Ricordi di un'estate iniziata male e finita peggio

di Gatti98
(/viewuser.php?uid=479339)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta ***
Capitolo 2: *** Sulla bici: schivando pericoli, incappando in un problema ***



Capitolo 1
*** La prima volta ***


Visuale superiore coperta dalla testata del lettino che mi fa ombra, molto utile in questa calda mattinata. A destra posso vedere le frangie dell'ombrellone fatto di paglia. Cielo azzurro con nuvole a pecorelle nelle restanti parti libere che i miei occhi scorgono, perfette per immaginarsi di tutto e di più.

Questo è il panorama che mi propone questa mattinata al mare ai bagni 46 ed io lo accetto con molta gratitudine sdraiandomi a faccia in su sul lettino con le cuffie e le voci dei sum41 nelle orecchie.

Ed eccolo.

Chiudo gli occhi facendo finta di dormire.

E se mi avesse visto? Mi avrebbe salutato o non mi avrebbe cagato di striscio? Meglio non saperlo e sognare.

Solo dopo qualche miunto mi arrischio ad aprire gli occhi e girare la testa casualmente verso sinistra.

Casualmente verso la direzione che aveva preso lui.

Lo vedo mentre appoggia lo zaino sulla sedia vicina al lettino sopra al quale stende poi un telo.

Un dubbio mi assale e subito ruoto le pupille.

Walter e Lara dormono, io posso vedere loro ma loro non possone vedere me. Perfetto.

Ora però il problema più grande.

Guardo poco più giù verso l'ombrellone sotto al quale stanno madre e sorella del migliore amico del ragazzo che solo la sera prima ho visto per la prima volta e che già aveva fatto la sua comparsa questa notte in sogno. In realtà non somigliava fisicamente a lui ma sapevo che lo era. Si sa come sono i sogni: vediamo certe cose e ne capiamo altre.

Lucrezia e Silvana stanno ancora cercando di venire a capo del loro cruciverba perciò sono ancora al sicuro dai loro occhi.

Perfetto, posso continuare a guardar... ok no. Si è appena girato dalla mia parte.

Richiudo gli occhi.

E se invece mi avesse voluto salutare? Che stronza, eh?

Ok, dai, forza e coraggio. Una cosa alla volta. Apro gli occhi, guardo a sinistra e lo saluto. Posso farcela.

Bene, le prime due sono andate a buon fine. Peccato per l'ultima.

Stavolta però non è stata colpa mia, è lui che se n'è andato per fare un bagno.

Che palle!

Ti pare che proprio quando ti decidi a fare qualcosa sia già troppo tardi?!

Spero proprio che Walt mi chieda di andare a fare una passeggiata con lui lungo la spiaggia così magari posso seguirlo segretamente.

No, dai, basta così, sto diventando ridicola!

Certo però che 'L'importante' dei Boomdabash non aiuta.

Ti pare che uno del genere  voglia avere a che fare con me? A parte che non so neanche quanti anni abbia anche se più di venti ne ha di sicuro  poichè da come ho capito gira intorno a quella cifra l'età sei suoi amici però spero non superi i ventitrè... Tra diciassette e ventitrè c'è una bella differenza. Sei anni. E rischio forse che ne abbia anche venticinque! Uff, io e i miei problemi dell'età.

Non riesco a ricordare l'espressione sul suo volto quando, rispondendo alla sua domanda, gli ho detto di avere diciassette anni.

Deluso? Contento? E che motivo ne avrebbe poi di esserlo? Uff...

"...per innamorarmi di te, non c'è voluto niente sai..." quanto cavolo è vero. Ma so che questo non è vero amore.

Solo una cotta adolescenziale. Una nullità. Una cottina. Devo smetterla di pensare a lui.

Sìììì, eccolo che ritorna.

Si sistema il ciuffo bagnato di lato e con andatura disinvolta prende il telo.

Ma quant'è bello, la pelle abbronzata che luccica sotto il sole d'agosto.

Guardo in alto verso le nuvole che si spostano sempre più velocemente, le frangie dell'ombrellone che si muovono seguendo il vento.

Ora la musica cambia, non più voci maschili ma una femminile, Nicki Minaj.

Sulle note di 'Hey Mama' (coincidenza che sia capitata proprio mentre avevo quella visione poco distante?) osservo le figure in cielo.

Vedo una sola nuvola, enorme, leggermente appiattita.

Sembra un coccodrillo.

Che fa il coccodrillo? Attacca.

Devo attaccare la mia preda? Ma no, io non sono il coccodrillo, sono per lo più una che aspetta e si accontenta di ciò che riceve anche se non era ciò che avrebbe voluto realmente. Io non attacco mai per prima.

Ma aspetta, cos'è quella che ha sul muso? Non è il prolungamento ma un altro animaletto.

Quindi? Il coccodrillo sta aiutando un altro animale. Sta andando contro la sua natura. Dovrei andare anch'io contro la mia natura e trasformarmi in un coccodrillo?

Mmm... le parole della canzone aiutano però... no, io non sono una che agisce, punto.

Coccodrillo o no non posso semplicemente girarmi, come faccio ora, incrociare il suo sguardo, che magicamente proprio in quel momento sta guardando da questa parte, e rispondere al suo saluto e al suo (magnifico) sorriso.

Nuooooooo mi aveva guardata e salutata e sorriso e... e... e... oddeo!

Cazzo Jenny, togliti quel sorrisetto idiota dalla bocca, così ti fai scoprire!

Ma no: lui si è messo supino, cuffiette nelle orecchie come me.

Fantastico su una sua proposta di scambiarci gli mp3 per ascoltare le canzoni l'uno dell'altra.

Ma ti pare. Un saluto e basta, si è messo giù.

In fondo però cos'altro mi aspetto? E' stato cortese e basta.

Certo però che quel costume gli sta proprio bene.

Ed ecco che la musica interferisce ancora.

MTC, devo dire che inizia ad azzeccarci piano piano con i miei pensieri.

Ma no dai, stiamo calmi.

Chiudi gli occhi Jenny e sogna. Sogna un posto in cui una persona, speriamo bella, mi si caghi un po' e, chi sa? che magari sia prioprio su una spiaggia come questa e con una persona come quella stesa a pochi metri da me.




Angolo scrittrice:

Ciao e grazie per essere arrivati fin qui, spero vi sia piaciuto come inizio. Sarei molto contenta se lasciaste una recensione e spero di poter postare il prima possibile il prossimo capitolo.
Alla prossima.
-G

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sulla bici: schivando pericoli, incappando in un problema ***


Ne devo assolutamente sapere di più su quel ragazzo.

Cavolo, dopo ieri in spiaggia, l'ho rincontrato al bar, nel parcheggio delle biciclette (avevo riconosciuto la sua bici e avevo fatto sì che la mia preparazione per tornare a casa durasse qualche minuto in più così magari da poterlo vedere e l'attesa ha fruttato fortunatamente) e infine ieri sera Silvana, l'amica di mia zia, le ha telefonato per invitare lei, lo zio e me a casa sua avvertendo che ci sarebbero stati anche i suoi ragazzi e, da questa prima settimana al mare avevo capito fin troppo bene che con 'i ragazzi' si intendevano Lucrezia con il ragazzo, Benjamin e George con il loro amico Mark.

Mark, cavolo che nome, mi sono sempre piaciuti i nomi corti.

E insomma sì, questa sera lo rivedrò. Lui, con i suoi capelli castani, con quegli occhi fantastici con quel corpo…

Corro in camera a preparare le cose da mettermi per la cena: il problema più grande è la maglia.

I pantaloni li ho, tanto ho solo quel paio di jeans lungo e un po’ scolorito ma è abbastanza carino. La maglia invece… sono indecisa: una maglia leggera nera con le maniche a tre quarti con sopra una felpa verde scuro o una felpa bianca elegante e un po’ scollata ma non troppo?

Dopo vari ripensamenti opto per la prima scelta almeno se in casa è caldo posso togliermi la felpa.

Bene, e per stasera sono a posto. Ora devo solo mettermi il costume per passare una tranquilla mattinata al mare in attesa che si facciano le sette.

Riempio il mio zaino da spiaggia di una settimana enigmistica, una matita, una gomma, una penna, il libro 'La verità sul caso Harry Quebert', una bottiglietta d’acqua, un cambio, un altro costume anche se non credo che farò il bagno, il mio telo giallo da mettere sul lettino e le carte.

Zio ieri è andato ad una serata tra colleghi e quindi credo proprio che questa mattina rimarrà a letto fino a verso l’ora di pranzo.

Una volta pronto il mio bello zainetto beige, me lo metto in spalla e appena esco dalla camera prendo le chiavi della bici e della casa da sopra il comodino.

<< Già parti? >>

<< Sì, ho voglia di leggere in spiaggia>> guardo mia zia che, con addosso gli occhiali, cerca di formare delle parole sul tablet per vincere una partita a Ruzzle.

Lei mi fa notare che non ho nemmeno fatto colazione. E' vero ma sinceramente non ho molta fame però non glielo dico. Metto invece qualche pacchetto di crackers nello zaino dicendole che li mangerò in spiaggia così finalmente i suoi occhi da dietro le lenti lasciano andare i miei e ritornano a cercare nuove parole.

Non appena chiudo la porta dell'appartamento sospiro.

Ancora non ci posso credere! Lo rivedrò! Questa sera! Che bello!

Con il sorriso stampato in faccia scendo le scale del condominio e esco dal palazzo avviandomi verso la mia bici.

Ogni estate che vengo qui mia zia mi noleggia una bici e io l'adoro. La mia città non è pianeggiante perciò non ne ho una mentre qui se non hai una bici sei praticamente un alieno.

E' stupendo fare le passeggiate in bici nella pineta per arrivare in spiaggia: la brezza che ti scompiglia i capelli, la voglia di correre sempre più veloce sfidando se stessi, le persone che ti lasci dietro, il sentirsi come i più veloci. Tutte sensazioni che a casa non posso provare. Ancora un anno per prendere la patente, uffa. E' straziante dover chiedere sempre un passaggio per andare in giro.

<< Ehi Jenny! >>

Rallento leggermente per poter guardare dietro di me e vedere chi mi ha chiamata. E' Walter.

<< Ciao Walt! >> gli faccio un cenno con la testa.

Cavoli quanto vorrei riuscire a staccare una mano dal manubrio e salutarlo come fa lui. Il problema è che se lo facessi, molto probabilmente cadrei.

Posso esercitarmi solo quando vengo qui in vacanza e ancora non ho trovato il luogo isolato adatto per le mie prove. Cioè, non è che in giro per le strade posso provare a togliere le mani. Per prima cosa potrei non riuscire a mantenere più il controllo e cadere causando magari qualche incidente e poi credo sarebbe abbastanza strano vedere una sulla bici che sraccia e barcolla per riprendere l'equilibrio.

<< Ciao Jenny >> una voce proviene da dietro di lui e girandomi appena, stando bene attenta a non prendere sotto la coppia che sta andando a 2 all'ora davanti a me, riesco ad intravedere il braccio di Lara che si muove dietro il corpo di Walt.

Sì, zia mi aveva parlato del fatto che Lara non sapesse andare in bici (credo unico esempio di una persona peggiore di me in quella cittadina) così lei e Walt avevano comprato un tandem. Facevano ridere a vederli in giro per la città: prima vedevi un omone venirti in contro sulla sua bici, dopodichè ti accorgevi di un corpicino nascosto dietro quella massa che pedalava osservando al tempo stesso tutto ciò che la circondava.

Una cosa per cui la invidio è proprio il potersi godere il paesaggio. Io invece basta che mi distraggo tre secondi e davanti a me compare improvvisamente un ostacolo che alcune volte riesco a superare ma tante altre invece finisco con il puntare i piedi a terra dimenticandomi dei freni e non è una bella cosa, soprattutto se stavi andando alla velocità della luce.

<< Ciao Lara! Come va il piede? >> le domando mentre schivo un'anziana signora che mi inveisce contro. No davvero, compaiono all'improvviso!

<< Bene bene, ormai non si vede più niente >> mi dice riferendosi alla ferita che un granchio le aveva fatto ieri.

Usciamo da una traversa e ci immettiamo nell'enorme pista ciclabile che costeggia la spiaggia. La adoro. Essendo molto larga ci si può stare anche in tre in fila in entrambe le corsie perciò è perfetta per sfidare la velocità.

Li saluto dicendo che 'ci rivedremo in spiaggia' e inizio a pedalare sempre più forte, il corpo proteso in avanti come se senza questo particolare non potessi andare così veloce.

Intravedo con la coda dell'occhio molte facce che si girano a guardarmi ma sfreccio loro davanti senza dargli peso. Questo è il mio momento. Chissene se pensano che sia pazza, mi sto divertendo come non mai. Per usare una similitudine, come un bambino durante i periodo di natale.

Però purtoppo le vacanze natalizie finiscono e difatti appare il cartello con la scritta del bagno 'Caliente' e sono costretta a lasciare quella fantastica pista per prenderne una stretta che però mi porterà finalmente al mio lettino.

Non vedo l'ora di mettermi in costume, stendere il telo e stendermici sopra per poi continuare a leggere. Ieri sera ho dovuto smettere perchè zia voleva che spegnessi la luce (fa caldo e zio è riuscito ad accaparrarsi il lettone tutto per sè così zia dorme sotto nel letto a castello e io sopra) perciò sono rimasta con un dubbio in mente. Che Elijha centri qualcosa con la morte di Nola o è solo uno dei tanti che ha stretto amicizia con la persona sbagliata? Mi sta prendendo troppo questo libro ed è scritto benissimo.

Finalmente arrivo al parcheggio del bagno. Prendo la catena dal cestino della bici e lego una ruota di quest'ultima al palo lì di fianco.

Passando tra i lettini per raggiungere il mio lo vedo.

Sta lì, disteso sul suo lettino, sopra quel telo e con quel costume. Ascolta la musica come ieri.

Vedo i suoi capelli stupendi, il suo corpo stupendo, i suoi occhi stupendi (in realtà posso intravedere solo una parte della sua testa, quella posteriore dato che gli sto dietro, ma sono sicura che non cambierei opinione se lo vedessi per intero), la sua posizione stupenda, il cielo stupendo, le nuovole stupende. Lui rende tutto stupendo.

Lo so sto esagerando e infatti mi fermo con i miei pensieri.

Mi fermo perchè affianco alla sua testa c'è una chioma bionda. Femminile.




Angolo Lettrice:
Ecco il secondo capitolo, spono riuscita a scriverlo abbastanza velocemente ma spero sia venuto fuori bene. Che ne pensate? Potevo ampliare o tagliare qualche parte secondo voi? Fatemi sapere.
Alla prossima.
-G

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3336211