devil never cry

di Dante2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una strana chiamata ***
Capitolo 2: *** Un nuovo incarico ***
Capitolo 3: *** In guai seri ***
Capitolo 4: *** In salvo ***
Capitolo 5: *** Vergil ***
Capitolo 6: *** Bea ***
Capitolo 7: *** L'invasione ***



Capitolo 1
*** una strana chiamata ***


-Dante, sveglia! Sono le otto, che intenzioni hai?-. L'acchiappa demoni mormorò qualcosa, poi si girò dall'altra parte. Giulio sbuffò e fece per andarsene, poi si fermò davanti alla porta e disse -Senti, è gia tanto che vengo a svegliarti io, perchè non ti alzi, ti fai una doccia e poi scendi giù, che tra un'ora cominciano a chiamare?-. Dante si mise lentamente a sedere e con un tono di voce assonnato disse- Cazzo, trish è proprio una ragazza insaziabile-. Giulio rispose in tono sarcastico- Ecco cos'era tutto quel casino stanotte- ed uscì dalla stanza. Dante si strofinò gli occhi, scese dal letto, uscì dalla sua camera e si recò al piano di sotto. Ad aspettarlo c'èrano quasi tutti. Lady, seduta in un angolo, stava lucidando per bene Kalina Ann. La ragazza puliva ogni singolo centimetro della sua fidata arma. Dante sapeva quanto fosse importante per lei, sia per far fuori i demoni, sia per un valore fortemente sentimentale. Trish, stava invece consumando la pizza di ieri sera, gustandola ad ogni singolo morso. Dante la guardò in viso, la giovane demone era precisa a sua madre. Benchè il loro rapporto d'amore fosse svanito da tempo, Dante poteva sempre contare, di tanto in tanto, su avventure notturne con la sua fidata collega di lavoro. Giulio, seduto sulla scrivania, stava dando una ripulita a Sherry, la sua fidata spada. A Dante faceva sempre ridere il nome di quella spada, che Giulio aveva dato in ricordo del suo gatto. Gli piaceva, quel ragazzo, benchè sapesse poco e niente su di lui. Si erano conosciuti in maniera del tutto casuale, ed anche piuttosto violenta. Dante stava combattendo contro un'orda di demoni, quando all'improvviso un fendente tagliò in due tutti i demoni li presenti. Dante era rimasto fermo, sorpreso ma allo stesso tempo curioso, quando un'altro fendente si scagliò su di lui. Ma l'acchiappa demoni riuscì a schivarlo. Poi, dopo neanche un secondo, si ritrovò una Magnum puntata in faccia. Preso alla sprovvista, Dante si beccò due pallottole sulla fronte, e sobbalzò all'indietro. Poi lo vide. Un ragazzino, con un espressione sul volto di chi ne ha subite tante. Il ragazzo, sorpreso dal fatto che Dante era in piedi dopo i due colpi di Magnum, disse con un tono di voce appena percettibile-Sei un demone?-. Dante di tutta risposta, replicò-Solo per metà-. Allora il ragazzo avanzò di un passo e, in un tono calmo e placato disse-Figlio di Sparda-. Poi posò la sua Magnum, diede le spalle a Dante e disse- Ho sentito tante storie su di te, sei davvero formidabile. Mi piacerebbe venire con te per aiutarti nel tuo lavoro-. Dante, che aveva subito provato simpatia per quel ragazzino, gli disse- Se vuoi fai pure, ma non aspettarti uno stipendio-. Da allora Giulio era sempre stato al suo fianco, ma Dante non aveva mai avuto il coraggio di chiedergli da dove venisse, se aveva una famiglia o dei parenti. Sapeva che, quando sarebbe stato pronto, gli e lo avrebbe detto lui stesso. - Allora, chi c'è sotto la doccia?- chiese Dante, ancora non del tutto sveglio. Fù Lady a rispondergli. -Nero, ed è già li sotto da un pò-. Dante replicò -Se non si sbriga, lo tiro fuori io stesso-. Erano le otto e mezzo, tra un'ora il Devil May Cry avrebbe aperto al pubblico, anche se ricevevano quasi sempre chiamate. Nessuno si recava mai fin lì, forse per via del posto sperduto in cui si trovava, o forse perchè nessuno voleva parlare di persona a tipi armati di spade e pistole. Dopo meno di dieci minuti, la porta del bagno si aprì, e ne uscì un Nero con una tovaglia addosso. Il braccio demoniaco, faceva la sua figura, soprattutto quando Nero era nudo. Pulsava in continuazione, senza mai fermarsi, ed emetteva una tale energia da sentirsi anche da molto lontano. Dante notò come Lady lo guardava, forse da ragazza ingenua o forse da chi vorrebbe portarselo a letto. Ma fù Dante a riportarla alla realtà. - Mi dispiace, ma è già fidanzato- disse con un tono sarcastico. Lady capì subito che la battuta era rivolta a lei, e gli lanciò un'occhiata fulminante. Nero si limitò a ridacchiare. -Bene,ora che Mister belloccio ha finito, posso farmi una doccia in santa pace-. Fece per avviarsi verso il bagno, ma fù fermato dal suono del telefono che squillava. Dante guardò l'orologio. -Sono ancora le otto e quaranta, non siamo tenuti a rispondere a chi non si informa dell'orario di apertuta- fù il commento di Dante. Giulio,che era seduto alla scrivania e quindi era accanto al telefono, lo guardo storto e sollevò la cornetta. -Pronto?- chiese Giulio non appena portò la cornetta all'orecchio. Nessuna risposta. -Pronto?- Ripetè Giulio in tono più deciso. Poi senti alcuni mormorii e dei bisbigli, ma non riusciva a capire le parole. - Come scusi? Parli più forte, non la sento-. All'improvviso i rumori cessarono, ed una voce, con un tono cupo e basso bisbigliò - Preparatevi, tornerò presto-.

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Capitolo 2
*** Un nuovo incarico ***


Giulio posò la cornetta e si guardo intorno spaesato. Per un attimo, che sembrava non finire più, nessuno parlò. Fù Nero a rompere il silenzio. - Chi era? Tua madre?- chiese il giovane dai capelli argentati. - Spiritoso- commentò Giulio. Poi si fermò un attimo, prima di riprendere a parlare. - Ad ogni modo, le ipotesi sono due. O erano dei ragazzini intenti a fare uno stupido scherzo, o erano guai grossi-. Lady, per la prima volta dall'inizio della conversazione, alzo lo sguardo dal lucidare la sua arma e disse - Cosa hanno detto?- chiese rivolta a Giulio. Il ragazzo esitò un attimo, poi disse - Non molto. Prima si sentivano solo dei rumori, poi una voce dal tono molto basso ha detto "preparatevi, tornerò presto"-. Dante scoppiò a ridere - era percaso lucifero?- disse in tono divertito. Giulio guardò il mezzo demone che continuava a ridere senza fermarsi. Era unico nel suo genere, pensò Giulio, e abbozzò anche lui un mezzo sorrisetto, prima di rivolgersi a Dante. - Non lo so chi era, ad ogni modo, sarà stato solo uno stupido scherzo, meglio non pensarci più. Ora vai a farti questa doccia Dante, tra pochi minuti inizano le vere chiamate-. Dante corse in bagno e si chiuse la porta alle spalle. Nero si avvicinò a Giulio e gli mise una mano sulla spalla, prima di parlargli. - Sicuro che era solo uno scherzo?- gli chiese in tono calmo. Giulio, che sentiva Dante cantare canzoni a squarciagola da sotto la doccia, si rivolse all'amico in tutta sincerità. - Non ne ho idea, Nero. potrebbe essere qualunque cosa, comunque non penso ci sia da preoccuparsi più di tanto-. Nerò guardo l'amico in faccia ed annuì. Poi Giulio si rivolse alle ragazze. - Forza, mettiamoci al lavoro e prepariamoci, potrebbero chiamare da un momento all'altro, la giornata è appena iniziata-. La porta del bagno si aprì di scatto. Ne uscì un Dante con una tovaglia addosso, ancora bagnato. - Sono bellissimo vero?- disse rivolgendosi a Trish e Lady. Quest'ultima prese una delle sue pistole e gli sparò un colpo dritto in fronte. Dante gettò la testa all'indietro, poi gridando disse - Al diavolo Lady, mi ero appena fatto la doccia, ora sono tutto sporco di sangue in faccia. Grazie tante-. Lady ribattè prontamente - Così la smetti di fare lo spiritoso, e ti dai una mossa che sono le nove passate-. Dante sbuffo e se ne andò in camera a vestirsi. Giulio e Nero, che avevano seguito tutta la scena, stavano ancora ridendo, quando d'improvviso suonò il telefono. Questa volta fù Nero a rispondere. - Pronto?- chiese Nero in tono gentile. - Parlo con il Devil may cry?- chiese una voce di donna, con un tono di preoccupazione molto alto. Nero si affrettò a rispondere - Al suo servizio, mi dica-. La donna cominciò a parlare, ancora molto preoccupata e ansiosa. - é urgente, la mia bambina si comporta in modo strano, è da giorni che sta con lo sguardo fisso nel nulla, non mangia e si sta chiusa in camera. Pensavo fosse per via della sua età adolescenziale, ma ora non ne sono più tanto sicura-. Nero alzo un sopracciglio in segno di stupore. - Guardi che questo non è un centro per problemi adolescenziali-. Disse Nero. La donna, che forse si aspettava una risposta del genere, ribattè prontamente. - Infatti non credo sia l'età il problema. Ieri mentre era chiusa in camera, la sentivo parlare velocemente ed in un linguaggio incomprensibile. Ho aperto la porta e l'ho trovata in ginocchio nel letto con gli occhi tutti bianchi e lo sguardo al soffitto-. Nero capì subito il problema, e si rivolse alla donna dicendole - Mi dia il suo indirizzo, verremo il prima possibile-. La donna diede il suo indirizzio a Nero che si affrettò a segnarlo su un foglietto, poi prima di chiudere la donna disse in tono ormai disperato - Vi prego fate presto, ho paura per la mia piccola-. Nerò la tranquillizzò e posò la cornetta. Poi si rivolse verso gli altri suo compagni e disse - Andiamo a chiamare Dante, abbiamo un incarico molto più complicato di quanto potessi immaginare-. Proprio in quel momento Dante uscì dalla sua camera e disse in tono tutto eccitato - Evvai! Adoro gli incarichi difficili!-. Trish si rivolse a Nero chiedendogli di cosa si trattava. - Una donna ha problemi di demoni con sua figlia. Da quello che ho capito io, la ragazzina dovrebbe avere quindici anni circa, ed è posseduta da qualche demone. questo vuol dire che in quella casa potrebbero esserci centinaia di demoni-. Dante era davvero entusiasta. -Ci sarà da divertirsi allora!- disse il mezzo demone. Nessuno gli rispose. Poi Lady chiese a Giulio - Pensi ci sia un qualche collegamento con la telefonata di prima?-. Giulio non rispose subito, poi si alzo dalla scrivania e disse - Non ne ho idea. Ad ogni modo, una ragazzina ha bisogno di noi, dobbiamo sbrigarci-. Prese la sua fidata spada e la guardò per un paio di secondi, come se gli stesse parlando. "Tocca a noi sherry, non possiamo fallire". Poi la infilò nel porta spada nella schiena. Prese la sua Magnum, la caricò, e la posò nella grande tasca della giacca. In un batter d'occhio, tutti presero le loro armi. Lady con Kalina Ann e le sue pistole, Trish con Sparda, la potentissima spada dalla forza ineguaiabile. Nero con Red Queen e Blue Rose. E per finire Dante, che, avendo l'imbarazzo della scelta, decise di portarsi dietro Agni e Rudra e Pandora, oltre alle immancabili Ebony ed Evory. In un lampo furono tutti fuori, e Dante disse quella che oramai era la frase d'obbligo prima di ogni missione. - Ok ragazzi, Let's Rock!-.

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Capitolo 3
*** In guai seri ***


Quella mattina,il vento era più forte del solito. Dante,nonostante avesse indosso solo il suo amato mantello rosso, non

accennava nessuna sofferenza per via del freddo gelido. Erano tutti in viaggio ormai da due ore, avvicinandosi sempre di

più verso il posto indicato dalla donna al telefono. - Sicuro che sia questa la strada? Comincio a sentire un pò freddo-

disse Lady, rivolgendosi soprattutto a Nero, che stava davanti a tutti. - Tranquilla, non dovrebbe mancare molto- disse il

ragazzo dai capelli argentati, tutti in disordine per via del vento. Dopo un'altra mezz'ora di camminata, arrivarono

finalmente al punto indicato sul foglietto di Nero. Un grande cancello argentato li separava da un giardinetto alquanto

piccolo, con qualche filo d'erba ormai morta da tempo ancora visibile. Era una villetta a due piani, non molto grande e

con tutti i muri rovinati dal tempo. - Sicuro che ci viva qualcuno qui? Sembra disabitata da almeno mezzo secolo- disse

Giulio, in tono alquanto stupito. - Il posto è questo- confermò Nero. - Dai ragazzi, entriamo. Sono sicuro che sarà tutto

molto emozionante!- disse Dante. Lady diede uno spintone al mezzo demone, che inciampò e cadde a terra. - Possibile che tu

debba prendere tutto come se fosse un gioco!- urlò la giovane cacciatrice. - Basta voi due, sembrate due bambini! Vediamo

se riusciamo a trovare un campanello- disse Giulio. - Ecco fatto- esclamò Trish. Poi schiacciò una sola volta il pulsante

con raffigurato il piccolo campanello. Passarono quasi trenta secondi prima che il grande cancello si aprì. I cinque

esitarono un attimo, poi entrarono e si diressero verso la porta d'ingresso. Ancora prima che Dante potesse dire qualunque

cosa, la porta si aprì, facendo non poco rumore. Una donna, capelli castano corto, alta più o meno quanto a dante, con un

espressione che valeva più di mille parole, comparve davanti ai cinque ragazzi. - Siete voi, grazie al cielo. Vi prego

entrate, fate come se fosse a casa vostra-. Fù Nero il primo ad entrare, seguito a ruota da tutti gli altri. -Gran bella

casa- disse Dante,usando probabilmente un tono ironico. Ma la donna non se ne accorse nemmeno. - Fù costruita tantissimi

anni fa. Non l'abbiamo mai fatta ristrutturare, almeno non completamente-. - Signora, posso sapere dove si trova sua

figlia?- chiese Giulio. - di sopra, in camera sua. Non esce da li almeno da due giorni-. - Forse non dovremmo salire tutti

quanti-, disse Nero. - Dante, tu resta qui con Lady e Trish. Io e Giulio saliamo sopra-. - Volentieri. Sono curioso di

conoscere meglio la signora qui presente. Magari davanti ad una tazza di cioccolata calda-. Disse Dante, in maniera

piuttosto sfacciata. - Dante, sei davvero un maleducato!- disse sgridandolo Trish. - Ma no, si figuri. gliela preparo

subito- rispose la donna - Bene, noi andiamo di sopra- concluse Giulio, avviandosi insieme a Nero verso le grandi scale a

chiocciola. Il piano di sopra aveva solo tre stanze. Una era la camera della signora. Letto matrimoniale, comodino e

armadio in stile decisamente antico. Piuttosto piccola, ma comunque adatta a ospitare una sola persona. Poi c'era il

bagno, con tutti i suoi componenti, vasca da bagno compresa. Ed infine, l'ultima stanza. Porta chiusa, bastava poco per

capire che era la stanza della ragazzina. - Che facciamo, bussiamo?- chiese Nero. - Ok, ma se non apre, entriamo noi-

rispose Giulio. Poi si avvicino alla porta, e bussò due volte. Aspettarono per più di un minuto, ma nessun segnale

dall'altra parte della porta. Nero si avvicinò, e delicatamente provò a girare la manopola. La porta, senza opporre

nessuna resistenza, si aprì molto lentamente. Piano la stanza si materializzò davanti agli occhi dei due acchiappademoni.

Subito gli occhi di Giulio si spalancarono dallo stupore. Davanti a lui, sopra un letto singolo situato al centro della

stanza, siedeva una bellissima ragazza. Nero aveva ragione, doveva avere circa quindici anni. Lunghi capelli biondi, viso

chiaro come quello di un angelo, corpo minuto e sguardo fisso verso la finestra davanti a lei. - Guarda un pò, ha la tua

età- disse Nero rivolgendosi a Giulio. - Ed è anche bellissima- Aggiunse il giovane acchiappademoni. - Smettila di sognare

ad occhi aperti, Giulio. Come vedi, sembra ipnotizzata-. Giulio si avvicinò pian piano alla ragazza. - Che faccio, provo a

parlarle? O la scuoto?- chiese dopo essersi seduto nel letto accanto a lei.      - Prova a scuoterla piano dalla spalla-

rispose Nero. Giulio posò piano la mano sulla spalla della ragazza e con delicatezza provo a scuoterla. - Ei, ragazzina,

riesci a sentirmi?-. La ragazza guardò negli occhi Giulio, poi girò di nuovo lo sguardo verso la finestra, e gridò

fortissimo. Giulio si alzò di scatto, indietreggiando piano. Poi, d'improvviso, la casa cominciò a tremare. Dalla bocca

della ragazza uscì del fumo che in poco tempo occupò tutta la stanza. Nero e Giulio uscirono di corsa dalla stanza e

chiamarono a squarciagola Dante e le ragazze. Un attimo dopo, Giulio fu scaraventato violentemente al piano di sotto.

Cadde sopra ad un tavolino di vetro, frantumandolo in mille pezzi. Immediatamente Nero estrasse Red Queen e si guardò

intorno. Non riusciva a vedere nessuno, ma percepiva intorno a lui tante piccole forze maligne. Prima che potesse fare

qualsiasi cosa, si materializzarono davanti a lui un'orda di Anticamere infernali, con le loro falci ad un centimetro dal

volto di Nero. 

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Capitolo 4
*** In salvo ***


-Nero, lanciati giù subito!- gridò Lady con tutta la voce che aveva in corpo. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, e si lancio dalle scale, riuscendo ad atterrare in piedi. -Che diamine succede lì sopra?- domandò Dante. -Credo che la ragazzina abbia espulso un bel pò di demoni da dentro di se- disse Giulio, mentre si rialzava da terra. Non era rimasto ferito, nonostante il volo dal piano di sopra.-La mia bambina! Aiutatela vi prego!- Gridò la donna mentre piangeva. -Stia tranquilla signora, andiamo a prenderla- disse Lady. -Bene,forza tutti di sopra. Facciamo fuori quei mostri di sabbia!- Gridò Nero. -Mostri di sabbia? Non dirimi che..- Dante sembrava stupito. -Si Dante, sono anticamere infernali. Sono tornate-. Gli rispose Giulio. -Ma dai, che piacevole sorpresa-. Il tono di Dante era decisamente ironico. Tirò fuori Ebony ed Ivory e cominciò a salire le scale. Ma prima che potesse superare il secondo gradino, l'orda di anticamere si lanciò al piano di sotto, davanti agli occhi di tutti quanti. -Merda. Attaccate!- Urlò Giulio. Subito si scagliarono tutti addosso all'orda di demoni. Dante cominciò a sparare colpi a raffica, elimandone una quantità innumerevole. Ma i demoni erano davvero troppi, e purtroppo qualcuno sfuggiva sempre. Trish, grazie alla forza sovraumana di Sparda, riusciva ad eliminare gruppi numerosissimi di demoni. Lady, non potendo usare Kalina Ann in un luogo chiuso, si limitava a sparare con le sue pistole, facendo anch'essa un buon lavoro. Nero si serviva del suo potentissimo braccio demoniaco, con il quale riusciva a far fuori più demoni contemporaneamente. Giulio sfruttava la forza della sua fidata Sherry. Era davvero incredibile il legame tra loro due, talmente forte da non separarsi mai. Pian piano i demoni cominciavano a diminuire, alcuni arretravano anche. Ad un certo punto, si sentì un urlo di dolore. Dante fù il primo a girare lo sguardo. Un'anticamera, sfuggita alla vista di tutti, si era scagliata contro la donna. Con la falce, l'aveva trafitta prima nel petto, poi nella gola. Non si sarebbe più fermata, se non fosse stato per il colpo di Magnum di Giulio, che la disintegrò in mille granelli di sabbia. La donna cadde a terra, con la schiena appoggiata ad una parete. Nero intanto, per liberarsi più velocemente dei demoni, aveva attivato il Devil Trigger. La potenza che emanava era incredibile. Dante guardò l'immagine comparire dietro la schiena del giovane acchiappa demoni. Era identica a Nelo Angelo, la forma demoniaca di suo fratello Vergil. Già, Vergil. nonostante tutto, sentiva la mancanza di suo fratello. Era sangue del suo sangue. Lo immaginava nel mondo demoniaco, a fare chissà cosa. Il senso di colpa era grande, nonostante sapesse di non aver avuto altra scelta. La malvagità abitava il cuore di suo fratello. Una lacrima scese dagli occhi del mezzo demone, sensibile ai pensieri riguardanti la sua famiglia. In poco tempo tutti i demoni furono fatti fuori. Giulio si avvicinò alla donna in fin di vita. Sanguinava vistosamente, le restava ormai poco tempo. Cercò la mano di Giulio e gliela strinse, poi disse con l'ultimo filo di voce che gli era rimasta in corpo - Ti prego, abbi cura di mia figlia. Fai in modo che possa sorridere, e dille che le voglio un mondo di bene e che sono orgogliosa di lei-. Poi chiuse piano gli occhi e non li riaprì più. Nessuno osava parlare. Giulio lasciò andare la mano della donna, si alzò in piedi e guardandola disse -Può starne certa-. Poi si avviò verso il piano di sopra. Nessuno gli disse niente. Incrociò lo sguardo con quello di Dante, che gli fece un cenno di assenso. Arrivò al piano di sopra ed entrò nella stanza della ragazzina. La giovane giaceva nel letto, probabilmente svenuta. Giulio la guardò. Era rimasto colpito dalla bellezza della ragazzina. Sapeva di non poter nemmeno immaginare le sofferenze che aveva passato. -Ti porterò con me. Ti proteggerò anche a costo della mia stessa vita- disse Giulio a bassa voce. Poi la prese in braccio e scese al piano di sotto. -Forza, torniamo a casa- disse Lady. Uscirono tutti dalla casa e cominciarono a camminare per tornare al Devil May Cry. Ormai era buio, ed il cielo era cosparso di stelle. Nero le guardava stupito. Sembravano vicine, ma in realtà distavano anni luce. La strada per tornare a casa era lunga. Era stata davvero una giornata faticosa, e la morte della donna non aveva aiutato nessuno. Non erano abituati a perdere persone, portavano sempre in salvo tutti. Ma questa volta era diverso. Ora avevano una ragazzina da accudire. Giulio non l'avrebbe mai lasciata andare, piuttosto si sarebbe messo contro i suoi stessi compagni. Mille dubbi frullavano nella testa di tutti. A Dante non era piaciuto il ritorno delle Anticamere. Se erano tornate, poteva tornare qualunque demone. Forse la telefonata di quella mattina presto non era uno scherzo. Forse qualcosa o qualcuno stava tornando. E forse non aveva buoni propositi. In mezzo ai tanti dubbi di ognuno di loro, solo una cosa era certa. Tutto quello che sarebbe venuto dopo, non sarebbe stato tanto bello. Sapevano di doversi preparare al peggio, pur non sapendo nulla.

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Capitolo 5
*** Vergil ***


Non aveva mai smesso di camminare. Dormiva poco, a volte niente. Probabilmente aveva fatto mille volte lo stesso percorso. Eppure sembrava non patire nulla. L’unica cosa che provava era rabbia. Ma neanche lui sapeva verso chi. Verso sé stesso, forse. Ma non sapeva perché. Era stato lui a voler rimanere li. La sconfitta subita contro suo fratello Dante, lo aveva ferito profondamente. Suo fratello era più potente, e questo lui non poteva accettarlo. Così si era lasciato cadere da quella cascata infernale, sapendo che non avrebbe più fatto ritorno. Ma ora, dopo due anni, si era stancato. Era stanco di passare le giornate all’inferno, dove l’unico passatempo era sconfiggere orde di demoni. Con il passare del tempo, la sua voglia di vendetta aumentava sempre di più. Ma non poteva fare niente. Sapeva benissimo che l’unico modo per aprire il portale che collegava i due mondi, era avere tutti e due gli amuleti. Lui aveva il suo, Dante aveva l’altro. Aveva provato di tutto per riuscire a risalire verso il mondo umano, ma nulla sembrava dargli la benché minima speranza. Tanti erano i demoni che aveva sconfitto in questi anni. Tra questi, tutti quelli che Dante aveva sconfitto nel mondo umano. Non poteva ucciderli essendo già morti, ma poteva farli soffrire. A molti aveva chiesto se ci fosse un modo per uscire da quel posto, ma lo prendevano tutti per pazzo. Tutti tranne Christie. Il potere del demone donna era rimasto nella chitarra rock che aveva Dante, insieme alla parte buona della sua anima. Ma essendo un demone, aveva anch’essa una parte malvagia. Vergil l’aveva incontrata di recente, in un luogo alquanto strano. Era una stanza con arredamenti simili a quelli del mondo umano. Christie era seduta su una poltrona, lo sguardo fisso nel vuoto. Vergil non capiva, ma poi si ricordò del fatto che in fondo, anche i demoni hanno dei sentimenti. Il demone gli aveva raccontato di una stanza segreta, che al suo interno conteneva un sigillo. Una volta rotto, il sigillo avrebbe aperto un portale che avrebbe spedito Vergil dritto nel mondo umano. Ma Christie aveva anche raccontato a Vergil del fatto che la rottura di quel sigillo avrebbe scatenato una metamorfosi negli inferi. Il sigillo era infatti così potente da risucchiare verso di sé tutto quello che c’era negli inferi. Demoni compresi. Ma a Vergil non importava nulla. Anzi, una nuova invasione demoniaca nel mondo umano, gli avrebbe fatto anche comodo. Così, sotto indicazione di Christie, Vergil si era messo in cammino alla ricerca di questa stanza. Erano ormai giorni che camminava ininterrottamente, e cominciava a pensare di girare come sempre a vuoto. Ad un tratto, notò una porta non molto grande nascosta tra due statue. Indeciso sul da farsi, Vergil si avvicinò lentamente. Sulla porta, erano incisi segni incomprensibili, seguiti dal classico, e forse unico, numero presente li all’inferno. 666. Vergil provò ad aprire la porta, ma com’era prevedibile, era bloccata. C’era una serratura sotto la maniglia. “Magnifico, ora serve anche una chiave. Come faccio a trovare una chiave negli inferi?” aveva detto tra sé e sé Vergil. Così tirò fuori Yamato, e scagliò due fendenti verso la porta, ottenendo però scarso risultato. Ad un tratto, un’orda di demoni sbucò fuori dal nulla, e si scagliò verso Vergil. Quest’ultimo li taglio in due con un solo fendente. – Creature insignificanti- disse Vergil, alquanto stufo di tutti quei demoni. Una risata improvvisa lo fece girare di scatto. -Mi sorprendi, Vergil. Non credevo fossi ancora così potente-. La debole luce presente negli inferi illuminò il volto di colui che Vergil aveva riconosciuto già dalla voce. -Arkham! - Vergil era sorpreso, poiché non lo aveva mai incontrato in due anni trascorsi li. E non pensava neanche che la sua anima fosse ancora presente. Talmente era malvagio, che avrebbe meritato di sparire da qualsiasi mondo. -Cosa vuoi, brutto pezzo di merda. Non ti è bastata la lezione di due anni fa? - Arkham sorrise in maniera ironica – Un Dio non si arrende così facilmente. Ed ora sei solo, Vergil. Non c’è il tuo fratellino ad aiutarti-. L’espressione di Vergil si fece molto dura. – Meglio. Perché se ci fosse stato, lo avrei ucciso qui stesso-. -Rivoglio il mio potere, Vergil. Io sono un Dio -. Il tono di voce di Arkham era piuttosto alto. -Tu sei solo un povero illuso, Arkham. Ancora mi chiedo come ho fatto ad averti come mio aiutante per tutto quel tempo. Sparisci-. Due fendenti partirono verso Arkham, che non riuscì nemmeno a muoversi e finì tagliato in due. Vergil si avvicinò a lui e notò una chiave dorata lì per terra. -Ecco dov’era. Dovevo immaginarlo-. Seppur tagliato in due, Arkham riusciva ancora a parlare. -Pensaci bene Vergil. Se rompi quel sigillo, finirà tutto nel mondo umano. Me compreso-. Vergil abbozzò un sorriso e disse -Non se ti riduco in mille pezzettini!-. Scagliò un’infinità di fendenti verso il corpo diviso in due di Arkham. In pochissimo tempo, di lui rimasero solo pezzetti sparsi per terra. “Devo sbrigarmi. Ci metterà meno di tre ore per ricomporsi”. Corse verso la porta ed infilò la chiave nella serratura. La porta si aprì lentamente. Al suo interno, Vergil trovo un enorme sigillo che incatenava una porta incastrata nel pavimento. Sorrise in maniera ironica, poi tirò fuori Yamato e scagliò un fendente dritto al cuore del sigillo.

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Capitolo 6
*** Bea ***


Non appena aprì gli occhi,la prima cosa che vide fu un quadro gigantesco appeso nella parete di fronte a dove era distesa. Il quadro raffigurava uno strano essere,scuro in volto,con gli occhi rossi luccicanti ed una spada alquanto grande impugnata nella mano destra. Quegli occhi la fissavano così intensamente che fu assalita quasi dal terrore che quel quadro fosse vivo. - Si narra che il demone Sparda si ribellò contro la sua stessa razza per amore di una donna umana e delle sue due creature gemelle che portava in grembo- La giovane ragazza sobbalzò spostando lo sguardo alla sua destra. - Scusa,non volevo spaventarti. Sono Giulio- La ragazza guardò il giovane ragazzo dalla testa ai piedi con uno sguardo decisamente spaventato. Con un filo di voce tremante riuscì a pronunciare una frase. - Dov'è mia madre?- Lo sguardo di Giulio si fece più cupo di prima. La ragazza capì subito,abbassò lo sguardo e cercò di trattenere le lacrime. Giulio si avvicinò al letto e le parlò a bassa voce,come se avesse paura di ferirla con la minima parola. - Come ti chiami?- - Beatriz, ma tutti mi hanno sempre chiamata Bea- Giulio abbozzò un mezzo sorriso - È un bel nome. Ti ricordi qualcosa di quello che è successo?- Lo sguardo della ragazza si fece sempre più triste e spaesato - No, non ricordo nulla. Ricordo soltanto di essere rimasta nella mia stanza per un po' di tempo,ma non ricordo neanche il perché- Giulio la guardò con un'espressione velata di tristezza. Poi,dopo qualche secondo di pausa,il giovane acchiappa demoni si rivolse nuovamente alla ragazza. - Tu ci credi alla leggenda di Sparda?- La ragazza lo guardò stranita - Non ho mai creduto nei demoni. E se anche fosse vera,dove sono i suoi figli? E sua moglie? E lui stesso che fine avrebbe fatto?- - Ha sacrificato la sua stessa vita per chiudere i demoni nel mondo demoniaco,tenendoli lontani da questo mondo- Entrambi i ragazzi sollevarono lo sguardo. Nero entrò nella stanza con lo sguardo sempre fisso sul quadro. - La leggenda narra che i suoi due figli si diedero battaglia fino all'ultimo sangue per riuscire a mettere le mani sul potere di loro padre - continuò il ragazzo dai capelli argentati - Dante e Vergli,due mezzi demoni con obiettivi diversi. Uno dalla parte del bene,uno dalla parte del male - - Lui è Nero - disse Giulio rivolgendosi a Bea. La ragazza guardò il ragazzo per qualche secondo e domandò - Chi vince tra Dante e Vergil alla fine?- Nero si girò verso la ragazza e la guardò dritto negli occhi - Nessuno. Il male e la brama di potere imprigionarono Vergil nel mondo demoniaco,ma nessuno è stato realmente sconfitto. Finché la brama di potere risiederà il cuore di Vergil,nessuno sarà mai al sicuro - La ragazza abbassò lo sguardo e mormorò a bassa voce - Per essere solo una leggenda fa davvero paura - Giulio appoggiò una mano sulla spalla della ragazza - Seguimi, scendiamo sotto così posso presentarti i miei amici e spiegarti meglio dove ti trovi - La ragazza, inizialmente spaventata, si alzò e decise di seguire i due ragazzi giù per le scale. Appena scesa si trovò davanti due ragazze che discutevano in maniera accessa su chi dovessa mangiare l'ultima fetta di pizza. Ma prima che la ragazza potesse guardarsi intorno, qualcuno le mise una mano sulla spalla facendola sobbalzare in aria. - Ei ragazzina,sta tranquilla, so che sono affascinante ma non puoi pensare di saltarmi addosso senza prima conoscermi - La ragazza lo guardò un po' impaurita - Ignoralo, soffre di manie di protagonismo - disse la ragazza sulla destra che aveva appena vinto la fetta di pizza. - Sono Lady, piacere. La ragazza che ha perso la pizza invece si chiama Trish - Bea cercò di abbozzare un mezzo sorriso e poi rivolse nuovamente lo sguardo verso il tizio che le stava davanti e che continuava a guardarla con un sorriso ironico sul volto. - E tu invece chi saresti? - chiese Bea. - Dante,al tuo servizio -.

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Capitolo 7
*** L'invasione ***


La prima cosa che vide non appena aprì gli occhi fu una grande cascata immersa in un profondo oceano di verde. Il rumore della natura era quasi assordante. Vergil faceva fatica anche solo a distinguere il cinguettio di un uccello dal canto di una cicala. Era impossibile sapere dove si trovava. Un bosco,una foresta, una riserva naturale o una radura. Privo di punti di riferimento,Vergil si sedette vicino al torrente, chiuse gli occhi e provo a concentrarsi solo sul rumore della cascata. Fece poi un respiro profondo, quasi si stesse godendo l'attimo. Tornare sulla terra lo aveva immediatamente riappacificato con se stesso,facendogli quasi dimenticare le conseguenze del suo gesto e la motivazione che lo aveva spinto a compierlo. Il sigillo che aveva spezzato aveva risucchiato non solo lui,ma l'inferno intero. Vergil lo sapeva, e volgendo lo sguardo ad un cielo limpido come l'acqua che ora accarezzava con una mano, si chiese dove fossero state catapultatie tutte le creature che abitavano il regno sottostante. Si alzò da terra ed abbandonò la pace di quel momento. Sulla terra,la katana del mezzo demone tornò ad avere gli incredibili poteri che aveva sempre avuto. Scagliò quindi due fendenti di fronte a sé, aprì un portale ed entrò. Pochi istanti dopo si ritrovò davanti alla fontana principale nella piazza della città di Fortuna. Girò lo sguardo e vide esattamente ciò che si aspettava di vedere: della porta demoniaca della città non era rimasto nulla, tranne la parte inferiore ridotta ormai un ammasso di pietre fragili. Solo Yamato aveva la capacità di ridurre così la porta. Guardó la sua spada e si chiese nelle mani di chi fosse finita in precedenza. Si sedette im uno dei gradini che portava alla chiesa di fortuna e guardò nuovamente il cielo. Probabilmente,tutte le creature infernali erano state trasportate in punti del globo totalmente a caso,come era accaduto a lui. Chissà quindi quali disastri stavano avvenendo in quel preciso istante in varie parti del mondo. Per trovare vendetta contro il fratello, Vergil aveva probabilmente scatenato l'apocalisse. Una vendetta tra l'altro simbolica. Il suo scopo infatti non era quello di uccidere il fratello, ma soltanto di entrare in possesso del suo amuleto e acquisire gli enormi poteri del padre Sparda. Ma perché? Forse per dimostrare soltanto di esserne capace,forse per volere una superiorità totale rispetto al fratello. Il potere di Sparda era quasi impossibile da gestire. Arkahm ne era stato sopraffatto, e chissà cosa poteva capitare a chiunque altro. Una parte di lui sapeva quanto fosse giusto che ognuno tenesse il proprio amuleto, così da scongiurare un eventuale pericolo da parte di qualcun altro. Ma d'altra parte,la brama di potere che albergava dentro il mezzodemone vestito di blu bramava quell'infinità potenza. Si alzò dalla scalinata,ed inizio a camminare attraverso le rovine della città di Fortuna, o di quel poco che ne era rimasto.

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