Strade di Monique Namie (/viewuser.php?uid=106217)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Decidere il futuro ***
Capitolo 2: *** Distanze ***
Capitolo 3: *** In viaggio la notte ***
Capitolo 4: *** Arrivederci ***
Capitolo 1 *** Decidere il futuro ***
In viaggio la notte
DECIDERE
IL FUTURO
Entro in quella porticina
consunta
a qualche passo dalla
nuova cattedrale
e la signora oltre il
bancone ha occhi neri,
grandi ciglia dipinte
di verità surreale.
- Che lavoro vorrebbe
fare? – mi chiede.
Parole in grado di
sconvolgere la vita;
di sogno in sogno mi
perdo a fantasticare
e temo di spezzare la
matita fra le dita.
- Che lavoro vorrebbe
fare? – insiste,
porgendomi un
curriculum da compilare.
Ma non so rispondere
con la tempesta dentro,
non so mettere confini
ai desideri che sento.
Vorrei fare
l’astronauta per esplorare!
Dietro una scrivania
non ci saprei stare
se non fosse quella
d’una base di lancio
dove ammirare la
follia di scienziati
e affascinanti tecnici
plurilaureati.
Non
risponderò alla signora oltre il bancone.
No, non
metterò i miei sogni nel cassetto
per una
società che apprezza vili denari
e non si lascia
trasportare dal cielo
perché ha
lo sguardo coperto da un velo.
- Insomma, che lavoro
vorrebbe fare?!
- Vorrei solo che la
smettesse di domandare.
Me ne vado da quella
porticina consunta
a qualche passo dalla
nuova cattedrale
e la signora
all’interno sgrana gli occhi neri
in attesa che finisca
il suo turno serale.
Note
autore:
Per questo componimento mi sono fatta ispirare da un colloquio in
un'agenzia
per il lavoro. Questa è la poesia meno ermetica di tutta la
raccolta. Credo che
sia facilmente comprensibile e che non ci sia bisogno che fornisca
chiavi di
lettura. :)
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Capitolo 2 *** Distanze ***
Distanze
DISTANZE
È
domenica mattina e mi sveglio:
le
lenzuola grigie sanno di metallo
dei
miei pezzi artificiali nascosti. [1]
Tu
hai già imboccato l’autostrada
mentre
io mi preparo il caffè
e
ascolto la storia dei chicchi tostati
che
come me si sentono esiliati.
D'accordo,
parto subito: vengo da te!
Mi
farà compagnia il canto dei gabbiani
intrappolato
nella mia auto dall’ultima vacanza.
È
domenica e vorrei averti con me
ad
un passo e mezzo da queste mani tese,
per
poterti abbracciare con il pensiero.
E
forse sto un po’ svanendo come la neve
sulla
strada in un giorno di sole,
cercando
di raggiungere il decumano.[2]
Come facevano in
passato gli amanti?
Come
sopravvivevano troppo distanti,
quando
non c’erano tecnologie confortanti?
Note
autore:
1-
I pezzi artificiali
nascosti possono essere interpretati come delle fantasiose
toppe
futuristiche, adoperate per sistemare le fratture provocate dalle
delusioni passate.
2-
L'espressione cercando di
raggiungere
il decumano vuole indicare la precisa direzione
est-ovest. Questo
è un riferimento all’antica Roma, dove i decumani
erano arterie stradali che
tagliavano il territorio da est a ovest e finivano per intersecare i
cardi che,
invece, andavano da nord a sud.
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Capitolo 3 *** In viaggio la notte ***
Distanze
IN
VIAGGIO LA NOTTE
La notte,
lungo questa strada senza fine
essenze di concerti e
uomini d’affari,
mentre
l’auto scivola veloce
seguendo geometrie di
segnali
con le gocce di
pioggia sul parabrezza
premute contro gli
occhi: la vista si spezza.
Scivoliamo sulla notte
e sul tempo
in silenzio, in uno
spazio senza ossigeno,
avvolti in un
abbraccio di benzina e fumo:
percorriamo sentieri
dalle curvature perfette
e respiriamo ancora
l’inebriante profumo
di luci intermittenti
nelle notti oscure.
Svegliarsi
all’alba e scoprirsi innamorati
ci fa sentire
abbagliati dalla luce dei fanali
che ci attraggono
sempre come falene la notte
in labirintici
filamenti incandescenti. 1
Errare è
lecito negli incroci più bui,
ma incontreremo
sguardi di stelle
e ci tenderanno mani
gentili per superare
distese impervie di
fiumi d’asfalto 2
verso
città storiche irradiate a festa.
Lungo la nostra amata
contrada,
fragranze di casa e
amore in luoghi sconosciuti,
mentre
l’auto plana sicura su sentieri isolati
scavando solchi come
binari paralleli:
le sole prove del
nostro effimero passaggio. 3
Note
autore:
L’ispirazione
mi è venuta tornando a casa in auto dopo un
concerto. Ogni volta, il profumo della nebbia artificiale che viene
rilasciata
sul palco, risveglia in me strane sensazioni che stavolta ho provato a
mettere
su carta.
Consigli per l’interpretazione:
Quella descritta in questa poesia è una strada concreta
che si intraprende ogni volta che si esce di casa per qualche viaggio.
Tuttavia, la si può vedere anche come una strada astratta,
una strada mistica e
di ricerca interiore.
1- Labirintici
filamenti incandescenti - questo è uno zoom
all’interno delle lampadine dei
fanali delle auto.
2-
Distese impervie di
fiumi d’asfalto - sono le strade.
3- Effimero passaggio - è un
riferimento alla brevità della vita.
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Capitolo 4 *** Arrivederci ***
Distanze
Poesia bonus non
partecipante al contest.
ARRIVEDERCI
Camminiamo fianco a
fianco
in questo sentiero semisepolto
ed è bello il verde dell’edera
1
che ci lega e unisce i
binari:
2
è bella la
sua perseveranza
e la speranza di scacciare il male.
È bella la nebbia che s’alza e si lascia ammirare:
sembra lo sbuffo
d’una macchina a vapore
così illuminata da preziose lanterne di carta,
trafitta dai fari del treno su cui salirò.
3
Salirai con me o
viaggerai altrove?
Sono belle anche le lacrime,
mentre lo sguardo divora la Luna lontana.
Sono belle le persone pazienti,
come te, che attendi secoli per accarezzare
una rosa immortale nel Giardino dell’Eden.
4
Eppure, così quieto, frantumi meteore
5
e rimproveri sottovoce
chi non vuole lottare.
Alla fine hai deciso di partire,
ma io ho tessuto uno scudo con i sogni,
quindi non ci sperare:
non mi lascerò disperare!
C’è l’infinito su quel treno
che s’allontana con te a bordo,
e io sulla banchina
a inseguirti con lo sguardo
mentre ti saluto con la mano.
Un giorno ci rivedremo.
Note
autore:
1-
L’edera può
essere intesa come personificazione della speranza, evidenziata anche dal colore verde
specificato nel testo.
2- Unisce i binari = metafora
che in questo caso vorrebbe indicare la fusione del destino di due
persone che
si incontrano.
3- La
presenza della nebbia
denota l’impossibilità di prevedere il
futuro; le luci che la illuminano
sono le sensazioni positive che si hanno
quando si sente di aver preso la strada giusta.
4- Una
rosa immortale nel giardino dell’Eden = nella
mitologia biblica, il
Giardino dell’Eden è il
luogo in cui si dice che Dio abbia creato tutti gli esseri viventi. La
rosa in
questo caso va vista come simbolo di un dono d’amore. Una
rosa immortale nel
giardino mitologico in cui ha avuto origine la vita è la
realizzazione di un
Amore divinizzato.
5- Le meteore possono
essere intese come metafora dei problemi quotidiani e degli ostacoli
che si presentano durante il cammino.
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