Dopo la tempesta arriva sempre l'arcobaleno

di _ter87_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1_ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2_ ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3_ ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4_ ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5_ ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6_ ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7_ ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8_ ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9_ ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10_ ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11_ ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12_ ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13_ ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14_ ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15_ ***
Capitolo 16: *** Ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1_ ***


<< Fluttershy, Fluttershy! >> al sentirsi chiamare, la ragazza si ritrovò a sospirare forse per la centocinquantesima volta solo in quel giorno, e come da copione 'arrivo, Discord..' rispose, dirigendosi subito dopo vero la stanza dalla quale proveniva la voce.

Fluttershy era una ragazza strana, vista dall'esterno, ma per chi la conosceva bene era la ragazza più dolce e gentile del mondo. Non aveva mai detto di no a nessuno in vita sua e non era mai stata in grado di essere cattiva con le persone, nonostante queste spesso lo fossero con lei. Amava gli animali e proprio per questo forse, intorno a lei c'era sempre una strana aura positiva che ti portava a pensare che in fondo chi se ne importava delle disgrazie del mondo, quando c'era Fluttershy che te le faceva dimenticare con un solo sorriso?

E questo lo aveva pensato anche Discord sei anni prima, quando l'aveva incontrata la prima volta. La ragazza, che da poco aveva tinto i propri capelli di un rosa pallido, possedeva una pasticceria ereditata dalla zia morta qualche anno prima, pasticceria nella quale lavorava all'epoca in cui aveva conosciuto il ragazzo.

Lui, semplice cliente, un bel giorno aveva fatto il suo ingresso all'interno della locale per ordinare una torta per il compleanno della sorellina, compiva 12 anni. Lei lo servì con la solita gentilezza che la contraddistingueva e tra i due fu amore a prima vista. Era molto gentile con tutti, proprio come lei, e come poteva la ragazza lasciarsi scappare una persona così simile a lei, così..perfetta, per lei? Si fidanzarono. Il primo anno filò tutto liscio, l'amore era sempre più grande e andavano sempre più d'accordo. I più parlavano addirittura di matrimonio e lei non poteva esserne più felice! Gli affari alla pasticceria poi, andavano sempre meglio e ben presto riuscirono addirittura a comprarsi una casa tutta per loro! Con il tempo, anche Discord -ormai suo fidanzato ufficiale- finì con il lavorare alla pasticceria complice anche la malattia della zia di lei, e fu in quel periodo, che le cose cambiarono...

 

Quattro anni prima da quando questa storia prende vita, successe il primo fatto strano. Quel giorno erano nel retro bottega, la ragazza intenta a preparare per l'ennesima volta la crema chantilly. Le prime due l'aveva bruciata completamente..non sentì il ragazzo entrare, finché;

<< Ehi, Shy..lo sai che questo vestito ti sta d'incanto >> non era la prima volta che le faceva certi complimenti, ma lei arrossiva sempre come fosse il primo. Quella volta non fu da meno e quando lui le si avvicinò lei fu ben felice di lasciarsi abbracciare. Era sempre così tra loro due, tanta dolcezza e mai un litigio..

Quel giorno però, le cose iniziarono ad andare in modo diverso. La mano destra di lui scivolò lentamente lungo il suo fianco fino a posarsi poco più in su del suo fondo schiena. E fin qui nulla di strano, in fondo era pur sempre il suo fidanzato! Sentì una strana sensazione crescere sempre più all'interno del suo stomaco però, quando quella mano scese fino a sfiorarle pesantemente il fondo schiena e ci mise solo qualche istante per capire si trattasse di timore, sentimento a lei non sconosciuto affatto. Girò appena il viso per guardare il suo ragazzo, il suo bellissimo ragazzo a sua detta e tentò di allontanarsi, fallendo miseramente. << Ehi, Discord..lasciami andare, dai. Dobbiamo lavorare, lo sai.. >> provò lei, ma lui non rispose. Continuò invece la sua camminata, finendo con il posare anche l'altra mano sul suo sedere. Lo strinse appena, piegando in contemporanea il viso fino a sfiorarle il collo con le labbra e sussurrare su di esso;

<< Ho voglia di te, tesoro.. >> la ragazza deglutì, cercando di sorridere e mostrarsi calma di fronte a tutto quello quando in realtà, dentro si sentiva completamente in subbuglio. Non si era mai comportato in quella maniera lui, o meglio..lo aveva fatto, ma mai in modo così esplicito ed insistente pur conoscendo il carattere debole della ragazza. Ancora lei tentò di sottrarsi cercando di usare la scusa dei clienti, ma fu proprio in quel momento che il suo incubò iniziò.

<< Ti ho detto, che ho voglia di te. Ora. >> disse lui, improvvisamente con voce grave, arrabbiata. La spinse con forza contro il muro, facendole sfregare il viso -sul quale si fece subito un taglio- contro la fredda pietra. Le scappò un lieve lamento per il dolore ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare a cosa stava succedendo, che si trovò il ragazzo su di se..

Essendo Fluttershy un tipo estremamente dolce e gentile, non abituata a tenere il muso a nessuno, due giorni dopo quel primo episodio non ci badava già più. 'Sarà stato lo stress' continuava a pensare, 'forse i pochi soldi che stiamo facendo..'.

Ad ogni modo gliela perdonò, e per lei la cosa finì lì. Non poteva sapere la poverina, che quello era solo l'inizio...

Passò una settimana. Quel giorno avrebbero chiuso prima perché fuori c'era una pioggia che Dio la mandava. Lei era in magazzino per mettere via le ultime creme già preparate in modo da tenerle pronte per il giorno dopo, quando un rumore poco lontano da se la fece spaventare. Una porta chiusa con forza, probabilmente colpa del forte vento che tirava. Ma qualche istante dopo, ecco Discord fare il suo ingresso con tanto di chiavi intorno al pollice che giravano, mentre lanciava sguardi fissi e decisamente poco gentili alla ragazza di fronte a se. Si rialzò in piedi lei, dirigendosi verso di lui sorridente con ancora una pentola di crema all'uovo in mano, ignorando completamente il suo cipiglio. Era molto ingenua..ma a sedici anni cosa ci si aspetta da una ragazza rimasta sola troppo presto?

Sapeva distinguere il bene dal male, ma le riusciva meglio quando si trattava di estranei. Non avrebbe mai immaginato di doversi difendere proprio da lui, nemmeno tra un milione di anni e senza posare nemmeno la pentola 'ciao, amore' lo salutò, sporgendo il viso in avanti per poterlo baciare. Lui non ricambiò, la guardò invece seriò ed incrociò le braccia al petto. << Non hai ancora finito qui sotto? >> disse con la stessa voce ferma di poco prima, guardandosi poi intorno. << E hai visto le condizioni di questo posto? Non ti avevo detto di pulire? >> 
In un attimo l'espressione di lei cambiò. Da felice divenne confusa, triste, infine spaventata. Indietreggiò di qualche passo a quel punto, lasciando che i suoi lunghi capelli rosa le coprissero il viso per metà e guardò verso il pavimento, alzando il piede sinistro e strofinando la punta contro di esso. 
Aveva solo sedici anni, quando Discord le tirò il primo schiaffo della sua vita, facendola finire seduta sul pavimento con una mano a tenersi la guancia destra ed un espressione sconvolta in viso. Subito le si formarono grosse lacrime salate che tentò di ricacciare dentro, ma ovviamente quelli caddero provocando solo altra rabbia nel ragazzo che -non contento di averla appena colpita- la spintonò con una gamba sorridendo soddisfatto quando la vide distesa per terra.

<< E vedi di finire in fretta, devi pulire anche la pasticceria >> le disse poi, calciando via il suo braccio che stava tentando di afferrargli una gamba, forse per ritirarsi su.

Rimasta sola, Fluttershy -o Shy che dir si voglia- lasciò che il braccio le ricadesse sul pavimento e poggiando anche il palmo dell'altra mano su di esso si diede la forza necessaria per rialzarsi in piedi e poter così eseguire gli ordini del suo fidanzato..iniziò dalla crema all'uovo caduta sul pavimento nello scontro, raccogliendola un po' con il cucchiaino che aveva sempre con se un po' con i fazzoletti. Avrebbero fatto almeno due torte con quella crema..che spreco. Ma era stata colpa sua, era troppo lenta, Discord aveva ragione a trattarla così.

Sospirò durante tutto il tempo mentre ripuliva la crema e fu solo in quel momento che notò una macchiolina rossa sporcarle la spallina del vestitino a fiori azzurro che portava.

Aveva solo sedici anni, quando perse per la prima volta del sangue a causa sua..

Da quel momento, ad ogni occasione possibile Discord iniziò a colpirla. Che siano stati essi calci, schiaffi, semplici spinte..a causa del suo essere maledettamente fragile ogni colpo era un nuovo livido, una nuova ferita nel suo cuore. E avrebbe voluto scappare da lui, lasciare tutto e rifarsi una vita cercando di essere più felice, ma per la povera ragazza quelli erano solo sogni purtroppo. E allora, ogni notte si svegliava per il bruciore alle ferite, per il sapore metallico del sangue in bocca quando magari una di esse si riapriva e piangeva..piangeva per ore chiusa in bagno cercando sempre di non farsi sentire da lui perché altrimenti sarebbero stati guai grossi.

La sua vita divenne un vero incubo dalla quale non vedeva via di fuga, e sarebbe finita davvero così la sua vita? Nessuno sarebbe corso a salvarla? Poi 'cosa dici, Fluttershy' si rispondeva sempre lei, 'a chi vuoi che interessi una come te?'. Passarono in quel modo altri due anni ed in quel tempo imparò a mentire. Ad ogni cliente che entrava e 'cosa hai fatto al viso?' le chiedeva, lei rispondeva sempre con: "sono caduta dal letto anche stanotte..". Avrebbe potuto fare l'attrice perché tutti le credevano sempre, in pochi restavano sospettosi perché tutti si fidavano delle parole della dolce e gentile Fluttershy. Con quei suoi vestitini a fiori dal colori chiari che perfettamente combaciavano con il colorito della sua pelle sarebbe stata in grado di farla a chiunque, e la sua vita continuò nella menzogna e nel dolore, finché un bel giorno..
Era una bella giornata di sole, quando fece il suo ingresso in pasticceria una ragazza vestita di tutto punto per la palestra. Lunghi capelli dai colori dell'arcobaleno tenuti su da una coda perfetta. Un ciuffo dello stesso colore a decorare un viso pulito con un leggero filo di mascara agli occhi. Al naso portava un cerotto, da lontano non si vedeva..ma era uno di quelli terapeutici. Lei pensò si fosse fatta male allenandosi. Pantaloncino e maglietta abbinati ad un paio di pattini azzurri con delle finte ali attaccate dietro forse per decorazione e maglietta in vita. Alle braccia portava una specie di guanti tagliuzzati neri, simili a quelli portati dai motociclisti e al braccio destro aveva -lungo il braccio- una stoffa rosa, sicuramente uno scaldamuscoli. Sembrava una tipa davvero in gamba, tutto quello che lei, Fluttershy, non era. Quando entrò all'interno del locale sembrò quasi come se un raggio di sole le fosse entrato nel cuore ed immediatamente le sorrise, salutandola con i suoi modi come sempre fin troppo gentili. << Ciao, cosa posso prepararti? >> 
<< Ehi, ciao! Mh..è il compleanno del mio capo, un tipo tosto..è il proprietario della palestra all'angolo hai presente? Non avresti qualche torta adatta? Qualcosa che non dica 'mangio un dolce, quindi sono una femminuccia' capisci che intendo? >>
lei annuì immediatamente, sorridendole felice perché proprio quella mattina aveva preparato una torta secondo quel criterio. Una torta dolce, dolcissima, e bellissima da vedere ma che per un ragazzo sarebbe sicuramente stata abbastanza 'tosta' data la forma che aveva; quella di una bellissima Ferrari nera. Ci aveva messo quasi cinque ore per farla, con il cake design non si scherza, ehi, e per fare i cerchioni? Forse la parte più difficile in assoluto dopo il simbolo ufficiale sul parabrezza! Con un sorriso stampato in viso ancora sparì di corsa dietro il bancone, entrando in una stanza dalla quale uscì pochi istanti dopo con una torta tra le mani.

<< Questa l'ho fatta stamattina, cosa te ne pare? >> 
Alla vista di quel capolavoro il viso della ragazza si illuminò e sorrise immediatamente, un misto tra il felice ed il sollevata ed annuì avvicinandosi al bancone per poterla prendere. 'Te la incarto, aspetta' rispose con la sua vocina flebile la pasticciera e di nuovo sparì in magazzino forse a prendere un contenitore...


… << Shy, sei qui? >> quella voce ormai le faceva venire i brividi. Non la associava più all'amore della sua vita, ma al suo incubo peggiore. Deglutì, girandosi lentamente dopo aver preso il contenitore per la torta e stringendolo al petto guardò verso il ragazzo.

<< D-Discord...cosa vuoi? >> il ragazzo rise della sua improvvisa confusione e si avvicinò ancora, dando una spinta al contenitore che cadde in terra, producendo un piccolo tonfo sordo. Da fuori, Rainbow -questo il soprannome della ragazza che aveva 'un nome troppo orribile per pensare solamente di dirlo' parole sue- udì il rumore e con le sopracciglia aggrottate si mosse un po' sul posto, allungando il viso per cercare di capire cosa fosse successo.

<< Ehi, tutto bene lì dentro? Serve una mano? >> aggiunse, avendo notato che il carattere della ragazza era un po'..come dire..da stupida? No, non era stupida, più..ingenua e facilmente impressionabile? Si, decisamente. Magari si era spaventata per qualcosa ed ecco il rumore..

Nessuno rispose, ma pochi istanti dopo ecco uscire un ragazzo da quella stessa porta. In mano aveva il contenitore che probabilmente era destinato alla sua torta e infatti lo posò sul bancone infilandoci dietro il dolce in poche mosse e consegnandoglielo.

<< Sono 13,50 € >> le fece un sorriso tirato e lei aspettò qualche secondo prima di rispondere..cos'era quell'espressione? E dov'era finita la ragazza di poco prima? Si era fatta male?

<< Ehi, la tua amica sta..sta bene? Ho sentito un rumore prima, e non vorrei che a causa mia.. >>

<< Lei sta benissimo, grazie per aver scelto noi e buona giornata. >>.

La liquidò così, in men che non si dica. Ancora a bocca aperta la ragazza recuperò il proprio acquisto e si girò, lasciando il negozio.

 

Appena sentì dal magazzino la porta del negozio chiudersi, inutile dire che il ragazzo si scagliò sulla povera Fluttershy..

<< Hai visto cosa hai fatto? Ha sentito un rumore, lei. Un rumore! Sei un disastro anche nelle cose più semplici, come vivi con te stessa? >> lei, ancora per terra dopo la botta di poco prima chiuse gli occhi, stringendo le mani a pugno sulla gonna del vestito che le copriva ora anche i piedi.

<< S-scusami Discord, io non volevo.. >>

<< Tu non volevi. Tu non vuoi mai, eppure fai sempre qualcosa di sbagliato. Non sei capace in nulla, Fluttershy. Dio, ma perché mi è capitata una come te? >> e lei avrebbe voluto dirgli 'allora lasciami, vattene via e non tornare mai più..', ma non poteva farlo..

Semplicemente si rialzò anche se a fatica, dato il dolore che sentiva alla schiena dove -prima di lui- era stata colpita dallo spigolo del mobile e lo guardò, cercando sempre di tenere lo sguardo basso.

<< Scusami, cercherò di migliorare >> ormai era il suo mantra, sognava di dirlo perfino la notte. Mentre lasciava il magazzino -sempre dopo di lui, sia chiaro, altrimenti sarebbe stata colpita per mancanza di rispetto- ripensò a quella ragazza entrata poco prima nella sua pasticceria. Lei si che sembrava una capace di farsi rispettare, non una buona a nulla come lei..quanto avrebbe voluto rivederla per chiederle cosa mai avrebbe potuto fare per cambiare la propria vita prima che fosse troppo tardi, ma lo sapeva già dentro di se che non l'avrebbe rivista mai più. E allora tornò affranta alla sua solita vita, a mescolare creme e preparare dolci. Non notò nemmeno la macchia di sangue che le si era formata sul vestito ad altezza fianco, ormai non sentiva nemmeno più il dolore!

Quel giorno aveva deciso di provare un dolce nuovo, i cupcake. Ne aveva tanto sentito parlare dalle sue clienti più affezionate. Erano dei dolcetti americani super buoni ma anche super calorici! Rise a quell'ultimo pensiero pensando che con tutto quello zucchero avrebbero di certo fatto gola alla sua vecchia zia, pace all'anima sua..le mancava davvero tanto. Nessuno le voleva bene quanto lei, e non era nemmeno la sua vera zia. Lo aveva scoperto con il tempo, perché lei della sua infanzia aveva ormai perso ogni memoria.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2_ ***


Era cresciuta in orfanotrofio. La madre naturale l'aveva lasciata lì fuori quando era ancora una neonata ed era andata via, 'a viversi la sua vita altrove' questo almeno era quello che c'era scritto su di una lettera che le era stata consegnata solo all'età di 12 anni. La sua mamma voleva essere famosa, girare il mondo..lei era un peso. Rise ancora, sarcasticamente questa volta mentre si asciugava l'ennesima lacrima: un peso fin dalla nascita. Per chiunque.
Ad ogni modo, quella donna che lei chiamava zia l'aveva adottata quando aveva solo 14 anni perché era una donna sola in cerca di compagnia, e la ragazzina le ricordava tremendamente la figlia persa in un incidente aereo solo tre anni prima. E se due più due fa quattro..
Iniziarono subito le pratiche per l'affidamento e in 9 mesi diventarono una famiglia. Le due andarono subito d'accordo, come si dice? Avevano caratteri decisamente compatibili tra loro..
La donna la portò nella sua pasticcera dopo solo un mese. Le mostrò la cucina, i forni, il locale e i frigoriferi. Le insegnò a fare le creme, quella all'uovo per prima. Poi quelle con i coloranti, quelle 'colore dell'arcobaleno' come le chiamava lei.
<< Ti piace questo posto, Fluttershy? >> le chiese qualche settimana dopo il suo primo giorno lì. << Certo che mi piace! >> rispose la ragazza, intenta a montare la panna per una sua nuova creazione << questo posto è..sensazionale! >> alzò entrambe le mani al cielo mentre disse queste parole e quasi fece cadere la pentola con tutta la panna dentro! << Ops.. >> disse poi ridendo, afferrando al volo la pentola e stringendosi nelle spalle a mo di scusa. Con quella donna, Cherilee il suo nome, non era timida come per il resto del mondo. Si sentiva libera, al sicuro quando era vicino a lei e grazie a questo ben presto fu in grado di imparare molto più del montare la panna. Fece qualche errore all'inizio come giusto che sia, ma ben presto fu in grado di preparare dei manicaretti davvero gustosi che venivano richiesti anche da fuori città. Grazie a lei la pasticceria prese prestigio, diventando più grande e sempre più famosa. Nel giro di qualche mese, tutti conoscevano le due donne e Fluttershy iniziò ad acquisire sempre più spasimanti visto che diventava ogni giorno più bella. I suoi capelli erano di un colore decisamente troppo strano per lei, un marrone pallido..sbiadito. Fu in quel periodo che prese la decisione di tingersi i capelli e la sua scelta ricadde sul rosa, colore che tutt'ora portava egregiamente. Inizialmente la 'zia' non fu troppo felice della sua scelta, ma con il tempo riuscì ad abituarsi arrivando addirittura a dire di non riuscire più a vederla con il suo colore naturale. Una di quelle mattine, fece il suo ingresso in pasticceria un ragazzo. Alto, capelli fino alle spalle di un colore strano quanto il rosa di Fluttershy. Occhi azzurri, vestito in modo stravagante.. 
Quel ragazzo catturò immediatamente la sua attenzione, e con un sorriso che andava da un orecchio all'altro gli si avvicinò, chiedendogli cosa volesse ordinare. Lo avesse saputo prima, di certo non lo avrebbe mai fatto.....
Dopo quella ragazza dai capelli arcobaleno, per quel giorno entrarono altre poche persone, semplicemente per un caffè o una brioche. Non per vantarsene, ma faceva anche il caffè più buono di tutta la città, e non era la sola a dirlo! Lasciò da parte i propri ricordi e vari pensieri dopo un po' dedicandosi completamente al lavoro, unica cosa nella sua vita in cui aveva ancora un minimo interesse.. 
<< Ehi, Rainbow Dash! Allora questa torta? >> 
<< Arriva Rarity, non ti scaldare! >> la torta aveva raggiunto la sua destinazione -la palestra poco più avanti della pasticceria- sana e salva. Durante il tragitto, Rainbow non aveva fatto altro che pensare e ripensare a cosa era successo in pasticceria. Il comportamento di quel ragazzo era stato a dir poco strano..e la ragazza? A parte il fatto che fosse decisamente carina, cosa le era successo? Il trambusto lo aveva sentito e poi quel ragazzo aveva fatto finta di nulla, come mai? Scosse il capo dopo qualche istante scacciando via ogni pensiero riguardo quella pasticceria e, una volta dentro la palestra e dopo aver posato la torta, si tolse la giacca dando una mano agli altri per gli ultimi preparativi della festa. A party ormai iniziato, Rainbow andò a prendere posto nel solito angolino dove si posizionava anche durante le lezioni. Adorava quella parte della palestra perché lì non ci arrivava mai nessuno e riusciva a stare un o' per conto suo, accompagnata soltanto dai suoi stessi pensieri. Quel giorno, quegli ultimi erano popolati da lunghi capelli rosa. Perché non riusciva a togliersi quella ragazza dalla mente? Cos'aveva in più rispetto a qualsiasi altra persona? Eppure lei aveva..ma non ebbe nemmeno il tempo di finire quel pensiero che.. 
<< Ehi, amore..sei qui >> una voce la riscosse, costringendola a girarsi. La sua fidanzata, Jackie, soprannominata Applejack per il suo amore sconfinato per le mele, fece il suo ingresso nella sua 'area personale', sorridendole dolcemente come faceva sempre. Rainbow si alzò, raggiungendola e stampandole un caldo bacio sulle labbra stringendola contro il proprio corpo dalla schiena. << Piccola, sei venuta? >>
<< Avrei mai potuto mancare? La torta sei riuscita a prenderla? >> la ragazza annuì sorridente, più che altro, forse, per altri pensieri. Abbracciò ancora per qualche secondo la ragazza, lasciandola andare solo quando sentì il proprio nome urlato da fuori. << Chi è che rompe le scatole proprio ora? >> mormorò, nascondendo per qualche secondo il viso nell'incavo del collo della ragazza ancora avanti a lei. Lasciò qualche leggero bacio contro la sua pelle, staccandosi per raggiungere finalmente quella voce che ancora insistentemente la stava chiamando. Era Pinkie, fidanzata del padrone della palestra. Si avvicinò a lei di corsa, preoccupata pensando che fosse successo qualcosa alla torta, che fosse caduto qualche festone. Era una festa a sorpresa, ci avevano lavorato su per due mesi e davvero, al pensiero che qualcosa potesse andare storto si sentiva quasi male. Era sempre stata una ragazza leggermente 'fissata' potremmo dire, per la perfezione e le cose riuscite bene. Odiava se qualcosa usciva fuori dalle righe, e così era anche quando andava a scuola. In quel periodo, spesso si era trovata a fronteggiare delle situazioni che mettevano a dura prova il suo sistema nervoso e forse fu proprio a causa di questo lato del suo carattere, che venne soprannominata Rainbow Dash non solo per il colore di capelli che portava ma anche per la sua indole di combattente. Ma non era stato sempre così..alle elementari era spesso stata vittima di bullismo non solo da parte dei ragazzi più grandi ma anche da quelli della sua stessa classe.
Ricorderà per tutta la vita quel giorno in cui Michael, il più grande della sua classe, decise di farle uno scherzo per deriderla di fronte a tutta la scuola infilandole dei ragni nel cestino del pranzo -che portava in un sacchetto che lasciava sempre in corridoio- mentre ancora erano tutti a lezione. Non riuscì a difendersi all'epoca, ma riuscì ad assestargli comunque un bel calcio nei cosiddetti guadagnandosi il rispetto di qualcuno e maggior disprezzo da altri. 
Ma in quei giorni, qualcosa nella ragazza cambiò. Con il passare del tempo divenne sempre più sicura di sè, mai in grado di sfidare quelli più grandi di lei che le incutevano un leggero timore, ma abbastanza da permettersi di difendere i più deboli, come era lei fino a qualche tempo prima. In uno di quegli 'scontri', conobbe Jackie. Bassina, lunghi capelli biondi e lisci come spaghetti tenuti sempre su da una coda e grandi occhi marroni. Si era trasferita nella grande città da pochi giorni, veniva dalla campagna lei e per quel motivo in testa portava sempre un classico cappello da cowboy in paglia chiara con un laccio che glielo teneva ben saldo sulla testa che non toglieva mai, probabilmente per sentirsi più a casa. Catturò immediatamente l'attenzione di tutti sia in modo positivo che in negativo. Chi si fece avanti per primo fu, ovviamente, chi era dalla parte dei cattivi. Inizialmente furono solo piccoli insulti come 'campagnola', oppure 'cosa ci fai qui, tornatene dalle tue galline!' e la ragazza sembrava in grado di sostenere il peso di tutto quello. Venne soprannominata Applejack, perché la sua famiglia aveva aperto un negozio di mele in città ed ecco il motivo del trasferimento. Avevano torte di mele, sciroppo di mele, bignè alle mele..insomma, mancava solo la pasta alle mele ma Rainbow era sicura che prima o poi avrebbero inventato anche quella! Un bel giorno si trovò a passare per i corridoi, di ritorno dal bagno, proprio la ragazza dai capelli arcobaleno, e ciò che vide non le piacque affatto.. 
<< Ehi Applejack, ho sentito che i tuoi zii stanno venendo in città, vogliono aprire un negozio di pere! >> le stava dicendo Sunset, una ragazza che aveva fama di essere la più perfida dell'intera contea. << Ma non è tutto! >> continuò, non lasciando nemmeno il tempo alla ragazza di controbattere. Non che lei volesse farlo, comunque. Aveva ben altri problemi per la testa, non poteva certo mettersi a pensare a.. << ho sentito anche che tua mamma è scappata con un bel contadino quando tu eri solo una piccola campagnola. Sbaglio forse? >> Rainbow rimase di sasso. Cosa? Poteva essere vero? Fece un passo indietro -occhi e bocca leggermente spalancati e mani su quest'ultima- pronta per andare via, ma bastò uno sguardo al viso di lei, ai suoi occhi che sembravano quasi..spenti?, a farle tornare la forza. Sapeva cosa si provava ad essere derisi in quella maniera, sapeva cosa si provava ad essere la vittima designata, ma non poteva sopportare che si entrasse nel personale della vita di una persona. Quello mai. << Ehi Sunset >> urlò, uscendo allo scoperto e facendo qualche passo avanti lungo il corridoio << non credi di stare esagerando ora? >> e davvero, tutto quel coraggio da dove le stava uscendo? Si stupì di se stessa, deglutendo un groppo di saliva che le si era formato in gola e portandosi le mani sui fianchi per stringerli, come a voler sembrare più minacciosa. << Ma guarda guarda chi abbiamo qui >> e non perse l'occasione per deriderla, Sunset, cosa che faceva ormai sempre << Rainbow Splash..la vergogna di questa scuola. Dì un po', sei riuscita a fare almeno un punto a pallavolo o hai pensato bene di rompere il naso a qualcuno anche oggi? >> la ragazza strinse le mani a pugno lungo il proprio corpo, cercando di non darle corda. E va bene, ok, non era poi così brava negli sport. E allora? In realtà non lo era quasi in nulla, ma solo perché non si impegnava evitando il contatto con i suoi coetanei il più possibile. Prima o poi le cose cambieranno, si diceva sempre, tu cambierai Rainbow. Ma dopo quasi sei anni era ancora lì, sperando in un miracolo che forse non sarebbe mai avvenuto.
<< Lasciala in pace, Sunset. Hai capito bene? >> disse lei imperterrita, iniziando quasi a tremare dalla collera che sentiva montare sempre più in corpo. Perché doveva vincere sempre lei, perché doveva essere la più temuta della scuola? Ma soprattutto. Perché lei, Rainbow Dash, doveva farsi mettere i piedi in testa da quella ragazza. Chi era e cosa aveva di meglio? Nulla. E con quel nuovo pensiero in testa lentamente mosse qualche passo, avvicinandosi alle due ragazze ancora ferme di fronte agli armadietti. La bionda continuava a lanciarle sguardi spaventati pensando fosse una matta totale mentre l'altra aveva un sorriso sghembo incollato al viso, e quando Rainbow fu abbastanza vicina si portò la mano destra al fianco spostando anche il peso del corpo su quel lato e si allontanò di poco dalla nuova arrivata per poter guardare meglio in faccia la rivale. << Cosa succede Rainbow, stamattina hai mangiato pane e coraggio? >> l'altra si portò le mani ai capelli esasperata, afferrando delle ciocche e tirandole appena, grugnendo. << Devi smetterla, Sunset. Mi hai capita? Io sono stanca delle tue continue molestie. Sono stanca, del tuo voler fare la cattiva. Cosa ti ha fatto questa povera ragazza, me lo spieghi? >> vedendosi indicare, Applejack si sentì arrossire leggermente ed abbassò di poco lo sguardo, indietreggiando sperando quasi di essere risucchiata dal muro o dal pavimento, era uguale per lei. << E' nuova, non mi piacciono i novellini, tu dovresti saperlo bene >> rispose la ragazza dai capelli mechati, marcando apposta la parola 'tu'. Si, lei lo sapeva. Era stata la vittima designata per quasi un anno, finché non era arrivata quella nuova ragazza..
Sospirò Rainbow, lanciando un altro proprio a lei. No, non ci stava a lasciarla lì in balia di quel mostro, per nulla al mondo! Con uno scatto repentino si avvicinò a Sunset, fingendo di volerla colpire. La ragazza urlò con quanto fiato avesse in gola e si strinse su se stessa dandole così il tempo di afferrare la nuova arrivata dal braccio e trascinarsela via. Iniziarono a correre lungo i corridoi di quella scuola senza meta, scappando da qualcosa che non era davvero così pericoloso alla fine dei conti. << Ehi, ehi..credo che possiamo fermarci ora! >> Applejack tentò di richiamare l'attenzione di Rainbow Dash che era però troppo occupata a correre. << Ehi! >> provò ancora, tirando ora una ciocca gialla della sua capigliatura. L'altra urlò appena per il dolore, fermandosi di colpo e lasciando finalmente andare il suo braccio. La guardò malissimo poi, tanto che lei quasi ne ebbe paura, ma 'sei matta?' le disse solo 'sto tentando di salvarti la vita!'. E sembrava tremendamente seria mentre lo diceva, tanto che la contadina restò seria, davvero..cercò di farlo ma poi, senza preavviso, le scoppiò a ridere in faccia. La capigliatura color arcobaleno della ragazza tenuta obbligatoriamente all'insù quasi si afflosciò, e con un'espressione decisamente infastidita iniziò a picchiettare il piede per terra. << Sentiamo, staresti ridendo perché..? >> chiese all'altra, sinceramente incuriosita. E lei che cercava di essere seriamente gentile con qualcuno per una volta. Questo era il ringraziamento! << Per un attimo ho creduto fossi seria, sul salvare la vita. Ehi, siamo in una scuola mica in guerra! >> e fu ora il turno di Rainbow di arrossire. Lo sapeva che erano in una scuola, la sua scuola, ma sapeva anche quanto Sunset potesse essere terribile. Aprì la bocca per ribattere allora, puntandole anche l'indice contro ma lei fu più veloce, e 'lo so cosa vuoi dirmi; che non so cosa mi aspetta, che devo stare attenta a quella ragazza eccetera, eccetera' le disse, sorprendendola. Dov'era finita la ragazzina spaventata a morte di qualche minuto prima? Non era più lì con lei, sicuramente. Quella che aveva ora di fronte era una ragazza completamente diversa, e le piaceva.. 
Sorrise ironicamente, sbuffando fuori una risata ed allargo le braccia fingendo un inchino. << Mi scusi tanto, la prossima volta cercherò di non salvarle la vita, donzella >> disse, provocando le risate nella bionda. E aveva perfino la risata da campagnola, si accorse lei ascoltandola con un sorriso sulle labbra. << Ehi, quale hai detto che è il tuo nome? >> disse improvvisamente la più piccola, alzando leggermente la voce per poter sovrastare quella di lei che d'un tratto si bloccò, restando a guardarla per qualche secondo in silenzio prima di aprirsi in un enorme sorriso e porgerle la mano, afferrando da sola una delle sue per stringerla e scuoterla insieme alla propria. << Il mio nome è Jackie, la regina delle torte di mele, piacere di conoscerti >> e come in un riflesso incondizionato, la mano libera di Rainbow scattò fino a posarsi sulla sua bocca cercando di soffocare una risata che minacciava di uscire e infrangersi sulla faccia della povera -ora conosceva il suo nome- Jackie. Lei notò il movimento e la stretta divenne sempre più lenta fino a che non lasciò andare la sua mano, guardandola con sospetto. << Che hai bella, qualche problema con le mele? >> Rainbow scosse immediatamente la testa alzando anche le mani manco fosse in arresto e 'assolutamente no, signora' rispose, facendole una piccola boccaccia. Da quel momento, la loro amicizia crebbe sempre di più. Studiavano insieme, uscivano insieme e a volte facevano anche dei pigiama party -ristretti, molto ristretti..praticamente solo loro due- per poter stare sveglie a parlare del più e del meno. Molte cose le accomunavano, pochissime non lo facevano. Erano praticamente anime gemelle in fatto di amicizia, questo almeno finché Rainbow non resistette più, decidendo di rivelarle la verità..
Era una domenica tanto, troppo soleggiata e come quasi tutti i giorni festivi si trovavano al parco per la loro corsa settimanale. Ci tenevano molto alla loro forma fisica anche se non avevano niente da invidiare alle più belle modelle del mondo. Erano abbastanza alte, snelle, con le forme nei punti giusti! Ma come tutte le ragazze si vedevano brutte, grasse e zitelle a vita.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3_ ***


 Quel giorno non era diverso dagli altri, a parte per una cosa..Applejack aveva notato da subito che qualcosa non andava nella sua amica ma aveva preferito il silenzio, pensando che prima o poi lei stessa le avrebbe detto qual era il problema, ma stavano ormai per andare via e ancora non era uscito nulla dalla sua bocca. Che fosse davvero grave? Decise allora di fare la prima mossa e si avvicinò a lei mentre stava per uscire da lì, posandole una mano sulla spalla. A sentire quel tocco l'altra si bloccò, posandosi -attenta a non farsi vedere- la mano destra all'altezza del cuore cercando di calmarne i battiti che intanto si erano velocizzati. Cercando di far finta di nulla poi girò il capo verso la ragazza e le sorrise; << Cosa c'è, Applejack? >> le chiese, deglutendo un groppone di saliva che le si era formato in gola. << Cosa ti succede oggi? >> chiese l'altra senza troppi giri di parole, facendola sbiancare. Ed ora cosa le avrebbe detto? Aveva due opportunità; lasciarsi cadere in terra fingendosi morta, oppure.. << Non ho nulla Apple, perché? >> la chiamava in quel modo solamente quando aveva qualcosa e voleva fare di tutto per far sembrare il contrario, lei ormai aveva imparato a capirla e in ogni caso, ad Applejack non la si fa. << Rai, non prendermi in giro. Te lo si legge in faccia che hai qualcosa..in realtà è da un po' di tempo che ti vedo strana. Tu..tu hai trovato una nuova amica forse e non sai come dirmelo? >> provò lei per scherzare in realtà, ma al solo pensiero si sentì realmente male quasi fino a morire e sperò vivamente non fosse così. E sospirò di sollievo quando la ragazza scosse il capo, facendola tornare a respirare. Continuò a non parlare però, poggiando poi la mano su quella dell'amica per spostarla con delicatezza e riprendere a camminare. Non se la sentiva di dirle la verità, aveva troppa paura di perderla e non poteva..non poteva rivelarle che si era presa una gran bella cotta per lei..

Da quel giorno ne passarono altri, poi un mese e ancora dopo due. Era un giorno di pioggia quando Applejack le si avvicinò saltellando e con un sorriso che le andava da una parte all'altra. << Rainbow, Rainbow >> iniziò a gridare, aggrappandosi al suo braccio appena le fu abbastanza vicina per poterlo fare. << Rainbow, Rainbow! >> ripeté ancora, scuotendola ora e guadagnandosi subito un'occhiataccia da parte della ragazza dai capelli arcobaleno. Si staccò all'istante da lei ben conscia del caratterino che l'amica aveva cacciato da quando si frequentavano, e guardandola con un sorrisino da santa fece qualche passo indietro unì insieme le mani a mo di preghiera e 'James mi ha invitata fuori' le disse con voce eccitata, riprendendo subito a saltellare per il corridoio come un bambino che ha scoperto che il suo compleanno è arrivato in anticipo! Il mondo le crollò addosso. Le si attorcigliò lo stomaco e le si seccò la gola in un attimo. Non era possibile, un ragazzo? Uscire con lei, la sua Applejack..non riusciva più a fare un pensiero concreto e non sapendo come reagire si rabbuiò, chiudendosi in se stessa e allontanandosi dalla ragazza a grandi passi senza più voltarsi indietro. Una settimana. Passò una settimana e le due ragazze non si parlarono più nemmeno per sbaglio, e mentre Rainbow iniziò a passare le giornate chiusa in casa a piangere dal dolore e dalla disperazione l'amica le passò pensando a lei, cercando di capire cosa avesse potuto scatenare quel comportamento. Il giorno dell'appuntamento si avvicinava sempre più e Rainbow era sempre più convinta che lei non dovesse andarci. Quel ragazzo non gliela contava giusta, proprio per niente! E no, non era gelosia..lei gelosa? Quando mai! Lo faceva solo per il bene della ragazza, che..oh, ma chi voleva prendere in giro? Era gelosa marcia. Sospirò, lasciandosi cadere sul letto con la faccia contro il cuscino. Non si alzò nemmeno al sentire il telefono squillare, tanto chiunque fosse non sarebbe stato importante. << Andiamo Rai, rispondimi ti prego.. >> Applejack si sentiva impazzire. Le mancava la sua amica, le mancava ridere e scherzare con lei, giocare con i suoi capelli e farla arrabbiare quando li toccava fino allo stremo. Permetteva solo a lei di farlo e lei di questo se n'era sempre approfittata. Sorrise al pensiero ma tornò subito triste quando le tornò il mente la realtà: non si parlavano più. Aveva anche cercato di ripercorrere gli ultimi giorni per cercare di capire se avesse fatto qualcosa di sbagliato ma nulla, non le veniva in mente assolutamente nulla. Stanca di quel comportamento e del fatto che non le rispondesse nemmeno al cellulare si fece coraggio, presentandosi senza troppe cerimonie alla sua porta. Ad aprirle arrivò la madre, perfettamente identica a lei tranne che per i capelli arcobaleno, ovviamente.
<< Salve signora >> la salutò, completamente in imbarazzo come ogni volta << Rainbow è in casa? >> a quella domanda il volto della donna assunse una strana espressione. Era in..imbarazzo? Non capì Applejack ma quando 'mh..no, è uscita' le rispose, arrivò alla conclusione che l'amica non voleva assolutamente vederla. Non accettava questa cosa però lei, così dopo essersi scusata si addentrò in casa e su dalle scale fino ad arrivare alla porta della stanza della ragazza iniziando a bussare all'impazzata. << Rai ti prego, non ce la faccio più a stare senza parlarti. Dimmi cosa ti succede.. >> la ragazza dall'interno della stanza iniziò a sentire un dolore sempre più forte scenderle dal petto allo stomaco. Avrebbe voluto risponderle, dirle di andare via, ma non le riuscì di farlo perché una parte di lei voleva aprire quella porta ed abbracciarla fino a farle esplodere la testa. Poteva farlo, no? Ma 'no' disse una vocina nella sua testa, facendola sentire ancora peggio 'non puoi'. E scoraggiata più che mai tentò di sovrastare il rumore della porta nascondendo la testa sotto il cuscino. Quando nemmeno questo le riuscì si rialzò, dirigendosi alla porta che aprì di scatto. La bionda non se ne rese conto subito e continuò a battere i pugni non vedendo che stava però colpendo il petto della ragazza che -inerme di fronte a lei- la guardò immobile per qualche secondo prima di sentirsi arrossire e posare le mani sulle sue, allontanandole. << Rainbow.. >> disse la ragazza appena notò l'amica di fronte a se, << che cosa ti è successo? >> aveva il viso magrissimo, era bianca come un cadavere e come se non bastasse tutto quello aveva due occhiaie sotto gli occhi da far invidia alle borse più belle del mondo! 'Nulla' rispose poi all'amica, che ovviamente non le credette. << A chi vuoi prendere in giro, Rai..si vede lontano un miglio che qualcosa non va. Hai smesso di parlarmi senza nessun motivo! >> iniziò a scaldarsi perché ora che aveva la ragazza sotto mano poteva farlo. Poteva farle sentire come era stata in quei giorni, cosa la sua assenza aveva causato. << Ti rendi conto di come sono stata? Delle mille domande che mi sono fatta cercando di capire un motivo, cercando di trovarlo.. >> durante tutto il suo discorso Rainbow rimase con il viso basso cercando di nascondersi ai suoi occhi che la stavano guardando come se la stessero studiando. << E guardami negli occhi quando ti parlo.. >> disse però la bionda costringendola ad alzare lo sguardo mettendole una mano sotto il mento. E lei lo fece. Alzò gli occhi, puntandoli nei suoi e guardandola fissa mentre mille emozioni esplodevano dentro di se al contatto tra il proprio azzurro ed il suo verde chiaro. Deglutì, ma non poté nascondere le guance rosse tanto che 'ma hai la febbre?' le chiese Applejack sinceramente preoccupata. La ragazza scoppiò a ridere, ma era una risata nervosa. Restò a guardarla, prendendo un profondo respiro. << Non ho la febbre >> parlo finalmente, rendendo ancora più curiosa ed arrabbiata la ragazza. Odiava quando qualcuno non era chiaro ed era proprio così che si stava comportando quella che doveva essere la sua migliore amica. << E allora che cosa ti prende, perché tutto d'un tratto ti comporti in questa maniera con me? >> 'perché credo che tu mi piaccia' rispose nella sua testa, senza dirlo a lei. Invece alzò solo le spalle, riuscendo solamente a far innervosire maggiormente la ragazza che quasi urlò di disperazione, alzando le mani al cielo ed agitandole come se stesse aspettando che la soluzione le cadesse lì. Subito dopo le posò sulle sue spalle, stringendole con forza e guardandola fisso negli occhi. << Rainbow, non andrò via fin quando non mi avrai detto che cosa succede quindi ti conviene parlare. Oppure puoi ospitarmi in camera tua stanotte.. >> pensò velocemente. Parlare? Voleva davvero sapere? Bene, ma non ci sarebbe stato bisogno di parole.

Lentamente allungò le mani fino al suo viso, stringendolo appena ed accarezzandole intanto gli zigomi con i pollici. Applejack non fiatò, la guardò solo immobile non capendo davvero le sue intenzioni finché..finché non sentì delle calde labbra combaciare con le proprie. Inizialmente rimase immobile quasi fosse una statua, non trovò nemmeno la forza di spingerla via e rimase lì finché non fu lei a staccarsi. Come prima cosa abbassò lo sguardo e Rainbow -convinta di aver fatto l'errore più grande della sua vita- lo abbassò a propria volta, sospirando appena e posandosi entrambe le mani sul viso. << Scusa >> sussurrò appena, riuscendo però a farsi sentire dalla ragazza che, oltre ogni previsione, andò a posare le mani sulle sue facendogliele spostare lentamente in modo da guardarla in viso. << Tu.. >> riuscì a dire con un filo di voce, << tu mi hai appena baciata, vero? >> e rossa come un pomodoro e desiderosa di sparire in quel preciso istante, Rainbow annuì pronta a ricevere uno schiaffo dalla sua -ormai sicuramente- ex migliore amica. Schiaffo che però non le arrivò, e quando dopo dieci secondi era ancora lì lentamente riaprì gli occhi, alzandoli sulla bionda che ora la stava guardando sorridendo. L'altra non capì affatto quel comportamento ed aggrottò le sopracciglia confusa. << Applejack, cosa..perché mi guardi in quella maniera? >> l'altra ancora sorrise ora in maniera più dolce e con la mano destra delineò i tratti corrispondenti del suo viso. << Pensavo >> disse improvvisamente, rialzando gli occhi nei suoi << che non sarebbe mai successo. E non sai quanto io abbia sognato questo momento, quanto lo abbia sperato.. >> cosa, cosa stava dicendo? No, fermi tutti..era su una giostra impazzita, voleva scendere! Non era possibile, non poteva essere vero quello che stava sentendo. La sua migliore amica sarebbe -o forse era già successo- uscita con James, a lei piaceva lui e non certo 
<< Applejack aspetta, mi..mi sento confusa. Tu non devi..uscire con James? >> ottenne in risposta una risatina furba ed un'alzata di spalle. << Rainbow, James è gay..e tra l'altro è il capitano della squadra di calcio. Lo sai che amo giocare a calcio, e lui come amico è..beh, è il capitano! >> ora Rainbow era ancora più in confusione e davvero, se era uno scherzo non era affatto divertente! Scosse lentamente il capo incredula da quella rivelazione ed iniziò a guardarla con sospetto incrociando le braccia al petto. << Se mi stai prendendo in giro non è affatto divertente, sappilo. >> e la bionda scoppiò a ridere, mandando leggermente la testa indietro prima di tornare a guardarla ed avvicinarsi ora lei, intrecciando le braccio dietro il suo collo. << Signorina Rainbow Dash, io ho seriamente una cotta per lei dal primo giorno in cui ci siamo viste. Perché credi abbia fatto di tutto per diventare tua amica? Non sei nemmeno così popolare.. >> e fece un movimento di fianchi, beccandosi un pizzicotto ben assestato e 'ehi!' si lamentò, staccandosi di botto e massaggiandosi il fianco. L'amica le fece la linguaccia indietreggiando intanto per paura che si sarebbe vendicata, e lo fece infatti! Iniziarono così ad inseguirsi per la casa fino a tornare nella camera di lei e finire contro il muro prima che sul letto. Una volta lì si bloccarono, complice il fatto che erano appunto state bloccate dal materasso e rimasero a guardarsi negli occhi in silenzio, spaventate da morire entrambe anche dal semplice sfiorarsi i visi.

Da quell'episodio le cose furono diverse per un po' e non in senso positivo. Entrambe erano in imbarazzo alla presenza dell'altra e anche se ormai era chiaro si piacessero, non riuscivano a trovare il coraggio di parlare di quello preferendo di gran lunga i soliti noiosi discorsi riguardanti la scuola e il suo seguito. E fu per caso che ci fu una svolta importante nelle loro vite. Successe a scuola, il giorno della festa di primavera. Ci sarebbe stato un ballo e quasi tutti ormai erano accoppiati. Tutti tranne loro due. Non che mancassero gli inviti sia chiaro, solo che stavano aspettando che l'altra facesse la prima mossa, ma di quel passo sarebbero morte di vecchiaia. Fato volle però, che due giorni dopo un ragazzo della squadra di basket si avvicinasse ad Applejack proprio per invitarla al ballo e fu in quel momento che Rainbow impazzì, arrivando di gran carriera da lei e trascinandola via dopo 'lei sta con me' aver mormorato al ragazzo con tanto di sorrisino sarcastico e finto gentile sulle labbra. E finalmente, l'imbarazzo sparì. Non fu abbastanza da far dichiarare apertamente i loro sentimenti ma finirono al ballo insieme, e da quella sera furono inseparabili fino al momento in cui, senza sapere come, si ritrovarono fidanzate..

Passato un mese e mezzo quasi dall'inizio della loro relazione, finalmente Applejack -ormai lei la chiamava solo in quel modo- invitò Rainbow Dash a casa propria, per farle conoscere la sua famiglia. Sapeva già delle sue condizioni, ma ritrovarsi in una vera e propria fattoria con tanto di stalla per pony e cavalli e una vastità di alberi da frutta fu un leggero shock per lei, abituata al caos della grande città ma soprattutto al minimo contatto con ogni genere di animale. Non che non le piacessero, anzi, solo che se poteva evitarli lo faceva tutto qui.

<< Vieni, Rai..ti faccio conoscere il mio cavallo! >> la ragazza sorrise in modo leggermente nervoso. I cavalli? Proprio non le piacevano..e se fosse impazzito e le avesse tirato un calcio? No, non voleva pensarci.

Seguì la sua ragazza -e Dio, quel pensiero ancora le faceva strani effetti nello stomaco- fino alla stalla e una volta dentro oltre ogni sua più alta previsione vide il cavallo più bello del mondo. Completamente nero, con una criniera luminosa e liscia come i suoi capelli non erano mai stati..a bocca aperta si girò verso la ragazza;

<< Come si chiama? >> chiese, e 'Spike' rispose lei con un sorriso orgoglioso. Ed era davvero una rarità quel cavallo secondo lei, non ne aveva mai visti di più belli! Con cautela cercò di avvicinarsi alla staccionata per vedere quella meraviglia più da vicino, stando attenta a non fare movimenti bruschi. Quando fu ad una distanza abbastanza ravvicinata però, sentendosi toccare sulla spalla saltò, producendo un piccolo simile ad un urlo soffocato verso che fece nitrire il cavallo facendolo girare verso le ragazze. Si guardarono per pochi istanti negli occhi lui e la ragazza e quello bastò a terrorizzarla e farla correre via in preda ad una crisi di panico urlando che stavano per mangiarla...

Alla vista di quel siparietto, Applejack scoppiò a ridere avvicinandosi subito a Spike ed accarezzandolo mentre 'shh, va tutto bene non essere spaventato' gli diceva in modo dolce per farlo rilassare. A missione compiuta corse a cercare la sua ragazza che trovò praticamente sepolta sotto una coltre di foglie dietro ad un albero. Ancora ridendo la chiamò, guadagnandosi un gestaccio ed un 'vai a quel paese'. Decise allora di lanciarsi nel mucchio e facendolo la colpì, facendo cozzare le loro teste. Ora erano vicine, troppo vicine. Restarono a guardarsi negli occhi per quelli che a loro sembrarono secondi interminabili e stavano per baciarsi. Erano vicine, sempre più vicine, ora riuscivano a distinguere le pagliuzze verdi e azzurre dei loro occhi, sentire i loro respiri, e..

<< Ragazze! Ragazze dove siete finite? >>

<< Ugh..non è possibile. >> si lamentò Jackie, uscendo per prima dal mucchio e tirandosi la ragazza da una mano. La mamma della prima le stava chiamando per la cena, era pronto ormai....

 

Tornò alla realtà Rainbow ed era ancora lì, a quella festa alla quale voleva tanto partecipare ma solo per ingraziarsi il capo dopo che le aveva detto di avere del lavoro per lei. E avrebbe fatto di tutto davvero, per riuscire a lavorare in palestra lei che con il tempo era diventata forse la persona più sportiva del mondo. Capitano della squadra femminile di calcio, atleta modello della palestra, insomma..dove c'era lo sport, c'era lei con la sua inseparabile cheer-girlfriend, Jackie..

Il lavoro in palestra sarebbe stato davvero l'ideale per lei, ed in quel modo avrebbe potuto stare ancora più tempo con Applejack visto che ci andava molte volte alla settimana. Se solo le cose con lei non stessero lentamente precipitando..ma no, era lì per divertirsi! O almeno per cercare di farlo. E capì abbastanza presto che non ci sarebbe riuscita. Il pensiero continuava ad andarle alla pasticceria, a quella ragazza..

E no, non si trattava solo del fatto che fosse bellissima tanto da sembrare quasi un angelo, ma era qualcosa che non la faceva stare tranquilla. Quel ragazzo, -il suo ragazzo? Forse..- come l'aveva trattata! Insomma..gli stava dando dei soldi, lei sarebbe stata di certo più carina. E poi..i suoi occhi. Incrociandoli aveva avvertito un brivido di freddo salirle lungo la schiena e aveva immediatamente capito che qualcosa non stava funzionando a dovere in quel posto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4_ ***


 Lui, lui aveva qualcosa di strano e qualcosa le diceva che quella ragazza non sarebbe stata al sicuro a lungo anche se, a giudicare dai vari ematomi visibili solo sul suo viso -e si, li aveva notati eccome- forse non poteva fare poi molto per salvarla ormai. Si perse in quei pensieri, voleva aiutare quella ragazza indifesa voleva fare qualcosa..ma cosa? Lei in fondo era solo una ragazzina ancora, si aveva ormai 22 anni ma diciamoci la verità..andava all'università, lavorava in un bar per potersi pagare studi ed appartamento, e nemmeno riusciva a farlo a volte, ma oltre a questo non aveva altro. Cosa sarebbe stata in grado di fare per 'salvare' se questo era il termine adatto, lei? E poi chi le assicurava che avesse ragione? Aveva visto i lividi, ma non lo aveva effettivamente visto metterle le mani addosso. E ancora, era la prima volta che andava in quel locale..chi era lei per intromettersi in questo modo nelle vite altrui? Nessuno, quindi doveva starsene a posto. Da brava Rainbow, se la vedranno tra di loro. Ma lei lo sapeva bene che non si sarebbe fermata a quello. Sospirò, incrociando le braccia al petto e le gambe poggiandosi al muro quando;
<< Ehi, Rainbow >> una voce la riportò nuovamente alla realtà. Pinkie, di nuovo al momento giusto. << Pinkie, ti diverti? >> la ragazza si guardò intorno squadrando la sala e le persone che la occupavano prima di tornare a rivolgere l'attenzione alla ragazza dai capelli fucsia con un sorriso e aspettando, senza veramente esserne interessata in realtà, la risposta. Che non tardò ad arrivare visto che 'oh, si. Da morire..io amo le feste! Mi mettono tanta allegria' iniziò a dire lei quasi saltellando. La ragazza dai capelli arcobaleno la guardò per qualche istante perplessa sorridendole poi ed annuendo come fosse d'accordo con lei. << Senti, ma..la torta è stata già aperta? >> le chiese per cambiare discorso, tentando di lanciare uno sguardo proprio al tavolo dove aveva posato quel capolavoro comprato poco prima. << No! >> la raggiunse la voce della ragazza, riportandola sulla terra ferma in meno di un secondo. Sorrise Rainbow, unendo insieme le mani e sfregandole, 
<< che ne dici di prenderla? Ci mettiamo le candeline su..cosa pensi? >> e Pinkie annuì subito, d'accordo con l'amica. Corse a prendere la torta allora, raggiungendola nuovamente e facendole intanto segno di seguirla nella piccola cucina. Ma non erano queste le sue intenzioni..lei voleva semplicemente farla allontanare in modo da restare sola con i propri pensieri, tornare contro il muro ad occhi chiusi lontano da tutto e tutti, anche da Applejack perché no. Tutti prima o poi hanno bisogno dei propri spazi, no? Tentò in ogni modo di accaparrarsi quella gustosissima torta ma la ragazza la teneva così saldamente che pensò quasi se la fosse incollata alle mani! Raggiunta la stanza però, non resistette più e spingendola quasi via si mise di fronte la torta, prendendo in mano le redini della situazione. << Ehi, quanti sono lì fuori? >> chiese, aprendo il mobile in alto sulla destra e prendendo le candeline che sapeva fossero state comprate il giorno prima. << Trentacinque! >> rispose lei con un sorriso che andava da una parte all'altra. Era felice, si vedeva, e per forza..era il suo ragazzo a compiere gli anni! Stavano insieme da ormai tre anni, si erano conosciuti proprio lì quando lei aveva deciso finalmente di iscriversi in palestra perché in sovrappeso. Ma cosa poteva farci se amava dolci e feste più di ogni altra cosa al mondo? Ed era stato lui, il suo amato David, a spronarla a fare di più, di più..sempre di più, fino a raggiungere l'obiettivo che si era prestabilita: perdere almeno 15 kg. Ed ora era un figurino, con una sola abitudine..dolci e feste. A quelle non avrebbe mai rinunciato, adesso però c'era lui ad aiutarla a moderarsi..e la sua palestra. << Oh, che belli che siete.. >> le disse la ragazza, poggiandosi al tavolo dove aveva poggiato anche la torta. << si vede che vi amate tanto..vi invidio >>
<< Ma cosa dici? >> sbottò subito lei guardandola male << tu e Jackie siete altrettanto belle, sai? >> e Rainbow non le rispose subito prendendosi qualche secondo di tempo per pensare a cosa dirle. Certo un 'grazie mille' sarebbe stato più che sufficiente, ma non per lei che non amava mentire, soprattutto non alle persone che lei reputava amiche. Notò che la ragazza la stava guardando sorridente ma in attesa di un qualche suo ringraziamento che però non arrivò, al suo posto la ragazza dai capelli fucsia si beccò un "non sai di cosa parli, Pinkie.." che le fece aggrottare le sopracciglia non tanto per quello che aveva detto quanto per il fatto che non c'entrasse nulla. Ma era vero, lei non viveva le giornate con loro e non poteva sapere determinate cose. Non poteva sapere che gli ultimi due anni tra le due ragazze c'era stato l'inferno. Essendo tra le due Rainbow l'unica in grado di riuscire a trovare lavoro, era anche quella che 'manteneva' Jackie per quel che riguardava regalini e affini. Solo cose preziose per la sua donna, era questo il suo pensiero. Peccato però che a quanto pareva era l'unica a pensarla in quella maniera....c'era stata una volta, due o forse tre mesi prima di quella festa, in cui anche la bionda era riuscita a trovare un lavoretto. Qualcosa di semplice, commessa, solo per poco tempo..voi credete che con quei pochi soldi guadagnati abbia fatto un regalo a Rainbow? Assolutamente no. Aveva bisogno di soldi lei, non ne aveva mai e 'i vestiti e i trucchi non si comprano da soli'. Da quel momento, aveva smesso di sopportarla. Niente più regali, niente più cene e niente più cose costose in generale. La ragazza iniziò a cambiare e non in modo positivo. Lei se ne accorse, ma non le disse nulla in modo da darle la botta finale più avanti, visto che in quel periodo lavorava lei mentre la ragazza capelli-arcobaleno no. E il momento ideale arrivò proprio qualche giorno prima della festa, quando ancora dovevano decidere se farne una a sorpresa o no. Servivano soldi per i festoni, per una sala, per la torta..insomma, per le cose basilari. << Ehi, Jackie..avrei bisogno di un prestito >> disse un giorno Rainbow alla sua ragazza, conoscendo già in cuor suo la risposta che le avrebbe dato lei. << per la festa di David, sai..torta, festoni, cose così. Penso che 50 euro per tutto dovrebbero bastare.. >> non l'avesse mai detto. La bionda si girò verso di lei come fosse stata fulminata; 
<< Cinquanta hai detto, per una festa? E cosa dovete fare? >> Rainbow iniziò a ridere dentro di se ben consapevole del fatto che sarebbe nata una discussione tra loro. Annuì poi alla sua domanda spiegandole che 'bisogna pagare il posto, la torta, non vuoi mangiare niente poi? E il regalo?' tutte argomentazioni valide per qualsiasi altra persona, ma non per Jackie che 'perché devi pagare solo tu per la festa?' disse poi continuando a non risponderle riguardo ai soldi. << Mi è vietato? >> iniziò a spazientirsi lei e per farlo capire anche alla ragazza incrociò le braccia al petto, battendo il piede sul pavimento freddo di casa sua nella quale ormai Jackie era sempre. << No >> rispose allora lei << solo che 50.. >> e da lì partì la lite che le avrebbe portate ad una semi rottura che per quella sera avevano deciso di lasciare momentaneamente fuori dalla porta per passare una bella serata e divertirsi, senza dover litigare come due matte di fronte a chi le conosceva bene. << Beh...se lo dici tu >> rispose allora a Pinkie, evitando così di doverle raccontare tutto. Dimenticatasi ormai dei suoi pensieri riguardanti quella ragazza, si girò per prendere le candeline. Inavvertitamente però urtò la torta che iniziò delle giravolte degne dei migliori nuotatori di serie A e tra i 'nooooo' di Pinkie ed i suoi dimenamenti, Rainbow cercò di afferrarla, inutilmente. Finì sul pavimento della palestra spargendosi un po' ovunque in pochi secondi, come un palloncino pieno d'acqua lanciato con forza dall'alto. Entrambe rimasero immobili di fronte a quel disastro non sapendo davvero cosa fare. Come prima cosa bisognava procurarsi una nuova torta, senza alcun dubbio! Poi bisognava pulire, e << cosa sta succedendo qui? >> si girarono di scatto verso la porta, sorridendo come avessero visto la luce. << TWILIGHT! >> urlarono entrambe, correndo incontro alla ragazza che quasi si spaventò per tutto quell'affetto che mai aveva ricevuto, soprattutto da 'quella pazza' di Rainbow Dash, come la chiamava lei. Solo dopo notò il disastro sul pavimento ed in pochi secondi fece due più due giungendo presto alla conclusione. << Oh no, no ragazze..davvero stavolta non posso proprio.. >>
<< Oh andiamo, devi solo darci una mano! Cosa sarà mai per te uscire da qui, e.. >> ma in quel momento si accese una lampadina nel cervello di Rainbow e bloccò l'amica, rischiando quasi di spezzarle il braccio! 'Vado io a prendere la torta, conosco la commessa' mentì, ma in modo talmente convincente che entrambe ci credettero e si fidarono a mandarla nuovamente al negozio mentre loro, lì, avrebbero pulito. Si sentiva felice ora lei perché l'avrebbe finalmente rivista, ed era stato anche più facile del previsto! Sempre per colpa sua certo, ma decisamente più facile che se avesse provato ogni modo per farlo accadere apposta. Ora veniva la parte difficile però: seminare Applejack. La vide mentre si avviava a prendere la giacca in compagnia di Rarity, stavano sicuramente andando a fumare e conoscendo la ragazza dai capelli viola sarebbe stata impegnata ancora per molto. Fantastico, pensò, tanto lei aveva bisogno solo di pochi minuti. Presa la giacca uscì, correndo quasi alla volta della pasticceria. Sperò di trovarla ancora aperta nonostante l'ora tarda -erano quasi le 19,30- ma quando arrivò non vide altro che un negozio vuoto e luci spente. Si bloccò affranta ma riprese quasi subito a camminare, tentando comunque la fortuna. Arrivata alla porta poggiò la mano sulla maniglia, provando a spingere. Come se qualcuno avesse ascoltato le sue preghiere quella si aprì, permettendole di entrare e potremmo dire al momento giusto, perché proprio in quell'istante; << sei un'incapace Fluttershy! Non riesci a spostare nemmeno una semplice ciotola di frutti rossi! >> aggrottò le sopracciglia mentre una vocina flebile raggiungeva le sue orecchie. << M-mi dispiace Discord, credimi..c-cercherò di non farlo p.. >>
<< Sempre così, sempre la solita solfa! Mi hai stufato Fluttershy >> e poi uno 'sciaff' inconfondibile che fece trasalire Rainbow. Era certa si trattasse della ragazza, ci lavorava solo lei lì, no? E lui poteva essere quel ragazzo dallo sguardo strano? O forse un ladro? Fregandosene di tutto fece una corsa dietro al bancone e spalancò la porta trovandosi avanti uno spettacolo a dir poco raccapricciante. La ragazza lunga lunga per terra in evidente stato di crisi di pianto con il vestito strappato in punti in cui non dovrebbe esserlo. Un rivolo di sangue a macchiarle la candida pelle del viso e il ragazzo a sovrastarla, pronto per ricominciare, e forse finire, il suo lavoro. A sentire il rumore sordo della porta si girò verso essa trovandosi di fronte una strana ragazza dai capelli ancor più strani. Anche Fluttershy -ora conosceva il suo nome- la stava guardando con un espressione che era un misto tra lo spaventata ed il sollevata. << E tu saresti? >> la voce dura del ragazzo arrivò alle sue orecchie, facendola rabbrividire. Guardò ancora la ragazza sul pavimento che faticava anche a respirare e in un attimo, tutta la paura sparì. << TU, chi ti credi di essere >> iniziò, guardandolo duramente ed indicando poi lei << per farle questo? >> sentì un lamento da parte di quest'ultima, forse mai nessuno si era rivolto a lui in questo modo e poté vederla sott'occhio tentare ogni modo per coprirsi il viso e le poche parti ancora integre del suo corpo. Il ragazzo -aveva capito si chiamasse Discord- iniziò a camminare verso di lei minaccioso, che volesse colpirla? Oh, lei ne sarebbe stata più che felice almeno avrebbe potuto dargli una lezione e le tecniche imparate da David sarebbero servite a qualcosa di serio per una volta! Con suo sommo dispiacere però, si fermò poco prima di raggiungerla ed indicandole la porta 'io andrei via ora, fossi in te' disse, non muovendo un solo muscolo del viso. Era impassibile, come avesse la cattiveria intrisa in corpo. Ma era forte Rainbow, e senza paura -in realtà ne aveva da morire- incrociò le braccia al petto, guardandolo a mo di sfida. << E se non volessi andarmene? >> disse, cercando di usare il suo stesso tono ma fallendo miseramente e lui allora rise di lei, guardandosi la mano destra come a volersi dare un tono che evidentemente non aveva affatto. << Allora sarei costretto ad usare la forza per mandarti via >> digrignò i denti lei, stringendo entrambe le mani a pugno e deglutendo pesantemente. Era terrorizzata, nel vero senso della parola. Sarebbe scappata da lì a gambe levate anche subito, ma doveva difendere quella ragazza a tutti i costi, e non perché era lei, ma perché nessuno, in nessun modo, meritava tutto quello. Raccogliendo tutto il suo coraggio rialzò gli occhi verso di lui;
<< non ho paura di te, sei solo un senza cervello che per sentirsi uomo deve far del male alle persone >> per essere spaventata a morte sapeva ancora dove e come colpire una persona per farle del male e capì di aver fatto centro quando vide il ragazzo afferrare un barattolo di una qualche sostanza per torte di color marrone e lanciarlo sul pavimento, imbrattandolo completamente. << Ti ho detto di andare via di qui >> disse ancora lui non muovendo però nemmeno un muscolo. In realtà si sentiva abbastanza confuso perché nessuno aveva mai osato sfidarlo in quella maniera, soprattutto non una ragazza visto che da Fluttershy e andando indietro erano sempre state tutte ai suoi comandi. << Ed io ho detto che non ho intenzione di muovere un muscolo >> stava giocando con il fuoco la ragazza, per davvero. Aveva preso lezioni, va bene, ma era sempre un uomo quello contro cui voleva battersi e forse pensava di avere a che fare con David che faceva quel che faceva solo per lavoro. Ma smise di pensare a lui quando vide quello fare un passo avanti ed essendo lei molto agile riuscì a spostarsi in tempo, evitando il calcio. << E facendo questo pensi di essere forte? >> continuò lei imperterrita, facendolo infuriare maggiormente. Avrebbe tentato di sferrarle un pugno prima o dopo, lo sapeva..finiva sempre così. Il suo istruttore le aveva detto tante volte che 'se colpisci un uomo con le parole, uomo o donna che tu sia tenterà di colpirti nel modo peggiore'. E aveva ragione, poté quasi vedere la sua mano smuoversi fino a diventare un pugno ed avventarsi su di lui. Si spostò indietro per evitarlo, ma aveva mal calcolato la distanza Rainbow e purtroppo venne colpita da lui in pieno viso. Affannando cercò di tenersi in piedi afferrando un qualsiasi oggetto ma caso volle che afferrasse proprio qualcosa di non stabile che ovviamente cadde, facendola finire per terra. Nello stesso momento udì un rumore forte, come di un qualcosa che si infrange contro qualcosa o qualcuno. Subito il pensiero andò alla ragazza dai capelli come zucchero filato ma non fece in tempo a pensare nulla, che divenne tutto nero.

Si risvegliò poco dopo, almeno a lei così parve, e si ritrovò distesa in una stanza semi buia. Era su di una superficie dura e fredda lo sentiva, e stando alla distanza che poteva vedere ci fosse dal pavimento capì di trovarsi su un tavolo. Lentamente cercò di alzarsi posandosi una mano sulla guancia ancora dolorante e lamentandosi appena mentre, muovendo la mascella, cercava di farlo passare in qualche modo. Cosa le era successo? L'ultima cosa che ricordava era quel mostro che le si avventava contro mentre lei cercava di difendere quella ragazza, poi..il buio. << Ehi, ferma lì! >> sentì una voce ammonirla, ma non la riconobbe subito. Iniziò a guardarsi attorno frastornata e confusa cercando di capire da dove provenisse..poi la vide. Era in piedi accanto la porta con in mano una pezza che stava bagnando in una bacinella ricolma d'acqua. Rimase in silenzio Rainbow, osservandola mentre si avvicinava e l'aiutava a tornare giù, posandole quel pezzo di stoffa ormai zuppo sulla fronte accaldata. Un piccolo verso lasciò le sue labbra e il viso della ragazza si contrasse in una smorfia di dolore senza sentirlo davvero. 'Scusami' disse subito con la vocina a cui si era abituata 'non volevo farti male, mi dispiace..sei ridotta così a causa mia. Perché lo hai fatto? Non avevi motivo di..' ma quanto parlava! Cercando di non fare movimenti troppo bruschi e spaventarla, Rainbow le posò una mano sul braccio spostandolo fino a farlo posare sul tavolo. << Sta tranquilla..io sto bene >> cercò di farla rilassare, sorridendole anche ma senza riuscirci davvero. Il dolore era insopportabile davvero, soprattutto in quella zona del viso, ma voleva mostrarsi forte lei, far vedere che non lo sentiva affatto quando invece sentiva che stava per impazzire. Provò anche ad alzarsi e questa volta Fluttershy non disse nulla, lasciandola fare in modo che capisse da sola quanto poco poteva fare in quelle condizioni. Tempo due passi infatti, e il corpo della ragazza cedette in avanti, facendola finire dritta dritta tra le braccia della ragazza che la guardò, e "visto?" le disse, evitando però il 'te l'avevo detto', e per fortuna! A quel punto Rainbow sospirò, costringendosi a darle ragione e tornò sul lettino a farsi curare, imbronciandosi di tanto in tanto per il dolore e sbuffando anche infastidita -non amava le perdite di tempo!- facendo sorridere l'altra e, automaticamente, anche lei. Solo una mezz'oretta dopo la più grande si ricordò del perché si trovasse lì e a quel punto dovette per forza alzarsi in piedi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5_ ***


<< Ehi, io ora dovrei..ecco..ero ad una festa, e la torta.. >>

Fluttershy fece una strana espressione. Per un attimo aveva pensato che quella ragazza dagli strani capelli non si trovasse lì per caso..ma invece era come sempre. Nulla, di nuovo. Un basso 'oh' lasciò le sue labbra a forma di cuore poi la guardò annuendo e sorridendole unì insieme le mani.

<< Ti serve un'altra torta allora? >> si morse il labbro Rainbow e si costrinse ad annuire, stringendo leggermente il bordo del tavolo. 'Andiamo' continuava a ripetersi nella testa 'dì qualcosa, qualsiasi cosa..' e poi d'impulso;

<< Fa freddo oggi, vero? >> le uscì e quasi subito dopo si batté mentalmente una mano sulla fronte maledicendosi per la sua stupidità.

<< Ehm, si >> rispose comunque Fluttershy, rimettendo al loro posto le cose appena usate.

In realtà non sapeva cos'altro dirle, si era messa a parlare del tempo! E cosa avrebbe potuto fare lei? Dirle 'oh, beh sai..io non esco da almeno due anni se non per fare la spesa'? Meglio di no. Sospirò affranta, era passato tanto davvero tanto tempo..

A Rainbow non scappò quel comportamento e stava per chiederle se fosse tutto a posto quando;

<< Ovviamente la torta te la regalo io, non esiste che me la paghi dopo che..beh, lo sai. Ormai.. >> concluse nuovamente con voce bassa e a quel punto la ragazza non poté resistere, grazie anche alla sua natura curiosa. Troppo curiosa.

<< Ormai cosa, scusami? >> le chiese prima che riuscisse a ripensarci. Erano sicuramente problemi non suoi ma lei era fatta così, sempre pronta a dare consigli ed aiutare chi ne aveva bisogno come e quando poteva. Soprattutto poi, se era una ragazza così dolce e carina..

E si perse a guardarla, dimenticando momentaneamente la domanda appena fatta. Aveva davvero i capelli rosa non era stata una sua impressione. Sembravano un grosso zucchero filato alla fragola e lei avrebbe tanto voluto toccarli, sentire il loro odore..ma era ancora giovane per la galera e così passò a guardarle il viso. Grossi occhi verde mare spiccavano al centro, contornati da un viso dai lineamenti perfetti e due labbra a forma di cuore. Avrebbe tanto voluto girare il viso, darle ascolto magari perché sentiva la sua voce arrivarle da lontano, ma..nulla, era come ipnotizzata dalla sua bellezza. Era leggermente più bassa di se e proprio nel momento in cui guardò le sue spalle per controllare di quanto fosse la differenza, notò qualcosa. Sembrava una fasciatura..e immagini di poco prima le tornarono alla mente.

<< Quel ragazzo..quel..mostro..dov'è finito? >> chiese d'improvviso interessata e preoccupata, ed ecco un sorriso nascere sul viso della ragazza. Era dolce ed orgoglioso al tempo stesso ed un terribile pensiero iniziò ad attraversare il suo cervello, ma 'non preoccuparti' si intrufolò lei nella sua testa 'non l'ho ucciso. Solo..'

 

---qualche minuto prima---

<< Stai giocando con il fuoco, ragazzina.. >> mormorò Discord a denti stretti, chiudendo la mano a pugno ed avventandosi sulla ragazza dai capelli colorati, che riuscì a colpire. Nello stesso momento però, Fluttershy era riuscita a rialzarsi anche se sempre con un po' di fatica ed afferrata la prima cosa solida a portata di mano si lanciò su di lui, colpendolo alla testa.

Non svenne subito però lui e sentito il colpo si girò, notando la ragazza dietro e l'oggetto tra le sue mani;

<< Tu >> ringhiò, cercando di afferrarla con la mano libera, senza però riuscirci. << come hai osato! >> urlò, fino a farla spaventare tanto che cacciò un urlo e lasciato cadere il porta fazzoletti iniziò a correre, cercando di sfuggirgli. Ora si era davvero messa nei guai. Cosa avrebbe fatto, come si sarebbe salvata? Ma soprattutto..perché mai aveva fatto una cosa simile? Perché credeva sarebbe svenuto subito, ovvio! Insomma, chi ha la testa così dura? Nessuno, a parte lui. Uscì dal magazzino ed entrò in pasticceria sperando di trovarci gente, ma era ovviamente vuota e quando si girò si ritrovò il ragazzo alle spalle che la guardava con sguardo omicida.

<< D-Discord..ti prego. Perdonami, io.. >>

<< Tu..tu sei morta, Fluttershy. Hai capito? Morta. >> ma anche se facilmente spaventabile, MOLTO facilmente, Fluttershy sapeva essere egualmente coraggiosa all'occorrenza ed attirò verso di se il ragazzo dopo aver avuto un'idea che secondo lei era geniale.....

….<< ed ecco che l'ho chiuso nella stanza. In teoria dovrebbe essere ancora lì, dalla cella frigorif.. >>

<< LO HAI MESSO NELLA CELLA FRIGORIFERA? >> urlò Rainbow facendo spaventare la ragazza che si portò entrambe le mani a coprire le labbra, piagnucolando.

<< Sei forse impazzita? Vuoi ucciderlo? >> non rispose, guardò gli occhi azzurri di lei semplicemente senza spostare lo sguardo, finché non la sentì parlare ancora.

<< Ero venuta a riprendere la torta che io stessa ho fatto cadere, ma ho trovato un disastro ancora peggiore qui. Ti va di dirmi che cosa succede? >> sospirò la più piccola, ed il suo respiro iniziò a farsi sempre più veloce al ricordo di ciò che aveva passato. Al pensiero di quello che era stata costretta a subire e -lo sapeva- lo sarebbe stata ancora. Scosse il capo una, due volte, poi annuì portandosi le mani a nascondere completamente il viso per non far vedere quelle lacrime che avevano iniziato a scorrere senza freni lungo le sue morbide guance. L'espressione di Rainbow Dash cambiò. Ora era curiosa, anche un po' triste..non voleva assolutamente che quella ragazza piangesse a causa di qualcosa che aveva detto lei. Allungò una mano allora fino a farla posare sulla sua spalla;

<< M-mi dispiace, io non.. >> ma Fluttershy scosse il capo.

<< Non è nulla >> disse, << succede quando ci penso. Vedi..è che sarebbe troppo lungo ed io non.. >>

<< Non devi dirmi tutto ora >> la bloccò l'altra << voglio solo che tu sappia che, se ne hai bisogno, sono disposta ad aiutarti. >> le sorrise e forse fu proprio quel sorriso che convinse la ragazza che 'io..avrei bisogno del tuo aiuto' disse finalmente, tenendo lo sguardo basso per tutto il tempo. Sapeva che avrebbe risposto a quel modo e Rainbow sorrise soddisfatta, annuendo e sistematasi per bene capelli e vestiti e dopo aver cercato di nascondere alla meglio il livido tornò con lei all'interno della pasticceria dove prese una nuova torta, invitando la ragazza ad unirsi a lei alla festa. Rifiutò. 'Devo liberarlo ora..' disse, facendo spaventare l'altra che immaginò soltanto cosa lui avrebbe potuto farle.

<< Sarà troppo congelato per farmi del male, me la caverò.. >> la rassicurò lei stringendosi nelle spalle ed accompagnandola alla porta. Era strana, lo sapeva..

Voleva il suo aiuto, ma al tempo stesso non vedeva l'ora di mandarla via da lì. Era la sua battaglia quella, non voleva che nessun altro ne facesse parte..

Al suo ritorno alla festa Rainbow scoprì che David era già arrivato. Si scusò con lui più e più volte e gli mostrò la nuova torta sperando di addolcirlo, raccontandogli cosa era successo alla precedente. Non sembrò dargli poi troppo peso però lui e la liquidò con poche parole sparendo in compagnia di Pinkie tra la folla.

Posata la torta al sicuro sul ripiano della cucina, anche Rainbow raggiunse la festa venendo trovata all'istante da Applejack.

<< Ehi, amore..dov'eri sparita? >> accidenti, forse era stata via davvero troppo. << e cos'hai fatto alla faccia? Sei rossa qui, e qui.. >> toccò due punti sul suo viso e lei si sentì bruciare dal dolore.

Ripensò a cosa era successo, a Fluttershy che l'aveva curata -ma quell'ultimo pensiero più che altro, la fece sorridere- e al fatto che era rimasta sola con quel bruto. Non poteva..perché aveva permesso che restasse sola? Cosa l'aveva convinta?

<< Non è nulla Jackie, devo essermi arrossata quando..quando ho sbattuto contro la porta della cucina prima >> aggrottò le sopracciglia l'altra ma non insistette più che altro perché da quando stavano insieme Rainbow non le aveva mai mentito, perché mai avrebbe dovuto iniziare adesso? Sorrise mentre annuiva e le prese una mano, trascinandola sulla pista da ballo. C'era una canzone movimentata, ma nulla avrebbe retto il confronto con il movimento che la ragazza sentiva nel proprio stomaco al pensiero di quel..quel..non sapeva nemmeno come definirlo. E 'ragazzo' era davvero troppo gentile per uno come lui. Ad ogni modo, non riusciva a sostenere il pensiero di quel mostro fuori della cella frigorifera con solo lei nei paraggi. L'avrebbe uccisa per davvero, poco ma sicuro!

Tentò più di una volta di scappare dalle grinfie della bionda ma lei l'aveva stretta quasi riuscisse a leggere i suoi pensieri e al quinto tentativo rinunciò, pregando in cuor suo che le cose andassero bene..

Ma è di Discord che si parla, non di un qualsiasi ragazzo. Le cose non potevano andare bene, non sarebbe mai successo. Nulla andò secondo i piani di Fluttershy, anzi, andò tutto storto. Non si congelò affatto il ragazzo nonostante le due ore passate lì dentro, e quando uscì si avventò sulla piccola ragazza facendole assaggiare pugni e calci come con mai. Le ruppe qualche osso sicuramente, e pianse lei..pianse con quanta forza aveva ancora in corpo finché non uscirono più gocce salate e svenne, vedendo come ultima cosa il suo viso che la guardava famelico.

Passò una settimana dalla festa. Rainbow non fece che pensare a quel giorno, alle mani di Fluttershy sul proprio viso. Il pensiero le faceva sempre attorcigliare lo stomacò ed arrivò alla conclusione che doveva rivederla, ad ogni costo. Ignorando le richieste di Applejack di uscire per fare qualsiasi cosa fosse il non stare dentro quattro mura, tornò ogni mattina ed ogni pomeriggio alla pasticceria con la scusa di prendere un caffè ed una fetta di torta. Ma nulla, la ragazza sembrava come svanita. Al suo posto c'era una sua amica forse, o magari la vera proprietaria del posto vista la sicura grande età. Non sapeva più cosa pensare lei e dopo la decima volta in cui entrò nel locale e non trovò la ragazza dai capelli rosa si avvicinò al bancone, ed insieme al solito ordine;

<< Mi scusi, ma..la ragazza che lavorava qui fino alla settimana scorsa dov'è finita? >> chiese, leggermente intimidita dalla donna che la guardò dall'altro con sguardo leggermente truce, studiandola.

<< Non ne ho idea, ragazzina. Questo posto ora è mio, loro hanno venduto ma non hanno detto dove si sarebbero trasferiti >> e in un attimo il mondo le crollò addosso. Cosa significava tutto quello? Avevano venduto, quindi..l'aveva portata via? Dove? Ma soprattutto..perché?

<< Non..non hanno davvero lasciato nulla? Un biglietto, un indirizzo..nemmeno la ragazza? >>

<< Oh, insomma. Come devo dirtelo, ragazzina? Non ci sono più, sono andati via! Sicuramente anche dalla città.. >> ripeté lei stizzita, facendo crollare definitivamente Rainbow. Lo sapeva, lo sapeva che il giorno della festa non avrebbe dovuto rimanere lì a ballare, era stata tutta colpa di Applejack!

Applejack..ripensò alla ragazza e si sentì in colpa per quello che stava facendo. Era un po' come tradirla in fondo e nonostante il brutto carattere non se lo meritava, ma tenendo da parte la ragazza in effetti era da un po' che sentiva di non provare più le stesse cose per lei. Forse il carattere, forse alcuni comportamenti, avevano fatto si che non provasse più le cose che sentiva all'inizio in sua presenza, quando la baciava o quando ci faceva l'amore. Viveva sola ormai da quasi due anni o poco più e ancora non le aveva chiesto di andare a vivere insieme, cosa che -si vedeva- lei stava aspettando più di ogni altra. Era questo che più di tutto rendeva Rainbow pensierosa; che non fosse quella giusta? Da quando ricordava aveva sempre pensato che sarebbe cresciuta e morta con accanto una bella bionda alta e formosa, proprio come Jackie. Ma allora perché ora, con quella che era la sua anima gemella ideale, non si sentiva più in sintonia? In un attimo una massa di capelli fluenti e morbidi e rosa come i fiori più belli comparse nella sua testa.

Sentì un vuoto nello stomaco e capì cosa negli ultimi giorni le stava portando problemi. Le mancava quella ragazza, le mancava vederla e parlare con lei. Sapeva però di non poter avere troppe pretese su di lei visto che avevano parlato per bene si e no qualche minuto, e nemmeno di chi sa cosa! Eppure quel poco tempo passato in sua compagnia era rimasto nella mente della ragazza che era decisa più che mai al volerla ritrovare. Cercò anche di dimenticarla, ci provò davvero..e cos'altro poteva fare? Partire e andare in giro per il paese o quelli intorno sarebbe stato davvero ridicolo, ed una volta trovata cosa avrebbe fatto? Cosa le avrebbe detto? Non voleva spaventarla confessandole i suoi sentimenti -che poi, che tipo di sentimenti erano?- senza nemmeno conoscere i suoi che -da quanto ne poteva sapere- avrebbero tranquillamente potuto essere diversi. Si lasciò prendere dallo sconforto che quella notizia le aveva tirato addosso e dopo aver salutato con gentilezza la donna lasciò il negozio, decidendo di non farvi più ritorno. Senza di lei in fondo, non aveva senso. Ma con la mente di un pazzo non si scherza mai, e aveva capito come fare lui per scamparsela anche per quella volta. Forse era proprio quello il suo punto forte, riusciva a capire la mente delle persone solo dopo poche parole o pochi gesti. A quanto pareva a quella ragazzina interessava la sua Shy, ma lei apparteneva solo a lui. Non le avrebbe permesso di portargliela via..mai. Così come non lo aveva permesso a Cherilee, la donna che l'aveva adottata e cresciuta fino a qualche tempo prima. Era sempre pronta ad aiutarla in ogni situazione, anche quando aveva capito che ormai non avrebbe potuto fare più nulla per lei. Ecco, non avrebbe mai capito solo la sua, di mente. Adottare un'estranea semplicemente per non voler stare da soli. Solitudine..lui non sapeva cosa voleva dire quella parola. Era sempre stato circondato da persone che gli volevano bene, che volevano il suo bene. Era così, certo. Non avrebbe mai permesso a nessuno di far loro del male. Perché? Beh..perché solo lui poteva farlo. Aveva solo sette anni quando vide il padre picchiare la madre la prima volta. Quando gli chiese perché lo stesse facendo; 'non mi ha dato ascolto' fu la risposta che ricevette. E cosa avrebbe potuto imparare con il tempo quel bambino a sentirsi dire più volte quella frase? Una donna non da ascolto? Si passa alle mani. Non conosceva altri metodi e credendosi fermamente nel giusto -in cuor suo però, sapeva di sbagliare- iniziò a farlo con ogni ragazza che aveva avuto nel corso della vita. Le aveva lasciate tutte però, perché dopo un po' diventavano insulse, inutili. Ma Fluttershy, oh..lei era ancora giovane. Aveva tanto da dargli per qualche altro anno..in fondo lei non era ancora andata via, quindi quella vita le andava bene. No? Stava facendo bene anche con lei, ma quella strana ragazza voleva rovinargli i piani. No, non sarebbe successo. Fu in quel momento che decise di chiamare la zia Moon, la sua zia preferita forse perché molto simile a lui. Era la sola che lo incoraggiava e sosteneva sempre. Sorella di suo padre, era anche l'unica persona a conoscenza delle cose che succedevano in casa sua nonché, lui lo aveva sempre pensato, un po' anche la responsabile perché incoraggiava il fratello a farsi valere. Ora tutto quello non aveva importanza per lui che -cresciuto in quella maniera- aveva imparato a capire e sostenere le idee di entrambi. Gli piaceva comandare, farsi rispettare..non era colpa sua in fondo se le persone non capivano e lo costringevano ad usare le maniere forti! Quindi la colpa era la loro. Queste erano le parole che aveva sempre sentito dalla zia quando anche da più piccolo, gli capitava di picchiare qualche ragazza a scuola. Veniva sospeso, allontanato, era stato persino in riformatorio una volta perché aveva esagerato, ma nulla di tutto quello lo aveva aiutato a capire. E mentre lui si sentiva sempre più forte e più furbo, la povera Fluttershy era sempre più maltrattata, sfruttata in ogni modo. E cos'altro poteva fare se non sopportare tutto in silenzio? Aveva capito di non essere altro che un'ennesima vittima di quell'angelo rivelatosi un diavolo e di non avere più speranze di fuga. Ci aveva sperato lei quando qualche giorno prima era stata 'salvata' da quella ragazza alla quale non smetteva di pensare. Era un angelo? Forse era lei l'angelo che aspettava, ma ora? Lui l'aveva riportata all'inferno dove solo i diavoli risiedono e da dove non sarebbe uscita mai più. Era la sua tomba quel magazzino, lì viveva ora mangiando ad orari improponibili con porzioni ancora più improponibili. Aveva fame, come non ne aveva mai avuta. E non era una ragazza che mangiava molto o volentieri Fluttershy, ma in quelle condizioni stava scoprendo cose di se stessa che mai avrebbe sospettato. Come appunto, la fame. Lei non l'avrebbe mai patita ne era più che sicura..eppure eccola lì, a soffrire, sperando che la morte arrivasse al più presto a portarsela via. Ma sapeva che non era un pensiero giusto nei confronti della vita, eppure non riusciva a farne a meno. Si malediceva ogni giorno per essersi innamorata di una persona così spregevole ed ogni volta, in sua difesa, si diceva che..che non era così, all'inizio. Era dolce, carino, la proteggeva dal mondo e la riempiva di regali ed attenzioni. Ma ora capiva appieno il significato del detto: "mai giudicare un libro dalla copertina" e capiva anche quanto stupida ed ingenua era stata ad affidarsi completamente a quell'essere fin da subito. Si ricordò di quando..ma i suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta che sbatteva. Doveva essere ora di pranzo, o cena..o forse colazione. Non aveva più il senso del tempo ormai e per lei era ogni giorno solo un..giorno. Non esisteva più lunedì, sabato, domenica.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6_ ***


<< La tua cena. >> sentì dire da una voce, allora era solo sera..guardò la donna che posò il piatto sul pavimento freddo senza degnarla di uno sguardo e girandosi subito dopo, tornando a lasciarla sola. Si chiese come mai quella donna fosse così, perché desse man forte ad un nipote che non era altri che una bestia..

Sospirò sollevata appena si richiuse la porta, nel ritrovarsi nuovamente sola. In un certo senso si sentiva più a suo agio così rispetto all'essere circondata da occhi che la guardavano malignamente o maliziosamente, a seconda del momento. Allontanò di poco il vassoio da se e come ormai faceva ogni sera lo posò sul davanzale della piccola finestra aspettando che gli uccelli venissero a mangiare e si ritirò nel suo angolino, tirandosi le gambe al petto ed affondando la testa fra esse. Avrebbe mai rivisto la luce del sole? E quella ragazza, si sarebbe mai accorta che non c'era più? Probabilmente no, in fondo chi mai avrebbe perso tempo a cercare o solo pensare una come lei? Senza volerlo, calde lacrime presero a rigarle il viso. Ormai non le controllava nemmeno più, scendevano da sole quasi come avessero un loro preciso orario d'uscita. Rainbow dal canto suo, non sospettava minimamente nel fatto che la ragazza potesse trovarsi ancora lì ed imprigionata nel suo stesso negozio per giunta! Per qualche giorno ignorò le parole della donna, girando in tondo senza meta ed ispezionando ogni bar o pasticceria si trovasse lungo la sua strada. Dovettero passare altre due settimane prima che la consapevolezza che non l'avrebbe più trovata iniziasse a farsi spazio dentro di lei.

Aveva provato a rinunciarci da subito, davvero..si era detta 'basta, ormai è andata', ma era stato più forte di lei. Non lo voleva tanto per chi sa quale motivo, ma perché aveva capito che la sua vita non era affatto tutta zucchero e dolcetti come poteva sembrare vista da fuori. Era tutta una finzione. In realtà nella sua vita c'erano carbone nero e lacrime, buone solo a distruggere le persone. E nel suo caso, il carbone aveva sembianze umane, era quel ragazzo. Ma chi potesse essere ancora lei non lo aveva capito. Forse il fratello, forse il fidanzato o un cugino, chi poteva dirlo. Restava il fatto che le aveva distrutto la vita, portandola lontano dal suo luogo di nascita e chissà dove a ricominciare -o almeno la parte meno razionale del suo cervello le aveva suggerito questo- o a distruggerle del tutto la vita. Ecco, questa seconda idea forse aveva più senso ma davvero..non voleva nemmeno pensarci.

I giorni continuarono a passare, la vita continuò e Rainbow finalmente decise di mettere fine alle sue inutili ricerche. Successe un giorno di maggio tre mesi dopo, mentre pioveva -e che novità per quel posto- e la ragazza si apprestava a ritornare a casa dopo le sue solite sei ore di lavoro. Trovò la porta del proprio appartamento socchiusa e lì per lì si spaventò ma con il cuore che andava a mille entrò comunque nel suo appartamento. Si richiuse la porta alle spalle una volta dentro e si guardò intorno nel piccolo salone che sembrava in ordine, quindi non erano entrati i ladri..allora la porta aperta? Viveva sola ed era sicura di averla chiusa se non a chiave almeno a mano! Insomma, chi esce lasciando la porta di casa aperta?

<< E-Ehilà..? C'è..c'è qualcuno qui dentro? >> mormorò con voce leggermente roca iniziando ad addentrarsi nel proprio appartamento. Si fermò solo una volta arrivata all'ingresso della cucina e lì prese un profondo respiro aggrottando poi le sopracciglia come a voler fare un espressione da dura, e 'so che c'è qualcuno qui, fatti vedere!' proclamò con voce dura, espirando subito dopo e lasciando cadere anche le spalle con espressione ora triste. Era preoccupata, poi..un rumore. Un bicchiere, forse una tazza, che si infrangeva sul pavimento. Lì dentro c'era qualcuno. Ormai i battiti del cuore davano segni di un imminente infarto ma era coraggiosa lei -o almeno ci provava- e combattendo contro la se stessa che voleva scappare via urlando diede uno spintone alla porta, entrando finalmente nella stanza. Ma quello che vide avanti ai propri occhi la fece..imbambolare. Applejack era lì, in piedi accanto ad una tavola interamente addobbata per una grande cena. Piatti, enormi piatti strapieni di buon cibo troneggiavano su di quel piccolo quadrato e bicchieri ricolmi di una sostanza rossastra, ma doveva essere vino, erano subito accanto a loro. Cosa stava succedendo?

<< Ben tornata a casa, zuccherino >> disse la ragazza, ridendo avanti all'espressione stralunata dell'altra. Rainbow si avvicinò al tavolo senza chiudere la bocca o gli occhi e posò la mano su di esso toccando con grazia gli oggetti posatici su.

<< Ma cosa..cosa vuol dire tutto questo? >> era il suo compleanno e lo aveva dimenticato forse? O era il compleanno di lei? No, era a settembre ed erano appena a maggio! Allora perché tutto quel ben di Dio..

<< Buon anniversario! >> buon...oddio. Oddio lo aveva dimenticato. Ed ora come se ne sarebbe uscita? Lei aveva preparato tutto quello -ed ora capiva perché non voleva prestarle quei soldi- e lei? Lo aveva dimenticato. Grandioso, brava Rainbow sei la migliore, davvero. Fece un sorriso forzato in direzione della ragazza e le si avvicinò finalmente, posandole le mani sui morbidi fianchi asciutti.

<< Buon anniversario anche a te, bionda >> sussurrò contro le sue labbra, baciandogliele poi con dolcezza. Ma non sentì nulla, niente farfalle..niente mal di pancia..nulla. Quella cosa la turbò e non poco, ma cercando di sembrare naturale continuò ad abbracciarla sedendosi poi di fianco a lei durante tutta la cena e dopo, quando si trasferirono sul divano. La serata fu tranquilla, come al solito..ma tutto quello bastò a far capire a Rainbow Dash che non si corre dietro ad un sogno, trascurando la realtà. E lei aveva trascurato in abbondanza la sua Applejack, tanto che quasi era sorpresa dal trovarsela ancora di fianco! Fosse successo a lei probabilmente l'avrebbe lasciata dopo due giorni ma non lei che era ancora lì pronta ad abbracciarla, baciarla ed amarla come solo una buona fidanzata è in grado di fare. E come la ringraziava lei? Perdendo tempo dietro ad una pasticcera tra l'altro sparita nel nulla, era normale tutto ciò? Scosse il capo da sola quando si pose quella domanda e si girò a guardare la ragazza al suo fianco sul divano, poggiata ad occhi chiusi -probabilmente addormentata- sulla sua spalla. Le sorrise, piegandosi fino a lasciare un bacio tra i suoi capelli biondi e la tirò meglio contro il proprio corpo, abbassando la voce della tv in modo da non darle fastidio. La vide accoccolarsi al meglio contro di se e decise in quel momento che per quella sera avrebbe dormito lì con lei quindi si alzò, portandola in braccio fino al letto dove la posò con grazia tornando in salotto solo per spegnere la televisione prima di raggiungerla, prendendo posto al suo fianco sotto le coperte e cadendo quasi subito in un sonno profondo.

 

Da quel giorno ne passarono altri due, poi tre, finché non divenne una settimana. Come promesso qualche giorno prima, David diede un secondo lavoro a Rainbow per arrotondare e fu quella l'ultima goccia, quella che la fece così felice da farle dimenticare completamente il resto del mondo, Fluttershy compresa. Lei invece al contrario della ragazza non si era dimenticata né di lei né di uno qualsiasi degli altri clienti e tentava ogni modo, ogni stratagemma per uscire da lì anche solo per pochi minuti. Tentò anche la carta della pulizia, ma..

<< Cos'è questo rumore, cosa combini qui sotto? >> la zia di Discord non era molto diversa da lui quando si trattava di sgridare la povera ragazza che altro non stava facendo che sistemare un po' lì sotto, cercando di rendere il posto quanto meno ospitale visto che era costretta a viverci. Almeno era quello che le avrebbe fatto credere quando 'sto pulendo, non posso?' le rispose, cercando di non ridere della sua espressione mista tra il confuso e l'arrabbiato perché effettivamente la ragazza non stava facendo niente di male, ma questo non le impedì di abusare di lei e avvicinatasi al viso SCIAFF, un destro ben assestato lo colorò di rosso, imprimendo sulla sua guancia la forma delle cinque dita.

<< Cerca di farlo in silenzio >> disse solo, tornando su in negozio per continuare la sua recita. Fluttershy sospirò affranta, avvicinandosi alla piccola finestra per specchiarsi, guardando attentamente la macchia rossa che ora spiccava sulla sua guancia sinistra. No , doveva fare qualcosa. Non avrebbe più permesso a quella famiglia di trattarla così. Si guardò intorno alla ricerca di un qualcosa che le avrebbe permesso di scappare da lì, ma non c'era nulla..nulla. Avevano fatto sparire ogni tipo di oggetto che avrebbe potuto usare. Sconfortata tornò al centro della stanza, inciampando quasi su qualcosa..

<< Accidenti.. >> sussurrò, aggrappandosi all'aria per non cadere e riuscendosi a tenere in equilibrio per miracolo. Abbassò lo sguardo per vedere cosa mai fosse e la notò; la sua forchetta. L'aveva spostata dal piatto quando lo aveva posato sulla finestra.. La raccolse e come fulminata da un'idea geniale si avvicinò alla porta, cambiando idea quasi subito però e andando allora alla finestra. Riusciva a malapena a passarci la sua mano e dovette fare uno sforzo non indifferente per riuscire a guardare fuori da lì. Sapeva bene di trovarsi nel magazzino del proprio negozio quindi conosceva altrettanto bene il retro, orari e nomi di chi passava di lì. Non sapeva che ore fossero, ma nel dubbio iniziò a battere con il piccolo oggetto in acciaio contro il vetro; qualcuno avrebbe pur sentito prima o poi, no? Ma avrebbero potuto passare dei minuti, ore, giorni, settimane perfino senza che nessuno sentisse, e allora cosa fare? Non poteva urlare, l'avrebbero sentita ed a quel punto per lei sarebbero stati guai grossi. Il tempo iniziò a scorrere inesorabile e ben presto la ragazza dai capelli rosa si stancò, restando aggrappata a quella finestra con le ultime forze come se da quello dipendesse la sua vita, ed in effetti..era proprio così. Fu solo quando calò la notte che sentì dei passi e rincuorata, sentì l'energia tornare tanto da riuscire ad aggrapparsi ancora una volta a quella finestra per poter riuscire a guardare fuori ma quando lo vide per poco non le venne un colpo.

Era lui, Discord, ma non era solo..e di certo quella ragazza tutte curve non era la zia. Aveva i capelli lunghi abbastanza lunghi, fino alle spalle ed un'unica ciocca colorata di un rosso acceso. Si sentì mancare il fiato Fluttershy e cercando quasi di non respirare nemmeno restò lì immobile, guardando come entrambi -con aria sicuramente felice- parlavano tra loro, tutti sorrisi e smancerie, baciandosi di tanto in tanto. Non era possibile, non dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare a causa sua! Pensava..pensava che almeno un po' le volesse bene e invece, si stava sbagliando di grosso..

Non aveva più senso restare lì a guardarli si disse dopo un po', si stava solo facendo del male, ancora di più. Si trascinò a stento fino al centro della stanza lasciandosi scivolare lentamente fino al pavimento. Era sconvolta, con le mani tra i capelli a tirarli piano ed occhi e bocca spalancati. Com'era potuto succedere ciò? Sapeva di non contare più di tanto per lui da quando le aveva messo per la prima volta le mani addosso, ma..davvero, pensava ancora di poter passare la vita con lui perché, nonostante tutto, era il suo Discord..

Ancora una volta, per l'ennesima se non di più, senti delle calde lacrime rigarle il viso e fu proprio in quel momento che prese una decisione drastica per lei ma definitiva. Sarebbe andata via da lì, stavolta per davvero, lo avrebbe lasciato e sarebbe scappata lontano da lui, per non dover tornare mai più. Passò l'intera notte ad ideare un piano, qualcosa che le permettesse di farsi sentire da qualcuno fuori da lì ma oltre al metodo forchetta -come l'aveva chiamato lei- non le veniva altro. E va bene, ce l'avrebbe messa tutta stavolta però. Si sarebbe fatta sentire e vedere da qualcuno, possibilmente non da lui, e sarebbe uscita da lì. Si, ci sarebbe riuscita di certo! E con questa nuova consapevolezza si distese sul freddo pavimento, cercando di prendere sonno..

Venne svegliata di soprassalto poco dopo -o tanto, non riusciva a quantificarlo senza un orologio- da un rumore proveniente dall'interno. Cosa poteva essere stato? I ladri? Scattò in piedi, arrivando alla porta con passo felpato e poggiando l'orecchio contro il legno freddo ascoltando attentamente ogni rumore o parola proveniente dall'esterno. Una sedia caduta la fece saltare per aria e in un attimo si ritrovò spalle al muro sperando che una voragine la inghiottisse in quel momento. Poi però le venne un'idea; se lì dentro c'erano davvero dei ladri, magari sarebbero entrati nel magazzino. L'avrebbero vista, e forse le avrebbero fatto del male certo, ma poi sarebbe stata libera dalle grinfie di quella famiglia -e non si sentì esagerata nel dirlo- bestiale.

E allora, guidata da una forza che non credeva di possedere tornò alla porta, iniziando a sussurrare la parola 'aiuto' non troppo forte, ma abbastanza sperava lei, da farsi sentire. Certo era spaventata, ma quello che le sarebbe successo avrebbe mai potuto essere peggiore di ciò che stava subendo lì? Ovviamente no, nulla avrebbe mai potuto essere solo lontanamente paragonabile alle offese, alle violenze fisiche e mentali che aveva e stava subendo in quel posto. Allora la sua voce di alzò di qualche decibel e 'aiuto, sono qui..aiutatemi' disse ancora facendo quasi finire la voce in falsetto sulle ultime parole. Era disperata, nel vero senso della parola. Un altro rumore, poi silenzio. Che l'avessero sentita? Iniziò a pregare, sognare di essere rapita e portata via da lì, ma tutto si infranse quando la porta si aprì e sull'uscio non vide altri che la zia di lui con una lunga mazza ancora tra le mani, alzata.

<< Stavi per farcela sotto il naso, vero? Urlare in questa maniera.. >> la mazza si mosse, andando a finire sulle gambe della ragazza che in un attimo si ritrovò sul pavimento urlante e in lacrime.

<< E non urlare, o ti farai sentire! >> urlò la donna, dandole la mazza su un braccio. Se lo ritirò, mugugnando solo e cercando di non urlare come le era stato ordinato. Ma non ce la faceva più, quella non poteva essere chiamata vita e piuttosto che subire ancora tutto quello avrebbe preferito morire..ma non poteva semplicemente impiccarsi e dare così soddisfazione a quelle persone. No, lei avrebbe resistito fino alla fine. Avrebbe fatto capire a quella famiglia cosa voleva dire essere umani, quello che loro non erano mai stati.

<< Devo portarti via da qui a quanto pare, dopo stanotte non è più un posto sicuro questo >> fu la voce della zia di Discord a riportarla alla realtà. La guardò senza comprendere appieno le sue parole o forse, semplicemente, senza volerlo fare. Andare via da lì? Ma non poteva farlo! Avrebbe significato perdere del tutto la speranza di essere trovata, di tornare a vivere una normale esistenza di ragazza padrona di una pasticceria che lavora bene e lei davvero non ne poteva più di tutto quello, e..

<< No >> si sentì dire, restando lei stessa a bocca aperta per il proprio coraggio.

<< Come hai detto scusa? No? >> la faccia della donna si increspò e riuscì quasi a vedere la rabbia prendere forma sempre più attraverso i suoi occhi. L'avrebbe colpita se lo sentiva, ma una nuova forza si stava prendendo possesso di lei e appena la donna alzò la mazza per colpirla si abbassò spaventata, ma il proprio braccio -non d'accordo con lei- la bloccò riuscendo solo a spingerla di un passo indietro non avendo molta forza.

<< Tu, piccola ragazzina stupida. Come osi rivolgerti a me in questo modo? >> urlò la donna ora decisamente su tutte le furie e cosa poteva fare lei? Si era messa nei guai, senza nemmeno volerlo! Come le era venuto in mente di farle una cosa simile e perché Discord ancora doveva comparire? Forse era con quella..quella ragazza..e nemmeno pensava a lei, a cosa stesse passando. No, a lui non importava nulla e perché mai allora doveva importare così tanto a lei? Improvvisamente bloccò la propria fuga, girandosi in tempo per vedere la donna avvicinarsi con ancora la mazza tra le mani. Si guardò intorno e quello che trovò fu solo la sua forchetta, lasciata lì poco prima. La impugnò e senza pensarci due volte gliela lanciò contro ad una distanza tale da riuscire ad infilzargliela nella pelle. Non poté evitare la bastonata sulla spalla ma non fu forte come se l'avesse presa completamente e dopo un primo attimo di sbandamento riuscì a rimettersi in piedi. La porta era aperta. Non pensò nemmeno di prendere le proprie cose, l'occasione era troppo per essere sprecata.. Uscì dalla stanza, salì di fretta le scale e si chiuse la porta a chiave alle spalle, porta che sentì sbattere poco dopo. Era sicuramente la zia del ragazzo che voleva seguirla, ma ora era lei in trappola. Affannando si guardò intorno nel locale semi buio. Era sempre lo stesso..sorrise, quel posto le mancava e non poco. Scosse poi il capo, riprendendosi. Non poteva certo farsi trovare da Discord lì in mezzo, doveva andare via subito! Corse alla porta, aprendola, e finalmente si allontanò da quel negozio che era stata la sua prigione per tanto, troppo tempo. Quando finalmente Discord fece il suo ritorno a casa non si accorse subito del leggero cambiamento di programma. Le luci erano spente, tutto era in ordine, insomma..tutto come al solito. Si avviò alle scale, deciso a buttarsi sotto la sua amata doccia prima di dormire ma quando passò davanti alla porta che portava al magazzino -ben nascosta al lato delle spalle del bancone- sentì dei rumori mai uditi prima. Che Fluttershy si stesse ribellando? Ma non l'aveva fatto fino a quel momento, non avrebbe certo potuto iniziare ora, no, Discord ne era sicuro. Ma poi; 'Discord, Discord!' e quella non era la voce di Fluttershy.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7_ ***


<< Zia?! Che cosa diamine ci fai lì dentro? >> leggero sbuffo.

<< Secondo te? Mi diverto? E' scappata, piccolo idiota >> poco mancò che il ragazzo diventasse rosso dalla rabbia. Fluttershy era ormai arrivata lontano, riuscendo a salvarsi con le sole proprie forze. È questo che una persona penserebbe no? E invece no. La povera ragazza completamente senza forze, era riuscita a compiere pochi passi distratti fuori della pasticceria finendo con l'accovacciarsi dopo un po' in un cespuglio sperando che qualcuno, che non fosse Discord o la zia, la trovasse prima che fosse troppo tardi. I minuti passarono, nessuno la trovò, e la ragazza perse completamente le forze fino ad addormentarsi tra le piante.

Quando si risvegliò solo dopo delle ore, almeno così parve a lei, si sorprese di essere ancora tra l'erba e di non essere stata trovata da nessuno. Tentò di alzarsi, ma era davvero troppo debole e nonostante si aggrappò ad un piccolo ramo che fuoriusciva dal cespuglio non riuscì a tenersi a lungo e cadde a terra con un tonfo, facendo cadere anche alcune foglie. << Ehi, chi è là? >> una voce improvvisa la fece bloccare sul posto. Chi poteva essere? Poteva fidarsi? L'istinto le suggerì che no, era meglio non farlo e allora restò nascosta in silenzio pregando che la persona andasse via. Ma ovviamente quella si avvicinò, sentiva i suoi passi Fluttershy ed iniziò a tremare stringendosi quanto più poteva su se stessa. Guardò poi in alto pronta a ricevere qualche botta, ma si sorprese quando due grossi occhi azzurri le si pararono avanti, fissandola con un sorriso.

<< Ciao! >> disse subito la ragazza piegando il viso sulla destra, come lo aveva Fluttershy, per guardarla meglio. << cosa ci fai nascosta lì, giochi a nascondino? >>

<< Oh, i-io veramente.. >>

<< Come dici? Non ti sento. Oh scusa non mi sono presentata, io mi chiamo Pinkie Pie e tu sei? >> e mentre diceva queste parole si piegò sempre più in avanti formando quasi un angolo di 90° e porgendole la mano per afferrare la sua. Fluttershy dal canto suo era leggermente preoccupata per l'entusiasmo mostrato da quella ragazza e dalle sue urla. Se l'avessero sentita? Afferrò però la sua mano stringendola a malapena e 'sono..sono Fluttershy' sussurrò, con la voce che andava sempre più scemando.

<< E no non ho sentito scusami, come hai detto di chiamarti? >> ripeté la ragazza non perdendo nemmeno per un istante il sorriso. L'altra deglutì invece prima di riprovare, e anche 'F-Fluttershy' sussurrò 'mi chiamo, Fluttershy'. Ora l'aveva sentita Pinkie che tutta allegra 'Fluttershy!' esclamò ma all'altra per poco non venne un colpo e saltò portando le proprie mani alla sua bocca e chiudendogliela con forza.

<< Shh..no, ti prego non urlare il mio nome >> disse con ancora la vocina bassa temendo quasi che qualcuno la potesse sentire da molto lontano. Pinkie non fece domande, solo la guardò per poi annuire e le tese la mano ora per aiutarla ad alzarsi. Un po' titubante la ragazza l'afferrò per scoprire..che non era poi così vicino alla pasticceria.

<< Dove..dove siamo qui? >> chiese curiosa, guardandosi intorno leggermente spaventata. Era una zona che non aveva mai visto, possibile avesse percorso tutta quella strada?

<< Siamo all'ingresso del parco sciocchina, non lo riconosci? >> la voce di quella ragazza, di Pinkie..era così allegra, sorridente. Lei lo era. E Fluttershy la invidiò per qualche secondo portandosi istintivamente una mano sul fianco dove troneggiavano alcuni dei suoi lividi migliori.

<< Oh si, certo io..come ho fatto a non riconoscere il posto >> disse, cercando di far assumere alla propria voce un tono normale, ma nulla..era ancora bassa. Intimidita al massimo. Pinkie le sorrise, saltellandole quasi intorno una volta che fu fuori da lì sulla strada e le avvolse poi un braccio intorno alle spalle, tirandosela al petto. Pinkie era sempre allegra, sorridente, mai arrabbiata o nervosa ma una cosa era certa, non era stupida. Aveva capito subito che quella ragazza aveva un problema e il sangue agglomerato sul suo viso e sul suo vestitino le davano la conferma. Ma spaventarsi sarebbe servito solo a peggiorare le cose..

<< Allora Fluttershy, ti va di venire a fare colazione con me in un posto bellissimo? >> la ragazza la guardò per qualche secondo in silenzio come se stesse pesando per bene le parole da dirle. Se avesse detto di no quella ragazza ci sarebbe sicuramente rimasta male ma se avesse detto di si, molto più sicuramente si sarebbero ritrovate nelle vicinanze della pasticceria. E allora che fare?

<< Ecco, io..veramente.. >> ma era nel carattere di Pinkie cercare sempre di coinvolgere le persone e allora 'niente obiezioni' disse, bloccando l'altra da ogni tentativo di fuga.

<< Andiamo, offro io! >> e come poteva rifiutare ancora? Decise allora di seguirla cercando di fidarsi di lei per quanto il proprio cervello glielo permettesse. La guardò per tutto il tempo durante il tragitto cercando di cogliere qualche suo passo falso o altro, cosa che non avvenne. Quella ragazza era veramente a posto. Iniziò allora a prestare attenzione alla strada intorno a loro interessata ora a scoprire dove quella camminata le avrebbe portate. Intravide poi lungo la strada una grossa insegna sicuramente appartenente a qualche grosso bar o pasticceria ma fu sorpresa quando scoprì che si trattava solo di una palestra.

Ed a quel punto qualcosa le si accese nella testa. Si ricordò di qualche tempo prima, quando quella ragazza venne a comprarle quella torta. Il giorno dell'inizio del suo incubo insomma, -non che prima fosse meglio comunque-. Che fosse quella la palestra? Come nei suoi pensieri precedenti, capì di essere troppo vicina alla tana del lupo ed iniziò ad agitarsi. Notandolo, Pinkie tornò ad avvolgerle un braccio intorno alle spalle indicandole l'edificio con un cenno del capo. Era un palazzo non troppo alto ma di almeno tre piani nel quale al piano terra spiccava in tutta la sua bellezza un giardino curato nei minimi particolari con vari cespugli di rose e denti di leone.

<< Ti piace? >> le chiese la ragazza dai capelli fucsia, notando il suo interesse. << lo curo io, i fiori e le piante sono la mia passione dopo il fare dolci! >> le rivelò, e allora non sarebbero andate in nessun bar probabilmente, ma avrebbe fatto tutto lei. E infatti;

<< Cosa vorresti mangiare? >> le chiese, chiarendole ogni dubbio. E cosa voleva mangiare? In realtà lei non mangiava molto la mattina, ricordava bene cosa succedeva quando ci provava...

 

---- << Ehi, Shy..cosa fai, colazione? >>

<< Si, Dis, perché? >>

<< No, nulla. Sicura di voler mangiare tutta quella roba? Sai, potresti ingrassare e dopo.. >> ---

 

Quel pensiero l'aveva sempre costretta a mangiare poco, fino a diventare 39kg per 1,70 di altezza e ragazzi, non andava mica bene. Ma era diventato ormai più forte di lei, un boccone in più la faceva star male e pian piano aveva perso ogni abitudine tra le quali la colazione.

<< Mi basterà un bicchiere di latte, grazie >> rispose allora, sorridendo alla ragazza che non fu affatto felice della risposta dell'altra e con il broncio sparì all'interno dell'edificio. Subito Fluttershy la seguì, rimanendo a bocca aperta di fronte all'immensa grandezza del suo interno. Poteva mai una palestra essere così bella? Evidentemente si, i soldi facevano miracoli questo lo sapeva. Lo aveva imparato nel corso degli anni anche grazie a Cherilee che aveva trasformato una semplice stanzetta in una mega pasticceria con angolo caffè. Sentì dei rumori provenire da una stanza -forse la cucina- e rumori di pentole. Pensando la ragazza stesse armeggiando restò fuori dalla porta attenta al minimo rumore e facendo quasi come se non si trovasse lì ma pronta comunque a correre in suo aiuto. E successe prima di quello che pensava quando 'accidenti!' sentì, seguito da un rumore di pentola caduta volò letteralmente in cucina preoccupata per il cibo da buttare ma anche per la salute della strana ragazza.

<< Ehi, tutto bene? >> le chiese subito, avvicinandosi ed inginocchiandosi accanto a lei iniziando a raccogliere ogni traccia di cioccolato. E che profumo che emanava!

Si sentì poi bloccare le mani da qualcuno, sicuramente Pinkie e la guardò. 'Cosa fai?' le chiese, non capendo il perché di quella reazione.

<< No, tu cosa fai >> rispose invece l'altra, lasciandola andare poi e portandosi le mani sui fianchi. << tu sei mia ospite, non esiste che ti metti a pulire! >>.

Ma Fluttershy sorrise e senza mostrare la minima emozione tornò a pulire 'sono abituata, non c'è problema' sussurrando con voce flebile e sorridendo appena appena, il giusto per farla stare tranquilla. Ma Pinkie Pie non era ragazza da poter prendere in giro facilmente. Aggrottò le sopracciglia guardandola in tralice, cercando di capire cosa stesse passando per il cervello di quella piccola ragazza dai capelli rosa e vestito a fiori ma non voleva sembrarle troppo invadente o rompiscatole e così la lasciò stare osservandola pulire il pavimento ed allontanandosi poco dopo per riprendere la preparazione. Iniziò a pensare ad alcune cose mentre mescolava il latte che cercava di trasformare in cioccolato con dei cubetti di fondente ma quando capì che non sarebbe arrivata a nessuna conclusione si bloccò, girandosi verso la ragazza.

<< Ehi, come mai sei piena di lividi? >> era una ragazza decisamente con poco tatto Pinkie Pie e non le piaceva non poter essere se stessa con le persone. Appunto, non ci riuscì nemmeno con Fluttershy e finì con l'immischiarsi nella sua vita -cosa certamente non voluta dalla ragazza- facendole domande forse troppo personali. Infatti lei arrossì, si portò istintivamente le mani sulle braccia come a volersi stringere da sola e la guardò, mormorando 'quali lividi?' facendo quasi passare la povera Pinkie per una visionaria. Non voleva aprirsi con lei era comprensibile, una persona appena conosciuta, e decise per il momento di lasciar perdere. Ma sarebbe presto tornata sui suoi passi lo sapeva, era solo questione di tempo. O di giorni. Magari di ore, quando si trattava della ragazza dai lunghi ricci fucsia. Calò un silenzio tombale tra loro e quasi sentendosi in dovere di farlo, la più grande -anche se di poco visto che si passavano solo un anno- guardò l'altra.

<< Scusa >> iniziò, non riuscendo però ancora a trovare abbastanza coraggio per guardarla negli occhi. << non è che non mi fidi di te. Sei una ragazza davvero simpatica Pinkie, è solo che..magari più in la, ok? >> e le sorrise. Un sorriso alla Fluttershy da far sciogliere ogni cosa e ci riuscì anche con Pinkie che annuì subito, per niente offesa dal suo comportamento, indicandole poi la cucina come nulla fosse successo.

<< Vieni dai, aiutami.. >> decise di iniziare da lì a conoscerla, voleva diventasse una sua nuova amica e per farlo doveva partire dalle basi. Amava farsi dei nuovi amici ma quando questi riusciva anche ad aiutarli, beh, cosa ci poteva essere di meglio? E poi secondo lei non c'era modo più bello per conoscere una persona, di cucinarci insieme. Partirono dall'inizio. Farina, uova, burro, zucchero. Tutti ingredienti necessari per una colazione da favola a base di pancake con nutella. Non era a conoscenza Pinkie del fatto che la ragazza al suo fianco era la proprietaria di una delle più famose pasticcerie della zona tanto meno lei lo disse lasciandosi guidare dall'altra nelle dosi, che lei sapeva a memoria, e nei procedimenti. Le veniva da ridere, seriamente! Ma in fondo era da tanto che non si sentiva così..le sembrava quasi un sogno. Perché mai rovinarlo? Come una brava scolara seguì ogni consiglio stando attenta a non sgarrare nemmeno di una virgola iniziando a fare di testa sua. Ad opera completata non poteva essere più felice! Due enormi torri di pancake troneggiavano sull'unico ripiano della cucina, affiancate da un barattolo di nutella che, ragazzi, solo a guardarlo faceva ingrassare a dismisura!

<< Sono bellissimi >> la voce di Pinkie ruppe il silenzio, seguita subito dopo da quella di Fluttershy che 'si' rispose, guardando sorridente la loro creazione 'sembrano così gustosi anche! Ma..quella lì' aggiunse anche, indicando il barattolo.

<< Quella lì >> si intromise Pinkie << ora la scioglieremo, così la lasceremo scivolare sui nostri pancake cosa ne dici? >> e decisamente quella scena le sembrava invitante. Le venne l'acquolina in bocca al solo pensiero e contro ogni suo principio; 'la panna montata ce l'hai?' chiese, stupendosi essa stessa per quella domanda. Era proprio vero che la compagnia influenzava molto le scelte di una persona e lo stava provando sulla propria pelle. Solo fino a qualche ora prima era rinchiusa in uno scantinato senza poter nemmeno immaginare un piatto di pancake nutella e panna montata ed ora..ora era lì con quella ragazza, che se li preparava. Che assurdità, vero?

Ma le assurdità per lei non erano finite. Fu proprio in quella palestra che la sua vita iniziò a cambiare senza che lei se ne rendesse conto, quando dal nulla sentì il rumore di una porta che si apriva e due voci che parlottavano tra loro.

<< Deve essere David >> disse Pinkie saltando quasi in aria e precipitandosi a ripulire ogni cosa. Allo sguardo confuso di Fluttershy rispose con 'è il mio ragazzo, e il padrone della..' ma non finì mai perché in quel momento, la porta della cucina si aprì.

Quando Rainbow rivide per la prima volta Fluttershy quasi non poté credere ai propri occhi. Era..cambiata. Dimagrita quasi fino all'inverosimile, occhi e guance scavate e fianchi con le ossa praticamente da fuori. Se ne stava lì in piedi nel suo vestitino a fiori sporco e la guardava con i suoi occhioni verde mare quasi impaurita. In realtà la ragazza era sorpresa quasi quanto lei.

Ricordava della tuta e della torta per il capo di una palestra, ma non poteva immaginare fosse proprio quella! E le dispiaceva essere sparita nel nulla senza lasciar traccia soprattutto dopo che lei l'aveva aiutata, e poi..poi..ma non c'erano altri poi o se o ma. Era successo, non era dipeso da lei. Ma ora erano entrambe lì e avrebbero potuto spiegarsi e chiarire il malinteso sempre che lei fosse stata d'accordo..

 

<< E-ehi.. >> fu la più piccola a parlare per prima. Alzò la piccola mano destra in segno di saluto ed arrossendo poi la porto alle labbra, chiudendola a pugno. Improvvisamente il pavimento divenne la cosa più interessante nella stanza e così non poté vedere lo scambio di sguardi che ci fu tra Pinkie, David e Rainbow Dash che 'la torta l'avevo presa nella sua pasticceria' disse, costringendo la piccola a rialzare lo sguardo per guardarla proprio nel momento in cui 'coooooooosa?' urlò Pinkie con tono quasi offeso. Si girò verso Fluttershy con le braccia sui fianchi, sguardo imbronciato.

<< Tu hai una pasticceria? >> e ormai il danno era fatto, non poteva che annuire. << e perché non me lo hai detto subito? >> lei la guardò senza rispondere scegliendo con cura le parole da dire. In realtà non ce n'erano così semplicemente alzò le spalle, sorridendo appena, colpevole.

<< Tu non me lo hai chiesto.. >> era un'ottima risposta, decisamente. E lo pensò anche Rainbow che sorrise appena ma si bloccò, praticamente nello stesso momento. Ripensò agli ultimi mesi. Ai km che aveva percorso alla ricerca della ragazza, a quello che era successo invece con la sua fidanzata e aveva capito che la ragazza dai capelli rosa era stata solo una sbandata momentanea. Una persona che voleva aiutare e per questo si era tanto attaccata a lei, niente di più.

Aveva Applejack lei, avevano deciso di fare le cose per bene e non poteva certo permettersi di tornare a pensare a quella ragazzina che veniva maltrattata!

A quella ragazzina dagli occhi come il mare e i capelli come zucchero filato.

A quella ragazzina minuta stretta in vestitini a fiori e scarpette aperte.

A quella..a quella..sospirò. Accidenti..la pensava ancora. Scosse però il capo e tornò a rivolgere la propria attenzione a David. Erano nel bel mezzo di una conversazione seria riguardante la palestra, non poteva e non voleva distrarsi. Era il suo lavoro dopotutto!

<< Beh David, dicevi riguardo le nuove attrezzature? >> ci mise un po' lui a rispondere, impegnato a guardare le due ragazze che erano ormai impegnate in un'accesa conversazione riguardante pasticcerie e dolci vari. Sorrise, la sua Pinkie era davvero bellissima e quando iniziava a parlare di dolci lo diventava ancora di più perché era una delle poche cose che veramente amava fare. Aveva pensato tempo prima di comprarle una pasticceria tutta sua ma la ragazza non aveva accettato perché 'dopo ci vedremmo pochissimo, David' aveva detto, ed era rimasta al suo lavoro solito, aiutarlo in palestra. Ma non era portata per sollevare pesi o saltellare su uno scalino. No, lei era fatta per far stare bene la gente, farla divertire e renderla allegra con la sua dolcezza e bravura nel preparare squisitezze. Lui avrebbe sperato per sempre in un suo cambiamento, ma Pinkie era anche molto dura di testa. Se decideva per il no su una cosa, per lei era no. Non c'erano alternative. Ed ora era lì a parlare di una pasticceria con una gioia che forse non le aveva mai visto dipinta in viso. Poteva chiedere alla sua nuova amica se magari poteva..ma la voce di Rainbow lo riportò alla realtà.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8_ ***


<< Si, scusami ero distratto. Dicevamo? >>

<< Le nuove attrezzature >>

<< Certo, nuove attrezzature. Allora.. >> ed iniziò a guardarsi intorno dedicandosi finalmente alla sua nuova aiutante. Ah, che pazienza ci voleva con quel ragazzo alle volte..Rainbow si chiedeva sempre come poteva sopportare Pinkie una persona così distratta. Ma poi li guardava insieme, e ogni dubbio spariva.

Tornò poi a concentrarsi sulla ragazza minuta senza poterne fare a meno, notando lo sporco rappreso sui suoi vestiti. Cosa le era successo per tutto quel tempo? E come mai ora era lì con Pinkie? L'aveva salutata..e lei aveva reagito come se altro non fosse stato che l'incrociarsi di pochi attimi ma per lei non era stato così, lei aveva guardato i suoi occhi. Lei aveva ascoltato la sua richiesta d'aiuto, lei l'aveva aiutata, ma ora lei aveva paura. Ma alla fine, paura di cosa, dell'ignoto? A Rainbow non piaceva quella parola: ignoto. Aveva imparato a temerla nel corso degli anni, in particolar modo all'università quando, per lasciarsi andare all'ignoto finì quasi all'ospedale. Ma era giovane, inesperta. Mentre ora, all'età di 22 quasi 23 anni, riusciva a capire quanto sciocca fosse stata e aveva capito che per andare avanti bisognava tenere i nervi ben saldi ed un piano preciso. E lei lo aveva al momento, si chiamava Applejack. L'avrebbe sposata, avrebbero vissuto per sempre insieme e avrebbero adottato due bellissime bambine. Andiamo, era un piano perfetto..non poteva assolutamente fallire. Certo che no!....

 

…..davvero, Rainbow?

Passò qualche giorno dal fatale incontro e la ragazza dai capelli arcobaleno iniziò a trovare scuse sempre diverse per mancare dalla palestra. Il primo giorno fu il classico 'mal di pancia', il secondo..la schiena. Il terzo? Visita dalla nonna. Il quarto invece, Applejack che si sloga una caviglia e povera ragazza, il quinto -“Rainbow, sicura sia tutto vero?” se ne uscì David al telefono- bisognava costruire un carro e dare una mano alla fattoria per la festa! Ma quest'ultima forse, fu l'unica cosa vera uscita dalla sua bocca.

La festa del paese era molto importante per tutti. Soprattutto perché la famiglia della sua ragazza aveva sempre uno stand dal quale vendevano torte di mele, sidro ed altre gustosità ricavate dai loro raccolti. Non era la prima volta che partecipava ad una simile manifestazione, anzi..da quando era fidanzata con la ragazza ci era andata ogni anno ma anche prima, da amiche. La cosa più bella di quelle giornate ricorda, erano i giochi. Il vedere tutta la famiglia riunita che si divertiva senza nessun doppio scopo di vincita. I bambini che correvano, tutti con i loro bei cappelli da cowboy, anche le ragazze! Vedere poi Apple Bloom, sorella più piccola della ragazza, giocare felice e spensierata con Sweetie Belle, Scotaloo -che sembrava aver preso molto in simpatia Rainbow- e la cugina della prima, Babes, venuta in vacanza da loro proprio poco tempo prima. Capitava che Rainbow andasse lì solo per passare del tempo con le tre ragazze che avevano fondato un loro club segreto (anche se tutti ne erano a conoscenza) del quale solo loro potevano far parte. Questo era motivo di scherno da parte di alcuni compagni di scuola, ma le ragazzine non si davano mai per vinte, nonostante tutto.

Era stato questo a convincere la grande che quelle tre avevano fegato da vendere, e perché no, magari un giorno sarebbero potute diventare le nuove Rainbow Dash! Lei ci sperava sempre, di avere qualcuno da seguire. Ma non avrebbe mai capito una cosa; le persone dopo un po' finivano con l'avere paura di lei, e la evitavano..che fosse per il suo carattere? Ma Applejack no, era sempre lì..come anche le ragazzine. E a lei andava bene così. In fondo a perderci erano gli altri non di certo lei, no? Con questo pensiero era sempre andata avanti, ogni qual volta diventava tutto troppo stretto intorno a lei, quasi da soffocarla. Non era una persona facile Rainbow Dash, e lei lo sapeva bene. Certo, a scuola aveva avuto il cambiamento maggiore grazie all'amicizia con Applejack diventata poi qualcosa di più, ma questo non le avrebbe mai fatto dimenticare la sua infanzia. Il rifiuto all'asilo da parte di alcune femminucce perché "tu sei un maschio, non porti i vestitini". Il 'tradimento' della migliore amica a scuola con la più antipatica solo perché non le hai prestato un temperino. La morte prematura di un padre che era sempre stato presente nella vita della propria figlia, ritrovatosi improvvisamente affetto da una grave malattia. La dipartita, qualche anno dopo, della madre, per solitudine..

La vita della ragazza non era stata facile dal principio insomma, ma lei non si era mai abbattuta volendo dimostrare al mondo ma anche a se stessa, che era forte, che non poteva cadere nonostante tutto. Ma ora? Poteva una semplice ragazzina farle perdere la concentrazione sulla sua stessa vita? Questo Rainbow non avrebbe mai potuto permetterlo, la sua vita stava filando liscia e non aveva bisogno di 'aiuti' esterni, ma..ne era davvero certa?

Passarono altri giorni e nel paese non si faceva altro che parlare della famosa festa tenutasi dagli Apple. Era sempre così, soprattutto quando la ragazza dava una mano. Ci sapeva fare con le persone, lo sapevano tutti tranne forse proprio lei che 'nah, troppe persone non fanno per me' diceva sempre, ma finiva sempre con il farle divertire. Ogni anno arrivava qualcuno di nuovo per partecipare a quello che era nato come un semplice annuale raduno di famiglia solo per lei, per poter vedere la famosa Rainbow Dash in azione. C'era chi, esagerato come al solito, raccontava in giro che 'la ragazza con i capelli arcobaleno riesce a mettersi una spada giù per la gola!' oppure, più carini ancora quelli che 'l'ho vista! Ha picchiato un bambino che non l'ha ascoltata!', ma tutto quello non scoraggiava i soliti curiosi che erano arrivati a frotte anche l'ultima sera. Unica nota stonata di quell'anno? Mancava qualcosa..Rainbow lo sentiva anche se non capiva esattamente cosa. Era come se..non si sentisse completamente se stessa. Fortunatamente questo non le impedì di divertirsi e far divertire ma ora, a festa finita, era lì da sola, seduta sul muretto fuori casa a ripensare proprio a quello. Qualcosa non andava, lo sentiva anche se non capiva ancora cosa, però..non voleva pensarci. Il piangersi addosso o pensare al passato non facevano parte di lei e due ore dopo entrò in casa buttandosi direttamente a letto di fianco la sua ragazza, troppo stanca perfino per spogliarsi.

La mattina dopo, come se tutto quello che stava passando non bastasse ancora, si ritrovò quella ragazza in palestra, Fluttershy. La salutò educatamente e lei ricambiò, ma nelle ore che rimase lì non poté fare a meno di guardarla in tralice di tanto in tanto, rischiando di rovinare il pavimento della palestra nel continuare a farci cadere su pesi. In quella stessa mattina, successe una cosa che Rainbow non avrebbe mai creduto possibile, insomma..non era mai lì eppure, improvvisamente, ecco Applejack fare il suo ingresso con un pacco contenente forse dei dolci tra le mani.

<< Buongiorno a tutti, ragazzi, ho portato i dolci! >> Rainbow quasi si strozzò con la sua stessa saliva mentre posava lo sguardo dalla bionda all'altra ragazza che stava facendo il suo ingresso nella grande sala con Pinkie.

<< Applejack! >> la salutò quest'ultima correndole incontro per abbracciarla. Ricambiò, ma subito dopo spostò il viso per guardare proprio la piccola ragazza dai capelli rosa.

<< E tu chi sei? Non ti ho mai vista qui >> la ragazza arrossì furiosamente, e 's-sono..sono Fluttershy' disse, con tono bassissimo.

<< Come? Non credo di aver capito, perdonami..tu sei? >>

<< I-io..io sono.. >>

<< Lei è Fluttershy, una pasticciera bravissima che mi aiuta qui in cucina per il momento.. >> le venne in aiuto Pinkie capendo le sue difficoltà. Applejack la metteva in soggezione, il che non era strano per il suo carattere timido ma con lei in particolare non riusciva a spiegarlo, provava..timore. Timore puro, quasi come con Discord.

Chi era quella ragazza? Rimase a guardarla mentre la vedeva avvicinarsi a Rainbow Dash, e 'è una sua amica, allora' pensò, ma per poco non urlò con quanto fiato avesse in gola quando la vide baciarla sulle labbra. Attenzione non che le dessero fastidio certe cose, assolutamente! Solo che non se lo aspettava, tutto qui. Senza aggiungere una parola tornò in cucina riprendendo in mano la ciotola nella quale stava mescolando una nuova crema di sua invenzione. E così era la fidanzata di Rainbow Dash quella ragazza. Della stessa Rainbow Dash che l'aveva salvata una volta..chi sa se ne era a conoscenza lei, forse dovrebbe..ma no, no! Non esisteva nemmeno lontanamente, non si sarebbe immischiata in certe cose né ora, né mai.

Ma furono 'certe cose' ad immischiarsi con lei, non molto tempo dopo. Passati quaranta minuti, poco meno o poco più, sentì la porta della cucina aprirsi e credendo fosse Pinkie si girò sorridente, un po' di crema finita sulla punta del naso. Ma avanti si trovò niente poco di meno che Rainbow Dash che la guardava come se le avesse ucciso il cane. Era cadaverica.

<< Ehi.. >> era la prima volta che le rivolgeva la parola da quando si erano riviste. Che stava succedendo?

<< E-ehi a te.. >> rispose la più piccola, stringendosi appena nelle spalle e cercando quasi di nascondersi con la scodella che aveva tra le mani. Non sapendo cos'altro fare, la più grande optò per quella che a lei sembrò la migliore opzione; parlare di dolci.

<< Beh, cosa fai? La mia ragazza ha.. >> errore Rainbow, grave errore. << cioè, volevo dire..A-Applejack ha..portato dei dolci, dovresti..si, venire a mangiarne qualcuno fuori. Che dici? >> l'altra alzò le spalle e lei sospirò. Si stava dando la zappa sui piedi da sola praticamente, ma cosa poteva fare? E poi era solo lei quella ad essere nervosa perché davvero, Fluttershy sembrava tutto fuorché agitata in quel momento. Come mai? La guardò sconcertata per qualche secondo, poggiandosi al muro ed incrociando le braccia al petto. Era..beh, serena. Ma forse era solo perché era troppo nervosa vicino a lei, certo doveva essere..ma quando la ragazza le passò accanto più volte sembra mostrare il minimo imbarazzo, Rainbow si sentì morire. E se..se avesse frainteso tutto? Se avesse viaggiato troppo con la fantasia fino a convincersi di un qualcosa che..non era? Si schiaffeggiò praticamente la faccia tanta era la vergogna, al punto che Fluttershy dovette fermarsi per dare attenzioni a lei.

<< Rainbow, cos.. >> la ragazza la guardò negli occhi terrorizzata da se stessa. Aveva fatto un macello, come sempre si era fatta prendere dall'euforia dei propri pensieri senza badare alle persone intorno a lei. Aveva voluto vedere le cose come le avrebbero fatto più comodo, senza pensare di star sbagliando nemmeno per un momento o magari di starla..imbarazzando.

<< Fluttershy >> iniziò in tono quasi solenne ma, ehi..è di Rainbow Dash che si parla, e << nulla, dai vieni a mangiare i dolci. Sono buoni >> non sarebbe mai riuscita a scusarsi. La più piccola annuì seguendola finalmente fuori dopo essersi data una pulita veloce.

<< Zuccherino, ce l'hai fatta >> era Applejack a rivolgersi a lei in quella maniera? Si, era decisamente lei. Arrossì ma le sorrise, andando a sedersi al suo fianco. Tutto sommato forse non era così male.

 

Da quell'episodio non ce ne furono altri degni di nota a parte la prima mangiata di torta tutti quanti insieme. Quella si, che fu divertente...

 

...<< Ehi, Fluttershy, è tutto in ordine? >> le chiese Pinkie, preoccupata come pochi. La ragazza annuì versando gli ultimi ingredienti nella nuova planetaria comprata da poco. La fece ripartire e il tutto iniziò a mischiarsi per formare un'unica gustosissima crema all'uovo.

<< Lo zucchero? >> chiese Fluttershy. << Arriva! >> rispose prontamente la nuova amica, afferrando al volo il pacco contenente l'ingrediente e lanciandolo quasi all'altra. Quel giorno sarebbero andati a mangiare in palestra -e qui serve l'appunto. In realtà sopra della palestra c'era la casa di David che ora condivideva con Pinkie e in caso straordinario, con Fluttershy. Era casa loro, ma per loro era tutto unico con la palestra dato che capitava qualche allievo con particolari esigenze di tanto in tanto, e saliva di sopra- proprio tutti. La prima ad arrivare fu Applejack, che con il suo cappellino da cow-girl e la sua espressione per la maggior parte delle volte imbronciata ma cordiale dava sempre l'aria di una tipa con la quale non si vuole affatto litigare. Insieme a lei arrivò ovviamente Rainbow Dash e Fluttershy fu più che felice di uscire da quel caldo buco di cucina per andare a salutare. << Ehi, ciao ragazze >> disse allegramente, pulendosi una guancia sporca di farina con la mano. Rainbow si girò subito verso di lei per salutarla e le sorrise. In realtà si sentiva ancora in colpa per aver pensato male di lei quel giorno quando in realtà l'unica colpevole era stata lei. Sarebbe andata volentieri ad aiutarla, ma proprio in quel momento si sentì chiamare dalla sua ragazza e con un cenno la salutò di nuovo, raggiungendo Applejack al tavolo che stava litigando con i tovaglioli, perché 'non stanno a posto!' continuava a dire. Ed era vero, ma lei stava cercando di farli stare su senza un fermo! Fluttershy si avvicinò timidamente non sapendo quanto poteva spingersi oltre.

<< Ehm, scusami..scusate ragazze >> disse con la sua solita vocina cercando di farsi vedere. << Io credo che..magari u-un fermo potrebbe.. >> ma nessuna delle due la ascoltò e continuarono imperterrite finché non arrivò la saltellante Pinkie con degli affarini d'argento. Li passò alle ragazze; << provate questi ragazze >> poi si allontanò nuovamente non prima di aver fatto l'occhiolino a Fluttershy che come sempre arrossì, stringendosi in se stessa quasi fino a scomparire. Proseguì tutto bene ancora un po', fino all'arrivo della torta almeno..

Era pesante e avevano lasciato la povera Fluttershy a sbrigarsela da sola. Uscì lentamente dalla piccola cucina e tutta traballante andò verso il tavolo. Immediatamente David le fu vicino per aiutarla ma la più piccola inciampò nel proprio vestito e spinse involontariamente via il ragazzo che scivolò in avanti, inciampando a sua volta contro il tavolo e finendoci completamente su, aggrappandosi alla prima cosa che trovò sul suo cammino, la torta, che finì spiaccicata sul tavolo e sulle facce stupite e divertite degli ospiti. Fluttershy rimase di sasso, le mani a coprire la bocca in un'espressione di puro terrore. 'Ommioddio' disse in un sussurro scappando via in cucina a recuperare qualche fazzoletto e strofinacci vari per pulire quel macello. Al suo ritorno non calibrò bene la propria velocità e così, tra le risate di Pinkie per la fine della torta, prese una lunga scivolata che la fece finire dritta dritta seduta in braccio a Rainbow Dash che quando se la vide arrivare lì le sorrise, facendola finire quasi sul pavimento per l'imbarazzo. Fu a questo punto che Applejack si alzò in piedi facendo un fischio che fece bloccare tutti. Si avvicinò per prima alla sua ragazza togliendole la più piccola di dosso. Le sorrise in modo geloso, come a dirle 'lontana da lei' e lei lo fece, scappò letteralmente via fino al lato opposto della stanza lasciando la bionda a bocca aperta. Era abbastanza lontana?

<< S-scusatemi, io sono inciampata e la torta.. >>, ma Pinkie alzò una mano e lei si bloccò. Con l'altra prese un po' di panna che aveva sulla guancia e se la portò alle labbra, assaggiandola. Rimase seria ed in silenzio qualche secondo tanto che Fluttershy pensò che oltre ad averla fatta cadere l'aveva fatta anche brutta, ma 'è buonissima!' trillò improvvisamente la ragazza saltellando come una matta. Iniziò a recuperare il recuperabile e non si sa come riuscì a fare delle fettine che mise poi nei piatti e successivamente di fronte agli ospiti. << Su, Fluttershy >> disse poi, guardando la piccola ancora stipata nell'angolino, << vieni qui, devi assaggiare la tua opera! >>. Ci vollero un milione di 'dai, per favore' peer convincerla, ma alla fine tornò a sedersi anche lei.

Ecco, oltre quel piccolo fuori programma non successe altro degno di nota e la giornata passò tra il pulire e fare progetti per l'imminente week-end più importante dell'anno.

In realtà si trattava di un week-end normalissimo, la cosa che faceva eccitare tutti era che si trattava del week-end di ogni anno in cui i rappresentanti di ogni palestra si riunivano in qualche bellissimo posto di montagna per provare nuovi attrezzi. Quell'anno sarebbe andato David -come ovvio che fosse- accompagnato da Pinkie Pie al posto di Rainbow Dash ma rispetto agli altri anni la palestra non avrebbe chiuso. No, perché ci avrebbe pensato proprio quest'ultima alle lezioni aiutata da qualche studente oppure dalla sua ragazza, mentre Fluttershy, come ormai faceva sempre, avrebbe lavorato in cucina. Non che non le piacesse sia chiaro, era l'unico posto nel quale era davvero al sicuro oltre la sua piccola stanzetta in casa dei ragazza, ma passare tutte le sue intere giornate lì dentro non era di certo il massimo. Avrebbe voluto qualche volta uscire, fare un giro con i vecchi amici magari anche mangiare un gelato al parco. Ma sapeva di non poterlo fare. Era certa che quel ragazzo fosse sulle sue tracce e lei non voleva di certo rischiare. Non era nemmeno riuscita ancora a raccontare la verità su di se a Pinkie Pie o a David. L'unica a conoscenza di tutto, o almeno in parte, era Rainbow Dash ma non sembrava così ansiosa di rivelarlo al pubblico, soprattutto non davanti ad Applejack che nonostante fosse molto carina con la piccola, ne era anche estremamente gelosa.

Ad ogni modo, Fluttershy si trovava bene lì e finché le avrebbero permesso di rimanere non aveva intenzione di causare danni. Ma doveva saperlo che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi, il giorno in cui sarebbero finite le scorte in cucina e lei sarebbe stata costretta ad uscire anche contro la sua volontà.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9_ ***


Cosa poteva fare? Non poteva certo mandare fuori Rainbow impegnata in una lezione di auto difesa e assolutamente non avrebbe chiesto ad Applejack, che dal giorno dell'incidente della torta la guardava sempre sull'attenti. E poi nemmeno era lì ancora..

No, toccava solo a lei. Doveva prendere coraggio, e..e farlo. Per prima cosa si fece una lunga doccia come non faceva da giorni, di solito ci metteva cinque o massimo dieci minuti. Mentre aspettava di asciugarsi poi si guardò allo specchio. I capelli sembravano in ordine e il viso anche. Aveva la pelle molto bianca e liscia per sua fortuna, e non ci aveva mai messo su niente, incredibile. Si intravedevano ancora i lividi che le aveva lasciato il suo ex ragazzo ma erano ormai ombre, come quelli sul cuore. Erano ombre di un'amore vecchio, ma malato, finalmente arrivato nel posto che meritava: il dimenticatoio. Se mai l'avesse rivisto probabilmente avrebbe desiderato la sua prematura fine, ma sperava davvero che al momento il ragazzo si trovasse in tutt'altri luoghi ben lontani da dove si trovava lei al momento.

Ok, era pronta. Si era lavata, vestita -il tempo sembrava bello, scelse quindi un leggero vestitino rosato-, aveva pettinato i capelli ed indossato la sua spilla preferita al centro del coprispalle giallo che aveva deciso di indossare 'per ogni evenienza', quella a forma di farfalla. Non mancava altro, a parte..un po' di coraggio forse, magari da bere ed a buon prezzo. Nell'uscire passò dalla stanza dove la ragazza stava tenendo la lezione, << ehm..scusami, Rainbow >> sussurrò, ovviamente non la sentì. << Rainbow Dash, scusami.. >> riprovò, ma il tono di voce era troppo basso e la musica troppo alta. << EHI, RAINBOW >> urlò, ma con la sua voce non uscì altro che un suono acuto ma che bastò per farsi sentire da tutta la classe ed arrossì facendosi piccola piccola contro la porta quando venti sguardi, più quello della ragazza, si posarono su di lei.

<< Fluttershy, qualcosa non va? >> le chiese, ma la più piccola scosse il capo portando le mani avanti la bocca e mormorando qualcosa che ovviamente la ragazza dai capelli arcobaleno non capì. << Ok, facciamo una pausa >> la sentì urlare e cercando di ignorare gli sbuffi degli alunni la guardò avvicinarsi sempre più a se. Sembrava così grande, così..matura. Era una ragazza molto magra, slanciata e con un seno piccolo, l'aveva sentita lamentarsi di questo con Pinkie Pie che invece era abbastanza abbondante, come Fluttershy, ma era fortissima. Davvero, Fluttershy non aveva mai incontrato una ragazza come lei. Sapeva tener testa al peggior bullo o al peggior Discord, dipendeva dai punti di vista. Ad ogni modo la ammirava, avrebbe voluto tanto essere come lei ma era ben consapevole che questo non sarebbe mai successo. Non a lei. << Ehi, cosa ha detto? >> era arrivata lì di fronte a lei e ora la stava guardando negli occhi. Per un attimo si sentì intimidita ed abbassò lo sguardo sussurrando 'sto uscendo, a-a fare un po' di spesa'. Alzò lentamente lo sguardo su di lei poi e notò il suo sguardo corrucciarsi, perché faceva così? Ma << ok >> le disse, << sta attenta >>. La piccola annuì sorridente e corse via afferrando al volo la borsetta. Rimasta sola Rainbow si grattò la nuca, pensierosa. Sapeva in che zona erano, ed era certa di ricordarsi abbastanza bene cosa era successo qualche tempo prima e cosa sarebbe successo ora, se lui l'avesse trovata. Tornò in aula, << forza ragazzi, riprendiamo! >>. Lei non poteva fare nulla, era un problema di Fluttershy. Lei non c'entrava in quello.

Ma sapeva fin troppo bene che non era così e passò il resto della lezione a chiedersi 'come starà? Lui l'avrà trovata? Cosa le sarà successo?' finché non poté più far finta di nulla e appena arrivò Applejack, << ciao amore >> la salutò, aggiungendo un leggero bacio sulle labbra. << Prestami la moto per favore >>, l'altra aggrottò le sopracciglia non capendo e Rainbow si guardò bene dal dirle per cosa effettivamente le serviva. Aveva capito che non vedeva molto di buon occhio la più piccola anche se cercava ogni modo per non farlo notare. Che fosse gelosa? Ma non ne aveva motivo..almeno, era certa che da parte della più piccola non ci fosse pericolo che avesse una cotta per lei, in quanto a Rainbow, andiamo..chi sano di mente resterebbe impassibile di fronte alla piccola Fluttershy? Probabilmente almeno una volta non era stata indifferente nemmeno ad Applejack, soprattutto perché indossava sempre quei vestitini chiari che..okok, Rainbow ti stai perdendo in chiacchiere. Tornata sulla terra si rese conto che era salita sulla moto ed era anche già per strada. Quando aveva messo in moto? Aveva rischiato di andare a sbattere contro qualcosa, accidenti a Fluttershy. Ma a proposito di lei..passò fuori la pasticceria, non lo faceva da mesi, e guardò dentro attraverso i vetri. C'era ancora quella vecchia signora antipatica, ma stava parlando con..con Discord! E accanto a lui c'era una ragazza, dai capelli rossi e dorati che aveva l'aria così...fu come essere colpiti da un cazzotto in pieno stomaco. Era Sunset Shimmer, la ex bulla della loro scuola. Cosa diavolo ci faceva lì? Sarebbe potuta entrare con la scusa di prendere un dolce ma vide che stavano uscendo loro e allora scappò via alla volta del supermercato, doveva mettere in salvo Fluttershy, e prima che iniziasse a piovere anche dato il brutto tempo che si avvicinava.

Ma perché al supermercato doveva sempre esserci tutta quella gente? Quasi quaranta minuti alle casse! Sbuffò quando finalmente riuscì ad uscire da quell'inferno, ma una volta fuori trovò una brutta sorpresa. Un tuono ruppe il silenzio di quella giornata.

Ecco, complimenti Fluttershy, non portarti mai l'ombrello quando esci con il brutto tempo! Si disse la ragazza, sospirando e facendo il meglio che poteva per proteggersi almeno i lunghi capelli rosa della quale era innamorata. Non aveva messo nemmeno la felpa con il cappuccio che aveva cacciato quella mattina, perché? 'Perché era bel tempo prima!' si rispose, ma evidentemente non era così adesso.

<< Accidenti, mi bagnerò tutta! >> disse nel suo solito tono lamentoso, iniziando a camminare un po' più veloce lungo il marciapiede sul quale si stavano già formando delle piccole pozzanghere per quanto le sue ballerine le permettevano.

Ci mancava solo la solita macchina che -fregandosene altamente- passava nelle pozze d'acqua bagnando i passanti, oh..dopo ci sarebbe stato da ridere, davvero!

La pioggia iniziò a scendere sempre più forte, sembrava quasi venisse giù a secchiate e per un attimo ebbe l'impulso di alzare la testa per controllare se effettivamente qualcuno c'era lassù, che le stava tirando un brutto scherzo. Fortunatamente non lo fece, altrimenti non avrebbe visto il grosso camion che arrivava verso di lei a tutta velocità e, come previsto, passò un po' troppo vicino alla pozzanghera. La ragazza provò a farsi indietro più che poteva, quasi finì contro il muro ma sapeva che non poteva fare molto, si sarebbe bagnata in ogni caso.

Così si strinse in se stessa, pregando che almeno il vestito non si sarebbe macchiato di fango ed ecco il clacson del camion e a seguire il rumore dell'acqua che però non la colpì. Lentamente riaprì gli occhi sorpresa, guardandosi intorno.

Di fronte si trovò Rainbow Dash, che la stava guardando con tanto di sorriso.

<< Rainbow! Cosa ci fai tu qui? >> la ragazza alzò appena le spalle vaga, agganciando il casco al manubrio della sua enorme moto. Fluttershy lasciò correre il proprio sguardo lungo quel gioiellino per qualche secondo, registrando nella sua testa ogni particolare..dai colori, alle forme.

<< Credo di essere arrivata giusto in tempo, vero? Ora mi toccherà darti un passaggio >> la ragazza dai capelli rosa si risvegliò dal suo 'sonno' e la guardò, arrossendo all'istante e portandosi la mano destra a coprire le labbra; << M-mi dispiace..non volevo che.. >>. La più grande però sorrise, ben consapevole ormai del carattere timido della ragazza.

<< Scusami, non volevo essere un fastidio.. >> disse ancora lei e per poco Rainbow non si infuriò.

Rimase a bocca aperta per la sua reazione. Lei stava solo scherzando, non intendeva davvero..

<< Ehi, Fluttershy..io scherzavo. L'ho fatto perché ero, beh..qui per caso e ti ho vista da lontano, si vedeva che eri in difficoltà con tutta questa roba poi.. >> indicò la spesa che la ragazza ancora stava stringendo tra le braccia mentre intanto cercava di non far rompere anche l'altra busta.

<< Volevo chiederti se potevo darti uno strappo fino alla palestra. Sto tornando lì dopo una commissione per Applejack, e in moto non ci metteremo.. >> ma 'no!' disse lei un po' troppo velocemente, iniziando a scuotere la testa. L'altra ragazza aggrottò le sopracciglia incrociando le braccia al petto e guardandola, ora, con sospetto.

<< Flutt..che cosa succede? >>

<< Shy, Rainbow..preferisco Shy >> rispose mentre lei finiva la domanda, abbassando il capo verso il marciapiede. L'acqua continuava a scorrere e loro due erano lì, ferme tra l'asfalto ed il marciapiede a prendersela praticamente tutta. Improvvisamente però, Rainbow riprese il casco aprendolo, ed avvicinandosi a lei lo posò sul suo capo lasciandolo con i lacci penzoloni. A quel punto rialzò lo sguardo Fluttershy guardandola forse per la terza volta da quando si conoscevano, dritta negli occhi.

A quel contatto lo stomaco di Rainbow Dash fece una capriola, ma non ci pensò,. Non doveva pensarci! E sorrise alla ragazza prendendo poi, senza chiederle il permesso, tutte le cose che aveva tra le mani.

<< Queste ora le prendo io, mh? >> ignorò le sue lamentele mentre depositava una parte della spesa nel sotto sella -quella che poteva entrarci fino ad esplodere, si intende- e l'altra parte di fianco i manubri. Sperava di riuscire a guidare in quella maniera. Tenendo con una mano le buste nella parte più pendente cercò di mettere il caso, senza successo, ma << aspetta >> improvvisamente la voce della più piccola arrivò al suo cervello, facendola voltare. La vide farsi in avanti e magistralmente tenere entrambi i manubri senza far muovere la moto, incredibile.

<< Ma come..cioè, grazie >> disse ricordandosi della scena vista poco prima, ci avrebbe pensato dopo al perché quella piccola e timida ragazza era invece così afferrata su quello che bisognava o non bisognava fare su una moto visto che 'attenta Rainbow Dash' le disse dopo qualche secondo, 'stai salendo nel modo sbagliato'. Ed era vero! La guardò ancora una volta sconvolta e fece il giro, in modo da salire dritta e non far piegare troppo la moto altrimenti sarebbe caduto tutto, loro comprese. Riuscita a sistemarsi mise in moto partendo con un forte rombo alla volta della palestra, ma era tutto contro di loro quel giorno, forse avrebbero dovuto leggere l'oroscopo. Poco più avanti c'era stato un incidente, bisognava prendere una stradina secondaria se volevano arrivare presto al coperto. Il problema era che stradine secondarie non ce n'erano perché la palestra faceva angolo con una strada principale continua, sarebbe stato un macello arrivare da dietro. Rainbow sospirò, si sarebbero dovute fermare almeno finché non avessero finito di togliere le carcasse dalla strada, ma dove? Non vedeva nulla lì intorno, anche se vedere le risultava abbastanza difficile al momento con la pioggia che batteva contro il casco. << Fluttershy, non abbiamo alternative >> urlò alla ragazza dietro di se per farsi sentire. << Dovremmo trovare un bar, un porticato o qualsiasi cosa dove fermarci mentre aspettiamo che spiova, hai capito? >> e avendo la voce troppo bassa anche urlando la più piccola annuì attraverso lo specchietto. << Oh, guarda! >> disse poi poco dopo con la sua solita vocina, battendo sul fianco di Rainbow che ,soffrendo all'inverosimile il solletico, quasi sbandò ma riuscì a notare il piccolo bar indicatole dalla ragazza. Annuì in segno di 'ho capito' e virò a destra sfrecciando tra le macchine magistralmente ed arrivando a destinazione senza intoppi. Lasciò che scendesse la più piccola per prima che subito 'sei bravissima a guidarla' le disse, sinceramente colpita. 'Io probabilmente sarei sbandata alla prima curva' aggiunse poi poco dopo abbassando il viso imbarazzata. Era davvero imbranata, faceva solo guai con ogni cosa. Ma Rainbow le posò una mano sulla spalla, <> disse, indicando la moto con un cenno del mento e Flutttershy quasi si strozzò nel tentativo di non urlare troppo ed iniziò allora a saltellare appena battendo le piccole mani. Era un si? Molto probabilmente. In quel momento la più grande capì che le piaceva vederla sorridere, la rendeva..felice. Non disse altro e calò la cavalletta infilando le chiavi in tasca, la spesa era sicuramente al sicuro. Nessun ladro ruba degli ingredienti per torte..no? Ringraziò la piccola che le tenne la porta aperta e la seguì all'interno del bar. Era davvero piccolo, in sottofondo c'era della musica pop molto probabilmente e l'ambiente sembrava abbastanza accogliente. Non era il migliore bar della zona certo, ma nemmeno il peggiore. Dietro al bancone c'erano due ragazzi che al momento erano intenti a parlare ma appena passarono davanti a loro uno dei due si girò tutto sorridente; << buonasera ragazze >> le salutò e loro ricambiarono. Ripresero la loro ricerca di un tavolo e ne trovarono uno quasi in fondo al locale (non che fosse immenso, come già detto) per due, contro il muro. O lì o lì, decisero di sedersi. Il ragazzo che le aveva salutate poco prima le aveva seguite e appena presero posto posò due menù sul tavolo. << Ecco ragazze, ripasso tra poco >>, le due annuirono e lo guardarono andar via poi si guardarono tra di loro.

<< Fa quasi paura >> disse Rainbow facendosi di poco in avanti per farsi sentire da Fluttershy e lei ridacchiò, una risatina così bassa e dolce che la più grande dovette toccarsi il petto per assicurarsi che il proprio cuore fosse ancora lì. Accidenti, la cosa era grave. Aprì il menù, meglio buttarsi sul cibo..possibilmente dolce e con tante calorie da farla esplodere il prima possibile. Stava per decidere quando il suo telefono iniziò a squillare, era Applejack. 'Accidenti' sussurrò nella propria testa, ma rispose. << Ehi, bionda >> la voce era così squillante che sussultarono perfino le persone del tavolo accanto.

<< Rai, ma dove sei finita? >> dov'era finita. Era con Fluttershy in un bar, ma forse non era il caso di.. << ragazze, avete scelto? >> accidentiaccidentiaccidenti, dannato barista. << Chi era? Dove sei? CON CHI SEI? >> perfino il ragazzo sentì la voce tuonante e guardò la ragazza come a scusarsi ma per tutta risposta lei lo guardò in tralice, desiderando di poterlo fulminare, cosa che però non avvenne.

<< Sono in un bar lungo la strada. Sono passata dal supermercato e ho visto Fluttershy che usciva da lì carica di borse, le ho dato un passaggio ma c'è un incidente e allora.. >>

<< Va bene, va bene >> tagliò corto l'altra, << ci vediamo a casa >> poi attaccò. Rainbow rimase ancora qualche secondo con il telefono vicino l'orecchio prima di toglierlo e posarlo sul tavolo. << E' nervosa? >> le chiese Fluttershy, sentendosi già in colpa. << Per colpa mia? >> e certo che era colpa sua. Era sempre colpa sua. L'altra però scosse il capo cercando di sembrare seria. << Cosa dici, no. Cosa c'entri tu? E'..beh tu sta tranquilla >> ma la più piccola sapeva che quelle parole in realtà volevano dire 'non voglio parlarne con te' e lei non era certo una persona che insiste sulle cose, così annuì e si lasciò cadere contro lo schienale della sedia sulla quale era seduta, guardando verso il bancone per cercare il cameriere che NON avrebbe avuto il coraggio di chiamare. Rainbow sembrò capirla perché 'ehi' urlò agitando una mano, 'siamo pronte per ordinare'. Poi guardò la piccola, << cosa prendi? Ordino io per te >> disse, aggiungendoci un sorriso così sincero che Fluttershy si sciolse e rispose con un altro sorriso aggiungendo anche 'una cioccolata calda, con..con un po' di panna montata' poi si portò le mani quasi a coprire il viso sentendosi arrossire perché sapeva già che si sarebbe sporcata completamente e avrebbe fatto una brutta figura davanti ad una sua potenziale nuova amica. Quel pensiero le riscaldò il cuore solo per pochi secondi però perché subito lo spettro di Applejack fece capolino, facendole abbassare il capo verso il tavolo senza motivo. Quella ragazza le incuteva timore, era come..

<< Buonasera >> un colpo al cuore. Il fiato mozzato e sudore freddo. Si girò con uno scatto repentino verso la porta. Quella voce, oh..quella voce non l'avrebbe mai dimenticata. Pensava di essere fuggita all'incubo, pensava di essere lontana dal doversi sentire ancora in quella maniera, ma evidentemente non era la vita adatta a lei. Sentì subito le lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi ma mentre tentava di pensare a cosa fare si sentì tirare via. Si girò e vide Rainbow che le fece segno di tacere e lei lo fece, perdendo ogni segno vitale in un attimo. Sarebbe stata disposta anche a non respirare pur di salvarsi da quel mostro, e senza pensarci si strinse contro il corpo bagnato dalla pioggia della più grande e non le importava di bagnarsi di nuovo anche lei, non le importava di sembrare inopportuna, avrebbe fatto di tutto. << Ehi, dove sono le due ragazze carine che erano sedute qui? >> era il cameriere, probabilmente era venuto per l'ordine ma aveva trovato il tavolo vuoto. << Jack, le hai viste uscire? >> chiese al collega, 'no' rispose lui 'capelli arcobaleno e capelli rosa non sono difficili da veder passare non credi?'. Merda. Rainbow strinse maggiormente la più piccola che prese a tremare tra le sue braccia e molto lentamente cercando di mantenere il sangue freddo cercò di guardare oltre il muro dove c'erano le scale che portavano al bagno. Intravedette solamente Discord piegato contro il bancone, sicuramente stava chiedendo di Fluttershy. Sembrava..felice, in modo sadico. Ringhiò la più grande e spinse delicatamente la ragazza giù dalle scale. 'Va in bagno' le sussurrò, 'nasconditi lì io vengo a prenderti appena è tutto ok' e l'altra annuì ormai in lacrime scendendo lentamente le scale. A questo punto Rainbow tornò al tavolo muovendo appositamente la sedia in modo tale che il rumore si sentisse e difatti il ragazzo si girò, ridendo malvagiamente nel vederla. Doveva averla riconosciuta..

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Capitolo 10
*** Capitolo 10_ ***


Si avvicinò al suo tavolo, sedendosi senza nemmeno chiedere il permesso. << A quanto pare ci rivediamo >> aprì la conversazione, Rainbow inarcò le sopracciglia guardandolo stranita. << Di cosa parla? Chi è lei? >> disse, sperando di risultare convincente ma il ragazzi si piegò sul tavolo avvicinandosi pericolosamente al suo viso. << Dimmi dov'è Fluttershy, e non ti farò nulla >>, ma Rainbow rise in modo furbo e mosse l'indice della mano destra come a dire 'guardati intorno' e << vuoi davvero metterti a fare il gradasso qui dentro? >> poté quasi vedere le rotelle nel cervello di quel mostro ruotare finché non arrivarono ad una conclusione e lo vide sbattere il pugno contro il tavolo. << Non vincerai, lei è mia >> le disse prima di alzarsi. Guardò ora Sunset Shimmer, Rainbow, che però non la riconobbe e la salutò con una mano, divertita. Uscirono dal locale, nello stesso momento i due ragazzi sospirarono sollevato e Rainbow corse ai bagni a recuperare la ragazza che era nell'angolo accovacciata, completamente chiusa su se stessa ad uovo quasi con occhi spalancati e faccia bianca, doveva essersi spaventata a morte. Rallentò il passo, inginocchiandosi una volta vicino a lei ed allungando una mano a spostarle una ciocca rosa ricaduta sugli occhi ma la ragazza saltò allontanandosi da lei con uno scatto ed urlando 'non toccarmi, non toccarmi hai capito?'. La più grande rimase di stucco. Come poteva una persona essere così cattiva da lasciare un segno così indelebile su un altro essere umano? << Fluttershy..Shy, sono Rainbow. Discord è andato via, puoi venire su ora >> ma non sembrava volersi schiodare da quel pavimento, non sembrava voler smettere di piangere ma soprattutto, non sembrava voler essere aiutata. Tentò ancora lei ovviamente, ma tutte le volte si vide spinta via la mano. Non doveva arrendersi, era una ragazza piena di problemi e aveva bisogno d'aiuto, doveva sopportare. Ma non avrebbe sopportato in eterno così si rialzò in piedi dopo quasi un quarto d'ora e con le mani sui fianchi e la faccia arrabbiata la guardò, urlandole addosso 'ok, resta qui a marcire allora. Io me ne vado' dopo di che girò le spalle, prendendo per davvero le scale ma quando fu a metà; << Rainbow >> una vocina la chiamò. Sorrise. Tornò giù fin dentro al bagno e la guardò. << Scusami >> disse ancora lei nascondendo il viso in mezzo alle gambe strette al petto, << ho avuto tanta paura >> e riprese a piangere. A quella vista il cuore di Rainbow si strinse e sospirò accovacciandosi nuovamente ma abbracciandola stavolta e cercando per quando le era possibile, di farla sentire al sicuro. Dovette riuscirci in qualche modo perché la sentì calmarsi pian piano tra le sue braccia fino a smettere di piangere riprendendo il normale respiro ma non aveva notato lei gli occhi della più piccola sbarrarsi per un attimo, e non aveva notato nemmeno il rossore che si era momentaneamente impadronito delle sue guance solitamente rosee. Doveva essere stato un duro colpo per lei rivederlo così improvvisamente, senza preavviso. Avrebbe dovuto rivelarle che lei lo aveva già visto e che per quello l'aveva seguita? No, meglio non infierire ancora di più. Continuò in silenzio ad accarezzarle la nuca fin quando fu la più piccola a spostarla, rialzandosi lentamente in piedi. << Grazie >> le disse, asciugandosi intanto l'occhio destro con il dorso della mano e guardandola quindi con solo quello sinistro, la medesima mano era stretta al vestitino all'altezza del petto. Sembrava una bambina spaurita e la più grande piegò appena la testa di lato per guardarla, sorridendole. Le allungò la mano poi facendole segno di afferrarla, << torniamo su, dai >> disse in tono dolce facendo un passo verso di lei. L'altra annuì e timidamente prese la sua mano restando sempre con la sinistra al vestito. Sentiva il bisogno di aggrapparsi a qualcosa e quella era la cosa più familiare che conosceva, le mancava Cherilee, in quel momento come non mai. Decise che avrebbe raccontato la sua storia a Pinkie Pie, voleva cominciare una nuova vita e lo avrebbe fatto da lì, con i suoi nuovi amici.

La loro ordinazione ormai era andata persa, Rainbow acquistò qualche brioche e pagò mentre Fluttershy si perse a guardare le torte nel frigo. Erano così belle..

Si girò poi a guardare la più grande. << Ehi Rainbow, ti andrebbe una torta stasera? >> e come poteva lei dire di no? Con non poche difficoltà tornarono sulla moto, ancora pioveva per le strade della città ma ora era tutto libero ed avrebbero potuto tranquillamente raggiungere la palestra. Solo fuori la porta di quest'ultima a Fluttershy tornò in mente la telefonata con la fidanzata dell'amica e ancora quel senso di paura tornò ad impossessarsi di lei costringendola a caricarsi di tutte le buste della spesa e della torta. << Cosa fai? >> le chiese Rainbow ma non ottenne risposta. La più piccola iniziò a camminare con l'altra che le urlava da dietro di fermarsi senza ottenere nessun risultato almeno finché non le corse di fianco, afferrando due borse con la forza. Fluttershy si fermò per un momento girandosi verso di lei spaventata, come se dovesse trovarsi di fronte un rapitore, poi girò il viso in fiamme ed abbassò lo sguardo. << Scusa >> disse, << ma non voglio essere oggetto di litigi tra te e la tua ragazza >>. Rainbow rimase senza parole. Così era questo? Non poteva crederci, davvero pensava che Applejack potesse farle qualcosa? Ci pensò su. Beh, in effetti si, si era credibile. Non le rispose però ma arrabbiata prese a camminare verso l'ingresso con lei -con ancora il viso paonazzo- che le camminava di fianco guardando il pavimento sotto i suoi piedi. Ma più che avercela con lei però, si accorse di avercela con la ragazza all'interno dell'edificio. Sapeva che la più piccola era facilmente impressionabile ma nonostante questo faceva di tutto per farsi vedere in cattiva luce, e lei che le aveva comprato anche una torta!

<< Siamo noi >> urlò la ragazza per farsi sentire mentre Fluttershy tentò la fuga ma venne fermata dalla più grande che le fece un cenno di diniego con la testa, imponendole di restare lì fino all'arrivo di.. << Applejack >> che fortunatamente era ancora lì. Le si avvicinò subito per il solito bacio che l'altra ricambiò ma era nervosa, si vedeva. Guardò immediatamente Fluttershy infatti e fece per aprire bocca, forse per chiedere a lei ma Rainbow la fermò. Lei la guardò sconvolta, non se lo aspettava dalla propria donna ma si zittì seguendola quando questa la prese per un polso trascinandola via. Rimasta sola, Fluttershy ne approfittò per portare ciò che poteva in cucina per iniziare a sistemare. Si sentiva tranquilla ora, al sicuro, era nella sua nuova casa e lì nessuno le avrebbe fatto del male.....

 

<< E così è qui che sei, mia piccola Fluttershy. >> borbottò Discord dall'esterno, guardando la palestra. Un ghigno prese forma sul suo viso, ghigno che si trasformò in una vera e propria risata quando capì di averla nuovamente in pugno, e che presto sarebbe stata nuovamente sua. Le avrebbe fatto vedere cosa succede a chi cerca di allontanarsi da lui..eccome se le avrebbe fatto vedere.

 

Passò qualche giorno da quell'episodio. Applejack si era calmata, o almeno aveva tentato di farlo ma a volte scivolava su un nonnulla, e Pinkie Pie e David erano tornati. Nonostante Fluttershy avesse deciso di parlare con la ragazza non aveva ancora trovato un momento adatto -o meglio, il coraggio- per farlo. Le sembrava sempre così occupata e lei non avrebbe mai voluto disturbarla..

Era mercoledì. Quel pomeriggio avrebbero fatto la prima lezione in palestra con i famosi nuovo strumenti di cui tempo prima avevano parlato Rainbow e David, il proprietario nonché fidanzato di Pinkie. Per l'occasione fu invitata anche Fluttershy a guardare e, in caso volesse, partecipare. Non lo avrebbe fatto ovviamente, avrebbe significato spogliarsi, mostrare i lividi sulla schiena e no, non aveva nessuna voglia di farlo. Ma fato volle che fu proprio Applejack poco dopo a chiederle di partecipare e lei stava cercando di tenersela buona, non voleva avere nemici quindi dovette suo malgrado partecipare. I cinque minuti nello spogliatoio furono i più lunghi della sua vita. Per ogni pezzi di vestito che veniva giù, un nuovo ricordo doloroso affiorava nella sua mente. Come poteva essere ancora viva con quello che aveva subito? Come poteva lui essere ancora libero con quello che aveva fatto a lei ma sicuramente anche ad altre ragazze..si passò sospirando una mano sulla spalla dove aveva ancora la cicatrice di quella volta in cui le aveva lanciato il bicchiere addosso..

 

 

<< Fluttershy, perché la mia cena non è in tavola? >> dopo una lunga giornata di lavoro in pasticceria, Fluttershy avrebbe voluto solo andare a dormire senza pensare più ad altro ma Discord non era mai d'accordo. Lui saliva in casa dopo poche ore di lavoro e non faceva nulla lasciando le pulizie a lei e oltre questo, come se non bastasse, pretendeva anche la cena. Quella sera capitò un piccolo imprevisto in negozio che costrinse la ragazza a salire in ritardo e di conseguenza preparare la cena poco dopo. Non fosse mai successo. Discord iniziò a sbraitarle contro che 'come sempre devo fare tutto io', oppure 'sei una buona a nulla, non sai fare nemmeno le cose più semplici'. Quella sera però Fluttershy non resistette più. Insomma, era lei a mandare avanti tutto e doveva sentire certe cose? << Discord, la cena arriverà quando sarà pronta. Non mettermi.. >> ma non continuò mai la frase perché in quel momento un bicchiere la colpì alla spalla procurandole un profondo taglio che iniziò a sanguinare immediatamente e un attimo dopo anche il ragazzo le fu vicino e con un sonoro 'sciaff' la colpì in pieno viso facendola finire prima con la testa contro il mobile e successivamente lunga sul pavimento. << Ho detto che voglio la mia cena, ora >> ripeté il ragazzo guardandola ora dall'alto. Fece per alzare una gamba, probabilmente per darle un calcio quando la piccola lo bloccò per quanto le riuscì mormorando con voce tenue 'ok, ok te la finisco subito'

 

 

Tornata al presente sorrise tristemente ripensando a quel giorno, e a quelli a seguire. Ogni livido, ogni cicatrice era una lacrima o una nottata passata in bianco. Sarebbe mai passato tutto ciò? Indossò la tuta nonostante non volesse con tutte le proprie forze e tornò verso la palestra dove tutti stavano sicuramente aspettando solo lei. Sentì la voce di Applejack raggiungerla, 'finalmente ce l'hai fatta' disse, poi un silenzio tombale accolse la sua entrata in palestra. Alzò il viso per guardarli, e tutti stavano guardando lei Rainbow compresa, ma con un'espressione ben diversa.

<< Ok, non c'è niente da guardare qui >> la sentì poi dire girandosi a guardare gli allievi, << forza, riprendiamo >>. Rivolse allora lo sguardo all'altra ragazza che aveva anch'ella una strana espressione. Le si avvicinò. << A-Applejack, cosa..? >> ma non finì la domanda perché non appena la sua mano raggiunse la sua spalla strinse immediatamente gli occhi spaventata, urlando e scappando via terrorizzata. In un attimo Rainbow fu dalla sua ragazza, << che cosa le hai fatto, Applejack? >> le urlò, decisamente stufa di quella situazione. Ma, 'io non le ho fatto niente Rai' rispose lei, 'volevo chiederle come si era fatta quella brutta cicatrice ed ho appena allungato la mano, ma lei ha iniziato ad urlare e..' ma non sentì altro la ragazza perché corse verso lo spogliatoio. Come previsto la trovò lì, nascosta nell'angolino a piangere. Fu come un flashback per la più grande ma non ci pensò e si lasciò scivolare accanto a lei lungo il muro. << Ehi, zuccherino >> le disse, copiando la parola dalla fidanzata, << tutto bene? >>

Tirando su col naso la più piccola alzò lo sguardo e puntò gli occhi nei suoi. Scosse la testa volgendo subito dopo lo sguardo alla propria spalla sinistra e sospirando, riprendendo a piangere. Era impossibile, impossibile..non sarebbe mai passato quell'inferno. Vennero raggiunte poco dopo da Pinkie Pie che, informata da Applejack, era preoccupatissima per la nuova amica. Si era velocemente affezionata a quella ragazza minuta dai capelli rosa, non avrebbe permesso a nessuno di farle del male, mai. Ma quando entrò nello spogliatoio nemmeno lei riuscì a rimanere indifferente a quello che vide. Cicatrici, lividi, ematomi. Cosa le era successo veramente? Senza chiedere o dire nulla si aggregò alle due ragazze sul pavimento abbracciando Fluttershy, lasciando che si sfogasse contro la sua spalla. Lei e Rainbow si guardarono, la ragazza dai capelli arcobaleno annuì facendole capire di sapere, ma guardò poi la ragazza in lacrime, avrebbe raccontato lei quando si sarebbe sentita pronta. A gran sorpresa anche Applejack irruppe nello spogliatoio venendo però bloccata immediatamente da Rainbow che la spinse verso la porta. << Andiamo fuori noi, Apple >> le disse, seguendola anche lei fuori. << Ma io volevo solo.. >> tentò lei, ma l'altra non l'ascoltò. << Cosa? >> disse, << sapere come sta? Male, ecco come sta >> ma qualcosa nel tono di voce di Rainbow non era chiaro. Lei voleva solo sapere come stava la ragazza, aiutare se poteva, ma quella reazione la fece insospettire. Cosa c'era veramente sotto?

Guardò la sua ragazza dritto negli occhi, sperando di non trovarci quella verità che sospettava..

<< Rainbow, perché ti interessi così tanto di quella ragazza? >> presa in contropiede, la più grande non rispose. Aprì la bocca, forse per farlo, ma le parole non le uscirono così la richiuse, guardando Applejack ed eccola quella verità, che fece capitolare la bionda. Avrebbe voluto urlare, piangere, magari anche picchiarla ma non riuscì a fare altro che annuire. << Va bene >> disse, << ho capito tutto. Ora si spiegano anche molte cose >> disse queste ultime parole sorridendo amaramente e cercando di guardare ovunque tranne che verso quella che per lei era l'amore della sua vita. Ma era stata delusa, e forse nel modo peggiore di tutti. Da quanto tempo le piaceva quella ragazza? Sicuramente da tanto. Ricordava il loro primo incontro, cosa aveva detto? Aveva comprato la torta per il compleanno di David alla sua pasticceria. Allora..

Il suo cervello iniziò a lavorare duramente fin quasi a fumare.

Se i suoi calcoli erano esatti erano mesi che alla sua ragazza piaceva Fluttershy! Sospirò Applejack passandosi una mano sugli occhi, stanca. Era arrivata fuori e Rainbow non l'aveva nemmeno seguita. Bella considerazione..dopo tre anni passati insieme quella era la conclusione. Iniziò a dirigersi verso casa propria, sarebbe tornata in quella che condivideva con la più grande in un secondo momento, quando si sarebbe sentita meno tradita ed arrabbiata. Girato l'angolo però, successe qualcosa che non si sarebbe mai aspettata che le accadesse...

<< Applejack? Sei proprio tu? >> lei alzò il viso guardando avanti a se. Capelli biondi con ciuffo rosso, come avrebbe potuto mai dimenticarli. << Sunset Shimmer >> disse, guardando la ragazza di fronte a se negli occhi. << Da quanto tempo >>. Ma l'altra sorrise, sembrava sinceramente sorpresa e felice di vederla. La prese sotto braccio trascinandola via verso il primo bar. << Mio Dio, chi l'avrebbe mai detto! >> disse, iniziando a ridere quasi come fosse pazza. Il che era possibile, pensò la bionda. << Come stai? >> continuò l'altra. << cosa fai ora? >> la cornuta, avrebbe voluto dire. Ma alzò le spalle, guardandola appena mentre lei ordinava due caffè al cameriere. << Nulla, sono nell'impresa di famiglia >> non aggiunse altro. E poi lei sapeva che si occupavano di mele e se non lo ricordava problemi suoi. << Capisco >> rispose invece, poi si fece più avanti sul tavolino, intrecciando le mani e guardandola fisso, << e dimmi >> chiese, sembrava seria e super attenta ora. << Rainbow l'hai più sentita? >>

<< Beh.. >> cosa avrebbe potuto dirle ora? Si? No? Siamo state insieme ma l'ho appena lasciata perché a lei piace un'altra? << per..per un periodo ci siamo viste, e..sentite. Ma ora non più >> in fondo era una mezza verità, e poi chi era lei? Non aveva nessuna voglia di raccontarle i propri segreti. Arrivarono i caffè. Applejack mise nel proprio mezza bustina di zucchero di canna, troppo dolce non le piaceva e lo zucchero semolato le faceva venire la nausea. L'altra invece mise addirittura tre bustine, questo fece capire alla campagnola che non era abituata a bere caffè, proprio per nulla. Non bevve subito il proprio, restò a guardarla curiosa, voleva vedere l'espressione del suo viso quando avrebbe bevuto il primo sorso. Con sua sorpresa però non disse nulla, ma vide i suoi occhi guizzare per un attimo prima di tornare seri. Rise internamente. Sciocca ragazza, cosa voleva per davvero? << Sunset andiamo, cosa ti serve? >> disse di punto in bianco la ragazza guardandola con sospetto. Non sapeva proprio mentire. L'altra arrossì appena ma non abbastanza da far pensare ad Applejack di avere ragione. 'Niente' le disse, ma stava mentendo. 'Volevo solo sapere come stavate, tutto qui. Eravate molto legate, e allora', ma furbamente Applejack decise di non dire nulla, alzando appena le spalle. << Mi dispiace Sunset, non so proprio nulla >>. finì il caffè e si alzò, lasciandole una moneta da un euro sul tavolo. << Ora devo andare, alla prossima >> e lasciò il locale lasciando una nervosa Sunset seduta tutta sola. Ma non era sola, venne raggiunta poco dopo da un ragazzo, il suo ragazzo, che prese posto di fronte a lei. << Cosa ha detto? >> la ragazza lo guardò, ridendo appena. << Lei è furba, Discord. Di me non si fida >> rispose, finendo di bere anche lei il proprio caffè.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11_ ***


Nel tragitto verso casa Applejack ripensò agli ultimi avvenimenti. Non poteva essere, forse aveva travisato le cose ed era arrivata troppo velocemente alla conclusione. In fondo era scappata via subito senza dare il tempo all'altra di spiegarsi e non importava che non l'avesse seguita, si era comportata da sciocca. Rigirandosi nel proprio vecchio letto recuperò il cellulare dal pavimento, un vecchio Samsung malconcio. Aveva bisogno di un cellulare nuovo al più presto.. Sbloccò la tastiera ed aprì i messaggi. Digitò:

 

Destinatario: La mia atleta.

-Rainbow, sono io. Scusami per come sono scappata oggi,sarei dovuta restare e parlarne. Possiamo vederci domani?

 

Quando le arrivò il messaggio la più grande non era ancora nemmeno tornata a casa. Aveva passato la giornata in palestra per cercare di tranquillizzare la piccola Fluttershy, aiutata dall'ancor più piccola Pinkie Pie. Non era stato facile dissuaderla dal chiederle il motivo di quei lividi o di quella crisi che aveva scombussolato la giornata ma fortunatamente Rainbow ci era riuscita con la promessa che le avrebbe detto tutto, solo a lei. Ovviamente non lo avrebbe fatto, non avrebbe mai violato la privacy della piccola Fluttershy, ma era l'unico mezzo per far tacere Pinkie. Lesse il messaggio, lo lesse mentre rimboccava le coperte ad una stanca e febbricitante Fluttershy. Ne aveva passate tante, lo capiva solo adesso, ma lei non sarebbe stata in grado di aiutarla da sola, aveva bisogno dell'aiuto dei veri adulti. Quelli che di fronte a queste situazioni sanno perfettamente cosa fare, qualcuno come..

<< David, devo chiederti un favore >> lo trovò ancora in piedi, era nella sua cucina seduto al tavolo a sorseggiare un thè, o una camomilla. Non ebbe reazioni alla sua domanda, se non un 'chi è?' detto con il tono di chi la sapeva lunga. La ragazza sospirò prendendo posto di fronte a lui. << Non dovrei dirtelo >> iniziò, << sono cose sue private, ma..non posso più stare a guardare >>.

Gli raccontò così quello che sapeva, o almeno una parte. Tralasciò volutamente il fatto che quel ragazzo l'avesse minacciata non meno di qualche ora prima. Ma non per chi sa quale motivo, solo perché..si sarebbero preoccupati tutti ancora di più e non era il caso, non doveva subire altre emozioni forti Fluttershy.

Al ritorno a casa rispose al messaggio, 'Va bene, vediamoci domani. Ne riparleremo.' scrisse, cercando di non mostrarsi troppo ben disposta. Insomma, cosa le era preso all'improvviso? Prendere ed andare via così, senza una spiegazione. Ma soprattutto senza un valido motivo se non 'ti piace'. Non l'aveva lasciata parlare, avrebbe potuto spiegarle che..ma i suoi pensieri si bloccarono. Dietro di lei c'era qualcuno che la stava seguendo, sicuramente. Il suo pensiero andò in primis a Discord, voleva minacciarla ancora? Poi però pensò a Sunset. Era la sua ragazza le sembrava di aver capito, sicuramente era anche la sua aiutante. Che fossero entrambi? Ma dietro di lei non c'era nessuno così riprese a camminare ma dopo pochi passi di nuovo quella sensazione di essere pedinata la fece fermare. Era più forte ora, come se fosse proprio alle sue spalle. Cercando di non girarsi troppo guardò sulla strada notando un'ombra. Aveva ragione allora, la stavano seguendo. Riprese a camminare con passo ancora più veloce ed allo stesso modo aumentarono i passi dietro di lei fino a diventare una corsa. La preda che scappava al cacciatore. Mancò la strada di casa mentre correva e continuò a percorrere quella principale nella speranza forse di trovare un negozio aperto. Ma sembrava tutto contro di lei. Saracinesche abbassate, strade buie -e da quando avevano deciso di spegnere i lampioni?- nessuno per strada. Insomma, una vera scena da film dell'orrore e a Rainbow sarebbe anche piaciuto vederla in un cinema se non fosse che quell'orrore lo stava vivendo sulla sua pelle. Ormai non ce la faceva più a correre, era stanca dopo una giornata passata a fare ginnastica e sentì le forze nelle gambe abbandonarla pian piano. 'E' la fine' pensò, 'mi hanno presa', ma quasi come una luce alla fine del tunnel vide il bar. Il suo bar preferito di qualche anno prima aperto con tanto di tavolini all'esterno e persone sedute. Una nuova forza la avvolse aiutandola ad arrivare fin lì e rifugiarsi, finalmente, dal misterioso inseguitore.

Non avrebbe saputo dire la mattina dopo cosa esattamente l'aveva riportata a casa, stava di fatto che era lì sana e salva, senza nessun apparente segno di lotta. Lentamente si alzò dal letto riprendendo i contatti con la realtà. Come sempre andò in bagno come prima cosa lavandosi anche la faccia, una cosa basilare quando, come lei, non si riesce a tenere gli occhi aperti. Subito dopo si diresse in cucina per il caffè, il suo amato caffè. Sarebbe morta in poche ore se fosse stata costretta a vivere senza..fortunatamente non era così. Dopo il caffè c'era il tg del mattino, perché non si può iniziare una giornata senza sapere cosa accade nel mondo, no? Dopo il tg era il momento della doccia mattutina perché non c'è niente di meglio che andare a sudare profumati, ehi, poi il grande momento: l'uscita. Il sole caldo sulla faccia di prima mattina, l'aria tra i capelli e negli occhi che ti fa... BROOM BOOM oh accidenti. Corse alla finestra e come previsto stava piovendo, di nuovo. Sbuffò con le braccia incrociate al petto. Le toccava mettere la tuta pesante ora, e lei odiava quello scafandro. A passo strascicato si trascinò fino in camera spogliandosi di quello che stava indossando ed indossando la tuta detta poco prima. Dava così tanto calore che le sembrava di stare per morire ma una volta in strada si congratulò con se stessa per la scelta, faceva davvero freddo!

Arrivò senza intoppi in palestra e come prima cosa salì in casa per controllare che fosse tutto in ordine con Fluttershy. Suonò al campanello ma nessuno aprì, dov'erano finiti? Scese di nuovo di sotto per cercarli in palestra ma anche lì sembrava non ci fosse nessuno, anzi..non c'era nessuno e nemmeno gli allievi il che era decisamente strano. Iniziò a guardarsi attorno con circospezione pronta a vedere quel ragazzo o Sunset Shimmer spuntare da dietro qualche angolo per farla fuori, ma non successe.

Non spuntò nessun Discord e nessuna Sunset le saltò al collo, stava di fatto che qualcosa di strano stava succedendo, e lei si trovava nel mezzo. Poi, d'improvviso, si spensero tutte le luci facendo piombare la palestra in un semi buio. Ok, questo era decisamente troppo strano. Vide delle ombre muoversi furtivamente intorno a lei e si mise in posizione da combattimento, 'chi va la?' urlò, 'vi vedo'. Ma come ovvio che fosse non le rispose nessuno e quando tutto si zittì, qualcuno accese la luce. << Sorpresa! >> urlarono varie voci tutte insieme << buon compleanno >>. Rainbow rimase senza fiato. Cosa, cosa stava succedendo? Era il 17 settembre di già? Il suo compleanno? Si guardò intorno confusa. Gli allievi, Pinkie Pie, David, Applejack e la sorellina con le amiche perfino, poi..Fluttershy. Erano tutti lì a cantarle 'buon compleanno a te' cosa che la mise non poco in imbarazzo. Odiava quella canzoncina e odiava quando la cantavano. Faceva 23 anni insomma, non 10! però sorrise muovendo la testa a ritmo ppoi ringraziò tutto, guardandoli poi male e minacciandoli con il dito 'mi avete fatta morire, lo sapete?' disse, lasciandosi cadere seduta sul pavimento a gambe incrociate. La prima che le si avvicinò fu Applejack che 'tanto auguri' le disse, piegandosi sulle ginocchia per baciarle la guancia. La lasciò fare ma la guardò sott'occhio, quella ragazza era strana. Solo poche ore prima era scappata via come una pazza dicendole di averla tradita ed ora invece era lì, come nulla fosse. Cercò di non farci troppo caso, forse voleva solo essere calcolata andò a prendersi gli auguri dagli altri ragazzi. Quando si guardò però intorno alla ricerca di Fluttershy non la trovò, dov'era finita? Andò verso la cucina, forse stava preparando qualcosa da mangiare ma venne bloccata da Rarity, la patita della moda amica di una delle allieve della palestra. La conosceva da anni ormai ma non avrebbe mai capito il suo amore sconfinato per vestiti e abbinamenti vari. Insomma, in fondo cos'era? Un mucchio di abiti indossati dai colori simili e un po' di pittura sul viso con qualche gingillo? Non era più comodo andare in giro in tuta? Ma lei non poteva proprio parlare, era già tanto che indossava i reggiseni (non che ne avesse realmente bisogno, sia chiaro). Quel giorno la ragazza indossava una gonna a vita alta viola, come i suoi capelli che aveva tinto da poco e su aveva una magliettina di un bianco latte ornata con qualche gemma rosa e lilla. Probabilmente era fatta da lei perché, aveva sentito, faceva la sarta su commissione e pareva che gli affari le andassero anche piuttosto bene! << Ciao Rainbow, tanti auguri >> le diede i classici due baci sulle guance e le diede poi una bustina, sicuramente un regalo e a giudicare dal nome inciso su di essa era qualcosa da indossare, iniziava bene. << Ehm..ciao Rarity, ti ringrazio molto ma vedi, io ora dovrei >> ma non le lasciò il tempo di finire e se la trascinò tra la folla perché 'doveva salutare i presenti' tra i quali arrivò improvvisamente anche Twilight, sua cara amica anche se non si vedevano che sporadicamente. << Rainbow! >> urlò infatti allegra appena la vide, correndole incontro.

In cucina intanto Pinkie Pie e Fluttershy stavano ultimando la torta. Una meraviglia a due piani di cioccolato al latte e pasta di zucchero, la preferita della ragazza dai capelli arcobaleno. Mancava l'ultimo tocco, le candeline. << Ehi Pinkie >> chiese improvvisamente la ragazza dai capelli rosa, confusa sul da farsi. Era lì ferma con le candeline in mano, ma effettivamente non sapeva quante ne sarebbero servite. Quanti anni aveva Rainbow Dash? Sembrava più grande di lei ma poteva benissimo essere più piccola o magari, << ventitré >> bloccò però tutti i suoi pensieri Pinkie spuntando dal nulla al suo fianco e posando una delle tante candeline sulla torta. << Ohw, davvero? >> chiese allora Fluttershy facendole un sorriso e mettendo le altre candeline. La piccola annuì zampettando via e rimase l'altra ragazza da sola a finire la decorazione. Posata l'ultima candelina prese la forma di fulmine arcobaleno zuccherata che aveva fatto lei apposta per la ragazza, per il suo nome e perché il fulmine le dava senso di..forza, velocità. E Rainbow lo era veloce, quasi più della luce. Poi era forte, tanto da tener testa ad uno come Discord. Poggiò la decorazione al centro della torta, tra le candeline poi accese queste ultime prendendo il vassoio con entrambe le mani.

Si incamminò verso la sala più grande della palestra dove erano tutti, ma appena fuori la porta della piccola cucina una ragazza le si parò davanti. Non l'aveva mai vista ma aveva un non so che di familiare: capelli castani con una ciocca rosso fuoco. Dove l'aveva già vista? << Ciao, sei amica di Rainbow Dash? >> l'altra ridacchiò in maniera quasi ironica ed annuì. << Diciamo che è così >> rispose, allungano il viso per guardare la torta. <> continuò lei e Fluttershy fece si con la testa cercando di superarla, cosa che non le riuscì, così 'scusami' le disse, cercando di non sembrare troppo infastidita. Non voleva offenderla, 'dovrei passare' ed indicò la sala con il mento. L'altra scosse il capo e prese il vassoio dalle sue mani lanciando via la torta che si andò a sfracellare pochi secondi dopo sul pavimento. << Ma cosa.. >> Fluttershy era senza parole. Nessuno avrebbe sentito il rumore per via della musica troppo alta e di conseguenza nessuno sentì l'urlo disumano della ragazza quando 'Discord vorrebbe vederti' le disse l'altra trascinandola via. E improvvisamente si ricordò dove l'aveva vista, dalla piccola finestra della stanza in cui era rinchiusa, con Discord.

 

<< Fluttershy, ma questa tort..FLUTTERSHY? RAINBOW! >>.

 

Era sparita, sotto i suoi occhi. Lì, dove c'erano tutte quelle persone..chi poteva essere stato? Chi mancava quando è successo? Si guardò intorno, era agitata, spaventata, preoccupata, ma sembrava l'unica ad esserlo. Gli altri parlavano tra di loro, solo le sue amiche -e non- sembravano sinceramente interessate. Perfino Applejack che ora era seduta vicino a lei, << la troveremo Rai, devi stare tranquilla. Riusciremo a.. >> ma non aveva voglia di sentire quelle cose ora la ragazza. Aveva bisogno di agire. Di mettere le mani addosso a qualcuno se necessario (e sperava lo fosse). Avrebbero iniziato dalla pasticceria, non faceva quel ragazzo così stupido ma non si poteva mai sapere. Mandò però Rarity e Twilight avanti, due facce che non avevano mai visto magari sarebbe stato più facile per loro, ma non ci contava. Lei sarebbe andata con Pinkie Pie in giro nella zona in cui lei l'aveva trovata. Se magari era riuscita a scappare poteva essere tornata lì, mentre Applejack sarebbe andata alla polizia. Non era uno dei piani più geniali del mondo lo sapeva bene, ma era l'unico che avevano per il momento e dovevano farselo bastare. 'Ok, andiamo' partirono tutte in direzioni diverse dopo quelle parole, tutte con la speranza di tornare indietro con la ragazza.

 

<< Cos, dove..dove sono? Che è successo.. >> Fluttershy intanto si stava risvegliando dopo essere stata addormentata con del cloroformio appena fuori della palestra in modo da non vedere la strada intorno a lei. Appena iniziò a riprendere i sensi però le fu subito chiaro che era seduta e con le mani legate dietro la schiena. Si sentì morire, il fiato iniziò a mancarle e prese a fare dei lunghi e profondi respiri che le permettessero di sopravvivere di fronte a quello che era lo scenario di tutti i suoi incubi peggiori, solo che era la realtà. Come era potuto succedere? Ricordava di essere in cucina a fare la torta per Rainbow Dash, e poi? Che fosse stato tutto solo un sogno? Che fosse sempre rimasta prigioniera di Discord, e.. << ben svegliata, Fluttershy >>, una voce femminile. Chi poteva essere? Poi ricordò quel volto, i capelli. Ed ecco spuntare proprio lei dalle scale con un sorriso cattivo disegnato in viso ed uno strano aggeggio tra le mani. << Allora ragazza, cosa mi dici? Contenta di essere tornata in famiglia? >>, << tu chi sei? >> sputò però lei non degnandola nemmeno di una risposta, non ne valeva la pena. La ragazza di fronte a se rise con cattiveria alzando poi le spalle come a darsi delle arie e restando con le braccia incrociate al petto per dare comunque l'impressione di essere cattiva. Prese a girarle intorno senza rispondere alla sua domanda ed ignorando tutti gli sguardi che le stava lanciando la ragazza. << Dimmi, Fluttershy giusto? Beh, dimmi Fluttershy, come ci si sente a stare seduti lì, impotenti, senza potersi muovere? Non deve essere una bella sensazione suppongo. Mh, magari hai fame. O magari hai, che so, sete! >> allungò una mano dietro la sedia tirando una bottiglia d'acqua che sembrava davvero ghiacciata. A solo guardarla sentì di aver sete ma non voleva dare soddisfazioni a quella vipera così cercò di restare il più impassibile che poteva ma l'altra aprì la bottiglia versando un bicchiere e lo avvicinò alle labbra della più piccola che si sentì così assetata improvvisamente da credere quasi che stesse per morire. Si spinse leggermente in avanti per poggiare le labbra sul bicchiere ma improvvisamente quello sparì. Sentì la ragazza in piedi schioccare la lingua contrariata e scuotere poi la testa in disaccordo, avrebbe dovuto immaginarlo. << Non puoi bere tesoro >> disse, capovolgendo il bicchiere e facendo finire tutta l'acqua sul pavimento, << devi sembrare più deperita di quello che sei nelle foto, altrimenti come si fa? >>. Fluttershy aggrottò le sopracciglia confusa. Di cosa stava parlando ora? << Oh, forse tu non lo sai ancora? >> continuò 'ciocca rossa' guardandola inverosimilmente divertita. “Sapere cosa?” chiese allora non riuscendo più a trattenersi. Quasi le mancava Discord, almeno lui la picchiava e basta non la teneva anche legata! << Ma se te lo dicessi che gioco sarebbe? >> rispose, come ovvio che fosse, l'altra. Stava perdendo la pazienza, davvero, e detto da lei era abbastanza strano visto che non la perdeva quasi mai ma quella ragazza, quella ragazza davvero le tirava le cose peggiori dalle mani e dalla bocca. E perché no, forse anche dai piedi.

Dovevano trovarla, dovevano trovarla. Era l'unica cosa che riusciva a pensare Rainbow Dash. L'unica cosa che tutte riuscivano a pensare. Non potevano immaginare assolutamente di perdere così un'amica seppur nuova che fosse. Avevano imparato tutti a conoscerla in quel poco tempo ed a nessuno era indifferente, sotto molto aspetti, anche quelli che non piacevano molto a Rainbow. Ma non era tempo di gelosie, era tempo di darsi da fare. Dopo le deludenti notizie dalla pasticceria - “non c'è, qui non c'è nessuno in effetti, è un cumulo di macerie”- cercò di non abbattersi e grazie all'aiuto di Pinkie Pie riuscì a restare attenta sul da farsi e senza perdersi d'animo aumentò il passo , << forza, dove l'hai trovata? >>. Non era difficile da capire perché la ragazza stesse facendo tutto quello, ma nessuno ebbe il coraggio di aprir bocca sulla questione, soprattutto non con anche Applejack coinvolta!

Applejack che intanto era con Rarity e stavano tornando indietro verso la palestra dopo il fallimento della loro spedizione, quando << ehi, ti va un caffè? >> le chiese l'altra alzando appena le spalle. << So che non è il momento, ma se non me bevo uno subito muoio! >> e sembrava così seria che Applejack non poté proprio rifiutare. Entrarono così nel primo bar che videro e dopo aver ordinato andarono a prendere posto. << E' incredibile >> iniziò Rarity, << ci vediamo così spesso eppure non abbiamo mai parlato più di tanto, vero? >> Applejack annuì, in effetti era vero, ed era davvero bizzarro che si ritrovassero a fare amicizia perché era scomparsa una persona. Bizzarro ma anche spaventoso. << Non so nemmeno quanti anni hai >> continuò l'altra, zuccherandosi intanto il caffè. L'altra ragazza fece lo stesso, e 'ventuno' rispose distrattamente e non sentì l' 'anche io!' urlato dell'altra perché al momento era troppo impegnata a pensare a Rainbow. Dov'era, cosa stava facendo, perché si comportava così? Non lo capiva, davvero. Non poteva semplicemente fregarsene e lasciare quella ragazzina con loro? Cosa aveva a che fare con lei? Nulla. Sbuffò e Rarity bloccò il suo monologo. << Cosa succede? >> le chiese, ma non ci fu risposta. Non aveva voglia di raccontare i suoi problemi ad una perfetta estranea che sicuramente, uscita da lì, lo avrebbe raccontato ad altre mille persone. 'Non è nulla' rispose allora, bevendo il caffè con un finto sorriso stampato in viso. Odiava Fluttershy, odiava quella palestra, odiava David ed anche quella ragazza di fronte a se.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12_ ***


Odiava tutti in quel momento perché era colpa loro se ora rischiava di perdere la sua fidanzata. Si ritrovarono la sera intorno alle 20 in palestra, nessuno con delle buone notizie. Erano stanchi, sudati e molti di loro puzzavano ma nonostante questo erano turbati dal fatto d non essere riusciti a trovare nulla. In così poco tempo come potevano delle persone sparire? Almeno due perché, beh Fluttershy e il rapitore/la rapitrice. Complici togliendo, ovviamente. << Non è possibile, ci deve essere una spiegazione. DEVE essere qui vicino! >> Rainbow sembrava la più sconvolta di tutte dopo Pinkie Pie ma anche lei come i ragazzi non sapeva cos'altro fare. Era tardi ormai, il sole era calato. Non potevano far altro che tornare tutti a casa e dormirci su, magari la mattina dopo avrebbero ragionato meglio a mente fresca.

Durante il ritorno a casa Rainbow fu accompagnata oltre che da Applejack da Rarity e Twilight che -aveva appena scoperto- abitavano lì in zona. La più lontana era Applejack visto che abitava in periferia ma l'avrebbe accompagnata poi Twilight in macchina. Non parlarono molto durante e il tragitto così Rainbow ebbe modo di pensare. Non aveva raccontato a nessuno che il giorno prima era stata seguita. Anche perché non ne era proprio certa, ed era inutile allarmare ancora le persone per qualcosa di cui era sicura solo nella sua testa. Arrivate sotto il suo palazzo invitò le ragazze a salire, ma non accettarono. Era tardi per loro e il giorno dopo avrebbero lavorato/studiato e via dicendo. << Va bene, allora ci vediamo al più presto spero >> le salutò, e << cosa dici tesoro >> rispose subito Rarity << ci vedremo sicuramente ogni giorno, almeno finché non troviamo la piccola Fluttershy >>. Questo rincuorò molto la ragazza che dopo averle salutate andò a dormire decisamente più tranquilla rispetto a qualche ora prima. Quando si svegliò però, le cose non cambiarono. Fluttershy era ancora sparita, e loro erano ancora con niente in mano.

Passò un altro giorno, << i tuoi amici ormai si saranno dimenticati di te, non credi? >> ci provò ancora Sunset a farla crollare ma sembrava spinta da una forza che nemmeno lei credeva di possedere, vista la fatica che ci stava comunque mettendo a resistere a tutto quello. Ma era tutto per quella ragazza, per i suoi amici, per Pinkie Pie. Non poteva crollare, doveva farlo per loro. Lei sapeva, sentiva dentro di se che la stavano cercando. Il problema era; l'avrebbero trovata in tempo? Non avendo risposta Sunset sparì ma lei sapeva bene dove stava andando, dove andava quando lei non apriva bocca. Infatti tornò poco dopo con una corda che iniziò ad attorcigliarsi intorno alle mani. << Allora, visto che non vuoi parlare >> disse prima di metterla intorno al suo collo e stringere fino a vedere calde lacrime rigarle il viso. << Dimmi >> disse ancora Sunset << pensi che i tuoi amici sono ancora in giro a cercarti? >> e 's-si' rispose a fatica la più piccola sentendo la corda stringersi sempre più. Questo non aveva a che fare con semplice violenza e pazzia, c'era qualcosa di più grave sotto ne era certa. Doveva solo scoprire cosa.

Al terzo giorno Rainbow sperò in una qualche rivelazione divina che le rivelasse il luogo in cui tenevano nascosta la ragazza, ma questo non accadde così si ritrovò a fare ancora i conti con una mandria di ragazzi stanchi e sudati per gli esercizi e per il lungo cercare. << Rainbow, mi dispiace. Ci proveremo ancora, stiamo facendo il possibile >> se ne uscì quel pomeriggio Thunderlane, uno degli atleti più bravi anche se spesso e volentieri scappava dalle sue responsabilità. << Lo so Thunder >> gli rispose Rainbow Dash, dandogli le spalle e tornando da sola nei camerini. Tre giorni. Tre giorni non erano nemmeno così tanti tutto sommato, era il periodo di tempo necessario per considerare sparita una persona e l'unica cosa positiva che ne sarebbe venuta era che ora anche la polizia avrebbe potuto aiutarli su larga scala. Si lasciò cadere lungo il muro fino al pavimento, posò la testa sulle gambe e si portò le mani tra i capelli stringendoli appena con poca forza. 'Fluttershy, Fluttershy dove sei' sussurrò a se stessa più che a qualcuno in particolare stringendo i denti con forza per sforzarsi di non piangere. Oltre ogni sua aspettativa quando si rialzò si ritrovò davanti Pinkie Pie, Twilight e Rarity. Ognuna di loro aveva qualcosa tra le mani, qualcosa da mangiare e appena la ragazza riuscì a rimettersi in piedi le porsero tutto. Erano anche tre giorni che non mangiava nulla a parte bere un po' d'acqua quando c'era proprio il bisogno. Erano tutti dolci, cioccolata, biscotti di ogni tipo. Loro si che sapevano come prenderla! Sorrise, forse la prima volta in tre giorni, ed agguantò quelle dolcezze dalle loro mani una ad una. Diede un morso alla barretta che le aveva dato Pinkie poi la porse a lei perché la mordesse; << mangiamo insieme >> disse a lei e alle altre facendo segno di seguirla fino al piccolo cucinino dove posò tutto sul ripiano. Fece segno alle ragazze di sedersi e lo stesso fece lei prendendo ora un biscotto cioccolato e arancia. Le guardò una ad una venendo ricambiata da sei occhi preoccupati.

<< Sto bene >> disse di punto in bianco. Loro forse avevano capito, o forse no. Ma non voleva dire nulla, non era di quello che bisognava parlare ora. << E' che, è sparita qui sotto i nostri occhi. Non posso perdonarmelo facilmente, capite? >> e in parte era la verità. Ovviamente c'era dell'altro, ma a quello avrebbe pensato poi. Si presero il resto della giornata per riposarsi un po'. Le due giornate passate all'aperto erano state a dir poco stancanti, poi era venerdì sera e con tutta la gente che ci sarebbe stata in giro in ogni posto non avrebbero trovato nemmeno il famoso ago nel pagliaio. Rainbow rimase a casa quella sera, avrebbe ordinato al cinese come una brava ragazza single che si rispetti e avrebbe guardato il tg poi qualche film strappalacrime (che su di lei non avevano effetto).

Accese su uno dei canali principali, la cnn, poi andò in cucina per afferrare il cordless. Con il telefono vicino l'orecchio tornò in salotto ma proprio in quel momento,

“ […] il corpo della ragazza, privo di vita, è stato trovato a pochi metri dal bosco. Era stata rapita il 10 di Settembre, e la famiglia [...]”. Rainbow sospirò pensando di aver appena perso almeno vent'anni di vita. Per amor di Dio, le dispiaceva per quella povera ragazza e per la sua famiglia, ma era felice del fatto che non si trattasse di Fluttershy. << Fluttershy, dove sei? >> disse a bassa voce guardando ancora il televisore ed abbassando poi il volume. << Accidenti a te! >>, << pronto? Pronto come dice? Deve ordinare? >> oh che brutta figura, << ehm, mi scusi si. Vorrei... >>.

La serata si concluse in modo abbastanza tranquillo per quanto la vita della ragazza potesse essere tranquilla, e dopo essersi rimpinzata più che poteva con ravioli al vapore, sushi e spaghetti ai gamberetti si buttò sul letto a guardare Kate e Leopold, non esattamente tra i suoi film preferiti, ma pianse all'inizio, durante e dopo. Da quanto tempo non piangeva per un film? In realtà non l'aveva mai fatto, ed era sicura fosse solo per lo stress e la preoccupazione accumulata in quei giorni. Accidenti a lei, a loro, a lui. Ma poi per quale motivo prenderla? Non riusciva a capirlo, voleva picchiarla fino alla morte? Tenerla come giochino personale? Era finita tra loro, perché era finita, doveva darci un taglio! E su questa linea di pensiero arrivò il sabato mattina, la ragazza non aveva nessuna voglia di alzarsi per andare a lavoro. Si sentiva più vecchia di dieci anni e anche più grassa in realtà, colpa del sushi. O forse delle due vaschette di gelato al caffè che aveva aggiunto dopo, mentre guardava il film. Ad ogni modo era stanca e non voleva muoversi da lì, lanciò uno sguardo alla finestra ancora chiusa ma dalla quale riusciva ad intravedere qualche raggio di sole che cercava di penetrare il vetro per arrivare fino a lei. E no sole, non mi avrai! Pensò, guardandoli indietreggiare fino a sparire. Aggrottò le sopracciglia, i raggi del sole non si comportano così solitamente. E allora decise finalmente di alzarsi, o meglio sedersi in mezzo al letto. Sbadigliò e si grattò la nuca in zona frangetta -quella semi frangetta che portava- che si scompigliò, poi finalmente si decise ad alzarsi. Si sentiva le gambe pesanti come se avesse corso per una settimana senza mai fermarsi, le facevano male perfino le unghie dei piedi ma cercò di non badarci e si diresse in bagno, il cibo cinese aveva deciso di tornare in libertà e rovesciò il contenuto di ogni singola busta ordinata la sera precedente e forse anche qualcosa della mattina! Una volta finito si rialzò e lavò i denti, poi si sedette sul bordo della vasca. Doveva ammetterlo, si sentiva decisamente meglio anche se leggermente puzzolente, forse era il caso di fare una doccia..

Arrivò al bar dove lavorava, impiego riuscito a trovare solo grazie 'all'aiuto di un'amica che era amica di una ragazza che era la cugina di terzo grado della proprietaria', con un ritardo quasi pari al tempo che una persona normale ci mette ad arrivare da nord a sud di un qualsiasi paese in triciclo ma fece finta di niente con i colleghi, si cambiò e mise la divisa andando alla sua postazione, in cassa. << Buongiorno >> salutò il primo cliente come se il posto avesse appena aperto ignorando bellamente la sua faccia che sembrava volesse dirle 'ora ti faccio fuori'.

Durante la prima ora riuscì a servire tanti clienti quanti ne avrebbe serviti in due e quando arrivò mezzogiorno staccò per la sua pausa facendosi un panino ed uscendo in giardino a mangiarlo. Si sedette sulla sua solita panchina, osservando i passanti che correvano avanti e dietro per le spese o per arrivare in orario al lavoro. Diede un altro morso al panino, nessuno di loro poteva immaginare che ci fossero cose peggiori di quelle al mondo, come ad esempio la sparizione di una tua amica, sotto i tuoi stessi occhi. Sospirò e lasciò il panino sulla panchina alzandosi per tornare dentro, un caffè sarebbe stato più che sufficiente per il pranzo.

In un posto sperduto ma non troppo lontano invece, una povera ragazza di 20 anni stava disperatamente tentando di non urlare tutta la sua frustrazione per quello che stava subendo. Erano giorni che non mangiava o beveva, a parte quando le bagnavano le labbra con qualche spugna puzzolente. Sentiva che le forze la stavano abbandonando sempre di più ma non avrebbe dato a quei due la soddisfazione di vederla crollare, doveva trovare una soluzione. Qualcosa che la aiutasse a scappare, o quanto meno a farsi trovare. Dove si trovava, dov'era? Non sapeva nulla a parte che era una specie di discarica, forse una cantina, ma quanti posti così ci potevano essere in Tennessee? Tantissimi, lo sapeva. Non aveva alcuna speranza di uscire da lì, nessuno sarebbe venuto a liberarla. In realtà, per quanto ne poteva sapere avevano anche potuto lasciare tranquillamente il paese senza che lei se ne rendesse conto. Sentì dei passi e guardò verso le scale. Sicuramente era Sunset, solo lei scendeva lì sotto, ed infatti eccola lì con la solita vecchia spugna tra le mani. Magari invece del solito vomito oggi aveva un altro sapore, chi poteva dirlo. << Ti ho portato da bere >> le disse con il solito tono burbero, << bevi >>. stavolta però Fluttershy non bevve, la guardò invece ma non con cattiveria, era più pena quella che c'era nel suo sguardo, forse compassione. << Sunset, perché mi fate questo? Cosa vi ho fatto? >> la sua voce era già tremante, alla faccia di quella che voleva sembrare forte! La ragazza fece una risata di scherno in risposta, << davvero vorresti saperlo? Ma ricordi cosa ti ho detto due giorni fa? Se te lo dicessi finirebbe il mio divertimento, quindi penso che non lo farò >>. Fluttershy rimase senza parole, voleva solo capire, nient'altro. Ma senza dire altro la ragazza la lasciò nuovamente da sola, tornando su. Sulle scale si fermò, ricordando cosa era successo qualche tempo prima;

 

“ 'Sei tu Discord?' aveva viaggiato per giorni, ore, alla ricerca di quel posto. Le ci era voluto un'infinità di tempo e di bugie per riuscire a trovare quella benedetta pasticceria. Avesse saputo prima che era nella città in cui andava a scuola da ragazzina si sarebbe risparmiata un bel po' di tempo. 'Si' rispose il ragazzi di fronte a se, 'sono io. E tu saresti?'. La ragazza sorrise fiera di se stessa, aveva trovato esattamente ciò che stava cercando. Invitò il ragazzo a prendere un caffè e lui acconsentì piuttosto in fretta. Non arrivò subito al sodo lei, se lo cucinò come meglio poteva prima, avrebbe lanciato il missile poi. Iniziò da alcune notizie che aveva scoperto su di lui e sulla sua famiglia grazie al padre, gli raccontò aneddoti di cui lui non era a conoscenza e concluse con 'sei fidanzato con una certa Fluttershy?'. A quel punto il ragazzo rimase di sasso, che fosse una specie di strega? 'Tu chi sei' sbottò allora lui, innervosendosi. 'Io?' sorrise, un sorriso furbo e sicuro di se... ”

 

<< Come va giù? >> Sunset alzò le spalle, << normale, solite cose. Vuole sapere, la stronzetta >>. Discord rise poi si avvicinò alla ragazza poggiandole un braccio intorno al collo. << Su, ancora qualche giorno e poi, se tutto va secondo i nostri piani, andremo via da qui >> e lei lo voleva davvero, lasciare quel posto, tornare a casa. Ripensò a chi aveva incontrato, c'erano Applejack e Rainbow Dash che l'avevano vista con lui. Rainbow sicuramente sapeva di Discord visto che stava proteggendo Fluttershy, ma Applejack? Di tutti dovevano capitarle proprio loro due? Sperò non dicessero niente in giro a nessuno, altrimenti sarebbe stata costretta a farle fuori. Non che le dispiacesse, ma avrebbero perse del tempo prezioso! In città invece le cose non erano diverse, sempre di persone tristi si parla ma sicuramente per motivi diversi. Era ormai arrivato il pomeriggio, come d'accordo Rainbow e le altre si sarebbero trovate al bar fuori la palestra per un caffè rigeneratore prima di andare alla stazione di polizia a chiedere se ci fosse qualche novità o magari qualche indizio in più. Non si aspettavano granché davvero, ma come si dice, la speranza è l'ultima a morire. No?

Puntuali come orologi svizzeri alle 16,00 erano tutte lì, Applejack perfino che -Rainbow se ne rese conto per la prima volta da giorni- dal suo compleanno non l'aveva chiamata o avvicinata con nessuna scusa. Non le dispiaceva ma iniziava a capirla sempre meno, era decisamente una ragazza strana. E dire che lei voleva passarci la vita, ne aveva tutte le intenzioni ma forse non era semplicemente destino tra di loro, a volte va semplicemente così, senza domande.

Come sospettavano alla polizia nessuno seppe dare loro buone nuove e come i giorni precedenti decisero di operare da sole, chiamarono però anche David perché la presenza di un uomo in certe situazioni può essere davvero essenziale! Il ragazzo arrivò poco dopo a bordo della sua bellissima Range Rover nera, una di quelle macchine che a solo vederla ti fa pensare ai soldi ma David non era davvero così ricco come poteva sembrare anche se si comportava spesso da tale. A volte Rainbow ed Applejack ne avevano parlato durante la cena, per loro aveva qualche losco traffico in giro, ma lo dicevano ovviamente scherzando. Era il ragazzo più buono e generoso che avessero mai conosciuto, non avrebbe fatto del male ad una mosca a meno che non si fosse trovato messo alle strette ovvio. << Allora belle ragazze, da dove cominciamo? >> aveva sempre quell'energia e quell'allegria che ti contagiavano, non importa quanto triste fossi in quel momento. E quel giorno non fu da meno, appena arrivò cinque sorrisi si allargarono, quello di Pinkie più delle altre, e gli andarono incontro salendo nella macchina. Non c'era posto che non avevano ancora controllato, campagna che non avevano setacciato, l'unica cosa che potevano fare era tornare lì. Ancora e ancora, finché qualcosa non fosse arrivata in loro aiuto anche se non sembrava volerlo fare.

La domenica non fu differente dal giorno precedente. Giri, giri, ancora giri. Giri da soli, giri in gruppo, giri con la polizia, ma di Fluttershy nemmeno l'ombra. Rainbow iniziò a pensare che forse avevano iniziato troppo tardi con la polizia e che intanto magari erano andati con la ragazza all'estero, queste cose i rapitori le facevano vero? Cercò di non pensarci mentre seguiva Twilight tra i vari sentieri senza però riuscirci a dovere e per questo rischiò anche più di una volta di cadere. Accidenti, doveva imparare a mandare il proprio cervello in ferie in quei momenti! Alla terza 'quasi' caduta però, << ehi! C'è qualcosa qui >> si sentì urlare e improvvisamente si risvegliò scattando in avanti e sparendo dalla vista dell'amica in pochi secondi, come solo lei sapeva fare. Altro che cervello in vacanza, si disse, ora serviva tutto sveglio e pimpante e anzi, non avrebbe guastato una metà in più.

Raggiunto il posto dal quale aveva sentito partire l'urlo vide Pinkie Pie che saltellava come per farsi vedere e poco distante David, piegato, che raccoglieva qualcosa dal terreno fangoso. Con un balzo arrivò da loro e poco dopo sbucarono anche le altre tre. << Allora, cosa c'è da urlare in quella maniera? >> disse Rarity leggermente stizzita per essere stata disturbata dalla sua personale ricerca, con la sua solita voce altezzosa. << Beh, questo >> le rispose David mostrandole il pezzetto di stoffa che ora aveva tra le mani. Sembrava proprio.. << non è il colore del vestito che indossava Fluttershy il giorno che è sparita? >> diede voce lui stesso ai pensieri della ragazza, confermandoli. Allora gli strappò il pezzetto dalle mani Dash e lo osservò da ogni angolatura finché non trovò quello che stava cercando. 'Ecco' sussurrò più a se stessa che agli altri e si avvicinò la stoffa al naso annusandola e spiegazzando poi il tessuto. Avvicinò la stoffa al naso di Pinkie. << Cos'è? >> le chiese, pensando -sperando in realtà- di sbagliarsi. << Questo qui a me sembra sangue >> rispose subito lei ormai seria e non più sorridente come al solito. Appunto, sangue. Le altre sospirarono poi si guardarono, David compreso. Tutti pensavano la stessa cosa in quel momento; non può essere morta. Ma nessuno sembrava realmente convinto di questo. Non avendo più nulla da fare lì decisero di tornare verso la macchina ma dopo pochi passi qualcosa catturò l'attenzione di Dash. << Cos'è stato? >> chiese agli altri, che però non avevano sentito nulla.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13_ ***


Senza dire nulla allora tornò indietro ed immediatamente David si lanciò al suo inseguimento seguito a ruota da Pinkie. << Dash! Dash cosa stai facendo? >> ma la ragazza non rispose e continuò a correre fin quando arrivò in una radura abbandonata. Alberi spogli, morti, con rami spezzati. C'era di tutto. Ora prese a camminare con calma sperando di non farsi sentire, non sapeva dire il perché ma quel posto le metteva i brividi. Un rumore improvviso la fece sobbalzare e solo in quel momento si accorse che al centro della radura, tra l'erba alta e fitta nonché morta, stava in piedi una struttura in legno che non aveva mai visto. Sembrava un carretto con delle enormi ruote ai lati unite da una sbarra di ferro. Davanti un'asse di legno poggiava a terra, forse tempi indietro era stato usato per trasportare carichi pesanti con mucche o cavalli. Ma dove era finita? Ci viveva qualcuno lì? Si guardò intorno ora incuriosita dalla zona e poco più avanti notò una casa. Meglio, una catapecchia, in legno che somigliava ad un piccolo granaio data la grandezza della porta. Di lato una tenda improvvisata copriva un pezzo di terreno che così era tenuto in ombra e lì, ferme da chi sa quanto tempo, se ne stavano due biciclette senza ruote. La voce di David che la chiamava a squarciagola la riportò alla realtà e senza fare un altro passo si girò, raggiungendo lui e Pinkie che l'avevano ormai quasi da lei.

Lungo la via del ritorno però Rainbow non smise di pensare un secondo a ciò che aveva visto. E c'era anche altro che non le quadrava, ma non lo disse per evitare liti inutili e senza fine. Ci sarebbe tornata, sarebbe tornata in quel posto a qualunque costo! Ma stavolta da sola perché era sicura che lì c'era qualcosa, se lo sentiva. Intuito? O semplice voglia di ritrovare al più presto la ragazza? Nessuno degli altri sembrava essere del suo stesso parere però, e come potevano, loro non conoscevano la storia. Non conoscevano Fluttershy bene come la conosceva lei. Che poi a pensarci, la conosceva davvero così bene? Qual'era il suo cognome? Il colore preferito? Aveva una pasticceria e amava i dolci, ma il suo preferito? La sua vita prima di Discord com'era? Ma soprattutto, i genitori? No, non la conosceva affatto e se ne rendeva conto solo ora. A stento ascoltò Applejack parlare e passò il resto del viaggio di ritorno assorta tra i suoi pensieri popolati da quella ragazzina dai capelli come lo zucchero filato. Rarity dovette accorgersi che qualcosa non andava con Rainbow Dash e rimase tutto il tempo a guardarla come se dovesse esplodere o sparire da un momento all'altro. Anche Pinkie aveva notato qualcosa ma al contrario di Rarity cercò di tenere un'atmosfera quanto meno allegra in macchina. Accese lo stereo, “Bright Ligths” dei 30Second to Mars iniziò a riecheggiare nell'abitacolo ma la ragazza dai capelli arcobaleno non diede segni di vita nonostante si trattasse del suo gruppo e della sua canzone preferita.

 

I've been dreaming of things yet to come
Living, learning, watching, burning
Eyes on the sun
 

iniziò a cantare Jared Leto e Rainbow sentì quelle parole, rivedendocisi anche se non del tutto. Insomma, si sa che nei momenti tristi ogni canzone sembra cantare della nostra vita ed era esattamente quello che stava succedendo alla nostra ragazza.

 

I'm leaving, gone yesterday
Brutal, laughing, fighting, fucking
The price I had to pay

 

Bright lights, big city
She dreams of love”


 

continuava la canzone e ancora lei si sentì protagonista, soprattutto riguardo la parte del prezzo da pagare. Questo era quello che doveva pagare lei per non aver prestato più attenzione ai segni che presagivano il rapimento della ragazza? Sempre che ce ne fossero stati pensò poi, sospirando con la fronte poggiata al vetro della macchina. La canzone continuò ancora ma quando era quasi alla fine una brusca frenata della macchina la fece risvegliare dal torpore oltre che farla andare a sbattere con la testa contro il sediolino. << Ahi, David. Cosa fai? >> spostò il viso verso sinistra e guardò avanti. Di fronte a lei il davanti di un camion fermo a guardarla come a volerla schernire per ciò che stava passando. Guardò le altre, bianche cadaveriche e avanti Pinkie con ancora le mani sul volante a guardare il suo ragazzo in cagnesco. Era merito suo? Ma soprattutto, era così assorta da non capire nulla? Stava per rimanerci secca, stavano per farlo tutti, e lei era persa nei propri pensieri. Perfino lo stereo si era zittito ed un improvviso odore acre riempì la macchina, la brusca frenata doveva aver bruciato le gomme. C'era un silenzio spaventoso poi, dal camion uscì una signora. Barcollò mentre si avvicinava alla macchina ed una volta lì si poggiò sul vetro dalla parte di David. << Ragazzi vi prego di scusarmi, non so cosa mi sia preso. Stavo pensando ad altro, e stavo per >>, ma David la bloccò. << Non si preoccupi >> le disse, << stiamo tutti bene e lei non si è fatta male. E' tutto tranquillo >> concluse così. La signora si rimise dritta e fece una sottospecie di inchino prima di risalire sul suo mezzo e partire, tornando per la sua strada. Ancora nessuno aveva parlato a parte lui, tutte troppo spaventate per farlo. Non si era accorta nel trambusto Rainbow, che Applejack le aveva preso la mano ed ora la teneva stretta. doveva aver avuto molta paura. La guardò poi le strinse la mano a propria volta, anche lei aveva avuto la sua dose di adrenalina anche se minima, e la vicinanza con le persone che più conoscevano era quello di cui avevano bisogno entrambe ora. Continuarono così il loro viaggio ma fu solo quando arrivarono sotto casa della più grande del gruppo, Rainbow Dash, che Rarity la bloccò afferrandole un braccio. << Scusa la franchezza, posso salire da te? >>, guardò gli altri andare via per accompagnare Twilight di casa poco più avanti mentre annuiva all'amica. Non capì come mai la ragazza si stesse comportando a quella maniera e per un attimo pensò sapesse qualcosa che loro non sapevano e voleva parlarne solo con lei perché magari aveva intuito qualcosa che non la faceva stare tranquilla. O magari voleva sapere cosa pensava di Fluttershy, o ancora..ma si bloccò. Ancora una volta i suoi pensieri avevano avuto la meglio e si erano dirottati verso la ragazzina. Proprio non poteva fare a meno di pensarla.

Una volta in casa si offrì di prepararle un tè caldo ma Rarity rifiutò gentilmente prendendo posto sulla poltrona accanto al divano. Incrociò le gambe e le mani su esse poi girò leggermente il viso sulla destra in modo da riuscire a guardare la ragazza. << Perdona la domanda poco aggraziata, ma tu ed Applejack state o stavate, insieme? >>. Rainbow davvero, tutto si aspettava tranne questo. Aveva preso l'acqua dal frigo e due bicchieri che per poco non le caddero da mano. Lentamente annuì avvicinandosi e posando ogni cosa sul tavolino sedendosi sul divano. << Si >> disse poi una volta preso posto sulla superficie morbida, << stavamo insieme, perché? >> non capiva cosa potesse volere lei da loro due. Non aveva a che fare con Fluttershy comunque quel discorso a quanto pareva e un po' questo deluse la ragazza che ormai cercava un piccolo barlume di speranza in ogni cosa.

 

<< Anche ora che sei legata a quella sedia, più ti guardo più sembri così, come dire, inutile >> quella faccenda stava diventando una vera agonia per la piccola Fluttershy. A soli 19 anni e mezzo, quasi venti, non si potevano passare determinate cose senza poi portarne i segni per il resto della vita e tutto quello, la piccola ragazza, non l'avrebbe probabilmente mai superato se ne fosse uscita viva. Le forze però la stavano abbandonando sempre di più, non le davano da mangiare che una volta ogni quanto si ricordavano di farlo e da bere ancora meno. Era lì solo da pochi giorni ma a lei, oh, a lei sembrava un'eternità. Una sera, probabilmente il terzo giorno, si ritrovò a pregare lei che non era nemmeno cattolica. O meglio lo era, ma in un modo tutto suo. Chiese aiuto anche lassù dove tutti i desideri sembrano avverarsi, quelli degli altri però. Arrivata la domenica -lo scoprì solo perché li sentì parlare di andare o no a pranzo da qualche parte-, iniziò a perdere ogni speranza. Guardando in faccia la realtà, era lì da almeno cinque giorni se non di più. Certo non voleva dire nulla, a volte le persone venivano trovate dopo anni, ma non nelle condizioni in cui era lei, ridotta senza cibo e acqua. Di questo passo, sarebbe morta presto. Il solo pensiero la riempì di paura e senza preavviso iniziò a respirare in modo irregolare. Di più, sempre di più. Ma nessuno l'avrebbe sentita.

<< Discord, dobbiamo decidere cosa fare con m..con, quella >> Sunset non ne poteva più. Quella cosa stava diventando estremamente scocciante nonché difficile da gestire. Quella mattina erano stati sul punto di farsi scoprire, e se la prossima volta avrebbero portato la polizia? Non potevano spostarsi troppo, sapevano che la zona era assediata da polizia e semplici cittadini che stavano cercando la ragazza. No, avrebbero dovuto trovare una soluzione diversa ma che comunque permettesse loro di poter andare via da lì senza intaccare nel minimo problema. Sarebbe servito un miracolo, ma nel frattempo che aspettavano bisognava tenere sott'occhio la ragazzina dabbasso. Scese nuovamente Sunset questa volta, e meno male. La trovò bianca cadaverica stesa -per quanto poteva stare stesa essendo legata ad una sedia-, che faticava a respirare. A primo acchito si spaventò, come avrebbe spiegato alla sua famiglia che aveva ammazzato quella ragazza? No, bisognava salvarla, almeno per il momento. Si inginocchiò di fianco a lei poggiandole una mano sulla fronte. << Cos'hai, Fluttershy? Cosa succede? >> non rispose e continuò a tossire. Ancora, ancora, fino a quando dalla sua bocca iniziò ad uscire della schiuma bianca. La ragazza entrò in panico. Era sicuramente un attacco di qualcosa, ma di cosa? Dalle sue ricerche non era uscito nulla riguardo una qualche malattia o simili, poteva essere una cosa nuova? Da cosa era stata causata? Si guardò intorno come se la soluzione potesse comparirle avanti all'improvviso ma così non fu, allora decise che l'avrebbe slegata almeno da lasciarla un po' più libera di poter respirare. Tolse le corse ai polsi, notando quanto fossero rigati ed arrossati, quasi da fermare il sangue. Che fosse la causa di quello strano fenomeno? Dopo averla slegata la aiutò a rimettersi seduta e mentre la più piccola si sistemava con quelle poche forze che le rimanevano lei tornò su per cercare qualcosa di commestibile da farle mangiare.

Arrivata in cima alle scale però trovò Discord che stava pulendo la lama di un coltello che lei non aveva mai visto, cosa voleva farci con quello? << Allora, cosa è appena successo laggiù? >> il modo in cui disse quella frase fece gelare il sangue nel corpo della ragazza. In un primo momento avrebbe voluto rimanere in silenzio e lasciar perdere, ma dovevano salvare quella ragazza ad ogni costo. Ne andava della loro stessa sicurezza! << Discord, sta male. Sta davvero male, potrebbe morire! >> disse con tono allarmato, ma 'e allora?' rispose lui con tutta la calma del mondo, 'non capisco perché ti dai tanto da fare per lei'. Poi si decise finalmente a guardarla e un leggero sorrisino ironico comparve sul suo volto. << Non sarà che quasi quasi ti.. >> iniziò, ma 'DISCORD. NON DEVI DIRE UNA PAROLA RIGUARDO QUELLA QUESTIONE. AVEVAMO CHIARITO QUESTO PUNTO, NON PARLARNE! >> urlò l'altra e a questo punto il ragazzo rise di gusto, capendo di aver ragione. << Avrei dovuto aspettarmelo, doveva succedere prima o poi. La paura fa uscire il peggio delle persone, non credi? >> ed ora cos'era quel discorso? La ragazza lo guardò, era nervosa e aveva le mani strette a pugno lungo il corpo che tremava insieme a loro. Perché diceva quello? Dove voleva arrivare? << Cosa vorresti dire con questo? >> gli chiese allora, ma lui si strinse nelle spalle. << Chissà >> disse, << magari tanto, magari nulla >>. Lo odiava quando si comportava in quella maniera, così da bambino, ma non poteva dirgli gran che, avrebbe fatto una brutta fine lei insieme a Fluttershy. Aveva capito che tipo era ormai.

Così rimase in silenzio non lasciando perdere però il fattore cibo. Trovò dei biscotti probabilmente vecchi di mesi, nel mobile. Li prese e se li portò di sotto insieme ad un bicchiere d'acqua. Trovò Fluttershy ancora seduta che respirava a fatica massaggiandosi intanto i polsi. Quanto doveva far male? Agitò la busta per farsi sentire e subito l'altra alzò la testa spaventata, tirandosi un po' indietro sulla sedia e stringendosi le mani al corpo. << No >> disse Sunset, << non essere così spaventata. Ti ho portato da mangiare >>. Ma Fluttershy come poteva fidarsi di una dei suoi rapitori? Si passò la lingua sulle labbra cercando un modo per bagnarsele e non le rispose, non si mosse nemmeno quando effettivamente le lasciò la busta vicino con un bicchiere d'acqua. Doveva esserci il trucco, per forza. L'acqua o i biscotti erano avvelenati, vero? Guardò entrambe le cose, poi Sunset, poi ancora le cose accanto a lei. Decise di mettere da parte le sue paure e cercare di fidarsi. Istinto di sopravvivenza, no? Introdusse una mano nella busta afferrando un biscotto. Lo morse, 'è un po' vecchio' sentì dalla ragazza, era vero. Lo masticò a fatica ma dopo tanti giorni per lei era comunque la cosa più buona del mondo. A metà biscotto prese anche l'acqua che bevve in pochi secondi. Riusciva già a sentire il corpo prendere un po' più di energia. Mosse il capo quando vide la ragazza sparire e tornare poco dopo con altra acqua che anche finì subito. << Grazie >> riuscì a sussurrare tre biscotti e dieci bicchieri d'acqua dopo. 'Prego' rispose Sunset non aggiungendo altro, non avrebbe comunque saputo cosa dire. Silenzio. E ora? Fluttershy si guardò intorno, era la prima volta che guardava bene quel posto e non era nemmeno così tanto male in fin dei conti. Certo era tutto un po' vecchio, abbandonato, decadente. Ma non poteva mica aspettarsi di essere rapita e portata in una stanza di un qualche Hilton hotel, no? Diciamo che era anche abbastanza pulito ed ordinato, visto a cosa era adibito. << È..casa tua? >> stava tentando di fare conversazione la piccola Fluttershy ma Sunset non sembrava in vena visto che 'mh' rispose, non aggiungendo altro e facendole capire di non voler parlare oltre. Ma Fluttershy non si lasciò scoraggiare. Quella ragazza, Sunset, le sembrava piuttosto tranquilla in confronto a Discord ma le faceva comunque paura quanto lui quindi in ogni caso andava con molta cautela. << Come, come hai conosciuto Discord? >> le chiese dopo qualche altro secondo di silenzio. Ancora una volta lei non rispose e la più piccola iniziò a spazientirsi ma provò con qualcosa di più leggero, 'posso alzarmi un po'?' e stavolta la vide annuire così, seppur a fatica, si alzò in piedi cercando anche -con le poche forze che ormai aveva- di fare qualche passo. Riuscì a farne tre prima di cadere e andare a sbattere contro un pannello poggiato contro il muro. << Ahi >> mormorò, massaggiandosi la fronte. Non bastava il dolore fisico che già sentiva, no, ci voleva anche quello ovviamente! Sentì una risatina sbuffata e si voltò verso la ragazza, << ti sembra divertente? >> le disse un po' scocciata ma poi lasciò perdere, che stesse tentando di avvicinarsi a lei? Tentò la carta della calma ma quello che disse lei poco dopo la fece ricredere. << Ascolta >> iniziò, << io non voglio esserti amica. Chiaro? Non mi importa se vivi o muori, ma per il momento è meglio se cerchi di restare il più sana possibile >>. Rimase di sasso, si era lasciata prendere dall'euforia e si era già immaginata loro due fuori da li in qualche bar. Invece no, come tutti gli altri anche lei non poteva sopportarla e voleva togliersela dai piedi il prima possibile. Come Discord, come la madre, come Rainbow Dash che non era ancora lì e voleva dire solo una cosa. Stava meglio senza di lei con i suoi amici e la sua ragazza. Ma Rainbow Dash non stava bene così, anzi. La mancanza della piccola Fluttershy la sentiva sempre di più e molto probabilmente anche più degli altri. Era a casa ora, finalmente da sola. Si era spogliata e dopo una lunga doccia calda rilassante aveva deciso di sdraiarsi sul divano ed abbuffarsi di gelato al cioccolato. Nemmeno le piaceva più di tanto in realtà, ma ne sentiva davvero il bisogno in quel momento. Un'altra giornata gettata all'aria, ancora nessun miglioramento. Ripensò poi mentre mangiava a quello che le aveva detto poco prima Rarity. Era seria, o forse lo aveva detto per farla reagire? Non lo sapeva e probabilmente non lo avrebbe mai saputo.

"Io voglio stare vicina ad Applejack".

Quelle parole le sarebbero risuonate nella testa per sempre sicuramente, ma lei come si sentiva al riguardo? Felice perché qualcuno si interessava di lei per come meritava? Frustrata perché in realtà provava ancora qualcosa? E Fluttershy allora, cos'era per lei realmente? Sbuffò e lanciò il cucchiaio nella scodella di gelato finita per due quarti e la poggiò, sbattendola, sul comodino al proprio fianco. Odiava tutto quello, odiava quella situazione, odiava chi ce l'aveva messa, odiava tutto e tutti. Ma più di tutto questo, odiava se stessa, perché dentro di se era perfettamente a conoscenza di quello che voleva solo, solo non voleva dirlo. E si addormentò così, sul divano, con ancora la vaschetta di gelato -ormai completamente sciolta- di fianco a lei. La sveglia iniziò a suonare alle 8 in unto, era ora di andare in palestra per la prima lezione della giornata ma davvero, lei non ne aveva nessuna voglia. A pro di cosa andare lì se non avrebbe trovato il solito odore di torta appena sfornata? A che pro andare se non avrebbe sentito per l'ennesima mattina quel 'ciao Rainbow Dash' sussurrato da quella vocina tenue? Sospirò. In ogni caso doveva andarci, o David l'avrebbe licenziata e così si alzò. Guardandosi allo specchio si rese conto dello stato catatonico in cui era caduta sembrava un cadavere lasciato a marcire al sole. Una doccia, ecco cosa le ci voleva. Una sana colazione ed anche qualcosa per svagare la mente.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14_ ***


Si, poteva farcela, assolutamente! Prese la sua vecchia fidata moto per andare quella mattina, già il ritardo era stratosferico. I semafori, ovviamente tutti rossi, non sembravano dalla sua parte ma in un modo veramente bastardo. Ad ogni alt c'era sempre qualcosa o qualcuno, che le portava alla mente la più piccola. Sembrava fatto apposta, un orrendo scherzo del destino. Un destino che spesso e volentieri la ragazza non capiva. Insomma, non era stato forse il destino a farla entrare quel giorno in pasticceria? E ancora, non era stato sempre lui a far scappare via la ragazza e a farla trovare proprio da Pinkie Pie? Andiamo, sembrava tutto calcolato ma ora, ora non ci capiva più nulla. Lei non c'era, non sapeva dove cercarla non sapeva più chi chiamare. Perfino la guardia forestale ci aveva provato, i vigili del fuoco, ma nulla. Era come volatilizzata e sui voli internazionali non c'era nessuno strano movimento, niente capelli rosa a lasciare il paese. E se l'avessero tinta per poterlo fare? No, non l'avrebbero potuto fare. Ma se.. << oh andiamo, ora basta! >> urlò a se stessa ripartendo a semaforo verde ed ignorando le occhiatacce che le stavano lanciando i pedoni. Deve essere sembrata loro pazza, e allora? Lo stava diventando senza ombra di dubbio, ma non poteva fermarlo. Con una sgommata arrivò fuori l'ingresso della palestra dove trovò Applejack impegnata in una conversazione al telefono. Le passò di fianco dopo aver parcheggiato e la salutò con la mano, poi le avrebbe dovuto parlare per bene. Entrata trovò la sala già piena di ragazzi tutti pronti per qualche esercizio ma non fu quello a farla scattare.

L'odore, c'era odore di torta. Fece una corsa in cucina come mai aveva fatto in vita sua, 'Fluttershy, Fluttershy sei tornata' pensò lungo il corridoio ma una volta lì trovò solamente David che assaggiava l'ultima creazione di Pinkie Pie. << Buongiorno Rainbow Dash, che muso lungo che hai oggi. Dormito male? Vuoi una torta? >> scosse il capo lei facendo così muovere le ciocche arcobaleno. Quelle stesse ciocche se le portò dietro le orecchie poco dopo raccogliendole poi in una coda alta. Un'altra giornata stava per iniziare e lei doveva darsi una mossa. Con un gesto della mano salutò i due ragazzi lasciando la piccola cucina per andare negli spogliatoi a cambiarsi, ma prima di entrare, << Rainbow? >> si sentì chiamare. Girandosi trovò la sua ex ragazza di fronte a se in tutta la sua..biondaggine? Potremmo definirla così, si. Ad ogni modo, Applejack era lì che la guardava con le mani intrecciate tra loro. Sembrava sul punto di scoppiare o piangere o scappare via, che fosse successo qualcosa a sua nonna? << Cosa succede Jackie? Tua nonna sta poco.. >> ma lei la bloccò scuotendo il capo in segno di diniego. Se non era quello allora cosa poteva essere? Rimase in silenzio a guardarla aspettando una qualche sua reazione o una parola che non arrivò, allora 'dimmi allora' la incoraggiò e la ragazza prese un respiro profondo. << Ero, ero a telefono con..con Rarity >>. A questo punto la più grande avrebbe dovuto avere una qualche reazione, no? Gelosia, semplicemente arrabbiata o qualcosa di simile, ma nulla. Nel vero senso della parole. Come fosse sua sorella e allora sorrise, capendo ormai appieno i propri sentimenti. Afferrò la mano della sua decisamente ex ragazza e la strinse sorridendole in modo sincero. << Escici, diventa sua amica. La sua migliore amica! E poi anche la sua ragazza, magari. Sono sincera Jackie, ti vorrò sempre bene io in ogni caso, ma credo..sia meglio così >>.

Fu l'altra a rimanerci un po' male, forse si aspettava un minimo di interesse in più da parte dell'altra anche se dentro di se sapeva che avrebbe reagito in quella maniera. Tutta colpa di..no, non doveva incolpare la povera Fluttershy che chissà dove si trovava al momento. La colpa era la sua, non era stata in grado di tenersi la fidanzata e così lei si era presa una cotta per un'altra persona. Magari sarebbe andata bene tra di loro, magari erano anime gemelle per davvero! Magari non sarebbe successo nulla invece, ma questo lei non poteva dirlo. Si sforzò di sorriderle in risposta ed annuì, << si, lo farò. Grazie Rainbow >> le disse, ma in realtà avrebbe solo voluto che la ragazza l'avesse fermata sulla porta così, giusto per non farla sentire ancora più male di quanto non stava ma non accadde. Al contrario un lungo silenzio accompagnò il suo ingresso nell'edificio -che poi, perché ci andava ancora?- salutato una volta dentro da un esuberante 'ciao Applejack!' di Pinkie.

Ah, Pinkie, meno male che ne esisteva almeno una al mondo! << Pinkie Pie, ciao >> la salutò, ben contenta di vederla in quel momento. << Cosa ci fai qui? Pensavo non saresti più venuta >> già, lo pensava anche lei. Ma allora perché continuava a girare in quella zona? Si girò verso la porta d'ingresso poi tornò a guardare la ragazza dai capelli rosa e si strinse nella spalle. << Volevo salutarti >> le mentì, ma lei sorrise ed iniziò a saltellare felice. Avrebbe tenuto quella versione allora. Vennero raggiunte poco dopo da Rainbow Dash che 'inizio la lezione' avvisò loro sparendo subito dopo e chiudendosi la porta alle spalle. I ragazzi non avevano bisogno di quel tipo di distrazioni, dovevano perderlo il grasso non prenderlo! La prima mezz'ora fu abbastanza tranquilla, poi iniziò il caos. Chi si urtava, chi cadeva, lei che non ricordava bene i passi da fare e causava tutto quello. Insomma, una vera catastrofe. La seconda parte della lezione iniziò in ritardo a causa del trambusto ed in quel lasso di tempo che passò tra le due lezioni arrivarono Twilight e Rarity a vedere come andavano le cose. La prima era stata 'promossa' a capo squadra delle ricerche e si era trovata una stanzetta all'interno della palestra che aveva adibito a studio nella quale entrava solo ed esclusivamente lei e dove teneva bene in vista le carte dei luoghi visitati, quelli da visitare, un po' di tutto per farla breve. Aveva anche i suoi libri dell'università in realtà e il più delle volte l'avevano trovata nascosta in qualche angolino a studiare. Aveva già due lauree, in comunicazione ed in ragioneria ma non ne aveva ancora abbastanza. 'Me ne serve una in storia' diceva sempre. 'Voglio essere istruita nella maggior parte delle cose'. E lei avrebbe potuto farcela, certo, era abbastanza intelligente da prendere tutte le lauree possibili ed immaginabili, e poi aveva la voglia, quella che a molti mancava Rainbow Dash in testa. << Ciao ragazze >> disse proprio quest'ultima agitando una mano in direzione delle due, << come mai qui? >>. Rarity alzò le spalle poi si avvicinò per salutare la più grande con due baci sulle guance come di consueto. Lo stesso fece Twilight poi si spostarono per salutare Applejack e Pinkie che stavano uscendo proprio in quel momento dalla cucina. L'ultima aveva messo sotto 'assedio' la povera ragazza con torte e tortini vari che aveva preparato e infatti avevano entrambe le labbra sporche di glassa e creme di ogni colore possibile dato dalle miscele inventate dalla più piccola. << Ciao ragazze, siete di colazione? >> chiese Twilight ridacchiando e salutando entrambe. Pinkie annuì subito felice mentre Applejack lo fece con un po' meno entusiasmo, non abituata a mangiare tanto quanto lei. << Oh, non stare a sentire lei! >> sbottò subito Pinkie Pie parandosi avanti la bionda in piena crisi esistenziale sul vomitare o sul semplice ruttare, << volete un pezzo di torta con la panna? >> tentò anche le altre due sorridendo alla fine con un misto di dolcezza e tentazione. << Mah >> iniziò Rarity, << non credo che >> ma venne bloccata dall'altra che 'andiamo, Rarity! Non abbiamo fatto colazione oggi' le ricordò e la più piccola trotterellò immediatamente verso la cucina lasciando le ragazze lì a guardarsi un po' sconcertate. << Io la mangio, devo studiare tutta la mattina >> aggiunse sempre Twilight poco dopo stringendosi nelle spalle e andando verso la cucina per controllare la ragazza. Rimaste sole, le altre tre non sapevano cosa fare. La prima ad andare via fu Rainbow Dash, "devo iniziare la lezione", fu la sua scusa. Rimasero Applejack e Rarity.

La seconda si avvicinò alla bionda ed alzò la mano in segno di saluto. << Come va? >> le chiese, << bene >> rispose lei con poca loquacità. Aggrottò le sopracciglia Rarity non sicura se si stesse comportando così per via di Rainbow Dash o perché era davvero una giornata no per lei. << Ohw, capisco >> aggiunse allora poco dopo iniziando a guardarsi intorno. << Beh, ti va di fare un giretto? Magari anche solo qui fuori >> provò lei per portarla via da quel posto più che per altri motivi, perché poteva capire quanto male potesse farle vedere la ragazza che amava fare tutto tranne che guardare lei. La ragazza però scosse il capo e senza aggiungere una parola le diede le spalle allontanandosi fino a sparire dietro la porta che portava all'abitazione del proprietario. L'altra sospirò, era andato decisamente male come primo approccio. Non la seguì, andò invece anche lei in cucina dove trovò le altre due ragazze impegnate in una fitta conversazione su torte e affini. "No, per il cake design bisogna studiare. Non si diventa bravi dalla sera alla mattina!" stava dicendo Twilight, mentre "cosa dici?" ribatteva Pinkie Pie, "io so fare ogni cosa e non ho mai studiato". Ed era vero, riusciva a creare cose non solo buonissime ma straordinarie da un semplice pezzo di pan di spagna. Forse era solo un talento che aveva, quello di riuscire a far felici le persone con poco. Lei non ci capiva nulla ad esempio, con una stoffa in mano era in grado di fare un intero armadio di abiti, ma con le torte era tutta un'altra cosa. Si sedette comunque attorno al tavolo con loro iniziando ad assaggiare ogni cosa riuscisse ad afferrare. Da biscotti a piccoli cupcake, da meringhe a tortine vere e proprie. Era tutto buonissimo, si sentiva la mano di Pinkie in ogni morso! << Ora a chi va qualcosa da bere? >> propose proprio lei poco dopo mettendo già la moka sul fuoco, con tutta quella gente serviva caffè in abbondanza del resto.

Caffè, torte, cibo su cibo. A Fluttershy mancava da morire tutto quello, perfino quella chiacchierona di Pinkie Pie! Sorrise al pensiero della ragazza, immaginandosela mentre zampetta in cucina provando sempre nuove ricette. Una vera forza della natura, era stata fortunata ad incontrarla quel giorno, peccato però che le cose si fossero poi messe in quel modo come dire, scomodo. Stava meglio ora rispetto al giorno prima fortunatamente, quei biscotti e l'acqua l'avevano rimessa al mondo, ma era ancora lì. Sola, con nessuno con cui parlare e i suoi amici cagnolini che vivevano nei dintorni della palestra, abbandonati, le mancavano da morire. Aveva deciso che se sarebbe uscita viva da lì li avrebbe presi tutti con se! In una casa sua ovviamente, non voleva più vivere sulle spalle degli altri. Ma loro non le avrebbero permesso di scappare, non di nuovo. Era stata fortunata una volta, la seconda sarebbe stato un miracolo! Che ore erano? Mattina, pomeriggio, guardò fuori dalla finestra e il sole era ben alto nel cielo. Poteva essere mattina, magari ora di pranzo. Era dalla sera prima che nessuno scendeva da lei e di conseguenza non aveva ancora mangiato o bevuto nulla, nemmeno le solite schifezze che le propinavano sempre per colazione. Forse pensavano fosse a posto con quello che aveva mangiato la sera prima..

Si guardò, era dimagrita ancora si più. Non contava i giorni ma ad occhio e croce poteva essere lì da quasi una settimana, ma forse erano due. O tre giorni? Non lo sapeva nonostante si sforzasse di ricordarsi. A volta per sentirsi meglio provava ad immaginarsi i volti delle persone a cui voleva bene, inizialmente quello di Rainbow Dash era il primo a comparire ma da qualche tempo a questa parte ogni volta, nonostante gli sforzi, non riusciva a ricordarselo. La cosa le causava dolore il più delle volte, non ricordare il volto di una persona amica non era esattamente un buon segno ma lei non demordeva comunque. No, lei..sentiva che sarebbe stata salvata, certo, prima o poi. Ed era questo a spaventarla più del resto, quanto tempo era quel 'prima o poi'? Una settimana? Un giorno ancora? Un mese? Magari un anno. Decise che non ci avrebbe pensato più, si sarebbe fatta solo del male in quel modo. In quel momento sentì dei passi, alzando lo sguardo vide Discord arrivare verso di lei con un sorriso beffardo sulle labbra. << Ho sentito da un uccellino che i tuoi amici non demordono >>, sentì una morsa alla bocca dello stomaco. Cosa voleva dire, che la stavano ancora cercando? Anche Rainbow Dash? Ma poi, perché il suo primo pensiero andava sempre a lei che agli altri?

<< Credo tu sia abbastanza intelligente da capire da sola che qui, beh..non ti troveranno mai >> concluse con una lunga e malefica risata che diede solo fastidio alla ragazza, che 'tanto mi troveranno Discord, e tu finirai in galera' gli disse con un tono leggermente più alto del suo solito e stringendo le mani a pugno. Si stava arrabbiando, ma lei non era tipo da urlare o infervorarsi. Non l'aveva mai fatto e non vedeva perché mai lui doveva portarla a quello, in fondo non era che una minima parte nella sua vita alla quale dare importanza.

<< Mh >> rispose lui guardandosi le unghie, << sembri così sicura delle tue parole. Ahimè che brutta delusione avrai >>. Continuò sulla strada dell'indifferenza ignorando completamente la ragazza che ora stava stringendo i pugni lungo il proprio corpo. Si era trascinata al centro della stanza dalla finestra ma non era andata abbastanza avanti da raggiungere lui. Fortunatamente non era stata legata di nuovo e quel senso di libertà di movimento la faceva sentire un po' meglio, anche se non di molto in realtà. Il sapere di poter ancora camminare, avvicinarsi ad una finestra però la facevano sentire viva, il sole e gli alberi, il cinguettio degli uccelli. Era quello, più del cibo o dell'acqua che le davano la forza di resistere. Quando rimase nuovamente sola infatti andò a mettersi lì, nel suo angolino accanto la piccola finestra che dava chissà dove dalla quale riusciva a sentire sempre un miagolio, l'unica cosa che le teneva compagnia durante le notti, ora poteva sentirlo più da vicino. Iniziò a pensare quasi che quel gatto sapesse, e uscisse di notte apposta per lei. Ma non era possibile, vero? Ad ogni modo ora non c'era e la piccola sospirò tirandosi le gambe al petto e poggiando la testa su di esse chiudendo gli occhi. Era sola.

Anche Rainbow Dash era sola, pur essendo circondata dagli alunni e dalle ragazze. Nessuno poteva sapere come si sentiva davvero in quel momento, nessuno poteva saperlo a parte lei. Finita anche la seconda parte della lezione i ragazzi andarono via per tornare il giorno dopo e lei raggiunse le ragazze. Perfino Twilight era infine uscita dalla sua stanza e con un libro grande quanto tutti quelli che lei possedeva messi in pila uno sull'altro aveva con se anche un foglio che somigliava ad una mappa. << Ragazze, mentre studiavo ho iniziato a pensare >> e già qui iniziarono a guardarla sconcertate. Solo lei riusciva a studiare e pensare altre cose nello stesso tempo. Pinkie Pie ricordava bene com'era quando a scuola ci andava lei, e di certo non era mai stata in grado di fare due cose insieme allo studio.

« Scusa Twi » iniziò proprio lei avvicinandosi con sguardo perplesso e posandole una mano sulla spalla. << Perdonami, come..come fai a studiare e pensare anche al tempo stesso? >> era una domanda lecita dopo tutto, anche se forse fuori luogo ed anche un po' stupida. << Beh >> ora era lei quella perplessa, << lo faccio e basta penso, perché? Voi non lo fate? >> scossero tutte il capo ma lei le ignorò e posò la mappa sul tavolo. << Comunque, datemi attenzione >> riprese, << ricordate che ieri siamo state qui? >> indicò una zona sul foglio che le ragazze riconobbero come quella foresta dove erano state la mattina prima. Annuirono e si avvicinarono, ora attente alle sue parole. << Bene >> disse ancora Twilight guardandole, soddisfatta di avere completa attenzione. << Osservate, noi abbiamo cercato qui, qui ed anche qui >> indicò tre punti intorno al centro, << tranne qui >>.

Quasi come avesse avuto una folgorazione, anche se quasi dopo una settimana, a Rainbow tornò alla mente quel posto sperduto nelle campagne visto appunto due giorni prima. Cosa c'era lì, una casetta? Si, ed era abbandonata e molto spaventosa anche, ma valeva la pena provare, no? In fondo non avevano altre scelte. Erano sette giorni che la ragazza mancava ed oltre a loro anche i ragazzi della palestra avevano collaborato per un po' ma non poteva pretendere troppo. In tutto quello, una cosa buona ne stava uscendo, si stavano scoprendo tutti amici tra loro soprattutto Rainbow, che negli ultimi giorni aveva stretto amicizia -seppur con qualche dissapore- con Rarity e ne aveva riscoperte altre due; Pinkie e Twilight. Non l'avrebbe mai detto, ma quelle ragazze erano un portento. Soprattutto Twilight che sapeva ogni cosa su ogni posto, su ogni persona, su ogni tutto. Una persona così serve in ogni gruppo, no? Può risultare utile! Così come stava per risultare utile a lei. << Ehi, Twily? >> la sua voce fece risvegliare tutte, si erano momentaneamente perse nei loro pensieri ma tutte stavano pensando la stessa cosa; dovevano tornare lì. << So cosa stai pensando >> disse infatti la ragazza, alzando un sopracciglio e gli occhi dal foglio guardandola con un ghigno soddisfatto. << Ci ho pensato prima di te ed ho deciso che, sarai proprio tu >> indicò proprio la ragazza dai capelli arcobaleno, << insieme a lei >> indicò anche Applejack << ad addentrarvi fino all'abitazione per controllare che non ci siamo cose strane >>. Silenzio, poi << perché insieme? >> ma quella domanda non venne da nessuna delle due che avevano già accettato di buon grado, ma da Rarity che non sembrava molto felice della scelta. « Come prego? » rispose Twilight, non capendo il perché di quell'attacco ad una sua decisione. Ci aveva pensato bene ed era davvero la scelta migliore, erano sicuramente le più scaltre. Ma 'no', ancora la voce di Rarity la lasciò di stucco. Forse voleva andarci lei? « va bene, allora potreste tu e Rainbow andare lì, e » ma ancora rispose negativamente. La ragazza stava per perdere la pazienza, non c'era tempo da perdere e lei pensava a chi mandare e chi no? « Insomma Rarity, non c'è tempo da perdere. O vai tu, o vanno loro ma per favore non interferire più » e con questo si zittì restando in ascolto per il tempo restante di quella 'riunione' che terminò solo un'ora dopo, una volta prese tutte le decisioni del caso.

<< Quindi ci toccherà lavorare insieme >> anche se cercava di nasconderlo Applejack era molto felice della cosa.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15_ ***


Tornare al fianco della sua ex ragazza anche se solo per poco, era ciò che di meglio poteva desiderare. << Eh già >> rispose invece l'altra che a tutto pensava tranne a quello. A lei premeva solo di ritrovare Fluttershy il prima possibile, del resto non le importava nulla. << Cosa ne dici, partiamo ora o facciamo prima il punto della situaz.. >> non sembrava intenzionata a darle tregua la bionda così l'altra la bloccò con un solo sguardo, che centrò il punto. << Ascolta, Applejack. Noi facciamo questa cosa per Fluttershy, ok? Per salvare lei, non il nostro rapporto >>.

Decise di essere franca per non dare false speranze all'altra che sembrava già pronta a correre all'altare con lei. La bionda annuì, 'lo so' disse, ma dal tono lei capì che no, non lo sapeva e che davvero stava riponendo delle speranze in quella tragica situazione. << Non c'è bisogno che me lo ricordi Rainbw Dash, ci siamo lasciate. O meglio, mi hai lasciata tu >> calcò sulle ultime parole quasi come volesse far sentire l'altra in colpa. Lei però la ignorò e la lasciò parlare da sola finché non raggiunsero la cucina dove Rainbow entrò per andare a prendersi del caffè. Le dava le forze necessarie per affrontare le 12 ore che ci sono in una giornata ed in quel caso era stato suo alleato per liberarsi di Applejack. Non che non potesse sopportarla sia chiaro, solo che capiva come si sentiva e non voleva peggiorare la sua situazione. Quando sarebbero riusciti a liberare la più piccola lei non sarebbe certo rimasta solo a guardare, ma con la sua ex lì sarebbe parso strano e a maggior ragione sarebbe stato meglio se lei l'avesse fatta finita subito con questa storia.

<< Ehi Rainbow Dash, stavo pensando >>,

<< Insomma, non si può avere un po'..oh, sei tu Twilight >>, l'altra rimase di stucco a guardarla, leggermente spaventata dal suo tono anche. 'Scusa' sussurrò infatti lei, 'se vuoi torno dopo'. << No, no vieni >> la fermò invece l'altra, << scusami Twily, pensavo fosse ancora Applejack con le sue strane teorie sul cosa fare. Dio, non ce la faccio più >>. L'altra ridacchiò, << pensi sia gelosa? >> la più grande annuì guardando l'amica con sguardo quasi disperato. << Ma io non posso farci nulla, insomma, cosa pretende da me? >>, Twilight si strinse nelle spalle << che torni con lei? >> e fin qui ci erano arrivati tutti. << Si, ma io non posso farlo Twilight, non posso! >> mancò poco che iniziasse ad urlare, così la ragazza dai lunghi capelli viola decise di frenare la discussione e le porse una mappa molto più dettagliata di quella di poco prima. << Penso che già domani possiamo provarci. Io mi prendo un giorno all'università che tanto sono vecchie lezioni e possiamo passare la mattinata lì, sei d'accordo? >> certo che era d'accordo, non vedeva l'ora di fare un po' a botte con qualcuno! Annuì all'amica immaginando nella propria mente già mille scenari nei quali quel povero ragazzo perdeva sempre, ma cosa poteva farci..lei era fatta così. O vinceva, o vinceva.

Non aveva mezzi termini.

<< Solo una cosa, Twilight >> aggiunse però, ora tremendamente seria e quasi preoccupata. << Vieni, volevo parlarti di una cosa >> e la agguantò dalle spalle tirandosi dietro un foglietto ed una penna che erano posati sul tavolo dietro di loro.

 

<< Come dici? Davvero? Allora le cose stanno così. Bene, grazie per avermi avvisato >>.

Quando Discord chiuse la chiamata era decisamente molto più nervoso di quando si era svegliato quella mattina. E così i super amichetti stavano per entrare in azione, ma loro l'avrebbero portata via da lì per primi, avrebbero lasciato lo stato se necessario. Per farlo però avevano bisogno dei suoi documenti, e nessuno avrebbe potuto procurarseli a parte; << Sunset! >> urlò lui, << vieni qui subito, ho bisogno di te >>. L'altra che era in cucina a preparare qualcosa da portare alla prigioniera si asciugò le mani prima di raggiungerlo. << Ho bisogno che tu mi procuri i documenti della ragazza, dobbiamo portarla via con noi >>. L'altra, spaventata, lo guardò a bocca aperta. Portarla via con loro? E se li avessero scoperti? Oh no, non era per niente una buona idea quella. << Discord, ma sei sicuro che sia.. >>,

<< E' una buona idea >> disse lui, bloccandola << o questo, o la facciamo fuori adesso. Cosa scegli? >>.

Non poteva nascondere la ragazza che ucciderla avrebbe risolto molti dei loro problemi, ma come avrebbe vissuto con una morta sulla coscienza? Sospirò. << Appunto >> disse il ragazzo di fronte a lei ridendo sotto i baffi ben consapevole di averla avuta vinta ancora una volta. Con la consapevolezza che la sua 'complice' presto gli avrebbe fatto avere quello di cui aveva bisogno andò in camera a preparare la valigia, non voleva fare una di quelle fughe in cui tutto è fatto di fretta, senza accortenza. Per prima cosa doveva trovare un motel nel quale avrebbero dormito per qualche notte prima di intraprendere il viaggio vero e proprio. Diciamo una specie di nascondiglio sotto gli occhi di tutti. Agguantò l'elenco telefonico che aveva di fianco al telefono -ormai morto da anni- ed iniziò a sfogliare le pagine ingiallite mentre tentava di lanciare più vestiti possibili all'interno della piccola borsa. L'unica a rispondere fu una signora, Diane Marcum, receptionist/cameriera/barista del Loveless Cafè Motel sul km 8400 della Tennessee Highway 100, a Nashville, quindi nemmeno molto distante da dove si trovavano ora loro. Era un luogo perfetto per loro e senza perdere altro tempo prenotò due stanze: una per lui e Sunset, l'altra per Fluttershy. Non era scemo il ragazzo, aveva già pianificato ogni cosa e sulla lista spiccava tra le altre la voce 'divertiti con l'ostaggio'. Peccato che alla fine sarebbe morta comunque. Era un vero spreco togliere al mondo tutta quella bellezza, ma il fatto era che lui non avrebbe potuto sopportare l'idea di saperla ancora viva a respirare la sua stessa aria, non dopo quello che aveva saputo. Era colpa sua, solo colpa sua, se ora era solo. Suo padre era morto sul lavoro, la madre era morta l'anno dopo per la mancanza che sentiva del marito, la sua anima gemella. La zia, -aveva solo lei ormai e poverina, era diventata completamente pazza- che un giorno lo riconosceva e l'altro no. Dopo la fuga di Fluttershy l'avevano catturata come unica persona ideatrice del piano e lui l'aveva fatta franca riuscendo a nascondersi per un po' a casa di Sunset che lo aveva convinto a seguirla con poche semplici parole; 'so cosa è successo veramente a tuo padre'. E lei lo sapeva davvero, era stata in grado di raccontargli per filo e per segno cos'era successo quel giorno in quella grande fabbrica di scarpe oggi famosa in tutto il mondo. Quando ci pensava Discord non riusciva ancora a credere alla fortuna che aveva avuto nell'incontrare quella ragazza. C'erano ancora tante cose che voleva conoscere, ma non subito. Quello che più gli premeva ora era vendicare suo padre e sapeva perfettamente cosa fare, soprattutto con Sunset dalla sua parte...

 

<< Avete capito tutte allora? >> Twilight da bravo capo, aveva appena finito di spiegare alle altre tre ragazze, e David ovviamente, il loro piano. Era perfetto fin nei minimi particolari, non potevano fallire. << A che ora entriamo in azione? >> chiese David, il più agguerrito tra loro. 'Alle 10 in punto' gli rispose subito Rainbow Dash, guardandolo seria. Se lui era agguerrito, lei era pronta per la battaglia e nessuno l'avrebbe fermata, avrebbe ucciso se necessario. E infatti, << voglio ucciderlo a mani nude >> si lasciò scappare, ma 'tesoro, manteniamo la calma' la ammonì Rarity, 'non vogliamo venire a portarti le arance in galera, la galera è così..fuori moda' la buttò sullo scherzo e infatti risero tutte, anche Rainbow Dash, ma rimase comunque del suo pensiero: se fosse stato necessario, avrebbe commesso anche un omicidio, o due.

Quella notte nessuna di loro riuscì a dormire. Incubi su mostri che le assalivano e case che sparivano popolarono i sogni di tutte ed alle 5 in punto si ritrovarono in cucina, tazza di camomilla alla mano e bianche come cadaveri. << Sembrate un po' scosse >> le prese in giro David, << non vi starà passando la voglia? >>, ma << no >> rispose Rainbow Dash in modo brusco << assolutamente caro mio, non pensarlo nemmeno >>. L'altro rise alla reazione della ragazza ed alzò le mani in segno di resa. Non ebbe risposta alla provocazione e tutte finirono di bere il contenuto della loro tazza che a ben poco servì, due ore dopo erano più agitate di prima.

<< David, andresti tu avanti per primo? Noi ti seguiamo con la macchina di Rarity >> disse Pinkie Pie civettuola rivolgendosi al suo ragazzo. La realtà era un'altra; la ragazza sempre allegra era in realtà la più agitata e nonostante non lo stesse dando a vedere lo avevano capito tutte, ragazzo compreso che 'ma così presto dove andiamo?' chiese, dato che l'orario stabilito erano le 10 in punto ed erano appena le 8 del mattino. << Beh >> rispose subito Applejack << mentre arriviamo, ci dobbiamo fermare per la benzina perché Rarity ha dimenticato di farla ieri sera >> tutti guardarono la ragazza che arrossì e si grattò la nuca con un sorrisino imbarazzato << ne abbiamo da fare prima ancora! >> concluse la bionda battendo le mani e facendo uno dei suoi classici urli da cow-girl. 'Forza ragazze, in marcia!'. Tutte ubbidirono e presero posto mentre David partiva avanti a tutte, appena lo videro sparire tra gli alberi si guardarono preoccupate e sospirarono, << siete tutte pronte? >> disse Rainbow Dash, la più carica. Le altre annuirono allora 'bene' disse, prendendo posto in macchina anche lei. Partirono prendendo la strada opposta a quella del ragazzo, ci avrebbero messo meno tempo sicuramente e loro avevano davvero, davvero tante cose da fare. Durante il tragitto nessuna di loro parlò o respirò solamente, nulla, sembravano morte. In realtà erano tutte pensierose, Pinkie Pie in primis che dal discorso che aveva fatto quella notte con l'amica dai capelli arcobaleno ancora si doveva riprendere del tutto. Ci pensava e ripensava, e più lo faceva più le cose prendevano una loro piega logica. Arrivò alla conclusione più ovvia; aveva ragione lei, e con quella consapevolezza divenne più facile affrontare tutto il resto anche se, doveva ammetterlo, una minima parte di lei ancora ci sperava in un suo errore anche minimo.

Come previsto in precedenza arrivarono nel luogo alle 8,30 precise ed eccolo, videro il famoso Discord -molto lo vedevano per la prima volta- caricare delle borse in macchina. Che stessero lasciando il posto per qualche soffiata ricevuta? Cercando di non fare il minimo rumore (e la cosa risultò non poso difficile) si avvicinarono sempre di più ma proprio a metà percorso, 'clack', ramo spezzato. Si bloccarono tutti, compreso quel ragazzo che 'chi è la?' urlò cacciando qualcosa, forse una pistola, dalla cintura. << Ho detto, chi è la >> urlò ancora, << ho un'arma e so come usarla >>. in realtà sembrava molto spaventato e Rainbow Dash godette di questo ma al tempo stesso era spaventata, spaventata e molto preoccupata per le amiche ma soprattutto per la piccola Fluttershy. Silenzio. Quando passarono due minuti Discord si convinse che si fosse trattato di qualche animale e mise la pistola al suo posto tornando a riempire la macchina.

<< Discord, l'ho vestita siamo pronti >>, quella voce. Rainbow Dash ed Applejack si guardarono istintivamente: Sunset Shimmer. Tornando a guardare avanti a loro videro proprio la ragazza uscire con, CON FLUTTERSHY! Rainbow Dash fece per scattare in avanti ma Twilight che era dietro di lei riuscì a bloccarla in tempo e le fece segno con il capo di no, di non muoversi o si sarebbero fatte scoprire. Molto contrariata la più grande tornò a guardare verso il gruppetto. Ora Discord si stava avvicinando alla ragazza. 'Non osare toccarla, non osare toccarla' iniziò a pensare lei ma ovviamente lui lo fece dicendo anche qualcosa di inudibile a tutte loro e fu a quel punto che lei non resistette più. << Adesso basta! >> urlò uscendo allo scoperto. Il primo a sentirla fu Discord che istintivamente cacciò la pistola sparando un colpo verso di lei che riuscì a scansare. << Rainbow! >> urlò la piccola Fluttershy sorpresa, sconvolta, felice ma anche molto spaventata. Rainbow Dash la ignorò solo perché era concentrata sulle mosse da fare e difatti si allontanò molto da quella zona dando modo alle altre di uscire allo scoperto, bloccare Sunset e liberare così la ragazza. Udì non poche urla ma non tornò indietro. Continuò la sua corsa girando intorno agli alberi e ai vari rami spezzati che incontrava lungo la strada. Sentiva gli spari, ma nessun colpo la colpì e ridendo perché sapeva di essere ben allenata si arrampicò su un albero abbastanza basso fino ad arrivare in cima prima di saltare giù, aggrappandosi ad un ramo. << Fermati, dannata ragazza! >> urlò Discord ma lei non lo ascoltò minimamente, come giusto che fosse. Si girò a guardarlo però giusto il tempo per dedicargli un famoso gesto poco gentile prima di ricominciare la sua fuga. Intanto le urla si allontanavano, segno che il suo piano stava funzionando. Quando iniziò a sentirsi stanca di correre e scappare -Discord aveva iniziato ad affannare dieci alberi prima- decise di fare il percorso al contrario. In men che non si dica raggiunse nuovamente la casetta abbandonata fuori la quale stavano le sue amiche con Fluttershy, ormai libera, e Sunset tenuta da Applejack e Pinkie Pie. << Rainbow, Rainbow vieni corri! >> Twilight si sbracciò per farsi vedere ma lei le aveva già notate. Si fermò solo qualche secondo per assicurarsi di non essere seguita da vicino poi riprese a correre in direzione delle amiche ma qualcosa fece bloccare tutti. Una frenata brusca. Si girarono verso il rumore e videro una macchina che conoscevano molto bene. Dalla macchina scese David e Pinkie Pie iniziò a correre verso di lui abbandonando Sunset alla sola Applejack. << Amore sei arrivato finalmente! Discord sta arrivando, lui ha.. >> ma ecco proprio lui uscire dagli alberi ed avvicinarsi a loro. Le altre si avvicinarono come per proteggersi a vicenda mentre lui andò verso David. Pinkie Pie restò a guardare entrambi senza capire, fino a che;

<< Ma cosa combini? Dovevi farle fuori tutte! >> urlò David, Pinkie Pie sbiancò e Rainbow Dash iniziò a ridere soddisfatta, lei lo aveva già capito. << E come avete fatto, voi..come? Vi avevo sentite parlare, tu >> indicò ora Rainbow Dash, rosso in viso << avevi detto a tutti che era per le dieci, e allora >> ma lei rise, sarcastica. << E allora, caro David, vuoi saperlo davvero? >>

 

Flashback

Uscì fuori mentre Rarity si vestiva e ne approfittò per fare un giro fino in cucina dove sapeva avrebbe trovato Pinkie Pie, ma non c'era. Dove poteva essere finita? << Pinkie? Ehi, Pinkie >> l'aveva vista poco prima, non poteva essere sparita nel nulla. Andò a cercarla in camera da letto ma lì trovò solo l'armadio, i comodini e ovviamente la stanza vuota ma una porta in fondo la stanza catturò la sua attenzione, cosa poteva essere? Sentiva che non ne sarebbe venuto niente di buono a curiosare lì, ma lei lo era di natura curiosa e non avrebbe mai potuto resistere nemmeno per tutto l'oro del.. << oh mio Dio >> rimase impietrita di fronte la porta. Non poteva essere, era impossibile. Lì di fronte a lei si stagliava una camera segreta piena di foto e ritagli di giornale su Fluttershy, la sua famiglia, quando era sparita..

Si guardò ancora intorno, cavi pendevano dal soffitto. Sicuramente erano microfoni per sentire, per..tenersi in contatto con Discord! Ma certo, come poteva essere stata così sciocca! Ma quella stanza, di chi.. << si, Discord. Alle 10. mi raccomando state pronti, a domani >>. No. Non lui, non David. Ma non c'era tempo, doveva andare via di lì subito..

 

<< Non è giusto, non è giusto. Ero a tanto così dal prendere un sacco di soldi. Pinkie, Pinkie amore mio potevamo diventare milionari ti rendi conto? E' colpa delle tue cosiddette amiche se >> ma lei senza nemmeno guardarlo scosse il capo. << Tu, tu non sai cosa vuol dire vivere. Per tutto questo tempo >> poi si bloccò, aveva la voce nasale e stava evidentemente per piangere. Fu a questo punto che Applejack si fece avanti lanciandosi come una furia su David e sprigionando la sua parte mascolina. Lasciò andare Sunset che per un secondo tentò la fuga ma prontamente Twiligt e Rarity la afferrarono, la più grande tra le due la guardò scuotendo il capo in segno di diniego, da lì non si scappava. La bionda venne seguita a ruota da Rainbow Dash che lasciò uscire tutta la sua lealtà verso l'amica delusa ma entrambe vennero bloccate quando l'uomo cacciò anche lui una pistola. << Ferme. Ferme tutte immediatamente o sparo >> non se lo fecero ripetere due volte. Si bloccarono a metà strada senza muovere più nemmeno un muscolo. Rarity trattenne il fiato mentre Twilight iniziò a pensare cosa potevano fare. C'era una pistola di mezzo, ogni movimento sarebbe stato fatale. La povera Fluttershy nascosta dietro di loro stava per sentirsi male, il respiro accelerato e il fiato corto non aiutavano la situazione ma cercò con tutte le sue forse di restare buona ed in silenzio. << Fate uscire la ragazze >> eccola lì, la frase che non avrebbe mai voluto sentire. Era di nuovo finita? Il suo destino era quello di morire? Ma 'no' sentì, chi poteva essere così coraggioso da fronteggiare quell'essere? Alzò appena il capo per vedere Pinkie Pie come non l'aveva mai vista, pur conoscendola da poco. Ora fu la volta di David di ridere, << andiamo Pinkie Pie, proprio tu vorresti opporti a me, davvero? Tu che non riesci a far altro che fare torte e mangiarle? Su, non essere sciocca >> e mentre parlava si avvicinava sempre di più alla ragazza dai capelli fucsia, brandendo ancora la pistola contro il suo viso. << Tu, amore mio, non avresti il coraggio di farmi del male >>, la sua voce suonava tremendamente convinta e anche le altre lo erano, Pinkie Pie era così, lei non..

<< Oh no, la polizia! >> urlò qualcuno ed entrambi, Discord e David, spaventati si gettarono in terra lasciando che le pistole si allontanassero da loro ma non capirono subito che si trattava di una scusa per farli spaventare. Come un lampo Pinkie Pie afferrò la più vicina a lei, quella di David, puntandola al suo viso. 

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Capitolo 16
*** Ultimo capitolo ***


<< Tu, feccia, cosa dicevi poco fa? >> era terrorizzato lui, non se lo aspettava. 'N-no, amore aspetta' balbettò mentre la ragazza sorrideva, le dava una certa soddisfazione vederlo in quel modo. Non si curò di pensare a Discord, no, c'era solo quel verme di fronte a lei ed era pronta anche ad ucciderlo se necessario. << Non posso crederci. Tu, per tutto questo tempo.. >> iniziò lei ma lui con occhi sbarrati come impazzito indicò verso Fluttershy e 'tu!' urlò, 'tu non sai chi è lei!'. Tutte la guardarono e la diretta interessata si strinse nelle spalle, chiaramente confusa, chi era lei? Guardò David, << s-scusami, chi..chi sono io? >> certo non era il caso di dialogare in quel modo con chi voleva ucciderla, ma lei voleva sapere. Non ottenne però risposta, in cambio si sentì un grido e poco dopo Discord si era avventato su Pinkie Pie. << Lasciala andare subito! >> urlò ancora Rainbow Dash lanciandosi al suo inseguimento. Il ragazzo però aveva recuperato la pistola e senza guardare sparò dietro di se colpendo la più grande alla spalla. <> urlarono insieme Fluttershy, Applejack e Twilight ma la prima a correre verso di lei fu la più piccola che si strappò un pezzo di gonna senza pensarci più di tanto legandolo intorno alla sua spalla. << Ti fa male? Questo dovrebbe tenere ferma l'emorragia, stai giù >> ma << n-no, io devo..devo uccidere quel bastardo >> Fluttershy sbarrò gli occhi e scosse velocemente il capo, << no, non devi diventare un'assassina per colpa sua te ne prego. Non voglio, avete già sofferto abbastanza tutte per colpa mia, e.. >> ma si bloccò quando sentì un 'no' urlato talmente forte e con talmente tanto odio intriso al suo interno che avrebbe fatto gelare il sangue di chiunque. Si girarono. Pinkie Pie era in piedi di fronte a David, in ginocchio. Cosa era successo? Aveva detto qualcosa? Discord tenuto fermo da Applejack con un ginocchio piantato nella schiena non riusciva a muoversi, anche se ci provava a scappare e David, David era spaventato ma rideva. Sembrava come impazzito. Poi, 'mi fai schifo' sentirono dire con lo stesso odio di poco prima dalla ragazza che sorrideva sempre. <> ma l'altro rise, una risata crudele. Per un attimo la ragazza abbassò la guardia e lasciò quasi andare la pistola ma fu in quel momento che l'uomo ebbe piede libero e si lanciò sul corpo della sua fidanzata, facendola finire distesa per terra. Riconquistata l'arma la puntò contro di lei che, spaventata, indietreggiò fino a raggiungere le amiche già messe nell'angolo. << Cosa pensavi di fare, eh Pinkie Pie? Volevi uccidermi? Non puoi, non puoi..e sai perché? Perché non ne saresti capace. >> sembrava estremamente convinto delle sue parole, come fosse immortale. << Non lo capisci, amore? Per voi non c'è speranza, noi.. >> guardò Discord poi Sunset, ancora tra le mani delle altre due, << noi vinceremo mentre voi, voi morirete qui. Oggi >>. Fluttershy si portò le mani al viso urlando internamente. Questo non era quello che si aspettava il giorno in cui sarebbe stata liberata, no di certo! << F-Fluttershy >> la voce roca e lontana di Rainbow Dash la fece risvegliare, guardò verso di lei e la vide bianca cadaverica, stava perdendo troppo sangue.

<< R-Rainbow Dash mi, mi dispiace..è colpa mia se.. >> ma la ragazza scosse il capo. La guardò sorridendo e le fece un occhiolino quasi forzato ma sentito, << non preoccuparti per me >> le disse ancora, << tu, devi riuscire a scappare e a portare le ragazze con te >> faticava perfino a parlare e la più piccola sapeva che aveva bisogno di un dottore altrimenti avrebbe perso il braccio o peggio, la vita. Non voleva ascoltarle le sue parole, no. Farlo avrebbe significato accettare questa cosa e lei, non lo voleva. Le aveva salvato la vita più di una volta e ora toccava a lei.

Riuscì a rimettersi dritta senza nemmeno sapere come nonostante la paura folle che aveva e lentamente cercò di avvicinarsi a David, ma 'dietro di te, David!' urlò Discord e lui si girò subito trovandosi faccia a faccia con la ragazza. Sorrise in modo ironico, << ma guarda un po' chi abbiamo qui. Ciao Fluttershy >> l'altra si bloccò al vedersi puntare la pistola contro e si portò entrambe le mani alla bocca per non far sentire il proprio urlo di paura. Poi le spostò di poco, << devi lasciarle andare >> riuscì a dire, seppur tremando. << Almeno loro, lasciale andare >> continuò ma l'altro finse di non sentirla e portò un dito all'orecchio fingendo di pulirlo. Guardò di nuovo la piccola stringendosi nelle spalle, << ahimè, non posso farlo. Ma tu puoi guardarle morire se vuoi >> le diede le spalle preparandosi a fare fuoco verso le ragazze ed a quel punto lei prese una rincorsa ad occhi chiusi colpendolo alla schiena e facendolo finire faccia in terra. Dalla pistola partì un colpo che andò ad infrangersi contro un albero mentre l'arma finì poco più avanti. David e Fluttershy si guardarono poi, nello stesso momento iniziarono a correre verso essa. La raggiunse Fluttershy e l'afferrò al volo facendosela anche quasi cadere di mano ma fortunatamente riuscì a stabilirsi ed indietreggiò verso le ragazze tenendo la pistola con due mani, entrambe tremanti, << n-non fare un altro passo, altrimenti sparo >> il ragazzo scoppiò a ridere restando fermo ed alzando le mani, fingendosi arreso.

<< Certo è chiaro, per me è finita no? Mi hai un pugno, accidenti >>, la stava chiaramente prendendo in giro e questo fece irritare non poco Rainbow Dash ancora dolorante e sofferente sull'asfalto poco distante da loro. Ma << smettila >> urlò, stupendo tutti, Pinkie Pie << smettila, devi lasciarla in pace. Ma cosa ti dice il cervello, David? >>

<< Cosa mi dice? Vediamo...soldi, soldi, soldi? >> la ragazza non poteva crederci, era..impossibile. Non era il suo David quello, non era il proprietario della palestra più conosciuta della città, il suo dolce fidanzato sempre pronto a renderla felice. Era stato tutto finto? Tutto per soldi fino alla grande occasione? L'aveva mai amata per davvero? Si lasciò cadere sull'asfalto in ginocchio con gli occhi aperti e vitrei mentre da parte sua il ragazzo si lasciò sfuggire una risatina sarcastica mentre le passava accanto senza degnarla di uno sguardo. Si avvicinò invece a Discord e nel mentre Fluttershy continuava a brandire quell'arma ma aveva tanto l'aria di chi non aveva idea di cosa stesse facendo. Con molta fatica invece Rainbow Dash era riuscita a trascinarsi all'albero più vicino al quale ora era poggiata cercando di tenersi il braccio e al tempo stesso prendere il proprio cellulare dalla tasca. Sembrava un'impresa titanica ma contro ogni aspettativa, vide l'oggetto cadere dalla propria tasca di fianco a lei. Ok, il più era fatto. Ora doveva solo riuscire a prenderlo e comporre il numero della polizia, si, una cosa facile facile, no? Sospirò distrutta la ragazza, poggiando per un secondo la testa contro l'albero. Il braccio le faceva sempre più male, si sentiva stanca come se avesse corso una maratona intera. Poteva farsi una dormita? Solo cinque minuti, il tempo di riposare gli occhi...

<< Ragazze, cosa facciamo? Non vedo via d'uscita e dove cavolo è finita Rainbow Dash? >> Applejack era fuori di se, avrebbe voluto saltare al collo di quei due pazzi e nello stesso tempo correre dalla sua ex ragazza, ma non poteva fare niente di tutto questo. L'unica cosa che poteva fare era stare lì inerme con le altre continuando a tenere Sunset Shimmer in ostaggio e minacciando con lei i due aguzzini. Non sembravano molto interessati a lei però quanto lo erano alla ragazzina. Perché, cosa aveva di così importante quella Fluttershy da causare tutto quello? La guardò ora odiandola per davvero per la prima volta, era colpa sua se si trovavano ora in quel macello, colpa sua se la sua ex ragazza era chissà dove probabilmente colpita e ferita. Perché era arrivata nelle loro vite, per rovinarle? Ci stava riuscendo. Alla grande anche! Le si avvicinò per parlarle ma in quel momento un grido squarciò il silenzio. Fu il finimondo. Sunset iniziò ad agitarsi fino a liberarsi e scappare via, Discord e David si guardarono prendendo a correre verso di loro forse per riuscire a scappare prima dell'arrivo di qualcuno ma non senza Fluttershy, e lei, presa dalla paura del momento, premette il grilletto ad occhi chiusi sparando un colpo per la prima volta in vita sua e finendo anche per terra a causa del rinculo. Silenzio. Si bloccarono tutti, perfino Sunset che era arrivata ormai al limitare del bosco. Il corpo ormai privo di vita di David cadde al suolo, occhi aperti, ancora quell'espressione spaventata e confusa sulla faccia.

Dopo lo sparo Pinkie Pie si avvicinò al corpo osservandolo dall'alto senza proferire parola. Fluttershy invece era ancora lì, immobile, pistola alla mano ed espressione sconvolta. Non sapeva cosa fare, aveva appena ucciso una persona che diamine! La prima ad avvicinarsi a lei e poggiarle una mano sulla spalla fu proprio Pinkie Pie e la più piccola, come risvegliatasi da un lungo trans lasciò andare l'arma portandosi entrambe le mani alla bocca e girandosi nello stesso momento verso l'amica, scoppiandole a piangere contro il petto. << P-Pinkie Pie, non..io non.. >> non riusciva nemmeno a parlare, ma in quel momento non c'era davvero qualcosa da poter dire. << Fluttershy, Fluttershy sta tranquilla >> la raggiunse la voce della ragazza costringendola a rialzare il viso contro il suo e guardarla negli occhi, << lui..voleva farti del male. Voleva farCI del male. Io penso che tutto sommato, sia stata legittima difesa non trovi? >> sembrava seriamente tranquilla per quella faccenda e la ragazza, di un solo anno più grande di lei, annuì. Asciugandosi gli occhi lacrimanti con la manica della maglietta che indossava. Guardò ancora una volta il corpo sull'asfalto ed una smorfia di orrore le attraversò il viso. Perché lo aveva fatto? No riusciva a capire cosa lo avesse spinto a collaborare con Discord per..Discord! Si girò di scatto verso le altre, << dov'è Discord? >> urlò con voce tremolante e spaventata ma nessuno ebbe il coraggio di risponderle. La verità era che l'avevano visto fuggire in compagnia di Sunset Shimmer verso il bosco e quindi non potevano fare molto per raggiungerlo. Dovette capirlo però la ragazza perché abbasso lo sguardo nuovamente cupo, poi prese a correre in un punto preciso e dietro l'albero, dove l'aveva lasciata, trovò Rainbow Dash.

<< Rainbow, Rainbow Dash mi senti? Sono Fluttershy.. >> la più grande era ormai in una situazione critica. Aveva perso molto, troppo sangue e la testa le girava come se in quel momento si trovasse sull'ottovolante. << F-Fluttershy tu, tu dovresti..ahi >> un gemito di dolore fece scattare ancora di più sull'attenti la piccola. << Rainbow Dash, non...non chiudere gli occhi ti prego. Ora chiamo l'ambulanza.. >> ma la più grande le afferrò un braccio costringendola a darle tutta la sua attenzione. << Ascoltami. Tu devi, badare a Pinkie Pie ora va bene? Sarai tu a..a..coff-coff. Fluttershy, mi piacevi tanto.. >> e poi, tra le braccia della più piccola, chiuse gli occhi. Immediatamente un grido si levò dalle labbra di quest'ultima. 'Applejack! Applejack! Ragazze' iniziò a urlare a ripetizione e nell'avvicinarsi vide Twilight al cellulare, forse aveva chiamato i soccorsi. Lo sperò, non avevano davvero molto tempo lì..

<< Stanno arrivando, arriverà qualcuno tieni duro. Ti prego >> concluse in un sussurro con la voce già roca per le lacrime che minacciavano di uscire.

<< Ti prego..resisti.. >> ora era tutto un sussurrare fin quando non resistette più e scoppiò. Si sentì spingere via dopo qualche secondo ed una cascata di lunghi capelli biondi le si parò avanti togliendole ogni visuale dal corpo svenuta della ragazza. Indietreggiò scivolando lungo il terreno mentre osservava Applejack urlare il suo nome piangendo anche lei mentre una ancora sconvolta Rarity cercava di trascinarla lontano da lì. Passarono pochi secondi e la ragazza si girò verso la più piccola asciugandosi gli occhi e guardandola in cagnesco; << è colpa tua, lo capisci? E' successo tutto solo per colpa tua. Se dovesse succederle qualcosa >> indicò Rainbow Dash, << giuro su Dio che io ti ammazzo. A mani nude. Mi hai capito? >> urlò l'ultima domanda con quanto fiato avesse in gola tanto da far spaventare ancora di più la piccola che si nascose dietro le proprie mani iniziando a singhiozzare e respirare a fatica ripetendo come un mantra 'mi dispiace, mi dispiace'.

<< Adesso basta Applejack >> la voce autoritaria di Twilight fermò tutto quello che stava succedendo. Si avvicinò a Fluttershy e la aiutò a rimettersi in piedi spostandole i capelli dal viso ed aiutandola ad asciugarsi le lacrime, << cerca di calmarti ora, ok? Non vogliamo farci venire una crisi, vero? >> le sussurrò e l'altra scosse il capo, ancora tremante. Quella volta non sarebbe bastato il solo spray a far passare tutto, decisamente no.

 

Dal lato opposto della città intanto, all'aeroporto....

<< Discord, sei sicuro di quello che stiamo facendo? David è morto! >> Sunset era a dir poco sconvolta per quello che aveva visto, soprattutto perché lo aveva visto fare da Fluttershy e da lei chi se lo sarebbe mai aspettato, no?

<< Taci, Sunset >> anche lui era sconvolto, cercava solo di darlo a vedere meno rispetto alla ragazza, << non mettermi altra ansia addosso. Ti sembra forse che non sappia cos'è successo? C'ero anche io lì, David è morto, e allora? >> verso la fine della frase iniziò ad urlare stizzito verso la ragazza che lo guardò spaesata da quella reazione improvvisa. Il rumore sordo della valigia buttata con forza per terra poi lo rese ancora più minaccioso agli occhi di lei che si fece piccola piccola di fronte a lui abbassando la testa ed annuendo ad ogni sua parola.

Dov'era finito il suo coraggio, quella voglia di far fuori quella ragazzina senza preoccuparsene minimamente? La risposta era molto semplice, andava a farsi benedire di fronte a lui che dal giorno in cui l'aveva incontrato l'aveva in pugno come il miele su di un ciuccio tiene in pugno un bambino. Non sarebbe mai riuscita a liberarsi di lui ne era certa, ma era anche certa che non le avrebbe mai fatto del male. In fondo lei gli aveva dato un'informazione importantissima riguardo Fluttershy e di certo aveva ancora bisogno di lei per attuare la sua vendetta.

 

Nel bosco nel frattempo erano finalmente arrivati i soccorsi, la prima ad essere trasportata d'urgenza fu ovviamente Rainbow Dash seguita a ruota da Fluttershy che non sembrava essere esattamente in forma dopo quello che aveva passato..

Durante il tragitto che le altre ragazze fecero in macchina per raggiungere l'ospedale Twilight non fece che ripetere ad Applejack di darsi una calmata nei suoi modi di fare con la più piccola. << Sei troppo dura con lei Applejack, che colpe ha? >> l'altra sbuffò guardandola furibonda. Che colpe aveva? Aveva sconvolto la vita di tutti e adesso? Adesso Rainbow Dash doveva rimetterci per lei? Non esisteva minimamente, lei non l'avrebbe permesso mai. Poi però una voce la riportò alla realtà, Rarity; << ascoltami Applejack, io posso capire che per te sia dura ma..devi cercare di andare avanti. Lo capisci? >>

<< Non ha tutti i torti, Jackie >> le fece eco Pinkie Pie, le prime parole dopo ciò che era successo. E lei lo sapeva, sapeva che avevano tutte ragione ma ciò che provava per quella ragazza andava ben oltre tutto quello. Loro non avrebbero mai capito..

Al loro arrivo in ospedale non trovarono altro che dottori ed infermiere che correvano avanti e indietro, sembrava fosse successo un putiferio! << Scusate, scusatemi io..mi scusi dottore.. >> Twilight cercò più volte di attirare l'attenzione di una di quelle persone senza nessun risultato, erano tutti troppo occupati per badare a quattro ragazzine in piedi in mezzo al corridoio.

<< Twilight >> si girarono tutte e quattro nello stesso momento verso una Fluttershy già spogliata dei propri vestiti e bianca in viso, sembrava un cadavere. << Fluttershy! >> la prima a correre verso di lei fu Pinkie Pie, felice di vederla in piedi nonostante ciò che le aveva cercato di fare David. Certo, il pensiero di lui le faceva ancora malissimo, non erano passate nemmeno due ore, ma era una bestia. E con quel pensiero sarebbe dovuta ora andare avanti fin quando non avesse incontrato qualcun altro capace di farla sorridere. << Pinkie >> la più grande rimase sorpresa dal comportamento dell'amica. Riusciva a capire cosa era successo certo, ma il fatto che le avesse ucciso il fidanzato/compagni in affari, possibile non la colpisse? Davvero era così tranquilla oppure era solo una facciata momentanea? Forse doveva solo rendersi ancora realmente conto di ciò che era effettivamente successo ed ora che ci pensava anche lei, anche lei doveva rendersene ancora conto appieno.

Ma più ci pensava, più non riusciva a credere che l'avventura vissuta fino a quel momento fosse successa per davvero. Era stata seriamente rapita? Picchiata per tutti quegli anni e sfruttata? Aveva seriamente ammazzato un uomo? Chiuse gli occhi sforzandosi di sorridere di fronte alle amiche. No, non doveva mostrarsi ancora debole, non voleva più essere un peso per gli altri. << Rainbow Dash? >> chiese Rarity, nessuno guardò Applejack.

<< Lei è..è in una stanza in un altro reparto dove..dove la gente.. >> non riusciva a dirlo, il solo pensiero che quella ragazza straordinaria ora era lì a lottare tra la vita e la morte a causa sua in un misero letto d'ospedale la faceva sentire malissimo. Come aveva potuto essere così sciocca, come aveva potuto farle questo a lei, il suo angelo custode...

 

...." << È con lei? >>

<< Si, cosa succede? >>

<< La ragazza ha perso molto sangue, potrebbe non superare la notte. È necessario che al più presto.. >>

<< Lo farò io. Tutto il necessario, lo farò io >> "

 

Quel ricordo fugace di ciò che era successo poco prima dell'arrivo delle ragazze la fece sorridere. Aveva l'occasione di rendersi finalmente utile, di fare qualcosa per lei. Guardò un'ultima volta le amiche, sorrise sinceramente. << Ragazze, grazie veramente. Per tutto..penso sia stato lo spirito di Cherilee a portarvi nella mia vita, vi voglio bene..davvero. E qualsiasi cosa accada sappiate che non vi dimenticherò mai, ovunque andrò >> ancora sorrise ma le quattri si guardarono in viso, leggermente scosse. Quelle parole suonavano decisamente strane ma non dissero nulla. Arrivò poi una dottoressa a portarla via e semplicemente la salutarono come fece anche lei, consapevoli che tutto quello era terribilmente simile ad un addio.

 

<< Allora, è pronta? >> Fluttershy annuì, poi guardò sorridendo dalla parte di Rainbow Dash stesa ed intubata nel lettino di fianco al suo. << Cominciate pure quando volete, io sono pronta >> e dopo un profondo respiro chiuse gli occhi, rilassandosi ed abbandonandosi alle mani dei dottori intorno a loro. "Finalmente, finalmente potrò ripagarti di tutto Rainbow Dash. Non ti dimenticherò mai, e se dovesse succedermi qualcosa ti proteggerò per sempre, ovunque andrò"

 

 

 

 

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