Dark and Light

di Ziseos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Feeling ***
Capitolo 2: *** Breathe ***
Capitolo 3: *** Eyes ***
Capitolo 4: *** Fear ***
Capitolo 5: *** Escape ***
Capitolo 6: *** Blood ***
Capitolo 7: *** Away ***
Capitolo 8: *** Untold ***
Capitolo 9: *** Road ***



Capitolo 1
*** Feeling ***


Light and Dark

1- Feeling 

 
Era vicina, riusciva a sentirla.
Percepiva la sua presenza anche a distanza di metri, tale era la Forza che emanava.
Ora, era giunto il suo momento di riscattarsi, la sua occasione di rifarsi allo sbaglio compiuto su Jakku giorni addietro; nonostante i rumori assordanti della battaglia gli penetrassero nei timpani, la sua mente era concentrata solo su di lei, sulla ragazza.
La mercante di rottami era vicina, stava scappando.
Quasi poteva sentire il suo respiro affannato, il cuore che le batteva a mille mentre correva a perdifiato fra le rocce e i ruscelli che ricoprivano l’intero pianeta..
Doveva sbirgarsi se non voleva che la preda gli sfuggisse di mano.
Il Signore Supremo non avrebbe tollerato un fallimento, e sopratutto non era da Kylo Ren fallire.
Superò i corpi degli Starstrooper della sua unità che giacevano a terra senza vita, e si allontanò dai rumori dei blaster che miravano al nemico.
Più si addentrava nella foresta, facendosi largo tra felci, rocce e piccoli rigagnoli d’acqua dolciastra, sentiva quella sensazione farsi più forte, passo dopo passo.
Lei era lì vicina, e lui la sentiva di nuovo.
Questa volta percepì paura, angoscia e senso di colpa.
Sapeva che era ancora lei, la povera bestiola spaventata che tentava di fuggire ai predatori.
Ma, non poteva nascondersi per sempre.
 
Rey continuava a farsi strada fra la vegetazione rigogliosa che le passava sotto i piedi man mano che correva.
Aveva percepito una presenza, qualcosa.
Ciò di cui era sicura era che non sarebbe stato nulla di positivo.
Si fece forza, arrampicandosi su di un masso più alto, per avere una visuale migliore.
Si guardò intorno nella speranza di trovare qualcosa..o qualcuno.
Poi la sentì.
Quella sensazione sulla pelle, aumentava, il pericolo era vicino.
Ma quando se ne accorse fu troppo tardi.
Tentò di fuggire, saltava sulle pietre del fiumiciattolo cristallino che scorreva dinanzi a lei, cercava riparo.
Tentò di scappare, ma la sensazione divenne più forte.
Un grido proruppe dalla sua gola, l’angoscia l’aveva intrappolata.
E poi le comparve dinanzi..lo vide, lo sentì vicino.
 
 

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Capitolo 2
*** Breathe ***


2- Breathe
 
Ricordava ancora quel giorno, quasi come se lo stesse rivivendo di nuovo.

Le sensazioni che aveva provato, le parole che aveva udito..tutto era un ricordo vivido nella sua testa.
Quell’essere, l’energia che emanava l’avevano sorpresa e non aveva avuto n tempo nè forza per reagire, per andarsene.

Chiuse gli occhi, e ricordò.
 

La figura di Kylo Ren occupava l’unica via di uscita.
Era in trappola.
“Dannazione!”- urlò mentalmente mentre la paura la assaliva dal cuore lentamente, nel frattempo che tentava una misera fuga per sfuggirgli.
Tastava la borsa che teneva sul fianco come per cercare qualcosa che potesse proteggerla, in un ultimo gesto di disperazione; improvvisamente le sue dita sfiorarono il metallo freddo della pistola di Maz, e l’unico istinto che ebbe fu di tirarla fuori e sparare, come ultima possibilità.
Sparò ripetuti colpi cercando di indietreggiare, ma nonostante ciò, furono respinti dalla spada cremisi del suo nemico.
Forse non si era resa conto abbastanza della forza del suo avversario.
Tutto a un tratto, il braccio che fino a qualche secondo prima teneva disteso verso il nemico e dal quale impugnava la sua piccola arma, si ritrovò dietro alla sua schiena con un movimento secco.
Rey sbarrò gli occhi sconcertata: per una frazione di secondo era come se il sangue all’interno del suo corpo avesse smesso di fluire, e si fosse bloccato impedendo al suo corpo di compire qualsiasi azione lei comandasse di fare dalla sua mente.
Cercava di muoversi digrignando i denti in una smorfia di impotenza e frustrazione, ma le si legeva nello sguardo che si sentiva smarrita, non sapeva cosa fare.
Poi, una sconcertante verità le si palesò nella mente.
Lui...lui non era un semplice soldato del Primo Ordine, in lui c’era qualcosa di diverso e più spaventoso, un potere che non sapeva spiegarsi.

Ad un tratto le tornarono alla mente le parole del Generale Solo.
Aveva sentito parlare infinite volte di quella che, a dire di tutti, era solo una leggenda; quella potente energia che solo in pochi sapevano dominare, per il bene o per il male.
“I Jedi, I Sith..la Forza. Sì, era tutto vero. Nemmeno io ci credevo ma..”
“...era tutto vero”. – concluse la frase.
Al realizzare quella verità le tremarono le labbra secche, che continuavano a mormorare quelle ultime parole silenziosamente.
“Era..tutto vero. Era tutto vero..”

Un rumore di passi che si avvicinavano a lei la distolsero dai suoi pensieri.
L’uomo le si stava avvicinando, la punta della spada laser a terra e lo sguardo fisso su di lei.
Si fermò a pochi metri di distanza da lei osservandola, fissandola attentamente.
“La ragazza di cui si parla tanto..”- disse con la voce cammuffata dalla pesante maschera metallica che portava sul volto, nascosta dal cappuccio del suo mantello.
Le si avvicinò nuovamente, con passo deciso, per poi girarle intorno, mentre Rey non poteva fare altro che guardare fisso dinanzi a sè, mentre ansimava furiosa.
Lui si fermò dietro a lei, dandole le spalle.
“Il droide.”- si girò improvvisamente puntandole la spada a pochi centimetri dal suo volto, e senza giri di parole arrivò alla questione più importante - “Il droide..dov’è?”
Un brivido le salì lungo la schiena non appena il calore del laser color cremisi le accarezzava minaccioso la pelle del viso; in quel momento si rese conto della vera minaccia che quell’uomo rappresentava, per via della Forza che sentiva essere molto potente in lui, e per quell’arma letale che avrebbe potuto ucciderla da un momento all’altro.

La battaglia continuava furiosa dalla baia dove si trovava la fortezza di Maz, e dentro di lei sapeva che i suoi compagni erano in pericolo là fuori.
“Ian, Maz, Chewbe..Finn.”

Cercò di deglutire la saliva che le si era accumulata nella gola, e che minacciava di soffocarla, ma nella presa di Ren riusciva a malapena a muovere gli occhi per guardarsi intorno e a fissare la lama dell’avversario.
Kylo ritrasse la spada, con gran sollievo di Rey che mantenne comunque gli occhi puntati sul soldato del Primo Ordine; lui le si parò davanti immobile, e tese la mano destra verso il volto della ragazza.
Un’improvvisa fitta al cranio, costrinse Rey a cambiare espressione ed una smorfia di dolore le si disegnò in volto mentre l’altro, impassibile, continuava a fare pressione sulla sua mente.
 
Era stato facile trovarla, e sicuramente ancora più facile sarebbe stato cavarle le informazioni che stava cercando..
Kylo intensificò il flusso di Forza che stava impiegando per fare leva sulla mente della ragazza, percorrendo velocemente i ricordi che conteneva, alla ricerca della risposta alla sua domanda.
Improvvisamente percepì un suo ricordo, qualcosa che aveva a che fare con..
“La mappa..”- disse quasi in tono sorpreso. Come era possibile che lei ne sapesse qualcosa? O forse una risposta c’era..- “Tu..l’hai vista.”
Lo sguardo aumentò di intensità, mentre realizzava la verità e mentre fissava la ragazza cedere lentamente sotto il suo potere; stava per aggiungere qualcosa, mentre la Forza continuava ad infierire su Rey, ma venne interrotto dal capitano e da un soldato della sua divisione.
“Signore.. servono altre truppe. Dobbiamo avvisare il Quartier Generale..”
“No. Non serve, ritirate le truppe.”- si girò nuovamente verso Rey- “ Lasciate il droide..abbiamo già tutto.”
Stese nuovamente le dita verso di lei, ritirando la Forza che la teneva prigioniera di una morsa inattaccabile.
 
Il cuore le battè più forte quando sentì i soldati parlare.
“Più truppe..forse Finn e gli altri, non sono ancora stati fatti prigionieri..”- il pensiero le diede un raggio di speranza, ma dentro di lei si sentiva ancora profondamente atterrita ed indifesa.
Inoltre..quell’uomo era riuscito a scavarle nella mente con una tale violenza che nemmeno si era resa conto di cosa stesse succedendo; aveva sentito come se qualcuno avesse cercado di farsi strada a pugni nella sua testa, ed ora il cranio le faceva un male incredibile,e sentiva ancora le cervella pulsarle fortemente.
Sapeva della mappa, quindi era per quello che era venuto fin lì..anche lui la stava cercando.
E BB8.. anche lui era con gli altri, e se smettevano di cercarlo forse avrebbero lasciato in pace anche gli altri..
E lei..che ne sarebbe stato di lei? Le si formò un nodo alla gola al pensiero di quello che sarebbe potuto succederle.
“...abbiamo già tutto.”
Alle ultime parole di Kylo Ren, Rey drizzò nuovamente le orecchie pensando di aver perso qualcosa della conversazione con gli StarStrooper.
“Cosa..tutto? Di che parla..”
Lui le comparve da dietro senza dire nulla e avvicinò nuovamente le dita della mano verso di lei.
Cercò di stare in ascolto, ma non servì a nulla.
Improvvisamente sentì un peso togliersi dalla sua testa liberandola istantaneamente da quella morsa che le attanagliava la mente, e gli occhi le si chiusero di colpo, mentre la luce della foresta divenne buio, poi ..non sentì più nulla.

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Capitolo 3
*** Eyes ***


3- Eyes
 
Era stato il loro primo incontro quel giorno, la prima volta che avevano sentito le loro reciproche voci.
Le tante emozioni contrastanti che aveva provato quel giorno erano scritte in modo indelebile nella mente di Rey, che ora sedeva sola nella cabina di comando del Millennium Falcon, mentre Chewbe e i droidi erano a riposare in altre cabine; continuava ad accarezzare con le dita i contorni definiti della spada laser che teneva fra le mani. Le dava sicurezza quella , per così dire, metallica estensione della sua mano.
Le sue dita si fermarono su un taglietto che avvertiva sotto i polpastrelli, il quale interrompeva la superficie liscia e fredda dell’elsa della spada.
Portò l’oggetto all’altezza dello sguardo per poterlo esaminare meglio, ed osservò con attenzione il piccolo taglio in questione: ricordava quando era spuntato, durante la sua collisione nella foresta contro..
Abbassò l’arma e distolse lo sguardo altrove.
Per quanto tentasse di non pensarci, i ricordi di quel giorno la tormentavano da settimane, e non accennavano minimamente ad abbandonarla, nemmeno per un secondo.
I loro occhi si erano incrociati per la prima volta, e nella sequenza di pochi attimi il suo sguardo si era impresso nella sua memoria, e se chiudeva gli occhi poteva ancora vederlo.
 
La luce potente della lampada le bruciava gli occhi, e faceva fatica anche solo ad aprire le palpebre, mentre la testa le pulsava fortemente.
Non riusciva a realizzare dove si trovava, sentiva solo il rumore del suo respiro e del suo battito regolare, tutti gli altri rumori giungevano lievi alle sue orecchie, a causa delle spesse pareti che separavano la stanza dal resto della base . Nonostante ciò, poteva avvertire la tensione attorno a sè, sentiva che qualcosa di grande e pericoloso si stava preparando a venire allo scoperto.
Un rumore di passi pesanti che si affrettavano dall’altro lato della porta la obbligarono a spalancare completamente gli occhi.
Si guardò intorno, osservando la stanza in cui era rinchiusa: era poco più grande della cabina dello AT-AT abbattuto dove viveva su Jakku, ed era priva di qualunque tipo di arredamento che potesse indicarle dove l’avessero rinchiusa.
Un vago odore ferreo e dolciastro arrivava piano alle narici, e cercando di girare lo sguardo per capire da dove provenisse quel miasma, si rese conto che sulla sedia su cui era bloccata, conteneva tracce di sangue rappreso sulle parti metalliche, segno che non era stata l’unica “ospite” in quella stanza.
Ma chi poteva averla portata li? Aveva ricordi confusi dell’ultima volta in cui era stata sveglia, ricordava vagamente un opprimente dolore alla testa, la sua mente che veniva come compressa e svuotata, i rumori dei blaster, la fuga fra la vegetazione di Takodana e poi..di quella figura scura che la inseguiva, una lama cremisi che bruciava contro il suo collo nudo.
E se fosse stato lui? Quell’uomo che sprigionava un’energia potente, e che l’aveva bloccata improvvisamente..che fosse stato lui a portarla lì?
Un po alla volta le riaffiorarono alla mente i dettagli di quel giorno, come la voce meccanica ed il respiro calmo del suo inseguitore.
Le pareva ancora di sentirlo con le sue orecchie in quel momento..
Una sensazione strana, come se qualcuno la stesse osservando si impadronì di lei, e lentamente percepì una presenza..non era sola in quella stanza, sentiva nuovamente quell’energia già provata su Tadokana.
Abbassò gli occhi, e lo vide.
Inginocchiato dinanzi a lei, riconobbe la maschera di Kylo Ren che, liberatosi del suo mantello, teneva lo sguardo fisso su di lei.
Rey lo fissò a sua volta, con lo sguardo indurito dalla consapevolezza di chi si trovava davanti.

“Dove sono?”- chiese prima lanciando un’occhiata ai suoi polsi legati, poi a lui.
Kylo rispose senza scomporsi.
“Sei mia ospite.”
“Dove sono gli altri?”
Non aveva avuto loro notizie da quando era stata portata vai dal pianeta di Maz.
“Parli forse degli assassini..traditori ..e ladri che chiami amici?” – le chiese continuando a fissarla- “Ti solleverà sapere che non ho idea di dove siano..”
Una smorfia infelice ed infastidita contornò la bocca di Rey: quell’essere era freddo, non tradiva neppure la minima emozione.

L’intensità del suo sguardo aumentò, destando la curiosità dell’uomo.
“Vuoi ancora uccidermi?”- le chiese inclinando lievemente la testa. Quella ragazza era ostinata come poche, doveva riconoscerlo.
Continuando a fissarlo duramente gli rispose in tono beffardo.
“Capita, quando ti dà la caccia una creatura con la maschera.”
Kylo la guardò fissa negli occhi da dietro la maschera per qualche secondo.
Sì, quella ragazza lo aveva senza dubbio incuriosito.
Appoggiò le mani ai lati della sua maschera, e facendo pressione sui pulsanti che controllavano l’apertura di quest’ultima, sganciò la maschera e l’elmo metallici che gli coprivano il viso, per poi sfilarli via, liberandosi di quel peso.

Gli occhi di Rey si spalancarono di colpo quando Kylo Ren rivelò il suo vero volto.
Era diverso da come se l’era immaginato fino a quel momento, convinta che si sarebbe trovata di fronte ad un individuo disgustoso, forse pieno di cicatrici o vecchio, come quei mostri che per anni aveva visto passare per le stazioni di Jakku.
Invece lui era diverso. Era giovane, più alto di lei, dai morbidi capelli corvini, due occhi scuri e profondi che continuavano a guardarla intensamente, ed una carnagione pallida che riluceva alla luminosità delle lampade della stanza e che contrastava con il suo abbigliamento scuro e pesante.
Rimase in silenzio dinanzi a lui, guardandosi attorno senza sapere cosa dire, sentendosi come spaesata.
Lui si alzò in piedi, gettò da parte la pesante maschera che cadendo causò un tonfo pesante, e le girò attorno fino a tornare dinanzi a lei.

Con il tono freddo iniziale ricominciò ad interrogarla nuovamente.
“Parlami del droide.”
Non aveva altra scelta che ascoltarlo, per ora.
“E’un unità BB con drive al selenio e scambi di indicator termico..”
“Ha una sezione di carta di navigazione...”- la interruppe lui-“...e noi abbiamo il resto,recuperato dagli archivi dell’Impero.”- aggiunse con un tono quasi soddisfatto.
Proseguì rivolgendosi nuovamente a lei.
“Ma, ci serve quel pezzo e, non so come, hai convinto quel droide a mostrartelo..”
Già, la mappa. Quasi stava dimenticando.
“Tu..”-continuò lui guardandola in modo sprezzante e quasi disgustato-“ Una mercante di rottami..”
Lei distolse lo sguardo da lui, mentre Kylo avvicinò il volto al suo.
“Sai che posso avere ciò che voglio.”- la sua voce tradiva un desiderio nascosto, qualcosa che lo faceva sentire potente.
Avvicinò nuovamente le dita alla testa di Rey e , come l’ultima volta, costrinse il flusso di Forza ad entrare nella sua testa, per scavare in mezzo alle sue mille memorie in cerca di qualcosa che potesse riguardare la mappa.

Mentre cercava, però,si imbattè in altri ricordi..ricordi di un passato lontano, una bambina sola, lacrime trattenute e dolore inespresso, paura del non ritorno, desiderio di conoscenza..
“Sei così sola..”-le disse piano- “..hai paura di partire..”
Quasi gli sembrò per un istante di poter capire come si sentiva, di condividere nel profondo quelle stesse paure e sensazioni.
“Di notte..non riesci a dormire..immagini un oceano..lo vedo.”- sussurrò mentre dalla mente di Rey alla sua giungeva l’idea di una distesa immensa di acqua e il rumore di scrosciare delle onde.-“..e vedo l’isola..”

Poi di colpo il suo tono di voce si indurì, quando vide LUI.
“E Han Solo.”- il suo respiro accellerò improvvisamente.”Lo vedi come il padre che non hai mai avuto. Ti avrebbe molto del..”
“STA FUORI DALLA MIA TESTA.”- replicò Rey con fermezza, la voce alterata dall’emozione.

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Capitolo 4
*** Fear ***


4-Fear
 
Kylo si allontanò di colpo da lei, non appena Rey gli si rivoltò conto.
Non era necessario infierire ancora sulle memorie di quella povera, inutile mercante.
Gli avrebbe cavato le informazioni che voleva, in un modo o nell’altro.
“Lo so che hai visto la mappa.”- disse continuando ad esercitare il suo flusso di forza sulla mente della ragazza che, ancora leata lo fissava.-“E’ lì dentro, nella tua testa. E ora..la darai a me.”
Detto ciò, intensificò nuovamente la potenza del flusso, rimanendo fermo dinanzi a Rey.

Dall’altra parte la giovane sentì Kylo fare presa sulla sua mente, con un intensità maggiore rispetto a quella usata le volte precendenti, quando aveva tentato di estorcerle informazioni riguardanti la mappa che conduceva a Luke Skywalker.
Digrignò i denti quando le fitte alla testa la colpirono, un dolore al quale poteva quasi dirsi abituata oramai; la Forza era tale che il suo busto e la sua testa vennero proiettati in avanti, verso il suo torturatore, una maschera di sofferenza e determinazione a resistere.
Non avrebbe mai lasciato che lui ottenesse quelle preziose informazioni, ma..non si sentiva pronta a morire per quello, un carico del genere le riempiva l’animo di angoscia.

Lui continuava a tenere le dita stese verso di lei, percependo ogni singolo pensiero che fluiva nella mente di Rey, ogni sua emozione.
All’apparenza poteva sembrare una ragazza forte, spavalda ma lui andava oltre ciò che poteva apparire agli occhi di un ingenuo.
“Hai paura, sento anche questo..”

La consapevolezza che quell’individuo poteva leggere dentro di lei, rinnovarono lo spirito di Rey.
No..non avrebbe vinto il Primo Ordine, non quel giorno e non con quella posta in gioco.
“Io..”- strinse con forza i denti e fissò il suo avversario negli occhi, con determinazione.
Il suo cuore stava cambiando, le sue emozioni erano più forti, più decise; aveva un obiettivo e la sorte migliaia di persone e di pianeti potevano dipendere da lei.
Anche i suoi compagni..sentiva dentro di sè che erano ancora vivi, ma per rivederli avrebbe dovuto tirare fuori il coraggio che per anni le aveva permesso di sopravvivere in quella desertica e desolata landa di Jakku.
“..non ti darò..”- si costrinse a rimettersi in posizione sulla sedia- “..niente.”
Concluse di rispondere, ricambiando lo sguardo del ragazzo.

Kylo accennò un ghigno per qualche istante.
Non gli capitava tutti i giorni che qualcuno osasse sfidare lui o la sua pazienza, tantomeno una ragazzina debole e indifesa come quella che aveva dinanzi a sè.
Le avrebbe fatto passare la voglia di scherzare con lui, anche se quella patetica determinazione risultava divertente ai suoi occhi..ma in ogni caso, lui poteva avere ciò che voleva. E quel giorno la regola non cambiava di certo.
“Questo lo vedremo.”
Avvicinò di più la mano al volto di Rey, la pressione della Forza sempre costante la avvolse completamente, mentre forzava il suo spirito.

Fu allora che lo sguardo di Kylo Ren cambiò.
Sentiva uscire da lui una quantità di forza che mai aveva usato con nessun’altro nemico del Primo Ordine fino a quel momento, eppure..
Si rese conto che qualcosa ostacolava il suo flusso, qualcosa di egualmente potente, un energia che da tempo non sentiva: era qualcosa di puro, forte e resistente persino alle sue tecniche del Lato Oscuro.
Impallidì, quando si rese conto che nonostante impiegasse tutte le sue energie per forzare la mente di Rey, qualcosa continuava ad impedirglielo, una forza uguale ed opposta alla sua.
Una paura si fece strada nella sua mente, un arcano terrore di non vincere ciò per cui stava strenuamente lottando minacciava di soffocare la sua razionalità, e di portarlo a perdere il controllo che fino a quel momento credeva di esercitare sulla ragazza.
Ma com’era possibile?
Neppure i soldati che aveva affrontato, le guardie o altri signori del cosmo che gli si erano rivoltati contro avevano mai saputo tenergli testa.
Allora..quella ragazzina come faceva? Era troppo immatura, troppo giovane per controllare qualcosa di così potente e più grande di lei.
Nonostante ciò, gli sembrò di ricordare qualcosa che somigliasse a quella energia..nel suo subconscio delle voci gridavano a lui di tempi passati, quando la Luce era ancora parte del suo mondo, e la stessa energia che lo chiamava a sè bruciando intensamente, prima di venire coperta da una coltre nera.
“Non è possibile..”- nella sua mente rieccheggiarono queste parole, una cantilena dolorosa che continuava a fare eco nella sua testa.
Gli occhi si spalancarono quando apprese la verità, ma ormai la Paura stava prendendo piede in lui velocemente.
 
Rey osservava Kylo Ren, notò la sua espressione cambiare, farsi più pallido e avvertì un leggero tremore in lui.
Qualcosa lo aveva scosso, di questo ne era sicura, ma non ne capiva il motivo.
Quello che sentiva però, era che qualcosa in lei, in modo quasi impercettibile stava cambiando, si stava come evolvendo in tutto il suo corpo.
Lo sentiva scorrere nel suo sangue, essere pompato dal cuore, lo sentiva attraversarle il corpo fino a raggiungere la sede dei suoi pensieri, una sorta di energia che si stava risvegliando in lei, come una bestia assopita da tempo che finalmente riemergeva alla luce.
Cominciò a percepire qualcosa intorno a sè, vedeva oltre le cosa, sentiva le presenze di esseri viventi attorno a sè e..sentiva lui.
Fin’ora era stato Kylo a guardare in lei, a farsi strada fra i suoi ricordi e le sue paure nascoste..ma ora, anche lei sentiva qualcosa provenire da lui.
La morsa del flusso di Forza non esercitava la stessa pressione in lei di prima, era come se lei lo stesse combattendo.
Come ubbidendo ad un istinto innato in lei, si protese verso il suo nemico e cercò di intensificare la sua energia, che sentiva scorrere veloce e potente in lei; le sembrava di poter finalmente contrastare il suo avversario, lo sentiva come indebolito dinanzi a lei.
Riusciva a leggere le emozioni che saettavano nella sua testa: rabbia, dolore, determinazione e..
“Tu..”- lo fissò dritta negli occhi, mentre scandiva le parole con rinnovata forza.
Sì, ora poteva vedere chiaramente in lui.
“TU, hai paura.”
 
Kylo abbassò per un attimo lo sguardo.
Lui..paura?
Non sentiva quelle parole da tempo, nessuno gli ricordava da anni che la parola “paura” potesse essere legata a lui in alcun modo..l’ultima volta era stato anni prima, quando ancora non portava il nome di Kylo Ren.
Quella dannata mercante, come osava scavare nei SUOI ricordi?!
Ma Rey non si era fermata ad una semplice emozione, no..c’era di più, le parole che il ragazzo non avrebbe mai voluto sentire pronunciare da qualcuno.
“Tu hai paura..di non diventare MAI come DARTH VADER.”
Al suono di quel nome Kylo ritrasse la Forza da Rey bruscamente, un grido di frustrazione che gli sgorgava dal petto che gli pervase il corpo in un istante.
Non era possibile..non era possibile.
Non voleva accettare la verità, ma ormai quella realtà era chiara nella sua mente.
Quella ragazza rappresentava una minaccia, un pericolo incombente e letale per il Primo Ordine..e per lui.
 
Le parole erano uscite dalla bocca di Rey in un impeto furioso, tanto che persino la giovane era rimasta a bocca aperta per quello che aveva udito dire dalla sua voce; era stato come leggere nel cuore del cavaliere del Primo Ordine, ma che a parlare fosse stato qualcuno dentro di lei, una parte di sè che giaceva dimenticata nel profondo.
Ansimò, stremata per lo sforzo compiuto, sentendosi prosciugata delle ultime, deboli energie che le rimanevano.
Rimasero soli a guardarsi negli occhi, ognuno di loro sorpreso ed intimorito per quanto era successo, mentre si rendevano consapevoli che qualcosa di grande stava cambiando.

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Capitolo 5
*** Escape ***


5-Escape
 
Le mani di Kylo si erano allontanate velocemente dalla guancia di Rey non appena lei gli aveva gridato contro quelle ultime parole, come se la pelle della ragazza fosse diventata incandescente al tatto.
Si sentiva confuso, scosso come mai prima di allora; quasi inciampò nell’allontanarsi da lei, tanto era la confusione che provava dentro di sè in quel momento, un turbinio di emozioni contrastanti che sembrava potessero soffocarlo da un momento all’altro.
Lo sguardo di Rey lo seguì mentre lui cercava di allontanarsi: gli occhi della ragazza erano gli stessi ma, si avvertiva che qualcosa in lei era cambiato, nel modo in cui lo osservava e dalla postura dritta e tesa che aveva assunto.
Si sentiva stupido ad indietreggiare dinanzi ad una ragazzina,ma dentro di sè avvertiva un pericolo che non poteva ignorare.
Indietreggiò fino alla porta di ingresso, raccogliendo la sua maschera da dove l’aveva lasciata e indirizzando la Forza verso le manette metalliche che legavano i polsi di Rey, fino a stringerli di più.
Le lanciò degli ultimi sguardi confusi, poi scomparve dalla porta.
 
Un sospiro a metà fra il sollevato e lo spaventato uscì di colpo dalle labbra della giovane.
Si sentiva forte, ma al tempo stesso fragile e confusa.
Aveva avvertito gli stessi sentimenti in Kylo poco prima che lui togliesse le dita dalla sua guancia; quasi le pareva di sentire ancora il suo tocco sulla sua pelle, un brivido le aveva percorso la schiena non appena lui le aveva sfiorato il volto.
La paura che poco prima aveva provato, però, aveva acceso in lei una consapevolezza.
Era forte, sì. Qualcosa in lei lo aveva spaventato.
Era il momento di agire, mentre il suo avversario rimetteva insieme le sue carte e prima che agisse definitivamente.
 
Nel corridoio, un Kylo dall’aria stranita si rese conto di stare respirando concitatamente, come se avesse appena finito di scappare da qualcosa..o da qualcuno.
Ed in effetti, era proprio così che lui si sentiva in quel momento, si sentiva troppo sconvolto per mettere in ordine tutti i pensieri che in quel momento gli attraversavano la mente; era come se tutto sè stesso, stesse rifiutando di credere a quello a cui aveva appena assistito.
Mentre si aggirava per i corridoi, intravide uno Startrooper, che si stava dirigendo proprio verso di lui.
Tentò di ricomporsi, nascondendo appena il volto con il suo mantello.
Il soldato si fermò dinanzi al cavaliere del Primo Ordine, nonchè suo superiore, mostrando un evidente disagio nel doverlo disturbare in quel momento in cui era evidentemente non molto propenso al dialogo.
“Signore, il Leader Supremo ha richiesto la sua presenza.”
Kylo annuì in risposta, e si diresse nella direzione della Sala dove Snoke attendeva di parlare con lui, seguito a sua volta dallo Starstrooper, il quale non si accorse subito che l’alta figura che stava scortando lo osservava.
“Tu.”- sentenziò infine.
“Signore?”
“Recati alla cella B216-3, subito. Tieni sotto controllo la prigioniera, ed assicurati che nessun’altro eccetto me o uno dei tuoi compagni, le si avvicini in nessun caso.”
Il soldato si fermò, unendo i piedi insegno di sottomissione.
“Sissignore.”
 
Le porte erano chiuse ormai da parecchi minuti, ed il silenzio che aleggiava nella stanza stava diventando quasi più fastidioso di qualsiasi rumore; avvertiva poche presenze intorno a sè, quindi era probabile che l’avessero rinchiusa nella parte più sicura e nascosta della loro base.
Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi.
Doveva solo avere pazienza, il momento giusto sarebbe arrivato, e quando sarebbe stata pronta, avrebbe fatto la sua mossa.
 
Dinanzi alla porta, il giovane signore del Primo Ordine, ebbe ripensamenti.
Come avrebbe detto al Leader Supremo che aveva fallito nell’estirpare informazioni alla prigioniera...si sentiva uno stupido, e sicuramente il Signore Oscuro lo avrebbe punito per il suo misero e patetico fallimento.
Sì, patetico.
Non aveva mai accostato quell’aggettivo al suo nome, e mai aveva pensato di farlo.
Ma, dentro di sè, era così che si sentiva: un patetico signore del Lato Oscuro, non degno di quel titolo.
Inspirò a fondo prima di premere il pannello che apriva le porte della stanza.
Buttò fuori l’aria di colpo, aprì gli occchi tenendo lo sguardo fisso dinanzi a sè, infine premette il pannello ed entrò.
 
Un rumore di passi la costrinse a riaprire nuovamente gli occhi, e quando la porta si aprì vide entrare una figura bianca che si posizionò all’ingresso, un rumore di parti metalliche che ad ogni passo stridevano al contatto.
Perfetto.
Come aveva immaginato, Kylo Ren non voleva correre rischi, era diventato improvvisamente più cauto nei suoi confronti, tanto da prendere misure così drastiche contro di lei.
Si sistemò in posizione, cercando di fare leva sugli avambracci per sentirsi più comoda.
Era arrivato il momento.
Ora, o mai più.
 
I passi di Kylo rieccheggiavano nell’immensa Sala Interna, che quel giorno gli parve ancora più gelida e scura del solito, la camminata verso il trasmettitore di ologrammi pareva infinita ed ogni passo si faceva più pesante e difficile mentre si avvicinava alla meta.
Si chinò dinanzi all’immenso trono vuoto che sorgeva al di sopra del trasmettitore e attese, immerso nel silenzio più assoluto che avvolgeva l’intera sala.
Attese per momenti che gli parevano interminabili, ascoltando solo il lieve rumore del suo respiro.
Ad un tratto una luce potente, bianca e bluastra, illuminò le pareti scure, proiettando l’ombra di Kylo lungo il ponte metallico che collegava l’ingresso alla piattaforma centrale della stanza.
Una voce profonda ed alterata sbraitò contro il giovane di colpo:
“LA MERCANTE DI ROTTAMI...!? Ti ha resistito?!”
Kylo si tirò in piedi di scatto, le sue emozioni si resero manifeste sul suo volto quando rispose a Snoke.
“La ragazza..è potente nella Forza...! Non addestrata ma forte, non sa quanto! Io..io l’ho visto con i miei occhi, l’ho sentito.”
“E il droide?”- domandò il Leader Supremo.
Il ragazzo si apprestò a rispondere, ma un rumore alle sue spalle di porte che si aprivano lo interruppero, e la voce del Capitano Hux risuonò forte nella stanza:
“Ren pensa che non abbia più alcun valore per noi..”- disse rispondendo alla domanda.
Al suono della sua voce, Kylo abbassò lo sguardo cercando di non incrociare quello del nuovo arrivato; odiava mostrarsi agli altri senza la maschera, la sua protezione impenetrabile. Senza di essa, sentiva di perdere il controllo, di lasciare che i suoi pensieri trasparissero dai suoi occhi.
“Pensa che..”- disse Hux proseguendo-“..che la ragazza sia ciò che ci serve. Il risultato è che il droide che stavamo cercando, sia ritornato nelle mani del nemico, della Resistenza. E con lui, probabilmente anche la mappa.”
Una rabbia al sentire quelle parole si impadronì di Snoke, convinto ormai di avere in pugno il tassello mancante.
“La Resistenza..va distrutta ORA, prima che raggiungano Skywalker.”
“Li abbiamo già localizzati..”-rispose Hux-“ Abbiamo rintracciato la loro nave di ricognizione fino al sistema di Linium.”
Snoke tenne gli occhi fissi sui due sottoposti, i suoi occhi neri attenti scrutavano ogni loro movimento.
“Bene..”-sentenziò infine con tono accondiscente.-“Allora li schiacceremo una volta per tutte..Generale, preparate l’arma.”
Kylo si inginocchiò nuovamente, fissando il suo maestro.
Sapeva di averlo deluso, e dentro di sè bramava un riscatto per il suo fallimento.
“Leader Supremo. Io otterrò la mappa dalla ragazza..ma..”- il suo tono si suddivise fra il supplichevole e il desideroso- “..chiedo solo la tua guida. Ne ho bisogno.”
Snoke si piegò leggermente verso di lui.
“Se ciò che dici su questa ragazza è vero..”
Il ragazzo continuò a fissare il maestro, consapevole già di quale sarebbe stata la sua richiesta.
“...portala da me.”
 
“Adesso tu mi libererai,e lascerai la cella con la porta aperta.”
Le parole concise pronunciate da Rey giunsero all’orecchio dello Starstrooper che stava di guardia alla porta, il quale si girò verso di lei.
Mai aveva sentito un prigionero dire una cosa del genere, nemmeno lo strafottente pilota della Resistenza che avevano catturato giorni prima.
Come osava una ragazzina dire cose tanto stupide? Evidentemente il comandante Ren doveva averle spremuto per bene la mente, se ora si riduceva a dire cose del genere.
“Che cosa hai detto?”- le domandò con tono sorpreso e minaccioso.
Non aveva funzionato, diamine!
Il battito di Rey accellerò, ed anche il suo respiro si fece più rapido; era quasi sicura di potercela fare..forse era una pazzia, ma DOVEVA ritentare.
Girò il collo verso la direzione della porta e ripetè le parole appena pronunciate.
“Ora..tu mi libererai, e lascerai la cella con la porta aperta.”
La guardia le si avvicinò.
Una luce in Rey si accese; forse finalmente era riuscita a..
“Ti legherò più stretta, mercante di rottami.”
Nulla da fare, forse stava sbagliando qualcosa e non se ne rendeva conto.
Che le parole scelte fossero complicate? No, le avrebbe capite persino il più stupido dei sabbipodi.
Forse sbagliava il tono? Chi poteva dirlo, nessuno le aveva mai dato lezioni su come impartire ordini in modo efficace.
Riflettè in silenzio, mentre i suoi occhi saettavano da una parte all’altra del pavimento, in cerca di risposte.
Un qualcosa dentro di lei brillò, un richiamo lontano.
Forse..doveva solo tirarlo fuori.
Se la stava chiamando, un motivo c’era per certo..
 
I pesanti passi di Kylo Ren rieccheggiavano per i corridoi della stazione, mentre si dirigeva verso la cella dove era imprigionata la mercante di rottami; gruppi di soldati del Primo Ordine gli passavano accanto, dirigendosi alla parte opposta, mentre tutto il resto dell’equipaggio si preparava all’accensione dell’Arma.
Portare la ragazza da Snoke era l’obiettivo; cosa ne avrebbe fatto, per lui, rimaneva ancora un mistero ma di una cosa era assolutamente certo: non se la sarebbe lasciata sfuggire.
 
Chiuse nuovamente gli occhi, respirando calma.
Quando li riaprì, rilassò il corpo, intensificò il suo sguardo e fissò gli occhi sulla guardia.
“Ora tu mi libererai e lascerai la porta aperta.”
In apparenza ciò che aveva detto non era nulla di diverso rispetto ai due comandi precedenti, eppure dentro di lei sentì qualcosa muoversi, una sensazione di calore che le pervase il corpo, un energia che quasi le pareva tangibile si staccò per un istante da lei, e la guardia che le stava dinanzi si irrigidì di colpo.
Passarono pochi secondi, poi lo Starstrooper ripetè, con voce meccanica e senza emozioni.
“Ora io ti libererò e lascerò la porta aperta.”
I ganci che tenevano bloccati i polsi e le caviglie sottili di Rey scattarono aprendosi non appena la guardia premette un pulsante situato al lato della sedia, liberando le sue membra imprigionate e doloranti.
La guardia si girò ed apprestandosi ad uscire, venne interrotta da una voce forte e concitata:
“..e lascerai la tua arma!”
“E lascerò la mia arma”.
Non appena il blaster toccò terra, Rey scattò.
 
Era finalmente giunto davanti alla cella, eppure sentiva che qualcosa non andava.
Non avvertiva più l’energia di prima..sembrava che quella stanza fosse priva di qualcosa.
Guardando dentro notò che anche la guardia che aveva lasciato a tenere d’occhio la prigioniera sembrava mancare, eppure non c’erano segni di colluttazione.
Che fosse..?
Un brutto presentimento si fece strada in lui, e non appena entrò nella stanza i suoi timori peggiori trovarono fondamento.
La sedia era vuota, e non c’erano segni di scasso alle apparecchiature, nè altro che potesse indicare una fuga roccambolesca o finita male.
Semplicemente, era scappata. Si era aiutata da sola, era consapevole di quel potere che giaceva in lei.
Una rabbia profonda e violenta gli ribollì nel sangue, mentre da dietro la pesante maschera di metallo, gli occhi si spalancarono esterrefatti e i denti digrignarono, finchè un grido furioso proruppe dalla sua gola e una lama cremisi comparve improvvisamente fra le sue mani, distruggendo tuttò ciò che lo circondava.
 
 
 
Colgo l’occasione per farvi solo presente che una piccola parte di questo capitolo, è ispirata ad una pagina della novel di “Star Wars: The Force Awakens” in lingua originale, che ho trovato curiosando su Tumblr ( ovviamente mentre cercavo qualche fanart della Reylo)
Detto ciò, vi ringrazio per aver letto questi capitoli, e alla prossima :D
A.
 
 

 

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Capitolo 6
*** Blood ***


6-Blood
 
Era passata più di un ora da quando era riuscita a fuggire dalla cella dove era stata rinchiusa e ora Rey correva veloce per i corridoi della stazione Starkiller, assieme al blaster che aveva rubato alla guardia quando l’aveva gettato a terra e si era allontanata.
Doveva nascondersi continuamente, a causa dei gruppi di Startrooper che si aggiravano per la base allertati della sua fuga e che cominciavano i preparativi per l’accensione dell’Arma, ordinata dal generale Hux.
Sentì nuovamente un rumore di passi veloci venire nella sua direzione, ma si rese conto di non avere nessun posto dove potersi nascondere, pochi metri la separavano dal corridoio successivo da dove proveniva quel suono di passi.
Ma ormai era tardi per fuggire.
In men che non si dica aveva già superato l’angolo e di colpo si ritrovò di fronte tre figure più alte di lei che quasi le arrivarono addosso.
“Rey..?!”-una delle figure disse incredula rivolta lei.
Alla giovane prese un improvviso tuffo al cuore.
“Finn..Han..”
Erano loro..non poteva credere che fossero davvero arrivati fin lì.
“Stai bene?”- le chiese il ragazzo, evidentemente preoccupato per lei.
“Si..”- rispose lei, quasi incredula delle sue proprie parole.
“Ti ha fatto del male? Che è successo?”- Finn l’afferrò per un braccio come se temesse di perderla di nuovo, che qualcuno potesse di nuovo portarla via da lui. Era chiaro che teneva a lei.
“Finn che ci fate voi qui? Credevo foste rimasti su..
“ Siamo tornarti a cercarti, non potevamo lasciarti qui.”
Il wookie si intromise nella conversazione, dicendo qualcosa che il ragazzo non capì.
Alle sue “parole”, lo sguardo di Rey era cambiato e i suoi occhi saettavano dal wookie a Finn, che la guardava confuso.
“Che ha detto?”- chiese indicando Chewbe.
“Ha detto..che è stata tua l’idea.”
Un’improvvisa sensazione di calore colse Finn di sorpresa, quando la ragazza lo abbracciò grata.
Contraccambiò la stretta piano e sorridendo, era sollevato che stesse bene.
Un’interrogativo però viaggiava ancora nella sua testa:
“Ma..come ti sei liberata?”
“Non lo so..”- rispose lei, evidentemente ancora un pò scossa- “...e comunque se te lo dicessi,non mi crederesti nemmeno..”
La voce burbera di Han raggiunse le loro orecchie all’improviso:
“Rimandate le smancerie per dopo, ora si scappa.”
 
Kylo Ren procedeva a passo lungo per i corridoi della base, scortato dalla sua unità.
L’Intera base Starkiller era in fermento: l’introduzione dell’Armata della Resistenza avevano già sferrato i primi colpi, ed ora era arrivato il momento di contrattaccare con le armi pesanti.
L’Arma era quasi carica, pronta a fare fuoco sui nemici del Primo Ordine.
Decine e decine di Starstrooper gli passavano vicino mentre lui e la sua unità si facevano strada verso il cuore della base Starkiller.
Naturalmente un’altro pensiero lo teneva in costante allerta: la ragazza fuggitiva.
“Trovateli.”
 
La tormenta di neve al di fuori della base, infuriava contro qualunque cosa incontrasse sul suo cammino,inclusi i due ragazzi che si muovevano a passo lento fra la neve mentre cercavano di avanzare coprendosi il volto con le mani, per ripararsi dal vento che sferzava i loro visi non coperti.
Si erano separati da Han e Chewbe pochi minuti prima, quando loro erano rimasti all’interno nella stazione con il compito di piazzare cariche esplosive, così da colpire la base dall’interno e lasciare meno lavoro ai loro compagni della Resistenza.
Rey si voltò indietro, osservando l’Arma del Primo Ordine che stava lentamente prosciugando il Sole per poter raggiungere la massima carica; dovevano sbrigrasi a raggiungere gli altri che li attendevano dentro al riparo.
Nulla però poteva prepararli a quello che avrebbero visto.
 
Aveva avvertito la sua presenza da quando aveva messo piede nella Sala Centrale, sapeva che era lì da qualche parte.
Erano passati anni da quando lo aveva visto per l’ultima volta, non aveva più saputo nulla di lui e lo stesso valeva per l’altro.
Dopo anni, era forse giunta l’ora di incontrare di nuovo il passato.
Sentì un tonfo sordo di passi sul ponte metallico dove si trovava lui in quel momento, e all’improvviso una voce che ricordava ancora, urlò un nome.
“Ben!”
Quel nome risuonò forte in tutta la sala, facendo eco sulle ampie pareti che circondavano i due uomini; subito dopo che l’eco si fu esaurito, l’unità di Starstrooper  che fino a quel momento era impegnata a cercare i fuggiaschi, puntò i blaster contro la seconda figura che stava al principio del ponte.
 
Al suono di quel nome, Kylo Ren si voltò lentamente a fissare l’uomo che aveva appena pronunciato quella parola, consapevole dell’identità di quest’ultimo.
Qualcosa dentro di lui, un fuoco nascosto da tempo si riaccese improvvisamente quando lo vide.
“Han Solo..finalmente.”
Un silenzio irreale e gelido aleggiava nell’aria, tutti gli occhi erano puntati su Kylo Ren e Han Solo, che erano intenti a fronteggiarsi sul lungo ponte metallico che collegava i due estremi della sala, sotto di loro solo il vuoto.
“Attendevo questo giorno da molto tempo”- proseguì il ragazzo.
Han guardò il giovane che stava davanti a lui.
Era diverso, qualcosa era cambiato in lui, lo sentiva; eppure sapeva chi si nascondeva dietro quella maschera, sotto quel mantello scuro..chi DAVVERO era Kylo Ren.
Aveva atteso troppo tempo per fareciò che era giusto, ed era arrivato il momento di rimediare una volta per tutte.
Avanzò piano verso di lui, lo sguardo sempre fisso sulla figura che aveva di fronte, e passo dopo passo gli si avvicinò di qualche metro.
Mentre si avvicinava, un improvviso fascio di luce proveniente da una delle porte in alto che davano sull’esterno, venne proiettata sulle due figure, investendole di una luce chiara e soffusa che contrastava con l’ambiente oscuro che fino a poco prima li circondava.
 
Non appena la porta si aprì, le due figure coperte di neve entrarono nella base cercando di scrollarsi di dosso i fiocchi gelidi che erano rimasti sui loro vestiti, poco adatti a quel clima freddo ed impervio; Finn e Rey cercarono di guardarsi intorno, cercando con lo sguardo Chewbe e Han.
Una voce meccanica e dura giunse alle loro orecchie, quando si accorsero di chi si trovava sul ponte metallico situato metri sotto di loro.
“Han..?”
 
“Togliti quella maschera. Non ti serve.”
Han avanzava a passo deciso verso Kylo Ren, mentre riponeva il blaster nella sua cintura; le armi sarebbero state inutili contro il ragazzo, e sicuramente non avrebbero contribuito a sfatare la tensione che aleggiava fra di loro.
Il ragazzo, da dietro la maschera, teneva gli occhi fissi sul vecchio contrabbandiere cercando di capire quali fossero le sue intenzioni.
“Perchè?”-chiese con voce ferma-“Cosa pensi di vedere?”
Han, dal canto suo, sostenne lo stesso tono duro, ma la voce era rotta da un sentimento intimo, nascosto e forte.
“La faccia di mio figlio.”
 
Quelle parole colpirono Rey non appena le udì.
Figlio? Quel mostro..quell’essere, e Han Solo?
La sua mente non riusciva a mentalizzare quella nuova consapevolezza, era come se si rifiutasse di accettare che una cosa del genere potesse essere possibile.
Anche Finn era sbalordito quanto lei, entrambi avevano uno sguardo attonito mentre continuavano a seguire la scena che si proponeva sotto i loro stessi occhi.
 
“Se è ciò che desideri..”
Un rumore metallico venne prodotto dalla maschera non appena Kylo Ren appoggiò le mani al lato di quest’ultima, sganciandola e sfilandola dal suo viso.
Una folta capigliatura corvina uscì dal casco, incorniciando il volto del ragazzo.
Ben, era quello il suo nome.
Aveva cercato per anni di dimenticarlo, lo aveva rinnegato mille volte come aveva fatto con la sua famiglia tempo prima; aveva assunto l’identità di Kylo Ren, facendosi un nome più grande nella galassia, dimenticando ed abbandonando per sempre il nome di Ben Solo.
Era arrivato il momento che anche lui accettasse quella realtà.
“Tuo figlio è morto.”
 
Han scrutava il volto del ragazzo, con gli occhi attenti che solo un padre potrebbe avere per il proprio figlio.
Sì, era suo figlio...non aveva mai dimenticato.
Erano passati anni da quando lo aveva visto come Ben Solo l’ultima volta, ma nonostante quell’apparenza di forza e di potere, riconosceva ancora lo sguardo insicuro e ingenuo del figlio.
Aveva gli stessi occhi scuri di Leia, la carnagione si era fatta più chiara ed ora contrastava maggiormente con i suoi capelli mossi neri, proprio come quelli di sua madre.
Era sempre lui, ed ora poteva finalmente vederlo con i suoi occhi stanchi.
“Tuo figlio è morto. Era debole e sciocco..proprio come suo padre. Ed io l’ho eliminato.”
Quelle parole uscivano dalle labbra di Kylo lentamente, mentre osservava la reazione del vecchio Han.
“Questo è solo ciò che Snoke vuole farti credere. Tu sai che non è vero.”
Han si avvicinò nuovamente a lui.
“Mio figlio E’ VIVO. Tu lo sai.”
“Il Leader Supremo è saggio..”
La voce di Kylo tremava, mentre l’uomo si avvicinava a lui; era come se qualcosa dentro di lui gli stesse dicendo che ciò che Han diceva il vero, ma una parte di sè rifiutava di ammettere che fosse davvero così.
“No..Snoke ti sta usando solo per il tuo potere, e quando avrà ciò che vuole...non ci penserà due volte prima di schiacciarti.”
Han giunse a pochi centimetri da lui, e lo guardò dritto negli occhi, parlando con tono caldo e deciso.
“Sai che è vero.”
Il cuore del ragazzo si contrasse amareggiato a quelle parole.
Snoke..usare lui..schiacciarlo non appena avrebbe raggiunto il suo obbiettivo..
Abbassò lo sguardo, la mente combattuta da pensieri contrastanti.
Una parte di sè sapeva che era vero, ma ammetterlo era fuori discussione; non era più il ragazzino di un tempo, ormai era diventato un uomo e decideva da sè cosa potesse essere giusto e cosa no.
Gli si formò come un nodo in gola, mentre cercava di parlare.
“E’ tardi ormai.”
Gli occhi cominciarono a bruciargli piano, la vista si velò leggermente.
Perchè stava piangendo? Non era da lui, non era da Cavaliere del Primo Ordine..cosa gli stava succedendo?
Qualcosa in lui si era come rotto, non appena il vecchio gli aveva rivolto la parola; le sue certezze si erano incrinate, come un fragile castello di carte, si erano infrante sotto le parole di Han.
Si sentiva come uno stupido, mostrare quella debolezza...
“No, non è tardi.”- il tono di Han era lo stesso di prima, ma sembrava più addolcito non appena aveva visto tentennare il figlio, conosceva quello sguardo smarrito e confuso-“Parti con me, torna a casa..Ci manchi.”
Casa.
Quanto tempo era passato da quando aveva sentito la parola “casa”?
Non la ricordava nemmeno più, ora non aveva nemmeno più un posto da poter chiamare così; nemmeno la Base Starkiller avrebbe potuto definirsi tale per lui, era solo un immenso pianeta di freddo metallo, nulla più.
Sentì una stretta allo stomaco dopo quella parola, legata a mille altri ricordi, sepolti nella sua memoria.
“Mi sento dilaniato.”- ammise in fine.
Le parole gli uscirono di getto dalle labbra, come se fosse stato il suo cuore a parlare al posto della sua ragione.
“Voglio liberarmi da questa pena...”- la sua voce era rotta e sofferente-“..io SO cosa devo fare..ma non so se ho la forza di farlo.”
Han lo ascoltò, cercò di capire i sentimenti nascosti del figlio; vederlo in quello stato confuso e combattuto, gli arrecava un dolore secondo solo a quello che aveva provato dopo la sua partenza.
“Mi aiuterai?”
“Certo che lo farò..”-Han rispose subito, protendendosi verso Ben-“..in qualunque modo.”
A quelle parole, il ragazzo fissò il padre negli occhi.
Sapeva cosa fare, ora era pronto.
Lasciò cadere la pesante maschera sul ponte, producento un clangore metallico non appena questa toccò terra e si sfilò la spada laser dalla cinta, consegnandola all’uomo.
 
Mentre osservava la scena, Rey percepì che qualcosa stava cambiando.
La luce dietro di lei si era fatta più tenue, era quasi svanita; si girò assieme a Finn, ed entrambi constatarono che la loro paura si stava avverando sotto i loro occhi.
L’arma aveva quasi finito di prosciugare il sole, ancora qualche minuto e si sarebbe ricaricata completamente, segnando la fine per i loro compagni.
Mancava poco ormai.
“Oh no..”

Le mani di Han afferrarono l’elsa di metallo della spada di Kylo, mentre anche quelle del ragazzo stringevano ancora il medesimo oggetto.
Cercava di tirarla verso di sè, ma la presa di Kylo era forte, sembrava quasi che fosse indeciso a lasciarla al padre.
Ad un tratto, il suo sguardo cambiò.
Se qualche secondo prima sembrava un ragazzo spaventato e combattuto, ora aveva assunto lo sguardo di un giovane determinato e governato da qualcosa di potente ed oscuro, glielo leggeva negli occhi.
Stava per dire qualcosa, ma un improvviso movimento di Kylo lo fermò.
Intravide solo il figlio tirare a sè l’arma, poi un improvvisa luce rivelò la lama cremisi.
Senza nemmeno il tempo di accorgersene, venne trafitto.
“NO...!”
L’urlo di Rey si riflesse sulle pareti della sala,mentre la ragazza che si teneva stretta al parapetto si accasciava lentamente a terra, con lo sguardo velato di lacrime fisse su Han.
Era avvenuto troppo in fretta, non si era nemmeno accorta del movimento di Kylo, e quando lo aveva fatto, era ormai troppo tardi.
Ma l’urlo più accorato era quello di Chewbe, che si trovava qualche livello sotto di lei; il wookie era quello più furioso e sconcertato in quel momento.
Quello che aveva di fronte non era più il bambino che aveva conosciuto quando era rimasto con Han anni prima, non era Ben Solo, il bambino al quale aveva insegnato a pilotare, con il quale aveva passato anni.
L’unica cosa che vedeva era un fantoccio del Primo Ordine, che ora si era anche macchiato del suo peggiore assassinio.
 
Era libero.
Quando la lama aveva trafitto Han, si era sentito finalmente libero di un peso che portava con sè da tempo, la responsabilità di eliminare il suo ultimo ponte con la luce che ancora portava dentro.
Si avvicinò con il volto al padre, le labbra tremavano per le emozioni dentro di sè:
“Grazie.”- mormorò.
 
Non si era nemmeno accorto di essere morto.
Continuava a sentire un intenso dolore al cuore, lo sentiva come se stesse bruciando dentro, una sensazione che mai aveva provato prima, nemmeno con le ferite peggiori.
Quindi, era così che doveva morire, per mano di colui che aveva cresciuto e tentato di salvare?
Il destino era sempre stato beffardo con lui.
Amato da chi prima lo detestava, odiato da chi amava, così aveva vissuto Han Solo.
Era convinto che avrebbe potuto salvarlo, ma era stato tratto in inganno...la sua ingenuità di padre, lo aveva ucciso.
Eppure, non era la spada che lo aveva trafitto a fargli più male, anzi, in un certo senso anche lui si sentiva libero..avrebbe sempre voluto scusarsi con Ben per non essere stato il padre perfetto, per averlo deluso in tutti i suoi difetti, e finalmente avrebbe potuto farlo.
Posò la sua mano sulla guancia di Ben, la sentì fredda al tatto, sentiva i muscoli tremare a causa dell’adrenalina.
Accarezzò la pelle del figlio, con la delicatezza e l’amore che forse mai gli aveva dimostrato.
Era tardi, è vero.
Voleva parlare ma la gola aveva cominciato a riempirsi di sangue e le corde vocali emettevano solo un sordo gorgoglio; le uniche parole che sentì prima di cadere, guardando dritto Ben negli occhi, furono quelle nella sua mente.
“Ti vogliamo bene.”
La lama si ritrasse, ed il corpo esanime di Han Solo precipitò in una spirale di vuoto nero.
 
Un colpo partì dalla balestra wookie seguito dall’urlo di Chewbe, che colpì dritto al fianco Kylo Ren  il quale,preso alla sprovvista, cadde in ginoccio sul ponte con la spada ancora fra le mani.
Anche Rey si unì al grido di dolore, mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi, rigando le guance fredde della ragazza, mentre continuava a gridare il nome di Han, sparando contro il nemico.
Finn la tirò via da lì, mentre gli Starstrooper cominciavano ad aprire il fuoco sugli intrusi, trascinandola di nuovo fuori in mezzo alla tormenta allontanandosi dalla base, per cercare rifugio nella foresta scura che circondava la struttura.
 
Una serie di esplosioni illuminò le pareti nere della sala, non appena Chewbe attivò le cariche piazzate precendentemente da lui e Han, che distrussero in pochi secondi buona parte della struttura, mentre il fuoco e le scintille raggiunsero anche il ponte dove, ancora ferito giaceva Kylo.
Aveva visto fuggire la mercante..ed il traditore, FN-2187.
No, non li avrebbe fatti sfuggire così facilmente, non dopo quanto avevano fatto.
La lama cremisi brillò di nuovo nella sala.
Era ora della caccia.
 
Si fecero strada fra i massi e i tronchi degli alberi nascosti nella neve, cercando di allontanarsi dalla base in fiamme per andare incontro al Falcon, che Han e gli altri avevano lasciato in mezzo alla foresta per evitare di essere scoperti; il vento continuava a sferzargli gelido il viso, ed avanzare diventava sempre più difficile.
Nè Rey nè Finn fiatavano, riservando il fiato per correre più veloci, con il timore di essere inseguiti.
Superata una collinetta però, il loro timore trovò fondamento.
Si fermarono quando riconobbero il nemico, che evidentemente li aveva inseguiti fin lì dalla base.
La lama di laser rosso riluceva sulla neve che circondava la figura di Kylo Ren, il quale stava dinanzi ai due ragazzi; il suo viso sconvolto era circondato dai capelli scuri che sembravano diventare un tutt’uno con il mantello e gli alberi neri che circondavano il Cavaliere del Primo Ordine.
“Non abbiamo ancora finito.”- sibilò furioso.
 
Rey rimase ferma dinanzi a lui, le lacrime versate per Han erano ormai due righe ghiacciate sul suo volto freddo, ma il fuoco di rabbia che le bruciava dentro, alimentò il suo spirito.
“Tu..sei un mostro..”
“Siamo solo noi ora..Han solo non potrà salvarti questa volta!”
Improvvisamente, Kylo battè ripetuti pugni sul suo fianco, fra gli sguardi attoniti della ragazza e di Finn.
Ma che..?
Sulla neve intorno al giovane, si erano formate piccole chiazze scure, che si allargavano lentamente formando tracce color cremisi.
Sangue.
Rey lo fissò senza parole, non concepiva come potesse cercare di evitare persino una sensazione umana come il dolore, era come se cercasse di diventare una macchina, il dolore non era contemplato nella vita di un cavaliere del Primo Ordine.
Quel mostro non meritava di vivere.
Puntò velocemente il blaster verso di lui, ma la reazione del nemico fu più rapida di quanto pensasse, e Rey fu scaraventata via dalla Forza utilizzata da Kylo, sbattendo contro uno dei tanti alberi che si trovava intorno a loro e ricadendo a terra, con il volto fra la neve.
“REY!”- la voce di Finn risuonò chiara, mentre il ragazzo si precipitava sull’amica per controllare se stesse bene; la prese fra le braccia con gli occhi che saettavano sulla figura della giovane, rimasta priva di sensi a causa dell’impatto.”No..no,no,no..”
Ripeteva il suo nome accarezzandole il viso, mentre le sue labbra tremavano di preoccupazione.
Il rumore della lama di Kylo che fendeva l’aria, arrivò alle sue orecchie non appena rivolse l’attenzione su di lui.
“TRADITORE..!”
Traditore. Lo avevano già chiamato così una volta, quando era scappato.
Ma non aveva più intenzione di lasciare quel titolo ad identificare chi fosse; doveva porre fine a quel male una volta per tutte, e se Rey non poteva farlo, l’avrebbe fatto lui anche per difenderla a costo della vita.
Sfilò dalla cintura la spada laser di Skywalker, che gli era stata consegnata da Maz, si girò verso il suo avversario e la impugnò.
 
Kylo riconobbe quella spada.
La aveva vista per anni, quando ancora non faceva parte del Primo Ordine.
Sapeva a chi apparteneva un tempo...e a chi sarebbe dovuta appartenere, adesso che il legittimo proprietario non la custodiva più.
“Quella spada..appartiene a me:”- disse digrignando i denti verso Finn.
“Se è così..allora vieni a prenderla.”
 
Era ancora stordita, quando udì quel grido inumano provenire dalla foresta, il viso ancora affondato nella neve e le membra indolenzite ed intorpidite dal freddo e dal colpo ricevuto prima.
Cercò di aprire gli occhi per capire cosa stesse succedendo e due bagliori, uno rosso e uno blu, apparvero alla vista, riflessi sui cumuli di neve che la circondavano.
“Finn...”
Riconobbe il ragazzo con le spalle contro un albero, la spada di Skywalker fra le mani..e l’urlo.
Vide Kylo Ren  squarciare con una parte della sua elsa la spalla destra del giovane disertore , mentre gridava a causa dell’intenso dolore che dalla spalla alla gola gli toglievano quasi il respiro.
Finn reagì, respingendo l’attacco dell’avversario, girò su se stesso e calò l’arma sulla spalla di Kylo, il quale gridò di rimando, ma restò in piedi, barcollando leggermente.
Come osava quel verme traditore colpirlo?
Sputò un grumo di sangue che gli si era formato nella bocca impastata, e brandì nuovamente la spada, pronto a reagire.
Avrebbe sofferto, questo era sicuro.
Ren si girò attaccando di nuovo Finn e cogliendolo impreparato; con una rotazione rapida della spada, scaraventò via quella del ragazzo che seguì una traiettoria lunga, finendo incastrata in un cumulo di neve poco distante.
Approfittando del momento di distrazione, calò la lama sulla schiena del traditore,il quale cadde a terra senza nemmeno gridare, solo un urlo strozzato che gli salì dalla gola ma che morì non appena toccò terra.
Finalmente.
Messi fuori gioco i due nemici, era giunto il momento per Kylo di recuperare la spada di Luke Skywalker, e di fare ritorno al comando centrale per fare rapporto al Leader Snoke; indirizzò le dita verso la spada, un flusso di Forza che potesse attrarre la spada a sè con facilità.
Più provava però, più sembrava che la spada non volesse obbedire alla Forza, che opponesse resistenza.
Strano.
Riprovò nuovamente, aumentando l’intensità, nello stesso modo in cui aveva agito con la mercante di rottami durante l’interrogatorio.
Eppure, nemmeno in quel caso funzionava...
Quando la spada venne come tirata via dal terreno, Kylo dovette spostarsi per non essere colpito.
La spada volò via, finchè la mano di Rey la brandì decisa, la lama blu illuminò il suo viso, mostrando a Kylo il suo sguardo determinato.
Adesso erano loro due.
 
Nemmeno lei poteva credere a quanto fosse appena successo, le sembrava così irreale..se alla base le era sembrato quasi un caso singolare, ora poteva chiaramente sentire il controllo sulle cose attorno a lei, riusciva a sentire la Forza scorrere in lei, come fosse parte del suo sangue.
Dallo sguardo rabbioso e confuuso di Kylo, capì che non aveva via di scampo, se non affrontarlo.
Ma lei non sarebbe fuggita via, non quella volta.
Gridò contro di lui e fece un affondo con la lama per colpirlo, ma il fendente venne respinto nonostante lei continuasse ad attaccarlo; si muovevano veloci, fra gli alberi scuri ed imponenti che li circondavano, in un inseguimento all’ultimo colpo, senza pietà ,senza fine.
 
Era forte, troppo forte.
La ragazza era potente nella Forza, lo aveva visto, lo sentiva.
Mentre combattevano nella foresta non poteva fare a meno di pensare alla forza nascosta dentro di lei, così grezza, nascosta..se avesse avuto una guida, sarebbe risultata utile al Primo Ordine e..anche a lui.
Da quando era entrato nel Primo Ordine, nessuno era mai riuscito a suscitare così tanti pensieri ed emozioni come invece aveva fatto lei.
Provò un istinto di possessione improvviso, mai sentito prima di allora, una brama nascosta in lui.
“Io...posso avere ciò che voglio..”
Mentre continuavano a combattere, il pianeta cominciò a collassare, e si formarono spaccature profonde nel terreno sotto di loro; Kylo spinse Rey verso il ciglio che poi precipitava giù nel vuoto, le loro spade una contro l’altra procuravano uno sfrigolio di energia che colorava i loro volti di colori differenti.
Mentre il vento continuava a sferzare i loro corpi, Kylo urlò cercando di sovrastare il suo rumore:
“Ti serve un maestro! Devi dominare la tua Forza!”- gridò contro Rey, mentre cercava di respingere il suo attacco.
Lei lo guardò negli occhi, stupita.
Lui? Suo maestro?
E la Forza..
“La Forza..”- sussurrò come se avesse appena ricordato cosa significasse quella parola.
Ma certo..la Forza, doveva usare la Forza se voleva andarsene di lì viva.
Chiuse gli occhi concentrandosi.
“La Forza..”- ripetè piano nella sua mente, per trarre vigore da essa.
Kylo non capiva, digrignava i denti nel tentativo di sopraffarla, ma la ragazza si rivelava più forte del previsto, e la consapevolezza di questa realtà lo rendeva ancora più furioso.
 
Poi, riaprì gli occhi.
Rey fissò intensamente gli occhi di Kylo, una luce nuova le brillava nello sguardo.
La Forza era in lei, era CON lei.
Si girò di colpo liberandosi dell’attacco dell’avversario, invertendo le loro posizioni; passò all’attacco sferrando continui colpi di spada contro di lui, mentre lui cercava di sfuggirle e di respingere i suoi colpi, ma la sicurezza in sè lo stava lentamente abbandonando.
“No..no..”
Non voleva pensare che un’inutile mercante fosse in grado di piegare persino lui.
Ma Rey non aveva finito.
Attaccò di nuovo, questa volta squarciando una parte del mantello e la gamba di Ren, poi affondò la lama nella sua spalla provocandogli una profonda lacerazione, facendolo arretrare; lui si scagliò contro di lei a spada tratta, ma i suoi polsi furono afferrati da Rey, che cercò di bloccarlo portando la sua spada ad affondare nella neve, sciogliendo quella che aveva intorno.
In un ultimo tentativo di rivolta, Kylo cercò di spingerla via ma un calcio di Rey lo fece cadere a schiena a terra, senza via di fuga, poi una lama blu si abbattè sul suo volto ed un ennesimo grido proruppe dalla gola del soldato del Primo Ordine.
 
Il sangue a contatto con l’aria fredda si congelava lentamente sul viso di Kylo, mentre lo squarcio procuratogli da Rey sul volto, dalla guancia destra al sopracciglio sinistro bruciava maledettamente e la sensazione di dolore era intensa, causandogli intense ondate di adrenalina che cercavano di placare quella sensazione.
Si sentiva vulnerabile come mai prima d’ora, mentre faticava a rialzarsi dal terreno innevato e le membra insanguinate ed intorpidite sembravano non voler rispondere ai suoi comandi.
Quella maledetta...
Un improvviso rombo proveniente dal sottosuolo catturò l’attenzione di entrambi, quando il terreno sotto i loro piedi cominciò a fratturarsi, e come due faglie, le parti opposte di terreno dove stavano Rey e Kylo cominciarono a separarsi velocemente, mentre pezzi di terra innevata, alberi e rocce cadevano nel crepaccio, finendo in un incandescente mare di fuoco che si trovava sotto di loro.
Fu l’ultima volta che i loro occhi si incontrarono.
Gli occhi di Kylo erano carichi di odio, paura, dolore e oscurità.
Fissavano quelli di Rey, mentre la distanza fra loro aumentava.
Lei leggeva quei sentimenti negli occhi di lui..eppure, sentiva che c’era qualcosa di più.
Una parte di lei avrebbe voluto chiedergli il perchè di tutto quello, chiedergli di più..ma il tempo stava scadendo.
Dopo aver gettato un ultima volta lo sguardo alla figura distesa a terra di Kylo, sparì nella foresta.




Salve a tutti!
Vi ringrazio davvero per aver letto questa fic fino a qui :) grazie anche per il supporto, per le recensioni ed i consigli che alcuni di voi mi hanno dato durante i giorni di pubblicazione di questi capitoli.
Volevo solo dire che, a partire dal prossimo capitolo, le situazioni che verranno descritte e narrate, saranno semplicemente delle mie idee ed ipotesi personali, su cosa potrebbe succedere fra Rey, Kylo e gli altri personaggi negli episodi a venire.
Detto questo, vi ringrazio ancora per il sostegno e l'attenzione, e che la Reylo sia con voi!

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Capitolo 7
*** Away ***


 
7
AWAY

 
Mancavano pochi passi per raggiungere la cima, non poteva darsi per vinto proprio ora. 
Col dorso della mano fasciata, cerco di asciugare i rivoli di sudore che le attraversavano il volto stanco e provato mentre, con un pesante zaino in spalla, continuava ad avanzare piano sulla lunga e ripida scalinata di pietra grezza che conduceva alla cima della montagna che sorgeva sulla piccola isola. 
Passo dopo passo, concentrata solo sul mettere un piede dietro l’altro, raggiunse la meta mentre le gambe le dolevano fortemente per lo sforzo compiuto. 
Posò lo zaino ed il bastone, con il quale si era aiutata nella lunga e difficile scarpinats, a terra in mezzo all’erba che cresceva florida in mezzo alle rocce aguzze. 
Sollevò lo sguardo sistemandosi i capelli scombinati dal vento, e si guardò intorno. 
Attorno a lei, un immensa distesa d’acqua blu circondava le isole che si trovavano sparse per tutto il pianeta, mentre una stella vicina illuminava il cielo di un blu acceso e rifletteva i suoi raggi sull’immenso oceano, mentre una fresca brezza scompigliava i suoi capelli e spazzava al contempo le nuvole. 
Da quando era partita dal suo pianeta era la prima volta che vedeva uno spettacolo come quello… ne aveva solo sentito parlare dai viaggiatori che atterravano alle stazioni a fare rifornimento, e che nelle piccole e malandate taverne di Jakku, incoraggiati da qualche bicchiere in più, raccontavano i posti che avevano visto; aveva passato parte della sua infanzia a sognare come potessero essere quei pianeti, mentre sotto i suoi occhi si profilava solo una sconfinata landa desertica. 
Ora che poteva vederlo con i suoi occhi, era diverso, così grande…così meraviglioso. 
Dei passi alle sue spalle, la costrinsero a distogliersi dai suoi pensieri. 
Una figura poco più alta di lei, avvolta in un pesante mantello scuro si era seduta su un masso poco distante dalla sua posizione e , come lei, era ferma a guardare l’immensa distesa di acque attorno a loro. 
La giovane prese nuovamente sulle spalle il pesante zaino logoro e si riappropriò del suo bastone metallico, avvicinandosi a passo svelto all’uomo seduto poco più avanti. 
Sentendola arrivare lui si girò, fissando i suoi occhi blu su di lei. 
“Siamo vicini, Rey.” 

Quanti mesi erano passati dal giorno che aveva messo piede su quel pianeta? Chi poteva dirlo…il tempo scorreva veloce lì, e ormai aveva perso il conto dei giorni. 
Una ciocca di capelli le scivolò sul viso, mentre era intenta a sistemare il suo bastone ormai rovinato dal tempo e dai colpi..colpi di una spada. 
Passò le dita sopra i tagli profondi che percorrevano tutta la superficie metallica, quasi con un aria nostalgica. 
Continuò a sfregare il legnetto che teneva fra le mani, finchè un sottile fumo cominciò a salire verso il cielo, disperdendosi lentamente nell’aria; prese della pagliuzza secca da un sacchetto di pelle che teneva attaccato alla cintura e lo unì al resto, non appena delle sottili fiammelle cominciarono a lambire il legnetto. 
Aveva appreso molto in quei mesi trascorsi in mezzo a quelle isole disabitate da secoli, ed ora il suo obbiettivo diventava sempre più vicino, o per meglio dire, il LORO obiettivo. 
L’uomo dinanzi a lei era ancora assorto nelle sue contemplazioni ed erano parecchi minuti che rimaneva in silenzio seduto su di un masso, mentre i lunghi capelli argentei venivano lentamente mossi dal vento. 
“Maestro Skywalker.”-disse infine lei alzandosi in piedi e sedendosi di fronte a lui- “Manca molto?” 
L’anziano uomo socchiuse gli occhi respirando profondamente, per poi fissare nuovamente la sua giovane allieva. 
“ Siamo vicini. Riesco a sentirlo più forte… ancora pochi giorni di cammino e riusciremo ad arrivare.” 
Rey sorrise, avvicinando le ginocchia al petto cercando di riscaldarsi; sotto lo sguardo serio e pacato del maestro sapeva quanto entusiasmo nascondesse in quel momento. 
La loro ricerca, soprattutto quella del maestro, cominciata tempo prima era assolutamente una priorità ed un compito che doveva essere portato a termine il prima possibile. 
“Credi che esista davvero? Troveremo qualcosa?”- chiese infine. 
“Non sottovalutare mai il potere della Forza, Rey. Sono sicuro che sia qui, da qualche parte, abbi fiducia.”- rispose sorridendo lui. 
Forse non aveva tutti i torti. 
D’altra parte la Forza l’aveva guidata sin lì, e Luke Skywalker era l’unico che potesse davvero aiutarla ad imparare come controllarla dovutamente. 
Da quando era giunta sul pianeta, aveva acconsentito a prenderla come sua allieva, ad insegnare ciò che era stato insegnato a lui in precedenza. 
Il giorno del loro primo incontro era vivo nella mente di entrambi…quando la giovane aveva raggiunto l’ultimo Jedi, gli aveva subito reso la sua spada laser e lui, sorpreso ed al contempo felice di vederla di nuovo fra le sue mani, non era però sembrato sorpreso di vedere la ragazza che stava di fronte a lui. 
Nonostante in quei mesi si fosse sempre interrogata sul perché lui non era parso sorpreso di vederla, il maestro non aveva mai voluto risponderle in modo esauriente, lasciandola con il dubbio che lui sapesse molto di più rispetto a ciò che voleva far credere. 
Un altro dubbio però, ancora più forte, rimaneva nascosto nel cuore di Rey. 
Erano passati molti mesi anche da quando si era scontrata con il Primo Ordine..con lui. 
Se ci pensava attentamente e se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il vento freddo e la neve ghiacciata della base Starkiller scherzare il viso con insistenza, mentre fiocchi di neve le rimanevano fra i capelli pettinati; ricordava bene come battesse forte il suo cuore mentre correva fra gli alberi spogli che formavano la foresta, la quale circondava la base, e il calore della mano di Finn che stringeva la sua mentre insieme fuggivano dalla stazione in fiamme. 
Ma soprattutto ricordava lui. 
L’uomo che dopo averla rapita, interrogata e cercato di torturare, era arrivato al punto di uccidere il proprio padre, per poi inseguirlo ferito cercando di ingaggiare con lei uno scontro all’ultimo sangue, dalla quale però lei ne era uscita vincitrice. 
Quello che non comprendeva, era il perché anche lui stesse cercando di arrivare al maestro Luke, apparentemente non c’era nulla che li collegasse…inoltre le era sembrato che ci fosse qualcosa di più sotto quella ricerca. 
Più volte aveva domandato a Luke cosa volesse il Primo Ordine da lui, ma l’anziano Jedi aveva sempre risposto in modo vago alla sua domanda, come se nascondesse qualcosa che non volesse svelare ad orecchie altrui. 
Ora che però erano così vicini ad una verità importante, era tempo che anche i suoi dubbi trovassero una risposta concreta, DOVEVA sapere. 
Il fuoco scoppiettava viva vivace mentre illuminava le rocce che circondavano le due figure, mentre all’orizzonte la luce della Stella stava tramontando velocemente. 
“Maestro..”-chiese infine. 
Lui alzò lo sguardo verso di lei. 
“Chi era Kylo Ren?” 


Sfiorò con le dita la cicatrice non ancora guarita che solcava il suo volto. 
Ad ogni tocco piccoli brividi di dolore invadevano il suo corpo e il viso si contraeva in una smorfia di dolore, mentre fasciava con cura le altre ferite in via di guarigione che aveva sulla spalla e sulla gamba. 
Odiava sentirsi così vulnerabile e patetico in quel momento 
Si sentiva morto da quando aveva ricevuto quelle ferite e quando aveva rischiato di perdere la vita sulla base Starkiller tempo prima, ma non per il dolore fisico, quanto piuttosto per quella rabbia e quella vergogna che lo consumavano per essere stato sconfitto e quasi ucciso da una ragazzina, la mercante di rottami di Jakku. 
Se non fosse stato per quel freddo e calcolatore del Generale Hux e della sua unità di Starstrooper, forse sarebbe morto da solo in mezzo alla gelida neve che ricopriva la base, e in seguito all’enorme esplosione della base stessa. 
Aveva ricevuto nuove istruzioni dal Leader supremo, dopo aver fatto un rapporto della sua seconda impresa fallita, e aveva rifiutato di ricevere le cure necessarie alle sue ferite, preferendo sopportare un dolore “purificatore” piuttosto che abbassarsi a ricevere qualcosa di così sciocco come una medicazione. 
Inoltre, non era il suo corpo ad avere maggior bisogno di qualsiasi tipo di medicazione o quant’altro; era il suo spirito infiammato a necessitare di qualcosa che potesse calmarlo definitivamente. 
Una vendetta. 
Solo una vendetta sarebbe riuscita a placare suo animo tormentato e infuocato dalla rabbia e dall’odio ad alimentare il suo desiderio di riscatto. 
E lo avrebbe ottenuto, in qualsiasi modo e con qualunque mezzo possibile. 
Tutt’a un tratto però si palesò nella sua mente un immagine che spesso si era ritrovato a sognare in quei mesi da quando l’aveva vista scappare via da lui, mentre il suo mondo crollava velocemente in un mare di fuoco che tutto distruggeva. 
Si era ritrovato per molto tempo a sognare quei occhi verdi che fissano intensamente i suoi, così forti, determinati e penetranti, che lo portavano a rabbrividire ogni volta che li immaginava; sentiva la sua voce gridare contro di lui, la sognava in diversi modi ogni notte, ma lei era sempre pronta ad ucciderlo. E dopo di lei sognava lui, l’uomo nascosto dal mantello che , a volto coperto, si avvicinava a lui mentre teneva fra le mani una spada laser. 
Lottava contro di lui ogni notte, mentre una voce lontana chiamava con insistenza il suo nome, la voce di una donna che lo invitava a tornare; dopodiché riuscivamo colpirlo, ma a cadere a terra era lui, mentre una macchia cremisi e dall’odore dolciastro si allargava sul suo mantello nero, e tutto diventava buio all’improvviso. 
Si svegliava sempre con il cuore che batteva velocemente, mentre anche il respiro accellerava fino a farlo ansimare, come se l’aria venisse a mancargli. 
Conosceva l’identità dell'uomo contro il quale combatteva, ed era proprio ciò che lo angosciava maggiormente. 
E se lei lo avesse trovato? Se ora lui stesse già pianificando di tornare? 
Guardò fuori dall’oblò che dalla sua cuccetta dava sulla sconfinata vista della galassia che lo circondava. 
Lei era lì fuori..ed anche l’ultimo Jedi si nascondeva in un sistema non molto lontano, lo sapeva, lo avvertiva nella Forza. 
Avrebbe soppresso quella luce che essi rappresentavano, a qualunque costo. 
E questa volta, non sarebbero stati tollerati fallimenti. 

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Capitolo 8
*** Untold ***


8-Untold
 
L’improvviso silenzio che era calato, risultava a dir poco soffocante.
Continuava a fissare Luke con insistenza, come se cercasse di carpirgli le informazioni che desiderava, dato che l’uomo non azzardava una risposta alla domanda della giovane.
Ora Rey aveva la riprova che il vecchio Jedi sapeva molto di più di quello che sembrava, sentiva che qualcosa in lui si struggeva da quando aveva fatto quell’ultima domanda.
Si avvicinò di più a lui, mentre il focolare che distava qualche centimetro da lei, le illuminò nuovamente il viso.
“Chi è Ben Solo?”
Attese nuovamente, mentre gli occhi continuavano a guardare Luke, per attimi che le parvero minuti lunghissimi ed interminabili.
Infine, l’uomo si degnò di ricambiare il suo sguardo, e negli occhi di lui, Rey lesse come una nota di nostalgia, come se la sua domanda avesse fatto riaffiorare in lui vecchi ricordi, rimasti celati per troppo tempo dentro di lui.
“Perché vuoi saperlo, Rey?”- chiese infine il vecchio Jedi.
Sollevata al sentire che finalmente era pronto a rispondere, Rey continuò a parlare.
“Ho sentito molti parlare di te, alla base della Resistenza. Inoltre, il Generale Organa e Han Solo hanno sempre detto di conoscerti, quindi era probabile che anche tu ti ricordassi di loro…e di lui.”
“Ben?”- domandò nuovamente, osservandola con fare incuriosito.
Lei annuì, uno sguardo deciso dipinto in volto.
“Conoscevi lui, non è vero? Il figlio di Han. Quando ti ho detto che Han Solo era morto, ho sentito qualcosa dentro di te cambiare, per un attimo la tua espressione aveva tradito una sofferenza profonda…per sentirti così, credo sia ovvio pensare che voi due vi conoscevate bene. E anche quando ti dissi chi era stato ad ucciderlo, ho avvertito lo stesso sentimento, assieme ad una sorta di…consapevolezza.”- si avvicinò con un espressione che mostrava un evidente desiderio di conoscenza–“Quello che non capisco è…perché?”
Già, perché? Luke accennò un sorriso nascosto dalla folta barba canuta che gli incorniciava il viso abbronzato e solcato da impercettibili rughe.
“E’vero. Io conoscevo Ben Solo.”- disse guardando dritto la sua padawan – “E forse, lo conoscevo meglio di chiunque altro. E’ stata questa la mia colpa…conoscere, ma non agire.”
Rey lo guardò confusa non capendo cosa intendesse dire.
“Non era un semplice conoscente, lui…era mio nipote.”- concluse socchiudendo gli occhi, come per soppesare le parole seguenti.- “Il Generale Organa..Leia. Lei è mia sorella.”
La ragazza balzò in piedi con gli occhi spalancati per lo stupore, fissando l’uomo come se all’improvviso non riconoscesse più chi avesse davanti.
“V-vuoi dire che..?! Tu e il Generale siete fratelli per davvero?? Non sapevo nulla, nessuno al campo base mi aveva mai detto che..”
Luke la interruppe con un gesto della mano, facendole segno di sedersi nuovamente e a restare tranquilla.
Ancora scossa per la notizia e con un espressione stranita sul volto, Rey si sedette nuovamente a terra a braccia conserte.
Luke proseguì a raccontare.
“Quando nacque Ben, erano passati pochi anni dalla distruzione della Morte Nera, la base dell’Impero e dalla fine dell’Impero stesso. L’intera Galassia stava finalmente risorgendo dall’oblio in cui era stata gettata durante il dominio dell’Imperatore e dal suo braccio destro, Darth Vader ; dalle ceneri dell’Impero sconfitto, si apprestava a rinascere una Nuova Repubblica, che avrebbe finalmente sistemato le cose dopo anni di caos. E’ stato allora che decisi che era arrivato il momento di riportare alla luce le antiche arti della Forza…era  tempo che i Jedi tornassero a proteggere la Galassia. Così, sostenuto anche dai membri della Nuova Repubblica, diedi inizio ad una nuova scuola di addestramento per i futuri nuovi Jedi. Tuttavia, non ero sicuro di quanti nuovi padawan sarei riuscito a trovare, e se la Forza si sarebbe manifestata di nuovo…”
“Però…”- lo incalzò Rey, incuriosita dalla narrazione.
“Dopo mesi, nell’attesa che qualcosa avvenisse…avvertii una sensazione nuova, sentii che la Forza stava cambiando, che qualcosa stava succedendo. Non ero il solo ad averlo percepito. Mia sorella fu la prima ad accorgersene. Una mattina mi avvicinò e mi chiese di recarmi al Palazzo sede della Nuova Repubblica, sostenendo di avere qualcosa d’importante di cui parlare. Una volta arrivato, la trovai nelle sue stanze, intenta ad occuparsi di suo figlio. Mi disse che aveva percepito qualcosa nella Forza…da Ben.Ebbene…la Forza era potente nella nostra famiglia..in mio padre, in mia sorella, in me..e in Ben. Da quel giorno, decisi che lo avrei addestrato io stesso, sarebbe diventato il mio apprendista e una volta raggiunto il completamento del suo addestramento, avrebbe insegnato anche lui alla nuova generazione. Per anni, portai avanti questo mio progetto, credendo che davvero un giorno la Galassia sarebbe di nuovo stata al sicuro e in pace. Purtroppo, però, la mia cieca illusione di un futuro pacifico, annebbiò i miei sensi e la mia ragione, e a causa mia, successe quello che non avrei mai pensato potesse accadere…io avevo dimenticato il potere che l’oscurità aveva da sempre.”- le ultime parole assunsero un improvviso tono duro, che destò Rey dai suoi pensieri, come se stesse rimproverando sé stesso per le cose che stava narrando.
La giovane notò che qualcosa frenava Luke dal proseguire il suo racconto, nonostante fossero arrivati ad un momento cruciale della narrazione.
Cercò di incalzarlo con discrezione, tanto era il suo desiderio di capire e di trovare una risposta alla sua domanda.
“Hai detto che la tua illusione,ti ha annebbiato … cosa è successo?”
Il vecchio Jedi si alzò in piedi, facendo leva sulle ginocchia con le mani per tirarsi su, e si incamminò verso la parte opposta dello spiazzo roccioso dove si erano accampati; Rey fece per seguirlo alzandosi in piedi a sua volta, ma si frenò quando vide che Luke le stava facendo segno di fermarsi e di non raggiungerlo.
“Ciò che vuoi sapere, non cambierà davvero le cose.”
Luke le diede le spalle, mentre teneva lo sguardo fisso sul panorama che si stendeva di fronte.
Le centinaia di isole che si incontravano sul pianeta, erano illuminate dalla luce delle due lune del Sistema, che riflettevano i loro raggi argenteo-biancastri sulla superficie delle acqua che formavano quell’immenso oceano, ora nero a causa della scarsa luce notturna; il vento, che fino a poche ore prima, soffiava spazzando le acque e le cime delle isole, ora si era quasi esaurito del tutto, lasciando solo una fresca brezza che a malapena increspava l’immensa distesa di acque sottostante.
Quante notti come quella aveva visto durante gli anni passati su quel pianeta dimenticato? Ogni notte, ripensava alle stesse cose, gli stessi fantasmi del passato cercavano di soffocarlo, deridendolo o colpevolizzandolo per le sue azioni.
Quella notte però, non voleva che fosse così. Quella notte non li avrebbe lasciati fare di nuovo.
Voltò appena il volto di lato, giusto per osservare da dietro le spalle, la figura di Rey che stava dinanzi al falò scoppiettante, la cui luce creava attorno a lei come un aura mistica, rappresentante il fuoco che sempre ardeva dentro di lei.
Doveva dirle la verità, le doveva almeno quello.
“Sono stato io. Io ho creato Kylo Ren.”
 
 
Spalancò di colpo gli occhi.
Il freddo della stanza gli invase le ossa non appena gettò a terra le lenzuola fradicie, ansimando sommessamente.
No, non era stato il solito incubo a svegliarlo questa volta.
Raccolse da terra il cuscino che aveva lasciato cadere al suo brusco risveglio, e lo esaminò rapidamente.
Delle piccole macchie scure erano sparse su tutto il tessuto candido.
Ancora sangue.
Quanto tempo serviva ancora, affinchè quella maledetta ferita si rimarginasse definitivamente?
Scaraventò via l’oggetto contro la parete opposta della stanza, ed il cuscino cadde a terra senza provocare alcun rumore.
Si passò una mano sulla fronte, scoprendola matida di sudore misto a sottili rivoli di sangue , come se avesse appena finito di trascorrere qualche minuto vicino alle fornaci di Mustafar.
Lo aveva chiaramente sentito, quella voce non era solo più parte di un sogno, qualcosa di più lontano, e più concreto di un sogno aveva parlato.
“Skywalker…”- sibilò mentre realizzava ciò che aveva appena percepito nel sonno.
Una voce al di là della porta lo distrasse improvvisamente.
La voce metallica e dal tono duro del Capitano Phasma risuonò forte da dietro la porta della cabina, mentre il clangore della sua armatura di metallo si udiva con chiarezza.
“Comandante Ren, il Leader Supremo ha appena finito di convocare un assemblea con i membri principali della base. Richiede la sua presenza immediata.”
Kylo si passò una mano fra i capelli, cercando di riprendersi e di riguadagnare il contegno; non poteva certo presentarsi in quelle condizioni dinanzi al suo Maestro. La debolezza che trasudava da lui, sarebbe stata considerata come un disonore per tutto il Primo Ordine. E soprattutto, non voleva certo darlo a vedere a quell’odioso di Hux.
“Riferite al Leader che lo raggiungerò al più presto.”
“Sissignore.”- rispose Phasma, per poi allontanarsi a passo pesante nel corridoio.
Scrollando la testa, Kylo si rimise in piedi, indossando l’uniforme nera che aderiva perfettamente al suo corpo asciutto e atletico, facendo piano ad infilarlo nelle parti ferite.
Nonostante fossero passati mesi, facevano ancora dannatamente male.
Ma un vero signore del Primo Ordine non doveva nemmeno considerare dolori superflui come quelli.
Indossò sulle spalle il pesante mantello, al quale mancavano ancora lembi di stoffa, lo stesso che aveva nella battaglia sulla stazione Starkiller. Non aveva nemmeno voluto un mantello nuovo, sostenendo fra sé e sé che il cambiarlo, non avrebbe significato nulla. Forse, pensava che lo rappresentasse bene…ferito, diverso, sì…ma ancora lì, pronto a qualunque cosa.
Per ultima, aveva lasciato la sua maschera metallica in un involucro di vetro che si apriva a comando, situato in una sezione nascosta della cabina.
Appoggiò una mano su di un pannello scannerizzatore, che al riconoscere le linee del palmo, identificò Kylo permettendo che accedesse alla sezione blindata.
Con un suono secco, l’involucro si aprì, rivelando il contenuto prezioso che riflesse sulla sua superficie lucida le luci che lo illuminavano tutt’intorno, come fosse un importante trofeo.
Con aria solenne, il giovane si piegò a raccogliere l’oggetto, portandolo al di sopra della sua testa e calandolo sul volto, come se stesse indossando una corona.
E in effetti, era così che si sentiva ogni volta che la indossava; era come se oltre a quella maschera nessuno potesse percepire i suoi pensieri, le sue idiote debolezze o solo a guardare quella disgustosa cicatrice che per lui rappresentava solo un simbolo di disonore e imbarazzo.
Con quella maschera, riusciva ad abbandonare completamente la figura del debole Ben Solo, vestendo il ruolo del Comandante dei Cavalieri di Ren, il braccio destro ed apprendista del Sommo Leader Supremo Snoke.
Prima di uscire dalla stanza e di dirigersi verso la Sala degli Strateghi, si rivolse come di consueto a quello che considerava l’oggetto più prezioso nell’intera base, una preghiera silenziosa sulle labbra; un oggetto nero, il cui metallo ormai opaco si era fuso con un cranio ormai consumato dal tempo, conservato come un importante reliquia.
“Siamo vicini, Nonno … riuscirò nella mia impresa.”
 
Seduto ad una delle poltrone che circondavano il lungo tavolo situato al centro della Sala Strateghi, Hux tamburellava nervosamente le dita sull’anonimo metallo del poggia braccia, guizzando gli occhi da una parte all’altra della stanza.
Odiava presenziare a quelle ridicole riunioni dove non saltava mai fuori nulla di nuovo o minimamente interessante  ormai da mesi.
Inoltre, si sentiva circondato da incompetenti da quando, dopo l’esplosione della base Starkiller, si era ritrovato con solo meno della metà del precedente equipaggio; si era ritrovato costretto ad occuparsi del pupillo di Snoke, mandando un gruppo dei suoi uomini a cercarlo in mezzo alla foresta e alla tempesta di neve che infuriava sul pianeta.
Lo avevano trovato privo di sensi appoggiato ad un tronco caduto, ricoperto dalla neve, con il volto insanguinato mentre attorno a lui il terreno sprofondava lentamente in un mare di fuoco.
Per portarlo in salvo altri uomini avevano perso la vita, diminuendo ancora il numero dei sopravvissuti dell’unità di Hux.
Odiava sottostare agli ordini quando si trattava di affrontare eventuali perdite, ma la filosofia di Snoke era la stessa che condivideva lui.
“Un grande sacrificio è ciò che rende grande una causa.”
Ripeteva quella frase ogni giorno, come un mantra che rinnovava la sua determinazione a portare a termine il suo compito.
“Annoiato, Comandante?”.
Hux si girò accigliato verso la figura che aveva appena parlato.
“Non ditemi, Capitano Phasma, che questi incontri siano di vostro gradimento. A dire il vero, sono stanco di incontri che non portano a nulla. Dalla distruzione della mia preziosa base, ci siamo ridotti a fare i fuggiaschi, come fecce della peggiore specie.  E’ questo che trovo più ridicolo.”
Tagliente e freddo come sempre, pensò la donna.
Phasma si sfilò il casco metallico, e lo appoggiò sul tavolo, sedendosi di fianco ad Hux, che la squadrò velocemente con lo sguardo, soffermandosi per un attimo sulla sua figura.
A dire il vero gli spiaceva che dovesse sempre vederla in quella pesante uniforme di metallo, che nascondeva le sinuose curve della donna; perlomeno di volta in volta aveva l’occasione di ammirare i tratti decisi del suo volto, oltre ai suoi fini capelli biondi tagliati corti per praticità, e ai suoi occhi color grigio-azzurri, che risaltavano dalla sua carnagione chiara.
Più alta di lui, era l’unica che riusciva a metterlo in soggezione quando erano soli.
Mai quanto Snoke, però.
“Ho sentito dire che sono ripresi i lavori per la costruzione di una base Starkiller II, dico bene, Comandante Hux?”
Lui appoggiò i gomiti sul tavolo, ed il viso sui polsi, socchiudendo gli occhi.
“Così si dice in giro. Il Leader Supremo ha suggerito di diffondere voci riguardanti la costruzione di una nuova base del Primo Ordine, ma la verità è che questa è solo un’informazione fuorviante per depistare le forze della Resistenza. Se quei maledetti si stanno ancora arrovellando per cercarci, avranno un bel da farsi.”
“Il Leader Supremo è scaltro come sempre…”- rispose Phasma ravviandosi i capelli con una mano – “Tuttavia sottovalutare la Resistenza l’ultima volta è stato un errore.”
Hux annuì con un lieve cenno del capo, stringendo le labbra.
Già, un errore costato molto.
“Credo che in parte sia stato dovuto all’eccessiva fiducia che Snoke ripone in quel…”- strinse i pugni in un impeto rabbioso- “…Ren.”
“Ritenete che non sia all’altezza del suo compito?”- domandò la donna appoggiandosi allo schienale della sua poltrona.
A Hux sfuggì un sorriso nervoso.
“Che differenza farebbe? La mia opinione vale quanto la sua, ma a quanto pare, Snoke ritiene che Kylo Ren sia l’unico in grado di portare avanti le redini del Primo Ordine. Non vedo come un ragazzino spaventato e orgoglioso come lui possa portare a qualcosa di grande…”
“In quanto a parlare di orgoglio penso vi trovereste d’accordo…”- Phasma lanciò una frecciatina al comandante.
Lui rimase in silenzio incassando il messaggio diretto.
Effettivamente nemmeno lui era disposto ad ammettere errori, ma Ren…
La porta si spalancò improvvisamente, ed una sagoma alta vestita completamente di nero, proiettò un ombra sino ai piedi di Hux, il quale assunse un’espressione accigliata.
L’uomo entrò nella stanza, a passo veloce, andando nella direzione opposta a quello di Hux, sedendosi di fronte a quest’ultimo.
“Novità..Comandante Hux?”
Il rosso rispose con un occhiata glaciale, rincarata dagli occhi color ghiaccio.
“Nessuna…Comandante Ren.”- rispose in tono beffardo.
“Mi è stato riferito che Snoke desiderava indire una conferenza fra i maggiori esponenti del Primo Ordine…”
“…tra i superstiti.”- concluse Hux con tono amaro. Decisamente non gli era andato giù quanto successo sulla base Starkiller.
“Esattamente.”- rispose Ren sordo all’evidente frecciata di Hux. Non si sentiva responsabile per  tutte quelle morti, lui si stava occupando di faccende importanti tanto quanto quelle di Hux stesso.
Intervenne Phasma che aveva assistito al teatrino a braccia conserte con un espressione di freddo divertimento sul volto.
“Il Leader Supremo ha stabilito dei nuovi piani, al fine di attaccare definitivamente la Repubblica e la Resistenza. Fonti interne ci hanno avvisato che anche molti della Resistenza hanno perso la vita nell’attacco, e il ribelle, FN-218, è in stato di incoscienza totale da mesi ormai, dopo il duello avuto con Ren.”- disse indicando con lo sguardo Kylo in persona-“ Ad ogni modo, mentre le spie che abbiamo mandato in mezzo alla loro base si occupano di recuperare dati importanti, il Leader Snoke ha pianificato un qualcosa di speciale solo per il suo apprendista di spade..Kylo Ren.”
Il giovane trasalì.
“Perché non ne ero stato informato?”
Anche Hux sembrava sopreso, benché ricordasse le parole dette da Snoke sulla base Starkiller prima che venisse distrutta.
<< E’ tempo di completare il suo addestramento…>>
Allora era quello che si riferiva…
“Perché ne eravate al corrente solo voi?”- si intromesse.
Phasma accennò un sorriso compiaciuto.
“Non siete gli unici ad avere privilegi qui…il Leader Snoke aveva richiesto un colloquio privato per discutere di alcune faccende interne alle unità di Starstrooper sotto il mio comando, affidandomi il compito di scovare altri eventuali traditori o cose simili.”
“Cos’altro ha detto riguardo ai ribelli?”
“Ah già… altre spie interne alla Resistenza hanno riferito che alcuni giorni dopo la distruzione della base, due membri si sono allontanati dal sistema, per raggiungere una destinazione conosciuta da pochi.”- si rivolse a Kylo, il quale da dietro la maschera seguiva attentamente il resoconto del Capitano-“ Pare che la mercante di rottami e il wookie compagno di Han-Solo siano diretti a quello che a detta di molti, e secondo la mappa ritrovata dalla Resistenza, sarebbe il pianeta dove si nasconda Luke Skywalker.”
Alle uiltime parole, il cuore di Kylo fu come colpito da un pugno, sentì le interiora torcersi dentro di sé al suono di quel nome.
Allora non era stata solo una sensazione…
E lei.
La mercante di rottami era forse riuscita a raggiungerlo?
Se avesse scoperto dove si trovavano entrambi forse…
“Tutto bene, Ren?”- domandò Hux con sguardo indagatorio, nel vedere l’altro immergersi in un profondo silenzio. “ Sentir nominare la mercante vi ha reso nervoso per caso? Non mi direte che vi manca la piccola ribelle che vi ha ridotto in quello stato sulla base Starkiller…”
“Quali sono le coordinate?”- rispose cercando di ignorare la sua domanda.
Phasma alzò lo sguardo verso di lui, scrollando le spalle.
“ Sono informazioni riservate, i nostri uomini stanno ancora cercando, ma temo ci vorrà del tempo.”
“Prepari i suoi uomini allora, Capitano. C’è in gioco più di quello che lei crede.”
“Se intende fare una mossa suicida Ren, sappia che ne ho abbastanza di sprecare uomini per il suo sciocco tornaconto.”- sibilò Hux.
Anche Kylo si alterò al sentire la voce irritante del Comandante.
“Le vite dei suoi uomini Hux, non valgono nemmeno la metà di quella dell’uomo che stiamo cercando, Comandante. Ricordi che lei è il braccio armato, ed esegue ordini superiori, pensati da una mente superiore alla sua.”
Stavano per sfociare in una discussione ben più animata quando improvvisamente il proiettore di ologrammi situato al centro del tavolo circolare si illuminò di una luce bluastra, e la sagoma ridotta del Leader Supremo Snoke si proiettò dinanzi ai loro occhi.
Tutti chinarono il capo e si zittirono in segno di sottomissione.
Il segnale disturbato distorceva la voce profonda di Snoke, facendola sembrare ancora più lontana, quando si rivolse per primo a Phasma.
“Capitano, immagino avrete già avvertito i Comandanti di quanto detto in precedenza…”
“Certo, mio Signore. Sono stati messi al corrente della sua iniziativa.”
“Molto bene..”- rispose il vecchio socchiudendo gli occhi- “Ora veniamo alle cose pratiche..Comandante Hux..”
L’uomo alzò la testa di scatto rispondendo a voce ferma.
“Sissignore.”
“Dica ai suoi uomini di prepararsi a cambiare rotta. C’è un sistema alleato del Primo Ordine, pronto ad aiutare i lavori di costruzione di una nuova base. I dettagli le verranno forniti presto.”
Hux chinò il capo, annuendo.
“Quanto a te…Kylo Ren.”- disse aprendo gli occhi-“ Tu avrai un compito molto più importante…”
Kylo si alzò dalla poltrona, guardando dritto al suo interlocutore.
“Comandi, Maestro.”
“E’ tempo che il tuo addestramento venga completato. Prendi la tua nave e raggiungimi nel sistema stellare binario nel settore Arkanis, dei territori dell’Orlo Esterno . Lì riceverai il mio addestramento…affinchè il comandante dei Cavalieri di Ren, possa finalmente raggiungere il massimo potere del Lato Oscuro.”
Il giovane si avvicinò incuriosito, accarezzando con le dita l’elsa metallica della spada che teneva legata alla cintura.
“Qual è la destinazione, Mio Signore.”
“E’ dove tutto ebbe inizio, e dove tu, terminerai il tuo compito.”
Un’espressione dura e al tempo stesso di crudele lucidità segnò ancora di più le rughe e le cicatrici del volto di Snoke, prima che terminasse di parlare.
“A Tatooine.”

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Capitolo 9
*** Road ***


9-Road


Pianeta Ahch-to*

Non riusciva a prendere sonno, si limitava a tenere le braccia incrociate sotto la testa mentre continuava a scrutare attenta il cielo notturno, mentre attorno a lei tutto rimaneva il silenzio.
Il falò si apprestava a spegnersi e le ultime fiamme scoppiettavano lente bruciando piano il legno quasi consumato del tutto, il fumo ridotto a una scia sottile si levava alto nel cielo sparendo nel manto scuro puntinato da luminosi astri lontani.
Aveva passato innumerevoli notti come quella, persa a fissare quell’universo sconfinato che sempre l’aveva chiamata a sé, la invitava a scoprirlo, e a lei sembrava quasi che quelle stelle le parlassero.
Quante cose ancora aveva da scoprire? L’Universo era così grande, non riusciva nemmeno a misurarlo neppure immaginando.
Erano passate ore da quando si era congedata dal suo maestro per la notte, e sembrava quasi che lui non fosse nemmeno lì vicino, non lo sentiva nemmeno respirare profondamente.
Una cometa improvvisamente attraversò il cielo, lasciando dietro di sé una luminosa scia che rimase per qualche istante ad illuminare il manto oscuro notturno.
Rey si spostò su un fianco, continuando a tenere gli occhi puntati verso l’alto, aspettando finchè la scia svanì e si unì al nero della notte.
Cometa? Navicella? Qualsiasi cosa fosse, in fondo non era così importante.
Scrollò la testa e provò a chiudere gli occhi, cercando di prendere sonno.
 
Il sogno era sempre lo stesso, come ogni notte.
Vedeva la piccola nave sollevarsi da terra, i motori accesi che sputavano fiamme calde che ardevano l’aria, Ankar Plutt che le stringeva il braccio, mentre lei gridava con la mano stesa verso l’astronave, come se potesse afferrarla e impedirle di partire, di abbandonarla lì sola.
Poi lo scenario cambiava
Improvvisamente si ritrovava sola in mezzo ad una foresta scura, gli alberi neri come ossidiana che tendevano i loro rami secchi e privi di vita verso il cielo nevoso, mentre lei correva scappando da qualcuno incespicando nella neve alta e fresca appena caduta, mentre sentiva avvicinarsi qualcuno; più correva e più i suoi passi si facevano pesanti, il fiato cominciava a mancarle e infine cadeva a terra mentre una figura si stagliava contro di lei.
Stava per essere colpita, ma una lama cremisi trafiggeva l’uomo, che con un grido soffocato cadeva a terra esanime, accanto a Rey; lei si voltava con ancora le mani sopra alla sua testa a proteggersi, ed intorno a lei altre sei figure, sei cavalieri che la circondavano.
Il settimo uomo, che l’aveva appena salvata, brandiva la spada e la maschera che portava sul viso era sempre quella.
Ren.
Non riusciva a muoversi Rey, guardava i sette cavalieri senza poter proferire parola e di nuovo la scena cambiava, la neve la avvolgeva come in un turbine e una voce lontana, quasi antica chiamava il suo nome.
“Rey… questo è il tuo destino.”
 
Si svegliò spalancando di colpo gli occhi e tirandosi a sedere, urtando con le gambe la sua borraccia metallica rimasta vicino al falò, che si rovesciò sulla pietra, tintinnando con un rumore argentino e riversando la poca acqua rimasta sulla roccia e arrivando fino al falò, spegnendo l’ultimo tizzone ancora ardente.
Si posò una mano sul cuore che le tamburellava forte, respirando profondamente e socchiudendo gli occhi per cercare di calmare il suo respiro.
Quando li riaprì, cercò di ricomporsi e osservò il cielo attorno a lei.
Al buio della notte, era sopraggiunto il rosa dell’alba che piano piano assorbiva il blu notturno, creando magnifici giochi di sfumature fredde o infuocate, che venivano riflesse tutt’intorno dall’oceano.
 
“E’ sempre bello godersi questi spettacoli alla mattina.”- disse una voce dietro lei, avvicinandosi.
Rey si girò, venendo distratta da quella incantevole visione.
Luke si sedette accanto a lei, sorridendo e rivolgendosi di nuovo al sole che sempre più velocemente sembrava nascere dalle acque scure.
“Non mi potrei mai stancare di guardarli. Su Jakku erano…diversi.”- disse accennando un sorriso nostalgico e divertito – “La sabbia non crea riflessi così suggestivi..”
“Ti capisco. Anche sul mio pianeta il “problema” era lo stesso. Eppure a volte sento la mancanza di quel paesaggio desertico ed inospitale agli stranieri. D’altronde è lì che sono cresciuto, la nostalgia a volte è difficile da scacciare.”
L’uomo si tirò in piedi, sistemandosi il pesante mantello sulle spalle, e sistemando la cinta che portava attorno ai fianchi.
Rey riconobbe la scintillante forma della spada laser che veniva illuminata dai raggi di sole mattutini.
Anche lei si tirò in piedi imitando il suo maestro, afferrando da terra il suo sacco e la sua borraccia ancora rovesciata, e sistemandoseli addosso.
“Credi che oggi riusciremo ad arrivare?”- chiese lei guardando Luke con aria stanca.
Dopo giorni di cammino non c’era ancora nessuna traccia della fantomatica ed agognata isola, ed ormai l’entusiasmo di Rey si stava lentamente trasformando in rassegnazione.
“Sento che siamo vicini, lo percepisco. Devi solo avere pazienza,Rey.”
La giovane abbassò lo sguardo, dandosi mentalmente della sciocca.
Luke le si avvicinò posandole una mano sulla spalla sorridendo, per poi superarla ed avviarsi verso un piccolo sentiero scavato nella roccia, che conduceva alla seconda baia dell’isola, verso una piccola sporgenza rocciosa che consentiva di raggiungere l’isola successiva.
Rey lo seguì a ruota, cercando di tenersi in equilibrio nel sentiero precario che era situato proprio accanto ad uno strapiombo, che dava sul mare, mentre le onde lambevano con forza la parete rocciosa dove il maestro Jedi e la giovane camminavano.
Il percorso si interrompeva al lato nord della piccola isola, precisamente in una piccola insenatura protetta da sporadici alberi dalle fronde rigogliose, e dai rami carichi di piccoli frutti violacei, sconosciuti agli occhi di Rey, la quale passando sotto uno di loro ne afferrò uno che le pareva maturo, addentandolo con aria affamata.
A quell’ora del mattino, tutto le sembrava invitante e in ogni caso sarebbe stato meglio fare scorta di zuccheri per il viaggio.
Davanti ai due, come un piccolo ponte di pietra, si ergeva un promontorio che collegava l’isola dove avevano sostato la notte, ad un isola più grande ed estesa, la cui vegetazione ricopriva buona parte del terreno, impedendo di vedere cosa ci fosse al dilà di quella sorta di muro verde.
“Pare che avremo un po’ di strada da fare..”- disse fischiando ammirato Luke.
“Non sei entusiasta?”- chiese Rey divertita- “Maestro, non mi dirai che ti sei già stancato…coraggio, avremo solo ancora qualche settimana di cammino, che vuoi che sia?”- concluse superando l’uomo e raggiungendo il promontorio, diretta verso l’altra isola.
Il vecchio Jedi scrollò le spalle sorridendo.
Si rivedeva molto in Rey, in lei ritrovava quell’entusiasmo e la stessa sete di conoscenza che aveva anche lui quando conobbe il suo mentore, anni prima.
Ora le cose erano cambiate, e trovarsi ad essere lui stesso a giocare lo stesso ruolo di anni prima del suo maestro , continuava a risultare un’esperienza strana e piacevole allo stesso tempo.
In Rey vedeva anche qualcosa di più profondo, percepiva in lei una Forza diversa da quella a lui conosciuta e questo fatto non faceva che suscitare in lui una continua sorpresa.
Si addentrarono insieme nella nuova isola, facendosi largo tra il fitto fogliame e le rocce ricoperte di muschio che tappezzavano il terreno; non si vedeva nessuna traccia che facesse pensare che quell’isola fosse mai stata abitata o che qualcuno potesse viverci, ad eccezione fatta per la fauna locale, di piccoli esserini quadrupedi che raramente si avvicinavano al duo che continuava a procedere nel cammino.
Nonostante ciò, Luke continuava a stare all’erta, spostandosi da una parte all’altra di quella immensa foresta che lasciava penetrare solo qualche sottile raggio di sole dagli alberi, ogni volta che percepiva qualcosa di insolito.
 
Orlo Esterno-Settore Arkanis
La potente luce dei due soli del Sistema Arkanis illuminò la piccola astronave che, solitaria, varcava l’oscuro spazio che la separava da quella che considerava ormai la sua casa.
L’intenso bagliore si rifletteva sullo scuro metallo della cabina, facendola spiccare in mezzo al manto spaziale oscuro.
Con i motori spinti al massimo continuava a fare rotta verso la sua meta, ed ormai la grande visione del pianeta  con il suo mare di dune e le immense pianure di Bantha, preannunciavano il prossimo atterraggio della nave stessa.
 
Pianeta Ahch-to*
Camminavano ormai da ore, ma non si era ancora vista una traccia che potesse indicare che si stessero avvicinando alla meta.
Il fresco della mattina era oramai l’unica cosa che riuscisse a sostenere il loro spirito..ed il loro fisico stanco, specialmente le gambe che ormai cominciavano a dolere e a pesare.
“Non senti ancora nulla?”- chiese Rey con una smorfia spossata, continuando a trascinarsi a passo pesante lungo un tratto di foresta dove la vegetazione per fortuna si era diradata.
Aveva anche proposto a Luke di utilizzare la sua spada laser per tagliare qualche ramo e pianta invadente, ma aveva ricevuto un secco “no” da parte del maestro, che riteneva inutile l’uso della spada per mansioni di quel genere.
“Più di prima, e meno di dopo.”- rispose l’uomo lisciandosi la folta barba brizzolata continuando a a camminare. Effettivamente anche a lui pareva strano che non avessero ancora trovato nulla.
Rey fece scivolare dalla sua spalla a terra, il sacco che portava, che cadde in mezzo alle foglie calpestate e lei si sedette su di un masso dalla forma squadrata, anch’esso ricoperto di fogliame secco.
“Maestro..comincio a pensare che tutta questa ricerca sia, come dire…impossibile. Non dubito affatto in te o nella Forza, ma se ci fossimo sbagliati? E se non fosse qui quello che stiamo cercando?”
“No è impossibile…le tracce degli antichi testi portavano alle coordinate di questo pianeta, non può essere che mi sia sbagliato..”
“Forse le antiche coordinate sono cambiate, forse erano inesatte..su questo pianeta non c’è nient’altro che acqua, acqua, rocce e ancora acqua. Siamo giorni che cerchiamo su ogni isola degli arcipelagi vicini ma abbiamo trovato solo vecchi ruderi di pietra. Forse appartenevano ad un’antica civiltà di pastori e niente più. Se chiedessimo alla Resistenza forse…”
“Per anni la Resistenza ha cercato di aiutarmi nella ricerca, anche con l’impiego dei più importanti piloti e conoscitori di rotte interstellari, ma l’unico vero indizio era su quel frammento che avevi ritrovato su BB-8. Nonostante ciò siamo ancora qui. Appena Chewbe ci raggiungerà alla prossima isola, decideremo il da farsi.”
Rey si guardò intorno come a cercare la presenza del wookie, che era andato in perlustrazione delle isole con il Millennium Falcon, cercando dall’alto di individuare la loro meta.
Sospirò rassegnata, passando il suo bastone da una mano all’altra.
“Beh stare seduti non cambierà nulla comunque.”- disse scavando con la punta del bastone in mezzo alla fanghiglia secca del terreno.
“Coraggio, continuiamo a muoverci, prima che il sole sia alto nel cielo e che cominci a riscaldare troppo l’aria qui sotto.”
Rey si alzò in piedi, raccolse il sacco e camminò trascinandosi dietro il bastone.
Improvvisamente il bastone cominciò a sobbalzare mentre veniva strisciato, come se incontrasse zone dove il terreno era stato tagliato per poi ritornare sul terreno livellato.
Anche sotto i piedi avvertiva un’insolita alterazione del terreno, e curiosa, spostò con la punta della scarpa le foglie, grattando via del fango.
Ciò che vide la sorprese, e cominciò a ripulire il terreno dalla polvere e dalla fanghiglia secca, seguendo con le dita delle profonde scala nature che tappezzavano il pavimento terroso della foresta, con fare sempre più concitato.
“Maestro!”- chiamò con gli occhi che guizzavano veloci mentre continuava a ripulire-“Vieni a vedere!”
Luke si precipitò da lei, e non appena abbassò lo sguardo a terra, dove Rey aveva rimosso buona parte del terreno, quelle scalanature subito gli sembrarono familiari, e nella sua mente si accese una speranza, mentre il cuore prese a battergli in maniera concitata.
Si chinò accanto a lei, seguendo con le dita nodose le incisioni nel terreno, leggendo ciò che sentiva con il tatto e che vedeva con i propri occhi.
Quel contatto con l’antico era reale…era vero.
“Rey..”- disse con gli occhi che brillavano di emozione -“Siamo arrivati…siamo a casa.”

 
 
Mi scuso moltissimo per aver pubblicato questo capitolo a distanza di molte settimane dall’ultimo, ma attualmente sono impegnata con il lavoro, quindi purtroppo mi ritrovo spesso con poco tempo a disposizione per scrivere. Cercherò di ritagliare qualche ora di tempo libero per portare avanti questa fic, anche se non credo che i capitoli usciranno con una cadenza regolare…
A.
P.S.*Nel caso in cui non lo sapeste, è stato confermato da Pablo Hidalgo, membro della Lucasfilm Story Group, che il nome del pianeta dove Rey incontra Luke Skywalker, è Ahch-to :)

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