Mirai Watashi No Amai

di DreamAngel24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A shocking announce ***
Capitolo 2: *** Shopping ***
Capitolo 3: *** Brother in law ***
Capitolo 4: *** Pink or Blue ***
Capitolo 5: *** Hungry ***
Capitolo 6: *** Sixteenth of June ***



Capitolo 1
*** A shocking announce ***


A shocking announce

<< Scusa... Puoi ripetere? >>
Respirava a fatica. La gola secca per l'ansia suscitata da quelle parole pronunciate con un sorriso che più che gioioso sembrava dispiaciuto. Doveva aver capito male. Sperava di aver capito male, anche se, sotto sotto, - e così fu in seguito - ne sarebbe stato felice. Doveva per forza aver capito male. Era impossibile che nelle ultime settimane non si fosse accorto di niente. Certo, Yuma da un po' di tempo si comportava in modo strano e lo evitava, ma niente di paragonabile agli sbalzi emotivi e alla continua fame - naturale per la moglie - della sorella. Insomma niente per il quale disturbarsi a farsi prendere dal panico in attesa di una nefasta e futura notizia. Dovette ricredersi pero' nel vedere le guance della più piccola tingersi di rosso per l'imbarazzo e la paura, e gran parte dei presenti lanciarsi entusiasti addosso a quest'ultima abbracciandola e facendole le congratulazioni. La gola gli si attorciglio' all'improvviso, mentre i sintomi di una febbre dalle origini non patologiche si facevano largo annebbiandogli la vista e avvampandogli il volto. Vide gli occhi di Alito, Tori e Dourbe riempirsi di infantili e euforiche lacrime con la possibilità di morire disidratati di punto in bianco. Ma il colpo di grazia fu vedere Rio avvicinarsi a Yuma sorriderle animatamente per poi poggiarle una mano sulla pancia, mentre con l'altra avvicinava alla propria quella dell'amica. In quel momento lo sguardo del ventinovenne leader dei bariani divenne supplichevole a tal punto da convincere la moglie a ripetere timidamente quello che aveva detto. Il cuore si fermo di colpo, il viso divenne più pallido di quanto gia' non fosse e il corpo si impietrì a tal punto da impedirgli di percepire tutto cio' che lo circondava. Il tonfo, che si diffuse nella stanza, successivamente al suo svenimento, simile alla caduta all'indietro di una tegola di legno, risveglio' l'attenzione dei presenti, la maggior parte dei quali non poté che scoppiare in una clamorosa risata o sbattersi il palmo della mano contro la fronte per la disperazione. Tutto a causa di quelle fatidiche e meravigliose parole:
<< Shark... Sono incinta. >>

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Capitolo 2
*** Shopping ***


Shopping

<< Allora? Che ne pensi? >>
Ryoga Kamishiro non sapeva se ridere o piangere. Anzi, si era radicata in lui la fantomatica idea di indietreggiare fissandola spaesato, quasi non la conoscesse, o peggio ancora utilizzare quel poco che conosceva dei propri poteri bariani per cancellarle la memoria degli ultimi dieci minuti. La quantità di tempo necessaria affinché la moglie - guidata da un " destino " che avrebbe potuto benissimo farsi gli affari suoi - trovasse tra quel mucchietto di stoffe morbide, colorate e future portatrici di un delicato profumo di latte e borotalco, quel piccolo pigiamino dai colori marini e dal cappuccio munito di triangolari denti aguzzi. Avrebbe dovuto prevederlo. Avrebbe dovuto prepararsi per una situazione come quella, prima ancora di percepirne sulla pelle lo schiaffo derisorio derivante da quei due piccoli bottoni neri cuciti sulla parte più alta del cappuccio. I gusti della moglie, per quanto non fossero giustificabili a prescindere, sentivano il peso del bacino allargatosi e dei mesi che passavano prima troppo lentamente e subito dopo troppo velocemente.
<< Dai?! Dai?! Lo compriamo! >>
<< Em... >>
Non sapeva che cosa rispondere. Non aveva mai avuto così tanta paura di sua moglie in tutta la sua vita: paura di quella sua innocenza che le aveva sempre impedito di leggere sotto le righe. Cosa avrebbe dovuto dirle? Che quel pigiamino a forma di squalo era ridicolo e che avrebbe preferito buttarsi dal secondo piano del centro commerciale, piuttosto che comprarlo per il suo bambino? Sarebbe stata la fine, anche se proposta nella maniera più comprensibile e dolce possibile. Già immaginava Yuma abbassare il piccolo pigiamino, contemporaneamente al sorriso, per poi guardarlo dispiaciuta e delusa, mentre il suo stomaco iniziava contorcersi per i sensi di colpi, soprattutto nel constatare quanto lo sguardo e il tono di voce fossero tenuti bassi.
<< Shark? >>
Era la fine... Tanto valeva, per una volta, mettere da parte l'orgoglio.
<< D'accordo. >>
<< Aw~! Vado a chiedere un consiglio sulla taglia! Non ti muovere! >>
Ryoga afferro' il pigiamino e sospiro' arreso, osservando la moglie andare incontro alla prima commessa disponibile. 
<< Beh... Non e' poi così male... >>
Lo rigiro' un paio di volte tra le mani scrutandolo in modo interrogativo per qualche secondo...
<< Appunto... E' ancora peggio. >>

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Capitolo 3
*** Brother in law ***


Brother in law

<< Tu la stai prendendo troppo sul serio, Dourbe... >>
Shark si lascio' cadere stanco e infastidito lungo lo schienale del divano sospirando e stropicciandosi gli occhi secchi. Diede un'occhiata alla moglie, comodamente seduta sul divano accanto insieme a Rio. Adorava vederla sorridere e appena quest'ultima si accorse di essere osservata, si volto' verso di lui mimandogli con le labbra un " ti amo ", che gli allevio' le tempie doloranti. Era da quando erano arrivati a casa di sua sorella, che il suo amato cognatino gli stava riempendo la testa con frasi del tipo " il futuro di Barian sara' nelle sue mani " o " sara' un grande imperatore come suo padre ". Non sapeva per quanto avrebbe potuto reggerlo. Neanche sapeva se la bambina o il bambino che stava per nascere sarebbe stato bariano o umano o entrambe le cose, figuriamoci se avrebbe mai potuto disegnare attorno a quest'ultimo un futuro da " imperatore". Certo, il figlio o la figlia di Dourbe e Rio sarebbe stato bariano, non c'erano dubbi a riguardo, ma, data la natura contemporaneamente umana e astrale - anche se nessuno ne era sicuro al cento per cento - della moglie, non era consigliabile dare risposte affrettate. Soprattutto se si considerava l'indole del ragazzo dai capelli grigi, fragile e seria quanto bastava per rendere pericoloso anche il più piccolo attacco alle sue convinzioni.
<< Nash, devi ascoltarmi. Tuo figlio e' destinato a far risorgere Barian dalle fondamenta che tu e Yuma-san avete lasciato dopo la sconfitta di Don Thousand. Avrà poteri e abilita' pari alla somma dei vostri e sara' amato e rispettato da tutti. E' del futuro di Barian e delle nuovi generazioni che sto' parlando. >>
Sbuffo' sonoramente cacciando la testa all'indietro, per poi chiudere gli occhi e sentire le risate soffocate di Yuma arrivargli dritte alle orecchie. Sapeva quanto si stesse divertendo la corvina nel vedere Dourbe asfissiarlo inutilmente. Eccome se lo sapeva. 
<< Yuma-san? >>
Ci avrebbe scommesso il capo che l'avrebbe tirata in ballo. 
<< Lei non c'entra... Lasciala in pace. >>
Fu quasi uno sbadiglio che un rimprovero. Le gote di Dourbe, piegate in una smorfia, diventarono rosse per la rabbia, neanche fosse stato un bambino di tre anni.
<< Ma Nash-sama?! >>
<< Niente ma... La scelta sara' sua non mia. Se mio figlio vorrà diventare un imperatore, sara' solo per sua volontà... Ovviamente sara' meglio per lui essere un bariano in quel caso. >>
<< Ma Nash?! >>
<< Dourbe, ti prego? Mi stai facendo venire l'emicrania... E tu smettila di ridere! >>
Se prima quello della duellante era un risolino, ora era una risata sguaiata e incontrollabile con tanto di lacrime ad imperlarne le ciglia nere. E' gia'... Sarebbe stata una lunga e stressante attesa.

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Capitolo 4
*** Pink or Blue ***


Pink or Blue 

<< Ryoga! Dammela subito! >>
Era incredibile come, nonostante il pancione, sua sorella riuscisse a rendergli comunque impossibile seminarla anche tra il mobilio ravvicinato. Il contenuto di quella busta era un qualcosa di non necessario a suo parere, una scintilla inutile ed indesiderata il cui unico risultato sarebbe stato quello di alimentare nel modo più negativo possibile la sua, gia' più che abbondante, fantasia. Maschio o femmina? In entrambe le risposte si presagiva un Armageddon di proporzioni Bibliche, e per quel che sperava - anzi peggio, pregava -Dourbe, Bariane. Il fatto che l'avanzata tecnologia messa a disposizione del ginecologo potesse prevedere l'appartenenza del bambino a uno dei due grandi generi che dominavano il pianeta, non lo aveva neanche smosso di un centimetro. Al contrario, Rio, appena saputa l'esistenza della lettera non aveva potuto fare altro che alzarsi di colpo esaltata pronta a prenderne visione, anche a costo di far rompere all'improvviso le acque.
<< Scordatelo! So' come andrà a finire questa cosa! >>
Eccome se lo sapeva! Già immaginava i futuri mesi di fastidiosa tortura composta da commenti subdoli e ambigui, tutti mirati a fargli credere di aver scoperto - cosa che non voleva - il sesso del nascituro. Era stato lui il primo a mettersi in testa l'idea di " volerselo tenere nascosto fino a tempo debito " e il condividere questa opinione con la moglie, l'aveva reso ancora più felice e convinto. No. Non voleva sapere se avrebbe avuto una femmina o un maschio. La sua fantasia era atrocemente variopinta di sfumature rasentanti catastrofi apocalittiche superanti i limiti del pessimismo cosmico, perché il pensiero di come sarebbe cresciuto il piccolo a seconda del genere di appartenenza non lo portasse all'esaurimento nervoso con tanto di pianto collaterale. Se fosse stato maschio avrebbe fatto i suoi stessi errori e sarebbe diventato un teppista, e se, invece, fosse stata femmina sarebbe sicuramente diventata una " donna di facili costumi " come la sorella o peggio ancora si sarebbe sposata con Four - portandolo al suicidio. Pensieri che lo tormentavano la notte più di una minaccia da parte della sorella e lei era in grado di non farlo dormire per settimane. Distratto com'era Shark inciampo' cadendo in avanti di faccia, rischiando di ficcarsi lo spigolo del tavolino nel cervello. La mano di Rio afferro' con un gesto elegante della mano il fogliettino perso dal blu durante la caduta e lo apri' con un sorriso soddisfatto e maligno, che lo fece tremare dalla testa ai piedi.
<< Lui... >>
<< Nooooooooooooo! >>
<< O lei... >>
<< Smettila! >>
<< Sara' felice di rovinarti la vita. >>
Odiava quando la sorella si metteva, meschinamente, a giocare con lui e sapeva benissimo che quella tortura si sarebbe prolungata in modo ancora più doloroso di quanto già la gravidanza di Yuma non stesse facendo.

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Capitolo 5
*** Hungry ***


Hungry 

Yuma - fin da quando girava ancora con il pannolino a cingerle i fianchi - era sempre stata una golosona la cui capacita' di ingozzarsi delle peggio cose ad oltranza, senza mettere mai su peso, l'aveva resa invidiata dalle sue coetanee più dell'essere desiderata da ragazzi la cui bellezza pragmatica superava i limiti di quella umana con schiaffeggiante noncuranza. Una buon gustaia priva di pregiudizi o di limiti causati dall'essere stata viziata, educata com'era stata, da una nonna che avrebbe potuto benissimo cucinare in un solo quarto d'ora una quantità di cibo sufficiente a saziare - in modo piu' che stellato - un'intero esercito. La gravidanza pero' - per quanto in un primo momento non gli fosse sembrato così - ne aveva peggiorato i gusti oltre la soglia stabilita dalla ginecologa, con la paura che la bambina o il bambino potesse soffocare in un viscido mare di grassi insaturi. Dolci di tutti i tipi ne corrompevano le fantasie ad ore improbabile, che avevano portato Shark a scherzare sul fatto che avrebbe potuto tranquillamente passare la maggior parte del suo tempo seduta davanti al frigorifero. Cosa che avrebbe volentieri fatto se solo il marito non si fosse smentito in tempo. Il pancione, che si faceva sempre più grande con il passare dei mesi, l'aveva costretta ad abbandonare i suoi amati pantaloni in favore di vestiti i cui tessuti leggeri non ne infastidivano le forme goffe e temporanee, ma ne bruciavano i nervi nel solo constatare quanto sia Rio che Tori fossero riuscite a farle indossare ciò che aveva sempre odiato: vestitini rosa o peggio ancora vestitini rosa con i fiorellini. Povera lei, nello specchiarsi allo specchio, l'unico modo per non macchiarsi di suicidio o omicidio proprio in dolce attesa, purtroppo, era quello di scolarsi senza vergogna o rimpianti un intero barattolo di marmellata. Il leader degli imperatori bariani di per se' non la rimproverava ne' per il troppo mangiare ne' per le forme contrastanti del suo corpo, dove il tozzo pancione riusciva a far sembrare secche come stecchini le braccia e le gambe snelle di cui tanto Shark era solito vantarsi, nel ricordare al mondo di averla sposata e ripassata nel letto. Ryoga Kamishiro apri' la porta della sala da pranzo, non stupendosi di ritrovare Yuma giocosamente silenziosa e alle prese con i fornelli. La raggiunse, ne avvolse la vita con le braccia e le schiocco un bacio affettuoso sulla fronte per poi incamminarsi verso il frigorifero. Aperto quest'ultimo non pote' che sospirare desolato nel ritrovarsi davanti il solito deserto bianco, che ne contorse lo stomaco ruggente sofferenza. Un orribile realizzazione gli impallo' la mente: più la moglie mangiava e più lui faceva la fame.

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Capitolo 6
*** Sixteenth of June ***


Sixteenth of June

Era completamente immerso nei suoi occhi: i suoi stessi occhi, solo più piccoli, ingenui, confusi e curiosi. Non riusciva a credere che così tanto dolore e così tanta fatica - da parte della moglie ovviamente - potessero portare ad un traguardo altrettanto bello. Sentiva il cuore battere pericolosamente per la gioia, che gli rendeva lucidi e tremanti gli occhi pronta a colare da un momento all'altro lungo le guance bianche. Erano stati dei minuti atroci ed ingiustamente lunghi, non tanto per l'attesa quanto per il fatto di aver dovuto condividere la sala parto con la gemella, la quale, per l'incolumità del marito, aveva deciso di sfogare tutte le sue urla di dolore e la sua rabbia su di lui. Ci mancava poco che morisse prima che entrambi i bambini venissero alla luce. Quando Durbe lo aveva chiamato - ovviamente con la solita riverenza - ed era rinvenuto dalla valanga di violenza subita, si era incamminato titubante verso quest'ultimo invitandolo altrettanto a correre verso il proprio bambino. Erano le undici di sera del sedici giugno quando Ryoga Kamishiro incontro' per la prima volta la sua piccola principessa. Il frugoletto, avvolto dalle candide e rosee coperte, giaceva spaurito tra le braccia della mamma con la guancia adagiata all'altezza del petto, affinché il battere dolcemente incalzante del cuore di Yuma, familiare ne mitigasse i dubbi. Appena il neo papa' fu invitato a prenderla in braccio - con la possibilità che scoppiasse a piangere per la commozione esattamente come stava facendo il grigio dall'altra parte della stanza -, non se lo fece ripetere due volte e l'infante, infastidita quanto incuriosita, aveva allungato le sue piccole, deboli e paffute braccia verso di lui e, afferratagli una ciocca di capelli, aveva iniziato a tirarla e a mangiarla, neanche fosse stata una striscia di liquirizia. La corvina rise addolcita nel constatare quanto Shark - arrossito - , seppur infastidito, non fosse in grado di pretendere, anzi desiderare, che la piccola si fermasse. Si scambiarono uno sguardo intriso di gioia, che porto' il più grande a baciarla con foga e passione per un meraviglioso ed infinito minuto, per poi riconsegnarle con titubante e preoccupata cura la piccola, che si addormento' immediatamente tra le braccia della madre.
<< Come vuoi chiamarla? >>
Yuma non ci penso' due volte prima di rispondere lasciando che le lacrime le bagnassero il sorriso, quel dolce sorriso che aveva ereditato da lei. Colei il cui nome sarebbe tornata, dopo tempo immemore, a pronunciare con gioia lungo i corridoi  della casa.
<< Mirai... Mirai Kamishiro. >>

Angolo di un'attrice golosona... 
Buon San Valentino a tutti dalla vostra cara Dreamy <3 <3 <3

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