Eternal Rest In My Heart

di Heaven Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Beginning ***
Capitolo 2: *** Fear of the Dark ***
Capitolo 3: *** The Devil in me ***
Capitolo 4: *** Death calls my name ***
Capitolo 5: *** Nightmare ***
Capitolo 6: *** Before the story begins ***
Capitolo 7: *** I heard the evil comes from the sky ***
Capitolo 8: *** I look into your body ***
Capitolo 9: *** Evil Angel ***
Capitolo 10: *** I'll be broken, again ***
Capitolo 11: *** Hello, I'm your mind ***
Capitolo 12: *** You're the darkest burning star ***
Capitolo 13: *** See you in hell ***
Capitolo 14: *** Afterlife ***
Capitolo 15: *** Gone with the sin ***
Capitolo 16: *** Run away from me ***
Capitolo 17: *** Heart ***
Capitolo 18: *** Livin on a prayer ***
Capitolo 19: *** Save me ***
Capitolo 20: *** Show must go on ***
Capitolo 21: *** Danger ***
Capitolo 22: *** Trashed and scattered ***
Capitolo 23: *** I kill myself, again ***
Capitolo 24: *** I can't believe it... ***
Capitolo 25: *** You'll be in my heart, now and forever ***



Capitolo 1
*** The Beginning ***


Capitolo uno - The Beginning


"Non serve parlare, e forse nemmeno capire.
La vita a volte ha la stessa logica di un sogno,
a volte di un incubo
" -Heaven6661


La suoneria del mio cellulare mi fa svegliare di soprassalto, cerco l'oggettino diabolico sul comodino e quando lo trovo accetto la chiamata senza nemmeno guardare chi sia.
"Angel! Maledizione dove cazzo sei?!", mi urla una voce femminile dall'altro capo del telefono
"Mh...Alex ti prego non urlare...sono a casa...", biascico con la voce ancora impastata nel sonno.
"Hai idea di che ore sono?"
"No...si può sapere perchè ti agiti tanto?"
"Sono le otto, Angel! Se non ti muovi Johnathan ti farà la ramanzina per giorni!"
"Oh merda! Arrivo!"
"Hai venti minuti, non uno di più!"
Stacco la chiamata e salto giu da letto, iniziando a correre per tutta la camera nella speranza di trovare dei vestiti, dopo varie imprecazioni riesco a trovare i miei amati jeans scuri e una canotta dei Metallica, indosso il tutto molto velocemente e corro fino in bagno, mi pettino i capelli neri, leggermente ondulati sulle punte, che arrivano ormai fino alle spalle in un taglio scalato e naturale, per poi passare una linea di eye-liner alla Amy Winehouse sugli occhi, anch'essi neri come la pece.
Mi presento, sono Angel ho ventidue anni, lavoro in un pub conosciuto in tutta la città, il Johnny's, e vivo in questa piccola cittadina della California, Huntington Beach, da quando sono nata. I miei genitori mi abbandonarono dopo il mio diploma, scomunicandomi dalla loro vita dopo una litigata avvenuta proprio alla vigilia di Natale, si trasferirono in Georgia, e da allora non ho più avuto loro notizie, sono quel tipo di ragazza che la gente di solito odia, rompo le regole, ho una vita distrutta da quando sono andata al liceo, la maggior parte del mio corpo riporta dei tatuaggi e ho un piercing all'orecchio destro, un industrial, le mie unghie sono perennemente laccate di nero, amo la musica metal e suono la batteria e la chitarra da quando ho dieci anni, me la cavo anche nel canto e quando non lavoro dietro al bancone del pub improvviso uno spettacolo, in modo da guadagnare qualche soldo in più.
Non ho molti amici, eccetto Alex, una ragazza conosciuta all'ultimo anno di liceo, tra me e lei c'è sempre stata una certa intesa ed è l'unica che non mi sparla alle spalle, in poche parole, è l'unica vera amica che ho.
Una volta pronta esco di casa prendendo le chiavi della macchina e avviandomi a tutta velocità al locale, spero vivamente che il proprietario non sia già arrivato.





"Finalmente ce l'hai fatta!"
"Scusa Alex, non ha suonato la sveglia", borbotto mentre inizio a servire alcuni clienti
"Ti spaccherei la testa sui piatti della tua amata batteria quando fai così"
"Anche io ti voglio bene", ridacchiamo e continuiamo nel nostro lavoro.
Il Johnny's è un locale semplice, le pareti sono scure e tappezzate di foto e di poster di varie band che hanno fatto la storia, le luci sono perennemente soffuse dando un'aria abbastanza intima al posto, la gente che viene qui è quasi sempre quella abituale, persone a modo e anche un po' strane, è un locale che delle volte viene frequentato anche da famiglie, questo grazie al buttafuori, Neil, che si occupa della sicurezza di tutti, non mancano le serate dove qualcuno alza di troppo il gomito ma per fortuna non è mai successo nulla di troppo eccessivo.
Dopo qualche minuto vedo che su alcuni tavoli ci sono bicchieri e bottiglie vuote, così decido di prendere un vassoio e iniziare a toglierle, quando sto per tornare dietro al bancone, però, la mia attenzione viene catturata da un gruppo di ragazzi che cercano di chiamarmi, sovrastando la musica del locale.
"Ditemi ragazzi", dico ai cinque una volta che mi avvicino al loro tavolo.
"Puoi portarci cinque birre e un primo giro di chupito?", mi chiede uno di loro, un ragazzo muscoloso, con in testa una bandana e un cappello e delle fossette che tradiscono la sua mole facendolo sembrare un bambino troppo cresciuto.
"Nessun problema", torno al bancone e preparo il tutto, riprendo il vassoio pieno tra le mani e torno al tavolo dei ragazzi per poi poggiare tutto quello che avevano ordinato.
"Stasera paghi tu, Vengeance!", urla uno di loro iniziando a scolarsi la birra.
Vengeance? Che nome.
"Ah Gates! Sei uno scroccone bastardo!", risponde l'interpellato.
Gates, Vengeance...va bèh, io ho del lavoro da sbrigare.
Una volta di nuovo dietro al bancone inizio a pulire dei bicchieri mentre Alex continua a servire un paio di clienti, in questo posto lavoriamo io e lei principalmente e lavoriamo per di più la notte, mentre altre dipendenti sempre e solo in coppia fanno i turni di giorno, Johnathan, il titolare, non si vede quasi mai in giro se non per serate importanti e con molta più gente di stasera.
"Ehy, quel tipo ti sta mangiando con lo sguardo", sussurra Alex mentre versa della vodka in un bicchiere
"Chi?", domando guardandomi intorno con nonchalance
"Quel ragazzo lì, all'angolo"
Mi volto e vedo che la mia mica mi indica con lo sguardo il tavolo dei cinque ragazzi, uno di loro mi sta fissando mentre continua a bere la sua birra con tranquillità.
"Sarà una tua impressione"
"Non credo proprio, perchè non vai?"
"Non ci penso nemmeno, non lo conosco e non voglio conoscerlo", dico mentre inizio a distillare una birra rossa per poi porgerla ad una ragazza.
"Oh, andiamo Angel, quand'è stata l'ultima volta che sei uscita con qualcuno?", mi sprona Alex avvicinandosi
"Non ho la testa per uscire con qualcuno, non ora"
"Devi lasciarti un po' andare, non ti pare?"
"No, non mi pare e ...oh merda", sbarro quasi gli occhi quando vedo il ragazzo in questione alzarsi dal tavolo per avvicinarsi al bancone, Alex mi molla una pacca sul sedere e facendo finta di nulla inizia a pulire alcuni bicchieri che un gruppo ha lasciato sul bancone.
Questa me la paghi, Alex.
"Ciao", mormora il ragazzo appoggiando un gomito sul bancone
"Ciao", rispondo con voce abbastanza fredda
"Posso chiederti una birra o mi cacci?"
Che?!
Senza smettere di farmi domande apro il frigo posto sotto il bancone e ne estraggo una birra che stappo velocemente e gliela poggio davanti agli occhi.
"Ecco a te"
"Sei sempre così fredda?"
"E tu sei sempre così invadente?", evviva la mia stronzaggine acuta.
"No, di solito no", inizia a sorseggiare dalla bottiglia.
Ora che lo vedo meglio posso notare che è davvero un bel ragazzo, invadente, ma bello, ha i capelli neri tagliati in un modo alquanto particolare, gli occhi azzurri, un central poco sotto il labbro inferiore, le braccia sono interamente tatuate, il collo è circondato da un paio di manette perfettamente tatuate e il tutto è seguito da un'innata altezza.
Riprenditi idiota
Ricomincio a pulire il bancone cercando di non incrociare lo sguardo del ragazzo che, al contrario, non perde una singola mossa, finchè non riesce a farmi davvero irritare.
"Intendi tornartene dai tuoi amici?", sbotto con acidità
"Dovrei?"
"Sì, dovresti"
"E invece resto qui", mi guarda con un'aria di sfida sedendosi sullo sgabello
"Tra dieci minuti chiudiamo, vedi di sparire"
"Ho ancora dieci minuti, lo hai detto tu"
Vengo colta da un tic involontario all'occhio sinistro, tipico di quando sto davvero per arrabbiarmi, finisco il mio lavoro e inizio a spegnere alcune luci.
"Ehy, Rev! Muoviti dobbiamo andare!", il ragazzo davanti a me si volta verso i suoi amici che stanno già uscendo dal pub, lui si volta un'ultima volta verso di me e mi fa un sorriso beffardo guardandomi con quegli occhi incantatori.
"Ci si rivede, piccola", e senza aggiungere altro se ne va.






Mi richiudo la porta di casa alle spalle, do un'occhiata veloce all'orologio notando che sono le tre del mattino, sono distrutta ma non vado a dormire, mi cambio in fretta indossando una maglia oversize e tolgo il trucco, torno in cucina per prendere la bottiglia di rum al miele e mi siedo sul divano, portandomi le ginocchia al petto, prendo il telecomando dello stereo e lo accendo, ricordandomi che all'interno c'è un cd dei Guns N' Roses, immediatamente le note di 'Don't cry' mi inondano la mente mentre butto giu un gran sorso di rum.
Appoggio la testa alla spalliera del divano in pelle nero e socchiudo gli occhi.
Mi presento, mi chiamo Angel, ho ventidue anni, e ogni pensiero lo annego al fondo di una bottiglia.
Il mio unico pensiero, ora?
Occhi azzurri.
Penso a quel ragazzo dagli occhi azzurri e dalle manette sul collo.
Lo rivedrò ancora?
Saprò mai il suo nome?
Potrò fidarmi?




SPAZIO AUTRICE
Sono tornata con un'altra storia!
Questa volta il nome della nostra protagonista è Angel, questa ragazza dalla vita tormentata, come vedrete più avanti, conoscerà sempre di più questo ragazzo e presto si ritroverà a fare i conti anche con i suoi amici.
Recensite e noi ci leggiamo al prossimo capitolo!
I personaggi non mi appartengono e i fatti narrati sono frutto della mia mente contorta!

Maraforevergates

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Capitolo 2
*** Fear of the Dark ***


Capitolo due - Fear of the Dark

"Speravo di svegliarmi,
  invece era la mia vita
" -P. Keller


Al mio risveglio vengo accolta da un tremendo mal di testa, mi ritrovo ancora una volta sul mio divano in questo piccolo appartamento, passo una mano sugli occhi e intravedo sul tappeto per terra la bottiglia di rum al miele che mi ha fatto compagnia per tutta la notte.
Dovrei smetterla.
Si, certo...ma quand'è stata l'ultima volta che ho ascoltato la mia coscienza? Nemmeno lo ricordo più.
Mi alzo leggermente barcollante e riesco ad arrivare al bagno senza cadere per terra e rompermi qualcosa, osservo la mia immagine nello specchio sopra al lavandino e quasi mi viene voglia di tirare un pugno per frantumare il vetro. I capelli sono tutti arruffati, il trucco della sera prima è colato sulle guancie facendomi sembrare un fantasma, i miei occhi neri sono stanchi e rossi, gli occhi di chi non ne può più, eppure non sono sempre stata così distrutta...
Con mille pensieri per la testa decido di riempire la vasca da bagno con dell'acqua bollente e ci svuoto dentro metà della botticina di sapone alla vaniglia, mi ci immergo fino alle spalle e poggio la testa al bordo della vasca, mi sono sempre chiesta se sia normale riuscire ad immergersi dentro l'acqua così tanto calda.
Le persone non dovrebbero bruciarsi?
A quanto pare mi hanno così tanto distrutta che non sono più in grado di provare dolore, non fisico almeno.
Osservo con finto interesse il soffitto bianco, così puro, il bianco, troppo puro...non posso fare a meno di chiedermi quand'è stata l'ultima volta che ho sorriso davvero, credo fosse stato al funerale di mio cugino...ridevo...quelle risate isteriche che ti fanno sembrare una pazza agli occhi delle persone, quelle risate che mi sono costate centinaia di sedute dallo psicologo, perchè ovviamente nessuno si era fermato a chiedermi il perchè di quella mia reazione, preferirono chiudermi in un ambulatorio psichiatrico, per tre mesi, i tre mesi più brutti della mia vita, per una ragazzina di sedici anni. A causa di quei mesi rinchiusa là dentro sono diventata quella che sono, una persona fredda, stronza e che non cerca più l'aiuto delle persone.
Quand'è stata l'ultima volta che dormii per una notte senza la paura degli incubi? C'è mai stata una notte del genere, Angel?
Non me lo ricordo.
Dopo quel periodo all'ambulatorio tornai a casa dalla mia famiglia, se così può definirsi, ma andava sempre peggio, mia madre continuava a rinfacciarmi il mio comportamento pessimo e ribelle ogni giorno, mi diceva che non potevo essere sua figlia, come poteva una ragazza ribelle, che rompeva le regole ogni giorno, che beve, che ha una vita sregolata, essere la figlia di una donna d'alta classe qual'è mia madre? Semplicemente non potevo.
E mio padre, un uomo rispettato e stimato in tutta la California, si rifiutava anche di guardarmi negli occhi per il mio aspetto e comportamento, spesso mi nascondevano ai loro amici, definendomi come una malata mentale, solo per il semplice motivo che ascolto musica metal, mi vesto tra lo stile gotico e metallaro e preferisco i miei amati anfibi alle scarpette col tacco...
Inutile dire che diventai la rovina della famiglia, come uno squarcio nero in un dipinto perfetto, come una nuvola che oscura una giornata di sole. Cambiai decine di scuole, mi espulsero quasi in tutte, finchè non riuscii a diplomarmi per pura fortuna, dopo il mio diploma i miei genitori si aspettavano che io prendessi parte a lavorare nell'azienda di famiglia, ma quando annunciai che preferivo lavorare come musicista o come bar-lady si arrabbiarono come non mai, dicendomi che se volevo continuare a vivere con loro avrei dovuto fare quello che mi dicevano e che dovevo andare all'università in modo da concludere qualcosa nella mia inutile vita, non credo ci sia bisogno di dire che non feci nessuna delle cose che mi avevano ordinato.
Alla vigilia di Natale si presentarono nella mia camera con due valigie con dentro tutte le mie cose e mi dissero di avermi preso questo appartamento, poco distante dal centro, perchè gli facevo pena, e loro avevano ben pensato di trasferirsi in Georgia, in modo da non doversi vergognare di me. Se c'è una cosa che odio è far pena alla gente.
Non mi lamento di questo posto, comunque, il salotto e la cucina sono uniti in uno spazio decisamente grande, ci sono due camere e un bagno spazioso, posso dire di star più che comoda qui.

Dopo tutte queste riflessioni decido di avvolgermi nel mio accappatoio nero e andare fino in camera, passando davanti allo specchio posso notare di avere un'aspetto un po' più decente di prima, mi vesto con un pantalone da baskett e una canotta decisamente troppo grande, torno in cucina, sono appena le undici del mattino, decido di prepararmi un tè caldo alla menta, il caffè non mi è mai piaciuto, preparo il tutto versando poi l'acqua aromatizzata nella mia tazza che riporta la faccia di Jack Skeletron di "The Nightmare Before Christmas", e mi vado a sedere sulla sedia vicino al tavolo, porto le gambe al petto e sorseggio con tranquillità questa delizia, prendo il telefono e noto un messaggio che aspetta di esser letto.

From: Alex   To:Angel  10.30
 "Ciao dormigliona, pensavo di venir a pranzare da te,
porto cinese così non devi cucinare...recupera un bel film!"


L'idea non mi dispiace per niente, non fosse che Alex, per bel film, intende uno di quelli romantici e sdolcinati che ti fanno venire il diabete solo durante la presentazione del film.




***



Verso l'una arriva la mia amica, piombando in casa come se fosse sua, ed in effetti è davvero così, ormai questa ragazza passa più tempo da me che in casa sua, ci siamo ritrovate a litigare sul film da vedere, io preferivo un fantasy mentre lei si è concentrata sui suoi film d'amore, inutile dire che ha vinto lei anche questa volta, abbiamo mangiato tutto quello che ha portato e per fortuna sa che sono davvero un pozzo senza fondo.
"Comunque, ieri com'è andata alla fine?", mi chiede Alex continuando a gustarsi i suoi ravioli al vapore mentre io mi concentro sul mio piatto
"Che intendi, scusa?", chiedo non capendo dove vuole arrivare
"Con quel ragazzo misterioso al pub! Sai il suo nome??", quasi non mi strozzo
"No che non so il suo nome! E poi non è successo nulla!"
"Come? Vi siete parlati e nemmeno vi siete presentati?"
"Era un cliente, non un amico di vecchia data"
"Bèh, magari aveva intenzioni serie"
"Scherzi vero?"
"Perchè dovrei? Non ti ha tolto gli occhi di dosso per un secondo!"
"Alex, era un cliente, nulla di più", liquido la ragazza con un'occhiata storta e lei ben presto cambia argomento, spero vivamente di non dover reincontrare quel ragazzo.
Anche se ammetto di aver pensato molto a quegli occhi, a quello sguardo fermo e deciso, a quel sorrisetto beffardo e al suo modo di fare...
Angel cazzo.
"E se stasera si ripresenta?"
"Lo tratterò come ieri, non cambia nulla"
Finiamo di pranzare e ci piazziamo sul divano per guardare il film 'Ho cercato il tuo nome' ...di nuovo, questa ragazza mi farà uscire di testa.


"Avanti dobbiamo andare", annuncio alla mia amica mentre esco dalla mia camera, vestita con un pantalone in pelle nero e una maglietta bianca scollata e con degli spruzzi di vernice nera un po' ovunque, accompagnata dai miei anfibi e dal mio solito trucco, i capelli ricadono ribelli sulle spalle e non mi sogno di pettinarli, con un ultimo sbuffo anche Alex si alza dal divano e con la sua macchina ci avviamo al solito pub per il nostro turno di lavoro.







***





E' quasi mezzanotte e tra un paio d'ore chiuderemo, il gruppo di ragazzi che incontrai ieri è presente anche stasera, ma per il momento nessuno di loro ha rischiesto la mia attenzione, tanto meno il ragazzo che mi tormenta da tutta la notte, dovevo immaginarlo, è come gli altri.
Inizio a sbarazzare alcuni tavolini in modo da iniziare a pulirli, anche stasera è tutto tranquillo e non c'è troppa gente, direi che è quasi noioso, porto al bancone il vassoio con i bicchieri sporchi e le bottiglie vuote e Alex prontamente inizia a lavarli, poco dopo anche gli ultimi clienti se ne vanno e nel pub rimaniamo io, la mia amica e i cinque che continuano a scherzare tra di loro, ogni tanto posso sentire e notare Alex ridacchiare alle loro battute, sono decisamente stupidi.
"Alex, ti spiace se inizio ad andare? Sono troppo stanca", ammetto alla mia amica sentendomi stanchissima di punto in bianco
"Vuoi che ti accompagni? Ormai ho quasi finito"
"No sta tranquilla, faccio due passi"
"Va bene, ma chiamami quando arrivi"
"Ok, ti sono debitrice"
"Vai scema"
Saluto la mia amica e prendendo la mia giacca di pelle mi avvio verso l'uscita salutando anche Neil, il buttafuori, l'aria della notte è puramente rigenerante, respiro a pieni polmoni e decido di incamminarmi verso la spiaggia, non c'è nulla di meglio dell'oceano di notte, senza nessuno che urla o che parlotta, niente bambini che si rincorrono, niente di niente.
Arrivo alla spiaggia dopo dieci minuti, mi siedo sulla sabbia fresca vicino alla riva e punto lo sguardo davanti a me, il buio più totale, non ci sono lampioni ad illuminare la spiaggia e di conseguenza ho la possibilità di vedere meglio le stelle.
E' strano il buio, così pieno, un posto perfetto dove nascondersi, un posto dove essere se stessi senza paura del giudizio altrui.
Una volta amavo stare al buio, ora ne ho paura per colpa di tutto quello che mi hanno fatto all'ambulatorio psichiatrico, eppure mi affascina ancora, ho solo bisogno di tempo per riadattarmi.
All'improvviso qualcosa mi si para davanti agli occhi, impedendomi di vedere, sobbalzo spaventata e porto velocemente le mani su quelle che mi coprono gli occhi togliendole con velocità, mi giro di scatto, e noto che un paio di occhi azzurri mi osservano divertiti.
"Ci si rivede, piccola"
"Brutto stronzo, ma come ti permetti?!", sbotto arrabbiata contro il ragazzo del pub
"Ma che modi, volevo solo giocare"
"Non sono un giocattolo, e non chiamarmi piccola"
"Non conosco il tuo nome, questo mi porta a chiamarti come voglio"
"E poi perchè sei qui? Che fai, ora mi segui?", ribatto cercando di allontanarmi
"Non sono tenuto a risponderti", sorride sornione e si siede vicino a me.
"Che intenzioni hai?"
"Dovrei averne?"
Mi prende in giro?
"Avevo solo voglia di farmi un giro, e quando ti ho visto mi sono avvicinato", ammette tranquillo guardando il mare
"E dovrei crederti?", domando sciettica
"Non mi riguarda cosa credi o no, non ti pare?", mi chiede tornando a guardarmi insistentemente gli occhi.
"Per quanto mi riguarda, potrei star parlando con uno stupratore", dico rimanendo sulla difensiva
"Cosa ti fa pensare che lo sia?"
"Forse quelle manette che hai tatuate sul collo", indico con lo sguardo il suo tatuaggio e lui ridacchia di gusto.
"Bèh, anche io potrei star parlando con un angelo, per le ali che hai tatuate sulla schiena"
Ok...ora mi fa davvero paura, lo guardo sbarrando gli occhi suscitandogli una risatina irritante.
"Tu...come..."
"..lo so? Non mi interessa fartelo sapere"
Brutto pezzo di merda
"I-io non...non ti ho mai visto! Si può sapere chi cazzo sei?!"
"Solo perchè tu non mi hai mai visto non vuol dire che io, non abbia mai visto te", risponde guardandomi curioso, mi alzo in fretta dalla sabbia e inizio ad indietreggiare.
"Senti, io non ti conosco, non voglio avere nulla a che fare con te, stammi lontano o ti farò denunciare!", lo minaccio vedendolo alzarsi e avvicinarsi.
"Non lo faresti", risponde sicuro
"Che ne sai?!"
"So che hai una voglia matta di conoscermi"
In effetti, un po' di ragione ce l'ha.
"Non ti avvicinare, non mi toccare nemmeno con un dito"
"Vorrei solo aiutarti", dice quasi in un sussurro abbassando di poco lo sguardo per poi ripuntarlo contro il mio con più forza di prima.
"C-cosa?...perchè dovresti?", chiedo stralunata
"Perchè gli ho sentiti i tuoi occhi mentre mi chiedevano aiuto"
Una risposta ferma, sicura, concreta.
Spaventata inizio a correre via.
Scappo da quel ragazzo, impaurita dal suo comportamento
Chi è veramente?
Cosa vuole da me?
Come fa a conoscermi?



 SPAZIO AUTRICE
 Ed ecco a voi il secondo capitolo! Che ne pensate? Angel riuscirà a scoprire l'identità di questo ragazzo che sembra tormentarla?
Lo scoprirete solo leggendo!!!
Alla prossima...

Maraforevergates

 

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Capitolo 3
*** The Devil in me ***


Capitolo tre - The Devil in me

"Ho l'inferno nel cuore e
ho paura di farlo esplodere" 
- Heaven6661 


   
  Arrivo a casa più spaventata che mai e con il fiatone per aver corso per tutto il tempo, porto una mano sul cuore tentando di far cessare i battiti, sento le lacrime agli occhi, nemmeno io so il perchè, percorro il breve corridoio che separa la mia camera dal salotto e quando vi entro mi lascio cadere sul letto, mi rannicchio in posizione fetale e porto un braccio a stringermi il ventre, piego di poco le gambe e socchiudo gli occhi. Rimango in questa posizione che, da sempre, è in grado di calmarmi almeno un po', per la prima volta dopo tanto tempo sento di nuovo la paura.
Quella paura che ti attanaglia il cuore, quello che ti toglie il respiro, quello che ti farebbe piangere per sempre, erano anni che non lo provavo più.
L'ultima volta che lo provai ero all'ospedale psichiatrico...mi viene la pelle d'oca a ripensare a quello che subivo là dentro...

*flash-back*

"Avanti Angel, sdraiati"
"Non mi tocchi! Stia lontano da me!"
"Signorina prepari la prima dose"
"No! No! Lasciatemi stare!"



*fine flash-back*

Scaccio questo ricordo dalla testa e mi stringo ancora di più in me stessa, improvvisamente sento freddo e il respiro mi si mozza, mi sono appena accorta di essere nel buio più totale.
Inizio a tremare, ho paura, ho paura delle ombre che mi circondano, ho paura di me stessa...
Andrà bene. Angel.
No, non andrà bene, non andrà mai bene.
Respira, cazzo, respira.
Cercando di mantenere la calma cerco il cellulare, una volta trovato compongo in fretta il numero di Alex, sperando che non stia già dormendo.
    Ti prego, rispondi.
Uno squillo...
Due squilli...
"Pronto?..."
"Alex! Alex ti prego vieni qui! Aiutami!"
"Angel? Angel, che succede? Piccola, calmati, dimmi che sta succedendo", subito la voce della mia amica abbandona il tono stanco e sbiascicato facendosi sicura e preoccupata.
"H-ho paura...A-Alex...i-io n-n-non...", non riesco a parlare colta all'improvviso dai brividi di paura mentre continuo a guardarmi intorno, nel buio.
"Non muoverti! Sto arrivando!"
Stacca la chiamata e io inizio a piangere.
Piango dopo anni che non mi succedeva più, piango senza essere sotto effetto dell'alcol, piango per paura, per rabbia, e un'immagine ben definita si staglia nella mia testa, occhi azzurri, mi guardano come una tigre guarda la sua preda, mi guardano cercando di bruciarmi l'anima.
Dopo pochi minuti la luce del salotto si accende e la porta di casa si chiude.
"Angel! Dove sei?", la figura di Alex si presenta sulla soglia della mia camera, come mi vede in questo stato si precipita sul letto e mi abbraccia, per una volta accetto questo contatto e mi lascio stringere iniziando a piangere sulla spalla della mia amica.
"Che è successo? Angel, parlami", nego con la testa continuando a piangere, "Ti hanno fatto qualcosa? C'entra il ragazzo del pub?", annuisco poco e continuo a sfogarmi mentre Alex non fa altro che provare a tranquillizzarmi.
Perchè proprio ora? Perchè dal momento in cui vidi quel ragazzo non faccio altro che sentirmi strana?
Perchè sono rimasta così affascinata da quegli occhi azzurri?
 


Al mio risveglio mi ritrovo sul letto da sola, coperta dal lenzuolo blu notte e con alcune ciocche di capelli attaccati alle guancie, sento gli occhi gonfi a causa delle lacrime della notte appena passata, mi volto verso il comodino e vedo un bigliettino che leggo subito.

" Ciao tesoro, ho chiamato Johnathan,
gli ho detto che ti senti poco bene e stasera non verrai a lavoro,
riprenditi presto piccola, e per qualsiasi cosa chiama
." 
                                                                            XoXo Alex

Ha capito subito tutto quella ragazza, almeno potrò stare un giorno lontano da quel posto e non correrò il rischio di incrociare lo sguardo di quel ragazzo, mi alzo dal letto e prendo una semplice felpa grigia oversize con il cappuccio, mi cambio visto che indosso ancora i vestiti di ieri sera, mi lego i capelli in una coda scomposta e tolgo il trucco in eccesso con una salvietta, vado in cucina notando che è davvero molto presto e decido di fare una buona colazione, cercando di dimenticarmi di quello che è successo, preparo il mio solito tè caldo alla menta e mi preparo delle fette di pane tostato, che mangio assieme a del burro d'arachidi. Accendo la televisione, giusto per non stare troppo immersa nel silenzio, con il rischio che i miei demoni interiori si facciano sentire di più, lascio il televisore sintonizzato su un canale a caso, dove stanno trasmettendo un film di scarsa qualità.
Finisco di gustarmi il tè e mi ricordo di dover andare a fare la spesa, se non voglio arrivare ad essere a corto di ogni cosa, abbandono la tazza dentro il lavandino della cucina e torno in camera dopo aver spento la tv, non ho voglia di vestirmi in modo particolare, metto un semplice pantalone nero di una tuta, una maglia grigio chiaro a maniche lunghe e una felpa, anch'essa nera, indosso le mie All Star grigie e mi guardo allo specchio posizionato nella mia camera.
Il ritratto della felicità.
Il mio sarcasmo non avrà mai fine, nemmeno con me stessa.
Recupero le chiavi della macchina ed esco di casa, è una giornata nuvolosa, il venticello di novembre inizia a farsi sentire, salgo in macchina e inizio a guidare fino al supermercato più vicino, mentre alla radio passa 'One' dei Metallica, canticchio la canzone fin quando non arrivo a destinazione.
Non sono molte le cose che devo prendere, della carne, della pasta, un paio di scatole di biscotti e qualche altro alimento, mi sposto nel reparto riseravo ai prodotti della casa e prendo il necessario, per ultimo mi dirigo al reparto di alcolici, ne recupero alcune birre, e tentenno sui liquori, prendendo alla fine una bottiglia di Jack Daniel's, una bottiglia di whisky e una di vodka.
Dovrei smettere per davvero.
Pago il tutto alla cassa sotto lo sguardo sconcertato della cassiera di mezza età alla vista delle bottiglie, la liquido con un "Darò una festa tra qualche giorno", e me ne torno in macchina e poi a casa, mentre sono a metà strada inizia a piovere. 
Parcheggio la macchina, per fortuna non troppo lontano dal portone d'ingresso del palazzo, e mi avvio con le buste, arrivata al portone inizio a cercare le chiavi per entrare, ma non le trovo.
Dove cazzo sono?
Devo decidermi a prendere una borsa più piccola...dopo altri tentativi finalmente le trovo, apro il portone ed entro riuscendo a non inzupparmi del tutto di pioggia, salgo le scale fino all'ultimo piano ed entro in casa. Sistemo in fretta le borse della spesa riordinando tutto e poi decido di sdraiarmi sul divano con la compagnia del mio libro.























***





















Quando distolgo gli occhi dalle pagine del libro ormai fuori è già buio, posso notare il cielo scuro attraverso le tende davanti alla finestra del salotto, poggio il libro sul tavolino davanti al divano e decido di affacciarmi alla finestra, nulla di nuovo colpisce la mia attenzione così decido di andare in bagno per farmi una doccia calda, mi spoglio e mi volto di schiena verso lo specchio, osservando il tatuaggio che mi ricopre gran parte della schiena, sono due ali, quella sinistra di un angelo e quella destra di un demone, feci questo tatuaggio per ricordarmi di tutti i demoni che mi appartengono, per ricordarmi di tutta la sofferenza che c'è nel mio cuore.
Non resto troppo sotto il getto d'acqua, a mala pena ci rimango una decina di minuti, mi avvolgo nel mio solito accappatoio nero e apro la porta del bagno per tornare in camera, l'unico fascio di luce è quello che proviene dal bagno.
Strano, eppure credevo di aver lasciato tutte le luci accese.
Faccio spalluccie e mi dirigo in camera per potermi vestire, arrivata accendo la luce e mi volto verso il mio armadio per potermi vestire, indosso l'intimo e poi mi lascio scivolare di dosso l'accappatoio per indossare una maglietta a maniche corte che mi arriva al ginocchio, lascio i capelli sciolti e passo le dita tra le punte vedendole ondulate come sempre.
"Sapevo che quel tatuaggio ti donava"
Mi si gela il sangue nelle vene, mi volto di scatto e noto una figura che, entrando in camera, non avevo nemmeno notato, troppo presa dai miei pensieri.
"Perchè quella faccia? Non sei felice di rivedermi?"
Un ghigno strafottente.
Uno sguardo sicuro.
Occhi azzurri.
"Che cazzo ci fai tu in casa mia!?", urlo arrabbiata e spaventata
"Abbiamo deciso di farti una visitina"
"Abbiamo!?", chiedo terrorizzata, come a rispondere alla mia domanda dal salotto sento un leggero parlottare seguito da risate.
Il ragazzo si alza dal letto e mi si avvicina, io indietreggio ritrovandomi inevitabilmente con le spalle contro l'armadio.
Cazzo, cazzo, cazzo! Non va bene per niente!
Guardo il ragazzo dal basso all'alto mentre continua a sorridere con il suo solito sguardo beffardo e cerco di scappare, ma lui è più veloce di me e mi blocca la via di fuga prendendomi per un polso.
"Si può sapere che cazzo vuoi da me!?"
"Tenerti d'occhio"
"T-tenermi d'occhio? E perchè mai!?"
"Smettila di urlare cazzo, non mi piace arrivare alle mani", mi dice cambiando radicalmente espressione.
"I-io...voglio che ve ne andiate...ora"
"Non lo faremo, abbiamo i nostri motivi per rimanere, e se farai la brava e collaborerai non ti toccheremo nemmeno con un dito"
"Che cosa volete da me?", tentenna un po' alla mia domanda e non mi risponde cambiando argomento.
"Come ti chiami?", mi chiede serio.
Non rispondo, e questo sembra farlo innervosire solo di più, lo vedo portare una mano alla tasca dei pantaloni ed estraendone un coltello a serramanico, sbarro gli occhi impaurita iniziando a tremare.
Ora mi ammazza, cazzo...
Porta la lama del coltello al mio collo e la fa scorrere leggera sulla pelle, senza lasciare nessun tipo di segno nè di graffio.
"Odio arrivare a questo, ma non mi lasci scelta, che ne dici di ricominciare, da persone civili?", mi chiede con tono calmo e pacato, annuisco in fretta e lui ritira il coltello, torno a respirare e lo vedo fare un passo indietro.
"Ti ripeto la domanda, come ti chiami?"
"Angel", rispondo senza staccare gli occhi dai suoi.
"Angel? Strano nome per una ragazza tormentata come te"
"Che ne sai tu? Non mi conosci nemmeno"
"Ti ho già detto che ti conosco fin troppo bene", mi sorride e mi porge la mano destra, "James Sullivan", tentenno per un po' e poi mi decido a stringergli la mano, perchè mi sento come se stessi stringendo la mano al Diavolo?
"Bene, ora so che hai un nome", mi dice continuando a sorridere mentre io non ricambio in alcun modo, "Ora mi sarà ancora più difficile starti lontano"
"Io non ti voglio vicino, nè te nè i tuoi amici"
"Sarai tu stessa a cercarmi, non preoccuparti"

E con questo cosa vuole dire?
Maledizione.
"Spero non ti dispiaccia se rimarremo qui per un po', piccola"
"C-cosa?"
"Dobbiamo tenerti d'occhio, è complicato da spiegare, vieni, ti presento gli altri", mi sorride, un sorriso simile a quello dello Stregatto e mi cinge le spalle con un braccio tatuato, deglutisco a vuoto e mi rassegno.
Che ne sarà di me?




 SPAZIO AUTRICE
Non commento, per mancanza di tempo e più che altro perchè è una giornata storta, lascio a voi la parola!

Maraforevergates

 

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Capitolo 4
*** Death calls my name ***


Capitolo quattro - Death calls my name


"Sono cambiato perchè mi han cambiato,
sappilo, sappiatelo.
Anche il Diavolo prima era un angelo
" -Heaven 


Non ci voglio credere.
Con tutte le volte che ho cercato di stare fuori dai guai, con tutte le volte che ho sperato di potermi rifare una vita.
Una vita più tranquilla e senza troppi problemi...ora vedo tutto quello per cui ho combattuto sgretolarsi del tutto davanti ai miei occhi, e non posso far altro che rimanere inerme mentre esco dalla mia camera sotto lo sguardo attento di James per andare in salotto.
Le mie spalle sono circondate da un suo braccio, anche solo questo contatto è in grado di farmi tremare e congelare il sangue nelle vene.
Arriviamo in salotto dove vedo quattro ragazzi, gli stessi che vidi quella sera al pub.
"Oh, ma allora non l'hai uccisa", borbotta uno di loro, un ragazzo dai capelli corvini tutti sparati in aria.
"Potevi metterci un po' di più", dice in tono sarcastico il più basso del gruppo.
"Ah, vi lamentate sempre, non rompete i coglioni e presentatevi idioti", risponde a tono James ai due, prontamente uno di loro mi si avvicina, un ragazzo alto quasi quanto James ma decisamente più muscoloso, ha gli occhi verde smeraldo e i capelli castani abbastanza lunghi sono nascosti sotto una bandana nera e un cappellino, mi si avvicina senza smettere di squadrarmi da testa a piedi per poi sorridere mostrando un paio di fossette che tradiscono il suo aspetto cupo.
"M. Shadows. Non avere paura, bimba, non ti faremo nulla", mi dice rassicurante, eppure non riesco in alcun modo a calmarmi, sentendo ancora la mano di James cingermi le spalle.
"A meno che tu non faccia qualcosa di stupido"
"Gates smettila"
"Zitto Vengeance, non dimenticarti di cosa sarei in grado di fare", il ragazzo dai capelli corvini mi si avvicina con sguardo cupo e cattivo, quando è abbastanza vicino posso notare che ha gli occhi color nocciola, decisamente attraenti come i lineamenti del viso, leggermente spigoloso ma molto affascinante, anche lui non è messo male a muscoli e le braccia sono completamente tatuate.
"Synyster Gates, bellezza", si presenta ammiccando e sfoggiando un sorriso malizioso
"Sei davvero una bestia", lo ribecca un ragazzo dagli occhi acqua marina che credo rispondi al nome di Vengeance, per poi avvicinarsi anche lui.
"Zacky Vengeance, non badare troppo a questo tizio", mormora indicando Gates che subito dopo gli da uno schiaffetto sulla nuca.
"Non badare a nessuno dei due, semmai. Johnny Christ, al tuo servizio lady", si avvicina il più basso del gruppo, facendo un leggero inchino e sfoggiando una cresta perfetta.
Ora si che sono confusa.
"Bèh? Non ti presenti?", mi chiede James
"Oh andiamo, Jimmy l'avrai spaventata a morte!"
"Non dire cazzate Matt", borbotta come risposta a Shadows.
Matt? Jimmy? Quali cazzo sono i loro veri nomi?!
"M-mi...mi chiamo...Angel", dico in un sussurro abbassando lo sguardo.
"Allora sai parlare"
"Perchè siete qui?", chiedo continuando a tremare
"Semplice, dobbiamo tenerti d'occhio", mi risponde Zacky
"Perchè?"
"Troppe domande mocciosa"
"Gates smettila che me la spaventi ancora di più", Matt o Shadows quale diavolo sia il suo nome mi si avvicina porgendomi una mano, lo fisso in quelle sue iridi verde smeraldo e sento solo una grande pace e tranquillità, afferro la sua mano con una sicurezza che non mi sarei mai aspettata e mi faccio guidare fino ad una sedia vicino al tavolo della cucina.
"Ascolta, mi dispiace dovertelo dire, ma da oggi saremo letteralmente la tua ombra, abbiamo bisogno del tuo aiuto per una questione abbastanza complicata, sei l'unica persona che può aiutarci e non sai da quanto tempo ti stiamo cercando", mi spiega con calma
"Perchè proprio io?", chiedo impaurita continuando a guardarlo negli occhi
"Sei una persona importante, Angel, che tu lo creda o no", sospira, "Mi spiace ma, per il momento, di più non posso dire", si allontana e io rimango sulla sedia
"Devi giurarci che collaborerai", mi dice James avvicinandosi insieme a Synyster.
"E se...non volessi?"
Parola sbagliata, vedo lo sguardo dei due rabbuiarsi, Gates mi si avvicina recuperando una pistola dalla cintura dei suoi pantaloni e me la punta sulla tempia destra, vedo con chiarezza i suoi occhi cambiare radicalmente colore diventando neri come la pece e serrare la mascella.
"Farai quello che ti diremo, quando te lo diremo e come te lo diremo, o giuro sulla mia fottuta vita che ti ammazzo, tutto chiaro dolcezza?", ringhia con cattiveria mentre mi sento gli occhi inumidirmisi, mi limito ad annuire mentre vedo il ragazzo avvicinarsi ancora di più.
"Gates", lo richiama James, ma lui non lo ascolta, è così vicino che posso sentire il suo respiro addosso, e posso vedere la parte bianca degli occhi contornarsi di nero a partire dall'iride, vedo distintamente delle linee sottilissime di nero ricoprire ed espandersi intorno alla parte bianca dei suoi occhi.
"Gates, andiamo avanti", continua a richiamarlo James, ma lui ancora non si muove, apre di poco la bocca e sento che ha il respiro leggermente affannato come se avesse appena corso, mentre sembra quasi che abbia iniziato a tremare.
"Brian! Cristo smettila!", urla questa volta Sullivan e Synyster, o Brian, si blocca, gli occhi tornano del loro colore nocciola all'improvviso e il suo respiro torna normale, si allontana di scatto da me, sorpassando i suoi amici e uscendo di casa sbattendo la porta alle sue spalle.
Rimango immobile e impaurita da quello che ho appena visto.
E' successo davvero?
"Merda", sento sussurrare da Johnny
"Andiamo, meglio tenerlo sotto controllo", borbotta anche Zacky per poi uscire con Johnny e Matt.
James è l'ultimo a rimanere in casa, mi guarda con un'espressione indecifrabile e poco prima di uscire dalla porta si gira verso di me.
"Dimenticati quello che hai appena visto, ci vedremo domani, molto probabilmente", ed esce di casa lasciandomi immersa in milioni di pensieri e domande.
E' normale quello che è appena successo?
Chi sono davvero quelle persone?
Perchè hanno bisogno di me?









JAMES'S POV

Entriamo nella villa in cui abitiamo io e i ragazzi da ormai anni, uno più incazzato dell'altro, Johnny è l'ultimo ad entrare e si chiude con forza la porta alle spalle, ci raduniamo in salotto iniziando a sbraitarci contro, anche se alla fine siamo sempre e solo io e Brian a urlarci contro, siamo migliori amici, lo reputo mio fratello, ma ultimamente litighiamo spesso, quelli che iniziano già a calmarsi invece sono Matt, Zacky e Johnny essendo creature diverse da noi regolano meglio la loro rabbia.
"Stavi per mandare a puttane tutto, Brian cazzo! Devi regolarti!", sbotto contro il mio migliore amico
"L'hai sentita anche tu Jimmy! Cazzo era terrorizzata! Sono secoli che mi regolo!"
"Devi continuare a farlo! Lei non fa la differenza, una mossa falsa e siamo fottuti, ora che l'abbiamo trovata dobbiamo stare attenti"
"Non dirmi quello che devo fare Sullivan! Sei come me, lo sai benissimo che puoi crollare anche tu da un momento all'altro!", spingo Gates alla parete e lo prendo per il colletto della maglia avvicinando pericolosamente il viso al suo mentre con la coda dell'occhio noto gli altri irrigidirsi stando pronti a tutto.
"Non rivolgerti, mai più, così a me Brian. Sai che sono più forte di te, mi basta poco per toglierti i viveri", sussurro con cattiveria al più giovane.
"E tu sai che sono l'unico che può tenerti testa, se voglio. Cazzo non hai idea di quanto avrei voluto...", gli sbatto la testa contro il muro sentendo i miei stessi occhi cambiare.
"Devi smetterla di lasciarti andare così! Non possiamo permetterci una cosa del genere lo capisci!?", vedo i suoi occhi diventare neri, chiaro segno che anche lui si sta incazzando.
"Lasciami"
"Solo se mi prometti che ti darai una regolata"
"Ti ho detto di lasciarmi James!", mi urla contro spintonandomi, faccio due passi indietro per non perdere l'equilibrio mentre sento un calore ben conosciuto all'altezza delle scapole.
Vedo Brian allontanarsi verso la porta per cercare di uscire ma viene prontamente fermato da Matt.
"Spostati!"
"Non puoi uscire, non ora Syn, non è sicuro"
Cercando di fare il minor rumore possibile mi avvicino a Brian prendendolo per le spalle e bloccandogli le braccia dietro la schiena, lo sento ringhiare e iniziare a dimenarsi per potersi liberare, aumento la presa sulle sue braccia lasciandogli dei segni violacei e facendolo gemere per il fastidio, perchè so che questo per lui non è dolore.
"Jimmy, cristo santo, lasciami!"
"Devi calmarti Brian"
"Vaffanculo!", urla per poi continuare ad agitarsi come se fosse indemoniato.
Matt gli avvicina una mano poggiandola sulla sua fronte con qualche difficoltà, Brian si blocca, socchiude gli occhi e china la testa in avanti cadendo in ginocchio subito dopo.
Passo un braccio intorno al suo busto per sorreggerlo e voltandolo me lo carico su una spalla, senza dire nulla ai ragazzi che ora si sono tranquillizzati, lo porto in camera sua, lo poggio sul letto gli scompiglio leggermente i capelli e torno in sala dagli altri, che ora sono seduti sui divani
"Che serata emozionante", ironizza Johnny
"Jimmy, devi aiutarlo, non può continuare così", mi dice Matt comprensivo.
"Lo so Matt, sta peggiorando ogni giorno di più, da un lato lo capisco, so quello che prova, ma vorrei che riuscisse a regolarsi come me. Sapete che per noi è più difficile"
"Lo sappiamo amico, e ancora mi domando come facciate a mantenere il controllo ogni giorno, oh..almeno per te è così", mi dice Zacky.
"Brian sa quello che deve fare, è solo troppo stanco per tutto questo", sospiro, "Non so per quanto ancora reggerà, l'ultima volta che si è lasciato andare ha ucciso cento persone...alla metropolitana di Londra...", dico cupo
"Come dimenticare...", sospira Matt.
Nessuno di noi aggiunse più una sola parola, consapevoli di tutto, non c'era bisogno di aggiungere altro.
Dopo qualche minuto ognuno si chiuse nella propria stanza, mi tolsi la maglia e mi abbandonai a letto dopo essermi messo un pantalone più comodo.
La verità? Nessuno di noi è umano.
Non dovrebbe essere il problema maggiore, ma potrebbe diventarlo se qualcuno all'infuori di noi dovesse venirlo a sapere.
Chiudo gli occhi e prima di addormentarmi ripenso a quella ragazza, Angel, non ha idea di cosa l'aspetta.



SPAZIO AUTRICE
Colpo di scena direi, se Jimmy e gli altri non sono umani....che cosa sono?! Avete già un'idea? Fatemelo sapere in una piccola recensione, sapete che amo leggerle!
Vado di corsa quindi direi che ci leggiamo al prossimo capitolo!

Maraforevergates

 

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Capitolo 5
*** Nightmare ***


Capitolo cinque - Nightmare

"Se hai paura della morte,
non ascoltare il tuo cuore battere la notte
" - Paul-Jean Toulet


JAMES'S POV

La mattina arriva presto, troppo presto, i primi raggi di sole invernale entrano dalla finestra e attraversano la stanza per poi finirmi in pieno viso, con una smorfia di fastidio mi volto dall'altra parte chiudendo di più gli occhi.
Non ho dormito bene, ultimamente mi succede spesso, da quando ho incrociato gli occhi con quelli di Angel, quella piccola e arrogante ragazza è stata in grado di farmi perdere il sonno, eppure sapevo che un giorno l'avrei dovuta conoscere, anche se non nel migliore dei modi, e che lo voglia o no adesso dovrà stare in nostra compagnia per molto tempo.
Sbuffo con sonorità e mi giro in posizione supina, porto una mano al petto e l'altra dietro la testa, come ci siamo finiti qui? Sono secoli che non lo ricordo.
Questo non è il mio posto, nè tanto meno lo è per i ragazzi, non è il nostro mondo.
La verità?
Nel gruppo Matt, Zacky e Johnny, sono angeli. Veri e puri angeli, erano tre tra i più importanti del Paradiso, stimati e rispettati anche dallo stesso Dio, ognuno di loro ha una capacità particolare e diversa che li rende unici nel loro essere. Prendete Matt, ad esempio, diplomatico, posato, grande consigliere e buon leader, non per niente è il "capo" del gruppo, è in grado di far calmare una persona solo guardandola negli occhi o anche solo toccandola, e a questo pensiero mi viene in mente ieri notte, è stato in grado di calmare Brian solo posandogli una mano sulla fronte, sicuramente al suo risveglio lo ucciderà. Zacky, con quei suoi occhi incantatori, è un amico fedele come tutti noi, c'è sempre e in qualsiasi occasione non perde mai tempo per spargere un po' di amore, eh si, quel ragazzo può definirsi il Cupido del gruppo, è sempre buono a mettere una buona parola nei confronti di chiunque. Johnny, oltre ad essere il giullare di turno, sa essere molto in gamba, è coraggioso e darebbe la sua vita per i suoi amici.
Sembra una bella storia, no? Manca solo il 'e vissero tutti felici e contenti', peccato che questa non è una fiaba.
Io e Brian siamo gli unici due demoni del gruppo, al posto di avere grandi ali bianche e pure le nostre sono nere e peccatrici, ovviamente anche noi abbiamo delle particolarità, ci nutriamo del sangue, della paura delle persone, delle loro sofferenze, le facciamo nostre perchè i demoni non possono provare nè paura nè sofferenza, strappiamo queste emozioni alle persone e, anche se potrebbe sembrare una bella cosa, non lo è, per quanto riguarda il sangue bèh, quello non ci manca di certo, ma ci serve per vivere, un po' come i vampiri, con la differenza che noi non mordiamo le nostre vittime al collo, le squartiamo vive, e poi abbiamo più stile di quei stupidi personaggi immaginari. L'unica cosa positiva nell'essere demoni è che possiamo leggere nella mente delle persone, ovviamente solo se lo teniamo necessario, eppure è una cosa utile molto spesso, per il resto in quanto demoni facciamo più fatica a vivere in questo mondo, è difficile camminare per le strade con tutte quelle persone servite su un piatto d'argento, riusciamo a contenerci solo perchè la gente nemmeno ci nota, vi chiederete allora perchè Brian abbia perso la testa in quel modo ieri sera. Semplice, Angel era spaventata, aveva paura e non capiva cosa stava succedendo, io sono riuscito a mantenere la calma, sono più grande di Brian e sono riuscito ad adattarmi al meglio in queste situazioni, Brian è l'esatto opposto, vedendo la ragazza immobile e impaurita non ha resistito più di tanto, la mente di un demone ragiona poco in queste situazioni. Prima vedi la vittima, poi senti la sua paura e la fai tua, infine la uccidi. Piccoli e fatali passaggi alla quale uno come Brian non sa resistere. Nella nostra natura anche solo un'emozione eccessiva può provocare dei danni, ho perso il conto di quante vittime abbia fatto Gates solo portandosele a letto. Inutile dire che, una parte di lui, si odia per questo.
Si odia per quello che è e per quello che fa, eppure sa che non potrà mai cambiare, potrà solo imparare a resistere, è ancora giovane dopottutto.
Due tocchi alla porta mi distolgono dai miei pensieri.
"Avanti", biascico ancora mezzo addormentato, la porta si apre e...com'era quel detto? Parli del Diavolo e spuntano le corna?
"Ehy", mi saluta Brian per poi sedersi a gambe incrociate sul letto.
"Ciao", mi alzo su un gomito.
"Senti Jim...per ieri, mi dispiace", abbassa lo sguardo maledicendosi per quello che è quasi riuscito a fare, "Non so cosa mi sia preso, sentivo qualcosa ma non era fame, quella ragazza è...cazzo non lo so...", si porta una mano tra i capelli in un gesto nervoso.
"Ti capisco, Syn, lo sentito anche io", gli lascio una pacca sulla spalla per calmarlo.
"E'...lei? E' quella che abbiamo cercato per tutto questo tempo?"
"Credo di si, per questo devo chiederti di non ucciderla"
"Cristo..."
"Finirà questo incubo", mi metto seduto davanti al mio migliore amico che torna a guardarmi, tra di noi c'è sempre stata una grande intesa, siamo le due faccie della stessa medaglia, spesso tra di noi le parole non servono nemmeno, mi sorride e si sporge per abbracciarmi, ricambio l'abbraccio e sorrido anche io, una cosa positiva di questo fetente? Lo reputo mio fratello, oltre che migliore amico.
Quando ci separiamo ha ancora stampato in faccia un sorrisetto che non mi piace per niente.
"Che c'è?", gli chiedo appunto
"E' successa una cosa mentre dormivi"
"E...?"
"E dovresti aiutarmi", senza aggiungere altro si volta dandomi la schiena e all'altezza delle scapole posso notare due tagli profondi che rilasciano delle piccole goccie di sangue che gli colano lungo la schiena.
"Che cazzo hai combinato?!"
"Ho fatto a botte con Matt, sai quanto mi incazzo quando usa i suoi poteri su di me, e..."
"E hai aperto le ali, ah non cambierai mai", non gli faccio finire la frase e la termino io stesso.
"Non capisco perchè debbano sanguinare ogni volta, non è mai successo!"
"Ti sei dimenticato della nostra punizione?", gli chiedo alzandomi per prendere del disinfettante e del cotone, quando torno lo sento sospirare affranto mugugnando un 'no'.
"Non ce la faccio più, Jimmy, non posso nemmeno più volare adesso!?", sbotta gesticolando
"Sai che in questo mondo non possiamo farlo troppo spesso, tieni questa", gli porgo la botticina di disinfettante e con il cotone inizio a tamponare i tagli.
"Ah! Cristo James!"
"Eh che palle, sei proprio un bambino! Non urlare che sembra ti stia stuprando!"
"Sicuramente farebbe meno male!", mi urla girando di poco la testa
"Vuoi provare, Gates?", faccio un sorrisetto malizioso
"Fottiti Sullivan", ridiamo come due idioti e sotto altre numerosi imprecazioni riesco finalmente a sistemargli la schiena.
Una volta ripulito tutto butto i pezzetti di cotone e torniamo in salotto dagli altri che stanno consumando la colazione seduti intorno al tavolo, Brian entra in cucina con un'espressione nera e si avvicina subito a Matt che sta bevendo del caffè.
"Sei proprio uno stronzo Shadows! Altro che l'angioletto prediletto, guarda che mi hai fatto", e dicendo così si volta per far vedere i tagli ancora leggermente arrossati.
"In realtà hai fatto tutto da solo", risponde tranquillo Matt
"Se tu non mi avessi fatto incazzare non sarebbe mai successo!", dice tutto d'un fiato il demone
"Avresti solo da non incazzarti troppo, piccolo diavoletto fetente"
"Jimmyyy", si lamenta Brian venendomi incontro e abbracciandomi, "Digli qualcosa, sei l'unico che può capirmi", continua a lamentarsi nascondendosi contro le mie braccia
"Mi spiace, ma ha ragione lui", si separa di scatto e mi guarda sbarrando gli occhi.
"Aah, fanculo a tutti e due, dov'è la mia tazza?"
"Ehy Gates, vacci piano a rintanarti nel cibo, se no ci diventi come la porchetta qui", ghigna Johnny indicando Zacky
"Brutti stronzi!", esclama Zacky per poi addentare un pezzo di pane e nutella.
Non saremo nel nostro mondo, ma finchè siamo insieme andrà tutto bene. Sempre.









***












 ANGEL'S POV

"Angel, piccola, sicura di star bene?"
"Si Alex, ho solo bisogno di staccare un po'"
"Come vuoi, informerò John allora"
"Grazie, non preoccuparti per me"
"Va bene, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami, hai capito?"
"Si...certo"
"Allora vado, ciao baby"
"Ciao Alex"
Stacco la chiamata con Alex e lancio il cellulare sul divano, mi passo una mano sugli occhi, ho passato la nottata in bianco, ho avuto paura anche solo di chiudere gli occhi per il terrore di riaprirli e vedere quei ragazzi in casa, continuo a chiedermi come siano entrati, mi siedo sul mobile della cucina e mi accendo una sigaretta, ho un mal di testa atroce.
Di quei ragazzi ho capito molto poco e in quanto ai nomi sono totalmente confusa, se è vero che da ora dovranno essere la mia ombra dovrò dargli un paio di regole, ma che dico? Magari mi prendevano solo in giro, e poi io non li conosco, non so cosa potrebbero volere da me.
Mi porto la testa tra le mani stando attenta a non bruciarmi con la sigaretta finita per metà.
"Cristo.."
"Hai chiamato?"
Urlo spaventata facendo cadere la sigaretta a terra e sbarrando gli occhi, per incontrare quelli azzurri di James, che insieme ai suoi amici se la ride come se nulla fosse.
"Mi hai fatto quasi morire!", gli urlo contro
"Eppure respiri ancora", dice continuando a ridacchiare
"Sempre simpatico, eh?"
"Ovviamente, piccola"
"Non chiamarmi così", scendo dal ripiano della cucina avvicinandomi per la prima volta a questi ragazzi di mia spontanea volontà, alzo lo sguardo e lo punto contro quello di James, che all'improvviso si fa serio, visti da vicino i suoi occhi sono meravigliosi, azzurri cristallini, con più sfumature, così profondi da farti annegare, sono...
Angel, cazzo pensi!?
 "Allora, felice di rivederci?", mi chiede questa volta il più basso del gruppo, mi pare si chiami Johnny
"Sono costretta a farlo, quindi..."
"Io non la vedrei tanto come una cosa negativa", risponde questa volta il ragazzo con i capelli castani, Matt.
Bene, impariamo per bene i loro nomi, magari potrei denunciarli.
"Non ci pensare nemmeno", dice di punto in bianco James guardandomi con cattiveria, lo guardo interrogativa, "Tu non vai a denunciare proprio nessuno"
"Ma che cazz...", apro di poco la bocca per la sorpresa, "Come hai fatto a ...a sapere che..."
"Semplice intuito"
Non me la conta giusta, ma farò finta di crederci
"Ehy Angel", mi si avvicina Gates, il ragazzo che ieri mi ha quasi ucciso
"Non ti avvicinare!", gli urlo contro spaventata per poi indietreggiare di un passo
"No, aspetta, volevo solo chiederti scusa per ieri, non era mia intenzione spaventarti", sembra sincero, lo guardo negli occhi, e non noto nessun punto di malizia o altro nel suo sguardo, mi limito ad annuirgli.
"Bèh, visto che dovrete starmi tra i piedi per un bel po' di tempo, direi che tanto vale se rimanete qui a vivere, per questo periodo"
Che cazzo ho appena detto?!
"Direi che hai avuto una bella idea", mi sorride colui che dovrebbe rispondere al nome di Zacky
"E direi che siamo partiti col piede sbagliato, ricominciamo?", chiedo sorprendendo anche me stessa per quello che sto facendo, i ragazzi annuiscono e si riprensentano.
"Matt Sanders, M. Shadows se preferisci"
"Zacky Baker, ergo il grande Zacky Vengeance, felice di conoscerti"
"Johnny Christ, scusa ma odio il mio vero nome, quindi meno gente lo sa meglio è per me"
"Brian Haner, Synyster Gates, al tuo servizio, per qualsiasi cosa"
"James Sullivan, Jimmy o The Rev, è un piacere conoscerti"
Fatte le presentazioni ricambio i loro sguardi per poi presentarmi anche io.
"Angel, benvenuti in casa mia"
James mi si avvicina fin quando riesco a sentire il suo respiro calmo e regolare vicino al collo, si piega di poco su di me arrivando al mio orecchio per sussurrarmi una semplice frase, in grado di farmi tremare.
"Benvenuta nel tuo peggior incubo, bambina"




SPAZIO AUTRICE
A quanto pare sono riuscita ad aggiornare e sono sopravvissuta al Natale! Allora, abbiamo visto una parte della vera identità dei nostri Sevenfold, quando lo scoprirà Angel? E cosa le succederà ora?
Leggete per scoprirlo!
Un abbraccio...

Maraforevergates

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Capitolo 6
*** Before the story begins ***


Capitolo sei - Before the story begins


"Deve essere estenuante per te
perdere al tuo stesso gioco
" -Heaven

In che casino mi sto cacciando?
Perchè ho accettato questi ragazzi nella mia casa?
Troppe domande e nessuna risposta, la verità è che non so nemmeno io cosa voglio fare, eppure sento di potermi fidare di questi ragazzi ...apparte due di loro, sì, Jimmy e Brian mi fanno tremendamente paura, sono cupi, negli occhi hanno una guerra che non vinceranno mai, anche solo la loro presenza mi fa sentire strana.
Li guardo dalla cucina, fingendo di fare altro, sono seduti sul divano e due di loro per terra sul tappeto, sembrano quasi innocui visti così, ridono e scherzano tra di loro, sembrano persone normalissime, spero vivamente di non star offrendo rifugio a dei criminali, la mia attenzione viene richiamata da James, quel ragazzo è un totale mistero, perchè si era avvicinato a me quella sera...stava calcolando già tutto? Sapevo che non avrei dovuto parlargli, Alex me la pagherà cara, lo guardo mentre ride per una battuta di pessimo gusto di Johnny, devo ammettere che ha un bellissimo sorriso...
Angel, stai parlando di sconosciuti
Decido di tornare in sala e porgo ai ragazzi cinque birre mentre la mia bottiglia è già mezza vuota.
"Ci vai giu pesante, eh?", ironizza Zacky indicando la mia bottiglia.
"Non sono affari tuoi"
"Permalosa", mormora Brian, lo fulmino con un'occhiataccia e lui sorride beffardo per poi bere un gran sorso dalla sua bottiglia.
"Ascoltate, se volete rimanere qui, per quello che ho capito è quello che farete, ci sono delle regole che ci tengo sappiate...", inizio guardando ognuno di loro.
"Spara", afferma Matt in nome di tutto il gruppo.
"Questa casa come potete vedere non è molto grande quindi vi arrangerete per dormire, ho una sola stanza per gli ospiti e il divano, la mia camera non sarà mai a vostra disposizione"
"Tranquilla, ci siamo arrangiati con molto meno", ridacchia Johnny e sinceramente non ci tengo a sapere di più.
"Non vi racconterò della mia vita privata, ergo non tentate di farmi domande perchè non vi risponderò, per finire, se anche solo provate a toccarmi vi stacco i connotati e ve li faccio ingoiare a forza, tutto chiaro?", James si alza e mi si avvicina per poi allungare la mano destra, lo guardo socchiudendo di poco gli occhi e nei suoi posso notare un luccichio, senza esitazione gli stringo la mano.
"Cristallino piccola", dice mentre gli altri annuiscono.
Fuori il cielo sta diventando sempre più buio, segno che sta calando la notte, me ne torno in cucina e apro il frigo per prendere la carne che ho comprato oggi in modo da poter preparare la cena.
"Ehy, ti aiuto!", mi volto per vedere Zacky avvicinarmisi con un sorriso da orecchio a orecchio, senza esitare prende un coltello da cucina e mi si avvicina, d'istinto indietreggio leggermente scossa da questa scena e il ragazzo dubbioso sulla mia reazione si blocca, guarda il coltello e poi scoppia a ridere.
"Non avere paura, volevo solo aiutarti con quella roba non voglio ucciderti", sospiro di sollievo annuendo e lasciando a Zacky il compito di affettare la carne, mentre io inizio a tagliare delle zucchine e metto sul fuoco l'acqua per la pasta, dalla sala arrivano i continuii borbottii e risate degli altri, presa da un attimo di curiosità mi viene impossibile non domandare qualcosa a Zacky.
"Siete sempre stati così?"
"Oh, si, lo siamo sempre stati dal primo momento che ci siamo visti", sorride a quelle parole
"Vivete qui?"
"Sì, da anni", una risposta così fredda e frettolosa non me l'aspettavo, forse ho toccato un tasto dolente?
"Zacky, senti, non c'è bisogno che mi aiuti, posso fare da sola", mi volto verso il ragazzo tentando di fermarlo e di togliergli il coltello di mano.
"Ti abbiamo invaso casa e ti abbiamo obbligato a condividerla con noi, è il minimo che possa fare per ...ehm...aiutarti", mi guarda con quegli occhioni dal colore indefinito, emanano una felicità che gli invidio parecchio, sembra lo sguardo di un bambino e lo sarebbe se non avesse tutti quei tatuaggi, piercing e i capelli tinti di viola ai lati.
"Ti...ti ringrazio", mormoro imbarazzata buttando la pasta nell'acqua che ormai bolle.
"Sei abituata a fare le cose da sola, vero?", mi chiede di punto in bianco
"Si, sono sempre stata da sola in questa vita"
"Bèh, ora ci siamo noi, non saremo il gruppo migliore da frequentare, ma come puoi vedere siamo innocui, quasi tutti", sussurra a pena l'ultima parola e per questo faccio fatica a capire.
Dopo qualche altro minuto grazie all'aiuto di Vengeance la cena è pronta e abbiamo anche finito di apparecchiare il tavolo, per ultima cosa faccio saltare la pasta con le zucchine che avevo tagliato prima e chiedo a Zacky di chiamare gli altri e sedersi a tavola, lo sento urlare dalla cucina un 'Forza bestie è pronto!' e in meno di un secondo sono tutti seduti al tavolo con le forchette impugnate, mi viene da ridere a questa scena, grandi e grossi come sono e sembrano dei bambini alla quale è stata accennata la cena migliore della loro vita.
Durante la cena non ho parlato molto, eccetto qualche domanda da parte di Matt o Johnny, Brian e Jimmy non mi hanno mai rivolto la parola e quest'ultimo non si perdeva un mio minimo movimento e, ogni volta, che alzavo lo sguardo su di lui distoglieva lo sguardo fingendosi interessato alle parole dei suoi amici, dopo la pasta Zacky mi ha nuovamente aiutato a togliere i piatti sporchi per mettere quelli puliti per la carne e posso notare che lui stesso a porso due piatti già pieni di carne a Jimmy e Brian, a guardarla quella carne mi sembra più cruda che cotta, penso sia uno scherzo fin quando non vedo i due ragazzi mangiare quel pezzo di carne con gusto.
"Grazie Vee, tu si che ci conosci", parla Gates con il boccone ancora in bocca
"Lo so", si vanta Zacky sorridendo
"Ma non è un po' troppo cruda?", chiedo in modo molto spontaneo.
"Ci piace al sangue", afferma Jimmy addentando un'altro morso.
Contenti loro.
Dopo cena Matt si ferma ad aiutarmi mentre io inizio a mettere i piatti nella lavastoviglie, una volta ripulita tutta la cucina decido di chiudermi nel bagno per potermi fare una doccia calda mentre dalla sala arrivano le voci dei ragazzi, attutite dalla porta chiusa e dal getto d'acqua.









JAMES'S POV

Vedo Angel chiudersi nel bagno e sento il getto d'acqua aprirsi, sicuramente ci metterà quasi venti minuti a farsi la doccia, questo mi permette di parlare tranquillamente con i ragazzi.
"Dannazione voglio uscire", borbotta Brian tastandosi le scapole con una mano e piegando di poco il collo.
"Che c'è Gates? Non reggi che ci sia una ragazza sotto la doccia servita su un piatto d'argento?"
"Quello che si sta trattenendo sei tu Rev, io ho semplicemente bisogno di sgranchirmi le ali", ammette facendomi ridacchiare, "Andiamo sono l'unico?", chiede
"Ultimamente sei strano Brian, devi dirci qualcosa?", gli chiede Matt con un mezzo sorriso.
"Nulla che già non sappiate, e poi voglio godermi gli ultimi anni di libertà", un velo di silenzio si stende su questo piccolo salotto.
"Cazzo è vero", borbotta Johnny quasi tremante
"Dobbiamo muoverci con quella ragazza"
"Non possiamo affrettare troppo le cose, ora che l'abbiamo trovata se le rivegliamo tutto subito si spaventerà"
"Che intendi fare Jimmy?"
"Ci penserò io a lei, Shadows, avete la mia parola ragazzi, riusciremo a tornare a casa", sorrido ai miei compagni e dopo qualche pacca sulla spalla vedo Brian alzarsi e avvicinarsi alla finestra, "Dove vuoi andare?", gli chiedo mentre apre la finestra e si toglie la maglietta nera.
"A fare un giro Jimbo, sto impazzendo chiuso qui dentro", sale sul cornicione piegandosi poi sulle ginocchia, "Chi viene con me? L'aria è bella fresca stasera", sorride come un bambino, Matt si alza di scatto e corre verso la finestra anche lui mentre si toglie la canotta dei Metallica e la abbandona vicino alla maglia di Brian.
"Vengo anche io, amico", detto questo si volta verso di noi, "Ci vediamo dopo, lasciate la finestra socchiusa"
"A dopo", li salutiamo e subito Brian si lancia nel vuoto seguito da Matt che con un salto, come se si stesse tuffando in mare, salta il cornicione, dopo pochi secondi li vediamo di sfuggita mentre volano sempre più in alto per non farsi notare.
"Io andrei a dormire, sono stanco", sbadiglia Johnny che si alza dal tappeto per andare nella stanza degli ospiti.
"Sai, credo che andrò anche io, notte Sullivan", si liquida anche Zacky seguendo a ruota Johnny.
Rimasto da solo e sentendo ancora il getto della doccia nel bagno decido di andare a dare un'occhiata alla camera di Angel, mi richiudo la porta della camera alle spalle e quando mi volto posso notare che questa camera rispecchia in pieno la ragazza.
Il colore delle pareti è nero, sono tappezzate di poster, di dischi in vinile e disegni, fatti sicuramente da quella ragazza tormentata, in tutta la stanza non c'è nemmeno una fotografia nè sua nè della sua famiglia, il letto matrimoniale è posto vicino alla finestra e il lato sinistro da sul muro, ci sono varie mensole con sopra posti dei cd perfettamente ordinati e in alcune anche qualche pupazzo dei cartoni animati, posso riconoscere che alcuni sono dei cartoni animati di Tim Burton, c'è una piccola libreria traboccante di libri fantasy, dark e solo un paio romantici, è posta vicino alla scrivania, perfettamente ordinata che presenta tre quaderni e vari porta matite e pennarelli, sul comodino vicino al letto c'è un libro, probabilmente quello che sta leggendo, un paio di cuffiette attaccate all'mp3, il cellulare e un paio di plettri, e così questa ragazza suona, mi avvicino alla scrivania prendo uno dei quaderni e lo apro, è pieno di disegni, sono tutti in bianco e nero, fatti perfettamente a matita, la maggior parte sono disegni macabri, persone senza volto, paesaggi tristi, volto ancora pagina e mi fermo a guardare questo disegno, ritrae una ragazza girata di schiena, i capelli neri e lunghi, le scapole sono perfettamente visibili e presentano due tagli grandi e profondi, ai piedi della ragazza ci sono un paio di ali nere sfumate, quasi come se stessero per sparire...
"Che ci fai qui dentro?!", mi volto di scatto vedendo Angel entrare in camera con addosso un semplice accappatoio nero e i capelli bagnati raccolti in una coda bassa e disordinata.
"Disegni molto bene", ammetto chiudendo il quaderno per riporlo al suo posto.
"Credevo di essere stata chiara prima, non voglio che entriate qui dentro, soprattutto tu", mi si avvicina arrabbiata
"Mi annoiavo, e poi non sono mai stato uno che sta alle regole ragazzina"
"Non mi interessa, via di qui", il suo sguardo è fermo e sicuro.
"Obbligami"
"Non fare il bambino, forza esci devo vestirmi", borbotta scocciata mentre si avvicina all'armadio tirando fuori una felpa grigia con il cappuccio, fin troppo grande per lei, e l'intimo, lancia il tutto sul letto e si ferma a fissarmi.
"Ho qualcosa in faccia?", chiedo portandomi una mano vicino al viso.
"Ti ho detto di uscire che devo vestirmi"
"Puoi farlo anche se resto qui"
"James, non rompere le palle, esci"
"No, cos'è hai paura di me?"
"Non ho paura di te, semplicemente voglio la mia privacy"
Senza dire nulla mi stendo sul letto e chiudo gli occhi, incrociando le gambe e le braccia, la sento sbuffare per poi sentire un peso sul materasso, probabilmente ha lanciato l'accappatoio, apro un occhio e la vedo di schiena con già l'intimo addosso e si sta mettendo la felpa facendola passare dalla testa, come immaginavo le arriva fino alle ginocchia, si slega i capelli corvini e li lascia liberi che ricadono sulle spalle, mi alzo dal letto e mi avvicino fino ad arrivare a toccare la schiena della ragazza.
"Belle ali", si gira e mi tira uno schiaffo in piena guancia.
"Prova di nuovo a guardarmi a te ne farò pentire!", mi urla contro furiosa
"E cosa vorresti farmi? Sei alta la metà di me, per non parlare della forza che non hai, nè fisicamente nè tanto meno emotivamente", si blocca
Beccata.
"Fai tanto la dura, poi ti ritrovi a piangere nel tuo letto per tutta la notte, piangi per le colpe che non hai, piangi perchè odi la tua vita e odi te stessa..."
"Smettila"
"Vorresti distruggerti come distruggi ogni cosa che tocchi, la tua famiglia ti ha allontanata da loro, ecco perchè in questa stanza non ci sono fotografie, e vogliamo parlare del manicomio? Ci sei stata dentro per mesi e questo lo possono spiegare quei disegni macabri e affascinanti, che fai ogni volta che ne senti il bisogno..."
"Zitto...smettila..."
"Quelle ali che hai tatuate sulla schiena sono le stesse del tuo disegno, proprio lì su quel quaderno rosso, ti senti come se te le abbiano tagliate, per questo motivo le hai tatuate, avevi bisogno di sentirle ancora parte di te quando, invece, ogni cosa di te sta andando in frantumi piano piano"
"Ti ho detto di smetterla!", sta per tirarimi un'altro schiaffo ma questa volta le blocco il polso in tempo, deglutisce e inizia a tremare.
"Fa male sentirsi dire la verità, soprattutto da una persona che nemmeno conosci, non è così?"
"Lasciami stare, tu ...tu non sai nulla..."
"Eppure quello che ti ho detto sembra sia tutta la verità che cercavi di nascondermi"
"..."
"Fa male perdere al tuo stesso gioco, non è così?"
"Sei...un grandissimo stronzo..."
"Me lo dicono in tanti", le lascio il polso e la vedo abbassare lo sguardo lasciando le braccia lungo i fianchi.
"Che cosa vuoi da me?"
"Mi servi, è tutto quello che devi sapere", rispondo freddo senza intenerirmi di fronte a questa ragazza che a momenti potrebbe mettersi a piangere.
"Non potresti spiegarti, ogni tanto?"
"Tempo al tempo"
Alza lo sguardo iniziando a tormentarsi il labbro inferiore con i denti fino a farlo sanguinare, la sorpasso avviandomi alla porta della camera.
"Buonanotte, Angel", mormoro chiudendomi la porta alle spalle.
Guardo l'ora e noto che sia notte fonda e Matt e Brian non sono ancora tornati, non mi preoccupo troppo sono ragazzi attenti e capaci di badare a se stessi, mi sdraio sul divano fissando il soffitto. Dalla camera di Angel posso sentire alcuni singhiozzi mal trattenuti, mi dispiace di averle detto quelle cose prima, ma a causa della mia natura non sono mai stato molto paziente e cordiale, caso a parte per i ragazzi, farle paura è l'ultima cosa che voglio e in un modo o nell'altro devo riuscire ad avere la sua fiducia.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal silenzio della notte.


















***




















ANGEL'S POV

Non riesco a dormire, la sveglia sul mio comodino segna ormai le quattro del mattino, sento gli occhi pesanti a causa delle lacrime che ho versato a causa di quello stronzo. Non dovrebbero ferirmi le sue parole eppure non ne sono rimasta indifferente, è riuscito a capire una parte della mia vita solo basandosi sui miei disegni e sul mio comportamento.
Odio essere un libro aperto anche per la gente che non mi conosce.
Sento un rumore provenire dal salotto, come se qualcuno fosse caduto per terra, possibile che uno dei ragazzi sia caduto? Perchè poi?
Mi alzo e a piedi scalzi mi avvicino alla porta per poi socchiuderla, nella penombra della sala riesco a vedere due figure e una sagoma che non riesco a riconoscere alle loro spalle a causa del buio, sento dei sussurri ma non riesco a capire, mi nascondo dietro alla porta quando vedo le due figure avviarsi al bagno accendendo la luce e socchiudendo la porta, subito dopo una terza figura che riconosco essere quella di Jimmy entra nel bagno, facendo pianissimo decido di uscire dalla mia camera per avvicinarmi al bagno, tendendo le orecchie per ogni minimo rumore, arrivo alla porta del bagno e posso riconoscere le tre voci dei ragazzi, Jimmy, Brian e Matt, decido di limitarmi a sentire perchè se cercassi di spiarli potrebbero vedermi a causa della luce.
"Matt, cazzo, fa piano"
"Gates devo farlo, se non lo fai tu da solo mi ci vedo obbligato"
"Tieni Brian, mordi questa", sento un fruscio come se Jimmy si fosse tolto la cintura, sicuramente l'avrà data a Brian per morderla.
Ma perchè dovrebbe farlo?
"Ok, al tre...", Matt riprende la parola, "Uno...due...tre", uno schiocco forte e raccappricciante, come quando ti rompi un osso, seguito da un gemito di dolore strozzato.
Ma che gli stanno facendo?!
"Va bene, riprenditi e poi pensiamo all'altra", borbotta Rev
L'altra?
"No, fatelo subito, non ce la faccio più", la voce roca e strozzata di Gates arriva quasi come una supplica, li sento rifare lo stesso procedimento e poi sento Brian lasciare un sospiro di sollievo e ringraziare i suoi amici.
"Vai a dormire Matt, ci penso io ora"
"Ok, notte ragazzi"
Non faccio in tempo a tornare in camera e arrivata a metà corridoio vengo fermata dalla voce di Shadows.
"Angel, che ci fai sveglia?", mi volto piano e imbarazzata per essermi fatta beccare in un modo così stupido, penso velocemente ad una risposta senza concentrarmi troppo sul petto nudo e scolpito del ragazzo che presenta anche delle gocce di sangue.
"Oh...ehm...ho, ho sentito dei rumori e mi sono preoccupata", balbetto.
"Scusa, colpa mia e di Brian", ammette senza preoccupazione
"Ma...sta bene?", chiedo ricordandomi di poco prima
"Non preoccuparti, siamo usciti, ha bevuto troppo e ha scatenato una rissa", mi sorride avvicinandosi e scompigliandomi i capelli, "Va a dormire che è tardi", senza ribattere annuisco e mi richiudo in camera mia.
Che cosa mi stanno nascondendo?





Il mattino dopo mi alzo presto, combattendo contro la voglia di restare sotto le coperte calde, mi chiudo nel bagno per rinfrescarmi la faccia e quando mi vedo allo specchio quasi urlo nel vedere che ho due occhiaie da far paura, si vede proprio che non ho dormito nulla...
Esco dal bagno e mentre percorro il corridoio mi lego i capelli velocemente, arrivata in sala posso notare che il divano è occupato da Brian, che dorme a pancia in giu e con un'espressione di fastidio appena accennata, è senza maglietta e posso notare che sulla schiena ha due cicatrici abbastanza lunghe che partono dalle scapole e arrivano quasi a metà schiena, hanno un colore leggermente tendente al rosso, sul tappeto invece ci trovo James, addormentato con una mano sul petto coperto dalla maglietta e l'altra dietro la testa, ammetto che mi fa un po' pena vederlo dormire sul pavimento, sicuramente dopo quello che è successo a Gates stamattina presto ha preferito farlo dormire sul divano, decido di avvicinarmi e sedermi vicino a lui.
Sembra davvero spensierato e innocente mentre dorme, i capelli neri abbandonati al cuscino leggermente scompigliati, la bocca semiaperta che lascia intravedere i denti bianchi, l'espressione rilassata, difficilmente gliel'ho vista da sveglio, allungo una mano fino quasi a sfiorare la sua, mi fermo poco prima.
Non devi farlo, Angel, lui è come tutti gli altri.
Mi alzo e mi avvicino al ripiano della cucina per preparare la colazione.
















SPAZIO AUTRICE
Ed ecco aggiornato! Che ve ne pare? Angel inizia a farsi qualche domanda in questo capitolo, vedrete che presto si svelerà qualche segreto, per quanto riguarda Jimmy...quel ragazzo le farà perdere la testa, in tutti i casi.
Lasciate una recensione sapete che adoro leggerle!
Un bacio...


Maraforevergates

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Capitolo 7
*** I heard the evil comes from the sky ***


Capitolo sette : I heard the evil comes from the sky


"L'odio è un tonico, fa vivere,
ispira vendetta; invece la pietà uccide, indebolisce
ancora di più la nostra debolezza
" -Honoré de Balzac


Sto preparando la mia solita tazza di tè caldo alla menta, ho un mal di testa bastardo che non accenna a voler smettere, è come se avessi tanti piccoli chiodi che mi infilzano, mi porto una mano sugli occhi facendo una smorfia di fastidio, non posso continuare così tutto il giorno e in casa non ho medicine, dovrò uscire a comprarle, oppure potrei chiedere ad Alex e magari con la scusa posso invitarla a casa...
No, pessima idea, come le spiegherei della presenza dei cinque? Meglio evitare, non voglio metterla in mezzo.
Sento il bollitore emettere il solito fischio così spengo il fuoco e tolgo il tappo per poter versare l'acqua bollente nella mia tazza.
"Buon giorno!", la voce dei ragazzi mi fa sobbalzare sul posto facendomi finire dell'acqua addosso.
"Cristo!", urlo riferita all'acqua che mi ha completamente bagnato il ventre, in una sola mossa mi sono ustionata una mano e tutto ventre, lascio il bollitore sul fornello e mi porto la mano sana sulla maglietta.
"Oddio, ti sei fatta male?", il primo ad avvicinarsi è Zacky
"No Zacky, era mia intenzione ustionarmi con l'acqua per il tè", ribatto con sarcasmo
"Meglio, così non dovremmo farlo noi"
"Sempre simpatico, eh Gates?"
"Quando vuoi, mocciosa"
Ci guardiamo con odio e poi decido di uscire dalla cucina per cambiarmi la maglia, entro in camera e tolgo la felpa, lanciandola sul pavimento, prendo una canotta nera dall'armadio e poco prima di indossarla fisso la mia immagine allo specchio, sul ventre ho il segno rosso a causa dell'incidente appena avvenuto, pensavo peggio, indosso la maglia e torno dai ragazzi che trovo seduti al tavolo mentre Matt e Jimmy stanno preparando caffè e pancake e Zacky ha appena recuperato la nutella dalla dispensa.
"Tutto ok?", mi chiede Johnny indicandomi la mano e il ventre
"Si, non è nulla", rispondo con indifferenza riprendendo la tazza e versandomi l'acqua ancora calda.
"Avrei giurato ti fossi messa a piangere", borbotta Brian, presa da un tic di rabbia mi avvicino al ragazzo e gli tiro una ciocca di capelli.
"Stronza!"
"Hai iniziato tu!"
"Ma che ti ho fatto!?"
"Sei presente, ecco cosa mi hai fatto!"
"E perchè a loro non dici nulla?"
"Perchè non ne ho bisogno!"
"Ah, smettetela!", la voce possente di Matt ci arriva come un rimprovero così anche io mi siedo al tavolo, davanti a Brian e inizio a sorseggiare il tè senza smettere di lanciare sguardi omicida al ragazzo, che li ricambia con cattiveria.
"Riuscirete mai a parlarvi senza urlarvi contro?"
"Zitto Sullivan!", urliamo in coro io e Gates rivolti a Jimmy che ha appena finito il suo caffè, segue un secondo di silenzio nel quale tutti hanno smesso di fare quello che stavano facendo e poi Rev con gli occhioni da cucciolo, che non gli si addicono per niente, inizia a piagnucolare come un bambino cercando di mettersi in braccio a Johnny, scena esilarante dato che Johnny è si e no la metà di lui.
"Johnny! Digli qualcosa! Mi trattano sempre male!"
"Jimmy sei ridicolo", borbotta il più piccolo cercando di levarselo di dosso.
"Ma non li hai sentiti?", continua con quella vocetta da bambino indicandoci
"Sei un caso perso, tutti e tre"
"Ehy!", ribatto indispettita, "Non mi paragonare a questi due avanzi di galera!"
"Come ci hai chiamati ragazzina?", mi domandano serissimi Brian e James guardandomi con una punta di rabbia.
"Devo anche ripetervelo?", sbotto acida alzandomi dal tavolo
"Io non sarei così acida al posto tuo"
"Ma tu non sei me, quindi vedi di levarti di torno e fammi passare", dico a James che intanto si era alzato parandosi davanti a me e bloccandomi la via d'uscita da questa maledetta cucina, i ragazzi rimangono in silenzio mentre sul viso di Brian compare un sorriso beffardo.
"Si vede che non sai con chi ai a che fare, mocciosa", borbotta quest'ultimo chiudendo una mano in pugno e avvicinandosi a Rev.
"Con due ragazzi pomposi e bastardi, ecco con chi ho a che fare".
"Qui si mette male", sento la voce di Matt distante mentre si passa una mano alla base del collo con fare rassegnato.
Provo a superarli per poter andare in camera mia ma, nonostante tutti i miei sforzi, non riesco a spostarli di un centimetro, furiosa per la situazione incrocio le braccia al petto e li guardo entrambi con odio mentre loro ricambiano lo sguardo.
"Toglietevi"
"Chiedi scusa", dice James a bassa voce, come se dovesse dirmi un segreto
"Nemmeno se fosse l'ultima cosa che faccio"
"Sicura?", vedo gli occhi del ragazzo cambiare radicalmente colore, da azzurri diventano quasi grigi, un grigio che tende sempre più al nero, fa un passo avanti e io ne faccio uno indietro.
 Cazzo
"Non mi piace che mi si manchi di rispetto, ragazzina", la voce risuona minacciosa quasi quanto il suo sguardo.
"Fammi passare"
"Sai già cosa devi fare, solo a quella condizione ti farò passare"
"Non ti devo nessuna scusa", lo vedo sorridere sadico e ora inizio a preoccuparmi.
Angel, star zitta ogni tanto?
Alza una mano portandola sotto il mio mento in modo di alzarlo e farmi incrociare gli occhi con i suoi, mi perdo in quegli occhi maledetti e posso sentire il mio corpo percosso da brividi di terrore nello stesso istante che quelle due pozze iniziano a diventare nere, proprio com'era successo con Brian pochi giorni fa.
Deglutisco a vuoto.
"Sei testarda, ragazzina, e fino ad ora hai giocato da sola...ma un gioco è più interessante se fatto con due persone"
"Di che gioco stai parlando?"
"Lo sai benissimo, tu sai tutto, hai solo bisogno di una spolverata ai tuoi ricordi", sorride come solo un pazzo farebbe
"Non so di che parli, io non ti ho mai visto prima, non so chi siate e voglio che mi lasci andare", allontano con rabbia la mano del ragazzo e lanciando uno sguardo ai ragazzi noto che tutti stanno guardando la scena con interesse mentre i miei occhi non riescono a scorgere la figura di Brian, dove cazzo è finito?
"Nulla viene mai lasciato al caso", ribatte ancora Jimmy portando una mano dietro alla mia schiena, mi separo malamente a quel tocco.
"Non toccarmi"
"Sai, Jimmy, hai ragione, questa ragazza è piena di risorse", la voce di Brian torna a rompere il poco silenzio che si era creato, entra in cucina tenendo in mano il quaderno rosso, lo stesso quaderno che ieri aveva ricevuto le attenzioni di Rev, si avvicina a noi girando il quaderno per mostrare il disegno di una ragazza che sta cadendo nel vuoto, i vestiti lacerati e le ali distrutte, il volto della ragazza è rigato dalle lacrime mentre di lascia cadere.
"Dammelo!", sbotto cercando di afferrare il quaderno che Gates prontamente lascia nelle mani di Matt, per fargli vedere il disegno.
"Perchè avevi fatto quel disegno?", mi chiede di punto in bianco James.
"Dev'esserci per forza un motivo? Una ragazza non può vivere di fantasia?"
"Non è una fantasia quella", mormora questa volta Zacky con la voce quasi strozzata, Jimmy si volta di scatto verso di lui lanciandogli un'occhiataccia e il giovane di ammutolisce subito.
"Che vuoi dire?", chiedo
"Nulla", una risposta così fredda non me la sarei aspettata.
Quando James torna a guardarmi i suoi occhi sono tornati del loro colore naturale e sul viso è accennato un sorriso quasi rassicurante, si sposta di due passi da me e finalmente posso tornare a respirare tranquillamente, si volta verso Gates, si scambiano uno sguardo e annuiscono per poi uscire dalla cucina, lasciandomi basita.
"Dove stanno andando?", domando ai tre rimasti.
"Hanno delle cose da fare, torneranno tardi di sicuro", mi risponde Johnny continuando a sfogliare le pagine del quaderno assieme a Zacky.
Sento la porta di casa sbattere rumorosamente e decido di andarmi a sedere sul divano.
Perchè diavolo hanno detto quelle cose prima?
Pensano sicuramente che sono pazza...

Sospiro portandomi una mano sul petto vicino al tatuaggio che rappresenta una scritta elegante in corsivo, 'forever', è questa la parola che ho tatuata all'altezza del cuore, ricordo che la feci in ricordo di un'amicizia...che ovviamente non durò ...socchiudo gli occhi pensando alla discussione appena avuta e continuo a domandarmi come sia possibile che gli occhi di entrambi quei ragazzi possano cambiare così, radicalmente, sapevo che alcune persone in base alla stagione possono cambiare il colore degli occhi, ma questo non è un caso di quelli, gli occhi non possono diventare completamente neri, è una cosa da film dell'orrore cazzo!
"Posso?"
Alzo di scatto la testa notando la figura di Matt, in piedi affianco al divano, tra tutti è l'unico di cui mi riesco a fidare almeno un po', sarà che i suoi occhi emanano una pace e una tranquillità assurda?
"Si...", si siede accanto a me portando i gomiti sulle ginocchia e fissandomi, ma nel suo sguardo c'è solo curiosità, non sento quella sensazione di paura che provo con i due ragazzi appena usciti.
"Scusali per prima, non hanno avuto una bella nottata", mi dice abbozzando un sorriso
"Anche io non ho dormito, eppure non ho aggredito nessuno"
"Dovreste provare a venirvi incontro, migliorerebbe le cose"
"Non lo trovo un punto di incontro con quei due"
"Non sono cattivi, ma non è nella loro natura essere dolci e carini", ammette
"Cosa...cosa intendeva prima Zacky?", mi faccio coraggio e chiedo a Matt una spiegazione, sento che con lui posso parlare liberamente, sembra ponderare un po' la risposta fissando un punto vuoto davanti a lui.
"Quello che disegni non nasce di punto in bianco dalla tua testa, come i sogni, quasi sempre sono cose che abbiamo già vissuto o già visto...in casi particolari sono cose che succederanno, tutto in questa vita ha una spiegazione"
"Vuoi dire che io ho visto un angelo cadere per fare quel disegno?"
"Perchè no?"
"E' impossibile, gli angeli non esistono"
"Non esistono perchè non ci vuoi credere, Angel, ma a qualcosa dovrai pur attaccarti per sopravvivere in questo mondo"
Non rispondo alle parole del ragazzo sentendo un vuoto all'altezza del cuore, sento gli occhi diventare leggermente lucidi, sospiro.
"Non ho nessuno a cui credere...prima o dopo mi dimenticano tutti", mi mordo il labbro inferiore mentre sento una mano del ragazzo accarezzarmi la schiena.
"Non sei sola, Angel, non lo sei mai stata. Sei solo, sempre, stata troppo cieca per vedere, dentro al tuo cuore ci sono dei ricordi meravigliosi che vanno solo cercati e riportati alla mente"
"Non ho mai avuto dei bei ricordi..."
"Io credo di si", l'ennesimo sorriso da parte di Shadows è in grado di far sorridere anche me, "Vieni qui", allarga le braccia per potermi stringere in un abbraccio, per la prima volta dopo anni non riesco a dire di no, mi lascio abbracciare dal ragazzo appoggiando la testa al suo petto e sentendo il battito del suo cuore regolare e forte, una sua mano è appoggiata alla mia testa mentre l'altra è sulla schiena.


"E' una scelta troppo difficile"
"Segui il tuo cuore, non sbaglia mai, ricordatelo"
"Rimarrete con me?"
"Sempre"



Mi separo di scatto da Matt sbarrando gli occhi, mi alzo dal divano e faccio qualche passo indietro spaventata, lui mi guarda sorridendo fiero.
"Che...che cosa è stato?", balbetto spaventata
"Un bel ricordo, Angel", risponde sicuro, più terrorizzata che mai corro in camera chiudendomi la porta alle spalle e lasciandomi cadere con la schiena appoggiata ad essa, porto le ginocchia al petto e mi porto le mani sulla testa mentre sento gli occhi riempirsi di lacrime.


"Aspettatemi!"
"Sei troppo lenta, batti quelle ali!"










***










JAMES'S POV

Quella ragazza mi farà impazzire, perchè cazzo deve essere così cocciuta?! Ma dopottutto, lo è sempre stata.
"Ehy, Rev", Brian richiama la mia attenzione
"Dimmi", rispondo tornando a guardarlo, mi indica un punto sotto di noi così seguo la sua indicazione e il mio sguardo si posa su due ragazzi, sembrerebbe che si stiano facendo la loro dose giornaliera di eroina.
"Loro? Davvero?", chiedo sorpreso al mio amico.
"Sono strafatti Jimmy, non si renderanno conto di nulla", mi incita Gates
"Non che potrebbero andarlo a raccontare dopo", dico sarcastico abbozzando un sorriso
"Allora?"
"Ho fame"
Brian ridacchia e salta giu dal muretto su cui eravamo seduti, sarà un salto di sei metri ma per noi è come scendere da un letto, subito dopo salto anche io raggiungendo il mio migliore amico, camminiamo per un breve tratto di questo parco abbandonato fino ad arrivare davanti a quei due ragazzi, a guardarli non avranno nemmeno venticinque anni, come aveva già detto Brian sono completamente fuori di testa, sdraiati per terra mentre continuano a sparare cazzate, vicino a loro ci sono due siringhe accompagnate da due laccietti rossi.
Uno dei due nota la nostra presenza e cerca di dire qualcosa mentre invece l'altro sembra sia sul punto di svenire.
"Chi cazzo siete voi?", sbiascica il ragazzo
"Non deve interessarti", risponde Brian sbrigativo per poi voltarsi verso di me con un sorrisetto, "Quale vuoi?"
"A te la prima scelta, Gates"
"Mi sento in vena, quello mezzo morto me lo prendo io"
"A cosa devo l'onore?"
"C'è tempo per ringraziarmi"
Senza aggiungere altro lo vedo sorridere sadico, mi lascia una pacca amichevole sulla spalla e si avvicina al ragazzo mezzo svenuto, lo prende dalle spalle e lo tira su a mezz'aria senza alcuno sforzo, vedo distintamente i suoi occhi cambiare, diventare completamente neri mentre un ringhia, letteralmente, verso il ragazzo, che non riesce nemmeno a capire cosa sta succedendo, gli stringe una mano intorno al collo ed estrae un coltellino dalla tasca dei jeans per poi pugnalare il ragazzo in pieno petto che rilascia un urletto, fa pressione sul manico e percorre l'intero busto della vittima che inizia a sanguinare senza fine, il sangue schizza anche sul viso e sui vestiti di Brian che inizia a ridere maligno per poi lasciare la presa sul collo del ragazzo e portando la mano sui capelli, gli fa piegare il collo in malo modo, quasi a romperglielo, e lo morde sulla vena pulsante mentre con la mano che regge il coltellino continua il lavoro iniziato, ovvero iniziare a sbudellare la sua vittima.
Riporto lo sguardo sul ragazzo davanti a me, che continua a guardare la scena con terrore e disgusto, sicuramente crede che sia un'allucinazione, mi avvento sul ragazzo che inizia ad urlare mentre sento i miei occhi cambiare, adoro sentire le urla da parte delle vittime, anche se non tutte se lo meritano, spesso faccio le cose veloci, in modo da non farle soffrire troppo, altre volte come questa invece preferisco godermi ogni singola supplica, blocco il ragazzo sull'erba mentre continua ad urlare e con la mano libera prendo anche io il mio coltellino personale, decisamente più grande di quello usato da Brian, inizio a lasciare vari tagli sulle spalle di questo ragazzo che in fretta iniziano a sanguinare, passo al petto dove lascio una, due...ok un bel po' di pugnalate, sento il corpo tremare e decido di ucciderlo definitivamente passando la lama del coltello sul collo, chinandomi subito dopo per bere quel liquido rosso che noi demoni tanto bramiamo quanto la libertà, devo però ammettere di averne bevuto di  migliore, a causa della dose che si erano sparati poco fa nelle vene questo sangue risulta decisamente di scarsa qualità.
Finito il lavoro mi alzo in piedi passandomi la manica della camicia sulla bocca, sotto di me una chiazza di sangue ricopre l'erba e il ragazzo stesso, ha gli occhi sbarrati e un'espressione di terrore, non ho ripensamenti per averlo ucciso, sicuramente non mancherà a nessuno, mi volto verso Brian che è ancora a cavalcioni e piegato sul corpo inerme della sua vittima, dopo qualche secondo anche lui si rialza, si volta verso di me, ha il viso completamente sporco di sangue, così come il collo, le mani e i vestiti, mi sorride soddisfatto e mi si avvicina, lancio uno sguardo alla vittima e se non fossi abituato a una scena del genere mi verrebbe da vomitare anche l'anima, non si riconosce più nemmeno una singola parte di quel corpo, ha un taglio che parte dal petto e finisce sul basso ventre da cui escono alcuni organi interni, se ancora interni si possono definire, un braccio è letteralmente staccato dal corpo, mentre l'altro è piegato in un modo innaturale, il viso è completamente tumefatto, il collo è rotto e posso notare che a terra vicino alla gamba c'è un organo che non mi sarei mai, ma davvero mai, aspettato di vedere.
"Brian...ma lo hai fatto davvero?", chiedo sbarrando gli occhi 
"Sì amico", risponde fiero del suo lavoro mentre si porta alla bocca il cuore del ragazzo.
"Dio ma sei davvero una bestia!"
"Mi diverto, che devo farci?", mi chiede ritornando a succhiare il sangue dal cuore che continua a colare sulla sua mano.
"Allora anche io ti taglio il cazzo solo perchè lo trovo divertente", ironizzo vedendo Gates sbiancare e portarsi una mano sul pacco
"Tu al mio cazzo non ti avvicini!"
"Se no che fai? Mi tiri un cuore in faccia?", scoppio a ridere mentre vedo Brian tirarmi davvero quel cuore addosso per poi scoppiare a ridere come un ebete
"Dai stupido, facciamo fuori questi due e torniamo a casa...ah, quell'affare io non lo tocco", ribatto disgustato
"Faccio io", lo vedo prendere in mano l'accendino per poi dar fuoco all'intero corpo deformato della vittima, per poi passare anche alla mia.
Ripulito il tutto ce ne torniamo a casa, ovviamente utilizzando le nostre ali, camminare in pieno pomeriggio ricoperti di sangue non è molto positiva come cosa, quando arriviamo a casa ad aprirci la finestra sono i nostri amici, che ci guardano quasi scioccati facendoci entrare velocemente in casa.
"Ma voi siete idioti! Muovetevi", ci dice Johnny sconvolto
"La fame è fame, nano", si giustifica Gates
"Andate in bagno, datevi una ripulita e dopo vi porto dei vestiti puliti", ci rassicura Matt, corriamo nel bagno passando davanti alla porta di Angel, per fortuna non era in giro per casa, chiudiamo a chiave la porta del bagno in modo da evitare inconvenienti e in meno di due secondi Brian si strappa di dosso quei vestiti ricoperti di sangue e si butta sotto la doccia, chiudendosi nel box.
"Stronzo, volevo andarci prima io"
"Ti ho già lasciato la vittima più 'viva', almeno lasciami la precedenza!"
Bussano alla porta, mi avvicino chiedendo chi sia e a rispondermi è Matt, apro quel tanto che basta per farmi passare i vestiti puliti e qualche asciugamano e poi richiudo la porta.
"Brian, non fare la donniciola e muoviti, il sangue incrostato è difficile da togliere!", ribatto al mio amico
"Non rompere Sullivan, ho quasi finito"
Dopo altri cinque minuti esce dal box doccia e si lega un'asciugamano alla vita mentre io entro, finalmente, sotto la doccia, sento Brian armeggiare con i vestiti nel lavandino in modo da lavarli almeno un po', poi li metteremo nella lavatrice ma è meglio togliere un po' di sangue a mano, nel caso non venisse via del tutto.
"Rev qui è tutto pulito, dopo attacca la lavatrice"
"Ok, ci vediamo di là"
Sento la porta aprirsi per poi richiudersi, finalmente solo posso tirare un sospiro di sollievo e svuotare la mente.
Ripenso alla mia vita, sono il primo ad odiarla, ho perso il conto di tutte le persone che ho ucciso per sopravvivere, non ne ho stretta necessità, non sono proprio dipendente dal sangue umano, ma almeno una volta al mese devo farlo. Sono un demone, e la mia punizione è questa, provare odio verso me stesso e verso la mia natura, quando scegliemmo da che parte stare io e Brian decidemmo l'Inferno, per il semplice motivo che non stavamo alle regole di nessuno e volevamo assaporare tutta la libertà...ma quando ci dissero che in base alla nostra scelta saremmo stati separati da Matt, Zacky e Johnny, bèh, iniziammo a fare di tutto pur di non perderli, anche loro non volevano lasciarci, sfidammo ogni entità celeste pur di non perderci, la nostra amicizia vale più di qualsiasi altra cosa al mondo, e per questo tutti e cinque venimmo allontanati dal cielo, abbiamo una punizione da scontare e finchè non lo faremo rimarremo qui...a ucciderci giorno dopo giorno, perchè a stando in questo mondo siamo vincolati, chi più chi meno, Brian ha difficoltà a spiegare le ali, non sempre ma ultimamente gli succede troppo spesso, io provo sempre più odio e devo trovare il modo di provare anche altre emozioni a parte l'amicizia verso i ragazzi, per gli altri invece è una cosa diversa, essendo angeli la loro non è proprio una punizione, ma è semplicemente una presenza fisica, accettando di mettere la nostra amicizia prima di tutto sono stati puniti di conseguenza e quindi dovranno starci accanto finchè noi non avremo scontato la nostra punizione.
Una volta, qualcuno mi ha detto che il male arriva dal cielo, forse hanno ragione. Noi non siamo angeli, o meglio siamo angeli caduti, angeli che hanno preferito l'amicizia invece che il potere o la grazia divina, per questo siamo stati puniti da quel Dio che agli occhi dei mortali è tanto buono e onesto.
Fin qui nulla di preoccupante riguardo la nostra punizione, se non fosse che ormai ci mancano poco più di due anni per scontarla.
Se non lo faremo? ...
Alla morte non scappa nessuno.





SPAZIO AUTRICE
Allora! Prima di tutto buon anno a tutti voi! Spero che questo 2016 porti tanta felicità e quante più cose positive a tutti voi!
Tornando al capitolo, iniziamo a scoprire qualcosina in più! Spero che la scena di violenza non vi abbia scombussolato troppo, era necessaria, come si evolverà la storia? Leggete per scoprirlo! 
   

Maraforevergates
 

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Capitolo 8
*** I look into your body ***


Capitolo otto - I look into your body


"A volte le cose più reali
sono quelle che non si vedono
" -Heaven6661

E' passata una settimana dalla mia chiacchierata con Matt e dall'ultima discussione avuta con Brian e James, il mio stato attuale? Dire pessimo è un eufemismo, in questa settimana sono tornata al mio lavoro serale al pub, devo dire che a causa della mia insonnia sto facendo tantissima fatica nel mio lavoro e più di una volta Alex ha cercato di farmi parlare, naturalmente non le ho detto nulla sui ragazzi e trovo sempre una scusa diversa per non farla salire a casa, delle volte i ragazzi si presentano al pub per una bevuta e poco prima che finisco il turno escono e puntualmente li ritrovo a casa.
Ho imparato a conviverci, seppur contro volontà, non sono così male dopottutto, apparte il carattere che mi riservano James e il suo amichetto, non so perchè ma il loro cambiamento di umore è palese, quando parlano con i loro amici sono felici e spensierati, sempre pronti a tutto per far qualcosa per loro, ma se devono rivolgersi a me sono sempre pronti a lanciarmi frecciatine e farmi sentire di pessima compagnia, cosa gli ho mai fatto?
Spesso durante la notte escono, quasi sempre loro due, e tornano sempre verso le quattro del mattino, me ne accorsi una sera, salutai con un bacio sulla guancia Matt, Zacky e Johnny e dissi loro che a causa del mal di testa mi sarei buttata a letto, ovviamenteci credettero, non sapevano di certo che sono quattro notti che non chiudo occhio, così dopo qualche minuto li sentii borbottare a bassa voce dal salotto, riconobbi la voce chiara e roca di Jimmy che informava ai ragazzi che lui e Brian sarebbero usciti e poi li dissero di lasciare la finestra socchiusa, perchè mai poi? A che gli serviva la finestra?
Tutto questo avviene almeno ogni due notti, per le altre qualche volta escono anche gli altri, ammetto che per un po' ho pensato che andassero a commettere qualche crimine o che semplicemente si davano da fare con qualche prostituta di passaggio, infondo tutto può essere, no?
Le mie opinioni cambiarono proprio ieri notte, mi alzai per prendere un bicchiere d'acqua e li vidi tutti tranquilli a dormire, andai nella camera degli ospiti e vidi che la dividevano Brian, Jimmy e Matt, mentre Zacky e Johnny occupavano il divano e il tappeto, passai oltre la loro camera e mi diressi in bagno visto che avevo delle cose da lavare per quella sera al pub, aprii la lavatrice e ne trovai dentro dei vestiti dei ragazzi, tra quelli riconobbi la maglia bianca di Gates, difficile non riconoscere le sue maglie dato di fatto che hanno uno scollo a V fuori dal normale, non ci diedi troppo a pensare fin quando non vidi una macchia rossa all'altezza della mezza manica, quando presi la maglia tra le mani notai che presentava degli schizzi di sangue ovunque, mi spaventai e lanciai la maglia dentro al cestello, cercando di riprendermi accesi l'elettrodomestico e me ne tornai in camera.
Devono essere le nove, sono ancora chiusa in camera mia e ho ancora l'immagine di quella maglietta bianca ricoperta di sangue davanti agli occhi, non riesco a non pensare che al peggio, quindi sono assassini? Sto dividendo il mio appartamento con degli assassini e non me ne sono mai resa conto? Cerco di mantenere tutta la calma possibile, non posso fargli capire quello che ho scoperto, quindi cercherò di comportarmi come al solito anche dopo, scosto le coperte e mi alzo dal letto venendo colpita dal freddo, dicembre è appena iniziato e si preannuncia un'inverno freddo cosa che non succedeva da anni qui ad Huntington Beach. Guardo la mia immagine allo specchio e noto che il trucco della sera prima è completamente colato sulle guancie mentre i miei capelli sembra abbiano preso la scossa, sospiro prendendo dall'armadio il mio felpone degli Slipknot, ovviamente che mi arriva quasi a metà coscia e un paio di pantaloncini neri, passo una mano tra i capelli cercando di sistemarli un po' e dopo di che decido di uscire dalla camera, le voci dei miei coinquilini mi arriva subito alle orecchie e mi sorprendo che siano già tutti svegli, faccio il mio ingresso in cucina e li trovo seduti al tavolo a consumare la loro colazione.
"Buongiorno, Angel", mi sorride Matt mostrando quelle adorabili fossette
"Giorno", rispondo accennando un sorriso per poi lasciargli un bacio sulla guancia, ripetendo la stessa cosa anche con Zacky e Johnny, quando arrivo a Synyster invece mi blocco per un secondo, quasi con la voglia di scappare, è lui ad avvicinarsi con una tazza da caffè fumante in mano e un sorriso beffardo in faccia.
"Ciao mocciosa", mi lascia un bacio sulla fronte facendomi arrossire come non mai, sento gli altri ridacchiare per poi vedere il ragazzo sedersi addentando un croissant alla marmellata, mi riscuoto dai miei pensieri notando che l'unico che manca è proprio lui...
"Dov'è Jimmy?", chiedo appunto.
"In camera, non si sente molto bene", mi risponde Johnny bevendo dalla sua tazza.
"Potresti fargli un po' di compagnia, mocciosa"
"Molto spiritoso Brian", afferro un croissant alla cioccolata e prendo la mia solita tazza notando che è già piena del mio solito tè caldo, dal profumo si direbbe che sia alla cannella, alzo lo sguardo e noto che Zacky mi sta sorridendo, indica la tazza con gli occhi e mi fa l'occhiolino, capisco perfettamente che sia stato lui a prepararmi il tè, lo ringrazio con un sorriso e ne sorseggio un po'.
"Angel, potresti portare questi a Rev?", mi chiede Johnny avvicinandosi a me e porgendomi un vassoio con una tazza di caffè e un piattino con sopra una brioche con dello zucchero a velo sopra.
"Perchè proprio io?", chiedo masticando un'altro pezzo di brioche
"Perchè...noi ...ehm...abbiamo da fare"
"Non me la bevo Zacky"
"Oh andiamo, non ti mangia mica", Matt si alza mi toglie di mano tazza e brioche e Johnny prontamente mi lascia tra le mani il vassoio.
"Uffa, non voglio", ribatto riporgendo a Johnny il vassoio
"Forza, vai e non uccidetevi!", ridacchia Brian alle mie spalle per poi spingermi piano fuori dalla cucina.
"Questa me la segno"
"Sai che paura, non voglio vedere organi volare, chiaro?", continua a ridacchiare Gates, meravigliando anche me, per una volta non ci siamo attaccati come due bestie.
Sospiro sconfitta e mi avvio verso la camera degli ospiti, tenendo con una sola mano il vassoio apro la porta e noto le tende tirate e una fioca e debole luce proviene dall'esterno, la giornata è nuvolosa, mi avvicino al letto e lascio il vassoio sul comodino vicino ad esso, mi volto e vedo la figura del ragazzo coperto fino alla vita dal lenzuolo, girato di schiena e con entrambe le braccia sotto al cuscino, il mio sguardo ricade sulla sua schiena e sulle spalle, noto che ha un tatuaggio su esse, il suo cognome, Sullivan, scritto a caratteri cubitali e subito sotto il numero zero, che gli ricopre quasi tutta la schiena, potrebbe sembrare lo stampo per una maglietta di una squadra di football, sulle scapole noto due graffi, sbiaditi ma che si fanno ben notare, che arrivano quasi alla metà dello zero.
"Hai finito di fissarmi?", sobbalzo colta alla sprovvista, Jimmy ha gli occhi completamente chiusi, come ha fatto a vedermi?
"Io, ehm...perchè lo zero?"
Angel...ora puoi davvero sotterrarti
"Sei davvero pessima a cambiare argomento", ridacchia mentre socchiude gli occhi cristallini
"Visto che la metti così, ero solo venuta a portarti la colazione, direi che posso anche togliere il disturbo", ribatto voltandomi e avvicinandomi alla porta.
"Lo zero precede tutti i numeri", mi blocco proprio mentre stavo per aprire la porta, lascio la maniglia e mi volto nuovamente verso di lui, ora sdraiato lateralmente puntellato sul gomito sinistro, abbasso lo sguardo, sospiro e mi riavvicino, l'ombra di un sorriso si fa largo sul viso del ragazzo quando decido di sedermi al centro del letto incrociando le gambe.
"Molto profondo, devo ammetterlo"
"Non è profondo, è una realtà", afferra la brioche iniziando a mangiarla, lo guardo di sottechi e devo ammettere che non mi ero mai accorta di tutti quei tatuaggi che gli ricoprono le braccia, le mani e il petto, il mio sguardo cade su una scritta verticale che gli ricopre il busto arrivando poco più sopra l'ombelico, 'FICTION'.
"Grazie", dice di punto in bianco, alzo lo sguardo e incrocio quegli occhi azzurri.
"Per cosa?"
"Per questo", indica il vassoio con un gesto della mano e un sorriso.
"Non è da parte mia, mi ci hanno costretto i tuoi amici", ammetto giocando con una ciocca di capelli.
"Quindi tu mi avresti fatto morire di fame?", chiede sorpreso.
"Perchè ti sorprendi tanto?"
"Perchè tu sei sempre stata una sorpresa", sussurra
"Cosa?"
"Nulla"
Lo fisso negli occhi cercando di fargli dire qualcosa di più ma nulla, e questo scambio di sguardi sta diventando insopportabile, abbasso lo sguardo e mi porto le ginocchia al petto circondandole con le braccia e appoggiando la guancia destra.
"Sei proprio una bambina", ridacchia
"Sempre pronto a sfottere?"
"E' la verità, e poi non era un'offesa, era un complimento"
"Dovrei crederci?"
"Anche se non lo volessi fare non cambierebbe la mia opinione, ti conosco da quando sei nata, ti ho sempre reputato una bambina", dice sicuro di se mentre io sbarro gli occhi.
"A volte credo che siate completamente fuori di testa, come diavolo puoi conoscermi da quando sono nata? Io non ti ho mai visto prima!"
"Non ti ricordi nulla, vero?", la voce sembra quasi rassegnata mentre dice queste parole e il suo sguardo si vela di tristezza.
"Cosa dovrei ricordare?"
"Non mi crederesti se te lo dicessi"
"Prova a dirmelo"
"Siamo angeli, Angel", afferma fissandomi sembra terribilmente convinto di quello che dice, tentenno per un po', ma la risposta mi sembra chiara.
"Hai ragione...", sospiro, "...infatti non ti credo"
"Posso dimostrartelo, con parole e con fatti, decidi tu"
"James, non prendermi in giro, gli angeli non esistono"
"Quindi ammetti che i tuoi disegni sono solo finzione?"
"Ma che cosa centrano ora i miei disegni?!"
"Tu hai visto tutto quello, Angel, devi solo ricordare, è per questo che noi siamo qui, ti abbiamo cercata per anni", allunga una mano verso la mia ma lo scosto malamente alzandomi dal letto, seguita subito dopo dal ragazzo.
"Voi siete tutti pazzi! Come vi viene in mente tutto questo? Vi studiate le battute la sera prima?! Io so cosa siete, non siete altro che degli assassini ecco cosa siete! L'ho vista la maglia ricoperta di sangue del tuo amico e non credere che non farò nulla a riguardo!", urlo contro al ragazzo che cerca inutilmente di avvicinarmisi.
"Cazzo ma di che stai parlando? Fermati e fammi spiegare!"
"Non mi toccare! Non voglio essere toccata da te!", le mie parole sembrano averlo colpito come una pugnalata visto che si è appena fermato socchiudendo gli occhi e guardandomi sconfitto. Mi porto le mani ai capelli iniziando a fare su e giu per la stanza sotto lo sguardo attento di Jimmy, sono stanca di tutta questa faccenda e sono stufa di esser sempre presa in giro dalle persone, sento gli occhi farsi lucidi e mi mordo il labbro inferiore ricacciando le lacrime che vogliono uscire.
"Senti...non vedo come posso fare a crederti, per me è una cosa del tutto impossibile, voglio dimenticare questo discorso e voglio farlo subito..."
"Allora fallo! Dimentica tutto questo, dimenticati ancora di noi, allontanati ancora di più da me! Fai quello che vuoi, Angel, distruggiti se è quello che desideri! Ma non contare più sul mio aiuto", sbotta per poi uscire di corsa dalla stanza, lasciandomi da sola al centro di essa e con mille domande per la testa.
"Jimmy dove vai?", Brian
"Esco, l'aria di questa casa mi sta soffocando!"
"James, tu incazzato così non vai da nessuna parte, mi hai sentito? James!", Matt.
Il rumore della finestra che si apre e poi il silenzio.
Le ginocchia mi cedono e finisco per terra, porto le braccia intorno al busto e piego la testa in avanti iniziando a piangere, vengo scossa dai singhiozzi e non mi preoccupo di soffocarli, sento dei passi venire nella mia direzione ma non mi preoccupo di nulla, chiudo gli occhi chiudendomi in me stessa e iniziando a piangere, sento due braccia circondarmi e prendermi in braccio, l'inconfondibile profumo di birra e sigarette di Brian mi inonda le narici e quando apro gli occhi posso notare di essere appoggiata al suo petto che si alza e si abbassa sotto il suo respiro regolare, alzo di poco lo sguardo guardandolo in viso, la mascella serrata e gli occhi fermi davanti a lui, mi porta in braccio fino al letto in camera mia, quando ci entra chiude la porta con un calcio e si siede sul bordo del letto tenendomi sempre in braccio.
Perchè proprio lui sta facendo tutto questo?
Stringo una mano sullo scollo a V della sua maglietta nera e appoggio la fronte nell'incavo del suo collo, sento una mano del ragazzo posarsi sui miei capelli mentre mi inizia a cullare, un comportamento che mai mi sarei immaginata, non con uno come lui.
Allora è vero, mai giudicare un libro dalla copertina
"Shh, sta tranquilla", mormora piano, come se avesse paura di svegliare qualcuno.
"B-Brian...io...n-non..."
"Jimmy, te l'ha detto?", la sua voce ha un tremito
"I-io non ci ...non ci ho creduto...e-e..."
"Per questo è uscito così", sospira e mi prende il viso tra le mani, obbligandomi a guardarlo in quegli occhi nocciola che al momento sono rassicuranti, "Ascolta, quello che ti ha detto è vero, possiamo dimostrartelo, devi solo scavare un po' nei tuoi ricordi. Devi ricordarti chi sei", accenna un sorriso mentre mi asciuga le lacrime.
"V-voi...siete pazzi"
"Mh, il mondo è pazzo"
"Dimmi, come potrei credervi?", chiedo con voce ferma, lui mi fa alzare dalle sue gambe per poi alzarsi mettendosi in piedi davanti a me, si toglie la maglietta mentre lo guardo quasi imbarazzata, si volta dandomi la schiena e gira di poco la testa per guardarmi.
"Le vedi?", mi indica due tagli all'altezza delle scapole, sono identici a quelli che ho visto stamattina addosso a Jimmy, allungo una mano tremante e con le dita passo sopra a quei due tagli grandi e sicuramente abbastanza profondi, "Anche gli altri li hanno, indovina un po' il perchè"
"Non può essere...", mormoro in risposta.
"Tutto può succedere", si volta nuovamente con un sorriso a trentadue denti, "Matt mi ha detto di quello che è successo la scorsa settimana, dell'abbraccio", deglutisco a vuoto sentendo un brivido freddo lungo la schiena, avvicina la mano alla mia guancia dandomi un buffetto seguito da un bacio sulla fronte che mi fa rabbrividire ancora di più, si avvicina al mio orecchio.
"Batti più forte quelle ali, Angel".


"Avanti Angel! Ci sei quasi!"
"Siete davvero cattivi, non mi aspettate mai!"
"Sei tu che sei troppo lenta"
"Uffa"
"Ti vogliamo bene, piccola"



Faccio dei passi indietro mentre sul viso del ragazzo il sorriso non è scomparso, si riavvicina e mi prende per mano.
"Tu sai la verità".
Colta da un impeto di paura sorpasso il ragazzo, prendo le scarpe da ginnastica infilandole più velocemente della luce e corro via dalla mia stanza, passo davanti ai ragazzi comodamente seduti sul divano ed esco anche di casa, inizio a correre, non so dove sto andando, ma voglio scappare e basta.
















***














Continuo a correre fin quando le case diventano sempre di meno, così come le persone e le macchine, corro fregandomene del freddo di inizio dicembre, corro ignorando i tuoni che iniziano a farsi sentire preannunciando un temporale, corro nonostante la milza inizi a far male e il fiato sia sempre più corto, ho gli occhi appannati dalle lacrime e a causa del vento non riesco a trattenerle, corro fino ad arrivare alla scogliera.
Mi fermo sul bordo di essa, quanto tempo che non venivo qui.
L'ultima volta ci venni perchè volevo trovare un posto tranquillo dove leggere il mio nuovo libro. Il profumo della salsedine è fantastico e quassù il vento è più prepotente, mentre alcuni gabbiani volano bassi sulla cresta delle onde che si scagliano contro le roccie appuntite e gli scogli.
Faccio ancora qualche passo avanti mantenendo lo sguardo fisso all'orizzonte, ripenso a tutto quello che è successo continuando a chiedermi come potrei crederci, mi stringo nella felpa sentendo il freddo penetrare fin alle ossa.
Posso vivere così?
La mia vita è un totale disastro, cinque ragazzi sono piombati a farne parte, e due di loro mi hanno sbattuto in faccia una realtà che hai miei occhi è impossibile. 
Tutto questo potrebbe finire.
Sono certa che non mancherei a nessuno, Jimmy mi ha detto che siamo angeli.
Un passo e ti togli il pensiero.
Gli angeli sanno volare.
Sospiro.
Mi volto dando la schiena al mare.
Mi lascio cadere.
Non urlo, non ho ripensamenti.
Il vento mi scompiglia i capelli corvini, mentre due lacrime si fanno spazio tra le ciglia e mi rigano il viso.
Hai sbagliato James
Respiro piano.
Evidentemente non tutti gli angeli volano.
"Angel!", due braccia attutiscono la mia caduta mentre sono ancora a mezz'aria.
Un battito d'ali risuona insieme al rumore delle onde.
"Angel, apri gli occhi", suona quasi come una supplica.
Apro piano gli occhi incrociando lo sguardo preoccupato di Jimmy.
Gli butto le braccia intorno al collo iniziando a piangere sulla sua spalla, sento le sue braccia stringermi i fianchi con forza e appoggiare il mento sui miei capelli, con la coda dell'occhio posso vedere un paio di grandi ali nere con delle sfumature azzurre appena accennate battere con forza e regolarità.






SPAZIO AUTRICE
Ed ecco un nuovo capitolo, finalmente la rivelazione! E ora Angel come si comporterà? Riuscirà a ricordare tutto?
Tante recensioni mi raccomando!
Un bacio...

Maraforevergates

   

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Capitolo 9
*** Evil Angel ***


Capitolo nove - Evil Angel


"No, non lasciarmi morire qui, aiutami
a sopravvivere. Da solo, non ricordo.
Mettimi a dormire angelo malvagio. Apri le tue ali,
angelo malvagio
" - Evil Angel (Breaking Benjamin)


Ho paura?
No, volevo mettere un punto a tutto, ero sicura di quello che stavo facendo, sapevo che era giusto in qualche modo.
Doveva andare così?
 No, lui è arrivato, mi ha preso e ha fermato la mia caduta, sento ancora il suo respiro accellerato battermi sui capelli, possibile che si sia spaventato?
Ora hai paura, Angel?
Si.
Sento le mani di James sulla schiena, le fa passare su e giu come ad assicurarsi che stia effettivamente bene, per poi passarle anche sui capelli mentre cerca il mio sguardo. Sento le guancie ancora bagnate di lacrime mentre non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.
Senza dire nulla mi prende meglio in braccio, come si prendono le principesse, è una sensazione strana e del tutto nuova perchè nessuno mi ha mai preso in braccio...nessuno mi ha mai toccato se non per farmi del male, appoggio la testa sul suo petto e sento il suo cuore martellare contro il petto. Ascoltare il cuore di qualcuno mentre batte così forte è fantastico, anche se sono sicura che il suo batte così forte solo per la grande forza che sta mettendo nelle ali.
Aspetta un attimo...
Ali. Solo ora mi rendo davvero conto che dietro di lui svettano due ali nere, grandissime e talmente forti da smuovere del vento ad ogni battito, sono leggermente sfumate di blu su alcune piume, non avrei mai potuto immaginare che le ali che disegnano agli angeli potessero essere davvero così, emanano un calore confortante anche senza toccarle e sembrano davvero perfette, mi rendo conto di essermi persa nei miei pensieri nel momento stesso in cui sento il ragazzo richiamarmi più volte dato che è appena atterrato su una piccola spiaggia nell'insenatura delle rocce che formano la scogliera.
"Angel, stai bene?", si piega sulle ginocchia e mi fa sedere sulla sabbia fredda mentre non ci penso due volte a portare le mie di ginocchia al petto, chiudendomi a riccio e tenendo la testa tra le braccia mentre continuo a piangere sotto agli occhi di Jimmy.



JAMES'S POV 

Cazzo che spavento che mi ha fatto prendere, non voglio nemmeno pensare a quello che le sarebbe successo se non fossi arrivato in tempo, è un'irresponsabile, come le è venuto in mente di fare una cosa del genere?
Vederla rannicchiata su se stessa mentre continua a piangere però è strano, sento un senso di protezione molto forte nei suoi confronti ed è da molto tempo che non provo più questa sensazione.
"Non farlo mai più, sei stata proprio stupida per voler fare una cosa del genere!", sbotto non riuscendo a calmare una rabbia improvvisa, non mi risponde si limita a singhiozzare ancora più forte.
"Non hai pensato a nulla vero!? Non hai pensato al male che avresti causato!?", tira su col naso e finalmente alza la testa facendo incrociare i nostri sguardi.
"Che male avrei fatto? Nessuno si interessa di me", mormora con la voce rauca a causa del pianto.
"La prossima volta ti lascio cadere allora, non ci arrivi proprio!", inizio a gesticolare alzandomi e camminando su e giu davanti e lei.
"James cosa ti importa di me?! Non mi conosci, non sai nulla sulla mia vita, ti ostini a parlarmi di una realtà che non vedo come possa centrare con la mia, io non sono quella che credi! Cazzo lasciami stare, non voglio avere nulla a che fare con te, voglio che mi lasci andare!", mi urla contro
"Non posso, cazzo, non posso lasciarti!"
Si blocca e mi guarda con quegli occhioni neri, quasi del tutto privi di trucco e rossi, tanto espressivi quanto irraggiungibili, mi passo una mano sulle tempie iniziando a pensare ad un modo abbastanza tranquillo e credibile per raccontargli tutto, sospiro e decido di parlare.
"Ascolta, lasciami spiegare tutto, per favore, quando avrò finito sarai libera di credermi o no, ma almeno ascoltami.", la vedo annuire senza proferire parola, così continuo.
"Ora ti sarai resa conto che quando ti ho detto che siamo angeli ero serio, lo puoi vedere tu stessa, quello che non ti ho detto nello specifico è che io e Brian siamo demoni, siamo gli unici due demoni del gruppo, gli altri sono angeli in tutti i sensi. Non ci troviamo qui per nostra scelta, quando Dio e Lucifero sono entrati in conflitto a noi angeli è stata chiesta una scelta, con chi stare, io e Brian siamo stati da sempre due ribelli, amanti della nostra libertà e amanti di noi stessi, la risposta ci sembrava chiara e così siamo diventati due demoni, quando anche gli altri è stata posta la domanda però hanno deciso di rimanere angeli, a loro una vita tranquilla e regolare andava bene e nel gruppo ognuno di noi a rispettato le scelte dell'altro, sempre.
Quello che non sapevamo era che data la nostra scelta non ci saremmo più potuti frequentare, tra angeli e demoni non ci deve essere nulla in comune, nemmeno l'amicizia, e a noi non andava bene, nessuno di noi cinque voleva rinunciare alla nostra amicizia, combattemmo contro Dio per questo, a Lucifero non importa nulla se non di se stesso e delle anime mortali che è impegnato a prendere ogni giorno, quindi la nostra attenzione fu rivolta verso quel Dio che alla fine, tanto buono, non è. Presi com'eravamo non abbiamo pensato alla cosa più importante, c'era una ragazza nel gruppo, con lunghi capelli neri come gli occhi, un viso dolce, una ragazza sicura di se stessa che sapeva sempre cosa fare in qualsiasi occasione, sapeva come comportarsi e sapeva quello che significava l'amicizia, aveva delle ali meravigliose, femminili ma forti da far invidia a chiunque, quella ragazza eri tu Angel, e Dio decise bene di giocarci la sua carta peggiore, ti ha strappato le ali e ti ha fatto cadere qui, sulla terra, quando lo scoprimmo io e i ragazzi perdemmo anche il più piccolo briciolo di lucidità e non pensammo due volte a voler distruggere Dio, dimenticandoci del suo potere superiore, ci punì facendoci cadere sulla terra, la nostra caduta durò diciotto giorni e non fu una passeggiata, quando ci schiantammo ne finimmo distrutti, ci mettemmo del tempo a riprenderci da quei giorni e piano piano riscimmo a tornare quelli di sempre. Iniziammo a cercarti, dovevamo trovarti e sapevamo che dal nostro arrivo sulla terra tu non eri altro che una bambina, girammo di ospedale in ospedale e abbiamo letto e riletto ogni nome delle bambine nate, dovevamo assolutamente trovarti, ci è stato imposto un compito, soprattutto a me e Brian perchè tutta questa stori è iniziata da noi due, dobbiamo scontare una pena, ovvero dobbiamo commettere un atto d'amore per poter tornare lassù insieme agli altri.."
"Bèh, non mi sembra molto difficile", mi interrompe Angel, presa dal racconto ha seguito ogni mia singola parola come se fosse una storia d'avventura.
"Non sarebbe difficile, se noi non fossimo demoni, da tali l'amore è un'emozione a noi sconosciuta", ammetto guardandola e vedendo i suoi occhi dispiaciuti.
"Oh..."
"E ci restano solo più un paio di anni per scontare questa pena, se non lo facciamo...moriremo entrambi e Matt, Zacky e Johnny saranno legati a questo mondo per il resto della loro vita, non vedranno mai più il Paradiso per aver scelto noi e per aver sfidato Dio", sospiro portando una mano tra i capelli.
"E io cosa centro con tutto questo?", mi chiede non capendo
"Siamo qui per riportarti con noi, ci sono dei ricordi nella tua mente, il tuo posto non è qui come non lo è il nostro. Sei stata la nostra migliore amica per anni, Angel, devi tornare ad esserlo".
Mi guarda con l'ombra di un sorriso sul viso e si alza dalla sabbia, voltandosi verso l'oceano, i capelli che svolazzano al vento leggeri, le braccia intrecciate davanti al petto.
"Per tutta la vita, non ho fatto altro che chiedermi se avessi mai potuto avere dei veri amici, di quelli che rimangono con te fino alla fine, ho sempre desiderato una bella famiglia...nessuna delle due cose si è mai verificata, iniziai a sentirmi sempre più inutile in questo mondo e terribilmente sola.", si volta verso di me, con uno sguardo che io conosco bene e che non le vedevo da tempo.
Quello sguardo combattivo che l'ha sempre contraddistinta e quello scintillio negli occhi
"Puoi dimostrarmi che sono davvero io, quella di cui parli?"
"Si, posso"
Mi avvicino e porto lo sguardo sul petto della ragazza, all'altezza del cuore c'è una piccola scritta, un tatuaggio elegante e fine, 'forever'.
"Guarda qui", le indico il punto, "Vedi che il 'rev' è leggermente più grande e calcato? Indovina un po' il perchè, piccola", sorrido beffardo mentre anche lei si apre in un sorriso fantastico.
"Vi aiuterò"























***

















ANGEL'S POV 

Non posso credere di star davvero volando con Jimmy, stiamo tornando a casa e con l'arrivo del buio mi ha assicurato che possiamo volare tranquilli senza essere visti, è stato sconcertante scoprire tutto quello che credevo non mi avrebbe mai raccontato, ammetto che devo ancora prenderci un po' la mano, per così dire, mi sento ancora le sue parole nella mente e sono sicura che dovrò delle scuse ai ragazzi, per il mio comportamento nei loro confronti.
Arriviamo davanti al mio appartamento, più precisamente arriviamo alla finestra di esso e Jimmy, tenendomi solo con un braccio, si occupa di bussare sul vetro, dopo qualche secondo Zacky ci apre la finestra e ci fa entrare, sono tutti in salotto, presi a guardare un film a caso che stanno trasmettendo, Jimmy mi fa poggiare i piedi a terra e io mi schiarisco la voce.
"Ragazzi, Jimmy mi ha detto tutto e volevo chiedervi scu...", non finisco la frase che Zacky e Johnny mi si fiondano addosso abbracciandomi e facendomi cadere per terra.
"Cazzo quanto ci sei mancata, nanerottola!", mi urlano i due iniziando a ridere e coinvolgendo anche me nelle loro risate.
"Jimmy, potevi metterci un po' di più a dirglielo", sento e vedo Matt avvicinarsi a Rev dandogli una pacca sulla spalla, sorridendo
"Bèh, ora lo fatto, no?", ridacchia, mentre io riesco a tirarmi su ritrovandomi di fronte a Brian, che mi guarda con un mezzo sorriso compiaciuto, non so per quale motivo ma decido di abbracciarlo di slancio, se lui non mi avesse spaventato con quel ricordo e io non fossi corsa via di casa non mi sarei mai gettata dalla scogliera, Jimmy non mi avrebbe mai salvato e io non saprei ancora la verità, lo sento sorridere contro il mio orecchio mentre ricambia il mio abbraccio.
"Di nulla", mormora quasi come se mi avesse letto nel pensiero.
Credo che da oggi molte cose cambieranno.





SPAZIO AUTRICE
Allora, ammetto che come capitolo non è chissà cosa, ma vado di corsa perchè domani si torna a scuola e io devo finire una riflessione, la parola va a voi come sempre! Vi ricordo che amo le recensioni quindi dateci dentro!
Se volete potete contattarmi su facebook, Mara Gates, ho cambiato il nome da poco, e se volete potete anche seguire la storia su Wattpad, mi trovate come Heaven6661, su Instagram sono sotto il nome heaven6661vengeance!
A presto!

   Maraforevergates

  

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Capitolo 10
*** I'll be broken, again ***


Capitolo dieci - I'll be broken, again


"Io sono stato semplicemente scordato.
Scordato dal mondo, scordato dalle persone che dicevano di
amarmi e scordato da chi mi implorava di restare
" -cit.


Credo che ora la mia vita sia davvero stravolta, nel vero e proprio significato del termine, nelle ultime cinque ore ho scoperto di non essere una persona appartenente a questo mondo, ho scoperto che i cinque ragazzi che hanno invaso la mia casa sono in realtà i miei migliori amici, due di loro sono demoni mentre gli altri tre sono angeli, e devo aiutarli a scontare la loro pena entro due anni, in caso contrario moriranno.
Nulla di che in poche parole, sono solo quelle informazioni che ti stravolgono la giornata rendendola bellissima ma con mille domande.
Si, bellissima, perchè per una persona come me, che ha sempre creduto di essere inutile, che non ha mai avuto l'affetto che avrebbe voluto ricevere e che non è mai riuscita nelle amicizie, bèh, questo è decisamente gratificante, sapere che fin da piccola hai sempre avuto una forma di angelo custode, ma tu eri troppo piccola e presa dalla tua vita iniziata già male per accorgertene. Perchè alla fine è così, dopo quell'abbraccio ristoratore con i ragazzi ci siamo seduti sul divano e chi sul tappeto e mi hanno raccontato che, quando mi hanno trovato, ero una neonata, avrò avuto si e no tre mesi e mezzo, da quel giorno non mi hanno mai lasciato, sono sempre stati con me anche se a debita distanza, seguivano la mia crescita, i miei sbagli, i miei pianti...lo so, può essere traumatico detto così ma la mia infanzia non è mai stata troppo allegra e la maggior parte delle mie giornate erano grigie e vuote, piene di sensi di colpa, di urla e mancavano d'affetto, mi hanno ricordato che erano con me quando, arrivata al liceo, iniziai a farmi del male non solo psicologico ma anche fisico, non mi tagliavo, se l'avessi fatto avrei rovinato i miei poveri tatuaggi che ricoprono la maggior parte delle mie braccia, semplicemente assumevo farmaci senza che mi venissero prescritti e bevevo, bevevo come solo un povero depresso poteva fare, eppure al fondo di ogni bottiglia ci trovavo un po' di pace, quella pace che era in grado di darmi solo la musica sparata nelle cuffiette nelle ore più impensabili della notte. Mi dissero che erano con me quando mi rinchiusero nell'ospedale psichiatrico, bei genitori i miei, non si preoccuparono nemmeno di provare a parlare con la loro propria figlia, preferirono buttarmi li dentro con la consapevolezza che l'elettro-shock sarebbe stato più utile.
Mi sono sempre stati vicino e io non gli ho mai visti nè tanto meno sentiti.
Mi riscuoto dai miei pensieri chiudendo l'acqua della doccia e infilandomi nel mio accappatoio, rabbrividendo per il freddo dell'inverno, mi tampono i capelli con un secondo asciugamano mentre mi avvio in camera mia e mi chiudo la porta alle spalle, apro l'armadio recuperando l'intimo e i vestiti per stasera, sono in orario e il pub stasera lo devo aprire io, mi vesto molto velocemente e, a piedi scalzi, torno in bagno per asciugarmi i capelli e truccarmi, apro la porta del bagno con sicurezza e ci trovo dentro Matt, intento a guardare la sua figura allo specchio, richiudo velocemente la porta borbottando qualche scusa mentre sento il ragazzo ridacchiare e invitarmi ad entrare, dopo aver preso un respiro profondo mi faccio coraggio e varco la soglia sentendomi decisamente in imbarazzo.
"Tranquilla non stavo facendo nulla", sorride rassicurante e mi lascia il posto davanti allo specchio, recupero il phon da capelli da dentro il mobiletto e collego la presa.
"Mi spiace, avrei dovuto bussare, ero convinta fossi con gli altri"
"Ero solo venuto a controllare questo", mi indica un tatuaggio coperto da una pellicola trasparente all'altezza del bicipite, "Volevo assicurarmi che non fosse troppo secco, non credo ci sia bisogno di spiegartene il motivo", conclude indicando i tatuaggi che ho addosso, sorrido e sto per accendere il phon quando una mano del ragazzo si posa sulla mia e mi intima di lasciare l'oggetto.
"Dai, ti aiuto, te li ho sempre asciugati io i capelli, sai?"
"Davvero?"
"Mh-mh", afferma, decido di lasciarlo fare e mi siedo sul bordo della vasca piegando di poco la testa in avanti sentendo il calore emesso dal phon subito dopo.
"Com'è che me li hai sempre asciugati tu, i capelli?", chiedo nuovamente curiosa.
"Eri una totale imbranata", sghignazza ricevendo un pizzicotto sulla coscia
"Si, si, quando la smetterete di sfottermi?"
"Mai", ridiamo di gusto per qualche minuto fin quando il ragazzo non spegne il phon, con un colpo secco alzo la testa e i miei capelli ricadono morbidi sulle spalle con le solite punte ondulate. Mi alzo e poso il phon al suo posto per poi ringraziare Matt del suo aiuto e spintonarlo fuori dal bagno, finisco di truccarmi in fretta e finalmente pronta esco dal bagno tornando nel mio piccolo nido, infilo le calze e i miei amati anfibi per poi uscire e andare in salotto.
"Io vado, non distruggetemi la casa", intimo ai ragazzi prendendo le chiavi della macchina e mettendo il giubbotto in pelle.
"Dopo usciamo anche noi, non ci aspettare sveglia", dice Zacky tranquillo.
Saluto i ragazzi e mi chiudo la porta di casa alle spalle.


"Angel, potresti servire questi ragazzi?", mi chiede Alex mentre è indaffarata ad andare su e giu per il locale a consegnare birre e alcune ciotole di patatine, senza ribattere inizio a distillare delle birre e a riempire dei bicchierini con dei liquori ai ragazzi davanti a me.
Stasera il pub è stracolmo, ragazzi e ragazze sono ammucchiati sulla pista da ballo e si scatenano sotto le note di alcune canzoni dei Pantera, mentre altri sono chi seduti intorno ai tavoli, chi al bancone e chi ancora parla rimanendo in piedi e battendo un piede a tempo di musica, sono giorni che non c'era questo pienone, ma con l'arrivo dell'inverno i locali si riempiono sempre.
Saranno appena le undici e già posso notare Max, il buttafuori, alle prese con dei ragazzi fin troppo ubriachi.
"Ehy", mi volto verso una voce acuta alla mia destra e noto un ragazzo dai capelli ricci e castani e con gli occhi verdi, in mano ha un boccale mezzo vuoto di birra rossa e nell'altra regge un cellulare che mostra una chiamata aperta, inarco un sopracciglio e non do troppa corda a questo ragazzo.
"Ti va di parlare?", mi chiede con voce bassa che fatico a sentire a causa della musica alta
"No, sto lavorando non vedi?", gli indico il bancone sommerso di bicchieri vuoti, alcuni puliti altri no e la maggior parte sono pieni e pronti per esser serviti.
"Ho voglia di parlare con qualcuno, la mia ragazza mi ha appena lasciato..."
"Non vedo come potrei aiutarti, prova ad uscire di qui, prendere una boccata d'aria e poi magari va da lei e chiarisci", sbotto abbastanza fredda cercando di scrollarmi il ragazzo di torno, per fortuna sembra che il mio consiglio abbia funzionato, lo vedo trafficare col cellulare mollare il boccale sul bancone davanti a me, e uscire quasi di corsa, certo che la gente è strana.
Mi lascio sfuggire un sorriso, pensando che ho davvero aiutato quel ragazzo, seppur contro volontà, infondo nemmeno lo conosco, eppure gli ho dato un buon consiglio.
Mi farei l'applauso da sola
"Angel!", mi volto verso una voce ben più famigliare
"John! Quanto tempo! Quando sei tornato?", chiedo al proprietario del locale, che si presenta con il suo solito pantalone alla cowboy abbinato al cappello e la sua camicia nera con il primo bottone aperto tenuta dentro ai pantaloni, gli stivali in pelle sono perfetti come al solito e la sua cintura di pitone è al solito posto, i baffi sono ben tenuti e i capelli grigi arrivano fino alle orecchie, i bottoni della camicia sono aperti sui polsi e posso notare la fede sempre al suo giusto posto.
"Siamo tornati proprio ora, ho portato anche mia moglie, stasera siamo pieni eh?", chiede mentre si guarda intorno, e si, lui e sua moglie avevano vinto un viaggio per l'europa e hanno colto l'occasione al volo per staccare un po' dalla monotonia della giornata, subito dopo vedo una signora di mezza età seppur di pochi anni più giovane del marito, avvicinarsi a noi, i capelli biondi ormai tendenti al grigio tenuti in una crocchia elegante e un vestito decisamente giovanile che le arriva fino alle ginocchia, alla vita ha stretto un cinturone in quoio marrone mentre il tema del vestito è rosso con dei piccoli pois bianchi.
"Eve! Benvenuta", saluto la signora continuando con destrezza a mischiare qualche liquore per servire i cocktail ai clienti.
"Angel, cara, sono mesi che non ci vediamo, quanto sei cresciuta!", mi saluta lasciandomi un affettuoso bacio sulla guancia, mentre io continuo il mio lavoro, questa donna è davvero una forza della natura.
"John, Eve! Siete tornati!", ed ecco arrivare anche Alex, che felice come una bambina davanti ai regali di Natale inizia ad abbracciare e salutare i due, iniziando a parlare con loro del viaggio.


Passata l'una di notte il pub è sempre più vuoto e la musica è decisamente più bassa, avendo soltanto più due tavoli occupati io e Alex decidiamo di sederci assieme a John e sua moglie, parlando del più e del meno come spesso facciamo.
"Allora ditemi, com'è l'Europa?", chiedo curiosa.
"Devo ammettere che è affascinante, abbiamo girato tutto il nord Europa, l'Inghilterra è stata una tappa molto bella quanto fredda, forse la mia preferita", afferma John
"Per quanto mi riguarda ho amato i Paesi Bassi, l'aria di solidarietà che c'è laggiù mi è piaciuta tantissimo", continua Eve con sguardo sognante, "E voi ragazze? Novità?"
"Nulla di particolare, sto frequentando una persona e sembra che le cose vadano bene", afferma felice Alex
"E tu?", mi chiede John con un sorrisone
"Io, ehm...nulla di nuovo in realtà, tutto nella norma", mento spudoratamente anche se credo sia meglio così.
La serata passa in fretta e quando anche gli ultimi clienti se ne vanno decidiamo di pulire le ultime cose e poi chiudiamo il locale, John e Eve ci salutano calorosamente e poi se ne vanno mentre io e la mia amica ci avviamo alla mia macchina, visto che lei è a piedi.
"Nulla di nuovo, sul serio? Secondo me nascondi qualcosa, Angel"
"Non nascondo nulla, Al, semplicemente non ho nulla di nuovo da raccontare"
"Mh, e quei ragazzi? Mai più visti?"
"Chi?", chiedo fingendo di non capire
"Come chi, quei cinque ragazzoni che abbiamo visto al pub"
"Ah, loro, no mai più visti", mento senza guardare negli occhi Alex
"Sarà, allora che ne dici? Domani usciamo?"
"Si, devo comprare delle cose"
"Ok, allora ti aspetto alle nove da Starbucks, niente ritardi o mi ritroverai sotto casa, mh?"
"Ahahah, va bene tesoro, a domani!"
"Ciao ragazza!"
Alex scende dalla macchina e si avvia a casa sua, aspetto che si chiuda la porta alle spalle e riparto per poter tornare anche io a casa mia, guardo l'ora e sono le due e mezza.
Varco la porta di casa e accendo la luce del salotto, la casa è immersa nel silenzio e posso notare che è tutto in ordine, per fortuna, lascio giubbotto e chiavi al loro posto e mi sfilo gli anfibi iniziando a camminare per casa a piedi scalzi, come d'abitudine, arrivo in camera dove mi affretto a cambiarmi indossando solo la mia solita felpona nera con il cappuccio, torno in sala e sto per andare in cucina quando il mio sguardo viene catturato da una lettera a terra davanti alla porta d'ingresso.
Strano, eppure prima non l'ho vista.
La raccolgo e noto la busta bianca priva di scritte, nè un indirizzo nè un nome, la apro e noto un foglio completamente scritto su tutta la prima facciata con inchiostro nero e una calligrafia elegante, mi basta leggere le prime righe per poi andare in panico, indietreggio fino alla cucina con la lettera ancora in mano, continuo a leggerla mentre cammino su e giu iniziando anche a tremare, arrivata alla fine la lascio cadere dalle mie mani e inizio a piangere.
Non può succedere di nuovo
Inizio ad aprire ogni sorta di armadietto della cucina in cerca di una bottiglia ma non le trovo, evidentemente ho finito tutto mesi fa, sono scossa dai singhiozzi e riesco a malapena a ragionare su questa situazione.
Perchè non ho mai un momento di pace?
Arrivo fino al bagno aprendo lo stipite del mobiletto posto accanto al vetro sul muro, ne prendo una botticina di pastiglie, non mi preoccupo di vedere cosa siano e nemmeno la data di scadenza, me ne verso quattro nel palmo della mano e le ingoio senza pensarci due volte, tossisco per poi afferrare i bordi del lavandino e fissare la mia immagine allo specchio.
E' bastata quella lettera a farmi fare tutto questo, è bastata quella lettera a farmi perdere la sanità mentale che tanto cerco di mantenere, in tutto questo non posso fare a meno di notare quanto sia psicologicamente debole e instabile, è stata colpa loro, è stata colpa di quei bastardi dei miei genitori se sono così debole, vedo e sento gli occhi inumidirsi di lacrime mentre il labbro inferiore inizia a tremarmi, presa da un imput tiro un pugno alla mia immagine riflessa e rompo lo specchio, subito dopo dei tagli si aprono sulla mia mano destra e il sangue inizia a colare lungo il polso e parte del braccio, iniziando anche a cadere nel lavandino sporcandolo, alla vista del sangue mi spavento sempre di più iniziando a respirare con affanno e sentendo la testa girare a causa delle pastiglie ingerite.
Provo ad aggrapparmi al lavandino ma finisco rovinosamente a terra, tra i vetri, il sangue che continua a colarmi dalla mano e le lacrime che lasciano i miei occhi per poi distruggersi sul pavimento freddo del bagno.





















***

















JAMES'S POV

"Cristo che mal di testa", si lamenta Johnny portandosi una mano sulla tempia sinistra
"Ti lamenti sempre, nanetto", lo punzecchia Brian
"Non è stata mia questa folle idea, la prossima volta resto a casa!"
"Qualcuno mi dice che qui non siamo più abituati al fumo, eh Johnnino"
"Fottiti Sullivan, e non chiamarmi così"
"Dai smettete di urlare, magari Angel sta già dormendo", ci rimprovera Zacky mentre si affretta ad aprire la porta di casa, per fortuna Angel ha pensato di lasciarci un paio di chiavi, almeno non saremo sempre costretti ad entrare dalla finestra.
Entriamo in casa e ci meravigliamo che la luce del soggiorno sia accesa così come quella della cucina, ci voltiamo un po' in giro ma della ragazza non c'è nemmeno l'ombra.
"Ehy, guardate qui", Matt si avvicina a noi con un foglio in mano che inizia a leggere ad alta voce, in modo da renderci partecipi di tutto.

"Cara Angel,
spero che la tua vita stia procedendo a dovere,
non che la cosa ci possa importare più di tanto.
Tra qualche mese torneremo in città, non vediamo l'ora di rivederti
devi sapere che noi non ci siamo dimenticati di Derek, te lo ricordi tesoro?
Quel ragazzo a cui ti abbiamo promesso da quando sei nata, ricordi la sua 
famiglia? Sono i migliori amici di tuo padre e sinceramente abbiamo
bisogno di soldi, ultimamente ci sembrano un po' pochi.
Derek è disposto a fare il suo dovere, com'è ben disposto quel giovane.
Spero vivamente che il tuo comportamento scontroso si sia calmato,
non vogliamo fare brutta figura. Abbiamo parlato con i genitori di Derek,
abbiamo raccontato loro che tu sei cresciuta nella maniera più perfetta
e che hai studiato nelle migliori scuole private di Huntington Beach.
Vedi di ricordartelo, non vorrai svelare la tua inutile vita davanti al tuo
futuro marito, no? E sicuramente non vorrai tornare al St. Patrick, ti ricordi,
il manicomio nel quale sei stata ospite per tre mesi della tua adolescienza?
Bene, sono sicura che non mi deluderai, per i tatuaggi, vedremo di farti operare,
ringrazia tuo padre che conosce i migliori medici della California, la tua pelle tornerà
quella di prima, senza quelli obrobri che ti ritrovi.
Ti informeremo del nostro ritorno a tempo debito, bambina mia, spero
di rivederti ben presto.
Con affetto,
Mamma."



Matt finisce di leggere e ci lancia uno sguardo tra lo schifato e l'incazzato, non che noi siamo da meno.
"Che persone disgustose", mormora Zacky stringendo i pugni
"E poi chi cazzo è questo Derek?", chiede Johnny
"Poco mi importa di quel bastardo, hai sentito cosa le hanno scritto? E si permettono ancora di rovinarle la vita!", sbotto sentendo un bruciore allucinante all'altezza delle scapole.
"Angel? Angel, dove sei?", inizia a chiamarla a gran voce Matt, iniziando ben presto a girare nel piccolo appartamento.
"Potremmo sempre uccidere tutte queste persone"
"Non essere idiota, Brian, non possiamo, darebbero subito la colpa a Angel, sapendo che li odia, è un buon movente per rovinarla"
"Jimmy! Cazzo venite qui!", la voce di Matt ci arriva preoccupata dal bagno, corriamo nella stanza e lo troviamo inginocchiato a terra che tiene tra le braccia la ragazza, immobile e con gli occhi chiusi.
Noto subito lo specchio in frantumi e le scheggie di vetro a terra, la mano destra della ragazza è ricoperta di sangue come anche il braccio, alcune ciocche di capelli sono appiccicate al volto a causa delle lacrime e, ai piedi del lavandino, giacie una botticina contenente dei farmaci.
"Cazzo, che ha combinato?", si allarma subito Zacky
Senza pensare nè tanto meno ragionare mi avvicino alla figura della ragazza e a Matt, mi piego e prendo il braccio sinistro della ragazza per poi sollevarla.
"Che fai? Jimmy, aspetta...", Matt prova ad afferrarmi un braccio ma lo respingo, prendo in braccio la ragazza che sentendo le nostre voci sta provando ad aprire gli occhi, senza riuscirci, la posiziono davanti alla tazza del gabinetto e le tiro indietro i capelli con una mano.
"Apri la bocca, Angel", ordino quasi alla ragazza che però è troppo stordita per capirci qualcosa, a questo punto non vedo altra soluzione.
"Scusa", mormoro quasi apprensivo per poi ficcarle due dita in gola con forza, poco dopo le tolgo e la ragazza si piega sul cesso per rigettare le pastiglie ingerite, spero non le abbia prese troppo tempo fa, mi alzo e mi metto in piedi dietro di lei mentre con una mano le sorreggo la fronte e con l'altra continuo a tenerle indietro i capelli, mi volto verso i ragazzi non vedendo Brian e Zacky mentre invece gli altri guardano la scena con tristezza, poco dopo rientrano nel bagno anche i due armati di paletta, scopa e stracci, danno una pulita veloce al pavimento mentre Matt mi porge un'asciugamano bagnato che mi affretto a passare dietro al collo di Angel e poi sulla fronte.
Finisce di rimettere e alza di poco la testa dal cesso, con mano tremante mi ferma il polso con cui reggo il piccolo asciugamano, ne afferra una parte per pulirsi la bocca, lo lascia e per la debolezza che si ritrova abbandona la testa all'indietro appoggiandola alle mia gambe, lancio l'asciugamano nella vasca da bagno e mi piego per prenderla in braccio, le faccio appoggiare la testa al mio petto e sento la sua mano sinistra afferrarmi il colletto della maglia, la stringo a me quasi per paura che possano portarmela via e mi avvicino alla porta del bagno.
"Cazzo, Angel...", i ragazzi provano ad avvicinarsi, apparte Brian che dopo avermi guardato negli occhi ha già capito la situazione, Matt sta avvicinando una mano alla fronte della ragazza per lasciarle una carezza ma io la stringo ancora di più contro di me e guardo Matt in cagnesco.
"Non toccarla", suona quasi come una minaccia.
"Ma, Jim, non volevo farle nulla..."
"Non devi toccarla, chiaro?", blocco le parole del mio amico sul nascere e divincolandomi riesco a sorpassarli per poi chiudermi nella camera della ragazza, percorro la stanza e scosto con un braccio le coperte del letto per poi farla sdraiare, la copro fino al petto tenendo la mano destra fuori dalle coperte, frugo nel piccolo cassetto nel comodino vicino al letto e ci trovo del disinfettante e delle bende, mi sorprendo nel trovarle qui ma non ci do troppo peso, inizio a pulire la mano e parte del braccio dal sangue ed estraggo delle scheggie di vetro rimaste attaccate alla mano della ragazza, vedendola contrarre il viso in un'espressione di dolore, le disinfetto la ferita e le lego la benda intorno facendoci poi un piccolo nodo sul polso, ripongo tutto nel cassetto e butto nel cestino sotto la scrivania le cose sporche di sangue, mi siedo sul bordo del letto e la riscopro osservarmi con gli occhi lucidi e socchiusi.
"Perchè?"
Non mi risponde e volta la testa verso la finestra lasciando due lacrime sfuggire al suo controllo, le lascio una leggera carezza tra i capelli e mi alzo dal letto, sto per allontanarmi quando una mano, piccola e fragile, mi stringe debolmente il polso, mi volto reincontrando i suoi occhi che sembrano urlarmi.
"Rimani...", sembra una supplica e decido di accontentarla, la sposto di poco verso il centro del letto matrimoniale e mi sdraio dove prima c'era lei, senza darmi il tempo di tirare le coperte la vedo stringersi contro il mio petto, tenendo un pugno chiuso sulla stoffa della maglia come se avesse paura di vedermi scappare, appoggia la testa sulla mia spalla e sento il suo respiro caldo e tremante infrangersi contro il collo, le passo un braccio intorno alle spalle e la stringo contro di me sentendola calmarsi piano piano.
"Dormi, bimba"











SPAZIO AUTRICE
 Ed ecco a voi un altro capitolo, quante cose sono successe??? Vi è piaciuto? Spero di si, perchè io lo trovato quasi adorabile...soprattutto alla fine!
Allora, volevo inoltre dirvi che ultimamente ho avuto un problema con facebook e non riuscivo ad accettare delle richieste d'amicizia, non ci ho nemmeno indagato troppo sopra, mi sono limitata ad insultare facebook ma va bene. Così ne approfitto per ricordarvi il mio nome del profilo, Mara Gates  e vi invito a richiedermi l'amicizia, per chi lo avesse fatto, spero che questa volta riuscirò ad accettarvela. Ringrazio tutte le persone che stanno seguendo questa fanfiction e ammetto che è davvero diversa da Until the End e Follow dream reaching higher, che sono state le prime vere e proprie fanfiction che abbia pubblicato.
Vi ricordo che potete seguirmi anche su Wattpad come heaven6661 e su Instagram come Heaven6661vengeance per qualsiasi cosa potete contattarmi in modo più veloce su fb.
Mi raccomando voglio tante recensioni e spero di non annoiarvi con questa storia tutta particolare!
Un abbraccio...

Maraforevergates

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Capitolo 11
*** Hello, I'm your mind ***


Capitolo undici - Hello, I'm your mind


"Queste ferite sembrano non guarire,
questo dolore è troppo reale. C'è semplicemente troppo
che il tempo non può cancellare
." -Evanescence (My Immortal)


"Ok Angel, sdraiati pure, raccontami la tua storia"
"Non voglio, mi lasci andare a casa"
"Ma qui sei a casa, bambina, devi solo calmarti"
"Come potrei farlo? Mi avete legato a questo lettino contro la mia volontà! Voglio andare via da qui!!"
"Signorina si calmi, l'abbiamo fatto solo per la sua sicurezza"
"Non ho bisogno del vostro aiuto! Voglio andarmene!"
"Infermiera prepari il sonnifero"
"Lasciatemi andare! Per favore, lasciatemi!"
"Ora rilassati, vedrai, è solo una punturina"
"No! No!"



"Angel, svegliati! Apri gli occhi!"
"No! No! Lasciatemi!"
"Angel!"
Apro di scatto gli occhi incrociandone un paio azzurri cristallini, l'espressione ferma e dura di Jimmy mi riporta alla realtà, sento le mani del ragazzo sulle spalle mentre cercava sicuramente di tenermi ferma, inizio a tremare un po' per il freddo improvviso un po' per l'incubo che ho appena avuto, batto più volte le palpebre e mi guardo velocemente intorno, sono in camera mia, le goccie di pioggia battono prepotentemente contro la finestra accompagnate da alcuni tuoni lontani, torno a fissare il ragazzo inginocchiato sul letto e piegato poco su di me, dopo essersi assicurato che mi sia calmata lascia la presa sulle mie spalle e porta una mano tra i capelli muovendola con nervosismo, si siede sul letto a gambe leggermente divaricate e si porta una mano al mento iniziando a giocare con il piercing.
"S-scusa...", balbetto tirandomi a sedere portando le ginocchia contro il petto e iniziando a lasciare delle lacrime rigarmi il viso.
"Apposto", si limita a rispondermi mentre sento che si sta spostando, poco dopo sento due braccia stringermi e mi ritrovo a nascondere il viso nell'incavo del suo collo.
"Era solo un incubo", mormora tentando di tranquillizzarmi.
"Portali via...", sussurro tra le lacrime, "Porta via questi fantasmi...non mi lasceranno andare..."
"Non posso, devi riuscirci da sola"
"Come?...ho paura"
"Allora dovresti starmi lontana", mi porta una mano sulla guancia e mi fa alzare il viso per poter incontrare i miei occhi, la sua espressione è indecifrabile, un misto di freddezza, rabbia, forse anche un luccichio di perfidia.
"Dovresti avere paura di me, bimba"
"Se non posso fidarmi nemmeno di te, di chi dovrei?"
"Fidati di te stessa, non di un demone come me", abbassa lo sguardo quasi sconfitto delle sue stesse parole e si alza dal letto, lo seguo a ruota e senza pensare lo abbraccio da dietro facendolo bloccare in mezzo alla stanza.
"Rimani con me", soffio sulla sua schiena quasi in una preghiera.
"Stammi lontana, Angel, potresti farti male", porta una mano a scogliere le mie che erano incrociate all'altezza del suo petto e si allontana, uscendo dalla camera e lasciando la porta mezza aperta, a sguardo basso e sola rimango in mezzo a questa stanza, le lacrime hanno smesso di scorrere e i pensieri sono azzerati.
Presente quando piangi tutta la notte e il giorno dopo ti senti priva di tutto? Priva di ogni emozione, priva di ogni pensiero, credi addirittura che non potresti più piangere, credi di aver consumato tutte le lacrime.
Con gli occhi rossi e gonfi decido di sedermi alla mia scrivania, prendo un quaderno dalla copertina blu neutra e lo apro alla prima pagina, notando che come ogni altro quaderno che ho usato presenta una prima pagina già scritta, in questo caso c'è una scritta in stile gotico, molto fine quanto macabra, c'è scritto 'Ciao, sono la tua mente'.
In un qualche modo è vero, in questi quaderni c'è tutto quello che la mia mente pensa ed elabora, chi sono io per metterne freno?
Senza pensare troppo a cosa fare volto pagina, prendo una matita con la punta perfetta e fine e inizio a disegnare.
Non so cosa sto disegnando, lascio la mano con la matita impugnata libera di scivolare sul foglio bianco, traccio linee, calco alcuni punti e ne sfumo degli altri. Quel ragazzo mi farà perdere la testa, prima mi dice che da anni è il mio migliore amico, ma i migliori amici non dovrebbero trattarsi bene reciprocamente? Lui prima si preoccupa e poi scappa, se ne va senza darmi una spiegazione logica...
Guardo distrattamente l'ora, ricordandomi che alle nove devo incontrarmi da Starbucks con Alex, sono appena le sette e mezza, ho tutto il tempo che voglio, torno a concentrarmi sul disegno e mi blocco improvvisamente notando che la mia mente ha elaborato una cosa che mai avrei voluto.
Sul foglio prima bianco ora spunta un corridoio con le pareti rovinate e al centro di esso c'è un lettino, con sopra una ragazza ferma e immobile, i polsi e le caviglie sono legati e i capelli neri ricadono sul bordo del lettino, al fondo del corridoio una figura di spalle, un ragazzo, con delle ali nere grandi che ricoprono quasi tutto il fondo del foglio...
Lascio la matita e chiudo in fretta il quaderno maledicendomi per aver fatto una cosa del genere, mi alzo dalla sedia e a piedi scalzi esco dalla camera avviandomi al salotto, di Jimmy nemmeno l'ombra, sul tappeto noto la figura addormentata di Brian mentre dalla camera proviene il leggero russare di Johnny, i mormorii di Zacky e il respiro lento e tranquillo di Matt, riesco a percepire ogni cosa grazie alla tranquillità della casa, mi avvicino un po' titubante a Gates sedendomi affianco a lui e allungando una mano fino ad afferrare il suo braccio.
"Brian...", mormoro e in men che non si dica, con la mano libera, Brian mi afferra il polso e si tira su con metà busto, gli occhi scuri sgranati e la mascella serrata, trattengo il fiato spaventata e lui vedendomi tira un sospiro.
"Sei solo tu...", borbotta lasciandomi e tornando sdraiato sul tappeto.
"Brian, ho bisogno di parlarti", chiedo al ragazzo che riapre un occhio per guardarmi.
"Uffa, non si può nemmeno più dormire qui, che è successo?"
"Si tratta di Jimmy"
"I tuoi problemi amorosi non mi riguardano, chiedi a Zacky, questo è più il suo campo"
"I...i miei problemi amorosi? Ma a me non piace!", sbotto alzando di poco la voce.
"Si, e io sono Dio"
"Non sono innamorata di James e mai lo sarò"
"Farò finta di crederti, allora, qual'è il problema?", si siede incrociando le gambe e degnandomi finalmente della sua attenzione.
"Io, vorrei sapere perchè fa così...prima si preoccupa per me e poi mi tratta come un giocattolo usato, visto che tu sei come lui...ecco...speravo potessi aiutarmi", spiego al ragazzo che non smette di fissarmi per poi fare un piccolo ghigno.
"Lo hai detto tu stessa, è come me, siamo demoni ragazzina, non angeli pronti a mettere amore nella tua vita, ti ricordo che quello che ti ha detto Jimmy è la pura verità, ma non puoi pretendere un comportamento da gattino nei suoi confronti, non so se mi spiego", annuisco alle parole del ragazzo abbassando lo sguardo, "Secondo te, perchè ci hanno dato quella punizione da scontare? Perchè dovremmo commettere un atto d'amore per scontare la nostra punizione, mh?", mi chiede incrociando le braccia.
"Voi ..non..."
"Esatto piccola, non proviamo amore, non proviamo quest'emozione distruttiva che voi umani tanto richiedete, non scambiare il nostro affetto tra amici per amore, quello che io e Jimmy proviamo per i ragazzi è semplice amicizia, è un legame forte che c'è sempre stato, ma non è amore"
"I-io...credevo che..."
"Che cosa? Che James fosse innamorato? Lo sarebbe, se fosse in grado di amare"
Mi mordo il labbro inferiore e senza dire nulla mia alzo e mi volto per dirigermi in camera, ma vengo fermata da Brian che con uno scatto felino si è alzato bloccandomi per un braccio, mi volto con un'espressione neutra e punto gli occhi nei suoi.
"James non è cattivo, Angel, è il primo ad odiarsi per quello che è diventato, non portargli rancore", assorta dalle parole del ragazzo non mi sono nemmeno resa conto che la mano che mi stringeva il braccio è salita fino al mento.
"Hai paura di me, vero?", nego con la testa ma non riesco a credere nemmeno alla mia stessa bugia.
"Non mentirmi", appunto...
"Si...ho paura di te, Brian", sorride sadico facendo un passo avanti obbligandomi a farne uno indietro.
"Sai qual'è la parte migliore nell'essere un demone?", mi chiede mentre vedo le sue pupille dilatarsi, anche questa volta mi limito a negare.
"E' il poter far tremare la gente di paura, che sia un uomo, una donna o un bambino, vedere la paura negli occhi delle persone è assolutamente gratificante, soprattutto quando tu non puoi provarla", spiega facendo questa volta due passi avanti, facendomene fare altri due indietro, intanto che la sua mano sinistra si è stretta al mio fianco e la destra è ancora sotto il mio mento, sento il cuore battere più forte quando mi rendo conto di essere a spalle al muro e sussulto, Gates ridacchia per poi ripuntare gli occhi nei miei e posso notare l'iride dipingersi di nero, come se una botticina d'inchiostro avesse lasciato cadere il liquido che ora si sta espandendo sempre di più inghiottendo la pupilla, l'iride e anche la parte bianca degli occhi, fino a farli diventare completamente neri.
"Brian...", sussurro il nome del ragazzo sempre più spaventata perdendomi in quegli occhi neri e vuoti.
"Shh, ti giuro che ti piacerà, piccola", mormora sorridendo sadico, un sorriso malato che non fa altro che farmi tremare ancora di più, porto le mani al petto del ragazzo senza riuscire a smuoverlo nemmeno di un millimetro, con le mani contro la sua pelle posso sentire il battito del cuore accellerato, forse anche più del mio, e il respiro sempre più affannato quasi come se avesse corso per ore, reclina lateralmente la testa ed emette un ringhio soffocato seguito da un suono leggero, come se qualcosa si fosse appena strappato e subito dopo davanti a me si aprono due ali nere, grandi quanto quelle di Jimmy ma a differenza delle sfumature blu le sue sono tendenti al rosso sangue, smetto di preoccuparmi delle ali quando Brian mi afferra i polsi inchiodandoli al muro ai lati della mia testa e si avvicina ancora di più.
"Che vuoi fare?", gli chiedo tremante e con gli occhi sbarrati mentre tiro sempre più indietro la testa quasi a volermi fondere con il muro.
"Non lo intuisci?", avvicina il viso al profilo del mio collo lasciandoci un morso leggero, facendomi venire i brividi per la paura che non fa altro che aumentare.
"Guardati, stai tremando come una foglia", ridacchia contro il mio orecchio.
"Fermati, ti prego Brian, fermo"
"Non sarei più in grado di fermarmi, nemmeno se lo volessi", alza lo sguardo e mi lascia un bacio sulla fronte, scende segnando con la punta del naso il profilo del mio viso arrivando fino alla guancia, torna a guardarmi negli occhi e posiziona una mano sul mio fianco usandone solo una per continuare a bloccarmi i polsi ora sopra la testa, mi abbraccia e socchiudendo gli occhi poggia le labbra sulle mie, inizia a tremare violentemente mentre le ali sbattono fendendo l'aria un paio di volte e la presa sui miei polsi si fa sempre più forte, mi morde il labbro inferiore fino a farlo sanguinare e poco prima che possa leccarmi via una gocciolina di sangue una terza figura gli si butta addosso, cadiamo entrambi a causa dell'irruenza che è stata usata, ancora spaventata mi affretto a tirarmi su e punto lo sguardo sul pavimento vedendo Brian inchiodato al pavimento con James a cavalcioni su di lui.
Si guardano per un secondo negli occhi, quelli di Brian sono aancora completamente neri mentre quelli di Jimmy iniziano a tendere al grigio, dopo questa breve pausa iniziano a picchiarsi rotolando sul pavimento e sferrandosi pugni forti e secchi, accompagnati da gemiti di dolore alcuni urlati altri trattenuti, non ci vuole una scenza per capire che James è più forte di Brian, anche se quest'ultimo riesce a tenergli testa, sembra quasi che Jimmy si stia trattenendo, a causa delle ali aperte di Gates più oggetti vengono urtati, rompendosi a terra con rumori forti, presa da un barlume di lucidità corro in camera dei ragazzi.
"Matt! Matt ti prego svegliati!", chiamo a gran voce il ragazzo che subito si sveglia
"Angel, che succede?", mi chiede con la voce impastata dal sonno.
"Vieni presto! Jimmy e Brian si stanno quasi uccidendo!", urlo con le lacrime agli occhi, immediatamente Matt si alza e corre in salotto io lo seguo dopo aver chiamato anche Zacky e Johnny, in sala le cose non sono migliorate anzi, peggiorano ogni secondo di più, ora anche Matt è in mezzo ai due che cerca di separare, mentre Brian e Jimmy continuano a picchiarsi, Brian ha il naso sanguinante mentre Jimmy ha il sopracciglio tagliato e sanguina dalla bocca.
"Fermatevi cazzo!", gli urla Shadows cercando di fermarli.
Zacky e Johnny si avvicinano ai tre e tutti insieme riescono a togliere James di dosso a Brian, ora appoggiato con una spalla al muro, ansante e con le ali che toccato il pavimento, è leggermente accasciato su se stesso mentre gli occhi stanno tornando quelli di sempre e si passa una mano sul naso, forse rotto, mentre invece James sembra irriconoscibile, è così arrabbiato che non si fa scrupoli a sferrare un pugno anche ai tre che cercano di tenerlo fermo, riesce a divincolarsi per poi raggiungere a grandi falcate Brian e inchiodarlo alla parete facendolo mugugnare di dolore a causa delle ali ora schiacciate alla parete, gli afferra la gola e lo solleva di pochi centimetri guardandolo con odio mentre il più giovane prova a togliere la presa ferrea della sua mano.
"Jimmy lascialo! Cazzo lo ammazzi così!", gli urla contro Zacky cercando di prendere Jimmy dalle spalle per allontanarlo.
"Sarebbe il minimo che si merita", soffia maligno aumentando la presa.
"Ma si può sapere che vi prende?! Cristo lascialo!", continua Matt
"J-James...non...r-r-respi-ro", sussurra Brian iniziando a boccheggiare, scalcia colpendo le gambe di Sullivan cercando di allontanarlo da se mentre le mani sono strette su quella destra di Jimmy.
"Dammi un motivo per non ucciderti, brutto stronzo"
"M-mi...di-dispiace...n-non volev-o...", sussurra privo di aria combattendo per tenere gli occhi aperti.
"Ah davvero? Eppure non ti sei fermato"
"J-Jimmy...ti prego...n-non ce la..f-faccio più...", abbandona le braccia lungo i fianchi privo di forze e socchiude gli occhi mentre quelli di James non cambiano.
"Lascialo James!", urlo senza sapere dove abbia trovato il coraggio di farlo, mi avvicino ai due e mi metto in mezzo ai due cercando di allontanare James, mi volto velocemente verso Brian per poi ripuntare lo sguardo su Rev.
"Non respira, Jimmy lo stai uccidendo!", urlo contro il ragazzo prendendo la sua mano e spintonarlo indietro, "Cazzo non puoi uccidere davvero tuo fratello! Lascialo!"
Il suo sguardo tentenna un po' fin quando con la stessa espressione fredda e distaccata non lascia la presa, Brian cade a terra privo di forze iniziando a tossire e a respirare a pieni polmoni portandosi una mano al petto, Jimmy fa due passi indietro senza staccare lo sguardo dal più piccolo che ora sta avvolgendo le proprie ali nere intorno al suo stesso corpo, come a creare una corazza dove proteggersi, alza lo sguardo incrociando quello del suo migliore amico e i suoi occhi nocciola si riscoprono liquidi, mentre quelli di Jimmy sono tornati azzurri, il ragazzo si stende sulla schiena fissando il soffitto lasciando le ali sul suo petto a peso morto continuando a respirare.
I ragazzi tirano un sospiro di sollievo e Jimmy mi si avvicina.
"Stai bene?", mi chiede.
"Si, io sto bene", mi volto a guardare il corpo di Brian a terra e mi ci avvicino, mi inginocchio accanto a lui sotto lo sguardo attento di Jimmy che sembra stare sulla difensiva, porto una mano tra i capelli corvini di Gates lasciandogli piccole carezze che sembrano rilassarlo, sospira chiudendo gli occhi.
"Scusami", mormora impercettibilmente, gli lascio un bacio sulla fronte per poi alzarmi e andare a vestirmi, sono ancora in tempo per arrivare da Alex alle nove precise.




















***


















"Oh eccoti tesoro, quasi non ci speravo più!"
"Scusa Al, ho avuto un contrattempo"
"Dai entriamo, sto morendo di fame!"
Seguo la mia amica all'interno del locale e ci sediamo su un tavolino posto davanti alla vetrina che da sulla strada, poco dopo ci viene servita la colazione, la mia amica ci si butta letteralmente mentre a me si è quasi chiuso lo stomaco, mi sforzo di mangiare e di sorridere alle sue parole che non sto nemmeno ascoltando, continuando a ripensare all'accaduto con Brian stamattina, non credo che sia un ragazzo cattivo, agisce d'istinto, anche James me lo aveva detto che per lui è più difficile controllarsi, non ne conosco il motivo ma sono più che sicura che non lo fa di sua spontanea volontà.
"Angel, ti sei incantata", mi informa Alex passando una mano davanti ai miei occhi
"Scusa Alex, dicevi", le chiedo bevendo un sorso di tè caldo alla cannella.
"Che darò una festa a casa mia tra qualche giorno, verranno i ragazzi del liceo, potresti venire anche tu, prendila come una riunione tra amici", ridacchia
"Non lo so ...non avevo buoni rapporti con quelle persone, rischio di rovinarti la festa"
"Eddai piccola, ci divertiremo e se va male sei tenuta a picchiarmi! Andiamo, fallo per me", mi implora facendo la faccia da cucciola
"Mh...e  va bene, ma se non mi piace me ne vado"
"Grande! Ti dirò l'ora più avanti! E mi raccomando voglio vederti addosso il vestitino più sexy che hai!"
"Che intenzioni hai?"
"Nessuna ma dovresti rendere quel bel corpo che ti ritrovi un po' più ..come dire...visibile...?"
"Ah, sai che odio le gonne"
"Potresti fare l'eccezione, solo per stavolta?"
"Ci penserò"
Finiamo la nostra colazione per poi uscire e avviarci in centro città iniziando a girare ogni singolo negozio e uscendone almeno con una borsa a testa.
La mattinata continua...
Ma ho la strana sensazione di esser seguita.







 SPAZIO AUTRICE
Non odiatemi! Amo Gates, davvero, ma dovevo farlo e basta! Che ve ne pare? Spero sia di vostro gradimento..
Mi spiace ma vado abbastanza di corsa quindi vi chiedo la solita recensione e vi do appuntamento a lunedì con il prossimo capitolo.
Un bacio...

Maraforevergates

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Capitolo 12
*** You're the darkest burning star ***


Capitolo dodici - You're the darkest burning star


"Anche se sei cattiva per me sei bella.
Sei la stella più oscura, sei la mia malattia preferita
" -Five Finger Death Punch (The Bleeding)


Ho accettato la proposta di Alex riguardo alla festa solo perchè mi faceva tenerezza, quella ragazza mi avrà invitato a milioni di feste da quando ci conosciamo e io, ovviamente, non mi sono mai presentata a nessuna di esse, per il semplice motivo che odio tutte quelle persone con cui andavo al liceo, è vero non li conosco, infondo ho cambiato decine di licei e altre scuole nella mia vita ed era difficile che riuscissi a farmi degli amici, ma conoscendo Alex gli amici che intende lei sono i soliti figli di papà e le classiche oche bionde e rifatte. Inizio a maledirmi per aver accettato, potrei sempre inventarmi di star male...no, verrebbe a cercarmi a casa non credendo alla scusa, maledizione a me e alla mia mente che non ci ragiona prima su queste cose.
Arrivo davanti al portone di casa con in mano due buste con dei vestiti nuovi e una stracolma di cibo, dovevo fare la spesa e me ne sono ricordata al ritorno, poso le borse per terra e inizio a frugare nella mia tracolla per riuscire a trovare le chiavi di casa che, per fortuna, non si sono mosse dalla loro tasca, apro il portone recuperando le borse e iniziando a salire le scale, all'improvviso mi ricordo di questa mattina, mi chiedo se i ragazzi siano più tranquilli o no...
Entro in casa chiudendomi la porta alle spalle e venendo accolta dai ragazzi che mi salutano a gran voce.
"Ehy, stronzo, hai barato!"
"Non ho barato Christ, sei tu ad essere una schiappa in questo gioco"
"Fanculo Shads, non si vince mai con te"
Ridacchio alla vista di Matt e Johnny che litigano per il gioco di Call of Duty, anche se mi sorprendo l'attimo dopo...
"Ragazzi ma...io non avevo la play", ammetto fissando i ragazzi dubbiosa.
"Oh, non preoccuparti, siamo passati da casa nostra e l'abbiamo portata qui, sai, ci siamo affezionati", mi spiega Matt con occhi adoranti alla sua amata play mentre tenta di abbracciare il joy-stick.
"Si Angel, devi sapere che questo armadio a quattro ante è in grado di dormirci insieme, sia mai che se ne separa", ridacchia Zacky prendendolo in giro.
Porto la borsa della spesa in cucina sotto le voci dei ragazzi che hanno ricominciato a giocare urlandosi contro insulti che farebbero sbiancare chiunque, ritiro tutto negli appositi armadietti e qualcosa va a finire nel frigo dopo aver sistemato il tutto prendo le borse con i vestiti e mi avvio in camera mia, mi chiudo la porta alle spalle e quando mi volto verso il centro della stanza sussulto.
"Cazzo James!", urlo al ragazzo che si mette a ridacchiare per poi sedersi a gambe incrociate sul letto visto che prima ci era sdraiato.
"Già di ritorno?", mi chiede facendo finta di nulla.
"Perchè? Sarei dovuta tornare più tardi?", chiedo aggrottando le sopracciglia e posando le borse vicino alla scrivania.
"Curiosità", risponde semplicemente.
"E comunque, ti ho già detto che non ti voglio qui dentro"
"Eppure l'altra sera mi ci hai fatto dormire qui dentro"
"L'altra sera è stato...diverso"
"Hai indugiato"
"Oh non rompere, avanti esci"
"No, rimango qui", ridacchia aggrappandosi al letto come se avesse paura che possa buttarlo giu, come se potessi data la sua forza e la sua altezza, sbuffo per poi avvicinarmi al ragazzo, rimanendo in piedi davanti al letto.
"Perchè devi sempre...", non finisco la frase che il ragazzo mi afferra un polso e mi tira contro di lui stringendomi il busto e appoggiando la testa all'altezza del mio stomaco, mi si mozza il respiro e sbarro gli occhi per la reazione che ha appena avuto James, sento il cuore battere sempre più forte come se volesse uscirmi dal petto sentendo le mani del ragazzo sulla schiena, mentre continua a tenermi stretta a lui come se avesse paura che possa scappare.
"J-James che..."
"Shh", sospira debolmente e mi stringe ancora più forte, "Dimmi che stai bene", mormora contro la stoffa della mia maglietta.
"Certo che sto bene, non dovrei?"
"Intendo, per quello che è successo stamattina"
"Si...si sto bene", porto le braccia intorno al collo del ragazzo, abbassandomi di poco, e gli accarezzo i capelli neri con calma sentendo il suo respiro infrangersi sul mio braccio.
Mai e poi mai, avrei pensato di poter fare una cosa del genere, tanto meno di lasciargliela fare, ammetto che questo contatto mi piace e sono anni che non mi sento più così bene durante un abbraccio, in qualche modo sento di esser legata a questo ragazzo anche a causa di quello che mi ha detto, tutta la storia che mi ha raccontato...secondo me ha tralasciato qualche dettaglio ma non voglio indagarci troppo.
"E' stato strano", rompe il silenzio parlando piano e con la voce quasi roca.
"Che cosa?"
"Ho avuto paura", mi guarda negli occhi mentre pronuncia queste parole, "E non succedeva da anni, Angel, i demoni non la provano"
"E allora, perchè tu...?"
"Non lo so, sento solo che ho davvero avuto paura di perderti...", esita, "...per sempre"
Queste parole sono in grado di lasciarmi con l'amaro in bocca ma decido di non chiedergli altro, mi separo da lui scompigliandogli i capelli e facendolo innervosire, ridacchio per la sua reazione mentre lo vedo risistemarsi i capelli, recupero i vestiti nuovi dalle borse e li ritiro nell'armadio sotto lo sguardo del ragazzo che sento come se mi stesse toccando.
"Brian?", chiedo di punto in bianco
"E' nell'altra stanza", mi risponde freddo, non immaginavo una risposta così schietta e non lo mai sentito parlare così rivolto al suo migliore amico.
"E...sta bene?"
"Ti interessa? Io mi preoccuperei più per me stesso"
"Non fare così, sono sicura che non voleva farlo davvero"
"Lo stai difendendo?"
"Certo che no, semplicemente provavo a mettermi nei suoi panni, anche con tutto l'odio che posso provare nei suoi confronti non credo che sia una persona cattiva", ammetto sentendo il ragazzo sospirare, mi siedo vicino a lui sul letto mettendomici al centro e incrociando anche io le gambe.
"Hai ragione, Brian non è cattivo, ma non provare nemmeno per idea di metterti nei nostri panni, non sai cosa significhi essere come noi, non hai idea di come ci si senta davanti ad una persona terrorizzata e a tutto l'autocontrollo che ci serve per non saltarle addosso. Viviamo qui da troppo tempo, iniziamo a controllarci sempre di meno, ogni giorno che passa rischiamo di impazzire. Non sai cosa voglia dire odiarsi per aver ucciso milioni di persone solo per un bisogno che potrebbe non esistere", parla con sofferenza e posso notarlo dai suoi occhi, le pupille sono dilatate e sono velate di tristezza.
"Quindi, voi...uccidete persone innocienti?", chiedo mantenendo il controllo per non tremare
"Alcune se lo meritano, altre no, ho pianto per loro, chi sono io per togliere la vita alle persone? Per quanto inutile e stupida o anche triste sia la loro esistenza, ho ucciso genitori e figli per anni, ma raramente mi ci vedevo obbligato, sai, per un demone è pericoloso provare emozioni troppo forti, potremmo perdere il controllo senza nemmeno accorgercene, ad esempio per questo problema io e Brian abbiamo smesso di suonare"
"Suonavate? Che cosa?", chiedo sorridendo al ragazzo, colta da un secondo di euforia
"Lui suonava la chitarra, ma sa anche suonare il violino e il pianoforte, io suonavo la batteria, ma so anche suonare la chitarra e il pianoforte oltre a dilettarmi col canto", ridacchia a queste parole mentre un triste sorriso gli compare  subito dopo sul viso.
"Anche gli altri suonano, Zacky è il secondo chitarrista del gruppo, Johnny è il bassista e Matt canta, loro non hanno problemi a suonare, non rischiano nulla ma hanno deciso di smettere anche loro, 'Fuori uno, fuori tutti', con queste parole Matt ci ha annunciato che avrebbero smesso, volevano starci vicino sapendo quanto sia importante per noi la musica"
"Molto nobile, questa si che  è un'amicizia, vi invidio sai? Io non ho mai avuto, in questa vita, amici così, sono sempre stata per conto mio e non mi preoccupavo del commento che la gente faceva su di me, ricordo quando tra i corridoi di scuola o in casa mi squadravano dalla testa ai piedi per il mio modo di vestirmi o per il mio carattere, sono sempre stata solitaria e cupa eppure non riesco a vederne il lato negativo, le persone dovrebbero essere libere di esprimere se stesse, no?", Jimmy mi guarda con un sorriso per poi annuire convinto.
"Sei sempre stata così, non c'è bisogno che mi spieghi la tua storia, non a me"
"Mi conosci davvero così tanto?"
"Forse anche più di quanto conosca me stesso", ammette abbassando lo sguardo per un secondo mentre io arrossisco violentemente per poi alzarmi dal letto imbarazzata e uscire dalla stanza.
Ma che cazzo ti prende, Angel? Ora tremi davanti a lui?












***

















TRE GIORNI DOPO






Sono passati tre giorni dall'ultima conversazione con Rev e ammetto che da quel giorno il nostro rapporto si è calmato anche se sembra che il ragazzo si trattenga di continuo e qualche volta lo trovo a fissarmi per poi far finta di nulla, sinceramente non so nemmeno io cosa pensare, magari questo comportamento lo ha sempre avuto ma io lo noto solo ora.
Tra poche ore ci sarà la festa data da Alex e io sono davvero nel panico più totale, non so cosa mettermi e ho abbandonato ogni vestito sul mio letto mentre dai cassetti dell'armadio fuoriescono anche dei vestiti, i ragazzi non si meravigliano più di nulla dopo che mi hanno visto per tutto il pomeriggio correre su e giu per la casa mentre urlavo frasi come 'Non so cosa mettermi' e 'Basta ci rinuncio e non ci vado', non voglio sembrare troppo elegante eppure Alex mi ha detto di mettere qualcosa che si noti, odio profondamente mostrare il mio corpo alle persone, da sempre, forse a causa di tutto quello che ho subito, non lo so.
"Pronta?", cinque teste spuntano dallo stipite della porta di camera mia, ridacchio vedendo i ragazzi quasi intimoriti ad entrare nella camera per paura che possa urlare contro anche a loro, oltre che a prendermela solo con i miei poveri vestiti.
"Per niente", sbuffo portandomi la mano tra i capelli con nervosismo.
"Ok basta, fate fare a me", è Brian ha parlare, mentre si avvicina a grandi falcate al letto e inizia ad analizzare  ogni singolo vestito con quei suoi occhi penetranti.
Già Brian, abbiamo parlato due giorni fa, è stato difficile riuscire a riavvicinarmi a lui perchè aveva paura che potesse farmi ancora del male, ma alla fine siamo riusciti a parlare tranquillamente e lui mi ha spiegato che non era sua intenzione fare quello che stava per fare, semplicemente ha agito d'impulso e d'istinto, o almeno l'istinto di un demone, mi ha giurato sulla vita dei suoi amici e sulla sua che non l'avrebbe mai voluto fare e che non sa perchè abbia avuto quella reazione, parlandone con i ragazzi durante una cena siamo giunti alla conclusione che, con l'avvicinarsi della scadenza che hanno per la punizione, stanno iniziando ad impazzire e quindi fanno sempre più fatica a controllarsi.
"Tieni, provati questo", mi riporta alla realtà avvicinandomi un vestito rosso e dir poco provocante, non ribatto uscendo dalla camera e avviandomi in bagno per metterlo, quando torno in camera noto Jimmy seduto sul letto assieme a Johnny, Zacky appoggiato alla scrivania e Matt seduto sulla sedia mentre Brian è esattamente dov'era prima, mi guardano da testa a piedi per poi fare cenno di no con la testa. Questo vestito rosso acceso comprende una minigonna, forse fin troppo mini, uno scollo abbastanza evidente mentre la schiena è completamente esposta.
"Non esiste"
"Lei così non ci esce", borbotta Jimmy
"Troppo spinto, pensavo meglio", afferma Gates porgendomi un vestito un po' più lungo ma bianco, ripeto lo stesso procedimento e al mio ritorno in camera i tre angeli si aprono in un sorriso. Questo comprende un top, le spalle sono nude mentre le maniche iniziano poco sotto la spalla e arrivano fino al polso, scende morbido davanti fino al ginocchio per poi andare indietro come se fosse uno strascico, alla vita c'è un piccolo nastro color argento chiaro che sul retro si chiude in un fiocchetto.
"Allora?", chiedo ansiosa.
"Stai bene", afferma Matt
"Direi che sembri un angelo a tutti gli effetti ora", ridacchia sincero Zacky
"Anche a me piace, risaltano i capelli", mormora Johnny
"Troppo banale", conclude Synyster questa volta girandosi nuovamente verso il letto e cercando tra i vestiti peggio di me qualche minuto fa.
"Questo no...questo è orribile....no...troppo corto...troppo lungo....che colore orribile, Angel davvero? ...", borbotta continuando a lanciare abiti da una parte all'altra.
"Gates non devi metterlo tu", ridacchia Jimmy prendendolo in giro, lasciandogli un pugno affettivo sul braccio.
"Ecco! Metti questo!", urla felice come un bimbo davanti ad un negozio di giocattoli.
"Questo? Ma. Brian io non lo mai usato", ammetto prendendo tra le mani il vestito.
"Ah, non importa, c'è sempre una prima volta, forza vallo a provare!", mi spinge letteralmente fuori dalla camera.
Quando vi rientro Matt, James, Zacky e Johnny rimangono letteralmente a bocca aperta, mentre Brian sorride soddisfatto, quest'ultimo vestito è nero in pizzo, lo scollo è a cuore e le braccia sono completamente nude, mentre ho deciso di usare dei guanti senza dita che arrivano fino al gomito anch'essi neri con i laccetti sottili come quelli dei corsetti, dietro il vestito ha uno scollo che arriva fino a metà schiena lasciando il tatuaggio delle ali completamente visibile, la gonna arriva fino al ginocchio e scende dietro fino a metà polpaccio, il fatto che sia completamente in pizzo è davvero affascinante e non mi sento in imbarazzo nell'indossarlo. Brian si avvicina a me e porta una mano ai miei capelli sciogliendoli dalla coda che mi ero fatta, li muove un po' dandogli volume e sistemarli sulle spalle, lasciando che ricadano poi sulla schiena apparte qualche ciocca, soddisfatto del proprio lavoro mi sorride sincero e io ricambio il suo sorriso anche se un po' incerta. Porta una mano a circondarmi le spalle per poi mettersi lateralmente a me, mostrandomi agli altri.
"Che ne dite?", chiede sorridente, Jimmy si alza dal letto e subito dopo sorride.
"Sei bellissima" 







SPAZIO AUTRICE
Ciao lettori! Allora che ve ne pare? Io posso amarlo? Vi prego posso??? Odio andare di corsa ma devo studiare, domani avrò una giornata stracolma di verifiche! Lasciate una piccola recensione e noi ci rileggeremo il prima possibile!
Un bacio, la vostra...

-Maraforevergates

 

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Capitolo 13
*** See you in hell ***


Capitolo tredici - See you in hell


"Un bacio può rovinare una vita" -Oscar Wilde



"Bene, direi che ora sei davvero perfetta", mi lascia il verdetto Brian dopo avermi fatto indossare la maschera per la serata, si, Alex poco fa mi ha mandato un messaggio con su scritto che la festa sarebbe stata in maschera.
Osservo la mia immagine allo specchio e quasi non mi riconosco, i capelli sciolti che ricadono morbidi sulle spalle, un filo appena accennato di trucco sugli occhi e la maschera semplice che dalla parte destra arriva fin sotto il mento e da sinistra si ferma sotto l'occhio, il rossetto nero, il vestito nero in pizzo che inizio ad amare e i tacchi alti.
"Allora? Vai o farai tardi", mi sprona Zacky
"Si, vado, non aspettatemi", rispondo al ragazzo lasciando a tutti un bacio sulla guancia mentre quando arrivo a Rev mi fermo e il ragazzo mi lascia un bacio sulla fronte, arrossisco e mi volto velocemente per prendere il cappotto e uscire di casa, diretta alla festa.
Spero vada tutto bene.


"Tesoro, finalmente ce l'hai fatta!", è così che mi accoglie Alex sulla porta di casa
"Si ma ora fammi entrare, sto gelando!", ridendo la ragazza si fa da parte per potermi far entrare e immediatamente la musica fin troppo alta mi inonda le orecchie, compreso l'odore di fumo e di erba, persone che ballano o che si accalcano al piccolo minibar improvvisato, qualcuno che si diverte sui divani del salotto e luci soffuse ovunque. Quella che era la più bella villa del quartiere ora può benissimo sembrare un bordello.
"Cazzo sei uno schianto, Angel!" mi urla la mia amica all'orecchio per sovrastare la musica.
"Grazie! Anche tu sei bellissima!"
Lei indossa un vestitino argentato non troppo scoperto che le arriva al ginocchio, la gonna è a tubino e le spalline sono sottili, insomma, è adatto a lei.
"Avanti, prendi da bere e poi mi raggiungi in pista!", ride e prima che potessi risponderle scompare alla mia vista, mi ricordo solo ora di una cosa alquanto importante.
Sono anni che non ballo.
Va bene, iniziamo ad arrivare al bancone
Divincolandomi tra la folla riesco a raggiungere il minibar e ordinare una bottiglia di birra, preferisco evitare i super alcolici, almeno per ora, bevo in fretta il contenuto della bottiglia sotto gli occhi sgranati di un paio di ragazzi per poi lasciare la bottiglia vuota sul bancone e girare i tacchi per raggiungere Alex, la trovo proprio al centro della pista da ballo che si diverte con delle ragazze.
Ma sono identiche
Mi avvicino e quando le raggiungo posso notare che le due ragazze che fanno compagnia ad Alex sono gemelle.
"Angel, loro sono Valary e Michelle DiBenedetto, te le ricordi?"
"Mmh, mi sfuggite ragazze", ammetto guardandole, una delle due mi porge una mano
"Sono Valary, frequentavamo lo stesso corso d'arte", guardando meglio la ragazza inizio a ricordarmela, è vero, io e lei ci eravamo già consciute al corso d'arte dell'ultimo anno, ma non avevamo mai parlato insieme.
"Io ero il capo squadra delle cheer-leader", questa è la gemella, e si,ricordo anche lei e ricordo che a scuola aveva la grande reputazione di essersi portata a letto tutta la squadra di football.
Valary e Michelle sono completamente diverse, la prima sembra una ragazza semplice e ha un viso simpatico, è bionda e indossa un vestito bianco poco scollato e alla vita fermato da un cinturone di cuoio nero, il vestito arriva quasi alle caviglie. La sorella è l'esatto opposto, i capelli sono tinti di un rosa chiaro, i lineamenti del viso sono più spigolosi, indossa un vestito lungo fino a metà coscia con una scollatura che lascia a ben poco l'immaginazione, entrambe indossano una maschera semplice che copre solo metà viso.



*consiglio di continuare a leggere con See you in hell di Hinder*

I bet Sinatra's there
Chilling with Marilyn in her underwear
I bet you Elvis ain't the king
With Morrison and Joplin on stage about to sing




"Oddio amo questa canzone!", urla felice Valary prendendomi una mano
"No, ehm, io non...non ballo", ammetto un po' rossa in viso
"Avanti ti aiuto io, fai come me", sorride sicera la ragazza iniziando a muoversi a ritmo della canzone, mentre la sorella la guarda male


Don't act like you don't party
'Cause I've seen you around
So let's get it started
'Cause tonight it's going down



Riesco a ballare e a lasciarmi andare vedendo Valary sorridere soddisfatta, poco dopo perdo di vista Michelle e Alex e mi concentro esclusivamente sulla canzone muovendo i fianchi seguendo la voce del cantante.


See you in hell. What the hell?
You never can tell it might be like Heaven
Devil y'all, got an old les Paul
His amps are all Cranked up to eleven



Sento un paio di mani posarsi sui miei fianchi accompagnandomi, un petto appoggiarsi alla mia schiena e un profumo di dopobarba e sigari impossibile da non riconoscere, porto le mani indietro arrivando a sfiorare il collo del ragazzo che si abbassa quel tanto che basta per lasciarmi un bacio sulla tempia destra.


Everybody say hell, everybody say hell
I smoke, I drink, I lie, I cheat
And damn I do it well
See you in hell.




Mi volto e incrocio un paio di occhi cristallini e un sorriso beffardo.
James
Indossa una maschera da Fantasma dell'Opera, i capelli sempre in quella strana acconciatura, una camicia nera con i primi due bottoni aperti che lasciano intravedere le manette sul collo e il tatuaggio sul torace, i jeans scuri e le immancabili All Star nere, mi porge una mano che accetto e iniziamo a ballare insieme, se lui è qui, probabilmente ci sono anche gli altri.
Infatti poco dopo riesco a intravedere Zacky e Johnny al bancone con due cocktail in mano, davanti a me Matt è rimasto incantato davanti a Valary, la guarda ballare e subito dopo le si avvicina, poco distanti da loro vedo Michelle addocchiare Brian, sorride maliziosa e gli si avvicina con passo felino, il ragazzo ha un luccichio negli occhi e dopo un sorrisetto gli si dipinge sul viso mentre la ragazza ha iniziato a ballargli intorno in un modo a dir poco provocante, noto che tutti i ragazzi sono vestiti decisamente eleganti e hanno la stessa maschera di Jimmy anche se quella di Brian e Zacky invece di essere bianca è quasi color sabbia.
La canzone termina e Jimmy mi prende per un polso portandomi a un tavolino occupato da Zacky, Johnny, Matt e Valary, ci sediamo con loro aspettando anche Brian e Michelle e nel frattempo Johnny va a prendere da bere per tutti, posso notare che tra Matt e Valary c'è come una calamita, si sono guardati una volta negli occhi ed è come se non potessero più farne a meno, quando anche gli ultimi due ci raggiungono Jimmy mi porge un bicchierino con del denso liquido nero, prendendone uno per lui subito dopo.
"Che cos'è?", chiedo al ragazzo
"Bevi"
Bevo d'un fiato il liquido e un gusto abbastanza forte di liquirizia mi manda le papille gustative in tilt.
"E' fantastico, cos'è?"
"Anima Nera", sorride il ragazzo bevendo anche il suo subito dopo, mi volto giusto per vedere una scena tra il disgustoso e l'esilarante, ma per la stupidità non per altro, Michelle si sporge verso Gates per leccare l'angolo della bocca del ragazzo dove una gocciolina di liquore stava per colare, Brian le riserva uno sguardo beffardo e lei si alza prendendolo per la cravatta nera che ha deciso di indossare, lo fa alzare e subito dopo lo prende per la cintura portandolo verso le scale.
"Vai Gates!", gli urla Johnny ridendo, seguito da Zacky.
"Spero non faccia danni"
"Che vuoi dire, Jimmy?"
"Nulla, vieni con me"
Ci alziamo e dopo aver tentato di tutto riusciamo ad andare nel giardino della villa, dove sembra non ci sia nessuno perchè sono tutti dentro casa.
"Perchè mi hai portato qui?", chiedo al ragazzo interdetta
"Mi mancava l'aria"
Pessimo bugiardo
"Sul serio"
"Volevo stare con te, da solo"
"Oh...ehm..."
Ridacchia e si avvicina per stringermi in un abbraccio, poso la testa sulla sua spalla e lo sento sospirare.
"Tutto bene?"
"Si"
"Sicuro?"
Mi prende il mento e mi alza il viso, in meno di due secondi sento le labbra del ragazzo sulle mie, sbarro gli occhi mentre i suoi sono socchiusi e lucidi, porta una mano sul mio fianco e mi fa avvicinare di più a lui e io gli porto le braccia intono al collo, il bacio si fa più passionale ogni secondo che passa e ci lascia senza fiato, quando ci separiamo il ragazzo dice una sola cosa, che mai avrei immaginato.
"Scusa"
"Per..."
"James!!"





SPAZIO AUTRICE
Lo so è cortissimo, sto litigado con la tastiera del computer che mi sta facendo dannare! Che ne dite anche se non c'è molto è accettabile?
A voi la parola.

Maraforevergates




 

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Capitolo 14
*** Afterlife ***


Capitolo quattordici - Afterlife


"Sono intatto, sto soffocando in questa ecstasy.
Lasciami, slegami.
Ho bisogno di un'altra possibilità di vivere"
-The Rev (Avenged Sevenfold-Afterlife)


"James!!"
Ci voltiamo di scatto verso una voce maschile e davanti ai nostri occhi ci appare uno Zacky con il respiro affanato e gli occhi sbarrati, cercando di capire cosa sia successo gli andiamo incontro e posso notare che è davvero molto spaventato e direi quasi sotto shock.
"Zacky, respira fratello, che succede?", chiede Jimmy al ragazzo che si porta una mano al petto e inizia a parlare a macchinetta senza darci la possibilità di collegare le parole, le uniche che sono riuscita a capire sono 'Brian, Michelle, pieno di sangue', e questo mi basta per iniziare a preoccuparmi, mi volto verso Rev e noto che anche lui non ci sta capendo assolutamente nulla.
"Zacky, per Dio, parla con calma!"
"Devi venire subito, Brian è completamente pazzo!"
"Ma di che stai parlando? E' con quella ragazza, di sicuro si starà divertendo"
"No James, la sta uccidendo cazzo!"
"Porca puttana"
Appena quelle parole escono dalla bocca di Zacky, il demone inizia a correre, seguito da me e Vee che intanto gli fa strada, riusciamo a divincolarci tra le numerose persone di questa casa e per miracolo riusciamo ad arrivare alle scale in fretta, Zacky passa davanti a tutti e due guidandoci in un lungo corridoio nel lato est della villa, solo ora mi rendo conto di quanto questa casa sia davvero enorme, ci sono stanze e porte chiuse ovunque e ci si potrebbe davvero perdere, continuiamo a correre a perdi fiato quando io decido di togliermi i tacchi, meglio evitare una caduta a rotta di collo, riprendo a correre dietro ai ragazzi ora leggermente più avanti, dopo qualche minuto arriviamo davanti all'ennesima porta e troviamo anche Matt e Johnny, il primo intento a dare spallate alla porta tentando di buttarla giu mentre il secondo sembra stia entrando nel panico più totale.
"Matt che cazzo succede?!", Jimmy si avvicina all'amico visibilmente turbato
"Stavamo venendo a chiamare Brian per dirgli che dovevamo andarcene e poi saremmo venuti a cercare voi, quando siamo arrivati qui abbiamo trovato la porta chiusa a chiave e abbiamo sentito la ragazza urlare", spiega velocemente il ragazzo dagli occhi smeraldini gesticolando come un matto.
"Cazzo, Brian! Esci di lì!", urla James alla porta iniziando a dare dei colpi secchi contro essa.
Mi guardo velocemente intorno e noto che questo corridoio è completamente deserto, la musica arriva ovattata dalla sala e da tutto il piano inferiore insieme alle risate degli invitati, sicuramente nessuno verrebbe qui in questo momento e, per ora, questo è un bene.
Un urlo di puro terrore ci arriva dall'interno della stanza e i ragazzi si lanciano degli sguardi preoccupati, Matt ricomincia a forzare la serratura mentre Jimmy continua ad urlare al suo migliore amico sperando di farlo uscire o, per lo meno, fermare, inizio a tremare per tutta questa situazione che mi spaventa e non poco, ho già visto quello che sarebbe in grado di fare Gates e, anche se a me non è riuscito a farmi del male, sicuramente con Michelle non sarà una passeggiata, ora che è da solo e si ritrova carta bianca è libero di fare quello che vuole.
"No! Ti prego, non farlo! No, no, no!!", la voce tremante e terrorizzata di Michelle mi fa gelare il sangue nelle vene tanto che mi appoggio al muro davanti alla porta e mi porto le mani intorno alle spalle.
"Brian! Brian apri questa fottuta porta! Non toccarla!!", urla ancora Jimmy, dall'interno della camera provengono altre urla di dolore, dei ringhi bassi e un rumore sordo, come se fossero caduti degli oggetti a terra, dopo pochi altri secondi il silenzio.
"Gates!", urlano Matt e Johnny all'unisolo mentre Zacky si avvicina a me per abbracciarmi, come se volesse proteggermi dalla verità che quella porta chiusa nasconde.
Dopo altri innumerevoli tentativi Jimmy e Matt danno una spallata alla porta insieme, riuscendo a farla uscire dai cardini e cadere a terra, si precipitano dentro la stanza insieme a Johnny mentre io e Zack rimaniamo nel corridoio, il ragazzo porta una mano sulla mia nuca e mi spinge il viso contro il suo petto mentre tremo sempre di più.
"Cos'ha fatto?", domando con un filo di voce tremante al ragazzo.
"Nulla di buono, resta qui, io vado dentro a vedere"
"No, no voglio venire anche io"
"Angel...non è il caso che..."
"Vivete con me, è giusto che sappia cosa può succedere con lui in giro per casa", rispondo con fermezza anche se una parte di me vorrebbe scappare via.
Zacky sospira e si avvicina di un passo alla porta mentre io lo seguo, entra nella stanza e velocemente si avvicina agli altri, dopo ancora un po' di esitazione decido di entrare anche io.
Se potessi preferirei essere cieca in questo momento.
Il pavimento è sporco di sangue così come la parete opposta alla porta, sicuramente la ragazza stava cercando di scappare, alzo di poco lo sguardo e noto che una piccola lampada è a terra scollegata dalla spina e lo specchio antico che è posto sulla parete sopra il mobile è rotto, sposto il mio sguardo al letto matrimoniale che occupa gran parte della stanza, le lenzuola sono disfatte e imbrattate di sangue mentre al centro del letto si trova il corpo immobile di Michelle, è in intimo e sul petto ha un taglio lungo fino al ventre, il collo squartato e dei lividi violacei sulle braccia, i capelli tinti di rosa ora sono rossi a causa del sangue che circonda anche tutta la sua figura, gli occhi sbarrati in un'espressione di puro terrore e una mano stretta intorno ad un lembo di lenzuola, la bocca semiaperta da dove ne esce una scia di sangue.
Vicino a lei seduto sul letto c'è Brian, senza maglietta e con la cintura slacciata, chino su se stesso con delle ciocche di capelli che gli ricadono sugli occhi coperti dalle mani, è scosso da singhiozzi mal trattenuti, non lo avevo mai visto piangere, la schiena nuda presenta delle strisce di sangue, sicuramente Michelle tentando di scappare gli ha graffiato la schiena. Matt, Zacky e Johnny sono leggermente in disparte, osservano senza parole il corpo della ragazza e subito dopo il loro sguardo passa su Brian, ma non è uno sguardo di rimproverò bensì di pietà e tanta, tanta, tristezza, James è in piedi dietro Brian, la testa leggermente china, sospira e posa una mano sulla spalla destra del suo amico che, come scottato, si scosta subito, Brian posa le mani sul letto stringendo le lenzuola mantenendo la testa china, posso notare di sfuggita le lacrime mentre abbandonano il suo viso e si infrangono sotto di lui vicino alle sue mani, Rev non si da per vinto e posa nuovamente la mano sulla sua spalla, stringendola e questa volta il moro non si separa dal suo tocco.
"Andiamo via", sussurra a Brian che si china ancora di più su se stesso.
"Cos'ho fatto..."
"Avanti Brian, alzati"
"Non se lo meritava...non doveva morire..."
"Ormai è successo, non fartene una colpa", Jimmy prova a tranquillizzarlo in tutti i modi mentre io decido di avvicinarmi a Matt che mi fa mettere tra lui e Zacky, mentre quest'ultimo mi stringe una mano per infondermi forza.
"E' colpa mia...lo uccisa io...non doveva succedere..."
"Sai come funziona, Brian"
"Dovevi vederla...era terrorizzata...ha provato a scappare...ha provato a fermarmi..."
"Bri.."
"Sono un mostro", finalmente decide di alzare lo sguardo per puntarlo su quello di James, i suoi occhi sembrano ancora più profondi ora che sono umidi di lacrime che non si preoccupa di trattenere, sono rossi con le pupille dilatate ed emanano profonda tristezza e odio verso se stesso e verso quello che è, senza dire nulla Jimmy lo fa alzare prendendolo sotto braccio e come capisce che sa stare sulle proprie gambe lo abbraccia, porta la mano destra tra i capelli di Brian e lo stringe a se mentre con la sinistra gli carezza la schiena, Brian dal canto suo ha artigliato la schiena del più grande affondando le unghie nella camicia nera e piangendo sulla sua spalla, mormorando qualche frase sconnessa ogni tanto.
"Basta Brian, ora calmati"
"Sono un mostro, Jimmy! Come ho potuto rifarlo?! Perchè deve sempre finire così!"
"Lo sai, così come sai che non puoi farci nulla"
"Preferisco morire pur di non uccidere più...", mormora impercettibilmente, Jimmy si separa da lui e ora ha uno sguardo duro e leggermente arrabbiato.
"Non dirlo nemmeno per scherzo", lo minaccia quasi Rev puntandogli l'indice contro, Gates veloce come un fulmine gli prende il polso e posiziona il palmo aperto di Jimmy sul suo petto all'altezza del cuore, Matt fa un mezzo passo avanti, mi volto per guardarlo e posso notare che ha uno sguardo attento, come se si aspettasse qualcosa di pericoloso.
"Ti prego...uccidimi James...strappami il cuore dal petto...ammazzami...", gli occhi lucidi del ragazzo mi fanno capire quanto quelle parole siano sincere, è arrivato al punto di voler morire invece che continuare con questo tormento.
"Non dire cazzate coglione! Io non lo farò mai!", gli urla contro Jimmy tentando di separarsi dalla presa ferrea del moro.
"Ti supplico...non voglio più vivere così...non posso"
"E io non posso vivere senza di te, idiota!", Brian si blocca e allenta la presa che subito viene ribaltata, ora è la mano di James che si stringe intorno al suo polso e lo guarda con un misto di affetto, amicizia e tanta sofferenza.
"Non posso vivere senza mio fratello, io non ti ucciderò Brian, nè ora nè mai, non potrei mai perdonarmi per una cosa del genere. La nostra è una vita di merda, lo so, ma possiamo farcela, insieme possiamo vincere. Insieme torneremo quelli di sempre, te lo prometto", lo sguardo di Brian muta, le lacrime cessano di scendere e gli occhi recuperano la loro solita scintilla che lo fa sembrare un bambino troppo cresciuto.
"Ti voglio bene"
"Anche io brutto idiota", si lasciano una pacca sulla spalla a vicenda e si voltano verso di noi, sono ancora sotto shock per lo scenario orribile che ho davanti agli occhi ma vedere i ragazzi che si chiariscono è sempre bello.
"Bene, Gates, vestiti e datti una ripulita mentre noi sistemiamo questo posto...e la ragazza?", chiede Johnny indicando il corpo.
"Direi di farlo sparire"
"E come la mettiamo con sua sorella?"
"Cazzo, è vero"
"Bèh, ricordatevi questo, è una festa in maschera, nessuno di voi si è tolto le maschere nemmeno per un secondo, Brian apparte, nessuno sa chi siete, andiamo via e basta"
Oddio ma che mi salta in testa?!
"Woo, non ti immaginavo così, ehm, fredda e calcolatrice", ridacchia Matt
"Non sono fredda e calcolatrice, semplicemente sono una donna"
"Mh, fa poco l'altezzosa mocciosa"
"Zitto Gates, e datti una mossa"

























***



















Non è stato per niente facile tenere tutto nascosto, dopo quella sera è intervenuta la polizia, i ragazzi sono dovuti sparire per un paio di giorni dalla mia casa perchè essendo alla festa mi hanno dovuto interrogare, per fortuna non hanno visto che io ero con i ragazzi e di conseguenza anche Valary ha affermato che mi aveva persa di vista verso metà serata, ovviamente ha detto di Matt alla centrale, ma in una villa con più di sessanta persone mascherate e per di più con le luci soffuse non era in grado di ricordare molto, grazie anche all'alcol che per una volta ha aiutato alla grande.
E' il terzo giorno che sono sola a casa e per la prima volta, questo posto mi sembra fin troppo grande per me, mi sono abituata ad avere sempre i ragazzi in giro per casa e ora non averli mi sembra strano, spero che ritornino presto, approfitto di questo momento di tranquillità per pensare all'accaduto della festa, Jimmy mi ha baciato, così, di punto in bianco, non che non mi sia piaciuto, ma non pensavo che l'avrebbe davvero fatto e non pensavo che io potessi accettare la situazione, non ho mai pensato a lui come un potenziale ragazzo anche se devo ammettere che non lo mai trovato male. Sono terrorizzata dall'idea che mi abbia preso in giro,  insomma, magari era ubriaco...o un po' brillo...no, lo escludo. Non abbiamo mai più parlato di tutto quello che è successo e non riesco a trovare una spiegazione logica al mio stato attuale.
Immersa nei miei pensieri mi rendo conto che devo andare a lavoro, indosso velocemente un paio diantaloni in pelle neri e una maglia degli Iron Maiden con sopra una camicia a quadri, infilo le Converse ed esco di casa, mi stringo nel mio cappotto e il vento freddo di dicembre mi penetra fino nelle ossa facendomi tremare, entro in macchina e accendo in fretta il riscaldamento per poi andare al solito pub per il mio turno di lavoro.

Questa sera non c'è molta gente per fortuna, ci saranno si e no una trentina di persone, Alex è tornata a lavoro ieri dicendo che non si capacità della morte della sua amica, erano parecchio legate a quanto vedo.
"Sei sicura di non voler andare a casa? Qui posso fare io", dico alla ragazza passandogli una mano sul braccio.
"No, voglio stare il meno possibile a casa"
"Ok"
"Scusate, posso chiedervi qualcosa di forte da bere?", entrambe ci voltiamo verso una terza voce che scopriamo essere Valary, è diversa dall'altra sera, è vestita con un jeans chiaro e una maglia a maniche lunghe nera, con indosso un cappottino verde smeraldo sbottonato, i capelli biondi ricadono sulle spalle, ha poco trucco e al collo si intravede una collanina a cuore in argento.
"Valary! Tesoro che ci fai qui?"
"Volevo venire a trovarvi"
"Come stai?", azzardo
"Si va avanti"
"Già, allora, un bicchiere di Jack?"
"Direi di si, grazie Angel", sorrido alla ragazza servendole subito dopo il suo bicchiere, parliamo del più e del meno per un bel po' cercando di non toccare tasti dolenti.
Dopo due la bionda si addormenta sul bancone, sfinita e con delle occhiaie profonde sotto agli occhi, io e Alex puliamo tutto il pub dopo che anche gli ultimi clienti se ne vanno e una volta finito la mia amica si avvicina a Valary per svegliarla.
"Scusate, non volevo addormentarmi"
"Non preoccuparti, vieni ti accompagno a casa"
"Grazie Alex, buonanotte Angel"
"Ciao Valary"
Saluto le due ragazze per poi uscire dal pub, ho trovato il parcheggio ad un isolato da qui, quindi mi affretto a percorrere la strada, la notte è fredda, il cielo è limpido e la luna illumina gran parte di quel tappeto blu ricoperto di stelle. A disturbare la quiete sono dei passi dietro di me, non mi volto e decido di aumentare il passo per evitare inconvenienti, automaticamente anche i passi aumentano, mi volto di pochissimo e noto una figura alta e incappucciata a pochi metri da me, spaventata inizio a correre, sentendo l'uomo corrermi dietro veloce, arrivo alla macchina col fiato corto e il cuore in gola ma ancora prima che riesca ad entrare due braccia mi circondano.
"Lasciami stare, stronzo!", urlo all'uomo dandogli subito dopo una testata sul naso, facendolo mugulare di dolore e lasciarmi.
"Cazzo Angel, ma che ti prende?!"
"James?!"
"Si stupida! Cazzo che male"
"Ma sei scemo o mangi sassi?! Mi hai fatto morire di paura!"
"E tu mi hai quasi rotto il naso!"
"Eh che ti aspettavi? Pensavo fossi un maniaco!"
"Quanto sei pessimista potevi almeno fermarti"
"Non ti ho riconosciuto, la prossima volta chiamami!"
"Ah, smettila di urlare, dai sali in macchina che ti porto a casa", mi prende le chiavi di mano e mi fa sedere nei sedili posteriori, provo ad oppormi ma decido di assecondarlo mentre lo vedo mettersi al posto di guida per poi partire, il suo profumo mi inonda le narici mandando in tilt ogni singola cellula del mio corpo, mi lascio cullare dal movimento della macchina e appoggio la testa sui sedili, chiudo gli occhi tranquilla e sentendomi protetta da questo ragazzo che da qualche giorno è diventato il mio pensiero fisso. 








SPAZIO AUTRICE
Here I am!! Finalmente un capitolo abbastanza decente! Che ne pensate? Vi giuro che da ora ne vedrete delle belle per davvero, non voglio portare rancore a Michelle, francamente mi sta simpatica quella donna ma qualcuno doveva pur morire, Brian, lo adoro, e adoro ancora di più vederlo così, non fatevi ingannare, sotto sotto è un gran bastardo (in senso buono ovvio) James, sempre pronto a consolarlo e a far prendere infarti alla povera Angel, Valary, anche presente qui, vedrete che alla fine avrà una partecipazione abbastanza nota nella storia! Tra Angel e James inizia a nascere qualcosina, spero che vada bene a tutti (:P)
Recensite mi raccomando!
Un bacio...

Maraforevergates

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Capitolo 15
*** Gone with the sin ***


Capitolo quindici - Gone with the sin


 "Io adoro la disperazione nei tuoi occhi.
Io venero le tue labbra, una volta rosse come il vino.
E bramo il tuo profumo che mi manda brividi lungo la schiena.
E io amo solamente il modo in cui stai scappando dalla tua vita"
-H.I.M (Gone with the sin)



Durante tutto il tragitto nessuno dei due intende parlare, è una cosa abbastanza snervante, insomma, non si fa vedere per tre giorni e dopo non mi dice nulla?
Non che mi importi di qualcosa ma...
Smettila di negarlo Angel
Sbuffo e mando al Diavolo la mia coscienza, mi porto le gambe al petto e appoggio la testa al finestrino dell'auto, mi chiedo perchè mi abbia fatto sedere nei sedili posteriori...
Il mio sguardo corre insieme al paesaggio fuori dalla macchina, case, auto, negozi, tutto corre e nella frazione di un secondo è tutto alle nostre spalle, il cielo scuro di Dicembre fa da padrone mentre le persone sono tutte rincasate, ho sempre immaginato le famiglie radunarsi nel salotto dopo cena, per parlare o per guardare un film, ho sempre immaginato di quanto sarebbe stato bello avere una famiglia che ti ami per quello che sei davvero, ma la vita non è una fiaba.
Dopo qualche secondo vedo che qualcosa non torna, ci stiamo mettendo troppo per arrivare a casa e le case che ci scorrono davanti sono sempre di meno e, per quanto siamo in periferia, ci sono delle ville a dir poco favolose.
"Ma dove mi stai portando?", chiedo dubbiosa.
"Non è sicuro stare a casa tua, non ora"
"Grazie, davvero una bella risposta..."
"Per una volta, puoi non rompere le palle?"
"Certo che no, ho tutto il diritto di voler sapere dove mi stai portando!"
"In un posto più sicuro"
Sbuffo sonoramente per poi sporgermi con la testa tra i due sedili e guardare il profilo di James, che in questo momento è concentrato sulla strada davanti a se.
"Hai intenzione di uccidermi e abbandonarmi sotto un ponte?", chiedo sarcastica.
"Sotto un ponte ci farei altro con te, ma se proprio vuoi posso far avverare questa tua supposizione"
Stronzo cinico bastardo.
Senza pensarci due volte gli tiro uno schiaffo dietro la nuca e lui dalla sorpresa lascia per un momento il volante rischiando di farci finire fuori strada.
"Cazzo! Perchè lo hai fatto!?"
"Così impari a rispondere alle domande"
"Ringrazia che io stia guidando..."
"Non mi faresti mai del male"
"Chi te lo assicura?"
"I tuoi occhi"
Riesco a zittirlo con una frase ad effetto, anche se ammetto che è la verità. Ho passato giorni ad osservare quelle due pozze blu cristalline da lontano, cercando di non farmi mai vedere, posso dire di averci trovato di tutto insieme alla certezza che non potrebbe mai nemmeno pensare di alzarmi un dito.
"Stiamo andando a casa mia, è un posticino che io e i ragazzi abbiamo comprato anni fa", finalmente si degna di rispondermi e per fortuna la risposta non è nemmeno male, sempre che lui per casa non intenda una grotta nera e fredda.
"Quanto manca?", chiedo con vocetta da bambina, saranno si e no venti minuti che siamo in macchina.
"Ancora qualche minuto, se sei stanza dormi", risponde tranquillo
"No, non ho sonno, ho solo freddo"
"Ci dovrebbe essere una coperta sotto al sedile"
Alzo un sopracciglio e mi chino in avanti iniziando a tastare sotto al sedile e, come mi ha detto, trovo una coperta, mi ci avvolgo completamente e ne respiro il profumo...
"Era tua, vero?"
"Mh?"
"La coperta"
"Si, la uso spesso"
Non aggiungo altro, semplicemente decido di riappoggiare la testa al finestrino stringendomi ancora di più nella coperta, chiudo gli occhi e mi faccio cullare da questo meraviglioso profumo che tanto ho bramato in questi giorni.


Sento la portiera aprirsi e la macchina ferma, non sento altro rumore se non il respiro regolare di Jimmy, decido di tenere gli occhi chiusi.
Il vento gelido mi colpisce il viso facendomi rabbrividire mentre sento le mani del ragazzo togliermi la coperta e subito dopo mi porta le braccia sulle sue spalle, anche se non sembra credo che sappia che sono nel dormiveglia, si china ancora fino a far combaciare perfettamente il suo petto con il mio e con le mani mi porta le gambe a circondargli i fianchi, porta una mano sotto la gamba sinistra mentre con l'altra mi tiene la schiena, mi prende in braccio come se fossi una neonata, inevitabilmente la mia testa finisce sulla sua spalla mentre con le braccia gli stringo il collo e con le gambe gli stringo i fianchi per non cadere. Allontana per la frazione di un secondo la mano dalla mia schiena per chiudere la portiera e quando la riappoggia sospiro di tranquillità, inizia a camminare per un breve tratto e dal rumore dei suoi passi sembra che stia camminando sulla ghiaia, con un colpo di reni mi tira un po' più su per poi iniziare a fare dei gradini, ne conto tre, lo sento bussare alla porta e dopo poco questa si apre.
"Ce l'hai fatta, finalmente"
Zacky
"Ha finito il turno più tardi"
"Credevamo ti fosse successo qualcosa"
La porta si chiude mentre sento le parole questa volta di Matt, il calore del posto mi avvolge e si sente lo scoppiettio del fuoco acceso accompagnato dall'odore di legna di quercia bruciata.
"Vi avevo detto di star tranquilli, la porto di sopra e raggiungo Brian"
"Fai in fretta, è insopportabile. Ti sta aspettando nel balcone"
Balcone? Bene, non sono in una baracca in mezzo al bosco, è già un passo avanti.
Sento Jimmy ricominciare a camminare per poi salire delle scale, mi tiene in braccio da un po' eppure non presenta nessun affaticamento, percorre quello che credo sia un corridoio e, colta da un improvviso brivido, mi stringo di più a lui che in risposta fa più pressione con la mano sulla mia schiena.
Mi sento posare su un letto mentre continuo a rimanere con gli occhi chiusi, mi sento sfilare le scarpe e subito dopo venir coperta da delle lenzuola fresche che sanno di pulito, per ultimo sento la mano di Jimmy carezzarmi i capelli, mi lascia un bacio sulla fronte. Poi dei passi. E una porta che si chiude.
Solo quando capisco di esser rimasta da sola decido di aprire gli occhi e inizio a litigare col buio per poter vedere qualcosa, dopo poco riesco ad abituarmi a questa oscurità e noto di essere su un letto matrimoniale decisamente più grande della norma, alzo lo sguardo e intravedo una finestra laterale al letto e vicino ad essa una scrivania circondata da una libreria, volto la testa verso destra e riesco a riconoscere uno specchio antico vicino ad un armadio enorme.
Scosto le coperte e mi alzo, notando che questa stanza è decisamente più grande della mia, la attraverso con passo felpato e mi avvicino alla porta, quando la apro mi blocco sul posto nel vedere un corridoio buio come non mai e, a causa della mia paura, decido di non percorrerlo, infondo non so nemmeno cosa potrei trovare in questo posto e preferisco scoprirlo con la luce del sole, sento qualcosa strusciarsi sulla mia gamba destra, sussulto e abbasso lo sguardo ma è quando sento delle fusa che mi tranquillizzo, mi chino e allungo una mano sentendo il pelo corto e morbido di un gatto, gli lascio qualche carezza che sembra apprezzare e riesco a prenderlo in braccio, faccio qualche passo indietro e socchiudo la porta della camera, torno a sedermi sul letto con il gatto in braccio che si gode le carezze regalandomi sempre più fusa come ringraziamento. Mi sdraio e sento il micio posizionarsi vicino alla mia pancia, gli poso una mano sulla schiena e mi abbandono al cuscino, lasciandomi un'altra giornata alle spalle.







Al mio risveglio la prima cosa che noto è che mi trovo nella stessa posizione in  cui mi sono addormentata, con l'unica differenza che ora la stanza è illuminata di una debole luce, riesco ad intravedere il cielo nuvoloso al di fuori della finestra, abbasso lo sguardo e vedo che il gatto è rimasto al suo posto ha un meraviglioso pelo nero e mi fissa con degli occhi tra il verde e l'azzurro molto particolari, gli lascio qualche grattino dietro l'orecchio e lui chiude gli occhi dopo di che si alza si stiracchia e scende dal letto per poi uscire dalla stanza, decido di imitarlo e stendo le braccia sopra la testa allungando anche le gambe e inarcando la schiena, mi volto dall'altro lato e mi ritrovo a due centimetri dal viso rilassato di James.
Sbarro gli occhi per la sorpresa e mi rannicchio quasi subito in posizione fetale, lui sembra dormire profondamente così non mi preoccupo e rimango per un po' a guardarlo, noto subito che sotto l'occhio destro ha un graffio che gli arriva quasi a metà guancia, nonostante questo ha un'espressione rilassata e dorme come un bambino.
Mi chiedo perchè quando lui è con me mi sento così...così bene...così tranquilla...
Mi sento a mio agio ad avere vicino un demone. E' strano anche per me.
Devo ricordarmi di chiarire quel bacio, e lo farò oggi stesso, ma per il momento preferisco continuare a guardarlo.
Sarei disposta ad amarlo in silenzio per il resto della mia vita, preferisco averlo vicino così invece che non vederlo più, preferisco stargli vicino da amica e farmi del male da sola pur di non vederlo scappare da me.
E' questo l'amore? Non lo so, non l'ho mai provato.

Senza pensare porto la mano vicino alla sua, appoggiata al cuscino, percorro con leggerezza le sue dita lunghe e affusolate e con altrettanta leggerezza le intreccio con le mie, questo contatto mi provoca un brivido lungo tutta la schiena e mi fa sospirare.
Come puoi farmi tutto questo?
Mi avvicino di più a lui e arrivo ad appoggiare la testa sul suo petto, che scopro senza maglia, rimango per un bel po' a fissare le lettere del tatuaggio che gli copre il torace e ne calco il contorno con l'indice della mano sinistra, mentre sento una leggera pressione alla mano destra, sento la sua stretta sulla mia e alzo lo sguardo per poi perdermi in quegli occhi cristallini ancora velati dal sonno, senza dire nulla mi si avvicina fino a lasciarmi un bacio sull'angolo della bocca e nello stesso istante mi stringe la mano.
"Ciao bimba"
"Ciao"
"Dormito bene?"
"Si...anche se credo di averti rubato il letto"
"Ti ci ho portato io, se non ti avessi voluto nel mio letto ti avrei lasciata in macchina", riesce a farmi arrossire con queste parole e per questo provo a distogliere lo sguardo dal suo, ma con un pessimo risultato.
"Sei troppo buffa quando arrossisci", scoppia a ridere come un bambino mentre mi lascia diventare ancora più rossa.
"Non sono arrossita!", mento
"Si certo, e io sono Johnny Christ", continua a ridere e per ripicca gli lascio un pugnetto sulla spalla, facendolo ammutolire.
"Va bene, non mi lasci altra scelta", senza darmi il tempo di ragionare inizia a farmi il solletico facendomi contorcere dalle risate, ride a sua volta ed è una risata così bella che credo di poter morire qui, continuando a ridere come pazzi non mi rendo conto che si è girato a pancia in su e mi ha portato con se, quando smette di muovere le mani sui miei fianchi capisco di ritrovarmi a cavalcioni su di lui. Porta le mani sulle mie cosce senza smettere di sorridere mentre io le poggio sul suo petto, non separiamo di un secondo i nostri sguardi e decido che è il momento giusto per chiedergli spiegazioni.
"Alla festa...quando mi hai baciata, subito dopo mi hai chiesto scusa, perchè?", gli chiedo a bassa voce quasi avessi paura.
"Perchè non avrei dovuto farlo, ho rischiato di ucciderti. Mi ero ripromesso che ti sarei stato lontano, ma ho riscoperto che mi è impossibile"
"Perchè dovresti starmi lontano?"
"Eviterei di sbagliare di nuovo, è per questo che siamo qui"
"Che vuoi dire?"
"Che a causa del mio affetto nei tuoi confronti ti ho rovinato la vita, tu non dovresti essere in questo mondo"
"L'affetto non dovrebbe essere una cosa positiva?", sospira
"Non ne sono sicuro, un po' come l'amore"
"Non l'ho mai provato, non posso risponderti",
mi prende le mani e incrocia le nostre dita in silenzio per poi rispondere alla mia affermazione.
"Nemmeno io, ma ricordo una cosa nella mia vecchia vita..."
"Che cosa ricordi?"
"Di aver amato una persona fino a morirne"
























***














Nel pomeriggio non abbiamo più parlato, quasi non ci guardavamo, ora so che anche lui nutre qualcosa nei miei confronti ma si ritrova bloccato dal suo essere. E io sono sempre più sicura che l'amore sia una lama a doppio taglio, prima di manda in tilt e poi ti distrugge, non sono pronta ad essere uccisa di nuovo ma non posso far a meno di osservare quel ragazzo da lontano mentre e intento a fumare con i suoi migliori amici, io rimango sul divano con un libro in grembo e il gatto nero affianco, ho scoperto che il gatto è di James, inevitabilmente, l'aveva trovato in questa casa dopo averla comprata, era solo un cucciolo e così a deciso di tenerlo e i ragazzi erano d'accordo con lui, inoltre ho scoperto che il miciotto che in questo momento si sta facendo i baffi sulla copertina del libro risponde al nome di Sirius, nome che non mi dimenticherò mai e che mi riporta alla mente di quando ero bambina e guardavo Harry Potter alla televisione, o quando lessi i libri nella mia adolescenza.
Sospiro e chiudo il libro decidendo di andare a farmi un bagno caldo per combattere questo freddo, salgo le scale e mentre mi avvio al bagno passo davanti ad una camera da dove sento provenire una melodia.
Riconosco sia un violino, è una melodia triste e malinconica, nonostante la porta sia chiusa riesco a percepirla molto bene.
Combatto contro la voglia di aprire la porta e mi avvio verso il bagno per poi chiudermi la porta alle spalle, apro il getto d'acqua e aspetto che si riempi la vasca, ci svuoto deentro un po' di sapone e poco dopo delle nuvolette di vapore riempiono la stanza.
Sento un leggero fastidio alla schiena, come se un piccolo ago mi punzecchiasse da sotto la pelle, mi tolgo la maglietta e mi porto una mano a tastarmi una scapola cercando di capire da dove provenga questo fastidio, ma non sento nulla, mi volto dando la schiena allo specchio e cerco di controllare ma nulla, il tatuaggio è sempre al suo posto e il punto in cui sento fastidio scopro essere proprio l'attaccatura delle ali tatuate.
Ma che...
Non ci do troppo peso e mi immergo fino al collo nell'acqua bollente.
Una volta mi chiedi se fosse normale che una persona si riesca ad immergere ad una temperatura così alta dell'acqua...
Ora non mi sembra più così importante.







SPAZIO AUTRICE
Sono tornata! A qualcuno sono mancata? Almeno un pochino??? Allora, quante belle cose in questo capitolo (nemmeno fosse da premio oscar *sentirsi Di Caprio*) dunque, il gatto si chiama Sirius proprio perchè è un nome che amo e perchè mi piace parecchio Harry Potter (niente recensioni offensive)
La nostra Angel ora si ritroverà a vivere in casa dei ragazzi, come si evolverà la cosa? E con James che succederà?
Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo e intanto lasciate una recensione, mi raccomando, sapete che ci tengo! A presto, dalla vostra....

Maraforevergates

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Capitolo 16
*** Run away from me ***


Capitolo sedici - Run away from me


"E io so che senti le loro voci, chiamarti dall'alto.
E io so che potrebbero sembrare reali, questi segnali d'amore.
Ma la nostra vita è fatta di scelte, alcune senza appello.
Davano per scontata la tua anima e adesso è la nostra da rubare,
come il tuo incubo prende vita."
-Avenged Sevenfold (Nightmare)


Sono passati un paio di giorni da quando sono in questa casa e devo ammettere che non mi ci sono ancora abituata, è strano vivere in una casa che sarà almeno quattro volte più grande del mio appartamento, inoltre qui in giro non c'è proprio nulla, siamo lontani  dalla città e le poche ville che ci sono nei dintorni distano almeno cento metri una dall'altra. E' una villa decisamente enorme per cinque ragazzi, ognuno di loro ha una camera propria, aggiungendo anche tre camere per gli ospiti, il salotto è decisamente enorme, comprende tre divani in pelle neri, un tappeto subito dopo essi con sopra un tavolino in cristallo, un televisore che farebbe invidia agli schermi del cinema, un mobile stracolmo di video-giochi per la play, una credenza d'alcolici di ogni genere, che ammetto più volte mi ha tentato, la cucina è forse la metà del salotto, e quindi potrebbe essere il mio appartamento completo, è ben tenuta ed è decisamente attrezzata per il meglio, ci sono due bagni al piano di sotto e due al piano di sopra, inoltre ci sono una soffitta mozzafiato e un garage che ancora non ho visto all'interno.
Non si può dire che siano dei poveracci insomma, in questi due giorni ho avuto l'onore di sentire più volte il suono di un violino provenire dalla camera di Brian, non mi sono mai azzardata ad entrarci e tanto meno di chiedergli un live in salotto, prima di andare a dormire passavo sempre davanti alla porta nera e chiusa della sua camera e ogni sera il suono di quello strumento melodico mi riempiva la mente di emozioni, non avrei mai potuto immaginare che un ragazzo rude come lui potesse trasmettere tutte quelle emozioni,
In questo momento sono in camera mia, sono riuscita a convincere James sul fatto di non condividere la stessa camera, non voglio recargli fastidio e poi non lo trovo giusto, il rapporto che ho con quel ragazzo dannato è impossibile da spiegare a parole, è un continuo conflitto tra odio e amore, anche se credo solo da parte mia, stando alle sue parole un demone non ama nessuno apparte se stesso...e anche a queste parole mi viene difficile crederci, un demone per quanto ne so e per quanto mi hanno detto si maledice ogni giorno per quello che commette o che ha commesso, a questo punto o James mi sta mentendo ogni giorno di più o nessuno di loro sa davvero in che situazione si trova, e il mio istinto mi dice di credere nella prima.
Oggi i ragazzi hanno accettato di accompagnarmi a prendere le mie cose a casa mia, non so per quale motivo preferiscano che rimanga qui con loro, forse per la lettera che ricevetti da mia madre mesi fa...in ogni caso sono ormai ore che aspetto il ritorno dei ragazzi, sono usciti stamattina presto dicendo che dovevano fare delle cose importanti, il problema è che mi hanno lasciato a casa completamente da sola, o meglio, mi hanno lasciata da sola in questa casa enorme e io mi sto annoiando a morte, sono le due del pomeriggio ormai e non so più che fare. Ho finito un libro intero, ho chiamato Alex rassicurandola e mentendogli sul fatto che non ho bisogno di aiuto e che in questo momento sono in vacanza da un mio vecchio amico, e che ci resterò per un bel po', non so davvero più che fare. Ammetto che la voglia di entrare nelle varie camere dei ragazzi per vederle è forte e quasi quasi lo farei, se solo sapessi a che ora saranno di ritorno, giusto per non farmi beccare a ficcare il naso in giro.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto e subito dopo vedo spuntare dalla soglia della porta Sirius, il gatto di Jimmy, salta sul letto e si struscia con la testa sul mio braccio, gli lascio qualche grattino sotto il mento e lui subito fa le fusa.
"Che ne dici? Mi accompagni a fare un giro per casa?", domando al micio che mi guarda con quegli occhioni verdi-azzurri, subito dopo mi alzo dal letto con indosso un vecchio pantalone di Johnny e la felpa enorme di Matt dei Pantera, mi avvio all'inizio del corridoio subito dopo le scale, le camere dei ragazzi sono tutte su questo piano, quindi potete ben immaginare che razza di corridoio sia, la prima camera è quella di Zacky, ha una porta che tende al colore viola e sopra a caratteri cubitali c'è scritto 'Vengeance', apro la porta ed entro nella camera lasciando la porta aperta alle mie spalle, la camera è grande proprio come immaginavo, il letto matrimoniale è posto vicino al muro a destra dell'entrata, la finestra è dalla parte opposta ed è leggermente coperta da una tenda, il colore delle pareti è bianco panna e per la maggior parte è tappezzata di poster di varie band che hanno fatto la storia, in un angolo trovo diverse chitarre, acustica, classica, elettrica, ce ne sono due per tipo e ognuna di esse alla base ha una targhetta con il numero 6661, c'è un armadio a due ante e uno specchio abbastanza grande vicino, vicino al letto c'è una scrivania ordinata e con molti libri sopra, ai piedi del letto c'è un tappeto, immaginavo che la camera di Zacky fosse così. Esco dalla camera per passare alla successiva, che scopro essere quella di Matt, il colore della porta è bianco, somiglia tanto alla porta d'ingresso delle villette inglesi, con sopra il suo nome d'arte 'Shadows', all'interno la camera la trovo decisamente illuminata, pareti di un color sabbia con delle sfumature di marrone più scuro, il letto matrimoniale è ben ordinato e sulla parete sopra la testata trovo un quadro, un ritratto praticamete perfetto di tutti e cinque mentre stanno suonando, davanti al letto un armadio tanto grande quando alto e per la metà è stracolmo di fogli vecchi, la finestra non ha nessuna tenda e accanto ad essa nell'angolo trovo un microfono con tanto di asta, accanto ad esso un basso e una chitarra classica completamente rovinata dal tempo. La camera che segue è quella di Johnny, il colore della sua porta è un azzurro cielo e sopra la scritta 'Christ' con un'aureola gialla subito sopra, ridacchio ed entro nella camera, per ora è l'unica che trovo in disordine, ci  sono dei vestiti accatastati sul letto e divisi in due file, il letto è in ordine e anche esso è matrimoniale, l'armadio è vicino alla finestra e vicino al letto c'è un basso tenuto perfettamente, alle pareti ci sono le frasi più celebri delle canzoni dei Nirvana, dei Guns N' Roses e dei Metallica, senza contare le tante e tante altre, esco dalla camera e quando trovo la prossima mi viene un brivido.
Porta nera.
Un nome scritto di un rosso che sembra quasi sangue.
'Synyster Gates'
E' l'unico ad avere il nome completo sulla parete e a differenza degli altri che sono stati dipinti sulle pareti questo sembra esser stato grattato sulla porta stessa con le unghie, come se lo avesse fatto una bestia, entro nella camera dopo un momento di esitazione e la prima cosa che noto è il fatto che ha differenza delle altre questa camera è nella penombra, il letto è disfatto ma non c'è nessun vestito in giro, eccetto gli anfibi rosso scuro sotto il letto, le pareti scure sono ricoperte di poster e di alcune fotografie di lui e i ragazzi, mentre nella parete vicino al letto ci trovo dei graffi più o meno grandi e che la ricoprono, le tende sono anch'esse scure ma tendenti al blu notte, la scrivania posta vicino alla finestra, sul lato sinistro, è stracolma di fogli che riconosco essere spartiti, libri e plettri, vicino all'armadio trovo ordinate sei chitarre, tutte elettriche tranne una che è acustica e per ultimo quasi nascosto il violino che in questi giorni non fa altro che incantarmi, esco dalla camera con l'amaro in bocca e decido di non entrare nella camera di Jimmy, avendola già vista, mi soffermo solo sulla porta, di un colore blu oltremare e con sopra la scritta 'The Rev'.





























***

















"Allora, sicura che non vuoi che saliamo a darti una mano?", mi chiede sorridendo Matt
"No tranquillo, devo prendere poche cose", rassicuro il ragazzo per poi scendere dalla sua macchina e avviarmi verso il mio appartamento.
E' tutto come lo avevo lasciato così mi sbrigo e prendo un borsone mettendoci dentro i miei vestiti, lego le scarpe tra loro con i lacci e me le porto al braccio, prendo una scatola che tenevo sotto la letto da un po' e ci metto le cose indispensabili, ovvero il portafogli, qualche libro, cuffiette, mp3, trucchi, il mio pupazzo di Stitch e quello di Jack Skeletron e, messo il borsone in spalla mi avvio alla porta per aprirla, ma prima di farlo mi blocco vedendo un bigliettino appeso sopra essa.

Non so dove tu ti sia cacciata, tesoro. Ma non temere
ti troverò, e poi potrai vivere la tua inutile vita con la tua famiglia.


Poso il borsone e accartoccio il biglietto, uscendo dall'appartamento il più veloce possibile, quando torno per strada vedo subito Matt uscire dalla macchina e aprire il bagagliaio per lasciarci dentro la mie cose, senza dire nulla salgo al posto del passeggero accanto al posto di Matt e subito dopo quest'ultimo parte.
"Ehy, tutto bene?"
Come ha fatto ad entrare in casa mia? Quando sono tornati?
"Angel? Ci sei?"
Calma, respira, di sicuro è uno scherzo, magari la tua immaginazione questa volta te la giocata davvero bella.
"Angel"
Sobbalzo e mi volto verso il ragazzo con gli occhi sgranati, mentre lui mi lascia uno sguardo veloce e poi ripunta gli occhi sulla strada.
"Tutto bene?"
"Si, si...tutto benissimo"
"Sicura?"
"Si ehm...mi ha fatto...uno strano effetto entrare nel mio appartamento..."
"Mh"
"Davvero, Matt, va tutto bene"
"Se lo dici tu", senza dire altro il ragazzo alza il volume della radio, stanno passando "I'm Broken" dei Pantera, senza nemmeno pensarci due secondi inizio a cantare ad alta voce sotto lo sguardo divertito di Matt, che subito dopo inizia ad accompagnarmi.

Torniamo a casa nel tardo pomeriggio e posso notare l'assenza dei ragazzi per la casa, sto per chiedere a Matt spiegazioni ma questo senza dire nulla mi prende per mano e mi porta per il corridoio del piano terra, arriviamo alla porta del garage dove posso sentire il suono distinto di due chitarre e una batteria.
"Divertiamoci un po', ti va?"
"Si", affermo sorridendo, Matt spalanca la porta e allarga le braccia mentre un gran sorriso gli spunta spontaneo.
"Brutti stronzi ora mi nascondete anche questo?"
"Ehy Shadz! Muoviti ci stavamo scaldando!", sorride Zacky mentre Brian e Jimmy, rispettivamente chitarrista e batterista, continuano a suonare, rimango affascinata dal modo in cui suonano, Brian sembra stia facendo l'amore con la sua stessa chitarra per come muove il corpo a ritmo della canzone e tiene gli occhi chiusi conoscendo alla perfezione la sua chitarra, Jimmy non è da meno, ci mette anima e corpo in quello che sta facendo e posso notare un luccichio chhe mai avevo visto in quegli occhi cristallini.
Si fermano solo dopo che si sono accorti della nostra presenza e si aprono in un sorriso meraviglioso.
"Cazzo quanto mi mancava!", afferma Brian reggendo il manico della chitarra.
"Puoi dirlo forte fratello, sono secoli che non suoniamo!", gli da corda Jimmy.
In effetti mi aveva spiegato tutto James, loro due avevano smesso di suonare perchè quando lo facevano provavano emozioni troppo forti e rischiavano di far del male a qualcuno perdendo il controllo, così anche gli altri avevano deciso di smettere, a quanto pare però alla musica non sanno resistere.
"Credete che sia sicuro? Insomma.."
"Si Angel, tranquilla, è un quarto d'ora che suoniamo e non è ancora successo nulla, direi che possiamo continuare, che ne dici?", mi informa Johnny sorridendo con il suo basso in mano, è fantastico come siano tutti felici di poter di nuovo suonare insieme, dopo anni e anni che non lo facevano più, annuisco felice e mi siedo a gambe incrociate su un amplificatore e vedo Matt avvicinarsi al microfono e dare il via ai ragazzi, senza nemmeno consultarsi Brian, Zacky, Johnny e Jimmy iniziano a suonare una canzone che sembrano conoscere fin troppo bene.

*consiglio di continuare a leggere ascoltando Burn It Down degli Avenged Sevenfold*

Un brivido mi scorre lungo la schiena quando sento le prime parole della canzone.

Jealousy's an ugly word  (Gelosia è una brutta parola)
but you don't seem to care. (ma non sembra che ti interessi)
Converse behind my back, but now I' here (Parli di me alle mie spalle, ma ora sono qui)
Need no one to comply with me through everyone that I defeat (Non ho bisogno di nessuno che sia d'accordo con me, penso a tutti quelli che ho sconfitto)
Don't need you, fuck camaraderie, this rage will never go away (Non ho bisogno di te, fanculo al cameratismo, questa rabbia non se ne andrà mai via)


Non so come, ma sento di conoscerla questa canzone, è come un ricordo.
Un ricordo molto lontano che mi sembra quasi irragiungibile, una semplice canzone può farti tutto questo? Eppure, una volta qualcuno mi disse che le canzoni sono in grado di farci ricordare cose che mai avremmo immaginato.

Run from me before I tear you down, be afraid (Fuggi da me prima che ti butti giu, abbi paura)
You chose the wrong side, it feels so right (Scegli la strada sbagliata, sembra così giusta)
I won't help you, let you rot way, despise what you say (Non ti aiuterò, ti lascerò marcire, disprezzano quello che dici)
Run towards the light exposing your soul, we won't be there by your side (Corri verso la luce esporrendo la tua anima, noi non staremo dalla tua parte)
Salvation's dying, somebody's crying (La salvezza sta morendo, qualcuno sta piangendo)
We're all gone in the end, sweet child we'll miss you (Noi siamo tutti andati alla fine, dolce bambina sentiremo la tua mancanza)
No, so far away, far away (No, non così lontano, molto lontano)


Una scossa a queste parole.
E prima che potessi rendermi conto di quello che sta succedendo Brian e Jimmy si piegano di poco su loro stessi senza smettere di suonare e dopo pochissimo le loro ali riempiono parte delle loro postazioni, entrabi le hanno nere e perfette mentre quelle di Jimmy hanno delle sfumature blu e quelle di Brian rosse come il sangue, a seguirli sono Matt, esponendo delle ali bianche, enormi e lucenti con delle screature in oro, Zacky le apre come se si stesse stiracchiando e le sue ali sono bianche e con le stesse sfumature dei suoi occhi, Johnny apre le sue ali come se fossero secoli che non lo fa più e le sue presentano delle sfumature in argento.
Non è difficile vedere la differenza tra i due demoni e i tre angeli, quasi mi viene da piangere a questa visione meravigliosa, loro stessi sono troppo concentrati per notare una lacrima, una sola, che sfugge al mio controllo e senza rendermene conto la canzone finisce.
Mi guardano felici e decido di avvicinarmi a loro con un sorriso da orecchio a orecchio.
"Siete stati magnifici", ammetto
"Era solo una canzone", mormora Jimmy alzandosi dal suo posto.
"No, era qualcosa di più"
"La ragazzina ci ha visto giusto Rev"
"Devo darti ragione Vee"
Quando il batterista mi è abbastanza vicino riesco a sentire il leggero tremore delle sue ali, allungo una mano senza pensarci due volte e tocco quelle piume nere che mi attirano come non mai, può un demone essere così affascinante? A quanto pare si.
"Pensavo andasse peggio", mi volto sentendo la voce di Zacky alle mie spalle e noto che sta controllando la schiena di Brian che noto essere l'unica sulla quale ci sono due linee di sangue che partono dall'attaccatura delle sue ali.
"Perchè sanguina?", chiedo allarmata alla vista del sangue.
"Non lo sappiamo, ultimamente succede troppo spesso", spiega Jimmy incrociando le braccia al petto e guaardando preoccupato la schiena dell'amico
"Ehy, ragazzi, sto bene, non è nulla, sono forte come una roccia cosa credete?", prova a tranquillizzarci Brian voltandosi.
"A te questo mondo fa male, amico"
"E a chi non fa male Rev?",
c'è quasi malinconia nella sua voce, mi volto verso Matt per cercare qualche risposta in più ma non la trovo, per una volta lo sguardo del ragazzo mi sembra impenetrabile e la cosa mi fa quasi paura visto che lui è l'unico sempre aperto con tutti.
"Ehy gente! Ma sapete che giorno è oggi?", inizia a parlare Zacky felice come un bambino e seguito a ruota da Johnny.
"Ehm, no...è il tuo compleanno?", prova Gates grattandosi il mento.
"No scemo, è il venti dicembre! Siamo in ritardo con le decorazioni natalizie!", risponde Johnny iniziando a saltellare per tutto il garage.
"Non cresceranno mai", Jimmy e Matt si schiaffano una mano in fronte mentre Brian rimane a bocca aperta, ridacchio e nel trambusto generale sento Zacky e Johnny urlare all'unisolo.
"Forza, tutti a fare l'albero!!"


SPAZIO AUTRICE
Non ci credo, sono riuscita ad aggiornare, dannata scuola che non mi lascia il tempo per dedicarmi alla storia come vorrei!
Allora, iniziamo a vedere qualcosa di più carino (spero) mi spiace di non poter scrivere capitoli molto lunghi ma il tempo che ho a disposizione è davvero minimo! Vi prometto che a breve ci saranno tanti colpi di scena!
Per ora vi chiedo una recensione e se vi va di mettere la storia tra i vostri preferiti, spero che fin ora vi piaccia!
Un bacio dalla vostra....

Maraforevergates

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Capitolo 17
*** Heart ***


Capitolo diciassette - Heart


"Non esiste il giorno perfetto.
Esistono attimi, dove basta un semplice gesto
per renderlo indimenticabile
" -Heaven6661



Vedere cinque ragazzi enormi, che so essere angeli e demoni, con gli occhi che luccicano e con in mano decine di scatoloni stracolmi di addobbi natalizi è decisamente esilarante. Da quando siamo usciti dal garage non fanno altro che andare su e giu per tutta la casa, ognuno con due scatoloni diversi e, sicuramente, Zacky e Johnny sono quelli che danno più in escandescenze, non appena si erano resi conto che siamo alla sera del venti dicembre hanno davvero iniziato a dare di matto, hanno costretto anche Jimmy e Brian a partecipare nell'addobbare la casa e questi, dopo aver mugugnato e cercato di scappare più volte di casa, si sono arresi alle loro preghiere e li hanno accontentati.
"Angel, tieni questo, quei due imbranati si sono dimenticati che non abbiamo un albero di Natale", mi dice Matt ridacchiando e porgendomi uno scatolone con delle decorazioni da attaccare al camino del salotto.
"Ma, dove vai? I negozi sono tutti chiusi a quest'ora"
"Ne prenderò uno vero, dov'è il problema?".
E sorridendo si infila la giacca per poi uscire di casa, mi volto osservando lo scatolone che ho tra le braccia e mi ricordo di una cosa, banale ma che è impressa molto, molto, bene nella mia mente.

"Mamma, mamma, ma perchè noi non facciamo l'albero di Natale come tutte le altre famiglie?"
"Oh, Angel, come potremmo farlo? Non vedi che io e papà siamo molto impegnati. E poi, ad una bambina come te non dovrebbero importare certe sciocchezze"
"Ma a scuola la maestra ci ha detto che poi dovremo fare un cartellone con le foto dei nostri alberi"
"Tu non lo farai, non vedo il grande dilemma, e per concludere non credo tu sia una bambina che se lo merita"
"Ma...che cosa ho fatto di male?"
"Ci interrompi dal nostro lavoro per queste stupidaggini, direi che può bastare"
"Ma io..."
"Vai in camera tua, Angel. E stasera niente cena"
"Volevo solo passare una serata felice, con voi, perchè non posso?"
"Ti ho detto di filare in camera tua! Non vorrai farmi arrabbiare, vero!?"


Per una bambina di sei anni non è esattamente il massimo avere dei genitori così, mi rendo conto che pensarci ora è quasi un problema che non dovrebbe più toccarmi, però non posso fare a meno di pensare a quanto i miei genitori mi abbiano odiato e negato la loro presenza fin da piccola.
Sospiro scacciando quel ricordo e mi avvicino al camino acceso che emana un gran calore in tutta la casa, mi soffermo un po' a guardare il fuoco dopo aver posato a terra lo scatolone, ho sempre amato fissare le fiamme che danzano e sono in grado di stregarti, ho sempre desiderato crearmi una famiglia, anche se non sembra, una famiglia che ho sempre immaginato  molto diversa da quella che ho avuto...
"Meraviglioso, vero?", sussulto sentendo la voce di James alle mie spalle, mi volto e lo vedo sorridere per metà mentre tra le mani ha delle decorazioni particolari.
"Si, lo è", recupero dal mio scatolone delle candele rosse e bianche di media grandezza e le poggio sul ripiano del camino, mentre subito dopo prendo anche dei pungitopo, che metto vicino alle candele.
"Sei silenziosa, qualcosa non va?"
"Deve necessariamente esserci qualcosa che non va?"
"Non ti hanno insegnato che non si risponde a una domanda, con una domanda?"
"Mi hanno insegnato molte cose, peccato siano state tutte sbagliate"
"Come vuoi, ora rispondi alla mia domanda?", mi chiede sorridendo come un bambino, alzo lo sguardo incrociando quegli occhi cristallini dove ora posso vedere riflesse le fiamme del fuoco acceso, sospiro e decido di accontentarlo.
"Stavo pensando che, da piccola, non ho mai fatto tutto questo", dico negando debolmente con la testa e facendo un gesto con la mano per indicare tutto il salotto che piano piano e sotto gli schiamazzi e le urla dei ragazzi sta prendendo forma.
"Non ho mai festeggiato un bel Natale, non credo nemmeno di sapere cosa sia per davvero...vivevo con quella che non può proprio esser definita 'una bella famiglia', non so se mi spiego...", incrocio le braccia stringendole al petto e voltandomi di nuovo verso il camino con lo sguardo basso.
"Sai, più o meno siamo sulla stessa barca, nemmeno io ho mai avuto una vera famiglia"
"Per favore, tu hai avuto loro", indico Zacky e Johnny che stanno legando Brian come un salame con delle decorazioni color oro mentre quest'ultimo li minaccia, "Sono sempre stati con te, io non ho mai avuto nessuno...almeno, non in questa vita, e ancora mi viene difficile credere che in realtà vi conosco da sempre".
"Angel, il calore che ti possono dare un padre e una madre non lo si trova negli amici, adoro quei ragazzi non per niente sono i miei migliori amici, ma nemmeno io ho mai ricevuto una forma d'affetto che solo un genitore può dare", ammette cercando il mio sguardo.
"Jimmy...posso farti una domanda?", chiedo al ragazzo mentre si sta sedendo a gambe incrociate sul pavimento.
"Dimmi"
"Cosa si prova ad avere degli amici?"
Riconosco che sia una domanda insolita, ma è una cosa che mi sono sempre chiesta e per quanto questi ragazzi mi facciano sentire 'a casa' non so se posso riconoscerli come veri amici, insomma, sono l'ultima arrivata e praticamente loro sanno tutto di me mentre io non so praticamente nulla di loro, apparte qualche aneddoto della loro vita. Per essere davvero amici ognuno dovrebbe conoscersi anche meglio di se stesso.
"E'...è una sensazione fantastica, ci sono tante emozioni per descrivere quello che provo ogni giorno con quei quattro pazzi", sorride in modo spontaneo mentre parla e posso capire che le sue parole sono la pura verità, "Ci siamo conosciuti secoli fa, eppure ancora adesso è come se non ci conoscessimo, ogni giorno ognuno di noi cambia, per certi versi in meglio e per altri in peggio, non nego che le litigate non siano mai avvenute, più volte ci siamo scontrati per cose che a pensarci ora risultano solo molto banali e stupide, il nervoso poteva durare per giorni ma puntualmente si faceva pace, non potremmo mai rovinare quello che abbiamo creato per motivi futili. Sono cresciuto con loro e intendo morirci, sono la mia vera famiglia, sono tutto quello che di più caro mi appartiene ancora, per loro farei qualsiasi cosa, morirei per loro."
Rimango a bocca aperta a queste parole e non posso far altro che annuire e sedermi vicino a lui, porto un ginocchio sotto il mento e la gamba sinistra la lascio semi piegata.
"Sono delle parole bellissime, dev'essere davvero bello, avere degli amici intendo"
"Ora li hai anche tu, sbaglio?"
Mi giro stupita verso James e lo vedo con un sorriso stampato in viso che tradisce le parole da persona seria che si è mostrata poco fa, il sorriso di una persona che sa quello che vuole.
"Sono davvero...vostra amica", domando più a me stessa che a lui.
"Certo che si, avevi dubbi?"
"No...si...forse, è ...è strano..."
"Almeno è una bella sensazione?"
"Sì, si lo è"
Il sorriso si allarga e senza pensarci troppo mi avvolge un braccio intorno alle spalle tirandomi contro di se per abbracciarmi, ne rimango completamente sorpresa e dopo un momento di panico decido di lasciare la testa sulla sua spalla. Forse dovrei lasciarmi andare un po' di più, dovrei smettere di avere paura di loro, ma soprattutto di lui, sono ragazzi in gamba che hanno un modo tutto loro di vivere la vita, la affrontano con il sorriso qualunque cosa succeda, sanno di poter sempre contare sulla loro amicizia. Sì, forse quel calore che tanto attendevo di provare sta iniziando a farsi strada nel mio cuore, spero solo di non sbagliarmi.
"Angel..."
"Mh?"
"Non ho mai voluto far del male alle persone che amo" 
"Perchè mi dici questo?"
"Non importa ora", mi stringe di più a lui mettendo una guancia sulla mia testa e sospirando tranquillo, senza pensarci passo il braccio destro intorno al mio corpo per poter arrivare alla sua mano sinistra che ora mi stringe un fianco, accarezzo a punta delle dita il dorso della sua mano sentendo le vene sotto i polpastrelli, subito dopo incrocio le dita con le sue che mi stringe la mano.
A rovinare questo momento di pace è un 'click' che ci arriva alle spalle, ci voltiamo separandoci immediatamente e vediamo i ragazzi, insieme anche a Matt che è tornato, sorridere mentre Zacky regge in mano una macchina fotografica.
"Siete davvero dolci, sapete?"
"Vengeance, dolce lo dici a Johnny, io sono tutt'altro", borbotta Jimmy alzandosi in piedi per raggiungere i quattro.
"Questa va incorniciata"
"Fammi vedere Matt", Brian prende in mano la fotografia che è stata appena elaborata e la studia, un mezzo sorriso gli spunta sul volto.
"Direi che è davvero molto bella, amico"
"Avanti fammi vedere anche a me", Jimmy prova a prendere la foto ma Brian la passa con attenzione ma con altrettanta velocità a Zacky, che subito dopo fa il giro del divano per sfuggire alle braccia di Rev che inizia a inseguirlo.
"Stronzo se ti prendo ti sventro Vee!"
"Prendi Johnny!"
Sotto le risate generali Zacky passa la foto a Johnny che si ritrova un secondo spaesato, il suo sguardo si punta sulla fotografia tra le sue mani, poi alza gli occhi e vede Jimmy a pochi metri da lui con lo sguardo fisso e quasi maligno, la scena è ancora più esilarante dato di fatto che Johnny è si e no la metà di James.
"Scappa Christ! Scappa!", gli urliamo io e Matt e lui come risvegliato dal sonno batte le palpebre un paio di volte e poi inizia a correre fino ad uscire dal salotto, al suo seguito James che inizia a correre come un pazzo urlando parole e insulti a caso al povero Johnny, continuo a ridere come una matta arrivando quasi alle lacrime, mentre invece Zacky e Brian si sorreggono l'un l'altro mentre continuano a ridere e Matt è letteralmente spalmato sul pavimento mentre si tiene la pancia con entrambe le mani, vediamo Johnny ritornare in salotto e nascondersi in modo perfetto dietro l'ultimo divano della sala che è proprio davanti alla finestra, subito dopo arriva anche Jimmy, si blocca e fissa ogni angolo del salotto con gli occhi quasi dovesse dar fuoco a tutto.
"Brutto nano dove sei?!"
La risposta ovviamente non arriva mentre io e i ragazzi cerchiamo di stare il più seri possibile.
"Avanti, piccolo, vieni fuori, giuro che non ti torcerò un capello", prova questa volta in tono canzonatorio, Brian trattiene a stento le risate.
"Conto fino a tre Johnny...", fa due passi fino ad arrivare al centro della sala, "Uno...", quegli occhi inquisitori sembrano aver puntato proprio il divano dietro al quale è nascosto Johnny, "Due...", socchiude appena gli occhi, seguo il suo sguardo e noto che sta fissando la punta della scarpa di Christ che si vede appena, un ghigno gli si dipinge sul viso, "Tre!", salta sopra al divano facendo urlare Johnny e gli prende di mano la foto ridendo soddisfatto.
"Ah fanculo, non potete farmi questo!", urlacchia Johnny rivolto a Matt e Zacky.
"Smettila Johnnino, o stanotte verrò a far visita alla tua amata cresta", ghigna ancora Jimmy per poi fissare la foto.
Sorride.
Semplicemente sorride, mi ci avvicino curiosa e mi metto in punta di piedi per riuscire a vederla e lui subito me la mostra.
E' una foto semplice, ci sono le nostre sagome nere e davanti a noi il camino acceso, si intravede bene il braccio di Jimmy che mi cinge la schiena e si vedono le nostre mani strette sul mio fianco sinistro, accanto a me c'è lo scatolone con delle decorazioni che spuntano. Sorrido senza rendermene conto e punto lo sguardo su di lui, senza dire nulla lo abbraccio sussurrandogli un 'grazie' all'orecchio in modo che lui, e soltanto lui, lo possa sentire.




Dopo aver sistemato tutte le decorazioni anche sull'albero si può dire che questo posto sia diventato decisamente natalizio, subito dopo abbiamo deciso di rintanarci nelle proprie camere perchè era ormai passata la mezzanotte e io ovviamente ho aspettato che i ragazzi si chiudessero nelle proprie camere per poi uscire dalla mia.
L'unico suono melodico che si sente nella casa è il violino di Brian, che anche stasera mi attrae fin davanti alla sua porta, la trovo socchiusa e non indugio sul fatto di appoggiarmi allo stipite in ascolto.
Ogni notte è una melodia diversa, questa volta è carica, passionale ed è abbastanza veloce, sono sicura che se al posto del violino in questo momento stesse suonando la chitarra avrebbe già perso ogni contatto con la realtà, ad un certo punto la melodia non è l'unica cosa che sento, ma si aggiunge anche la sua voce.


She is smiling like Heaven's down on Earth (Lei sta sorridendo come se il Paradiso fosse caduto sulla Terra)
Sun is shining so bright on her (Il sole splende così luminoso che fa male)
All her wishes have finally come true (E tutti i suoi desideri sono finalmente diventati realtà)
Her heart is weeping (E il suo cuore sta piangendo)
This happiness is killing her (La felicità la sta uccidendo)


Decido di aprire di poco la porta in modo da poterlo vedere, la stanza è illuminata dalla luce fioca di alcune candele, Brian è in piedi davanti alla finestra indossa semplicemente un paio di jeans e la testa è leggermente reclinata sullo strumento mentre oscilla quasi impercettibilmente, entro nella stanza senza fare il minimo rumore e sento la melodia crescere.

She'll be right here in my arms, so in love (Lei starà bene qui tra le mie braccia, così innamorata)
She'll be right here in these arms, she can't let go (Lei starà bene in queste braccia, lei non può mollare...)


Il suono della voce è sempre più basso mentre la melodia è tornata lenta ma sicura e decisa.

So hard she's trying(Così duramente lei ci sta provando)
But her heart won't turn the stone (Ma il suo cuore non smuoverà una pietra)
She keeps on crying (E lei continua a piangere)
But I won't leave her alone (Ma non la lascierò sola)
She'll never be alone (Lei non sarà mai sola...)


"Chi è lei?", chiedo appena la canzone finisce, Brian non si scompone e posando con calma il violino si gira verso di me con un sorriso amaro.
"Una persona che ho amato...molto tempo fa"
"Come si chiama?"
"Evangeline"
"E' un bellissimo nome"
"Oh, si. Lei...era bellissima", si siede sul bordo del letto e mi invita ad avvicinarmi, seguo il suo consiglio e mi siedo affianco a lui che ora poggia i gomiti sulle ginocchia e gioca con le sue stesse mani.
"Mi parli di lei?"
"Cosa vuoi sapere?"
"Quello che vuoi", tira un sospiro che nasconde un tremolio e socchiude gli occhi quasi a volersi ricordare bene ogni dettaglio.
"Era alta più o meno come te, aveva i capelli castani lunghi fino a metà schiena, gli occhi ambrati con delle sfumature di nero, le labbra sottili e leggermente a cuore, Dio quanto le ho amate, le mani piccole e leggere, un tatuaggio celtico le ricoprica il polso sinistro. Era una ragazza semplice, solare, sempre pronta ad aiutare gli altri. Il suoo colore preferito era il viola, i suoi fiori preferiti erano le orchidee, era allergica al pelo dei cani ma strepitava per averne uno, suonava il pianoforte ed era una fotografa professionista. La conobbi a Parigi, lei era lì per un matrimonio importante e io invece ero lì per svago, mentre i ragazzi erano a casa io andai al parco e la incontrai mentre scattava le foto agli sposi. Ne rimasi affascinato, era bella come un angelo", sorride al suo ricordo e alza lo sguardo, fissando un punto indefinito della stanza come se si aspettasse di vederla in piedi davanti a lui, "Da quel giorno la invitai ad uscire, sembrava funzionare tra di noi, andava tutto bene. Un giorno i ragazzi mi dissero che dovevamo andarcene, saremmo venuti a vivere qui, ad Huntington, dissi che avrei portato anche lei, la chiamai e lei accettò, era felice come una bimba, ci mettemmo d'accordo e poco dopo io e i ragazzi stavamo guidando verso casa sua, quanto arrivammo trovai la porta di casa splancata, mi preoccupai e corsi dentro casa, la trovai in camera sua sanguinante", sospira, "La portammo in ospedale subito, le rimasi accanto anche durante tutte le trentadue ore di rianimazione, trentadue ore di sofferenze, trentadue ore in cui avrei preferito esserci io al suo posto. La vidi morire davanti ai miei occhi e mai ho provato tanta tristezza verso una persona morente. Distrussi migliaia di vite dopo la sua morte, tanto che i ragazzi dovettero legarmi per farmi star fermo, poi siamo venuti qui. Da allora non amai più nessuno"
Punta gli occhi nocciola nei miei e non posso non notare la tristezza e la rabbia che li colmano, è un ragazzo che da quando è qui non fa altro che soffrire, e mi dispiace vederlo così, vorrei tanto far qualcosa per aiutarlo, ma non saprei davvero cosa.
"Non sei costretto a non provare più ad innamorarti Brian, troverai quella giusta e potrai rompere questa maledizione che ti tiene qui", provo a incoraggiarlo.
"No Angel, lei era la mia Evangeline, mi è stata strappata via. Il mio amore è stato punito anni fa. E ora vai a dormire, è tardi"
Senza aggiungere altro mi fa alzare e mi accompagna fino alla porta per poi chiuderla alle mie spalle, percorro il breve tratto di corridoio e proprio quando sto per entrare in camera mia la porta della camera di Jimmy si apre, il ragazzo con indosso il pantalone di una tuta e a torso nudo mi guarda curioso strofinandosi un occhio assonnato.
"Ancora sveglia?", mi chiede trattenendo uno sbadiglio.
"Posso dormire con te?", chiedo tranquilla e sicura.
"Vieni bimba", mi tende una mano che accetto volentieri.


SPAZIO AUTRICE
Riusciremo ad avere capitoli più lunghi e decenti lo giuro, mi sidpiace ma la scuola mi sta rubando tutto il tempo che ho e se non è la scuola sono gli stage, preciso che i fatti e i personaggi narrati non mi appartengono ed è tutto frutto della mia fantasia, che delle volte mi gioca degli scherzetti da manicomio. La canzone che canta Brian è "Right here in my arms" degli H.I.M, e nulla, lasciate una recensione o votate la storia e aggiungetela ai vostri preferiti se vi piace, vi ricordo che se volete contattarmi potete farlo su facebook, mi trovate come Mara Gates.
A presto!


Maraforevergates
 

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Capitolo 18
*** Livin on a prayer ***


Capitolo diciotto - Livin on a prayer


"Ho passato la vita a guardare negli occhi la gente,
è l'unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un'anima"
-José Saramago


JAMES'S POV

Se in questa vita mi avessero detto che avrei passato una notte in bianco per osservare una ragazzina dormire, non ci avrei mai creduto. Eppure è quello che sto facendo, da quando è entrata nella stanza non ho fatto altro che guardarla, lo vista addormentarsi come una bambina, lo vista muoversi nel sonno e ora la vedo mentre si fa piccola piccola al mio fianco.
Non so per quale strano motivo stia facendo tutto questo, sono anni che non mi comportavo più così e la cosa mi fa un po' paura, non sono abituato a tutto questo e devo ammettere che mi manca quello che ero. Sono quasi le due del mattino, sicuramente tra poco mi verranno a chiamare i ragazzi.
Mi giro su un fianco cercando di non svegliare Angel e riesco egreggiamente a non muoverla troppo, siamo a pochi centimetri di distanza eppure la sento così lontana che quasi fa male, ho parlato con Matt e mi ha detto che quando l'ha vista scendere da casa sua con tutte le sue cose aveva un velo di tristezza che le ricopriva gli occhi, ma che cercava in tutti i modi di nascondere, non so altro e non mi sono osato chiedere di più a lei.
Certe cose è meglio scoprirle da soli.
Sento una presa debole sulla mia mano, abbasso lo sguardo e noto che Angel la sta stringendo, ricambio piano la stretta e mi chiedo perchè lo sto facendo, è vero lei è l'unica che potrebbe aiutarci, ma non c'è nessuna certezza. Mi sono avvicinato a lei perchè credo che sia davvero lei la ragazza che anni fa viveva con me e i ragazzi in Paradiso, è difficile da dimenticare, era l'unica a rompere le regole in continuazione, dava del filo da torcere a tutti e posso ricordare più che bene che era l'unica a parlare e a stare in compagnia di Lucifero, è risaputo che prima di diventare il Diavolo era l'angelo più bello del Paradiso, era la stella del mattino e Angel deve aver capito qualcosa nella vita di quell'angelo, a modo suo, deve aver capito qualcosa che noi non riuscivamo a capire.
La porta della camera si apre facendomi tornare alla realtà, non mi muovo dalla mia posizione e continuo a fissare la ragazza anche quando sento una mano sulla spalla coperta dalla coperta.
"Jimmy, svegliati"
"Sono sveglio Brian"
"Andiamo, ti aspettiamo giu"
Senza aggiungere altro scosto le coperte e mi alzo notando di sfuggita lo sguardo del mio migliore amico posarsi sulla figura ancora a letto, facendo finta di nulla prendo i miei vestiti e mi avvicino al bagno che comunica con la mia camera e prima di entrarvi vedo Brian sorridere e lasciare una carezza ai capelli di Angel, per poi uscire dalla stanza senza vedermi.
Mi preparo in fretta e dopo aver messo le scarpe esco dalla camera socchiudendo la porta e subito noto il mio gatto, seduto proprio davanti a me, mi sposto di lato per lasciargli il via libera lui mi guarda si alza e si struscia sulla mia gamba
"Sta con lei", mi chino di poco per lasciargli una grattatina dietro l'orecchio e subito entra nella camera andando a stendersi sul letto.
Quando scendo in salotto posso notare i ragazzi, tutti e quattro a petto nudo e che aspettavano solo me, Matt e Zacky stanno bevendo del caffè, a giudicare dal profumo, mentre Brian sta già bevendo del Jack Daniel's davanti ad un Johnny decisamente sconvolto.
"Non puoi iniziare a bere già così presto"
"Non rompere nano, mi andava"
"Se iniziate a litigare già adesso vi giuro che non vedrete l'alba"
"Come non detto, Shadz"
"Allora, da dove iniziamo?", chiedo a Matt mentre usciamo di casa
"Direi di iniziare da casa sua, sicuramente troviamo qualcosa"
"Allora andiamo"
In meno di cinque minuti tutti e cinque spalanchiamo le ali, non credo ci sia una sensazione migliore di questa, è come quando ti svegli e stiracchi tutti i muscoli, è quasi un sollievo, bastano un paio di battiti e siamo già a nove metri da terra, voliamo più alti che possiamo per non rischiare di farci vedere e mentre io mi affianco a Matt per poter parlare poco più sotto di noi Brian e Zacky stanno inseguendo Johnny per giocare.
"Non cambieranno mai", borbotta ridacchiando Matt
"Saranno sempre dei bambini, che ci vuoi fare", rido anche io nel vedere Zacky sedersi letteralmente sulla schiena di Brian e tirargli i capelli come se fosse sopra un cavallo.
"Aspetta di vedere come si incazza Brian, e poi...", Matt non riesce a finire in tempo la frase che sentiamo un imprecazione arrivare proprio da Gates.
"Cristo Vengeance! Scendi!"
"Avanti cavallo più veloce!"
"Te lo faccio vedere io il cavallo", e senza avvertire Zacky, Brian fa una ruota quasi perfetta all'indietro facendo cadere Zacky dalla sua schiena che inizia a ridere come un matto.
"Avanti, smettetela di fare i bambini, siamo quasi arrivati"


Riusciamo ad entrare nell'appartamento di Angel senza troppi problemi, la casa è fredda e buia, accendiamo solamente la luce del salotto e ci dividiamo in due gruppi, io, Matt e Brian controlliamo la sala mentre Zacky e Johnny la camera della ragazza.
Chiunque sia entrato qui dentro è stato attento a tutto, non c'è nulla di rotto e non c'è nulla fuori posto, dopo una decina di minuti a cercare trovo un bigliettino per terra vicino al cestino della spazzatura, mi avvicino e lo apro cercando di non strapparlo ulteriormente.
"Ragazzi"
"Ehy, hai trovato qualcosa?"
Mostro il foglietto ai miei amici e subito cambiano espressione.
"Non la lascieranno mai stare", sussurra Zacky
"Ecco perchè era così bianca quando è scesa", afferma Matt rileggendo il foglietto.
"Una cosa è sicura, dobbiamo tenerla al sicuro, se la trovano, dovremo ricominciare tutto da capo"
"Che vuoi fare, Jimmy?"
"Ancora non lo so, mi sono informato su quelle persone, hanno conoscienze ovunque, sicuramente la troveranno, è questione di giorni", dico andando a sedermi sul divano e portando i gomiti sulle ginocchia e le mani incrociate davanti alla bocca.
"Non possiamo cambiare casa ogni due giorni, dobbiamo tenerla nascosta, basterà nasconderla e limitarla a uscire una o due ore al giorno"
"Gates, si parla di una persona non di un animale"
"Credi che non lo sappia Johnny?"
"Questa storia sembra non avere una fine...", sbuffo.
Vedo Matt sedersi vicino a me e darmi una pacca sulla spalla, mi volto e lo vedo sorridere tranquillo e sereno.
"Cosa credi che succederebbe se la trovassero?", mi chiede il castano
"Sicuramente le faranno vivere l'Inferno...di nuovo", scuoto poco la testa provando ad immaginarmi la scena, "A malapena lo ha sopportato una volta, credo che una seconda la distruggerà"
"Concordo, bèh, allora direi che non dobbiamo più lasciarla sola."
"Si, ma è meglio non farle capire nulla, comportiamoci normalmente e se vuole uscire almeno uno di noi deve andare con lei", mi alzo dal divano e mi avvicino alla finestra, "Non so te Brian, ma io sto morendo di fame"
Come se avessi detto ad un bambino che oggi è Natale, vedo un ghigno dipingersi sul viso del chitarrista che prontamente mi si avvicina.
"Cazzo amico, adoro sentirtelo dire", ghigna affiancandomi.
"Vengo con voi, sia mai che fate qualche casino di troppo", ci informa Matt
"Ok, allora io e JC vi aspettiamo a casa, non fate troppi danni voi due"
"Tranquillo Zee".
Ridendo come un bambino Brian apre la finestra e si tuffa fuori da essa, io faccio un salto all'indietro per poi ritrovarmi anch'io fuori e Matt si limita a saltare giu dal cornicione, salutiamo gli altri due e iniziamo a volare verso la periferia della città.












***










ANGEL'S POV

Al mio risveglio noto di essere nella camera di Jimmy, ma lui non c'è, al suo posto Sirius è raggomitolato su se stesso, ronfa tranquillo mentre io mi metto seduta sul letto, mi guardo intorno e la stanza è debolmente illuminata, mi passo una mano tra i capelli con tranquillità prima di stendere le braccia in alto e inarcare la schiena, che scrocchia rubandomi un sospiro.
Mi alzo dal letto e mi avvicino al bagno della camera, poco mi interessa di essere nella camera e nel bagno di James e fare come se fosse mio, apro l'acqua dell'enorme vasca da bagno e la lascio riempire e riscaldare, mi spoglio rabbrividendo per l'aria fredda e mi guardo allo specchio, notando un sorrisetto malato e naturale, mi giro dando la schiena allo specchio e noto due graffi appena visibili all'altezza delle scapole, passo una mano con curiosità ma non riesco a percepire nulla al tatto. Mi immergo nella vasca e l'acqua mi arriva quasi a metà collo, mi porto le ginocchia al petto e appoggio la fronte su di esse, ripenso al bigliettino che trovai a casa ieri, e un'idea malsana mi attraversa la mente, volgo il mio sguardo al lavandino, sopra di esso c'è un rasoio, probabilmente usato quotidianamente da Jimmy.
Se sparisco per sempre sarà un punto a favore per tutti
Mi volto nuovamente e fisso l'acqua piena di schiuma.
Non ho mai provato nulla del genere...c'è sempre una prima volta, no?
Eppure qualcosa mi dice che non dovrei...
Scaccio i pensieri dalla mia mente immergendomi del tutto sott'acqua, sento tutto ovattato come se fossi in una bolla.
Un bruciore inizia a farsi sentire sulla schiena.


"No! Fermati! Lasciala stare!"


Sento i battiti del cuore aumentare senza saperne il motivo, continuo a trattenere il fiato ed è come se non avessi più bisogno di respirare.


"Angel scappa!"
"No, non voglio lasciarvi!"
"Vattene via! Corri, non preoccuparti per noi!"


Sento un forte dolore al braccio destro seguito da un calore innaturale.
Apro gli occhi rimanendo in apnea e vedo distintamente del sangue fuoriuscire da una ferita profonda che parte dal gomito e arriva al polso.

"Fermati cazzo! Prendi me ma lasciala stare! Non c'entra nulla!
"La colpa è solo vostra che avete osato tradirmi così, per cosa? Per un capriccio. Pagherete questo affronto"


Mi tiro a sedere di scatto e respirando a pieni polmoni, abbasso lo sguardo sul mio braccio dove ora non vi è nessuna ferita, nè un graffio nè una goccia di sangue, tremando mi alzo e mi avvolgo nell'accappatoio di James che ha il suo inconfondibile profumo, ritorno in camera continuando a tremare come una foglia e inizio ad asciugarmi, esco dalla camera per poi entrare nella mia, abbandono l'accappatoio sul letto e mi volto verso l'armadio, prendo l'intimo in pizzo nero, seguito da un paio di pantaloni in pelle strappati sulle ginocchia, una maglia nera aderente e con lo scollo a V che presenta degli schizzi rossi come se fosse sangue e sul fianco un teschio che sembra stia evaporando, indosso anche gli anfibi neri e dopo di che mi avvio al bagno per asciugare i capelli, anche questa volta li lascio ricadere liberi sulle spalle e subito dopo prendo l'eye-liner, tracciando una linea perfetta e aggiungendo del ombretto rosso sangue, contorno il tutto con del rossetto nero e torno in camera, indosso i miei guanti in pelle tipici da motociclista, una collana con un piccolo pipistrello e un'orecchino con un pendente a teschio, l'industrial che ho all'orecchio destro è sempre al suo posto e decido di lasciarlo così, per ultima cosa lego intorno alla vita una cintura borchiata.
Esco dalla camera e scendo le scale fin ad arrivare nel salotto dove trovo Johnny e Zacky che parlano tranquillamente tra di loro.
"Angel! B-ben...svegliata"
"Christ chiudi la bocca che ti entrano le mosche", ridacchio per poi avvicinarmi alla credenza degli alcolici, apro le ante e inizio a studiare i cinque ripiani stracolmi di alcolici e superalcolici, decido di andare sul classico prendendo la bottiglia piena di Jack.
"Ehm, che stai facendo?"
"Nulla di particolare Zacky", rispondo facendo finta di nulla e richiudendo le ante del mobile, mi volto e arrivo in cucina dove apro la bottiglia e prendo un bicchiere adatto, lo riempio con del ghiaccio che recupero dal dispenser del frigorifero e sento i due ragazzi entrare in cucina.
"Hai preso la bottiglia di Brian, non credi che faresti bene a posarla?", mi chiede quasi tremando Johnny
"E tu non credi che sia meglio se stai zitto", evviva la simpatia.
"Angel che ti prende?"
"Nulla di nulla Vee, sono solo in vena di farmi qualche bicchiere", mi volto, nella mano destra il bicchiere mezzo pieno e nella sinistra la bottiglia, esco dalla cucina con lo sguardo dei ragazzi puntato addosso.
"Se mi cercate, mi trovate in garage, ma ve lo dico, voglio stare da sola"
"Ma...", non faccio finire la frase a Zacky che mi giro e lo fulmino con lo sguardo, i due ragazzi capiscono la situazione e io me ne vado nel garage con in mente un paio di cosette.








JAMES'S POV

"Cazzo ora si che sto una meraviglia", sospira Brian sdraiandosi su una roccia a pancia in su, siamo ai piedi di una scogliera e il rumore delle onde e il profumo della salsedine è come un digestivo per i sensi in questo momento, attorno a noi giacciono sei corpi immobili.
"Se vi dico che fate schifo non vi offendete, vero?"
"Nessun offesa Matt", affermo sdraiandomi vicino a Brian e lasciando un braccio a penzoloni arrivando a sfiorare l'acqua
"Ma fate sempre così?"
"No, delle volte è anche peggio", a queste parole Matt sbianca e sgrana gli occhi fissandoci in un modo a dir poco sconvolto.
"Spero stiate scherzando"
"Terribilmente seri amico, cazzo pagherei per risentire quelle urla", mugugna Brian passandosi il dorso della mano sulla bocca e notando che è ancora sporco di sangue.
"Direi che mi butto in acqua", aggiunge il chitarrista alzandosi in piedi e allargando le braccia e le ali.
"Ed ora possiamo osservare come un raro esemplare di Brian Idioterum Haner si appresti a fare un tuffo acrobatico, speriamo non sbatta quella sua testa bacata sulla roccia", faccio la telecronaca facendo scoppiare a ridere Matt.
"Fottiti Rev, venti dollari che non sapresti fare di meglio"
"Affare fatto Gates, Matt farai da giudice!"
"D'accordo, vai Gates"
Senza farselo ripetere Brian si mette sul bordo della roccia, allarga le braccia e le ali più di prima, flette un paio di volte le gambe e con un battito d'ali salta per tre metri d'altezza, fa un paio di capriole, si avvolge nelle proprie ali e tocca l'acqua quasi senza schizzare, dopo pochi secondi torna in superficie con un salto e appena è del tutto fuori dall'acqua inizia a battere le ali fino ad arrivare a toccare l'acqua con i piedi e facendo finta di camminare sull'acqua, si porta le mani sui fianchi e mi guarda con superiorità.
"Ti sfido a far di meglio vecchietto"
"Ehy, solo perchè sono nato prima di te di soli venti minuti non vuol dire che sia un vecchietto"
"Si invece", si china e mima un vecchio a passeggio "Ah, la mia schiena, dannati giovincielli che mi rovinano i nani da giardino", dice con la voce simile a quella di un vecchio morente.
"Zitto Haner, guardati, hai ancora il latte sulle labbra", lo prendo in giro alzandomi e mettendomi dove poco prima c'era lui, "Potrei batterti anche senza usare le braccia"
"Vediamo allora"
Tengo le braccia lungo i fianchi, batto una sola e potente volta le ali, arrivo a cinque metri di altezza faccio una capriola per poi iniziare a girare su me stesso e scendere in picchiata, ha un pelo dall'acqua mi blocco


I'm so tired being here (Sono così stanca di stare qui)
Suppresed by all my childish fears (Travolta da tutte le mie paure infantili)
And if you have to leave (E se te ne devi andare)
I wish that you would just leave (Vorrei che te ne andassi e basta)
Because your presence still lingers here (Perchè la tua presenza ancora si attarda qui)
And it won't leave me alone (E non mi lascia in pace)



"Ehy James, che fai? Perchè ti sei fermato?"
Torno in posizione eretta e mi guardo intorno spaesato, con gli occhi sbarrati e il respiro mozzato.
Che succede?
"Jimmy, amico che ti prende?"
"Matt...dobbiamo, andare a casa"
"Ma che ti prende? Stai male?"
"No io sto bene, andiamo e basta, veloci"
"Jam..."
"Muovetevi!"
Batto le ali più forte che posso e arrivo a più di quaranta metri da terra, non so cosa sta succedendo, ma sento che qualcosa non va, volo veloce, più veloce che posso mentre alle mie spalle sento i miei due migliori amici chiamarmi a gran voce preghandomi di andare più piano.


These wounds won't seem to heal (Queste ferite sembrano non guarire)
This pain is just too real (Questo dolore è troppo reale)
There's just too much that time cannot erase (Ci sono troppe cose che il tempo non può cancellare)



No, no, no.
Sento la voce di Angel come se fosse qui accanto a me, solo una volta era successo e quello che ne è seguito è stato orribile, è stato il giorno in cui ci hanno separati, non ho più pensato a questo piccolo dettaglio, è come un sesto senso, un grande sesto senso.
"Sto arrivando piccola", sussurro più al vento che a me stesso.
"James! Porca puttana vai più piano!"
Non do ascolto alle parole di Brian e aumento ancora di più la velocità.
Ci sono quasi.

When you cried I'd wipe away all of your tears (Quando piangevi asciugavo tutte le tue lacrime)
When you'd scream I'd fight away all of your fears (Quando urlavi cacciavo via tutte le tue paure)
And I've held your hand throung all of these years (E ti ho tenuto per mano per tutti questi anni)
But you still have all of me (Ma tu hai ancora tutta me stessa
)


Arrivo a casa e spalanco la porta d'ingresso facendo sobbalzare Zacky e Johnny che si girano allarmati
"Jimmy, che succede?"
"Dov'è Angel?!"
"In garage, ha detto che voleva stare da sola"
"E voi l'avete lasciata da sola!?"
Senza aggiungere altro corro verso il garage sentendo anche il suono del pianoforte che accompagna la voce della ragazza, man mano che percorro il corridoio sento anche le voci di Matt e Brian che spiagano la situazione a Zacky e Johnny, arrivo davanti alla porta e la spalanco.
La musica cessa e la figura di Angel dietro al pianoforte fa capolino, alza lo sguardo contro il mio senza dire nulla.
"Angel..."
"James Sullivan, quale onore averti qui, piaciuta la canzone?", chiede con voce fredda e distaccata mentre si alza e fa qualche passo incerto verso di me, con la coda dell'occhio noto una bottiglia di Jack vuota sul pavimento, sospiro.
"Vorresti distruggermi anche tu? Non ti sembra allettante come proposta?"
"Angel, sei ubriaca"
"Non sono ubriaca! Perchè tutti non fate altro che sviare i miei discorsi", siamo a pochi centimetri di distanza e posso notare le pupille dilatate e gli occhi leggermente lucidi a causa dell'alcol.
"Vieni, ti porto in camera"
"Se vuoi scopare possiamo anche farlo qui, che bisogno c'è di una camera?"
"Non voglio scopare voglio farti dormire", sbuffa e mi tira un debole pugno sul petto.
"Non mi trovi più carina?"
Cazzo.
James mantieni la calma.
Ragiona, va tutto alla grande.




   SPAZIO AUTRICE
Vado super di corsa ragazzi, a voi la parola!

Maraforevergates

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Capitolo 19
*** Save me ***


Capitolo diciannove - Save me


"L'amore è uno svantaggio pericoloso" -Sherlock



JAMES'S POV

"Non mi trovi più carina?"
Angel non fa altro che fissarmi con quegli occhi troppo scuri e troppo profondi per essere normali, con le pupille dilatate sembrano ancora più profondi, ancora più cupi, si avvicina ancora di un passo annullando praticamente le distanze, mi guarda dal basso e un sorrisetto malato le imperla il viso.
Deglutisco a vuoto cercando di distogliere lo sguardo dal suo ma non ci riesco, mi sento drogato da questi occhi tormentati.
"Perchè non mi rispondi?", mi chiede con voce languida e biascicata.
"Sei ubriaca, Angel, non sai quello che dici", ripeto alla ragazza bloccandole una mano poco prima che si posasse sul mio petto.
"Sono abbastanza sobria da voler una risposta"
Sospiro e senza aggiungere altro cerco di prenderla in braccio ma appena la blocco inizia ad urlare e a dimenarsi, rischiamo di cadere più volte fin quando non riesce a tirarmi uno schiaffo in piena guancia, mi guarda arrabbiata e con il respiro accellerato e continua ad urlarmi parole a caso, tanto che le sue urla attirano anche gli altri.
"Ehy Jimmy, vuoi una mano?", ghigna Brian facendo capolino dalla porta, lo guardo in cagnesco mentre Angel, come lo vede, si zittisce e punta il suo sguardo sulla figura del mio migliore amico.
"Synyster Gates, hai finito di uccidere?", domanda sicura di quello che dice.
"Vuoi essere la prossima?"
"Accomodati, ho sentito dire che hai una certa reputazione con le ragazze, potresti sempre aggiungermi alla lista...", ghigna malefica socchiudendo gli occhi in uno sguardo glaciale, "...oh, dimenticavo, non lo faresti mai. Non con me"
"Cosa te lo fa pensare?", chiede Brian visibilmente confuso dalle sue parole.
"Semplice, io le assomiglio, è per questo che non mi faresti mai del male. Io assomiglio alla tua Evangeline, non è così tesoro?"
In meno di un secondo vedo lo sguardo di Brian cambiare, da divertito e confuso diventa improvvisamente afflitto e quasi colpevole, si piega di poco su se stesso come se fosse stato colpito allo stomaco e mi lancia uno sguardo omicida.
"James, portala via, o la uccido"
"Brian è ubriaca, credi davvero che lo pensi sul serio?"
"Non mi interessa, non la voglio più vedere"
"Syn, avanti vieni via", Matt si avvicina al più giovane e gli prende un braccio tirandolo con poca forza e senza troppe difficoltà, escono dal garage e sicuramente saranno diretti in salotto.
"Zacky, potresti aprire l'acqua della doccia in camera mia?"
"Si amico, ci metto due secondi"
"Grazie, Johnny stai con Matt, se quello impazzisce sarebbe in grado di distruggere tutta Huntington Beach"
"Non preoccuparti, pensa a lei", mi indica la ragazza, ora sdraiata per terra con gli occhi chiusi mentre continua a cantare un motivetto appena inventato.
Sospiro e mi avvicino a lei per prenderla in braccio, questa volta senza troppi giri di parole riesco a farla alzare in piedi fin quando non prende lei l'iniziativa e mi salta in braccio, mi stringe le gambe intorno ai fianchi e le braccia intorno al collo per poi posare la guancia sulla mia spalla, tipica posizione di un bambino.
"Dove andiamo?"
"A farti fare una doccia"
"Maniaco"
"Ti voglio solo aiutare, e poi ti ricordo che fino a dieci minuti fa eri tu che mi volevi nel tuo letto"
"Si...certo...", la voce è sempre più bassa ed è seguita da uno sbadiglio.
"Angel? Non dormire"
"Non sto dormendo, mi sto rilassando", a queste parole segue una stretta più forte delle gambe, con un colpo di reni la posiziono meglio per poi iniziare a salire le scale. Arrivati al corridoio incrocio Zacky mentre sta per scendere e tornare dagli altri, mi ferma giusto per il tempo di lasciare un bacio tra i capelli di Angel e per dirmi di capirla, anche se al momento mi risulta difficile, entriamo nel bagno e la faccio scendere assicurandomi che riesca a mantenere l'equilibrio, dopo esserne sicuro le tolgo la cintura dalla vita e le prendo i lembi della maglietta in modo da toglierla.
"Ma che fai?! Maniaco che non sei altro! Levami le mani di dosso!"
"Sta ferma, cazzo, voglio aiutarti, siamo in pieno inverno e se ti fai la doccia vestita rischi di ammalarti!"
Dopo parecchie altre urlate riesco a farla star ferma, le tolgo la maglia, seguita dagli anfibi e dai pantaloni, la lascio in intimo e la riprendo in braccio per farla sedere dentro la vasca, prendo il manico della doccia da dove esce dell'acqua calda al punto giusto e inizio a passargliela sulla schiena, mi soffermo per un po' sui tatuaggi che le rivestono gentilmente dei punti di pelle, le ali sulla schiena quella sinistra è l'ala di un angelo, piumata, bianca e ben disegnata come se fosse vera, l'ala destra è quella di un demone, sempre piumata ma a differenza dell'altra è nera e sembra bruciata, passo una mano sul contorno del tutuaggio e all'altezza delle scapole riesco a notare due piccoli graffi tendenti al rosso, per un attimo un'idea mi colpisce la mente ma la scaccio quasi subito, porto la mano destra sulla fronte di Angel e le faccio reclinare il capo all'indietro per poi passare l'acqua sui capelli, noto altri tatuaggi, il numero sette in romano dietro l'orecchio sinistro, la piccola frase 'forever' all'altezza del cuore, una rondine irlandese sull'avambraccio destro.
"Jimmy..."
"Mh?"
"S-scusa...non ...non volevo", porta le ginocchia al petto e ci affonda il viso chiudendosi a riccio.
"Non dovevi bere così tanto"
"Tu sei l'ultimo che può farmi la ramanzina sull'argomento"
"Proprio perchè sono il primo a farlo te lo sto dicendo, smettila di affogare i tuoi rimpianti nel fondo di una bottiglia, hai rischiato di morire tre volte in una sola serata", ammetto per sdrammatizzare un po'.
"Come?", mi chiede alzando la testa per guardarmi.
"Hai finito la scorta di Jack Daniel's di Brian, mi hai tirato uno schiaffo e hai parlato a Brian di Evangeline...a proposito, come la conosci?"
"Me ne ha parlato Brian", sospira, "Cazzo, che cosa ho fatto"
"Oramai lo hai fatto, inutile piangerci sopra, perchè hai bevuto così tanto?", deglutisce e abbassa lo sguardo colpevole.
"Ho...ricevuto una lettera", non la interrompo deciso a farla parlare e per mia fortuna dopo poco ricomincia a parlare senza che io le chieda nulla.
"Una lettera dalla mia famiglia...da mia madre, Jimmy mi ha detto che mi troverà, mi sta cercando, lei, papà e Derek, li conosco e non si daranno pace finchè non mi troveranno, ho paura di quello che può succedere e non voglio rivederli...", due lacrime le solcano il viso, "M-mi hanno rinchiuso in un ospedale psichiatrico per tre mesi perchè c-credevano che io fossi pazza...io non lo sono mai stata, mi hanno torturato in quel posto James, mi hanno picchiato, mi drogavano e mi sottoponevano all'elettro-shock, non voglio che riaccada. Ho paura, cazzo, ho un'innata paura!"
Spinto da un senso di protezione mi avvicino in fretta e la abbraccio, si stringe a me come dopo un incubo e inizia a singhiozzare a dirotto, mi si stringe il cuore a vederla così...o almeno metaforicamente. La lascio sfogare fin quando, stremata, non si addormenta addosso a me.

"Non lascierò che ti sfiorino nemmeno con un dito piccola, finchè ci sarò io non ti faranno del male", le sussurro accarezzandole il viso, la copro meglio e mi alzo dal letto per poi uscire dalla camera e raggiungere i ragazzi.
"Dorme?", mi chiede premuroso Zacky.
"Si. Brian..."
"Sto bene, Jimmy"
"Sicuro?"
"Ti ho detto che sto bene", risponde incrinando di poco la voce e mandando giu un grande sorso di birra.
"Lo ha fatto per la lettera", dico ai ragazzi che subito dopo mi guardano con uno sguardo rassicurativo.
"Lo immaginavamo"
"E' più sensibile di quanto credessi, quei mesi l'hanno distrutta e ora ha paura che risucceda"
"Come pensi che..."
Le parole di Johnny vengono fermate dal campanello di casa, guardiamo velocemente l'ora e ci rendiamo conto che sono le undici di sera, chi mai va in giro a quest'ora? In questo quartiere poi.
Matt e io ci alziamo dai divani e il mio amico si avvicina per primo alla porta, appena la apre davanti a noi si presenta una figura.
Una donna, di mezza altezza e sulla cinquantina, i capelli lunghi fino alle spalle sono biondi, sicuramente tinti, il viso spigolso privo di rughe, le labbra contornate da un rossetto rosso sangue, gli occhi verdi freddi e distaccati, un abito semplice di un rosa pallido che arriva al ginocchio e un pellicciotto bianco ricoprono il corpo della donna, le scarpe in tinta col vestito presentano dei tacchi decisamente alti.
"Desidera?", parla Matt che al momento sembra essere l'unico con ancora il cervello attivo.
"E' qui che si trova la signorina Angel Williams?", chiede la donna con voce altezzosa e viscida.
"Chi la cerca?"
"Oh, che domande giovanotto, sono sua madre", sorride perfida e io mi sento montare la rabbia.
"Credo ci sia un'equivoco signora Williams, noi non conosciamo nessuna ragazza che risponda al nome di Angel", tutta questa formalità di Matt a volte mi sorprende.
"Mh, che strano, eppure mi hanno detto che si trovava qui, oh bèh, non mi invitate ad entrare giovanotti? Ho fatto molta strada per venire qui", prova ad entrare e al che non posso far altro che fare un passo avanti affiancando Matt.
"Non credo che ci tenga a vedere tre ragazzi che girano per casa nudi, sa, alla sua età sarebbe sconcertante, mi creda non sa cosa si nasconde dietro questa porta".
James, davvero? Una migliore la potevi anche inventare
"Eppure io vedo solo voi due, e siete perfettamente vestiti", prova ancora la donna cercando in tutti i modi di entrare in casa, fin quando una voce acuta non ci arriva alle spalle.
"Amore! Dove ti sei nascosto, cucciolo!?", io e Matt ci lasciamo uno sguardo preoccupato cercando di non farlo vedere alla signora Williams, subito dopo un braccio mi circonda le spalle, mi volto e vedo Brian, i capelli completamente stravolti con un braccio intorno alle mie spalle e uno intorno a quelle di Matt, fin qui nulla di troppo strano, apparte...
"Per l'amor del cielo che sconceria!", urla la signora piazzandosi una mano davanti agli occhi.
Si, questo idiota è nudo come mamma l'ha fatto e per di più ha un ghigno strafottente in faccia, in altre occasioni potrei prenderlo a mazzate, ma se è qui è perchè mi ha sentito e sicurmente ha capito che serviva un diversivo per far andare via questa donna, non possiamo rischiare che entri in casa e veda Angel, non possiamo proprio.
"Oh, amore chi è questa donna, uffa e noi che vi stavamo aspettando di sopra", continua a parlare con una vocetta irritante da checca isterica e non fa altro che cercare di stare in bella mostra davanti alla donna.
"Cos'è, per caso la signora vuole unirsi a noi?"
"Razza di decerebrato! Come ti permetti!", gira sui tacchi e inizia ad allontanarsi, "Maniaci che non siete altro! E per quelli come voi che la società sta andando in rovina!", continua a borbottare prima di salire in macchina.
Ci chiudiamo la porta di casa alle spalle e subito dopo le risate di Johnny e Zacky inondano il salotto mentre io e Matt ci lanciamo degli sguardi disperati.
"E' stato un gioco da ragazzi", pavoneggia Brian tornando a recuperare la sua birra.
"Gates, non hai davvero l'idea di cosa significhi la parola 'pudore', dio"
"Oh Matt smettila, lo sappiamo che qui il più grande ce l'hai tu, ma non c'è bisogno di farcelo pesare", sghignazza facendo aumetare le risate ai due idioti che stanno addirittura sprofondando nel divano.
"Io ti avverto, avvicinati di nuovo a me mentre sei in questo stato, e ti giuro Brian che ti ritrovi senza palle e con una bacchetta su per il culo", lo minaccio schiaffeggiandolo sulla nuca.
"Mi dovresti solo ringraziare, almeno lo fatta andar via!"
E in effetti ha ragione, lo fisso e dopo due secondi ci uniamo alle risate di Zacky e Johnny.






SPAZIO AUTRICE
Lo so, è cortino, ma ho poco tempo. Lo so, mi ripeto ma è davvero così ..mi farò perdonare lo giuro.
Allora, in questo capitolo si può dire che si finisce con un po' di risate? Si vero??? Mi sembrava brutto fare il terzo capitolo deprimente di prima e sinceramente non sapevo cosa inventarmi come primo incontro tra la madre di Angel e i ragazzi...quindi questo è quello che ne è uscito!
Spero vi sia piaciuto e spero che mi lascierete una recensione (sapete che le adoro)
Se volete contattarmi mi trovate su Facebook come Mara Gates, e se volete seguire la storia anche da cellulare la trovate su Wattpad, dove mi trovate come Heaven6661.
Un bacio dalla vostra...


Maraforevergates

     

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Capitolo 20
*** Show must go on ***


Capitolo venti - Show must go on


"Avrei dovuto conoscerti meglio piuttosto
che ingannare un'amica e sprecare un'opportunità
che mi è stata offerta
" -Seether (Careless Whisper)



Al mio risveglio mi ritrovo solo con un gran mal di testa, l'ultima cosa che ricordo è di essermi seduta al pianoforte e aver iniziato a suonare, non so cosa stavo suonando e non avrei mai immaginato che sarei riuscita a farlo dopo che mi ero ripromessa di non toccare più nessuno strumento. A quanto pare la musica ha avuto la meglio anche questa volta su una ragazza dal cuore distrutto.
Mi guardo intorno e la fioca luce del giorno illumina la metà della mia stanza, scosto malamente le coperte sentendo il bisogno di sgranchirmi le ossa, mi tiro su piano per evitare giramenti di testa inaspettati e quando poggio i piedi a terra rabbrividisco per il freddo, abbasso lo sguardo notando che sono in intimo.
Ma quando li ho tolti i vestiti?
Devo davvero aver bevuto parecchio per non ricordarmi assolutamente nulla, a passo incerto mi dirigo verso l'armadio per recuperare una felpa pesante e un paio di pantaloni neri, dopo di che mi avvio in bagno e appena vedo la mia immagine riflessa sullo specchio mi verrebbe voglia di sotterrarmi, ho gli occhi rossi e questo mi fa capire che ho pianto.
Ennesima sbronza triste, andiamo bene Angel
I capelli sono arruffati quindi devo averli bagnati, altrimenti sarebbero un minimo più decenti.
Smetto di farmi domande per poi lavarmi il viso e iniziare a domare i capelli che proprio non ne vogliono sapere, indosso velocemente pantaloni e felpa per poi legare i capelli in una coda disordinata sbuffando per non esser riuscita a sistemarli.
Quando arrivo al piano inferiora l'atmosfera non è per niente la solita, nell'aria c'è un profumo buonissimo di cioccolato e un cd inonda il salotto delle parole di 'This Love' dei Pantera, un sorrisetto mi nasce spontaneo alle parole della canzone mentre sento un coro provenire dalla cucina, mi avvicino alla porta ad arco e la scena che mi si presenta davanti è alquanto esilarante: Johnny sta decorando una teglia di biscotti al cioccolato con della panna e della glassa, Zacky sta per sfornare una seconda teglia mentre sculetta bellamente e canta a squarcia gola insieme a Matt, che per il momento è l'unico seduto a tavola mentre sorseggia del caffè e ruba dei biscotti dalla teglia.
"Cos'è tutta quest'allegria?", domando entrando in cucina e trattenendo le risate.
"Buon Natale Angel!", mi urlano Johnny e Zacky per poi buttarmisi addosso, rischiamo di cadere per quanta forza ci hanno messo, mi lascio stringere in questo improvviso abbraccio e ricambio gli auguri anche se, sinceramente, non ho mai festeggiato il Natale e non ne vedo tutta questa importanza. Preferisco non darlo troppo a vedere visto che questi due sembrano letteralmente due bambini al momento.
"Dormito bene?", mi chiede Matt facendomi segno di sedermi.
"Diciamo di si, anche se non mi ricordo molto di ieri sera...", ammetto abbassando lo sguardo imbarazzata.
"Oh, nulla di particolare, vi siete solo dati da fare tu e Brian"
"Cosa!?"
"Calma, calma! Stavo solo scherzando!", ride Matt seguito dagli altri due che data la mia faccia si piegano in due dalle risate, "Tranquilla, non è successo nulla, hai solo rischiato di far saltare su una rissa"
"E questo non lo chiami importante, Matt?", chiedo sconvolta al ragazzo dagli occhi smeraldini che subito si fa un po' più serio.
"Come sai di Evangeline?", mi chiede girandosi la tazza tra le mani.
"Me ne ha parlato Brian, qualche sera fa. Perchè?"
"...nulla", sto per ribattere ma non ne ho il tempo sentendo la porta di casa spalancarsi per poi richiudersi rumorosamente.
"Siamo a casa!", urla Brian dal salotto.
"Ti abbiamo sentito mammut!", urla di rimando Zacky ridacchiando.
Quando fanno la loro entrata in cucina noto i due ragazzi vestiti interamente di nero e con l'espressione di chi ha appena finito di mangiare, non voglio scendere a dettagli così mi limito ad osservare l'aspetto dei due, Brian ha i capelli più lunghi dall'ultima volta che mi sono fermata ad osservarlo, ora gli arrivano alle spalle e sono perfettamente lisci, tenuti da bandana e cappello, mentre gli occhi sono sempre gli stessi, James non è molto diverso, non fosse che ha un colorito più pallido del solito e due occhiaie profonde sotto gli occhi, abbastanza impossibili da non vedere.
"Dove siete stati?"
"Lo vuoi davvero sapere, ragazzina?"
"...non chiamarmi ragazzina, e poi sembra che qui tutti sappiano quello che faccio io mentre io non so assolutamente nulla di voi", ribatto indispettita a Gates.
"Mi pare che tu sappia già fin troppe cose su di me, invece", il tono di voce è tagliente come una lama e lo sguardo è freddo come il ghiaccio.

"Come sai di Evangeline?"
"Me ne ha parlato Brian, qualche sera fa. Perchè?"
"...nulla"


Ecco a cosa si riferiva Matt poco fa. Sicuramente ero troppo ubriaca per pensare a cosa dire e devo aver tirato fuori il nome di Evangeline.
Guardando meglio Brian sembra che abbia capito a cosa sto pensando perchè mi guarda con uno sguardo spento e quasi ferito, abbasso lo sguardo non riuscendo a reggere il suo e il silenzio viene rotto dalla voce fin troppo roca del suo migliore amico.
"Credo che andrò a dormire".
"Adesso? James è quasi ora di pranzo"
Ma il demone non aggiunge altro, semplicemente si volta ed esce dalla cucina, sale le scale a passi pesanti e strascicati e poi il suono dello stereo prende il sopravvento.
"Che cos'ha?", chiede Johnny a Brian mentre continua a decorare biscotti.
"Non lo so, è da quando siamo usciti che sta così, non me ne vuole parlare", sbuffa Brian sedendosi sul tavolo dalla parte opposta di dov'è Johnny.
"Jimmy? Il nostro Jimmy che non ti dice le cose? Ma che succede al mondo!?", chiede Matt questa volta sbarrando quasi gli occhi per la sorpresa.
"Chi lo sa. Non mi ha mai tenuto nascosto nulla, per poco so anche quanti capelli ha in testa, eppure oggi non lo riconoscevo, è come se davanti a me avessi una persona che non conoscevo", ammette il ragazzo addentando un biscotto.
A quanto ho capito non è una situazione normale quella che sta succedendo, e a quanto pare tra Brian e Jimmy non esiste la parola 'privacy', ma credo che sia una cosa normale, no? Conoscere una persona meglio di te stesso, conoscerne i segreti, le paure...ammesso che loro le abbiano, conoscere l'anima di una persona che, in questo caso, è il tuo migliore amico.
Curiosa mi alzo dal mio posto e mi avvio verso le scale, voglio sapere cosa turba Rev e lo scoprirò, salgo veloce le scale e percorro il corridoio fino ad arrivare alla porta chiusa della sua stanza, busso piano un paio di volte e dopo venti secondi sento un mugolio provenire dall'interno, lo prendo come un invito ad entrare e apro la porta, la camera è illuminata quanto la mia e la figura di Jimmy a letto è coperta da delle coperte abbastanza spesse, entro nella camera e mi chiudo la porta alle spalle, mi avvicino silenziosa al letto e mi siedo sul bordo del materasso notando che Jimmy ha gli occhi chiusi e le coperte strette fino al mento, ogni tanto è scosso da brividi e il labbro inferiore trema appena.
"Jimmy?"
"Mh..."
Poggio una mano sulla fronte del ragazzo riscoprendola bollente e capisco subito tutto.
"Scotti, ti sei preso la febbre"
"No...non ho la febbre...", biascica a voce bassa stringendosi su se stesso.
"Invece si, così impari a uscire in maniche corte in pieno dicembre", sospiro, "Resta qui, vado a prenderti un panno bagnato".
Quando torno in camera con il panno bagnato d'acqua fresca vedo Jimmy dormire come un bambino, ha smesso di tremare ma è ancora pallido e bollente, gli lascio il panno sulla fronte e subito dopo un sospiro tranquillo tradisce il sonno del ragazzo, sorrido debolmente ed esco dalla camera per poter raggiungere gli altri.
"Dorme davvero?"
"Zacky, come fai a sapere che ero da lui?"
"Oh andiamo, è palese, allora, si è davvero messo a dormire?"
"Si, ha la febbre mi pare normale che..."
"Cos'ha?!"
"La febbre ma.."
"Impossibile"
Mi volto verso Brian che mi guarda con le braccia incrociate davanti al petto e con uno sguardo confuso.
"Il tuo migliore amico scotta, si è preso una cosa chiamata febbre, mai sentita nominare?"
"Fai poco la sapientona, Angel, noi non ci ammaliamo"
"Oh si certo, vuoi farmi credere che solo perchè siete grandi e forti non vi siete mai ammalati?"
"No Angel, Brian ha ragione. Noi non possiamo ammalarci, non siamo veri e propri umani e per questo il nostro corpo è immune a malattie come la febbre", mi spiega Matt con fare calmo da vero e proprio capo squadra.
"Ma...allora perchè..."
Non finisco la frase che Brian si è già fiondato su per le scale, io e i ragazzi lo seguiamo a ruota e in poco tempo siamo tutti in camera di James, Brian è inginocchiato vicino al letto e Jimmy si è girato, ora è su un fianco e sta parlando con Brian, ci avviciniamo per poter sentire cosa si dicono a causa della voce fin troppo bassa del batterista.
"C'è qualcosa che non va...Brian...me lo sento"
"Cosa ti senti?"
"Mi sento terribilmente stanco...ed è come se mi stessero stringendo la testa sotto una pressa"
"Questa non è febbre", dice Brian più rivolto a me che al suo amico.
"Credi che..."
"Non lo so"
"Un anno"
"Si"
Un anno? Un anno per cosa?
"Abbiamo i giorni contati amico, si iniziano a far sentire eh?"
"Ma vaffanculo Haner", ovviamente Brian non perde il senso dell'umorismo e grazie a questo riesce a far ridere di poco Jimmy.
"Dormi un po', se hai bisogno urla".











***











Nel pomeriggio la situazione sembra migliorare, Jimmy è tornato a stare sulle proprie gambe e la cosa ha sorpreso un po' tutti, visto che poco fa era quasi in punto di morte e ora sembra più vivo di prima, in ogni caso ho pregato i ragazzi di farmi uscire, l'aria di casa mi sta dando alla testa e ho un'innato bisogno di aria fresca, hanno insistito perchè Matt mi accompagnasse e infatti ora siamo io e lui mentre ci dirigiamo al pub dove lavoro, o lavoravo?
Il Johnny's non è cambiato di una virgola nell'arco di tempo che non ci sono più venuta e decidiamo di entrare, così che possa fare due saluti e magari ordinare una buona birra da cliente.
"Angel? Sei davvero tu?"
"Alex!", io e la mia amica ci abbracciamo, sono quattro settimane che non ci vediamo più e la mancanza si fa sentire, parliamo del più e del meno e poi si offre di servirci un paio di birre, io e Matt ci sediamo ad un tavolino un po' in disparte e sorseggiamo le nostre birre mentre iniziamo a parlare.
"E quindi ho...ho parlato di Evangeline a Brian ...ieri sera?"
"Si, devo dire che era un po' che non la sentivo nominare, sai, Brian preferisce non parlarne", ammette il ragazzo abbozzando un sorriso, "Ovviamente non posso biasimarlo"
"Già, e tu? Parlami di te", dico sorridendo al ragazzo che mi guarda stupito.
"Cosa vorresti sapere di preciso?"
"Quello che vuoi, la tua vita, il tuo hobby preferito, fai tu"
"Ok, bèh, non c'è troppo da dire. Sono il secondo angelo più importante del Paradiso, custodisco una perla di saggezza invidiabile, ero famoso per la mia calma e il mio autocontrollo, avevo il compito di far sentire le singole persone al sicuro, quando avevano bisogno di conforto o di una figura con cui parlare la notte, io ero lì, ovviamente non potevano vedermi ma io c'ero. Ci sono stato parecchio anche per te, sai? Quando eri una ragazzina e non riuscivi a dormire perchè avevi troppi brutti pensieri per la testa, ti sdraiavi a letto abbracciata al cuscino e iniziavi a parlare, io ero lì ad ascoltarti, non sempre però, diciamo che quello che più ti è stato attaccato è Jimmy", sorride bevendo un sorso dal boccale.
"Jimmy? Sinceramente faccio fatica ad immaginarmelo"
"Non è una cosa che devi immaginare, è una cosa che devi ricordare. Tu lo vedevi Angel, sai che lo vedevi, sai che c'era qualcuno lì con te in tutte quelle sere, la tua mente deve solo mettere a fuoco questo ricordo"
"Comunque, che cosa intendevano prima Brian e Jimmy per 'un anno'?", chiedo arrivando a metà del mio bicchiere.
"Non lo sai? Manca un anno per scontare la loro punizione"
Un pugno allo stomaco avrebbe fatto meno male.
"E...e se non la scontano? Moriranno?", chiedo esitante e con la voce quasi tremante.
"Non lo so", sembra sincero e dallo sguardo che ha posso capire che è preoccupato anche lui, "Sono l'angelo della saggezza eppure non ho una spiegazione a quello che potrebbe succedere", si porta una mano tra i capelli con fare nervoso, "Sono i miei migliori amici, prima di conoscere Johnny e Zacky io ho conosciuto loro, due angeli pazzi e con la vita negli occhi, fin da subito c'è stata sintonia tra di noi, e ora non riuscirei più a separarmi da loro"
"Non avere paura, una soluzione si trova, vi aiuterò a trovarla"
"Non ho paura, temo solo di non riuscire a proteggere la mia famiglia"
Annuisco e abbasso lo sguardo contro il tavolino, mentre sento il ragazzo alzarsi e prendere i due bicchieri ormai vuoti.
"Te ne prendo un'altra?"
"Si, grazie"
Seguo la schiena di Matt finchè non arriva al bancone e chiede ad Alex altre due birre, penso a quanto questi ragazzi si vogliano bene e non posso che invidiarli, dev'essere davvero bello avere la consapevolezza che moriresti per i tuoi migliori amici e sapere che loro farebbero lo stesso per te.
"Posso?"
Alzo lo sguardo e davanti a me vedo un ragazzo, dev'essere sulla trentina, ha i capelli abbastanza corti e neri come la pece pettinati perfettamente all'indietro, gli occhi presentano un colore blu scuro mentre sul viso c'è appena un accenno di barba, indossa giacca e cravatta, un abbigliamento decisamente troppo serio per la sua età e la mano destra regge un bicchierino con del liquore dentro.
"Ehm...tu sei?", chiedo inarcando un sopracciglio.
"Un ragazzo che ti ha vista da sola e ha pensato di avvicinarsi", fa un mezzo sorriso che cela sicuramente un secondo fine.
"Non per essere scortese, ma credo che ti sia fatto un'idea del tutto sbagliata"
"Non credo proprio Angel"
Sbarro gli occhi e mi immobilizzo sul posto.
Come conosce il mio nome?
"I-io..."
"Problemi?", la voce di Matt fa capolino alle spalle del ragazzo e subito si avvicina a me per poter stargli di fronte
"La ragazza è con me, tu saresti?", chiede Matt assottigliando lo sguardo per studiare ogni dettaglio dell'uomo davanti a lui.
"Non ha importanza, ci vediamo piccola. Sanders"
E come è arrivato sparisce, lasciando me e Matt di stucco.
"Matt ma...lo conosci?"
"No"





SPAZIO AUTRICE
Buona sera a tutti lettori! Allora, come sta andando questa storia secondo voi?? Credete già di sapere chi è l'uomo misterioso che hanno incontrato Angel e Matt al pub?? E il conto alla rovescia per i ragazzi a quanto pare può avere il via! Direi che da adesso ne vedranno delle belle!.
Lasciate una recensione, anche piccola, sapete che adoro leggerle!
A presto...


Maraforevergates

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Capitolo 21
*** Danger ***


Capitolo ventuno - Danger


"Il giorno più bello che ho vissuto
è stato quello in cui ho imparato a piangere a comando"
-Kurt Cobain



"Andiamo a casa"
Senza nemmeno darmi il tempo di pensare Matt lascia i due bicchieri perfettamente pieni sul tavolo, mi afferra per un polso e mi trascina per tutto il pub fino all'uscita, nonostante stia cercando di oppormi per poter avere delle scuse plausibili, continuo a pensare all'incontro con quel ragazzo poco fa, mi chiedo ancora come faccia a conoscere me e Matt, ci ha chiamati per nome nonostante io non l'abbia mai visto, a giudicare dalla faccia di Matt anche lui non ne sa più di me, eppure c'è qualcosa che non mi torna e che voglio scoprire.
"Si può sapere chi era quel tizio? E perchè mi hai trascinata via così?", chiedo al ragazzo mentre guida come un pazzo nella speranza di arrivare a casa il prima possibile, gli occhi smeraldini sono puntati sulla strada e ridotti a due fessure, sembra che stia pensando mentre continua a zigzagare tra le macchine e il traffico.
"Non lo so, Angel", mi risponde freddamente e conciso senza guardarmi, rabbrividisco quando mi accorgo che siamo appena passati con il rosso in un incrocio decisamente pericoloso.
"Perchè stai guidando così?! Da cosa stiamo scappando?", chiedo irritata e spaventata.
"Scappando? Credi davvero che stiamo scappando?"
"A giudicare da come guidi, si, stiamo scappando"
"Bella teoria, ma non so darti una risposta"
Non ribatto e in poco tempo la macchina parcheggia davanti alla villa dei ragazzi, scendiamo con altrettanta velocità e Matt, quasi correndo, mi fa entrare in casa, chiude la porta alle sue spalle con violenza e inizia a chiamare i ragazzi, nessuna risposta arriva alle nostre orecchie e l'angelo inizia a perlustrare tutto il piano inferiore.
"Matt, si può sapere perchè ti agiti tanto?", la voce di Jimmy ci arriva dalle scale, mentre sta scendendo gli ultimi gradini con un libro abbastanza spesso in mano e un paio di occhiali da vista calati sugli occhi.
"Ma allora ci siete! Rispondere ogni tanto, no eh?"
"Ti vuoi calmare? Ero in camera mia e gli altri sono usciti per comprare qualcosa, iniziavano a scarseggiare le provviste e Zacky stava impazzendo", spiega molto velocemente il ragazzo avvicinandosi a noi.
"Dobbiamo parlare", dice serio Matt, guarda fisso negli occhi il suo migliore amico e dopo un lungo scambio di sguardi sembra che si siano capiti, iniziano a camminare lungo il corridoio del piano e io non posso far altro che seguirli, arriaviamo davanti ad una porta che non avevo mai notato e il primo ad entrare e Matt, subito dopo Jimmy entra per metà, poi si volta e mi lascia uno sguardo tra il dispiaciuto e l'indecifrabile.
"Tu aspetti qui"
"Cosa? Ma anche io ho il diritto di sapere cosa succede!"
"Prima ne dobbiamo parlare noi, non fare i capricci e fila in camera tua"
"Mi hai preso per una bambina?"
"Certo che no, ti sto solo dando un consiglio. Tra poco dovrebbero arrivare anche gli altri", sbuffo con sonorità vedendo la porta della stanza chiudersi davanti a me.
Senza avere troppa scelta decido di andare in cucina e prepararmi del tè caldo, in attesa di saperne qualcosa in più.










JAMES'S POV

"Allora, si può sapere cosa succede?", chiedo a Matt vedendolo fare su e giu per lo studio in modo nervoso, era un po' che non lo vedevo così.
"Eravamo al pub, Angel voleva incontrare la sua amica e lo accompagnata, tutto stava filando liscio fin quando mi sono allontanato, il tempo di prendere due bicchieri pieni e c'era un ragazzo di fronte a lei, stavano parlando non so di cosa ma quel tizio insisteva per sedersi con lei..."
"Arriva al dunque Shadows, non mi interessano i particolari"
"Mi sono messo in mezzo e quando ho visto quel tizio negli occhi ho avuto la strana impressione di averlo già visto...", ammette infine Matt guardandomi con preoccupazione.
"Non mi sembra una tragedia, sarà stato qualcuno che abbiamo già incontrato"
"Non in questo posto, Jimmy"
Sbarro gli occhi per la sorpresa di queste parole e mi sento un brivido freddo lungo la schiena.
"Sei sicuro? Intendi...davvero lui?", chiedo dubbioso.
"Conosceva il mio nome Jimmy, e anche quello di Angel"
"Descrivilo"
"Alto un po' meno di te, capelli neri corti perfettamente laccati, occhi blu, un piccolo accenno di barba, giacca e cravatta", mi guarda come se avesse davanti il tizio che mi sta descrivendo e poi nega con un cenno del capo, "Non so il suo nome, ne tantomeno lo sa Angel, me lo avrebbe detto".
Cammino fino alla finestra che c'è in questo studio e mi fermo davanti ad essa iniziando a guardare il cielo senza soffermarmi troppo su un punto, deglutisco a vuoto mentre immagino la persona che mi è stata descritta. Decisamente un tipo elegante ma con qualche difetto, gli occhi blu sono comuni in questo posto e per riconoscere quella persona la dovrei vedere, sempre ammesso che sia colui a cui stiamo pensando, anche se sembra strano. L'abbigliamento non lascia troppo a cui pensare, poteva benissimo essere un uomo appena uscito da lavoro...
"Matt con queste informazioni non arrivo a nulla, ci sono decine di persone come quella ad Huntington e milioni nel mondo intero, mi servono dei dettagli", dico mentre mi volto verso il mio amico che ora prende posto su una poltrona in pelle e si massaggia le tempie con la mano.
"Non lo so, James, non ho guardato troppi particolari, pensavo che tu l'avresti riconosciuto anche solo da queste poche informazioni"
"Difficile riconoscere una persona senza mai averla vista, non ti pare?", incrocio le braccia davanti al petto e sospiro.
"Che abbia cambiato il suo aspetto per non farsi riconoscere? Insomma, io lo visto più volte lo avrei dovuto riconoscere se fosse stato lui"
"Non è detto...se è lui ha decisamente giocato bene la sua entrata in scena e se ha detto il tuo nome di sicuro voleva impressionarti e farti raccontare tutto a noi, proprio come sta succedendo ora, davvero ben studiato..."
Segue un lungo silenzio interrotto solo dagli sbuffi di Sanders che non si da pace per non aver visto qualche dettaglio in più in quella persona e per non averla riconosciuta subito, se lo conosco bene si sta maledicendo in tutte le lingue del mondo.
"Non ci resta che stare più attenti, stanotte potremmo uscire e andare a cercarlo, di sicuro di ricorderai il suo aspetto", concludo io dando una pacca sulla spalla a Matt
"Si, è la cosa migliore da fare. James, se è lui, vuol dire che...?"
"E' iniziato il conto alla rovescia Matt, anche se qualcosa già sospettavo"
"Che intendi?"
"Stamattina, mi sono sentito male di punto in bianco e non era mai successo, ho provato una sensazione di panico che non riesco a spiegarmi ed era come se mi stessero schiacciando sotto una pressa, sentivo tutto ovattato e mi faceva male la testa, faticavo quasi a respirare...", Matt sospira affranto prima di guardarmi con comprensione.
"E Brian?"
"Non vuole darlo a vedere, ma secondo me c'è qualcosa che non va. Sta impazzendo, ha sempre più voglia di uccidere e non me ne capacito, non so perchè lo voglia, non è cattivo eppure sembra non ne possa fare a meno, inoltre aprire le ali è sempre più una sofferenza, qualche giorno fa mentre stavamo volando sulla costa gli sono cedute", spiego a Matt che subito sbianca.
"Come gli sono cedute!?", urla quasi preso dal panico.
"Stava volando tranquillamente non andavamo nemmeno troppo veloci, di punto in bianco non riusciva più a sbatterle e non aveva nemmeno la forza di farlo, è caduto in acqua per fortuna ma si è incazzato e ha iniziato a dare la colpa al mondo intero"
"Tipico di Brian, anche se potrebbe essere una storiella esilarante da contare davanti al fuoco, credo che questa cosa sia seria però, date le circostanze", ammette in tono preoccupato.
Ridacchiamo per smorzare la tensione e decidiamo di tornare in sala in modo da non far venire troppi sospetti ad Angel, chiaro ormai che non le diremo nulla sull'argomento, è meglio per lei non saperlo, se le dovesse succedere qualcosa non credo che me lo perdonerei tanto facilmente, in sala troviamo i ragazzi, Brian sdraiato sul divano e immerso in un sonno profondo, Zacky è vicino a lui e gli sta passando un panno bagnato sulla fronte, mi avvicino ai due preoccupato mentre Matt va in cucina dove si trova momentaneamente Johnny, della ragazza non c'è traccia.
"Che gli è successo?", chiedo a Zacky notando che Brian sta tremando come una foglia e cerca di stringersi il più che può in posizione fetale, mentre gli occhi si muovono veloci nascosti dalle palpebre chiuse.
"Appena siamo entrati in casa è sbiancato come un cadavere, dopo poco ha iniziato a tremare e da lì non ha più smesso, non so cosa gli sia preso, è successo anche a te stamattina ma qui è diverso, tu non tremavi così tanto" mi spiega Zacky facendo passare lo sguardo da me al mio migliore amico.
"Non gli è successo nulla mentre eravate fuori?", chiedo ancora.
"No...apparte che per una decina di minuti non lo abbiamo più visto, ma alla fine è tornato dicendoci che ci aspettava nel reparto della carne, ha lasciato delle confezioni dentro il carrello e ho notato che gli tremavano le mani"
"Ha parlato con qualcuno apparte voi?"
"No, perchè me lo chiedi?", lo sguardo del ragazzo si fa più curioso ma per ora non intendo dare troppe spiegazioni.
"Te lo può raccontare meglio Matt, tanto è in cucina con Johnny, sicuramente glielo starà dicendo", senza troppe domande anche Zacky raggiunge gli altri due in cucina lasciandomi da solo. Mi alzo per poter prendere una coperta pesante e coprire Brian che ha iniziato a tremare più di prima, gli passo una mano tra i capelli corvini e mi chino per lasciargli un bacio sulla fronte, mi siedo davanti a lui sul tappeto e gli prendo una mano stringendola con forza, una stretta che non viene ricambiata.
"Avanti Brian, ne abbiamo passate di peggiori, vedrai che finirà tutto questo fratellino, te lo giuro. Finirà", mormoro piano in modo che possa sentirmi solo lui e in risposta alle mie parole sento una leggera forza sulla mano, come se mi voglia far capire che mi ha sentito.
"Che è successo?", mi volto di scatto senza lasciare la mano da quella di Brian e vedo Angel venirmi vicina in fretta.
"Non si sente bene", le rispondo semplicemente
"Prima tu e poi lui, dovreste finirla di fare le cose insieme", dice ironica, "Ora vuoi dirmi cosa vi siete detti tu e Matt prima?", mi chiede con lo sguardo che lascia trasparire una certa speranza.
"Nulla di particolare"
"Avanti dimmelo, non crederai davvero che me la bevi?"
"Non c'è bisogno che tu sappia tutto quello che ci diciamo"
"Stai scherzando spero, un tizio mi si è avvicinato, sapeva il mio nome nonostante io non l'avessi mai visto prima e tu mi dici che non c'è bisogno che sappia qualcosa in più?!", urla quasi iniziando a gesticolare, mi alzo in piedi e mi metto di fronte a lei
"Smettila di urlare cazzo, non vedi che Brian sta male, non credi che anche a te dia fastidio se la gente urla mentre cerchi di riposare?"
"Non tirare in mezzo Brian! Voglio sapere la verità James Sullivan! Sono stufa di non sapere mai nulla mentre voi non fate altro che nascondermi le cose, questa faccenda riguarda anche me, se siete in pericolo voi lo sono anche io e pretendo di venire a sapere cosa succede", i ragazzi attratti dalle urla di Angel fanno capolino dalla cucina per assistere alla scena in silenzio, guardo questa ragazzina e penso che da un lato abbia ragione ma non posso rischiare di farle pesare qualche situazione inutilmente, mi limito a negare, ancora una volta, la realtà della situazione.
"Non c'è nulla che tu debba sapere, e questa è la mia ultima parola".
"E' un'ingiustizia, ti odio!"
Potrei giurare di aver sentito il cuore perdere dei battiti.
Il respiro mozzato.
L'unica certezza che avevo infranta.
Si sgretola davanti ai miei occhi, e non posso far nulla per fermarla.
La porta di casa sbatte facendomi capire che la ragazza sia uscita di corsa, nonostante i ragazzi urlino il suo nome nel tentativo di fermarla.
Un fatto ancora più strano mi porta ad alzare una mano e poggiarla sulla mia guancia, la sento umida, osservo la mia mano e vedo con chiarezza di essermi appena asciugato una lacrima.
Una lacrima che mai mi sarei immaginato di poter versare






ANGEL'S POV

Perchè deve finire sempre così?
Perchè sono sempre io quella che deve sempre farsi più male degli altri?
Sto corrrendo senza meta, nella sola e unica speranza di riuscire ad allontanarmi il più possibile da questa casa.
Sento gli occhi umidi ma non lascio che nemmeno una lacrima riesca a solcarmi il viso.
Continuo a correre arrivando al molo, sento le gambe stanche e pesanti e la milza bruciare, ho il fiatone ma non mi interessa.
Mi fermo al limitare della passerella che da sul mare, una goccia, due e tre e subito mi ritrovo sotto ad un temporale.
Sembra che il cielo stia piangendo al posto mio.
Ma a pensarci, nessuno ha mai pianto per me.
Cado sulle ginocchia e mi guardo intorno, vedo il mare che s'ingrossa e le onde arrivano quasi vicino a me, il vento soffia forte e la pioggia scende incessantemente, chiudo gli occhi e l'unica cosa che mi chiedo è come sia possibile che tutto questo mi faccia sempre così male.
Il mondo mi fa male, lo ha sempre fatto e io non trovo un modo per contrastarlo, all'improvviso non sento più le goccie di pioggia bagnarmi e il vento gelido mi fa rabbrividire.
Alzo lo sguardo sentendo una presenza dietro di me e vedo il tizio misterioso del pub con un'ombrello leggermente inclinato in modo da coprirmi.
"Giornata sbagliata per una passeggiata sul molo, non credi?", chiede con voce suadente.
"Nessuna giornata lo è"
"Se mi permetti, vorrei aiutarti, vorresti venire con me? Una casa calda e accogliente è meglio che un vecchio ponticciolo freddo e umido, mh?", mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi, lo fisso per qualche secondo e noto quegli occhi blu, ora quasi grigi, profondi e freddi, calcolatori e maliziosi.
Senza pensare delle mie azioni accetto quella mano che mi è stata offerta e mi alzo, mi stringe un braccio intorno alle spalle e mi fa strada.
Un passo dopo l'altro, non so cosa mi aspetti, non so se sto facendo la cosa giusta.
Continuo a camminare dopo aver lasciato un ultimo sguardo al mare.




SPAZIO AUTRICE
Vado di corsa, ditemi che ve ne pare e ricordatevi che potete seguirmi anche su Wattpad, dove mi trovate con il nome Heaven6661.
Un bacio...


Maraforevergates

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Capitolo 22
*** Trashed and scattered ***


Capitolo ventidue - Trashed and scattered


"Esiste una rabbia che non ha a che vedere con la cattiveria.
E' il ruggito di chi sta proteggendo le proprie fragilità
" -P. Felice




Mi chiedo per quale strana ragione abbia deciso di seguire quest'uomo fino a casa sua, sono sempre stata una ragazza che stava alla larga dalle persone che non conosceva eppure non mi sono fatta pregare per avere il suo aiuto.
Si, aiuto, perchè in questo momento non ho bisogno d'altro.
Forse con un completo estraneo potrò sfogarmi, infondo lui non sa la mia storia e io non so la sua, delle volte nulla è meglio di una persona che non ti conosce, è come se ti dessero la possibilità di rinascere.
Seguendo il ragazzo accanto a me noto di avere davanti ai miei occhi una villa decisamente paragonabile ad una reggia, nulla a che vedere con la casa dei ragazzi, anche se la loro non è per niente male, ma questa è decisamente immensa.
Arriviamo sotto il porticato in legno bianco dove appesa al cornicione sventola la bandiera americana, travolta dal vento e dalla pioggia che stanno dando libero sfogo della loro potenza, entriamo in casa, io più infreddolita che mai tiro un sospiro di sollievo nel sentire il caldo emanato dall'ambiente e dal profumo di Calvin Klein che mi inonda le narici fino al cervello.
Mi guardo velocemente intorno e il salotto dove mi trovo è spazioso quasi quanto una sala da biliardo, un lungo corridoio parte dalla parte destra della sala mentre davanti a noi ci sono le scale che portano al piano superiore, affiancate da un altro corridoio che porta ad un'altra stanza, la finestra decisamente enorme, alta fino al soffitto e larga quanto uno schermo cinematografico, è posta dietro il divano in pelle rossa mentre il colore delle pareti è un tenue color crema.
"Vieni, se non vuoi prenderti un'accidenti sarà meglio che ti asciughi", la voce acuta del ragazzo rompe il silenzio aggiungendosi al picchiettare delle goccie di pioggia contro la finestra, mi volto e lo vedo a metà scala mentre mi tende una mano con uno sguardo rassicurante, indugio sul da farsi.
Chi mi dice che posso fidarmi di lui?
"Tranquilla non voglio farti nulla di male", risponde sorridendo quasi fosse riuscito a leggermi nella mente, ancora dubbiosa sul da farsi decido comunque di seguirlo, saliamo le scale e arriviamo al centro di un corridoio che si estende a destra e a sinistra, mentre delle scale continuano a portare anche al piano superiore, prendiamo il corridoio a destra e mi guida tra innumerevoli porte, la maggior parte chiuse, fino ad arrivare alla porta di un bagno.
"Entra pure, fa come se fossi a casa tua, dentro ci sono asciugamani puliti, un phon per capelli, e tutto il necessario, troverai dei vestiti puliti nel quarto cassettone sotto il lavandino. Se hai bisogno di qualcosa chiama pure", mi spinge delicatamente all'interno del bagno per poi voltarsi su se stesso e sparire di nuovo verso le scale.
Più interdetta di prima decido di chiudere la porta a chiave e tiro un sospiro di sollievo, c'è una piccola finestra proprio sopra la vasca da bagno dalla quale si vede il temporale che sembra non voler cessare, mi porto una mano sulla schiena sentendo di nuovo il fastidio che da un po' mi tiene compagnia, apro il quarto cassettone e rimango più che stupita di vedere dei vestiti della mia taglia.
Possibile che si aspettasse già tutto questo?
No, sicuramente è un caso.
Senza badarci troppo ma continuando a farmi domande decido di farmi un bagno caldo come mi è stato suggerito.








JAMES'S POV

"Nessuna traccia di lei, Jimmy"
"Confermo, abbiamo cercato ovunque, di quella mocciosa non c'è traccia"
"No cazzo, non è possibile! Non può sparire nel nulla", i miei amici mi affiancano mentre abbiamo deciso di ripararci sotto un albero, anche se con scarsi risultati.
"Dobbiamo cercare di più, quali posti ci mancano da controllare?", chiedo ancora iniziando ad innervosirmi.
"Smettila gigante, sono ore che la cerchiamo, se è scappata l'ha fatto perchè voleva stare da sola, è evidente, sarà lei a tornare quando se la sentirà"
"Chi ti dice che tornerà Matt? Maledizione non capite che è in pericolo a girare da sola?"
"Senti, anche noi siamo preoccupati ma non c'è bisogno di essere pessimisti", dice Johnny gesticolando mentre Matt e Zacky gli danno manforte.
"Se credi che io sia preoccupato ti sbagli di grosso"
"Ah davvero? E questa crisi come me la chiami Rev?"
"Semplicemente non voglio rischiare di morire perchè non trovo una ragazzina che, presa dalla rabbia, si è messa a giocare a nascondino per la città"
"E ti aspetti che noi ci crediamo?", domanda questa volta Brian, parlando per la prima volta da quando siamo usciti di casa per cercare Angel,  presenta una voce debole e roca che non gli si addice ma visto quello che ha appena passato direi che sia normale. Mi volto verso di lui e dal suo sguardo posso notare che sia incazzato tanto quanto me, anche se non ne capisco il motivo.
"Metti in dubbio le mie parole, Brian?"
"Ammettilo, tu muori dalla voglia di ritrovare quella ragazzina e non lasciarla più scappare"
"Ma che cazzo ti viene per la testa? Non ho mai avuto bisogno di quella mocciosa, tanto meno ora"
"Dimmelo guardandomi negli occhi allora", sbotta con voce irritata e in tono di sfida, non me lo faccio ripetere e punto gli occhi in quelli del mio migliore amico ma poco prima che potessi iniziare a parlare lui mi precede.
"Dimmi che non è vero", borbotta lasciando che i tuoni abbiano la meglio sulla sua voce, mi fissa quasi abbattuto e io non posso far altro che guardarlo stupito, ma che cazzo gli prende ora? Mi volto verso i ragazzi tentando di capirci qualcosa ma dalle loro espressioni ne sanno quanto me.
"Brian cristo, si può sapere che hai?!"
"Tu ci tieni a lei"
"Cosa? Smettila di dire cazzate, hai bevuto?!"
"Tu ci tieni a lei! James sei un bastardo!"
"Spiegati porca puttana!", sbotto spazientito.
"Me lo avevi giurato! Mi avevi giurato che per te non ci sarebbe mai stato posto per questo! Ci eravamo giurati che non avremmo mai provato amore e che se non saremmo riusciti a scontare la nostra punizione saremmo morti insieme! Mi hai mentito James, sei solo un doppiogiochista del cazzo! Da quanto va avanti questa storia?", fa due passi verso di me arrivando quasi a volermi picchiare.
"Di che storia stai parlando?"
"Smettila di fare il finto tonto, tu ti sei innamorato di lei! E' palese! Cazzo ma non ti vedi?!"
Porta le braccia in avanti spintonandomi e preso alla sprovvista da quanta forza ci ha messo cado ma riporto immediatamente lo sguardo in su per incrociare quello di Brian, respira con affanno ed è incazzato nero, penso alle sue parole ma non riesco a darmi una risposta.
Io innamorato?
Io non conosco l'amore, non so cosa sia.
Ho letto molti libri dove viene citato, ma non lo mai provato ne tantomeno saprei riconoscerlo.
Perchè mi sta accusando di amare?
"Dimmelo James, perchè?", chiede questa volta abbassando le braccia lungo i fianchi.
"Brian, io non so cosa tu stia insinuando, dimentichi forse che io non conosco l'amore? Non lo mai provato e francamente ne voglio stare alla larga, non so il motivo per cui tu sia così incazzato ma posso assicurarti che sono sempre io. Cazzo mi conosci, come puoi pensare che io possa davvero amare qualcuno? A malapena amo me stesso per quello che sono", mi alzo in modo da fronteggiarlo e lo vedo socchiudere gli occhi e studiarmi nei minimi dettagli, sembra che mi stia facendo una radiografia.
"Sei un bugiardo"
"Brian", provo ad avvicinarmi ma come muovo un passo in avanti lui ne muove uno indietro
"Tu hai paura...", la voce di Zacky ci fa voltare entrambi, i tre che fino ad ora sono stati in silenzio e si guardavano la scena forse hanno raggiunto una conclusione, essendo dotati di qualche esperienza in più di noi per quanto riguarda i sentimenti.
"Brian tu...tu hai paura di amare, è per questo che te la stai prendendo così con Rev! Oh, cazzo, non ci credo!", Zacky si porta una mano tra i capelli e sorride fiero di aver trovato l'origine del problema.
"E' per questo, ecco il punto! Tu hai paura di rimanere da solo, sai che la tua unica certezza e luce è James, perchè vi conoscete da anni e siete migliori amici e temi che se perdi la sua amicizia per colpa della ragazza rimarrai da solo! Tu hai paura dell'amore, Brian", conclude la sua analisi Zacky, mi volto verso Brian notando che ha quasi iniziato a tremare.
"Davvero Brian? Andiamo, l'amore è il sentimento più bello che si possa provare!", questa volta è Matt a parlare convinto di quello che dice.
"Non ho paura di un bel niente", la voce di Brian è cupa e velata a queste parole, "Vi ricordo che qui, sono io l'unico ad aver davvero amato. Sono io che si è donato anima e corpo ad una persona. Sono io ad aver sofferto come un cane alla sua morte! Non venitemi a dire che l'amore è il sentimento più bello del mondo perchè in alternativa siete solo dei poveri illusi, l'amore è distruttivo è un'arma a doppio taglio! Non lascia niente dietro di se, se non vuoto e buio"
"Avanti Gates, non penserai davvero che io..."
"Tu sta zitto James, mi hai tradito, mi hai appena dimostrato che anche tu sei esattamente come tutti gli altri"
"Io ti avrei tradito? Mi spieghi come faccio a tradirti se nemmeno io so cosa mi stia succedendo!?"
"Quindi ammetti di tenerci a lei?"
"Si cazzo, si ci tengo a lei! E non solo perchè è l'unica in grado di aiutarci ma perchè la desidero come non ho mai desiderato nessun'altra, non voglio più fare a meno della sua presenza, non voglio più fare a meno di quegli occhi neri che mi fanno sentire a casa e che sono in grado di farmi bruciare, non voglio perderla un'altra volta e non voglio che qualcuno le faccia del male. Ma non darmi la colpa per quello che provo per lei, Brian, non provarci nemmeno, non hai ragione di preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene", gesticolo come solo un pazzo farebbe e mi riavvicino al mio migliore amico posandogli una mano sulla spalla.
"Vedi...lo vedi che non capisci James...", mi guarda con uno sguardo vuoto e perso sorridendo per metà, "Rischierò di perderti a causa dell'amore che nutri per una ragazza"
Senza darmi il tempo di ribattere spicca un gran salto e vola via, più veloce che può, in mezzo alla tempesta.
Urliamo il suo nome ma sembra non volerci dar retta e ormai è troppo lontano per fare in modo che possa anche solo sentirci.
Sto per volargli dietro per poterlo fermare ma le braccia di Matt mi tengono ancorato al terreno fangoso a causa della pioggia.
"Lascialo stare Jimmy, deve sbollire, dagli tempo, vedrai che tornerà"
"Non posso lasciarlo così, deve capire che non succederrà nulla"
"Ha paura di perderti Jimmy, è come ha detto Zacky, lui ci tiene a te più che a se stesso, sai che darebbe la vita per salvare la tua. Comprendilo e sarai ad un passo dal suo ritorno"
"Andiamo a casa, inizia a fare freddo", borbotta Johnny spiccando il volo.
Seguo i miei compagni a sguardo basso, con un vuoto nel petto e una morsa allo stomaco.
Mi sento distrutto.
Mi sento come se avessi perso le persone più importanti della mia vita.
Ed in effetti è successo.
Non credo sia un addio...
Ma ora, la mia unica certezza è che nella stessa serata ho perso le uniche due persone per la quale morirei.





ANGEL'S POV

"Ora sai il motivo per la quale mi trovavo al molo", finisco il mio racconto rannicchiandomi ancora di più nella coperta che mi è stata offerta e sorseggio del tè e latte mentre il ragazzo annuisce alle mie parole.
"Devo dire che hai davvero passato una serata da dimenticare", ammette sorridendo per metà.
"Diciamo che ti sono grata per avermi aiutato, anche se non capisco ancora perchè tu l'abbia fatto"
"Ti conosco, semplicemente lo fatto per questo motivo"
Lo guardo di sottechi e sembra capire l'enorme punto interrogativo che ho sulla testa.
"Conosco bene tutta la tua famiglia, anche tu mi conosci solo che non hai mai visto la mia persona prima di ora, diciamo che doveva essere una sorpresa dei tuoi genitori. Ti ricordi tutti quei fiori che ti arrivavano mentre eri all'ospedale psichiatrico?", accavalla le gambe e il suo sguardo cambia radicalmente diventando quasi sadico, mentre all'accenno dei miei genitori perdo un battito.
"Ehm, si in effetti mi sono sempre chiesta da chi arrivassero", tento di rispondere con voce più tranquilla assoluta.
"Ero io a mandarteli Angel, ti inviavo delle orchidee blu, se non sbaglio ti sono sempre piaciute, infatti da bambina le coltivavi nel prato dietro casa"
"Come fai a sapere..."
"Oh, non so solo questo, bambina. So anche che hai paura del buio a causa di quello che hai passato al manicomio, porti sempre una collanina al collo evidentemente è un regalo alla quale tieni parecchio nonostante non ti sia stato donato dai tuoi genitori e nemmeno tu sai chi ne sia a capo, disegni, ami farlo soprattuto disegnare ali e angeli caduti, non ti spieghi il motivo nemmeno di questo e dai la colpa alla tua innata immaginaazione, hai sperato così tante volte di morire che spesso credevi di esserci riuscita, ma era solo l'effetto dell'alcol e te ne rendevi conto guardando la bottiglia vuota davanti a te, ami i gatti e recentemente hai vissuto con un gatto nero intelligente quasi quanto un umano, leggi e speri di diventare come i protagonisti dei tuoi amati libri, ti piace suonare ma cerchi di non farlo, sono anni che non ti avvicini ad uno strumento...no aspetta, mesi, sono solo mesi, recentemente hai suonato un pianoforte non tuo ed eri ubriaca, desideri ardentemente di vedere i tuoi genitori morti in modo da fargliela pagare per quello che ti hanno fatto passare per tutta la tua infanzia ed adolescenza. Devo continuare?"
Rabbrividisco davanti a tutto questo.
Com'è possibile?
Perchè ultimamente sembra che tutti mi conoscano meglio di quanto mi possa conoscere io stessa?
Ho un'idea su chi potrebbe essere la persona che ho davanti ma nonostante questo non ne sono sicura e spero vivamente di sbagliarmi.
Se fosse colui che credo che sia, sono ad un passo dai miei genitori e con un piede già nella fossa.
"Chi sei veramente?"
"Lo sai già, piccola. Ora chiedo perdono ma mi vedo costretto a rinchiuderti qui dentro per un po', devo far visita ad uno dei tuoi cari vecchi amici, com'è che si chiama, quello con gli occhi nocciola, sempre cupo e affascinante", tremo ancora di più, incapace di muovermi.
"Brian...", sussurro involontariamente.
"Oh, si, esattametne lui, vedrai che tra poco lo rivedrai, anche se probabilmente non sarà un bello spettacolo", fa una smorfia prima di avvicinarsi alla porta mentre io mi sento sempre più distrutta e un pensiero va dritto a Brian, non so se mi sta mentendo ma sembra terribilmente sicuro e anche se odio Gates non posso fare a meno di preoccuparmi per lui.
"Un'ultima cosa, in caso proprio non ci arrivi", apre la porta di casa e poco prima di chiudersela alle spalle mormora in tono vittorioso una frase in grado di gelarmi il sangue.
"Sono Derek, piacere di conoscerti Angel, finalmente"





SPAZIO AUTRICE
WE ARE THE CHAMPIONS MY FRIENDS! Finalmente sono riuscita ad aggiornare, le domande sorgono spontanee...
Che succederà tra Jimmy e Brian? Faranno pace?
Angel come se la caverà ora che sa di essere nella tana del lupo?
Derek cosa farà a Brian di tanto tremendo?
Non vi resta che leggere per scoprirlo!
Mi raccomando lasciate una recensione e se volete potete seguire la storia anche su Wattpad!
Un bacio....

Maraforevergates

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Capitolo 23
*** I kill myself, again ***


Capitolo ventitre - I kill myself, again


"Non c'è nulla di male nella paura,
dimostra che sei un uomo
" -Lou Reed



BRIAN'S POV

Maledetto il giorno in cui decisi di affidare la mia fiducia e la mia stima in lui.
Maledetto il giorno in cui credetti davvero che qualcosa di buono questa vita la poteva davvero avere.
Maledetti i suoi occhi in grado di capirmi anche senza parole.
Maledetti i suoi modi di fare.
Maledetto lui.
Cazzo James, dimmi chi me l'ha fatto fare di fidarmi di una persona come te, anzi no, non dirmelo, finirei solo per odiare l'ennesima persona.
Perchè? Perchè mi hai fatto questo?
Mi avevi promesso che per te non ci sarebbe mai stato spazio per l'amore, mi avevi detto che a te importava solo dei tuoi migliori amici, mi avevi detto che ti importava solo di me, di noi. Siamo sempre stati insieme, abbiamo condiviso tutto, ci siamo sempre stati l'uno per l'altro, dimmi ora, dove sei?
Dove sei ora che ho bisogno di te?
Continuo a volare senza una meta, continuo a sfidare il vento e la pioggia, sono fradicio ma poco mi importa, non mi interessa. Anche se mi colpisse un fulmine in questo preciso istante, giuro che lo accetterei, tutto sarebbe migliore di quello che sto provando in questo momento.
Non ci è mai capitato di litigare, non così, non per queste cose banali come i sentimenti. Già i sentimenti, qui loro sono i veri problemi.
Io ci ho provato, giuro di averlo fatto, non riesco a cambiare, nemmeno mettendoci tutto me stesso.
Un mal di testa improvviso mi colpisce costringendomi a chiudere gli occhi per la frazione di un secondo, cazzo ci mancava solo questa.
Decido di perdere quota e dopo pochi secondi mi ritrovo su di una strada deserta, qui la pioggia cade con meno impeto e i tuoni sono quasi inesistenti, mi piego leggermente su me stesso e ripiego le ali, un enorme fitta di dolore mi attanaglia la schiena e un bruciore ben presto mi invade, lo sforzo che faccio per spiegarle e per nasconderle è ogni giorno più forte, è uno di quei dolori che ti logorano dentro, ti distruggono fino a lasciarti agonizzante a terra mentre annaspi in cerca di aiuto.
Mi faccio forza da solo, come sempre, torno diritto e tirando un sospiro inizio a camminare, barcollo leggermente ma riesco a reggermi sulle gambe, metto le mani nelle tasche dei jeans e mi stringo nelle spalle per il freddo, non è stata una grande mossa uscire senza nemmeno una giacca ma chi poteva prevedere una cosa del genere? Gli eventi sono precipitati in un battito di ciglia, e per cosa? Per l'amore che Jimmy nutre in una ragazza che nemmeno sa chi è.
L'amore, non posso negarmi una smorfia di disgusto al solo pensiero. Perchè le persone sono davvero così tanto attratte da questo sentimento? E' distruttivo, spesso non è ricambiato, eppure gli uomini lo desiderano e quando una storia finisce male ci stanno di merda iniziando a darsi colpe che spesso non hanno ...
L'amore si prende tutto di te, e ti lascia senza nulla, se non con un vuoto incolmabile nel petto. Forse è stato il mio più grande sbaglio, amare, amare una persona con tutto me stesso, perchè lei, cazzo, si che lo amata. Amavo ogni sua singola cosa, ogni singolo dettaglio e difetto, lei conosceva la mia storia, avevo deciso di raccontarle la verità perchè mi sembrava la cosa più giusta da fare.

 "Questo sono io, un demone che potrebbe ucciderti da un momento all'altro, è tutta la vita che uccido e passerò tutta la vita a correre il rischio di farlo ancora, sono una bomba ad orologeria. Dovresti aver paura di uno come me"
"Non m'importa, Brian io so che in te c'è del buono, in fondo al cuore sai quello che sei veramente. Non ti lascierò solo perchè tu sei un demone, non ho intenzione di farlo, nè ora nè mai. Ti amo, e voglio rimanere con te fino alla fine dei miei giorni"


Un brivido mi corre lungo la schiena a ripensare alle sue parole, parole sincere, parole che solo una persona innamorata può riservarti, era mia, era l'unica ad aver smosso il mio cuore...peccato che non sia durata.
Perchè si sa, in questa vita le cose belle non sono destinate a durare.
Nonostante questo sono felice che non sia morta per mano mia.
Delle luci illuminano all'improvviso il mio cammino e mi ritrovo ad una stazione di servizio, non mi voglio fermare ma inizio ad avere fame e se non mangio qualcosa subito rischio di uccidere qualcuno. Entro nel piccolo e modesto negozio e mi dirigo subito verso il reparto che mi interessa, ma nulla, non trovo nulla che possa farmi passare la fame, possibile che sia tanto difficile mettere in vendita della carne? Quanto ci vuole, basta un fornitore, un frigo, e qui ne hanno parecchi, e tutto va bene...
Mi porto una mano tra i capelli con nervosismo e mi impongo di star calmo e non perdere la calma, magari riesco a trovare qualcos'altro...
"Ehy amico, non ti senti bene?"
Mi volto di scatto e davanti a me trovo un ragazzo più o meno della mia età che sfodera un sorriso che non gli si addice, non rispondo e torno a guardare i frigoriferi davanti a me fingendo interesse.
"Sei pallido, sicuro di non volere una mano?"
Continua a chiedermi, quasi quasi lo chiudo nel bagno del locale e lo uccido.
L'idea mi alletta, sarebbe una preda facile e se si trova qui a quest'ora della notte di sicuro non ha nessuno a casa ad aspettarlo, inoltre non ha nessuna targhetta che mi indichi che sia il proprietario del posto.
"Sai, forse potresti davvero aiutarmi", faccio un mezzo sorriso e mi avvicino al tizio, gli lascio una pacca sulla spalla e lo vedo annuire sorridendo.
"Vieni con me", dico ancora e senza troppe domande mi segue fuori dal negozio, lo guido fino ai bagni di servizio ed entro per metà in quello maschile, noto che ha smesso di seguirmi così mi volto con un sorriso ironico.
"Tranquillo non voglio violentarti, però credo di aver lasciato qui dentro il portafoglio, credo mi sia caduto, mi hai chiesto se mi serviva aiuto, no?"
"Oh, ok, allora ti do una mano a cercarlo"
Povero illuso.
Entriamo nel bagno e velocemente mi chiudo la porta alle spalle, faccio scattare la serratura e mi volto verso il ragazzo con un ghigno stampato in faccia, sentendo la porta sbattere si volta di scatto e mi guarda con gli occhi leggermente sbarrati, mi avvicino con cattiveria e velocità riuscendo in poco a spingerlo contro il muro facendogli sbattere la testa.
"Ehy ma che cazzo fai?", mi urla quasi contro
"Non preoccuparti, è la prassi, ma ti facevo più sveglio", senza aggiungere altro mi avvicino al collo della mia vittima mentre con la mano destra gli graffio parte del petto iniziando a vedere del sangue colare dai graffi.
All'improvviso mi blocco e mi allontano.
Come se avessi preso la scossa.
Guardo il viso dello sconosciuto che non è più quello di prima.
Una sensazione di panico mi attanaglia, sento lo stomaco contorcersi.
"James!", urlo al ragazzo che ora cade per terra con gli occhi sbarrati, bianco come un cadavere e con un rivolo di sangue che gli esce dalla bocca.
Mi avvicino e gli afferro il colletto della maglia iniziando a sudare freddo.
"No, no, no! Cazzo, James, svegliati! Cazzo riprenditi!", lo schiaffeggio per un po' ma nulla.
Ho ucciso il mio migliore amico.
L'ho fatto davvero?
Mi allontano barcollando senza togliere gli occhi di dosso al corpo inerme di mio fratello.
No, non posso averlo fatto per davvero.
Inizio a tremare come un pazzo e non riesco a controllarmi.
Mi volto sentendo una presenza alle mie spalle e dietro di me vedo i ragazzi, guardano il corpo di Jimmy immobili, spaesati e con uno sguardo vuoto da far paura, mi avvicino a Matt nel panico più totale.
"Matt! Cazzo non volevo farlo! Non sapevo che fosse lui, cazzo aiutalo! Ti prego aiutalo!".
Nulla, non mi degna di un misero sguardo.
Decido di avvicinarmi a Zacky e mi metto davanti a lui.
"Vi prego dovete aiutarlo! E' anche vostro amico cazzo, non lasciatelo morire per un mio errore! Zacky! Maledizione mi senti?!", poggio la mano destra sul petto del mio amico tentando di smuoverlo ma come tocco la stoffa della maglia questa si impregna di sangue, sbarro gli occhi e tremo più di prima, porto di nuovo gli occhi in quelli di Zacky e li vedo bianchi, completamente bianchi.
Caccio un urlo di terrore e mi allontano, poso lo sguardo anche negli occhi di Matt e Johnny e li vedo bianchi anch'essi.
No, non può essere vero, che cosa sta succedendo?
Più terrorizzato che mai indietreggio per qualche passo fin quando non sento la schiena sbattere contro qualcosa.
Non sono contro il muro.
Rabbrividisco e mi giro di scatto, davanti a me gli occhi completamente bianchi e socchiusi del mio migliore amico.
Mi afferra fulmineo il polso impedendomi di scappare, cerco di divincolarmi il più che posso, porto la mano libera sulla sua, stretta sul mio polso, tento di fargli lasciare la presa ma senza successo.
"James! Cazzo sono io! Lasciami andare!"
La presa sul polso aumenta e intravedo un segno violaceo su esso, senza preavviso James mi sbatte contro la parete, dove poco prima io avevo spinto lui stesso, la forza che ha usato è stata in grado di rompere alcune mattonelle grigie e sporche al contatto con il mio corpo, mi si mozza il respiro e cado per terra, ho il tempo di alzare lo sguardo, uno sguardo di puro terrore, è la prima volta che lo provo dopo anni, sento il cuore perdere un battito, o forse di più, quando vedo James tirare fuori una pistola dalla tasca posteriore dei jeans, prontamente Matt, Zacky e Johnny lo affiancano, sorridono sadici, un sorriso che non si addice a nessuno di loro.
Mi siedo per terra portando le gambe davanti a me, spingendomi ancora di più contro la parete, come se mi aspettassi di poter diventare una cosa sola con essa, mi sembro un bambino terrorizzato dai bulletti della scuola ma dannazione ho una fottuta paura.
"Ragazzi, se questo è uno scherzo è davvero di pessimo gusto", provo ancora aggrappandomi nell'unica speranza che mi rimane.
James toglie la sicura alla pistola e me la punta contro.
Sbianco e tremo più di prima.
Sto davvero per morire?
E' davvero questa la mia fine?
Chiudo gli occhi e volto il viso, il colpo parte.
Ma il proiettile non arriva.
Una risata malevola e agghiacciante riempie il silenzio.
Apro di scatto gli occhi e davanti a me non ci sono più i miei migliori amici, bensì una figura alta e incappucciata.
Intravedo le mani bianche come quelle di un cadavere che si alzano per poter togliere il cappuccio e mi ritrovo davanti la persona che mai, e poi mai, mi sarei aspettato di vedere.
"Ciao Brian, ora puoi smettere di piangerti addosso. Vedo che non sei cambiato di una virgola in questi anni"
"Tu...come...perchè sei qui?"
"Non sei felice di vedermi? E pensare che io non vedevo l'ora"
"No...non può essere vero...tu non puoi..."
"Camminare liberamente sulla terra? Eppure lo sto facendo, sono qui per conto di una tua cara amica, Angel, ti dice niente?"
"Angel...lei, tu... che cazzo le hai fatto bastardo?!"
"Quanto ti agiti, ma non preoccuparti, sta bene per ora, sai che non mi piace sporcarmi le mani. E tu caschi nel momento migliore. Direi che quella litigata con James ti ha davvero scosso"
"Come fai a saperlo?"
"Dimentichi che io so sempre tutto? Non temere, presto non sentirai più nulla"
Si avvicina piano studiando ogni passo e ogni espressione che mi sfugge.
"E' qui che vorresti uccidermi?"
"Vedo che non perdi l'ironia nemmeno in queste occasioni, eppure no, se dovessi ucciderti sta pur certo che farò in modo di farlo davanti ai tuoi migliori amici, in un modo lento e doloroso, tanto per divertimento, mi conosci", fa una risatina nervosa prima di continuare.
"No, non ti ucciderò ora, mi serve il tuo aiuto per rendere la vita della tua cara amica e dei tuoi cari amici impossibile", un altro passo.
"A che scopo ti dovrei aiutare? Sai che non lo farò!"
"Ne sei davvero sicuro, Brian?", sussurra diabolico arrivando davanti a me, si piega sulle ginocchia in modo da mettersi alla mia altezza.
Gli occhi blu, quasi tendenti al grigio, sono cupi e freddi.
"Non avrai mai il mio aiuto, io non tradirò mai i miei migliori amici", ribatto sicuro di me stesso.
"Questo ti fa onore, devo ammetterlo, ma non ti spaventa il dolore? Ti torturerò così tanto che sarai tu stesso a implorarmi di ucciderti", ghigna sadico.
"Non m'importa, preferisco soffrire io stesso invece che far soffrire loro"
"Sei sicuro delle tue parole?", alza un sopracciglio e senza darmi la possibilità di rispondere posa il palmo della mano sulla mia fronte.
Ed è un attimo.
Un dolore mi pervade, parte dalla testa e si espande per tutto il corpo facendomi urlare e dimenare, è come esser bruciati vivi, non riesco a scostarmi dal contatto e sento i miei stessi occhi cambiare per metà.
Poi tutto finisce.
Mi ritrovo ansimante e in preda a tremiti ancora contro la parete, sento la testa pesante e di conseguenza la chino in avanti, il mostro che mi ritrovo davanti non si ferma, ben presto mi solleva il viso prendendomi il mento tra l'indice e il pollice, sul suo volto è dipinta un'espressione di pura soddisfazione.
"Avanti Brian, mostrati per quello che sei realmente, arrenditi a me"
"Non mi sono mai arreso a nessuno, di sicuro il Diavolo non farà la differenza" 
"Vuoi resistermi?"
"Si"
"Mh, peccato, ammetto che mi piacevi, tu non sei come gli altri, hai un potenziale di malvagità che nemmeno ti immagini, hai solo bisogno di un piccolo aiuto per tirarla fuori. Ma non preoccuparti, ti aiuterò volentieri"
Questa volta la mano si posa sul petto, all'altezza del cuore.
E il bruciore parte proprio da lì, è una scossa elettrica senza fine, è come se mi stessero squartando vivo.
Pochi secondi e mi ritrovo senza fiato, annaspo in cerca d'aria ma non la trovo, sento le ali premere per uscire, per aprirsi, sento i miei occhi mutare, sento la gola bruciare a causa delle urla.
"Forza Brian, ci sei quasi"
La voce di Lucifero mi arriva lontana, ma la sento, sento quella gioia malsana e perversa in quella voce, sento una nota di fierezza in quello che sta facendo.
Il mio ultimo pensiero va ai ragazzi, a Jimmy, ripenso a quante volte oggi lo abbia maledetto...e me ne pento.
Spero solo una cosa.
Se tutto questo dovrà finire con la mia morte, spero sia proprio lui ad uccidermi, voglio morire per mano del mio migliore amico, non per una mano estranea che mi ha appena reso la creatura più malvagia del mondo.
"Ed eccoti qui, questo sei tu Brian"




  ANGEL'S POV

Rinchiusa in questa casa mi sento del tutto inutile ed esposta, ho provato a fuggire ma non riesco ad aprire nessuna delle porte, nessuna delle finestre, niente di niente.
Mi sento un topo in gabbia e non faccio altro che preoccuparmi per i ragazzi, il pensiero più grande e doloroso va a Brian, se quello che Derek ha detto è vero, allora in questo momento è in pericolo, spero solo che i ragazzi lo trovino prima di lui, se è vero che hanno litigato, ho una tremenda sensazione e quasi mi sento soffocare da questo tormento che mi attanaglia.
La porta di casa si spalanca di colpo facendomi sobbalzare sul divano, mi volto e davanti a me appaiono due figure, entrano in casa con passo sicuro è il primo è proprio Derek, dopo di lui, Brian.
Senza pensare mi alzo dal divano e corro incontro al ragazzo, felice di vedere un volto amico, lo abbraccio di slancio incrociando le braccia intorno al suo collo e affondando il viso nel suo petto muscoloso.
"Brian! Dio, stai bene?", non mi arriva nessuna risposta e questo non può farmi che preoccupare ancora di più. Osservo meglio il petto del ragazzo e noto che vicino al mio viso, all'altezza del cuore del ragazzo, si trova una macchia di sangue enorme che continua fino agli addominali, porto subito la mano sopra la stoffa e tremo.
"Brian ma stai sanguinando, che ti ha fatto quel bastardo?!"
Alzo gli occhi per incrociare quelli del ragazzo e in questo momento desidererei di non averlo mai fatto.
I suoi occhi sono completamente neri, neri, vuoti e freddi come non mai.
"B-Brian.."
La risata di Derek mi arriva alle orecchie più fredda che mai, porto una mano sul viso di Brian cercando di farlo tornare in se ma nulla, sembra privo di ogni emozione e sensazione.
"Non puoi far più nulla per lui mocciosa, ormai è in mio completo potere", continua a ridere Derek, mi volto verso di lui più spaventata che mai.
"Chi sei tu, per davvero?"
"Non ci sei ancora arrivata, ragazzina? Secondo te da chi volevano proteggerti i tuoi cari amici? Derek non è mai esistito, io ti osservavo da anni, per questo i tuoi genitori mi conobbero, provai ad avvicinarmi a te ma quando ero ad un passo dal raggiungere il mio scopo ti hanno rinchiusa in quell'ospedale, ho aspettato, anni. E poi sono arrivati loro.", indica Brian dietro di me, "Arrivaci ragazzina"
"Tu sei Lucifero", mormoro pregando che tutto questo sia solo un incubo, un incubo dal quale mi sveglierò presto.
"Indovinato ragazzina", ghigna, "E ora non mi resta che giocare le mie ultime carte per attirare anche gli altri quattro qui, e poi sarà la fine per voi, questa volta per sempre"
"No!"
Due braccia mi stringono il busto così forte da farmi perdere il respiro, mi volto giusto per vedere Brian, mi tiene stretta e mi risulta impossibile muovermi.
"Portala di sotto, fa in modo che ci rimanga"
"No! No! Brian ti prego non lo ascoltare!"
"Fossi in te starei attento ragazzina, è un demone a tutti gli effetti ora, io ci penserei due volte prima di provocarlo"
Queste ultime parole mi fanno rabbrividire ancora di più, Brian mi porta di peso fino alle scale che scendono probabilmente alla cantina, cerco di fare resistenza ma mi risulta impossibile, arriviamo alla fine di un breve corridoio e davanti a noi si apre una porta in legno, l'interno è accogliente anche se si tratta della cantina della casa, Brian mi spinge dentro rischiando di farmi cadere a terra, lo raggiungo posandogli le mani sul petto in un'ultima vaga speranza di farlo ragionare e tornare in se.
"Brian, questo non sei tu! Ti prego torna indietro! Non diventare quello che non sei!"
Il ragazzo mi prende i polsi alza lo sguardo vuoto e tetro sul mio, e rabbrividisco vedendo una lacrima di sangue scendere lenta e indisturbata dal suo occhio sinistro.


SPAZIO AUTRICE
Tante tante recensioni mi raccomandooooo!

Maraforevergates

 

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Capitolo 24
*** I can't believe it... ***


Capitolo ventiquattro - I can't believe it...

*Qualsiasi cosa succeda alla fine del capitolo questa non è la fine!*


"La fine non è altro che l'inizio di una nuova avventura" -Heaven6661


JAMES'S POV

Non avrei dovuto lasciarlo andare, Brian non è cattivo ma quando è così incazzato non si sa mai cosa potrebbe passargli per la testa, già mi immagino i telegiornali intasati di notizie preoccupanti su decine e decine di morti ritrovati per le strade senza un motivo preciso...
Sospiro cercando di cacciare questo pensiero dalla testa per quanto ci riesca. Siamo tornati a casa e i ragazzi sono andati a dormire, erano distrutti e un po' scossi per quello che è successo, ho detto a Matt di stare tranquillo, che mi sarei coricato anche io, ma non ci riesco, non riesco a stare con le mani in mano mentre il mio migliore amico e la ragazza della mia vita sono là fuori, da soli, in pericolo...perchè me lo sento, so che sono in pericolo.
Mi maledico mentalmente per non riuscire a capire dove possano trovarsi, non una sensazione, non un'idea su dove potrebbero essere...
Maledizione James, pensa, pensa cazzo
Continuo a fissare un punto impreciso sul muro della cucina davanti a me mentre sorseggio una birra, un modo come un altro per non impazzire del tutto, penso ad ogni luogo della città, ci penso con intensità cercando di ricordare anche i dialoghi che feci in ciascun luogo ma non c'è nessun particolare che mi possa aiutare.
"Cazzo amico"
Sobbalzo e punto gli occhi su Zacky che è appena entrato in cucina.
"Zacky, scusa non ti ho sentito entrare"
"Fa nulla, tu piuttosto? Non dovresti riposare e smetterla di traccannarti birre?"
"Birre? Vee, ma ne ho bevuta solo una"
"Mi stai dicendo che quelle bottiglie si sono bevute da sole?"
Mi volto verso il tavolo notando cinque bottiglie di birra vuote, possibile che non me ne sia reso conto, preso com'ero nel passato?
"Non me ne sono reso conto..."
"Sei davvero preoccupato Jim"
Zacky prende una sedia e si siede affianco a me, mi fissa con quegli occhi cerulei in grado di trasmetterti pace e serenità.
"C'è qualcosa che mi sfugge Zack, non è possibile che non riesca a capire che fine abbiano fatto Brian e Angel, e non dirmi di star calmo, ok Brian era incazzato ed è tipico di lui sbollire per poi ritornare da solo, ma questa volta è diverso, sento che qualcosa non va, per quanto riguarda Angel non so davvero come cercarla", sbuffo passandomi una mano tra i capelli con nervosismo.
"Posso aiutarti in qualche modo, se vuoi", tenta Zacky tirandosi su e sedendosi composto.
"Come?"
"Vieni"
Ci alziamo e ci dirigiamo in salotto Zacky è il primo a sedersi sul tappeto con le gambe incrociate, mi guarda come per dirmi di fare lo stesso, un po' sciettico decido di sedermi allo stesso modo.
"Ok, respira, un respiro profondo, chiudi gli occhi e libera la mente, non pensare a nulla"
"Zacky, dubito che la meditazione mi possa aiutare in qu...", non finisco la frase che mi arriva un pugno in testa da parte del mio amico, lo guardo sconvolto mentre sul suo viso si dipinge un'espressione scocciata.
"Fa come ti dico, per l'amor del Cielo, grande e grosso come sei e devo ancora insegnarti a seguire i consigli di chi ne potrebbe sapere un po' di più di te!", sospira e poi si rimette seduto composto, "Avanti, fa come ti ho detto"
Senza farmelo ripetere questa volta cerco di calmarmi, chiudo gli occhi e smetto di pensare a qualsiasi cosa, il silenzio che aleggia nella casa è molto d'aiuto e ogni tanto c'è solo la voce di Zacky a rompere quest'armonia, solo per dirmi cosa fare.
Dopo qualche lungo minuto inizio a sentire la testa pesante e la mia mente elabora un'immagine ben definita.
"Ci sei Jimmy, concentrati"
Due figure che riconosco essere Brian e Angel, corrono, lei è spaventata lo posso notare dal suo viso rigato dalle lacrime, lui soffre ed è ricoperto di sangue, una terza figura si aggiunge, non riesco a vederne il viso ed è l'unica immagine sfocata come se non volesse farsi riconoscere.
Istintivamente muovo un braccio in avanti nel tentativo di prendere il braccio di Angel, che sta correndo sempre più impaurita seguita da quella figura nera e incappucciata.
"Non perdere il contatto, James"
L'ombra la raggiunge e la prende con se, della figura della ragazza non c'è più nulla. Questa volta l'ombra si volta verso Brian, inizia a tremare, una scia di fumo nero gli si avvicina e al contatto sembra che Brian ne rimanga bruciato, inizia a dimenarsi ma più lo fa più l'ombra lo avvolge, spiega le ali che appaiono bianche e splendenti, non come sono solite a mostrarsi, sono pure, non gliele vedevo da anni, man mano che l'ombra sale esse tornano del loro solito color nero, sento la paura di Brian come se fosse mia e non posso non lasciarmi sfuggire un lamento.
"Resisti, resisti James!"
La voce di Zacky che cerca di incoraggiarmi mi arriva distante e ovattata come se fossi sott'acqua, mi concentro ancora di più fin quando davanti a me non si staglia una villa, subito dopo un sentiero nero e sconnesso, per ultimo un cimitero.
Apro gli occhi di scatto riprendendo a respirare come se in tutto questo tempo fossi stato in apnea, velocemente le mani di Zacky si posano sulle mie tempie e quest'ultimo chiude gli occhi, quando li riapre io mi sento sollevato, come se avessi un peso in meno, mentre dal suo sguardo soddisfatto capisco di esserci riuscito.
"Hai visto?", mi chiede pur sapendo già la risposta.
"Ho visto la villa, il sentiero e il cimitero...c'erano anche Brian e Angel ...e un'ombra, sono in pericolo!"












ANGEL'S POV

Ormai è quasi mattino, sono rimasta chiusa in questa cantina tutto il tempo, incapace di fare qualsiasi cosa.
L'immagine degli occhi neri e vuoti di Brian mi tormenta e ogni volta che provo a chiudere gli occhi nella speranza di riposarmi mi appaiono, sempre più vivi e reali che mai.
Incutono timore solo a pensarci, ogni tanto dal piano superiore provengono delle urla strazianti che mi fanno sentire solo peggio.
E all'improvviso ogni cosa mi è chiara come non mai, la storia di Derek è vera, e ormai anche solo chiamarlo con questo nome mi risulta impossibile, Lucifero, la stella del mattino, l'unica persona ad essersi preso gioco di Dio, l'unico ad esser stimato e ammirato da lui stesso...
La porta della cantina si spalanca di colpo facendomi scattare in piedi come una molla e sulla soglia è proprio la figura di Brian a mostrarmisi, alle sue spalle il Diavolo in persona.
"Cambio di programma piccola, a quanto pare i tuoi amichetti hanno capito dove vi trovate", entra nella stanza con uno sguardo beffardo e mi si avvicina tanto che riesco a percepire il suo profumo naturale.
"Di sicuro li devi aver aiutati, dimmi come"
"Ma di che stai parlando?"
"Lo sai di cosa parlo, voglio sapere come li hai avvertiti"
"Io non ho avvertito proprio nessuno"
"Gates"
Al solo pronunciare il suo nome Brian scatta in avanti, mi ritrovo senza rendermene nemmeno conto contro la parete bloccata dal corpo del ragazzo che non mi degna di un solo sguardo, avvicina pericolosamente il viso al mio collo e si ferma.
"Allora, come hai fatto a dire a James dove ti trovi?"
"I-io...non glielo detto...come avrei fatto a .."
Mi muoiono le parole in gola nel sentire i denti di Brian, appuntiti e affilati come quelli di una tigre, a contatto con la pelle che viene lacerata senza troppi preamboli facendomi urlare di dolore, è fuori da ogni genere di male che abbia mai provato, non è paragonabile nemmeno all'elettro-shock. All'improvviso sento il peso di Brian scostarsi violentemente da me e con gli occhi colmi di lacrime incrocio quelli del ragazzo, che stanno variando dal nero al loro colore originale e vice versa, si porta le mani alla testa e inizia ad urlare come un pazzo biascicando parole senza filo logico, dietro di lui Lucifero rimane impassibile, assottiglia lo sguardo su Brian e automaticamente sembra quasi che questo faccia solo più del male al demone.
Il ragazzo si porta le mani sulle braccia e sul collo iniziando a graffiarsi da solo, urlando dal dolore, mentre del sangue inizia a lasciare il suo corpo per poi infrangersi sul pavimento.
"Vattene cazzo! Va via!", urla con voce strozzata contorcendosi sempre di più.
"Dannazione ma quanto ti ci vuole ad arrenderti?", sbotta Lucifero avvicinandosi a Brian con pericolosità e afferrandolo per il collo, si scambiano uno sguardo e quello di Brian ricomincia a vacillare.
"Uccidi la ragazza"
Queste parole mi arrivano come uno schiaffo in piena faccia, Brian si volta di scatto e io mi sento rabbrividire, uno sguardo che mai gli ho visto, un ghigno sadico che lascia intravedere i denti, gli occhi nuovamente neri che esprimono solo odio, rabbia e aggressività, i vestiti ricoperti del suo stesso sangue, mi si riavvicina veloce, provo a fare qualsiasi cosa per scappare ma sono paralizzata dalla paura, mi afferra per le braccia facendomi cadere a terra e subito dopo mi è sopra, i denti e le unghie corte a contatto con la mia pelle, lacerano e graffiano impassibili mentre una mano corre alla tasca dei jeans estraendone un coltellino.
Impallidisco sempre di più, le lacrime scendono copiose e indisturbate, non ho la forza di scappare e a malapena di muovermi, la gola graffia a furia di urlare e la risata sadica di Lucifero è un sottofondo inquietante, chi l'avrebbe mai detto che sarei morta così?
"B-Brian...f-f-fer-mati, quest-o n-non sei tu!", supplico il ragazzo affinchè si possa fermare per puro miracolo ma questo non accade.
La lama del coltellino mi si conficca nel fianco, mozzandomi il respiro.
L'ultima cosa che sento è un urlo di rabbia.






JAMES'S POV


Una rabbia cieca e incontrollabile mi avvolge.
Tutto sembra annullarsi immediatamente.
L'unica cosa che continuo a vedere è il corpo immobile e ricoperto di sangue di Angel a terra, a cavalcioni su di lei l'ultima persona che avrei voluto vedere, mio fratello, il  mio migliore amico, un coltellino in mano e un'espressione da pazzo sul volto, gli occhi completamente neri e anche lui imbrattato di sangue.
"Bene, bene, bene, chi si rivede!"
Ci voltiamo verso quella voce e subito un brivido mi percorre la schiena mentre Matt, Johnny e Zacky fanno un passo indietro involontario.
"Vi sono mancato?"
"Non può essere..."
"E invece si, cosa c'è, vi faccio paura angioletti?", chiede prendendo evidentemente i ragazzi per il culo, scoppia in una risata malefica per poi puntarmi gli occhi contro.
"James, eri il mio miglior demone, che fai? Ora ti innamori?", inizia a camminare per avvicinarsi ma io rimango immobile, "Cosa c'è? Quella vista ti ha sconvolto? Dovevi sentire che meravigliose urla ci ha fatto l'onore di sentire", chiudo le mani in pugni e serro la mascella, "Ridotta così per mano del tuo migliore amico, sconvolgente non trovi? E tu che ti fidavi così tanto di lui"
"Sta zitto!", gli urlo contro.
"Beh, ma non vuoi vendicarti?", si volta verso Brian alza un braccio e immediatamente il corpo del mio migliore amico si piega in due sul pavimento, inizia ad urlare e a contorcersi su se stesso come se fosse indemoniato, preso da un impulso fraterno mi fiondo su di lui tentando di tenerlo fermo ma senza riuscirci.
"Lascialo stare! Bastardo che gli stai facendo!?".
E poi il delirio, Matt e gli altri si buttano addosso a Lucifero e iniziano ben presto a picchiarsi tra di loro, Brian non più preso da convulsioni involontarie invece, apre gli occhi, mostrandomeli neri, non ho il tempo di capirci qualcosa che mi ritrovo per terra con la fronte dolorante, mi ha tirato una testata senza darmi il tempo di togliermi, reagisco d'istinto tirandogli un pugno sullo stomaco e lui ricambia mordendomi il collo, urlo di dolore e lo spingo con tutta la forza che posso contro la parete che si frantuma sotto di lui, mi metto in piedi pronto a riattacarlo ma mi blocco, nel vederlo a quattro zambe con un braccio intorno allo stomaco e la testa china in una smorfia di dolore, non posso non ricordarmi di chi sia realmente, non posso ucciderlo, non me lo perdonerei mai.
Sono bloccato, non posso fargli del male, ma devo pur difendermi, mi avvicino poco verso di lui, sperando sia tornato in se, ma nel farlo abbasso la guardia e quando volta il viso di scatto ho a malapena il tempo di scostarmi, riesce ugualmente a tagliarmi con il suo coltellino prendendomi il petto lasciandoci un taglio abbastanza profondo che inizia subito a sanguinare.
"Brian fermati!"
Le parole non servono a nulla, con un salto felino apre le ali e, notando che sono insanguinate, non faccio altro che preoccuparmi di più, indietreggio e quando mi volto a vedere la situazione ho un colpo al cuore, Johnny e Zacky sono stesi a terra in posizione fetale, ricoperti di sangue e sofferenti, Matt si sta battendo come un leone contro il Diavolo che è l'unico a non fare nessun tipo di sforzo, sembra quasi divertito da tutto questo. 
La mia distrazione viene pagata a caro prezzo, sento la mano di Brian stringermi i capelli, mi tira indietro il collo e mi pianta la lama del coltellino sul torace.
Mi si mozza il respiro, sono davvero destinato a morire per mano di mio fratello?
La vista mi si appanna mentre sento la voce potente e preoccupata di Matt urlare il mio nome, deglutisco a vuoto sentendo in bocca il sapore del sangue, le gambe iniziano a tremare e in breve anche le mani.
Cado sulle ginocchia e Brian mi gira intorno piazzandosi davanti a me, mi guarda senza espressione, allungo una mano fino a stringergli il polso.
"Perchè...perchè lo hai fatto..."
Poi una luce bianca e accecante, una voce melodiosa e armoniosa, rassicurante, quelle voci che ti fanno sentire protetto.

"Svegliati James"


 
SPAZIO AUTRICE
Ci siamo ragazzi siamo quasi alla fine, giu di recensioni avanti!

Maraforevergates

 

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Capitolo 25
*** You'll be in my heart, now and forever ***


Capitolo venticinque - You'll be in my heart, now and forever.



"L'amore più vero e sincero è quello tra due migliori amici.
Due fratelli che, nonostante tutto si sono scelti."
-Heaven6661


*CONSIGLIO DI LEGGERE QUESTO CAPITOLO CON LA CANZONE 'WONDERFUL LIFE' DEGLI ALTER BRIDGE*



"Apri gli occhi Jimmy"
Una voce chiara e dolce mi riempie la mente che non sento più pesante come qualche minuto fa, sono davvero morto a questo punto?
"Sono morto?", chiedo appunto mantenendo gli occhi chiusi, la risposta alla mia domanda è una risata cristallina e femminile, in grado di mettermi in pace, una risata che metterebbe pace al mondo intero.
"No, non sei ancora morto, avanti apri quegli occhioni che ti ritrovi".
Socchiudo solo l'occhio destro e vengo colpito dalla luce forte del sole, mi porto una mano davanti al viso per coprirmi e abituarmi a tutta questa luce.
E ora dove sono finito?
Mi metto seduto e mi guardo intorno notando di trovarmi su una spiaggia, il sole lontano all'orizzonte, il mare calmo e piatto con pochissime onde che si infrangono sul bagnasciuga e poi si ritirano pigramente, non c'è nessuno apparte me e la persona che prima mi parlava, il cielo è limpido e trasmette tranquillità ad ogni respiro.
Alzo lo sguardo dopo essermi alzato e davanti a me noto una figura femminile, è avvolta in un abito bianco scollato quel tanto che basta sul davanti, senza maniche, scende morbido sui fianchi arrivando fin sopra al ginocchio lasciando le gambe slanciate libere, rialzo gli occhi per incontrare il viso della ragazza che mi sta davanti e perdo un battito, giuro di non aver mai visto nulla di più bello. I capelli corvini ricadono ondulati sulle spalle, gli occhi vivaci e felici sono privi di qualsiasi trucco e le folte ciglia ricalcano alla perfezione il nero di quegli occhi meravigliosi, le labbra fini presentano ancora il piccolo anellino laterale che le da un tocco personale.
"Devo esser morto davvero", esclamo portandomi una mano sul cuore, sentendo che batte come sempre.
Angel ride, ride come non la vedevo fare da anni e mi si avvicina percorrendo quei pochi passi che ci dividono per abbracciarmi, si solleva di poco sulle punte dei piedi e mi stringe le braccia intorno al collo, non ci penso troppo prima di stringerle i fianchi e avvicinarla di più a me affondando il viso tra i suoi capelli che sanno di salsedine, quando ci separiamo sembrano esser passati giorni interi.
"Cosa sta succedendo?"
"Ti ricordi cosa è successo poco fa?"
"L'ultima cosa che ricordo è di esser stato accoltellato da...", mi si mozzano le parole in gola nel tentativo di dire quel nome, non posso ancora crederci e credo che non lo ammetterò mai a me stesso.
"Brian, sì.", termina la frase per me senza perdere il suo sorriso, "Ascoltami, abbiamo poco tempo. Nè tu nè io siamo morti, anche se per quanto mi riguarda mi manca davvero poco, nel tempo in cui sono stata qui ho riflettuto molto riguardo alla mia vita, alla tua, alla vostra punizione e a tutto quello che è successo, ho capito tutto grazie anche all'aiuto di una persona...In tutta questa storia non ero io la protagonista Jimmy, siete voi. Io ho solo il compito di aiutarvi e nient'altro, e finalmente ho capito come devo fare"
Porta una mano chiusa in pugno in avanti e la apre sotto il mio sguardo, rivelando una piccola fialetta in vetro, il contenuto color argento, alzo lo sguardo più confuso che mai.
"Cosa dovrei farci con questa?"
"Lo capirai quando sarà il momento, per quanto riguarda il mio corpo, devi lasciarlo morire Jimmy"
"Che cosa? Sai bene che non lo farò!"
"E' tutto calcolato, più tempo passi qui con me e più il mio corpo muore, ed è la cosa giusta"
"Non voglio perderti, ti ho cercato per anni, ti sono stato accanto più che potevo e ora mi stai chiedendo di guardarti morire?"
"Tecnicamente mi stai guardando e non puoi negare di vedermi più viva che prima"
Non so cosa ribattere a queste parole e lei si fa scappare un sorriso vittorioso in grado di far sorridere anche me.
"E comunque, alla fine di questa storia ci ritroveremo tutti. Te lo assicuro."
"Sai che gli angeli e i demoni una volta morti non andranno in Paradiso, di noi non rimarrà nemmeno l'anima"
"E qui entri in gioco tu"
"Credi davvero che possa passare dall'altra parte una volta morto?"
"Non morirai Jimmy, nessuno di voi lo farà se giochi bene le tue carte. Pensaci bene, io sono morta da essere umano e mortale, perchè?", ci penso su pochissimo prima di rispondere.
"Perchè non sei riuscita a tornare nella tua vera natura..."
"Esatto, e questo perchè..."
"Perchè non hai aperto le ali sulla terra"
"Si, e quando sono arrivata qui ho abbandonato il mio corpo mortale per reincarnarmi in quella che sono davvero io", sorride e subito dopo un paio di ali bianche e pure compaiono alle sue spalle, sono grandi e lucenti, le punte arrivano fino alla sabbia fine e per l'altezza sono più alte di lei di pochi centimetri, alla vista sono forti e sue.
"Sono meravigliose", mi risulta impossibile non sorridere davanti a questo spettacolo e porto automaticamente una mano ad accarezzarle i capelli.
"Allora, quando tornerò indietro cosa dovrò fare?", chiedo ritrovando la sicurezza che ho sempre avuto.
"Salvare i tuoi migliori amici, rammenta che sarete liberi solo grazie ad un atto d'amore, e io sono sicura che ce la farete, sono sicura che saprai cosa fare Jimmy"
Si avvicina facendo combaciare i nostri petti e mi guarda fisso negli occhi mentre si avvicina ancora di più fino a far scontrare il naso col mio, mi stringe la mano destra e sento distintamente che mi lascia la fialetta.
"Stai tremando", mormora piano sulle mie labbra.
"E' normale, sono davanti all'Angelo più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita"
Ci baciamo subito dopo, un bacio che sa di speranza, di vittoria, come a sigillare la promessa di rivederci alla fine di tutta questa storia. Quando ci separiamo ci scambiamo un ultimo sorriso complice.
"Torna da me"
"Tornerò sempre da te, bimba"
Le lascio un bacio sulla fronte e stringo la fiala nella mano.
E poi è un attimo.
Torna tutto ovattato.
Torna il dolore su tutto il corpo.
Torna la voce dei miei amici e compagni.

Quando apro gli occhi un dolore lancinante mi colpisce le tempie, mi ritrovo sdraiato su un pavimento freddo, l'odore di sangue è così forte da far girare la testa.
"Jimmy!", Matt con la delicatezza di un cavallo mi si fionda addosso e inizia a tastarmi il torace parlando così velocemente da non farmi capire nulla.
"Matt, maledizione lascialo stare!", Zacky lo allontana
"Grazie Zacky"
"Cazzo amico, pensavamo fossi morto"
"Lo credevo anche io, ma a quanto pare qualcuno lassù mi ama così tanto da non volermi", rispondo ironico facendo abbozzare un sorriso ai tre.
"Ehy, e quella cos'è?", mi chiede Johnny notando la fialetta nella mia mano.
"Ragazzi, non ci crederete mai...", racconto tutto quello che è successo, rispondo alle domande, tante domande, di ognuno dei tre e alla fine del mio racconto vedo un luccichio in ognuno di loro, la risposta che cercavo.
"E' tutto"
"Cazzo si, puoi contarci che ce la faremo"
"Concordo con Zacky, ma rimane un'ultimo quesito, come si fa con Brian?"
"A questo devo ancora pensarci Matt, Angel mi ha dato la fiala e mi ha detto di usarla quando sarebbe stato opportuno, ora dov'è?"
"Dopo che hai perso conoscienza, Brian ha dato di matto, ha iniziato a tremare come se avesse le convulsioni e urlava come un pazzo, combatteva contro se stesso e la sua voce variava, prima era la sua e subito dopo era una voce inquietante e perfida, come se avesse la doppia personalità, ripeteva di averti ucciso e di non poterselo mai perdonare e l'attimo dopo ghignava e mormorava che era la cosa giusta da fare perchè te lo meritavi. Alla fine Lucifero gli si è avvicinato, gli ha messo una mano sulla fronte e subito dopo è caduto a terra privo di sensi, poi ci ha rinchiusi qui dentro...", mi spiega Matt terminando la frase con un'occhiata a questo posto.
"Ok...il primo passo è uscire di qui, l'aria inizia a mancarmi", borbotta Johnny preso da uno dei suoi attacchi di claustrofobia
"Il secondo passo è tenere lontano Brian da quel bastardo e farlo ragionare", continua Zacky.
"E terzo, vinciamo"
"Perfetto, avete una forcina?"
"Matt, ci prendi per femmine ora?", puntiamo gli occhi su Matt e ridacchiamo alla sua richiesta beccandoci uno sguardo omicida.
"Era per rompere la serratura idioti", borbotta.
"Mh, no, niente forcina, ma possiamo usare quello", indico un piede di porco posto in un angolo buio e sporco della stanza, "Non ditemi che non lo avevate visto", ridacchio.
"Noi...è colpa di Johnny, ci si era seduto davanti"
"Ma vaffanculo Zacky!"
Rompere la serratura della porta non è stato troppo difficoltoso, una volta fatta saltare dai cardini abbiamo agito in fretta e in silezio, camminando lungo il corridoio e risalendo le scale per arrivare al salotto, la casa è immersa nel silenzio più totale ed è completamente distrutta, pareti graffiate, mobili rotti...un disastro totale.
"Dove pensate che sia Brian?", chiedo sottovoce mentre arriviamo alla cucina.
"Sarà di sicuro in una stanza, oppure si aggira per casa, chi lo sa"
"Ok, dividiamoci, il primo che lo trova lo prende ed esce di casa, dategli una botta in testa al massimo ma ricordatevi che dobbiamo uscire di qui"
"Io e Jimmy controlliamo il terzo", mormora Matt
"E a noi tocca il secondo", afferma Zacky
"Se non lo troviamo, ci ritroviamo qui, ok?"
"D'accordo Jimmy"
Ci stringiamo in un abbraccio fraterno prima di andare, come a confermare che ci ritroveremo tutti qui e che andrà tutto bene.
Iniziamo a salire le scale e una volta arrivati al secondo piano Zacky e Johnny si voltano e ci fanno segno che andrà tutto bene prima di percorrere il corridoio, mentre io e Matt saliamo ancora su un piano, quando ci arriviamo iniziamo a percorrerlo da destra, è tutto completamente buio e il silenzio che ci accompagna è snervante, dopo qualche passo intravedo una porta sulla sinistra del tutto aperta, ci avviciniamo e quando guardo l'interno lo riscopro vuoto, faccio segno a Matt di sorpassarmi e lui prontamente passa alla camera successiva, che ci risulta chiusa a chiave.
Dove diavolo sei finito...
Arriviamo alla fine del corridoio e per controllare l'ultima camera.
"Jimmy...", mi giro verso Matt che mi fa notare che sulla parete si presenta una scia di sangue, come se qualcuno ci avesse passato la mano completamente insanguinata, nonostante il buio si vede perfettamente.
"Credi che sia di Brian?"
"Spero di no, Shads..."
La porta dell'ultima camera ci appare socchiusa, io e il amico ci lanciamo uno sguardo veloce per poi aprire di scatto la porta.
Nulla. Vuota anche questa.
"Maledizione"
"Ehy, lo troveremo", Matt mi lascia una pacca sulla spalla, ci voltiamo verso il corridoio e la strada ci viene bloccata.
"Brian"
Sbarro gli occhi colto di sorpresa, il mio migliore amico si trova davanti a me, i vestiti strappati in più punti, ricoperto di sangue, le ali spiegate dietro le spalle, gli occhi neri vuoti e stanchi, un'espressione da pazzo in viso.
"Io non sono Brian, lui è morto", la voce non è la sua, eppure è stato proprio lui a parlare, ma la voce è vuota, sembra quasi meccanica ed è agghiacciante.
"Non è vero", mormora Matt preso dal panico, mi volto velocemente verso di lui e noto che lo sta guardando come se stesse rivivendo i momenti mentre io ero svenuto, mi ha raccontato della paura che ha provato e di quando quella voce gli incuti timore, ed in effetti è vero.
E' una voce così fredda che sembra parlare con la morte in persona.
"Arrendetevi, Brian è morto, e presto lo sarete anche tutti voi", alza le mani senza togliermi gli occhi di dosso e poco dopo due corpi a mezz'aria si avvicinano sempre di più, i corpi inermi di Zacky e Johnny, sanguinanti e immobili, gli occhi di ognuno dei due spalancati in un'espressione di terrore.
"No! Bastardo, che cosa gli hai fatto!?", urlo terrorizzato.
"Non scaldarti troppo, non sono morti, per quanto lo voglia non riesco ad uccidere del tutto e soprattutto subito, posseggo questo corpo, sì, ma è come se non fosse del tutto mio. Mi resiste e mi respinge"
Con un movimento veloce delle mani in avanti i corpi si gettano a terra proprio davanti a noi, Matt cerca di prendere al volo Johnny mentre io cerco di fare lo stesso con Zacky, è vero, sono ancora vivi e respirano anche se debolmente, alzo lo sguardo e noto un ghigno dipingere il viso di Brian mentre flette le ali come se dovesse spiccare il volo.
"Chi sei? Che ne hai fatto di mio fratello?"
"Te lo detto, lo sto uccidendo, più la mia anima rimane in questo corpo più quella del tuo patetico migliore amico si disintegra, non rimarrà nulla di lui, è questione di minuti"
Mi alzo di scatto nel momento stesso in cui spiego le ali, gli salto addosso cogliendolo di sorpresa e inizio a lasciargli dei pugni sul viso e allo stomaco, in un momento di lucidità mi ricordo di non poterlo uccidere, cerco di recuperare la fiala dalla tasca dei miei jeans ma come allontano la mano lui riattacca spingendomi contro la parete, reprimo un gemito di dolore e alzo subito lo sguardo per vederlo scattare contro di me, mi afferra i lati della testa e mi fa sbattere la nuca contro il muro, una terza figura compare e strappa Brian dal mio corpo facendolo rotolare per terra, Matt.
"Muoviti Jimmy!", mi urla mentre cerca di tener fermo Brian, mi ci avvicino estraendo la fiala dalla tasca ma poco prima che riesca a stapparla Brian si blocca e subito dopo lancia un urlo di dolore in grado di distruggermi, sta soffrendo come un cane iniziando a tremare e portandosi le mani tra i capelli, Matt molla la presa che aveva sulle sue spalle e lo vediamo piegarsi su se stesso.
"Brian!"
"Andate cazzo, andate via!", è lui, è la sua voce quella che sento e che mi implora di andarmene.
"Non ti lasciamo così, devi prendere questa prima!", esclama Matt posandogli una mano sulla spalla.
"Non lo posso tenere sotto controllo a lungo, vi sto dando la possibilità di scappare! Cazzo muovetevi!"
"Non vincerete contro di me", eccola, di nuovo.
"James! Porca puttana vattene via!"
"No! No, non me ne vado, resto con te, Brian, come sempre", all'improvviso un'idea mi fa sorridere per metà, mi volto verso Matt e gli lascio la fialetta sotto uno sguardo perplesso.
"Dalla prima a loro, non possiamo rischiare di perderli"
"Jimmy, sei sicuro?"
"Si"
Prende la fiala e corre verso Zacky e Johnny mentre io inizio a parlare con Brian.
"Ce la puoi fare amico, devi solo riprendere il controllo"
"Fanculo! Non ce la faccio!"
"Si che ce la fai, avanti"
"E' troppo forte e fa male", un ghigno, "Lo ucciderò lentamente se questo può farti sentire meglio"
"Brian, Brian guardami", gli prendo il viso tra le mani e incrocio i suoi occhi che un attimo sono neri e l'attimo dopo sono di quel colore nocciola che lo caratterizzano, "Ce la puoi fare, da quando ti fai abbattere così? Andiamo cazzo!"
Mi spinge lontano da lui debolmente e cerca di alzarsi in piedi, cadendo un paio di volte, si mantiene la testa tra le mani e urla piegandosi di poco e appoggiando la schiena contro il muro.
"Vattene via!"
"Se lascio il suo corpo, il tuo caro Brian morirà con me"
"No, non permetterò che lui muoia con te!"
"James, loro sono fuori pericolo", mi volto e noto con un sospiro di sollievo che sia Johnny che Zacky stanno riprendendo colore e mi avvicino velocemente a Matt per prendere la fialetta.
Affianco Brian tentando di farlo star fermo e con qualche difficoltà riesco a fargli bere qualche goccia del liquido argentato, spero solo di aver fatto la cosa giusta, ho avuto solo una possibilità e se non ha funzionato siamo davvero nei guai. Segue un attimo di silenzio, i ragazzi e io stesso siamo col fiato sospeso mentre Brian si è fermato, abbandonato al muro e con gli occhi chiusi, sembra quasi abbia smesso di respirare, preoccupato mi avvicino e gli poso due dita sul collo per cogliere il battito che trovo con sollievo, più flebile che mai. Spalanca gli occhi di colpo facendomi sobbalzare e i suoi occhi sono quelli di sempre.
Occhi color nocciola, cerchiati e stanchi ma pur sempre suoi, mi guardano con un misto di emozioni e sono sicuro che possa leggere lo stesso anche nei miei, ci abbracciamo di slancio e ora posso davvero dire di star bene, di sentirmi di nuovo vivo.
"E' finita?"
"Si, Bri, è finita"
"Jimmy", si scosta e mi tasta il petto per assicurarsi che sia davvero vivo, "Io, io ti avevo colpito, cazzo come ho potuto ..."
"Ehy, lascia stare, è passato, è tutto finito"
Ci riabbracciamo e ben presto al nostro abbraccio si aggiungono anche gli altri.
"Ci hai fatto preoccupare un sacco bastardo"
"Non farlo mai più"
"Non ci tengo a rifarlo"
"Ce l'abbiamo fatta, siamo di nuovo insieme..."
"Ancora per poco"
Ci voltiamo di scatto e rabbridisco, non può essere vero, davanti a noi un'ombra, come un fantasma, informe e nera, tende il braccio mostrando una pistola.
"Avete perso, questa è la mia ultima azione, vi aspetto all'inferno maledetti"
E tutto avviene alla velocità della luce, mi punta la pistola contro e preme il grilletto, non ho il tempo di capire nulla, sento il forte suono dello sparo unito ad una risata agghiacciante, chiudo gli occhi e volto il viso di lato aspettando che la pallottola mi colpisca...ma non arriva.
Spalanco gli occhi, davanti a me, la schiena del mio migliore amico, oltre di lui dell'ombra non c'è più traccia, sbarro gli occhi e sento che potrei morire da un momento all'altro.
Ditemi che non è vero...
"Brian!", urlo il suo nome e lui in tutta risposta si volta verso di noi, gli occhi lucidi e un sorriso tirato e sofferto sul viso, la mano destra sul petto a coprire il punto in cui la pallottola lo ha colpito, mi avvicino a lui nel momento stesso in cui le gambe smettono di sorreggerlo, cadiamo insieme, io mi metto in ginocchio mentre lui ha le gambe distese, le ali abbandonate al pavimento e la testa piegata lateralmente, prontamente gli porto una mano alla nuca e noto una scia di sangue colargli dalla bocca.
"Perchè, perchè lo hai fatto? Sei un figlio di puttana, non avresti dovuto!", gli urlo contro vedendo con la coda dell'occhio i ragazzi avvicinarsi.
"Ti...ti ho ri-ricambiato il f-favore..."
"Favore un cazzo, dovevo essere io, era mio quel colpo"
"N-non ti avrei...lasciato morire...non p-per me...", socchiude gli occhi e io mi volto disperato verso Zacky.
"Aiutalo! Ti prego aiutalo!"
"Io posso provarci, ma non credo che funzionerà ..."
"Fa qualsiasi cosa! Per favore Zacky, non puoi lasciarlo morire così"
"Mettilo giu"
Piano come se maneggiassi qualcosa destinato a frantumarsi poggio Brian per terra mentre Zacky si avvicina di più e gli mette una mano sulla ferita e una sulla fronte, chiude gli occhi e un debole bagliore appare da sotto i palmi delle sue mani, Brian sembra rilassarsi sotto questo gesto ma non migliora, dopo qualche minuto Zacky riapre gli occhi e toglie le mani, mi guarda con le lacrime agli occhi e nega con la testa.
"No..."
"Mi dispiace...ma non posso aiutarlo..."
E' come se mi avessero pugnalato in pieno cuore, abbasso lo sguardo su Brian e lo vedo abbozzare un sorriso tirato, immediatamente riposiziono una mano dietro la sua testa e una dietro la schiena, lo sollevo per metà e lo stringo al mio petto mentre lui abbandona la testa su di me.
"Non può finire così"
"P-poteva finire peggio..."
"Non scherzare"
"Sono serio...J-Jimmy ...va bene così"
"Smettila di dirlo! Smettila cazzo, non capisci che non lo ...aspetta", mi volto velocemente e vedo sul pavimento la fialetta che mi aveva dato Angel, se è servita a salvare Zacky e Johnny...forse...
Matt capisce subito tutto e in fretta mi passa la fialetta lo ringrazio con lo sguardo e torno a guardare Brian.
"Prendi queste"
"J-James..."
"Prendile e basta"
Lo aiuto a bere le ultime goccie di questa sostanza nella speranza che possa funzionare, ma nulla, non succede niente e io non so più cosa fare, non voglio assistere alla morte del mio migliore amico come spettatore, tutto ma non questo...
"J-Jimmy ho f-freddo...tanto freddo...", sospiro cercando di controllare le lacrime che premono per uscire e lo abbraccio, lo tengo stretto a me come se me lo dovessero portare via, gli tengo la testa premuta contro il mio petto e sento la debole presa della sua mano sulla maglia.
"Perdonami"
"Non hai nulla di ...di cui scusarti..."
"Avrei dovuto proteggerti, sono più grande di te, avrei dovuto salvarti"
"Smettila Rev..."
Mi scosto e gli prendo una mano, stringendola con forza mentre lui ricambia piano la stretta, una lacrima sfugge al mio controllo e lo vedo sorridere, mostrando i senti sporchi per metà di sangue rosso e denso.
"Ora..p-piangi per m-me? Ti stai...rammollendo amico..."
"Ah, fottiti Brian...", ridacchia provocandosi da solo un colpo di tosse e un gemito prima di tornare a guardarmi.
"E' stato bello...essere tuo fratello..."
"Bri..."
"Ti voglio bene"
"Ti voglio bene anch'io"
Sorride prima di chiudere gli occhi, la presa sulla mia mano sparisce e la testa si abbandona alla mia mano.
"Brian?"
Nessuna risposta.
"No no no no, Brian svegliati, apri gli occhi dai"
Nulla.
Un singhiozzo mal trattenuto da parte di Johnny mi fa tremare, lascio Brian sul pavimento e mi alzo sulle ginocchia posizionandogli le mani sul torace per fargli un massaggio cardiaco.
"Non ti permetterò di morire, non lo farò"
Inizio a fargli il massaggio cardiaco e inizio a pregare che si svegli e che questo sia solo uno scherzo organizzato da lui stesso, rimane immobile.
"So che puoi sentirmi bastardo! Brian svegliati, torna indietro!"
"Jimmy, lascia stare", mi scosto dalla mano di Matt e inizio a dare dei pugni sul torace a Brian.
"Svegliati! Figlio di puttana, svegliati cazzo!"
"James! James basta!", Matt mi avvolge le braccia intorno alle spalle e mi allontana dal corpo di Brian di poco, scoppio a piangere sulla spalla di Matt mentre vedo di sfuggita Zacky e Johnny dietro di lui piangere in silenzio.
"Non può essersene andato...non così"
"E' successo, non possiamo farci nulla"
Mi separo malamente da Matt come se avesse appena bestemmiato e riprendo il corpo di Brian, sentendolo più pesante, lo abbraccio e affondo il viso sul suo petto sperando di sentire di nuovo il battito cardiaco, nulla, non sento nulla...
"Non puoi farmi questo...e ora che farò? Che farò ora che te ne sei andato? Ti ho amato come un fratello, Brian, sei il mio tutto, non puoi lasciarmi in questa merda da solo...", gli passo una mano tra i capelli e gli lascio un bacio sulla fronte, chiudo gli occhi e appoggio la fronte alla sua.
"Resterai per sempre nel mio cuore Brian, come migliore amico e soprattutto fratello. Non ti dimenticherò mai", chiudo gli occhi e sento un calore avvolgermi.


Riapro gli occhi ritrovandomi nella stessa spiaggia in cui mi trovai qualche ora fa, con la differenza che ora ci sono anche Matt, Zacky e Johnny. Si guardano intorno spaesati e poi abbassano lo sguardo su loro stessi notando di non aver più nè una goccia di sangue nè altro, si voltano verso di me per chiedermi spiegazioni, ma io mi sento vuoto e terribilmente solo.
"Ma dove siamo?"
"E' questo il posto di cui ci hai parlato?"
"Si...è questo"
"Benvenuti ragazzi", la voce cristallina e calda di Angel mi arriva come una ninna nanna, alzo lo sguardo e lei è li, nel suo abito bianco, a pochi passi dalla riva.
"Angel?"
"No, Zacky, è il mio fantasma", subito dopo i ragazzi e lei scoppiano a ridere e si stringono in un abbraccio, felici di essersi ritrovati e di essere ancora tutti insieme, quando si separano Angel si volta verso di me e mi raggiunge con gli altri.
"Ehy"
"Non ce lo fatta, ho fallito", abbasso lo sguardo affranto.
"No, no, sei stato bravissimo invece, hai fatto quello che dovevi e li hai salvati"
"Non tutti"
Una sua mano mi si posa sotto il mento e mi fa alzare lo sguardo, sorride radiosa e rassicurante.
"Non ti ricordi cosa ti avevo detto?"
"Si, che avevo solo una possibilità, e lo sprecata, Brian è morto, il mio migliore amico è morto per colpa mia"
"Non è morto"
"Non venirmi a dire che lui non è morto finchè sarà nei nostri cuori, ti prego risparmiatelo, io non lo voglio nel mio cuore, lo voglio qui con me"
Noto i ragazzi sorridere insieme a Angel e inizio davvero ad innervosirmi, possibile che non capiscono cosa sia successo? Vogliono farmi credere che a loro non importi nulla?!
"Mh, fammi pensare, da dove posso iniziare, da 'Resterai per sempre nel mio cuore Brian' può andar bene?"
Oh fantastico, sto impazzendo, ora sento anche la sua voce...ti prego non posso iniziare così, come andrà a finire? Ah lo so, andrà a finire che perderò la testa e mi dovranno richiudere in una camicia di forza...
"Ehy, potresti almeno degnarmi di uno sguardo, stronzo"
Mi volto scazzato e incrocio quegli occhi nocciola che mi sembrano così reali e vivi da far male.
"Senti non so se hai capito che tu sei morto, morto chiaro? E i morti non parlano, nè tanto meno respirano...e...e...Brian sei un grandissimo figlio di puttana"
Scoppia a ridere prima di avvicinarsi a me e stringermi in un abbraccio che ricambio con forza sorridendo come un ebete.
"Che bello sapere che mi riconosci"
"Ma com'è possibile?"
"Non ti ricordi più? La punizione! Jimmy bastava un atto d'amore", ride come un coglione
"Ha ragione, piangendo sul suo corpo e ammettendo ad alta voce che lo hai amato come un fratello, hai scontato la punizione, Jimmy", afferma anche Angel.
"E c'era bisogno di inscenare la tua morte per farmelo dire?! Bastava che me lo dicessi e lo avrei fatto!", ribatto indispettito, "Mi hai quasi ucciso!"
"Si si...quando hai finito di insultarmi magari mi abbracci?"
"Vieni qua, coglione!"
"Ehy veniamo anche noi!!"
In meno di due secondi ci ritroviamo tutti sdraiati sulla sabbia in un abbraccio di gruppo, colti da uno dei nostri momenti di bambinite acuta ci prendiamo in giro insultandoci nei peggio modi possibili sotto lo sguardo divertito di Angel. Quando ci separiamo ci rialziamo e ci ripuliamo dalla sabbia.
"Ora si che sono felice!"
"E ci mancherebbe Zacky"
"Ciao Brian"
Un'altra voce femminile, calma e bellissima ci arriva alle orecchie, mi volto verso Brian che si è immobilizzato e ha sbarrato gli occhi. Si volta verso quella voce e noi ci giriamo con lui, vicino ad Angel c'è un'altra ragazza, una ragazza dai capelli castani lunghi, gli occhi ambrati, labbra sottili e a cuore, stretta in un abito turchese, mi volto verso Brian che presenta una faccia da pesce lesso e gli lascio una pacca sulla spalla.
"Non è un sogno, vero?", mormora piano Brian senza togliere gli occhi dalla figura.
"No amico, non lo è"
"Eve..."
La ragazza sorride e i due si corrono incontro raggiungendosi a metà strada, la ragazza si lancia tra le braccia di Brian e lui la stringe forte come non mai, le porta una mano tra i capelli mentre la ragazza gli stringe le spalle, si guardano negli occhi sorridendo e ridendo prima di baciarsi, i ragazzi urlano di gioia mentre io mi aggiungo a loro, stringo Angel in un abbraccio baciandole la fronte.
"Dio, quanto mi sei mancata", afferma Brian sulle labbra di Evangeline.
"Anche tu, amore mio"
"Ora rimarremo per sempre insieme?"
"Si, si per sempre", Brian si volta verso di noi, "Resteremo per sempre"
"Ehm, ragazzi, non per rovinare il momento di romanticismo, ma io ho fame"
"Zacky...sei un caso perso"
"Non è colpa mia, sono tre giorni che non mangio!"
"Angel, Eve, voi che siete qui da più tempo, sapete se c'è da mangiare?", chiedo sorridendo alle due.
"Tecnicamente questo è un vero e proprio mondo parallelo, solo più bello, quindi si, andiamo a mangiare!", afferma Eve sorridendo senza separarsi da Brian.
In un battito di ciglia io, i ragazzi ed Angel spalanchiamo le ali.
"Uh, questa è nuova", dice Matt sorpreso nel vedere di nuovo le bianche ali di Angel.
"Anche questa è nuova!", urla Johnny rivolto a me e Brian, tutti si girano lasciandoci uno sguardo sorpreso.
"Che c'è?", chiediamo all'unisolo
"Le vostre ali, sono diverse"
"Ma che..", mi volto e vedo le ali di Brian, è vero l'ala sinistra non è più completamente nera, bensì ora presenta delle striature argentate molto belle.
"Bri, che hai fatto all'ala sinistra?"
"E tu che hai fatto all'ala destra?"
Mi volto notando che la mia ala destra è identica alla sua, ci guardiamo e facciamo spallucce.
"Ora si può dire che siete davvero due faccie della stessa medaglia", afferma Matt.
"Bene, direi che ora possiamo andare, si?"
"Si Zacky, andiamo prima che questa porchetta mangi noi!", scherzo e spicco il volo insieme a Matt e Johnny, seguiti da Angel e Brian che tiene stretta a se Eve.
"Stronzi se vi prendo vi uccido!"
Zacky ci raggiunge e voliamo nel cielo, oltre il mare, oltre ogni cosa.
Insieme, verso una vita migliore.



 SPAZIO AUTRICE
E' finita ragazzi! Che ne pensate di questa storia? A me sinceramente è piaciuta tantissimo scriverla e vi ricordo che potete seguirmi anche su Wattpad!
Ringrazio chi a seguito questa storia e chi l'ha commentata e votata.
Ci rileggiamo nella prossima fanfiction e per il momento voglio un abbraccione di gruppo!
Un bacio dalla vostra...


Maraforevergates

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