Followed dreams reaching higher

di Heaven Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Always ***
Capitolo 3: *** New friend ***
Capitolo 4: *** Welcome to the family ***
Capitolo 5: *** Avenged Sevenfold ***
Capitolo 6: *** Acid rain ***
Capitolo 7: *** Coming down ***
Capitolo 8: *** Danger Line ***
Capitolo 9: *** Try again ***
Capitolo 10: *** A little piece of Heaven ***
Capitolo 11: *** I'm here ***
Capitolo 12: *** I give my heart to you ***
Capitolo 13: *** Remember everything ***
Capitolo 14: *** Natural Born Killer ***
Capitolo 15: *** Friends ***
Capitolo 16: *** I love you ***
Capitolo 17: *** Una seconda chance ***
Capitolo 18: *** Christmas Eve ***
Capitolo 19: *** Bat Country ***
Capitolo 20: *** Please, stay with me ***
Capitolo 21: *** Goodbye ***
Capitolo 22: *** Followed dreams reaching higher ***
Capitolo 23: *** I love you, you're ready ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il suono fastidioso della sveglia mi desta dal mio sogno, la spengo con prepotenza per poi farla cadere sul pavimento, stupido oggettino infernale. Con calma mi alzo dal letto stiracchiandomi la schiena, le braccia e le gambe. Apro le finestre e posso notare che è un'altra giornata puramente di sole, qui ad Huntington Beach, cittadina californiana dove il mare la fa da padrone.
"Heaven! Veloce o farai tardi!", urla mio padre dal piano di sotto per farsi sentire.
Velocemente corro in bagno e mi faccio una doccia veloce, il bello di vivere in un posto perennemente soleggiato è che non c'è il problema dei brividi nella doccia di prima mattina. Torno in camera per vestirmi, opto per un paio di jeans in pelle neri, non troppo aderenti, una canotta dei Metallica, di due taglie più grande e anch'essa nera, e i miei amati anfibi, indovinate un po'..? Neri anche quelli! Mi posiziono davanti allo specchio e con l'eyeliner e la matita nera incornicio i miei occhi scuri, i miei capelli sono rasati da entrambi i lati e sono più lunghi sopra e dietro la nuca, un taglio punk che da un po' avevo addocchiato e finalmente sono riuscita a farmi.
Una volta pronta recupero cellulare, cuffie e zaino per poi scendere in cucina, dove trovo mio padre intento a fare delle fette di pane tostato.
"Buon giorno"
"Ciao bimba"
Prendo posto a tavola dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia e inizio a sorseggiare il mio tè caldo ai frutti di bosco, ci mangiucchio qualche biscotto insieme e poi anche mio padre si aggiunge a tavola con me.
"Che programmi hai per oggi?", mi chiede sorseggiando del caffè
"A scuola sarà una noia come sempre, credo che nel pomeriggio verrò qui con Brian per dei compiti che deve recuperare", finisco il mio tè
"Va bene, sono felice che con Brian i rapporti siano rimasti. Non vi separate dall'asilo", scoppiamo a ridere ricordando questo piccolo dettaglio
"Potrebbe essere mio fratello maggiore ormai", ammetto sorridendo
"Ascolta, io lavorerò fino a tardi, se vuoi fallo cenare qui"
"Va bene", all'improvviso suonano al campanello, mi alzo lasciando la mia tazza nel lavandino e salutando mio papà, indosso la mia giacca in pelle, zaino in spalla ed esco dalla mia abitazione.
Subito fuori, davanti ai gradini poco prima dell'entrata, un ragazzo che conosco da secoli è di schiena che fuma la sua sigaretta con calma, mi avvicino di soppiatto e poi gli circondo il collo con le braccia
"Oh salve!", esclama tenendomi le braccia ancora intorno al suo collo e sollevandomi appena
"Ciao, come fai a fumare già di prima mattina?"
"Ehm...puro talento", mi fa l'occhiolino e io gli do un pugno amichevole sulla spalla
Brian è il mio migliore amico da una vita, abita proprio davanti a casa mia, a separarci è solo la strada, ci conosciamo dall'ultimo anno di asilo, ci ritrovammo alla scuola elementare dove iniziammo a fare amicizia e il nostro legame si è fatto indistruttibile. I nostri genitori sono molto amici e dopo averli fatti presentare scoprimmo che mio padre e suo padre fecero degli anni insieme alla scuola militare, i genitori di Brian mi hanno sempre reputato una seconda figlia da quando mi conoscono, e mio padre ha fatto lo stesso con Brian.
I miei pensieri si interrompono quando noto che siamo arrivati davanti a scuola, siamo all'ultimo anno di liceo e l'anno è iniziato da poco, è stata dura arrivare fin qui, per me e forse anche un po' di più per Brian, ma insieme riusciremo a diplomarci.
"Sai, credo che inizierò ad appendere dei volantini per i corridoi", dice Brian aprendo il suo armadietto, proprio vicino al mio
"Di che parli?", domando curiosa
"Voglio farmi notare Heaven, non voglio più passare come un'ombra"
"Potresti sempre improvvisare un'assolo nel corridoio", propongo
Eh si, Brian Haner Jr. è un chitarrista di gran talento, suona con naturalezza dall'età di cinque anni, la musica gli scorre nel sangue come l'ossigeno, è un ragazzo particolare, e mi sono sempre chiesta perchè non riesce a farsi notare, insomma, è bello con la sua aria da duro e i suoi lineamenti a dir poco perfetti, è bravo con la sua chitarra e la sua passione, ha mille idee per la testa che aspettano solo di venir ascoltate, ma ancora non ha avuto nessuna possibilità.
Certo, non è un santo, spesso si è ritrovato in mezzo a risse nei corridoi di scuola o fuori, beve e gli piace farlo ma tutto sommato è un ragazzo apposto.
"Chi hai alla prima?", mi chiede
"Filosofia", rispondo guardando il mio orario
"Bene, io ho matematica, ci vediamo al cambio?"
"No non credo, devo fare un progetto per arte e subito dopo ho storia, ci vediamo in mensa"
"Va bene piccola"
Mi lascia un bacio sulla guancia e si dirige verso l'aula di matematica mentre io prendo la direzione opposta verso l'aula di filosofia, sono quasi entrata quando qualcuno mi viene addosso e mi fa cadere i libri di mano, alzo lo sguardo verso il colpevole e davanti a me trovo un ragazzo altissimo, sarà sicuramente alto quasi due metri, ha i capelli neri e gli occhi di un azzurro indefinito e, che mi venga un colpo, ha un paio di manette tatuate sul collo.
"Oddio scusami, non ti avevo visto", cerca di aiutarmi a riprendere i libri caduti
"Ma no tranquillo, non ti ho notato nemmeno io", rispondo
"Andavo  di corsa, se faccio tardi un'altra volta il prof di filosofia mi uccide"
"Anche io ho filosofia ora", ammetto guardando il ragazzo che mi lascia gli ultimi due libri
"Bene, comunque, piacere di conoscerti, io sono James Sullivan, per gli amici Jimmy", mi allunga una mano
"Io sono Heaven, per gli amici Heaven", rispondo sorridendo e stringendogli la mano
"Sei nuova? Non ti ho mai vista"
"No, sono qui da anni, è solo che mi piace starmene per conto mio e non attirare l'attenzione"
"Una solitaria, non l'avrei detto"
Continuando a parlare entriamo in classe e prendiamo posto, ci sediamo vicini e veniamo interrotti dall'entrata del professore, che inizia la lezione e non mi da il tempo di pensare ad altro se non a prendere appunti per migliorare i miei voti. SPAZIO AUTRICE
Sono tornata!! Non vi libererete mai di me!!! *risata malvagia*
 Allora, qui abbiamo le presentazioni della nostra Heaven, no la storia non c'entra nulla con la scorsa FF solo che questa ragazza è la mia piccola, diciamo che è quasi un alter-ego e non me ne voglio separare!!! Ovviamente questo è solo il primo capitolo e quindi non c'è molto. Prometto che dal prossimo vedremo più particolari!
Lasciate una recensione, sapete che amo leggerle e nulla, al prossimo capitolo lettori!
 

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Capitolo 2
*** Always ***


Le lezioni passano in fretta, per mia fortuna, e al suono della campanella mi affretto ad uscire dall'aula, seguita a ruota da Jimmy
"Bene, allora direi che ci si vede in giro", mi dice il ragazzo appena fuori dalla classe
"Sì, certamente", rispondo salutandolo con la mano e avviandomi al mio armadietto.
Lascio i libri e recupero il mio cellulare con le cuffiette, noto di avere un messaggio e non mi sorprendo quando lo leggo

 From: Brian To: Heaven
"Ehy piccola, ti aspetto in mensa al solito posto"


Sorrido e non mi preoccupo di rispondere affrettandomi verso la mensa, i corridoi sono stracolmi di studenti, chi parla, chi si spintona, chi se la tira...insomma, il classico liceo.
"Oh oh guardate chi porta il vento! Black! Come mai tutta sola tesoruccio??", un gruppetto di ragazzi e ragazze mi si para davanti
"Levati di torno Danny", rispondo acida verso il ragazzo moro dagli occhi verdi, è il capo della squadra di football e, nonostante questo, la sua reputazione è pessima
"Quando ti deciderai a girare con noi? Una con il tuo talento dovrebbe farsi notare di più", ammicca mentre il suo gruppo di idioti sghignazza
"Non ci tengo a rovinarmi la reputazione per girare con voi teste di cazzo e quelle oche che leccano la terra dove camminate", sbotto
"Ehy oche a chi?!", la voce di Cassy, fastidiosa e stupida come la sua portatrice, è la capo squadra delle cheerleader, la classica troietta bionda a cui piace sparlare con le sue amichette.
"Oh perdonami amore, forse avrei dovuto dire troiette", mi porto l'indice sulle labbra come se stessi pensando, vederla rodere è un piacere per gli occhi
"Rivolgiti a lei in un'altro modo mocciosa, è la mia ragazza quella", sbotta Danny avvicinandosi pericolosamente a me.
"Siete la coppia dell'anno degli idioti non preoccupatevi", cerco di allontanarmi per poter raggiungere la mensa ma vengo fermata da altri due bestioni della squadra di football
"Non così in fretta", inizia uno di loro, "L'altro giorno grazie al tuo amichetto stavamo per essere espulsi", continua l'altro
"Levatemi le mani di dosso!"
Mi guardo intorno notando con preoccupazione che il corridoio è improvvisamente deserto, inizio a preoccuparmi vedendo i ragazzi circondarmi mentre quelle stupide delle loro ragazze se la ridono, pesto un piede a uno dei due ragazzi che mi tenevano le braccia e subito mollo un pugno in faccia all'altro, sto per scappare via quando Danny mi prende e mi fa sbattere contro gli armadietti, gemo di dolore avendo sbattuto davvero forte la spalla contro il lucchetto di questo armadietto, Danny si avvicina e mette le mani ai lati della mia testa, inizio a tremare di paura sotto il suo sguardo che di buono non ha mai avuto nulla, ho sempre saputo che è una persona pericolosa e ho sempre cercato di starne alla larga...a quanto pare qualcosa è andato storto...
"Ora, tu chiedi scusa, e non racconterai a nessuno di questo spiacevole equivoco", mi minaccia
"Vaffanculo Danny", è solo un sussurro ma credo di averlo urlato, ed è un attimo. Sento la sua mano contro la mia guancia, giro la testa verso sinistra e subito la guancia inizia a bruciare. Uno schiaffo. Come può un ragazzo a picchiare una ragazza? Ma che dico, questo non è un ragazzo, è un pezzo di merda.
"Io ti ammazzo figlio di puttana!", una voce a me molto famigliare. Brian. 
Lo vedo prendere Danny per le spalle e buttarlo a terra sedendosi a cavalcioni su di lui e iniziando a picchiarlo, ma subito dopo i due ragazzi, gli stessi che mi avevano bloccato la fuga prima, prendono Brian per le braccia e lo separano da Danny, le ragazze se ne sono andate continuando a ridacchiare tra di loro.
"Haner, non si attacca la gente alle spalle, non lo sapevi?", Danny si alza e si passa una mano sull'angolo della bocca, si guarda il dorso della mano sporco di sangue e i suoi occhi si rabbuiano ancora di più, "Questo...non dovevi farlo", si posiziona davanti a Brian che lo guarda con aria di sfida
"Non devi toccarla, cos'è che non ti entra in quella stupida testa?", Danny gli ride in faccia e di colpo gli tira un pugno sullo zigomo destro
"Fermo lascialo stare!", urlo avvicinandomi ai quattro
Il suono della campanella ci fa fermare tutti, i due ragazzi che tenevano per le braccia Brian lo lasciano e lui cade a terra frastornato
"Ti è andata bene Haner. Ma non è finita qui", e dicendo questo Danny e gli altri due si allontanano
Mi avvicino in fretta al mio amico aiutandolo ad alzarsi
"Stai bene?", mi chiede preoccupato
"Io si, tu?"
"Tranquilla, sto bene. Andiamocene"
Insieme usciamo dall'istituto, dalla scuola a casa ci vogliono una ventina di minuti così mentre camminiamo Brian ne approfitta per fumare, mentre io continuo a guardare il livido sul suo zigomo. Arrivati a casa abbandoniamo le cartelle nella mia camera
"Va a sederti sul divano, io arrivo subito"
"Sissignora!", ridacchia scendendo al piano inferiore
Mi cambio velocemente, indossando un pantaloncino corto e una felpa nera di mio padre, che mi arriva al ginocchio, mi strucco e scendo anche io al piano di sotto, prendo una sacca del ghiaccio dal freezer in cucina e raggiungo Brian sul divano
"Tieni, potevi evitare", borbotto
"E farti picchiare da quel coglione? Non ci penso proprio, meglio che spacchi la faccia a me che a te", ammette portandosi il ghiaccio sul livido
"Perchè mi ha preso di mira?", sospiro
"Vuole solo aggiungerti alla collezione"
"Dovrebbe averlo capito che non sono il suo giocattolo, più che evitarlo non so più che fare"
"Lo farò espellere", dice chiudendo una mano in pugno
"Tu stai buono tigre, ti voglio vivo", gli lascio un bacio sulla guancia
"Quello che vuoi. Ho fame", cambia discorso
"Si anche io, andiamo a mangiare qualcosa"
Ci alziamo andando in cucina, preparo un piatto di pasta al volo e ovviamente non mancano i nostri dispetti rispettivi, dopo pranzo saliamo in camera e passiamo almeno due ore sui libri di storia
"Ti prego basta, non ne posso più di tutte queste date!", urla disperato passandosi le mani tra i capelli
"E va bene, ah, prima che mi dimentichi, papà torna tardi stasera, ti fermi a cena?"
"Si va bene", sorride come un bimbo
Il resto del pomeriggio lo passiamo a giocare alla play e a suonare, lui ha una chitarra classica qui e io lo accompagno cantando, mi è sempre piaciuto cantare, ne ho una dote naturale, canto sempre senza alcuno sforzo e se si tratta di screamare non me lo faccio mai ripetere, verso l'ora di cena decidiamo di ordinare una pizza e mentre aspettiamo il fattorino ci piazziamo davanti al televisore, cercando di scegliere cosa guardare.
"Dai ti prego, guardiamo la Bella e la Bestia!", piagnucolo con una vocetta da bimba di cinque anni
"Heaven, hai diciassette anni e ancora ti guardi i cartoni della Disney!", si lamenta
"Ma stai zitto che tua mamma mi ha detto di averti beccato che ti guardavi La Sposa Cadavere l'altra sera!"
"Ehy ma Tim Burton è Tim Burton!"
"Si, hai ragione", ammetto
"Ah e va bene, guardiamoci questo film", gli sorrido e gli salto in braccio abbracciandolo, nel frattempo il campanello di casa suona, mi affretto a prendere le pizze e poi ci buttiamo sul divano con una birra, le pizze e il film appena iniziato.
Dopo aver mangiato il film è quasi a metà e noi ci  siamo sdraiati sul divano per stare più comodi, mentre il televisore proietta la scena più bella, almeno per me, di tutto il film, il ballo tra Belle e la Bestia, sento un braccio di Brian circondarmi la vita, mi stringe a lui e io mi lascio stringere, tra noi c'è sempre stato questo tipo di rapporto, entrambi abbiamo bisogno di un contatto, anche solo tenerci per mano, ma è fondamentale.
"Brian", lo chiamo
"Mh"
"Dormi?"
"No, ci sono quasi, vuoi andare a dormire?", mi chiede senza muoversi
"No, restiamo qui", ammetto
"Ti voglio bene piccola"
"Sempre?"
"Sempre", mi risponde, e così ci addormentiamo.






















 HEAVEN'S DAD POV'S

Torno a casa facendo il più piano possibile e appena mi richiudo la porta alle spalle noto il televisore acceso e il finale del cartone animato "La Bella e la Bestia". Heaven avrà obbligato Brian a guardarlo per la millesima volta, sorrido al pensiero e mi avvicino al televisore per spegnerlo, quando mi volto vedo una scena quasi strappa lacrime.
Brian tiene la mia bambina tra le braccia, entrambi dormono tranquilli sul divano, cullati dalla loro amicizia. Decido di lasciarli dormire e prendo una coperta di pile coprendoli, lascio un bacio sulla fronte alla mia piccola Heaven e accarezzo i capelli a Brian, lo reputo come un secondo figlio.
Prendo il telefono e chiamo il padre di Brian.
"Pronto?"
"Ehy Brian, tuo figlio è qui, stanno dormendo", dico a Brian Haner Senior
"Oh meno male, quel disgraziato non ha nemmeno chiamato", lo sento ridere e rido anche io
"Non preoccuparti, sono qui", lo sento sospirare di sollievo
"Bene, grazie Peter, spero non ti crei disturbo"
"Ma quale disturbo, sai che è il benvenuto, e poi domani è sabato e i ragazzi sono a casa, io dovrei stare fuori tutto il giorno per lavoro", dico al mio amico
"Va bene, se vuoi posso tenerti Heaven"
"Se la vedranno tra di loro"
"Perfetto, allora buona notte!"
"A te, salutami Suzy", e detto questo riaggancio e me ne vado a dormire anche io.



























 SPAZIO AUTRICE

Buon giorno (o qualunque ora del giorno sia quando leggerete) lettori! Allora, si sto aggiornando alla velocità della luce, visto che sono a casa da scuola e sono malata, si io scrivo con il pc sulle gambe a letto e con 38.5 di febbre, ma ehy, devo farlo! E poi mi diverte.
Che ne pensate del capitolo? La nostra Heaven ha rischiato di essere picchiata da Danny, personaggio nuovo e che scoprirete è molto, molto, cattivo. Fortuna che c'è Brian a proteggerla!! Ditemi che ne pensate con una piccola recensione e se volete, vi ricordo che mi trovate su facebook come Mara Synyster Gates, su Wattpad come heaven6661, e nulla. A presto amici!!
   

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Capitolo 3
*** New friend ***


Mi sveglio grazie ai raggi di sole che iniziano a filtrare dalle tende e iniziano a illuminare il salotto, alla fine siamo rimasti qui sul divano a dormire e per fortuna questo divano è abbastanza grande da tenerci entrambi molto comodi. Mi giro su me stessa in modo da ritrovarmi col viso di Brian a pochi centimetri dal mio, dorme ancora, è sempre stato un cucciolone mentre dorme, i capelli tutti arruffati e la bocca semiaperta.
E' bello Brian. Lo sempre pensato e lo penserò sempre, ha i capelli neri lunghi fino alle spalle e se non se li impiastra di lacca sono morbidi come la seta, delle volte credo che ami più i suoi capelli che la sua chitarra, ha gli occhi color nocciola, che trasmettono tantissime emozioni, non che lui si dia tanto da fare per nascondere quello che prova, è praticamente  un libro aperto per tutti quelli, come me, che lo conoscono davvero, ha un fisico niente affatto male e la maggior parte del suo corpo, soprattutto le braccia, sono ricoperte di tatuaggi e ha delle mani meravigliose dove, sulle dita, si è fatto tatuare la scritta 'Marlboro', solo un pazzo si sarebbe fatto tatuare la marca delle sigarette ...ma lui non è mai stato normale infondo.
Decido di svegliarlo, facendo piano, se svegli male o me o Brian potresti ritrovarti senza un arto, senza nemmeno accorgertene.
"Brian", sussurro, "Svegliati"
"Mmhh...", borbotta
"Dai, non puoi dormire tutto il mattino", continuo
"Ancora due minuti..."
"Due minuti ti equivalgono a due ore, avanti in piedi"
"Dopo di te"
"No no, prima tu"
Apre gli occhi piano piano, sono ancora impastati dal sonno
"Oh guarda, ciao bambino", ridacchio dandogli un bacio sulla punta del naso
"Ciao piccola", mi lascia un bacio sulla fronte per poi strofinarsi una mano sugli occhi
"Che ore sono?", mi chiede
"Credo non sia più tardi delle nove", provo a indovinare, "Facciamo colazione?", chiedo
"Starbucks?"
"Come mi conosci bene Haner"
Ci alziamo dal divano e saliamo in camera mia, inizio a prendere dei vestiti puliti e vedo Brian sedersi sul mio letto
"Dentro quel cassetto dovrebbero esserci dei tuoi vestiti, io vado a farmi una doccia, guai a te se quando torno ti sei riaddormentato!"
"Tranquilla, ma fai in fretta, anche io voglio farmi una doccia"
Entro in bagno e come mi è stato chiesto cerco di fare il più in fretta possibile, l'acqua calda è una cosa meravigliosa da sentire sulla pelle, per fortuna oggi è sabato, il che significa niente scuola e solo tanto tempo libero, senza la preoccupazione dei compiti. Dopo una decina di minuti prendo un asciugamano e me lo avvolgo intorno al corpo mentre con un'altro asciugamano inizio a tamponarmi i capelli, una volta abbastanza asciutta esco dal mio piccolo bagno e rientro in camera, ho sempre amato il fatto che in questa casa ogni camera ha il bagno privato.
"Credevo ti fossi addormentata sotto la doccia", ridacchia Brian alzandosi dal letto
"Ma se non ci sono stata per più di dieci minuti!", esclamo
"Io ce ne metterò cinque", si vanta
"E poi ci metteremo venti minuti a sistemarci i capelli", dico rassegnata vedendo il ragazzo entrare nel bagno e lasciare la porta socchiusa.
Abbandono l'asciugamano e mi vesto velocemente, per oggi ho optato un paio di jeans strappati sul ginocchio destro, una canotta nera dei Misfits e una camicietta a quadri nera e rossa che lascio sbottonata, ovviamente gli anfibi non mancano mai. Dopo cinque minuti esatti Brian esce dal bagno con solo un asciugamano a coprirgli la vita fino al ginocchio
"No ma fai con comodo", ironizzo
"Perchè tu puoi e io no?", chiede con un sorrisetto beffardo
"Perchè questa è casa mia", gli faccio la linguaccia e torno in bagno, in modo da dargli il tempo di vestirsi, poco dopo entra anche lui in bagno, vestito di tutto punto con un jeans strappato un po' ovunque e una maglia nera con lo scollo a V, anche lui accompagna tutto con degli anfibi color bordoux, si posiziona davanti allo specchio vicino a me e mentre io metto eyeliner e matita nera lui si limita a mettere uno strato di matita nera fuori e all'interno dell'occhio, mi giro per prendere l'asciugacapelli mentre lui girandosi dall'altra parte recupera due spazzole e la lacca. Truccati e pettinati ci guardiamo e iniziamo a ridere come stupidi.
"Non cambieremo mai", ride
"Ci puoi giurare, dove lo trovo un'altro come te", rido anche io
Usciamo dal bagno e dalla mia camera per poter raggiungere la cucina, vedo un post-it sul frigo

 Ciao ragazzi, ieri sera dormivate così tranquilli che ho pensato di lasciarvi stare. Brian ho chiamato tuo padre e gli ho detto che eri con mia figlia, per lui non ci sono problemi. Piccola stasera tornerò di nuovo tardi, se vuoi puoi stare da Brian e poi ti vengo  a prendere quando torno.
 Un bacio, papà.

"Lavora davvero molto", dice Brian sbirciando dal bigliettino
"Già, sta parecchio fuori per lavoro, però va bene. Non è colpa sua", sorrido al mio amico, usciamo dalla cucina, indossiamo i nostri giubotti in pelle, prendo la mia borsa a tracolla nera con sopra il disegno di Jack Skeletron, personaggio di 'The Nightmare Before Christmas', e usciamo.
Starbucks non è molto lontano da dove abitiamo, sono circa cinque o sei isolati ed è una fortuna che non sia troppo lontano.
"Quando ti deciderai a prendere la macchina?", domando al mio amico
"Ehy io la prenderei anche, è mio padre che non me la lascia", ammette
"Magari non ha poi tutti i torti", ridacchio
"Fanculo", ride e mi passa un braccio intorno al collo, agli occhi dei passanti sembriamo quasi una coppia, spesso le persone, anche a scuola, ci scambiano per fidanzatini, ma non sanno che non potremmo mai farlo. Io e Brian ne parlammo molto un pomeriggio, e ci ritrovammo a pensarla nello stesso modo, non potremmo mai stare insieme, siamo troppo amici e andrebbe a finire o che stiamo insieme per sempre o che litighiamo e rompiamo ogni legame, e nessuno dei due vuole una cosa del genere.
Arrivati da Starbucks entriamo e ci sediamo al nostro solito tavolino, leggermente in disparte che da su una vetrina molto ampia, subito dopo il mare e la scogliera, ordiniamo e mentre aspettiamo che la cameriera ci porti gli ordini ci divertiamo a guardare le persone che entrano ed escono, commentando che alcuni hanno davvero un'aspetto strano.
"Bèh, i primi strani siamo noi", dice Brian ancora ridendo
"Già, io sono una ragazza metallara mezza dark che ama la pioggia, la nebbia e la neve, nata e cresciuta in California e odio il sole. Incredibile ma vero. E il mio migliore amico è un metallaro californiano che si trucca e si mette lo smalto nero, inoltre, amante del sole, del mare, della birra e delle ragazze", narro
"Così mi fai sembrare un malato psicopatico che aspetta solo di stuprare una ragazza", dice sbarrando leggermente gli occhi, io rido alla sua espressione e veniamo interrotti dalla cameriera che, a me, porge un tè caldo ai mirtilli e una fetta di torta al cioccolato con una decorazione con la panna, e a Brian, porge un cappuccino con una fetta di torta al cioccolato e al caramello. Ringraziamo e iniziamo a mangiare.
"Buona?", mi chiede addentando un'altra forchettata
"Fantastica, vuoi assaggiare?", gli porgo la forchetta, senza rispondere lui mi porge la sua e accetta più che volentieri la mia.
"Dio", lo diciamo all'unisolo e subito dopo scoppiamo a ridere.
"Dopo devo passare dal negozio di musica, è uscito l'ultimo cd dei Pantera, deve essere mio!", dice con sguardo sognante
"Va bene, allora è meglio se ci muoviamo, il negozio chiude per pranzo ed essendo sabato saranno tutti accalcati sui cd"
Finiamo la colazione e Brian come vero e proprio ragazzo si offre di pagare tutto, nonostante cerchi di impedirglielo, "Mi hai ospitato a casa tua e mi hai offerto pizza e birra, è il minimo, senza contare che sono rimasto a dormire", con questa scusa è riuscito a pagare la colazione.
Che ci devo fare.
































***

























Dopo una mezz'oretta siamo finalmente entrati nel negozio di musica, Brian si è praticamente catapultato alla ricerca dello scaffale dedicato ai Pantera, mentre io sono dalla parte opposta del negozio e cerco qualcosa di nuovo, ma non trovando nulla di particolare o che già non abbia decido di raggiungere il mio amico.
"Ehy Brian, lo hai trovato?", chiedo al ragazzo vedendolo molto attento a perlustrare ogni angolo dello scaffale, quando finalmente trova quello che cercava gli occhi gli si illuminano
"Heaven! Lo trov..", non finisce la frase che nel momento stesso in cui la sua mano tocca il cd un'altra mano lo prende dall'estremità opposta.
Brian alza lo sguardo ritrovandosi di fronte un ragazzo decisamente più alto di lui, mi avvicino ai due.
"Scusa amico, pensavo di averlo addocchiato solo io, oh ciao Heaven!", dice il ragazzo
"Ciao Jimmy, che ci fai qui?", domando sorridendo al ragazzo
"Oh bèh, ultimo cd dei Pantera, non potevo resistere!", ammette ridacchiando
Brian si schiarisce la gola con ancora la mano sul prezioso cd, solo ora mi ricordo di non avergli parlato del mio incontro con Jimmy.
"Oh, giusto, Brian lui è James, frequentiamo gli stessi corsi di filosofia, Jimmy lui è Brian il mio migliore amico", fatte le presentazioni i due ragazzi si stringono la mano
"Piacere mio Brian", dice Jimmy continuando a sorridere
"Ricambio", dice Brian, per tutto questo tempo i due ragazzi non hanno smesso per un secondo di guardarsi negli occhi, e nel momento in cui le loro mani si incontrano per una stretta forte e decisa entrambi hanno un piccolo sussulto, il primo a distogliere lo sguardo è Brian, sicuramente imbarazzato dalla situazione
"Oh, è davvero l'ultima copia ...in tutti i sensi", anche Jimmy guarda lo scaffale e in effetti il cd è l'ultimo
"Tienilo tu, lo avevi addocchiato per primo", dice Jimmy sempre sorridendo e lasciando il cd in mano di Brian
"Sei sicuro?"
"Certo amico, prendilo pure, io lo prenderò un'altra volta"
"Bèh, ti ringrazio", sorride e si volta per andare a pagarlo.
Rimaniamo io e Jimmy
"Allora anche tu hai buoni gusti musicali", rompo il silenzio iniziando una conversazione
"Sì, praticamente ci sono cresciuto", sorride
"Non lo avrei mai detto", ammetto
"Solo perchè non mi vesto come te e il tuo amico non vuol dire che non ascolti la musica di Dio, ovvio, tu e Brian vi fate notare di più, ma a me piace vestirmi secondo la mia personalità", spiega
"E' bello che lo dici, dimmi sei qui solo per il cd?", chiedo curiosa
"No, a dire la verità devo prendere delle bacchette nuove per la mia batteria, le ho distrutte l'ultima volta che ho suonato"
"Sei un batterista!", mi si illuminano gli occhi
"Ahahah sì, io e i miei amici stiamo lavorando ad un progetto da un po' di tempo e ora stiamo cercando un chitarrista, che faccia da solista, quello che abbiamo a detta del cantante, non basta più, e un po' ci sono d'accordo anche io", continua a sorridere mentre mi spiega tutto
"Cerchi un chitarrista!? Oh oddio! Non..non ti muovere di qui! Torno subito! Non sparire!", urlo quasi a Jimmy correndo da Brian
"Oh eccoti, stavo tornando a ...", non faccio finire la frase a Brian che lo prendo dalla maglia e inizio a correre di nuovo da Jimmy, "Ehy ma che ti prende?" mi chiedono i due all'unisolo.
"Brian, Jimmy cerca un chitarrista per la sua band. Jimmy, Brian è un chitarrista, e dai retta a me, ci sa fare!", dico sorridendo a trentadue denti
"Davvero suoni?!", chiede Jimmy euforico
"Si, ma non credo di essere così bravo come dice Heaven", dice Brian diventando tutto rosso per l'imbarazzo
"Non ascoltarlo Jimmy, è bravissimo!", continuo
"Bene allora devo presentarti ai ragazzi! Facciamo oggi pomeriggio da me!", propone Jimmy
"Ehm, ok, ok va bene", balbetta quasi Brian
"Fantastico! Questo è il mio indirizzo, ehy guarda che ci conto!", il cellulare di Jimmy inizia a suonare, "Ora devo proprio andare, ci vediamo oggi!", ci saluta per poi rispondere al cellulare, "Ehy Matt, chiama tutti...", ed esce dal negozio quasi di corsa.
Mi volto verso Brian che deve ancora realizzare cosa sia successo
"Allora? Non dici nulla?", gli chiedo
Lui si gira e mi abbraccia di slancio sollevandomi da terra e facendomi girare
"Dio Heaven! E' l'occasione che aspettavo da una vita!", urla felice
Ridiamo felicissimi della piega che abbia preso la giornata e usciamo dal negozio, per tornare a casa mia. Oggi andremo a casa di Jimmy, e da quando ce lo ha detto Brian non smette un secondo di farsi domande, alcune anche molto, molto stupide.
Che questa sia una svolta?














 SPAZIO AUTRICE

Salve a tutti lettori! Allora, finalmente il nostro Brian e il nostro Jimmy si conoscono, ho cercato di far capire che loro fin dal primo sguardo hanno sentito qualcosa di particolare, spero di aver reso l'idea, in ogni caso leggerete più avanti della loro amicizia! Heaven ha aiutato Brian e lo ha proposto come nuovo, possibile, chitarrista. Ma come andrà a finire? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Mi raccomando lasciate una recensione e se volete potete seguirmi su Wattpad, mi trovate come heaven6661
Ci tengo a precisare che i fatti e i personaggi, Heaven a parte, non mi appartengono, e con questa fanfiction non intendo offendere nessuno! E' tutto frutto della mia mente malata!
A presto!!


 

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Capitolo 4
*** Welcome to the family ***


"Brian maledizione faremo tardi!", sbotto irritata
"Ancora un secondo Heaven! Giuro ho quasi finito!", mi urla lui dal bagno
Siamo a casa Haner, da quando siamo entrati Brian non fa altro che andare su e giu per la casa, cerca oggetti senza cercarli davvero, mentre cucinava il pranzo si stava addirittura per tagliare una mano col coltello da cucina, ora siamo in camera sua, lui nel suo piccolo bagno privato (si anche in questa casa ogni camera ha il proprio bagno) e io sono seduta sul suo letto, quetsa camera non è cambiata molto dall'ultima volta che l'ho vista, il letto a due piazze è posizionato vicino alla finestra, i muri sono tappezzati di poster e foto, la scrivania è un'ammasso informe di libri e fogli svolazzanti, l'armadio è posizionato sulla parete a destra della porta d'entrata ed è stracolmo di vestiti che escono anche dai cassetti, alcune mensole sono poste sulla parete sopra la scrivania e sopra ci sono ordinati tutti i cd di Brian, anche in vinile, mentre le sue chitarre sono posizionate in ordine sui loro piedistalli, eccetto quella elettrica che ha già chiuso nella propria borsa, in modo da essere già pronta da trasportare fino a casa Sullivan. 
"Allora come sto?", Brian esce dal bagno, dov'è stato chiuso per quasi venti minuti, si è cambiato, ora indossa un paio di jeans abbastanza scuri strappati su entrambe le ginocchia, porta una maglia nera con lo scollo a V dove sopra c'è una toppa dei Guns N' Roses, si è lasciato gli anfibi, i capelli sono perfettamente tirati su grazie alla lacca e credo anche alla cera e la matita nera gli contorna splendidamente gli occhi, mi guarda con un'aria totalmente impaziente e quasi preoccupata
"Stai benissimo Bri, ora però dobbiamo andare..."
"Sei sicura?! Dannazione e se ci faccio la figura dell'idiota a presentarmi così?! Non è che sembro un metallaro in pensione? Heaven ti prego di qualcosa!"
SBAM
Mi sono alzata dal letto e gli ho tirato uno schiaffo sulla guancia destra, mi guarda sbigottito mentre io tiro un sospiro di sollievo
"Brian, sta calmo, vai benissimo, stai benissimo e non c'è bisogno che tu faccia la donna mestruata per una cosa del genere. Tira fuori le palle e fai vedere a quei ragazzi che cosa sai fare, e ricordati, ci sarò anche io, quindi non farmi fare brutta figura", gli sorrido teneramente e lui mi abbraccia
"Grazie piccola...ma non mi tirare più uno schiaffo!", mi rimprovera
"Stavi andando in paranoia, dovresti ringraziarmi!", mi difendo
"Ok ok, ma se mi rimane il segno ti uccido", rido per la sua faccia e recupero la mia borsa, lui prende la chitarra e insieme usciamo da casa Haner.


























***





















"Dovrebbe essere questa", siamo davanti ad una villetta, molto simile alle nostre, controllo ancora una volta l'indirizzo che Jimmy mi ha lasciato in un foglietto, "Si, è proprio questa", mi avvicino all'ingresso, "Coraggio, vedrai che farai una bellissima figura, Brian...Brian?", mi volto e vedo che il mio amico è rimasto fermo immobile davanti al cancelletto della villa, torno indietro e lo prendo per mano "Avanti Haner!", con qualche difficoltà riusciamo ad arrivare alla porta, suono il campanello e mi volto verso Brian, che è bianco come un cadavere, "Ce la farai tigre", gli dico e gli lascio un bacio sulla guancia.
La porta si apre e Jimmy ci accoglie con un grandissimo sorriso, questo ragazzo sorride sempre.
"Ehy ragazzi! Quasi non ci speravo più! Avanti entrate!", si sposta per farci passare
"Scusa Jimmy, abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare la strada", ammetto mentre raggiungiamo il salotto
"Colpa mia, avrei dovuto specificare, questa zona è difficile da trovare, allora, i ragazzi sono nel garage, Brian sei pronto?", gli chiede dandogli una pacca sulla spalla.
"Si, andiamo", Brian ha ricominciato a prendere un po' di colore, meno male...
Ci dirigiamo verso il garage e quando entriamo rimango leggermente sbalordita nel vedere una batteria a dir poco enorme, amplificatori qua e la e un microfono al centro, oltre a tutti i cavi sparsi sul pavimento, c'è anche un piccolo frigo e un divanetto abbastanza grande, potrebbe tranquillamente somigliare ad una sala registrazione.
"Ragazzi un attimo di attenzione! Allora, Heaven, Brian, vi presento i miei compagni di band. Quel ragazzone lì è Matt Sanders, in arte M. Shadows, il nostro cantante", il sottoscritto si avvicina a noi, è un bel ragazzo, capelli corti castani, occhi verde smeraldo e un sorriso contornato da due fossette adorabili, che fanno un gran contrasto con i muscoli che si ritrova
"Piacere di conoscervi", stringe la mano prima a me e poi a Brian, ha una voce graffiante, sicuramente è in gamba
"Dopo di che, troviamo Zacky Baker, o Zacky Vengeance, il nostro chitarrista", si avvicina un ragazzo abbastanza in carne ma parecchio affascinante, ha i capelli neri e viola sui lati, un ciuffo gli ricade sull'occhio destro, gli occhi cerulei sono contornati da un velo di matita rossa e al labbro inferiore ha un paio di snake bites, ci porge una mano coperta da un guanto che lascia libere le dita e arriva appena sotto il polso
"Da oggi credo che sarò il tuo chitarrista ritmico", dice rivolto a Brian
"Spero di non portarti alcun rancore per questo", risponde un Brian leggermente imbarazzato
"Nessun rancore amico, se ne provassi a quest'ora me ne sarei già andato...dopo averti rotto una chitarra in testa", Zacky sorride innociente e Brian si lascia sfuggire una risata nervosa
"Andiamo avanti, al basso troviamo Johnny Seward, meglio noto come Johnny Christ, o nano", ghigna Jimmy, a noi stavolta si avvicina un ragazzo, alto quanto me, con una cresta da paura tenuta perfettamente
"Piacere di conoscervi ragazzi", ci dice
"Piacere nostro", rispondiamo quasi in sincrono
"E per ultimo, ma affatto meno importante, James Sullivan, in arte The Revered Tholomew Plague, per gli amici Jimmy o The Rev, il vostro impeccabile batterista!", Jimmy fa un mezzo inchino molto teatrale e noi insieme ai ragazzi ridiamo come matti
"Allora, presentatevi pure", annuncia Matt
"Io sono Brian Haner Jr., non ho nessun nome d'arte per il momento, i miei amici mi chiamano semplicemente Brian e suono la chitarra da quando avevvo cinque anni", si presenta Brian
"E io sono Heaven Black, per gli amici Heaven e mi occupo della sicurezza di questo pazzoide", indico Brian che ridacchia
"Bene, allora presentazioni fatte, Brian facci sentire qualcosa", propone Zacky, "Heaven se vuoi puoi sederti sul divanetto", continua
Annuisco semplicemente mentre Brian inizia a collegare la chitarra ad un amplificatore. E' parecchio teso, ma so che non appena inizierà a suonare andrà meglio.
"Ehm, avete richieste?", chiede
"Ti lasciamo carta bianca", risponde Matt, improvvisamente tutti quelli della band si sono fatti seri, fanno quasi paura, anche Jimmy è serio, ma posso notare che nei suoi occhi cristallini c'è una piccola scintilla, come se sapesse già quello che lo aspetta.
Brian prende un respiro e inizia a suonare, subito le note di Walk dei Pantera riempiono la stanza. Sui volti di Zacky, Johnny e Jimmy si accende un sorriso mentre Matt rimane impassibile, inizio a capire come mai sia proprio lui il leader del gruppo.
A canzone terminata vedo Rev prendere posto dietro la batteria
"Sei capace ad improvvisare?", gli chiede subito dopo a Brian
"Si certo", risponde con un leggero sorriso
Jimmy inizia a suonare la sua batteria e dopo poco Brian gli va dietro, con la coda dell'occhio vedo i ragazzi spalancare gli occhi, buon segno? Speriamo. Continuo a guardare quei due che suonano, Jimmy è davvero impeccabile, ed è così veloce che sembra abbia otto braccia invece che due, Brian finalmente si è rilassato, ha iniziato a suonare come sempre, con la stessa passione di sempre, dopotutto è il suo campo questo,ci è nato  e cresciuto.
Dopo qualche minuto finiscono di suonare e io e Brian ci scambiamo un sorriso veloce, i quattro ragazzi si avvicinano tra loro, stando leggermente in disparte in modo da consultarsi, mi avvicino a Brian e gli prendo una mano
"Sei stato grande", gli sussurro
"Grazie"
I ragazzi si riavvicinano a noi e Matt prende la parola.
"Bene...devo dire che non è stato facile, noi cerchiamo una persona che sia in grado di spaccare, noi tutti ci siamo scelti dalla prima volta che ci siamo guardati negli occhi, abbiamo formato questa band con parecchie difficoltà, sai, l'attrezzatura e tutto il resto...quindi credo che sia decisivo...", è terribilmente serio e il suo viso non lascia trasparire nessuna emozione, al contrario di Brian che sta quasi tremando
Matt sorride.
"Benvenuto in famiglia Brian!", esclama
Brian tira un sospiro di sollievo per poi scoppiare a ridere, rido insieme a lui e subito ci abbracciamo felicissimi, uno ad uno i ragazzi si avvicinano a Brian lasciandogli pacche sulla spalla e abbracci, per poi fare la stessa cosa con me
"Sai Heaven", la voce di Jimmy sovrasta le altre, tutti si zittiscono e mi guardano, "Dal primo momento che ho visto Brian ho capito che lo avrei avuto affianco, in un modo o nell'altro, un po' come ha detto Shadows prima, è una cosa che ho sentito a pelle e credo che per lui sia lo stesso..", fa una piccola pausa per guardare Brian che afferma la sua teoria, "..e stavo anche pensando...che a questa banda di idioti manca una figura che li tenga in riga, che li aiuti a farsi notare e altro, vorresti essere la nostra manager?", mi chiede con un sorriso da stregatto.
"Oh mio Dio! Cazzo si!", esclamo felicissima e salto in braccio a Jimmy abbracciandolo, lui ricambia con forza l'abbraccio.
Nulla da dire, questo è l'inizio di un sogno, e di una grande amicizia.


































 SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazzi! Sarò breve perchè vado di fretta, allora, finalmente si sono conosciuti tutti! Brian fa parte della band e Heaven è diventata il loro manager, potrebbe andare meglio? Forse si, ma visto che io sono una persona cattiva gliene farò vedere delle belle ai ragazzi!
Lasciate una recensione vi prego e alla prossima!!!

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Capitolo 5
*** Avenged Sevenfold ***


Il resto del pomeriggio passò veloce e alla fine i ragazzi decisero di organizzare una festicciola tra di noi per festeggiare l'entrata di Brian nella band, devo ammettere che mi trovo bene con queste persone, seppur le conosco solo da poche ore.
"Allora, che ne dite di conoscerci un po' meglio?", chiede Johnny, siamo tutti ancora nel garage di casa Sullivan, io, Brian e Matt siamo seduti sul divanetto, Zacky e Johnny sono seduti su due amplificatori e Jimmy occupa un posto per terra.
"Sì, direi che è una buona idea", afferma Matt, "Bene, allora chi vuole iniziare?"
"Dopo di te Shads, sei o no il nostro frontman", ridacchia Zacky
"Sempre con la solita scusa eh Vee. E va bene,  allora, sono nato e cresciuto qui ad Huntington, la mia famiglia ed io andiamo d'accordo, ho una sorella più piccola, Amy, che ora si è trasferita a New York per degli studi. I miei genitori si aspettavano che io portassi avanti il lavoro di mio padre, e quando gli dissi che in realtà io volevo fare il cantante ne rimasero abbastanza delusi...da cosa nasce cosa e così finimmo per litigare tutti i giorni, ora è più il tempo che passo in camera mia o con i ragazzi che quello che passo con i miei genitori, ma va bene così, non voglio rinunciare al mio sogno", Matt finisce di raccontare la sua storia e subito dopo sorride, un sorriso sincero di chi non si è pentito di quello che ha fatto e che continua a fare. Con la coda dell'occhio vedo Brian abbassare lo sguardo.
"Bene, ora tocca a me", prende la parola Johnny, "La mia famiglia non è mai stata particolarmente affiatata, di conseguenza quando compii i miei dieci anni mi ritrovai a vivere con i miei zii. I miei genitori divorziarono e nessuno dei due voleva avermi tra i piedi, qualche anno dopo i miei zii mi dissero che si sarebbero trasferiti qui, prima abitavo in Georgia, ricordo che quando arrivai qui ero spaventato, non conoscevo nessuno e per un ragazzino di tredici anni ricominciare tutto da zero non è facile. A scuola conobbi Matt e Jimmy, e subito iniziammo a frequentarci, i miei zii erano d'accordo su parecchie scelte che facevo e un giorno tornai a casa da scuola con un basso in mano, ricordo la faccia di mia zia, era felice che avessi scelto di iniziare a suonare il basso, anche lei lo suonava da giovane, e grazie a lei imparai molto. E poi un bel giorno decidemmo di fondare una band con i ragazzi, non c'è bisogno di dire che divenni la persona più felice del mondo", anche Johnny finisce il suo racconto e io non posso far altro che sorridere, inizio anche a capire che nessuno di loro abbia vissuto tutta la vita in rosa e fiori.
"Zacky ora tocca a te", lo sprona Matt, Zacky sospira e poi si decide a raccontare, chissà perchè sembra che non ne abbia voglia.
"Anche io, come Matt, sono nato e cresciuto qui. La mia famiglia era una bella famiglia, somigliava parecchio a quelle che fanno vedere alla televisione, i miei genitori e i miei fratelli mi volevano bene e con loro ho sempre avuto un buon rapporto. Una sera i miei fratelli uscirono per andare ad una festa, io ero ancora troppo piccolo e quindi decisero di non portarmi, ricordo che l'ultima cosa che mi dissero fu 'Non aspettarci Zacky', all'inizio non capì cosa volevano dire, pensai semplicemente che era un modo carino per dirmi di non aspettarli sveglio fino a tardi..", fa una pausa e i suoi occhi si velarono di un leggero strato di tristezza, "..non li rividi più...quando stavano tornando dalla festa ebbero un'incidente, loro erano sobri, sapevano bene che quando dovevano tornare a casa da soli non dovevano bere, un coglione ubriaco e fatto gli andò contro, ebbero un frontale, morirono entrambi sul colpo. Dopo quel giorno le cose degenerarono anche a casa, mio padre iniziò a bere, distrutto da questa faccenda, mia madre scappò di casa e ancora adesso non so dove sia. Quando iniziai il primo anno di liceo le cose peggiorarono ancora di più, non avevo amici e me ne stavo da solo per la maggior parte del tempo, un mattino di dicembre un gruppo di ragazzi iniziò a prendermi in giro, dicendomi che ero un'annullità e che ci credevano che la mia famiglia andava in rovina, con una persona come me a casa...non ci volle molto tempo per farmi prendere di mira dalla maggior parte della scuola, spesso venivo picchiato, non reagivo, non avrei potuto, ero da solo contro gruppi interi di ragazzi. Ogni sera tornavo a casa e mio padre era sempre più ubriaco, ogni sera che passava lo era di più. Finchè non iniziò a picchiarmi anche lui", tira un sospiro
"Zacky non devi raccontarcelo per forza se..."
"No, tranquilla Heaven, va bene così, è giusto che lo sappiate", mi guarda tirando un sorriso e poi continua, "Un giorno dopo scuola, stavo tornando a casa e vidi che il solito gruppetto mi aspettava a qualche isolato da scuola, mi picchiarono anche quel giorno ma quella volta ci fu qualcosa di diverso. Fu così che conobbi Matt e Jimmy, vedendomi lì da solo che prendevo botte non ci pensarono due volte e vennero ad aiutarmi, mi aiutarono molto da quel giorno e piano piano iniziai a difendermi da solo, finchè nessuno mi prese più di mira, decisi di parlare con qualcuno anche riguardo a mio padre e riuscii ad aiutare anche lui, anche se molto poco, adesso è rinchiuso in una casa di cura e cerca ancora di smettere di bere. In pratica vivo da solo, in quella che una volta era la casa più felice che abbia mai visto. Mi avvicinai alla musica, era la mia unica valvola di sfogo, oltre al tempo che passavo con i ragazzi", termina.
"Ecco perchè Vengeance", dico a Zacky
"Sì, sto avendo la mia vendetta verso chi diceva che non valevo nulla, la strada è lunga, ma continuerò a farlo", ammette lui sorridendo
"Allora...direi che ora tocca a me, mh? Bèh, non c'è molto da dire sulla mia vita. Da quando sono nato non ho fatto altro che dare delusioni ai miei genitori. Mi sono sempre cacciato nei casini, sono finito fin troppe volte in cella, anche se per solo una notte ma, bèh, si può dire che non ho la fedina  pulita, questo lo possono spiegare le manette che ho tatuate. La verità è che non sto mai alle regole perchè non le trovo giuste, mi è stata data questa vita in modo che io la possa vivere, sono una persona imprevedibile, sotto ogni punto di vista, l'anno scorso dopo una litigata pesante con mio padre decisi di scappare da casa, durante gli anni prima trovai un lavoretto e misi da parte abbastanza soldi per potermi comprare questa casa. Vivo da solo ormai da un'anno, e non me ne pento, iniziai a suonare la batteria quando ero molto piccolo e crescendo la mia passione divenne sempre più grande. Ed eccomi qui oggi, con accanto a me delle persone che mi accettano per quello che sono", Jimmy mi guarda con quegli occhi che ti bruciano l'anima, gli sorrido complice e felice che ci reputi già suoi amici. Sento Brian schiarirsi la voce e sedersi leggermente più composto, per poi iniziare a parlare.
"Anche io sono nato e cresciuto qui, la mia famiglia ha avuto i suoi alti e bassi ma tutto sommato siamo una bella famiglia, mio padre e mia madre si separarono sei anni fa, di mia madre non ho più avuto notizie, ma credo che sia tornata dai suoi parenti in Germania, mio padre si è rifatto una vita, non mi  ha mai imposto nulla e mi disse che se volevo potevo andarmene con mia madre, ma non avrei mai potuto, sono troppo legato a questo posto..", mi lancia uno sguardo veloce, "..nonostante tutto però, vivere sotto l'ombra di un padre abbastanza famoso, in quanto chitarrista, non è facile. E portare il suo nome lo è ancora di meno, ancora adesso quando vado in giro la gente mi ferma, mi riconosce e dice 'Ma tu sei il figlio di Brian Haner!', è straziante...vivo sotto l'ombra di mio padre da anni, e sono stufo di questo, io non sono come mio padre e non lo sarò mai, è vero, grazie a lui ho imparato a suonare la chitarra, ma io voglio arrivare dove lui non è mai arrivato, io non sono la sua copia, io sono Brian e non uno stupido clone. Per questo mi sono ripromesso che sfonderò, e quando ce la farò andrò davanti a mio padre e gli dirò 'Guarda. Guardami. Sono arrivato qui grazie alle mie capacità e alla mia fatica, non perchè sono solo tuo figlio'", finisce il racconto e alza la testa, orgoglioso come sempre
"Heaven, siamo tutt'orecchi", mi sorride Matt.
"Bèh, c'è poco da raccontare, ho sempre vissuto con mio padre, mia madre scappò di casa dopo avermi partorito, non l'ho mai conosciuta, ma non mi interessa, credo che se ora la vedessi la respingerei. Con mio padre ho un rapporto fantastico, c'è sempre per me e non mi ha mai fatto mancare nulla, spesso è fuori città per lavoro, e quindi spesso sono da sola, ma non gliene faccio una colpa. Conobbi Brian all'asilo e non ci separammo più, mio padre lo reputa quasi come un figlio talmente stiamo tanto assieme, grazie a Brian sono riuscita a cavarmela in molte situazioni. Ci tengo a dire, soprattutto a te Zacky, che so cosa si prova ad essere una vittima. Per altro non c'è molto da dire, amo disegnare, canto e leggo parecchio, nonostante tutto non mi piace farmi troppo notare, sono californiana eppure odio il sole, troppo luminoso e puro, preferisco di gran lunga le giornate di pioggia"
"Oh finalmente qualcuno che apprezza!", esclama Zacky
"Sì Heaven, devi sapere che il nostro Zacky Vee qui ama la pioggia più di se stesso!", ridacchia Johnny
Ci scambiamo tutti un sorriso, è bello sapere che al mondo ci sono persone che, come te, conoscono la vita nel suo vero essere, perchè non è vero che la vita è sempre giusta, ognuno di questi ragazzi viene da situazioni più o meno difficili, e forse è questo che ci accomuna.
"Ehy, stavo pensando, tutti qui siamo sulla stessa barca, no?", irrompe Matt
"Sì, si può dire così", affermiamo
"E tutti qui vogliamo uscirne più forti", continua Matt, con un sorrisetto
"Dove vuoi arrivare?", chiede Brian
"Ragazzi, noi da oggi siamo gli Avenged Sevenfold!", esclama tutto felice Matt
"Avenged Sevenfold? Ma non c'è qualcosa sulla Bibbia sull'argomento?", chiede pensieroso Zacky
"Sì bèh, non pensate a quel libro ora. Noi ci riprenderemo la rivincita dalla vita e ne usciremo sette volte più forti! Gli Avenged Sevenfold spaccheranno!", si alza in piedi con un pugno sollevato
"Sai che ti dico? Che ogni tanto le cose sensate le dici anche tu!", afferma Rev alzandosi a sua volta, noi tutti seguiamo il suo esempio e ci ritroviamo presto in un abbraccio di gruppo, è bellissima l'amicizia che si sta formando tra noi, è palpabile, si sente sulla pelle
"Non cadremo mai ragazzi", dice Johnny
"E anche se succederà ci rialzeremo", afferma Zacky
"Come sempre", finisce Brian
Veniamo interrotti dal campanello di casa che ci annuncia l'arrivo del fattorino con le pizze e come se non mangiassimo da mesi ci fiondiamo in salotto.
Gli Avenged Sevenfold sono arrivati e in un modo o nell'altro si faranno ricordare dal mondo.



















 SPAZIO AUTRICE
Aggiornatooooooo! Finalmente si sono formati gli Avenged Sevenfold! Ma non temete, questo non è l'ultimo capitolo, ne succederanno ancora delle belle e se volete sapere come andrà a finire non vi resta che continuare a leggere!
Vi ricordo che i fatti narrati e i personaggi non mi appartengono, è tutto frutto della mia fantasia!
Se volete potete seguirmi su Wattpad sotto heaven6661 e su facebook mi trovate come Mara Synyster Gates
Ricordatevi di lasciare una recensione e noi ci leggiamo nel prossimo capitolo!
A presto!!!
 

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Capitolo 6
*** Acid rain ***


Dicembre

Questi mesi sono passati più veloci di un battito di ciglia, ci stiamo avvicinando alle vacanze di Natale e a scuola inizia a sentirsi l'ansia per il diploma, gli insegnanti pretendono sempre di più da noi studenti, nonostante manchi ancora metà anno, e noi studenti siamo abbastanza irritabili e preoccupati, poi ovviamente ci sono anche coloro che non ci danno troppo peso.
I ragazzi continuano a portare avanti la loro band, si migliorano ogni giorno di più e la loro amicizia si può dire che sia diventata indistruttibile, Brian e Jimmy sono diventati migliori amici e Brian ha finalmente trovato un nome d'arte, non che l'abbia trovato nei migliori dei modi, una sera lui e gli altri erano andati al Johnny's dopo le prove, volevano festeggiare per essere riusciti a scrivere almeno dieci canzoni, io avevo rifiutato di andare a causa di una febbre improvvisa che mi ha costretto a letto per una settimana, quando stavano tornando a casa Jimmy era in macchina con Brian, più ubriaco che mai, si schiantarono contro il cancello del vecchio cimitero abbandonato e Brian dopo essersi ripreso dal colpo urlò al cielo "I'm Synyster fuckin' Gates and I'm awesome!", Jimmy ovviamente si mise a ridere quasi sdraiato per terra ma si ricordò di quel nome e il giorno dopo disse a Brian che sarebbe dovuto diventare il suo nome d'arte, lui accettò senza obbiettare e da quel giorno Brian Haner Jr. divenne Synyster Gates.
Quando seppì dell'incidente per poco non mi soffocavo con la tisana che mi ero preparata, appena lo rividi gliene dissi quattro e lui con il suo solito sorriso beffardo mi disse che dovevo stare tranquilla e che sia lui che Jimmy stavano bene e non si erano fatti un graffio.
Il suono del mio cellulare mi riporta al presente, sono in camera mia con lo stereo acceso e il cd dei Metallica che continua a girarci dentro riempie la mia stanza delle note di Turn the Page, ripongo la matita sul foglio da disegno e prendo il telefonino, c'è un messaggio di Jimmy che continua a lampeggiare sullo schermo.

  From: Jimmy  To: Heaven  15.28
   "Ciao piccola, mi chiedevo se ti andasse di uscire tra poco, ci stai?"

Guardo l'ora prima di rispondere, sono le 15.30.

  From: Heaven To: Jimmy 15.31
 "Ti aspetto"

Poso il cellulare sul letto e apro l'armadio in cerca di qualcosa da mettermi, dopo vari tentativi opto per un paio di leggins e un vestitino che arriva al ginocchio, è in stile gotico, ed è composto da un corpetto blu ricoperto di pizzo nero, la scollatura è a cuore e le maniche sono lunghe e mi arrivano quasi a metà mano, sul polso ci sono dei laccietti identici a quelli sulla schiena, la gonna è completamente nera e non è troppo vaporosa, ovviamente accompagno il tutto con gli anfibi neri, corro in bagno per truccarmi utilizzando lo stesso eyeliner e la matita nera di sempre, per quanto riguarda i capelli prendo una noce di cera e, una volta a testa in giu, passo le mani tra i capelli cercando di fare qualcosa di particolare  e di sbarazzino, quando torno dritta rimango soddisfatta del risultato, e posso notare che adesso dietro alla nuca i capelli sono lunghi quasi fino alle spalle, la rasatura ai lati è ancora ben tenuta e sopra non sono troppo lunghi, torno in camera dove decido di indossare anche un'anello che mi regalò Brian per il mio sedicesimo compleanno, un piccolo teschio, non è proprio femminile lo ammetto, ma lo adoro. 
Preparo la mia solita borsa a tracolla e ci metto dentro cuffie, cellulare, chiavi di casa e portafoglio, decido di mettere dentro la borsa anche un foular, con l'arrivo dell'inverno il vento è decisamente freddo, esco dalla mia camera e scendo in sala dove vedo mio padre sul divano intento a guardare un film in tv.
"Papà io esco con Jimmy"
"Va bene, non fare troppo tardi, ok?"
"Tranquillo, sarò a casa per la cena", sorrido
"Bene, ti avverto che ho intenzione di preparare la pizza", dice facendo finta di nulla
"Allora si che non tarderò!", scoppiamo a ridere, mio padre è sempre stato bravo in cucina e si può dire che la pizza è sicuramente una delle cose migliori dei suoi menù. Il citofono di casa suona 
"Allora vado", dico mettendomi addosso un cappotto nero che mi arriva alle ginocchia
"A dopo!"
Apro la porta ed esco di casa, vedo Jimmy che mi aspetta nel vialetto del mio giardino, devo dire che è molto elegante, indossa un paio di jeans neri con uno strappo sul ginocchio sinistro, ha una camicia, anch'essa nera, con i primi due bottoni sbottonati sul petto che lasciano vedere benissimo le manette tatuate sul collo, la giacca in pelle aperta e indossa un paio di All Star nere.
"Ciao piccola", mi saluta con un bacio sulla guancia
"Ciao gigante, come stai?", gli chiedo mentre usciamo dal giardino
"Tutto bene, e tu?"
"Sto bene, come mai così elegante?"
"Stavo per chiederti la stessa cosa", sorride entrando nella sua auto, lo seguo a ruota entrando nell'auto e venendo inebriata dall'inconfondibile profumo dei sedili in pelle
"Dove mi porti di bello?", domando curiosa
"Sai che non lo so di preciso, pensavo di fare un salto al cinema e poi andare da Starbucks, per te va bene?"
"Sì direi che va bene, però bada che per cena devo essere a casa, mio padre fa la pizza e non me lo voglio perdere!", lo minaccio quasi
Lui ride di gusto prima di rispondermi, "Non preoccuparti, per cena sarai a casa"





































***



























Arrivati davanti al cinema Jimmy cerca parcheggio e una volta trovato entriamo nel cinema, dove il profumo di pop-corn impregna le mura come la vernice, diamo un'occhiata ai film che stanno per iniziare e a quest'ora trasmettono solo un film horror.
"Alla grande, avevo proprio voglia di vederne uno nuovo!", esclama Jimmy tutto felice
"Oddio ti prego no, ho una paura matta degli horror Jimmy", sbianco
"Ma dai, non ci credo!"
"Te lo giuro, una volta ne vidi uno e per settimane ho dormito con mio padre per la paura", ammetto quasi imbarazzata
"Tranquilla, è un horror abbastanza leggero, diciamo che è più un thriller, e poi puoi sempre stringerti a me se ai troppa paura"
"Mh...e va bene, ma se non dormo ne sarai responsabile!"
"Va bene!"
Prendiamo due biglietti ed entriamo in sala giusto per l'inizio, Jimmy aveva ragione, non fa troppa paura, ma alcune scene non mi fanno far altro che sussultare, all'ennesima uccisione, alquanto macabra, d'istinto allungo una mano sul quella del ragazzo che senza dire nulla mi stringe la mano con la sua mano sinistra e mi fa passare il braccio destro intorno alle spalle, appoggio la testa sulla sua spalla e mi lascio stringere, continuiamo a guardare il film fino alla fine, e non ci siamo mossi da quella posizione per un secondo.
Una volta finito il film ci alziamo e usciamo dal cinema.
"Non guarderò mai più un horror in vita mia, ok, era leggero, ma non fanno proprio per me"
"Giuro che non te ne farò più vedere, pensavo reggessi di più", ghigna
"Io reggo l'alcol, reggo la musica per ore intere nelle orecchie, reggo il dover leggere un libro di cinquecento pagine in una giornata. Ma non reggo tutto quel sangue", rabbrividisco
"Ah vieni qui scema", mi dice abbracciandomi prima di salire in macchina, dopo poco ci separiamo e ci avviamo da Starbucks
"Per farmi perdonare ti offro una cioccolata calda, va bene?", mi chiede Jimmy mentre guida
"Con la panna?"
"Direi che è obbligatoria"
"E i marshmallow?", chiedo con gli occhi da bambina, lui si gira per un secondo guardandomi quasi allibito
"Sul serio?"
"Mai stata più seria"
"Ma dove ti sei nascosta per tutto questo tempo?!", mi chiede sorridendo
"Perchè? Non mi dire che la mangi anche tu così!", esclamo
"Ci puoi giurare!"
"Oddio!", e insieme scoppiamo a ridere come matti, finalmente ho trovato qualcuno a cui piacciono le mie stesse cose.
Arrivati da Starbucks notiamo che è quasi tutto pieno, comprensibile, infondo adesso fuori fa più freddo e le persone si rinchiudono qua dentro per riscaldarsi e mangiare qualcosa di dolce in compagnia, dopo aver girato per un po' riusciamo a trovare un tavolino libero, leggermente in disparte, cosa che non ci crea alcun problema, mi tolgo il cappotto e lo appoggio allo schienale della sedia mentre Jimmy fa la stessa cosa con la giacca
"Non avevo notato che questo fosse un vestito", ammette guardandomi dalla testa ai piedi
"Eh si, è un vestito, uno dei pochi che mi piace indossare"
"Ti sta bene", mi sorride per poi sedersi, ordiniamo due cioccolate calde con panna e marshmallow e nell'attesa che la cameriera ce le porti non posso fare a meno di notare quanto la camicia che indossa Jimmy faccia risaltare così tanto i suoi occhi, non serve guardarli da vicino per capire che sono davvero molto particolari, non sono del solito azzurro, variano dall'azzurro quasi bianco vicino alla pupilla per poi diventare blu nel contorno, c'è ogni sfumatura d'azzurro in quegli occhi, sono pieni di vivacità e voglia di vivere, sono gli occhi di un bambino, non credo di aver visto nulla di più bello di questo, ci si può perdere in quegli occhi...
"Ehy Heaven...tutto ok?", mi chiede Jimmy cercando la mia attenzione
"Eh ...cosa?"
"Ti sei incantata", ridacchia
"Scusa, io...io non ..."
"Ehy tranquilla, nessun problema", sorride e gli sorrido anche io, finalmente ci portano le cioccolate calde e a noi si illuminano gli occhi come due bambini, senza che me ne renda conto Jimmy prende della panna dalla sua tazza con l'indice e si sporge verso di me sporcandomi il naso
"Eh si, devo dire che ti sta bene", ride
"Stronzo", ribatto cercando di ricambiargli il favore ma lui si sposta giusto in tempo e invece di sporcargli il naso gli sporco le labbra, iniziamo a ridere di gusto, continuando a farci i dispetti.
"Jimmy che ne dici di fermarti da me a cena stasera?", domando al mio amico
"Non vorrei disturbare"
"Nessun disturbo, sono sicura che a mio padre farà piacere conoscerti", gli sorrido e lui si limita ad annuire per poi affondare il viso nella tazza calda, anche io finisco la mia cioccolata, gustandola molto e quando poso la tazza sul tavolino Jimmy mi guarda scoppiando a ridere
"Che c'è?", domando quasi sorpresa
"Oh nulla, sei solo ricoperta di cioccolata"
Divento rossa per l'imbarazzo e cerco in fretta un fazzolettino per pulirmi, "Ne ho ancora?", chiedo al ragazzo che mi prende il fazzolettino dalle mani
"Si piccola, ne hai ancora un po' qui...", avvicina la mano sull'angolo destro della bocca pulendomi dalla cioccolata, osservo ogni minimo movimento e ne rimango quasi incantata, "Molto meglio", dato il verdetto finale decidiamo di alzarci e uscire, come mettiamo piede fuori dal locale notiamo subito che ha iniziato a piovere come non faceva da ore, così iniziamo a correre verso la macchina bagnandoci completamente, per fortuna non ha parcheggiato troppo lontano. Saliamo in fretta sul veicolo e poi partiamo verso casa mia
"Dio sei tutta bagnata!"
"Anche tu non sei da meno...oddio"
"Cosa c'è? Hai dimenticato qualcosa?"
"No...i miei poveri capelli!"
Mi guarda con un'espressione da oscar per poi scoppiare a ridere come un matto rischiando quasi di andare contromano. Sento il cellulare vibrare dentro la borsa, lo prendo leggendo il messaggio che mi è appena arrivato.

  From: Brian To: Heaven 18.10
 "Ehy baby, dove sei? Sono ore che provo a chiamarti, mi stai facendo preoccupare.
  per favore rispondimi"


Come? Sono ore che Brian prova a chiamarmi? Scorro nel registro delle chiamate e posso notare che si, ho cinque chiamate perse da parte di Brian e anche altri messaggi che non perdo tempo e mi affretto a leggere.

 From: Brian To: Heaven 16.00
 "Heaven ho bisogno di parlarti, è importante"

From: Brian To: Heaven 16.30
 "Ok, forse dormi, volevo solo dirti che non era nulla di preoccupante ma comunque ho bisogno di dirtelo, per favore richiamami"

From: Brian To: Heaven 17.15
"Piccola, ho bisogno di te"

From: Brian To: Heaven 17.55
"Posso venire da te? Heaven, devo assolutamente parlarti"

 
"Cazzo", mi lascio sfuggire dopo aver letto i messaggi, Brian aveva bisogno e io per tutte queste ore non ho nemmeno sentito il cellulare
"Che succede?", mi chiede Jimmy
"Brian, mi ha cercato per tutto il giorno, dice che è importante e io non ho sentito il telefono", mi preoccupo mentre gli spiego la situazione
"Richiamalo, digli che sei con me e non avevi sentito il cellulare, non preoccuparti magari non è nulla di tragico", mi incoraggia mentre io sto già componendo il numero di Brian, risponde al quinto squillo
"Pronto...", la voce bassa e roca
"Brian! Cazzo scusami, non ho sentito il cellulare e sono con Jimmy ora, è successo qualcosa?"
"Heaven...n-non so cos'è successo...ma sto provando a chiamare mio padre da ore..non risponde..nè lui nè Suzy..", balbetta quasi
"Come non rispondono? Magari hanno il telefono spento"
"No Heaven, è successo qualcosa me lo sento"
"Brian.."
"Heaven ti prego, vieni qui, porta anche Jimmy"
"Arriviamo"
Stacco la chiamata e spiego tutto a Jimmy che subito accellera e dopo nemmeno venti minuti siamo già davanti a casa Haner, scendiamo dalla macchina e rimango impietrita sul posto, fuori dalla casa ci sono due auto della polizia e un'ambulanza, degli agenti stanno parlando con mio padre che avendo visto questo casino si sarà precipitato qui, io e Jimmy corriamo in casa a cercare Brain, arriviamo alla porta della sua camera e Jimmy non ci pensa due volte prima di aprirla. All'interno della camera è tutto un disastro, ci sono fogli e cd buttati sul pavimento, la scrivania completamente in disordine e ..una chitarra giace spezzata sul pavimento vicino al letto, Brian è in piedi affacciato alla finestra, ci da le spalle e a le braccia lungo i fianchi.
"Brian?", lo chiamo piano, non risponde così decido di avvicinarmi, mentre Jimmy si limita ad entrare nella stanza
"Ehy", provo ancora, questa volta si gira, e io credo che mi abbiano appena pugnalato.
Brian ha gli occhi lucidi mentre delle lacrime continuano a scorrere silenziose sul suo viso, gli occhi rossi, deve aver pianto molto, gli prendo il viso tra le mani, "Brian parla, cos'è successo?", chiedo sempre più preoccupata, lui nega abbassando la testa e socchiudendo gli occhi, all'improvviso ho capito tutto.
Abbraccio veloce il mio amico, lo sento appoggiare la testa sulla mia spalla e si lascia abbracciare, iniziando a singhiozzare.
"Brian..", sussurro
"Sono morti, Heaven"
A quelle parole rabbrividisco e stringo ancora di più a me Brian, che continua a piangere. Dopo poco vedo Jimmy avvicinarsi, sicuramente anche lui ha capito tutto, mette una mano sulla spalla a Brain cercando di trasmettergli coraggio e quando si separa da me li vedo abbracciarsi, come solo due fratelli farebbero. Con la coda dell'occhio vedo dentro l'ambulanza due persone, stese sulle barelle, coperte da un telo bianco.
















 SPAZIO AUTRICE
AGGIORNATO! Non sono troppo sicura sulla fine di questo capitolo...ma dovevo, diciamo che era in programma (?)
Allora, partiamo dal fatto che secondo me tra Jimmy e Heaven sta per nascere qualcosina :3 vedremo più avanti, e il nostro povero Brian ha perso i genitori, si mi spiace per lui, ma doveva succedere...!
Chiedo perdono per gli eventuali errori grammaticali, e specifico che tutto quello che c'è scritto in questa ff è frutto della mia fantasia inoltre i personaggi non mi appartengono, purtroppo.
Vi ricordo che ci tengo molto a leggere le vostre recensioni e visto che non costano nulla ci terrei davvero a leggere i vostri pareri su questa storia!
Alla prossima, dalla vostra Mara!

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Capitolo 7
*** Coming down ***


E' strano come il destino possa manovrarti come vuole, gioca con te e con la tua vita, un giorno hai tutto e il giorno dopo ti ritrovi da solo. Se glielo permetti ti ritroverai abbandonato a te stesso senza nemmeno accorgertene. Ho sempre pensato che la vita va vissuta alla giornata, non sai mai se il giorno dopo sarai ancora vivo o no, ho sempre colto ogni occasione come se fosse l'ultima, ho sempre dato il meglio di me come se fosse stata l'ultima possibilità che avevo. Ma quando si è felici per troppo a lungo, si sà, prima o dopo il destino te ne giocherà una, e tu non potrai fare nulla per impedirlo, spesso siamo nel posto sbagliato nel momento sbagliato e raramente possiamo impedire delle cose che mai avremmo voluto accadessero.
Siamo ancora in camera di Brian, Jimmy si è seduto sulla sedia accanto alla scrivania e sta chiamando i ragazzi per informarli della notizia e dirgli di venire qui, io sono ancora stretta a Brian, siamo in piedi vicino alla finestra e sto cercando di impedire al ragazzo di voltarsi verso di essa, così da impedirle di vedere l'ambulanza, ancora qui sotto, ha la testa appoggiata alla mia spalla e si lascia stringere mentre continua a piangere in silenzio.
"Shh..", mormoro accarezzandogli i capelli, sospiro ricacciando indietro le lacrime che premono per uscire dai miei occhi, ora non posso piangere, devo essere forte per Brian.
All'improvviso sento il corpo del mio amico farsi più pesante, si accascia su di me e io lo stringo più forte cercando di non perdere l'equilibrio, per fortuna Jimmy ha i riflessi pronti e veloce si alza dalla sedia prendendo sia me che Brian prima di una rovinosa caduta, lo prende per un fianco e lo fa sedere sul letto, è completamente bianco in faccia, respira a fatica e le mani hanno appena artigliato il lenzuolo del letto, sembrerebbe quasi sul punto di svenire, mi siedo affianco a lui mentre Jimmy si posiziona davanti a lui e gli mette le mani sulle spalle.
"Brian, calmo...respira, ok così, resta seduto e non muoverti..", si volta verso di me, "Vado giu a vedere se arrivano i ragazzi, dovrebbero essere qui a minuti, appena arrivano vi raggiungiamo"
"Va bene Jimmy, io resto qui con lui, non preoccuparti", rassicuro il batterista che dopo aver lasciato una leggera pacca sulla spalla a Brian esce dalla camera.
Mi volto verso il ragazzo, gli occhi puntati sul pavimento mentre delle lacrime continuano a bagnarli il viso, ha smesso di singhiozzare, ma so che in questo momento vorrebbe solo urlare.
"Sdraiati un attimo", non se lo fa ripetere e con calma si sdraia sul letto, io mi allontano per andare in bagno prendere un'asciugamano e bagnarlo con dell'acqua fredda, torno in camera e mi risiedo sul bordo del letto, vedendo che Brian ha una mano appoggiata sul petto e l'altra lungo un fianco, la testa abbandonata al cuscino e gli occhi socchiusi fissi sul soffitto, inizio a tamponargli la fronte, il collo e il viso con l'asciugamano bagnato e con la mano libera gli accarezzo i capelli cercando di farlo calmare un po', ha smesso di piangere e noto che piano piano il respiro sta tornando regolare, non si muove, sembra che gli abbiano svuotato il cuore di qualsiasi emozione, rimane fermo impassibile.
"Sono rimasto solo alla fine...", la sua voce è bassa e roca a causa del pianto
"Non sei solo Bri, non finchè ci saremo io e i ragazzi"
"Nulla è per sempre..."
"La nostra amicizia sì, non ti abbandoneremo mai, ficcatelo bene in testa, non rimarrai solo Brian, ora più che mai. Appena ti sarai ripreso un po' prendiamo le tue cose e le portiamo da me, ok? Starai da me fin quando lo vorrai, non ti lascio qui. Quindi mettiti l'anima in pace, dovrai sopportarmi ancora più spesso da ora",  mentre dico queste cose i nostri sguardi non si sono abbandonati per un solo secondo e le nostre mani si sono intrecciate, anche se la stretta del ragazzo è debole e posso sentire chiaramente che sta tremando, "Non potrò mai rimpiazzare tuo padre e Suzy, ma io ci sarò sempre Bri"
"Abbracciami.."
Non me lo faccio ripetere e mi piego su di lui appoggiando la testa sul suo petto e lui incrocia le braccia intorno al mio collo, posso sentire il battito accellerato del suo cuore, sembra quasi che debba scoppiare, gli accarezzo un fianco con la mano sentendo il suo respiro infrangersi sui miei capelli. Restiamo così per un tempo che sembra infinito, finchè non sento la sua presa quasi sparire.
"Brian..?"
Nessuna risposta
"Bri.."
Mi alzo quel tanto che basta per vedere che si è addormentato, cerco di alzarmi facendo il più piano possibile per non svegliarlo, ora che finalmente può riposare un po' la mente e non pensare a quello che è successo, mi alzo dal letto e vedo il mio migliore amico girarsi e rannicchiarsi in posizione fetale, sembra un bambino in questo momento, non potendo coprirlo con le coperte decido di prendere una sua felpa e coprirgli almeno il busto e le braccia, gli lascio un lieve bacio sulla fronte ed esco dalla camera socchiudendo la porta.
Scendo le scale per tornare in salotto e poco prima del penultimo gradino la porta di casa si apre, rivelando le figure di Jimmy e dei ragazzi che mi vengono in contro subito.
"Brian?", mi chiede Jimmy preoccupato
"Si è appena addormentato..."
"Tu stai bene?"
"Credo di si Zacky..."
"Vieni, siediti", seguo il consiglio di Matt sedendomi sul primo divano più vicino, mentre vedo Johnny sparire in cucina con Matt, Zacky si siede sul divano di fronte al mio e Jimmy invece si siede affianco a me, improvvisamente mi sento completamente vuota, conoscevo bene Brian e Suzy Haner, erano dei genitori meravigliosi, nonostante Suzy non fosse la madre naturale di Brian, gli ha sempre voluto un gran bene, sia a lui che a sua sorella, Brian non era il padre modello, ma per suo figlio si è sempre fatto in quattro, c'è sempre stato per lui com'è giusto che sia...
Una lacrima mi riga il viso, seguita subito dopo da molte altre, sospiro portandomi una mano sui capelli
"Ehy..", subito Jimmy mi abbraccia, non appena capisce che sto per piangere come non ho avuto coraggio di fare fino ad ora, mi lascio stringere dal ragazzo piangendo sulla sua spalla, mentre sento la sua mano accarezzarmi i capelli
"Sta tranquilla...shh...", mi stringo di più a lui, incapace di rispondere, con la coda dell'occhio vedo Zacky passarsi una mano sugli occhi, sicuramente anche per lui non è facile.
Dopo qualche minuto smetto di piangere ma sento di avere gli occhi rossi e gonfi, sono ancora stretta a Jimmy e lui non ha intenzione di lasciarmi, tornano in sala anche Johnny e Matt che portano una tazza da tè e una coperta, Matt mi porge la tazza fumante mentre Johnny passa la coperta a Jimmy che si limita poi a coprirmi le spalle, rimango appoggiata al torace del batterista mentre cerco di calmarmi.
"Si...si sa come è successo?", domanda Matt rompendo il silenzio
"Non lo so, non abbiamo chiesto...", rispondo con un filo di voce
"Brian cosa farà ora?"
"Starà da me, Zacky..fin quando lo vorrà", sospiro, "Non lo lascio solo"
"Nemmeno noi", afferma Jimmy stringendomi un braccio
Rimaniamo così ancora un po', finisco il tè e poso la tazza sul tavolino posto in mezzo ai due divani, per poi rannicchiarmi sul fianco di Rev, che passa un braccio intorno alle mie spalle stringendomi. La porta di casa si riapre e ad entrare stavolta è mio padre che si avvicina a noi, mantenendo un comportamento composto e rispettabile che lo ha sempre contraddistinto.
"Ciao ragazzi", dice
"Signor Black, è un piacere conoscerla", Matt da buon leader qual'è è il primo ad alzarsi e a stringere la mano a mio padre, presentando poi il resto della band
"Piacere mio di conoscervi, anche se avrei preferito farlo in altre circostanze, e comunque datemi pure del tu", fa una pausa e mi si avvicina, mi accarezza i capelli e poi riprende a parlare, "Hanno avuto un'incidente stradale, gli hanno tagliato la strada, ma ancora non si sa chi sia stato.  Ho già parlato con la polizia, ho detto che mi sarei preso la custodia di Brian, fino a quando non sarà maggiorenne, e nel suo caso manca poco. Direi che qui sono solo di troppo, quindi vi lascio tra di voi, quando volete venite tutti a casa, siete i benvenuti", i ragazzi ringraziano e io saluto mio padre che esce di casa subito dopo.
"Vado a vedere come sta Brian", dico alzandomi dal divano
"Lascialo dormire Heaven, ha avuto una giornataccia", mi ferma Johnny
"Voglio stargli vicino"
"Anche noi, e infatti siamo qui, ma non...Brian", appena sento Johnny dire quel nome mi volto di scatto e vedo il ragazzo scendere le scale e raggiungerci in sala, mi avvicino e gli prendo il viso tra le mani, ha gli occhi tremendamente rossi.
"Ehy..", sforza un sorriso e mi da un bacio sulla fronte, lo abbraccio velocemente e veniamo raggiunti dai ragazzi, che uno ad uno abbracciano Brian.
"Scusate, non vi obbligo a rimanere se avete delle cose da fare"
"Non dirlo nemmeno per scherzo fratello"
"Già, Matt ha ragione, noi stiamo qui"
"Diventeremo la tua ombra se necessario!"
"Bèh Johnny, sei già basso, quindi di norma sei già un'ombra!"
"Fottiti Jimmy!"
Ridacchiamo alla scena dei due che continuano a prendersi in giro di continuo, sento una mano entrare a contatto con la mia, mi volto e Brian mi guarda con quei suoi occhi nocciola fissi nei miei neri.
"Grazie", sussurra in modo che possa sentirlo solo io, mentre sta per abbracciarmi con la coda dell'occhio vedo Jimmy abbassare lo sguardo.
































***
























Sono passate un paio di ore e io e Brian siamo a casa mia, i ragazzi hanno preferito tornare a casa per lasciarci un po' da soli, seppur Jimmy non voleva andarsene, ho aiutato Brian a portare le sue cose nella camera degli ospiti e l'abbiamo messa quasi a nuovo, ora sembra proprio come camera sua, nonostante tutto però abbiamo deciso di dormire assieme per stanotte, non volevo lasciarlo solo e lui non voleva stare solo.
Ci siamo appena sdraiati nel mio letto, io sono vicino al muro, continuiamo a guardarci negli occhi in silenzio, non ci sono parole da dire in questo momento, ma a spezzare questa atmosfera appena creata ci pensa proprio il ragazzo.
"E così, oggi eri con Jimmy"
"Sì, siamo usciti insieme, è stata una cosa improvvisata"
Un secondo di silenzio
"Ti piace?", mi chiede
"Cosa?"
"Jimmy, ti piace?"
"No...si..no non credo...si?", lui ridacchia
"Bèh, vedo che sei abbastanza confusa"
"Perchè me lo hai chiesto?"
Mi fissa negli occhi, non smette di sorridere ma sembra terribilmente serio
"Ho visto come ti guarda, e lo visto anche io abbassare lo sguardo prima, quando ti stavo abbracciando. Sappi solo una cosa, se ti fa soffrire lo ammazzo"
Non riesco a rispondere a queste parole e d'istinto abbraccio il mio amico che ricambia la stretta con forza
"Ti voglio bene Bri"
"Anche io piccola"
Subito dopo lui si addormenta mentre io mi giro verso la finestra, posta proprio sul muro sopra di me, guardo il cielo notturno e subito il mio sguardo viene rapito dalla luna piena, penso alle parole di  Brian e inizio a farmi un sacco di domande, possibile che abbia ragione?
"Buona notte Rev", sussurro prima di addormentarmi























JAMES'S POV

Prima di andare a letto do un'ultima occhiata alla luna. E' così bella e remota, mi ha sempre affascinato, e per chi come me è lunatico dicono che quando c'è la luna piena siamo ancora più fuori di testa, non ci ho mai creduto, ma magari hanno ragione, altrimenti non mi starei facendo delle domande senza trovare alcuna risposta. E io le risposte le ho sempre.
Voglio bene a quella ragazza, ma non so quello che lei potrebbe provare, è tanto legata a Brian, non voglio litigare con lui per una ragazza, credo proprio che prima o dopo ne dovrò parlare con entrambi...o solo con lui...
Mi sdraio a letto, "Buona notte, piccola", mormoro dando un'ultima occhiata alla luna per poi addormentarmi.
























 SPAZIO AUTRICE
Allora! Finalmente un'altro capitolo, sono leggermente di corsa quindi vi chiedo solo, cosa ne pensate? Spero vi sia piaciuto e spero che possiate lasciare una recensione anche piccola! Inoltre volevo informarvi che ho in mente di scrivere un pre-quel per la one-shot You're Mine spero di poterla pubblicare a breve! A presto!!!
 

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Capitolo 8
*** Danger Line ***


"Heaven, Brian! Alzatevi o farete tardi!", la voce di mio padre mi fa svegliare quasi di soprassalto, lancio un'occhiata all'orologio sulla parete sono le 7.15, salto fuori dalle coperte iniziando a correre per tutta la stanza in cerca dei vestiti, riesco a trovare facilmente cosa indossare, optando per un jeans nero, una maglietta nera con lo scollo a V con disegnata sopra la bandiera americana e una felpa degli Slipknot che mi arriva quasi a metà coscia, corro verso il bagno e velocemente mi lavo il viso per poi truccarmi molto molto velocemente, odio iniziare una giornata così ma a quanto pare la sveglia mi ha voluto giocare un bello scherzo...
Finalmente truccata torno in camera per prepararmi lo zaino
"Ragazzi io vado! Ci vediamo stasera!", urla ancora mio padre dal piano inferiore.
"Ciao!", urlo in risposta per poi sentire la porta di casa chiudersi.
Metto nello zaino le ultime cose, ovvero un paio di libri, il mio quaderno da disegno e le cuffiette, recupero il cellulare dal comodino e lo metto in tasca per poi scendere in salotto, entro in cucina e vedo che, per fortuna, la colazione è già pronta, guardo l'ora sul telefono, le 7.30, mi stupisco per averci messo così poco tempo a prepararmi, almeno ora potrò gustarmi la colazione in tranquillità, mentre mi sto per sedere a tavola però noto che qualcosa non torna...dov'è Brian!?
Corro di nuovo al piano di sopra e vedo che la porta di camera sua è ancora chiusa, dannazione, spalanco la porta con la delicatezza di un elefante in una cristalleria e noto subito che la camera è completamente immersa nel buio, a tastoni riesco  a raggiungere la finestra tirando su le tapparelle e scostando malamente le tende.
"Brian! Cazzo alzati! Faremo tardi!", esclamo al ragazzo ancora dormiente, è a pancia in giu con entrambe le braccia nascoste sotto al cuscino, mi avvicino e gli lascio uno scossone continuando a chiamarlo e a ricevere in risposta una calorossissima imprecazione.
"Cristo Heaven, ora mi alzo!", lo prendo dai capelli e glieli tiro, "Ah! I capelli no cazzo!"
"Così impari a svegliarti sempre in ritardo! Muoviti!", mi guarda omicida e si alza di scatto, prendendomi per i polsi e facendomi cadere a letto per poi iniziare a farmi il sollettico.
"Brian! Ahahah no! Ti prego basta!"
"Vendetta!!"
"Scemo!"
Dopo una decina di minuti ci riprendiamo e io torno in cucina, spero solo che faccia in fretta...nel frattempo inizio a gustarmi la mia solita tazza di tè e mangiucchio qualche fetta di pane tostato con la nutella, per fortuna dopo qualche minuto mi raggiunge anche Brian, si è messo i suoi amatissimi jeans strappati, una maglietta bianca con lo scollo a V e le All star nere, il tutto accompagnato da una linea di matita nera che gli contorna gli occhi e un bracciale circondato di proiettili che gli regalai al suo compleanno. Si versa del caffè in una tazza e si siede a tavola vicino a me.
"Odio quando mi svegli così", borbotta
"E' colpa tua, se sentissi la sveglia o anche solo mio padre quando ci chiama non dovresti avere questi bruschi risvegli", rispondo addentando una fetta di pane e nutella
"Sì, ma ci sono modi e modi per svegliarmi"
"E come dovrei fare, scusa?!", mi lancia un'occhiata maliziosa e io in cambio gli tiro uno schiaffetto amichevole dietro la testa
"Brian Elwin Haner Jr. o ti adatti ai miei risvegli o ti ritroverai con sempre meno capelli in testa", lo minaccio
"Non toccare i miei poveri capelli! E non chiamarmi Elwin, sai che odio quel nome", si porta una mano tra i capelli
"Ok....Elwin", ridacchio









































***






























Finalmente arriviamo all'edificio scolastico, ovviamente correndo come dei pazzi, velocemente prendiamo dei libri dagli armadietti e con un saluto veloce corriamo nelle reciproche aule, alla prima ora ho matematica...meraviglioso, l'insegnante già mi odia e sono pure in ritardo! Brian me la pagherà...
Entro in classe sotto lo sguardo attento dell'insegnante
"Ehm, mi scusi per il ritardo, ho avuto qualche problemino", che figura...
"Prego signorina Black, prenda pure posto e mi raccomando, un'altro ritardo e sarò costretta a farla rimanere un'ora in più alla fine delle lezioni"
Brutta strega ma chi si crede di essere...cerco di non pensarci troppo e mi avvio al mio posto, notando che almeno Zacky è già qui, mi siedo e saluto il ragazzo che mi sorride veloce per poi tornare con la testa appoggiata al banco.
Sarà una lunga ora.

Dopo un'ora a sclerare con disequazioni, equazioni e sistemi posso dire di averne abbastanza, finalmente il suono della campanella mi annuncia che questa lezione infernale è finita e io e Vee siamo liberi di uscire.
"Ho il cervello fuso", si lamenta il ragazzo
"Ma se hai dormito tutta l'ora?"
"Si, ma non avevo i tappi alle orecchie, e per mia sfortuna ho sentito tutta la lezione"
"Odio quell'insegnante..."
"Già non me ne parlare, ma come mai eri in ritardo?", mi chiede mentre mi avvio al mio armadietto
"Colpa di Brian, si è alzato tardi", ammetto
Zacky apre il suo armadietto per poi buttarci dentro i libri di matematica, è stata una sorpresa fantastica quando abbiamo scoperto che tutti abbiamo gli armadietti vicini, così con la scusa del cambio d'ora possiamo vederci anche solo per un saluto.
"Si è ripreso un po' dal funerale?", mi chiede Vee all'improvviso
"Penso di si, non ne abbiamo più parlato, delle volte la notte lo sento urlare, ma il mattino dopo non ne parla mai"
"Ci vorrà del tempo"
Veniamo interrotti dall'arrivo di Matt e Jimmy che mi salutano calorosamente
"Allora, cosa facciamo oggi?", chiedo ai ragazzi
"Noi dovremmo provare, sono tre giorni che non lo facciamo, ovviamente per rispetto a Brian", ammette Matt
"Ci troviamo a casa mia dopo scuola, loro vengono direttamente con me, voi cosa fate?"
"Penso che Brian debba andare a casa per prendere la chitarra"
"Posso accompagnarvi in macchina, facciamo prima"
"Ok Jimmy, per me va bene"
"Allora ci vediamo alla fine delle lezioni"
"A dopo ragazzi"
Ci salutiamo e tutti andiamo nelle reciproche aule, ora ho arte, finalmente posso riposare un po' la mente da tutti quegli odiosi numeri.









































***







































Come da programma a fine mattinata ci siamo trovati tutti sul muretto fuori da scuola, all'appello mancano solo i due chitarristi, spero non si siano fatti mettere in punizione. Siamo a metà dicembre e finalmente tra pochi giorni inizieranno le vacanze natalizie, così possiamo prenderci tutti una pausa e i ragazzi potranno concentrarsi di più sulla band.
"Ragazzi!", ci giriamo tutti di scatto vedendo Zacky correre a perdi fiato verso di noi.
"Ehy Zee! Respira cazzo!"
"C'è un problema!", dice Zacky con ancora il respiro affannato, "Venite con me presto!"
"Zacky calmati, che problema c'è?", gli chiede Matt alzandosi dal muretto
"Brian, è stato bloccato da Danny e il suo gruppo di idioti, stanno per far saltare una rissa!"
Un colpo.
Iniziamo a correre dietro a Zacky e in poco tempo arriviamo nel giardino della scuola, c'è un sacco di gente tutta ammassata a cerchio e si sentono urla di incoraggiamento e insulti a non finire, Matt e i ragazzi si fanno spazio tra la folla e io non posso far altro che seguirli, quando riusciamo ad arrivare al centro della mischia avrei preferito non guardare.
Brian è a terra con il naso sanguinante e il labbro spaccato mentre cerca di scrollarsi di dosso Danny, seduto a cavalcioni su di lui che continua a lasciargli dei pugni sul torace e sul viso, vedo Jimmy e Matt, che nel gruppo sono i più grandi e forti, che si buttano sui due riuscendo a separarli, seppur con qualche difficoltà, Matt inizia a prendere a pugni Danny, mentre Jimmy aiuta Brian ancora steso a terra.
"Forza stronzi non c'è nulla da vedere!", urla Jimmy alla folla che poco a poco inizia ad andarsene, Zacky intanto cerca di fermare Matt, che sembra abbia deciso di uccidere Danny a forza di pugni.
"Tocca di nuovo uno di noi e ti ammazzo!", gli urla contro Matt
"Basta Matt, lascialo", Zacky aiutato da Jimmy riesce a separare i due
"Non credete sia finita così", borbotta Danny rivolgendo uno sguardo glaciale ai tre, passa vicino a Brian, ancora steso a terra che cerca di riprendere un po' di respiro, quando all'improvviso si gira e gli tira un calcio sullo stomaco facendolo gemere di dolore e piegarsi in posizione fetale per proteggersi, Jimmy scatta e tira un pugno sullo zigomo e uno sullo stomaco a Danny che subito dopo scappa.
Ci avviciniamo a Brian che non la smette di tossire.
"Cazzo, Bri dimmi che stai bene!"
Non risponde, cerca di alzarsi sui gomiti ma non ce la fa, Jimmy gli si avvicina prendendolo per un fianco e tirandolo su, stando molto attento a non fargli male, appena in piedi Brian si volta di poco per sputare del sangue accumulato in bocca.
"Cristo, andiamo a casa mia forza"






















































***
































Arrivati a casa di Jimmy, scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo in salotto, mentre Jimmy e Brian salgono le scale per andare in bagno, possibile che non abbiamo un secondo di pace ultimamente?
E poi ho la pessima sensazione, che non sia davvero finita...












 SPAZIO AUTRICE
Perdonate il finale netto ma vado troppo di fretta, devo correre al pronto soccorso per una visita e se non mi muovo faccio tardi!!
Mi raccomando lasciate una recensione e ricordatevi che vi voglio bene a tutti lettori!!!

 

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Capitolo 9
*** Try again ***


  BRIAN'S POV

Arrivati davanti a casa Sullivan i ragazzi scendono dall'auto di Jimmy e iniziano ad entrare in casa mentre quest'ultimo si ferma ad aiutarmi, come metto i piedi fuori dalla macchina sento un giramento di testa improvviso mentre il sangue continua a colarmi dal naso e dalla bocca, reprimo un conato di vomito e vedo il ragazzo dagli occhi cristallini avvicinarmisi e farmi passare un braccio intorno al suo collo mentre con la mano mi cinge un fianco per farmi stare in piedi, gemo di dolore quando, involontariamente, mi tocca nel punto in cui quel figlio di puttana mi ha tirato un calcio.
Entriamo in casa e vedo chiaramente che Matt sta salendo al piano di sopra mentre Heaven e Zacky stanno preparando qualcosa di veloce da mangiare per pranzo e Johnny è davanti allo stereo in cerca di un cd. Con l'aiuto di Jimmy salgo le scale e poi vengo scortato fino al bagno, abbastanza grande da sembrare una vera e propria camera, al suo interno si trovano due lavandini uniti e sopra questi uno specchio abbastanza grande da poterci far specchiare almeno tre persone insieme, sotto al lavandino un mobile color crema, sulla destra c'è un box doccia molto ampio e in fondo alla stanza, sotto un'enorme finestra, si trova una vasca, vista da così mi sembra una vasca ad idromassaggio, le pareti sono scure, ma invece di inquietare quest'ambiente trasmette una tranquillità assoluta, inizio a pensare che potrei prendere in considerazione di trasferirmici in questo bagno.
Rev mi fa sedere sul bordo della vasca mentre vedo anche Matt entrare nel bagno e porgergli degli asciugamani e una maglietta, vorrei potergli dare una mano o anche semplicemente darmi una sistemata da solo ma non ne sono in grado, la testa ha iniziato a fare sempre più male e non so nemmeno quanto sangue posso aver perso, giuro che se quello stronzo mi ha rotto il naso andrò a fargli una visitina.
Vedo Jimmy bagnare una delle asciugamano con dell'acqua, indubbiamente fredda mentre Matt mi si avvicina e mi aiuta a togliermi la maglia zuppa marcia di sangue.
"Cristo, Jimmy veloce o questo ci muore per dissanguamento", borbotta Shadows uscendo poi dal bagno e portandosi via la mia maglia.
Jimmy mi si avvicina e si piega di poco su di me per farmi alzare il viso, mi porge la asciugamano e mi intima di portarla vicino al naso, nella speranza che smetta di sanguinare, nel frattempo con una spugnetta presa dal box doccia e imbevuta con dell'acqua inizia a pulirmi il collo dal sangue, che inizia ad incrostarsi sulla pelle.
"Perchè lo stai facendo Jimmy? Posso fare da solo"
"Non sei in grado di camminare e credi di poter fare da solo?"
"Non sei obbligato ad aiutarmi"
"Sei mio fratello, se non ti aiuto io chi dovrebbe farlo? Sai che a Heaven da fastidio l'odore di sangue"
Non ribatto decidendo di lasciarlo fare. Sei mio fratello, non posso dargli torto, dalla prima volta che lo visto ho sentito qualcosa che non potrei spiegare a parole.
Una sensazione? Forse
Sì, credo di poterla definire così, una di quelle sensazioni che si provano solo con determinate persone, mi sento legato a questo ragazzo più di quanto non mi sia sentito legato a nessun altro. E' un rapporto particolare, è il mio migliore amico, il mio batterista, mio fratello.
La gente ci definirebbe come due corpi e una sola anima e forse è così.
Dal primo momento ho sentito che mi sarei potuto fidare ciecamente di lui, e lo fatto, ci conosciamo da pochi mesi, ma a me sembra di conoscerlo da una vita, potrei definirlo davvero come una parte di me, forse il nostro incontro è stata la cosa più bella che mi sia capitata, oppure una delle poche, con lui non mi vergogno di essere me stesso, perchè anche lui non si nasconde dietro una maschera quando è con me, io lo conosco per davvero, eppure ci sono così tante cose che ancora ignoro. Quegli occhi cristallini sono in grado di stregare una persona in meno di due secondi. Dopo che li hai visti non ne puoi più fare a meno. Ci sono poche parole che posso usare per spiegare quello che provo per questo ragazzo, ma purtroppo non le trovo.
Semplicemente noi siamo Jimmy e Brian, e sento che la nostra amicizia non finirà mai.
"Ok amico, ho fatto", la sua voce mi riporta alla realtà e vedo che si avvicina al lavandino per lanciarci dentro la spugnetta zeppa di sangue, subito dopo anche io ci lancio l'asciugamano, dato che il naso ha finalmente smesso di sgorgare sangue come se fosse una fontana, vedo il ragazzo tirare fuori dal mobiletto un kit medico, lo poggia sul ripiano del lavandino e ne estrae una botticina di acqua ossigenata e del cotone, subito seguiti da un paio di cerotti.
"Ti ha ridotto davvero male, come ti senti?"
"Posso dire di non sentirmi più la faccia", rispondo sbuffando mentre lo vedo bagnare il cotone con l'acqua ossigenata e iniziare a tamponarmi sia il sopracciglio destro che il labbro inferiore
"Perchè non ti sei difeso?  Scommetto che avresti potuto stenderlo, anche se è il doppio di te", ridacchia
"Diciamo che Danny è uno che sa giocare con le parole.."
"Non ti seguo"
"Ci siamo urtati in corridoio, non mi sono fermato a chiedergli spiegazioni, non ne avevo voglia, stavo per raggiungervi quando mi si è parato davanti, nel giardino, ha iniziato a dirmi che dovevo chiedergli scusa in quanto lo avevo spintonato, rifiutai sapendo che è stato l'esatto opposto, cercai di allontanarmi ma prima che me ne accorgessi mi aveva già tirato un pugno sullo stomaco, stavo per rispondere con la sua stessa moneta quando...", sospiro e vedo Jimmy finire di mettermi il cerotto sul sopracciglio.
"Quando...?", mi intima di continuare, abbasso lo sguardo
"...quando ha tirato in mezzo mio padre, ha iniziato a dirmi che se non ci fossi io non sarebbe mai accaduto quello che è successo, che per lui ero solo un peso e che ora sicuramente sarà felice, dato che non mi ha più tra i piedi...so che non dovrei dar peso a quelle parole, io so la verità non lui, ma in qualche modo è riuscito a ferirmi. Mi sono bloccato e subito dopo me lo sono ritrovato addosso...vidi Zacky con la coda dell'occhio e poi subito dopo voi..."
"Brian non dargli retta, quello che è successo non è stata colpa tua, non devi nemmeno pensare una cosa del genere"
"Lo so Jimmy. Ma fa male...", sospiro ancora poggiando i gomiti sulle ginocchia e posizionandomi le mani davanti al viso, sento le lacrime premere per uscire ma decido di chiudere gli occhi, non voglio farmi vedere piangere, so che con Jimmy non dovrei vergognarmi ma l'orgoglio è una brutta bestia.
"Brian...", mi posiziona una mano sulla spalla e si inginocchia per essere alla mia altezza, ha già capito tutto.
Alzo lo sguardo su di lui, mostrando i miei occhi lucidi e sento già qualche lacrima iniziare a scivolare frantumandosi sul pavimento, subito una mano del batterista si posiziona sulla mia nuca, mi avvicina a lui e mi lascia appoggiare la testa sul suo petto, mi abbraccia mentre io gli artiglio la maglia con le mani.
"Avanti, sfogati, siamo solo noi"
Nemmeno finisce la frase che mi libero in un pianto isterico, vengo scosso da brividi e dai singhiozzi, mi lascio stringere sempre di più dal ragazzo senza provare alcun tipo di vergogna per questo contatto, inizia ad accarezzarmi leggero i capelli e si dondola debolmente, cullandomi come se fossi un bambino in preda ad un incubo.
"Shh...va tutto bene, ci siamo noi con te", mi consola di continuo e dopo una decina di minuti mi calmo, ma non mi sposto dalla mia posizione.
Mi lascia stare per ancora qualche secondo mentre continua a passarmi la mano tra i capelli, è una delle poche persone che sa che questo gesto è sempre in grado di calmarmi.
"Ci sei?", annuisco piano, "Vuoi andare dagli altri?", sospiro e mi stacco dal petto del mio amico, mi alzo dal bordo della vasca, leggermente barcollante e mi avvicino al lavandino aprendo l'acqua, mi sciacquo la faccia e quando alzo lo sguardo verso lo specchio quasi mi viene un'infarto nel vedere come sono ridotto.
I capelli sono completamente stravolti, il trucco è colato a causa delle lacrime e delle goccie d'acqua che non mi preoccupo di asciugare, il labbro inferiore è spaccato così come il sopracciglio sinistro, sullo zigomo destro ho un segno rosso che so presto diventerà viola, passo lo sguardo sul torace notando solo qualche graffietto e mi innervosisco nel vedere che al fianco destro ho un segno violaceo che prende quasi tutto il fianco e parte del ventre.
"Bastardo", sussurro quasi in un ringhio
"Vado a prendere la mazza", mormora Jimmy quasi felice
"No, niente mazza, tempo al tempo"
"Cosa? Quello quasi ti fa finire all'ospedale e tu non vuoi andare a prenderlo a casa!?"
"Esatto, non è nel mio stile fare di fretta le cose"
"Mh, vendetta a lungo termine, direi che ci può stare", sghignazza
Sorrido beffardo e mi metto la maglia che mi porge Jimmy, assicurandomi che metterà a lavare la mia prima di ridarmela.
"E comunque, la prossima volta che ti decidi a far scoppiare una rissa, sii almeno cortese dall'invitare anche noi!"
"Ma vaffanculo Rev!"
Usciamo dal bagno ridendo come stupidi.















Raggiungiamo i ragazzi in salotto che come mi vedono iniziano a farmi domande del tipo 'Quando andiamo a prenderlo?' e 'Fossi in te gli farei mangiare il suo stesso cazzo a suon di sberle', devo ammettere che mi sento bene a sapere di avere degli amici così, che seppur la situazione non è delle migliori trovano sempre il modo di sdrammatizzare.
"Ma Heaven?", chiede all'improvviso Jimmy
"Oh, è in cucina, sta preparando il pranzo per tutti", dice tutto felice Johnny
"Ma siete delle bestie! L'avete lasciata sola a fare tutto!", li rimprovera il batterista
"In realtà ci ha cacciato lei, Zacky continuava a mangiare ogni cosa che gli capitava sotto il naso"
"Ehy Matt ora non dare la colpa a me, è anche colpa di te e Johnny che vi lanciavate la farina!"
"Zitto porchetta"
"Ah basta, vado a vedere se ha bisogno di una mano, non muovetevi da lì voi tre e, Brian, siediti e sta fermo, sei ancora troppo a corto di sangue", ordina Rev
"Va bene, possiamo giocare a Call of Duty?", lo supplica quasi Matt
"Si, basta che non mi distruggete il salotto come l'ultima volta!"
"Fuck yeah!", urlano in coro Matt, Zacky e Johnny mentre io mi limito a sedermi sul divano e Jimmy sparisce in cucina.


























































































***






























































 JIMMY'S POV

Giuro che se mi distruggono di nuovo il salotto li uccido, sono i miei migliori amici e compagni di band, ma quando si tratta di giocare a quello stupido gioco impazziscono, soprattutto Matt.
Entro in cucina di soppiato, chiudendomi piano la porta alle spalle, vedo Heaven trafficare con un coltello che sta usando per affettare delle fette di carne mentre ogni tanto lancia un'occhiata alla pentola piena d'olio sfrigolante sul fornello, vedo che posa il coltello e decido di avvicinarmi.
"BUH!", urlo prendendola per i fianchi seguito da un suo urlo, scoppio a ridere come un pazzo mentre lei si gira verso di me terrorizzata.
"James Owen Sullivan! Come ti permetti a farmi uno scherzo del genere!?", mi urla contro
"E' stato troppo divertente!", dico tra le risate, lei mi guarda lasciando le braccia lungo i fianchi e subito dopo inizia a ridere anche lei, adoro la sua risata e poi il suo sorriso è qualcosa di unico, ci calmiamo poco dopo cercando di riprendere fiato e apro il frigo prendendo due birre che velocemente stappo porgendogliene una.
"Ti amo lo sai vero", mormora prendendo la bottiglia e bevendone una gran sorsata, lasciandomi con una faccia da pesce lesso, "Che c'è?"
"Oh, nulla, solo, ...non mi era mai capitato di vedere una ragazza che si avventasse così su una bottiglia di birra", ridacchio bevendo anche io
"Ci sono tante cose di me che non sai ancora, James", l'uso del mio nome di battesimo mi fa insospettire, ridacchia per poi ritornare sui fornelli, la vedo buttare nell'olio bollente i pezzi di carne mentre mi accorgo solo ora che il forno è acceso e al suo interno posso intravedere una teglia con delle patatine.
"Perchè le hai fatte al forno?", chiedo quasi sconcertato
"Perchè non trovavo una padella adatta, e poi sono buone lo stesso"
"Mh"
"Non fare 'mh', mi sono dovuta arrangiare, dovresti fare la spesa", si volta verso di me e mi si avvicina
"Si mamma", mi da uno schiaffetto sul braccio e io le pizzico un fianco, quanto vorrei stringerla tra le mie braccia e dirle quello che provo, magari ora potrei anche riuscirci, infondo siamo da soli e i ragazzi sono troppo presi dal gioco per disturbarci.
Si volta di nuovo verso il piano cottura togliendo le fette di carne impanata pronte per poi metterne altre due a cuocere, decido di tentare e mi allontano dal bordo del tavolo sul quale mi ero appoggiato, mi avvicino e le cingo i fianchi con le braccia appoggiando la testa sulla sua spalla, sono obbligato a piegarmi leggermente per arrivare alla sua altezza.
"Jimmy, che fai?", mi domanda senza voltarsi
"Abbraccio una persona che adoro, non posso?", chiedo quasi titubante
"Sì, puoi", porto le mani sul suo ventre e subito dopo sento le sue posarsi sulle mie stringendole appena, tira indietro la testa appoggiandola sulla mia spalla, con l'indice inizio a disegnare dei piccoli cerchietti sulla stoffa della sua maglia, non dice nulla e questo mi porta a continuare, respiro a fondo il suo profumo, sa di menta ed è fresco, decisamente inebriante, mi impongo di dirle la verità, è la cosa più giusta da fare.
"Heaven..", la chiamo
"Dimmi"
"Ecco...io..."
"Tu..?"
Avanti James tira fuori le palle!
"Heaven io...si bèh..insomma..."
Andiamo James!!
"Jimmy.."
"Heaven io ti.."
"Allora è pronto il pranzo!! Sto morendo di fame!!!"
Non ce l'ho fatta, maledetto Zacky Vengeance il tuo fottuto stomaco non poteva aspettare ancora un po'!?
Ci separiamo velocemente prima dell'irruzione dei  ragazzi in cucina.
Coraggio Jimmy, sarà per la prossima volta.
























SPAZIO AUTRICE
Aggiornato! Mamma mia finalmente sono riuscita a terminare questo capitolo! Sono stata sommersa di cose da fare e finalmente ho trovato un momento per dedicarmi alla storia!
Allora, Jimmy si stava per dichiarare a Heaven ma è venuto interroto dallo stomaco di Zacky Baker ....quel ragazzo verrà ucciso prima o poi! Brian ha passato un momentaccio (si amo quel ragazzo) e sicuramente nei prossimi capitoli vedrete la sua dolce (giuro molto dolce) vendetta!
Spero che quest ff vi piaccia e spero in una vostra recensione anche in questo capitolo! Vi ricordo che se volete contattarmi mi trovate su facebook come Mara Synyster Gates e se volete leggere anche questa storia su Wattpad mi trovate come @heaven6661 se mai voleste seguirmi potete trovarmi anche su Instagram come heaven6661vengeance non siate timidi e fatevi avanti, mi fa sempre piacere parlare con voi lettori!
Per il resto è tutto e noi ci leggiamo al prossimo capitolo! Un bacio dalla vostra...

-Maraforevergates

 

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Capitolo 10
*** A little piece of Heaven ***


JIMMY'S POV

Dopo il pranzo abbiamo deciso di spostarci di nuovo in salotto per qualche minuto, sono riuscito a perdonare Zacky per aver rovinato un momento che sarebbe stato conclusivo nel capitolo 'Dichiarati a Heaven', ma non sono riuscito a perdonare me stesso, se non mi fossi messo a balbettare come uno sfigato a quest'ora, forse, lei saprebbe dei miei sentimenti. C'è un pizzico di ironia in tutta questa storia, infondo cosa succederebbe se una volta fatto e dichiarato lei mi dicesse che non ricambia? Sono sicuro che potrei sopportarlo ma...ma che cazzo dico? No che non potrei sopportarlo.
Quella ragazza mi ha preso completamente, saranno i suoi modi di fare, così innocienti, così spontanei, saranno quegli occhioni neri che mi incantano ogni volta che incrociano il mio sguardo, sarà la sua vivacità o semplicemente la sua presenza, non lo so, ma sento di non poterne più fare a meno. La voglio, la voglio come non ho mai voluto nessun'altra ragazza, non so se definire tutto questo amore, non l'ho mai provato con nessuna, le ragazze che ho frequentato sono state semplicemente di passaggio, non mi sono mai impegnato con nessuna e mi meraviglio di me stesso per iniziare a provare qualcosa di più dalla semplice voglia di una notte e via.
So che con questa ragazza potrebbe essere diverso, nutro un forte istinto di protezione nei suoi confronti anche se non glielo mai fatto notare, spesso mi sono addormentato pensando a lei, pensandola accanto a me, popola la mia mente anche mentre suono e non è da tanti, visto che quando suono mi dedico anima e corpo alla mia batteria. Forse è anche per questo motivo che provo qualcosa di decisamente forte per lei, è riuscita a fottermi completamente il cervello.
La guardo mentre scoppia a ridere per una battuta di Johnny, ride insieme agli altri e mi sento quasi uno stupido, se in questo momento mi guardasse capirebbe subito che la sto osservando da minuti interi, forse da ore, e finirei per fare davvero la figura dell'idiota innamorato.
Ed è quando la vedo stringersi a Brian che il mio cuore perde un battito.
Già, Brian.
Non ho ancora capito se tra quei due c'è qualcosa, nonostante affermino costantemente che sono solo migliori amici. Non potrei mai odiare Brian, se Heaven preferisce lui a me sicuramente ci saranno milioni di motivi, lui non sa di quello che provo per la ragazza quindi non potrei nemmeno urlargli contro 'Ehy toglile le mani di dosso' e francamente non credo ne sarei in grado.
"Credo che andrò a fumare una sigaretta", dice Brian alzandosi dal divano e recuperando dalla tasca dei suoi jeans un pacchetto di sigarette, forse potrei...
"Ti seguo a ruota!", affermo alzandomi a mia volta
"Che ne dite se dopo facciamo un po' di prove?", ci domanda Matt prima che potessimo uscire dal salotto
"Direi che è un'ottima idea Shadows", affermiamo
Guido Brian fino al giardino sul retro aprendo la porta finestra e andando a sedermi sul prato.
"Cazzo, Jimmy ma hai una casa davvero enorme!", urla quasi Haner fissando la piscina
"Si bèh, diciamo che mi piace stare comodo, e poi non è nulla di che", ridacchio
"Mi stai prendendo in giro? Un salotto enorme, una cucina che è quasi la metà della sala, tre camere, di cui una tua e due degli ospiti, un bagno che farebbe da quarta camera da letto, la soffitta, il garage e un giardino con piscina, e questo per te sarebbe un 'non è nulla di che'!", dice imitando alla fine il mio tono di voce.
Scoppiamo a ridere e poi iniziamo a fumare con calma le nostre sigarette.
"Come va il fianco?", gli chiedo rompendo il silenzio
"Molto meglio, adesso riesco a respirare e a muovermi come prima almeno"
"Hai fatto preoccupare parecchio Heaven", nomino la ragazza nella speranza di aprire l'argomento
"Già, si preoccupa sempre molto per me, sopratutto quando va a finire che mi faccio male"
"Ti vuole molto bene"
"Sì, molto"
"C'è mai stato qualcosa in più dell'amicizia?", chiedo quasi con una punta di ansia nella voce, lui ridacchia per un secondo
"No, non c'è mai stato nulla, ci conosciamo da una vita, abbiamo dormito molte volte nello stesso letto, ma non l'ho mai toccata, non potrei farlo, le voglio troppo bene per farla soffrire e tutti sanno che non sono troppo affidabile in amore, se di questo si può parlare. No, per lei nutro solo tanto affetto"
Sospiro di sollievo a queste parole ma un'altra domanda mi attanaglia la mente, e forse è la più importante.
"E lei cosa ne pensa?", Brian non risponde subito e questo, in parte, mi fa preoccupare
"James, devi dirglielo"
Cazzo
"Dirle cosa?", rispondo vago
"Quello che provi, lo capito sai, ho visto come la guardi"
Beccato, non ti resta che dire la verità almeno a lui Jimbo
"Non so come spiegarti quello che provo per lei, credo sia amore, ma forse è qualcosa di ancora più forte, non sono una persona troppo sentimentale, non lo sono mai stato, eppure non riesco a fare a meno di quella ragazza", ammetto
"E' bello quello che hai detto. Sai, conosco Heaven da tanti anni, non ha mai frequentato nessuno per più di tre giorni, diceva che erano tutti troppo perfetti per lei, Heaven è una delle poche ragazze in questo mondo che non cerca la perfezione, cerca le persone pazze quanto lei, cerca un ragazzo di cui potersi fidare senza mai dubitarne, cerca un ragazzo con cui possa essere davvero se stessa, cerca un ragazzo da cui non si debba vergognare ad ammettere che ama bere litri di birra e scatenarsi ad un concerto per poi il giorno dopo vestirsi elegante e andare ad una cena di lusso, cerca quello che per molte altre ragazze sarebbe un pazzoide uscito di galera", si volta a guardarmi, "E credo che tu potresti fare al caso suo"
"Non so nemmeno cosa prova per me, Brian, come potrei dimostrarle quello che provo?"
"Sii te stesso Jimmy, a lei piace la sincerità di una persona, e ti assicuro che non c'è bisogno di comprarle mazzi di rose e peluche enormi con su scritte le classiche parole sdolcinate e da diabete per farla innamorare. E poi a lei piaci già, che mi prenda fuoco la chitarra se dico il falso", sorride incoraggiandomi
"Davvero?"
"Non lo mai vista guardare nessuno come guarda te, diglielo, è giusto che lo sappia e poi faresti del bene anche a te stesso!"







































































***
































































Il discorso di Brian in qualche modo è riuscito a farmi aprire gli occhi, voglio far capire a Heaven quello che provo per lei e quando sarà il momento giusto glielo dirò.
E' più di due ore che io e i ragazzi proviamo, abbiamo suonato delle cover e anche dei nostri brani, mentre Matt e Heaven hanno addirittura improvvisato un duetto, non l'avevo mai sentita cantare e posso affermare che ha una voce bellissima, Brian e Zacky stanno ancora strimpellando qualcosa mentre Johnny, Matt e Heaven stanno parlando di come poter far girare il nome della nostra band, all'improvviso mi viene in mente un'idea.
Guardo la ragazza intenta ad esporre un piano a Matt e come un fulmine a ciel sereno mi viene in mente una melodia, un testo e una buona dose di follia pura. Ma dopo tutto, devo essere me stesso no?
"Brian, Zacky, potete darmi una mano?", chiedo ai due chitarristi, che incuriositi mi si avvicinano, gli spiego la mia idea mentre anche gli altri tre, vedendoci parlottare, si sono avvicinati
"Ok Rev, quando vuoi"
Batto con le bacchette per contare il tempo e poi inizio a suonare, Brian e Zacky hanno capito in pieno la mia idea e la stanno mettendo in pratica egregiamente.
"Ehy Rev, ma cos'è?" domanda curioso Matt mentre posso notare un bagliore nei suoi occhi
"Before the story begins, is it such a sin, for me to take what's mine, until the end of time", intono continuando a suonare, Matt mi guarda sempre più curioso mentre Johnny ha già afferrato il basso e ha iniziato a dare una base, Heaven fissa ogni mio movimento attenta e ascolta con cura le mie parole.
"Our love had been so strong for far too long, I was weak with fear that something would go wrong, before the possibilities came true, I took all possibility from you", continuo a canticchiare mentre vedo Matt iniziare ad appuntarsi le parole su un foglio e quando mi volto verso Heaven il suo sguardo è decisamente unico.
"Must have stabbed her fifty fuckin' times I can't believe it! Ripped her heart out right her eyes, eyes over easy!", canto questa frase senza staccare lo sguardo dal suo, continuo a suonare la batteria e non c'è bisogno che la guardi mentre lo faccio, vedo sul viso della ragazza un pizzico di terrore misto a qualcosa di più profondo, esattamente la reazione che volevo.
"Cause I really always knew that my little crime would be could, that's why I got a heater for your thighs", sorride quasi maliziosa per poi ghignare accompagnata da Matt, "And I know, I know it's not your time, but bye bye, in a world to the wise when the fire dies, you think it's over but it just begun. Baby don't cry", ci guardiamo negli occhi, "You had my heart, at least for the most part, cause everybody's gotta die sometime, we fell apart, let's make a new start. Cause everybody's gonna die sometimes, yeah yeah, but baby don't cry", finisco di cantare per poi ricevere urla di approvazione da parte dei ragazzi
"Cazzo Jimmy! Questa si che è roba forte!", urla Zacky entusiasto
"Concordo con Vee! Come cazzo ti è venuta?"
"Non lo so Matt, ho avuto l'ispirazione giusta", rispondo al mio cantante, anche se nel farlo il mio sguardo non ha abbandonato quello della ragazza che ora mi sorride abbassando lo sguardo.



































SPAZIO AUTRICE
WOW COME HO AGGIORNATO IN FRETTA! Bene, finalmente Jimmy si è confidato con Brian che gli ha dato un paio di dritte e finalmente il nostro Rev ha partorito l'idea di A Little Piece Of Heaven! Che come voi tutti sapete quella canzone è davvero frutto della mente del nostro meraviglioso batterista, e sono sicura che ognuno di voi conosca quel testo meglio del suo nome e cognome!
Mi raccomando RECENSITE altrimenti mi offendo!
Alla prossima!!!
     

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Capitolo 11
*** I'm here ***


"Va bene ragazzi, direi che è meglio se noi due andiamo", dico quasi dispiaciuta ai ragazzi mentre Brian mi si affianca
"Di già?", chiede Johnny con una faccia da cucciolo
"Sì, ho detto a mio padre che saremmo arrivati prima che facesse buio e manca davvero poco", guardo fuori dalla finestrella del garage e posso notare che il cielo sta già iniziando a tendere sul grigio
"Va bene, allora ci vediamo domani"
"Davanti al muretto come sempre?", chiede Matt
"Certo", rispondiamo in coro io e Brian.
Fatti i saluti veniamo accompagnati fino alla porta di casa da Jimmy.
"Allora a domani, e mi raccomando Brian, non farti uccidere mentre tornate a casa, mi servi vivo"
"Tranquillo Rev, ci penso io a lui"
"Tienilo d'occhio, questo bambinetto ha bisogno di una baby-sitter"
"Smettetela di sputtanarmi come se non ci fossi", borbotta il diretto interessato mettendo su il broncio
"Puro amore, Haner", gli schiocco un bacio sulla guancia per poi fare la stessa cosa con James.
"Ciao gigante"
"Ciao piccola".


Arriviamo a casa giusto in tempo per l'arrivo di mio padre, lasciamo le giacche sull'appendiabiti e saliamo nella mia camera buttandoci, come sempre, sul letto dopo aver lanciato le cartelle vicino alla scrivania. Brian si toglie le scarpe e si sdraia sul letto mentre io mi ci siedo affianco a gambe incrociate.
"Sono distrutto"
"Hai ancora tanto male?"
"Va e viene"
Gli prendo il viso tra le mani guardandogli lo zigomo dove un segno violaceo non può non essere notato
"Se papà chiede digli che hai sbattuto in un'angolo...", borbotto
"Così mi prende per uno stupido che non guarda dove cammina"
"E' quello che fai alla fine"
"Ehy!", inizio a ridere mentre il mio amico inizia a farmi il solletico, in poco tempo le posizioni si invertono e io mi ritrovo sdraiata sul letto a ridere fino alle lacrime e Brian in ginocchio che continua a solleticarmi i fianchi e il collo, ride anche lui e solo ora mi rendo conto che sono giorni che non lo sento più ridere così, in modo semplice e spontaneo.
"Bri! Bri ti prego! Basta!", prego il ragazzo continuando a ridere e lui, per fortuna, si ferma, tornando seduto sul letto, rimango sdraiata cercando di riprendere il respiro e dopo un paio di minuti mi riprendo.
"Siete stati bravi oggi"
"Grazie, con Matt avete trovato un modo per far girare il nostro nome?"
"Mi sono venute in mente un paio di idee, contando che siamo vicini a Natale", sorrido
"E quindi? Vorresti farci andare di casa in casa a cantare?", mi guarda sbarrando gli occhi
"Ma no scemo, la scuola organizza la festa di Natale, potremmo organizzarci e improvvisare un piccolo live"
"Non è una brutta idea"
"Lo so, in fondo è venuta a me"
"Vanitosa"
"Sì, e anche molto", continuo a vantarmi con un sorrisetto soddisfatto
"Heaven, che ne pensi di Jimmy?", mi chiede di punto in bianco Brian, cambiando radicalmente discorso
"Perchè me lo chiedi?"
"Non si risponde ad una domanda con una domanda"
"Mi sembra una domanda più che logica la mia, l'ultima volta che mi chiesi una cosa del genere sei uscito di casa correndo e sei andato a picchiare il ragazzo che mi faceva la corte", ribatto sedendomi di nuovo anche io di fronte a lui
"Dovevo, aveva intenzioni troppo serie"
"Eravamo alle elementari Brian!"
"Aah tutte scuse! Avanti rispondi alla mia domanda, non toccherò Jimmy nemmeno con un dito, te lo giuro", dice mettendosi la mano sul cuore, ci sorridiamo e poi mi decido a rispondergli.
"Lo trovo una persona interessante, è un bel ragazzo, simpatico, c'è sempre per i suoi amici..."
"Ti piace?", alla domanda del ragazzo mi blocco un'attimo, penso a Jimmy, a quello che provo quando mi sta vicino, a quello che mi trasmettono i suoi occhi quando mi guarda
"Si", rispondo senza pensarci troppo, "Sì, mi piace molto, come persona, come musicista. Mi piace che sia sempre se stesso, è abbastanza pazzo da bastarmi per tutta la vita e credo che averlo conosciuto sia stata una grande fortuna, mi piacerebbe frequentarlo ehm...di più ecco"
Brian mi sorride sincero e mi abbraccia, lasciandomi un bacio su una tempia, "Sono felice per te"
"Che vuoi dire?"
"Nulla in particolare", schiva il discorso
"C'è qualcosa che mi nascondi?"
"Tempo al tempo", ci stacchiamo e con le dita della mano inizio a giocare con le sue, fin da piccoli mi è sempre piaciuto farlo.
"Ragazzi sono a casa!", la voce di mio padre risuona in casa e noi scendiamo dal letto per scendere in salotto
"Ciao papà", lo saluto con un bacio sulla guancia e un abbraccio come sempre
"Ciao bimba, Brian", saluta il ragazzo scompigliandogli i capelli, "Che hai fatto in faccia?"
Io e Brian ci guardiamo per un secondo non sapendo se dirgli la verità o no.
"I-io..ecco.."
"Oh suvvia Brian, non c'è nulla di male in una rissa ogni tanto", ridacchia mio padre dando una pacca sulla spalla a Brian che è rimasto spiazzato dalla semplicità in cui ha detto la frase, "Avanti, andate a cambiarvi che tra poco mangiamo"
Annuiamo semplicemente per poi tornare nelle rispettive camere, entro nella mia chiudendomi la porta alle spalle e inizio a pensare che dovrei cambiare delle cose nella mia stanza. La guardo per un po' stando appoggiata al muro vicino alla porta, il letto matrimoniale è posto vicino alla parete a sinistra, subito dopo c'è la finestra coperta da delle tende nere, a destra della parete si trova l'armadio seguito dalla porta che porta al bagno privato e subito dopo essa la mia scrivania, le pareti sono di un colore azzurro quasi blu, mentre l'armadio e la scrivania sono in legno non troppo scuro, la maggior parte delle pareti sono tappezzate di poster di band, e una bacheca posta sulla parete sopra la scrivania è tappezzata di foto mie, foto dove ci siamo io con mio padre o con Brian e qualche foto che abbiamo fatto con i ragazzi, oltre a svariati disegni fatti da me, sopra la testata del letto ci sono alcune mensole traboccanti di libri e cd. 
Mi desto dai miei pensieri avvicinandomi all'armadio e recuperando una tuta nera abbastanza larga e una canotta bianca con un piccolo fiocchetto blu posto poco sotto il seno, indosso velocemente il tutto per poi correre in bagno, mi strucco e mi spazzolo velocemente i capelli facendoli ricadere all'indietro e leggermente sul lato destro, torno in camera lasciando in un piccolo cestello, fatto da me, l'anello e la collana che indossavo oggi, finalmente comoda torno in salotto, sto per entrare in cucina quando vedo davanti alla porta d'ingresso un paio di valigie, faccio spallucce e faccio il mio ingresso in cucina.
"Di chi sono quelle valigie?", chiedo a mio padre mentre finisce di fare le porzioni nei piatti
"Domani devo partire per lavoro, Heaven"
"E ti  servono due valigie per una giornata di lavoro o al massimo due?", nel frattempo ci raggiunge anche Brian prendendo posto a tavola insieme a noi
"Starò via un po' più di due giorni"
"Quanto?", chiedo
"Un'anno"
"Cosa?", rimango sbalordita quasi quanto Brian
"Hai sentito, i soci della nostra compagnia in Inghilterra hanno bisogno di sapere i nuovi progetti e lavorare insieme a noi per stare al nostro passo"
"E non possono mandare qualcun'altro?", sbotto irritata
"No, e non alzare la voce"
"Ma papà, un'anno! Potrei capire un mese ma un'anno!"
"Smettila Heaven, passerà in fretta"
"Ma quest'anno c'è la festa del diploma..", sento quasi gli occhi inumidirsi
"Lo so, proverò ad esserci"
"Non ci sarai...sarò da sola quel giorno"
"Heaven...", non lo faccio finire di parlare che mi alzo e corro in camera mia sbattendo con prepotenza la porta e buttandomi a peso morto sul letto, una lacrima mi riga il viso e affondo la faccia nel cuscino sperando che tutto questo sia uno scherzo, ho sempre immaginato la festa del diploma accanto a mio padre, con uno sguardo fiero di me, felice che io sia arrivata a quel punto della mia vita con tutte le mie forze e i miei sacrifici, in un'attimo tutti questi sogni si sono frantumati.
Sento la porta aprirsi ma non mi preoccupo di alzare il viso per guardare, sento il materasso abbassarsi sotto il peso di un corpo e l'inconfondibile odore di birra e sigarette di Brian mi riempie le narici, sento una mano del ragazzo posarsi sulla mia spalla e iniziare a fare una leggera pressione per potermi far girare verso di lui.
"Ehy"
"Odio quando fa così"
"Non lo fa apposta, lo sai. E' il suo lavoro", sospiro e mi giro su un fianco, Brian mi accarezza i capelli rimanendo seduto sul bordo del letto
"Perchè ora?"
"Non lo so, ehy, ci rimango io con te, mh?"
"Mhmh..."
"Andiamo a dormire, sono stanco"
"Buona notte Brian"
"Buona notte piccola", mi lascia un bacio sulla fronte e mi copre con le coperte fino alle spalle.
























































***










































Il mattino dopo mi alzo fin troppo presto e di malavoglia, scendo dal letto ed esco dalla mia camera, raggiungo il salotto dove vedo mio padre indossare il suo cappotto nero.
"Non mi avresti nemmeno salutato?", si gira con calma venendomi incontro
"Non essere sciocca, sai che non lo farei mai"
"Mi prometti che proverai ad esserci?"
"Te lo prometto, ti chiamo appena arrivo", mi abbraccia forte e mi lascia un bacio tra i capelli, "Fate i bravi tu e Brian, e per qualsiasi problema chiamatemi, ok?"
"Ok", sciolgo l'abbraccio e vedo mio padre aprire la porta di casa, nel viale intravedo un taxi parcheggiato, mio padre porta le valigie fino al taxi mentre con l'aiuto dell'autista le mette nel baule, si gira un'ultima volta verso di me, che sono rimasta sull'uscio della porta.
"Ciao Heaven, ti voglio bene"
"Ciao papà"

Sale sul taxi e subito dopo parte.

Torno in casa con l'amaro in bocca e una sensazione strana che mi attanaglia lo stomaco, cerco di scacciare questi pensieri e salgo in camera di Brian, stranamente ha lasciato le persiane leggermente su lasciando che dei raggi di sole invernale entrino nella stanza illuminandola di poco, raggiungo il letto e scosto le coperte per potermici mettere sotto anche io, il ragazzo si sveglia e mi guarda.
"Ehy, tutto ok?"
"Si...tutto bene"
Mi stringe a lui e io mi rannicchio su di un fianco mentre decidiamo di dormire ancora per qualche minuto prima di doverci alzare per andare a scuola.

































***







































"E così gli ho detto 'Provaci di nuovo e ti ficco la testa nella grancassa!'", Jimmy finisce il suo racconto scatenando le risate generali del resto della band, siamo in mensa e per fortuna le lezioni del pomeriggio saranno più leggere di questa mattina, oggi non riesco proprio a concentrarmi tanto meno ad essere partecipe ai discorsi dei ragazzi, ho lo stomaco chiuso e continuo a giocare col cibo che ho nel piatto in modo molto svogliato.
"Ehy cucciola, tutto bene?"
"Sì Zacky, sto bene", ribatto acida
"Non hai toccato cibo e a malapena parli, sicura di stare bene?"
"Matt, sto bene, ok? Non c'è nulla che non vada", mi alzo dalla sedia e a passo svelto e testa bassa esco dalla mensa, non sto facendo altro che scappare oggi, non so il perchè ma credo che a volte vada bene così. Raggiungo il mio armadietto aprendolo con prepotenza e recuperando dall'interno le cuffie, il cellulare e rapidamente esco nel giardino dell'istituto, sedendomi sulle scale antincendio, è il posto più tranquillo e raramente ci viene nessuno, metto le cuffie e mi lascio inondare la mente dalle note di Broken Wings degli Alter Bridge, la voce di Myles Kennedy è semplicemente rilassante, poco prima del ritornello vedo un ragazzo sedersi accanto a me, mi volto quel tanto che basta e vedo Jimmy, che mi sorride togliendomi una cuffietta.
"Ehy"
"Ehy"
"Che ci fai qui?"
"Voglio stare sola"
"Vuoi che me ne vada?"
"..."
"Heaven che succede?"
"Nulla"
"Quando vorrai parlarne sai dove trovarmi", si alza e sta per andarsene quando velocemente lo afferro per un polso fermandolo
"Resta", mormoro a sguardo basso, si risiede affianco a me e lascia che gli appoggi la testa sulla spalla, mi circonda un fianco con un braccio e io inizio a pensare che ci potrei anche morire così.
"Mio padre è partito per un viaggio di lavoro...starà via per un'anno intero.."
"E' per questo che sei così giu di morale oggi?"
"Mhmh"
"Posso fare qualcosa per aiutarti?"
"Mi stai già aiutando", ammetto stringendomi a lui.
"Ti va di uscire oggi?"
"Ho arte oggi pomeriggio, mi fermo per l'organizzazione della festa per Natale"
"Ti passo a prendere quando hai finito e andiamo da qualche parte, mh?", sorride
"Va bene", sorrido anche io e gli lascio un bacio sulla guancia.
"Andiamo dagli altri dai", si alza porgendomi una mano, accetto volentieri e appena mi metto in piedi sento le braccia di Jimmy avvolgermi, ricambio l'abbraccio e respiro a fondo il suo profumo, questo ragazzo mi farà perdere la testa.




































SPAZIO AUTRICE
Non ci credo sono riuscita ad aggiornare!!! Allora che ne pensate?
Credo che la storia tra Jimmy e Heaven avrà inizio dal prossimo capitolo quindi....ditemi che ne pensate della scelta!
Mi raccomando recensite e ci rileggiamo al prossimo capitolo!
A presto dalla vostra....*rullo di tamburi*

Maraforevergates

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Capitolo 12
*** I give my heart to you ***


Dopo aver salutato i ragazzi, che per oggi hanno finito le loro lezioni, mi avvio verso la palestra della scuola dove il professor Johnson ha dato appuntamento a me e altri ragazzi per organizzare i preparativi della festa di Natale, mi avvicino al mio armadietto posando i libri di matematica e raggiungo la palestra, il professore è già alle prese con una lista di cose da preparare mentre altri sei ragazzi stanno parlando animamente tra loro.
Mi avvicino salutando l'insegnante che ricambia affettuosamente, mi ha sempre reputato una delle sue migliori studentesse nonostante non vado bene in tutte le materie, dopo averci radunati, il professore, inizia a descriverci le sue idee.
"Allora ragazzi, anche quest'anno si sta avvicinando la nostra famosa festa di Natale, quest'anno visto che per voi è l'ultimo vorrei che diate il meglio di voi, così da farvi ricordare in quest'istituto. Ora vi separerò in coppie e dopo di che vi lascerò i fogli con tutte le indicazioni, ovviamente non prendetele alla lettera, sapete che conto molto sulla vostra fantasia, quindi dateci dentro", fa una breve pausa per poi chiamare i nostri nomi e assegnarci le coppie, "Jason tu starai con Jeremy", chiama la prima copia, i due ragazzi si alzano e recuperano il foglio che il professore gli porge per poi sparire in un'angolo della palestra, "Home, tu starai con Mckenny", la seconda coppia fa la stessa cosa della prima, ovvero prende il foglio e inizia a darsi da fare, "Black, tu starai con Smith, buon lavoro ragazzi", mi alzo dal pavimento della palestra e subito dopo vengo raggiunta da una ragazza.
"Ehm...tu devi essere Black..?", mormora quasi la ragazza, è alta quanto me, ha i capelli rossi, gli occhi vivaci sono ambrati e delle lentiggini che gli ricoprono il naso, indossa un paio di leggins neri e ha una felpona verde scuro che gli arriva quasi a metà coscia.
"Si, ma chiamami pure Heaven, tu devi essere Smith", ironizzo quasi porgendo la mano alla ragazza.
"Sì, mi chiamo Lidia, il prof ci ha messo in coppia insieme...", risponde stringendomi la mano
"..iniziamo allora?", sorrido alla ragazza che annuisce e mi porge un foglio con su scritto quello che ci servirà per le decorazioni, essendo le uniche due ragazze del gruppo l'insegnante ha deciso di lasciare a noi il compito di fare tutte le decorazioni, mentre le altre due coppie di ragazzi si occuperanno di liberare la palestra dagli attrezzi inutili e penseranno a salire e scendere dalla scala per attaccare festoni e altro sulle pareti di tutta la palestra.
"Non ti avevo mai visto qui in giro, sei nuova?", chiedo a Lidia incuriosita
"Sì, mi sono trasferita qui da poco con la mia famiglia, prima abitavo in Italia", ammette mentre inizia a cercare dei cartelloni di diversi colori che ha portato il professore.
"Spero che tu ti trova bene qui, parli bene la nostra lingua"
"Bèh, a dire il vero sono qui da qualche giorno, non ho ancora stretto alcuna amicizia. Nella scuola dove andavo prima ho avuto un'insegnante in gamba, grazie a lei parlo bene l'inglese", accenna un sorriso
"Ce la farai, ma ti raccomando di non dar troppo corda alle cheerleader, a meno che non ti piaccia fare amicizia con delle vere e proprie oche"
"Oh, no grazie, ne ho già viste troppe!", ridacchiamo insieme per poi metterci sotto con il nostro lavoro.
Mi piace questa ragazza, nonostante la timidezza sembra una persona molto vivace e solare, spero di aver modo di conoscerla.













DUE ORE DOPO 



Dopo due ore di piani e progetti sulle varie decorazioni finalmente siamo a buon punto, esco dalla palestra accompagnata da Lidia, avevo ragione a pensare che questa ragazza sia una vera forza, abbiamo riso parecchio in queste due ore e ho scoperto che la sua più grande passione è il nuoto sincronizzato e che in Italia era riuscita a superare un corso per poter diventare bagnina, è una grande amante della Disney e per tutto il tempo non ha fatto altro che canticchiare delle canzoni a riguardo, inutile dire che spesso le canticchiavo assieme a lei nonostante preferisca di gran lunga i film di Tim Burton.
Uscite dall'istituto saluto la ragazza vedendola avviarsi verso casa mentre io entro nel parcheggio della scuola in cerca della macchina nera di Jimmy, non è difficile notarlo, è in piedi appoggiato alla portiera e sta fumando una sigaretta, si è cambiato e ora indossa un jeans scuro strappato sul ginocchio, una t-shirt viola con un disegno nero e il suo immancabile giubbotto in pelle nero, mi avvicino al ragazzo prendendogli la sigaretta dalle labbra e farne un tiro.
"Ehy! Non sei piccola per queste cose?"
"Ops, hai ragione", ghigno buttando a terra la sigaretta e schiacciandola con la punta della scarpa con indifferenza, alzo lo sguardo verso quello del mio amico e noto il suo sguardo che quasi mi incenerisce
"Che c'è?", domando facendo spallucce
"Perchè lo hai fatto?"
"Ti ho fatto un favore Rev, fumi decisamente troppo"
"Brian fuma troppo, lo sai che mi accontento di quattro sigarette al giorno"
"Appunto, continuando così ti farai solo del male, e ora andiamo da qualche parte a mangiare ho una fame da lupi!", cambio il discorso in fretta salendo in macchina, Jimmy mi segue a ruota e, conoscendomi, capisce già dove deve andare.






"Sei sicuro di saper bere della cioccolata calda?", domando al ragazzo che ha le labbra completamente sporche di cioccolata
"Si mamma, so come si beve", risponde con una voce da lattante
"Scemo", gli do un pugnetto sulla spalla
Siamo seduti sullo stesso divanetto, con la compagnia della nostra solita cioccolata calda con panna e marshmellow, si volta rapidamente verso di me con un dito sporco di panna per poi adagiarlo sulle mie labbra sporcandomi
"Ehy!", scoppia a ridere mentre cerco un tovagliolino per pulirmi, "Questa me la paghi Sullivan"
"Si si, dicono tutte così"
"Io non sono tutte, e se mi voglio vendicare sta pur certo che lo farò", minaccio quasi il mio amico che continua a sorridere
"Andiamo al parco dopo?"
"Sei pazzo? Fa un freddo cane!"
"Sì ma sarà sicuramente deserto, così possiamo stare tranquilli"
"Allora va bene"


































***




























Jimmy aveva ragione, il parco è davvero fantastico, la maggior parte degli alberi sono spogli delle loro foglie a causa dell'inverno, il lago è piatto come uno specchio e dei rami di un salice piangente sfiorano l'acqua fredda, il cielo è diventato grigio e annuncia pioggia mentre un leggero vento freddo e pungente ci avvolge, Jimmy lo sfida continuando a lasciare il suo giubbotto in pelle aperto mentre io mi sono stretta al mio cappotto nero mettendo le mani nelle tasche. Adoro questo paesaggio, a molti potrebbe sembrare tetro e triste, io semplicemente lo amo, rispecchia in pieno il mio carattere che non saprei come spiegare in altri modi.
Mi siedo sulla riva del lago venendo a contatto con l'erba fredda, il ragazzo si siede accanto a me e i suoi occhi cristallini studiano il paesaggio intorno a noi.
"E' davvero bellissimo", mormoro
"Oh si, lo è"
"Davvero ti piace?"
"Mhmh, trovo questo posto speciale proprio per questo, mi piacciono le giornate di sole sia chiaro, ma anche tutto questo ha il suo fascino", risponde voltandosi verso di me
"Per me è l'esatto opposto, preferisco le giornate scure, senza sole, quelle con il vento e la pioggia, con i nuvoloni neri che preannunciano un temporale con i fiocchi invece che le perfette giornate di sole", ammetto
"Sei strana forte, però credo di poterti capire", sorride, appoggio la testa sulla sua spalla e lo sento irrigidirsi per un secondo, "Tutto bene?"
"Con te va sempre tutto bene", mi lascio sfuggire 
Cazzo Heaven, non puoi averlo detto!
"Davvero?", mi chiede curioso
Menti, idiota menti!
"Sì", alzo la testa dalla sua spalla tornando seduta e portandomi le ginocchia al petto
Stupida. Stupida. Stupida!
"Cioè...voglio dire...", balbetto non sapendo più che dire, "..ehm...sai, mi è piaciuta molto la canzone che hai suonato ieri", cambio discorso sentendomi terribilmente in imbarazzo
"Felice che ti sia piaciuta", sorride radioso
Smettila di sorridere così maledetto.
"Come si chiama?", chiedo riferita alla canzone
"A little piece of Heaven. Diciamo che non è esattamente un canzone del tutto allegra, parla pur sempre di un'omicidio e di una vendetta ma..."
"E' bellissima così", ammetto, ed è la verità, lo trovata semplicemente stupenda.
Mi accorgo solo ora che ci stiamo guardando negli occhi da minuti interi, a malapena sbattiamo le palpebre per non perderci di vista, leggo nei suoi occhi la sua solita felicità ma c'è dell'altro.
Cosa mi nascondi James?
Vedo il ragazzo farsi più vicino a me fermandosi a pochi centimetri dal mio viso.
Respira. Heaven cazzo respira
"Heaven, sono un paio di giorni che..."
"Che...?"
"Io..."
"Jimmy.."
"Sto per fare una pazzia"

Non mi da il tempo di rispondere che sento le labbra del ragazzo adagiarsi sulle mie, i nostri sguardi non si lasciano per un minuto, sento quelle stramaledette farfalline allo stomaco che non mi danno pace mentre sento il cuore quasi esplodere, ci separiamo, quasi di malavoglia, mentre lo sguardo di Jimmy inizia a vacillare tra il preoccupato e il felice.
"E'..è successo davvero?", chiedo al ragazzo vedendolo annuire sicuro
"E' un po' che ti penso in continuazione Heaven, popoli la mia mente anche quando suono la batteria, quasi non dormo la notte per pensarti. Ti voglio, ma non come una semplice amica"
Perdo un battito a questa dichiarazione precisa e chiara, faccio quasi fatica a crederci, sta succedendo davvero?
"Ma, ma se non vorrai stare con me non importa, me ne farò una ragione, ci vorrà un po' ma lo farò e..."
"Anche io voglio stare con te", fermo il discorso del ragazzo che subito dopo le mie parole inizia a sorridere come non mai per poi baciarmi di nuovo con più sicurezza di prima.
Ok, adesso muoio qui
Veniamo interrotti da un tuono e dalle goccie di pioggia che iniziano a scendere violentemente, veloci ci alziamo e sento la mano del ragazzo afferrare la mia per poi iniziare a correre verso la macchina, ridiamo come pazzi per la situazione quasi assurda e una volta arrivati alla macchina ci saliamo il più in fretta possibile.
"Sei bagnata fradicia!", continua a ridere Jimmy indicandomi
"Perchè tu sei asciutto!", rido anche io.
Dopo esserci ripresi Jimmy mette in moto l'auto per poi portarmi a casa, per tutto il tragitto non abbiamo fatto altro che cercare gli occhi dell'altro.



















































SPAZIO AUTRICE

Finalmente è successo!!! Giuro sto facendo i salti di gioia! Allora che ne pensate? Mi scuso se il capitolo è breve ma ho davvero poco tempo, sono sommersa dai compiti e la scuola mi lascia sempre meno tempo per dedicarmi alla storia, ma vi prometto che non la abbandonerò!!
Lasciate una piccola recensione e noi ci leggiamo al prossimo capitolo!
Un bacio, yours...


Maraforevergates
 

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Capitolo 13
*** Remember everything ***


Arrivati davanti a casa mia Jimmy parcheggia la macchina nel vialetto, la pioggia continua a scendere incessantemente e di sicuro andrà avanti tutta la notte, non potevo chiedere di meglio. Per tutto il tragitto io e il batterista non abbiamo fatto altro che cercarci nei reciprochi occhi, è assurdo come la situazione tra noi sia cambiata nell'arco di un solo pomeriggio di Dicembre, fin da subito mi è sembrato un ragazzo particolare, nei mesi in cui uscivamo con il resto del gruppo o anche solo noi sentivo sempre di più la necessità di stargli accanto, non sono una ragazza romantica, non lo sono mai stata, ma con lui sento che non ce ne sarà bisogno, so di poter essere me stessa quando sono in sua compagnia.
Quegli occhi cristallini mi hanno ipnotizzata dalla prima volta che li ho visti, sono perfetti, rispecchiano in pieno l'anima di questo ragazzo, esprimono allegrie, sicurezza e tanta voglia di vivere, ma ci sono state delle volte in cui li vidi anche tristi e cupi, questioni di pochi attimi ma in cui mi sono sentita gelare il sangue nelle vene nel vedere quelle iridi diventare di colore grigio.
"Allora, ehm, ci vediamo domani?", mi chiede Jimmy
"Sì, direi proprio di si", sorrido
"Cosa diremo ai ragazzi?"
"Credo che sia meglio parlargliene, no?"
"Lo credo anche io", mi prende una mano e inizia a intrecciare le dita con le mie, "Piccola, se non vuoi correre per me va bene, non voglio affrettare le cose", ammette
"Jimmy, sii te stesso, le cose non sono cambiate, siamo sempre io e te, e non voglio che quello che abbiamo cambi in base a quello che è successo. Credo che sia ancora presto per un 'ti amo', ma non credo che sia il caso di cambiare"
"Allora avrai ancora a che fare con questo batterista pazzo fin quando lo vorrai", mi sorride e mi lascia un veloce bacio sulla guancia, "A domani".
Scendo dalla macchina dopo avergli detto che gli voglio bene e corro per il vialetto di casa, arrivata davanti alla porta mi volto ancora verso la macchina salutando Jimmy con una mano, lo intravedo farmi l'occhiolino per poi correre via sulla sua macchina, scuoto la testa pensando a quanto realmente sia pazzo per guidare a quella velocità con la strada bagnata, cerco le chiavi di casa nella borsa e una volta trovate mi affretto ad entrare in casa, mi chiudo la porta alle spalle e vengo investita dal calore emanato dal camino del salotto, mi tolgo il cappotto nero zuppo e lo appendo sull'appendiabiti insieme alla borsa.
"Brian, sono a casa!", esclamo in modo che il ragazzo mi possa sentire, nessuna risposta, non ci faccio troppo caso, di sicuro starà dormendo, sono appena le sei del pomeriggio e quindi decido di andare in camera per potermi cambiare e fare una doccia calda, salgo le scale fin al piano di sopra e vedo che la porta della camera del mio amico è chiusa, entro nella mia saltellando su un piede per togliermi le scarpe che abbandono sotto al letto, apro l'armadio recuperando il mio pantaloncino e la felpa nera che mi arriva alle ginocchia, ma proprio quando sto per varcare la soglia del bagno vengo bloccata dal suono di una chitarra.
La chitarra elettrica di Brian.
Sicuramente starà provando o magari ha ideato qualche nuova canzone, eppure mi sembra strano, di solito quando deve provare qualcosa di nuovo non alza così tanto il volume dell'amplificatore.
Esco dalla mia camera con passo felpato e, arrivata davanti alla sua camera, apro la porta facendo il minor rumore possibile, socchiudo la porta per quel tanto che mi basta per poterlo vedere.
E' seduto sul letto, imbraccia la sua chitarra come se ne dipendesse della sua stessa vita, le dita scorrono sulle corde con naturalezza, il viso è chino e gli occhi sono socchiusi.
"Oh dear mother, I love you, I'm sorry, I wasn't good enogh (Oh cara madre, ti voglio bene, scusami, non sono stato bravo abbastanza)", inizia a cantare con voce bassa e roca, mi posiziono meglio sullo stipite della porta in modo da vederlo e sentirlo meglio.
"Dear father, forgive me, 'cause in your eyes I just never added up (Caro padre, perdonami, perchè ai tuoi occhi non ho mai fatto abbastanza)", sospiro alle parole di Brian ma decido di rimanere dove sono anche se la voglia di fermarlo è grande.
"In my heart I know I failed you, but you left me here alone (Nel mio cuore so che vi ho delusi, ma voi mi avete lasciato qui da solo)", le mani sulle corde iniziano a suonare più forte.
"If I could back the rain, would you numb the pain? 'Cause I remember everything. If I could help you forget, would you take my regrets? 'Cause I remember everything (Se riuscissi a trattenere la pioggia, il vostro dolore si attenuerebbe? Perchè io ricordo tutto. Se potessi aiutarvi a dimenticare, accettereste il mio rimpianto? Perchè io ricordo tutto)", brividi freddi mi percorrono tutta la schiena sentendo l'assolo, meraviglioso e distruttivo, Brian continua a tenere la testa bassa e suona premendo forte i polpastrelli sulle corde della chitarra.
"I feel like running away I'm steel so far from home, you say that I'll never change, but what the fuck do you know? I'll burn it all to the ground before I let you run. Please forgive me, I can't forgive you now. I remember everything (Ho voglia di scappare sono ancora così lontano da casa, avete detto che non sarei mai cambiato, ma che cazzo ne sapete voi? Brucerò tutto a terra prima di lasciarvi scappare. Per favore perdonatemi, io non posso perdonarvi ora. Io ricordo tutto)!", urla queste parole e termina la canzone con un'ultimo assolo, una lacrima riga il mio viso e prontamente la caccio via con la mano, Brian posa la chitarra a terra e spegne l'amplificatore per poi chiudere gli occhi e inginocchiarsi a terra, scoppiando a piangere, non posso vederlo così quindi facendomi forza entro nella camera e mi inginocchio davanti al ragazzo abbracciandolo più forte che posso, per fargli capire che sono qui con lui, per fargli capire che nonostante tutto non sarà mai solo, cerco di dargli tutta la forza di cui a bisogno con questo abbraccio, cerco di prendermi il suo dolore almeno per questa volta in modo che possa stare tranquillo e tornare ad essere il ragazzo che era prima.
"I tuoi genitori ti vogliono bene Brian, non piangere", mormoro tra le lacrime bastarde che alla fine hanno avuto la meglio anche su di me.
"N-non ce la faccio..Heaven io non ...non posso ....", non riesce a parlare a causa dei singhiozzi che gli scuotono tutto il corpo, lo stringo di più a me nella speranza che si calmi, non dico nulla, non faccio nulla, lo lascio sfogare come meglio crede.
"Li rivoglio...li rivoglio qui..."
"Brian non possiamo cambiare quello che è successo..."
"Sai q-qual'è stata l'ultima cosa che ho detto a mio padre? Gli ho detto che lo odiavo, stavamo ridendo e scherzando ma glielo detto, e Suzy? Non lo nemmeno salutata come si deve, questo non è giusto Heaven, ci sarei dovuto essere io su quella macchina, non loro..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo Bri, non pensare mai più una cosa del genere, loro non lo vorrebbero. Avanti, tirati su", ci alziamo dal pavimento freddo per poi andarci a sdraiare sul letto, non lo voglio lasciare da solo, aspetterò che si sia addormentato e poi andrò a dormire anche io.
Si sdraia sul letto in posizione fetale e io mi siedo sul bordo iniziando ad accarezzargli i capelli, è questione di minuti prima che si addormenti del tutto.


Delle urla mi fanno svegliare di soprassalto, sono le tre del mattino e Brian sta urlando, l'ennesimo incubo, mi alzo veloce dal letto e raggiungo la sua camera, provo ad aprire la porta ma è chiusa a chiave, sicuramente si è chiuso dentro mentre dormivo, provo a chiamarlo ma non mi risponde continuando a urlare e a piangere.
Torno in camera mia nella speranza di riuscire a dormire.


































***
































"Signorina Black, le dispiacerebbe spiegarmi a cosa sta pensando di così interessante?", la voce dell'insegnante mi desta dai miei pensieri, lancio un'occhiata alla lavagna e noto anche lo sguardo tirato della professoressa di francese.
"Scusi professoressa, non credo di sentirmi troppo bene"
"Bèh se stava male poteva benissimo stare a casa, no?", mi riprende con voce meschina e viscida come se fosse il sommo capo dell'intero pianeta.
"Non volevo mancare alle sue meravigliosi lezioni", sputo acida
"Questo è troppo, esca dall'aula!", mi urla contro sbattendo un libro sulla cattedra
"Con molto piacere, non aspettavo altro!", ribatto alzando di poco la voce, mi alzo dal mio banco e corro fuori dalla classe, odiosa, viscida e pure stronza, giuro potrei rigarle la macchina un giorno o l'altro, chi si crede di essere?
Mi avvio velocemente al mio armadietto e noto che c'è un foglietto che sporge, lo prendo e lo leggo.

 Sicuramente ti farai sbattere fuori dall'aula di francese. Ti aspetto in giardino.
 J.

Sorrido e mi avvio velocemente verso il giardino, una volta arrivata non mi è difficile notare Jimmy seduto sulla gradinata della scala antincendio, mi avvicino al ragazzo che sta ascoltando la musica con fare assorto, gli schiocco un bacio e subito spalanca quei suoi occhioni azzurri che mi fanno impietrire sul posto, mi dimentico quasi di respirare.
"Ti stavo aspettando", ammette tutto sorridende togliendosi le cuffiette
"Sono prevedibile, eh?"
"Semplice intuito, so che quella non la sopporti"
"A dire il vero la cosa le è reciproca, se io semplicemente non la sopporto le mi odia proprio", sbuffo sedendomi accanto al ragazzo
"C'è dell'altro vero?"
"No"
"Non è vero"
"Si invece"
"Non mentirmi"
Sbuffo con sonorità accarezzandomi i capelli con nervosismo e iniziando a mordicchiarmi il labbro inferiore.
"Da quando mi capisci così bene?"
"A dire il vero lo sempre fatto, ma cercavo di non fartelo notare", sorride
"James Owen Sullivan, sei ufficialmente il ragazzo più assurdo che io conosca"
"Grazie, lo so, allora, che succede?"
"Si tratta di Brian, ieri sera ha avuto un'altra crisi, ha bisogno di aiuto Jimmy, ho paura che possa fare qualche cazzata se lo lascio troppo da solo ma d'altra parte non voglio nemmeno stargli troppo attaccata, non sono la sua ombra e lui deve riuscire a superare questa cosa, anche se difficile"
Jimmy sembra pensarci un po' su, spero davvero che lui e i ragazzi mi possano aiutare.
"Quante camere hai a casa?", sbarro gli occhi
"Come scusa?"
"Rispondi alla domanda"
"Tre camere, contando quella degli ospiti dove dorme Brian", ammetto con uno sguardo più che dubbioso
"Bene, allora io e i ragazzi ci trasferiremo a casa tua fin quando ne sarà necessario"
"Che?!"
"Oh andiamo, avete bisogno di aiuto tutti e due, quando ho visto Brian stamattina prima di entrare ho sentito che aveva a malapena la voce, ora vedo te con due occhiaie da paura, posso facilmente capire che lui avrà urlato tutta la notte e tu non sei riuscita a chiudere occhio per paura che facesse cazzate. Fatevi aiutare", mi dice senza staccare lo sguardo dal mio, forse ha ragione, si potrebbe fare.
"Parliamone con i ragazzi prima", mi sorride radioso e mi abbraccia
"Andrà tutto bene", annuisco sulla sua spalla, è un momento perfetto, e come ogni momento perfetto deve essere rovinato...una voce alle nostre spalle e qualche risatina, tremo involontariamente stringendomi a Jimmy.
"Bene bene, ma chi abbiamo qui? Sullivan e Black, ci rivediamo anche oggi!"



























SPAZIO AUTRICE
Aggiornata! Allora, la canzone cantata da Brian è Remember Everything dei Five Finger Death Punch, avete potuto notare che tra parentesi ho lasciato la traduzione, mi sembrava la cosa più giusta da fare, giuro che dopo questo capitolo il nostro Gates tornerà ad essere quello di prima!
Jimmy e i ragazzi invaderanno casa Black.
E chi sarà ad aver rovinato un momento perfetto?
Mi scuso se il capitolo è breve ma sono stanchissima!
I personaggi e i fatti narrati non mi appartengono, con questa fanfiction non intendo offendere nessuno
Detto questo lasciate una recensione e ci leggiamo al prossimo capitolo!
Un bacio...

Maraforevergates

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Capitolo 14
*** Natural Born Killer ***


"Bene bene, ma chi abbiamo qui? Sullivan e Black, ci rivediamo anche oggi!", una risata snervante arriva subito dopo queste parole, io e Jimmy ci voltiamo di scatto notando, come già sapevo, la figura di Danny e della sua ragazza, Cassy, seguiti dagli amici più fidati del ragazzo, Max, Eric, William e Wayne, anche loro fanno parte della squadra di football della scuola e proprio come Danny sono i ragazzi con la peggior reputazione di tutta la scuola nonostante siano tra i più popolari.
"Cosa ci fate qui, non mi direte che cercavate un posticino appartato?", ridacchia ancora Danny sogghignando
"Perchè non vai a scoparti la tua ragazza Danny?", sbotta Jimmy senza muoversi, lancio una veloce occhiata a Cassy, ha smesso improvvisamente di ridere, mentre Danny inizia ad alterarsi.
"Non ti conviene scherzare troppo con me, Sullivan", si avvicina minaccioso mentre la ragazza se ne va indignata e gli amici di Danny fanno un passo verso di noi, io e Jimmy ci alziamo quasi contemporaneamente, il batterista scende quell'unico gradino che lo separa da Danny mentre io rimango dietro di lui.
"Altrimenti che fai? Guardami Danny, sto tremando di paura!"
"Posso sempre sfogarmi sulla tua ragazza, Sullivan, sono sicuro che gradirebbe", lo provoca Danny mentre i suoi cagnolini ridono per la sua affermazione, fermo Jimmy giusto un momento prima di vederlo buttarsi addosso al capitano della squadra, cercando di tirarlo indietro, dopo qualche difficoltà data la sua innata altezza riesco a scostarlo, scendo anche io dallo scalino e, prendendo una mano di  Rev, mi allontano insieme a lui.
"Scappa coniglietto! E salutami tanto quel frocetto di Haner!", urla ancora Danny facendo inchiodare Jimmy, mi volto verso il ragazzo vedendo i suoi meravigliosi occhi azzurri diventare quasi grigi per la rabbia, serra i pugni e abbassa lo sguardo, facendo violenza contro se stesso pur di non uccidere quello stronzo di Danny.
"Jimmy..."
"Oh si Sullivan, dovevi vederlo! Nemmeno in grado di difendersi! Scommetto che subito dopo si sarà fatto scopare da te o dagli altri tuoi amici per farsi tirare su il morale!"
"Jimmy andiamo via", provo ancora a scuotere il ragazzo ma non sembra volersene andare.
"Aveva anche le lacrime agli occhi! Dimmi un po' Sullivan, com'è il tuo amico a letto? Magari io e i ragazzi potremmo farci un pensierino!"
"James!", urlo il nome del batterista mentre lo vedo correre contro Danny e tirandogli un pugno in faccia, lo prende per il colletto della maglia mentre gli amici di Danny iniziano ad accanirsi su Jimmy, riuscendo facilmente a scostarlo.
"Giuro che ti ammazzo, figlio di puttana!", urla Jimmy fuori di se cercando di avvicinarsi di nuovo a Danny. Corro verso Rev prendendolo per un braccio, cercando in qualche modo di allontanarlo
"Jimmy, calmati, siamo da soli e loro sono in cinque, senza contare che sono due volte te, andiamocene", sussurro al ragazzo che, pur contro volontà, decide di darmi ascolto, questa volta quasi correndo riesco a portare via Jimmy, sentendo comunque le risate dei ragazzi dietro di noi che continuano a lanciarci insulti.
"Troviamo gli altri", mormora Jimmy con una voce quasi inquietante
"Saranno in mensa"























***




























Come previsto appena entriamo nella mensa scolastica non è difficile per noi notare i nostri amici, seduti al solito tavolo che parlano animamente tra loro, ci avviciniamo e mi siedo vicino a Brian e Johnny mentre Jimmy prende posto accanto a Matt e Zacky.
"Cristo che vi è successo?", chiede Matt squadrandoci
"Già, avete delle faccie! Jim che è successo?", domanda questa volta Brian al suo amico, che continua a stare in silenzio con uno sguardo omicida mentre con il diede tamburella sul pavimento, nervoso più che mai.
"Abbiamo visto Danny e la sua banda di coglioni in giardino", dico al posto di Jimmy, che in questo momento potrebbe solo lanciare insulti
"Non mi sembra una cosa tanto sconvolgente, siamo costretti a vederli almeno una volta al giorno", borbotta Johnny continuando a mangiare il suo pranzo
"E' successa una cosa...".
Spiego tutto l'accaduto ai ragazzi, subito pensano ad uno scherzo ma quando notano di nuovo la figura cupa e tetra di Jimmy capiscono che è tutto vero, è questione di attimi prima che ognuno di loro inizi a provare una rabbia irrefrenabile.
"Figlio di puttana", sbotta Brian
"Questa volta non se la passeranno liscia", borbotta Matt scrocchiandosi le dita delle mani, mentre anche gli occhi degli altri ragazzi iniziano a farsi più cupi.
"Credo proprio che le lezioni pomeridiane salteranno, abbiamo dei mocciosi a cui badare", ironizza Zacky con un sorriso sadico
Ci alziamo dal tavolo e a passo svelto usciamo dall'istituto scolastico, una volta fuori Matt, Zacky e Brian si siedono sul nostro solito muretto, James continua a torturarsi le mani mentre Johnny parla con Matt.
"Prima hai detto 'siamo da soli', perchè?", mi chiede Jimmy.
"Come perchè?", domando non capendo a cosa vuole arrivare.
"Ero io da solo, non noi, tu potevi benissimo scappare"
"E lasciarti tutto il divertimento?", chiedo allibita
"Cosa?!", domandano Zacky e Matt all'unisolo
"Che c'è? E' così strano che una ragazza partecipi attivamente alle risse?"
"Brian dimmi che scherza!"
"Non scherza affatto Johnny, in tutte le risse a cui ho partecipato ho sempre potuto contare anche sul suo aiuto, non sottovalutatela", ridacchia Brian per smorzare la tensione
"Sei piena di sorprese, Black", afferma Johnny scompigliandomi i capelli


Finalmente dopo due ore la campanella dell'istituto segna la fine delle lezioni, i ragazzi iniziano ad uscire dalla scuola mentre io e i ragazzi continuiamo a stare al nostro posto, aspettando Danny e la sua banda di idioti che come sempre sono gli ultimi ad uscire, noto con piacere che sono insieme a quelle oche di Cassy e Alexandra, entrambe cheerleader.
"Finalmente posso divertirmi anche io"
"Heaven, quel sorrisetto non mi piace"
"Non ti preoccupare Shadows, i maschioni sono tutti vostri"
"Vedi di non farti troppo male", mi raccomanda Brian sapendo che quando perdo il controllo divento irrecuperabile.
"E tu vedi di non farti inculare", borbotto in risposta, Gates ride di gusto seguito dai suoi amici, e un sorriso compare anche sul mio viso quando vedo che Jimmy sta ridendo assieme a loro.
Quando vediamo i ragazzi della squadra di football e le ragazze avvicinarsi smettiamo di ridere, i Sevenfold assumono un'aria che fa davvero paura, sono ragazzi solari che si vivono la vita senza infastidire nessuno, ma se anche solo uno di loro viene preso di mira questo scatena l'ira di tutto il gruppo, Matt ha i pugni serrati, gli occhi verdi sono improvvisamente più scuri e i muscoli sono tesi, Brian ha la mascella serrata e le braccia incrociate, gli occhi inniettati di sangue, Zacky ha un sorriso sadico in faccia, sembra abbia voglia di squartare vivo qualcuno, Jimmy ha un'aria di sfida dipinta in faccia, grazie alla sua altezza sembra ancora più pericoloso di Matt e anche lui ha i pugni serrati, Johnny è serio e incazzato come non lo avevo mai visto.
"Oh guarda chi porta il vento, Haner, ti sei ripreso coniglietto?", ghigna Danny parandosi con la sua banda davanti a noi
"Avevo voglia di ricambiare il favore in qualche modo, brutto stronzo", sbotta Brian
"Sai Danny, a causa tua e dei tuoi cani da guardia sono costretto a mandare a puttane tre anni passati dallo psicologo", ed è così, Matt Sanders ha passato tre anni a fare delle sedute dal miglior psicologo di Huntinton Beach, nella vana speranza di riuscire a trovare un modo per contenere la rabbia, ed ora a causa di questo stronzo dovrà ricominciare tutto da capo.
"Ti mancavano le risse eh, Matt?"
"Puoi giurarci Zacky"
Danny si avvicina a Brian, mettendosi una mano sulla bocca con fare pensieroso, una volta abbastanza vicini i due ragazzi iniziano a squadrarsi, come se fossero due animali che si studiano e subito dopo si attaccano finchè uno dei due muore o molla.
"Mh, dimmi Haner, non è che i tuoi amici non ti soddisfano più a letto e vorresti una mano?", Danny sfida Brian, che subito ha un tic involontario all'occhio sinistro.
"Ora ti ammazzo", non da il tempo di elaborare a Danny che gli da una testata, facendolo barcollare all'indietro, subito dopo gli salta addosso iniziando a picchiarlo, erano mesi che non vedevo Brian così incazzato, subito dopo anche gli altri iniziano a picchiarsi, Jimmy inizia a picchiare William che stava per colpire di spalle Brian mentre gli altri si occupano di Wayne, Max ed Eric.
Urla, ringhi bassi e rumore di colpi ben assestati, è una frazione di secondo e subito si scatena una vera e propria rissa, intravedo Matt picchiare a sangue Eric, Zacky che sembra stia giocando a tirare calci al corpo di Wayne steso a terra che cerca, invano, di alzarsi e Johnny e Max che se le danno di santa ragione, oltre i corpi di questi ragazzi noto Jimmy e Brian schiena contro schiena che si picchiano con William e Danny.
In un lampo di lucidità vedo Cassy e la sua amichetta che se la stanno per dare a gambe, mi posiziono in fretta davanti a loro bloccandogli la fuga.
"Non così in fretta puttanelle, voglio divertirmi anche io", ghigno iniziando a spintonare Cassy, mi è sempre stata antipatica questa ragazza, se così si può definire.
"Ehy! Non mi toccare!
"Se no che fai? Piangi e vai dalla mamma?", stuzzico la ragazza che subito dopo cerca di colpirmi, "Un neonato mi farebbe più male!", rido per poi prendere dai capelli la bionda e iniziare a tirarglieli, Cassy inizia ad urlare insulti mentre presa troppo bene dalla situazione non mi accorgo che Alexandra sta per colpirmi la schiena
"Sei fottuta stupida emo!", urla Alexandra facendomi girare di scatto
"Ehy ehy! Due contro una? Che squallore! Perchè non giochiamo in parità?!", una voce abbastanza famigliare alle nostre spalle ci fa voltare tutte e tre, sorrido quando vedo Lidia, la ragazza conosciuta ieri in palestra, stare davanti a noi con le mani sui fianchi e un sorrisetto in faccia.
"Come mi hai chiamato idiota?!", domando ad Alexandra ricordandomi solo ora di quello che aveva osato dirmi, "Ora te la faccio vedere io l'emo!", detto questo lascio uno schiaffo alla ragazza che poi viene presa dai capelli da Lidia mentre io mi volto per continuare con Cassy.

Dopo una mezz'ora le due ragazze quasi si inginocchiano chiedendo pietà e io e Lidia pensiamo bene di lasciarle scappare con la coda tra le gambe.
"Mi sono tolta una soddiasfazione!", mi dice la mia amica
"A chi lo dici, cazzo!", esclamo soddisfatta, "Ma dimmi un po' che ci fai qui tu?", domando curiosa
"Oh nulla, passavo di qui per caso e ho visto tutto questo casino, ho pensato bene ad aggiungermi!"
"Grande!", ci diamo il cinque per poi tornare a guardare i ragazzi, Max, Eric e Wayne scappano a gambe levate lasciando William e Danny da soli, velocemente Matt, Zacky e Johnny corrono in aiuto ai loro amici e subito dopo anche William prega quasi Jimmy di lasciarlo stare, Rev stanco della situazione gli lascia un'ultimo pugno sul braccio per poi farlo scappare via.
"Si correte! E ora chi sono i coniglietti!?", urla Matt euforico, non sono messi troppo male, Zacky ha un taglio sul labbro, Matt sanguina sia dal naso che dalla bocca mentre Johnny ha solo la cresta sfatta, Jimmy è forse quello messo un po' peggio, la maglietta e sporca di sangue e sono sicura non sia solo il suo, il naso e la bocca sanguinano e ha un graffio sul collo.
Un lamento ci fa voltare tutti e sei, vediamo subito che Danny e Brian se le stanno ancora dando, e non sembra abbiano voglia di smettere, Danny picchia per divertimento e per far male, Brian picchia per rabbia e per protezione verso i suoi amici, ci avviciniamo ai due ma non interveniamo, Gates sferra un pugno sullo stomaco a Danny, facendolo piegare e subito dopo lo spintona a terra facendolo cadere, veloce si mette a cavalcioni su di lui iniziando a dargli pugni sul viso e sul busto.
"H-hai vinto...lasciami stronzo...", sussurra appena Danny cercando di allontanarsi da Brian che si ferma solo quando lo vede abbandonare la testa all'asfalto, rimane addosso al corpo del ragazzo mentre cerca di recuperare il respiro perso.
"Cristo Gates lo hai ucciso!", esclama Johnny quasi preoccupato
"No Christ, è solo svenuto", risponde Matt
Brian sta per alzarsi dal corpo di Danny, ma appena abbassa la guardia, quest'ultimo lo prende per i capelli, punto sempre stato assai debole per Brian, anche se lo sappiamo solo io e i ragazzi della band, urla mentre Danny ribalta le posizioni e si ritrova sopra il corpo del nostro chitarrista.
"Ti ho fottuto Haner"
"Brian!", urlano i ragazzi, ma proprio quando stanno per avvicinarsi ai due combattenti vengono fermati da un mio urlo.
Urlo di terrore vedendo Danny estrarre un coltellino dalla tasca dei jeans e posarlo sul collo di Brian.
I ragazzi si immobilizzano anche loro dopo averlo visto e io sento una paura matta scorrermi per tutto il corpo.
"Muovetevi, e il vostro amico muore", minaccia Danny premendo la lama del coltellino sul collo di Brian che non fa altro che guardarlo con odio.
"Non riesci a difenderti da solo? Hai bisogno del coltellino per vincere?", sputa acido Gates cercando di mantenere il controllo della situazione, ma infondo non ci vuole una scienza a capire che un po' di paura la sta provando anche lui, mentre continua a respirare con affanno.
"Sai Haner, assomigli davvero molto a tuo padre"
"Che cazzo stai dicendo?"
"Sai, lui aveva la tua stessa epressione di paura prima di morire"
Vedo Brian immobilizzarsi e quasi smettere di respirare mentre io e i ragazzi ci blocchiamo sul posto.
"Che vuoi dire?"
"Oh andiamo Brian, non dirmi che non ci arrivi"
, ghigna Danny facendo scorrere il coltello sul collo del chitarrista lasciandogli dei graffi più o meno profondi e che non ci mettono molto prima di sanguinare copiosamente.
Brian si lascia sfuggire un lamento per poi spalancare gli occhi.
Non ci credo. Non è possibile.
E invece tutte le teorie a cui cercavo di non dar voce sono vere.
"Sei stato tu...", Danny inizia a ridere soddisfatto
"Dovevi vederlo Brian! E sai quali sono le ultime parole che mi ha detto?", tutti smettiamo di respirare sentendo le parole di Danny, "Vuoi che te lo dica?"
Brian non risponde, scosso dalla situazione e quasi traumatizzato, Danny si piega su di lui quel tanto che basta per sussurrargli all'orecchio, "Mi ha detto che in un modo o nell'altro mi avresti ucciso, ma non ci credo troppo, vedendo come sei messo, e sai qual'è stata la cosa più divertente? E' stato vedere le sue lacrime mentre urlava di non volerti lasciare da solo. Davvero toccante, ma non temere Bri, lo rivedrai presto"
E poi è successo tutto alla velocità della luce, in un'attimo Brian, preso da un moto di rabbia riesce a tirare un pugno a Danny, facendolo alzare di poco da se, altrettanto velocemente gli prende il coltellino dalle mani per poi puntarglielo contro un fianco e lasciando che la lama entrasse in contatto con la pelle di Danny, che inizia a sanguinare e cade di lato urlando di dolore, Brian si alza e inizia a prendere a calci Danny proprio sul taglio.
"Io ti ammazzo brutto figlio di puttana!", urla Brian fuori di se, Matt e Jimmy si avvicinano velocemente ai due, in questo momento Brian potrebbe realmente ucciderlo e questo porterebbe solo altri casini.
"Brian basta! Cazzo fermati!", urla Matt prendendo per le spalle il chitarrista menrte Jimmy si occupa di togliergli il coltellino dalle mani, Brian continua ad urlare mentre Danny a terra si sta alzando in piedi con molta fatica per potersene andare, sentiamo un clacson dietro di noi, mi volto assieme a Lidia per poi vedere Johnny a guida della macchina di Jimmy, veloci saliamo tutti in macchina mentre Matt e Jimmy cercano di farci entrare anche Brian che non sembra volersi calmare.
Ora che Brian sa chi ha ucciso i suoi genitori non credo sarà tanto facile tenerlo a bada nei corridoi di scuola. Sarà meglio chiuderlo in casa....ma che dico? Non lo so nemmeno io cosa sarebbe meglio fare adesso....
E con questi pensieri Johnny inizia a guidare verso casa mia.










SPAZIO AUTRICE
Aggiornato e con un colpo di scena! Ve lo aspettavate? Spero di no! Vado di corsa quindi ditemi se vi è piaciuto questo nuovo capitolo e ci leggiamo alla prossima! Buon inizio settimana a tutti!! 

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Capitolo 15
*** Friends ***


Avete presente Brian Elwin Haner J.? Bene, Brian è il ragazzo migliore del mondo, su questo non c'è assolutamente nulla da dire, darebbe la sua anima al Diavolo per i suoi amici, c'è sempre quando hai bisogno di lui per questioni importanti o anche solo per bere una birra, vive per la musica e farebbe di tutto per realizzare i suoi sogni.
Siamo cresciuti insieme e nonostante ne abbiamo passate di tutti i colori non è mai successo che Brian fosse così incazzato.
Negli ultimi venti minuti ho visto il suo sguardo mutare e il suo comportamento cambiare radicalmente, o quasi paura a guardarlo troppo, gli occhi nocciola, quei meravigliosi occhi che trasmettevano qualsiasi tipo di emozione, sono diventati cupi e inniettati di sangue, sembrano gli occhi di un malato mentale o di un killer psicopatico, il suo sguardo è del tutto indecifabile, anche per me, la rabbia che prova è palpabile e non so con quale forza Matt e Jimmy stiano riuscendo a tenerlo fermo, è così arrabbiato che non ci mette molto a lanciare insulti anche ai suoi amici.
Johnny finalmente accosta la macchina al vialetto di casa mia, mentre velocemente io e Lidia scendiamo dalla macchina, seguite da Zacky, Johnny e per ultimi Matt, Jimmy e Brian, entriamo in casa mentre Gates continua a sbraitare impazzito, potrebbe distruggere tutta la casa in questo momento.
"Cristo lasciatemi andare!", urla contro Matt che lo sta trattenendo dalle spalle per non farlo uscire di casa
"Cazzo Brian basta! Fermati!"
"Fermarmi!? Ma non hai sentito quel figlio di puttana!? Giuro che gli ricambierò il favore!", spintona Matt mentre continua ad urlare
"Brian non risolverai nulla così! Peggiorerai solo le cose"
"Sta zitto Baker! Tu dovresti essere il primo a capirmi!", punta il dito contro Zacky che, colto alla sprovvista, abbassa per un secondo lo sguardo senza ribattere
"Basta Brian", Jimmy si avvicina a Brian mettendogli una mano sulla spalla che, però, il chitarrista scosta malamente
"Non dirmi che anche tu la pensi come loro", mormora quasi Brian
Rev non risponde, mantenendo lo sguardo puntato contro quello di Haner, sembra pensarci bene alla risposta da dare sicuramente non vuole urtare ancora di più la rabbia del ragazzo.
"Ho sentito anche io quello che ha detto e si, anche io avrei una voglia matta di andare li e prenderlo a pugni finchè non muore, ma non puoi Brian. Non risolveresti nulla, una rissa è un conto, un omicidio è un'altra cosa, più grave e distruttiva, non puoi permetterti di fare una cosa del genere, non puoi permetterti di finire in galera per omicidio, ricordati che hai delle responsabilità, anche per conto della nostra stessa band. Non ti sto dicendo di perdonarlo, non lo farei ai nemmeno io, è uno stronzo bastardo che si merita solo il peggio. Ma non puoi farlo fuori, non cambierà quello che è successo Gates. Non li riporterà indietro il tuo gesto".
Tutti ascoltiamo le parole che James ha appena detto con innata cautela, i ragazzi annuiscono alle sue parole e Brian si passa una mano tra i capelli con fare nervoso.
"Ha ucciso i miei genitori, James. Direi che è un motivo valido per farlo fuori", risponde Brian con freddezza per poi voltarsi e salire in camera sua, sbatte violentamente la porta e nel salotto dove siamo rimasti cala il silenzio.
"Sto con lui, magar riesco a farlo ragionare", borbotta Jimmy
"Vengo con te amico", prontamente Matt si fa avanti e insieme i due vanno nella camera del chitarrista.
"Che giornataccia"
"Puoi dirlo forte Zacky", rispondo al ragazzo passandomi una mano sugli occhi, sono esasperata da tutta questa situazione, all'improvviso mi ricordo della mia amica, che è rimasta qui con noi per tutto questo tempo e i ragazzi quasi non l'hanno notata.
"Lidia, scusa, sicuramente non ci starai capendo nulla, se vuoi andare a casa ti accompagno", dico alla ragazza
"Ma no, tranquilla, vorrei aiutarvi se posso, anche se dovreste raccontarmi tutta questa storia", annuisco alle sue parole
"Allora, prima di tutto, ti presento i ragazzi, lui è Zacky e lui è Johnny", i due ragazzi si avvicinano presentandosi e subito vedo Lidia ammutolirsi, spero non sia dovuto a tutti i tatuaggi che hanno i due.
"Direi che mi andrò a preparare una tisana calda, ne volete?"
"Gentilissima Heaven"
"Magari recupera anche qualche biscotto"
"Farò del mio meglio Vee, Lidia mi aiuti?"
Assieme alla mia amica entriamo in cucina dove metto su il bollitore e in attesa che l'acqua sia pronta spiego tutto quanto alla ragazza che mi guarda prima triste e poi allibita, in effetti  una realtà che lascia senza parole anche me.
"Ma è assurdo. Perchè mai avrebbe dovuto uccirderli?", mi chiede metre metto l'acqua bollente in sette tazze
"Non lo sappiamo, tra Brian e Danny non c'è mai stato buon sangue, eppure tutti i loro litigi avvenivano esclusivamente per la popolarità a scuola, Danny è capitano della squadra di football, mentre Brian pur essendo un semplice chitarrista riscuote di gran successo, se così possiamo definirlo, in utta la scuola e questo Danny non lo ha mai tollerato"
"Quindi pensi che abbia ucciso i suoi genitori per gelosia?"
"La gelosia è una brutta bestia, come l'orgoglio, potrebbe farti fare di tutto, e poi Danny non è esattamente il ragazzo modello"
Torniamo in salotto portando anche le tazze e noto con piacere che ci hanno raggiunti anche gli altri tre, poggiamo le sette tazze sul tavolino con accanto qualche biscotto al cioccolato, Zacky e Johnny sono seduti a terra mentre Matt, Jimmy e Brian occupano uno dei divani.
"E li chi è?", chiede Matt sorpreso di vedere la figura della ragazza, questo mi lascia la conferma che prima erano troppo occupati a fermare Brian per notare che con me, omeglio con noi, c'era una ragazza in più.
"Lei è Lidia, una mia amica, ci siamo conosciute alle preparazioni per la festa di Natale", mi volto verso la ragazza seduta accanto a me vedendola quasi sprofondare sul divano, è diventata tutta rossa, sicuramente è timida e vedere tutta questa gente nuova deve averla bloccata.
"Speriamo di non averti sconvolta prima", dice Jimmy giocherellando con la sua tazza
"N-no no, a dire il vero...non..."
"Ehy, non ti mangiamo mica!"
"Brian non urlare che me la spaventi!", ribatto contro il ragazzo per poi scatenare una risata generale
"Sei nuova? Non ti ho mai vista in giro", chiede Zacky con fare genile alla ragazza
"Sì, mi sono trasferita qui da poco, prima abitavo in Italia", meno male sembra iniziare a sentirsi a suo agio.
"Come mai sei venuta qui?"
"Oh andiamo, non è un interrogatorio Gates! Fatti i cavoli tuoi!"
"Ah ma che vi ho fatto?", Jimmy da uno schiaffetto sul collo a Brian che in tutta risposta gli da una gomitata proprio sul bracco che reggeva la tazza e gli fa colare della tisana ancora bollente sulla gamba
"Cazzo Syn!"
Scoppiamo a ridere nel vedere poi i due rincorrersi per tutta la casa per poi calmarsi dopo una lunga serie di impreazioni, notiamo solo ora che fuori sta facendo davvero molto buio così decidiamo di guardare un film tutti insieme e, per sfortuna ai ragazzi, io e Lidia scegliamo un classico Disney, sono sicura che io e questa ragazza faremo impazzire i Sevenfold se ogni volta andrà a finire così.
Ovviamente è immancabile la pizza, accompagnata da sette bottilie di birra, mangiamo tutti in salotto, chi sui divani chi sul tappeto, propongo a Lidia di fermarsi a dormire qui, visto che lo faranno anche i ragazzi, accetta con piacere e questo non può che farmi felice. Dopo cena esco sul balcone con Brian, volendo stare da sola con lui e parlare un po' di tutto quello che è successo, mi si è tolto un peso dal petto quando ho visto che è tornato a sorridere e spero che dovrò più vederlo in quello stato.
"Allora fratellone?"
"Allora cosa?"
"Come ti senti?"
"Meglio, decisamente, e poi aver picchiato quello stronzo è stata veramente una goduria", ammette spingendo con il piede il dondolo su cui siamo seduti che inizia a cullarci
"Mi hai fatto paura prima"
"Sai che non farei nulla contro di te, non ti sfiorerei nemmeno con un dito"
"Lo so, ma non voglio che tu perda il controllo in quel modo, per nessuna ragione Bri, nemmeno per quello che hai saputo oggi"
"Non ti prometto nulla"
"Mi dai un abbraccio?"
"Si"
Ci abbracciamo e subito il suo profumo di birra e sigarette mi fa sentire a casa. Questo è i Brian che conosco.


"Allora, chi dorme in camera con me?", chiede Johnny tutto felice
"Christ, Matt e Zacky dormirete nella camera di mio padre, Jimmy dormi con me e Brian e Lidia dovrete dividere la camera", spiego a tutti
"Perchè deve dormire con te Jimmy? Non può dormire con Brian e tu e la tua amica dormite insieme?", chiede Matt dubbioso
"Cosa ci nascondete?", domanda ancora Zacky.
Io e Jimmy arrossiamo mentre cerchiamo il modo di venir fuori dalla situazione, ovviamente Brian ha già capito tutto.
"Sono felice per voi ragazzi", ci stringiamo in un abbraccio, "Non farmela soffrire Rev, o te la vedrai con me"
"Non ci tengo Gates"
"Stronzi e quando credevate di dircelo?", ironizza Matt sorridendo e liberando quelle adorabili fossette
"Regalo di Natale?", domando sollevando il sopracciglio destro
"O incubo pre-Natale? Insomma, pazzi bastavate singolarmente, ora che ne sarà di me?", ridacchia Johnny
"Ci penseremo noi a te Johnnino!", ghigna Jimmy
Saliamo tutti al piano superiore per poi posizionarci davanti alle reciproche camere.
"Buona notte ragazzi"
"Notte Heaven, e non vogliamo sentire rumori da lì dentro!"
"Pensa per te Matt", faccio la linguaccia a Shadows
"Stessa cosa vale per te Gates!", dice Zacky puntando un dito contro Brian, mi giro giusto in tempo per vederlo scoppiare a ridere mentre Lidia diventa di un color rosso acceso
"Attento a te Vengeance, ti ricordo che voi sieten tre!", io, Jimmy e Lidia ridiamo alla frase di Brian mentre i tre interpellati sghignazzano
"Io sono casto e puro Haner!", ride Zacky
"Si e chi ci crede!"
"Zitto Christ"
"Notte!!!"
Ci chiudiamo nelle reciproche camere e finalmente il buio la fa da padrone, dopo essermi messa il maglione velocemente esco dal bagno notando che Jimmy è già a letto con solo la sua t-shirt e i boxer, mi metto anche io sotto le coperte e vengo subito abbracciata dal ragazzo.
"Ti voglio bene", mi sussurra all'orecchio lasciandomi un bacio sulla bocca che ricambio con amore, sento la sua mano giocherellare con i miei capelli, si separa leggermente per mordicchiarmi il labbro inferiore per poi lasciarmi un'ultimo bacio.
"Anche io", mi accoccolo al suo petto e in meno di cinque minuti mi addormento, accanto al ragazzo che mi sta cambiando la vita.











 SPAZIO AUTRICE
Non so, questo capitolo oltre che essere breve mi fa quasi pena, sarà che è una giornata un po' storta...
Ditemi che ne pensate!

Maraforevergates 

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Capitolo 16
*** I love you ***


Il mattino dopo vengo svegliata dalle goccie di pioggia che battono con prepotenza contro il vetro della mia finestra, non apro subito gli occhi, non ne ho voglia visto che è sabato preferisco starmene ancora un po' a letto, mi volto dall'altro lato e sento il respiro calmo e regolare di Jimmy infrangersi contro i miei capelli, allungo una mano contro il suo petto e stringo un lempo della sua maglia, subito  dopo sento la sua mano accarezzarmi i capelli.
Possibile che sia già sveglio?
Non mi muovo e lo lascio fare, mi piacciono le sue mani, sanno trasmettere sicurezza e protezione, caratteristica che ho sempre cercato in qualsiasi ragazzo che mi piacesse.
La sua mano si sposta sulla fronte, sento un dito tracciarmi la linea del naso e poi spostarsi sulla guancia e arrivare fino al collo, giocherella con la mia collanina e poi si ferma.
"Non hai idea di quello che mi stai facendo...", sussurra piano con la voce ancora impastata nel sonno, resto con gli occhi chiusi continuando a far finta di dormire, "..è la prima volta che una ragazza mi fa questo effetto, non ho mai provato amore nella mia vita, l'unica forma di affetto che conosco è verso i miei migliori amici, ma tu, mi stai cambiando e nemmeno te ne accorgi Black. Credi che un ti amo basterà a dimostrarti tutto quello che provo per te?"
"Non devi dimostrarmi nulla, Jimmy", mormoro facendo sussultare il ragazzo, gli prendo una mano iniziando a giocare con le sue dita
"Hai sentito tutto?"
"Si, e nessun ragazzo mi ha mai detto di aver paura ad esternare i suoi sentimenti"
"Non sono in grado di amare una persona, non come vorresti piccola"
Maledetto tu e i tuoi dannati occhi.
"Non è vero. Sai amare più di molte altre persone, e me lo hai appena dimostrato, voglio che tu sia sempre te stesso con me Jimmy. Mi piaci per come sei davvero, non per come vuoi farti vedere", mi stringo a lui che si tranquillizza.
"Resterai per sempre?", gli chiedo stringendogli la maglia
"Per sempre", mi lascia un bacio sulla fronte e poi si separa sdraiandosi in posizione supina.
Mi volto a guardare l'ora e noto che sono le dieci del mattino, meglio alzarsi se vogliamo risolvere qualcosa in questa giornata, mi alzo dal letto sentendo il freddo di dicembre sulle gambe scoperte.
"Vado a farmi la doccia, se vuoi nell'armadio ci sono dei vestiti di Brian, se vuoi cambiarti"
"Tranquilla non ce ne bisogno, ma una doccia la farei volentieri", si alza dal letto ammiccando e venendo vicino a me e alla porta del bagno
"Prima io", gli faccio la linguaccia e mi chiudo in bagno veloce, apro il getto d'acqua calda e dopo poco tempo del vapore inizia già ad aleggiare nel piccolo bagno, mi butto sotto il getto e mi rilasso, iniziando a canticchiare qualche canzone dei ragazzi.




















JAMES'S POV

Quella ragazza mi farà impazzire, giro un po' per la camera notando una bacheca ricoperta di foto, alcune ritraggono la mia ragazza da piccola, in altre è con Brian e altre ancora ci inquadrano tutti insieme, una in particolare coglie la mia attenzione, siamo tutti al Johnny's, un locale che frequentiamo parecchio, seduti da destra ci sono Zacky, Matt, Johnny, Heaven, Brian e io. Brian ha una mano appoggiata alla mia spalla mentre con l'altra mano tiene un polso alla sua amica che ride, ricordo bene quel momento, Gates era leggermente ubriaco e stava farneticando su quanto stavamo bene insieme io e Heaven, ovviamente da quella sera iniziai a pensare di più a quella ragazza dai capelli e gli occhi neri.
La sento cantare accompagnata dal rumore dell'acqua, apro di poco la porta del bagno per sentirla meglio e sento che sta cantando la canzone che scrissi per lei.
Entro nel bagno e vedo la sua figura sfocata da dietro il vetro appannato della doccia, mi appoggio al muro vicino al lavandino e resto fermo a guardarla ignara che io sia qui.
Continua a cantare A Little Piece of Heaven fin quando si ferma, sapendo che è prossimo il duetto, non resisto dal canticchiarla anche io.
 "I will suffer for so long (Soffrirò così a lungo)", intono
 "What will you do? Not long enoght (Che cosa farai? Non sarà abbastanza a lungo)", è così presa dalla canzone da credere di aver solo immaginato la mia voce.
 "To make it up to you (Per rimediare a ciò che ti ho fatto)", continuo
 "I pray to God that you do (Pregherò Dio che tu lo faccia)"
 "I'll do whatever you want me to do (Farò tutto quello che mi chiederai di fare
)", e lo farò davvero
 "Well the I'll break you unchained (Bèh, dopo spezzerò le tue catene)", lo hai già fatto piccola.
 "And if it's not enought (E se non è abbastanza)", riuscirò ad essere tutto per te?
 "If it's not enought (Non è abbastanza)"
 "If it's not enought (Non è abbastanza)",
ce la farò.
 "Not enought (Non abbastanza)"
 "Try again (Proverò ancora)", si lo farò
 "Try again (Prova ancora)"
 "And again (E ancora)"
 "And again (E ancora)"
 "Over and over again! (Ancora e ancora
)", le nostre voci all'unisolo e poi il silenzio, che si sia accorta che non si è solo immaginata la mia voce?
Mi tolgo la maglia e con ancora i boxer addosso entro nella doccia con lei, non so se ha già avuto altri rapporti, anche se Brian mi ha assicurato che non si è ancora concessa a nessuno, non voglio spaventarla e se non vorrà farlo aspetterò. E' girata di schiena e si sta lavando i capelli, è bellissima, mi avvicino fino a sfiorare la sua schiena contro il mio petto, si immobilizza e si gira spaventata, si copre come meglio può e abbassa lo sguardo imbarazzata, potrei seriamente saltarle addosso, le alzo il mento con due dita e appena i nostri sguardi si incontrano annullo le distanze baciandola, le cingo un fianco avvicinandola a me mentre chiedo accesso alla sua bocca, le nostre lingue iniziano a rincorrersi per poi trovarsi e non lasciarsi più, si lascia andare mettendomi le braccia intorno al collo e spingermi sotto il getto d'acqua, passo una mano su tutta la sua schiena fermandomi poi sui fianchi, pizzicandoli e sentendola sorridere, scendo a baciarle il collo mentre lei tira indietro la testa.
"James...è...la prima volta", sussurra quasi imbarazzata, non potrei che esserne più felice, sono il primo e non chiedevo di meglio.
"Farò piano, ma se non vuoi basta dirlo"
"No, voglio farlo anche io"
"Allora rilassati"
Torno a baciarle il collo sentendola poi fare le fusa come se fosse un gattino, porto la mano sul suo seno accarezzandolo e giocandoci mentre sento le sue mani curiose sulla schiena arrivare fino all'elastico dei boxer neri, indugiandoci sopra.
"Se vuoi continuare devi toglierli", le sussurro infondendole un po' di sicurezza in più, con un movimento deciso me li abbassa facendoli cadere con un tonfo bagnato sul pavimento della doccia, mi guarda innociente e dal suo sguardo capisco che è davvero la sua prima volta, l'avrei capito anche se non me lo avesse detto, passa una mano sul mio petto, disegnando il contorno dei tatuaggi e della scritta 'Fiction' che mi ricopre verticalmente il busto, arriva al basso ventre dove si ferma, capisco il suo imbarazzo e le prendo la mano con la mia.
"Stai andando bene, fammi quello che vuoi, e se vuoi possiamo anche rimanere così, per me va bene", non risponde e continua la sua discesa, decido di prenderla in braccio facendole allacciare le gambe al mio bacino, un'ultimo sguardo e quando la vedo annuire la prendo.
Geme il mio nome mentre mi lascia dei graffi sulla schiena e si inarca contro di me, dopo qualche altra spinta la sento così mia che potrei anche morire qui, sento  di essere al limite e con un lampo di lucidità esco da lei, ricordandomi di non avere il preservativo, stanchi e soddisfatti ci lasciamo cadere sul pavimento della doccia, la tengo ancora in braccio e lei si stringe al mio petto.
"Ti amo, Jimmy"
"Ti amo anche io, piccola"
E se esiste un Dio, che fermi il tempo per potermi lasciare così ancora per un po'.
















SPAZIO AUTRICE
Giuro che amo quei due!
Inizio col dire che chi segue la storia su Wattpad non troverà la scena d'amore scritta come è stata scritta qui, dato che su Wattpad non si può mettere un reating alla storia (o sono io che non so come si fa) ho deciso di saltare quella parte per non urtare nessuno.
Detto questo che ne pensate? Mi scuso se anche questo capitolo è breve ma vado davvero di corsa in questi giorni, giuro che appena posso ne farò uno più lungo e dettagliato!
Recensite mi raccomando!


Maraforevergates

 

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Capitolo 17
*** Una seconda chance ***


JIMMY'S POV

Faccio ancora fatica a credere a quello che è successo, non cambierei nulla, è stato perfetto.
Questa ragazza è perfetta, quasi mi sento uno stupido idiota a parlare in questo modo, proprio io che mi vantavo di farmi tre ragazze diverse ogni sera.
Mi alzo, prendo il suo accapatoio appeso fuori dal box doccia e glielo porgo mentre per me prendo un semplice asciugamano e me lo lego in vita, ora come ora vorrei potermi sdraiare sul letto e dormire ma so che non me lo permetterebbe mai. Mi volto verso la ragazza che mi ha, letteralmente, accoltellato il cuore e la vedo sorridere, un sorrisetto da stregatto.
"Ora puoi anche scappare James Sullivan", ridacchia continuando a guardarmi in quel modo
"Perchè dovrei?", la guardo interrogativo mentre si posiziona davanti allo specchio e inizia a tamponarsi i capelli
"Perchè Brian ti taglierà i connotati se lo verrà a sapere", sbarro gli occhi e mi porto una mano ai gioielli di famiglia mentre l'altra me la schiaffo in fronte, in modo molto teatrale e provocando una risata fantastica a Heaven
 "Non credi che per me potrebbe fare un'eccezione?", domando ridendo anche io
"Ah non lo so, e non rieschierei a chiederglielo!", continua a ridere come una bambina mentre torna in camera per potersi vestire.








HEAVEN'S POV

"Secondo te gli altri saranno già svegli?", chiedo a Jimmy mentre finisco di indossare la mia maglietta di due taglie più grande
"Non credo, solitamente il sabato dormono fino al pomeriggio", lo guardo con un ghigno malefico stampato in faccia, "Perchè mi guardi così?", mi chiede inarcando un sopracciglio
"Io e te ora ci divertiamo", mi guarda malizioso incrociando le braccia al petto, "Stupido non in quel senso!"
"Oh ma dai!"
"No! Tu ed io adesso ci divertiremo a svegliare quei cinque", continuo a ghignare mentre anche al batterista spunta un sorrisetto malvagio.
Vestiti di tutto punto decidiamo di uscire dalla mia stanza, ovviamente senza scarpe in modo da non farci sentire, e andiamo nella camera dove dormono Matt, Zacky e Johnny, apro piano piano la porta e socchiudendola posso notare che la luce che entra nella stanza è minima, vuol dire che hanno tirato giu la persiana o avranno tirato le tende, entriamo di soppiatto e la scena che ci si para di fronte è davvero esilarante.
Johnny è schiacciato in mezzo ai corpi di Matt e Zacky, ha la cresta tutta disordinata e un braccio è completamente piegato in un modo così strano che sembrerebbe rotto, Matt da la schiena a Johnny e dorme con un piede fuori dal letto, un braccio sotto al cuscino e l'altro a penzoloni, Zacky è completamente aggrovigliato alle coperte, ha la labbra leggermente aperte e sembra che gli stia colando della bavetta dall'angolo della bocca, mentre un braccio è completamente addosso al collo di Johnny.
Io e Jimmy ci guardiamo per un secondo e come i nostri sguardi si incrociano ci sentiamo montare le risate, facendo violenza su noi stessi cerchiamo di non ridere, il ragazzo alza una mano e, alzando il dito indice, capisco che sta contando, arrivato a tre si blocca.
"Sveglia stronzi!", urla per poi lanciarsi sul letto e schiacciando parte dei corpi dei tre ragazzi, che si svegliano di sopprassalto
"Vaffanculo Rev!", gli urla Zacky
"Chi sono, dove sono?!", si lamenta Johnny con una vocetta assurda
"Cazzo Jimmy! Levami il ginocchio dalle palle!", urla Matt dolorante
Scoppio a ridere a questa scena non riuscendo a resistere in alcun modo, sono assurdi, dopo varie imprecazioni decidono di alzarsi dal letto, si danno una sistemata veloce anche loro e tutti insieme decidiamo di dare un bel buon giorno anche a Brian e Lidia.
Arriviamo davanti alla porta della camera di Brian, diamo una sbirciatina all'interno e vediamo che la camera è inondata di luce.
Brian Haner che dorme con le tapparelle e le tende su? ...davvero?!
Entriamo nella camera facendo il minor rumore possibile, ci posiziamo intorno al letto e rimaniamo basiti.
"Ehm...", inizia Christ
"...davvero?", mormora Zacky
"Io propongo di saltargli addosso", sussurra Rev mentre si sta già preparando a saltare
"No no no, tu stai fermo dove sei gigante!", lo riprende Shadows bloccandolo appena in tempo
Io piego la testa di lato e metto le mani sui fianchi mentre cerco di capire la situazione che, devo ammettere, è decisamente esilarante.
Brian è a petto nudo, i capelli completamente stravolti gli si sono spiaccicati in faccia, la bocca semiaperta, una gamba è sotto alle coperte mentre l'altra è sopra, Lidia è con la testa appoggiata sullo stomaco di Brian, sì, avete capito bene, chissà come si è girata completamente mentre dormiva e ora è con la testa appoggiata al ventre del ragazzo, a pancia in giu e con le braccia che stringono il busto di Brian, metà corpo della ragazza è coperto mentre le gambe sono piegate lateralmente.
Jimmy mi si avvicina, dandomi un buffetto sulla guancia e facendomi riprendere.
"Allora? Gli svegliamo o no?"
"Sì, credo che dovremmo", torno a guardare i ragazzi ancora belli e addormentati e inizio a chiamarli, "Brian, Lidia, in piedi forza", sussurro
"Ehy, perchè a loro gli svegli così docilmente e a noi ci hai fatti svegliare da questa bestia?!", si lamenta Johnny indicando Jimmy che ridacchia
"Avanti sveglia", prova anche Matt, nulla non sembra che vogliano svegliarsi
"Ho un'idea", Jimmy si avvicina alla chitarra elettrica di Brian, tutti lo guardiamo quasi terrorizzati, toccare quella chitarra è come firmarsi il contratto di morte da soli, Brian tiene a quella chitarra più che a se stesso, il ragazzo dagli occhi azzurri nota con piacere che la chitarra è collegata all'amplificatore, Brian dev'essersi dimenticato di scollegarlo l'ultima volta che ha suonato, Jimmy imbraccia la chitarra
"James mollala!", sussurriamo all'unisolo io e i ragazzi conoscendo il grande rischio a cui andava in contro, il batterista non ci ascolta e da una plettrata forte e decisa che fa svegliare di colpo Brian.
"Chi cazzo sta suonando la mia bambina!?", urla il ragazzo mettendosi seduto sul letto con ancora tutti i capelli sulla faccia, mentre Lidia leggermente intontita rimane nella posizione in cui si trovava prima con gli occhi leggermente chiusi, ma appena si accorge di star abbracciando la vita a Brian si alza di colpo anche lei, i due si guardano per un momento e subito dopo abbassano lo sguardo.
"Non dovete dirci nulla?", chiede Matt da leader qual'è.
"Perchè?"
"Ah non so Haner, sei a petto nudo e fino a trenta secondi fa una ragazza ti stava abbracciando come un fottuto peluche", sghignazza Johnny
"Non abbiamo fatto nulla"
"Sì e chi ci crede Gates!", scoppia a ridere Matt
"Sono serio!", si lamenta il chitarrista
"E perchè sei a petto nudo?", gli chiede stavolta Jimmy
"Dormo sempre a petto nudo, e tu Rev, perchè hai la lampo abbassata?", tutti smettiamo subito di ridere, Jimmy sbianca e io gli lancio un'occhiata furtiva che sa tanto da 'che cazzo hai fatto?!'
"Oh...ehm...ero al bagno e mi sono dimenticato di farmela tirare su"
"Farmela tirare su, Rev?"
Merda merda merda! James Owen Sullivan ti ammazzo, sì ti ammazzo
.
"Ehm, allora, andiamo a fare colazione?"



































***



























Nel pomeriggio abbiamo deciso di andare tutti insieme a fare una passeggiata al parco di Huntington Beach, qui lo chiamiamo anche Central Park, è il più grande parco della città ed è davvero molto carino, i ragazzi continuano a rincorrersi e a dire frasi a puro caso mentre io e Lidia stiamo camminando leggermente più indietro di loro.
"Dimmi la verità, ti piace Brian?", chiedo di punto in bianco alla mia amica
"Ehm...cosa te lo fa pensare?"
"Oh nulla, solo che stamattina sei diventata tutta rossa!", ridacchio
"Dai non prendermi in giro!", ride anche lei
"Ok ok"
"E tu e quel Jimmy? Sai che stareste davvero bene assieme?"
"Sì, me lo hanno detto", ammetto riferendomi a Brian, guardo lui e Rev più avanti che si tengono uno sotto braccio all'altro e camminano ridendo e scherzando, senza accorgercene arriviamo davanti al lago, proprio al centro del parco, io, Lidia e Zacky ci sediamo poco prima della riva mentre alcune papere ci passano davanti.
"Oh per tutti i Johnny Christ!", urla Rev
"Ehy!", lo riprende Johnny inarcando un sopracciglio
"Guardate quella fottuta papera! E' enorme cazzo!", continua Rev
"Ma che cazz...", Matt non fa in tempo a finire la frase che il batterista è già schizzato a rincorrere quelle povere papere.
"Come here fuckin' stallion duck!", urla Jimmy mentre Brian inizia a ridere come un pazzo mettendosi le mani sulla pancia e piegandosi leggermente in avanti, io inizio a ridere schiaffandomi una mano sulla fronte, anche Lidia ride insieme a Zacky mentre il nostro vocalist incrocia le braccia e scuote la testa.
"Ah, che mi tocca vedere!", borbotta ridendo anche lui.
Rev si ferma di colpo girandosi verso Matt e avvicinandosi con le mani sui fianchi, "Zitto Sanders, ricordati che io so cose che loro", indica tutti noi, "Ignorano"
"Ah davvero? E quali sarebbero?", chiede Matt che sembra davvero non capire a cosa si voglia riferire il suo amico.
"Ti dice nulla..", inizia Rev per poi schiarirsi la voce con fare teatrale, tutti lo guardiamo curiosi, "...I'm a barbie girl, in a barbie world!", canticchia Jimmy imitando alla perfezione Matt che se potesse si seppellirebbe vivo.
"Stronzo! Avevi detto che non lo avresti mai detto a nessuno!", lo accusa Shadows rossissimo in viso
"Non ho potuto resistere!", continua Jimmy ridendo come un pazzo come tutti noi.
"Devo ricordarti che il cd era tuo?!", alle parole di Matt, Jimmy ammutolisce mentre noi ridiamo solo più forte.
E così dietro all'aria da duri di questi ragazzoni si nascondono questi segreti ehm...imbarazzanti? Davvero? Li conosco da quattro mesi ormai e mai mi sarei aspettata una cosa del genere, non da Matt, che tra tutti sembra quello più composto, ma sotto sotto anche lui ha un livello di pazzia pari a quello dei ragazzi, mi ricordo quando, alla festa di Halloween, tutta la band era preoccupata da matti, ovviamente io e Brian non ne sapevamo nulla e così quando arrivammo a casa di Jimmy per le solite prove...










*flash back*
La porta di casa Sullivan si apre e io e Brian senza aspettare un minuto di più ci fiondiamo in casa, è il 31 ottobre e noi siamo vestiti decisamente troppo leggeri, ma non sapevamo che a quest'ora potesse fare così freddo, non qui che a novembre di solito fa ancora abbastanza caldo da poter andare in spiaggia.
Entrati in salotto notiamo che i ragazzi sono tutti seduti sui divani, ma all'appello manca Matt, possibile che proprio lui sia in ritardo? Lui che è il più puntuale di tutti e si aspetta che ci troviamo tutti almeno cinque minuti prima dell'orario?
Guardando meglio la situazione io e Brian rimaniamo leggermente dubbiosi, Zacky ha lo sguardo fisso sul caminetto acceso, è seduto vicino al bracciolo destro del divano e continua a torturarsi le mani, Johnny è seduto in mezzo, con le gambe rannicchiate contro il petto e lo sguardo che continua a saettare per tutta la sala terrorizzato, Jimmy seduto dall'altra estremità del divano continua a picchiettare il piede sul tappeto con preoccupazione e ha lo sguardo perso nel vuoto.
"Ragazzi state bene?", chiede Brian anticipandomi
"No che non stiamo bene! Brian ma che domande fai!?", risponde Zacky leggermente irritato lasciandoci senza parole
"Che è successo?", chiedo leggermente preoccupata guadagnandomi delle occhiate terrorizzate da parte dei tre ragazzi
"Oddio, Jimmy non dirmi che non glielo hai detto!", urla quasi Johnny
"Cazzo ero troppo in ansia per farlo!", si lamenta Jimmy preoccupato
"Mi state facendo preoccupare, se è uno scherzo è davvero di pessimo gusto ve lo dico!", sbotta Brian
"Syn ha ragione, diteci che è successo e poi, dov'è Matt?", chiedo per poi venir zittita dalla mano di Jimmy, che si è alzato di scatto e più veloce di un fulmine mi ha tappato la bocca.
"Non dire quel nome cazzo!"
"James ma..."
"Ok ok, vi dirò tutto ma voi non nominate quel fottuto nome!", io e Brian annuiamo e aspettiamo che Rev continui, "Oggi è il 31 ottobre, e ci siamo dimenticati che oggi non può assolutamente essere giorno di prove, perchè in quest'unico giorno dell'anno, lui, diventa totalmente pazzo! E' l'unico giorno in cui nessuno, e ripeto nessuno, possa sapere che cosa gli passa per la testa!"
"Jimmy inizi a spaventarmi", ammetto avvicinandomi di più a Brian, nel frattempo entrambi ci siamo seduti sul divano proprio di fronte a quello dove ci sono i tre.
"Dovresti avere paura! Non sai cosa può fare!", urla ancora Johnny, "Siamo fottuti!"
"Calmati JC, troveremo una soluzione", lo rassicura Zacky
"Volete dirci che vi prende?!", sbotta ancora Brian che inizia a preoccuparsi anche lui
"Dovete sapere che lui, ad ogni Halloween ne inventa una più del Diavolo! Una volta eravamo a casa sua, dovevamo trovarci per cenare insieme visto che i suoi genitori non c'erano, quando siamo arrivati davanti alla porta di casa sua l'abbiamo trovata socchiusa e all'interno era tutto buio", ci racconta Zacky rabbrividendo, "Allora siamo entrati, preoccupati che qualcuno fosse entrato in casa, quando abbiamo chiuso la porta alle nostre spalle abbiamo iniziato a chiamare Matt, ma nulla, non rispondeva, più allarmati che mai siamo corsi al piano di sopra, in camera sua abbiamo trovato la porta spalancata e la luce accesa, l'unica luce di tutta la casa accesa, e quando siamo entrati in camera...", Zacky si blocca quasi tremando
"Lo abbiamo trovato sdraiato in una pozza di sangue, un coltello da cucina vicino al suo corpo, gli occhi sbarrati in un'espressione spenta e triste, aveva addirittura gli occhi lucidi, iniziammo a farci prendere dall'ansia e iniziammo addirittura a piangere, pensando che il nostro amico di fosse suicidato, quei tagli sulle braccia e sul petto erano così realistici, non abbiamo pensato di controllargli il battito cardiaco, ed è stato tremendamente bravo a respirare così lentamente e silenziosamente da non farlo notare, di punto in bianco la luce si spense e quando si riaccese il corpo di Matt non era più al suo posto, ci voltammo e lo vedemmo davanti alla porta della sua camera, la testa inclinata e un sorriso perfido in viso con il coltello ancora gocciolante di sangue in mano, ci venne vicino ridendo come solo lui sa fare, quella risata fottutamente malvagia che ti entra nelle ossa e ti fa morire di paura solo a sentirla...", continuò Johnny quasi senza mai riprendere fiato.
"E quando fu soddisfatto di averci spaventati abbastanza iniziò a ridere e a dirci che era solo uno scherzo! Ma non potete capire! Era troppo reale! Troppo!", finisce il racconto Jimmy continuando a tremare.
Io e Brian ci siamo stretti l'uno all'altra decisamente spaventati per questo racconto, e anche noi abbiamo iniziato a guardarci le spalle.
"Perchè le luci sono tutte spente?", chiedo terrorizzata
"Quando siamo arrivati io e Johnny era ancora chiaro, e abbiamo deciso che bastava il caminetto ad illuminare ma abbiamo perso la cognizione del tempo e quando ci siamo accorti che era diventato buio non ci siamo più mossi di qui. Solo Jimmy si è alzato per venirvi ad aprire la porta prima, ma poi è corso di nuovo qui", spiega Zacky
"Secondo me ci state prendendo per il culo, e francamente vi è riuscito anche bene", dice Brian riacquistando un po' di coraggio mentre tutti, io compresa, lo guardiamo sbalorditi, "Avanti non potete avere davvero tutta questa paura! E poi Matt per entrare deve per forza passare dalla porta di casa!"
"No Brian! Quello entra ovunque, anche dalle finestre!", ammette Johnny
"Tutti noi ce lo siamo trovati in casa almeno due volte, e non è mai passato dalla porta di casa", continua Jimmy.
All'improvviso un rumore come di catene proviene dal piano superiore, lancio quasi un'urlo abbracciando di scatto Brian, mentre anche i tre ragazzi si stringono tra loro, tutti ci voltiamo ad osservare il corridoio e poi le scale, il tutto completamente buio, quella poca luce che proviene dal camino basta a malapena a illuminare i nostri volti terrorizzati. Il rumore così come è arrivato è cessato.
"Oh avanti smettetela, Jimmy dov'è l'interruttore della luce?", chiede Brian, mentre Jimmy si limita ad indicarglielo e, che mi venga un colpo, è proprio sulla parete vicina alle scale, stringo un braccio a Brian
"Non azzardarti a lasciarmi qui da sola!", urlo quasi al ragazzo.
"Oh andiamo Heaven, ci stanno prendendo in giro, non puoi credere davvero a tutto questo!"
"Brian non sai quello che dici!", lo rimprovera Jimmy.
"Ora io accenderò quella luce e vedrete che non succederà nulla", Brian si alza mentre noi gli intimiamo di tornare qui con noi.
Si avvicina alla parete vicino alle scale, convinto e tranquillo senza ascoltarci.
Allunga una mano per premere il pulsante che accenderà la luce in tutta la sala.
Le dita sfiorano il piccolo pulsante.
E poi vediamo distintamente una mano sbucare dall'oscurità e afferrare il polso di Brian che sbarra gli occhi e si lascia sfuggire un'urletto.
"Porco cazzo!!!", urla ancora il chitarrista cercando di liberarsi dalla presa salda di quella mano, tanto che quando riesce a liberarsene cade per terra, rimane immobile davanti a quelle scale e a quel corridoio buio.
Una risata che ci fa ghiacciare il sangue nelle vene.
Una figura incappucciata esce piano, troppo piano dall'oscurità.
Brian immobile per il panico inizia a tremare, la figura gli si avvicina e Gates inizia ad indietreggiare spingendosi indietro con le gambe, non si alza da terra e senza voltarsi dalla figura continua ad indietreggiare per poi alzarsi di scatto e correre insieme a me, ci stringiamo anche noi agli altri tre sul divano, Johnny e Zacky iniziano ad urlare mentre io mi faccio piccola piccola tra Brian e Jimmy mentre ci abbracciamo tutti e tre. La figura continua ad avvicinarsi e quando inizia ad illuminarsi grazie al fuoco vediamo del sangue scorrere dalla bocca dell'uomo incappucciato mentre sul pavimento inizia a vedersi una striscia di sangue, notiamo che in mano ha una catena arrugginita e nell'altra ha un coltello seghettato. Continua a ridere malvagiamente mentre noi continuiamo ad urlare terrorizzati.
Si accende la luce, ma noi siamo troppo occupati a urlare per accorgercene.
La risata diventa più famigliare e più piacevole da sentire.
Tutto com'è iniziato finisce.
Smettiamo di urlare vendendo la figura togliersi il cappuccio rivelando il viso sanguinante di Matt.
"Dovreste vedere le vostre faccie ragazzi!", ci indica continuando a ridere
"Vaffanculo Matt!!!", urliamo noi all'unisolo.



*fine flash back*













Eh si, ancora mi vengono i brividi a ripensare a quella sera, ma il caro e buon M. Shadows si è fatto perdonare con una bevuta al Johnny's, ovviamente solo dopo aver dato una ripulita a casa Sullivan.
Assieme ai ragazzi iniziamo a ripercorrere la strada per poter tornare a casa e, quasi usciti dal parco, vedo un volantino appeso al tronco di un albero che mi incuriosisce, mi avvicino e sul foglio leggo 'Battaglia tra band', basta a farmi urlare il nome del gruppo, che prontamente mi raggiunge.
"Che è successo?", mi chiede Brian
"Preparatevi, avete una battaglia tra band da vincere!", urlo gioiosa ai ragazzi che quando vedono il volantino e leggono anche loro che la battaglia tra band avverrà il prossimo fine settimana iniziano a ridere e ad urlare di gioia, è l'occasione che stavano aspettando da una vita.
Sul volantino c'è scritto che se vinceranno avranno la possibilità di incidere un cd, quale occasione migliore per farsi conoscere?
Finalmente hanno la loro occasione, ci uniamo tutti in un abbraccio, Lidia compresa, ormai fa anche parte lei della nostra grande famiglia, e poi anche se non volesse essendo mia amica ci sarebbe dentro ugualmente.
Preso da tutta questa situazione Jimmy mi si avvicina, mi prende in braccio e mi lascia un bacio, scatenando una risatina generale.
"Ehy!!", ovviamente non poteva mancare Brian, ci separiamo e lo guardiamo iniziando a ridere per la sua faccia da Oscar.
Si, le cose stanno prendendo decisamente una bella via.


















SPAZIO AUTRICE

Finalmente un capitolo più lungo! E sono tornati anche i miei famosissimi 'flash back' non potevano mancare, no?
Allora ditemi cosa ne pensate!!!


    Maraforevergates

 

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Capitolo 18
*** Christmas Eve ***


"Oddio non ho idea di cosa indossare!", si dispera Lidia gettando sul letto l'ennesimo vestito rifiutato.
E' la sera del ballo di Natale della scuola, io e Lidia abbiamo lavorato molto a tutte le decorazioni, abbiamo creato di tutto, dagli addobbi semplici a quelli più complessi e grazie alla nostra fantasia è venuto davvero uno spettacolo. Abbiamo finito giusto un paio di ore fa di sistemare la palestra con l'aiuto degli altri ragazzi, poi siamo corse qui, a casa della mia amica, in modo da poterci dare una sistemata, io mi sono portata una borsa con dentro il vestito che indosserò questa sera, questa innocua borsa la sto scarrozzando ovunque da questa mattina, per fortuna Jimmy mi ha dato la possibilità di lasciarla nella sua macchina, almeno fino a quando non doveva tornare a casa, durante la pausa pranzo me l'ha lasciata nell'armadietto.
Durante questa settimana sono successe parecchie cose, i ragazzi hanno iniziato a provare per quasi cinque ore al giorno, senza tregua, spesso ci siamo fermati a dormire a casa di Jimmy essendo la casa più grande e anche quella dove avvenivano le prove, qualche volta si univa a noi anche Lidia, nel tempo in cui non provavano, i ragazzi, componevano nuove canzoni, in cinque giorni hanno composto cinque canzoni che porteranno alla battaglia tra band, tra due giorni, si può dire che siamo tutti davvero molto elettrizzati e agitati.
Inoltre un paio di giorni fa...





*flash back*

"Matt, ti prego facciamo una pausa, non mi sento più le dita!", si lamenta Johnny, stremato proprio come gli altri, saranno quattro ore e mezza che continuano a suonare, e anche lo stesso Matt se non fa una pausa rischia di rovinarsi le corde vocali.
"Concordo col nanetto", Zacky appoggia subito l'idea di Johnny
"Va bene, ma dovremmo..."
"Shadows calma! Siamo a buon punto, andremo alla grande alla battaglia tra band, praticamente abbiamo il premio già in mano", dice Syn prendendo una birra e bevendone alcuni sorsi
"Si ma dobbiamo ancora scegliere quali portare e provarle per bene, poi dobbiamo decidere come presentarci e ..."
"Basta Matt, mi stai facendo scoppiare la testa, andrà tutto bene", Jimmy lascia una pacca sulla spalla a Matt che dopo decide di seguire i consigli dei suoi amici e si calma.
"Allora, tra due giorni ci sarà il ballo della scuola"
"Oh è vero, come vanno i lavori ragazze?", ci chiede Zacky a me e Lidia che siamo sedute sul divanetto del garage.
"Proseguono, si può dire che siamo a buon punto", afferma Lidia tutta felice come una bambina
"Direi che ci mancano solo più i cavalieri", continuo io
"Ma tu ce l'hai un cavaliere", si imbroncia Jimmy
"Non ho avuto una richiesta ufficiale, Sullivan, quindi direi che ancora non ho nessuno", sorrido al ragazzo che mi si avvicina e mi porge una mano.
"Mi farebbe l'onore di venire al ballo di Natale con me, signorina?", chiede in modo teatrale con tanto di mezzo inchino, facendo ridacchiare i ragazzi
"Direi di si", affermo, "E voi? Con chi andrete?", chiedo al resto del gruppo
"Credo che inviterò Valary", afferma Matt con aria sognante
"Valary DiBenedetto? Hai proprio perso la testa per quella ragazza, Sanders"
"Johnny ha ragione, ci andrai dietro da due anni ormai"
"Dai lasciatelo stare, voi piuttosto?", chiede Lidia
"Io credo che andrò con il mio Cionnino, non è vero amore??", Zacky imita una vocetta acuta da ragazza stringendo un braccio a Johnny che inizia a ridere.
"Oh certo Zee Vee, non vedevo l'ora!", continua Christ mantenendo la scenetta e schioccando un bacio sulla guancia a Zacky e provocando delle risate generali.
"Brian?", chiedo al ragazzo che ancora non ha detto nulla
"Cosa?", chiede come se fosse cascato dalle nuvole
"Chi sarà la fortunata?", chiede Jimmy al suo migliore amico vedendolo poi distogliere lo sguardo e torturarsi le mani
"Oh ehm..."
"Allora?", continuiamo tutti, mentre lo sguardo di Gates si posa proprio sulla mia amica, seduta vicino a me.
"Verresti al ballo con me?", chiede senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Lidia che diventa tutta rossa per poi sorridere radiosa.
"Sì".





*fine flash back*






"Secondo me potresti mettere questo", tiro fuori un vestitino dall'armadio della mia amica, che potrebbe seriamente sclerare, annuisce per poi provarselo.
E' davvero bellissimo, è di un color verde petrolio, subito sotto il seno ha un nastro in cuoio nero che lascia cadere dietro la schiena le due estremità che arrivano quasi fino alle cosce, la scollatura è come se fosse un velo ed ha le maniche che arrivano poco prima dei gomiti, è un vestitino semplice ma ad effetto, la guardo per un secondo per poi frugare ancora nel suo armadio e tirandone fuori un giacchettino in pelle.
"Direi che è semplicemente fantastico", ammetto guardando la mia amica.
"Dici? Farò fare bella figura a Brian?"
"Più che bella figura", ci diamo il cinque per poi guardare l'orologio, mancano poco più di quattro ore alla festa, così Lidia decide di rimettersi una tuta e insieme scendiamo in salotto per poterci fare una cioccolata calda.
"Sai mi piace molto la tua casa", dico alla ragazza seguendola in cucina.
"Grazie, in effetti piace molto anche a me, è leggermente più grande di quella che avevo in Italia, ma va bene così", dice prendendo due tazze dal mobiletto
"A proposito di Italia, ma non doveva raggiungerci un tuo amico?"
"Oh sì, lo sentito prima, mi ha detto di essere sceso dall'aereo una mezz'oretta fa, direi che tra qualche minuto sarà qui", afferma felice, "Non vedo l'ora di presentartelo, vedrai che ti piacerà"
"Spero bene", ridacchiamo e iniziamo a gustarci la cioccolata calda mentre Lidia pensa bene di mettere un cd con tutte le canzoni Disney più conosciute, questa ragazza mi farà morire, ne sono sicura, scoppio a ridere mentre inizia a cantare a squarciagola e mi schiaffo una mano sulla fronte, rischiando quasi di ustionarmi con la cioccolata.
Dopo qualche minuto decidiamo di spegnere il lettore per i cd e andarci a preparare, a momenti dovrebbero arrivare anche i ragazzi visto che ci eravamo dati appuntamento per qualche ora prima, stiamo per salire le scale quando la porta di casa si spalanca, ci giriamo di scatto e notiamo la figura di un ragazzo, biondo, abbastanza alto e magro, con un borsone grigio sulla spalla.
Il ragazzo entra in casa mentre vedo Lidia iniziare a sorridere, lascia il borsone chiudendosi la porta alle spalle, si volta verso di noi e riferito più a Lidia che a me urla, "Bum baby! Ti sono mancato!?", è questione di una frazione di secondo che subito Lidia gli corre in contro e lo abbraccia di slancio, ridono come due bambini.
"Ce l'hai fatta!"
"Non riuscivo a parlare col taxista!"
"Oh ma chi se ne importa! Manu lei è Heaven, una mia grande amica, Heaven lui è Manuel, colui che mi ha sopportato per quattro anni alla scuola superiore che frequentavo", raggiungo i due ragazzi al centro della sala e porgo la mano al ragazzo che ricambia la stretta.
"Piacere di conoscerti", dico al ragazzo
"Anche per me", afferma sorridendo
Subito dopo il campanello di casa suona nuovamente annunciandoci l'arrivo dei Sevenfold, Lidia va ad aprire e i ragazzi si fiondano subito dentro casa alla ricerca di un po' di calore.
"Jesus Christ si muore di freddo!", dice Brian passandosi le mani sulle braccia per riscaldarsi, posso notare che anche loro hanno una borsa ciascuno, sicuramente contenenti i loro vestiti per la serata, Jimmy mi si avvicina e mi saluta con un bacio per poi accorgersi della presenza di un estraneo.
"E tu chi sei?", chiede quasi con l'innocienza di un bambino
"Manuel, un mio caro amico", risponde Lidia per poi presentare tutta la band al ragazzo.
"Bene, direi che se non vogliamo fare tardi dovremmo proprio andare a prepararci!", dice Matt felice come un bimbo.
"Non vedi l'ora di vedere Valary, vero Sanders?", chiedo al ragazzo che in tutta risposta sorride mostrando quelle adorabili fossette.
"Bene, ragazzi voi vi cambierete nella camera degli ospiti, in fondo al corridoio a sinistra, ci rivediamo qui", dice Lidia per poi afferrarmi un polso e trascinarmi nella sua camera.
La mia amica si affretta ad indossare il suo vestitino mentre io inizio ad indossare il mio, ovviamente è un vestito in stile gotico, comprato qualche giorno fa apposta per la serata, comprende un corpetto rosso scuro che scende a goccia fino all'inizio della gonna, sia sul davanti che dietro, rivestito con del pizzo nero, la gonna nera sul davanti arriva fin sopra al ginocchio e dietro scende a strascico fin poco sotto alle caviglie, è smanicato e lo scollo è a cuore, ovviamente il corpetto sulla schiena è legato con dei nastrini neri molto semplici, completo con il mio immancabile giacchettino in pelle.
Sia io che la mia amica indossiamo delle scarpe col  tacco nere, e grazie a queste il mio vestito non toccherà terra, ci affrettiamo a truccarci con del semplice eye-liner e un contorno di matita nera e siamo pronte.
"Stai davvero benissimo Heaven!"
"Non ti sei vista tu allora!"
"Andiamo?"
"Andiamo"
Torniamo al piano di sotto dove sentiamo i ragazzi tartassare di domande il povero Manuel e ridacchiare ogni tanto.
"Siamo pronte!", annuncio iniziando a scendere le scale e tenendo in mano un lembo della gonna, in modo da non aggrovigliarmela in mezzo alle gambe, quando scendiamo le scale i ragazzi ci fanno i loro complimenti tranne Jimmy e Brian che rimandono con la bocca semiaperta.
Anche loro sono vestiti di tutto punto, Johnny indossa una camicia nera con un jeans e un paio di anfibi, la cresta è perfetta come sempre e a un sorriso da bambino in faccia.
Zacky indossa una camicia bianca, una giacca rosso acceso, un papillion nero, tipico di lui, e un paio di pantaloni neri così come le Vans, gli occhi sono sempre cerchiati da uno strato di matita rossa e sulle palpebre ha anche del lombretto, rigorosamente rosso, gli snake-bites sono al loro solito posto e i capelli neri, non più tinti, sono perfettamente pettinati.
Matt indossa una camicia bianca con i primi due bottoni aperti, ha una giacca grigia e un paio di jeans scuri che gli danno un tocco di personalità in più, mentre i capelli non più sotto la sua solita bandana e cappellino sono liberi e ricadono leggermente dietro le orecchie, l'anellino al lato del labbro è sempre al suo posto e indossa degli stivaletti a punta neri.
Brian indossa una camicia bianca come gli altri con sopra una giacca nera, le maniche della camicia risalgono su quelle della giacca ed entrambe sono sbottonate, lasciandogli i polsi liberi, i primi tre bottoni sono aperti e i jeans neri molto eleganti gli danno un'aria sbarazzina, indossa anche un paio di anfibi neri, i capelli sempre sparati in aria e una linea di matita nera gli contorna gli occhi.
Jimmy ha una camicia nera sotto una giacca anch'essa nera con delle strisce molto sottili bianche, al collo ha una cravatta nera a strisce bianche di medie dimensioni che riporta al colore della giacca, i jeans scuri e due catenelle, agganciate ai passanti dei pantaloni, gli ricadono sulla gamba destra danogli la sua personalità unica, indossa le sue solite All Star nere e i capelli sono nella loro solita posizione, dal colletto della camicia spunta il tatuaggio delle manette e gli occhi cristallini sono messi in risalto da una linea di matita nera leggermente sfumata sotto gli occhi.
Anche Manuel è vestito di tutto punto, con un paio di jeans grigi, le Vans dello stesso colore e una camicia bianca a completare il tutto.
Decidiamo finalmente di salire in macchina, stringendoci in modo da starci tutti in una sola e, con Brian alla guida, ci avviamo verso l'istituto, devo ammettere che Brian mi fa paura con in mano un volante.





























***


















Arrivati all'istituto scolastico entriamo nella palestra e veniamo inondati da tanta gente, tanto alcol e tanta buona musica, ben presto perdo di vista Matt che si sarà allontanato assieme a Valary, Johnny e Zacky che si saranno buttati sul cibo e sulle birre portandosi dietro Manuel, e Brian e Lidia che spariscono al centro della pista. Io e Rev iniziamo a farci strada verso di loro e, non appena li abbiamo ritrovati, tutti e quattro iniziamo a ballare sotto le note di Get Stoned degli Hinder, devo ammettere che le decorazioni e tutto il resto ci è riuscito parecchio bene e che sono felice di essere a questa festa con le persone migliori del mondo. Brian continua a ridere assieme a Lidia, sono mesi  che non lo vedevo più sorridere così, sono sicura che tra quei due nascerà qualcosa, me lo sento.
Una mano di Jimmy mi riporta alla realtà e girandomi verso di lui posso notare che si è allentato il nodo alla gravatta, iniziamo a ballare insieme e a ridere nel vedere Johnny e Zacky obbligare Manu a ballare con un cappellino da folletto in testa.
"Ti sta bene questo vestito!", mi urla Jimmy cercando di sovrastare la musica
"Grazie! Anche tu stai benissimo!"


Dopo due ore buone decidiamo di fermarci e andiamo a prendere qualcosa da bere, mi viene quasi da ridere nel vedere delle ragazze fingersi ubriache mentre spacciano i loro bicchieri di aranciata per alcolici fortissimi. Veniamo raggiunti da Matt e Valary che sembrano aver fatto la lotta per poterci raggiungere.
"Dannazione è un delirio!"
"Puoi dirlo forte Sanders"
"Heaven, Jimmy lei è Valary", Matt ci presenta la ragazza che con un sorriso timido ci sorride e ci porge la mano, è molto graziosa, indossa un vestitino bianco che le arriva alle ginocchia, una cinturina argentata le fascia la vita e i capelli biondi sono tirati su in una morbida crocchia argentata come la cinturina.
"Ragazzi!", la voce di Zacky ci arriva ovattata, ci voltiamo verso il chitarrista con appresso Johnnye Manuel.
"Io mi sto annoiando, andiamo via!", si lamenta
"Johnny's?", chiede Brian spuntando insieme a Lidia dal nulla
"Come mi conosci bene Gates!"
"Ovvio", sorride beffardo.
Dopo vari tentativi riusciamo ad uscire dalla palestra e corriamo in macchina sfidando il freddo di dicembre, ci avviamo al Johnny's e l'ultima cosa che ricordo è di esser entrata al nostro solito pub e aver iniziato a ordinare birre e alcolici a non finire.














SPAZIO AUTRICE
A voi la parola lettori!

Maraforevergates

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Capitolo 19
*** Bat Country ***


Il fastidioso suono di un cellulare mi fa svegliare, irritata più che mai cerco di nascondere la testa sotto al cuscino ma urto contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Mi alzo puntellando le mani sul materasso, dando un'occhiata alla stanza capisco di essere nella camera da letto di Jimmy, torno a guardare il letto sul quale sono per metà sdraiata e noto che ci siamo davvero tutti.
Matt è per metà addosso a Zacky, entrambi sulla parte alla mia sinistra del letto, Jimmy è vicino a me e ho un suo braccio sulla schiena, Johnny subito dopo di lui è sul punto di cadere dal letto, provo a muovere le gambe ma le sento bloccate, mi giro per quanto posso e noto che hai piedi del letto stanno dormendo Brian e Lidia, uno addosso all'altra, mentre nel centro del letto in una posizione assurda sta dormendo Manuel abbracciato ad una bottiglia di Jack Daniel's. Solo ora mi rendo conto che il cellulare sta ancora suonando, mi chiedo di chi sia, non riesco a riconoscere la suoneria.
"Maledizione spegnete quella merda", borbotta Brian irritato quanto me.
"Chi cazzo è che rompe i coglioni?", mormora Matt mezzo addormentato, mentre cerca di allungare un braccio sotto il letto in modo da recuperare l'oggetto, capisco che si tratta proprio del suo cellulare visto che sta rispondendo alla chiamata.
"Pronto?", biascica con la faccia contro il cuscino, nel frattempo tutti iniziamo a svegliarci, chi sbadiglia, chi impreca già appena sveglio, chi si chiede dove si trova e come si chiama.
"Sta dicendo sul serio?!", la voce di Matt si fa improvvisamente più sveglia e preoccupata, ci giriamo verso il nostro frontman e lo vediamo intento a levarsi Johnny di dosso per alzarsi e iniziare a fare su e giu per la stanza. Ma che sta succedendo?
"Si, si certo ..ci saremo...certo...ok...alle due!? Oh...si ...si arriveremo in tempo...a dopo e grazie!", Matt stacca la chiamata e inizia a parlare a macchinetta, io e i ragazzi ci scambiamo degli sguardi perplessi e l'unica cosa che riusciamo a capire nelle parole di Shadows è 'Sfida, oggi, cazzo'.
"Matt facci il favore di fermarti", si lamenta Jimmy seguendo con lo sguardo il suo amico, decisamente agitato.
"Cazzo ragazzi siamo nella merda!", esclama il cantante
"Ma che stai dicendo? Chi era al telefono?", gli chiede Zacky
"Era il rappresentante della battaglia tra band, mi ha detto che l'hanno anticipata ad oggi per un motivo che non ho compreso molto bene, dobbiamo presentarci lì alle due in punto o siamo fuori!", ci spiega tutto d'un fiato, Brian ridacchia mentre prende il suo cellulare.
"Oh andiamo Matt, è appena mattino che fretta c'è di...", quando i suoi occhi si fermano ad osservare l'ora sullo schermo si blocca, diventando più bianco di un cadavere e quasi con l'affanno, "Cazzo cazzo cazzo! Muoviamoci! Sono le 12.10!!!"
Come se ci avesse detto di iniziare a scappare da una bomba sul punto di esplodere, tutti ci alziamo di scatto dal letto e iniziamo a correre su e giu per tutta la casa, chi urla per l'euforia, chi inizia a sparare parole a caso.
"Ragazzi non possiamo presentarci così! Prendiamo le macchine e andiamo a casa mia, Jimmy prendi dei vestiti e le bacchette della batteria e corri in macchina assieme a noi, Matt, Johnny e Zacky, passate velocemente nelle vostre case prendete quello che vi serve e venite da me, ci vediamo a casa mia tra 15 minuti e non vi voglio vedere un minuto più tardi!", dico prendendo in mano la situazione, mentre insieme a Lidia scendiamo le scale per poi uscire di casa e salire velocemente sulla macchina di Brian che, dopo aver fatto salire anche Manuel e Jimmy, parte per arrivare davanti a casa mia.
Dopo dieci minuti spaccati Brian parcheggia davanti a casa mia e tutti e cinque scendiamo velocemente per poi entrare in casa, Jimmy e Brian corrono in camera di quest'ultimo per potersi vestire mentre Manuel ci informa che non verrà con noi perchè a quell'ora avrà l'aereo per tornare in Italia, così approfitta per chiamare un taxi che lo accompagnerà a casa di Lidia in modo che possa prendere il borsone con le sue cose e poi lo scorterà fino all'aereoporto.
"Speravo che rimanessi per la battaglia tra band, noi andiamo a vestirci, tu fa come se fossi a casa tua ma non distruggermi nulla!", dico al ragazzo che si siede sul divano con il cellulare all'orecchio e mi fa cenno di star tranquilla, io e Lidia saliamo in camera mia per vestirci.
"Ti presto qualcosa io, ok?"
"Va più che bene! Sono agitatissima!"
"A chi lo dici!", recupero dall'armadio dei vestiti che lascio alla ragazza, un jeans strappato su più punti e una maglietta con lo scollo a V con il disegno di un teschio nero, mentre per me prendo un paio di pantaloni in pelle neri e una maglia con scollo a V nera, con il simbolo degli Slipknot in rosso sulla schiena, sento il campanello di casa suonare e mentre la mia amica corre in bagno per truccarsi io corro di sotto per aprire la porta, i ragazzi tutti ansanti entrano in casa raggiungendo velocemente la camera di Brian, Lidia mi raggiunge in salotto pronta e truccata.
"Vi saluto ragazze, io devo andare", ci comunica Manuel poco prima che io potessi tornare di sopra
"Vai già?", chiede la ragazza
"Si, il taxi sarà qui fra due minuti, ci sentiamo", i due si abbracciano calorosamente e io mi limito a dare il cinque al ragazzo
"Salutatemi anche gli altri e, nulla, spero di rivedervi ancora!"
"Ricambio, alla prossima!", dico al biondo per poi vederlo uscire di casa.
Corro di nuovo al piano di sopra per finire di truccarmi con la mia solita matita nera e l'eye-liner, indosso le mie Vans a scacchi bianche e nere e scendo di nuovo in cucina, con l'aiuto di Lidia prepariamo del caffè giusto per non rimanere a stomaco vuoto tutta la mattina. Le urla continue dei ragazzi ci distolgono dalle nostre chiacchiere così dopo aver messo il caffè nelle tazze decidiamo di salire a dare un'occhiata e, quando arriviamo sulla soglia della porta, quasi scoppiamo a ridere.
Matt continua ad impazzire e a ripetere i testi delle canzoni per conto suo mentre cerca di sistemarsi la cintura, Johnny ha la camicia completamente storta e Jimmy sta cercando di allacciare i bottoni dei jeans che sembra abbiano deciso di non volersi chiudere, dal bagno provengono le urla da donnicciola mestruata di Brian che continua ad imprecare contro i suoi capelli e Zacky che invece sta maledicendo la sua mano tremante mentre cerca di farsi una linea di matita rossa decente.
"Ok, fermi tutti!", urlo ai ragazzi che miracolosamente si danno una calmata fermandosi dove sono.
"Adesso vi aiutiamo noi", finisce la mia frase Lidia mentre entriamo nella stanza, lei va dritta verso il bagno facendo sedere Zacky sulla tavoletta del water per truccarlo, io mi avvicino a Johnny e gli sistemo la camicia abbottonandogliela in modo giusto, per poi passare a Matt legandogli la cintura e, notando che non l'ha fatta passare per i passanti, capisco che la vuole mettere solo per far figura, allora decido di mettergliela leggermente storta in modo che abbia uno stile più sbarazzino, dal bagno esce Zacky, felice di aver finalmente un trucco decente e Lidia si appresta ad aiutare Gates con i capelli e con i vestiti.
"Brian ma ti sei messo la maglia al contrario!"
"Ma non è vero"
"Si invece, guarda, hai lo scollo sulla schiena invece che sul petto"
"Merda"
Li sento borbottare dal bagno e noi in camera non possiamo fare a meno di ridacchiare, prendo per un polso Matt mentre intimo a Zacky e Johnny di scendere in cucina a bere il loro caffè e di calmarsi, entro nel bagno con Matt e vedo Brian seduto sul bordo della vasca con la testa china e Lidia davanti a lui che gli sistema i capelli, prendo una matita nera e faccio abbassare di poco Matt in modo da truccarlo con una linea sottile, gli sistemo per ultimi la bandana e il cappellino, torniamo in camera e recupero Jimmy mentre Shadows raggiunge gli altri in cucina, aiuto il batterista con i bottoni del jeans e prendo dal mio armadio una cintura viola e una nera, mettendogliele intorno ai fianchi, una tendente sulla destra e l'altra sulla sinistra accavallate l'una all'altra, gli sistemo la camicia nera sbottonandogli i primi tre bottoni, sapendo che quando dovrà suonare la sbottonerà del tutto, entriamo anche noi nel bagno giusto per vederci una scena esilarante, Lidia ha appena sbattuto la spazzola sulla testa di Brian.
"Cazzo Gates! Non toccarti i capelli, sta fermo!"
"Aiha mi hai fatto male!"
"La prossima volta resti fermo!", Brian sbuffa e pizzica un fianco alla ragazza che in risposta gli da uno schiaffetto sulla fronte.
"Avanti gigante siediti", dico a Jimmy facendolo sedere affianco a Brian sul bordo della vasca, prendo nuovamente la matita nera per sfumarla sulle palpebre di Jimmy mettendo in risalto quei suoi occhioni, passo la medesima matita a Lidia che traccia il contorno degli occhi a Brian, sistemo per ultimi i capelli di Jimmy e quando anche questi due sono pronti tutti e quattro scendiamo in cucina.
"Bene, siamo tutti pronti", affermiamo io e la mia amica bevendo anche noi il nostro caffè.
"Ok allora, abbiamo ancora un'ora più o meno, dobbiamo decidere cosa portare", dice Matt seduto a tavola con la tazza tra le mani
"Io propongo Uhnoly Confession", afferma Johnny
"C'è anche Bat Country, potremmo giocare di fortuna, sono sicuro che la maggior parte delle persone che ci saranno avranno visto almeno una volta 'Paura e Delirio a Las Vegas'", propone Jimmy
"C'è anche Scream", afferma Gates finendo il suo caffè.
"Per fare Scream ci serve che una ragazza urli all'inizio della canzone, per Uhnoly Confession dovremmo fare ancora qualche prova, non siamo pronti per quella", mormora Zacky andando in panico
"Allora direi che non ci rimane altro da fare che Bat Country, nelle ultime settimane abbiamo provato più quella che altro", borbotta Matt
"Tutto perchè il gigante ci ha obbligato a vedere 'Paura e Delirio a Las Vegas' una sera si e l'altra pure!", ribatte Brian
"Non ringraziatemi, vedrete che ce la faremo!", afferma Jimmy alzando una mano chiusa a pugno.
"Ok, Brian, Zacky le chitarre?"
"Sono già in macchina insieme al basso, Sanders"
"Ok, Heaven, Lidia ..."
"Tranquillo, Matt, ci ho già pensato io a tutta la merce", rispondo sorridendo a Matt
"Quale merce?", chiede Johnny inarcando un sopracciglio
"Ci siamo prese la libertà di far stampare delle magliette con delle vostre foto, vi ricordate quando vi abbiamo trascinato al parco abbandonato vestiti di tutto punto e vi abbiamo fatto più di 50 foto?", inizia Lidia a spiegare
"Bene, servivano per le stampe, siamo riuscite a fare delle magliette e delle bandane, dovreste lavorare su un vostro marchio ragazzi, se la battaglia va a finire bene dovrete avere un simbolo sotto al nome Avenged Sevenfold", finisco il discorso io, infatti l'unico a conoscienza dei nostri piani era Matt, ci sembrava giusto esporre almeno a lui l'idea.
"Fantastico!", urlano gli altri
"Forza ragazzi, abbiamo una sfida da vincere!", urla Matt alzandosi dal tavolo e seguito dai ragazzi esce di casa, io e la mia amica li seguiamo per poi salire nella macchina di Zacky che tra tutte è quella un po' più grande e dove ci sono già gli strumenti.



























***






























Arriviamo davanti ad un palazzetto e dopo aver trovato posto scendiamo dalla macchina, Brian, Zacky e Johnny recuperano dal bagagliaio gli strumenti e io mi avvicino a Jimmy prendendolo per mano, mentre Lidia si avvicina a Gates e iniziano a parlottare tra loro, Matt in testa al gruppo inizia a farci strada e in poco tempo entriamo nel back-stage del palazzetto, sono le 13.45, quindi abbiamo ancora qualche minuto per noi, ci avviciniamo ad una guardia per la sicurezza per poter entrare nei camerini.
"Voi siete?", chiede l'uomo altissimo con degli occhiali scuri sugli occhi e i capelli tendenti al grigio legati in una coda bassa
"Gli Avenged Sevenfold", afferma Matt con una punta d'orgoglio nella voce, mostrando il pass che gli avevano consegnato quando ha iscritto la band, l'uomo osserva il pass e ci lascia libero accesso ai camerini lasciandoci le indicazioni su come arrivare al nostro.
Percorso il corridoio arriviamo ad una porta con su un foglio con scritto 'AVENGED SEVENFOLD' a caratteri cubitali, entriamo nel camerino, posiamo le varie giacche sulle poltroncine e sul divano e tutti caliamo in un silenzio glaciale, la tensione si può sentire da kilometri di distanza, io e Lidia ci sediamo sul divano mentre guardiamo i ragazzi davanti a noi.
Matt ha appena indossato i suoi ray-ban a goccia e ha iniziato a canticchiare tra se le parole di Bat Country, muovendosi su e giu per la stanza come se fosse già sul palco.
Brian e Zacky stanno accordando le loro chitarre e ogni tanto si lanciano degli sguardi di approvazione, il bello di quei due è che si riescono a capire solo guardandosi, la band non poteva chiedere chitarristi migliori.
Johnny ripassa le sue parti di basso in silezio muovendo le dita sulle corde ma senza suonare.
Jimmy si è sbottonato la camicia nera lasciando libero il petto e il suo tatuaggio, 'Fiction', risalta sul suo busto, ha tirato fuori dalla tasca dei jeans le bacchette della batteria e le sta agitando in aria come se stesse davvero suonando.
All'improvviso la porta del camerino si apre e un ragazzo decisamente giovane fa capolino dalla soglia.
"Ragazzi tra 5 minuti tocca a voi, avviatevi vicino alle scalette del palco", e così com'è arrivato se ne va, lasciando i ragazzi nel panico totale.
"Cazzo cazzo cazzo!", impreca Matt
"Mi viene da vomitare", afferma Jimmy
"Anche a me", dice Brian e insieme si avviano verso la porta del piccolo bagno che c'è in questo camerino.
"Oh no no no no! Voi rimanete qui!", li ferma Zacky mentre anche lui potrebbe svenire da un momento all'altro.
"Avanti ragazzi tutti qui", dice Matt con voce ferma.
Anche io e Lidia ci avviciniamo ai ragazzi e ci uniamo in cerchio, come dei giocatori di football prima di una partita importante.
"Allora, abbiamo una sola possibilità, la canzone la sappiamo, immaginiamo di essere nel garage di casa Sullivan a suonare, diamo a quella gente quello che vogliono, uno spettacolo con i controcazzi! Siamo gli Avenged Sevenfold e spaccheremo!", urla Matt prendendo le parti di M. Shadows, più conosco questo ragazzo e più mi accorgo che sia davvero portato per fare il leader, i ragazzi urlano e poi si stringono in un abbraccio di gruppo coinvolgendo anche noi ragazze, quando ci separiamo siamo tutti più tranquilli e i ragazzi hanno una luce diversa negli occhi, hanno abbandonato loro stessi e ora davanti a me e Lidia ci sono loro, i veri Avenged Sevenfold, M. Shadows, Synyster Gates, Zacky Vengeance, Johnny Christ e The Rev.
Usciamo dal camerino e arriviamo ben presto dietro al palco, dove ci è stato detto di trovarci, mi avvicino a Jimmy e senza dire nulla gli lascio un bacio veloce e lo abbraccio, con la coda dell'occhio vedo Gates abbracciare forte la mia amica e lasciargli un bacio sulla guancia.
























 BRIAN'S POV

"Forza ragazzi tocca a voi!", ci informa una ragazza con in mano un'agenda e un microfono con auricolare all'orecchio.
Io e i ragazzi ci lanciamo un'ultimo sguardo e saliamo la scaletta per poter salire sul palco, una volta sopra, un brivido.
Una folla di persone, dai ragazzi agli adulti, inizia ad urlare e a fischiare, sento l'adrenalina in tutto il corpo mentre mi posiziono a sinistra del palco e anche gli altri si mettono nelle loro postazioni, Zacky a destra, Matt al centro, Jimmy dietro la batteria e Johnny vicino alla batteria poco dietro di me.
Passo la lingua sulle labbra che improvvisamente sento completamente secche e continuo a guardare la folla, mi volto per cercare gli occhi del mio migliore amico e mi meraviglio quando scopro che anche lui mi stava chiamando con lo sguardo.
Uno sguardo.
Quello che basta per un'intesa.
E poi Matt prende in mano il microfono.
"Ehy figli di puttana! Siete pronti?!", urla Shadows con la sua voce graffiante, la folla urla di approvazione, "Noi siamo gli Avenged Sevenfold e la canzone che sentirete è Bat Country!".
Rev inizia a dare il tempo con le bacchette della batteria.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
"He who makes a beast out of himself, gets rid of the pain of being a man!", le ultime parole di Matt che annunciano l'inizio della canzone e poi le urla.
Il delirio, sotto di noi alcune persone hanno già iniziato a pogare mentre altre sembra abbiano già intuito di cosa dovrebbe parlare la canzone, muovo le dita sulle corde della chitarra come se ne dovesse dipendere la mia stessa vita, vedere le persone che cercano anche solo un contatto visivo con me o che alzano le mani in segno che gli sta piacendo quello che stanno ascoltando, è una sensazione che non si può spiegare a parole.
Matt inizia a correre su e giu per il palco cantando alla perfezione,  Jimmy si dimena dietro quella batteria, Johnny trotterella per il palco fermandosi di tanto in tanto sul bordo del palco, al momento dell'assolo io e Zacky ci avviciniamo al centro del palco e mettendoci spalla contro spalla suoniamo, è meravigliosa l'armonia che c'è in questo gruppo ed è fantastico vederci qui, tutti insieme ad iniziare a realizzare il nostro sogno.
La canzone termina e la folla inizia a urlare il nostro nome, alcuni chiedono addirittura il bis, facendo gli ultimi saluti scendiamo dal palco.
























 HEAVEN'S POV

"Siete stati fottutamente fantastici!", urlo ai ragazzi vedendoli scendere dal palco e come vedo Jimmy gli salto in braccio abbracciandolo forte.
"Cazzo ma li avete visti? Volevano sentirci suonare ancora!", esclama Matt elettrizzato
"Cazzo sì!", urla anche Zacky
Torniamo nel camerino in attesa del verdetto finale e poco prima di voltarmi completamente insieme a Jimmy per seguire gli altri, noto Brian prendere per mano Lidia e avvicinarlesi per lasciarle un bacio a stampo che lascia la ragazza con gli occhi sbarrati mentre sul viso di Gates compare un sorrisetto beffardo.
Sapevo che tra quei due c'era del tenero.












 SPAZIO AUTRICE

Che dire? Amo questo capitolo, lo amo solo io?? Fatevi sentire forza! ^^

Maraforevergates 
 

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Capitolo 20
*** Please, stay with me ***


 BRIAN'S POV

Siamo tutti nel camerino che ci è stato assegnato e stiamo letteralmente dando di matto, mancano ancora pochi minuti e poi saremo chiamati di nuovo sul palco per il verdetto finale, la tensione è palpabile e quasi nessuno spiaccica parola.

Dopo una mezz'ora che a noi è sembrata un'eternità, finalmente ci vengono a chiamare. Guidati da Matt usciamo dal camerino per poter raggiungere il palco, le ragazze ci lasciano un'ultimo sguardo e poi siamo di nuovo davanti alla folla che ci acclama, sono molti che urlano il nostro nome, ma sono sicuro che faranno la stessa cosa anche con le altre dieci band.
Ci fanno posizionare secondo l'ordine di uscita e noi eravamo i settimi, un caso? Può anche darsi.
Sul palco salgono due uomini, abbastanza formali, probabile siano i giudici, iniziamo a sentire la tensione quando questi iniziano a parlare, lancio un'occhiata veloce alle altre band, chi rimane zitto, chi parlotta, chi prega e chi addirittura piange, ma nessuno sta facendo quello che stiamo facendo noi. Ci guardiamo tutti e cinque negli occhi e poi ci uniamo in un'abbraccio, facciamo un piccolo cerchio tra di noi.
"Comunque vada, siamo stati grandi", sussurra Matt
"Concordo con te amico, e poi dal verdetto non dipende la nostra passione"
"Ma allora le dici anche tu le cose sensate nanetto", ghigna Rev
"Zitto Jimmy"
Ci stacchiamo dall'abbraccio e tenendoci pur sempre ognuno sotto braccio all'altro aspettiamo di sentir parlare i due giudici che sono riusciti a far tacere la folla, io sono tra Jimmy e Zacky mentre subito dopo Vee ci sono Matt e Johnny, siamo insieme, e qualunque cosa succeda noi sappiamo che ce l'abbiamo messa tutta.
"Allora ragazzi! Vi siete divertiti!?", urla uno dei giudici sentendo poi la folla acclamare, "Bene, di queste dieci band una sola vincerà, e avrà la possibilità di incidere il suo primo disco! Abbiamo sottoposto tutti sotto un'attenta 'analisi', e siamo giunti ad una sola conclusione"
Ci stringiamo di più tra di noi.
"La band, che ha vinto questa nuova Battaglia tra Band..."
Ok, ora muoio qui dove sono, parla cazzo!
"Sono niente di meno che..."
Sento il braccio di Jimmy stringermi di più e io ricambio subito.
"Gli Avenged Sevenfold!"
Ed è un'attimo.
La folla inizia ad urlare il nostro nome.
L'adrenalina è alle stelle.
Alcuni riflettori ci illuminano e noi siamo semplicemente al settimo cielo.
Urliamo di felicità e ci stringiamo in un'altro abbraccio di gruppo.
"Cazzo si!", urla Jimmy
"Ce l'abbiamo fatta!", ribatte anche Zacky
Veniamo raggiunti dai due giudici che si congratulano con noi, lasciando tra le mani di Matt un premio, il nostro primo premio da band ormai annunciata.
Non ci sono parole per spiegare come mi sento in questo momento, i giudici ci chiedono i nostri nomi e dopo di che si girano verso tutti i fans e ci presentano per davvero.
"Ragazzi! Voglio sentirvi urlare per M. Shadows, Synyster Gates, Zacky Vengeance, Johnny Christ e The Rev! Gli Avenged Sevenfold!"
La folla inizia ad urlare, noi ci prendiamo per mano per poi alzarle al cielo, facciamo un leggero inchino per poi iniziare a fermarci in alcune pose per farci fotografare dai fotografi che come se nulla fosse iniziano ad acciecarci con i flash delle loro fotocamere.
Dopo qualche altro minuto scendiamo dal palco e anche le ragazze si buttano su di noi, urlando di gioia.
"Cazzo avete vinto!", mi urla Heaven
"Si piccola abbiamo vinto!", le rispondo sorridendo come un bambino
"Sono così fiera di voi!", ed eccola che inizia a piangere.
"Ah non piangere! Vieni qui scema!", le dice Jimmy avvicinandosi per abbracciarla e tenerla stretta a lui, io mi volto vedendo invece Lidia che sta leggermente in disparte allora decido di avvicinarmi.
"Ehy"
"Ehy, sono felice per voi", ammette sorridendo
"Grazie, ehm, approposito di prima...ecco..io...".
No cazzo, Brian non puoi balbettare adesso, sei o no Synyster Gates?!
"Si?", mi guarda per farmi continuare la frase
"Ecco, voglio che tu sappia che, ti trovo una ragazza molto simpatica e ...e...", mi passo la lingua sulle labbra improvvisamente secche, "Vorreiuscireconte!", dico tutto d'un fiato.
"Come scusa?", mi chiede quasi rossa in viso.
Bravo Gates, brutto idiota magari la prossima volta parla un po' più veloce!
"Mi chiedevo se, se ti andasse di uscire con me"
"Oh...", inizia ma non le faccio finire la frase
"Ovviamente puoi anche non rispondermi subito, oppure si, insomma"
"Brian..."
"Si bèh non è che dobbiamo affrettare le cose, possiamo andare con calma"
"Brian io..."
"Decidi tu che giorno, domani, la prossima settimana, tra due ore"
"Brian Elwin Haner Junior, sta zitto per un secondo!"
"Si, scusa"
Quando hai tempo Haner prenditi a pugni da solo.
"Mi piacerebbe molto uscire con te", dice infine la ragazza facendomi alzare lo sguardo con gli occhi quasi sbarrati
"Davvero?!"
"Si, davvero", sorride, le sorrido anche io e mi avvicino per abbracciarla e lasciarle un bacio, sento chiaramente i miei amici e Heaven mormorare un 'Aww' facendo ridere entrambi.
"E fu così che il puttaniere di turno, il grande Synyster Gates, si decise a smettere di battere sui marciapiedi!", ironizza Jimmy iniziando a ridere come un coglione mentre Heaven pensa bene di dargli uno schiaffo dietro la nuca zittendolo, e a quella scena non possiamo far a meno che scoppiare a ridere tutti tranne il nostro gigante.




















































***
























 QUALCHE MESE DOPO...
 
 HEAVEN'S POV


Siamo a meno di una settimana dalla fine di quest'ultimo anno scolastico, le tesine sono pronte, gli esami alle porte, l'ansia alle stelle, ma ancora tutti insieme. Dopo aver vinto la Battaglia tra Band, i Sevenfold hanno lavorato molto sul loro primo cd e dopo un paio di mesi sono riusciti a pubblicarlo, ed è stato un successo, adesso non passa giorno che, quando giriamo per la città, qualche fan ci fermi per foto e autografi, nonostante sia davvero eccitante tutto questo i ragazzi restano con la testa sulle spalle, io e Lidia abbiamo deciso di fare da manager al gruppo e grazie a noi stiamo vendendo abbastanza oggetti riguardanti la band, in questo modo anche i guadagni sono buoni e sicuramente per la fine della scuola avremo abbastanza soldi da aprirci una nostra piccola attività, avevamo pensato ad un negozio di musica in modo da cominciare qualcosa di leggero e di nostro, le speranze e i sogni più grandi sarebbero di aprirci un vero e proprio studio di registrazione ma per quello serve più tempo.
Nel gruppo i rapporti vanno alla grande, io e Jimmy continuiamo a stare insieme, così come Lidia e Brian, e ultimamente Matt sta frequentando Valary DiBenedetto non ci vuole dire se stanno già insieme anche se, a giudicare da tutte le volte che si vedono, secondo me stanno più che insieme e anche James la pensa come me, Zacky e Johnny sono ancora in totale libertà ma a loro va bene così.
La storia con Danny è continuata, dopo febbraio non ha fatto altro che tormentare Brian e prontamente i ragazzi cercavano di placare la sua ira, ancora non riesco a capacitarmi del fatto che un ragazzo abbia potuto fare una cosa del genere, anche se si parla di Danny, uccidere una persona è la cosa più brutta che si possa mai fare, chi ti da il diritto di strappare la vita ad una persona? Nessuno.
Con l'aiuto dei ragazzi e soprattutto di Lidia, Brian è riuscito a colmare quel vuoto lasciato dai suoi genitori, ovviamente non è la stessa cosa ma tutti insieme siamo riusciti a dare una sistemata alla vita del chitarrista, per quanto riguarda mio padre mi ha confermato che non ci sarà per la festa del diploma, non me la sono nemmeno presa troppo, ho smesso di pensare sempre ai torti che mi vengono fatti, voglio vivere la mia vita, fare quello che voglio anche con tutti gli sbagli che posso commettere.

Con questi pensieri per la testa decido di prendermi una pausa dallo studio, prendo il cellulare e vedo che ho tre messaggi non letti.

 From: Lidia  To: Heaven      16.13
 "Ehy amica! Oggi hai da fare? Pensavo di uscire e andare al cinema c'è un cartone animato che volevo vedere ...magari sul tardi, che ne dici? Ovviamente puoi portarti anche Jimbo!"


Rispondo alla ragazza dicendogli che ci avrei pensato, vado avanti a leggere i messaggi.

 From: Brian  To: Heaven   16.15
 "Lidia ti ha detto del cinema? Se ci portate a vedere quel cartone animato giuro che scappo di casa!"


Ridacchio al messaggio di Brian per poi rispondergli che non abbiamo ancora deciso nulla. Leggo l'ultimo messaggio, e chi poteva essere se non lui

 From: Jimmy  To: Heaven        16.31
 "Ehy piccola...ho bisogno di parlarti...mi trovi all'altalena del parco abbandonato..."


Resto leggermente interdetta per il messaggio di Rev, troppo serio, non è da lui.
Mi vesto velocemente indossando un paio di jeans, gli anfibi neri e una maglietta a maniche corte, prendo le chiavi della moto e il casco per poi scendere in salotto e mettermi il giubbotto in pelle con disegnato sulla schiena il Deathbat. Sì, una cosa che non vi ho detto è che i ragazzi hanno trovato un logo per la loro band, si tratta di un teschio con delle ali da pipistrello e inoltre ogni componente della band ne ha anche uno personalizzato, e la seconda cosa che non vi ho detto è che per il mio compleanno i ragazzi mi hanno regalato una moto, una triumph bonneville custom nera, inutile dire che da quando ce l'ho non faccio altro che muovermi con quella, erano anni che la sognavo.
Tornando a noi, salgo velocemente sulla moto per poi sfrecciare al parco abbandonato, ci dovrei mettere una ventina di minuti se non trovo traffico, continuo a pensare a quel messaggio, perchè mai dovrebbe parlarmi? Inizio a preoccuparmi e aumento la velocità, un mio particolare? Mi preoccupo facilmente.

Per fortuna dopo 15 minuti arrivo al parco, scendo dalla moto lasciando il casco attaccato alla sella, qui non c'è mai nessuno quindi non mi preoccupo e inizio a correre dentro al parco, è immenso e di solito quella maledetta altalena la trovo subito, oggi invece sembra che continui a scapparmi o che il parco si ingrandisca per farmi perdere, quando finalmente con la coda dell'occhio noto l'altalena, abbandonata, e un ragazzo seduto sopra essa con lo sguardo rivolto al cielo.
Mi avvicino in fretta e quasi mi viene un colpo quando arrivo davanti al mio batterista.
Gli occhi cristallini sono bui e spenti, la matita è sbavata e il viso è quasi più bianco del solito, il labbro inferiore martoriato come se lo avesse morso per tutto il tempo.
"Jimmy ma che.."
"Abbracciami"
Allunga una mano a prendere la mia e poi mi attira in un abbraccio, rimane seduto sull'altalena facendomi passare le braccia tatuate intorno ai fianchi, poggia la testa all'altezza del seno e mi lascia immobile, ricambio l'abbraccio preoccupata e gli accarezzo i capelli sentendolo sospirare.
"Ehy, che succede?", chiedo con un filo di voce
"Nulla...ho solo...ho solo bisogno di un abbraccio"
"No, non è vero, dimmi che succede"
"Heaven io, io ho bisogno che mi prometti una cosa"
"James mi stai spaventando", mi separo dal ragazzo quel tanto che basta per guardarlo in faccia e noto che ha un mezzo sorriso all'angolo della bocca.
"Nulla è per sempre, e io ho bisogno di sapere che tu starai bene quando...quando io non ci sarò"
"Ma che stai dicendo? Jimmy che ti prende?"
"Sai, la vita è strana. Ricordo perfettamente che, quando avevo 15 anni, dissi ai miei migliori amici 'Diventerò una grande rockstar, e morirò prima dei miei trent'anni' e beh, tecnicamente, ora siamo una band affermata e ..."
"Smettila", sbotto guardandolo con occhi lucidi, cerco di trattenere le lacrime, gli prendo una mano stringendola con forza e negando con la testa.
"But baby don't cry...(Ma piccola non piangere...)", mi sussurra con tenerezza
"You had my heart, at least for the most part (Tu hai avuto il mio cuore, almeno per la maggior parte)", sussurro anche io lasciando una lacrima scendere, prontamente Rev la asciuga e io mi mordo il labbro.
"Ma...ma tutto questo ...scherzi vero? Tu...t-tu non..."
"Non succederà nulla piccola, non ora"
"James smettila! Cazzo dillo, sei ubriaco perso e stai dando di matto...", passo una mano sulla sua fronte sentendola calda, "...Jimmy ma tu hai la febbre, da quanto sei qui?"
"No non ho la febbre, poi fa caldo non preoccuparti"
"Andiamo a casa, hai la febbre alta", gli tendo una mano che prende e poi lo faccio alzare per portarlo fuori dal parco, saliamo sulla moto e sono terribilmente preoccupata che possa cadere, quando metto in moto lo sento piegarsi sulla mia schiena abbracciandomi dai fianchi.
Resta sveglio.
Parto per arrivare a casa mia il più veloce possibile, è quasi buio.
Resta sveglio.
"Heaven...ho sonno...troppo sonno..."
"Ancora qualche minuto Rev, siamo quasi arrivati"
Resta sveglio.
"Qualche minuto è troppo..."
Lo sento accasciarsi completamente su di me, il panico.
"Jimmy".












 SPAZIO AUTRICE

WAIT WAIT WAIT! Che succede?!?!? Vi ho fatto prendere un po' di panico? Spero di si, in caso contrario *punta una pistola contro tutti* andate in panico!
Ok la smetto!, come se la caverà Heaven??? E Jimbo? Che succederà adesso?! Non vi resta che leggere èer scoprirlo, e per la cronaca la frase che dice Jimmy, (quella del morire prima dei suoi 30 anni), è una frase che ha detto per davvero!.

Maraforevergates
 

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Capitolo 21
*** Goodbye ***


Con il cuore in gola arrivo finalmente davanti a casa, parcheggio e con non poche difficoltà aiuto Jimmy a camminare per entrare in casa, non so dove sto trovando tutta questa forza, per paura? Per amore? Non lo so.
Arrivati davanti alla porta faccio appoggiare Jimmy al muro in modo da poter aprire e dopo di che, riprendendolo sotto braccio, lo faccio entrare e lo porto sul divano.
"Sdraiati qui, io chiamo Brian", fa come gli ho detto iniziando a tossire, più in panico di prima chiamo Brian.
Rispondi, ti prego rispondi.
Uno squillo.
Due squilli.
"Pronto?"
"Brian!"
"Ehy piccola, dove..."
"Brian ti prego vieni a casa subito!", urlo al ragazzo
"Ma che succede? Calmati"
"Brian, Jimmy...Jimmy sta male!"
"Cosa?!"
"Non so cos'abbia! Ti prego fai in fretta!"
"Arrivo"
Stacco la chiamata e torno vicino al divano dove vedo il batterista iniziare a tremare come una foglia, fa dei respiri profondi come se avesse corso mille miglia e ha gli occhi socchiusi e terribilmente lucidi, gli tasto la fronte sentendo che è più bollente di prima, non so letteralmente che fare, non voglio nemmeno lasciarlo qui per prendere un panno bagnato da tamponargli in fronte.
"Ehy..", mi sussurra con voce tremante, mi prende una mano e la stringe con debolezza.
"Jimmy i-io..."
"Shh, sta tranquilla"
Sto per ribattere ma la porta di casa si spalanca rivelando la figura di Brian che entra in casa e come ci vede ci corre incontro.
"Cazzo Jimmy, che hai?"
"S-sto bene Brian, vi state preoccupando per nulla", senza dargli ascolto il chitarrista gli posa una mano sulla fronte e quasi sbianca.
"James sei bollente, è meglio portarti in ospedale"
"Non ci penso nemmeno"
"Poche storie, Heaven accendi la macchina lo aiuto io", Brian prende il controllo della situazione nonostante sia più preoccupato di me, faccio come mi dice ed esco di casa per mettere in moto la macchina.










BRIAN'S POV

"Avanti amico", aiuto Rev ad alzarsi dal divano sentendolo terribilmente pesante, non c'è dubbio a causa di questa improvvisa febbre non riesce a tenersi sulle sue gambe, gli circondo un fianco col braccio e cerco di trascinarlo fino alla macchina, quando stiamo per passare la soglia della porta quasi non cadiamo entrambi.
"Syn..."
"Dimmi", non risponde, mi scosta bruscamente per poi piegarsi su se stesso e rigettare l'anima, lo affianco e gli tengo la fronte in modo da non fargli andare i capelli in avanti, "Jimmy, hai preso qualcosa?", nega con un cenno del capo, "Avanti...", riusciamo a salire in macchina, rimango nei sedili posteriori insieme a lui che abbandona la testa allo schienale e chiude gli occhi.
"James resta sveglio", gli schiaffeggio una guancia ma nulla, non riapre gli occhi, "Heaven va più veloce!".

Arriviamo davanti all'ospedale di Huntington Beach dopo pochi minuti, contando che abbiamo infranto tutti i limiti di velocità, ma poco mi importa, scendiamo dalla macchina e Heaven mi aiuta a tenere Jimmy, che non da più segni di vita, se non fosse che lo sento respirare andrei davvero in panico totale, entriamo all'ospedale e come entriamo fermo un medico e chiedo aiuto, di lì in poi tutto avviene alla velocità della luce, alcuni medici mettono Rev su una barella e lo portano via da noi, iniziano a correre e portano il mio amico nella camera di rianimazione.
Un colpo al cuore.
E se non fosse una semplice febbre?
Sto per entrare con i medici ma uno di loro mi intima di rimanere fuori, bado poco alle sue parole perchè il mio sguardo è fisso sul mio batterista, sdraiato su quel lettino mentre altri medici lo stanno privando della maglietta e vedo distintamente uno di loro avvicinare un defibrillatore. Poi la porta si chiude.
Io e Heaven rimaniamo in corridoio e la mia amica inizia a piangere, singhiozzando come non faceva da anni, la abbraccio cercando di mantenere il più autocontrollo possibile, non posso permettermi di crollare. Non qui e non ora.
"Brian dimmi..c-che starà b-bene..."
Starà bene?
"Bri..."
"Non...non lo so piccola, non lo so", dopo qualche minuto la faccio sedere su delle sedie poste nel corridoio, davanti alla medesima porta, decido di chiamare i ragazzi in modo che sappiano dell'accaduto, avverto solo Matt, che mi assicura che informerà anche gli altri e in breve arriveranno.
Continuo a sperare che non sia nulla di grave.
Non può essere. Non ora. Abbiamo troppe cose ancora da fare.
Brutto figlio di puttana, non azzardarti a lasciarmi.
Penso prendendomi la testa tra le mani e sentendo la ragazza appoggiarsi alla mia spalla, ha smesso di piangere ma ha gli occhi rossi e gonfi.
Non puoi abbandonarci così, non puoi Rev.

"Brian!", apro gli occhi di scatto e metto a fuoco la situazione, mi sono addormentato, ci siamo addormentati, Heaven ha ancora gli occhi chiusi, è appoggiata al mio petto mentre io ho la testa appoggiata al muro dietro di noi, davanti a me ci sono i ragazzi e Lidia, dai loro sguardi capisco che sono tutti molto preoccupati, guardo l'ora e noto che sono passati solo venti minuti da quando siamo qui, il tempo sembra andare dieci volte più lentamente del solito.
Sospiro affranto e mi passo una mano sugli occhi.
"Da quanto siete qui?"
"Siamo appena arrivati, si sa nulla?", mi chiede Matt.
"Nulla...siamo qui da venti minuti...se ci fosse stato un miglioramento mi avrebbero chiamato", ammetto a sguardo basso.
"Dov'è?", mi chiede Johnny, gli indico semplicemente la porta davanti a noi, e come i ragazzi leggono il cartello 'RIANIMAZIONE' sbiancano ancora di più.
"In rianimazione?! Ma che cazzo gli è successo?", si agita Zacky
"Non lo so, quando Heaven mi ha chiamato dicendomi di correre a casa era preoccupatissima, quando sono arrivato pensavo avesse solo la frebbe troppo alta, era bollente...quando siamo arrivati qui nella frazione di un secondo i medici lo hanno guardato  e lo hanno portato di corsa in rianimazione..."
"Cristo...", impreca Matt passandosi una mano sulla testa.
"Non ci resta che aspettare quindi...", mormora Lidia sedendosi accanto a me, annuisco semplicemente e lei mi prende una mano stringendola con forza, le sorrido debolmente.

Non so quanto sia passato, forse una o due ore, siamo ancora qui e nessuno ci dice nulla, siamo sempre più preoccupati, Heaven si è svegliata e non fa altro che avere gli occhi lucidi, ripetendo  a se stessa che non può succedere davvero tutto questo e Lidia continua a starle accanto cercando di consolarla, Matt è al quarto caffè di fila mentre Zacky ha finito un'intero pacchetto di sigarette e Johnny continua a fare su e giu per il corridoio, io sto continuando a provare a parlare con i medici che entrano ed escono da quella stanza, cercando di storcergli almeno una parola.
"Siete gli amici del signor Sullivan?", un dottore in camicie bianco e una cartellina in mano si avvicina a noi, immediatamente tutti gli saltiamo addosso iniziando a chiedere del nostro amico, "So che siete una band, ho sentito parlare di voi, e dato che il signor Sullivan non ha famiglia, vorrei parlare con il frontman", annuncia il dottore con aria seria.
"Sono io", si fa avanti Matt, tremante come non mai, "Sono Matt Sanders, la prego, ci dica che sta bene"
"Il vostro amico sta bene, sono state due ore dure però, ho bisogno di farle alcune domande"
"La ascolto", il tono formale di Matt lo fa sembrare più adulto di quanto non sia.
"James assume medicinali che non gli sono stati assegnati?"
"No, non che io sappia, solitamente non prende nemmeno quelli che gli assegnano"
"Mh, fa uso di droghe?"
"Ci sta scambiando per drogati?!", ed ecco che si irrita, l'unica particolarità di Matt è questa, puoi dirgli tutto, ma non nominare le droghe.
"E' la prassi signor Sanders, la prego di rispondere", risponde in modo gelido il dottore.
"No, non ne ha mai assunte", risponde Matt in tono altrettanto freddo.
"Beve?"
"Solo quando è necessario"
"Soffre di insonnia o di stress? Ha attacchi di panico?", a questa domanda Matt vacilla.
"Non...non lo so"
"Bene, dovrò prescrivere delle medicine al signor Sullivan, inoltre credo che dovrà assumere anche degli antidepressivi", annuncia il medico iniziando a scrivere sulla cartellina.
"Antidepressivi?", chiedo con un filo di voce
"Si", non parla di più.
"Possiamo sapere cos'ha avuto?", chiede Heaven, il medico la guarda e le da una risposta che a tutti noi sembra tanto una cazzata.
"Un semplice abbassamento di pressione"
"Sta scherzando?"
"No, sono serio, ora se volete scusarmi, ho del lavoro da sbrigare, se volete potete entrare", si liquida così e se ne va, lasciandoci allibiti.
Non credo ad una sola parola. Un abbassamento di pressione? Impossibile.
In ogni caso senza farci troppe domande entriamo quasi correndo nella stanza e come vediamo il nostro batterista mezzo sdraiato sul letto gli saltiamo letteralmente addosso.
"Brutto idiota non farlo mai più!", gli urla contro Heaven mentre si stringe a lui il più possibile
"Giuro", dice semplicemente Jimmy, mi guarda negli occhi e per la prima volta, leggo in quegli occhi solo tanta preoccupazione.


























***























   UNA SETTIMANA DOPO   
BRIAN'S POV


E' stata una settimana intensa, Jimmy si è ripreso del tutto e ci continua a raccomandarci di stare tranquilli e che lui sta bene, la band continua e stiamo lavorando su nuove canzoni e finalmente ci siamo diplomati.
E' stata dura arrivare fin qui, ma finalmente ci siamo riusciti, insieme siamo riuscitti ad ottenere quel maledetto pezzo di carta e ora siamo più decisi che mai nel continuare il nostro sogno.
Le giornate ad Huntington Beach sono migliori adesso, l'estate è praticamente arrivata e con lei il caldo e il sole, elementi tanto odiati da Zacky e Heaven, il padre della mia migliore amica è finalmente tornato dal suo viaggio di lavoro e non ha perso tempo per stare insieme alla figlia, motivo per cui questa sera sono qui, sul molo, ho deciso di lasciarli da soli per un po', hanno molto da raccontarsi ed è giusto che abbiano un momento tranquilli, e poi avevo voglia di stare un po' da solo.
Arrivo al faro, al limite del lungo molo, mi siedo sul bordo lasciando le gambe a penzoloni, davanti a me il cielo notturno e l'oceano, ho sempre amato tutto questo, quando il cielo e il mare sono così bui da non riuscire a capire dove termina uno e inizia l'altro, mi accendo una sigaretta e inizio a fumare cullato dal rumore delle onde che si scagliano contro le rocce sotto di me.
Semplicemente meraviglioso.
Sono così preso dai miei pensieri da non accorgermi che insieme a me c'è un'altra persona.
"Haner"
Dimmi che è uno scherzo.
Mi volto di scatto e vedo Danny in piedi dietro di me.
"Cosa vuoi?", sputo acido cercando di controllarmi
"Posso sedermi?", lo guardo scettico ma non notando nulla di compromettente nel suo sguardo decido di annuire.
Bravo Brian, magari ora ti spinge, cadi dalla scogliera e muori trafitto da una roccia!
Caccio questi pensieri scuotendo la testa e torno a guardare il ragazzo vicino a me.
"Perchè sei qui?", gli chiedo mantenendomi sulla difensiva
"Devo fare un paio di cose, e sinceramente speravo di trovarti"
"Che?!"
"Hai capito"
"E perchè mai volevi vedermi?"
"Devo dirti una cosa riguardo...i tuoi genitori", abbassa lo sguardo mentre mi sento montare la rabbia.
"Ti ascolto"
Spirito dammi la pazienza, che se mi dai la forza lo getto in mare.
"Non avevo il diritto di fare quello che ho fatto, lo so, e spero che tu possa credermi se ti dico che non passa giorno in cui non mi penta per quello che ho fatto"
"Se ti penti perchè lo hai fatto?"
"Fammi finire..", annuisco, "..la verità, Brian, è che sono sempre stato invidioso di te. Si, ti ho sempre invidiato, a scuola eri il preferito di tutti, anche se non eri nessuno, mi capitava spesso di passare davanti a casa tua e a volte mi fermavo a guardare tu e la tua famiglia, a volte litigavate è vero, ma la maggior parte delle volte eravate felici. Morale, hai sempre avuto quello che io ho sempre desiderato. Perchè io Brian non ho mai avuto una bella famiglia, mio padre è un drogato e mia madre è una puttana, non sai quello che avrei dato per essere come te, e non sapendo quello che facevo o ucciso i tuoi genitori quella notte, nella speranza di farti provare quello che provo io tutti i giorni. Ma tu non ti sei abbattuto, e con l'aiuto dei tuoi amici sei ancora qui, a combattere. Ti invidio Haner, davvero. Spero tu possa perdonarmi"
Ascolto le parole di Danny in silenzio e quando finisce di parlare mi prendo un'attimo prima di rispondergli.
"Non ti perdonerò mai Danny, hai distrutto la mia famiglia solo per invidia, tu non meriti il mio perdono", poche parole ma abbastanza taglienti da fargli capire il concetto.
Mi sorride appena e si alza.
Mi alzo anche io.
Siamo uno di fronte all'altro e fa una cosa che non mi sarei mai aspettato.
Mi tende una mano, lo guardo con un sopracciglio alzato e mi decido a stringere la sua mano con un po' di riluttanza.
"E' stato un piacere conoscierti, Brian Haner", lascia la mia mano e guardandomi ancora negli occhi fa un passo indietro.
E poi ancora uno.
Ancora.
"Danny fermo!", urlo.
Ma non serve a nulla, si lascia cadere all'indietro.
Sbarro gli occhi per questa situazione, Danny, il ragazzo che ho sempre odiato si è appena tolto la vita davanti ai miei occhi.
Mi sporgo quel tanto che basta per vedere il suo corpo immobile sugli scogli e l'acqua del mare che gli cade addosso e in breve riesce a trascinarlo via con lei.
Faccio un passo indietro e, mettendomi le mani in tasca, torno a casa, lasciando una preghiera a Danny, perchè nonostante tutto avrebbe avuto bisogno di una diversa compagnia.







SPAZIO AUTRICE

Direi che si commenta da solo, lasciate una piccola recensione e vi informo che mancano pochissimi capitoli!

Maraforevergates

 

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Capitolo 22
*** Followed dreams reaching higher ***


"Sono così felice che tu sia tornato papà"
"Anche io piccola, è stata davvero un'impresa!"
"Dovrai partire di nuovo?"
"No, no. Dimmi, a voi com'è andata? Vi siete trovati bene tu e Brian?"
"Sono successe molte cose...", spiego ogni cosa a mio padre e quasi si mette a piangere di gioia quando scopre che Brian è finalmente riuscito ad entrare in una band e che hanno inciso il loro primo disco.
"Devo assolutamente ascoltarlo!", a queste parole scoppio a ridere, sembra un bambino.
La serata procede tranquilla fin quando non suonano alla porta, mi alzo dal divano dove fin poco prima ero seduta assieme a mio padre e apro la porta, più che sicura che si tratti di Brian.
"Ehy Heaven!", salutano i ragazzi sulla soglia della porta, e con loro ovviamente c'è anche la mia amica
"Ehy! Ma, che ci fate qui?", domando felice di vederli, come se non ci vedessimo da secoli.
"Eravamo di passaggio, cercavamo Brian e volevamo dirvi una cosa", fa il misterioso Zacky.
"Brian è uscito, tornerà a momenti, entrate avanti!"
Faccio entrare i quattro ragazzi e, come richiudo la porta di casa, mio padre si alza e saluta tutti.
"E' un piacere rivedervi ragazzi!", dice stringendo la mano a Matt e dandogli delle pacche sulla spalla, come fa anche con gli altri
"Piacere nostro signor Black", ammettono Johnny e Rev quasi in sincrono
"Oh avanti, chiamatemi semplicemente Peter! Accomodatevi avanti!", mi viene quasi da ridere nel vederli quasi imbarazzati, solitamente sono abituati a fare come se questa fosse casa loro, più di una volta è successo che siano entrati, abbiano preso le birre e si siano arenati sui divani per poi iniziare a sparare le cazzate più assolute, ma ora con il padrone di casa mantengono tutti un comportamento decisamente...anormale.
Tra una chiacchierata e l'altra sono passati vari minuti, decido di alzarmi per andare in cucina, in modo da sistemare un po' i piatti che abbiamo usato per cenare io e mio padre, non mi va di lasciarli sul tavolo fino a domani, poco dopo che apro l'acqua del lavandino sento una presenza alle mie spalle e mi scappa un ghigno.
"Non ci pensare nemmeno James", dico tutto d'un fiato girandomi quel tanto che basta per vedere il chitarrista con gli occhi sbarrati, le mani protese in avanti pronte a farmi spaventare e la bocca aperta.
"Non è giusto, non riesco più a farti spaventare!", si lamenta
"Si che ci riesci, solo, non tutte le volte", gli faccio la linguaccia e torno a lavare i piatti, lui mi affianca appoggiandosi con il bacino al bordo della cucina con le braccia incrociate al petto.
"Hai detto a tuo padre di noi?", mi chiede
"Gli ho solo accennato che usciamo insieme, non ti preoccupare"
"Vivrò ancora per qualche anno", ironizza ridacchiando facendomi correre un brivido gelido lungo la schiena
"Sì stupido, lo farai", mi scompiglia i capelli e riceve uno schiaffetto sulla mano colpevole.
"Brian?"
"Mi ha detto che andava a farsi una passeggiata, per lasciare un po' me e mio padre da soli, tornerà tra poco di sicuro"
"C'è un modo, secondo me, per farlo tornare prima...", socchiude gli occhi e mi guarda con la sua solita espressione da bambino ribelle
"Che hai in mente?", chiedo quasi spaventata, quando ha quell'espressione non c'è mai da fidarsi
"Ognuno di noi ha un richiamo a cui, anche se involontariamente, risponde sempre. Per te ad esempio basta che urlo che sono dietro la batteria senza maglietta e compari come per magia davanti a me con gli occhietti a cuore", divento tutta rossa a queste parole e gli tiro dietro lo straccio con cui stavo asciugando un piatto.
"Ma non è vero!"
"Sì che è vero! In ogni caso fammi finire", si schiarisce teatralmente la voce, "Se vuoi un'altro esempio, prendi Matt. Non importa dove si trova, ma basta che io pronunci le parole magiche e lui apparirà di punto in bianco ovunque"
"Rev ma stai bene?"
"Non mi credi?"
"Certo che no, quando sarebbe successo poi?"
"Oh quando è successo è stato esilarante, volevamo fare uno scherzetto al nostro caro vecchio Gates, io Zacky e Johnny ci siamo messi dietro alla porta della camera di Brian, abbiamo urlato le parole magiche, siamo scappati in bagno e prontamente pochi secondi dopo è comparso Matt, di ritorno dalla cucina, che si è fondato nella camera di Brian, dalla quale sono uscite tre semplici parole, ergo 'Porca puttana, Matt!' seguito da un urlo femminile e le parole di Matt che non sapeva più come scusarsi, ovviamente solo con la ragazza.", scoppiamo a ridere a quel ricordo, "Dovevi vederli! Si sono inseguiti per tutta la casa e Brian era quasi caduto perchè mentre correva cercava di infilarsi i pantaloni!", rido più forte immaginandomi la scena e Jimmy non è da meno, si è addirittura piegato sul ripiano della cucina e si tiene la pancia.
"Si, ma è stato un caso, sicuramente le vostre paroline magiche", imito il tono con il quale le ha dette il batterista, "Non c'entrano nulla"
"Vuoi la prova?"
"Si"
"Bene, vuoi scommettere qualcosa?", mi chiede malizioso e con un sorrisetto beffardo
"No, mi basta vederlo"
"Va bene, ma non mi parlare in doppi sensi"
"Rev!", gli tiro lo straccio in faccia facendolo ridere
"Ok, ok la smetto!", si mette vicino a me e mi cinge le spalle con un braccio, "Sta a vedere", e poi alzando di poco il tono di voce canticchia "I'm a barbie girl!"
Sto per ribattere ma proprio quando sto per aprire bocca dalla porta della cucina compare M. Shadows che agita una mano in modo molto femminile e urla "In a barbie woooorld!"
Scoppio a ridere come impazzita assieme a Jimmy che mi abbraccia e mi dice che aveva ragione lui
"Smettetela con questa storia!", si lamenta Matt
"Nemmeno per sogno amico! Potresti farla quella scenetta sul palco! Sai che ridere!", dice Rev con le lacrime agli occhi.
"Effettivamente per smorzare la tensione potrei....ma che cazzo mi fai dire Rev?! Ma io ti uccido!", ribatte Shadows avvicinandosi minaccioso al batterista che inizia a correre seguito da Matt che continua a maledirlo, anche i ragazzi scoppiano a ridere dopo che gli ho spiegato tutto e sotto lo sguardo divertito di mio padre, Matt e Jimmy si ritrovano sul pavimento a picchiarsi come dei veri e propri bambini, continuando a ridere.
La porta di casa si apre rivelando la figura di Brian che se ne esce con un "Ehy, scoppia una rissa e non mi invitate? Begli amici che ho!", facendo il finto offeso si dirige verso le scale e quando sta per fare il primo gradino Jimmy gli afferra la cintura e lo trascina giu insieme a loro, facendogli sbattere il sedere a terra e, insieme al cantante, inizia a scompigliare i capelli al povero Brian che inizia ad urlare come una ragazzina.
"Stronzi i capelli no!"
"Suvvia Brian, non fare la donnetta mestruata!"
"Cos...no no no no! Matt posa quella roba! Lontano da me avanti, sparisci!", inizia a preoccuparsi Brian vedendo il cantante farsi passare un bicchiere d'acqua da Zacky e minacciarlo di rovesciargliela in testa.
"Brian dovresti vedere la tua faccia! Ehy ma...", Jimmy improvvisamente si blocca, facendo a sua volta fermare tutti, si avvicina a Brian e gli studia i capelli in modo attento.
"Che c'è Jim?", domanda Haner preoccupato
"Amico, non farti prendere dal panico ma..."
"Mi avete strappato un capello?!"
"No.."
"Mi avete rovinato l'acconciatura!?"
"No, Brian...non allarmarti ma..hai un capello bianco", Brian sbianca, si alza e va di corsa al bagno, noi restiamo in silenzio pregustandoci la scena.
"JAMES!!!", urla il chitarrista dal bagno e per noi è un via alle risate.

Dopo un paio di ore decidiamo di andare al Johnny's e quando arriviamo ci sediamo al nostro solito tavolo e ordiniamo le nostre solite birre.
"Allora ragazzi", inizia a parlare Matt, "C'è un motivo se siamo qui, e voi due", indica me e Brian, "Dovete ancora sapere una cosa!"
"Dicci tutto Shads!", esclama Brian stringendo a se Lidia
"Il nostro disco ha fatto un gran successo, sono stato chiamato da un critico, e mi ha detto che sarebbe disposto a pagarci una grande somma se riusciamo a comporre almeno tre canzoni entro la fine del mese, e visto che siamo appena agli inizi di luglio gli ho detto che ci stavamo, ma ora viene il bello", si avvicina di più al tavolo appoggiandoci i gomiti e sogghignando, "Se gli andranno a genio le nostre canzoni, la somma che riceveremo è esattamente quella che ci serve per aprirci lo studio!", urla felice
"Stai scherzando?!", chiede Brian sbalordito
"No amico!"
"Oh cazzo si!", urla Syn più felice che mai mentre inizia a dare il cinque ai suoi amici
"Sono felicissima per voi!", ammetto congratulandomi con Matt per la sua grande idea, e poi, è merito di tutti se sono arrivati fin qui.
"Bene, ordiniamo un'altro giro, questo lo offro io!"
"Un giro di birre pagato da Synyster Gates? Di sicuro non mi tiro indietro!", ridacchia Zacky.

Tra un brindisi e l'altro avremo consumato almeno sei birre a testa, e la situazione ora è questa:
Johnny addormentato sotto al tavolo.
Zacky è appoggiato alla spalla di Matt ed entrambi sono mezzi sdraiati sul tavolino.
Io e Lidia siamo ancora abbastanza sobrie, avendo bevuto un po' di meno, e quindi ci toccherà fare da tassiste per i ragazzi.
Jimmy e Brian sono ancora svegli, ma completamente andati, continuano a sparare frasi a casaccio e spesso scoppiano a ridere come idioti.
"Ehy! Ehy Jimmy! Pink is the new black! Ahahah, pink is the new black!", urlacchia Brian con voce stridula
"Ma come cazzo ti escono queste?!", ride Jimmy mentre Brian lo sovrasta con la sua voce continuando a parlare.
"By the way, red and gray, is not the fuck new black, not the new black, pink is I like and told him!"
"Brian sei un cazzo di coglione!"
"Zitta testa di papera!"
"Una papera?! Dove?!?"
Io e Lidia ci guardiamo e iniziamo a ridere come delle stupide.
"Non glielo faremo mai dimenticare, vero?", mi chiede
"Mai!".

























***



















 TRE ANNI DOPO

 "Jimmy!!! Muoviti o faremo tardi!", urlo al ragazzo che sta occupando il bagno da almeno venti minuti
"Non riesco a sistemare la maglia!", mi urla di rimando
"Cosa?!".
James Sullivan, grande e vaccinato, non riesce a mettersi una maglia?!
Entro nel bagno senza bussare, quando mai lo abbiamo fatto, e sbarro gli occhi nel vedere che in realtà il ragazzo è ancora sotto la doccia.
"James Owen Sullivan! Esci di lì!", dico avvicinandomi aprendo l'anta e spegnendo il getto d'acqua, lancio l'accappatoio al batterista e mi avvicino allo specchio, "Siamo in ritardo Jimmy, Matt ci uccide!"
"No che non ci uccide!"
"Rev, sono le 20.15, e voi alle 21.00 dovete esibirvi a Long Beach!", guardo la figura del batterista dallo specchio e lo vedo iniziare ad asciugarsi velocemente.
"Matt non mi uccide, mi seppellisce vivo!", finito di asciugarsi abbandona l'accappatoio nella doccia e inizia a correre per tutta la camera alla ricerca dei vestiti che deve mettersi questa sera, finisco di truccarmi e mi do un'ultima occhiata allo specchio, i capelli sono lunghi fino alla spalla, ai lati sono ancora rasati mentre davanti e sopra sono costantemente corti, in modo che possa farmi ogni tipo di acconciatura punk, grazie a Zacky ho trovato una tinta efficacie e ora ho delle ciocche viola scuro sparse qua e la, per questa sera ho optato per un pantalone in pelle strappato su un ginocchio, con una catenina che scende sulla gamba destra, ho una canotta con il logo dei Sevenfold e le scarpe sono le mie amatissime Converse nere borchiate, come accessori ho la mia collanina con una piccola bara rossa, regalata da Jimmy, l'anello a forma di teschio che mi regalò Brian a 16 anni e l'orecchino è una piccola ala.
Torno in camera da Jimmy vedendo che finalmente anche lui è pronto.
L'ansia che sto provando in questo momento è tantissima, ma meglio non darla a notare.





 JAMES'S POV

Infilo le scarpe e finalmente sono pronto, recupero le bacchette della batteria dal mobile della camera e le metto nella tasca dei pantaloni, ancora non ci credo.
Il nostro primo vero e proprio live, ci esibiremo a Long Beach e abbiamo venduto tutti i biglietti disponibili in brevissimo tempo, tutta questa adrenalina non farà altro che farmi agitare quandoo arriveremo lì.
In questi tre anni abbiamo realizzato tutto, se non la maggior parte dei nostri sogni, ci siamo aperti uno studio, Heaven e Lidia sono due ottime manager, abbiamo una casa discografica invidiabile e siamo addirittura riusciti a salire sul palco assieme ai Metallica, indubbiamente quello è stato il sogno di una vita. Ora viviamo tutti per conto nostro, Heaven vive con me, Brian vive di nuovo a casa sua con Lidia, Matt si è comprato una villetta non molto lontano da qui e vive insieme a Valary, quei due insieme sono l'amore, mi fa strano parlare così, ma è la verità, stanno davvero bene insieme e spero che lo stiano per sempre, se lo meritano, Zacky e Johnny sono ancora su mercato e anche loro hanno una vita propria ora.
"Ehy Jimmy, allora andiamo?", mi chiede Heaven riportandomi con i piedi per terra ricordandomi che abbiamo un concerto da fare.
"Si andiamo"
Usciamo di casa e come saliamo in macchina inizio a guidare verso lo stadio di Long Beach, come da programma, accendo lo stereo e alla radio in questo momento sta passando "Saturday Night" dei Misfits, subito io e la mia ragazza iniziamo a cantare a squarciagola e io me ne approffitto per riscaldare la voce, visto che tra meno di un'ora anche io avrò le mie parti da corista da fare.

Dopo una mezz'oretta arriviamo sul luogo, è stracolmo di gente e grazie agli addetti della sicurezza riusciamo a passare inosservati per entrare nel back-stage, come entriamo noto subito tutti i miei compagni di band, e ci sono anche Valary e Lidia che subito iniziano a parlare con la mia Heaven.
Mi siedo su un divanetto vicino a Brian e inizio a sbandierare le bacchette della mia amata batteria fingendo di suonarla.
Stasera sarà da paura, me lo sento.






MATT'S POV

Continuo a fare su e giu per il back-stage, tiro un sospiro di sollievo vedendo arrivare anche Jimmy e Heaven e poi torno ad isolarmi continuando a ripassare tutte la canzoni che suoneremo questa sera.
Mi sembra quasi un sogno, sembra soltanto ieri che io, Jimmy e Zacky ci trovavamo per la prima volta a suonare e a conoscerci, ed ora siamo qui, a fare il conto alla rovescia per il nostro primo e grande concerto.
Non dubito sulla band, siamo stati grandi anche nelle prove e sono sicuro che daremo un gran bello spettacolo ai nostri fans, riscaldo ancora la voce sperando che le mie corde vocali facciano il loro dovere, l'anno scorso mi sono dovuto operare e non è stata una passeggiata, non ho potuto cantare per diverso tempo e quando mi hanno detto che potevo tornare in campo è stata dura. Inizialmente non riuscivo nemmeno a parlare, la mia voce era bassa e ancora più roca del solito, avevo paura, ho avuto davvero paura di non riuscire più a cantare, ma per fortuna con l'aiuto dei ragazzi sono riuscito a tornare con la mia solita voce dopo qualche mese, e anche grazie a Valary.
Già, quella ragazza mi ha cambiato la vita, subito dopo il diploma ci siamo messi insieme e qualche mese dopo siamo andati a vivere per conto nostro, indubbiamente è la cosa più bella che mi sia capitata.
Guardo l'orologio posto sulla parete, le 20.40.
Ci siamo quasi.
"Andrà tutto bene, amore", mi dice Valary avvicinandosi
"Lo spero", capisce a cosa mi riferisco e non perde tempo per lasciarmi un bacio pieno d'amore, le sorrido e la abbraccio per poi lasciarle un bacio in fronte.
20.43.
Ok, muoio qui.




 BRIAN'S POV 

Sono seduto sul divano vicino a Jimmy, ripasso mentalmente le mie parti da chitarrista e corista, e inizio ad inventarmi qualche assolo, visto che avrò qualche minuto solo per me.
Tutto questo è letteralmente eccitante.
Fa paura, è vero, la consapevolezza di esibirsi davanti a tutte quelle persone che chiamano e urlano il tuo nome ...ma è proprio questo che volevo nella mia vita, non posso farci nulla mi piace stare al centro dell'attenzione, e da quando siamo diventati una band affermata in tutto il mondo ammetto di essermi dimostrato in tutto e per tutto, se mi chiedessero di suonare nudo solo per fare uno spettacolo 'diverso' penso che sarei in grado di farlo.
Adoro l'adrenalina che si prova quando le persone ti acclamano come un vero e proprio Dio, quando credono di conoscerti anche meglio di quanto tu possa conoscere te stesso, quando conoscono i testi delle canzoni anche meglio di noi. E' bellissimo.
Sapere che siamo arrivati fin qui, con i nostri sforzi e sacrifici, sapere che ci sono persone là fuori che ti amano anche se tu sei la persona più stupida del mondo, sapere di essere qui con i tuoi migliori amici che continuano a credere in te e tutti insieme vi fate forza a vicenda. Non potevo chiedere di meglio.
Le 20.45, manca poco...
"Mi manchi", mi volto verso Jimmy e lo vedo cercare il mio sguardo, gli sorrido
"Mi manchi anche tu", gli passo una mano dietro al collo, lo avvicino e gli lascio un bacio sulla tempia destra
"Ma se siete attaccati?", domanda Zacky alzando un sopracciglio.
"Ci vediamo tutti i giorni, eppure siamo fatti così", afferma Rev tutto felice.
20.47

"Sevenfold! Sevenfold! Sevenfold!"

Le urla dei fans arrivano fino a noi.
E l'adrenalina sale.






ZACKY'S POV

Sentire le urla dei fans che ci chiamano nella speranza di vederci su quel palco subito è una scossa. Un brivido freddo mi assale mentre sono davanti allo specchio per sistemarmi il mio amato papillion nero, incredibile dove siamo arrivati.
Mi volto verso i miei compagni e guardandoli mi viene in mente di quando Matt mi disse che alla band serviva un'altro chitarrista che facesse da solista, ricordo che mi arrabbiai, dicendogli che se non gli andavo bene poteva anche dirmelo senza girarci troppo intorno, ovviamente mi trattenne e mi spiegò per bene cosa intendeva, mi disse che non dubitava affatto di me, ma che secondo lui era meglio avere due chitarristi nella band in modo da eccellere negli assoli. Quando si presentò Brian sentii subito una forte intesa, la prima volta che provammo insieme, senza nemmeno metterci d'accordo, durante l'assolo ci mettemmo spalla contro spalla, e nella nostra situazione viene molto comodo, visto che io sono mancino mentre Brian è destro.
Inutile dire che dimenticai la rabbia nei confronti di Matt e iniziai ad approvare in pieno quella sua grande idea.
Le 20.50
"Ehy Vee, sei pronto?"
"Si, Brian. Sono pronto"

"Sevenfold! Sevenfold! Sevenfold!"



JOHNNY'S POV

Ok, la cresta è perfetta, il mio adorato basso è pronto, i testi li ho ripassati e ora non mi resta che aspettare, 5 minuti, i 5 minuti più lunghi di tutta la mia vita!
Sono felice di essere arrivato qui, sono entrato nella band poco prima di Brian e si può dire che quel giorno è stato perfetto.
Ricordo che giravo per i corridoi di scuola quando conobbi Jimmy, finimmo a parlare del più e del meno e, come se nulla fosse, mi invitò alle prove.
Credo che tutti in questo gruppo reputino Jimmy come un vero e proprio angelo, è grazie a lui se gli Avenged Sevenfold esistono, ha spronato Matt ha fondare il gruppo, e poi ci ha trovati tutti lui, ha trovato Zacky in una rissa e aiutandolo lo ha convinto a darsi alla sua più grande passione, ha trovato Brian al negozio di musica e lo ha portato da noi dandogli la possibilità di inseguire i suoi sogni, ha trovato me, mi ha preso sottto la sua ala e mi ha dato la possibilità di rifarmi.
20.55
Ci siamo.

  
"Sevenfold! Sevenfold! Sevenfold!"







BRIAN'S POV

"Bene ragazzi là fuori c'è una folla che vi aspetta, avete tre minuti!", ci informa Larry
Ci siamo, tocca a noi, ci guardiamo tutti negli occhi e come da manuale ci abbracciamo, ci stringiamo in un abbraccio di gruppo e ci possiamo sentire davvero come rinati.
"Facciamoli a pezzi ragazzi!"
"Siamo i migliori"
"Vi adoro ragazzi, questa band è merito vostro"
"Anche merito tuo Jimmy, senza di te sarei ancora in camera a cantare i testi dei Guns N' Roses", ridacchiamo alle parole di Matt e ci separiamo, imbraccio la mia chitarra e lascio un'ultimo saluto a Lidia che mi abbraccia augurandomi buona fortuna, con la coda dell'occhio riesco a vedere Matt che bacia Valary, e Heaven che ha dato una pacca sul culo a Jimmy che ridacchia.
Usciamo dal back-stage.
Saliamo i gradini per arrivare sul palco.
Il delirio.
I fans urlano i nostri nomi mentre noi ci mettiamo nelle nostre postazioni, mi volto un'ultima volta e cerco lo sguardo di The Rev che, come sempre, ricambia subito.
Matt urla.
Inizio a suonare Critical Acclaim, le dita si muovono veloci sulla mia bambina.
Alzo lo sguardo al cielo e sorrido.
Guardami papà, guarda dove sono arrivato. Ci sono riuscito, ho raggiunto il mio sogno, e spero che tu sia fiero di me.


SPAZIO AUTRICE

Siamo arrivati a questo penultimo capitolo! Che ne pensate??? Spero non sia troppo noioso!
Ci tengo a specificare che l'ultima frase pensata da Brian è strettamente personale, e non lo dico per farvi scappare un voto o un commento positivo sulla mia storia, semplicemente spero anche io di poter raggiungere i miei sogni, e scrivere questa storia, insieme a tutte le altre che ho scritto e scriverò è già un piccolo traguardo.
Spero di renderti fiero di me papà, mi manchi. Per sempre la tua scimmietta.

Maraforevergates
 

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Capitolo 23
*** I love you, you're ready ***


MATTINA DEL 25 DICEMBRE 2009

JAMES'S POV

I deboli raggi del sole invernale entrano dalla finestra illuminando la camera e buona parte del letto, ho passato un'altra notte insonne, ultimamente mi capita spesso e non so nemmeno io la causa di tutto questo.
Per una volta il grande James Owen Sullivan non ha risposte.
Mi rigiro su me stesso per poter guardare la figura ancora dormiente di Heaven, adoro vederla dormire, traanquilla e ignara di tutto perchè, ovviamente, non le ho detto nulla delle mie continue notti in bianco, quando la sento muoversi nel sonno e magari svegliarsi chiudo gli occhi fingendo di dormire, non voglio farla preoccupare e non voglio far preoccupare nemmeno i ragazzi.
   Già. I ragazzi.
Anche loro non sanno nulla, ho fatto una visita all'ospedale, usando una scusa plausibile per saltare le prove e per assentarmi un giorno intero da tutto e da tutti, dissi che volevo stare da solo perchè avevo in mente una canzone e si sa, quando scrivo voglio stare da solo, lo sanno tutti, tornando alla mia visita, ho sempre odiato gli ospedali in quei posti si respira solo tanta sofferenza, le persone ci vanno e per la maggior parte delle volte o ci escono sconvolti o non ci escono affatto, quando arrivai mi fecero una visita veloce e mi dissero che il mio problema era lo stress. Mi dissero che essendo una rockstar era normale che provassi tutto questo, tra i tour, le prove e tutto il resto, credetti alle loro parole e mi feci prescrivere degli anti-depressivi, non nego che mi stanno aiutando almeno un po', anche se devo prenderli almeno tre volte al giorno, le tengo in un cassetto nel bagno nascoste agli occhi della mia ragazza, so che dovrei dirglielo, ma non posso.
O non voglio?
Le passo una mano sulla guancia, mi sembra così piccola e fragile in questo periodo, stavamo per avere un bambino insieme, ma le cose si sono messe male alla quarta settimana.
L'avevo accompagnata a fare la prima radiografia...mi ricordo perfettamente che lo stesso giorno aveva deciso di annunciarmi tutto...



*flash back*

"Allora ci vediamo domani Jimbo!"
"Contaci Zacky, a domani!"
Scendo dalla macchina del mio chitarrista e mi avvio per il vialetto di casa mia, sono distrutto e non vedo l'ora di potermi sdraiare, le prove con i ragazzi continuano e vanno bene, praticamente ci vediamo ogni giorno alle 9.00 in studio e ci stiamo fino alla sera, per quanto riguarda i testi e gli arrangiamenti vari, quando invece si tratta di registrare le nostre parti ci troviamo anche in altri orari e per come ci viene più comodo.
Varco la soglia di casa e immediatamente il calore di casa mi inebria, tolgo il giubbotto in pelle e chiamo la mia ragazza non vedendola in salotto, su un divano con uno dei suoi soliti libri, ammetto che adoro vederla davanti al caminetto avvolta in una coperta mentre è assorta dalle pagine dei suoi amati libri.
Finalmente si presenta, scende dalle scale con indosso una felpa grigia over-size e delle calze pesanti, l'inverno è praticamente alle porte, mi si avvicina e con un sorrisetto da stregatto mi abbraccia senza dire nulla.
"Ehy, stai bene?", solitamente non è da tutta questa tenerezza, di solito volano insulti prima di un abbraccio degno di quel nome.
"Si, sto bene...", sospira e appoggia la testa sul mio petto, "...stiamo bene", finisce la frase
"Perchè? Credevi che stessi male?", le chiedo cercando il suo sguardo.
"Non mi riferivo a te", sorride ancora mentre si stacca e lascia finalmente i suoi occhi scuri entrare in contatto con i miei.
"Non credo di aver afferrato", ammetto basito, lei non mi risponde, mi prende semplicemente una mano e se la porta sul ventre continuando a sorridere.
Dopo aver osservato per un po' la mia mano torno a guardare i suoi occhi, spalancando di poco i miei.
"Sei..."
"Sì James"
Due parole, bastano due parole a farmi sorridere e prenderla in braccio per abbracciarla.
"Da quanto?"
"Quattro settimane, ho voluto aspettare a dirtelo perchè...non sapevo come fare", ammette abbassando lo sguardo
"Non avresti dovuto avere paura di dirmelo", le scompiglio i capelli facendola sbuffare
"Vieni con me oggi? Avevo voglia di andare a fare la prima radiografia"
"Certo che verrò".

"Salve signorina Black, è un piacere conoscerla, la sua amica Valary mi ha raccontato molto di voi, io sono la dottoressa Wilson"
"Piacere di conoscerla, mi può chiamare semplicemente Heaven, e lui è James", allungo una mano verso la dottoressa che mi sorride come ha fatto con la mia piccola e ricambia la stretta di mano.
"Il padre immagino"
"Immagina bene"
"Bene, vogliamo iniziare?"
Ci fa largo e fa distendere Heaven su un lettino mentre io mi avvicino al bordo e rimango zitto zitto.
"E' la prima volta che fa una radiografia?"
"Sì, si è la prima"
"Non c'è da temere, ora dovresti alzarti un po' la felpa, così posso iniziare"
Annuendo Heaven si tira su la felpa e la dottoressa le cosparge del gel su tutto il ventre mentre subito dopo accende il monitor di un computer, inizia a passare una 'sonda' sul ventre ancora piatto della mia ragazza e inizia a fissare il monitor.
Heaven mi prende una mano, la sento tremare e non posso far altro che stringerla infondendole tutto il coraggio di cui ha bisogno.
"Che strano...", sussurra la dottoressa quasi in modo impercettibile, mentre sul suo viso compare un'espressione preoccupata.
"Va tutto bene?", chiedo non reggendo la tensione delle parole della dottoressa Wilson che si gira verso di noi, guardando prima me e poi Heaven.
"Mi dispiace, Heaven. Ma non c'è nessun battito"
Il gelo cala sulla stanza e Heaven in meno di un secondo diventa bianca pallida aprendo di poco le labbra, mi stringe di più la mano, e con le lacrime agli occhi si limita ad annuire, la dottoressa le spiega, ci spiega, che sono cose che purtroppo possono capitare e dato che siamo ancora più che giovani potremmo provare più avanti ad avere un bambino, dopo aver aiutato la mia ragazza a pulirsi dal gel ci lascia compilare alcuni moduli e poi torniamo a casa.
In macchina non parliamo, c'è solo lo stereo ad emettere della musica che decido ben presto di spegnere, mi giro di poco giusto per vedere la mia piccola portarsi le ginocchia contro il petto e non distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dal finestrino.

Arrivati a casa senza dire nulla va in camera nostra, mentre io decido di andare in cucina per prepararle una tisana all'anice, di quelle che adora e che mi obbliga a bere qualche volta dicendomi che mi farebbero bene.
Salgo in camera con la tazza in mano, quando apro la porta la trovo seduta sul bordo del letto a guardare fuori dalla finestra, il cielo di novembre è grigio ma non sembra voglia piovere, mi avvicino e lascio la tazza sul comodino accanto al letto sedendomi poi accanto a me, le prendo una mano e si volta a guardarmi, gli occhi neri sembrano ancora più grandi ora che sono ricoperti di lacrime, che appena vedono i miei occhi iniziano a scendere, la prendo in braccio e la abbraccio senza dire nulla, affonda la testa contro il mio petto e mi artiglia la maglia, iniziando a singhiozzare.

*fine flash back*



E' stata dura farle tornare il sorriso, ed è stata ancora più dura non farla cedere di nuovo quando seppe che Matt e Valary avevano appena avuto un bambino, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Penso a quanto sia stata forte lei a ricominciare, e quanto invece sia debole io che non riesco nemmeno a dirle che sarà un mese che prendo anti-depressivi.
Le lascio un bacio sulla fronte e mi alzo dal letto per scendere al piano inferiore, sono appena le nove e per pranzo dobbiamo andare da Matt per il nostro classico pranzo di Natale. Mi faccio un caffè per riprendermi almeno un po' dalla nottata appena trascorsa, continuando a farmi domande su domande per il mio problema.
Sono giorni che mi sento strano, è come se un'enorme peso mi stesse schiacciando e non mi dia la possibilità di respirare, ho incubi frequenti e spesso ho delle fitte al cuore che non mi spiego.
Sicuramente è solo l'ansia per il nuovo cd.
Abbiamo deciso di chiamarlo 'Nightmare', so già che farà tantissimo successo, io e i ragazzi ci lavoriamo da parecchi mesi e ora posso dire che manca davvero poco, in questi giorni sto scrivendo una canzone, la sto scrivendo da solo, testo e arrangiamenti, è un brano semplice e lento, con solo la batteria e il pianoforte, mentre alla fine ci sarà anche il suono dell'organo, canterò anche io in questo brano e sicuramente con l'accompagnamento di Matt verrà benissimo. Ho deciso di chiamarla 'Death', e sarà l'ultima traccia dell'album.
"Buon giorno", la voce assonnata di Heaven mi arriva da dietro e quando mi volto la vedo intenta a sfregarsi un'occhio con la manica della mia felpa.
"Ciao nanetta"
"Buon Natale", mi sussurra prima di lasciarmi un bacio a fior di labbra, le sorrido e le porgo la mia tazza di caffè.
"Anche a te, ti ricordi che oggi siamo da Matt, vero?"
"Si me lo ricordo, Jimbo", mi fa l'occhiolino per poi mettere la tazza nel lavandino e dandomi una pacca sul culo trotterella in bagno, poco dopo il rumore dell'acqua e la sua voce riempiono la casa.

Suoniamo alla porta di casa Sanders e dopo pochi minuti ci appare Valary, vestita di tutto punto e con un sorrisone sulle labbra.
"Ragazzi finalmente! Entrate o vi congelerete!", ci fa spazio per entrare e come mettiamo piede in casa notiamo che ci sono tutti, il salotto è addobbato alla perfezione, sicuramente a causa della donna di casa, il caminetto è acceso e vicino a questo c'è un albero di Natale stracolmo di addobbi, i ragazzi sono sparsi un po' ovunque, chi sul divano chi sul tappeto chi in piedi a parlare.
"Gates, smettila o spaventi il bambino!", ridacchio dando una pacca sulla spalla a Brian, seduto sul tappeto con le gambe divaricate e il piccolo River seduto in mezzo, che continua a fargli delle faccie strane per farlo ridere.
"Rev! Cazzo quasi non ti aspettavo più!", ribatte per poi ricevere uno schiaffetto sulla nuca da parte di Lidia, "Ok, ora che ho fatto?"
"Non dire parolaccie davanti al piccolo!", lo ammonisce lei
"Ma è piccolo, non le imparerà di sicuro! Vero  piccolo River? Dillo a zia Lidia che si preoccupa per nulla", dice prendendo in braccio il bambino sotto l'occhio attento di Matt, "Avanti, dì papà", lo incoraggia Brian indicando a River la figura di Matt, il bambino scoppia a ridere iniziando a muovere le manine in direzione del nostro frontman per poi girarsi e guardare Syn con un'espressione seria.
"...ahzo", borbotta il bambino e per un secondo nella sala cala il silenzio
"Che!?", urlacchia Johnny inarcando un sopracciglio.
"Brian...non avrà mica...", sussurra Zacky avvicinandosi a Brian
Il bambino inizia a ridere forte e indicando Brian inizia ad urlare "Azzo", come se fosse la cosa più normale del mondo, e in effetti che ne può sapere lui?.
Gates tappa la bocca al bambino proprio quando Valary torna in salotto assieme a Heaven.
"Ho sentito il bambino parlare! Ha davvero detto la sua prima parola e non mi hai chiamato Matt!....Matt? Amore?", ci voltiamo verso Shadows che ha la bocca e gli occhi spalancati di chi ha appena visto la fine del mondo, si riscuote dai suoi pensieri mentre inizia a borbottare qualcosa di incomprensibile.
"Ehm...si bèh, ha ..ha detto ehm..."
"Papà"
"Brian"
Io e Zacky ci fissiamo, abbiamo detto nello stesso momento due cose diverse e ora Valary ci guarda con aria dubbiosa mentre si avvicina a Brian per prendere il bambino in braccio.
"Avanti cucciolo, di papà"
Fa che non lo dica. Fa che non lo dica. Fa che non lo dica.
"P-papa"
Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, per fortuna non ha detto nulla di compromettente, Valary esulta e insieme a Lidia e Heaven torna in cucina, lasciandoci da soli in salotto.
"Gates, non so se essere felice per non aver fatto la figura del pessimo padre o se piangere perchè a causa tua la prima parola di mio figlio è stata 'cazzo'"
"Scusa Matt", ammette Syn realmente dispiaciuto e la sua faccia da cane bastonato fa ridere tutti e quattro, Matt compreso.

Il pranzo trascorre tranquillo e tra le varie risate di tutti, guardo questi ragazzi e non posso fare a meno di pensare che loro sono la mia vera famiglia, non so dove sarei se non ci fossero loro qui con me.
Dopo aver mangiato anche il dolce decido di richiamare Matt e gli propongo di accompagnarmi a fumare, ovviamente solo per la presenza visto che lui non fuma da anni per non rovinarsi la voce e il fiato.
"Sai Matt, ho scritto l'ultima canzone per l'album", ammetto tirando una boccata di fumo
"Davvero? E quando pensavi di dirmelo?", mi chiede sorridente
"Bèh doveva essere una sorpresa, e poi non è ancora finita del tutto, tre giorni massimo e sarà pronta"
"Sarò felice di ascoltarla", mi da una pacca sulla spalla mentre butto il mozzicone della sigaretta, torniamo a guardarci negli occhi e senza dire nulla ci abbracciamo, un abbraccio fraterno, un classico da parte nostra e anche con tutti gli altri.
"Buon Natale Rev"
"Buon Natale a te, Shadows"



























***

























28 DICEMBRE 2009

E' pronta.
Sono in studio e ho appena finito di registrare le parti di batteria per 'Death'.
Sono felicissimo di questa canzone, sono sicuro che piacerà anche ai ragazzi, mi resta un'ultima cosa da fare.
Prendo un pennarello indelebile e scrivo sulla custodia del cd

 'Per i Sevenfold, spero vi piaccia.
  Jimmy'


Poso il pennarello e mando un messaggio a Matt, scrivendogli che in studio c'è una sorpresa per lui e i ragazzi, aspetto il messaggio di conferma e poi torno a casa.
Sono davvero felice per tutto questo, finalmente siamo pronti per incidere il nuovo disco.
L'aria fredda di fine dicembre mi accompagna fin quando non varco la porta di casa, e come me la chiudo alle spalle vengo avvolto dalle braccia di Heaven.
"Finalmente sei tornato!"
"Cos'è tutta quest'allegria?"
"Oh nulla, Sullivan, sono solo felice che tu sia tornato, allora, mi dici cosa ci facevi in studio?"
"Come sai che ero lì?"
"Ti conosco troppo bene, so che quando si tratta di registrare hai sempre un sorrisetto all'angolo della bocca"
"Mi hai beccato", le lascio un bacio sulla fronte e ci sistemiamo sul divano per vedere un film.
Non vedo l'ora di ricevere una chiamata da parte di Matt.

Dopo un paio d'ore il film è finito e Heaven va a dormire io mi fermo sulle scale sentendo il cellulare squillare e ricordandomi che lo lasciato sul tavolo della cucina.
"Ti raggiungo dopo"
"Ti aspetto", le faccio l'occhiolino e mi precipito a rispondere.
"Ehy Shadows!"
"Rev! Cristo quella canzone è perfetta!"
"Felice che ti piaccia, amico. Voglio che tu sappia che è per voi. Vi voglio bene ragazzi"
"Anche noi te ne vogliamo Jimmy, ah te lo dico, ma non dire a Brian che te lo detto, si è messo a piangere quando è arrivata verso la fine, la canzone"
"Oddio davvero? Ah il nostro Gates si sta rammollendo"
"Non direi Rev, a dire il vero...abbiamo pianto tutti"
"Ehy, non sono ancora morto che già piangete per me?", ironizzo per poi sentire Matt dall'altra parte del telefono sospirare, "Matt?"
"Nulla, Jimmy. Ti voglio bene. Ci vediamo domani in studio"
"Anche io te ne voglio, a domani Sanders".
Stacco la telefonata con Matt e guardo l'orologio, sono le undici e mezza dovrei prendere le medicine e poi andare a dormire, salgo velocemente al piano superiore e passando davanti alla camera posso notare Heaven già dormiente, mi chiudo la porta del bagno alle spalle e posizionandomi davanti allo specchio prendo la botticina di anti-depressivi, mettendo due pastiglie nella mano destra, mi guardo allo specchio un'ultima volta.
Devo proprio prenderle?
Sospiro.
Magari potrei evitarle stasera...
Scuoto la testa e ingoio le due pastiglie, strizzo gli occhi e mi poggio al lavandino, mi sciacquo la faccia e mi dirigo finalmente verso la camera, nel corridoio vengo colto da un giramento di testa, appoggio una mano alla parete accanto a me e l'altra la porto alla testa.
Che cazzo ...
Sbarro di poco gli occhi e li sento lucidi, inizio a respirare con fatica e la mano destra dalla testa passa al cuore.
Avanti Jimmy, riprenditi.
Inizio a fare dei respiri sempre più profondi con la bocca e la vista inizia ad offuscarsi.
Che mi sta succedendo?
Sento le gambe cedermi, provo a fare qualche passo verso la porta della camera ma cado sul pavimento.
Sbatto la spalla ma non sento il dolore. Provo a chiamare il nome della ragazza, cercando aiuto, ma mi riscopro senza voce, quello che riesco a fare uscire è solo un sussurro strozzato.
"Heav..."
Il buio.






BRIAN'S POV

E' tutto di un nero soffocante intorno a me.
Sento un peso sul petto che quasi mi impedisce di respirare.
Perchè mi sento così? Perchè sono qui?
Mi volto per guardarmi intorno, nulla, solo tanto nero.

Ho un brivido che mi scorre lungo la schiena.
"Brian..."
Un sussurro. So di non averlo immaginato.
"Brian..."
Mi volto di scatto e lo vedo.
"Jimmy?"
"Bri..."
Cade sulle ginocchia e poi di lato.
Mi si mozza il respiro.
Inizio a correre verso il mio migliore amico.
Verso mio fratello.
Verso Jimmy.
Ma ogni passo che faccio invece di essere più vicino mi ritrovo più lontano.
"James!"
Lo sento tossire forte e inizia a urlare il mio nome in una preghiera d'aiuto.
No cazzo, no no no no.
"James!!"



"James!", urlo alzandomi di scatto sul letto, sono sudato, il respiro corto e tremo.
Cazzo se tremo.
"Brian", mi volto verso la ragazza accanto a me che mi mette le mani sulle guancie cercando i miei occhi, "Era solo un incubo, sta tranquillo, James sta bene", mi sussurra dolcemente.
"No, io ...devo andare da lui, devo sapere che sta bene", agitato mi alzo dal letto mettendomi le prime cose che capitano addosso e senza nemmeno mettermi una felpa o un giubbotto esco di casa e corro in macchina.
Sto arrivando Jimmy
Aumento la velocità.
Resisti, ti prego, resisti

Arrivo a casa Sullivan e inizio a bussare e a suonare sperando che mi vengano ad aprire, un urlo squarcia il silenzio della casa.
Ti prego, no
Inizio a dare spallate contro la porta finchè non riesco ad aprirla e corro al piano superiore, Heaven è china sul corpo di Jimmy, immobile a terra, la raggiungo e la scopro versare lacrime amare.
"Chiama un'ambulanza e i ragazzi!", le urlo in preda al panico, lei lo fa e io inizio a schiaffeggiare il mio batterista.
"Svegliati, brutto stronzo svegliati! James!!", nulla non mi risponde e non da segni di vita.
Pochi minuti dopo dei medici lo trasportano su una barella nell'ambulanza e poi di corsa in ospedale.
Quando arriviamo all'ospedale siamo già tutti insieme, apparte Valary che è rimasta a casa con il bambino, è una situazione straziante, Heaven e Lidia non fanno altro che piangere, Matt è irrequieto e continua a fare su e giu potrebbe prendere a pugni qualcuno da un momento all'altro, Zacky trattiene le lacrime mentre Johnny continua a piangere in silenzio.
Non puoi lasciarmi così Jimmy.
Mi porto una mano tra i capelli con nervosismo
Come faccio a vivere senza le persone che amo?
Non può essere reale, è una finzione, è una finzione, inizio a pensare sempre di più a questa parola.
Fiction.
Tu lo sapevi Rev?
Ti prego, io ho ancora bisogno di te.
So che troverai la tua strada quando non sarò con te stanotte.
Per questo motivo hai scritto quella canzone?
Ti prego, continua a combattere, non puoi mollare, non ora.
Un medico esce dalla camera dove ti stanno operando da più di tre ore.
Ti prego, dimmi che ci sei ancora
Si avvicina a noi e subito ci fermiamo, tutti con gli occhi lucidi, e con un solo pensiero, una sola speranza nella mente.
James...
"Dottore...la prego...", mormoro all'uomo sulla cinquantina che mi guarda con compassione.
Rimani con me, Jimmy...
"E' salvo"
Un sospiro si leva dal gruppo, come se avessimo trattenuto il fiato fino ad ora.
"Il vostro amico è forte, ha combattuto una battaglia che avremmo dato per persa dal principio, sono molto rari i casi come il suo, si vede che aveva un buon motivo per rimanere. Ora sta dormendo, ma se volete potete entrare"
Preso da un gesto di follia abbraccio il dottore che rimane di pietra dal mio comportamento, mi lascia qualche pacca sulla spalla, e mi sussurra che ora possiamo stare tranquilli, lo ringraziamo ancora ed entriamo finalmente nella camera.
Entriamo e lo troviamo lì, immobile su un lettino, il respiro regolare, collegato ad alcuni macchinari che segnalano il battito cardiaco e un rumore fastidioso ci invade le orecchie, il braccio sinistro è collegato ad una flebo ma alla fine, è lui, ed è vivo.
Ci avviciniamo io e Heaven per primi, seguiti da tutti gli altri, la ragazza le prende subito una mano mentre io mi metto affianco a lui, sento distintamente Matt pregare a bassa voce, tutti sappiamo che sotto sotto a qualcosa crede, al contrario di me e Jimmy, Rev ha sempre creduto al karma, io ho sempre creduto che sono io, e solo io, il padrone del mio destino, Matt una volta ci disse 'Ci si aggrappa a qualcosa alla fine, in un modo o nell'altro, siamo destinati a crearci anche un Dio personale pur di poterci attaccare a qualcosa, qualcosa che per noi, e solo per noi, è realmente importante'.
Io posso attaccarmi a te Jimmy? Posso reputarti il mio angelo?
"James io, io non so se puoi sentirmi, ma vederti lì stanotte, per terra immobile, mi sono sentita morire...se non ci fosse stato Brian a quest'ora saresti morto, e io sarei divorata dai sensi di colpa per non esser stata in grado di salvarti la vita come tu hai salvato la mia, se esiste un Dio deve stare ben attento a quello che fa, non ti strapperà via da noi, non ora e non così. So che non ce lo siamo mai detto, non in forma esplicita, non siamo mai stati i tipi per farlo, ma io ti amo Jimmy, ti amo da quando all'inizio dell'ultimo anno di liceo ho incontrato i tuoi occhi", mormora Heaven stringendo una mano a Jimmy.
"Anche io ti amo, piccola"
Alziamo lo sguardo quasi tutti in sincrono e lo vediamo.
Li vedo. Quegli occhi, quella finzione di un blu cristallino.
In meno di due secondi i ragazzi comprese Heaven e Lidia gli saltano al collo, abbracciandolo forte e gli dicono tutto quello che vogliono.
Io rimango immobile per un po', fin quando i ragazzi non si allontanano dal lettino e dal mio amico e rimaniamo uno di fronte all'altro.
Non abbandoniamo il nostro contatto visivo nemmeno quando sbotto e inizio a parlare a macchinetta.
"Sei uno stronzo! Mi hai fatto quasi morire! Come ti sei permesso a farmi una cosa del genere?! Eh?! Volevi andartene senza salutarmi? O il tuo addio sarebbe stato quella fottuta canzone?! Rispondimi James! Che cazzo ti è passato per quella fottuta testa! Sei un bastardo e ti odio per tutta questa storia! Dimmi come sarei andato avanti senza di te, cosa sono io senza di te, Jimmy? Non sono nulla! Synyster Gates non esisterebbe senza di te! Ti odio cazzo, sei un...", non finisco la frase che mi prende per un polso e mi stringe a lui.
E in questo abbraccio sento tutto quello che volevo sentire.
"Scusami, Brian. Non avrei mai voluto lasciarvi, non mi separeranno così dalla mia famiglia. Ti voglio bene coglione"
"Ti voglio bene anche io, Jimmy"
"Mi manchi", mi sussurra all'orecchio in modo che possa sentirlo solo io
"Mi manchi anche tu".




 IN RICORDO DI JIMMY 'THE REV' SULLIVAN
DEDICO QUESTA STORIA A CHIUNQUE ABBIA SUBITO UNA PERDITA CHE LO HA SEGNATO A VITA, PERDERE LE PERSONE CHE SI AMANO E' SEMPRE UN TRAUMA, SI PUO' NON ACCETTARE LA COSA, SI PUO' ODIARE TUTTO E TUTTI, SI PUO' DESIDERARE DI MORIRE. MA ALLA FINE NON AVREBBE SENSO MANDARE LA NOSTRA VITA A PUTTANE QUANDO INVECE CHI NON NE HA PIU' UNA VORREBBE SOLO VIVERE.
VIVETEVI OGNI GIORNO COME SE FOSSE L'ULTIMO. E CITANDO I NOSTRI AMATI SEVENFOLD 'COGLIETE L'ATTIMO O MORITE RIMPIANGENDO IL TEMPO CHE AVETE PERSO' 


SPAZIO AUTRICE
Siamo giunti alla fine di questa storia. Avete il permesso di piangere quanto volete. Spero di non aver offeso nessuno con questa fanfiction.
Per quanto riguard a il finale...che dire, tutta colpa del mio cuore e della mia mente che non accetta la morte di Jimmy, ammetto che volevo pubblicare quest'ultimo capitolo il 28 dicembre, ma sarebbe stato un vero e proprio trauma. Vi informo che il 28 dicembre scriverò comunque una one-shot per il nostro Jimmy, e ora a voi la parola.

Maraforevergates
 

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