Rose o non rose

di lullublu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


gintsu fiori 1                                                                                                                                                                                       Kagura p.o.v.

Oggi Gin-chan è molto strano.
Si è svegliato presto, ed ha passato un'ora intera nel bagno.
Quando è uscito, puzzava di dopobarba e profumo ed aveva i capelli tirati all'indietro col gel.
Allora lo guardo e gli chiedo dove deve andare conciato in quel modo.
Ma lui mi risponde con la sua solita faccia tosta, che le mocciose come me dovrebbero farsi gli affari loro.
Che antipatico, tanto al massimo dovrà andare a giocare al pachinko.
Lui esce di casa, e non mi resta altra scelta che seguirlo di nascosto.
Si ferma al negozio di fiori del nostro vicino Hedoro (quello con l'aria spaventosa ma che in fondo è buono).
Mi chiedo cosa debba fare lì.
Vedo che Gin-chan vuole acquistare delle rose e sta contrattando sul prezzo perchè come al solito ha pochi soldi.
La cosa mi puzza.
Perchè Gin-chan dovrebbe spendere i soldi per delle stupide rose, quando potrebbe comprarsi un frappè?
Mi ricordo allora quello che mi ha detto Shinpachi ieri: Gin-chan è passato a Yoshiwara per parlare con Hinowa-san.
Dice che non è riuscito ad ascoltare tutta la conversazione, ma gli sembrava che stesse chiedendo consigli su una ragazza.
A Gin-chan piace davvero qualcuna?
Veramente, veramente strano.
Da quando sono a casa sua non ha mai dimostrato interessi per nessuna donna, così io ho pensato che Gin-chan vuole diventare vecchio senza sposarsi.
E' uscito dal negozio: alla fine è riuscito a comprare una sola rosa e non sembra nemmeno essere una delle migliori.
Dannato Gin-chan, invece di sprecare i soldi così avresti potuto comprare a me tanto riso.
Adesso si è fermato vicino ad una vetrina di un negozio, si sta specchiando e cerca di aggiustare i capelli che già cominciano a ribellarsi nonostante il gel.
Si controlla se l'alito puzza,e  lo vedo sospirare guardando lo stupido fiore che ha comprato.
Pazzesco, sembra davvero un innamorato al suo primo appuntamento.
Sono sempre più curiosa.
Sta andando di nuovo a Yoshiwara, chissà, forse la donna che gli piace è proprio Hinowa.
Invece Gin-chan si ferma vedendo Tsukki e allora capisco.
La donna che piace a lui è proprio Tsukyuo.
Lei è molto bella... magari anche a lei piace Gin-chan...
                                                                                                 ***
Gin era teso da tutta la mattinata.
Era veramente parecchio tempo che non si interessava a qualcuna, e per di più, la persona che gli piaceva era una tipa complicata.
Non credeva che i normali trucchetti da corteggiamento riuscissero a fare presa su di lei ma dopo aver parlato con Hinowa, aveva deciso comunque per qualcosa di classico: le avrebbe portato dei fiori.
Peccato però che i prezzi fossero troppo alti per le sue tasche, e quello scemo di Hedoro non voleva fargli sconti, e così era riuscito a prendere soltanto una rosa striminzita.
Pazienza, meglio di niente.
Andò a Yoshiwara e la incontrò quasi subito.
Nascose la rosa dietro la schiena, desiderava dargliela in privato, così da metterla meno in imbarazzo.
"Buongiorno, che piacere incontrarti" disse, cercando di allentare la tensione che si sentiva addosso.
"Gintoki" rispose lei freddamente.
"Ecco... che ne diresti se ci andassimo a prendere un thè, volevo fare due chiacchiere...".
La bionda stava per rifiutare dicendo che doveva lavorare, ma Gintoki intuì la risposta e intervenne preventivamente.
"Dopo tutto quello che ho fatto per questa città me lo devi un favore".
Era un po' opportunista da parte sua ma non gli era venuto in mente altro da dirle per indurla a prendersi una pausa.
Se i membri della Shinsengumi fossero tutti come lei non ci sarebbe più un criminale in tutta la città, pensò Gintoki.
Allora la ragazza sospirò "va bene, ma solo cinque minuti".
Andava benissimo, cinque minuti bastavano per darle la rosa.
Tsukuyo lo condusse nella sua stanza , stranamente in giro non c'erano nè Hinowa, nè Seita.
Fu in quel momento che Gin cercò la rosa, infilata nella cintura, dietro la schiena dove l'aveva nascosta.
Ed estraendola si accorse che nel tragitto erano caduti tutti i petali, ed ora stava porgendo a Tsukuyo solo lo stelo, tra l'altro pieno di spine.
Tsukuyo guardò con aria esterrefatta quella che fino a poco tempo prima era stata una rosa.
Non sapeva come interpretare quel gesto.
Perchè Gin le stava offrendo uno stelo?
Stava cercando di prenderla in giro?
Pensando che fosse proprio così, si arrabbiò.
"Mi hai fatto perdere tempo solo per questa scemenza? Chi credi di essere per potermi giudicare così?" .
L'albino non trovò le parole per giustificarsi e spiegare il malinteso.
Soprattutto non capiva il suo sguardo.
Più che arrabbiata, sembrava aver subito una delusione, un'umiliazione, quasi.
"Come se m'interessasse ciò che pensi di me! Se io ti faccio così schifo, sappi che tu mi fai schifo il doppio!".
Dopo aver detto queste parole dure, lo cacciò via a calci.
Era stato respinto.
Non aveva nemmeno avuto modo di dichiararsi che già era stato respinto.
                                                                                                                          ***

                                                                                                                                                                                               Kagura p.o.v.
Sto cercando di origliare ma senza risultato.
Passa poco tempo e vedo uscire Gin-chan.
Ha un'aria desolata e nel vederlo così triste, subito mi dimentico che sono in incognito.
Mi dispiace vederlo così abbattuto e voglio consolarlo.
"Gin-chan, Tsukki ti ha scaricato?" dico, sbucando fuori dal mio nascondiglio, col tono di una madre preoccupata.
Lui è sorpreso di vedermi ma non si arrabbia, forse è troppo depresso per il rifiuto.
Sospira soltanto e dice "e tu che ci fai qui? Ti avevo detto di non immischiarti, mocciosa".
Mi dà uno scappellotto ma non mi faccio male, ho la testa dura io.
"Se tratti così le donne, è normale che ti scaricano" gli rispondo, in un tentativo molto fallimentare di tirargli su il morale.
Lui fa una faccia ancora più triste di prima e io lo abbraccio.
"Meglio così. Non ti ci vedo proprio fidanzato. Basto io come donna per te".
Gin-chan sorride e io sono felice di essere riuscita almeno un poco a fargli passare la depressione.
"Hai ragione, una mocciosa violenta e mangiona mi basta e avanza. Torniamo a casa".
Gli dò uno schiaffo per quello che ha detto, però non fa niente, se lo dice lui va bene così.
E poi sarebbe veramente strano vedere Gin-chan con la fidanzata.
Non ce lo vedo proprio.

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Capitolo 2
*** 2 ***


gintsu2 Hinowa p.o.v.

Sono preoccupata per Tsukuyo .
E' tutto il giorno che ha l'aria arrabbiata , ma quando le chiedo se è successo qualcosa mi dice che non è niente.
Ho trovato sparsi a terra, verso casa, dei petali rossi e mi sono ricordata del consiglio che ho dato a Gintoki, di provare a portare dei fiori a Tsukuyo.
Dunque, l'ha fatto?
E' questo che ha sconvolto tanto la nostra Tsukuyo?
Ho deciso, devo convincerla a raccontarmi tutto.
E' sera, e stiamo insieme a Seita a mangiare, ho deciso di aspettare quando il piccolo va a dormire, sarà più facile indurla a parlare a quattr'occhi.

Siamo finalmente sole.
Tsukuyo è ancora nervosa, glielo si legge negli occhi, però vedo che c'è anche dell'altro.
Mi sembra delusa, anche se non capisco perchè.
Ho sempre pensato che Gintoki le piacesse, da come ne parla e come si comporta in sua presenza mi dà quest'impressione.
Che lui abbia combinato qualche pasticcio?
Non mi resta altra scelta che affrontare l'argomento in modo diretto.
"Si tratta di Gintoki, vero?" le chiedo senza mezzi termini.
Lei sussulta e arrossisce, colta in fallo.
Penso a come sia carina da innamorata, mi chiedo se io ho mai avuto quest'aria, ma non credo, quasi ne sono invidiosa.
La sua innocenza in questo posto così corrotto è come un fiore in mezzo al deserto.
"N-non so di cosa tu stia parlando, cosa c'entra quel rozzo, stupido, con gli occhi da pesce lesso?" dice Tsukuyo, cercando di non guardarmi in faccia.
"Peccato che quel rozzo, stupido con gli occhi da pesce lesso, sia l'uomo che ti piace, giusto?" le dico con un sorriso, divertita dalla sua faccia che passa attraverso varie gradazioni di rosso.
"Ma non è assolutamente vero!" tenta di negare, peccato che sia la sua stessa espressione a tradirla.
"Allora, cos'ha fatto di male Gintoki?" continuo, come se non fossi mai stata interrotta.
"Ma non..." prova a dire lei, ma stavolta sono io a fermarla.
"Non mentire. Ti conosco fin troppo bene e se dico che a te piace Gintoki allora è così. Forse sei tu che non te ne sei ancora resa conto. Allora, cos'ha fatto di male?".
Come sempre, riesco a superare le sue resistenze e Tsukuyo si convince a dirmi tutto.
Mi racconta che le ha portato uno stelo, per prendersi gioco di lei, o almeno così pensa, ed anche se non lo dice esplicitamente capisco che la cosa l'ha ferita.
Adesso capisco tutto, ecco cos'erano quei petali rossi che ho trovato mentre tornavo a casa.
Come avevo immaginato, Gintoki ha fatto uno dei suoi soliti casini.
Mi viene da ridere ma cerco di trattenermi, Tsukuyo potrebbe fraintendere ed offendersi.
Le racconto allora che sono stata io a consigliargli di portarle dei fiori.
Lei mi chiede perchè ma decido di non risponderle, se non è troppo tonta lo capirà da sola.
"E io che gli ho detto quelle cose brutte...".
Abbassa il capo con aria dispiaciuta mentre lo dice.
Quasi vorrei farle una fotografia per quanto carina mi appare in questo momento.
"Allora dovresti chiedergli scusa, magari potresti portare tu dei fiori a lui" propongo.
                                                                                                 ***
Anche se era un po' restia, dopo aver parlato con Hinowa, Tsukuyo si sentì meglio.
Le sembrava strano quello che la cortigiana le aveva detto, dopotutto non aveva mai considerato sè stessa come una donna.
Mai aveva provato attrazione nei confronti di qualcuno, forse solo verso Hinowa, ma in quel caso si trattava soprattutto di ammirazione, dopotutto lei era il sole di Yoshiwara, un esempio per tutte le donne della città.
Invece, da quando aveva conosciuto Gintoki si sentiva cambiata.
Aveva iniziato ad importarle cosa pensavano gli altri di lei, cosa pensava lui.
Voleva che la considerasse forte, e per la prima volta in vita sua, desiderava essere bella.
Quando era in sua compagnia si sentiva bene, ma era anche tesa ed imbarazzata, non ne capiva il motivo.
Dunque era così, le piaceva Gintoki e desiderava che lui corrispondesse.
Era per questo, ora lo capiva, che quel gesto frainteso l'aveva turbata.
Ora che aveva capito la reale intenzione dell'albino, si sentiva dispiaciuta per come l'aveva trattato, e se lui non avesse voluto più vederla?
Ci sarebbe rimasta molto male.
L'idea di Hinowa le sembrava intelligente, però aveva un problema.
Si vergognava di andare a consegnargli i fiori di persona.
Cos'avrebbe potuto dirgli poi?
Si disse di non fare la stupida.
Una come lei che non indietreggiava di fronte a nessun nemico, si stava davvero facendo dei problemi per una sciocchezza simile?
Era inaccettabile.
Se Hinowa l'avesse saputo, avrebbe riso di lei, anzi, sarebbe diventata lo zimbello di Yoshiwara.
Non immaginava neppure che per le donne innamorate, problemi come questi erano all'ordine del giorno.
Così si armò di coraggio ed andò dal fioraio.
Dovette trattenersi dall'infilzarlo coi Kunai quando le chiese innocentemente se i fiori erano per il suo ragazzo.
Gli rispose invece, con aria minacciosa, che erano per un conoscente.
Uscì dal negozio, faceva uno strano effetto camminare per strada con un mazzo di rose in mano.
Procedendo a passo svelto arrivò in poco tempo al quartiere di kabuki-cho, dove si trovava lo Yorozuya di Gintoki.
Per fortuna conosceva già la strada essendoci stata già una volta, quando doveva consegnare la cioccolata insieme a Kagura, ricordò con un certo imbarazzo.
Quella volta non era riuscita nell'intento.
Arrivò a destinazione, lo sguardo basso per ignorare gli occhi che aveva puntati addosso e salì le scale arrivando alla fatidica porta.
Si sentiva davvero nervosa, ed ora che era lì non era del tutto sicura di volerlo fare.
Strinse il pugno, e raccogliendo tutto il coraggio che aveva lo accostò alla porta con l'intenzione di bussare ma non ci riuscì.
Gettò allora il mazzo di rose a terra, con stizza e se ne andò.
Cercò di dire a sè stessa che quell'idiota non se lo meritava e che non le importava niente se litigavano.
Ma era inutile cercare di ingannarsi.
Le importava eccome.

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Capitolo 3
*** 3 ***


gintsu3 Quella mattina Gintoki si svegliò più tardi del solito.
Era da un po' che dormiva male e che si svegliava di malumore, da quando era stato rifiutato.
Non ricordava che le donne facessero un effetto simile, forse perchè era da tanto che non provava quel sentimento.
Gli bastava ripensare a quando, dopo averla liberata dalla ragnatela, l'aveva stretta tra le braccia, per provare una sensazione di tenerezza.
Tenerezza che gli risultava ora quasi dolorosa dopo gli ultimi risvolti.
Perciò, in quel momento, sentire Kagura urlare chiamandolo da fuori la porta, gli diede molto fastidio.
Uscì con l'intenzione di sgridarla.
"Kagura la smetti di fare tutto sto' casino?" le disse.
Vide che aveva in mano quello che sembrava essere un mazzo di rose, rovinato, tra l'altro.
"Gin-chan, guarda cos'ho trovato qui fuori" disse la ragazzina con aria esaltrata.
L'albino fece una smorfia.
"Sarà opera di quella stalker pazza" disse riferendosi a Sacchan "buttalo. E lavati bene le mani, non si sa mai".
E questa fu la fine delle rose che Tsukuyo aveva comprato per Gintoki.

Quel giorno stesso, Tsukuyo fu nuovamente messa sotto torchio da Hinowa e confessò di non essere riuscita nel suo intento.
Allora la cortigiana capì che doveva intromettersi, i due erano troppo stupidi per fare da soli.
Tsukuyo era giustificata almeno, essendo per lei quella la prima cotta.
Credeva che almeno Gintoki ci sapesse fare, ma a quanto pareva o non era così o la bionda era troppo difficile per lui.
Decise allora di parlare con i due amici del samurai, insieme avrebbero pensato a qualcosa.

Se Gin ci avesse pensato, avrebbe capito subito cosa c'era sotto quando gli arrivò un invito di Tsukuyo (o almeno così diceva la firma) che gli chiedeva di incontrarla perchè voleva chiedergli scusa.
In fondo era uno dei clichè più usati negli shojo.
Ma forse perchè fu preso alla sprovvista che il piano funzionò.
Ed ora si ritrovava su una panchina affianco alla ragazza che affermava di aver ricevuto la stessa lettera da lui.
"Tsk, me l'hanno fatta" si lamentò l'albino.
Si sentiva parecchio a disagio in quel momento.
La ragazza teneva lo sguardo puntato verso il basso e stranamente si esprimeva senza la sua solita aggressività.
Gintoki non sapeva se interpretare quell'atteggiamento come imbarazzo o se stesse cercando di ignorarlo.
"Sono una stupida" mormorò lei " come se uno stupido rozzo come te sapesse chiedere scusa".
"E per cosa dovrei scusarmi?" replicò lui un po' indispettito da quel tono "per aver cercato di regalare dei fiori ad una donna?".
Lei rimase in silenzio, sentendosi un po' in colpa nel rivolgergli un' accusa ingiustificata.
"Se vuoi solo litigare me ne vado, non ne ho proprio voglia" fece Gintoki alzandosi.
Ecco, pensò Tsukuyo, adesso per colpa mia non riusciremo più a chiarire.
Doveva fare qualcosa, impedirgli di andarsene così.
Gli afferrò la manica del Kimono.
"Aspetta" gli disse con tono incerto e lui si girò a guardarla senza dire nulla, come ad invitarla a parlare.
Quegli stessi occhi continuavano a darle emozioni diverse.
Durante la battaglia per esempio, l'avevano sorretta con la loro forza.
La indispettivano quando lui la prendeva in giro ed in quel momento la stavano travolgendo.
Si sentì di nuovo mancare il coraggio e pensò che non sarebbe riuscita a parlare.
"Mi dispiace" disse invece, sentiva la sua voce lontana, come se non le appartenesse "non avrei dovuto trattarti in quel modo".
Gintoki sorrise, di certo si sentiva rassicurato da quelle parole, anche se quel tono dolce, quasi remissivo, non le apparteneva.
"Non importa, vuol dire che ci proverò di nuovo" fece l'albino.
Lei lo guardò con aria interrogativa, la mano ancora stretta attorno alla stoffa bianca del suo kimono, come se temesse ancora che lui la lasciasse da sola.
Se ne accorse in quel momento e lasciò la presa.
"Perchè?" domandò la ragazza.
Lui la squadrò e capì a cosa si riferisse sul serio la sua domanda.
Sul serio non aveva capito perchè le aveva portato (cercato di portarle) dei fiori?
Era proprio così.
Dopotutto, nonostante l'ambiente in cui era vissuta, Tsukuyo non aveva nessun tipo di esperienza con gli uomini.
Trattenne malamente una risatina, divertendosi poi nel vedere la sua reazione smarrita.
"Sai, questo si chiama corteggiamento. Di solito si fa con le belle donne, ma farò un'eccezione per il tuo caratteraccio".
Notò che la ragazza stava diventando rossa nella consapevolezza di quel che lui aveva detto.
Gintoki voleva corteggiarla.
Avrebbe dovuto sentirsi fortunata, si era da poco accorta della sua prima cotta, e già il tipo che le piaceva la stava corteggiando.
Decise però di reagire rispondendogli a modo, invece di innervosirsi o stare in silenzio.
"Va bene, riprovaci. Però non voglio fiori stavolta. Portami una bottiglia di sakè.".
"Va bene" rispose lui un po' titubante, dopotutto aveva già avuto modo di vederla ubriaca ed avrebbe preferito non ripetere l'esperienza.
Intanto poco lontano dalla panchina, dietro ai cespugli qualcuno stava guardando.
"Ah" sospirò Shinpachi "sembrano già una coppia sposata, sono invidioso" disse.
"Semmai sembrano sul punto di divorziare" ribattè Kagura.
Hinowa invece non disse nulla, limitandosi a sorridere.
'Gintoki, spero che tu la renda felice' pensò 'spero che tu le faccia capire che d'ora in poi non dovrà portare tutto il peso da sola'
E mentre guardava i due, si convinse che sarebbe andata proprio così.


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