio stato di convalescenza. Se non l' avessi fatto, a quest' ora avrei pensato a rimanermene per sempre lì a Valinor. E in più, non potevo stare sempre io a proteggerti con quel nuovo potere che mi fu donato. E perciò ho deciso di ritornare nelle mie classiche sembianze per riconoscere la tua autorità nel compiere le missioni >> la ragazzina tirò un sospiro, decretando la sua soddisfazione nella risposta della tigre: << Sì. Ho capito >> rispose la giovane mostrando al Guardiano un pizzico di sentimento di normalità.

<< Beh, finalmente! Non mi ricordavo quanto fosse arduo farti tornare alla ragione! Accidenti a te, Sakura! >> sbottò tutto d' un fiato la tigre. Sakura abbassò le braccia lungo i fianchi e parlò questa volta con tono più pacato: << Scusa se ti ho fatto agitare in quel modo, Kero. E sono di nuovo felice di riaverti qui tra noi >> << Meno male che almeno un bricciolo di buon senso ti è rimasto, nonostante tutto. Anche se ti viene dopo esserti sfogata con qualcuno vedo >> si lamentò di un pochino ancora Kerochan della scena che la cattura carte gli diede: << Sei tornato perchè non ce la facevi a rimanere isolato dal tuo gruppo, vero? >> domandò ancora la cattura carte: << Sì, anche >> rispose Kerochan suscitando in Sakura un sospetto sulla risposta che le disse: << Non mi piace per niente quel “anche” >> << Lo so. Ma vedi, poco fa ho parlato con Tomoyo e il resto dei nostri compagni di viaggio, e sono d' accordo sul voler partire per un' altra missione >> spiegò la tigre alata: << Una missione? >> ripetè la ragazzina: << Sì. Beh, vedi, ho sentito il bisogno di cercarmi degli accompagnatori con cui condividere un' avventura nella Terra di Mezzo >> e fu a questo punto che Sakura spalancò la bocca da ciò che il suo amico le aveva detto. Partire verso la Terra di Mezzo significava per lei avere a che fare con nuovi pericoli e guai. La cattura carte espresse una lieve disaccordanza nella sua faccia: << N-Nella Terra di Mezzo...? Un' altra avventura? No. Kerochan, mi dispiace, ma non ti permetterò di ritrascinarli nuovamente da quelle parti >> ribattè con sicurezza la ragazza: << I tuoi amici hanno ormai deciso, però >> rispose ancora Kerochan: << Proprio tutti? >> chiese Sakura per sapere chiaramente la sentenza del Guardiano. Questo balbettò qualcosa tra sé e sé, riconoscendo che Sakura voleva sapere a tutti i costi la verità che si celava in ogni frase o affermazione che egli diceva: << Lo immaginavo. Non sono tutti d' accordo con quest' altra impresa da affrontare. E anche se li forzassi ad andare, io li fermerò >> << Mi stai trattando come un fuorilegge? >> chiese Kerochan irritato: << Ti sto dando un avvertimento da amica ad amico. Non puoi rispedirci lì, accorti della tua presenza, in mezzo a chissà quali altri pericoli che ci attendono >> protestava Sakura: << Ma questa volta è diverso. Tutte le creature maligne sono scomparse da ogni angolo di Mordor, così nella Terra di Mezzo. Non dovrai più utilizzare le tue armi per combatterli >> << Le mie armi? Vuoi dire che è possibile fare affidamento ai miei poteri, dici? >> cercò spiegazioni Sakura: << Esattamente. Te l' ho detto: gli incantesimi oscuri che ti avvolgevano durante il tuo precedente viaggio sono spariti, dissolti nel nulla >> confermò insistentemente Kerochan. La ragazzina si bloccò per un attimo nel continuo chiedere alla tigre, rirpendendo pochi secondi dopo: << Io non ti credo. Ho passato troppi pericoli in precedenza >> e fece per riprendere il cesto con la biancheria raccolta che la separava ancora da Kerochan. La tigre fermò nuovamente la cattura carte che si dirigeva dentro casa: << Ti ho salvata da una possibile tua fine. Almeno in questo dovrai per forza credere di farcela anche stavolta >> ribattè Kerochan.

Sakura si voltò di scatto verso di lui, facendo ripiombare la cesta con violenza a terra: << Ho rischiato di rimanere senza un dito nell' ultima avventura, Kerochan! E non vorrei che la mia testa subisse la triste sorte di staccarsi dal mio collo per sempre, mi capisci? Non ho intenzione di partire. Punto >> disse la giovane sbracciandosi dal nervoso risentendo i danni che fu costretta a subire un anno fa: << E pensare che dovevo vivere per stare al fianco di una piagnucolona come te. Me ne sarei andato prima del previsto aquesto punto, sai? >> << Come, scusa? >> disse la cattura carte ingaggiando un altro scontro verbale con l' amico alato: << Sei cambiata. E non esattamente per il meglio, Sakura Kinomoto >> rispose deluso Kerochan, facendo scoppiare altre parole dalla bocca della ragazzina: << Io sarei cambiata? Vale lo stesso per te, caro Kerochan. Non mi sarei mai aspettata un tuo allontanamento per un anno intero. Davvero, sono io quella che è rimasta delusa! >> diceva battendo i piedi nell' erba e stringendosi i pugni dall' ingiustizia di aver assistito ad un comportamento inaspettato della tigre: << Non puoi dire che io ti abbia deluso riguardo all' allegria che ti portai alla festa di tuo nonno l' anno scorso. Ti ricordi? I fuochi d' artificio che facevo li usavo per intrattenere i molti piccoli bambini >> al sentire la parola di suo nonno la cattura carte ripensò ai bei momenti passati con lui alla sua festa in onore dei suoi centoundici anni. Non si dimenticò il momento in cui si mise a parlare con lui l' ultima volta, nascondendosi in mezzo a dei barili, per scampare all' inseguimento dei Wei Wang che perseguitavano Masaki per avere a tutti i costi le chiavi della sua casetta. Ora la presa dei Wei Wang sull' abitazione del nonno aveva scosso Sakura, al fine di assumere atteggiamenti sempre più non coincidenti con il suo carattere originale. Il sorriso le tornò sulle labbra non appena pensò al divertimento che i fuochi d' artificio procuravano ai piccoli fanciulli che girovagavano tra loro: << Devo ammetterlo. Quei fuochi d' artificio erano fantastici, Kero. Per poco che non svegliavi gli anziani delle altre case! Ah, ah, ah! >> e finalmente la prese sul ridere Sakura: << Beh, sono orgoglioso di averti fatto tornare il sorriso. Anche se a fartelo sono stati i ricordi dei miei fuochi d' artificio >> notò seriamente Kerochan. Diede un' altra occhiata al viso di Sakura che si faceva sempre più allegro, il genere di faccia adatto prima di affrontare un altro viaggio. Così disse il Guardiano: << Sì, è deciso! Sarà un gran bene per te, e molto divertente per me. Vado ad informare gli altri >> << Informare chi? >> chiese aspramente Sakura: << Per il viaggio. Avviserò i restanti componenti di organizzarsi entro stasera >> << Cosa? No! No. Nnno. Aspetta. Tu non hai ben capito, io non metterò mai più piede da quelle parti, né i miei amici. Ti consiglio di rimanere calmo per un po', lontano da ogni disavventure varie, Kero. Se non vuoi che ti sistemi per bene! >> fermò così la tigre con un' ultimo avvertimento.

Fece per riprendere la cesta e si diresse verso la porta di casa. Quando fu sull' uscio della porta, la voce di Kerochan la frenò di nuovo: << Posso entrare in casa, adesso? >> domandò la tigre con una lieve offesa che la cattura carte gli diede al rifiuto del viaggio: << No >> e questa fu l' ennesima negazione di Sakura al suo amico. Chiuse la porta alle spalle, serrandola dall' interno e poggiandosi ad essa. Sakura emise un sospiro di sollievo alla scampata discussione con Kerochan. La giovane stava per staccarsi dalla porta chiusa, ma sentì il rumore di una specie di raschio e di laser che sembrava stesse sfreggiando il legno della porta di casa sua. La tigre stava formando il simbolo di quella che sembrava una F maiuscola. Questa emetteva una luce fluorescente di colore blu quando venne impressa nel materiale dell' anta, creata dalle unghie di Kerochan. Sakura poggiò a terra il cesto, inginocchiandosi per sentire il rumore che proveniva da dietro la porta: << Ma che sta facendo? >> si chiese infastidita. Sgattaiolò direttamente alla finestra di cucina per cercare di sbirciare cosa stesse facendo Kerochan. La sagoma della tigre le piombò davanti alla finestra con un movimento quasi sinistro, e Sakura balzò dal vetro della finestra all' indietro, cadendo con la schiena nel pavimento in legno spaventata dall' improvvisa comparsa di Kerochan. Questo non trovò più Sakura guardando dalla vetrata della finestra e se ne andò misteriosamente, allontanandosi per uscire dal cancelletto della casa. Sakura si riprese dalla caduta, ripiombandosi alla finestra per osservare l' allontananza della tigre che ancora non sapeva che cosa le avesse fatto alla porta. La ragazzina emise un altro sospiro di sollievo, liberatasi della presenza di Kerochan, anche se in fondo non l' avrebbe mai voluto. La giovane, sempre nel pomeriggio, scese in città tra i negozi che ancora erano aperti per fare la spesa. La strada che fece da casa sua al centro di Tomoeda la passò osservandosi intorno nei viali, controllando che Kerochan non la seguisse. Dopo il litigio che i due ebbero, era certo che la tigre non si sarebbe discostata dal suo intento di perseguitare la ragazzina. Questa si fermò sedendosi su un marciapiede, e si mise i pattini per andare più veloce in città. Le persone erano riversate con i loro bambini in quelle vie trafficate di Tomoeda, entrando nei negozi oppure guardando solo le vetrine di questi. In mezzo alla gente, Sakura si sentiva come rinata, assaporando la vita che la sua città le offriva quotidianamente. Da una parte vedeva alcune persone che scherzavano e ridevano con i commessi all' interno dei loro negozi, forse conoscienti di vecchia data. Dall' altra ne vedeva altre che compravano molto volentieri un vestito ben fatto dai suoi sarti. I cani tenuti dai loro padroni le scodinzolavano al passaggio di Sakura, mentre alcuni artisti di strada che facevano ridere gli adulti si esibivano in maneggiamenti di giocattoli elastici. I bambini che si conoscevano giocavano tra di loro facendo la trottola in gruppo, oppure si rincorrevano a vicenda per i negozi, e schivando Sakura che si manteneva in bilico con i pattini.

Tutto ciò faceva nascere in lei una sensazione di armonia con il mondo. Si voltò in avanti, dopo che ebbe seguito con lo sguardo quei bambini che si rincorrevano, e si ritrovò davanti Tomoyo con Rika, Naoko e Chiharu che passeggiavano anche loro per la città: << Guarda chi c'è >> si disse Sakura avvicinandosi con i pattini verso il gruppo di amiche che conosceva: << Guardate, c'è Sakura >> avvertì allegramente Tomoyo alle altre: << Ciao, ragazze. Come state tutte? >> chiese Sakura non appena si ritrovò faccia a faccia con le quattro: << Bene. Non c'è che dire. Ma come mai stai venendo spesso a scuola? >> le domandò Naoko: << Ecco, è che sono molto impegnata nelle faccende di casa. Tutte quelle che io e mio fratello non abbiamo fatto l' anno scorso, ora dobbiamo recuperarle >> rispose Sakura non facendo destare sospetti alle amiche che non sapevano nulla sul suo conto di non frequenza per via dello sfratto con la casa del nonno: << Senti, Sakura. Per stasera quindi è tutto confermato? >> le domandò Tomoyo rincontrata in quel momento: << Sì, Tomoyo >> rispose brevemente Sakura: << Perchè cosa c'è stasera? >> chiese Chiharu incuriosita: << Abbiamo deciso di cenare a casa di Sakura >> rispose Tomoyo: << E se volete potete venire tutte voi >> aggiunse la cattura carte, destando una lieve agitazione in Tomoyo: << Non possiamo. Yamazaki ci ha già invitato per una pizzata in un ristorante della zona, e pensavamo di volervi invitare anche voi, siccome ha deciso di estendere gli inviti a tutti i nostri compagni >> le parole di Chiharu tranquillizzarono Tomoyo: << Oh, peccato. Faremo per una prossima volta >> propose Sakura: << Sì, per noi va più che bene. Adesso andiamo a recuperare Yamazaki in quel negozio di caramelle laggiù. A presto, Sakura. Ciao >> la salutò Rika allontanandosi con le latre amiche. Tomoyo rimase un po' con Sakura, avvertendola di ciò che potevano scoprire Rika e le altre se sarebbero venute a casa sua: << Sakura? Lo sai che Kerochan vorrà discutere con te del nuovo viaggio che dovremo fare, vero? Se lo venissero a sapere succederebbe un grosso guaio >> << No, Tomoyo. Ho già detto a Kerochan che non ho alcuna intenzione di partire. Non starò lì ad ascoltare le sue solite prediche >> rispose Sakura con tono deciso: << Stai tranquilla, non lascerò che voi partiate da soli >> aggiunse infine alla sua amica Tomoyo tenendola per le spalle. Ma questa non era preoccupata per le intenzioni che Kerochan voleva imporre a tutti, ma ben sì per il viaggio al quale Tomoyo aveva già confermato di partecipare. Questo dettaglio sembrò sfuggire a Sakura: << Ok. Io sarò sempre dalla tua parte, Sakura >> disse la ragazzina dagli occhi blu con lieve sorriso: << Siamo amiche per questo >> disse Sakura: << Allora a stasera, ok? >> << Sì. Ciao, Sakura >> << Ciao, Tomoyo >> e le due si separarono nel proseguire con le loro compere in città. Sakura roteò i suoi occhi indirizzandoli al negozio di pupazzi che c' era poco più alla sua sinistra, decidendo poi di prendere qualche oggetto di svago. Vi entrò e prese un grosso orsacchiotto di peluche che la signorina Maki le mise in un sacchetto. La mania di continuare a guardarsi intorno le passò, notando intorno a lei solo gente spensierata e felice che rideva con i suoi bambini o che svolgeva il suo normale lavoro.

<< Grazie, signorina Maki >> << A te, Sakura >> fece per salutare la proprietaria conosciuta a lei. Come fu fuori dal negozio di peluche, un vecchio signore magro che trasportava una carrozza piena di verdure si fermò ai piedi della ragazzina: << Salve, bella fanciulla >> disse il signore poggiando a terra la carriola e attirando l' attenzione della giovane. Prese un ortaggio da far osservare alla sua cliente: << Che dici? Vuoi assaggiare i miei tuberi? Belli sodi sono. Vengono dai campi ad Ovest di Tomoeda >> spiegò il mendicante mentre Sakura tastava l' ortaggio e lo riponeva nelle mani del vecchio: << Davvero impressionante, signore. Immagino che non abbiate dei bei limoni da spremere? >> domandò curiosa la ragazzina, fermandosi con lo sguardo a fissare un punto in mezzo alla folla. Vide una specie di codina gialla con una piuma bianca alla fine. Questa si agirava come uno squalo verso la ragazzina, che intuì che quella coda apparteneva a Kerochan. Il vecchio mendicante si mise a braccia conserte, iniziando a pensare ai tipi di limoni che tutti i suoi clienti gli chiedevano: << Intendi dire quei limoni maturi? Belli freschi di stagione? E il colorito giallo? >> nel frattempo non si era accorto che Sakura era sgattaiolata alle sue spalle per nascondersi da Kerochan che a quanto pare aveva assunto le piccole sembianze per cercare più in fretta la ragazzina tra la folla: << No, non ne ho di questi. Ehm... >> fece per voltarsi l' anziano per cercare la giovane che intanto era sfuggita ai suoi occhi, e stava addentrandosi più nella folla per allontanarsi il più possibile dalla temuta coda del peluche giallo. Sakura si voltò non appena trovò un punto in cui la folla era di meno. Individuò la coda del peluche che si mostrò in tutto il suo corpo. Ma infine, Sakura scoprì che si trattava di un palloncino con la stessa immagine di Kerochan ed era tenuto da un bambino che gironzolava con sua mamma nella folla. La ragazzina tirò un sospiro di sollievo alla convinzione che Kerochan la stesse ancora seguendo da dietro. Poi incrociò più in là lo sguardo di Tomoyo e le altre che videro la scena di Sakura che scappava via dalla folla. Questa si sentì le orecchie arrossate dall' imbarazzo alla faccia confusa che le fecero Naoko e company. Tomoyo si limitò ad una risatina simpatica rivolta all' amica Sakura. La cattura carte fece rientro a casa che era già arrivato il tramonto.

Si sdraiò sfinita nel letto e parlava al telefono con Tomoyo che le spiegava la situazione di questo pomeriggio riguardo a Kerochan: << Penso che mi stia perseguitando, Tomoyo >> disse quasi impanicata la cattura carte: << Dai, poverino. Che ti avrà mai fatto di così tanto male? >> rispose in difesa di Kerochan Tomoyo trattenendo la risata: << Non è affatto divertente >> << Sei proprio ossessionata da lui, vero? >> Sakura sospirò di nuovo, ammettendo le sue paure: << Sì. Non mi immaginavo che fosse così fastidioso. Cioè in certi versi lo conoscevo, ma non l' ho mai visto con questa voglia di spronare fino all' esasperazione i suoi compagni >> << Lo fa per il tuo bene >> disse di nuovo Tomoyo: << Non penso di poter reggere un altro viaggio, Tomoyo >> << Ma come? Lascerai andare da solo anche Li? >> << No, quello no. Non lo permetterei neanche a Meiling di andarsene. Però... >> << Oh, andiamo! E' il tuo uomo. Finchè ci saremo anche noi potrai stare al sicuro >> << Non lo so, Tomoyo >> << Dai, ti devo lasciare. Ci vediamo stasera Sakura >> << Ok. A stasera >> e chiuse la cornetta del telefono. Sakura non ebbe il tempo di rasserenarsi sul materasso che entrò nella stanza suo fratello Toy: << Ciao, fratellone >> lo salutò la ragazzina stanca: << Sakura, ti sei ricordata di fare la spesa? >> le chiese Toy con serietà: << Sì, perchè? >> << Perchè io nella busta che hai lasciato al portone ho trovato solo un grosso orsacchiotto di peluche marrone. Presumo che ti sei limitata a comprare solo un regalo da dare al tuo ragazzo >> disse con schernimento il fratello: << Oh! E' vero. Che sbadata. Mi sono dimenticata di comprare dell' altro. Eh, eh, eh! >> rispose Sakura ricordandosi di non aver preso niente per via della sua fuga dal palloncino di Kerochan: << Questo significa che dovrò preparare da solo tutta la cena! >> sbottò di rabbia Toy: << Eh, eh, eh! Mi dispace. Scusa >> << Anzi, ho deciso che mi darai una mano >> aggiunse il fratello prima di chiudere la porta della camera di Sakura, che non ebbe tempo di riposarsi serenamente: << Almeno la torta sono riuscita a prepararla! >> si disse trionfante la cattura carte scendendo dal letto miseramente per aiutare il fratello in cucina in vista dell' arrivo degli amici a tavola. La sera scese a Tomoeda che si dimostrò una città ancor più viva dalle luci che la cittadina emetteva, facendo sembrare che tante piccole lucciole svolazzassero nell' aria notturna. 

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Capitolo 4
*** Episodio 224: Una festa inaspettata ***


Dentro casa Kinomoto, in quella sera illuminata, la famiglia composta da Sakura, Toy e Fujitaka stava cenando per prima in attesa dell' arrivo del restante gruppo di amici. Sia Sakura che Toy non avevano proferito parola sulla riunione che Kerochan doveva svolgere in quella casa al padre, che nel frattempo si gustava una porzione di spaghetti in tutta tranquillità e golosità: << Veramente squisiti! I miei complimenti ai miei due cuochi preferiti >> fece Fujitaka per congratularsi con i due figli, ripulendosi la vocca con il fazzoletto: << Grazie, papà >> dissero in coro i due: << Se non fosse stato per me e per la mia costante vigilanza nella cottura, a quest' ora gli spaghetti sarebbero stati immangiabili >> aggiunse Toy in una delle sue provocazioni, scatenando la rabbia della sorellina: << Che cosa vorresti dire? >> << Voglio dire che non sei adatta alla cucina, sorellina >> rispose per le rime il fratello: << Smettila, sei il solito antipatico >> << Dai, ora basta, tutti e due >> li frenò simpaticamente Fujitaka per stroncare un nuovo litigio tra i fratelli. Il padre cominciò a sbadigliare a più non posso, attirando l' attenzione dei suoi due figli: << Sei stanco, papà? >> chiese Toy: << Sì. Oggi devo ammettere che è stata una giornata estrenuante, e domani lo sarà ancora di più. Penso che non potrò vedere i vostri amici arrivare. Però potete dire loro che li saluto da parte mia >> Fujitaka si alzò dalla sedia per dirigersi nel suo letto, risalendo le scale fino alla sua stanza. Toy e Sakura tirarono un respiro prolungato alla scampata serata che il padre doveva assistere riguardante alla comunicazione del viaggio che Kerochan doveva dare a loro. Il fratello si alzò da tavola e si diresse a stendere la biancheria che era rimasta nel cesto, e in attesa dell' arrivo del gruppo si mise alle orecchie dei cuffioni per ascoltare la musica. Mentre Toy svolgeva altre faccende mancanti, Sakura tirò fuori dal forno il pollo per la quale doveva condividere con gli altri. Lo mise al centro della tavola, incominciando a dividerlo per i componenti che dovevano arrivare.

La F fluorescente che Kerochan intagliò nel legno della porta, ora si illuminava ancora di più. Un' ombra appartenente ad un misterioso individuo si poggiò nel legno della porta, facendo scomparire la luce che la lettera emetteva. Qualcuno stava per bussare alla casa di Sakura, e così fu. Il campanello suonò, facendo fermare Sakura nel tagliare il pollo: << Sono arrivati >> disse la ragazzina andando ad aprire la porta: << Eccomi, sono qui! Ciao, raga... >> ma come guardò davanti a lei, un uomo poco più alto era girato di spalle e portava un mantello addosso. Questi aveva lunghi capelli neri che cominciavano a spuntargli da dietro la testa, mentre il resto era calvo. Aveva una barba di media lunghezza e un naso a patata. Sakura si fermò nel pronunciare la frase non appena l' uomo si voltò verso di lei: << Dwalin. Al vostro servizio >> si presentò lo strano tipo inchinandosi alla ragazzina. Sakura, pensando fosse un saluto, gli rispose mentre si toglieva la vestaglia per cucinare: << Sakura Kinomoto... Al vostro? >> disse confusa. L' uomo fece per entrare in casa: << Ci-ci-ci conosciamo? >> chiese Sakura faccia a faccia con il tipo: << No >> rispose l' uomo passandole davanti. Fece per togliersi il mantello: << Da quale parte, ragazza? E' quaggiù? >> domandò il tipo chiamato Dwalin: << C- cosa giù, dove? >> richiese Sakura sempre più confusa: << La cena. Lui aveva parlato di cibo, tantissimo >> rispose Dwalin lanciando il mantello tolto alla ragazzina: << Lui aveva parlato. Lui chi? >> domandò ancora Sakura intuendo che l' essere stava cercando la cena che lei stessa aveva preparato per i suoi amici che dovevano arrivare. Sakura fu costretta a servire da mangiare a Dwalin anche lui in attesa di qualcosa. La ragazzina stette a guardarlo quasi indignata e offesa alla presenza dell' essere sconosciuto a casa sua che si divorava l' intero pollo che con tanta fatica la giovane aveva preparato. Fujitaka e Toy erano ancora all' oscuro della venuta di questo, il primo perchè dormiva mentre l' altro era distratto in un' altra stanza nel fare le sue cose. Dwalin addentò senza noncuranza l' ultimo pezzo di pollo, masticandolo con buon gusto e approvando l' ottima cucina di Sakura che non sapeva cosa fare: << Molto buono questo! Ce né ancora? >> domandò il tipo non ancora sazio, facendo rimanere incredula Sakura: << C-cosa? Ah, sì, sì! >> e fece per prendere altro cibo da qualche altra parte per paura che quello sconosciuto la aggredisse. Roteò i suoi occhi per cercare Toy, se la vedeva lì in cucina avrebbe sicuramente chiesto aiuto al padre. Però non le rimase altro che cercare ancora delle pietanze da dare al nuovo ospite: << Ehm... Servitevi >> disse Sakura porgendo un vassoio di dolcetti a Dwalin, ma togliendone uno prima che questi se ne accorgesse. L' ospite a sorpresa poggiò il piccolo vassoio davanti a lui e prese a mano piena più dolci possibili, ingozzandosi come un maiale.

Sakura rimase scioccata dall' abbuffamento dello strano tipo accorso a casa sua. Poi prese coraggio e fece per parlare: << E' solo che... Io non avevo preparato per lei >> il campanello suonò di nuovo, facendo cominciare a impanicare Sakura dell' arrivo di qualche nuovo ospite: << Sarebbe la porta! >> ringhiò con antipatia Dwalin per far smuovere la ragazzina. Andò nuovamente ad aprire l' anta e vi trovò un uomo più basso del primo. Questo aveva un naso lungo come quello di una strega, ma la faccia sembrava buffa. Le orecchie a sventola e grandi però non davano un' aria divertita a Sakura. La barba del nuovo tipo era bianca e lunga. I capelli avevano la forma dello zucchero filato e gli ricoprivano l' intera testa del bianco colore di cui questi avevano. I suoi vestiti erano completamente marroni scuro e come l' altro portava scarponi tipici degli gnomi da giardino: << Eh! Balin! Al vostro servizio >> si inchinò anche quest' ultimo davanti alla ragazzina che rimase sempre più impassibile e incredula agli strani tipi che invadevano la sua casa: << Buonasera... >> rispose Sakura con un tono triste all' allegria del basso tipo chiamato Balin: << Sì! Sì, lo è. Anche se penso che dopo pioverà >> rispose l' energico Balin entrando a casa di Sakura: << Sono in ritardo? >> << In ritardo per cosa? >> domandò socchiudendo gli occhi la giovane. Un rumore di barattoli attirò l' attenzione di Balin, vedendo il primo ospite che Sakura fece entrare rovistare in alcuni contenitori della cucina della cattura carte: << Oh! Ah! Ah! >> esclamò Balin avvicinandosi al tipo Dwalin, che a sua volta si girò riconoscendo una voce a lui familiare: << Sera, fratello! >> disse Balin con gioia: << Eh, eh! Per la mia barba, sei più basso e più largo rispetto all' ultima volta! >> ribattè Dwalin felice e poggiando per terra il barattolo che stava esaminando per andare a salutare il fratello più anziano di lui: << Più basso, non più largo. Abbastanza acuto per entrambi >> rispose Balin alla frase del fratello Dwalin e strizzandogli un occhio. I due fratelli ritrovati furono faccia a faccia con Balin molto più basso di Dwalin. Quest' ultimo alla risata contemporanea del primo, si presero le spalle a vicenda. Il saluto che si diedero fu una capocciata sonora. Sakura rimase ancora imbarazzata a ciò, tenuta in disparte e con ancora Toy che non si era accorto di niente: << Ehm... Scusatemi! Scusate, non vorrei interrompervi, il fatto è che non sono del tutto sicura che voi siate nella casa giusta >> ma sia Balin che Dwalin non ascoltavano la padrona di casa e si diressero a versarsi un po' di birra nel bicchiere, dopo aver rovistato nel frigorifero: << N-non è che non mi piacciano i visitatori... Mi piacciono i visitatori, come a ogni altro coinquilino >> le parole della giovane restavano ancora non ascoltate. Balin prese sempre dal frigorifero di Sakura un formaggio e se lo esaminava agli occhi mentre lei continuava a parlare: << Ma mi piacerebbe conoscerli prima che loro vengano in visita >> spiegò la cattura carte: << Che cos'è? Bleah! >> << Non lo so. Dovrebbe essere formaggio >> rispose Balin schifato insieme al fratello annusando il pezzo di formaggio e non approvando l' odore che emanava: << Il fatto... Il fatto è che non conosco nessuno di voi due, neanche alla lontana >> il pezzo di formaggio venne lanciata via da Dwalin dopo che insieme al fratello notarono delle macchie blu in esso.

Questo gesto si rivelò per Sakura un segno di non rispetto, facendole aumentare il tono: << Non voglio essere brusca, ma io devo dire le cose come stanno. Mi dispiace! >> i due si voltarono dalla ragazzina sentendo le scuse che lei dava, e fermandosi nel prendere cibo in due piatti. Notarono un senso di offesa nella faccia della giovane che si mise a braccia conserte per attendere una buona azione da parte del comportamento dei due ospiti: << Scuse accettate! >> le rispose Balin non capendo le intenzioni di Sakura: << Ora riempi fratello, non essere tirchio >> << Ahi, ahi, ahi! Vuoi fare il pieno? >> << Mangio di nuovo, se insisti, fratello >> ripresero a parlare Balin e Dwalin ammucchiando più cibo che riuscivano a trovare. Il campanello risuonò per la terza volta, e Sakura si voltò verso la porta come se ne avesse già abbastanza di tutto ciò. Aprì di nuovo la porta, e sull' uscio vi trovò due nuovi ospiti. Il primo era biondo con capelli lunghi e alcune lievi treccine che gli cadevano fino alle spalle. Perfino la barba era bionda con alcune piccole treccine intorno, e i suoi occhi erano azzurri vivi. L' altro tipo che stava a destra del biondo, invece, era l' opposto. Aveva lunghi capelli marroni, ma a differenza del primo questo era privo di barba, e ciò lo rendeva ancora più affascinante con la tonalità del nero dei suoi occhi. I due bei tipi portavano pesanti giacotti addosso e la ragazzina emise un breve lamento con la bocca, capendo che quei due erano altri ospiti. Si presentò per prima quello biondo: << Fili >> << E Kili >> disse poi il moro prima che entrambi si inchinarono contemporaneamente e dicendo in coro: << Al vostro servizio! >> << Dovete essere la signorina Kino-Tonto >> aggiunse con felicità il ragazzo chiamato Kili e storpiando il cognome della giovane che si dimostrò tutt' altro che volenterosa ad accoglierli: << No, non potete entrare. Avete sbagliato casa >> rispose Sakura chiudendo in fretta la porta. Ma l' anta venne bloccata di scatto da Kili: << Cosa? E' stata annullata? >> << Nessuno ce l' ha detto >> disse Fili dando un' occhiata confusa prima a Kili e poi a Sakura, facendo un passo in avanti non staccandosi mai dal fianco del moro: << Non è stato annullato niente! >> rispose ingenuamente la ragazzina permettendo ai due, Kili e Fili, di entrare: << Ah! Che sollievo >> commentò il moro entrando in casa e aprendo la porta con decisione, facendo spostare Sakura che era attaccata alla maniglia. Il ragazzo biondo Fili entrò nella dimora controllando dubbioso l' ambiente circostante, a differenza di Kili che entrò con felicità. Entrambi portavano delle spade nelle borse che si erano portati fino a lì. Suonò nuovamente il campanello, ad appena porta chiusa, e Sakura sbirciò prima nella serratura per controllare che non fossero altri stranieri. Invece, vide il suo gruppo originale, composto da Li, Meiling, Tomoyo e Yuki: << Finalmente sono arrivati! >> esclamò la giovane aprendo la porta: << Ciao, Sakura >> disse Tomoyo per salutarla: << Ehm, salve, ragazzi >> << Abbiamo appena visto dei tipi che cercavano di entrare con forza a casa tua >> fece per raccontare Tomoyo: << Và tutto bene? >> << E' successo qualcosa? >> le chiesero rispettivamente Li e Yuki.

Sakura li fece entrare con forza: << Vi prego, entrate! Dovete aiutarmi! Ci sono quattro stranieri che invadono la mia casa ora! >> << Cosa? >> chiese Meiling: << E dove sono? >> domandò Li scocciato. Davanti a loro si parò il biondo Fili, che tra lo stupore dei nuovi arrivati non si curò delle loro facce: << Mi servivano proprio degli appoggi! >> disse il biondo sfilando le sue spade dalle custodie che teneva dietro, e fece per farle tenere a Li: << Attento con queste! Le ho appena fatte affilare >> e il cinesino si ritrovò a dover sostenere un peso di diverse lame, facendo una cortesia involontaria allo straniero che era davanti a lui: << Smettila! E lascialo in pace >> disse Sakura in difesa del suo Li che doveva reggere un peso più o meno pesante. Il resto del gruppo continuò a osservare la scena con un bricciolo di imbarazzo: << E' bello questo posto. L' avete fatto voi? >> da una stanza sbucò Kili che ispezionava e controllava la casa nella quale era finito. Il giovane moro si ripulì la suola degli stivali raschiandole su una specie di baule in legno: << Ah? Cosa? Ah, no, è la mia casa da quando ci sono nata... Hey! >> fece per richiamare Kili che si strisciava le scarpe nel baule per togliersi di dosso qualche regalo di animale che calpestò per strada: << E' la cassapanca di mia nonna, per favore, puoi evitare? >> disse con tono da rimprovero Sakura. Kili staccò il piede dalla cassapanca, e vide per la prima volta altri compagni che circondavano la ragazzina: << Anche voi siete stati invitati per la festa? >> chiese il moro con un sorriso: << Ah, beh, sì. Ma ecco... >> << Voi non siete stati invitati! E chi è che ha parlato di festa? >> fece per parlare prima Yuki, interrotto poi dalla rabbia di Sakura: << Fili, Kili, venite. Dateci una mano >> arrivò l' altro uomo Dwalin che mise una spalla sul giovane Kili, richiamando anche Fili: << Signor Dwalin! Ah, ah, ah! Balin >> e il moro diede una pacca sulla spalla al basso Balin mentre entravano in cucina: << Spostiamolo nel corridoio. Non ci entreranno tutti gli altri >> ordinò Balin nel far spostare un piccolo tavolino che era posto in mezzo al passaggio nella cucina: << Hey?! Tu-tutti gli altri? Quanti ancora ce ne sono? >> chiese stupita Sakura seguita dal suo gruppo: << Sakura ci puoi dire che cosa sta succedendo? >> domandò Meiling confusa: << Ah, beh, non lo so neanch' io! Eh, eh, eh! >> rispose la ragazzina: << Ma si può sapere chi siete e perchè dovete importunarci in questo modo? >> disse urlando lievemente Li agli ospiti per sovrastare il fracasso che facevano nello spostare tavoli e sedie: << Oh! Ci sono altri ospiti, vedo. Anche loro sono gli invitati? >> chiese Balin mentre organizzava lo spazio insieme agli altri nella cucina: << Credo di no. Non penso che facciano parte del nostro gruppo >> rispose Fili: << Beh, è difficile scambiarli per Nani! Ah, ah, ah! >> aggiunse Dwalin ironicamente facendo esplodere una sonora risata tra i quattro suoi compagni: << Che cosa? Sono Nani? >> chiese incredulo Yuki sistemandosi gli occhiali: << Non ci posso credere! >> commentò Meiling a bocca aperta insieme a Tomoyo.

Il campanello risuonò più volte di seguito, facendo digrignare i denti alla padrona di casa: << Oh, no. In casa non c'è nessuno! Andate via a importunare qualcun altro! >> disse la ragazzina furiosa e andando ad avvertire quelli che erano alla porta di andarsene: << Ci sono già troppi Nani nella mia sala da pranzo, ora come ora. Se questo è lo scherzo idiota di un citrullo, ah, posso solo dire che è davvero di pessimo gusto! >> Sakura aprì la porta e la sua espressione divenne spaventata all' ammasarsi di altri otto Nani ai suoi piedi. Tutti caddero l' uno addosso all' altro, essendo prima attaccati alla porta. Dei lamenti provenivano da quegli otto Nani, osservati con disperazione da Sakura mentre si dimenavano di dosso. Sull' uscio della porta apparve svolazzando il piccolo Kerochan che si affacciò cercando di trovare Sakura, ma poi la vide ferma davanti a sé: << Oh, ciao, Sakura! >> la salutò il peluche giallo con allegria. E questa mancava del tutto alla giovane: << Kerochan... >> disse con espressione scocciata all' animaletto, autore di quella rimpatriata di Nani per una qualche missione che la mattina riferì a Sakura e agli altri.

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Capitolo 5
*** Episodio 225: Spuntar lame ***


I dodici Nani tutti riuniti cominciarono a riempirsi i propri vassoi di ogni cibo che trovavano nel frigorifero o nelle dispense della casa di Sakura. Presero tutte le pietanze di ogni tipo, dalla frutta fino alle verdure e alle carni che vedevano tagliuzzate in molte parti in piccole ciottole. La tavola era già stata organizzata nei posti creati dai dodici nuovi ospiti. Le ultime sedie stavano per essere sistemate da Nani di ogni tipo e che ancora potevano nascondere qualsiasi sorpresa nel loro carattere agli occhi della ragazzina. Questa, nel frattempo, litigava con Kerochan: << L' hai combinata grossa questa volta! >> ringhiò furiosa la ragazzina: << E dai, la stai facendo più tragica del solito adesso >> << Non ti permettere di rispondermi con quel tono di superiorità nei miei confronti, sai! >> << Altrimenti? >> << Ti sbatto fuori insieme al resto dei tuoi nuovi amici. Del resto io sono la padrona di casa >> minacciò Sakura con il dito puntato a Kerochan: << Dubito che ti libererai di loro così facilmente >> ribattè il peluche a braccia conserte in segno di vantaggio. Al lato c' erano Li, Meiling, Tomoyo e Yuki che erano seduti su delle sedie che riuscirono a prendere prima che i piccoli esseri se ne impossessassero: << Vi prego di scusarmi, ragazzi, per l' inconveniente >> fece per scusarsi Sakura: << No, tranquilla. Non disturbarti >> le disse Tomoyo: << Se vuoi passeremo in un altro momento >> propose Meiling: << E tu, Li, amore mio? Cosa dici? >> gli chiese Sakura: << Per il momento sembrano sereni. Però non devi preoccuparti ci sarò sempre io a sostenerti insieme agli altri, te l' ho già detto >> la rassicurò il cinesino con un sorriso: << Grazie. Sei il mio uomo >> << Cosa ho sentito? Siete fidanzati? >> da dietro la giovane spuntò Fili, il Nano biondo con cui Li fece la cortesia di tenere le armi. I due ragazzini si ritrovarono in imbarazzo agli occhi azzurri del Nano: << Tu mi sembri un bel tipo. Uno in gamba >> sopraggiunse di nuovo Kili al fianco di Fili.

<< Ehm... Possiamo fare qualcosa per voi? >> chiese Tomoyo per cambiare argomento ai due Nani nel momento imbarazzante in cui trovarono Sakura e Li. I due Nani, quasi come fossero fratelli, si scambiarono un' occhiata reciproca e presero il cinesino dalle braccia, facendolo alzare in piedi: << Lo sai reggere l' alcool? >> chiese Kili a Li: << Ehm, no... io >> << Oh, andiamo, fratello! Non penserai davvero che questo signorino possa permettersi di bere >> aggiunse Fili con voce beffarda: << Se usasse la cannuccia, andrebbe più che bene! Ah, ah, ah, ah, ah! >> replicò Kili scherzando sul conto del cinesino deriso simpaticamente: << Ti dispiace se ti rubiamo il ragazzo, dolcezza? >> chiese Fili a Sakura portando il povero Li nel gruppo di Nani. Yuki e gli altri fecero un sorrisino forzato alla faccia di Li che chiedeva aiuto: << Poverino! >> commentò Meiling: << Fuori uno, a quanto pare >> scherzò Yuki. In quel momento, Sakura si ricordò del padre che dormiva sereno nella sua camera da letto, all' oscuro di ciò che accadeva: << Aspettate. Devo vedere se mio padre sta realmente dormendo >> disse Sakura avvisando gli altri: << Te ne sei ricordata, eh? >> le disse Tomoyo: << Sì. Voi restate sempre qui, mi raccomando! >> avvisò di nuovo Sakura per richiamare i suoi amici a non unirsi dai Nani. La giovane risalì le scale fino a giungere alla camera del padre. Aprì lievemente la porta, trovando la stanza tutta oscurata dal buio e scorgendo la faccia di Fujitaka avvolto sotto le sue coperte che ronfava in serenità. Sakura rivolse un sorriso mentre richiudeva la porta: << Dormi, papà. Meno male che non stai assistendo a ciò che sta succedendo giù! Beato >> pensò con ironia la cattura carte allontanandosi dalla porta. Sentì un rumore di vetro rotto che si infrangeva nel pavimento in legno, e si spaventò di colpo, urlando brevemente. Si ritappò la bocca per evitare che il padre si risvegliasse, essendo ancora vicina alla stanza. Poi fece per scendere di corsa le scale, e si sporse dalla ringhiera: << Che cosa state combinando? Eh?! >> Sakura vide nel pavimento dei pezzi di vetro appartenenti ad una brocca che aveva in casa. Intorno vi erano alcuni Nani che osservavano l' oggetto ormai in frantumi, mentre gli altri apparecchiavano in tavola nell' indifferenza totale: << Hey, Sakura, che succede? >> in quell' istante sbucò Toy dalla stanza della biancheria in cui stendeva i panni lavati il pomeriggio da Sakura: << Oh no, Toy! >> esclamò la ragazzina alla reazione che avrebbe fatto il fratello. Due Nani ora stavano litigando per la brocca che ruppero: << Ecco, sei il solito! Ti avevo detto da prima che la portavo io l' acqua in tavola >> << Perchè vuoi sempre fare tutto tu? Non lo capisco questo! >> si dissero mettendosi faccia a faccia e ringhiandosi a vicenda: << E-e voi chi siete? >> domandò confuso Toy. I due Nani si voltarono dal ragazzo, così come gli altri che erano sparsi per la casa: << Qualcuno mi può spiegare cosa sta succedendo in casa mia? Che ci fate voi tutti? >> domandò insistentemente il ragazzo: << Lascia perdere, Toy! >> gli disse Yuki in fondo seduto insieme alle due amiche, Meiling e Tomoyo, lanciandogli una risatina forzata: << E' una lunga storia, eh, eh, eh! >> aggiunse Tomoyo con la stessa espressione di Yuki: << E voi quando siete arrivati? >> domandò Toy e rivolse lo sguardo sopra nelle scale dove c' era sua sorella che lo guardava.

<< Ciao, fratellone... >> disse Sakura con tono un po' derisorio: << Non dirmi che li hai invitati tu! >> le disse il fratello arrabbiato: << No, credimi, io non c' entro niente. E' stato Kerochan! Ma dove è finito adesso? >> cercò di individuarlo la ragazzina, non trovandolo da nessuna parte. Il traffico di Nani continuò a riprendere di fronte agli occhi dei presenti: << Hey! Gli ospiti sembrano annoiati >> notò un Nano stando a fianco al gruppo di Sakura: << Venite con noi. Vi faremo ballare come si deve >> e un altro paio di Nani prese Yuki, Meiling e Tomoyo verso altre stanze: << Amici, mi dispiace ancora >> disse Sakura: << Aiuto, Sakura! Fai qualcosa! >> rispose Meiling trascinata a ballare con un Nano: << Sembrano divertenti! Ah, ah, ah! >> la prese sul ridere Tomoyo nel momento in cui i Nani le fecero fare una giravolta continua insieme a Yuki e a Meiling: << Oh, no, che guaio! >> commentò la ragazzina. Da un' altra parte sentì la voce di Li: << Basta ballare, vi prego! Mi mettete in ridicolo! >> disse il cinesino. Questi spuntò da un' altra porta, cercando di dimenarsi dalle prese di Kili e Fili che lo trascinavano con loro mentre portavano le pietanze in tavola come camerieri: << Hey, tu! Lascia stare quella salsiccia! >> avvertì Toy inseguendo un Nano che scappava da lui, e a sua volta si mise all' inseguimento del piccolo ladro. Sakura così decise di dare una mano al fratello in difficoltà per recuperare il cibo che portavano in tavola i Nani. Tra quel traffico riconobbe la torta che aveva preparato con tanta fatica, e che ora era presa da un Nano grasso e dai capelli e barba lunghi e arancioni. Delle grosse treccine gli si formavano in testa. La giovane cercò di fermarlo: << Scusate, quella è la mia torta! >> alcuni Nani le passarono in mezzo mentre portavano immense quantità di lattuga, e cercò di fermarne uno che aveva tra le mani una brocca di vino: << Hey, quello è il vino di mio nonno, scusatemi! >> il Nano con il vino si voltò da Sakura. La sua faccia era quella di un vero Nano guerriero, con i capelli grigi, neri e lunghi e con alla barba delle piccole treccine. Questo inoltre aveva un piccolo pezzo di acetta conficcato sopra la fronte. La ragazzina notò che questo Nano cominciò a parlarle nel suo dialetto, indicando l' ascia che aveva sopra. Sakura aggrottò la fronte non afferrando ogni parola che le disse il Nano: << Si è fatto una ferita >> dietro di lei ci fu un altro Nano che le spiegò il perchè quell' altro parlava in quel modo. Questo secondo essere con cui la giovane si mise a parlare aveva, oltre alla solita barba e capelli grigi che si univano tra di loro, anche dei baffi curvi che gli spuntavano dal naso lungo. Sakura chiese al Nano: << Con l' accetta che ho scorto? >> << Morto? No, soltanto tra le orecchie! Le gambe vanno a meraviglia >> le rispose questo Nano facendo capire alla cattura carte che era sordo quando levò un piccolo cornetto acustico per sentire. Anche questo Nano tornò a fare le sue solite cose, lasciando di nuovo Sakura a rimproverare inutilmente gli altri Nani.

La giovane fu al centro della stanza, in mezzo all' andarivieni dei molteplici Nani che trasportavano cibo in piatti: << Rimettetelo a posto >> ordinò con il tono della sua voce che non aveva voce in capitolo ad un Nano grasso che, pur di far finta di nulla, beveva dal suo bicchiere colmo d' acqua: << Rimettetelo a posto. Rimettetelo a posto! La gelatina no, per favore! >> continuò la ragazzina ad avvisare altri che prendevano il più possibile da dispense e dal frigorifero, svuotandole a poco a poco. Incrociò di nuovo la strada del Nano grasso che si portava a presso una colonna di larghi formaggi: << S-scusate? Un tantino eccessivo! Avete un coltello da formaggio? >> gli chiese sempre ignorata Sakura mentre intorno a lei i Nani prendevano sedie e arredavano l' intera casa a loro piacimento: << Coltello da formaggio? Lui lo mangia a tocchi >> un altro Nano, con pesante berretto da montagna in testa e con baffi arricciati, passò dietro Sakura avvertendola, mentre si portava un prosciutto intero. La giovane ritornò sul Nano sordo per fermarlo: << Oh no, no, no, no, no! Quella è la sedia di mio padre! >> esclamò lei spingendo dall' oggetto in legno all' indietro il Nano, che a stento riusciva a capire ciò che dicevano a lui: << Cosa? Non sento, ragazza >> disse lui alle continue lamentele della ragazzina. Il Nano dall' accetta in testa portava un piatto pieno di pezzi di limone da poggiare alla tavola. Questi lo porse ad un altro suo compagno, mentre i restanti membri proseguivano in alcune faccende in cucina. Tra questi sbucò Kerochan, intento anche lui ad apparecchiare la tavola. Le voci di Meiling e di Tomoyo girovagavano sempre a quel piano inferiore, trasportate a braccetto da altri Nani che gironzolavano avanti e indietro fino alla nausea: << Fermi! Lasciatemi ho detto! >> si dimenava ancora Li intraprendendo un altro giro delle stanze con altri Nani. Kerochan guardò divertito le scene che si svolgevano, nel mentre che apparecchiava. Un Nano dalla barba e dai capelli molto avvolti da treccine grigie e a tratti bianchi si presentò con vassoio di tazze di thè dietro al peluche svolazzante: << Scusate, signor Kerochan, posso tentarvi con una tazza di camomilla? >> domandò cominciando a versare il liquido in un piccolo bicchiere: << Oh no, grazie Dori. Un po' di aranciata per me, credo >> rispose il piccolo Kerochan al Nano Dori svolazzando fuori dalla cucina. Per poco il piccolo peluche alato non sbattè contro un vassoio pieno di pane trasportato da un Nano. Ma lo sfiorò appena: << Attenzione! >> disse il Nano dalla criniera marrone. Kerochan volò troppo in alto, fino a che non urtò involontariamente e lievemente il lampadario dell' andito. Il peluche fermò il dondolare del lampadario che rischiava di cadere a terra: << Vieni qui! >> e in quel momento, proprio sotto di lui, passò di corsa Toy che si mise a inseguire un altro Nano. Kerochan rimase svolazzando a mezz' aria per iniziare a fare il conto dei Nani che vi erano: << Ehm... Kili, Fili... >> pronunciò i nomi dei due Nani alla sua sinistra che trasportavano un mobile da un' altra parte: << Oin, Gloin. Dwalin, Balin. Bifur, Bofur, Bombur. Dori, Nori... >> elencò così aiutandosi con la memoria i nomi dei Nani che vedeva passare, poi fermandosi ad un litigio tra Sakura e un altro Nano: << No! Non quella frutta in plastica! >> disse Sakura strappando dalle mani del Nano che aveva di fronte un vassoio pieno di frutta che sembrava vera.

<< Ori! >> esclamò Kerochan trovando il Nano Ori che litigava in quel momento con Sakura. Questo aveva un aspetto più innocuo rispetto agli altri Nani, anche se portava la barba nei tratti della sua faccia. Anche questo era uno dei giovani della truppa nanica. Sotto Kerochan apparve il Nano con l' accetta in testa, che parlando nella sua solita lingua, battè la sua mano sul suo braccio in segno di resistenza: << Sì, hai proprio ragione, Bifur! >> gli rispose Kerochan al Nano Bifur che ritornò nel fare le sue cose: << A quanto pare ci manca un Nano >> notò alla fine dei conti il piccolo peluche: << E' solo in ritardo. E' andato al Nord per vedere i nostri familiari. Arriverà >> gli comunicò Dwalin poggiato al muro e sorseggiando un calice di birra che si procurò: << Signor Kerochan, un bicchiere di aranciata, come richiesto. Questo ha un bouquet fruttato >> disse Dori richiamando l' attenzione del piccolo Guardiano. Questi scese all' altezza del bicchiere porso dal Nano per prenderlo e berlo con un cin-cin. Sakura era sempre di più preoccupata dal salotto che quei Nani si creavano, quasi a mettersi le mani nei capelli. Kerochan finì di bere con tanta indifferenza la sua bevanda, mostrando un' espressione non soddisfatta alla quantità di liquido che aveva appena ingerito. La cena potè cominciare. I Nani erano tutti e dodici riuniti nella tavola di cucina, ognuno ad abbuffarsi delle sue pietanze e a emettere versi nel troppo parlare da uomini duri. Gli schiamazzi dei Nani rischiavano di svegliare il padre di Sakura: << Almeno abbassate la voce! >> avvertì Sakura, e come sempre ignorata dalla moltitudine: << Ma quando mai? Da quella distanza? >> si sentì Dwalin che ingaggiava una specie di sfida su un altro Nano, che gli rispose: << Vuoi scommettere? Stà a vedere. Bombur, prendi! >> e il Nano dai baffi arricciati lanciò al Nano grasso, chiamato Bombur, che stava a capo tavola un pezzo di mozzarella. Bombur riuscì a prendere al volo il cibo, facendo esplodere nell' entusiasmo i Nani riuniti e divertiti. Kerochan era tra loro, intento anche lui a mangiare e a passare loro il cibo. Sakura, all' esterno della cucina, digrignò i denti quando i Nani cominciarono a sbraitare e a lanciarsi pezzi di cibo a vicenda.

Dietro di lei, nel divano del salotto, si accasciarono Toy e gli altri: << Ah! Ma da dove ne sbucano questi? Ti mettono sottosopra la testa! >> si disse Toy provato dalla stanchezza di rincorrerli. A fianco a lui c' erano Yuki, Meiling, Tomoyo e Li, con la testa che girava all' impazzata dalla specie di balletto che i loro nuovi ospiti gli fecero fare: << A chi lo dici! >> commentò Meiling stordita e poggiata alla spalla di Tomoyo: << Fermate il mondo. Voglio scendere! >> disse Yuki: << Ragazzi, come vi sentite? E' tutta colpa di Kerochan >> fece per parlare Sakura avvicinandosi a loro: << Avevo detto che sembravano divertenti. Non che lo erano >> aggiunse Tomoyo riprendendosi un po': << Non avresti dovuto neanche dirlo direttamente >> le rispose Meiling. Li si mise una mano nella fronte per riprendersi dai bruschi movimenti da cui era stato vittima: << Oh, Li, come ti senti? >> << Sto bene >> disse brevemente il cinesino alla sua amata, poi osservando alla tavola di Nani che si era riunita in cucina: << Kerochan non ci aveva parlato del viaggio che avremo dovuto fare in compagnia di questi Nani >> ammise Li pentendosi un pochino dell' affermazione che diede sulla partenza: << No, ti sbagli. Il viaggio non è ancora stato organizzato, e mai lo faremo >> annunciò convinta Sakura: << Sembra che stiano consumando ogni tipo di pietanza che abbiamo. Tra un po' saremo costretti a farci davvero un viaggio per i mercati per accumulare il cibo di prima! >> intervenì Toy guardando il cibo sparso nella cucina. Sakura si rialzò in piedi di scatto, andando direttamente a controllare nelle dispense che avevano prima di entrare in cucina. Le vide completamente vuote in ogni scaffale. Solo dei resti delle carte usate per avvolgere il cibo erano rimaste lì e semiaperte. La ragazzina sbuffò al sentire le urla divertite dei Nani che ancora non avevano raggiunto le orecchie di Fujitaka. Nel tavolo cominciò a passare sopra il Nano Fili con borracce di birra a portata delle mani: << Chi vuole una birra? Eccola qui, fratello >> disse Fili passando e calpestando pezzi di cibo lanciati e spiaccicati nel banco di legno. Altri pezzi di cibo volarono da una parte e dall' altra, e alcuni di questi balzavano nel piatto dove Kerochan mangiava. I Nani si allargarono nel divertimento. Dwalin versò nella sua foga maschile nanica della birra sul cornetto acustico del Nano sordo chiamato Oin: << Ho detto bevi ancora! >> scherzò il Nano Dwalin ridendo con a crepapelle con gli altri. Oin per stare al gioco soffiò nel cornetto, facendo schizzare la birra che aveva messo Dwalin nel suo apparecchio. Il tutto risultò buffo ed esilarante ai Nani davanti alla sua bancata che non riuscivano a trattenere la risata nonostante tentassero di tenere chiusa la bocca nel masticare. Dopodichè i Nani presero uno alla volta i propri calici di birra: << Birra al mio tre! Uno, due, in alto! >> esclamò Kili dando il via a bere, dopo che i bicchieri fecero cin-cin nella bolgia degli ospiti a tavola. I Nani bevvero più in fretta che potevano. Dalle barbe di alcuni colava la birra fresca fino ai loro vestiti, ma poco gliene importava essendo dei veri e propri clienti di vecchi bar dove erano frequentati da gente rozza. Il Nano dalla criniera marrone, chiamato Nori, emise un rutto in tutta libertà, scatenando l' ilarità dei suoi compagni. Ma nessuno si aspettò il rutto che provenì dal gracile Nano Ori. Questi si alzò in piedi, emettendo un sonoro rutto prolungato mentre alcuni Nani stentavano dal ridere: << Ah, ah, ah! Lo sapevo che ce l' avevi dentro! >> scherzò il Nano dai baffi arricciati con Ori. Meiling, Tomoyo e gli altri rimasero disgustati dalle maniere di quei Nani, facendo una smorfia per provare a ridersela un po', ma fu inutile: << Ma che schifo! >> commentò Meiling alla scena rimanendo a bocca aperta. Sakura era sempre voltata di spalle nella dispensa, e cominciò a tremare dalla rabbia al sentire i rutti senza pudore dei Nani maleducati.

A cena finita, i Nani lasciarono i piatti vuoti e sporchi nel bancone. La ragazzina, lasciando riposare i suoi amici sfiniti, dovette tornare ad inseguire gli ospiti: << Scusate, questo è un centrino, non uno strofinaccio >> disse Sakura togliendo dalle mani del Nano Nori una specie di fazzoletto forato: << Ma è pieno di buchi >> aggiunse Bofur, il Nano dai baffi arricciati, alla giovane che guardava con la birra che egli doveva ancora finire. La ragazzina ribattè all' ignoranza del Nano: << E' così che deve essere. E' crochet >> << Oh, è anche un gioco meraviglioso, se uno c' ha il fegato! >> ribattè scherzando con una delle sue prime battute Bofur alla ragazzina, che poggiò di prepotenza il centrino su un mobile di casa sua, dicendosi a denti stretti: << Mando giù in malora tutti quanti questi Nani! >> << Mia cara Sakura, quale diamine è il problema? Di cosa ti preoccupi? >> le domandò Kerochan fluttuando sopra di lei e sorpassandola: << Qual'è il problema? Sono circondata da Nani. Che ci fanno qui? >> domandò scocciata la ragazzina al piccolo Guardiano. Bofur intanto prese alle spalle di Nori una salsiccia che quest' ultimo aveva con sé, cominciando a tirare la carne come al gioco della fune che doveva spezzarsi: << Sono un' allegra combriccola. Una volta che ti abitui a loro >> rispose Kerochan a Sakura, vedendo quella scena tra Bofur e Nori: << Io non voglio abituarmi a loro. Guarda in che stato è la mia cucina. Ci sono pedate di fango sul tappeto, hanno saccheggiato la dispensa. Non ti dico nemmeno come hanno ridotto il bagno: hanno praticamente distrutto le tubature! Io non capisco perchè li hai dovuti per forza portarli in casa mia! >> tutto quello che aveva da dire la ragazzina lo buttò giù d' un fiato mentre percorreva i corridoi di casa sua fino a pochi metri vicino all' ingresso. Li si avvicinò alla sua amata, prendendola per le spalle da dietro: << Su, calamti adesso. Non è il caso di imbestialirsi >> le disse gentilmente: << Io sono calma, tesoro! >> sbottò con lieve furia la ragazzina stando con le mani nei fianchi e respirando regolarmente. A lei si avvicinò il Nano Ori con un piatto tra le mani: << Chiedo scusa. Mi dispiace interrompere, ma che ci dovrei fare con il mio piatto? >> chiese a Sakura per un attimo calmandosi alla voce angelica del Nano: << Ci penso io, Ori. Dallo a me >> sopraggiunse Fili che prese il piatto porgiatogli da Ori e lo lanciò nella direzione di Kerochan. Ma questi schivò in aria il piatto che fu preso da Kili. Il Nano lanciò il piatto preso subito nella stanza dove si lavavano i piatti. Si cominciarono a sentire dei rumori di piedi che scalpitavano nel pavimento in legno. Meiling, Tomoyo e Yuki si ritrovarono casualmente nella mira di Fili che fece per lanciare un altro piatto verso il fratello Kili: << Oh! Attente! >> esclamò Yuki per far abbassare le due ragazzine e ricorrere ai lati del corridoio. Il secondo piatto giunse di nuovo a Kili che a sua volta lo lanciò nella stanza dove si lavavano le stoviglie. Qua dentro c' era Bifur, il Nano con l' accetta in testa, che prese a due mani i piatti arrivati, senza che si girasse a guardarli: << Hey! Andateci piano! >> avvertì Sakura.

Toy in quel momento si affacciò in cucina, osservando lo spettacolo che davano i Nani intorno alla tavola: << Ma che stanno facendo? >> si chiese lui con le facce degli altri che rimanevano socchiuse dalla sincronizzazione nei movimenti dei due fratelli Nani. Sakura continuava a sgolarsi, dimenticandosi del padre che dormiva come un ghiro di sopra: << Mettetelo giù! Scusate, quelli sono dei piatti di mia madre del negozio dove lavorava, hanno molti anni di duro lavoro! >> ma Fili e Kili continuavano a dirigere lo show passandosi e lanciandosi i piatti. Ci si mise anche Kerochan a fare da ostacolo al lancio dei piatti, inneggiando i due giovani Nani a proseguire: << E voi anziché starvene lì impalati, aiutatemi! >> disse Sakura a Li e al resto del suo gruppo che rimaneva imbambolato alla specie di intrattenimento di Fili che faceva saltellare da una spalla all' altra una scodella che rischiava pericolosamente di cadere a terra. Il Nano passò con il solito tiro la scodella a suo fratello Kili, facendo ancora di più preoccupare la povera Sakura: << No, no, no! Kerochan giuro che prima o poi ti metterò le mani addosso! Mio padre ci rimarrà male se scopre che uno dei suoi piatti e quelli della mamma sono rimasti rotti! >> ma il piccolo peluche non si curò per niente delle minacce della cattura carte. I Nani ancora seduti a tavola cominciarono a sbattere le loro posate nel legno del tavolo e poi le facevano sbattere con le altre dei loro compari vicini, introducendo un ritmo con il battito dei loro piedi: << E potreste smetterla di fare così? Le spunterete >> avvisò Sakura agli altri Nani riprendendo ancora fiato dal continuo parlare: << Oh! Avete sentito, ragazzi? Dice che spunteremo le lame >> disse Bofur divertito nello sbattere con alcuni il ferro delle forchette. Iniziò una buffa canzone dei Nani con Kili ad aprire il testo, nel frattempo che era impegnato nel suo lavoro di passare i piatti a Bifur: << Spuntar lame neanche poco >> << Romper bottiglie e tappi al fuoco >> aggiunse per le rime Fili nel roteare sui gomiti altri piatti che gli arrivavano. Oin si alzò in piedi, utilizzando il suo cornetto acustico e diresse così il coro che si levò dai Nani: << Scheggiar coppe con tutto il resto, questo Sakura lo detesta! >>. Bifur prese un tegame con cui far emettere dei suoni di sottofondo con i Nani che continuavano nel canto: << La tovaglia per mangiar, sopra il letto le ossa lasciar, in dispensa latte versar, vino ovunque puoi schizzar! >> Ori si vide tutto in una volta i piatti che si innalzavano nelle sue mani, passati a lui da tutti i Nani, fino a formare una colonna. Dwalin si sovrappose al gioco di prestigio di Fili e Kili, dando colpi con la testa ai piatti che gli arrivavano per deviarli nella direzione di Nori. Quest' ultimo faceva saltare in aria i piatti con i piedi, improvvisando una danza stile russo. Fili non smise un attimo di prendere con i suoi riflessi i piatti che gli arrivavano: << Però è una bella canzone >> commentò Tomoyo muovendosi di poco per iniziare a ballare. I suoi amici la guardarono con un ciglio sollevato mentre Sakura la richiamava: << Tomoyo, ti prego, non ti ci mettere anche tu! >> la giovane venne subito distratta dalla colonna di piatti che trasportava Ori, non preannunciandosi nulla di buono per ciò.

Sakura rimase con il fiato sospeso a quella scena dell' equilibrio di Ori. I Nani nel canticchiare a gran voce si riunirono in tavola passandosi i piatti per sparecchiare: << Le stoviglie nell' acqua e poi, nel mortaio le puoi pestar, e se qualcuna si salvò, sempre in terra gettar si può! >> Kili lanciò a tutta velocità una forchetta che Bifur intercettò non appena si voltò per prenderla sulla punta. I piatti che finivano da Bombur venivano ripuliti con le sue manoni giganti per permettere il passaggio e l' arrivo al lavandino con un risciaquo lieve che si poteva dare ad essi. Balin siedeva in parallelo a Bombur, dall' altra parte del capo tavola, e faceva passare i piatti dietro a Kili con un colpetto del suo piatto usato per mangiare. Il piccolo Kerochan si divertì un sacco toccando delicatamente la superficie dei piatti che volavano fino a formare un arco in aria e mimando una camminata su di essi. Si esibì infine in una capriola volante a piatti finiti, ridendosela a più non posso dalla simpatia dei Nani, al contrario di Sakura che rimase del tutto che divertita. Bofur sfilò fuori dal suo giacotto pesante un flauto che utilizzò per suonare alla canzone e nel frattempo, Dori gli passava i piatti rotolanti a tavola sbattendo un pungo nel bancone. I piedi dei Nani sopra al legno del tavolo, calciarono un mucchio di piatti raggruppati ad un lato: << Oh, no! >> esclamò Sakura vedendo il mucchio di piatti che sparivano in mezzo al gruppo di Nani ammassato al centro della cucina. La ragazzina volle andare a vedere che i piatti non si fossero rotti, mentre i Nani terminavano la canzone con il ritornello: << Questo Sakura lo detesta! >> ridendo non appena la ragazzina fece una strana faccia allo scoprire che tutti i piatti erano messi ordinati a colonne nella tavola. La risata che si sparse tra gli ospiti allegri fu quella riguardante Sakura che si prese tanta di quella preoccupazione per niente: << Hai visto, Sakura? >> le disse il piccolo peluche scherzando con lei e ridendo alla sua faccia seria: << Guardate che faccia! >> commentò il Nano Kili dallo schiamazzare derisorio tra tutti i suoi compari, non trattenendo perfino le lacrime dal troppo ridere e quasi a piegarsi in due insieme agli altri, mentre teneva una pipa: << Non sono stati così cattivi, in fondo >> commentò Yuki: << Devo dire che mi sono preso un bello spavento anche io, Sakura >> ammise il fratello per poco schernendo la sorella che si strinse i pugni lungo nei fianchi, chiudendo gli occhi e sopportando quelle risate dei Nani rivolte a lei. Tomoyo fece per mettere una mano sulla spalla di Sakura che tremava dalal rabbia, pronta ad urlare dal nervoso: << Stai bene, Sakura? >> le chiese l' amica. La giovane stava per emettere forse il suo grido liberatorio alle troppe prese in giro che ricevette. Tre colpi decisi alla porta fecero smettere a tutti i Nani di ridere, diventando seri tutti in una volta mentre si voltavano verso la porta da dove avevano bussato: << E ora che altro c'è? >> si chiese Li nel silenzio totale. Sakura smise di accumulare la sua rabbia, sentendo anche lei una certa serietà nel bussare la porta: << Lui è qui >> annunciò solenne Kerochan. L' ultimo Nano era arrivato, e dalla sua faccia doveva essere una persona molto rispettabile.

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Capitolo 6
*** Episodio 226: Una mappa, una chiave e un contratto ***


La porta bussò per ben tre tocchi, ognuno di seguito e deciso. I Nani smisero di ridere a quel bussare, così come il resto del gruppo di Sakura venne avvolto da un' aria di serietà quando seguirono gli sguardi di tutti rivolti alla porta. Kerochan fece per dare l' annuncio nella più totale serietà, accennando ad un sorriso convinto: << Lui è qui >> << Lui chi? >> chiese Sakura confusa. Kerochan non rispose e svolazzò direttamente ad aprire la porta per l' ospite che doveva ancora unirsi. Tutti stettero intorno all' uscio per accogliere l' ultimo arrivato. Sakura constatò che doveva trattarsi di una figura autoritaria e probabilmente molto forte, visto che il silenzio tra i Nani era tombale. La porta si aprì. Un altro tipo vi era sulla soglia. Senza dubbio si trattava di un Nano, notando la statura quasi superiore all' altezza della ragazzina e dei suoi amici. Il Nano era avvolto da un mantello marrone chiaro. I suoi capelli erano lunghi e neri, e gli cadevano fino a mezza schiena. Davanti al petto aveva due treccine, anche lui le portava dai lunghi capelli dal nero vivo, insieme alla barbetta che gli spuntava perfetta. Questo si voltò verso il piccolo peluche che gli aveva aperto la porta, rivolgendo a lui e mettendogli in risalto l' azzurro dei suoi occhi: << Kerochan, avevi detto che questo posto era facile da trovare. Ho smarrito la via due volte >> pronunciò con voce profonda le sue prime parole il nuovo Nano, riconoscendo Kerochan. Il Nano entrò nella casa con tutta la calma che aveva: << Non l' avrei trovato affatto, se non fosse stato per il segno sulla porta >> aggiunse nel togliersi il mantello. Il Nano aveva una pelliccia soffice alle spalle con una vestaglia fatta in parte di ferraglia che gli copriva il busto. Il Nano incrociò gli sguardi dei suoi vecchi Nani, indirizzando loro un' occhiata di saluto. Tra lo stupore di Sakura e dei suoi amici, la ragazzina si fece in avanti: << Segno? Non c'è alcun segno sulla porta. E' stata ridipinta una settimana fa >> rispose ingenuamente Sakura.

Ma il Nano era impegnato a salutare con un cenno del suo capo altri suoi parenti che lo circondavano, indirizzando loro un sorriso e fu il piccolo Kerochan che spiegò la situazione alla sua amica: << C'è un segno sula porta. L' ho fatto io personalmente >> confessò il Guardiano. Poi rivolse i suoi occhi al Nano, cominciando con le presentazioni: << Sakura Kinomoto, permettimi di presentarti il capo della nostra Compagnia, Thorin Scudodiquercia >> e la giovane si mise faccia a faccia con il Nano, che a sua volta era affiancato da Kili: << E così questa è la cattura carte >> disse quasi ammirato Thorin avvicinandosi ancora un po' a Sakura, ispezionandola nel volto. Kili prese il mantello che Thorin gli porse per appenderlo all' attaccapanni: << Ho sentito parlare molto sul tuo conto, da parte di Kerochan. Mi ha detto che siete un' abile guerriera >> parlò Thorin a braccia conserte: << Ah, ehm, non proprio. Esagera, a volte >> rispose con un po' d' imbarazzo la ragazzina. Tra il gruppo di Nani, spuntarono gli amici di Sakura ai quali il Nano dal regale aspetto si fermò: << Ah, e questi sono i compagni, o meglio gli amici della nostra giovane guerriera >> fece Kerochan per presentarli al cospetto del Nano: << Questa è Tomoyo Daidouji, la sua amica >> << Buonasera, signor Thorin >> salutò al Nano con lieve confidenza e con un sorriso di benvenuto: << Poi ci sono Meiling Li, cugina di Li Shaoran, fidanzato di Sakura >> il cinesino arrossì un po' nelle guance, roteando gli occhi marroni da una parte: << Dimmi, sai combattere, ragazzo? >> chiese Thorin come se fosse un generale a Li: << Beh, sì... >> disse brevemente il ragazzo: << E infine, non i meno importanti, Yukito Tsukishiro, o Yuè nella sua forma di Giudice Supremo delle carte di cui ti ho parlato. E Toy Kinomoto, fratello della cattura carte. Questi sono i componenti del viaggio di un anno fa. Tutti hanno dato il meglio affinchè la missione per la quale vennero affidati si compisse senza alcun disastro >> il peluche presentò tutto in una volta il gruppo che liberò la Terra di Mezzo dalla presenza delle forze di Mordor. Ma il Nano Thorin era più ammirato dal volto del fratello della cattura carte: << Toy Kinomoto. La tua fama è arrivata nelle nostre terre, come una buona notizia che deve essere subito sparsa in ogni dove. Saresti stato un buon Re, se fossi rimasto ancorato al tuo destino >> disse francamente Thorin ricordando le voci che sentì sulla possibile e non avvenuta incoronazione del Re Elessar Toy. Ma il baldo giovane non diede più importanza a ciò: << Il mio posto è sempre stato qui >> rispose con sicurezza: << Un relitto al quale la sua importanza si perde col tempo, è un relitto da scaricare. Ma le decisioni più sagge sono sempre state prese in considerazione dalla mia gente >> comunicò serenamente il Nano accettando la scelta che Toy fece un anno fa a Gondor: << Lo stesso vale per noi >> ribattè il giovane. Il Nano fece così per distaccarsi un attimo da Sakura, osservando il resto dei suoi amici: << Vedo che questa era la Compagnia che si incamminò nel lungo viaggio del Monte Fato. Il vostro contributo è grato a tutte le creature che abitano nella Terra di Mezzo. Ma questo vale solo per la maggior parte di esse >> aggiunse Thorin veritiero. Il suo sorriso però non destò sollievo al gruppo.

Così fece per ritornare sulla cattura carte, girandole intorno: << Ditemi, signorina Kinomoto, avete combattuto molto? >> << Come, prego? >> << Ascia o spada? Qual è l' arma che preferite? >> domandò Thorin notando un pizzico di panico nella ragazzina, come se si fosse dimenticata di combattere tutto d' un tratto. Il Nano attese la risposta della ragazzina, standole di nuovo di fronte: << Beh, mi destreggio molto più con la spada, se volete saperlo. Ma non sono mai stata una grande fan della violenza >> disse Sakura suscitando nel Nano il sospetto che si fece all' inizio quando vide per la prima volta la ragazzina pochi secondi fa, facendosi l' idea di una alle prime armi. Intervenì di nuovo Kerochan: << Devi sapere, Thorin, che nell' attesa di un anno la nostra Sakura ha perso completamente l' uso delle armi da guerra. E questo l' ha segnata, in seguito al rientro dal viaggio che fece >> << Lo immaginavo. Sembra più una sbarbatella, che una scassinatrice >> conferì la battuta Thorin al resto dei suoi Nani che cominciarono a ridere di nuovo davanti a Sakura. I Nani si sedettero in cucina, mentre Kerochan rise per un po' alla faccia che la cattura carte fece alla nuova presa in giro. Ora indirizzava un' occhiataccia al piccolo peluche: << Che c'è? >> le domandò confuso. Tomoyo trattenne uan risatina alla faccia buffa che Sakura rivolse a Kerochan. Dopodichè la giovane cattura carte si tenne in disparte con il resto dei suoi amici, seduti in alcune sedie per ascoltare la fatidica riunione dei Nani nel parlare della nuova missione che avrebbero intrapreso con la cattura carte. Thorin si sedette a capo tavola, bevendo da una ciottola la zuppa che prepararono a lui, mentre gli altri suoi dodici compari gli stavano intorno: << Novità dal raduno a Ered Luin? Sono venuti tutti? >> gli domandò Balin dalla bancata di destra: << Sì. Inviati da tutti e sette i regni >> rispose con soddisfazione Thorin. Un lieve entusiasmo si sparse tra i dodici Nani riguardo ad alcune riunioni di alcuni popoli per l' intervento all' impresa dei Nani. Come gli animi si placcarono, Dwalin fece per parlare: << Che cosa ti hanno detto i Nani dai Colli Ferrosi? I Durin sono con noi? >> tutti attesero quella delicata ma semplice sentenza, che potè risultare decisiva alla loro missione. Thorin poggiò il cucchiaino da una parte, assumendo una faccia sconsolata: << Loro non verranno >> e dei lamenti si levarono dalla tavola con Dwalin che emise un verso derisorio. Kerochan svolazzava sopra le teste di alcuni Nani, rimanendo con la faccia seria e intuendo che il viaggio non si poteva compiere con solo 13 Nani. Li era seduto vicino alla porta con Sakura: << Ma di che cosa stanno parlando? >> si domandò il cinesino dai nomi strani che sentiva alle orecchie. Meiling e Tomoyo rimasero in silenzio ad ascoltare la discussione, sedute anche loro dalla parte opposta a Li e a Sakura, mentre Toy e Yuki rimanevano in piedi sull' uscio della porta. Thorin proseguì: << Dicono che quest' impresa è nostra, e solo nostra >> altri mormorii si levarono tra i Nani, indignati dall' aiuto che non arrivò a loro.

<< Partite per un' impresa? >> domandò Sakura alzandosi in piedi, facendo smettere di colpo ai Nani di borbottare in sottofondo mentre Thorin poggiò il suo boccale di birra. Quella domanda per Kerochan fu senza senso, sapendo già che la ragazzina stava facendo finta di niente riguardo all' avventura che non voleva prendere: << Sakura, mia cara amica, procuraci un po' più di luce >> disse il piccolo Guardiano per assegnare un compito a Sakura, che subito dopo si rese conto di aver chiesto una domanda ovvia nel suo imbarazzo. La cattura carte andò ad accendere la luce, lasciando perdere il momento che stava passando. Kerochan fece apparire davanti a sé una mappa arrotolata. Dwalin e Thorin fecero spazio al piccolo peluche giallo in tavola in modo che potesse aprire pienamente la mappa: << Lontano verso Est, oltre le montagne e i fiumi, al di là di terreni boschivi e terre desolate, giace un' unica vetta solitaria >> e Kerochan indicò con la piccola manina gialla il punto dove era disegnata la famosa Montagna Solitaria. Li, Meiling e Tomoyo si alzarono in piedi per sbirciare ciò che si guardava alla tavola. Yuki e Toy fecero lo stesso, e furono avantaggiati essendo i più alti poterono vedere meglio. Nel momento in cui Kerochan aprì la mappa, Thorin guardava la carta quasi in trepidante attesa che fosse aperta. La luce, seppur tenua, del lampadario di cucina illuminò la cartina aperta: << “La Montagna Solitaria” >> lesse il nome del monte Sakura con la raffigurazione di un Drago dai contorni rossi vicino al disegno: << Ho già visto questi segni, Kerochan? >> chiese Sakura dubbiosa: << Sì. Questa è la mappa di un' altra parte della Terra di Mezzo >> le rispose il piccolo Guardiano: << Hai visto, Tomoyo? Presto potremo rivivere la vegetazione di quelle terre >> disse Meiling eccitata all' idea di fare ritorno con la sua amica inseparabile Tomoyo. Quest' ultima rispose con un cenno con la testa, facendo impensierire Sakura, che fino a quel momento rimase l' unica a non voler partecipare alla partenza. Li la guardò convinto di quello che stava pensando sulle intenzioni della sua amata. Poi si mise a parlare un Nano dalla folta barba rossa e stessa acconciatura del vecchio Gimli: << Sì! Oin ha letto i presagi. E i presagi dicono che è il momento >> si riferì al Nano dal cornetto acustico che prese parola: << I corvi sono stati visti rivolare verso la Montagna come era stato predetto. Quando gli uccelli del passato torneranno a Erebor, il regno della bestia avrà fine >> raccontò il vecchio Oin a tutti i compagni in ascolto. Kerochan si divertì per poco ad accendersi un lieve fuocherello tra le mani, giocherellando a passarselo di qua e di là, ma dovette farlo sparire quando notò che le fiamme gli stavano per avvolgere il piccolo arto. Sakura, che in quell' istante era poggiata su un mobile al dì fuori della cucina, sentì di spalle la parola “bestia” che le fece sobbalzare per un attimo dal posto: << L' impresa pare sia più ardua del previsto >> annotò serio Toy: << Già, non sarà facile abbattere il Nemico stavolta >> aggiunse Li mettendosi con le mani sul tavolo, interessato alla pericolosa missione, e chiedendo ancora a Thorin: << Da quanto tempo vigila quel mostro? >> << Più o meno da mezzo secolo. Siamo sopravvissuti grazie all' ospitalità di altre creature con cui stringemmo buoni rapporti, al tempo del nostro dominio >> rispose il Nano.

<< Ma è spaventoso >> commentò Tomoyo seria: << Già, lo è >> ammise Thorin con la vista che gli si fermava in un punto: << Ve lo dico già da adesso >> fece per parlare Toy: << Noi siamo venuti a contatto con alcuni abitanti che popolavano la Terra di Mezzo. Vi aiuteremo in questa vostra missione >> << Potete contare su di noi. I miei poteri che mi furono tramandati tempo a dietro sono sufficienti per tenere testa a qualsiasi malvagità si presentì >> aggiunse Yuki al fianco di Toy. Il cinesino fece per prendere anche lui parola: << Dovremo pensare d' astuzia, se vogliamo liberare la Montagna dalle grinfie del Drago sputafuoco. Io e Meiling siamo discendenti di famiglie combattive, intelligenti e audaci. Avete un altro solido sostegno su cui potrete agganciarvi >> strinse un pugno sicuro Li. Thorin però fermò i ragazzi impulsivi: << Non pensiate che potrete darci una mano. Siete fuori strada >> disse il Nano dando un' occhiata guardinga a Li che gli pareva essere il più sfrontato tra il gruppo: << Cosa? >> dissero quasi in coro i cinque con gli occhi di tutti i Nani che li fissavano intensamente: << Ma come potete fare affidamento sulle vostre sole forze? Voglio dire: è una bestia enorme, un singolo battaglione di voi Nani non riuscirebbe a tenergli testa >> avvisò premurosa Meiling. Sakura decise di voltarsi, ma lo fece di scatto. Kerochan roteò i suoi piccoli occhi verso la cattura carte, intuendo che la paura la stava assalendo, e ancora rimaneva l' unica del gruppo a restare con le mani in mano senza aver pronunciato una qualche risposta: << Quale bestia? >> domandò la cattura carte con lieve tono tremolante. I suoi amici si voltarono verso di lei, capendo che parlando della missione, non avrebbe fatto altro che peggiorare lo schieramento della ragazzina. I suoi amici si stettero zitti, ma intervenì Bofur a rispondere alla ragazzina: << Sarebbe in riferimento a Smaug il Terribile. La maggiorissima e più grande calamità della nostra Era >> tutti quanti stettero ad ascoltare Bofur che si poggiava nelle labbra la punta della sua pipa. La faccenda era seria. Smaug aveva derubato i Nani della loro madre patrìa. Quel ricordo era più che mai vivo in Thorin, che abbassava lo sguardo verso il tavolo, dando ascolto sempre a Bofur. Oin fece così per mettersi il cornetto per sentire meglio: << Uno sputafiamme volante. Denti come rasoi, artigli come ganci da macellaio. Appassionato di metalli preziosi... >> << Sì, so cos'è un Drago. Me lo immagino molto bene >> rispose Sakura interrompendo Bofur: << Quindi il piano consiste solo nel recupero della Montagna da un solo rettile >> disse Toy: << Di proporzioni gigantesche, dimentichi! >> lo corresse Yuki. Il Nano Ori si sollevò dalla tavola di scatto: << Io non ho paura, sono capace. Gli darò un assaggio del ferro nanico dritto nelle chiappette! >> annunciò impavido, facendo emergere imbarazzo al fratello Dori, mentre veniva incoraggiato dal resto dei Nani: << Siediti! >> gli bisbigliò Dori rimettendolo a sedere. Meiling e Tomoyo rimasero anche loro lievemente imbarazzate: << Non è poi così gracile come sembra >> << Che bellino. Ha dimostrato il suo coraggio, almeno >> commentarono Meiling e Tomoyo.

Il cinesino Li emise una lieve risata per sdrammatizzare la situazione. Balin ebbe da dire la sua a riguardo: << Il compito sarebbe già arduo con un esercito alle spalle, come ha detto la ragazzina un attimo fa. Ma siamo solamente tredici. E non i tredici migliori. Né i più svegli >> notò la triste verità al gruppo. Ma ciò fece suscitare delle polemiche d' offesa tra i Nani: << Hey? Stupido a chi? >> domandò Nori aprendo nuovi mormorii tra i suoi compari. Una manata ben data al bancone in legno fece attutire l' agitazione tra i Nani. Fili fece per parlare: << Saremo pure pochi di numero, ma siamo combattenti. Tutti quanti, fino all' ultimo Nano! >> battè di nuovo la mano: << E dimenticate che abbiamo un Guardiano magico nella Compagnia: Kerochan avrà ucciso centinaia di draghi ai suoi tempi! >> aggiunse l' energico Kili a fianco al fratello Fili. Il piccolo peluche cercò di frenare subito l' idea del Nano Kili: << Beh, io... Non direi che io... >> << Parli troppo per i miei gusti, amico >> avvisò Toy al Nano: << Quanti allora? Quanti draghi hai ucciso? >> chiese Dori al Guardiano che tossì, osservato con attenzione da Thorin e gli altri, per smorzare ogni tipo di risposta o bugia che doveva dare al Nano: << Avanti, dicci un numero! >> insistette Dori. I Nani d' improvviso scattarono in piedi, urlando e dibattendo sulla questione senza motivo. Dwalin e Bifur mimavano gesti di pugni da dare ai compagni che gli urlavano contro: << E-Ehm.. Scusate. Per piacere >> fece Sakura per cercare di farli stare calmi, per paura che suo padre si risvegliasse. Tomoyo e Meiling si misero le mani alle orecchie, infastidite dalle urla dei Nani: << Quanto sono testardi! >> commentò la cinesina alla sua amica Tomoyo. Li, Toy e Yuki rimasero inermi a guardare l' agitazione di tutti i Nani, tranne Thorin. Questi si alzò di scatto dal suo posto, urlando qualcosa in Nanico. Tutti si zittirono, risedendosi al loro posto con Sakura che si spaventò dall' urlo del Nano a capo tavola: << Grazie... per l' intervento >> disse la giovane ringraziando Thorin, mentre lei si teneva attaccata al braccio di Li. Thorin fece per parlare riavendo calmato le acque: << Se noi abbiamo interpretato quei segnali, non pensate che anche altri l' abbiano fatto? >> comunicò il capo della Compagnia Nanica riguardo all' espansione del messaggio che i corvi sono stati visti volare verso Erebor. Tutti i Nani non proferivano parola, ascoltando nel silenzio il loro Thorin: << Le voci hanno cominciato a diffondersi. Il Drago Smaug non viene avvistato da 60 anni. Occhi guardano a Est verso la montagna, valutando, ponderando, soppesando i rischi. Forse la grande ricchezza del nostro popolo ora è senza protezione. Ce ne stiamo comodi mentre altri prendono ciò che è nostro di diritto? O afferriamo l' occasione per riprenderci Erebor? >> spronò a pugno in avanti Thorin. Un urlo di gioia sprizzò da tutti i Nani mentre il loro capo inneggiatore ripeteva parole di carica nella lingua Nanica. Intervenì ancora Li nella riunione, mettendosi a braccia conserte: << Ma voi siete più che sicuri che il Drago chiamato Smaug sia del tutto scomparso dalla Montagna? Voglio dire, chi ce lo assicura che potremmo portare a termine tranquillamente la missione? >> Thorin fece per rispondere al cinesino: << Anche se come dici tu, Mastro Li, il Drago fosse presente all' interno della Montagna, noi saremo in grado di raggirarlo con un po' di fortuna >> << Dimenticate che la porta principale è sigillata >> aggiunse Balin interrompendo l' allegria tra i Nani nel rimettere piede a casa dopo tanti anni trascorsi.

Thorin si risedette come se neanche lui avesse pensato a questo piccolo intoppo: << Non si può entrare nella Montagna >> ammise lo stesso Nano desolato: << Questo, mio caro Balin, non è del tutto vero >> lo corresse Kerochan. Il piccolo peluche fece apparire, estraendo per magia da dietro la sua schiena, una chiave che teneva stretta. Thorin ne fu sorpreso alla vista: << Che cos'è? >> domandò Tomoyo sporgendosi per osservare la struttura della chiave come era stata costruita: << E' la chiave per entrare nella Montagna, cara Tomoyo >> << Come mai è nelle tue mani? >> domandò Thorin al piccolo Guardiano: << Mi è stata data da tuo padre, anni fa. Da Thrain. Per sicurezza >> rispose Kerochan volteggiando da ogni lato l' antica chiave ammirata da ogni Nano come se fosse un pezzo d' oro ritrovato: << Non mi sono mai dimenticato di voi, dopo tutto questo tempo. E Thrain sapeva perfettamente che un giorno o l' altro saresti tornato a riaprire le porte di casa Erebor. E' tua adesso >> Kerochan porse la chiave al Nano che la afferrò con un pizzico di emozione. Ora il compito di spalancare l' ingresso del regno della Montagna era posto sulle mani di Thorin, capo dei dodici Nani che richiamò lì a casa di Sakura. Tutte le piccole creature rimasero a bocca aperta nell' osservare la chiave che lo stesso Thorin prendeva e che esaminava incantevolmente prima di coprirla nella sua mano: << Se c'è una chiave, dev' esserci una porta >> riflettè parlando Fili. Il piccolo peluche giallo annuì con la testa al Nano, indicando con le sue zampine la mappa aperta sul tavolo. La sua manina puntò su strane scritte rosse che erano al lato sinistro della cartina: << Queste rune indicano un passaggio segreto alle Sale Inferiori >> spiegò Kerochan passando la manina su un fianco del disegno della Montagna: << C'è un' altra via di entrata! >> disse Kili stringendo il fratello Fili per una spalla: << Beh, se riusciamo a trovarla. Le porte dei Nani sono invisibili, se sono chiuse >> frenò ancora il Guardiano avvisando Kili e gli altri. Fece per intervenire Sakura: << E' come la porta che abbiamo aperto un anno fa, in uno degli antichi regni abbandonati dei Nani. Te lo ricordi, Kero? >> chiese la ragazzina: << Sì, senza dubbio potrebbe esserci una qualche sorta di parola magica da riuscire a far smuovere l' entrata, una volta pronunciata >> << Però dobbiamo sapere se è la stessa parola. O almeno dobbiamo sperare che sia la stessa >> ragionò Li: << In ogni caso, se non si aprirà, basterà buttarla giù scavando nella roccia >> aggiunse Meiling al cugino: << Questa sembra una soluzione fattibile >> disse Yuki. Seguì una pausa, poi Kerochan continuò a parlare dopo che buttò giù un respiro: << La risposta giace nascosta da qualche parte in questa mappa. E io non ho la capacità di trovarla, ma ci sono altri che godono di questo >> affermò il peluche. Thorin e i vecchi amici di Kerochan lo stettero a guardare.

<< A chi ti riferisci? >> chiese Toy: << L' incarico che io ho in mente richiede una grande segretezza e non una piccola dose di coraggio >> annunciò Kerochan roteando i suoi occhi su Sakura, che sollevò lo sguardo dal piccolo animaletto: << Ma se siamo attenti, e astuti, credo che si possa fare >> sorrise con sicurezza a Thorin: << Ecco perchè una scassinatrice >> intervenì Ori in fondo al suo posto indicando Sakura: << E anche brava. Un' esperta, immagino >> rispose la ragazzina non capendo che il ruolo era riferito a lei: << E tu lo sei? >> le chiese Glòin stuzzicamente. La cattura carte si voltò verso i suoi amici che le stavano dietro, pensando che la domanda fosse riferita a loro: << Sono cosa? >> richiese Sakura al Nano: << Ha detto di essere un' esperta! Eh, eh! >> esclamò Oin avendo sentito male dal suo cornetto: << Come? Io? No. No, no, no, no. Io non sono una scassinatrice. Non ho mai rubato niente in vita mia >> rispose Sakura: << Ho-Ho capito bene? >> disse Tomoyo con un bricciolo di panico in cuore. Li si voltò verso il peluche con espressione leggermente preoccupata: << Kerochan, dimmi, che intenzioni hai? >> ma il Guardiano non diede risposta al ragazzino, facendogli capire che era come quest' ultimo la pensava: << Eh? Non vorrai sul serio far andare Sakura da sola in questa avventura? >> chiese Li: << Che cosa? >> << Cosa? >> dissero insieme Yuki e Toy alla frase del ragazzino: << Temo di dover concordare con la signorina Kinomoto: non ha la stoffa da scassinatrice >> disse Balin constatando le poche abilità della giovane: << No >> fu d' accordo la cattura carte, facendola per ora tirare un sospiro di sollievo: << Le Terre Selvagge non sono per la gente a modo che non sa lottare né badare a sé stessa >> aggiunse Dwalin, fratello minore di Balin, concordando con la decisione del secondo Nano. In seguito, tutti i Nani levarono un' altra discussione tra di loro, rifiutando di prendere Sakura come scassinatrice, e incominciando a scegliere tra loro chi fosse adatto a fare il ruolo. Fu a quel punto che Kerochan si trasformò in tigre, furioso che il suo volere non era rispettato da tutti. Le sue dimensioni sembravano molto più grandi con le ali che si spiegavano fino al soffitto, dando l' impressione che stesse crescendo in altezza: << Basta! Se dico che Sakura Kinomoto è una scassinatrice, allora una scassinatrice è! >> le pareti si tinsero di nero, dando uno scenario vendicativo alla figura della tigre che nell' urlare sembrava minacciare i Nani mostrando a questi i denti affilati. Tutti si immobilizzarono quando il grosso felino salì sul tavolo, quasi volesse sbranare qualche Nano: << Su, adesso calmati, Kero. Non è il caso >> disse Sakura accarezzando la pelle del Guardiano per farlo stare calmo: << Le ragazze magre come lei hanno il passo notevolmente leggero, infatti, possono passare inosservate da molti se lo vogliono. E mentre il Drago è abituato all' odore dei Nani, quello degli umani gli è completamente sconosciuto. Il chè ci dà un preciso vantaggio >> informò la grossa tigre scendendo dal tavolo: << E allora potrei andare anch' io all' interno della Montagna, visto che ho lo stesso peso di Sakura >> intervenì Meiling ricevendo un richiamo con un sorrisino da Tomoyo: << Penso che adesso spiegherà il motivo >>.

La tigre fece per proseguire: << Mi avete chiesto di trovare il quattordicesimo membro di questa Compagnia, e io ho scelto la signorina Sakura. In lei c'è più di quanto le apparenze suggeriscano. E ha da offrire più di quanto voi immaginiate. Inclusa lei stessa >> spronò con decisione alla ragazzina davanti alle facce dei Nani che sembravano fossero rimproverati dai loro genitori. Thorin sollevò lo sguardo verso la tigre che conferì un avvertimento al Nano: << Dovete fidarvi di me su questo >> << Ah! Lo sapevo che sceglievi sempre Sakura, e non un altro del nostro gruppo oltre a lei. Uffa! >> calpestò i piedi Meiling: << Mia cara amica, non hai ancora imparato niente sul compito per il quale ognuno di noi è portato? >> ribattè Kerochan beffardamente: << Allora, è così >> disse Li guardato dai suoi amici con lieve tristezza, sapendo che questa volta non poteva andare al fianco della sua amata: << Li, mi dispiace per ciò. Ma la missione prevedeva che solo uno di voi doveva partire. Vi ho esaminato tutti, e ho intuito che solo Sakura era in grado di sostenere quest' impresa >> ammise alla fine Kerochan al cinesino affranto: << Io... >> cercò di trovare le parole il cinesino, poi arrendendosi ai fatti come stavano: << Io proprio non riesco a capirlo >> si disse abbassando la testa: << Oh, Li... >> mormorò Sakura al suo ragazzo premuroso. Meiling e Tomoyo erano allo stesso tempo dispiaciute anche loro per la partenza della loro amica, al pari di Yuki e Toy, dove quest' ultimo accettò la partenza della sorellina. Fece per avvicinarsi dando una pacca sulla spalla del ragazzino: << Hey, fidati è meglio che sia così. E' una cosa che solo Sakura potrà capire >> disse il fratellone della ragazzina. Il cinesino si girò tristemente dalla sua amata, guardandola con occhi pieni di dispiacere. La giovane incrociò gli occhi marroni del suo amato che in un certo senso decise con una sua occhiata di lasciare andare Sakura nella sua nuova avventura. La ragazzina però scosse di poco la testa, con gli occhi che lentamente le si facevano lucidi, intuendo che Li stava sbagliando nel permetterle di partire da sola: << Molto bene. Faremo a modo tuo >> fece per parlare Thorin rivolto a Kerochan: << No, no, no. Per favore... >> cercò di fermarli ancora Sakura, ma Thorin era ormai convinto e ordinò a Balin: << Diamole il contratto >> << Ci stiamo! Partiamo >> esultò Bofur fumandosi la sua pipa. Balin tirò fuori dal suo cappotto rosso un foglio arrotolato e fece per darlo alla ragazzina che doveva partire controvoglia: << E' la solita roba. Compegno delle spese personali, durata prevista, remunerazioni, organizzazioni dei funerali e così via >> il Nano riassumè i punti che comprendevano il contratto che passò a Thorin, facendo il passa a mano poi alla nuova scassinatrice, spiattellando sul suo petto il foglio di carta: << Organizzazioni dei funerali? >> chiese impaurita la ragazzina afferrando il contratto. La tigre roteò i suoi occhi quasi con espressione beffarda alle spalle della cattura carte alla nota di paura che questa ebbe alla parola “funerale”.

La cattura carte srotolò il foglio per leggerlo al dì fuori degli occhi di tutti i suoi amici e dei Nani alla tavola. Come aprì l' intero foglio, la ragazzina notò che era abbastanza lungo, quasi toccava per terra: << Mi raccomando, sorellina, leggilo con calma >> scherzò Toy sulla lunghezza del contratto: << Povera Sakura >> disse Tomoyo sorridendo amaramente al nuovo viaggio che la sua amica avrebbe affrontato per forza. Thorin, approfittando del momento in cui Sakura si mise a leggere il contratto, passò per bisbigliare qualcosa alle orecchie della tigre: << Non garantisco la sua sicurezza >> conferì al Guardiano che annuì tristemente: << Capisco... >> << Nè sarò responsabile del suo destino >> aggiunse come da accordo Thorin: << Concordo >> sorrise con forza e amarezza la tigre all' astenimento da parte del Nano sulle conseguenze che questo viaggio avrebbe portato alla cattura carte. Li sembrò avesse origliato ogni singola parola di quello che Thorin avesse conferito a Kerochan, ma sembrò più attento a guardare la sua Sakura amorevolmente, prima che questa sarebbe stata costretta con la forza a lasciare Tomoeda: << “Termini: pagamento alla consegna fino a, e non oltre, un quattordicesimo del profitto totale se c'è”. Mh, sembra equo... >> commentò Sakura ad ogni frase che le capitava di leggere sul foglio, girando e passeggiando nel salotto. La tigre emise una risata soffocata alla faccia di Sakura intenta alla lettura: << Perchè ridi? >> chiese Tomoyo a Kerochan: << Niente, è solo che mi sembra tutto molto buffo >> << Eh? Cosa? >> si chiese Meiling, riprendendo poi ad ascoltare la loro amica: << Ehm... “La presente Compagnia non risponderà di lesioni inflitte da o come conseguenza di, incluso non limitatamente,” ah... “a lacerazioni” >> i Nani e Kerochan smisero di spazientirsi quando Sakura arrivò alla parola “lacerazioni”, fermandosi dopo di questa. Thorin stava in piedi ad aspettare a braccia conserte la risposta della nuova scassinatrice e componente del gruppo dei tredici Nani. Kerochan roteò la sua testa sulla giovane intenta a leggere il contratto, sentendo una pausa prolungata da parte di lei: << Eviscerazioni? Incenerimento? >> proferì quei termini alla Compagnia dei Nani: << Ma che vuol dire questo? >> domandò Yuki sorpreso: << Oh, sì! Lui ti ridurrà a braccioletta in un batter d' occhio >> rispose Bofur senza noncuranza alle parole che diceva. L' espressione di Li rivolta al Nano fu una di quelle per cui la creatura andava avvisata che si stava rendendo troppo esplicita: << A quanto pare qui sono tutti diretti, vero? >> commentò Tomoyo forzando un sorriso. Sakura emise un verso del tutto fuori dalla norma di una persona tranquilla, abbassando le braccia in modo scomposto, come se fosse caduta in un' improvvisa depressione: << Sakura, va tutto bene? >> chiese Li tenendosi pronto a scattare nel caso in cui la sua amata fosse crollata a terra.

I Nani si affacciarono dal proprio posto per guardare la ragazzina: << Stai bene, ragazza? >> le chiese Balin: << Eh? Sì, sto... sto per svenire >> rispose la cattura carte accovacciandosi e cercando di riprendere fiato. Fu a quel punto che Yuki fece per cercare di avvicinarsi a lei: << Se vuoi ti accompagno a prendere una boccata d' aria, Sakura? >> << No, aspetta. Voglio vedere come va a finire >> disse Toy fermando l' amico per vedere la scena di sua sorella che stava per svenire. Bofur si fece di nuovo avanti nel parlare, alzandosi dalla sedia: << Pensa a una fornace con le ali... >> << Aria, mi manca l' aria! >> comunicò la ragazzina tenendosi il petto: << Lampo di luce, dolore cocente... Poi puff, sei soltanto un mucchietto di cenere! >> concluse Bofur: << Credo che forse le tue parole l' abbiano fatta star meglio >> disse Toy attendendo la figura che avrebbe fatto la sorella. Questa sembrò davvero ricomporsi, tornando a buttare giù l' aria inspirata e rimettendosi dritta con la schiena. Tutti stettero a guardarla quasi avvolti da un pizzico di tensione. Kerochan tirò indietro la testa vedendo che non era successo niente: << Sakura... >> fece per parlarle Li mantenendosi sempre pronto a scattare verso di lei. La ragazzina provò a respirare regolarmente, poi si voltò verso gli altri: << No... >> e cadde con tutto il suo peso nel pavimento in legno, e svenendo: << E' svenuta! >> disse Meiling: << Sakura! >> << Sakura, riprenditi! >> dissero rispettivamente Li e Tomoyo andando a soccorrere la loro Sakura insieme a Yuki e a Meiling: << Oh, sei di grande aiuto Bofur... >> disse Kerochan al Nano.

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Capitolo 7
*** Episodio 227: Le Montagne Nebbiose ***


Sakura venne presa dalle spalle da Yuki mentre ai piedi ci pensò Li. La poggiarono nel divano del salotto, e Meiling e Tomoyo le sventolarono dei fazzoletti sulla faccia per farla rinvenire dallo svenimento brusco. Come la ragazzina si riprese, questa fu aiutata dal suo cinesino e da Yuki a rimettersi in seduta in una poltrona. I suoi amici le furono intorno: << Come ti senti? >> le chiese Tomoyo notando che la sua amica cercava di mettere a fuoco la sua vista: << Oh... Sei tu, Tomoyo... >> pronunciò le prime parole la rinvenuta Sakura scorgendo anche gli altri suoi amici con suo fratello Toy che preferì assistere alla scena divertito: << E ci siete anche voi, amici miei. Ahi, che botta! >> si lamentò Sakura massaggiandosi un po' la nuca che aveva sbattuto nel duro legno del pavimento di casa sua. Meiling fece per metterle una mano sulla fronte, controllando se non aveva la febbre dal troppo pensare: << Per fortuna non sei calda in fronte >> disse la cinesina tirando dolcemente indietro la sua mano: << Così sarai pronta a partire >> aggiunse la ragazza ottimista per sé stessa ma non per l' amica: << Ah, grazie per avermelo ricordato, Meiling... >> rispose ironicamente Sakura: << Ti porto un po' di camomilla in modo che ti possa calmare >> Tomoyo andò in cucina per prendere un bicchiere dove potè versare della camomilla per la sua amica. L' intera stanza dove avevano discusso i Nani, ora era ripulita con tutte le sedie messe in ordine e con la solita disposizione che Sakura teneva nella cucina. Li prese una mano della sua amata per riscaldarla dal freddo che il pavimento le diede alla sua permanenza da sdraiata su di esso. Sakura sorrise a Li: << Grazie, Li >> << Non ti preoccupare per noi. Pensa solo a recuperare le forze per il viaggio >> le disse francamente: << Ma Li, io non... >> << Avresti dovuto vederti, sorellina. Sei caduta come un salame a terra. Ah, ah, ah, ah, ah! >> sopraggiunse ridendosela Toy: << E smettila! >> gli disse Li in difesa di Sakura.

I Nani stavano in altri posti dell' andito, o in altre stanze lì vicino, attendendo in piedi o seduti che la loro scassinatrice si fosse ripresa del tutto: << Accidenti. Tutti quei pensieri ti hanno fatto prendere una bella botta >> disse Yuki inginocchiandosi su Sakura. Arrivò da lei Tomoyo con la camomilla calda in mano versata nel bicchiere: << Ecco, tieni, Sakura >> e fece per darlo alla sua amica nella poltrona: << Grazie, Tomoyo >> la ringraziò la cattura carte sorseggiando la camomilla dopo che Li tolse la sua mano da quella di Sakura per permettere che prendesse il bicchiere. Toy si sedette sul divano, a tratti divertito ancora da quello che capitò a sua sorellina. Giunse Kerochan, ritrasformatosi in peluche, per parlare con Sakura: << Allora? Ti è passato il mal di testa? >> chiese il Guardiano poggiandosi sopra alla poltrona: << No... >> rispose la ragazzina ripensando al viaggio al quale la stavano costringendo: << Ah! Muoviti, altrimenti saremmo costretti a trascinarti per i piedi >> le riferì Kerochan svolazzando davanti alla faccia della giovane: << Mi riprenderò, solo lasciatemi tranquilla per un momento >> ribattè lei bevendo ancora un po' di camomilla: << Te ne stai tranquilla da tanto troppo tempo! >> le rispose il peluche stressato dalle pretese della cattura carte. Il piccolo Kerochan decise di poggiarsi sul ripiano del cammino acceso lì vicino. La stessa cosa fecero per sedersi Li, Meiling e Tomoyo in alcune sedie alla destra di Sakura. Questa cercava di ribattere alle parole di Kerochan, che ebbe il tempo di parlare in una seconda possibilità: << Dimmi: da quando i centrini e i piatti di tuo padre sono diventati così importanti per te? Io ricordo una coraggiosa ragazzina che andava sempre in cerca di nuove avventure nel mondo. Che restava fino a tardi, e tornava a casa nel momento più opportuno quando la sua famiglia la stava per scoprire >> << Quelli erano altri tempi, Kerochan. Ahiò! >> Toy venne colpito da una lieve gomitata di Yuki che fece smettere all' amico di provocare la sorellina: << Sssh! Basta, Toy >> gli consigliò Yuki facendo proseguire Kerochan: << Una ragazzina talmente curiosa che avrebbe voluto solamente scoprire cosa c' era oltre i confini di Tomoeda. E io ti ci ho portato alla fine, non è forse così Sakura? >> << Sì, Kero >> rispose con un filo di voce la ragazzina, guardando dentro al bicchiere e rispecchiandosi il volto triste nel liquido: << Io sto cercando di mandarti con un' ultima spinta nella più avvincente delle missioni che finora ti ho dato. Non puoi buttare all' aria tutto adesso >> aggiunse Kerochan: << Ma perchè mi stai costringendo solo a me? Questo non lo trovo giusto >> ribattè quasi infuriata la giovane: << Perchè con questo viaggio sono sicuro che crescerai e che maturerai di più. Ho già visto il tuo insolito comportamento alla porta, quando mi hai rifiutato stamattina >> le sbattè in faccia la verità, dicendole che aveva i comportamenti di una bambinetta e che gli altri erano cresciuti con il primo viaggio: << Porto ancora troppe cicatrici dallo scorso tragitto >> ribattè quasi tragica la ragazza. Il peluche proseguì nel parlare guardando verso la finestra: << Il mondo non sta nelle carte di Clow o nella tua testa, Sakura. Ma è là fuori >> e indicò incrociando lo sguardo di Sakura l' ambiente che aspettava la paladina delle carte.

Ora per lei quella finestra chiusa che la conteneva da ogni pericolo del mondo esterno, le sembrò come un qualcosa di nuovo. Non si sarebbe mai aspettata che si dovesse ritrovare a temere i pericoli che il globo presentava. Però, a parte lei, era più stupito Kerochan che aveva il compito di rimetterla nella giusta strada. Quell' ultimo viaggio che lei fece la segnò così tanto, fino ad arrivare al punto di non addentrarsi più in mondi sconosciuti? La Terra di Mezzo, per lei ora, aveva da nascondere altre insidie con quella missione che stava per far iniziare. Sakura roteò i suoi occhi verdi prima su Li, passando per Tomoyo, Meiling e Yuki. Infine, rivolse gli occhi al fratello, prima di ripassarli ad osservare il blu della notte che si poggiava nel vetro della sua finestra. La risposta di Sakura fu secca: << Non posso andarmene di punto in bianco. Sono una Kinomoto, di casa Kinomoto! >> ribadì questo concetto al piccolo amico: << Tu sei inoltre una Daidouji >> le fece ricordare il peluche. Gli occhi di Sakura rotearono subito su Tomoyo, il cui aspetto ora le ricordava sua madre, che originariamente il cognome era Daidouji. Si ricordò la spiegazione che la madre di Tomoyo, Sonomi, diede a lei riguardo al fatto che i capelli della sua figlia li volesse lunghi: perchè così aveva modo di ricordarsi Nadeshiko. Tomoyo sorrise incoraggiando l' amica che in quel momento si trovava in bilico dal decidere o meno se dire sì o no. Sakura però non contraccambiò un sorriso, neanche uno forzato a Tomoyo, perchè troppo in pensiero dalle sue decisioni che doveva dare a Kerochan. Il piccolo amico cercò un modo per tirare su di morale la povera ragazzina: << Lo sapevi che il tuo bisnonno, Masaki Amamiya, da giovane era così grosso da cavalcare un vero cavallo? >> << Sì >> rispose Sakura come se si fosse inventato una storiella: << Sì, sì, sì, è così. In una delle battaglie in cui partecipò nel suo unico viaggio attaccò il gruppo dei Goblin. Mulinò la sua mazza con tale forza da staccare la testa al Re Golfimbul. Testa che volò per cento iarde e rotolò nella tana di un coniglio. E così la battaglia fu vinta, e il gioco del golf nacque in quel momento >> concluse la fiaba il piccolo peluche. Sakura, se durante il racconto si era messa le mani in faccia dal nervoso, adesso assunse un' espressione normale alla conclusione: << Kerochan, forse dovevi migliorare nel finale, sai? >> << Già, che bella trovata che ti è venuta in mente. Si era già capito che mentivi >> dissero Tomoyo con un lieve sorriso e Meiling, con faccia scocciata: << Hanno ragione. Mi sa che questa te la sei inventata >> commentò Sakura tornando a sorridere quasi spensierata: << Beh, tutte le belle storie meritano un' infiorettatura >> annunciò Kerochan toccando il pavimento con i piccoli piedi, e stando di fronte alla ragazzina sulla poltrona: << Avrai una storiella o due da raccontare anche tu quando ritornerai >> le riferì questo con un sorriso alla ragazzina. Ora questa si voltò a guardare i suoi compari nel divano con la felicità che le si dipinse improvvisamente in volto: c' era Li, il suo più amato fidanzato di sempre, che non avrebbe mai voluto che la sua Sakura partisse, ma a questo punto anche lui fu costretto a lasciarla andare da sola per questa volta.

Il cinesino le disse: << Tranquilla >> con il solito sorriso sereno che gli si formava nel viso. La ragazzina annuì alla parola rassicurante della persona che si fidava nel suo amore. Passò poi direttamente lo sguardo su Tomoyo e Meiling, con la prima che non fece a meno di rassicurarla: << Siamo con te, Sakura >> infine, i suoi occhi si posarono sugli ultimi due ragazzi, Yuki e Toy, e quest' ultimo non potè non sorridere anche lui alla sorellina in partenza con le sue gambe, senza più il sostegno del suo gruppo originale: << In bocca al lupo, mostricciatolo >> le augurò il fratellone a tratti benevolo con lei. La cattura carte si rivoltò verso Kerochan, titubando sulla sentenza che doveva dargli mentre guardava il suo bicchiere mezzo vuoto. Poi, alla fine, fece per chiedergli un' ultima domanda: << Puoi promettermi che ritornerò? >> il piccolo Guardiano fece per risponderle, sicuro di quello che aveva da dirle: << Come ben sai, non sono sicuro su ciò. E comunque, ti rispondo con un no... Ma se farai ritorno, non sarai più la stessa. Questo te lo posso giurare >> la informò solenne: << E' quello che pensavo. Scusa, Kerochan, non posso firmarlo. Hai scelto la persona sbagliata >> questa fu la risposta definitiva della giovane. Fece per alzarsi dalla poltrona, allontanandosi dalla stanza del cammino e per portare il suo bicchiere a lavare nel lavandino. I suoi amici e Toy la fissarono mentre se ne andava in cucina a risistemare i piatti con aria un po' delusa da parte loro. Kerochan abbassò la testa verso il pavimento in segno di sconforto, sospirando amaramente. La ragazzina vinse la sua battaglia contro il volere di Kerochan, che in un certo senso fu inutile per lui continuare a scocciarla. Dopo un po' di tempo, Sakura ritornò nel salotto, parlando liberamente con i suoi amici, per scambiare loro qualche chiacchiera. Alcuni Nani rimanevano ancora lì, attendendo il segnale di Kerochan che desse il via alla partenza. Balin e Thorin erano appostati in fondo ad un corridoio e guardavano la cattura carte che parlava spensierata con il suo gruppo, voltata di spalle sempre seduta nella poltrona: << A quanto pare abbiamo perso la nostra scassinatrice. Forse è meglio così >> disse Balin rammaricato stando in parallelo a Thorin. Questi si voltò verso l' amico di nuovo deluso, dopo la perdita della loro madre patrìa, e che si autolesionava con le parole: << Le probabilità girano sempre a sfavore. Dopo tutto cosa siamo noi? Mercanti. Minatori. Stagnai. Giocattolai. Tsk! Non certo materia da leggenda >> << Ci sono alcuni guerrieri tra di noi >> aggiunse Thorin riferendosi all' amico vecchio ormai nel combattimento, ma che una volta brillava nel suo onore: << Vecchi guerrieri >> lo corresse Balin desolato, accasciandosi seduto. Ma ciò non diede per vinto al capo della Compagnia: << Io sceglierei uno qualunque di questi Nani, invece di un esercito dei Colli Ferrosi. Perchè quando li ho convocati hanno risposto: lealtà, onore, un cuore volenteroso. Non posso chiedere più di questo >> riferì la verità al suo amico basso che non dava molto valore al loro gruppo. Balin fece per rialzarsi: << Non sei costretto a farlo. Puoi scegliere. Ti sei comportato con onore verso la nostra gente >> ringraziò in quel momento, forse dopo tanti anni, il suo amico Thorin: << Ci hai costruito una nuova vita sulle montagne azzurre. Una vita di pace e prosperità. Una vita che vale più di tutto l' oro di Erebor >> ammise anche lui alla fedeltà del capo Nano.

L' impresa di Thorin adesso gli pesava, quasi a sentirla fin dentro il cuore e il petto pieni d' orgoglio: << Da mio nonno tramite mio padre, questa è giunta a me >> e fece per mostrare a Balin la chiave che Kerochan gli diede: << Sognavano il giorno in cui i Nani di Erebor avrebbero reclamato la loro patria. Non c'è scelta, Balin. Non per me >> il Nano Balin si mise le mani ai fianchi, dapprima titubante sul viaggio da intraprendere, poi riguardando la chiave si convinse nel partecipare: << Siamo con te, ragazzo. Faremo in modo che avvenga >> disse a Thorin, mettendogli una mano sulla spalla. Sakura si risistemò in cucina, seduta di spalle al salotto, insieme ai suoi amici per parlare nel tavolo riordinato. Tutti d' un tratto si accorsero che i Nani si stavano riunendo vicino al caminetto. Un mugolìo sonoro giunse alle orecchie di Sakura e degli altri, scoprendo che erano i Nani che avevano incominciato a fare quei versi: << Ma che cosa fanno? >> si domandò Tomoyo facendo voltare dal posto tutti gli altri, tranne Sakura che sembrava averne abbastanza di vedere i Nani in casa. Alcuni di questi avevano una propria pipa con cui potevano fumare intorno al caminetto. Al centro dei Nani c' era Thorin, anche lui intonando il mugolìo con le labbra serrate e tenendo una pipa che si fumava. Il capo dei Nani fece per iniziare a cantare con il coro quasi cupo che proveniva dai dodici Nani riuniti davanti al fuoco del camino: << Lontano su nebbiosi monti gelati, in antri oscuri e desolati >> << Ha una voce molto profonda >> commentò Meiling dal posto, con Tomoyo che annuiva per sentire il ritmo del canto che i Nani stavano emettendo. Thorin andò sempre al ritmo dei mugolii: << Partir dobbiamo, l' alba scortiamo, per ritrovare gli ori incantati >> a cantare si aggiunse Balin che si alzò in piedi al fianco di Thorin, sostenendolo in quello che sembrava fosse l' inno del popolo dei Nani. Tutti i Nani si sollevarono in piedi come se ci fosse una standing ovation per un grande artista, attratti dai toni della canzone che stavano facendo. Sakura li ascoltò voltata di spalle con un misto di mistero e di scocciatura. Kerochan fluttuava nell' aria in un' altra stanza tenendo braccia e gambe incrociate, e assumendo anche lui un volto cupo per l' atmosfera che si era creata: << Fa quasi venire i brividi >> aggiunse Meiling: << Sembrano che si facciano forza a vicenda >> disse Li ascoltando la canzone: << Lascia senza parole >> disse infine Yuki. Adesso tutte le voci grosse dei Nani si unirono nelle ultime note del canto, mettendo in risalto l' alone di mistero che sembrava circondarli in quegli attimi: << Ruggenti pini sulle vette, dei venti il pianto nella notte. Il fuoco ardeva, fiamme spargeva, alberi accesi, torce di luce >> quei toni vocali mettevano in mostra la tristezza e la sofferenza che i tredici Nani dovettero sopportare alla potenza distruttrice di Smaug, riaffiorando il momento in cui le sue fiamme vibrarono in tutta Erebor, sopra il suo cielo. I Nani impavidi si persero nel guardare il fuoco del caminetto ancora vivo, il cui fumo si levava fin sopra la colonna del camino dal quale fuoriusciva nell' aria, perdendosi in essa. Era esattamente come se ci fosse stata un' improvvisazione dell' attacco che sferrò il Drago 60 anni fa. Il mistero fu la sensazione che prevalse nella casa, avvolgendo gli spettatori che assistevano al canto dei Nani prima che Sakura si rimise a letto.

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Capitolo 8
*** Episodio 228: Il mondo è avanti ***


Il sole del giorno dopo spuntò nella camera da letto di Sakura, illuminando l' intera stanza. Il cinguettio degli uccelli che erano appesi nei ramoscelli di fuori fu la prima cosa che la dormiente Sakura sentì. Questa strizzò gli occhi alla luce del sole che le inondò il viso, e se lo ricoprì alzandosi le coperte. In quel momento entrò nella stanza suo padre: << Ciao, Sakura. Io mi sto dirigendo all' aereoporto >> fece per avvisarla con la valigia in mano: << Ok, ciao papà >> rispose pigramente la ragazzina più stanca che mai sotto le coperte. Fujitaka le fece un sorriso, ed entrò nella stanza per baciare sulla fronte la sua adorata figlioletta: << Stammi bene, tesoro >> le sussurrò nell' orecchio. Il dolce padre uscì a passo normale dalla stanza, chiudendo delicatamente la porta. Sakura lo sentì che salutava anche Toy in un' altra camera: << Ci vediamo fra qualche mese >> disse infine Fujitaka. Sakura emise un sorriso con le labbra, stando poggiata serena al cuscino mentre mormorava a bassa voce: << Ciao, papà >>. Sentì la macchina che cominciò a partire senza sosta con l' andatura che solo Fujitaka aveva. La giovane incurvò la bocca, cercando di riaprire le palpebre dolcemente. Le labbra si staccarono l' una dall' altra come se fosse un segno che Sakura si fosse dimenticata di qualcosa. In quell' istante tutto quello che le accadde la notte prima le fu completamente all' oscuro, assopito nella sua memoria. Si mise seduta sul suo materasso con la faccia ancora un po' assonnata. Si guardò un po' intorno, poi rivolse lo sguardo alla sveglia notando che non era suonata: << E' strano. Come mai non funzioni più? >> disse Sakura prendendo la sveglia tra le mani. Guardò l' orario: erano le 9. La ragazzina capì perchè si svegliò così tardi a quell' ora: << Oggi è sabato >> disse riappoggiando la sveglia sopra il suo ripiano sul letto e rimettendosi a riposare ancora un po', non avendo scuola in quel giorno. Ma un pensiero le passò per la testa. Suo padre se ne era andato tranquillo fino al garage senza che avesse un sussulto di spavento. Ma su che cosa doveva avere paura, pensò la cattura carte.

Passarono pochi secondi, poi Sakura si risollevò di scatto levandosi le coperte. Si ricordò di certi Nani che erano venuti a casa sua, e che vide ancora in cucina quando lei se ne andò a letto dopo aver salutato tutti i suoi amici. Toy si occupò di riaccompagnare fino al cancello Li, Yuki, Meiling e Tomoyo. Sakura si mise le pantofole e fece per scendere di corsa le scale nell' agitazione più totale. Le venne il dubbio riguardo allo stupore che il padre non si prese nel vedere sicuramente dei Nani riversati in cucina e dormienti nel pavimento. Forse Fujitaka non fece caso a loro, avendo troppa fretta. Sakura si affacciò in cucina richiamando il fratello: << Toy? >> poi vide che la stanza era vuota e ordinata, priva di ogni forma di vita nanica: << Ma dove sono finiti? >> si chiese la giovane con i capelli ancora un po' scompigliati. La ragazzina in pigiama non buttò giù ancora un respiro di sollievo, convinta che i fastidiosi e piccoli esseri si nascondessero da altre parti della casa. Si mise a fare passi lenti evitando di fare rumore. Non voleva che al minimo scricchiolìo i Nani nascosti la riconoscessero. Sakura fu tra il corridoio che portava alla porta d' uscita e la veranda inferiore al piano dell' intera casetta. Si girò da entrambe le parti, non vedendo o riconoscendo la sagoma di qualche Nano nei paraggi. Poi fece alcuni passi sempre lenti nel passare dalla cucina, ispezionando ogni angolo di essa, affacciandosi dalla porta che la collegava con il salotto. Sakura si voltò dietro di lei sempre in guardia che non ci fosse un Nano alle spalle. Ritornò a controllare la cucina: << C'è nessuno? >> chiese lei per vedere se le rispondeva qualcuno. Ma sembrava che non vi era anima viva. Trovò il tavolo ordinato e pulito come era solito che lei lo lasciasse, con la tovaglia ben messa e le sedie che erano in più la sera prima venire riportate al loro posto nello sgabuzzino che aveva Sakura. Dopo che controllò sotto ogni credenza, la giovane sembrò improvvisare un urlo gioioso alla scomparsa dei Nani. Uscì dalla cucina buttando il fiato che teneva sospeso dalla tensione di rivedere qualche creatura di quelle della notte prima. Assunse il passo felpato, e si ritrovò nuovamente nel salotto. La giovane in pantofole si avvicinò al camino con l' allegria che le infestava ormai tutto il corpo. Sbirciò fin dentro il camino, volendo a tutti i costi essere sicura che non se ne fosse intruffolato qualcuno nella stretta architettura del camino. Scese un po' di polvere fino al fondo del camino, dove per poco Sakura non si sporcò la faccia. Prese di corsa una torcia in un mobile lì vicino, illuminando il cunicolo del suo camino. Non vi trovò nulla. Si allontanò da esso, rispegnendo la torcia per rimetterla a posto. Sakura dava già i primi segni di vittoria. E fu libera di festeggiare non appena ebbe controllato la stanza dove stendeva la biancheria di solito. Aprì la porta, accese la luce della stanzina della lavatrice e la ragazzina alzò in alto un pugno dall' esultanza di essersi sbarazzata dei fastidiosi ospiti.

<< Sì! Se ne sono andati! >> urlò facendo una giravolta intorno a sé la cattura carte. Corse d' istinto verso la camera di suo fratello: << Fratellone! Toy! Se ne sono andati, finalmente! >> aprì improvvisamente la porta della camera di Toy, urlando a squarciagola: << No, ancora cinque minuti... >> rispose il ragazzo avvolgendosi e rotolandosi tra le sue lenzuola: << Ma cosa hai capito? >> gli disse Sakura convinta che lo ascoltasse. Fece per avvicinarsi a lui dalla gioia che le pervase in corpo, scuotendo il fratello dal letto: << Hey, mi hai sentito? Non ci sono più Nani per la casa >> ma Toy non volle sentire la voce della sorellina e si ricoprì ancora di più le orecchie con le coperte: << Vai via, mostricciatolo >> disse a Sakura che seguì l' insulto di Toy prendendolo quasi come un consiglio: << Kerochan! Devo avvertire anche lui! >> le venne in mente di parlare con il peluche. Corse fuori dalla stanza di Toy, andando subito in camera sua: << Kerochan, hai visto che sono riuscita a liberar...? >> ma come aprì di nuovo la porta di camera sua il suo sguardo non trovò il piccolo Guardiano giallo sul ripiano dove Sakura teneva la sua sveglia: << Dove sei finito? >> si chiese la ragazzina. Entrò nella camera e cominciò a cercarlo, sbirciando sotto al letto. Ma non lo trovò. Aprì tutti i suoi cassetti nella speranza di trovarlo disteso in un suo lettino che si costruiva di solito, ma niente. Dopo che ebbe controllato da cima a fondo la sua cameretta, passò alcuni minuti per la casa a urlare il suo nome: << Kerochan? Dove sei finito? Avanti. Perchè ti nascondi? >> Toy riusciva a sentire la sorellina urlante anche con la porta chiusa della sua camera, e si rintanò ancora di più sotto alle coperte infastidito. Sakura scese le scale arrivando di nuovo nel salotto, dove il silenzio la avvolse: << Deve essere partito. Di nuovo. E' sempre il solito! Mi lascia sempre senza risposte. Ah, non cambierà mai >> disse la ragazza dapprima con tono triste e poi assumendo un tono arrabbiato verso il peluche. Ma di colpo lei ritornò ad essere con la faccia triste. Una parola le percorse la mente: << Già, cambiare... >> si disse tra sé e sé riguardo al suo atteggiamento che andava ancora ridimensionato. Ora si pentiva di aver mandato via Kerochan. Per un po' quest' idea di colpevolezza le passò convinta e corretta. Prima diceva che era tutta colpa del peluche se l' aveva abbandonata per un anno a casa, senza che lei avesse compagnia la sera che stava a fare le faccende domestiche. Si risentì alle orecchie le parole di Kerochan della sera prima che cercavano di spronarla nell' intraprendere il viaggio: << Perchè con questo viaggio sono sicuro che crescerai e che maturerai di più. Ho già visto il tuo insolito comportamento alla porta, quando mi hai rifiutato stamattina >> Sakura si avvicinò lentamente verso il fascio del sole che si abbatteva sul vetro della finestra sopra al piano di cottura. Vi rimase per un po' lì con la testa curva verso il pavimento a pensare ad un possibile cambiamento che doveva avvenire in lei: << Oh, Kero... E' tutta colpa mia, invece... >> si disse la cattura carte ad occhi lucidi. I sensi di colpa l' avevano raggiunta. Si sentì crudele e colpevole quando ripensava la sera prima al non aver accettato la simpatia dei Nani. Si sentì sempre più lontana dal legame con Kerochan, suo più caro amico. Non poteva permettere che si separasse la loro amicizia per colpa del suo orgoglio.

<< Se ti diciamo queste cose è perchè ti vogliamo bene e ci preoccupiamo per te! Sei nostra amica >> un momento in cui il piccolo Guardiano pronunciò questa frase le ritornò in mente puntuale. Sembrava che la sua testa fosse coordinata con la volontà del suo cuore. Infine, se lo sentì. Sì, se lo sentiva. Il momento in cui doveva pensare all' amicizia, e non a sé stessa. Le lacrime le si asciugarono negli occhi, e risollevò la testa con il fascio di luce del sole che le irradiava il volto. Ma non potè più raggiungere Kerochan, chissà da quanto tempo era partito. Casualmente, lo sguardo di Sakura si posò sul piano di cottura, osservando un foglio che i Nani avevano lasciato lì. Era il contratto, lasciato aperto sotto gli occhi della ragazzina. Riuscì a leggere delle scritture in inglese antico, scritto con la calligrafia dei Nani. C' erano due firme, la prima riguardava la firma del capo della Compagnia: “Firmato: Thorin figlio di Thrain”. Mentre la seconda frase c' era il nome di Balin, che si era firmato come: “Testimone: Balin figlio di Fundin”. Un ultimo titolo in fondo al contratto era stato lasciato privo di segni di scrittura. La parola era “Burglar”, che Sakura tradusse nella sua testa come “Scassinatrice”. Le avevano lasciato apposta quel foglio nel caso ci ripensasse. Vedendolo in quel momento Sakura aveva la possibilità di rincontrarsi con Kerochan. Ma decidere subito sul prendere le valigie e partire così su due piedi, le sembrò troppo frettoloso. Se avrebbe accettato Kerochan l' avrebbe perdonata per tutto? Sarebbe stato felice per lei? Sakura fissò intensamente quella parola “scassinatrice”. Poi rivolse la faccia alla vetrata pensando su cosa fare. Quella era l' occasione per ritrovarsi e poter di nuovo stare insieme con il suo più caro amico Kerochan. Si vestì in fretta, partendo con zaino in spalla di alcuni vestiti e cibo che si portò in fretta. La cattura carte lasciò a casa suo fratello, decidendo lei stessa di partire. Era un viaggio che doveva fare solo lei. Si mise i pattini e cominciò a discendere la salita della via di casa sua. La felicità le pervase nel cuore all' improvvisa adrenalina che le percorse le vene in quel momento. Svoltò a sinistra di un altro vialetto, dopo che si diede la spinta su un pilastro. Acquisì ancora più velocità nel pattinare, e prese un' altra strada in discesa. Alla fine di questa, più in fondo, c' erano due camionisti che stavano scaricando degli oggetti. Sakura li vide da lontano e volle superarli prima che si mettessero in mezzo alla strada. Con un' altra spinta che si diede, Sakura fu esattamente ad un passo dal centrare il primo uomo che c' era: << Eh? Ma cosa! >> gridò l' uomo fermandosi in tempo. Ma la ragazzina a tutta birra scansò con una lieve curva l' uomo, evitando di finirgli addosso: << Scusate! >> gridò Sakura da lontano una volta superati: << Ma che modi >> si disse l' uomo allo scampato pericolo. La giovane libera nell' aria fresca si sentì piena di vita: << Kerochan, aspettami, vi sto per raggiungere >> pensò lei con un grande sorriso.

Passò a fianco al parco del Pinguino a tutta velocità. Dei bambini stavano giocando da quelle parti con la sabbia che c' era nel parco. Sakura si voltò verso di loro mentre giocavano spensierati, e avevano la sua stessa espressione in viso: << Sì! Ormai ho deciso >> poi nel mentre che continuava a pattinare si ricordò se aveva preso qualche oggetto che teneva nello zaino: << Oh? L' avrò preso? >> aprì da dietro la borsa ed estraò fuori un lungo pezzo di carta. Il contratto lo aprì davanti a sé per vedere fino al titolo di “scassinatrice” se l' aveva firmato. Vide suo nome e cognome a fianco alla parola, e ne fu orgogliosa di averlo firmato. Sfrecciò in un' altro viale, ormai a pochi metri dall' uscita da Tomoeda. Naoko, Rika, Chiharu e Yamazaki la videro che andava a tutta velocità verso la loro destra: << Ciao, ragazzi! >> li salutò Sakura con il contratto che svolazzava nell' aria: << Ma quella è Sakura? >> << Sì, è vero. Ma dove starà andando? >> si chiesero Rika e Chiharu. La giovane cattura carte pensò ai suoi altri amici, Tomoyo, Li, Meiling e Yuki, e a suo fratello Toy. Se li lasciò tutti alle spalle mentre per lei si aprivano le porte dell' avventura. Prese una piccola stradina fuori ormai dalla periferia, e una signora che era lì schivò la ragazzina. Una voce da una casetta da quelle parti richiamò la ragazzina: << Hey, ragazzina, dove vai? >> era il vecchio signore che incontrò giù in centro in città la mattina del giorno scorso e che scaricava la sua verdura dal suo carretto: << Non posso fermarmi, è già tardi! >> gli rispose Sakura sorpassandolo di corsa nei pattini: << Tardi per cosa? >> << Sto partendo per un' avventura! >> disse infine Sakura addentrandosi di nuovo per le verdi colline, come fece un anno fa. Si lasciò casa dietro, apprestandosi a raggiungere Kerochan e gli altri Nani. Da un' altra parte, più in fondo nella foresta che iniziava, c' erano i tredici Nani a bordo dei loro rispettivi pony. Kerochan era tra questi, trasformato in tigre e andava al passo dei destrieri. Tra questi Nani, alcuni cominciavano a lamentarsi della perdita di tempo: << Venire qui è stata una perdita di tempo. Si voleva usare una ragazzina come scassinatrice, e di chi è stata l' idea? >> la voce di Dori passò tra le orecchie della Compagnia come se fosse una semplice chiacchiera. Kerochan era al capo della fila di Nani e dietro di lui c' era Thorin, poi seguito dal resto del suo gruppo: << Aspettate! Aspettate! >> una voce squillante si sentì dal fondo, non molto distante dai tredici Nani. Kerochan si fermò, voltandosi insieme agli altri per vedere chi fosse: Sakura correva fino allo sfinimento con tra le mani un contratto e i pattini che si era tolta per correre nel prato verde. Il peso dello zaino sembrava quasi che la schiacciasse: << Chi c'è? >> si domandò Kili frenando il pony: << Kili, guarda un po' >> << E' quella ragazzina >> << Sicuro che è lei? >> si dissero i due giovani Nani. Thorin ne rimase un po' stupito al vedere che la loro scassinatrice aveva deciso di ricongiungersi a loro: << L' ho firmato >> aggiunse la ragazzina sventolando il contratto a tutti e porgendolo con gioia a Balin. Altri chiacchiericci si sentirono tra i Nani mentre Balin controllava la firma che Sakura aveva messo. Diede un' occhiata guardinga alla giovane, poi si mise delle piccole lenti usate come occhiali per vedere meglio la scrittura.

Ma Sakura non fu per niente in agitazione, e incrociò lo sguardo di Kerochan che fu felice di nuovo di averla con lui in questo viaggio: << Sembra che sia tutto a posto >> disse Balin ripiegando il contratto: << Benvenuta, signorina Kinomoto, nella Compagnia di Thorin Scudodiquercia >> annunciò soddisfatto il Nano e facendo l' occhiolino a lei. Anche gli altri Nani furono lieti di accoglierla tra loro con i sorrisi che facevano liberare. Però si sentirono altre urla in lontananza: << Fermi! Sakura, aspetta! >> la giovane si voltò verso il punto da cui era venuta, riconoscendo la voce forse quella di Tomoyo. Gli altri Nani non furono neanche un po' sorpresi all' arrivo di altri componenti. Ma Kerochan fu lieto lo stesso di rivederli uniti. Li, Tomoyo, Meiling, Yuki e Toy si sbracciavano per raggiungere la loro amica: << Eh? I miei amici. Li, Meiling, Tomoyo, cosa ci fate tutti qui? >> domandò loro Sakura quando le furono vicino. Prima di emettere qualsiasi altra parola, questi cercarono di riprendere fiato dalla lunga corsa. Tomoyo vestiva di un elegante abito bianco con intorno un nastro blu, mentre Li e Meiling indossavano le loro vesti da guerrieri che portarono anche durante la cattura delle carte. Meiling ritornò così a vestire la sua veste bianca e appartenente alla famiglia Li con dei campanellini che le scendevano dalle lunghe maniche della vestaglia. Toy portava il suo chimono da guerriero con alle sue spalle la sua lunga spada samurai e uno zaino grande dove aveva anche lui messo l' occorrente necessario. Yuki portava normali vestiti e anche lui si era portato dietro un grande zaino per fare in modo di dividere i vestiti con due persone, mentre Toy pensava al resto del gruppo: << Noi... siamo con te, Sakura... >> fece per parlare Li cercando di riprendere fiato: << Oh, ragazzi, Li... Non dovevate... >> << E invece, sì che dovevamo. Non potevamo lasciarti da sola... Almeno non senza di noi... >> disse Meiling recuperando anche lei a poco a poco il fiato. Tutti i Nani, compreso Kerochan, li fissavano nel mentre che riprendevano a respirare regolarmente: << Voi vorreste unirvi a noi? >> domandò Thorin dal suo pony ricevendo come risposta delle occhiate dubbiose dal resto del gruppo: << Sappiate che la gente da circolo non è al giorno d' oggi che si esibisca così apertamente >> li schernì il Nano notando gli strani vestiti dei due ragazzi cinesi, con Li che con il suo solito cappello verde sembrava un folletto a Thorin. Delel risatine derisorie si levarono da tutta la Compagnia dei Nani, mettendo in ridicolo gli amici di Sakura. Quest' ultima però rimase felice nel vedere che l' avevano raggiunta: << Sono felice di avervi ancora al mio fianco >> disse guardando e sorridendo al suo amato che a sua volta ricambiava con un gran sorriso a Sakura. Thorin fece per parlare di nuovo: << Dovete spiegarmi il motivo della vostra avvenuta, se ne avete uno >> << Beh, vuoi sapere il motivo, Principe dei Nani? >> gli chiese con un tono di schernimento il cinesino, sfrontato come suo solito. Tutti i piccoli esseri a cavallo si zittirono al cambio di voce del ragazzo che sembrava volesse sfidare Thorin.

Kerochan emise un altro sorriso, rimanendo d' accordo con l' azione che stava facendo Li nel voler continuare a seguire e proteggere Sakura: << Piuttosto che abbandonarla al suo destino, preferisco essere il responsabile della sua sicurezza >> ribattè Li facendo capire a Thorin che il ragazzo sentì ciò che il Nano disse a Kerochan all' orecchio. Quest' ultimo si sentì in lieve imbarazzo, non avendo detto nulla al resto del suo gruppo delle parole che il Nano gli riferì. Thorin venne zittito, ma non perse la sua fama all' interno della sua Compagnia: << Sakura, ti sarò sempre vicino. Dovunque tu vada >> << Grazie, Li >> si dissero i due amati prendendosi per le mani: << Ah! Vi prego >> commentò Fili distogliendo lo sguardo da un possibile bacio: << E grazie anche a tutti voi che mi date la forza per andare avanti >> fece poi Sakura per ringraziare il resto del gruppo: << Hey, mostricciatolo. Ho deciso di seguirti perchè non riusciresti a cavartela un giorno là fuori >> rispose Toy alla sorellina: << Non devi preoccuparti, fratellone. Sono tornata una volta, cosa non ti fa pensare che rivedrò di nuovo casa? >> << Ma figurati, io non sono affatto preoccupato per te >> disse Toy facendo ridere di gusto gli altri. Quindi si decise che anche gli amici di Sakura dovevano stare integrati nel gruppo: << Date loro dei pony >> ordinò alla fine Thorin per rimettersi in marcia: << Ma secondo voi dove li tireranno fuori gli altri pony? >> si chiese Yuki notando che c' erano solo tredici pony e tutti erano occupati: << Evvai! Saliremo sui pony! >> esclamò entusiasta Tomoyo: << Eh? No, no, no, no, no, non sarà necessario. Grazie, posso tenere il passo a piedi! >> fece per fermarli Sakura: << Ma che ti prende? >> le chiese Yuki: << Ah, ehm, niente! E' che preferisco fare come ho fatto in altre vacanze a piedi, eh, eh, eh, eh! Sapete, una volta sono arrivata a casa in mezz' ora dalla spiaggia. Ah! >> ma la ragazzina venne presa dalle spalle da un paio di Nani e messa con forza in un pony, insieme al suo Li. Il resto dei suoi amici venne diviso a sua volta mettendosi in groppa ad alcuni Nani. Toy venne messo insieme a Nori, mentre Yuki con il Nano Fili. Meiling e Tomoyo vollero rimanere sul dorso della loro tigre Kerochan: << Non è poi così male andare a cavallo >> disse Li tranquillizzando la sua Sakura da davanti: << Forse hai ragione >> fece per rispondere la ragazzina tenendo le redini del pony che nel nitrire sollevò i suoi peli che sbatterono in faccia alla giovane. Kerochan, con Meiling e Tomoyo, si accostarono al pony di Sakura e di Li, facendo già i primi chilometri del tragitto: << Coraggio, Nori, paga! Nori! >> si sentì la voce di Oin che diceva al suo amico Nori con cui stava Toy di sganciare la grana. Il Nano fece per lanciare un sacchetto di monetine dietro Oin, che le prese con soddisfazione: << Ne manca uno! >> aggiunse Fili sempre a Nori nel lanciargli il sacchetto di monete. Toy rimase confuso, insieme agli altri, e sopratutto Sakura: << Di che si tratta? >> chiese la ragazzina alla tigre gialla: << Hanno fatto scommesse, se saresti o no ricomparsa. La maggior parte ha puntato sul no >> rispose il Guardiano: << E tu che pensavi? >> gli domandò di nuovo Sakura: << Beh... >> Kerochan afferrò con la bocca un sacchetto che un Nano gli lanciò verso di lui.

La cattura carte si risentì sollevata mentre Kerochan lanciava il sacchetto di monetine sulla sua schiena e che veniva preso da Meiling: << Eh, eh. Mia cara Sakura, non ho dubitato di te neanche un secondo >> rispose infine la tigre: << Hey, Kerochan? Non è possibile trovare un' altra disposizione per me e per Yuki? >> gli chiese Toy dal cavallo con Nori: << Perchè? Non ti piace andare su un pony? >> gli domandò Yuki da davanti: << No. E' che ho la sensazione di essere deriso >> alcuni Nani di dietro stavano infatti borbottando e fissando quando commentavano il chimono del giovane. Anche Nori che sembrava origliare perfettamente le parole degli altri Nani di dietro, se la rideva a bassa voce: << Beh, se vuoi c'è sempre l' opzione andare a piedi, Toy. Ti va? >> gli chiese la tigre scherzando. Sakura, Li e gli altri amici risero lievemente alla faccia che Toy faceva, infastidito dalle risate dei Nani: << Eh, eh. Sembra che dovrai abituarti a loro, Toy >> gli disse l' amico Yuki: << No, sembra che invece li dovrò solo sopportare per questo viaggio, tutto qui >> ribattè innervosito il giovane: << Povero fratellone >> commentò Sakura. La cattura carte starnutì: << Salute, Sakura >> le disse Li: << Hai preso il raffreddore? >> le chiese Tomoyo: << Ah, no, è il crine di cavallo. Mi fa reazione >> fece quindi per cercarsi i fazzoletti in tasca, ma non li trovò: << Qualcuno di voi ha dei fazzoletti a portata di mano? >> chiese poi a Li e alle due amiche: << No, mi dispiace, Sakura >> rispose Meiling. Sakura si voltò verso il fratello: << Toy? Li hai presi i fazzoletti? >> << E per cosa? >> << Per la mia allergia. Non te ne ricordi? >> << Se avessi saputo che saremmo andati su un pony, ce li avrei di sicuro, non credi? >> rispose il fratello con schernimento: << Ah, no. Aspettate, aspettate. Fermi! Dobbiamo tornare indietro >> disse Sakura per fermare la fila di Nani quasi spazientiti dalle pretese della ragazzina: << Ma che diamine succede? >> domandò Kerochan: << Ho scordato i fazzoletti >> << Tieni, usa questo >> disse il Nano Bofur strappandosi un pezzo del suo pantalone e darlo alla ragazzina per soffiarsi il naso. Questa lo prese, ma fece per ritirarselo indietro notando la sporcizia cui lo avvolgeva: << Non penso che sia molto salutare quello >> commentò Tomoyo: << Eh? >> disse Sakura sentendosi in imbarazzo da un altro scherzo dei Nani che la deridevano delle sue disgrazie: << Muoviamoci >> ordinò una volta per tutte Thorin in prima fila facendo ripartire la marcia: << Coraggio >> disse Kerochan riprendendo. Ma la lunga fila dovette di nuovo rifermarsi ad un altro avvertimento: << No, aspettate! Dobbiamo assolutamente tornare indietro questa volta >> gridò Tomoyo mettendosi le mani alle guance. Il gruppo si fermò facendo nascere altre lamentele tra tutti i Nani: << Oh, andiamo! >> << Ci metteremo una vita così! >> << Che cosa c'è, Tomoyo? >> le chiese Meiling: << Non mi dirai che anche tu ti sei dimenticata i fazzoletti a casa? >> le chiese il Nano Dwalin disturbato: << No, è molto più di un fazzoletto >> << E cosa? Dicci >> la esortò a parlare Sakura: << Mi sono scordata di prendere la telecamera! >> alla sua risposta, i suoi amici fecero una faccia buffa cadendo giù da cavallo con le gambe all' aria: << E come mai te ne sei ricordata adesso? >> chiese imbarazzata Meiling.

I Nani non risero, dimostrandosi più seri: << E noi dovremo sopportare questi umani per tutto il viaggio? >> disse Thorin scocciato dando un' occhiataccia a Kerochan, che rispose: << Beh, ecco... Eh, eh, eh, eh, eh! >>. Dopodichè la Compagnia ripartì senza più alcuna interruzione e passarono dopo alcune ore per la natura verde che si presentava davanti: << Dovrai cavartela senza fazzoletti da taschino. E molte altre belle cose, Sakura, prima che raggiungiamo la fine del nostro viaggio >> fece per parlare la tigre passando sotto l' ombra di una quercia e seguendo il ruscello insieme agli altri che sfocciava nelle pianure di verde vivo: << Tu sei nata fra i parco-giochi e le fontanelle dei viali di Tomoeda. Ma casa è ormai dietro di te. Il mondo è davanti >> i componenti di Nani e di umani scesero da dei sentieri di altre colline, addentrandosi in una foresta dai magri alberi spogli che si stagliavano in alto. E infine si ritrovarono per tutto il pomeriggio a vagare per la vasta distesa di natura verde che si presentava ai loro occhi, formata da colline ondulate dove alcuni pini crescevano su di esse. Il secondo viaggio nella Terra di Mezzo ebbe inizio, e presto fu il crepuscolo. Intanto a Tomoeda, anche lì il sole era entrato nella sua fase di tramonto. Nella villetta di Sonomi, la madre di Tomoyo aspettava il rientro della figlia nella cucina. Controllò l' orologio e vide che erano le sette di sera: << Ma dove è finita Tomoyo? Di solito a quest' ora è sempre già qui >> si disse la donna. Si alzò dalla sedia e spalancò le ante della terrazza dove faceva colazione con la figlia la mattina presto. Sonomi si affacciò al balconcino di pietra, guardando il sole che si nascondeva dietro le montagne lontano. Il vento soffiò tra i capelli a caschetto di Sonomi: << Mia signora? >> la cameriera di Tomoyo si presentò sull' uscio della terrazza: << Vostra figlia non è ancora rientrata. Mando qualcuno a cercarla? >> chiese a Sonomi. Quest' ultima rimase con le spalle voltate, osservando il sole che diventava rosso insieme al cielo: << No. Non ce ne bisogno. Possiamo stare tranquille >> rispose pacata la donna: << Ho capito >> e la cameriera fece per andarsene. Sonomi sorrise serenamente, capendo dove era andata la figlia. Si ricordò dello stesso momento in cui lei aspettava Tomoyo l' anno scorso: << Buona fortuna, Sakura >> augurò infine all' amica di sua figlia con cui era partita in un altro viaggio la stessa sorte che le toccarono nel primo tragitto. Il vento continuò a soffiare nella faccia della donna, rassicurata dalla presenza di Sakura al fianco di Tomoyo, adesso oltre i confini di Tomoeda per compiere l' impresa che queste avevano ricevuto.

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Capitolo 9
*** Episodio 229: Un vecchio nemico ***


La luna si mise a brillare nel cielo notturno, e la Compagnia dei Nani insieme a Sakura e al suo gruppo si accampò su una scogliera rocciosa per dormire la notte. Alcuni Nani, la maggior parte, si distesero nei loro sacchi a pelo con la pancia all' in su. Altri stettero ancora svegli, come Thorin, a vigilare ancora un po' nella notte. Sakura decise di prendere sonno anche lei. Ormai si era già lasciata alle spalle casa, come il resto dei suoi amici, sicuri che nessun' altra forza malvagia la stesse minacciando in quel momento. Un Nano che era disteso parallelamente alla ragazzina ronfava a più non posso, risucchiando alcune piccole farfalline che svolazzavano poco sopra la sua bocca, e risputtandole all' infuori con un forte rumore del suo respiro. Sakura fu irritata da quel fastidiosi ronfare alle sue orecchie molto acuto, che si ripetè all' infinito. Notando che lei non riusciva a dormire, si tirò di nuovo in su, scostandosi di dosso il lenzuolo del suo sacco a pelo. Kerochan, nella forma di peluche, era seduto sopra un ramoscello di un albero che era spuntato tra le rocce sparse di quel luogo. Meiling e Tomoyo erano intorno ad un fuocherello e si riscaldavano un paio di marshmallow. Poco più indietro al fuoco, erano appostati Fili e Kili nella parete di una roccia alle loro spalle. Il Nano biondo si fumava in pace la sua pipa, mentre Kili si ripuliva il cibo che si gustava a quell' ora. Thorin era seduto con le braccia che teneva nella posizione di guardia e dormiva, poco al lato dei due Nani giovani. Egli portava come sempre la sua pelliccia sulle spalle. Sakura si stiracchiò, sbadigliando più grande che poteva: << Mh. Che sonno >> si disse a sé stessa. Poi il suo sguardo si posò su Toy e Yuki che dormivano tranquillamente come ghiri: << Vorrei tanto sapere come fanno loro a dormire >> Tomoyo tolse la sua caramella cotta dal ramoscello che aveva usato per la cottura, e masticò il dolce: << Sono già cotti? >> le chiese a fianco Meiling seduta su un tronco: << Sì, cotti a puntino >> rispose Tomoyo.

Poi fece per chiamare anche Sakura: << Hey, Sakura, ne vuoi un po'? >> le chiese l' amica. Sakura si avvicinò a loro, dicendo di rifiutare il cibo: << No, vi ringrazio. A quest' ora non ho molto appetito >> << E dai, non fare la modesta. Guarda che non ne rimangono più alla fine >> le disse Meiling masticando un marshmallow: << Meiling, non parlare con la bocca piena >> << Non è colpa mia se li hanno fatti così buoni! >> << Ti stai ancora ingozzando? >> disse Tomoyo in un lieve litigio con la sua amica cinesina mentre Sakura si limitava a sorridere alla loro scena. Fili e Kili rimasero indifferenti alle vocine delle due ragazzine, continuando quello che stavano facendo. Sakura lasciò le due amiche intorno al falò, e si diresse più avanti, scavalcando i corpi dei Nani che dormivano a terra. Intravide Li che accarezzava un pony dei tredici che erano lì fermi: << Non riesci a prendere sonno? >> le chiese il cinesino con la solita veste verde: << No. Ho voluto fare alcuni passi >> disse con un sorriso la giovane, che Li contraccambiò: << Come sono belli >> commentò Sakura accarezzando un quadrupede: << Hanno il pelo liscio, vero? Mio padre, quando ero piccolo, mi portava sempre nella sua stalla di proprietà a fare un giro con uno dei suoi pony >> raccontò Li: << Beato! Io ho sempre avuto il problema dell' allergia, purtroppo >> scherzò la giovane grattando il muso del pony marrone: << Ciao, piccola. Ma che brava bambina >> fece poi per darle da mangiare una mela che aveva tenuto nascosta nella tasca del suo maglione: << E' il nostro piccolo segreto. Non dirlo a nessuno. Sh, sh! >> sorrise la cattura carte amante degli animali mentre accarezzava il cavallo: << Credo che ti chiamerò Myrtle. Sì, un nome dolce. Tu che ne dici, Li? >> ma prima che il ragazzo potesse rispondere si udirono delle urla laceranti in lontananza. Fili e Kili sollevarono la testa di scatto, mentre Meiling e Tomoyo ebbero la stessa reazione, voltandosi impaurite verso Sakura e Li: << Che cos' era? >> domandò la cattura carte al suo amato, avvicinandosi entrambi al bordo della scogliera: << Non saprei >> rispose Li: << Orchi >> disse infine Kili con tono cupo alla ragazzina: << Eh? Orchi? >> ripetè la parola Sakura sobbalzando sul posto con Li che assunse un' aria un po' strana rivolta ai due Nani. Thorin si svegliò come se avesse sentito la parola Orchi: << Sgozzatori. Ce ne sono a dozzine là fuori. Le Terre solitarie ne brulicano >> specificò Fili. Il piccolo peluche giallo si voltò in silenzio a dare un' occhiata ai due Nani che sembravano parlare seriamente, conoscendoli come due giocherelloni. Meiling e Tomoyo stettero ad ascoltarli in silenzio: << Colpiscono nelle ore piccole quando tutti dormono. Lesti e silenziosi, niente grida. Solo tanto sangue >> aggiunse Kili cupamente: << Ah! Aiuto, si moltiplicano! >> << Attenta! Così rischiamo di cadere giù >> dissero rispettivamente Sakura e Li, con la prima che si abbracciò il suo ragazzo dalla paura. Fili e Kili si scambiarono un' occhiata, sghignazzandosela quasi alle lacrime per aver messo paura alla ragazzina: << Non sono per niente simpatici >> commentò Tomoyo alla cinesina.

<< L' ho trovate divertente? Un' incursione notturna degli Orchi è uno scherzo? >> si aggiunse una voce profonda, rivolta a Fili e a Kili. Era Thorin che si rialzò e rimproverava i due Nani sul non giocare sui mostri come quelli. Sakura e Li si staccarono dall' abbraccio, capendo che i due Nani giocherelloni avevano appesantito uno scherzo e ora Thorin dava loro una lezione: << Non intendevamo dire niente >> rispose Kili abbassando la testa, quasi infastidito ma sentendosi rimproverato dalle parole del capo della loro Compagnia: << No, infatti. Non sapete nulla del mondo >> concluse severo il Nano sorpassando Li e Sakura per andare a guardare l' orizzonte blu che il cielo presentava. Sia Tomoyo che Meiling guardavano Thorin con assoluto silenzio, percependo in lui un qualche potere di assoluto rispetto e imponenza. Perfino Kerochan lo osservò allontanarsi di poco dal gruppo. Ma quest' ultimo conosceva la sofferenza che colpì il Principe Nanico da molto tempo. Balin, anche lui sveglio, fece per avvicinarsi e spiegare la cosa ai due suoi compagni ripresi: << Non farci caso, ragazzo. Thorin ha più ragione degli altri di odiare gli Orchi >> si poggiò alla roccia in cui c' erano Fili e Kili. Questi fissarono nuovamente la schiena del loro capo che teneva le braccia incrociate dietro di essa, e si fermò poco distante dal bordo della scogliera: << C'è dell' altro che dobbiamo sapere? >> domandò Li a Balin che iniziò così a raccontare il fatto per cui Thorin ripugnasse le orribili creature, cui anche Sakura e i suoi amici avevano avuto a che fare: << Dopo che il Drago ebbe conquistato la Montagna Solitaria, il Re Thror tentò di riprendersi l' antico regno dei Nani di Moria >> Thorin ascoltava le parole del suo amico nello stesso momento che il vento leggero lo colpiva nel viso immobile come una scultura: << Moria. Ci siamo addentrati nelle sue miniere, una volta >> comunicò Sakura ricordando con i suoi amici l' immensa galleria nanica. Kerochan ripensò per poco a quel luogo tetro, dove rischiò di lasciarci le penne per colpa di un demone del fuoco. Balin fece per proseguire: << Ma il nostro nemico era arrivato prima >> aveva ancora in mente l' episodio in cui lui e tutti i Nani guerrieri arrivarono nei pressi dell' entrata opposta di Moria, ritrovandosi a combattere contro tanti Orchi che presidiavano la zona. Le creature malvagie spuntavano una dietro l' altra dall' entrata di Moria, combattendo nella bolgia contro i Nani che osarono sfidarli. I combattimenti si svolsero in mucchi di Nani e Orchi occupanti metri quadrati di terreno dove lottavano fino all' ultimo sangue. Rumori di spade scheggiate erano ancora vivi all' udito di Thorin. Anche lui, insieme ad alcuni suoi compagni che aveva ora, combatteva con tutte le sue forze per respingere l' invasione degli Orchi. Il Principe dei Nani in uno dei suoi momenti di gloria abbatteva con il ferro della sua spada i nemici che si avvicinavano a lui. Spostò la lama di un Orco con il suo scudo metallico, per poi finirlo senza che questo riuscisse a contrattaccare. Anche il Re Thror era lì, immerso nella mischia di Nani e Orchi, che dilaniava senza pietà gli Orchi scagliando contro di essi dei fendenti di spada. Nella battaglia che infuriava a quel tempo, i morti si confusero tra carcasse di componenti tra una fazione e l' altra.

Dwalin, anche lui un duro guerriero, sbattè la testa contro quella degli Orchi che lo affrontavano: << Moria era stata presa da legioni di Orchi capeggiate dal più vile di tutta la loro razza >> e qui Balin introdusse il più famoso rivale dei Nani. Un enorme Orco dalla carnagione totalmente bianca come il latte si faceva largo tra i suoi nemici, facendo cadere su di essi la sua pesante mazza. Nani che cercavano di sbarrargli la strada venivano scaraventati con tutto il loro peso per alcuni metri più avanti, colpiti dalle mazzate dell' immenso nemico. Questi portava alla vita uno straccio come quello dei cavernicoli però più prolungato che gli terminava fino a sotto i pettorali, mentre ai piedi indossava pesanti scarponi. L' Orco dal bianco colore era muscoloso ed era a petto nudo, e incrociò lo sguardo di Re Thror non appena finì di falciare un altro Nano. L' azzurro degli occhi del Re di quel tempo lanciò uno sguardo di sfida alla creatura chiamata: << Azog il Profanatore >>. L' Orco Azog emise un verso di inizio sfida verso Thror, facendo mostrare di poco i suoi piccoli denti aguzzi. Il volto dell' orco era pieno di cicatrici e si scagliò contro il Nano per abbatterlo. Vibrò la sua mazza contro lo scudo del suo avversario, che lo sollevò per proteggersi dal colpo. Ma venne privato di esso con un altro fendente dell' Orco che ruggì di nuovo contro Thror per farlo indietreggiare: << L' Orco gigante di Gundabad aveva giurato di sterminare la stirpe di Durin >> disse Balin osservando Sakura. Ora lei siedeva con Li, insieme alle sue due amiche, intorno al fuoco ascoltando con attenzione le parole del Nano Balin. La cattura carte si voltò di nuovo verso Thorin, presagendo che ciò che seguì nella storia non era andato a buon fine: << Cominciò decapitando il Re >> riprese amaramente Balin. La testa di Re Thror venne sollevata per i capelli grigi dalla manona dell' Orco Azog, e la ereggeva in alto come fosse un premio. L' urlo di vittoria di Azog si levò da mezzo la battaglia che infuriava. Nell' altra sua mano teneva un coltello curvo che utilizzò proprio per staccare la testa dal Nano Thror. Thorin rimase scioccato nel vedere la testa di suo nonno che veniva esposta dall' Orco che stava sopra una roccia. Azog lanciò verso Thorin la testa di Thror come se fosse una palla da bowling. Il capo di Thror rotolò per il campo di battaglia fino a che non si fermò a pochi passi da Thorin. Questi non dimenticò mai il grido di dolore che fece uscire mentre i suoi occhi sgranati dal terrore osservavano il volto del nonno che lo fissava senza più vita: << Nooooo! >>. Il racconto di Balin assunse un lato oscuro che venne afferrato al volo da tutti quelli che lo ascoltavano. Thorin si sentì il sangue ribollire al suo nemico che gli aveva inflitto un dolore tale da fargli perdere una persona cara: << Thrain, il padre di Thorin, divenne pazzo per il dolore. Scomparve, fatto prigioniero o ucciso, noi non lo sapevamo. Eravamo senza una guida >> gli occhi del Principe Nano si fermarono nel guardare un punto fisso dell' orizzonte all' odio che si risentì in cuore: << Sconfitta e morte erano su di noi >> proseguì Balin funesto. Con la morte del Re dei Nani, Thror, le creature di Azog si affrettarono a finire i loro avversari. Alcuni di questi vennero buttati giù dalle rupi miseramente, lanciati dagli Orchi invasori.

I Nani sopravvissuti scesero il pendio della collina dove si innalzava Moria, inseguiti dagli Orchi: << E' terribile >> commentò Sakura triste. Ma Balin si stirò in bocca un gran sorriso, inaspettato ai presenti: << E fu allora che io lo vidi: un giovane Principe dei Nani che affrontava l' Orco Pallido >> e fece per voltarsi su Thorin girato ancora di spalle per ricordare un gesto che quest' ultimo fece nel suo onore. Thorin era ancora sconvolto dalla morte del nonno avvenuta sotto i suoi occhi in quella battaglia. Ma non si perse d' animo e decise di sfidare Azog. I capelli neri del Nano finirono in faccia al Principe, dalla troppa foga che si prese nel correre verso l' Orco. La bestia roteava intorno a sé stessa e tendendo larga la sua grossa mazza per scagliarla contro Thorin. Il Nano gridò al colpo che Azog stava per infliggergli, e fece per sollevare lo scudo. Ma l' oggetto volò via al contatto con la mazza, facendo costringere il Principe dei Nani a indietreggiare. Una seconda mazzata vibrò sulla spada di Thorin, ritrovandosi completamente disarmato. Ma Balin, nonostante la caduta che Thorin ebbe dai colpi dell' Orco che lo sfiorarono appena, si dimostrò spronante all' amico: << Fronteggiava da solo questo terribile nemico... >>. Thorin, accorto di scudo e spada, rotolò fino a giù la roccia rialzata dove stava Azog, ritrovandosi lo stesso Orco che stava per piombargli addosso con la mazza per sfondargli il cranio. Il Nano fu lesto nelle sue intenzioni. Si allungò verso un grosso pezzo di tronco per afferrarlo subito, mentre l' Orco Pallido urlava all' attacco in quei brevi secondi che passarono per far scendere la mazza verso la faccia di Thorin. Quest' ultimo prese il tronco e scansò rotolando da una parte il fendente di Azog, che finì nella dura roccia. L' Orco sollevò in alto la grossa mazza per farla ricadere su Thorin. Ma questi sollevò il tronco fino alla sua faccia, parando il pesante colpo dell' Orco Pallido che fu talmente violento da far piegare per poco il tronco: << ...con l' armatura squarciata, brandendo solamente un ramo di quercia come scudo >> continuò Balin dalla tensione e dalla foga nel narrare i fatti che stavano per portare la compiuta della possibile vittoria sugli Orchi. Azog fece ricadere il secondo colpo, ancora più violento del primo, ma ancora resistente per Thorin che emise un urlo di fatica al peso che si sentì vibrare lungo il braccio. Ricadde un terzo colpo sul tronco di quercia che lo scheggiò lievemente, facendo cadere Thorin accasciato al suolo. L' Orco ne approfittò per dare il colpo di grazia al suo nemico con la sua solita mazza. Thorin fu più svelto di lui però, e si rialzò dal busto come Azog fece per dare la carica al suo fendente. Il Nano riprese la sua spada persa e la diresse verso il braccio dell' Orco, staccandoglielo di netto con l' arma pesante che brandiva in quel momento. L' Orco Pallido strillò dal dolore, tenendosi il braccio mozzato e inginocchiandosi dalla sconfitta che gli fece subire il piccolo Nano. Lievi gocce di sangue nero colavano dalla parte tagliata dell' avambraccio dell' Orco. Macchie di sangue rosso erano adesso attaccate al volto guerriero di Thorin che lanciava un deciso sguardo agli occhi sofferenti del suo nemico, ricordandogli il dolore che la bestia provava.

<< Azog imparò quel giorno che la stirpe di Durin non sarebbe stata facile da troncare >> riferì Balin come da monito generale. Fili e Kili lo seguirono nelle parole, anche loro facevano parte del popolo Nanico che una volta seppe fronteggiare le armate degli Orchi di Moria. Nei volti di Sakura, Li, Meiling e Tomoyo ci fu una nota di lieto fine alla storia che Balin stava diffondendo a loro. Thorin sollevò il mento verso le nuvole del cielo notturno. Ricordò che in quell' istante, ad un punto conclusivo della battaglia, si sentì come eco nel campo fuori alle mura di Moria solo il suo grido guerriero, e non più quello di Azog. Quest' ultimo ancora dolorante al braccio mancante, venne trascinato fino all' interno di Moria con tutto il suo peso da due suoi orchi, mentre quelli di davanti coprivano la ritirata del loro capo Orco riversandosi di nuovo sui Nani. Thorin prese le redini del battaglione di Nani, spronandoli con un urlo Nanico alla carica, sollevando in alto la spada. Le molte fila di Nani sventolavano in alto le proprie armi per affondarle sugli Orchi. La fazione dei mostri si rimise compatta andando allo scontro frontale con i Nani con nelle prime file Thorin, più reattivo che mai alla guida nel combattimento. Dietro di lui, Dwalin e Balin, entrambi con i capelli lunghi a quel tempo seguirono l' urlo di battaglia di Thorin, così come tutti gli altri Nani in guerra. L' ultimo scontro avvenne. Il Principe roteò la sua spada per sfreggiare nella corsa un orco che si ritrovò davanti, mentre alcuni suoi compari seguirono il suo primo attacco. Altri furono da subito eliminati dalle schiere di Orchi furiosi, a causa delle ingenti perdite che questi ricevettero. Thorin fece in modo che tutti i Nani che si ritrovava attorno si potevano salvare la vita. Il Nano affondò con un fendente orizzontale la sua spada nella schiena di un orco, che finì a terra dolorante, dando la possibilità all' avversario di finirlo con il colpo di grazia. Balin descrisse la reattività dei Nani, capeggiate adesso dal nipote di Thror: << Le nostre truppe si rianimarono e respinsero gli Orchi >> lo stesso Balin si vide costretto a difendere Thorin dall' arrivo di un orco a bocca larga, dirigendogli un colpo di martello in piena faccia. Dwalin ferì un orco alla gamba, poi accoltellò alla schiena, impalandolo nel momento e lo finì con un fendente d' ascia, seguito dal suo urlo vendicativo. Thorin vibrò un altro colpo di spada al volto di un orco che cadde stramazzante a terra, così come altri di essi vennero abbattuti dai colpi dei Nani guerrieri. Il Principe mise tutte le sue energie distruttive per lacerare gli ultimi avversari rimasti: << Il nostro nemico era stato sconfitto. Ma non ci furono feste, né canti quella sera. Perchè i nostri morti superavano di gran lunga il nostro cordoglio >> annunciò amaramente Balin. Dopo la bellissima vittoria che i Nani ebbero sugli Orchi, era giunta una tristezza immensa tra i superstiti. Alcuni Nani vivi, tra le maree di cadaveri di loro compagni e Orchi distesi per le colline rocciose, stavano seduti immobili e scioccati alla vista di quel raccapricciante panorama. Altri, invece, si misero a contare tremanti i loro cari sparsi di qua e di là.

Tra le montagne di corpi ammassati, Dwalin e Balin si batterono la fronte dalla tristezza in cui si ritrovarono: << Noi pochi eravamo sopravvissuti >>. Il fratello minore di Balin gli diede una pacca sulla spalla, cercando di incoraggiarlo a superare il dolore mentre lo oltrepassò. Balin era martoriato dalla sofferenza, il volto bianco e rigato dalle lacrime però fecero in modo di fargli aprire gli occhi lucidi alla speranza che si presentò viva. Il Nano smise di piangere non appena il sole che riapparve in cielo illuminò la figura di Thorin che si dirigeva sulla cima di una collina di cadaveri, tenendo in mano la sua spada e il suo nuovo scudo, il tronco di quercia, da cui nacque il suo soprannome. Il Principe dei Nani si mise come in posa agli occhi di Balin, facendo in modo che i raggi del sole lo illuminassero nella sua figura da guerriero e con i capelli ondulati che si muovevano al soffio del vento che si posò in quel luogo dopo che una tempesta si abbattè sul popolo di Durin: << E allora pensai fra me e me: “Là c'è uno che potrei seguire. Là c'è uno che potrei chiamare Re” >> disse convinto e con la speranza piena nel cuore. Il Re che lui si immaginava adesso si voltò regalmente verso Balin, distaccando lo sguardo dal cielo notturno e rivolgendo gli occhi sulla sua Compagnia. Era Thorin, il Re che avrebbe ripreso il regno di Erebor. Tutti i Nani che prima dormivano ora erano in piedi come da standing ovation, e tutti guardavano il loro capo Thorin con già il titolo di Re sulla testa. La storia di Balin la sentirono in uno dei silenzi più rispettabili di sempre, insieme al volto del loro futuro sovrano. Thorin fece per passare in mezzo tra i suoi compari, scambiando ad ognuno un' occhiata di speranza, tenendo sempre incrociate le braccia dietro la schiena. Ma qualcosa nel volto del giovane Nano lo turbava profondamente. Il fatto di aver perso tutti i suoi cari negli anni precedenti lo segnò notevolmente. Ma anche se aveva annientato gli Orchi, responsabili della fine di suo nonno e di suo padre, questo non colmò la cicatrice che il cuore del Nano ancora si portava a presso con alcuni suoi compagni che parteciparono alla battaglia. Balin vide quell' espressione in Thorin, abbassando anche lui lo sguardo: << E l' Orco Pallido? Che fine ha fatto poi? >> domandò Sakura a Balin. Ma una risposta diretta la diede Thorin, decidendo come di decretare la sorte del nemico numero uno: << Tornò strisciando dal buco da cui era fuoriuscito. Quel lerciume morì per le ferite tempo fa >> disse duramente il Principe: << Non abbiamo visto la sua tomba a Moria, però >> aggiunse Meiling. Thorin la guardò di sbieco nel mentre che ritornava al suo posto pe riposare: << Se quello era il suo luogo d' origine, dove pensi sia finito il suo corpo? >> << Solo l' Ombra lo sa >> rispose brevemente il Principe, osservato con serietà anche da Toy e da Yuki, anche loro svegli e distesi nei loro sacchi a pelo al sentire la storia di Balin. Il dubbio ora corrodeva il piccolo Kerochan che cercò aiuto negli occhi di Balin, per estorcergli una qualche risposta sulla fine di Azog. Ma il Nano non seppe neanche lui questo particolare, suscitando nel Guardiano uno strano presentimento. Più in là della scogliera dove erano finiti i nostri amici, da un' altra parte di un sentiero c' erano dei lupi che puntavano al focolare acceso dai Nani. I terribili lupi ringhiavano nascosti dagli occhi delle loro prede. Sopra le belve c' erano degli orchi che osservavano che sulla scogliera opposta si erano accampati dei Nani: << Riferisci al Padrone che abbiamo trovato la feccia nanica >> disse un orco ad un suo compagno a fianco. Sakura e i Nani erano finiti nell' occhio dei loro nuovi predatori, e questo avrebbe rallentato la loro impresa.

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Capitolo 10
*** Episodio 230: Radagast il Bruno ***


Il viaggio dei Nani proseguì al mattino seguente. Sakura e i suoi amici, all' interno del gruppo di Thorin Scudodiquercia, si ritrovarono sotto la pioggia mattutina mentre stavano in galoppo ai pony concessigli dalla Compagnia di Nani. Gli zoccoli dei cavalli calpestavano le pozzanghere che si creavano con il forte scrosciare della pioggia sul terreno. Li e Sakura si riparavano sotto l' ombrello del cinesino, stando tutti e due sullo stesso cavallo. Bofur si tolse la pipa dalla bocca quando non si sentì più il fumo che gli entrava in bocca, intuendo che l' acqua battente aveva spento la cenere all' interno della pipa. Il resto dei Nani si riparò con i loro sottili mantelli, mentre Yuki e Toy erano coperti dall' ombrello del primo ragazzo. Così come Meiling e Tomoyo erano riparate al sicuro dall' acqua sopra al dorso di Kerochan con quest' ultimo che teneva le ali spiegate sopra le teste delle due ragazzine sopra di lui: << Ti bagnerai così, Kerochan. Rischierai di prenderti un raffreddore >> lo avvisò Tomoyo premurosa: << Oh, non preoccuparti, Tomoyo. Posso sopportarla >> << Hey, signor Kerochan? Non potete fare qualcosa per questo diluvio? >> domandò scocciato Dori con delle goccioline di pioggia che lo infastidivano dalla sommità del cappuccio: << Sta piovendo, Mastro Nano. E continuerà a piovere finchè la pioggia non avrà finito! >> ribattè il Guardiano scambiato per una specie di somma divinità: << Se desideri cambiare il clima del mondo, dovrai trovarti uno stregone >> gli consigliò al Nano. Quest' ultimo fece una smorfia di stanchezza alla pioggia che non cessava di picchiettare sul suo manto.

Sakura, con Li che erano protetti dall' ombrello di questi, fece per chiedere alla tigre inzuppata nel suo pelo: << E ce ne sono? >> << Di cosa? >> << Altri stregoni? >> Kerochan si mise a rispondere alla ragazzina continuando a passeggiare per la foresta dai lunghi tronchi esili: << Ce n' erano cinque, al principio. Il più grande del loro ordine era Saruman il Bianco >> << Quella canaglia >> commentò Toy da dietro al defunto stregone bianco che portò terrore nella Terra di Mezzo. Egli aveva avuto a che fare con Saruman, in uno degli scontri verbali dello stregone ai piedi della sua fortezza a Isengard. Il Guardiano proseguì: << Poi ci sono i due stregoni blu. Ho completamente dimenticato i loro nomi >> << E chi è il quinto? >> chiese Sakura: << Beh, quello sarebbe Radagast il Bruno >> << Senti una cosa, Kerochan: se non ricordo male anche tu eri considerato come una specie di stregone, vero? >> disse Toy: << Diciamo che sono entrato nel Consiglio degli Stregoni per via dei miei poteri sovrannaturali che facevano molto ricordare i poteri di un antico stregone che aveva a che fare con le fiamme. Io sono un Guardiano, sì, ma questo mio titolo era anche ricoperto dagli altri maghi del tempo >> spiegò la tigre: << E quindi tu saresti, presumibilmente, il quarto “stregone”? >> chiese Li tenendo l' ombrello sopra di lui e Sakura: << Già >> << E questo Radagast, è un grande stregone o è... più come te? >> domandò Sakura ironicamente. La tigre gialla fece un' espressione come se gli dessero del fallito, poi rispose a Sakura: << Credo che sia un grandissimo stregone, a modo suo. E' un' anima gentile che preferisce la compagnia degli animali agli altri. Tiene un occhio attento sulle vaste foreste lontano a Est. Ed è una cosa molto buona, perchè sempre il male cercherà di prendere piede in questo mondo >> esordì così nella descrizione di un suo caro amico Kerochan. In un altro ambiente, nelle distese di alberi che spuntavano rigogliosi fino a formare una vera e propria foresta verde, il cielo non presentava alcun tratto di nuvole, ma anzi vi era nella cortina azzurra un sole splendente. I suoi raggi caldi trafiggevano la fitta boscaglia dei boschi di quella zona. Nel fondo della foresta, un piccolo stregone gironzolava da quelle parti, ansimando e a volte cambiando strada di scatto. Poi qualcosa tra i cespugli fece attirare la sua attenzione. Strappò dai ramoscelli di un cespuglio delle foglie secche, e se le portò davanti agli occhi con tanto timore: << Non bene. Non bene, affatto! >> si disse con ansia ributtando le poche foglie secche. Questo stregone aveva una barba grigia lunga, e indossava abiti da povero. Il naso a patata e gli occhi azzurri però gli facevano avere un' espressione divertente e simpatica ai suoi conoscenti. Usava, in quel momento, un bastone in legno per poggiare bene i passi a terra. Sulla testa aveva un cappello tipico degli stregoni, dove da un lato c' era una striscia di escrementi di uccellini che gli colava fino ad una parte del viso. Il piccolo maghetto corse a passo felpato più avanti nel bosco verde, sorpassando ai lati le carcasse di piccoli cervi accasciati nel sentiero che percorreva. Altri animali giacevano morti nel prato, come conigli o addirittura volpi. Lo stregone strappò dalle radici di un albero un fungo che era ammuffito nella sua cupola.

Con disgusto, lo stregone mise il fungo malato in una sua borsetta, forse per esaminarlo non appena sarebbe rientrato a casa. Percorse un altro tratto di sentiero, fermandosi su un altro albero. Nel tronco dell' arbusto vide il materiale secco del legno della corteccia, e fece per metterci il dito nel buco che era pieno di materiale liquido sgorgante. Bastò un tasto con una falange e si accorse che lo strano materiale aveva un colorito che se messo a contatto con la pelle umana, risultò diverso dal suo normale colore. Fece per scuotersi la falange e poi per proseguire nel sentiero di quella foresta. Un uccellino planò verso lo stregone cinguettando, e svolazzando poco sopra il cappello del mago. Questi si tolse il berretto per far entrare l' uccellino sulla sua testa insieme ad un secondo che arrivò, usando come nido i capelli dello stregone che ricoprì i due piccoli passeri riponendo sopra il cappello. I suoi occhi rotearono verso un animaletto disteso a terra, che sembrava sofferente. Era un piccolo porcospino, un cucciolo pareva, che si attorcigliava su sé stesso dal dolore, raggomittolandosi sulla pancia. Lo stregone premuroso degli animali fece per avvicinarsi all' animaletto: << Oh, no, Sebastian! Giorni celesti >> lo chiamò con il suo nome, prendendo a due mani il porcospino e piagnucolando dallo stato in cui questo si trovava, accarezzandolo caldamente nel suo abbraccio. Il mago scattò in una corsa improvvisa nella foresta, facendo svolazzare via gli uccellini che si trovavano in mezzo alla sua strada. Saltò con grande atleticità una grossa radice di un albero, tenendo sempre stretto il cucciolo di porcospino in mano. Arrivò a una casetta di paglia, costruita in tre facciate in mezzo ad un alto albero che spuntava dal terreno. Quella doveva essere la dimora di quello stregone, e vi entrò richiudendo di fretta la porta. Una volta dentro, posò il piccolo animale che teneva nel tavolo che stava al centro della stanza illuminata a stratti dalla luce solare. Prese un piccolo cucchiaino e lo avvicinò per imboccare il porcospino forse malato e che continuava a emettere versi di dolore. La boccuccia dell' animale si ritirò indietro, non volendo nutrirsi. Lo stregone cercava di farlo mangiare accarezzandolo sul dorso, ma niente sembrava dare al porcospino una ragione per alimentarsi. Il mago rovistò tra i suoi scaffali, preparando altre pozioni che siano mangiabili per l' essere che doveva salvare: << Spostatevi! Fatelo respirare per l' amor del cielo! >> disse rivolto ad alcuni porcospini che stavano accerchiando il loro amico malato. Lo stregone avvicinò di nuovo il cucchiaino verso la bocca del porcospino, esortandolo sempre a mangiare. Ma ancora una seconda volta l' animale ritraè la bocca. Lo stregone ebbe un terzo tentativo. Si prese una specie di conchiglia, in cui quando vi soffiò dalla punta, fece fuoriuscire del fumo blu verso la carcassa sofferente dell' animale. Anche questo non funzionò. Ormai quasi rassegnato, prese una boccetta in uno dei suoi scaffali contenente liquido rosso. Porse un dito per far scendere su di esso una goccetta del liquido e farla bere al piccolo paziente, che ad un ennesimo rifiuto emise il suo verso di lamento: << Io non capisco perchè non funziona! >> sbottò ingiusto il mago ritraendo il dito: << Non è che si tratta di stregoneria...? >> e si fermò cupo.

I suoi dubbi avevano fatto uscire dalla sua bocca la parola “stregoneria”, facendogli destare ogni sospetto sulla questione la cui risposta non voleva ancora annunciare: << Stregoneria. Oh! E invece sì... >> disse puntando al porcospino uno sguardo di timore mentre si girava lentamente: << Un' oscura e potente magia! >> le parole sembravano uscirgli dalla bocca con fare lento, marcando il tono cupo che gli venì. Dei lievi scricchiolii sinistri venivano dall' esterno della casa. Il mago si voltò dalla parte del rumore che aveva sentito con il solito movimento a rallentatore che gli pervase in corpo. Dal vetro di una sua fnestra vide l' ombra di una zampa di un ragno che saliva la casetta dove lui stava. Un secondo ragno individuò dietro a quello che stava risalendo la struttura esterna. Gli occhi del mago si sgranarono ancora di più dal terrore quando seguì la direzione di un ennesimo ragno dalla finestra. Questo si stava sporgendo poi nella porta dell' entrata, e le sue sottili zampe tentavano di buttare giù il legno dell' anta serrata. Lo stregone mise una sedia nella maniglia della porta, per evitare che questa cedesse da subito, mentre altri ragni gironzolavano ai contorni della casetta. Il mago volse un' altra occhiata al porcospino dolorante nel tavolo. La sua faccia si fece triste quando l' animale si stringeva su sé stesso, tremando come una foglia dal male che lo stava consumando all' interno. Gli occhi del mago sperarono con tutta l' anima che il piccolo animale resistesse ancora un po', ma invece con un ultimo verso strozzato questi gemette, rimanendo fermo immobile da un lato del tavolo su cui era. Non ce l' aveva fatta. Il porcospino morì soffocato da una sorte di incantesimo secondo quanto aveva detto lo stregone. Le labbra di questo cominciarono a tremare dal pianto che stava per far nascere. I ragni dall' esterno continuavano a scalare la casa, a poco a poco facendo sentire il loro peso nelle travi in legno delle pareti e del tettuccio. Il mago si piombò direttamente dal suo bastone, estraendo sulla punta di questo una pietra blu dalla punta arrotondata e fece per riprendere il porcospino a sé. Dei topi spuntarono da sotto alcuni tavoli, scappando al riparo dentro casa del mago per sfuggire all' assalto dei molteplici ragni di fuori. Lo stregone mise la punta della pietra nelle labbra del porcospino, iniziando a emettere un incantesimo in una lingua sconosciuta. I topini in fuga si rifuggiarono alcuni tra i vestiti del mago, mentre altri sgattaiolarono sotto altri tavoli. Le parole dell' incantesimo che pronunciava lo stregone divenivano sempre più affrettate. Una parte del tetto si ruppe quando la zampa di un ragno penetrò all' interno della stanza dove il mago risiedeva. Quest' ultimo smise d' un tratto di pronunciare l' incantesimo, sempre tenendo la pietra blu nelle labbra socchiuse dell' animale, e i suoi occhi divennero storti. Del fumo nero cominciò a uscire dalla bocca del porcospino morto e si depositava nella pietra blu del bastone dello stregone. I ragni intanto continuavano a distruggere il tettuccio della casetta. La voce del mago si fece ancora più cupa, quasi stesse delirando al momento con l' espressione che fece per estrarre la specie di veleno che infettò fino ad ora il piccolo animaletto. I terribili mostri fecero sbucare le loro zampette sopra la testa del mago, che nell' emettere le formule finali fece gorgogliare la sua voce più intensamente che potè.

La pietra blu era ormai diventata nera dalla quantità di fumo nero che era sparsa in essa. Come se stesse riprendendo fiato, il porcospino riprese vita improvvisamente. Lo stregone si scostò dallo stato in cui era, ritornando ad assumere una faccia normale. Sentì la vocina allegra del piccolo amico che come per incanto guarì dal male che gli entrò in corpo. Gli occhietti dolci del porcospino assumevano insieme alla faccina una specie di contentezza alla vita che gli fu salvata. Il suo nasino riprese a muoversi mentre ritornava ad annusare l' aria fresca. Proprio dal momento in cui l' animale si riprese, tutto tacque nella casetta, quasi come se fosse che i ragni si fossero fermati. Poi ripresero gli scricchiolii, facendo notare al mago che i ragni stavano scendendo dalla sua casa. Questi smise di sorridere al porcospino sano e salvo, dirigendo il suo sguardo alle ombre dei mostri in lontananza. Il mago poggiò il porcospino sul tavolo, ed uscì di corsa dalla casa, spalancando la porta di botto. Prese il suo bastone e seguì il cinguettio stridulo di un uccellino che svolazzava ai suoi occhi. Lo stregone seguì il piccolo volatile fino a dietro la sua casa, per mostrargli la direzione dei ragni che avevano attaccato la dimora. Riuscì a vederne uno di grandi dimensioni solo nel dorso, mentre si faceva largo tra la steppaglia di fili d' erba che crescevano nella sua strada: << Da quale angolo della terra sono spuntate quelle creature disgustose? >> si chiese cupamente il mago poggiato sul suo bastone. L' uccellino si fermò ad un lato dal mago, cinguettando più forte che poteva: << La vecchia fortezza? Mostrami >> disse lui al volatile capendo ciò che gli diceva. L' uccellino fece strada allo stregone che per seguire l' animale, prese le redini della sua slitta, trainata da conigli. Con un salto dei suoi conigli, lo stregone fece in modo di oltrepassare una radice grande e partì a tutta velocità più avanti, tenendosi stretto al sostegno della slitta mentre i conigli scalpitavano di seguito le loro zampe, investendo piante poco cresciute ai lati del sentiero. Andando sempre più avanti, lo stregone notò in alto nella foresta che vi erano alcune ragnatele sparse tra i rami, fino ad addentrarsi in una parte della natura un po' più tetra rispetto a quella dov' era lui. Sullo sfondo si ereggeva una vecchia fortezza, un agglomerato di torrette e rovine collegate da un lungo ponte. L' uccellino diresse lo stregone direttamente alla fortezza di cui gli parlava, e dove un cielo carico di nuvole grigie avvolgeva il monte su cui la fortezza era costruita minacciosa.

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Capitolo 11
*** Episodio 231: La Foresta dei Troll ***


Thorin e i Nani, insieme al gruppo di Sakura, arrivarono nei pressi di un boschetto che si estendeva ai pendii di una collinetta. La pioggia si era dissolta da quelle parti, lasciando nel cielo macchie di nuvole che stavano andando a disperdersi sempre più. L' odore fresco dell' erba bagnata arrivò ai nasi di tutti quanti. Poco più in là videro una casetta completamente scoperchiata dal tetto e dalle pareti, lasciando solo l' intera struttura aperta da ogni parte. Sakura e i suoi compagni guardarono come impressionati la piccola casetta semidistrutta che si presentava ai loro occhi. Thorin si fermò, indirizzando il suo puledro davanti a tutti, che a loro volta si fermarono al segnale del loro capo della Compagnia: << Ci accamperemo qui per la notte. Fili, Kili, occupatevi dei pony. Non dovete perderli di vista >> ordinò il Nano ai due fratelli, non appena tutti scesero da cavallo. Sakura venne aiutata da Li nel scendere dal pony: << Grazie >> disse la ragazzina al suo amato. Tomoyo e Meiling scesero a loro volta dal dorso di Kerochan, che aveva gli occhi puntati sulla dimora: << Bel posto >> commentò Meiling stiracchiandosi: << Ho come l' impressione di essere già stata qui >> disse dubbiosa Sakura riunendosi insieme a Li da Tomoyo e Meiling: << Sei già passata di qua? >> chiese la tigre voltandosi da un lato con la testa: << Io credo di sì... >> << Anch' io ho il tuo stesso presentimento, sorellina >> aggiunse Toy affiancato da Yuki che si fermavano alle spalle di Sakura e dei tre amici: << Toy >> << Penso che sia come dici tu. Noi molto probabilmente abbiamo percorso questo sentiero un anno fa >> << Adesso che mi ci fate pensare... Sì, è come dite voi >> disse Tomoyo per ultima alle sentenze di Sakura e Toy: << E voi? Li? Meiling? Ricordate qualcosa? >> chiese loro Sakura: << Vagamente, visto che doveva essere uno di quei luoghi in cui ci fermammo per breve >> rispose la cinesina, mentre Li rispondeva con un semplice: << Non lo so >> rimanendo a pensare per far riemergere alla memoria quel posto.

La tigre Kerochan passò oltre i Nani che si risistemavano le loro cose per andare verso la casetta abbandonata per ispezionarla. Dwalin si avvicinò così a Thorin, nel frattempo: << Come mai ci prepariamo così presto al tramonto? Sarà mezzogiorno a quest' ora, Thorin >> << Ci vuole tempo per riorganiizarci. Mezza giornata andrà più che bene, in modo che siamo pronti per riposare presto la notte >> spiegò il Nano al suo compagno. Kerochan fu dentro alla catapecchia, guardando i resti della struttura interna. Sakura ancora avvolta dal mistero decise di seguire il suo amico: << Un fattore e la sua famiglia vivevano qui >> fece per dichiarare quella che sembrava la scena di un delitto il Guardiano. La giovane cattura carte fu alle spalle di Kerochan, anche lei osservava la desolazione che prestava quel posto abbandonato: << Chi può aver fatto una cosa del genere? >> domandò la ragazzina: << Si tratta sicuramente di un incendio appiccato di recente. Vedi? La stessa terra sotto le mie zampe è ancora calda >> fece notare questo Kerochan all' amica, che si avvicinò a lui per tastare il terreno. Ne prese un po' in mano, avvertendo una lieve sensazione di calore nel palmo: << E' leggermente calda >> constatò Sakura ributtando giù la terra e rialzandosi in piedi: << Il problema da capire adesso, è chi ha fatto questo >> si disse Kerochan. Thorin si avvicinò al gruppo di Sakura, che nel mentre era accorto della loro amica: << Mastro Li >> chiamò al cinesino il giovane Nano: << Procura della legna da ardere. Addentrati nella foresta con un paio dei tuoi amici e prendete ciascuno quanta più legna possibile. Mi sono spiegato? >> ordinò Thorin: << Sì >> rispose il ragazzino dal cappello verde e l' abito dello stesso colore. Sakura e Kerochan udirono l' ordine di Thorin rivolto ai loro amici, dubitando nell' andare direttamente dentro alla foresta: << Qualcosa non và, Kero? >> << No, niente. Non è niente. Tranquilla, Sakura >> rispose brevemente il Guardiano. Meiling, tra tutti i suoi amici che non osavano proferire parola al Principe dei Nani, fece per fermarlo: << Ehm, mi scusi? Signor Thorin >> il Nano si voltò con un pizzico di subordinazione nei suoi confronti verso la ragazzina, che a poco a poco si sentì rabbrividire allo sguardo imperioso del Nano: << Volevo chiederle se potevamo raccogliere qualche frutto di ciliegio nei boschi. Insomma, è da due giorni che mangiamo solo pane e carne, e il nostro organismo ha bisogno di saziarsi anche con un po' di frutta fresca, e... >> << I frutti per noi Nani sono considerati un cibo disprezzato >> interruppe freddamente la cinesina, destando serietà in Li, Tomoyo, così come Yuki e Toy alla sfacciataggine di Thorin: << Noi non osiamo toccare le pietanze degli Elfi. Non sappiamo quali veleni hanno inserito per noi >> disse il Nano allontanandosi con il mantello che volò per poco nel girarsi regalmente: << Ma se vuoi nutrirti come meglio credi, fai pure >> rivolse un consiglio che sembrava quasi un monito alla giovane: << Ma dico, come può uno avere il coraggio di parlare sopra agli altri? >> commentò indignato Yuki: << Neanche Gimli aveva dimostrato tanta sfrontatezza a noi >> << Grazie, Yuki >> << Figurati. Nessuno potrebbe mai sopportare un atteggiamento del genere >> concluse il ragazzo al ringraziamento della cinesina.

Li fece quindi per darsi da fare nel recupero della legna, dimenticando l' episodio con Thorin: << Su, andiamo. Meiling, Tomoyo, venite con me? >> << Sì. Ti daremo una mano, Li >> rispose Tomoyo, chiedendo anche a Yuki e a Toy prima di andare: << E voi, ragazzi? Ci raggiungete? >> << D' accordo. Vi aiuteremo anche noi, anche se siamo sotto gli ordini di quel Thorin >> rispose Yuki felice però di aiutare i tre amici: << Allora vi aspettiamo nella foresta, mi raccomando >> disse infine Tomoyo accompagnando Li insieme a Meiling nella boscaglia: << Avanti, Toy, andiamo. Mi stai ascoltando? >> ma quest' ultimo era assolto con lo sguardo alla foresta più avanti, assumendo un' espressione di certezza a ciò che stava pensando: << Eppure... >> << Toy? Ci sei? >> gli disse l' amico Yuki sventolandogli di fronte agli occhi la mano, facendogli smettere di pensare: << Eh? Che c'è? >> domandò confuso Toy: << Ti senti bene? Hai avuto d' un tratto una faccia strana >> << Beh, ehm.. Sì. Stavo solo cercando di ricordare il luogo in cui passai con mia sorella >> << Dai, magari te lo ricordi mentre ci siamo dentro >> gli consigliò ancora Yuki: << E va bè, andiamo >> rispose Toy mettendosi le braccia dietro la schiena e continuando ad andare avanti con Yuki. Il pensiero del giovane fratello di Sakura era ancora in testa: << Ho la sensazione che quella foresta sia ancora abitata >> pensò Toy. Rivolse gli occhi alla catapecchia semidistrutta, intuendo che quel disastro fosse stato messo in atto da creature che si erano rifugiate in quei boschi i giorni precedenti. La osservò lungamente, fino a quando non lo richiamò Yuki più avanti e già nell' entrata della foresta: << Su, Toy, muoviti! Sei lento >> << Eccomi, arrivo! Non avere tanta fretta, però >> ribattè il ragazzo correndo verso il suo amico. Sakura notò suo fratello e i suoi amici che andavano nella foresta qui vicino: << Io penso che andrò ad aiutare i Nani. Tu resti ancora qui, Kerochan? >> chiese alla tigre che anche lei aveva afferrato lo sguardo del govane pensieroso da lontano: << Kerochan? >> << Mh? Ah, sì. Credo che rimarrò ancora un po' ad esaminare questo posto, Sakura. Tu vai pure >> << Ok >> e la ragazzina fece i primi passi per uscire da sotto il tetto malandato della casa, e osservò Thorin che dava ordini ad alcuni Nani: << Oin, Gloin, accendete il fuoco >> << Subito >> rispose il Nano Oin ascoltando le parole di Thorin con il suo apparecchio acustico. Sakura vide il giovane Principe che si dirigeva alla casetta da Kerochan, e scambiò un' occhiata all' espressività imperiale del Nano che le passò da un lato: << Secondo me, sarebbe più saggio proseguire. Potremmo raggiungere la valle nascosta >> consigliò Kerochan a Thorin che fu nella casetta. Ma questi si dimostrò del tutto riluttante a eseguire l' avvertimento del Guardiano: << Te l' ho già detto: non voglio avvicinarmi a quel posto >> << Perchè no? Gli Elfi ci aiuteranno. Potremmo avere cibo, riposo, consigli >> cercò la tigre di sviare Thorin, passatogli davanti, dal suo solito chiodo fisso: << Non mi servono i loro consigli >> battè deciso il Nano voltato di spalle a Kerochan.

Nel frattempo, Li, Meiling, Tomoyo, Yuki e Toy si facevano largo nella foresta alla ricerca della legna da abbattere. Intorno a loro vi erano tanta natura accompagnata dal cinguettìo incantevole degli uccellini che vi svolazzavano nei paraggi: << Devo ammettere che questi Nani sono molto vivaci >> disse Tomoyo un po' scocciata: << Non pensarci, e godiamoci questo bel paesaggio >> rispose Yuki respirando l' aria rigeneratrice degli alberi: << Già, almeno un qualcosa di sereno c'è in questa nostra avventura >> disse Meiling abbassandosi per vedere un piccolo nido di uccellini situato su un cespuglio rivolgendo ai piccoli volatili un sorriso: << Non è vero, cuccioli? >> chiese la ragazzina prima che questi si mettessero a volare in coppia verso il cielo. Tomoyo e la sua amica rimasero estasiate dalla natura che fu agli occhi delle due come un qualcosa di stupendo. I tre maschi cercavano un tronco o almeno qualche ramo abbastanza grosso che poteva bruciare a lungo: << Questo potrebbe andare bene >> annotò il giovane Li: << Bene. Io mi trasformerò in Yuè per andare alla ricerca di altri tronchi più grossi nella foresta >> avvisò Yuki chiudendo gli occhi. Delle grosse ali lo avvolsero in tutto il corpo, e come si riaprirono misero in mostra il corpo del Giudice Supremo con i soliti occhi azzurri e freddi come il ghiaccio: << Ne è passato di tempo da quando hai dovuto ricorrere a questa trasformazione >> gli disse Toy rivedendo il volto della creatura alata così come l' aveva vista in volto la prima volta: << Ho fatto bene a tenermi assopita la mia forma originale. In questo modo ho permesso che le mie energie raggiungessero il loro massimo apice entro un arco di un anno >> << Va bene, però adesso non esaltarti troppo come fai tuo solito >> gli disse scherzando Toy mettendogli una mano sulla spalla. Il Giudice prese il volo dopo che rivolse un sorriso di simpatia al suo amico. Li fece per arrampicarsi nell' albero, aiutandosi con la sua spada a scalare la grande corteccia, incastonandola nel duro legno di essa: << Sicuro che non vuoi una mano, Li? >> gli chiese dal basso Toy: << Sì, tranquillo, ce la faccio >> ribattè quasi affaticato il cinesino. Questi fu in piedi su un ramo, decidendo di tagliare prima il ramo che aveva di fronte, anch' esso molto grosso. Fece per tenersi pronto a tagliare il grosso ramo, ma poi la sua vista cadde un po' più avanti alla distesa di alberi che riusciva a vedere da lassù. Vide una parte della foresta alla sua sinistra che era disboscata dai suoi arbusti, tutti lasciati a terra, spezzati alla base del loro tronco. L' espressione di Li divenne accigliata e dubbiosa a ciò che scoprì. Toy riuscì in qualche modo a intuire l' immobilità del cinesino che puntava più avanti: << Hai visto qualcosa? >> gli domandò dal basso: << Niente di importante >> rispose corto il ragazzino riprendendo nel gesto che stava per fare.

Kerochan stava ancora discutendo con il duro Thorin, e questo capiva che il Guardiano non aveva intenzione di mollare nell' insistere sul proseguire nel cammino: << Abbiamo una mappa che non riusciamo a leggere. Elrond potrebbe aiutarci >> << Aiutarci? >> ripetè con un bricciolo di nervoso in cuore il Nano Thorin, ribadendo a Kerochan l' odio che aveva negli Elfi: << Un Drago attacca Erebor, quale aiuto arrivò dagli Elfi? >> la tigre sbuffò al brutto ricordo che il Principe non cancellò dalla sua memoria: << Gli Orchi saccheggiano Moria, profanano i nostri luoghi sacri. Gli Elfi rimasero a guardare senza fare niente. E tu mi chiedi di cercare le stesse persone che hanno tradito mio nonno? Che hanno tradito mio padre? >> e Thorin si avvicinò al grosso felino guardandolo dall' alto verso il basso: << Tu non sei nessuno di loro due. Non ti ho dato la mappa e la chiave perchè tu ti ancorassi al passato >> << Non sapevo che appartenessero a te >> sbottò con un' offesa il Principe Nano. Kerochan rimase stizzito, e tremò dalla rabbia che provava per Thorin in quel momento in cui rifiutò in modo sgarbato l' aiuto di Kerochan. Questi però non rimase lì a continuare a discutere, e si allontanò prima che potesse urlare al Nano che gli mancò di rispetto. Sakura, che nel frattempo aiutava Balin con il suo pony, notò dei rumori diversi nei passi della tigre: << Và tutto bene? Kerochan, dove vai? >> domandò la ragazzina al Guardiano che aveva assunto il broncio e un' andatura veloce: << A cercare la Compagnia dell' unico qui che ha un minimo di buon senso >> rispose irritato mentre sorpassava gli altri Nani che lo guardavano: << E chi è? >> << Io stesso, Sakura! Ne ho abbastanza di Nani per un giorno solo! >> e con questa risposta fece fuoriuscire tutta la sua rabbia che ebbe accumulato nella discussione con Thorin. La tigre si mise ad accelerare il passo d' improvviso: << No, aspetta, Kero >> cercò di richiamarlo Sakura ma ormai era già lontano: << Hey, ma che gli è preso a Kerochan? >> chiese Toy rientrato dalla foresta con gli altri che tenevano dei pezzi di legna tra le braccia: << Non lo so >> rispose Sakura poi indirizzando lo sguardo sul Nano nella casetta dove la tigre aveva discusso con lui: << Forza, Bombur, abbiamo fame >> disse Thorin con noncuranza al gesto della tigre: << Tornerà mai? >> domandò la ragazzina a Balin che rispose con un cenno dubbioso del capo. Yuki fu l' ultimo a rientrare: << Dov'è finito Kerochan? >> chiese al gruppo: << Se né appena andato >> disse Li confuso anche lui: << E perchè? >> richiese Yuki. Toy rivolse un' espressione accigliata a Thorin che dava indicazioni su dove mettere la legna recuperata: << Abbiamo legna a sufficienza per una notte. Il resto che ne avanza potete disperderlo tra i cespugli >> il Nano fece per voltarsi, ma il giovane Toy lo frenò: << Hey, tu, stammi bene a sentire >> e fece cadere la legna con violenza sul terreno. Thorin si voltò verso il ragazzo, indispettito del comportamento del Nano: << Hai finito di dare ordini e di cacciare quelli che non la pensano come te? Se andrai avanti di questa strada, come pensi che il Re che diventerai un giorno sia ben voluto dalla tua gente? Come pensi che ti stiano a seguire? >> << E dimmi, staranno a seguire te? Un novellino preso dalla strada che non ha una goccia di sangue nobile nelle vene? Rispondimi >> il giovane Principe ebbe l' occasione di reprimere uno dei suoi dibattiti con uno del componente del gruppo di Sakura. Toy digrignò i denti, non emettendo alcuna risposta, ritrovandosi spiazzato dalle parole di Thorin: << Se ti fossi legato al tuo destino di diventare Re, anziché seguire le orme dei tuoi familiari, a quest' ora saresti una guida per tutti. In una prossima vita, rifai meglio le tue scelte. Finchè ci sarò io in questa Compagnia, si farà come io dico >> ribattè la sua autorità Thorin, e così tutti i Nani ripresero a stare al volere del loro capo, lasciando Toy e i suoi amici soli nel non volerlo seguire. Sakura ebbe un lieve senso di colpa al destino che fece cambiare a suo fratello una volta.

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Capitolo 12
*** Episodio 232: I Troll ***


Arrivò la seconda sera del viaggio, e già i Nani si leccavano i baffi dalle pietanze che si erano cucinati in pentola. Bofur serviva da mangiare a tutti, versando in ogni ciottola la minestra scaldata con un grande cucchiaio. Sakura rimase ad osservare l' orizzonte nella speranza che rientrasse il suo amico Kerochan: << E' via da parecchio >> si disse la giovane togliendosi dalla trave su cui era poggiata: << Chi? >> chiese Bofur: << Kerochan >> << E' un Guardiano magico, fa come vuole. Tieni, facci un favore: inizia a servire gli altri >> disse il Nano porgendo alla ragazzina due scodelle da dare ai suoi amici, dopo che questo finì di versare porzioni di minestra. Il gruppo si era situato all' interno del casolare distrutto per il falò creato per far cuocere la pietanza nel grosso pentolone. Bombur stava aiutando anche lui il suo amico Bofur, però approfitto un attimo della sua distrazione per versarsi un altro po' di minestra: << Smettila, ne hai avuta troppa >> lo avvisò Bofur dando un colpetto nella mano del Nano grasso. La cattura carte fece per avvicinarsi dal suo gruppo originale che era riunito poco più distante dalla casetta a pezzi: << Ecco a voi, Li, Tomoyo >> << Grazie, Sakura >> dissero il cinesino e l' amica a Sakura che porse loro la cena. Accanto ai due vi erano Meiling, Yuki e Toy seduti su un unico tronco. Quest' ultimo ragazzo stava affilando la sua spada con una pietra, nell' attesa che gli arrivasse da mangiare: << E per noi? Non c'è niente? >> << Sì, adesso vi porto il resto, ragazzi >> rispose Sakura al fratello prima di tornare di nuovo da Bofur. Il giovane guerriero posò la sua lunga spada con la punta a terra, sospirando aspramente: << Qualcosa non va, Toy? >> gli chiese Yuki: << No, affatto >> rispose rude il ragazzo d' un tratto irrequieto: << E' per via di Thorin, vero? >> disse Yuki: << Non lo posso sopportare. A me non mi è mai andato giù che qualcuno mi dia degli ordini con tanto menefreghismo >> Toy nel dare la risposta sbattè la sua arma che stava affilando nell' erba dal nervoso che si era preso anche lui: << L' ideale sarebbe di andarsene da questi Nani >> << Non te la prendere, Toy. Ti seguiremo dovunque tu andrai >> lo rincuorò Tomoyo.

In quel momento sopraggiunse Sakura con altre due ciottole di minestra che dava nelle mani di Meiling e di Yuki: << E poi c'è anche Sakura che darà una bella dimostrazione a quel Principe Nano della pasta che è fatta >> incoraggiò Meiling all' amica: << Mh, mh. Non ti abbattere, fratellone, così presto >> aggiunse anche la cattura carte. Li era l' unico nel gruppo che rimaneva in disparte dalla discussione, pensando con sguardo fisso al terreno quello che aveva visto questa mattina: << Hey, Li. Ti vedo pensieroso >> fece per richiamarlo Sakura: << Ah, no, tranquilla. Sono anch' io preso dalle stesse certezze di Toy riguardo a Thorin >> rispose il cinesino tenendo ancora la ciottola calda tra le mani: << Vedrete che prima o poi dovrà abbassarla la cresta >> avvisò Tomoyo per risollevare il morale ai due ragazzi: << Sì, hai ragione. Oh, io continuo a servire gli altri Nani, sarò da voi non appena avrò finito >> disse Sakura riandando da Bofur. La ragazzina prese altre due ciottole che le fu detto di dare per prima ai due Nani che stavano di guardia ai pony, cioè a Fili e a Kili. Sakura andò oltre il luogo dove i suoi amici erano seduti, sorpassando i pony che stavano brucando l' erba. Infine, trovò i due giovani Nani voltati di spalle, non appena svoltò l' angolo di un alberello. Si mise in mezzo ai due, porgendo loro le due ciottole: << Ecco >> ma sia Kili che Fili erano impalati, dubbiosi in volto che fissavano un qualcosa davanti a loro. La cattura carte fece per chiedere loro, osservandoli più volte in faccia, non appena questi non alzarono un dito nell' afferrare la ciottola: << Cos'è che non và? >> << Noi dovremmo pensare a badare ai pony >> ripetè l' ordine che gli fu chiesto Kili, quasi fosse ipnotizzato: << Solo che abbiamo incontrato un lieve problema >> disse Fili azzardando alla parola “problema”: << Ne avevamo sedici... >> << Ora ce ne sono quattordici >> concluse il Nano Fili, notando che il numero dei puledri era diminuito di due nel recinto dove ne tenevano in gran parte. Se lo avrebbero detto a Thorin, questi si sarebbe sicuramente arrabbiato con loro, così decisero insieme a Sakura di rintracciare i nomi mancanti dei pony: << Daisy e Bungo sono spariti >> annunciò Kili uscendo dal recinto dopo l' accertamento: << Cosa? Beh, questo non va bene. Questo non va bene per niente. Non dovremmo dirlo a Thorin? >> domandò Sakura seguendo i due Nani, tenendo sempre le scodelle a portata di mano: << Eh... No, non facciamolo preoccupare >> disse Fili superficiale alla ragazzina. Questi si fermarono ad esaminare degli alberi in grandi dimensioni sradicati dalla base del tronco: << Come nostra scassinatrice ufficiale, magari ti va di indagare? >>propose lo stesso Fili: << Beh, io... Guardate, qualcosa di grosso ha sradicato questi alberi >> fece per parlare la cattura carte per indossare i panni di un investigatore: << Era il nostro pensiero >> ribattè Kili ironico: << Qualcosa di molto grosso e potenzialmente molto pericoloso... >> si sentì tremare dalla voce Sakura.

D' improvviso dei forti rumori di rami spezzati si udirono in vicinanza dal luogo in cui Sakura stava con Fili e Kili: << Hey! C'è una luce. Da questa parte >> bisbigliò Fili accovacciandosi e notando in lontananza un bagliore. Fece segno a Kili e a Sakura di seguirlo: << State giù! >> intimò ai due, rimanendo a busto basso verso la terra. Con il passo felpato, superarono sopra le loro teste un tronco di un albero inclinato, poi si appostarono dietro ad un masso lì vicino. I tre avventurieri guardarono in fondo alla foresta il bagliore arancione che vide il Nano biondo all' inizio. Udirono delle risate, come quelle delle streghe. Tentarono di allungare il collo nella speranza di intravedere qualche figura intorno al focolare che era acceso: << Che cos'è? >> chiese Sakura a Fili: << Troll >> rispose corto Kili scavalcando insieme al fratello il sasso, e andando avanti, lasciando la ragazzina senza parole al coraggio che le dimostrarono. Sakura scavalcò a sua volta la roccia, ma poi si fermò e tornò indietro dal masso per riprendere le due ciottole che aveva poggiato lì per Fili e Kili, non volendo lasciarli senza cena. Fili e Kili corsero lievemente tra la boscaglia intorno, facendo il minimo rumore tra le foglie che scansavano. La cattura carte reggeva sempre nelle mani le scodelle riprese, seguendo i due trainatori che la portarono a scovare i ladri di pony. I due Nani si appostarono dietro un tronco caduto, e Sakura li seguì in fretta, sentendo lo scricchiolìo dei rami più vicino che mai. La giovane si nascose dietro ad un albero, opposto a quello in cui Fili e Kili erano. I tre videro una grossa bestia che passava da un lato e che portava sotto le braccia i due pony che erano spariti nel nulla. Era un Troll, e intorno al fuoco più in là ce ne sarebbero stati altri, e chissà quanti. L' enorme bestia portava delle mutande usate dai cavernicoli delle grotte per nascondersi le parti intime. I due puledri tra le sue braccia scalciavano a più non posso per liberarsi dalla presa del terribile mostro che li portava verso la luce del falò: << Ha preso Myrtle e Minty! >> esclamò a bassa voce Sakura, quasi vendicativa sui puledri con cui aveva più confidenza: << Cosa? Hanno preso altri due pony? >> domandò Kili: << No. Intendevo che quelli sono i due pony mancanti >> << Vuoi dire Daisy e Bungo? >> le domandò di nuovo il Nano: << Sì, Daisy e Bungo >> << E perchè li hai chiamati Myrtle e Minty? >> le chiese confuso Fili. Sakura esitò nel dare la risposta, poi pensò di non perdere altro tempo, anche per motivi di imbarazzo sui nomi dati: << Ehm... Non importa! Credo che li mangeranno. Dobbiamo fare qualcosa >> avvertì la ragazzina. I due Nani la osservarono come se gli era appena venuta un' idea: << Sì! Tu dovresti >> rispose Kili prendendo la cattura carte e metterla al suo posto: << I Troll di montagna sono lenti e stupidi e tu sei la più piccola tra noi. Non ti vedranno mai >> ma la ragazzina non aveva alcuna intenzione di andare allo sbaraglio. Kili la supplicò: << Sei assolutamente al sicuro. Saremmo dietro di te >> << No, io non voglio... >> << Se ti trovi nei guai urlaci due volte come un barbagianni e una volta come un allocco >> disse Fili di fretta, prendendo le ciottole alla ragazzina, per poi spingerla oltre l' albero dov' era nascosta prima che questa si distogliesse da ogni sua decisione: << Eh? Cosa? Una volta come un barbagianni... No, due volte come un... Una volte come un... Sicuri che sia una buona idea? >> chiese Sakura voltandosi ai due Nani, notando che erano già spariti dalle loro postazioni: << Ah! Povera me! >> si disse piagnucolando appena lasciata sola nella missione per recuperare i due puledri.

La voce grossa di un Troll che stava nel falò si fece sentire da Sakura anche se era ad una distanza in cui non poteva vederla: << Montone ieri. Montone oggi. Che mi caschi un occhio se non c' abbiamo montone pure domani! >> si lamentò il mostro all' arrivo del suo compagno con i due pony in mano, scambiandoli per due grossi montoni. La giovane Sakura prese fiato nel seguire il gigantesco mostro diretto dai suoi altri Troll, e fece per accovacciarsi nel raggiungere a passo lento il luogo dove erano le creature: << Smettila di frignare! Questi non sono pecore, questi sono ronzini freschissimi >> disse il Troll con i due pony ai due suoi compagni che stavano intorno alla pentola dove sotto era acceso il fuoco: << Oh! Non mi piacciono i cavalli. Mai piaciuti. Non c' hanno abbastanza grasso >> commentò il terzo Troll. La cattura carte fu abbastanza vicino da poterli vedere in faccia, accostandosi dietro ad un masso. Vide che i due pony erano stati messi in un recinto costruito dalle terribili creature, dove c' erano alcuni cavalli dentro: << Beh, sempre meglio di quel fattore stopposo, tutto pelle e ossa era. Ho ancora dei pezzettini infilati tra i denti >> disse il Troll che reggeva il mestolo per mescolare la minestra. Quindi, erano stati loro ad aver attaccato la casetta della collina più indietro, divorandosi l' intera famiglia indifesa e incendiando la dimora. Sakura si mosse in fretta, scivolando ai lati di un albero per avvicinarsi al recinto alle spalle dei tre mostri. Uno di questi starnutì proprio dentro alla pentola: << Uh, ma che meraviglia: il mucco galleggia! >> disse per niente schifato il Troll con il mestolo: << Beh, magari migliora il sapore >> commentò il Troll che portò i due pony: << Oh, ne ho ancora dell' altro, sapete? >> aggiunse il Troll iniziando a riempirsi il naso di moccio. Ma l' altro suo compagno che mescolava la minestra gli tappò il naso, stringendolo forte: << Eh, no, non lo fare >> la ragazzina fece una smorfia di ribrezzo a quei discorsi, ma sempre accorciando le distanze dal recinto. Il Troll mollò con una spinta il naso del suo compagno che si agitava dalla stretta: << Siediti! >> gli ordinò come da rimprovero, facendolo sedere sul tronco. Il mostro starnutì di nuovo, però fece in tempo a soffiarsi il naso prendendo un momento prima il fazzoletto che aveva in tasca. Sakura fu al recinto e cercava di slegare le corde che tenevano serrate l' ingresso. Il Troll che si soffiò il naso si girò verso il recinto, e la ragazzina fece in tempo a nascondersi da un lato per non essere notata: << Spero che li sbudelli 'sti ronzini. Non mi piacciono le parti che puzzano! >> un colpo di mestolo raggiunse il Troll sulla fronte dal suo altro compagno: << Ti ho detto di stare seduto! >> << Crepo di fame! Mangiamo cavallo stasera o no? >> chiese il secondo Troll estraendo una grossa taglierina: << E chiudi quel buco dentato, mangerai quello che ti do! >> lo rimproverò il mostro che mescolava la minestra.

Sakura riprese a cercare di slegare le grosse corde del recinto: << Se usassi la magia, mi scoprirebbero subito. Che cosa posso fare? >> si chiese la giovane. Il suo sguardo puntò dietro la schiena di uno dei tre Troll, proprio in quello che si prese di nuovo il fazzoletto per soffiarsi il naso, e vedendo una grossa sciabola che si portava legato al cinto: << Trovato! >> quella fu la sua arma per passare inosservata, e le bastava solamente avvicinarsi alle spalle del grosso Troll: << Come mai è lui il cuoco? Tutto c' ha lo stesso sapore. Tutto sa sempre di pollo >> << Tutto tranne il pollo >> << No, quello sa di pesce, appunto! >> << Se vi uscisse un “grazie” non sarebbe male... “Grazie tante, Berto” >> approfittando delle discussioni dei tre mostri, Sakura si mise nella solita posizione furtiva per raggirare i Troll, mentre le loro voci coprivano i rumori lievi che la ragazza emetteva per zittire il nitrire dei cavalli: << “Magnifico stufato, Berto. E' che ci vuole tanto!” >> nel continuo gattonare attaccata alla recinzione, la cattura carte prese per sbaglio un osso sporco della creatura che i tre Troll si erano già mangiati in precedenza, e lo rigettò a terra con un lamento disgustato: << Mh... Una spruzzatina di cacca di scoiattolo >> disse il Troll al mestolo per farsi dare dagli altri l' ingrediente da aggiungere al miscuglio di robe varie. Il Troll che si soffiò il naso stava muovendo la sua mano proprio sopra a Sakura nel cercare il barattolo contenente forse la schifezza che cercava. Lo trovò poggiato da una parte, e fece per berlo: << Questo è il mio, Grog! >> lo fermò poi lo stesso mostro alla pentola: << Oh, scusa. Ahi! >> e il Troll rivenne colpito dal ferro del cucchiaio alla testa per lasciare andare il grosso recipiente. Il mostro al mestolo gustò la minestra: << Mh! Ma che bel equilibrio di sapori, eh sì. Avvolgici il tuo vomito all' istante >> disse per far gustare la pietanza al compagno appena colpito, pensando che al cibo gli mancasse altro ingrediente. Sakura sgattaiolò fino a dietro la schiena del grosso Troll per prendere la lunga spada che aveva: << Buono. Perciò sono io il cuoco! >> rispose infine il Troll al mestolo non appena il suo compare ci rigettò dentro alla minestra la sua brodaglia maleodorante. La cattura carte cercò di sfilare l' arma, ma in quel momento il mostro si alzò per un attimo in piedi e si grattò le chiappe. Sakura assistette a quell' episodio con tanto disgusto mentre attendeva che il Troll si risiedesse. In seguito, riprese nel suo tentativo di prendere la sciabola: << Oh, c' ho l' intestino che brontola. Devo arraffare qualcosa! Carne! Voglio carne! >> disse il terzo mostro che brontolava. Di nuovo il Troll stava per starnutire e mise subito la sua mano dietro la sua schiena per prendere il fazzoletto. Ma anche Sakura venne presa per sbaglio. Il Troll fece per sputare tutto il moccio che aveva nel naso sul corpo della povera ragazzina, che si ritrovò completamente avvolta dal mucco verdignolo: << Whoa! Mi caschi un occhio! Berto! Berto! Guarda che cosa mi è uscito dalla tromba! Ha braccia, gambe, tutto! >> fece il mostro gigante per richiamare il suo compagno alla pentola, attirando l' attenzione dell' altro per vedere la creatura che si presentò agli occhi dei mostri.

Sakura rimase immobile, resistendo dalla schifezza dalla quale fu circondata e con ancora il moccio filante che la collegava alle narici del mostro che teneva con mano piena la ragazzina: << Che cos'è? >> domandò il Troll chiamato Berto mentre la giovane ragazza si dimenava dal moccio: << Sto per vomitare! >> si disse trattenendo chiusa la bocca: << Non lo so. Ma non mi piace come mi si agita! >> e il Troll scaraventò a terra Sakura dal ribrezzo che gli faceva: << Allora, che sei? Uno scoiattolo fuori misura? >> domandò il Troll con la grossa taglierina puntata sulla ragazzina: << Io sono una scass-ah... una ragazza! >> rispose Sakura di fronte ai giganteschi mostri: << Una scassa-ragazza? >> << Si può cucinare? >> << Possiamo provarci! >> disse il Troll che si era soffiato il naso per allungare la mano sulla ragazza. Questa fece per scappare ma le sbarrò la strada il Troll Berto, armato di cucchiaio: << Non ti riempirebbe la bocca, una volta spellata e dissosata! >> una spintarella di mestolo venne data a Sakura, rifinendo al centro del branco dei tre mostri: << Forse ci sono altre scassa-ragazze qui. Abbastanza per uno spezzatino >> disse il Troll con la taglierina che poggiava sul petto di Sakura, e rispingendola da un' altra parte. Iniziò così il tentativo di afferrare la piccola preda da parte dei Troll, ma questa si abbassava facilmente alle manate dei lenti mostri: << Afferrala! >> << E' troppo veloce! >> commentarono i due Troll vedendo scappare la ragazzina sotto alle gambe del Troll che l' aveva riempita di mucco. Quest' ultimo venne raggiunto da un altro colpo al ginocchio dal mestolo del compagno. Sakura venne presa dalle gambe da Berto: << Vieni qui, brutta... Presa! Ce ne sono altri di voi piccoletti nascosti dove non dovreste? >> le chiese il Troll mettendo la cattura carte a testa in giù sopra al pentolone: << No >> rispose impaurita la ragazza: << Stà mentendo! >> << Non è vero! >> << Tienile quei piedini sul fuoco. Falla squittire! >> disse il Troll che starnutì prima. Da dietro quest' ultimo Troll, tra le foglie, piombò Kili che con un fendente della sua spada ferì la gamba del mostro che zoppicante venne atterrato da un secondo colpo al piede dallo stesso Nano: << Kili! >> esclamò sorpresa Sakura, dopo che il primo Troll attaccato dal Nano cadde a terra: << Lasciala andare! >> ordinò Kili al Troll: << Cosa? Cosa? >> << Ho detto: lasciala andare >> ripetè manovrando l' arma il Nano e rivolgendo un tono di sfida al mostro. Questo digrignando i denti, lanciò la ragazzina addosso a Kili, che riuscì a prendere al volo la giovane. Tra il fogliame dietro al Nano, comparvero Thorin e i suoi compagni armati di spade e che si buttavano all' attacco dei tre Troll. Dietro ancora comparve il gruppetto di Sakura, anche loro alla carica dei grossi nemici: << Ragazzi, siete qui! >> disse la giovane felice. Thorin vibrò per primo un colpo di spada alla mano di un Troll, puntando poi alle gambe dei mostri, punzecchiandole con le lance nelle loro cosce e martoriandole a ripetizione con pesanti martelli.

I Troll saltellavano a più non posso dall' attacco basso dei molti nemici: << Lasciate in pace mia sorella! >> urlò Toy sfreggiando il piede di uno dei Troll con la sua lunga spada: << Lasciate Sakura, brutti mostri! >> disse Tomoyo calpestando i mignolini dei Troll, seguita anche da Meiling nel gesto. Li si avventò con la sua spada nella mischia, colpendo le gambe dei Troll in più punti possibili. Alcuni Nani vennero sbalzati in aria, scavalcando il pentolone, per poi atterrare tra le braccia dei loro compagni. Tutti si davano da fare per proteggere la ragazzina nella dura lotta contro gli energumeni. Dwalin picchiettava il suo martello nelle ginocchia dei mostri, mentre Thorin insieme a Bombur e a Dori centravano i nervi delle gambe dei Troll con spada e martello. Quest' ultimo Nano venne scalciato da una parte da uno dei Troll, ma intervenì Bofur che fece cadere il suo arnese sopra al piede del mostro, che emise un urlo di dolore acuto saltellando su una gamba. Meiling e Tomoyo calpestarono con grande forza l' altro piede del Troll, che cadde a terra con un grande botto: << Prendete i sacchi! Metteteli nei sacchi! >> ordinava uno dei Troll nel tentativo di cercare di afferrare i Nani e di metterli nei sacchi vuoti. Sopra le teste di tutti spuntò Yuè, il Giudice alato, che fece cadere una pioggia di suoi cristalli sui Troll impedendo loro di afferrare i sacchi. I mostri si coprirono la testa con le loro mani, per evitare che i cristalli li colpissero nella nuca: << Fuoco, guida la mia spada! >> esclamò il cinesino vibrando sui sederi dei Troll vampate di fiamme. I Troll si ritrovarono in difficoltà a terra e in aria, essendo bombardati dai molteplici attacchi nemici. Sakura approfittò del caos che si era creato per andare a liberare i pony che nitrivano a più non posso dal recinto. Osservò le acrobazie del Nano Kili che feriva con lievi tagli le gambe dei Troll, poi correndo all' impazzata tra di loro per mollargli un altro fendente, e con una scivolata ne colpì uno che era in caduta libera oltre di lui. L' ultimo Troll si rialzò per colpire il giovane Nano, ma questi gli infilò la spada un po' più sotto l' enorme pancia, poi sopraggiunse Gloin che martellò lo stesso mostro, aiutando il compagno. La cattura carte fece per chiudere gli occhi e per racchiudere tra le mani il ciondolo magico che si portava addosso, recitando la formula magica per sprigionare lo scettro: << Chiave del Sigillo, sprigiona i tuoi poteri magici. Rivelami la tua vera potenza, e aiutami a sconfiggere il male. Scettro a me! >> il simbolo del libro di Clow le si ripresentò sotto i piedi, facendole trasformare in una luce accecante il piccolo becco del ciondolo che aveva tra le mani. Questo si trasformò nel suo scettro di un tempo, dai colori rosei e dalle ali sulla punta: << Finalmente, potrò riusare la mia magia! Da quanto tempo >> pensò poi la cattura carte fiera di riavere il suo scettro magico: << Carta della spada! >> e fece per richiamare la sua carta magica, la quale trasformò il bastone magico in una spada. A questo punto la ragazzina si diresse a tagliare le grosse corde del recinto, mentre la sua squadra impegnava i Troll con attacchi dal basso.

Diresse il primo fendente secco sulle corde, ma non fu abbastanza per tagliarle di netto, così ci riprovò più volte fino a quando non si sarebbero slegate. Ori utilizzava come sua arma una fionda, colpendo gli occhi dei nemici in modo che rimanessero distratti da un qualsiasi attacco che volevano sferrare. Li continuava a colpire come gli altri Nani le gambe dei Troll: << Li, attento! >> lo avvertì dall' alto Yuè dicendo al ragazzino di spostarsi per evitare che fosse colpito dalla pioggia di cristalli su un Troll. Toy continuò nei suoi fendenti di katana ai mostri, come sempre, sostenuto dall' intervento delle due ragazzine. Nori venne preso dal Troll, facendo rimanere il piccolo Nano a penzoloni dalla mano del mostro. Giunse Ori che con la sua solita fionda accecò l' occhio sinistro del Troll che mollò il Nano da una parte, e iniziò all' inseguimento dell' altro Nano che l' ha colpito, mentre Sakura raschiava la sua lama della spada magica nelle funi. Ori venne preso da un altro mostro dalla testa, ma venne tratto in salvo da due suoi compari, Dwalin e Gloin. Il primo fece da trabatello al secondo che ferì nel volo la mano del Troll che reggeva la testa del loro amico Ori. Dwalin mollò una martellata sulla guancia del mostro che si inginocchiò dal dolore. Da dietro lo stesso energumeno comparvero Toy e Thorin che ferirono le sue gambe con due fendenti coordinati: << Fulmine, guida la mia spada! >> disse Li facendo cadere una saetta sui piedi del colosso, che cadde a terra dolorante: << Prendi questo, mostro! Prendi! >> esclamava Meiling con Tomoyo, dando calci in faccia al nemico abbattuto che a stento cercava di rialzarsi. Il Nano Dori mollò un calcio al sedere di un altro Troll, che gemette in ginocchio e si ritrovò una piena martellata in faccia da Dwalin, rompendogli alcuni denti che sputò al colpo subito. Sakura diede un secco fendente alle corde, rompendole in due, e permettendo ai pony di scappare. Il Troll Berto vide la ragazzina che sprigionò i puledri dalla gabbia costruita, e andò verso di lei, essendo non soggetto dagli attacchi dei piccoli nemici. Fili mollò un altro fendente al Troll che teneva ancora in ostaggio Ori, il quale venne lanciato poco più avanti. In poco tempo tutti i membri del gruppo di Nani e di quello di Sakura si ritrovarono insieme, spalle a spalle, a combattere i terribili mostri. Thorin e gli altri si fermarono nello sferrare i fendenti ai Troll, guardando una scena che stava per compiersi davanti a loro: << Sakura! >> urlò Kili andando verso di lei: << No >> ma venne fermato da Thorin. La piccola ragazzina era tenuta dalle braccia e dalle gambe da due Troll che avevano intenzione di staccargliele brutalmente: << Oh no, Sakura! >> esclamò Tomoyo impaurita: << Incrociate le braccia... o le stacchiamo le sue! >> ordinò Berto al gruppo riunito. Tutti ora guardavano con apprensione la loro amica in balìa dei due terribili mostri. Toy e Yuè si paralizzarono, come gli altri, nel puntare le loro armi contro ai tre Troll. Lo sguardo di Sakura era terrorizzato all' idea di finire male sotto l' attacco dei mostri giganti, e rivolse un' occhiata disperata ai suoi amici: << Aiutatemi >> disse tremante: << No, lasciatela! >> gridò Li facendo un passo per andare in avanti: << No! Non fare un altro passo! >> disse Thorin al cinesino che si fermò in tempo: << Sono capaci di farlo. Dobbiamo eseguire i loro ordini: gettate le armi >> ordinò il Principe dei Nani a tutti.

Questo piantò per primo la sua spada al terreno, sotto lo sguardo sbigottito di Kili, che lo seguì insieme al resto dei suoi compagni gettando l' arma dalla rabbia, così come fece Ori con la sua fionda. Anche Li e gli altri non indulgiarono nel deporre a terra le armi. Successivamente una parte dei Nani con Toy e Li vennero legati alla brace, in un grosso spiedino che girava in continuazione sopra le fiamme del falò acceso: << Non perdere tempo a cucinarli, sediamoci sopra di loro, e spappoliamoli come gelatina! >> disse il Troll tonto che si soffiò il naso al cuoco Berto che elencava i possibili modi di abbellire la carne dei piccoli esseri: << Andrebbero fatti saltati e grigliati con una spolveratina di sabbia >> << Oh, mi viene già l' acquolina >> aggiunse il Troll tonto leccandosi le labbra. I Nani alla brace si scuotevano dalla paura, pregando al cielo che non finissero tra le fauci dei mostri che nel frattempo facevano salire il fuoco, gettandovi altra legna da ardere. Il resto dell' intero gruppo era legato in altri sacchi, attendendo che fosse arrivata la loro ora di finire alla griglia: << Oh no, Li, Toy, resistete! >> disse Tomoyo ai due unici del gruppo mentre tentava di liberarsi dal sacco: << Ma è terribile. Ah! Accidenti >> commentò Yuki non riuscendo a liberarsi dal sacco in cui era: << Smettila di muoverti! >> << Non lo sopporti, eh? >> avvertì Kili a Oin che dava fastidio al primo Nano nell' agitarsi: << Scordiamoci il condimento, non abbiamo tutta la notte >> avvertiva il Troll che girava lo spiedo: << L' alba non è lontana, diamoci una mossa. Non mi piace essere trasformato in pietra >> disse infine Berto rigirando lui adesso lo spiedo. Sakura si fermò alle parole del Troll, suscitando in lei un' idea per fare in modo che il giorno prendesse i tre Troll: << Mh! Se solo ci fosse un modo per liberarsi da questi stupidi sacchi! >> disse Meiling rigirandosi più volte da una parte e dall' altra, scuotendosi a non finire: << Aspettate! State facendo un terribile sbaglio >> la voce di Sakura si fece sentire per fermare i Troll nel cucinare i molti Nani allo spiedo. Tomoyo, Meiling, Yuki, Li e Toy la guardarono stupiti: << Non si ragiona con loro, sono scemi! >> << Scemi? E noi allora che siamo? >> dissero i Nani Dori e Bofur all' interno dello spiedo che veniva voltato da una parte e dall' altra. Sakura si alzò in piedi sempre con il sacco che la avvolgeva, e saltellò per andare al cospetto dei Troll che prima la ignorarono: << Io parlavo del... del condimento >> << Cosa centra il condimento? >> chiese il Troll Berto alla ragazzina: << Sakura, che intenzioni hai? >> le domandò Tomoyo confusa: << Lascia fare a me >> rispose bisbigliando all' amica, e facendo un occhiolino ai tre ragazzi per poi riprendere a discutere col Troll: << Ma li hai annusati? Ci vuole qualcosa di più forte della sabbia prima di servirli su un piatto >> comunicò la giovane che d' un tratto faceva parte della banda dei tre mostri.

<< Traditrice! >> sbottarono i Nani ingarbugliati nei sacchi: << Che ne sai di come si cucina un Nano? >> << Stai zitto! Sentiamo la frullburrascassa-ragazza che dice >> disse Berto facendo stare zitto il Troll che rigirava lo spiedo, ascoltando le parole della ragazzina che emise una risatina nervosa prima di emettere una parola: << Ma che le è preso? >> si chiese Toy a fianco al cinesino: << Il segreto per cucinare un Nano è... >> << Sì? Forza, dicci il segreto >> insisteva Berto nel farsi dire la ricetta magica: << Ehm... Sì, te lo sto dicendo! Il segreto è... >> e i Nani nei sacchi si voltarono di scatto verso Sakura, osservandola anche loro confusi. La giovane diede un' occhiata attenta a loro, poi emettendo la sentenza, titubando un po': << ...è spellarli prima >> << Cosa? Ma sei diventata matta per caso? Grrr, aspetta che mi liberi da queste funi, e vedrai sorellina! >> disse Toy rivolto alla ragazzina. Li continuava a guardarla negli occhi, con il sorriso che le si stampava in volto: << Sakura... >> poi casualmente egli indirizzò lo sguardo al cielo, notando che stava arrivando l' alba per la quale i Troll temevano: << Ma certo, non ci avevo pensato! >> commentò il ragazzino: << Maso, prendimi un coltello da filettatura >> ordinò Berto al Troll che girava lo spiedo: << Ti spello io, brutto verme! >> << Questa non me la scordo, non me la scordo! >> dissero Gloin a terra nel suo sacco e Dwalin tra i suoi compagni allo spiedo: << Ma che fesserie stai impapocchiando? Ne ho mangiati una montagna con tutta la pelle, mandiamo giù in fretta stivali e tutto >> ribattè Maso riprendendo nel suo lavoro. Gli occhi di Sakura videro tra le foglie una peluria gialla che sfrecciava tra di esse, riconoscendo l' animale che era arrivato. Lei stava prendendo tempo affinchè la luce del sole arrivasse sui tre mostri, ma un ulteriore aiuto poteva darlo anche Kerochan, giunto nei paraggi: << Ci sono! >> esclamò Yuki: << Che cosa? >> domandò Meiling all' amico: << Sakura sta prendendo tempo >> disse a sotto voce il ragazzo: << Prendendo tempo per cosa? >> chiese Tomoyo, seguendo insieme alla cinesina gli occhi puntati di Yuki al cielo, notando che il buio si stava dissolvendo nel giorno che doveva arrivare: << Ah! Sì! >> esultò Meiling ricordandosi delle parole dei Troll di poco fa riguardo all' alba: << Grandioso! Sei un genio, Sakura! >> disse Tomoyo felice: << Ha ragione. Non c'è niente di male in un po' di Nano crudo >> rispose poi il Troll tonto nell' afferrare per i piedi Bombur e per metterselo a penzoloni dalla bocca: << Bello croccante! >> il Nano grasso stava già sudando dalla terribile fine che stava per fare tra i denti del mostro che spalancò la bocca per addentare il povero Bombur in agitazione: << Oh no, si mette male >> commentò Tomoyo: << Ah, ehm, non..non quello là, è infetto >> disse Sakura inventandosi una scusa per non far mangiare l' amico Nano. Il Troll si fermò alle parole della ragazzina, rimanendo a bocca spalancata: << Cosa? Cosa? >> << Eh, sì! Ha i vermi nelle sue... tubature >> e il mostro lasciò cadere Bombur sopra al mucchio di Nani dov' era prima: << In effetti ce li hanno tutti. Sono infestati da parassiti, una faccenda terribile. Io non rischierei, dico davvero >> confidò con ribrezzo la cattura carte ai Troll, osservata con dubbio da Maso: << Parassiti? Ha detto parassiti? >> << Sì! Sì, non abbiamo parassiti! >> dissero Oin e Kili rivolti furiosi alla ragazzina, che a sua volta sbuffò dal piano non compreso dai Nani.

Fece per avvisarli Yuki a bassa voce, cercando di parlare a loro nei momenti in cui le grida si attenuavano: << Ehm, no, non capite. Non lo sta dicendo sul serio, è un piano... >> << Ce li hai tu i parassiti! >> continuò a urlare Kili non ascoltando il giovane Yuki: << Ah! Valli a capire questi Nani >> sbuffò Meiling scocciata dalla loro testardaggine. Li emise una smorfia al piano che rischiava di andare in fumo, ma fu Thorin a zittire con un colpo dei piedi i due Nani Oin e Kili: << Noi non siamo infestati dai parassiti... >> si fermò l' ultimo Nano, notando nell' espressione di Thorin insieme agli altri uno sguardo fermo rivolto da una parte che aveva capito le intenzioni di Sakura. Lo capirono al volo anche gli altri Nani, iniziando a stare al gioco: << Io ho dei parassiti grossi come il mio braccio! >> << I miei parassiti sono i più grossi! Ho degli enormi parassiti! >> e le frasi riguardo agli insetti di cui si pensava che erano infestati i Nani si sparsero in tutto il loro gruppetto di tredici. Berto diede un' occhiata a Maso, storcendo il naso alla situazione che si stava creando e sentendo che perfino i Nani alla brace si lamentavano d' improvviso: << Secondo te, che ne facciamo di questi? Li lasciamo andare? >> chiese Maso alla ragazzina: << Beh... >> << Credi che non so che ti frulla nel cervello? Questo piccolo furetto ci sta prendendo per degli stupidi >> comunicò il Troll spingendo con un dito Sakura e riprendendo a cuocere il gruppo di Nani: << Furetto? >> ripetè Sakura un po' intontita: << Stupidi? >> disse Berto: << Gran bella pensata, Sakura! >> disse Toy ironicamente. Fu in quel momento che una voce imponente si udì come da eco dietro ad una roccia: << L' alba vi prenderà tutti! >> e la tigre Kerochan si posizionò proprio sopra il masso alle spalle dei tre mostri. Tutti si fermarono a guardare il Guardiano, per un momento non intuendo che era Kerochan: << Quello chi è? >> << Che ne so io! >> << Ci mangiamo anche lui? >> dissero i tre Troll. Kerochan ruggì più forte che potè, dando poi un colpo di zampa alla roccia su cui era, che si divise a metà. La luce del sole fuoriuscì da dietro il masso spaccato a metà, inondando le facce dei tre Troll che cercavano di coprirsi i visi dal mattino che li accolse d' improvviso. La loro pelle cominciava a indurirsi, lentamente trasformandosi in pietra come avevano detto. Poi con gli ultimi gesti del corpo, si incurvarono in avanti immobilizzandosi come statue intorno al falò. Era diventati dei veri e propri mosaici giganteschi senza vita. Sakura rimase per un attimo immobile alla magia del giorno che riuscì a frenare i tre Troll, poi riosservò con sicurezza chi li aveva salvati da morte certa. I Nani si guardarono tra di loro e si lasciarono scoppiare in una fragorosa risata al pericolo scampato: << Sì, evvai, bravo Kero! >> << Urrà! >> dissero in coro Tomoyo e Meiling unendosi alla gioia dei Nani: << Uff! Per un pelo >> commentò Toy nello spiedo tra i piccoli amici che ridevano. Li emise un sorriso alla sua amata che a sua volta ricambiò con lo stesso gesto. Thorin non potè fare a meno anche lui di sorridere e di essere sano e salvo con la pelle ancora attaccata al corpo, ringraziando Kerochan dell' intervento: << Uh! E toglimi quel piede dalla schiena! >> disse Dwalin avvolto nello spiedo anche lui dal fastidio che gli dava un suo compagno, essendo avvolti in strette posizioni. Ben presto la tigre aiutò il suo grande gruppo a rimettersi in piedi.

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Capitolo 13
*** Episodio 233: Il bottino dei Troll ***


I Nani furono salvi dalla lunga notte che passarono in compagnia dei tre Troll che li tennero in ostaggio. Kerochan fece per liberare Meiling, Tomoyo e Yuki che a loro volta pensarono a togliere dai sacchi il resto dei Nani e Sakura, con Li e Toy. Bifur fu l' ultimo a uscire dal sacco, aiutato dalle braccia dai suoi molti compari intorno. Kerochan osservava le statue ferme dei tre Troll, battendo ad una di esse un colpetto di zampa, sentendo il duro della roccia che li avvolgeva: << Dov' eri andato, se posso chiederlo? >> chiese Thorin avvicinandosi al Guardiano: << A guardare avanti >> rispose la tigre serena e riappacificata dal litigio con il Principe: << E cosa ti ha fatto tornare? >> << Il guardare indietro. Brutto affare >> disse Kerochan con una nota di malessere alla faccia del Nano, per il quale la tigre si era allontanato. Thorin tuttavia sorrise scherzosamente alle parole di Kerochan: << Sono ancora tutti interi però >> << Non grazie alla tua scassinatrice >> aggiunse il Nano convinto, corretto poi dal solito Guardiano: << Ha avuto il buon senso di guadagnare tempo. Nessun altro di voi ci aveva pensato >> e Thorin lesse nello sguardo della tigre un senso di intelligenza rivolto a Sakura. Kerochan tornò sui Troll impietriti, non aspettandosi per niente l' arrivo di queste creature oscure: << Devono essere calati dagli Ered Luin >> << Da quando i Troll di montagna si avventurano così a Sud? >> chiese Thorin sospettoso: << Non da un' Era. Non da quando un potere più oscuro guidava queste terre >> ribattè la tigre gialla socchiudendo gli occhi. Il Nano divenne sempre più attento alle parole dell' amico Guardiano che non sottovalutava leggermente l' ascesa dei tre mostri: << Non possono essersi mossi alla luce del giorno >> affermò lui: << Dev' esserci una grotta nelle vicinanze >> constatò Thorin dirigendosi più avanti.

Kerochan fece per avvicinarsi dalla sua Sakura che parlava tra il suo gruppo dell' episodio passato: << Guardate, c'è Kero >> disse Tomoyo attirando l' attenzione dei suoi amici: << Salve, gente, felice di rivedervi >> li salutò la tigre con affetto: << Di un po', dove è finito quel tuo amichetto con cui parlavi poco fa? >> chiese beffardo Toy: << Oh, beh, è andato a fare un giro di ricognizione nei paraggi >> << Mh! Vuole fare tutto lui, a quanto pare >> commentò il giovane arrabbiato ancora con il Nano: << Kerochan, grazie per averci salvato. Senza di te, non sapremo come sarebbe andata a finire >> fece per ringraziarlo Sakura: << Il merito è solo tuo, Sakura. Non devi sentirti in disparte per la riuscita allo scampato pericolo. Hai avuto un buon intuito, ed è già una cosa che hai saputo dimostrare a Thorin >> << Già, ben detto, Kerochan. Hai sentito, Sakura? Gliela stai facendo vedere a quel Principino, te l' ho detto io >> disse Meiling incoraggiando l' amica: << Secondo voi, dove pensiate che siano arrivati quelli lì? >> aggiunse Li osservando le tre statue dei Troll impalate. Kerochan e così come tutti gli altri divennero seri alla questione: << Sinceramente, non ne ho idea, ragazzi >> mentì la tigre per non far preoccupare a ciò che pensava realemente il gruppo: << Comunque, Thorin ha detto che c'è con tutta probabilità un rifugio dei Troll qui vicino. E' possibile che si erano insediati in questa zona già da prima, sfruttando il riparo più vicino per sfuggire alla luce del sole >> spiegò la tigre: << Dicci che dobbiamo seguirlo? >> << Sì. Faremo giusto un' esplorazione della grotta >> rispose il Guardiano alla domanda del cinesino: << Ecco, lo sapevo! Dovrò vederlo anche per un minimo istante quel Nano >> si lamentò Toy creando un sorriso dalle labbra di Yuki: << Penso che se sono arrivati fin qui devono aver accumulato oggetti nei loro saccheggi di città. Vediamo se c'è qualcosa che ci possa tornare utile >> disse Kerochan muovendo il suo gruppo a raggiungere Thorin. In seguito, la tigre avvisò gli altri dodici Nani affinchè li seguissero verso una caverna dei Troll. Dopo una camminata nella foresta, gli avventurieri arrivarono alla grotta dei tre mostri. Era un buco situato sotto terra, largo abbastanza da poter permettere alle masse dei Troll di passarci attraverso. Nel terriccio di fanghiglia erano sparsi resti di cibo e lische di pesce, con delle mosche che svolazzavano intorno ad essi. Il gruppo di Sakura raggiunse la superficie della grotta: << E' questo il nascondiglio dei Troll? >> chiese Yuki incuriosito: << Sì, è questo >> rispose Thorin sostando in parallelo alla grotta dal gruppetto della cattura carte: << Allora? Volete entrare o avete paura di sporcarvi le scarpe dalla terra? >> disse il Nano beffardo, sapendo di attirare le lamentele di qualcuno in loro. Ma Toy resistette alle provocazioni del Principe Nano rivolte al suo gruppo: << Non mi sembra un bel posto in cui passare la notte. E anche l' odore non mi sembra dei migliori! >> commentò Meiling ritappandosi il naso: << Hai ragione. E' impossibile metterci piede >> aggiunse Tomoyo esalando l' odore putrido che proveniva dalla grotta ai loro piedi.

Sakura rimase anche lei con il naso tappato insieme a Li nell' osservare la sporcizia che infestava il cunicolo che discendeva nella terra in profondità. Thorin fece per attraversare per primo la grotta, non dando importanza all' odore che gli giungeva al naso: << Lui sì che ha fegato! Bravo Principe dei Nani, i miei complimenti >> disse bisbigliando Toy, deridendo il piccolo Nano: << Che fate? Non scendete? >> chiese Thorin al gruppo: << Uh! Cos'è questo posto? >> domandò Nori sbucando alle spalle di Toy insieme agli altri Nani, che per poco non facevano rotolare il ragazzo giù nella grotta: << Lo scoprirai esplorandolo, Mastro Nori >> disse Kerochan facendo per scendere nel rifugio: << Sakura, tu non vieni? >> << No, io preferisco respirare l' aria aperta. Molto meglio. Non mi piacciono i luoghi troppo chiusi, sai >> << Va bene >> rispose Kerochan addentrandosi con la compagnia di alcuni Nani in profondità: << Oh! Cos'è questo fetore? >> domandò di nuovo Nori in mezzo ai suoi compagni, stando dietro alla tigre: << Un bottino Troll. Attenti a cosa toccate >> avvisò il Guardiano con le pareti della grotta illuminate dalla torcia che reggeva Thorin. I Nani che discendevano la stradina della caverna facevano a fatica a trattenere il continuo tossire, schifati dalla puzza che colse i loro nasi dall' umanità dei mostri che abitavano quel luogo dapprima. Proprio alla fine della stradina, i Nani trovarono una piccola quantità di monete d' oro, con alcuni oggetti e bauli dorati intorno: << Sembra un peccato lasciarlo qui ad andare a male. Potrebbe prenderselo chiunque >> disse Bofur toccando con la suola degli stivali il piccolo tesoro che trovò per prima, ipnotizzato dalla sua lucentezza, e aprendo un bauletto pieno di altre monete: << Sono d' accordo. Nori? >> << Sì? >> << Trova una pala >> disse Gloin al Nano Nori avendo in mente un piano. Kerochan e Thorin andarono ancora più dentro alla caverna, esaminando gli oggetti che vi trovavano sparsi. C' erano dei recipienti fatti di paglia con alcune gabbiette di ferro che lo stesso Kerochan spostava con il muso. Invece, per Thorin la ricerca si scoprì per lui piuttosto interessante. Un arsenale di spade gli si presentò agli occhi, e ne prese una molto piccola. Essendo non soddisfatto dell' arma, la poggiò da una parte mentre le ragnatele filanti rimanevano attaccate all' oggetto. La torcia del Nano illuminò una seconda spada custodita in una specie di parcheggio per armi, e questa risultò più lunga della prima. Poggiò la torcia da una parte, decidendo di prendere la terza spada, anche questa come le altre avvolta da ragnatele filanti, ma più lunga delle precedenti. Il Nano riconobbe i due oggetti che non appartenevano alla razza dei Troll: << Spade non forgiate da un Troll qualunque >> commentò stupito Thorin, dando la spada più lunga a Kerochan che la prese con la bocca e la poggiò a terra per osservarla: << Nè forgiate da un fabbro qualunque tra gli Uomini >> aggiunse la tigre togliendo con la zampa l' inizio della lama della spada che poteva vedere: << Sono state forgiate a Gondolin, dagli Alti Elfi della Prima Era >> ma alla parola “Elfi”, Thorin si fermò nel tastare con l' altra mano la spada, indirizzando un' occhiataccia alla tigre prima di rimettere a posto l' attrezzo ritrovato: << Non si può desiderare lama più bella >> aggiunse con questa frase il Guardiano.

Thorin si bloccò nel rimettere a posto la spada degli Elfi e decise di sfilare un pezzo della lama per breve, per osservarela dall' inizio dell' elsa, e la rigirava su sé stessa più volte. Kerochan fece scorrere con la zampa la lama della spada presa in esame, richiudendola nella custodia, e pulendosi le zampe nella terra dalle tele che aveva toccato. Il Nano quindi si prese con sé la spada elfica che si ritrovò tra le mani, rifornendosi così di due spade, quella sua originale e la nuova. Intanto Bofur e alcuni Nani rimettevano dentro al bauletto tutti i piccoli tesori di monete e di altri piccoli oggetti che trovavano sparsi nel terreno. Dei piccoli calici dorati erano posti al baule che una volta richiuso era pronto per la sepoltura sotto terra. I Nani avevano creato un piccolo buco per la cassaforte di piccole dimensioni e si apprestavano a rimettere sopra la terra estratta. Thorin si fermò di spalle a loro, guardando nell' elsa della spada elfica con la torcia le scritte incise su di essa e poter ammirare il fuoco della torcia che rifletteva nella lama sguainata. Dwalin era nella posizione di guardia con le mani poggiate sul suo martello, e diede un' occhiata a quello che stavano facendo i suoi compagni al baule che stavano spedendo nella terra: << Stiamo facendo un deposito a lungo termine >> rispose Gloin mentre continuava a ributtare la terra in altri tesori aiutato da Bofur e da Nori. Dwalin per tutta risposta scosse la testa scocciato: << Andiamocene da questo lurido posto. Forza, venite. Bofur, Gloin, Nori >> li richiamò Thorin iniziando a risalire la salita insieme a Dwalin. Kerochan sollevò lo sguardo dalla spada che stava esaminando a terra. Decise di prenderla con sé in bocca per riemergerla in superficie, seguendo poi i Nani che uscivano dalla grotta. Ma le sue zampe tastarono un' altra cosa nel terreno. Un' altra spada era seppellita sotto di lui, nascosta nell' elsa da una piccola pigna. La spostò leggermente da una parte, avendo già la sensazione di avere già visto quella struttura della lama. Fece per mettere alla sua vista un breve pezzo della lama, anche questa forgiata dal ferro elfico. I suoi occhi toglievano ogni suo dubbio dalla conoscenza con la spada, usata in precedenza dalla cattura carte. Kerochan ritornò all' aria aperta tenendo serrata la bocca nella quale portava due spade. Decise di prendere anche la vecchia arma con cui Sakura utilizzò durante il suo primo viaggio. Poco distante dall' ingresso alla grotta erano seduti alcuni Nani e il solito gruppetto di Sakura nelle rocce circostanti la caverna: << Sakura >> la richiamò la tigre con la bocca riempita dalle spade che aveva recuperato: << Ce ne hai messo di tempo >> disse Meiling rivolta a Kerochan: << Ho pensato di fare scorta di alcune armi rubate dai Troll >> rispose Kerochan buttando a terra le due armi: << Ehm... Meiling, Tomoyo per questa volta dovrete fare a meno di pugnali elfici. Queste sono le uniche spade che ho trovato lì in fondo. Sakura, Toy, le affido a voi >> << Peccato, avrei tanto desiderato averne una >> ammise la cinesina un po' delusa: << Puoi sempre scendere giù e cercartela, se vuoi >> le disse Li: << Cosa? No, io non scendo in quel postaccio dove naso non riesce a respirare. Scordatelo, ci rinuncio! >> << Tanto per la cronaca, io sto con lei >> aggiunse Tomoyo d' accordo con l' amica.

I due ragazzi fecero per prendere le spade a terra: << Ma è appiccicosa della tua saliva, Kerochan! >> si lamentò Toy brandendo l' arma: << Secondo me la mancanza del fare duro nell' ultimo viaggio ti ha portato a questo atteggiamento da femminuccia >> disse Kerochan ironico: << Hey, non sono una femmina! >> << Appunto sei una lagna, eh eh eh! >> disse Yuki scherzando con l' amico e facendo ridere di buon gusto gli altri: << Yuki non ti ci mettere anche tu, per piacere! >> lo ravvisò Toy: << Sakura, faresti meglio a prendere questa. E' più o meno della tua misura >> indicò Kerochan alla ragazzina di prendere la spada di media lunghezza che sicuramente si adattava al metro e cinquanta di altezza di Sakura. La ragazzina la prese senza indulgi, osservandola dai due lati: << Non ce ne sarà bisogno, Kero. Ho già riacquisito il potere dello scettro >> << Questa lama sono stati gli Elfi a farla. Significa che diventa color blu quando Orchi o Goblin sono nelle vicinanze. Credo che ti ricorderai di averla brandita una volta >> le disse la tigre destando un ricordo nelle memorie dei ragazzi che lo circondavano: << Cosa? Color blu? >> ripetè Sakura riosservando la spada che teneva tra le mani. Poi si ricordò del nome: << Pungolo! >> << Sì, esatto. E' proprio il nome che diede tuo nonno alla spada elfica >> le confermò Kerochan: << Ma come è possibile che sia finita lì giù? >> domandò confuso Li: << Ah... Kero. Tu ne sai qualcosa? >> << No, Sakura. Ma penso che ti converrà usarla questa volta, nel caso si avvicinassero dei nemici. Nello scorso tragitto ti servì a ben poco, per quanto ricordo >> << Senti, non ho intenzione di usarla un' altra volta. Non voglio prendermi la vita di qualche altro essere per mano mia >> spiegò la cattura carte: << Io spero che non dovrai farlo in continuazione, amica mia >> le disse la tigre rammaricata: << Ma nel caso ricorda questo: il vero coraggio si basa sul sapere non quando prendere una vita, ma quando risparmiarla. E tu hai avuto tanto di quel coraggio in vita tua, da evitare di usare la forza bruta >> Sakura sorrise per un certo senso risollevata dalle parole incoraggianti del Guardiano, di fronte a tutti i suoi amici. Poco lontano dal luogo in cui erano, si udì un rumore di rami spezzati e con uccelli che svolazzavano via nell' aria: << Arriva qualcosa! >> avvisò Thorin a tutto il gruppo, facendo distogliere l' attenzione di Kerochan e degli altri amici su Sakura: << Rimanete uniti! Tutti pronti! Prendete le armi! >> ordinò la tigre a tutti i componenti, con i Nani che sguainavano le loro spade: << Bene, sembra che dovrò usare questa nuova spada già da adesso >> disse Toy estraendo la spada lunga che Kerochan gli diede e correndo verso il luogo d' incontro con Thorin. Perfino Meiling e Tomoyo accorsero insieme alla mandria di Nani che si radunavano verso il punto in cui il Principe dei Nani li avvertì: << Su, andiamo >> << Sì >> si fecero coraggio le due come un tempo della loro prima avventura. Yuki spiegò le sue enormi ali, ritrasformandosi in Yuè pronto per l' assalto: << Kerochan... >> fece per chiamarlo Sakura ma ormai era già radunato insieme agli altri al punto stabilito. Li fu l' unico a rimanere in attesa che Sakura si decidesse a muoversi: << Vieni, Sakura >> le disse il cinesino. La ragazzina annuì con la testa, poi rivolse i suoi occhi alla lama Pungolo di nuovo in vista, una volta che la estraò dalla custodia. Ogni sua domanda che si poneva, ora era senza risposta per via del fatto che stava per accadere al gruppo. Sakura non perse altro tempo e raggiunse in fretta gli altri insieme a Li.

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Capitolo 14
*** Episodio 234: Il Colle della Stregoneria ***


Il forte rumore di ramoscelli rotti si sentì più forte che mai nella foresta. Un uomo era intravisto dal grande gruppo, in fondo alla radura, che sfrecciava a tutta velocità e che abbatteva i rametti e le foglie dei cespugli nella sua lunga corsa mozzafiato. I rametti continuavano a sbattere sulla fronte dell' ometto in arrivo, e per il quale la Compagnia di Thorin Scudodiquercia insieme al gruppo di Sakura attendeva inesorabile. Da un fitto cespuglio spuntarono una mandria di conigli, legati tutti da delle corde ad una slitta che fece l' entrata in scena agli occhi degli sconosciuti. Sakura sollevò Pungolo verso l' uomo che si dirigeva verso di loro, così come gli altri Nani: << Ladri! Fuoco! Assassini! >> urlò lo strano tipo in sella della slitta, fermandosi in mezzo al cerchio di ospiti che lo accoglieva come una minaccia dai rumori sinistri che sentivano da prima. Tutti stettero confusi e sorpresi dall' avvenuta del misterioso uomo su una slitta trainata da conigli usati come se fossero renne: << Per caso è arrivato Babbo Natale? >> domandò Toy ironicamente osservando la barba lunga e grigia del vecchio uomo. Le facce di Nani e di ragazzi rimasero provati dalla serietà con cui attendevano l' arrivo di un probabile nemico, ma che ora lanciavano uno sguardo quasi di rimprovero al falso allarme che gli fecero prendere il signore in slitta davanti a loro: << Radagast! >> esclamò la tigre Kerochan: << E' Radagast il Bruno. Bene >> annunciava il Guardiano, come i Nani riponevano le spade nelle proprie custodie. Questo era lo stregone di cui Kerochan aveva parlato alla Compagnia di Thorin giorni prima, durante la pioggia scrosciante che colpì loro. Yuè si mise a braccia conserte, mostrando la sua faccia poco interessata allo stregone appena arrivato. Kerochan fece per avvicinarsi allo stregone poco presentabile, dalla faccia stravolta e così come gli abiti che indossava. Una striscia di escrementi di uccelli gli decorava come tocco finale la faccia buffa.

<< Che cosa diamine ci fai qui? >> gli bisbigliò la tigre un po' in imbarazzo con Radagast che si mise in piedi sulla slitta: << Ti stavo cercando, Kerochan. C'è qualcosa di sbagliato. Qualcosa di terribilmente sbagliato >> disse Radagast anche lui a voce bisbigliante: << Sì? >> ma nell' emettere la seconda risposta, lo stregone strambo si fermò a dito alzato, immobile e facendo una faccia da tonto davanti alla tigre. Poi ritirò indietro il dito, pensando a quello che doveva dire a Kerochan. Un secondo tentativo sembrò la volta buona che lo stregone pronunciasse le parole, ma anche stavolta si bloccò con la bocca spalancata all' aria: << Oh, dammi solo un momento >> disse Radagast a Kerochan, non ricordandosi di ciò che stava per avvisare al Guardiano. Tra la confusione totale di Sakura, Meiling, Tomoyo e del resto, Li scoppiò in una grossa risata: << Ah, ah, ah, ah, ah! E' così buffo, ah, ah, ah, ah, ah! >> commentò il cinesino destato dal divertimento nel suo atteggiamento di serietà in cui era solito calarsi. Li smise di ridere all' istante, notando che tutti lo fissavano con occhi strani, e riprese ad ascoltare ciò che aveva da dire lo stregone bruno in veste, sempre se riusciva a ricordarsi la frase: << Oh! Avevo un pensiero e ora l' ho perso. L' avevo qui sulla punta della lingua >> e indicò la lingua che tirava fuori. Kerochan lo osservava anche lui con stranezza, quasi non riconoscendo il carattere del suo vecchio caro amico Radagast in quel momento. Poi notò che la bocca dello stregone si socchiuse, e questo cominciò a parlare con la lingua tenuta fuori come se stesse per sputare qualcosa: << No, non è un pensiero... E' un vecchio f...iocco... Insetto stecco >> rispose lo stregone una volta che Kerochan gli tolse dalla lingua un insetto sottile con le unghie. La tigre lo porse nella mano di Radagast, che osservò l' animaletto estratto con tenerezza: << Ma secondo voi è normale? >> chiese Meiling estraniata dagli avvenimenti che si susseguivano in quel momento, oltre alle stranezze dello stregone. Tomoyo fece per chinarsi sui conigli della slitta per accarezzarli: << Loro mi sembrano creature normali, però. Oh, che teneri >> commentò la ragazzina toccando il pelo soffice degli animali. Sakura emise una risatina per sdrammatizzare la situazione che si era creata nel gruppo non appena tutti fissavano Tomoyo come se avesse osato per la prima volta accarezzare degli animaletti del bosco. I Nani e il gruppo di Sakura dovettero rimanere in disparte, sotto richiesta di Kerochan che doveva parlare in privato con Radagast. I due non si misero molto distanti dalla Compagnia, decidendo di sostare alla fine di un pendio della collina su cui erano prima. Radagast spiegò così a Kerochan lo svolgimento dei fatti con fare di preoccupazione: << Il Bosco Fronzuto è malato, Kerochan... L' oscurità è discesa su di esso. Non cresce più niente ormai. Niente di buono almeno >> ad ogni pausa che faceva nel parlare, lo stregone si rigirava dietro di sé come se qualcuno stesse origliando il suo discorso.

Kerochan passò a lenti passi un po' più avanti allo stregone, ascoltandolo con attenzione e per afferrare ogni parola che diceva: << L' aria è satura di putredine. Ma il peggio sono le ragnatele >> << Ragnatele? Che intendi dire? >> domandò la tigre incuriosita da questo fatto importante, voltandosi dallo stregone: << Ragni, Kerochan. Ragni giganti. Una specie di figli di Ungoliant, o io non sono uno stregone. Ho seguito le loro tracce >> la tigre emise un mugolìo di mistero e riprese a rigirarsi in avanti: << Venivano da Dol Guldur >> aggiunse Radagast pensieroso: << Cosa? >> disse il Guardiano sempre più avvolto nel mistero rivoltandosi verso il mago: << Dol Guldur? Ma la vecchia fortezza è abbandonata >> affermava. Ma la risposta dell' amico Radagast era sicura, e questi scuotè la testa alla frase della tigre: << No, Kerochan. Non lo è >> ammise adesso lo stregone. Il mago ricordò il momento in cui andò a visitare la vecchia fortezza abbandonata chiamata Dol Guldur, dalla quale i ragni erano spuntati e avevano deciso di attaccare la casa di Radagast. Lui si trovò sul lungo pontile che conduceva alla fortezza che si presentava cupa agli occhi dei suoi visitatori. Lui sembrava che stesse per entrare in un castello infestato dai fantasmi. Il cielo che avvolgeva Dol Guldur era grigio e nero, l' ambiente adatto all' agglomerato di roccia che si stagliava in alto con l' ultima punta di una torretta che sovrastava le altre intorno. Lo scroscio dei tuoni era ancora presente nelle orecchie dello stregone. Le facciate della parete rocciosa sembrava che presentasse dei volti macabri tra gli spazi vuoti e neri che aveva tra i mattoni che sembravano riflettere il colore delle nuvole. Ancora lo stregone non si spiegava da dove avesse tirato fuori tutto quel coraggio per poter entrare all' interno della roccaforte tenebrosa. Il piano su cui si trovò era uno spiazzo avvolto più in là da scalinate che si intrecciavano a mò di labirinto complesso. Alberi spogli e avvolti da filamenti di altri piccoli rametti si presentarono agli occhi di Radagast che sentì un leggero brivido lungo la schiena al paesaggio che si presentò agli occhi. Maggiore tenebrosità era data dal colore tetro che il cielo in qualche modo aveva dato alla struttura dell' intera fortezza. Radagast si teneva il bastone stretto tra le mani quando esplorava la fortezza, prendendo coraggio nel raccontare: << Un potere oscuro dimora lì. Tale che non ho mai avvertito prima. L' Ombra di un antico orrore >> lo stregone si ricordò di quando sentì i primi sospiri tenebrosi provenire da altre vie racchiuse in strette pareti, e volteggiava il bastone magico da tutte le parti. Decise di fare alcuni passi in avanti sempre tenendosi lo scettro davanti. Diverse statue raffiguranti quelli che erano dei Nazgùl erano ai lati dell' ingresso che Radagast superò. Una di queste, avvolta da raccapriccianti ramoscelli intorno, strinse la spada di pietra usata come appoggio più forte tra le sue mani. Uno scricchiolìo di pietra che si sgretolava venne udito dallo stregone. Questi smise di fare i passi, paralizzandosi dal terrore e fece per voltarsi lentamente verso la parte dove il rumore gli era giunto da dietro: << L' Ombra che può riunire gli spiriti dei morti! >> disse cupamente Radagast. In quell' occasione, vedendo la statua del Nazgùl, indietreggiò fino alla parete opposta reggendo il bastone utilizzato come difesa. La seconda statua del Nazgùl, alla quale fu davanti era tagliata nella parte finale del busto.

Nel mentre che lo stregone era impegnato a controllare che la prima statua non si muovesse, non si accorse che da sopra la statua dietro le sue spalle si materializzava uno spirito. Quest' ultimo aveva tutta l' aria di un essere maligno, e fece per estrarre alla sua comparsa la spada che teneva. Lo spettro aveva una corona in testa e aveva le orbite infossate nel vuoto nero. Si portò la spada sopra la testa, pronto a dirigere il colpo verso lo stregone distratto da sotto. Questi con intuito roteò i suoi occhi sopra alla statua spezzata, ritrovandosi una faccia macabra che faceva scendere su di lui una spada all' urlo agghiacciante che il fantasma emise. Radagast con grandi riflessi parò il fendente dello spettro dall' alto facendosi scudo con il suo bastone magico, e la pressione del fantasma lo spinse alla parete. Ma lo stregone si levò di dosso della spada dello spettro con una spinta verso l' alto, ed ebbe la possibilità di voltarsi di fronte alla statua. Il fantasma diresse un altro colpo allo stregone, che a sua volta deviò la lama con la punta del suo scettro. Poi immobilizzò lo spettro fluttuante con la magia del suo bastone e con un gesto di esso, scaraventò il fantasma verso degli scalini a destra. Con un ultimo lamento stridente, lo spettro scomparve nell' aria, lasciando solo la spada poggiata nella gradinata. Ed era una spada vera. Radagast, infine, sentì la presenza di un' altra forza oscura e fece per voltarsi sempre con la tensione che aveva in corpo verso uno stretto passaggio dove oltre di questo compariva un grosso punto nero. Il punto nero si allungò fino ad avere gambe e braccia, facendo visualizzare agli occhi terrorizzati dello stregone una sagoma nera e inquietante: << L' ho visto, Kerochan. Dall' oscurità è giunto un Negromante >> la faccia di Radagast era impallidita alla figura che gli si presentò oltre lo stretto passaggio. La strana figura chiamata Negromante pronunciava parole confuse con tono cupo. I suoi occhi si formarono nella testa calva e nera che aveva, anch' essi immersi nel vuoto, e fece per dirigersi dallo stregone a bocca aperta emettendo un verso inquietante. Radagast corse di fretta dalla fortezza in preda al panico con alcuni pipistrelli che stridevano alla sua fuga. Lo stregone saltellò tra una radice e l' altra, percorrendo poi il lungo pontile e per poi raggiungere la sua slitta. I conigli che erano legati avvertirono il suo arrivo frettoloso, e cominciarono a battere le zampe più frequentemente al terreno della foresta dove erano stati lasciati: << Presto! Presto! Presto! Presto! >> li avvertì da lontano lo stregone mettendoli già in moto per la partenza. La slitta partì senza alla guida lo stregone in fuga con alle calcagna i pipistrelli usciti dalla fortezza: << Aspettatemi! >> urlò lo stregone cercando di afferrare nella corsa la slitta che stava già acquistando velocità. Alla fine riuscì a saltarvi sopra e schivò un tronco di un albero inclinato non appena si tenne stretto al sostegno. I pipistrelli dietro di lui svolazzavano al suo inseguimento, sorpassando il tronco dell' albero mentre la slitta faceva una curva brusca. Lo scettro di Radagast colpì un pipistrello che si stava avvicinando a lui, poi lo stesso stregone si voltò sugli altri volatili dove scesero in picchiata verso di lui a fauci spalancate.

A questo punto, lo stregone fu come risvegliato dal suo ricordo, notando che era troppo vicino al faccione della tigre: << Oh! Scusa >> disse lo stregone bisbigliando. Kerochan vedendo la tensione sul volto dello stregone, fece per consigliargli la medicina che da sempre lui utilizzava: << Senti, Radagast, ce l' hai qui il vecchio Tobia? >> << Sì, perchè? >> << Provalo. Ti aiuta a calmare i nervi >> gli confermò il Guardiano. Lo stregone prese la sua pipa già imbottita di erba da fumare, e se la fece accendere dalla fiammella di Kerochan. Il mago inspirò il fumo che gli arrivava in bocca tutto d' un fiato: << Ed espira >> gli disse la tigre. Radagast buttò fuori dalle narici e dalle orecchie il fumo che aveva inalato, storpiando le orbite azzurre e rimettendo le sue labbra in un sorriso, come se fosse stato curato da una malattia. Intanto i Nani e il gruppo di Sakura attendevano seduti e a braccia conserte i due che finivano di parlare: << Chissà che cosa si stanno dicendo? >> si chiese Toy: << Niente di importante, visto che ci hanno tenuto fuori. Mh, sembra che sia passata un' ora da quando hanno iniziato a parlare >> commentò Meiling stiracchiandosi sulla roccia in cui era seduta. Li, Sakura, Yuè e Tomoyo rimasero con espressione seria al lungo discorso in cui avevano intrapreso Kerochan e lo stregone Radagast: << Dunque. Un Negromante. Ne sei sicuro? >> domandò il Guardiano all' amico tranquillizzato. Questo emise un' espressione decisa a quello che aveva detto, e notando una nota di non credenza negli occhi della tigre, Radagast estraò fuori dal suo cappotto una spada di media lunghezza avvolta in un panno giallo e la portò agli occhi di Kerochan. Lo stregone fece per togliere l' involucro che teneva avvolta la lama trovata, e per farla vedere a Kerochan: << L' ho recuperata in tempo, Kerochan. Questa non proviene dal mondo dei viventi >> disse con certezza lo stregone bruno. Un brutto presentimento raggiunse il Guardiano in quel momento, temendo il ritorno degli spettri micidiali del vecchio Signore Oscuro Sauron. La sua occhiata preoccupata fu diretta su Sakura che in passato aveva già sperimentato la lama dei Nazgùl: << Farò in modo di custodirla, Radagast >> disse la tigre facendo scomparire con una magia la spada trovata dal mago a Dol Guldur.

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Capitolo 15
*** Episodio 235: I Mannari ricognitori ***


Un lieve ululato si udì alle orecchie dei due che discutevano, facendo alzare le sopracciglia a Radagast. Il verso venne udito anche dagli altri della Compagnia, facendo sguainare le spade a Toy e a Li, così come al resto dei Nani: << E' stato un lupo? Ci sono i lupi qui intorno? >> chiese Sakura agitata d' un tratto: << Lupi? No, quello non è un lupo >> rispose Bofur tenendo alzato il suo grande piccone. Yuè cercava di individuare la presenza di qualche animale nelle vicinanze, ma inutilmente. Poi un vicino grignare di denti fece preoccupare ancora di più il grande gruppo. Un grosso lupo era spuntato da sopra la collina alle spalle dei Nani e cercava di discendere lentamente il pendio: << Attenta, Sakura! >> le gridò Li. Il lupo di enormi dimensioni venne individuato da tutti all' avvertimento del cinesino, e la bestia fece per accelerare nell' attacco contro le sue prede, sfiorando nel salto in mezzo alla Compagnia un Nano nella sua strada. Thorin fu abbastanza veloce da far cadere la sua spada elfica nella testa del lupo, abbattendolo all' istante. Un secondo lupo grosso stava arrivando dalla parte opposta, discendendo a tutta velocità la collina: << Kili, usa l' arco! >> esclamò Thorin, mentre cercava di estrarre la lama elfica dalla carne del lupo morto, al giovane Nano. Kili tirò fuori l' arco, già pronto per scoccare la freccia, e la lasciò subito non appena il lupo stava per piombare su Thorin. La carcassa dell' animale rotolò fino a sbattere la testa su un albero in mezzo, ma ancora si muoveva per azzannare qualcuno: << Toy, vieni via! >> fece per afferrarlo Yuè trovandosi vicino alla grande bocca del lupo. Allora giunse Dwalin che lasciò cadere la sua pesante ascia sulla testa del lupo, che morì di colpo prima che potesse addentare Thorin. Il muscoloso Nano tirò fuori l' ascia insanguinata dalla nuca della bestia, e tra il gruppo giunsero Kerochan e Radagast: << State tutti bene? >> chiese la tigre.

Meiling si teneva stretta a Tomoyo e tremava a più non posso: << Ma... che cosa sono? >> << Un Mannaro ricognitore. Un branco di Orchi non è molto distante >> rispose Thorin togliendo la lama dal corpo della creatura: << Orchi hai detto?! >> disse Sakura impaurita: << Ma non finiscono mai? Ero sicuro che li avessimo allontanati per sempre >> disse Li: << A chi hai parlato della tua impresa, oltre che alla tua famiglia? >> domandò furioso Kerochan al Principe dei Nani: << A nessuno >> << A chi l' hai detto?! >> << A nessuno, lo giuro! >> ripetè la risposta Thorin deciso, facendo stare in ansia la tigre: << In nome di Durin che succede? >> << Vi stanno dando la caccia >> disse il Guardiano frustrato: << Dobbiamo spostarci >> consigliò Thorin: << Sì! Dobbiamo andarcene da qui >> aggiunse Dwalin: << Non possiamo! Non abbiamo i pony. Sono scappati >> informò preoccupato Ori, scendendo la collina con Bifur, vedendo che i puledri erano fuggiti in seguito all' attacco dei due Mannari: << Oh no, e adesso cosa facciamo? >> disse Sakura in preda al nervoso e al terrore: << Moriremo tutti! Aiuto, Tomoyo! >> << Su, adesso calmati, Meiling >> disse l' amica per cercare di fare star tranquilla la cinesina: << Li depisto io >> rispose schietto Radagast: << Buona idea! >> esclamò Meiling quasi noncurante dello stregone: << Cosa? E' una pazzia! >> disse Toy al sacrificio del mago: << Questi sono Mannari di Gundabad, ti raggiungeranno! >> lo avvertì Kerochan. Ma lo stregone era già sicuro di sé, diventato impavido d' un tratto: << E questi sono conigli di Rhosgobel! Vorrei che quelli ci provassero >> ribattè duramente alla faccia della tigre. Poco tempo dopo, alcuni Mannari con sopra i loro fanti Orchi attendevano alla fine della foresta le loro prede. Gli ululati delle bestie si sentirono come da eco tra gli arbusti della boscaglia, dando inizio alla caccia. Dei lupi di Gundabad notarono del movimento tra i cespugli, e si addentrarono in questi. Con grande sorpresa degli Orchi, sbucò la slitta trainata dai conigli di Rhosgobel e con Radagast sopra che sfrecciava verso le collinette più avanti, composte da diverse rocce. Lupi e Orchi si misero all' inseguimento dello stregone che si faceva beffe dei suoi cacciatori: << Coraggio! Ah, ah! Venite a prendermi! Ah, ah! >> l' orco in prima fila tirò ancora di più le redini della sua bestia, provocato dagli insulti del mago, così come il resto degli altri Orchi inseguitori. La slitta fece una larga curva per allungare la distanza con gli Orchi che venivano allontanati dai Nani nascosti dietro una roccia. Kerochan si sporse dal masso dove si erano appostati, e vide Radagast che faceva da esca agli Orchi: << Mh! Sembra che il vecchio Tobia gli abbia fatto più che effetto! Venite >> commentò la tigre poi dando via libera agli altri di proseguire quando gli Orchi scomparvero oltre una collina. I Nani si affrettarono a passare da dietro una roccia all' altra, approfittando della distrazione dei nemici: << Andiamo! >> avvertì Yuè al resto del suo gruppo, mettendosi a camminare anche lui per tenere un basso profilo sugli Orchi che rischiavano di vederlo in volo.

La Compagnia numerosa passava in un corto labirinto di rocce, stando alle spalle dei Mannari che andavano dalla parte opposta alla loro per inseguire Radagast. Un orco cercò di tagliare la strada allo stregone in una curva. Fece per far cadere la sua piccola ascia sulla slitta, che sfrecciò ad una velocità stratosferica schivando così l' attacco dell' orco che rotolò insieme al suo Mannaro nella curva, finendo schiacciato dal peso di quest' ultimo. I Nani costeggiavano la breve distesa di rocce dove erano, poi svoltando a sinistra secondo il loro capo Thorin. Ma nel campo dove stavano per fuoriuscire, sbucò Radagast inseguito dagli Orchi che passarono dritti agli occhi dei Nani che si bloccarono di colpo: << Restate uniti >> disse Kerochan dirigendo il gruppo dalla strada opposta: << Muovetevi, forza! >> disse di fretta Thorin facendo accelerare il passo ai suoi compari: << Ragazzi, si fa dietro front! >> avvertì la tigre al suo gruppo che emise una smorfia di fatica al continuo correre, ma che alla fine stettero a riprendere la corsa con i Nani. Nel mentre Radagast faceva lo slalom tra i massi per stordire gli Orchi che dirigevano le loro bestie, e non appena si abbassò ad una bassa scogliera, un orco venne sbalzato fuori dalla sua cavalcatura del Mannaro, lasciando la sua bestia priva di un fante all' inseguimento dello stregone. I Nani passarono dietro un altra distesa di rocce, ma come si affacciarono dalla roccia, videro lo stesso Radagast che sfrecciava a pochi metri con gli Orchi che non mollavano nell' inseguirlo. Il gruppo dovette di nuovo fermarsi di botto: << Ori, no! Indietro! >> lo prese dal colletto Thorin facendo rimanere il Nano Ori nel gruppo per non essere scoperto dai lupi. Li alzò un braccio per fermare le ragazze dietro di lui: << State ferme! >> le avvertì il cinesino. Lo stregone esca notò con la coda dell' occhio che i Nani alcune volte lo incrociavano a distanza, e fece per dirigere i conigli avanti: << Tutti! Forza, forza! Presto! >> fece cenno la tigre dietro al sasso per far muovere i Nani e il gruppo di Sakura: << Dove ci stai portando? >> chiese Thorin a fianco al Guardiano, e questo rivolse una breve occhiata al Nano come se sapesse già la destinazione e gli passò dritto. Il Nano fece una smorfia in disapprovazione del luogo che Kerochan voleva portarli, e battè secco la sua ascia per riprendere a correre. Lo stregone bruno sembrava tenere a bada gli Orchi inseguitori dietro di lui, ma uno di questi si fermò con il suo Mannaro, fiutando nell' aria un odore particolare e cercando di capire da dove provenisse. I Nani si ritrovarono di nuovo allo scoperto della fila di Orchi all' inseguimento di Radagast che passò sempre dritto agli occhi dei piccoli amici: << Oh no, ancora! >> disse Meiling cambiando direzione insieme agli altri Nani e accostandosi sulla parete di una grossa roccia al loro fianco, per riprendere fiato. La slitta dello stregone balzò di poco ad una roccia che sfiorò sul manto erboso, per poco che non gli fece accorciare la distanza dai lupi. Thorin e il resto della Compagnia avevano il fiatone dal ripetuto correre: << Anf... Anf... Non sono più abituata alla corsa leggera! >> disse ironicamente la cinesina con le mani poggiate sulle ginocchia, riprendendo fiato con i suoi amici. In quell' istante proprio sopra alla roccia dove erano ci fu l' orco che aveva fiutato la scia dell' odore dei Nani.

Questo estraò lentamente la sua spada da dietro la schiena, controllando il perimetro della roccia con il suo Mannaro. Kerochan notò insieme ai Nani e al resto che l' orco era vicino, e che li aveva scoperti con il suo olfatto. Erano in balìa del nemico che rischiava di mandare a monte la strategia pianificata da Radagast. Come la tigre fece cenno al suo gruppo di stare muti, Meiling fu presa dall' agitazione alla vista dell' orco di sopra. Toy le fece il cenno con il dito di stare zitta, emettendo un suono delicato. La cinesina per tutta risposta si tenne abbracciata a Tomoyo, mentre Li mimava il gesto di imbarazzo mettendosi la mano davanti agli occhi con Sakura che accennava ad un lieve sorriso imbarazzato, anche se erano in una situazione delicata. Thorin constatò che si trattava di pochi minuti prima che l' orco discendesse la roccia e li scovasse nascosti lì nei paraggi. Il Principe dei Nani rivolse un' occhiata a Kili, facendogli cenno di abbattere l' orco. Il giovane Kili afferrò il messaggio mimato, e con l' arco a portata di mano sfilò silenziosamente una freccia dal contenitore che si teneva dietro la schiena e caricò l' arco di essa. Il Nano si staccò dalla parete rocciosa e puntò la freccia alla vista del Mannaro che cominciò a emettere le prime ringhiate, poi interrotte in gola quando la freccia lo ferì ad un fianco. La bestia però continuava ad agitarsi e l' orco che aveva sopra fece per prendere il suo corno per richiamare i compagni più distanti da lui. Un' altra freccia scoccata in fretta da Kili, fermò il tentativo dell' orco colpito anche lui ad un fianco e cadde dalla roccia insieme al suo animale, fino a finire in mezzo ai Nani nascosti. Il Mannaro emetteva ancora versi acuti dal luogo in cui si trovava, e di conseguenza attirò l' attenzione degli altri lupi e Orchi che fino ad ora inseguivano l' esca della Compagnia, che nel frattempo continuò ad andare dritta. L' orco ferito fece per rialzarsi e sguainare la sua lunga sciabola al suo grido di carica sui Nani. Dwalin fece cadere il suo martello sulla testa dell' orco, stordendolo e in seguito intervenì Bifur che gli conficò la sua lunga lancia nanica nel petto. Le grida del lupo ora rimbombavano da dietro una roccia avvistata dagli Orchi inseguitori, e capirono che la belva smise di ululare quando gli Orchi in sella ai loro lupi udirono il suono di una lama che cadeva per stroncare il lamento del Mannaro. Seguì un breve silenzio, poi l' orco che guidava il suo branco disse: << La feccia nanica è laggiù! Inseguiteli! >> ordinò l' essere dirigendo le belve nella direzione della collina in fondo. L' orco ferito dietro alla roccia provò un altro tentativo di rialzarsi, ma ancora una volta Dwalin gli diede un colpo deciso di martello sulla nuca e Bifur gli diede l' ultimo fendente per finirlo. Ora gli ululati delle altre bestie si dirigevano nella direzione dove erano Kerochan e gli altri, essendo stati scoperti nella loro posizione: << Siamo nei guai adesso! >> disse Tomoyo: << Muovetevi! Correte! >> esclamò la tigre scappando e per dirigere il traffico di amici dalla quale era circondata intorno. Bifur estraò la sua lancia dall' orco, cominciando a raggiungere gli altri nella corsa.

Il gruppo si ritrovò in campo aperto, in mezzo ad una fitta distesa di lande dove alcuni alberelli spuntavano da ogni zolla. I Mannari furono alle spalle della Compagnia, mantenendosi sempre distanziati per lunghi metri dalle prede che li staccarono nella corsa. I Nani e la compagnia di Sakura arrivarono in pianure ondulate che si erano formate per un tratto della vasta distesa desertica, facendo per un attimo perdere le proprie tracce agli Orchi in lontananza: << Eccoli là! >> esclamò Gloin puntando il dito verso i Mannari che si vedevano oltre le colline ondulate. Sakura rimase con gli occhi sgranati alla vista dei lupi che si avvicinavano in grande numero con i loro Orchi sopra: << Saremo circondati tra un po' >> avvertì Toy al pericolo imminente: << Di qua! Svelti! >> disse Kerochan dirigendo il gruppo per scendere la collina. Gli Orchi li persero per un attimo non appena i Nani costeggiavano la collina dal retro. Il capo degli orchi però li raggirò e colse di sorpresa la Compagnia con il suo Mannaro, in cima ad una collina più in là insieme ad un altro suo compare. Thorin si fermò in tempo insieme al resto che cominciava a spargersi nella radura: << Ne arrivano altri! >> urlò Kili vedendo che i Mannari stavano sempre più formando un cerchio sui Nani: << Kili! Uccidili! >> ordinò quasi all' acqua alla gola Thorin. Kerochan, era rimasto al coperto in una roccia, e il suo sguardo roteò verso un altro cumulo di pietre dove sotto c' era un passaggio. La tigre decise di andare al rifugio sicuro, lasciando i suoi amici lì in balìa degli Orchi, senza che li avvisasse: << Siamo circondati! >> esclamò Fili a spada sguainata vedendo i lupi che si stavano per avvicinare in lontananza al loro gruppo. Kili non perse altro tempo, e scoccò una freccia che trafisse al collo uno degli Orchi in arrivo, e che cadde a terra dal suo Mannaro. Sakura, Li e gli altri si tennero stretti tra loro con il cinesino e Toy che puntavano le loro spade nel caso qualche Orco fosse saltato addosso a loro. Il gruppo indietreggiava insieme agli altri Nani nella roccia dove era sceso Kerochan a loro insaputa: << Si avvicinano! >> gridò Gloin: << Dov'è Kerochan? >> << Ci ha abbandonati >> dissero rispettivamente Dori e Dwalin: << Hey, un momento, non c'è Kerochan! >> notò Sakura preoccupata: << Dove sarà finito? >> << Hey, Kerochan! >> fecero per accorgersene anche Tomoyo e Meiling, cercando di richiamarlo: << Siamo spacciati! >> annunciò amaramente Yuè. La bestia del capo Orco si avvicinava lentamente ai Nani, mostrando a loro un ghigno malvagio nella faccia che il mostro in groppa fece. Il Nano Ori utilizzò la sua fionda per colpire con un sassolino il lupo feroce, che sentì solo un colpettino lieve alla fronte, ringhiando sempre di più e con l' Orco di sopra che emetteva un verso derisorio al Nano che si impanicò subito: << Mantenete le posizioni! >> ordinò Thorin portandosi la lama elfica vicino alla faccia e mettersela davanti, tenendola impugnata a due mani. Tutti adesso si stringevano verso la roccia della collina dove erano finiti, mentre gli Orchi accorciavano sempre più il tiro con le loro prede a mò di squalo.

Sembrava fosse finita quando Thorin emise un grido in Nanico che volesse significare la fine del viaggio. Alle spalle di tutti, spuntò la tigre Kerochan dietro alla trincea di pietre: << Da questa parte, stupidi >> li avvisò questa volta il Guardiano notato finalmente dalla Compagnia, e discendendo il passaggio di fretta: << Presto, muovetevi! >> gridò Thorin per andare verso lo scivolo scavato oltre le rocce: << Non poteva avvisarci? >> disse Toy scocciato arrivando insieme ai suoi amici sul ciglio del passaggio segreto trovato da Kerochan: << Svelti, tutti voi! >> disse il Principe dei Nani per far scendere i suoi compagni sotto. Toy decise di rimanere ancora un po' ad aiutare i Nani nel tenere alla larga gli Orchi da loro. Stessa cosa fecero Li e Yuè per mettersi in posizione di attacco a fianco a Toy: << Li, voi non venite? >> chiese loro Sakura: << Voi cominciate ad andare, vi raggiungeremo non appena avremo finito! >> ribattè deciso il ragazzino di combattere alle tre ragazze: << No, aspetta... >> << Hai sentito cosa ha detto: dobbiamo metterci in salvo. Salta! >> disse Meiling prendendo l' amica per la mano per discendere il passaggio e stare al sicuro, insieme a Tomoyo. Così di seguito cominciarono a scendere gli altri Nani, tenuti di guardia dai guerrieri che decisero di rimanere lì a lottare. Un Mannaro senza fante si dirigeva verso il gruppo di Nani che era in fuga, ma Thorin uccise il lupo manovrando con una giravolta la sua spada che si piantò nel muso della bestia. Bombur fu un altro Nano a scendere al sicuro, e Kerochan si mise a contare: << Otto, nove, dieci... >> mentre Kili ancora di guardia insieme al fratello e alcuni compagni di Sakura tenevano a bada gli Orchi. La freccia del Nano si piantò nella fronte di un Orco, che morì all' istante: << Fulmine, guida la mia spada e fermali! >> recitò la formula il cinesino per far scagliare un fulmine addosso ad un Orco e al suo Mannaro che finirono secchi al colpo della saetta. Yuè scagliava cristalli taglienti ai Mannari che risultavano troppo vicini a lui, mentre Toy attendeva di aiutare il suo amico nel caso si fosse trovato in difficoltà: << Fuoco, guida la mia... >> << Non farlo, stupido! C'è l' erba secca intorno, vuoi che finiamo bruciati in un attimo? >> disse Thorin frenando Li che stava per scagliare un attacco ad un Mannaro che lo aveva puntato: << Eh... >> ma non emise alcuna parola il giovane che subito il lupo prese velocità per raggiungerlo. Li fece in tempo a voltarsi e a vedere che il Mannaro venne abbattuto in corsa da una freccia di Kili, che salvò la vita al ragazzino dall' abito verde e che si ritrovò a pochi metri dai piedi la carcassa del grosso animale: << Mi ringrazierai, cinesino! >> gli disse il Nano facendo una specie di cenno con la mano rivolto a Li. Il Nano fece per ricaricarsi l' arco, ma lo richiamò Thorin: << Kili! Corri! >> e il giovane eseguì gli ordini del capo Nano, mettendosi a correre verso il rifugio non appena rimise a posto l' arco e la freccia. Gli altri Orchi si stavano per avvicinare a lui nella corsa da lontano: << Yuki, dobbiamo raggiungere gli altri. Sono troppi >> << D' accordo >> << Forza, Li, svelto! >> disse Toy portandosi dietro il cinesino e Yuè verso il rifugio.

Fili raggiunse in fretta il passaggio segreto, rimasto anche lui prima in difesa delle spalle del fratello, e discese la salita fino a giù. Arrivò poi Kili che aveva seguito a ruota Fili, poi sopraggiunsero Li e Yuè che venivano accelerati nel passo da Toy: << In fretta! >> quest' ultimo scivolò prima di Thorin che lasciò libera strada a questi, poi infine anche il Nano scivolò, essendo l' ultimo della Compagnia a essere rimasto in superficie. Tutti furono in salvo nel rifugio sotterraneo. In superficie, all' aria aperta, si sentì il suono di un corno improvviso e prolungato. Dal ciglio del passaggio, gli Orchi si apprestavano a discendere lo scivolo di terriccio, ma uno di questi venne colpito in testa da una freccia fulminea. Gli Orchi si voltarono alla loro sinistra e videro in arrivo dei cavalli bianchi con dei cavalieri sopra che scagliavano frecce ai mostri e ai lupi. La Compagnia rimase in silenzio a sentire i lamenti di Orchi e Mannari che pareva gemettessero improvvisamente in alto: << E ora cosa succede? >> domandò Toy dubbioso. Altre due frecce abbatterono due orchi in sella ai loro lupi, mentre uno dei cavalieri giunti sul posto conficcava nella corsa la sua lancia su un lupo che gli capitò in tiro. Il capo Orco lanciò un urlo di frustrazione quando vedeva la fine dei suoi uomini ai suoi occhi. I Nani da sotto si guardarono tra di loro su cosa stesse accadendo agli Orchi di su. I cavalieri avevano armature argentate e lunghi mantelli rossi, e scoccavano frecce passando in mezzo agli Orchi. Uno di questi venne colpito mentre tentava di fuggire dai temibili nuovi avversari, e venne disarcionato dal suo lupo, finendo poi nella tana dove erano nascosti i Nani. Il cadavere dell' Orco rotolò fino in mezzo a tutti i presenti, fino a fermarsi a pancia all' aria. Kerochan si tenne pronto ad aggredire con gli artigli il mostro che secondo lui si sarebbe ripreso. Poi Thorin tastò con la punta del bastone della sua ascia il petto dell' Orco, constatando che non si muoveva. Gli Orchi sopravvissuti insieme al lorocapo Orco, fecero per fuggire dall' imboscata che quei cavalieri sorpresero loro, allontanandosi da quelle lande desolate. Thorin notò che l' Orco capitato in mezzo a loro aveva una freccia conficcata nel collo, e fece per strappargliela. Tra le mani aveva un piccolo pezzo della freccia con la punta molto appuntita e di piccole dimensioni. Solo una razza possedeva quel tipo di frecce letali con un solo colpo: << Elfi! >> disse il Nano rigettando dalla rabbia la freccia estratta in parte. Thorin roteò i suoi occhi su Kerochan, responsabile del posto ormai vicino che voleva far raggiungere con forza a Thorin e agli altri Nani: << Che ci fanno gli Elfi da queste parti? >> chiese Tomoyo un po' confusa: << Non vedo dove porta questo percorso. Lo seguiamo o no? >> domandò Dwalin intravedendo più avanti dal gruppo un sentiero lungo: << Lo seguiamo, è chiaro >> rispose Bofur smuovendo la fila con gli altri Nani. Thorin non gli rimase altro che seguire i suoi compagni, stroncando sul nascere altre discussioni con Kerochan, che commentò ad un litigio scampato con il Nano: << Lo trovo una cosa saggia >> poi fece al suo gruppo di andare avanti: << Su, coraggio >> e passò davanti a Sakura che la guardò con sguardo felice. La ragazzina venne avvolta dagli occhi dei suoi amici che la puntavano come se cercassero in lei qualche risposta che non avevano capito in Kerochan. La cattura carte rise nervosamente all' imbarazzo di sentirsi osservata da quegli sguardi confusi e decise di proseguire in avanti.

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Capitolo 16
*** Episodio 236: Gran Burrone ***


Ormai salvi dall' agguato degli Orchi e dei Mannari, i Nani con gli amici di Sakura proseguirono avanti nello stretto passaggio sotterraneo. Si ritrovarono a dover passare in mezzo a delle strette pareti rocciose, strisciando lentamente sui fianchi di esse. A dirigere l' intero gruppo era Dwalin, che avvertì per primo la compagine di aver trovato una strada secondaria. Alcuni Nani si spingevano a vicenda l' un l' altro, quali Bombur e Bifur, per affrettarsi nel proseguire. Sopra le loro teste sprizzava ogni tanto un lieve raggio di sole dall' alto dell' apertura del canyon dove erano. Sakura era davanti a Kerochan e i suoi amici di dietro nel percorrere la stretta e lunga via che era adatta al fisico di lei e a quello degli altri. La tigre e Yuè avevano riassunto le loro forme originali, per permettere a loro e a quelli che stavano dietro di scorrere più facilmente nel passaggio. La cattura carte si osservava ogni tanto sopra la testa, suscitando una strana sensazione: << Kerochan, dove siamo? >> chiese al piccolo peluche: << Tu riesci a sentirla? >> << Sì. Sembra che sia... beh, che sia magia >> rispose la ragazzina fermandosi nel gruppo di dietro: << Ed è esattamente quella. Una grande, potente magia >> disse il Guardiano felice: << Hey, ci saremo anche noi qui. Se vi muovete, ci fate un piacere >> avvisò Meiling dietro a Li che si era bloccato quando Kerochan e Sakura parlavano tra di loro. Ma anche lui stesso avvertiva un senso di forte potere: << Anch' io sento un' atmosfera magica, d' un tratto >> << Io non sento un bel niente, a parte l' odore del muschio che cresce nelle pareti >> ribattè la cinesina: << Di che si tratta? >> domandò Tomoyo curiosa: << Voi non avendo poteri sensoriali non potete percepire la forte aura che ci sta avvolgendo, in questo momento >> annunciava Kerochan: << Lo senti anche tu, Yuki? >> << Sì, Kerochan. Ma ho come l' impressione di avere già vissuto questo presentimento >> rispose il giovane a tratti sicuro.

La voce di Dwalin fece da eco sino al fondo della fila dove erano Sakura e gli altri: << C'è una luce più avanti >> << Siamo arrivati, penso >> notò Sakura proseguendo nel cammino. Toy, che era l' ultimo della fila, rimase in silenzio a ripensare a quello che sua sorella e Li avevano appena confermato insieme a Kerochan: << Anche tu hai lo stesso presentimento, Toy? >> gli domandò Yuki girandosi verso l' amico: << No, purtroppo non ho più i riflessi di una volta, se ben ricordi. Però sento che rincontreremo dei volti già visti prima >> << Tra poco lo scopriremo >> disse Li con serietà e un pizzico di tensione, poggiando le mani alle umide pareti rocciose per un tratto del sentiero che si era fatto un po' più stretto: << Chissà chi rincontreremo >> << Io so solo che tutto questo mistero mi fa venire ancora di più fame. Spero che ci sia qualche Elfo che ci dia da mangiare >> concluse Meiling dopo la frase di Tomoyo. Dwalin sbucò infine dallo stretto passaggio, dandosi un' ultima strisciata sulle strette pareti, prima di sentirsi libero dalla lieve pressione che gli faceva quella gola. In seguito tutti i Nani dietro a lui si riversarono all' aria aperta, discendendo dei piccoli gradini in pietra prima di stare sul ciglio del ripiano dove si ritrovarono per ammirare a bocca aperta lo spettacolo ai loro occhi. Thorin ebbe un' espressione più seria in confronto agli altri, fissando il paesaggio davanti con malumore, e poggiando il bastone della sua ascia con tocco più duro sulla roccia. Sakura, Kerochan, Li e il resto si fecero spazio tra loro nel posizionarsi ognuno accanto all' altro per poter fermarsi per un attimo ad ammirare anche loro il panorama a valle. La stessa valle che videro un anno fa, ora ai loro occhi gli faceva lo stesso effetto di quando la videro la prima volta: una maestosa catena montuosa si stagliava dietro alle casette di cemento bianco costruite ai piedi di essa. Alcune cascate discendevano il ripiano dove i nostri eroi erano fino a formare verso l' agglomerato, ai suoi lati, dei ruscelli. Natura e vegetazione crescevano in mezzo alle dimore bianche, dando loro un tocco di grande arte al paradiso terrestre dove erano state erette. Un lungo fiume dopo la cittadina beata si prolungava oltre la valle. I raggi del sole sembravano che non dovessero mai smettere di illuminare il bel posto dove Kerochan voleva portare i suoi nuovi e vecchi ospiti di esso: Sakura potè nuovamente rivedere Gran Burrone. Gli occhi di Li, così come quelli di Yuki e Toy, brillavano dall' emozione e dallo stupore di poter rientrare nella famosa valle del Re Elfico Elrond, mentre le ragazze si limitarono anche a spalancare la bocca, estasiate: << La valle di Imladris. Nella lingua corrente è nota con un altro nome >> fece per parlare Kerochan, svolazzando fino al lato della faccia di Sakura, che specificò il nome della valle incantata: << Gran Burrone >> e un sorrisino le si formò sulle labbra, ripensando ai momenti in cui stette bene in quel luogo: << Devo dire che non ha perso un bricciolo della sua meraviglia! >> commentò Tomoyo quasi si dovesse paralizzare da un momento all' altro. I Nani però si guardarono un po' timorosi dalle creature che con loro certezza abitavano lì, nel posto chiamato Gran Burrone: << Qui si trova l' ultima casa accogliente a Est del Mare >> continuò poi il piccolo Guardiano.

Fu a questo punto che Thorin, incarnando il pensiero dei suoi compagni, fece per parlare con Kerochan: << Era il tuo piano, sicuro: trovare rifugio dal nostro nemico >> disse il Principe dei Nani con voce bisbigliante e rivolgendo un' occhiata vendicativa al piccolo peluche che ebbe un comportamento composto questa volta: << Non hai alcun nemico qui, Thorin Scudodiquercia. Il solo malanimo che si trova in questa Valle è quello che porti tu stesso >> ribattè con una delle sue parole di saggezza Kerochan. Sakura roteò i suoi occhi verso il Nano, avendo ricevuto una risposta secca e calma dal Guardiano, che dimostrò tutta la sua intelligenza nel non sottostare ai livelli di un Nano considerato in alcuni momenti un buzzurro: << Pensi che gli Elfi vorrano benedire la nostra impresa? Piuttosto tenteranno di fermarci >> ribatteva Thorin noncurante degli sguardi che il gruppo della cattura carte lanciava a lui: << Certo che lo faranno. Ma noi abbiamo domande che attendono una risposta >> disse ancora Kerochan prendendo in pugno la discussione. Il Nano emise un sospiro, abbassando la testa alle pretese che Kerochan gli diceva: << Se vogliamo avere successo, la faccenda va trattata con tatto, e rispetto. E non poca dose di fascino. Ecco perchè lascerai parlare me >> concluse solenne il piccolo animale dirigendo in avanti il suo gruppo che sorpassava Thorin come una persona sconosciuta, cominciando poi a scendere la stradina ripida che collegava il ripiano ad una piazzetta di Gran Burrone: << Mi sa che qualcuno è stato appena moralizzato >> disse Yuki bisbigliandolo ai ragazzi che emisero una breve risatina a riguardo mentre scendevano la stradina a forma di scivolo. I 20 compagni di viaggio percorsero un pontile che si innalzava sopra un ruscello, prima di giungere alla piazzetta iniziale del villaggio di Gran Burrone. I Nani rimasero a osservare ogni forma di bellezza del luogo ogni volta che facevano dei passi in avanti. La Compagnia superò ai lati dell' ingresso in piazza due statue che avevano la forma di due guerrieri Elfici con le lance tenute strette in guardia. Si fermarono al centro dello spiazzo con una visione delle casette bianche che sembravano imporsi in altezza agli occhi degli ospiti. Sakura si sentì come rinata in mezzo a quel paradiso surreale. Le cascate che sgorgavano dalla grande catena montuosa davano un effetto ancora più incantevole al paesaggio di dimore che circondava il gruppo: << Quanti ricordi mi ritornano in mente >> commentò la cattura carte respirando l' aria della valle paradisiaca: << Elrond deve aver mantenuto bene il suo reame, se ancora non si nota una crepa nei paraggi >> disse Toy girando lo sguardo da ogni parte come se fosse la prima volta. Stessa cosa facevano gli altri: << Mi sto pentendo di aver lasciato a casa la telecamera >> disse Tomoyo estasiata ai versi di gioia di Li e di Meiling, mentre Thorin sussurrava a Dwalin di mettersi in guardia in ogni caso: << Restate pronti >> << Certo >> rispose l' ultimo. Da delle scalette in alto, scendeva un Elfo dal lungo mantello nero: << Mithrandir >> disse la voce della creatura sul gruppo in sosta.

Kerochan si voltò subito dall' Elfo, riconoscendo il nome Elfico con il quale il Guardiano era conosciuto nella Terra di Mezzo: << Ah, Lindir! >> disse il peluche voltandosi con felicità dall' Elfo, anche questo suo amico da sempre, che emetteva un saluto mettendosi una mano al petto: << State allerta >> diceva sotto voce Thorin non fidandosi degli Elfi. L' Elfo chiamato Lindir finì la sua regale discesa della scalinata. Portava una larga corona in testa, e i suoi capelli erano pettinati e raccolti come quelli di Elrond. Lindir fece per parlare in Elfico a Kerochan: << Sapevamo che eravate nella Valle >> << Devo parlare con Re Elrond >> comunicò il peluche all' Elfo: << Il mio Signore Elrond non è qui >> rispose Lindir: << Non è qui? E dov'è? >> << Cosa? Ho sentito bene? >> chiese Li incredulo alla persona che Kerochan stava cercando: << Re Elrond è tornato? >> chiese Sakura alla stessa espressione del suo amato. Il suono di un corno prolungato si sentì alle spalle della Compagnia, e tutti si voltarono dietro quando Lindir mirò gli occhi in quella direzione. Kerochan alzò le sopracciglia come a risposta ricevuta. Una mandria di cavalli bianchi stava percorrendo il pontile dove i Nani e la Compagnia di Sakura avevano appena attraversato. Delle bandiere bianche erano fatte svolazzare a portata di mano di ognuno degli Elfi in arrivo. Kerochan emise una faccia seria all' arrivo dei cavalli verso la piazzetta: << Cosa? >> disse Meiling intravedendo forse Re Elrond di nuovo a Gran Burrone. Thorin emise un ordine prima in Nanico, poi lo ripetè in lingua normale: << Serrate i ranghi! >> e tutti e tredici i Nani si strinsero tra di loro, tenendo i propri bastoni e armi varie alzate in segno di difesa. I cavalli, una volta entrati in piazza, uno ad uno cominciarono a trotterellare intorno al gruppo di Nani che si era formato e stretto, come varcarono la soglia delle due statue. Le creature elfiche portavano armature argentate, e coroncine sulla fronte, e l' acconciatura dei capelli era la stessa che portava Lindir con i vessilli bianchi che sventolavano al continuo trotto. Alcuni Nani tenevano stretti a braccio largo altri compagni, mentre altri come Gloin ringhiavano ai nemici, minacciandoli con i loro pesanti martelli. Gli Elfi che accerchiavano i Nani li fissavano con una nota di confusione: << Ma che stanno facendo? >> domandò Yuki come sempre sorpreso dal carattere dei Nani. I cavalli continuarono a roteare sempre più vicino ai nasi dei Nani in prima fila, che si sentivano provocati dalla vicinanza con gli Elfi che occupavano ormai quasi tutta la piazzetta: << A volte mi sento così ridicola con loro! >> commentava Meiling con la mano alla fronte per la scena che stavano facendo i testardi Nani. Infine, gli Elfi si fermarono nel trotterellare, rimanendo nelle posizioni che si lasciarono quando smisero di galoppare, sparpagliati intorno ai Nani. Tra gli Elfi, si riconobbe Re Elrond, finito di fronte ai Nani con il suo cavallo: << Kerochan! >> fece per chiamarlo il Re Elfico. Anch' egli, come i suoi uomini, portava una corona alla fronte e stessa capigliatura. Il suo abito era rosso, così come il suo mantello: << Re Elrond >> rispose sereno il peluche, osservato con fastidio dai Nani, ma sopratutto da Thorin che ce l' aveva a morte con il piccolo Guardiano che li aveva mandati nel posto degli Elfi.

<< Amico mio! >> disse il peluche parlando in elfico e chinandosi a Elrond: << Ma è proprio lui? Re Elrond in persona? Ma che ci fa qui? >> chiese più volte la cattura carte, mentre il piccolo Guardiano proseguiva nel parlare nella lingua di Gran Burrone: << Dove sei stato? >> << Davamo la caccia a un branco di Orchi venuto dal Sud >> rispose l' Elfo scendendo da cavallo: << Ne abbiamo uccisi diversi vicino a Ultimo Ponte >> e fece per tenere le piccole manine del peluche in segno di saluto reciproco. I Nani stettero ancora con le armi puntate per un probabile attacco a sorpresa, ad ogni movimento dell' Elfo: << Strano per gli Orchi avvicinarsi tanto ai nostri confini. Qualcosa, o qualcuno, li ha attirati >> riprese a parlare in lingua normale Elrond, osservando la sua spada e per darla al suo servo Lindir. Toy, Li, Yuki, Sakura, Meiling e Tomoyo rimasero ancora sconvolti e confusi allo stesso tempo per l' inaspettata presenza del Signore di Gran Burrone: << Ah, magari siamo stati noi >> disse Kerochan indicando il gruppo con cui era venuto. Elrond riconobbe subito i precedenti viaggiatori che partirono per la distruzione dell' Unico Anello, un anno fa: << Oh! Sakura Kinomoto, è un piacere rivedervi di nuovo riuniti >> << Vostra maestà >> lo salutò la ragazzina inginocchiandosi al cospetto di Elrond insieme ai suoi amici: << Come sempre la vostra umiltà è ben riconosciuta da queste parti >> disse ancora Elrond non dimenticando la gentilezza dei Kinomoto, così come dei loro amici: << Mio Signore Elrond, noi credevamo che voi foste partito per sempre per Valinor >> disse Toy rialzando la testa: << Non potevo certo lasciare questa Valle alla rovina del tempo. Senza la mia protezione, gli Elfi che vi abitano non avrebbero avuto alcun luogo in cui rifugiarsi >> spiegò l' Elfo la sua scelta di tornare. Il giovane stava per emettere un' altra domanda riguardo ad una persona che era anche lei partita per le Terre Immortali: pensava ad Arwen. Ma si fermò subito nell' aprire bocca quando si limitò ad osservare solo Elrond e alcuni Elfi intorno, percependo che la sua amata di un tempo aveva scelto di restare a Valinor. Toy balenò il suo sguardo sul padre di Arwen, constatando che anch' egli aveva intuito la domanda che stava per fargli il ragazzo, e quest' ultimo riabbassò il capo dalla delusione. Elrond emise un sorriso verso la testa china di Toy, che veniva guardato con tristezza dai suoi compari: << Anche voi vi conoscevate di già? >> chiese oltraggiato Thorin. Re Elrond spostò adesso il suo sguardo sul gruppo di Nani, non ancora notato fino ad ora, e il loro capo fece per fare dei passi in avanti verso l' Elfo: << Benvenuto Thorin, figlio di Thrain >> << Non penso che ci conosciamo >> rispose il Nano non confermando la sua conoscenza con Elrond: << Tuo nonno aveva lo stesso portamento. Conoscevo Thror quando regnava sotto la Montagna >> << Ah sì? Non ti ha mai menzionato >> disse Thorin un po' rude come sempre all' Elfo, che si fermò nel parlare di seguito a Thorin. Sakura e tutti gli altri stettero a fissare l' Elfo che sembrò d' un tratto stizzito, quasi offeso dal tono che aveva Thorin nel rispondere.

Poi Elrond tornò a parlare con Sakura, distogliendo la sua attenzione da Thorin: << C'è un' altra persona con noi a Gran Burrone. Ha parlato molto di te, cattura carte, così come del resto dei tuoi amici >> << Cosa? Un' altra persona? >> ripetè Sakura per un momento in cui abbandonò la sua convinzione di percepire la presenza di qualcuno a lei già noto: << Sapevo che c' era qualcun altro qui >> disse sicuro Li: << E chi sarebbe? Io non riesco ad arrivarci >> si disse Sakura: << Non sono sicuro del tutto, a dir la verità >> ribattè Li a pugni serrati. Elrond emise un sorriso ai due ragazzi e fece per dirigere il suo sguardo dietro di lui, dove dei rumori di scarpette si avvicinava ai presenti: << Ci rincontriamo di nuovo, amici >> disse la voce femminile giunta a fianco a Elrond e a Kerochan che erano più che sicuri della sua venuta. La donna era più o meno alta quanto Elrond e portava un abito nero e una gonna lunga bianca. I capelli erano lunghi e rossi e le cadevano fino a mezza schiena. Thorin e gli altri Nani rimasero indifferenti alla comparsa della nuova donna, mentre Sakura e i suoi amici ne rimasero colpiti e stupiti: << La signorina Mizuki?! >> esclamò Meiling quasi le mancasse il fiato: << Che ci fa anche lei qui? >> domandò Sakura al solito sorriso di Mizuki: << Diciamo che anche Kerochan ha voluto darmi una spintarella in questa avventura. Ho saputo che siete partiti per un' altra impresa, e perciò ho voluto incontrarvi qui, a Gran Burrone >> << E come sempre il piccolo peluche non ha perso il suo carisma nel portare gli altri con sé, vero? >> aggiunse Toy scherzando: << Beh, in verità, sono stata io che ho voluto sapere l' obiettivo di questa missione. Quindi mi do a me stessa la colpa >> scherzò anche lei, ridendo lievemente con gli altri: << Sapete già dei pericoli di queste Terre, l' avete già sperimentato in passato. Ma sono sicura che vi farete forza l' un l' altro, visto che non dovrete dividervi adesso >> disse Mizuki con serenità rivolgendo lo sguardo su Toy. Poi a fianco a Mizuki si presentò una seconda donna, anzi più una ragazza dall' aspetto dolce anche lei con capelli lunghi e marroni: << Hey, Nakuru >> la salutò Yuki: << Salve, gente. Ciao, Toy >> disse la ragazza salutando il giovane che da sempre era suo compagno di classe: << Ciao, Nakuru >> << Sto rimanendo sempre più stupita >> commentò Tomoyo dal gruppo: << Tranquilli, non mi unirò a voi, siete già in troppi per farci stare un' altra persona, eh, eh, eh, eh >> rise allegramente la ragazza. Ma il gruppetto di Sakura non sorrise alla sua battuta, per via del dolore che sicuramente lei e Spinel avevano sopportato in precedenza con la morte di Eriol. Meiling più di tutti si sentiva le lacrime che stavano per salirle agli occhi al ricordo del suo amato a cui non disse nulla sui suoi sentimenti. Nakuru però non diede importanza a quegli sguardi tristi, e fece per chinarsi verso Sakura rivolgendogli un gran sorriso: << Tutto bene, piccoletta? >> << Ah, ehm... Sì >> rispose un po' titubante la ragazzina: << Sono fiera di te. Dovreste avere fame adesso, non è vero? Visto tutte le energie che avete speso per arrivare fin qui >> disse la ragazza strofinando la mano nella testa di Sakura.

Elrond così parlò in lingua elfica riosservando Thorin, spazientito insieme ai suoi compari dei saluti che si facevano Sakura con le due donne. Il tono dell' Elfo venne udito dai Nani come una specie di minaccia. Il piccolo Kerochan stava per parlare a Elrond per ringraziarlo, quando venne fermato dalle parole di Gloin, infastidito dalla possibile traduzione della frase: << Che sta dicendo? Quello ci sta offrendo insulti! >> sbottò di rabbia il Nano alimentando gli animi dei suoi compari: << No, Mastro Gloin. Come ha anticipato la signorina qui, il Re vi sta offrendo del cibo >> lo corresse Kerochan ad una faccia divertita di Elrond. I Nani si misero a bisbigliare tra loro, riponendo giù le armi, per decidere sull' accettare l' offerta dell' Elfo: << Ah, beh! Allora facci strada >> rispose infine Gloin. In seguito agli altri suoi compagni, Re Elrond e gli Elfi scortarono i Nani su per le scale, seguiti con sguardo anomalo dai compagni di Sakura sul loro ultimo cambio d' umore. La cattura carte fece per seguire gli Elfi dopo che incrociò gli sguardi di Mizuki e di Nakuru che le sorrisero più largamente che poterono. I Nani furono così riuniti in una terrazza all' aperto, seduti in tavola con prelibatezze che adornavano il lungo bancone. Il cibo era tutto vegetariano, e ciò non sembrò andare di buon occhio ai piccoli esseri: << Assaggia. Soltanto un boccone >> insisteva Dori al suo fratello Ori che rifiutava la lattuga: << Non mi va il cibo verde >> << E la carne? >> chiese Dwalin levando dal suo piatto un po' di verdura, non trovando carne da mettere sotto i denti. Oin prese con uno stecchino un pezzo di mozzarella bianca, e lo osservava con estraneità: << Ce le hanno le patate fritte? >> domandò Ori sporgendosi dal suo posto. Il sole che tramontava all' orizzonte dava uno spettacolo più bello alla cena che stava per iniziare. Il tutto era accompagnato dal suono delle arpe che alcuni Elfi davano all' atmosfera che si era creata in quella dolce e spettacolare serata: << Sei stato gentile a invitarci. Non sono vestito per la cena >> disse il piccolo peluche entrando nella terrazza con Elrond, Thorin e Sakura con i suoi amici: << Beh, non lo sei mai! >> scherzò Elrond riguardo al Guardiano che non portava vesti sopra il piccolo corpicino. Sakura si sistemò in un posto vicino a Balin, così come Li, Tomoyo e Meiling fecero per prendere posto a fianco alla cattura carte. Anche Yuki e Toy si misero nella stessa tavola dei Nani con fare un po' d' imbarazzo nello stare tra i piccoli esseri. Thorin, invece, ebbe un posto nella tavola di Re Elrond, così come Kerochan: << Non è venuta la signorina Mizuki >> notò Sakura a Li: << Già, hai ragione. Neanche Nakuru. Forse non avevano tempo e saranno già partite per casa >> rispose Li. Sakura fu come colta da una breve nota di tristezza alla frase di Li che supponeva che Mizuki le avesse già privato della sua presenza a tavola. Il cinesino notò questo nel volto della sua amata, e sospirò anche lui al legame che tutti loro avevano con la signorina Mizuki e Nakuru, prima questa ritenuta una rivale insieme a Eriol. Ma ormai, anche se avevano qualche problema di amicizia con il maghetto, lo consideravano un amico anche lui. Intanto, Kili alzò lo sguardo su una donna Elfo che suonava l' arpa oltre la tavolata. Questa aveva occhi azzurri e uno sguardo ipnotizzante che lanciava tra le corde del grande strumento al Nano.

Kili fece un occhiolino all' Elfo, nella speranza di rimorchiare l' incantevole fanciulla, mentre Bofur e Dwalin lo osservavano con stranezza mentre sorrideva e flirtava con la donna Elfo, ritenuta un nemico dai Nani essendo nella razza elfica. Kili si girò verso Dwalin che lo continuava a fissare insistentemente. Il giovane Nano tornò serio, inventando una scusa all' altro compagno: << Non posso dire di gradire gli Elfi femmina. Sottili, hanno gli zigomi altissimi e... la pelle cremosa. Troppo pochi peli sulla faccia, anche se, quella lì non è male >> disse Kili attirando la faccia di un altro Elfo donna che suonava una piccola arpa alle sue spalle: << Quello non è un Elfo femmina! >> bisbigliò dal lato opposto Dwalin al giovane. Come l' Elfo girò completamente il suo viso verso la bancata dei Nani, questi aveva i lineamenti di un uomo, che se girato di profilo veniva scambiato da Kili per una donna. Il Nano guardò Dwalin come se si ritrovasse in una situazione spiacevole, e il secondo fece un occhiolino al ragazzo che tentava fino a quel momento di flirtare, prendendosi gioco di lui. Bofur iniziò a ridere, così come il resto dei Nani, alla figuraccia del povero Kili che chinò la testa dall' imbarazzo: << E' bizzarro >> commentò Kili deriso da tutti. Il Nano Oin ascoltava con il suo cornetto acustico la melodia del flauto suonato da un Elfo donna alle sue spalle. Oin per tutta risposta si infilò un fazzoletto nell' apparecchio, in modo che non potesse udire la fastidiosa, per lui, armonia della musica degli Elfi, e scherzò con gli altri al suo gesto. Elrond, insieme a Kerochan e a Thorin, esaminava le spade elfiche recuperate dai due: << Questa è Orcrist, la Fendiorchi >> spiegò l' arma che aveva preso il Nano, mettendola nella direzione dei suoi occhi: << Una lama famosa. Forgiata dagli alti Elfi dell' Ovest, la mia famiglia. Possa servirti bene >> concluse Elrond ridando la spada a Thorin che fece un cenno con il capo per ringraziare l' Elfo. Una seconda spada venne esaminata da Elrond, presa da Kerochan da Toy con cortesia: << E questa è Glamdring, la Battinemici. Spada del Re di Gondolin >> disse Elrond sfilando per poco la lama che era stata consegnata a Toy, e riponendola nella custodia: << Queste spade furono fatte per le guerre... >> cominciava a spiegare il Sire Elfico. La cattura carte udì quello di cui stava parlando Elrond, e fece per dare un' occhiata a Pungolo da sotto la tovaglia. Sembrava che si rendesse conto solo adesso della misura piuttosto modesta dell' arma che sfilava da una parte per poco: << Lascerai perdere, ragazza. Le spade prendono il nome dalle grandi azioni che fanno in guerra >> le consigliò Balin a fianco: << Che vuoi dire? La mia spada non ha visto battaglia? >> chiese con un bricciolo di delsuione la ragazzina al Nano: << Non sono tanto sicuro che sia una spada. E' più un tagliacarte quello, direi >> ammise Balin alla realtà che non vedeva Sakura. Questa rimise a guardare la spada, richiudendola nella custodia: << E io che pensavo di essere una dura guerriera in tutto questo tempo! >> si lamentò delusa: << Hai sempre la carta della spada, puoi usare quella >> le rispose Li: << Sì, ma io volevo una spada vera, non che si creasse con l' uso della magia >> spiegò Sakura con il cinesino che le faceva un sorriso incoraggiante.

<< Come ne sei entrato in possesso? >> chiese Elrond ripoggiando Glamdring vicino alla sua sedia, mentre il piccolo peluche mangiava un pezzo di pollo: << Le abbiamo trovate nel bottino dei Troll sulla grande via a Est. Poco prima di un' imboscata degli Orchi >> spiegò Kerochan ad un' espressione insolita di Thorin come se ammonisse delle parole che non dovevano uscire dalla bocca di Kerochan: << E che stavate facendo sulla grande via a Est? >> chiese ancora Elrond curioso di sapere i dettagli: << Scusatemi >> disse Thorin alzandosi da tavolo per lasciare la conversazione d' improvviso. Elrond guardò quasi con mancanza di cortesia il giovane Principe che lasciava la tavola senza spiegazioni. Yuki e Toy rivolsero il loro occhi a Thorin, dubitando un carattere insolito in lui, come se volesse nascondere qualcosa al suo gruppo che passò davanti: << Tredici Nani e la vecchia Compagnia dell' Anello. Mh! Strani compagni di viaggio che si è ritrovata essa, vero, Kerochan? >> domandò l' Elfo prima di sorseggiare un bicchiere di vino: << Sono discendenti della casa di Durin. Gente nobile, onesta, e sorprendentemente colta. Hanno un grande amore per l' arte >> descrisse il Guardiano il contrario con cui i Nani si presentavano. Il Nano Nori si infilò tra le vesti una statuetta in bronzo, mentre Bombur, uno degli esempi di ingordiggia dei suoi compari, si ingozzava a più non posso di cibo che alcune volte gli cadeva dalla bocca. La musica sembrava dare una serenità ai Nani, a quanto aveva detto Kerochan: << Ah! Ho sempre amato sentire il suono dell' arpa. Mi piacerebbe imparare a suonarla >> commentò Tomoyo beata. Fu come un avviso per il Nano Nori che si girò verso l' Elfo dietro di lui che suonava l' arpa, accorgendosi della melodia non adatta al suo apparato uditivo: << Cambia musica, per favore: mi sembra di essere a un funerale >> << E' morto qualcuno? >> chiese Oin non sentendo male dal suo cornetto: << Va bene, ragazzi, c'è una sola cosa da fare >> annunciava Bofur alzandosi dalla sedia per mettersi in piedi sulla tavola. Gli Elfi smisero così di suonare, vedendo il gesto sfacciato del Nano davanti a loro: << Quale altra idea gli sarà passato per la testa adesso? >> si chiese Sakura non aspettandosi ancora tutto da quei Nani. Toy rimase con faccia confusa insieme al resto delle persone intorno mentre Bofur intonava una canzone a piena voce, rompendo la quiete a cui gli Elfi erano abituati: << C' eeeeraaaa... lì un' osteria, una vecchia osteria là sotto la collina >> i piedi del Nano cominciarono a sbattere al ritmo della canzone, con tutti i compari che lo incitavano in applausi e lo seguivano nel coro. Elrond, così come Kerochan e gli altri Elfi e amici stettero a fissare il Nano con grande vergogna per lui e i suoi compari che lo seguivano: << Talmente scura la birra fa, che fin dalla Luna scese l' uomo lento per bere qui! >> il coro si arricchì così di colpi duri di pugni di Dwalin al tavolo: << Vi prego, lanciate a quel Nano un melone! >> disse Meiling nascondendosi la faccia con una mano.

Tra Kerochan ed Elrond volò un pezzo di pane, così da far rendere conto al Re Elfico di aver sbagliato nella sua cortesia di invitare tredici Nani a cena. La canzone andò avanti, con gli ospiti che erano noncuranti delle facce altrui: << E l' oste ha un gatto brillo che suona il suo violino, e su e giù con l' arco và stridente in sùùùùùù... ronfante in giùùùù >> disse Bofur mimando il violino tra le mani. Per complimentarsi con lui, i suoi amici e compari lanciarono per gioco cibo sull' intrattenitore buffo. Un pezzo di verdura finì, insieme ad un pezzo di pane, nel piatto di Li. Gli Elfi si scambiavano occhiate indignate alla troppa sfacciataggine dei Nani, che ripresero a cantare insieme ai gesti di Bofur. Thorin intanto sorseggiava della birra per godersi lo spettacolo dei suoi compagni: << Graffiato il quadro in mezzo è, oh! Il gatto con il violino suonò sopra fino i morti da farli alzar. Con pesti e sgomma egli rallentò, e l' oste all' uomo della Luna urlò: “Passate son le tre!” >> concluse sonoro Bofur mentre si levavano nella tavola, durante il canto, rumori di bicchieri nel cui vetro venivano sbattuti i cucchiaini. Bifur si sbacchettava i suoi cucchiai in testa, improvvisando di essere lui uno strumento. Un pezzo di cibo volò di nuovo tra Kerochan ed Elrond, facendo rimanere impassibile il primo che sorseggiava sotto lo sguardo stralunato di Elrond un boccale di acqua. Dal tavolo dei Nani iniziò così la battaglia del cibo, con Thorin dietro che rimase divertito per la prima volta agli scherzi dei suoi compagni: << Mi ricorda qualcuno >> disse Tomoyo: << Chi? >> << Quel Nano. Ti ricordi che anche noi ballavamo sopra ai tavoli, Meiling >> << Ma noi non eravamo tanto agitate, Tomoyo >> ribattè Meiling. Altri Nani nella grande risata che si sparse tra loro, lanciarono in aria pezzi di verdura e di cibo, come da conferma di Meiling sul loro conto. Sakura, così come Li e gli altri rimasero fermi dall' imbarazzo, bersagli della pioggia di cibo che stava per prenderli sopra le teste: << Allora è un vizio >> commentò Toy, avendo già sperimentato l' allegria dei Nani a casa. Elrond lanciò un' altra occhiataccia a Kerochan che rise nervosamente alla scena che offrivano i Nani, avendo detto il contrario di quello che erano all' Elfo. Kili lanciò dritto davanti un pezzo di mozzarella che si infranse in una statua, e dove a pochi metri c' era la faccia di Lindir sconvolta dal disastro dei Nani al loro banchetto. La serata si concluse così nel peggiore dei modi per i vecchi ospiti di Elrond, presi di mira per essere compagni dei tredici Nani rozzi nelle maniere.

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Capitolo 17
*** Episodio 237: Rune Lunari ***


La notte calò su Gran Burrone, ed era una di quelle quasi fatate in tutto il reame di Elrond. Dopo la cena turbolenta dei Nani, gli amici di Sakura e lei stessa si posizionarono per la notte in una dimora cui gli Elfi, ospitali come sempre, diedero ai giovani avventurieri. Ma con malincuore delle creature anche i Nani avevano bisogno di riposo, e non potevano certo distogliere da essi il comportamento che riservavano come d' accoglienza ai loro ospiti. Intanto, la cattura carte era in una stanza con quattro letti, e lei poteva dormire nella stessa camera con Li e le sue due amiche di sempre, solo che i letti erano divisi in coppia. I quattro stavano discutendo della serata a cui loro assistettero prima, in scocciatura con i piccoli esseri: << Accidenti, che brutta figura che abbiamo fatto >> << La prossima volta Kerochan dovrebbe cercarci dei compagni di viaggio più tranquilli! >> sbottò Meiling dopo che Sakura si mise a parlare: << E' tutto inutile starli a rimproverare, quelli si comportano come se niente fosse >> avvertì Li alla cugina mentre si infilavano le calze da notte: << Vorrei tanto che assomigliassero a dei Nani da giardino, invece >> ma nella foga di parlare, Meiling si bucò per sbagliò la calza che si stava infilando in quel momento: << Perfino le calze mi si stanno ritorcendo contro! >> si lamentò la cinesina cercando un' altra calzina nel suo bagaglio. Tomoyo sembrava per il momento quella ancora tranquilla nel parlare, insieme a Sakura: << Ma se Kerochan ci avesse portato altre creature di viaggio, quali pensate che sarebbero state? >> domandò la ragazza dagli occhi blu agli altri. Sakura pensò subito ad orrendi Troll giganti come quelli che incontrarono alcuni giorni fa nel viaggio di andata. Sakura emise una smorfia di ribrezzo e schifio al solo pensiero: << Secondo me, ci avrebbe portato tante creature simpatiche. Non che questi non lo siano, però >> da una cameretta il quale ingresso era formato nel muro della stanza di Sakura, sbucò Yuki anche lui in pigiama e con i soliti occhiali: << Vuoi scherzare, spero? Pensi che questi Nani siano simpatici? >> domandò la cinesina irritata: << Beh, a modo loro. Però immaginate se come destrieri ci avessero fornito degli Unicorni >> proseguì Yuki nel dire la sua: << A me sono sempre piaciuti gli Unicorni! Sono così adorabili >> disse Tomoyo con gli occhi che le luccicavano dall' immaginazione.

<< E non sono solo belli da vedere, ma sono anche degli ottimi cavalli da guerra. Il loro corno potrebbe sbaragliare la strada a tutti quegli Orchi che ci attaccarono qualche giorno fa >> disse il ragazzo un po' duramente alle tre ragazze che sognavano di cavalcare un Unicorno: << Poverini! >> esclamò Sakura all' idea di vedere in mezzo ad una battaglia quei meravigliosi cavalli. Tomoyo emise un lieve verso di paura all' immagine degli Unicorni da guerra: << Yuki, la domanda riguardava i tipi di compagni che avremmo potuto avere, non che cavalli fatati potremmo galoppare >> aggiunse Toy per smorzare quelle storielle da femminuccia. Yuki si grattò la testa quasi si fosse preso la mano nel parlare troppo di un argomento da lui tanto pensato, senza accorgersi di stare tralasciando la questione principale: << A proposito, dov'è finito Kerochan? >> chiese Toy osservando intorno alla camera che non c' era alcuna traccia del peluche volante: << Forse si sarà fermato a parlare con Elrond >> << O più probabilmente sarà stato Elrond che voleva scambiare quattro chiacchiere con Kerochan >> disse Li, correggendo quello che la sua amata aveva detto: << Già, sicuramente per colpa di quei Nani, Kerochan sarà stato preso di mira da Re Elrond. Poverino >> disse anche Tomoyo in difesa del piccolo amico: << Gli starà facendo la predica, scommetto >> disse infine Toy. Da una porta opposta alla facciata dove sostavano Yuki e Toy, si sentì bussare: << Chi può essere a quest' ora della notte? >> chiese Meiling. I tocchi sul legno dell' anta si sentirono di nuovo: << Avanti >> rispose Sakura per far entrare l' ospite a sorpresa. Si presentò Lindir, l' aiutante di Elrond: << Buonasera, ragazzi >> li salutò l' Elfo poi passando subito al succo: << E' richiesta la partecipazione, da parte del Re Elrond, della signorina Kinomoto >> annunciò l' Elfo regale e con cortesia: << E per cosa? >> << A quanto pare vi vuole far assistere di persona a un punto saliente di una discussione che si sta tenendo con il Principe dei Nani >> spiegò Lindir: << Sì, sarò subito lì, la ringrazio >> disse Sakura non appena l' Elfo si mise poco fuori dall' uscio per aspettare la cattura carte: << Allora, buonanotte, ragazzi. Sempre che non ci vediamo più tardi >> << Mi sa che saremo già belli che cotti più tardi >> rispose Meiling già sotto le coperte. Sakura emise un sorriso quasi di dispiacere al dover lasciare subito i suoi amici nel parlare: << In bocca al lupo >> le augurò Tomoyo scherzosamente come se stesse andando in missione. La cattura carte si lasciò la porta alle spalle, nel mentre che Toy fissava la sorella con gelosia essendo stata chiamata da un Alto Signore degli Elfi: << Andiamo >> disse il ragazzo a Yuki: << Cosa c'è? >> << Niente >> << E dai! Eh, eh >> scherzò Yuki con l' amico mentre si dirigevano a dormire nella loro stanza.

Li rimase con le coperte sulle ginocchia mentre la sua faccia diventava triste ad un allontanamento della sua amata. Gli sorgeva il dubbio che si stessero sempre più staccando nel loro legame di fidanzamento, ma ora pensava solo a dormire e a recuperare le forze per il giorno dopo. Sakura, scortata da Lindir, arrivò in un altro padiglione della struttura della Valle di Gran Burrone. La ragazzina aprì la porta della sala che si presentò ai suoi occhi, e vide al centro di essa in fondo Thorin e Balin, con il piccolo Kerochan e Re Elrond: << Kerochan >> << Oh, Sakura, grazie al cielo sei qui >> disse il Guardiano risollevato da una dura fatica alla vista di Sakura. Lindir rimase fuori dal padiglione, richiudendo la porta delicatamente dopo che la ragazzina la oltrepassò per avvicinarsi al piccolo gruppo di adesso. La sala dove era, sembrava uno studio di astronomia, con mappamondi e cannochiali posizionati nel retro di un breve spazio dove c' era una terrazza affacciata all' aperto, tra le colonne in marmo bianco che abbellivano il panorama della luna in cielo con le cascate che si mettevano da un lato della facciata, per decorare la vista della stella notturna: << Non penserete che quella ragazzina possa farmi cambiare idea >> avvisava Thorin in posizione di soldato: << Per cosa sono qui? >> chiese la giovane sedicenne in mezzo ai quattro: << Devi aiutarci a far ragionare questa testa calda. Sembra che non lo smuova niente >> spiegò il peluche quasi alla disperazione. Ma Thorin ribattè come se fosse una regola principale: << Le nostre faccende non sono affari degli Elfi >> << Per tutti i fulmini, Thorin, mostragli la mappa >> lo esortò ancora Kerochan nel dare la mappa a Elrond sotto gli occhi della ragazzina per il momento in disparte: << E' il lascito del mio Popolo. E' mia da proteggere, così come i suoi segreti >> disse il Nano con Balin che gli gironzolava da un lato come se volesse sentire ogni parola che pronunciava Thorin. Anche lui era in disaccordo sul voler consegnare la mappa agli Elfi: << Salvatemi dalla caparbietà dei Nani! >> supplicò al cielo il Guardiano: << Il tuo orgoglio sarà la tua rovina. Sei alla presenza di uno dei pochi della Terra di Mezzo che sa leggere la mappa. Mostrala al Re Elrond! >> sbottò questa volta Kerochan deciso: << Vi ho già detto che non potete costringermi >> << Ma io sì >> si aggiunse una voce femminile alle spalle del peluche volante. La signorina Mizuki si avvicinava al Nano in tutta la sua eleganza del vestito bianco: << Non ho chiesto l' assistenza di una di poco conto >> rispose Thorin mancando di rispetto a Mizuki: << Ma come ti permetti? >> disse Sakura adirata, frenata con un braccio da Elrond che guardava Mizuki come se fosse una dama potente. L' Elfo passò lo sguardo alla ragazzina, che infine capì che doveva lasciar fare alle parole di Mizuki, la professoressa di Sakura, per vedersela con il Nano testardo: << Grazie per il sostegno, Sakura >> la ringraziò la donna fermandosi di fronte al Nano: << Ti stiamo dando la possibilità di raggiungere più in fretta la tua Montagna, il tuo regno, Thorin Scudodiquercia. E tu non vuoi che altri si prendano ciò che spetta a te, dico bene? >> gli chiese pacatamente la donna.

Thorin si sentì come doveroso e obbligato a svolgere la richiesta di Kerochan che lo impegnava a consegnare la mappa del Guardiano nelle mani del Nano, alla portata di Elrond: << Qui nessuno ti vuole raggirare. Siamo tutti amici e ci fidiamo l' un l' altro. Ma se vuoi che qualcuno ti aiuti nel recupero della vostra patria, devi fidarti di noi. Una persona se ti offre tutta la sua disponibilità, vuol dire che quella ti sarà fedele nelle tue faccende. Ma dovrai anche tu dare a lei la possibilità di fidarsi di te >> << Mi stai prendendo per un disonesto? >> chiese con lieve rabbia Thorin: << Lo sarai se continuerai a comportarti nel tuo solito modo da cuore freddo. Mostra il vero spirito del Nano che eri una volta. Un Nano fiero di sé, e con buoni rapporti con gli altri. Non permettere che gli sbagli dei tuoi familiari si ripercuotano su di noi >> a questo punto il Principe mise da parte l' orgoglio, e con grande stupore di tutti i presenti, decise di sfilare la mappa: << Thorin, no >> fece per fermarlo Balin, ma il Principe Nanico tenne il braccio dell' amico da una parte mentre consegnava la mappa a Sire Elrond. Sakura rimase anche lei sorpresa dalle parole della signorina Mizuki che riuscirono a sbloccare la pietra che circondava fino ad ora l' animo di Thorin: << Come ci è riuscita? >> chiese la ragazzina a Mizuki, bisbigliandole la domanda: << Quando si ha a che fare con uomini del genere, bastano i fatti per farli ragionare. Thorin in fondo ha un cuore nobile >> rispose la donna: << Ma si tratta di un Nano >> notò Sakura: << I maschi sono fatti allo stesso modo >> ribattè la signorina con un occhiolino, scherzando sulla giovane. Elrond spiegò la mappa, consegnatagli nelle mani dal Nano, e lesse una parola sempre udita da Thorin ma il cui luogo era ancora lontano a lui: << Erebor! >> esclamò l' Elfo indirizzando gli occhi su Thorin: << Qual è il vostro interesse per questa mappa? >> chiese Elrond in generale. Sakura si limitò a roteare i suoi occhi da una parte e dall' altra, sentendosi all' oscuro di ogni risposta da dare. Thorin fece per aprire bocca, ma venne anticipato dal piccolo peluche: << E' per lo più accademico. Come sai questo genere di manufatto a volte contiene un testo nascosto >> il Nano lanciò un' occhiata confusa e allo stesso tempo rimproverevole al Guardiano che lo aveva interrotto nel dire le parole. Elrond guardò Kerochan in un modo non molto convinto della parola che prese per parlare al posto di Thorin, che tutt' altro pensava a dire quella frase. L' Elfo fece finta di niente e tornò ad osservare la mappa tra le mani andando avanti nella saletta. Kerochan diede un' occhiata d' avviso al Nano, per rimettersi d' accordo con lui sull' averlo anticipato. Thorin fece un cenno con la testa, quasi ringraziando il piccolo peluche che prestava ogni tanto un orecchio all' Elfo che avrebbe parlato da un momento all' altro. Mizuki sembrò afferrare anche lei la situazione tra Kerochan e Thorin, al contrario di Sakura che girava la testa da una parte e dall' altra, cercando spiegazione almeno in quelli che capivano i gesti dei mimi tra compagni: << Leggi ancora il Nanico antico, non è vero? >> domandò il peluche a Elrond che si fermò ai raggi della luna che sprizzavano nella saletta vicino alla terrazza.

Elrond si mise la mappa alla luce dei raggi lunari: << Ah, Kurt Ithil >> disse lui leggendo nella cartina: << Rune Lunari. Ma certo... >> aggiunse Kerochan, traducendo la frase, osservato con confusione da Sakura: << ...è facile non vederle >> << Spiegati meglio >> disse la ragazzina: << Beh, in questo caso, è vero. Le Rune Lunari possono essere lette solo al chiaro di una luna che sia della stessa forma, e stagione del giorno in cui sono state scritte >> spiegò Elrond ai principali interessati, Thorin e Balin: << Riesci a leggerle? >> domandò il Principe con una nota di leggerezza: << Ma certo. Vieni con me >> invitò il Nano a seguirlo. Elrond fece per superare delle brevi scalinate, prima di poter ritrovarsi nella terrazza di fuori. Il resto dle gruppetto seguì così a ruota il Re Elfico. Salirono sopra delle altre scale esterne alla struttura con ancora la magia della luna che illuminava il percorso che facevano per poter raggiungere l' altare dove si poteva poggiare la mappa: << Voi sapete qualcosa su queste Rune Lunari? >> domandò insistente Sakura a Mizuki che aveva l' aria di sapere tutto: << Si tratta del più antico alfabeto Nanico mai conosciuto nella Terra di Mezzo, Sakura >> << E qual è il prossimo passo? >> << Decifrare il tutto >> tagliò corto Mizuki. Pochi secondi dopo si ritrovarono su una rupe, coperta da sopra da un arco roccioso che terminava più avanti. Dalla sua estremità cadevano cascate che si disperdevano fino al fondo del bacino di Gran Burrone. La notte dava bellezza ad ogni angolo della dimora Elfica in quei momenti. Sul ciglio della rupe c' era un altare in marmo dove Elrond si apprestava a deporre la mappa: << Queste Rune sono state scritte in una vigilia di mezza estate al chiaro di una luna crescente, circa duecento anni fa >> raccontò l' Elfo studiando la carta antica della mappa: << E' incredibile come sia ancora intatta a noi >> notò la cattura carte, mettendosi insieme agli altri intorno a Re Elrond che poneva la mappa nel marmo, con la faccia frontale rivolta verso l' alto: << Pare che tu fossi destinato a venire a Gran Burrone. Il fato è con te, Thorin Scudodiquercia >> disse al Nano con serenità mentre toglieva le pieghe dalla mappa tenuta a lungo piegata. L' Elfo guardò il cielo, in modo che Thorin potesse seguire il suo sguardo rivolto alla luna: << La stessa luna splende su di noi stanotte >> avvertì sempre Elrond con un sentimento di fortuna per il Nano. Le nuvole che fino ad ora limitavano lo splendere della luna, ora si allontanarono per far scoprire la mezza luna che era ferma sopra le montagnole in fondo alla Valle. Un' immensa luce venne sprigionata dalla stella in cielo, diretta con i suoi mille fasci sull' altare in pietra. Sakura guardò confusa le facce degli altri, poi puntò il suo sguardo sulla mappa che veniva illuminata dall' alto da quella che sembrava una luce di qualche navicella spaziale aliena. Ma sopra c' erano solo rocce. Elrond fece così per decifrare la mappa: << Funziona >> confermò Mizuki felice. Delle piccole scritte in blu, si illuminarono nella mappa. Thorin riuscì a intravederle per un attimo, poi fu sicuro della loro comparsa quando si racchiusero in un quadrato stretto in basso a destra del foglio: << Sta accanto alla pietra grigia quando il tordo picchia. E il sole che scende col suo risolutivo raggio nel dì di Durin, splenderà sul buco della serratura >> tradusse infine Elrond.

<< Il dì di Durin? >> chiese Sakura a Balin: << E' l' inizio dell' anno nuovo per i Nani quando l' ultima luna d' autunno e il primo sole d' inverno appaiono insieme nel cielo >> rispose il peluche alla ragazzina. Thorin si era messo a pensare, con un braccio sollevato e tenuto davanti alla bocca: << Infausta notizia. L' estate sta passando e il dì di Durin incombe su di noi >> disse Thorin per spiegare la sua preoccupazione: << Abbiamo ancora tempo >> ribattè Balin: << Tempo? Per cosa? >> domandò Sakura: << Per trovare l' entrata. Dobbiamo stare esattamente nel posto giusto, ed esattamente nel momento giusto. Allora, e solo allora, la porta può essere aperta >> concluse solenne il Nano. Mizuki rimase seria al sentire le parole dei due Nani che volevano a tutti i costi entrare nella Montagna, e riprendersela, constatando che il Drago secondo delle voci era sparito dai paraggi. Si sentiva qualcosa di molto più oscuro al riguardo, e lo stesso valeva per Elrond: << Così questo è il vostro scopo? Entrare nella Montagna? >> cercò di certificarne i dettagli dell' impresa l' Elfo ai Nani: << Che hai da ridire? >> chiese Thorin togliendosi le braccia conserte: << Ci sono alcuni che non lo riterrebbero saggio >> avvertì l' Elfo cautamente. Thorin si limitò solo a riprendersi la mappa, senza stare a discutere con Elrond: << Come sarebbe? >> chiese anche il peluche confuso alla situazione: << Tu non sei il solo Guardiano che sta a vegliare sulla Terra di Mezzo >> rispose Elrond all' animale volante prima di lasciare il posto: << Eh? >> si domandò la cattura carte guardando l' Elfo che si allontanava e incrociando lo sguardo di Mizuki più serio che mai. Nemmeno Kerochan si spiegava il motivo che si celava dietro a quell' impresa. Forse una presenza ancora più pericolosa si celava all' orizzonte? Rimase con questo dubbio il Guardiano.

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Capitolo 18
*** Episodio 238: Il Profanatore ***


Gli ululati della notte a Gran Burrone erano lontani perchè l' oscurità potesse discendere sulla Valle Incantata degli Elfi. Infatti, nel mondo esterno al luogo Elfico, i Mannari delle Terre Selvagge emisero i loro versi alla luna che tornava a nascondersi tra le nuvole per far calare l' ambiente oscuro che avvolgeva i temuti lupi. In un Colle vi era una torretta di vedetta abbandonata che si ereggeva sulla sommità di esso. La struttura era in decadenza e dava un senso di inquietudine a tutti coloro che la vedevano, sopratutto quando scendono le ore notturne. Lievi raggi di luna trafiggevano le rovine della torre di vedetta. All' interno di essa, gli Orchi sopravvissuti all' agguato da parte degli Elfi salirono le scalette fino a raggiungere lo spiazzo della struttura in cima. Due di quegli Orchi fecero per avanzare a passo attento nel perimetro, e videro alla loro destra altri lupi dal pelo marrone che ringhiavano contro di loro. Sul marmo rialzato, da dove gli antichi insediatori del posto osservavano dalle finestre della fortezza i movimenti nemici, vi erano degli Orchi di guardia con le loro lance tenute in una mano. Uno dei due Orchi, che era il capo della spedizione di essi, si fece avanti e girò lo sguardo verso lo spiazzo della torretta. Alla sua sinistra c' era un grosso Mannaro bianco nella sua posizione da seduto. L' enorme bestia bianca ringhiò un po' più forte degli altri suoi lupi, mettendo in risalto all' Orco i suoi lunghi denti canini mentre il resto dei suoi denti erano lo stesso affilati ma più piccoli. Gli occhi del lupo bianco erano gialli tenebrosi e ciò dava ancora più timore la sua pelliccia bianca ma rara. L' Orco roteò i suoi occhietti spaventati verso quello che sembrava un Orco enorme dalla carnagione pallida. Egli era girato di spalle sul piano rialzato del bordo della fortezza. Portava scarponi e la metà del busto era ricoperta da un rivestimento di un materiale tipico degli uomini primitivi. Il braccio sinistro dell' immenso Orco era tagliato a metà, ed era stato sostituito con un ramoscello in legno a quattro braccietti che indicavano che quelle erano le dita. L' altro braccio destro, invece, era intatto e nella metà inferiore c' era una protezione in ferro.

Il capo della spedizione degli Orchi fece per parlare all' Orco Pallido con un filo di voce, dovuto alla tensione che gli creavano i lupetti alle spalle: << I Nani, Padrone... >> fece per riprendere fiato, deglutendo prima di emettere sentenza sull' esito della missione fallita: << ...li abbiamo persi >> disse tremante l' Orco. I lupi di dietro iniziarono a ringhiare come risposta al fallimento dei due Orchi, che si spaventarono avvertendo che la loro vita sarebbe stata stroncata. Quei lupi sembravano reincarnare il volere del grande Orco che si distingueva da tutti gli altri per via della sua pelle bianca come il latte. Il capo della spedizione fece per riprendere a spiegare l' accaduto: << Imboscata da feccia elfica, noi stavamo per... >> << Non voglio scuse >> lo interruppe improvvisamente con voce cupa l' Orco Pallido. Questi fece per voltarsi e una torcia che era posizionata poco sopra un ripiano roccioso a lato, metteva in risalto le cicatrici nella schiena dell' Orco Pallido così come ce le aveva in faccia. Questi non era altro che Azog, il Profanatore, l' Orco a cui Thorin staccò il braccio nella battaglia alle porte di Moria. Era ancora vivo, riuscito a scampare al trapasso divino nonostante la brutta ferita infertagli dal Principe dei Nani. Azog fece per scendere dal ripiano in cui era, dirigendosi verso il grosso lupo bianco che ringhiava verso l' Orco che fece per parlare, essendo il capo della spedizione dei servi del Profanatore. Il petto di questo era completamente scoperto, con i muscoli che erano ben scolpiti: << Vi avevo detto di prenderli a qualunque costo >> disse il Pallido per ribadire l' obiettivo della missione che doveva compiere l' Orco incaricato: << Voglio la testa del Re dei Nani! >> esclamò infuriato Azog sfiorando il pelo bianco del Mannaro per tranquillizzarlo. Ma per l' Orco gigante era tutto il contrario, la rabbia e l' odio per quel Nano erano più che mai vivi in lui, e si mise proprio davanti al suo servo che aveva fallito, guardandolo dall' alto in basso come se fosse una formica che si rimpiccioliva sempre di più: << Erano più numerosi, non abbiamo potuto fare niente >> tentava di spiegare ancora l' Orco impaurito: << A stento mi sono salvato la vita >> << Sarebbe stato meglio se tu avessi pagato con essa >> rispose Azog con il tono di voce sempre più inquietante all' Orco, mostrandogli i denti piccoli e taglienti con gli occhi anche i suoi di piccole dimensioni ma di colore azzurro, come il ghiaccio freddo di cui il suo spirito era ibernato. L' aspetto di Azog dava più l' impressione che si trattasse di un vampiro della notte, e niente sembrava potesse distruggerlo. La mano dell' Orco Pallido passò nella testa del suo servo, accarezzandogliela mentre questo tremava come una foglia al tatto del suo principale capo. Azog emise un sospiro tombale a bocca aperta con gli occhi blu che si facevano larghi e con il rosso delle vene delle orbite che si marcava intorno ad esse. Poi prese con la mano legnosa il collo del piccolo mostro, alzandolo con una forza sovrumana da terra mentre questo cercava di dimenarsi dalla stretta di Azog. L' Orco Pallido lanciò un urlo di rabbia nella sua lingua, e l' eco rimbombò in tutto il territorio notturno.

Dopodichè scaraventò l' Orco che stava strangolando verso un pilastro in marmo. La testa del piccolo mostro sbattè sulla colonna che deviò il volo dell' essere che finì nel retro delle colonne, sbranato vivo dai lupi Mannari che vi erano. Il compagno rimasto dell' Orco ucciso cominciava a tremare anche lui dalla paura, vedendo sotto i suoi occhi la brutta e crudele fine dell' Orco che aveva a fianco: << E questa è la punizione per quelli che osano fallire ai miei ordini >> annunciava imponente Azog al secondo Orco che annuiva per confermare quanto detto dal Profanatore. Questi fece per rigirarsi di spalle, accarezzando ancora il pelo del Mannaro bianco al suo passaggio: << Un altro buco nell' acqua è giunto a me. Di questo passo il Padrone non riacquisterà del tutto la sua potenza di una volta >> disse Azog amaramente: << Se posso chiedere, mio signore Azog... >> fece per parlare l' Orco rimasto: << Come sta l' altro Padrone? >> << E' debole. Privo del tutto della sua forza originale. Da quando è stato distrutto l' Unico Anello, non ha fatto altro che vagare da un luogo a un altro nella speranza di rifortificarsi >> rispose Azog, poi prendendosela adesso con l' Orco: << Voi dove eravate quando il Padrone è caduto, eh? A Mordor, a pensare di starvene con le mani in mano, sicuri che un branco di Uomini passasse inosservato ai vostri occhi? >> << Sì, Signore, ehm... beh, non intendevo dire questo, è che... li abbiamo sottovalutati in astuzia. Come potevamo pensare che si fossero messi d' accordo nel tenerci impegnati mentre una insulsa formichina sgattaiolava indisturbata verso il Monte Fato? >> chiese l' Orco: << Quella non si chiama astuzia. Hanno avuto più che fortuna, in quella volta >> confermò Azog, continuando: << Nessuno sarebbe sopravvissuto al tortuoso percorso tra le fiamme della Montagna di Fuoco. Ma come sempre il vostro intervento non è servito a nulla. Prima nella battaglia di Moria avete pensato bene di scapparvene a gambe levate, lasciandomi brancolare nel buio con i pochi uomini che avevo. Poi nella caduta di Mordor siete riusciti a scappare, e ancora avete il coraggio di tornare da me, dopo che mi sono insediato al sicuro tra le montagne! Siete un branco di insulsi vermi di Mordor! >> << Abbiamo solo cercato di rifugiarci nei luoghi più sicuri, tutto qua, Padrone >> << Senza mai fare nulla, a quanto intuisco. Approfittandovi del soggiorno che gli stessi capi delle vostre legioni vi offrirono, senza dubitare del vostro operato >> aggiunse Azog al ringhiare ennesimo del lupo bianco: << Lei è sicuro di questo posto, Signore? Voglio dire gli Spettri Neri non accetteranno la nostra presenza >> domandò impaurito l' Orco: << I loro spiriti, così come quello del Padrone, sono molto indeboliti. Non possono fare granchè. Ma con la nostra alleanza ad essi, li verrà tutto più facile. Con il mio esercito al loro fianco sono sicuro che riacquisiranno potenza quando prenderemo tutte le ricchezze disponibili >> disse convinto l' Orco Pallido. Poi proseguì, dopo una breve pausa: << Il problema adesso è come poter agire alla nostra prossima azione. Il Padrone non accetterà ulteriori fallimenti, e tanto meno io! Mi sono spiegato? >> domandò Azog che stava per emettere l' ordine di un' altra spedizione.

La situazione che si stava riformando assumeva sempre più l' aspetto dei problemi del viaggio precedente per Sakura e i suoi amici, ancora all' oscuro del nuovo rivale in campo: << Se le potrebbe interessare, Signore... >> fece per parlare ancora l' Orco: << Nel gruppo di Nani abbiamo avvistato anche altri sette loro compagni >> << Si tratta dei guerrieri dei Colli Ferrosi? O di altri Elfi? >> << Nessuno dei due, Signore. Erano degli umani. E tra loro c' era una tigre gialla, e assomigliava al vecchio Guardiano Bianco che difese Gondor dall' assedio delle forze di Mordor, prima che noi ci disperdessimo tra le colline ondulate >> informò all' Orco Pallido: << Ah! E c'è dell' altro? Quanti erano gli umani? >> << Erano sei. Tre ragazzine, e tre ragazzi, due dei quali erano più grandi dei loro quattro compagni. Io penso che tra loro ci sia la compagine che attuò il piano di distruzione dell' Anello, Signore >> << Sai, a volte penso che sia un bene avervi ritrovato. Mi siete molto utili in queste situazioni >> sorrise malignamente Azog. L' Orco con cui stava parlando si guardò con i suoi compagni accorsi nello spiazzo e si scambiavano risatine come se l' Orco Pallido avesse deciso di risparmiarli. Ma la principale priorità del Profanatore erano i Nani: << Questi umani li terremo come ciliegina sulla torta. Adesso dobbiamo solo occuparci della Comapgnia di quei miserabili gnomi >> Azog si voltò di nuovo e fece per risalire la scalinata per sostare di nuovo sul piano rialzato dove era prima: << La feccia nanica non starà nascosta a lungo >> si prometteva il Pallido rigirandosi verso i suoi servi quando fu nei gradini. I suoi Orchi, insieme ai sopravvissuti all' agguato Elfico, si posizionarono sui loro Mannari marroni stando pronti a partire per un nuovo attacco diretto ai piccoli Nani: << Spargete la voce che c'è una taglia sulle loro teste! >> ordinò Azog perfidamente. Gli Orchi quindi lasciarono la fortezza sul Colle, andando ad avvertire altre creature che volessero catturare i Nani, mentre l' urlo acuto di Azog si espandeva in tutto il territorio circostante alla sua vendetta contro Thorin Scudodiquercia. Sakura, se pensava che il suo viaggio fosse stato sereno, da un momento all' altro doveva ricredersi del tutto sul pensiero che le balenò in mente sulla sicurezza del secondo tragitto non appena le si sarebbe presentato il secondo nemico in vita sua.

Il mattino dopo si levò con spensieratezza a Gran Burrone, sotto il cinguettìo dolce degli uccellini che erano soliti svolazzare sopra le casette della Valle. Sakura quel mattino si risvegliò più presto degli altri, e non notando ancora anima viva in giro, decise di esplorare alcuni padiglioni solo notati nella sua prima permanenza a Gran Burrone. Dopo colazione e vestitasi con calma, entrò nella prima dimora che voleva esplorare. Fece i primi gradini per arrivare su un piano superiore della casa. Sempre a passo lento e silenzioso, si girava più volte ad ammirare la bella struttura delle pareti, adornate a loro volta di dipinti raffiguranti bei paesaggi. Poi gli occhi verdi della cattura carte si posarono su un vassoio costruito nel marmo insieme ad una statua di una donna velata. Questa teneva alzato il lastrico in pietra, dove vi erano poggiati i frammenti di una leggendaria spada a lei già nota in passato. La riconobbe nei pezzi della lama Andùril, riforgiata da Re Elrond dai frammenti di Narsil in occasione della missione che Toy doveva compiere in passato, e dove lo stesso ragazzo guidò un esercito di morti per liberare Minas Tirith dall' assedio di Mordor. I frammenti di Andùril erano poggiati sopra un velo di colore verde acqua. E come Sakura si ricordò della spada che si portava suo fratello, le tornò in mente il momento in cui egli abbandonò il ruolo di Re di Gondor, facendo cadere nel pavimento duro la spada con la punta rivolta verso di esso, che si ruppe nella stessa quantità di pezzi della precedente spada Narsil. In seguito, Toy rinunciò al titolo di sovrano dando la corona alata a Faramir, facendo lui il nuovo Re della Città degli Uomini. I frammenti di Andùril vennero riportati da Elrond stesso a Gran Burrone, come per custodirli in eterno dentro la dimora originaria dove era depositata Narsil. Quei ricordi vennero di nuovo fatti risalire alla mente di Sakura ancora più chiari che mai, come se fosse esattamente ieri che il tutto fosse accaduto. La faccia della ragazzina adesso puntava ad una parete dove vi era appeso un quadro. Sakura venne attirata sopratutto dai colori vivi che il dipinto mostrava. Vi erano raffigurato un cavaliere in elmo e armatura argentata, disteso nel terreno roccioso. L' uomo teneva la lama della sua spada alzata contro il suo nemico, raffigurato a destra del quadro, che stava per colpirlo con il suo scettro. Sakura roteò i suoi occhi con lieve inquietudine a quella scena forse già immaginata in passato. Infine, si ricordò anche la storia che il suo amico Kerochan le disse poco prima di partire per il primo viaggio: la storia di Isildur e del ritrovamento dell' Unico Anello. Il nemico che stava per piombare con il suo scettro su quel cavaliere, altri non era che Sauron, sicuro. L' Oscuro Signore era rappresentato nel suo aspetto fisico, indossante un elmo a forma di teschio e un' armatura pesante colorata di nero. Sakura fu più che sicura che si trattava di lui, e ne fu certa non appena vide in uno dei diti serrati nella mano di Sauron l' anello magico. La mano dove si trovava era la stessa che impugnava lo scettro. I gridi di una guerra che si combattè tanto tempo fa le furono di nuovo nelle orecchie alla vistadel temuto Oscuro Signore che le fu presentato agli occhi nella sua forma originale. Un brivido le percorse la schiena al solo pensiero di Sauron con l' Anello che le fece patire le pene dell' inferno. Si tenne la spalla dove era stata colpita due anni fa dal Re dei Nazgùl, servo dell' Oscurità, coprendosela nella paura che il dolore assopito le ritornasse di nuovo.

La sua vista alla fine passò sotto, in basso a sinistra del dipinto, per osservare il cavaliere, chiamato Isildur, e riconosciuto dalla cattura carte. La scena rappresentava il momento in cui il giovane stava per staccare l' Anello dal dito di Sauron. Pensò adesso alla storia di Thorin, dove egli staccò il braccio all' Orco Azog, che poteva essere un servo dell' Oscuro Signore. Ma Sakura adesso poteva starsene serena, rincuorata dall' assenza di ogni maligno che tentava di indirizzarla nella strada del pericolo. La giovane lasciò quel padiglione, decidendo quindi di stare un po' all' aperto. Finalmente poteva assaporare senza alcuna fretta la natura e l' aria rivitalizzante che Gran Burrone dava ai suoi ospiti e abitanti. Ripassò nel pontile con cui arrivò nella prima piazzetta con i Nani, osservando con grande incanto le facciate esterne delle dimore che si affacciavano negli spiazzi. Tutto il tempo che non riuscì ad avere un anno fa, ora se lo prese con tutta l' armonia del mondo: << Ciao >> disse Sakura salutando una coppia di uccellini che svolazzavano davanti al suo viso. Questi la oltrepassarono in volo, mentre la cattura carte sorrideva beatamente ai piccoli passeri liberi. Ora si immaginava di essere una ballerina, facendo piroette a non finire su sé stessa a quel mondo tanto desiderato. Solo adesso si rendeva conto delle meraviglie che la Valle di Imladris le faceva scoprire, non viste prima per la corsa contro il tempo per la distruzione dell' Anello. La passeggiata di Sakura continuò, e i suoi passi di prima mattina la portarono in un' altra delle tante piazzette maestose di Gran Burrone. Una cupola sorretta da colonne in marmo bianco si presentava al centro dello spiazzo. Sakura si sporse dal ciglio del ripiano dove era per guardare l' acqua di una cascata che cadeva nel bacino in fondo. Gli alberelli che erano cresciuti intorno davano un tocco di arte al complesso dei padiglioni e delle loro piazze. La ragazzina si fermò infine in un balcone della dimora della sua cameretta, ancora con i suoi amici che dormivano e che si sarebbero risvegliati tra poche ore. Era in paradiso. Dopotutto il lavoro a cui fu costretta eseguire, un po' di riposo ci voleva. Si mise le mani dietro alla testa, respirando a pieni polmoni da quella terrazza l' aria pura di Gran Burrone, e sorridendo felice come non mai. La sua vista racchiudeva le casette con sullo sfondo un arco di una catena montuosa che metteva un limite alla grande vallata. Si poggiò con le mani nella ringhiera del balcone, lasciando che il vento del mattino le sfiorasse i capelli. Fece per raggiungerla Elrond da dietro, ornato del suo regale mantello marrone chiaro. L' Elfo si accostò a fianco alla ragazzina nel paratetto: << Non sei con i tuoi compagni? >> le chiese: << Oh, Signor Elrond, buongiorno. No, ho visto che stavano ancora dormendo e quindi ho pensato di esplorare un po' questa incantevole Valle >> rispose la ragazzina, ma il Re Elfico le specificò la domanda: << Io mi riferivo agli altri >> << Ah, quelli? Non gli mancherò >> ribattè sicura che quei Nani non gli importasse niente di lei. Quindi, per dimenticare la questione fece per riguardare sotto al balcone. Ma come riosservò Elrond attendendo una chiara risposta, decise di rispondergli con la verità, o almeno quello che lei pensava: << La verità è che per molti di loro non dovrei trovarmi qui, in questo viaggio >> << Davvero? >> le chiese per conferma l' Elfo.

Questi dubitò della risposta datagli, e cambiò argomento: << Ho sentito che alcuni esseri umani sono molto resilienti >> affermò lui. Sakura emise una lieve risatina, poi fermandosi nell' osservare lo sguardo sicuro di Elrond che non mentiva: << Sul serio? >> le domandò la ragazzina, ricambiando la risposta con un cenno della testa dell' Elfo: << Tuo nonno Masaki Amamiya aveva questo carattere. Anche se a volte, prevaleva la tristezza in cuor suo, ha sempre fatto fronte agli avvenimenti traumatici della sua vita >> aggiunse Elrond per togliere una nuova notizia a Sakura: << Davvero? >> chiese la ragazzina quasi stupita: << Dopo il momento in cui si separò dal viaggio con Thror, riuscì alla fine a superare questa cicatrice. Non ebbe più notizie del suo amico Nano, neanche della fine che egli fece. Visse nella soddisfazione di avere avuto un amico che lo pensava giorno per giorno nel suo tratto di vecchiaia. Mi dispiace per tuo nonno, però adesso sono sicuro che si starà divertendo lì nelle Terre Immortali >> << Sì, ne sono sicura anch' io >> disse con un sorriso la cattura carte: << Forse un giorno anche tu diventerai un' amica di Thorin, chi lo sa >> disse l' Elfo: << Ah, ehm... Sarà un bene per lui, allora >> tagliò corto Sakura non volendo rispondere con una cattiva frase rivolta al caratteraccio del Nano. Seguì una breve pausa, poi Elrond riprese a parlare: << Ho anche sentito che gli umani sono affezionati alle comodità delle loro dimore >> informò sicuro l' Elfo balenando un' occhiata alla ragazzina riguardo al fatto che anche lei voleva stare comoda: << Devo ammettere che avete ragione, eh, eh >> fece una risatina al fatto che Elrond sapeva ogni cosa. La cattura carte ebbe la possibilità di ribattere alla sapienza del Re Elfico: << Io ho sentito che non è saggio cercare il consiglio degli Elfi perchè risponderanno sia sì che no >> concluse fermamente e a bassa voce la ragazzina che per un attimo venne osservata da Elrond con sguardo di rimprovero per aver detto un qualcosa contro la razza delle creature incantevoli. Ma Elrond rivolse un sorriso alla giovane che venne risollevata dal fatto che per la prima volta un Elfo stava per ribattere duramente alla sua sentenza. Sakura smorzò il suo dubbio in una risatina un po' derisoria alla situazione: << Ci fa molto piacere se restate qui, se è ciò che desideri >> confidò l' Elfo mettendo una mano sulla spalla della cattura carte prima di lasciarla. Questa rimase impassibile alla cosa che l' Elfo le propose, per un attimo suscitando un senso di sosta forzata dagli Elfi in quel luogo. Elrond, dopo un po', si ritrovò a fianco del suo aiutante Lindir che si lamentava nella passeggiata con il suo Sire del comportamento dei Nani. I due parlavano in elfico: << La cucina è in difficoltà, abbiamo quasi finito il vino. Per quanto tempo credi che staranno da noi? >> domandò Lindir sulla permanenza della Compagnia di Erebor, svoltando l' angolo di una casetta: << Questo è ancora da decidersi >> rispose Elrond in elfico. Questi si fermò insieme a Lindir, osservando nella grande fontana più avanti il bagno che si facevano i Nani nelle acque di essa. Erano tutti nudi e si tuffavano a bomba nell' acqua, dopo che fecero delle torrette umane, i giochi che si fanno al mare, oppure si spanciavano da sopra la sommità della struttura. Lindir scambiò un' occhiata con il suo Sire, che a sua volta intuì che bisognava decidere in fretta sulla ripartenza dei tredici ospiti.

La giornata passò in fretta, fino ad arrivare al crepuscolo. Sakura si ricongiunse con i suoi amici di sempre nella loro cameretta: << Si può sapere che fine avevi fatto? >> le chiese Toy riguardo alla mancanza di Sakura per tutta la nottata di ieri: << Stavo assistendo alla decifrazione della mappa di Thorin. Dovevate vedere con quanta facilità Elrond è riuscito a tradurre le scritte >> raccontò la ragazzina meravigliata: << Immagino. Visto che si tratta di un Alto Signore Elfico >> disse Tomoyo: << E Kerochan? L' hai visto tu? Noi non lo vediamo da tutto il giorno >> aggiunse di nuovo l' amica di Sakura: << No. Pensavo fosse in vostra compagnia >> rispose la giovane. Toy si mise sopra alle lenzuola del materasso di Li e di Sakura, mettendosi a braccia conserte e guardando il soffitto pensieroso: << Però ci pensate? Andare a visitare uno dei più famosi regni perduti dei Nani come deve essere >> aggiunse Meiling un po' emozionata dall' impresa dei tredici compagni: << Secondo voi li usano ancora quei cappelli a punta per scavare? >> chiese scherzando la cinesina. Li, invece, risultò taciturno alla presenza di tutti, ancora pensieroso sui dubbi che rischiavano di compromettere il suo legame con Sakura. Quest' ultima si accorse della sua espressione non appena si sedette al suo fianco: << Hey, Toy, come mai sei così silenzioso? >> gli chiese Yuki: << Stavo pensando alla signorina Mizuki. Se è venuta fin qui ci sarà dietro qualcosa >> e alla sua risposta i quattro amici si girarono da lui: << Voi non l' avete notato? Secondo me ci nasconde altro, oltre al volerci rivedere >> << Nah! Sarà un altro dei tuoi dubbi >> rispose Yuki: << O forse è il solo fatto che Kerochan avendola avvisata ha voluto farci visita per un po'. Questo mi sembra corretto >> disse Tomoyo trovando approvazione dalle sue due amiche: << Non saprei >> continuò Toy: << Dai, adesso c'è la cena. Vedrai che tutti i pensieri se ne andranno se tocchi cibo >> lo incoraggiò Yuki: << Senti un po', ma tu pensi solo a mangiare? >> << Mangiare fa bene. Ti rimette in forza, dicono i miei nonni >> disse l' amico preparandosi per la cena. Sakura e i suoi amici restanti li seguirono a ruota per quella nottata, dimenticandosi della questione Mizuki.

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Capitolo 19
*** Episodio 239: Il Bianco Consiglio ***


Il gruppo della cattura carte smise di cenare all' interno di una dimora affacciata all' aperto. Tutti fecero per alzarsi da tavola, con Sakura ancora che terminava l' ultimo pezzo di carne sul suo piatto: << Ah, che scorpacciata! Io andrei a dormire >> disse Toy mettendo fretta a sua sorellina: << Hey, no, aspetta! Mi avevi detto che non mi avresti messo fretta, cattivo! >> << Oh già, mi dispiace. Ma si sa: chi finisce per primo ha il letto assicurato, Sakura >> ribattè il giovane alla ragazzina, prima di intraprendere la strada per tornare alla stanza. Yuki fece per chiederle: << Se vuoi rimaniamo ancora un po' con te, che ne dici? >> << No, non preoccupatevi. Se vi lascio aspettare, succede che vi addormentate in piedi. Andate, non ce né bisogno >> rassicurò Sakura a Yuki: << Allora a domani mattina >> la salutò Tomoyo proseguendo con Meiling e Yuki verso la dimora di riposo: << Ciao >> le dissero i due suoi amici: << Li, non vieni? >> gli domandò la cugina più avanti. Il cinesino era seduto a fianco a Sakura in silenzio. Fece per alzarsi dal posto, dirigendosi verso l' uscita, ma dopo aver avvisato la sua amata: << Vuoi che ti aspetti? >> le chiese come se ci fosse un dubbio tra la sua relazione e quella di Sakura. Ma lei era sempre stata una ragazza distratta, e non riusciva ancora a vedere queste cose: << Beh, se vuoi. Altrimenti faresti meglio ad andare subito a letto, sai sono una lumaca nel mangiare adesso >> << Va bene >> le rispose Li con tono deludente, lasciando la ragazza da sola: << Ehm, Li... >> fece per richiamarlo lei notando una nota di tristezza in lui, però egli era già diretto verso le scalinate. Sakura rimase confusa a quella risposta datale dal suo amato, d' un tratto chiusosi dentro al suo animo e carattere. La ragazzina lasciò lì sul piatto l' ultimo pezzo di carne, non finendolo per via qualcosa che andò storto con Li. Si diresse verso le scale per rientrare da sola alla dimora, non aspettandosi quel gesto dal suo ragazzo. Sotto al tratto di gradini che percorreva, c' erano i dodici Nani seduti per terra e discutevano tra loro. Come sempre, Sakura notò che Thorin non c' era, avendo il carattere di uno che non pensa sempre a divertirsi.

Un fuocherello era acceso tra il gruppetto di Nani lì sotto. Bifur pensava a rompere dei piccoli mobili con le sue stesse mani, mettendoli nel fuoco in modo che le fiamme si alimentassero di più. A fianco a lui c' era Bofur che arrostiva tranquillamente la sua salsiccia, noncurante dei mobiletti degli Elfi che venivano fatti a pezzi e gettati nelle fiamme. Il Nano annusò la sua salsiccia e poi la tolse dal piccolo forcone, esaminandola se era cotta, mentre Bifur aspettava che la sua verdura potesse gettarla sul fuoco. Bofur roteò i suoi occhi davanti a lui, vedendo Bombur seduto su una panca che aveva le gambe piegate dall' enorme peso che esercitava il Nano grasso su di essa. Lievi scricchiolii provenivano dalla panca che a poco a poco si sarebbe disintegrata al suolo. Bombur si sistemava il suo cibo sul piatto, pregustando già il momento in cui lo avrebbe mangiato. Infine, Bofur diede un' occhiata veloce alla salsiccia, prima di lanciarla al Nano grasso: << Bombur >> lo chiamò per passargli la salsiccia. Bombur afferrò al volo il salume, che a sua volta fece scricchiolare ancora più forte la panca. Con una scena che ha del comico, Bombur si ritrovò a terra dopo che il mobile su cui era seduto si ruppe in mille pezzi sotto il suo sederone, facendogli rovesciare addosso il piatto che reggeva. I Nani scoppiarono a ridere fino alle lacrime, vedendo il loro amico che finì a pancia all' aria. Tutti si tennero lo stomaco dal troppo ridere, accasciandosi a terra, quasi non riuscissero a respirare. Bofur rotolò da un lato con le lacrime che gli colavano fino ai baffi arricciati, mentre Bifur emise un' espressione seria e confusa alla situazione buffa che si era creata. Sakura li sentì ridere fino a sopra la scalinata. La giovane fece per proseguire fino a camera sua, affacciandosi alla ringhiera delle scale per ammirare il panorama. Più in là, vide un altro tratto di gradini che portava fino a su una collinetta. La strada era illuminata da dei lampioncini messi ai lati del sentiero: << Certo che te l' avrei detto. Aspettavo proprio questa occasione. E sul serio: credo che tu possa fidarti, so cosa faccio >> la cattura carte si fermò nel sentire una voce a lei familiare da quel sentiero: << Kerochan? >> si chiese a bassa voce, voltandosi verso la parte in cui sentì il piccolo peluche. Lo vide che svolazzava all' altezza della faccia di Re Elrond, che camminava nel mentre che parlava con il piccolo Guardiano: << Davvero? Quel Drago dorme da sessant' anni. Cosa accade se il tuo piano fallisce e se risvegli quella bestia? >> gli chiese l' Elfo, oltrepassando un arco di una cupola. I due da quanto constatato da Sakura stavano parlando dell' esito dell' impresa del recupero della Montagna. Elrond, come lei lo conosceva, aveva ancora quel suo atteggiamento pessimista prima che si potesse compiere una qualsiasi missione: << E se abbiamo successo? Se i Nani si riprendono la Montagna, le nostre difese a Est saranno rafforzate >> rispose il peluche giallo. Sakura li ascoltò con attenzione, facendo alcuni passi in avanti: << E' una mossa pericolosa, Kerochan >> avvertì Elrond.

Dietro alle spalle della ragazzina, un altro oratore stava in silenzio con lei. Era Thorin, messo a mani incrociate verso il basso, composto nella sua posizione da fiero Principe. Anche lui fu attirato dal discorso a gran voce dei due che passeggiavano: << E' pericoloso anche non fare niente. Avanti, il Trono di Erebor è di Thorin per diritto di nascita. Di cosa hai paura? >> nel momento in cui il peluche si mise a parlare, Sakura si girò indietro, notando il Nano dietro di lei che le teneva compagnia. La questione riguardava principalmente lui, e voleva vedere se sarebbero ripartiti da Gran Burrone, o se almeno qualcuno li sosteneva nella missione. Ma come sempre, Elrond aveva da ridire sulle cose che lui stesso non conferì a Thorin durante la lettura della mappa: << Hai dimenticato: una vene di pazzia scorre profonda in quella famiglia. Suo nonno uscì di senno, suo padre soccombette all' identica malattia >> riferì l' Elfo fermandosi per un attimo. Thorin fece alcuni passi in avanti, stando sempre alle spalle di Sakura, venendo alla conoscenza del triste destino che i suoi familiari dovettero subire. Cosa però anche a lui molto evidente. Sakura si sentì, come Thorin, molto toccata da quella conversazione, essendo anche lei parte della Compagnia dei Nani. Si sentì come manipolata per uno scopo a cui doveva raggiungere per il bene principale, lasciandola indifferente dalle parole del Re Elrond. I dubbi e la confusione furono più che mai totali nella testa di Sakura, dopo aver avuto quell' incomprensione con Li, mentre Elrond proseguiva: << Puoi giurare che Thorin Scudodiquercia non farà altrettanto? Kerochan, queste decisioni non spettano solo a noi. Non tocca a te o a me ridisegnare la mappa della Terra di Mezzo >> il Principe Nanico voltò la sua testa da un lato, riaffiorato dal ricordo della pazzia sia di suo nonno che di suo padre. L' orgoglio in quel momento gli fu messo da parte dalle frasi ciniche di Elrond. Sakura si ritrovò quindi nella posizione di dover aiutare e collaborare con quei Nani. Elrond e Kerochan andarono avanti, finendo per risalire l' ultima gradinata prima di entrare in una cupola costruita in alto, sul bordo di una montagnola: << Con o senza il nostro aiuto, questi Nani marceranno sulla Montagna. Sono determinati a reclamare la loro terra natìa. Non credo proprio che Thorin Scudodiquercia senta di dover chiedere il permesso a qualcuno. E se è per quello io neanche >> continuò il piccolo peluche volante varcando l' arco della cupola con Elrond, ed entrando per poco in essa: << Non è a me che devi chiedere l' autorizzazione >> informò l' Elfo in abito blu, dirigendo il suo sguardo in avanti. Il piccolo Kerochan fece per seguirlo, e non si sarebbe mai immaginato proprio quella persona ad attenderlo. Una donna dall' abito lungo e color azzurro, prima girata di spalle, fece per voltarsi verso i due che erano entrati. Ella aveva capelli lunghi e rossi che le cadevano fino a mezza schiena. La donna era sul bordo di un piccolo balconcino, affacciato al cielo notturno e con la luna che illuminava la sagoma della donna. Questa inoltre portava una coroncina dorata alla fronte, e sotto all' abito azzurro portava un altro abito bianco, messo alla vista da una scollatura della prima veste: << Mizuki >> disse Kerochan meravigliato.

Il peluche si avvicinò sempre svolazzando in aria verso la signorina Mizuki con un pizzico di beatitudine: << Sarai lieto di sapere che la signorina Mizuki è stata eletta come nuova Signora di Lòrien >> comunicò Elrond entusiasta anche lui: << Che cosa? >> domandò Kerochan: << Sì, è così >> rispose lei con armonia alla faccia stupita del Guardiano e suo piccolo amico. D' improvviso, Mizuki si mise a parlare in elfico, già a conoscenza della lingua parlata dalle creature mistiche: << Io sono nota adesso con il nome di Lady Mizuki >> << Oh, beh, devo ammettere che questa volta hai voluto davvero fare qualcosa in più >> disse Kerochan poi chinandosi alla nuova Padrona del reame boscoso e iniziando a risponderle in elfico: << L' età mi sarà sempre fedele, e spero che sia così anche per te >> augurò il piccolo amico ai poteri che Mizuki avrebbe acquistato a Lòrien, sostituendo così Galadriel. Lady Mizuki emise un gran sorriso: << Ti prego di far stare Sakura all' oscuro del mio nuovo incarico >> disse lei rivolta a Kerochan: << E come mai? >> << Ne và della sua sicurezza. Non possiamo rischiare di farci riscoprire agli occhi di altri, questa volta. Dobbiamo tenere un profilo basso nel Bianco Consiglio che ha il compito di organizzare l' operato dei suoi missionari >> avvertì Elrond al peluche, tornando a guardare la incantevole Mizuki: << Non avevo idea che il Re Elrond ti avesse scelta per questo >> << Non è stato lui. Sono stato io >> si aggiunse una voce più grossa alle spalle di Kerochan, correggendolo da ciò che aveva detto. La voce gli era familiare, e si voltò chiudendo gli occhi per poi riaprirli dalla parte cui si sarebbe girato. Vide Nakaru nella sua forma umana, e insieme a lei una grossa tigre nera seduta sulle zampe posteriori. Quella tigre era Spinel, e Kerochan capì che lui sarebbe stato il nuovo capo del Consiglio. Con un grande sorriso, e piena ammirazione, Kerochan si chinò insieme a Elrond al nuovo signore Spinel: << Ah... Spiccino >> lo chiamò amichevolmente il Guardiano: << Sei stato occupato di recente, amico mio >> rispose Spinel sorridente, anche lui ripresosi dal dolore della scomparsa di Eriol. Ebbe così inizio il Bianco Consiglio, in onore della veste bianca portata un tempo da Galadriel, ora indossata da Mizuki. Fu l' alba quando ancora la discussione si svolgeva. Kerochan si trasformò in tigre, per assumere un profilo più maestoso nel discutere, e si sedette sopra una sedia con Spinel dalla parte parallela alla sua, intorno ad un tavolo in mezzo alla cupola con gli archi che formavano delle facciate. I partecipanti erano i due tigrotti, Mizuki ed Elrond, invece, Nakuru si mise ad un lato per assistere al Consiglio.

Dopo che la tigre gialla spiegò il motivo della sua venuta fino a Gran Burrone, Spinel iniziò a domandargli il perchè delle sue azioni: << Dimmi, Kerochan. Pensavi che queste tue trame, questi tuoi piani, sarebbero passati inosservati? >> gli chiese Spinel nella forma di tigre nera al suo compagno, come se lo stesse iniziando a bacchettare: << Inosservati? >> ripetè la tigre: << No. Sto semplicemente facendo quello che ritengo giusto >> << Il Drago è da lungo nella tua mente >> intervenì Mizuki in velo bianco girandosi lentamente verso il Guardiano. Ella stava sempre sulla fessura affacciata al cielo delle prime luci del mattino, mentre Elrond stava in piedi tenendosi esternamente alla metà della bancata. La tigre gialla fece per rispondere a Mizuki: << Questo è vero, Mizuki. Smaug non deve fedeltà a nessuno. Ma se dovesse schierarsi con il Nemico, un Drago può essere usato con un terribile effetto >> annunciò il Guardiano: << Quale Nemico?! Kerochan, il Nemico è sconfitto. Sauron non c'è più. Non potrà mai più fare ritorno nella Terra di Mezzo >> gli ricordò Spinel con Elrond che si voltò alla parola “Nemico” verso Kerochan, smettendo di passeggiare di qua e di là. Il Guardiano però aveva tutte le ragioni per preoccuparsi e di agire in fretta: << Non ti preoccupa il fatto che l' ultimo degli anelli dei Nani semplicemente svanisca insieme al suo portatore? Dei sette anelli dei Nani, quattro sono stati consumati dai Draghi, due presi da Sauron prima che cadesse a Mordor, e il destino dell' ultimo anello rimane ignoto >> informò a chiare lettere ciò Kerochan. Mizuki ebbe di nuovo l' oscuro presentimento di prima, reso ora vivo dalle parole che sentiva uscire dalla tigre: << L' anello che era portato da Thrain >> << Senza il dominante anello del potere, i Sette non hanno alcun valore ormai >> ribadì Spinel essendo stato a conoscenza della leggenda della creazione degli Anelli magici: << Per controllare gli altri anelli occorrebbe l' Unico. E quell' Anello è stato distrutto da Sakura, un anno fa. E' stato disintegrato dalle fiamme del Monte Fato >> << Kerochan >> intervenì adesso Elrond non appena Spinel finì di parlare: << Per un intero anno stiamo vivendo in pace. Una pace vinta a fatica e vigilata >> << Lo siamo? Siamo in pace? >> domandò Kerochan aggrottando la fronte e sporgendosi dal tavolo mettendo le sue zampe sopra, per niente d' accordo con ciò che sosteneva il Consiglio: << I Troll sono venuti giù dalle montagne, saccheggiano villaggi, distruggono fattorie. Gli Orchi ci hanno attaccati lungo la via >> << Tutt' altro che un preludio alla guerra >> rispose Elrond affiancandosi in piedi a Spinel, come se volessero far sottolineare gli errori che aveva fatto il Guardiano: << Sempre devi intrometterti. In cerca di guai, dove non esistono! >> assunse un tono da rimprovero la tigre nera: << Lasciatelo parlare >> disse infine Mizuki stando dietro alla bancata, e appoggiando ciò che Kerochan diceva. Egli proseguì, avendo libera parola: << C'è qualcosa all' opera dietro il male di Smaug. Qualcosa di molto più potente. Possiamo rimanere ciechi nei suoi confronti, ma esso non ignorerà noi, ve lo assicuro. Una malattia aleggia su Bosco Fronzuto. Quelli che abitano lì ora lo chiamano Bosco Atro e dicono... ehm... >> si interruppe la tigre colto dalla faccia incredula di Spinel sulla possibilità che l' oscurità fosse discesa di nuovo. Mizuki passeggiava ai limiti della cupola, emettendo passi preoccupati alla testimonianza del Guardiano: << Ebbene? Non fermarti ora. Dicci cosa dicono gli abitanti del Bosco >> lo esortì a continuare Spinel: << Parlano di un Negromante che vive a Dol Guldur, uno Stregone che può rievocare i morti >> << Questo è assurdo. Non esiste un tale potere a questo mondo. Questo “Negromante” non è altro che un uomo mortale, un illusionista che si diletta di magia nera >> disse superficialmente la tigre nera alla questione.

Non aveva alcuna intenzione di credere che un nuovo male, più potente forse di quello di Sauron, si fosse stabilito nella Terra di Mezzo: << E così la pensavo anch' io, ma Radagast ha visto... >> fece per continuare Kerochan, ma venne interrotto da Spinel: << Radagast? Non devi parlarmi di Radagast il Bruno. Ho sentito parlare di lui da altri, sostenendo anche con i miei occhi che è uno sciocco >> << Beh, è strano, te lo concedo. Conduce una vita solitaria e... >> << Non è questo >> interruppe ancora Spinel il suo amico Kerochan: << E' il suo eccessivo uso di funghi allucinogeni: gli hanno disorientato la mente e ingiallito i denti. Lo avevo avvertito. E' disdicevole per uno degli Istari... >> ma la mente del Guardiano ora si posò dietro, verso la signorina Mizuki. I due cominciarono a parlare telepaticamente come una volta: << Porti una cosa con te. Ti è giunta da Radagast. Egli l' ha trovata a Dol Guldur >> disse Mizuki: << >> rispose Kerochan voltato di spalle a lei e facendo finta di ascoltare Spinel: << Mostrami >> concluse Mizuki per far uscire allo scoperto la spada trovata da Radagast. La tigre si ricordò che la lama l' aveva con sé, e con una magia la fece comparire con un gesto delle ali. Il tessuto che avvolgeva l' arma si posò delicatamente sul tavolo: << Cos'è quello? >> chiese Elrond mentre Spinel smise di parlare, ora l' attenzione era rivolta sulla spada che Kerochan portò fin qui dalle mani dello Stregone Bruno: << Una reliquia di Mordor! >> rispose Mizuki con l' Elfo che tirò indietro la mano nello scoprire la lama. Spinel aggrottò la fronte dall' impossibilità di rivedere un qualunque oggetto appartenente al vecchio regno del male distrutto. Elrond allungò di nuovo la mano e scoprì la corta lama. La tigre nera quasi ebbe un sobbalzo alla vista concreta del pugnale: << Una lama Morgul! >> esclamò Elrond cupamente: << Fatta per il Re degli Stregoni di Angmar, e sepolta con lui >> aggiunse Mizuki incrociando lo sguardo di Kerochan che aveva ragione in tutto. La donna fece per ricordare la storia del Re Stregone, sconfitto in battaglia alle porte di Minas Tirith, appresa poi dalle storie elfiche: << Quando Angmar cadde gli Uomini del Nord sigillarono il suo corpo, e quanto lui possedeva nelle colline di Rhudaur. Nella profondità della roccia lo seppellirono. In una tomba così oscura che non sarebbe mai venuta alla luce >> terminò con parole che avrebbero fatto venire i brividi a chiunque. Elrond, che si era tirato indietro col corpo alla vista della lama Morgul, rimase incredulo e poggiò le mani al bancone: << Ma questo non è possibile. Un potente incantesimo grava su quelle tombe. Non possono essere aperte! >> confermava l' Elfo temendo la resuscitazione del Re Stregone.

Nakuru rimase per tutto il tempo in silenzio, roteando i suoi occhi già terrorizzati verso le labbra di Elrond: << Quali prove abbiamo che questa arma provenga dalla tomba di Angmar? >> chiese Spinel con il resto del Consiglio alle spalle di Kerochan che cominciavano a dargli appoggio e credenza: << Non ne ho alcuna >> rispose desolato il Guardiano, facendo tornare sicurezza a Spinel: << Perchè non esiste alcuna! >> ribattè schietto alla faccia di Kerochan che fu preso dallo sconforto di far credere al suo amico della venuta di un nuovo male, se non quello vecchio. Ebbe l' occasione di proseguire, e Mizuki notò l' espressione rinunciataria del Guardiano all' ennesima negazione di Spinel: << Esaminiamo ciò che sappiamo: un singolo branco di Orchi ha osato attraversare il Bruinen; una daga di un' Era passata è stata trovata, e uno Stregone umano che si fa chiamare “il Negromante” ha preso residenza in una fortezza in rovina. Non è granchè, dopotutto >> riassunse tutta la discussione Spinel. Mizuki si allontanò dalla bancata, come se non volesse ascoltare le parole del tigrone nero, quasi fosse noioso e testardo: << La domanda di questa Compagnia di Nani, tuttavia, mi turba profondamente. Non sono convinto, Kerochan: non mi sento di poter incoraggiare una tale impresa. Se fossero venuti da me, avrei risparmiato loro questa delusione. Non pretendo di comprendere perchè hai acceso le loro speranze... >> ma ancora una volta la mente di Kerochan era rivolta a Mizuki, che fermandosi sul balconcino che si affacciava nel panorama della Valle, sentì di dover richiamare l' attenzione del Guardiano: << Se ne vanno >> disse telepaticamente la donna: << Sì... >> rispose corto la tigre: << Tu sapevi >> lo guardò di sbieco e con lieve sorriso Mizuki. La tigre sapeva che niente poteva fermare il coraggio dei Nani di Erebor nel compiere la loro impresa, a costo di rimanere soli nel combattere contro il Drago: << Temo che non ci sia nient' altro da fare... >> concluse Spinel secondo lui ascoltato da Kerochan. Dei passi si sentirono dall' entrata della cupola. Lindir era giunto per avvertire di qualcosa che era accaduto: << Mio Signore Elrond, i Nani se ne sono andati >> tagliò corto l' Elfo. Da dietro Lindir giunsero altre due persone che avevano seguito il servo di Elrond fino alla cupola. Erano Toy e Yuki che erano venuti a conoscenza della scomparsa di Sakura e degli altri: << Dov'è Sakura?! >> chiese Toy noncurante delle persone che c' erano dentro alla cupola: << Sono spariti tutti! Oh... >> aggiunse Yuki fermandosi nel parlare quando vide una specie di riunione. Spinel ed Elrond, così come Kerochan emisero una faccia storpiata alla scoperta del Bianco Consiglio che doveva rimanere nascosto nella sua identità agli altri.

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Capitolo 20
*** Episodio 240: Perchè la cattura carte? ***


I Nani lasciarono così Gran Burrone sotto la guida del loro capo Thorin Scudodiquercia, venuto a sapere dell' indifferenza degli altri sulla loro missione. Anche Sakura preferì aiutare i tredici Nani privi di una casa, venendo anche lei a sapere che tutti si tiravano indietro alla missione cui lei stessa doveva compiere. Decise di portarsi dietro i suoi tre amici di viaggio. Risalirono alle prime luci del sole una stretta stradina su una montagna che stava per lasciare Gran Burrone: << State in guardia! Stiamo per varcare i confini delle Terre Selvagge >> avvertì Thorin stando in cima al gruppo e fermandosi spostandosi leggermente da un lato con l' ascia: << Balin, conosci la via. Guida tu >> disse al suo amico di prendere il posto di prima fila: << Sì >> rispose all' ordine il Nano facendo muovere la fila. Poco più indietro, c' erano Sakura con il suo piccolo gruppetto di sempre, e tutti si erano presi le provviste necessarie in dei zainetti: << Proprio di prima mattina dovevamo essere svegliati?! >> commentò Meiling strisciando sulla roccia per cercare di risalirla, a causa del peso del suo zaino che non le faceva tenere equilibrio: << Su, forza, ti aiuto io! >> disse Tomoyo spingendo da sotto il piede della cinesina, sbloccando così il traffico. Li era l' ultimo della fila, e Sakura si fermò anche lei da un lato per osservare la vista di Gran Burrone che veniva abbandonata. La Valle era racchiusa ai suoi occhi con le cascate che cadevano in mezzo al villaggio maestoso, create più in cima da un' immensa cascata. La ragazzina si sentiva il presentimento che non avrebbe più rimesso piede a quel luogo così incantato, già lasciato e già malinconica di esso: << Signorina Kinomoto, ti suggerisco di tenere il passo >> la avvertì Thorin con tono duro nei suoi confronti. Sakura guardò il Nano per afferrare quello che le giunse alle orecchie, mentre i suoi amici la superavano con Li che ancora la guardava con tristezza senza emettere alcuna parola. Sakura lo guardò come se si sentisse in colpa di un qualcosa che le arrivò in quell' istante, e si rigirò di nuovo a osservare la Valle senza aver avvertito Kerochan e suo fratello.

La giovane fece per andare avanti, seguendo il suo gruppo e stando per ultima dopo che i Nani passarono oltre: << Avremmo dovuto avvertire Kerochan? >> domandò Tomoyo girandosi verso Sakura che guardava a terra: << Sakura? >> la richiamò lei, attirando poi la sua attenzione. Colse nella sua amica uno sguardo confuso, non collegata a questo mondo e immersa nei suoi pensieri e dubbi che si poneva in quell' istante. Dopo qualche secondo la giovane si ridestò in sé: << Ah... Ehm, non era il caso, Tomoyo >> rispose corto all' amica facendole suscitare una lieve preoccupazione quando guardò il volto di Li anche il suo fisso al terreno. La lunga fila di componenti stava proseguendo una curva che della montagna che li avrebbe privati più avanti della vista della magica Valle. Oltre la montagnola si estendevano fitti pini e una radura immensa di natura verde, delimitate all' orizzonte da una catena montuosa imponente con della neve in cima. Quelle erano le Terre Selvagge. Intanto a Gran Burrone, la fretta era consigliera a Toy, in agitazione per la scomparsa della sorella: << Questa è la terza volta che me la fa sotto il naso! Non gliela farò passare liscia stavolta >> avvertì il giovane incaricandosi del compito di proteggerla. Yuki cercò di tranquillizzarlo mentre Elrond e Spinel lo osservavano con espressione normale: << Su, adesso non è il caso di prendertela così con tua sorella >> << E tu non dirmi di stare calmo! Ho sopportato anche abbastanza i suoi cambi d' umore in questi giorni! >> ribattè Toy mettendosi al lato dei pantaloni la spada Glamdring nella custodia. La sua solita katana se la mise dall' altro lato, guardato con delusione dal suo amico al quale gli aveva appena gettato un rimprovero: << Toy, devi comprendere le decisioni di tua sorella: non è più una bambina >> gli disse la tigre nera: << Oh, certo che lo è. Non sa badare a sé stessa là fuori, perchè non si rende conto dei pericoli che può correre >> << No, ti sbagli. Sakura saprà cavarsela a modo suo, nonostante ci siano i suoi compagni intorno >> aggiunse ancora Spinel, ma Toy ribatteva sempre: << E' ovvio che se la caverà fin quando avrà i suoi amici, ma mi preoccupano molto quei Nani. Pensano solo a loro stessi, come il resto della loro specie, in fondo... >> << Che vorresti dire? >> chiese Yuki un po' adirato: << E' molto semplice: voglio dire che tutti i Nani sono testardi e inutili. Avanti, dimmi Yuki, chi è che li starebbe ad ascoltare dopo che reagirebbero nei loro comportamenti da rozzi? >> << Ti dimentichi che non tutti i Nani erano così >> rispose Yuki seriamente. Toy si fermò nel parlare, ricordando il Nano che il suo amico intendeva menzionare. Gimli, l' unico compagno di avventura che ebbero nello scorso viaggio. Egli aveva stretto un legame profondo con i due ragazzi, e sopratutto con il resto della loro Compagnia, e Yuki aveva tutto il diritto di difenderlo.

Toy si sentì in colpa per aver generalizzato il suo giudizio sui Nani, mettendo in mezzo per Yuki il suo caro vecchio Gimli: << No, ascolta, io non mi riferivo a... >> << Beh, pare che tu volessi dire proprio quello! >> esclamò severo il giovane con gli occhiali. Fu un momento di grande fraintendimento tra i due, che per la prima volta si ritrovarono a litigare davanti agli occhi di alcuni che li conoscevano bene. Poi, il fratello di Sakura decise di assumere un tono duro, non fermandosi alla compassione: << Va bene! Adesso dobbiamo andare, Yuki. Vieni >> fece per intimarlo a seguirlo Toy andando avanti per uscire dalla cupola dove si era svolta la riunione: << E adesso che ti prende, me lo vuoi spiegare? >> domandò quasi ironicamente Toy a Yuki: << Non è da te lasciar perdere una questione che non ha ancora trovato la sua soluzione >> gli fece notare Yuki sotto lo sguardo serio di Elrond e di Spinel. I due sembravano ancora dover servire ulteriori litigi al suo pubblico: << Yuki, ne parleremo più tardi. Ora dobbiamo trovare mia sorella >> << Da quando vuoi fare di testa tua? >> gli chiese scocciato l' amico: << Hey, mi stai paragonando a quel Principe Nano, per caso? >> disse adirato Toy, proseguendo nel parlare mentre si avvicinava di fronte a Yuki: << Sentimi bene, Yuki. Se sto reagendo così è perchè sono in pensiero per mia sorella, l' ho già detto. E ci vuole un niente perchè qualche creatura selvaggia la divori in un sol boccone, su questo ci sei? Eh? >> << Quello di cui ti sto parlando io riguarda il tuo atteggiamento poco disponibile alla compagnia, non so se tu l' hai capito >> ribattè a chiare parole il compagno: << Come mai hai assunto su di me questa posizione? >> << Ma di che cosa stai parlando, Toy? >> << Niente. Lasciamo stare... >> cercò di concludere così il ragazzo, ma l' amico non se la sentiva di andare con il broncio a prendere Sakura: << No, adesso mi dirai tutto! Qui e adesso. Io non mi muoverò da qui >> << Ma dico sei impazzito?! Vuoi davvero lasciare che quella malaugurata di mia sorella rischi la vita da sola in quella foresta? E tutto per cosa? Perchè tu ti sei rifiutato di andare a salvarla >> << Ti ho già detto che lei non è sola, Toy! >> disse Yuki digrignando i denti e stringendo i pugni lungo i fianchi, innervosito dal battibecco con Toy: << Oh, hai ragione. Anzi, perfettamente ragione, Yuki: infatti, non è sola. E' solo in compagnia di tredici incompetenti che la fanno sentire sola, ecco qual è il punto! >> buttò giù dalla rabbia quelle parole Toy, facendo tremare duramente Yuki davanti a lui: << E sai una cosa? Noi diventeremo ancora peggio, se Sakura ci lasciasse le penne in quest' impresa...! >>. La voce di Toy venne interrotta di botto quando sulle sue spalle si sentì un forte colpo. Le mani di Yuki si poggiarono con forza e velocità sul suo amico che rimase quasi scioccato dalla reazione fulminea dell' altro. Tutti in sala, compresi Elrond, Spinel e Nakuru, rimasero in silenzio ad un cambio di pagina della lite verbale tra due cari amici: << Basta così! >> disse Yuki a denti stretti, tenendo la testa china e poi rialzandola rivolgendo a Toy uno sguardo quasi vendicativo. Quest' ultimo ebbe gli occhi che a poco diventavano lucidi al suo eccessivo sfogo. Ma capì che non doveva preoccuparsi di nulla, fin quando aveva un amico che lo sosteneva sempre: << Io so che cos'è che ti turba... >> rispondeva Yuki sicuro di sé, facendo rimanere ancora più sorpreso Toy.

<< Toy... Hai sofferto così tanto in passato, e questo lo capisco. Ma non è il caso che riversi tutta la tua rabbia sulla povera Sakura. Hai scelto di seguirla di tua volontà, abbandonando il destino che tanto ti legava agli Uomini e che feci come promessa a te stesso >> negli occhi neri di Toy adesso si materializzavano alcune gocce di lacrime pronte a scendere alla rivelazione delle parole di Yuki. Toy stava per chiedergli come era riuscito il suo amico a scoprire ciò che lo frustrava: << Non c'è bisogno di chiedermelo. Sei stato tu stesso a darmi parte del tuo potere per evitare che io socmparissi quella volta. Senza i tuoi riflessi, non puoi essere in grado di salvare tua sorella da solo, Toy. Ed è per questo che hai bisogno di me, così come degli altri >> il discorso di Yuki andò avanti tra i sorrisi sereni di Spinel, così come quelli di Nakuru e di Elrond, mentre Toy tremava adesso dalla rabbia che lo prese in quel momento: << Sei stato colpito duramente dalle parole di Thorin, riportandoti al passato. Ma devi capire, che non sei solo tu che ha voluto distogliersi dal voler diventare Re. Tutti noi. I tuoi amici hanno desiderato che tu cambiassi idea. Anzi, ognuno di noi farebbe la stessa cosa, facendosi anche qualche amico alle proprie decisioni. Perchè ci sarà sempre qualcuno che rimarrà d' accordo con i tuoi improvvisi cambi di direzione, e quel qualcuno si farà avanti lui stesso per sostenenrti nei tuoi ideali >> fu a questo punto che Yuki abbracciò forte Toy, facendolo tremare ancora di più e respirando più fortemente al dolce affetto che l' amico gli dimostrava: << E devi anche sapere, che anche Sakura non rimarrà sola. Ha anche una persona nel suo cuore, adesso. E non devi ingelosirti per il fatto che tu te la sei fatta sfuggire, ma devi essere orgoglioso che egli porteggerà sempre la sua amata. Adesso, ci sei? >> gli chiese con un sorriso Yuki, scostandosi dall' abbraccio e tenendo le braccia tese con le mani che poggiavano sempre sulle spalle di Toy. Questo emise un sorriso con la commozione che gli riempiva le orbite all' interno: << Oh, Yuki... >> fece per parlare il giovane con voce quasi rauca. Nakuru si tolse in silenzio una lacrima che le pendeva dalle ciglia all' assistere di quella dolce scena. Toy tirò in su le sue lacrime, prima che potessero scendergli nelle guance. Poi riassumendo la faccia serena di sempre, fu pronto a partire con il suo amico Yuki: << Sì. Questa volta hai davvero ragione, Yuki >> << Andiamo a raggiungere Sakura >> aggiunse l' amico con il sorriso radiante di sempre: << Giusto! >> si caricò Toy. Il giovane si controllò le spade che fossero messe a posto, prima di lasciare la stanza dove erano, inferiore al piano della cupola. Ma i due amici vennero fermati dal Re Elrond, che facendo alcuni passi verso di loro, ebbe da ridire: << Vi occorrerà l' aiuto di un altro componente. Vi consiglio di attendere anche Kerochan >> disse lui: << No, non ce ne sarà bisogno, la ringrazio Re Elrond >> lo ringraziò Toy per poco riassumendo quel carattere impavido di prima: << Forse è meglio se viene anche Kerochan, Toy >> gli consigliò pure l' amico a fianco.

Toy rimase ancora con un' espressione confusa a riguardo mentre Yuki proseguiva nello spiegare: << Ci servirà, fidati. Con il suo aiuto potremmo raggiungere in fretta la nostra Sakura. E' l' unico tra noi che conosce i sentieri della Terra di Mezzo >> << D' accordo, amico. Come vuoi tu >> gli rispose Toy sorridendogli con fiducia. Yuki contraccambiò lo stesso con un sorriso armonioso. Toy fece per fare alcuni passi in avanti, immerso nei suoi pensieri come guardava il sole del mattino che stava gradualmente alzandosi nel cielo rosso all' orizzonte. Il ragazzo sotto gli sguardi fieri dei presenti, si fermò all' uscio della stanza, appoggiandosi alla parete della porta aperta per ammirare l' orizzonte delle montagne più avanti dietro le quali sua sorella era in viaggio. Il vento delicato del mattino soffiò leggiadro tra i suoi capelli neri: << Ricordo ancora quella volta in cui ebbi una sorellina. Quell' episodio mi fece fare salti di gioia all' età che avevo, sapendo che non sarei stato un figlio unico >> ammise contento Toy riemergendo alla memoria i suoi ricordi infantili al momento della nascita di Sakura: << Da quel giorno mi promisi che avrei protetto la mia famiglia come primogenito, dopo che ci pensava mio padre a difenderci. Ma non pensavo di diventare geloso nei confronti di Sakura >> << E' tipico dei stretti legami che si devono mantenere saldi nel tempo >> gli disse Nakuru mettendo una mano sulla spalla del ragazzo, rincuorandolo dei suoi comportamenti più o meno sbagliati con la sorellina: << Ti ringrazio, Nakuru >> disse il giovane girato di spalle con il viso inondato dai raggi del sole del mattino: << Ma un' ultima domanda mi sto ponendo: perchè proprio mia sorella? Perchè è lei che deve sopportare il peso di salvare il mondo? >> si chiese Toy pensieroso: << La risposta la saprà solo lei, dopo che questa avventura avrà termine. Non sforzarti di conoscere i motivi alle tue domande che non riesci ad afferrare da subito >> gli consigliò saggiamente la tigre Spinel. Toy chinò di poco la testa, rispondendo brevemente: << Va bene >> mentre lui e Yuki aspettavano che il loro amico Kerochan finisse di parlare con Mizuki dalla cupola in cui si svolse la riunione. Qui, la tigre gialla era sul bordo del balconcino insieme all' incantevole Signorina Mizuki, nonché nuova Signora di Lòrien. La donna chiedeva informazioni al Guardiano riguardo al suo intento di raggiungere i Nani, per aiutarli nella loro missione di ripresa di Erebor. Il sole illuminava la facciata dove i due discutevano: << Tu li seguirai? >> chiese Mizuki: << Sì >> rispose deciso Kerochan: << Hai ragione ad aiutare Thorin Scudodiquercia. Ma temo che questa impresa abbia messo in moto forze che non ancora comprendiamo >> annunciava Mizuki dubbiosa. Un lieve ruscello di acqua sgorgante fuoriusciva dall' altura della collina dove sopra era costruita la cupola del Bianco Consiglio. Mizuki dopo una breve pausa, rispose: << L' arcano della lama di Morgul deve trovare risposta. Qualcosa si muove nell' Ombra, non visto, celato ai nostri occhi, e non si mostrerà. Non ancora. Ma ogni giorno cresce in potenza. Devi fare attenzione >> gli suggerì la donna a Kerochan. La tigre comprese bene le parole d' avviso di Mizuki, cogliendole lo sguardo di timore che si iniettava ora nei suoi occhi: << Sì >> rispose sempre Kerochan scendendo dal balconcino.

La tigre fece i primi scalini per discendere il piccolo spiazzo dove era, ma per qualche motivo, Mizuki si voltò sorridendo alle spalle del felino che da sempre proteggeva Sakura: << Mithrandir >> lo chiamò con il suo nome elfico, come lo chiamava una volta Lady Galadriel. Kerochan si fermò alla fine della breve scalinata, visualizzando per un attimo la figura e la voce della dolce fanciulla di Lòrien partita per Valinor per sempre. Kerochan si voltò verso la sua nuova Signora di Lòrien, ora riconoscendola in Mizuki, il cui viso sereno lo faceva riportare a Galadriel: << Perchè la cattura carte? >> chiese questa domanda al suo più fedele amico. Kerochan fu come spiazzato a qualunque risposta da dare a Mizuki per spiegare il motivo per cui Sakura era sempre stata scelta da lui per questo secondo e forzato viaggio: << Non lo so >> rispose la tigre alla luce del sole che illuminava la sagoma di Mizuki: << Spinel ritiene che soltanto un grande potere riesca a tenere il Male sotto scacco. Ma non è ciò che ho scoperto io... >> disse raggruppando i pensieri che la tigre si era fatto sullo stare a contatto con gli esseri viventi, voltandosi di spalle a Mizuki: << Io ho scoperto che sono le piccole cose, le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l' Oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore... Perchè Sakura Kinomoto? >> ripetè la domanda principale alla persona interessata: << Forse perchè io ho paura, e lei mi da coraggio >> rispose con il cuore la tigre. Le mani di Mizuki gli passarono fino alle guance, che le teneva a palmi aperti per rivolgere la facciona di Kerochan verso di lei: << Sakura ha sempre avuto questo carisma con tutti. Non avere paura, Kerochan. Tu non sei solo >> disse la donna incrociando gli occhi della tigre e accarezzandogli la testa con sullo sfondo della loro facciata il bagliore del sole. Il Guardiano fu come certo che Mizuki avesse già reincarnato la figura e il carattere di Galadriel a quel punto, non appena la fissò con serenità. Mizuki si mise a parlare in elfico: << Se mai avessi bisogno del mio aiuto, io arriverò >> promise questo al suo amico fidato, che nel comprendere quelle parole elfiche fece un cenno della testa, chinando il capo regalmente a Lady Mizuki. Questa lasciò delicatamente il pelo soffice della tigre, staccandosi da esso dopo che ci passò i palmi caldi. Kerochan fece per risollevare lo sguardo verso la sua compagna di sempre per ringraziarla dell' appoggio dato, ma si accorse che era sparita dalla circolazione, segno che gli dava il via all' inseguimento di Sakura. Kerochan partì quindi con Toy e Yuki alla volta della Compagnia dei Nani in viaggio per le Terre Selvagge, lasciandosi anche loro alle spalle Gran Burrone, per accorrere in portezione dei loro amici e stare al loro fianco nell' impresa.

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Capitolo 21
*** Episodio 241: Oltre la collina ***


Intanto, nelle Terre Selvagge, la Compagnia di Nani e di Sakura continuava la propria marcia tra le vaste radure secche, affiancandosi ad una foresta verso l' esterno. Erano così decisi a volersi riprendere la Montagna Solitaria a qualunque costo. Dopo il mancato sostenimento di Elrond, Thorin si promise insieme a Sakura di proseguire per conto proprio la missione. Il sole era ormai alto nel cielo, e sembrava che illuminasse il cammino dei diciasette avventurieri, uno ad uno dietro l' altro e in fila indiana. Sakura, Li, Tomoyo e Meiling stavano in mezzo alla fila, anche loro tenendosi in fila indiana. Tutti i Nani, perfino il gruppo di Sakura, non si voltarono dietro ad osservare se in lontananza si scorgeva ancora Gran Burrone, guardando avanti con lo sguardo fiero e alto verso le vette delle montagne innevate sullo sfondo. Il cielo, al momento in cui percorrevano quel tratto di collina, si coprì di nuvole grigie, che non impensierirono lontanamente Sakura, divenuta adesso una ragazza che sapeva prendere le cose con più serietà. I suoi amici la seguirono nel comportamento allo stesso modo. Balin, che ancora capitanava la lunga fila, vide che il terreno più avanti si estendeva tra curve e montagnole rocciose. Poco tempo dopo, la Compagnia di Thorin si ritrovò a dover superare un' alta collina di roccia, e la attraversarono dalla base, rimanendo attaccati al solido muro mentre una cascata cadeva dalla sommità dell' altura, infrangendosi più volte in più ripiani di roccia per poi finire per riversarsi più distante dal gruppo, nel quale ogni componente di esso saltava da un masso ad un altro per non scivolare nel fiumicello che si era creato. Superarono la costa rocciosa, fino a risalirla, finendo così nel fianco superiore di essa, poggiando i piedi sul manto erboso che c' era. La fila si propagò fino a quasi la fine della collinetta in fondo, e tutti poterono scorgere un tratto di roccia completamente coperto dalla neve bianca, nel mentre che facevano passi quasi affaticati come se calpestassero la neve. Il materiale nevoso era reso ancora più bianco dalla fitta lucentezza della stella solare in alto. I diciasette componenti si misero ancora più stretti gli zaini sulle spalle, cominciando a risalire il fianco del tratto nevoso, fino in alto la superficie. Tutti si potevano distinguere uno ad uno che mantenevano le distanze uguali dal prossimo mentre la lunga marcia verso Erebor sembrava appena iniziata per loro.

Thorin si mise capo fila, lasciandosi trasportare con più spinta dai suoi piedi, staccandosi di alcuni centimetri dal secondo della fila. Per lui la ripresa della sua madre patrìa era più che mai viva, resa tale forse dal bricciolo di speranza che Kerochan diede al Principe all' inizio. Anche Sakura si portava nella marcia il peso di quell' impresa, mischiandosi come una paladina della giustizia tra quei volenterosi Nani di raggiungere Erebor. Sullo sfondo, i nostri eroi ebbero la visuale di tutte le montagne che fino a quel momento avevano scalato e oltrepassato con la neve che si era poggiata sulle cime. Ora erano su un terreno roccioso dove si presentava una struttura che faceva riemergere una specie di fortezza tra le colline. Il sole stette ancora a illuminare il loro sentiero, volenteroso anche esso di stare al fianco di Thorin. Infine, superarono la struttura in roccia, e dovettero intraprendere una via più stretta tra altre montagne. Il tratto sembrò più pericoloso, non appena il sole abbandonò il giorno, lasciando spazio alla notte. Fu una notte piovosa e temporalesca per i Nani che dovevano rimanere attaccati alla parete della montagna dove erano, facendo passi stretti e piccoli per non cadere giù nello strapiombo. I litri di pioggia che scesero dalle nuvole nere della notte erano in ingenti quantità, e questo rendeva la roccia molto più scivolosa al contatto delle scarpe del gruppo. Rombi di tuono si spargevano dall' alto delle montagne che riuscivano a vedere a tratti offuscate dalla fitta pioggia che vedevano ai loro occhi, quasi al punto di appannarglieli. Ad un ennesimo rombo di tuono, Thorin avvertì il suo gruppo di non fare altri passi nello stretto tratto di montagna: << Fermi! Aspettate! >> gridò il Principe dei Nani, andando ancora più avanti per controllare che un tratto fosse sicuro per poggiarci i piedi. Di seguito anche tutti gli altri che erano dietro di lui lo seguirono facendo cautela a dove mettevano i piedi. Sakura socchiuse gli occhi dalle troppe gocce che le bagnavano con forza il viso, e per poco non cadde giù dal dirupo: << Sakura! >> gridò Tomoyo vedendo che la schiena della sua amica si stava rivolgendo verso il vuoto: << No! >> esclamò Li che era avanti a Sakura. Bofur ebbe i riflessi pronti, riuscendo ad afferrare dalla maglietta la cattura carte: << Attenta! >> gridò allo scampato pericolo ritrovandosi tra le mani la maglia di Sakura fradicia e con il corpo di lei in bilico verso il dirupo. Li porse una mano sull' altra spalla della ragazzina, aiutandola a risollevarsi in piedi e a rimanere attaccata alla parete. La giovane emise un respiro di sollievo, così come Li che le stava a fianco: << Dobbiamo trovare riparo! >> disse Thorin cercando di sovrastare il rumore della pioggia da davanti al gruppo. I capelli neri e lunghi gli si fecero bagnati e gli si appiccicarono alla faccia dal troppo piovere.

Dwalin emanò un grido ad alta voce: << Attenzione! >> disse il Nano guardando in avanti oltre le nubi che si stavano sempre più abbassando all' altezza in cui erano. Tutti i membri si voltarono seguendo lo sguardo del loro compagno, riuscendo a scorgere un grosso masso volante che spuntava dalla cortina di nuvole e che si dirigeva verso la montagna dove erano. Il masso volante si infranse sopra alle teste della Compagnia, nel lato superiore al fianco. I grandi detriti di pietra cadevano inesorabili verso i Nani che si ritrovarono sotto la loro traiettoria: << Sakura, indietro! >> la avvertì Li spostandola verso il muro roccioso. La Compagnia si mise appiccicata alla montagna, riparandosi dai saltelli che le pietre facevano nella loro caduta dalla parete rocciosa. La valanga di pietre si incrementò ancora di più, quando i detriti del masso iniziale staccarono una parte del fianco della montagna, mettendo più in pericolo le sorti dei missionari. La grossa parte che si staccò finì nello strapiombo, oltrepassando le teste dei diciasette avventurieri. Balin si affacciò di poco da sopra le teste degli altri, osservando un qualcosa di anomalo, tutt' altro che un disastro dovuto al clima: << Questo non è un temporale, è una battaglia fra Tuoni! >> esclamò il Nano con il cappuccio nero che lo proteggeva dalla pioggia. Meiling e Tomoyo, così come Li e Sakura che si tenevano stretti tra le loro braccia, si voltarono nella direzione dove Balin indicava. Quello che videro fu dell' anormale: un grosso gigante costituito dalla pietra che si staccava da un lato di una montagna di fronte agli occhi dei Nani. La sua testa era a forma di parallelepipedo grande, così come i suoi arti sembravano assumere figure solide nella loro composizione: << Guardate! >> urlò ancora Balin indicando al gigante di pietra. Questo fece per staccare con le sue mani un pezzo di roccia davanti a lui, forse pronto a scaraventarlo di nuovo sulla montagna dove erano i Nani. Sakura rimase a bocca aperta, come se il fiato le stesse per mancare alla vista del gigante roccioso che si muoveva per magia: << Che cos'è quello?! >> domandò impanicata la cattura carte con il cinesino che la teneva sempre stretta tra le braccia, dimenticandosi di ogni dubbio che aveva con Sakura. Lei lo notò solo per breve, di nuovo interrotta dalla scena che si svolgeva. Bofur si affacciò pericolosamente da sopra le teste di tutti gli altri, volendo assistere meglio a ciò che gli si presentò agli occhi: << Che mi venga un colpo! Le Leggende sono vere. Giganti, Giganti di Pietra! >> esclamò lui mentre Meiling e Tomoyo tremarono come foglie al gigante che si sovrastava e che si teneva dalla montagna di fronte alla loro. L' immenso energumeno lanciò con una mano il pezzo di roccia staccato, indirizzandolo curvato dal punto in cui si trovavano Sakura e gli altri. Il verso che emise il grosso gigante fu quello di una balena che stava emergendo con tutto il suo fiato dal mare. Gli occhi di tutti seguirono il lancio del masso che li sorpassò in volo, finendo per colpire nel fianco superiore della loro montagna un secondo gigante che era giunto in scena. Il masso colpì il secondo mostro al petto, facendolo sbricciolare per poco da piccoli pezzi di roccia che gli componevano la cassa toracica. Il secondo gigante fece uno sbalzo all' indietro, finendo per sbattere con grande rumore sulla parete rocciosa in alto, che vibrò fino al sentiero dove erano fermi i Nani e Sakura.

Meiling cadde in ginocchio non riuscendo a tenersi in equilibrio all' impatto: << Meiling, stai bene?! >> le chiese Tomoyo poggiandole una mano sulla schiena durante il violento temporale: << Sì, non è niente, tranquilla! >> le rispose la cinesina con altri tremolii che scossero ancora la montagna: << Riparati, stupido! >> urlò Thorin a Bofur che si era sporto con noncuranza con la testa oltre la parete cui doveva rimanere attaccato. Kili fece per afferrare Bofur da dietro per rimetterlo al sicuro alla parete dai detriti di roccia che cadevano ancora su di loro. Tutti si rimisero appoggiati al muro della montagna, tenendo questa volta i piedi uniti e staccati dal bordo che crollava dai pezzi rocciosi che discendevano su di esso, e facendolo smorzare ulteriormente: << Tenetevi forte! >> gridò Dwalin al resto dei suoi compari. Un pezzo di bordo si staccò nel luogo in cui Sakura era, facendole accorciare la vicinanza con il dirupo: << Fili! >> << Kili! >> << Afferra la mia mano! >> dissero d' improvviso i due fratelli urlando a squarciagola per raggiungersi a vicenda. Una crepa si era formata tra il sentiero dove la Compagnia era. In breve la crepa si allargò a dismisura fino a tutta la grande parete rocciosa: << Che succede?! >> gridò anche Sakura sentendo delle urla provenire davanti al suo gruppo. La Compagnia venne d' improvviso divisa in due parti, ognuna delle quali stava allontanandosi inspiegabilmente dalla sua parte di ricongiunzione. Kili, stando sotto il suo cappuccio, rimase con gli occhi sgranati al fenomeno che stava per accadere: << La montagna si è divisa! >> avvertì Tomoyo al resto dell' altra parte che stava con Fili: << Fili! >> cercò di richiamare il fratello il Nano Kili, separatosi da lui con l' altra metà del gruppo. Seguirono altre urla di disperazione e panico tra tutti i membri. Una breve cascata di pietre si formò tra il voragine creato dalla montagna, attirando l' attenzione dei diciasette eroi. Quello che ne uscì fu un terzo gigante di pietra che si metteva a busto dritto, seduto su una grossa altura. Il punto in cui la Compagnia si ritrovò erano nient' altro che le gambe del terzo mostro entrato in scena per la battaglia: << Oh no! >> gridò Meiling sgranando a più non posso gli occhi e tenendo la bocca aperta dallo sbigottimento per un' ennesima che si era fatta avanti. Il Gigante di pietra dove furono divisi i Nani, si alzò in tutta la sua imponenza in piedi dalla montagna dove fino adesso riposava. Una testata gli giunse alla fronte rocciosa a causa di uno degli altri due giganti che lo volevano sfidare. Il mostro colpito si inarcò all' indietro, sbattendo di nuovo contro l' altura con i pezzi della sua faccia che gli cadevano come fitta pioggerellina dall' alto. Le gambe dove stavano le due parti della Compagnia si mossero in modo brusco verso la parete, mettendo a rischio la vita dei membri del viaggio che si aggrapparono con le unghie alla parete. La parte della gamba dove c' era Thorin si agganciò al proseguo del sentiero di prima, avendo così l' occasione per quella metà di fuggire: << Via, via, via! >> disse Thorin guidando il gruppo in cui era finito per scendere dall' arto del mostro e saltare così al sicuro nel sentiero.

Tutti fecero il più possibile per raggiungere la terra ferma, saltando con uno sforzo dalla gamba del mostro che stava per riprendere il combattimento. La metà del gruppo scansò così ulteriori piogge di pietre nella fuga. Questa parte della Compagnia fu salva, e rimasero a guardare inermi la grossa gamba rocciosa che si staccava dalla montagna, e videro che nell' altra gamba più in là c' erano gli altri loro compagni che dovettero ancora resistere prima di attraccare sul sentiero. Il mostro colpito tornò alla carica, vibrando un gancio destro verso il suo avversario. Ma questo scansò il pugno pesante con un lento movimento della testa: << Attenti! Attenti! >> gridò Dori avvertendo il suo gruppo al sicuro nel suo gruppo con Thorin e Kili per prestare attenzione al pugno del gigante che sfiorò la parte superiore della roccia dove erano. Il secondo gigante dove era la metà della Compagnia riuscì a contrattaccare al suo avversario e gli mollò un gancio possente da sotto il mento. Il primo mostro cadde sconfitto tra i valichi delle montagne che c' erano. Ma alle spalle del primo vincitore, ci fu il terzo Gigante che caricò il lancio del masso con due mani, pronto a colpire il mostro che aveva abbattuto il primo. Con un movimento delle braccia ben dato, il terzo Gigante vibrò la sua roccia contro la testa parallelepipeda del suo avversario ancora in piedi. Questo avendo i movimenti molto lenti riuscì a vedere solo una grande roccia prima che gli staccasse di netto la grossa testa con un' esplosione di detriti. La testa mozzata del Gigante venne sbalzata dal corpo immenso di esso per poi schiantarsi sopra la parte superiore alle teste del gruppo salvo nella montagna. Il corpo del Gigante stava barcollando pericolosamente verso terra, e Sakura insieme al resto del suo gruppo e di alcuni Nani sulla gamba si sentirono tirati con forza l' un l' altro, rischiando di cadere anche loro nel dirupo. L' arto del mostro decapitato si mosse di scatto verso la montagna dove l' altra parte della Compagnia era al sicuro. Le due metà del gruppo si incrociarono le facce sconvolte e terrorizzate a ciò che stava per accadere: << Saltate! Forza! >> gridò Thorin a capo del suo gruppo verso gli altri componenti per metterli in salvo. Tutti stettero con il fiato sospeso a quella scena, con le gambe del mostro mozzato che si fermavano tra due muri di montagna, mentre la schiena dell' essere si incurvava all' indietro verso il basso: << Tenetevi! >> gridò ancora Thorin mentre il resto del gruppo attaccato alla gamba stava per colpire la parete rocciosa. Sakura sgranò gli occhi emettendo uno dei suoi gridi più acuti di sempre mentre Li la teneva a stento per le spalle. Meiling, Tomoyo e il resto chiusero gli occhi abbracciandosi tra loro stesse all' imminente impatto che la gamba del gigante sconfitto stava per fare. Infine, con una lieve intuizione di Thorin, la gamba si schiantò sul muro della montagna poco più in là, temendo che l' impatto avesse lasciato secchi i restanti componenti.

<< Noooo! Noooo! >> lanciò questo grido il Nano Thorin dapprima riparandosi dall' esplosione di pietre che provenì allo schianto: << I nostri compagni! >> gridò pure Balin osservando con il suo gruppo il corpo del mostro mozzato che si staccava dalla parete, cadendo a peso morto verso il crepaccio creato da due montagne, sbattendo in un fianco di esse prima di capitolare in fondo. Thorin smosse il suo gruppo di Nani avendo notato che la battaglia dei Giganti era finita, andando a vedere se si erano salvati i restanti componenti: << No! Fili! >> disse il Principe precipitandosi oltre l' angolo della parete con il resto. Per loro fortuna trovarono i propri compari vivi e interi, l' uno ammassato all' altro dal salto che fecero. Li, Meiling e Tomoyo si ritrovarono in mezzo al gruppo di Nani che rischiò per ultimo la vita nella battaglia tra giganti di pietra. Thorin li vide che ancora si contorcevano tra di loro, e lasciò un sospiro di sollievo, facendosi cadere le braccia come se si liberasse di un peso: << Tutto bene! Sono vivi! >> avvertì Bofur da dietro gli altri suoi compagni: << Su, forza, alzatevi >> disse Tomoyo sollevando per una parte delle braccia sia Li che Meiling. Ma il Nano Bofur si accorse che all' appello mancava un ultimo componente: << Dov'è Sakura? Dov'è la ragazza? >> si chiese a tutti quanti, destando preoccupazione nei suoi amici. Al Nano bastò abbassare lo sguardo sotto di lui per vedere la cattura carte che era rimasta aggrappata al bordo dello stretto sentiero, salvandosi di poco da una possibile morte: << Là! >> esclamò Bofur inginocchiandosi per cercare di aiutarla. Questa cercava di risalire in su con i piedi che scivolavano nella roccia bagnata: << Sakura! >> gridò Li accorrendo verso la sua amata, seguito anche da Meiling e da Tomoyo: << Sakura, resisti! >> << Aiutiamola, presto! >> dissero rispettivamente Tomoyo e Meiling inginocchiandosi anche loro per recuperarla. Notarono nella sua faccia una nota di terrore alla scampata fine che stava per fare: << Prendetela! >> ordinò Thorin ad uno dei suoi compagni. In quell' istante, la mano di Sakura si staccò dal bordo: << Oh no, Sakura! >> gridò ancora Tomoyo. Sakura stava per emettere un urlo che poi smorzò quando si sentì tirare il braccio, lasciandola ancora a penzoloni nel vuoto. La mano della cattura carte si era afferrata ad un piccolo pezzo della parete per puro caso: << No, Sakura! >> gridò Bofur cercando anche lui di prendere la mano della giovane, oltre agli amici di lei e ad alcuni Nani. Thorin agì di fretta, essendo l' unico capo nella Compagnia. Si calò dal bordo, retto dalla mano di Dwalin, mentre si apprestava a salvare la cattura carte: << Sono qui, ragazzo! >> gli disse Dwalin per tenere il Principe. Questi afferrò la schiena di Sakura e la tirò in su verso Li, che potè così afferarla tra le sue braccia, aiutato dal restante gruppo. Thorin scivolò a sua volta con la mano dal bordo, ma venne salvato da Dwalin in un secondo tempo, che con uno sforzo rimise in superficie il suo amico Thorin. Ora tutti erano sani e salvi, scampati al temporale e alla battaglia dei Giganti di pietra. Li tenne Sakura a sé, cercando di tranquillizzarla mentre ansimava dallo spavento: << Come ti senti? >> le chiese Tomoyo toccandole una mano. Questa non emise risposta, volgendo il suo sguardo verso Thorin che aveva deciso di soccorrerla in uno dei suoi momenti di buon carattere.

<< Credevo l' avessimo persa! >> commentò Dwalin mentre finiva di aiutare Thorin a riposizionarsi in piedi. Questo incrociò la faccia della cattura carte che stava per ringraziarlo. Ma il Nano riassunse il suo carattere dispreggiativo di sempre: << Lei si è persa fin da quando ha lasciato casa sua. Non sarebbe mai dovuta venire. Non c'è posto lei tra noi >> rispose Thorin in una delle sue frasi da offesa a quelli che considerava inutili. Il Nano lasciò quindi Sakura con un peso sullo stomaco, il secondo alle sue parole, e fece per dirigersi in avanti: << Non ascoltarlo, Sakura >> la rincuorò Li tenendola abbracciata a sé, sotto quella pioggia battente. La giovane, nonostante avesse degli amici che la proteggevano, fu come se non poteva resistere ad un' ennesima provocazione di Thorin, che la considerava un insetto indifeso: << Dwalin >> richiamò l' amico che l' aveva salvato, facendogli cenno con la testa di passare avanti mentre Fili aiutava Bombur e con il resto della Compagna che si rimetteva a seguire il loro capo branco. Dwalin si infilò in un largo buco della roccia, controllando all' interno di esso insieme a Thorin: << Sembra abbastanza sicura >> notò Dwalin: << Controlla fino in fondo. Le grotte delle montagne sono spesso abitate >> disse Thorin cauto. Dwalin si accese una lanterna per farsi luce nel buio della grotta per vedere se vi erano delle creature oltre a loro: << Qui non c'è niente >> disse convinto lui mentre il resto della Compagnia entrava nella grotta: << Muoio di freddo! >> si lamentò Dori: << Bene, allora. Accendiamo un bel fuocherello >> propose Gloin buttando a terra un po' di legna, pronto a riscaldarsi le mani. Thorin fermò ogni intenzione dei suoi compari: << No, niente fuoco. Non in questo posto >> disse proseguendo: << Cercate di dormire. Partiamo come arriva l' alba >> << Va bene >> rispose Dwalin un po' sconfortato per volontà degli altri: << Dovevamo aspettare tra le Montagne fino all' arrivo di Kerochan. Questo era il piano >> ricordò Balin a Thorin, che ribattè: << I piani cambiano. Bofur: primo turno di guardia >> disse poi rivolgendosi al Nano che doveva stare di sorveglianza la notte mentre dormivano. Li reggeva sempre Sakura dalle spalle, riscaldandola quanto più poteva: << Senti freddo? >> << Un po' >> disse la giovane tristemente: << E' meglio se cammini, ti aiuterà a farti riscaldare >> le consigliò il cinesino lasciando che la sua amata facesse un paio di passi in avanti per iniziare la camminata: << Ah! Che freddo! >> si lamentò Meiling rabbrividendo seduta su una roccia insieme a Tomoyo: << Come faremo a riscaldarci il cibo per la notte? >> << Chiedilo a quel simpaticone di Thorin: vuole farci soffrire con i suoi trattamenti da duro guerriero >> discuterono per breve Tomoyo e Meiling ad un altro pessimo piano del Nano, mentre Li si strizzava il cappello verde per farlo fuoriuscire dall' acqua da cui era impregnato.

Il cinesino si voltò verso Sakura, vedendola seduta rannicchiata in un angolino e voltata di spalle con le braccia che si teneva strette per riscaldarsi. Li emise un' espressione dispiaciuta a quello che Sakura dovette subire nel' ascoltare Thorin. Sapeva che non avrebbe retto ad un altro richiamo offensivo del Nano nei suoi confronti. Sakura si riemerse nei suoi pensieri, buttandosi già la testa tra le ginocchia. All' esterno della montagna, in un altro punto in cui percorsero la strada i Nani, Azog era sulle tracce delle piccole creature a cavallo del suo Mannaro bianco sotto il temporale che infuriava. Il lupo annusò un terreno dove le orme dei Nani e il loro odore si sentì chiaramente al suo olfatto. La bestia ritirò su la testa, ringhiando al riconoscimento delle prede. Gli Orchi dell' Orco Pallido erano alle spalle di esso, anche loro in groppa ai loro Mannari: << Le tracce sono fresche! >> notò l' Orco al verso del suo lupo: << Hanno preso il passo della Montagna >> riferì infine con i lampi dei fulmini che gli illuminavano la carnagione bianca al loro scoppio in cielo. Con un colpo di talloni ai fianchi del suo Mannaro bianco, Azog diresse a tutta velocità il suo branco i cui lupi cominciavano già a ruggire dal cibo che avrebbero presto messo sotto i denti.

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Capitolo 22
*** Episodio 242: Sotto la collina ***


I Nani si ripararono da quella notte piovosa all' interno del rifugio trovato tra le montagne, e si addormentarono tutti in attesa del sorgere del sole, all' oscuro della caccia che stava dando loro Azog. Ronfavano lievemente ormai già calati nel sonno notturno con in sottofondo il silenzio dell' ambiente circostante. Li, Meiling e Tomoyo dormivano anche loro sdraiati per terra, non attirati dal rumore dei ronfii dei Nani. Sakura invece fu come sempre l' unica a non riuscire a dormire. Riaprì gli occhi mentre era voltata di spalle con le braccia conserte, fissando il vuoto in modo scocciato. Aveva tutte le intenzioni di andarsene da quella Compagnia di Nani, avendone abbastanza dell' aria che si respirava tra il gruppo per via del carattere di Thorin. Diede un' occhiata ad alcuni Nani che dormivano intorno a lei per vedere se i loro occhi erano completamente serrati dalle palpebre. Avendo la sensazione di una possibilità di fuga, si alzò dal busto, controllando ancora la distesa di corpi di Nani ai suoi piedi, fino all' uscio della grotta. Fu quella l' occasione: Sakura si prese con sé la spada Pungolo che si mise al lato con la custodia che la avvolgeva. Si rimise in spalla lo zainetto nel più totale silenzio possibile, dopo che mise in questo la coperta che si teneva sotto per dormire. Sempre controllando che non ci fossero altri Nani che la stessero osservando mentre si faceva le valigie, la ragazzina scavalcò i primi piedi di Nani che erano posati in ogni centimetro della grotta, facendo cautela a non calpestarne qualcuno. I leggeri passi che faceva erano attutiti dal loro suono dal continuo ronfare dei piccoli esseri. Sakura si stava dirigendo verso i suoi tre amici per svegliarli e portarli con sé nella strada di rientro. Dori si mosse appena dal lato della giovane, rimettendosi in un' altra posizione dove poteva dormire in pace. La ragazzina diede un' occhiata veloce al Nano che si rimise a posto nelle coperte prima di proseguire avanti. Bofur, intanto, era ancora sveglio come da turno di guardia, poggiato seduto ad una parete mentre davanti ai suoi occhi passava Sakura.

Il Nano smise di mordicchiarsi le unghie e allungò il collo per fermare Sakura: << Dove credi di andare? >> domandò a bassa voce alla giovane che si gelò d' improvviso nei suoi passi, essendo stata scoperta da Bofur. Non poteva mentire a riguardo, e con faccia decisa disse al Nano le sue intenzioni: << Torno a casa con i miei amici >> << No, no. Non puoi tornare ora. Fai parte della Compagnia. Sei una di noi >> disse Bofur sempre bisbigliando e alzandosi in piedi per stare di fronte alla cattura carte. Ma lei sapeva benissimo la sua situazione nel gruppo di Nani, e fece una smorfia contradditoria: << In realtà no, vero? >> rispose lei veritiera. Bofur rimase senza alcuna spiegazione da dare a Sakura, non volendole nascondere ancora la vera posizione che assunse nella Compagnia, e di cosa pensavano i Nani di lei. Sakura fece per proseguire: << Thorin ha detto che non dovevo venire, ha ragione. Non sono una Daidouji, sono una Kinomoto, chissà che mi è saltato in testa >> gli occhi del Principe Nano si aprirono al sentire le parole di Sakura, girato di spalle da un lato, e si sentì attirato dal discorso della ragazzina. Quest' ultima guardò per terra per un paio di secondi: << Non dovevo uscire dalla mia porta >> si pentiva adesso: << Hai nostalgia di casa. Lo capisco, io... >> << No, tu non puoi! Tu non capisci! >> ribattè Sakura a bassa voce, dando un tono più severo alle sue parole che fermarono Bofur nel parlare: << Nessuno di voi capisce. Siete Nani! Siete abituati a questa vita: vivere per strada. Mai fissarsi in un posto, non appartenere mai a niente >> concluse sbottando tutto d' un fiato la giovane su ciò che pensava sui suoi nuovi compari. Solo dopo che disse la sua verità, sembrò riuscire a capire veramente l' espressione delusa di Bofur che giunse al Nano come se fosse stato appena rimproverato. Sakura ritornò per un po' in sé, facendo subito per ritirare la frase che disse a Bofur: << Ah... No, scusami, non... >> ma ormai il danno era fatto, e la giovane sbuffò dall' ingiustizia dopo che assunse una faccia colpevole. Bofur si mise ad abbassare più volte gli occhi alla triste verità alla quale era costretto convivere: << No, hai ragione... >> guardò dietro i suoi compagni con tristezza nel suo cuore, tutti che ancora dormivano sereni: << Non apparteniamo mai a niente >> il tono della voce gli si fece anche esso triste. Thorin sospirò amaramente alla situazione in cui lui e i suoi compagni erano, da lungo in assenza di una casa dove poter dormire in santa pace. Ma quella casa era sotto le mani di un Drago che vegliava costantemente. Non erano neanche fortunati, o se almeno tentavano di esserlo, i risultati erano sempre negativi nei loro confronti. Sakura buttò in giù la fronte, adesso non volendo guardare il Nano che si rimproverava da solo, perdendo tutta la sua carica che si mise in quell' impresa: << Ti auguro tutta la fortuna del mondo >> disse a Sakura. Lei risollevò la testa, intuendo che Bofur voleva lasciarla andare. E così fu. Il Nano le sorrise alla faccia del benestare di lei: << Dico davvero >> aggiunse dandole una pacca sulla spalla. Sakura ricambiò accennando ad un sorrisino di scusa ad un nuovo amico.

Fece per chinarsi per scuotere Li, mentre gli occhi di Bofur si posarono nel fianco della giovane: << Che cos'è? >> le domandò notando una luce che fuoriusciva dalla custodia di Pungolo. La giovane si rialzò in piedi, osservando prima Bofur e poi il suo sguardo dove cadeva, puntato sulla spada. La ragazza si sentì da subito un brutto presentimento che le balenò la mente, notando il blu di Pungolo che si illuminava quando c' erano Orchi nelle vicinanze... . Orchi? Sakura estraò per un pezzo la lama luminescente e la sua vista si tirò lentamente in su, sgranando gli occhi alle creature in arrivo. Un lampo le illuminò mezzo volto al pericolo imminente. Thorin afferrò il silenzio improvviso che scese tra i due discutenti, poi udì una specie di rumore di sabbia che scendeva. Roteò lo sguardo verso una crepa che si prolungava da sotto la sabbia tra i suoi compari: << Svegliatevi! Svegliatevi! >> ordinò il Principe a tutti seguendo la pista della crepa che si formava. Tutti si destarono dal sonno: << Sakura, che succede? >> disse Tomoyo rialzandosi di scatto con Li e Meiling. Un suono di ruote meccaniche si sentì da sotto il terreno, facendo barcollare Bofur sul posto. Poi il rumore si intensificò ancora di più quando Bofur cadde da sotto il terreno: << Attento! >> gli disse Li troppo tardi. Sakura, e i restanti componenti, furono fatti scendere da delle bottole del terreno su cui erano verso il fondo. Quello che si ritrovarono fu come un mondo sotterraneo fatto di gallerie e sotterranei. Fecero in tempo a vedere delle piccole creature appese a dei fili attaccati da sotto il terreno, prima di cominciare a scivolare per le gallerie. Con un balzo dal primo scivolo roccioso, finirono uno ad uno sotto un' altra cavità, strisciando nelle pareti curve verso il basso, come se ci fosse il gioco della ruota panoramica. Ad ogni curva che prendevano, la loro velocità aumentava per venire poi catapultati in un ennesimo scivolo. Raggiunsero in fretta la fine di quei tunnel, e uno dietro l' altro finirono dentro una specie di gabbia. I tredici Nani finirono uno sopra l' altro, con Sakura e gli altri tre che fecero ancora più peso sui loro piccoli compagni che già erano schiacciati da Bombur: << Dove siamo? >> << Negli Inferi >> rispose Meiling alla domanda di suo cugino. La cattura carte si ritrovò con il corpo a pancia all' aria dalla caduta che fece, e osservò con la vista al contrario dei piccoli omini che si avvicinavano a loro in gran numero: << Attenti, attenti! >> avvertì Dori a quelli che sembravano tanti piccoli Orchi che si agitavano e tenevano le mani tese verso le loro prede, sbraitando dalla rabbia. Gli orrendi esseri con la camminata scomposta si riversarono intorno al gruppo di Nani preso, cominciando a prendere ogni componente con la forza. I Nani che cercarono di reagire, alzandosi in piedi, vennero raggiunti dai mostri che cominciarono a salirgli addosso. Perfino il gruppo di Sakura venne subito afferrato dalle mani dei mostricciatoli, impedendo al cinesino di estrarre la sua spada per combatterli.

Le urla stonate degli orchetti sovrastavano le lamentele dei Nani che venivano tirati dalla loro gabbia e spinti ripetutamente verso il gruppo di mostri che doveva trasportarli verso gli abissi delle loro gallerie: << No, aiuto, ragazzi! >> urlò la cattura carte coprendosi la testa con le mani: << No, Sakura! Che cosa fanno? >> << Sakura! >> urlarono Tomoyo e Li al ritmo delle grida di Meiling, trascinati anche loro dalla furia dei mostri, con il cinesino che cercava di afferrare la mano della sua amata prima che la corrente dei mostri li separasse: << Lurida feccia! >> si sentì un insulto da parte di uno degli orchetti che assalivano il grande gruppo di Nani e umani, bloccandoli nei loro movimenti. Anche se gli avventurieri cercavano di scansare gli Orchi assalitori, ce ne erano altri che accorrevano in aiuto dei loro compari: << Aiuto! >> gridò Ori preso con forza da uno dei mostri. Dwalin cercò di mettere in atto la sua forza come meglio poteva, mollando ganci alle facce degli orchetti che si ritrovava davanti. Ma anche se alcuni riusciva a buttarli giù dal pontile in cui erano, il grande numero di mostri era troppo per i diciasette sventurati e di seguito vennero trascinati ancora con più veemenza tra le fila di Orchi: << Pagherai per questo! >> giunse una voce di qualche altro essere prima che Oin mollasse anch' egli un pugno ad uno degli Orchi. Li, Meiling e Tomoyo si trovarono spinti da una parte e dall' altra nella mandria di Orchi che impediva loro di farli muovere nel poco spazio che avevano: << Hey, non toccare il mio vestito bianco! Ah! >> si lamentò Meiling disgustata dall' essere toccata dalle mani dei mostri, mentre i suoi altri due amici faticavano a liberarsi. Tutti i Nani così vennero trasportati a furia di spintoni nel lungo pontile dagli Orchi assalitori che risalivano perfino le pareti delle rocce di sotto. Sakura faceva una smorfia di orrore come passava in mezzo ai volti mostruosi degli orchi che cercavano di afferrarla. Ogni componente venne così afferrato ai lati da due Orchi che facevano loro da guardie giustiziere: << E va bene, va bene, non spingere! >> disse Dori rivolto ad un suo Orco che lo spintonava da dietro. I Nani e i tre ragazzini vennero fatti passare con la forza su un pontile in legno, con dei pipistrelli che svolazzavano dal buco di una parete rocciosa sopra le teste dei passanti. Dwalin oppose un' ultima resistenza ai suoi avversari che vinsero con la forza del loro gran numero per spingere verso il pontile il Nano massiccio. In testa alla fila di Orchi, ce n' era uno con la torcia che faceva strada sul luogo dove potevano depositare le prede: << Lascialo stare! >> si oppose anche Fili venendo a sua volta spintonato più volte da un orco, e se era necessario, frustato. Sakura chiuse gli occhi, piagnucolando e abbassandosi fino all' altezza dei piedi degli Orchi che prendevano gli ultimi componenti della Compagnia che trascinava più avanti nella galleria. Nori nel cercare di dimenarsi dalla presa degli Orchi, si voltò casualmente dietro, notando Sakura che non veniva presa da alcun mostro che intanto le passava a testa alta: << Giù le mani! >> sbottò il Nano prima di vedere la ragazzina accovacciata a sé. Il Nano volle non richiamarla, decidendo di lasciarla stare per mettere in salvo almeno lei. Con un ultimo orco che proseguiva lento nella camminata, Sakura smise di piagnucolare e riaprì di scatto gli occhi verso i mostri che si allontanavano da lei.

Fu l' unica nel gruppo a non essere presa, ma adesso doveva recuperare i suoi amici prigionieri. Sempre rannicchiata su sé stessa, la giovane si inginocchiò fino a gattonare verso la sporgenza del punto in cui era. Vide il ponte in legno che veniva attraversato dai Nani e dagli Orchi con i pipistrelli che volavano sopra le loro teste come per dirigere il traffico anche loro. Sakura si mise nascosta dietro ad un blocco di scatole che trovò di fronte, osservando le grida degli Orchi che diminuivano non appena fecero una curva nello svoltare. Infine, con gli ultimi pipistrelli che raggiungevano la mandria di Orchi, Sakura rimase da sola. Non perse altro tempo e richiamò a sé la carta della spada: << Spada! >> trasformando il suo scettro in un' arma. Controllò ancora Pungolo, constatando che questa si fosse spenta alla lontananza degli Orchi, ma invece rimase ancora accesa del suo blu fluorescente: << Non devo perdere tempo! >> si disse lei accovacciandosi e cominciando a fare passi silenziosi. Attraversò il pontile in legno, mantenendosi a grande distanza dagli Orchi che fece avanzare. La ragazzina si affacciò da lontano da una parete per osservare a che punto si trovavano gli Orchi. Improvvisamente, le giunse davanti agli occhi un altro Orco che si era accorto della presenza della giovane. La sua pelle era piena di quelli che sembravano bruffoli di grandi dimensioni, e l' aspetta era sgradevole, tipico di qualsiasi mostro che si presentava. Con un verso, la creatura piccola si lanciò all' attacco della ragazzina, rivolgendole a lei il suo pugnale affilato. Sakura venne presa dalla difficoltà iniziale della velocità con cui l' Orco sferrava i suoi fendenti. Riuscì a cavarsela Sakura, roteando quasi alla cieca la sua spada che perse non appena l' Orco la disarmò dell' arma, gettandola nel vuoto. Sakura roteò la sua posizione, e si ritrovò al sicuro dalla sporgenza, e fece in fretta per estrarre Pungolo sempre luminescente. L' Orco passò ancora all' attacco, facendo cadere il suo pugnale da sopra la testa di Sakura, che parò questo colpo, insieme ai successivi.

La giovane fece abbassare l' arma dell' Orco, fino a farlo rotolare da un lato e prima che la lama del mostro la colpisse dritta, in modo che lei riprendesse campo. Il mostro si rigettò di nuovo su di lei, impartendole altri colpi ancora più veloci dei precedenti, e diede qualche colpetto di manata alla spada della giovane per disarmarla, ma ancora Sakura riuscì a tenere i riflessi ben pronti, e con la stessa mossa di prima questa volta fece in modo di abbassare l' arma dell' Orco, e a disarmarlo di essa. A quel punto il terribile mostro salì sopra la schiena di Sakura, cominciando ad agitarsi su di lei, mentre le morsicava il collo. Sakura emise un lieve urlo di dolore per non attirare gli altri Orchi più avanti. Si volteggiava più volte su sé stessa, fino a che non si mise di spalle al vuoto, cercando di staccarsi e di buttare giù l' essere. Ma come questo cadde all' indietro, si trascinò pure la ragazzina nella caduta. Entrambi sbatterono nel fianco di una roccia, facendo così perdere a Sakura anche la spada Pungolo dalle mani che rotolava insieme a lei dal dirupo. L' Orco sbattè la testa contro un ponte di legno che distrusse in parte, prima di finire in uno stretto buco. Sakura sbattè anche lei nelle travi del ponte, e cercò di tenersi da una corda che reggeva il pontile, ma la velocità della caduta le fece scivolare la presa dalla fune e questo la fece capitolare anche lei nel buco dove era sparito l' Orco. Pungolo sbattè la sua lama nello stretto passaggio in profondità, che illuminava ancora con la sua luce blu. Sakura scomparve così nella più totale oscurità, ancora più giù alla superficie in cui era.

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Capitolo 23
*** Episodio 243: Il Re dei Goblin ***


I prigionieri di quelle specie di Orchi venivano via via risucchiati nel vortice delle piccole creature che attraversavano il lungo pontile in legno. Dai lati di altri sentieri, giungevano in gran numero altri orchetti che sembravano dovevano radunarsi tutti insieme in un unico punto. Frustate ben date ai Nani che si dimenavano vennero fatte scoccare sulle spalle di questi: << Dove ci stanno portando? >> chiese Meiling al gruppo. La sua risposta le fu subito agli occhi, quando il branco di Orchi svoltò una curva. La bassa parete della grotta dove erano ora si aprì al mondo che vedevano davanti. Tanti piccoli orchetti si affacciavano da sopra alcuni ponti per vedere le prede pescate, e ve ne furono in grande numero in quella che sembrava una Città di quelle creature. Sembrava ci fossero degli spalti con gli orchi che vi abitavano ad assistere allo spettacolo, come da cerimonia per fare una carneficina. Le torce tenute dagli orchetti sui loro posti illuminavano come lucciole l' intero agglomerato di costruzioni in legno. In fondo si ereggeva la punta di una grande pietra, con uno spiazzo anche quello costruito in legno. L' intera fortificazione della Città era, in effetti, costruita sulla roccia. Li, Meiling e Tomoyo videro che la strada che percorrevano sul pontile era districata da curve sotto alcuni spalti degli orchi che li osservavano più avanti, e lo stesso percorso terminava verso lo spiazzo centrale della roccia che si ereggeva appuntita in fondo. Ad un tratto si sentì il ritmo di alcuni oggetti musicali. I tre ragazzini cercarono di dirigere lo sguardo verso al suono che sentirono per vedere se riuscivano a notare qualche strumento di lì: << Ma che cos'è? >> domandò Li immaginandosi una canzone improvvisata dai terribili mostri. Bifur mollò una gomitata ad un orco che lo teneva, ma il suono di un corno gli fece fare in modo di tapparsi le orecchie dal pessimo rumore che emetteva: << Smettila di spingere >> avvertì Fili ad un altro orco. Bofur insieme ad alcuni compari sollevò la testa in alto, avvistando in alcuni pontili degli Orchi che picchiettavano le loro bacchette di ferro su dei piatti di tamburo.

Andarono al ritmo del suono di un grosso piatto che venne fatto vibrare con un sonoro colpo da uno dei mostri, mentre si alzava piano piano la canzone emergente a suon di picchiettii sulle scodelle della band di Orchi. Un grosso e grasso Orco che siedeva sul suo trono dello spiazzo, tossiva ripetutamente e con forza. Sulla mano sinistra reggeva il suo bastone d' appoggio, e sulla sommità di esso c' era appesa un teschio di una capra con le corna inclinate all' indietro. Intorno al trono dove era c' erano adornati alcuni teschi sui paletti circondanti l' essere sproporzionato in larghezza. Teneva una veste di animale all' altezza della vita. Gli orchetti si misero uno sopra l' altro, esattamente sotto ai piedi dell' enorme mostro grasso, come per improvvisare un tappeto: << Sento che è in arrivo una canzone! >> notò il mostro poggiando i grossi piedi sui suoi schiavetti, strizzandoli al pavimento, e iniziando a intonarsi per cantare. Thorin e gli altri furono a pochi metri dallo spiazzo, osservando chiaramente e con un pizzico di timore l' essere che stava sul trono che cominciò a cantare: << Azzanna, afferra, sei sotto terra. Acciuffa e mortifica. Sbatti e scarnifica. Picchia! Colpiscili! Col dolore azzitiiiisciliiiiiiiiiiii! >> il grosso Orco si mise in piedi, dopo aver spiattellato al pavimento gli orchetti che gli facevano da tappeto. Altri mostricciatoli lo tennero da dietro per non farlo cadere sulla schiena mentre apriva le sue braccia nell' intonazione: << In proooofonditàààà! >> disse ancora volteggiandosi su sé stesso con il lardo che si muoveva ad ogni minimo movimento, così come lo strato di pelle che gli pendolava dal mento che sembrava formargli una barba flacida: << E' degli Orchi la Città! >> << E' degli Orchi la Città! >> cantarono in coro tutti gli orchetti alla frase del loro Re, distinto da tutti i mostri per la sua grandezza e per la corona di lunghe unghie di animale che portava in testa. La Compagnia di Nani si ritrovò di fronte, in mezzo agli orchi, al grande Orco che mimava la sua danza. Sopra di lui pendeva un grosso candelabro e fece per continuare la canzone: << Con un colpo tra gli occhi, e della frusta gli schiocchi, con le mie torture urlan come allocchi! Nelle profondità, è degli Orchi la Città! >> << E' degli Orchi la Città! >> cantò manovrando il suo bastone con il teschio di un animale sopra, sbattendolo al ritmo: << Armi e mazze che ti sbattono in testa, qui sul mio forcone quanta vita ti reeestaaa? >> il Grande Orco infilzò con le corna del suo teschio nello scettro un orchetto alla sua sinistra e lo fece roteare un paio di volte in aria prima di scaraventarlo nel vuoto e prima di continuare la canzone: << Afferra, spacca, piega e schiaccia! Rompi ogni osso delle braccia. Puoi piangere, urlare, chi ti può aiutar? Più giù in profondità! E' degli Orchi la Ciiittàààààà! >> terminò così nel ritornello e cominciò a roteare a braccia larghe, con la Compagnia e gli orchetti che dovevano abbassarsi per non essere colpiti dallo scettro che roteava più volte.

Tutti gli orchetti che stavano sui loro spalti acclamavano il loro Re e si agitavano come dall' infogo della canzone, urlando in modo stridulo da bolgia. Il Grande Re Orco lanciò in aria un suo grido non appena fu finita la canzone, fermandosi nel volteggiare e con un colpo secco del suo bastone a terra, fece concludere il suono della canzone. Ora il suo sguardo era rivolto ai prigionieri presi, e fece per risalire sul suo trono, schiacciando gli orchetti che gli facevano da trampolino per darsi la spinta sul posto. I Nani e i tre ragazzi stettero con gli sguardi fissi al Re Orco, rivolgendogli quasi una nota di odio e timore: << Ma che razza di Orchi sono? >> << Non mi pare che siano Orchi >> rispose Li alla sua amica Tomoyo. Il Grande mostro grasso emise le sue prime parole alla Compagnia, sbeffeggiandoli in un certo senso: << Orecchiabile, vero? E' una delle mie famose composizioni >> << Quella non è una canzone, è un' abominazione! >> ribattè Balin disgustato dall' accoglienza dell' Orco. Un boato di altre grida disaccordanti delle creature si levò alla sentenza del Nano: << Abominazione. Mutazioni. Deviazioni. E' tutto quello che troverete quaggiù >> rispose il grasso mostro. I Nani e i tre ragazzini vennero così disarmati delle proprie spade, che vennero gettate con grande fracasso l' una sopra l' altra: << Hey, levami le mani di dosso! >> disse Li cercando di fermare un orchetto dietro di lui che gli sfilò la spada da dietro la custodia che teneva nella schiena. I mostricciatoli continuarono a perquisire i Nani, trovando alcuni pugnali ben nascosti dai tredici piccoletti. Il Grande Goblin riscese a grandi passi dal suo trono, d' un tratto diventato furioso e indignato ad un qualche raffronto che gli fu dato: << Chi è stato così sfrontato da entrare armato nel mio Regno? Spie? Ladri? Assassini? >> chiese ai prigionieri sgranando su di loro i suoi occhi gialli e coloriti di rosso nelle pupille, sputando un po' di saliva alla pronuncia di qualche lettera. Fece per rispondergli un suo servo orchetto: << Nani, vostra Malevolenza >> << Nani? >> ripetè il Re dei Goblin quasi indignato: << trovati nel portico anteriore >> aggiunse il servo. Ma il Grande Goblin notò altri tre prigionieri tra loro, osservando che erano diversi dai tredici Nani: << E questi altri sono stati trovati nel gruppo? >> chiese il grasso mostro all' orchetto: << Sì, vostra Malevolenza. Ma non sembrano essere Nani >> << Beh, non statevene lì impalati! Perquisiteli. Ogni fessura. Ogni crepa >> ordinò infine l' Orco Re a tutti gli orchetti lì per controllare i prigionieri. Un altro specie di assalimento delle creature venne attuato verso la Compagnia, rovistando tra i loro vestiti un' altra volta per controllare se tenevano altri attrezzi. Un orco strappò con forza dalle mani dal Nano Oin il suo attrezzo acustico, e lo gettò per terra, schiacciandolo con il piede. Thorin stava per reagire con un pugno, ma venne bloccato dalla mano di Dwalin. Davanti al Principe dei Nani, un orchetto svuotava un sacco preso da uno della Compagnia, gettando a terra degli oggetti argentati e dorati. Nori lanciò un' occhiata attenta al bottino che era stato appena scoperto: << E' mia convinzione, vostra Grande Eccellenza, che siano in combutta con gli Elfi! >> esclamò l' orchetto prendendo un candelabro dorato e porgendolo al Grande Orco: << E quello da dove se lo sono recuperato? >> si chiese Li non aspettandosi un cumulo di grande tesoro da parte dei Nani.

Il Grande Orco afferrò il candelabro che gli porse l' orchetto, cominciando ad esaminarlo: << Realizzato a Gran Burrone! >> lesse il nome del luogo elfico inciso sull' oggetto, e battendo duramente il bastone al pavimento: << Ah! Seconda Era. Da buttare, non vale niente >> tolse un sospiro di sollievo il Goblin gettando il candelabro dietro di lui, nel vuoto. Fu a quel punto che alcuni Nani rivolsero uno sguardo indispettito al loro compagno di furto, nonché Nori, che cercò di giustificarsi: << Qualche ricordino da conservare >> disse innocentemente. Subito, il Grande Goblin iniziò l' interrogatorio: << Che cosa ci fate da queste parti? >> domandò egli sempre tenendo orecchie e occhi attenti ai prigionieri. I tre amici stettero a bocca chiusa, non volendo dire all' Orco ulteriori informazioni. Poi il cinesino si accorse della mancanza di Sakura: << Non la vedo. Non riesco a trovare Sakura! >> disse a bassa voce alle due ragazzine: << Cosa? E dov'è finita? >> chiese in agitazione Meiling con Tomoyo che propose un piano azzardato: << Dobbiamo trovarla! >> << Mi sembra impossibile adesso >> notò Li circondato da molti orchetti. Thorin stava per farsi avanti nel rispondere alla domanda del Grande Goblin, ma venne frenato da Oin, che gli mise una mano sulla spalla per passargli davanti: << Non preoccupatevi, ragazzi. Ci penso io >> aggiunse il Nano stando davanti in prima fila all' Orco: << Come hai detto? >> gli chiese Gloin incredulo: << Niente trucchi. Voglio solo la verità. Cose serie e non nulla >> avvertì il grasso Orco sedendosi di nuovo sul trono. Oin fece così per parlare, tenendo quasi in tensione i suoi amici che pensavano avrebbe detto la verità: << Sarai costretto ad alzare la voce. I tuoi mi hanno appiattito la tromba >> rispose il Nano sollevando il dispositivo acustico che utilizzava, ora schiacciato fino a formare una sagoma: << Appiattirò ben altro che la tua tromba! >> ruggì il Grande Goblin sollevandosi dal trono ed emettendo passi pesanti e furiosi verso il Nano. Il mostro spazzò con il solo gesto del suo braccio destro dei cumuli di roba al suo lato: << Se solo più informazioni che vuoi, io sono quello con cui parlare! >> si intromise Bofur fermando il pugno che stava per far cadere il Re dei Goblin. Questo riabbassò il braccio, ributtando in dentro i denti digrignati e volendo ascoltare quello che aveva da dire il secondo Nano. Bofur esitò un attimo, poi decise a rispondere: << Eravamo lungo la strada... Beh, neanche una strada, un sentiero. In effetti neanche un sentiero, ora che ci penso. Più un viottolo! >> disse quasi girando intorno alla descrizione della strada percorsa. I tre ragazzini lo guardarono confusi e anche con timore alla faccia che faceva intanto il Re dei Goblin nello spazientirsi sulle frasi che enunciò il Nano, balbettando tra sé e sè: << Comunque eravamo su questa strada, tipo sentiero, tipo viottolo... E poi non c' eravamo. E questo è un problema, perchè dovevamo trovarci a Duland trovando responso... >> << Sta zitto... >> cominciò a dire a bassa voce il Goblin. Bofur chiese aiuto, voltandosi dietro i suoi compari per continuare la frase.

Dori si affacciò dalla spalla di Bofur: << A far visita a dei lontani parenti! >> disse correggendo la sentenza. Bofur annuì prima di continuare: << Endogamici da parte di mia madre, è... >> << Zitto! Bastaaa! >> sbottò furiosamente il Goblin facendo ritrarre i tanti piccoli orchetti su sé stessi. Allora, Bofur decise di serrare la sua bocca, concepita fastidiosa al mostro orrendo: << C-credo che l' abbiamo stuzzicato un po' troppo! >> disse Meiling spaventata dall' urlo del Goblin, insieme a Tomoyo: << Se non vorranno parlare, saremmo costretti a farli strillare! Portate qui il macciullatore! Portate qui lo spezza-ossa! >> ordinò all' ineggiamento dei suoi orchetti nella Città l' arrivo dell' arma di tortura: << Cominciate con i più giovani! >> riferì perfidamente indicando il Nano Ori che veniva preso di mira dagli sguardi malefici degli orchetti intorno a lui. Presto anche Li, Tomoyo e Meiling vennero osservati come primi sacrifici dai molti mostricciatoli che li circondavano: << Si mette male... >> disse Li stringendosi alle ragazze. Fu in quel momento che decise di intervenire un altro Nano: << Aspetta! >> era Thorin che si faceva largo tra il mucchio di orchetti per farsi vedere dal Grande Goblin. Questi emise una faccia soddisfatta alla vista del Principe Nano: << Bene, bene, bene. Guarda chi c'è? Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror, Re sotto la Montagna! >> annunciò il Goblin e chinando di poco il capo derisoriamente al Principe Nano che sostava al suo cospetto: << Oh! Ma mi dimenticavo: non ce l' hai una Montagna. E non sei un Re. Il chè fa di te.. un “Nessuno”, in realtà >> disse provocando Thorin che rimaneva sempre con la testa alzata anche in mezzo alle risate dei molti orchetti, non ribattendo alla risposta del mostro. Il Nano assunse sempre più lo sguardo accigliato al suo grasso rivale che tolse anche una nuova notizia, osservando compiaciuto il prigioniero famoso nella sua Città: << Conosco qualcuno che pagherebbe un bel prezzo per la tua testa. Solo la testa, eh, eh! Nient' altro attaccato >> seguì un' altra risatina da parte degli orchetti, ma ancora Thorin stette fermo nella sua posizione, con i suoi compari che seguivano il suo comportamento composto al nemico e con Li che sembrava il più attento tra tutti nel sentire le parole del Grande Orco, come se fosse interrogato anche lui insieme al Nano: << Forse tu sai di chi sto parlando. Un vecchio nemico tuo >> a queste parole, Thorin alzò la testa con un lieve cenno di incredulità alle sciocchezze che stava per far riaffiorare alla realtà il Goblin Re: << Un Orco Pallido, a cavallo di un bianco Mannaro >> specificò l' essere abominevole sull' antico e famoso rivale del Principe. Questo ribattè ciò che sapeva, iniettando una dose di odio al nome dell' Orco che ferì alle porte di Moria: << Azog il Profanatore è stato distrutto. Trucidato in battaglia molto tempo fa >> ma le occhiate che gli dava il Grande Goblin erano tutt' altro che rassicuranti a ciò che confermava il Nano: << Così credi che i suoi giorni da Profanatore siano finiti, vero? >> chiese mettendo Thorin nella posizione della sua convinzione di vedere le cose come stavano: << Che cosa? Azog è ancora vivo? >> << Ma è impossibile che sia sopravvissuto! >> dissero Tomoyo e Meiling incredule all' affermazione del Goblin: << Oh, non temere, ragazzina. Vi abbiamo assicurato per voi umani un posto in ultima fila al cospetto dell' Orco Pallido >> avvisò ai tre amici cupamente: << Tu menti! >> disse Thorin a denti stretti.

Il Grande Orco ridacchiò alla convinzione del Nano, non prestandogli più attenzione, e si rivolse ad un suo piccolo orchetto che stava sopra ad una piccola funivia: << Invia un messaggio all' Orco Pallido: digli che ho trovato il suo premio >> ordinò mentre l' orchetto scriveva appunti sul suo taccuino personale. Questo lasciò lo spiazzo, discendendo velocemente la fune alla quale era appeso con la sua bicicletta, ridacchiando in modo stridulo, e sorvolando in basso verso l' oscurità delle rocce che componevano la galleria dei Goblin. Era diretto come messaggero verso Azog che, tra i dubbi di Thorin, era tornato dal mondo degli Inferi per compiere la sua vendetta sul Nano.

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Capitolo 24
*** Episodio 244: Enigmi nell' oscurità ***


Nelle profondità delle rocce, intanto, era finita Sakura. La lotta contro un orchetto che si mise davanti a lei, le fece perdere l' equilibrio fino a cadere insieme a lui in un buco scavato dalla roccia. La ragazzina era svenuta dalla caduta ed era riversata sul pavimento freddo e duro della roccia. Le sue palpebre si aprirono lentamente, svegliata dal respiro quasi smorzato di un altro nelle vicinanze. Come riaprì gli occhi, vide distante da lei l' orco con il quale era caduta che muoveva di poco la testa. Il mostro era sdraiato a pancia all' aria, con il muso un po' insanguinato dal capitombolo che fece dall' alto. Una distesa di fogliame teneva ben nascosta la ragazzina al momento in cui l' orco stava per risvegliarsi. Sakura, sempre nel silenzio, passò lo sguardo verso i piedi del mostro, notando più avanti un muro fatto solo di oscurità. Riusciva a vedere solo una parete rocciosa. Poi le orecchie di Sakura udirono un altro verso, simile a dei gargarismi. Degli occhi lucenti spuntarono da dietro la parete rocciosa, attaccati ad una testa calva che portava pochi capelli. L' essere che vide sbuccare dalla roccia si mise a gattonare verso l' orco disteso. La corporatura esile della creatura provocò in Sakura un senso di terrore al riconoscimento dell' inquietante personaggio, già visto in precedenza: << Sì... Ah, ah, ah... Sì! Ah, ah! >> disse cupamente e ridendo malignamente l' abominevole essere. Sakura si mise a tremare alla ricomparsa del suo vecchio antagonista: Gollum. Come poteva essere ancora vivo? L' aveva visto con i suoi stessi occhi cadere nella lava del Monte Fato, eppure era ancora in giro nella Terra di Mezzo. La creatura girava intorno all' orco con entusiasmo: << Sì! Oh, sì! Ah, ah! Gollum! Gollum! >> ripetè il suo nome scavalcando la pancia dell' orco disteso a terra. La giovane cattura carte fu fortunata a ritrovarsi coperta dal fogliame, e si mise una mano in bocca per non urlare alla rivista del pessimo Gollum. Aveva la sensazione di essere scoperta da un momento all' altro, però si accorse che Gollum passò subito alle gambe del mostro, e cominciò a trascinarlo verso il buio.

Sakura attese con il fiato sospeso che Gollum sparisse dalla circolazione, osservando la preda che si portava con sé che faceva a fatica nel reagire, dopo la botta che si diede nella caduta. D' improvviso, l' orco cominciò ad agitarsi, sbracciandosi di qua e di là con le mani per fermare l' essere che lo stava portando via nel suo covo sotterraneo. Gollum prese di scatto una grossa pietra e colpì ripetutamente l' orco con violenza alla testa per farlo svenire. Sakura rimase nascosta e assistettè al brutale pestaggio dell' orco per opera del solito Gollum cui aveva fatto la sfortunata sua conoscenza. L' orco continuava a resistere agli attacchi di Gollum che più volte gli faceva cadere la pietra addosso, agitando e urlando dall' ira. In un movimento che Gollum fece nel far ripiombare il masso sul cranio dell' orco, fu all' ora che Sakura vide fuoriuscire dal perizoma del mostricciatolo una carta che si posava lentamente e con delicatezza sul terreno roccioso, per poi venire coperta da alcune foglie che erano sparse. Gollum non si accorse della carta che gli scivolò dal perizoma, e diede un ultimo colpo ben assestato all' orco, facendolo svenire una volta per tutte. Gollum sbattè la pietra da una parte, tornando a trascinare con sé l' orco per i piedi: << Brutti Goblinsis! Meglio delle vecchie ossa, Tessoro. Meglio di niente >> si diceva lui sparendo dietro l' angolo della roccia da cui era sbucato. Sakura rimase con gli occhi spalancati dallo sbigottimento, tenendosi la bocca tappata dalla mano, per la confusione e per il pericolo che si ripresentò a lei dopo un anno. La ragazzina fece per rialzarsi dal fogliame che la copriva, levandosi il materiale che le rimase ancora per un po' attaccato nel corpo. Lasciò da una parte per il momento la questione riguardante la ricomparsa di Gollum, cercando di ricordare come era finita laggiù: << Ma dove sono? Che posto è questo? >> si chiese tra sé e sé con la faccia sporca a tratti di polvere di terra. Riosservò il buco da dove era uscita dall' alto, facendo tornare alla sua memoria la caduta che fece insieme a quell' orco di prima. Poi il suo sguardo si posò su Pungolo, ancora luminescente, e coperta dal materiale cui finì Sakura per attutirle la caduta. Per fortuna che Gollum non notò la luce blu che la lama sprigionava. Sakura raccolse la spada e cominciò ad andare alla ricerca del suo ciondolo magico, in cui utilizzò per trasformarlo in spada. Si fece luce con Pungolo nella grotta in cui era, osservando le pareti umide della roccia. Posò gli occhi sotto di lei, verso la carta cui era sfuggita a Gollum. La raccolse e notò che il retro assomigliava a quello delle Carte di Clow. Con le dita sbuciate, la giovane si portò agli occhi la Carta: << Eh? Una Carta di Clow? >> poi la girò da davanti e lesse il nome della Carta: << “Fate” >> disse Sakura traducendolo in: << “Destino”. La Carta del Destino? Quante altre Carte ha creato Clow Reed? >> si domandò sorpresa alla vista inaspettata di un altro oggetto creato da Clow. Questa carta non aveva rappresentata alcuna figura, rispetto alle altre che raccolse.

Più in fondo, riuscì a sentire le grida di Gollum: << Ah! Troppi ossicini, Tessoro! Non abbastanza carne >> << Stà zitto! Togli la pelle. Comincia con la testa! >> ribattè l' alter ego maligno dell' essere, dimenticato del tutto dalla ragazzina che egli aveva due personalità. Sakura si mise Pungolo sempr ebene in vista davanti alla faccia, e si mise la Carta di Clow nella tasca. Fece alcuni passi in avanti, e toccò con la punta del piede un oggetto simile ad una pallina. Abbassò gli occhi e riconobbe il piccolo becco del suo scettro, ritrovato da quelle parti dopo che l' orco disarmò la cattura carte di esso: << Eccoti, finalmente >> disse Sakura prendendo il ciondolo per rimetterselo intorno al collo dove sempre lo portava. Infine, si appiccicò alla parete rocciosa, entrando sempre più dentro al covo segreto di Gollum. Girò l' angolo e vide un breve tratto di roccia, dove poi si estendeva un laghetto con al centro uno scoglio emergente. Il tutto rimaneva sempre al buio della grotta dove lei era. Gollum canticchiò una delle sue canzoncine con la sua voce inquietante: << Terre gelate. Mani azzannate. Mordete i piè! Le pietre e i sassi son vecchi ossi, carne non c'è! >> la ragazzina si avvicinò a passo felpato verso una scogliera più avanti, raggiungendola in fretta prima che Gollum la vedesse entrare nel suo covo. Si riparò dietro una lunga e alta roccia, dando occhiate alla roccia sulla quale Gollum batteva i suoi sassi e con l' orco che rimaneva disteso e svenuto davanti a lui: << Freddo e duro, senza respiro, mangiamo yeh! >> l 'orco si mosse e si agitò ancora una volta, mentre Gollum gli teneva ferme le mani. La creatura esile mollò un' altra sassata in testa all' orco che smise ancora una volta di muoversi. Per casualità, Gollum voltò la testa verso la direzione dove era appostata Sakura, indirizzandole lo sguardo delle pupille lucenti al buio che lo avvolgeva. Sakura si ritraè dietro la roccia, per non incrociare lo sguardo del mostricciatolo che le fece passare molti guai in passato. Pensò che Gollum non potesse vederla in mezzo a quella fitta oscurità della caverna. Poi la spada Pungolo si spense gradualmente davanti agli occhi della ragazzina, avvertendola che la vita dell' orco si era spenta. Gollum con quell' ultimo colpo l' aveva ucciso definitivamente. Sakura ebbe di nuovo la paura di ciò che Gollum era in grado di fare alle sue vittime, cioè quella di ucciderle. Fece per voltarsi dalla roccia, accertandosi che il mostro non l' avesse davvero vista. Invece, vide che la roccia sopra all' acqua era priva della presenza di Gollum, e Sakura fu presa dal panico quando notò che l' essere fastidioso era scomparso nel nulla. Lo cercò roteando le pupille da una parte e dall' altra, prima di rimettersi coperta dalla roccia. Gollum si apprestava a raggiungere la riva con una piccola zattera la quale faceva muovere con le sue remate delle mani nell' acqua, silenziosamente come per dare la caccia ad un cervo da catturare. Sakura cominciava a respirare affannosamente alla tensione che gli provocava la creatura. Poi dei gargarismi acuti giunsero alle sue orecchie, ravvicinati più che mai. Si paralizzò dal tremare, mentre rivolgeva piano piano la testa sopra di lei. Gollum si sporse dalla cima della roccia, arrivandoci il più in fretta possibile. Saltò giù da essa mentre i suoi occhioni lucenti non si staccavano mai un attimo dalla ragazzina che lo sconfisse una volta.

Sakura e Gollum furono di nuovo faccia a faccia, di nuovo incontrati in quell' ennesima avventura che coinvolse la cattura carte: << Benedici e aspergici, Tessoro! Questo è un bocconcino prelibato! >> disse sorridendo cattivamente Gollum avvicinandosi verso Sakura che rimase paralizzata dal terrore. Ma ebbe il coraggio di alzare Pungolo su Gollum, punzecchiandogli il petto con la punta della lama. Il mostro si fermò all' arma che gli puntarono, ripetendo il suo nome: << Gollum! Gollum! >> << Indietro. Stà indietro. Guarda, ti avverto: non ti avvicinare, Gollum! >> disse la cattura carte sollevandosi in piedi e tremando all' essere che si appiccicò indietreggiando ad una roccia con la spada sempre puntata su di lui. Gollum fu confuso a quel punto: << Come fa a sapere nostro nome? >> << Cosa? No, qui le domande le faccio io: come hai fatto tu a sopravvivere alle fiamme del Monte Fato? >> disse Sakura decisa riassumendo a tratti l' atteggiamento di una guerriera: << Noi siamo sempre sopravvissuti ai temporali, ma mai a dei vulcani! >> riferì il mostro con la distanza da Pungolo che gli si accorciava non appena tentava di avvicinarsi a Sakura. Anche questa venne presa dalla confusione: << Ma che stai dicendo? >> << Noi siamo una razza. La mia gente si è estinta molto tempo fa. Io sono l' unico rimasto dei Gollum. Non crediamo di averti mai incontrata >> rispose lui: << Eh? >> domandò Sakura incredula ma allo stesso tempo convinta di ciò che le diceva Gollum. Per guadagnare ancora terreno, la ragazzina si avvicinò ancora di più a Gollum che si staccò dalla roccia dove era, e cominciò a gattonare a distanza da lei: << Essa ha una lama elfica, ma non è un Elfo. Ah! >> rimuginava nella sua parte maligna, con Sakura ancora in guardia su di lui: << Non un Elfo! No. Cosa sei, Tessoro? Cosa sei? >> domandò Gollum adesso nella parte benevola. Sakura ridisse così il suo nome al mostro che pensava fosse resuscitato dalla lava del Monte Fato: << Il mio nome... è Sakura Kinomoto >> rispose lei tremando ancora con la spada in mano: << Kinomototo? Cos'è una “Kinomototo”, Tessoro? >> chiese stupidamente Gollum non riuscendo a pronunciare il cognome della giovane. Questa rispose: << Sono un umana che viene da Tomoeda >> << Oh! Eh, eh, eh, eh! Ci piacciono i Goblinsis, sì, sì. E i pipistrelli! E i pesci! Ma non abbiamo mai provato un umanonsis finora! >> avvisò ridacchiando Gollum lasciando spazio al lato cattivo che si avvicinava verso di lei, gattonando: << E' morbida, è succulenta >> << Stà a distanza! La userò, se necessario >> ribattè Sakura minacciandolo. Gollum emise un verso a bocca aperta cercando di metterle paura mentre continuava a roteare Pungolo davanti alla faccia esile del mostro: << Io non voglio altri guai, sono stata chiara? Mostrami solamente come uscire da qui e io me ne andrò via >> decise la ragazzina mantenendo l' arma sollevata sempre su Gollum che si nascondeva dietro ad una piccola roccia: << Perchè? Essa si è persa? >> << Sì. Sì. E invece voglio ritrovarmi il prima possibile >> scese a chiare parole Sakura senza perdere altro tempo con il mostro.

Questo passò da un lato della roccia, sempre stando dietro: << Uh! Conosciamo. Conosciamo sentieri sicuri per gli umanisis. Sentieri sicuri nell' oscurità >> << Stà zitto! >> ribattè la parte maligna all' altra personalità, riaccovacciandosi dietro al masso: << Non ho detto niente... >> disse Sakura confusa: << Non parlavamo con te! >> rispose Gollum. Soltanto adesso lei si ricordò che il vecchio Gollum che era con lei parlava con due diverse personalità. Il mostricciatolo si nascose dietro al masso, discutendo con la parte benevola: << Oh, sì. E invece sì, Tessoro. E invece sì >> << Ehm... Senti, io non so qual è il tuo gioco, ma io... >> << Giochi! >> esclamò Gollum interrompendo la cattura carte e saltando sopra al masso dove era: << Oh, noi adoriamo i giochi, non è vero, Tessoro? Le piacciono i giochi! E' così? E' così? Le piace giocare? >> chiese insistentemente ed entusiasta la creatura. Sakura constatò buffamente che quel Gollum non era tanto pericoloso, ma anzi stupido. La ragazzina lo volle assecondare: << Può darsi... Non sembra molto intelligente >> pensò alla fine la giovane. Gollum iniziò quindi a pronunciare un problema da risolvere alla ragazzina: << Cos'è che radici invisibili ha, più in alto degli alber stà. Lassù, lassù, lassù tra le nuvole va e, tuttavia, mai crescerà? >> domandò il quesito il mostro. Sakura doveva rispondere, e lo fece dopo che titubò per un po' alla sentenza: << Ah... Io? Ah, sì, ehm... >> la giovane non era forte nel dilettarsi nella logica, ma buttò così a caso la risposta: << La montagna >> << Ah, sì! Sì, sì, sì, sì. Facciamone un altro, eh? Sì? Ah, ancora! Ancora un altro chiedi a noi >> la esortò il mostro nel chiedere a Gollum un indovinello che lei conosceva: << No! Niente più indovinelli! >> sbottò l' animo malvagio scendendo dalla roccia, e facendo tornare Sakura in guardia. Gollum scese di scatto dalla roccia e brancolò per un po' avanti: << Finiscila! Finiscila, ora! Gollum! Gollum! Ah! >> tornò alla carica il mostro dirigendosi verso Sakura: << No! No, no, no. Io voglio giocare. Davvero! Voglio giocare... >> lo frenò la giovane approfittando di un presunto punto debole nel nuovo Gollum: << Vedo che sei bravissimo nei giochi. Eh, ehm... Dunque. Perchè noi due non giochiamo agli indovinelli? Sì, solo tu e io >> domandò Sakura accovacciandosi all' altezza della creatura che si sentì complimentata dalle parole della ragazza. Il mostro si avvicinò alla ragazza con lo sguardo che gli era diventato dolce e gentile: << Sì! Solo.. Solo noi? >> << Sì. Sì, e se vinco io tu mostri a me la via d' uscita. Sì? >> decise Sakura con Gollum volendo uscire da quella grotta, scommettendo sulla sua vincita al gioco: << Sì! Sì! Grrrr... >> ma di nuovo la parte maligna si intromise, contraria a ciò: << E se poi perde, che succede? >> << Beh, se perde, Tessoro, ce la mangiamo. Eh, eh, eh, eh! >> accettarono i due Gollum in un' unica personalità. Sakura venne attirata dalle parole del mostro riguardo a volerla mangiare. Poi Gollum si rivoltò dalla cattura carte da dietro il masso, riferendole come erano le trattative: << Sì. Kinomoto perde, ce la mangiamo intera >>. La giovane non riuscì a credere alla pena che doveva subire nel caso in cui avesse perso al gioco. Quasi, quasi, voleva ritirarsi dalla sfida.

Ma quella era l' unica soluzione per ritrovare la via d' uscita. Titubò per alcuni istanti: << Affare fatto >> concluse infine accettando i patti. Si rimise Pungolo nella custodia, mentre Gollum la osservava mentre riponeva l' arma elfica nella custodia, sicuro che non la usasse in quel momento. Come Sakura si rivoltò da Gollum, questo le disse: << Beh, prima Kinomoto >> annunciò la creatura facendo iniziare i “giochi” come per primo turno a Sakura. Questa fu colta dal panico per pochi secondi, poi si mise a pensare all' enigma da dire a Gollum, mentre egli stava con il mento poggiato sulla roccia. Sakura dopo vari ripensamenti, enunciò il primo enigma: << Trenta bianchi cavalli su un colle rosso. Mordono il freno, battono il terreno, ma nessuno si è mosso >> Gollum roteò le orbite da una parte e dall' altra, convincendosi per un attimo di una risposta e poi ripensandoci: << Ah, ehm... No. Ah! No... >> Sakura constatò che l' enigma che aveva servito al Gollum era quello più difficile: << Gli enigmi di mio nonno sono quelli sempre più complicati da risolvere. Speriamo che mi bastino solo due di questi >> pensava lei nel mormorio del mostro. Pensò troppo presto quella cosa, perchè Gollum emise la risposta: << I denti? >> << Ah! Come non detto >> ripiangeva Sakura ad una faccia delusa: << I denti! Oh, sì, Tessoro! Ma noi... noi ne abbiamo soltanto nove! >> disse il mostro emettendo un verso per mostrare alla ragazzina sconfitta al primo round i pochi denti che aveva: << Tocca a noi >> aggiunse con cattiveria l' infimo essere passando a lui il turno: << Non ha voce, e grida fa. Non ha ali, e a volo và. Non ha denti, e morsi dà. Non ha bocca, e versi fa >> e si rimise dietro alla roccia dove era, dopo che volteggiò intorno a Sakura: << Un momento solo >> disse lei prendendosi tempo per riflettere e voltandosi di spalle per andare verso il laghetto per riflettere: << Oh! Oh! Noi lo sappiamo. Lo sappiamo >> << Stai zitto! >> disse il Gollum maligno nascondendosi dietro alla roccia. Sakura era sulla riva, e gettò lo sguardo sull' acqua. Notò che la superficie del liquido si mosse al soffio dell' aria che giunse verso l' interno della grotta. Ebbe la risposta a portata d' occhio: << Il vento! >> disse bisbigliando tra sé e sé, aiutata dalla natura: << E' il vento. Il vento, sì >> ripetè al mostro da dietro. Questo spuntò con la testa da dietro una roccia, digrignando i denti dalla rabbia e dalla frustrazione, dovendo aspettare prima di assaporare la carne della ragazzina: << Molto astuti gli umanisis.. Molto astuti! >> disse a denti stretti avvicinandosi a Sakura, poi fermato non appena questa puntò Pungolo verso il volto del mostro, annunciando il secondo e ultimo enigma che aveva a disposizione: << Un contenitore, senza coperchio, chiave o cerniera. Eppure è scrigno che cela una dorata sfera >> Gollum iniziò così a balbettare sulla risposta da dare: << Ah, ehm... No! Contenitore... Contenitore, coperchio, chiave... >> e fece per ripetere le parole, mimando oggetti con le mani quando si voltò a pensare: << Allora? >> le chiese Sakura per mettere fretta al mostro: << Oh! E' un gran brutto... Contenitore, chiave... >> << Ti arrendi? >> << Oh! Dacci un po' di tempo, Tessoro! Dacci un po' di tempo! >> la supplicò Gollum.

La ragazzina notò adesso la vera difficoltà in quel dilemma, osservando la schiena del mostro che si muoveva dal respiro affannoso che emanava dal nervoso e dallo stress. Gollum battè ripetutamente i pugni al terreno, lanciando gridi di ingiustizia ad una possibile sua sconfitta dal gioco. Emise delle buffe lamentele, creando dei versi con la bocca come dallo sforzarsi al pensare. Riaprì gli occhi, buttando in fuori l' aria che si teneva dentro: << Ah! Le uova! >> esclamò felice e sicuro della soluzione. Sakura fece la solita faccia di resa all' ultimo dei quesiti che aveva, aspettandosi il peggio per lei, mentre Gollum gridava ai quattro venti la sua intelligenza: << Le uova! Eh, eh! Umide, flagranti, piccole uova! Ah, ah, ah, ah! Sì! La nonna ci ha insegnato a succhiarle, sì! >> un pipistrello svolazzò dall' alto, facendo impensierire Sakura non appena rivolse lo sguardo sull' animale volante. Si tenne più stretta Pungolo, ascoltando il verso del volatile che si allontanava verso un altro buco. La ragazzina si rivoltò verso Gollum, ma si accorse che era sparito dalla circolazione, e sentiva solo il suo eco della risata che rimbombava in tutta la caverna: << Ne abbiamo uno per te! >> disse la voce nascosta dell' essere. Sakura roteò da più direzioni la sua lama appuntita, girandosi più volte su sé stessa per cercare il mostro che sembrava spostarsi da una zona all' altra: << Questa cosa, ogni cosa divora: uccelli, bestie, fauna e flora. Il ferro mangia. L' acciaio stritola. La dura pietra infine sgretola. Rispondici! >> disse Gollum fastidiosamente alla cattura carte ora lei nervosa dalla fretta messa nel mentre che cercava Gollum: << Sì, ehm... Dammi un po' di tempo, per favore, io te ne ho dato un bel po' >> lo avvisò Sakura guardandosi dappertutto. Adesso lei riassumeva le parole che le rimasero in testa: << Uccelli, bestie... Fauna, flora... Questa non la so >> ammise amaramente la ragazzina controllando le sporgenze in alto delle rocce per aspettarsi un attacco dall' alto di Gollum, che con la sua voce metteva ancora più nel panico la giovane, pregustando già la carne di lei: << Essa è gustosa. Essa è squisita. E croccante! >> le mani di Gollum si misero per un attimo intorno al collo della giovane girata di spalle, sorprendendola e spaventandola. Sakura balzò all' indietro, tremando ancora di più mentre teneva puntata la spada verso il mostricciatolo inquietante che stava sopra una roccia: << Fammi pensare! Fammi pensare. E' che... >> disse Sakura non trovando le parole, o almeno non volendo dire di non sapere la risposta, mentre tornava vicino al lago: << E' bloccata >> constatò il mostro, schernendo la giovane: << Kinomototo è bloccata Eh... Tempo scaduto! >> aggiunse infine e indifferente la creatura, sicura di avere vinto la sfida. Sakura era ferma a pensare di fronte alla roccia dove si era nascosta prima, chinando la testa per la ricerca della risposta. Gollum si mise nella posizione di dover da un momento all' altro saltare alle spalle della giovane: << Il tempo! >> disse lei ripetendo la penultima parola di Gollum. Quella era la risposta corretta, e la confidò al suo sfidante, facendolo rimanere spiazzato: << La risposta è il tempo >> rispose con il tono da intellettuale, facendosi beffe del mostro.

Gollum si strinse la faccia in un' espressione rabbiosa: << Non era difficile! >> aggiunse Sakura vantandosi con l' essere che rivolse alla giovane un' occhiata accigliata. Erano pari, e il turno passò di conseguenza a Sakura, che per sua sfortuna non aveva altri enigmi da fare: << Ultima domanda! Ultima occasione >> annunciò solenne Gollum, minacciosamente alla rivale. Di nascosto, egli riuscì a prendere una pietra da poter scagliare al momento opportuno a Sakura. Non voleva a nessun costo che lei se ne andasse, anche se dovesse vincere lei. La ragazzina non si rese nemmeno conto dell' attrezzo che aveva preso vigliaccamente l' infimo avversario: << Va bene >> disse lei pensando ad un altro problema da dire a Gollum. Questi ghignava intuendo nella faccia di Sakura una nota di preoccupazione: << Accidenti! E ora che cosa mi invento? >> pensò la cattura carte dovendo in tal caso ricorrere alla magia delle carte per fermare il terribile avversario che la metteva sulle spine: << Domandaci... Domandaci! >> urlò con rabbia: << Sì. Sì, d' accordo! >> rispose Sakura avvicinandosi per la terza volta alla riva. Si controllò la tasca sinistra, quella dove aveva messo la Carta del Destino. Posò lo sguardo su di essa, mantenendola sempre nascosta agli occhi di Gollum. La domanda che gli fece era proprio riguardo alla carta: << Che cosa ho io nella mia tasca? >> formulò la domanda quasi insicura mentre si guardava l' orizzonte del lago. Gollum aggrottò la fronte, non constatando di sapere la risposta sugli oggetti che possedeva la ragazzina: << Così non vale... Così non vale! E' contro le regole! >> disse ingiustamente lui sbattendo il masso pesante violentemente a terra. Sakura si accorse che di nascosto Gollum si teneva un masso che avrebbe usato in modo vigliacco: << Ora faccene un' altra! >> disse Gollum piagnucolando. Ma Sakura rimase schietta sulla parola del mostro: << No, no, no, no. Tu hai detto “fammi una domanda”. Beh, questa è la mia domanda: che cosa ho io nella mia tasca? >> richiese sicura la ragazzina con Pungolo sempre puntata in direzione del mostro. Questi scese dalla roccia, spazientito dalle pretese della cattura carte, e cominciando a seguirla a mò di squalo: << Tre risposte, Tessoro. Devi concedercene tre >> << Tre risposte. Molto bene! Indovina, dai >> concesse Sakura questa opzione allo sfidante che cominciò a rispondere con la prima frase: << Le mani! >> << Sbagliato, riprova >> rispose Sakura facendo vedere l' altra mano libera e fuori dalla tasca. Gollum sbuffò e si imbestialì come un toro infuriato, disperandosi poi su quale poteva essere l' oggetto che la ragazzina teneva. Iniziò così a tastare il materiale di cui era coperto il terreno roccioso, elencando tra sé e sé la roba che trovava: << Lisca di pesce? Denti di Orco? Conchiglie bagnate? Ali di pipistrello...? Ah! No, no, no, no... >> si mise le mani in testa, sbattendole più volte al suolo, comportandosi quasi come un bambino: << Coltello! >> << Oh, stà zitto! >> ridisse la seconda risposta: << Sbagliato ancora: ultima risposta >> lo avvisò Sakura già con la vittoria tra le mani.

Il mostro lanciò le due risposte: << Spago? >> << O niente! >> << Due risposte insieme. Sbagliate entrambe >> annunciò la cattura carte spiazzando l' avversario. Gollum cadde all' indietro, gettandosi da un lato nella roccia e piangendo dalla sconfitta. Sakura, come da vincitrice, dovette ricevere la risposta che spettava ad ogni vincente come promesso da Gollum: << Allora.. Ho vinto il gioco. Tu mi hai promesso di mostrarmi la via d' uscita >> ricordò come da patti al mostricciatolo: << Abbiamo detto così, Tessoro? Abbiamo detto così? Che cosa ha essa nelle sue tasche? >> richiese Gollum voltandosi furioso per sapere la risposta che nascondeva la ragazzina astuta: << Non ti riguarda la cosa >> rispose lei alzando ai suoi occhi la spada: << Tu hai perso >> << Perso? >> ripetè Gollum avendo da dire l' ultima parola: << Perso? Perso? >> e fece per avvicinarsi alla giovane, infilandosi la mano destra nella sua tasca per prendere l' asso che teneva nascosto. Ma come si mise a prendere l' oggetto, si accorse che non c' era più alla sua portata. Il panico lo giunse nel volto, cercando ancora più in profondità nella sua tasca e sbirciando in essa con i suoi occhioni per essere sicuro che l' avesse ancora con lui. Ma invece intuì che la carta di Clow era svanita nel nulla: << Dov'è? Dov'è? Dov'è? >> si chiese guardando disperato la preda che si stava per far scappare, mentre si rotolava su sé stesso alla ricerca della carta in ogni parte del perizoma. Sakura si mise a distanza di sicurezza da lui, sempre più vicina ad una via d' uscita secondaria in una parete rocciosa. Gollum cercò la carta tra dei mucchi di ossa, alla disperata ricerca del prezioso oggetto per lui: << No! Dov'è?! Nooooo! >> strillò facendo volare pezzi di osso dietro di lui. Si riafacciò verso la riva, smuovendo le acque più volte: << Persa! Maledicici! Aspergici! Il mio Tessoro è andato perso! >> gridò in alto. Sakura afferrò di scatto la carta, portandosela dietro la schiena: << Che cosa hai perso? >> domandò facendo finta di niente dell' accaduto al povero Gollum: << Non devi chiedercelo. Non sono affari tuoi. Noooooo! Gollum! Gollum! >> rispose il mostro poggiandosi alla roccia per riprendere fiato dallo sfogo. Ansimò più volte, rimanendo in ginocchio sulla riva più vicina all' altro ingresso. Smise d' un tratto di piagnucolare, fermandosi con la faccia rivolta verso la superficie dell' acqua. Sakura ebbe una strana sensazione a riguardo. Gollum si rispecchiò il suo volto maligno nell' acqua, illuminato dal basso da una lieve luce che entrava in quel luogo buio e freddo. L' espressione così come il tono si fecero inquietanti, ripronunciando la domanda: << Che cosa ha essa nelle sue orrende piccole tasche?! >> e cominciò per voltarsi lentamente verso Sakura, arrivando al fatto che se gli aveva fatto quella domanda, c' era una risposta che anche lui sapeva. La ragazzina si tenne più stretta che poteva la carta di Clow, e la mano le tremò dall' essere che l' aveva sicuramente scoperta. Tenne ancora Pungolo con l' altra mano, anche questa tremolante, e puntata verso Gollum.

Questo, infine, con un movimento sinistro della testa, si voltò sulla cattura carte, annunciando il reato di cui lei era colpevole con un' espressione stupita: << L' ha rubata! >> disse con un filo di voce, anche lui tremolante dall' ira che gli riempiva gli occhioni azzurri e rossi nelle orbite dal troppo pianto per la perdita della carta: << L' ha rubata! >> ridisse con gli occhi lucidi certo che Sakura avesse preso la carta. La ragazzina tremò dalla paura, scuotendo la spada Pungolo più volte. Gollum le lanciò un grido furibondo, oltre ad un altro sasso che teneva nascosto dietro. Sakura riuscì a deviare la traiettoria del sasso con la spada, che scheggiò la pietra prima che si perdesse dietro di lei: << L' ha rubata! >> urlò al ladro il mostro per darsi all' inseguimento della giovane. Questa non ci pensò due volte e si infilò nel corridoio scavato nella parete rocciosa per scappare via da Gollum che le stava alle calcagna, saltellando di fretta da una roccia ad un' altra. La cattura carte si tenne stretta tra le mani la carta recuperata, lasciando quella grotta buia, ma portandosi dietro il mostricciatolo.

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Capitolo 25
*** Episodio 245: La Fendi e la Battinemici ***


Nella Città dei Goblin, gli orchetti tenevano a bada i loro prigionieri mentre altri del loro gruppo trasportavano fino allo spiazzo il macciullatore. Era un attrezzo meccanico costruito come una specie di grossa trappola per topi. Una piastra accuminata era tesa in esso, attaccata alla struttura legnosa che componeva lo spezza-ossa, posto su una pianella gigante in legno. Altri marchingegni di tortura stavano arrivando trasportati da ogni lato dai piccoli orchetti. I mostricciatoli che stavano a guardare dagli spalti, acclamavano l' entrata delle macchine, seguite dalla canzone del Re dei Goblin: << Con le ossa distrutte, i colli strizzati, voi pesti e sbattuti sarete impiccati. Qui giù morirete nell' Oscurità! Mai lascerete la nostra Città >> disse il grasso energumeno dirigendo un' orchestra immaginaria con il movimento delle braccia. Un orchetto stava esaminando la spada di Thorin, custodita nel suo fodero, mentre altri servi del Re dei Goblin rovistavano ancora tra le vesti dei prigionieri. Non appena il Re dei Goblin finì di cantare, l' orchetto tirò per poco fuori l' arma del Principe dei Nani, e tremò alla sola vista della lama e fece per rigettarla da una parte, emettendo urla impanicate e attirando l' attenzione di tutti. La lama fu ben visibile agli orchetti che si tiravano indietro alla spada elfica, perfino il Re dei Goblin temeva l' attrezzo di Thorin, e sgattaiolò subito sul suo trono, schiacciando i pochi orchi che gli facevano da sostegno nel salire: << Conosco quella spada: è la Fendiorchi, il coltello! La lama che ha tagliato mille colli! >> rivelò il Goblin Re la sua conoscenza della leggendaria spada elfica, puntandole il dito tremolante e rannicchiandosi dalla paura, sgranando gli occhi dal terrore. I piccoli orchetti cominciarono così a frustare Thorin e il resto della Compagnia, insieme anche ai tre ragazzini: << Ahi! Fanno male >> << Basta! Basta! >> si lamentarono Meiling e Tomoyo non trattenendo il dolore della frusta su di loro: << Lasciatele stare! Andate via! >> sbraitò dalla furia Li, cercando di mettersi in mezzo tra un orchetto.

Il ragazzino scansò alcuni colpi di frusta e resistette a uno che gli arrivò nella guancia, facendo per estrarre la sua spada. Ma un orchetto da dietro lo fece cadere in avanti, balzandogli sopra la schiena: << Li, attento! >> lo avvisò Tomoyo vedendo il suo amico attaccato alle spalle dall' orchetto che gli fece scivolare più avanti la spada che reggeva. Le due ragazzine furono circondate adesso dalle piccole creature che le stavano approcciando sempre di più. Li era tenuto sempre stretto dall' orchetto che l' aveva fermato nello sguainare la lama. Il Grande Goblin decise di farla finita con tutti i suoi ospiti, ordinando agli orchetti di punire coloro che avevano con sé un' arma letale: << Squarciateli! Picchiateli! Uccideteli! Uccideteli tutti! Tagliategli la testa! >> una calca improvvisa di piccoli mostri si presentò ad ogni componente della Compagnia di Nani. Thorin cercò di difendersi più che poteva dall' attacco dei Goblin, e ne gettò uno che lo aveva assalito di fronte, lanciandolo con tutto il suo peso verso la ringhiera di legno che si disintegrò non appena l' orchetto fu sbalzato su di essa, cadendo poi nel vuoto. Ma il Principe dei Nani venne ancora una volta bloccato e gli orchetti lo sotterrarono fino a farlo stare sdraiato sul pavimento, pronti per mozzargli la testa: << No, Thorin! >> esclamò Dwalin frustato ancora insieme agli altri Nani. Il Nano massiccio per parare il colpo di una frusta, alzò il suo braccio che venne avvolto dalla corda dell' attrezzo di un orchetto. Dwalin afferrò la cordicella e la tirò verso di sé con l' orchetto che ancora la reggeva, e diede a quest' ultimo un pugno in piena faccia. Non riuscì a raggiungere il suo amico nei guai perchè altri orchetti gli sbaragliavano la strada e, anche se per levarli dava calci alle loro pance, il Nano fu sottomesso dalla mandria di mostricciatoli. Questi nell' accalcarsi ai tredici Nani, davano colpi di piede alla spada di Li, gettata via in un primo momento dall' attacco di un orco sul cinesino. Li si accorse che l' elsa della spada gli era più vicino, e cercò in un tentativo di avvicinarsi mentre l' orco che gli era sopra era distratto dalla scena di ammucchiamento dai Nani, divertendosi dalle risate: << Aiuto, qualcuno ci aiuti! >> << Fate qualcosa, vi prego! Li, aiutaci! >> gridarono sempre Tomoyo e Meiling sempre più circondate dagli orchi: << Ci sto provando! >> disse Li avendo quasi raggiunto l' elsa della spada. Egli riuscì a prenderla, ma subito la lama rimase di nuovo attaccata al pavimento. La zampa di un orchetto si era posata sull' arma di Li, e il piccolo mostro lanciava un ghigno derisorio al cinesino che lo aveva sorpreso nel cercare di liberarsi e di aiutare i suoi amici. Nel frattempo, Sakura fuggiva tra il sentiero districcato di pareti rocciose dal secondo Gollum che ce l' aveva a morte con lei per avergli rubato un oggetto prezioso. La ragazzina andava alla cieca nel trovare la via d' uscita da quel posto, a causa dell' inseguimento di Gollum: << Ladra! Ladra! Kinomotooooo! >> urlava a più non posso l' essere mostruoso gattonando con più velocità per raggiungere le caviglie di Sakura.

Questa cominciava già ad ansimare dalla troppa corsa che intraprese in quei viali: << Ah! Povera me, mi sta quasi pe raggiungere! Anf, anf, anf, anf, anf! >> si diceva la cattura carte guardando la figura di Gollum che si muoveva come un ragnetto, quasi a farle venire i brividi ogni volta che si voltava dietro verso di lui. Svoltò un angolo di una parete, e poi sprizzò a tutta velocità nella stradina che era rivolta dritta davanti a lei per allungare la distanza con Gollum: << Ma chi me lo ha fatto fare di cacciarmi in questa avventura? Giuro che a Kerochan gliene canterò quattro, appena riuscirò a uscirne viva da qui! >> si diceva tra sé e sé con la fatica che si faceva sentire nel lungo correre, ma che non voleva cederle il posto. Poi si mostrò davanti agli occhi la Carta che aveva appena recuperato da Gollum, indirizzandole un' occhiata accigliata: << Spero che tu mi possa salvare, altrimenti ti ho presa per niente! >> sbottò dallo stress di quel momento mentre osservava lo sfondo senza immagine della Carta di Clow, privo di immagine ma non del nome, nel portarsela agli occhi da sopra le ginocchia che alzava ripetutamente per allungare il passo. Si rimise a guardare avanti, dubitando ancora dell' oggetto preso, per seminare nella corsa l' inquietante Gollum. Gli orchetti tenevano sotto scacco i Nani e gli amici di Sakura. Uno di questi fece per sollevare in alto il suo coltello, sopra alla faccia di Thorin, che stava per essere privato della testa. Lanciò un ultimo verso al Nano mentre gli rivolgeva la punta della lama poco sopra il naso: << Fermi! >> gridò all' ultimo Tomoyo nel tentativo di frenare il rito sacrificale a cui Thorin era stato scelto. La lama fece per cadere verso di lui, ma subito una luce abbagliante si sprigionò da una delle entrate alla Città dei Goblin. La luce emise un' onda d' urto violenta, fino a spazzare via gli orchetti che circondavano la Compagnia di Nani. Thorin si vide il coltello che stava per finirgli nel collo, ora che volava a molti metri di distanza da lui insieme al resto degli piccoli Goblin. Alcuni vennero scaraventati verso le macchine da tortura, distruggendole per ogni pezzo che veniva fatto sollevare dal proprio marchingegno con tale leggerezza per l' onda d' urto sprigionata. Tutti i Nani si tennero alle travi del pavimento in legno nel resistere alla luce acciecante che vi era davanti ai loro occhi: << Reggetevi! >> urlò Li nel mentre che si teneva ad una ringhiera alle sue due amiche che si ritrovarono libere dalla presenza dei piccoli mostri. Alcuni detriti di pietre volarono verso il piazzale centrale, con il Re dei Goblin che cadde da un lato dalla forza prorompente dell' improvvisa luce. Infine, con un soffio di vento, il fascio di luce che illuminò l' abisso di quella Città svanì, facendo tornare la poca luminosità di prima con le torce accese lungo il pontile. Li, Meiling e Tomoyo rialzarono le loro teste, cercando di scoprire che razza di fenomeno si era verificato: << Che cosa è stato? >> chiese Meiling stravolta. La sua faccia così come quella dei due amici si trasformò in sollievo non appena videro tre sagome che avanzavano verso di loro, riconoscendole quasi da subito. Quella centrale era una tigre alata, mentre le altre due erano di statura più alta, e una di esse portava le ali spiegate come il felino. L' altra figura eretta teneva tra le mani una spada, e custodiva al fianco un' altra spada.

Le tre figure erano ancora avvolte dal buio della caverna che lentamente si ristabiliva in chiara luce non appena accorciavano la distanza dalla Compagnia tenuta prigioniera dai Goblin. Le fiamme delle torce riilluminarono il piazzale, facendo mettere in mostra i Nani mischiati con gli orchetti fra di loro. I tre ragazzini, intatti da qualsiasi orco sopra di loro, ebbero modo di scoprire chi furono realmente i loro salvatori non appena la luce delle torci si posava sui dorsi dei tre tipi: << Kerochan! >> esclamò Meiling sorpresa rivedendo la tigre da loro: << E ci siete anche voi, ragazzi >> fece per parlare Tomoyo meravigliata e salva all' ultimo minuto: << Toy, Yuki... >> disse Li anch' egli sorpreso: << Scusate se ci abbiamo messo tanto >> rispose Toy mettendo alla luce la spada donatagli da Kerochan: << Oh! Siamo felici di rivedervi... Ci dispiace di non avervi avvisato >> riprese Tomoyo sollevandosi da terra con i suoi due amici. Stessa cosa fecero anche i Nani, ancora frastornati dall' entrata in scena del trio. Ma c' erano ancora i Goblin tra loro, che tentavano anche loro di orientarsi dopo la botta subita: << Tranquilli, amici. Andiamocene via da questo posto! >> disse alla carica Yuè mostrando uno sguardo d' odio alle creature intorno. Lievi tratti di luce stavano scendendo verso la Città sotterranea con l' arrivo degli ultimi tre compagni di viaggio. La tigre ruggiva a denti stretti, e fece per spronare tutti: << Imbracciate le armi. Combattete. Combattete! >> lanciò questo grido la tigre, seguito poi dal suo ruggito. Il Guardiano fece per addentrarsi nella mischia, insieme a Yuè e a Toy per abbattere i molti orchetti. Alcuni Nani stavano ancora ridestandosi dal brusco impatto con l' onda d' urto, incrociando a volte le facce di alcuni orchetti che gli stavano ancora sopra: << Sì! >> gridò alla carica Li riprendendo a maneggiare la sua spada. Di seguito, tutti i Nani, alla reazione del loro capo Thorin, si sollevarono dal pavimento per contrastare l' ondata degli orchetti in arrivo verso di loro. Kerochan mollò artigliate ad uno degli Orchi, mentre i seguenti venivano abbattuti a suon di fendenti da Toy con la spada elfica che aveva in mano. Il giovane infilzò la sua lama nella pancia di un orchetto che stava per venirgli addosso: << Brandisce la Battinemici! Il Martello splendente come il Sole! >> avvertì indifeso il Re Goblin alla spada Glamdring che temeva come qualsiasi altra arma degli Elfi. Bombur cominciò a riprendersi la sua ascia, volteggiandola in alto un paio di volte prima di tenerla salda. I suoi compari così recuperarono le proprie armi dalle quali furono privati all' inizio. Li roteò la sua spada sugli orchetti che cercavano di avvicinarsi a Meiling e a Tomoyo, difendendole così le spalle, mentre queste lo incitavano nel sconfiggere i nemici: << Sì! Vai così, Li! >> << Bravo! >>; Dwalin roteò il suo lungo bastone sopra le teste di ognuno per stordire i mostricciatoli che lo avvolgevano. Bombur respinse uno degli orchetti con un colpo di pancia: << Kili! >> lo chiamò il fratello Fili per passargli la spada. Kili afferrò la sua vecchia spada, squarciando gli avversari che si mettevano sulla sua strada, e infilzò alla pancia il servo del Re dei Goblin. Yuè lanciava le sue schegge appuntite verso i terribili Goblin, uccidendoli all' istante: << Vento, guida la mia spada! >> recitò la formula il cinesino per spazzare dal piazzale alcuni orchetti.

Al suo fianco gli dava man forte Toy che roteava Glamdring sui mostri che lo attaccavano al fianco. Il Re dei Goblin a quel punto si risollevò da terra, ripresosi dall' onda d' urto, aiutandosi a stare in piedi con il suo bastone. Questi si diede alla carica contro i Nani, dirigendosi verso Thorin che era ancora privo di arma. Il Nano Nori scivolò sul pavimento per porgere al Principe dei Nani la sua spada Orcrist: << Thorin! >> e subito il Nano afferrò l' elsa della spada per dirigerla verso il bastone che il Re dei Goblin stava per fargli cadere in testa. Con una forza sovrumana, lo scettro del Grande Goblin si ritirò indietro non appena sbattè contro la lama fatta d' acciaio puro della Fendiorchi di Thorin. Il Re dei Goblin si sentì la spinta della lama che gli pervase tutto il corpo, e barcollò anch' egli all' indietro fino a finire per trascinarsi nel vuoto mentre si cercava di aggrapparsi ad alcuni suoi servi. Ma invece finì per rompere la ringhiera in legno, cadendo così nel vuoto. Nori piroettava il suo lungo bastone di qua e di là per stordire gli orchetti rimasti, poi facendo un passa a mano con altri suoi compari che sbattevano il martelletto sopra le teste dei Goblin. Kerochan affondò i suoi artigli nella pancia di un orchetto e poi mollò un' artigliata all' altezza della testa di un orco alle sue spalle. Quest' ultimo rimase immobile e con gli occhi che roteavano da una parte e dall' altra, quasi preso dalla confusione della velocità della tigre. Questo soffiò lievemente sulla faccia dell' orco, che si vide la vista che gli cadeva verso il basso per via della sua testa che gli venne mozzata dal colpo fatale della tigre. Il Guardiano fece quindi per richiamare gli altri per fuggire, dato che il combattimento andava per le lunghe: << Seguitemi. Svelti! >> disse a tutti. I Nani abbandonarono le postazioni e proseguirono nella fuga, andando avanti nel pontile con le proprie armi a portata di mano. Dwalin diede un' ultima mazzata ad un orchetto prima di seguire i suoi compagni già diretti alla fuga: << Forza! Toy, Yuki, prendete gli altri! >> li avvisò la tigre: << Va bene! >> gli rispose Toy da ordine ricevuto. Un ennesimo orchetto si apprestava ad assalire di scatto il ragazzo, che non fece in tempo a voltarsi. Ma prima che il mostricciatolo lo afferrasse alle spalle, una piedata di Yuè fece in modo che l' orrendo mostro si scaraventasse nel vuoto. Il Giudice Supremo rivolse uno sguardo di intesa a Toy, dimenticando il litigio con il suo amico: << Seguiamo Kerochan >> aggiunse Yuè fieramente: << D' accordo >> concluse Toy facendo passare prima l' amico: << Li, Tomoyo, Meiling, da questa parte! >> li richiamò il giovane. I tre ragazzini non persero altro tempo e si misero a correre con i loro altri compagni di viaggio per ritrovare l' uscita in quella tortuosa Città dei Goblin, con Toy che faceva da chiudifila: << Forza, muoviamoci! >> << Correte! >> dissero Dori e Kerochan scappando dai Goblin che sembravano sbucare da ogni buco della Città. Anche Sakura da un' altra parte stava cercando la via d' uscita, sperando di ricongiungersi con i suoi amici.

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Capitolo 26
*** Episodio 246: La Carta del Destino ***


La Compagnia dei Nani salvata dall' intervento tempestivo e secondo di Kerochan, ora si faceva spazio nella lunga strada per l' uscita dalla Città dei Goblin, costeggiando le pareti rocciose dalle quali discendevano tutti gli orchetti. Sembrava che il suono costante di un allarme si fosse messo in atto, scoprendo così le guardie della Cittadella, ovvero i Goblin. I fuggitivi discesero i gradini rialzati della stradina che portava alla tanto fatidica uscita dalla Città, mentre alle calcagna stavano la mandria di orchetti che cercavano di fermare ad ogni modo la fuga dei loro prigionieri: << Ne arrivano a volontà! >> notò il Nano Ori guardandosi per un attimo dietro e vedere le orde di Goblin che seguivano il percorso che facevano. Kerochan fu preso dall' ansia dal grido del Nano, che gli ricordava sempre i nemici mostruosi che li volevano acchiappare: << Pensate a correre in questo momento. Non distraetevi! >> ribadì la tigre velocizzando il passo con tutti. Toy da dietro la fila voleva fare in modo di rallentarli. Il giovane si fermò, rivolgendosi a spada ben alzata verso i Goblin che lo stavano per raggiungere: << Toy, vieni via da lì! >> si accorse Li del gesto spericolato di Toy, cercando di richiamarlo. Kerochan si fermò a sua volta in mezzo al gruppo di Nani, frenando a sua volta la corsa della Compagnia, e rivolgendo la preoccupazione su Toy: << Ma che vuoi fare? >> si chiese Yuè paralizzato dal timore anche lui. Il ragazzo era su un gradino appena disceso, mentre la mandria di orchetti stava per raggiungerlo dopo che ebbero sorpassato due piani rialzati della pista in legno. I Nani rimasero sbalorditi dalla pazzia che prese in quell' istante il giovane, riponendo poche speranze in lui. Il tratto di distanza tra Toy e gli orchetti stava sempre accorciandosi. Con un gesto fulmineo della spada Glamdring, Toy tagliò i sostegni del pontile, che al passaggio degli orchetti cedette, facendo cadere proprio davanti agli occhi del giovane i piccoli mostricciatoli che lo mancavano di poco mentre precipitavano nel vuoto.

Toy riuscì a mantenere la freddezza necessaria fino all' ultimo, pur di eliminare in un colpo gli orchetti inseguitori. Thorin e i suoi compari rimasero quasi a bocca aperta dall' eroismo del giovane ai loro occhi: << Bravissimo, Toy! Ce l' hai fatta >> esultò Meiling. Tomoyo mollò un sospiro di sollievo anche lei, a confronto del cinesino che rimase ancora con una lieve tensione in corpo. Thorin cominciava a digrignare i denti e a serrare i pugni dall' impavidità che Toy gli prese in quel momento. Era irritato che qualcuno gli avesse dimostrato un' azione di subordinazione nei suoi confronti, trattandosi di un Principe dei Nani. Seguì una breve pausa, poi si udirono altre grida isteriche in lontananza, e tutti scorsero oltre al vuoto che il ponte ceduto aveva creato delle creature che si muovevano a tutta velocità. Erano altri Goblin che si apprestavano a raggiungere i loro prigionieri: << Ah! Eccoli di nuovo! >> disse Tomoyo preoccupata: << Gran bella mossa! E adesso che hai in mente? >> chiese Thorin più avanti notando la furia dei Goblin che stava per riversarsi su di loro, a causa dell' intervento di Toy: << Non possono attraversare la strada, sono bloccati dall' altro lato >> confermò convinto Toy. Bastarono pochi attimi per far ricredere il gesto eroico del ragazzo. Gli orchetti dall' altro lato del pontile, si misero ad arrampicarsi nella parete rocciosa per giungere in fretta a inseguire la Compagnia. Toy fece una faccia rabbrividita alla capacità di cui erano dotati i piccoli esseri: << Dicevi? >> domandò Thorin schernendo Toy: << Questo non è il momento di mettersi a litigare! >> ribadì il ragazzo al Nano: << Forza, riprendiamo a correre! >> avvertì infine Kerochan scattando di nuovo alla fuga con Toy che riacquisì terreno con il gruppo, sfuggendo alla distanza ravvicinata degli orchetti che per poco lo raggiungevano. Sakura continuava anche lei la sua fuga dalle grinfie di Gollum. La ragazzina cercava in tutti i modi di far deviare la strada alla creaturina inseguitrice. Dopo un altro tratto di lunga corsa, Sakura decise di fermarsi per riprendere fiato, buttandolo giù con grande sforzo nel mentre che rimaneva piegata su sé stessa con le mani alle ginocchia: << Credo di averlo seminato! >> disse certa. Ma a farle rimangiare il tutto furono altri versi che si sentirono alle sue orecchie come da eco, seguiti da parole ripetute: << Ladra! >> Sakura si gelò lungo la schiena sentendo la voce inquietante di Gollum. Nel panico che le prese, cercava in ogni direzione un posto dove nascondersi, ma vedeva solo fitte pareti rocciose senza neanche una cavità dove passare inosservata: << Ah! Aiuto! E adesso dove vado? Dove vado? Dove vado? Dove vado? >> poi decise di tornare indietro per poco, e scoprì che vi era una cavità nella roccia dove potè tranquillamente essere coperta dall' ombra dei massi: << Eccolo! L' ho trovato >> esultò a sé stessa la ragazzina. Si infilò velocemente nel rifugio, attaccandosi al muro roccioso e a poco a poco trattenendo il respiro. In pochi secondi, vide la creatura Gollum che sprizzava nel sentiero con tutta la rabbia di questo mondo. Sakura rabbrividì al solo pensiero se si fosse ritrovata quel mostro in mezzo: << Dove sei? Dove sei finita, ladra? >> continuava l' infimo essere.

Lo sguardo della cattura carte era rivolto di sbieco alle spalle del mostro che alzava ogni tanto la testa in aria forse per fiutare la scia dell' odore della ragazzina. Con un verso di frustrazione, Gollum passò avanti al sentiero. Sakura levò ancora il fiato trattenuto allo scampato pericolo, sentendo che i passetti di Gollum si allontanavano sempre di più: << Uff! Meno male che se n'è andato >> commentò lei accennando ad un accasciamento verso terra. Lei infatti scivolò fino alle ginocchia dalla parete rocciosa, toccando poi la terra. Fece per portarsi di nuovo agli occhi la Carta di Clow presa, scrutandola per studiarla nei minimi dettagli. Il lavoro di cattura carte lo aveva intrapreso già da due anni, e non le pareva di avere mai fatto nulla di male per le forze del bene. Tutto ciò se lo ribadì in un suo discorso in testa: << Non sono una ladra! Io non ho intenzione di fare cose brutte agli altri. Ma sembra che ancora devono vedere in realtà le cose come stanno >> la tristezza le ritornò in volto non appena pensò alle parole velenose di Thorin: << Lei si è persa, fin da quando ha lasciato casa. Non c'è posto per lei tra noi >> << Gli dimostrerò che è lui a sbagliarsi. Non si deve permettere di giudicare me o la mia famiglia >> pensò decisa la cattura carte, stringendo forte la Carta del Destino. Sakura si risollevò in piedi e richiamò lo scettro, che si sprigionò della sua vera e lunga forma. Diede un' altra occhiata in giro, sporgendosi dalla roccia prima di proseguire in un' altra strada deviata. Ma i passi troppo affrettati che fece, riuscirono a farla scoprire da Gollum che da lontano risentì dei rumori di sassolini giungergli da eco. Questo riprese a urlare, mentre Sakura ansimava dalla paura non appena svoltò l' angolo di una parete rocciosa, cercando altro riparo dal mostro. Si guardò in alto, ma vide solo una sporgenza troppo alta perchè lei potesse raggiungerla. La ragazzina si volteggiò dietro di lei, anche da tutte le parti pur di ritrovare una via sicura di fuga e più veloce. Le grida di Gollum con i suoi gargarismi si sentirono più acuti che mai, mettendo in apprensione la cattura carte. Questa si riaffacciò al punto da dove era appena entrata, e risentì le parole del mostro: << Daccela! Ahhhh! >> gridava Gollum. Sakura passò avanti, cominciando a imbucare un sentiero opposto all' entrata, ma si dovette fermare non appena vide la sagoma di Gollum che le passò dritta nel sentiero che si presentava. La ragazzina fece dietro front e si infilò in una stretta fessura, cercando di passarci. Ma il passaggio era troppo stretto perfino per il suo corpicino esile, e cercò di spingersi sempre più all' interno, strisciando tra le pareti rocciose: << Devo dimagrire! >> commentò la giovane dal nervoso. Le grida di Gollum si sentirono di nuovo, e Sakura indirizzò i suoi occhi verso un' altra fessura in fondo. Vide la creatura che indietreggiava lentamente, fino a fermarsi a guardarla. Gli occhi lucenti del mostro brillavano di puro odio e vendetta verso quelli impauriti della cattura carte che incrociò in seria difficoltà. I grugniti di Gollum cominciavano ad aumentare, pronto a raggiungere la sua preda rimasta in trappola in una scogliera.

<< Oh, no! >> si disse Sakura cercando ancora di strisciare oltre le pareti che le impedivano qualsiasi movimento, vedendo Gollum che partiva a passo felpato verso di lei al suo urlo di carica. La creatura svoltò l' angolo della roccia, e si fermò per avvicinarsi piano piano alla preda che si agitava ancora: << Nostra! E' nostra! >> ribadiva minacciosamente e con un sorriso maligno tipico della sua razza. Sakura fu presa da una sorte di corsa contro il tempo per evitare di finire presa dalle grinfie di Gollum. Infine, si diede uno strattone nello strisciare oltre le pareti, perdendo tutti i bottoni della camicietta che portava e che fino ad ora le impedivano di passare oltre. I bottoni dorati sembravano tanti oggetti dorati agli occhi di Gollum che rimase per un attimo incantato dalla loro lucentezza, colpito all' altezza degli occhi da questi. Sakura riuscì a passare attraverso la stretta via rocciosa: << Devo andarmene da qui! >> ma nel fare i passi, questa si incartocciò in essi, perdendo l' equilibrio e cadendo a terra. La Carta del Destino le volò dalle mani, e ricadeva verso di lei volteggiando come una piuma d' oca nell' aria. Gli occhi di Sakura fissarono quasi con estasi la Carta recuperata che era indirizzata verso il suo viso. Attese in quel breve tempo che la faccia frontale della Carta le fu bene in vista, poi posò lo scettro verso di essa, per richiamare ad un qualche potere magico: << Carta del Destino! >> formulò la solita frase la cattura carte. La Carta si illuminò di bianco, emettendo onde al contatto con il becco dello scettro magico. Di seguito, la stessa Carta scomparì, inghiottendo insieme al suo strano effetto anche la stessa ragazzina. Gollum tornò alla carica, balzando oltre le rocce e atterrando nel luogo dove era distesa Sakura. Ma non la trovò nei paraggi. La vista della ragazzina adesso era a tratti annebbiata dalla visione dell' ambiente che le si presentò agli occhi. Quella stessa visione le era così familiare adesso quando Gollum si girava da una parte e dall' altra, eppure le incrociò lo sguardo, ma non decise di assalirla. La creatura sembrava disorientata, quasi non riconoscendo Sakura. Quest' ultima ebbe come un sussulto all' informazione che le arrivò al cervello: il potere dell' invisibilità era lo stesso che l' Unico Anello aveva quando Sakura se lo indossava ogni volta al dito. Quindi passò inosservata agli occhi di Gollum, tenendosi sempre stretta la Carta tra le mani. Gollum intanto ansimava dalla rabbia, e passò oltre il corpo di Sakura che guardava ormai salva il mostricciatolo confuso. Questo emise ancora dei lamenti di frustrazione e di sconfitta alla mancata cattura della preda, pensando che se ne fosse già scappata: << Ladra! Ah! Kinomotooo! >> urlava più che poteva il mostro saltellando più avanti a quattro zampe. La ragazzina si rialzò in piedi, togliendo un sospiro di sollievo, e si scansò quando l' essere stava per andarle addosso nel tentativo di trovarla. A parte ulteriori tremolii nel corpo, Sakura si sentì ora al sicuro e il più presto possibile si sarebbe sbarazzata del suo inseguitore, per avere così via libera nel cercare e scovare una via d' uscita. Intanto, i suoi amici fuggivano a gambe levate dalla Città dei Goblin, inseguiti in un ultima corsa dai piccoli orchi che si erano imposti di riprendere i prigionieri in fuga.

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Capitolo 27
*** Episodio 247: Fuga dalla Città dei Goblin ***


I Nani e il gruppo di Sakura continuavano a correre nella via che conduceva fino in fondo all' uscita, seguiti sempre dagli orchetti: << Di qua! >> disse Ori indicando la strada per tenere stretti i suoi compari: << Più in fretta! >> avvertì Dwalin agli ultimi della fila per muoversi nella corsa. Dietro di loro i piccoli orchetti si moltiplicarono a dismisura, e ne scesero in abbondanza nel pontile appena attraversato. Gli orchetti spuntarono da altre vie verso tutte le direzioni per accalcarsi e per schiacciare definitivamente la feccia nanica in fuga. La furia dei mostricciatoli era immensa, resa ancora più tale dal tentativo di Toy nel seminarli. Dwalin guidava il gruppo adesso, e roteò la sua spada ben due volte per ammazzare due orchetti che si erano posti sulla sua strada, l' ultimo dei quali gli fu staccata la testa di netto. Il Nano si fermò di botto non appena vide ai suoi occhi un esercito di Goblin dirigersi verso di loro, frontalmente: << Siamo in trappola! >> disse Yuè preoccupato. Ma Dwalin non si diede per vinto: << Palo! >> ordinò ad altri suoi compari di dietro. Questi sganciarono con un colpo delle loro spade, le funi che tenevano attaccate un grosso palo di legno, mentre gli orchetti salivano verso di loro dalle pareti e da sotto il pontile. Dwalin, aiutato da altri due compagni, afferrò il palo recuperato e se lo misero sotto le braccia, dirigendolo al grido di carica di Dwalin verso gli orchi di davanti. Una prima fila di mostri venne buttata giù da un lato del pontile non appena il pezzo di legno li tramortì per farli spostare. Ne arrivò una seconda di fila, facendo la stessa fine della prima però buttata giù dalla parte opposta. I Nani si fecero così largo nella strada, spazzando qualsiasi orco che tentava di avvicinarsi a loro. Non appena ebbero piazza pulita, posarono il pezzo di legno a terra, e Dwalin riprese a roteare i suoi fendenti sugli orchi che stavano per arrivare su di lui. Ne tramortì uno con la sua ascia, facendolo precipitare anch' esso nel vuoto, e riprese così ad abbattere gli altri mostri. Kerochan si fermò in mezzo alla fila di Nani e ordinò loro: << Proteggete i ragazzi! Forza, passiamo da questa parte! >> disse infine la tigre dirigendo una metà di Nani e il suo gruppo verso una strada superiore sopra quella cui percorreva il Nano Dwalin insieme alla metà del gruppo.

La tigre gialla combattè quasi in sincronizzazione con il gruppo di Nani che stava sotto di lui, e azzannò un orchetto di davanti per poi spostarlo dietro di lui, dove Toy dava il colpo di grazia con la sua spada Glamdring. Il ciò fu ripetuto per tutti i mostri che Kerochan faceva passare a lui, impedendo quindi che i tre ragazzini e amici di Sakura, insieme a Yuè, venissero scalfitti da un colpo di qualsiasi mostro che tentava di avvicinargli. La Compagnia era così divisa in due piani diversi, facendo piano piano piazza pulita dei mostri che si presentavano a loro. Un orchetto scese nel pontile che veniva attraversato dal gruppo di Kerochan, e quest' ultimo spostò il nemico con un colpo d' anca, facendolo cadere dal ponte in legno. Un secondo orco si mischiò nella metà del gruppo addentrandosi sempre più all' interno di esso verso i ragazzi. Ma il Nano Gloin nella corsa roteò il suo martello sul mostro venendo sbalzato verso il basso, e nella caduta colpì un ponte in legno, facendolo tremare non appena vi passarono orchetti. Questi a causa dell' impatto di un loro compagno sul ponte, vennero sbalzati fuori da esso, finendo per cadere nel vuoto. Thorin veniva sempre più circondato da Goblin, che riuscì uno alla volta ad eliminare con la letale spada Orcrist. Lo stesso valeva per Balin che decise di occuparsi di alcuni mostri che lo infastidivano, lasciando passare prima i ragazzini per proteggerli. Il Nano diede mazzate ben assestate agli orchi che risalivano il pontile in legno dove lui era, facendo acrobazie con la sua spada prima di farla cadere addosso ai suoi avversari: << Forza, non fermatevi! >> spronò il Nano al gruppo di Kerochan, che intanto era preso di mira da un Goblin che puntava loro una freccia dal suo arco, rischiando di ferire qualcuno di loro. Tomoyo si voltò e vide l' orchetto che lasciavano in lontananza che stava per scoccare la sua freccia velenosa sul suo gruppo: << Fate attenzione! >> gridò lei per far rendere conto agli altri del pericolo dietro di loro e per accelerare il passo. Ma l' orco era sicuro che ne avrebbe beccato qualcuno, trovandosi ancora nel raggio di tiro. Sopraggiunse Thorin che mollò al fianco della creatura una martellata di spada, uccidendo così l' orco e salvando così i ragazzi in pericolo. Più avanti al gruppo, i Nani combattevano sugli orchetti che li raggiungevano in superficie. Bofur mollò una martellata sulla fronte di uno di essi, seguito poi dal fendente di Nori che trafì un orco attraverso una scaletta che usò per proteggersi dai suoi attacchi. Ori ebbe anche lui la sua parte nel combattimento, stordendo con il suo martello un orchetto che stava per assalire Dwalin, riprendendo così nella fuga dalla Città. Thorin trapassò la sua lama nel petto di un orco, e con una giravolta la fece capitare nel collo di un altro mostro, decapitandolo all' istante. Con la stessa lama, diede un colpetto ad un Goblin davanti a lui, che si appoggiò con la schiena ad un suo compare. Thorin infilzò con un solo fendente i due orchi che rimasero impalati dall' arma elfica del Nano, che continuò a combattere con cattiveria, mollando ganci sulle teste dei mostri.

Il Nano Oin roteava il suo bastone lungo sopra la sua testa, a mò di elicottero, colpendo le teste degli avversari che si facevano avanti verso di lui, e che furono tramortiti dal palo del Nano che sbatteva sui loro crani con rumori di noci di cocco. Oin fu al fianco di Balin a combattere, dando man forte all' amico nello sterminare gli avversari. Alcuni orchetti decisero di scendere verso la Compagnia, lanciandosi da delle funi verso le loro prede nel ripiano più in basso: << Tagliamo le corde! >> disse Thorin per staccare i sostegni che tenevano legato il ripiano legnoso. Uno ad uno, i Nani con l' aiuto in corsa di Toy e di Li, tagliarono le corde del pontile rialzato. Thorin diede un colpo secco all' ultima corda, e si staccò dal ripiano cui sopraggiunsero altri orchetti che stavano per capitolare anche loro verso il basso. Gli orchi che scesero dalle funi, rotearono intorno al ripiano che si staccò dalla parete, e con un giro di trecentosessanta gradi finirono nel vuoto. Kili fece cadere la sua spada su un nemico al suo fianco, e dopodichè arrivarono da davanti alla strada degli orchetti armati di arco e frecce che scagliavano in corsa contro i Nani dove c' era anche il gruppo di Sakura. Kili parò con grandi riflessi alcune frecce con la sua spada, mentre altre gli passavano accanto rischiando di colpire il gruppo in fondo a lui: << Abbassatevi! >> gridò Li colpendo una freccia con la sua spada e avvertendo le amiche dietro di lui. Toy riuscì a malapena a schivare le traiettorie delle frecce degli orchi. Kili allora afferrò una scala al suo fianco, parandosi con i gradini in legno dai dardi nemici. Aiutato da alcuni compari, fece in modo che la scaletta si posava sulle teste degli orchi di davanti, facendone rimanere incastrati alcuni tra i gradini della scala mentre il resto si accalcava sulla punta della scala non riuscendo a risalirla per via della spinta che diedero i Nani nell' avanzare con la scala per far tenere distanti gli orchi. Quelli che erano tra i gradini, mollavano versi di rabbia alle facce dei Nani che li trasportavano più avanti. Giunti ad una strada tagliata a metà, i Goblin di davanti caddero nel vuoto, non appena la scala venne messa come ponte da attraversare per raggiungere l' altra metà del sentiero. Gli orchi incastrati nella scala si ritrovarono a cadere inesorabili giù in fondo non appena la scaletta venne messa per congiungere le due parti tagliate del sentiero, permettendo l' attraversamento facile dei componenti della Compagnia. Kerochan li attendeva dall' altra parte: << Avanti, presto! >> disse ancora non appena le due metà della Compagnia si riunirono in un unico sentiero. Gli ultimi Nani stavano finendo di percorrere la scaletta in legno. Dwalin la tolse un attimo dopo che un suo compare passò al sicuro nella strada, e un orco che era sulla scaletta, venne buttato giù nel vuoto. Gli altri orchetti si frenarono appena in tempo dall' altro lato della stradina, vedendo che davanti a loro si presentava il vuoto, lasciando via libera ai Nani di scappare oltre di loro. La Compagnia passò sotto un pontile, con Kerochan davanti. La tigre mollava artigliate ai nemici che vedeva da tutte le parti, spingendoli poi dietro alla fila.

Toy dava colpi con la sua nuova spada elfica alle creature che gli giungevano. Mollò fendenti dritto ai colli dei mostri, e ne trafisse uno all' altezza della trachea. Così come Thorin si difendeva con unghie e denti all' assalto dei piccoli Goblin su di lui, roteando più volte la spada elfica. Perfino Li e Yuè non stettero con le mani in mano. Un orchetto che era disceso tra il loro gruppo, venne infilzato dalla spada del cinesino che la sollevò in alto per far dirigere il mostro verso Yuè che lo scansò con uno schiaffetto della sua mano, difendendo così le due amiche in fuga. I Nani stettero ancora nella bolgia tra gli orchetti, eliminandoli non appena si presentavano tra di loro: << Via! Via! Via! >> esclamò la tigre gialla da davanti alla fila per non far perdere tempo nella lotta ai suoi amici. Il Guardiano si dovette fermare, trovando la strada che si affacciava fin sotto il dirupo, e bloccando la fuga dell' intera Compagnia. Thorin mollò un suo fendente su delle corde che facevano rimanere attaccate il pezzo del pontile. Il pezzo del sentiero cominciò a dondolare in avanti, permettendo alla Compagnia di raggiungere l' altro pezzo di strada: << Attenzione! >> avvertì Nori mantenendosi in equilibrio sul pontile movente: << Saltate! >> gridò Kili ai Nani che riuscirono a saltare nella strada continua. Meiling e Tomoyo riuscirono anche loro a mettersi in salvo, ma videro che sopra al pontile era rimasta l' altra metà del gruppo: << Oh, no, fate attenzione, ragazzi! >> li avvertì la cinesina vedendo che il pontile tornava a dondolare dalla direzione opposta con Li, Toy e Yuè che si preparavano insieme agli altri Nani e Kerochan l' arrivo delle creature su di loro. I Goblin saltarono di seguito e in gran numero nel pontile dondolante e Kerochan ne eliminò alcuni con una palla di fuoco, facendoli morire bruciacchiati mentre cadevano in fondo al dirupo. Il pontile raggiunse l' altra sponda, dando occasione alla metà di mettersi al sicuro: << Salta, ragazzo, presto! Corri! >> disse la tigre al Nano Fili che vide che si diede uno slancio ben dato, non appena Thorin tagliò subito la corda che faceva muovere la parte della stradina. Fili venne afferrato in volo dal Nano Bombur, lasciando cadere nel dirupo gli altri Orchi che si trovavano nel pontile in caduta libera. La Compagnia riprese con la solita fuga attraverso le vie della Città che veniva sempre più invasa dall' alto e da ogni parte da piccoli esseri striscianti e uscenti dagli abissi della roccia. La tigre e il seguito di Nani amazzò alcuni orchi in volo verso di loro che si lanciavano dai muri rocciosi. Toy infilzò al volo uno degli orchetti, mentre Yuè si toglieva di dosso con una gomitata un orchetto che gli era salito alle spalle. Kili mieteva sempre più Goblin davanti ai suoi occhi, vibrando su di loro la sua spada, seguito nei movimenti dalla tigre che mollò un' artigliata ad uno di fronte e scansò con un colpo di testa l' arrivo di un ennesimo orco al suo fianco. Bombur si affrettava a raggiungere i suoi compari, rallentato oltre dal suo peso da alcuni orchi che gli salirono alle spalle. Il Nano tentò di liberarsene roteando più volte su sé stesso, mentre gli giungevano delle padellate in testa. Egli si trovava nel piano superiore della strada, arrivatoci per via della vista che gli fu coperta da alcuni orchi che gli coprivano la visuale.

Il Nano grasso fece un salto e ripiombò sul suo sedere, aprendo una bottola che scaraventò in alto alcuni orchetti che stavano per arrivargli di fronte. Nella caduta, distrusse un pontile sotto quello dove lui era con altri Goblin che cercavano di raggiungere la Compagnia di sotto. Bombur riuscì a liberarsi degli orchi che lo avevano circondato da ogni parte, e si ritrovò di nuovo a correre con i suoi vecchi compagni. Thorin fece una giravolta prima di mollare il suo fendente sul collo di un orchetto, così come Toy infliggeva gli stessi attacchi alle creature della notte che venivano finite dal resto dei Nani in fondo. Poco prima che il ragazzo si fermasse nella corsa per vedere un grosso masso che gli sbarrava la strada, Kerochan fece per intervenire: << Spostati, Toy! >> avvertì il Guardiano al giovane. Con un salto, la tigre lanciò una piccola palla di fuoco che fece staccare il pezzo di roccia dalla sua parete, creando così un macigno: << Forza, ragazzi! Spingete! >> ordinò il Nano Oin insieme agli altri compagni per spingere avanti la grossa palla di roccia. Questa rotolò più avanti, sempre fatta avanzare dai Nani di dietro e calpestando e schiacciando gli orchetti che si trovarono nella via del macigno. Il grosso masso fece piazza pulita dei mostricciatoli e ne fece cadere uno da una rupe, il quale ultimo pezzo si staccò dal peso esercitato dalla grossa palla da bowling, facendo cadere l' ultimo degli orchetti di quel piano. I Nani svoltarono ad una curva, riprendendo a seguire il sentiero. Thorin uccise dal lato della stradina un orchetto che si era appena affacciato da sotto, rispedendolo nell' abisso. La mandria di orchetti non era ancora finita e riprendevano sempre a discendere le pareti rocciose, fino a che quando si mettevano nel pontile, la combo di attacchi di Kerochan e Toy li sistemava a dovere. Il Principe dei Nani volteggiò più volte e finì il suo attacco decapitando un altro orco davanti a lui. Tutti i Nani cominciavano ad averne abbastanza di quell' infinito giro di creature che piombavano di punto in bianco su di loro. Fili e Kili furono tra quelli che si dimostrarono i migliori guerrieri, nell' affondare le lame sui corpi nemici. Il gruppo di Kerochan passò in avanti a tutti, destando alcune preoccupazioni per i Nani che combattevano dietro di loro. Toy guardò dietro di lui i due giovani Nani, che ribadivano al gruppo: << Ci occupiamo noi di loro! >> avvertì Fili agli umani nel mentre che uccideva con le sue sole forze altri Goblin verso di lui: << Attenta, Tomoyo! >> gridò Meiling all' amica di davanti per farle notare un orchetto che stava per mettersi in mezzo alla strada: << Ahhh! Aiuto! >> gridò lei chiudendo gli occhi e correndo a tutta velocità. I piedi dell' orchetto vennero calpestati con forza dal passo delle due ragazzine, facendolo lamentare dal dolore. Li mollò un pugno alla faccia del mostro che cadde all' indietro dal piano cui era appena salito. Kili roteò con furia la sua lama verso l' addome di un orco, mentre Thorin da davanti alzava in alto la sua spada elfica per tramortire il mento di un avversario per poi riprendere a dare fendenti di qua e di là con la sua Orcrist. La marcia volenterosa della Compagnia era inarrestabile a qualsiasi creatura, e presto ebbero campo libero per proseguire nel sentiero.

Altri orchi li stavano per incrociare da un altro lato, ma i Nani si infilarono di corsa nella via davanti a loro dove più avanti c' era il pontile che portava alla via d' uscita della grande grotta: << Ce l' abbiamo fatta! >> cominciò ad esultare Li a pochi metri dal tratto che li divideva dall' uscita che sprizzava di raggi di sole. I Nani fecero i primi passi per attraversare il ponte, ma nell' ultimo pezzo, la strada gli fu sbarrata d' improvviso. Il Re dei Goblin era sopravvissuto alla caduta, e risbucò da sotto il legno del ponte, distruggendolo e ponendosi davanti alla Compagnia in tutta la sua imponenza: << Di nuovo lui? >> esclamò Meiling ritrovandosi di nuovo il Grande Goblin che gli sbarrava la strada d' uscita. Kerochan nella frenata si ritrovò proprio di fronte al Re dei Goblin. Gli orchetti dietro di loro li raggiunsero alle spalle, così come dietro alla schiena del Grande Goblin. La Compagnia si ritrovò di nuovo la pressione dei molti mostri addosso, e non avevano più le forze per reagire: << Ce l' avevamo quasi fatta! >> disse Thorin correggendo la sentenza del cinesino, facendo digrignare nervosamente Toy. Il bastone del Goblin grasso battè come per mettere fine alla corsa, mostrando un sorriso malvagio alle facce sconcertate dei prigionieri: << Attenti alle spalle! >> avvertì Dwalin mettendo in guardia il resto dei Goblin che stavano prendendo piede nel pontile. Li estraò di nuovo la sua spada, pronto a lottare fino all' ultimo, mentre Meiling e Tomoyo si stringevano tra di loro: << Pensavi di potermi sfuggire? >> chiese l' orco ironicamente alla tigre gialla. Il mostro grasso fece cadere la testa del suo scettro di fronte alle zampe di Kerochan, che schivò il primo colpo ma non il secondo. Il bastone del Goblin colpì la tigre ad un fianco, facendola sbalzare di poco verso il suo gruppo, che lo tenne fermo: << Attento, Kerochan! >> disse Tomoyo pensando che il suo amico fosse rimasto ferito. Una mano di Yuè davanti a lei le fece capire che non doveva preoccuparsi: << Che intendi fare ora, Guardiano? >> disse il Grande Goblin sbeffeggiandosi della tigre, rivolgendole il suo scettro contro. Fu allora che Kerochan si rimise subito in sesto e si abbassò per far intervenire Toy. Il giovane con uno scatto, e la sorpresa di tutti, saltò sul dorso della tigre e mollò un colpo con l' elsa della spada direttamente nell' occhio sinistro del Goblin, che si tenne l' occhio cavato dal dolore. Nel tempo che si ritrovò in volo per atterrare con i piedi a terra, Toy diede un fendente orizzontale alla pancia del Goblin, provocando un taglio in essa. Il Goblin si inginocchiò tenendosi la ferita più o meno profonda, stando così all' altezza del giovane, che potè guardare gli occhi del mostro senza sollevare la testa. Il mostro constatò la sua disfatta, roteando gli occhi sull' arma elfica che lo aveva messo al tappeto: << Sarò sconfitto... >> commentò lui prima che Toy dirigesse un secondo fendente sotto al mento flacido del Goblin, ammazzandolo all' istante. Questo esalò l' ultimo respiro e si accasciò a terra con tutto il suo peso.

Questo provocò un tremolìo in tutto il pontile, con la Compagnia che a stento riusciva a mettersi in equilibrio: << Sta cedendo! >> disse Gloin guardando verso il basso non appena alcuni orchetti cadevano nel dirupo. La parte del pontile si staccò dalla superficie e iniziò a cadere verso il basso con tutti i membri di sopra che lanciarono ognuno delle grida di panico alla caduta libera. La parte del pontile si schiantò con i piani sottostanti, strisciando poi lungo la roccia fino a piombare su altri piani in legno. Seguito da un fracasso di travi in legno distrutte, il pontile assunse la figura di una zattera in movimento per la Compagnia che discendeva gli abissi più profondi della grotta. Alcuni Nani si trovarono a gambe all' aria, mentre altri guardavano terrorizzati il vuoto che si faceva sempre più vicino: << Aiutooooo!!! >> esclamò Meiling reggendosi alla sua amica, con Li e il resto dei conoscienti che si aggrappavano alle travi del pontile. Dopo un salto dal fianco di una parete, i membri del gruppo si ritrovarono a volare nel vuoto. Bofur strillò più forte che potè reggendosi alla casetta in legno che si era formata dai cumuli di legno distrutto che trovavano nel cadere. La struttura in legno cominciò quindi a deragliare come un treno nella roccia scivolosa delle pareti. Oin si tenne più stretto che poteva ad una trave, sgranando gli occhi ed emettendo un urlo strozzato alla terra che sempre più si avvicinava ai suoi occhi. La casetta saltò dalla parete e si schiantò verso un fianco in discesa della parete opposta, fino a cadere piano piano tra lo spazio stretto dei muri rocciosi, attutendo di poco lo schianto finale. I Nani rimasero incastrati tra le macerie, venendo colpiti insieme al resto del gruppo di umani da alcune travi in legno che scivolavano verso di loro, con qualche maceria. Kerochan riemerse da un mucchio di legna, poco distante dagli altri e scuotendosi dalla sporcizia che lo aveva avvolto: << Beh, poteva andare peggio >> disse il Nano Bofur sano e salvo. Seguì una breve pausa. D' un tratto, a fargli rimangiare le parole fu la caduta sopra le travi del corpo del Re dei Goblin ormai defunto. Questo schiacciò la Compagnia che ancora era sotto i pezzi di legno: << Vorrai scherzare! >> rispose Dwalin rivolgendo un po' di colpa al suo amico nel tentativo di sgusciare fuori dalle travi con Kili a fianco: << Credo di non sentirmi più le gambe >> disse Toy sforzandosi dall' uscire anche lui insieme a Li. Le due amiche, Meiling e Tomoyo, sbucarono nel cumulo di pietroline da dove era uscito Kerochan, mantenendosi intatte da qualsiasi graffio: << La prossima volta prenderemo le scale! >> disse Nori levandosi alcuni pezzi di dosso. Yuè si poggiò a fianco alla tigre, riponendo le ali dopo che le utilizzò per volare e per scampare alla disastrosa caduta: << Hai scelto la via più comoda tu, invece >> disse Toy al suo amico: << E' ovvio, sono un Giudice Supremo. Non per niente ho queste ali... >> << Stai zitto! >> gli risposero in coro i Nani, zittendo bruscamente la creatura alata che sfruttò il suo potere per non sporcarsi le vesti e quasi vantandosi. Yuè rimanette zitto, e i suoi amici videro un' espressione nel suo viso piuttosto scocciata, e cercarono di sdrammatizzare con una risatina.

<< Forse è meglio non perdersi in chiacchiere, Yuè >> gli consigliò il Guardiano come per fargli accettare la situazione, che non approvò di buon gusto il Giudice. I Nani fecero così per levarsi dalle macerie, e Kerochan aveva tutte le ragioni per non perdere tempo. Lo sguardo di Kili, lentamente si sgranò da sopra le rocce da dove erano discesi, paralizzandosi dal terrore: << Kerochan! >> lo avvisò il Nano. Tutti alzarono lo sguardo, sentendo i molti passi che giungevano verso di loro dei Goblin sopravvissuti. Erano rimasti ancora in gran numero e discendevano le pareti molto più rapidamente verso le loro prede. Kerochan indietreggiò di poco, notando l' ondata di mostri in avvicinamento: << E adesso che facciamo? >> chiese Li rivolgendosi al Guardiano. Tutta la Compagnia si ritrovò in balìa dei mostri che stavano per mettersi di nuovo al loro inseguimento, e questa volta erano più numerosi: << Sono troppi. Non possiamo combatterli >> notò Dwalin, mentre aiutava Nori a rialzarsi, a Kerochan che rispose: << Una sola cosa ci salverà: la luce del giorno. Via! >> spronò la tigre a tutti, facendo passare avanti il suo gruppo, poi aiutando alcuni Nani a rimettersi in piedi: << Qui, muovetevi! >> esclamò il felino aiutando Oin a rialzarsi che si reggeva alla testa della tigre: << Forza, Balin. Avanti >> disse lo stesso Nano aiutando il vecchio Nano. La Compagnia si diresse subito all' uscita dalle vicinanze della Città, intraprendendo un sentiero stretto di pareti rocciose nella quale non ci sarebbero passati i molti orchetti.

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Capitolo 28
*** Episodio 248: La pietà di Sakura ***


Kerochan non smise per un attimo di guidare e di incoraggiare la fila dei diciotto compagni che aveva dietro: << Su, forza! Ormai siamo al sicuro >> sosteneva nella corsa la Compagnia. Questi entrarono nel passaggio, stretto poco poco ai lati, dalle alte pareti rocciose: << Non fermatevi! Continuate >> urlava ancora la tigre gialla per dare un segnale di inseguimento al suo eco per far rimanere unito tutto il gruppo in cui egli era. Svoltarono un paio di curve, e la via cominciava già a illuminarsi di alcuni raggi di sole: << Ci siamo quasi >> disse sicuro Yuè ai suoi amici nella corsa. Infatti, poco più avanti, la stradina si allargava sempre di più verso un' uscita grande a forma di roccia, oltre la quale si sarebbe aperta la vista alla luce del giorno. D' un tratto, il Giudice Supremo si racchiuse nelle sue ali, ritrasformandosi di nuovo in Yuki, per fare recuperare le forze alla sua parte magica intanto che correva verso l' uscita. Gollum continuava a cercare invano la cattura carte, e si mise a pochi metri dalla via d' uscita della grotta. La creatura con un balzo sul sentiero, arrivò all' idea che Sakura era già scappata dalla grotta sotterranea con la preziosa Carta recuperata: << No! Aspetta, Tessoro! Aspetta! Gollum! Gollum! >> gridò quasi a voce esaurita il mostricciatolo esile, voltandosi dalla disperazione più volte su ogni parte alla ricerca di qualche indizio che avesse lasciato la cattura carte. Questa, sempre resa invisibile dal potere della Carta, fece per avvicinarsi a passo lento e senza fare rumore verso la creatura. In mano la ragazzina teneva il suo scettro, forse con l' intenzione di sbarazzarsi con un colpo alla testa dell' infimo essere, stordendolo per evitare che la toccasse nel mentre che lei fuggiva. Sakura fu quasi sul punto di scavalcare la roccia e di giungere alle spalle del mostro, ma questi si impaurì d' improvviso stando in mezzo alla via, sentendo dei passi in avvicinamento. Con un breve urletto, Gollum si nascose dietro ad una roccia, stando con la faccia addolorata e allo stesso tempo impaurita verso Sakura. Questa si immobilizzò per poco, spaventandosi anche lei dai bruschi movimenti di Gollum, e trattenendo un urlo quando ripiombò dentro al buco da dove era fuoriuscito per cercare Sakura.

La ragazzina rimase confusa per poco all' atteggiamento del mostro, e anche lei sentì dei passi sempre più acuti che le giungevano alle orecchie. Indirizzò lo sguardo verso il sentiero dalla quale Gollum era appena scappato, con la sensazione di riconoscere delle voci. Nel sentiero, a ciò che la sua vista annebbiata riuscì a farle vedere, comparve la tigre Kerochan girata di spalle che avvertiva qualcuno di passare avanti: << Di qua, presto >> sentì le parole chiare del Guardiano. Sakura fece per richiamarlo: << Kerocha- >> ma subito si mise una mano in bocca per interrompere la sua voce squillante. Davanti aveva ancora Gollum che si nascondeva al passaggio di altri compagni di Kerochan. Se avrebbe urlato, la cattura carte sarebbe stata scoperta da Gollum senza alcun dubbio. A fianco a Kerochan cominciarono a passare i Nani, che sembravano scappare da qualcosa. La ragazzina invisibile si fermò di nuovo nell' emettere altre parole, rimanendo a bocca aperta mentre guardava uno ad uno i Nani che sfilavano a pochi passi da lei: << Forza! Forza! >> << Avanti, svelti. Via, via! >> dissero Dori e Kerochan tra le nostalgiche voci che piaceva sentire a Sakura, e che la facevano stare bene. La cattura carte si trovò ingiustamente in quella situazione, e solo un ostacolo la separava dal felino alato. Non le rimase altro che aspettare che Gollum se ne andasse dai paraggi, in modo che lei potesse ricongiungersi con la Compagnia. Lo sconforto però la prese molto in quell' istante, non potendo rivelarsi così davanti agli occhi del mostricciatolo che ancora sostava dietro la roccia, di fronte a Sakura. Quest' ultima ebbe ancora di più l' esitazione di parlare quando vide il suo vecchio gruppo: << Forza, Meiling, sbrigati! >> la voce era quella di Tomoyo, e la riconobbe non appena vide la sua migliore amica che incitava la cinesina nella fuga: << Sono qui! >> la avvisò Meiling affrettandosi a stare dietro a Tomoyo: << Ah... I miei amici >> disse Sakura lievemente quasi presa dalla commozione di rivederli. Era così felice di rivedere i visi dolci sia di Meiling che di Tomoyo le cui chiome nere volteggiavano splendidamente nella loro corsa. La cattura carte potè rivedere i bellissimi colori delle pupille delle due amiche mentre uscivano fuori dalla caverna. Subito dopo di loro, ci fu Li, il solito ciuffo marrone che gli scendeva quasi all' altezza degli occhi color castani, con il berretto verde e il solito abbigliamento dello stesso colore che lo rendevano affascinante agli occhi della sua amata, ora invisibile: << Oh, Li... >> aggiunse Sakura nel rivedere il suo ragazzo. Pensò che anch' egli sarebbe passato dritto, senza aver tenuto conto della mancanza di un' altra persona. Invece, il cinesino si fermò proprio in mezzo alla fessura dove Sakura poteva vedere chiaramente il sentiero. Il ragazzo si mise per un tempo indeterminato dietro, balenando la sua vista per cercare di scorgere qualcosa in lontananza. Sakura capì attraverso lo sguardo del cinesino che la stava cercando.

Sì, quegli occhi castani adesso la stavano sicuramente cercando di individuarla. Forse Li si era davvero reso conto che la sua Sakura non era più tra loro. La cattura carte però non sapeva come togliersi di dosso quell' incantesimo della Carta, e se si sarebbe rivelata a Gollum, questa creatura l' avrebbe sicuramente messa ad inseguire, rischiando di far del male ai suoi amici: << Sono qui, Li >> cercò con voce bisbigliante Sakura di far richiamare il cinesino, i cui occhi e pupille tremavano a poco a poco nello sforzo di ricordarsi quale misteriosa persona mancasse: << Su, forza, sono qui >> fece un secondo tentativo la cattura carte nella speranza che il suo amato sentisse una sorta di sua presenza. Ma Li ancora non si girava, e quando lo fece, venne richiamato da Kerochan che lo esortava ad uscire: << Forza, Li. Dobbiamo uscire >> e al giovane non rimase altro che eseguire il volere del Guardiano, annuendo con un senso di un qualcosa che si era lasciato dietro: << Sì >> rispose semplicemente Li dandosi un' ultima occhiata dietro alle spalle prima di varcare il buco dell' uscita. Sakura si sentì come se tutto il mondo la stesse ignorando, a causa di un' azione che dimostrò al cinesino, e con conseguente punizione. Quella punizione non era altro che il potere della Carta del Destino che la immerse in un mondo invisibile, quasi rievocando le abilità dell' Unico Anello maligno. La ragazzina era sul punto di sfogarsi in un pianto quando i primi dubbi adolescenziali la tormentarono: << Forza! Toy, Yuki, andiamo >> spronò anche i due ultimi della Compagnia, entrambi frettolosi di uscire dalla caverna. Sakura vide così finalmente suo fratello insieme a Yuki che uscivano dalla caverna alle parole conclusive di Kerochan: << Bene così! >> disse la tigre prima di mettersi dietro di loro e uscire insieme. Gollum non sentì più altri passi per il momento, e fece per distaccarsi dalla roccia in cui era per poter riaffacciarsi al sentiero. Ma il mostricciatolo si rimise dietro la roccia non appena passò l' ultimo Nano Bombur, lasciato staccato dal resto del gruppo dalla lunga corsa. La cattura carte fu presa dal panico di non poterli più rivedere, e di disperdersi nelle Terre Selvagge. Ogni membro del suo vecchio gruppo lasciava così la caverna dei Goblin, discendendo la ripida salita attraverso il verde della natura sotto il cielo chiaro del pomeriggio. Sakura perse l' occasione di riunirsi con i suoi vecchi compari, il tutto per colpa di quel Gollum che ora potè stare sicuro di affacciarsi tranquillamente dal masso cui si era nascosto. La ragazzina adesso tirò in su le lacrime che le stavano per uscire per guardare con sguardo severo all' infimo essere che l' aveva fatta tenere lontana dagli amici. Decise quindi che al mondo non ci sarebbero dovuti essere altre creature come lui. Sakura estraò lentamente la sua spada Pungolo, e fece per avvicinarsi alle spalle della creatura maligna, appostandosi a pochi passi dalla schiena di esso. Gollum guardava in continuazione da una parte e dall' altra la stretta via dove erano passati tutti i Nani, sfuggiti all' agguato dei Goblin, e sicuramente anche la sua preda era ormai riversata nel mondo esterno. Ma le convinzioni del mostro erano del tutto errate.

Sakura adesso aveva appena poggiato ad un centimetro di distanza la lama di Pungolo, pronta a farla finita una volta per tutte con esseri del genere. Attese per un po' con la spada vicino al collo di Gollum, dopodichè si portò indietro la lama pronta a dirigere il colpo fatale. Era più che sicura di mettere la parola fine a quella specie di mostri, e glielo si lesse negli occhi pieni d' odio per tutto quello che il precedente Gollum le aveva fatto passare. Lei aveva avuto a che fare già con il primo, giudicandolo un meschino e una creatura che pensa solo a sé stessa pur di ottenere oggetti preziosi. Sì, era convinta: non ci sarebbero state più vittime che avrebbero fatto la conoscienza della sgradevole creatura. In pochi attimi, Sakura avrebbe fatto scendere la sua spada sul collo di Gollum. Era un gesto che decise di prendersi la responsabilità lei stessa, e stava per fare un' azione nella quale si sarebbe sporcata per la prima volta le mani. Gollum si girò verso Sakura, ancora nascosta dal potere della Carta, e non sapendo che egli stava per morire d' improvviso. La ragazzina però non aveva ancora gettato l' arma fino a sotto il mento del mostro, forse per prendersi ancora un po' di coraggio cercando di controllarsi il respiro. Invece, sembrò che ci fosse qualcosa che vedeva negli occhi dell' essere per la quale la fece titubare nell' attacco finale. Gollum, a sua insaputa, aveva di fronte la cattura carte, ma egli non stava più andando a cercarla, ma bensì si roteava gli occhi nella cavità dove aveva visto per l' ultima volta Sakura. Il mostricciatolo si sentì come disperso nel luogo dove avrebbe fatto rientro, fino in fondo al baratro da dove avrebbe continuato a trascorrere la sua vita quotidiana. Ma l' avrebbe fatto senza più la Carta con sé. Sakura mise la punta di Pungolo vicino alla gola del mostro, che ora emise una smorfia di tristezza, resa ancora più vera dalle pupille che gli si dilatavano dentro ai cerchi azzurri dei suoi occhi. Gollum stava per mettersi a piangere, e si tratteneva dal far uscire anche lui le lacrime con la bocca che più volte tremolava dal labbro inferiore. Sakura, che rimase in tutta la sua serietà in quei momenti, colse lo stato di Gollum che sembrava la guardasse e la supplicasse di risparmiargli la vita. La ragazzina non potè certo accorgersi di quello stato di pietà del mostricciatolo, e a poco a poco sentì anche lei lo stesso sentimento. Adesso che ci pensava, non era un gesto da eroi farla finita così di nascosto con un avversario. Non lo trovava affatto un gesto corretto, anzì solo i vili potevano fare una cosa del genere, approfittandosene. Ma oltre a questo, Sakura ripensò alle parole di Kerochan, la volta in cui le diede la spada Pungolo recuperata e tirata fuori dalle caverne dei Troll: << Ricorda questo, Sakura: il vero coraggio si basa sul sapere non quando prendere una vita, ma quando risparmiarla. E tu hai avuto tanto di quel coraggio in vita tua, da evitare di usare la forza bruta >> ancora una volta le parole sagge del fedele amico le tornarono in mente in un momento di decisione. Anche quella volta a Moria, sul discutere della missione per la quale Sakura fu incaricata di distruggere l' Anello, Kerochan era sempre lì ad aiutarla e a farle comprendere la giusta strada da prendere.

Lentamente, Sakura abbassò il braccio che reggeva la spada, provando compassione per la prima volta ad un essere che non si era dimostrato tanto furbo come il primo. O almeno non aveva avuto la possibilità di far del male alla ragazza. Si ricordò del suo caro nonno Masaki, che dovette fare lo stesso gesto per risparmiare il primo mostro, non aspettandosi che avrebbe attaccato sua nipotina. Ma adesso questa era la volta buona che tutte le cose non si sarebbero ripetute. Sakura comprese a pieno la situazione in cui si trovava Gollum: solitudine, sofferenza e paranoia. Tutti questi e tre stati lo avrebbero riaffiorato nel corso della sua vita, non appena si sarebbe convinto che le speranze di riprendere la Carta sarebbero svanite del tutto: << Mi dispiace, Gollum... Ma faccio solo il mio lavoro. Non posso permettere che le Carte di Clow finiscano nelle mani del Male >> disse a bassa voce la giovane. Questa sospirò come è che doveva girare la vita, e indietreggiò da Gollum come se lo volesse lasciar passare per tornare a sfogarsi all' interno della caverna, in assenza di una vera e propria casa. Sapeva che il mostro era indifeso, e se l' avrebbe ucciso così facilmente, si sarebbe considerata una vigliacca. Ma non era certo questo il suo carattere. Gollum, ad un certo punto, trasformò la sua faccia addolorata in pura smorfia di rabbia, smettendo di piagnucolare come un cane e ringhiando a denti stretti. Riassunse la sua solita faccia con le pupille che si rimpicciolivano dall' odio che gli era appena tornato. Sakura non avrebbe neanche mosso un dito pur di lasciare che l' infimo essere si sfogasse con sé stesso, e mantenette questa promessa dentro il suo cuore. Prendendo la rincorsa, la giovane scavalcò il mostro, al quale diede una piedata nella guancia, tramortendolo e facendolo cadere a terra. Sakura si diresse così verso l' uscita, lasciandosi alle spalle la creatura che rimase ingannata dalla strategia di fuga della giovane che era certa che Gollum non sarebbe più uscito dal suo rifugio per tornare a infastidire altri. Gollum cercò di rialzarsi in fretta a quattro zampe, cercando con lo sguardo la ragazzina che a sua insaputa si trovava ancora nella grotta, ma che adesso si era lasciato scappare stupidamente: << Sto arrivando, ragazzi! >> disse con un bricciolo di sollievo la cattura carte, varcando anche lei il buco dell' uscita. Gollum rimase all' interno della Montagna, voltandosi di scatto come un ragnetto da una parte e dall' altra, urlando in continuazione il cognome della ladra che lo aveva ingannato: << Kinomoto! >> richiamarla adesso era inutile perchè sapeva che era appena uscita dalle sue grinfie. La frustrazione di averla persa la sfogò in un breve ululato verso il soffitto roccioso, e si giurò di odiarla con una sua promessa: << Che sia maledetta e schiacciata! La odiamo per sempre! >> e con questo grido, la voce di Gollum non fu più avvertita dalla giovane cattura carte. Questa adesso, sotto il potere della Carta, discendeva a grandi passi il pendio della collina, immergendosi in ettari di pini per raggiungere più in fretta i suoi compagni più in là.

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Capitolo 29
*** Episodio 249: Casa è alle spalle ***


Sakura si liberò di quel mostro di Gollum e discendeva a grandi passi la collina. I Nani e i suoi amici ora si allontanavano il più possibile dalla grotta che aveva appena superato, imboscandosi in alti pini di una foresta che incominciava da quelle parti. Sakura scavalcò a fatica delle alte rocce che gli si presentavano sulla ripida discesa, affaticandosi ancora di più dopo che intraprese una lunga corsa per sfuggire all' inseguimento di Gollum. Riprese ancora più energia quando notò del movimento nella foresta più in là, riconoscendo i vecchi compagni dalle loro schiene: << Eccoli, sono là >> si diceva saltando da un masso rialzato, con ancora il potere della Carta che non le si toglieva di dosso. Kerochan rallentò nella corsa, fermandosi sempre tra i pini che circondavano lui e i compagni sotto il cielo rosso del tramonto all' orizzonte. Si mise a contare se tutti erano sani e salvi, per prima facendo passare il suo gruppo davanti a lui: << Cinque... Sei... Sette... Otto... >> diceva mentre riprendeva fiato: << Voi altri siete tutti presenti >> rammentava il Guardiano rivolto a Toy e al resto, confermandogli il numero completo da un pollice alzato di Tomoyo che si mise a schiena piegata per riprendere il fiato con i suoi altri amici. La tigre riprese a contare i Nani che arrivavano: << Bifur. Bofur. Fanno quindici >> teneva il numero Kerochan quando gli passarono a fianco i due Nani, per poi un attimo mettersi nel timore di aver tralasciato qualche Nano indietro o che si era smarrito: << Ah! Fili, Kili. Fanno diciasette. E naturalmente, Bombur, fanno diciotto >> concluse a conti fatti la tigre, sicuro della riunione ad uno ad uno dei componenti del gruppo non appena giunsero gli ultimi tre Nani che di solito si mettevano nei guai. Si girò un attimo intorno a lui, e questa volta fu certo che la sensazione della mancanza di un membro era concreta più che mai: << Dov'è Sakura, eh? >> domandò dapprima in modo pacato, poi gradulamente preoccupandosi quando faceva per avvicinarsi al gruppo: << Dov'è la nostra amica? >> domandò ancora in generale.

<< Eh?! Sakura! >> urlò d' improvviso Li concretizzando il fatto della persona che era sparita, accortosi prima nella Città dei Goblin: << Dove sei finita? Sakura! >> << Sakura! >> levarono anche i loro richiami Tomoyo e Yuki. Kerochan non ricevette alcuna risposta dai Nani, divenendo più deciso nel chiedere: << Dov'è la nostra amica?! >> e le sue urla imponenti fecero quasi svegliare i tredici Nani, compreso Thorin che dall' inizio era infastidito della presenza della ragazzina, che si voltavano anche loro dietro e in ogni direzione pur di trovare Sakura. Alcuni si accorsero solo adesso che la cattura carte era sparita: << Sakura! >> fece per richiamarla anche il Nano Kili, ma ormai inutilmente: << L' abbiamo lasciata lì >> confermò il cinesino temendo il peggio per la sua amata: << Lì, dove? >> domandò ancora Kerochan, cogliendo la risposta negli occhioni rammaricati di Li che puntavano sopra la collina, verso l' uscita della galleria degli Orchi. Sakura, nel frattempo, era giunta nelle vicinanze della riunione della Compagnia, sostando a pochi passi da loro: << Accidenti a quella ragazzina! Ora si è persa? >> << Credevo che fosse con Dori >> dissero Dwalin e Gloin giustificandosi alla mancata vigilanza della cattura carte. Questa sentiva le preoccupazioni di alcuni Nani, ben presto dissolte con la sua ricomparsa. Sì, ma in che modo poteva levarsi del potere della Carta?: << Non incolpare me! >> ruggì il Nano Dori al suo compagno che lo accusava: << Dove l' avete vista l' ultima volta? >> domandò ancora Kerochan. Nori fece per parlare, essendo stato testimone dell' ultimo avvistamento della ragazzina: << Mi sa che è sgattaiolata via quando ci hanno catturati >> << No, non può averci lasciato da soli, dev' essere stata catturata anche lei >> insisteva Meiling. Sakura fece ancora dei passi per sentire più da vicino la discussione: << Che è successo esattamente? Dimmelo >> chiedeva esitante della risposta il Guardiano. Nori stava per emettere parola, ma si intromise Thorin che assunse un tono che abbandonava ogni forma di compassione per la scomparsa di Sakura: << Te lo dico io che è successo: la signorina in questione ha visto la sua occasione e l' ha colta >> << Hey, ascoltami bene Principino, devi dirmi dov'è finita mia sorella. Hai capito? >> sbottò su tutte le furie Toy sentendo che il Nano stava disprezzando Sakura: << E te lo sto dicendo! >> ribattè Thorin spiegando come stavano le cose. Sakura era poggiata su un albero, ascoltando a chiare lettere il rimprovero nei suoi confronti del Nano, usando sempre parole più o meno velenose su di lei. Era ancora non ben voluta da lui, e si ritraò dietro l' albero, assistendo ad un altra critica di Thorin: << Pensava solo al suo soffice letto e al suo caldo focolare da quando ha messo piede fuori dalla porta. Non rivedremo mai più la nostra cattura carte. E' ormai lontana >> disse infine e solenne alla triste realtà dei fatti, come li vedeva lui. Le orecchie di Li avrebbero non aver dovuto ascoltare quelle pericolose parole che fuoriuscirono noncuranti dalla bocca di Thorin.

Fili e Kili, i due fratelli che avevano ormai a cuore la ragazzina, si scambiarono occhiate disfatte dal possibile allontanamento di Sakura. Nel resto dei Nani si diffuse questo senso di sconcertazione fornito dal capo del loro gruppo. Ciò ebbe influenza anche su Li, che si rimproverava del fatto di averla lasciata senza la sua protezione: << E' tutta colpa mia. Non l' ho protetta >> si disse stringendosi i pungi lungo i fianchi ed emettendo una smorfia di rabbia che fece tornare ad un' espressione di sconforto. Sakura però non stava più dando peso alle parole fredde del Nano, e intuì che lo stesso Thorin doveva averla sentita parlare con Bofur quella notte, confessando così agli altri Nani una pessima reputazione di lei. Non voleva più tentare di sparire dalla vista dei suoi vecchi compagni, e tutto per delle storielle inventate sul momento da Thorin. Era lui che voleva in qualche modo distaccarla dalla sua famiglia. Questo Sakura, si promise che lo avrebbe interrotto subito, volendo in cuor suo rimettersi in vista. Senza preavviso, la ragazzina si materializzò nella realtà, non più avvolta dal potere della Carta del Destino. Per qualche strano motivo si ritrovò di nuovo a vedere il paesaggio intorno con chiare immagini, senza più avvolte dalla specie di effetto ondulato che le dava l' oggetto. Si controllò la vista, sbattendo più volte le palpebre, e assicurandosi di essere uscita dall' incantesimo della Carta. Fu quella l' occasione di smascherare il vero comportamento rude e freddo di Thorin che la tormentava dall' inizio del viaggio. Nel mentre che tutti nella Compagnia si dispiacevano per l' allontanamento di Sakura, questa fece per rivelarsi a tutti, riponendo il suo scettro nella forma di ciondolo e Pungolo nella sua custodia. Inizialmente, nessuno la notò, e Yuki fece per dare una pacca su una spalla di Li per confortarlo: << No, invece >> si sentì una voce femminile, e tutti si voltarono per vedere chi fosse: << Sakura! >> gridarono dalla felicità Tomoyo e Meiling, con la prima che abbracciò la sua più vecchia amica di sempre. I Nani mollarono versi di entusiasmo e di sorpresa, così come Toy, alla rivista della ragazzina: << Oh, Sakura, sei viva! >> esclamò Li avvicinandosi a lei. Bofur emise un sospiro di sollievo, poggiandosi alla sua ascia mentre Toy rivolgeva un gran sorriso alla sorellina: << Sakura Kinomoto! Non sono mai stato così felice di vedere qualcuno in vita mia >> ammise Kerochan ad un passo dal commuoversi: << Grazie, amici, per aver sperato che io ce la facessi >> rispose Sakura staccandosi piano piano dall' abbraccio di Tomoyo. La ragazzina diede una pacca sulla spalla di Balin, essendo contenta di rivederlo, dopo che incrociò lo sguardo e la serenità di Li: << Sakura, ti davamo per scomparsa >> disse il Nano Kili incredulo alla ricomparsa della giovane: << Ma come hai fatto a superare i Goblin? >> domandò poi Fili chiedendo spiegazioni: << Già, come? >> aggiunse Dwalin, destando curiosità anche tra il gruppo di Sakura: << Sei intatta anche da qualsiasi graffio, però >> notò Meiling all' amica: << Dicci, Sakura, come hai fatto? >> chiese Yuki al fianco di Toy, anche questo divenuto serio dal pericolo che sua sorellina riuscì a scampare dai Goblin. Sakura osservò tutti negli occhi, scorgendo nel profondo delle loro pupille di voler sapere la realtà.

Passò lo sguardo anche da Li, al quale non poteva mentire: << Ah! Mi state facendo troppe domande, ragazzi. Eh, eh, eh, eh! >> se la rise giustificandosi per un po' Sakura, mettendo le mani in tasca. Kerochan notò quel gesto, che sembrava quasi di imbarazzo, ma che suscitava dubbi nel cuore della tigre. Balenò ad occhi socchiusi la sua vista, indirizzandola di soppiatto verso la tasca destra di Sakura che si infilava più in profondità un qualcosa che voleva nascondere: << Beh... Ma che importanza ha? E' tornata >> si intromise Kerochan nel tentativo di distogliere Thorin e gli altri nello scoprire il modo in cui Sakura era fuggita dalla Città dei Goblin. Tutti sembravano dare ascolto al Guardiano, ma Thorin era puntato sulle sue intenzioni, e diede un' altra occhiata a Sakura: << Ha importanza. Voglio saperlo >> si imponeva lui. Toy prese ancora le difese della sorella: << Non hai sentito quello che ha detto Kerochan? Se ascoltassi una buona volta non ti farebbe poi così male >> << Lascialo perdere, Toy >> gli consigliava sempre il suo amico Yuki. Sakura ormai aveva rivolto l' attenzione su Thorin, volendogli a tutti i costi rispondere una volta per tutte per dimostrare che egli si sbagliava su ciò che pensava sulla cattura carte: << Come mai sei tornata? >> domandò infine il Principe Nano modificando la sua domanda. Sakura, quindi, attese per alcuni secondi la risposta da dare, finalmente libera di vedersela con il Nano che tanto la scherniva: << So che dubiti di me. Lo so, lo so. L' hai sempre fatto >> e questa fu una delle prime cose che la giovane fece annotare ad un nobile Principe. I suoi amici, che la sostenevano, si fissarono tra di loro fieri della libertà delle sue parole per confidare a Thorin il vero atteggiamento che aveva assunto con lei. Sakura proseguì: << Penso spesso a casa mia. Mi mancano i miei libri. E il mio letto, e il mio giardino. Così come la mia città, e la mia scuola con tutto il resto dei miei compagni di classe. E potrei elencarti tante altre cose che mi fanno star bene. Vedi, quello è il mio posto. E' casa mia >> Thorin assunse non più un' espressione severa, ma almeno se manteneva la prima era per nascondere l' amarezza e la tristezza che si sentiva alla parola “casa”. Quel termine gli era così lontano, quasi da avere l' invidia con tutto il mondo per le persone che lo abitavano e per le quali stavano nella loro sicura abitazione. I vecchi ricordi che si formavano in lacrime negli occhi di Thorin, era stato notato da Sakura che spiattellava una dura lezione al Principe: << Perciò sono tornata perchè... voi non ce l' avete una casa >> rispose la cattura carte alla domanda, osservando ogni Nano davanti a lei: << Vi è stata portata via. E voglio aiutarvi a riprendervela, se posso. Io e i miei amici, insieme >> e Sakura introdusse un nuovo argomento, quello del legame con gli altri. Cosa che Thorin aveva abbandonato con ogni altro essere vivente della Terra di Mezzo. Le parole di quella ragazzina erano dure, e lo furono ancora di più quando la stessa Sakura le pronunciò con tono dolce. Tutto ciò risultò a Thorin molto severo, abituato più ai modi duri e ai rimproveri che si faceva per non aver evitato che il Male si spargesse nel suo territorio.

Il Principe Nano abbassò lo sguardo a terra, tirando dentro agli occhi le lacrime che gli si formavano intorno alle orbite. E potè di nuovo fissare con aria distrutta e normale la piccola ragazza che era del tutto maturata. Meiling, Tomoyo, Li, Yuki, Toy e Kerochan osservavano i Nani che si rammentavano tra di loro della loro casa rubata dal Drago Smaug e che speravano di riavere a loro. I piccoli esseri guardavano come una figura da seguire la piccola cattura carte. Bombur tirò in su il moccio che stava sempre più accumulandosi nelle narici, che si fecero rosse dalla rabbia che anche lui si sentiva dentro. Nori e Ori anche se erano quelli tra i più tranquilli nella Compagnia, si sentirono anche loro bastonati in modo delicato dalle parole della cattura carte. Kerochan la guardò come se fosse del tutto cambiata, però positivamente, non dubitando più della cosa che si teneva nascosta in tasca: << Sei grande, Sakura >> si complimentò Tomoyo con l' amica. Questa annuì come per ringraziarla e rivolse l' attenzione su di Li, che era in atto a chiedere scusa alla sua amata per il comportamento che assunse con lei in qualche occasione: << Perdonami. Io avrei dovuto stare sempre al tuo fianco, come ti avevo sempre promesso. E invece, ti ho evitata come se niente fossi >> parlò Li incolpandosi delle azioni che secondo lui danneggiarono la sua amata: << Va tutto bene, amore, finchè me la saprò cavare da sola >> ribattè Sakura prendendo per le guance il suo Li per rivolgergli uno sguardo felice. Gli occhi dei due si fissavano da ogni angolo delle loro orbite, rassicurandosi che non c' erano state incomprensioni: << Anch' io sto diventando più autonoma nelle mie azioni. Quindi correrò io in tuo aiuto, d' ora in poi. Ma non devi preoccuparti, ti ho detto. Ok? >> << D' accordo >> rispose corto Li. Kerochan fece per interrompere quel dolce momento tra i due, smuovendo la sosta: << E' meglio che ci rimettiamo in cammino. Queste terre sono spesso abitate da Lupi Mannari della zona, non dobbiamo perdere tempo >> avvertì il Guardiano a tutta la Compagnia. Ma Sakura aveva qualcosa da confessare: << Aspettate >> << Che cosa c'è, Sakura? >> domandò Tomoyo. La cattura carte fece per mettere una mano sulla sua tasca destra, mostrando e tirando fuori davanti agli occhi dei presenti la Carta che aveva trovato nelle gallerie degli Orchi: << Ho trovato questa laggiù >> disse mostrando la faccia frontale della Carta davanti a Li. Tutti i Nani stettero confusi al ripescaggio dell' oggetto che aveva scoperto Sakura, mentre il suo gruppo originale stava attento a visualizzare meglio la Carta magica: << Una Carta di Clow? >> << Clow Reed deve averne inventato molte se ancora si trovano in questi angoli del pianeta >> dissero Yuki e Toy alla rivista di una delle carte magiche. Kerochan fece per sporgersi anche lui davanti a Sakura: << La Carta del Destino >> la riconobbe il Guardiano: << Tu ne sapevi niente di quest' altra Carta, Kerochan? >> gli chiese Meiling: << A dir la verità no. Non ricordo che il Signor Clow Reed avesse creato più di cinquantadue Carte magiche. A meno che, questa non sia quella rara >> << Che intendi dire? Hey! >> Sakura venne privata della Carta dal Nano Dori.

Questo la sventolava sopra alla testa della ragazzina per gioco per poi portarsela agli occhi: << Secondo voi si potrebbe usare per giocare ad azzardo? Eh? >> << No, Dori. Sicuramente serve ad alimentare qualche fiammella come quella specie di soffiatore dei caminetti >> rispose Bofur intellettualmente prendendo la Carta dal suo compagno. Bofur venne privato della Carta quando giunse Nori: << Secondo me non vola poi come una piuma d' oca >> si dilettava il Nano in teorie sull' uso della Carta. Sopraggiunse Toy che strappò dalle mani dei tre Nani la Carta, ribadendo che non era un giocattolo: << Andateci piano con questa carta. Potreste avere qualche problema nel maneggiarla >> disse il ragazzo riporgendo l' oggetto alla sorellina: << Grazie, Toy >> lo ringraziò la giovane mentre riafferrava la Carta: << Scusa? Ma in che senso? >> chiese spiegazioni Nori, sotto lo sguardo attento di Toy che lo metteva in guardia. Kerochan riprese così a spiegare: << Questa Carta ha poteri del tutto ignoti a me. Quindi non posso dirti esattamente quali siano le sue abilità per via della segretezza che tenne Clow Reed su di essa. Questo intendevo >> << Ed è un bene o un male? >> domandò Sakura confusa: << Secondo me è meglio non avere contatto con questa Carta. Chissà se non sia avvolta da una qualche stregoneria >> avvisava Li mettendo in guardia la sua amata, per poco intimorirla: << Ma se fosse maligna, a quest' ora Sakura si sarebbe dovuta trasformare in un grosso Troll gigante! >> sdrammatizzò la situazione Toy, prendendosi un po' in giro la sorella: << Smettila, Toy! Perchè devi sempre fare l' antipatico? >> << Oh, e dai, era una battuta >> ribattè Toy alle lamentele di Sakura, ridendosela un po'. Thorin adesso guardava l' avvenuta della nuova Carta con mistero, in confronto agli altri suoi compari che rimasero indifferenti all' oggetto. Da sopra al pendio roccioso, in alto nella collina, comparve Azog in groppa al suo Mannaro bianco. Dei sassolini caddero dal ciglio del terreno dove la sua bestia si fermò, quasi a presagire una valanga che si sarebbe presentata. L' Orco Pallido era riuscito ad individuare sotto informazione dei Goblin della Montagna la direzione delle loro prede, e le guardava situate in fondo alla foresta con aria soddisfatta: << Bene! Eh, eh, eh, eh, eh, eh! Sono tutti riuniti. Il momento giusto per una carneficina >> disse perfidamente il Profanatore accarezzando il pelo del suo lupo che ringhiava alle prede rintracciate. Poco dopo, giunsero intorno a lui i suoi servi, ognuno sui loro Mannari con i quali sarebbero discesi lungo il pendio all' ordine di attacco che stava per dare il loro capo, cogliendo impreparati i Nani.

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Capitolo 30
*** Episodio 250: Dalla padella alla brace ***


Azog arrivò sul ciglio della collina, circondato dai suoi seguaci, e tutti compreso lui erano a cavallo dei propri Mannari che sarebbero scesi all' attacco dei Nani. Il rosso del tramonto si tinse in cielo, come il preludio che il sangue sarebbe dovuto scorrere nel terreno più in basso. L' Orco Pallido diede l' ordine, manovrando una mazza che teneva nella mano destra: << Inseguiteli! Fateli tutti quanti a pezzi! >> e un branco di Lupi discese la collinetta dirigendosi verso il gruppo di Sakura, che si trovò impreparato all' arrivo delle bestie. Sentirono degli ululati, e Dwalin strinse ancora di più la sua ascia. Sakura rabbrividì a quei versi: << Qualcuno ha parlato di Lupi? >> domandò ironicamente la ragazzina riferendosi a Kerochan: << Siamo finiti dalla padella... >> << ...nella brace! Scappate. Scappate! >> finì per ultimo la tigre per concludere la frase di Thorin. Il gruppo cominciò così a correre più avanti tra le urla terrorizzate delle ragazze che lo componevano: << Forza, Meiling! >> disse come sempre Tomoyo per far smuovere la sua amica. La velocità dei Lupi era molto più superiore a quella dei Nani, che stavano sempre più per essere raggiunti: << Muovetevi, dai! >> spronò ancora Dwalin i suoi compari. Le bestie feroci rompevano con la loro massa corporea i rametti degli alberi che si trovavano nella loro strada, mangiandone qualcuno prima di assaporare la carne delle prede in fuga. La notte scese come l' oscurità che si portavano dietro quelle creature selvagge che emettevano versi feroci: << Correte! >> esclamò Thorin sentendo sempre più la vicinanza dei Lupi sul loro gruppo. Sakura rimase un po' più indietro a tutti gli altri per aver intrapreso un tratto composto da rocce e lievi alture. Yuki si accorse del distaccamento della giovane da loro, ma non poteva trasformarsi in quel momento perchè sarebbe subito stato azzannato dai Lupi. Questi adesso furono ormai a pochi metri dalle loro prede, correndo come cavalli imbizzarriti. Sakura fece per saltare un' altra altura, però questa risultò un po' più alta delle altre, facendo cadere la giovane in avanti: << Sakura! >> gridò Li vedendola a terra e con i Lupi che stavano per raggiungerli. Sakura fece per rialzarsi, guardata in modo preoccupato da tutti i suoi amici che erano più avanti. Un Lupo saltò dall' altura da dove era appena scesa Sakura, e la puntò pronto per darsi la carica verso di lei.

La cattura carte si ritrovò separata dalla Compagnia, e stava per essere sbranata dalla bestia: << Oh, no! >> disse Toy distante con gli altri dal feroce animale che stava per assalire la sua sorellina. Questo ringhiò ancora una volta e si buttò contro Sakura. Rimase per un attimo titubante su cosa doveva fare, e nel breve tempo che pensò che richiamare il sigillo non l' avesse salvata in tempo dalla bestia, estraò Pungolo e se la mise con la punta rivolta verso il Lupo. Questo si ritrovò impalato alla testa con la lama che gli si sprofondò nel cervello. La bestia frenò, ormai morta, ai piedi della ragazzina che assunse un' espressione d' orrore all' uccisione della sua prima vittima, e lasciò il pugnale una volta che venne spinta lievemente dalla frenata contro un tronco di albero: << Resisti, Sakura! >> gridò Tomoyo per richiamare la sua amica paralizzata dal panico e dal gesto che fu costretta a fare. Alcuni Nani scappavano ancora dall' inseguimento degli altri Lupi. Balin fu salvato da Thorin che lasciò cadere la sua lama elfica sulla testa di un Lupo che stava per azzannare il primo Nano. Il gruppetto di Sakura si fermò nell' andare a correre in aiuto della loro compagna, vedendosi la strada bloccata dal combattimento tra Nani e Lupi con i primi che agirono in fretta nel difendere il loro quattordicesimo membro. Il Lupo abbattuto da Thorin, venne finito in contemporanea con Dwalin, pugnalando la carcassa dell' animale più volte. Ori fece cadere una martellata all' indietro verso la testa di un altro Lupo, riprendendo così a distaccarsi dalle bestie feroci. I Nani che non si fermarono nel combattere, si ritrovarono alla fine della discesa che si apriva in un burrone dopo che superarono la fitta coltre di tronchi di pini. Si trovarono in un vicolo cieco, e avrebbero trovato la morte in entrambi i casi, sia buttandosi dal precipizio e sia rimanendo sul ciglio del burrone finendo poi sbranati dai Lupi. Yuki e Toy osservarono in lontananza che la strada più in là finiva nel precipizio, e non seppero più cosa fare insieme a tutti gli altri Nani: << Salite sugli alberi! Tutti. Forza, sali, Sakura! Sali! >> avvertì Kerochan alla sua amica immobile e nascosta dietro un tronco a fissare la carcassa di lupo che aveva davanti. Bifur lanciò una sua piccola ascia che scalfì la testa di un Lupo in corsa, facendolo stordire per un attimo e sbilanciandolo tra le sue gambe che rotolò strisicando nel terreno: << Forza, Sakura! Sali su un albero! >> le disse il cinesino vicino ormai ad un tronco pronto a risalirlo. I Nani saltavno così tra i rametti più in alto degli alberi, dandosi prima la spinta sulle teste di alcuni loro compagni più alti di loro: << Yuki, salta! >> Toy mise le mani unite e spinse il piede del suo amico per farlo mettere prima lui al sicuro sull' albero, con Kerochan che si arrampicava nello stesso con le unghie. Meiling e Tomoyo vennero aiutate prima da Li nel risalire l' albero: << Andate più in alto che potete. Sbrigatevi! >> << D' accordo >> gli rispose Meiling afferrando l' avviso.

Sakura era a pochi metri dal tronco in cui i tre amici stavano risalendo l' albero. La ragazzina però voleva prima estrarre Pungolo dalla testa del Lupo morto, e riprovò ancora quando non riuscì al primo tentativo. Gli ululati delle bestie si avvicinavano ancora di più, e Sakura tremò con le mani prima di riafferrare nella fretta la spada conficcata nella fronte della bestia. Kerochan risalì la punta dell' albero insieme a Yuki e a Toy: << Arrivano! >> gridò Thorin vedendo i Lupi in grande massa arrivare verso gli alberi. I tredici Nani si aiutarono a vicenda nell' arrampicarsi agli arbusti, saltando tra le loro teste per giungere ad un' altezza maggiore rispetto a quella cui avevano loro. Bombur si appese al primo ramoscello, cercando poi di risalire gli altri. I Lupi delle Terre Selvagge avevano appena disceso il pendio, e tra loro c' erano in groppa alcuni Orchi: << Muoviti, Sakura! Stanno per arrivare! >> le urlò di nuovo Li, non riuscendo ad individuarlo nella terra ferma: << Sì, ci sono quasi! >> rispose la ragazzina premendo un piede sulla testa del Lupo per sfilare con facilità la lama. La giovane ebbe di nuovo fra le mani la sua spada elfica e, confusa, cercò tutto il resto del gruppo che non vedeva nei paraggi. La vista della cattura carte si fermò in avanti, vedendo altri Lupi che si dirigevano verso di lei a tutta velocità. Questa rimase ancora paralizzata dalla paura, però la voce di Tomoyo fece in modo di richiamarla: << Quassù, Sakura! >> << Eccomi! >> e la cattura carte raggiunse in fretta il tronco, afferrando subito la mano del suo amato che era rimasto ancora nei bassi rametti per mettere in salvo l' ultimo membro. I Mannari tentarono di saltare in corsa per azzannare la ragazzina, ma ora si trovava fuori pericolo mentre guardava dal basso, aiutata dal suo Li a risalire la cima del tronco, le bestie che schioccavano le bocche e che passavano in mezzo ai tronchi. Gli ultimi Nani cercarono di rimanere più in alto possibile, e tentarono anche di rimanere fermi nei rametti, dando alcune occhiate ai Lupi che scorrevano minacciosi alla base degli arbusti: << Tutto bene? >> domandò Li alla sua amata per accertarsi della condizione in cui lei si trovava: << Sì >> rispose lei con tono scioccato: << Ne ho abbastanza di questi Lupi! >> si lamentò frignando Meiling stringendosi più forte che poteva al tronco. In effetti, Toy notò che ai primi giorni di questo viaggio, furono attaccati da creature del genere che ora erano tornate all' attacco sul loro stesso gruppo. La tigre balenò il suo sguardo verso una farfallina dalle alette gialle, e fece per allungare la sua coda felina verso il piccolo volatile. La farfallina si posò sul batuffolo bianco di Kerochan e la tigre si portò la coda vicino alla bocca, pronunciando parole nella lingua dell' animale come aveva fatto in passato. Come ebbe finito, il Guardiano vibrò la sua coda al cielo, facendo svolazzare libera la farfalla. I rinforzi per la Compagnia sarebbero presto arrivati ad aiutarli e a metterli in salvo. I Lupi stavano sempre più circondando ogni singolo tronco alla base, girando intorno e ringhiando verso le prede rifugiate in cima.

Fu a questo punto che tutti i Lupi smisero di ringhiare all' avvertire dei passi del loro capo branco, il Mannaro Bianco, abbassando le orecchie per paura. Questi si fermò su una roccia rialzata e in groppa c' era un Orco dalla carnagione pallida che brandiva nella mano ancora intera una mazza ferrica e tagliente sulla punta. L' altro braccio dell' Orco era tagliato a metà, sostituito da un rametto che improvvisava l' arto mancante. Thorin roteò la sua vista verso l' Orco e non ebbe più dubbi sulle cicatrici che riportava quell' essere. Il Nano abbassò un cespuglietto davanti a lui, emettendo il nome del suo più acerrimo nemico: << Azog! >> rimanendo incredulo alla ricomparsa di esso. Era vivo e vegeto, e in carne e ossa, con qualche mancanza di parti del corpo. Tutti si voltarono alla vista dell' Orco, sbigottiti anche loro dalla figura dell' energumeno: << Che cosa? >> << Come? Ho sentito bene? Quello è Azog?! >> chiesero rispettivamente Yuki e Meiling, con questa che iniziò a tremare come una foglia: << Impossibile! >> ribattè Li sorpreso come per svegliarsi da un brutto incubo. Ma non era un incubo, era la realtà. Il Mannaro Bianco ringhiò con gli occhi che gli brillavano fluorescenti nel buio della notte. Azog fece così per tranquillizzare la sua bestia, e inspirò a pieni polmoni l' aria che si respirava in quel momento: << Lo senti? L' odore della paura? >> chiese l' Orco schernendo il Principe dei Nani, mentre sfiorava il pelo bianco del suo Mannaro con la specie di protesi del suo braccio mozzato. Dietro all' Orco Pallido si avvicinarono i suoi seguaci in groppa ai loro Lupi da caccia: << Lo sapevo! Allora c' era davvero lui dietro a tutto questo >> si confermò Toy vedendo il gruppo di Orchi che li aveva inseguiti nelle colline nei pressi del regno Elfico. Azog tirò in su un altra inspirazione per provocare a Thorin: << Ricordo che tuo padre ne era impregnato, Thorin, figlio di Thrain >> << No, non può essere >> si ripeteva il Nano ancora rifiutandosi di credere alla resuscitazione di Azog. Sakura rivolse uno sguardo di preoccupazione a Thorin che sentiva un senso di rabbia e ancora più di fallimento in cuor suo. Azog si accorse tra i Nani che vi erano anche degli umani, insieme ad una tigre gialla, secondo a quanto gli avevano descritto i suoi servi: << Cosa? >> si domandava Kerochan all' Orco Pallido che aveva il nome di Azog. Questi si ritraè sorpreso alla vista dei nuovi componenti della Compagnia, ribadendo ciò che gli era stato riferito: << Non mi sbagliavo ad aver sentito parlare di umani. E c'è anche una tigre >> << Che cosa? >> << E adesso che avrà in mente? >> chiesero Li e Tomoyo. Toy e Yuki rimasero con i denti digrignati alle notizie che arrivarono sul loro conto all' Orco Pallido, ormai anche loro delle prede indifese del Profanatore. Balin diede un' occhiata a Thorin come per chiedergli di più, se quello era il vero Azog. L' Orco non staccava però gli occhi di dosso al suo rivale che faceva come suo obiettivo, ed emise un altro ordine: << Quello è mio. Uccidete gli altri! >> i Mannari sorpassarono il loro capo e si fiondarono verso gli alberi, cercando di risalirli in corsa. I grossi Mannari si dettero così tanta spinta che a poco a poco stavano per raggiungere i Nani che si trovavano ad un basso livello dei rametti che uno ad uno venivano staccati dai morsi delle creature che per un attimo rimanevano appesa ai ramoscelli.

Ogni arbusto veniva così mosso bruscamente dai mostri a quattro zampe nel tentativo di far cadere qualche preda da sopra: << Reggiti, Yuki! >> gli gridò Toy nel proprio albero per tenersi stretti alla parte centrale dell' arbusto. Sakura teneva puntata la sua spada Pungolo verso i musi ravvicinati delle bestie che mordevano e spezzavano al volo i rametti. Quasi che non abbattevano gli alberi dal peso che esercitavano in essi: << Andiamo ancora più in cima! >> consigliò Meiling al suo gruppo cominciando a scalare più su: << Sakura, vieni via da lì! >> la riprese ancora Li vedendola imbambolata dal terrore e accovacciata nei primi rametti. Thorin per poco non cadde giù, a causa dello sbilanciamento che ebbe sopra all' albero. Si aggrappò per fortuna ad un ramo e con la faccia rivolta verso il basso, potè vedere i Lupi carnivori che gli mostravano i denti aguzzi e che graffiavano il tronco dell' albero alla base. Anche Balin si sentì come se stesse per cadere giù, ma si tenne ancora al ramo mentre l' albero su cui era insieme a Thorin si scuoteva gradualmente. Azog emise un ghigno di vendetta che si stava per consumare sulla feccia nanica con al fianco alcuni dei suoi servi Orchi che digrignavano nervosamente i denti alla quasi riuscita di sterminio della Compagnia dei Nani: << Resisti, Kili! Resisti! >> esclamò il Nano Fili a suo fratello che lo vide in un albero distante da quello dove lui era. Le bestie non cessarono un attimo di far impanicare le loro prede, saltando ancora più in alto e staccando a morsi sempre più ramoscelli e rami, arrivando addirittura fino a sotto i piedi dei Nani in alto. Era questione di tempo prima che gli alberi avessero ceduto e avrebbero fatto cadere ogni membro della Compagnia verso le fauci dei Mannari: << Bevete il loro sangue! >> incitava Azog le sue belve feroci che diventarono ancora più aggressive e decise nel distruggere gli alberi. Uno dei Mannari si agganciò con le sue unghie al tronco dell' albero di Sakura e dei suoi compagni, e staccò con la forza della sua mandibola un grosso ramo sopra il suo muso, facendo tremolare la cattura carte che era pericolosamente esposta agli attacchi dei mostri. Dopodichè il Lupo cercò di arrampicarsi nei rami più su, accorciando le distanze con la ragazzina: << Stai attenta! >> le gridò Tomoyo quando notò il muso del Lupo troppo ravvicinato ai piedi della giovane. Per fortuna il ramoscello dove posò le zampe il Mannaro si spezzò, facendo ripiombare la belva alla base dell' arbusto. Questo cominciò a inclinarsi verso il terreno, scoprendo le sue radici sotterrate e con i mostri che ancora si tenevano ad esso per farlo distaccare completamente dalla terra. Meiling, Tomoyo, Li e Sakura si trovarono insieme al resto di alcuni Nani nel loro albero a doversi reggere ancora più forti ai sostegni del lungo tronco. Questo si scontrò con gli alberi dove erano situati il resto dei Nani, che si ritrovarono così a dover saltare in rami di alberi più avanti che uno ad uno cadevano come nel gioco del domino. I Mannari seguirono sempre i movimenti dei Nani dal basso che si spostavano di tronco in tronco, barcollando e rimanendo a penzoloni come scimmiette nei ramoscelli.

Sembravano come se fossero pezzetti di carne che penzolavano e questo faceva ancora di più scatenare gli schiocchi delle bocche dei Mannari di sotto: << Saltate! Da questa parte! >> diceva Kerochan ai suoi due gruppi per arrivare nell' albero dove era lui insieme a Toy e a Yuki. Il domino degli alberi continuava uno alla volta, fino a quando i Nani non saltarono sui ramoscelli di quest' ultimo che si trovava proprio sul ciglio del dirupo. I quattro ragazzini saltarono in contemporanea sull' ultimo arbusto, sbattendo su dei rami che trovarono subito come sostegno. Li non riuscì a reggersi bene all' impatto e scivolò dal ramo cui si era tenuto, ma Sakura fece in tempo ad afferrarlo alla mano prima che finisse giù tra le fauci dei mostri: << Ci sono qua io >> lo avvisò la ragazzina per ribadirgli il sostegno su di lui e a risollevarlo fin sopra. Ora l' intera Compagnia potè rendersi conto del pericolo che incombeva su di loro, con alle spalle lo strapiombo che si affacciava inesorabile. Azog dal suo Mannaro bianco ridacchiò perfidamente alla trappola cui finirono i Nani, ad un passo dal finire distrutti: << Sakura? State tutti bene laggiù? >> le domandò Yuki dalla cima: << Sì, siamo al sicuro >> rispose corto la giovane sentendo poi il tremolìo dell' albero fino a loro provocato dagli incessanti attacchi dei Lupi: << Ah! Ancora per poco, direi! >> corresse Meiling all' amica: << Tenetevi forte! >> avvisava ancora il Nano Fili al resto. Le speranze di salvezza si stavano sempre più affievolendo per tutti in quell' istante, che nel voltarsi da una parte e dall' altra vedevano solo belve che li circondavano e che erano prossime a mangiare tutti quelli che erano nascosti fino a sopra la cima dell' albero: << Kerochan, che facciamo? >> chiese Toy al Guardiano che stava poco più in alto a loro. La tigre senza parlare, roteò lo sguardo su delle pigne appese vicino a lui, e con le zampe ne prese una cominciando a darle fuoco con la sua bocca. In pochi secondi la pigna divenne una sfera di fiamme e la tigre la lanciò verso il basso, verso il terreno, e l' oggetto di fuoco rotolò fino ai Mannari che evitavano di venire a contatto con il fuoco, temendo la pigna infuocata. Thorin guardò confuso, insieme alla Compagnia, il gesto di Kerochan che non servì a granchè per tenere a bada i Lupi. Ma questo poteva sicuramente farli allontanare, e se avrebbero lanciato le pigne più avanti, avrebbero fatto in modo che le belve stessero alla larga dagli alberi. Azog mollò un verso di rabbia alle fiamme alle quali i suoi Lupi avevano tanta paura e che si propagavano nell' erba intorno: << Eh? Hanno paura del fuoco... >> notò Tomoyo osservando la scena. Sakura osservò in alto il suo amico Kerochan che prendeva altre pigne e cominciava a darle fuoco, per poi passarla a quelli di sotto: << Fili! >> lo richiamò da sopra mollandogli in caduta libera l' oggetto infuocato. Il Nano la afferrò al volo, passandosela da una mano all' altra per non scottarsi i palmi dalla pigna incandescente. Il cinesino ebbe anche lui lo stesso piano della tigre, volendolo seguire: << Ma certo, che idea! >> esclamò Li staccando le pigne: << Sakura, dai fuoco a tutte le pigne che trovi attaccate con la Carta del Fuoco. Riforniremo gli altri per difendersi dai Mannari >> spiegò alla sua amata: << Ah! Sì! Un colpo di genio, Li! >> si complimentò la sua amata con lui. Sakura afferrò una pigna in un albero e fece per farle prendere fuoco quando Fili le avvicinò la sua.

Poi la cattura carte passò la sua stessa pigna a Tomoyo che aspettò il momento giusto per lanciarla sui Lupi: << Carta del Fuoco! Aiutami! >> disse Sakura richiamando il potere della Carta magica con lo scettro già in mano per bruciacchiare le pigne che aveva in mano. Una ad una le passò a tutti gli altri vicino a lei, e Kerochan pensava a fornire i Nani di sotto. Soffiarono sulle pigne per far alimentare le fiamme e insieme lanciarono gli oggetti infuocati sui Lupi. Le pigne sbatterono sulle teste dei Mannari, dalle quali sprizzarono bricciole di cenere di fuoco: << Bel colpo! >> esultò Meiling avendo beccato un mostro in testa. Sakura fece cadere la sua stessa pigna alla base dell' albero, e di seguito una cascata di queste si depositò sempre più vicine alle zampe degli animali che si allontanavano sempre di più dal cerchio di fuoco creato verso di loro. Gli Orchi cominciarono a infuriarsi per la mancata cattura delle loro prede, vedendo tutti i Lupi che si disperdevano e che fuggivano dall' albero: << Allontanatevi, luride bestiacce! >> ringhiò Toy lanciando insieme all' amico Yuki le pigne di fuoco che arrivavano a loro. Uno dei Lupi prese fuoco sul suo dorso e cominciò ad allontanrsi del tutto dalla zona, facendo scappare alcuni Mannari che lo videro prendere fuoco. I Lupi che Azog aveva mandato adesso si ritraevano dietro al suo Mannaro bianco, e l' Orco Pallido lanciò un grido di rabbia al cielo mentre i Nani e il resto della Compagnia si prendevano gioco di lui: << Sì! Beccatevi questo! >> esclamò Li festeggiando con gli altri alla vittoria che stava per arrivare. Thorin si trattenne dall' esultare, e al suo posto ci pensarono i suoi compari che mostravano alle loro grida di vittoria i pugni alzati. Ma ad interrompere il bel momento fu lo scricchiolìo improvviso del lungo tronco: << Reggetevi! >> avvertì Kerochan a tutti. Le radici dell' albero si sradicarono dal ciglio e fecero inclinare l' arbusto pericolosamente verso il vuoto. I Nani adesso rimasero a penzoloni nei ramoscelli, con l' albero che rimase dritto in orizzontale: << Sakura! >> la chiamò Li per avvertirla di tenersi bene al tronco: << Toy, stai attento! >> gli disse Yuki preoccupato per il suo amico che trovò che si reggeva con le braccia tra due rami: << Mi sa che siamo tutti in pericolo >> notò il giovane Toy dando un' occhiata in giro. Meiling fece per abbassare lo sguardo nel vuoto, e un brivido di vertigini le percorse la pelle, facendola agitare sul ramo dove era appesa: << Aiuto! Qualcuno ci aiuti, vi prego! >> urlò lei isterica con le unghie che si tenevano ancora di più al ramo. Il Nano Ori scivolò dal ramoscello cui si reggeva, cadendo verso il basso su suo fratello Dori, al quale si aggrappò ai suoi piedi. Ora i due Nani stavano per piombare nel vuoto, con il primo che faceva a fatica a reggersi al ramo per via del peso che Ori gli esercitava ai piedi: << Oh, no! Dobbiamo aiutarli! >> disse Sakura vedendo i Nani in balìa del dirupo. Ma non fece alcun movimento che l' albero si inclinò ancora di più verso il basso, facendo aggrappare con maggiore forza tutti i componenti della Compagnia. Ori scalciava a più non posso all' aria dalla paura che lo pervase in corpo: << Signor Kerochan! >> lo chiamò Dori per avvertirlo che la presa sul ramo stava per mollarla.

La tigre fece in tempo a voltarsi, e proprio sul punto in cui Dori scivolò verso il basso mollando il ramo, la tigre fece in tempo a far cadere la sua lunga e sottile coda alla quale il primo Nano afferrò sulla punta. La tigre mollò un verso di dolore allo stiramento del suo batuffolo di coda, sentendo i piccoli peli bianchi che gli venivano tirati uno alla volta: << Ah! Non so per quanto potrò resistere, ragazzi! >> avvisò preoccupato lui all' agitazione continua dei due Nani verso il vuoto: << Reggiti, Ori! >> disse Dori al Nano sotto di lui. Sakura e il resto dei suoi amici rimasero con il fiato sospeso alla difficoltà che si presentava a loro, in pericolo di vita dalla sospensione sul vuoto e con Azog alle spalle che li minacciava. L' Orco Pallido ghignò maleficamente alla fine che stavano per fare i Nani, con le fiamme che bruciavano l' erba ai suoi lati. Thorin smise di guardare il vuoto e puntò il suo sguardo verso il suo nemico. Rivolse ad Azog tutto il suo odio che provava, e l' Orco accolse gli occhi fissi del Nano che lo puntavano insistentemente ad un gesto di sfida. Azog sfoderò la sua faccia furiosa a Thorin che, assetato di vendetta, fece per rialzarsi dal tronco stando in piedi su di esso in tutta la sua statura regale. L' Orco sogghignò un' altra volta con il colore freddo azzurro dei suoi occhi che volevano per forza spingere il Nano a venirgli incontro. Sakura notò il Nano davanti a lei più che mai deciso, disinteressarsi del resto dei compagni che adesso puntava in direzione di Azog. Thorin estraò la sua lama elfica e allo stesso tempo prese un grosso tronco di quercia, spezzandolo da uno dei rami grossi. Con il vento che soffiava in faccia al giovane Principe, questi fece per incamminarsi verso il suo avversario commettendo un' azione che aveva quasi della pazzia. Sakura guardò aggrappata ad un ramo, inerme, il Nano che si spingeva verso il suicidio: << No, Thorin, fermati! >> esclamò Sakura richiamando l' attenzione dei Nani e dei suoi amici, con Yuki e Toy che emisero sospiri di rabbia per via della loro distanza dal fermare Thorin: << Hey, ma dove vai?! >> cercò di richiamarlo Li ma inutilmente cercando di fermarlo insieme alle sue due amiche. Azog ringhiò ancora una volta soddisfatto all' abboccare della sua preda verso di lui. Thorin era ormai involato verso il terreno infuocato, non distogliendo mai gli occhi di dosso al suo nemico che quasi siedeva comodo sul suo Mannaro sopra la roccia. Il Nano si sentiva sempre più il sangue ribollire in corpo, e piano piano i suoi compagni di dietro notarono che il suo passo accelerava così come aumentava la sua smorfia di rabbia al disprezzo che provava per Azog. Ora Thorin era quasi vicino alle fiamme che bruciavano alcuni rametti dell' albero abbattuto, ma questi non si curò affatto del fuoco, troppo concentrato a riversare la sua vendetta su Azog. Kerochan sollevò il suo sguardo verso il Nano, nel mentre che era occupato a reggere i due Nani dalla sua coda, che vide voltato di spalle già pronto a scendere dal tronco: << Non lo fare! >> intimò Balin all' amico lanciato allo sbaraglio.

Niente poteva più fermare la sua corsa furibonda, e intraprese sempre più velocità scuotendo più frequentemente le braccia che reggevano lo scudo e la lama. Oltrepassò un cerchio di fuoco che si sovrastò in mezzo alla sua strada, ma tutte le scintille gli passarono ai lati quasi facessero lasciare il Nano passare nel suo intento di uccidere Azog. Questi spalancò le braccia come per schernire il Nano ad accoglierlo davanti a lui. L' Orco Pallido non smise un attimo di sorridere perfidamente al suo rivale di un tempo che stava per eliminare. Ma Thorin era più sicuro del mostro bianco e agitò ripetutamente la sua spada Orcrist in alto pronto a far cadere contro Azog la lama elfica. Il suo bersagli oera sempre più vicino e la foga di voler distruggere per sempre il suo nemico si incrementava nel cuore di Thorin. D' improvviso Azog si chinò verso il dorso bianco del Mannaro e urlò alla carica. Il Mannaro saltò dalla roccia non appena il Nano fu vicino e le zampe della bestia colpirono la fronte di Thorin facendogli fare un movimento brusco della testa all' indietro, frenandolo nella corsa. Il Nano stordito si accasciò a terra, sbattendo violentemente la nuca al terreno e con lo sguardo che roteava dalla confusione in quell' ambiente circondato dalle fiamme: << Oh, no! >> esclamò Tomoyo temendo il peggio per Thorin. Sakura si strinse i denti al gesto pericoloso che Thorin aveva deciso di affrontare, pagato con una triste sorte che attendeva il Principe. Kerochan non poteva staccarsi dalla cima dell' albero perchè alla sua coda si tenevano ancora Dori con Ori più in basso al primo Nano. Le mani di Dori stavano sempre più scivolando dal batuffolo di coda della tigre, seguito dai costanti urli di Ori che faceva dirigere lui e suo fratello sempre più verso il basso: << Aiuto! >>, ormai tutti erano costretti ad assistere alla morte prossima del loro capo branco che si ritrovò in balìa dell' Orco Azog. Il Mannaro bianco si voltò verso la sua preda abbattuta, pronto a ricaricarlo come se fosse un toro imbizzarrito. Thorin ebbe ancora le forze di rialzarsi da terra, mai abbandonando il suo orgoglio da guerriero sottomesso. Ansimò dalla fatica, cercando di sferrare dei fendenti più veloci. Azog caricò insieme al suo Mannaro di nuovo contro il Nano. L' Orco Pallido roteò la sua mazza ferrosa verso il volto di Thorin, passandogli a fianco con la sua bestia in corsa che confondeva il Nano su quali dei due nemici doveva far cadere il colpo. Thorin si sentì l' odore del ferro che gli sbattè contro metà del suo viso, facendolo atterrare ancora una volta a terra: << No! >> gridò Balin assistendo agli attacchi cui doveva subire il suo amico Thorin. Azog ruggì di rabbia per ribadire al Nano che un atto di sfida all' Orco Pallido era segno di morte per i suoi avversari: << Resisti! >> gridò anche Yuki per incitare il Nano al combattimento. Sakura fu costretta ad intervenire, e fece per rialzarsi anche lei dal tronco vedendo Thorin che soffriva in balìa del nemico: << Sakura... >> Li si accorse dell' espressione decisa della sua amata quando la vide elevarsi fin sopra gli altri.

Thorin venne afferrato per metà corpo dai denti aguzzi del lupo bianco che stringeva sempre di più la sua mascella sul Nano che gridava dal dolore che si sentiva. I denti del Mannaro gli si infilarono nella carne del braccio, facendogli provare un dolore molto acuto al suo gridare a squarciagola: << Thorin! No! >> urlò anche Dwalin assistendo a quella scena. Ma quest' ultimo non appena si mosse nel suo ramo, si trovò a penzoloni nel vuoto con il sostegno in legno che penzolava a metà. Le urla di Thorin si smozzarono piano piano quando la bocca del Mannaro lo sollevò e lo stringeva ancora di più facendo assaporare alla belva un po' di carne nanica. Azog, adesso vittorioso, rivolse il suo sguardo e il suo sorriso malefico sulla Compagnia preoccupata per il loro compagno. Thorin reagì a sua volta, e mollò nel muso del Lupo Bianco un colpo di elsa. La bestia scaraventò dalla sua bocca il Nano che finì sopra una roccia, sbattendo la testa sul materiale duro di essa. L' Orco Pallido rivolse i suoi occhi freddi e assetati di sangue alla sua sinistra, sibilando un ordine ad un suo servo: << Portami la testa del Nano >> riferì indifferente alla quantità di sangue che ne sarebbe uscita. Il servo già armato della sua sciabola, scese dalla sua cavalcatura da Mannaro, e si diresse verso il corpo di Thorin che giaceva a pochi passi nella roccia. Sakura vide che la spada del Nano era lontana perchè egli potesse afferrarla subito. La ragazzina non aveva altra scelta: doveva salvare Thorin. E quindi fece per estrarre dal suo fodero Pungolo: << Che hai intenzione di fare? >> le chiese Meiling timorosa per il movimento che la cattura carte fece nel tirare fuori la lama elfica. I suoi amici lessero la decisione della ragazzina che puntava seria all' orco che stava sempre più avvicinandosi alla testa di Thorin: << Verremo con te >> le disse sempre la cinesina per proteggere le spalle all' amica, il cui volto era illuminato dalla luce blu di Pungolo. Thorin era ancora svenuto sulla pietra, il volto macchiato di alcune gocce di sangue e riempito da lievi tagli. Il Nano si sentiva come se le ossa gli fossero state spezzate, e si mosse a malapena al sentire i passi dell' orco verso di lui. Il Mannaro Bianco di Azog ringhiava all' esecuzione che si stava per compiere. La sciabola dell' orco si posò poco sopra la gola di Thorin che si risvegliò in tempo pre vedere il nemico che stava per finirlo. Con uno sforzo, Thorin cercò di afferrare senza distogliere lo sguardo dal mostro la sua spada, ma inutilmente e riuscì solamente a sfiorare il terreno. La vita del Nano si sarebbe conclusa presto, e l' orco prese ancora una volta la mira con la sua sciabola prima di sollevarla in alto per recitare il colpo finale. Ma nel momento in cui l' orco stava per far cadere la lama, ecco che Sakura si tuffò contro il mostro e lo atterrò, salvando Thorin da una brutta fine. Il Nano tirò un sospiro di sollievo, mentre Azog cominciò a irritarsi insieme al suo lupo per la mancata decapitazione di Thorin. L' orco, disarmato a causa della ragazzina, la levò da sopra di lui, facendola mettere a pancia all' aria. Il mostro diresse contro la cattura carte un pugno, ma questa fu lesta a reagire e ad affondare Pungolo nel petto dell' orco. Questo si ritraè di nuovo a terra, e Sakura lo assalì dirigendogli un altro fendente. Poi con il terzo colpo, fece in modo che l' orco morisse lanciando un ultimo suo grido di dolore.

Azog si limitò solo a osservare la scena e a emettere un sospiro di lieve rabbia. Thorin, in quell' istante, smise di agitare il suo braccio per afferrare la spada, e chiuse le palpebre, rimanendo immobile a terra. Sakura aveva salvato Thorin e fece per estrarre la sua spada dal petto del cadavere dell' orco per poi rivolgere lo sguardo verso Azog il cui Mannaro ringhiava contro di lei. Intorno all' Orco Pallido si riunirono anche gli altri suoi servi. Sakura si ritrovò adesso circondata da Lupi e da Orchi mentre rivolgeva loro una faccia da guerriera dopo aver ucciso la seconda vittima. Azog sorrise malignamente, non curandosi del gesto della ragazzina, considerandolo imprudente perchè lei stessa stava per essere distrutta. Questa per ultima difesa, agitava davanti a lei Pungolo nel tentativo di far allontanare i Lupi: << Uccidetela >> ordinò Azog ai suoi soldati orchi. Questi passarono lentamente avanti al Mannaro Bianco, puntando alla ragazzina occhi minacciosi con i loro lupi affamati. Sakura non smetteva un attimo di roteare all' aria la sua spada, decisa a tutti i costi di proteggere Thorin. Le bocche dei Mannari si aprirono mostrando i denti aguzzi alla cattura carte nei guai. Delle urla di battaglia si sentirono al lato dei lupi selvaggi, e come in un attimo, le bestie vennero raggiunte dai Nani che mollarono furiosi i loro fendenti alle creature: << Eccoci, Sakura! >> disse alla carica Tomoyo giungendo in salvo della sua amica con gli altri due, insieme a Toy e a Yuki, ritrasformatosi in Yuè. Il Giudice Supremo scagliava cristalli taglienti ai lupi in una delle sue strategie di combattimento, in modo da permettere ai Nani di tenere impegnati gli Orchi in groppa alle belve. Toy e Li aiutarono più che potevano i loro amici Nani in difesa di Thorin, scheggiando le loro lame con quelle degli Orchi. Dwalin fece sbattere il ferro della sua ascia sul muso di un Mannaro, facendolo stordire per poco. Kili e Fili agitarono più che potevano i loro colpi, acciecati anche loro dalla furia. Anche Sakura voleva partecipare e fiondarsi sui terribili mostri. Quindi alzò ad un suo urlo di rabbia la sua spada Pungolo verso un Mannaro, che lo graffiò in una guancia, e al secondo fendente gli fece sbattere i denti contro Pungolo. L' orco che stava sopra rivolse un suo colpo di sciabola alla ragazzina, ma questa lo parò instintivamente. Adesso l' orco doveva proteggersi dai lanci di pietre da parte di Meiling e di Tomoyo che assunsero il loro compito di una volta in battaglia per difendere le persone più care a loro e permettere così di distrarre il nemico. Sakura caricò verso il Mannaro bianco di Azog, ma la bestia raggiunse per prima la giovane, che sbattè sul grande muso del lupo. Azog fece impennare la sua bestia che scaraventò con un movimento del suo muso la cattura carte, facendola cadere all' indietro. Fili continuava così come gli altri a roteare più volte le loro spade sugli Orchi che furono protetti per prima dai Mannari cui erano seduti al galoppo.

Adesso Azog rivolse, libero da ogni attacco, il suo Mannaro contro la cattura carte indifesa che si ritrovò con le spalle attaccate ad un tronco. Il Mannaro bianco fece per avvicinarsi minaccioso sulla sua preda, ringhiandole pronto a sbranarla. Sakura non poteva più essere aiutata dal resto della Compagnia, anch' essa impegnata nella lotta contro gli Orchi. Kerochan, intanto, era rimasto nell' albero con alcuni Nani e con lui stesso che resisteva dal peso dei due Nani sulla sua coda. La farfallina di prima si presentò svolazzando all' altezza del muso della tigre, e in quel momento, Dori scivolò con le mani dal batuffolo di Kerochan, precipitando nel vuoto con suo fratello Ori. I due Nani volavano in direzione del terreno, ma una grossa aquila reale, d' improvviso, si mise sotto di loro, salvandoli in tempo. Dori e Ori rimasero per un po' con gli occhi chiusi per poi accorgersi dopo un po' che non stavano più cadendo. La grossa aquila era una di quelle che la tigre richiamò tempo fa, e ora portava lontano i primi due Nani dal campo di battaglia. Una dietro l' altra, giunsero altre Aquile reali che diressero le loro ali verso il pendio avvolto sulla punta dalle fiamme. Il Guardiano emise un sorriso spensierato alle sue vecchie amiche di viaggio. Azog rivolse il suo sguardo nel cielo notturno al sentire lo stridìo di un' aquila. Una di queste svolazzò davanti all' Orco Pallido e al suo Mannaro, e ad artigli spiegati prese un Lupo al fianco di quello bianco, dirigendolo verso il vuoto e lasciarlo cadere. Sakura rimase a bocca aperta al ritorno delle aquile salvatrici: << Sì! >> << Ottimo lavoro, Kerochan >> dissero Li e Toy ad una bella pensata della tigre. Una seconda aquila planò con le sue zampe sopra un albero, abbattendolo con la forza delle sue zampe per schiacciare due lupi che si trovarono sotto. Una terza aquila afferrò tra i suoi artigli due Mannari e un Orco che fece precipitare allo stesso modo del primo lupo, mentre Dwalin si abbassava al passaggio poco sopra la sua testa della grande bestia volante. Il Nano diresse i suoi occhi verso una quarta aquila che con le sue grandi ali sprigionava un forte vento che fece inclinare le fiamme verso i Lupi, bruciandone vivi alcuni. Le grandi bestie volanti si mischiavano tra gli Orchi e i Lupi, sterminandoli quanti più ne potevano, sotto gli occhi furiosi di Azog: << Sì, vittoria! Abbiamo vinto! >> << Prendetevi questo, mostricciatoli! >> esultarono dalla gioia Tomoyo e Meiling abbracciandosi allegramente. L' Orco Pallido cominciò a lanciare le prime grida di sconfitta sui suoi avversari, rivolgendo un' occhiataccia malvagia alle due ragazzine che furono bersaglio del Mannaro, dopo Sakura. Le aquile piombarono di nuovo sul campo, finendo di scaraventare nel vuoto altri lupi prima che facessero del male a qualche componente della Compagnia. Fili non seppe cosa pensare a riguardo, rivolgendo più volte i suoi occhi al cielo alla venuta delle nuove creature volatili, rapide e veloci negli attacchi. Infine, un' Aquila planava a zampe aperte verso il corpo di Thorin. Questo venne afferrato delicatamente insieme alla sua spada Orcrist che si schiacciava nascosta tra i lunghi artigli del grosso uccello. Lo scudo di quercia che reggeva fino a quel momento il Principe dei Nani, venne lasciato dalla presa di questo cadere con un tonfo nella dura roccia dove prima posava Thorin, che ancora rimaneva svenuto.

Kili e il resto osservò preoccupati il loro compagno ferito che veniva trasportato in alto dall' aquila reale per allontanarlo dal campo di battaglia. Azog mollò una ringhiata a bocca aperta alla fuga del suo principale rivale, e puntò nella direzione di Meiling e di Tomoyo: << Hey, stà buono. Buono! >> intimava Meiling alla belva. Ma l' Orco Pallido fissava oltre le spalle delle due ragazzine, verso un' aquila che giungeva alle loro spalle. Il grosso animale le afferrò da dietro e le tirò su. Il Mannaro bianco cercò di addentarle con la sua bocca, ma l' aquila volò ancora più in alto, fino a ridirigersi oltre il dirupo e mollando nel vuoto le due ragazzine: << Meiling! Tomoyo! >> gridò la cattura carte temendo il peggio. Una seconda aquila discese dalle parti di Azog, e si diresse a zampe aperte verso la cattura carte, che venne presa di botto dalla velocità dell' animale. Questo passò oltre il dirupo, mollando la presa della ragazzina, e gettandola anche lei nel vuoto, ma un' ennesima aquila salvò Sakura come se gli animali si fossero intesi già da prima. Fu il turno di Li, che anche lui venne afferrato d' improvviso da un' aquila. Toy, seguì dopo il cinesino, afferrato dalle zampe della bestia insieme a Yuè. Li venne fatto lasciare al volo dalla sua aquila verso quella cui si era messa la sua amata, ricongiungendosi dietro di lei: << Stai bene? >> chiese il ragazzino a Sakura, che rispose: << Sì. Siamo salvi >> al fianco dei due amanti si vibrò in aria un' altra aquila che portava sopra Meiling e Tomoyo, che rassicurarono Sakura di essere in vita. Yuè e Toy vennero mollati anche loro al volo sopra il dorso di una seconda aquila di passaggio, che si apprestava ad allontanarsi dal campo, raggiungendo il loro gruppo in volo: << Ci siamo anche noi >> avvertì Yuè a Sakura e agli altri, destando serenità in loro. Le aquile fecero così un ultimo giro di salvataggio, afferrando gli ultimi Nani appesi sull' albero in bilico. Uno dei Nani venne sbalzato da uno dei rametti dal volo di un' aquila che gli passò a fianco, facendolo precipitare nel vuoto. Ma il piccolo essere venne tratto in salvo dai riflessi di un altro animale alato. L' albero, così come il campo di battaglia, venne rimosso da tutti gli amici Nani, messi in salvo dal piano di Kerochan. Rimase solo lui ad essere tratto in salvo. L' albero cominciò a cadere verso il vuoto, con la tigre che rimase sulla punta del tronco, aspettando nel saltare. Sakura e gli altri rimasero un po' preoccupati per il loro ultimo componente, che saltò come da vera tigre e anche questa tratta in salvo dalla sua aquila che si diresse a raggiungere le altre compagne che si allontanavano nel cielo notturno, al chiaro della luna. L' albero cadde così inesorabile nel dirupo, senza che ci furono vittime su di esso. In pochi istanti, le aquile con i loro passeggeri sparirono all' orizzonte, oltre le montagne. Azog, questa volta, emise il suo più grande urlo di rabbia e vendetta all' allontanarsi delle sue prede, agitando la sua mazza in alto e con l' inferiorità numerica dei suoi uomini che lo circondavano mentre guardava svanire le sue speranze di uccisione del Principe dei Nani che si allontanava dalla vista dell' Orco Pallido, oltre le catene montuose.

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Capitolo 31
*** Episodio 251: Un buon presagio ***


Le aquile volarono incessanti per tutta la notte pur di redimersi dal raggio di caccia di Azog. Sorvolarono infinite distese di terra dall' alto, fino a che il sole non si stagliava alla loro altezza alle prime luci dell' alba. Il branco di aquile non smise un attimo di sbattere in continuazione le ali dalla fuga, arrivando ormai distante molti chilometri dal far perdere le tracce alla Compagnia al fiuto dell' Orco Pallido. Il panorama che si estendeva agli occhi dei passeggeri andava oltre la meraviglia. Le catene montuose erano a molti metri di distanza in basso dal volo delle aquile, dove all' orizzonte splendeva già il sole dell' alba. Ma l' atmosfera di preoccupazione della notte prima non si spense tra il gruppo dei venti viaggiatori. Tutti erano in apprensione per Thorin che aveva ricevuto ingenti ferite al corpo, fino al punto di farlo svenire. I due Nani, Fili e Kili, osservarono il loro Principe che rimaneva con un braccio a penzoloni nel vuoto: << Thorin! >> lo richiamò Fili cercando di farlo svegliare. Ma Thorin rimase ancora incosciente nel suo stato di sonno, o almeno si sperava che avesse perso conoscienza, mentre gli artigli della sua aquila lo avvolgevano delicatamente per non farlo capitolare giù nel vuoto. La sua spada Orcrist era tenuta ai suoi piedi, sempre anch' essa racchiusa nella presa dell' aquila insieme al suo guerriero Nano che aveva lottato tanto duramente fino a rischiare la vita. Sakura balenò il suo sguardo timoroso sulle sorti del Principe dei Nani, con Li dietro di lei che cercava di farle forza: << Ce la farà? >> domandò Tomoyo a Kerochan per sapere se c' era qualche speranza di salvezza per Thorin o se non era in pericolo di vita. La tigre non emise risposta a riguardo, non ancora in grado di giustificare le condizioni del Nano. Toy, in quel momento, si sentì come pervaso dai sensi di colpa: detestava l' atteggiamento di quel Principe, da quando aveva emanato la sua altezzosità nella sua famiglia, ma vedendo sua sorellina preoccupata per Thorin, gli faceva reprimere ogni conflitto che riservava con il giovane Nano. Il volto di Thorin era sfreggiato da piccole lesioni della pelle, taglietti non molto profondi che non suscitavano a delle perdite ulteriori di sangue. Ma se doveva essere svenuto, allora doveva esserci qualche altra ferita in un punto delicato.

Tutte quelle teorie e quelle ansie entrarono nella mente di tutti, scioccati per l' imprevisto al quale quel vile di Azog colse alla sprovvista, rimettendoci alla fine Thorin. Kerochan strinse i denti dal nervoso, notando un qualcosa nella faccia di Thorin che gli diceva che avrebbe rischiato di lasciarci le penne. Le molte aquile sorvolavano le vette più alte delle montagne, oltrepassando i banchi di nuvole bianche che restavano sotto il volo dei grossi uccelli da guerra, chiamati da Kerochan per un tempestivo loro intervento. Il volo delle aquile continuò leggiadro, assaporando il vento fresco delle montagne che soffiava al loro passaggio. Le aquile superarono la vetta di una montagna, dove oltre questa si affacciava un pendio sovrastato dal verde chiaro dell' erba, con un fiumiciattolo che spuntava dalla cima della catena montuosa fino a che non si riversava a valle. I volatili che trasportavano la Comapgnia seguirono la pendenza del grande colle, seguendo fino a giù il corso del fiume illuminato nella schiuma che faceva dal chiaro dei raggi del sole. Le aquile tornarono a volare all' altezza dei fianchi delle alture, e svoltarono l' angolo di un colle oscurato dall' ombra. Oltre di questo si presentava una valle verde, con lo stesso grande fiume che scorreva in mezzo ad essa e con il bagliore del sole che illuminava il paesaggio che si presentava ai nostri eroi. Kerochan vide nel lato destro della valle un' alta rupe che si ereggeva solitaria come torre di vedetta davanti ad una catena di colli che la distaccava di alcuni metri. La tigre emise un' espressione convinta sul posto dove approdare, e le aquile sembrarono avessero letto nel pensiero il Guardiano, facendo per dirigersi dalla grande rupe nella valle per far constatare le condizioni di Thorin. Kerochan diede una seconda occhiata al Nano ferito dietro di lui, cominciando a mettersi fretta nel lento atterraggio sulla roccia. Le aquile circondarono in cerchio la rupe scelta come luogo di approdo, accorciando la vicinanza con essa ogni volta che compivano un giro completo intorno. Una alla volta le aquile cominciarono a posare i loro passeggeri nella rupe. Thorin fu il primo a essere depositato delicatamente con il suo ornamento del mantello che gli faceva onore, ora che era messo nella sua posizione da guerriero ferito. La pelliccia del mantello gli si muoveva al soffio del vento mentre la sua faccia si rivoltava in alto ad occhi chiusi. La sua spada venne posata distante da lui, e la bestia alata riprese il volo dopo che abbandonò il suo passeggero. Le seconde aquile fecero scendere da sopra il loro dorso i Nani tratti in salvo che piano piano riformavano il loro gruppo dal basso ciglio della rupe, dividendoli dal gruppo della cattura carte dall' altro lato. La prima che scese dalle aquile fu Sakura, che in preda alla preoccupazione, si precipitò verso Thorin per assisterlo: << Sakura >> la chiamò Li vedendola che scattò avanti verso il corpo del Principe dei Nani: << Thorin, resisti. Ti prego >> fece per incoraggiarlo la ragazzina inginocchiandosi verso di lui.

Ma il Nano ancora non le rispondeva, rimanendo immobile nella sua posizione distesa. Gli occhi verdi della cattura carte si fecero lucidi alla vista del volto passivo di Thorin che non accennava a riaprire le palpebre dal suo sonno che lo aveva preso: << Oh, sorellina... >> si disse Toy dispiaciuto per la tristezza di Sakura che cominciava a non vedere più speranze per il Nano. Fu a quel punto che discese Kerochan dalla sua aquila, affrettandosi a giungere dal Nano sotto gli sguardi pensierosi di tutti i compagni del suo gruppo e dei Nani: << Thorin! >> disse la tigre sorpassando i suoi amici e poi per stare al fianco di Sakura: << Non temere, Sakura. Sono qui >> avvertì il Guardiano alla ragazzina. Questa si ritraè indietro in silenzio mentre Kerochan richiamava a bassa voce il Nano: << Thorin >> Sakura si mise tra le braccia di Li, che la confortava sul fatto che Thorin si sarebbe ripreso. Tutti i Nani furono attenti a guardare quello che avrebbe fatto la tigre, tra i dubbi e il timore generale delle ferite di Thorin. Sopratutto Kili, Fili, Dwalin e Balin avevano un' aria sconfortata alla vista del corpo del loro compagno, ancora immerso nel suo stato di incoscienza. Kerochan fece per mettere sulla fronte del Principe il palmo della sua zampa, e incominciando a recitare a bassa voce le parole di un incantesimo. Chiuse le palpebre per un po', togliendo la sua zampa dalla fronte di Thorin. Questo riaprì gli occhi, riprendendo fiato e roteando i suoi occhi su Kerochan, e anche questo lasciò fuoriuscire il suo fiato trattenuto dalla tensione al rinvenimento di Thorin: << Si è ripreso >> disse Yuki felice per l' esito positivo della cura magica di Kerochan. Thorin pronunciò le sue prime parole: << La cattura carte... >> chiese per sapere che fine aveva fatto la persona che lo aveva protetto per primo: << Lei sta bene. Sakura è qui. E' salva >> riferì sereno Kerochan volgendo la testa verso il gruppo dietro di lui. La giovane cattura carte si asciugò una lieve lacrima dalle ciglia, tornando a sorridere insieme al resto dei suoi amici alla salvezza di Thorin dalle sue ferite che all' apparenza sembravano innocue. Il Principe dei Nani cercò di rialzarsi, e alla fine venne aiutato dai due Nani Kili e Dwalin, a sostenerlo dalle braccia. Lo sguardo del giovane Principe era rivolto severo verso la ragazzina, coperto in alcune parti del viso dalle ferite della battaglia. Toy fece per intervenire, notando lo sguardo poco sereno del Nano, facendo alcuni passi avanti al gruppo: << Toy, calmo >> lo avvisò Meiling temendo ci sarebbe stato un ennesimo litigio con il Nano: << Dovresti ringraziare mia sorella. Se non fosse stato per il suo intervento, a quest' ora il tuo gesto eroico ti sarebbe costato la vita >> gli consigliò caldamente il giovane che venne tirato indietro dal suo amico per rimettersi composto: << Toy, stà zitto >> gli disse Yuki ritraendolo al suo fianco. Il Nano, mentre si rimetteva in piedi grazie ai suoi compari, guardò il giovane solo nel momento in cui parlò per poi rindirizzare lo sguardo di prima su Sakura che lo coglieva con un sorriso. Thorin si scostò dalla presa dei due Nani con uno strappo ben deciso delle braccia, poi parlando alla ragazzina: << Tu >> disse il Nano con una nota di rimprovero a Sakura.

Questa riconobbe di nuovo il solito Thorin, rude e severo di una volta, così come l' aveva conosciuto. Kerochan rivolse un' occhiata di sbieco a Sakura, provando per lei un' ennesima battosta che doveva subire dalle parole del Nano che riprese a parlarle con lo stesso tono: << Cosa credevi di fare? Ti sei quasi fatta uccidere >> tutti i Nani dietro di lui abbassavano la testa all' eccessiva severità del loro capo che era stato salvato dalla ragazzina: << Hey, non mi hai sentito, per caso? Vuoi che te lo ripeta? >> lo minacciò Toy rimboccandosi le maniche per ingaggiare una lotta con il Nano. Il resto dei suoi amici lo trattennero dietro, intimandogli di calmarsi: << Su, su, ragiona e resta calmo >> gli disse Tomoyo cercando di spingerlo indietro. Thorin fece per avanzare verso Sakura, accorciando la distanza con lei: << Non ti avevo detto che saresti stata un peso? Che non saresti sopravvissuta alle Terre Selvagge? Che non c'è posto per te tra noi? >> ringhiò velenoso il Nano: << Ma, Thorin... >> fece per parlare Sakura, abbassando la testa dal dispiacere, interrompendosi nello spiegare: << Poverina >> commentò Li vedendola delusa. Kerochan non voleva aggiungere parola per non essere rimproverato anche lui dal Nano imbestialito. Thorin sembrò adesso calmarsi, mentre Toy gli rivolgeva una faccia disprezzata: << Non mi sono mai sbagliato tanto in vita mia >> e il Nano strinse in un abbraccio di ringraziamento la sua amica Sakura che lo aveva salvato dalla morte. La ragazzina rimase a bocca aperta dal gesto del Principe, e tra i Nani si diffuse l' entusiasmo generale alla pace fatta tra Thorin e Sakura, diventando ora nuovi amici: << Sì, Sakura >> disse Tomoyo applaudendo contenta alla scena insieme a Meiling. Toy rimase con la faccia di chi non si aspettava un gesto del genere mentre Yuki lo sgomitava per deriderlo simpaticamente: << A cosa pensavi? Eh? >> << E dai, piantala! >> disse Toy un po' scocciato alla figura che fece, facendo sorridere le due amiche con Li che si limitò a osservare la faccia felice della sua amata, sorridendole da dietro. Perfino Kerochan era cascato nelle parole velenose di Thorin, che questo dissolse in un abbraccio con la cattura carte che mollò anche lei un sorriso inaspettato. Il Principe si staccò dall' abbraccio e si mise di fronte a Sakura con il volto che era illuminato dai raggi del sole che sorgeva: << Scusa se ho dubitato di te >> disse il Nano: << No. Anch' io avrei dubitato di me. Non sono un' eroina. Né una guerriera >> disse la giovane per non far avere tutto il torto al Nano. Poi questa rivolse un' occhiata a Kerochan, aggiungendo: << Neanche una scassinatrice >> e Thorin si mise a sorriderla, insieme ai Nani che ridevano lievemente alle sue spalle. Infine, anche Toy riuscì a mollare un sorriso alla spensieratezza del Nano, messosi in amicizia con il gruppo di Sakura. Le aquile intorno alla rupe volarono facendo dietro front per rifare la strada del ritorno, lasciando al sicuro la Compagnia in quell' alta rupe. Tutti osservarono quello spettacolo di aquile che si presentava tra il rossore del cielo mattutino.

Con un utlimo verso, le aquile sparirono dietro alla montagna, e un sole caldo illuminava l' intera rupe. Poi gli occhi di Thorin si alzarono oltre le spalle di Toy, scorgendo qualcosa in lontananza. La faccia del Nano divenne stupita e meravigliata al paesaggio che aveva scorto in fondo: << Ma cosa c'è? >> domandò Sakura al Nano poi seguendo il suo sguardo dietro. Il gruppo della cattura carte si voltò di conseguenza davanti: << C'è una montagna lì? O sbaglio? >> domandò il cinesino socchiudendo gli occhi per cercare di individuare l' oggetto che si ereggeva dall' orizzonte piatto: << No. Non sbagli. E' quello che penso che sia? >> disse Sakura stando al fianco del suo amato. I Nani si distolsero lo sguardo dalle aquile, così come Kerochan, andando a guardare la vetta della montagnola che si scorgeva laggiù. Thorin fece per avvicinarsi per primo al ciglio della rupe, superando il gruppo di Sakura che si muoveva al passo con i Nani di dietro. Thorin fra tutti fu quello che risultò felice alla rivista di quel posto reso ancora più chiaro alla luce del giorno: << Ma quello è... >> disse Yuki rimanendo incantato al panorama con Kerochan e i Nani che avanzavano più su nella rupe. Una piccola punta di un monte si vedeva oltre la cortina dello spessore del terreno: << Erebor. La Montagna Solitaria. L' ultimo dei Grandi Regni dei Nani della Terra di Mezzo >> confermò il Guardiano alla vista del loro obiettivo: << Erebor? >> domandò Tomoyo estasiata: << Non ce ne siamo neanche accorti, e siamo già sul punto di vederla da qui >> notò ancora lei: << Già >> rispose Sakura soddisfatta: << Casa nostra >> aggiunse Thorin con qualche ferita che gli rimase in viso, e cominciando già a sentire l' aria della sua madre patria sempre più vicina, respirando a pieni polmoni: << Allora, manca poco >> notò Toy osservando deciso la montagna ormai a pochi chilometri. Il verso di un uccello udito da Oin fece tornare altri dubbi ai Nani: << Un corvo! Gli uccelli stanno tornando alla Montagna >> disse il Nano osservando il volatile che si dirigeva a Erebor. Thorin riposò il suo sguardo sulla Montagna, ricordandosi che il Regno alla presenza dei corvi era ancora presidiato dal Drago, fino ad ora rimasto lontano dai pensieri di tutti. Kerochan però fece per correggere il Nano: << Quello, mio caro Oin, è un tordo >> specificò giusto la tigre con il passero dolce che svolazzava libero fino a Erebor, destando una speranza a Thorin sulla scomparsa totale della bestia: << Lo prenderemo come un segno. Un buon auspicio >> disse il Principe sorridendo a Sakura che approvò: << Hai ragione... Credo proprio che il peggio sia passato >> tornò a sorridere lei lasciandosi insieme con i suoi amici a guardare la Montagna che offriva una bella vista ai suoi spettatori lontani, e che presto l' avrebbero ripresa. Con il sorgere del sole di quel mattino, la Compagnia si lasciò alle spalle le prime disavventure, ora ormai un altro brutto ricordo per loro e poterono stare sicuri di guardare avanti al prospero futuro.

Più avanti, distante molti chilometri da loro, il tordo svolazzava attraverso terre e lande desolate, composte da alberi secchi e bruciati con la cenere intorno. La Montagna presentava nelle vicinanze uno stato tipico dei vulcani la cui lava era passata per spazzare ogni forma di vita da quelle parti. Il tordo arrivò poi alle mura di Erebor, il cui giardino si mostrava deserto, anch' esso privo di erba, ma solo di terra secca. L' uccello volò sopra alle grosse statue dei due Nani postati ai lati dell' ingresso di Erebor, fino ad arrivare ad un piccolo spiazzo di una roccia. L' uccello si posò su una roccia, e prese con il piccolo becco il guscio di una lumaca, e lo sbattè ripetutamente contro il muro roccioso. Oltre alla parete, il picchiettìo continuo del volatile rimbombava lieve nella grande sala che si presentava. Un immensa quantità di monete dorate inondava quella che era una volta la sala della tesoreria del Re dei Nani, ora ricoperta fino alla metà dell' altezza delle colonne da vasti tesori. C' erano poche scale che portavano alla sala, mentre il resto era sommerso al varco dei grandi ingressi da colline d' oro. Una parte di monete sprizzò, improvvisamente in aria, scoprendo una narice che fiutava l' aria e che con il suo getto tornò alla luce. Le monete piano piano scesero da sopra la testa gigante di un mostro che dormiva sereno sotto tutto quell' oro, e da tempo mai visto. La grossa testa era nient' altro che quella del Drago che riposava fino ad ora, ma poi interrotto dal rumorino del tordo. La testa del Drago si scoprì intorno alla sua orbita chiusa, che riaprì mostrando la sua grande pupilla che emanava uno sguardo attento e desto al suo oro, e che presagiva che il suo lungo riposo non sarebbe più stato duraturo tramite il suo sonoro brontolare. Smaug si era svegliato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di nuovo buonasera a tutti, e bentornati alla conclusione di questo fantastico e primo capitolo del viaggio per recuperare la Montagna. Cosa accadrà adesso che il Drago si è svegliato(Tanto ormai lo sanno tutti)? Quindi saprete già come si intitolerà la prossima storia, sempre incentrata tra Sakura e i suoi amici Nani, e devo dire che è la parte de lo Hobbit che preferisco di più!!! Ci vedremo al prossimo capitolo, sperando di non rimanere troppo indietro con gli aggiornamenti. Un saluto a tutti, e a presto! Ciao :)

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