pane, miele e una spruzzata di cannella

di Fast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aprile ***
Capitolo 2: *** Maggio ***
Capitolo 3: *** Giugno ***
Capitolo 4: *** Luglio ***
Capitolo 5: *** Agosto ***
Capitolo 6: *** Settembre ***
Capitolo 7: *** Ottobre ***
Capitolo 8: *** Novembre ***
Capitolo 9: *** Dicembre ***
Capitolo 10: *** 24 dicembre ***
Capitolo 11: *** 25 dicembre:Nuova Vita ***



Capitolo 1
*** Aprile ***


 

 

Incinta.

 

Riguardo, nel caso avessi frainteso le istruzioni, la confezione.

 

Macchè...

 

Mi appoggio al lavandino dietro di me, guardando il test di gravidanza, irrimediabilmente positivo, come se fosse un oggetto alieno, o una bomba atomica, non lo so nemmeno io.

 

Le gambe sono un po' molli, dolenti quasi, lo stomaco è strinto in una morsa e nelle orecchie sento un fischio sinistro.

 

Calma, Kagome, calma.

 

Mi decido a voltarmi per guardare il mio riflesso nello specchio.

Capelli un po' più spenti del solito, viso più pallido ed espressione terrorizzata. Fantastico.

Ecco spiegati i capogiri degli ultimi tempi, la nausea costante, l'acidità di stomaco e la taglia dei jeans lievitata.

 

-tu ed i dolci kagome, diventerai una balena!- diceva Inuyasha, mio migliore amico da più di cinque anni, mentre mi vedeva trangugiare senza pietà la quarta fetta di pane e nutella della giornata.

 

-sarà lo stress- diceva Sango, mia migliore amica dall'asilo, cercando di trovare una causa ai capogiri e alla stanchezza costante.

 

-vedi di diminuire le dosi, tesoro. Mia madre ha speso una fortuna per il tuo vestito, e non è certamente da signore ingrassare in questo modo assurdo- diceva Koga, mio fidanzato ed unico amore dal primo anno di università, mentre mi guardava in evidente difficoltà mentre cercavo di tirare su la zip del costosissimo ( e orrendissimissimo) abito di sartoria che mia suocera si era premurata di fornirmi per la festa in onore del quarantesimo anno di matrimonio che lei ed il marito avrebbero festeggiato il prossimo mese.

 

Golosità, stress, metabolismo lento.

 

Col cavolo.

 

Porto la mano sinistra sul ventre, sussultando impercettibilmente. Dentro di me sta crescendo una nuova vita.

 

E pensare che ho deciso di fare il test quasi per sfida, dopo soltanto una settimana di ritardo.

 

E chi l'avrebbe mai detto...

 

Sorrido.

 

Non è stata sicuramente una gravidanza cercata, ma ne sono felice comunque, e felice sarà certamente anche Koga.

 

Sorrido ancora, pensando alla reazione che avrà quando gli dirò del bambino.

 

Io e Koga abbiamo trent'anni, e stiamo insieme da quando ne avevamo diciannove. Ci siamo conosciuti il primo anno di università, mentre io frequentavo lettere e lui legge, per seguire le orme del padre, famosissimo avvocato di Tokyo, una volta conseguita la laurea.

È successo per caso, al bar della facoltà, dove io ero andata a prendere Sango, anche lei studentessa amante dei meccanismi della legge. Mentre cercavo di farmi strada tra la folla di studenti con la tazza fumante di cappuccino tra le mani, ecco che entra nel mio campo visivo quello che non esitai a definire un Apollo del secolo corrente.

Alto, viso dolce, chiari occhi celesti dalla luce birichina che spuntavano da sotto una massa di riccioli neri come l'ebano.

Rimasi talmente abbagliata da quella visione che gli finii addosso a peso morto, tazza fumante di cappucino inclusa.

Pronta a sentirmi mandare a farmi benedire, non vidi la mano che mi porse.

-guarda che non ti mangio mica, sai-.

Quando mi decisi ad alzare gli occhi, vidi che mi sorrideva allegro, incurante della chiazza marrocina che si allargava a vista d'occhio sulla sua maglietta.

-oddio, non so come scusarmi... per sdebitarmi ti pagherò le spese della lavanderia, stai tranquillo!-

Vidi il suo sorriso allargarsi.

-l'unico modo che hai per sdebitarti è concedermi un appuntamento sai, bella ragazza dagli occhi blu?-

-bella ragazza dagli occhi blu?- bisbigliai. -Certo, non so il tuo nome, quindi per adesso sei la bella ragazza dagli occhi blu- mi spiegò divertito mentre mi faceva strada verso un tavolo libero.

-certo, che scema, ti sono caduta addosso e non mi sono neanche presentata. Io sono Kagome Higurashi, piacere- spiegai imbarazzata agitandomi sulla sedia mentre mi toccavo nervosamente i capelli.

Lo osservai accavallare le gambe ed appoggiare i gomiti sul tavolo, lo stesso accattivante sorriso sulle labbra. -ed io, Kagome, anche se credo ti chiamerò comunque spesso bella ragazza dagli occhi blu, sono Koga Yoro. Aspettami qui, vado a prenderti un altro cappuccino. È grazie a quello se ho avuto la fortuna d'incontrarti, no?-.

 

A quell'incontro ne seguirono altri, e in brevissimo tempo mi innamorai di lui come una pera cotta, scoprendo che anche Koga ricambiava i miei sentimenti.

Poco dopo la laurea poi, ebbi la fortuna di trovare quasi immediatamente lavoro come editor in una casa editrice molto importante in Giappone, mentre Koga lavorava già a pieno ritmo da più di un anno come tirocinante nello studio di famiglia. Complici gli stipendi piuttosto elevati e in particolar modo l'amore bruciante che ci univa, decidemmo di ristrutturare la casa in centro che era di proprietà della mia famiglia per iniziare a convivere.

 

Io e Koga ci amiamo, e questo bambino sarà accolto sicuramente come il coronamento di un sogno lungo undici anni.

 

Prendo la pochette dei trucchi nella borsa e mi dò una sistemata per correre ad annunciare l'evento.

 

Oddio, che emozione. Mi ci viene da piangere. Sto per diventare mamma.

 

Apro la porta del bagno e rientro in ufficio canticchiando.

 

-francamente, non capisco cos'hai da canticchiare quando hai ancora da correggere ottocento, e sottolineo ottocento, pagine di quello sbarbatello da strapazzo convinto di comunicare con l'aldilà. Kami, se non fosse che queste stronzate vanno alla grande, gli avrei dato fuoco da un pezzo-.

 

Con un sorriso a trentadue denti, faccio una piroetta su me stessa per poi guardare l'uomo che, con la sua solita voce scocciata, ha appena pronunciato quella frase.

 

Incrocio subito quegli occhi color del sole che da tempo sono per me fonte inesauribile di amicizia vera.

 

-Inuyasha, nonchè capo, nonchè adorabile amico, nonchè vecchio brontolone, sappi che oggi nulla, neanche una catastrofe naturale, neanche uno scritto pseudo filosofico dalla sintassi scimmiesca, potrebbe farmi smettere di toccare il cielo con un dito-

 

Lo osservo inarcare un sopracciglio ed appoggiarsi allo stipite della porta del suo ufficio, mentre mi guarda dall'alto del suo metro e novanta come se avessi detto di avere le prove di un complotto mondiale ad opera dei puffi.

 

Conosco Inuyasha da cinque anni, quando appena laureata spedii il mio curriculum alla Shinchosha&Taisho, una delle più celebri ed importanti case editrici del Giappone. Quando mi chiamarono per il colloquio, conobbi Inuyasha, amministratore delegato dell'azienda ereditata dal padre, della quale è a capo insieme al fratello Sesshomaru.

Dopo un mese di prova, durante il quale mi fece sgobbare neanche fossi stata una schiava, si convinse ad assumermi, convinto delle mie capacità.

È iniziata così la nostra conoscenza, discutendo di lavoro, passando poi alla vita privata.

Sotto la scorza dura, capii che si nascondeva un Inuyasha decisamente diverso: ironico, brontolone, amante del buon cinema e delle escursioni in montagna, nonchè cuoco eccellente.

È grazie a lui se ho appreso l'arte della buona cucina, conquistando la madre di Koga che aveva sempre malvisto il mio affidarmi a surgelati e prodotti precotti.

Ho iniziato fin da subito a provare per Inuyasha un affetto smisurato, facendolo entrare a pieno titolo nell'Olimpo degli amici veri. Io, lui, Sango e Miroku formiamo ormai da cinque anni un affiatato gruppo, ma per Inuyasha nutro un affetto tutto speciale che cresce di giorno in giorno, merito anche di Koga che non ha mai cercato di ostacolare la nostra bellissima amicizia, mostrandosi un compagno rispettoso, dandomi, se possibile, ulteriore prova del suo amore.

 

-Di' un po', non è che tutte quelle fette di pane e nutella hanno iniziato a darti al cervello?- borbotta Inuyasha, facendomi tornare con la mente al presente.

 

Sospiro sognante, avvicinandomi per assestargli un pugno affettuoso sul braccio.

 

-macchè nutella.. ho una notizia bomba, ma per adesso...- faccio una pausa ad effetto -non posso dirti nulla. Ho bisogno però che tu mi lasci uscire immediatamente, e anche che tu tenga il cellulare sotto mano, visto che potrebbe arrivarti una mia chiamata da un momento all'altro, ok? E non fare quella faccia da cane bastonato! Ti prometto che domani lavorerò un'ora in più e che finirò tutte le ottocento pagine del pazzo schizzato, va bene?- lo imploro vedendo che fuma come una teiera.

 

-non so che cosa tu possa avere da fare di così importante, ma se insisti così... puoi andare- si arrende alla fine.

 

-sì, sì, sì!!! Grazie Inu, se l'amico migliore che possa avere!!- esulto abbracciandolo di slancio per poi correre a prendere il cappotto.

 

-a dopo capo, e vedi di non agitarti tanto, che poi ti sale la bile!-

-tsk-.

 

 






 

Parcheggio la macchina vicino al bar che si trova sotto l'ufficio di Koga. Quando l'ho chiamato per dirgli di liberarsi per un caffè, mi è sembrato un po' scocciato.

 

Certo, potevo aspettare, ma non ce la facevo ad attendere fino a stasera.

 

Mentre cammino sul marciapiede, lo vedo. È seduto al tavolino del bar, sotto un raggio di sole primaverile che gli cade proprio sulla testa, i primi bottoni della camicia slacciati, una tazza di caffè davanti.

 

Sorrido ed allungo il passo. -Koga!!-.

Alza il viso, che negli anni si è fatto davvero più maturo, e mi sorride.

Raggiungo finalmente il tavolo.

 

-Tesoro- lo saluto baciandolo

-Kagome... ciao amore...cosa c'è di così urgente? Sono impegnatissimo col lavoro, e...-

-scusami Koga, ma non potevo davvero aspettare- lo interrompo.

-io...oddio, non so come dirtelo...- inizio a parlare, aggrovigliandomi le mani

-cosa c'è Kagome? Stai male? Hai bisogno di... -

-sono incinta- dico tutto d'un fiato a testa bassa. Koga non risponde, non fiata.

Alzo gli occhi timidamente, e quello che vedo mi fa gelare il sangue nelle vene.

Ha lo sguardo fisso su di me, ed è freddo.

-Koga...ti prego, di' qualcosa...- sussurro.

-qualcosa?- sbotta, la voce dura come il marmo – tu vuoi che dica qualcosa. Bene cara, ecco il mio qualcosa: liberatene-.

Alzo la testa di scatto -Che cosa?-

-non lo voglio. Un figlio... cazzo, Kagome, non se ne parla!-

-M...ma io credevo che saresti stato felice...-

-Felice?!- urla -Come cazzo hai potuto pensare che potevo esserne felice?!Ho trent'anni, e una carriera importante davanti a me!-

Mentre mi vomita in faccia tutto questo, mi sento sprofondare.

Inconsapevolmente, porto una mano sul ventre ancora piatto, consapevole in quello stesso istante di volere quel bambino ad ogni costo, senza se e senza ma.

-ma io lo voglio, Koga....- bisbiglio

Lui scatta in piedi, gli occhi rabbiosi – TU? E non hai pensato a quello che voglio IO?-.

Nonostante il giramento di testa, mi alzo in piedi anch'io, e lo guardo negli occhi. -Koga, io voglio questo bambino. Non ci voglio rinunciare, e non ci posso rinunciare!! Se temi che sia un ostacolo alla tua carriera, non preoccuparti...lascerò il lavoro, e mi occuperò di lui!- tento di spiegargli mentre sono sull'orlo delle lacrime.

Lo osservo mentre, rabbioso, sposta la sedia con così tanta forza da farla cadere.

-ODIO i mocciosi. Forse tra un po', e soltanto per dare un erede alla mia famiglia, ma adesso NO! Cazzo Kagome, come puoi tenere di più a un affare che non si vede nemmeno? Vuoi buttare all'aria undici anni di vita insieme per un evento tanto insignificante?- mi urla in faccia, attirando l'attenzione di alcuni clienti, mentre io tremo capendo il significato di quelle parole.

-Koga...stai dicendo che saresti pronto a lasciarmi se non mi liberassi del bambino?- balbetto, mentre la decisione che gli leggo negli occhi non lascia dubbi sulla risposta.

-sei sempre stata una ragazza intelligente, kagome, quindi capisci da sola qual'è la decisione migliore da prendere-.

Parole dure come macigni, che non mi lasciano scampo.

Come una bambola rotta, cerco di rimettermi seduta, la testa bassa, e le lacrime che premono come spilli per uscire.

Da sotto la frangia dei capelli, lo vedo predere la giacca dalla sedia.

-Credo di essere stato chiaro Kagome. Non voglio questo bambino, e non ci può essere futuro per noi, con lui nel mezzo. Prenditi pure del tempo per pensarci, medita sulla questione, e poi fammi sapere. Io ovviamente me ne andrò da casa per lasciarti libera di pensare e di prendere la tua decisione. Pensaci, Kagome-

Lo osservo andare via lentamente, come se non avesse nessuna fretta, come se il m io stato d'animo, il mio dolore, tutto, non lo toccasse minimamente.

 

-Signorina, sta bene? Le ho portato un bicchiere d'acqua-

Mi giro e vedo la cameriera del bar, una signora di una certa età col viso sorridente, porgermi un bicchiere colmo d'acqua, che accetto senza neanche dirle grazie.

 

-ne ho conosciuti, sa, di tipi del generre. Gentaglia perdavvero-

 

Annuisco, per nulla toccata dalle sue parole, e spero, rabbrividendo, che Koga si renda conto del male che mi ha fatto e che cambi idea al più presto. Ma adesso mi sento così stanca e distrutta, che l'unica voglia che ho adesso è quella di chiamare l'unica persona che può essermi di aiuto in questo momento.

 

Prendo il telefono dalla borsa, le dita sanno già quali tasti premere.

 

Uno, due, tre squilli...

 

"se mi stai chiamando per dirmi di concederti qualche ora anche domani, ti sbagli di grosso signorina" mi risponde Inuyasha dall'altro capo del telefono, la voce burbera come al solito.

 

Un singhiozzo.

 

"Inuyasha..." bisbiglio

"vieni a prendermi per favore..."

"Kagome dove sei?" ha cambiato tono, adesso è preoccupato, in allarme.

"al bar sotto l'ufficio di Koga...arriva subito, ti prego..."

 

 

 

 

 

 

Non sono passati neanche quindici minuti, che vedo la macchina sportiva nera di Inuyasha arrivare a tutta velocità per essere parcheggiata sul marciapiede.

Lo vedo scendere alla svelta, i lunghi capelli d'argento sciolti sulle spalle, le sue dolcissime orecchie bianche in movimento.

Non appena il suo sguardo si incrocia col mio, le lacrime iniziano a scendere violente.

Mi alzo, rapidissima, per rifugiarmi nel suo abbraccio.

 

Stringo forte la sua camicia immacolata, piangendo senza ritegno, mentre le sue braccia mi stringono con forza.

 

-Hey...- bisbiglia al mio orecchio – le condizioni in cui sei hanno per caso a che vedere con la notizia bomba che mi dovevi dire?-

 

Annuisco, non smettendo mai di piangere.

 

-Inuyasha...io aspetto un bambino...e koga non lo vuole...mi ha lasciata- cerco di spiegare, il cuore straziato, lo stomaco in sobbuglio, il mal di testa per il troppo piangere.

 

Lo sento aumentare la stretta delle braccia.

 

-ti prego Inuyasha, portami a casa tua, ti prego...- bisbiglio tra le lacrime.

 

Non dice niente. Con delicatezza, mi prende in braccio e mi adagia sul sedile della sua auto.

 

-tranquilla...ci sono io adesso...- sussurra al mio orecchio mentre si china per posarmi addosso la sua giacca improvvisando così una coperta

 

Prende posizione al sedile del guidatore, e partiamo.

 

E non so, sarà la stanchezza, o il buon profumo di Inuyasha, il calore della sua giacca, ma mi calmo e quasi subito chiudo gli occhi e mi addormento.

 

 

O bene, eccoci qua!! storia nata grazie alla laringite che non mi fa dormire la notte... sarà lunga nove capitoli, quelli della gravidanza della nostra piccola per intenderci, più uno finale, salvo imprevisti, o cambiamenti di programma!! ;)

Per quanto riguarda il nome della casa editrice di Inuyasha, la Shinchosha, esiste davvero, ed la casa editrice delle meravigliose opere di Murakami Haruki!!!

Alla prossima gente, e... Buon Anno!!!

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Capitolo 2
*** Maggio ***


 

fiori di pruno:

è un'estasi

la mia primavera

Issa

 

-Sono le otto, il sole splende su Tokyo, e sarà così per tutta la settimana!-

 

Sbuffo irritata, girandomi tra le lenzuola fresche di bucato per spegnere quella dannata sveglia. Pigramente mi metto seduta e mi stiracchio, rallegrandomi per il buon profumo di caffè appena fatto che mi arriva alle narici.

 

-sei incinta, non malata, quindi perchè non muovi un po' il culo che rischiamo di fare tardi?!- sbraita Inuyasha apparendo sulla porta di camera.

 

-Hey, non si usa più bussare? Avrei potuto essere nuda!!- rispondo infastidita tirandomi addosso le coperte.

 

 

Lui, in tutta risposta, sghignazza e si appoggia allo stipite della porta.

 

-Come se il poterti vedere nuda potesse toccarmi minimamente. Voglio dire, a chi interesserebbe una col culo di una portaerei e le tette di un uomo?!-

 

-Razza di troglodita senza cervello! Il mio sedere non è affatto enorme, e il mio è un seno di tutto rispetto!! Fila fuori ora, che mi devo vestire, deficiente!- sbraito, più imbelvita di una iena.

 

Lo vedo sghignazzare ancora, alzando le mani in segno di resa. -Come vuoi Kagome, vado a finire di prepararti la colazione! Hai già preso l'acido folico, piuttosto?- -Mi sono appena alzata, dammi tregua!- -Sei la solita testona! Devi pensare al bambino!- -Senti, ci penso eccome, ma potresti evitare di stressarmi, ecco!! E si che vieni da un'epoca in cui era già manna avere una ciotola di riso...-

 

-Si, ma adesso siamo nel 2014, quindi non iniziare con tanti discorsi...- rimbecca lui, agitando le orecchie.

 

-Piuttosto- lo interrompo, sperando di evitarmi così una filippica delle sue -io ho una gran fame, alla faccia delle nausee dei primi mesi...- borbotto cambiando repentinamente il discorso.

Lo sento sospirare -Ti ho fatto i cereali col latte, un po' di caffè percheè sai che devi berne con moderazione, e l'immancabile pane, miele e cannella-

 

Sorrido rinfrancata -Arrivo subito, allora! Dammi cinque minuti, please!!-

 

Aspetto che chiuda la porta per alzarmi e andare verso l'armadio.

 

Mentre inizio a sistemarmi, torno con la mente a quella giornata di aprile, quando è iniziato tutto...

 

 

 

 

Mi svegliai il mattino seguente, senza scarpe e senza jeans, con una t-shirt da uomo grigia a coprirmi il torace, in un letto che non conoscevo.

 

Istintivamente con la mano tastai la parte di materasso accanto a me, cercando Koga.

 

Koga...

 

Mi tirai su a sedere di scatto.

 

Insieme a quel nome tutti i pensieri, e tutto il dolore del giorno precedente mi investirono come uno tsunami.

 

Realizzai dove mi trovavo.

 

Quello doveva essere il letto di Inuyasha.

Probabilmente, sfinita a causa di tutto quello che era successo, dopo

essermi addormentata in macchina non mi dovevo essere svegliata, e lui aveva certamente deciso di lasciarmi dormire.

Sospirai, sovrastata nuovamente dai ricordi.

 

Stavo per mettermi a piangere ancora una volta (neanche fossi stata nella vita una dalla lacrima facile, guiarda un po') quando Inuyasha bussò.

 

-Posso?-

-Certo-

 

Quando Inuyasha entrò in camera, mi sentii subito sollevata. Era già vestito per andare a lavoro, i pantaloni grigi e la camicia bianca in ordine come al solito, tranne per le maniche arrotolate fino ai gomiti.

 

-Come ti senti?- mi chiese sedendosi vicino a me.

 

Per tutta risposta, alzai le spalle.

 

-Da schifo-

 

-Mi vuoi raccontare cos'è successo, per favore?- mi domandò posandomi una mano artigliata, si, artigliata, sul braccio.

 

Sorrisi mestamente, pensando che accanto a me era seduto il rampollo di un'elite di essere speciali, gli youkai, arrivati in poche centinaia dritti dritti dal Sengoku, unici supersiti di un mondo ormai passato.

Oggi, nel mondo moderno, rappresentano appena l'1% della popolazione, e sono tutti appartenenti ad illustri famiglie che operano in campo finanziario, politico e culturale.

La madre di Inuyasha era un'umana. È morta secoli fa, ma lui ne conserva sempre un ricordo dolcissimo.

Forse, è il suo essere per metà umano che mi facilita l'avvicinarmi a lui, chissà...

Soltanto, i suoi artigli dovrebbero incutere timore, mentre a me non hanno mai dato nessun fastidio, e adesso mi stavano trasmettendo un senso di pace di cui, in quel preciso momento della mia vita, avevo disperatamente e particolarmente bisogno.

 

Cominciai così il mio racconto, non risparmiandogli i particolari della furia di Koga.

 

-E questo è quanto-

 

Lo sentii ringhiare, mentre la presa sul mio braccio si fece più forte -Non vorrai davvero rinunciare al bambino per quell'egoista, vero?- mi domandò infine, la voce parecchio alterata.

 

Lo guardai storto -Ovvio che non voglio rinunciare al bimbo! Ma spero comunque che Koga prima o poi si renda conto di quello che ha fatto e che torni sui suoi passi! In fondo, è suo padre, dovrà pur contare qualcosa! E poi siamo rimasti d'accordo che mi sarei presa del tempo per riflettere, e magari in questo tempo anche lui penserà a questa cosa, e si ricrederà...-

 

-Tanto per cominciare è lui che ti ha imposto di prenderti del tempo per "riflettere", certo, in tutta la sua meschina arroganza, che tu fossi una donnicciola da piegare al suo volere e che ti saresti lasciata convincere ad abortire! Cazzo Kagome, guardalo per quello che è davvero!! Si è comportato peggio di un ragazzino! Ha trent'anni, guadagna più che bene, non vedo quale dovrebbe essere l'impedimento! Sicuramente non è stato cercato, ma c'è, è qui presente. Ho sentito il suo cuore battere stanotte, e...-

 

-Cosa? Hai sentito il suo cuoricino? Ma come è possibile?!- lo interruppi sbalordita.

 

Inuyasha in risposta mi sorrise dolcemente, un evento più unico che raro, pensai tra me e me -Dimentichi che sono per metà demone, il mio udito, il mio olfatto, tutti i miei sensi sono più sviluppati!-

 

-Ah già, dimenticavo il tuo udito da Superman- risposi ironica.

 

Lo osservai assottigliare gli occhi -Scema. Comunque c'è una vita dentro di te, che conta mille, e ancora mille volte più dell'opinione di quel coglione, che se potessi ti giuro dilanierei co...-

-Basta basta Inuyasha, ho capito perfettamente!- lo interruppi un'altra volta.

 

Rimase a fissarmi in silenzio per qualche minuto, quando improvvisamente un forte odore di uova arrivò al mio naso.

 

-oh, Dio...- feci in tempo a borbottare mentre mi portavo una mano alla bocca per poi precipitarmi di corsa nel bagno adiacente alla camera che avevo adocchiato appena alzata, bagno dove rimisi una quantità di liquido che non credevo possibile per un comune essere umano.

 

-Tieni-

 

Sempre piegata sul wc, sbirciai Inuyasha che mi stava tendendo un asciugamano.

 

-grazie- borbottai in risposta.

 

-Ti aspetto in cucina, anche se credo dovrò buttar via la colazione, visto l'effetto che ti ha fatto l'odore delle uova-.

 

Mi presi qualche minuto per sistemarmi, concedendomi una doccia calda.

Mentre mi pettinavo i capelli, diedi un'occhiata al mio riflesso.

Gli occhi erano rossi e contornati da due borse che avrebbero fatto dare di matto Rin, moglie di Sesshomaru nonchè mia abilissima estetista.

Un chiaro ricordino dei pianti di ieri.

Per finire, le labbra erano secche, smunte.

 

-Per tutti i Kami, sembro davvero un cadavere...- borbottai tra me e me. Casualmente gli occhi mi caddero su uno rossetto, che afferrai immediatamente.

 

"Chanel...rosso scarlatto...chissà chi ce l'ha lasciato" mi chiesi mentre me lo passavo sulla bocca. Il rosso scarlatto non era propriamente il mio colore preferito, ma per dare un po' di colore al viso me lo sarei fatto andar bene.

 

Quando scesi al piano di sotto in cucina, trovai il camino acceso, la tavola apparecchiata e Inuyasha ai fornelli.

 

-Finalmente ce l'hai fatta! Credevo fossi mezza svenut... Kagome, il rosso non ti si addice per nulla... assomigli ad Akaname*!- mi disse fissandomi inorridito.

 

Lo guardai storto -Certamente donerà molto indosso a chi l'ha lasciato, ma non ho potuto fare a meno di usarlo. Sembravo un cadavere sai?- risposi seccata mentre prendevo posto a sedere davanti al fuoco. Anche se eravamo ad aprile inoltrato, le mattine e le sere erano ancora piuttosto fredde.

-Certo, certo...comunque, mi sa che mi dovrò abituare ai tuoi attacchi di nausea, almeno per i primi mesi. Quindi, niente cibi strani, o dall'odore troppo deciso. Sai invece di che cosa hai bisogno Kagome? Di pane caldo, miele ed una spruzzata di cannella! Ti rimette al mondo, sai?- mi spiegò mettendomi davanti due fette di pane caldo spalmate di miele e spolverate con polvere di cannella.

 

-Il pane, almeno questo, è altamente digeribile, il miele controlla l'acidità di stomaco e la cannella tiene un po' buona la nausea. Inoltre, è buonissimo, e fa bene all'umore. Il pane l'ho preparato stanotte e cotto stamattina nel forno in giardino, in modo che fosse appena sfornato per quando ti saresti alzata- .

 

Lo guardai, stupita -Hai davvero passato tutta la notte a prepararmi il pane?-.

Alzò gli occhi al cielo, girandosi immediatamente verso i fornelli -Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere, razza di curiosa- mi iniziò a spiegare, il tono di voce arrogante, il solito che assumeva ogni volta che si sentiva in imbarazzo -Ma se non ti va basta dirlo, che ho di meglio da fare la notte, sai?-

 

Sorrisi sorniona, addentando una fetta di pane.

 

Divino.

 

-Tipo ascoltare il battito cardiaco del bambino?- domandai a bocca piena.

 

-Tsk. È successo per caso-

 

Tono decisamente arrogante. Imbarazzo a livelli record.

 

Dopo un tempo che mi parve interminabile, si decise a sedersi di fronte a me.

 

-Hai un buon medico che ti possa seguire in questi nove mesi?-

 

Feci mente locale.

 

-Ci sarebbe la dottoressa Kitano. Ha seguito la gravidanza di Sango. È molto in gamba, magari dopo la chiamo, e prendo un appuntamento... e magari sarà meglio che informi mia madre, mio nonno, Sango e Miroku del bambino...- conclusi a bassa voce.

 

-... del bambino, e dell'assenza di quella specie di omuncolo.Bene, io vado a lavoro, prima però ti porto a prendere la macchina. Prenditi ovviamente la mattinata libera, avrai da fare, sicuramente. Tienimi informato sulla faccenda del dottore, e già che ci sei vedi di farmi trovare pronta la stanza degli ospiti- mi spiegò mentre si infilava la giacca.

 

Inarcai le sopracciglia -La stanza degli ospiti?-

 

In tutta risposta, mi fulminò con lo sguardo -Certo. O preferisci farmi dormire sul divano?- -Io non ho ancora capito...- sibilai.

-Razza di stupida, credi davvero che potrei stare tranquillo, lasciandoti dormire per nove mesi da sola, nelle tue condizioni? Dato che quello che da oggi comincerò a chiamare "il castrato" si è dato alla macchia, sarà bene che ti tenga d'occhio! Credimi, sarebbero più tranquilli anche i tuoi-

 

Sbuffai irritata. Adesso stava esagerando. -Stai a sentire, non ho certo bisogno della governante, sai?! Posso fare tranquillamente tutto da sola, e...-

 

Strabuzzai gli occhi, piegata in due dal secondo, portentoso conato di vomito della giornata.

 

Mentre correvo in bagno sentii Inuyasha sussurrare – Altro che governante...la balia...-

 

 

-Ma insomma! Quanto cavolo ti ci vuole a vestirti?!-

La dolce, delicata voce del mio adorabilmente detestabile amico arriva dritta dritta ai miei poveri timpani, distogliendomi dai miei pensieri.

 

-Arrivo! Un momento!-

 

Passo un velo di fard sulle guance, un filo di matita e mascara sugli occhi.

 

Mi sistemo meglio le spalline del vestito di cotone a fiori blu. È la fine di maggio, e il caldo inizia già a farsi sentire.

 

Mi metto di profilo, appiattendo l'ampia gonna sul ventre. È già leggermente sporgente, sarà perchè sono piccola di statura. Non posso certo lamentarmi, è bello vedere il mio corpo cambiare.

Il seno invece mi trova meno contenta. È da subito aumentato di volume, e inizia già a darmi fastidio,come aveva previsto Sango.

 

Sospiro, prendo la borsa e mi dirigo al piano di sotto, dove trovo Inuyasha già pronto, con indosso una leggera camicia di seta grigia e pantaloni chiari.

 

Gli occhi scintillano d'impazienza -Donne.Tsk. Mai una volta che siate pronte in orario-.

 

Alzo gli occhi al cielo, mentre mi porto alla bocca una fetta di pane, miele e cannella. Cavoli, devo ammettere che funziona davvero. Controlla la nausea, l'acidità di stomaco e sopratutto mette di buon umore.

A sentire i medici della vecchia guardia, in gravidanza la cannella andrebbe evitata, ma la mia dottoressa mi ha assicurato che se presa in piccolissime dosi conserva comunque tutti i suoi benefici e non è dannosa.

 

Do' un'occhiata all'orologio. Le nove meno un quarto.

 

-Rilassati, l'appuntamento è per le dieci...-

-Già. Peccato però che sei più lenta di un bradipo ubriaco e che faremo tardi!-

-Ti dico di no, Inuyasha! Credi davvero che potrei far tardi alla mia prima ecografia?! Voglio sapere come sta il bimbo, e poi sono ansiosa di sentire per la prima volta il suo cuoricino. Sai, non tutti hanno la fortuna di nascere demoni e di riuscire a sentire quello che un normale orecchio umano non può sentire...- concludo ironicamente, certa di farlo imbelvire ancora di più.

-Sarà. Ma sbrigati-

 

Mentre butto giù il mio caffè, non posso che congratularmi ancora una volta con me stessa che non farlo dormire qui da me sia stata la scelta migliore. Kami, che stress altrimenti!Neanche mia madre arriva a certi livelli!

Dopo tanto brontolare sono riuscita a convincerlo a dormire da sola, corrompendolo con una copia delle chiavi di casa, cedendo sul fatto che sarebbe venuto sempre a cena qui e che se ne sarebbe andato via soltanto quando mi fossi addormentata, per riapparire prontamente per la colazione del mattino successivo.

 

Una guardia carceraria sarebbe stata più malleabile...

 

Ma cosa può fare una povera ragazza, quando il suo migliore amico, sua madre, suo nonno, suo fratello, la sua migliore amica, il marito della sua migliore amica, e quasi quasi anche il gatto, concordano senza se e senza ma nel metterla in croce?!

 

 

-Dei onnipotenti!!Che schiatti, quel pusillanime!!Abbandonare così la mia bambina su due piedi!!Vigliacco che non è altro, lui e tutti i suoi riccioloni da cantante anni settanta!- sbotta mio nonno, sputacchiando thè e biscotti a tutto spiano, facendomi con orrore temere per un altro rigurgito, l'ennesimo della giornata.

Non hanno preso tanto bene la notizia. O meglio, sono tutti al settimo cielo per il bambino, mentre con Koga sono meno clementi..

-Lui e tutta la sua pomposità! Ma stanne certa, lo stroncherò come un giunco secco alla prossima udienza, quel decerebrato!- rincara la dose Sango, la mano stretta a pugno che sventola davanti al viso, mentre le sue gemelline la guardano sconcertate.

Sospiro.

Ho optato per una cena tutti insieme, io, i miei parenti, Sango e Miroku. Almeno avrei dato la notizia a tutti contemporaneamente.

-E non soltanto alla prossima udienza, ma anche dal vivo!E saprei anche dove andare a picchiare, sai? Dritto dritto al suo pisel...-

-Sango!!Le bambine!!-

-Bah, Miroku, è bene che imparino fin da subito che gli omiccioli vanno sistemati come si deve!-

-Non posso che essere d'accordo con Sango, Kagome. Anche se tornasse sui suoi passi, credi che varrebbe davvero la pena perdonarlo? Ha dimostrato di essere un completo inaffidabile...- mi dice Miroku senza tanti giri di parole.

E non posso che dargli ragione, in fondo... Ma non sono neanche tanto sicura che saprei dirgli di no, nel caso facesse marcia indietro. Sono undici anni che stiamo...stavamo, insieme, e un errore si può sempre perdonare.

La paura, la sorpresa, la...

-La stupidità? Ho già visto dalle espressioni del tuo viso a cosa stai pensando! Vorresti perdonarlo, eh? Ma noi te lo impediremo!-

Alzo gli occhi al cielo -Kami, Inuyasha! Dammi tregua! Come possiamo parlare di perdono se non ci siamo ancora neanche sentiti?!E poi sono cose che non si possono prevedere e programmare, Dio mio!! Vedrò come comportarmi al momento, e, sia ben chiaro, agirò sempre e solo nell'interesse del bambino!!-

-Ha ragione lui, Ka-chan!! Come puoi perdonarlo? Che razza di esempio sarebbe per il bambino?- lo spalleggia Sango, ignorando quello che ho appena detto.

-Adesso però, quello su cui dobbiamo concentrarci sono il benessere di Kagome e del mio nipotino, vero cara?- mette tutti a tacere mia madre.

La guardo.

Ha un sorriso che le aleggia sulle labbra, e stringe tra le mani la tazza di the.

Comprendo subito che soffre per quello che sto vivendo.

Quello che dovrebbe essere uno dei momenti più belli della vita di una donna, quello in cui la forza creatrice che esiste in potenza in ogni essere vivente esplode in tutta la sua forza, mi vede sola, senza nessuno con cui condividere tutto questo.

Lo capirò appieno quando diventerò madre a tutti gli effetti... l'amore di una mamma è insostituibile ed unico, oltre che speciale ed elitario.

Con un'occhiata, riesce a capire quello che pensi, quello che senti, e sa sempre come agire.

Ricambio la sua occhiata con gratitudine.

-Potresti trasferirti qui, almeno per il periodo della gravidanza- mi propone.

Scuoto la testa.

-No, mamma. Ti ringrazio del pensiero, e certamente verrò qui molto spesso, ma preferisco stare da sola, a casa mia, nel mio ambiente, con le mie cose-

-Ma tesoro! La gravidanza è un periodo così particolare! Non è vero Sango?-

-Certo! Adesso sei soltanto agli inizi, ma aspetta di entrare nel clou. Non è mica tutto rose e fiori, sai? Le nausee sono il meno peggio, credimi! Quando inzieranno i mal di schiena, i capogiri accentuati, i dolori di stomaco, il gonfiore alle gambe, il bimbo che si gira neanche stesse giocando a calcio, ed un mucchio di altre cose che non ti sto a dire... Credimi, avrai veramente bisogno di qualcuno!-

 

-Ma si cara! E poi, io ho bisogno di saperti al sicuro! Anche se sei grande, e stai per diventare madre a tua volta, resti sempre la mia bambina... Devo saperti in mani affidabili, ecco!- riprende il discorso mia madre.

 

-Certo che si, Tomoko! E per questo ci sono io!-

-che cosa?!- borbotto in risposta, guadagnandomi un'occhiata di fuoco dal mezzodemone.

-Come ti ho già anticipato questa mattina, non ho intenzione di lasciarti sola. Non sono il tuo compagno, certo... ma potrò largamente sostituirlo!-

Ma che diavolo si è messo in testa, quello li?! Figurarsi se qualcuno in questa stanza gli darà ragione!!

-Sagge parole, figliolo- asserisce mio nonno.

Lo guardo inorridita – Che cosa?! Dite un po', siete tutti impazziti?!-

-Ma si, Ka-chan, in fondo, che male c'è? Tu e Inuyasha siete amici da una vita, santo cielo! Ti darà una mano, mentre noi non ci saremo!- replica Sango, neanche fosse una cosa ovvia.

-State scherzando, ripeto? E tu Inuyasha, non fare tanto il saputello! Non sei l'eroe della situazione, sai?!-

 

Accidenti a me.

Appena mi rendo conto di quello che ho detto, vorrei prendere un piccone e scavarmi la fossa da sola.

Lo vedo assottigliare gli occhi e stringere la mano in un pugno così serrato che poco ci manca si conficchi le unghie nella carne.

-Ah, no? Peccato, perchè credevo di averti tirata fuori da un gran casino, quando sono corso alla tua chiamata. Piangevi così' forte che credevo ti stessi per sentire male..-

 

Sango, Miroku, mia mamma e mio nonno mi stanno lanciando un'occhiata inceneritrice.

-Inuyasha..- riprendo il discorso, cercando di addolcire il tono -Capisco le tue buone intenzioni, e credimi non volevo offenderti... ma sei pur sempre un uomo, ed io sono pur sempre una donna, e...-

 

-E quindi è bene che ti stia accanto! Buon Dio, Kagome! Capiamo perfettamente e rispettiamo il tuo non volerti spostare da casa tua ed essere indipendente, ma tua madre ed io non possiamo trasferirci da te, e tu non potrai certamente fare la spola da casa tua a qua, quindi, ben venga la presenza di Inuyasha!- mi interrompe mio nonno, categorico, continuando a sputacchiare the e biscotti.

 

Frustrante. Ecco com'è questa situazione.

-Kagome...- dice Inuyasha, mettendomi una mano sulla spalla e facendomi voltare nella sua direzione. -Non sarò entrante, ti giuro. Mi prenderò soltanto cura di te- conclude, un sorriso (cavolo, li secondo della giornata, e, ricavolo, anche bello) che gli aleggia sulle labbra.

 

-Bene...ma non ti permetterò di restare a dormire!-

Alza le mani -Certo che no!! Sarò discreto e silenzioso, parola mia!-

 


Si, discreto e silenzioso, certo...

E' passato un mese da quel giorno.

Un mese in cui non ho avuto il fegato di chiamare Koga, e neppure lui ha tentato di mettersi in contatto.

Mi manca, cavolo se mi manca, ma...

 

-Forza, muoviti!!-

-Arrivo Inuyasha, arrivo....-

 

In compenso, c'è il mio adorabile migliore amico che ha preso la cosa talmente sul serio da non darmi neanche il tempo di concentrarmi sui miei casini.

Kami...

Certe volte mi domando se non sia lui quello in attesa di un bambino.

 

È diventato un esperto di tutto e tutti...

Tipologie di cibi, cure omeopatiche, corsi di yoga, neonatologia, medici....

Kami che roba....

L'altra sera, quando mi sono lasciata sfuggire che durante l'aperitivo (rigorosamente a base di succo di frutta) con Sango ho mangiato due patatine, credevo mi volesse uccidere. È partito con un pippone sull'ipertensione e la ritenzione idrica, per poi passare ai danni dei grassi saturi, con un accenno al terrrrribile olio di palma per poi finire decantando le doti delle verdurine (rigorosamente disinfettate con i prodotti appositi) e del riso basmati.

Credo che una suocera risulterebbe meno invadente...

 

-Bhe, a che pensi?- mi chiede mentre siamo in macchina in direzione dello studio della Dottoressa Kitano, distogliendomi da quei pensieri che, ne sono certa, lo farebbero infuriare.

 

-Nulla in particolare. Sono solo ansiosa di vedere per la prima volta l'erede-

-Vedrai ben poco, essendo soltanto al secondo mese- mi risponde guardandomi di sbieco.

-Lo so, Inuyasha... si vede soltanto un microscopico puntino, ma è pur sempre una bella sensazione-.

 

Sono in fermento davvero per questa prima ecografia.

Quando sono andata lo scorso mese dalla dottoressa che ha seguito il parto di Sango, ha effettuato una ecografia transvaginale e prescritto soltanto delle analisi del sangue.

 

-La prima ecografia trans-addominale deve essere fatta tra la sesta e la nona settimana- mi ha spiegato la dottoressa – Adesso lei è intorno alla sesta settimana, e va tutto benissimo. Adesso è inutile farla. Prendiamo subito un appuntamento per la fine di maggio, ed intanto inizi ad assumere l'acido folico che le prescrivo-

 

Sorrido, mentre scendo dall'auto ed osservo l'entrata dello studio, una porta decorata con l'immagine di un bimbo decisamente paffutello rannicchiato in posizione fetale.

 

-Tua madre dovrebbe essere gia arrivata...eccola li!- sento dire ad Inuyasha mentre entriamo nella sala d'attesa dello studio.

-Cara!!Finalmente!! Non sai quanto sono emozionata!- mi saluta dolcemente mamma con un caloroso abbraccio.

-E ciao anche a te, mio caro!- dice con lo stesso tono ad Inuyasha, che in risposta le sorride.

-Vado a portare tutti i documenti all'accettazione, aspettatemi qui-

 

Lo osservo allontanarsi verso il bancone.

Mi fa una strana sensazione, vedergli prendere il posto che dovrebbe essere di un altro...

 

-E' tanto un caro ragazzo, non è vero Kagome?-

Mi giro verso mamma, che mi guarda con un sorriso strano stampato in volto.

-Si. Almeno quando avrà un figlio suo saprà già come muoversi. Anche se spero che per quel momento sarà meno asfissiante di adesso.. o almeno lo spero per la sua...compagna, ecco-

-Certamente sarà una donna fortunata-

La guardo un'altra volta.

Ma cosa si sta mettendo in testa?!

-Del resto, anche tu sei una donna fortunata, ad averlo vicino...-

-Mamma...-

 

-Ecco qua!!- mi interrompe Inuyasha – L'infermiera ci sta aspettando, una paziente ha rimandato il suo appuntamento, quindi la dottoressa ci può ricevere subito. Vieni, Kagome-

Mi alzo, seguita da mia madre che continua a guardarci, un'aria beata e compiaciuta, direi, vedendoci camminare fianco a fianco.

Istintivamente, mi sposto avanti di qualche passo.

Questa scena è decisamente molto, troppo intima, e mi suona troppo strano vedere Inuyasha calato nei panni di Koga.

 

Una giovanissima e sorridente infermiera ci apre la porta dello studio della dottoressa Kitano.

È una stanza grande, ariosa, con le pareti tappezzate da foto di bambini, trai quali riconosco quasi immediatamente le gemelline di Sango con indosso le tutine che gli regalai io quando compirono otto mesi.

La dottoressa, una donna sulla cinquantina dai lisci capelli neri e gli occhiali calati sul naso, mi osserva sorridente mentre sono assorta nella contemplazione dello fotografie.

-Per nove mesi, dico sempre alle mie pazienti, sono anche miei, i vostri bambini!Per questo loro ci tengono tanto a mandarmi delle foto! Siediti pure, Kagome. Le tue analisi del sangue e delle urine sono perfette, te lo dico subito. Dimmi, come è andato questo mese?-

 

Sorrido -Bene, a onor del vero! Ma, apparte le nausee, credo che i disagi veri e propri debbano ancora arrivare, no?-

-Esatto. Ovviamente, non tutte le gravidanze sono uguali, scoprirai da sola come cambia il tuo corpo. Ma adesso veniamo a noi: chi abbiamo qui? La mamma, suppongo...e lei deve essere il papà del bambino!!-

 

Arrossisco all'inverosimile, mentre mi agito sulla sedia

 

-No, no dottoressa!! Lui è un amico!!- mi affretto a spiegare.

-Il padre non è potuto essere presente?-

-Il padre, se così lo possiamo definire, non è potuto essere presente perchè è un....-

-Non è potuto essere presente perchè ci siamo lasciati, ecco- mi affretto ad interrompere Inuyasha, prima che spari qualche insulto a vanvera.

 

 

Appena realizzo quello che ho detto, mi stupisco di me stessa.

L'ho detto, l'ho ammesso, così semplicemente, che io e Koga non siamo più insieme, che quasi mi sconvolgo.

 

La dottoressa ci osserva, un sopracciglio alzato.

-Capisco. Succede, ma abbiamo passato il 2000 da un pezzo, ed essere una madre single è cosa comune...-

-Oh, dottoressa, ma non creda che la mia bambina sia sola! C'è sempre Inuyasha con lei!!- dice mia madre, un sorriso a trentadue denti.

 

Mi giro di scatto a gurdarla inorridita -Mamma, ma che stai dicendo?!-

 

-Oh, allora è tutto spiegato, credo... vieni Kagome, andiamo alla postazione per l'ecografia!- sghignazza la dottoressa scambiandosi uno sguardo d'intesa con mamma.

 

Ma che cavolo...?!?!?!

 

-Possiamo venire anche noi, dottoressa?- domanda dolcemente Inuyasha -O ha bisogno di un po' di privacy?-

 

E lui come si permette di utilizzare quel tono così, così....confidenziale, ecco?!?

 

-Ma certo che potete venire anche voi! Vieni Kagome, sistemati un attimo in tutta tranquillità, così poi li faccio entrare!- risponde lei, tutta giuliva.

-Caro, ma che domande fai? Sei stato il primo a sentire il battito del cuore del piccino, come potresti mancare in questo momento??- fa eco mia madre, il solito sorriso beota di prima.

 

-Lei è un demone quindi! È un privilegiato allora, sente cose che gli altri non percepiscono! Che fortuna! E come le è parso?-

 

-E' stato strano. Sembrava un cavallo al galoppo- risponde, il solito dolcissimo tono di prima, facendo andare in estasi mia madre che per poco non si commuove.

 

Qui sono tutti pazzi, ve lo dico io!!

 

Mi alzo il vestito fin sotto al seno e mi copro le gambe con una coperta che mi passa la dottoressa, che prontamente arriva e si siede accanto a me, seguita a ruota da mia madre ed Inuyasha, che prendono posto in piedi dall'altro lato del lettino.

 

Sono emozionatissima...

 

La Kitano spalma il gel sulla sonda e la poggia sull'addome.

 

-E' già cresciuta un po' la pancia, eh?-

-Già-

Inizia a muovere la sonda sulla pancia, mentre sullo schermo compare qualcosa che ai miei occhi è indefinito..
 

Poi, lo sento.

 

Un suono fortissimo, che mi fa voltare di scatto verso il monitor.

 

La dottoressa mi sorride.

-Ecco qua il nostro bel battito... siamo a nove settimane bambina, e devo dire che procede tutto a meraviglia! Lo vedi, quel puntino, li? È l'embrione, e si vede chiaramente il pulsare del suo cuoricino!-

 

Sono estasiata.

 

È meraviglioso.

 

-Inuyasha... tu hai sentito questo?- domando al ragazzo accanto a me, che fissa il monitor con aria assorta.

Si riscuote e mi osserva, gli occhi dorati così liquidi che sembrano fusi.

-Si- mi conferma sorridendo -Era proprio qusto il suono. Un cavallo al galoppo-

 

-Cielo, Kagome... che meraviglia- balbetta mia madre, decisamente prossima alle lacrime, come me del resto...

 

-Dottoressa, quando sentirò il bambino che si muove?-

 

Mi sorride, benevola -Impaziente, come tutte le mamme del resto... è intorno alla ventesima settimana che si inizia a percepire il movimento del bambino-

 

-Prima è solo il singhiozzo del bimbo che da la sensazione di movimento, no?-

 

La dottoressa in risposta sorride ad Inuyasha -Vedo che lei è molto beneinformato sull'argomento. Esatto, comunque-.

 

Vedo Inuyasha arrossire lievemente, strappandomi un sorriso.

 

-Quando dovrò fare la prossima ecografia?-

 

-Diciamo per la fine di agosto, intorno alla ventesima settimana. Non ci sono problemi, quindi possiamo tranquillamente attendere, anche se durante questi due mesi e mezzo dovrai fare costantemente degli esami del sangue e delle urine, e eseguiremo anche l'amniocentasi, se vorrai, per escludere ogni eventualità. Ovviamente, dovessero esserci problemi, eseguiremo prontamente un'ecografia d'urgenza- mi spiega.

 

-So che dalla seconda ecografia si può vedere il sesso del bimbo- le chiede mamma.

 

-Esatto signora. Con la morfologica vediamo i primi tratti del nascituro...le mani, le gambe, ed ovviamente il sesso. Mi raccomando Kagome, segui una sana alimentazione, seguendo passo passo il prontuario che ti ho dato la volta scorsa-

 

-Di questo non deve dubitare, dottoressa!!- irrompe Inuyasha, il caro vecchio tono strafottente che lo contraddistingue -Ci sono io che la controllo!-

 

-Ma bene! Che ragazzo premuroso abbiamo! Puoi rivestirti Kagome- mi dice, lo sguardo di chi la sa lunga.

 

-Come potrei preoccuparmi di mia figlia, dottoressa? Con un uomo così accanto!!-

 

Per poco non scivolo dal lettino. Parla di Inuyasha neanche fosse...

 

-Davvero!! Siamo sicuri che non sia suo il bambino?- replica sghignazzando la dottoressa.

 

Quelle due... befane, oh, l'ho detto.

 

-No, non è mio, signora. Ma mi prenderò cura di lui e sua madre come fossero miei-.

 

Alzo gli occhi su Inuyasha.

 

Ha lo sguardo serio, penetrante, liquido come oro fuso, quando dice questa cosa.

 

Questa cosa così importante.

 

-Molto bene, allora. La sua è una affermazione che farebbe perdere un battito a molte donne, vero? Sei fortunata ad avere un amico così, Kagome, non c'è che dire- afferma soddisfatta la dottoressa.

 

Annuisco.

 

E cerco di fare caso al fatto che anche io ho perso un battito.

 

 

 

 

Ma buonaseraaaaaa.... eccoci qua, il mese di maggio è volato come una libellula!! La gravidanza procede a meraviglia, l'avanzo di gabinetto dai capelli alla Riccardo Cocciante (come mi ha fatto notare la carissima Serin) è ancora latitante, ed Inuyasha è più puffoso che mai, nel suo piccolo. Come mi ha fatto notare qualcuno, è un mezzodemone, e l'ho voluto apposta così per enfatizzare situazioni e sensazioni che soltanto un mezzodemone potrebbe avere, come sentire il battito del cuore del nascituro, ad esempio. Le informazione sulla gravidanza, o meglio sulle ecografie sono state davvero complicate da reperire, nel senso che ogni medico ha un certo modus operandi, che può scostarsi di un po' da quello di un altro medico. Ho cercato quindi di trovare una via di mezzo tra tutto quello che ho trovato su internet, spero di avercela fatta!!

Voglio anticiparvi poi che non sarà sempre Kagome il narratore della storia. Darò spazio ad Inuyasha, e, molto probabilmente, anche alla madre di Kagome, che povera donna riporrà moltisssssssssime speranze nel nostro amato mezzodemone cane!

Infine, Akaname: è un mostro della mitologia giapponese, che, bontà sua, si diverte a leccare la sporcizia nei bagni delle case. È pressochè innocuo, ma fa paura perchè è di un vivo rosso scarlatto. Il tenero Inuyasha, dall'alto di tutta la sua delicatezza, paragona Kagome ad Akaname per questo motivo ^^".

Alla prossima Gente!!

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Capitolo 3
*** Giugno ***


Amore mio,

ho sognato di te

come si sogna

della rosa e del vento

A. Merini

 

 

 

Goffa.

 

Kami, se sei goffa.

 

E non hai pazienza di niente...

 

Sbuffi per la centesima volta, sventolandoti un foglio di carta davanti al viso accaldato, le gote rosse come pesche.

 

Sei goffa ma anche così... così...radiosa.

 

Il corpo è cambiato moltissimo.

 

Il seno è abbondante, i fianchi dolcemente arrotondati, il tutto sottolineato dal leggero e leggermente fasciante vestito nero a fiori rossastri, mentre la pancia con dentro il tuo sicuramente bellissimo figlio cresce di giorno in giorno, donandoti un'aria così luminosa che farebbe impazzire qualsiasi uomo.

 

Sorrido, senza farmi vedere, mentre ti passi una mano tra i corti capelli, attirando il mio sguardo sul collo sottile evidenziato dalla nuova capigliatura...

"uffa, Inuyasha, non ne posso più di questi affari, mi urtano il sistema nervoso! Ho deciso... li taglio!" mi hai detto neanche dieci giorni fa'.

 

E quando sei arrivata con quel taglio cortissimo, da ninfa dei boschi, che sottolineava così bene i tuoi occhi color del mare e il collo da cigno, ti ho subito detto "Cos'è, ti sei messa in testa di diventare un maschio? Le donne vere portano i capelli lunghi, non lo sai?" "Ah, si? Quindi, caro Inuyasha, devo credere che sotto sotto sei una femmina?" "Feh! Dannata!"

 

Ma che potevo fare?

 

Dirti che la gravidanza ti dona terribilmente e che ti fa sembrare più giovane dei tuoi trent'anni?

 

Dirti quanto sono contento che quell'imbecille ti abbia lasciato?

 

Dirti che è frustrante starti accanto tutti i giorni senza poterti toccare dove e come vorrei?

 

Dirti che sai di miele e fiori bianchi?

 

Dirti che vorrei passare all'infinito le mani sul tuo bel corpo, soffermandomi sulla morbidezza del seno che non è affatto quello di un uomo per poi passare sui fianchi che non c'entrano nulla con una portaerei?

 

Dirti che vorrei baciarti quella labbra rosee e invitanti senza sost...

 

-Inuyasha!! Ti sei incantato?!-

 

Mi osservi, un sorriso dolce come il miele che tanto ti piace mangiare al mattino che ti incurva le labbra, gli occhi luminosi come le stelle dell'epoca in cui sono nato.

 

Aggrotto le sopracciglia -Eh?-

 

Alzi gli occhi al cielo, alzandoti dalla scrivania e facendomi azzerare la salivazione.

 

Il tuo buon profumo mi arriva dritto dritto alle narici, mentre osservo le tue gambe perfette leggermente abbronzate dal sole delle ultime domeniche passate al mare.

 

Ti fermi davanti a me, portando una mano sul ventre arrotondato.

 

-Sono stanca morta, Inuyasha. Questa gravidanza mi sfinisce, e sono solo al terzo mese. Ho finito il grosso del lavoro, comunque. Il resto lo puoi far fare alla tua amica... Keiko...-

 

Alzo un sopracciglio, divertito -Kikyo-

 

Fai un gesto con la mano -Quello che è. Non mi è mai rimasto in mente il suo nome...

A proposito...come se la passa ? Dovresti dirle di fare più attenzione alle correzioni, comunque...- termini il discorso, il tono leggermente infastidito.

 

Incredibile.

 

Non la sopporti, anche se ti ostini a dire il contrario.

 

Da primo momento in cui te l'ho presentata, quattro anni fa, è stato odio a prima vista.

 

-Inuyasha...-

 

Parli del diavolo...

 

Kikyo entra nella stanza, i lunghissimi capelli neri sciolti sulle spalle, il corpo esile come un giungo sottolineato dal corto vestito nero. Il viso rotondo, da vera giapponese, è sapientemente truccato, le labbra piene sottolineate dal rossetto rosso che Kagome aveva trovato nel bagno due mesi fa.

 

Ti vedo irrigidirti impercettibilmente, quando mi sorride avvicinandosi sempre di più a me.

 

È bella, bellissima, non posso negarlo, e la sua bellezza tempo fa mi ha attratto, lo ammetto.

 

È sensuale, femminile, ricercata...

 

Ma non è te.

 

-Inuyasha..- ripete nuovamente Kikyo, la voce flautata -Ti ho portato le ultime bozze che mi avevi chiesto...oh, salve Kagome-

 

-Salve a te, Kikyo... Già che sei qui volevo chiederti di fare più attenzione alla correzione delle bozze. Il pezzo di Kurasawa che mi hai consegnato ieri era un po' inesatto-.

 

Acida.

 

-Kagome, di un po', hai qualche problema di zuccheri? Se vuoi puoi abbondare col miele la mattina...- ti dico, ironico e strafottente come sempre, mentre Kikyo ridacchia divertita.

 

Ti vedo assottigliare gli occhi, mentre appoggi la mano sulla sedia.

 

-Ma che divertente. Molto, molto divertente... Volevo comunque avvisarti, prima che tu iniziassi a fare battute goliardiche dal dubbio gusto, che vado a casa, perchè sono le sette e mezza ed ho finito praticamente tutto, senza errori. Buona serata-

 

Asciutta.

 

E incazzata.

 

Prendi la borsa stizzita neanche fosse una bomba a mano e dovessi tirarla.

 

Esci sbattendo la porta.

 

Sorrido.

 

Sei bella anche quando fai così...

 

Sento la mano di Kikyo posarsi sulla mia spalla, mentre le sue labbra si vanno ad appoggiare lievi sulla mia guancia.

 

-Ma come fai a sopportarla?-

 

Come faccio a sopportarla...

 

Non voglio pensarci...

 

Mi giro verso Kikyo, che ne approfitta per sedersi sulle mie gambe e posarmi il viso nell'incavo del collo, mentre con la mano inizia a scendere piano sul mio corpo.

 

È stata la prima donna con cui abbia avuto una relazione stabile negli ultimi anni, ma poi ho capito che non era possibile portarla avanti...

 

Non è solare, non è goffa, non è ghiotta di dolci e di pasta al pomodoro, non è esilarante...

 

Non è Lei.

 

Continuiamo a vederci, a fasi alterne, ma non provo che attrazione fisica per lei..

 

-Inuyasha... che ne dici di vederci una di queste sere?- mi domanda, le labbra contro il mio collo

 

-Non credo Kikyo... la sera sono sempre con Kagome...-

-Lascia stare Kagome... è adulta, per una volta potrà cavarsela da sola...-

 

Quando ha saputo di me e Kagome, è andata su tutte le furie. Non ha mai tollerato il nostro rapporto, probabilmente consapevole di quello che io provo per lei.

 

Da sempre.

 

Credo di averla... amata subito,si.

 

Subito, quando entrò in quest'ufficio, i capelli legati in una treccia, i leggins neri, le scarpe da ginnastica, la maglia di tre taglie più grossa e quel magnifico rossetto lucido sulla bocca.

E il suo sorriso.

Il più luminoso che avessi mai visto.

E il suo dolcissimo profumo, così diverso da tutti gli altri.

La voce cristallina, vivace, che parlava di idee e capacità dimostratesi poi vere, così somigliante a tanti campanelli d'argento tintinnanti.

 

La semplicità con cui si rivolgeva a me e a tutti gli altri, i suoi gesti attenti e spontanei, la sua innata solarità, il suo avvicinarmisi senza nessun timore...

 

"Hey...ma... potrei toccare le tue orecchie?" "Le mie orecchie? Non mi verrai a dire che ti piacciono! Mettono in imbarazzo qualsiasi essere vivente sulla faccia della Terra! Mi fanno sembrare vicino ad un animale, ed è una cosa che inquieta la gente!" "Ma dici sul serio? Sono così...uniche! E così carine!! Mamma mia, come sono morbide!!"

 

Iniziare a frequentarla è stato l'errore peggiore della mia vita.

 

Non ho più potuto farne a meno.

 

E mentre la desideravo con tutto me stesso, mi costringevo con violenza a recitare la parte dell'amico, mentre dentro bruciavo di gelosia sapendola di Koga.

 

Koga.

 

Quel bastardo egoista.

 

Quante volte avrei voluto toglierlo di mezzo, allontanarlo da lei...

 

Lei che lo amava, lei che gli dedicava ogni attimo....

 

Quanto l'ho odiato sapendo che aveva la possibilità di gustarsi ogni sfumatura, ogni sorriso, ogni bacio, ogni carezza...

 

Ha avuto tutto di lei...

 

E anche adesso continua ad essere con lei, nonostante l'abbia abbandonata...

 

Ha qualcosa di indelebile che gli appartiene, un qualcosa che la legherà a lui per sempre...

 

Quando mi ha detto del bambino, mi sono sentito morire...

 

Una nuova vita, la fusione di due esseri viventi...

 

Il bastardo aveva avuto la fortuna di avere un figlio da quella donna magnifica, e l'aveva rifiutato.

 

Ed io non ho potuto fare a meno di prendermene cura...

 

L'ho raccolta delicatamente, come si fa con un vaso di cristallo, o con un fiore delicato... e quando ho sentito il cuore di quella parte così nuova e così poco mia di lei, non ho potuto fare a meno...

Non ho potuto fare a meno di amare lei, se fosse possibile, ancora di più, e quella nuova vita che non mi apparteneva per nulla, ma che io sentivo già come mia, solo mia. E me ne prenderò cura, oh se me ne prenderò cura...

 

-No, non è mio, signora. Ma mi prenderò cura di lui e sua madre come fossero miei-.

 

Ho detto questo, un mese fa'.

E lo farò davvero, con tutta l'anima.

E' una parte di Lei.

La parte più preziosa.

E l'amerò.

 

-Non se ne parla, Kikyo. Anzi, fammi andare piuttosto, che devo prepararle la cena- rispondo infine alla ragazza sopra di me, scostandola e balzando in piedi

 

La vedo sbuffare, mentre prende posto sulla mia poltrona, accavallando le gambe.

 

-Per quanto ancora continuerai a fare l'amichetto premuroso, eh?-

-Cosa?-

-Quando tornerà Koga finirai messo in un angolo. Ogni premura, ogni sforzo, sacrificio, verranno accantonati. Perchè non sei tu il padre del bambino, ed ogni donna con un po' di coscienza tornerebbe col vero padre del proprio figlio. Quando Kagome tornerà con Koga ti ritroverai con un pugno di mosche, solo, senza nessuno. Io potrei renderti quel momento meno amaro. Pensaci, Inuyasha- mi dice, un sorriso malizioso sulle labbra.

 

-Tsk-

 

Cerco di non dare troppo peso alle sue parole mentre percorro il vialetto verso la porta di casa.

Mentre infilo le chiavi nella toppa, però, non posso impedirmi di provare una sensazione di oppressione ripensando alle parole di Kikyo Quando Kagome tornerà con Koga ti ritroverai con un pugno di mosche, solo, senza nessuno.

 

Non ci voglio, non ci posso pensare.

Non adesso.

 

Entrando in casa, il dolce profumo di Kagome mi investe prepotentemente.

 

-Hey, inacidita, dove sei?-

 

Sento borbottare qualcosa dalla terrazza, coperto dal suono cristallino del furin che è in veranda.

 

Raggiungo quella parte della casa a passo svelto.

 

Kagome è distesa sul divanetto di vimini, le gambe posate su un cuscino, un ampio vestito bianco indosso.

 

Mi guarda corrucciata.

 

-Oh, perdonami se ho offeso la sensibilità della tua Kikyo, ma credo rientri negli interessi dell'azienda far si che il lavoro sia ben fatto, sai-

 

Sorrido di sghembo.

 

-Certo, certo... che succede comunque? Perchè sei così?-

 

Sbuffa, gonfiando le gote assomigliando in modo impressionante ad una bambina

 

-Le gambe, Inuyasha, ed i piedi. Kami se mi fanno male. Lo aveva detto la dottoressa, che con il caldo afoso di questi giorni sarebbe successo. Oggi poi, è terribile... Tenerle sollevate e farci un massaggio con la crema alla vite è l'unica cosa da farci...-

 

-Cos'è che avresti mangiato oggi mentre non vedevo?- le domando assottigliando gli occhi.

 

-Ma che c'entra, ora? Per tutti i Kami, ero con Sango, che ti ricordo essere una donna ed una mamma, quindi ne sa più di te!! E comunque, ho preso un panino col tonno..- mi risponde sbrigativa.

 

Inarco un sopracciglio -solo tonno?-

 

-E pomodoro-

 

Mi avvicino al suo viso -E?-

 

Bisbiglia – tonno sott'olio, pomodoro e maionese.... e anche due carciofini sott'olio-

 

Appunto...

 

-Pieno di sale e grassi...-

 

Gli occhi le scintillano -E dimmi, inuyasha, quale arcano, perrrrfido e insidioso componente si nasconde nell'acqua che bevi per farti essere così idiota e rompiballe, eh?!- sbotta incrociando le braccia sul petto mettendo ulteriormente in evidenza il seno dove mi cadono inevitabilmente gli occhi.

 

Deglutisco.

 

-Il solito esagerato!! Sono andata avanti ad insalatine, pollo e germogli di bambù per due, e sottolineo due, mesi senza fiatare!-

 

-Ma se ti cucino la pasta un giorno si e uno no...-

-Stai zitto. Una salsa al pomodoro senza soffritto di cipolla non è degna di essere considerata salsa, a meno che non sia a base di pomodori freschissimi e basilico. Almeno un po' di cibo da essere umani me lo vorrai concedere, una volta tanto?!- continua, infastidita come non mai, le braccia e le mani in movimento a sottolineare il concetto.

 

-E queste gambe mi stanno uccidendo! Ci mancavi solo tu con le tue manie e le tue filippiche a peggiorarmi la giornata! Senza contare le tue dubbie battute in collaborazione con miss pollastra dell'anno!!!- continua imperterrita, facendomi quasi sorridere con quell'accenno a Kikyo.

 

-Non capisco da dove ti viene tutto quest'odio per Kikyo! Non sarai mica gelosa?- domando, un ghigno stampato in faccia.

 

La vedo zittirsi immediatamente mentre gli occhi lanciano fiamme.

 

-Ah, no davvero. Non m'interessa cosa fai con quella sgallettata. E per la cronaca, Akaname sarà lei, con quella bocca innaturalmente gonfia neanche avesse mangiato i fichi acerbi!-

 

Tono stizzito, aspro come un limone.

 

-Si vede che il tuo nobile nasone apprezza l'odore di botox-

 

-Tze! Prima di farmi perdere la pazienza sarà meglio che provveda a spalmarti questa benedetta crema, così la pianti di lamentarti! Dammi il tubetto!- sbraito sedendomi accanto al cuscino mentre le afferro il tallone per allungarle la gamba, mentre lei continua ad osservarmi con occhi furenti.

 

Spremo il tubetto ed inizio.

 

Accidenti a me.

 

Che cazzo mi è venuto in mente...

 

La vischiosità di questo gel non mi impedisce di avvertire il calore e la morbidezza di quella pelle di seta.

 

È più forte di me...

 

Le mani vanno da sole, lente, dal collo del piede fino a due spanne sopra al ginocchio.

Lentamente, inizio questa tortura per i miei sensi, soffermandomi sulle vene ed i tendini in rilievo del piede, risalendo con i palmi delle mani lungo la gamba, i polpastrelli rivolti all'interno dove la grana della pelle cambia, diventando più serica mano a mano che mi avvicino alla coscia.

 

Prendo fiato, mentre il suo dolcissimo profumo mi arriva dritto alle narici, più potente che mai grazie al sangue affluito in superficie con il massaggio.

 

Mi accorgo che siamo in un silenzio irreale, anche lei non fiata, mentre la sento rilassarsi sotto il mio tocco.

 

Mi tremano le mani quando arrivo sopra il suo ginocchio, resistendo per miracolo dal proseguire lungo la curva della gamba, mentre con la coda dell'occhio osservo il suo seno alzarsi ritmicamente e sento il suo cuore impennare improvvisamente il battito

 

Come un'automa, le faccio posare la gamba sul cuscino, mentre con la stessa, estenuante lentezza, mi inizio a dedicare all'altra.

 

Sono appena a metà, quando le sfugge un sospiro.

 

Alzo gli occhi, rallentando ulteriormente il passaggio delle mie mani.

 

Ha le guance rosse come mele, le labbra leggermente dischiuse, il cuore che batte all'impazzata e gli occhi blu liquidi e talmente lucidi che mi devo trattenere a forza dal saltarle addosso.

-Inuyasha... credo possa bastare- bisbiglia, interrompendo di scatto il contatto tra di noi per alzarsi in piedi.

 

Mentre la guardo sistemarsi il vestito, noto che fa dei respiri profondi.

 

Che si sia accorta dell'effetto che mi ha fatto il solo sfiorarla?

 

Respiro a fondo.

 

Mossa sbagliata.

 

Il suo profumo torna ad investirmi, facendo crescere ulteriormente l'eccitazione e la bramosia che l'innocente sfioramento di poco prima mi ha causato.

 

Devo scappare prima che se ne accorga...

 

-Kagome...-

 

Cazzo.

 

Ho la voce troppo roca.

 

-Kagome...Devo uscire, devo andare... Torno stasera prima di dormire- le dico, il tono di voce un po' più normale.

 

Si volta, gli occhi ancora liquidi, le labbra insolitamente rosse.

 

Devo andare via.

 

ORA.

 

La vedo annuire, il viso ancora arrossato, mentre si passa la mano nei capelli.

 

-Si... Certo. Fai...cioè... nel senso... avevo invitato Sango e Miroku. A dopo, allora-

 

-Lascia pure tutto da pulire. Vai a letto presto, sei stanchissima oggi-

 

Mi sorride.

 

Una nuova vampata di calore mi investe.

 

Afferro le chiavi della macchina velocemente, passandole accanto come un razzo.

 

-Ciao Kagome-

 

Sbatto la porta di casa per precipitarmi in auto, lasciandomi cadere sul sedile.

 

Sospiro, mentre mi sgancio i primi bottoni della camicia.

 

Con un altro sospiro, mi passo le mani sul viso, sgranando gli occhi quando mi rendo conto di averle impregnate dell'odore di lei, che inspiro avidamente.

 

-Non è possibile...cazzo Inuyasha, controllati...-

 

Mi giro un'altra volta verso casa sua, intravedendo la sua figura dalla finestra.

 

Mi annuso ancora le mani, beandomi di quella splendida fragranza, pensando stupidamente a quanto sarebbe bello poter avere quel profumo adosso ogni giorno.

 

Kami, mi sembra di sentire ancora la seta sotto le dita...

 

Sorrido ironicamente.

 

-Povero illuso... Sei solo un povero illuso...-

 

Metto in moto, e do gas, sperando che per quella sera queste stupide e irreali idee, così come questa frenesia che mi ha messo addosso il solo sfiorarla, siano solo un ricordo...

 

 

O eccoci qua!!! A grande richiesta, i pensieri del nostro amato Inu alle prese con massaggi, profumi, passione e gelosia!^^ Povero piccino, che esistenza grama!!

Alla prossima, boys and girls!!

 

 

 

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Capitolo 4
*** Luglio ***


Benvenuti nel meraviglioso mondo della gelosia.

Con il prezzo del biglietto,

si ottiene un mal di testa,

un impulso quasi irresistibile a commettere un omicidio,

e un complesso di inferiorità.
(JR Ward)

 

 

 

Gli ormoni.

 

Si, certamente sono gli ormoni.

 

Perchè non sarebbe possibile altrimenti.

 

-Kagome...Devo uscire, devo andare... Torno stasera prima di dormire-

 

Kami. Se ne doveva essere accorto.

 

L'ho sentito, dal tono basso che aveva, che doveva essere terribilmente in imbarazzo.

 

-Si... Certo. Fai...cioè... nel senso... avevo invitato Sango e Miroku. A dopo, allora-

 

Razza di cretina.

 

Ho risposto balbettando, incapace di tenere il contatto visivo.

 

E certo, perchè rischiavo di peggiorare, se possibile, la figuraccia che avevo fatto prima.

 

Kami-sama, mi agito ancora se ci penso.

 

I suoi occhi, che si erano fatti di oro colato nella luce del tardo pomeriggio, le sue mani che non credevo così morbide, così calde, che andavano leggere come piume sulle mie gambe.

 

E, che il cielo mi perdoni, quando quelle mani sono arrivate sopra al ginocchio, ho sperato con tutta me stessa che continuassero a salire.

 

Non ho potuto fare a meno di notare il contrasto di quelle dita abbronzate sulla mia pelle appena dorata.

 

E poi mi è caduto l'occhio sulla mandibola serrata, sugli avambracci in tensione, e, Kami, sugli occhi più liquidi di questo mondo.

 

Li ho osservati, mentre erano concentrati nel massaggio.

 

Il taglio allungato, le ciglia lunghe, il tutto contornato dalla bocca dischiusa.

 

E mi è salito un calore al viso che neanche credevo possibile.

 

Poi il battito è aumentato, vertiginosamente, il respiro si è accorciato.

 

E lui se ne deve essere accorto.

 

Si è irrigidito, ha rallentato i movimenti, mi ha guardato da sotto il ciuffo dei capelli.

 

Se ne doveva essere accorto, cavolo, e si è sentito certamente in imbarazzo, per quel comportamento del ciufolo che un'amica non dovrebbe avere nei confronti del suo migliore amico.

 

Per questo era corso via.

 

Ma neanch'io credevo possibile avere quella reazione.

 

Gli ormoni.

 

Sì, devono essere per forza quelli.

 

Ho passato tutta la serata in uno stato di trepidazione indicibile.

 

Mi stavo rodendo, nel tentativo di sapere dov'era andato, e soprattutto con chi.

 

Kami, non aveva mai saltato una cena.

 

Nel senso, avrei potuto ingozzarmi come un tacchino ripieno di noodles e sott'olii, quella sera, senza lui che mi sorvegliava.

 

Eccheccavolo, era sempre stato il mio sogno, e quella volta che lui non c'era potevo, finalmente, fare quello che volevo...

 

Maccheccavolo, però.

 

Non aveva neanche chiamato.

 

Non una telefonata delle sue, con il terzo grado sui miei spostamenti e sul cibo ingerito.

Nulla di nulla.

 

E poi lo volevo vedere.

 

Eccheccavolo, tardava di non poco!!

 

E' rientrato dopo la mezzanotte, dopo che mi ero mangiata tutte le unghie, un groppo in gola che non voglio davvero ricordare.

 

Quando ho sentito la chiave girare nella toppa, mi sono precipitata al piano di sotto, e nella foga, sono inciampata nel tappeto.

 

È scattato nella mia direzione, e mi ha afferrata per la vita stringendomi a se.

 

Kami.

 

Mi si è contratto lo stomaco, ecco, e anche in quell'occasione devono essere stati gli ormoni.

 

Cioè, nel senso, quando mai avevo notato che i jeans chiari gli sottolineavano magnificamente le gambe lunghe e la camicia nera di tessuto morbido si sposava magnificamente con quelle spalle che erano di un'ampiezza sconcertante?

 

-Stai attenta...- ha detto, la voce bassa, mentre mi stringeva appena.

 

Ho annuito, mentre le guance mi prendevano fuoco, di nuovo.

 

-Si, no...cioè...sono stanca, mi cedono un po' le ginocchia, perchè mi son messa a riordinare subito dopo cena e ho finito adesso...-

 

E certo, e chi poteva dormire, con quell'agitazione che avevo addosso? Se ne era accorta anche Sango, quella sera! Avevo toccato a malapena quello che avevo nel piatto, e mi ero costretta quando lei e Miroku se ne sono andati, a riordinare la casa nella speranza che il sonno e la stanchezza arrivassero, togliendomi di dosso quell'odiosa sensazione di struggimento.

 

L'ho sentito sbuffare tra i miei capelli.

 

-la solita stupida... vieni, ti porto a letto- mi ha sussurrato, prima di prendermi in braccio e avviarsi su per le scale.

 

Letto.

 

E detto con quella voce calda...

 

Letto.

 

E cullata da quel respiro lieve come una piuma...

 

Letto.

 

IL letto.

 

No, con lui che mi teneva in braccio non era il caso di soffermarsi troppo su quel sostantivo...

 

Ho nascosto il naso nel suo collo, constatando quanto fosse morbido e profumato.

 

Sapeva di bosco.

 

Mi sono abbandonata completamente sulle sue spalle, forti e compatte, avvertendo uno strano languore, che non si è spento neanche dopo che mi ha posato tra le coperte.

 

La luce tenue della lampada accendeva i suoi capelli di riflessi d'argento puro, mentre gli occhi assumevano pian piano una sfumatura più calda.

 

-Dormi...- mi ha bisbigliato, posandomi un lieve bacio sulla guancia.

 

-Dove sei stato?-

 

Balbettio.

 

Un sorriso, per poi rispondere: -A cena con un'amica-

 

Stomaco contratto.

 

Di nuovo.

 

Ma cos'era, eh?!

 

-Con Kikyo, immagino-

 

Quella detestabile gallina sculettante.

 

Mi aveva fatto incazzare abbastanza, quel giorno.

 

Cosa ci trovasse in lei Inuyasha, era e resta un mistero.

 

-Perspicace, cara la mia inacidita-

 

-vaffanculo...-

 

Mi ha dato un buffetto sulla guancia, come si fa con i bambini, prima di uscire sghignazzando -Buonanotte...e sogni d'oro...-

 

Sogni d'oro un par di ciufoli.

 

Ero più in sobbuglio di quando mi prendeva la nausea...

 

 

 

-Insomma Kagome... hey, Kagome.... ma ci sei?-

 

-Eh?-

 

Vedo Sango sbuffare divertita, appoggiando i gomiti sul tavolino del bar dove ci siamo fermate per un the freddo.

 

-Mamma mia, è da un mese che sei sempre con la testa tra le nuvole... Inuyasha deve stare attento anche a dove metti i piedi, a quel che ha detto a Miroku...-

 

Quel nome...

 

Lo stomaco si stringe.

 

Ancora.

 

-Nulla, nulla... ma... che mi stavi dicendo?-

 

Alza gli occhi al cielo -Un caso irrecuperabile, ecco cosa sei. Dicevo, allora te la senti di venire stasera?-

 

Sgrano gli occhi, mentre mi raddrizzo sulla sedia neanche mi avesse colta un fulmine.

 

Ma certo.

 

Come dimenticare l'evento della settimana.,,

 

-Suvvia, ragazziiiiii.... è il mio compleanno, dobbiamo festeggiare... Oh, Kagome, tu non te la sentirai davvero di venire in discoteca con quella pancia, però...-

 

Quel mutamento genetico di pollame scaduto aveva esordito così, tre giorni fa, mentre discuteva con Inuyasha, che tra parentesi era troppo impegnato a guardarle le tette per prestare attenzione al tono stridulo che aveva assunto, del suo imminente compleanno.

 

Per tutti i kami, anche se avessi avuto le gambe come una colonna portante, sarei venuta!

 

-Ma no, Kikyo, vengo volentieri... Non sono poi tanto stanca, la sera, mi basterà non tardare troppo...-

 

Porca paletta, non vedo l'ora di sdraiarmi sul divano con la spremuta di arancia di fianco da un mese a questa parte, ma prima di dare soddisfazione a quell'ibrido tra un'oca e una gallina, avrei patito le pene dell'Inferno!

 

-Certo che vengo, Sango! Ho già comprato il vestito adatto-

 

La vedo annuire.

 

-Molto bene, tesoro. E non farti problemi se volessi venir via presto. Le gemelle sono da mia madre, ma a me e Miroku come sai non piace lasciarle troppo da sole. Quindi, a una certa ora verremo via anche noi. Così, nel caso Inuyasha volesse trattenersi con Kikyo, potrà farlo senza avere il pensiero di riportarti a casa-

 

Di nuovo.

 

Gli ormoni, maledetti...

 

Maccheccavolo, sennò come si spiegherebbe quel moto d'astio che mi sale al solo sentir nominare il nome di quella mutazione di pollo...cioè, insomma... volevo dire Kikyo, accanto a quello del mezzodemone?

 

-A proposito, hai visto come si guardano? E comunque, Inuyasha ha detto a Miroku che lei è, diciamo, un'amica moooolto speciale. Capace ci scappa il morto. In fondo, sono quattro anni che si frequantano-

 

Altro conato di bile in arrivo.

 

Stringo forte la tazza di the, mentre piego le labbra in una smorfia che vorrebbe somigliare ad un sorriso.

 

-Ma va?!-

 

Cazzo, che voce stridula mi è uscita.

 

Osservo Sango inarcare un sopracciglio.

 

-Ka-chan, cos'hai? Sei sicura di sentirti bene?-

 

-Benissimo, Sango!! E comunque, sarà meglio avviarsi verso casa... sono quasi le sette, e dobbiamo essere al locale per le otto e mezza. Un po' di tempo mi ci vuole a prepararmi, e se non sono pronta in orario, chi lo sente Inuyasha...-

 

-Ok. Vado anch'io, così sistemo le gemelle prima di prepararmi. Ci voleva quest'uscita, sai? Erano mesi che non ci vedevamo tutti insieme-

 

Mi rabbuio.

 

Insieme a Koga...

 

Quelle uscite erano fatte sempre con lui, insieme a lui.

 

Mi sale un po' di tristezza.

 

Non l'ho ancora chiamato, da aprile.

 

E, strano a dirsi, non ne sento molto la mancanza.

 

Stare da sola mi ha fatto aprire gli occhi su cose che prima avevo evitato volutamente di considerare.

 

Era sempre molto assente, e la nostra routine monotona come non mai.

 

Tornava sempre tardissimo da lavoro, al quale si recava spesso anche il sabato e la domenica, lasciandomi a casa.

 

Non era poi particolarmente affettuoso negli ultimi tempi, e anche il sesso era cambiato.

 

Era veloce, meccanico, senza la dolcezza e il trasporto dei primi tempi.

 

Cavolo, non ci baciavamo e accarezzavamo quasi più...

 

Ma nonostante tutto, penso ancora che potremmo salvare la nostra storia. In fondo, ne abbiamo passate tante, insieme, ed in fondo, è lui il primo uomo che abbia mai amato.

 

Mi è stato accanto nei momenti difficili, durante il lungo periodo in cui mio padre è stato male e poi, infine, è venuto a mancare.

 

Sorrido amaramente.

 

Pensavo davvero che questo piccino sarebbe stato il coronamento di tutto.

 

E credo ancora, nonostante quello che mi ha fatto passare, che le cose si potrebbero sistemare.

 

Solo... passati il dolore e la delusione iniziale... mi sono resa conto che non era tutto così bello come mi volevo convincere che fosse.

 

Ma io lo amo ancora....

 

Sì?

 

-Oh, tesoro...scusami, non volevo farti tornare in mente quel... quel... insomma, lui- esordisce Sango, abbracciandomi dolcemente, invadendo le mie narici col suo buonissismo profumo di fiori.

 

Sorrido dolcemente, ricambiando l'abbraccio -Tranquilla Sango-chan, non è successo niente...- le dico, la voce nuovamente allegra.

 

Sango.

 

La sorella che non ho mai avuto... Una donna forte, che io paragonavo sempre ai tortini di cioccolato caldo.

Duri e asciutti fuori, dolcemente morbidi e caldi all'interno.

Questo era Sango. Una donna forte e leale, capace di affrontare l'impossibile a muso duro, ma anche immensamente dolce.

 

Mi fissa, gli occhi scuri come castagne.

 

Le sorrido per rassicurarla.

 

-Davvero, Sango. È tutto apposto. E adesso fammi andare, che sennò il cane inizia a ringhiare!- le dico alzandomi e afferrando le chiavi della macchina

 

Sghignazza divertita -Già. Dovresti mettergli la museruola, sai? A dopo carissima!-

 

 

 

 

Ho sempre un sorriso sulle labbra, mentre mio chiudo la porta di casa alle spalle.

 

Se Inuyasha sapesse che lo paragono fisso a un cane, mi prenderebbe a morsi.

 

Perchè, vuoi forse dire che ti dispiacebbe?

 

Mi fermo di scatto.

 

No.

 

Cazzo, no.

 

Pure la vocina interiore, ci mancava?!

 

Scuoto la testa per mandare via quei pensieri a dir poco inopportuni.

 

Gli ormoni.

 

Sono loro, sono gli ormoni.

 

Passo alla svelta davanti alla porta della stanza degli ospiti, che Inuyasha occupa da qualche giorno, da quando durante la notte mi sveglio in preda a dolori fortissimi di schiena che si calmano solo con una borsa d'acqua calda.

 

Sbuffo, mentre riempio la vasca di acqua e bagnoschiuma.

 

Ha vinto, alla fine. È riuscito nel restare a dormire qui, con immensa gioia di mio nonno e mia madre.

 

Saperlo così vicino, specialmente in quel mese in cui gli ormoni vanno dove gli pare, mi fa un effetto strano, però.

 

Già, perchè vorresti che dormisse con te, carina.

 

Sgrano gli occhi.

 

Ancora quella cavolo di voce.

 

Ringhio, mentre mi libero dei vestiti per immergermi nell'acqua.

 

-Fattela passare, Kagome, fattela passare...- mi ripeto come un mantra.

 

Devo dirlo alla Kitano.

 

Anzi no.

 

Befana e pettegola com'è, mi prenderebbe in giro in combutta con mamma.

 

Dò un'occhiata all'orologio sulla parete del bagno.

 

Le sette e un quarto.

 

Tra poco Inuyasha sarà qui, devo sbrigarmi, se mi trova nella vasca lo senti....

 

E di che ti lamenti? Saresti già pronta per la camera da letto!

 

Mi alzo di scatto, avvolgendomi nel telo di spugna.

 

Quella dannata vociaccia... ma l'avrei ignorata!!

 

Mi dirigo a passo marziale in camera, e tiro fuori dall'armadio il vestito comprato il giorno prima per il compleanno della pollastr...ehm... di Kikyo.

 

Lo adagio sul letto, osservandolo con occhio critico.

 

È corto, di una spanna buona sopra il ginocchio, in pizzo blu scuro elasticizzato rifinito qua e la con dei sottilissimi fili color indaco, le spalline sottili e lo scollo a V.

 

La commessa del pré-maman mi ha assicurato che mi sarebbe stato d'incanto.

 

La pancia in fondo non è cresciuta troppo come pensavo, aumenta ogni giorno di pochissimo, ma in compenso il seno si è decisamente riempito ed ho i fianchi più rotondi.

 

Anche se per qualcuno sono rispettivamente quelli di un uomo e di una portaerei...

 

-Ma certo, per quella specie di caninide paragonati alle tette striminzite della pollastra e alle sue chiappe rimpiccinite, è normale...- borbotto tra me e me, mentre infilo reggiseno e slip per poi indossare l'abito.

 

Allo specchio, mi sistemo i capelli corti con la cera arruffandoli un po', per dargli movimento.

 

Non mi dispiaccio tanto con questo taglio, e poi è così comodo!

 

Metto un paio di orecchini di perle, poi passo un velo di cipria, un tratto spesso di matita e il mascara sugli occhi, fard sulle gote, e sulle labbra un gloss leggermente colorato.

 

Carino l'effetto.

 

È molto bello il modo in cui il tessuto del vestito fascia la pancia, pare la avvolga, sottolineandola dolcemente.

 

Il seno leggermente abbronzato risalta magnificamente con quella scollatura.

 

Guardo l'orologio.

 

Mancano cinque minuti alle otto.

 

Infilo quindi le scarpe, un paio di sandali neri bassi, anche se ce ne sarebbero stati bene un bel paio col tacco alto e gli strass...

 

Daltr'onde, con queste gambe che basta un nulla diventano zamponi ripieni, non mi posso mettere certamente i tacchi.

 

-Kagome!-

 

Sobbalzo.

 

È arrivato.

 

-Sei pronta? Non ti sarai mica dimenticata della festa di Kikyo?- mi sbraita dal piano di sotto.

 

Alzo gli occhi al cielo.

 

Kami, sembra proprio un cagnolino al servizio della padrona.

 

-Eccomi, eccomi.... sono pronta, come vedi- esordisco scendendo le scale.

 

Mi fermo.

 

No, io non...

 

Woow... Di' un po', cosa aspetti a saltargli addosso?

 

Dannata vocina malefica.

 

Stai zitta.

 

-Sei vestita da donna. Finalmente-

 

Accidenti a lui e a tutta la sua boria.

 

Mi fissa, senza muovere un muscolo, gli occhi che si fanno più scuri.

 

Incrocio le braccia -Bhe?!-

 

Si riscuote da quella specie di trans -Si. Ma se tu avessi un sedere al limite della decenza e i capelli lunghi da donna staresti decisamente meglio-

 

Vaffanculo.

 

-Ancora con questa storia?! Caro il mio ermafrodita, vedi di aggiustare il tono, sai?! E poi non prendo lezioni di stile da uno che porta i capelli lunghi, come le donne- ringhio.

 

Ma a chi la vado a raccontare...

 

La t-shirt bianca sotto la giacca nera dal taglio squisito, quella specie di rosario a pallini della sua epoca natale sul collo abbronzato, i jeans scuri, i capelli fini come fili di seta ordinati sulle spalle a fare da contrasto con occhi e colore della pelle.

 

Scuoto la testa.

 

Vaffanculo.

 

Inarca un sopracciglio -Tutta invidia. Andiamo comunque. Non voglio fare aspettare Kikyo-

 

Assottiglio gli occhi.

 

E eccola, l'acidità allo stomaco.

 

Ancora.

 

-Ma certo. Dio non volesse le sciupassi l'evento. Quanti partecipanti ha contato su facebook?-

 

-Ma insomma, Kagome, lasciala un po' in pace! Ma che ti ha fatto mai?-

 

Mi ha fatto che ti è sempre più appiccicata di una vongola allo scoglio, e che cerca in tutti i modi di farmi incazzare, ecco cosa mi ha fatto!

 

-Nulla!!-

 

Ma poi, a me... che cacchio me ne deve fegare se gli sta appiccicata?!

 

-Comunque...- chiedo mentre siamo in auto verso il luogo dell'incontro, il Pia Room, che tra parentesi, che cazzo di nome è Pia Room?! C'è un'assonanza con la pollastrite acuta di Kikyo, ci scommetto!! Deve averlo scelto per osmosi!

 

-Si?-

 

-Torni a dormire stanotte?- domando, la voce tirata come una corda di violino.

 

Ma poi...

 

Perchè???

 

-Credo di si... o forse farò un po' più tardi... vediamo come butta la serata, dai-

 

Cioè?!

 

Vediamo se Kikyo si concede?!

 

Sbuffo infastidita, mentre Inuyasha accosta vicino ad un locale che, devo ammettere, è carino davvero.

 

Ha un design ricercato, almeno da fuori.

 

Quando lascio la borsa all'entrata al guardaroba, osservo il mio migliore amico che chiede indicazioni al ragazzo del locale.

 

Caspita.

 

Siamo entrati da due minuti, e già tutte queste donnette gli sono con gli occhi puntati addosso.

 

Ma cosa me ne frega?!

 

Mi afferra per il polso -Vieni, è di qua-

 

La musica ci investe non appena scostiamo una tenda pesante.

 

Devo ammettere che la sgallettata ha davvero buon gusto.

 

Il locale ha uno stile moderno, mixa egregiamente il legno, l'acciaio e pregiatissimi complementi d'arredo. Le luci sono suffuse, e ci sono varie candele sparse qua e la.

 

Mi lascio condurre ad un tavolo appartato, dove sono già seduti Sango, Miroku, Rin, Sesshomaru, altre due colleghe, e la Miss.

 

-Scusate, ma qualcuno ha fatto tardi- si scusa lo scemo, la voce bassa e calda.

 

La Miss si alza in piedi, mentre io lo fucilo con lo sguardo.

 

Ha i capelli lunghi acconciati in mille boccoli lucidi e voluminosi, il viso sapientemente truccato, il collo adornato da una bellissima collana di corallo intrecciato con cristalli che va a terminare giusto giusto nell'incavo dei seni, il corpo fasciato in tubino nero super corto che ad occhio e croce io anche senza gravidanza potrei indossare solo dopo mesi e mesi di dieta selvaggia alla Bear Grylls, e ai piedi porta un paio di saldali meravigliosi dal tacco altissimo.

 

Come un fulmine, si slancia verso Inuyasha arpionandolo come un polpo.

 

-Inuuuu... ti aspettavamo con impazienza! Kagome cara, ti sei sentita poco bene?- mi chiede la cerebrolesa, staccandosi appena dal collo dello scemo mentre finge preoccupazione.

 

Poso la mano sul fianco.

 

-No, cara Kikyo, ero impegnata a mettere la museruola ad un cane rabbioso che ho trovato per caso-

 

Sango sghignazza.

 

Inuyasha mi guarda storto e assottiglia gli occhi.

 

La sgallettata ricambia il mio sguardo canzonatorio -Ma davvero? Nelle tue condizioni non dovresti avvicinarti ad animali, come dire, selvatici. Non sei esperta nel gestirli, e potresti farti male, sai?-

 

-Ah si? Me ne ricorderò. Vorrà dire che la prossima volta lo porterò direttamente al canile-

 

Anche Rin si unisce allo sghignazzamento di Sango.

 

Se non fosse per il fatto che sono furente, mi verrebbe da ridere per la comicità della situazione.

 

Kami, fossi un bollitore farei fumo dalle orecchie.

 

-Non ascoltarla, Kikyo. Ultimamente è un po' acida- replica l'idiota, un sorrisino del menga stampato in faccia.

 

-Comunque- riprende il discorso la Miss, annuendo soddisfatta alla battuta imbecille del Re degli imbecilli -Inu, il tuo posto è qui, accanto a me. Tu Kagome ho pensato avresti avuto piacere a sistemarti tra Sango e Rin- spiega portando Inuyasha, che non mi guarda nemmeno di striscio, dall'altro lato del tavolo, mentre mi indica con un cenno del capo la mia sedia, diametralmente opposta a quella dello scemo.

 

Eccheccazzo.

 

Ti pareva che non volesse averlo accanto?

 

E al cagnaccio non dispiace, la cosa.

 

Lo osservo addentando un crostino col salmone, mentre le dedica un sorriso a trentadue denti.

 

Le passa un braccio intorno alle spalle e l'attira a se, mentre lei ridacchia in risposta a qualcosa che l'imbecille le sussurra nell'orecchio.

 

Ma guardali.

 

Lo scemo posa anche una mano sulla coscia della sgallettata.

 

-Allora Kagome? Come va la gravidanza?-

 

-Non male, Rin. Dovrei venire da te a fare qualche massaggio relax, però-

 

E guarda lei come gli sfiora il collo con la mano...

 

Ma da quando c'è tutta questa confidenza?!

 

-Fai bene Kagome! Anch'io ne ho fatti alcuni mentre aspettavo le gemelle, funzionano tantissimo!Aiutano anche il sistema linfatico!-

 

E guarda lui come le passa la mano tra i capelli...

 

No, mi è venuto il mal di testa tutto insieme.

 

Sarà meglio che mi spicci a mangiare queste patate arrostite, magari è un calo di zuccheri...

 

-Hey, Sesshomaru, hai visto il fratellino come se la intende con Kikyo? Chi l'avrebbe mai detto quattro anni fa!-

 

Mi strozzo con il pesce.

 

-Già Miroku. Ultimamente si vedono spesso.-

 

Acqua.

 

Si, un po' d'acqua.

 

-E poi, quella Kikyo è davvero un bel bocconcino. Voglio dire, hai visto che curve? Sembra una modella! E i capelli.... ahhh....-

 

-Miroku, ti sembrano cose da dire con tua moglie presente? Ti meriteresti uno schiaffo di quelli seri!- dico inviperita, guadagnandomi l'occhiata di approvazione di Rin e Sango, che non tarda a seguire il mio consiglio.

 

-Se non sapessi che hai troppa paura di finire evirato, potrei pensare di castrarti per davvero!!- sbraita Sango.

 

I due piccioncini non sembrano essersi accorti del diverbio a poca distanza da loro.

 

La musica ha coperto tutto, o forse Inuyasha è troppo impegnato a passare la mano sul fianco della strega.

 

-Quand'è che arriverebbe il dolce?- domando, cercando di ignorare le tempie che pulsano e il nodo allo stomaco.

 

-Eccolo qui!!! Oooh!! tortini al cioccolato con crema di fragole!! Deliziosi!!- risponde Sango, indicandomi con sguardo famelico il cameriere che si avvicina.

 

Mi si illuminano gli occhi. Uno spiraglio di luce in questa serata del cavolo!!

 

-Scusi, c'è mica un po' di panna?- domando già con l'aquolina in bocca.

 

-Certo signorina!! Ecco qua!-

 

-Non se ne parla!! Quanto zucchero vuoi assumere oggi?!-

 

Mi giro lentamente verso il beota al lato opposto del tavolo.

 

Allora quando vuole sente.

 

Mi fissa, il braccio destro ancora intorno alla vita della sgallettata.

 

Ringhio.

 

-Un po' di panna, grazie-

 

Sotto lo sguardo incazzato di Inuyasha, inizio a mangiare lentamente il dolce.

 

Oddio. Buonissimo.

 

E con la panna.

 

Magnifico. Da gustarsi ad occhi chiusi.

 

Sto per assaporare un altro boccone di quella delizia, che il cucchiaino mi viene repentinamente strappato di mano.

 

Mi trovo con la faccia furente di Inuyasha ad un palmo dal naso.

 

-Ti-ho-detto-no- sibila furente.

 

Alzo un angolo della bocca, mentre sento di averla completamente sporca di cioccolato fuso e panna.

 

-Io invece ho detto si-

Socchiude gli occhi, mentre il sopracciglio destro inizia a muoversi, tipico di quando è nervoso.

 

Intorno a noi, gli altri parlano tranquillamente, ormai abituati a quello scambio di litigi quotidiani.

 

Solo la sgallettata non gradisce, lo vedo dall'occhiata di fuoco che mi manda.

 

Poi, succede.

 

Sento le dita caldissime di Inuyasha raggiungermi la bocca.

 

Cerco di spostarmi.

 

-Ferma-

 

Voce calda, bassa.

 

Mi blocca la testa con l'altra mano, mentre con estrema delicatezza toglie i resti di cioccolato e panna.

 

Prima il labbro superiore.

 

Poi quello inferiore.

 

Poi gli angoli della bocca.

 

E poi alla sua bocca.

 

Mi guarda negli occhi, lo sguardo profondo, mentre con lentezza succhia via i resti di dolce dalle dita.

 

Mi gira la testa.

 

Aiuto.

 

Perchè vorresti essere tu a ricevere il trattamento delle dita, eh?

 

Dannata voce!

 

Sei stata zitta fino ad ora!

 

Continua a farlo, no!

 

Lentamente, Inuyasha fa girare la sedia, appoggiando le mani sui braccioli, il viso vicino, troppo vicino al mio.

 

Mi manca l'aria.

 

-Effettivamente, la panna ci sta da Dio- afferma, un ghigno sul viso.

 

Socchiudo gli occhi, spingendolo via.

 

-Vaffanculo- sibilo.

 

Lo vedo che apre la bocca per dire qualcosa, quando la sgallettata atira l'attenzione di tutti.

 

-Ed ora ragazzi, che ne dite di fare due salti in pista? Rihanna palla per tutta la sera! Vieni Inu, andiamo! Hai promesso che saresti stato il mio ballerino per tutta la sera!!_ esclama, arrivando come una furia a trascinarlo via per un braccio.

 

La segue, docile, il braccio intorno alla vita, mentre lei, provocandomi un istinto omicida che non credevo possibile, posa una mano vicinissima al suo sedere.

 

-come un cane...- bisbiglio.

 

-Kagome-chan, andiamo? Sono le dieci e mezza, facciamo due salti in pista e poi ci avviamo verso casa, che dici?-

 

Mi giro verso Sango, sorridente come sempre.

 

Non si deve essere accorta del teatrino di poco prima.

 

-Si, anche se non credo muoverò un solo passo. Ho le gambe terribilmente pesanti- le dico.

 

Ed è un vero peccato, visto che ho sempre adorato buttarmi nella mischia e fare mosse sceme in discoteca.

 

La vedo annuire.

 

-E comunque- mi dice mentre prendiamo posto ad uno dei divanetti davanti la pista da ballo -Non devi essere troppo severa con Inuyasha. Anche se certe volte è un po' esagerato, lo fa soltanto per il tuo bene-

 

-Puah!- sbotto in risposta.

 

I due esseri sono già in pista.

 

Li vedo che si osservano, occhi negli occhi, un drink in mano.

 

-Per me un analcolico, grazie- dico a Miroku che si è offerto di passare al bancone a prendere da bere a tutti.

 

I gotta get my body moving shake the stress away, I wasn't looking for nobody when you look my way, possible candidate

 

Le note della musica iniziano a spandersi nell'aria, mentre molti prendono posto nella pista da ballo.

 

Vedo Inuyasha prendere il bicchiere dalle mani di Kikyo e venire verso di noi.

 

Mi sorride di sghembo, mentre si accuccia per posare i bicchieri sul tavolino.

 

-Faccio due salti in pista con Kikyo, ok?-

 

-Certo amico!- lo spalleggia Miroku, arrivato in quel preciso istante col vassoio dei drink

 

-Come ci si può rifiutare, con una così?- gli bisbiglia all'orecchio mentre gli dà di gomito, scambiandosi un sorriso di complicità che lo scemo ricambia subito per poi andare a passo spedito verso la strega.

 

La guarda negli occhi.

 

Le tempie pulsano.

 

Lei gli butta le braccia al collo.

 

Quanto vorrei le cadesse un abete in capo.

 

Lui posa le mani sulla vita sottile della gallina.

 

Razza di impotente.

 

Iniziano a muoversi piano, lei che gli si struscia addosso neanche fosse una gatta, lui che le passa le dita tra i lunghi capelli.

 

Capelli da vera donna.

 

Your hands around my waist, just let the music play, we're hand in hand, chest to chest, now we're face to face..

 

Sorseggio il mio drink analcolico, fingendo che sia prosecco.

 

Guardo con occhio imparziale la figura di Kikyo.

 

Sospiro.

 

Effettivamente, è splendida.

 

Ha la vita sottile, il seno alto e sodo, il sedere che ogni donna vorrebbe, le gambe magre.

 

Sospiro ancora.

 

Osservo Inuyasha sorridere a Kikyo, la fronte posata su quella di lei.

 

Di certo, a lei non avrà mai detto che assomiglia a un maschio, o che sembra Akaname, o chissà cos'altro...

 

Ma comunque... perchè devo prendermela così?

 

Forse perchè vorresti essere al suo posto.

 

Vocina del cazzo.

 

Magari ho paura che lui mi inizi a trascurare.

 

In fondo, mi sono abituata alla sua presenza, e mi piace, mi rassicura, la richiedo.

 

Ma non posso certo pretendere che mi stia dietro neanche fosse il mio compagno, ha diritto ad avere una vita privata, e anche se Kikyo non mi sta particolarmente simpatica, alla fine è lui quello a cui deve piacere...

 

-Kagome!! Ma insomma, cos'è quello sguardo languido e pensieroso?-

 

Languido? Pensieroso? Io?

 

-Io direi di andare comunque! Sono le undici e mezza! Vuoi venire?-

 

Certo che voglio venire via.

 

Cos'è, dovrei restare qui a fare la bella statuina, a reggere il moccolo mentre ci manca poco quei due si accoppino sulla pista?

 

E poi sono stanca, ecco.

 

Voglio andare a dormire.

 

-Certo Sango. Vengo anch'io. Voi Rin?- chiedo alla ragazza seduta poco distante da me mentre mi alzo.

 

-Anche noi andiamo Kagome. Domattina devo alzarmi presto, vado a truccare una sposa, devo essere in forma-

 

Annuisco.

 

Faccio qualche passo verso la pista per dire a Inuyasha che ci saremmo visti a casa.

 

Inorridisco.

 

Vedo Kikyo azzerare la distanza tra i loro visi, posandogli un bacio a fior di labbra, al quale lui non si ritrae, almeno non subito.

 

Cerco di ignorare il miscuglio di sensazioni che sto provando.

 

Altro, potentissimo, nodo allo stomaco.

 

Proseguo, imperterrita, facendo violenza su me stessa.

 

Mi avvicino di più, e poso di malavoglia la mano sulla spalla del demente.

 

Eccoci.

 

Sono tornata ad offenderlo.

 

-Vado a casa, Inuyasha. Ci vediamo in mattinata, e non ti preoccupare, puoi trattenerti a dormire fuori, non ho problemi, sai-

 

Benissimo.

 

Il tono di voce era abbasta tranquillo.

 

Lo vedo voltarsi di scatto verso di me, gli occhi confusi.

 

Ma vai, il bacio dell'arsella ha fatto effetto.

 

Magari a lei un massaggio tipo quello del mese scorso lo faresti molto più volentieri, non è così, razza di caninide in calore?!

 

Sbuffo, incazza più con me stessa che con lui.

 

-Ciao Kagome cara! Spero sia stata bene!-

 

Certo. E starei anche meglio se un caterpillar ti piallasse.

 

Sorrido -Certo kikyo. E ancora auguri!-

 

Mi giro per andarmene, quando qualcuno mi afferra per un braccio.

 

-Kagome, aspetta. Vengo anch'io, non vorrei avessi bisogno di aiuto-

 

Scrollo il braccio per liberarmi dalla sua presa -Non ti preoccupare, farò da sola. Divertiti-

 

Mi guarda, gli occhi confusi per il tono un po' troppo freddo che ho usato.

 

Spero vivamente che non mi chieda spiegazioni, domattina, anche perchè non saprei davvero cosa rispondergli.

 

Non lo so nemmeno io cosa c'è...

 

 

Mentre saluto Sango davanti alla porta di casa, non posso fare a meno di riflettere ancora su quello che mi sta succedendo.

 

Sospiro, mentre rimetto il vestito nell'armadio per poi infilarmi la camicia da notte a cannottiera celeste.

 

Cosa mi sta succedendo con Inuyasha?

 

Perchè ho tutte quelle sensazione, quei moti di odio verso Kikyo?

 

Perchè?

 

Resto a scervellarmi su queste questioni per tanto, troppo tempo.

 

Cerco di prendere sonno guardando svogliatamente un libro.

 

Ma non posso fare a meno di pensare a Lui, mentre lo stomaco si contorce ancora e ancora...

 

Le quattro.

 

Ma dove cazzo è?!

 

Kami, mi sembro una mamma apprensiva.

 

Lo sai benissimo dov'è, e vorresti essere li con lui...

 

Vocina del piffero, nessuno ti ha chiesto nulla!

 

Vorrà dire che la serata ha preso una giusta piega e che Kikyo si è "concessa".

 

E poi, non è vero che vorrei essere li con lui.

 

Inuyasha non mi suscita assolutamente nessun impulso di quel genere.

 

Bugiarda!

 

E stai zitta!!

 

Solo, non sono più abituata a non averlo qui.

 

E poi sono preoccupata.

 

Sbuffo, irritata con me stessa.

 

Se il bimbo capisse che razza di madre scellerata e idiota si ritrova, chiederebbe l'affidamento prima di nascere!

 

Lo scemo comunque è grande e vaccinato, cavolo, ha più di quattrocento anni!

 

E può fare quello che vuole.

 

Non mi interessa...

 

Poi, improvvisamente, quando stavo ormai per perdere le speranze, sento girare le chiavi nella toppa.

 

Rapidissima, spengo la luce dell'abat jour e mi straio, facendo finta di dormire.

 

Sento i suoi passi salire pian piano verso il piano superiore.

 

Bussa lieve alla porta.

 

-Kagome?- lo sento bisbigliare.

 

Non rispondo.

 

Sento la porta aprirsi, lui che si dirige con passo felpato fino al mio letto.

 

Calma, Kagome.

 

Calma.

 

Lo sento sospirare, mentre si siede piano sul materasso.

 

Posa una mano sul mio braccio, gli artigli che solleticano la pelle.

 

Brividi.

 

-Kagome...stai dormendo?- sussurra.

 

Non rispondo, e continuo a far finta di dormire.

 

-Si, dormi. E non fare caso quando ti dico certe cose. Eri splendida stasera-

 

Ho la gola secca.

 

Inizia a passarmi le nocche della mano sul braccio.

 

Oddio.

 

-E la panna dalle tue labbra è infinitamente più buona-

 

Lo dice talmente piano che quasi non sono sicura di aver capito.

 

Sento la mano che prima mi stava carezzando il braccio salire su, percorrendo le clavicole e il collo, per poi arrestarsi all'angolo della bocca.

 

Ora muoio.

 

Lo sento prendere fiato, profondamente.

 

-Se solo sapessi, Kagome...- lo sento bisbigliare, mentre lo sento avvicinarsi sempre di più al mio viso, finchè sento l'alito accarezzarmi la pelle sottile vicino all'orecchio.

 

Lo stomaco si è contratto.

 

Ancora.

 

-Se solo sapessi...-

 

Poi, eccolo.

 

Qualcosa di soffice e caldo sulla mia bocca.

 

Rapido come un battito d'ali.

 

Sento i sottili capelli di luna posarsi a ventaglio su di me.

 

E poi le dita che sfiorano lievi le spalle nude, leggere come una piuma, mentre quel buonissimo odore di bosco mi invade.

 

-Se solo sapessi...- bisbiglia ancora vicino alle mie labbra, la voce bassa, roca e meravigliosamente graffiante, mentre sfiora per l'ultima volta le mie spalle con quelle dita tentatrici.

 

Non so come, ma il cuore è riuscito a non partire all'impazzata, altrimenti la mia copertura sarebbe saltata.

 

Si alza, piano e discreto com'è arrivato.

 

Aspetto che la porta si chiuda, prima di alzarmi di scatto seduta neanche fossi una molla.

 

Mi porto le mani tremanti alla bocca, un languore indicibile allo stomaco.

 

Adesso il cuore è parito, batte all'impazzata, come un tamburo.

 

Lo sento, cavolo.

 

Baciata.

 

Inuyasha mi ha baciata.

 

E cosa ancora più sconcertante, quel lieve sfioramento di labbra mi ha sconvolto i sensi più di ogni altra cosa.

 

Mi è piaciuto.

 

Eccome se mi è piaciuto.

 

Passo le mani tra i capelli, mentre afferro il bicchiere d'acqua sul comodino.

 

Gli ormoni.

 

Si, gli ormoni.

 

Per forza....

 

Ma a chi la vai a raccontare?

 

Dannata, dannatissima voce interiore.

 

Non farmi incazzare.

 

Anche perchè ho troppa paura di ammettere che hai ragione.

 

 

Eccomi qua!! Una presenza inquietante! Ma c'è un motivo per aver postato così a ridosso dell'ultima volta. In settimana non potrò mettere nulla perchè sarò senza pc, quindi, per non lasciarvi a bocca asciutta, ecco qui il capitolo di luglio!

Una chicca dolce come il miele prima del casino dei casini!!!

A presto, ragassuoli ^_^

 

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Capitolo 5
*** Agosto ***


Mai t’ho veduto,
eppure ti appartiene
tutto il mio cuore

Basho

 

-Femmina!!-

-Maschio!!-

-Ho detto femmina!-

-Corpo di mille balene, sono pronto a scommettere 100 dollari che è maschio-

-Nonno, ma che dici? Come puoi scommettere in dollari?! Siamo in Giappone!-

-Saranno i ricordi della guerra, che ti devo dire!! Giocavo sempre in dollari, all'epoca... Resta il fatto che sarà maschio!-

 

Santi Kami.

 

Domani c'è l'ecografia morfologica, e sono tutti elettrizzati all'idea di conoscere il sesso del bimbo.

È iniziata circa due settimane fa, col fruttivendolo, che ha lanciato l'idea della femmina.

Il nonno, un sacchetto di anguria a pezzetti in mano, ha iniziato a grattarsi i baffi mentre mi fissava la pancia, decisamente rotonda,mondo gatto.

Poi, come colto da chissà quale fulmine di sapienza, ha iniziato a saltellare come un grillo sotto lo sguardo sbigottito di tutti dicendo che sarebbe stato sicuramente maschio.

 

-Vedete, vedete com'è alta? È un bambino, lo sapevo!!- sputacchiava indicando come un forsennato il mio pancione, improvvisamente al centro dell'attenzione.

 

Poi è stato il turno di Miroku, anche lui optante per un bambino, che si è già prenotato per delle lezioni gratuite di seduzione durante l'adolescenza.

 

-Basta che non importuni le mie patatose, sennò lo spezzo!- ha specificato.

 

Poi è arrivata Sango, già con gli occhi a cuoricino, pensando ad un bimba come le gemelle, tutte e tre destinate a diventare migliori amiche come le mamme.

 

Sospiro, sistemandomi meglio sulla panchina sotto le fronde del Goshimboku, l'amato albero di famiglia, rinfrancata dall'ombra delle sue foglie che con questo caldo torrido è un balsamo miracoloso.

 

Mi sistemo la gonna del leggero vestito di cotone che porto, accarezzandomi la pancia che contiene la mia bambina.

 

Guardo di sottecchi la combriccola, ancora impegnata nella discussione sul sesso del nascituro, mentre termina di sistemare la roba per la cena, ridacchiando tra me e me.

 

Sorrido felice, sentendo un improvviso, fortissimo calcio.

 

È da una settimanetta che ho inziato a sentirla muovere, ed è un vero terremoto.

 

Fosse stato un maschio, avrei giurato che sarebbe diventato un calciatore, ma siccome so perfettamente, anche senza morfologica, che il fiocco sarà rosa non credo potrò contare un giocatore di football in famiglia.

 

Perchè io sono certa al cento per cento che sarà femmina, e certo ne è anche qualcun'altro...

 

Sospiro, ripensando all'uomo che in questo mese ha affollato i miei pensieri, diventando presto un'ossessione...

 

-Inuyasha...- bisbiglio.

 

Tump.

 

Un altro poderoso calcio.

 

È irrazionale, è illogico, ma credo che la piccina riconosca il mezzodemone.

 

Appena lui si china verso la mia pancia per parlare sommessamente con lei, inizia a dare dei calci diversi, più delicati in un certo senso.

 

Mi ci mancava pure questa, con tutti i casini che ho in testa a causa... sua

 

Mi passo una mano trai capelli.

 

Dopo quella notte, è cambiato tutto.

 

Cosa diavolo gli è saltato in mente di baciarmi in quel modo...

 

L'unica spiegazione che ho trovato è che fosse un po' alticcio.

 

Perchè, cos'altro avrebbe potuto essere?

 

Il mattino dopo, mentre io avevo l'afflusso di sangue a duemila, le palpitazioni, i sudori freddi e la tremarella, lui si è comportato come al solito.

 

Magari non si ricordava neanche di aver fatto quello che ha fatto.

 

Non gli piaccio, se non come amica, e poi c'è Kikyo.

 

Fatto sta comunque, che le sensazioni dei giorni precedenti si sono triplicate, a causa di quel lieve sfregamento di labbra.

 

Mi si è sconvolta l'esistenza, cavolo.

 

Non riesco a cancellarmi dalla mente la consistenza di quella bocca, il tocco e il calore di quelle mani, il suo alito caldo sulla pelle.

 

E, che i Kami mi assistano, vorrei che succedesse ancora.

 

Non so come faccia a non prendermi un infarto quando mi posa una mano sulla pancia per parlare con la sua ranocchietta, come la chiama lui.

 

Sorride in modo più dolce, muove piano le orecchie e mi sfiora lievemente mentre parla con la piccina con un tono di voce così caldo, tenero e rassicurante che mi fa venire i brividi.

 

Sbuffo ancora, mentre sento il cuore accellerare i battiti.

 

Ormai è diventata un'abitudine.

 

Mi basta pensarlo, osservarlo, sfiorarlo anche solo per caso, che vengo presa da qualcosa che non so definire.

 

Il cuore accellera, le mani sudano, il respiro si accorcia.

 

Lo aspetto tutte le sere con ansia, sopporto sempre di meno Kikyo che non perde occasione per farmi saltare i nervi, e agogno così tanto sentirlo di nuovo vicino come quella fantomatica notte, che quasi non mi riconosco.

 

Kami, l'ho anche sognato.

 

È innaturale, irragionevole, ma non ci posso fare nulla.

 

-Maschiooo!! Insomma, date retta a un povero vecchio che ne sa più di voi! È scritto negli antichi testi che una pancia alta in quel modo contenga per forza un maschietto!-

 

Mi riscuoto, mentre sento il nonno strillare esasperato, ovviamente sputacchiando pezzettini di biscotto in qua e là.

 

Scuoto la testa.

 

-Povero vecchio... e chi ha il coraggio di dirgli domani che è femmina?-

 

Tump.

 

La piccina lo ha riconosciuto.

 

E anche la mamma, che poi sarei io, ecco...

 

Giro la testa lentamente verso il proprietario di quella voce che affolla i miei pensieri giorno e notte.

 

Deglutisco, mentre osservo Inuyasha venirmi incontro, una leggera camicia blu scuro aperta sul torace, i jeans chiari che evidenziano quelle lunghe gambe perfette.

 

Trattengo il respiro quando si ferma davanti a me, gli occhi di un vivo color oro nella luce del tardo pomeriggio.

 

-Posso sedermi?-

 

Annuisco, spostandomi un po', mentre inalo una buona dose del suo buonissimo profumo.

 

-Insomma, hai deciso che nome dargli?- mi chiede, posando leggero una mano sulla mia pancia.

 

Tump.

 

-Si. Avevo pensato di chiamarla Hina-

 

Sorride, chinandosi a pochi centimetri dal mio ventre, mentre inizia a muovere la mano in una leggera carezza.

 

-Hina... ranocchietta che dici, ti piace?-

 

Tump. Tump. Tump.

 

Rido di gusto, e lui mi segue a ruota -Direi di si! Ho talento nello scegliere i nomi io, sai?-

 

Alza gli occhi su di me, mentre continua lentamente a muovere la mano sulla mia pancia.

 

Tump.

 

-Hey kagome, ha scalciato ancora, senti qua!- esclama felice, prendendomi di scatto la mano per poi posarla sul punto dove aveva appena colpito la piccola per coprirla subito dopo con la sua.

 

Arrossisco, mentre il calore del suo palmo si irradia per tutto il braccio.

 

Hina, come se avesse capito tutto, scalcia nuovamente.

 

-Sarà una bambina mervigliosa- bisbiglia, mentre lentamente sposta la mano, interrompendo quel magnifico contatto.

 

Un borbottio ci costringe a voltarci.

Il nonno arriva mezzo trafelato, a passo svelto, verso di noi.

 

-Oh, Inuyasha! Finalmente sei arrivato! Stavamo aspettando te! La cena è in tavola comunque!-

 

-Scusate, ma ho fatto un po' tardi a lavoro. Avevo diverse cose da fare-

 

Alzo immediatamente lo sguardo.

 

Spero in cuor mio che quelle cose non avessero a che fare con Kikyo.

 

Da quando ho il pomeriggio libero, non li posso più controllare...

 

Kami, possibile che io sia così... così...

 

-Gelosa!! Kami Sango, è soltanto la panettiera!!-

 

Trasalgo e alzo la testa di scatto, mentre il nonno e Inuyasha si avviano verso la tavola imbandita, dove Sango e Miroku discutono animatamente sull'assidua frequentazione di quest'ultimo del panificio sotto casa, con mia madre che ride divertita mentre Sango picchia il marito con un canovaccio.

 

Sospiro pesantemente.

 

Gelosa...

 

Io sono... gelosa di Inuyasha?

 

-Kagome! Vieni che si fredda tutto!-

 

A passo lento, si lento perchè questo caldo mi sfinisce, mi dirigo verso la tavolata prendendo poi posizione tra Sango e Inuyasha, osservando felice il piatto colmo di sformato di verdure, riso e tempura che mamma mi ha preparato

 

-Allora bambina, avete già cominciato i preparativi per la cameretta del piccolo?- domanda mio nonno.

 

-Ah-ah. Ieri abbiamo preso la culla e la pittura, più dei completi per il lettino. Tutte cosine neutre, semplici, con delle rifiniture molto carine- rispondo tra un boccone e l'altro.

 

Annuisce soddisfatto.

 

-Oh, Ka-chan, non vedo l'ora di sapere per certo se sarà un maschietto o una femminuccia per iniziare a prendergli i vestitini! Che meraviglia!-

 

-Sango, mi pare di averti già spiegato con rigore scientifico che sarà un maschio. Voglio dire, gli antichi testi parlano chiaro, e ieri ho interrogato gli antenati, per sicurezza. Ha risposto il trisavolo, perbacco! Mica discorsi!-

 

Sento Inuyasha sghignazzare piano, ed io non posso fare a meno di soffocare una risata nel bicchier d'acqua per poi scambiarmi un'occhiata complice con lui.

 

-Per risponderti alla domanda di prima, Tomoko, ho già iniziato a dipingere la stanza, e domani conto di montare i mobili e il letto. Non ci vorrà molto. Sta venendo bene davvero, tutto sui toni del legno chiaro e del panna- sento dire con dolcezza ad Inuyasha, mentre la mamma lo osserva sorridente.

 

Già.

 

Sta facendo davvero di tutto, per la sua ranocchietta.

 

Ha insistito perchè fosse lui a comprare la mobilia ed i complementi di arredo, facendomi sganasciare dal ridere quando ha scelto una lampadina da notte a forma di samoiedo bianco....

 

-Cos'è, un modo per stare sempre vicino alla bimba?-

-Stupida! È che assomiglia in maniera pazzesca a Sesshomaru da piccolo-

-Dio non voglia si venga a sapere! Potrebbe azzannarti lo sai?-

-Quisquilie. Can che abbaia non morde-

-Lo dice anche Miroku. Di te, però-

-Ma quanto siete simpatici...e comunque la bimba non avrà bisogno di un qualcosa che le ricordi me. Ci sarò sempre, per voi-

 

Già.

 

Per voi.

 

Capissi in che modo vorrei che stesse accanto a me...

 

-Kagome? Cos'hai, sei stanca? Sarà bene tornare a casa, comunque.... domattina hai l'appuntamento alle nove...-

 

Quella voce calda, profonda.

 

Non ci credo.

 

Non posso andare avanti così.

 

Voglio dire, mi viene caldo solo a sentirlo parlare a poca distanza.

 

Nononononononono...

 

-Ka-chan, cosa c'è? Sei tutta rossa!-

 

Grazie Sango, mettitici anche tu guarda...

 

-Magari sei solo emozionata, vero tesoro?- dice mia madre, ridacchiando sospettosamente sotto i baffi.

 

Mamma.

 

Kami, domani ci sarà l'adunata delle befane.

 

Tra lei e la dottoressa sono peggio di un'associazione a delinquere.

 

Speriamo che non s'insospettiscano, sennò sono spacciata.

 

-Ma no, non è niente, sono solo un po' accaldata, nulla di più! Senti mamma, ci troviamo direttamente la come l'altra volta, o preferisci che passiamo a prenderti?- chiedo, la voce più normale possibile, mentre cerco di non fare caso allo sguardo dorato di Inuyasha che mi scruta sospettoso.

 

Cielo, se sapesse che razza di pensieri mi sto facendo da due mesi a questa parte su di lui....

 

-Che carina che è la dottoressa Kitano, non trovi tesoro?- mi chiede dolcemente mamma senza rispondere alla domanda.

 

-Si, è anche piuttosto in gamba- ammetto -Forse un po' strana, ma in gamba-

 

-Oh, io l'ho adorata!- interviene Miroku, lo sguardo sognante -Mentre tu Sango eri così scontrosa nei miei riguardi che poco ci mancava ti installassi una tagliola sotto la gonna, lei ti ha incentivato in tutti i modi possibili a concederti a tuo mari...-

 

-Razza di imbecille senza cervello!!! Ti sembrano discorsi da fare, eh?!- lo interrompe Sango imbelvita e rossa come un pomodoro.

 

-Ma Sangooo... mi hai fatto penare nove mesi!! E per il bene delle nostre piccine lo chiedevo, mica per altro!!-

 

-certo, certo... vallo a raccontare a qualcun'altra!!-

 

-Ohhhhh!!! Vedi come sei?! Per forza mi sono concentrato sulla panettiera!!-

 

Vedo Sango mutare repentinamente espressione, e Miroku deglutire, conscio del disastro imminente, mentre la cara mogliettina lancia fuoco dalla bocca e fumo dal naso.

 

-Ah, si?! Ma dimmi un po' tu....- sibila, afferrando il canovaccio di poco fa per alzarlo piano.

-No, no!! Sango, amore, era solo fame!! E non ho fatto nulla, cribbio, solo guardato!! Che poi cosa c'era da guardare... è piatta come una tavola!!-

 

-Certo... piatta come un'altare votivo... Come quello dove vorrei sacrificarti IO!-

 

-Miroku, lo sai che Sango discende da un'antica famiglia di sterminatori di demoni, vero? E che ha dato del filo da torcere ad alcuni miei avi, vero?- dice Inuyasha, mentre fa degli sforzi sovrumani per non scoppiare a ridere.

 

Miroku lo guarda terrorizzato.

 

Scoppiamo tutti a ridere fino alle lacrime, gemelline comprese, mentre Sango prende a "canovacciate" Miroku che cerca di ripararsi come meglio può.

 

-Oddio Miroku... te la sei cercata stavolta!- riesco a dire mentre mi asciugo le lacrime per il troppo ridere.

 

-Puoi ben dirlo, Ka-chan! Oh, ma non temere, sconterai la pena con mesi e mesi di divano e di DIGIUNO totale, va la'!!-

 

-Sperando che questa volta non si serva alla tavola calda della panetteria sotto casa. Allora Tomoko, sei sicura di venire da sola? Non è un problema passare a prenderti- dice Inuyasha, che nel frattempo è riuscito a tornare serio.

 

-Si caro, non preoccuparti! Allora ci vediamo domattina! E tu tesoro mio, riposa bene, e... sogni d'oro- conclude ridacchiando mentre mi da un bacio sulla fronte.

 

Alzo gli occhi, guardinga.

 

-Certo, mamma... a domani-.

 

 

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-Mamma mia, non vedo l'ora sia mattina!- esclamo entrando in casa.

 

Inuyasha mi sorride, mentre sistema le chiavi sul tavolo.

 

-Anch'io. Sta bene, lo sento, ma è meglio controllare. É un caldo micidiale, accidenti. Ti faccio pane miele e cannella, vai, così ti calmi. Sei così in fermento...-

 

NO.

 

Kami, no.

 

Mi appoggio al muro, mentre con occhi sgranati osservo Inuyasha slacciarsi e sfilarsi velocissimo la camicia per buttarla su una sedia.

 

Deglutisco.

 

Con nonchalanche va verso i fornelli, mentre io mi imprimo nella mente ogni guizzo di muscoli, ogni scatto di quella schiena.

 

Mi inumidisco le labbra.

 

Oh, no.

 

Qui non possono essere soltanto gli ormoni, eccheccavolo.

 

Kami, c'è qualquadra che non cosa.

 

Ma che ho detto?!

 

Incespico anche nei pensieri?!

 

-Kagome, che c'è? Sei strana stasera, è da quando siamo al tempio che arrossisci all'improvviso, non ti sentirai mica male?-

 

-Ah? Na, na...- rispondo sbrigativa, spicciandomi a prendere posto a tavola e addentare le fette di pane.

 

Mi guarda, un sopracciglio alzato, mentre si siede davanti a me e incrocia le braccia.

 

-Senti, Kagome... Cosa conti di fare adesso con... quello?-

 

Divento subito seria, mentre riordino le briciole sparse sul tavolo.

 

-Non lo so, Inuyasha. Non lo so davvero. A volte mi viene voglia di alzare la cornetta e chiamarlo, per sentire cos'ha da dire. Ma poi mi blocco, pensando che non posso costringere nessuno a fare il padre. Se vuole, sa dove trovarci-

 

Lo osservo stringere forte i pugni, mentre sgrana i denti.

 

-Mi stai dicendo che nonostante tutto, lo accetteresti nuovamente nella tua vita? Kagome, tu e la bimba potreste essere morte sotto un ponte, per quanto si è interessato a voi questi mesi. Vuoi davvero che Hina cresca con un individuo del genere?-

 

Lo osservo nuovamente.

 

Kami, l'unica cosa su cui mi sono concentrata in tutto questo tempo, è capire come far restare te, Inuyasha, al mio fianco.

È a te che ho pensato, tutti i santi giorni, tutte le ore, i minuti ed i secondi.

A Koga non penso mai.

 

-E' sempre suo padre, Inuyasha. E se tornerà, non potrò certo impedirgli di avere un rapporto con sua figlia-

 

-E con sua madre?-

 

Incrocio quegli occhi dorati, mentre la solita, familiare stretta allo stomaco mi investe.

 

Sua madre...

 

Sua madre probabilmente prova qualcosa di molto strano nei confronti del suo migliore amico, qualcosa di così languido, tenero, e profondo, che ha paura di dargli un nome.

 

Il rumore di una sedia trascinata.

 

Tremo, mentre Inuyasha mi si avvicina veloce per poi sedersi ai miei piedi.

 

Tremo ancora di più, quando con una dolcezza disarmante mi posa una mano sulla guancia per portare i miei occhi ad incrociare i suoi.

 

Porto subito una mano a ricoprire la sua, godendo più del necessario di quel calore e di quella morbidezza.

 

-Kagome, io...-

 

Sussultiamo, mentre il suono del suo cellulare si propaga per la stanza, rompendo quella strana atmosfera.

Mi allontano dal suo tocco -Vai, Inuyasha, rispondi... Io... vado a dormire- bisbiglio.

 

Lui mi osserva ancora per un momento, lo sguardo indecifrabile.

 

Si alza, di scatto come poco prima, per andare nell'ingresso dove ha lasciato il cellullare.

 

Mentre salgo le scale con tutta la velocità che mi è possibile, non posso fare a meno di provare un ultimo attacco di gelosia... si, gelosia, sentendo il nome di chi ci aveva interrotto poco fa.

 

-Pronto? Si... Kikyo-

 

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La sveglia suona puntuale alle otto, trovandomi di buonumore per la giornata.

 

Mi alzo, pimpante, ed infilo subito il corto vestito rosa chiaro che avevo preparato la sera prima.

 

Sistemo i capelli, sempre cortissimi, il tutto con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

 

Esco dalla camera per andare in bagno, e subito degli strani rumori mi insospettiscono.

 

-Vengono dalla stanza di Hina...- bisbiglio.

 

Con cautela, apro la porta scorrevole, e...

 

Mi sale un groppo in gola dall'emozione.

 

Le pareti sono state pitturate con la tinta giallo chiarissimo che abbiamo scelto, il fasciatoio di legno è sistemato in un angolo, così come l'armadio, le tende di velo, il tappeto chiaro, le mensole in legno chiarissimo riempite di pupazzi, e più in la, troneggiante su un comò, la versione infantile di Sesshomaru fatta lampada.

 

Ed infine, al centro della stranza, la culla.

 

Bellissima, con le lenzuola ricamate e la copertina rosa pastello già posizionate, il cuscino che ha cullato i sogni di generazioni di Higurashi fresco di bucato e sistemato, la zanzariera di velo antico lavorato dal costo strabiliante che Inuyasha ha insistito per comprare, e poi, troneggiante, una meravigliosa giostrina in legno con stelle, mezzelune e soli dai mille colori.

 

-Allora? Che te ne pare?- mi sento dire ad un orecchio.

 

Mi giro di scatto, trovandomi immerso nella luce che filtra dalla finestra del corridoio Inuyasha ancora sporco di pittura, con indosso gli stessi jeans di ieri sera, che mi osserva sorridente.

 

-E'... bellissimo, ma... Hai fatto tutto questo stanotte?-

 

-Mentre tu russavi come un mantice, ho pensato che sarebbe stato bello farti trovare tutto apposto per la mattina. Hai notato le rifiniture rosa sulle pareti? Mi sono fatto consigliare da Rin, qualche giorno fa. La giostrina di legno invece è stata tutta un'idea mia. Tra le mie mille capacità c'è anche quella di lavorare il legno-

 

Sorvolando sulla faccenda del mantice, sono senza parole.

 

Sento gli occhi pizzicare, conscia della lacrime che pungono per uscire.

 

-Bha, un grazie sarebbe gradito. E a te invece, ranocchietta, che te ne pare?- sbuffa,il tono di voce arrogante come al solito, che diventa caldo e dolcissimo quando si rivolge alla bimba.

 

Non resisto.

Prima di ripensarci, mi butto tra le sua braccia, stringendolo forte, beandomi del calore di quella pelle, mentre le lacrime scendono senza sosta.

Sento le sue braccia ricambiare forti la stretta, la sua testa che si appoggia sulla mia, le mani che mi accarezzano gentili le spalle.

Kami, che sensazione... di completezza, viva, calda...

Possibile che sia....

 

Amore?

 

-Inuyasha...è bellissimo. Grazie- riesco a dire.

Lo sento sorridere tra i miei capelli.

-E' uno scherzo, per me. Insomma, ti sopporto da quasi sei mesi, cosa vuoi che sia?-

-Scemo...-

 

Restiamo ancora un po' così, fermi, abbracciati.

Abbandono la testa sul suo torace, all'altezza del cuore.

 

Sospiro, appagata.

 

La mano di Inuyasha sale a massaggiarmi delicatamente il collo, stappandomi un altro sospiro.

 

Poi, ad un tratto, Inuyasha interrompe quel meraviglioso contatto.

 

-Kagome, sarà meglio andare... alle nove dobbiamo essere allo studio-

 

Ha la voce arrochita.

 

-S..si. Certo. Io sono pronta. Vado un attimo in bagno- dico, la voce bassissima.

 

-Perfetto. Ti aspetto dabbasso-

 

Lo sento scendere di corsa le scale.

Mi appoggio alla parete, sospirando.

Capissi cosa mi sta succedendo....

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

-Dannazione, ma cos'è stamattina?!-

 

Osservo Inuyasha mentre fa manovra con la macchina, alla ricerca di un posto.

 

C'è un traffico incredibile stamattina.

 

-Senti Kagome, qui rischiamo di tardare. Lascio un attimo la macchina in seconda fila, ti accompagno velocemente nello studio, e torno a sposaterla, ok?-

 

Annuisco -Perfetto. Andiamo allora-

 

Entriamo nello studio, che quella mattina è davvero pieno di pazienti in dolce attesa.

La mamma ha chiamato poco fa, dicendo che farà qualche minuto di ritardo, anche lei imbottigliata nel traffico.

Prendo posizione tra due donne dall'aria simpatica.

-Allora vado a spostare la macchina Kagome. Cerco di fare il più in fretta possibile-

 

Lo osservo, mentre a passo svelto si avvia verso l'uscita.

Le spalle larghe avvolte dalla seta della maglia grigia lasciata fuori dai pantaloni, le maniche tirate su a scoprire i lunghi avambracci, le gambe sottolineate da dei jeans scuri attillati.

Sospiro.

 

-Ah, cara. Sospirerei anch'io con un marito così-

 

Mi giro di scatto, incrociando gli occhi furbi della donna accanto a me.

Sembra essere più grande della sottoscritta, ha i capelli lunghi raccolti in una treccia, e un sorriso a trentadue denti mentre guarda la porta da dove è uscito Inuyasha.

 

-Ehhhhhh??-

 

-Ma, si, ma si... E' un demone giusto?- fa eco l'altra coi capelli a caschetto, anche lei molto più grande di me.

 

-No. Mezzodemone-

 

-Ahhhhh!!! Gli halfie!!! Hanno il meglio delle due razze, dico bene Fuyumi?-

 

-Ma certo! A differenza di mio marito, che mi evita manco avessi un buco nero tra le gambe, con lui devi fare faville, bambina!! Ma quanti anni hai?-

 

-Trentuno, signora-

 

-Chiamami Emiko, tesoro! Ma sembri molto più giovane, mica come noi due attempatelle, eh Fuyumi? Ci chiamano le gestanti tardive, puah...-

 

-Che poi, cosa ci sarà di tardivo, in noi? Abbiamo appena quarantadue anni! E se non fosse per quei paguri dei nostri mariti, che ultimamente ci vedono come intoccabili, credimi, faremmo fuoco e fiamme!!- dice la tipa che risponde al nome di Emiko con aria sognante.

 

-Oh si! Ma tu mia cara, non avrai certamente problemi col tuo bell'halfie, no? Non senti, tesoro, il richiamo degli ormoni? Brulicano, PULLULANO di spore sessuali che non aspettano altro che essere liberate!- mi bisbiglia sottovoce Fuyumi, gli occhi spiritati.

 

-Oh, si! Ti verrebbe voglia di prendere il tuo maschio e sbatterlo come pasta per pizza sul tavolo di cucina, sulla lavatrice, nel granaio, nella macchina, nell'orto...-

 

-Sul tappeto davanti al camino...- bisbiglio.

 

-Porca paletta, si!! Anche li!! Sai come si scarica bene lo stress?! Lo dice anche la dottoressa Kitano!!-

 

-Sai che meraviglioso specchio del piacere che ci faresti, sul tappeto accanto al camino?!-

 

-Ma che dite! Ma queste cose non si possono fare in gravidanza...- bisbiglio, rossa come un peperone mentre penso inevitabilmente a me ed Inuyasha in quel frangente.

 

Oh Kami, ci mancavano queste due a mettermi strane pulci nell'orecchio....

-CHE COSAAA?!! Di' un po, ragazza, sei impazzita?!- mi berciano in coro, neanche avessi appena pronunciato la più blafema delle eresie.

 

-Ci stai forse dicendo che finora non hai combinato nulla con quella porzione di ormoni maschili ambulante?! Di' un po, bambina, cos'hai al posto del cervello?!- mi sussurra all'orecchio la treccioluta.

 

-Che poi, scusami, eh, ma non ti è mai venuta voglia?-

 

CAZZO, se mi è venuta voglia! Non penso ad altro da due mesi a questa parte!

 

ODDIO! Ma che ho pensato?!

 

-Baaaaaah!! La posizione del loto, lo stampo, lo specchio, e poi del meraviglioso quanto ben accetto e ben fatto sesso orale!! Sensi amplificati, sensazioni al massimo, orgasmi triplicati che pagheresti ad essere incinta tutti i giorni che i Kami mettono in terra!!! Da far faville dalla mattina alla sera, con uno così!! Da non uscire mai da casa, davvero! Ragazzina, sei completamente fuori! Beata gioventù!!!-

 

Tum, tump, tump.

 

Hina, mondo animale, gli dai anche ragione?!

 

-Per non parlare dei benefici del sesso per la gravidanza! È un'anti stress, e pare che faccia bene anche al piccino! Dico bene, Fuyumi??-

 

-Sagge parole, Emiko! Lo dice anche la Kitano!- annuisce

 

-Che cosa direi, mie care giovincelle?-

 

Impallidisco.

 

È arrivata.

 

Ora posso anche morire.

 

Ci osserva divertita, le mani infilate nelle tasche del camice, i capelli illuminati da dei colpi di sole che non aveva l'ultima volta che ci siamo viste.

 

La tipa di nome Emiko si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

 

-Nulla, dottoressa. Stavamo illustrando alla piccina qui presente i benefici del sesso in gravidanza. Che poi, con un uomo come il suo, dovrebbe essere l'attività principale della giornata, dico bene?-

 

La befana inarca un sopracciglio -Ah Ah! Inuyasha! Lo sapevo!-

 

Arrossisco fino all'inverosimile, agitandomi sulla sedia

 

-M..ma no, che dice dottoressa?! C'è stato un malinteso!-

-Mia cara, malinteso o no, sappi che hai la mia benedizione, nel caso decidessi di fare quello che è più naturale tra due persone che si amano-

 

-Kagome! Hey Kagome, scusami se ti ho fatto aspettare, ma per trovare posto mi ci è voluta una vita! In compenso, ho trovato Tomoko, fuori!!-

 

Ma guarda quelle due.

 

Hanno gli occhi che brillano come quelli di un falco, mentre osservano inuyasha che è appena entrato, mamma a seguito.

 

-Oh, ecco qua la famiglia al completo!! Entriamo Kagome, vediamo finalmente se il fiocco sarà rosa o azzurro!!- esclama la Kitano.

 

-Ohhhh! La morfologica!! Allora auguri bambina, e pensa a quello di cui abbiamo discusso, ok?- mi dice Fuymi, prendendomi la mano.

 

-Certo, certo... Andiamo?- esclamo impaziente.

 

Tutti e quattro ci dirigiamo verso lo studio della dottoressa.

 

-Di' un po', ma di cosa parlavate prima?- mi sussurra Inuyasha.

 

Il respiro si accellera.

 

-Oh... ehm... del... del... ah si! Delle proprietà del cioccolato in gravidanza!-

 

Certo. Spalmato sul corpo, leccato via da lui.

 

Vocina malefica!!! Sei tornata?!?!

 

Inuyasha inarca un sopracciglio -Del cioccolato?-

 

-ah-

 

-In gravidanza?!-

 

-Ah. Dai, smettila Inuyasha, su. Erano discorsi un po' così- lo liquido prendendo posto sul lettino della Kitano.

 

-Oh certo. Posso garantirlo. Davvero dei discorsi un po' così- sghignazza divertita la dottoressa.

 

La fulmino con lo sguardo, mentre lancia un'occhiata complice a mia madre, che ridacchia in risposta manco avesse sentito la conversazione con quelle due affamate di la' in sala d'attesa.

 

-Allora, Kagome- dice la dottoressa, riacquistando un tono professionale mentre mi sistema una leggera coperta sopra gli slip.

 

-Pronta?-

 

Annuisco, felice.

 

-Che sensazione hai?- mi domanda mentre spreme il gel sulla sonda.

 

-Siamo certi sia una bimba. Hina-

 

Kami, ho parlato al plurale!

 

La dottoressa mi sorride compiaciuta, mentre mamma mi stringe la mano ed Inuyasha...

 

Oddio, Inuyasha mi gaurda in un modo così dolce, così caldo, che...

 

-Molto bene, allora! Vediamo se ci avete azzeccato!-

 

Posiziona la sonda sulla mia pancia.

 

Il battito della bimba arriva forte e potente, come uno dei suoi calci.

 

L'ecografia è bellissima.

 

Vedo la forma della testa, delle gambette, perfino le labbra, quando la Kitano me le indica...

 

Afferro la mano di Inuyasha, stringendola forte.

 

-Ma guarda. Ottimo intuito. È una bella femminuccia, perfetta, sanissima. È davvero Hina!!- esclama felice la dottoressa.

 

-Oh, tesoro mio, che meraviglia!!- dice mamma tra le lacrime.

 

Sento Inuyasha aumentare la presa sulla mia mano.

 

 

Mi giro a guardarlo.

 

Ha degli occhi meravigliosi, mentre osserva il monitor.

 

-Beh, tu l'avevi già detto- gli dico, la voce leggermente incrinata dalla commozione.

 

Lui si volta a guardarmi, un sorriso micidiale stampato in volto.

 

-Già. Adesso il dramma sarà dirlo al vecchio-

 

Io e mamma scoppiamo a ridere.

 

-Già, povero papà! Oh cara, sono così felice...- esclama mamma, abbracciandomi.

 

-E bravo il migliore amico, vedo che ci ha preso! Adesso però uscite un attimo, che Kagome si deve sistemare!-

 

Non appena mamma e Inuyasha spariscono dietro il separè, ed io mi metto in piedi sistemandomi il vestito, la dottoressa mi si avvicina, un sorriso birichino stampato in viso.

-Nel caso tu decidessi di dare ascolto al tuo corpo- mi bisbiglia piano -Lo specchio del piacere è una meraviglia. Parola di mamma-.

 

La guardo, gli occhi spalancati, mentre lei si avvia verso la scrivania, non senza avermi fatto l'occhiolino.

 

Ma vai.

 

Beh, direi che l'hanno capito tutti tranne te, eh. La solita scema!!

 

Vocina interiore.

 

Aaaarghhhh!!!

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Dopo aver riaccompagnato la mamma al tempio, ed aver dato la lieta notizia al nonno che si è imbelvito come non mai ed è corso a reclamare per la falsa notizia del maschio col trisavolo, io ed Inuyasha torniamo verso casa.

 

Sono così felice.

 

La bambina sta benissimo, io sto ancora meglio, e non vedo l'ora sia l'inizio di dicembre per vederla dal vivo.

Inuyasha si ferma davanti al vialetto.

 

Mi guarda, sorridente.

 

-Beh, direi che va bene-

 

Ricambio il suo sguardo dorato -Si. Tantissimo. Oh, Inuyasha, sono così... così...-

 

-Al settimo cielo?-

 

-Esatto!-

 

Sorride. -Allora sarà il caso di festeggeriare. Ho giusto preparato del buon pane per l'ccasione-

 

Sorrido felice, mentre insieme ci avviamo verso casa.

 

Ma non appena Inuyasha apre la porta, sento che c'è qualcosa di diverso.

 

Faccio qualche passo nel corridoio.

 

Poi, improvvisamente, Inuyasha è alle mie spalle, una mano posata sul mio fianco.

 

Ringhia.

 

Con cattiveria.

 

Mi giro a guardarlo.

 

-Inuyasha! Ma che fai?-

 

-Kagome. Sei rientrata finalmente-

 

La stretta di Inuyasha si fa più forte.

 

Una doccia gelata mi arriva addosso.

 

Cinque mesi.

 

Dopo cinque mesi sento nuovamente quella voce.

 

Ho quasi paura a voltarmi.

 

Deglutisco, la gola stretta.

 

Una t-shirt sopra un paio di pantaloni di lino.

 

L'odore pungente del profumo di una costosissima marca.

 

Inuyasha ringhia ancora.

 

E dopo cinque mesi dico nuovamente il suo nome.

 

-Koga...-

 

 

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Capitolo 6
*** Settembre ***


I really feel

that I'm losing my best friend

I can't believe this could be

the end.”

No Dubt

 

-Ka-chan... Ka-chan, sei pronta?-

 

Alzo gli occhi su Sango, che mi guarda apprensiva sulla porta di casa.

 

-Si Sango. Eccomi-

 

Lenta, lentissima, afferro la borsa e vado dietro alla mia migliore amica, che continua ad osservarmi preoccupata.

 

E ci credo.

 

Da quel giorno, quando Koga è rientrato prepotentemente nella mia vita, sto malissimo.

 

Hina è agitatissima, io mangio poco, dormo male ed ho sempre mal di testa.

 

E poi lui.

 

Lui mi manca.

 

Così tanto che credo di impazzire...

 

 

-Koga...ma che cosa...- bisbiglio confusa, mentre Inuyasha al mio fianco mi avvicina a se, sotto lo sguardo incupito di Koga, che subito però si riprende e mi si avvicina sorridente.

-Ciao amore. Io... io non so da che parte iniziare-

-Potresti iniziare spiegando per quale motivo non ti sei fatto vivo in tutti questi mesi-

Annuisce -Hai ragione, tesoro mio. Avevo paura-

Faccio tanto d'occhi

-Avevi paura?-

Prego che la mia voce non faccia trapelare troppo il disgusto.

Come se non si fosse minimamente accorto di ciò che ha detto, sorride mestamente e si avvicina a me.

Sento Inuyasha aumentare la presa su di me.

Solo in quel momento Koga sembra prenderlo seriamente in considerazione.

-Inuyasha..-

-Koga-

-Sembra che tu ti sia occupato molto di Kagome in questi mesi-

-Così pare. In mancanza di altro, ho pensato che avere un uomo al suo fianco non potesse che esserle d'aiuto-

Koga lo guarda, uno sguardo così canzonatorio che potrebbe farmi incazzare oltre ogni limite -Bene. Hai svolto perfettamente il tuo compito da amico. Ma adesso che è tornato il vero padre del bambino, puoi anche liberarti da questo peso-

Sento i muscoli del suo braccio tendersi, mentre gli occhi gli si incupiscono -Vero. Se non fosse per il piccolo particolare che per me non sono un peso. Non lo sono mai state. Fin dal primo giorno-

Mi volto ad osservarlo.

Ha lo sguatrdo serio e deciso mentre lo dice.

Poi Koga mi afferra improvvisamente la mano.

Non posso fare a meno di paragonarla a quella di Inuyasha.

La mano di Koga è fine, un po' fredda.

Quella di Inuyasha è grande, forte, caldissima.

-Ti prego, amore mio, cerca di perdonarmi. Sono pronto a prendermi le mie responsabilità. Il bambino non ha colpe, sono io che sono stato stupido. Mi sei mancata terribilmente in questi mesi. Credimi, mi prenderei a schiaffi per quello che ho fatto, ma ti prego, concedimi di riparare ai miei errori-

Mi sembra serio mentre lo dice.

Improvvisamente, prendendomi alla sprovvista, mi afferra per le spalle e mi bacia.

Non posso fare a meno di ritrarmi, e devo fare uno sforzo sovrumano per non passare una mano sulla bocca per togliere ogni traccia di quello sgradito contatto.

Dio, che brutta sensazione...

Osservo Koga guardarmi stranito, mentre sento chiaramente che Inuyasha si sta trattenendo dal saltargli addosso.

Mi afferra la mano, e la stringe forte neanche la volesse spezzare.

Vedo Koga focalizzarsi sull'unione delle nostre dita, per poi incupirsi.

-C'è qualcosa che devo sapere?-

Sbuffo infastidita -Niente di quello che credi-

-Ti supplico Kagome. Torniamo insieme-

Spalanco gli occhi -Credi seriamente a quello che dici?! Kami Koga, avrei potuto essere presa in ostaggio dagli alieni in questi mesi, per quanto ti sei interessato!-

-Kagome, te l'ho detto! Mi hai spaventato a morte!-

-Ho capito, ho capito... e poi...- prendo fiato, sapendo che quello che sto per dire non piacerà per nulla ad Inuyasha -per quanto riguarda la bambina...-

-Oh! È una femmina? La chiameremo come mia madre, Fujiko!-

Lo fulmino con gli occhi -La bimba ha già un nome, ed è Hina!-

Con la coda dell'occhio vedo Inuyasha sorridermi, mentre Koga impallidisce, forse per il tono troppo duro che ho usato.

-va bene, amore...-sussurra.

-Dicevo... non ti impedirò certo di far parte della sua vita-

-Certo, amore mio! E anche noi ci ameremo come prima! Non abbiamo mai smesso di amarci, non è vero? Io lo so che mi hai pensato in questi mesi, come io ho pensato a te, mia splendida ragazza dagli occhi blu. E da oggi mi prenderò cura di te ed Hina, amore mio...-

-ma certo. Adesso è comodo tornare e credere che si possa cancellare tutto,no?-

Ha un tono sprezzante, Inuyasha.

E come dargli torto.

-Sentimi bene tu, mezzodemone, non credere che tra me e lei possa essere finita-

-Il mezzodemone qui presente mi è stato vicino come non mai, in questi mesi, ed è stato vicino anche a tua figlia, quindi ti pregherei di portare rispetto- sbotto infastidita.

-Certo. Scusami, scusatemi tutti e due. È solo che pensavo che tra voi ci fosse qualcosa-

-Non c'è un ben niente tra noi, Koga, solo una fortissima amicizia-

Sento Inuyasha irrigidirsi al mio fianco, mentre Koga sorride.

-Certo, ma certo amore mio. Il nostro amore è così forte e così potente che nulla potrà scioglierlo. E adesso, se tu vuoi, vorrei parlarti in privato Kagome-

Inuyasha mi osserva, silenzioso...

Speranzoso?

Sospiro -Va bene. Dopotutto credo sia doveroso-

Sento Inuyasha stringere spasmodicamente la mia mano prima di lasciarla andare

-Ho capito. Tolgo il disturbo-

 

E il disturbo, se così si può definire, lo ha tolto davvero.

Il giorno dopo ha tolto tutte le sue cose, restando impassibile mentre Koga diceva che adesso era compito suo occuparsi di noi.

Mi chiama a malapena una volta al giorno per sentire come sta la bimba, e a lavoro ci frequentiamo il meno possibile, mi evita.

E non posso non pensare alla conversazione che abbiamo avuto qualche giorno fa...

 

-Inuyasha, c'è qualche problema?-

-No, non credo. Che problema ci dovrebbe essere?- replica non staccando mai gli occhi dai fogli che ha davanti.

Mi appoggio con la mano alla scrivania.

-Non so. Da quando è tornato Koga mi eviti-

-Non ti evito Kagome, ma visto la piega che stanno prendendo gli eventi la mia presenza credo risulterebbe troppo ingombrante. In fondo ha ragione, non sono io il padre di Hina-

Ha un tono talmente impersonale, così diverso da quello dolce degli ultimi mesi

-Ma che stai dicendo? Ti sei occupato di noi per così tanto tempo!- replico con veemenza.

-Già. Ma adesso che tu hai deciso di dare una seconda chance a Koga non può proseguire tutto come prima. Io ti sono stato vicino nel tuo quotidiano perchè non c'era lui a seguirti, ma adesso che ha deciso di prendersi le sue responsabilità io posso tornare alla mia vita di sempre-

Mi sento morire.

-Mi stai dicendo che per te sono stata davvero un peso?- bisbiglio.

Lo osservo irrigidirsi un attimo -No. Assolutamente. Ma adessod è meglio che ogni tessera si incastri per bene nel puzzle. Lui è il tuo uomo. Io sono solo un amico-

 

 

Un amico.

Solo un amico.

E quel bacio allora...

Non ha significato davvero niente per lui?

Mentre io mi sento terribilmente vuota senza la sua presenza, per lui sono stata soltanto la sua occasione per fare della beneficienza?

 

-Allora kagome, sei pronta per questa cena?-

 

La voce di Sango mi riscuote dai miei pensieri

 

-Si, Sango. Credo che per il bene della bimba un incontro riappacificatore tutti insieme sia necessario-

 

Riappacificatore.

 

Kami, che mese di fuoco che è stato...

 

Sota ed il nonno non sono stati davvero entusiasti del ritorno di Koga, e nonostante in privato lo trattino di tutti i nomi, in sua presenza si limitano ad ignorarlo, perchè è èpur sempre il padre della loro nipotina.

 

E la mamma, da dolce e ottima madre qual'è, benchè non sia contenta di come stanno volgendo i fatti, fa buon viso a cattivo gioco.

 

-Capisco per cosa lo fai, tesoro. Vuoi tentare di ricreare un rapporto civile per il bene della piccola, lo comprendo-

 

Sango e Miroku sono stati ben chiari nel disapprovare qualsiasi tipo di approccio con Koga.

 

-Ka-chan, capisco perchè lo stai facendo. Vuoi che abbia comunque un rapporto con Hina. Ma lui vuole anche te, te ne rendi conto?-

 

Certo che me ne rendo conto, e non credo di volerne sapere niente.

Purtroppo però, anche Inuyasha sembra credere che io abbia intenzione di instaurare un nuovo rapporto di coppia con Koga.

 

-Fai come credi. La vita è tua, ed io non posso interferire. Ma non credo ti renderà felice-

-Inuyasha, lo faccio per Hina-

-Come credi-

 

Sospiro.

La cena di stasera vuol essere un tentativo per creare un rapporto sereno tra tutti noi.

Freddo, certo, ma sereno.

Non voglio che mia figlia nasca in un clima ostile.

Le persone per me più importanti devono instaurare un rapporto almeno decente con il padre che ha finalmente capito di volerla.

 

Con mio grande sollievo, Inuyasha ha accettato di partecipare.

 

-Se ci tieni così tanto-

 

Mi stringo nel pullover nero mentre con Sango e Miroku ci avviamo verso il ristorante che ho prenotato per la cena.

Nonostante l'inverno sia decisamente lontano, le serate sono fredde.

 

Sento la mano di Moroku appoggiarsi sulla mia spalla

 

-Coraggio, Kagome. Noi siamo tuoi amici, e ti vogliamo bene come una sorella. Cercheremo in ogni modo di rispettare le tue scelte e di capirle-

 

Sorrido a fatica, rincuorata dagli occhi luminosi di Miroku.

 

-Esatto, Kagome. Benchè tu sappia perfettamente cosa penso, ti appoggerò in ogni cosa, e ti starò accanto. Daltr'onde, non è questo quello che fanno gli amici?-

 

Già, gli amici.

Chissà se anche Inuyasha la pensa così.

 

Appena entrati nel locale, vedo subito Koga che si alza sorridente.

Indossa una camicia nera ed un paio di jeans chiari.

-Eccoti finalmente, amore. Non capisco perchè sei voluta venire con Sango e Miroku, ti sarei passato volentieri io a prendere- esclama facendomi spazio vicino a lui.

-Avevo da sbrigare delle faccende- replico sbrigativa.

Col cavolo che è vero.

È solo che tollero a malapena la sua presenza in spazi ristretti.

-Dunque, manca Inuyasha?-

-No, sono qui. Scusate il ritardo-

Sobbalzo, sentendo quella voce profonda, e come di consueto Hina si fa sentire tirandomi un calcio.

Mi alzo in piedi, e il respiro va via mentre i nostri occhi si incrociano.

Ha un maglione blu mare ed un paio di jeans scurissimi che gli sottolineano magnificamente la figura, gli occhi d'oro esaltati dal colore del maglione.

Istintivamente, gli poso una mano sul braccio.

-Ciao, Inuyasha-

Si irrigidisce appena, e velocemente prende posto a sedere, interrompendo il contatto.

 

Magnifico.

Non sopporta neanche che lo tocchi.

Lo osservo salutare Sango e Miroku, sorridere gentile alla cameriera che prende le ordinazioni...

Ed ignorarmi come se non fossi qui.

 

-Inuyasha, è un piacere averti qui. Spero che le nostre divergenze si siano appianate-

Sobbalzo, sentendo la voce di Koga.

Inuyasha posa i gomiti sul tavolo.

-Ovvio. Io non c'entro nulla nel vostro ménage familiare. Solo voi potete decidere, io mi limito ad assecondare-

Mentre Koga annuisce compiaciuto, io non posso fare a meno di inorridire.

Kami, che tono freddo e inespressivo che ha usato.

Come se invece della donna che ha avuto accanto per mesi stesse parlando di una conoscente.

 

-Dimmi, koga. Cosa hai fatto negli ultimi tempi?- interviene Sango, cercando di smorzare un po' i toni.

-Già. Dicci, Koga, dov'eri mentre la donna che dici di amare più di te stesso e che porta in grembo tuo figlio veniva lasciata sola a se stessa? Dai, raccontaci!-

 

Alzo la testa di scatto, giusto in tempo per leggere un odio smisurato nello sguardo di Inuyasha.

-Mi pare di averti già spiegato, Inuyasha, che è stato un momento di smarrimento. Quale uomo che ha amato anche per un solo giorno Kagome potrebbe riuscire a dimenticarla?- risponde Koga, sfiorandomi il viso con una carezza che io prontamente scanso.

-Già. Come..- sento bisbigliare ad Inuyasha.

-E comunque amore mio, adesso eccomi qui- conclude ignaro della frase appena sussurrata dall'uomo che gli siede di fronte.

Aggrotto le sopracciglia.

Amore mio, tesoro...

Quando mai è stato così melenso nei miei confronti?

-Ho intenzione di fare ammenda. Non posso correre il rischio di separarmi nuovamente da te. Per questo, con tutti voi presenti, voglio fare un annuncio-

 

Mi guarda, gli occhi vispi, mentre io ricambio con uno sguardo smarrito.

Lo vedo trafficare con la giacca per poi tirar fuori una scatola.

Mi si stringe lo stomaco.

Kami, vi prego, fate che sia solo un incubo...

Apre di scatto la scatolina, e sullo sfondo di velluto nero fa la sua comparsa un grosso anello di smeraldi e diamanti.

Cielo, che pacchiano...

 

-Amore mio, sarebbe per me la cosa più bella di questo mondo se tu, prima della nascita della nostra bambina, accettassi di diventare a tutti gli effetti mia. Vuoi essere mia moglie?-

 

Nessuno fiata.

Io sono troppo scioccata per rispondere.

Poi, dal nulla, ecco che si scatena l'Inferno.

Neanche fosse la scena di un film, vedo una mano colpire con forza la faccia di Koga, facendolo cadere a terra.

Mi alzo di scatto, mentre la gente intorno a noi bisbiglia.

 

-Razza di stronzo egoista! Come cazzo fai a chiederle una cosa del genere?!-

 

Inuyasha.

 

Afferra per il bavero Koga, rialzandolo da terra.

Ha il naso sanguinante, mentre afferra Inuyasha per la gola spingendolo con forza verso il tavolo.

-Como oso, eh? Oso perchè lei è MIA, ed è questa la conclusione naturale di un rapporto tra due che si amano-

 

Vedo inuyasha assottigliare gli occhi, per poi volarsi verso di me, che osservo la scena imbambolata.

Questa distrazione però gli costa cara, perchè Koga gli si avventa addosso facendolo cadere a ridosso del muro, dove le nocche cozzano prendendo a sanguinare.

-Razza di bastardo..- ringhia.

 

Koga inizia a ridere, pulendosi alla meglio il sangue dalle labbra.

-Ma bene, vedo che alla fine il nocciolo della questione è sempre quello. Caro Inuyasha, non ti hanno insegnato che le cose degli altri non si devono desiderare?-

 

Come colto da una furia sovrumana, Inuyasha si avventa nuovamente su Koga, colpendolo allo stomaco, mentre la gente intorno a noi si alza concitata.

 

-Inuyasha! Cazzo Inuyasha, calmati!- sento urlare a Miroku mentre cerca di separarli.

Con gli occhi sgranati, vedo la mano di Koga spingere e graffiare il viso di Inuyasha.

Finalmente le gambe si decidono a muoversi.

Mi slancio verso le spalle del mezzodemone, abbracciandolo con tutta la mia forza.

-Inuyasha ti prego, smettila...-

La mia voce è poco più di un sussurro, che lui sente perfettamente.

Si blocca, il braccio a mezz'aria pronto a colpire.

Lo sento allentare la tensione, mentre il cuore, il mio cuore, accellera i battiti per quella vicinanza.

-Certo. Tranquilla, non te lo tocco, il tuo Koga- bisbiglia.

Si alza piano, le nocche della mano destra che sanguinano come una fontana.

-Scusami tanto se ti ho rovinato la serata. Probabilmente non sono il bravo amico che credevi-

Ha uno sguardo così triste mentre mi dice quelle cose.

-Lasciate stare tutto. Pago io il conto ed i danni. Buonaserata a tutti-

Sono incapace di dire qualsiasi cosa, mentre lo guardo andare via.

Poi, un gemito sommesso mi arriva alle orecchie.

Guardo koga che cerca di rialzarsi, il viso gonfio come un pallone.

-Bastardo. Che fottuto bastardo- sputa, un tono di voce così cattivo che credo di avergli sentito usare raramente.

Mi riscuoto da quello stato di torpore, e prendo la mia decisione.

-Sango, Miroku, per favore, pensate voi a Koga. Io devo andare da lui- esclamo.

Vedo Sango annuire, mentre Koga mi guarda basito

-Ma Kagome...-

Alzo una mano per zittirlo.

-Per favore Koga. È importante-

Senza aspettare neanche la risposta, mi precipito fuori e fermo un taxi.

Inuyasha.

Devo vederlo.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Chiudo la portiera del taxi e lo ascolto sgommare via, mentre osservo l'entrata della casa di Inuyasha.

È stata costruita dai suoi avi, cinquecento anni fa, ed è circondata da uno splendido giardino curato nei minimi dettagli.

Con un sospiro, faccio scattare la serratura del cancello, camminando verso l'entrata.

Mi fermo davanti alla porta.

Con un altro sospiro, suono.

Sento i passi di Inuyasha avvicinarsi sempre di più

La porta si apre, facendomi sobbalzare.

Davanti a me, Inuyasha con una maglietta a maniche corte, uno sguardo decisamente stupito nel vedermi.

-Kagome...che diavolo ci fai qui?-

Gli occhi mi cadono sulla mano sanguinante, che afferro con tutta la delicatezza possibile.

-Ti sei fatto male-.

Razza di cretina.

È qui tutto quello che sai dire?

-Guarirà presto. Noi mezzidemoni siamo coriacei, lo sai...-

Trattengo ancora la sua mano, così forte, così calda..

-Non mi hai risposto. Perchè sei qui?-

Prendo fiato.

-Volevo parlarti. Inuyasha, perchè hai reagito in quel modo?-

Stizzito, toglie la mano.

-Perchè? C'è anche bisogno di chiederlo? Quel bellimbusto torna da te dopo mesi e mesi di latitanza, spavaldo come non mai, con la pretesa di recuperare con uno schiocco di dita il vostro rapporto? Kami Kagome, è una follia!- sbraita.

 

-Inuyasha, santi kami! Mi pare di averti già spiegato perchè lo faccio!-

 

Assottiglia gli occhi.

 

-E' uno stronzo egoista ed egocentrico, oltre che un immaturo. Hai già una figlia a cui badare, non ti serve un altro poppante-

 

Mi porto le mani alla testa in un gesto diosperato.

 

-Capisco tutto, hai ragione su tutta la linea, ma è per il bene di Hina! Non posso privarla di suo padre!-

 

-Che cazzate stai sparando?! Cosa ci può essere di buono per lei se sposi quel coglione?!- sbraita in risposta

 

-Non sparo cazzate! Non so se lo sposerò, anzi non credo proprio, ma devo cercare di costruire un rapporto con lui! È il padre di Hina, non posso tagliarlo fuori!- urlo, il cuore che batte a duemila nel petto.

 

Lo sento ringhiare, mentre si passa agitato una mano trai capelli, con le nocche che continuano a sanguinare macchiandogli la maglia.

 

-E che cosa farai, sentiamo?! Farai finta di volergli ancora bene dopo tutto il male che ti ha fatto? Ti farai baciare come nulla fosse, dormirai con lui senza problemi, felice di svegliarti con lui accanto, eh? È questo quello che farai? Rispondimi dannazione!- urla con tutto il fiato che ha in gola mentre mi afferra le braccia per strattonarmi

 

Stringo forte i pugni sulla sua maglia, frustrata -Non lo so Inuyasha! Non so più niente! E tu invece... invece di capirmi, di aiutarmi in questo momento difficile, spiegami perchè ti comporti così'? Che cosa vuoi, eh? Cosa ti aspetti che faccia?!-

 

Lo vedo incupirsi, gli occhi che si fanno più scuri -Cosa voglio, dici? Bene, forse è arrivato il momento di mostrartelo...- ringhia, la voce roca e bassa, mentre mi spinge col suo corpo contro la parete per poi afferrarmi il mento con le dita.

 

-Inuyasha, smettila! Per favore, mi fai...-

 

Spalanco gli occhi. Azzera la distanza tra noi, baciandomi con una foga che non credevo possibile.

 

Automaticamente chiudo le palprebre, mentre lascio che la sua lingua si faccia spazio tra le mie labbra.

 

Un languore meraviglioso si fa strada dallo stomaco a tutto il corpo, mentre gli poso le mani sul collo e lascio che mi stringa a se, le sue dita che corrono sul mio corpo senza sosta.

 

Sospiro nella sua bocca, deliziandomi del suo buonissimo sapore, un sapore fresco e al contempo così speziato tanto da ricordarmi la cannella, mentre lascio che tutte le sensazioni degli ultimi mesi vengano lasciate libere di fluire in quel bacio.

 

Con un gemito affondo le mani nei suoi capelli, mentre lo sento mordicchiarmi le labbra, per poi lasciare una scia di baci sulla mandibola e sul collo, ed infine impossessarsi nuovamente della mia bocca che lo accoglie senza remore.

 

Lo stringo sul mio corpo, fremente, e giurerei di sentirmi morire quando con movimento troppo repentino e deciso si stacca da me.

 

-Ecco, Kagome...- sussurra ansimante, mentre mi incatena con gli occhi, di un oro così liquido e profondo da lasciarmi, se possibile, ancor più senza fiato -Ecco quello che voglio da te. Vuoi darmelo?-.

 

Senza fiato, mi lascio andare contro la parete, posandomi una mano sul petto.

Passo la lingua sulle labbra, sollevata di sentirvi ancora il suo sapore.

 

-Kagome...-

 

Allunga una mano verso di me.

 

Ho paura.

 

Ho troppa paura.

 

-Inuyasha... non è il momento- sussurro.

 

Riabbassa la mano, lento, mentre mi guarda ancora, i suoi bellissimi occhi così...

 

Tristi?

 

-Che cazzo significa che non è il momento?!-

 

Sospiro -Io...io credo che tu faccia così perchè...ecco, perchè ti sei legato a noi. Ad Hina, alla situazione, a tutto...ma non...- prendo ancora fiato -ma non credo tu voglia davvero questo. Fino ad ora non era mai successo niente, e adesso.... no, faresti un errore troppo grande Inuyasha-

 

Ed io non potrei sopportarlo.

 

Non potrei sopportare di perderlo.

 

Ringhia, forte come un mese fa quando Koga è tornato.

 

Balza verso di me, stringendomi forte a se mentre affonda il viso nei miei capelli.

Riesco a sentire il battito del suo cuore attraverso la maglia sottile.

 

Infine, bruscamente mi allontana da se.

 

Ha gli occhi freddi, taglienti come una lama.

 

-Al diavolo. Vai al diavolo Kagome. Andate al diavolo, tu e quel bastardo di Koga-

 

Reprimo a fatica un singhiozzo, mentre lo vedo guardarmi con rabbia.

 

-Inuyasha, io non voglio...-

 

-Ho capito perfettamente. E non me ne frega niente. Sei stata sufficientemente chiara. Non posso competere di certo con chi ti ha dato un figlio. Ma sappi che non basta metterli al mondo, i figli, per considerarsi padri. Che razza di idiota sono stato. Aveva ragione Kikyo- termina sprezzante.

 

Abbasso la testa, le lacrime che pungono per uscire.

 

Quanto vorrei dirgli che si sbaglia.

 

Quanto vorrei mi baciasse ancora.

 

Ma non posso, non così, non senza avere la certezza dei suoi sentimenti.

 

Perchè io non potrei sopportare di averlo per poi perderlo...

 

-Avanti, Kagome. Il tuo amato si starà chiedendo che fine hai fatto. Chissà, magari potrebbe pensare che dopo tutti questi mesi siamo diventati amanti, e che adesso magari sei troppo imepegnata a scopare con me per tornare da lui. Corri, avanti, non vorrai rischiare di essere lasciata di nuovo, no?-

 

-Io non sto con lui...- bisbiglio.

 

Io non lo amo..

 

-VATTENE!- grida.

 

A testa bassa, inizio a muovere qualche passo verso la strada.

 

La porta si chiude con un tonfo alle mie spalle.

 

Singhiozzo.

 

Mi appoggio al muro che circonda il giardino, e finalmente mi permetto di piangere.

 

Piango, perchè non posso far finta che Inuyasha non sia nulla per me.

Piango, perchè dopo questa sera niente sarà più lo stesso.

 

Piango, piango, piango...

 

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Capitolo 7
*** Ottobre ***


Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.

Montale

 

 

 

-Tesoro...per favore, cerca di mandar giù almeno un altro boccone di riso...-

-No, mamma. Finirei soltanto per rimettere tutto. Adesso scusami, ma vorrei fare due passi-

 

Con un sospiro, la guardo allontanarsi verso il Goshimboku.

Si stringe nel cardigan di lana, e non appena si volta lo sguardo mi cade inevitabilmente sulle borse sotto gli occhi che incupiscono terribilmente quelle pupille chiare.

Sospiro ancora, guardando la ciotola di riso quasi intatta.

Mangia pochissimo, ed anche la dottoressa è preoccupata.

 

-La bimba sta bene, ma tu Kagome... i tuoi esami che erano sempre perfetti sono completamente sballati. Sei carente di ferro, la pressione è bassa, e hai anche perso peso. Non va bene-

-Ha ragione dottoressa. Cercherò di sforzarmi-

-Io non so proprio cosa fare. Ti ho perfino portato dei piatti cucinati dalla nostra cuoca, ma tu non ne vuoi sapere-

-Ti ringrazio Koga, ma non ho mai fame-

-Povera la mia futura moglie. Ma non è che ti manca il contatto con un uomo?-

-Kami Koga, non mi sembra il momento..-

-Concordo. Deve sapere, signor Yoro, che i rapporti sessuali sono altamente sconsigliati in questo momento della gravidanza-

-Io credo invece che lei si un'incompetente-

-Adesso basta Koga. La dottoressa ha ragione, e vorrei che la piantassi di fare questi discorsi imbecilli, e vorrei anche che la smettessi di chiamarmi "futura moglie"-

 

Kami, se fosse dipeso da me l'avrei distrutto a pedate.

E la dottoressa Kitano mi avrebbe anche dato una mano, sono convinta.

Mia figlia mi preoccupa.

Ho dovuto chiedere aiuto a Sango per capire.

E quando mi ha raccontato della lite tra Kagome ed Inuyasha dopo la scena del ristorante, ho capito tutto.

Mia figlia soffre terribilmente.

Si sente persa, è distrutta.

E non ci vuole molto a capire perchè.

La osservo dalla porta, mentre si passa una mano tra i capelli.

È più di un mese che non la vedo sorridere raggiante come suo solito.

Inuyasha, da quel che so, ha messo un muro tra di loro.

Ha spostato Kagome in un altro ufficio, per lavorare comunicano tramite mail e si informa attraverso Sango e Miroku sulla salute della bambina.

Tutto, pur di non avere a che fare con lei.

Scuoto la testa.

È da quando conosco quel ragazzo, che ho capito che amava la mia bambina di un amore così puro e così forte da lasciare senza fiato.

E mia figlia, così idealista e così fedele a certi ideali, non ha voluto vedere che la sua relazione con Koga era finita da tempo.

Sorrido.

Quante volte ho spiato di nascosto Inuyasha che guardava con occhi languidi Kagome mentre questa parlava e rideva con qualcuno.

Quante volte l'ho sentito prenderla in giro per dei difetti fisici inesistenti, per poi sorridere dolcemente quando lei si voltava infastidita.

E gli occhi con cui guardava la pancia di Kagome.

Una volta gli è pure sfuggito, parlando della mia nipotina, "mia figlia"

Innamorato.

Un uomo che si è preso cura di lei dal primo istante, e che si è sentito messo da parte quando è tornato il padre biologico.

Un uomo innamorato che però non ha avuto il coraggio di esprimersi completamente.

Ed una ragazza innamorata a sua volta, ma troppo impaurita e confusa per dichiararlo a chiare lettere.

Afferro la tazza di the caldo che ho riempito in precedenza, e mi avvio verso il Goshimboku.

-Cara, ecco. Prendi qualche sorso di the, così ti scaldi. Non senti il vento che soffia?-

Quelle preziose gemme blu si girano di scatto verso di me.

Assottiglio le labbra.

La pelle solitamente rosata ha assunto un colorito troppo pallido.

Accenna un sorriso.

-Grazie mamma, mi ci voleva proprio-

Sorrido sollevata, mentre prendo posto accanto a lei, posandole un un braccio sulle spalle per attirarla a me e posarle un bacio sulla testa come quando era piccola.

Sospiro.

Vederla così mi distrugge.

Devo fare qualcosa.

-Quando ha detto che passava, Koga?-

-Dopo le sette. Grazie ai Kami abbiamo ancora tutto il pomeriggio da passare insieme-

Storgo la bocca.

Quell'arpia della madre di Koga non le da tregua.

E cosa mangi, mangi poco/mangi troppo, sei ingrassata, hai la pelle secca, e porta l'anello che ti ha regalato mio figlio, e uscite per farvi vedere insieme...

Aaaaaaarrrgh...

Quanti insulti mi stanno salendo su per la gola...

Scuoto la testa, decisa ad affrontare l'argomento di petto.

Per il bene di tutti, e della mia nipotina in primis, devo fare qualcosa.

Non importa se sarò troppo violenta.

-Tesoro mio...quant'è che non senti Inuyasha?-

La sento irrigidirsi.

-Da tanto. Non mi chiama mai-

Ha la voce incrinata da un pianto represso.

-Hai provato a chiamarlo tu?-

Ride, una risata amara.

-E' stato molto chiaro nel dirmi di stargli lontano-

-Non mi pare abbia detto proprio così- mi lascio sfuggire.

Si allontana di scatto da me, gli occhi sgranati.

-E tu come fai a saperlo?-.

Ormai mi conviene vuotare il sacco -Me lo ha detto Sango. Visto che tu ti ostinavi a rinchiuderti nel silenzio più totale, sono stata costretta ad informarmi altrove. Kami, tesoro, sei triste come una che va al patibolo. La gravidanza rende belle anche le racchie, che si illuminano dalla gioia, mentre tu sei sempre triste... e quindi ho deciso di chiedere a Sango, che mi ha detto tutto-

Sospira.

-Allora se ti ha detto tutto, capisci da sola perchè non lo chiamo e né lui chiama me-

Aggrotto le sopracciglia.

-A dir la verità, è questo quello che mi sfugge-

Osservo le dita stringersi attorno alla tazza.

-Non voglio essere il caso umano di nessuno, mamma- bisbiglia.

-E cosa ti farebbe credere di essere un caso umano per lui?-

-Stai scherzando, mamma? Mi sembra chiaro, no? Uno che si allontana subito non appena entra in scena il legittimo padre di Hina, che tra parentesi cerco di tollerare solo ed esclusivamente per il suo bene, uno che sfugge al confronto, uno che mi tratta con freddezza e che poi se ne esce fuori all'ultimo con quel comportamento... ecco, cosa dovrei pensare?-

Ah, basta.

Sarà anche intelligente, ma ora mi sembra un tantino indietro.

-Forse che è innamorato?-

La osservo socchiudere la bocca, mentre le dita iniziano a tremare.

-Ma cosa dici, mamma?-

Alzo gli occhi al cielo.

Forse è meglio cambiare tattica.

-Bene, riformulo. Tu sei innamorata di lui?-

Silenzio.

La vedo stringersi addosso il cardigan.

-Si-

Bisbiglia.

Sto per partire in quarta per sottolineare l'ammissione, quando una smorfia sul suo viso mi interrompe.

-Ahia..-

-Che c'è tesoro?-

-Niente, niente.... è solo Hina che ha dato un calcio più forte del solito-

Sorrido -Chissà. Forse voleva dirti "brava, mamma, ci sei arrivata finalmente!-

Non sembra cogliere l'humor...

-Già. Ironia della sorte, doveva ritornare ricciolone anni settanta, come lo chiama nonno, per capirlo-

Inarco un sopracciglio.

-E dunque cosa fai ancora qui a logorarti?-

Mi guarda come se avessi detto che una navicella aliena è appena atterrata in giardino.

-Mamma, che stai dicendo?! E rischiare così di rovinare anche il salvabile?! No, non se ne parla nemmeno... quando gli sarà passata questa fase tornerà tutto come prima. Forse quando nascerà Hina... non so...-

-e tu che cosa avresti intenzione di fare in questo arco di tempo?-

Kami, con quell'imbecille che la assilla per portarla all'altare, la suocera scema come un tacchino, ed un suocero che si sta per lanciare in politica e vuole tutto perfetto ce n'è abbastanza per uno sterminio collettivo ed un esaurimento nervoso.

-Non lo so, mamma. Davvero. Adesso ho solo bisogno di stare tranquilla. Anzi, vado a fare compagnia al nonno. La soap opera sui samurai dovrebbe iniziare a breve-

Trattengo a fatica un moto di stizza, mentre la guardo entrare in casa.

Ma di certo non posso prenderla per un orecchio e portarla a casa di Inuyasha.

-Aaaah.. bambina mia, quanto sei cieca...cieca e testarda-

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

-Sei un testone, Inuyasha. Già che c'eri potevi dirglelo a chiare lettere che l'ami, no?-

 

Ma quanto sarete bravi a parlare tutti, eh?

 

-Sesshomaru ha ragione. Magari ha solo bisogno di capire per bene cosa provi per lei. Insomma, ha risposto al tuo bacio in fondo, no?-

 

Reprimo a fatica un gemito quando Rin accenna a quel momento.

Kami, credevo che non sarei riuscito a staccarmi da lei.

Non credevo che assaporare quelle labbra sottili sarebbe stato così.

Il suo sapore è così simile al profumo della sua pelle.

Miele, miele puro.

Quel seno morbido premuto addosso.

Quei corti capelli di seta.

Quegli occhi blu come le acque più profonde dell'oceano che mi fissano, così languidi e sensuali...

Ho dovuto fare uno sforzo sovrumano per staccarmi da lei.

 

-Non diciamo stronzate. Lei vuole stare con koga, punto. Altrimenti non si spiegherebbe tutta questa mania, tutta questa frenesia che ha nel voler mantenere un contatto con lui-

 

-Cielo, Inuyasha! Non ti è saltato in testa che forse lo fa davvero per il bene della bimba?!-

 

Assottiglio gli occhi -No. Dovevi vederla, come mi si è buttata addosso per impedermi di spaccare di botte quel bastardo. Lo ama. Vuole lui. Punto. E prima me la toglierò dalla testa, meglio sarà-

 

Fosse facile.

Sono anni che cerco di farmi passare quello che sento per lei.

E, dannazione, questa volta ci avevo sperato.

Avevo sperato che avrebbe capito che l'amavo.

Avevo sperato che avesse sentito quel bacio rubato quella notte.

Avevo sperato che capisse la frenesia, la tensione, la voglia che nutrivo per lei.

Avevo sperato che si accorgesse di me.

Ma niente.

Ed io ho finito con  l'amarla ancora di più.

I suoi sorrisi, il suo disordine, la mania che ha di cantare sotto la doccia, la sua insana passione per quelle orrende e malfatte fiction sul medioevo.

Mi sono abituato a tutto questo.

A sentire il suo profumo prima di chiudere gli occhi la sera per addormentarmi.

A vederla sorridente al mattino.

A sentirla brontolare per l'assenza del soffritto nella salsa di pomodoro.

E mi sono abituato a sentirla stretta a me.

A sentirla vicino a me.

Kami...

Mi è entrata, se possibile, ancora più nel sangue.

 

-E va bene, fai come credi. Noi andiamo, si è fatto tardi. Ci vediamo domattina-.

Annuisco, mentre mio fratello e mia cognata si infilano i cappotti per tornarsene a casa.

Appena sento chiudere la porta, mi alzo per mettere un pezzo di legno nel fuoco.

 

Mentre osservo le fiamme, non posso fare a meno di pensare al dolore che mi fa lo stare lontano da lei.

La guardo da lontano, e chiedo di lei a Sango.

Mi fa male, e credo che anche lei a modo suo soffra, ma devo pur sopravvivere.

Devo levarmela dalla testa.

Devo spesso fare violenza su me stesso per non correrle incontro, quando il suo dolce sentore mi arriva alle narici quando entra in ufficio.

Devo fare violenza su me stesso quando vorrei correre da lei per chiederle come sta, per chiederle come mai è così triste e spenta nell'ultimo mese.

Ma dopo quello che è successo, un taglio netto è la soluzione migliore.

Non posso passare la vita a dannarmi l'anima.

Non potrò mai averla.

 

Il suono del campanello mi distoglie da quesi pensieri.

Le dieci e mezza.

Mentre mi avvio verso la porta, non posso fare a meno di pensare che un mese fa, più o meno a quest'ora, ho baciato Kagome.

Mi si stringe lo stomaco, pensando a quel corpo caldo e morbido premuto contro di me, le dita lunghe strette ai miei capelli, la bocca calda e dolce che mi accoglie senza remore, le labbra gonfie per i miei baci così dannatamente eccitanti.

Scuoto la testa, mentre apro.

-Kikyo...-

-Ciao Inu. Mi fai entrare?-

Mi osserva sorridente, i lunghi capelli acconciati in mille ricci sapientemente scomposti, il corpo fasciato in un corto vestito rosso.

-Prego- la invito ad entrare.

-Grazie-

I tacchi ticchettano sul pavimento di legno.

Si ferma davanti al camino, buttando borsa e giacca sul divano.

Si volta verso di me, le labbra rosse come il vestito piegate in un sorriso.

Incrocia le braccia.

-Che ti avevo detto, Inu? Non appena fosse tornato Koga, la tua dolce bambina avrebbe fatto retro-front-

Assottiglio gli occhi.

-Sei venuta qua per dirmi questo?-

Scoppia in una risata bassa e vagamente canzonatoria.

-Certo che no. Negli ultimi tempi ti ho visto un po' teso e sciupato, ed ho pensato che sarebbe stato carino correre in tuo aiuto. Dimmi, ricordi la proposta che ti ho fatto mesi fa?-

 

 

-Quando tornerà Koga finirai messo in un angolo. Ogni premura, ogni sforzo, sacrificio, verranno accantonati. Perchè non sei tu il padre del bambino, ed ogni donna con un po' di coscienza tornerebbe col vero padre del proprio figlio. Quando Kagome tornerà con Koga ti ritroverai con un pugno di mosche, solo, senza nessuno. Io potrei renderti quel momento meno amaro. Pensaci, Inuyasha-

 

-Ricordo- ammetto.

Sorride ancora, passandosi una mano trai lunghi capelli.

Si mette di fronte a me, e porta le mani a giocherellare distrattamente con un bottone della mia camicia.

-Sai, in fondo, non mi dispiace che Koga sia tornato. Così adesso puoi essere nuovamente mio...- sussurra.

-Forse. Ma ti userei e basta probabilmente- rispondo onestamente.

 

Ci ho provato davvero, a stare con lei.

Ma Kagome era fissa nei miei pensieri..

 

Sorride.

-Oh, ma io posso correre questo rischio. So perfettamente che non provi nulla per me se non della semplice attrazione fisica. E a me va bene. E poi, chissà... forse col tempo potresti imparare a volermi bene davvero. Per adesso possiamo comunque accontentarci e godere l'uno dell'altro-

 

Si allontana da me, tornando davanti al camino.

 

Con movimenti esperti, fa scorrere la zip del vestito, per poi iniziare a farlo scendere, e rivelare un seno piccolo e sodo, una vita sottile e delle gambe fini come steli di fiore.

Con la stessa lentezza sfila anche gli slip di pizzo nero, che getta in un angolo.

Mentre si passa una mano tra gli scuri e lucenti capelli, il suo profumo di rosa, estremamente femminile, mi arriva alle narici.

 

Ma non è miele

 

Sensuale come un felino, mi si avvicina.

Le dita dalla pelle dorata iniziano a slacciarmi la camicia, che mi sfila subito dopo.

Leggera come una piuma, la sua lingua accarezza il mio collo, e le mani scendono tentatrici alla zip dei jeans.

Alza lo sguardo, dello stesso colore del caffè, su di me.

Occhi brillanti, sensuali, dal colore caldo.

 

Ma non sono blu come l'oceano

 

-Lasciati andare...- sussurra al mio orecchio, il seno premuto contro il mio petto.

 

Al diavolo quel profumo di miele, al diavolo quella voce cristallina, al diavolo quegli occhi profondi come gli abissi..

 

Con forza mi impossesso di quelle labbra piene, mentre le mani inizano a toccarla fino a strapparle un gemito.

La faccio stendere sul pavimento, i capelli neri aperti a ventaglio, staccandomi giusto il tempo per spogliarmi.

Con la bocca scendo sul collo, mordendo e leccando veloce quella pelle profumata.

La bacio ancora, mentre il suo sapore di fragola mi riempie la bocca.

 

Ma non sa di latte e miele

 

Mi infastidiscono.

I miei stessi pensieri mi infastidiscono.

Furioso con me stesso, entro in lei con un sola, violenta spinta, le mani che le stringono rudemente i fianchi, i suoi gemiti che mi riusuonano nelle orecchie.

Incurante di ogni cosa, cerco di perdermi nel suo calore, nelle sue unghie che mi graffiano la schiena, nelle sue gambe che mi stringono frenetiche.

Ma non appena l'orgasmo arriva, non posso fare a meno di vedere il volto dell'unica donna che vorrei qui in questo momento.

 

Ansimante, crollo su di lei, il corpo scosso dai fremiti.

 

-E' così bello...- sussurra sul mio collo, mentre le dita corrono sulla mia schiena.

 

Mi mordo con forza le labbra fino a farle sanguinare.

 

La osservo.

Ha gli occhi languidi, la pelle dorata, lunghissimi e serici capelli, una voce bassa e sensuale.

Ma, dannazione, io voglio altro...

Voglio toccare una pelle rosata, incrociare occhi blu come un cielo stellato, sentire una voce cristallina declinata in sospiri e gemiti, essere avvolto da un dolce aroma di miele e fiori bianchi.

 

Mi costringo a sorriderle, mentre le passo un cuscino.

Altrettanto sorridente, si accoccola sul mio petto, le punte scure dei seni illuminate dal riverebero delle fiamme del camino.

La mano dalle lunghe unghie vermiglie mi accarezza leggera, le labbra piene che mi solleticano le labbra.

 

-Pronto per un secondo round?- bisbiglia sulla mia bocca.

 

Quella bocca sottile e eccezionalmente dolce che mi si abbandona contro.

 

Al diavolo..

 

-Perchè no? La notte è lunga-

 

Sorride maliziosa.

 

-Te lo avevevo detto che ti avrei reso tutto meno amaro...-

 

La afferro di malagrazia per la nuca, baciandola rudemente, mentre la porto con una spinta sotto di me.

 

Geme soddisfatta, le mani strette spasmodicamente sulle mie spalle, mentre le percorro il corpo con le mani e con la bocca.

 

E mentre affondo dentro di lei, lo giuro a me stesso:

 

La dimenticherò...

Allora... la storia, per quanto me ne dispiaccia, sta volgendo al termine UU.

Ma guarda chi abbiamo qui... una Kikyo estremamente audace e temeraria, che sa decisamente qualli corde toccare per il proprio tornaconto.

Ma chi non lo farebbe al posto suo?! XD

So di essere mostruosamente indietro con le risposte alle vostre apprezzatissime recensioni, ma è un peridodo un po' intenso, ed il tempo è quello che è. Sappiate che appena riuscirò a ritagliarmi un po' di spazio per me, risponderò a tutti!

Nel frattempo vi ringrazio immensamente!

Alla prossima!!

 

 

 

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Capitolo 8
*** Novembre ***


C'è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato per quanta emozione provi.
Quel posto è tra le tue braccia
A. Merini.

 


Kami, che frustrazione.

Stizzita, lascio cadere la matita sulla scrivania, mentre il chiacchericcio delle mie colleghe arriva alle mie orecchie come un suono scomposto senza senso.

Mi lascio andare con le spalle allo schienale, e allungo le gambe.

Come se avvertisse il mio stato d'animo, Hina si fa sentire con un calcio.

-Dai tesoro...- mormoro passando leggera la mano sulla pancia.

-Insomma Kagome, ci siamo quasi eh?-

Alzo gli occhi sulla mia collega, una ragazza giovanissima dal sorriso smagliante ed i capelli a caschetto.

Le sorrido in risposta -Eh già. Il parto è previsto intorno al venti dicembre-

Annuisce -Che meraviglia!! Ma hai intenzione di lavorare fino a quel momento?-

Alzo le spalle. Il lavoro rappresenta al momento l'unico svago che mi è concesso, l'unica valvola di sfogo in questo turbine di avvenimenti, ma per il benessere della bimba mi toccherà smettere...

-No, da domani resto a casa. Oggi è l'ultimo giorno. La dottoressa mi ha consigliato un po' di riposo in attesa del parto. Anche se un po' mi dispiace. Mi mancherete!-

-Che dolce che sei Kagome! Adesso sarà meglio che la smetta di ciarlare, che qui sennò non si finisce mai di lavorare! Allora auguri per il momento! Tanto poi ti verremo a trovare non appena la piccola deciderà di vedere in faccia il mondo!!- mi fa, un sorrisone sincero a condire le parole.

-Sarai la benvenuta!-  le rispondo abbracciandola.

La osservo rimettersi a lavoro con entusiasmo, mentre io ho voglia soltanto di arrivare a casa e stendermi.
Stasera sono invitata a cena dai genitori di Koga, e già rabbrividisco a quello che mi toccherà passare...

Almeno per un'ora potrò starmene beatamente straiata sul divano con una buona tazza di the...

Decido di alzarmi per andare a prendermi un the alle macchinette, per ingannare gli ultimi minuti che mi separano dall'uscita.

Grazie al cielo sono quasi le sei e mezza, e almeno l'ultimo giorno è passato senza incrociare nessuno di indesiderato..

Sorrido iricamente mentre infilo qualche spicciolo nel distributore.

Mentre osservo il thè riempire il bicchierino di plastica, non posso fare a meno di provare un brivido pensando alla mia situazione.

Mi passo le mani sulla faccia.

Koga mi sta sfinendo.

Devo spesso alzare la voce per fargli capire di mantenere le distanze.

Kami, ogni occasione è buona per cercare di abbracciarmi, toccarmi, baciarmi.

Non serve che gli ripeta ogni volta che non lo sposerò e che avremo dei rapporti inerenti alla piccola e basta.

Kami, non ha voluto neanche che gli restituissi l'anello....

Sarà.

Con un sospiro, butto il bicchierino nel cestino.

Involontariamente, alzo gli occhi sulle grandi finestre che separano l'area relax dagli uffici dei dirigenti.

Mi si gela il sangue nelle vene.

La mia felicità nel terminare la giornata senza visioni sgradevoli svanisce...

Kikyo è seduta sulla scrivania. Inuyasha è in piedi, una mano a sistemarle i lunghi capelli mentre ride come un matto a qualcosa che lei deve aver appena detto.

In risposta, lei gli si avvicina sorridente, e posa le labbra su quelle di lui, che èm ben lungi dallo scansarsi.

Mi si stringe lo stomaco, mentre le lacrime pungono per uscire.

Come previsto, tutti i grandi sentimenti di Inuyasha non erano che stronzate.

La dolcezza, gli sguardi, le attenzioni, i sorrisi.

Ma vaffanculo.

E quel bacio così... così'....

Oddio, mi tremano ancora le gambe se ci penso.

Non ci ho dormito la notte.

La stretta di quelle braccia, il calore di quelle labbra, la delicatezza di quelle carezze...

Non ho mai provato niente del genere.

Sarebbe stato così semplice dirgli di si, arrendermi a quel meraviglioso vortice di sensazioni...

Ma fortunatamente, ho resistito.

Si vede, quanto gliene importa di me.

Non mi ha più cercato da quella dannatissima sera: non una chiamata, non un messaggio, una mail. Nulla.

Mi ha persino spostato di ufficio, mettendomi dalla parte opposta dello stabile, in modo da non incrociarci mai.

Quelle rarissime volte in cui ci vediamo, ha uno sguardo impenetrabile, e non mi saluta nemmeno.

Sono mesi che non sento la sua voce.

E ovviamente, mentre lui giocava a fare il sentimentale, io ci sono cascata come un'allocca e mi sono innamorata di lui come una scema.

Fanculo.

Vaffanculo.

Ma Kami, non ho intenzione di soffrire per lui un secondo di più.

Ho già iniziato ad inviare dei curriculum, e conto di aver già trovato un impiego non appena la maternità sarà finita.

E, cavolo, soffro più di quando quel coglione di Koga se ne è andato.

Al diavolo tutti.

Mentre ho ancora gli occhi fissi su quella scena nauseabonda, due lacrime sfuggono impertinenti al mio controllo.

Neanche ne avesse fiutato l'odore, Inuyasha si volta di scatto verso di me, occhi negli occhi attraverso il vetro, facendomi sobbalzare.

Senza pensarci un attimo, me precipito nel mio ufficio, afferro in fretta piumino e borsa e mi avvio a passo spedito verso l'uscita.

Sono quasi riuscita a raggiungere la porta, che una mano mi afferra la spalla.

-Si può sapere che diavolo ti prende?-

Benchè il tono viri sull'arrabbiato, non posso fare a meno di provare un brivido, dopo questi mesi di silenzio.

La voce è sempre così maledettamente calda e bassa...

-Niente. Vorrei solo andare a casa, se possibile- replico, il tono altrettanto freddo, mentre cerco di divincolarmi dalla sua presa.

Osservo gli occhi, meravigliosi come li ricordavo, incupirsi.

Per nulla colpito dal mio tono di voce, porta anche l'altra mano ad afferrarmi il braccio.

-Menti- ringhia.

Agrotto la fronte, mentre stringo così tanto le labbra che, sono sicura, sono diventate bianche.

-Ah beh, dopo tutti questi giorni di silenzio stampa mi sembra un po' azzardato da parte tua arrivare e chiedermi che cosa c'è neanche fosse una cosa normale-

Accentua la presa -Probabile. Ma non sono abituato a vederti piangere-

Cosa?

Ho sentito bene?

Che testa di...

-Davvero? Ma che tenero che sei! Se ci tieni davvero a saperlo, stavo solo pensando che è proprio un destino gramo, il mio. Prima abbandonata dal padre di mia figlia, poi dal mio migliore amico che durante l'ultima, disarmante conversazione che abbiamo avuto, si mostrava così ben disposto nei miei confronti...-

Ringhia ancora -E adesso che cazzo vorresti dire con questo?-

Con uno strattone riesco a liberarmi dalla sua presa -Cosa voglio dire? Voglio dire che tutti i meravigliosi buoni propositi che avevi nei miei confronti mi paiono essere stati largamente sostituiti da Kikyo!-

Lo vedo stringere i pugni e socchiudere gli occhi, un atteggiamento tipico di quando è in collera.

Ma io, che sono altrettanto incazzata, non demordo -E sai cosa? Koga è stato un'ottima scuola! Mi ha fatto un corso accellerato per riconoscere gli stronzi bugiardi!- sbraito, un nodo di dolore, rabbia e frustrazione all'altezza del petto.

Con un ringhio ancora più forte del precedente, Inuyasha scatta verso di me afferrandomi nuovamente per le braccia, il viso a pochi millimetri dal mio.

-Non azzardarti a paragonarmi a lui!-

-Ah si? Ma se con il tuo comportamento non fai altro che ricordarmelo!-

-Stronzate!-

-E invece si! E comunque non importa! Per quanto riguarda Kikyo hai la mia benedizione!- urlo inferocita.

-Tu non hai capito un accidente!!- sbaita di rimando

-E non urlare! Sai che c'è? C'è che ho fatto bene a non lasciarmi convincere dalle tue parole! Non sono il tuo caso umano, e non voglio la tua pietà!-

-Tu credi veramente che la mia sia pietà?! Sei cieca, ragazza?-

Se pensa di farmi cambiare idea sgranando gli occhioni e finegendo incredulità si sbaglia di grosso..

-Ma certo! E come potremmo chiamarla, sennò? Tu non mi ami! Altrimenti non mi avresti mai allontanata, evitata! E sopratutto adesso non saresti li a ridere con Kikyo! È più di un mese che giocate a fare i piccioncini innamorati! E non ti preoccupare, ti ripeto che hai la mia benedizione!-

-Accidenti a te Kagome!-

Mi lascia andare di botto, e resta a fissarmi per qualche secondo interminabile.

Grazie ai Kami nessuno ha assistito alla nostra sfuriata.

Che poi, lo sa solo lui perchè continua a fingere.

Mi deve aver preso davvero per una scema.

Dopo un silenzio fin troppo carico di tensione, bisbiglia: -Stai saltando a delle conclusioni affrettate Kagome-

Sorrido amaramente, sistemandomi la borsa sulla spalla -Non credo. Sono incinta, non rimbecillita-

Sospira stancamente -Se ti ho evitata in tutto questo tempo, è per un buon motivo. Quando riuscirai a capire e a pensare lucidamente, potremo parlarne da persone civili-

Arriccio il naso -Non credo che ne avremo l'occasione. Addio, Inuyasha-

Devo impedirmi con la forza di fiondarmi su di lui, non appena i nostri occhi si incrociano.

Kami, mi sembra così...

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-Sincero! Cielo Kagome, come puoi essere così scema, eh?!-

Abbasso istintivamente la testa, non appena la voce già squillante di Sango si alza di parecchi decibel.

Appena rientrata, l'ho trovata sulla porta di casa, una confezione di Takoyaki appena fatti in mano e il solito caldo sorriso sulle labbra.

Sorriso che si è spento quasi subito non appena ha notato la mia faccia da funerale.

Ed eccola li, dopo essersi sorbita il mio racconto sugli ultimi avvenimenti, con la coda di cavallo scarmigliata dal troppo essersi passata le mani trai capelli, le gote rosse e la tazza di thè del servito buono che rischia di spezzarsi tra le sue mani contratte.

-Cielo Kagome! Ma quanto ancora ti vi vorrà per capire che quel ragazzo ti ama?! T-i a-m-a!-

-Oh, certo! È così innamorato che si sollazza con quella li!-

Sbatte la testa sul tavolo -Kami. Benedetta ragazza. Ma come fai a non arrivarci?! Il massaggio, le occhiatine, i baci notturni, le confessioni quando crede che tu non senta, l'odio radicato verso Koga! La sua costante presenza, le sue mille attenzioni.. Cielo Kagome! Ti ha perfino sbattuta al muro e baciata come un assetato!! di cos'altro hai bisogno per capire ciò che è evidente agli occhi di tutti?!-

-E allora perchè mi evita?! Perchè non mi capisce e si incazza con me per Koga?!-

Alza gli occhi al cielo -Kami, la strozzo... forse perchè è geloso!? Forse perchè ha paura che non contraccambi i suoi sentimenti e allora ha deciso di starti lontano per vedere se gli passa?! Kami Kagome, se non fossi incinta ti accopperei! Come cavolo fai a non capire?!-

-Bah! Fatto sta che mi ha piantata su due piedi senza neanche starmi ad ascoltare! Neanche ha cercato di capire perchè mi sono riavvicinata a Koga!-.

Strabuzza gli occhi mentre afferra l'ennessimo takoyaki della serata per masticarlo nervosamente -Bah, forse perchè non gli hai detto a chiare lettere che lo ami, forse? Che volevi che facesse, che restasse nel limbo dell'indecisione?! Amico/ pseudoamante, amico/pseudoamante! Per favore!-

-Ma non ha mai detto che mi ama!-

Si irrigidisce, poi butta giù una sorsata di the -Vai lobotomizzata... Santi Kami! Cosa volevi che facesse per fartelo capire, eh?-

-Ok. Supponiamo che quello che dici sia giusto. Che dovrei fare io a questo punto?-

Fa tanto d'occhi, mentre si sporge verso di me, un'espressione così minacciosa che per un attimo comprendo le tachicardie di Miroku -Forse muovere quel culo e andare da lui per confessargli i tuoi sentimenti non sarebbe una cattiva idea!-
Sbianco -Coooosa?!-

-Cooosa?! Ma ti ascolti, eh? Vuoi restare li ad ammuffire e a logorarti il fegato per tutta la vita?! Fallo per Hina, maledizione! Prendi coraggio e affronta la situazione una volta per tutte!-

Sono ammutolita.

Sango getta un'occhiata al display del cellulare, poi si alza e afferra cappotto e borsa.

-Adesso devo andare. Le gemelle dovrebbero rientrare a breve. E vedi di spicciarti. Sono mesi che ti vedo vegetare come una polla, e sono mesi che mi trattengo dal farti tornare in te. Sei sempre stata padrona del tuo mondo, e non ti si addice per niente essere vittima degli eventi. Mi aspetto che tu raggiunga Inuyasha e che vi chiariate una volta per tutte-

Sempre muta come un pesce, la guardo prendere le chiavi della macchina ed avviarsi verso la porta.

-Aspetto tue notizie- mi urla dal corridoio -E ricordati che Hina si merita un padre vero, non uno a intermittenza-.

Mentre la porta si chiude, rifletto sulle sue parole.

Stringo i pugni.

È ora di prendere una decisione.


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-Ma caaaaaaara! Che piacere vederti! E che adorabile abitino! Il blu ti sta d'incanto! Se non fosse troppo out potresti decidere di sposarti così!-

Non appena la vecchia criceta, come la chiama la mamma per via di quell'orrenda tintura di capelli che la fa somigliare in modo impressionante all'omonimo roditore, si gira, alzo gli occhi al cielo.

Con la voglia di una che va al patibolo, entro nell'atrio della lussuosissima e pacchianissima villa dei miei mancati suoceri.

Ho deciso di partecipare comunque a questa benedetta cena, durante la quale informerò tutti, e stavolta in modo deciso, della mia posizione.

-Amore mio! Finalmente sei qui! Che bella che sei!-
Scanso appena in tempo un tentativo di bacio di Koga.

Mentre prendo posto a sedere, non posso fare a meno di chiedermi come diavolo ho fatto a non vedere certi aspetti del suo carattere in tutti gli anni che siamo stati insieme.

Appiccicoso, pomposo, narciso...

Bah.

La vecchia criceta mi sorride mentre taglia in minuscoli pezzettini il pollo in salsa che ha davanti.

-Allora, pulcini miei... A quando il matrimonio dell'anno? Dobbiamo iniziare a buttar giù una lista degli invitati! E poi dovremo informare i giornali, prenotare la location, chiamare una sarta per i vestiti e...-

-Non ci sarà nessun matrimonio-

Secca e precisa.

Sango sarebbe fiera di me, cavolo!

Per poco la vecchia criceta non si strozza con la salsa, il vecchio topo (marito della vecchia criceta) affoga nel vino, e il topolino di campagna (eccheccavolo, dovrò affibbiare un nomignolo decente pure per Koga) strabuzza gli occhi.

Kami, se non fosse una situazione seria, mi sbellicherei dalle risate.

-E' tanto che ve lo dico. Io non posso sposarti, Koga. Mi dispiace. Non ti impedirò mai di essere partecipe della vita di Hina, coe ti ho già detto, e naturalmente i nostri rapporti saranno sereni e costanti per la bambina, ma... no, non ti sposerò-

Nessuno fiata.

-E' per quel mezzodemone, vero? Mentro non c'ero te la sei spassata con lui, non è così?-

Assottiglio gli occhi -No, Koga. Non me la sono spassata. Ma ti ricordo che se c'è qualcuno da biasimare qui, sei tu-

Sghignazza -Kami. Una vita passata a morirti dietro, e alla fine si è trovato a fare da padre sostitutivo a mia figlia. Che sfigato-

-Morirmi dietro?-
Allarga le braccia, un sorrisino strafottente sulla bocca -Ma certo. Non te ne sei mai accorta, mia cara? Quello stupido è pazzo di te da una vita, e si è dovuto sempre accontentare di essere il "caro migliore amico". Che demente. Per starti vicino si è abbassato a tanto. Peccato che tu fossi mia-

Sbatto con forza il tovagliolo sulla tavola, mentre sono sbigottita dalle sue parole.

È sempre stato così superficiale, così anaffettivo, così.....

Stronzo?!

-Ho cessato di essere "tua" se così possiamo dire, quando mi hai lasciata senza se e senza ma. E quello che provo per Inuyasha, e quello che lui prova per me, sono affari nostri, e gradirei che venissero rispettati, se non ti dispiace- replico gelida.

Con la coda dell'occhio noto i due vecchi talponi agitarsi sulle loro sedie.

Poveri, forse speravano di farsi un po' di pubblicità con un matrimonio in grande stile.

Mi alzo -Bene, suppongo che non ci sia molto da aggiungere. Vado in momento di la e poi chiamo un taxi per farmi riportare a casa-


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Chiudo i rubinetti del lavello in marmo e mi asciugo le mani.

Credevo sarebbe stato più difficile, e invece.

Sono convinta di tutto, e non mi pento della scelta.

Adesso non mi resta che uscire da questa tana di matti e...

Accidenti.

Questa casa è enorme, e sovrappensiero ho imboccato il corridoio sbagliato.

Sbuffo.

Ci mancava anche questa.

Andando a memoria, imbocco un altro corridoio, ma non appena sento due voci concitate provenire da una stanza, mi blocco.

-Maledizione, non ci voleva-

E' il padre di Koga

-Ma dove diavolo hai la testa, eh? Non ci hai messo nemmeno un po' d'impegno!-

-Macchè dici, papà! Sono stato così smielato da disgustarmi da solo. Ed ho anche trascurato Ayame in tutto questo tempo, ma quella non si muove-

-Non ci voleva. La faccenda della bambina, intendo. Voglio dire, vi foste lasciati senza un figlio di mezzo, non ci sarebbe stato nulla da ridire, ma così... I miei avversari politici ci ricameranno sopra come non mai. È come servirgli la vittoria su un piatto d'argento-

-Ma papà! Che potevo fare? Mi sono sforzato come mi avevi detto, e solo per farti piacere! Ayame è furiosa. Francamente, ti dirò non avrei mai lasciato Kagome per lei. Voglio dire, Kagome è davvero bella, ma una marmocchia trai piedi non l'avrei voluta-

-E hai fatto bene a prendere la palla al balzo, figliolo. Voglio dire, Ayame è figlia di un famoso giudice, certamente avresti contratto un buon matrimonio. Era tutto perfettamente pianificato. Il matrimonio con Kagome, e poi dopo un anno il divorzio. I metodi non sarebbero mancati. Io e tua madre credevamo davvero che sarebbe stato semplice convincere Kagome, ma a quanto pare non è stato così. O forse sei tu l'incapace-

-Incapace? Via, papà. Ho anche provato a portarmela a letto in tutti modi possibili, ma non c'è stato verso. Magari con la gravidanza è diventata frigida-

-Cos'è stato è stato. Fatto sta che non possiamo permetterci una mossa del genere. Hai provato con un viaggio? A lei piace viaggiare. Magari si ammorbisce-

 

Non ci credo.

Miserabile duetto di serpi striscianti.

Ora glielo do io il matrimonio.

Come una furia, entro nella stanza, facendo sobbalzare e sbiancare i due "gentleman".

-Ma guarda un po' chi abbiamo qui. Un padre degno del figlio e viceversa-

Koga si alza, concitato, mentre il criceto senior diventa così rosso che credo scoppi da un momento all'altro.

Non sarebbe una grave perdita per l'umanità, credo.

-Kagome, posso spiegar..-

Alzo una mano per zittirlo -No, Koga. Ne ho abbastanza delle tue bugie e delle tue cattiverie. E per quanto riguarda Hina, stai tranquillo che non devi occupartene per forza. Voglio dire, lei per prima non sentirà la tua mancanza. Sai, fai parte di quella categoria di maschi che non sono mai diventati Uomini-

Lo osservo gelidamente, mentre pare riacquistare un po' di colore.

-Ho passato mesi a sentirmi inadeguata, ad arrovellarmi sul perchè te ne fossi andato. Mi domandavo se alla fine fosse stata un po' colpa mia, ma da qualche minuto a questa parte sono arrivata all'unica, logica conclusione: sei uno stronzo. Punto-

-Ma Kagom...-

-Per quanto riguarda tale Ayame, hai mia benedizione. E lei stia tranquillo, Mister Yoro. Nessun giornalista saprà mai di questa storia. Ma sia ben chiaro che esigo da suo figlio un documento regolarmente firmato e legalmente valido in cui rinuncia ad ogni diritto di paternità sulla bambina. Questo è il prezzo per il mio silenzio. Ma mi pare un accordo più che a vostro vantaggio, visto lo scarso entusiasmo che nutrivate per questa creatura.-

-Si- borbotta Yoro allentandosi il nodo della cravatta -Suppongo si possa fare-

Annuisco -Molto bene. Verrete contattati dal mio avvocato il prima possibile. A mai più rivederci-

Sono quasi alla porta, quando mi viene in mente una cosa.

-Ah, Koga? Ci tengo a farti sapere che Inuyasha è un uomo eccezionale, che sa cosa sono l'onestà, l'onore, la rettitudine el'altruismo. E ti posso assicurare che con lui sono tutto men che frigida. Buona serata a tutti-

Mi precipito verso l'uscita, afferrando di malagrazia piumino e borsa che una cameriera mi porge.

Veloce, chiamo subito un taxi.

Destinazione, casa di Inuyasha.

Perchè c'è soltanto un posto dove il cuore batte forte e mi manca il fiato per la moltitudine di sensazioni che provo.

E quel posto è li, tra le braccia di Inuyasha.

Mi poso una mano sulla pancia, mentre un sorriso si affaccia sulle mie labbra.

-Preparati tesoro! Si torna da papà!-

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Capitolo 9
*** Dicembre ***


AVVISO: il capitolo è da considerarsi RATING ROSSO, almeno per i miei standard, quindi cari lettori siete avvisati!! Ho contrassegnato la scena "hot", quindi se pensate che possa urtare la vostra sensibilità potrete saltarla senza problemi e proseguire con la narrazione. Ci risentiamo per i saluti a fondo pagina. Buona lettura.

 

 

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte.

Il primo per vederti tutto il viso,

il secondo per vederti gli occhi,

l'ultimo per vedere la tua bocca,

e tutto il buio per ricordarmi queste cose

mentre ti stringo fra le braccia

J.Prévert

 

 

 

Mi sembra passata un'eternità da quando il taxi mi ha lasciata qui.

 

Nervosa, mi attorciglio le dita davanti casa di Inuyasha, il fiato che condensa per il freddo.

 

Kami, come ho potuto essere così stupida?

 

Per quanto ho mentito a me stessa, negando la gioia che lo stare con Inuyasha mi dava?

 

Le sue premure, il suo sorriso, la sensazione di pace completa, di totale beatitudine che il solo stare nel suo abbraccio mi trasmetteva?

 

Hina, amore, tu lo hai capito per prima, non è vero? Quando, solo sentendo il suono della sua voce, ti calmavi.

 

Ed anche a me faceva quell'effetto. Dovevo capirlo, nel momento in cui mi ha dato quel bacio, quella notte di quattro mesi fa.

 

Lo stomaco si strinse, piacevolmente, la salivazione si interruppe.

 

Ed io mi persi subito.

 

Osservo la sua casa, il verde del giardino a proteggerla.

 

Spero con tutta me stessa che non sia troppo tardi, e che lui mi ami davvero.

 

Altrimenti non credo potrei sopportare di perderlo.

 

Mi aggrappo alle sbarre del cancello. C'è una luce accesa, in salotto.

 

Sospiro tremante, mentre le gambe coperte solo dal velo dei collant tremano.

 

La porta si apre improvvisamente, facendomi sussultare.

 

Bella come una Dea, Kikyo si fa avanti, Inuyasha dietro di lei.

 

Mi si stringe lo stomaco, mentre lo osservo.

 

Indossa il sotto di una tuta, è a torso nudo, i capelli scomposti, il viso più bello che mai.

 

Lei si volta verso di lui, sorridente.

 

Lo abbraccia.

 

La scena è inequivocabile.

 

Mi allontano di qualche passo, mentre un fiocco di neve mi cade sulla punta del naso, gelido come la consapevolezza che si fa strada in me.

 

L'ho perso.

 

Ammesso che sia mai stato mio.

 

Sorrido amaramente.

 

Sono totalmente fuori luogo, qui.

 

Non ha senso che io resti.

 

Veloce, mi allontano di qualche passo per osservare senza essere vista Kikyo che esce dal cancello e sale in macchina, sgommando via.

 

Un singhiozzo sfugge involontario dalle mie labbra, mentre con passo incerto inizio ad allontanarmi.

 

Come ho potuto pensare che..

 

-Kagome...che diavolo ci fai qui con questo tempo? Come sei arrivata?-

 

Mi fermo immediatamente, bloccata da quella voce risoluta.

 

Inuyasha è davanti a me, insensibile al freddo pungente, uno sguardo indecifrabile.

 

Faccio un respiro profondo -Come hai capito che ero qui, se non ho neanche suonato?-

 

Che domanda deficente.

 

-Ho sentito il tuo profumo-

 

-Ah-

 

Lo osservo in silenzio, e lui fa altrettanto.

 

-Ero venuta per parlarti- inizio, la voce incerta -Ma dopo aver visto Kikyo uscire di qui, non credo che importi più. Buonanotte Inuyasha- termino voltandomi.

 

-Aspetta Kagome-

 

Lascio che le sue braccia mi facciano voltare, e non riesco a fare a meno di chiudere gli occhi non appena mi attrae nel suo abbraccio ed entro in contatto con il calore della sua pelle nuda.

 

-Dimmi quello che volevi dire- sussurra, mentre mi stringe impercettibilmente.

 

-Non posso- bisbiglio -Non ora. È colpa mia. Sono una scema totale- continuo, mentre le lacrime iniziano a scendere sul mio viso.

 

Accentua la stretta -Kikyo è andata a casa- dice, come se avesse intuito la natura dei miei tentennamenti.

 

Tento di replicare -Ma lei fa parte della tua vita adesso! Io non posso più...-

 

-Ci siamo lasciati questa sera. Non potevo più fingere...- sussurra.

 

Sussulto impercettibilmente -Fingere?-

 

Lo sento annuire -Si. Fingere di volere lei, quando invece per tutto il tempo penso ad un'altra-

 

Mi lascio andare in un sospiro tremante -Ho fatto la stessa cosa con Koga-

 

Mi lascia andare di scatto, posandomi le mani sulle spalle. Ha gli occhi sgranati -Cosa?-

 

Annuisco, e un sorriso va a formarsi sulle mie labbra -Si. Oh, ma poi ci sono state anche un paio di cosette di pessimo gusto che mi hanno spinta a chiudere con quello la. Ma te ne parlerò poi. Adesso ho di meglio da dirti, se vorrai ascoltarmi-

 

Prendo fiato, mentre osservo quei bellissimi occhi fissarmi.

 

Lo voglio.

 

Voglio Inuyasha con tutta me stessa.

 

Ne ho bisogno come l'aria, come l'acqua, come il cibo.

 

Porto le mie mani sulle sue, stringendole appena.

 

-Inuyasha... voglio che tu sappia che non mi ero riavvicinata a Koga perchè provavo ancora qualcosa per lui. Tutt'altro. Quando è tornato ho creduto davvero che fosse sinceramente pentito, ed ho creduto che fosse un diritto sacrosanto di Hina frequentarlo, a prescindere da sua madre che tutto aveva in mente fuorchè tornare con il padre-

 

-Veramente?-

 

Scoppio inevitabilmente a ridere vedendo la faccia che fa.

 

-Veramente. In questi mesi ho pensato davvero poco a Koga, probabilmente perchè non ho mai voluto ammettere neanche a me stessa che la nostra relazione era finita da tempo. Però... ho pensato sempre di più a te-

 

Osservo i suoi occhi guardarmi smarriti -Si, a te. Ti ho pensato sempre di più, mentre ogni giorno che passava uno strano sentimento si faceva strada in me. Ho cercato di catalogare sotto la voce "gratitudine" tutto questo, ma proprio non ci poteva stare. La gelosia verso Kikyo, i nodi allo stomaco ogni volta che mi toccavi. Kami Inuyasha, eri il mio chiodo fisso- sussurro.

 

Sento Inuyasha portare le mani a coppa sul mio viso, mentre io continuo -Ho provato in ogni modo a dare una spiegazione a tutto questo, ma la notte della festa di Kikyo credo di aver avuto la conferma di ogni cosa. Ho passato la nottata contando i minuti, ansiosa, aspettandoti, immaginandoti con Kikyo, rodendomi dalla gelosia-

 

Sorride -Ho camminato. Cercavo di schiarirmi le idee-

 

-L'avessi saputo prima non sarei morta per eccesso di bile... Quando sei entrato nella mia stanza e mi hai baciata...-

 

Arrossisce, mentre abbassa le orecchie -Credevo dormissi!-

 

Alzo le spalle con noncuranza -Effettivamente non è stato molto dignitoso, ma volevo vedere che facevi. Comunque, quando mi hai baciata... ho provato una miriade di sensazioni così meravigliose che non credevo possibili per un essere umano. Ma non avevo ancora capito. C'è voluto Koga perchè prendessi coscienza dei miei sentimenti..-

Mi interrompo, prendendo fiato -Questi mesi senza di te Inuyasha sono stati un Inferno. Non sentirti, non vederti, non parlarti... mi hanno fatto diventare pazza-

 

Sento la presa sul mio viso accentuarsi -Ho dovuto farlo. Il tuo rifiuto, quella sera della cena... Kagome, tu per me eri di un altro. E dovevo cercare in ogni modo di allontanarti dai miei pensieri-

 

-Ma io non ero di un altro! Tu non mi hai ascoltata!-

 

-Certo che ti ho ascoltata!-

 

-Certo che no! Cavolo, ho cercato di dirtelo in tutti i modi! E tu hai pensato bene di ignorarmi, picchiare Koga come se non esistesse un domani, baciarmi fino a togliermi il fiato, e poi ancora far finta che io non esistessi mentre ti intrattenevi con Kikyo, e per che cosa?-

 

Assottiglia gli occhi.

 

Ah beh, questa conversazione sta sfinendo anche me, ma ho un disperato bisogno di sentirgli dire cosa sono davvero io per lui, prima di lasciarmi andare.

 

Sto per ripartire con la mia accorata filippica, quando mi strattona verso di se, fermandomi a pochi millimetri dal suo viso -Forse perchè ti amo, scema?- sussurra.

 

Oh porca miseria.

 

Mi sento come se mi avessero levato un macigno dal petto.

 

Mi sciolgo in un sorriso, mentre afferro il suo viso tra le mani -Mi ci sono voluti mesi per capirlo, ma... anch'io ti amo, scemo. Ti voglio davvero Inuyasha. Credere che per te non contavo niente, mi ha fatto mille volte più male della fuga di quel coglione- ammetto.

 

Con un sospiro che definirei beato, appoggia la fronte sulla mia, sorridendomi, mentre le sue mani si muovono leggere sul mio viso in una carezza dolcissima, donandomi un brivido.

 

-Adesso direi che un bacio ci starebbe bene, scemo-

 

Non faccio in tempo a terminare la frase, che le sue braccia mi attirano verso di lui, mentre le sue labbra si vanno a posare con prepotente dolcezza sulle mie.

 

Senza esitazione, le mie mani vanno a cercare la sua schiena, mentre penso tra me e me che il sapore di Inuyasha è talmente delizioso che non so come abbia fatto a starne senza per trentuno anni.

 

Sento la sua mano scendere piano lungo il fianco, mentre con l'altra mi tiene la testa, senza staccare neanche per un attimo la sua bocca dalla mia.

 

Tump.

 

Tump, tump, tump.

 

Sorridendo ci stacchiamo appena, facendo combaciare le nostre fronti mentre abbassiamo gli occhi sulla mia pancia dove "qualcuno" si è stufato di non essere considerato.

 

-Hey, ranocchietta, anch'io sono contento di rivederti...- sussurra Inuyasha mentre mi passa la mano sulla pancia dove Hina in tutta risposta tira un altro potentissimo calcio.

 

Scoppio a ridere

 

-Ma lo sai che non si è mai calmata? Da quando sono corsa qui è stata tutta un movimento!-

 

Inuyasha mi sorride in risposta, prendendomi nuovamente il viso tra le mani e donandomi un altro lungo, dolcissimo bacio, i fiocchi di neve che cadono copiosi intorno a noi.

 

Con una certa riluttanza, si stacca da me.

 

-Sarà meglio rientrare. Tra poco sarà tutto bianco- dice, spolverando dei chicchi di neve ghiacciata dai miei capelli.

 

Mentre ci avviamo verso l'entrata, poso gli occhi sulle nostre mani intrecciate.


È così strano percorrere questo vialetto che mille volte ci ha visti insieme come amici da innamorati.

 

-Ti ho aspettata tanto- bisbiglia al mio orecchio, mentre mi sfila il cappotto dalle spalle e mi fa sedere sul divano, dove mi raggiunge immediatamente prendendomi tra le braccia e tirandomi giù verso di lui, riappropriandosi nuovamente delle mie labbra.

 

-Anch'io ti ho aspettato- bisbiglio in risposta tra un bacio e l'altro.

 

Ed è vero.

 

Non posso minimamente paragonare quello che provo per lui al mio vecchio amore per Koga.

 

Inuyasha è buono, deciso, protettivo.

 

E mi fa sentire così bene che non so davvero come possa essere stata così cieca da non aver capito prima.

 

Adoro la sua dolcezza, la sua forza, la sua timidezza.

 

Adoro le sue mani su di me, il calore dei suoi occhi, la tenerezza dei suoi baci.

 

Adoro le sensazioni che riesce a trasmettermi, e che arrivano dritte al cuore.

 

E mentre mi perdo in questa dolce consapevolezza, gli porto le mani al collo, mentre la sua mano scende piano sul mio fianco, sulle gambe, per poi risalire nuovamente.

 

Improvvisamente, si stacca, strappandomi un gemito di disappunto.

 

-Che succede?-

 

Mi fissa negli occhi -Non riesco neanche ad esprimere a parole quello che mi si agita dentro- sussurra, spostandomi una ciocca di capelli dalla fronte.

 

Sorrido in risposta -Anch'io. So soltanto che sto bene- ammetto.

 

Mi sorride in risposta, portando le dita alla scollatura del vestito, sfiorando la pelle tenera del seno.

 

Tremo impercettibilmente, mentre incrocio quello sguardo di oro liquido.

 

Lo osservo, mentre le mani esitano.

 

Ho la gola secca, mentre prendo consapevolezza di quello che voglio in questo preciso istante.

 

Con un sospiro, porto le mani su di lui, percorrendo con le dita ogni rilievo di quel corpo perfetto.

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§Inizio RATING ROSSO§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

-Se tu vuoi... sono tua- sussurro.

 

Osservo gli occhi di Inuyasha incupirsi, mentre in silenzio accetta la mia richiesta.

 

Mi solleva tra le braccia per poi dirigersi verso le scale.

 

Non resisto, e, innamorata come non mai, inizio a mordicchiargli e baciargli piano la pelle del collo, beandomi dei suoi leggeri sospiri.

 

Entriamo in camera, quella camera dove mi sono svegliata sconvolta una mattina di nove mesi fa, lasciando la porta spalancata.

 

La luce soffusa e dorata della lampada posata sul pavimento dona una sfumatura terribilmente affascinante ai suoi già bellissimi occhi.

 

Mi posa leggero sul pavimento, per guardarmi ancora una volta.

 

-Sono anni che aspetto questo momento..- lo sento bisbigliare.

 

Le sue mani corrono al mio vestito, sfilandolo e buttandolo con impazienza sul pavimento.

 

La stessa sorte tocca al reggiseno.

 

Mi osserva, mentre con lentezza estenuante mi passa le mani sul collo, sui seni e sulla rotondità della pancia, donandomi mille brividi di piacere.

 

Sussulto, mentre lo sento tirarmi giù le calze e gli slip.

 

Lo osservo, mentre percorre con lo sguardo il mio corpo totalmente nudo, uno sguardo carico di aspettative.

 

Con un gemito sommesso, mi fa sdraiare sul letto, per poi mettersi sopra di me.

 

Mi guarda un'ultima volta negli occhi, per poi scendere con la bocca sul mio collo, che mordicchia lievemente, per poi lasciare una scia umida di baci fino all'attaccatura dei seni, estremamente sensibili.

 

Sospiro, mentre sento la lingua delineare il contorno dell'aureola, mentre una mano massaggia l'altro mio seno.

 

-Ah..- gemo, sentendo i suoi denti stringere il capezzolo già turgido.

 

Alza lo sguardo verso di me, un sorriso micidiale in volto.

 

-Sei così bella... le guance arrossate, la bocca socchiusa, il tuo profumo così... eccitante- dice, la voce roca e bassa.

 

Riprende a torturarmi, scendendo piano sulla pancia dove posa una fila di baci leggeri.

 

Un languore ben noto mi prende al basso ventre, mentro le sento divaricarmi con forza le gambe per poi chinarsi in mezzo ad esse.

 

Il respiro accellera, mentre lo sento percorrere con la punta della lingua l'interno della coscia, consapevole del dove sarebbe andato a finire quel percorso.

 

Gemo mordendomi le labbra, non appena sento la sua lingua posarsi sulla parte più sensibile della mia femminilità, baciando, tirando e leccando quel piccolo punto che avverto già gonfio per le sue attenzioni.

 

-Inuyasha...- sussurro, non potendomi più trattenere dall'afferrargli i capelli appena sento unirsi alla tortura della lingua le sue dita, che affondano piano in me.

 

Faccio un verso strano, di disappunto, quanto lo sento staccarsi.

 

Lo vedo portarsi le dita alle labbra, succhiandole come se fossero intrise di chissà quale delizia.

 

Si china sul mio viso, sorridendo a fior di labbra.

 

-Sei la perfezione fatta donna... amo il tuo corpo, il tuo profumo... ed anche il tuo sapore-

 

Mi bacia nuovamente, un bacio che sa strano, mentre gli porto le braccia al collo stringendolo forte a me, una frenesia, una voglia di sentirlo mio che non credevo possibile.

 

Percorro con dita tremanti i muscoli delle spalle e del torace, sentendolo fremere sotto al mio tocco.

 

Gemo nella sua bocca, quando sento la sua mano intrecciarsi ai riccioli del pube, mentre le sue dita si muovono in senso circolare dentro di me.

 

Lo voglio da morire.

 

Voglio essere sua, totalmente sua.

 

-Inuyasha...- bisbiglio, staccandomi a malincuore da quelle labbra calde e deliziosamente morbide.

 

-Ti prego, fai l'amore con me...-

 

Porta le dita ad accarezzarmi il viso, mentre gli occhi diventano ancora più scuri.

 

Mi bacia ancora, con foga.

 

-Sicura?- bisbiglia guardandomi negli occhi.

 

-Come non mai- rispondo, la voce priva di ogni dubbio

 

-Ma dovrai dirmi subito se c'è qualcosa che non va, ed io mi fermerò subito- sussurra sistemandosi dietro di me, le mani che corrono leggere ma decise sui miei fianchi.

 

Annuisco, mentre mi lascia dei dolci baci a fior di pelle tra il collo e la spalla.

 

Trattengo a fatica un gemito non appena entra in me.

 

-Stai bene?- chiede, la voce roca ridotta ad un sussurro.

 

Come diavolo fa a pensare di farmi male..

 

-Continua ti prego... è bellissimo- sussurro in risposta reclinando la testa all'indietro, aderendo completamente con la schiena al suo torace

 

È tutto così perfetto...

 

Le sue mani, i nostri sospiri che si confondono, le gocce di sudore che si uniscono, il cuore accellerato...

 

Le sue braccia che mi stringono forte nel momento di massimo piacere..

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§FINE RATING ROSSO§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

 

Stiamo fermi così, le gambe e le braccia intrecciate per tanto tempo.

 

Socchiudo gli occhi, in totale beatitudine, quando lo sento posarmi un bacio sulla tempia.

 

-Felice?-

 

Mi giro, un sorriso stampato in faccia come non accadeva da mesi.


Mi sistemo meglio nel suo abbraccio.

 

-Si-

 

Mi sorride in risposta, gli occhi luminosi come il sole.

 

-Bene- bisbiglia, stringendomi ancora di più a se.

 

Sbadiglio, dolcemente spossata.

 

Poco prima di chiudere gli occhi, vedo fuori dalla finestra la neve che continua a scendere e che ha coperto tutto con un manto bianco.

 

Sento una coperta posarsi sulle mie spalle.

 

-A domani- sussurro, vinta dal sonno.

 

-Sogni d'oro, amore mio..-

 

 

 

Ed eccoci qua! Spero di non essere caduta nel banale, e spero di non essere stata troppo sbrigativa o superficiale nella descrizione dei sentimenti dei protagonisti, e spero anche di non essere parsa volgare nella scena "hot", ma questo è il meglio che mi sentivo di scrivere! Mi spiace dire che mancano soltanto due capitoli alla fine di questa storia, nata quasi per sfida verso me stessa.

Scusate nuovamente il ritardo nel rispondervi. Ringrazio davvero tantissimo le fedelissime Luciadom, FairyQueen, LittleDreamer e Vanilla, che sono sempre così dolcissime e puntuali con il loro graditissimo parere! E grazie anche alle/agli altre/altri! Grazie di cuore!

Un bacio grande, buona Pasqua, buone vacanze, buon riposo, e... A presto!!

 

 

 

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Capitolo 10
*** 24 dicembre ***


C’è per tutti noi la possibilità
di un grande cambiamento
nella vita che equivale più o meno
a una seconda possibilità di nascere


-Sei sicura Sango che ci vada tutto questo zucchero?-
-Ti dico di si! Su, su... abbonda!-
-Io dico che non appena Inuyasha rientra e vede il casino che abbiamo combinato ci caccia di casa!- sbotto, osservando la distesa di farina, zucchero, gusci d'uovo e cacaio spara un po sl piano di lavoro e un po' sul pavimento.

Sango mi guarda, un sorriso furbetto che le aleggia sulle labbra.

-Figurati se butta fuori la sua stella!-

Metto il broncio -Ovvio che non ti stai riferendo a me ma alla marmocchia-

Scoppia a ridere -Ovvio!-

La madre di Sango, occupata a seguire con un occhio la cottura del pollo e con l'altro le gemelline che gattonano felici sul tappeto, si distrae un attimo per fissarci inorridita.

-Ma ragazze! Che modi, sparlare alle spalle di quel ragazzo!-

Ridiamo insieme, mentre controllo la temperatura del forno per poi sistemarvi la teglia con il dolce.

Sono quasi le otto, è la sera del 24 dicembre, e siamo tutti riuniti qui, a casa di inuyasha per festeggiare la vigilia di Natale.

Rin, mia mamma e mio nonno sono in salone a sistemare la tavola, mentre Sota aiuta la madre di Sango a tenere a bada le due pesti che si ritrova per nipoti.

Io e la mia migliore amica siamo dietro a cucinare  dolci, mentre gli uomini sono ancora in giro, chi a lavoro che a fare gli ultimi acquisti.

Mi sposto verso la finestra, che oltre alla neve mi restituisce la mia immagine balenottereggiante.

Non passo neanche piu dalle porte.....


-Oh Kagome cara! Finalmente hai ripreso peso!-
Sorrido,  mentre guardo Inuyasha seduto accanto a me che mi ricambia.
È il 10 dicembre, e sono qui dalla Kitano per l'ultimo appuntamento.
Inutile dire che è stata a dir poco entusiasta di sapere che io e Inuyasha adesso stiamo insieme.
-Certo. Con tutte le cose buone che mi cucina Inuyasha!-
E con tutte le colazioni a letto con contorno di baci, abbracci e specchi del piacere...
Ma su questo meglio sorvolare.
Mi guarda e annuisce compiaciuta.
-Molto bene, ragazzi. Tutt bene quel che finisce bene. Ma veniamo a noi. La piccolina dovrebbe nascere a breve! È tutto piu che nella norma bambina, tra poco vedrai in faccia tua figlia! La scadenza è prevista per il 20 dicembre!-
Annusco e sorrido alla dotoressa mentre mi infilo il cappotto.
-Qui c'è il mio numero. Non esitare a chiamare non appena verrà il momento!-

Solo che il 20 dicembre è passato e Hina non vuole saperne di uscire da qui.
Ed io non ne posso piu.
Sembro una renna di Babbo Natale.

Un paio di braccia ormai note mi avvolgono, mentre sempre una ben nota (anzi notissima) bocca piacevolmente calda mi deposita un bacio dietro l'orecchio.

Sorrido estasiata voltandomi ed incrociando un paio di occhi piu brillanti del sole.

Bacio il proprietario di quelle meraviglie.

-Salve Inu! Com'è andata a lavoro?-

Inuyasha mi sorride in risposta, mentre insieme ci avviamo verso il tavolo di cucina.

Mi levo il grembiule sporco di ogni alimento possibile e immaginabile e resto in leggins e pullover.

-Benissimo. Piuttosto... sembra che qui sia scoppiata una bomba!-

Annuisco -Già. Ma sai, quando io, Sango, mia madre e la madre di Sango ci mettiamo all'opera è sempre un gran lavoro. La cena però sarà sicuramente buonissima!-

-E se tu e quell'idiota di mio marito avrete qualcosa da ridire lo vedrete!- esclama Sango appena entrata dalla porta.

Inuyasha alza le braccia a mo' di resa.

-Mai contraddire le donne. Specialmente voi due-

La madre di Sango si affaccia sulla porta, sorridente.

-Ragazzi, forza! Ci sono tutti di la, mancate solo voi!-

Non appena entro in salone, mi lascio avvolgere dal fuoco scoppiettante e dalla lunga tavola imbandita.

Mia madre, il nonno, Sota, Sango, Miroku, le gemelline, Rin, Sesshomaru, i genitori di Sango.

Che meraviglia.

Questa festa occidentale hiamata Natale è meravigliosa.

È splendido ritrovarsi tutti insieme.

Una grande, meravigliosa famiglia.

Stringo impercettibilmente la mano di Inuyasha mentre prendiamo posto a sedere.

Lo osservo, ed il cuore mi si riempie di una gioia indescrivibile mentre mi sorride come solo lui sa fare.

Quante cose sono cambiate, in questi nove mesi.

Guardo Inuyasha scherzare con Miroku, mentre mia mamma ride con quella di sango e il nonno discute insieme a Sesshomaru di demoni e antiche leggende.

Con lui mi si è aperto un mndo.

Un mondo fatto di sentimenti veri, di rispetto, amore.

Mi sfioro la pancia con dentro nostra figlia.

Insieme a lei, è un po' come se fossi nata nuovamente anch'io.

Siamo pronti ad una nuova vita.

Ci terremo per mano ed andremo avanti, tutti insieme.

 

 

 


Accidenti. È da quando abbiamo inziato il secondo che ho dei dolori piuttosto forti al basso ventre.

Uno piu forte degli altri mi strappa un gemito, facendo zittire subito tutti.

-Ka-chan? Cos'hai?-

Non faccio in tempo a tranquillizare Sango, che sento della roba liquida e calda colare giu per le gambe.

Spalanco gli occhi, terrorizzata, mentre pian piano mi tiro su in piedi.

-Ecco... io credo che... ci siamo!-

Al mio segnale scatenate l'Inferno.

Non faccio intempo a terminare la frase che c'è chi salta di qua, chi di la, chi prega, chi brinda e chi si abbraccia.

Mentre io, dal canto mio, vorrei solo imprecare come uno scaricatore di porto.

D'un tratto, la mno gentile di Inuyasha si posa sulla mia schiena.

-Amore... Tranquilla... ci sono io... e ci sono anche loro!- sussurra.

Annuisco, stringendogli spasmodicamente la mano mentre i dolori aumentano, piano ema in modo regolare.

-Rin! Va a prendere la borsa! Sango, chiama la Kitano! E Sesshomaro o Miroku, uno dei due per favore pensi alla macchina!-

Mentre tutti schizzano via per fare quello che gli è stato chiesto, mamma arriva con il piumino, bianca come un cencio.

Respiro con regolarità e in profondità.


Ci siamo davvero.

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Capitolo 11
*** 25 dicembre:Nuova Vita ***


 

Stringimi forte amore

stringimi forte non sentirò

più niente solo il tuo cuore...

 

 

 

-E' meravigliosa-

-Così dolce! E quegli occhioni... -

-Vogliamo parlare delle gote rosse e della massa di riccioli? No, perché altrimenti...-

 

-Suvvia, volete smetterla? Vi pare il momento di mettersi a discutere sulla bambina?-

 

Sorrido divertita, mentre osservo mia madre rimbrottare il nonno, Sango e Miroku.

 

Un vagito attrae immediatamente la mia attenzione.

 

Sentendomi inondare da un sentimento che non posso che chiamare amore allo stato puro, sposto gli occhi sul fagottino che tengo tra le braccia.

 

Le manine paffute si stringono in due pugnetti che verrebbe voglia di sfinire di baci, mentre gli occhioni blu mi fissano assonnati.

 

Sorridendo, con un dito asciugo gli angoli della bocca di quel piccolo miracolo, iniziando a dondolarmi leggermente.

 

Non passano neanche cinque minuti che il sonno prende il sopravvento, facendo cadere la mia bambina nel mondo dei sogni.

 

Con delicatezza, mi alzo e la sistemo nella culla mobile accanto al mio letto.

 

Sorrido ancora come un'ebete, osservando ed imprimendomi nella mente ogni tratto di quel visetto dolcissimo.

 

Eh già. Dopo sei ore di travaglio e dolori non indifferenti, alle quattro in punto della notte di Natale Hina è nata, ed ha già conquistato i cuori di tutti noi.

 

-Ti somiglia tantissimo tesoro- sussurra mia madre accostandosi alla nipotina.

 

Annuisco.

 

-Se lo dici tu mamma- rispondo mentre mi distendo nuovamente sul letto.

 

Quattro chili di amore non sono uno scherzo, parola mia.

 

Mi ha sfinito.

 

La mamma sorride, mentre Sango si china per carezzare dolcemente la piccola.

 

-Beh, Kagome... che dire... benvenuta nel mondo delle mamme!-

 

-Così pare. Che sfacchinata ragazzi-

-E lo dici a me? Vuoi mettere questa piccoletta con quei due terremoti delle Kessler? A proposito... saranno impazienti di conoscere la nuova compagna di giochi... erano piuttosto contrariate quando ho spiegato loro che adesso era troppo piccola per seguirle nelle loro imprese di distruzione...-

 

Sorrido divertita.

 

-Beh, puoi sempre dirgli di venire a trovarla quando vogliono, in attesa che inizi a far casini anche lei. Tanto domani dovrebbero dimettermi, visto che è andato tutto bene-

 

-Stanne certa. Con quelle due ogni promessa è debito- fa eco Miroku.

 

Mentre tento di sistemarmi i capelli, orribili come non mai, un'infermiera entra piano nella stanza.

 

-Scusate signori, ma l'orario delle visite è terminato-

 

I miei amici annuiscono, mentre iniziano ad indossare i cappotti.

 

-Molto bene, Ka-chan. Ti lasciamo riposare. A domani, e ancora tanti tantissimi complimenti- mi fa Sango chinandosi ad abbracciarmi.

 

-Ok. Buona notte-

 

Do un ultimo bacio a mia madre e li osservo uscire tutti.

 

Sospirando, mi alzo e tiro fuori dalla borsa shampoo e cambio.

 

Lancio un'ultima occhiata alla micro che dorme beata, ed entro nel bagno per darmi una sistemata.

 

Il getto dell'acqua tiepida è un toccasana.

 

A parte la stanchezza micidiale mi sento piuttosto bene, a onor del vero. A quasi un giorno intero dal parto non ho dolori particolari, e la Kitano ha assicurato che sta procedendo tutto nel migliore dei modi.

 

Mi tampono delicatamente con l'asciugamano ed indosso una camicia da notte pulita.

 

Esco dal bagno decisa a leggermi un bel libro in attesa della cena e della poppata della bimba per poi sprofondare nel mondo dei sogni, quando una presenza inaspettata mi strappa un sorriso a trentadue denti.

 

-E tu che ci fai qui? Non lo sai che l'orario delle visite è finito?-

 

-Ma io sono il tuo “premuroso marito” come mi ha chiamato la vecchia infermiera qui fuori. E per i premurosi mariti che portano la cena alle mogli non c'è limite di orario-

 

Sorrido, avvicinandomi ad un mezzodemone di mia conoscenza che mi fissa con un sorrisetto beffardo mentre dondola un sacchetto che emana un profumino davvero invitante.

 

Con due passi lo raggiungo e lascio che mi abbracci forte mentre ci sediamo insieme sul letto.

 

Apro il sacchetto contenente un bento, e reprimo a stento un moto d'emozione quando lo vedo chinarsi con un sorriso dolcissimo su Hina per posargli un bacio sulla testolina scura.

 

-Piuttosto- dico tra un boccone e l'altro -Non è che siamo sposati io e te, eh-

 

Si volta ad osservarmi, un sopracciglio alzato.

 

-Perchè? Vorresti dire che non mi comporto da molto onorevole consorte?-

 

Alzo le spalle sghignazzando -Vabbè. Ma non siamo sposati-

 

Si siede vicino a me, facendomi sistemare sul suo torace mentre inizia a passarmi delicatamente una mano lungo la schiena.

 

-Intanto il cognome alla bimba l'ho dato. Mi manca solo la madre- bisbiglia.

 

Sorrido come una scema, mentre sento il cuore impennare i battiti.

 

-E se non volessi?-

 

-Se non volessi ti direi che sei una guastafeste. Voglio dire, c'ero io a patire le pene dell'inferno in sala parto eh...-

 

-Povero cucciolo! Difatti ho avuto il tempo di osservarti mentre ti contorcevi dai dolori,mentre ero li a trastullarmi tra un urlo un'imprecazione...-

 

-Macchè dolori...-

 

-Ah si? Provaci tu a far uscire un'anguria da un limone e poi ne riparliamo...-

 

Un vagito un po' più forte della micro interrompe immediatamente la discussione.

 

-Ora della pappa...-

 

Con delicatezza la sistemo tra le braccia, notando come trovi immediatamente la posizione migliore per attaccarsi al seno e succhiare con decisione.

 

Sorrido, osservando quella bocca a forma di bocciolo inumidirsi, mentre gli occhi immensi sono tutti concentrati sulla “cena”.

 

Sento Inuyasha posare la testa tra il collo e la spella, mentre le sue mani si stringono appena intorno ai miei fianchi.

 

-E' bella come sua madre...- sussurra, il fiato caldo che mi solletica l'orecchio, le labbra che mi posano baci leggeri sulla mandibola.

 

-Insomma, la micro ha conquistato anche te!- riesco a dire, la voce un po' troppo tremante per la commozione.

 

-Hai voglia. Son nove mesi che l'ha fatto, vero ranocchietta?-

 

Non appena si sente chiamare così, la piccola alza gli occhi verso di lui.

 

-Dovrei essere gelosa di questo, sai? Come mai appena ti sente smette di fare quello che sta facendo per prestarti attenzione?-

 

Lo sento ridere piano, mentre mi sistemo Hina sulla spalla per il ruttino.

 

-Forse perchè anch'io l'ho conquistata, chissà...-

 

Sistemo la bimba nella culla e torno a posare gli occhi sull'uomo seduto accanto a me.

 

Osservo gli occhi d'oro fissarmi amorevoli, il maglione verde scuro che evidenzia quel torace e quelle braccia che mi fanno sentire al sicuro come niente al mondo.

 

Un uomo eccezionale. Il mio uomo.

 

Mi sdraio sul letto, trascinandolo con me, lasciandomi avvolgere dal calore del suo corpo.

 

Sistemo la testa sulla sua spalla, mentre lui intreccia le dita tra i miei capelli.

 

-Non mi hai ancora risposto- mi dice.

 

-Riguardo a che cosa?-

 

-Riguardo al diventare noi a tutti gli effetti-

 

Alzo gli occhi andando ad incrociare il suo sguardo.

 

-Inuyasha, non c'è bisogno di un foglio per sapere che siamo una famiglia- rispondo a bassa voce per non svegliare la bimba.

 

Mi stringe forte, dandomi un bacio a fior di labbra.

 

-Sì. Però mi piacerebbe che tu, io ed Hina formassimo una famiglia a tutti gli effetti anche per lo stato. Non vorrei che qualcuno cambiasse idea e tornasse nelle nostre vite. Anche perché la soluzione sarebbe solo la galera. Per me che lo uccido, s'intende- ringhia.

 

Capendo il riferimento a Koga, porto una mano sul suo torace ed inizio a carezzarlo piano.

 

-Non succederà niente. Siamo noi, Inuyasha. Koga non tornerà più. E anche se tornasse, ti garantisco che farebbe anche alla svelta a girare i tacchi. Sango gli ha fatto firmare un documento in cui rinuncia ad ogni diritto su Hina. È fuori dalle nostre vite. Ci siamo solo noi, amore- sussurro.

 

Lo sento sospirare, mentre accentua ancora di più la stretta su di me.

 

-Però- continuo -Non mi dispiacerebbe diventare tua moglie-

 

Si scosta velocemente e si mette a fissarmi.

 

-Dici davvero?-

 

Alzo le spalle sorridendo -Se ci tieni tanto ad avermi tra i piedi per tutta la vita... diciamo di sì!-

 

La sua bocca si va a posare prepotente sulla mia, ed io non posso fare a meno di chiudere gli occhi ed abbandonarmi alle sue labbra, alle sue mani che mi tengono la testa. Mi abbandono a lui, a quello che rappresenta per me, per la mia bambina.

 

Mi abbandono al suo amore, alla sua pazienza, alla sua forza, al suo senso di responsabilità, al suo essere uomo a tutto tondo.

 

Quando quel meraviglioso lambire di labbra termina, mi perdo un'ultima volta in quello sguardo dorato che si fissa nel mio.

 

Inuyasha porta le mani a coppa sul mio viso per poi darmi un bacio tenerissimo sulla punta del naso.

 

-Sapevo che eri speciale quando ti ho vista per la prima volta di quattro anni fa, con quella terribile maglia di tre taglie più grossa-

 

Sbuffo -E la moda, Inuyasha-

 

Inarca un sopracciglio -Bah. Sarà. Avevi anche i capelli lunghissimi-

 

Aggrotto le ciglia -Continui ad insinuare che somiglio ad un maschio?-

 

Scuote la testa -Ma no. Davvero non hai mai capito che ti prendevo in giro elencandoti difetti inesistenti? Quello che volevo dire è che ricordo ogni singolo dettaglio di quel giorno. Mi sei entrata dentro Kagome. E non sei più uscita. Ti porterò sempre con me, amore. Sei il mio bene più prezioso, e saperti davvero mia, sapere che anch'io per te sono importante... mi rende la persona più felice del mondo-

 

Mi tuffo nuovamente nel suo abbraccio, chiudendo gli occhi al tocco delle sua dita sul mio collo.

 

Lo stringo forte, sperando di riuscire a trasmettergli con questo contatto tutte le emozioni che provo per lui.

 

-Adesso cerca di dormire, madre di angurie- bisbiglia facendomi ridacchiare -Che sei distrutta-

 

Annuisco -Resti qui?- dico, sbadigliando.

 

-Posso restare un altro po'. Tanto, domani sarete a casa. Ci aspetta un mondo nuovo-

 

Annuisco, mentre la stanchezza inizia a farsi sentire e le palpebre si fanno pesanti.

 

-Inuyasha?- bisbiglio, ad un passo dall'addormentarmi.

 

-Mhmm?-

 

-Grazie-

 

-Grazie a te, amore-

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qua. Quanto è passato? Un annetto, poco meno? Vabbè, fatto sta che è finita. E un po' mi dispiace. La mia prima creatura, il primo esperimento. Benché imperfetta, mi ha aiutata moltissimo a migliorare molte cose, a capirne altre e via dicendo.

E chissà, a questo punto non escludo di fare un seguito, o di riprenderla e ritoccarla.

Ma questa è un'altra storia.

Per adesso, ringrazio tutti voi che mi avete seguita fino a qui, consigliandomi e rimproverandomi laddove ce n'è stato bisogno.

 

Quest'ultimo capitolo è dedicato a voi, per augurarvi buon Natale e per, se possibile, ringraziarvi ancora una volta in più.

 

Grazie mille a tutti.

Un bacio, Lu.

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