Il gioco dell'Angelo

di Geh__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jacob e Evie ***
Capitolo 2: *** Membro dei pistacchi ***
Capitolo 3: *** Stravolgimenti ***



Capitolo 1
*** Jacob e Evie ***


«E' un errore gravissimo quello di formulare ipotesi prima di avere tutti gli indizi. Distorce il giudizio.»
 Sir Arthur Conan Doyle



 
Jacob e Evie



* * *
                          
E' il 15 ottobre del 1878 e si respira l'aria di un nuovo giorno nelle strade di Londra!
«Che puzza di pesce!» urla mia sorella Beatrice schifata. Si, questa è l'aria che intendevo.
«Grazie idiota, siamo vicino al porto, che ti aspettavi?» le risponde mio fratello Matt –abbreviazione di Matteo, abbiamo tutti e quattro nomi Italiani- «Oh Matt, e io che credevo fossi tu a puzzare!» gli dice Beatrice.
«Finitela tutti e due! Dobbiamo muoverci, è tardi!» «Ti prego…» si lamenta Matt aggrappandosi alle mie gambe «…dolce sorella, cara sorella Angelica bella come un angelo, portami con te!» ci risiamo… stesso lamento tutte le mattine. «Matt, il giorno in cui vorrai andare a scuola di tua spontanea volontà sarò una persona felice» volgo lo sguardo verso la strada, e con tono melodrammatico, aggiungo «…morirò nella mia infelicità.»
«Sei la solita Poison Ivy! Se io non voglio andarci, non ci vado!» mi chiama così ogni volta che a detta sua sono “cattiva” come «L’edera velenosa!» «Dovevi pensarci prima, sai?» gli dico puntando il dito verso la scuola «Quando siamo arrivati?» chiede con faccia terrorizzata, mi metto a ridere e arruffandogli i capelli li saluto.
Mi avvio verso la libreria, il negozio di libri è della nostra famiglia da almeno sessant’anni ed è una delle più conosciute qui a Londra, e ora tocca a me gestirla. Apro la porta, e annuso l’aria che mi piace tanto (non di pesce) dei libri. Vado dietro al bancone e ci appoggio i giornali arrivati prima.
Iniziano ad arrivare i clienti abitudinari, tra cui il signor Maxwell, che ogni mattina mi porta il caffè. «Ancora vi ringrazio, signor Maxwell.» «Si figuri, e mi chiami pure Richard, arrivederci Angelica!» «Arrivederci!»
Guardo l’orologio e con mia grande sorpresa sono già le nove.
Tra un cliente all’altro decido di leggere un libro per passare il tempo, vado tra gli scaffali e noto un mucchio di libri caduti a terra «Quando cavolo è successo?» e mi abbasso per raccoglierli, mentre aggiusto sento il campanello della porta che si apre, segno che qualcuno è entrato.
«C’è qualcuno?» «Arrivo!» corro di là e trovo due ragazzi, una femmina e un maschio, avranno trent’anni. Sono una coppia? Li osservo meglio, e noto una somiglianza tra i due e penso che forse sono fratello e sorella. «Salve.» li saluto io «Giorno.» mi risponde lui «Capelli rosso scuro, grandi occhi grigi truccati di nero, altezza media. Tu devi essere Angel Richardson. Vero?» mi chiede lei. Spalanco gli occhi perché la cosa è davvero sconcertante. «E voi sareste?» «Io sono Jacob Frye.» «Io invece Evie, Evie Frye.» come pensavo, sono fratelli. «Come fate a conoscermi?» «Ci hanno mandati qui perché hanno detto che questa è una delle librerie più fornite di Londra, e abbiamo un disperato bisogno di un libro che non troviamo da nessuna parte. Non ti stiamo seguendo o cose del genere, mi dispiace se ti ho spaventata». Non mi sembrano malintenzionati, quindi decido di fare il mio lavoro e basta «Di che libro si tratta?» Evie sta per rispondermi, ma veniamo distratti da una voce acuta «Muoviti, furfante! Tua sorella deve venire a sapere della tua ennesima malefatta!» no, non la signora Collins… non di nuovo! «Richardson!» entra urlando tenendo mio fratello per l’orecchio destro… mio fratello… ma dovrebbe stare a scuola adesso! «Signora Collins.» rispondo mellifluamente «Oh non usare quel tono con me, signorina! Ho trovato di nuovo vostro fratello nel mio prato! Sapete quanto ci costa il giardiniere?!» «200 sterline, lo so. Potreste lasciare mio fratello? Ci teniamo ancora al suo orecchio.» lo lascia e lo spinge verso di me «E’ ovvio che lo faccia apposta, voglio subito dei provvedimenti.» «Non è vero Ivy! Stavo giocando con il suo cane!» e capisco che sta dicendo la verità perché ha gli occhi lucidi, sta per mettersi a piangere. Nessuno deve far piangere mio fratello, oltre me, ovviamente. «Ma per favore! Perché Benjy dovrebbe giocare con un bambino come… come lui?!» quel lui detto in tono schifato è la goccia che fa traboccare il vaso. «Come lui? Cosa avrebbe mio fratello che non va, signorina Collins?» e sottolineo quel Signorina, ormai tutti sanno che Evelyn Collins è una zitella lasciata dal marito perché disperato per l’isterismo della moglie. Si è chiaramente offesa, e risponde «Un bambino scapestrato come lui, figlio di una libraia e di un pazzo…» è abbastanza adesso. «Se ne vada.» ordino io «Come scusi?!» «E’ sorda? Vi sto cacciando. Andate via.» «Ve ne pentirete!» «Si pentirà di cosa?» chiede Jacob Frye… che ha adesso ha un cappuccio sulla testa, devo ammettere che incute un po’ di... timore? Sembra di avere mio zio Jack avanti.
La Signora Collins si è chiaramente spaventata e tirando la sua piccola bocca raggrinzita esce dal negozio sbattendo la porta. «Quella vecchia…» dice Matt, ma lo ammonisco prima che possa continuare, ma poi penso, perché no? «Pazza. Hai ragione» e mi sorride. Mi giro verso i fratelli Frye «Scusatemi…» «Hai fatto bene!» risponde Jacob «La stupidità della signora è stata evidente. Tornando a noi, non conosciamo il titolo del libro, abbiamo una vecchia foto che lo ritrae» e Evie mi porge la foto. Lo osservo bene, e non mi è nuovo. Sicuramente non lo abbiamo qui, ma dove l’ho visto? «Inizierò col dirvi che qui non lo abbiamo.» Jacob sbatte un piede per terra e Evie si mette una mano sulla faccia. «ma… l’ho visto da qualche altra parte» a questa frase tutti e due sembrano riprendersi «Ricordi dove? Ti preghiamo, è urgente» già, dove l’ho visto? E all’improvviso mi viene un’illuminazione, nella libreria di mio zio Jack! Perché sempre zio Jack? La scena col cappuccio, adesso il libro... «Da mio zio…» Jacob e Evie si guardano in faccia dubbiosi «Dove?» «Da mio zio!» dico ad alta voce «Scusate…» «Potresti… chiedere a tuo zio se può… prestarlo?» «Ora non è a Londra.» «Perfetto allora, andiamo a casa di tuo zio a prenderlo!» esclama Jacob «Jacob!» lo sgrida Evie «Che c’è? Senti Evie, quel libro ci serve, e lo sai» «Posso anche darvelo, ma non ho le chiavi di casa sua.» si girano entrambi verso di me «Davvero?» chiede Evie «Le chiavi non sono un problema!» mi dice Jacob. Prendo un foglio e una penna e scrivo ‘Torno subito’.
«Matt?» «Sì?» «Vieni. Non ti lascio da solo qua.» Matt annoiato viene con noi.
Arrivati casa di mio zio, Matt chiede «Bravi geni. Come pensate di aprirla adesso?» Jacob gli fa una smorfia e, cacciando un grimaldello, risponde «Con questo.» in due secondi apre la porta e entriamo in casa di mio zio. E’ partito un mese fa e la casa inizia ad essere impolverata «Zio Jack ci ucciderà» mi dice Matt preoccupato «Non lo saprà…» ma non sono sicura di quello che dico, zio Jack scopre sempre tutto. Vado a cercare tra i libri, e inizio a starnutire per la quantità di polvere. Dove sta? Fa che lo trovi! Edgar Allan Poe… Jane Austin… Jane Austin? Perché mio zio ha un libro di Jane Austin? Scuoto la testa e continuo a cercare… Dumas, Dickens… Eccolo! Prendo il libro e soffio per togliere la polvere. Torno da Evie e Jacob «E’ questo?» chiedo speranzosa. Lo guardano ed esclamano in contemporanea «Sì!» «Grazie mille… grazie…» «Certo, tutto molto bello, ora potremmo uscire?» chiede Matt «Un momento… scusami, posso farti una domanda?» mi chiede Evie, annuisco, e continua «Sai come fa tuo zio ad avere questo libro?» che cosa intende? «Credo di non aver capito... in che senso?» «E’ solo…» ma Jacob la interrompe «Nulla di importante, a volte mia sorella fa pensieri strani…» no, non abbocco. I due fanno per andarsene e chiedo loro «Mi spiegate che ha questo libro di così importante?» mi ignorano… che maleducati! Mi metto avanti la porta, bloccandoli «Siete sordi adesso?» i due mi fissano, non sanno cosa rispondere. Jacob mi mette la mano sinistra sulla spalla e mi dice «Non possiamo dirtelo.» gli guardo il braccio… quel guanto, mi ricorda quello di mio zio Jack, quello con quella lama… che cosa sta succedendo? Ritorno sulla terra e mi limito a dire «Va bene.»
 
«Per me sa qualcosa.»
«Hai visto come mi ha fissato il guanto?»
«Sì, Jacob, l’ho notato. E non la vedo stupida. Per me lo zio Jack è un Assassino. Altrimenti come farebbe ad avere il libro?»
«Ma se non sa che lo zio è un Assassino…»
«In ogni caso ha capito che c’è qualcosa che non va»

 
10 ore dopo
Finalmente devo tornare a casa, sono distrutta e da oggi mi sto facendo mille domande sui fratelli Frye. Chiudo il negozio e vado a casa mia, per strada già non c’è nessuno, passo fuori al teatro e penso allo spettacolo a cui dovrò assistere la prossima settimana: Romeo e Giulietta. Vado avanti e, con mia grande sorpresa, vedo i fratelli Frye.
«Mi perseguitano» esclamo io.
Stanno correndo verso il porto e sono troppo curiosa per farmi i fatti miei. Inizio a seguirli.
Fortunatamente si fermano e mi appoggio ad un muro per riprendere fiato. Mi giro verso la strada ma i fratelli sono scomparsi.
«Dove sono finiti?»
All’improvviso vengo presa da dietro, mi strattono cercando di liberarmi ma mi mettono la mano sulla bocca impedendomi di urlare. Sento piano piano addormentarmi. Mi sono cacciata in questo guaio per quei due... chi diavolo sono i fratelli Frye?




Salve!
Non so se continuerò questa storia, è una cosa di passaggio che non so se porterò a termine perché mi è uscita in una improvvisa voglia di scrivere.
Ad ogni modo: vediamo un nuovo personaggio, Angel, alle prese con i fratelli e la libreria in cui lavora, quando all'improvviso entrano in gioco i fratelli Frye che le stravolgono la giornata. 
Vediamo che alla fine qualcuno la rapisce... che fine avrà fatto? Per voi chi sarà? 
Vorrei sapere cosa ne pensate, dunque RECENSITE! Our revoir! 

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Capitolo 2
*** Membro dei pistacchi ***


«La mia vita non è che un continuo sforzo per sfuggire alla banalità dell'esistenza.»
Sir Arthur Conan Doyle, "La lega dei Capelli Rossi"


Membro dei pistacchi


* * *
 
Mi sono cacciata in questo guaio per quei due.
Chi diavolo sono i fratelli Frye?

 
Mi sveglio all'improvviso grazie all'odore di alcol.
Apro gli occhi e vedo sfocato, davanti a me si trovano due uomini: quello a sinistra è di smisurata altezza mentre l'altro, è molto più basso, vestito completamente di nero con una fascia bianca al braccio sinistro con su cucita una croce rossa. La stessa croce sulla copertina del libro che ho dato ai fratelli stamattina. Qui la faccenda si fa sempre più strana.
«Chi sei, tu?» mi chiede l'uomo basso. Non rispondo.
«Ti pongo di nuovo la stessa domanda: chi sei tu?» urla lui. Angel, vorrei dire, ma non mi sembra prudente, risponderò con un nome falso.
«Katherine»
«Hai anche un cognome, suppongo»
«Watson» rispondo con il primo cognome che mi viene in mente.
«Bene, Katherine. Ora ti farò un'altra domanda: perché stavi seguendo i gemelli Frye?»
Come fa a sapere che li stessi seguendo? Per strada non c'era nessuno, o almeno così credevo.
«Perché dovrei dirvelo?» l'omino lancia uno sguardo all'altro, e egli si avvicina a me puntandomi la pistola alla tempia. Mi uccideranno... perché vogliono uccidermi? Inizio a sentire caldo e credo di stare sudando.
«Te lo chiederò un'ultima volta, e se non mi risponderai, Gustav non si farà troppi problemi a spararti. Perché stavi seguendo i gemelli Frye?»
Presa dal panico rispondo dicendo la verità.
«Volevo sapere dove stessero correndo»
«Sicura Katherine? Non mi piacerebbe ucciderti, in fin dei conti non mi hai recato alcun danno»
Per questo mi sta minacciando con una pistola puntata alla tempia? «Allora mi liberi e basta»
L'omino si mette a ridere «Risposta perfetta, signorina Watson» all'improvviso, si sente il rumore di un cancello che viene aperto.
«Eccoli arrivati. Perché non informarli della tua presenza? Gustav, procedi. Io vado ad intrattenere i nostri... ospiti» e va di là muovendo il suo mantello come un vampiro.
Gustav mi imbavaglia, slega le funi dietro le braccia e mi porta sulle spalle. Mi strattono più che posso e cerco di urlare, ma inutilmente; mi attacca le braccia su un uncino e resto appesa come un maiale pronto al macello. Inizio a muovermi e sento l'omino vampiro dire con voce calma «Per la cronaca, questa qui vi stava seguendo» guardo avanti a me e spalanco gli occhi per ciò che trovo: sono davvero come un maiale pronto al macello.
File di maiali appesi come me che ottengono vampate di fuoco ai lati.
Morirò.
Maledetta la tua curiosità Angelica Richardson. "Ben ti sta!" mi direbbe mio fratello Matt.
Oh Matt... Tris... Lawrence... mamma... papà...
«Angel?» chiede Jacob sorpreso, mi giro verso di loro implorando aiuto con lo sguardo.
«Jacob, se non facciamo qualcosa morirà!» urla Evie al fratello.
«Che facciamo?!»
Evie pensa, e si leva la cappa porgendola al fratello. Jacob corre verso di me e mette la cappa intorno a noi. I nostri visi sono a pochissimi centimetri di distanza e volgo lo sguardo da un'altra parte.
«Serata sbagliata per seguirci, vero, tesoro?» mi chiede Jacob con grossa ironia.
Sento il fuoco arrivare sulla cappa e il caldo è davvero insopportabile «Evie!» urla Jacob «Un attimo!»  risponde lei.
Il fuoco finalmente si spegne e Jacob si allontana levandomi l'imbavagliatura.
«Stai bene?» mi chiede Evie «Sì» «Anche io sto bene, grazie cara sorella! E tu invece, che diavolo ci facevi qui?» «Jacob, non c'è tempo ora!» risponde la sorella guardando verso il tagliacarne elettrico.
«Slegatemi!» urlo io in pieno panico «Jacob, tienila ferma!» ordina Evie al fratello che mette le mie gambe sulle sue spalle. Evie prende un'ascia e prova a staccare l'uncino, ma non ci riesce. «Evie?»
«Abbiamo un problema...»
«Mettiti tu qui sotto, provo io a staccare!»  Evie si mette al posto del fratello e Jacob inizia a colpire il metallo.
Prova e riprova ma non succede niente, e ci stiamo avvicinando sempre di più.
«Evie vattene! Almeno muoio da sola!» le ordino io «Madre mia perdonami per la mia stupidità...» mormoro ad occhi chiusi.
«Non essere sciocca...» risponde Evie.
«Stasera nessuno morirà! Chiaro?» urla Jacob.
Siamo a pochi centimetri dal tagliacarne, sono rassegnata, chiudo gli occhi aspettando di essere tagliata a metà... ma le braccia cadono giù, ci è riuscito!
Evie scappa da lì tenendomi ancora sulle spalle.
Scendo dalle sue spalle e la abbraccio «Grazie... grazie...» mi stacco e Jacob mi chiede «A me nessun abbraccio?» non so perché ma provo uno strano disagio nei suoi confronti che mi blocca dall'abbracciarlo, così, mi limito a dargli una pacca sulla spalla «Grazie, Jacob»
«Mi accontenterò. Ora ci dici perché ci stavi seguendo?» lo fisso, come potrei rispondergli?
"Non mi fido di voi e quindi vi ho seguiti per avere risposte?" non è molto carino da dire alle persone che ti hanno appena salvato la vita.
Mentre penso alla risposta, qualcuno ci spara addosso. «Non è tempo ora per parlare, fuggiamo!» ordina Evie.
Così, io e i due fratelli iniziamo a correre. I due sono molto più veloci di me e mi sorpassano di gran lunga. «Forza Angel!»
Ho sempre odiato la corsa, sono sempre stata la più lenta. Ora però sono costretta, altrimenti mi ritrovo con un buco da qualche parte.
Dopo che li abbiamo seminati, entriamo in un vicoletto poco illuminato.
«Sto ancora aspettando una risposta!» dice Jacob mostrando un po' di irritazione «Stavo tornando a casa, vi ho visti correre e vi ho seguiti. Ecco tutto!»
«Ti sei cacciata in un bel guaio» «Ora ti daranno la caccia insieme a noi due» esclama Evie strofinandosi gli occhi, segno di stanchezza.
Mi daranno la caccia? Evie è in vena di scherzi?
«Cosa?» «Se diventi nemico di... quell'uomo che hai visto prima, non la filerai liscia»
Le sue parole non mi aiutano di certo. Sembra che voglia prendermi in giro.
«Quindi ora dovrei andare in giro con la paura di essere uccisa?» «Nulla che i Rooks non possano controllare» dice Jacob con gran fierezza. «I Rooks? La banda vestiti di verde?» «Sì, Angel, quelli vestiti di verde».
«Quindi quale sarebbe la tua idea? Farmi circondare da pistacchi per il resto della mia vita?» «Pistacchi? Pistacchi?! I Rooks non sono pistacchi! Sono…» «Jacob, stà zitto! Angel, lasceremo qualcuno a controllarti, ma ora devi dimostrarti collaborativa. Ora fai parte alla missione, ci serve un’altra mente acuta» propone Evie «Oltre la mia, ovviamente» dice Jacob, Evie alza gli occhi al cielo. «Potrebbe entrare nei Rooks» «Nei Rooks? Evie, non credo sia adatta… a fare ciò che fanno i Rooks» «Per non farla scoprire da tu sai chi, Jacob» Jacob resta a fissarla  pensando suaalla proposta.
Collaborativa alla loro missione. Missione, i fratelli Frye stanno svolgendo una missione, nulla che non avessi già capito.
Ma una missione per chi? E’ ovvio che Jacob e Evie facciano parte di qualcosa (a parte i Rooks). I loro indumenti diversi da tutti gli altri, il loro aspetto di stare sempre all’erta… proprio come zio Jack. Ho deciso, devo parlargli, devo capirci qualcosa.
«Abberline non basta?» chiede Jacob alla sorella.
I fratelli Frye conoscono l’ispettore Abberline? Mi sta venendo in mente un’idea.
«Vi aiuterò. Ma ad una condizione»
Fin da piccola ho sempre avuto una estrema fissazione con i dettagli, ho sempre notato cose che gli altri magari non notavano, da qui è nata la mia passione per il voler diventare detective.
E diventare detective a Scotland Yard non è per niente semplice, devi avere i giusti abbocchi, altrimenti puoi continuare a sognare. E... sono una donna. I tempi impongono che noi donne dobbiamo soltanto sposarci e dare alla luce figli; e noi abbiamo la Regina. Chi comanda è donna. Non è una contraddizione? In ogni caso, perché ora dovrei sprecare questa opportunità?
«Dì pure» l’attenzione di Evie e Jacob è tutta su di me. Non aver paura, dillo e basta.
«Mi farete conoscere Abberline» «Tesoro, credo che Freddie sia abbastanza vecchio per te» esclama Jacob.
Jacob Frye è un completo imbecille.
«Non voglio conoscerlo per questo! E non chiamarmi più tesoro» Jacob alza il sopracciglio stupito per la mia risposta «Perdonami Angel, ma non comprendo» dice Evie.
«Aspiro a diventare detective. Purtroppo tutti i miei tentativi sono stati vani e sono costretta a lavorare nella libreria. Se mi presentaste ad Abberline, magari avrei qualche possibilità»
Prima di darmi la risposta Evie ci pensa un po’. Spero davvero che accetti la mia proposta, è la mia ultima possibilità.
«Accettiamo. Ti aiuteremo»
Perfetto, le mie speranze di diventare Detective si alzano.
Jacob prende un braccialetto verde e me lo mette al polso. «Benvenuta nei Rooks, tesoro»
«Sono ufficialmente un pistacchio?» Evie e Jacob iniziano a ridere.
«Sì, ora sei un pistacchio anche tu» «Vanne fiera!»
 

 
 
SALVE!
Sono tornata con un nuovo, piccolo capitolo.
Ho deciso di continuare questa storia perché si fanno sempre più idee in mente e non potevo non scrivere su Jacob e Evie che adoro!
Ditemi cosa ne pensate, qualunque cosa.
Alla prossima e buona vigilia di Natale! 

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Capitolo 3
*** Stravolgimenti ***


«Adesso abbiamo una chiara visione dell'ovvio.»
Sherlock Holmes (film 2009)


Stravolgimenti

* * * 
Ieri sera sono tornata a casa con un gran sorriso sulla faccia, tanto da aver destato anche l'attenzione di mia madre, che da un po’ di tempo ne ha ben poca per noi figli. L'idea di essere entrata nei 'Rooks' e del dover aiutare Jacob e Evie -per qualunque sia la loro missione- in modo da poter diventare detective ha instaurato in me la speranza che cercavo da tanto tempo per sfuggire alla monotonia della mia vita.
                                 La giornata tipo di Angelica Richardson.
Ore 7.00.
Driiiiiiiiin, driiiiiiiiiiiiin.
Il suono della sveglia, una delle cose che odio di più al mondo -dopo la matematica, i ragni e Benjamin Collins, ma di quest'ultimo ne parlerò un'altra volta- sposto le lancette per le 7.15, un altro quarto d'ora di sonno è fondamentale per la mia sopravvivenza alla giornata.
7.15
Driiiiiiiiiiiin, driiiiiiiiin.
Ora sono costretta ad alzarmi, cosa che mi costa altri cinque minuti, resto seduta a fissare il vuoto.
In questi pochi, lunghi minuti i miei pensieri vanno da 'Vorrei piangere' a 'Ma ieri sera ho chiuso bene il negozio? Che mi avranno derubato stanotte?'
7.20
Mia sorella Beatrice è già sveglia da un'ora e viene in camera a darmi il buongiorno.
«Buongiorno, Angel» e mi stampa un bacio sulla guancia. Risponderle con un buongiorno è troppo stancante, mi limito ad un grugnito.
«Suvvia, ci sono ancora Matt e Lorenzo da svegliare»
Già. Altro grugnito.
Mi costringo ad alzarmi.
Sveglia Matteo e Lorenzo, preparati, accompagna Matt e Tris a scuola, le lancette corrono e sono già le 8.30.
8.30
Apri la libreria
Cosa che mi costa altri 10 minuti perché le grate sono mezze rotte e rimangono incastrate.
Dovrei farle riparare.
I soliti clienti che arrivano, il signor Maxwell che mi porta il caffè.
Vendi libri, vendi libri, vendi libri.
La signorina Collins che si lamenta di qualcosa a caso.
Tic tac, tic tac, tic tac.
11.15
Inizio a sentire fame e penso che forse dovrei fare colazione appena mi sveglio (ma non lo farò mai).
Entra il signor Bennett che mi chiede il giornale che gli conservo da qualche settimana (perché il signor Bennett è sempre in ritardo, dunque i giornali non li trovava mai, finché un giorno disperato mi chiese di conservaglielo).
Osserva dei passanti che litigano.
Vendi altri libri.
13.30
Orario di chiusura.
A Matt e Tris ci pensa Lawrence.
Io devo andare a trovare papà. Al manicomio di Lambeth.
Saluto le infermiere e i medici che ormai conosco benissimo.
Vado fuori la sua stanza, e spero con tutto il cuore che oggi stia calmo.
Bipolarismo, mi dissero nel '75.
Mia madre non capì, ma io invece sì.
Il dottore iniziò la sua risposta con «La Malinconia costituisce l'inizio della Mania e ne è parte integrante. Lo sviluppo della mania rappresenta un peggioramento della malinconia piuttosto che il passaggio ad una patologia differente.» sicuramente il dottore si aspettava che noi ci impressionassimo con questa frase, ma né io e né mia madre lo facemmo.
«Vorremo una risposta concreta, dottore. Le frasi di vecchi medici greci non aiutano.» gli dissi io.
Citò vari medici, di come questa malattia mentale causa oscillazioni bifasiche ricorrenti tra mania e depressione. Non dovette dire altro, mia madre scoppiò a piangere.
«E' andato» disse abbracciandomi.
Volevo piangere anche io, ma non potevo permettermelo davanti a lei o al medico.
Ero consapevole di cosa stessi andando incontro: alla chiusura di mio padre nel manicomio, a mia mamma che sarebbe diventata depressa, alla cura dei miei fratelli e al lavoro nella libreria. Cose che una ragazza di vent'anni non può affrontare da sola, eppure lo feci.
Quel giorno piansi da sola.
Vado a sorte.
Entro nella stanza e lo saluto.
«Ciao papà»
14.30
Vado a casa a mangiare.
Almeno mia madre cucina ancora.
«Ciao, Angel. Com'è andata oggi?» mi chiede lei. 
Non vorrei risponderle, ma devo, perché le verrebbe un'altra crisi di pianto.
«Bene»
Finisco subito di mangiare, e vado a fare un sonnellino. La parte che adoro di più della giornata.
15.45
Suona la sveglia.
Alzati.
Torna al negozio.
20.30
Chiusura del negozio.
Torno a casa. Mangio. Dormo.
7.00
Driiiiiiiiiin.
                       La giornata di Angelica Richardson
                                                                        ...dopo i fratelli Frye
7.00
Driiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiin.
Sposto la sveglia per le 7.15.
In questi altri minuti di sonno sogno Jacob Frye che mi viene a prendere per «Portarti a fare un giro, tesoro».
7.13
Mi sveglio di soprassalto.
Che cosa ho appena sognato?
Inizio a ridere come una stupida, non mi accorgo che entra Tris in camera per darmi il solito buongiorno.
«Angel? Stai ridendo o sbaglio?» mi chiede stupita, la cosa stupisce anche a me, ma il ricordo del sogno con Jacob è ancora aperto nella mia mente e non riesco a trattenere le risate.
«Buongiorno, Tris» le dico «Che mi venga un colpo! Mi hai dato anche il buongiorno! Non succedeva da... in realtà non è mai successo»
«C'è sempre una prima volta, no?» e le stampo un bacio sulla fronte.
8.30
Apri il negozio
Cammino per le strade di Londra con un insolito buon umore, magari oggi succederà qualcosa di diverso. Chi può saperlo?
Difatti, vedo due persone vestite di verde fuori alla libreria, sono appoggiati alla grata che chiude il negozio, si trovano ancora nel mondo dei sogni.
Li raggiungo e resto a fissarli aspettando che si accorgano della mia presenza, ma niente.
«Salve»
Sobbalzano, sì… sono ancora incredibilmente assonnati.
«Tu sei Angel Richardson, vero?» mi chiede sbadigliando la ragazza. Ha i capelli arruffati e profonde occhiaie le incorniciano gli occhi. Non è una persona abituata ai risvegli forzati.
«Sì. Voi siete?» ma conosco già la risposta: i Rooks che Jacob e Evie hanno mandato per controllarmi.
Ora è il ragazzo a rispondermi, e il suo modo di fare è non poco teatrale.
«Noi siamo i Rooks, al vostro servizio.» si inchina facendomi il baciamano.
«Ci ha mandati il boss per farti da guardia del corpo» mi dice la ragazza spostando il ragazzo.
Il boss? Jacob è dunque il capo dei Rooks.
«Jacob?» «Proprio lui» «Non lo trovavo necessario…»
L’idea di dover avere questi due tra i piedi non mi rende molto felice, ci tengo ancora alla mia privacy!
Mi abbasso per alzare la grata e con mia grande sorpresa non mi da problemi, sono solo le otto del mattino e la giornata è completamente stravolta.
«Non credere che a noi faccia piacere stare qui!» esclama la ragazza alle mie spalle «Allora vattene, nessuno ti costringe, né tantomeno lo farò io» ed entro nel negozio.
«Allora, Angie, cosa fai tu qui?» mi chiede il ragazzo facendo un giro per gli scaffali seguito da lei, che nonostante la scena di prima è rimasta.
Angie, è un soprannome che ho sempre odiato e che non sentivo da anni.
«Ti prego, non chiamarmi così. Ci lavoro, non è ovvio?» «Oh, certo» stiamo in silenzio, e mi rendo conto che ancora non ho chiesto i loro nomi. Che maleducata, due ragazzi sono qui per “proteggermi” e non mi sono neanche interessata un po’ a loro.
«Come vi chiamate?» «Io sono Michael, e lei è Michelle» «Mi dispiace se siete qui rinchiusi, anche io sarei arrabbiata se fossi in voi» e la cosa mi dispiace davvero, li vedo come ragazzi libertini e stare rinchiusi in una libreria non li rende eccitati.
«Ogni nuova avventura è ben accolta da me, e sono sicuro che sia la stessa cosa per Michelle. Vero Michelle?» «Già» ma non credo sia così …
«Come mai Jacob ci ha mandati qui?» mi chiede Michelle appoggiandosi al bancone «Lui che vi ha detto?» «Che una sua amica aveva bisogno di aiuto, non ha voluto dare altre spiegazioni» «Diciamo che… mi sono messa nei guai con persone poco rispettabili» Michael si mette a ridere e Michelle resta a fissarmi con gli occhi sbarrati. Immagino cosa starà pensando ‘La libraia che si è messa nei guai con qualcuno? Non ci credo proprio’. Nemmeno io ci credo, Michelle.
11.15
Entra Evie al negozio.
«Buongiorno» «Giorno, miss Frye!» la salutano in coro sia Michael che Michelle.
«Angelica, oggi hai fatto la conoscenza di due dei Rooks migliori» mi dice Evie ridendo «Da quel poco che ho visto posso affermare che è vero» Michelle si gira verso di me stupita dalle mie parole. Michelle non sarà la simpatia fatta persona, ma ha avuto l’opportunità di andarsene e non l’ha fatto.
«Mi fa piacere. Angel, devi venire a vedere… una cosa»
Sto per prendere il cappotto, ma ricordo che andandomene lascerei il negozio scoperto e non posso farlo.
«Non posso…» «Rimarranno loro due qui, non preoccuparti» «Davvero?» «Non preoccuparti, m’lady, tratteremo il tuo negozio come un gioiellino!» e Michael mi fa l’occhiolino. No che non mi fidi, ma il dover lasciare il negozio in mano a due sconosciuti non mi rende molto tranquilla, ma sono costretta.
Dopo aver fatto loro alcune raccomandazioni esco con Evie.
«Prima dobbiamo andare da Jacob» diamine… appena lo vedrò sicuramente entrerò in un mondo parallelo per l’imbarazzo, vorrei capire perché quel ragazzo mi mette così sotto pressione, e poi il sogno di stanotte non aiuta.
«Dov’è?» «Lo vedrai, su, Sali!»
 
Evie Frye con la carrozza è un pericolo ambulante, più volte abbiamo rischiato di investire qualcuno e mi è venuta la nausea.
«Bel giretto, non trovi?» «S-sì…» e mi appoggio ad un palo mantenendomi la pancia. «Angel, vieni!»
Inseguo Evie in una lunga galleria che finisce con una piccola arena rotonda. Con Jacob all’interno che lotta con un altro uomo.
«Fight Club» constato io «Esatto».
Veniamo accolte da un ragazzo che avrà la stessa età di Jacob e Evie «Dama Frye!» si gira verso di me e mi saluta levandosi il cappello «M’lady. Io sono Robert Topping, al vostro servizio».
«Siamo qui solo per prendere Jacob» gli dice Evie guardando il fratello che lotta con altri tre, non mi stupisco per niente, vedo Jacob abbastanza forzuto e allenato per poter batterne anche cento da solo.
Infatti, Robert entra nella piccola arena e decreta il vincitore «E Jacob vince… di nuovo!» «Lo so, troppo bravo. Ciao Rob» Jacob ci raggiunge e non posso fare a meno di notare quanto sia… ben piazzato. E ha anche due tatuaggi, un’aquila sulla parte sinistra del petto e una croce sul deltoide sinistro.
«Salve, tesoro» «Ciao Jacob» «Dobbiamo andarcene, Jacob. Abbiamo cose più importanti da fare. Ti ho anche avvisato ieri» dice Evie arrabbiata, Jacob la ignora e si allontana per andare a vestirsi «E datti una lavata, che puzzi di pesce andato a male» «Angel non è della stessa idea, vero?» e colgo la malizia nella sua voce, credo che Jacob Frye stia facendo troppo lo spiritoso.
«Hai ragione, Jacob, per me puzzi di cane morto» e sorridendo esco di scena.
 
Ora alle redini ci sta Jacob e tutte le mie speranze che fosse migliore della sorella alla guida sono andate in frantumi appena ci siamo mossi… è peggio.
 
Andiamo in un vecchio palazzo a Whitechapel, saliamo le scale e in un piano c’è un ubriaco a terra, saliamo ancora e c’è un signore che fa le sue cose con una puttana.
«Bel posto, Evie» sentenzia Jacob ironico «Tutti gli indizi portavano qui… credo siamo arrivati» «Potete dirmi cosa siamo venuti a fare?» chiedo a loro spazientita, sono venuta qui ignara della mia utilità.
«Hai presente quel vampiro che l’altra sera ti ha rapito?»
«Sì»
«Noi crediamo stia organizzando un attentato a Buckingham Palace, e qui lavorerebbe il suo braccio destro»
«Cosa?!» urlo io «Non urlare!» «Scusate… ma io cosa c’entro?» «Te lo abbiamo già spiegato»
Mi sembra un motivo così futile, i Frye mi stanno nascondendo qualcosa.
Entriamo nell’appartamento e inizio a guardarmi intorno «C’è qualcosa che non va qui dentro» dico a Evie.
Jacob ci chiama «Credo che dovete venire a guardare…» lo raggiungiamo, e troviamo la persona che stavamo cercando morto.
«Sono arrivati prima» «E ora?» «Non ne abbiamo idea. Sul libro non c’era nient’altro» Evie lancia a Jacob uno sguardo furente.
«Tanto vale dirglielo, no? Angel, queste persone, sono Templari. Noi combattiamo contro di loro»
Templari. E’ assurdo. Se lo starà inventando! Mi parla di Templari all'improvviso come se fosse una cosa normale.
«E voi chi sareste?»
«Assassini» spontaneamente mi allontano da loro.
«Non dovresti saperlo. Siamo una confraternita segreta, l’unico motivo per la quale te lo stiamo dicendo è che hai avuto uno di noi avanti gli occhi per tutta la vita»
Lo sapevo. In un certo modo l'ho sempre saputo che mio zio Jack facesse un lavoro strano... ma l'Assassino? Mio zio uccide persone?
«Mio zio Jack»
«In quel libro ci sono scritti tutti i loro piani. Sapevamo che era stato rubato, ma non avevamo idea da chi»
Non li ascolto… Assassini, uccidono persone…  
«Voi uccidete»
«Non gli innocenti»
«Non posso aiutarvi…» e scappo via. Sento Jacob chiamarmi, ma non mi fermo, devo allontanarmi il più possibile da quei due.
E’ finito il gioco.

 
 
SALVE!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto.
Ammetto di aver trascurato un po’ il finale, ma ce l’ho messa tutta. Vediamo scoprire qualcosa sulla vita di Angelica e povera ragazza, con il padre al manicomio! Jacob e Evie che si fidano totalmente di Angel (più Jacob) e gli parlano degli Assassini e dei Templari (sempre Jacob...) Angel rimane sotto shock e scappa via! Come andrà a finire? Non lo so nemmeno io! Ahahah sto scherzando!
Faccio schifo con le note, quindi mi limito ad un: recensite! (Che persona profonda, devo ammetterlo)
Alla prossima,
da colei che dorme sempre

 
 

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