Rainy

di _Akimi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter I ***
Capitolo 3: *** Chapter II ***
Capitolo 4: *** Chapter III ***
Capitolo 5: *** Chapter IV ***
Capitolo 6: *** Chapter V ***



Capitolo 1
*** Prologue ***




Rina Suzuki -- Edited by __Akimi
 
PROLOGUE

 
Le Scandal avevano appena concluso il grande concerto tenutosi nell'Arena a Yokohama e come sempre avevano fatto SOLD OUT appena le prenotazioni dei biglietti erano uscite nei negozi e sui siti internet.
Rina Suzuki, la piccola batterista della band, era esausta, ma non era mai stata così tanto felice.
Al momento sapeva che quel concerto sarebbe rimasto solo un ricordo, ma lei adorava ricordare gli anni passati insieme con le altre ragazze.Ormai tutti conoscevano la più potente girl-band giapponese e non c'era nulla che potesse andare storto, ne per la loro carriera ne tra di loro.
Erano giovani, avevano talento, erano belle, non potevano chiedere di più...o meglio, Rina pensava di non poter chiedere di più.

Rientrarono nel loro Hotel e Rina si buttò sul letto, socchiudendo gli occhi per qualche minuto.
Sentiva ancora l'applaudire della gente, le grida, i pianti, tutto riecheggiava nella sua testa.
Già, era felice. Questo continuava a ripeterselo.
La prima cosa che le venne in mente fu di aggiornare il suo blog. Insomma, come molti dei fan sapranno, Rina amava passare del tempo su twitter postando foto di lei e delle altre oppure raccontava semplicemente la sua giornata.
Era un modo per rilassarsi e pensare "Beh, anche oggi ce l'abbiamo fatta!" e così chi la seguiva aveva l'occasione di scoprire almeno una parte di quello che era Rina Suzuki.
Però Rina non raccontava tutto ai suoi fans e nemmeno alle ragazze. Non diceva mai che delle volte sentiva la mancanza di casa o che ogni volta che vedeva una certa chitarrista – ed era praticamente tutti i giorni – il suo cuore batteva all'impazzata.
Più ci pensava e più si sentiva male.
Si sentiva un'egoista ad essersi innamorata di Mami. Sì, proprio la pazza Sasazaki con cui condivideva quella vita frenetica da musicista.
Non sapeva esattamente perchè ma le piaceva tutto di lei. Quando sorrideva, quando strimpellava la chitarra, quando ritornava a casa mostrando l'ennesimo taglio di capelli strambo.
I primi tempi diceva a se stessa che le bastava averla accanto, condividendo un palco con lei o uscendo insieme ad Haruna e Tomomi nella città.
Però dopo 8 anni tutto era diventato insostenibile. Ma infondo cosa ci poteva fare? Lei non era di certo Tomomi. Niente Dobondobondo Duo* con lei. Niente di niente.
Rimaneva la piccola Rina-chan del gruppo.
Con Haruna si divertiva ad andare a fare shopping e qualche volta parlavano di ragazzi, ma lei pensava sempre a...beh, l'avete capito.
Un giorno era quasi determinata a parlarne almeno con Haru, ma qualcosa all'improvviso l'aveva bloccata.Si fidava di lei,tuttavia aveva paura di creare discrepanze nel gruppo e tutto quello che erano le Scandal sarebbe scomparso nel nulla.
Allora aveva deciso di non pensarci più e di starsene zitta per il bene della band. Andava bene fin quando Haruna condivideva la stanza d'albergo con lei oppure Rina si rifiutava di uscire alla sera perchè le dava troppo fastidio vedere come Mami e Tomomi stavano vicine. Così maledettamente vicine.
Però, in un modo o nell'altro, a Yokohama le stanze erano state divise in un altro modo. Tomomi aveva insistito nel voler Haruna in camera e quindi Mami sarebbe stata con Rina per una notte.

Una notte.Una SOLA e SINGOLA notte.

Rina non voleva farsi prendere dal panico, ma aveva fatto di tutto per dire che voleva Haruna insieme a lei e Mami le aveva risposto con uno scherzoso "Eddai, lo so che russo quando dormo, ma per una notte puoi fare questo sacrificio."
Oh, Rina le avrebbe voluto spiegare quale grande sforzo doveva fare in quel momento, ma beh, non poteva dire nulla.Così si ritrovava distesa sul suo letto, con gli occhi socchiusi pensando che da lì a poco sarebbe entrata Mami cominciando a parlare del concerto come se niente fosse.
Rina l'anticipò e si chiuse in bagno, immergendosi in una bella vasca di acqua calda per scacciare via tutta la tensione.
Non serviva a molto perchè una presa allo stomaco non voleva lasciarla andare, però si sarebbe accontentata del silenzio di quel momento per non pensare a nulla.

Nel frattempo, Mami entrò nella stanza e buttò il borsone con i vestiti di ricambio sul letto e si sedette sospirando stanca.
Non aveva pensato ancora a Rina in realtà, ma scommetteva che si fosse fermata a fare un bel bagno come suo solito.Qualche volta non la capiva proprio quella ragazza. Le sembrava che la ignorasse di proposito e più di una volta le era venuto in mente di chiederle se c'erano problemi. Però dopo giorni ad ignorarla, c'erano quelli in cui si facevano le foto e scherzavano assieme e allora Mami si dimenticava di quella questione.
Voleva davvero molto bene a Rina come voleva bene alle altre due ragazze, ma diciamo che il dubbio che qualcosa non andasse bene rimaneva sempre...
"Mamitatsuuuu!Abbiamo portato il party qui,nella stanza 203, la più figa che ci sia!"
Qualcuno sbatte la porta con violenza ed entrò nella stanza dove alloggiavano Mami e Rina.
Beh chi poteva essere? Tomomi indossava uno stupido cappello (simile a quelli dei pescatori) e Haruna la seguiva con un sorriso enorme che le illuminava il volto.
"Party timu,party timu!"
Tomomi saltò sul letto di Rina e ci si sdraiò sopra mentre Haruna chiudeva la porta alle sue spalle.
Entrambe erano fresche di doccia e impregnavano l'aria della stanza di un buon profumo di shampoo alla ciliegia.
"Sssh,Timo, Rina-chan è ancora a farsi il bagno."
Mami parlò a bassa voce come se la batterista invece di essere in vasca stesse in realtà dormendo da qualche parte.
"Rina-chan, dai, fai fare una doccia a Mami che poi ci divertiamo!"
La batterista sentì la voce di Haru da dietro la porta e si alzò allarmata. Nonostante il frastuono di Tomomi, Rina non si era mossa dalla vasca ormai troppo concentrata in quel bagno rilassante.
Si mise l'accappatoio e si cambiò il più in fretta possibile, mentre dall'altra parte Mami preparava i vestiti per entrare.
Così Rina uscì e si ritrovò faccia a faccia con la chitarrista che, con un sorriso dolce, la invitò a trattenere quella pazza di Tomomi.
Le guance di Rina si colorarono di rosso, ma sperò vivamente che nessuna delle ragazze se ne fosse accorta e in effetti fu proprio così.
Anche Haruna sembrava eccitata all'idea di fare un po' di baldoria e nonostante la sua voce fosse piuttosto roca dopo due ore di concerto, era piuttosto tentata a farsi un giretto per Yokohama per divertirsi.Così passarono una ventina di minuti e Mami era pronta ad aggiungersi a quella coppia di scalmanate.
"Party timu!!" Esclamò di nuovo Tomomi cominciando questa volta a saltare sul letto della piccola batterista.
A Rina piaceva il temperamento della bassista. Insomma, era una ragazza sempre solare e sapeva divertire tutti, ma in quel giorno non aveva proprio voglia di assecondarla nei suoi giochi e si lasciò scappare una reazione forse un tantino troppo maleducata.

"Tomomi scendi dal mio letto,dannazione."
Il suo tono di voce era freddo e distaccato, così tanto inusuale a lei che persino una pazza come Tomomi si sentì il sangue gelare nelle vene obbligandola a fermare i suoi giochi infantili.
"Hey,scusami."
Rispose lei allontanandosi dal letto.
Haruna la guardò per un attimo stranita e poi le si avvicinò appoggiandole le mani sulle spalle.
"Rina-chan, tutto ok?"
La batterista si passò una mano sul volto e fece un breve cennò con la testa scusandosi.
"Sì,scusatemi...Scusa Tomo-chan è che sono solo...stanca."
Non le era mai capitato di perdere il controllo in quel modo e le dispiaceva per davvero essersi sfogata in quel modo con Tomomi.
Ma a quanto sembrava, quest'ultima non se la prese molto e cominciò a girovagare nella stanza mettendosi a cantare con un finto microfono, o meglio, un pettine di Mami, come se il concerto non fosse ancora finito.
"Jumping, performing, music,Hajikeru shindouon ni oh oh omoidashite,Ano yuuki wo saa koi wa ovah drive.Yume wa owaranaiiii!**"
Nel frattempo Mami prese la sua borsa e invitò tutte le ragazze ad uscire, ma a Rina non andava proprio di condividere nemmeno un minuto di più con lei.
Forse era brusco dirlo così, ma la verità era che avrebbe preferito avere una stanza singola quella sera piuttosto che dover passare tutta la notte con la chitarrista, ma ormai era troppo tardi per discutere ancora su quella faccenda e in ogni modo non voleva passare per una bambina lamentosa.
"Io mi riposo un po' ragazze, voi divertitevi anche per me,ok?"
Tolse dalla mano di Tomomi il pettine e la invitò gentilmente ad uscire dalla stanza mentre sia Haruna che Mami erano lì ad attenderla fuori dalla soglia.
"Daichan*** ti terrà compagnia e noi non fare troppo tardi,promesso!"
La vocalist le diede un bacio sulla guancia e la lasciarono sola, finalmente.Rina quindi cominciò a pettinarsi i lunghi capelli castani e accese un po' la TV mentre le notizie delle ultime ore scorrevano veloci nello schermo.
Una volta finito, appoggiò la testa sul morbido cuscino bianco del suo letto e cominciò ad addormentarsi mentre la sigla di uno dei tanti anime in tv riecheggiava nella stanza.
Quando si risvegliò era di nuovo sola, la TV si era spenta automaticamente e il buio circondava tutta la stanza. Solo un paio di fievoli luci filtravano dalla finestra, ma Rina ci era ormai abituata da tempo. Certo, quel letto d'albergo non sarebbe stato come quello della sua vecchia casa e nemmeno la colazione della mattina seguente poteva superare tutto quello che le preparava sua madre prima di andare a scuola, ma infondo le andava bene. Le andava bene perchè la vita da batterista era "cool", come dicevano in inglese.

Pochi minuti dopo la porta si aprì lentamente e uno spiraglio di luce illuminò un occhi nocciola di Rina.
Una figura si occupò di chiudere la porta alle sue spalle si buttò nel letto vicino senza proferire parola.
"Sei ancora sveglia,Rina-chan?"
La batterista non sapeva se rispondere e così fece. Aspettò un paio di minuti e Mami si convinse che la sua amica si fosse già addormentata da un pezzo.
Sì rigirò un paio di volte nel letto per trovare la posizione più ottimale e poi si fermò, proprio voltata dalla parte di Rina.
In quel momento la più piccola si sentì il suo sguardo addosso e un brivido le percorse tutta la schiena.
Un impulso improvviso le oltrepassò la mente e le venne quasi da urlare, o meglio, lo fece per poi tapparsi la bocca con entrambe le mani.
"Hai fatto un incubo?"
Le sussurrò Mami con il suo solito tono di voce dolce. - o almeno Rina lo trovava davvero davvero dolce.
"No, non è niente..."
Le rispose lei chiudendo lentamente gli occhi.

E proprio in quel momento fuori cominciò a piovere.
Uno di quei temporali estivi che durano poco, ma che sanno spesso essere davvero violenti. Un po' come la stessa Rina in quel momento.
Si sentiva scoppiare, sempre di più e beh..non ce la fece. Fu in quella stanza buia che decise di spezzare quel silenzio che durava da quasi 8 anni, senza preoccuparsi più delle conseguenze.
"Mami...io.."
La sua voce era insicura e un forte dolore al petto la colpì proprio come uno di quei fulmini sopra Yokohama."Dimmi Rina-chan."
Non si aspettava una risposta così rapida, ma ormai non mancava molto.Solo tre parole: Ti amo Mami.
Fece un sospiro profondo e finalmente quei pensieri si trasformarono in fievoli parole uscenti dalle morbide labbra di quella piccola, ma grandissima batterista.
"Ti amo Mami."
Il suo viso era in fiamme, ma l'oscurità per una volta era dalla sua parte.
In ogni caso, Rina non poté che immaginarsi tutta la vita della band davanti ai suoi occhi; passava velocemente come fotogrammi di un film.

Quattro ragazze.Un unico sogno.
Un unico problema.
Cosa sarebbe successo ora?



 
NOTE:
Rainy è il titolo di una canzone delle SCANDAL scritta per il film Shadow Hunters. Il testo è stato scritto proprio da Rina e l'ho scelta perchè penso possa rappresentare la situazione della ragazza durante questa fanfic.
*Dobondobondo duo è una specie di "squadra"
formata da Mami e Tomomi. Mentre l'altra è Almond Crush formata invece da Rina e Haruna
**E' un pezzo della canzone OVER DRIVE.
*** Daichan è un peluche-dinosauro a cui Rina è particolarmente affezionata

 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Ed eccomi che arrivo a riempire EFP di fanfic delle Scandal.
Per prima cosa vi ringrazio se avete letto questo primo capitolo e spero vi sia piaciuto. Vi chiedo di non essere gentili nelle recensioni lol (sempre se avete voglia di recensire) perchè come dico sempre, le critiche fatte tanto per non mi servono a nulla per migliorare.
Detto questo, la coppia Rina x Mami è assurda, ma è da parecchio tempo che avevo intenzione di scriverci qualcosa perchè credo che questo due insieme siano davvero carine!
Scusatemi se Tomomi è fin troppo infantile, ma mi è venuto così di getto rappresentarla così.
Quindi boh, ditemi cosa ne pensate e se vedete qualche errore di battitura/html ditemelo :D (Se ce ne sono troppi più che altro asd.)
Al prossimo capitolo!
___Akimi
P.S. Scusate se Rina si è dichiarata con un semplice "Ti amo", ma io credo che le dichiarazioni bisogna farle senza troppi fronzoli amorosi LOL.

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Capitolo 2
*** Chapter I ***




CHAPTER I

"Ti amo Mami."

Quelle parole cominciarono a riecheggiare impazzite nella testa della chitarrista.
Era come se le stessero ruotando intorno, pronte a colpirla dritta nel cuore.
E diciamocelo, Mami non era una persona per nulla sentimentale, ma quella volta si trattava di Rina. La piccola Rina del gruppo.Non poteva mentirle dicendo che l'amava in quel modo anche lei, ma al tempo stesso avrebbe mentito a se stessa dicendo che non le interessava per nulla quello che provava.

I minuti passavano e il silenzio che si era creato tra di loro era..beh, semplicemente distruttivo.
Rina sentiva gli occhi bruciarle e lentamente delle lacrime cominciarono a solcarle il viso pallido.
Non che avesse molto da dire a quel punto, ma ad ogni secondo che passava senza una risposta, la fatica a trattenere i singhiozzi scemava poco a poco.

"Rina,io ti voglio davvero bene, ma...-

La batterista si alzò di scatto e spontaneamente alzò la voce contro l'altra ragazza, senza nemmeno farle concludere la frase.

"Non sono Tomomi-chan,vero? Voi siete sempre insieme, scherzate sempre e fate le stupide..e io..."

Non riuscì a finire, ma voleva semplicemente dire che invidiava tutto questo.
Era certa che Mami non potesse ricambiare perchè il suo cuore apparteneva già a Tomomi.
Era chiaro come il sole che fosse così.
Dal primo momento che il Dobondobondo Duo era entrato in scena, Rina lo aveva interpretato come un "Stiamo insieme per davvero, ma non prendetelo come qualcosa di ufficiale!"
Forse erano solo paranoie, ma era da tanti anni che lei non riusciva a vedere oltre alle sue impressioni.
Mami accese la luce della camera e vide per la prima volta una Rina demoralizzata.

Piangeva, ma non era uno di quei pianti dopo i concerti o quando si ricordava di tutto il percorso che avevano fatto per formare le Scandal.

No, quella era solo tristezza.
E come la pioggia colpiva senza pietà le finestre dell'hotel, le lacrime rovinavano quel viso che tanti amavano e che in fondo anche la stessa Mami adorava.

"Rina non piangere."

Non risuonava ne come una supplica ne come un ordine. Si avvicinò a lei e si limitò ad abbracciarla, mentre un paio di ciuffi arancioni sfioravano le gote arrossate di Rina.
"Da...da quanto? Dimmi solo questo."
Non aveva mai immaginato che la batterista provasse dei sentimenti per lei e per quanto ci pensasse, non aveva mai visto da parte sua dei comportamenti che potevano essere fraintesi.
Sì, Rina amava farle foto, ma era normale tra amiche, non è così?
Eppure per Mami in quel momento, le sembrava di aver sbagliato tutto nei suoi confronti e si sentiva dannatamente in colpa.

"Da tanto...abbastanza per non dirtelo e non rovinare la band."

Quelle parole raggiunsero le orecchie di Mami a fatica ed erano le parole più tristi che Rina avesse mai pronunciato.
"Rovinare la band" – questo Mami non riusciva proprio a comprenderlo. Dava importanza di certo al gruppo e questo era piuttosto ovvio, ma le Scandal non sarebbero esistite se loro non fossero state così legate.
Non potevano continuare se Rina era così dannatamente arrabbiata o triste. Ora che Mami lo sapeva, non avrebbe fatto finta di niente, almeno questo glielo doveva.
Si staccò da lei senza però allontanare le mani dalle spalle dell'altra.
La guardò dritta negli occhi e Rina non faceva altro che strofinarsi gli occhi cercando di trattenere altre lacrime.
Lo sguardo di Mami le era addosso e lei poteva sentirlo bene. Era ancora preoccupata, ma ormai il peggio era passato. Niente più segreti, niente di niente.

"Non ne parlare con le altre,ti prego..."
Per quanto fosse davvero innamorata di lei, Rina si sentiva anche in imbarazzo. Infondo si trattava sempre di una ragazza e sapeva che anche quello era uno dei tanti motivi per cui non potesse funzionare tra di loro.
Sapeva che c'era qualcosa di strano in lei e non avrebbe forzato Mami in nessun modo, ma avrebbe preferito un secco "Non mi piaci" piuttosto che un altro silenzio.
Però la risposta definitiva della chitarrista fu davvero inaspettata, infatti Mami avvicinò il suo volto a quello di Rina e le diede un fugace bacio sulle labbra per poi tornare in silenzio sul suo letto.
Rina era letteralmente pietrificata, ma da una parte si sentiva anche sollevata. Quello poteva essere un "sì" o era un semplice modo, o meglio, strano modo per allontanarla?

In ogni caso decise di non indagare oltre per quella sera e si coricò anche lei sul letto, riuscendo a fatica a chiudere gli occhi.

***
 

Il giorno seguente quando Mami si svegliò, la camera era già vuota e poteva sentire la voce di Tomomi avvicinarsi nel corridoio.
Era probabile che fosse caduta in un sonno profondo e come altre volte, le ragazze stavano arrivando per buttarla giù dal letto.

"Mami-chan!Alzati, è ora di andare!"

Haruna cominciò a chiamarla, colpendo delicatamente con le nocche la porta della sua camera.
Inutile dire che Mami odiasse essere svegliata così, ma quando guardo l'orologio digitale di fianco al letto, si accorse di essere davvero in ritardo.

"Certo, arrivo,aspettatemi!"

Non aveva idea se ci fosse anche Rina dietro a quella porta, ma decise di non pensarci molto, o almeno, non molto per ora.
Così si preparò il più velocemente possibile e uscì definitivamente dalla camera, raggiungendo per prima Tomomi che l'aspettava alla fine del corridoio.

"Ah?! Non hai una bella cera, non è che i festeggiamenti di ieri ti hanno dato alla testa?"
La bassista la squadrò facendo una delle sue tipiche facce buffe mentre Mami riusciva a malapena a trattenere una risata divertita.

"E' colpa tua, lo sai!"

Le diede un piccolo pizzicotto sulla pancia e l'altra saltò pronunciando un "Ahi,ahi" con tono bambinesco.
Erano abituate a scherzare fin dalla mattina e quel giorno non ci sarebbero state eccezioni.Certo, non fu il massimo visto che proprio in quel momento Rina le raggiunse e vide come Mami rideva bellamente con l'altra ragazza.
Quella volta si arrabbiò, non tanto per come stavano di nuovo vicine, ma semplicemente perchè non riusciva a crederci: Mami l'aveva baciata la sera precedente e oggi sorrideva come se nulla fosse.

"Rina!Finalmente Mami si è svegliata e possiamo uscire, che ne dite di andarcene a fare una bella mega-colazione?"

Haruna le accennò un sorriso e invitò tutte ad uscire dall'hotel per cominciare la giornata.
La vocalist era anche la leader del gruppo e questa cosa non sorprendeva molto Rina. In fondo Haruna era sempre stata la più organizzata tra di loro, non che la più grande e spesso le piaceva comportarsi da "mamma" del gruppo, dovendo subirsi tutti gli atteggiamenti infantili delle altre.L'avevano scelto un po' per caso, ma erano tutte favorevoli. Haruna doveva essere la leader e lei fu più che contenta di ricoprire quel ruolo.

"Cherry jam,cherry jam!"

Tomomi cominciò di nuovo a cantare, mettendosi a fare uno dei suoi soliti balletti divertenti della mattina.
Rina non sapeva bene il perchè, ma trovava Tomomi semplicemente divertente. Lo sapeva fare senza impegnarsi e ogni volta riusciva a strapparle un sorriso, sopratutto quando la vedeva particolarmente assorta nei suoi pensieri.
Le dispiaceva delle volte arrabbiarsi con lei in modo troppo brusco, ma sapeva che lo faceva solamente perchè invidiava il rapporto che aveva con Mami.
Mami l'assecondò cominciando a ballare intonando qualche pezzo della loro canzone personale.
Non che ci potesse fare molto, ma Rina si limitò ad accennare un sorriso e la giornata cominciò proprio come solito.

 

Finalmente uscirono sulla strada e il sole aveva cominciato a brillare dopo il brutto temporale della notte precedente.
La batterista alzò il viso verso il cielo e sentì i raggi che le riscaldava la pelle. Era una sensazione piacevole perchè le dava un senso di libertà e di leggerenza che aveva sentito poche volte prima di quel giorno. Anche se non aveva ancora ben capito il gesto di Mami, si sentiva felice e aveva l'impressione che tutto sarebbe andato per il meglio.

 

"Boss Haruu, mi avevi promesso che saremmo andate a vedere qualche nuovo basso."
Tomomi si buttò letteralmente sul braccio di Haruna, invitandola più di una volta ad entrare in qualche negozio di musica.
Alla fine si arrese e prima di andare in qualche cafè per rifocillarsi ,si fermarono in un negozio sulla strada.
A Rina piaceva entrare in uno di quei locali e anche se non comprava nulla, trovava sempre interessante vedere quanti strumenti differenti si potevano imparare a suonare.
Beh, lei era particolarmente affezionata alla batteria, ma sapeva cavarsela anche con la tastiera e non le dispiaceva per nulla.

Lasciò Haruna e Tomomi da sole mentre controllavano una parete immensa tutta dedicata agli strumenti a corda. La chitarra e il basso erano davvero degli strumenti bellissimi, anche se non le sembravano per nulla adatti a una come lei.

Andò dalla parte opposta dove si potevano trovare tutte le percussioni possibili. Non solo pezzi per comporre una batteria, ma anche piccoli tamburi e quelli che aveva visto spesso utilizzare nelle bande.
Si chinò vicino alle diverse bacchette e ne presi un paio in mano. Non erano propriamente delle bacchette, ma bensì delle spazzole. Non le aveva mai utilizzate, ma dovevano sicuramente fare un suono particolare, o almeno questo è quello che pensava la ragazza.

"Dovresti comprarne un paio anche tu."

Sentì una voce proprio dietro di lei e la riconobbe subito: era Mami ovviamente.

"Tu..dici?"

Si alzò di scatto e non si aspettò di certo di averla così vicina. Arrossì, ma distolse lo sguardo cosicché lei non potesse notarlo, ma a quanto pareva non riusciva a farsi sfuggire nulla.
Indietreggiò di qualche passo e andrò a sbattere direttamente contro un paio di piatti proprio dietro di lei.
Doveva sembrare proprio un'imbranata e Mami si mise a ridere come faceva lei di solito.

"Attenzione, o finirai per ucciderti."

L'aiutò a sistemare le cose, ma nel mentre Rina riusciva a malapena ad incrociare lo sguardo con il suo.
Se prima aveva imparato a non farsi prendere dal panico in sua presenza, ora il suo cuore batteva all'impazzata ed era già tanto se riusciva a formare una frase di senso compiuto.

"Anche se ci tengo alla mia gitah, non mi dispiacerebbe suonare ancora la batteria."

Esclamò Mami sorridendole dolcemente.

"Sicuramente saresti molto brava...intendo dire...come suoni la chitarra..beh."

Abbassò leggermente la testa e la frangia le coprì gli occhi castani.

"Ma noi abbiamo già una batterista oltre che supercarina, anche bravissima. Sarebbe strano trovare un'arancia suonarne una,non credi?"

Fece una delle sue solite battute sperando davvero di non vederla di nuovo così tesa, ma non sembrò molto riuscirci.
Allora si impegnò di più e cominciò a fare una delle sue facce stupide e Rina doveva ammettere che le venivano piuttosto bene, sopratutto ora che aveva quel bel caschetto arancio luminoso.

"Le arance non possono suonare gli strumenti, non hanno le mani!"

La batterista le rispose facendola sembrare davvero una grande scoperta e in ogni modo Mami la trovò semplicemente adorabile.

"Ma io non sono un'arancia comune, mia cara."

Si passò una mano tra i capelli ed entrambe scoppiarono poco dopo a ridere.

Poi Mami tornò seria all'improvviso e cominciò a parlare di nuovo, questa volta di un'argomento davvero importante.

"Tralasciando il bacio di ieri sera...Beh, tu mi piaci,davvero."
Rina arrossì e se dovevano davvero paragonarsi ad una verdura, beh, lei in quel momento sembrava un perfetto pomodoro.

"E' come quando...compri un nuovo videogioco e non vedi l'ora di provarlo! Uh, no non così... è come quando...esce un nuovo anime e tu..."

La batterista le fece un cenno con la testa per dirle che aveva capito. E ne era molto felice ovviamente! Anche se il modo per spiegarlo non era proprio molto romantico, ma beh...era Mami e lei l'adorava proprio per questo.

Così Rina si avvicinò lentamente a lei e le diede un bacio sulla guancia. Non che fosse molto brava con i baci, o meglio, era ancora imbarazzata per tutto quello che era succeso e quindi non avrebbe voluto fare un'altra pessima figura in quel negozio.


Poco dopo arrivarono anche le altre due e Tomomi era contenta di aver trovato un nuovo bellissimo basso da poter utilizzare per la prossima registrazione.

"Che combinate voi due?"

Parlò Haruna mentre Tomomi proprio dietro di lei, non smetteva di osannare il suo basso per la sua immesa fighezza (quello che diceva lei eh.)

"Nah, niente. Parlavamo solo di arance."

Haruna la guardò con uno sguardo piuttosto confuso, ma decise di non indagare e pensò che si trattasse solamente di una, delle tante, discussione sciocche avevano tra di loro.

"Io ho proprio voglia di un bel tè per cui usciamo e andiamo,che ne dite?"
Rina accennò uno dei suoi soliti sorrisi, questa volta felice e, se posso aggiungere, finalmente non le mancava nulla.


 


ANGOLO DELL'AUTRICE
Ed ecco con il primo capitolo!
Ovviamente sembra abbastanza conclusivo, ma Tomomi e Haruna non sanno ancora niente per cui dovranno scoprire che cosa combinano quelle due 8D
Non mi soddisfa molto in realtà, ma mi è piaciuto scrivere quella "finta" dichiarazione di Mami. Me la vede paragonare il rapporto che ha con Rina come la gioia che prova quando compra un nuovo videogioco. (E da player, vi posso dire che è molta HAHA.) La lunghezza del capitolo non mi convince,purtroppo çwç
Beh, comunque, grazie già a chi leggerà/recensirà e detto questo,
Cherry Jam a tutti!
 

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Capitolo 3
*** Chapter II ***


Le Scandal si erano divertite davvero molto negli ultimi giorni e più il tempo passava e più tutto sembrava scorrere perfettamente.
Tomomi si godeva le uscite con le ragazze e nell'ultimo periodo si stava davvero impegnando per un paio di nuove registrazioni.
Haruna sembrava stranamente distratta, ma non aveva un'aria particolarmente triste, anzi sembrava meno seria del solito. Non aveva spiegato esattamente il motivo, ma si era limitata a dire che c'era qualcosa di diverso in lei, anche se non sapeva esattamente cosa.
Infine, Mami e Rina erano rimaste come le abbiamo lasciate in effetti e la loro relazione non era peggiorata, ma non aveva nemmeno avuto dei particolari cambiamenti.
Le due si comportavano proprio come prima, o almeno in pubblico avevano deciso di non sbilanciarsi troppo.Anche se quando si trovavano da sole, Mami non si tratteneva dal coccolarla ne tanto meno dal baciarla.
Con questo però, non intendo dire che Haruna e Tomomi fossero già informate. La verità era che non avevano detto nulla nemmeno a loro due, ma sapevano che non potevano tenerle all'oscuro per molto.

Quel giorno avevano appena concluso un concerto in Corea, per la loro prima volta, ed erano così eccitate all'idea di visitare la città che si fiondarono velocemente in hotel per una doccia veloce per poi uscire immediatamente.
Il sole aveva appena cominciato a tramontare e una fresca brezza estiva sfiorava la pelle delle ragazze.Avevano indossato degli abiti piuttosto casual che rispettavano lo stile di ognuno di loro.
Mami aveva sempre adorato i vestiti piuttosto larghi e indossò una di quelle magliette simili alle divise di football americane con un grosso numero sulla schiena e fece un balzò verso Tomomi per poi trascinarla da una parte all'altra della città in cerca di qualche buon ristorante con cibo locale.
La bassista amava indossare dei cappelli piuttosto strambi e ovviamente non si tratteneva nel dire le sue solite stupidate.Anzi, essendo in un paese straniero si permetteva di salutare la gente con un coreano piuttosto pessimo, cominciando a chiedere se esistessero dei pirati valorosi nelle zone.
I passanti molto probabilmente rispondevano che non capivano o accennavano un sorriso cordiale dicendo che non avevano idea riguardo a ciò che domandava.
Rina e Haruna camminavano fianco a fianco commentando un po' il concerto e sopratutto la città.
Non avevano mai visitato la Corea, ma ora si rendevano conto che si trattava di un paese affascinante quanto il loro e avevano già deciso che ci sarebbero ritornate molto presto.

Haruna guardava le figure dei grattacieli che si slanciavano verso il cielo rossastro e rimase per un attimo in silenzio, sistemandosi la canotta color crema con indifferenza.
Rina nel frattempo, si limitava a guardare la punta delle sue scarpe sistemandosi con due dita la grande montatura degli occhiali.
Si era persino dimenticata di mettere le lenti a contatto, ma uscendo solo con le altre ragazze non ci fece caso trattandosi di un'uscita tutto fuorché formale.

Si voltò per un attimo verso la vocalist e accennò un sorriso sperando di poterla riportare nel "mondo reale".
Tutte avevano notato che Haruna sembrava piuttosto svampita negli ultimi giorni, ma siccome era stata così vaga nessuno le aveva più domandato cosa fosse successo,ma la curiosità di Rina raggiunse l'apice quel giorno e lo chiese di nuovo, sperando di ricevere una risposta che potesse accontentarla.

"Hey, che succede Boss, qualche coreano ti ha rubato il cuore?"
Disse in tono piuttosto scherzoso convinta che non si trattasse sicuramente di questioni sentimentali.

A quelle parole Haruna fece un balzo involontario smettendo di guardare il panorama, voltandosi a guardare la sua compagna piuttosto stranita.

"C-cosa hai detto?"
Le sue pupille si ingrandirono fissando l'altra ragazza apparentemente preoccupata. Inutile dire che quella reazione stupì molto di più la batterista che si ritrovò a pensare se avesse fatto centro sull'argomento senza nemmeno volerlo.

"Dico solo che sono carini i ragazzi coreani,no?"
Rina accompagnò quelle parole ad una piccola risata divertita, ma l'altra si limitò a rispondere con un cenno della testa per poi immergersi di nuovo nei suoi pensieri.

Pochi metri davanti a loro invece, Mami e Tomomi avevano appena decretato che la cucina coreana era una delle migliori al mondo. Era un'affermazione piuttosto esagerata, ma in realtà non avevano gusti troppo difficili ed erano capaci di mangiarsi di tutto.
In ogni modo, Mami non dava molto retta a ciò che diceva la sua compagna di avventure. Non che non reputasse quei discorsi importanti, ma le bastava voltarsi per controllare le altre due per rimanere incantata davanti alla sottile figura di Rina.
Adorava quando indossava quei suoi tanto amati abiti color panna. I capelli legati in uno chignon e quella montatura che ogni minuto scivolava lentamente sul naso piccolo della ragazza. Non voleva sembrare troppo sdolcinata, odiava le cose romantiche, ma il solo pensiero di poterla considerare la sua ragazza la rendeva contenta.
Accennò un sorriso accorgendosi che ormai la stava già fissando da tanto , da troppo tempo. Infatti Rina se n'era accorta e non appena i loro sguardi si incrociarono, la batterista arrossì e si sistemò la montatura voltandosi lentamente e facendo finta di guardare un paio di vetrine.
Beh, era imbarazzante visto che dietro a quel vetro c'erano un paio di completi piuttosto succinti che non potevano dare alle ragazze un'aspetto innocente.

Inutile dirvi che le sue gote si colorarono ancora di più e aumentò il passo vedendo che Haruna nascondeva un sorriso divertito.
Tomomi come la vocalist non riuscì a trattenere una risata divertita ed entrambe si avvicinarono scambiandosi un paio di battute che fecero sentire Rina ancora più a disagio. Non lo facevano apposta in effetti, ma il suo essere ingenua faceva divertire le altre e la stessa Mami accennò un sorriso osservandola mentre stringeva con nervosismo la gonna del suo vestito.

"Dai,lasciale stare, lo sai che sono stupide,no?"
Finalmente la chitarrista le rivolse la parola e la più piccola la guardò accennando un timido sì con la testa.
Si imbarazzava un po' per tutto e questo era il suo difetto peggiore, anche se in realtà Mami lo trovava uno dei suoi miglior pregi.
All'improvviso le strinse delicatamente la mano e aumentando il passo, si allontanò dalle altre due dicendo semplicemente che si sarebbero viste dopo.

Rina non aveva idea di dove la stesse portando, ma lo stare mano nella mano in mezzo a tutte quelle persone la faceva sentire strane. Credeva che fosse di nuovo per l'imbarazzo, ma a dire il vero era quasi certa che un paio di persone la stessero osservando male. Ancora una volta si perse nei suoi pensieri e non erano altro che riflessione negative.

Due ragazze potevano stare davvero insieme?

Rina sapeva che la risposta più ovvia, o meglio, la risposta considerata nella norma era che no, due persone dello stesso sesso non poteva ovviamente avere una relazione di quel tipo. In più, loro erano famose come artiste e le cose si complicavano in poco tempo. Odiava pensarci ogni volta, ma non aveva mai pensato a quello che potesse portare un cambiamento del genere.

Era certa che Mami l'avrebbe rifiutata e invece ora si ritrovava a camminare insieme a lei come se stessero insieme da una vita.
Rina si sentiva bene, diamine se era felice. Eppure, eppure no, aveva paura di essere giudicata dagli altri. Dalla sua famiglia, da Haruna e Tomomi. Chissà se tutti loro avrebbero capito.
Strinse involontariamente la presa della mano di Mami e quest'ultima la guardò, temendo che fosse successo qualcosa all'improvviso.

"Rina...che cosa succede?"

Il tono della chitarrista non era mai stato serio come mai prima d'ora e non appena Rina la sentì parlare, allontanò la mano dalla sua e strinse le spalle, non sapendo più come comportarsi.

"Scusami è che...è tutto così sbagliato."

La vista si appannò all'improvviso e le lenti degli occhiali si bagnarono delle sue lacrime. Erano piccole lacrime, ma a Rina sembravano pesanti, sempre più salate, sempre più fastidiose.
Mami avrebbe voluto davvero dirle qualcosa, ma non appena socchiuse leggermente le labbra, nessun suono provenì da esse. Si limitò ad avvicinarsi a lei e le appoggiò le mani sulle spalle tremanti. L'abbracciò e rimase un attimo in silenzio, inebriata dal profumo dolce dei capelli castani di quella piccola ragazza.

"Sei una stupida,davvero."
A quelle parole Rina la guardò e i suoi occhi umidi non smettevano di muoversi per cercare di interpretare quelle parole.

"Sì,sei davvero una stupida..."
Non sapeva come fosse successo, ma l'istante dopo le labbra di Mami erano attaccate alle sue. Una bacio lieve, ma dal sapore dolce e piacevole. Nonostante fossero in pubblico, la chitarrista non se n'era curata minimamente e si era soltanto preoccupata di ciò che turbava la batterista.

* * *

Oh,cavolo. Tomomi adorava davvero l'alcool.
Non che fosse una ragazza che si ubriacava facilmente, ma non riusciva a rinunciare ad un bel broccale di birra, a due broccale di birra...o forse tre?
In ogni modo, la sua compagna per quella sera l'aveva notato bene. Haruna, a differenza della bassista, preferiva le bibite più leggere, frizzanti, ma che non potessero mandarle in confusione la testa in poco tempo.

Erano in un piccolo locale della città e la vocalist aveva passato gli ultimi minuti a guardare lo schermo della tv poco lontano dal bancone dove erano sedute mentre nella sedia vicino alla sua, Tomomi aveva cominciato a parlare a vuoto e ad agitarsi come una stupida.

"Perchè i pescatori non parlano con i pesci?"
Quella fu solo la prima domanda di quella serata e in effetti vi risparmierei tutte le altre dato che non avevano ovviamente senso.
Haruna lanciò un'occhiata fugace alla ragazza e la vide appoggiare la testa superficie lucida del bancone per poi accennarle un sorriso piuttosto confuso.

"Haruna, dovresti tagliarti i capelli. Mi piace quando hai capelli corti."
La vocalist non ascoltò minimamente quello che stava dicendo l'altra e poi andiamo, lei odiava portare i capelli corti, Tomomi avrebbe dovuto saperlo.
Non voleva ascoltarla, ma più cercava di ignorarla e più lei diventava invasiva, appoggiando ora la testa sulla sua spalla, ora di nuovo sul bancone.

"Tomomi...ritorniamo in albergo."

Le parole di Haruna riecheggiavano nella testa della bassista lentamente, ma riuscì a comprenderle bene. Senza nemmeno pensarci si alzò e dopo aver pagato, tirò per la maglia la vocalist ed uscirono dal locale conciate peggio di due alcolisti abituali. O meglio, Tomomi sembrava un po' fuori di senno (non che di solito fosse molto normale), ma Haruna era disposta a sopportarla ancora per un po'.
Alla fine le piaceva la compagnia di quella pazza e anche se delle volte si comportavano in modo completamente opposto, era grata di avere lei accanto in ogni occasione.
Certo, le voleva molto bene, ma quando diventava troppo espansiva, la vocalist proprio non riusciva a capirla.

In quel momento si era attaccata al suo collo affettuosamente e le loro guance morbide sfregavano una addosso all'altra. Haruna si era spruzzata una dei suoi profumi preferiti e Tomomi sapeva riconoscerlo bene. Non che facesse molto caso a quelle cose, ma se si trattava di quella ragazza tutto risultava importante.
Il suo sorriso, la sua voce. Tutto quello apparteneva a Tomomi e in quel momento Haruna se ne sarebbe accorta facilmente.
Non appena passarono in una via meno affollata, la bassista spinse la vocalist verso il muro liscio di una casa e la bloccò, come se stessero giocando.

Purtroppo per lei, Haruna non amava molto quei tipi di giochi. Finchè si trattava di scherzare, le andava bene se Tomomi l'abbracciava, ma non poteva andare oltre a quello.
No, non poteva tenerla ferma in quel modo, avvicinarsi al suo volto e pretendere che Haruna le avrebbe perdonato un bacio per nulla dolce così facilmente.
Le labbra di Tomomi premute sulle sue sapevano solo di birra, così come il suo respiro. Nonostante si trattasse della sua compagnia, di una delle sue amiche di sempre, quel bacio le aveva dato dannatamente fastidio.
Due ragazze non potevano baciarsi così eppure Tomomi insisteva, insisteva ancora. Non si limitò al solo respiro vicino al suo viso, ma proseguì, avvicinando la mano al fianco fine di Haruna.

Non sapeva perchè lo stava facendo, o meglio, certo che lo sapeva. La colpa era dell'alcool. Era palese che avesse perso il controlllo per via di quelle birre eppure una parte della sua mente aveva desiderato stare così vicino alla vocalist già da tanto tempo.

Però, ovvio, sì, c'era un però.

Era quasi certa che Haruna fosse innamorata già di qualcun altro. E questo qualcun altro doveva essere un bel ragazzo, Tomomi ne era certa. Ma più ci pensava e più considerava la vocalist una stupida.
Lei era migliore di qualsiasi altro, ne era certa. Per questo ora i loro corpi erano ancora più vicini e Haruna si faceva sempre più piccolo contro quell'angolo buio della città.
Tomomi non voleva farle del male, voleva solo dimostrarle che per lei era importante. Più importante di qualsiasi sciocco ragazzo che potesse trovare ad Osaka,a Tokyo o in chissà quale altra città.

Ora la sua gamba premeva leggermente tra quelle di Haruna e quest'ultima gemette, cercando di allontanarsi dalla presa dell'altra ragazza. Non voleva proseguire oltre, non lì, o forse nemmeno con lei.
Non poteva odiare Tomomi per quello che stava facendo, ma ad un certo punto la spinse allontanandosi da lei cercando di riprendere fiato.

"Haru...io...mi dispiace."
La vocalist scosse la testa senza però parlare. Non poteva credere che Tomomi era arrivata a tanto, ma da una parte sapeva che non era in lei, non poteva davvero desiderare una cosa del genere.

I loro sguardi si incontrarono per un attimo e nessuna delle due proferì parola.

Forse tutte due spaventate da quello che era successo, o forse entrambe spaventate da ciò che sarebbe accaduto in seguito...


ANGOLO DELL'AUTRICE --
Beh, non mi piace sappiatelo, ma non avevo voglia di cancellarlo tutto e quindi ho deciso di concluderlo abbastanza velocemente.
A dire il vero nell'ultimo periodo non ho molta ispirazione per questa storia, ma cercherò di proseguire con capitoli brevi, ma abbastanza interessanti ( o almeno spero!)
Al prossimo aggiornamento! (Spero presto!)
 

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Capitolo 4
*** Chapter III ***


Tomomi si era sdraiata comodamente sul letto del loro appartamento ad Osaka. Una casa piccola, condivisa da 4 ragazze, ma dentro a quelle mura si erano ormai insediati un mare di ricordi.

Rina aveva appeso nel piccolo salotto il suo diploma, Mami aveva riempito la sua camera dei suoi amati videogiochi e Haruna, beh, Haruna aveva una collezione di poster da far rabbrividire chiunque.
Quella ormai era la loro casa, ma nonostante quel clima familiare, Tomomi in quel momento odiava vedere come tutti quei ricordi le fluttuavano in testa.Ne aveva fatti di errori, ma raramente se ne pentiva. Pensava sempre che la vita era una sola, sbagliare alle volte non faceva male, ma non le era mai capitato di errare in quel modo, facendo male ad una delle persone a cui voleva più bene.

Fissava ancora il soffitto della stanza in silenzio, sentendo a malapena il volume della tv nella camera accanto. Probabilmente Mami si era messa a vedere qualche anime e chissà se era in compagnia di Rina. Aveva notato come, in quel periodo, le due erano spesso insieme e altrettanto spesso si scambiavano occhiate strane, come se si volessero dire qualcosa che solo loro potevano comprendere.
Non che ci faceva molto caso negli ultimi giorni, aveva ben altro a cui pensare, però le piaceva vedere come tra le due ci fosse così tanta armonia. Un'armonia che a poco a poco scemava invece tra lei e Haruna. Infondo sapeva che la vocalist non aveva tutti i torti ad ignorarla, ad odiarla, ma la stessa Tomomi si stava odiando. Si odiava per essersi permessa di fare qualcosa del genere ed era certa che, per quella volta, non sarebbe bastato un semplice scherzo o un sorriso per sistemare le cose.

Haruna era stata fin troppo paziente con lei.

Quando erano rientrate ad Osaka, dopo un po' di giorni da quella notte, ogni volta che i loro sguardi si incontravano, Haruna si mordeva nervosamente il labbro e alle volte arrossiva, sentendosi chiaramente in imbarazzo. Non era da lei mostrare così le sue emozioni, in genere era Haruna quella che chiudeva un occhio davanti ai litigi, davanti alla rabbia improvvisa delle altre. Si lamentava raramente, ma se lo faceva, beh, allora a quel punto non sembrava nemmeno lei.

Perchè non potevano riappacificarsi? O meglio, come avrebbe potuto farsi perdonare?

Ci pensava ormai da diversi giorni, ma non riusciva a trovare una risposta che la soddisfacesse. Non riusciva ad ammettere di avere paura, paura di aver rovinato il rapporto che c'era tra di loro.

Sospirò e sospirò di nuovo. Socchiuse lentamente gli occhi e fu sicura di essersi addormentata perchè, dopo un paio di ore, il Sole non filtrava più dalla finestra della stanza, ma aveva lasciato spazio ad una grande Luna piena. Una delle più belle che Tomomi avesse mai visto, le ricordava tutte le nottate che lei e Haruna avevano passato insieme a suonare, a scrivere testi. Ovviamente non c'erano solo due, anche la compagnia di Mami e Rina era importante. Tutte e tre erano importanti per lei e no, non voleva perdere tutto per un fraintendimento.

Proprio mentre cercava di rimettere a posto i pensieri in testa, qualcuno bussò alla porta per poi entrare lentamente nella stanza.

La camera era buia e per pochi attimi Tomomi non vide altro che un'ombra esile avvicinarsi al suo letto. Un passo e poi un altro ancora.Infine la vide, la luce opaca della Luna le illuminò il volto mostrando alla bassista il sorriso di Haruna.

Non sembrava più arrabbiata con lei, anche se si leggeva nei suoi occhi quanto fosse imbarazzata. Tomomi poteva capirla, essere assalita in quel modo da una sua amica non doveva essere considerata un'azione normale. Quello però che a Tomomi dava fastidio era come, da quel giorno, non ne aveva per nulla parlato. Lei non aveva il coraggio di tirare fuori l'argomento, ma nemmeno Haruna da parte sua sembrava disposta a discuterne ancora.

-Tomomi, Mami e Rina hanno detto di voler uscire, tu cosa vuoi fare?-

Era strano per una come lei dire di no, ma in tutta sincerità non le andava per nulla di stare fuori. Non che non trovasse qualcosa da fare una volta in giro per locali, ma per quella sera preferiva starsene lì tranquilla e sopratutto sola.

-No, io rimango qui.- Disse con tono pacato, non sembrando né arrabbiata né contenta per qualcosa. Haruna si limitò ad accennare con la testa per allontanarsi e uscire della stanza. Prima però, si voltò un'ultima volta verso di lei e la richiamò, attirando la sua attenzione di nuovo.

Tomomi alzò appena la testa verso l'uscita della stanza e l'ascoltò con attenzione.

-Tomo, io sono di là a vedere un film,se vuoi venire. Sto casa anche io.-

Non sembrava un qualcosa di appena calcolato, forse anche Haruna come lei non aveva intenzione di fare baldoria quella sera. Certo, questo significava che tra le due, rimaste sole, ci sarebbe stato non poco disagio. Cosa che Tomomi odiava, tuttavia non aveva intenzione di rimanere da sola lì per tutta la sera e nemmeno di lasciare in solitudine la vocalist.

Non fece in tempo a risponderle che lei se n'era già andata. Forse aveva paura che Tomomi tirasse fuori tutta quella faccenda, ma era ovvio che una volta raggiunto il salotto ne avrebbero dovuto parlare.

Quando Tomomi decise di raggiungerla, era già passata una buona mezz'ora. Si era preparata il discorso, questa volta non si sarebbe permessa di dire stupidate o altre cose non riguardanti loro due. Non avrebbe ammesso scuse nemmeno da Haruna, non le importava se si sentiva in imbarazzo nel discuterne, era ora di mettere tutto in chiaro.

La vide seduta comodamente sul divano mentre sullo schermo comparivano innumerevoli video di pubblicità di elettrodomestici,macchine,nuovi cd e quant'altro.

-BossHaru.-
La chiamò buttandosi vicino a lei con poca attenzione, era stata sdraiata per tutto il giorno, ma non le dispiaceva starsene di nuovo ferma.

-Sei un po' un gatto tu,eh?-
Parlò la vocalist sistemandosi un ciuffo di capelli chiaro dietro all'orecchio.

In quel giorno era andata dal parrucchiere, schiarendosi di nuovo. Li teneva lunghi già da un po' e a Tomomi piacevano anche così. Sembrava che qualsiasi pettinatura o abito stesse bene su Haruna, forse era solo una sua impressione, ma per lei era sul serio così.

Non lo pensava e non glielo diceva solamente per farla contenta, anzi, Tomomi era una delle ragazze più schiette che Haruna conoscesse e anche questo lato di lei le piaceva.

Già, le piaceva. Ormai iniziava a domandarsi in che modo trovasse interessante la ragazza. Dentro di sé sapeva bene quando stava per nascere qualcosa di diverso, diverso da un'amicizia si intende.

Haruna era sempre stata una ragazza sicura delle sue idee e dei suoi sentimenti, ma in quel momento, vedendo a pochi centimetri da lei Tomomi, si sentiva confusa. Confusa e imbarazzata perchè non aveva idea se fosse una buona cosa parlare di ciò che era accaduto, ma dall'altra parte, non parlarne la faceva stare male.

L'osservò di nuovo in silenzio e per pochi attimi, la bassista sembrò non curarsene.Si stiracchiò e si sistemò di nuovo sul sofà, solo dopo si voltò verso la sua parte. Non era infastidita dal suo modo di guardarla, ma era piuttosto ovvio che entrambe avevano capito che cosa dovessero fare.

Tomomi prese un respiro profondo e distolse per un attimo lo sguardo, puntandolo verso lo schermo luminoso da dove provenivano gli unici suoni sparsi successivamente in tutta la stanza.
Di che cosa aveva paura? Infondo non ci sarebbe stato nulla di male a confessare la verità.

-Haru, mi dispiace per quello che è successo, ma sinceramente, lo rifarei.-

Parlò voltandosi infine verso di lei, vedendola in poco tempo arrossire. Si era spiegata male, peccato che se ne fosse accorta troppo tardi, ma come sempre cercò di sdrammatizzare la situazione con un sorriso.

-Intendo dire, se tu lo volessi, mi pare ovvio.-
Si corresse, passandosi una mano dietro alla nuca con fare goffo.

In quel momento si sentiva davvero una sciocca, ma perlomeno era stata sincera. Questo Haruna l'aveva capito bene e, anche se dalla sua reazione non lo faceva poi dimostrare, era contenta di quello che le aveva appena detto l'altra.

Non aveva idea di come risponderle, sempre se desiderasse una risposta, ma non fece in tempo a rifletterci un minuto di più perchè Tomomi si era già avvicinata a lei, giocherellando con un ciuffo chiaro dei suoi capelli.
Perchè riusciva ad essere sempre così spontanea, sia con i gesti che con le parole?

Alle volte Haruna non riusciva proprio a capirla, ma da una parte era certa che fosse meglio così, Tomomi era un po' incomprensibile per tutti.

-Beh, hai capito che intendo?-

Parlò di nuovo la bassista, tradendosi con un tono un po' impaziente. Non voleva sembrare maleducata, ma aveva già atteso troppo ormai. Un po' era colpa sua, visto che non avevano parlato della questione giorni o settimane prima, ma per ovvio motivo.

C'era di mezzo il gruppo, prima di tutto. Se Haruna avesse trovato i suoi sentimenti inopportuni, per le Scandal la faccenda non si sarebbe svolta di certo al meglio. Mami e Rina, c'erano anche loro e di sicuro avrebbero voluto sapere tutto della storia, non sarebbe stato corretto nasconderglielo. Ovviamente questo era un po' strano, dato che la batterista e la chitarrista erano le prime a nascondere una vicenda piuttosto simile alla loro, ma questo al momento né Haruna né Tomomi ne erano a conoscenza.

-Dovresti essere più chiara quando parli,lo sai?-

Haruna le rispose a tono, non perchè fosse arrabbiata con lei, anzi, al momento era sollevata dal sapere che pure Tomomi si sentisse in imbarazzo a dirlo chiaramente. Erano state amiche per tantissimo tempo, ora qualsiasi abbraccio o altro gesto d'affetto avrebbe sicuramente preso un significato diverso, sempre se le cose sarebbero andate bene.

-Oh, la signorina Ono vuole una proposta seria, non credevo fossi così tanto romantica.-

La schernì, pizzicandole la guancia in modo affettuoso.
Beh, infondo Tomomi si era ripromessa di essere seria – cosa che alla fine non era riuscita a fare – quindi in un modo o nell'altro avrebbe sul serio dovuto affrontare l'argomento.

 

Inclinò leggermente la testa e sorrise, uno dei sorrisi più belli che Haruna avesse mai visto. Quando la sentì parlare tossì per un attimo nervosamente, incrociando le braccia come se i suoi piani fossero stati perfettamente seguiti.

-Mi piaci sul serio, anche se detto da me può sembrare strano. O meglio, detto in questo modo può sembrare decisamente strano.-

Parlò e questo bastò per fare addolcire Haruna,dato che pochi attimi dopo aveva già abbassato le braccia e sul suo viso si era dipinta un'espressione contenta.
Era bastato poco, alla fine, anche se ammettere qualcosa del genere era stato difficile per entrambe, su questo non c'erano dubbi.

 

Al momento però, quello che preoccupava più Haruna era ciò che stava per fare Tomomi per continuare la conversazione.
La bassista, infatti, si era avvicinata al suo viso e le aveva accarezzato la guancia in modo buffo, per poi lasciare che i loro nasi si sfiorassero delicatamente.

-Posso dartene uno?Meglio di quella sera.-
Parlò, stupendosi del tono serio con cui era riuscita a dirlo. Sapeva che Haruna doveva abituarsi all'idea più di lei, ma c'era tempo. Infondo non volevano andare di fretta, almeno la vocalist la pensava così, ma per un singolo bacio non sarebbe successo nulla di grave.

 

Così si sporse un po' verso di lei, facendo scontrare le loro labbra dapprima in modo molto maldestro, ma poco a poco le due si abituarono a quel contatto, inebriandosi di quell'attimo di intimità che finalmente riuscirono ad avere.

Non era la prima volta che Haruna baciava qualcuno, ma era decisamente la prima volta che si sentiva così. Aprì solo un poco gli occhi, incontrando quelli scuri dell'altra. L'aveva guardata per tutto il tempo e questo per un attimo la spiazzò, di conseguenza facendo imporporare appena le sue guance.
Anche Tomomi, da parte sua, non appena la vide aprire gli occhi, si trovò spaesata, ma era piacevole, sopratutto vedendo il modo in cui Haruna la guardava.

Durò per pochi attimi, forse, ma ad entrambe sembrarono invece dei minuti interminabili.

Non appena si allontanarono di nuovo, Haruna si sistemò i capelli con fare buffo, cosa che fece ridere di buon gusto Tomomi. Anche se il loro rapporto ora era cambiato, loro rimanevano le ragazze di sempre, le musiciste di sempre.Forse, adesso, scrivere testi sarebbe stato più facile per entrambe, anche se dall'altra parte, raccontare di storie d'amore attraverso la musica sarebbe stato anche più imbarazzante.

 

-Sai cosa mi piacerebbe?-

Parlò, all'improvviso Tomomi stringendola a sé come se fosse un morbido peluche.
Haruna si lasciò coccolare, anche se non era una di quelle ragazze che amava troppo le sdolcinerie, o almeno, non sempre.

La vocalist la guardò per un attimo, incuriosità da che cosa le avrebbe detto. Qualcosa le diceva che era una sciocchezza, come suo solito, ma le andava bene così perchè non voleva che Tomomi cambiasse solo perchè la loro amicizia non era più....beh, un'amicizia.

-Dirglielo alle altre, sarebbe divertente. Immagina la faccia che farebbe Rina.-

Disse tutto di un fiato, per nulla preoccupata di ciò che avrebbero detto le altre due.
Tomomi, in effetti, non sapeva spiegarselo, ma era certa che sia Rina che Mami sarebbero state più che favorevoli a tutta quella storia.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE MOLTO ARRANDOM: Niente, volevo dire che probabilmente il prossimo sarà l'ultimo capito, questo non significa che smetterò di scrivere sulle Scandal, ma ho l'idea di non dare il mio meglio con questa storia anche se non ho idea del perchè- Grazie per aver letto!

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Capitolo 5
*** Chapter IV ***


Rina era rimasta sola per un po', tra le mani stringeva un libro, anche se era già da un paio di minuti che non ci prestava più attenzione.
Aveva involontariamente abbassato il capo, la montatura degli occhiali le era scivolata sul naso e le palpebre avevano minacciato di chiudersi già un paio di volte e alla fine, per quanto cercasse di impegnarsi sulla lettura, era finita con l'addormentarsi sul sofà che occupava una piccola parte della stanza.
Si era ripromessa, sopratutto nell'ultimo periodo, di mettersi d'impegno per comprare un paio di libri dalla libreria non molto distante da casa, ma con tutti gli eventi che si erano accumulati in quelle settimane, la ragazza era riuscita a malapena a dormire e a visitare un posto che non fosse la sala prove o l'appartamento dove viveva assieme alle altre.
In parte, era eccitata all'idea di iniziare un World Tour - motivo per cui era,appunto, impegnata negli ultimi giorni -, ma dall'altra si domandava se fosse davvero capace di intrattenere un pubblico che non fosse giapponese o asiatico.
Poteva sembrare un ragionamento sciocco, ma Rina si rendeva spesso conto di cosa significasse non conoscere la lingua del posto che avrebbe visitato assieme alla band. Non per altro, lei era uscita dal continente asiatico solo un paio di volte e per quanto adorasse gli USA o l'Europa, trovava piuttosto ostico imparare l'inglese.
Il loro modo di scrivere, di parlare, l'aveva sempre attirata, ma imparare un idioma così differente dal giapponese non era per nulla facile.
Il solo pensarci la demoralizzava un po', ma anche il non conoscere era quello che spingeva di più la ragazza ad impegnarsi per quel World Tour, impegnarsi per far emozionare i propri fans al di fuori dalla propria terra natia.
In effetti, sin da quando era una ragazzina, la passione della musica l'aveva aiutata a sognare spesso come sarebbe stato vivere da star, pur sapendo che oltre al divertimento e ai riconoscimenti, ci sarebbero stati anche i fallimenti e i momenti negativi per l'intera band. Ne avevano già passati molti di quelli e lei non si era mai dimenticata di quanto si fosse allenata per migliorarsi e di quanto le braccia e le gambe avessero protestato per gli intensi allenamenti alla batteria. Però non era cambiato nulla, Rina non si era mai arresa e questo era anche merito delle ragazze; le erano state vicine nel momento del bisogno, quando pensava di poter mollare tutto, Haruna, Mami,Tomomi le avevano detto che le Scandal senza di lei non sarebbero mai esistite.
Quelle parole riecheggiavano nella sua mente anche in quel momento, mentre si era dolcemente addormentata nel leggere quel libro. Sì, doveva considerarsi pronta per raggiungere una nuova tappa assieme alle sue compagne, alle sue amiche di sempre.
Viaggiare per il mondo non significava solo potersi divertire in luoghi nuovi, scoprendo cibi differenti o inebriandosi di un'aria diversa da quella di Osaka o Tokyo, significava mostrare a sé stessa di essersi meritata quel viaggio e sopratutto, che le Scandal erano pronte ad andare ben oltre ad esso.
Nel Tour avevano inserito principalmente le canzoni del loro ultimo album ed era emozionata all'idea di provarle per la prima volta in live. Oltre ad Image, già presentata in qualche show televisivo, c'erano molte canzoni che parlavano di loro in modo personale ed era forse questo, come anche altre volte, a renderla ancora più emozionata.
Per la prima volta aveva avuto l'occasione di scrivere una canzone e cantarla da sola, dettaglio che avevano scelto tutte e quattro assieme e Rina era stata più che felice nell'avere un'occasione del genere.
Certo, immaginarsi davanti ad una folla di persone ed intonare Oyasumi con tanto di chitarra era del tutto nuovo per lei, ma Mami e Haruna le avevano promesso di farla diventare un'ottima chitarrista in poco tempo. Sapeva che quello strumento non era molto al caso suo, si era sempre sentita più legata alla batteria e al piano, ma anche in quel caso, cambiare e scoprire nuovi suoni l'avevano spinta a tentare.
E poi, per quanto sciocco potesse sembrare, l'imparare a strimpellare significava che Mami avrebbe avuto più tempo da dedicarle, non che normalmente non stessero sempre assieme, ma l'immaginarsi la ragazza insegnarle a suonare l'aveva fatta sorridere più di una volta.
-Hey,non ti sarai davvero addormentata così?-
Una voce la chiamò gentilmente, obbligandola ad alzare il viso per vedere chi le avesse appena parlato. Era ancora assonnata e si stropicciò gli occhi un paio di volte,appoggiando la montatura degli occhiali nel tavolino al fianco del divano.
Solo quando riuscì a riprendere un po' di forze, si accorse del sorriso che illuminava il volto della ragazza vicino a lei e quest'ultima si era chinata verso il suo viso, sistemandole un ciuffo di capelli che le nascondeva la guancia.
-No,stavo leggendo.-
Biascicò, la voce ancora impastata per via del sonno che non la lasciava andare. I suoi occhi si posarono sulle linee morbide che andavano a formare il collo e il mento della figura davanti a sé e solo dopo un paio di momenti si accorse che quella sagoma non era altro che Mami.
Nell'essersi soffermata ad osservarla così tanto, le venne spontaneo abbassare immediatamente lo sguardo e le guance si imporporarono un poco di rosso, causando di conseguenza una risata divertita da parte dell'altra.
Diamine, si odiava per essere così sensibile nel vederla, ma non poteva farci nulla, il suo cuore la precedeva sempre e finiva con il battere impazzito quando la figura di Mami entrava nel suo campo visivo. Credeva che si sarebbe abituata all'idea dei suoi sentimenti ricambiati, ma il solo pensiero la faceva arrossire sempre di più.
-Oh, ed era interessante la pagina..?-
Indicò il libro ormai abbandonato sulle sue gambe ed era molto probabile che avesse persino perso il segno, ma questo Mami poteva solamente ipotizzarlo. In ogni modo, le piaceva vederla così distratta e assonnata, in parte la comprendeva visto che nell'ultimo periodo tutte si erano sentite nervose e stanche, ma il modo in cui Rina tentava di celarlo la rendeva solamente più adorabile agli occhi della pazza chitarrista.


Rina drizzò la schiena, appoggiò il libro vicino agli occhiali e si sistemò la gonna, facendo cenno a Mami di sedersi accanto a lei.
Non avevano qualcosa in particolare di cui parlare, ma sapeva che erano pochi i momenti in cui erano solo loro due, senza la compagnia delle altre due. Non che fossero un peso, anzi, nel poco tempo libero che avevano avuto, Rina aveva passato molto più tempo con Haruna, sempre facendo in giro un po' di shopping o nell'organizzarsi su quali abiti indossare durante i live.
Per quanto fosse un dettaglio non fondamentale per la loro musica, le ragazze ci tenevano anche al modo in cui sarebbero apparse al loro pubblico.
Tomomi amava indossare cappellini di tutti i tipi, ma amava anche i jeans, trovandoli comodi e casual come piacevano a lei.Quanto capitava, non disprezzava neppure delle salopette, scelta che molto probabilmente le dava un'aria infantile, ma che rispecchiava perfettamente il suo carattere spensierato. I capelli,in genere lasciati sciolti, variavano da castano a rosso mogano e non aveva mai pensato di tagliarli troppo, dato che ci teneva a sentirli coprirle il collo o le guance.
Haruna,invece, cambiava spesso capigliatura, passando da un taglio corto alla lunghezza naturale dei suoi capelli, magari illuminati da un biondo vaniglia o anche dal suo classico castano scuro. Nell'ultimo periodo non era una novità, in fatto di abiti, vederla indossare un paio di bretelle di un rosso sgargiante e come Tomomi, rigorosamente jeans assieme a delle Dr.Martens scure.
Mami indossava spesso abili larghi, pantaloni con cavallo basso o maglie sportive, stile in ogni modo alternato ad uno simile a quello dell'altra chitarrista, caratterizzato da camicie. Al momento i suoi capelli erano ritornati di un biondo cenere e le classiche punte azzurre che piacevano anche alla stessa Rina, per quanto non l'avesse mai detto così esplicitamente.
La piccola batterista, infine, non riusciva a fare a meno dei suoi abiti o gonne svolazzanti, le scoprivano le gambe chiare e le piaceva indossare in primavera o in estate, quando il caldo aveva la meglio nelle grandi città come la capitale o Osaka.
Nei primi suoi anni di batterista, trovava gli occhiali scomodi e poco belli, da un punto di vista estetico, ma alla fine si era abituata ad indossarli, trovando la montatura più adatta a lei. Mami le aveva detto che le davano un'aria matura, ma anche piuttosto dolce, aggettivi che certamente la descrivevano.


Mami accennò un breve "no" con la testa dato che l'aveva svegliata per provare, di nuovo. Sapeva che non doveva insistere tanto, sopratutto quando la vedeva così stanca, ma le prime date del Tour si avvicinavano e per quanto fossero in posti già da loro ben conosciuti, migliorarsi sarebbe stata la scelta più intelligente da fare,sempre se Rina avesse davvero intenzione di smorzare la tensione mentre suonava la chitarra.
-Dai, dobbiamo ancora provare?Pensavo che per un giorno avrei potuto prendere una pausa...- Parlò con un tono dispiaciuto del tutto innaturale, sperando di poterla convincere a lasciare perdere, almeno per una volta.
Sapeva che Mami riusciva ad essere testarda, se ci metteva d'impegno, eppure molte volte si era fatta convincere da un sorriso di Rina o da qualche sospiro rumoroso di Tomomi; era sempre stata così, determinata per quanto riguardava l'allenamento, ma spesso anche facilmente corrompibile con semplici gesti da parte delle sue amiche.
-Solo per dieci minuti, altrimenti finirai davvero per fare una pessima figura davanti a tutti.-
Le rispose lei, facendo finta di essersi offesa.
Se da una parte Mami si faceva persuadere facilmente, dall'altra, Rina sapeva essere altrettanto suscettibile. Non voleva lasciare intendere che non le importasse di suonare assieme a lei, né tanto meno di fare un brutta figuraccia, ma aveva solo bisogno di un po' di tempo per rilassarsi e staccare dalle attività della band, sempre nel limite possibile.
Mami,anche se non l'avrebbe mai detto, si stava divertendo ad aiutarla a suonare ed era piuttosto onorata nel sapere che c'era ancora qualcosa che poteva insegnarle.Avrebbe voluto trasmetterle le stesse emozioni che provava lei mentre aveva in mano una chitarra e per quanto esse potevano essere soggettiva, aveva visto come il viso di Rina si illuminò la prima volta che riuscì ad eseguire un paio di accordi.
In quello sguardo trovava sé stessa quando invece, anni prima, si nascondeva dietro ai rullanti di una sua vecchia batteria. Senza neanche desiderarlo, le due avrebbero avuto l'occasione di suonare gli stessi strumenti, anche se in modo diverso.
-Lo pensi davvero?- -Cosa?-
Interruppe i suoi pensieri, vedendo Rina imbronciarsi come una bambina. Non credeva che quelle parole l'avessero davvero offesa, sopratutto dato che Mami stava scherzando e che era certa che la ragazza avrebbe fatto del suo meglio durante il live.
-Che farò una pessima figura! Forse dovrei davvero allenarmi più spesso.- Cominciò lei,facendosi prendere dalle sue usuali paranoie. Alle volte cominciava così,ricordandosi che potevano non essere mai abbastanza in fatto di abilità musicali e che se fosse rimasta indietro, non avrebbe fatto altro che rallentare l'intero gruppo. Tuttavia, Rina non si rendeva conto che non era l'unica a dover fronteggiare con difficoltà del genere, ad esempio, Haruna non smetteva di allenare la propria voce, anche a rischio di perderla - come era già successo in passato-, Tomomi la seguiva, migliorandosi di continuo nell'accarezzare le corde del proprio basso e anche Mami, aiutando Rina, non si scordava del proprio impegno nei confronti del suo strumento.
-No,non prendermi sempre così seriamente!Sai come funziona di solito, è normale sentirsi agitati e i fans apprezzeranno il fatto di vederti vicino a noi,a suonare uno strumento non tuo e-
Il discorso di Mami venne interrotto dall'altra che, senza preavviso, si appoggiò contro di lei, stringendo delicatamente le braccia attorno le sue spalle in un abbraccio.
Ecco, sapeva di averla fatta preoccupare per nulla, ma la chitarrista non pensava sul serio che Rina avesse nascosto una parte della sua agitazione solo per paura di essere considerata infantile.
Prima che potesse aprire bocca, la più grande le accarezzò la nuca per poi allontanarle un ciuffo di capelli dietro alle orecchie.
-Scusami,lo so, non devo innervosirmi così.-
Non aveva intenzione di rimproverarla per il suo atteggiamento, anzi, si limitò a sorriderle, pensando che quando si comportava così era davvero una sciocca e che se erano una band non doveva celare tutto per nulla. In più, dopo quello che era successo tra di loro, Mami doveva ammettere di essere diventata più protettiva nei suoi confronti e aveva cercato di nasconderlo agli occhi di Tomomi e Haruna, nella speranza che non sospettassero nulla.
Ora che ci pensava, con tutti gli impegni, avevano del tutto trascurato la questione del loro stare assieme ed era passato già un po' di tempo da quando avevano discusso sul dirlo alle altre. Non avevano davvero intenzione di nasconderlo, ma parlarne in quel momento sarebbe stata la scelta giusta?
No,Mami in parte temeva, per quanto improbabile, che le due ragazze potessero non accettare quella situazione e Rina di conseguenza, si sarebbe presa delle colpe che in realtà non le appartenevano. La conosceva abbastanza per sapere che un'opposizione da parte delle amiche l'avrebbe distrutta,l'opinione di Haruna e di Tomomi era fondamentale per entrambe e non c'era giorno in cui, vedendo come le sorrideva la bassista, Mami non pensasse di rivelare tutto.
In ogni modo, non era una scelta che poteva prendere da sola e ne avrebbe parlato in quell'esatto momento con Rina, se quest'ultima avesse voluto.
-Stai già pensando ad altro,vero?-
Mormorò la batterista, guardandola dritta negli occhi, a pochi centimetri dal suo volto. Per quanto fosse presa da quei pensieri, lo sguardo di Mami si abbassò subito verso il suo viso, accennando un sorriso leggero. Forse era una scelta sciocca quella di discuterne ora, ma non riusciva a continuare a rimandare, dimenticandosi di quello che provava per lei o sentirsi obbligata a nasconderlo, nell'attesa di un momento che poteva non arrivare mai.
-No, è solo che...mi domandavo se dovessimo parlare con Timo e Haru.-
Lo disse tutto d'un fiato, pensando che Rina si sarebbe infuriata per aver accantonato la sua momentanea agitazione, parlando di qualcosa che al momento non era stato argomento della loro conversazione. Eppure, nonostante questi pensieri, la batterista si limitò a guardarla piuttosto confusa e l'espressione che si dipinse sul suo volto era seria, facendo scomparire ogni traccia del suo precedente nervosismo.
Non si era scordata di quel piccolo dettaglio, ma aveva deciso di dimenticarsene solo per poche settimane, anche se doveva essere una delle sue - tante - priorità.
-Hai ragione, ma non preoccupartene così tanto. Potrei dirlo io ad Haruna e tu parlare con Tomomi..o forse dovremmo fare l'opposto?-
Il suo tono di voce cambiò in poco tempo, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Sì, ora che ci pensava era meglio evitare Haruna per un po', altrimenti la ragazza le avrebbe domandato perchè non glielo avesse detto durante i momenti in cui erano solo loro due, mentre Tomomi avrebbe saputo rispondere in modo più naturale.
Non che temesse l'altra ragazza, o forse in parte era così, visto che, oltre che leader delle Scandal, era la più grande e tendeva sempre a preoccuparsi di tutto e di tutti.
Alla domanda di Rina, per quanto indecisa potesse sembrare, Mami riuscì subito a trovare una risposta. In realtà, preferiva parlare con le ragazze assieme così da poter discutere in tranquillità tutte e quattro, senza dover fare strane preferenze o evitare il commento di una delle altre due.
-Credo che dovremmo parlarne assieme. Andiamo noi due in sala, dato che non si sono fatte vedere per tutto il giorno...poi le chiameremo e andremo a mangiare da qualche parte per cena, così ne potremmo discutere tranquillamente.-
Come piano, Rina ne fu più che soddisfatta. Tomomi sapeva diventare particolarmente dolce se mangiava quello che voleva, ma cosa più importante, si sarebbero trovate faccia a faccia tutte e quattro assieme, sia come amiche che come componenti delle Scandal. La loro storia, per quanto personale, riguardava anche il futuro della band, anche se Rina - almeno per un po' - non avrebbe voluto parlarne anche pubblicamente. Se si trattava delle sue amiche, la faccenda era di per sé già complicata e per i fans, c'erano più elementi da tenere in considerazione.


Accordate per la sera, decisero di dirigersi velocemente alla sala prove, trovandola stranamente vuota. Fino all'ultimo, infatti, Mami non era certa se avrebbe trovato Haruna o Tomomi lì, ma non appena trovò la porta principale chiusa, capì che sarebbero state solo loro due per un po'.
Per fortuna, avevano ognuna una chiave personale per accedere alle stanze e quando entrarono nella sala, accesero le luci e sistemarono gli strumenti che sarebbero serviti per quella breve sessione.
I primi giorni, quando Rina aveva iniziato a suonare la chitarra, Mami aveva passato ore ad osservarla alle prese con lo strumento e per quanto si fosse ripromessa di non schernirla, alle volte le era venuto spontaneo sorridere vedendo il modo in cui teneva tra le dita il plettro, oppure come semplicemente si sforzava di aumentare la velocità degli accordi che aveva appena imparato.
Sapeva che la batterista non aveva mai considerato l'idea di suonare una chitarra, eppure, si stava impegnando nello stesso modo in cui teneva ogni giorno in mano la sua coppia di bacchette.
Haruna le aveva fatto i complimenti e l'aveva aiutata anche per il canto, cosa in cui Mami sapeva di essere ancora un po' debole e così aveva ascoltato attentamente i consigli della leader per poter dare il meglio di lei nel suo Solo.
La canzone che aveva scritto un paio di mesi fa si chiamava "Hon Wo Yomu" e segretamente, aveva pensato a Rina per tutto il tempo quando le prime parole di quel pezzo si concretizzavano su carta. La vedeva spesso leggere e sapeva anche, per quanto la batterista non lo ammettesse sempre, che le piacevano le storie sdolcinate e romantiche, in completo contrasto con Mami che,invece, preferiva decisamente l'azione e l'avventura.
Nonostante avessero gusti diversi, adorava il lato sentimentale della più piccola ed era grazie a lei che erano arrivate a quel punto, parlando chiaramente di ciò che provavano l'una per l'altra.
Proprio per questo, sapeva che Rina non avrebbe avuto problemi nel suonare la chitarra o nel cantare da sola. Era la sua canzone, parlava di lei, proprio come Hon Wo Yomu raccontava una parte di Mami.
E in effetti, la stessa Rina con "Oyasumi" aveva lasciato intendere molto di lei, per quanto alle orecchie dei suoi fans poteva sembrare una solita composizione romantica. Pensava che un giorno sarebbe arrivato il momento di dire tutto, di dire che quelle parole erano in parte dedicate anche alla chitarrista folle che le era stata accanto fino a quel momento e che, nonostante i suoi cambiamenti, non si era mai allontanata.
Sembrava così lontano il momento in cui si era dichiarata a Mami, ma la paura di quell'istante la sentiva ancora viva dentro di sé, sapendo che le difficoltà per loro erano appena cominciate. Sì, avrebbe voluto poterlo dire alle sue amiche e a tutti i suoi fans senza essere a disagio, ma non era mai stato così facile. Aveva provato vergogna, la prima volta, nello scoprire che si era innamorata di una persona dello stesso sesso.
Sapeva che non c'era nulla di strano nell'amare un'altra ragazza, ma per la società giapponese non era del tutto così e non bastavano un paio di manga per convincere la Nazione che l'omosessualità era qualcosa del tutto normale.
Forse era sbagliato pensare a quel genere di cose in quel momento, ora che doveva concentrarsi solo sulla musica, ma non riusciva mai a scordarsi di ciò che Mami avrebbe dovuto passare insieme a lei, in futuro.


Accennò un sorriso distratto quando Mami le fece segno di sedersi e di prepararsi con la chitarra. La ragazza seguì gli ordini senza aggiungere parole, limitandosi a sistemare la chitarra e a prendere uno dei plettri che l'altra aveva tirato fuori. Era ancora tesa all'idea di dover provare solo assieme a lei, più che altro perchè Mami sapeva essere piuttosto severa se si trattava di suonare quello strumento.
-Ok,prova a ripetere il primo pezzo, se non abbiamo problemi, posso cominciare già ad accompagnarti.-
Parlò lei sistemandosi la fascia della sua chitarra.
Per un attimo Rina la guardò, incerta se sarebbe riuscita a non fare errori. Voleva dimostrare a Mami che, dopo tutto quel tempo di prove, era riuscita ad ottenere buoni risultati.
Così,quando cominciò a suonare,accompagnando gli accordi ai primi versi della canzone, cercò di isolarsi completamente, anche se non riusciva ad allontanare l'idea degli occhi di Mami su di lei.
Chissà se stava andando bene.
Sembrava qualcosa di sciocco, ma Rina iniziò a tenerci più di quanto all'inizio pensasse, voleva essere brava non solo per sé stessa, ma anche per l'altra ragazza. Voleva dimostrarle che le ore passate ad insegnarle a suonare non era stato tempo perso, che poteva migliorare a vista d'occhio e che l'iniziale preoccupazione poteva scomparire non appena cominciava a suonare.
Nonostante la positività, furono proprio i pensieri a distrarla e dopo un minuto dall'aver cominciato, Rina fece scivolare le dita vicino alle corde, perdendo il tempo e stonando del tutto.
Sapeva che cosa avesse appena sbagliato, ma questo le bastò per ricominciare e si limitò a fermarsi, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
-Tranquilla,sei già andata più che bene, fai attenzione in questo pezzo.-
Disse subito l'altra, avvicinandosi dietro di lei e appoggiando delicatamente la propria mano sulla sua, suggerendole il modo in cui appoggiare le dita nella parte in cui si era fermata.
Quel semplice e improvviso gesto fece arrossire non poco Rina che, presa dall'imbarazzo, abbassò il capo e presto non molta attenzione alle parole di Mami, concentrata del tutto sull'immagine di lei a così poca distanza da sé.
-E questa invece, la lasci così.-
Questa volte le sfiorò la mano destra, rendendosi conto che il modo in cui teneva il plettro era ancora troppo innaturale e rigido, ma era comprensibile, essendo abituata a suonare uno strumento a percussione.
Anche quel contatto, per un attimo, fece fremere Rina e sapeva bene che Mami se ne fosse accorta, ma non riuscì a dire nulla per aggiustare quel momento, finito con un silenzio non poco imbarazzante.
Per fortuna, fu proprio la chitarrista a sistemare la situazione e si limitò a sorridere, stringendosi di più contro di lei.
-Sei carina quando ti impegni così,lo sai?- Le disse semplicemente, allontanando la mano sinistra dalla sua, accarezzandole la guancia ormai calda.
Da quella posizione non poteva vedere la sua espressione, ma era certa che fosse arrossita, arrossita come tutte le volte in cui erano sole e si concedevano momenti di tenerezza come quelli. Mami doveva ammetterlo, non era mai stata brava a fare complimenti sdolcinati, molto spesso sembravano semplici scherzi o provocazioni, ma con Rina era sempre sincera e non c'era un singolo momento in cui la guardava e pensava a quanto fosse graziosa, malgrado il suo essere naturalmente sbadata.

-Dai,lo fai apposta vero?-
Le rispose,accennando un sorriso e alzando il capo verso di lei. I loro sguardi si incontrarono e Mami, spontaneamente, le sfiorò il mento con le dita, provocando un lieve senso di fastidio che la fece sorridere ancora di più.
-Certo che lo faccio apposta, altrimenti non troverei così divertente vederti suonare.-
A quelle parole Rina allontanò le mani dallo strumento e si voltò verso di lei, dandole un delicato buffetto sulla guancia.
Anche a lei piaceva passare del tempo così, sopratutto nel vederla alle prese con il suo strumento. Mami era un vero talento quando strimpellava la chitarra e non c'era attimo in cui Rina non pensava a quanto la invidiasse e a quanto i suoi fans l'amassero ogni volta che occupava il palco con i suoi assoli.
Anche per questo le piaceva perchè, dietro al sorriso che illuminava spesso il suo volto, si nascondeva anche una ragazza che faticava per ottenere risultati per sé stessa e per il bene della band. La musica, per entrambe, era tutto e ora avevano imparato a condividerla insieme ad un altro sentimento in comune.
Rina ripensava spesso a quando si erano incontrate per la prima volta a scuola e,diamine, non aveva mai visto una ragazza così bella. Il suo volto era paffutello, lo sguardo nascosto in un ciuffo scuro e poi, molto spesso, la ragazza parlava così a bassa voce che era difficile capirla.
Anche Rina, qualche volta, bisbigliava, quando voleva dire qualcosa. Ormai era diventata un'abitudine, ma quando era una studentessa, lo faceva più che altro perchè temeva molto il giudizio altrui.
Ora era diventata più indipendente, ma era chiaro a tutte che una parte della Rina del passato era rimasta.
In ogni modo, ricominciarono a provare poco dopo e con il passare dei tentativi, Rina migliorò sempre di più. Decisero in quello stesso giorno di provare l'intera canzone e Mami riuscì ad aggregarsi a lei, per quanto non da subito le loro chitarre risultarono in armonia. Certo, l'allenamento avrebbe fatto raggiungere livelli importanti a Rina e in più, Mami era certa che la ragazza sarebbe stata contenta dei risultati mostrati al concerto.
Sapeva che era ancora nervosa, ma non era l'unica tra le quattro. Persino Tomomi, che aveva passato tutta la giornata assieme ad Haruna, non aveva smesso per un attimo di pensare al tour.
Era una novità per loro stare così tanto in giro fuori dal Giappone e avrebbero visitato nuovi paesi per la prima volta. Mancavano ancora molte tappe per chiamarlo un grande World Tour, ma si erano ripromesse di cominciarne un altro al più presto, sempre se il primo fosse andato bene.


Giunsero le sette di sera e le quattro ragazze si misero d'accordo sul punto di incontro. Erano solite ritrovarsi ad un piccolo ristorante un po' distaccato dal centro di Osaka, le luci soffuse illuminava solo una parte delle pietanze ordinate e le dolci note di uno shamisen inebriavano la serata.
Al tavolo, Tomomi si era seduta accanto a Mami e di fronte a lei c'era Rina, silenziosa dal primo minuto in cui erano entrate nel locale.
Sapeva di destare più sospetti comportandosi così, infatti, Haruna le bisbigliò qualcosa che l'altra chitarrista non riuscì a comprendere, ma era chiaro come, in quella sera, Rina si sentisse a disagio per qualcosa.
-Daaai, che cos'è questo silenzio? Non ci credo che non avete nulla da raccontare. Oggi, io e Haruna siamo andate a controllare un paio di amplificatori per il concerto. E woo, i prezzi nell'ultimo periodo sono impennati..-
Tomomi cominciò a parlare, evitando qualsiasi secondo di silenzio. Sapeva che era successo qualcosa, ma non aveva ancora idea del perchè sia Mami che Rina evitassero di guardarle negli occhi e sopratutto, vedeva come la batterista alzava il capo timidamente, incontrando solamente lo sguardo della chitarrista.
-Cosa succede?E' da tutto il giorno che non vi sentiamo e sono certa che non abbiate passato del tempo nei negozi.-
Fu Haruna a parlare, cercando di essere più seria di Tomomi, rivolgendosi più che altro a Rina, sapendo che tra le due sarebbe stata quella più propensa a discutere dei problemi.
Non aveva idea del perchè, ma nell'ultimo periodo la più piccola si era comportata in modo strano, non che sembrasse esattamente preoccupata o triste per qualcosa,ma non l'aveva mai vista così tanto nervosa.
Da parte delle altre due,sia Mami che Rina si sentivano del tutto agitate e preoccupate di una qualsiasi loro reazione. Cosa le avrebbero detto? E se la band sarebbe giunta al termine?
Non voleva giungere a conclusioni così drastiche, ma la paura c'era e diamine, era così vivida nelle loro menti e faceva battere i loro cuori così tanto da poterli sentire in gola, pronti a soffocare entrambe.
Mami pensava che avrebbero capito, o perlomeno, non le avrebbero giudicate. Sapeva che Tomomi non aveva mai discriminato qualcuno per il suo orientamento sessuale e nemmeno Haruna, anche se questo non significava che loro si sarebbero immediatamente abituate all'idea di vederle insieme.
Rina non pretendeva che le ragazze facessero finta di accettarlo, mentendo loro per farle stare bene. Voleva sincerità e quest'ultima faceva paura più di qualsiasi menzogna.
-Io e Rina eravamo in studio e abbiamo parlato di una cosa...- - che dobbiamo dirvi.-
Conclusero la frase assieme, evitando questa volta di guardarsi.
No, non riuscivano, non riuscivano a non preoccuparsi, a giocherellare una con i braccialetti che le stringevano il polso e l'altra con una ciocca di capelli castana, sentendo lo sguardo di Haruna su di sé.
-Promettetemi una cosa, se per voi ci sono problemi, se per la band ce ne sono..sono disposta a lasciare tutto.-
Mami parlò e lasciò con un'espressione stupita anche la stessa Rina. Avrebbe davvero rinunciato a tutto per il bene suo e delle Scandal? Sapeva che c'era più possibilità per una chitarrista di trovare un altro posto in un gruppo e, a differenza di una batterista, avrebbe potuto persino iniziare una carriera da sola, ma Rina non voleva che arrivasse a tanto.
-Mami...- La più piccola la chiamò, accennando un sorriso dispiaciuto.
Ancora una volta sentiva quella presa al petto, una presa che le diceva che Mami non doveva andarsene e che non era ancora detto che Tomomi e Haruna le avrebbero allontanate.
-Hey, non tenermi in sospeso, non mi piacciono le scene drammatiche.-
Tomomi si sporse verso Rina e quest'ultima arrossì, cercando di non concentrarsi sullo sguardo penetrante della bassista.
Per sua fortuna, fu Mami a dirle di rimettersi al suo posto, così da dare la possibilità alla più piccola di parlare.
In quel momento, per quanto si sentisse il cuore ancora in gola, Rina parlò con un tono del tutto pacato, quasi dando l'idea che non ci fosse nessun sintomo di nervosismo in lei.
-Io e Mami ci frequentiamo già da un po' di mesi, so che dirvelo ora è ingiusto, ma vi posso assicurare che non è stato facile, non lo è tutt'ora. Non ne ho mai parlato apertamente neppure con lei, ma, spero che voi possiate accettarci anche così. Anche se noi saremo più che amiche.-
Parlò tutto d'un fiato e nessuna delle tre ragazze parlò, limitandosi a guardare seriamente la loro batterista.
Rina non riuscì neppure ad alzare lo sguardo verso di loro, puntando gli occhi verso il suo piatto e mettendosi a giocherellare con un paio di pezzi di carne con le bacchette.
Aveva ancora paura, aveva ancora paura che loro non l'avrebbero accettato e che non ci sarebbe stato nulla da fare per la band.
Una parte di Rina, per quanto fosse insensato, si ripeteva che tutto quello era sbagliato e che una ragazza non poteva legarsi sentimentalmente ad un'altra. Parevano paranoie inutili, ma tempestavano la ragazza ogni giorno,sempre di più.
-Ah...ah, no, stai scherzando?-
Dopo un paio di minuti di silenzio, fu Tomomi a parlare per prima, mettendosi a ridere rumorosamente e non si limitò a far stupire le sue amiche, ma persino le persone vicino a loro.
Ecco, Mami sapeva che avrebbe dovuto fermarla prima che potesse continuare perchè, per quanto le volesse bene, sapeva che Tomomi non aveva tatto in quel genere di cose e Rina avrebbe potuto offendersi facilmente. Voleva evitare una lite, ma non fece in tempo ad aprir bocca perchè Haruna l'anticipò, accennando un sorriso dolce alla batterista.
-Rina, ti sei preoccupata per questa stupidata? Non sarei...non saremmo mai arrivate a tanto. Certo, è strano,ma..- - No che non è strano, l'ho sempre saputo che a Mami piacesse Rina.-
La frase di Tomomi fu del tutto fuori posto e fece arrossire per la prima volta la chitarrista davanti a tutte.
Non era esattamente così, molto probabilmente la bassista aveva solamente tirato ad indovinare, ma era imbarazzante dirlo in quel modo, ma in parte era la verità.
-Piantala, non è vero, non ti ho mai detto nulla.- -Ah,ah, allora è vero, me l'hai nascosto.-
Tomomi puntò l'indice verso di lei,sfiorandole il naso. Era incredibile come sapesse attirare l'attenzione di tutti, lì dentro, cosa che fece sentire più a disagio la ragazza, ma questa volta fu Rina a risolvere la situazione, accennando un sorriso divertito.
-Beh, non lo so, ma Mamitatsu mi piace, da quando abbiamo cominciato a suonare sui palchi anni fa...-
Disse con tutta sincerità, riuscendo a riportare l'attenzione su di sé. Haruna e Tomomi la osservavano attentamente, ma la loro espressione non era disgustata,anzi, sembravano sul serio comprenderle, così tanto da dare l'impressione che anche loro avessero passato una situazione simile.
-Ok, ok. Tocca a me.-
Tomomi parlò, sistemandosi per bene, seduta sul cuscino sotto le ginocchia. Non aveva avuto esattamente le stesse paranoie di Rina, anzi, la ragazza non si era mai fatta problemi nel provare interesse anche in una persona del suo stesso sesso, ma non era ancora sicura se sarebbe diventata effettivamente la compagna di Haruna.
Non ne avevano parlato e forse, non l'avrebbero mai fatto. La leader provava attrazione verso Tomomi, ma non ci aveva mai pensato fino ad infondo e forse quel loro bacio non era altro che una conclusione.
-Ho baciato Haru, un beeel po' di tempo fa.-
A quell'esclamazione furono Rina e Mami, questa volta, ad accennare un sorriso stranito, pensando che non se lo sarebbero mai immaginate, ma era stranamente bello, forse perchè tra di loro, in questo modo, ci sarebbe stato un legame ancora più forte di prima.





ANGOLO DELL'AUTRICE
Non so che cos'è, ma non è una fine.
RITORNERO' 8D

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Capitolo 6
*** Chapter V ***


Rina si era fatta piccola sul letto, le ginocchia strette al petto e un paio di grandi cuffie verdi le coprivano le orecchie; fin da quando era bambina aveva la brutta abitudine di ascoltare la musica ad alto volume, gridava, saltava sul suo letto ed era del tutto incurante della voce della madre al piano inferiore di casa sua, la donna le ripeteva di fermarsi, almeno quando avevano ospiti in casa, e di occuparsi dei suoi fratellini che, proprio come lei, non riuscivano mai a stare buoni.
Doveva ammetterlo, la sua famiglia le mancava, non che fossero poi così lontani, ma erano passati ormai mesi dall'ultima volta che aveva avuto modo di abbracciare suo padre, di domandare alla più piccolina della famiglia Suzuki come andasse la scuola e di rivedere anche i suoi vicini, quei pazienti vicini che l'avevano sentita esercitare alla batteria e alla tastiera per così tanto tempo.


Voleva poter ritornare a casa, chiudersi nella sua camera ad osservare il soffitto, senza fare nulla, senza pensare a nulla.
La vita da musicista le piaceva, la divertiva, la emozionava, ma non poteva negare quanto fosse impegnativa e il tempo libero mancava sempre di più, sopratutto quando lei e le altre dovevano esercitarsi per un nuovo tour nazionale.
Sì, adorava la vita che faceva, non le mancava nulla, ma alle volte desiderava potersi fermare, almeno per poco, per un attimo, così da aver modo di riflettere su cosa volesse diventare e sopratutto, come continuare la propria carriera.
Le Scandal stavano vivendo uno dei migliori momenti della loro storia: avevano concluso una tournée mondiale, avevano annunciato un festival per i loro dieci anni di musica.
Dieci anni, dieci anni diamine, erano tanti, ma Rina li aveva vissuti tutti: aveva pianto, sorriso, si era arrabbiata, aveva litigato con le altre e poi avevano fatto pace, mangiando assieme o raccontandosi una delle tante stupidate del tempo in cui erano liceali.
Rina aveva trovato una seconda famiglia lì, tra le braccia di Haruna, Mami, Tomomi; loro erano più grandi, le aveva sempre osservate con curiosità, aveva sperato di divenire forte per stare al loro passo ed era stato difficile all'inizio, non era mai stata sicura delle proprie abilità, ma poco a poco aveva imparato ad affrontare le sfide, a rimediare ai propri errori ed andare avanti, migliorando.
Rina era sempre stata la più ingenua del gruppo, Haruna l'aveva aiutata a credere più in sé stessa, Tomomi le aveva dato delle dritte per essere più spontanea, uscendo dal guscio di timidezza dove era solita nascondersi e infine Mami, Mami sapeva sempre come farla sorridere, farla sentire bene senza doversi domandare che cosa ci fosse di sbagliato in sé.


Rina aveva sempre vissuto, come molte altre ragazze, momenti di insicurezza, ma aveva compreso quanto fosse inutile lasciarsi intrappolare dalle proprie paure e timori.
Nonostante questo, apprezzava ancora chiudersi in camera, rannicchiarsi sul suo letto proprio come faceva a casa dei suoi genitori: in quei momenti lasciava che fosse la musica a colmare il silenzio nella sua mente, socchiudeva gli occhi e immaginava il vuoto, la tranquillità. Adorava accendere un po' d'incenso in stanza così da impregnare l'aria di un buon profumo dolce che le ricordava casa, che le ricordava i suoi giorni da adolescente ormai conclusi.
Questi ultimi rimanevano sempre lì, nel suo cuore, ma non c'erano solo momenti passati a riempirla di gioia, anche il presente e il futuro la rendevano felice e immaginava spesso delle giornate passate in tranquillità, di quelle condivise con migliaia di persone su un palco e infine, di quelle intime, addormentata, con il viso nascosto nel petto di Mami proprio come una bambina.
Adorava riposare vicino a lei, forse perché la più grande trovava sempre una buona scusa per buttarsi sul letto e dormire: non che fosse una ragazza estremamente pigra, ma Rina non si era scordata dei pomeriggi passati a casa sua, chiuse in camera assieme alle altre a non fare nulla. Bastava un film, una console o un paio di cd, le quattro ragazze erano sempre state capaci di divertirsi con poco, l'importante era stare assieme.


-Hey, già assonnata?-
Mami entrò in camera, lanciò un'occhiata verso l'angolo in cui Rina si era nascosta e accennò un sorriso, addolcita nel vedere come la ragazza si fosse rannicchiata contro il muro.
I capelli le ricadevano dolcemente sul viso, le labbra socchiuse e le mani che stringevano possessivamente un mp3 dello stesso colore delle cuffie che, secondo detta di Mami, davano a Rina un'aria ancora più graziosa.
La chitarrista aveva riflettuto molto sui suoi sentimenti nell'ultimo periodo, aveva compreso che cosa significasse preoccuparsi seriamente di un'altra persona dato che, doveva pur ammetterlo, non era mai stata quel genere di ragazza alla ricerca di una grande storia d'amore.
Mami era sempre stata così, poco femminile nel modo di vestire, di essere, ma aveva accettato le proprie preferenze sessuali tempo fa; la prima a saperlo era stata Tomomi, la bassista le aveva domandato bruscamente se fosse innamorata di qualcuno, ma lei si era limitata a rispondere di no, nascondendole la verità.
Si fidava di lei, erano amiche da molto tempo, ma era stato difficile ammettere che la persona che le piaceva fosse una ragazza, non una semplice ragazza, si trattava di Rina Suzuki, la piccola batterista della loro band.
Alla fine, nonostante le prime paure, Haruna e Tomomi avevano accettato la novità senza problemi e avevano persino ammesso di essersi scambiate un bacio, innocente come diceva Ono, ma l'espressione che si dipingeva sul volto di Ogawa faceva pensare a ben altro.


Mami era contenta che le cose tra lei e Rina si fossero evolute al meglio, adorava il modo in cui gli occhi della batterista si illuminavano ogni qualvolta incontrassero i suoi e, a dire il vero, Mami si sentiva non poco lusingata dalle attenzioni che l'altra le riservava. Rina era dolce, fin troppo dolce confronto a lei e doveva essere anche piuttosto paziente, dato che la chitarrista raramente prendeva l'iniziativa abbracciandola o stringendola semplicemente a sé; al contempo, Rina era timida e si vergognava nel chiedere all'altra di starle vicino, temeva di sembrare fin troppo sdolcinata e per questo preferiva scherzare, magari schioccando un semplice bacio sulla guancia dell'altra senza dover andare oltre.
Sapeva che Mami ricambiava i suoi sentimenti, lo faceva in modo diverso, ma andava bene così, infondo, era proprio il suo carattere cupo ad averla fatta innamorare. In realtà, Sasazaki era capace di stupirla anche dopo tutti questi anni di conoscenza: Mami era anche una ragazza stramba, giocosa e il modo in cui faceva sorridere tutta la band portava Rina a fare lo stesso, comportandosi buffamente per potersi divertire assieme a lei; molto spesso la chitarrista la prendeva in giro, la stuzzicava, ma non arrivava mai ad offenderla, anzi, si divertiva nel vedere come quest'ultima cominciasse a sbuffare come una ragazzina, finendo tuttavia con l'arrossire e nascondere il capo contro la spalla della più grande.


-Oh, Mami,- parlò lei, togliendosi le cuffie dalla testa; -non ti avevo visto entrare, stavo solo...- si interruppe, appoggiando l'mp3 sul materasso per poi, accennando un sorriso, sistemarsi vicino alla montagna di cuscini dietro di lei. -pensando, credo.-
La più grande si limitò ad increspare le labbra, si legò i capelli in una piccola coda bassa e si buttò sul letto della compagna, poggiando la testa poco distante da lei.
Non c'era nulla di meglio di una notte di riposo dopo una doccia rinfrescante: la giornata era passata relativamente tranquilla, avevano avuto un'intervista via radio e poi un set fotografico, non che Mami amasse molto essere fotografata, ma aveva imparato ad abituarcisi; Rina, invece, sembrare molto più spigliata, sorrideva spontaneamente anche se qualcuno le puntava una macchina fotografica sul volto, riusciva ad essere sincera, ad essere felice per sé stessa e poi, se serviva, per l'obiettivo.
Era proprio il suo sorriso ad averla fatto innamorare di lei e quell'espressione, forse addolcita dai momenti passati assieme o semplicemente per il suo essere gentile, aiutava Mami a rilassarsi e a dimenticare dettagli sgradevoli della giornata.


-A che cosa stavi pensando?-
Bisbigliò Mami, la voce trattenuta dal cuscino e la mano che si era avvicinata a quella di Rina, sfiorandole le dita fini.
-A quanto sei curiosa, ecco a cosa!- La batterista si avvicinò a lei e la bloccò con il peso del proprio corpo, stringendola in una morsa infantile quanto tenera. Voleva poter rimanere così ancora a lungo, sentire il tepore che emanava l'altra e addormentarsi così, con il viso vicino al suo.
-Hey, non è colpa mia se non ti ho visto per l'intera giornata, pensavo che ti fossi nascosta da qualche parte.-
Mami si voltò di scatto, obbligando la più piccola a scivolare al lato del letto per poi, pochi attimi dopo, stringerla a sé con un sorriso dipinto sulle labbra.
A quell'improvviso gesto, Rina arrossì, appoggiando la propria fronte contro quella dell'altra. Sentì il respiro di Mami contro il proprio viso, i suoi occhi non smettevano di osservarla ed era spontaneo per la più piccola, per quanto ancora presa dall'imbarazzo, sorridere nel sentire le dita affusolate dell'altra accarezzarle il viso, finendo nei suoi capelli morbidi.
Non c'era nulla che Mami non adorasse di Rina, i suoi occhi grandi,curiosi, le sue labbra chiare e le sue gote arrossate solo per lei, come se quel semplice viso imbarazzato fosse dedicato solamente alla chitarrista e a nessun altro.


Così Mami decise di prenderla alla sprovvista, poggiò la mano sulla sua nuca e la spinse leggermente verso il basso, lasciando che si scontrasse buffamente contro le sue labbra; la vide socchiudere le palpebre per poter godere al meglio di quel contatto, del buon profumo che penetrava le sue narici dato dalla fragranza di vaniglia che Mami era solita volere nei balsami che acquistava.
Sapeva che non si sarebbe mai abituata ai comportamenti della più grande, ma era proprio la spontaneità che amava di lei e non avrebbe mai smesso di arrossire per le più piccole delle cose, sapendo che Mami non avrebbe mai smesso di schernirla per questo; comprendeva l'ingenuità di Rina e la trovava adorabile, dannatamente adorabile quanto così imbarazzata per un semplice bacio.


-Sei una stupida, ti diverti per così poco!-
Rina parlò, pizzicando con forza la guancia della compagna. Quest'ultima esclamò un infantile gemito e si alzò dal materasso, obbligando l'altra a cambiare posizione, trovandosi pochi attimi dopo a sovrastarla.
-Non posso fare a meno di vederti così e tu ci caschi sempre.-
Il sorriso che si dipinse sul volto di Mami fece battere il cuore della più piccola incontrollato, si sentiva come una ragazzina assieme a lei, come se la razionalità non servisse nulla in sua compagnia; non temeva di essere vulnerabile, di poter essere ferita, si fidava ciecamente della chitarrista, era stato il tempo ad unirle così tanto e no, non avrebbe rinunciato ai suoi sentimenti per nessun altro motivo al mondo.
Voleva rimanere così, a lungo, ancora per dieci anni, come Rina e Mami, come Scandal e lo sapeva, ne era certa, quello che provava lo condivideva con quelle pazze quanto fantastiche ragazze che aveva conosciuto anni prima.


-Lo so, non posso farci nulla.-
Bisbigliò lei, sorridendo imbarazzata. Mami non disse nulla, non avevano bisogno di parole per esprimere ciò che colmava le loro menti in quel momento: volevano continuare così ancora a lungo, senza temere di invecchiare e di dover crescere.






 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Capitolo senza troppe pretese, avevo voglia di buttar giù qualcosa su di loro, senza la necessità di raccontare qualcosa di importante. Mi piace pensare che le ragazze abbiano passato momenti difficili, ma alla fine sono ancora qui ed è una cosa fantastica.

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